You are on page 1of 5

ElisabettaSerrao

INEDITO IJN RILIEVOPALMIRENO AL MTJSEO NAZIONALEDI NAPOLI

'IM
DA: ESTRATTO
Rivista di antichit Anno III - n. 2 - Dicembrc 1.994

I,

LOFFREDO EDITORE NAPOLI

UN RILIEVO PALMIRENO INEDITO AL MUSEO NAZIONALE DI NAPOLI

Elisabetta Sercao

Nel corso di un progetto di individuazione e ricognizione del materiale epigrafico semitico esistentepresso i depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napolitll stato rinvenuto, presso i locali del vecchio deposito epigrafico, un interessante frammento di rilievo funerario palmireno la cui esistenza non era mai stata rilevata e che risulta di conseguenza, del tutto inedito. Si tratta di un altorilievo in calcare grigio (cm. 38 x 36 x 6 di spessoremedio) raffigurante una testa muliebre accanto alla quale visibile una breve iscrizione in caratteri palmireni (alt. media delle lettere cm. 1,5), molto erosa e pertanto non perfettamente leggibile (fig. 1). Frammenti di questo genere, abbastanza frequenti nella documentazione archeologica ed epigrafica della civilt palmirena, provengono in genere da loculi di monumenti funerari collettivi dalla struttura pi o meno complessat2r, sulle cui lapidi il defunto ritratto a mezzo busto in atteggiamento tricliniare, di saluto o di attesa, in molti casi seguto lateralmente da un'iscrizione incisa o dipinta con nome e patronimico del defunto, tra espressioni convenzionali, eventuali cariche pubbliche o altre diramazioni di parentelal3l. Il rilievo di Napoli appare di buona qualit esecutiva. La parte inferiore andata probabilmente persa - come indicherebbe il tipo di abrasione - al momento del distacco dalla sed originaria; lo stato irregolare ne rende difficile la deduzione del primitivo orientamento assiale; il tipo di calcare comune a molti reperti della medesima classe.La testa mostra i capelli raccolti sopra una fascia frontale decorata: le bande laterali della capigliatura sono rivolte verso l'alto fino a coprire una parte della fascia, la quale sormontata da un turbante che va a confondersi con il modellato della capigliatura stessa. Il diadema mostra lateralmente un motivo geometrico a piccoli rombi; la parte centrale reca ai lati due scalanature verticali al cui centro si trovano disposte, per tutta la lunghezza, alcune piccole perle; il centro presenta un'incisione verticale sul modello di uno stelo vegetale dai cui lati si diramano simmetricamente alcune foglie di palma; tutta l'acconciatura coperta da un velo che poggia direttamente sul turbante. Una datazione sulla base del poco che visibile non sembra facile. L'austerit dell'espressione,l,am-

