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coincide con quanto ci viene restituito dalle scoperte archeologiche sul Palatino, i cui primi insediamenti di capanne risalgono proprio a quel periodo. In ogni caso, al di l dei dubbi sui particolari, gli antichi Romani consideravano molte delle imprese attribuite a Romolo dallistituzione del Senato allincontro-scontro con i Sabini, che port al ratto delle donne della trib vicina e infine, per intercessione delle stesse rapite, allalleanza tra le due stirpi come accertati fatti storici, a cui far risalire le basi delle propria identit nazionale. E, dal nome assunto da Romolo come dio, portavano con orgoglio il nome collettivo riservato ai soli cittadini romani di antica origine di Quiriti.
Il pap di Romolo Questa statua di Marte, dio della guerra, fa parte di un gruppo marmoreo di et adrianea (120-140 d.C.).
Leroe ferito Affresco di Ercolano che raffigura Enea ferito. Gli accanto il figlio Ascanio, fondatore di Albalonga e capostipite della gens Iulia. Lultima fatica di Enea Con il duello tra Enea e Turno, re dei Rutuli, si conclude l Eneide, il poema di Virgilio dedicato alleroe troiano. Dopo aver sconfitto il rivale, promesso sposo di Lavinia, figlia del re Latino, Enea potr sposare la fanciulla e divenire il successore designato del regno laziale. A fianco, Enea vince Turno, particolare di un dipinto di Luca Giordano (1632-1705).
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a figura di Camillo fissata nella storia nella teatrale posa tramandata dallagiografia latina, mentre irrompe tempestoso sulla scena del pagamento del tributo romano a Brenno, re dei Galli devastatori dellUrbe, proclamando sprezzante: Non auro sed ferro recuperanda est patria (Non con loro ma
con il ferro delle armi si salva la patria). La sua iniziativa risollev lorgoglio quirite, galvanizz le sconfitte legioni romane, le port alla vittoria contro gli invasori e fece di lui il riconosciuto secondo fondatore di Roma. Tuttavia il personaggio che sta dietro a questa stereotipata, e forse non del tutto veritiera, immagine era molto pi complesso. Camillo fu un abile
Linflusso della Grecia Lepoca di Scipione fu caratterizzata dalla scoperta del mondo greco, della sua cultura e delle sue opere darte. Lala pi conservatrice del Senato, capeggiata da Catone, considerava questa contaminazione un potenziale pericolo per lintegrit dei costumi romani. A fianco, Afrodite al bagno, copia romana da un originale greco (III sec. a.C.). La conquista di Veio Posta sulla riva occidentale del Tevere, a soli 20 chilometri da Roma, Veio era una delle principali citt etrusche. Furio Camillo la espugn con uno stratagemma: fece scavare una galleria sotto le mura, permettendo a un gruppo di soldati di penetrare in citt e di aprire le porte allesercito romano. Sopra, testa di fanciullo in terracotta proveniente da Veio (V sec. a.C.).
Il carisma di un leader Pur senza rivestire particolari magistrature, Scipione lAfricano (a fianco) ebbe a Roma uninfluenza pari a quella di un re, tanto da lasciare intravedere linsufficienza delle strutture repubblicane a resistere a forti personalit politiche.
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uomo politico, capace di ottenere per ben sei volte limperium consolare, un generale astuto e deciso, che guid Roma alla prima vittoria decisiva contro una grande citt etrusca, Veio, e una figura carismatica in grado di sedare un conflitto con la sola maest della sua presenza. Ma fu anche uomo chiacchierato e discusso, di cui si diceva che avesse intascato ampia parte dellimmenso bottino del saccheggio di Veio e che avesse osato paragonarsi a Giove Ottimo Massimo, la divinit suprema del pantheon romano: accuse che gli meritarono la pena dellesilio, da cui solo lemergenza dellinvasione gallica lo trasse. Tuttavia i suoi meriti sorpassarono nella memoria romana i suoi eventuali peccati, se vero che gli fu innalzata (evento straordinario per lepoca) una statua nel Foro e che la sua figura fu equiparata, nella considerazione dei cittadini, a quella di Romolo.
