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La Francia rivoluzionaria. 1. .

La Francia prima della rivoluzione La Francia de


l settecento e la società di ordini. Erano tre gli elementi principali che causaro
no la crisi della Francia del XVIII secolo: Divisioni sociali e giuridiche, l'in
sufficienza delle istituzioni e la situazione finanziaria. La società francese era
divisa in tre classi (Stati): • Clero. • Nobiltà. • Terzo Stato: Questa categoria compr
endeva tutti coloro che non appartenevano alle prime due. In ogni ordine potevan
o convivere individui con diversissime condizioni economiche. La distinzione pri
ncipale era di tipo giuridico. Ogni ordine aveva i suoi privilegi specifici (est
remamente grandi per il clero e la nobiltà, esigui per il terzo stato). In questo
scenario, non vi era il sentimento di appartenenza sociale. Prima di tutto un in
dividuo avvertiva l'appartenenza al suo ordine. LaFran ci a poteva essere defini
ta non come un insieme di sudditi del re, ma come insieme di classi. Entità e priv
ilegi del clero e della nobiltà. • Clero. 130000 individui circa. Era esente da tass
e. Non veniva giudicato per mezzo di tribunali statali e leggi civili, ma tramit
e il diritto canonico e i tribunali ecclesiastici. Aveva grandissime proprietà ter
riere, queste erano amministrate malissimo, non producevano, ma non venivano toc
cate perchè appartenenti alla chiesa. Per lungo tempo andò avanti la proposta di con
fiscare questi terreni per darli a persone che li avrebbero potuti gestire al me
glio. Infine la chiesa assorbiva una grande quantità di reddito tramite la riscoss
ione delle decime (che erano delle imposte). • Nobiltà. Circa 25000 individui. Anch'
essi non pagavano tasse e avevano grandi proprietà terriere, ma distribuite in man
iera diseguale, infatti vi erano molti nobili economicamente poveri, quindi anco
ra più interessati a far valere i loro privilegi. Anche i nobili, per tradizione f
eudale, imponevano le loro tasse e inoltre amministravano la bassa giustizia. Va
ntavano altre prerogative di tipo giuridico, erano giudicati da tribunali specia
li e subivano pene inferiori. A questa classe venivano date le maggiori cariche
statali e dell'esercito. Col tempo i nobili cercarono sempre più di diventare un c
eto chiuso
, facendo in modo di non conferire nuovi titoli nobiliari, questo per mantenere
tutti i loro privilegi. Il Privilegio. Il privilegio e un provvedimento in favor
e di un singolo o un gruppo, che configura una situazione speciale rispetto alla
normale regola. La monarchia assoluta cercò di limitare i privilegi. Non vi riuscì,
anzi, con il tempo, annettendo nuove regioni, queste pretendevano di far valere
i propri organi amministrativi e far valere i loro privilegi. Composizione soci
ale del Terzo Stato. Clero e nobiltà erano il2% di 26 milioni di abitanti, tutti g
li altri facevano parte del Terzo Stato. Il Terzo Stato internamente era diviso
in varie categorie: • Ceto alto-borghese: esercitavano i lavori più remunerati, non
erano nobili, ma potevano aspirare ad esserlo. • Ceto medio: Esercitavano i lavori
ben remunerati. • Artigiani, Commercianti al dettaglio e Lavoratori salariati. • La
voratori della terra. 20 milioni di persone che si dividevano ancora in: 1.Picco
li proprietari e contadini benestanti: Spesso più ricchi anche dei lavoratori urba
ni.
2.Mezzadri o Fittavoli: Possedevano un'esigua quantità di bestiame e coltivavano l
e terre dei grandi proprietari.
3.Contadini poveri: Non avevano abbastanza terra per sostenere la famiglia, lavo
ravano per grosse aziende agrarie.
