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A.XLV - n. 2 - marzo - aprile 2011 - Sped. A.P. - D.L. 24/12/2003, n.353, conv. in L. 27/02/2004 n.46 - Firenze Aut. n.

1800/1967

DOMENICANI
Convegno Annuale del Laicato o.p. (p. 77).
EVENTI
SPIRITUALITÀ
Precedenza preferenziale (p. 49).
DOMENICANI A. XLV - marzo - aprile 2011 - n. 2
bimestrale d’informazione
della Provincia Romana San Sisto è una basilica ro-
mana del V secolo, nel tem-
di S.Caterina da Siena
po ristrutturata radicalmente
(1206 e 1726). Nel 1218 Pa-
Anno XLV – n. 2
sommario

pa Onorio III affidò la chiesa


marzo - aprile 2011 a San Domenico che, prima
che a S. Sabina, vi raccolse
c/c postale n. 41482894 i suoi frati. San Sisto rimane
int. Convento S. Domenico la prima chiesa domenicana
Padri Domenicani di Roma, oggi abitata dalle
09127 Cagliari – Italia nostre consorelle: Congrega-
zione Suore Domenicane di
Autorizzazione del San Sisto. (cf. a p. 48) •••
Tribunale di Firenze del
4 gennaio 1967 - n. 1800 47 Editoriale. la Redazione.
49 Precedenza preferenziale.
Direttore
Tore Scoepi.
P. Eugenio Zabatta o.p.
Responsabile 52 La Predicazione domenicana (Atti CG)
P. Fausto Sbaffoni o.p. P. Lorenzo Fatichi op.
55 Credere null’altro è che pensare assentendo.
Direzione e Redazione: P. Eugenio Zabatta op.
piazza S. Domenico, n. 5 57 Maria piena di grazia.
09127 CAGLIARI Fulvio Carlo Maiorca.
59 Fra Roberto Ubaldini da Galliano.
46 Tel. 070 65 42 98 Pier Tommaso Messeri.
cell. 339 18 22 685
e.mail 62 Predicazione. Scuola di Preghiera.
zabatta.eugenio@tiscali.it Francesca Barone.
66 S. Tommaso d’Aquino, dottore angelico.
CON APPROVAZIONE
ECCLES. E DELL’ORDINE
Emilia Lattanzio.
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

68 S. Maria del Sasso, cronaca. P. G. Serrotti.


Sped. Abb. Postale Giornate di condivisione. Giovanni Vargiu.
D.L. 24/12/2003, n.353, 72 Castello: Professione di Antonina Cordaro.
conv. in L. 27/02/2004 n.46 P. Michele Corvelli op.
74 Ascoli Satriano: Il battesimo di Caterina.
copertina:
ROMA - Suggestivo panorama del
75 Lettera del Presidente FLD, P. G. Imbrighi.
Chiostro di San Sisto.
(sec. XVII). Chianciano e M.no: Convegno dei Laici.
Popoli: Notizie della Fld.
79 La nostra identità di laici nell’Ordine.
P. E. Zabatta op.
82 Vieni a far parte del Laicato Domenicano.
P. L. Fanfani op.
84 Necrologio. Pubblicazioni. •••
editoriale

editoriale
La collaborazione! È sempre prezio- sta, anche noi stessi siamo collabora-
sa, indispensabile. In ogni iniziativa, da tori. Trattandosi non di una “cosa per-
soli, se non ci fosse la collaborazione sonale”, non può essere diversamente,
scambievole, si è presto costretti a de- anche se, certamente, siamo con un
sistere, a fallire. incarico in più, che è proprio quello
Ci pensiamo spesso qui in redazio- di chiedere collaborazione a tutti e,
ne, per “Domenicani”, che pur essen- inoltre, vedendo la realtà, dell’ “opera
do una piccola rivista, vive di collabo- comune”, più da vicino, vediamo più
razione. In alcuni momenti, non rari, la urgente la stessa collaborazione.
“invochiamo”… e ringraziamo coloro L’urgenza non riguarda solo l’aiuto
che, via via, l’hanno offerta perché è economico, che molti non dimentica-
per la loro collaborazione che la rivista no di offrirlo, ma soprattutto il “con-
è sicura di continuare. tenuto” che la rivista vuole offrire, per
Per quanto è di comune proprietà, non mancare alle motivazioni per cui
nessuno dovrebbe ritirarsi dall’offrir- è stata voluta: articoli riguardanti l’Or-
la, sia perché nessuno è estraneo a ciò dine e la sua spiritualità e soprattutto
che gli appartiene, sia perché è in mi- notizie di iniziative compiute o progetti
sura della collaborazione ricevuta che da realizzare.
un’opera, qualunque essa sia, riesce Teniamo sempre presente la breve, 47
nella propria finalità. ma chiara espressione che fu usata per
È proprio il caso di “Domenicani”, motivare la pubblicazione di “Domeni-
una rivista di famiglia, che è nata con cani”: «Il bollettino deve risultare dalla
«l’intento di coinvolgere tutti i rami del- collaborazione di tutti i membri della
la stessa famiglia presenti nel territorio Famiglia e farsi portavoce dei principali
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provinciale: frati, monache , suore, lai- avvenimenti e problemi di tutti i rami di


ci domenicani». essa, rispettando la duplice finalità: for-
mare e informare. Sia strumento per ri-
In questo momento, noi della reda-
cordarci e sentirci di essere Famiglia».
zione, esterniamo con semplicità quan-
to all’interno teniamo sempre presente; In questi anni, ci pare di poter af-
lo esterniamo nell’intento di ricordare fermare, “Domenicani” ha visto come
e di risvegliare una collaborazione già allargarsi il gradimento di sé e da parte
promessa, in parte sempre offerta, ma sua si compiace dell’offerta di notizie
che non può essere parziale perché ci riguardo alle attività di tutti i rami della
accontenti. Famiglia Domenicana. Ben sa, comun-
que, che questo è solo un inizio… ma
In verità non ci sfugge che, proprio
per il fatto che si tratta di una rivista di promettente.
comune proprietà, e non nostra e ba- La redazione. • • •
*
ROMA.
Basilica San Sisto.
Dell’antica chiesa di
Innocenzo III rimane oggi
una parte dell’abside con
alcuni affreschi. Il campa-
nile romanico del sec. XI,
rifatto nel sec. XIII, s’erge
come signacolo di antica
storia domenicana.
Dopo altri restauri, nei
secoli XIV-XVI, S. Sisto
ebbe altri interventi, con
Benedetto XIII, eseguiti dal
Raguzzini. Ultimi restauri
nel 1987-90.
P. Besson, domenicano,
noto come il “fra Angeli-
co del sec. XIX, nel 1852,
affrescò le mura dell’Aula
Capitolare raffigurando i
miracoli operati da S. Do-
menico in S. Sisto.
48
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ROMA. San Sisto.


Veduta della Chiesa e
dell’Aula Capitolare.
Per il nostro carisma della predicazione dobbiamo privilegiare le opere di
misericordia spirituale senza omettere quelle di misericordia corporale.

spiritualità
PRECEDENZA PREFERENZIALE
… con la luce della sapienza

La riflessione che suggerisco segue, vo notare, da questi due testi, è che sia
quale eco, all’intervento di un giovane Caterina sei secoli fa e sia un giovane
laico domenicano ad un convegno di dei nostri tempi si trovino in armonia
fraternite. Il testo commentato, duran- con S. Domenico. Essi trovano validi i
te una delle riunioni, era quello su San valori lasciati da Domenico in eredità
Domenico che troviamo nel “Dialogo” alla sua Famiglia. Non c’è, del resto, da
di S. Caterina: «il Padre tuo Domenico meravigliarsi: sono valori di Cristo che
ha voluto che i suoi frati non avesse- «è sempre lo stesso: ieri, oggi e sem-
ro altro pensiero che l’onore mio e la pre» (Eb. 13,8).
salvezza delle anime mediante la luce In queste considerazioni ci sembra
della sapienza. Ed è in questa luce che utile, anche per sottolinearne la validi-
egli ha fatto lo scopo del suo Ordine, tà, precisare e approfondire due aspetti: 49
onde estirpare gli errori del suo tempo. uno riguarda il nostro agire, l’altro “la
Egli prese l’ufficio del Verbo e con tanta sapienza” che deve accompagnarlo.
verità e lume seminava la parola mia,
levando le tenebre e donando la luce» 1. Agire per amore di Cristo.
(Dialogo, 158).
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Il giovane Alessandro, terziario, al- Quanto sia importante che le nostre


zatosi disse questo: «Mi ha conquistato azioni facciano riferimento a Cristo, ce
il progetto ardimentoso, di S. Domeni- lo fa capire bene, tra gli altri, un testo
co, che è Cristo stesso. Cristo amato, del Vangelo di S. Giovanni in cui Giu-
studiato, contemplato, vissuto, predi- da “brontola” contro Maria, la sorella
cato e difeso fino al martirio… è tut- di Lazzaro, perché ha “sciupato” l’un-
to e solo questo. Ringrazio il Signore guento prezioso per profumare i piedi
perché oggi sento questo suo progetto di Gesù: «Perché non si è venduto per
come l’ideale che illumina tanto la mia trecento denari e darli ai poveri?».
vita da preservarmi dagli sbandamenti San Giovanni con realismo afferma:
a cui vanno incontro molti miei coeta- «Questo egli disse non perché gli im-
nei: droga, delinquenza, teppismo, di- portasse dei poveri…» (Gv. 12,5).
sperazione…». Quanti “giuda” anche oggi! Si ap-
Ciò che ritengo bello e significati- pellano ai poveri, o alla carità per Cri-
sto, non perché importi loro dei poveri 2. mediante la sapienza.
o del Cristo… ma i loro interessi.
In realtà non amano Gesù Cristo. Per Tenendo conto di quanto abbia-
loro Gesù non è una realtà, non è una mo detto, S. Caterina nel brano citato
persona, non merita di essere oggetto sottolinea: «Domenico ha voluto che
delle nostre attenzioni dirette, del no- i suoi frati non avessero altro pensie-
spiritualità

stro onore e del nostro amore. È sciu- ro che l’onore mio…». Propone un or-
pato il tempo impiegato per Lui e per i dine: prima “l’onore di Dio” e poi “la
poveri, che pure nominano perché ciò salvezza delle anime” e poi aggiunge
può avvantaggiare i loro scopi. “mediante la luce della sapienza”, non
Tuttavia anche queste persone, in- mediante il pane, il vestito, l’acqua…
consapevolmente, professano lo stretto da dare ai poveri.
legame che è posto tra Cristo e i pove- Dobbiamo stare attenti a non pre-
ri e viceversa: «quello che avete fatto tendere di voler riportare in una sola
ad uno di questi miei fratelli più piccoli pagina del Vangelo tutto l’insegnamen-
l’avete fatto a Me” (Mt 25.40). Ed evi- to del Vangelo stesso; così facendo si
denziano anche l’importanza del riferi- finisce per mutilarlo o per leggerlo a
mento a Cristo quando si tratta dei po- senso unico. Il Vangelo va letto tutto
veri. Decisamente, infatti, solo se amo intero; è troppo ricco per condensarlo
Gesù sarò capace di amare gli altri, in una sola pagina.
anche i più miseri e, nello stesso tem- C’è qualcuno, ad esempio, che vuo-
po, solo se amo per Gesù, il mio amore
per i poveri ha senso, merito e
valore. Solo se amerò Gesù, avrò
l’ansia di offrirgli nei bisognosi
(che vedo e che lo rappresenta-
50 no) “le opere di misericordia”
(Gv 25,35-36). Se non m’impor-
tasse nulla di Lui, tanto meno mi
importerà dei poveri…
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ROMA: Basilica della Minerva.


Cappella Capranica: S. Caterina e
il B. Raimondo da Capua
dal Papa Urbano VI.
Giovanni dé Vecchi (1536-1614).
le riassumere tutto il Vangelo in quella
pagina che descrive il giudizio univer-
sale: «avevo fame, avevo sete…» (Mt
25, 31ss). Non è logico! Bisognerebbe
pensare che tra i “capri” non siano in-
clusi gli assassini, i ladri, i viziosi, i ti-

spiritualità
ranni…, visto che non sono nominati, e
bisognerebbe pensare che per Gesù le
uniche e più importanti opere di mise-
ricordia siano quelle corporali.
Domenico e Caterina, è vero, fu-
rono colpiti prima di tutto dai bisogni
corporali del prossimo: questi sono più
visibili e urgenti. Anche a noi, del re-
sto, avviene così: la sofferenza fisica
ci muove prima. Ma se Domenico1 si
«Mira quanti lavoratori mise questo Padre
fosse fermato alla sua prima esperien-
nella sua vigna per estirpare le
za della carestia di Palenza e Caterina
spine dei vizi e piantare le virtù!
alla sua prima esperienza di infermiera
In verità Domenico e Francesco sono
negli ospedali senesi, non ci sarebbe
stati due colonne nella Santa Chiesa!
stato quel glorioso movimento di “mi-
Francesco con la povertà che gli fu pro-
sericordia spirituale”, dietro a loro, che
pria e Domenico con la scienza»
purificò e arricchì la Chiesa e continua
(S. Caterina, Dialogo 158).
ad arricchirla ancora oggi.

