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Christian Marazzi Stralci dallintervento del 17.11.

09 Dal Marzo del 2009 ad oggi i tentativi di uscire della crisi stanno producendo delle metamorfosi profonde nella natura del denaro in questo capitalismo finanziario. La prima cosa da dire sottolineata da molti analisti in queste settimane la tendenza a nuove bolle. Una tendenza che si data a partire da marzo, nel periodo in cui le Borse hanno ripreso in modo sorprendentemente rapido. In sei mesi c stata una ripresa dei rendimenti borsistici assolutamente inedito se confrontato con le crisi borsistiche passate. Per esempio Nouriel Rubini si esprimeva con una certa preoccupazione sul Financial Times di un paio di settimane fa, tirando in ballo il fenomeno del carry-trade: con tassi di interesse prossimi allo 0, negli Stati Uniti in particolare, si sta facendo quello che si fatto in passato con lo yen in Giappone. Si prendono a prestito dollari, li si cambia con altre monete che hanno rendimenti superiori, si investono questi capitali laddove ci sono possibilit di guadagno. Ci comporta da una parte che le merci, le commodities, i titoli quotati in Borsa, le altre monete, tutto aumenta di valore; mentre il dollaro perde il suo valore, infatti il carry-trade comporta la svendita dei dollari sui mercati monetari. Molti economisti hanno notato con opportune differenze che questa situazione sembra quella che venuta a crearsi fra il 2007 e il 2008, prima della grande recessione, con per esempio laumento dei prezzi delle materie prime, in particolare del petrolio, per non parlare poi delloro. Un aumento dei prezzi che, non dobbiamo dimenticare genera immediatamente povert nei Paesi poveri, come quelli africani. (Quando si parla di immigrazione occorre considerare questo problema, laumento della povert assoluta nel mondo.) La differenza fra la situazione attuale e il periodo 2007-2008 quando gi era esplosa la bolla dei subprime - che oggi non si assiste ad una caduta degli indici borsistici, bens ad un aumento di questi stessi indici. Quindi la prima cosa la tendenza ad una nuova bolla. Questo ci permette subito di dire che il capitalismo finanziario un capitalismo che diviene a mezzo di crisi, di bolle Le bolle sono consustanziali al capitalismo finanziario. Ricordo che dal 1987 ad oggi abbiamo avuto mediamente (fra grandi e piccole) delle bolle ogni due anni e mezzo. Ricordo anche che nei trentanni di crescita fordista, i Trenta gloriosi, non c masi stata una crisi finanziaria, una cosa che piace molto ai nostri amici della scuola della regolazione francese che inseguono lobiettivo di ristabilire una sorta di capitalismo basato su un patto sociale che oggi come oggi non si riesce proprio a vedere. La seconda cosa sulla quale vorrei soffermarmi, brevemente proprio perch cronaca (devo dire che importante che tutti noi lavoriamo per fare una cronaca della crisi, seguirla senza avere la pretesa di proporre una teoria generale, i passaggi specifici possono solo essere colti se si fa un lavoro di giornalismo critico ), la ripresa della cartolarizzazione, anchessa stupefacente. Son passati pochi mesi dagli effetti leva costruiti sulla cartolarizzazione dei debiti ipotecari, ma nonostante i mea culpa la cartolarizzazione ha ripreso sui mercati delle carte di credito, dei mortgage, dei mutui e di altri mercati ancora. The Economist sta spingendo ad una rilegittimazione dei prodotti derivati. Cosa c che va segnalato a proposito di questa cartolarizzazione? direttamente la Banca Centrale, la Fed, che la sta sostenendo. La Fed sta acquistando questi titoli, questi strumenti finanziari cartolarizzati in modo tale da iniettare liquidit su questi mercati che altrimenti sarebbero bloccati. Ci avviciniamo piano piano alloggetto della mia relazione: parlare di moneta come bene comune infatti comporta unanalisi delle politiche monetarie della Banca Centrale, quindi del ruolo dello Stato nella monetarizzazione di strumenti che sono creati allinterno dei mercati finanziari, anche quando (o proprio perch) si suppone che questi strumenti siano allorigine stessa della crisi. Durante la fase espansiva tra il 2003 e il 2007, le banche avevano aumentato lofferta di moneta e di credito ricorrendo al mercato interbancario con acquisto e scambi di titoli pubblici, di prestiti fatti attraverso i fondi pensione ecc., Nella fase che stiamo vivendo 1

