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Acqua in borsa

I servizi idrici in mano al mercato


La situazione in Trentino
Comitati trentini per l’acqua bene comune, 26.4.2011
La questione dell’acqua in Provincia di Trento
Al di là delle apparenze e delle
rassicurazioni anche in Trentino

l’acqua non costa poco


le pur abbondanti risorse
idriche non sono né
utilizzate né tutelate bene
la privatizzazione
dei servizi idrici avanza
come nel resto d’Italia
La questione dell’acqua in Provincia di Trento

I problemi esplosivi che


la privatizzazione
dell’acqua produce in
molte aree del paese qui
non sono ancora emersi.
Ma ci sono tutte le
premesse e le condizioni
perché questo possa
accadere presto.
La gestione dei servizi
idrici in Provincia di
Trento
Chi svolge i servizi idrici
La depurazione delle
acque è competenza
centrale provinciale,
svolta attraverso
appalti esterni.

I servizi di
acquedotto e
fognatura sono
gestiti dai Comuni,
dalle SpA o
dall’Azienda
speciale di Tione.
I modelli generali di gestione
In Trentino quattro tipi di soggetti gestiscono i
servizi idrici
SpA 100% pubbliche
(es. Azienda
Intercom. Rotaliana)
SpA miste pubbliche-
private (es. Dolomiti
Reti SpA)
i Comuni tramite
organizzazione e
risorse proprie
(gestioni dirette in
economia)
Azienda speciale di
Tione
I modelli generali di gestione
Esistono alcune forme di gestione diretta in
convenzione tra Comuni (per es. Acquedotto Centonia-
Val di Sole)

Esiste ancora in
Trentino un esempio
del modello Azienda
speciale, l'Azienda
Servizi Municipalizzati
di Tione.
L’individuazione dei soggetti gestori
Modalità di individuazione
per le SpA affidamento diretto
(senza gara) dei servizi in
concessione
per ASM Tione affidamento
diretto

per i Comuni assunzione di


gestione diretta in economia
Soggetti gestori e servizi gestiti, usi civili, 2010
RIPARTIZIONE DELLE
GESTIONI PER NUMERO
DI COMUNI (acquedotto)
Gestioni dirette in
economia 192
Gestioni con Spa
(pubbl./miste) 24

Gestioni con Azienda


speciale 1
Gestioni dirette dei
Comuni = 88,47% totale
Soggetti gestori e servizi gestiti, usi civili, 2008
Le gestioni dirette dei
Comuni sono 88,8%
del totale

ma
il 50% circa di queste
gestioni affida a terzi
parte dei servizi

le esternalizzazioni
riguardano soprattutto
analisi qualitative delle
acque e manutenzioni
Soggetti gestori e utenti serviti, usi civili, 2008

RIPARTIZIONE PERCENTUALE DELLE GESTIONI


PER ABITANTI EQUIV. SERVITI

Alto Garda Servizi SpA (pubblica-privata) 3%


Azienda Intercomunale Rotaliana SpA (pubblica) 2%
Azienda Serv. Municipalizzati Tione SpA (pubblica) 1%
Servizi Territoriali Est Trentino SpA (pubblica) 5%
Dolomiti Reti SpA (pubblica-privata) 35%
Gestioni comunali dirette in economia 54%
Gli aspetti critici
della privatizzazione
dei servizi idrici in
Italia e in Trentino
Gli orientamenti attuali della Provincia di Trento
Governo e partiti in
Provincia di Trento
puntano in modo sempre
più aperto verso la
gestione dei servizi
pubblici locali (compreso
il servizio idrico)
attraverso il
sistema delle SpA a Siamo contrari a
capitale questa strategia,
interamente vogliamo gestioni
pubblico realmente pubbliche
La base ideologica delle privatizzazioni nei servizi idrici
In tutta Italia e
anche in Provincia
di TN si afferma che
le gestioni comunali
(economia, Aziende
speciali) non sono
efficienti, non
hanno dimensione
industriale, non
esiste l’idea che solo le
fanno economie di gestioni con SpA in forma
scala, non riescono di impresa assicurano
ad investire qualità e convenienza agli
utenti
Criticità delle privatizzazioni: le SpA sono entità commerciali
Ogni SpA - anche se di proprietà
pubblica - è un soggetto di natura
privata vincolato alle regole del diritto
commerciale e obbligato a ricercare il
profitto per gli azionisti

