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81,9(56,7j GL 5RPD /D 6DSLHQ]D

T ESI N A FI N A L E

i2 t15 4,0000 t14 t13 3,0000 2,0000 1,0000 t12 -1,0000 -2,0000 t11 -3,0000 i9 i8 i6 i4 i5

Abruzzo Calabria Emilia-Romagna Lazio Lombardia Molise

Basilicata Campania Friuli-Venezia Giuli Liguria Marche Piemonte Sardegna Toscana Umbria Veneto

t10

i11

Puglia Sicilia Trentino-Alto Adige Valle d'Aosta

t6 t5 t2 t1 i16

i12 i(14+15)

&RVWUX]LRQH GHJOL LQGLFDWRUL SHU PLVXUDUH LO OLYHOOR GLQWHJUD]LRQH GHJOL VWUDQLHUL QHOOH GLYHUVH UHDOWj WHUULWRULDOL HG DQDOLVL GHO IHQRPHQR WUDPLWH OD &RPSRQHQWL 3ULQFLSDOL H OD &OXVWHU $QDOLVL

Relatore: prof.ssa A.Crescimanni

Candidato: Adnan Kemura

,QWURGX]LRQH
4XDGUR VWRULFR GHOOLPPLJUD]LRQH LQ ,WDOLD Quando si parla di immigrazione dobbiamo considerare che storicamente lItalia stato uno degli ultimi paesi europei, in ordine cronologico, a diventare meta di immigrati. La memoria collettiva fino a qualche anno fa, al contrario, era ancora legata allimmagine dellItalia come paese prevalentemente di emigrazione1. Come conseguenza molte delle strutture ed istituzioni statali hanno agito finora con unimpostazione pi legata allemigrazione che non allimmigrazione. I flussi migratori verso i paesi europei iniziarono dopo la seconda guerra mondiale, quando questultimi, devastati dalla stessa e con carenza di uomini per garantire lo sviluppo delle industrie distrutte, avevano bisogno di braccia straniere. I primi stranieri arrivarono in Italia negli anni 50, ed erano studenti profughi prevalentemente  provenienti dagli altri paesi della Comunit Europea . Si trattava di un numero di circa 150.000  persone . Gi nel dicembre ' il Ministero del Lavoro eman una circolare riguardante "Norme 63 per l' impiego di lavoratori extracomunitari residenti all' estero". Allinizio degli anni 70, dopo decenni di sviluppo industriale durante i quali il bisogno di immigrati (tra i quali cerano anche gli italiani) si era fatto sentire pi forte, i paesi europei maggiormente industrializzati decisero di chiudere le frontiere ai nuovi immigrati, come conseguenza della crisi economica creatasi dopo laumento del prezzo dei prodotti del petrolio. In Italia, subito dopo, inizi larrivo degli immigrati. I primi furono i lavoratori nordafricani e le domestiche etiopi, somale e capoverdiane, nonch lavoratori e lavoratrici dalle Filippine, dalle Isole Seychelles e dalle Mauritius4. Oltre ai lavoratori iniziarono ad arrivare anche rifugiati politici, prevalentemente dal sud America. Fu cos che alla fine degli anni 70 si arriv ad una presenza di circa 300.000 persone immigrate in Italia. Il primo provvedimento legislativo a livello nazionale riguard la tutela dell' ordine pubblico . Nel 1979, il Ministero degli Interni eman una circolare contenente le disposizioni di massima sull' ingresso e sul soggiorno degli stranieri in Italia. Con la legge sullimmigrazione del 1986 si prese atto della presenza di immigrati irregolari: fu loccasione per una prima sanatoria, che  regolarizz la posizione di circa 120.000 immigrati  Con questa legge furono inoltre fornite le linee guida per disciplinare i nuovi ingressi tramite la definizione delle modalit per assumere lavoratori dall' estero, e fu stabilita la programmazione degli ingressi Le sanatorie hanno continuato ad essere uno dei principali strumenti della politica italiana in materia dimmigrazione: il tema dellimmigrazione stato dunque affrontato a livello istituzionale attraverso provvedimenti che avevano carattere di emergenza. Infatti con le ulteriori
Analizzando i flussi finanziari delle rimesse degli immigrati dallestero verso lItalia, cio le rimesse degli italiani emigrati indirizzati verso il loro paese e quelli dallItalia verso lestero, cio dagli immigrati stranieri residenti in Italia, verso i loro paesi dorigine: soltanto negli ultimi anni dello scorso decennio le rimesse dallItalia hanno superato quelle verso lItalia.

Fonte: Sito del Comune di Roma, Centro studi servizi per enti non profit http://www.sportelloetico.com/testi/novita/testi/immigr%20leggi.htm Idem.

Idem.

Legge n.152 del 22 maggio 1975. P. TancrediUniversit di Bologna :http://www.comune.bologna.it/iperbole/immigra/mate/tancredi.htm

sanatorie sono stati regolarizzati rispettivamente con la legge 39/1990 circa 217.000 immigrati ,  con la legge 617/96 circa 259.000 , con il decreto legislativo 113/99 circa 215.000 e con la legge 289/2002 circa 600.000. Il problema del lavoro sommerso non legato esclusivamente allimmigrazione, ma fa parte dei problemi strutturali della societ italiana in alcune aree geografiche e in alcuni settori di produzione. Dobbiamo comunque sottolineare che limmigrazione si concentra proprio l dove la disoccupazione minore, cio dove leconomia tira pi fortemente9. La seguente tabella mostra i cambiamenti attraverso le statistiche degli ultimi anni. Purtroppo i dati a disposizione prelevati da vari sistemi informativi per questa tesina si riferiscono in maggiore parte allanno 2001. Ci mostra la necessit di fare ricerche sullimmigrazione pi aggiornate, anche attraverso tecniche di campionamento.
$QQR   1.512.324 1.850.000 4,2% 834.478 479.330 145.187 16.702 36.627 786.132 726.192 783.414 646.440 19.168 24.325 38.977  2.193.999 2.598.223 4,5% 1.449.746 532.670 146.371 17.318 47.894 1.132.281 1.061.718 1.095.474 1.015.505 35.241 27.459 19.156

3RSROD]LRQH LPPLJUDWD VRJJLRUQDQWH Registrata dal Ministero dellInterno 1.360.049 Stima presenza complessiva, minori inclusi 1.600.000 Incidenza % su residenti 2,8% 0RWLYL GL VRJJLRUQR Lavoro Famiglia Studio+religione+residenza Asilo politico e richiesta asilo altro &DUDWWHULVWLFKH *HQHUDOL Maschi Femmine Coniugati Celibi Vedovi Divorziati e Separati Stato civile Non registrato 800.000 293.865 124.053 5.115 36.336 726.809 635.821 678.342 584.013 14.000 21.289 62.405

3HUFKp JOL LPPLJUDWL DUULYDQR LQ ,WDOLD Sono due i tipi di fattori che influenzano larrivo degli immigrati in Italia. Il primo quello che spinge la popolazione a lasciare un paese, mentre il secondo relativo ai fattori di attrazione di un paese . La teoria della transizione demografica ideata nel 1909, si mostrata storicamente come la pi precisa. La teoria si basa sul rapporto che si crea nel movimento naturale demografico della popolazione tra il tasso di natalit e il tasso di mortalit. Nella prima fase storica entrambi i tassi sono alti (intorno al 50, 60 per mille), condizionati dalle caratteristiche del paese che possiamo specificare come non sviluppato. Nella seconda fase a causa della modernizzazione e dello sviluppo il paese riduce la mortalit ma non la natalit. In questa fase si arriva al boom demografico. Alla fine la trasformazione della societ fa s che cambino le abitudini e il ruolo
Fonte:Sito del Comune di Roma: Centro studi servizi per enti non profit -http://www.sportelloetico.com/testi/ novita/testi/immigr%20leggi.htm Fonte: Sito del Comune di Bologna http://www.comune.bologna.it/ iperbole/immigra/mate/sm/int2_97.htm 9 Cfr. G. Bolaffi, , FRQILQL GHO SDWWR. Di cui autore il demografo francese Adolphe Landry.
   

della donna nella societ; questo comporta ad una riduzione della natalit per arrivare pi o meno ad un pareggio con il tasso di mortalit (tra il 5 e il 10 per mille). Nei paesi a sviluppo avanzato si arriva a registrare un tasso demografico negativo, nel senso che il tasso di natalit pi basso del tasso di mortalit. I paesi in via di sviluppo si trovano nella seconda fase, con un alto tasso demografico naturale positivo, mentre i paesi sviluppati si trovano nella ultima fase con il tasso naturale demografico nullo. Se oltre agli elementi demografici si prendono in considerazione i fattori economici abbiamo un quadro chiaro delle cause dellimmigrazione. A questi due fattori possiamo aggiungere anche le guerre, che provocano ulteriore ondate periodiche di profughi che arrivano nei paesi occidentali in cerca di un migliore futuro. LItalia uno dei paesi economicamente pi sviluppati del mondo, con una posizione sulla scala mondiale che varia tra il quarto e il sesto posto per il valore del Prodotto Interno Lordo PIL, e rappresenta ormai una meta per gli emigranti da tutto il mondo. Daltra parte lItalia si trova nella condizione di avere uneconomia sviluppata ma un tasso demografico naturale nullo o per certi periodi anche negativo: di qui il bisogno crescente di manodopera. La potenza economica dellItalia non basata sulla ricchezza di materie prime, ma alla produzione di prodotti finiti, riconosciuti anche in molti settori a livello mondiale con il marchio PDGH LQ ,WDO\, che non presenta solo la provenienza geografica del prodotto, ma ha acquisito un significato di marchio di qualit per alcuni settori di produzione. La categoria PDGH LQ ,WDO\11 si riferisce alla produzione di beni nei seguenti settori: moda, tempo libero, arredamento, casa, alimentazione mediterranea e relativa meccanica collegata; sono settori in cui stato realizzato un saldo commerciale con lestero attivo negli ultimi 25-30 anni, con significative accelerazioni nellultimo decennio. Proprio nel settore manifatturiero, nellanno 2000, si registrato il maggior numero di assunzioni di immigrati: oltre 115.000, che in termini percentuali corrispondono al  22,6% di tutti gli immigrati assunti nel 2000 . Comunque la percentuale di immigrati assunti cambia da settore a settore, in relazione alla sua crescita o stagnazione. Invece uno dei settori privilegiati per lassunzione degli immigrati e quello domestico. Si sono regolarizzati con lultima sanatoria circa i 330.000 colf e badanti aggiungendosi a quelli del settore domestico che erano circa 150.000 . LItalia si adeguata allo sviluppo tecnologico e allinnovazione applicando il design italiano e contando sulla elevata professionalit della mano dopera e sulla crescente specializzazione degli operai, capaci di adattarsi alle nuove tecnologie ed ai processi produttivi. Oltre alla crescente necessit di mano dopera specializzata, non sempre soddisfatta dai giovani italiani, ci sono molti lavori pesanti o poco redditizi sui quali gli immigrati hanno quasi una esclusiva, come ad esempio i lavori domestici, o pesanti lavori nelledilizia e nellindustria, rifiutati anche dai molti disoccupati italiani. /H SUREOHPDWLFKH H JOL RELHWWLYL Dallintroduzione possiamo bene capire come il sistema economico e produttivo abbia bisogno di manodopera. La manodopera italiana, oltre che insufficiente per soddisfare la richiesta, dalle ultime ricerche ed analisi sembra non essere pi disponibile ai sacrifici che portano con se non solo i lavori pesanti, ma anche i cambiamenti di residenza. La mobilit territoriale per lavoro in Italia scesa sotto l1%13, dato inferiore a quello europeo che si attesta all1,6%. Negli Stati Uniti dAmerica il livello di mobilit lavorativa si attesta intorno al 35%. Secondo una ricerca su un
Fortis Dati INAIL - Osservatorio occupazionale. Gli altri settori che hanno assorbito nel 2000 in maggiore percentuale i nuovi assunti immigrati sono alberghi e ristoranti 15,8%; agro industria - 10,6%; costruzioni 9,9%; attivit immobiliari 8,8%. (Dati 13 Dati tratti ricerca Colori di cielo condotta dall IPRS
 
