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Laboratorio Mobile Campagna di Misura Inquinamento Atmosferico Comune di Seveso Via Filippo Corridoni 13.01.2011 06.02.2011
Campagna di Rilevamento della Qualit dellAria Comune di Seveso Via Filippo Corridoni
Monza, 28/07/2011
Prot. 104099/11
Class. 3.4.1
Pratica
248/11/AAF
per. ind. Davide Paladini per. ind. Emanuela Sesana dott.ssa Mariaelena Zavatti per. ind. Emanuela Sesana
INTRODUZIONE IL LABORATORIO MOBILE I PRINCIPALI INQUINANTI ATMOSFERICI NORMATIVA IL SITO DI MISURA PRINCIPALI SORGENTI EMISSIVE FATTORI METEOROLOGICI ANDAMENTO DEGLI INQUINANTI NEL PERIODO DI MISURA CONCLUSIONI ALLEGATI TABELLE CONCENTRAZIONI MEDIE GIORNALIERA LABORATORIO MOBILE E STAZIONI FISSE RRQA MONOSSIDO DI AZOTO - NO: BIOSSIDO DI AZOTO NO2: MONOSSIDO DI CARBONIO CO: OZONO O3: PARTICOLATO ATMOSFERICO PM10: TABELLE CONCENTRAZIONI MEDIE ORARIE MONOSSIDO DI AZOTO - NO: BIOSSIDO DI AZOTO NO2: MONOSSIDO DI CARBONIO CO: OZONO O3:
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Il Responsabile del procedimento: dott.ssa Simona Invernizzi Sede del dipartimento: Via Solferino, 16 - Monza (MB) tel. 0393946311 fax 0393946320 monza@arpalombardia.it
INTRODUZIONE
La campagna di misura nel comune di Seveso stata condotta dal Dipartimento di Monza e Brianza dellARPA Lombardia su richiesta dellAmministrazione Comunale interessata a valutare la qualit dellaria nel territorio comunale con particolare attenzione allinfluenza del traffico locale sui livelli di inquinanti aerodispersi. La legislazione italiana, emanata sulla base della Direttiva europea 96/62/CE e recepita dal D.Lgs. 351/99, definisce come autorit competente in materia di qualit dellaria le Regioni. Tale normativa indica una suddivisione del territorio in zone e agglomerati in cui valutare il rispetto dei valori obiettivo e dei valori limite. Il D.G.R. 2 agosto 2007, n.5290 prevede pertanto una zonizzazione del territorio lombardo in 3 zone:
ZONA A: agglomerati urbani (A1) e zona urbanizzata (A2) ZONA B: zona di pianura ZONA C: area prealpina e appenninica (C1) e zona alpina (C2)
Nelle zone e negli agglomerati la valutazione della qualit dellaria deve essere condotta in modo integrato, mediante stazioni fisse, laboratori mobili, campagne con campionatori passivi, modelli matematici di dispersione e stime obiettive, quali quelle fornite dallinventario INEMAR delle emissioni. In ottemperanza dellart. 3 del D.Lgs.13 agosto 2010 n. 155 Regione e provincie provvederanno alla revisione della zonizzazione del territorio regionale. L'obiettivo delle campagne di monitoraggio, di breve periodo, quello di poter disporre di dati locali che permettano di caratterizzare la qualit dellaria allinterno del comune interessato. A seguito della d.G.R. n. 7635 del 11.07.2008 e della successiva d.G.R. 9958 del 29.07.2009, nel periodo in cui sono state eseguite le misure, stato stabilito per la Zona A1 del territorio regionale: il fermo del traffico nelle giornate da luned a venerd, escluse le giornate festive infrasettimanali, dalle ore 7.30 alle ore 19.30, dei veicoli "Euro 0" a benzina e "Euro 1" e Euro 2 diesel; il divieto di utilizzo di biomassa legnosa in apparecchi per il riscaldamento domestico degli edifici, nel caso siano presenti altri impianti per riscaldamento alimentati con altri combustibili ammessi, ai sensi dell'articolo 11, comma 1, lettera b), della l.r. 24/2006.
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IL LABORATORIO MOBILE
Gli analizzatori installati sul Laboratorio Mobile sono del tutto simili a quelli presenti nelle stazioni fisse della Rete di Rilevamento della Qualit dellAria (RRQA), questo permette di effettuare un confronto diretto tra il sito di misura e le centraline fisse. Gli analizzatori rispondono alle caratteristiche previste dalla normativa vigente. La strumentazione montata sul laboratorio mobile permette il rilevamento dei seguenti inquinanti: Ossidi di azoto (NOX); Monossido di carbonio (CO); Ozono (O3); Particolato fine (PM10).
Anche le modalit con le quali viene effettuato il campionamento rispettano i criteri della normativa vigente, in particolare: il monossido di carbonio viene prelevato a 1.6 m dal suolo (altezza uomo) e a non pi di 5 metri dal ciglio della strada; la sonda per il prelievo di NOX, O3, Benzene PM10 posta tra 1.5 e 4 m rispetto al piano campagna; le sonde meteorologiche relative alla misura della direzione e velocit del vento sono posizionate ad una altezza di circa 8 m dal suolo. Sul laboratorio mobile sono inoltre presente i sensori per rilevare gli altri parametri meteorologici quali: temperatura, pressione, umidit relativa, radiazione solare e pioggia.
