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COMUNICAZIONE LIBERAZIONE o CONDANNA

Harbhajan Singh Khalsa Yogiji


PhD Thesis The University for Humanistic Studies San Francisco, 1980

Yogi Bhajans PhD Thesis - Comunicazione: liberazione o condanna


-I-

Da quando Yogi Bhajan decise di condividere in Occidente gli insegnamenti del Kundalini Yoga e, in senso pi ampio, di quella che oggi viene definita Umanologia, molte persone hanno avuto occasione di praticare in sua presenza, di potergli rivolgere direttamente alcune domande o, semplicemente, godere in silenzio dei suoi insegnamenti e della sua compagnia. Per me non stato cos e lavorare e condividere i testi relativi ai suoi insegnamenti il mio modo per cercare e trovare le sue parole come se arrivassero direttamente dalla sua voce. Grazie Maestro.

Se nella traduzione ed adattamento in italiano di questa Tesi ci fossero errori o refusi, mi preme sottolineare come questi siano dovuti a mie eventuali sviste e mai, in alcun modo, agli Insegnamenti che Yogi Bhajan ci ha donato (qualora ne trovaste vi sar grato se vorrete segnalarmelo allindirizzo e-mail noi@yogajap.com - cos da rendere migliori eventuali future ristampe). Infine, vorrei esprimere un ringraziamento sincero nei confronti di Nimrita Kaur, Jot Prakash Kaur e Monica Ferrari per avermi sostenuto ancora una volta con pazienza, disponibilit ed attenzione, nellopera di correzione e di revisione di questa traduzione. Sujan Singh

www.kundaliniresearchinstitute.org

Questa pubblicazione ha ricevuto il KRI Seal of Approval. Tale riconoscimento concesso esclusivamente ai testi per i quali stata accertata l'accuratezza e l'integrit delle sezioni riguardanti lo stile di vita promosso della 3HO e del Kundalini Yoga secondo gli insegnamenti di Yogi Bhajan.
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- II -

Ringraziamento
Yogi Bhajan

Signore, Dio di tutti i cieli, Essere Supremo di tutti gli Esseri, Sconosciuto a tutti quelli che sono conosciuti, il prana di ogni fibra di ciascun individuo, stato per la Tua grazia che questa informazione stata conosciuta e condivisa. Io prego che tu possa continuare a donarci la grazia e lumilt necessaria a comunicare nellamore e nella devozione cos che possiamo continuare ad essere messaggeri di pace. Concedici il sollievo del cuore cos da diventare tolleranti e compassionevoli nei confronti di tutti gli esseri umani. con estrema gratitudine che io offro questo ringraziamento a Te per consentire a questo vascello di essere un canale per la Tua parola. Possa questo giorno essere linizio di quellalba che la Tua volont e che sar realizzata. Sat Nam.

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- III -

RIASSUNTO DELLA DISSERTAZIONE Comunicazione: liberazione o condanna di Harbhajan Singh Khalsa Yogiji Doctor of Philosophy in Psychology The University for Humanistic Studies San Francisco, CA 1980
Questa dissertazione illustra linterrelazione tra la comunicazione e linfinita consapevolezza attraverso luso di antiche teorie yogiche, tecniche, conoscenza e meditazioni armonizzate con i concetti e le conoscenze occidentali in questo ambito tematico. Il potere della parola e il potere del divino. A causa della mancanza di conoscenza dellessenza della comunicazione interpersonale, gli esseri umani tipicamente abusano di loro stessi, degli altri e di Dio. una collaborazione elaborata di azione attraverso la quale un essere umano pu fare esperienza dellinfinito e fondersi nellinfinita consapevolezza. La comunicazione efficace da un individuo quella che mantiene la consapevolezza del S, eleva lo spirito o lanima di chi la riceve, cortese ed educato nel porla, coerente con la frequenza del centro energetico (chakra) dal quale chi parla sta parlando, manifesta una luce chiara e radiante nel corpo aurico, e mantiene la consapevolezza dellultimo che la riceve. La comunicazione sbagliata o la non-comunicazione vista come un linguaggio sgradevole, auto-offensivo ed auto-insultante; lingiuria, lincongruenza tra la radianza aurica e le parole pronunciate; il linguaggio del primo, secondo e terzo chakra, e lignoranza circa la luce universale in ogni individuo. Il culmine di questo lavoro sta nella comprensione della comunicazione efficace. Facendo questo, un individuo pu liberare s stesso ed elevare lanima di coloro a cui parla. Non comprendendo questo concetto, gli individui possono condannare loro stessi ai cicli di nascita e morte. Attraverso la comunicazione efficace un individuo pu infatti fondersi nellinfinita consapevolezza e celebrare il Creatore, attraverso le Sue creature nella creazione.

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- IV -

INDICE
Ringraziamento........................................................................................
II

Riassunto della dissertazione..................................................................... III Capitolo 1 - Introduzione.......................................................................... Esposizione del problema...................................................................... Rilevanza del problema......................................................................... 1 1 1

Limiti e delineazioni............................................................................... 2 Capitolo 2 - Analisi della letteratura.......................................................... 4 Capitolo 3 - La comunicazione: cosa e cosa non .................................. 8

Capitolo 4 - La comunicazione con il s.................................................... 13 Meditazione Kundalini: la comunicazione con il S............................... 16 Meditazione Kundalini: per una comunicazione positiva....................... 17 Meditazione Kundalini: la comunicazione efficace................................. 18 Respirazione a narici alternate.............................................................. 19 Capitolo 5 - Comunicare con gli altri........................................................ 20 Capitolo 6 - La frequenza della comunicazione......................................... 25 Capitolo 7 - Chi c dallaltra parte?.......................................................... 30 Capitolo 8 - Sintesi................................................................................... 33 Bibliografia............................................................................................... 35

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Capitolo 1 - Introduzione
Esposizione del problema Il potere della parola il potere del divino. A causa della mancanza di comprensione dellessenza della comunicazione interpersonale, gli esseri umani normalmente maltrattano loro stessi, gli altri e Dio. Il risultato della ricerca indica che lAmericano medio impiega circa il 70% delle proprie ore di attivit comunicando verbalmente, ascoltando, parlando, leggendo e scrivendo, e lo fa in questo ordine. In altre parole, ognuno di noi impiega 10 o 11 ore al giorno, ogni giorno, in comportamenti di comunicazione verbale (Berlo, 1960, p. 1). La maggior parte di noi vive ogni giorno pensando di andare incontro agli altri, sollecitando il loro sostegno, cercando la loro buona volont, cercando di accattivarsi il loro favore o almeno neutralizzando la loro ostilit. Tuttavia, gran parte delle volte non solo falliamo, ma a dire il vero respingiamo coloro che corteggiamo o rinforziamo lantagonismo dei nostri oppositori! Perch cos tanto di quello che pensiamo essere comunicazione si trasforma in cattiva comunicazione (Lesly, 1979, p. 3)? Perch ci insultiamo, frustriamo, feriamo, manipoliamo e distruggiamo a vicenda attraverso il linguaggio? Perch raramente ci ispiriamo ed eleviamo a vicenda verso la consapevolezza infinita? Qual il significato della vita se non il glorificare Il Creatore Infinito attraverso le Sue creature? Raramente noi esseri umani usiamo le nostre opportunit di comunicazione per elevare la nostra stessa anima, senza parlare delle anime delle persone a cui parliamo. Si, noi abbiamo senza alcun dubbio un problema! Rilevanza del problema La vita interpersonale di un individuo, cos come il benessere psichico, dipende dalla sua ricettivit rispetto ai tentativi degli altri di condividere con lui o lei informazioni similari. La comunicazione, un fenomeno multisfaccettato, il risultato degli sforzi degli individui verso questo fine mentre tentano di mantenere il loro collegamento con la consapevolezza infinita. Presa nei suoi termini pi semplici, la comunicazione pu essere considerata linviare ed il ricevere dei messaggi, dal momento che entrambi questi elementi devono essere presenti perch la comunicazione avvenga. Tuttavia, il mero atto di inviare e ricevere un messaggio non presuppone che la comunicazione abbia avuto luogo. Pi spesso ci solo parzialmente avvenuto o completamente fallito a causa delle circostanze presenti quando il tentativo di comunicazione stato compiuto. Queste circostanze o fattori possono essere ambientali, emotivi, orientati alla capacit verbale (o alla sua mancanza), fenomenologici, o alla miriade di condizioni presenti negli individui che stanno cercando di entrare in relazione (Pfeiffer e Jones, 1973, p. 120). Noi viviamo in un oceano di parole, ma come un pesce nellacqua spesso non ne siamo consapevoli (Chase, 1954, p. 3).
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N siamo consapevoli di cosa realmente significhi comunicare. Secondo Mortensen (1972, p. 4), la comunicazione avviene ogni volta che le persone attribuiscono significato al comportamento connesso al messaggio. Comunque, per questo autore, la comunicazione molto pi di un semplice attribuire significato al comportamento connesso al messaggio. Piuttosto, il veicolo che pu facilitare il nostro essere liberati in questa vita, fondendosi con linfinita consapevolezza o perpetuando la nostra autodistruzione o condanna ai cicli apparentemente senza fine delle nascite e delle morti. Data la conseguenza ultima della cattiva comunicazione, opinione di questo autore che la conoscenza di come gli esseri umani possano fare esperienza dellinfinito e fondersi nellinfinita consapevolezza attraverso la comunicazione sia veramente importante. Perci questa dissertazione stata scritta per cercare di identificare cosa sia la comunicazione e cosa non sia, cosa si intenda come frequenza della comunicazione, come comunichiamo con gli altri, e chi realmente sia allaltro capo nella comunicazione (comunicazione con linfinito). Limiti e descrizioni Sebbene sorprendentemente popolare come oggetto di ricerca, il campo della comunicazione umana non ha stabilito in maniera netta dei limiti o campi di appartenenza (Sereno e Mortensen, 1970, pp. 2-3). Un fattore principale che ha contribuito a questo stato di disorganizzazione la mancanza di unintegrazione teoretica nel campo (Hovland, 1948, pp. 371-375; Fearing, 1953, pp. 71-88; ed altri). La velocit dellattivit di ricerca negli anni recenti ha anche fatto poco per favorire la specificazione o definire la sfera distintiva del campo della comunicazione. Una rivista recente cita luso di venticinque diverse concezioni del termine comunicazione nella letteratura corrente di ricerca (Thayer, 1963, pp. 217-235). I ricercatori devono tuttora stabilire una definizione completamente accettabile della parola comunicazione (Minter, 1968, pp. 26-36). E nemmeno essi possono convenire sugli elementi che sono comuni al processo della comunicazione umana. Secondo Bettinghaus (1966, p.31), oltre cinquanta descrizioni diverse del processo di comunicazione sono apparse in stampa. Problemi concettuali simili hanno certamente limitato i molti tentativi di formulare un modello generale di comunicazione. Ad esempio, dalla pubblicazione nel 1949 da parte di Shannon e Weaver di un modello matematico di comunicazione, oltre quindici modelli diversi sono stati descritti nella letteratura (Smith, R., 1962). Senza alcun concetto universalmente accettabile di comunicazione umana, non sorprende affatto che il campo sia cos spesso criticato come un brulicante deserto di fatti e nozioni, istanze e generalizzazioni, prove e congetture... (Smith, A., 1966, p. 8), e come ...una giungla di concetti scollegati...e una massa di dati non digeriti, spesso sterili ed empirici... (Westley e MacLean, 1957, pp. 31-38). La comunicazione, come Dance (1967, pp. 293-294) ha osservato, qualcosa che cambia anche mentre si nellatto di esaminarla! Data questa incertezza, questo autore ha scelto un modello di orientamento del processo per trattare concettualmente la comunicazione.
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Come hanno detto Sereno e Mortensen (1970, p. 6): ...il messaggio di connessione tra colui che invia e colui che riceve non va pensato come unentit separata, ma piuttosto come un oggetto che cambia orientamento per mezzo dei comunicatori. Il particolare oggetto dellinterazione pu rimanere relativamente costante o pu cambiare rapidamente per includere la parola, un gesto, una marcatura, un comando, unimbeccata non verbale minacciosa, un consenso verbale che culmina in una firma. In altre parole, un messaggio consiste in qualsiasi comunicazione variabile che opera per collegare linterazione tra comunicatori, che ha effetto in modo relativamente simultaneo sulla risposta di tutti coloro che sono coinvolti nella comunicazione. Di conseguenza, non appena la percezione individuale della situazione cambia, il tipo di collegamento varia in maniera concomitante. In modo simile, lo stesso contesto sociale pu essere considerato in termini funzionali come un aspetto integrante dellinterazione, piuttosto che essere semplicemente considerato come lo spazio o lo sfondo nel quale ha luogo la comunicazione. Linterazione umana non avviene mai nel vuoto. In breve, un orientamento del processo ha bisogno di una concezione della teoria della comunicazione che sufficientemente globale da tenere conto di tutti i fattori determinanti di un dato atto comunicativo. Data la flessibilit ed il respiro di questo modello, intenzione dellautore utilizzare questa visione concettuale della comunicazione nel tentativo di mostrare linterrelazione della comunicazione con la consapevolezza infinita. Ottenere una comprensione delle dinamiche coinvolte nellinterazione umana necessita di una certa presa di coscienza di ci che accade quando le persone comunicano, un riconoscimento delle forze che interagiscono per produrre eventi comunicativi complessi, una comprensione di ci che conosciuto a proposito degli effetti delle variabili pi importanti, cos come esse influenzano i risultati comunicativi specificati (Sereno e Mortensen, 1970, p. 3), e linsieme composito di tutte queste variabili cos come esse facilitano o impediscono lelevazione di un individuo verso livelli di consapevolezza maggiori e la fusione nella consapevolezza infinita. Il processo di comunicazione complesso e ancora di pi vitale per la risoluzione efficace del problema e per relazioni personali significative. un processo che raramente perfettamente conosciuto, piuttosto un qualcosa su cui ci si pu continuamente migliorare. Necessita di certi atteggiamenti, conoscenze, tecniche, senso comune ed una disponibilit a provare (Pfeiffer e Jones, 1978, p.126). La comunicazione efficace si verifica quando c unuguale comprensione dello scambio e dellenunciato verbale, quando linterazione innalza una persona ad un pi alto livello di consapevolezza ed aiuta la persona a comunicare la totalit della personalit e la polarit di questa relazione tra il s ed il s.

