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Geishe, odalische, prostitute, escort...

Lo chiamano il mestiere pi antico del mondo, c' chi diceva che ogni ragazza siede sul suo tesoro, c' chi si scandalizza, c' chi lo rivendica come forma di libert. C' chi lo considera una perversione, chi una vera e propria patologia. Film, romanzi, memorie ne hanno parlato senza limiti. Il dibattito antico, antichissimo, le soluzioni molteplici, articolate e sfaccettate nei pi diversi contesti. Mi interessa, per, fermarci un attimo a riflettere sulla situazione attuale, su come viene praticato il sesso nel nostro tempo, magari tentando qualche accostamento con altri ambiti, altre attivit. Un tempo modulare Attualmente, il nostro modo di concepire il tempo e lo spazio si fatto radicalmente differente da quello che, solamente cinquant'anni fa, era considerato l'unico modo possibile di concepirli. Che cosa vuol dire, oggi, "lontano" se si parla con unaltra persona via skype dagli stati uniti? Che ci vede e che sa di essere visto? Come si pu negare che ciascuno di noi si trova al centro del mondo se possiamo essere rintracciati sul cellulare che sulla nostra persona, (onnipresente, perfino sul tavolo del ristorante in tanti incontri che un tempo avrebbero pudicamente chiamato galanti) e se la prima domanda abitualmente non certo "come stai?", come si chiederebbe e si chiedeva dal telefono fisso ma "dove sei?" E come possono i nostri figli concepire il tempo come un lungo continuum che si svolge prima e dopo il nostro presente se fin da piccolissimi hanno imparato a pensare per moduli? Ogni film, ogni spettacolo, perfino i talk show vengono periodicamente interrotti per l'onnipresente, necessaria, pubblicit. Durante la quale si fa zapping, ci si alza per uno spuntino, si fa una pip veloce, si raccontano le novit e i pettegolezzi della giornata. Poi ci si avverte l'un l'altro: ricomincia! Una sceneggiatrice della televisione mi raccontava che era stato criticato un suo lavoro perch, per seguirlo, bisognava porre attenzione, attenti al filo del narrare da un modulo all'altro. Non esprimo valutazioni, racconto quel che mi parso di cogliere. Cos, se trovo un cinema che mi trasmette un film senza intervalli, per me prezioso, se guardo la televisione, uso gli intervalli come tutti. Sarebbe interessante studiare se, quando si usa il computer per vedere un film in dvd, si creano comunque delle interruzioni, credo di s ma non ci ho mai fatto troppo caso. Cos accade per il mondo del lavoro, oltre al fenomeno sempre pi dilagante del precariato senza che questo abbia dignit di libera professione, non si lavora forse per progetti? non si frantuma in moduli governabili ogni azione per poterla verificare correttamente? Ecco, mi sembra che questo sia accaduto anche per il sesso. Non mi pare incongruo che anche per il sesso si vada facendo sempre pi strada un pensiero di eventi puntiformi, mini moduli che iniziano e finiscono, non si costituiscono in rapporto, non sono giornate di un anno ma eventi conclusi in s. Profondamente e nettamente differenziati da una qualunque retorica della coppia, del matrimonio. Credo di poter dire che anche nel rapporto coniugale avviene cos, non solamente nel rapporto esplicitamente a pagamento ed esplicitamente unico in s ogni volta. Non abitiamo pi il corpo Anche nel rapporto coniugale o, pi genericamente detto di coppia, infatti, sempre pi invalso l'uso di dire "abbiamo, non abbiamo, facciamo sesso". Sono anni che le persone con cui lavoro non usano pi la locuzione "fare l'amore o fare all'amore". Prima di scandalizzarcene o di tirarne giudizi, possiamo constatare che oggi il corpo non viene pi abitato, non viene pi considerato, come solo poco tempo fa, la dimensione esterna e visibile del nostro essere. Noi siamo una cosa, il nostro corpo unaltra. Ma non mi appartiene nel senso di fonderai con la mia persona, mi appartiene come un qualsiasi bene, una propriet: da curare, tenere come si deve, vestire, agghindare, modellare, truccare, pettinare e rifinire. Come una cosa in s, un 1