guerra, il cartaginese Annibale, e portarle alla vittoria su vari fronti. La decisiva battaglia di Zama (202 a.C.), che pose fine alla seconda guerra punica, valse a Scipione il soprannome di Africano, con cui pass alla storia. Ma questo personaggio non eccelse solo in guerra: fu anche un grande aristocratico, orgoglioso esponente di una famiglia intorno a cui gravitava tutta la politica romana, e un intellettuale di vasta e vigorosa preparazione, che introdusse a Roma le idee, la lingua e la cultura del mondo greco. Da questa politica, destinata a diventare tradizionale per la sua famiglia, nacque la civilt classica come noi la conosciamo,
Scena di saccheggio Rilievo di unurna raffigurante il saccheggio di un tempio da parte di guerrieri galli (IV sec. a.C.).
fusione di pensiero greco e di pragmatismo romano. Ma il filoellenismo di Scipione gli attir le ire dellala tradizionalista del Senato, che scaten contro il grande generale una tambureggiante campagna di accuse che ne infangavano la figura e mettevano in dubbio la sua correttezza, costringendolo ad affrontare un processo pubblico. Sdegnato e amareggiato, il vincitore di Annibale si ritir nella propria villa di Literno, in Campania, dove risiedette fino alla morte.
Lultima dimora Il sarcofago pi antico della tomba degli Scipioni (a fianco) appartiene a Lucio Scipione Barbato.
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uesto scenario turbolento fu il campo dazione di vari personaggi i Gracchi, Caio Mario, Lucio Cornelio Silla che a turno tentarono di imporre alla societ romana, oltre che il proprio dominio, la visione della vita di cui erano portatori.
Aristocratici rivoluzionari
Tiberio Sempronio Gracco e suo fratello Caio provenivano da una delle grandi famiglie aristocratiche dellUrbe. La loro madre, Cornelia, era figlia di Scipione lAfricano. I loro precettori (scelti dalla
Esercito personale Mario e Silla disponevano di un vero e proprio esercito personale, che foraggiavano con i proventi delle campagne militari. Sopra, bassorilievo raffigurante due legionari allattacco.
Lo sfruttamento dellager publicus L ager publicus, costituito dalle terre confiscate ai popoli vinti, era destinato in parte al pascolo e in parte allagricoltura. Nella foto, mosaico con scene campestri proveniente da Cesarea.
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madre, perch il padre era morto quando i due fratelli erano ancora piccoli) erano due tra i pi celebri intellettuali greci dellepoca, loratore Diofane di Mitilene e il filosofo Blessio di Cuma. Ma i privilegi non nascosero ai loro occhi i difetti della societ in cui vivevano. Il problema maggiore era la progressiva scomparsa della classe dei piccoli proprietari terrieri, spina dorsale dellesercito, falcidiata dalle continue guerre e schiacciata dalla concorrenza dei latifondi coltivati con manodopera servile. Questa situazione spinse Tiberio Gracco a candidarsi, nel 133 a.C., al tribunato della plebe e, una volta eletto, a presentare unincisiva legge di riforma agraria che prevedeva la distribuzione ai cittadini meno abbienti di lotti dellager publicus, cio dellimmenso patrimonio fondiario dello Stato, fino a quel momento affittato a poco prezzo ai membri delle grandi famiglie senatorie. La legge fu ostacolata in ogni modo dai ceti conservatori, che alla fine organizzarono luccisione stessa di Tiberio. Dieci anni dopo, il fratello Caio riprese la lotta, candidandosi anchegli al tribunato, ripresentando le leggi agrarie e conducendo lo scontro con una durezza e una spregiudicatezza che Tiberio non aveva avuto. Ma il risultato fu analogo, e port alla
A favore delle classi meno abbienti Caio Gracco non si preoccup soltanto della riforma agraria. Promulg, tra le altre, una legge frumentaria, che istituiva la vendita mensile di frumento ai poveri a un prezzo politico, e una legge militare, che imponeva allo Stato di fornire gratuitamente lintero equipaggiamento ai soldati. Sopra, un cippo con le leggi dei Gracchi (II sec. a.C.).