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Capitolo 2 - Analisi della letteratura


Nellanalizzare la letteratura, questo autore ha trovato Aristotele definire lo studio della retorica (comunicazione) come ricerca per tutti i significati disponibili della persuasione (Roberts, 1946, p. 6). Egli ha discusso altri scopi che colui che parla pu avere. Tuttavia, ha chiaramente suggerito che il primo scopo della comunicazione era la persuasione, un tentativo di convincere le altre persone del punto di vista di colui che parla. Questo concetto di scopo comunicativo rimasto popolare fino al tardo diciottesimo secolo, sebbene lenfasi si spost dai metodi di persuasione a ci che costituiva il buon uomo nelle situazioni in cui si parlava (Berlo, 1960, pp. 7-8). Nel diciassettesimo secolo fu sviluppata una scuola di pensiero conosciuta come facolt psicologica. La facolt psicologica ha fatto una chiara distinzione tra lanima e la mente, attribuendo ad ognuna capacit separate (p. 8). Nel tardo diciottesimo secolo, i concetti di facolt psicologica avevano invaso la retorica. Il dualismo mente-anima fu interpretato come base per due scopi indipendenti di comunicazione. Uno scopo era di natura intellettuale o cognitiva, laltro era emotivo. Uno interessava la mente, laltro lanima (p. 8). Basato su questa teoria, uno scopo della comunicazione era informativo, un ricorso alla mente. Un secondo era la persuasione, un ricorso allanima, alle emozioni. Un terzo scopo era lintrattenimento. stato sostenuto che si potevano classificare le intenzioni di chi comunica ed il materiale di supporto che ha usato in queste tre categorie (Campbell, 1951, pp. 23-24). La facolt psicologica non pi supportata dagli psicologi, tuttavia i suoi residui esistono ancora nella definizione di intenzione comunicativa (Berlo, 1960, p. 8). Pi recentemente, in modo particolare negli ultimi dieci anni, lincidenza della ricerca scientifica in tema di comunicazione umana aumentata ad un ritmo sbalorditivo. Sereno e Mortensen (1970) citano il continuo ampliamento delluso del termine comunicazione ed una dichiarazione dinteresse conferito alla ricerca sulla comunicazione da numerose discipline scientifiche come causa di questo eccezionale aumento. Unanalisi degli sviluppi nel campo elenca pi di venti discipline accademiche che correntemente forniscono contenuto e metodo per la ricerca su qualche fase o elemento dellinterazione umana. Ad esempio, le scienze fisiche contribuiscono allo studio della comunicazione come sottoinsiemi tecnici classificati sotto intestazioni come cibernetica, teoria dellinformazione e teoria dei sistemi generali. Le scienze sociali comprendono gli interessi degli antropologi, che definiscono la cultura come comunicazione, e le indagini pi specializzate di psicologi sociali che definiscono le relazioni tra gli individui e lattivit di gruppo come comunicazione - dallaltro lato dello spettro, le indagini dei linguisti, che descrivono il loro lavoro sulla struttura del linguaggio come parte della scienza della comunicazione. Ancora altri approcci allo studio della comunicazione incrociano le linee multidisciplinari della psicologia, della sociologia, della comunicazione verbale, della scienza politica, del giornalismo e di molte altre.
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Infine, in un altro vasto campo della conoscenza, quello delle scienze umanistiche (in particolar modo la retorica umana e la filosofia) troviamo una ricca eredit di tradizione e dottrina sullinterazione umana (Sereno e Mortensen, 1970, p. 1). Ovviamente, allora, questa cosiddetta scienza della comunicazione umana non affatto, nel senso stretto del termine, una singola disciplina. Questo argomento della comunicazione umana piuttosto, come indica Schramm (1963, pp. 1-6), una concentrazione straordinariamente attiva sullindagine di ricerca e sulla teoria. Lespressione teoria della comunicazione ha subito cambiamenti radicali di significato nella letteratura scientifica negli ultimi due decenni. Come citato in precedenza nel Capitolo 1, negli anni seguenti nellautorevole pubblicazione di The Mathemathical Theory of Communication di Claude E. Shannon e Warren Weaver (1949), gli studiosi hanno in generale considerato la teoria della comunicazione come strettamente matematica. Durante tutti i primi anni 50, la teoria della comunicazione era vista come sinonimo degli interessi appena definiti e altamente tecnici della teoria dellinformazione. Lobbiettivo dei teorici dellinformazione era di misurare la quantit di informazioni che potevano essere trasmesse attraverso messaggi su canali in sistemi come telefoni o radio. Successivamente a questo periodo di chiusura vennero i molti tentativi di applicare la teoria dellinformazione alla psicologia, spesso sotto il titolo di teoria della comunicazione. inutile dire che i metodi sviluppati in sistemi non selettivi come i telefoni non si dimostravano essere particolarmente fruttuosi nello studiare la natura altamente selettiva della trasmissione e della ricezione dellinformazione umana. Tuttavia, lapplicazione di nozioni dalla teoria dellinformazione alla psicologia serviva per sottolineare il bisogno di una sintetica teoria della comunicazione umana orientata verso il comportamento. Come risultato di questo lavoro, numerosi libri e riviste scientifiche, associazioni professionali e curricula accademici ora usano il termine teoria della comunicazione per riferirsi ad un campo di ricerca altamente interdisciplinare ed orientato al comportamento che si occupa dei processi costituenti della comunicazione umana (Sereno e Mortensen, 1970, p. IX). Data lampiezza delluso del termine teoria della comunicazione, a questo punto quale metodo di studio pu essere impiegato con questo argomento che sar riconosciuto e al quale sar dato credito dalle comunit accademiche, scientifiche e professionali? La letteratura evidenzia alcuni metodi che trattano questa faccenda. Per prima cosa dobbiamo riconoscere cosa costituisce una scienza. Non lattrezzatura o il dispositivo, piuttosto il metodo e lo scopo (Sereno e Mortensen, 1970, p. 4). Come afferma opportunamente Homans (1967, p. 4): Se questo mira a stabilire le relazioni pi o meno generali tra la propriet e la natura, quando la prova della verit della relazione si trova finalmente nei dati stessi, e i dati non sono completamente prodotti - quando la natura, per quanto torturata sulla ruota, ha ancora unopportunit di dire No - allora la materia una scienza.
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Ne consegue allora che lo scopo ampio della scienza di stabilire delle generalizzazioni circa la natura che siano supportate da unevidenza empirica raccolta in un modo impersonale ed obiettivo (Sereno e Mortensen, 1970, p. 4). Essi aggiungono: Ovviamente non tutta la scienza si occupa della legittimit del mondo fisico. Tra gli studiosi, solo gli studiosi sociali e del comportamento studiano le creature come loro stesse. Gli studiosi della comunicazione, in particolare, cercano di stabilire leggi di comportamento che riguardino la comunicazione umana. In maniera specifica, lo studioso della comunicazione si sforza, come nota Mille (1966, p. 36), di formulare affermazioni che si riferiscono alle regolarit del comportamento di chi invia e di chi riceve in date situazioni di comunicazione. Un approccio comportamentale allinterazione umana presuppone che quando le persone comunicano, lo fanno in maniera totale. Gli eventi comunicativi coinvolgono lintera persona. Questo significa che il comportamento comunicativo non pu essere considerato come qualcosa di completamente distinto dalle cause determinanti del comportamento in generale: le percezioni, lapprendimento, gli impulsi, le emozioni, gli atteggiamenti, le convinzioni, i valori, il decodificare e il codificare, il significato, i messaggi e le situazioni sociali. La comunicazione umana non quindi un singolo processo, ma un insieme di processi - una serie d forze complesse in divenire che interagiscono in un campo dinamico situazionale che non ha alcun principio stabilito e non ha alcuna fine stabilita (Sereno e Mortensen, 1970, p. 4). Non esiste una singola teoria della comunicazione, certamente non per s stessa. Tuttavia, ci che la letteratura corrente fornisce un numero sostanziale di teorie collegate a particolari fasi del comportamento comunicativo. Queste teorie rappresentano quattro distinti livelli di analisi. Nel primo e pi inclusivo livello della teoria della comunicazione, linterazione umana pu essere approcciata come un sistema comportamentale. Il secondo, e un po pi specializzato livello di analisi, si concentra sulla componente umana di atto comunicativo - il processo di codifica e decodifica. Il terzo livello della teoria mira ad una comprensione del concetto di interazione che il particolare mezzo con cui coloro che comunicano sono collegati o coorientati in ogni scambio comunicativo. Quarto ed ultimo, la teoria della comunicazione si occupa dellimportanza del contesto, o situazione circostante, nel quale ha luogo linterazione umana. (Sereno e Mortensen, 1970, p. X). Poich la cosiddetta scienza della comunicazione umana, di fatto, si interseca in cos tanti campi, non pu affatto, in senso stretto, pretendere di essere una singola disciplina. piuttosto, come indicava Schramm (1963, p. 1-16), un incrocio straordinariamente attivo di ricerca e teoria, un punto focale delle scienze sociali che Lasswell chiamava (1965, pp. 361-393) il centro reale della preoccupazione intellettuale moderna.

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Esaminiamo ora lorientamento multidimensionale che si allontana dagli approcci tradizionali nel campo della comunicazione. Improvvisamente, questa teoria respinge la fertilit del classificare una straordinaria sfera di comportamenti comunicativi sulla base di qualunque singolo attributo o caratteristica. Una struttura multidimensionale elimina le difficolt di cercare di forzare tutte le complessit del comportamento comunicativo in un singolo onnicomprensivo criterio che invariabilmente ignora tanto le differenze nei processi costituenti quanto le interazione tra vari gruppi di fattori. In pi, una struttura multidimensionale non ci forza a scegliere tra teorie in competizione (apprendimento, equilibrio cognitivo, scambio sociale) o anche orientamenti teoretici (funzionale contro strutturale, psicologico contro antropologico) (Mortensen, 1972, pp. 24-25). In breve, quindi, con una struttura multidimensionale siamo pi capaci di dare libero sfogo alla nozione di usare tutto quello che c da usare da qualsiasi convincimento intellettuale, a patto che i singoli fatti contribuiscano alla nostra comprensione di ci che fondamentale per la comunicazione. Poich non sembra esserci ununica teoria della comunicazione, n attuale n futura, lo stato esistente delle conoscenze ha bisogno di un mezzo semplice per stabilire i fondamenti di questo ambito (Mortensen, 1972, p. 26). Poich lo stato attuale delle conoscenze lo permette, ciascun livello di analisi e ciascun sistema comunicativo si relaziona al bisogno di una visione olistica della comunicazione. Su un altro livello, i modelli hanno un valore euristico. Cio, forniscono nuovi modi di concepire idee ipotetiche e relazioni. Questa pu essere sicuramente la funzione pi importante dei modelli. Con laiuto di un buon modello, possiamo repentinamente trovarci discordi rispetto ai modi convenzionali di pensiero. Poich gli aspetti particolari degli eventi sono spostati verso modi pi idealizzati di rappresentazione, il contenuto iniziale trasferito su una nuova prospettiva circa lo stesso evento. Di conseguenza, chi disegna il modello studia un evento trascendendo i suoi confini immediati. Spesso, questa concezione nuova dei vecchi problemi rivela assunzioni incaute, espone incongruenze nella conoscenza e, infine, conduce a nuovi attacchi su un territorio sconosciuto (Bridgman, 1959; Lachman, 1960, pp. 113-129). per questa esatta ragione che questo autore ha scelto un approccio multidimensionale per lambito della comunicazione umana. Cio, intenzione di questo autore dare nuova luce alle incongruenze nella comunicazione, agli scopi della comunicazione e alle conseguenze dalla comunicazione. Con questa conoscenza, lautore spera che le persone saranno capaci di vivere vite pi felici e pi sane.