bene, appunto, che va custodito e di cui si teme con orrore il degrado e il deterioramento. Poich ancora non abbiamo sufficienti pezzi di ricambio, pezzi di restauro s, certo, ma non come per gli organi interni che possono essere agevolmente sostituiti con altri freschi e sani prelevati da unaltra persona o, in certi casi, pi grezzamente, organi suini. Il che non significa, anzi!, che ovunque vengano pubblicizzati corsi per curare lespressione del corpo, il linguaggio del corpo, come muoversi in pubblico, come atteggiarsi per comparire davanti a una telecamera, quale altezza di tacchi slancia di pi la gamba e va di moda. Luso che facciamo del nostro corpo, tutti oramai (basti ricordare che tantissime volte ormai accade che le signore non trovino posto in istituti di bellezza perch gi iper prenotati da uomini), un uso di scambio con gli altri: affinch ci riconoscano e ci mettano nella loro appartenenza, affinch possiamo avere credito e voce in capitolo. Pensiamo, ad esempio, alluso dei tatuaggi e dei piercing, diffusi in ogni et e in ogni stagione: un giro su di una spiaggia racconta tanto davvero. I due fenomeni apparentemente sembrano tanto simili, percepiti e narrati come fratelli ma hanno funzionalit e scopi un po differenti. Il tatuaggio davvero un modo di adornare stabilmente il nostro corpo, di marcarlo a modo nostro con lo sguardo rivolto certamente agli altri. Un corpo tatuato esprime emozioni ed emozioni tende a suscitare nellaltro: se laltro prova paura, allora sono forte, se si incanta delle mie braccia scurite da ghirigori sono davvero molto maschio, il fiore, la farfalla, il segno zodiacale, tutti segni che, appunto, mi segnano e dicono agli altri. Forse, ci per cui oggi non ho pi le parole, segni concisi come le abbreviazioni e le distorsioni negli sms dei cellulari. Anzi, tanto pi moderne e capaci di presentarmi come moderno se non correggo le proposte del mio T9 che ha scritto scusa per paura: lo lascio cos, un modo di dirci fra appartenenti. Il piercing, assai pi invasivo del tatuaggio, spesso diventa, attraverso il dolore e il fastidio che impone (il o i piercing sulla lingua, sul labbro, quando non sui genitali) la verifica che il corpo c, esiste. Se qualcosa fa male, se d fastidio, esiste. Una volta una ragazza mi raccont che da bambina, alla morte di suo padre, non provando dolore, si abboff di cose cos diverse e cos pesanti da finalmente provare un dolore percepibile e da sentirsi in pace perch aveva provato dolore per il padre. Dunque andava bene, ci che provava dimostrava la sua innocenza. Talvolta il piercing un gesto damore: mi buco i genitali nei punti pi dolorosi, magari ce li buchiamo ambedue come omaggio reciproco, prova damore. E dunque cos sconcertante che accada che alcuni uomini (e anche dei ragazzi) non possano eiaculare se non guardandosi allo specchio? Con un preciso concatenarsi: se mi vedo che sto scopando, dunque vuol dire che sto godendo, dunque posso informare il mio pene che pu eiaculare. Ma spingerei il discorso ancora un poco pi avanti. La spinta sessuale la prima spinta vitale, quella pi radicale e necessaria che d origine a ogni altra e ne permette lesistenza. Ma perfino i ragazzi oggi hanno difficolt a svolgere per bene latto sessuale. Non per ignoranza o inesperienza ma proprio perch manca la forza di questa prima spinta che venuta affievolendosi. Accade sempre pi spesso che gli uomini (ma, anche qui, perfino dei ragazzi minorenni!) debbano ricorrere alle medicine per soddisfare la compagna, accade molto spesso davvero che il rapporto di coppia non preveda se non rari, sporadici e un po insaporiti di necessit di prestazione, incontri sessuali. Il denaro come misura del mio valore Perch, in fondo, ciascuno di noi ha bisogno di sapere quanto vale, il tema della misura un tema infinitamente presente nel nostro tempo. Passiamo dal mondo del lavoro, con gli estenuanti cicli di valutazione: mia, tua, del team, su un ambito e su di un altro, che possono diventare armi temibili che minacciano un possibile allontanamento, ai crediti a scuola, una invenzione relativamente recente ma accolta e utilizzata con entusiasmo in ogni livello di istruzione, per non parlare dellovvia importanza delleconomia e dello scambio economico e finanziario che mai come oggi diventato un nostro pensiero quotidiano (chiss per quanto