Tutti i lavoratori più poveri della campagna, comunque, pagavano tasse ai signori
e decime agli ecclesiastici. La sopravvivenza del regime feudale. In Francia la
servitù era ormai scomparsa. I contadini avevano adesso pieno diritto sulle loro p
roprietà immobili, ma questa libertà era comunque limitata da tantissime tasse. Vi e
ra infatti la distinzione tra: • Proprietà utile: Che era esercitata dal contadino. •
Proprietà eminente: Esercitata dal signore della terra. In questa maniera era come
se su ogni proprietà ci fosse una concessione e, dunque, un diritto prioritario d
a parte del signore. Per questo, in favore del signore, a ogni passaggio di prop
rietà veniva pagata una tassa. Inoltre, ogni anno ne veniva imposta una seconda, c
he variava di regione in regione e che veniva considerata un abuso feudale. Per
via del pagamento di queste tasse e delle decime ecclesiastiche, i contadini per
devano gran parte del loro guadagno. Altre tasse sui contadini erano di tipo con
trattuale, cioè coloro che lavoravano terre non proprie, pagavano ai proprietari u
n certo tanto. La borghesia poteva comunque, a differenza di quasi tutta Europa,
comprare terre classificate come nobili, ma pagando il Feudo Franco (una tassa
molto pesante), a ogni passaggio di proprietà. Il disordine fiscale e l'aumento de
l debito pubblico. Nel '700 si cercò di abolire i privilegi feudali, ma si fallì. Ne
l settore delle finanze era chiara l'insufficienza statale. Le imposte indirette
erano affidate in appalto alla Ferme générale, controllata da finanzieri francesi e
svizzeri. Questo sistema causava la dispersione di gran parte delle imposte, an
che per via della corruzione. Inoltre, per via della partecipazione alla guerra,
la Francia era in grave deficit, dunque tra il 1777 e il 1781 si tentò una riform
a amministrativa e fiscale durante il mandato del ministro delle finanze Jacques
Necker, ma il parlamento(aristocratico
)si oppose, e lui si dimise. Il debito pubblico aumentò sempre più. L'antico regime.
Inizialmente con tale nome ci si riferiva al sistema feudale. Dopo il 1789 il t
ermine venne esteso a tutto il complesso socio- economico esistente prima del 17
89. Infine venne riferito al sistema monarchico, che quindi, già durante i dibatti
ti per la costituzione (1791), era visto in maniera assolutamente negativa. Da q
uesto la rivoluzione fu vista come un netto taglio col

passato. Per esempio venne istituito un nuovo calendario proprio come simbolo di
questo. 2. : . Verso la rivoluzionegli Stati generali Nobiltà contro l'assolutism
o e la polemica sugli Stati generali. Dal 1781, le finanze andarono sempre peggi
o. L'aristocrazia scaricò tutte le colpe sulla monarchia. Le proposte di riforma p
ortate avanti dal re, vennero presentate dai nobili alla popolazione, come un te
ntativo di aumentare l'assolutismo. In questa maniera l'aristocrazia trovò il favo
re popolare e vennero così convocati gli Stati generali. Gli Stati generali erano
un'assemblea formata dai rappresentati di ogni ordine sociale. L'aristocrazia cr
edeva di aver ormai la capacità di diminuire i poteri della monarchia, grazie agli
Stati generali, ma così non era, infatti: • gli interessi dell'aristocrazia e del p
opolo erano molto diversi. • l'assemblea non era in grado di rappresentare in mani
era accettabile gli interessi di tutti, anzi, esprimeva la superiorità unicamente
del clero e della nobiltà. Le tre classi infatti avevano tutte le stesso numero di
rappresentanti -nonostante la netta superiorità numerica del terzo stato, per pop
olazione-. Inoltrecon tavan o, non i voti per testa, ma i voti per classe, dunqu
e vinceva sempre l'alleanza Clero-Nobiltà. Per via di tutto questo, in breve il fa