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Capitolo 3 - La comunicazione: cosa e cosa non


La comunicazione il linguaggio del cuore. Nel vero senso della parola un regno di felicit. Ovviamente, questa definizione diversa rispetto a quelle tipicamente trovate nella letteratura, dato che nella stessa definizione si trova la chiave o, almeno, un indizio per comprendere i regni e le ramificazioni della comunicazione interpersonale. In verit, uno dei valori umani di base pi importanti la comunicazione. La comunicazione lunico strumento che gli esseri umani hanno in pi rispetto agli altri aspetti della creazione. Questo non per dire che le piante e gli animali non comunicano, infatti lo fanno! Tuttavia, gli esseri umani sono le uniche creature che hanno la capacit, attraverso il potere della parola, di elevare la consapevolezza di unaltra persona al livello dellinfinito. Data questa premessa, una delle pi grandi tragedie della vita quando gli esseri umani, o pi appropriatamente dovremmo chiamarli subumani (coloro che non stanno vivendo secondo il loro pieno potenziale umano - che non stanno vivendo la totalit della vita), cercano di comunicare con i propri interessi limitati in mente. Senza dubbio la natura non fa questo; n le stelle, n gli uccelli, n le piante, n gli animali provano a comunicare tenendo i propri interessi in mente. Le creature di Dio hanno una comunicazione quasi perfetta eccetto per la loro incapacit di elevare la consapevolezza reciproca verso linfinito. Gli esseri umani hanno la capacit ed i mezzi per farlo. Eppure, la maggior parte del tempo, noi esseri umani falliamo nei nostri tentativi di comunicazione. Perch? Qual la radice dellumana caduta in questo sforzo?...lego. LEgo definito qui come quella parte consapevole della personalit che derivata dalles, dal super-io e dalla realt esterna. solo attraverso la frequenza umana che noi consentiamo al nostro ego limitato di trasformarci in semplici vecchi buoni a nulla. Piuttosto che mantenere il nostro pi elevato stato di consapevolezza ed usare la forza del nostro ego per elevare noi stessi e gli altri, noi cadiamo preda dellillusione che questo mondo sia tutto ci che riguardi la vita e che i nostri interessi egoistici e preoccupazioni siano significative. Questo mondo illusione. Eppure lo accettiamo come se fosse realt permanente. La sola realt lessenza divina in ciascuno di noi e il privilegio del relazionarsi a questa essenza attraverso il veicolo della comunicazione. Fondamentalmente, ci sono due persone in ognuno di noi: la persona onesta e la persona disonesta. Ognuna ha influenza su di noi e noi fluttuiamo tra entrambe. Questo processo di fluttuazione tende a lasciarci un po confusi. Per essere abbastanza onesti, novanta persone su cento sono confuse. In questo stato molto difficile, per non dire di pi, comunicare. Sfortunatamente, anche il dieci per centro delle persone che non sono confuse raramente sanno come comunicare efficacemente. Pfeiffer e Jones (1973, p. 120) hanno un intero elenco di fattori o condizioni che essi asseriscono interferire con la comunicazione efficace.
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Queste condizioni sono: la preoccupazione, i blocchi emotivi, lostilit, il carisma, le esperienze passate, i secondi fini, lessere inarticolato, lo stereotipare, lambiente fisico, il vagare della mente, la difensiva, le relazioni e lo status. Osservando questi fattori in un altro modo, potremmo dire che sono tutti modi in cui il nostro ego ci trattiene dal comunicare realmente. Esaminiamone ciascuno in questo contesto. Un individuo che si sta concentrando su stimoli interiori pu ascoltare in modo tale da non fare arrivare alcun messaggio o da farne arrivare una piccola parte, cos da non poter afferrare il messaggio adeguatamente e da rispondere in modo tale da rendere evidente il fatto di aver bloccato il messaggio (Pfeiffer e Jones, 1973, p. 121). Se uno si relaziona alla propria consapevolezza pi elevata interiore e parla da questa consapevolezza ad unaltra persona, deve essere capace di andare oltre i propri bisogni, voleri e desideri limitati. Un esempio piuttosto sbalorditivo dincapacit di fare ci si pu riscontrare nella storia di un giornalista di New York che interveniva a numerosi ricevimenti ed era arrivato a credere che una certa ospite di feste mondane era cos preoccupata nel fare una straordinaria impressione sui suoi ospiti da non essere capace di ascoltare nulla di ci che loro dicessero. Per verificare la sua teoria, il giornalista di New York di proposito arriv tardi al suo ricevimento successivo. Quando venne salutato calorosamente sulla porta dalla padrona di casa disse, Mi dispiace di essere arrivato tardi, ma stasera ho ucciso mia moglie ed ho avuto grandissimi problemi ad infilare il suo corpo nel bagagliaio della mia automobile. Lincantevole padrona di casa sorrise radiosamente e replic, Bene, caro, la cosa importante e che tu sia arrivato ed ora il ricevimento pu davvero cominciare! (Pfeiffer e Jones, 1973, p. 121). Ovviamente questa giovane ospite di feste mondane ha consentito al suo ego limitato il bisogno di riconoscimento per sopraffare il suo privilegio ed il suo obbligo di comunicare efficacemente. Una seconda condizione quella dei blocchi emotivi. Qui una persona permette a certe parole di diventare emotivamente cariche o per un precondizionamento dellinfanzia o per circostanze correnti nella vita quotidiana della persona. Prendiamo ad esempio la situazione di una donna che stava incontrando difficolt nel concepire un bambino. Quando zia Maria dice, Ora che tu e Bob vi siete sistemati da un po di anni, sarebbe bello metter su famiglia, la giovane donna pu molto probabilmente lasciare che il significato emotivamente carico di queste parole la blocchi dal comunicare efficacemente con sua zia (Pfeiffer e Jones, 1973, p. 121). Lostilit certamente unaltra condizione cui noi consentiamo di intervenire nel nostro comunicare con gli altri efficacemente. Di solito la rabbia o le emozioni negative lasciate da unesperienza recente tendono ad essere il fattore limitante dellego distorcendo questo scambio. Il carisma interferisce con la comunicazione efficace se usato nellinteresse di colui che parla piuttosto che per elevare lo spirito di chi ascolta. Le esperienze passate possono essere un fattore che ci trattiene dal relazionarci con il qui e ora oltre che al futuro. Senza questa prospettiva abbastanza difficile, se non impossibile, mantenere uno stato di consapevolezza pi elevato.
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Un individuo con un interesse speciale o un secondo fine pu udire tutti i messaggi solamente alla luce dei propri bisogni e/o ignorare tutti i messaggi che non si relazionano ai propri interessi (Pfeiffer e Jones, 1973, p. 122). Questa struttura di riferimento una completa distorsione del significato della comunicazione. Anche in questo caso, il processo nella sua essenza apparentemente per laltra persona. Se un individuo si sta concentrando solo sui propri interessi, quasi sicuramente sar incapace di comunicare per laltra persona. Lincapacit despressione pu essere un problema se lindividuo non in grado di scegliere le parole adatte che veramente eleveranno lo spirito della persona a cui si rivolge. Lo stereotipare distorce la comunicazione efficace in ci che colui che parla giudica o caratterizza colui che ascolta, piuttosto che relazionarsi alla comune essenza universale di tutti gli esseri umani in quella persona. Gli ambienti fisici possono rendere pi difficile trascendere i bisogni di un individuo al fine di parlare a o per i bisogni degli altri. Ci sono fattori come il caldo eccessivo, il freddo, il rumore ecc. che tendono a distrarci nei nostri tentativi di andare oltre i nostri s limitati. Il vagare della mente pu certamente astrarci da ci che abbiamo intenzione di condividere. Lessere sulla difensiva deriva dallinsicurezza. In questo stato non ci stiamo relazionando ai nostri s pi elevati o allinfinito. Piuttosto, stiamo di nuovo mantenendo la nostra autostima ed attaccamento a questo mondo come primari rispetto a tutti gli altri motori della comunicazione. Nei nostri scambi con le persone stabiliamo anche una relazione. Se non riusciamo ad elevare le altre persone, esse si sentiranno spesso incerte circa la relazione e noi troveremo che la nostra comunicazione ha fallito di nuovo. Infine, in questa serie di Pfeiffer e Jones c il fattore dello status. Se i bisogni dellego egoista devono essere soddisfatti allora la comunicazione efficace non pu aver luogo. Il simbolismo dello status di fatto inibisce la comunicazione. Si, certo, ci sono molti fattori o condizioni che interferiscono con la nostra capacit di comunicare in maniera efficace. Non affatto sorprendente che pochi di noi realmente usino questo dono degli esseri umani al suo potenziale pi elevato. Per comunicare in maniera efficace dobbiamo anche essere diretti ed essere disposti ad assumerci dei rischi. Molte persone temono questi elementi nellespressione verbale, cos fanno ricorso alla manipolazione degli altri mentre tentano di soddisfare i loro stessi desideri ed aspettative. Comunemente questa si chiama pseudo comunicazione (Pfeiffer e Jones, 1974, p. 203). Questi tentativi sono schemi di comunicazione indiretti e mal diretti. Ad esempio, un modo in cui noi ci impegniamo in un discorso non comunicativo attraverso il parlare come se rappresentassimo altre persone. Facendo questo, tentiamo di ottenere un supporto illegittimo per i nostri punti di vista. Quando una persona dice, Io penso di parlare per il gruppo quando dico... sta tentando di prendere in prestito la legittimit e finisce per non comunicare (Pfeiffer e Jones, 1974, p. 203).

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Poi ci sono le pseudodomande. Probabilmente lo schema di comunicazione pi frequentemente e costantemente mal utilizzato quello del domandare. Con poche eccezioni, potremmo probabilmente eliminare tutte le domande dai nostri tentativi di comunicazione con gli altri. La maggior parte delle domande sono forme indirette di comunicazione. Di solito potremmo rielaborare la domanda per farne unaffermazione o una comunicazione diretta. Cos facendo, certamente possiamo avvicinarci molto di pi alleffettiva comunicazione con gli altri (Pfeiffer e Jones, 1974, p. 204). Essere diretti e schietti un dovere per la buona comunicazione. Pensate a quante volte al giorno le persone parlano e sono tortuose nei loro approcci. Questo tipo di comunicazione unicamente limita e ferisce chi parla e chi ascolta. Quale enorme differenza ci sarebbe se ci assumessimo il rischio di parlare senza girare intorno, alterare e tagliare le nostre parole. Quando noi, come individui, permettiamo alle nostre differenze di essere dimostrate e non abbiamo alcun sentimento nascosto o animosit nei confronti degli altri, di fatto manifestiamo la comunicazione diretta. Il risultato di questo tipo di scambio lispirazione, lelevazione e la creazione di forti legami di amore e fiducia. Sicuramente questo tutto ci che la comunicazione. Rinforziamo il nostro rispetto personale ed ispiriamo tali qualit negli altri. Se, al contrario, una persona sgradevole nella comunicazione, questo un sintomo di mancanza di rispetto di s. Infatti un disagio chiamato auto-insulto! Non significa che ad una persona non importi di noi o che non tenga a noi, piuttosto il non riuscire ad avere rispetto per s stesso. Come conseguenza, la persona tende ad essere molto sgradevole nella sua comunicazione con gli altri. Sfortunatamente, la maggior parte di noi auto-insultante. Noi usiamo la comunicazione per provocare negli altri la necessit di mortificarci, picchiarci o come minimo violentarci verbalmente. Le reazioni delle persone a questo tipo di provocazione rinforza solamente il nostro auto-insulto e la mancanza di rispetto di s. Anche peggiore della comunicazione che rinforza lauto-insulto la comunicazione della maldicenza. La maldicenza un auto-veleno. Annebbia la mente e corrode lanima. Noi troviamo scritto nelle antiche Scritture Vediche che una delle peggiori malattie in cui una persona pu cadere di essere un maldicente. Queste scritture affermano che dieci volte peggiore vedere un difetto in un altro aspetto della creazione, lasciare che questo pensiero filtri attraverso la nostra persona, e poi alla fine manifestare il pensiero in unespressione verbale, piuttosto che semplicemente osservare questo difetto senza dargli voce. Sicuramente una persona colpevole di questa ottusit destinata allinfelicit. Cos che sulla terra spinge una persona a tale triste azione e alla infelicit che ne deriva? Lunica ragione per cui una persona diffama che questa persona dimentica momentaneamente linfinito pi elevato presente in ogni aspetto della creazione. Tuttavia, attraverso la comunicazione diretta con s stesso, ci si pu ricordare del proprio S pi elevato o dellinfinito e manifestare il linguaggio di Dio. Facendo ci, non solo scomparir la maldicenza dal modo di parlare della persona, ma questa stessa persona pu correggere le azioni sbagliate degli altri.