dalle prospettive di carriera e bottino. Questo nuovo esercito, riorganizzato anche nella struttura e nelle tattiche, si rivel invincibile: ma era una forza fedele non pi alla Repubblica, bens al generale, da cui dipendeva per il suo sostentamento durante il servizio e per lassegnazione di terre al momento del congedo. E Mario infatti la us per combattere i suoi avversari politici del ceto aristocratico, guidando per la prima volta legioni romane contro lo Stato. A sua volta Lucio Cornelio Silla, luogotenente di Mario divenuto suo acerrimo avversario ed esponente del partito aristocratico, impieg le truppe arruolate per le campagne in Oriente come strumento per abbattere i seguaci di Mario e conquistare il dominio su Roma, sancito dalla sua nomina a dittatore. La democrazia romana era ormai agli sgoccioli. E Giulio Cesare, nipote di Mario, ne avrebbe tratto le conseguenze.
morte anche del secondo Gracco, che prefer suicidarsi piuttosto che arrendersi ai suoi avversari. Tuttavia il problema restava, e la strada dei Gracchi sarebbe stata battuta in futuro da altri grandi uomini politici, come Mario e Cesare.
Il trionfo di Silla Questo denario di Silla raffigura probabilmente il dittatore stesso in trionfo su una quadriga. Diventato lunico padrone di Roma, Silla stil le famigerate liste di proscrizione, mandando a morte migliaia di avversari politici.
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aio Giulio Cesare, uomo di sovrana ironia e di aristocratico buon gusto, avrebbe probabilmente arricciato il naso allorch il suo erede adottivo, Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, si fregi del titolo di Divi filius, figlio di un dio, asceso al cielo dopo luccisione a opera di Bruto e degli altri congiurati. Tuttavia riusc a fare tante, ben riuscite e spesso impossibili cose nel corso della sua vita (100 al 44 a.C.) da rendere verosimile la sua origine divina. Nato da una schiatta che faceva risalire le sue origini ai re di Albalonga, e tramite essi a Enea e alla dea Afrodite, ma impoveritasi nel tempo, riusc poco alla volta, con genio e volont, a far girare intorno a s lintera storia del mondo. Gaudente dalle mani bucate, donnaiolo impenitente, aristocratico raffinato e perfino schizzinoso, seppe essere soldato
coraggiosissimo, generale ispirato e geniale, scrittore di razza, uomo politico di abilit suprema, spregiudicato e al tempo stesso concreto. Fu pontefice massimo, conquist la Gallia, sbarc in Britannia, travolse in una guerra civile Pompeo, considerato condottiero insuperabile, impresse in pochi anni il suo sigillo in ogni campo,
Le idi di Marzo Cesare fu ucciso il 15 marzo del 44 a.C. da 23 pugnalate, di cui una sola mortale. Il dittatore cadde riverso ai piedi della statua di Pompeo, allinterno della curia fatta costruire proprio dal suo nemico di un tempo. Lepisodio rievocato in questo dipinto di Vincenzo Camuccini (1771-1844). Laspetto di Cesare Ecco il lato umano di Cesare secondo Svetonio: Si dice che fosse di alta statura, di carnagione chiara, ben proporzionato e di fibra robusta Non sopportava di essere calvo, soprattutto perch si era accorto che suscitava le canzonature dei suoi avversari.
Privilegio imperiale Questo denario con il ritratto di Giulio Cesare fu la prima moneta romana con leffigie di una persona vivente.