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Il monossido di azoto non soggetto a normativa, in quanto, alle concentrazioni tipiche misurate in aria ambiente, non provoca effetti dannosi sulla salute e sullambiente. Se ne misurano comunque i livelli in quanto, attraverso la sua ossidazione in NO2 e la sua partecipazione ad altri processi fotochimici, contribuisce alla produzione di O3 troposferico. Per il biossido di azoto sono invece previsti limiti, cos come riportati in tabella 2. Il monossido di carbonio (CO) ha origine da processi di combustione incompleta di composti contenenti carbonio. E un gas la cui origine, soprattutto nelle aree urbane, da ricondursi prevalentemente al traffico veicolare, soprattutto alimentati a benzina, in particolare quando sono in fase di decelerazione e di traffico congestionato. Le sue concentrazioni pertanto sono strettamente legate ai flussi di traffico in prossimit della zona in cui avviene il prelievo e gli andamenti giornalieri rispecchiano quelli del traffico, raggiungendo i massimi valori in concomitanza delle ore di punta a inizio e fine giornata, soprattutto nei giorni feriali. Durante le ore centrali della giornata i valori tendono a calare, grazie anche ad una migliore capacit dispersiva dellatmosfera. Lozono (O3) un inquinante secondario, che non ha sorgenti emissive dirette di rilievo. La sua formazione avviene in seguito a reazioni chimiche in atmosfera tra i suoi precursori (soprattutto NOX e composti organici volatili) in presenza di alte temperature e forte irraggiamento solare. Oltre allo O3 si formano altri composti quali nitrati e solfati (costituenti del particolato fine), perossiacetilnitrato (PAN), acido nitrico e altro ancora, che nellinsieme costituiscono il tipico inquinamento estivo detto smog fotochimico. A differenza degli inquinati primari, le cui concentrazioni dipendono direttamente dalle quantit emesse delle sorgenti presenti in una data area, la formazione di ozono quindi pi complessa. Le concentrazioni di ozono raggiungono i valori pi elevati nelle ore pomeridiane delle giornate estive soleggiate. Inoltre, dato che lozono si forma durante il trasporto delle masse daria contenenti i suoi precursori, emessi soprattutto nelle aree urbane, le concentrazioni pi alte si osservano soprattutto nelle zone extraurbane sottovento rispetto ai centri urbani principali. La chimica dellozono ha come punto di partenza la presenza di NOX, che vengono emessi in grande quantit nelle aree urbane. Sotto leffetto della radiazione solare ( ), la formazione di ozono avviene in conseguenza della fotolisi del biossido di azoto: NO2 + NO + O* Lossigeno atomico O*, reagisce rapidamente con lossigeno molecolare dellaria, in presenza di una terza molecola che non entra nella relazione vera e propria, ma assorbe leccesso di energia vibrazionale e pertanto stabilizza la molecola di ozono che si formata: O* + O2 + M O3 + M Una volta generato lozono reagisce con il NO e rigenera NO2: NO + O3 NO2 + O2
Le tre reazioni descritte formano un ciclo chiuso che da solo non sarebbe sufficiente a causare gli alti livelli di ozono che possono essere misurati in condizioni favorevoli alla formazione di smog fotochimica. La presenza di altri inquinanti, quali ad esempio gli idrocarburi, fornisce una diversa via di ossidazione del monossido di azoto, che provoca una produzione di NO2 senza consumare ozono, di fatto spostando lequilibrio del ciclo visto sopra e consentendo laccumulo di O3. Nelle citt la presenza di NO tende a far calare le concentrazioni di ozono, soprattutto in vicinanza di strade con alti volumi di traffico. Il Benzene (C6H6) una molecola organica costituita da 6 atomi di carbonio e 6 atomi di idrogeno disposti su una struttura esagonale; rappresenta il composto base della classe di idrocarburi aromatici. Deriva principalmente dal carbone e dal petrolio e dalla combustione di prodotti naturali. La sua pericolosit dovuta principalmente al fatto che un cancerogeno riconosciuto per luomo. Nel campo industriale il benzene trova largo utilizzo sia nellindustria chimica, come base per la 5
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formazione di sostanze resinose, sia nellindustria tessile per la formazione di fibre sintetiche (nylon). Viene inoltre utilizzato, congiuntamente ad altre sostanze aromatiche, nelle benzine per aumentare il numero di ottani. Le principali fonti emissive sono costituite dai gas esausti dei veicoli a motore e dalle emissioni industriali. Nellaria il benzene reagisce con altri composti e si trasforma in sostanze diverse in pochi giorni. Pu essere assorbito dalla pioggia e trasportato al suolo o nelle acque dove si degrada pi lentamente. Il particolato atmosferico aerodisperso costituito da una miscela di particelle solide e liquide, di diverse caratteristiche chimico-fisiche e diverse dimensioni. Esse possono avere origine primaria, cio emesse direttamente in atmosfera da processi naturali o antropici, o secondaria, cio formate in atmosfera a seguito di reazioni chimiche e di origine prevalentemente umana. Le principali sorgenti naturali sono lerosione ed il risollevamento del suolo, incendi, pollini, spray marino, eruzioni vulcaniche; le sorgenti antropiche si riconducono principalmente a processi di combustione (traffico autoveicolare, uso di combustibili, emissioni industriali). Linsieme delle particelle sospese in atmosfera chiamato PTS (Polveri Totali Sospese). Al fine di valutare limpatto del particolato sulla salute umana si possono distinguere una frazione in grado di penetrare nelle prime vie respiratorie (naso, faringe, laringe) e una frazione in grado di giungere fino alle parti inferiori dellapparato respiratorio (trachea, bronchi, alveoli polmonari). La prima corrisponde a particelle con diametro aerodinamico inferiore a 10 m (PM10), la seconda a particelle con diametro aerodinamico inferiore a 2.5 m (PM2.5). Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (I.P.A.) si possono trovare in natura sia in fase solida che di vapore, in relazione alla temperatura ed alla pressione di vapore ambientale. Generalmente, FENANTRENE PhA 3 3 178.24 ad una temperatura di 25 C quelli costituiti da ANTRACENE Ant 3 3 178.24 tre anelli benzenici (fenantrene e antracene) si trovano primariamente in fase di vapore, quelli FLUORANTENE Flu 3 4 202.26 formati da 6 anelli in su sono nella fase solida, PIRENE Pyr 3 4 202.26 quelli composti da 4-5 anelli (pirene e BENZO(a)ANTRACENE BaA 2 4 228.3 fluorantene) si distribuiscono tra le due fasi. CRISENE Chr 3 4 228.3 I fattori che regolano la concentrazione di IPA sono molteplici, tra cui la vicinanza delle BENZO(b)FLUORANTENE BbF 2B 5 252.32 potenziali sorgenti al sito di campionamento e BENZO(k)FLUORANTENE BkF 2B 5 252.32 le capacit dispersive dellatmosfera (condizioni BENZO(a)PIRENE BaP 2A 5 252.32 meteorologiche). BENZO(ghi)PERILENE BgP 3 6 276.34 Le variazioni stagionali (estate/inverno) DIBENZO(a,h)ANTRACENE dBA 2A 5 278.35 (Carrichia et al., 1999; Manichini et al., 1999; Dorr et al., 1999) incidono sui livelli di IPA. INDENO(123cd)PIRENE IP 2B 6 276.34 Tale variabilit dovuta a cause diverse una di BENZO(e)PIRENE BeP 3 5 252.32 queste data dalla differente ripartizione tra fase gas e fase particolata degli IPA indotta CORONENE COR 3 7 300.35 dalla variazione della temperatura tra diversi periodi. La diminuzione delle concentrazioni nei mesi pi miti legata anche alle reazioni di fotolisi diretta con specie radicaliche (OH, NO2 NO3), biradicaliche (O2, O3) o altre molecole reattive, che contribuiscono a diminuire la loro permanenza in atmosfera. Gli IPA presenti in atmosfera tendono a legarsi al particolato atmosferico con diametro inferiore ai 3 m. In assenza di deposizioni umide queste particelle possono rimanere sospese in atmosfera
SIGLA IARC N. ANELLI
IPA IN FASE PARTICOLATA IPA IN FASE GASSOSA
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per parecchi giorni (dalle 100 ore ai 40 giorni) e presentano pattern di distribuzione e deposizione molto estesi. Gli IPA sono estremamente sensibili alla luce ed assorbono sia negli UVa che negli UVb, subendo due tipologie di reazioni fotochimiche: fotosensibilizzazione e fotodegradazione. La maggior parte delle immissione di IPA nellambiente deriva dalla combustione incompleta di composti organici durante processi industriali ed altre attivit antropiche quali: trasformazione di combustibili fossili, produzione di alluminio e acciaio, incenerimento di rifiuti, produzione di energia termoelettrica, materiali bituminosi, traffico veicolare e riscaldamento domestico, fumo di tabacco. In ambito urbano le principali sorgenti sono dovute alle emissioni veicolari e al riscaldamento domestico. Quello che influisce maggiormente sulla quantit di IPA emessi da questi due tipi di sorgenti sono sia le condizioni in cui avviene la combustione (temperatura, umidit e disponibilit di ossigeno) sia il tipo di combustibile usato. Per quanto riguarda le autovetture la velocit media, luso di marmitte catalitiche e le temperature del motore influenzano in maniera significativa lemissione di IPA. In particolare per questultimo fattore alcuni studi hanno evidenziato un aumento delle emissioni durante la partenza a freddo piuttosto che durante la marcia con motore caldo. Le temperature del motore caratterizzano inoltre anche il tipo di IPA emesso; in quelli a benzina si hanno prevalentemente IPA con elevato peso molecolare come il B(gli)P, il I(123cd)P ed il COR. Le emissioni di veicoli diesel invece si distinguono da quelle dei veicoli a benzina per lelevata concentrazione di B(b)F, B(k)F e CHR. Infine il profilo chimico degli IPA dovuti alla combustione di biomasse mostra unemissione importante di B(b)F, B(k)F e COR, anche se in quantit minori rispetto ai veicoli diesel. Nella Tabella 1 sono riassunte, per ciascuno dei principali inquinanti atmosferici, le maggiori sorgenti emissive.