E una maggioranza di
proprietà pubblica non
sposta le finalità delle
SpA verso l’efficacia
sociale della gestione e
verso gli interessi degli
utenti, se non in modo
incidentale e temporaneo
Criticità delle privatizzazioni: amministratori locali deboli

Infatti nelle SpA i rappresentanti


degli enti pubblici azionisti
siedono come proprietari di
quote e non riescono ad essere
portatori di interessi generali
delle collettività
Criticità delle privatizzazioni: obblighi incerti per le SpA
L’autonomia
gestionale garantita a
CdA e AD allontana le
SpA dal territorio

Gli obblighi delle SpA


del ciclo dell’acqua sono
stabiliti soprattutto nei
patti parasociali e nei
contratti di servizio.

Come mai è impossibile conoscere il contenuto


di questi documenti?
Criticità delle privatizzazioni: incognita delle vicende societarie
La parte pubblica nelle SpA non
ha il controllo reale sulle
vicende societarie

Aumenti di capitale,
trasferimenti di quote azionarie
e collocamenti in Borsa possono
cambiare la struttura
proprietaria anche in funzione di
interessi estranei al territorio

Per es. nelle Spa miste del


Trentino a fine 2010 è stato
eliminato il vincolo di
“influenza dominante pubblica
locale”
Criticità delle privatizzazioni: spinta inesorabile al profitto
Come fanno
profitti le SpA
nel ciclo
dell’acqua?
Aumentano tariffe
Riducono
investimenti e opere
di manutenzione
Diminuiscono
occupazione e
garanzie dei
dipendenti
Favoriscono crescita
di consumi e sprechi
Una storia dei profitti delle SpA dei SI in Italia

Nel decennio 1986-1995, prima dell’entrata in vigore della


Legge n. 36/1994 (principio della remunerazione adeguata del
capitale nel ciclo dell’acqua) gli investimenti dei gestori (tutti
pubblici) sulle infrastrutture erano 2 mld €/anno.
Nel decennio 1996-2005, con molte gestioni diventate SpA
(spesso aperte ai privati e alcune collocate in Borsa) gli
investimenti sono stati 700 mln €/anno.
Negli anni 1998-2008 le tariffe sono aumentate del 57,2% a
fronte di un’inflazione del 30,2% nello stesso periodo.
In tutti i piani d’ambito gestiti da SpA la previsione dei
consumi di acqua al 2023 vede un aumento del 20%.
Ma già oggi almeno il 30% dell’acqua immessa in rete non
arriva ai rubinetti.
Criticità delle privatizzazioni. E nelle SpA 100% pubbliche?
Si dice che tutto questo non può accadere in
SpA 100% pubbliche su cui gli amministratori
azionisti esercitano la vigilanza

Ma nelle SpA 100% pubbliche i problemi


sono gli stessi che nelle SpA miste
Criticità delle privatizzazioni. Vigilanza sulle SpA 100% pubbliche
La vigilanza degli enti locali
azionisti sarebbe assicurata
dal c.d. controllo analogo.
Ma per essere tale il c.d.
controllo analogo
esigerebbe:
vero potere di direzione e
supervisione;
diritto di veto sulle
questioni principali;
controllo gestionale e
finanziario su singoli atti;
vigilanza sull’attuazione
degli obiettivi;
parità informativa; E secondo la giurisprudenza il
in sintesi, un CdA con poca controllo analogo potrebbe
autonomia. esistere solo per i Comuni con
forte partecipazione azionaria
Criticità delle privatizzazioni. Conflitti di ruolo nelle SpA 100% pubbliche

Potenziali conflitti di ruolo


Nel controllo sulle attività delle SpA affidatarie di
servizi idrici, per es. sulla qualità dell’acqua distribuita,
l’amministratore locale che deve vigilare è in conflitto
con sè stesso nella veste di azionista in attesa di
dividendi
Criticità delle privatizzazioni. Controllo sulle SpA 100% pubbliche?

Dunque né le forme di
vigilanza previste
dalle leggi né i
dividendi garantiscono
che la gestione di
queste SpA sia
veramente pubblica.

Le collettività locali non


hanno comunque nessun
controllo sulla
destinazione dei dividendi
derivati dalla consegna
alle SpA pubbliche dei loro
beni comuni
Criticità delle privatizzazioni. Gestioni clientelari nelle SpA 100% pubbliche

Le SpA di proprietà pubblica


funzionano come soggetti
privati. E perciò

nei CdA ci sono solo soggetti di


nomina politica

il personale è reclutato senza i


vincoli del concorso pubblico

forniture e servizi sono


acquisiti a trattativa privata
senza procedure pubblicistiche
Il carattere delle privatizzazioni nei servizi idrici del Trentino

Una specificità del Trentino: finora il sistema


delle SpA non ha accumulato forti profitti.