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Ricostruzione del tempio di Marte Ultore Al centro del Foro di Augusto sorgeva il tempio di Marte Ultore (Vendicatore), nel quale si riuniva il Senato per decidere della pace e della guerra e per accogliere le legazioni straniere che venivano a Roma a fare atto di sottomissione o a sottoscrivere alleanze.
dallurbanistica alla riforma del calendario. Per abbatterlo fu necessario il pugnale delluomo che amava come un figlio (e forse lo era), Bruto. Ma la sua opera aveva ormai indicato la strada da percorrere: la sostituzione della Repubblica, con le sue magistrature dalla durata annuale, incapaci di governare un complesso pi vasto dellEuropa attuale, con un potere imperiale in grado di progettare e portare a termine disegni coerenti e di ampio respiro.
Il timido autocrate
Quando il prozio Cesare, che in mancanza di discendenti diretti lo aveva nominato suo figlio adottivo ed erede, cadde sotto i pugnali dei congiurati, Gaio Ottavio ora Caio Giulio Cesare Ottaviano aveva solo diciotto anni, una salute cagionevole e un aspetto timido e fragile. Sembrava, nonostante ladozione prestigiosa, il meno dotato e importante dei tre uomini (lui stesso, Marco Antonio
La moglie di Augusto Testa in basalto di Livia, terza moglie di Augusto, che svolse un ruolo di primo piano sia accanto al marito, sia accanto al figlio, limperatore Tiberio, dal quale fu divinizzata dopo la morte (29 d.C.).
ed Emilio Lepido) che si spartirono il potere. Eppure riusc a emergere come trionfatore finale, sconfiggendo ad Azio, nel 31 a.C., la flotta di Antonio e della regina dEgitto Cleopatra. Da quel momento comincia la storia imperiale romana. Ottaviano dett infatti le basi della struttura politica destinata a governare il mondo mediterraneo per mezzo millennio: unautocrazia fortemente basata sul potere militare ed esaltata dalla divinizzazione del principe. Fu lui a creare molte delle realt che poi avrebbero condizionato le epoche successive: il corpo dei pretoriani, guardia del corpo del sovrano; lesercito permanente, totalmente di mestiere; una burocrazia basata su liberti, in sostituzione di quella di nomina senatoriale; lutilizzo sistematico delle arti come strumenti di esaltazione e legittimazione del potere. Diede ossa e muscoli allimprovvisazione di Cesare. Non c dubbio che il titolo di Augusto, laccresciuto (ma noi diremmo forse il sommo, il grande) sia stato ampiamente meritato.
In corazza da guerra Pur non mostrando una particolare attitudine per larte della guerra, Augusto, qui raffigurato nelle vesti di comandante, introdusse importanti riforme in campo militare: tra queste listituzione di un esercito permanente, il cui assetto rimase invariato fino alla meta del III secolo d.C.
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Messalina ne approfitt largamente, perseguitando cittadini innocenti al solo scopo di impadronirsi delle loro ricchezze e intrecciando relazioni amorose sempre pi sfrenate e sfacciatamente esibite, fino a un matrimonio-farsa con un giovane, Gaio Silio, la cui unica qualit evidente era di essere luomo pi bello dellImpero. Fu la goccia che fece traboccare il vaso e spinse limperatore a reagire, ordinando luccisione della moglie e del suo amante. Messalina fu sostituita da unaltra moglie giovanissima, Agrippina, che non le fu certo da meno n come protagonista di scandali n come orditrice di intrighi politici: anzi, arriv ad avvelenare il maturo consorte per spianare lascesa al trono del figlio prediletto, Nerone. E tuttavia fu Messalina a passare alla storia come archetipo dellimperatrice scandalosa e dissoluta.
I figli di Messalina Dal matrimonio tra Messalina e Claudio nacquero due figli, Ottavia e Britannico. La prima, sposa infelice di Nerone, sar ingiustamente accusata di adulterio; il secondo perder la vita nel primo di una serie di efferati delitti ordinati da Nerone. A fianco, Messalina e Britannico.