Tabella 1: Sorgenti emissive dei principali inquinanti
INQUINANTI
Biossido di Zolfo SO2
*
Biossido di Azoto NO2 */** Monossido di Carbonio CO * Ozono O3 ** Particolato Fine PM10 */**
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NORMATIVA
Il nuovo D.Lgs. 155 del 13/08/2010 recepisce la normativa precedente riguardo i principali inquinanti atmosferici (D.P.C.M. 28/3/83 D.P.R. 203/88 D.M. 25/11/94 D.M. 60/02 - D. Lgs. 183/04), ed al fine di salvaguardare la salute e lambiente, stabilisce limiti di concentrazione, a lungo e a breve termine, a cui attenersi. La tabella 2 riassume i limiti previsti dalla normativa per i diversi inquinanti considerati. Sono inclusi sia i valori limiti a breve e lungo termine che le soglie di allarme.
Tabella 2: Limiti di Legge Allegato VII, XI e XII del D.Lgs. 155/10
Periodo di mediazione
Valore limite (da non superare pi di 24 volte per anno civile) Valore limite (da non superare pi di 3 volte per anno civile) Valore limite protezione ecosistemi Soglia di allarme Standard di qualit (98percentile rilevato durante lanno civile) 350 g/m3 1 ora
SO2
24 ore Anno civile e inverno (1 ott - 31 mar) 1 ora (3 ore consecutive) 1 ora
NO2
Valore limite (da non superare pi di 18 volte per anno civile) Valore limite Soglia di allarme
CO
Valore limite
Valore bersaglio della salute umana Valore bersaglio per la protezione della vegetazione
O3
Soglia di informazione Soglia di allarme (Per lapplicazione dellarticolo 10, comma 1, deve essere misurato o previsto un superamento per tre ore consecutive)
PM10
Valore limite (da non superare pi di 35 volte per anno civile) Valore limite Valore limite (Margine tolleranza 20 % l'11 giugno 2008, con riduzione il 1 gennaio successivo e successivamente ogni 12 mesi secondo una percentuale annua costante fino a raggiungere lo 0 % entro il 1 gennaio 2015) Valore limite
50 g/m3 40 g/m3
PM2.5
25 g/m3
Anno civile
B(a)P
C6H6
5 g/m3
Anno civile
0.001 g/m3
Anno civile
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IL SITO DI MISURA
Il territorio della Provincia di Monza e Brianza comprende 55 comuni situati a nord del capoluogo lombardo. Sono presenti 6 centraline fisse della rete fissa di monitoraggio della qualit dellaria che permettono un continuo e costante monitoraggio dei principali inquinanti atmosferici.
Il Comune di Seveso situato circa 22 km a nord di Milano, nella bassa Brianza. attraversato dall'omonimo fiume Seveso e dai torrenti Certesa e Comasinella in frazione Altopiano. Confina a nord e ad ovest con il Comune di Barlassina, a nord con il Comune di Meda, a est con il Comune di Seregno e a sud con quello di Cesano Maderno, a ovest con il Comune di Cogliate. Il territorio comunale in gran parte pianeggiante nella sua parte centrale e orientale, mentre la frazione Altopiano pi alta di qualche metro rispetto al resto del Comune. Seveso attraversato dalla linea ferroviaria Milano-Erba-Asso, gestite da FerrovieNord. Essa fa parte del Servizio ferroviario suburbano di Milano (linee S2 e S4). Nel febbraio 2006 stata riattivato anche il tratto ferroviario Seveso-Lentate sul Seveso, fermo da diversi decenni. La sua economia tradizionalmente legata al mercato del mobile; altri settori particolarmente attivi a Seveso sono quello della meccanica, dei materiali per ledilizia e quello commerciale. Il sito in cui sono state condotte le misure si trova lungo via Filippo Corridoni, in corrispondenza dei parcheggi pubblici di via Alessandro Manzoni. Questo tratto stradale costituito da una corsia a senso unico di marcia ma adiacente a Corso Guglielmo Marconi dove nel corso della giornata il traffico veicolare in transito sia di tipo locale che di attraversamento.
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Per ciascun macro settore vengono presi in considerazione diversi inquinanti: sia quelli che fanno riferimento alla salute, sia quelli per i quali posta particolare attenzione in quanto considerati gas ad effetto serra:
Ossido di Zolfo (SO2) Ossidi di azoto (NOX) Composti organici volatili (COV) Monossido di carbonio (CO) Particolato Atmosferico PM10 PM2.5 Anidride carbonica (CO2) Ammoniaca (NH3) Metano (CH4) Precursori dellOzono (prec_Oz)
I dati INEMAR sono stati elaborati al fine di definire i contributi delle singole sorgenti allinquinamento atmosferico allinterno del comune. Vengono forniti i contributi delle singole sorgenti in riferimento sia al comune di Seveso (tab. 3 e Fig. 2.1) sia su scala provinciale (Tab. 4 e fig. 2.3). Nelle Figure 2.2. sono stati evidenziati, per il comune di Seveso, i contributi dei singoli combustibili per il macrosettore trasporto su strada e combustione non industriale (riscaldamento). Dallanalisi dei dati emerge che:
SO2: NOX e CO: Le fonti emissive maggiori sono rappresentate dagli impianti di combustione sia industriale (57.0%) che non (32.6%). Il traffico veicolare incide per il 10.2%. Per entrambi gli inquinanti la maggiore sorgente emissiva deriva dal traffico veicolare (74.8% per lNOX e 52.5%per il CO). Per quanto riguarda i processi combustivi quelli legati al riscaldamento domestico contribuiscono maggiormente alla formazione di questi due inquinanti in particolare 19.1% per lNOX e 45.9% per il CO. Il particolato atmosferico viene emesso maggiormente dal traffico veicolare (43.3% PM10 e 39.2% PM2.5) e dalla combustione non industriale (47.2% PM10 e 50.8% PM2.5). Contributi inferiori derivano anche da altre sorgenti mobili2 e macchinari (4.9% alla formazione di PM10 e 5.4% alla formazione di PM2.5). Per questa classe di inquinante le maggiori fonti emissive sono rappresentate dal traffico veicolare (43.0%), dalluso di solventi e distribuzione di combustibili (22.0%) e dalla combustione industriale e non (24.0%).