Fin dall’inizio della sua missione


pubblica Gesù proclamò: “Non di solo sua volta dall’ansia di conoscere la Ve- 51
pane vive l’uomo”. E prima di moltipli- rità – quella di Gesù – per darla all’uo-
care il pane, l’evangelista Marco preci- mo, nella certezza che la stessa fame
sa: «Vide molta folla e si commosse per di pane, che affligge milioni di fratelli
loro, perché erano come pecore senza a dispetto di tutta la scienza, ha la sua
pastore e si mise ad insegnare loro mol- spiegazione più realistica nell’errore e
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te cose» (Mc 6, 34). nell’ignoranza, cioè nella mancanza


Per inciso notiamo che la folla dopo della Verità, più che nella mancanza di
quella esperienza – attratta dalla paro- grano! A dispetto, infatti, di tutti gli al-
la e nutrita poi dal pane – riconosce “il larmi per la sovrappopolazione, la terra
suo Pastore” e attorno a Lui diviene un potrebbe dare da mangiare a molti mi-
gregge e un popolo. liardi di uomini in più.
Domenico, Caterina e ogni domeni- (Tore Scoepi). •••
cano imita Gesù in questa “preceden-
za preferenziale”, non esclusiva, della
“carità della verità”, sulla “carità del 1. Molto bello il testo degli Atti del CG.
pane”. di Bogotà (1965): Cui Cristus erat centrum
et mensura omnium, ratio judicandi et vo-
Uno dei segni più specifici della “vo- luntas appetendi (p.117). Per S. Domenico,
cazione domenicana” è proprio questa cioè, Cristo era il centro di tutto: ragione
preferenza nella carità, che sboccia a del giudicare e volontà dell’agire.
Introduzione-sintesi degli Atti del Capitolo Generale Elettivo
(Roma, 1-21 sett. 2010)

“La predicazione domenicana


annuncio teologico-profetico del Vangelo”

In preparazione Gli “Atti” trattano principalmente di


all’ottavo Centenario un argomento fondamentale per la vi-
dell’Ordine dei Predicatori. ta odierna dell’Ordine: la Predicazio-
ne. Infatti, dal 2° Cap. (il 1° riporta le
comunicazioni di rito), fino al 5° com-
Fin dall’avvento del 2005
preso, si tratta della Predicazione, iI 6°
la Famiglia domenicana si sta è riservato alla Formazione, il 7° aI go-
preparando a celebrare verno, l’8° alla Economia e il 9° alla
l’ottavo centenario dell’Ordine, revisione delle Costituzioni.
con un tema particolare. Nel 2° capitolo si dice che la Pre-
Già il Capitolo generale di Bogo- dicazione è segno d’identità (cioè del
tà (Colombia) del 2007 riconoscimento) dell’Ordine Domeni-
52 incoraggiava questa adeguata cano, dunque di tutti noi. Allora, come
preparazione, confermata dal dev’essere intesa la Predicazione per
essere domenicana?
Capitolo di Roma (2010).
Di questo argomento già se ne oc-
cupò il Capitolo Generale di Walber-
La finalità è che questo centena- berg (1980) è dichiarò - cosa ribadita
rio «possa essere un’occasione di
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

da questo Capitolo - che è predica-


rinnovamento della nostra zione teologica cioè dottrinale perchè
vocazione di predicatori». implica lo studio metodico della Sacra
Il tema,poi, di quest’anno in Scrittura unito alla preghiera personale
corso (2011) è il seguente: e liturgica. Dunque, Predicazione teo-
«Tutti li sentiamo annunziare logica, ma non sembri superfluo riba-
nelle nostre lingue le grandi opere dire “cos’è la teologia”.
di Dio» (At. 2,11): Predicazione e Rispondo citando da Marie Domi-
cultura / Predicazione Comunitaria. nique Chenu (Tommaso d’Aquino, La
conoscenza di Dio, Ed. il Messaggero,
Nell’intento di collaborare nella 1986): “La Teologia sgorga dalla neces-
preparazione alla buona riuscita sità della Fede intesa come comunione
del Centenario, offriamo con la Parola di Dio. La teologia è un
il seguente articolo. conoscere la fede… perchè la fede è
gravida di intelligenza. Nella Teologia,
la ragione e la fede si danno una mano

atti capitolo g.
in ordine alla conoscenza di Dio” (su
questo richiamo insiste spesso il Papa
Benedetto XVl) e il nostro testo dice:
“Lo studio ci conferisce l’intelligenza
della Scrittura” (cap. 25).
“La Teologia - continua P. Chenu -
è scienza su Dio che integra e unisce
l’ordine speculativo (il sapere) con l’or-
dine pratico del vivere”. Oggi, dopo il
Concilio Vaticano II, dice, “stiamo ritro-
vando il valore della Teologia pastorale
in quanto siamo chiamati ad inserire la
Parola di Dio nella vita concreta della
Comunità…, aiutare cioè a compren- Gli “Atti” trattano di un argomento
dere la realtà storica”. fondamentale per la vita odierna
dell’Ordine: la Predicazione.
Gli “Atti” al riguardo di simile pre-
dicazione Teologico-pratica, affermano
che per predicare “è necessario ascol-
tare il mondo” (p. 25). Ancora: “Dialo- permesso loro di rompere le barriere
gare con le culture contemporanee” (p. del pensiero unico” (p. 25).
25). E aggiungono: “Lo studio domeni- Per questo nostro tipo di predicazio-
cano non deve ignorare le questioni di- ne “si chiede la collaborazione attiva
sputate del mondo attuale”(p. 26). di tutta la famiglia domenicana, al fine
Poi continuano: “II predicatore de- di raggiungere i cuori di molti, special- 53
ve condurre una vita evangelica (come mente dei giovani, con la predicazio-
San Domenico), specificata dalla vita ne” (p. 41)... e di comunicare la grazia
comune (condivisione), dal silenzio (ri- ai bisognosi e agli esclusi del nostro
flessivo), dal ritiro (antidispersivo-clau- mondo (p. 42).
sura), dall’abito (segno esteriore distin- Si chiede pertanto di prestare atten-
tivo) e dalla penitenza (esercizio della
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zione ai temi: della “salvaguardia del


sobrietà)” (p. 26). creato”; del “dialogo interreligioso”;
La nostra missione esige lo studio: al della “Giustizia e della Pace”; delle
riguardo il testo afferma che “l’Ordine “situazioni di conflitto regionale”; del-
ha un bisogno urgente del rinnovamen- le “Migrazioni”; dei “Popoli indigenti”
to della vita intellettuale a livello Pro- (pp. 42-44). Infine tratta del Ministero
vinciale, Regionale e Globale” (p. 33). Parrocchiale. Anch’esso è specificato
Il testo dice: “Alberto Magno, Tomma- dal Ministero della Parola. Si afferma
so d’Aquino, Caterina da Siena, Fran- che il nostro apostolato è per sua na-
cisco de Victoria, Bàrtolomeo Las Ca- tura Comunitario, pertanto il servizio
sas… sono esempi di uno studio come apostolico nelle Parrocchie si armoniz-
ascolto del grido di dolore del mondo e zi con le esigenze di vita conventuale e
come ricerca appassionata della Verità. si faccia di questa missione “un lavoro
Il contatto con l’umanità sofferente ha visibilmente comunitario” (p. 45). >
Il numero 184 richiede una partico- la Predicazione connotata dalla carat-
lare considerazione, infatti raccoman- teristica teologica.
da che per chiudere o aprire una Par- Devo aggiungere, però, che il te-
atti capitolo g.

roccchia bisogna studiare in modo det- sto dice pure che la nostra Predicazio-
tagliato “le necessità reali di una chiesa ne unitamente all’aspetto teologico,
particolare” (p. 45). dev’essere anche profetica: “La predi-
Segue il capitolo 6° sulla formazio- cazione domenicana è annuncio teolo-
ne nell’Ordine dove si chiede, per la gico-profetico del Vangelo” (p. 24).
rilevante differenza dei “candidati” che Infatti, biblicamente parlando, la
si presentano, di verificare adeguata- volontà di Dio, nell’annuncio della sua
mente l’idoneità dei candidati stessi Parola, non è separabile dalla preoc-
prima di ammetterli alla nostra partico- cupazione per la sorte in cui vive con-
lare forma di vita (p. 47). cretamente la famiglia universale de-
Segue il Governo (Provinciale e vice gli uomini. Il Profeta sente il dovere di
Provinciale, i Vicariati sono riconosciu- denunciare la corruzione, la venalità,
ti soltanto quelli delle Provincie), l’Eco- l’idolatria e di promuovere la difesa dei
nomia (amministrazione), le correzioni poveri e degli oppressi.
delle Costituzioni e la chiamata a for- Tutto questo rientra nella Missione
me penitenziali spirituali (tutti) per gli della predicazione domenicana teo-
abusi dei pedofili nell’Ordine. logico-profetica, lungi dall’essere un
In conclusione: l’argomento capita- sermone più o meno intimistico, più o
le, attorno al quale ruota tutto il resto meno improvvisato.
della nostra Istituzione domenicana è P. Lorenzo Fatichi o.p. •••

54 PELLEGRINAGGIO ITALIANO DEL ROSARIO

LO U R D E S
IN TRENO – 7 GIORNI - 4-10 luglio 2011
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

Guidato dai frati domenicani italiani


Il treno speciale con cuccette parte da Napoli
con fermate a Roma - Pisa – Genova – Ventimiglia.

I pellegrini della Sardegna, che aderiscono al pellegrinaggio,


partono da Cagliari-Elmas in aereo fino a Roma-Fiumicino
dove si uniscono al treno in attesa a Roma-Ostiense.

Per le iscrizioni rivolgersi a:


Centro del Rosario – Piazza S. Domenico, 5 - 00197 Cagliari
Tel. 070 654 298 - E. mail: zabatta.eugenio@tiscali.it
«CREDERE NULL’ALTRO È CHE
PENSARE ASSENTENDO»
la preziosità del nostro Rosario nel pensare e assentire alle verità di fede

Nel pluralismo religioso, che è or-


mai solido anche in Italia, tutti siamo
chiamati a fare la nostra parte, a non ri-
manere solo spettatori. L’Italia vive una
sua dinamica pluralistica e i settori più
vivaci del mondo cattolico lo hanno
capito da tempo.
I numeri? In Italia vivono 400/500
mila evangelici di varie denominazio-
ni, 100 mila ortodossi, 35 mila ebrei,
“… i credenti si convincano più circa 70 mila buddisti, almeno 400 mi-
da vicino che la profondità e la la testimoni di Geova e, anche se è dif-
genuinità della fede è favorita ficile dare una cifra esatta, si stimano
quando è unita al pensiero e ad almeno 600 mila i musulmani.
Ormai è un dato culturale e giuri- 55
esso non rinuncia.
dico che nel nostro Paese il panorama
Ancora una volta, è la religioso sia più variegato di quanto si
lezione dei Padri che ci guida in pensa: accanto ai cattolici, in varie co-
questa convinzione: “Lo stesso munità italiane, militano molti stranie-
credere null’altro è che pensare ri di altra fede, destinati ad aumentare
assentendo {…}. Chiunque per i loro figli e i nipoti che acquistano
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

crede pensa, e credendo pensa e la cittadinanza italiana.


pensando crede {…}. Inoltre ci sono italiani che, senza
La fede se non è pensata aderire ad altre confessioni di fede,
è nulla” non si dicono cattolici tout court.
(S. Agostino, De Praede- Ma a parte il numero crescente dei
non-cristiani, il problema si sposta sul-
stinatione, 2,5: PL 44, 963).
la identità di fede, cioè non è questio-
Ed ancora: “Se si toglie ne di numero ma di qualità. In questa
l’assenso, si toglie la fede, “invasione” di altre religioni si può in-
perché senza assenso non si travedere chiaramente un movimento a
crede affatto” danno o a distruzione delle radici cat-
(Id., De fide, spe et caritate, 7: CCL toliche che tanto influsso hanno avuto
64,61). (FIDES ET RATIO, n. 79). nella civiltà europea. >
Oggi in Italia sono emergenti radici
“protestanti”, “ebree”, “islamiche” e in
generale “orientali”.
Come cristiani cattolici non possia-
mo rimanere passivi se con responsa-
bilità riconosciamo per noi il comando
di Gesù di “istruire e fare sue discepole
tutte le genti” (Mt. 28,19).
Un impegno di testimonianza, di di-
fesa del nostro “credo” si fa più urgente
oggi e va fatto in certo modo.
È maturata in noi la coscienza che
non si difende la propria radice negan-
do le altre, ma evidenziando la propria altre fedi, dato che il problema ecume-
nella consapevolezza che si deve cre- nico e interreligioso non è periferico,
scere insieme con le altre. ma centrale, direi strategico.
La presenza massiccia di queste non Ancora una volta, e proprio per una
costituiscono solo un “piccolo inciden- penetrazione delle verità cristiane, ci è
te di percorso”! Va quindi provveduto, di prezioso aiuto il Rosario.
pena la fine. Questo, oltre a farci aderire, in un
Il confronto, che è inevitabile, de- assenso libero e cosciente, ci avvantag-
ve costituire per noi come un risveglio, gia, con la meditazione, a “dire” e a
una spinta a muoversi al largo a risco- “vivere” tutto il condensato della no-
prire la soprannaturalità del cristianesi- stra fede (cf. Ivi, n. 79).
mo che, per le sue origini divine, sa di Disponendoci a dire il Rosario, do-
56 essere la vera religione. po aver preso la nostra corona, da soli o
Si tratta cioè di qualità e quindi del- insieme ad altri, in effetti ci muoviamo
la maggiore conoscenza che dobbiamo per adempiere ciò che è più urgente ed
acquisire e della più profonda riflessio- essenziale. Riportiamo la nostra men-
ne che dobbiamo saper fare sulla no- te ai quadri della vita di Cristo: men-
stra fede. tre li pensiamo, diciamo la nostra fede.
Non a caso il Papa, proprio nell’en- Leggiamo: “Chiunque crede pensa, e
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