Parenti serpenti Agrippina Minore (sopra), quarta moglie di Claudio, si sbarazz del marito ricorrendo allarma usuale negli intrighi di corte, il veleno. Quindi pose sul trono il figlio Nerone che, insofferente alla sua tutela, la fece uccidere da un sicario.
Testa di Nerone Testa in bronzo di Nerone proveniente dalla Cilicia (I sec. d.C.). Limperatore era eccentrico anche nel taglio dei capelli, che portava pi lunghi del normale e a volte con boccoli inanellati dal taglio scalato.
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Il martirio di Pietro e Paolo Pietro e Paolo, qui raffigurati in un affresco delle catacombe di San Gennaro a Napoli, furono tra le vittime della spietata persecuzione di Nerone, anche se la data esatta e le modalit del martirio non sono facili da ricostruire. Alcune fonti parlano del 64 d.C. per Pietro, altre collocano ambedue i martiri nel 67; Tertulliano parla semplicemente di crocifissione per Pietro; scrittori pi tardi narrano di crocifissione a testa in gi per il principe degli apostoli e di decapitazione per Paolo.
additati come colpevoli del disastroso incendio che nel 64 d.C. devast unampia parte di Roma. Sul piano militare le cose non andarono meglio, con scacchi in Armenia, rivolte in Britannia e una furiosa sollevazione ebraica in Palestina. Finch, nel 68 d.C., le legioni della Gallia e della Spagna si ribellarono. La rivolta di Giulio Vindice in Gallia venne repressa, ma quella di Sulpicio Galba e Salvio Otone nella Penisola Iberica ebbe successo. Nerone, abbandonato da tutti, si fece uccidere da uno schiavo. La gloriosa dinastia di Giulio Cesare, la prima a comandare sullImpero di Roma, era finita. LA GRANDE PERSECUZIONE
Durante il regno di Nerone avvenne la prima grande persecuzione dei cristiani, minoranza non amata ma fino a quel momento ampiamente tollerata nellImpero. La ragione fu probabilmente contingente: Nerone, accusato (quasi certamente a torto) del catastrofico incendio del 64 d.C., aveva bisogno di trovare un capro espiatorio su cui riversare laccusa, e scelse questa setta piccola e disprezzata. La persecuzione fu di spietata e belluina crudelt. I cristiani, secondo il racconto dello storico Tacito, coperti di pelli ferine, vennero dilaniati dai cani e, al tramonto del sole, arsi vivi con le fiaccole notturne. Nerone offr i suoi giardini per quello spettacolo, come se si trattasse di un gioco circense; e in abito da auriga si mescolava alla plebe oppure sedeva su un cocchio.
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Cronaca di guerra La Colonna Antonina fu eretta per ricordare le vittorie di Marco Aurelio sui Sarmati e i Marcomanni. Il suo lungo fregio spiraliforme inizia con il passaggio delle truppe romane sul Danubio e si dispiega in un crescendo di scene di battaglia, allocuzioni dellimperatore, distruzioni di case, esecuzioni di prigionieri e sottomissioni di barbari.
generale sperimentato, conoscitore profondo della macchina burocratica dellImpero ma impaziente di ogni lungaggine, amante appassionato (etero e omosessuale: al suo favorito Antinoo eresse una splendida citt lungo il Nilo) e verseggiatore non secondario. A lui dobbiamo una delle pi toccanti e serene meditazioni poetiche sulla morte: Animula vagula blandula, hospes comesque corporis, quae nunc abibis in loca (Tenera anima vagabonda, ospite e compagna del corpo, in quali luoghi mai stai per andare). Il suo regno non fu senza ombre, ma rappresenta comunque uno dei vertici della civilt romana.