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C una storia molto potente per illustrare ulteriormente questo punto. Un giorno il Signore Shiva meditava su Dio onnipotente e Dio onnipotente gli apparse di fronte. Il Signore Shiva disse, Concedimi una cosa. Dio disse, Signore Shiva, tu sei il primo Yogi e mi hai compiaciuto attraverso la tua meditazione. Io ti conceder ogni cosa. Il Signore Shiva disse, Se per una ragione sconosciuta cadr dalla mia montagna elevata e diventer un calunniatore sulla terra, potr avere ancora le Tue benedizioni? Dio disse, Signore Shiva, tu puoi avere ogni cosa eccetto questa. AnchIo, il Dio Supremo, non posso proteggere qualcuno che parla male degli altri, e con questo Dio scomparve. Ci sono infatti molti modi nei quali noi comunichiamo male e feriamo tanto noi stessi quanto gli altri. In questo capitolo abbiamo citato alcuni esempi nel tentativo di illustrare il concetto della comunicazione sbagliata. Tuttavia, qual la chiave per una comunicazione coerente ed efficace? Da dove comincia? Come la manteniamo nonostante le molte variabili e le umane debolezze presenti in ognuno di noi? La chiave risiede nella capacit dellindividuo di comunicare con il proprio S interiore. Il Capitolo 4 dedicato a questo concetto.

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Capitolo 4 - La comunicazione con il s


C un elemento di base in tutte le teorie della comunicazione al quale stata data poca attenzione o che stato del tutto trascurato. Questo elemento il livello di comunicazione che un individuo ha con il proprio infinito S. Il bisogno di una consapevolezza di s o di conoscenza di s stessi stato enfatizzato in tutta la storia. Tutte le religioni maggiori ed i grandi pensatori di ogni tempo hanno riconosciuto la presenza di un S molto pi grande in ognuno di noi. Alcune persone chiamano questo s Dio, altri lo definiscono come un infinito oceano di beatitudine eterna e alcuni si riferiscono ad esso come creativit illimitata. Sebbene siano disponibili molte raccolte di informazioni legittime e valide per descrivere la mente ed il s, lautore desidera concentrarsi in maniera specifica sulla scuola orientale della filosofia yogica. Lautore desidera solamente illustrare il bisogno di comunicare con il s e condividere poche tecniche per fare semplicemente questo, piuttosto che reiterare approfonditamente le discussioni sul S. Fondamentalmente, yoga significa unione; lantenato della parola inglese yoke (lett. giogo). Attraverso questa unione (attraverso lo yoga) un individuo riportato al consapevole riconoscimento dellAtman (che in sanscrito significa realt ultima). Raggiungere tale unione significa raggiungere lo stato di yoga perfetto (Prabhavananda e Isherwood, 1953, p. 15). Affinch un essere umano sia nel pieno controllo di s, questo S pi elevato deve essere portato ad un livello di azione e comunicazione. In definitiva, una persona che non sta utilizzando questo Atman non pu essere pura nella propria comunicazione. Esaminiamo ora perch cos. Appena un individuo nasce in questo mondo, perde il contatto con lAtman. Lindividuo portato in un mondo di limitazioni. Per tutta la durata della vita una persona concentrata verso lesterno; dallinterno verso lesterno. Nel processo di maturazione, noi facciamo esperienza di una variet di informazioni e istruzioni. Molti di questi input cui siamo esposti tendono ad essere negativi. Durante ladolescenza tipicamente facciamo esperienza di traumi che lasciano dei segni profondi nella nostra psiche individuale. Mentre viviamo le nostre vite da adulto siamo esposti ad una grande quantit di stress. Facciamo esperienza tanto di stress fisici quanto psicologici mentre tentiamo di occuparci del nostro passato, presente e futuro. Con tutta questa confusione che ribolle dentro e fuori ciascuno di noi, diventa completamente evidente come possiamo perdere di vista la nostra comunicazione pura, non travisata, priva di ego ed efficace. Lo scopo dello yoga di ristabilire questa comunicazione con il S pi elevato. Ci coinvolge un processo di pulizia delle capacit mentali, fisiche ed emotive dellindividuo. Quando siamo puliti e limpidi, siamo allora capaci di realizzare il nostro S pi elevato e mantenere questa realizzazione durante tutte le nostre vite quotidiane. Attraverso la pratica quotidiana dello yoga, possiamo acquisire una consapevolezza pi grande, compassione, fiducia ed amore per le altre creature di Dio.
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Facendo questo siamo pi capaci di favorire la comunicazione efficace con gli altri esseri umani. Le esperienze passate tendono ad essere dei fattori di condizionamento molto forti per il nostro comportamento presente. Anche se riconosciamo come ottimale una certa risposta per una data situazione, tendiamo a far ricorso alle nostre risposte passate piuttosto che sceglierne una che sappiamo potrebbe essere pi appropriata. Prendiamo, per esempio, un uomo che stato rimproverato severamente da bambino per aver preso delle cose in casa che non avrebbe dovuto prendere o toccare. Da adulto questo stesso uomo vuole prendere in prestito un piccolo utensile da un amico. Sfortunatamente lamico non nei paraggi n disponibile nel momento in cui luomo vuole usare lutensile. Di conseguenza lo prende senza che lamico lo sappia o senza il suo permesso. Quando lamico scopre che lutensile manca, si arrabbia molto. In uno scatto di rabbia e collera, lamico si avvicina alluomo esclamando che il suo utensile stato rubato! Ora chi ha preso in prestito sa che potrebbe rispondere semplicemente dicendo, Ti ho cercato per chiederti se potevo prendere in prestito il tuo utensile ma non eri nei paraggi. Cos lho preso senza che tu lo sapessi. Te lo ridar domani intatto. Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare. Tuttavia, con il forte ricordo dei rimproveri della madre radicato profondamente nella consapevolezza e/o nel subconscio delluomo, egli pu negare di sapere qualcosa dellutensile in questione. Successivamente pu provare a rimettere al proprio posto lutensile quando lamico di nuovo via. Ovviamente, se luomo avesse risposto direttamente ed onestamente quando si confrontato allinizio con il suo amico arrabbiato, la questione probabilmente si sarebbe risolta immediatamente e sarebbe stata dimenticata subito. Invece ha risposto dal suo condizionamento passato e rischiando a ragione la fiducia del suo amico per il futuro. Ci sono molti esempi nella nostra vita quotidiana in cui la maggior parte di noi pu fare esperienza di simili incertezze come ha fatto luomo al quale ci si riferiti per lesempio affrontato sopra. Certamente questuomo caduto vittima del suo condizionamento passato invece di relazionarsi al qui ed ora - dimenticandosi di relazionarsi alla sua essenza interiore! Attraverso la pratica dello yoga, linfluenza vincolante dei segni del passato si scioglie, lasciando cos lindividuo pi libero di riflettere il proprio S pi elevato o Atman. Lesperienza pu ancora essere ricordata, tuttavia gli attaccamenti emotivi associati a questa possono essere presto affievoliti. Questo fenomeno ha una profonda influenza sulla nostra capacit di comunicare efficacemente. Se dobbiamo confrontarci di nuovo con unesperienza che innesca il ricordo di un condizionamento passato, offuscheremo con meno probabilit la situazione presente con le nostre reazioni passate. Piuttosto, possiamo essere pi capaci di comunicare con laltro individuo in un modo tale da elevare il suo spirito, secondo il bisogno che questo individuo ha in quel momento. Cos ripulendo le nostre lavagne dai segni del passato, siamo pi in grado di comunicare apertamente, liberamente e per laltra persona. Siamo anche capaci di usare la nostra comunicazione per elevare tanto la consapevolezza dellaltra persona quanto la nostra. Un altro aspetto del comunicare con questo S, questo Atman, lespansione del nostro ego individuale.
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Senza questa unione con il S, tendiamo a vivere la vita sentendoci molto soli e molto limitati. Sentendoci molto isolati, troviamo notevolmente difficile comunicare con gli interessi nelle menti degli altri individui. Questa prospettiva limitata come un cavallo che porta dei paraocchi. Il cavallo vede solo davanti e perde la prospettiva di una visione pi ampia. Comunicare da questa stretta prospettiva ci rende di sicuro impossibile comunicare in maniera efficace. Per comunicare efficacemente dobbiamo essere capaci di vedere come le nostre parole influenzano tutta la creazione. Si, la parola detta influenza tutta la creazione. Come un ciottolo lasciato cadere in un laghetto crea delle increspature, cos le nostre parole creano onde sonore che influenzano chi ci ascolta. Le parole sono infatti dei potenti strumenti di comunicazione. Ancora una volta, attraverso la pratica dello yoga, un individuo entra in contatto con lorigine di ogni cosa, con lo spirito che fluisce attraverso tutte le persone e tutte le cose. Man mano che questa unione si sviluppa con la pratica quotidiana, osserviamo che una persona cresce nella consapevolezza della propria totalit e fa anche esperienza dellinterdipendenza con tutta la creazione. Cos, conoscendo limpatto che le nostre parole hanno su tutti gli aspetti della creazione, siamo pi inclini a scegliere le parole per la nostra comunicazione, siamo pi inclini a scegliere quelle parole che hanno un effetto positivo, di ispirazione e di elevazione sugli altri e su noi stessi. Infine, c laspetto dellamore. Senza amore nella nostra comunicazione non c speranza di elevare un altro essere umano o di sentire questa unione con il S. Questo non vuol dire affatto che tutte le parole dette devono essere dolci e di stile fiorito. Piuttosto ci deve essere un sentimento implicito di amore che arriva attraverso noi mentre comunichiamo. Man mano che impariamo a lasciare andare linfluenza vincolante dei segni del passato e mentre cresciamo nella consapevolezza della totalit di tutta la creazione, automaticamente cresciamo nellamore. Una volta che il dolore e la ferita del vivere disconnessi dal S pi elevato lascia il cuore, il cuore comincia a gonfiarsi di amore Divino. Senza questo amore nei nostri cuori, le nostre parole sono semplicemente dei vasi vuoti. Ma con questo amore Divino nella nostra comunicazione, le nostre parole portano una fragranza irresistibile che permea ogni cosa che toccano. Di conseguenza, quando parliamo da questo centro di consapevolezza del cuore, questa unione con il S, la fragranza dellamore Divino viene automaticamente comunicata. A nostra volta, abbiamo il potere di elevare lo spirito e lanima di un altro essere umano e trasformare tutto della vita in gioia, felicit e luce. Per illustrare in modo sperimentale questi concetti, sono state incluse ora tre meditazioni sulla comunicazione. La prima per la comunicazione con il S; la seconda per la comunicazione efficace; e la terza per la comunicazione positiva. Lautore ha incluso anche una tecnica semplice per aiutare gli individui a centrare loro stessi in tre minuti. Facendo ci una persona pu accrescere radicalmente la comunicazione efficace.