Le ragioni sono sostanzialmente politiche e


quindi mutevoli.
Il carattere delle privatizzazioni nei servizi idrici del Trentino

La Provincia ha aperto alle privatizzazioni nel 1993.


Ma vigila sulle tariffe, investe fondi pubblici sulle
infrastrutture idriche, controlla il settore perché i prezzi
all’utente non salgano troppo.
Le SpA occupano comunque il mercato e ottengono forti
profitti in altri settori (rifiuti, energia).
Il carattere delle privatizzazioni nei servizi idrici del Trentino

Noi critichiamo la presenza delle SpA


nel mercato dei servizi pubblici locali
della nostra Provincia

perché anche in Trentino nella gestione di questi servizi


funziona - soprattutto con il sistema delle SpA 100%
pubbliche - un meccanismo che assicura controllo
sociale, manovra del consenso, riduzione dell’autonomia
degli enti locali e riproduzione del potere della classe
dirigente
Il carattere delle privatizzazioni nei servizi idrici del Trentino
L’autonomia gestionale delle
SpA 100% pubbliche
consente partecipazioni
azionarie estranee al settore
di attività.
Le vicende successive alla
costituzione non
garantiscono gli azionisti da

necessità di movimenti di
capitale (senza escludere
l’ingresso di capitali privati);
Neppure in trasferimenti straordinari di
Trentino le SpA risorse;
100% pubbliche coinvolgimento di fronte ad
ci rassicurano eventuali cattive gestioni.
Il carattere delle privatizzazioni nei servizi idrici del Trentino
L’esito finale sembra chiaro
anche in Trentino

Da Cons. Prov., odg n. 105 del


17.12.2009, premesse
Dopo la nascita della nuova
Dolomiti Energia SpA
“seguirà l’apertura del capitale
sociale a soci diversi da quelli
attuali … sia con un aumento di
capitale, sia con la rinuncia del
diritto di opzione da parte di
alcuni soci esistenti, sia tramite
cessione di azioni da parte dei
comuni di Trento e Rovereto o di
altri soci.
La terza fase sarà la quotazione
in borsa.”
La privatizzazione nei servizi idrici tramite SpA 100% pubbliche

Neppure in Trentino quindi le Spa a


partecipazione privata o 100% pubbliche
sono più efficienti o più economiche
delle gestioni comunali in economia
Provincia di Trento. Tariffe usi civili 2001-2009. Confronti tra gestioni.

Le gestioni comunali dirette e


l’ASM di Tione praticano tariffe più
basse
sia nel 2001 che nel 2009
Elaborazioni su dati “Servizi Pubblici di interesse economico”, PAT, 2006 e su Delibere comunali tariffe
Provincia di Trento. Tariffe acquedotto 2001-2009. Confronti tra gestioni.

Le gestioni comunali dirette e


l’ASM di Tione praticano tariffe più
basse
sia nel 2001 che nel 2009
Elaborazioni su dati “Servizi Pubblici di interesse economico”, PAT, 2006 e su Delibere comunali tariffe
Lo stato della
privatizzazione dei
servizi idrici in
Trentino
DOLOMITI ENERGIA SpA
sesta multiutility in Italia, nasce nel 2009 dalla fusione tra
Trentino Servizi SpA (elettricità, gas, rifiuti)
Dolomiti Energia SpA (centrali idroelettriche)
Composizione del capitale sociale AZIONISTI PUBBLICI 61,6
Comune Trento 21,8%
Comune Rovereto 20,3%
Altri Comuni 2,9%
PAT - Tecnofin e FinDol. 16,6%
AZIONISTI PRIVATI 36,4
Fin. Trentina Energia 13%
A2A (inc. Brescia) 7,9%
Fondazione Caritro 5,9%
ISA (Curia di TN) 4,4%
Utilities locali (Stet,
Ags, Air, Acsm Primiero,
ecc.) 5,2%
ALTRI SOCI VARI 2,0
La privatizzazione del ciclo dell’acqua in Trentino
DOLOMITI RETI SpA
Il 17.12.2009 Dolomiti Energia SpA ha conferito il ramo d’azienda
“ciclo idrico” a DOLOMITI RETI SpA, controllata per il 100%
DOLOMITI RETI SpA
gestisce
1227 km di rete idrica
18 acquedotti comunali
(Ala, Albiano, Aldeno, Borgo
Valsugana, Brentonico,
Calliano, Civezzano, Fornace,
Grigno, Lavis, Mori, Nave
San Rocco, Nomi, Roverè
Della Luna, Rovereto, Trento,
Volano, Zambana)
per circa 200.000 abitanti
ALTO GARDA SERVIZI SpA
AGS SpA gestisce
erogazione acqua potabile
a Riva del Garda
acquedotto consorziale
tra Arco, Riva del Garda e
Nago Torbole

