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CATALANO
Si·m demanau lo greu turment que pas, 10A
CASTIGLIANO
(traduzione di José María Micó)
1
ITALIANO
(traduzione di Costanzo di Girolamo)
VERSIFICAZIONE
10A, 10B (o A assonante), 10B (o A assonante), 10A, 10A, 10C, 10C, 10A, 10D, 10D.
RIMA
I versi di Ausiàs March sono tutti decasillabi se contati secondo il il metodo catalano
ma i versi 2; 3; 6 e 7 hanno 11 sillabe.
Nella traduzione in castigliano lo schema metrico è molto più rispettato. Infatti la rima è
la stessa (se contiamo come assonante quella dei primi quattro versi) e gli unici errori
che si possono trovare sono la rima sbagliata negli ultimi due versi (che può essere
giustificata come ho detto) e nel verso 8 (C invece di A) e una sillaba in più nel primo
verso (la quale magari è stata introdotta espressamente per mantenere una simmetria
con l’ultimo verso). Oltre a questo si può dire che è tutto perfetto e addirittura mantiene
i versi decasillabi se si contano come versi catalani.
PAROLE
3
Nella traduzione in castigliano il senso della poesia rimane immutato. cosa che,
d’altronde, mi avrebbe sorpreso dato che cambiare il significato avrebbe implicato
essere un traduttore molto scarso. Quello che invece è più difficile e mi ha
impressionato di più è che il traduttore non ha cambiato la posizione di nessuna parola
all’infuori di “penant” (verso 9), “amor” (verso 5) e dol (verso 10) tre parole che (anche
se molto importanti) il traduttore ha preferito togliere per poter mantenere la rima. Oltre
a queste due ci sono varie parole che il traduttore ha tradotto diversamente (anche se
con sinonimi). Tra queste ce ne sono due che sono le più importanti: “dolor” e la frase
“no es nada”. queste due parole sono particolarmente importanti perché “dolor”
traducendo “turment” da una traduzione più dolce del termine mentre “no es nada”
traducendo “present escàs” da una traduzione più dura della frase. Secondo me il
traduttore ha inserito quel lieve cambio di significato intenzionalmente per bilanciare la
traduzione.
le frasi sono quasi tutte tradotte letteralmente (per esempio “puix en seguir a vos,
honesta, medre” / ”pues siguiéndoos a vos, honesta, medro”) ma ci sono tre versi in cui
si vedono alcuni cambi che tuttavia lasciano il significato del verso intatto. Questi versi
sono:
verso 1: in cui cui si cambia una subordinata interrogativa diretta per una subordinata
oggettiva (“lleva·l dir que passe” / “no sé bien qué paso”).
verso 5: in cui il cambio più significativo è il la sostituzione di “vostr’amor” per “vos” con
l’omissione della parola “amor”.
verso 10: in cui oltre a togliere la parola “dol” il traduttore cambia “me dol fer curta via”
per “y así es corto el camino”.
Oltre a questi pochi cambi riterrei la traduzione perfetta.
Esprimi liberamente le tue impressioni nel leggere e ascoltare i versi di Ausiàs march
in catalano o in traduzione castigliana.
A tuo parere l’analisi interlinguistica del testo originario e delle due traduzioni ti ha
aiutato a comprendere meglio il testo originario? è stato interessante o no per te?
motiva le risposte.
Il confronto con gli altri testi è stato imprescindibile per comprendere bene questa
poesia di Ausiàs March dato che vi sono alcuni versi dei quali (dato che è un catalano
antico) non sarei riuscito a capirne il significato senza le traduzioni. Mi ha aiutato
soprattutto nel verso 2 del quale non ero riuscito a capire quasi niente.
Il lavoro mi è risultato abbastanza interessante dato che normalmente non analizzo le
traduzioni ma direttamente il testo originario (il quale solitamente è in italiano o tutt'al
più in spagnolo). Inoltre, pur essendomi piaciuto (in particolare mi è piaciuto il confronto
tra gli schemi metrici), è comunque un’analisi poetica e quindi implica l’osservazione
degli stessi dieci versi da diversi punti di vista: alla fine però diventa un po’ noiosa.