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campione di pi di 4.000 immigrati residenti nella Provincia di Roma un terzo degli intervistati ha dichiarato di aver cambiato la citt di residenza, dato che mostra come talvolta sia necessario trasferirsi per andare incontro alle necessit del mercato del lavoro. Daltra parte molti immigrati sono pronti ad affrontare qualsiasi rischio per arrivare in un paese occidentale, e spesso durante il viaggio si trovano ad affrontare gravi rischi per la propria vita, pagando profumatamente i viaggi alla criminalit organizzata ( cos rinforzano notevolmente le loro strutture), sia quella del paese dorigine sia quella italiana. E plausibile che a causa di una mancata integrazione economica o di problemi sociali, alcuni immigrati marginali cadano nella devianza, in termini percentuali pi elevati che per gli italiani; ma si sa che da alcuni paesi arrivano persone che sono gi esperte per diverse tipologie di reato, come il furto negli appartamenti, lo spaccio di droga, lo sfruttamento della prostituzione o altro. Oramai stata accertata anche la presenza della criminalit organizzata su base etnica con probabilmente forti legami con paese dorigine. I temi sopra esposti riguardano due situazioni sociali estreme: una relativa allarrivo degli immigrati ed agli aspetti economici ed occupazionali come principali motivi di arrivo per la prima generazione degli immigrati, la seconda il problema della criminalit e della sicurezza. Nel mezzo ci sono tutti gli aspetti sociali relativi alla vita quotidiana degli immigrati inclusi tutti i membri della famiglia. Gli immigrati sono portatori di un bagaglio culturale e di abitudini diverse da quelle italiane. Questo da una parte crea ovviamente le basi per il bisogno di un processo di integrazione nella societ italiana, e dallaltra parte la necessit di politiche che dovrebbero aiutare la piena integrazione degli stranieri ed evitare che si creino situazioni di discriminazione. L integrazione degli stranieri nella vita economica, sociale e culturale di un paese ha un certo peso e pu influenzare lo stile e la qualit della vita sia in senso positivo che in senso negativo. Lobiettivo di questa tesina di indagare quali sistemi informativi e conoscitivi relativi agli immigrati sono disponibili e di tentare di costruire gli indicatori relativi allintegrazione degli immigrati nella societ italiana. In seguito i dati saranno analizzati con le tecniche multivariate con lintenzione di creare un possibile modello interpretativo dellintegrazione degli stranieri a livello regionale.

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Nello studio internazionale (QJLPH citato sopra, viene indicato chiaramente che gli esiti dellimpatto della multiculturalit sulla societ di immigrazione - se cio essa produrr una ricchezza economica aggiunta o se al contrario far crescere i costi dovuti al conflitto culturale, etnico e sociale dipendono in larga misura dalle reazioni e dalle risposte della societ stessa. In Italia si registra a questo proposito un crescente interesse da parte istituzionale al fenomeno dellimmigrazione: sempre pi ricerche si occupano della tematica. I sistemi informativi, anche se non offrono i dati completi, stanno gradualmente migliorando. Purtroppo il differenziale temporale tra i dati rilevabili e quelli attuali a mio parere ancora troppo elevato: nella maggior parte dei casi i dati sono aggiornati al periodo 2000/2001, ma alcuni indicatori che stimo essere molto interessanti per la ricerca sono relativi al periodo 2003/2004, in particolare i dati relativi al successo scolastico degli alunni stranieri ed italiani suddivisi per il grado di scuola. Ritengo che i cambiamenti di queste percentuali non siano 5

rapidi: si pu ragionevolmente assumere che il confronto fra alunni stranieri ed italiani non faccia registrare cambiamenti significativi nellarco di questi pochi anni. La maggiore difficolt stata quella di reperire i dati a livello regionale, operazione che ha comportato una perdita di tempo, poich spesso i dati che si potevano reperire attraverso Internet erano a livello nazionale oppure separatamente per ogni regione. 6LVWHPL ,QIRUPDWLYL I sistemi informativi che ho utilizzato come fonte attraverso Internet sono stati i seguenti: a) Enti preposti appositamente alla raccolta di informazioni a. ISTAT b) Enti che producono informazione come sottoprodotto della propria attivit amministrativa istituzionale: a. sistema Informativo sullimmigrazione e statistiche territoriali del CNEL b. dossier Caritas sullImmigrazione c. INAIL (Banca Dati) d. MIUR (I dati pubblicati sugli alunni non italiani) c) Enti che fanno ricerca autonoma e raccolgono dati DG KRF: a. ISMU b. IPRS Purtroppo molti dati forniti da alcuni Ministeri che potrebbero essere interessanti per la tesina, come ad esempio la numerosit degli stranieri espulsi, sono aggregati esclusivamente a livello nazionale: non sono riuscito a trovare la distribuzione territoriale. Vorrei sottolineare la complessit relativa allanalisi dei dati, in quanto sono le stesse definizioni dei vari fenomeni ad essere imprecise e a creare talvolta difficolt interpretative nella lettura dei dati prelevati. Ad esempio, per valutare lintegrazione di un immigrato lesito peggiore lespulsione dal territorio italiano; la stessa definizione di espulsione per complessa ed pu indicare situazioni molto diverse fra loro. Le fonti spesso non sono precise nel fornire spiegazioni sulla metodologia adottata per la raccolta dei dati. Questo molto grave perch potrebbe cambiare completamente linterpretazione di un dato. Per completare questa tesina non ho avuto il tempo di contattare gli autori delle tabelle dubbie, al fine di chiedere informazioni aggiuntive, come sarebbe corretto fare. ,O 0RGHOOR &RQFHWWXDOH Mi sembra che per valutare lintegrazione degli immigrati nella societ italiana occorra utilizzare statistiche per lo studio della qualit della vita e i relativi modelli concettuali come: livello di vita - tramite gli indicatori di beni e servizi in termini di disponibilit ; stili di vita - tramite gli indicatori di beni e servizi in termini di fruizione. Laspetto soggettivo della qualit che si misura tramite gli indicatori di soddisfazione e di ansiet non stato ancora indagato, se non in alcune ricerche di carattere locale. La base informativa per fare le analisi con questi modelli per quanto riguarda gli immigrati non ancora disponibile. Perci il PRGHOOR FRQFHWWXDOH qui proposto dellintegrazione basato:

a) sugli LQGLFDWRUL JHQHUDOL che non possibile mettere in una delle tre categorie sotto menzionate; b) sugli LQGLFDWRUL GHPRJUDILFL che in qualche maniera dovrebbero misurare larmonizzazione della struttura demografica sul territorio; c) sugli LQGLFDWRUL HFRQRPLFL HG RFFXSD]LRQDOL tramite i quali dovrebbero misurare lintegrazione economica ; d) sugli LQGLFDWRUL VRFLDOL che rilevano alcuni aspetti sociali di integrazione che sia positiva o negativa. In assenza di indicatori soggettivi ritengo che tutti e tre gli indicatori selezionati si possano ricondurre in maniera diretta o indiretta allaspetto economico. Perci posso dire che leconomia sar il collante che mantiene insieme il modello proposto per lanalisi della integrazione avvenuta.

*OL LQGLFDWRUL VFHOWL La percentuale di immigrati residenti sul totale della popolazione residente, la percentuale che ci servir come confronto per creare gli altri indici. Questa sar anche utilizzata come indicatore della presenza degli stranieri sul territorio.

,QGLFDWRUL GHOOLQWHJUD]LRQH
,QGLFDWRUL JHQHULFL (I1) Un primo indicatore positivo di integrazione la percentuale di stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana sul numero degli stranieri residenti nella regione. Ritengo che per la societ italiana sia positivo se gli stranieri acquisiscano la cittadinanza italiana. Finch il tasso demografico naturale in Italia permane negativo, molto probabile che una quota pi alta di cittadini naturalizzati aumenti i benefici economici. E da ricordare che secondo la legge italiana attuale, la pensione che gli immigrati avessero eventualmente maturato verr loro corrisposta dopo il compimento del sessantacinquesimo anno di et, a prescindere dal luogo di residenza. (I2) La percentuale dei ricoverati nelle strutture ospedaliere sembrava allinizio poter fungere da indicatore delle presenze degli immigrati irregolari. Pensavo che la percentuale dei ricoveri dei non italiani negli ospedali poteva darci indicazioni pi precise sul numero degli immigrati, includendo sia i regolari sia gli irregolari, ed in pi forse i turisti e i diplomatici. Per dallanalisi dei dati risultato che la percentuale dei ricoveri degli immigrati rispetto al totale dei ricoveri in alcune regioni inferiore alla percentuale dei residenti stranieri sul totale dei residenti. E un dato interessante che potrebbe segnalarci qualche difficolt che gli immigrati riscontrano nel rivolgersi alle strutture sanitarie oppure si tratta di carenze nella gestione del sistema informativo nel rilevare le presenze degli stranieri. Dal momento che ho riscontrato una correlazione positiva tra questo indice e la percentuale degli infortuni denunciati, sembra che gli stranieri per un certo periodo siano diffidenti verso le strutture sanitarie italiane e vi si rivolgano solo nei casi gravi come gli infortuni o quando serva una operazione. Secondo questa logica la pi alta percentuale dei ricoverati indicherebbe una migliore integrazione in quanto aumenta la fiducia verso il sistema sanitario nazionale.