vore della popolazione per l'aristocrazia diminuì. Il Terzo Stato ottenne poi di v
edere aumentato il numero dei loro rappresentanti a quello delle altre due class
i insieme. Inoltre, si continuò a lottare per accettazione del voto “per testa”. L'ari
stocrazia aveva sollevato il popolo, ma ormai ne stava perdendo il controllo. Le
elezioni e i cahiers de doléance. Per eleggere i deputati, il Terzo stato prima d
esignava delle assemblee primarie, le quali sceglievano delle assemblee di “grandi
elettori”, che infine indicavano i deputati. La partecipazione alle elezioni fu m
olto estesa. Sin dal livello più basso, furono compilati dei Cahiers de doléance, ne
i quali venivano riportate le lamentele e richieste della popolazione. Furono st
ilati circa 60000cahi ers, le ragioni di malcontento più comuni nei ceti più bassi e
rano i privilegi delle classi dominanti. NeiCahi ers dei ceti più colti veniva esp
ressa la richiesta di trasformare gli Stati generali in un'ASSEMBLEA COSTITUENTE
. L'apertura degli stati generali. Nel 4 maggio 1789 gli Stati generali vennero
aperti a Versailles con un corteo. All'inizio del corteo vi erano i deputati del
Terzo stato in abito nero, che erano in gran parte uomini di legge e intellettu
ali. Dopo loro sfilavano i nobili con abiti sgargianti. Alla fine del corteo sta
va il clero, a sua volta diviso in parroci di provincia -poveri- e vescovi. Per
quanto riguarda l'assemblea e i vari interessi in gioco: • Aristocrazia e Clero: D
esideravanos man tel l are definitivamente il potere assoluto. • Terzo stato: Vole
va che fosse ascoltata la voce del popolo e abolire i privilegi la maggiore gius
tizia fiscale e sociale. • Monarchia: Dal canto suo, la monarchia cercava di limit
are l'attività di quest'assemblea a una semplice votazione per l'approvazione di u
n nuovo prestito in favore della corona. Dagli Stati generali all'assembleanaz i
o na le. La questione del voto andò avanti. Il Terzo Stato propose che tutti i dep
utati si riunissero in un'assemblea con voto “per testa”.
Così non fu, dunque il Terzo Stato si staccò, aprendo una nuova assemblea (10 giugno
) e invitando gli altri deputati. I deputati
non risposero all'invito, dunque nel 17 giugno, in maniera autonoma la nuova ass
emblea si autoproclamò Assemblea Nazionale.
Con questo avvenimento, si stava passando dalla concezione di “ordini”, a quella di “n
azione”, passaggio chiave verso la
mentalità rivoluzionaria. Luigi XVI si schierò con i nobili. Il 23 giugno ordinò che l
'assemblea fosse sciolta, ma le sue direttive vennero ignorate. Così iniziarono ad
unirsi all'assemblea alcuni esponenti dell'aristocrazia e dell'alta nobiltà. Il 9
luglio l'assemblea fu proclamata ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE
, il primo passo per laCOS T IT UZIO NE e dunque per una MonarchiaCO S TIT UZ IO
NAL E. Se Luigi XVI avesse cercato di accettare questo passaggio con qualche co
mpromesso, la rivoluzione sarebbe stata pacifica. Come mediatore dunque scelse N
ecker, ma questo tenne un atteggiamento troppo conciliante secondo il re che dun
que lo licenziò. Il licenziamento fu visto dalla massa del popolo come la prova ch
e il re li considerava ribellie non aveva intenzione di mediare come aveva fatto
credere. 3. ' 1789. Gli eventi dellestate L'insurrezione parigina del 14 luglio
. Dopo la convocazione degli stati generali la situazione era sempre più tesa, que
sto per via: • Dell'aumento del prezzo del pane a causa del raccolto del 1788, che
era stato molto scarso. • Della diminuzione di domanda per beni manifatturieri. • D
ella disoccupazione che andava diffondendosi tra i ceti urbani. • Delle voci che c