PM10 e PM2.5:
Prec. O3:
In conclusione, le principali fonti di inquinamento nel comune di Seveso sono dovute al traffico veicolare e agli impianti di combustione non industriale. Relativamente a questi due macro settori, lanalisi dettagliata evidenzia come le emissioni di particolato atmosferico possano essere principalmente dovute al trasporto su strada con alimentazione diesel e alla combustione non industriale della legna (figura 2.2 e 2.3).
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http://www.ambiente.regione.lombardia.it/inemar/inemarhome.htm.
2
Maggiori informazioni e una descrizione pi dettagliata in merito allinventario regionale sono disponibili sul sito web:
Altre sorgenti mobili e macchine: Include il trasporto ferroviario, la navigazione interna, i mezzi militari, il traffico marittimo, quello aereo e le sorgenti mobili a combustione interna non su strada, come ad esempio mezzi agricoli, forestali (motoseghe, apparecchi di potatura, ecc.), quelli legati alle attivit di giardinaggio (falciatrici, ecc.) e i mezzi industriali (ruspe, caterpillar, ecc.).
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SO 2 NO X N2O NH 3 CO CO 2 CH 4 COV Precursori O 3 PM10 PM2.5 t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno
0.00 2.61 4.57 0.00 0.00 0.00 0.82 0.02 0.00 0.00 0.00 8.02 0.00 23.60 2.71 0.00 0.00 0.00 92.33 4.78 0.00 0.00 0.00 123.41 0.00 2.27 0.19 0.00 0.00 0.00 0.93 0.03 0.00 0.04 0.00 3.45 0.00 0.34 0.02 0.00 0.00 0.00 2.53 0.00 0.04 0.14 0.00 3.07 0.00 182.69 1.15 0.00 0.00 0.00 208.62 3.56 0.10 0.00 1.62 397.73 0.00 29.13 1.21 0.00 0.00 0.00 26.47 0.46 0.00 0.00 -0.20 57.07 0.00 12.39 0.21 0.00 140.03 0.00 3.27 0.02 0.01 0.22 0.00 156.15 0.00 50.61 1.61 8.02 11.82 95.99 52.38 1.53 0.10 3.79 14.90 240.75 0.00 99.67 5.04 8.02 13.78 95.99 188.01 7.75 0.11 3.80 15.07 437.24 0.00 10.09 0.57 0.09 0.00 0.00 9.26 0.31 0.04 0.00 1.04 21.39 0.00 9.76 0.47 0.06 0.00 0.00 7.54 0.31 0.04 0.00 1.04 19.22
TOTALE
SO 2 %
0.0% 32.6% 57.0% 0.0% 0.0% 0.0% 10.2% 0.2% 0.0% 0.0% 0.0% 100%
NO X %
0.0% 19.1% 2.2% 0.0% 0.0% 0.0% 74.8% 3.9% 0.0% 0.0% 0.0% 100%
N2O %
0.0% 65.6% 5.5% 0.0% 0.0% 0.0% 26.9% 0.7% 0.0% 1.1% 0.0% 100%
NH 3 %
0.0% 10.9% 0.8% 0.0% 0.0% 0.0% 82.3% 0.0% 1.2% 4.7% 0.0% 100%
CO %
0.0% 45.9% 0.3% 0.0% 0.0% 0.0% 52.5% 0.9% 0.0% 0.0% 0.4% 100%
CO 2 %
0.0% 51.0% 2.1% 0.0% 0.0% 0.0% 46.4% 0.8% 0.0% 0.0% -0.3% 100%
CH 4 %
0.0% 7.9% 0.1% 0.0% 89.7% 0.0% 2.1% 0.0% 0.0% 0.1% 0.0% 100%
COV %
0.0% 21.0% 0.7% 3.3% 4.9% 39.9% 21.8% 0.6% 0.0% 1.6% 6.2% 100%
Precursori O 3 %
0.0% 22.8% 1.2% 1.8% 3.2% 22.0% 43.0% 1.8% 0.0% 0.9% 3.4% 100%
PM10 %
0.0% 47.2% 2.6% 0.4% 0.0% 0.0% 43.3% 1.4% 0.2% 0.0% 4.9% 100%
PM2.5 %
0.0% 50.8% 2.5% 0.3% 0.0% 0.0% 39.2% 1.6% 0.2% 0.0% 5.4% 100%
TOTALE
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Fig. 2.3 Macro settore combustione non industriale nel Comune di Seveso
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STIME EMISSIONI
DESCRIZIONE MACROSETTORE
CO t/anno
3.22 3514.44 254.69 0.01 0.00 0.00 9151.57 210.60 19.46 0.00 116.96 13270.95
CO 2 t/anno
9.03 1172.52 457.13 2.45 0.00 0.00 1310.40 38.45 32.96 0.00 -10.47 3012.48
CH 4 t/anno
0.40 244.01 20.59 0.43 6763.65 0.00 143.00 1.15 2630.75 598.50 3.54 10406.01
COV t/anno
0.40 879.62 137.31 335.95 655.78 5010.31 2181.60 82.35 130.26 884.52 409.27 10707.36
Produzione energia e trasformazione combustibili 0.04 Combustione non industriale 97.90 Combustione nell'industria 595.79 Processi produttivi 0.00 Estrazione e distribuzione combustibili 0.00 Uso di solventi 0.04 Trasporto su strada 40.89 Altre sorgenti mobili e macchinari 1.50 Trattamento e smaltimento rifiuti 38.86 Agricoltura 0.00 Altre sorgenti e assorbimenti 0.43
TOTALE
775.45
CO t/anno
0.0% 26.5% 1.9% 0.0% 0.0% 0.0% 69.0% 1.6% 0.1% 0.0% 0.9% 100%
CO 2 t/anno
0.3% 38.9% 15.2% 0.1% 0.0% 0.0% 43.5% 1.3% 1.1% 0.0% -0.3% 100%
CH 4 t/anno
0.0% 2.3% 0.2% 0.0% 65.0% 0.0% 1.4% 0.0% 25.3% 5.8% 0.0% 100%
COV t/anno
0.0% 8.2% 1.3% 3.1% 6.1% 46.8% 20.4% 0.8% 1.2% 8.3% 3.8% 100%
TOTALE
13
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FATTORI METEOROLOGICI
I livelli di concentrazione degli inquinanti atmosferici in un sito dipendono, come evidente, dalla quantit e dalle modalit di emissione degli inquinanti stessi nellarea, ma anche la situazione meteorologica influisce sia sulle condizioni di dispersione e di accumulo degli inquinanti, sia sulla formazione di alcune sostanze nellatmosfera stessa. E importante che i livelli di concentrazione osservati, soprattutto durante una campagna di breve durata, siano valutati alla luce delle condizioni meteorologiche verificatesi nel periodo del monitoraggio. Le caratteristiche diffusive dellatmosfera fanno s che le polveri e gli inquinanti in generale risentano fortemente della meteorologia del momento. I maggiori processi atmosferici che condizionano linquinamento sono: sistemi sinottici: tipi di masse daria, passaggi frontali, presenza di strutture cicloniche o anticicloniche che favoriscono il ricambio o la stagnazione dellaria alla mesoscala (300 Km); lintensit e la direzione del vento che determinano trasporto e diffusione degli inquinanti; precipitazioni e nebbie che agiscono sul dilavamento degli inquinanti, le prime, e sulla rimozione umida, le seconde; laltezza dello strato di rimescolamento3 che indica laltezza del contenitore aria nel quale vengono dispersi i vari inquinanti emessi dalla superficie; la temperatura che un indicatore dei processi turbolenti in prossimit della superficie. Situazione meteorologica nel periodo di misura La campagna di misura si svolta tra il 13 gennaio e il 7 febbraio 2011. La prima settimana stata caratterizzata da 2 fasi ben distinte: nei primi 3 giorni la presenza di un promontorio anticiclonico ha garantito condizioni di tempo bello con nebbie