ciclica sul rapporto tra fede e ragione, credendo pensa e pensando crede. Lo
ha insistito sul dovere di “pensare”, ri- stesso credere null’altro è che pensare
flettere la propria fede, perché “la fede assentendo”. Queste straordinarie pa-
se non è pensata è nulla” (n. 79). role di S. Agostino (PL 44,963) mentre
È questo “pensare” che, d’altra par- ci dicono la profondità della sua intu-
te, porta alla conoscenza indispensabi- izione di fede, ci mettono in evidenza
le della propria fede per professarla e la preziosità del nostro Rosario e l’effi-
al superamento dell’ignoranza che è la cacia di questo sulle anime.
radice di tutti i mali. Con il Rosario assolviamo a ciò che
Una “conoscenza”, si rileva ancora è più proprio del cristiano: riflettere e
per un quadro completo, che si riferi- vivere la propria fede. Una fede che
sce non solo alla propria fede, ma an- salva noi e salverà il mondo.
che ad un’ordinata conoscenza delle P. Eugenio Zabatta op. •••
L’Ordine domenicano ha sempre nutrito una tenera e filiale devozione verso la
Madre di Dio, particolarmente con la devozione del S. Rosario. I figli di S. Domen-
co sono i custodi e i propagatori di questa devozione (MC 43) a salvaguardia della
Chiesa (RVM 17). Il nostro confratello, laico domenicano, di professione avvoca-
to, ci offre questa bella meditazione sulla bellezza della Madonna.

Paolo VI, nel discorso di chiusura


del Concilio (08.12.1965) indicò
Maria come «specchio nitido e
sacro dell’infinita bellezza».
a lato: CA, Seminario - Immacolata.
(G. Marghinotti, 1835-1840).

MARIA PIENA DI GRAZIA


Piena di grazia ( Kecaritomene - Gra- grazia fu intesa in senso estetico, pre- 57
tia plena) è il saluto con il quale Maria valentemente riferita al corpo umano
è presentata al mondo (Lc.1,28-29); un e il tipo ideale di bellezza fu proposto
saluto di angelo, prima, e di uomini, dal modello delle “tre Grazie” che, an-
poi, segno di una grande riverenza tri- cor oggi, occupano un posto di rilie-
butata a una donna. vo nel gusto dell’Occidente, al punto
Ma qual è la ragione di un tale salu- che, nel linguaggio comune, definiamo
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

to e a quale dimensione esistenziale di graziosa o gradevole o aggraziata, una


Maria, è dovuta la natura di quel salu- creatura bella d’aspetto.
to? A quale realtà, materiale o spiritua- Persino la grazia che riconosciamo
le, è diretta? e attribuiamo a Maria, gratia plena,
Che la parola “grazia” possa prestar- esprime anche la sua beltà.
si ad equivoco è fuor di dubbio, anche Nel suo libro “La donna e la salvez-
perché la varietà di significato attraver- za del mondo”, infatti, Pavel Evdoki-
so la quale è transitata nel tempo, ne mov sostiene che il mondo sarà salvato
dà piena conferma, pur dovendo rico- dalla bellezza della Madonna, in ciò
noscere che, in ogni caso, si tratta pur richiamando l’altro russo illustre, Do-
sempre di significati esprimenti ammi- stoevskij che, nei Taccuini per i Demo-
razione. ni aveva scritto che: “Lo Spirito Santo è
Nel mondo classico greco, la parola la comprensione immediata della bel-
lezza” e cosa è l’obumbrazione se non mo modellare i nostri atti per piacere a
l’incontro della bellezza divina con Dio. Non, quindi, il modello di Grazia
quella mariana?» di cui è piena Maria e che, comunque,
Sarebbe estremamente riduttivo (e ha sapore di mitica irranggiungibilità,
non solo) se considerassimo, in Maria, quanto, piuttosto, quello di bontà che,
la sola bellezza del corpo, dono di cui per noi, ha la sua fonte nel Vangelo.
vanno sì facilmente superbe le crea- Dio ama Maria perché è buona e
ture alle quali Dio l’ha gratuitamente Maria è buona perché Dio l’ha ama-
concesso e del quale vi sono fin’anche ta e l’ama, come ama ciascuno di noi.
troppi ammiratori; perché c’è pure una “Siate perfetti come è perfetto il Padre
bellezza spirituale, quella dell’anima, vostro celeste”; è un invito all’impos-
che precede e supera quella corporea. sibile, che diviene possibile in quanto
Non a caso, dinanzi a certe creature Maria ci fa da modello e ci assiste nel
elette, noi diciamo che anima bella! cammino verso la perfezione; ed è a
E non è forse vero che subiamo real- Lei che ci rivolgiamo per ottenere una
mente il fascino, tutto speciale, di que- tal grazia, intercedendo per noi: ”Don-
sta bellezza interiore che, pur essendo na se’ tanto grande e tanto vali, che
nascosta, riesce a brillare con tanto qual vuol grazia e a Te non ricorre, sua
fulgore da passare attraverso l’opacità disïanza vuol volar sanz’ali”.
della materia? Parlo della bellezza di Maria, tuttavia, nonostante questa
quelle creature allo stesso tempo umili pienezza, rimane ben radicata e ferma
e dignitose, serene e grevi, forti e dolci, nella sua umiltà, pur non essendo in-
che non ci stanchiamo mai di vedere e conscia della grandezza in cui la col-
rivedere. loca la plenitudine di grazia (gratiae
Maria ebbe questa bellezza! Ella plenitudo) in Lei diffusa, ma esalta e
58 fu graziosa: “tutta bella” la salutiamo magnifica il Signore riconoscendo a
nella liturgia ed espressioni innumeri Lui ogni merito; (magnificat anima mea
di bellezza trovarono per Lei, con una Dominum).
inesauribile forza di invenzione, i pitto- Come farà anche Paolo, alla vigilia
ri e gli scultori dell’umanità. della sua morte, che chiamerà giusta,
E noi possiamo essere certi e sicuri perché meritata, ben meritata, la coro-
che la fonte della tradizione della bel- na di gloria che Dio gli riserva, rico-
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

lezza di Maria è quella che fu vista, per- noscendo che il merito non è suo…
cepita e tramandata dagli Apostoli, che …”non io, bensì la grazia di Dio con
furono i primi uomini della Terra ad es- me”.
sere rimasti folgorati dalla bellezza del A questo punto possiamo conclude-
Figlio, prima, e della Madre, poi! re ricordando a noi stessi che gioverà
Dobbiamo, tuttavia, mettere in evi- pensare a tutto ciò, quando ripetiamo
denza ancora una considerazione; la il saluto dell’Angelo “Ave gratia plena”.
bellezza che celebriamo in Maria e ver- (Gaudia matris habens cum virginitatis
so cui anela l’anima nostra, come ane- honore).
la verso la Grazia, è materiata di bontà, Maria, Mater divinae gratiae, ora
è fatta di bontà, ed è bontà. Maria pia- pro nobis.
ce agli occhi di Dio per la sua bontà ed Fulvio Carlo Maiorca
è sulla bontà di Maria che noi possia- (Fr Tommaso, o.p.) •••
STORIA DELL’ORDINE: EVENTI E PERSONAGGI

L’Ubaldini fu una figura non marginale nella storia dell’Ordine Domenicano al


tempo del Savonarola, di cui fu segretario. Si adoperò con amore e passione alla
canonizzazione di Sant’Antonino, vescovo di Firenze.

FRA ROBERTO UBALDINI


DA GAGLIANO

Verso i primi giorni di febbraio del pisce che il processo, dalla data del suo
1516 (1515 secondo l’uso fiorentino), inizio, ebbe parecchie sedi: dal palaz-
il figlio di Lorenzo il Magnifico, il Papa zo del Vescovo di Fiesole presso Santa
Leone X, si trovò di passaggio a Firen- Maria in Campo, a Firenze, per giunge-
ze e fu proprio in quel periodo che alla re a Roma; varie le commissioni e sot-
fine della solenne Messa pontificale in tocommissioni predisposte allo studio
Duomo il Card. Arcivescovo di Firen- dei diversi atti e numerosi i personaggi,
ze, Giulio Dé Medici, cugino del Pon- anche laici, impegnati nel contraddit-
tefice, assieme agli illustrissimi Priori, il torio, ma nonostante tutto non si riuscì
Gonfaloniere di Giustizia della città e il nell’immediato ad arrivare ad una con-
Maestro Generale dell’Ordine Dome- clusione finale.
nicano presentarono al Papa, a nome Nel 1518 come ci testimonia lo Ste- 59
del popolo e della Chiesa fiorentina, fani: «Ruberto di Antonio Ubaldini,
la richiesta di canonizzazione del mai frate domenicano di San Marco, fu fat-
dimenticato arcivescovo domenicano to procuratore dei fiorentini a promuo-
Antonino Pierozzi, defunto il 2 Maggio vere in Roma la canonizzazione di S.
1459. La richiesta venne subito accolta Antonino Arcivescovo […]. Fu fatto an-
e il processo e la successiva procedura dare e tornare e stare a Roma, in mol-
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per la canonizzazione di Antonino eb- te distanze di tempo, occupato intor-


be inizio nello stesso anno. no alla canonizzazione della santità
dell’Arcivescovo»1.
Gli atti di tale importante procedura
per giungere alla beatificazione, divisi Roberto Ubaldini da Gagliano, nac-
in tre parti, composti da numerosi ma- que nel 1465 presso Gagliano piccolo
noscritti, lettere, suppliche, firme car- borgo di case posto ai piedi dell’Ap-
dinalizie e notarili, si trovano attual- pennino nella vallata Mugellana tra i
mente nella Biblioteca Laurenziana di paesi di Barberino e di Scarperia. Fi-
Firenze, dopo essere stati conserva- glio di Costanza e di Antonio membro
ti fino al 1883 nella Biblioteca di San dell’illustre e antica stirpe degli Ubal-
Marco nella stessa città. Da una lettura dini, famiglia un tempo potentissima,
anche superficiale di queste carte si ca- venne educato in un ambiente aristo-
cratico e, come molti figli delle fami- lui qualche risentimento verso il Savo-
glie magnatizie dell’epoca, fu indiriz- narola: malumore che, sebbene in un
zato alla carriera ecclesiastica entrando primo momento lo fece schierare con
così nell’ordine Domenicano nel 1490 i polemici verso l’operato del famoso
come frate predicatore nel convento di frate ferrarese, non gli impedì di testi-
San Marco a Firenze. moniare nel processo, che si tenne poi
Uomo fornito di una vasta cultura contro il Savonarola, la santità di vita
ed intelligenza, fu subito dai superiori dello stesso2.
predisposto alla cura della preziosa bi-
blioteca conventuale. Intraprese il suo Dopo la tragica messa a morte del
lavoro con responsabilità e competen- Savonarola, proprio a causa dei con-
za tanto che venne notato dal celeber- tatti avuti con quest’ultimo, il nostro
rimo Girolamo Savonarola, allora pre- Ubaldini venne esiliato dalla città di
sente nella comunità di San Marco, che Firenze: esule tra il Lazio e la Toscana
lo volle come proprio segretario: anche con qualche problema a Siena, a causa
a questa nuova mansione egli si dedicò di vicissitudini legate all’interdetto pa-
con umiltà ed entusiasmo. pale rivolto alla città; ebbe una paren-
Grazie alla vicinanza col Savonaro- tesi francese per poi tornare, agli inizi
la l’Ubaldini seguì in prima persona le del 500, a Firenze dove compilò una
difficili riforme che si voleva fossero at- famosa Cronaca del Convento di San
tuate all’interno della Chiesa e della so- Marco e dove si prodigò anima e corpo
cietà in quel complesso periodo. Rima- nel processo di beatificazione di Anto-
se infatti a stretto contatto con il Priore, nino Pierozzi, il vescovo dei consigli.
per qualche anno, fino a quando fu so- Nel 1518 fu, infatti, incaricato del
stituito. La nuova situazione provocò in compito importante di essere il princi-
60 pale richiedente della Santità del Ve-
scovo domenicano nel complesso iter
di canonizzazione. Il frate mugellano
accolse questa nuova e delicatissima
responsabilità con una serenità e com-
petenza invidiabili tanto da impegnarsi
completamente alla causa di canoniz-
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

zazione di Antonino. Fu l’Ubaldini che


nel 1520, quando il processo sembrava
arenarsi per le difficili situazioni ester-
ne legate alla politica, guerre e epide-
mie, riuscì con uno stratagemma a farsi
ricevere prima da Papa Leone X e poi
per due volte, dopo il 1521, dal nuovo
Pontefice Adriano VI; trovò quindi nuo-
vi testimoni che avvalorarono la santità
di vita del Pierozzi e provvisto di gran-
de forza d’animo riuscì a far portare a
compimento il processo il 31 Maggio
FIRENZE. S. Marco. 1523 nel quale si confermò, dopo una
ne del Pierozzi, come conferma anche
padre Orlandi o.p. che, nel 1964, lo ha
ripubblicato.
S. Antonino Pierozzi (1389-1459), L. Lotto.

