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Matera e la sua collina

I PAESAGGI DELLANIMA

Matera - vista dei Sassi

Montescaglioso - Abbazia San Michele Arcangelo

MATERA E DINTORNI Ambienti, paesaggi, colori, suoni, borghi si alternano in questa zona della Basilicata. Scrittori, poeti, artisti, e il grande cinema non hanno saputo resistere al suo potere ammaliatore, sottrarsi alle sue atmosfere, restare sordi ai racconti della sua gente. Colline arse o campi di grano ondulati dal vento, uliveti e solitarie le masserie fortificate ne segnano l'orizzonte. Improvvisi cambi di colore annunciano boschi fitti, attraversate da strade e tratturi. Anfratti nel terreno si trasformano in grotte affrescate e, sui colli, i borghi con i loro campanili e torri osservano distratti. Un viaggio a Matera (H4)e nei Sassi un'esperienza unica. Percorrendo le sue vie si smarrisce la percezione del tempo. Gi in epoca neolitica era abitata. Sullaltipiano murgico sono ancora visitabili i villaggi preistorici e le caverne che fungevano da abitazione alla popolazione dellepoca. Percorrere i due antichi rioni, Sasso Caveoso e Sasso Barisano. Si intraprende un viaggio emozionale. Matera una delle citt pi antiche del mondo e visitandola si attraversa la storia delle civilt e dell'uomo. La Cattedrale del XIII secolo sovrasta la Civita, nucleo originario della citt, e si affaccia su una parte dei Sassi in cui case, vie, grotte, tetti, chiese sono concatenate in un sistema armonico. Le chiese rupestri presenti sul territorio sono oltre 150, molte delle quali finemente

affrescate. Tra tutte la Cripta del Peccato Originario, con dipinti del IX secolo. A partire dal X secolo gruppi di pastori si insediarono sulla Murgia materana, abitando le grotte o scavando la morbida roccia. Con la crescita della popolazione si creato un articolato impianto urbano basato su un sistema di raccolte delle acque. Era "magnifica e splendida" per il geografo El Idrisi nel XII secolo, salubre e ben protetta per il cronista Eustachio Verricelli nel 1595, fu descritta come l'inferno di Dante ma anche come una citt bellissima, pittoresca e impressionante da Carlo Levi. Dopo essere stati dichiarati, dall'Unesco, Patrimonio dell'Umanit, i Sassi sono ritornati a nuova vita. La gente ha ricominciato ad abitare e vivere negli antichi rioni. Matera divenuta una location cinematografica, Pasolini, Gibson, Tornatore, sono solo alcuni dei tanti registi che hanno scelto il Materano come set e ambientazione delle loro pellicole. Seguendo una strada che fiancheggia il Parco delle Chiese Rupestri si arriva a Montescaglioso (I5) la cui origine si attesta fin dal VII secolo a.C., definito anche il paese dei monasteri. Gli insediamenti monastici, le sue chiese e cappelle, sono esempi delle ricca presenza monumentale, impreziosita da palazzotti e portali. Il complesso pi imponente l'abbazia di San Michele Arcangelo, uno dei siti monastici di spicco del meridione. Il numero

elevato di stanze fa capire quanto numerosa e importante fosse la presenza dei monaci nellabbazia benedettina. Il ciclo di affreschi nei due chiostri e nella biblioteca, le tele nella chiesa e la presenza di manufatti artistici fanno del monastero un piccolo scrigno. Proseguendo lungo la via tra il Bradano e Basento si incontra Pomarico (H5). Il centro fu fondato, nel IX secolo dagli abitanti fuggiti dalla vecchia e originaria Pomarico ( V secolo a.C.) dopo che il luogo era stato pi volte attaccato e distrutto dai Saraceni. Da visitare il Palazzo Donnaperna di fine Seicento, la chiesa madre di San Michele Arcangelo della met del '700, e la chiesa di Sant'Antonio da Padova, annessa all'ex convento, ora sede del comune. Proseguendo verso la valle del Basento spicca Miglionico (H5) e il suo imponente castello. La citt si dot di mura prima con i bizantini e poi con i normanni. Nel periodo aragonese, il castello prende il nome di Malconsiglio o della congiura dei baroni poich nelle sue sale, nel 1485, si incontrarono tutti i baroni del regno per contro Ferdinando I d'Aragona, re di Napoli. Fu anche feudo di Ettore Fieramosca, eroe della disfida di Barletta. La chiesa di Santa Maria Maggiore conserva il meraviglioso polittico di Cima di Conegliano del 1499.