e nubi basse in pianura. Dal pomeriggio di mercoled 19 Gennaio c stato un graduale cedimento della struttura anticiclonica ed un ingresso a tutte le quote di aria pi fredda da nord-est. Da Gioved 22 Gennaio si avuto un transito del nucleo freddo su quasi tutta la Lombardia con maggiore interessamento dei settori orientali della regione. Venerd 21 Gennaio ha visto la chiusura del minimo depressionario sul Mediterraneo con flusso da nord e poi da est a tutte le quote e residua nuvolosit. Sabato 22 e domenica 23 condizioni di cielo sereno o poco nuvoloso su tutta la regione con diminuzione delle temperature minime. Nella seconda settimana le strutture atmosferiche principali hanno portato un promontorio anticiclonico sullAtlantico e unarea di bassa pressione sul Mediterraneo. Ad inizio settimana, la prevalenza della circolazione atmosferica anticiclonica ha favorito condizioni di tempo stabile e soleggiato con temperature minime basse. In seguito, la struttura depressionaria Mediterranea si avvicinata allarco alpino. La rotazione delle correnti in quota dai quadranti meridionali ha favorito lingresso di aria fredda ed umida sulla pianura. Nei giorni centrali si assistito a condizioni di cielo poco nuvoloso su Alpi e Prealpi e nuvoloso in pianura. Nel fine settimana il tempo stato perturbato con precipitazioni deboli a carattere nevoso fino a quote di pianura. Allinizio della terza settimana si sono avute condizioni debolmente perturbate per i residui effetti legati allallontanamento verso sud di un sistema depressionario; la settimana stata caratterizzata
3
Lo strato di rimescolamento influenzato da processi sinottici e alla mesoscala che producono moti verticali e avvezioni orizzontali ove si diffondono tutti gli inquinanti e particolarmente le polveri che possono essere viste come un buon indicatore dello stato di inquinamento. I processi che influenzano il rimescolamento sono la turbolenza meccanica determinata dal vento negli strati pi vicini alla superficie e la turbolenza termica risultato del trasferimento di calore dalla superficie o del raffreddamento radiativo di strati daria pi elevati dellatmosfera. Laltezza di rimescolamento o mixing hight risente della struttura verticale dellatmosfera che presenta variazioni nelle 24 ore (ciclo giorno-notte) e stagionali (stagione calda-fredda). Tale altezza agisce come parete mobile di un contenitore: in corrispondenza di basse altezze del mixing layer, polveri ed altri inquinanti hanno cos a disposizione un volume pi piccolo per la loro dispersione e ci favorisce di conseguenza un aumento della loro concentrazione.
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da condizioni di tempo stabile associate allespansione di un ampio promontorio anticiclonico Atlantico. Di conseguenza, si sono avute temperature massime superiori alla norma (in alcuni giorni anche di 10C) e minime piuttosto miti. La presenza contemporanea sulla pianura di marcate inversioni termiche nel profilo verticale atmosferico e di nuvolosit a bassa quota, in dissolvimento nelle ore centrali, ha portato ad una divisione delle condizioni meteorologiche: in pianura si sono avute con frequenza nebbia e foschia mentre in montagna prevalso il cielo sereno con visibilit ottima. Si riportano di seguito gli andamenti grafici dei parametri meteorologici rilevati dalla stazione meteo del Laboratorio Mobile di cui si riferisce una breve sintesi:
Temperatura: Radiazione Solare: valore medio del periodo: 2.8 C.; minimo: -4.2 C, massimo: 17 C. la giornata pi soleggiata stata il 6 Febbraio con un valore medio giornaliero pari a 85.2 W/m2 e intensit massima registrata alle ore 12.00 (media oraria 563 W/m2) valore medio del periodo: 82.3% con un massimo orario (100%) nei giorni perturbati nei quali si sono osservati fenomeni piovosi; valore minimo orario: 30.4% registrato il giorno 5 Febbraio legato ad un episodio ventoso. valore medio nel periodo pari a 997.2 hPa Valore minimo e massimo rispettivamente pari a 984.4 hPa il giorno 26 Gennaio e 1007.3 hPa il giorno 16 Gennaio. non si sono osservati episodi piovosi. valore medio sul periodo pari a 0.02 m/s e massimo medio giornaliero di 0.83 m/s osservato il giorno 4 Febbraio i settori maggiormente interessati dai fenomeni ventosi sono stati: sud-sud est, sud- sud ovest e ovest-sud ovest.
Umidit Relativa:
Pressione:
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Fig. 3.4 Confronto Umidit relativa Velocit del vento media giornaliera
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PUB
PUB PUB PUB PUB PUB PUB PUB PUB PUB PUB PUB PUB PRIV PRIV PUB PUB PUB PUB
URBANA
URBANA URBANA URBANA URBANA URBANA URBANA URBANA URBANA URBANA (ZTL) URBANA URBANA URBANA URBANA SUBURBANA URBANA SUBURBANA URBANA URBANA
FONDO
FONDO FONDO FONDO FONDO FONDO FONDO FONDO TRAFFICO TRAFFICO FONDO FONDO FONDO FONDO FONDO FONDO FONDO FONDO TRAFFICO 162 180 162 236 243 206 186 125 119 152 160 122 133 178 211 320 280 205
Lab. Mobile
Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa Fissa
PUB
= pubblica,
PRIV
= privata
tipo stazione Decisione 2001/752/CE: - TRAFFICO: se la fonte principale di inquinamento costituita dal traffico (Zone a Traffico Limitato=ZTL) - INDUSTRIALE: se la fonte principale di inquinamento costituita dall'industria - FONDO: misura il livello di inquinamento determinato dallinsieme delle sorgenti di emissione non localizzate nelle immediate vicinanze della stazione; pu essere localizzata indifferentemente in area urbana, suburbana o rurale - NON NOTA: sconosciuta o altro
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Si riporta in tabella 7 una sintesi dei dati rilevati mediante il laboratorio mobile indicando , per ogni inquinante, le informazioni statistiche pi significative e i rendimenti dei singoli analizzatori.