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Sacrificio agli dei Questo rilievo rappresenta Marco Aurelio che sacrifica davanti al tempio di Giove. Nonostante le professioni di tolleranza, limperatore non fu tenero con i cristiani che si rifiutavano di rendere omaggio agli dei, atto che equivaleva a rinnegare lo Stato romano.
I ricordi dellimperatore Marco Aurelio, qui raffigurato in un busto in oro, ci ha lasciato una preziosa eredit, i Ricordi, unopera letteraria in cui, accanto al racconto autobiografico, emerge il rigoroso codice morale al quale limperatore cerc di attenersi per tutta la vita.
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a trasformazione impressa da Diocleziano alla struttura imperiale fu radicale. Per poter difendere efficacemente i confini e al tempo stesso affrontare le crisi esterne, Diocleziano associ al trono il fedele amico Massimiano, cui affid il controllo dellOccidente, mentre lui si occupava dellOriente. I due sovrani uniti riuscirono in breve tempo a ripristinare lordine, spazzando le bande di fuorilegge
(le bagaudae) che infestavano le province, mettendo a freno i pirati franchi e sassoni, rinsaldando le frontiere orientali. Subito dopo venne intrapresa una completa riorganizzazione della struttura dellImpero: un nuovo sistema di successione al trono, basato su eredi designati (cesari) che sarebbero a loro tempo succeduti ai sovrani titolari (augusti); un irrigidimento spietato delle classi e delle professioni,
Unidea vincente Comprendendo che i domini di Roma erano troppo vasti per essere governati da un solo monarca, Diocleziano ripieg sulla tetrarchia (dal greco governo di quattro) ed ebbe ragione: con un imperatore pronto a intervenire in ogni angolo dellImpero le usurpazioni divennero pressoch impossibili. A fianco, particolare di un gruppo scultoreo raffigurante i tetrarchi. Il diadema imperiale Costantino indossa il diadema imperiale in questo particolare di un mosaico della chiesa di Santa Sofia a Istanbul, lantica Costantinopoli.
Testa colossale di Costantino Alla morte di Diocleziano lImpero fu conteso da sei pretendenti: Massimiano, Massenzio, Licinio, Galerio, Massimino e Costantino, che dominava sulle provincie occidentali. Fu questultimo a prevalere, dopo la decisiva battaglia combattuta contro Massenzio al Ponte Milvio, presso Roma, il 28 ottobre del 312.
LE PIETRE DELLIMPERATORE
Luso di pietre preziose, che con i loro bagliori e riflessi multicolori circondavano di splendore la figura del sovrano, conobbe sotto limpero di Diocleziano unenorme diffusione. Con sottile ironia si diceva che limperatore pretendeva intarsi di gemme persino nei calzari, cosa ritenuta infamante, degna di sovrani dissoluti come Eliogabalo. Sempre a Diocleziano, e alla sua pretesa vanit (che era in realt unassai pi politica volont di esaltare la carica imperiale, ponendola fuori della portata delle persone comuni), veniva collegata lintroduzione come simbolo distintivo del diadema, originariamente una semplice benda bianca che cingeva la fronte dei sovrani ellenistici, trasformata ora in prezioso ornamento doro e di pietre preziose.
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Tomba di un cristiano Questo frammento di lastra sepolcrale, databile tra la fine del III e linizio del IV secolo, raffigura un celebre episodio del Nuovo Testamento: la moltiplicazione dei pani.
che costringesse gli abitanti dellImpero a fornire tasse e prodotti allo Stato anche a scapito della loro libert economica e civile; una totale riorganizzazione della difesa con la creazione di limites, cio di confini fortificati, virtualmente impenetrabili, lungo tutto il perimetro imperiale; una lotta senza quartiere alla religione cristiana, considerata elemento di disgregazione della compagine statale. Se la cura imposta da Diocleziano non fu sufficiente a risolvere i problemi dellImpero, consent almeno la sua sopravvivenza ancora per parecchi decenni.
nellassetto statale. Roma venne abbandonata come capitale a favore di una nuova Roma eretta sul Bosforo, a cavallo tra Europa e Asia: Costantinopoli, in cui la corte imperiale si insedi nel 330 e che tramand per oltre un millennio la tradizione imperiale romana.