lo Stato stesso che alimenta questo mercato con lacquisto diretto di strumenti di veicoli finanziari come i titoli cartolarizzati. Detto questo ci siamo confrontati con una sorta di eterno ritorno delle logiche della crisi finanziaria. Arriviamo al terzo punto: in effetti se si guarda a quello che successo in particolare negli ultimi dieci anni emerge quello che stato chiamato lo squilibrio fondamentale delleconomia globale, cio lo squilibrio fra i Paesi cos detti emergenti avanzati con un eccesso di risparmio, e Paesi invece occidentali sviluppati con un deficit di risparmio (con leccezione particolare della Germania). Se teniamo conto di questo aspetto capiamo perch lo Stato sta agendo nel modo in cui sta agendo. Negli ambienti finanziari si sta discutendo oggi di una bolla della sfera pubblica, dovuta al fatto che i governi stanno accumulando una serie di titoli che sono lequivalente dei toxic assets. Le tossicit sono in pancia agli Stati stessi, e non sono pi in pancia al sistema bancario o ai fondi pensione, o ai fondi di investimento, come nella fase che ha portato alla crisi dei subprime. Questo squilibrio fondamentale fra Paesi emergenti avanzati e Paesi occidentali avanzati stato analizzato nellultimo rapporto sulleconomia mondiale del FMI. Questo squilibrio, secondo il FMI, ha contribuito notevolmente alla crisi dei subprime perch nei Paesi emergenti che producono il 45% del Pil mondiale, il tasso di risparmio non stato compensato da un tasso di investimento interno a questo blocco di Paesi. Si allora creato un net lending, cio una differenza fra risparmi accumulati dai cittadini (ad esempio cinesi) e gli investimenti: gli investimenti in questi Paesi non hanno seguito laumento dei risparmi! I beneficiari di questo net lending sono stati i Paesi che hanno accumulato disavanzo, in particolare i deficit privati delle famiglie che aumentano data la crescita dellindebitamento ipotecario. Notate bene che tra il 2000 e il 2007, il deficit pubblico statunitense ha conosciuto una diminuzione. Noi abbiamo parlato pi volte di una sorta di privatizzazione del deficit spending di keynesiana memoria: la sfera pubblica ha continuato a indebitarsi ma pi che altro per mantenere i disavanzi strutturali. Il deficit spending passato dalla sfera pubblica alla sfera privata. Normalmente quando si di fronte a un surplus di risparmio si diminuiscono i tassi di interesse per aumentare il credito; oppure c un altro antidoto soprattutto nei Paesi sviluppati: stampare moneta. Quello che le banche oggi non fanno. Le banche hanno utilizzato i soldi creati con il quantitative easing, una nuova formulazione per dire che la moneta viene stampata, non per fare credito ai consumatori, n alle imprese. C opacit rispetto al futuro e le imprese tendono a non indebitarsi. Le banche hanno investito sui mercati borsistici questa nuova iniezione di liquidit. Cos si spiega in parte anche il forte aumento dei rendimenti borsistici, e il fatto che in alcuni Paesi i numeri dei disoccupati tendono ad essere contenuti nellultimo trimestre. Questo vero ad esempio in Germania la quale ha potuto beneficiare della crescita dei Paesi emergenti, in particolare della Cina, e quindi ha aumentato le sue esportazioni. Alcuni analisti hanno interpretato questa situazione come un segnale di uscita dalla crisi. Ricordiamoci sempre che uscire dalla crisi pu avere solo due significati: 1) avere dei tassi di crescita del Pil positivi che per sono ben lungi dal recuperare tutto quel che si perso nel periodo della crisi. Alcuni stimano che ci vorranno otto anni per uscire e per tornare ad avvicinarsi al potenziale di crescita economica; 2) recuperare dei tassi di crescita ben superiori allattuale 0,6% dellEurozona. Solo il deficit pubblico pu colmare questo net lending; solo il deficit pubblico aumentato oltre il 12% nei Paesi ricchi pu fare il lavoro che prima faceva lindebitamento privato. Niente di nuovo sotto i ponti. Solo che questo deficit pubblico sta alimentando un rilancio delleconomia finanziaria. Io credo che noi siamo un po prigionieri dentro una sorta di bolla keynesiana: nella misura in cui la disoccupazione non solo diminuisce, ma addirittura aumenta, e i salari sono tartassati, questa la prova provata che da questa recessione non si uscir per mancanza di domanda. Questa una dimostrazione del fatto che noi continuiamo a ragionare in termini keynesiani. Io comincio a credere che in realt questo non sia pi vero. Noi possiamo immaginare che il capitalismo 2