AGS SpA
Dati di rete
Serbatoi: 9
Sorgenti: 8
Lunghezza rete 138 km
Pozzi per il pompaggio 3
Altre stazioni pompaggio 4
Le tariffe dei servizi idrici in
Provincia di Trento
La situazione tariffaria in Trentino

Costi per gli


utenti più
bassi che in
buona parte
del paese Infatti
• le risorse sono abbondanti
• le infrastrutture sono
abbastanza adeguate
• la Provincia finanzia
costruzione e manutenzione
delle infrastrutture con
fondi di bilancio
Confronti Italia - Provincia di Trento, tariffe usi civili 2008
Fonte: Cittadinanzattiva - Osservatorio prezzi e tariffe, 2009

In Trentino le tariffe dei servizi idrici 2008


sono per gli utenti mediamente

inferiori del 20% rispetto a quelle italiane


inferiori del 10,4% rispetto a quelle del
Nord-Italia
Confronti Italia - Provincia di Trento, costi reali usi civili
In Trentino la fiscalità
generale abbassa i costi ma "se si considerassero i costi
senza scopo ridistributivo gravanti sulla fiscalità
generale le tariffe sarebbero
pari a circa il doppio”
(PAT, PROGETTO CLIMA
2008, Gestione delle risorse
idriche, diap. 9)

"In alcuni Comuni campione della Prov. TN


la tariffa è inferiore del 50% di quella che
risulterebbe se venissero computati tutti i
costi del servizio; la parte restante viene a
gravare sulla fiscalità collettiva”
(PAT, PROGETTO CLIMA 2008, Previsioni
e conseguenze dei cambiamenti climatici in
Trentino, 2008, 85)
Confronti Italia - Provincia di Trento, costi reali usi degli civili

in Trentino quindi i costi totali dei servizi


idrici possono anche superare quelli medi
italiani e sono in linea con quelli di altri paesi
dell’arco alpino (Baviera, Svizzera)
ma va tenuto conto che

gli standards qualitativi sono elevati


gli utenti serviti sono diffusi su un
territorio vasto
Provincia di Trento. Tariffe usi civili 2009. Importi per persona.
Consumo medio stimato per anno/persona
80 m3 (litri 80.000)
Costo acquedotto 47,7
Costo fisso depurazione 39,6
Costo approssimato fognatura 20,0
Costo medio totale 107,3
Costo medio per m3 1,3

Elaborazioni su dati “Servizi Pubblici di interesse


economico”, PAT, 2006 e su Delibere comunali
tariffe
Provincia di Trento. Tariffe usi civili 2009. Importi per famiglia

Costo acquedotto 119,25


Costo fisso depurazione 99,00
Costo approssimato fognatura 50,00
Costo medio totale 268,25
Costo medio per m3 1,3
Consumo medio stimato
annuo per famiglia
media di 2,5 persone
200 m3 (litri 200.000)

Elaborazioni su dati “Servizi Pubblici di interesse


economico”, PAT, 2006 e su Delibere comunali
tariffe
Provincia di Trento. Tariffe usi civili 2001-2009. Incremento %
Elaborazioni su dati “Servizi Pubblici di
interesse economico”, PAT, 2006
Per 80 m3/anno e su Delibere comunali tariffe

Costo medio
2001 62,9
Costo medio
2009 107,3

Incremento medio
2001-2009
70,5%
Provincia di Trento. Tariffe usi civili 2001-2009.
Medie pesate per residenti/Comuni e incremento %
Elaborazioni su dati “Servizi Pubblici di interesse economico”,
Per 80 m3/anno PAT, 2006 e su Delibere comunali tariffe