,QGLFDWRUL GHPRJUDILFL (I3) La percentuale dei minorenni stranieri sulla popolazione straniera residente, un indice che mostra una certa stabilit delle presenze degli stranieri e significa che gli immigrati arrivati per ragioni di lavoro sono stati raggiunti dai loro familiari. Per ottenere il ricongiungimento familiare, gli stranieri devono dimostrare la loro capacit economica di sostenere i membri della famiglia, e il numero dei familiari che possono essere ricongiunti determinato dal loro reddito. Allaumentare di questo indicatore aumenta lintegrazione. Da una ricerca campionaria14 risulta che i figli degli immigrati sono nati in Italia in una percentuale che si colloca tra il 40% ed il 50%, e che la numerosit dei figli in media superiore a quella relativa nei cittadini italiani. (I4) La percentuale dei minorenni stranieri ha particolare importanza, in quanto la struttura demografica italiana tende a spostarsi verso unet sempre pi elevata. Perci le regioni con una percentuale di minorenni stranieri pi elevata rispetto alla percentuale di minorenni italiani, mostra una complementarit rispetto alla struttura demografica pi anziana della popolazione italiana residente nella regione. Un aumento di questi valori indicherebbe una possibile migliore integrazione. (I5) Lindice di vecchiaia, presente nel sistema informativo del Cnel, stato confrontato con lindice di vecchiaia della popolazione straniera, che abbiamo costruito a partire dai dati ISTAT relativi al 14 censimento della popolazione. Lindice di vecchiaia , lo ricordiamo, il rapporto fra la popolazione ultra sessantacinquenne e quella al di sotto dei quattordici anni. Lindice dintegrazione costruito come rapporto tra gli indici di vecchiaia della popolazione residente italiana e quella straniera. Con il crescere dei valori di tale rapporto, si riscontra una situazione in cui il rapporto tra ultra sessantacinquenni e quelli al di sotto di quattordici anni maggiore tra gli italiani che tra gli immigrati: lintegrazione, secondo questa logica, in teoria risulterebbe pi avanzata. Altra possibile armonizzazione si avrebbe se entrambi le popolazioni si avvicinassero al valore 1,0, che per ora poco probabile perch lintera struttura demografica della popolazione immigrata dovrebbe essere diversa. (I6) Sono partito dallassunto che la percentuale di immigrati residenti nella regione da prima del 1992 sia un indice positivo. Laspetto economico che gli indicatori demografici potrebbero indicare che la migliore armonizzazione demografica nel territorio permetta un miglior sfruttamento delle strutture esistenti. Questo significa che se arrivano ragazzi in et scolastica siamo di fronte ad un fatto positivo, perch la diminuzione della natalit in Italia ha come conseguenza la diminuzione delle classi, che verrebbero cos mantenute grazie ai nuovi arrivi; al contrario il numero dei centri per gli anziani rischia di essere insufficiente gi a causa dellaumento della vita media della popolazione, e dunque un numero alto di immigrati ultra 65-enni aumenterebbe il problema relativo alla collocazione degli anziani. *OL LQGLFDWRUL HFRQRPLFR  RFFXSD]LRQDOL (I7) Come abbiamo spiegato nella parte introduttiva della tesina, i motivi economici nella maggior parte dei casi rappresentano il motivo dellarrivo della popolazione straniera. La percentuale degli iscritti allINPS (nel periodo 1999 2003) sul totale della forza lavoro teorica, calcolata come numerosit dei soggiorni per motivo lavorativo, aumentata del 30%. Questa percentuale

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IPRS: I colori del cielo .

pu essere considerata come un aspetto di integrazione che cresce con laumento dei valori dellindice. (I8) Un altro dato economico occupazionale il saldo tra gli assunti ed i licenziati. Lindice rappresenta il rapporto relativo tra la numerosit degli immigrati come saldo (differenza) tra nuovi occupati e licenziati per un periodo di un anno, e lo stesso saldo per i lavoratori italiani. Valori positivi crescenti mostrerebbero la capacit di adeguarsi alle richieste del mercato del lavoro e la capacit di integrarsi con ovvie conseguenze economiche perch gli stipendi percepiti entrerebbero nel conto del PIL nazionale. (I9,I10) Come indice di una integrazione positiva ho considerato separatamente due percentuali: la percentuale degli immigrati titolari di unimpresa e la percentuale di lavoratori iscritti ai sindacati. Mi sembrato che entrambi i dati mostrino una piena integrazione nella vita economica, e forse anche nella vita politica del paese. Certamente le due percentuali potrebbero essere influenzate dalla vita politico-culturale della regione, nonch dalle diverse politiche dimmigrazione, ma quando parliamo di integrazione non possiamo prescindere dalla politica e dalla cultura del paese. (I12) Lultimo dato importante che ho inserito tra gli indicatori economico occupazionali la percentuale degli infortuni denunciati dagli stranieri sul numero totale degli infortuni. Con laumento dei valori di questo indice diminuirebbe il livello di integrazione. Laspetto economico di tutti gli indicatori pi che chiara. Ad esempio e ovvio che aumento di infortuni su lavoro rappresenta un costo per intera societ.

*OL LQGLFDWRUL VRFLDOL (I13) La percentuale degli immigrati detenuti un indice negativo di integrazione. La percentuale degli immigrati detenuti sproporzionalmente pi alta rispetto a quella degli italiani, e indica quanto sia grave e complesso il problema dellintegrazione. Qui vanno evidenziati alcuni problemi relativi allassegnamento dei valori a un territorio: si deve capire se i detenuti in una regione hanno commesso reati sempre nella stessa regione. Un altro aspetto da tenere in considerazione quello relativo alle maggiori difficolt incontrate dagli immigrati ad avere una qualit di difesa allo stesso livello degli italiani. (I14) Il successo scolastico degli alunni stranieri, calcolato come la percentuale degli alunni promossi, confrontato con la stessa percentuale degli alunni italiani ci pare un buon indicatore del livello di integrazione, non solo dei giovani ma anche delle stesse famiglie. In ogni caso, il dato certo che in tutte le regioni e in tutti gli ordini di scuola la percentuale dei non italiani promossi inferiore a quella relativa agli alunni italiani, e la differenza cresce via via che si sale negli ordini di scuola; i dati sono molto differenti nelle diverse regioni. Questo dato potrebbe essere un indicatore delle difficolt che vivono i giovani immigrati arrivati in Italia per scelta dei propri genitori. Lesperienza degli altri paesi di consolidata immigrazione, evidenzia come la seconda generazione di immigrati potrebbe avere una maggiore difficolt rispetto ai genitori nellintegrarsi. Questo fatto sembra non si sia ancora verificato in Italia. Costo economico di ogni detenuto pagato dallintera societ. Dallaltra parte insuccesso scolastico pu portare i giovani allabbandono scolastico formativo. 9

,QGLFL WHUULWRULDOL
Gli LQGLFDWRUL WHUULWRULDOL scelti perch giudicati importanti ai fini di un buona integrazione sono quelli basati sul concetto dello spazio dove entrano gli immigrati. Cos ho diviso gli indicatori dello spazio in quello: a) economico, e b) demografico. Ho poi aggiunto gli altri indicatori territoriali essenziali per misurare come il territorio sia governato: a) dallamministrazione regionale; b) dagli stessi cittadini nel confronto di varie problematiche che si possono presentare sul territorio; c) la presenza della criminalit. ,QGLFDWRUL UHODWLYL DOOR VSD]LR HFRQRPLFR a) Reddito disponibile; b) consumo del carburante pro capite; c) numero delle imprese attive; d) saldo numerico delle imprese; e) esportazioni.

,QGLFDWRUL GHOOR VSD]LR GHPRJUDILFR


a) b) c) d) e)

% degli stranieri residenti; % degli italiani residenti allestero; saldo demografico tra natalit e mortalit; densit della popolazione ab./kmq; rapporto tra numero delle abitazioni e numero delle famiglie.

,QGLFDWRUL GHOOD HIILFLHQ]D GHOOD 3XEEOLFD $PPLQLVWUD]LRQH a) Grado uso posto letto; b) spesa pubblica per abitante.

,QGLFDWRUL UHODWLYL DOOD VLFXUH]]D GHL FLWWDGLQL


a) Denunce per ogni 1.000 abitanti.

$WWLYLWj GHOOD SRSROD]LRQH H WHPSR OLEHUR


a) b) c) d)

Numero delle istituzioni non-profit per ogni 1.000 abitanti; numero dei volontari per ogni 1.000 abitanti; numero dei posti letti per gli anziani nelle strutture; biglietti venduti pro capite per gli spettacoli teatrali, musicali e di cinema.

,QWURGX]LRQH DOODQDOLVL GHL GDWL Lanalisi di dati suddivisa in pi fasi separati, con analisi tramite le Componenti Principali separate tra gli aspetti relativi allintegrazione e gli aspetti relativi al territorio. Cercher di dare una interpretazione delle Componenti Principali che emergono dalla analisi. In seguito le CP saranno utilizzati insieme alla variabile % dei naturalizzati su popolazione straniera residente per la Cluster analisi per raggruppare le Regioni che hanno le caratteristiche simili. 10

$QDOLVL GHOOH &RPSRQHQWL 3ULQFLSDOL Gli indici dintegrazione saranno analizzati tramite analisi dei componenti principali, prendendo come le variabili gli indicatori dintegrazione. Le analisi saranno svolte nel seguente ordine:
a) Statistiche descrittive

Nel caso dei valori mancanti, sono stati presi i valori medi in sostituzione. Ho scelto quella combinazione di variabili (indicatori) tra quelle proposte inizialmente che massimizzano il valore di KMO . Con metodo iterativo, eliminando alcune variabile e sostituendo li con le altre si arrivato allelenco definitivo. b) Analisi della matrice di correlazione tra i fattori e le variabili scelte

Dalla matrice di correlazioni si pu notare che la variabile i1 sulla percentuale dei naturalizzati poco correlata con tutte le altre variabili. In prima versione, visto che essa una delle pi importanti per determinare il livello dintegrazione stata inclusa nel modello sapendo che probabilmente da sola presenter una CP. Invece nelle ulteriori analisi ho capito che questa variabile da sola potrebbe essere utilizzata insieme con i valori delle CP nel costruire il cluster. Al di sotto di questa matrice stata stampata la matrice delle significativit della variabile. Tramite questa matrice le variabile diventano standardizzate.
c) Analisi anti immagine;

Lanalisi tramite anti-imagine ci aiuta a capire quale variabili potrebbero non avere i fattori comuni con le altre variabili e per ci non adeguate per il modello usato. Le variabili che sulla diagonale, che indicano la misura di adeguatezza campionaria, hanno i valori inferiori a 0,5 potrebbero essere non adeguate per il modello. Invece tutti altri valori dovrebbero essere vicino a zero.
Possiamo precisare che la matrice anti immagini mostra la correlazione netta tra le singole variabili. d) Test di KMO e di Bartlett