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Meditazione Kundalini: la comunicazione con il S (insegnata da Siri Singh Sahib Bhai Sahib Harbhajan Singh Khalsa Yogiji, 12 aprile 1978)
Posizione di base: Posizione facile (seduti con le gambe incrociate, vicino al corpo). Braccia e mani: Stendere le mani dritte davanti al corpo parallele al terreno. Piegare i gomiti a 90 gradi; gli avambracci incrociati con lavambraccio destro sopra il sinistro. Le mani afferrano la parte superiore delle braccia con i pollici e con le dita piuttosto che agganciate attorno alle braccia. Gambe: Incrociate in posizione facile con la colonna vertebrale dritta, o seduti su una sedia con la colonna vertebrale dritta e entrambi i piedi a terra a circa 30 cm di distanza. Respirazione: Inspirare profondamente dal naso ed espirare completamente mentre viene vibrato il mantra. Assicurarsi che non ci sia aria nei polmoni dopo la vibrazione del mantra. Occhi: Chiusi per 9/10. Chiusure o altre condizioni: Tenere la posizione delle braccia bloccata e perfettamente in linea per tutto il tempo. Mantenere la colonna vertebrale dritta senza inclinarsi avanti o indietro. Mantra: Vibrare il seguente mantra in monotono durante lespirazione: EK ONG KAR SAT HARI. Ci sono sette tempi nel mantra. Il KAR ne impiega tre e c enfasi sullHARI. Ogni ripetizione dura 6-8 secondi. Ogni ripetizione andrebbe praticata in maniera abbastanza potente da impiegare uninspirazione completa. Concentrazione mentale: Concentrarsi sullinspirazione e sulla vibrazione del mantra. Immagini mentali: Nessuna. Condizioni di pratica: Tenere la colonna vertebrale perfettamente dritta per tutta la durata. Non piegarsi in avanti o indietro. Se praticata correttamente, non ci dovrebbe assolutamente essere alcuna pressione sulla parte bassa della schiena. Durata: Cominciare con 11 minuti e aumentare fino a 31 minuti. Commenti: Questa meditazione vi aiuta ad entrare in comunicazione con il S pi elevato. Risveglia i centri cerebrali, equilibra la tiroide e paratiroide, stimola lenergia spinale ed un tonico generale per fornire energia.

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Meditazione Kundalini: per una comunicazione positiva (insegnata da Siri Singh Sahib Bhai Sahib Harbhajan Singh Khalsa Yogiji, 20 aprile 1978)
Posizione di base: Sedere dritti con le braccia davanti. Braccia e mani: Portare i palmi delle mani rivolti verso il corpo con il dorso della mano destra nel palmo della sinistra. Le dita di entrambe le mani sono dritte. Piegare il pollice sinistro sopra il palmo destro e piegare il pollice destro sul pollice sinistro. Le mani saranno incrociate con le dita inclinate verso il basso. Bloccare i pollici nella posizione (se si mancini invertire il mudra). Tenere le braccia allaltezza delle spalle e parallele al pavimento. Tendere le spalle in avanti. Le mani dovrebbero essere a 20-30 cm di distanza dal petto. Gambe: Incrociate in posizione facile con la colonna vertebrale dritta, o seduti su una sedia con la colonna vertebrale dritta e entrambi i piedi a terra a circa 30 cm di distanza. Respirazione: Inspirare profondamente dal naso ed espirare completamente mentre viene vibrato il mantra. Assicurarsi di usare lintera espirazione per la vibrazione del mantra. Occhi: Chiusi. Chiusure o altre condizioni: Tendere le spalle in avanti. Mantra: HARI HARI HARI HARI HARI HARI HAR. Il mantra viene vibrato in monotono. Ripetere il mantra cinque volte in una inspirazione, poi espirare. Sentire le parole vibrare sulla parte posteriore della gola. Concentrazione mentale: Concentrarsi sulla respirazione e sulla vibrazione del mantra. Immagini mentali: Nessuna. Condizioni di pratica: Stomaco vuoto. Durata: Nessuna durata specifica. Praticate secondo la vostra personale preferenza fino a 31 minuti. Commenti: Praticando questa meditazione un individuo avr la capacit di uscire da tutta la negativit ed avr sempre il potere di comunicare positivamente.

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Meditazione Kundalini: la comunicazione efficace (insegnata da Siri Singh Sahib Bhai Sahib Harbhajan Singh Khalsa Yogiji, 23 aprile 1978)
Posizione di base: Colonna vertebrale dritta. Braccia e mani: Intrecciare le dita con lindice destro sullindice sinistro ed i pollici uniti e che puntano dritti in su. Mantenere la posizione di fronte al torace tra il plesso solare e il cuore. Rilassare le braccia in basso con i gomiti piegati e gli avambracci tirati su verso il torace fino al livello in cui le mani si uniscono tra il livello del plesso solare e il cuore. Gambe: Incrociate in posizione facile con la colonna vertebrale dritta, o seduti su una sedia con la colonna vertebrale dritta e i piedi a terra con il peso distribuito equamente su ciascuno. Respirazione: Inspirare profondamente dal naso e vibrare il mantra sulla espirazione completa. Occhi: Chiusi. Chiusure o altre condizioni: Nessuna. Mantra: RA RA RA RA, MA MA MA MA, SA SA SA SAT, HARI HAR HARI HAR. Assicurarsi di vibrare il mantra completo con una piena espirazione. Concentrazione mentale: Concentrarsi sulla respirazione e sulla vibrazione del mantra. Immagini mentali: Nessuna. Condizioni di pratica: Stomaco vuoto. Durata: Nessuna restrizione relativa alla durata. Commenti: Questa meditazione render il vostro linguaggio molto efficace, cos efficace che sarete capaci di comunicare attraverso la pura forza dei vostri pensieri.

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Respirazione a narici alternate


Lenergia del sistema nervoso direttamente proporzionale alla respirazione dellindividuo. Il Creatore nella sua saggezza ci ha dato due narici. Gli antichi testi yogici spiegano che la narice destra la nostra narice solare e controlla il nostro livello di energia; la nostra narice sinistra la nostra narice lunare e controlla le nostre emozioni. Di conseguenza se siamo stanchi, respirare in maniera lunga e profonda attraverso la narice destra ci dar energia supplementare. Respirare attraverso la narice sinistra ci porter la calma anche nel mezzo delle emozioni (rabbia, nervosismo, gioia, tristezza, ecc.). Quando respiriamo in maniera lunga e profonda alternativamente attraverso le narici destra e sinistra, lintero sistema nervoso viene simultaneamente calmato, tranquillizzato e stimolato. Tutto quello che richiesto ad una persona di praticare questa respirazione a narici alternate per 3-5 minuti e il proprio intero sistema nervoso sar rivitalizzato. Questa particolare tecnica molto semplice, eppure molto efficace. estremamente utile quando ci sentiamo fuori centro e dobbiamo ancora agire nel mondo quotidiano. Ad esempio, possiamo aver fissato un importante colloquio o un progetto di lavoro e sentirci eccessivamente nervosi o irritabili. Questa tecnica pu aiutarci a calmare noi stessi ed essere efficaci nella nostra comunicazione. Per praticare questa tecnica usiamo il pollice e lindice della mano destra. Formiamo una U con le due dita usando il pollice per chiudere la narice destra mentre inspiriamo dalla narice sinistra e lindice per chiudere la narice sinistra mentre espiriamo dalla narice destra. La sequenza procede cos. Chiudere la narice sinistra, inspirare profondamente attraverso la narice destra. Completata la respirazione chiudere la narice destra ed espirare attraverso la narice sinistra. Ora inspirare dalla narice sinistra completamente e profondamente. Quindi chiudere la narice sinistra ed espirare dalla narice destra. Ancora, inspirare attraverso la narice destra e continuare questo schema di respirazione per 3-5 minuti. La respirazione deve essere assolutamente completa in entrambi i cicli di inspirazione ed espirazione. Dopo 3-5 minuti inspirare profondamente, trattenere il respiro pochi secondi, abbassare la mano ed espirare. Rilassarsi e godersi una sensazione di benessere!

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Capitolo 5 - Comunicare con gli altri