LA VIA APPIA Sicuramente la via pi famosa dell'antichit intorno alla quale molti centri sono nati o si sono sviluppati. Fino agli anni '70 del XX secolo era ancora una delle strade pi importanti della Basilicata e collegava tra loro i due capoluoghi, Matera e Potenza. Su questo tratto, lungo le alture che costeggiano il fiume Basento, si trova Grottole (G5). Fu feudo dei longobardi fino al anno mille, i quali edificarono il castello di cui ormai visibile solo la torre centrale. Qui si effettuava, nel medioevo, la pi importante fiera dedicata ai maiali della fascia jonica. Da visitare sono la chiesa Madre di Santa Maria Assunta, con convento domenicano e il Santuario di Sant'Antonio Abate, risalente al periodo medioevale, situato sull'altopiano di Altojanni. A pochi chilometri sorge Grassano (F5), luogo di briganti e di cavalieri. Era una delle commende pi importanti e ricche appartenute per secoli ai cavalieri di Malta. Nell'era fascista, vi fu confinato per un breve periodo lo scrittore e pittore Carlo Levi. Nel suo libro Cristo si fermato ad Eboli scrisse:Grassano mi pareva quasi ricchezza, e la maggiore vivacit della gente, il diverso dialetto, con i suoi rapidi suoni pugliesi, mi davano l'impressione di essere quasi in una citt piena di vita. Nel centro storico nel punto pi alto del paese ecco la Chiesa Madre, in origine una cappella

Irsina

Ferrandina

del ben pi ampio castello di propriet del commendatore di Malta . Alle spalle si trovano i Cinti, una serie di antiche cantine e neviere scavate nella collina. Risalendo la valle del Basento, attraverso una natura vigorosa, appare Tricarico (F5) citt arabo-normanna, paese del sindaco poeta Rocco Scotellaro che si schier dalla parte dei contadini. Gi abitata dai longobardi, con la presenza di una cittadella fortificata, divenne in seguito, tra il IX ed il X secolo, roccaforte araba e successivamente citt fortificata bizantina a cui seguirono i normanni. Da visitare la cattedrale di Santa Maria Assunta, voluta da Roberto il Guiscardo , le numerose chiese e conventi, le porte della citt fortificata con le torri, il palazzo ducale e i numerosi palazzi nobiliari. Retaggio ancestrale anche il carnevale che in questa comunit si ripete con maschere di tori e mucche che richiamano i riti della fertilit. Proseguendo si arriva a Irsina (F4) uno dei paesi pi antichi della Basilicata. Venne invasa e distrutta dai saraceni, ricostruita dai longobardi e contesa dai bizantini e normanni. In seguito angioini, aragonesi e potenti casate si sono sempre interessate a questa citt .Nel 1799 ader ai moti repubblicani, innalzando l'albero della libert e conobbe il fenomeno del brigantaggio. Il borgo antico un piccolo gioiello in cui risalta la Cattedrale di Santa Maria Assunta: costruita nel XIII secolo e rifatta

nel 1777. Conserva, tra i molti manufatti di pregio, la statua marmorea di Sant'Eufemia. L'opera oggetto di controverse tesi. Attribuita al Mantegna o a Pietro Lombardo stata esposta alla mostra del Mantegna a Mantova e al Louvre di Parigi. Di pregio la chiesa di San Francesco, del XII secolo, con affreschi di scuola umbro-senese; particolari sono i bottini, un sistema idrico ideato dai romani per portare l'acqua alla popolazione. BOSCHI E CALANCHI, terre di briganti, santi e scrittori Attraversando la vallata del fiume Basento e salendo i colli che portano verso l'interno, uno dei primi centri che si incontra Ferrandina (H6). Le sue origini partono dal 1000 a.C. Anticamente il suo nome era Troilia, mentre la sua acropoli-fortezza si chiamava Obelanon (Uggiano), i cui resti sono visibili a poca distanza dall'attuale centro. Il nome Ferrandina fu voluto da Federico d'Aragona in onore di suo padre, re Ferrante. Era nota per la felandina, un tessuto in lana, molto apprezzata e richiesta nel Regno di Napoli. Ferrandina prese parte ai moti del 1820-21 e del 1860. Qui, nel marzo del 1862, Carmine Crocco, a capo dei briganti, affront e distrusse una compagnia dell'esercito piemontese. Una serie di monumenti arricchiscono il borgo: la chiesa Madre di Santa Maria della Croce (VII secolo), i complessi monastici di Santa Chiara