Costo medio
pesato 2001 69,91

Costo medio
pesato 2009 113,34

Incremento medio
pesato 2001-2009
62,13%

Aumento 2010 8,9%


Provincia di Trento. Tariffe solo acquedotto 2001-2009
Confronto medie aritmetiche e medie pesate (per 80 m3/anno)
Elaborazioni su dati “Servizi Pubblici di
interesse economico”, PAT, 2006
e su Delibere comunali tariffe
Provincia di Trento. Tariffe usi civili 2001-2009
Confronto medie aritmetiche e medie pesate (per 80 m3/anno)
Elaborazioni su dati “Servizi Pubblici di
interesse economico”, PAT, 2006
e su Delibere comunali tariffe
Alcune Comunità Valle. Tariffe solo acquedotto 2001-2009.
Alcune Comunità Valle. Tariffe usi civili 2001-2009.
Provincia di Trento. Tariffe usi civili 2009. Forbice.
Nei costi totali 2009
rispettivamente per 80 m3/anno
ovvero per 1 m3 si oscilla ad es.
da
Bondo (72,97 - 0,91)
Imer (79,03 - 0,98)
Mori (99,35 - 1,24)
a
Lavarone (184,06 - 2,30)
Segonzano (183,41 - 2,29)
Albiano (176,52 - 2,20)
Gestori
Bondo EC
Imer EC
Lavarone EC
Segonzano EC
Elaborazioni su dati “Servizi
Pubblici di interesse Albiano DR
economico”, PAT, 2006
e su Delibere comunali tariffe Mori DR
Provincia di Trento. Tariffe solo acquedotto 2001-2009. Forbice
Elaborazioni su dati “Servizi Pubblici Costo medio 2001 per 80 m3/anno 21,72
di interesse economico”, PAT, 2006 e Costo medio 2009 per 80 m3/anno 47,21
su Delibere comunali tariffe Incremento media 2009-2001 117,4%
L’incremento aritmetico 2009-2001 si
distribuisce in modo molto disuguale.
Per es. si oscilla da
+ 11,4% (Vezzano, EC) o + 14,3%
(Bieno, EC) o + 52,1,3% (Mori, DR)
fino a
+ 443,1% (Croviana, EC) o + 461,4%
(Ton, EC) o + 201,5% (Nave S.Rocco,
DR)
Esistono anche casi rarissimi di
diminuzioni di tariffa, per es. Rumo EC
(- 27,6%), Tres EC (- 1,4%)
Incremento aritmetico media 2009-2001 tariffe solo acquedotto
Gestioni dirette 120,12%
Azienda speciale Tione 98,54%
Spa 100% pubbliche 82,16%
Spa miste 110,28%
Dolomiti Reti SpA 115,22%
Il quadro normativo
nazionale sulla gestione dei
servizi idrici
Le ultime norme italiane sulla gestione dei servizi idrici.
Sintesi per forme di gestione
Legge n. 142/1990
inserisce le SpA (purché a
prevalente capitale pubblico) tra i
soggetti che possono gestire
servizi pubblici locali

Legge n. 498/1992
i servizi pubblici locali possono
essere gestiti anche da SpA senza il
vincolo della proprietà pubblica
maggioritaria
Le ultime norme italiane sulla gestione dei servizi idrici.
Sintesi per forme di gestione

Nel periodo 2001-2003


è cancellata la possibilità di gestire i servizi
pubblici locali
in economia
tramite le aziende speciali (che già
avevano sostituito le vecchie aziende
municipalizzate)
Le ultime norme italiane sulla gestione dei servizi idrici.
Sintesi per forme di gestione
Le SpA 100% pubbliche
sono state ammesse senza
limitazioni fino al 2008-2009
da fine 2009 sono possibili in
situazioni eccezionali a
condizioni molto difficili
quelle esistenti cessano al
31.12.2011 a meno che non
cedano almeno il 40% del
capitale a soci privati
individuati con gara
Le ultime norme italiane sulla gestione dei servizi idrici.
Sintesi per forme di gestione
Le SpA miste pubbliche-private
sono passate
da una composizione % del
capitale non predeterminata e
dall’obbligo di scegliere il socio
privato tramite gara (2003)
alla necessità di attribuire al
socio privato (sempre scelto
con gara) almeno il 40% del
capitale sociale e comunque
compiti operativi (2008-2009)
Le ultime norme
italiane sulla gestione Tra il 2000 e il 2009
dei servizi idrici. è stata introdotta
Sintesi per forme di
gestione gradualmente la
possibilità di affidare
i servizi idrici