Una volta che un individuo ha stabilito una relazione interiore con linfinito, quindi, teoricamente, pronto per comunicare efficacemente con gli altri. Tuttavia, nel successivo ambito della comunicazione, improvvisamente ci imbattiamo in unaltra serie di problemi, fattori ed ostacoli. Un elemento chiave spesso dimenticato la nostra mancanza dellofferta di unelevazione sociale allaltro essere umano. In particolare nel mondo occidentale tendiamo ad essere molto concentrati nei nostri tentativi di comunicare solo ci che vogliamo dire. Raramente ci prendiamo il tempo o sentiamo essere nostra responsabilit vedere dov la consapevolezza dellaltra persona o quanto laltra persona sia aperta a ricevere quello che stiamo cercando di dire. Di nuovo, permettiamo ai nostri ego limitati di entrare in scena piuttosto che mantenere i nostri centri (la relazione con linfinito) ed elevare lo spirito dellaltra persona. Noi perdiamo di vista la nostra sensibilit per le altre persone coinvolte nellinterazione. In qualche modo pensiamo che sia pi importante dire ci che sentiamo o pensiamo rispetto ad ispirare laltra persona. Veniamo presi nelle dinamiche del dirlo com, una frase usata troppo spesso nel movimento di relazioni umane di oggi. Ciascuno di noi parte di numerosi sistemi interpersonali. Ci sono reti interdipendenti di persone nelle nostre famiglie, i nostri ambienti lavorativi, i nostri circoli sociali e cos via. In ognuno di questi sistemi, mentre interagiamo con gli altri, le nostre relazioni possono essere stressate, tese o anche distrutte da troppa apertura. Se leffetto dellaperta rivelazione di s di mettere un altro individuo sulla difensiva o renderlo altamente ansioso, c un elevato potenziale di distruttivit e certamente di comunicazione inefficace (Pfeiffer e Jones, 1972, p. 197). La comunicazione lo strumento pi divino che abbiamo. Il suo uso scorretto un grave errore. La comunicazione reale chiamata linguaggio incorruttibile. Ma chi incorruttibile? la persona a cui parliamo? No, noi siamo incorruttibili a meno che non usiamo il nostro linguaggio e la nostra comunicazione per mettere alla prova o per raggiungere unaltra persona. Nel nostro tentativo di fare cos, in realt perdiamo, dal momento che perdiamo il rispetto di noi stessi. La conseguenza di questo sforzo che finiamo per essere corrotti. Rinunciare al rispetto di noi stessi significa essere corrotti, secondo la definizione del mondo spirituale. Rinunciando a noi stessi, al nostro centro, alla nostra relazione con linfinito, neghiamo la nostra essenza. Senza lessenza del Io sono, io sono (unione con il S), noi non possiamo comunicare. La comunicazione serve per spiegare noi stessi a qualcuno. Non intesa per raggiungere qualcuno. Una volta che cerchiamo di usare questo veicolo per raggiungere qualcuno, perdiamo. La comunicazione non intesa come una situazione di vittoria o sconfitta. Piuttosto, semplicemente concepita per comunicare. concepita per condividere quello che il nostro spirito, la nostra verit infinita, cosa Dio. Non pu essere circostanziale o personale. Eppure quando tentiamo di comunicare con gli altri, quante volte lo facciamo quando laltra persona completamente emotiva? Siamo assolutamente pazzi? Nel momento in cui cerchiamo di dire qualcosa ad una persona in quello stato emotivo, questultima creder immediatamente che vogliamo litigare con lei.
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una risposta naturale. Sfortunatamente, mentre una persona in quello stato, tende ad avere la mente di un bambino di tre anni. Molte volte tali individui hanno avuto un amore insufficiente nella loro infanzia. Di conseguenza fanno ricorso ad un atteggiamento difensivo come autoprotezione. Quando mettiamo qualcuno sulla difensiva, ci rendiamo veramente conto di quello che stiamo facendo? Nella realt noi facciamo credere allaltra persona, con tutta la potenza della mente cui pu fare ricorso, che ha ragione! La maggior parte di noi non esente da tale comportamento, sebbene raramente ci piaccia ammetterlo. Tuttavia, il punto qui che, dato lo stato mentale della persona con cui vogliamo comunicare, sarebbe bene se le permettessimo di calmarsi, di rilassarsi un po prima di dire ci che dobbiamo dire. Questa consapevolezza relativa alla ricettivit di chi riceve la comunicazione il primo passo nel comunicare con gli altri. Unaltra trappola in cui spesso cadiamo quando tentiamo di comunicare con gli altri la sindrome del salvataggio. Molte volte siamo motivati nel parlare agli altri quando sentiamo che stanno facendo qualcosa di sbagliato, pensando in modo negativo o semplicemente fallendo in qualche modo. Siamo spesso inclini in tali momenti a provare ed afferrare la persona. Vogliamo salvarla dai suoi possibili contrattempi. In quel momento una cosa davvero santa da fare permettere a quellindividuo di cadere. Lasciate che si goda la sua caduta. La nostra costrizione di raggiungere quella persona il bisogno di possesso del nostro ego. Non possiamo possedere gli altri. Dobbiamo imparare come passare attraverso il tempo e lo spazio senza attaccare noi stessi a questo, o agli individui in esso. Ognuno una creatura di Dio. Per mantenere una comunicazione efficace, dobbiamo essere capaci di vedere Dio in tutti. Dio non limitato a te o a me. Vedendo questo infinito allinterno e allesterno, possiamo parlare per elevare la consapevolezza di un altro senza cercare di controllarlo. Questo il secondo concetto chiave da perfezionare nel comunicare con gli altri. La terza questione quella di manipolare gli altri con le parole. una situazione molto frustrante quando un individuo usa la comunicazione per fare il furbo con le parole. Anche si ci troviamo a parlare con la persona pi stupida, nel momento in cui cominciamo a fare i furbi con le parole quella persona ci scoprir e non si fider mai pi di noi. Senza fiducia non abbiamo alcuna comunicazione. Quindi, levitare di manipolare gli altri con le parole essenziale per la comunicazione efficace con gli altri. Un quarto elemento nella comunicazione con gli altri quello di parlare con cortesia. Stiamo parlando per stabilire o migliorare una relazione, non distruggerla. Uno dei regali pi preziosi che possiamo fare ad unaltra persone parlare con cortesia. Parlando con cortesia noi parliamo attraverso linfinito. Lasciatemi citare un evento abbastanza colorito per illustrare questo punto. Facevo una serie televisiva chiamata The Yogi Bhajan Show. Registravamo le puntate prima della reale messa in onda. Una settimana, lospite che dovevo intervistare era il presidente di un movimento che rappresentava 75.000 persone. Lui sapeva prima della sessione di registrazione che non cera modo per sottrarsi alle mie domande dirette.
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Tuttavia, quando si sedette e si trov realmente nellintervista, us un linguaggio molto educato in risposta alle mie domande. Ad esempio, quando gli facevo una domanda, lui rispondeva, Sua Eminenza, mio privilegio ricevere la sua domanda. Sento che il suo santo s conosce la risposta di ci. Ora, cosa potevo fare davanti a questa risposta? Ero davanti ad una telecamera! Allora posi unaltra domanda. Lui rispose, La sua Saggezza lo sa, che ci sono umane debolezze che sono state definite sia giuste sia sbagliate. Dio il Giudice perch lei vive sempre nella consapevolezza di Dio. Per lei, tutto dovrebbe essere meraviglioso. Ora chi stava facendo il sermone? Io non potevo dire una parola. Alla fine di unintervista di mezzora, lui non aveva risposto ad una sola delle mie domande! Mi congratulai con lui e gli dissi che se avesse usato quellenergia per qualsiasi altro scopo avrebbe avuto di sicuro successo. Lui rispose, Signore, il modo in cui ho evitato la sua schiettezza e le sue domande stato con la cortesia del linguaggio. Oggi ho imparato che nel comunicare con gli altri devo pensare per me stesso e per la mia grazia. Lui era stato, infatti, assolutamente educato e cortese nel suo linguaggio nei miei confronti. Allora gli posi una domanda molto personale. Bene, ora per favore spiegami la ragione per cui oggi eri cos cortese nei miei confronti. La sua risposta: Signore, ad essere molto franco, mi sono esercitato negli ultimi 15 giorni! Io dissi, Perch? Avevi paura di me? Lui replic, Prima di tutto, volevo sapere chi mi avrebbe intervistato. Una volta saputo il suo nome sono venuto ad una delle sue lezioni per osservare come insegnava. Ho trovato che totalmente netto, come un fulmine - non ha risparmiato nessuno! Sapevo che non avevo alcuna possibilit nella puntata. Cos ho parlato ad un santuomo che conoscevo ed ho chiesto il suo consiglio sul parlare in pubblico. Sono andato anche in una chiesa Cattolica Romana ed ho parlato con un prete. Ho imparato da loro come parlare con questo linguaggio molto cortese ed educato. Penso di averlo fatto molto bene, vero? Ho pensato che lo avesse apprezzato. Ed io risposi, Tu lo sai, il lavoro ottiene sempre la sua ricompensa. Come si pu vedere da questa storia, sebbene io abbia provato molto intensamente ad inchiodare questo individuo, non ho avuto alcuna possibilit quando ha usato un linguaggio cortese come risposta. La cortesia nel linguaggio la prima decorazione spirituale che una persona pu avere intorno a s oltre allaura (la radianza di luce elettromagnetica che emanano tutte le creature viventi) di circa 2,70 m. Infatti, la gentilezza del linguaggio pu realmente vincere un nemico. Se vogliamo davvero mostrare il nostro spirito come fluido, se davvero vogliamo nutrire il nostro spirito con la benevolenza e se davvero vogliamo praticare la divinit nel suo modo originale, allora dobbiamo usare la cortesia nella nostra comunicazione con gli altri. Si pu solo fare esperienza della gentilezza attraverso lazione, ma la gentilezza attraverso le parole assolutamente incantevole. La gentilezza non adulazione. Lelemento mancante nelladulazione la sincerit dei nostri cuori. Mancando questo elemento, le nostre parole sono vuote e chi le riceve fa esperienza della nostra comunicazione come tale. Aggiungiamo la sincerit dei nostri cuori e avremo la cortesia e la gentilezza del linguaggio. infatti uno dei pi grandi doni che possiamo dare ad un altro essere umano.
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Per comunicare con gli altri dobbiamo prima essere capaci di ascoltare laltra persona. La maggior parte delleducazione della comunicazione si concentrata sulle abilit di espressione di s e di persuasione, con una piccola attenzione riservata allascolto. Questo eccesso di enfasi sulle abilit di espressione ha portato la maggior parte di noi a enfatizzare meno limportanza dellascoltare nelle attivit di comunicazione. Tuttavia ciascuno di noi ha bisogno dellinformazione che pu essere ottenuta attraverso il processo dellascolto (Pfeiffer e Jones, 1974, p. 126). Lascoltare molto pi intricato e complesso del mero processo fisico del sentire. Si sente con le orecchie, mentre lascolto un processo intellettuale ed emotivo che parte dal cuore, che integra input fisici, emotivi ed intellettuali in una ricerca del significato e della comprensione. Lascolto efficace si verifica quando chi ascolta discerne, contempla e comprende il significato di chi invia (Pfeiffer e Jones, 1974, p. 126). Reik (1972) si riferisce al processo dascolto efficace come a quello di ascoltare con un terzo orecchio. Un ascoltatore efficace ascolta non solo le parole pronunciate ma anche il significato oltre le parole. Chiaramente, lascolto efficace non un processo passivo. Piuttosto riveste un ruolo attivo nella comunicazione (Pfeiffer e Jones, 1974, p.126). Prima di utilizzare mai un linguaggio accusatore dobbiamo realmente udire (comprendere) cosa laltra persona deve dire. Avendo ascoltato completamente e pazientemente laltra persona, siamo allora, e solo allora, nella posizione di comunicare con quellindividuo. Possiamo aumentare la chiarezza della nostra comunicazione sforzandoci costantemente di mettere noi stessi nella struttura psicologica dellaltra persona. Dobbiamo provare a vedere la situazione comunicativa dal punto di vista dellaltra persona. Se comprendiamo laltra persona, possiamo rendere la nostra comunicazione pi rilevante per i bisogni e per lauto-comprensione dellaltro individuo (Pfeiffer e Jones, 1976, p. 151). Se vogliamo stabilire una relazione con Dio, dobbiamo prima imparare a stabilire una relazione con le creature di Dio. Se vogliamo rimanere e farci amico il Creatore della Creazione dobbiamo ricordare di stabilire relazioni con le creature del Creatore. Anche se dobbiamo lasciare qualcuno abbiamo bisogno di lasciarlo con abbastanza buona volont in modo che in futuro, se lo rincontreremo, saremo in una posizione di comunicare con lui. Normalmente usiamo la comunicazione sulla terra per conquistare, convincere, usare, abusare e sfruttarci a vicenda. In un regno eterico e spirituale la comunicazione usata per ispirare qualcuno, per elevare lanima di qualcuno. Entrambe le forme di comunicazione impiegano la stessa quantit di energia. Eppure una ci rende miserabili mentre laltra ci rende gradevoli a Dio. Lamicizia non amicizia se il legame non attraverso linfinito. Lofferta pi grande che possiamo fare a Dio di ricordare gli amici. Come facciamo questo? Comunicazione. Ispirando costantemente e regolarmente gli altri attraverso la comunicazione noi manteniamo la nostra amicizia ed il nostro dono a Dio.
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un privilegio umano parlare gentilmente agli altri. un privilegio umano essere cortesi nei confronti degli altri. La temporanea comunicazione inefficace corromper la nostra relazione con gli altri. Porter miseria e fraintendimento. Porter anche molto dolore; ed ogni dolore nella vita non proviene da Dio. No, molto del dolore proviene dalla nostra comunicazione inefficace. Noi non possiamo incolpare Dio per questo; Dio non ha nulla a che fare con la nostra sofferenza in questo contesto. Dio ci ha creato. Come pu Dio farci soffrire? La sofferenza proviene dalla nostra comunicazione sbagliata: comunicazione non creativa, egoista, basata sul potere, manipolativa. Questo autore crede che ogni individuo pu essere una persona onesta, perch ogni persona una persona onesta. Ogni persona un derivato del Divino. Quindi le persone non possono essere sbagliate. Sicuramente una persona pu agire in maniera sbagliata per ignoranza o non riconoscendo la verit. Tuttavia, fondamentalmente, lessenza di ciascuna persona vera. Quindi altamente sgradito tenere sentimenti di animosit o di vendetta contro altri esseri umani. Facendo ci, portiamo la malattia e la debolezza su noi stessi. Quando parliamo, parliamo a vantaggio di qualcun altro o per il nostro stesso vantaggio? N luno n laltro. Se parliamo per il vantaggio di qualcun altro finiremo in un pasticcio. Lo stesso vero se parliamo per il nostro stesso vantaggio. C una legge di base nella comunicazione: parlare perch va detto. Seguendo questa legge finiremo con lavere pi amici di quanti possiamo immaginare! Il nostro ultimo elemento in questo regno della comunicazione lumorismo. Noi dobbiamo aggiungere lumorismo al nostro parlare. Attraverso questo elemento possiamo facilmente aprire i cuori degli altri ed elevarci a vicenda. In questo capitolo abbiamo esaminato una variet di elementi critici per il processo di comunicazione. Abbiamo parlato del bisogno di elevarci socialmente lun laltro, di essere consapevoli della ricettivit di ognuno riguardo la comunicazione, di vedere e di relazionarci allinfinito in ognuno di noi, di ascoltare e di fidarci gli uni degli altri, di evitare di fare i furbi, di trattenere lanimosit, o di salvarci a vicenda e di essere cortesi, gentili e sinceri nei nostri scambi verbali. Siamo pronti ora per comunicare? Non esattamente. C un regno molto importante che non abbiamo ancora toccato, e comprenderlo essenziale per la comunicazione efficace. Questa area conosciuta come frequenza della comunicazione, ed il Capitolo 6 dedicato al suo esame.

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Capitolo 6 - La frequenza della comunicazione


Nella nostra comunicazione in vita non importa quanto siamo saggi o quanto siamo spirituali; conta la frequenza della nostra comunicazione. Per frequenza della comunicazione chi scrive intende: da quale chakra una persona proietta la propria comunicazione? Definiremo brevemente la parola chakra. Ma prima importante porre questi concetti nella corretta prospettiva: Per dissipare gli inevitabili fraintendimenti preliminari, sia chiaro che non c niente di immaginario o di innaturale a proposito della facolt visiva che permette ad alcuni esseri umani di percepire pi degli altri. semplicemente unestensione delle capacit che sono familiari a noi tutti, e acquisirla rendere s stesso sensibile alle vibrazioni pi rapide rispetto a quelle cui i nostri sensi fisici sono normalmente allenati a rispondere. Queste capacit si verificheranno in ognuno nel dovuto corso dellevoluzione, ma alcuni di noi si sono impegnati a svilupparle in anticipo sugli altri, al costo di molti anni di duro lavoro rispetto a quanto la maggior parte delle persone sarebbe disposta a sostenete (Leadbeater, 1968, p. V). Quando una persona comincia a sviluppare i propri sensi cos da poter vedere un po di pi rispetto a chiunque altro, un mondo nuovo e pi affascinante le si apre di fronte. I chakra sono tra i primi oggetti in questo mondo ad attrarre la sua attenzione. Quando i suoi simili esseri umani presentano loro stessi sotto un aspetto fresco, lui/lei percepisce molto riguardo a loro che precedentemente era nascosto ai propri occhi, e quindi pi capace di comprendere e (quando necessario) aiutare gli altri molto pi che in passato. I pensieri e i sentimenti degli altri sono espressi chiaramente di fronte agli occhi di chi vede in colore e forma. Lo stadio di sviluppo degli altri, la condizione della loro salute diventano fatti ovvi invece che semplici questioni di deduzione (Leadbeater, 1969, p. V). Per capire meglio questi concetti definiamo ulteriormente ed esploriamo cosa sono i chakra: La parola Chakra sanscrita, e significa ruota. usata anche in vari significati supplementari, derivati e simbolici, come accade alla sua traduzione letterale; cos come possiamo parlare della ruota del destino, cos il Buddhista parla della ruota della vita e della morte; e descrive quel primo grande sermone in cui il Signore Buddha propone la sua dottrina come il Sutra Dhammachakkappavattana (chakka lAmico: equivalente al termine sanscrito chakra) che il Professore Rhys Davids rappresenta poeticamente come far girare la ruota del cocchio reale dellimpero universale della verit e della rettitudine. Questo esattamente lo spirito del significato che lespressione trasmette al Buddhista devoto, sebbene la traduzione delle parole pure sia il girare della ruota della Legge. Luso speciale della parola chakra del quale ci stiamo occupando al momento, la sua applicazione ad una serie di vortici simili a ruote che esistono sulla superficie delleterico sdoppiamento dellessere umano (Leadbeater, 1969, p. 1).