Il valore di Kaiser-Meyer-Olkin una misura di adeguamento che indica la percentuale di varianza comune per tutte le variabili prese per lanalisi, che potrebbe indicare un comune fattore. Pi si a vicina ai valori di 1,0 meglio . Nel questo caso abbiamo il valore di 0,766 che un valore medio buono secondo H.F.Kaiser. (Psychometrika, vol.39 1974). Invece il test di Bartlett test di sfericit che verifica se la matrice di correlazione una matrice di identit, che significherebbe che le variabili utilizzate non sono correlate. e) Tabella di comunalit

La tabella delle Comunalit indica la percentuale di varianza stimata tramite il numero scelto delle CP di ogni variabile. Dalla tabella delle Comunalit si pu osservare che tutte le variabili scelte hanno una buona percentuale di varianza spiegata. f) Tabella di varianza Spiegata

Invece la tabella relativa alla percentuale della Varianza complessiva spiegata tramite i Componenti Principali indica che con i 5 CP si arriva al 90% della varianza spiegata. Analizzando invece la Matrice di Componenti si pu dedurre che invece bastano le prime 2 perch la 3-a, la 4-ta e la 5-ta non hanno

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niente da aggiungere alle prime due. g) Diagramma di autovalori

Il diagramma di autovalori ci aiuta a scegliere il giusto numero delle CP. h) Matrice di componenti

Questa matrice indica i valori di correlazione tra le CP e le singoli variabili ed la tabella pi importante per interpretare quale significato possiamo dare alle CP. i) Diagramma delle componenti principali

Per avere vantaggio di una presentazione chiara bidimensionale ho escluso la terza CP, che , come avevo previsto, correlata fortemente solo con variabile i1 Stranieri Naturalizzati. Entrambi i componenti indicano i diversi tipi di integrazione. La prima CP da una parte per i valori positivi indicher alta percentuale dei detenuti e degli infortuni con alta percentuale dei minorenni j) Correlazioni riprodotte e residui Questa matrice riproduce le correlazioni ed i residui per la soluzione adottata delle CP ed stima le relazioni se la soluzione di CP fosse corretta. In tale caso i valori dei residui devono essere vicino a zero, mentre i valori delle correlazioni riprodotte saranno vicino i valori osservati.
k) Matrice dei coefficienti di punteggio dei componenti

In seguito i valori dei coefficienti di punteggio delle componenti principali sar salvato e utilizzato per la FOXVWHU DQDO\VLV. Un primo metodo sarebbe quello di utilizzare solo i punteggi dei componenti principali per suddividere in FOXVWHU le regioni. Un secondo metodo sarebbe quello di aggiungere i punteggi delle componenti principali agli altri indicatori territoriali che abbiamo precedentemente menzionato. Per finire i risultati verranno interpretati alla luce del metodo migliore per determinare

&OXVWHU $QDOLVL
E stato applicato il metodo gerarchico , utilizzando il metodo di raggruppamento Ward e le misure di distanza calcolate tramite la Distanza Euclidea Quadratica. Si scelto di cercare la soluzione tra 2 e 5 cluster, e di disegnare il diagramma di Stalattite e Dendogramma.

12

&21&/86,21,
Possiamo concludere tramite le variabili scelte si arrivato al valore di 0.735 del test di KMO. Con le prime due CP si spiega il 68% della varianza. Con la terza CP si arriva al 78% e con la quarta si al 85,7% . Ho utilizzato il radice quadrato dei autovalori delle singole Componenti per trasformare i valori fattoriali in Componenti Principali (come indicato nella letteratura per luso del SPSS software).

Autovalori iniziali Componente 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Totale 5,113 1,695 ,997 ,770 ,451 ,361 ,317 ,159 ,086 ,052 % di varianza 51,125 16,953 9,965 7,695 4,506 3,611 3,167 1,590 ,863 ,524 % cumulata 51,125 68,078 78,043 85,739 90,245 93,856 97,023 98,613 99,476 100,000

Pesi dei fattori non ruotati Totale 5,113 1,695 ,997 ,770 ,451 ,361 ,317 ,159 ,086 ,052 % di varianza 51,125 16,953 9,965 7,695 4,506 3,611 3,167 1,590 ,863 ,524 % cumulata 51,125 68,078 78,043 85,739 90,245 93,856 97,023 98,613 99,476 100,000

* U D ILF R F R P S R Q H Q WL
1 ,0

im p r e s e

0 ,5

d e te n u ti _ p r c _ s t r lu n g a _ p e rm a n e n z a m i n o r i _ d i f f_ s tr _ i t m in o r i _ s t r v e c c _ ra p i n fo r tu n i r ic o v _ i m

CP1 fortemente correlata con maggior numero delle variabili scelte potrebbe significare il livello dellintegrazione. Dalla dettagliata analisi numerica ,e ricordandosi che il valore del CP combinazione lineare dei coefficienti di punteggio dei Componenti Principali, non possiamo concludere che lasse di CP indica una intensit o valore (positiva o negativa) dellintegrazione ma coglie diversi aspetti della integrazione.

2 ' ) 310%($&$#! ' %  "

8 @9 89 5 67 45
0 ,0 - 0 ,5 - 1 ,0 - 1 ,0

s c u o l_ 1 2

s u c _ s c o l_ s u p

-0 , 5

0 ,0

0 ,5

1 ,0

13

Componente 1 i2-Ricoverati str su ricov italiani i4-Differenza minorenni tra str e ital i5-Rapporto tra due indici di vecchiaia i6-Immigrati residenti dal 1991 i9-Titolari imprese su tot FL i11-Infortuni su tutti gli infortuni i12-Detenuti stranieri su tutti detenuti i(14+15) i16-Suc superiore ,812 ,878 ,774 -,717 -,430 ,912 ,795 -,741 ,588 2 ,130 ,265 ,001 ,191 ,699 ,179 ,426 -,103 -,631 3 -,408 ,214 ,522 -,340 ,227 ,154 -,169 ,417 -,244 4 -,015 ,081 ,041 ,423 ,326 -,053 ,182 -,219 -,010 5 ,154 -,106 -,272 -,128 -,143 ,150 ,278 ,288 -,268 6 ,266 -,206 -,033 -,236 ,376 -,021 -,088 ,063 ,187 7 ,050 ,021 ,097 ,273 ,010 ,104 ,117 ,354 ,266 8 ,234 ,072 ,143 ,040 -,070 -,226 -,053 ,069 -,115 9 -,030 ,207 -,141 -,059 ,038 -,100 ,014 ,050 ,070 10 ,066 ,065 -,052 ,052 ,000 ,118 -,152 ,005 -,031

CP possiamo dire che rappresentano lo spazio geometrico sociale dedicato al fenomeno che si crea nel territorio studiato. La prima CP allora rappresenta la maggior parte di tale spazio e cogle tutti gli elementi del fenomeno che dallanalisi risultano importanti. La seconda CP risulta legata di pi ad alcuni singoli aspetti del fenomeno come le capacit imprenditoriali degli immigrati e lo spazio adeguato che trovano nel territorio che gli permette di esprimersi in tale senso da una parte e gli aspetti legati al successo scolastico di adolescenti che possa riflettere sia gli aspetti di integrazione dei giovani immigrati nella scuola e nella societ, sia il rapporto della famiglia di adolescenti con la scuola. Qui pu emergere una connessione tra i due aspetti, in senso che i ragazzi che pensano a iniziare a lavorare pi presto, non cercano dentro la scuola il successo, ma fuori nel mondo di lavoro, e allora lalta percentuale degli imprenditori immigrati potrebbe favorire questo progetto. Contemporaneamente la terza correlazione per importanza di questa CP indica che abbastanza alta correlazione con alta percentuale dei detenuti stranieri nelle carceri, e allora il basso successo scolastico possa significare complessivamente il basso livello di integrazione che porta un certo numero dei giovani immigrati direttamente in braccio della illegalit. La terza CP cogli aspetti legati alla differente struttura per let degli immigrati, che si riflette anche sul successo scolastico dei pi giovani immigrati, da una parte e dallaltra parte gli aspetti legati a lunga permanenza e della legalit. La quarta CP maggiormente legata agli aspetti residuali ,non accolti dalle altre CP, legati a lunga permanenza e al successo scolastico dei pi giovani immigrati.

14

2,0000

Sardegna

1,0000

Valle d' Aosta Toscana

Veneto Trentino-Alto Adige Piemonte Umbria Lombardia

FRPSB

0,0000

Calabria

Sicilia Puglia

Abruzzo Liguria Lazio

Friuli-Venezia Giuli Emilia-Romagna Marche

Molise
-1,0000

Campania Basilicata

-2,0000 -0,5000 0,0000 0,5000

FRPSB

Cos sembra dal diagramma sul che nelle regioni dove prevale il segno negativo della prima CP, (Sardegna, Calabria, Molise,Campania, Sicilia e Puglia in ordine decrescente per valori assoluti) possiamo dire che maggiori implicazioni dellintegrazione stanno nella combinazione (lineare) relativamente alla residenza, alla integrazione degli alunni pi giovani e in parte anche agli imprenditori immigrati, mentre nelle regioni con i valori positivi della 1 CP,(Emilia Romagna, Veneto, Marche, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Trentino AA, Toscana) prevalgono gli aspetti relativi da una parte alla demografia e sanit, dallaltra alla criminalit ed integrazione lavorativa. Il terzo gruppo delle regioni ha il valore della 1 CP vicino al zero (Abruzzo, Lazio, Basilicata, Val dAosta e Liguria), e possiamo dire che le problematiche sopra esposte sono controbilanciate.

Analizzando la posizione delle regioni rispetto allasse della 2 CP possiamo osservare che c una pi netta differenziazione di alcune singole regioni rispetto a tutte le altre. Cos possiamo dire che in Basilicata, Campagna e Marche prevalgono gli aspetti di integrazione relativi alla integrazione dei ragazzi in et adolescenziale ed aspetti occupazionali, mentre a Sardegna in primo luogo, ma anche nel Veneto, Valle DAosta, Trentino AA, Toscana e Piemonte prevalgono nettamente gli aspetti imprenditoriali rispetto a quelli sopra menzionati, mentre in tutte le altre regioni le due principali aspetti dellintegrazione si controbilanciano. La Cluster analisi (Tabella 2.) stata fatta sulla base di 2 CP dellintegrazione e 3 CP territoriali ed stata utilizzata anche la variabile % dei Naturalizzati. In seguito stata fatta la standardizzazione. Ci sembrato che la soluzione con 5 cluster ci da una pi chiara differenziazione tra le Regioni, anche perch sulla base dellanalisi ho abbandonato attraente idea iniziale di suddividere le Regioni in senso chi favorisce e chi non favorisce lintegrazione, che sarebbe un modello tropo semplicistico probabilmente sbagliato. Invece con le 5 cluster sembra che si riesce meglio cogliere i diversi aspetti relativi alla integrazione degli immigrati che prevalgono nelle regioni raggruppate. In sostanza sembra che si creano tre gruppi di regioni con alcune caratteristiche simili, mentre nelle due regioni rimanenti prevalgono gli aspetti molto diversi ed ogni una un cluster a se stesso. 15

*UDILFR FRPSRQHQWL

1,0

imprese_attive
0,5

it_res_es P_letto_anziani

&RPSRQHQWH 

denuncie
0,0

esportazioni

rdt_dis carb_cns

spesa_pub_pro demogr Resid__im

-0,5

-1,0 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0

&RPSRQHQWH 

16

9DULDQ]D WRWDOH VSLHJDWD Autovalori iniziali Componente 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Totale 5,956 1,548 ,781 ,612 ,427 ,380 ,154 ,077 ,044 % di varianza 59,562 15,481 7,806 6,116 4,272 3,803 1,542 ,765 ,438 % cumulata 59,562 75,043 82,848 88,964 93,236 97,039 98,581 99,347 99,784 100,000 Pesi dei fattori non ruotati Totale 5,956 1,548 ,781 % di varianza 59,562 15,481 7,806 % cumulata 59,562 75,043 82,848

,022 ,216 Metodo di estrazione: Analisi componenti principali.

