You are on page 1of 32

N.

3 anno LXVI Luglio - Settembre

LA PATRONA DITALIA E DEUROPA S. CATERINA DA SIENA


ANNO LXVI - N. 3 LUGLIO-SETTEMBRE 2011 BASILICA CATERINIANA DI SAN DOMENICO - SIENA Tel. 0577 280893 Fax 0577 219676

Direttore responsabile: P. Ottavio Sassu o.p. Direttore esecutivo: P. Lorenzo Fatichi o.p. Capo redattore: Franca Piccini Redazione:

Impaginazione: Paolo Pepi

Stampa: Edizioni Cantagalli Copertina:


Giacomo Franci

II e III di copertina:

Abbonamento annuo 15,50 C.C.P. 11247533


Registrazione Tribunale di Firenze n. 4719 del 20/8/97

SPED. IN A. P. COMMA 20/C - ART. 2 LEGGE 662 - FILIALE DI SIENA

P. Michele Corvelli, o. p. P. Giuseppe Di Ciaccia, o. p. P. Reinaldo Sanchez, o.p. P. Alfredo Scarciglia, o.p. P. Alfred White, o.p. Prof.ssa Nara Coradossi

Veduta di Siena, foto di F. Muzzi

Sommario

La perversit dellamor proprio avvelena la convivenza umana pag. La santit, chiamata di Dio (3) Santa Caterina da Siena, la grande mistica della politica istruisce i governanti della terra Lamore di Santa Caterina per la Chiesa (4) Virgo Digna coelo Programma del Convegno Pio II: il Papa umanista Caterina da Siena la devozione e la santit Santa Caterina da Siena e il mondo dei desideri (1)

13 16 17 20 25

22

Limmagine tratta da Santuario Casa di Santa Caterina da Siena -conoscenza del monumento attraverso i restauri a cura di Roberto Sabelli - Alinea editrice, Firenze 2002

Assunzione di Santa Caterina in paradiso 1701-1703 di G. Nicola Nasini. Siena, Chiesa del Crocifisso - Santuario Casa di Santa Caterina.

LA PERVERSIT DELLAMOR PROPRIO AVVELENA LA CONVIVENZA UMANA


ari lettori e affezionati a Santa Caterina da Siena Madre e Maestra di vita cristiana. Essa andando alla radice etica del vivere umano , rileva che tutti gli scandali, lodio, la crudelt e ogni altro disordine, sono causati dalla radice perversa dellamor proprio, che avvelena tutto quanto nel mondo, per il desiderio smodato di brama e di sopraffazione (Dialogo, n. 7). Afferma ancora: lamor proprio che rende luomo crudele (Lettera 33, allAbate di Monte Oliveto Maggiore). San Tommaso dAquino, lo descrive come il privilegiare se stessi sopra qualsiasi altra realt esistente (cfr. III, q. 77, a. 4), ma questo modo di comportarsi, commenta, degrada la vita delluomo e la disgrega (cfr. I-II, q. 28, a. 5), danneggiando anche la societ perch conduce alla sedizione che consiste nellorganizzare in seno alla nazione delle organizzazioni faziose con lo scopo di cospirare e suscitare confusione e tumulti tra i cittadini ( II-II, q. 43, a. I-8). Suscita altres lo scandalo che si oppone alla giustiziae risulta occasione di rovina per gli altri (Ibidem). Santa Caterina non ignorava gli insegnamenti di San Tommaso, infatti scrive che lamor proprio impedisce lesercizio della giustizia, perch luomo vi indotto o per le lusinghe che riceve o per non perdere il prestigio della propria posizione sociale (Lettera 7 al Cardinale Pietro dEstaing Vescovo di Ostia). Ai giorni nostri, lo stesso Concilio Vaticano II, si occupato di questo tarlo malefico specialmente nel Decreto sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, dove ribadisce che lorgoglio, linvidia e le altre passioni egoistiche, generano disordini, lotte e violenze anche nei rapporti tra le nazioni (cfr. Concilio Ec. Vat. II, Ed. Ancora, Milano 1966, p. 749). I singoli, i gruppi privati o istituzionali, sono fortemente richiamati ad un radicale mutamento pena, dice il testo conciliare, la violenta disgregazione sociale e la perdita della pace. Nella Vita di Santa Caterina il Beato Raimondo da Capua (suo confessore), trattando del medesimo argomen-

Editoriale

La Patrona dItalia

Editoriale
to cos riporta il pensiero che Caterina rivolgeva quotidianamente ai suoi discepoli: Lamor proprio la causa dogni pessima cupidigia (Santa Caterina da Siena, Ed. Basilica Cateriniana, Siena 1982, p. 115). Il Beato Raimondo per far meglio comprendere linsegnamento di Caterina, ricorda al lettore lopera di SantAgostino, la Citt di Dio, dove al Capitolo XIX, il Santo Dottore della Chiesa, tratta delle due citt, quella celeste e quella terrena dove, questultima, detta inficiata dallo amor proprio cosi ch giunge fino al disprezzo di Dio pur di perseguire il desiderio smodato della bramosia. Papa Benedetto XVI, trattando di questa problematica realt, ha detto in una sua recente conversazione: evidente che esiste un avvelenamento del pensiero che, a priori, ci d prospettive sbagliate infatti, non ci sono soltanto gli egoismi individuali in lotta tra loro, ma anche gli egoismi di gruppi per a me sembra importante non vedere soltanto il negativo ma vedere attraverso il momento attuale le necessit di una svolta annunciare che essa non pu avvenire senza una conversione interiore (Luce del mondo, Ed. Vaticana, 2010, pp.75,77, 96). Rivolgendosi alla F.A.O., lo stesso Benedetto XVI, ha affermato che la povert, il sottosviluppo e quindi la fame sono spesso il risultato di atteggiamenti egoistici che partendo dal cuore delluomo si manifestano nel suo agire sociale (Discorso alla Conferenza della F.A.O., 1 luglio 2011, in LOsservatore Romano, 2 luglio 2011, p. 8). Anche Santa Caterina riconosceva, a suo tempo, che lunico antidoto allinsidia deleteria dellamor proprio sta nella conversione interiore, correggendo, col lume della retta ragione, i moti dellaffetto disordinato (Lettera 361 a una donna napoletana influente con la Regina Giovanna perch non aderisse allo scisma). La Santa conclude questo drammatico argomento, sempre attuale sia tra i singoli, sia nelle societ, sia per il rispetto della natura, ammonendo che non si potrebbe ottenere la vittoria sulla fragilit dellamor proprio senza il sostegno della luce della fede (cfr. Lettera 56, a Frate Simone da Cortona dellOrdine dei Predicatori). Cosciente che lamor proprio mette a repentaglio la pace individuale e sociale in ogni parte del mondo, si rivolge al Papa Gregorio XI (Lettera 206), perch con lautorit che gli era riconosciuta, lo scongiura affinch, con la grazia di Dio, possa essere efficace strumento contro i guasti dellamor proprio, per la difesa della pacificazione del mondo intero. P. Lorenzo Fatichi O.P.

La Patrona dEuropa

Cultura

LA SANTIT, CHIAMATA DI DIO (3)


tiamo in primo luogo che la santit della Chiesa deriva dalla santit di Cristo e dal suo amore per lei, amore che lo spinse alla totale donazione di s nel sacrificio della croce, perch la Chiesa sia la sua sposa. Cos che la chiamata alla santit, rivolta a ciascuno di noi, membri della Chiesa (cf. Lumen Gentium, 11 13 41 - 42 48 - 50), viene dedotta dalla nostra ontologica appartenenza ed unione alla Chiesa di Cristo, la quale viene proclamata indefettibilmente santa. Tutti i fedeli sono chiamati a essere santi nella loro vita, essendo da Dio chiamati a vivere in conformit a ci che sono nellordine dellessere, e cio uomini che vivono nella Chiesa che santa. Seguendo il testo riportato, notiamo la sottolineatura della seguente verit: Cristo ha unito a s la Chiesa, come suo corpo. Con questa ulteriore specificazione, la santit della Chiesa viene pi chiaramente descritta per mezzo della categoria della unione con Cristo, ossia per mezzo di quella categoria che, in modo eminente, esprime lidentificazione di Cristo con la sua Chiesa, e che, al tempo stesso, rivela con una profondit insuperabile il mistero della Chiesa, la sua natura e finalit, il suo dinamismo soprannaturale e le molteplici manifestazioni di quella vitalit che le tipicamente propria. Il terzo motivo, addotto per presentare la santit della Chiesa, risiede

lle riflessioni scritturistiche dei due numeri precedenti, segue nel presente numero una riflessione tratta dal Concilio Vaticano II. Questi, pur senza dare una definizione scolastica sul nostro tema, ha proposto una dottrina sulla natura della santit, in armonia con la Tradizione: la santit consiste nel seguire Cristo, nellunione con Cristo, nellappartenere a Cristo, fonte di ogni grazia e santificazione. uno dei grandi meriti del Concilio Vaticano II aver esposto detta dottrina e, nella luce dellecclesiologia, averla organicamente inserita e sviluppata nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, specialmente nel capitolo V, che presenta largomento di fondo nei termini seguenti: La Chiesa, il cui mistero esposto dal sacro concilio, indefettibilmente santa. Infatti Cristo, Figlio di Dio, il quale con il Padre e lo Spirito proclamato il solo santo, ha amato la Chiesa come sua sposa e ha dato se stesso per lei, al fine di santificarla (cf. Ef. 5, 25-26), e lha unita a s come suo corpo, e lha riempita con il dono dello Spirito Santo, per la gloria di Dio. Perci tutti nella Chiesa, sia che appartengano alla gerarchia sia che da essa siano diretti, sono chiamati alla santit, secondo il detto dellApostolo: La volont di Dio questa, che vi santifichiate (1 Ts. 4, 3; cf. Ef. 1, 4) (Lumen Gentium, 39). Considerando il testo riportato, no-