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Hauer e Jung dissero (1932, p. 13) in una serie di appunti per seminari non pubblicati, ...i chakra sono espressioni simboliche di una realt interiore.... Avalon (1974, p. 13) afferma ...i chakra... possono essere descritti come centri sottili di azione nel corpo.... Nella conversazione ordinaria e superficiale talvolta una persona fa menzione della propria anima sottintendendo, ovviamente, che il corpo attraverso il quale parla sia la persona reale; che questa cosa chiamata anima sia un possedimento o unappendice di quel corpo una sorta di pallone prigioniero che fluttua su esso, e in un qualche modo non definito, attaccato ad esso. Questa unaffermazione errata, fuorviante; lesatto contrario della verit. Uomo o donna unanima e possiede un corpo. Questo corpo un dono di Dio. Infatti lindividuo ha diversi corpi. Oltre al veicolo visibile che noi usiamo per trattare i nostri affari in questo mondo pi basso noi abbiamo diversi altri corpi, con cui ci confrontiamo con i nostri mondi mentali ed emotivi (Leadbeater, 1969, pp. 1-2). Nella teosofia chiamiamo questi corpi eterici. Questa (per la maggior parte delle persone) parte invisibile del corpo fisico di grande importanza per noi, poich il veicolo attraverso cui fluiscono i flussi di vitalit che mantengono il corpo vivo e senza di esso, come ponte per trasportare le onde del pensiero e il sentire dai livelli astrali di consapevolezza allambito fisico pi denso e visibile, il nostro ego non potrebbe fare alcun uso delle cellule dei nostri cervelli. Questi corpi eterici sono chiaramente visibili a chi ha sviluppato i propri sensi cos da vedere un po di pi rispetto alla maggior parte degli individui (Leadbeater, 1969, p. 2). I chakra o centri di forza sono punti di connessione ai quali fluisce energia da un veicolo o corpo di una persona ad un altro corpo di quellindividuo. Spesso parliamo di questi centri come corrispondenti approssimativamente a certi organi fisici. In realt, mostrano loro stessi sulla superficie di un doppione eterico che si proietta leggermente oltre il contorno del corpo denso (Leadbeater, 1969, p. 5). Tuttavia, per capirci, parliamo della loro collocazione in relazione agli organi fisici nel corpo pi denso e reale. Ci sono otto centri o chakra tipicamente identificati in ogni essere umano. Il primo centro chiamato Muladhara ed situato nella zona dellano. Il secondo centro chiamato Svadhisthana ed situato nella zona degli organi sessuali. Il terzo, Manipura, situato circa 2,5 cm sotto lombelico. Il quarto, Anahata, situato nella zona del cuore. Vishuddha il quinto ed situato di fronte alla gola. Ajana il sesto; comunemente conosciuto come terzo occhio ed situato appena sopra il dorso del naso, tra le due sopracciglia. Sahasrara, il settimo, conosciuto come il loto dai mille petali, situato sulla sommit della testa (la zona esatta pu essere trovata esaminando la parte soffice della testa di un bambino dove le ossa non si sono ancora sviluppate completamente). Lottavo laura o la radianza elettromagnetica emanata da tutte le creature viventi. Se immaginiamo di guardare direttamente in basso nella corolla di un fiore del tipo convolvolo (ndt - pianta i cui fiori hanno sempre sfumature molto tenui, con una caratteristica forma a campanula) avremo unidea dellaspetto generale di un chakra (Leadbeater, 1969, p. 3).
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...lenergia che entra in ogni centro dallesterno causa ad angolo retto rispetto a s stesso (cio nella superficie del doppione eterico) delle forze secondarie in movimento circolare ondulatorio, proprio come una barra magnetica spinta in una bobina dinduzione produce una corrente elettrica che scorre intorno alla bobina ad angolo retto rispetto allasse o alla direzione del magnete. La stessa forza primaria, essendo entrata nel vortice, si irradia da questo di nuovo alle giuste angolazioni, in linea retta, come se il centro del vortice fosse il perno della ruota e le radiazioni della forza primaria i suoi raggi. Per mezzo di questi raggi la forza sembra legare insieme i corpi astrali ed eterici come se fossero agganciati. Il numero di questi raggi differisce nei diversi centri di forza, e determina il numero delle onde o petali che ciascuno di essi mostra. Per questo motivo questi centri sono stati spesso descritti in modo poetico nei libri orientali come simili ai fiori (Leadbeater, 1969, pp. 5-6). Ognuno di questi centri ha un diverso numero di petali, che variano da quattro a mille. Oltre alle loro forme differenti, ciascun centro anche associato con certi livelli di consapevolezza. questo elemento dei chakra (centri energetici) che primario nel nostro esame della comunicazione. Il primo centro associato ai bisogni primari della sopravvivenza: cibo, riparo ed eliminazione. Il secondo centro concentrato sullenergia e lattivit sessuale. Il terzo centro quello del potere, dellego, del controllo. Questi tre centri formano quello che conosciuto come triade (triangolo) inferiore. Il comportamento e lenergia della maggior parte delle persone sono concentrati e preoccupati in questi tre centri. Il quarto centro quello del cuore. Questo il primo centro della consapevolezza pi elevata che si manifesta come compassione ed amore. Il quinto centro caratterizzato dalla schiettezza e dal coraggio nellespressione verbale. Dal sesto centro un individuo vede linvisibile. Il settimo centro pu dirci dov Dio e descrive il nostro destino e il nostro cammino. Nellottavo centro possiamo dire la verit ultima. Guardando a questi aspetti in relazione alla frequenza della nostra comunicazione, diventa molto evidente a chi ascolta proprio da quale chakra (centro energetico) parla chi sta parlando. Ad esempio, se parliamo dal primo centro noi saremo dei calunniatori parola per parola, autooffensivi, auto-insultanti e insultanti nei confronti degli altri. Se parliamo dal secondo chakra saremo aggressivi e offensivi con connotazioni sessuali unite alle nostra parole. Dal terzo centro saremo sia negativi sia positivi, in uno sforzo di controllare coloro cui ci rivolgiamo. Quando raggiungiamo il quarto centro le nostre parole saranno dirette, dolci, e assolutamente gentili. Da questo centro cerchiamo di dire solo quello che soddisfa lanima e la consapevolezza di unaltra persona. Quando parliamo attraverso il quinto centro saremo schietti, assolutamente sinceri e assolutamente coraggiosi. Attraverso il sesto centro possiamo essere o diplomatici e bugiardi o molto sinceri. Questa verit una verit soffice che la distingue dal quinto centro. Nel settimo centro siamo in una tragedia, perch le nostre parole avranno un migliaio di significati e centinaia di migliaia di interpretazioni. Tuttavia, quando parliamo dallottavo centro diremo molto poco. Ma quando parliamo significher solo una cosa: c solo un Dio.

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Questi sono gli otto centri di comunicazione e queste sono le otto frequenze di comunicazione nella vita di ogni individuo. Non importa chi siamo, di quale razza o di quale religione, la manifestazione della frequenza del chakra attraverso la comunicazione la stessa per ciascun individuo. Lintensit varia secondo la nostra consapevolezza e il nostro sviluppo. Eppure lessenza rimane la stessa. Intimamente connesso con questo concetto laspetto dei modi. Conta meno quello che diciamo rispetto a come lo diciamo. Questo il modo di esprimersi della comunicazione e anche questo un elemento essenziale nella comunicazione efficace. Questa visione dei chakra (centri energetici) e delle informazioni ottenute da essi cos come il modo di esprimersi nella comunicazione sono aspetti realmente aggiuntivi di quella che tipicamente conosciuta come comunicazione non verbale: Recentemente molti psicologi e persone del movimento potenziale umano hanno spostato la loro attenzione sui modi non verbali con i quali condividiamo lun laltro il significato. La scienza della comunicazione non verbale chiamata Chinesi. La comunicazione non verbale dellindividuo, o linguaggio del copro, di solito involontaria e i segnali non verbali che una persona emette spesso sono una pi valida fonte di informazioni rispetto ai segnali che sono espressi verbalmente e simbolicamente (Pfeiffer e Jones, 1972, p. 175). Ci sono molti altri elementi di comunicazione non verbale. Uno conosciuto come deambulazione e riguarda il come sappiamo portare il nostro corpo da un posto ad un altro. Accasciandoci indichiamo un senso di insicurezza, rinuncia o preoccupazione. Stando in piedi diritti sembriamo dire che siamo fiduciosi e sicuri di noi stessi. Esprimiamo unintera gamma di messaggi attraverso la nostra postura. Il contatto visivo un potente indicatore di comunicazione non verbale. La lealt spesso associata attraverso reazioni degli occhi di ciascuno. Gli occhi possono essere anche un modo molto potente di comunicare comprensione ed accettazione (Pfeiffer e Jones, 1972, p. 176). Mettersi in posizione, come una persona assume una posizione con il corpo quando seduta o in piedi, costituisce un insieme di segnali potenziali che possono comunicare come sta vivendo il proprio ambiente (Pfeiffer e Jones, 1972, p. 176). Ad esempio, se una persona incrocia le braccia e le gambe mentre seduto, spesso significa che sulla difensiva (Nierenberg e Calero, 1971, pp. 43-74). I tic (gli spasmi nervosi), alcuni tipi di emissioni sonore (gemiti, lamenti ecc.), il distanziare (lo spazio tra chi parla e chi ascolta) e il gesticolare (i segni con le mani) sono tutti esempi di comunicazione non verbale e sono elementi importanti nel nostro processo di comunicazione. Unaltra inequivocabile forma di comunicazione non verbale quella che vista nellaura umana. Ancora una volta, laura il campo elettromagnetico o radianza che circonda il corpo. Questa luce si pu estendere da pochi centimetri fino a circa 2,70 m.
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Laura di una persona media di circa 90 cm. Laura cambia colore quando parliamo attraverso i nostri diversi chakra (centri energetici) ed i nostri stati emotivi. Questo un indicatore che non possiamo beffare. Le nostre parole ci tradiranno se la nostra aura emette un colore corrispondente che differisce dalle parole che pronunciamo. Ci sono sette chiari colori che dovrebbero fluire liberamente nellaura. Tuttavia se attraverso le nostre parole noi tradiamo la nostra essenza interiore, le nostre aure diventano immediatamente grigie, torbide e opache. Quando facciamo questo a noi stessi, rendiamo noi stessi meno che umani! Non possiamo fuggire da questo livello non verbale di comunicazione. Quando comunichiamo coerentemente con la nostra essenza interiore possiamo effettivamente penetrare attraverso laura di qualcun altro con il potere delle nostre parole e le nostre aure saranno molto chiare nel colore. Questa pu essere una terapia molto utile. Tuttavia, dobbiamo comunicare dai nostri chakra (centri energetici) pi elevati per elevare la consapevolezza di qualcun altro. Una delle ragioni pi importanti per comprendere questo concetto di frequenza lessere capaci di incontrare un altro individuo al livello in cui parla. Allora, attraverso il potere delle parole, siamo capaci di elevare questo individuo a stati di consapevolezza e comprensione pi alti. impossibile fare ci senza essere consapevoli in maniera acuta di questi livelli di comunicazione non verbale cos come di quelli verbali. La comunicazione efficace impossibile anche quando perdiamo di vista chi in realt dallaltra parte e di quale vita si tratta realmente. Il Capitolo 7 ci ricorda le risposte a queste domane.

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Capitolo 7 - Chi c dallaltra parte?


Pochi di noi conoscono realmente chi dallaltra parte nella nostra comunicazione. Questa storia lesempio perfetto per illustrare questo punto. Un tempo cera un grande santuomo, molto equilibrato e molto divino. Un giorno questuomo preg Dio, direttamente dal suo cuore. Dio gli apparse di fronte e disse, Cosa vuoi figlio mio? Il rishi (il santuomo) disse, Signore io mi voglio fondere in Te. Dio disse, Non possibile, per te che non hai vissuto come un normale essere umano. Senza aver vissuto come umano non c modo per te di poter venire a me. Il rishi continuava ad insistere nella sua preghiera, Ma Signore, io sono il tuo discepolo. Io ti ho adorato e ti ho visto. Dio disse, vero, tu puoi vedere Me, le persone possono trovare Me, le persone possono far s che Io appaia. Le persone possono fare in modo che Io le benedica e che esaudisca i loro desideri. Tuttavia tu mi hai chiesto qualcosa di veramente buffo, mi hai chiesto di fonderti in Me. Tu vuoi essere Me ed Io, in cambio, devo essere te. S Signore, annu il rishi. Dio disse, La via del capofamiglia e lunica via. Devi nascere di nuovo come essere umano, sposare una donna ed avere una famiglia. Devi trattare tua moglie e tutte le donne con estremo rispetto e grazia. Cos facendo, la prosperit ti benedir cos come benedir tutti gli aspetti della natura divina. Allora sarai benedetto dal trovare un insegnante. Servendo linsegnante, praticando la tua sadhana (lo yoga quotidiano e le preghiere) Io verr a te. Il rishi chiese, Signore, supponiamo che io non sia allaltezza di tutto quello che tu hai detto? E Dio replic, Va bene, facciamo un patto. Io verr da te non importa cosa succeda, io ti apparir. Il rishi annu, Questo soddisfacente. Almeno io so che tu verrai ed io far il mio massimo. Cos il rishi mor e nacque di nuovo come un bambino. Crebbe fino ad essere un uomo bellissimo, che spos una donna dolce ed affascinante. Ebbero tre figli maschi e due femmine. Questa famiglia ebbe tutto in abbondanza e la vita fu buona. Quando luomo comp i cinquanta anni di et ebbe questa conversazione con sua moglie. Egli disse, Io ricordo dalla mia vita passata che Dio mi promise che sarebbe apparso a me in questa vita. Forse ho commesso qualcosa di sbagliato, perch ora ho cinquanta anni e met della mia vita passata. Forse apparso e se ne andato senza che lo sapessi. Forse Dio ha dimenticato la Sua promessa fatta a me. Proprio non capisco. Luomo era molto triste. Sua moglie vedendo le sue condizioni disse, Mio signore dio, disse a suo marito, Tu potresti dover incontrare Dio, ma per quanto mi riguarda, tu sei il mio dio. Vederti in questa tristezza mi dice che stai diventando anche pi saggio. Perch stai lasciando andare questo mondo e ti stai muovendo verso un altro stato di consapevolezza. Va tutto bene. Il marito replic, No, no, no; io non meritavo una donna cos divina al mio fianco. Io mi sento proprio handicappato. Alcuni giorni passarono dopo questa conversazione e nulla di pi fu detto a tal proposito. Luomo scopr di essere molto, molto stanco. Disse, Mi piacerebbe solamente sedermi e meditare su Dio.
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Mentre era seduto e meditava, una danzatrice apparse vicino a lui. Lei disse, Sembri essere molto stanco. Io sono una danzatrice e posso renderti felice. Posso esibirmi per te? No, no, per favore vai via, disse luomo alla danzatrice. Ora non voglio davvero vedere nessuno. Tutto quello che voglio Dio. Vorrei solo stare da solo. Comunque, cosha la danza a che fare con Dio? Lei disse, Io non sono una danzatrice normale, dato che ho danzato nei templi di fronte a Dio. Ti piacer davvero. Lui disse, Aspetta, aspetta, aspetta. Io voglio solo meditare in questo momento. Voglio andare dentro. Posso vedere lesterno. Ma disse lei, talvolta dallesterno pu arrivare a te qualcosa di buono. Non sempre, ma talvolta. Sembri essere troppo dentro. Tutto quello che chiedo per la mia splendida danza un pasto. Ho molta fame. Ho fatto un lungo viaggio e non so dove andare. Ho con me anche quattro musicisti. Tu non devi neanche guardare la danza. Tu puoi anche solo riposare e noi balleremo e canteremo creando meravigliose vibrazioni attorno a te. Luomo, ora molto impaziente, replic, Guarda, ti dar qualsiasi cosa di cui hai bisogno, cibo, soldi, qualunque cosa....ma per favore lasciami proprio da solo. Lui entr e prese una moneta doro. Questa moneta valeva molti soldi. Disse alla danzatrice, Prendi questa e, per favore, vai via. Semplicemente io non voglio la tua danza ora. Non capisci, disse la danzatrice, io ho ballato di fronte agli dei; essi lo hanno amato. Ho danzato anche di fronte a dei di pietra ed essi hanno parlato e si sono mossi. Sono una danzatrice molto brava! Luomo, ancora fermo nel suo proposito rispose, Dio ti benedica. Io non sono un dio di pietra. Fuori! Fuori! Per favore vai via! Questa la tua decisione finale? chiese la danzatrice. Lui disse, Assolutamente. Io voglio solo riposare qui. La moglie, avendo udito la conversazione tra suo marito e la danzatrice, finalmente intervenne. Per favore signora, per favore, sei affamata. Noi siamo solamente umili padroni di casa e non possiamo lasciarti andare via senza cibo. Per favore prendi il denaro ma non devi andar via senza mangiare. No, no, protest la danzatrice. Tuo marito mi ha detto di andarmene. Io non voglio infastidirlo oltre. Lui non vuole vedere la mia danza quindi perch dovrei restare qui? La moglie replic, Il punto che voi siete affamati e noi vogliamo darvi da mangiare. Quindi fece entrare gli ospiti e cominci a parlare con loro. Poich luomo era veramente santo, sapeva che era suo dovere sedere con gli ospiti. Sebbene fosse esausto e volesse solo stare da solo, si forz e si un alla riunione. Mentre mangiava not che la danzatrice stava mangiando ma che n le sue labbra si muovevano n sbatteva le palpebre degli occhi. Si agit, non credendo ai suoi occhi. Come poteva accadere ci? chiese a s stesso. Io sono un uomo di Dio, pens, cos questa follia che vedo? Si agit ancora e, improvvisamente, cera Dio in piedi di fronte a lui! Rivolgendosi a Dio luomo disse, Ehi tu, traditore! Questo il modo in cui mi metti alla prova? Mi hai promesso che saresti venuto. Quello che non mi hai detto che saresti venuto come una danzatrice! Ora esci da questa messinscena e manifestati!
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Per la sorpresa di tutti, Dio Onnipotente stava seduto proprio l, come pura luce dincanto! Noi esseri mortali raramente realizziamo chi realmente sia dallaltra parte della nostra comunicazione. Lessenza di Dio in ogni creatura su questo pianeta. Eppure noi spesso dimentichiamo questa realt cercando di comunicare. Il potere della parola il potere del divino. il potere di Dio. Noi dobbiamo parlare come Dio. Se parliamo di Dio la maggior parte di noi sta parlando di ci oltre noi. Quando parliamo come Dio stiamo parlando di qualcosa che noi! Se ricordiamo che Dio in noi e questa comunicazione con il S non altro che il volere di Dio, noi parleremo ed agiremo sapendo che Dio dentro. Avremo una relazione infinita con Dio e le nostre parole saranno gentili, cortesi, felici, creative con tutti e con tutto. La tristezza lascer le nostre vite perch non oltraggeremo pi n noi stessi n gli altri. Non ricordate Dio, siate Dio! Non parlare di Dio, parlate come Dio. Dio ed io, io e Dio siamo uno. Possiamo dirlo onestamente? Possiamo praticarlo onestamente? Possiamo viverlo onestamente? Possiamo sentirlo onestamente? Nel momento in cui la nostra energia fluisce verso linfinito, linfinito comincia a fluire verso di noi. Avviene una connessione. Questa connessione chiamata unione immacolata, immortale del finito nellinfinito. In questo nostro mondo ci sono pochi di noi che raggiungono la santit. E tra i santi ce ne sono pochi che raggiungono lo stato mentale e la consapevolezza in cui Dio diventa realmente lamato. Eppure, qual lo scopo di questa vita se non il fondersi con linfinito? La vita non quello che pensiamo sia. Ci stata data unopportunit. La vita un privilegio. La morte un diritto. La vita il gioco del vivere. Fate esperienza della vita; concepita per farne esperienza. Eppure dobbiamo avere qualche fondamento e questo fondamento, questa essenza linfinito. Gli esseri umani sono fatti per godere del tempo e dello spazio. Eppure, se perdiamo di vista la nostra guida ultima attraverso il tempo e lo spazio, noi facciamo esperienza del dolore e della miseria mentre viviamo le nostre vite. Non siamo consapevoli di avere una consapevolezza che verr con noi. Se siamo consapevolmente consapevoli che la consapevolezza che abbiamo tutto ci che abbiamo, e dobbiamo vivere per questa, noi, in verit, cresceremo con questa e ci armonizzeremo a questa. Ogni giorno dobbiamo ricordarci che la grazia di Dio deve provenire da noi, deve riflettersi da noi, deve fluire da noi. Il nostro calibro e il nostro valore come esseri umani si trova nella nostra dignit, la nostra divinit. Noi siamo le creature del Creatore, il Creatore e la creazione sono uno. Lessenza della vita non oggi o domani. Lessenza della vita nella produttivit e la creativit misurata dallestensione con la quale possiamo fare esperienza dellinfinito in questa struttura finita. In questa unione di finito ed infinito noi infatti manifesteremo lassoluta comunicazione efficace. Si, ora noi siamo pronti per comunicare.

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Capitolo 8 - Sintesi
Comunicazione, liberazione o condanna? Certamente questa affermazione stata il tema implicito della comunicazione in tutto questo testo. Abbiamo scoperto che per comunicare efficacemente per prima cosa siamo dovuti rimanere consapevoli della nostra essenza interiore o S. Successivamente, nel comunicare con gli altri, abbiamo dovuto elevare socialmente la persona con cui stavamo parlando, usare un linguaggio cortese ed educato, essere estremamente consapevoli della nostra frequenza e del modo di porci sia verbalmente sia non verbalmente, e di non perdere mai di vista o dimenticare chi realmente dallaltra parte del nostro scambio di comunicazione. Manifestando veramente queste varie virt o fattori, il nostro linguaggio o comunicazione non elever solamente le nostre stesse anime ma anche quelle di quei fortunati con cui parleremo. Infatti la possibilit della nostra liberazione attraverso la comunicazione massimizzata da tale consapevolezza. Daltro canto, il linguaggio sgradevole, oltraggioso per s stessi ed offensivo, la calunnia, la comunicazione errata, lincoerenza tra la nostra radianza aurica e le parole che pronunciamo, il linguaggio del primo, secondo e terzo chakra, e lignoranza circa la luce universale in ogni creatura nella creazione assicureranno la nostra condanna per la nostra comunicazione e attraverso la continuazione del ciclo della nascita attraverso la morte. Il potere della parola infatti il potere del divino. A causa di una mancanza di comprensione dellessenza della comunicazione interpersonale, noi esseri umani abusiamo di noi stessi, degli altri e di Dio. Noi non siamo stati creati per soffrire in questo mondo. La nostra sofferenza auto-imposta attraverso la nostra stessa ignoranza ed un linguaggio oltraggioso per s stessi. Eppure, qual lo scopo della vita se non di lodare il Creatore attraverso le Sue creature nella creazione e fonderci nellinfinito? Dio ed io, io e Dio siamo uno. Certamente, comprendendo ed integrando questi concetti essenziali noi manifesteremo la comunicazione efficace quando parliamo. Si, ci sono molte similitudini tra questa prospettiva orientale a proposito della comunicazione e la comprensione occidentale tradizionale di questo stesso processo. Linformazione in questa dissertazione supporta positivamente il concetto occidentale di consapevolezza del s, consapevolezza degli altri con cui parliamo, e della consapevolezza non verbale cos come della consapevolezza verbale. Tuttavia, i concetti orientali colgono questo processo oltre le definizioni trovate nella teoria della comunicazione occidentale per includere la consapevolezza e lunione del S, la frequenza della comunicazione, il linguaggio espresso dai chakra, e la radianza aurica e la sincronia colore/parola. Questi concetti allargano il corpo di conoscenza presente riguardo la comunicazione interpersonale invece di contraddirlo. Di sicuro questa informazione suggerisce che unulteriore ricerca necessaria a proposito di questo argomento dellarea della comunicazione personale ed interpersonale. Studi seguenti conferiranno validit in senso occidentale alle teorie cos come sono ora.
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Il lavoro aggiuntivo in questo campo servirebbe a colmare la lacuna tra conoscenze orientali ed occidentali di questo processo e favorirebbe una via di arricchimento di questo corpo di conoscenze per le future generazioni. la speranza e la preghiera di questo autore che lulteriore ricerca e la proliferazione di questa informazione possano espandere la consapevolezza umana, migliorare la comunicazione interpersonale ed assistere le persone nel vivere vite pi felici e pi sane.

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