a società e imprese
totalmente private
anche se non
organizzate in SpA
Le ultime norme statali sulla gestione dei servizi idrici
Articolo 23 bis del DL n. 112/2008 come modificato dall’art. 15
del DL n. 135/2009 conv. con legge n. 166/2009
DISCIPLINA ORDINARIA
I SERVIZI PUBBLICI LOCALI SONO AFFIDATI A
imprese o società private individuate con gara pubblica
SpA a capitale misto pubblico-privato in cui il socio
privato sia individuato con gara pubblica, abbia compiti
operativi e una partecipazione non inferiore al 40%
in deroga, SpA 100% pubbliche partecipate dall’ente
locale ove sia impossibile ricorrere al mercato a causa di
situazioni eccezionali di carattere economico, sociale,
ambientale, geomorfologico (previo parere favorevole
dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato
sulla base di analisi di mercato e relazione istruttoria)
Le ultime norme italiane sulla gestione dei servizi idrici
Articolo 23 bis del DL n. 112/2008 come modificato dall’art. 15
del DL n. 135/2009 conv. con legge n. 166/2009

DISCIPLINA TRANSITORIA (1)


le c.d. gestioni in house cessano il 31.12.2011
le c.d. gestioni in house possono essere prorogate
alla scadenza fissata dal contratto di servizio purchè
entro il 31.12.2011 cedano il 40% del capitale a soci
privati selezionati con gara
cessano il 31.12.2011 le gestioni di SpA miste
pubbliche-private in cui il socio privato sia stato
individuato con gara pubblica ma non abbia compiti
operativi connessi alla gestione del servizio (in caso
contrario cessano alla scadenza fissata dal contratto
di servizio)
Le ultime norme italiane sulla gestione dei servizi idrici
Articolo 23 bis del DL n. 112/2008 come modificato
dall’art. 15 del DL n. 135/2009 conv. con legge n.
166/2009

DISCIPLINA TRANSITORIA (2)

gli affidamenti a SpA miste pubbliche-private quotate


in borsa al 1.10.2003 possono essere prorogati alla
scadenza del contratto di servizio purché la
partecipazione pubblica si riduca al 40% entro il
30.6.2013 e al 30% entro il 31.12.2015 (altrimenti
cessano alle date indicate)
le gestioni affidate che non rientrano nei precedenti
casi di soluzione transitoria cessano il 31.12.2010
Le ultime norme italiane sulla gestione dei servizi idrici

Articolo 23 bis del DL n. 112/2008 come modificato dall’art. 15


del DL n. 135/2009 conv. con legge n. 166/2009

DISCIPLINA TRANSITORIA (sintesi)


accelera i tempi affinché tra il 2011 e il 2015 si
adeguino al regime ordinario
le c.d. gestioni in house (SpA pubbliche 100%)
le gestioni di SpA miste pubbliche-private in cui il
socio privato non abbia compiti operativi connessi
alla gestione del servizio
le SpA miste pubbliche-private quotate che non
riducono la partecipazione pubblica al 30%
Le ultime norme italiane sulla gestione dei servizi idrici
Articolo 14 del DL n. 78/2010, Manovra finanziaria 2010,
ulteriore spinta verso la privatizzazione

I Comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti non


possono costituire società
Sono mantenute le società costituite da più Comuni con più
di 30.000 abitanti complessivi
I Comuni con popolazione tra 30.000 e 50.000 abitanti
possono detenere la partecipazione di una sola società
Entro il 31.12.2010 i Comuni indicati mettono in
liquidazione le società già costituite o ne cedono le
partecipazioni
Emendamenti Senato 16.2.2011 al DL n. 225/2010,
Milleproroghe: scadenza dismissioni spostata a fine 2013;
esenzione per Comuni con bilanci in utile 2011-2013
Referendum primavera 2011

Contro una
parte dell’art.
23 bis si
rivolge il I°
quesito
referendario
ammesso
dalla Corte
Costituzionale
Referendum primavera 2011
Se vince il I°
referendum
si ferma il processo di
privatizzazione dei
servizi idrici
si applica il diritto UE
secondo cui non è
obbligatorio gestire i
servizi pubblici locali
ricorrendo al mercato

si aprono possibilità di ripubblicizzazione


[secondo la Corte Cost. non tornerebbero in vita
le regole del 2000 che stabiliscono il ricorso
esclusivo al mercato]
Le norme italiane sulla privatizzazione dei servizi idrici
Legge n. 36/1994 - DLgs n. 152/2006, articolo 154

introducono il
principio della
remunerazione
automatica del
capitale
investito nel
settore dei
servizi idrici
civili
Referendum primavera 2011