La Patrona dItalia

Cultura
nella verit secondo la quale Cristo alla sua Chiesa ha fatto dono dello Spirito Santo. Questa realt ci aiuta a comprendere meglio perch la santit della Chiesa consista proprio nella sua unione con Cristo. Infatti, lo Spirito Santo lanima del corpo mistico, che, permeandolo, tutto lo vivifica e lo unisce a Cristo. Nella luce della teologia trinitaria e di ci che essa insegna sullo Spirito Santo, quale Spirito di amore e vincolo della carit, si vede il profondo valore della dottrina secondo la quale lo Spirito Santo ci fa dono della santit, dello essere adulti in Cristo, in quanto ci unisce a Cristo e in lui ci rende partecipi della vita divina. La santit che nel fedele alla grazia si attua ogni giorno e ogni giorno deve ancora attuarsi, realizzandosi secondo la logica del cammino di fede - viene concepita e presentata come unione a Cristo in seno alla Chiesa, non solo in questo testo fondamentale della Lumen Gentium, ma ovunque nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa si parla della nostra santificazione, sia con il termine santit, sia con quelli di unione e unificazione con Cristo, sia con i verbi attraverso i quali si intende far comprendere in quale modo la chiamata alla santit si attui: questi sono consacrare (nel senso di essere da Dio consacrati a Cristo), imitare e divenire conformi (nel senso di assumere la forma, lo stile di vita di Cristo), ed altri simili che appartengono alla categoria della unione ed unificazione, sia nellordine ontologico che in quello morale. E, quindi, per quanto riguarda la chiamata alla santit, la Lumen Gentium, nel solco della Scrittura (cf. Rm. 1, 5-7; 1 Cor. 1, 9; Gal. 1, 6; Ef. 1, 4; Col. 3, 15; 1 Ts. 1, 4; 2 Ts. 2, 13) e del precedente Magistero della Chiesa (cf. Pio XI, Lettera Enciclica Rerum Omnium, 26 gennaio 1923; Pio XI, Lettera Enciclica Casti Connubii, 31 dicembre 1930; Pio XII, Costituzione Apostolica provvida Mater, 2 febbraio 1947) insegna che tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carit (Lumen Gentium, 40). Non trascurabile, ma piuttosto significativo che alla suddetta frase seguono i due punti, e quindi: Da questa santit promosso, anche nella societ terrena, un tenore di vita pi umano. E ci per sottolineare non solo lunit dello essere uomo che si traduce nelle concrete scelte di vita, ma anche per evidenziare che la nostra santificazione non pu non avere concretizzazioni proprio sul piano storico in cui si esprime e, al tempo stesso, si alimenta. Il capitolo V della Lumen Gentium, concludendo (n. 42), propone a tutti i fedeli di perseguire e di tendere alla santit, non solo come semplice invito, ma anche con unespressione che, alla luce della parola di Dio - Siate perfetti come perfetto il Padre vostro celeste (Mt. 5, 48) -, corrispondente al comandamento: Tutti i fedeli sono invitati e tenuti a tendere alla santit. P. Giuseppe Di Ciaccia O.P.

La Patrona dEuropa

SANTA CATERINA DA SIENA, LA GRANDE MISTICA DELLA POLITICA, ISTRUISCE I GOVERNANTI DELLA TERRA
el messaggio del 17 marzo 2011 al Presidente della Repubblica per il 150 anniversario dellunificazione politica dellItalia, Papa Benedetto XVI, nel sottolineare come lunit del Paese non sia stata una artificiosa costruzione politica di identit diverse, ma il naturale sbocco politico di una identit nazionale forte e radicata, sussistente nel tempo, ha voluto ricordare come santa Caterina da Siena abbia saputo offrire, seppure semplice popolana, uno stimolo formidabile alla elaborazione di un pensiero politico e giuridico italiano. Anche in occasione dellomaggio floreale a santa Caterina dello scorso 29 aprile, giorno della sua festa, davanti al celebre monumento del Messina a lei dedicato a Roma nei pressi di Castel SantAngelo, stato messo in luce il ruolo della santa, come sopra ricordato dal Papa: essa pu ancora svolgere tale ruolo, se ascoltata, anche nel difficile momento politico che stiamo vivendo. Infatti Caterina, come stato evidenziato nel corso della cerimonia, crede nel primato della politica come la pi alta espressione della carit e non esclude la diversit di opinioni ed il pluralismo culturale, ma insegna ed esorta, con incredibile attualit, a vivere la politica come ricerca del bene comune, con purezza di intenti nel rispetto degli avversari e nellaiuto ai pi deboli. Alla cerimonia hanno partecipato Mons. Vincenzo Pelvi, Ordinario militare per lItalia ed il Sindaco Gianni Alemanno, accolti dalla prof. Diega Giunta e dal dott. Aldo Bernabei del Centro Internazionale di Studi Cateriniani. Vissuta sei secoli fa il breve periodo di 33 anni, dal 1347 al 1380, del tutto priva di educazione scolastica in quanto appartenente alla classe del popolo cui non erano riconosciuti i diritti agli studi, Caterina era addirittura analfabeta ma Dio, cui ella fin da bambina aveva dedicato tutta se stessa, laveva dotata di fine intelligenza e genialit. Tali doti, da lei costantemente coltivate, ne hanno fatto non solo uno di maggiori prosatori del nostro Trecento, ma soprattutto un maestro in questioni religiose, teologiche, sociali e politiche. Eppure la volont dellumile Caterina rifuggiva dal mondo e dalla notoriet, desiderando invece ardentemente trascorrere la vita chiusa nel nascondimento della sua cella, in adorazione del suo divino Sposo, ascoltandone gli insegnamenti: Ges infatti appariva spesso a Caterina, come rappresentato nella vasta iconografia che ritrae Ges e Caterina in mistico colloquio. Ges tuttavia costrinse Caterina ad entrare nel mondo dei potenti per eseguire quanto Egli stesso le avrebbe suggerito: principalmente persuadere tutti i figli di Dio alla pace fondata sulla giustizia. In unepoca in cui le donne non godevano di alcuna considerazione nella societ civile (il femminismo non andava certo di moda!), come si potrebbe spiega-

Cultura

La Patrona dItalia

Cultura
re che una donna appartenente ad una famiglia numerosa, con venticinque tra fratelli e sorelle, per giunta analfabeta come sopra ricordato, abbia potuto trattare al massimo livello e da pari a pari con i politici di allora, svolgendo con successo numerose e risolutive missioni di pace tra i popoli europei dilaniati da guerre fratricide? E come avrebbe potuto questa umile popolana costringere Gregorio XI a ristabilire la sede papale a Roma da Avignone, dopo circa settantanni di doloroso esilio? Appare in tutto ci evidente lopera straordinaria della divina Provvidenza. Come scrisse nellormai lontano 1980 il beato Pontefice Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica Amantissima Providentia per il VI centenario del transito di santa Caterina da Siena, la Provvidenza divina si manifesta protagonista della storia e spesso sceglie persone apparentemente disadatte e ne eleva talmente le facolt native da renderle capaci di azioni assolutamente superiori alla loro portata. E questo fa non tanto per confondere la scienza dei sapienti, quanto per mettere in luce la sua opera. Il Trecento stato un secolo in cui la classe borghese e la lingua volgare, litaliano, si diffondevano ovunque, trionfavano le arti e le universit erano fonti di sapere, come luniversit di Parigi, che Caterina definiva fontana della scienza. Grandi poeti e scrittori, come Dante, Petrarca e Boccaccio davano lustro alla letteratura italiana in campo internazionale: in questo secolo di rinascita, ma anche di disordini e di guerre, la nostra santa inviava numerose lettere a Papi, cardinali, capi di stato e di comuni, in Italia ed in Europa, trattando argomenti di varia natura, ma tutti improntati a seguire gli insegnamenti di Cristo, il suo divino Sposo e seguendone la volont, che sappiamo essere lamore accompagnato dalla pace, fondata sulla giustizia. Sono ben 381 le lettere pervenute fino a noi, che santa Caterina ha scritto o meglio dettato, essendo analfabeta, ai suoi discepoli. Esse formano un imponente epistolario e 57 di queste lettere sono indirizzate a uomini politici, Papi e principi della chiesa, per raccomandare lunione e la pace, ma una pace che, per essere duratura, sia sempre fondata sulla giustizia. Di esse, 23 sono indirizzate ai Pontefici della sua vita: 14 a Gregorio XI e 9 al suo successore Urbano VI, i quali come sappiamo, erano anche capi di stato e di uno stato il cui territorio non aveva le dimensioni simboliche di oggi, ma si estendeva a gran parte dellItalia centrale: il loro potere politico non era pertanto molto diverso da quello dei sovrani degli altri paesi europei. Nelle lettere inviate a Gregorio XI ad Avignone, che ella avrebbe poi persuaso con trionfale successo a ristabilire la sede papale in Roma e che affettuosamente chiamava Babbo, appellativo da lei dato ai Papi (assieme con laltro di dolce Cristo in terra), Caterina, incaricata di trattare la pace con lo Stato pontificio dal partito moderato della Repubblica di Firenze, scrive: Pace, pace, pace, Babbo mio dolce e non pi guerra! Ma andiamo sopra li nemici nostri e portiamo larme