L’Ubaldini fu una figura non margi-


VENEZIA. Basilica Ss Giovanni e Paolo.

nale nella storia dell’Ordine Domeni-


cano e di Firenze! Si adoperò con amo-
re e passione per la cura della sua San
Marco, sostenne con prestigio la carica
di principale e primo richiedente del-
la santità di un grandissimo esponente
della religiosità fiorentina e, infine, nel-
la vita religiosa si comportò con onestà
e solerzia essendo un valido aiuto sia
spirituale che materiale per i suoi con-
fratelli dell’epoca.
Tornò alla Casa del Padre il 3 Gen-
naio 1535, nel convento di Santo Spi-
rito a Siena.
attenta e scrupolosa analisi degli atti, la Pier Tommaso Messeri.
indiscussa santità di Antonino.
Il suo amore incondizionato per 1. Merchiorre Di Coppo Stefani, Istoria
l’Ordine domenicano, per il suo con- Fiorentina, Firenze 1777, Pag. 342.
vento di S. Marco e per il Santo, traspa- 2. Pasquale Villari, La Storia di Girolamo
re negli scritti conservati nel Sommario Savonarola e dé Suoi Tempi, Firenze 1930,
citato che portarono alla canonizzazio- pag. ccliv.
61
«Credi sempre a ciò che proclami,
insegna ciò che hai appreso nella fede,
vivi ciò che insegni»
dal rito dell’ordinazione diaconale.

La Provincia Romana di S. Caterina da Siena


domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

dei Frati dell’Ordine dei Predicatori,


il Convento «Saint-Hyacinthe» di Friburgo

Annunciano, riconoscenti al Signore,


l’Ordinazione diaconale
di fra Gian Matteo Serra, o.p.
per l’imposizione delle mani e la preghiera di
Mons. Jean-Louis Bruguès, op.

La liturgia dell’ordinazione avrà luogo


Domenica 10 aprile 2011 alle ore 10,00
nella cappella Saint-Hyacinthe, rue du Botzet, 8 Friburgo.
PREDICAZIONE - SCUOLA DI PREGHIERA

Come già altre volte, riceviamo in redazione le relazioni entusiaste dei corsi di
esercizi spirituali, sulla preghiera, che il nostro confratello, P. Mario Gallian, guida
in varie località. “Per saperne di più” a riguardo della «Scuola di preghiera», come
forma di predicazione, vi presentiamo le due seguenti relazioni.

BELLEZZA
DELLA PREGHIERA PERSONALE
Perugia - Monastero delle Clarisse di S. Agnese

Presso la Chiesa del Monastero del- dello Spirito Santo, luce interiore, per
le Clarisse di S. Agnese a Perugia, Padre conoscersi e cambiare. L’ultimo giorno
Mario Gallian o.p. ha tenuto una scuo- è terminato con una grande preghiera
la di preghiera con un ciclo di lezioni di ringraziamento allo Spirito Santo,
di quattro settimane intervallate tra lo- maestro interiore; a Gesù per il dono
ro, ciascuna dal lunedì al venerdì sera della vita e delle grazie continuamente
dalle 19 alle 20, iniziate il 10 gennaio elargite; al Padre per il dono dell’Amo-
2011 e terminate il 25 febbraio. re crocifisso e risorto.
La scuola ha ottenuto un grande La seconda settimana è stata dedi-
successo ed ogni sera la chiesa si è ri- cata alla preghiera vocale. Dopo avere
62 empita di persone stupite per la novità compreso l’importanza essenziale del-
e sempre più desiderose di incontrare la preghiera, è iniziato con questa set-
Gesù e di parlare con lui cuore a cuo- timana un graduale approfondimento
re, guidate con sapienza e gradualità della capacità di orazione, secondo lo
da P. Mario che ha saputo disvelare la schema del pensiero mistico di S. Tere-
bellezza della preghiera personale, fat- sa d’Avila. Per Teresa l’ascesa dell’ani-
ta in assoluto silenzio. ma avviene attraverso quattro stadi,
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

Ogni sera la prima mezz’ora teori- l’orazione di raccoglimento, l’orazione


ca, ricca di citazioni dal Vangelo, dai di quiete, l’orazione di unione fino alla
Padri e dai Dottori della Chiesa, pre- trasformazione della vita in un dono re-
parava al colloquio personale esplici- ciproco tra il Signore e la creatura.
tando specifici argomenti: seguiva poi La preghiera non è un’attività ce-
l’orazione nel silenzio più assoluto, rebrale ma del cuore, è un dialogo di
guidati intimamente dall’invocazione amicizia con Dio, per questo è neces-
della preghiera del cuore. sario apprendere la preghiera vocale
Nella prima settimana, a struttura anche modificando le consuetudini
trinitaria, è stata illustrata la necessità personali per evitare un vuoto verba-
della preghiera come respiro dell’ani- lismo. Prima è il raccoglimento nella
ma aprendo il cuore a Cristo e pregan- propria coscienza, poi l’ascolto della
do nell’amore del Padre con l’aiuto Parola, infine l’espressione verbale ri-
volta al Padre con semplicità così come che instaura la relazione, così come ha
Cristo ha insegnato agli apostoli con il fatto fin dall’inizio dopo il peccato di
Padre Nostro. Adamo con Abramo e con Mosè. Dio
Con l’esercizio, la preghiera diviene parla e l’uomo risponde ed ama il suo

predicazione
continua e tesse le nostre giornate at- creatore perché ascoltare è amare.
traverso espressioni semplici ma ricche Ma l’ascolto è possibile solo nel si-
della fede trovata e rinnovata, Gesù fi- lenzio esteriore ed interiore, nell’umil-
glio di Davide abbi pietà di me pecca- tà del proprio io attento alla propria co-
tore – Gesù misericordia – Gesù fammi scienza. La voce di Dio e la voce della
vedere il tuo volto – Gesù Maria. coscienza sono gli strumenti dell’ascol-
Anche le celebrazioni liturgiche (la to: nel silenzio, che è luogo della liber-
preghiera liturgica), come afferma il tà, Dio si rivela e ci ama attraverso la
Catechismo della Chiesa Cattolica, se persona di Gesù che è la sua Parola.
vissute con consapevolezza ed intimità Passo dopo passo si apprende a
interiore, sono preghiera di adorazio- leggere con il cuore, ad ascoltare con
ne di Dio Padre come sorgente di tutte l’anima, a gustare la Parola. Come il
le benedizioni della creazione e della certosino Guigo si deve cercare nella
salvezza e di partecipazione alla pre- lettura, trovare nella meditazione, bus-
ghiera di Cristo reso sacramentalmente sare nella preghiera per entrare nel-
presente mediante la potenza del suo la contemplazione. Anche in questo
Santo Spirito. cammino le espressioni della preghiera
Nella terza settimana siamo sta- continua aiutano a stare in silenzio ai
ti introdotti nella preghiera d’ascolto, piedi di Gesù come Maria di Betania,
un modo unico e originale cristiano. come Maria la madre di Gesù, la don-
È sempre Dio che parla per primo e na del silenzio, che serbava tutto medi-
63

domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2


tandolo nel suo cuore: Gesù confido in per aprire al Signore le porte del cuore,
te – Gesù come tu sai come tu vuoi. per amare l’Amore. Una preghiera al-
Un nota pratica importante è stato la quale siamo giunti, infine, dopo un
il consiglio di riferirsi alla Direzione lungo percorso guidato, fatta di sem-
predicazione

spirituale, moralmente necessaria, per plici sguardi, di frasi intime amorose,


il raggiungimento della perfezione cri- di baci, di ringraziamenti, di contem-
stiana. È una scelta importante e non plazione del Suo Volto, per andare ol-
semplice, perché il direttore spirituale tre il visibile e cogliere l’invisibile, per
deve avere in sé qualità morali e no- adorare in spirito e verità Gesù vivo e
tevoli doti di preparazione e di cono- vero presente con il suo sangue, il suo
scenza dei gradi della preghiera, di corpo, la sua anima, la sua divinità.
esperienza psicologica e psicopatologi- A questo traguardo, che dovrà da
ca, di prudenza nel giudizio, chiarezza ora in poi essere la nostra vita quoti-
nel consiglio, fermezza del richiedere diana di laici contemplativi nel mondo,
l’obbedienza. ci hanno condotto gli esempi della vi-
Ancora una volta sarà la preghie- ta di alcuni Santi che hanno fatto della
ra ad aiutarci nella ricerca e poi nella contemplazione il loro modo di esse-
scelta del sacerdote idoneo. re, santa Teresa d’Avila, San Francesco
La quarta settimana, quella della d’Assisi, Santa Caterina da Siena, Santa
preghiera del cuore, si è svolta alla pre- Chiara d’Assisi.
senza di Gesù Eucaristia. Con sempli-
cità, in un profondo silenzio interiore dott. Francesca Barone.

NELLA PREGHIERA UN CUORE NUOVO


64
Collevalenza (PG) - Santuario Amore Misericordioso

Nel bel mezzo del periodo inverna- nostro desiderio di poterlo toccare e
le siamo partite da varie comunità spar- diventare un tutt’uno con Lui, poi pian
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

se in Italia, Germania, Romania per piano ci ha fatto comprendere di essere


giungere a Collevalenza-Todi-Perugia, “profondamente malate” di una cardio-
al Santuario dell’Amore Misericordio- patia molto grave, bisognose di una ra-
so, animate dal desiderio di incontrare dicale guarigione spirituale arrivando a
Gesù, accoccolarci ai suoi piedi come proporci un “trapianto di cuore”. Que-
Maria di Betania per ascoltarLo... Ave- sto trapianto consisteva nel sostituire il
vamo previsto le sorprese del nostro nostro cuore “duro” con un cuore mi-
Signore Gesù, che superano sempre la te, umile, misericordioso, teneramente
nostra povera immaginazione e... in- palpitante di Carità, in poche parole
fatti, nel Corso degli Esercizi Spirituali un cuore nuovo simile al Suo.
Lui dapprima ci è venuto incontro e Il predicatore che ci ha guidato a
ci ha sedotte e attirate al “Roveto Ar- questo “incontro” è P. Mario Gallian,
dente” del Suo Cuore. Ha ravvivato il degno figlio di San Domenico, che con
la sua magistrale e gioiosa competen- Sua tenera Madre, esperta nell’allevia-
za ci ha illustrato il percorso spiritua- re ogni dolore, ci ha un po’ spaventate.
le da seguire per raggiungere la santità Per attenuare la paura, alla fine degli
secondo l’insegnamento e l’esempio di Esercizi, alcune di noi hanno rappre-

predicazione
Santa Caterina da Siena, di San Giovan- sentato in una scenetta comica come
ni della Croce, di Santa Teresa d’Avila, potrebbe realizzarsi “l’operazione”.
Santa Teresa di Lisieux e Madre Speran- Padre Mario, spettatore attento, con-
za Alhama nostra Fondatrice. tento e divertito, ha confermato che le
Il cammino, arduo e impegnativo, cinquanta sorelle partecipanti al corso
richiede disponibilità a lasciarsi curare hanno assimilato fruttuosamente i con-
dall’intervento del Signore che agisce tenuti da lui proposti. Tornando nelle
come e quando vuole sulle anime in- nostre Comunità ci viene affidato l’im-
namorate e assetate di Lui. Si tratta di pegno “gioioso” di continuare a fidar-
decidersi a “lasciarsi fare” e far sì che ci dello Spirito Santo, come ci è stato
il “chirurgo divino” possa procedere suggerito.
all’”operazione” che crede necessa- Ringraziamo il Signore per aver po-
ria per la nostra santificazione e piena sto P. Mario Gallian sul nostro cammi-
conformazione alla Sua Volontà. Tutto no! Speriamo vivamente che continui
questo è sorretto dalla speranza che la ad accompagnarci con la sua preghiera
gioia, che ci aspetta, è grande ed eter- e con le sue competenti istruzioni.
na.
Le suore Ancelle dell’Amore Miseri-
A dire il vero la prospettiva di subi- cordioso, partecipanti al corso di Eser-
re “un’intervento chirurgico”, sebbene cizi Spirituali dal 9-17 Gennaio 2011 a
fatto dal medico divino assistito dalla Collevalenza (PG).
65

domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2


Una laica domenicana ci parla di

SAN TOMMASO d’AQUINO


il dottore angelico

S. Tommaso d’Aquino! Un santo che soprattutto dalla preghiera e dalla con-


ci è molto caro, un santo che, anche se templazione di Cristo sulla Croce e nel
vissuto lontano nel tempo, ci parla an- tabernacolo eucaristico.
cora. Ci parla con la sua vita esempla- Da tutta la vita di S. Tommaso si può
re, con la sua spiritualità e con i suoi capire quanto la preghiera (che è ele-
preziosi scritti. vazione dell’anima a Dio e, se vera-
San Tommaso, una delle più grandi mente sentita, è colloquio con Dio) sia
glorie dell’Ordine domenicano, è ono- per tutti di grande importanza.
rato con i titoli di “Dottore Angelico” a Leggendo qualche brano dei suoi
motivo della purezza e santità di vita, e scritti, particolarmente sulla passione
“Dottore Comune” per l’importanza e di Cristo, del quale mette in evidenza
l’universalità che il suo pensiero riveste la forza e la pazienza, ci si sente esor-
nella Chiesa. tati a non scoraggiarsi mai, ma ad avere
Grande la nostra ammirazione per sempre grande fiducia in Dio che non
66 questo straordinario santo che si è di- ci abbandona mai.
stinto per la sua mente eccelsa, per la L’esempio di S. Tommaso è per noi
sua vasta cultura, ma anche per la sua di vivo sprone per impegnarci maggior-
umanità, umiltà e santità: immenso il mente nello studio delle Sacre Scrittu-
suo amore a Cristo, amore che è stato re e meditarle per crescere nella cono-
il movente di ogni sua azione e lo ha scenza del mistero di Cristo e testimo-
portato ad impegnarsi, per tutta la vita, niarlo con una degna condotta di vita.
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

nello studio e ricerca della verità. L’uomo è “capace di Dio”! Con que-
Realizzando, in pieno l’ideale do- sta affermazione il santo ci ricorda che
menicano, che egli stesso indica con: con la forza della sua ragione e con la
“contemplata aliis tradere”, S. Tomma- fede, che non si oppongono tra loro,
so ha generosamente donato i frutti dei l’uomo può arrivare alla Verità, cioè a
suoi studi attraverso la predicazione, Dio, che è somma Verità.
l’insegnamento e i suoi numerosi scrit- Ci sia vicino S. Tommaso, sostenga
ti, tra cui la Summa Theologiae, che nei lo sforzo della nostra volontà e ci otten-
secoli non hanno perso il loro valore. ga, dal Signore, tenacia e perseveranza
Viene spontaneo chiedersi dove egli per realizzare il nostro proposito.
abbia attinto le sue energie per con-
durre una vita così intensa e fruttuosa, Emilia Lattanzio,
ma la risposta è semplice. L’ha attinta segretaria della Fld di Popoli (PE).
agiografia
CAGLIARI.
Convento S. Domenico.
La tela, rappresentante
S. Tommaso d’Aquino
cinto dagli Angeli, di
anonimo, che è stata
recentemente restaurata
ed esposta al pubblico.
(29 marzo 2011).
Sopra; Capitello del
Chiostro Conventuale.

67
CAGLIARI. fasi del recupero”; l’Ing. Maria Sias per
Convento San Domenico. “Cenni sui quartieri storici di Cagliari”
Nella biblioteca del Convento dei e la dott. Ada Lai con “Le prospettive
domenicani, la dott. Giosi Moccia turistiche della città di Cagliari”.
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

Soudant, presidente della “Lions Club Come si nota dai temi degli interven-
Cagliari Villanova”, insieme al Priore ti, il restauro ha avuto larga eco perchè
del Convento, P. Maurizio Carosi op., rientra nel «Programma di recupero
hanno salutato i numerosi convenuti del patrimonio artistico di Villanova»
per la “Presentazione primo restauro” che merita ogni plauso.
della tela raffigurante San Tommaso In restauro, proveniente dallo stesso
cinto dagli Angeli. Convento domenicano, c’è un’altra te-
Sono intervenuti P. E. Zabatta, do- la, il “Ritratto dell’arcivescovo Vittorio
cente di teologia, su “S. Tommaso Filippo Maria Melano, dell’Ordine dei
nella Cristianità”; la dott. Francesca Predicatori” del pittore Massa.
Porcella, della Soprintendenza ai Beni È seguito un doveroso ringraziamen-
A.P.S.A.E. di CA e OR, su “Villanova to al Lions Club che ha finanziato il
tra storia e arte”; le restauratrici An- restauro, alla Soprintendenza e restau-
narita Pisu e Simonetta Bilardi su “Le ratrici e naturalmente ai Domenicani.
EVENTI, CELEBRAZIONI E ATTIVITÀ VARIE

NOTIZIE DAL SANTUARIO


di S. Maria del Sasso di Bibbiena
Cronaca del 2010 

Siamo stati giustamente sollecitati la loro testimonianza nei vari gruppi,


ad inviare nostre notizie:  è quello che che sono venuti per più giorni di for-
intendiamo fare con questa breve re- mazione o di ritiro. Tanti hanno mani-
lazione annuale, ricordando gli eventi festato la loro meraviglia e la loro grati-
principali e le celebrazioni più signifi- tudine, per la tranquillità del luogo e la
cative. Ancora una volta va sottolineata risposta ad ogni loro richiesta.
l’importanza della nostra presenza qui
al Santuario della Madonna del Sasso. Farà certamente piacere conoscere
Lo vediamo soprattutto dall’afflusso una iniziativa missionaria che ormai ha
sempre più consistente di  fedeli, pel- preso piede qui da noi, grazie alla dispo-
legrini e turisti, specialmente nel perio- nibilità generosa di alcune persone mol-
do estivo. Da parte nostra cerchiamo to affezionate al Santuario. Si tratta del
68 di valorizzare e offrire quanto presenta “Mercatino missionario dell’Immaco-
questo luogo, con la sua ricchezza di lata”, così chiamato perché è a favore
fede, arte e spiritualità, mariana e do- delle nostre Missioni ed è in piedi la
menicana. settimana prima e quella dopo l’Im-
Le solennità proprie del Santuario – macolata. Questa iniziativa è nata nel
ben indicate nel nostro calendario - co- 1995 ed è andata via via crescendo:
me il mese di maggio, l’Apparizione del- ogni anno offre la possibilità di invia-
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

la Madonna, l’ottavario della Madonna re per Natale consistenti aiuti ai bam-


del buio… vengono celebrate in modo bini più poveri delle nostre Missioni,
solenne e sono sempre molto parteci- Pakistan e Guatemala. Intorno a questo
pate. Ci teniamo a curare bene la litur- mercatino si è creata una larga cerchia 
gia anche nelle domeniche ordinarie, di amici che, per amore della Madonna
con l’aiuto dei ministri straordinari del- e delle Missioni, si impegnano con tan-
la Comunione, Lettori ben preparati, ta generosità… e i frutti si vedono.
altri Ministranti e infine il Coro nelle fe-
ste principali. Una nota particolare merita il nostro
Anche quest’anno nel mese di ago- presepio: è diventata ormai una realtà
sto si è ripetuta la presenza di consorel- che richiama tantissime persone. Sono
le domenicane  di varie Congregazioni, i nostri amici di Camaiore a regalarci
per accogliere pellegrini e turisti e dare ogni anno questa grande realizzazione,
attività varie
Il bel complesso architettonico (sec. XIV) della Basilica-Santuario di
Santa Maria del Sasso con il Convento e il Monastero domenicani.

una vera opera d’arte, come l’ha defini- firme di alcuni personaggi… illustri! 
ta un grande artista di Perugia, in visita Il nostro presepio si afferma sempre
al Santuario. Preziosi sono i personag- più come valido e prezioso strumento
gi, sculture in legno delle note botte- di catechesi che richiama migliaia di 69
ghe d’arte di Ortisei, sempre ricca la persone: i visitatori vengono sollecita-
scenografia e sempre nuovo il progetto ti a riflettere e sono arricchiti spiritual-
e il messaggio da comunicare. mente e nella conoscenza dell’arte.
Quest’anno è stato scelto il tema “La
Famiglia” e i nostri artisti ci sono riusci- Siamo in piena attività per organiz-
ti al meglio, sviluppando in cinque sce- zare al meglio alcuni importanti incon-
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

nografie quanto presentava e riassume- tri mensili di approfondimento della


va il cartello all’ingresso del presepio: fede, nei suoi contenuti essenziali, aiu-
«Gesù nasce in una Famiglia e ripara tati dalla presenza e dalla testimonian-
il naufrago della prima coppia umana. za  di persone note e autorevoli. Sono
Opera il primo miracolo per una Fami- già fissati fino ad aprile i primi quattro
glia appena costituita e assicura la sua incontri, con l’Onorevole Carlo Casi-
presenza e il suo aiuto ad ogni Famiglia ni, il dott. Magdi Cristiano Allam, Don.
che lo accoglie e lo onora nella propria Bruno Fasani e il Vescovo P. Roberto
casa e nella vita». Carraro. Altri incontri ed eventi cultu-
Nel registro, messo all’ingresso del rali sono previsti entro l’anno.
presepio, molti visitatori hanno lascia-
to la loro firma, esprimendo apprezza- P. Giuseppe Serrotti, op.
mento e riconoscenza. Ci sono anche rettore del Santuario.
Presso la Comunità di Bibbiena (Ar), si è svolto un incontro di spiritualità
domenicana con alcuni giovani. Riportiamo la testimonianza di uno di loro.

Giornate di condivisione spirituale


attività varie

al santuario di S. Maria - marzo 2011

Già concordato per la prima Dome- dizioni e devozione popolare. Al suo


nica di Quaresima, il ritiro si è svolto interno hanno riecheggiato per noi le
nella Basilica Santuario di Santa Maria belle parole che i due Padri hanno ri-
del Sasso a Bibbiena-Arezzo. Un ritiro volto a Dio e nello stesso tempo a noi e
spirituale, per due giorni, di alcuni gio- ai presenti in Chiesa.
vani simpatizzanti dell’Ordine.
Guidavano l’esperienza i padri Mau- La storia stessa del santuario ci ha,
rizio Carosi, da Cagliari, e Simone Bel- per primo, come attratti e istruiti! Qui,
lomo, da Roma, entrambi superiori e inizialmente, ci fu una chiesetta eretta
impegnati nella pastorale giovanile. dall’eremita camaldolese, Martino di
Abbiamo vissuto momenti d’intensa Poppi, proprio sul masso dove la Ver-
spiritualità “di stile domenicano” che si gine Maria è poi apparsa ad una bam-
univa bene con la feconda semplicità bina che esortava all’amore di Dio e
delle orazioni che ci accompagnava- alla purezza, nel lontano 1347, l’anno
no insieme alla recita dei salmi. Inol- precedente la peste in tutto il contado,
tre sentivamo scaturire tutta la regalità dalla quale gli abitanti di Bibbiena, per
70 mariana che il Santuario stesso contie- favore divino, furono esenti.
ne, ricco come è di storia e arte, di tra- Nel 1495 la chiesetta, andata di-
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2
strutta in seguito ad un incendio, fu veramente bene delle tentazioni di Ge-
ricostruita dal venerabile Girolamo sù nel deserto: una vera e propria lec-
Savonarola, oggi ritenuto a pieno tito- tio! Ci serva per affrontare, con il giu-
lo il fondatore del complesso architet- sto spirito, questo periodo, per noi così
tonico, giacché fece costruire anche il intenso, di orientamento e di scelta. La

attività varie
convento, inaugurato nel 1507, che di- Parola che si fa luce, che diviene mae-
ventò fucina di luce soprannaturale per stra di Vita, vero Pane!
tante anime. Attualmente oltre al San- Riporto una frase del grande misti-
tuario e al convento dei frati c’è pure il co domenicano Giovanni Taulero, che
monastero femminile. mi è rimasta particolarmente a cuore:
«Quando l’uomo ha buone disposizio-
In questa … “storia” che si è realiz- ni – cercando, volendo, desiderando
zata, lungo i secoli, in una natura così Dio solo - diviene lui stesso il regno di
splendida e lontani dai rumori, abbia- Dio e Dio regna in lui».
mo fatto il nostro incontro, cominciato Si è respirato aria divina! Non ci
sabato, in perfetto stile domenicano. manchi la conversione dell’anima e il
Siamo stati accolti dalla Comunità discernimento necessario per la scelta
dei Padri Domenicani di Santa Maria di vita nell’Ordine Domenicano.
del Sasso di Bibbiena con squisita ospi-
talità, gioiosamente e con tutti i riguar- (Giovanni Vargiu) •••
di e attenzioni.
Per renderci ancora più significativo
e intenso il ritiro, il P. Serrotti ha per-
messo che i fossimo alloggiati in ca-
merette singole (giustamente chiamate
“le celle”) dove nella solitudine e nel 71
silenzio abbiamo potuto assaporare ve-
ramente la presenza di Dio.
Il convento, per l’iniziativa dei due
Padri, può rivivere ancor oggi i fervori
di un tempo quando, sicuramente, la
bella biblioteca e il pregiatissimo coro
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

ligneo, sempre esistenti, erano i luoghi


più assiduamente frequentati.

Molto belle e profonde, applicate a


noi, le prediche e i commenti al Van-
gelo che i due giovani Padri ci hanno
fatto ascoltare e meditare. Il P. Simone
ci ha parlato di S. Domenico e del Ro-
sario di Maria che egli ha predicato,
dei miracoli raccontati nelle vite dei
frati domenicani (Vitae Fratrum), della
Salve Regina … P. Maurizio, durante la
celebrazione della Messa, ci ha parlato
S. VALENTINO ALLA COLLINA (PG)
La professione di Antonina
nella chiesa di Castello delle Forme.

Castello delle Forme (PG).

tutto computer Domenica, 13 febbraio, cerimonia


della professione perpetua di Antonina
Cordaro, presidente della FLD di San
Domenico a Perugia.