Contro le
norme
precedenti si
rivolge il III°
quesito
referendario
ammesso
dalla Corte
Costituzionale
Referendum primavera 2011
Se vince il III°
referendum

il governo e
la gestione
dell’acqua
sono
sottratti alle
logiche del
mercato e
del profitto
Le regole sulle forme di
gestione dei servizi idrici
in Provincia di Trento
Anche in Provincia di Trento avanza la
privatizzazione dei servizi idrici

partita nel 1993, in parallelo


con quella nazionale, ma
senza eliminare le gestioni
dirette e le aziende speciali

proseguita silenziosamente
con affidamenti sempre più
importanti alle Spa

accelerata dagli artt. 22 e 23


della Legge Finanziaria 2011
Le norme della Provincia di TN. Lo Statuto speciale.

Lo Statuto speciale
riconosce alla
Provincia la possibilità
di legiferare quasi
senza limiti su

“assunzione diretta di
servizi pubblici e loro
gestione a mezzo di
aziende speciali”
Le norme della Provincia di TN. La scelta verso il mercato
Ma nel 1993 la
Provincia di TN ha
deciso di introdurre nel
ciclo dell’acqua (e in
altri servizi pubblici
locali) molti elementi
di privatizzazione
pur non essendovi
obbligata,
sottoponendosi al
rischio di subire le
regole statali in
materia di concorrenza
Le norme della Provincia di TN. La legge Finanziaria 2011.

Con gli articoli 22 e 23


della legge finanziaria
provinciale 2011 la
Provincia ha attivato la
vecchia LP n. 6/2004
(finora inapplicata per
mancanza del
regolamento attuativo) e
ha ripreso alcune delle
peggiori norme di
privatizzazione statale
del 2009.
Le norme della Provincia di TN. La legge Finanziaria 2011.
Le norme statali sono
state riprese in un modo
apparentemente illogico
ma coerente con gli
interessi forti in Provincia
sono stati riprodotti i
vincoli statali sulla
gestione dei servizi
pubblici già aperti alle
SpA miste
e sono stati ignorati i
vincoli statali per la
nascita di SpA 100%
pubbliche in house
Le norme della Provincia di TN. La legge Finanziaria 2011.

Si può allora capire perché la


Provincia di TN non ha
impugnato le norme statali
del 2009 davanti alla
Corte Cost.

Non è escluso quindi che quelle


norme siano usate oggi per
accelerare i processi di
privatizzazione in corso in
Trentino
Le norme della Provincia di TN. La legge Finanziaria 2011.

a) indirettamente si
definiscono i servizi
pubblici locali come
servizi di interesse
economico

ma in adeguamento alla
legislazione statale il
servizio idrico è
direttamente definito
come servizio di
interesse economico
Le norme della Provincia di TN. La legge Finanziaria 2011.

b) l’intervento si è
vantato di confermare le
gestioni in economia e
con aziende speciali (già
possibili secondo la
previgente LR n. 1/1993)

ma la legge finanziaria
2011 ha rango identico
alla LR n. 1/1993, quindi
per questo aspetto è stata
sostanzialmente inutile
ed è stata usata in modo
propagandistico
Le norme della Provincia di TN. La legge Finanziaria 2011.

c) nelle SpA a
capitale misto il
socio privato deve
detenere almeno il
40%

si elimina in
Trentino il vincolo
storico sulla
“influenza pubblica
locale dominante”
Le norme della Provincia di TN. La legge Finanziaria 2011.

d) gestioni dirette e aziende


speciali di livello consortile
(per la forma associata) non
sono sostenute con misure
adeguate per la necessaria
ricerca di dimensioni
industriali e economie di
scala

e) anzi, si cominciano a
sottrarre fondi alle gestioni
in economia
Le norme della Provincia di TN sulle forme di gestione del SI
Art. 10 LP n. 6/2004 Art. 44 LR n. 1/1993
servizi pubblici ordinamento Comuni TN-AA
Attivato e modif. dalla LP Finanziaria 2011 Sostituito dalla LP Finanziaria 2011