La Patrona dEuropa

Cultura
della santissima Croce, portando il coltello della dolce e santa parola di Dio. () Or, con cuore virile e non timoroso punto, seguitando lAgnello svenato e consumato in Croce per noi, permanete nella santa e dolce dilezione di Dio (lett. 218). Con la sapiente sua mediazione, la pace con la Repubblica di Firenze sar poi effettivamente raggiunta sotto il successivo pontificato di Urbano VI. Con la lettera 235 inviata al re di Francia, Carlo V il Savio, in guerra - la famosa guerra dei cento anni - contro il re dInghilterra, ella lo esorta ad essere fondato in vera e santa giustizia ed a ritenersi di essere il dispensatore del suo regno, non il padrone, considerandolo come cosa a lui prestata. Pertanto gli scrive: siate, siate amatore delle virt, fondato in vera e santa giustizia e spregiatore del vizio. Tre cose vi prego () che facciate nello stato vostro. La prima si che spregiate il mondo e voi medesimo, con tutti i diletti suoi, possedendo voi il reame vostro come cosa prestata a voi e non vostra (). Laltra cosa che voi manteniate la santa e vera giustizia (). La terza cosa si dosservare la dottrina che vi d questo Maestro in croce, () cio lamore e la dilezione con il prossimo vostro, con il quale tanto tempo avete avuto guerra. Caterina, sei secoli fa, intuiva la possibilit del dialogo al quale sempre esortava gli uomini politici scongiurandoli ad evitare le guerre, sempre dannose e foriere di ulteriori guerre e violenze, con inutile spargimento di sangue innocente: ella invece vedeva, nella comune fede in Dio, che sappiamo essere amore e pace fondata sulla giustizia, il cemento che poteva unire tante popolazioni europee, inducendole a collaborare fra loro per il bene comune. Se governare consiste preliminarmente nellesprimere un dinamismo dal singolo verso la collettivit, discende per Caterina il principio fondamentale secondo cui per governare gli altri sia necessario saper governare se stessi. Conviensi che luomo che ha a signoreggiare altrui e governare, signoreggi e governi prima s. Come potrebbe il cieco vedere e guidare altrui?() non potrebbe. Male potr dunque vedere o correggere il difetto del suddito suo. E se pure il corregge, il corregge con quella tenebra e con quella imperfezione chegli ha in s. E spesse volte, per lo poco cognoscimento, ho veduto punire i difetti col dove non sono e non punire quelli che sono iniqui () il poco lume non lascia discernere la verit: cos scrive Caterina (lett.121) ai signori difensori ed al capitano del popolo della citt di Siena. La nostra santa vuole che non solo i governanti, ma anche tutti i cittadini contribuiscano al buon andamento della politica: ogni cittadino infatti deve rispondere degli altri secondo gli insegnamenti di Ges sullamore al prossimo, che implica anche di servirlo. Caterina non solo insegna, istruisce, esorta, ma soprattutto d il buon esempio mettendo in pratica, a cominciare dalla sua citt, i propri insegnamenti per portare la pace tra le varie fazioni in lotta tra loro e per prima si prodiga coraggiosamente ad aiutare chi si trova nel bisogno come quando, scoppiata la peste a Siena,

10

La Patrona dItalia

Cultura
si mette a curare i malati senza temerne il anche da un grande santo dei nostri tempi: contagio. lo spagnolo san Josemara Escriv de BaScopo della funzione politica di santa laguer, il quale ne ammirava la forza ed il Caterina da Siena era lunione nella pace coraggio, soprattutto quando proclamava di tutti gli stati dEuropa: molti di essi, inverit sgradite ai potenti ed ai politici e la fatti, si trovavano in guerra fra loro, a coscelse quindi quale patrona per la sua minciare da quelli della penisola italiana. Opera (Opus Dei) nel campo della comuIn tutte le sue lettere dirette ai politici, olnicazione al pubblico. tre alle illuminate esortazioni per le emerLe numerose lettere scritte agli uomini genze del momento storico, troviamo ripepolitici fanno acquisire a Caterina una fatuti, con paziente costanza, i principi ma internazionale evangelici da lei misticamente assimilati direttamente dal suo Sposo divino a tal punto da poterli presentare, in modo che fossero ben recepiti, ai politici del suo tempo. Molti di essi infatti avevano raggiunto il potere con metodi poco lineari ed onesti e comunque erano generalmente (nihil sub sole novum!) poco inclini a praticare principi morali o religiosi. Caterina era dunque esperta anche in scienza della comunicazione, pur non essendo allora conosciuta questa disciplina, che relativamente nuova anche per noi. Ella infatti riusciva a far comprendere agli uomini di governo che lesercizio del potere pu, nellanimo del politico retto, non solo conciliarsi con i principi morali e religiosi, ma addirit- Il Presidente dei Caterinati di Roma Dott. A. Bernabei, lordinario militare Mons. V. Pelvi, il sindaco G. Alemanno, un assestura trarre da essi fondamento sore del comune di Roma e la Prof.ssa D. Giunta, Presidente del e forza. E la forza comunicati- Centro Int. di Studi Cateriniani - Roma, monumento a S. Caterina va di Caterina fu apprezzata opera di F. Messina

11

La Patrona dEuropa

Cultura
per cui ella, nonostante le difficolt dei mezzi di comunicazione del suo tempo, riesce a far giungere i suoi messaggi di pace e di unione fra i popoli perfino nel lontano est europeo, come al re di Ungheria Ludovico il Grande ed a sua madre, Elisabetta, figlia del re di Polonia. Nel pensiero cateriniano, il fine dello stato il raggiungimento del bene comune cui deve essere subordinato il bene particolare, dal quale discende la logica necessit che la societ umana che forma lo stato si fondi saldamente sulla giustizia, come si visto. Essendo inoltre lautorit politica preposta allemanazione delle norme che guidano le attivit dei cittadini finalizzata al raggiungimento del bene comune, ne discende che i capi che detengono questa autorit, ossia i politici, potranno dare il bene al loro popolo solo se essi stessi possiedano tale bene. Da qui la raccomandazione al re di Francia sopra citata, secondo cui lautorit del governante, o il possesso del regno, cosa prestata: essa viene da Dio ed a Lui prima o poi il re dovr rispondere. Negli scritti di santa Caterina troviamo infine il fondamentale principio secondo cui la politica un dovere e non un potere esclusivo delluomo di governo, che oggi (ma non solo!) sembrerebbe quasi dimenticato. Il politico ideale quindi colui dal quale emana odore di santa giustizia: in lui splende la margarita della santa giustizia e la giustizia perfetta quella che scaturisce dalla fontana della carit. Luomo di governo deve conseguentemente sforzarsi con tutta la sua volont nella direzione dellesercizio della giustizia perfetta ed i politici dei nostri giorni, che fossero interessati ad una politica intelligente e lungimirante per realizzare il buon governo, dovrebbero seriamente approfondire gli scritti della nostra santa. Ludovico Cartotti Oddasso

Varazze

opo dodici anni di servizio al Santuario cateriniano di Varazze (SV), don Giulio Grosso stato trasferito a Vado. Negli anni aveva curato il Santuario della Santissima Trinit e la preparazione alla novena a S. Caterina, collaborando sempre assiduamente con il Gruppo locale dei Caterinati. Negli anni scorsi ha guidato anche

numerosi pellegrinaggi nei luoghi cateriniani di Siena. La dottoressa Marina Delfino, presidente del Gruppo dei Caterinati di Varazze, nel ringraziare don Giulio per la collaborazione, auspica che la collaborazione possa continuare anche con il nuovo parroco don Claudio Doglio.

12

La Patrona dItalia

Cultura

a dottrina di Caterina, molta parte del quale dedicata al mistero della Chiesa e del sacerdozio ministeriale, non era soltanto parola sapiente ed illuminante per il suo e per tutti i tempi, era anche vita vissuta, pena e desiderio dellanima, fatica e patimento del corpo, e perci pi viva, pi efficace, pi incisiva, come quella del divino Maestro, che aveva operato prima di parlare dando dottrina a voi pi con lesempio che con le parole, prima fece e poi disse (D. XXIX) Anche i numerosi viaggi di Caterina a Lucca, a Pisa e in altre citt della Toscana, le molte lettere scritte ai signori delle citt, non avevano altro scopo che di mantenere i membri del corpo mistico, cio i fedeli del popolo di Dio, uniti al loro capo, il Vicario di Cristo, in vista di un bene spirituale, dinanzi al quale ogni considerazione di terreno profitto non aveva alcuna ragione di esistere. Caterina opera in questo campo con una coerenza che non conosce dubbi o tentennamenti; la medesima verit, che richiede ai fedeli una incondizionata fedelt al pontefice, esige pure da lui e dagli altri pastori un comportamento adeguato, perci la Santa non esita a scrivere a Gregorio XI: Santissimo e reverendissimo Padre mio in Cristo Ges scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi pastore buono, considerando,

LAMORE DI S. CATERINA PER LA CHIESA (4)