pia scansionedei capelli e del turbante, la simmetria del velo e gli orecchini "a campana> ascriverebberoil rilievo al primo periodo della scultura palmirena (50150 d.C.); tuttavia, dettagli quali il taglio allungato degli occhi, le guance appena carnose e l'incisione dell'iride porterebbero la datazione verso Ia fine di tale fase se non all'inizio della successiva(150-200d.C.) mentre la decorazione <mista" della fascia frontale, ultima tra le fasi iconografiche di tale ornamento (definite dal Colledge in decorazione piana, a strisce, mista) molto frequente nei rilievi di III sec. Mancano in effetti gli elementi che di norma consentono datazioni pi precise (disposizione del velo, atteggiamento delle mani, presenza di gioielli o di oggetti complementari); se dawero il pezzo collocabile in un periodo compreso fra il 140 e il 170 d.C., secondo il criterio di classificazionedel Colledge - elaborato sui principi considerati datanti da H. Ingholt I4l - il rilievo rientrerebbe nella classeFRA/I-II-Hdp. Essendo i pochi tratti presenti piuttosto comuni, i confronti possibili sono numerosi Isl. L'iscrizione (fig. 2), come la scutura, presenta una serie di difficolt solo in parte dovute alle condizioni della superficie epigrafica, notevolmente pi deteriotllLe ricerche, iniziate nel 1985 con Ia cortese assistenza dell'allora soprintendente dr.ssa E. Pozzi e del prof. F. Vattioni, dopo una breve interruzione sono riprese in collaborazione con il dr. G. Lacerenza e il supporto deloprintendente dr. S. De Caro. A tutti va il mio pi vivo ringraziamento. t2r vedano, in generale, R. Amp H. Seyrig, Recherchers Si dans Ie necropole Palmyre, in Syria {Vfi, -1936, de 229-266;M. Gawlikowski, Monuments funraires de Palmyre, Warszawa 7970; K. Tanabe, Sculptures of Palmyra, I, Tokyo 1986, nrr. '187-217,237-252. I3r Tipologie in M.A.R. Collegdge, The Art ot'Palmyra, London 7976, 67-73; si veda anche K.C. Markowski, La sculpture funraire palmyrnienneet sa t'unction dans l'architecture spulcrale,in Studia Palmyrenskie VII, 1985, 68-117. Iar Ingholt, Studier ooer Palmyrensk Skupltur, Copenhagen 1928; H. M.A.R. Colledge op. cit.,253-264. IsrFra gli altri, cfr. H. Wuthnow, Ein palmyrenische Buste,in R. paret '1935,63-69; (ed.), E. Littmann Orientalistische Studien,Leiden la stele nr. 249 in C. Pietrangeli, Museo Banacco di scultura antica, Rorna 1960, 105 tav. XX; il frammento nr. 40 in M. Gawlikowsk, Palmyre, VIII, Warszawa 1984, 103, tav. LXXXII.17S; il frammento nr. 3 in P. Callieri, Rilieai t'unerari palmireni nella collezioneZel, in AION ArchstAnt VIII, 1986, 230-231,,is. 66.1,.

443

E:

I I I

ElisabettnSerrao

Fig. 1. Napoli, MuseoArcheologico Nazionale: rilieoo palmheno(foto E. Lupoli).

rata rispetto a quella del rilievo. Alcuni elementi (assottigliamento della lastra nel punto corrispondente all'epigrafe, abrasioni superficiali e irregolarit delle lettere) potrebbero far pensare che il rilievo sia stato reimpiegato in antico. Tuttavia iI ductus estremamente incerto o anomalo di alcuni caratteri, le differenze nella profondit d'incisione e l'aspetto complessivamente poco ortodosso della composizione sembrano indici di falsit con buon margine di certezza.

Il testo sembra leggibile come segue: 1. Effigie di 'th[.?] 2. lfiglia di M[.k.?.fi-] 3. glio di Mzlbnl' il (?) 4. [..] amatla] 5. [da tutti.] Ah! slmt' 'th [.?] [br]t m[.k?.b] r mzlbnl' hlz?l t..l hbjbthl [mkl] hbl.

L. 1. Trattandosi di un rilievo di donna, ci si aspetterebbe llmt, femminile costrutto di alm (cfr. DISO. 245); lo stato enfatico slmt', possibile anche se non

444

-,*L

Un rileao palmreno inedito aI Museo Nazionale di Napoli

lgcesTfo/ suggerisce una lettura dell,antroponimo 'th 'th[..]: o sul tema il repertorio di J.K. Staik 161 segnala diversi nomi femminili srt ,th, originariamente un teonimo, come 't','t'm, 'ti, ,tm', <1<*Izt. Ll. 2/3. L'incisione, talvolta poco piir che un graffio, lascia in dubbio il patronimico, forse con tnem iniziale; per br, brt, cfr. DISO. 47-43;per mzbn,,nome maschile frequente, ma qui ricostruito per congettura, la radice zbn, (vendere))I8l. Ll. 4/5. llbjhh mkl formula comune; il verbo da hbb (DISO.81); per ftbl, esclamazione lamento, DISO. g1. di come questo frammento sia giunto presso il _ -Sup".e Museo Nazionale di Napoli potrebbe fors essere d'aiuto per esprimere anche qulche certezzanon solo in merito all'iscrizione ma anche alla sua autenticit complessiva. Dalle ricerche effettuate nulla ancora emerso circa la sua accessione al Museo, sebbene di una inventariazione resti prova nel vecchio bollino di catalogo, illeggibile, sul collo del rilievo. Il mercato antiquario ottocentesco il pi ovvio punto di par_ tenza. E noto, infatti, come fra le antichit mediorien_ tali le iscrizioni e i rilievi palmireni fossero oggetto di attenzione - e quindi ruberie e vendita - a causa della

