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Romanticismo inizia in Italia con le polemiche suscitate da un art.

del 1816 in cui Madame de Stael invita gli italiani a tradurre Shakespeare e la nuova poesia anglosassone, al fine di superare il classicismo e il riferimento alla mitologia. Un gruppo di letterati milanesi, tra cui Giovanni Berchet e Ludovico di Breme, pubblica un manifesto: Lettera semiseria di Grisostomo (1816), che serviva a introdurre le traduzioni in prosa di due ballate tedesche popolari scritte nel 1773, ove si evidenziavano le lacrime del povero contadino, l'angoscia del mandriano ecc. Vengono cos rifiutati, per la prima volta, i temi classici e anche le regole di poetica (unit aristoteliche di tempo-luogo-azione). Il gruppo romantico fa poi riferimento al periodico Il Conciliatore (1818-19). Vi si aggiunto anche Silvio Pellico. Le parole "modernit" o "Romanticismo" significavano per questi italiani un rinnovamento non solo della letteratura ma anche della vita sociale e politica in generale. La rinascita della letteratura doveva portare all'unificazione e alla liberazione dallo straniero. Il periodico venne soppresso dalla censura austriaca. Tuttavia, la condanna della mitologia classica, ereditata, quest'ultima, dall'Arcadia del '700, e l'invito a trattare temi della storia italiana (poesia patriottica, cristiana e utile), sortirono il loro effetto. Manzoni, che era in rapporti col Conciliatore, critica, nella Prefazione al Conte di Carmagnola, le unit di tempo e luogo, difende il teatro come strumento di elevazione morale, mira a una riforma del dramma (il quale doveva aderire alla verit storica e fornire la verit psicologica implicita negli avvenimenti storici), afferma nella Lettera a Chauvet che l'essenza della poesia sta nel suscitare dei sentimenti forti basandosi su avvenimenti reali: il tutto all'interno dello spirito del cristianesimo. Tuttavia, lo stesso Manzoni rifiuter nella maturit la mescolanza di verit e finzione, cessando di scrivere narrativa, senza per questo accettare la filosofia naturalista-verista di fine Ottocento, in quanto che egli resta uno scrittore religiosamente ispirato. Foscolo rifiuta la posizione del Manzoni, affermando che verit e finzione devono apparire una cosa sola se si vuole che l'illusione acquisti un grande effetto. Egli quindi rifiuta il Romanticismo perch lo vede come un nemico della fantasia. (Tuttavia il Manzoni rifiutava l'idea stessa di illusione). Inoltre il Foscolo distingue tra poesia romantica e poesia eroica. Il poeta un eroe (e un lirico) che esalta sentimenti e immagini in opposizione all'insignificanza della vita. Dante, per lui, l'esempio del poeta eroico: Petrarca e Boccaccio rappresentano invece la decadenza. Tra i moderni egli preferisce in assoluto l'Alfieri, il poeta della passione libera e della forza. Da notare che il Foscolo fu il primo che spezz i legami col neoclassicismo e che introdusse uno schema storico nella letteratura italiana. Leopardi intervenne nel dibattito romantico all'et di 18 anni (era gi un maturo filologo classico), accusando i romantici di non comprendere che la poesia illusione fantastica che ha bisogno del mito e del sogno dell'et dell'oro (cio l'inclinazione al primitivo). Il suo modello di poesia pura quello classico. La poesia radicata nella nostalgia per la natura, per l'infanzia, per l'umanit primitiva, mentre i romantici italiani parlano di "civilt". La poesia non che lirica sentimentale, il cui valore sta nel sentimento (che appunto ricordo dell'infanzia e dell'antichit). Il poeta finge, inventa, non imita. Ma questo atteggiamento stato possibile, per Leopardi, solo nell'antichit. Col progresso della civilt l'immaginazione e l'illusione sono morte, e al poeta non resta che esprimere malinconia e disperazione. La differenza tra il Leopardi e il Foscolo sta in questo, che il Foscolo riteneva possibili e necessarie le illusioni, mentre il Leopardi le riteneva s necessarie ma impossibili nell'epoca moderna. - Leopardi viveva con lo sguardo rivolto all'Italia antica e non ammirava veramente alcuno scrittore a lui contemporaneo. A suo parere una poesia come quella antica non pu pi esistere perch il poeta che cerca la verit gi un filosofo: di qui le migliaia di pagine dello Zibaldone. Leopardi contrappone la lirica (vera poesia, immediata) all'epica (concepita e ordinata con freddezza) e al dramma (fingere di avere una passione indegno del poeta: Leopardi al dramma preferisce il romanzo o la novella). Suoi poeti preferiti: Omero, Pindaro, Virgilio, Lucrezio, Luciano, Dante, in parte Petrarca e Tasso.

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