Cultura

13

babbo mio dolce, che il lupo rapisce le vostre pecorelle e non c chi vi ponga rimedio. Ricorro dunque a voi, padre e pastore nostro, pregandovi da parte di Cristo crocifisso che impariate da lui, il quale con tanto fuoco damore si diede alla obbrobriosa morte della santissima croce per trarre la pecorella smarrita dellumana generazione dalle mani del demonio Oh santissimo babbo mio dolce, io non ci vedo altro modo, n altro rimedio per riavere le vostre pecorelle, che come ribelli si sono allontanate dallovile della santa Chiesa, disobbedienti e non soggette a voi, padre. Perci vi prego da parte di Cristo crocifisso e voglio che mi usiate questa misericordia, cio che con la vostra benignit vinciate la loro malizia. Siamo vostri, o padre. E io conosco e so che a tutti loro pare di aver agito male, e ammettiamo che non abbiano scusa nellagire male, tuttavia per le molte pene e cose ingiuste e inique che sopportavano a cagione dei pastori e governatori, a loro pareva di non poter agire diversamente. Per questo, sentendo il puzzo della vita di molti rettori, i quali sapete che sono demoni incarnati, per non perdere lo stato vi hanno perseguitato. Dunque, padre, vi domando per loro misericordia rendete pace a noi miseri figlioli che abbiamo offeso. Io vi dico dolce Cristo in terra, da parte di Cristo in cielo, che facendo cos, senza

La Patrona dEuropa

Cultura
briga e tempesta essi verranno tutti con dolore delloffesa fatta e vi metteranno il capo in grembo Pace, pace, pace (Lett. 206) Caterina non esita a mettere il dito nella piaga e ad esigere che la conversione del cuore parta innanzitutto da chi esercita lautorit, a maggior ragione da parte di chi ha anche unautorit spirituale, e per convincere il Papa alla pacificazione con i ribelli non esita a considerarsi quasi una di loro: abbiamo offeso, lei cos intransigente con i persecutori della Chiesa. E la sua richiesta di misericordia acquista il tono di unautorevolezza inaudita: vi prego da parte di Cristo crocifisso, Io vi dico dolce Cristo in terra da parte di Cristo in cielo. Solo chi profondamente unito a Cristo, come lo Caterina, e vive dei suoi stessi sentimenti pu parlare in questo modo a nome suo ed esigere di ottenere quanto chiede, vivendo la medesima solidariet misericordiosa che Cristo ebbe con i peccatori, e in questo caso proprio quelli che avevano intralciato e negato il suo operato presso il pontefice. Eppure ella osa chiedergli misericordia per i fratelli come un dono fatto specificamente a lei, che tanto soffre per loro: voglio che mi usiate questa misericordia. Ella, evangelicamente, convinta che la benevolenza ha la meglio sulla vendetta e sulla malizia: Beati i miti , ottimista circa lefficacia del buon esempio come stimolo alla conversione. I Fiorentini hanno agito contro il papa per non perdere lo stato, come potr egli giustificarsi se anche lui, per non perdere i beni temporali, disposto a perdere le anime redente da Cristo, cio i beni spirituali? Il grido pace, pace, pace non solo sete di giustizia ed armonia terrena, ma sete di salvezza e di redenzione per chi si allontanato dallovile e va ricercato con ogni sollecitudine. La sua sollecitudine, la sua ansia, il suo dolore hanno fatto breccia nel cuore del Pontefice, tanto pu l amore per le anime simile a quello di Cristo crocifisso. Per Caterina la pace richiesta tra il papa e le citt della Toscana non deve essere frutto di compromesso o di timore, ma neppure semplicemente di trattative, ma deve scaturire dall desione allesempio di Cristo e ai sentimenti del suo Cuore, cio la misericordia, il perdono, un amore disposto fino al dono della vita. E in questo Caterina non aveva nessun dubbio che il primo passo dovesse essere del Pontefice, per questo dopo la lettera 206 gliene invia una ancora pi incalzante: Ohim! Non pare che (DIO) voglia che noi attendiamo tanto alla signoria e alla sostanza temporale, al punto da non vedere la distruzione delle anime e il vituperio di Dio, che consegue alla guerra (Lett. 209) Caterina esprime la consapevolezza di quanto il comune intendimento, gli interessi politici e i consiglieri mondani

14

La Patrona dItalia

Cultura
contraddicessero la sua soprannaturale visione della realt e della soluzione dei problemi politici in atto. Quell ohim il sospiro di unanima protesa solo alla ricerca dellonore di Dio e della salvezza delle pecorelle, ma che si fa coraggio di denuncia e di esortazione a compiere il fondamentale dovere cos a lungo trascurato per interessi di poco conto: Colui che ha fame di Dio e della salvezza delle pecorelle, per trarle dalle mani del demonio e ricoverarle, si dispone a dare la vita corporale e non soltanto i beni materiali Vi in queste ardite parole un manifesto rimprovero per le tante esitazioni del Pontefice ad intraprendere unazione tanto doverosa di pace, anche a costo del detrimento del patrimonio ecclesiastico. Con i piedi a terra, come si suol dire, Caterina non ignora le tante voci discordanti dalla sua e, prevenendo le obiezioni al fatto che i beni temporali non sono propriet personale del papa, il quale, perci, non pu disporne come gli pare ma li deve difendere, incalza: Bench potreste dire santo Padre: In coscienza sono tenuto a conservare e riacquistare ci che appartiene alla Chiesa. Ohim! Io confesso che vero, ma mi pare che si debba guardare a ci che vale di pi: il tesoro della Chiesa il sangue di Cristo, dato in prezzo per lanima, infatti il tesoro del sangue non pagato per i beni temporali, ma per la salvezza degli uomini. Perci, supponiamo che siate tenuto a conquistare e conservare il tesoro e la signoria delle citt, che la chiesa ha perduto, molto pi maggiormente siete tenuto a riacquistare tante pecorelle, che sonno un tesoro nella Chiesa e troppo se ne impoverisce quando le perde meglio dunque lasciar andare loro delle cose temporali che quello delle cose spirituali (id). Il discorso talmente logico nel paragone instaurato, che sembra escludere qualsiasi argomentazione contraria ed eliminare qualsiasi dubbio circa la scelta da compiere. Caterina pare voler perfino forzare il linguaggio per ottenere il convincimento, quando scrive: molto pi maggiormente, un superlativo superassoluto. La sua posizione di una modernit incredibile e dopo vari secoli la storia le ha dato ragione, quando la Chiesa allinizio del 1900, sciogliendosi da ogni potere temporale, si resa pi libera e pi forte sul piano spirituale. Preveggenza e profetismo dei santi? Certamente il loro vivere nella storia leggendo ogni avvenimento esclusivamente nella luce di Dio, li rende particolarmente sensibili alla sua divina volont, moderni della eterna modernit di Dio stesso, per il quale non esistono avvenimenti passati o futuri, ma tutto si svolge in un eterno presente, che la divina sapienza illumina e conduce. Gabriella Anodal

15

La Patrona dEuropa

550 Canonizzazione di S. Caterina da Siena (1461-2011)


n occasione del 550 anniversario della canonizzazione di Caterina Benincasa, si terr un convegno internazionale dal titolo: Virgo digna coelo. Levento si svolger tra Roma e Siena, le due citt simbolo del pellegrinaggio terreno della Mantellata senese.

VIRGO DIGNA COELO

16

Il convegno organizzato dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche, da Memorie Domenicane, dalla Provincia Romana di Santa Caterina da Siena dei Frati Predicatori, dal Centro Internazionale di Studi Cateriniani, dallarcidiocesi di Siena, Colle Val dElsa e Montalcino. Queste Istituzioni hanno unito le loro forze per dare vita ad un grande evento culturale e spirituale con lo scopo di mettere in luce il significato della canonizzazione di una donna vissuta nel XIV secolo, ma soprattutto approfondire leredit storica e culturale della Mantellata di Fontebranda, che ancora oggi ha molto da dire a tutti noi cittadini italiani ed europei del Terzo millennio. Il 27 e il 28 ottobre i lavori del convegno si svolgeranno a Roma nel complesso della Minerva (piazza della Minerva, 42) e si articoleranno in quattro sessioni: I. Santit, Mistica e Profezia; II. Il Processo di canonizzazione; III. Caterina nella stagione delle osservanze; IV. La memoria di Caterina in et moderna. Il 29 ottobre i lavori si sposteranno a Siena, dove, la mattina presso la sede dellArchivio di Stato (via Banchi di Sotto, 52), verr inaugurata la mostra documentaria dal titolo: Santa Caterina da Siena e la sua famiglia la devozione e la santit, mentre nel pomeriggio i lavori del convegno proseguiranno nella Sala del Capitolo del chiostro del Convento di San Domenico (piazza madre Teresa di Calcutta, 1) con la V. sessione dal titolo: Caterina nel-

La Patrona dItalia

550 Canonizzazione di S. Caterina da Siena (1461-2011)


larte. La recita dei Vespri, guidata dal Maestro Generale dellOrdine dei Predicatori P. Bruno Cador, concluder questo grande evento culturale e spirituale destinato a rimanere una pietra miliare nellambito degli studi cateriniani, in virt dellalto livello del convegno che vede la partecipazione di molti illustri studiosi accademici italiani e stranieri. Segreteria organizzativa del Convegno: Ughetta Sorelli Tiziana De Luca Firenze, Biblioteca Domenicana memorie.domenicane@gmail.com Pontificio Comitato di Scienze Storiche 06/69874014 addetto@historia.va 055/2870384

Pontificio Comitato di Scienze Storiche Memorie Domenicane Prov. Romana Ordine dei Frati Predicatori Centro Internazionale Studi Cateriniani Arcidiocesi di Siena, Colle Val dElsa e Montalcino VIRGO DIGNA COELO Caterina e la sua eredit

PROGRAMMA DEL CONVEGNO

Gioved 27 ottobre 2011 Roma, Complesso di S. Maria sopra Minerva (piazza della Minerva 42) Apertura del Convegno: Rev.mo P. Bernard Ardura O. Praem. Presidente del Pontificio Comitato di Scienze storiche Ore 9,00 Saluti delle Autorit

Convegno Internazionale in occasione del 550Anniversario della canonizzazione di Santa Caterina da Siena (1461-2011)

17

Sua Eminenza Rev. ma il Signor Cardinale Angelo Amato, S.D.B.