ircolavano riguardo a una congiura da parte degli aristocratici per sciogliere g
li Stati Generali. Ciò che fece però divampare la rivolta popolare fu il licenziamen
to di Necker. Anche i borghesi erano molto preoccupati da questo licenziamento,
infatti un fallimento dell'assemblea costituente avrebbe portato il re a chieder
e la bancarotta statale, condannando così alla fame una grande fetta della popolaz
ione. 12 Luglio: Si formarono grandi gruppi di manifestanti che si scontrarono c
on le truppe di Parigi. I moti culminarono negli assalti ai caselli dove le merc
i pagavano i dazi doganali -questo perchè tempo prima il re aveva respinto la rich
iesta di abolire i dazi sulla farina, richiesta portata avanti per via dell'aume
nto del costo del pane.-. 13 Luglio: I saccheggi aumentavano. I borghesi deciser
o dunque di prendere in mano la situazione. Le assemblee degli elettori istituir
ono una milizia borghese con il compito di tenere sotto controllo la rivolta e p
er opporsi a qualunque atto di repressione regio. 14 Luglio: Venne attaccata la
caserma “Hotel des Invalides”
, gli insorti si impadronirono così di fucili e armi e si unirono ad un'altra foll
a per far cadere la BASTIGLIA, dove si trovavano ulteriori armamenti. Ci fu una
vera e propria battaglia con la vittoria finale del popolo e la conseguente cadu
ta della fortezza. 15 luglio: Il re aveva ormai perso il controllo della capital
e e non poteva contare sulla fedeltà delle truppe -spesso queste infatti
erano passati a favore degli insorti-. Una delegazione dell'Assemblea Nazionale
si spostò a Parigi per consolidare il potere dei cittadini. Il marchese Lafayette
assunse il comando della milizia borghese, che divenne la GUARDIA NAZIONALE. La
bandiera del re venne sostituita dal tricolore. 16 Luglio: Luigi annuncia il ric
hiamo al governo di Necker e il ritiro dei militari a Parigi. 17 Luglio: Il re a
rriva a Parigi, viene accolto da una folla immensa e viene insignito della cocca
rda col tricolore simbolo della rivoluzione. L'insurrezione delle campagne e l'a
bolizione del feudalesimo. Nelle città il potere era ormai della Borghesia, ma i d
isordini si erano estesi anche alle campagne. I contadini si rivoltarono rifiuta
ndosi di pagare le decime alla chiesa e le varie tasse ai nobili. Molti assaltar
ono dei castelli e bruciarono gli archivi con i diritti feudali. La rivolta era
ingovernabile, dunque la borghesia decise di accontentare le richieste dei rivol
tosi. 11 Agosto: Viene abolito il regime feudale, con esso i privilegi. Più proble
matica era la situazione riguardo le tasse sulla proprietà. Nessuno voleva infatti
abolire la proprietà privata, ma, di fronte alle pretese dei nobili che rivendica
vano la proprietà “eminente”, divenne necessario modernizzare queste forme arcaiche di
proprietà. La dichiarazione dei diritti. 26 agosto: l'assemblea nazionale proclamò
una dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Questa rivendicava i di
ritti inalienabili di ogni cittadino e l'uguaglianza davanti alla legge, cose ca
lpestate fino a quel momento; causa, secondo il Terzo Stato, di tutte le corruzi
oni dello stato. Erano affermate inoltre l'idea del re come semplice funzionario
statale e la legge come volontà dell'intero popolo. Nella dichiarazione convergev
ano varie teorie politiche fra cui quella democratica di Rousseau. Questo docume
nto si occupava comunque solo delle libertà che ogni uomo ha a priori, infatti fu
elaborato a parte rispetto alla costituzione. In tale dichiarazione però mancavano
dei punti riguardanti la schiavitù e il diritto di voto esteso a tutti, per evita
re di perdere una fetta dei sostenitori

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