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GIOVED 16 GIUGNO 2011

URBINO PRIMO PIANO

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LA MEMORIA NON MUORE

Deportati dallospedale. Ricordiamoli


Gli ebrei che vennero catturati dalle SS, furono poi fucilati a Forl. LIsia li onora
ALLINGRESSO dellIsia di Urbino stata posta, su idea del presidente della scuola, Giorgio Londei, una lapide che ricorda gli ebrei catturati dalle SS nel 1944. Con una serie di articoli ricordiamo i personaggi morti e quei tragici eventi. di MARIA LUISA MOSCATI BENIGNI

SIMON WIESENTHAL
NON PER VENDETTA, E NON SOLO PER GIUSTIZIA

ZAKOR - RICORDA, non per vendetta e non solo per giustizia scriveva Wiesenthal ma perch ci che stato pu ancora accadere. Zakor quindi la parola che sovrasta la lapide posta dal Comune di Urbino nel porticato del giardino pensile dellex convento di santa Chiara, ove, sino a qualche decennio fa, era lOspedale Civile, oggi sede del prestigioso Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, lISIA. SEGUONO i nomi degli otto ebrei prelevati dalla polizia nazista dal padiglione l accanto. A dire il vero delle due donne (e forse anche di altri) non sono state trovate le cartelle cliniche di dimissione compilate dallallora primario del reparto di Medicina professor Canzio Ricci, ma i loro nomi ricompaiono a Forl insieme a quelli dei loro congiunti prelevati in Urbino. Inoltre testimonianze dirette raccolte dalla viva voce del dottor Bruno Borgogelli, al tempo giovane medico del reparto, ne danno certa la presenza. Sono per lo pi ebrei stranieri come Loewsztein, Temann, Gottesmann e lintera famiglia Amsterdam, solo il giovane Gaddo Morpurgo ita-

I tedeschi irruppero alle 17 del 12 agosto. La citt venne liberata 16 giorni dopo

liano, di Gorizia, tutti uniti dallo stesso tragico destino. ERANO MOLTI gli ebrei stranieri venuti in Italia allinizio dei primi atti persecutori in Germania, come il rogo dei libri di autori ebrei ordinato dal ministro della cultura Goebbels quando nel 1933 furono dati alle fiamme a Berlino ben quattordici camion colmi di libri. Erano opere di Thomas Mann, di Freud, di Rosenzwaig, di Kafka, di tutti i maggiori esponenti della cultura mittleuropea. Mussolini, a quel tempo, li aveva invitati a rifugiarsi in Italia

ove, assicur, non sarebbe stato loro torto un capello. CREDETTERO alle sue parole e del resto come non farlo? La partecipazione degli ebrei alle lotte per il Risorgimento era stata totale e determinante, sin dal lontano 1797 con lappoggio alle campagne di Napoleone che aveva realizzato la sospirata apertura dei ghetti in tutta la penisola, e poi ai moti del 30 e del 31 e poi ancora nelle guerre di Indipendenza in cui profusero con passione denaro e vite umane. Compatta era stata la partecipazione di cittadini italiani

ebrei alla prima Guerra Mondiale, per la conquista dellUnit dItalia, nella quale seppero conquistarsi medaglie al valore sul campo. Era il 1918, ma appena ventanni dopo, 1938, lItalia fascista ripaga con le Leggi Razziali il loro generoso impegno. Fu cos che i tanti ebrei stranieri finirono in campi di concentramento, o in carcere come in Urbino. Dopo il 25 luglio del 43, caduto ormai il fascismo, avrebbero potuto essere salvati se il re Vittorio Emanuele III, preoccupato di prepararsi la fuga, non avesse dimenticato di abrogare quelle leggi infami che egli stesso aveva firmato. PER COLORO che cercavano di salvarli, il rischio restava alto. Nonostante ci tanti urbinati si prodigarono per la loro salvezza a partire da Concetta Ceccarini Logli, don Dante Lucerna, don Gino Ceccarini... Dopo l8 settembre, nonostante larrivo dei tedeschi in citt, trovarono asilo da tante famiglie, una notte qua una notte l, finch si pens di ricoverarli in ospedale, ritenuto un luogo sicuro. ED E PROPRIO l che alle cinque del pomeriggio del 12 agosto 1944 irrompono le S.S., caricati sul camion in cui si trovavano gi altre due coppie arrestate a Fermignano e a SantAngelo in Vado, vengono condotti a Forl ove saranno fucilati, gli uomini il 5 settembre, le donne il 17. E pensare che appena sedici giorni dopo Urbino sar liberata! 1 - continua

EDIFICIO RICCO DI STORIA A lato, via santa Chiara. Ledificio dellex convento prima di diventare ospedale fu anche sede del Convitto femminile Regina Margherita. Sopra, la lapide che ricorda i deportati: Arthur Amsterdam, Joseph Amsterdam, Sara Jalka Amsterdam, Georg Gottesmann, Joseph Loewsztein, Gaddo Morpurgo, Joseph Temann. In alto, nel tondo Maria Luisa Moscati Benigni

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