La Patrona dEuropa

550 Canonizzazione di S. Caterina da Siena (1461-2011)


M.R. fra Daniele Cara, O.P. Priore provinciale della Provincia Romana di Santa Caterina da Siena dellordine dei Frati Predicatori Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi II sessione ore 15,00 ILPROCESSO DI CANONIZZAZIONE Presiede Andr Vauchez

Prof.ssa Diega Giunta, Presidente del Centro Internazionale di Studi Cateriniani I sessione SANTIT, MISTICA E PROFEZIA Presiede Giuseppe Dalla Torre

Dott. Gianni Alemanno, sindaco di Roma

Silvia Nocentini FEF Firenze La Legenda maior di Raimondo da Capua: una eredit condivisa

Giulia Barone Sapienza-Universit di Roma Modelli di santit femminile nei processi di canonizzazione fra Trecento e Quattrocento

Luciano Cinelli O.P. Direttore di Memorie Domenicane, Firenze Il Processo Castellano: Caterina nello specchio dei frati predicatori Massimiliano Bassetti Universit di Verona Il Processo Castellano: studio prosopografico Concetta Bianca - Elio Montanari Universit degli Studi di Firenze Pio II e lUfficio Liturgico di Santa Caterina Venerd 28 ottobre 2011 Roma, Complesso di S. Maria sopra Minerva pausa

Sofia Boesch Universit degli Studi di Roma Tre Centro Europeo di Studi Agiografici Caterina da Siena nella storiografia Francesco Santi Universit degli Studi di Cassino FEF e SISMEL, Firenze Caterina e il rinnovamento della teologia pausa

Agostino Paravicini Bagliani Presidente della SISMEL Pontificio Comitato di Scienze Storiche Caterina e il Papato

Gabriella Zarri Universit degli Studi di Firenze Prolusione

Elena Brizio The Medici Archive Project, Firenze La legge e le donne. Santa Caterina e la societ del Trecento italiano

Paolo Nardi Universit degli Studi di Siena - Pontificio Comitato di Scienze Storiche Caterina e Siena

III sessione ore 9,00 CATERINA NELLA STAGIONE DELLE OSSERVANZE Presiede Antonella DeglInnocenti

18

Mario Sensi Pontificia Universit Lateranense Pontificio Comitato di Scienze Storiche Caterina e gli eremiti dellItalia centrale

La Patrona dItalia

550 Canonizzazione di S. Caterina da Siena (1461-2011)


Carlo Delcorno Alma Mater Studiorum Universit di Bologna La memoria di Caterina nei sermoni dellOrdine dei Frati Predicatori Anna Scattigno Universit degli Studi di Firenze Caterina e la tradizione letteraria dellepistolario femminile Sabato 29 ottobre 2011 Siena, Archivio di Stato (via Banchi di Sotto, 52) Caterina nella mistica del 500 e 600

Pierantonio Piatti Pontificio Comitato di Scienze Storiche Tommaso da Siena e il movimento religioso femminile domenicano nel Quattrocento Alessandra Bartolomei Romagnoli Pontificia Universit Gregoriana La discussione sulle stimmate IV sessione ore 15,00 pausa

Isabella Gagliardi Universit degli Studi di Firenze Caterina e lOsservanza domenicana

Ore 11,00 Inaugurazione della Mostra documentaria: Caterina da Siena e la sua famiglia la devozione e la santit S.E.R. Antonio Buoncristiani, Arcivescovo di Siena, Colle Val dElsa e Montalcino; Saluti delle Autorit:

Alessio Assonitis Memorie Domenicane Leredit cateriniana nel movimento savonaroliano. Il caso di San Silvestro al Quirinale Elisabetta Lurgo Universit de Genve pausa

Fausto Arici O.P. Facolt teologica dellEmilia Romagna, Bologna Ambrogio Catarino, teologo e agiografo

Gianni Festa O.P. Facolt Teologica dellEmilia Romagna, Bologna Il modello cateriniano nelle leggende agiografiche femminili domenicane

Presiede S. E. R. Mons. Enrico Dal Covolo

LA MEMORIA DI CATERINA IN ET MODERNA

M.R. fra Bruno Cador O.P., Maestro Generale dellordine dei Frati Predicatori

Rev.mo P. Bernard Ardura, O.Praem. Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche Franco Ceccuzzi, Sindaco di Siena Prof. Paolo Nardi, Priore generale dellAssociazione Internazionale dei Caterinati

P. Luciano Cinelli O.P., Direttore di Memorie Domenicane, Siena, Convento di S. Domenico, Sala del Capitolo V sessione ore 15,00

Dott.ssa Carla Zarrilli, Direttrice Archivio di Stato di Siena

CATERINA NELLARTE Presiede Paolo Nardi

19

Diega Giunta Presidente del Centro Internazionale di Studi Cateriniani Roma

La Patrona dEuropa

550 Canonizzazione di S. Caterina da Siena (1461-2011)


Raffaele Argenziano Universit degli Studi di Siena Suor Domenica da Paradiso: leredit figurativa cateriniana nelliconografia di una mistica del primo Cinquecento Iconografia cateriniana: committenza e aree di diffusione, tipologia Vitaliano Tiberia Presidente della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon La basilica di Santa Maria sopra Minerva e la tomba di Santa Caterina Anna Benvenuti Universit degli Studi di Firenze Conclusioni Al termine del Convegno Vespri solenni presieduti dal Maestro Generale dellOrdine dei Predicatori P. Bruno Cador

Martine Boiteux Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, Paris-Rome Limmagine di Caterina nelliconografia moderna

arcidiocesi di Siena, Colle Val dElsa e Montalcino, guidata dallarcivescovo monsignor Antonio Buoncristiani e lArchivio di Stato di Siena, diretto dalla dottoressa Carla Zarrilli, in collaborazione con lOpera Metropolitana, lAssociazione Internazionale dei Caterinati e i Reverendi Padri Domenicani di Siena, hanno allestito una mostra documentaria in occasione del 550 anniversario della canonizzazione di Santa Caterina da Siena dal titolo: Caterina da Siena e la sua famiglia la devozione e la santit. La mostra inserita nel quadro dellimportante iniziativa rappresentata dal convegno internazionale di studi Virgo digna coelo. Caterina e la sua eredit che si aprir a Roma la mattina del 27 ottobre presso Santa Maria sopra Minerva e si concluder a Siena il 29 successivo ed esprime la volont e limpegno della direzione e del personale dellArchivio di Stato di Siena nel mettere in

CATERINA DA SIENA LA DEVOZIONE E LA SANTIT

20

esposizione importanti pergamene, documenti e miniature che vi sono conservati e che attestano la grandezza del culto verso Caterina Benincasa attraverso i secoli. La mostra documentaria curata da Maria Assunta Ceppari Ridolfi, Paolo Nardi, Franca Piccini, Patrizia Turrini. La dottoressa Maria Assunta Ceppari e la dottoressa Patrizia Turrini hanno curato la sezione della mostra che mette in luce il legame con le confraternite e i conventi dedicati al culto di Santa Caterina ed hanno altres ordinato tutta la parte iconografica che si segnala per ricchezza ed originalit. Di particolare interesse iconografico la sezione curata dalla dottoressa Turrini sullimmagine di Caterina nelle tavolette di Biccherna riguardante il periodo (1498-1608) e laltra sezione curata da Ceppari e Turrini sullimmagine di S. Caterina nei Libri dei Leoni. Allallestimento della mostra documentaria ha contribuito il Priore genera-

La Patrona dEuropa

550 Canonizzazione di S. Caterina da Siena (1461-2011)


le dellAssociazione internazionale dei Caterinati, professor Paolo Nardi che ha compiuto ricerche sia presso lArchivio di Stato di Siena che presso lArchivio Segreto Vaticano. I documenti esposti e descritti nel catalogo forniscono un quadro pi preciso di alcune tra le vicende pi significative della vita di Caterina specialmente in rapporto con la sua famiglia e la sua citt. In questa sezione collocata anche la bolla di Gregorio XI data da Avignone il 1 luglio 1376 e conservata nellArchivio della sagrestia dei Padri Domenicani di Siena. Tra i pezzi pi importanti non poteva ovviamente mancare la bolla di canonizzazione di Pio II che nel terzo anno del suo pontificato proclam Santa, la vergine Caterina, nata in Siena da parenti del ceto medio. Lultima sezione in ordine cronologico, dedicata al culto per Santa Caterina al tempo dellUnit dItalia, nel 150 anniversario della stessa, curata dalla dottoressa Franca Piccini Falorni, i cui recenti studi in materia hanno portato alla luce documenti che dimostrano come la Santa fosse considerata la Santa dItalia proprio negli anni in cui si stava costruendo e costituendo lunit nazionale, vale a dire molti anni prima della proclamazione di Santa Caterina da Siena a patrona dItalia avvenuta nel 1939 per volont di Pio XII. I curatori della mostra sono anche gli autori del relativo catalogo, che contiene importanti regesti dei documenti ed altre notizie: la bibliografia del catalogo curata dalla dottoressa Ceppari. Il catalogo sar disponibile nelle librerie cittadine. La mostra si inaugura il 29 ottobre 2011 e rimarr aperta, presso lArchivio di Stato di Siena fino all8 gennaio 2012; la visita gratuita e pu essere effettuata dal luned al sabato in tre orari programmati alle 9,30; alle 10,30; alle 11,30. Per informazioni: Archivio di Stato tel. 0577/247145.
Arcidiocesi di Siena Colle di Val dElsa Montalcino Archivio di Stato di Siena Direzione Generale per gli Archivi