loro pregevolezza,circostanzasulla quale non mancano testimonianzetel. Come periodo di acquisizione per il momento non si possono formulare ihe ipotes.Il pezzo, che risulta assentenel catalogo GerhardPanofka del 1828t10r nei sedici volumi del Real e Museo Borbonico(1824-1BST), non fu certamente notato da E. Renan, il quale visit i depositi napoletani nel 7872 alla ricerca di materiale orientalistico per il CIS t1li. Il terminus post quem si direbbe quinai it 1.877,anno in cui fu pubblicato l,elenco del materiale epigrafico <orientale> del Museo a cura di G. De Petra t121. Nonostante le incertezze, il rilievo di Napoli suscita interesse in quanto viene ad accrescereil numero delle sculture e delle iscrizioni palmirene esistenti in Italia e, sotto il profilo della storia del collezionismo orientalistico, esso pu forse rientrare nell'elenco di quei frammenti palmireni di origine oscura cui stata aggiunta un'epigrafe per aumentarne il valore: prati-

$\y=vj\
1'l{
tl

lJr"J*
445

, I J 4)--.,l\ I
'. \-f j _-_.-1. -i ,i.r..
Fig. 2. Apografodell'scrizione palmirena.

16r.K. Stark, Personal Names in palmyrene f Inscriptions, London 1977, 47. t7r 'Ath e la sua frequenza nei Su teofori cfr. J. Fvrier, La religion desPalmyrniens, Pars 1937,127-1,34; Stark, op. cit., 107s.; H.T.W. J.K. Drijvers, Thepantheon Palmyra,(EPRO 7C) Leiden 1979,72,75:,q. of t8r D15O. 71.s.; l.K. Stark, op. ct., 30, 94. per come ancora si lamentava M. de Vog nel ' itl!:.": -esempio, 1923, introducendo la sezione del CIS. dedicata ai monumenti palmireni: <...Conamina viatorum adiuvit incolorum cupido. Hi enim e quo viderant nostrates inscriptionum curiosos esse, lucri causa coeperunt imagines defunctorum e sepulcris eruere et pro_ xenetis tradere qui illas in vicinis civitatibs venumdarent aut Eulopam et Americam deportarent> (CIS. II.3, pag. 4); quindi ln j.-B. Chabot, in Chox d'inscriptons de palmyre, pairs 1922, gi: nLa plupart de celles-ci sont encore en place (..-); cependant, celles qui taient graves sur des plaques de marbre ou e pierre faciles emporter ont t enleves et vendues aux voyageurs>; infine I. Browning, Palmyra,London 1979,73:.It was not, howewer, until the dawn of the twentieth century that systematic and scientific archaelogical excavations really began. Up until this time palmyra had been a happy hunting groud for souvenir collectors on ihe grand scale". r10rE.Gerhard, T. Panofka, Neapels antke Bildwerke, Stuttgart_T_ bingen 1828. I11rSutale visita cfr. lo stesso E. Renan, llne nouoelle nscriotion nabatenne trouae Pouzzoles,in JA VII.2, 7923, 366 s. n2r De Petra, Nota dei monumenti G. scrittiorientaliesistenti Museo nel Nazionale di Napoli, in Bollettino italiano degli studi orientali, n.s. l,1,877,76-18.

i]

i' t,
ca non rara ttrl, che fino al principio del secolo ha condotto tali ibridi in tutta Elropa - e qualcuno- an-

I14j negtistati uiitil;rchear Louvre - nonch

des.inscriptions intactsn'en Portentaucune(...). Sur quelques-uns, avec l'espoir de leur donner *U ajoutespar des faussaires' :lt^

[ilir*:: tTf"""f::ll$11?!],

1151 particolare interesse il rilievo pubblicato da G. Markoe in Di Collection Ancient Bronzes,Ceramicsand Seals.The N.M. Heermaneck

D7,z.tss.

nilCfr. J.-B.Chabot,op. cit.,118:<Plusieurs ont bustesfunraires D'autres,qui sont perdu leur inscription,enlevepar une cassure.

Art,Los Angeles ot'AncientNearEastern,Crntral Asiatic,andEuropean 1'981',248, 1307. nr.


t

t i
;

446

You might also like