tempo ci rester fisso in testa lo spread? anche a chi non ne aveva mai neppure sentito parlare?). E, in s, i termini stessi rimandano al denaro: la stima (di una persona ma anche di un oggetto), il valore cos bello se declinato anche al plurale che sa di ori luccicanti e di pensieri e ideali nobili, lapprezzamento che proviamo e di cui siamo affamati, e via cos, tutte parole, tutti termini fortemente intrisi del denaro. Pensiamo solo al bene quando si trasforma in beni. Non poi cos bizzarro che in unepoca in cui la parola e limmagine sono fra i nostri codici interpretativi fondamentali e i basamenti del nostro pensare, si dia tanta importanza al denaro. Cos che, in un semplice passaggio, il mio valore viene misurato dalla moneta pi corrente e pi riconoscibile: il denaro, appunto. E che abbiamo bisogno di saperlo, di essere certificati e rassicurati su questo punto, neanche questo cos bizzarro, tutta la nostra persona in quanto esseri umani prima di ogni altra cosa essenzialmente fondata sulla relazione, come prima garanzia di sopravvivenza. Tutto il nostro essere, il nostro stesso esistere si radica in questa e la caratteristica pi importante di una relazione lo scambio, dalle cellule, alla conoscenza, ai fluidi per generare, ai rapporti internazionali. Ma lo scambio per funzionare deve poter essere generalizzabile, noto e usabile facilmente al di l di ogni barriera culturale o di distanza fisica o mentale, e il denaro ormai da millenni la base di qualunque scambio. Forse non per caso, allora, che viene assimilato, nei rapporti psicologici, alluniverso degli affetti, anchesso territorio di monete di scambio basilari, universali e vitali. Ecco, quello che sta succedendo, che sta diventando norma, che gli affetti non sono pi un elemento mobile dellequivalenza con il denaro: si sono identificati. Appiattiti e, come si dice, letteralmente non c pi relazione, non ci sono due o pi membri: appunto, c solo sovrapposizione. Banalmente, semplicemente. Drammaticamente. Una bassa autostima che ci pervade Un pensiero che da tempo si sta trasformano in una convinzione che tutti quanti noi abbiamo una autostima davvero bassa. Soprattutto in tempi in cui larroganza e la prepotenza stanno invadendo i campi della cortesia e del rispetto reciproco. Allagati da una travisata idea di trasparenza e sincerit, questi campi, nel tentativo di disinfestarli dal conformismo e dalle convenzioni pi antiquate, sono divenuti radure sterili in cui troppi predoni scorrazzano brandendo la bandiera della sincerit. Nessuna ipocrisia pi, abbattuta ogni barriera gerarchica, eliminato ogni vestigia delle istituzioni, restiamo, per, scoperti e indifesi, inermi nel nostro isolamento. E alla merc di chiunque perch potremmo essere distrutti se non avessimo valore per il pi forte. Meglio, si pensa, assaltare prima di essere assaltati, ma in ogni caso si instilla un sentimento diffuso di timore, di paura, il mondo si fa territorio nemico, perfino il nostro corpo ci si rivolta contro e dobbiamo domarlo con i farmaci, con le pastiglie, con tutti gli espedienti pus impensabili. un gioco, per, che ci si capovolge in mano, poich se stato il farmaco o qualunque altra sorta di incantamento a rimetterci sul mercato, questo non pu che essere la pi drammatica e ineludibile conferma che, appunto, non ce lavremmo fatta, che non abbiamo valore. Che la nostra stima sotto le scarpe, lo spread di scambio fra la nostra persona e laltro fuori controllo. Mi adatto, dunque, a comprare ci che altrimenti non potrei avere e che, invece, voglio. Mi adatto, dunque, a vendermi perch essere acquistata certifica che ho un valore e lo fissa con chiarezza; e il denaro che mi procura mi d la possibilit di acquistare altri beni che possano puntellare il mio valore agli occhi del mercato. E fra questi beni c la giovinezza, la bellezza, beni da investire, mettere in luce, utilizzare come campi da sfruttare fino a che li possiedo. In una rincorsa infinita, come i criceti che si affannano tutto il giorno, fissi alla loro ruota. Un possibile nuovo Rinascimento? Chiss se, alla fine, annoiati e stanchi di questa terribile fatica, non ci verr voglia di tornare nuovamente a godere di quei valori che in un tempo altro avevano garantito la nostra sicurezza? Chiss se vorremo assaggiare ancora una cittadinanza piena, un vivere da protagonisti e non da sudditi, una percezione di ci che ha valore per noi che si fondi sul valore 3

della nostra persona, chiss se avremo voglia e desiderio di riguardare a noi stessi come a una rarit preziosa, a un bene unico da custodire e da far fruttare ampliando il nostro avere? Chiss se, prima o poi, lequivalenza torner a scomporsi nei due elementi distinguendo gli affetti e il denaro e dando, ad esempio un valore al denaro? Chiss, magari sarebbe bello. E se succedesse, noi che gioco giocheremmo in questo nuovo campo? Possiamo oltre allo spread contenere affiancato anche questo interrogativo? Lavorarci di fantasia? Immaginarci come persone alte e fiere, protagonisti di unesistenza in cui lo scambio anche, forse soprattutto, stima, in cui la nostra sana e lucida autostima la ritrova e la riconosce negli altri? Due minuti per giocare, poi raccontatecelo! Maria Cristina Koch

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