Sabato 29 ottobre 2011, alle ore 11


presso lArchivio di Stato di Siena, via Banchi di Sotto, 52 avr luogo linaugurazione della mostra

CATERINA DA SIENA E LA SUA FAMIGLIA LA DEVOZIONE E LA SANTIT


in occasione del 550 anniversario della canonizzazione di Santa Caterina da Siena

Allestimento mostra e catalogo a cura di: Maria Assunta Ceppari, Paolo Nardi, Franca Piccini, Patrizia Turrini

La mostra rester aperta dal 29 ottobre 2011 all8 gennaio 2012 nei giorni feriali, con il seguente orario di ingresso: ore 9.30, 10.30 e 11.30 (tel. 0577-247145)

Patrocinio di:

Opera della Metropolitana

Associazione internazionale dei Caterinati

RR. PP. Domenicani Siena

21

La Patrona dEuropa

550 Canonizzazione di S. Caterina da Siena (1461-2011)

nea Silvio Piccolomini nacque il 18 ottobre 1405 a Corsignano, attuale Pienza, da Silvio e Vittoria Forteguerri. Allet di diciotto anni and a studiare letteratura a Siena dimostrando subito una particolare predisposizione per le lettere latine. Per volont del padre studi giurisprudenza anche se la conoscenza di grandi umanisti del tempo, come il Filelfo, lo port ad amare sempre pi le lettere. Nel 1432 partecip al Concilio di Costanza come segretario del vescovo Domenico Capranica. Qui Enea Silvio tenne un atteggiamento critico verso il Papa. Nel 1435 and in Borgogna al seguito del cardinale Niccol Albergati, lanno successivo lo troviamo a Basilea come cancelliere e in un suo libretto difese lautorit del Concilio. Nel 1442 ebbe la corona di poeta da

PIO II: IL PAPA UMANISTA

Pienza, la Cattedrale, stemma dei Piccolomini

22

Federico III e fu assunto come segretario della cancelleria imperiale. In questa veste per Enea Silvio inizi la fase di neutralit nella lotta tra il Concilio e il Pontefice, allineandosi con la politica dellimperatore e del cancelliere Gaspare Schlick. Nonostante la vicinanza alla Chiesa, condusse vita piuttosto libertina, scrisse anche una commedia dal titolo: De duobus amantibus historia (1444) in cui metteva in guardia i giovani contro lamorosa follia. Il declino della salute e la saggezza della maturit indussero Enea Silvio ad un ripensamento delle sue idee e soprattutto si convinse che il concilio di Basilea non avrebbe potuto esprimere una vera e propria riforma della Chiesa, n poteva far fronte al pericolo che la Chiesa si dividesse nelle varie Chiese nazionali, anzi, cera bisogno di unit intorno al Papa. Nel 1445 fa ammenda degli errori passati ed ottiene lassoluzione; nel 1446 ordinato sacerdote e nel 1447, Niccol V lo nomina vescovo di Trieste, mentre il 23 settembre del 1450 viene nominato vescovo di Siena. Il 25 aprile 1452 pronuncia un discorso davanti al Papa e allimperatore indicando la strada da percorrere per la cristianit dellepoca che secondo lui doveva essere: Chiesa unita intorno al Papa e contrasto gli infedeli. In questi anni legato papale in Boemia, Moravia e Slesia, esorta i

La Patrona dItalia

550 Canonizzazione di S. Caterina da Siena (1461-2011)


principi a difendere Costantinopoli ed a riconquistarla dopo la caduta, esorta anche la Chiesa ad essere pi decisa nellazione di contrasto verso gli infedeli. Queste idee decise e chiare portano il Piccolomini ad ottenere la porpora cardinalizia il 17 dicembre 1456 e diventare stretto consigliere del Papa Callisto III; il conclave lo elesse Papa il 19 agosto 1458, col nome di Pio II. Inizi cos la sua grande stagione da mecenate, avvalendosi della collaborazione del grande architetto Bernardo Rossellino, a Roma fece costruire la loggia per la benedizione papale nella basilica di San Pietro, a Siena fece costruire la Loggia del Papa e il Palazzo delle Papesse e iniziare il Palazzo Piccolomini, infine trasform il suo borgo natio in quel gioiello della Val dOrcia che Pienza. Ma la crociata rimase una sua idea costante, tanto che cerc di convincere limperatore ad organizzare un esercito formato da soldati dei Paesi cristiani per andare a liberare il santo sepolcro, lImperatore per non fu mai convinto del progetto. Fu cos che Pio II volle mettersi lui stesso a capo di un esercito, nonostante la sua ormai malferma salute, ma la morte lo colse il 15 agosto 1464 proprio ad Ancona da dove avrebbero dovuto salpare le navi dirette in Terra Santa. Papa Piccolomini conosceva le lusinghe del secolo, la sua fu una vocazione avvenuta in tarda et, ma la sua formazione culturale e umanistica gli permise di riflettere sia sulla sua vita di laico che sulla vita di uomo di Chiesa e soprattutto fu in grado di cogliere i segni dei tempi individuando chiaramente quali erano le esigenze dellumanit dellepoca: cera bisogno di unit della Chiesa intorno al Papa e di pace tra i principi cristiani, tematiche che lui aveva ben capito quando era vescovo di Siena e si era accostato alla figura di Caterina studiandone il pensiero e lopera. Durante il suo pontificato appoggi gli ordini religiosi riformati, rinvigor lo splendore delle feste religiose, canonizz Caterina da Siena (29 giugno 1461), difese gli ebrei e i negri, combatt lusura e favor listituzione dei Monti di Piet. Scrisse I Commentarii, de-

Pienza, la Cattedrale

23

La Patrona dEuropa

550 Canonizzazione di S. Caterina da Siena (1461-2011)


scrivendo i luoghi e i personaggi che aveva incontrato durante i suoi viaggi che lo avevano visto attivo come fine diplomatico. In questopera traccia anche le linee della sua azione politica. A proposito di questultima, Pio II non fu immune da nepotismo. Distribu ai suoi parenti cariche e benefici, procurando matrimoni atti a pacificare i principi italiani tra di loro, per esempio al suo nipote Antonio Piccolomini procur la mano di una figlia illegittima di re Ferrante di Napoli e con lei i ducati di Sessa e Amalfi. A proposito di nepotismo, rimasto famoso un suo detto dal sapore tutto toscano: Quand ero Enea, nessuno mi volea, or che son Pio, tutti mi dicon zio. Franca Piccini

INNO IN ONORE DI SANTA CATERINA DA SIENA COMPOSTO DA PAPA PIO II


Ex Breviario Ordinis Praedicatorum Haec tuae, virgo, monimenta laudis, Quae tuis laetis, Catherina, sacris Hoc quidem pacto modulamur omnes, Perfer olympo. Si satis digne nequeant referri, Annuas nobis veniam, precamur: Non sumus tanti ingenii; fatemur Optima virgo. Fortiter spernens pretiosa quaeque, Sidera adisti.

Gratias summas habeamus omnes Filio magni genitoris almo, Spiritum sanctum veneremur; et sit Laus tamen una. Amen.

Praedita exemplis, Catherina, claris, Moribus praestans, sapiens abunde, Temperans, fortis, pia, justa, prudens, Aethera scandis. Quem latet virtus facinusque clarum Quo nequit dici sanctius per orbem? Vulnerum formam miserata Christi Esprimis ipsa.

Quis fuit dignas modulatus unquam Virginis laudes? quis in orbe toto Feminae invictae peritura nunquam Carmina pandet?

da: A. Capecelatro Storia di S. Caterina da Siena e del Papato del suo tempo Siena 1878, pag. 603 (schiarimenti).