• gestioni comunali in • gestioni comunali in


economia economia
• aziende pubbliche o enti • aziende speciali
pubblici economici
• imprese private con • imprese private con
affidamento tramite gara affidamento tramite gara
• SpA 100% pubbliche • SpA o Srl 100% pubbliche
(attività prev., contr. analogo)
• SpA miste il cui socio • SpA o Srl “ad influenza
privato (scelto tramite dominante pubblica
gara) abbia almeno il locale”
40%
[affidamento diretto del SI;
riacquisto o trasf. quota]
Le regole principali sui
servizi idrici civili nelle
Comunità di Valle in
Provincia di Trento
Le norme della Provincia di TN sulla gestione dei servizi idrici nelle CV
LP n. 3/2006, "Norme in materia di
governo dell'autonomia del Trentino”
[artt. 8 e 13]

i servizi del ciclo dell’acqua sono


organizzati per ambiti territoriali
ottimali (ATO)
i Comuni organizzano i servizi del ciclo
dell'acqua in forma associata tramite
la CV (se territorio coincide con ATO)
oppure in convenzione (se ATO
comprende territori di più Comunità)

La LP Finanziaria 2011 abilita Comuni


singoli o associati a gestire il servizio
acquedotto anche per aree più limitate
Le norme della Provincia di TN sulla gestione dei servizi idrici nelle CV
LP n. 3/2006, "Norme in
materia di governo
dell'autonomia del Trentino”
[articolo 13, commi 6 e 6 bis]

Gli ATO dei Servizi Idrici sono


definiti nel Consiglio delle
autonomie locali con intesa
promossa dalla Giunta
provinciale

Definiti gli ATO si creano in


Trentino nuove condizioni
per la cessazione dei Servizi
Idrici prodotti dalle singole
gestioni comunali dirette e
dall’Azienda speciale Tione
La gestione dei servizi idrici negli Statuti delle Comunità di Valle
Nessuno Statuto esclude
privatizzazioni dei SI
13 Statuti prevedono di
costituire e partecipare a
SpA per la gestione dei SI
4 Statuti mostrano interesse
per privatizzazione dei SI o
definizione dei SI come
servizi di interesse
economico
4 Statuti ipotizzano di
istituire (e partecipare a)
Consorzi o Aziende speciali
per la gestione dei SI ovvero
prevedono espressamente di
conservare le esistenti
gestioni in economia
Il futuro dei servizi idrici nelle Comunità di Valle del Trentino

Nell’ambito territoriale
della Comunità di Valle il
servizio idrico comunale
perderà autonomia.
Potrebbe in teoria essere
forzato a lasciare la
gestione in economia.

No diffidenza a priori.
Ma la Comunità di
Valle non dovrà
essere un varco per le
privatizzazioni
In Provincia di Trento
sempre più gli interventi sul
territorio prescindono dalla
tutela delle risorse idriche
L’esempio del
progetto “Nuova
ferrovia del
Brennero”
Interferenze con le risorse idriche sotterranee e
superficiali
da Progetto preliminare e Studio fattibilità 2009
Dati riassuntivi
Nei circa 80 km di tracciato in Trentino
120 situazioni di rischio per le risorse idriche
sotterranee
(danni da possibili a probabili/certi)

119 situazioni di rischio per le risorse idriche


superficiali
(danni da possibili a probabili/certi)
L’esempio del
Metroland Circa 170
km di
gallerie in
aree
molto
delicate
con gli
stessi
effetti
sulle
risorse
idriche di
quelle del
progetto
TAV
Le proposte dei Comitati trentini
Per la difesa dell’acqua bene comune
Stop alla gestione dei SI
con SpA miste o pubbliche
Revisione canoni d’uso delle
infrastrutture idriche per le SpA

SI di CV prodotti solo con gestioni


dirette associate in convenzione o
con Aziende speciali consortili ed
esternalizzazioni limitatissime
SI come servizi di interesse generale
sociale esclusi da profitti di mercato e
tenuti al solo pareggio di bilancio
Per la difesa dell’acqua bene comune
Riforma degli usi (concessioni
ridimensionate, no a nuovi impieghi
idroelettrici, MDV nei corsi d’acqua,
imbottigliamento acque minerali)

Recupero alla proprietà pubblica


delle infrastrutture idriche private
(acquedotto Trento-Rovereto)
Revisione del modello tariffario,
quota minima di consumo
gratuito, contrasto agli sprechi

Le collettività verso
l’autogoverno sull’acqua

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