Tabella 7: Rendimenti degli analizzatori e numero di superamenti della normativa per ogni singolo inquinante
Seveso Via Filippo Corridoni 12.01.2011 07.02.2011 Media sul periodo Massima media oraria Massima media 8 ore Massima media giornaliera n. superamenti media oraria n. superamenti media 8 ore n. superamenti media giornalieria Rendimento (%)
O3 g/m3 7 42 27 13 0 0 -99.8
Levoluzione temporale dei diversi inquinanti monitorati rappresentata nelle figure di seguito riportate con lutilizzo di grafici relativi a: concentrazioni medie orarie: evoluzione oraria dellinquinante nel periodo di misura;
concentrazioni medie 8 h: ogni valore ottenuto come media tra lora h e le 7 ore precedenti allora h. concentrazioni medie giornaliere: evoluzione giornaliera dellinquinante ottenuta mediando i valori delle concentrazioni dalle ore 00.00 alle ore 24.00 dello stesso giorno; giorno tipo: evoluzione media delle concentrazioni medie orarie nellarco delle 24 ore;
settimana tipo: evoluzione media delle concentrazioni medie giornaliere nellarco della settimana
Per giorno tipo o giorno medio si intende landamento delle concentrazioni medie orarie mediato su tutti i giorni feriali (o su tutti i giorni prefestivi ovvero festivi) del periodo in questione. I giorni feriali, prefestivi e festivi sono stati considerati separatamente nel calcolo del giorno tipo per evidenziare le diverse caratteristiche emissive, legate al traffico o alle attivit produttive. Lora a cui sono associati i dati si riferisce allora solare.
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Monossido di Azoto - NO Nel corso dei rilievi le concentrazioni medie orarie (figura 4.1) maggiori si sono osservate nei periodi in cui minore stata la capacit dispersiva degli inquinanti, a causa di una attivit anemologica minima o assente (figura 4.2); in figura 4.3 (giorno tipo) i valori tendono a salire a partire dalle prime ore della mattina raggiungendo il massimo alle ore 07.00 per poi scendere durante le rimanenti ore della giornata. Un secondo picco si osserva a partire dal tardo pomeriggio (18.00-20.00). In tabella 8 riportato in modo schematico un confronto tra le concentrazioni osservate nel sito di misura e nelle stazioni della RRQA. Le concentrazioni di questo inquinante sono tipicamente peculiari del sito indagato, ci nonostante si sono confrontate le concentrazioni medie giornaliere del Mezzo Mobile con quelle osservate nelle stazioni di Meda, Cormano e Saronno (figura 4.4.) scelte sulla base dei coefficienti di correlazione riferiti alle concentrazioni medie orarie nel periodo monitorato e riportati in tabella 8 . Le concentrazioni medie settimanali, figura 4.5, mostrano un andamento pressoch costante con una lieve diminuzione dei valori nel fine settimana, giorni in cui si osserva una diminuzione del traffico veicolare.
Fig. 4.1 Medie orarie
Fig. 4.2 Concentrazione media oraria in funzione della velocit del vento (dato orario)
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MI PASCAL
MI SENATO
CORMANO
SARONNO
CANTU'
AGRATE
MEDA
VIMERCATE
LIMBIATE
CARATE
MONZA
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Biossido di Azoto NO2 La maggior parte delle concentrazioni medie orarie si sono mantenute tra 50 e 200 g/m3. Nelle giornate in cui minore stata la capacit dispersiva si sono osservati alcuni superamenti del valore limite (200 g/m3) come evidenziato in figura 5.1. Come mostrato in fig. 5.2 il giorno tipo feriale caratterizzato da un picco di concentrazione al mattino tra le 9.00 e le 10.00 ed un altro picco meno evidente intorno alle ore 19.00; questo comportamento pu essere collegato, almeno in parte, allandamento dei volumi di traffico nella zona, legati anche alla presenza della vicina strada provinciale. Durante i giorni prefestivi si misurano concentrazioni minori. Durante i giorni festivi si misurano concentrazioni pi basse e si osserva un andamento pi uniforme. In tabella 9 si riportano le informazioni riscontrate presso il sito di Seveso Via Filippo Corridoni confrontate con le analoghe informazione ottenute dalle stazioni fisse della RRQA nel medesimo periodo temporale. Lanalisi statistica (coefficiente di correlazione) evidenzia una discreta correlazione con le stazioni della RRQA di Meda, Cant e Cormano. In fig. 5.3 ed in fig. 5.4 si riportano rispettivamente il confronto grafico delle concentrazioni medie giornaliere e della settimana tipo osservate nei quattro siti.
Fig. 5.1 Medie orarie
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MI PASCAL
MI SENATO
CORMANO
SARONNO
CANTU'
AGRATE
MEDA
VIMERCATE
LIMBIATE
CARATE
MONZA
Fig. 5.3 Concentrazione media giornaliera osservata nel sito di misura e confrontata con le stazioni maggiormente correlate.
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Monossido di Carbonio CO Le concentrazioni osservate nel sito di misura sono risultate inferiori ai limiti di legge, riferiti alla media di 8 ore, come evidenziato in figura 4.2.
Fig. 4.1 Medie orarie
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Il giorno tipo, figura 4.3, analogamente a quanto visto per lNO, evidenzia come i valori maggiori si presentino in corrispondenza delle fasce orarie maggiormente trafficate (07.00-11.00 e 17.0024.00) dei giorni feriali. Il giorno tipo del sabato ed il giorno tipo festivo mostrano un leggero aumento dei valori nella fascia oraria mattutina e dopo le 17.00 . In tabella 10 si riporta il confronto tra le concentrazioni osservate nel sito di misura e le stazioni della RRQA. Come evidente i coefficienti ottenuti dimostrano una significativa correlazione con le stazioni fisse di Saronno, Monza e Meda. Graficamente landamento delle concentrazioni medie giornaliere dei siti a confronto rappresentato in fig.4.4 e quello delle concentrazioni settimanali in fig. 4.5.