Partito da Siena in macchina, con la


laica domenicana Caterina Monciatti,
sono giunto a San Valentino alla Colli-
na (PG) dopo circa un’ora e mezza di
viaggio.
Siamo stati accolti, come al solito,
dal sorriso di Antonina e dalla festosa e
allegra brigata dei suoi ragazzi.
Cosa fà Antonina? Da circa dodici
anni dirige l’Associazione Appha, Pro
Portatori di Handicap che accoglie ra-
72 gazze con problemi prevalentemente
psichici. Tra queste attualmente c’è an-
che un bambino.
L’Associazione, nata nel 1987, è sta-
ta voluta da una madre di due figli di-
sabili gravi. La nostra Antonina è enco-
miabile per il “servizio diuturno” che
compie per questa Associazione.
L’incontro di Antonina con l’Ordine
Domenicano e con P. Alberto Viganò,
guida sicura e responsabile delle Frater-
nite, hanno fatto maturare in lei la de-
cisione di appartenere ai Laici Dome-
nicani. Il 14 febbraio 2008, nella Basi-
lica di S. Domenico di Perugia ha fatto
la professione temporanea nelle mani
dell’allora Maestro dell’Ordine Carlo
Azpiros Costa. A distanza di tre anni,
S. Valentino. Castello delle Forme (PG). nella chiesa di Castello delle Forme
Alcuni flash della cerimonia. (PG), a qualche chilometro da S. Valen-
tino, durante la S. Messa, ha emesso la Dopo la cerimonia abbiamo con-
professione perpetua come Laica con- diviso un’agape fraterna, nella sede
sacrata e con la facoltà di portare l’abi- dell’Associazione: tra amici e collabo-
to domenicano. Il nome che ha preso ratori volontari eravamo circa una set-
nell’Ordine è: Sr Margherita. tantina.

attività varie
La Messa era presieduta dal P. Pro- Concludo con una frase della ns.
vinciale, p. Daniele Cara, e concele- Antonina: «... più che nelle mani del-
bravano p. Alberto, p. Michele, don la Previdenza siamo nelle mani della
Domenico Lucchiari (amico e colla- Provvidenza...!».
boratore di Antonina), don Benedetto: Spero che questa sorprendente real-
con la magistrale guida del cerimonie- tà susciti almeno la curiosità di cono-
re don Mario Pomara (parroco). Tutta la scere l’Associazione. Antonina è ben
cerimonia si è svolta tra la gioia dei suoi felice di accogliere quanti, in qualsia-
ragazzi in una chiesa accuratamente si modo, vogliano collaborare. Per chi
addobbata e allietata dal canto della volesse contattarla, lascio il numero te-
corale parrocchiale. Nella circostanza lefonico della Sede: 075/8784723.
c’è stata anche la felice celebrazione di
un cinquantesimo di matrimonio. P. Michele Agostino Corvelli o.p.

73

domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

S. Valentino. Castello delle Forme (PG).


Dopo il rito solenne
della professione di Antonina
che ha rivestito l’abito domenicano,
abbiamo condiviso un’agape fraterna,
in onore della festeggiata.
ASCOLI SATRIANO (FG).
Il battesimo di Caterina nella chiesa delle Domenicane.
attività varie

Alla presenza di alcune colleghe ha amministrato battesimo e cresima


di lavoro, alle collaboratrici della ca- e così, per la prima volta, Caterina ha
sa, del fidanzato e della futura suocera potuto ricevere il Corpo e il Sangue di
e alla presenza di molte suore dome- Cristo.
nicane oggi – 29.01.2011 – Caterina È stato veramente commovente par-
Meta (Illka) ha ricevuto il Battesimo, la tecipare a questo rito. Caterina ha in-
Cresima e l’Eucaristia. dossato la veste bianca come era in
Caterina è una ragazza albanese uso nella Chiesa dei primi secoli. Al-
ed è cresciuta accanto a Sr Benedetta cune suore più anziane hanno pianto
Doto, nostra consorella, prima come di gioia, ma tutti eravamo compresi e
ragazza del gruppo extracomunitari e partecipi della liturgia.
in seguito come lavoratrice nella no- Caterina ha voluto come sua ma-
stra Casa di accoglienza fin dal 2000. drina Sr Benedetta perché le ha fatto
Oggi, dopo lunga attesa, ella ha potuto da madre nel periodo più difficile del-
coronare il suo desiderio di essere cri- la sua crescita. La suora le ha regalato
stiana battezzata. una corona del Rosario augurandole,
La celebrazione è avvenuta nella con le parole del B. Bartolo Longo, che
nostra chiesa “Madonna del Rosario di le sia “catena dolce” che la tenga unita
Pompei”, ad Ascoli Satriano (FG). Il P. al Signore che le vorrà sempre bene.
Michele Centola, francescano, che è il La giornata si è chiusa con l’adora-
74 parroco, autorizzato dal vescovo della zione eucaristica in ringraziamento al
diocesi, S. Ecc. Felice Di Molfetta, le Signore che opera meraviglie.
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2
LAICATO DOMENICANO
della Provincia di

fraternite ld
Santa Caterina da Siena
In questo fascicolo di “Domenicani” offriamo una particolare attenzione alle
Fraternite domenicane nel territorio della nostra Provincia: attenzione richiesta dal
Presidente Provinciale delle Fld, che si rivolge a tutti i laici con la lettera che pub-
blichiamo; e dal Convegno annuale celebrato dalle Fraternite. Uniamo l’invito alle
Fraternite di inviare loro notizie a “Domenicani”, per la condivisione.

AL LAICATO DOMENICANO

LA NOSTRA VOCAZIONE E MISSIONE


la lettera che Pier Giorgio Imbrighi, presidente delle FLD domenicane
invia ai laici della Provincia Romana di S. Caterina da Siena

75
Questi pensieri e sollecitazioni che
vi rivolgo, cari confratelli, consorelle e
amici tutti, sono particolarmente diret-
te ai più tiepidi tra noi e anche ai laici
recentemente accolti in Fraternita e che
vorranno vivere intensamente il cari-
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

sma domenicano.
Non è sufficiente ai nostri laici es-
sere solo presenti alle adunanze perio-
dicamente o alle cerimonie religiose,
ma è importante condurre sempre uno
stile di vita secondo la mentalità e la
spiritualità dell’Ordine dei Predicatori,
con maturità e «… in comunione all’in-
terno della propria comunità, al fine di
essere testimoni autentici e predicato-
ri efficaci per la salvezza delle anime»,
Pier Giorgio Imbrighi, come recitano le “Prime Costituzioni”
presidente delle FLD domenicane dell’Ordine. S. Domenico volle fonda-
re un Ordine che fosse e si chiamasse re, presentare, far conoscere la nostra
dei “Predicatori”: questa è la nostra vo- Famiglia domenicana a nuovi possibi-
cazione e missione. li amici che forse sono ritenuti lontani
dall’assidua pratica religiosa e invece
Dobbiamo anzitutto affermare sem- possono essere interessati. Il momento
fraternite ld

pre la nostra identità cristiana, corag- presente è critico, ovunque: in econo-


giosamente, negli ambienti e nei mo- mia, in politica, nel sociale, nelle cro-
menti più diversi, con interventi, con i nache di tutti i giorni, nella giustizia
fatti e con spirito rinnovato. E, inoltre, (degli uomini), in etica e morale: come
con un’attenzione particolare ai gio- possiamo rimanere stretti nello “zoc-
vani (oggi di età anche ragguardevole) colo duro” dell’associazionismo cat-
che in maggioranza si disinteressano tolico, senza scendere a testimoniare
delle realtà dello spirito…. autenticamente nella comunità cristia-
Accogliamo l’invito di Papa Bene- na e nella società civile il carisma di S.
detto XVI: «… occorre evangelizzare, Domenico, nostro Padre e di S. Cateri-
cioè condividere con gli altri la nostra na da Siena, modello e patrona delle
fede», e ancora: «Fedeli laici, giovani e Fraternite laiche?
famiglie non abbiate paura di vivere e
testimoniare la fede nei vari ambienti La Regola c’impegna ad una vita di
della società». servizio e di testimonianza; a vivere
Che gioia è per me vedere volti gio- con responsabilità un reale e profondo
vani e interessati alla vita delle Fraterni- rinnovamento spirituale. Ricordiamoci
te e all’ideale domenicano! sempre, perciò, di riaffermare il nostro
Ciascuno di noi, “più maturi”, de- essere domenicani! Grande mezzo di
ve farsi assolutamente promotore in predicazione e promozione è sempre
76 parrocchia, casa o ufficio, di avvicina- la recita del santo rosario. Questo non
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

Santa Agnese di Montepulciano, monaca


domenicana (1268-1317) e canonizzata
da Benedetto XIII (1726), in un’antica raffi-
gurazione, e veduta della chiesa.
sostituisce l’Eucaristia, né la Liturgia
delle Ore, ma è una preghiera semplice
Le Fraternite Laiche
e bella, una sosta insieme con Maria, di San Domenico
seppure nel ritmo dispersivo del quo-
tidiano: esso alimenta nei cuori la fi- a Chianciano

fraternite ld
ducia e l’impegno anche nel momento
del silenzio e della meditazione. Il san-
e a Montepulciano
to rosario è orazione, contemplazione,
studio e predicazione. Nei giorni 1/2/3 aprile 2011, i
Laici della Provincia Romana di
Vorrei aggiungere che la mia grati- S. Caterina da Siena si ritrovano a
tudine nel Signore va a tutti i fratelli e Chianciano per un “Incontro di For-
sorelle delle nostre Fraternite laiche di mazione”.
S. Domenico, per la costanza, la buona Il programma prevede, oltre al-
volontà, il sacrificio e la fedeltà all’Or- la visita e alla santa Messa nel San-
dine nonché la disponibilità. Ugual- tuario di S. Agnese con il vescovo
mente vorrei ringraziare tanti dei nostri diocesano, a Montepulciano, anche
frati, assistenti e non, che sono persone una visita alla chiesa di San Biagio.
di forte cultura religiosa e d’intensa spi- Un’intera giornata, a Chianciano
ritualità. (hotel Posta), è dedicata alle relazio-
L’ex-Maestro dell’Ordine, fr Carlos ni dal tema:
Azpiroz Costa, ha concluso la relazione 1. «Non si può amare se non si
sulla situazione dell’Ordine alla vigilia conosce” con il prof. Giulio Alfano,
del Capitolo Generale di Roma (2010) già presidente nazionale delle FLD
con le parole che mi piace ricordare: d’Italia e Malta;
«Miei fratelli e sorelle in S. Domenico, 2. “La visione beatifica come apo-
teosi di conoscenza” del dott. Gian-
77
abbiamo sempre coscienza della nostra
missione, del senso delle necessità ve- ni Pinna, del Consiglio Provinciale
re e profonde di tutti i destinatari della dei laici Domenicani; e
nostra predicazione. Camminiamo po- 3. “Esame etico sui comporta-
veri, liberi, forti e amorosi verso Cristo, menti problematici attuali” del prof.
compiendo con gusto, semplicemente, Horst Seidl, della Pontificia Univer-
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

umilmente, con forza, come volontà del sità Lateranense.


Signore, la nostra missione di predicare Intervengono, per il saluto e le
il Vangelo e il dovere che deriva dal- relazioni, il Provinciale, P. Daniele
le circostanze nelle quali ci troviamo. Cara op., il Promotore Nazionale, P.
Facciamo subito, bene e gioiosamen- Alberto Viganò op., e il Presidente
te, quello che ora la Chiesa e il mondo dei Laici Domenicani, Pier Giorgio
aspettano da noi, anche quando superi Imbrighi.
immensamente le nostre forze e ci ri- Nel prossimo numero della Ri-
chiede la vita». vista “Domenicani” potremo offrire
Auguri di ogni bene a voi e alle vo- una diffusa relazione sull’Incontro
stre famiglie. di Formazione che era molto atteso
Pier Giorgio Imbrighi
e che si prevede molto partecipato.
Presidente delle fraternite ld ••• •••
POPOLI (PE). Fraternita laica domenicana.
fraternite ld

LA NOSTRA IDENTITÀ DI LAICI


NELL’ORDINE DOMENICANO
Il nostro “gruppo” appartiene ad un
ramo, quello laicale, che è parte inte-
grante della Famiglia Domenicana o
dell’“Ordine dei Predicatori”.
Non si tratta di una delle tante asso-
78 ciazioni o di una semplice aggregazio-
ne ma noi siamo una parte, un ramo, di
tutto l’Ordine o Famiglia Domenicana
(cfr. LCO 141).
Tutta la Famiglia si compone, in-
fatti, di alcuni rami: i padri (sacerdoti
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

e fratelli cooperatori); le monache di


clausura, le suore delle varie Congre-
gazioni e i laici domenicani (uomini e
donne), una volta indicati con il nome
La nostra Regola e il Direttorio di “Terziari”.
ci permettono di vivere Tutti i rami, anche se con regole o
“in vera comunione fraterna” statuti propri, adattati alle condizio-
e ci fanno “partecipi con i frati e ni degli appartenenti, formano l’unica
le suore dell’apostolato dell’Ordine” famiglia religiosa e solamente tutti in-
(Regola, nn. 8 e 9). sieme formano la Famiglia completa
Nell’Ordine anche a noi laici è e realizzano il fine (o la missione) che
dato di vivere «in comunione con lo l’Ordine si propone e cioè: «la salvez-
spirito e le intenzioni di S. Domenico. za delle anime per mezzo della predi-
(CG di MA, 224). cazione» (LCO n1 § II).
Un ramo da solo non è l’Ordine e Suo è infatti, come lo è per il frate
tanto meno può da solo realizzare que- o la suora, il carisma di S. Domenico
sto fine dell’Ordine. Tra i vari rami c’è che, in qualità di fondatore, ha trasmes-
co-azione in modo che, facendo ognu- so all’Ordine e quindi ai singoli rami, e
no la propria parte, si raggiunge lo sco- ai loro appartenenti, che lo formano.