Nam brevis moestae iniseraeque vitae Et malis cunctis penitus refertae

24

Ritratto di Pio II - Siena Palazzo Arcivescovile

La Patrona dItalia

Cultura

S. CATERINA DA SIENA E IL MONDO DEI DESIDERI


a riflessione che propongo prende piede dalla consapevolezza che forse il tema non fra i pi abituali in ambito spirituale o, pi alla radice, che in genere non abbiamo un buon concetto di desiderio. Pensiamo un po troppo sbrigativamente che desiderio voglia dire spontaneismo e dunque arbitrariet e infine irresponsabilit; stabiliamo unequivalenza immediata, e non corretta in realt, tra desiderio e istinto; consideriamo il desiderio una forza bruta che, una volta lasciata senza controllo, potrebbe portarci chiss dove; o qualcosa di irrazionale che, non appena gli si d un po di confidenza, ha subito il sopravvento sulla logica razionale e impedisce addirittura di fare scelte intelligenti. Forse dentro di noi, magari a livello inconscio, c lidea che il desiderio si opponga a quel che abbiamo razionalmente scelto come progetto di vita; oppure ci portiamo dentro il timore o il sospetto, sempre inconsapevoli, che, se ci fosse paradossalmente data piena licenza di fare ci che vogliamo, senza alcun controllo, esterno o interno, senza restrizioni n riserve, punizioni o ricompense..., chiss se rimarremmo fedeli alle nostre scelte esistenziali? Ecco perch il concetto appare un po defilato rispetto ai gusti e preferenze di una certa tematica spirituale classica, o viene trattato, eventualmente, in termini quasi esclusivi di controllo e contenimento. Almeno fino a poco tempo fa. Oggi il desiderio, anche sul piano spirituale, ha ritrovato connotazione positiva e dignit concettuale. Quanto basta, insomma, per farne oggetto di unanalisi come la nostra, seppure in un ambito ristretto come il pensiero di Santa Caterina da Siena. Uno dei temi centrali e pi ricorrenti, infatti, negli scritti cateriniani certamente quello del desiderio. Questo tema del desiderio talmente presente che, parafrasando la denominazione che la Bibbia attribuisce per ben tre volte al profeta Daniele1, potremmo chiamare Caterina donna dei desideri. Essa infatti si mostra profondamente cosciente del valore del desiderio sia nel campo morale che in quello spirituale. Prima di approfondire il pensiero della Santa senese, vorrei confrontare brevemente questo dato con il pensiero della S. Scrittura e la riflessione psicopedagogica. Profilo biblico Il pensiero di Santa Caterina sembra perfettamente in linea con quello che dice la scrittura e lesatta interpretazione di Genesi 2,7: luomo un essere vivente che desidera, tensione perenne verso qualcosa che sempre oltre, desiderio intenso che pu e deve diventare passione, e che soltanto Dio pu colmare.

25

La Patrona dEuropa

Cultura
Se la perfezione suprema per il buddismo uccidere il desiderio, gli uomini della Bibbia, a partire dai pi vicini a Dio, appaiono estremamente lontani da questo sogno. Al contrario, la Bibbia piena del tumulto e del conflitto di tutte le forme del desiderio. Certo, ben lontana dallapprovarle tutte, e i desideri pi puri devono conoscere una purificazione radicale, ma in tal modo prendono tutta la forza e danno valore e originalit allesistenza del singolo uomo. Di questa ricchissima teologia biblica del desiderio vorrei sottolineare soltanto due punti. 1. 1. Lunico desiderio: vedere Dio Alla radice di tutti i desideri delluomo c quello che nella Bibbia lunico, vero, profondo desiderio umano: Dio, vedere il suo volto: come la cerva anela ai corsi dacqua, cos lanima mia anela a te, o Dio (Sl. 42); Di Te ha sete lanima mia (Sl 63); mi consumo nel desiderio dei tuoi precetti (Sl 119); al tuo nome si volge tutto il nostro desiderio (Is 26,8); vieni, Signore Ges (Ap 22,20). Luomo della Bibbia pervaso da questo solo desiderio, come appare evidente nella storia di Mos: che io ti conosca, mostrami la tua gloria (esodo 33,13. 18). A questo desiderio Dio risponde, non si sottrae, viene incontro alluomo che lo cerca, ma al tempo stesso lascia intendere che questo desiderio per natura sua inappagabile per luomo terreno, lui stesso che lha posto nel cuore delluomo come sete di qualcosa che sar sempre oltre il possesso e lappagamento definitivo, qualcosa che lessere umano non potrebbe contenere. Dunque un desiderio profondo e radicale, universale e inestirpabile, ma pure inappagabile e inappagato. 1. 2. Pervertimenti e conversione Se il desiderio di Dio e di vedere il suo volto lunico vero desiderio delluomo, in realt il cuore di questuomo poi attraversato e abitato da ben altre aspirazioni e seduzioni. La Bibbia come registra lunicit del desiderio divino, cos registra e racconta altrettanto realisticamente tutte queste deformazioni, come perversioni di quellunico originario desiderio. Cos da Adamo a Davide, dallIsraele del cammino lungo il deserto a quello dei tempi di Ges, da Achab ai due vegliardi con Susanna tutta una storia di desideri diversi da quello divino che attraggono il cuore, si pongono sempre pi al centro della vita e progressivamente la dominano. Lo schema sembra sempre lo stesso: attrazione che seduce, illusione di felicit, azione corrispondente (di possesso o conquista), e poi, in modo progressivo, dominio da parte del desiderio che toglie la libert e conduce verso la morte. In tal modo Paolo distingue i desideri della carne, che portano alla morte (romani 8,6), dai desideri dello spirito, il cui frutto amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bont, fedelt, mitezza, dominio di s (Galati 5,22). dunque necessaria una conversione, attraverso la quale il credente cerca

26

La Patrona dItalia

Cultura
di crocifiggere la carne con le sue passioni e i suoi desideri e impara a lasciarsi condurre dallo spirito. Ovvero, si tratta di riportare a galla, di riscoprire dentro di s quellunico desiderio che Dio stesso ha deposto nel cuore di ogni vivente ed indistruttibile, per quante deformazioni e contraffazioni possa avere e subire nel corso della vita: lunico desiderio di Dio. 2. I desideri del Figlio Infine, anche Dio desidera. Non soltanto colui che soddisfa il desiderio umano, ma ancor di pi colui che desidera manifestare il suo amore alluomo gi fin dora. Lesempio pi alto e in qualche modo visibile del desiderare divino in un cuore umano ci dato dal Figlio incarnato. Ges pervaso, nella sua vita terrena, da un desiderio ardente, angoscioso, in qualche modo duplice, nei confronti del Padre e degli uomini. Da un lato il suo desiderio di rendere gloria al Padre sar placato soltanto dal suo battesimo e dalla sua passione; dallaltro questo desiderio filiale inseparabile dal corrispettivo desiderio fraterno di mostrare agli uomini fino a che punto Dio lama, fino a che punto lamore del Padre pu manifestarsi nel Figlio; per questo Ges, mentre va verso la passione, manifesta di desiderare ardentemente di mangiare la Pasqua con i suoi. Ges, insomma, uomo-Dio qual , manifesta nel suo desiderare umano, con un cuore umano, i desideri di Dio, quel che Dio desidera per luomo e quel che luomo desidera come scopo originario e finale del suo esistere. Se tutto ci vero, come vero, allora possiamo e dobbiamo arrivare a una conclusione molto importante, sul piano psicologico e spirituale: nei desideri umani, di ogni uomo, c sempre almeno una traccia del desiderio divino, di ci che Dio desidera per luomo (Dio come soggetto del desiderare umano), e di ci che luomo desidera come desiderio primo e ultimo, cio Dio (Dio come oggetto del desiderare umano).

27

Profilo antropologico In generale, da un punto di vista filosofico, il desiderio si riferisce alla mancanza delloggetto cui rivolta lappetizione, ed evidenziato come il principio che spinge allazione. Questa natura composita (tra un elemento negativo e uno dinamico positivo) diversamente sottolineata dai vari pensatori. Una possibile definizione pu essere questa: il desiderio, o il desiderare, significa concentrare-canalizzare tutte le energie in direzione di qualcosa di importante in s e centrale per la propria vita. Desiderio non dunque il cieco impulso o la voglia matta, ma una tendenza significativa verso qualcosa che apprezzato in s e pure in relazione con la propria persona. Non un semplice essere colpiti o eccitati da ci che piacevole qui e ora, ma un aspirare con tutte le forze verso qualcosa che vale in se stesso e che lindividuo scopre e vuole al centro della vita e del proprio futuro. Un desiderio fatto in sostanza di ve-

La Patrona dEuropa

Cultura
rit e libert, o di capacit di percepire qualcosa come intrinsecamente significativo, vero-bello-buono in s, e della libert, poi, di sentirlo come tale per la propria vita, e sperimentarne attrazione. Desiderare vuol dire anzitutto sapere, nel senso latino di spere, di sperimentare il sapore. Il desiderio ha come due versanti: lappagamento e il non appagamento. Entrambi sono indispensabili e, al di l dellapparenza, possono coesistere insieme. Normalmente il desiderio nasce da una situazione di non appagamento, da un vuoto, dalla coscienza del proprio limite, e conduce verso la sensazione opposta, quella della pienezza, della riduzione di tensione. Eppure a questo punto, nellautentico desiderio, scatta una nuova sensazione di inappagamento: il desiderio cresce quando si realizza, e quando si realizza fa sentire un nuovo non appagamento; da un lato gi appagante e appagato nella sua tensione continua e creativa, dallaltro insaziabile perch segno delladimensione trascendente delluomo. la natura contraddittoria del desiderio: pretende di essere appagato, e appena lo si accorge che loggetto che lo pu appagare inafferrabile. In un senso, allora, segnala il limite esistenziale della creatura; in altro senso ne indica la vocazione trascendente. Normalmente il desiderio segue questa linea di sviluppo. Ha alla base, quale condizione, lesperienza del limite o di quanto fa sentire un certo inappagamento; nasce come desiderio nella misura in cui la persona perlomeno intravede un obiettivo, un oggetto, un modo di essere, un dono, una parola... in grado di venire incontro al suo problema o di rispondere al suo limite, dunque veri in s ma anche per la propria vita; matura e si rinforza nella tensione verso questo obiettivo, non si ferma prima, accontentandosi di qualcosa di meno, non cede alla tentazione di ridurre laspettativa, resiste alla frustrazione di non possedere immediatamente loggetto desiderato. Il desiderio si compie, di per s, non quando loggetto posseduto, ma quando colui che desidera decide di tendere verso loggetto, concentrando le energie nella tensione. questo il segnale, credibile ed efficace, che lattrazione reale e tocca e invade tutto la psiche, cuoremente-volont. C dunque un rapporto strettissimo tra desiderio e decisione, come un legame costituito dalla sensazione dellattrazione: il desiderio autentico porta alla decisione, intensit ed esuberanza interiori che muovono e commuovono, spingendo ad agire di conseguenza. Il desiderio che non porta alla decisione velleit sterile e finzione ingannevole; la decisione senza desiderio volontarismo che non convince e non pu durare a lungo. La condizione di partenza per desiderare la capacit di cogliere e dare senso alle cose. Ma c unaltra condizione, durante il cammino del desiderio, sempre fondamentale: la capacit di rinuncia, di rinuncia a ci che in qualche modo finirebbe con larrestare proprio il cammino stesso, bloccandolo a un livel-