e di San Domenico (1517), il convento di San Francesco (1614). I suoi uliveti sono rinomati per la qualit dell'olio e delle olive infornate. Addentrandoci nel bosco, dopo aver superato i resti del castello abbandonato di Uggiano, si entra nel territorio di Salandra (G5) citata da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia. L'odierno abitato risale invece all'epoca normanna. Nel 1799 partecip attivamente ai moti per la Repubblica Partenopea con l'innalzamento dell'albero della libert. Nel 1861, durante il brigantaggio, Salandra fu assaltata dai briganti che con l'aiuto del popolo entrarono in paese. Rilevante il convento dei Padri Riformati (XVI sec. d.C), oggi sede del municipio, un tempo seminario e universit di Teologia. Le sue stanze videro manifestarsi l'opera di padre Serafino da Salandra, poeta e scrittore che compose la tragedia sacra Adamo caduto, pubblicata nel 1647, da cui John Milton prese spunto per la sua opera Il paradiso perduto. Da vedere anche la chiesa di Sant'Antonio che in stile romanico, conserva numerose opere di interesse artistico, la chiesa Madre edificata tra l'XI ed il XII secolo, ricostruita nel 1800 e i resti del castello, risalente al XII secolo. Costeggiando la valle si arriva a Calciano (F5). Un luogo ai confini con il parco di Gallipoli Cognato. Da sempre sotto l'influenza di Tricarico e governato da diversi feudatari, partecip attivamente al

brigantaggio. Molti erano, infatti, i briganti che provenivano da Calciano. Tra i beni architettonici si notano la chiesa della Rocca (XIII secolo-XIV secolo), e la chiesa Madre di San Giovanni Battista (XVI secolo). A qualche chilometro dall'abitato troviamo la chiesa Maria SS. di Serra Cognato risalente al 1100 in cui San Guglielmo da Vercelli e San Giovanni da Matera si ritirarono in meditazione. Seguendo un percorso interno che non ha eguali come paesaggio si arriva a Garaguso (F5). Nel suo territorio si scoprono importanti reperti che documentano una cultura indigena dall'et del ferro al V secolo a.C. e la successiva ellenizzazione. Un percorso circondato da ulivi introduce a Oliveto Lucano (F5), situata ai piedi del Monte Croccia, dove visibile un' importante area archeologica di una citt lucana. Di epoca medioevale il castello di cui sono visibili solo le mura. Anche ad Accettura (F6) giunsero le antiche genti provenienti dal centro lucano di Monte Croccia. Circondata dai boschi, il rapporto con la natura filiare. Ogni anno ad inzio di giugno si celebra il Maggio, arcaico rito agreste di fertilit. Appartenuta al feudo di Montescaglioso, pass di casato in casato. Interessanti la chiesa dell'Annunziata in stile barocco, edificata su un edificio pre-esistente e la chiesa Madre di S. Nicola del XVI secolo. San Mauro Forte (F6) risale all'epoca normanna, presumibilmente al 1060, il suo nome deriva da un antico Convento

Calciano - veduta sulla valle del Basento

Tricarico - attimi di carnevale

benedettino intitolato a San Mauro e intorno al quale si svilupp l'abitato,a cui si aggiunse Forte dopo che il paese riusc a respingere le bande di briganti. Cirigliano (F6) , invece, da sempre centro di produzione cerealicola. Nei suoi dintorni sono visibili i resti di almeno tre mulini ad acqua. Oggi conserva i caratteri di un borgo medioevale: viuzze, palazzi, torri e mura di cinta. Nel centro del paese si erge un imponente castello feudale con la sua suggestiva torre ovale e lannessa cappella dellAddolorata. Molto in uso nelle costruzioni antiche la "pietra di Cirigliano", tuttora estratta dalle sue cave e lavorata dagli artigiani. A poca distanza dal paese si pu ammirare la grotta dedicata alla Madonna e scavata nella roccia viva da un brigante pentito. Celebre l'antichissimo Carnevale fatto di maschere antropomorfe e riferimenti agresti.Proseguendo il viaggio nel Materano si incontra Gorgoglione (F6), centro risalente al Mille compreso nella contea di Montescaglioso, del poderoso castello oggi restano solo alcuni ruderi. Da citare la chiesa Madre di Santa Maria Assunta originariamente in stile romanico e trasformata in stile barocco, Il Santuario della Madonna del Pergamo a pochi chilometri dal paese, esistente gi nel 1100, e la grotta dei briganti utilizzata come dimora dai briganti. Tra i calanchi appare Aliano (G7). Cos Carlo Levi, qui confinato durante il ventennio