finanziario con questa crisi, attraverso questa crisi, si stia autonomizzando dalla societ. Non sto parlando dellautonomia del capitale fittizio, dellautonomizzazione del denaro che produce denaro a mezzo di uomini, di forza lavoro, di cui parlava Marx. Io sto parlando proprio del capitalismo finanziario che pu crescere producendo esternalit negative, come la povert, la disoccupazione cronica, lattacco al lavoro cognitivo, per esempio i tagli che le imprese stanno facendo sulla Ricerca e Sviluppo. Su Business Week, Robert Mandel diceva di fare attenzione perch se si considerano le spese in Ricerca e Sviluppo un costo invece che un investimento si produrr una crescita al ribasso. Si taglia la risorsa strategica delleconomia occidentale, cio il lavoro cognitivo. Per quello che sta succedendo. Occorre porsi una domanda in termini paradossali: E se avessero ragione nel dire che stiamo uscendo dalla recessione? Con gli occhiali keynesiani nessuno ci crede. Ma il capitalismo finanziario cambia realmente: lo Stato finanzia il mondo finanziario, sostiene la cartolarizzazione, Se ragioniamo in termini di circuito economico ci rendiamo conto che il primo denaro, quello che lincipit del processo di valorizzazione non passa pi attraverso la relazione salariale, ma attraverso i mercati finanziari. I mercati finanziari sono il polmone nella creazione della liquidit, e questa una liquidit che alimenta, lubrifica il circuito economico. Come il denaro che acquistando mezzi di produzione e forza lavoro produce altro denaro, in uneconomia prevalentemente industriale. Da qui deriva il ragionare sulla rendita come capitale: La rendita viene creata attraverso lindebitamento sui mercati finanziari, ma comanda il processo di valorizzazione. Proprio perch parliamo di rendita entrano in ballo i beni comuni, non solo i processi diretti di produzione di beni e servizi. a tal proposito utile rileggere il Tableu Economique di Quesnay: per i fisiocratici la terra quel bene comune che a contatto con il lavoro vivo (il solo lavoro agricolo per i fisiocratici) produce lunica ricchezza concepita dai fisiocratici, la ricchezza in termini fisici. Il circuito economico dei fisiocratici comincia con 2000 franchi posti in mano alla classe proprietaria, ai padroni fondiari. Questi acquistano un po di beni agricoli dalla classe produttiva e un po di beni strumentali dalla classe sterile. Questi primi acquisti generano altri acquisti. In questo schema la rendita precede il processo di accumulazione. In Ricardo lipotesi dei fisiocratici tenuta ferma per ragionare sul saggio del profitto: il saggio del profitto si crea nella produzione agricola dove la ricchezza data in termini di quantit fisiche e non in termini di prezzo. Questo saggio del profitto va a determinare tutti gli altri saggi di profitto nei diversi settori della produzione. Rivisitare i Classici importante. Il problema non tanto tornare a Keynes, come suggerisce Krugman, ma tornare a Marx. Ma occorre tornare a Marx a partire dai Classici sostituendo al posto della terra, la vita, il bios. Se seguiamo lipotesi della rendita come capitale possiamo dare delle risposte ad alcune difficolt categoriali e politiche che stiamo vivendo: in questa crisi non c quellesplosione di lotte che molti di noi avevano immaginato. La rendita una cosa terribile, produce servilismo, produce rapporti personali, dei meccanismi dentro i quali la creazione di fronti di ricomposizione estremamente laboriosa. Il tema della governance nelle relazioni micro fondamentali, il tema della gestione della rendita, che produce polarizzazioni difficilmente organizzabili. Bisogna ragionare sulle declinazioni politiche della centralit della rendita in una jobless recovery dove gli investimenti sono piatti (dal 1980 a oggi). Il fatto che laccumulazione passata dalla sfera direttamente produttiva alla sfera della circolazione, degli scambi. Ci mi porta a credere che unuscita dalla crisi ancora lontana, ma in tutti i casi lenta sar unuscita che comporter una riarticolazione dei processi di accumulazione nella societ attraverso la rendita come capitale

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