28

La Patrona dItalia

Cultura
lo inferiore rispetto allobiettivo del desiderio iniziale. per questo che molti partono con desideri e aspirazioni di un certo livello, ma non sopportano la rinuncia inevitabile ai beni inferiori, o quel certo periodo necessario di astinenza e digiuno, o di solitudine e deserto, del tutto naturali, prima che il desiderio raggiunga la sua meta. E preferiscono ritornare alle cipolle dEgitto. Altra condizione, strettamente legata a questa, la pazienza e costanza nellattendere il compimento del desiderio. Questi due atteggiamenti virtuosi sono importanti non soltanto in s stessi, ma perch rendono utile e prezioso il tempo dellattesa e dellintervallo in cui sospesa la gratificazione del desiderio, come tempo di purificazione e crescita del desiderio stesso. In tale tempo, infatti, il soggetto come costretto a domandarsi che cosa davvero sia al centro del suo cuore, che cosa voglia veramente realizzare; e assieme, il tempo dellattesa tempo che intensifica il desiderio. interessante quanto dice al riguardo San Gregorio Magno nel commento al brano evangelico della visita della Maddalena al sepolcro: cerc dunque una prima volta, ma non trov; persever nel cercare, e le fu dato di trovare. Avvenne cos che il desiderio col protrarsi crescesse, e crescendo raggiungesse loggetto delle ricerche. I santi desideri crescono col protrarsi. Se invece nellattesa si affievoliscono, segno che non erano veri desideri. (Seconda lettura nella festa di santa Maria Maddalena) Ancora pi esplicito SantAgostino: indubbiamente ci che tu desideri non lo vedi ancora, ma il desiderio ti rende capace, quando verr ci che devi vedere, di essere appagato. Supponiamo che tu voglia riempire qualche oggetto a forma di tasca e tu conosca la sovrabbondanza di ci che stai per ricevere; tu allarghi quella tasca, sacco o altro oggetto del genere; tu sai quanto grande ci che vi devi mettere; sforzandolo ne aumenti la capacit. Allo stesso modo Dio, facendo attendere, allarga il desiderio; facendo desiderare ingrandisce lanima; e ingrandendo lanima la rende capace di ricevere. Desideriamo dunque, fratelli miei, perch dobbiamo essere appagati2. O ancora: Dio mette da parte ci che non vuole darti subito, affinch tu impari a desiderare grandemente le cose grandi3. Desiderare significa aprire la propria vita a qualcosa di nuovo che ancora non si conosce del tutto, ma che si sente comunque significativo; vuol dire proiettarsi verso il futuro,verso qualcosa che ancora non si possiede, ma in cui ci si riconosce. un decidere che il futuro si profili in un modo o in un altro, secondo unideale o un altro. Desiderare in qualche modo anticipare il futuro e cercare i mezzi per renderlo presente. Proprio per questo il desiderio rende la persona creativa, attiva la volont, smuove le energie, d forza di affrontare e superare le inevitabili difficolt di questo percorso, dona il coraggio di sostenere lattesa del compimento del desiderio e di non pretendere subito ci che si desidera. E diven-

29

La Patrona dEuropa

Cultura
ta soprattutto, nel nostro contesto, elemento indispensabile per tenere alta la tensione di ricerca e di un cammino spirituale. soltanto il desiderio che pu attivare lintero apparato psichico: mente-cuorevolont. Non la volont, ma il desiderio a suggerire lazione. Una persona pu anche volere forzatamente una cosa o un ideale, ma se non c il desiderio per questa cosa o ideale, la sua capacit di perseverare vacilla, perch ci che non attrae non pu divenire meta stabile di una vita. Il desiderio porta calore, contenuto, immaginazione, freschezza e ricchezza alla volont. La volont d lautodirezione, la maturit del desiderio. La volont tutela il desiderio, permettendogli di continuare senza correre rischi eccessivi. Ma senza desiderio, la volont perde la sua linfa vitale, la sua vitalit. Lessere che desidera intelligente e curioso, intuisce e cerca il senso delle cose; scruta e discerne ogni cosa, quasi spremendone senso e potenzialit, ammira e contempla la realt; non si arresta di fronte alle difficolt n si accontenta di obiettivi di poco conto o comunque al di sotto della sua capacit di guardare in alto; al tempo stesso sa godere per ogni vibrazione di verit-bellezza-bont che scopre attorno a s. Non cessa di desiderare quando il desiderio gli fa pregustare qualcosa che al di sopra delle sue forze, non ha paura dei propri desideri, al contrario, ha il senso del rischio e il coraggio di scegliere anche ci che lo supera. Il desiderio, proprio perch senza limiti, sempre anche un po folle... Per tutto quanto siamo venuti dicendo, il desiderio ha un suo ruolo importante nellequilibrio psichico e spirituale della persona. Il valore e la qualit di un individuo, nel bene e nel male, non dipendono da ci che egli visibilmente e di fatto, ma da ci che egli desidera essere. Al punto che la concezione antropologica di S. Agostino che luomo non animale solamente razionale, bens animale desiderante. Parafrasando un detto comune si potrebbe, allora, a ragione dire: dimmi quali sono i tuoi desideri e ti dir chi sei. Ognuno di noi, nel bene e nel male, misurato, perci, dalla qualit del proprio desiderio. Un comportamento, in altre parole, valido nella misura in cui il frutto del desiderio della bont. Pi che essere buoni, importante avere la voglia di diventarlo. Cos come pi che avere comportamenti miti, tipicamente cristiano desiderare di essere miti perch si cominciato a sperimentare che bello essere miti, beatificante. (1-continua) P. Vincenzo Caprara O.P.

1. cfr. Dan. 9,23; 10, 11 e 19. La versione della CEI traduce come uomo prediletto, la vulgata vir desideriorum, ma alla lettera tu sei i desideri. 2. Agostino, In Epistolam Joannis ad Pathos, PL XXXV,IV,6 3. Id., Sermo 61, PL XXXVIII, V, 411

NOTE

30

La Patrona dItalia

SE SEI AMICO DELLA RIVISTA RINNOVA SUBITO IL TUO ABBONAMENTO


SOSTENERE LA RIVISTA VUOL DIRE DIFFONDERE SEMPRE PIU' IL PENSIERO E L'OPERA DI SANTA CATERINA CHE, ALL'INIZIO DEL TERZO MILLENNIO SI RIVELANO ESSERE DI GRANDE ATTUALITA'.

SE AVETE DA SEGNALARE ERRORI NEGLI INDIRIZZI, OPPURE AVETE DA DARE SUGGERIMENTI O CRITICHE, POTETE FARLO SCRIVENDO AL SEGUENTE RECAPITO:

FRANCA PICCINI FALORNI VIA E. CIACCI, 15 - 53100 SIENA


PER ULTERIORI NOTIZIE CONSULTARE I SEGUENTI SITI WEB: PER SAN DOMENICO DI SIENA www.basilicacateriniana.com e-mail: info@basilicacateriniana.com PER ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE CATERINATI www.caterinati.org www.santacaterinadasiena.org e-mail: associazione_caterinati@virgilio.it La Patrona dItalia e dEuropa anche online. possibile leggere la rivista collegandosi al sito della Basilica www.basilicacateriniana.com

31

La Patrona dEuropa

Basilica Cateriniana di San Domenico - Siena


I nostri Orari APERTURA Da novembre ad aprile: ore 9 - 18 (Messe e celebrazioni nella Cripta) Da Maggio ad ottobre: ore 7 - 19 (Messe e celebrazioni in Basilica) SANTE MESSE Giorni feriali: Conventuale ore 7,30 - 9 - 18 Giorni festivi: ore 7,30 - 9 - 10,30 Parrocchiale ore 12 - 18 CONFESSIONI Giorni feriali: prima delle Sante Messe Giorni festivi: prima delle Sante Messe LITURGIA DELLE ORE Celebrazione delle Lodi ore 7,30 (durante la Messa conventuale) Celebrazione dei Vespri ore 19,45 da novembre ad aprile in Cripta da maggio a ottobre in basilica

You might also like