fascista, descrive il paesaggio:"spalancai una porta-finestra, mi affacciai a un balcone, dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e, venendo dall'ombra dell'interno, rimasi quasi accecato dall'improvviso biancore abbagliante. Sotto di me c'era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l'infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d'occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco". Alla sua morte l'artista ha voluto essere seppellito, tra coloro che considerava la sua gente. Le varie grotte abitate fin dalla preistoria, ospitarono i monaci basiliani. Ma la sua storia si lega al mondo contadino che Levi descrisse nell'opera Cristo si fermato ad Eboli. A Carlo Levi dedicato il Museo storico, in cui sono conservati documenti dell'artista relativi al periodo di confino, che insieme alla casa dove visse, ripercorrono le vicende legate al periodo di permanenza dell'artista torinese. Nelle vicinanze si trova Stigliano, nel cuore degli appennini lucani, (F6) fondata dai Lucani e divenuta possesso dei vari popoli succedutisi, greci, romani, longobardi. Con gli Angioini divenne capoluogo di regione. Il convento di Sant'Antonio del XVII secolo presenta una chiesa con facciata barocca e un imponente campanile arabeggiante. La chiesa madre sorta, nel XVIII secolo, su una chiesa preesistente, mostra anch'essa una

Il Carnevale Ogni anno, a Carnevale, ripetono riti antichi che si richiamano i cicli della vita e della natura. A San Mauro Forte, l'inizio del Carnevale segnato dalla sfilata dei portatori di campanacci che fino a notte fonda percorrono le viuzze del paese, A Tricarico, le maschere tradizionali dei tori e delle vacche, vestite di nero con con drappi colorati, girano per il paese accompagnati dal massaro. Il marted grasso il pupazzo del Carnevale viene bruciato nella piazza, e il fumo del rogo si confonde con il profumo della salsiccia alla brace venduta per strada. Il Carnevale di Cirigliano molto antico e risale al XIII secolo. Le maschere dei mesi e delle stagioni, insieme a preti e pastori, accompagnano la "Quaremma" nel corteo funebre che segue la bara del Carnevale, accompagnata dal suono dei campanacci. Ad Aliano, nell'ultima domenica di Carnevale, di scena "la frase", una rappresentazione sarcastica con riferimenti a fatti e personaggi reali. La maschera tradizionale detta Cornuta in riferimento alla cultura contadina. Nel Carnevale di Montescaglioso, sfilano i simboli della morte e della rinascita: la parca con un fuso in mano, simbolo del tempo, la "Quaremma", vestita di nero, Carnevalicchio e Carnevalone, vecchio e stanco, si avvia in silenzio verso il rogo. Il frastuono di campanacci accompagna il corteo.

facciata in stile barocco ed ricca di preziose opere d'arte. Il castello di epoca medioevale andato distrutto insieme alla cinta muraria che cingeva il paese. Nei dintorni masserie fortificate, ben conservate, testimoniano un mondo contadino pastorale molto attivo. A questo mondo e ai suoi simboli, si richiama il carnevale che ogni anno si festeggia. A met tra l'appenino e il mare, sospesa tra i calanchi ecco Craco (H5). Dell'antica Graculum, ovvero piccolo campo arato non rimane che il fantasma. Il vecchio abitato,

soggetto a frane, stato completamento abbandonato dai suoi abitanti negli anni '60 Case vuote, strade silenziose, usci senza porte, quasi eterea. Cos appare Craco vecchia, che con la sua torre ex avamposto e difesa militare vigila silente sulla valle e sui campi di grano. Craco per la sua peculiare atmosfera e ambientazione una nota location cinematografica.

A 1

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Linea Bari -Matera (FAL- ferrovie

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credits
Laura Arcieri, Giuseppe Melillo, Michele Russomanno per Immaginapoli
Brochure a cura di

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