fraternite ld
po, la missione per cui l’Ordine fu ap- Quando diciamo “carisma” voglia-
provato, nel 1216, da Onorio III. mo dire che cerchiamo di vivere, da
buoni cristiani battezzati, il Vangelo
Entrando a far parte dei domenicani nella Chiesa, ma con lo stile, la forma,
il laico o la laica, pur rimanendo “lai- il modo con cui l’ha vissuto S. Dome-
co”, partecipa a motivo della professio- nico, e secondo quello “spirito” che
ne che emette, dopo l’anno di acco- l’hanno interpretato e vissuto (lungo
glienza, nelle mani del priore/a, che è i secoli) i Santi, appartenenti alla sua
a capo della Fraternita, e vive il carisma Famiglia. Precisiamo questo perché
proprio dell’ Ordine che, per la sua fi- un conto è il carisma del Fondatore e
nalità, rimane essenzialmente un Ordi- un’altro la spiritualità di un Ordine:
ne clericale. questa si ha dall’interpretazione che
In certo qual modo chi viene a far nel tempo ne danno i santi appartenen-
parte della nostra Fraternita Laica Do- ti a quella famiglia religiosa.
menicana (così vengono nominati i no-
stri gruppi) pur rimanendo laico (con Con la fondazione dell’Ordine dei
tutti gli elementi indicati dal Concilio Predicatori nella Chiesa, Domenico ha
Vaticano II, nella Costituzione Lumen rinnovato la forma di vita degli Aposto-
Gentium, n. 30s) partecipa di ciò che è li, secondo l’espressione di Gregorio
proprio del religioso, attraverso la Re- IX, il papa che canonizzò S. Domenico
gola che professa. nel 1234 a Rieti. 79

domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

SEDILO (OR). Alcuni membri della Fraternita laica domenicana con la Priora
e con il loro Assistente e Parroco.
Domenico è stato “l’umile ministro la condizioni propria dei laici» (Regola
della predicazione” e il suo anelito prin- nn. 11, 12 e Dir., 23) Anche per noi lai-
cipale è stato la “salvezza delle anime”. ci, dunque, «l’azione apostolica sgorga
Egli ha fatto diventare programma di vi- dalla pienezza della contemplazione»
ta, per sé e per il suo Ordine, il motto (Regola n. 7).
fraternite ld

di S. Paolo: “la carità della verità” (Ef. L’importanza della nostra azione
4,15). E, infatti, la carità più grande che di laici, nella Chiesa e per la Chiesa,
si può fare al prossimo è insegnargli la viene raccomandata vivamente perché
verità di Dio: “portarlo dalle tenebre «per adempiere la sua missione apo-
dell’ignoranza alla conoscenza, alla stolica, l’Ordine ha bisogno, oggi, di
luce della verità” (S. Tommaso). un laicato vivo: disposto a formarsi e
Questo stile di “vivere il Vangelo” ad impegnarsi per dare senso e speran-
è possibile anche a noi laici che pri- za al mondo contemporaneo» (Atti del
vilegiamo, tra le varie opere o attività, Congresso dei Laici Domenicani a Var-
quella di studiare le S. Scritture e cer- savia nel 1995).
care, anche attraverso il dialogo infor- E la stessa azione veniva auspicata
male, di farle conoscere e vivere pure dal Papa, rivolgendosi ai laici di tutto
dagli altri. Delle opere di misericordia, il mondo, così: «La promozione del-
privilegiamo quelle spirituali, senza la vita laicale nella Chiesa autorizza
trascurare quelle corporali. uno slancio di nuova speranza. I laici
Anche noi laici siamo perciò veri cristiani stanno partecipando sempre
domenicani e diciamo, con S. Tomma- più attivamente allo sforzo missionario
so d’Aquino che dobbiamo contempla- della Chiesa. Sul loro apporto generoso
re e far parte agli altri le cose contem- poggiano, in misura notevole, le pro-
plate: «contemplari et contemplata ali- spettive dell’annuncio evangelico nel
80 is tradere» (S. TH. II,II, q.188, a.6). mondo d’oggi».
P. Eugenio Zabatta, o.p.
La nostra “Costituzione fondamenta-
le”, che è parte degli “Statuti” del laica-
to domenicano, conferma così quanto
diciamo: «Quei laici, che sono mossi ACTA Cap. Gen. di Quezon City
dallo Spirito Santo a vivere secondo lo (QC.)n. 65; Walberberg (W.) n. 92; Re-
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

spirito e il carisma di S. Domenico, ven- gola delle Fraternite laiche domenica-


gono incorporati all’ Ordine mediante ne (Reg. FLD.) nn. 3, 4.
speciale impegno, secondo statuti pro- COSTITUZIONI dell’ Ordine (LCO.)
pri. Essi si raggruppano in Comunità e, n. 1 § II.
con gli altri ceti (rami) dell’Ordine, co- Secondo il dettame della Cost. Dog-
stituiscono un’unica Famiglia» (n. 2). matica “Lumen Gentium”, n. 30ss.
«I laici domenicani si contraddistin- H. VICAIRE, Storia di S. Domenico,
guono in modo peculiare nella Chiesa, EP., Roma 1983 pp. 373s, 667ss.
sia per la propria vita spirituale sia per Udienza Generale del Papa, Gio-
il servizio di Dio e del prossimo. Qua- vanni Paolo II, 24 IX. 1994.
li membri dell’Ordine ne partecipano Christifideles Laici (30. XII. 1988).
la missione apostolica con lo studio, la Lo raccomandiamo alla lettura, anche
preghiera e la predicazione, secondo comunitaria, per la formazione.
un invito che rinnoviamo volentieri

VIENI A FAR PARTE


DEL LAICATO DOMENICANO

fraternite ld
la pagina che proponiamo alla lettura è di cento anni fa
ma le motivazioni sono sempre attuali

Sono stati i fondatori degli Ordini – ta; alla chiesa cattolica per il battesimo,
quali S. Domenico o S. Francesco – a desiderava pure consacrarsi, con atto di
concepire per primi l’idea di associare libera elezione, al alcune di quelle glo-
alle loro famiglie religiose anche i laici, riose milizie che servivano Gesù Cristo
oppure furono questi che, attratti dal- con l’operosità della parola e della pe-
la bellezza e dai benefici della vita re- nitenza.
ligiosa, chiesero di potere, in qualche Fu così che ragazze, vedove, ma-
modo, essere messi a parte di queste ritate, persone d’ogni stato, si videro
famiglie religiose? allora popolare il mondo indossando
le “insegne” di un Ordine religioso e
Forse l’influsso fu scambievole; in praticarne anche le Regole nel segreto
ogni modo a me piace (e la storia non della propria abitazione. E la scelta ca-
lo contraddice, piuttosto lo conferma) deva necessariamente fra le “divise” di
non escludere dalle prime origini del S. Domenico o quelle di S. Francesco; 81
Terz’Ordine (Laicato), e specialmente ed innestati all’uno o all’altro di questi
del nostro Terz’Ordine, il desiderio vivo due tronchi piaceva vivere del loro suc-
dei fedeli laici, di partecipare a quelle co, pur conservando gli obblighi del
nuove manifestazioni di vita intensa- proprio stato. Frequentavano le chie-
mente religiosa e cristiana, quale fu da se dei rispettivi Ordini, comunicavano
principio, anzi specialmente da princi- con loro nelle preghiere, pronti anche
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

pio, la vita dei due Ordini religiosi di S. ad apprestare i soccorsi dell’amicizia,


Domenico e di S. Francesco. e desiderosi di tener dietro, secondo la
Lo spirito di associazione, che fio- propria possibilità, alle tracce delle lo-
riva molto nel Medio Evo, e che è lo ro virtù.
spirito del cristianesimo, contribuì sen-
za dubbio a questo movimento di in- Svanì allora l’idea – continua a di-
trodurre la vita religiosa anche fra le re il P. Lacordaire – che per elevarsi
mura domestiche ed al capezzale del all’imitazione dei Santi fosse indispen-
letto nuziale. A quel modo, infatti, nota sabile fuggire dal mondo: ogni came-
il P. Lacordaire1, che uno apparteneva ra potè cambiarsi in cella, ogni casa in
alla tale famiglia per il sangue; alla tale una Tebaide. A misura poi che l’età o
corporazione per i servizi ai quali era gli avvenimenti della vita alleggerivano
obbligato; al tale popolo per la nasci- il cristiano dal fardello della carne (gli
impegni familiari), egli consacrava al sano ascetismo si va di nuovo orien-
chiostro una maggiore porzione di sé tando verso queste secolari istituzioni,
medesimo… La storia di queste istitu- sempre capaci di vita rigogliosa: e gli
zioni è una delle più belle cose che si stessi Sommi Pontefici, da Leone XIII,
possano leggere. Di là uscirono Santi a Pio X, a Benedetto XV hanno trovato
fraternite ld

di tutte le condizioni della vita umana, degno oggetto delle loro molteplici cu-
dal trono fino allo sgabello del povero, re pastorali l’occuparsi dei Terz’Ordini,
e con tanta abbondanza dal farne inge- l’appartenere al Terz’Ordine, fino a ri-
losire il deserto ed il chiostro. Le donne promettersene non solo i più benefici
principalmente arricchirono i Terz’Or- effetti nella vita cristiana, ma un valido
dini (le Fraternite) del pregio delle lo- aiuto per la stessa Sede Apostolica.
ro virtù. Troppo spesso incatenate fin
dall’infanzia ad un giogo da esse mini- “Come i santi Patriarchi Domenico
mamente desiderato, si sottraevano alla e Francesco divinamente ispirati si ado-
propria condizione, prendendo l’abito perarono con concorde volontà a favo-
nel Terz’Ordine di S. Domenico o di S. re della Chiesa, così bisogna – scriveva
Francesco. il Pontefice Pio X – che i Terziari di am-
bedue queste famiglie, conjunctis viri-
“Il monastero andava da loro, non bus, alacremente attendano alla difesa
potendo esse andare a cercare il mo- della Sede Apostolica ed all’incolumità
nastero; ed un angolo oscuro della ca- della società cristiana”3.
sa paterna o coniugale si trasformava
in misterioso santuario, abitato dallo Anche noi, perciò, parliamo alto
Sposo invisibile, che esse unicamente e forte del nostro Terz’Ordine, anche
amavano. Chi non ha udito parlare di dopo sette secoli dalla sua fondazio-
82 S. Caterina da Siena e di S. Rosa da Li- ne: facciamolo conoscere sempre più.
ma, due stelle domenicane che hanno Il Patriarca S. Domenico ne gioirà dal
illuminato due mondi? Chi non ha letto Cielo: l’Ordine ne trarrà tutti i vantag-
la vita di S. Elisabetta d’Ungheria, che gi che, nel proseguire la missione dal
fu terziaria francescana? Così lo spirito S. Padre loro affidata, i Frati Predicatori
di Dio provvede all’opera sua secondo da soli non valgono sempre a raggiun-
i tempi, proporziona i miracoli alle mi- gere; e la Chiesa e la società risentiran-
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serie, e dopo aver fiorito nella solitudi- no anch’esse i benefici frutti di queste
ne, olezza sulle pubbliche vie”2. provvidenziali istituzioni.

E c’è veramente da rallegrarsi se (P. Lodovico Fanfani de Pred.)


anche oggi, nonostante la fiacchezza (Roma, luglio 1916).
morale ed il soffio di indifferentismo
religioso che tutto pervade, o forse ap-
punto per questo, si vada sempre più
allargando la cerchia di quelle anime
1. H. Dominique Lacordaire, Vita di S. Do-
che sospirano alla divina bellezza del- menico, cap. XV.
la perfezione cristiana e cercano riparo 2. Ivi.
ed aiuto all’ombra salutare dei Terz’Or- 3. Lettera al P. Giacinto Cormier, Maestro
dini. Certo che una fresca corrente di dell’Ordine, in data 4 agosto 1913
POPOLI (PE).
Notizie dalla Fraternita Domenicana.

fraternite ld
Anche quest’anno abbiamo festeg-
giato S. Tommaso d’Aquino con lo
slancio e il fervore di sempre dal 25 al
28 gennaio u.s. Il cattivo tempo, pur-
troppo, non ha permesso grande parte-
cipazione durante il triduo, ma il gior-
no della festa c’è stata molta affluenza.
Don Panfilo, parroco e assistente della
fraternita, ci ha guidato nelle funzioni
che abbiamo fatto con la meditazione,
il Rosario e la S. Messa.

In questa ricorrenza, alla Messa


solenne, abbiamo voluto ricordare la
nostra cara consorella Giovanna Anto-
nucci in Vicaretti, a circa un mese dalla La nostra consorella defunta
sua scomparsa che è avvenuta inaspet- Giovanna Antonucci in Vicaretti.
tata il 31 dicembre 2010. La morte di
Giovanna è stata per noi una grave per-
dita perché lei era una persona buona, sincera, fedele e particolarmente attiva 83
nell’ambito della Fraternita. Frequen-
tava assiduamente le nostre riunioni e
le funzioni religiose. Faceva parte del
Consiglio della Fld ed era zelatrice del
Rosario Perpetuo. Le sono grati anche i
frati domenicani che, venendo da noi
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

per la predicazione, sono stati spesso


ospiti della sua casa, accolti da lei e dal
suo marito, Alberico.

A noi, ora, non resta che pregare


Dio per lei affinché l’accolga purificata
nella sua gloria, ma anche lei pregherà
per noi che le siamo state sempre vici-
no. Nel dare la notizia, soprattutto alle
fraternite laiche domenicane, salutia-
mo tutti in S. Domenico, nostro Padre
amatissimo.
La priora, Paola Gagliardi.
NELLA PACE DEL SIGNORE

M. Maria Rosaria
Spingardi o.p.
domenicana di clausura
Soresina (Cr), 15 agosto 1927
Pratovecchio (Ar), 5 febbraio 2010

Nel primo anniversario della sua nella sua vita: con due sorelle, si tra-
scomparsa, vogliamo ricordare la no- sferì nel Monastero di Pratovecchio
stra amata Madre M. Rosaria Spingar- (AR), sotto richiesta della Madre Priora
di, spentasi il 4 febbraio del 2010 nel di allora, sr. M. Cecilia Lorenzoni, che
nostro monastero di “Santa Maria della le chiese aiuto in un momento di diffi-
Neve e San Domenico” (Pratovecchio). coltà della comunità. Divenne Maestra
Ha raggiunto lo Sposo proprio nel gior- delle novizie, Sottopriora e poi Priora
no della festa di Santa Caterina de’ Ric- dal 1979, per cinque trienni consecu-
ci, che lei aveva tanto amato. tivi.
84 Nata a Soresina (Cr) il 15 agosto Nel 1984 fu colta da un improvvi-
1927, visse buona parte della giovi- so ictus che le provocò una emiparesi
nezza a Bergamo, dove la famiglia si nella parte sinistra, che non ebbe, però,
era trasferita a causa del lavoro del pa- alcuna conseguenza nelle sue capaci-
dre. E qui entrò nel laicato domenica- tà intellettive. Pertanto, la Madre con-
no e, a 21 anni, nella Congregazione tinuò ad essere guida spirituale della
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

delle suore domenicane del S. Rosario Comunità ancora per numerosi anni.
di Melegnano. Iniziò presto l’insegna- Negli ultimi tempi, la malattia l’ave-
mento nelle scuole elementari della va resa sempre più debole fisicamente
Congregazione. e dipendente quasi in tutto, ma la sua
Da tempo, però, coltivava un sogno: presenza è stata per la comunità un for-
diventare monaca domenicana. Lo re- te sostegno, fino all’ultimo. Il suo con-
alizzò all’età di 31 anni, entrando nel siglio era sempre illuminante, perché
Monastero di Matris Domini, a Berga- frutto di anni di esperienza, di studio,
mo. Qui fu Maestra delle novizie e poi di direzione spirituale delle sorelle e
Priora negli anni del Concilio, del qua- di tante altre persone che la cercavano
le accolse lo spirito dando nuovo im- per un colloquio in parlatorio, al telefo-
pulso alla vita della comunità. no o attraverso la penna. La Madre Ro-
Nel 1973, arrivò una nuova svolta saria, infatti, è stata per noi, sue figlie
e sorelle, e per innumerevoli persone stentemente. Con tenacia e amore osti-
una presenza materna, una guida, un nato, che mai si arrende, ella doman-
luminoso punto di riferimento. Aveva dava alla Madonna grazie per quanti
il dono di saper amare ognuno come soffrivano mali fisici o spirituali e per
se fosse unico al mondo. Con questo le necessità dell’Ordine, della Chiesa e
sguardo “materno” di Dio si accostava del mondo.

necrologi
agli altri. Amava tanto le giovani, cui aveva
Amava i libri e la penna, e di essi dedicato anni della sua vita, nell’Uffi-
si serviva per approfondire la Parola, cio di Maestra delle novizie. Le inco-
per illuminare, per predicare la Verità. raggiava e le sosteneva dando loro pie-
Era una donna colta, piena di interes- na fiducia, sin dai primi passi della loro
si, amante della letteratura, della vita vita religiosa.
e delle persone. La Madre Rosaria era Appoggiata al suo bastone, lancia-
una donna piena di passione per Dio, va loro affettuosi sguardi di intesa. Col
per l’Ordine, per la Chiesa e per le ani- tempo il suo cuore, purificato dalle sof-
me. Si infervorava quando istruiva la ferenze e dalla malattia, era diventato
comunità, perché ciò che diceva era pieno di tenerezza, amore e compas-
vita e fede vissuta. Le sue parole erano, sione: come quello del Babbo e di Dio
certo, anche sofferte e, proprio per que- Padre! In quel fragile corpo, si è com-
sto, realmente efficaci e illuminanti. piuta l’oblazione della sua vita, dona-
La nostra Madre è stata, però, so- ta tutta nel sorriso, fino all’ultimo. E,
pratutto, una donna di preghiera. Sa- dentro quel corpo fragile, l’anima si è
pevamo che dal suo letto trascorreva dovuta irrobustire, fino a diventare gi-
le notti in preghiera, sull’esempio del gante!
Santo Padre Domenico, il suo “Babbo”, Ci ha lasciate nel silenzio, e con la
come lo chiamava lei. Ebbene, il “Bab- grinta che l’ha sempre contraddistinta. 85
bo” le aveva insegnato a parlare di Dio “Sono sveglia come un pesce!”: ecco
di giorno, e a Dio di notte. A Lui, con alcune delle sue ultime parole, piene
preghiere e lacrime, si rivolgeva insi- di ironia, di simpatia e di forza interio-
re! L’ultimo, splendido sorriso l’ha do-
nato a una giovane che le dava la no-
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

tizia della sua prossima professione so-


lenne. E ha aggiunto con tutta la voce
che le restava: “Sono felice!”.
Ecco. Madre Rosaria è stata una
donna felice. Felice perché pienamen-
te donna, pienamente monaca, piena-
mente domenicana. In queste sue ul-
time parole è racchiusa, in fondo, la
chiave di tutta la sua esistenza. E’ come
se, andando in Cielo, ci avesse rivela-
to il segreto, la grande scoperta della
propria vita, e ce lo avesse lasciato in
eredità: Dio è felicità! •••
PUBBLICAZIONI
di storia, agiografia e spiritualità domenicana

Con queste due pagine, che normalmente la redazione dedica alla stampa
domenicana o comunque di domenicani, vorremmo andare incontro al desiderio,
espressoci da alcune persone, di essere informati sulle pubblicazioni più recenti.
Invitiamo tutti, perciò, a volerci gentilmente comunicare eventuali pubblicazio-
ni che volentieri faremo presenti ai nostri lettori.

P. ZABATTA Eugenio, Per una via CIOFFARI Gerardo, Domenicani


migliore, tracce d’itinerario spirituale nella storia, Breve storia dell’Ordine at-
per laici, suggerite dalla regola delle traverso i suoi protagonisti, v. II, L’Evo
fraternite laiche domenicane, ed. Fld, moderno e contemporaneo, ed. Centro
Arezzo 2002, pp. 210 (€ 10). studi Nicolaiani, Bari 2011, pp. 410.
Il volumetto, del quale abbiamo an- È il secondo volume dell’opera di
cora a disposizione alcune copie, come pregio, frutto di impegno e competen-
già nel titolo, riporta alcune riflessioni za che l’autore, già conosciuto come
e notizie, utili particolarmente a quei storico, ci offre. Questo volume pro-
laici che vengono a far parte delle no- pone con il cinquecento, tra i grandi
86 stre Fraternite domenicane e vogliono protagonisti, Las Casas, S. Pio V, De
approfondire il carisma domenicano Vitoria, Giordano Bruno, per poi ac-
adattato alla loro condizione di laici: compagnarci, nei due secoli seguenti,
laici veramente integrati all’Ordine. con Campanella e Benedetto XIII e al-
Per eventuali richieste utilizzare l’in- tri, e passare, nell’ottocento e novecen-
dirizzo di “Domencani”: piazza San to con Lacordaire, Lagrange, Congar e
Domenico, 5 - 09127 Cagliari. ancora con altri grandi nomi per finire
domenicani - marzo - aprile - 2011 - n. 2

Tel. 070.654 298. con gli ultimi Maestri dell’Ordine.


Le considerazioni mirate, sui vari
eventi, vicissitudini e correnti di pen-
siero, accompagnate dal pacato e sicu-
ro procedere nell’esposizione da parte
dell’autore, anche su nodi difficili di
interpretazione, ci permettono una vi-
suale più serena e oggettiva dell’opera
dei Domenicani nella storia.
Un’opera che non deve mancare
nelle nostre biblioteche, anche delle
Fraternite Laiche, ma soprattutto non
manchi alla nostra lettura per penetrare
ai molteplici e interessantissimi argo-
menti trattati nelle varie voci. Argo-
menti trattati con l’intento di aiutare il

pubblicazioni
lettore a “riscoprire il Vangelo all’ope-
ra nel tessuto e nella vicenda umana”
(prefazione). Consigliandone la lettura,
è proprio questa riscoperta che augu-
riamo a chi vorrà farne tesoro!

maggiormente nello spirito della nostra


Famiglia domenicana.
Per richieste rivolgersi a: Centro Stu-
di Nicolaiani, Largo Abate Elia, 13 –
70122 Bari.
e.mail: gcioffari@libero.it

* * *
CORTESI Alessandro, Lessico dell’In- Informiamo ancora che è appena
contro, ed. Nerbini, Firenze (2011), pp. uscito il libro «Dio e i suoi colori», di
258 (€. 14). Alessandro CORTESI e Claudio MON-
Già con il termine Lessico, posto a GE, ed Nerbini 2011, pp. 272 ill., €uro
titolo del volume, l’autore riporta il let- 20 - ISBN 978-88-6434-030-2.
tore al significato originario greco che La pubblicazione è a cura del Cen-
è quello di parlare in ordine ad un in-
87
tro Espaces ‘Giorgio La Pira’ di Pistoia.
contro con l’altro, il simile. Ma l’incon- Riportiamo i titoli dei vari capitoli:
tro vero di cui si parla e che dobbiamo Immagine artistica, spiritualità e co-
cercare di favorire è la riscoperta di Dio municazione della fede.
nell’altro. Religioni, immagine, dialogo.
Il dato evangelico: “quanto avete Immagine artistica, spiritualità e co-
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fatto ad uno dei miei fratelli più pic- municazione della fede.
coli, l’avete fatto a Me” si sottintende Religioni, immagine, dialogo.
Figure e testimoni del contempora-
neo. - Esperienze.
Arte e teologia: esempi di lettura.

Chi desidera ordinare una o più co-


pie può farne richiesta alla segreteria
del: Centro Alberto Coco, piazza san
Domenico 1 - 51100 Pistoia
tel 0573. 509382 / oppure e-mail:
info@domenicanipistoia.it
•••
Le Fraternite Laiche Domenicane
[Ordinazione]

«L’Ordine dei predicatori è costituito da


coloro che, per la professione (per coloro
che seguono i consigli evangelici, le monache
e i frati) o per l’impegno verso il Maestro
dell’Ordine (per i membri delle fraternite
laiche e sacerdotali che s’impegnano a un
modo di vita evangelico adatto alla loro
condizione) sono integrati all’Ordine»
(ACG 2001 Providence, n. 418).
Per eliminare alcune ambiguità ricordiamo
che la nozione di «vita religiosa» designa la
vita consacrata dei membri di un Istituto
religioso, con la professione di voto
pubblico, di osservare i consigli evangelici e
la vita fraterna in comune. In tal senso la
nozione di vita religiosa non è
applicabile ai laici chiamati a vivere la loro
partecipazione ai tria munera Christi
nel mezzo delle realtà temporali.
Per tale ragione è necessario promuovere
e accompagnare la formazione del laicato
domenicano sulla base di una solida eccle-
siologia e della teologia del laicato.
I laici incorporati all’Ordine partecipano al
carisma di San Domenico secondo «l’unità
fraterna nell’unica missione della predicazio-
ne della Parola di Dio» (ACG 2001 Providence,
n. 416). Allo stesso tempo, questa unità si
realizza in forme distinte di vita domenicana.
Ciò si traduce in forme giuridiche diverse
(Costituzione fondamentale, § IX)…
(atti CG Roma 2010, n, 232).
* * *

“DOMENICANI” n. 2 / 2011
marzo - aprile 2011
PROVINCIA ROMANA DI S. CATERINA DA SIENA
piazza S. Domenico, n. 5 - 09127 Cagliari
Tel. 070-65 42 98 - cell. 339 18 22 685
fax 070-662837 - ccp. 41 48 28 94
e.mail: zabatta.eugenio@tiscali.it

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