Tabella 10 Confronto dati Laboratorio Mobile e stazioni della RRQA
% Rendimento Media sul Periodo (g/m3) Massima Media Oraria (g/m3) Massima Media Giornaliera (g/m3) Coefficiente di correlazione Seveso 96.9% 1.2 4.8 3.0
MI SENATO CORMANO SARONNO CANTU' MEDA VIMERCATE LIMBIATE CARATE MONZA
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Ozono O3 Il periodo critico per lozono la stagione estiva, in quanto la radiazione solare e lalta temperatura favoriscono la formazione di questo inquinante secondario che viene prodotto attraverso reazioni fotochimiche che coinvolgono gli ossidi di azoto e i composti organici volatili. Nel corso della campagna che si svolta nel periodo invernale, le concentrazioni riferite sia alla media oraria che alla media mobile di 8 ore si sono mantenute ampiamente al di sotto dei limiti normativi.
Fig. 5.1 Concentrazione media oraria
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Come evidente in figura 5.3 le concentrazioni maggiori si osservano durante i giorni festivi nei quali la diminuzione del traffico veicolare contribuisce ad una riduzione dellemissione di NO. Tipicamente landamento delle concentrazioni di O3 dipende sia dalla presenza della radiazione solare (figura 5.4) che dalle reazioni chimiche, che avvengono nella troposfera, con lNO. In figura 5.5 si evidenza la dinamica delle reazioni fotochimiche che coinvolgono lO3 con il NO; a valori elevati di NO, tipici di emissioni da traffico veicolare nella fascia oraria 06.00 10.00, corrispondono basse concentrazioni di O3. Quando il traffico diminuisce, di notte e a met giornata, i valori di NO si attenuano ed aumentano quelli di O3
Fig. 5.4 Giorno tipo confronto O3 Radiazione solare Fig. 5.5 Giorno tipo confronto O3 NO
In tabella 11 si riportano i valori osservati, nello stesso periodo temporale, nelle stazioni fisse della RRQA prese a confronto. Le stazioni maggiormente correlate sono Saronno, Cant e Carate. I grafici riportati nelle figure 5.6 e 5.7 evidenziano come le concentrazioni medie giornaliere e settimanali osservate a Seveso siano, nel periodo considerato, in linea quelle delle stazioni prese come riferimento.
Tabella 11 Confronto dati Laboratorio Mobile e stazioni della RRQA
% Rendimento Media sul Periodo (g/m ) Massima Media Oraria (g/m ) Massima Media Giornaliera (g/m ) Coefficiente di correlazione
3 3 3
MI PASCAL
CORMANO
SARONNO
CANTU'
AGRATE
MEDA
VIMERCATE
LIMBIATE
CARATE
MONZA
99.3%
8.0 41.0 18.0 0.76
99.7%
8.0 40.0 20.0 0.67
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Particolato Atmosferico PM10 Nel periodo in cui sono state eseguite le misure sono stati osservati 22 superamenti del valore limite fissato a 50 g/m3 come valore medio giornaliero. In tabella 12 si riportano i valori osservati nel periodo di misura dalle stazioni della RRQA prese a riferimento; si evidenzia per quasi tutte le centraline un buon coefficiente di correlazione. In figura 6.1 sono riportati il numero di superamenti di tutte le stazioni considerate ed in fig. 6.2 le concentrazioni medie giornaliere delle stazioni maggiormente correlate: i valori di PM10 rilevati a Seveso risultano giornalmente in linea con quelli osservati nelle altre stazioni fisse. Analogamente landamento della settimana tipo, figura 6.3, mostra il buon trend delle concentrazioni.
Tabella 12 Confronto dati Laboratorio Mobile e stazioni della RRQA
% Rendimento Media sul Periodo (g/m )
3 3
Seveso 100.0% 95
MI PASCAL
MI VERZIERI
MI SENATO
MONZA
LIMITO
VIMERCATE
MEDA
PARCO MONZA
ARESE
TREZZO
ERBA
COMO
CANTU'
SARONNO
100.0% 50 72 14 0.44
100.0% 63 84 20 0.67
100.0% 57 89 17 0.77
169 Massima Media Oraria (g/m ) N. superamenti valore limite 22 Coefficiente di correlazione
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Al fine di valutare linfluenza qualitativa delle condizioni meteorologiche, in particolare della velocit del vento, in figura 6.4, sono state confrontate le concentrazioni medie giornaliera di PM10 con i valori medi giornalieri della velocit del vento rilevati dai sensori installati sul laboratorio mobile. Dai grafici possibile osservare come non ci sia attivit anemologica tale da influenzare significativamente il livello delle concentrazioni di PM10.
Figure 6.4 confronto PM10 e Velocit del vento media giornaliera
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Si precisa infine che il PM10, quale inquinante ubiquitario, presenta andamenti analoghi delle concentrazioni nellintero Bacino Padano come evidente consultando le mappe modellistiche di distribuzione spaziale4 delle medie giornaliere di PM10 sul territorio lombardo emesse giornalmente da ARPA e consultabili sul sito www.arpalombardia.it/ITA/qaria. In particolare in figura 6.5 stata riportata la situazione osservata il 18 gennaio 2011, giorno in cui a Seveso si riscontrato il valore massimo di PM10 (169 g/m3) rispetto al periodo di misura.
Figure 6.5 mappe di distribuzione regionale
Per lanalisi di scenari di emissione e la generazione di mappe di concentrazioni viene utilizzato presso la U.O. Modellistica - Settore Aria e Agenti Fisici di ARPA Lombardia il modello chimico-dispersivo FARM incluso nella suite modellistica ARIA Regional, sviluppata dalla societ AriaNET srl. Linput meteo viene costruito a partire dai dati provenienti dalle osservazioni della rete di rilevamento di Arpa Lombardia e dalle elaborazioni della modellistica numerica del Centro Europeo ECMWF, utilizzando i codici Minerve (modello massconsistent) e SurfPRO (per la ricostruzione dei parametri di turbolenza). Le condizioni al contorno ed iniziali vengono ricavate a partire dai dati misurati e dai risultati del modello CHIMERE (http://euler.lmd.polytechnique.fr/chimere/) su celle di 50 km di passo fornite dal sistema Prevair. Gli input di emissioni sono derivati dai risultati dellinventario di emissioni regionale al 2003, basato sul sistema INEMAR. Per le simulazioni sulla Regione Lombardia il sistema viene applicato su un dominio di 244 x 236 km 2 con risoluzione di 4 km, 11 livelli verticali fino a 6000 m, che include interamente la Regione Lombardia e si interfaccia al database della rete di qualit dellaria, al database della rete meteorologica e idrogeologica, rete micromeoteorologica SHAKE up. Le simulazioni modellistiche sono finalizzate alla ricostruzione di episodi critici di PM10 e allanalisi dellimpatto sulla qualit dellaria di scenari.
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Idrocarburi Policiclici Aromatici I.P.A. A differenza degli inquinanti classici gli I.P.A. non possono essere misurati in continuo, ma la loro determinazione richiede unanalisi in laboratorio sui campioni di PM10 precedentemente raccolti. Nella presente campagna sono stati determinati 14 I.P.A., tipici delle emissioni antropiche, estratti da 11 dei 24 campioni di PM10 raccolti; in tabella 13 si riportano le relative concentrazioni espresse in ng/m3.