SantApollinare in Classe Edificata nel VI secolo, la basilica di SantApollinare in Classe, alle porte di Ravenna, presenta la tipica struttura delle prime chiese cristiane. Nella foto, la navata centrale e labside.
La resa al cristianesimo
Il complicato sistema di successione messo a punto da Diocleziano non funzion. Al ritiro dellimperatore si scaten immediatamente la lotta tra i successori designati. Da questa emerse vincitore Costantino: un imperatore destinato a restare sul trono per ben un quarto di secolo e a introdurre nellImpero le modifiche che ne avrebbero connotato tutta la restante vita, proiettandosi anche nel lontano futuro. I cristiani, che avevano appoggiato Costantino, ricevettero nel 313 piena libert di culto e un peso rapidamente crescente
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iuliano, salito al trono per acclamazione delle legioni galliche nel 360 d.C., fu un imperatore allaltezza dei grandi sovrani del II secolo, ai quali cerc di ispirare la propria opera: Traiano, Adriano e Marco Aurelio. Avvi una grandiosa riforma legislativa, fiscale ed economica dello Stato, che solo la brevit del suo regno gli imped di condurre a termine. E tuttavia entr nella storia quasi solo per il tentativo, da lui compiuto, di ripristinare lantica religione pagana, che gli valse lepiteto, con cui universalmente conosciuto, di apostata. Tale tentativo
Le basiliche pagane Questo pannello decorativo faceva parte della basilica annessa alla casa del console Giunio Basso, costruita nel IV secolo sulla sommit dellEsquilino a Roma. In tali luoghi sincontravano gli ultimi rappresentanti dellaristocrazia pagana dellUrbe.
Limperatrice dei Romani Su questa moneta bizantina montata a ciondolo impresso il profilo di Galla Placidia.
si scontr con la resistenza della parte orientale dellImpero, ormai profondamente cristianizzata. Ma avrebbe forse avuto successo, anche per labilit con cui il sovrano mutu, mettendole al servizio delle sue idee, varie caratteristiche della religione cristiana, come il sistema di elemosine e beneficenza, se Giuliano non avesse incontrato una repentina morte durante una campagna contro i Persiani, nel 363. Con lui scomparve lultimo imperatore che tent di riallacciarsi alla tradizione classica di Roma.
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che pot ritornare tra i Romani, alla corte di Ravenna, solo dopo un cospicuo riscatto in grano: unicamente, purtroppo, per maritarsi con lambizioso generale Costanzo, nei confronti del quale nutriva una profonda repulsione. Dal matrimonio nacquero due figli, Onoria e il futuro imperatore Valentiniano III. Ma Galla Placidia ne gio ben poco. Sempre pi ritirata nel palazzo imperiale di Ravenna, trov conforto nella fede cristiana e nelle letture religiose. Donna colta, intelligente e sensibile, fu travolta dai tempi, che fecero di lei una pedina sullo scacchiere politico. Eppure fu proprio la fragile principessa, pur sempre pi concentrata nei problemi dello spirito, a difendere per quasi un quarto di secolo la dinastia, incarnata dal suo erede Valentiniano, mentre intorno il plurisecolare Impero crollava sotto le invasioni di Svevi, Vandali, Parti, Franchi, Unni. Mor a Roma nel 450, ultima esponente di un mondo alla fine.
Il Cristo buon pastore Questo mosaico, posto sulla porta dingresso del mausoleo di Galla Placidia, un capolavoro dellarte antica. La prospettiva e i delicati colori creano lillusione che gli oggetti si perdano in una misteriosa lontananza, mentre su tutto domina, aureolato doro, il volto di Cristo.