Relativamente alle CP di integrazione possiamo osservare che la prima pi fortemente correlata con gli indicatori che rappresentano aspetti economici del territorio (Reddito disponibile 0,958;Spesa pubblica pro capite 0,843; Esportazioni 0,811; Consumo carburante pro capite 0,796;Posto letto per gli anziani nelle strutture per 1.000 ab. 0,775), aspetti demografici (Residenti stranieri 0,827 , percentuale degli italiani residenti allestero 0,629; Saldo demografico 0,583) e laspetto criminalit (denunce per ogni 1.000 ab. 0,910). La seconda CP e pi fortemente correlata al imprenditorialit (imprese attive / 1.000 ab. 0,701) da una parte e per i CP con i valori negativi alle variabili che sono gi correlate al 1 CP relativi alla demografia e spesa pubblica pro capite. Il terzo CP pi fortemente correlato con il saldo demografico 0,639) e in parte agli aspetti imprenditoriali. Riepilogando possiamo osservare che la prima CP rappresenta la forza economica che per risulta come la forza di attrazione a livello non solo demografico ma anche della criminalit. Secondo CP invece pi forte legato alla attivit imprenditoriale (da osservare che nel caso dei valori negativi della 2 esiste la CP correlazione con gli aspetti demografici relativi alla residenza straniera o al saldo demografico, mentre una parte delleconomia connessa alla spesa pubblica). La terza CP correlata con il saldo demografico).

17

s vfbq d h

s vfb dq

rRpRq d h q s wRqRq d h q s1q d h rRs d q f bqR dq g ts1 dq iFqRq d h i xs1 dq

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Tk m y  s r 1Rq d s q 1` df r i Fq d e r R` df wRs d h s r u `bw d h Rbq d u g bRw d g p bRq d h f w bbq d h i g r

c Hb`U`YURUTRP I HFDB IE a Q a V X W V P I S Q GE C Fq d w i R` df w r R` df w r R` df w w `R df h r f Rts d f g `Fq d f i g s tRs d h R` di h u g bbw d i f i s 1rRq d h s r 1s d h r s1w d e e Rs d h p Rw` du w RwRq d p iFq d h q q R di g f Rts d h f e bs d w Rr Tk s p q y ybf y  y e f p d t Tk b d u 1 R f eF  y e f Ff bf y q y t p ` f s i UFw d r`gR dg RRq bs Fo q q p d T d y Rh y h y F d g bs h r f ` q f yy y y p ` s 1q` dg ub di w f qRRq bUDb s q p s n h i R T k `xs y bf y y R ibts d f s s R1e d y R f e r h w b1 bs Rh bf y q y ` qRRq p q rRs d p q s 1p d f pbF i Fo s h f Rts ` e h FRR y R p`f` di h w i Fe d y T Rh f e RR RF tsRs d h e f h f y R D n d uRbq d h u ubp` dg y T f e y bf y k m bs h q yf Rh T h f e y eR di h r wRRr d h e i R d Ru k h e bf l f y R ddj R bR d rRwRr d p`fR du h y f  y f f y dRRT d i 1g br h Fh  e f y y R gbRq d q eRRp d r y T f e b RR Rf h yy y h x v ts y y p iR di h gRbe d f d R f s

4,0000

Emilia-Romagna Lombardia Toscana


2,0000

Friuli-Venezia Giuli

Lazio

Veneto Trentino-Alto Adige Umbria

Piemonte Liguria Valle d' Aosta Marche

FSB7B

0,0000

Abruzzo

-2,0000

Sardegna Sicilia Puglia Campania Calabria Basilicata

Molise

-4,0000 -4,0000 -3,0000 -2,0000

-1,0000

0,0000

1,0000

2,0000

3,0000

Analizzando i valori della prima CP per le singoli regioni, osserviamo raggruppati le regioni Nord Centro (con Lazio, Marche e Umbria uniti alle regioni del Nord ) e Centro - Sud (con Abruzzo e Molise uniti alle regioni del Sud ). Per i valori positivi della 2 influiscono oltre il tasso delle imprese attive anche la % degli italiani CP residenti allestero e numero dei posti letti per gli anziani. Su tutti i tre variabili menzionati Molise e Lazio rappresentano i poli opposti. Cos Molise ha altissima percentuale degli italiani residenti allestero (22%), contro 2,5% del Lazio, e alto tasso di imprenditorialit (102/ 1.000 ab.) contro 64/1.000 ab. nel Lazio. Anche i posti letti per anziani nel Molise sono quasi tripli rispetto a Lazio. Analizzando le tre variabili contrapposte che influenzano i valori negativi (ma che sono gi correlati pi fortemente con la 1 CP), Lazio e Molise si collocano sulla scala ai poli opposti: Lazio ha 4,6% degli stranieri residenti contro 0,6% di Molise, con saldo demografico positivo (per poco 0,2/1.000) invece quello di Molise negativo (2,6/1.000), e alla fine la spesa pubblica pro capite nella Lazio e tra i pi grandi mentre quella di Molise tra i pi piccoli. Aggregare queste 3 pi 3 variabili un' unica Componente non facile, ma cercher di farlo: Lasse positiva indica labilit imprenditoriale e la proggetualit (forse aiutato dagli residenti allestero con lesperienza e capitale che portano - una ipotesi senza che fossero analizzati ulteriori dati) contrapposto dalla governace territoriale e dal sviluppo del terziario (basato sul saldo demografico positivo, e allora anche la vendita delle case o aumento degli affitti, mentre lalta spesa pubblica potrebbe indicare la presenza degli servizi e sviluppo del terziario). La terza CP principalmente correlata con il saldo demografico, ma linfluenza per i valori positivi pi alti anche delle variabili relative allesportazione e alle imprese attive. Infatti in qualche maniera sottolinea la reciproca influenza di queste tre variabili, perche mostra che necessario raggiungere anche a livello minimo il saldo demografico positivo per avere anche alti livelli di esportazione o attivit imprenditoriale. Cos con i valori positivi abbiamo oltre Veneto e TAA e Valle dAosta anche la Puglia, e Campania. Questa CP ho chiamato leconomia con spinta demografica.

18

z x x w oDyoTv

3,0000

Molise

2,0000

1,0000

Abruzzo Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giuli Toscana Calabria Umbria

FSB7B

0,0000

Basilicata Piemonte Valle d' Aosta Marche Sardegna Veneto Trentino-Alto Adige Puglia

Sicilia

-1,0000

Lombardia Campania

-2,0000

-3,0000

Lazio
-4,0000 -2,0000 -1,0000 0,0000 1,0000 2,0000

FSB7B

FSB,B

FSB7BB

Il grafico con le regioni indicate sulla base dei valori delle prime CP di integrazione e del territorio un modo interessante di osservare il fenomeno studiato e forse ci aiuta a interpretare meglio le analisi in seguito. Anche il secondo diagramma che mette in relazione le seconde CP che colgono gli aspetti di imprenditorialit nella direzione positiva della CP, in entrambi i spazi, quelli di integrazione e di territorio.

19

b1FT1U b o1

` D FRR ` `

`1 ` R D R bRFbR 1Tb v

v Rbob ~~~ } ~ t tbR Fb ` 1 b R v `o txF ` ~~~ } ~ x~ b1F` R b 1 ~~~ t { ~ } tF `U R 1bv `R R `Rbob ~~~ t| { ~ } bR R ~ ~ } ~~ t ~ ~ } ~~ x~ ~ ~ } ~~ t { ~ ~ } ~~ t| {

Qui interessante osservare che non c una tendenza di raggruppamento nel area positiva di entrambi le CP.

FSB,B

FSB7BB

* * * * * * H I E R A R C H I C A L Dendrogram using Ward Method

C L U S T E R

A N A L Y S I S * * * * * *

Rescaled Distance Cluster Combine C A S E Label Num 0 5 10 15 20 25 +---------+---------+---------+---------+---------+

Piemonte 12 8 Valle dAosta 19 Abruzzo 1 Trentino-Alto Adige 17 8 Veneto 20 Sardegna 14 Emilia-Romagna 5 Friuli-Venezia Giuli 6 Marche 10 Toscana 16 Umbria 18 Lombardia 9 Liguria 8 Lazio 7 Calabria 3 8 Sicilia 15 Campania 4 8 Puglia 13 Basilicata 2

20

R vD

R` `D bFR` Rvb1 R Yv v

r t

FvR U vT 1R F` v R`bR` F` 1 ` R`

b F

tb

Rvb `

` ` ` Y

vRU

r x

`RYR v `RY1R r t bFR

r r t r  r x r  r t

Molise

11

0ROLVH /D]LR (PLOLD5RPDJQD )ULXOL9HQH]LD *LXOL /LJXULD /RPEDUGLD 0DUFKH 7RVFDQD 8PEULD %DVLOLFDWD &DODEULD &DPSDQLD 3XJOLD 6LFLOLD $EUX]]R 3LHPRQWH 6DUGHJQD 7UHQWLQR$OWR $GLJH 9DOOH G
$RVWD 9HQHWR

21

U v1 U v H  vv

U v U

4 5 3 3 3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1

 &OXVWHU  &OXVWHU  &OXVWHU   &OXVWHU   &OXVWHU

7DEHOOD  FOXVWHU VXOOD EDVH &3  LQWHJUD]LRQH  &3WHUULWRULDOL i1-Naturalizzati su residenti stranieri CP_integr_1 CP_Integr_2 CP_territ_1 CP_territ_2 CP_territ_3 i2-Ricoverati str su ricov italiani i4-Differenza minorenni tra str e ital i5-Rapporto tra due indici di vecchiaia i6-Immigrati residenti dal 1991 i9-Titolari imprese su tot FL i11-Infortuni su tutti gli infortuni i12-Detenuti stranieri su tutti detenuti i(14+15) i16-Suc superiore t1-Residenti stranieri t2-Redditto disponibile pro capite t5-Percentuale degli italiani residenti allestero t6-Saldo demografico per mille t10-Consumo carburante tonelate /pro capite t11-Spesa pubblica in euro pro capite t12-Denuncie / 1.000 ab. t13-Esportazioni euro procapite t14-Imprese attive / 1.000 ab. t15-Posto letto per anziani nelle strutture /1.000 ab.

    

    

 2,4% 1,8% 5,53 33,5% 5,6% 9,7% 42,7% 12,0% 8,2% 2,1% 13.882,7   0,325  3,6 4.789,0 97,8 5,7



    

 

    

&OXVWHU  0ROLVH    



         

&OXVWHU  /D]LR

     

1,2% -5,3% 3,32 36,1% 3,3% 2,4% 13,8% 16,6% 11,8% 0,9% 9.879,8    0,210  1,7 1.271,1 79,5 1,6

2,8% 4,2% 7,89 29,7% 3,1% 12,5% 41,6% 10,9% 14,7% 3,0% 15.672,4    0,324  5,2 5.789,9 93,3 5,2

0,4% -1,8% 3,31 41,3% 2,5% 3,5% 16,0% 21,0% 7,0% 0,6% 11.329,0   0,190  3,3 1.666,1 102,0 3,4

3,1% -3,8% 3,38 38,1% 2,4% 5,8% 38,0% 11,0% 11,0% 4,6% 14.865,0   0,330  3,1 2.209,1 64,7 1,3

'HVFUL]LRQH GHL &/867(5 In una prima variante sembrava che una soluzione migliore fosse prendere 3 Cluster dove il Lazio sarebbe stato aggiunto alle regioni centrali (di colore verde) e il Molise alle regioni del Sud, ma le caratteristiche peculiari di queste due regioni, tra loro molto differenti, mostrano come lItalia sia divisa tra Nord , a sua volta diviso in due cluster, e Sud tramite due cerniere (Lazio e Molise), che non hanno carattere transitorio tra Nord e Sud, ma tutte le caratteristiche che fanno di queste due regioni Cluster separati. Ho gi sottolineato che per classificare i cluster sono stati utilizzati i due CP che caratterizzavano l integrazione nelle regioni italiane e le tre CP che mostravano alcune caratteristiche del territorio importanti per valutare le effettive possibilit di integrazione per gli stranieri, ed in aggiunta lindicatore di integrazione ottenuto tramite la percentuale degli stranieri naturalizzati. Per le diverse caratteristiche di 6 variabili le ho standardizzato e proseguito con la clusterizzazione gerarchica. Il risultato mostrato a livello grafico e tabellare nella pagina precedente. Il commento conclusivo segue: Prima analizzeremo le caratteristiche principali di ogni cluster e poi le similitudini e le differenze tra il 1 e il 3 Cluster, nonch tra gli altri. ,O &OXVWHU rappresenta la parte ricca dItalia basato sullesportazione e sullalto tasso dimprese attive. La spesa pubblica a livello medio mentre il saldo demografico vicino allo zero, ma ancora negativo. Tra tutti i cluster ha il pi alto numero di posti letto per gli anziani, e un numero medio alto di denuncie totali, ma con un alto tasso di detenuti stranieri (20 volte la relativa % dei residenti). In questo contesto territoriale, dove i residenti stranieri sono il 2,1% e i naturalizzati stranieri il 0,9%, un terzo degli immigrati sono di lunga permanenza, con la pi alta percentuale di titolari dimprese. I problemi dei giovani sembrano pi presenti tra i pi giovani che tra quelli in et adolescenziale. Lalta percentuale

22

degli stranieri infortunati potrebbe essere legata pi alla tipologia di lavori che fanno che alla poca comprensione o integrazione lavorativa. La percentuale dei ricoverati stranieri supera quella dei residenti probabilmente proprio a causa degli infortuni sul lavoro. Il rapporto di vecchiaia pi alto della media indica una giovane et degli immigrati, ma con una numerosit dei figli leggermente superiore a quella degli italiani. Potremmo definire i processi dintegrazione molto dinamici e sotto alcuni aspetti in conflitto con le caratteristiche territoriali, mentre sotto altri aspetti integrativi molto positivi come l alta percentuale dei titolari delle imprese (pi che doppia rispetto alla percentuale dei residenti) e bassa percentuale degli adolescenti non promossi (rispetto agli alunni italiani). Ci sembra a livello di proiezione che un aumento della spesa pubblica, magari sotto forma di investimento nelle infrastrutture o nelle altre opere, insieme ad un aumento del livello di naturalizzazione, potrebbero far crescere sia leconomia sia lintegrazione degli stranieri. Dobbiamo tenere conto dei problemi della criminalit legata allimmigrazione, ma non solo, anche della sicurezza sui luoghi di lavoro. Un altro elemento importante sarebbe capire lalta percentuale degli alunni stranieri delle scuole medie ed elementari che soffrono della non promozione, pi di quelli in et adolescenziale. Da sottolineare che la Sardegna fa parte di questo cluster.
FOXVWHU VXOOD EDVH &3  LQWHJUD]LRQH  &3WHUULWRULDOL Infortuni/Residenti Detenuti/Residenti  4,59 20,27  2,75 16,08  4,17 13,84 &OXVWHU  0ROLVH 5,65 25,81 &OXVWHU  /D]LR 1,25 8,21

&OXVWHU Q 6XG Il territorio che dispone di minori ricchezze sul territorio rispetto agli altri cluster. Il reddito disponibile pro capite al livello del 63% di quello del 3 Cluster, mentre lesportazione pro capite appena superiore di un quinto a quello nel 3 Cluster. Il saldo demografico positivo solo in questo cluster. Anche la percentuale degli italiani residenti allestero pi alto di tutti, il 9,5%. In questo spazio economico ridotto anche le presenze degli immigrati minore il 0,9% sono residenti stranieri. La percentuale dei minorenni stranieri pi bassa dei minorenni italiani di pi di cinque punti percentuali. Il rapporto di 2,75 tra gli infortunati e i residenti stranieri forse potrebbe essere influenzato dalle alte quote di lavoro in nero. Comunque anche il rapporto dei detenuti e dei residenti stranieri migliore rispetto alle Cluster nordiche. La percentuale degli stranieri titolari di imprese mantiene una buona quota di 3,3%. La percentuale degli immigrati di lunga permanenza abbastanza alta, 36%, ma alta anche la percentuale degli alunni, in primo luogo quelli pi giovani, che in confronto agli alunni italiani non sono stati promossi. Anche se questo cluster mostra diverse caratteristiche territoriali con meno ricchezza, lintegrazione degli stranieri anche se un processo dinamico sembra che sia in meno conflitto con la realt territoriale. &OXVWHU la spina dorsale nordica dellItalia , il pi ricco territorio nazionale con il pi alto reddito pro capite disponibile, la pi alta esportazione pro capite e anche un alta spesa pubblica. Il saldo demografico negativo, pi basso di tutti i cluster con il 4% degli italiani residenti allestero. Le denuncie per 1.000 ab. sono anche queste pi alte, mentre il 5,2 dei posti letto per anziani indicano una buona JRYHUQDQFH e uso dei soldi pubblici. Gli stranieri residenti sono il 3,0% mentre quelli naturalizzati sono solo il 0,7%. Vari indicatori mostrano un integrazione di migliore qualit rispetto al 1 Cluster, ed in primo luogo il rapporto tra la percentuale degli stranieri detenuti e di quelli residenti, anche se alto 13,8 molto pi basso dello stesso rapporto nel 1 Cluster. Anche il rapporto tra gli infortunati ed i residenti pi basso che nel 1 Cluster, ma abbastanza alto, 4,17. La percentuale degli immigrati di lunga permanenza appena sotto il 30%, invece molto alto il rapporto tra lindice di vecchiaia della popolazione italiana e di quella straniera indicando che l et degli immigrati molto giovane, con la numerosit dei minorenni superiore quasi del 5% a quella dei minorenni italiani. Il problema scolastico pi presente nellet adolescenziale che tra gli immigrati pi giovani. La percentuale degli stranieri titolari di imprese decisamente inferiore rispetto al 1 (ma anche 2 Cluster. Dalle analisi limpressione che i ) processi di integrazione sono dinamici con una migliore governance del fenomeno rispetto al primo cluster. La struttura della popolazione straniera pi giovane di tutti gli altri Cluster. Una particolare attenzione si dovrebbe dare all integrazione dei ragazzi nelle scuole superiori che mostrano una sofferenza relativa alla promozione di fine anno.

23

&OXVWHU Q  0ROLVH ha solo il 0,6% dei residenti stranieri, ma tra loro il 2% ha ottenuto la naturalizzazione. Il reddito pro capite disponibile e l esportazione pro capite pi bassa dei Cluster del Nord e del Lazio, ma pi alto del Cluster n.2 quello relativo al Sud. Il saldo demografico negativo, accompagnato dallalta percentuale degli italiani residenti allestero , il 22%, la percentuale dei minorenni italiani supera la percentuale dei minorenni stranieri del 1,8%. In questo cluster abbiamo la pi alta percentuale degli immigrati di lunga permanenza, ma purtroppo anche il rapporto tra i detenuti ed i residenti stranieri pi alto tra tutti i cluster ed arriva al 25,8. E alto anche il valore del rapporto tra gli infortunati e i residenti , uguale al 5,65 il peggiore di tutti gli altri. La percentuale degli stranieri titolari di imprese 2,4% come nel Lazio ed il pi basso degli altri tre cluster. Un altro dato preoccupante che il 21% degli alunni pi giovani sono stati meno promossi rispetto agli alunni italiani della stessa et, mentre nel caso delle scuole superiori tale percentuale uguale al 7%. Qui si potrebbe trattare di problemi relativi alla seconda generazione degli immigrati, che in Italia ancora non hanno trovato la conferma come in altri paesi europei. Comunque tutti i dati relativi allintegrazione sono in qualche modo contraddittori ed difficile trarre una conclusione univoca senza ulteriori approfondimenti. &OXVWHU Q  /D]LR, mostra contemporaneamente la pi alta percentuale degli stranieri residenti, il 4,6% e tendenze integrative assolutamente positive, con il rapporto tra gli infortuni degli stranieri e i residenti stranieri uguale quasi a uno (1,25), e con il rapporto tra i detenuti e i residenti , alto, ma minore di tutti i cluster, uguale a 8,2. Anche i problemi scolastici sono bilanciati e mostrano che l11,0% degli alunni stranieri non sono pi promossi rispetto agli alunni italiani, che una percentuale che potrebbe diminuire ma non sembra allarmante. Il tasso di imprenditorialit pi basso (ma i dati relativi agli ultimi 2-3 anni mostrano un aumento delle imprese). Un dato relativo al territorio che sembra molto basso, quello dei posti letto nelle strutture per gli anziani ed particolarmente basso se si considera lalta spesa pubblica pro capite. Limmigrazione di lunga permanenza uguale al 38% , mentre la percentuale dei minorenni stranieri pi bassa di quella degli italiani del 3,8%. Anche il rapporto di vecchiaia indica che gli immigrati del Lazio sono pi maturi rispetto ai cluster del Nord, ma il tasso di naturalizzazione pi basso di tutti i cluster, appena il 0,5%. Comunque il Lazio riesce a mantenere il saldo demografico appena sopra lo zero con il 0,2 per mille.

24

&OXVWHU N PHGLH La &OXVWHU DQDO\VLV ha indicato con il metodo Gerarchico che la numerosit dei cluster dovrebbe essere tra 3 e 5. Con le dette numerosit decise in anticipo si applicata la &OXVWHU DQDO\VLV con il metodo delle k-medie, standardizzando le 7 Cp e la variabile relativa alla naturalizzazione. Ritengo che la soluzione a 4 Cluster sia migliore rispetto a quella con 5 cluster, anche perch nella seconda soluzione il quinto cluster composto da ununica Regione, il Molise. Per daltra parte le distanze tra i centri dei cluster aumentano nella soluzione a 5. Cos la massima distanza aumenta grazie alla distanza tra i cluster 1 e 5. Possiamo dire che la soluzione con 4 cluster pi facile da interpretare, come si vede dal diagramma Radar o meglio Iride, invece la soluzione con 5 cluster forse pi corretta ma anche pi difficile da interpretare. Comunque ritengo che sia istruttivo confrontare le due interpretazioni, perch cos si capisce bene anche come le scelte tecniche, relative alla metodologia e agli strumenti tecnici usati, influenzino lanalisi del fenomeno e le conclusioni.
'LVWDQ]H WUD L FHQWUL GHL FOXVWHU ILQDOL 1 2,551 3,690 2,769 1 3,307 3,731 2,815 4,043 2 3,307 2,667 2,641 1,934 2 2,551 3,660 3,069 3 3,731 2,667 2,877 2,389 3 3,690 3,660 2,815 4 2,815 2,641 2,877 3,327 5 4,043 1,934 2,389 3,327 Cluster 1 2 3 4 Cluster 1 2 3 4 5 4 2,769 3,069 2,815

Operer la prima analisi a partire dal grafico Radar, dove si possono osservare tutti i valori standardizzati delle Componenti principali per i singoli cluster. Il diagramma rappresenta lo spazio a 8 dimensioni che indicano tutte le Componenti Principali. Tramite la procedura che ho esposto vengono rappresentate tutte le variabili che influenzano significamene i CP, pi la variabile relativa alla naturalizzazione degli stranieri. Il problema di questa analisi che se gi difficile interpretare precisamente il significato di una CP, ancora pi complesso risulta interpretare il significato di tutte e 8 le CP. Perci sembra pi facile analizzare i valori delle medie e della deviazione standard delle variabili iniziali nei loro rispettivi cluster per capire le differenze tra i singoli cluster. Mi sembra che il miglior modo di procedere sia di combinare i due metodi, quello dellanalisi dei singoli cluster sulla base dei valori delle CP con i valori delle variabili.
n 5 6 9 10 12 16 17 18 19 20 1 2 4 13 15 7 8 3 14 11 Regioni Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giuli Lombardia Marche Piemonte Toscana Trentino-Alto Adige Umbria Valle dAosta Veneto Abruzzo Basilicata Campania Puglia Sicilia Lazio Liguria Calabria Sardegna Molise Cluster 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 3 3 4 4 5 Distanza 2,67354 2,046456 1,2627156 2,2704665 0,9610579 1,2893325 2,7259141 1,7899524 1,5735305 2,0194472 2,1810501 2,0117592 1,9127684 1,1239957 1,2943124 1,8954552 1,8954552 1,6037073 1,6037073 0 n 5 6 9 10 12 16 17 18 19 20 1 2 11 3 4 13 14 15 7 8 Regioni Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giuli Lombardia Marche Piemonte Toscana Trentino-Alto Adige Umbria Valle dAosta Veneto Abruzzo Basilicata Molise Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Lazio Liguria Cluster 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 3 3 3 3 3 4 4 Distanza 2,67354 2,046456 1,2627156 2,2704665 0,9610579 1,2893325 2,7259141 1,7899524 1,5735305 2,0194472 1,5684754 2,2035336 2,3902458 1,7954854 2,2222158 1,4823824 3,0772151 1,2639987 1,8954552 1,8954552

25

 b1R U `U

 b1R v `

r UHv ` 1 b1`R 1H U U

0HWRGR GL &ODVVLILFD]LRQH &OXVWHU NPHGLH VROX]LRQH D  &OXVWHU

&OXVWHU  &3 6WDQGDUGL]]DWL  'LDJUDPPD 5$'$5

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1R U `U

-1,5

-0,5

0,5

-2

-1

26
 R U `U   R U `U   RU U U

4 Cluster 3 Cluster 2 Cluster 1 Cluster

 RU U U

$QDOLVL WUDPLWH 5$'$5 ,5,'( Il diagramma radar ci permette di vedere con un solo sguardo tutti i valori medi delle CP per ogni cluster diverso. Cos la forma del radar ci indica quali fenomeni legati allintegrazione degli immigrati sul territorio si verifichino nelle diverse regioni. E chiaro che i diagrammi radar delle regioni che appartengono allo stesso Cluster saranno pi simili tra loro che non quelli delle regioni di Cluster diversi. Ho preparato questi grafici e si possono analizzare in seguito. ,O SULPR &OXVWHU comprende le regioni che per tutte le CP standardizzate assumono i valori tra 0 e 1, ci indica che tutti gli aspetti principali del fenomeno sono presenti ed in particolare i valori di entrambe le prime CP (CPIntegrazione e CPTerritorio) sono positivi e uguali circa a 1,0. Le caratteristiche del semiasse positivo di CPI1 sono le caratteristiche demografiche della popolazione immigrata; per il confronto con la popolazione locale bisogna considerare i problemi relativi all integrazione lavorativa(i11) e a quella sociale (i12 e i16). Invece il semiasse positivo di CPT1 caratterizzato pi dagli aspetti economici, imprenditoriali e dalla presenza contemporanea della criminalit. 1XPHUR GL FOXVWHU GHO FDVR
i1-Naturalizzati su residenti stranieri i2-Ricoverati str su ricov italiani i3-Minorenni stranieri su str residenti i4-Differenza minorenni tra str e ital i5-Rapporto tra due indici di vecchiaia i6-Immigrati residenti dal 1991 i7-Iscritti inps su FL i8-Saldo occupazionale su tutti saldi i9-Titolari imprese su tot FL i10-Iscritti sind su tyot FL i11-Infortuni su tutti gli infortuni i12-Detenuti stranieri su tutti detenuti i12b-Detenuti rapporto i14-Scuol elementare i15-Suc media i16-Suc superiore 15 i(14+15) t1-RESIDENTI str t2-Redditto disponibile pro capite t3-Densit di popolazione per kmq t4-Rapporto tra le abbitazioni disponibile e numerosit delle famiglie t5-Percentuale degli italiani residenti all' estero t7-grado di uso posto letto t8-Numero delle associazioni non profit su 1000 abitanti t9-Numero dei volontari su 1000 abitanti t10-Consumo carburante tonelate /pro capite t11-Spesa pubblica in euro pro capite t12-Denuncie per ogni 1.000 ab. t13-Esportazioni euro pro capite t14-Imprese attive / 1.000 ab. t15-Posto letto per anziani nelle strutture per 1.000 ab. t16-scolarizzazione t6-Saldo demografico Media 0,0073 0,0017

Dev. std.

Media 0,0145 0,1771 0,0140 4,4500 0,3420 0,6180 0,2448 0,0254 0,3084 0,0427 0,1800 20,0467 0,0300 0,1167 0,1567 0,0087 10.940,0 84,3000

Dev. std. 0,0140 0,0085 0,0166 1,3427 0,0615 0,0770 0,0815 0,0164 0,1164 0,0225 0,0529 5,5649 0,0173 0,0723 0,0462 0,0053 1.136,6 30,4702

Media 0,0067 0,0074 0,1614

Dev. std. 0,0021 0,0016 0,0236

0,1557 0,0046 3,9000 0,3655 0,4418 0,0221 0,1863 0,0640 16,9900 0,0400 0,0600 0,1250 0,1000

0,0179 0,0473 0,7354 0,0219 0,0745 0,0028 0,1184 0,0085 5,1760 0,0141 0,0212 0,0141

0,6653 0,1621 0,0330 0,2165

0,1174 0,1745 0,0119 0,0523

0,4642 0,1212 0,3035 0,0206 0,1660

0,0975 0,1123 0,1814 0,0069 0,0654 11,6879 0,0416 0,0537 0,0020 344,8 134,2466 0,1382 0,0332 0,0684 1,0472 18,9834 0,0354 2.255,9 0,4953 530,9 5,6071 0,6168 8,6474

0,0291 164,4300 1,2597 0,0397 0,7641

0,0058 97,1013 0,2180 0,0230 0,0587

0,0089 10.072,2 207,5520 1,3555 0,0814 0,7052 3,1085 33,8604 0,2300 9.999,0 1,7540 1.038,8 77,8840 1,6340 83,9800

1,2840

3,2590 32,2095 0,2200 10.551,0 2,9400 2.801,0

1,2343 10,2277 0,0520 7.051,5 0,9205 1.349,0

4,0322 49,0183 0,3150

4,2550 2.222,3 74,2300 3,8850

1,5910 18,6 13,4916 3,7265

2,5967 93,8667

0,7457 1,1590

Questo indicatore non rappresenta la percentuale degli alunni stranieri di scuola elementare e di scuola media bocciati di pi rispetto agli alunni italiani, ma stata presa la loro somma come un indicatore.

15

27

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89,1300

8,2160

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29.834,3

5.028,1

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0,0228

0,0940 0,0840

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0,0145

0,1249

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Media 0,0064 Dev. std. 0,0025

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(i caratteri blu sono stati utilizzati per quelle variabili che non sono state considerate significative per le Componenti Principali; i caratteri rossi rappresentano le medie minime tra tutti i cluster, invece quelli in nero e blu in grassetto sono i valori massimi tra tutti i cluster.) Dallanalisi tabellare dei valori delle singole variabili e operando un confronto dei dati ottenuti con i valori della stessa variabile relativa agli altri Cluster, risulta tra le variabili relative alla struttura demografica, che il 20,5% degli stranieri minorenne, rispetto alle percentuali oscillanti tra il 15 e il 17% degli altri cluster. Un altro valore mostra ancora di pi gli aspetti relativi alla struttura dellet: nel primo Cluster la percentuale dei minorenni nella popolazione straniera del 4,1% superiore alla percentuale dei minorenni nella popolazione italiana, mentre in tutti gli altri Cluster la percentuale dei minorenni superiore nella popolazione locale. Questo indica che limmigrazione del cluster 1 quella gi consolidata con una famiglia e un adeguato reddito per poterla mantenere. E strano che proprio nello stesso cluster ci sia la minore percentuale dimmigrati (il 28%) di lunga permanenza, dal 1991 in Italia, rispetto al 34%-38% nei Cluster 2,3 e 4. E possibile che le istituzioni si siano gi accorte che il saldo demografico relativo al Cluster 1 basso, uguale a meno 1,6%, e che la struttura giovanile degli immigrati potrebbe essere una scelta demografico economica che potrebbe aiutare un migliore sviluppo economico del territorio. Laltra caratteristica del primo Cluster la capacit economica (reddito disponibile di circa 15.500 euro), esportazioni (circa 6.200 pro capite) lattivit imprenditoriale (97 imprese attive per 1.000 ab.) e il consumo di carburante pro capite, accompagnata dallattenzione della popolazione italiana verso il sociale con 85 volontari ogni 1.000 abitanti, il doppio rispetto agli altri Cluster. Ancora: il numero pi elevato di associazioni no-profit e anche una buona gestione della ricchezza con 5,975 posti letto per anziani ogni 1.000 abitanti: anche questi indici sono il doppio rispetto ad altri cluster. Contemporaneamente agli aspetti positivi sopra menzionati si verificano anche alcuni fenomeni negativi, pi evidenti in questo cluster che in altri: il 45% dei detenuti straniero; c il pi alto numero di denunce (4,65 ogni 1.000 ab.) e la percentuale di infortuni accaduti a stranieri molto alta, il 13,8% di tutti gli infortuni circa il doppio rispetto ad altrove, il che potrebbe essere influenzato anche dalla tipologia dei lavori svolti dagli stranieri. ,Q RJQL FDVR OLPSUHVVLRQH q FKH OH FRQGL]LRQL GLQWHJUD]LRQH GHJOL VWUDQLHUL QHO WHUULWRULR VRQR SL VLPLOL QHO 1RUG G,WDOLD FKH FRSUH TXDVL FRPSOHWDPHQWH LO SULPR FOXVWHU

28

6f

6g

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R R 6

6d

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Y d R V h)R T 6

6V

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3,0000 2,5000 2,0000 1,5000 1,0000 0,5000 -0,5000 -1,0000 -1,5000 -2,0000

Y2 D Q H F `1 P XVWAB7 P Q T 1 8 6 U H 7 R2 D Q H A 7 8 7 5 8 2 A C C A 1 @ 9 6 8 6 5 12 1 S1 P IFGE1 D B7 430

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diD R c 4D )iD V R dD q R iD e 4D iD c R RiD p R R `D

Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giuli Lombardia Marche Piemonte

Toscana Trentino-Alto Adige Umbria Valle d' Aosta Veneto

,O VHFRQGR &OXVWHU raggruppa le regioni nelle quali entrambe le prime CP hanno valori negativi; occorre ricordare che il semiasse negativo del CPI1 si spiega al meglio facendo riferimento agli aspetti relativi ad unimmigrazione di lunga durata e allalto tasso di imprese attive con titolari stranieri, nonch con il successo scolastico degli stranieri pi giovani. Il semiasse negativo della CPT1 si spiega invece con il saldo demografico negativo e lalta percentuale di emigrazione. Daltra parte questo cluster ha unalta correlazione con i tassi di naturalizzazione positivi e con la componente principale T2 che descritta tramite la correlazione residua con landamento del saldo demografico accompagnato dal tasso delle imprese attive. 6L WUDWWD GL UHJLRQL FRQ SURFHVVL GLQWHJUD]LRQH PROWR GLQDPLFL H FRPSOHVVL PRYLPHQWL PLJUDWRUL FKH YDQQR LQ HQWUDPEH OH GLUH]LRQL. Le regioni del secondo cluster sono Abruzzo, Basilicata e Molise: presentano il pi alto tasso di naturalizzazione (1,4% di stranieri) ed il pi elevato tasso di emigrazione (circa il 14% di residenti allestero). Invece sorprende che proprio in questo cluster si riscontrano i risultati scolastici peggiori per gli alunni stranieri, dove stato promosso il 16% degli alunni stranieri in meno rispetto alla popolazione locale.

W W W W W W W W

W 4,0000 3,0000 2,0000 1,0000 -1,0000 -2,0000 -3,0000

1L

L

L L L L L L L

W

L

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$O TXDUWR &OXVWHU, nel grafico sopra messo a confronto con le regioni del secondo cluster, appartengono il Lazio e la Liguria. Le due Componenti Principali, la CPI4 e CPT1, sono rappresentate particolarmente bene nel grafico IRIDE riepilogativo dei cluster. Le caratteristiche della CPT1 sono la ricchezza, lattivit economica e la presenza della criminalit; invece quelle del semiasse positivo della CPI4 sono limmigrazione di lunga durata e gli aspetti residuali legati alla struttura dellet della popolazione. Unaltra caratteristica delle regioni appartenenti a questo cluster una forte correlazione con le semiassi negative di CPI3 e CPT3, vale a dire con gli aspetti legati sia alla struttura per let sia al saldo demografico, nonch la connessione dellimmigrazione con la criminalit. Lattivit delle imprese e lintegrazione degli immigrati pi giovani sono altri processi importanti in queste due regioni.

29

s i e gux  wwB wisg S e s y v j x s y d s h s s f  ux s x w`wi wiSux wur s d v v t s v x y x t y s s v y v t s


Abruzzo Basilicata Lazio Liguria Molise

Sono le regioni del Sud dItalia ad essere raggruppate QHO &OXVWHU . Le regioni del Sud hanno i valori medi delle prime CP, quelli territoriali e dintegrazione, negativi e quindi pi bassi di tutti altri cluster. Questo mostra come gli aspetti riferiti al saldo demografico, per questo cluster unico positivo, e allemigrazione da una parte siano legati alla presenza di immigrati di lunga permanenza al sud. C da dire che risulta che sono molto attivi immigrati nel campo dellimprenditoria, ma anche capacit di trovare nuove opportunit lavorative in quel contesto territoriale. Processo dintegrazione al Sud sembra che procede ma non senza problemi di integrazione per la popolazione pi giovane, quella che frequenta la scuola elementare e la scuola media: forse vengono cos individuati i problemi relativi alla seconda generazione di immigrati, situazione gi vissuta in altri paesi europei con una maggiore esperienza nel campo dellimmigrazione. Il saldo demografico si presenta sotto la veste della terza componente territoriale e si abbina alla vivacit delle imprese presenti sul territorio.

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Lidea di fare la tesina sullargomento dellintegrazione degli immigrati incrociandolo con alcune variabili descrittive riferite alle diverse realt territoriali, o pi precisamente con alcune regioni dItalia, nasce da un documento scritto dal sottoscritto nel 2000, che ho trovato abbastanza attuale e utile per introdurre largomento. Sono partito dai dati che ho potuto trovare nei diversi sistemi informativi reperibili tramite Internet. Ho ipotizzato un modello di indicatori che in qualche modo descrivessero nella maniera pi esaustiva possibile il fenomeno dellintegrazione degli immigrati nel tessuto economico sociale locale. Ho dunque ipotizzato quattro diversi gruppi di indicatori: generici, demografici, economico-lavorativi e sociali. Usando il software SPSS ho operato unanalisi delle Componenti Principali utilizzando tra le variabili raccolte quelle che risultavano pi significative per le CP. Ho cos ottenuto una CP per ogni diverso settore degli indicatori che concettualmente formavano il modello dintegrazione, ma ho preferito utilizzare tutte le variabili relative allintegrazione per massimizzare gli effetti del metodo delle CP da una parte, e le variabili legate al territorio per le altre CP dallaltra. Nel primo caso le quattro CP hanno coperto l86% della varianza totale, utilizzando le 8 variabili che massimizzavano la KWO che risultava uguale a 0,766. Cos ho perso alcune variabili che sembravano interessanti, ma dal punto di vista

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matematico-statistico non offrivano vantaggi per lanalisi, non sono state quindi prese in considerazione per calcolare le CP. Nel caso delle variabili territoriali sono state utilizzate 11 variabili con le quali si ottenuto il KMO e di Bartlett uguale a 0,768, mentre le tre CP coprivano l 82,85% della varianza complessiva. Queste sette variabili insieme alla variabile di percentuale degli stranieri naturalizzati sono state standardizzate e utilizzate per lanalisi Cluster, prima con il metodo gerarchico e successivamente, dal momento che la prima analisi cluster indicava una soluzione di 4 o 5 cluster, di nuovo lanalisi Cluster con il metodo k. Purtroppo era rimasto il dubbio su quale soluzione fosse la migliore. Ragionando ho scelto la soluzione a 4 Cluster come quella migliore, e su questa ho lavorato e dando ulteriori spiegazioni; in ogni caso ho predisposto anche le analisi statistiche e grafiche della soluzione a 5 cluster (vedi allegato), senza per ulteriori commenti. Unaltra questione da affrontare era se considerare il Molise come Cluster a s, o cercare altre regioni da poter raggruppare. Mi sembrava che Abruzzo e Basilicata mostrassero somiglianze abbastanza forti per sceglierli come un unico cluster. E da precisare che il primo Cluster identico per entrambe le soluzioni e copre tutte le regioni del Nord tranne la Liguria, che con il Lazio costituisce un Cluster a parte; mentre il Centro Sud ulteriormente diviso tra le tre regioni gi menzionate (Molise, Basilicata e Abruzzo). Possiamo dire che al Nord il fenomeno dellintegrazione degli immigrati stranieri nelle realt territoriali pi omogeneo rispetto al Centro Sud, dove alcuni particolari aspetti si differenziano di pi rispetto alle altre regioni dItalia. Sono due i risultati della ricerca che ritengo importanti: il primo che non possiamo analizzare il fenomeno in chiave positiva o negativa ma solo in maniera complessa, tenendo presente tutte le forme molteplici che spesso si presentano contemporaneamente in un territorio. Il secondo che sarebbe opportuno indagare pi profondamente alcuni fenomeni, ad esempio linsuccesso scolastico degli alunni immigrati nelle regioni (con alti valori della seconda componente principale dintegrazione) possa essere messo in relazione a problemi di marginalit o al contrario con laspirazione ad entrare nel mondo del lavoro il pi presto possibile. Sembra che le regioni che appartengono al primo e al terzo cluster soddisfino la condizione menzionata. Ritengo che unanalisi basata sui concetti esposti in questa tesina potrebbe rappresentare un utile strumento di monitoraggio continuo che sulla base delle statistiche reperibili potrebbe indicare tempestivamente i settori ed i territori dove si dovrebbero fare le indagini campionarie pi profonde tramite i questionari composti appositamente per tale occasione.

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