Tabella 13: Concentrazione degli I.P.A. misurati nel corso delle misure.
Il Benzo(a)pirene lunico, tra i principali IPA, soggetto alla normativa dellinquinamento atmosferico (vedi tab. 2): per questo inquinante il valore obiettivo riferito ad un anno di monitoraggio (media annuale) e pertanto il confronto dei dati rilevati nella presente campagna risulta puramente indicativo. Ci premesso si evidenzia comunque che la media dei valori riscontrati nel periodo di monitoraggio risultata di 9.3 ng/m3, superiore al valore obiettivo annuale per la protezione della salute umana fissato in 1 ng/m3.
Figure 7.1 Concentrazioni medie giornaliere di Benzo(a)pirene
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Si precisa inoltre che in Lombardia a partire dal 1 aprile 2008 sono stati avviati presso alcune stazioni fisse della Rete di rilevamento della qualit dellaria (RRQA), i rilievi di B(a)P secondo quanto previsto dal D. Lgs. 155/10; nella provincia di Monza e Brianza attiva la misura sul particolato raccolto presso la cabina di Meda classificato quale sito da traffico. In tabella 14 sono riportati i dati misurati nel sito di Meda nellanno 2009 e nellanno 2010 (come previsto dalla normativa i dati hanno una copertura di almeno il 33% del periodo e sono ripartiti in modo uniforme).
Tabella 14 Cabina di Meda - Informazioni di sintesi e confronto dei valori misurati con la normativa B(a)P
protezione salute umana media anno valore obiettivo: 1 ng/m3 (da raggiungere entro il 31/12/2012) Media Anno 2009 Media Anno 2010 1.3 ng/m3 0.9 ng/m3
Infine, quale ulteriore approfondimento, in tab.15, si riporta il profilo chimico medio degli IPA osservati nel corso della campagna di misura, inteso come rapporto dei singoli IPA presenti in fase particolata con 5 ed in fig.7.2 la relativa rappresentazione grafica.
Tabella 15: profilo chimico medio degli IPA misurati
I.P.A. Seveso Via Filippo Corridoni Inverno 2011 BaA Chr BbF BkF BaP BgP dBA IP BeP Cor
6.2%
7.%
13%
8.7%
15%
9.9%
2%
21.3%
13.2%
3.8%
Con si intende il valore degli IPA totali. Con si intende il valore degli IPA totali senza considerare il fenantrene lantracene il fluorantene ed il pirene in quanto questi sono presenti in atmosfera in fase particolata ed in fase gassosa. Poich la ripartizione in fase particolata e gassosa di questi IPA ha una forte dipendenza dalla temperatura, si potrebbero generare grosse incertezze nel rapporto con gli IPA totali, in quanto fortemente legati alle condizioni atmosferiche e non alle sorgenti di emissione (ad es. a T=20C Cparticolata/Cgas = 0.36% e 5.6% per FLU e PYR rispettivamente - Seinfeld and Pandis, 1998).
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Per cercare di determinare quanto incidano nel sito di prelievo le varie sorgenti che concorrono alla formazione degli IPA, sono state fatte ulteriori considerazioni attraverso il rapporto diagnostico (DR), inteso come rapporto tra IPA considerati marker di particolari sorgenti antropiche. Sebbene le continue reazioni chimiche che coinvolgono queste sostanza nellatmosfera fanno si che i rapporti subiscano variazioni continue, una loro valutazione pu dare un elemento qualitativo sul tipo di sorgente emissiva. Una prima valutazione stata fatta analizzando il rapporto tra gli IPA coinvolti nei processi di combustione (Flu, Pyr, Chr, B(a)A, IP, B(a)P, B(ghi)P, B(b)F, B(k)F) rispetto agli IPA totali. Alcuni studi hanno evidenziato come lemissione degli autoveicoli a benzina, con o senza marmitta catalitica, e quelli alimentati a gasolio diano come risultato un valore compreso tra il 63% e il 88%: le concentrazioni osservate a Seveso restituisco un rapporto pari al 80% confermando di fatto tale tendenza; infine maggiori informazioni sulle sorgenti emissive possono essere ricavate da altri rapporti diagnostici riportati in letteratura: a titolo di esempio in tabella 16 si riportato alcuni di tali rapporti.
Tabella 16: Diagnosti Ratio (DR) calcolati per le campagne di misura a Seveso.
DR Valore di riferimento 0.18 + 0.37 0.56 0.62 0.35 0.70 0.60 0.70 + 0.38 0.40 0.68 0.74 0.26 0.68 0.49 + 0.60 0.80 0.45 0.61 0.81 Sorgente Autovetture Diesel Carbone Biomasse Diesel Diesel Benzina Carbone Biomasse Diesel Benzina Benzina Carbone Biomasse Khalili et al. (1995); Guoi et al. (2003) 0.68 Rogge et al. (1993, b); Mandalakis e al. (2002); Fang et al. (2004); Ravindra et al. (2006, b); Grimmer et al. (1983); Ravindra et al. (2006, b); Kavauras et al. (2001 0.68 Riferimento bibliografico
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CONCLUSIONI
Le misure effettuate hanno permesso una caratterizzazione generale della qualit dellaria nel Comune di Seveso. Nel corso della campagna invernale 2011, frequentemente le concentrazioni di NO2 e PM10 sono risultate superiori ai valori limite previsti dalla vigente normativa. In particolare si osserva: NO2: i valori hanno presentato andamenti e livelli medi di concentrazione paragonabili a quanto misurato presso le postazioni urbane da fondo (come Meda e Cant) CO: i valori medi di CO sono risultati modesti ,sempre inferiori ai limiti di legge. Valori sensibilmente pi rilevanti si osservano nelle giornate con maggiore stabilit atmosferica e durante le ore maggiormente trafficate. I valori osservati sono ben correlati con le stazioni fisse della RRQA di Meda, Saronno e Monza. O3: valori conformi ai limiti normativi, sia rispetto alla media oraria sia alla media mobile di 8 ore. I dati osservati risultano ben correlati con le stazioni della RRQA prese a riferimento di Saronno, Cant e Carate. PM10: il PM10 mostra un andamento modulato prevalentemente dalle condizioni meteorologiche ed in generale confrontabile con quanto rilevato nelle stazioni fisse della RRQA. Benzo(a)pirene: le concentrazioni osservate hanno confermato la tipica tendenza di questo inquinante ad accumularsi maggiormente nel periodo invernale: tutti i filtri analizzati (n.11) hanno evidenziato valori superiori al valore obiettivo di qualit annuale da raggiungere entro il 31 dicembre2012.
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ALLEGATI
Tabelle delle Concentrazioni medie giornaliere del Laboratorio Mobile e delle stazioni della RRQA (Rete di Rilevamento della Qualit dell Aria), prese come riferimento.
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Ozono O3
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Tabelle delle concentrazioni medie orarie del Laboratorio Mobile Monossido di Azoto - NO:
Ozono O3: