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Finalmente coloro clie sull' orme di D u p i n e P l a i s a n t e dell'attuale giurisprudenza francese, 1' obiettivo giurico del dlrello cercano nel

diritto alla vita ed alla integrith delle iiiembra, col prinire nel fatto i semplici resnltalizenti lesivi dell' avversario, calcano una via non meno errata delle altre: con tale sistema resta inipunitn la siilla (1); resta inipuizita la pugna senza effusione (li sangue, per quanto a lungo e ferocemente pugnata. Rcsta impunito lo stcsso Juellnnte clie ha ricevuto la offesa: e ci presenta doppia singolariti. La prima quella clie volenclosi punire come complici i padrini ne avviene clie iilentre il duellante non si pu punire percIik egli stesso 13 il ferito, si punisce il padrino di lui, fnccndolo per una strana finzione complice dcllo nvvcrsario. Ln seconda nasce dal confronto tra i vecclii cc1 i nuovi costumi: un tempo condannavasi a morte il succumbentc in driello ; oggi condaunnsi il vincitore: tanto sono varii i giuclizii degli uomiiii ! Acl alcuni di tali sconci sarebbcsi riparato invocaii~lo la dottrina del conato; iiia non si osU (2). fila il vizio radicale cli questo sisteina sorgcva dalla dottrina della iiiipntnzioiic e del suo grailo, csseiiiloeIlis uccii1oi.o o rcstarc uccisi nel duello non scilipro sia ~7olontari0,percliC il pi delle volte eifctto il01 caso; e possa ilerivare da un colpo di partlln o da rin moto imlirudente ilclla vittima stessa. Laonde i pii esatti fra coloro che guardano la cosa sotto qricsto ptinto di vista, ciob corile oniicidio o fcriiiiezito, non irnputano il resulttlto che

come preterintenzionale o commesso per eccesso di difesa.


(1) Gli statuti criminali della Engladina (da me altra volta ricordati) alla Sezione 2, S. 76, considerano conie delitto consumalo di duello la semplice sfida accettata con respettivo proposito di combattere, quantunque non susseguita da effettivo combattimento. (2) Si vedano le mie osservazioni nello scritto intitolato dilelo y &a pubblicato nel Giornale La ercuela del derecho tom. 4 , pay. 47, riprodotto in italiano fra i miei opuscoli vol. 3.

In mezzo a queste fluttuanze la scienza moderna ha ricostruito la teoria del duello. Si ormai riconosciuto essere erroneo il concetto propugnato in Francia dal D u p i n che non sia delitto il battersi in duello, ma sia delitto lo uccidere o ferire in duello. La monomachia ha invece Ia sua essenza nel battersi, indipendentemente da qualunque risultato sinistro. I risultati pi o meno gravi possono anmentare la quantit del delitto. Ma essi non sono che circostanze, e la vera essenzialitd del delitto B nel battersi. E la indole giuridica di questo reato B nel1 animo di sostituire la fovza individuale alla forza ' pubblica, e il giudizio delle armi al giudizio &i. fiaagistrati: questo concetto evidentemente porta il duello fra i delitti contro la pubblica giustizia (1); ed B dallo spreto della giustizia che si definisce il suo titolo. La intenzione di uccidere o ferire B incerta, pu anche non esservi; pu venire positivamente esclusa dal fatto di avere i dnellanti esploso

- 601 le armi verso il cielo; pu anche sperarsi dai combattenti che entrarnbo le palle vadano al vento, perch siano scesi sul terreno per puntiglio di onore piu che per sete di sangue (2). Ma la intenzione di fwsi giz~stiziada s4 B certa e costante; e secondo questo criterio il duello non B che uua rhgion fattasi 1zon2inata. I risultati pi o meno gravi ne aumenteranno la gztantitu sotto il rapporto del danno immediato, che naturalmente trae seco anche un maggiore spavento nei cittadini; e saranno irnputabili a chi ne fa causa, come conseguenza di un fatto illecito, e secondo il criterio della loro prevedibilit maggiore o minore. Ecco come dopo lango e fluttnante svolgimento si compie nei tempi odierni la storia giuridica del duello. Dopo essersi agitato per molti secoli nella pi singolare oscillazione di fasi contradittorie, esso trova finalmente definita dalla scienza odierna la propria figura: esso B un delitto ma un delitto sociale.
(1) Anche la moderna scuola germanica propugna questo pi retto punto di vista che il duello altro non sia tranne un reato contro la pubblica giustizia : B e r n e r lehrbuch pay. 493, edit. 3. I1 progetto di nuovo codice penaie Austriaco che sta attualmente (1870) compilandosi da una commissione di egregi giurecorisulti, e ad occasione del quale lo illustre G e y e r ha arricchito la scienza di un volume d' importantissiine osservazioni, mantiene il concelto moderno cbc il duello sia un reato sociale; concetto esattissimo, e che conduce per logica conseguenza a riconoscere una criminosit$ anche nella semplice sfida, nella sua accettazione, e nella preparazione alla pugna. Una nuovit di questo progetto meritevole di essere notata si i? nella distinzione che si vuole introdurre fra il duello comunemente usato in Europa e il

cos dello riae1E1~ajnericnrio. il1 prinin ;i con'ierv~rr~libr il nortie di LiIri~lLv,e si piudicherehlrc cim le rc.;oli. p r ~ v ~ i l - ~ ~ orni;ii rielia scit:nz;i iiiodern;~.! S C L ' C ) ~ I ~ri d : i r ~ b L ~ noriip \ i O UYI speciale che esprirric il concetto di gicicicirrc CL srjrtc Irf o i l n : e si niin;iccerebber-o contro qucst;r f~jrrrin perialilit di grati 1iirig:i pi cevcre. L' argoriicnto iiririvn, cd Ira bi-oxno (li esserr rrieditalo e stud ato. Xon (leve pcr;iirro diiitcnlic;irei clic il duello ;imericano b una iiivenziotxe dcll:~der~iucr:rziri, suggerifa da quel rispetto a l principio dd!n i~gri:igIi;inz:ic h ~ t a ~ ~ t~ncra~~i;Iiosiirr~ei~te o si ;itL~~x di 13 dcli' d\ti;ir~tic~o. i11 Il fine di tale invenzione b qiiello di rc~:derc iriipi~ssibilc1;) sovc~~cliieria iibitu;ilc di cerli scliermitori clie con 1:) rriinacci:i perniniienle di unii slid:i si fanno i tirnrini delle societ civili eiiropcc, pcrclii: fidcriti ~iell;i loro siiperioriti ;il tiro o al ~i~,tii~"ggio nr:iii sr~rioccrii di b;ittrrsi st?iiz;i [irricolo, tIcIIc e fiinno fzicile prova di ilti f:ilso corii~sio,il rliinle iinn clic vili$ C soverchieria. In faccia alla forn-iri ariicric:cn:i anche costoro bisogna che trcriliao; ed 6 cjuesto l' unico modo di rintrizzarnc la prcpofcnz:~. Qucstu osservazione incon: trastalilc: resia a vedcre rliiali iic si;ino le conseguenze giririiliclie. (2) Esisle lut1,ivi;i qu;i o l qualclie puhb1icist;i clic drihita di c111c"o riiodcrno concetto, percli non pub esservi dottrina pcr c[ii:~iito solid,i e veri1 1:) qii;ile noil iiicoiilri qiialclie contradittorc. Per rnantcriero i l duello fra i rciili contro le pcrsonc inevilnbilr: poierc nlfcrin;irc clie Lutti i d~icllictiscendono in ciiirilJo col dclil-,i>rnto proposito (li ucciclrrc I' :ivvcrsario : e questo :ipplitito ! ci cfic si dice dagli oppositori, ;illeg:~rido cile i l caso (li tiri cluc!l;iritc il r~i.inlc: si batta per sodilisfare i i l l ' onorc, i i i i i col proposito di uon spargere s i n giie riiirano i: rarissiiiio ed cccczioiinlc. lo rioii crcclo vera t:ile osserviizionc :iliiicoo nella milezzii degli odierni coslurni ; Iio riiigliorc opinione del coorc iini;irio; c crrdo clir la stori;i dci diielli conien~j)or:inci pri?sciiii frt~liirriiissiiiiirseriipii di siriiilo veritit. hIa sia clic vuolsi dclla frcc1iit:iiza otl infrequcnzn di quelle riiili intenzioiii, i. ccrto in punto giiiridico

il rliicllo fr:i i reali contro le persone sarebbe necessario in ogni duelio iiicriiciito fornire la prova dell' animo di uccii1ei.e in contrndizione col fritto; prova ditficilissirna e sfuggevolc; niancc~iido quale sarebbe senipre do1;) veroso 1' assolvere. Il delilto dunque si deve classi~rc sccoiido quel diritlo nllii cui lesioiie si dirige sempre iii inodo certo cd indubitalo I' auimo dei coiiib:it4ciiti ; iinzicli: secondo quel cliriito clio pu non csscrsi voluto aggrcilire cnl diiello, e che pcr coiiseguenza ne lascia eventuale la rrpressioiie.
C ~ P posto

I1 legis'tntore Toscano Iia voluto fare ornaggio alla scioilzn ed ai srioi progressi in rluesto argomento. hltl inentive hti. Itt20 seiiibinnte ili accettare il principio, 10 Iia poi fhlstlto ncll' al)pliraziolic; in primo luogo anrioveranilo il clricllo, cll nnclic In semplice sildtz concordnt:~ (art. 2 40 :1 231 ) fra i tlclitti contro le 21evsoize, lo clie i-, rin crlrore palpcibilc; in secondo luogo iilfliggendo nll' onliciilio in cltiello la pena della cnscc cll fol-s~t, estcndciiiloln fino n 10 anni, mencd tre I'oniicitlio ordinario pu8 essere punito di 7 anni; in tcizo luogo inscrcnilovi (art. 230) il concetto della p)~-ovocrb;io?tc scnzn nepprirc definirla. Siccliit In provoct~zioiic 1.iiiinnc q u i coino forrnriln sibiilina, non snl~cntlosi sc: $ ~~rovocatore cun lo iiigiurinrc clii ol~l~lign altro a slitI:ii.c, oplirirc se [irovocalorc. I' clii sfida. Anche il coilicc Snrilo 11:~ collocato il dclilto di dricllo (ai%.5SS :I 5 ! 6 ) Srn i ilalitti contro lo JICI-SOIZC; senza avvci.tii*c clic qrimtlo cluc si RCcordaiio ;L battersi l101i si sa conll.o qzcali pcrsoizc si pussa (lira coiiiincsso qricsto ronto. Jla alri~eno ha segriiltito la ilottriiia nellc penalifa, Iiriiitando al iurissimo Ui I I ~ LCliEIlD cti C C C ) * C C ~ C (art. 359) la pena dei-

1' omicidio ed a sei mesi di carcere quella del ferimento grave in duello; il che esprime nettamente 1' idea di non ravvisare nei resultati 1' elemento nb materiale n& intenzionale del malefizio: e di pi ha chiaramente stabilito che promotore del duello debba tenersi quello (art. 592) che ha provocato l'altercazione (i).
(1) Il codice Portoghese del 1862 (art. 585) punisce con la prigione da uno a tre anni e col niassirilo della multa I' omicidio commesso in duello. Il codice Spagnuo!~ 1848 del (art. 341 ) Io punisce con la prigione maggiore da sette a dodici anni. 11 codice Austriaco del 1853 (S. 143) col carcere duro da cinque a dieci anni. i codice Gregoriano 1 lart. 298, 299 ) lo punisce con la galera da dieci a venti anni so il duello seguito dentro le ventiquattro ore dalla provocazioue, e con la morte s e avvenuto dopo un intcrvallo maggiore. I1 Portogallo fu una delle prime Nazioni clie comprese giovar meglio a reprimere il duello pene miti, e perci fu elogiata la Ordinanza del 30 agosto 1612, la quale non coriirninava che pene di esilio o relegazione; onde f u detto dai contemporanei dovere questa legislazione servir di modello al rimanente di Europa : J o r d a o con~mentario a o codigo pena4 P o r t t ~ g u e zvol. 4, pag. 133. Yediisi anche N e l l i o insiitutioiies juris crisiinulis Lustaizi tit. 4, S. 14. Ai termini del17art. 589 del codice Sordo si elev) questione s e fosse punibile i l duellante che rimasto ferito senzii essere feritore. 11 pubblico BIinistero ne fece argoniento di ricorso alla Corte di Cassazione di Torino sostenendo clic dovesoc punirsi. BIa la Corle Supreiiin col giudicato del 28 aprilo 18G9 stabili che il duellnnte rimiisto ferito senzii ecsere feritore dovesse pel codice Sardo andare esente da pena quando anche fosse stato provocaute al duello. notcvole in questa decisione il principale motivo assunto per rigettare il ricorso del pubblico Jliliistero. La pena ( disse la Corte

Suprema ) vorrebbe qui I' accusa desumerin da una a r p menlnzione: e cib basla a moolrare inacceliabile il ricorso, perchb volendo punire per argomento dove la legge tace s i propogna una interpetrazioii~estensiva n Iiiie di punire, non mai accettabile in giure criniinnle; lo clie hasia per s solo a confutare il ricorso e renclcrlo insosteniliile qiiiindo anche la interpetraziane letterale conducesse allo assurdo. Il codice Estense non puniva il duellante ferito, e non feritore tranne quando egli fosso stato il provocatore al duello, e la ferita da lui sonrta fosse leggiera. Il codice Tosc;ino puiiisce indistintamente anche il duellante ferito, rna con pena pi mite di quella inflitta al feritore. Chi brami erudirsi sulle penalit del duello minacciato dai diversi codici Arnericnni veglianli ( troppo poco coiiosciuli fra noi ) pub t.rovarne una assait estesa indicaziona nel n. 7 della 7'evti Ztincleti anuo 1.

Nb meno erroneo era il concetto che ai padrini, o testimonii (1) del duello applicava la regola della complicit. Comprendesi da ognuno che il padriw dell' ucciso ha tutto voluto, tutto desiileruto, fuorcM il ferimento o la strage clell' amico, al quale facea da secondo. Questa uccisione clunque un evento al quale egli non ha niente diretto la opera sua, e che ha usato ogni studio per impedire, e che B avvenuto in diretta opposizione ai suoi voti. Come si applica Ia teoria della complicit8 a questi termini, senza falsarne la nozione fondamentale? Ma se invece il reato non si fa consistere ncll' omicidio o nel ferin-ioiitu, ma nella sfida e nella battaglia: ecco spontanea la conseguenza, che senza assurctn nessuno, senza aberrazione dai principii giuridici, si [lichiarino partecipi i padrini dcl delitto di drcelIo;

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perch a questo fatto con la cipera volontaria concorsero. Sotto rlriesto punto di vista noli vi piii nessuna repugnanza gizi?+iclic~~ dichiarare del cria mine di duello responsabili anche i padrini: e solo puO disputarsi della misura della loro respo~isabilitci, e della ronvenienza polilica di punirli.
(1) k prurlcrit~costume clie ci;iscuno dei duellanti c m duca seco siil cariipo un suo chirurgo di fiducia per averne assislrnza i11 caso di bisogno. Ed io vidi in un duello corrih a l ~ u t oa Pisa, e denunciato alla giustizia, perci16 si 1~ilLtdV:i di due scolari, arriibattiirsi I' ;icciis;i pcr processare anche i rucdici. Il codice di Zuriso h a testi: procliimato Iii inipuiiitii dei inetlici assistenti al cluello nel suo L;. 04. illa pare a rrie che non siavi bisogno di un articolo speciale di legge pci.ch si dia sanziot~eai precetti di uiiianilii.

Sul quale proposito fuvvi chi opin0 non esseye pruclentc: icicrirninare i pdririi, psrclii-! la loro prc-. scnza guarentipia cl~cla battaglia procerla lealmente. Laildove col punire i sacondi a temersi chc i cirielli si pugnino senza testimonii, per la clifficoltA (li trovare chi voglia per cont:, di altri esporsi ai1 una conrlanna. Bla cotesta opinione, che scrnbra essersi accettata dal codice Sardo ( art. 508 ) tranne il vaso in cui i padrini siano stati gli istigatori del tliicllo, non si approva da altri; i quali suggerisconr~ co~ilc prudenzialc di punire rnitemcntc, i padrini pii( qrianilo il i l uello n l ~ l ~ iavuto coizsrgzccnuce sZ?ZZ:EOY>, a c nicfzlc l~uiiii~li rltiantlo non le abbi:\ avute. Lo clie si ragiona sopra gnglicirdo pensiero e giuridicav?entc, e polilicrcnzeizfc : gilrritlicnrncntc, pcr3clih rlrianilo

- 607 il duello non condusse a risultati deplorabili pu l~ene accettarsi lapl.csccndone che ci6 sia stato merito dei padrini :politica~ilente,perch cotesta provvisione i3 eccitarilento ai padrini di procr1rni.e appunto con ogni studio loro che non avvenga effrisioue cli sangue. I1 coclice Toscano (art. 348) si in sostanza inspirato n cotesta teoria, ma 1' lia guasta e frustrata, non contentanrlosi (li quella p-esztnzione clie 15 tanto rnpionevole, e2 esigen~loinvecc per csi1 1uei.v i paclrii~ida ogni penaliti la ~IYO'UCI, clolla efficienza della opera loro a f~1r.e il cluella si corriclie liissi:: senza effusione di sangue. Cio mostra e110 il redattore di rluel17articolonon aven eonosccnzn della rcalt~delle cose. I modi che talvolta possono usarsi (la tlue parlrini uriiani per far si che a ilispetto dei comlr>attcilti il duello riesca incruento, sono tali che non puii darsene prova legale; e di piU non si vorrebbciao ilepp~ircconfctssare da un cavaliero al cospetto del publ~lico(1).
(11 Lc diverse opiiiioiii sulla coiiveiii(~riz;io ritrrio di piiniro i p;~drinisi r*in~surilorio I'er i. n u tlicoriri (lo direilo da pi.uctl v o l . 7 , pcig. 103, crrli!jo 386. La Cnssazione di Iir;iiici:t col suo giudicato del 4 gi*niiiiio 1845 h;] accollo il I ~ i ' i i i cipio ciic c~iiairdo risiilli iivere i padriiii I'aiio i l possillilr prr inipeilirc i l d~iellon u i ~soiio piissi1)ili (li vrruii;~peii:i IWI' il III~I.CI loro intervento. V t d i i ~ i qii;~ntn s~rivev;i Ii:i u l I 11 Il o l i u nclla Rcullc Ilrolilotushi to11,. 25, pir!/. !IO. Aniilog;iiiirijle In slcssa Corlc ;ivcv;i i1 5 iiprilr 18.78 sl;chilri(i riori i~trlcr'si priiiirc i p:idririi c~u;iritlo cccii~f:iv:r c3.-hei.sirec.111 sul tri.i*rii CUI /;'iic tli t t ~ t r U ~ I U ~ I P : ; I ~ ~ j111l)~direl duillln. r ~ I p r i (Jucslo il vcro I,ilo jiriiridico dt~11,i~/ucslione. 3 piirlibiiiitt L dei p;idrii~i proI~lciii;i~ic,i fincl~. h ~)coblcrnniico r i i i l ~ ~ i v t ~ s nissero con biioiie ii~lt~iizioni coli iiiii~nzioni11:; i \ o c qii.inrlo
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consti di queste saranno punibili come complici e non come padrini. Ecco qual' i: per me la vera formula con cui deve sciogliersi questa combattuta questione.

Appena ha bisogno di essere avvertito che quando in un duello abbia avuto luogo la frock, tutta la teoria speciale si dilegua; e si rientra nei termini di un vero omicidio premeditato. Kon pi pu parlarsi (li sentimento di onore, di mancanza di dolo deterrninato, e di qnanto altro impropria l'omicidio in duello.

Questa configurazione criminosa del duello novellamente creata dalla scienza, e che d i giorno in giorno viene ricevendo sanzione dai moderni codici, vuole pertanto essere studiata; e specialmente vuol essere contemplato quali siano i criterii essenziali, quali i criterii misuratori, quali le specialit del grado in questa forma criminosa del duello.

In qnanto ai criterii e.ssenziali i costumi dei tempi nostri ed il principio della eguaglianza civile, ormai riconosciuto come base della societii cristiana, non ammettono che nel duello s' intrudano distinzioni in ragione delle armi scelte dai combattenti, o della loro condizione sociale. Cosicchb si avr oggi un duello, quando ne ricorrano le altre condizioni giuridiche, anche in una pugna combattuta fra plebei della pi vile condizione con armi volgari.

A cluesto luogo si riproduce una osservazione che ho gi fatto altre volte. Cercando la soluzione giupenale negli scrittori non ridica cli qnalclie problen~a bisogna perdere di vista i tempi e le leggi sotto le quali scrivevano. Questa verith ha risalto pia che in ogni altra materia nell' argomento del duello, il quale con una oscillazione singolare e sorprendente ha subito cosi svariati passaggi. Ora benedetto e tenuto come omaggio alla giustizia Divina ; ora maledetto e scomunicato come eresia; ora ordinato e protetto ; ora tollerato ; ora perseguitato con furibonda ferocia; e sempre alternando con una vicenda da mostrare quanto siano mutabili le opinioni ed i costuini. Gli scrittori di cose penali dovettero bene anch' essi subire Iri forza di tali oscillazioni, non solo in ci clie riguarda la pennlitd ma anclie in ci6 clie riguarda la stessa nozione del duello. Cosi nello esame della questione se ad avere ai1 vero dticllo fosse estremo la nobiltd clellc persone, la nobilti~ clelle armi, il concorso di certi riti e dei padrini, c siiiiili, influirono evidentemente le conclizioni dclla 1.tenalitd. E noto intatti che nelle questioni criminali si B sempre p i ~o meno svilrippatn la tendenza ad accettare la soluzione pii1 benigna e pii mito. Qriesta osscrvaziorie ! costante. Ora in clrici tciiilii, nei quali era mitezza clicliiarare un omici(l:i pitittosto assassino ( I ) clic duellista, in quei teilipi, nci qrinli il ducllistn era scomunicato e condniirinto alla scpoltrira aszizitza, era pieth restringere In iiozionc del cfucllo entro i pii1 aligusti confini; a VOL.V. 30

ci6 portava a negare che i rustici ('2) i plebei e sirnil gente, si potessero tenere come clucllisti; clie duellc, non fosse quello cori~l~nttuto senza 1~ailritii,senza ccrte formaliti di sfida, o con coltelli o bastoni, e iin cosi discorrendo. Ala tali restrizioni (che d'altroi~de avversano il vero criterio nazionale del clriello) non pii1 vengono imposte dal cuore alla mente sotto rlrielId leggi che invece colpiscono l' orriiciila in duello con pena minore di quella serbata allo assassino; e la scienza odierna non puO pii1 accettarle. Dei pari 13 idea che un duello si possa riconoscere soltanto nella tonzone avvenuta fra gentc nobile potl: prendar radice dove la facoltci, (li driellare si nccorilava per beneficenza sovrana come un privilegio (:l),rria tili ren~itliscerizeapr)artengoiio ad una storia che non rappresenta i tempi nostri, e le giurisprriileiize clie si inf'ormarona a yrtai periodi non possono aver peso nella dottrina scientifica odierna; in faccia alla quale la nozione del iluello si b emancipata da tante pristoie (li persone, di armi, di tempo e di inodo, c! si b costruita sopra [in concetto principalmente ideologico.
(1) r)rla soverith rlollo pene contro i duellisti minacci;ite rl-igli edilli ir;iiicesi nel periodo di pcrseciizione di questo rea10 110 zia tltilo cerjno rli sopr;i (S. 2875): agrriuiigcrb solo clic il r i l l O ri f n r ~ f t snotnbles, t11(1t dllels, 11. 8 iu fin ) ricordri di aver ;iviiio rirriprovrro di trolipa riiitezza d'ii r e per avrr.1. conii.irin.ilo uii Iiio~olerit~nte soilirnlo rit tn!llil) 11r.Llu Ir.rtn. i i qiirsla iriilt~zzac ~ l si era coiidollo d;tllo ii\'ai.t: i o+ci v,ilo chr I' iiiio dei cninb;itlcriti erii et boties e I' ;iliro eli p n ~ i l o i l f f l c s : rlol rlii* iirgonicntb noli esservi st;ito slid,t precedenti. inqi ;ig;re~~ioiic,e pvrcib decise traltarsi di itss icsinio. I)u,indo s i riflcxllc clic si giunse a coiisidrrar~ la

uccisione io duello come pi esecr;ilile drll. ~ssassinio,si scorge 1' apogeo di fan'ilisirio i11 qii;~lcgiunse la Francia i n quel periodo nell' odio contro i duellisti. (2) Eaiiiliin, ];i qiicslione s e duello possa iiver luo;o fra i i'urlici : \:e r ri h e r toni. 2, pccrs 7,obscvv. 164, puy. 285 ' P a ri i ni a! I e dccis. 144. (3) Cos ricord (;o n r i n g i o fope1.u o ) ~ ~ ~ r i t iool. 1, c, ]Ing. 410, ?lotu C, )a. 2 3 ) clii?. i-irtl' anno 1297 i l Duca di Savoia concesse ai nobili geiiovesi il privilegio di h:itiersi i11 duello : e a l l r o ~ ~ ( J I ) ( . I . ~oer~iicr z3rrl. 1, pny. 453 ) ricor~e L tia iillro privilegio col qu,ile Rodolfo 1 In~lic~ralorc D se(1 il ic,iiibre clel l(i09 accord ,ii Duclii di Lor~iiii la Licoli di coucecleiv licenze pcr driellore agli abitnrili dcl 1f:rrilorio Ira il Reno e 13 filosii.

Si it voluto anche rccenteniente sostenere che il titolo di duello, malgrado il precedente accordo dei combattenti di venire n tc?ilzoiie per soddisfazione cIi oiiorc, non sia applicai,ile dove non concorse 1' assistctlzn clei ~ ~ c ~ r l ~(* ) ?quasiclib lo intervento ii zi cli questi sia un criterio essenziale indispensabile al titolo cli duello. SilYattn tcsi si propugn non ha gunri dall' accusa avanti i tribunali di Napoli, ma renne dovcrosamcntc rcictta. Tutta la essenzialit clel clucllo sta ncl prccoclente accordo, c nel fine di fjrsi pri\~ntnmcntc giustizia, i n ~ e c e' iilipctrarla dai il tri1)uilcili. Ogni altra iiiatci'inlit,l accessoria B una vo~lti~~gcnza c ~ ' h non ticne alla csscnzialitA speciale (li cluesto rtl:ito. D' altronde siffntta tesi B respinta ilalla gciicralitti degli scrittori clie insegnano, e dai (#orlici contelnpornnci elle stabiliscono (codice Itusso, i;pngnuolo, crl altri) doversi considerare come circ.ustanzn clic auinenfa In qrinntitii politica del duello

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quella (li essersi coinbattuto sc?nzn scconrli. Cit> moil stra d i ~ duello senza pnrlriiii ( cc1 C bene ragione~olc) pii1 inviso aIIa Ieggc, riia rnostrn :il sia teriipo nicilcsimo ctie 1 nnt:tnr4nnza (li padrini non 3 eliniinn il titolo di duello.
(1) i3 C r il c r flrhtml)rtck pn!j. 4% ) iiipntrr cslcriin Ici opinione clie i padrini ed i iiicdici non dc>bb.ino ni:ii piinirsi per I' assisteriza da loro prrst:ii;i a! diiclln, concort1,i perir sPnz;i esitazione clic la inancit~iza al coriibnitimcnio dell' infcrvcnto di p;idrini non lo Licci:~ cessare di esser(% ducllo qiiaiido \'i coricorr,iiio le altre circo~larizcco~tiluli\e.

I1 progresso non i soltanto nelle scienze e nelle : arti, iila anche nelle forme crimi~iase.Una di tali forrne C quella rccentei~~cilte invalsa, e clie ad olicire dei suoi inventori ha il noine di (lirelln amel*icnno. Dicesi oggi driello americano qucllo che si f'a ]mncnclo gli avversari nella situazione d i ucciilei.si ciascl~cclunoda loro. Per csernpio due pillole, uiln di pane ed una di stricl-inina, due pistole una ~ ~ u o t n ed una carica. Ogntino devo agire sopra s stesso ! ingoiando da s la pillola che a caso gli i toccata, o esl~lodendo contro di si: In pistola. Alcuni lianno fletto chc in questo caso si clevc applicare la ptjIia orilinaria del drrcllo :i1 snpcrstitc, Iiia iioii la pcnn inaggiorc: dcl cliiello susseguito da oiiiicitlio, pcrc.liih in quanto all'ornicidio 1' age~iteed il paziente sono In stcssa persona. I1 I, ri d e r al contrario Iin sostnuto che questa specialitti non muta nicntr: nelbprire in ordine alla imputazinnc delle coiiscgrictizc del

- (31.3 clucllo. .l n.ic pare elic clualora a questa forma si ritvngcl npplicnhile il titolo cli duello, egli dica bene, l~i:~chL;se agente materiale lo stesso paziente, cmsn ~ i r i r ~ i a suo agire peraltro il superstite, del che con fina coazione rnorale lo ha portato a suicidarsi. SIi pare che qui si riprodricano le osservazioni che feci in proposito clel partecipe al suicidio. Ma io sarei niolto inclinato ad opinare che a questa forma cri~iiinosn nl>n potesse con 21i'opl'ietci adattarsi il titoIo giuriclico di duello (I).
(1) I! duello cos detto nirrcriturtn C una specialiih cie fr~rriialo r~ccritoriii~n((~ gr.iridc arnoiiicnto di disputa fra i criiiiin:lli.;ti. (J11Pstii for111a I);~rl);lrd di due110 consiste nel giuoc,irc a sorte la vita. 1 rieriiico non si batte col nemico 1 per ucciderlo: rri:i su la sorte & stata sfTiv0revoie a queIIo lo costrinqc a suicidarsi in virti del pilfo j~rccedente, miriacciuntlolo di diff,iruarlo cuine vile se manca al palto di uccidersi. Ora clie codcsto f,iLto iion cada sollo le disposizioni di legge che colpiscono il drlello parnii cosa evidente, ed i: gcncra1nicn:e concortl;ito daii pi, h1:i poichb repugna che un i'iitto cosi feroce non iiicoiitri punizione, si E disputato qual sici i l vero iitolo sotto il clualc dcbbii condursi in f;icci:i ad iiii codice clie iion contcoga (in relcitivo provvedilrieiito speciiile. TI litolo di uccisione il~4consenzienle non & a~~plic:iliilc, perclii: la vittirnii si E ticcisa da se. BIii si porge spontnnco il tilolo d' istiynzio?zc nl siricidin, ed L: queslo veraniente il concetto giuridico sotto il qii;ile vuole essere conlemplato. fi peri) da osserviirsi clic nel duello americano il nemico fa clualclie cosa di pi cile istigare al suicidio il ncmico: egli gliclo coin,ilid:i, e ve lo coslririge in ~ l i r t dclla proiilcss;i, e con la iiiiriaccia del disonore. Questo pensicro ha suggerito al F r i h w ;i l d la idea singolare di i richinnia1.e il iiltto sotto i l lilolo di estorsione, sostcrierido iipplicabile silLit[o titolo per le Irggi pcriali ausl~-i:ic*lic. arL'
Iia

gornenio si k in cjiirsi'~ giii3.1: iic--\in dutlhiu rliv l' avvrrsario aveiitlo c~s!rt.ito i l siiccoiiibciiie a siiicii1,irai cciri I,I nlinnccia del di-oiiorr ab!)i.i us#ifo si?pr,i (l liii uirn prei-ione mcclinrite riiiti,icciri ;e firrqrr 13 COSJ ciii,ir,i ; rri i coff>-tfi violenza mortiie si eicrcilb tIess7 prr 11lte8rcr-rr r l i i r p ~ ~ e s t r r ziorie ? Ecco ilorc stavn In rliiiicoliii. A I'r u li \v :i l d i srrii. : braio clie cii) ~ O I ~ S L P .ifilrtn;lrsi. Il (;~iicirIioco111ri)t~-sodati siiccoinbciite 2 :inli occhi L.IICI~ In prestazione estnri;~dal viirciiore mediaiilr violciiz,~ i i i i ~ r ~ ~~liiziryli \,i ~ i i holtrr, e lc. t r o v ~che questi1 pre~titzioric-k supcririre n1 vrrlnl c di .5Ofl fiorirai, pcrclii: la i i ( ; i di uii uomo v,ile pi aesdi di coiesin corrima. Simile rapionamcnto ( p e r qri:inlo soltilc J non rni prsrsiiade, percliP il concetto drlln estorsione i: qiiello di un Irirro pecicniario prciiccialosi merce la violeriz;i, e m,ilc si i ~ d ~ i t t i11 semplice piiiccrc di uri:i veii(leita. ' i e d ~ s i 1' Krv a tlei Tribir~~oli. 1619. 11

I criterii essenziuli del drlello I~isogna dnnrfiie ccrcarli neII' ccnh~lodei coinhntteriti : e cioi: - 1.' Nel fitte che si propongono, clriello cioh di dare e respcttivarnente ricevere rinn sodc1isf'~zionepcr rin torto recato o patito; o di decidere una qoestione fra loro vertente, per guisa clie le armi dehbano escrcitaro la funzione di arbitri e di amministrtttori cfi giustizia fra le parti; e - 2.' la scienza e reciproco consenso di battersi, precedenti: alla battaglia. Questa seconda conilizione ideologica (le1ducllo rcnde cstremo intlispcnsabilc della sua tiozionc giuridica una prccc[lentc sfida.

Sarel~l~e dunque importante definire con esatta formula giuridica i caratteri costitutivi della sfida. Sarei~beimportante, perclib essendo questo un criterio essenziale del duello, dal decidere se vi fu o 110 disfida ed accettazione dipende Io stabilire se si abl~ia duello o piuttosto una rissa od una aggresun sione. E pi~intir~iamentesarebbe importante definire la spdu dopo che le moderne leggi hanno generalizzato il pensiero di considerare la semplice sfida come un reato di per s stante e completo nella indole sua; niinacciando pene speciali a questo reato da infliggersi quando la battaglia non sia susseguita, e da rimanere assorbite nelle penalit del due110 quando questo abbia con qrialsivoglia esito avuto effetto. Le pene speciali di questa figura criminosa distinta che chiamano sfida, non possono evidentemente infliggersi se non dove ricorrano i suoi particolari elimienti giuridici.

Ma qui si versa in nuove difficoltQ non cnucleate con sufficiente cfiiarezza nb dagli scrittori n& dai legislatori. Certo b che non pu punirsi conie sflda una qual tinqne ~izinaccic-6od ingizcria, quantunque apparisca fatta al Ane di far nascere un duello: certo i! che la proli.ocacione n. duello in alcuni rispetti b cosa sostanziaImcntc distinta cla1Ia vera sfida. M a rimane n dcterminarc le condizioni di questa.

In tale ilifficolti't io credo che priniiern~iiente si del~l~a ilistinpuere il fine della 9-icel.ca. Qtianclo accsd;le la pugnn, e trattasi di decidere se questa rapliresenti un iluello od una rissa, per determinare le pcnalit5 erentualniente applicabili a questo secondo fatto ed ai risultarilenti del medesimo, noli si potrk essere rigorosi nello esigere alla sfida certe forme solenni e quasi direi sacramentali, Si dovr tener dietro piuttosto a1 concetto ideologico, e non :illa concorrenza di una odiata formalit materiale, o di uno o di altro preparativo. Quando risulterh che i 1 prccerlenza alla pugna anche d i pochi minuti vi 1 fu da un lato la determinazione di chiedere 3110 avversario una soddisfazione col mezzo delle armi, e vi fu dall' altro lato la determinazione di accettare la proposta, tanto Lastera pcrcli9 si concluila esser rjriesto un duello e non una rissa, percli precednto dallo invito e dalla accettazione, e cosi da reciproco consenso di venire a battaglia per quel dato fine.

31a rlriando invece si tratti di duello non avvenuto per impedimento esteriore, cosicchh il giudico dcblja proporre a s stesso il quesito se il fatto a Irii de~iunciatodebba punire come ingizwirc, come mi~zaccia,come p~ovocazione, o piuttosto cornc reato di sfida n d t ~ ~ ~ l ls perfetto e giuridicainento cornin o plpleto nei proprii elementi criminosi, io credo debba procedersi con maggiore esitanza e cautela. I? qui

dove io trovo gravicsiiria dificoltli. nel definire la .ific!tl quardatn cornc reato cli pcr sb stante. A costitare questo delitto speciale e ad irrogare contro il iuedesiino le speciali penalitii non credo per fermo che si possano clinianclure certi rjti o condizioni materi:tli, carne i' invio del cartello o del messaggiero, o cc.1'te formule esplicite nella proposizione direttauzente fatta dal' avversario all'avversario. hIa pure i~iscigneriiche l'atto a cui vuole attribuirsi il nome di sficJc! per imputarlo come tale, offra condizioni r:sterio16i che rendano certo il giudice del fermo proposito in colui che vuol dirsi sfidatore, e del fermo proyicisito in colui che vuol dirsi accettatore di sfida. Ferulo proposito da un Iato di costringere 1' avversario a J~attersi,e dall'altrb lato di accettare lo invito e di consentire alla futura battaglia. Se quando trattasi di punire la sola sfida (pcr mancanza di ogni atto di successiva esecuzione) negli atti del prinio potri scorgersi una millantazionc, e negli atti (le1 secondo una risposta evasiva, cosiccli non sia accertata n& in quello n in questo la positiva dctcnninazione, sari difficile applicare le pene speciali di cluesto titolo.

IIa yuanclo la fermezza dcl proposito di seriamente invitare e di seriamente accettare rimanga assoilnta nel processo per qualsisia mezzo di prova, io non crcdo che a dire consunzato il reato di sfida occorsano ulteriori condizioni di fatto. I1 reato di sfida b perfetto, sohhene non si siano ancora scelti i ~,nllrini, non ancora scelte Ic armi, non ancora fis-

sato il luogo e l' ora della tenzone. In una parola io non creda si possa immaginare un tentativo (li sfida dislinto dal reato perfetto, e punibile come conato: o si ha il delitto di sfida a dmllo perchb la cleterminazione accertata e rlriesta fu sufficientemente coninncatn; o non si ha. niente che meriti punizione, perclik i nieri progetti e le mere velleita di rlelinquerc, se1)I~etlecoltivate a lungo, ed anche inanitestate, noil sono tentativi punibili. Le moderne leggi col fare della sfida un reato sui gefzeris hanno poi eliminato tutte le infinite questioni che un di si facevano dagli scrittori di cose criminali intorno al tentati60 di dzlello. Questionassi se la sfida si potesse punire corne conato di duello, tesi ardua a sostenersi : rjuestionossi se Cosse a punirsi comc duello tentato In ctiscesa nel campo interrotta per fatto di estranei prima che si incrociassero le spade o si iinpugnal;sero le 1,istole: rjnestionossi se fosse daello tentato i l primo incrociamento delle armi interrotto ancli'esso per sorpresa. Ma oggi tali questioni si renilono inutili, poich la scienza Iia definito con caratteri speciali il delitto di sfida e il delitto di duello. Il pririlo si consuma con la dctcrminazione della respettiva volonti: il seconclo si consuma con lo incominciare la I~attaglia,e fino a clricsto niornento non pub punirsi clie come sfida; o da questo rnomento in 1A i3 delitto (li dzcello perfetto senza altenderu In effiisione del sangue. Cosiccl-ic, n parer mio, la tcorica (le1tentativo rimane perpetuamente esfranea a questa materia (1).
(1 1 Lii c i i i ~ l c i i i ~ i l , ~ ~ dcl etrniativo in qiir-LO rr.!lo vnritr ion .iccoado i l diverso coiicctto col q[~ili! deteriiiiua I,) oggctsi

l'vil:~ dr.1 rnrdcsiino. Dove il diicllo ( c o n i ~in Francia) non

pririi-cc coiiir! reato speciale nl,i solo si piiuisce i l ferinicnlo o I' omicidio arvcniiio, 1.1 nozione del tcr~i.itivo quando v i fosse ;icl:itt;iI~ile subirrbbe ce regole geiicrali del corrsto tttl nceeni. 31,i ntl,iitare non vi si pu per difetto dello elerjicoio inlenzionafe clie 6 di esseriza al Icnlnlivo, iuquanlocl~i: diiclldute non si pu8 stdbilire il dolo (letcrminato. nel Qacs!a diflicoll;~ si poirebhe eliinindrc soll;iiito nei casi di durili ciic *i russe p ~ i ~ i i i cIovi<rs~ to coriih~ittcrefirio ;~liamorte di uno dei due, e uel diicllo americano. Dovc o1 conlrario si 1~uiii.ca il duello conle reato in sb stesso p~rfctto ;irlclie piirriii delle consrgrieiize sinistre, iiia non si deiti specidle disposizioue contro 13 sfida, in qiiesta e negli atti e convenzioni consccuiive iron rcpiigna clic si ravvisi un terit:itivo di d u e l l ~ : la sola diflicoltlc consiste ricl tlistiriguere gli :illi cseciilivi daIlil gli atti pri~p;lri~torii. dove firialrncriie si puniscc il duello, e pii1 si piinisce la sfida cornc delitto in s slesso completo, io non trovo possibile I;] iiozione del con;iio: perch se le sp;idc, fi~roiioincrociale, i: gih coizsilrnoto i l duello; e s e ancora non lo f~irono,io vegqo negli alli successivi alla sfida (accordi, prep:ir;iaione di arrrii, c disceha sul lerreno) una mora coiltiiiu~zionedel deliito speciale di sfidli. Anzi, secondo il pcnsic.iao che espongo nella nota 'al S. 2905, pub dirsi scientific;ii~icute clie il reato di sfida non sia crii;urnato finchi! le p:irii non sono scese sii1 terreno, non fciccndosi certa fiiio :i clueslo rnorneiifo la dolrriniiiazionc di provocare ~ f fcltivamrnte uria puzria arizl clie quella di far rtioslr;~di bravura o iiicutcre liinore.
SI

Dalla teorica del tentativo la scienza moderna accatia soltanto una rrsgoln. per adattarla al rloello: ed i: quella rlclln utilita ilcl pentimento. Anzi codcstn regola si allarga nolln pr'csente materia per vedute

- 620 politiche. In ogni altro genere di reato il pentimento spontaneo dei colpevoli impedisce clie si imputi il fatto come tenIativo, ma lascia sussistere la irriputabilit degli atti gih es~guitiqualora in loro stessi presentino un titolo di reato punibile. Qui al contrario lo interesse di prevenire le calamita sangninose dei duelli ha fatto derogare alle strette dcduzioiii .. giuriiliclie, ed alla regola ciie un atto delittuoso gla in se punihile non si cancella pel successivo pentimento. Generalmente si disposto ( e d C savissima provvisione) che quando i combattenti anclie dopo sguainate le armi, ma prima di ogni efi'usione cli sangue, desistano da ogni fiero proposito per pcntirnento spontaneo, non piu debba procedersi criminalmente contro di Ioro. Laonde chi si senta colpevole del delitto di sfida, e tema di essere per questo processato e punito, non ha per evitare la pena altro mezzo tranne quello di far mostra di perseveranza e poscia venire alla parificazione. Parrk questo un assurdo, m a la convenienza politica esige si disponga cosi (l).
(1) Ai termini del codice Austriaco siccome 1' art. 1 6 5 dispone clie lo sfidatore a duello non sia pi piiiiibile, s e dopo avere sfidato manca poi di prcsentiirsi sul terreno per coinbattere, cosi la Corle Suprenia di Vit:r~iia col giudicato dell' 11 aprile 1 8 6 5 stabil clie non potesse altrimenti putiirsi 1' autore della sfida s e per le niisure preveritive delI' niitorilh gli era stato impedito di presentarsi sul terreno. Riflett rnolto savia~iierite la Corte Suprema clie sebbene in colesta ipotesi la mancata presenza dello sfidatore sul terreno nori abbia piocediito da un atto sporilaneo della siin volanti, pure, siccome egli quando sfid era sempre in tempo a pentirsi e profiltando della beuigliii della legge evi-

621

-.

1,lr.e 1'1 prnn dt.1I;i ~ f i . l n cos non 2 convenicnle che I' au, torilk ponendo la mano sopra di lui lo abbiii s~~oglialo della eventirnlil;~ ftlvorevoIc, cd in~pediiodal mostrare In sua recil~isceirz.~. iliiesla 0scerv:izione i: eminenlenienlc saggia. Ridriccritlo il concello dal piirito di vista mor.,I l e alli1 forinula scienlilicli ci piit dire cile per il cndicc hustri:rco i l delitto di sfida non si consuriili clic col pre~eiitirrsi sul terreno, e che le parole di sfida non sono clie iiii atio preparatorio ~ I enon rivelano a sufficienza la 111livocii5 dcllii dclerniinazione crirninosn.

L'argomento del JuclIo presenta una elcgante qriestionc in proposito dcl concorso del titolo d' ingizaqia col titolo di pi~ococauioncal duello Non B raro che taluno desideroso di battersi con odiata persona per cnrise le quali a buona ragione non ama si propalino a1 pul~blico,ccrclii di provocare 1' airversario ad una sfila, e spesso a rlilcsto Ane si sceglie Ia via clcll' insulto. Ma 1' offeso non b armigero; e invece di lailciare rinn sfida, presenta querela cl' inpitiria. L'accusato dciluce che non ebbe ailiillo C' ingiuiai:lrc, ma soltanto volle cercare ocI cnsionc ad u i ~cluello, e riesce a porre in chiaro questa sua intenzione. Che dovrti dirsi in tale ipotesi? Quale itei dtie titoli dovrr'l applictir3si? Supposta Ia lwova cli rluclla intenzione io opincrei che il titolo ci' i?zgizsria non fosse giuri~licarneii obiettate Lile: - 1.O perch B condizione cssetz;inle della ingiuria (S. 1731) 1' animo di ingiuriare - 2.' perclii! il provocaro a duc!lo niente offende 1' onorc altrui; anzi i: tasf,iiicnzionc: (li onoranza, perch con persona vile e ciisoiioratn non si vuole misurare Ici propria

spad2, mentre invece 6 scgiio i1i sprezzo oppurrc arl alcuno ctie non sin degno di battersi c.on noi. 0l1ictt;indo il titolo d'ingiuria d l ~ i eil Tiiio iion i: cjucllo d i ilisonornre, si contratlice al c;ti.:~itf:ri: c0stitutivo dei reati contro I'onorr: (l!.
(1; Vedi la nota al

S. 1752.

Tale questione pu assiirnere diversa irnpnrtaiiz:t secondo la relativa gravita delle punizioni mina(-ciatc respettivamente a quei due titoli di reato. Iii faccia al codice Sardo che niente punisce la provocazione a duelIo, i1 resiiltato potrel)l~eesuctr quello dcll' assoli~zionci. qui 1' acctisa lia il massiriio inteE resse a sostenere 1' ardua tesi di una ingiuria senza animo di ingiuriare. In fjccia al codice Toscnnts, calle ali' art. 310 punisce con l' esilio particolar da due a otto mesi la sfida a ilrlcllo quantunque niiii accettata, e punisce la ingiuria (art. 368) con pene pi~miti, la situ:lzione si rovescia, e 13 difesa 112 interesse di dire chc 1' accusato rion eld~c aniin (li sfidare nia di avvilire il neiiiico mettendolo in SLtuazione di ritrarsi da rluellc che si cliia~iiano le vie dell' onore. E qrii nascono due nlteriori diflirolt:~ in faccia a questo cortice sul definire cosa costituisca la sfida incriminata dal niedcsimo; se ciob 1 ."basti la sola inaterialitj non :icc.ornpagnata dalla i?itenzionc rli battersi : e - 2." rlri:il sin la rrwtt:~-iuiitti clic costituisce la sfida; e se siavi bisogno dcllct tjsplicita intimazione e dcll'invio (li un cartello nelle forme regolari di uso per dire consuniato questo

- 623

delitto; oppure basti una qualsisia provocazione eyuivaleite, e clie iinplicitainente suoni disfitla.

Ad occasione della sfida nasce altro du1)bio nella ipotesi rovescia a quella teste esaminata. Tizio mi invib cartello regolare d' invito a hntterrni seco l u i : io per disiinpegno rispondo non potcre aderire a scerjclerc sul terreno coi1 persona disonorata, o sinzili: Tizio si querela contro (li ine pcr in~iuria.Alla difesa io declrico clit., niente pensai ad attaccare 1'0110orc di costui col dirlo pej-sona disoizo~nla, a m clic quello fEi un rnio ilipiego, un mezzo tertninc! per evitare il peccato, o per evitare il dclitto, o per evitare i pericoli ilella pelle scnzn incontrare taccia (li vilth. Che clovi.:i ilirsi di ialc sistema? Iiicorrenclo al principio che I' animo di ingiariare ? essenziale ai reati contro 1' onore, a ine parrebbe fondato : e di rero sarebhe rcpiignantc clie il giudice t.rovasse dclitto in un atto ftitto al solo fine di esirriersi dal commettere uii delitto gravissinio.

Aiiclii: guardato il tlriello set.otlc1o il moderno concetto come iiii rcntn sorialc, offre larga applicazione alla tcnricn (le1 grado i~ellaf'orzn rnoralc (le1 rri:ilefizio sl~ccinllilcntc proposito dcll' impt?to degli nfin iktti e clclln conxionc. II giudice nel distrihriirc: la iioputazione ilci (liversi casi deve tenere a cslcolo 13. Cctz(8a per crii si procedette a cluelio, sotto if duplice punto di vista della giustizia respettisa e della

- 621. pressione maggiore o minore esercitntn da ~luclla causa stilla liberti della determinazione. Cociccliil pii1 si degracla la imputazione d o ~ cpiir lirrtente t: pi ragionevole Su il motivo che spinse :illa prigila. JIa questo clilcolo deve farsi sotto un punto di vista tutto morale piuttosto che subordinarlo a certe niaterialita esteriori ; e torno n dire che la differenziale accettata da certe legislazioni antiche e n1odr:rne tra .rfir?dore e sfirlato non mi par. buona, perchk non ~ispondein modo assoluto alla giustizia distrilintiva, trovandosi spesso minore colpabilith nello sfidato; c preferisco la formula che la maggiore iniputnzione e attribuisce al 21)~ovocalo1ve, la minore (l) al provocato a duello.
(1) Sulle divergeiize dei pratici in ylianlo ai maggiori o niiiiori eretti della provoc:izionc come sczrsn al diiello, vedasi B u r g C r s sirzguluritlv~ obscr~uritinniio~Cealz~rin 5 ,

o b s ~ r u .17.

S. 2910.
1 giridice a parer inio non deve sempre fermarsi 1 a guardare chi fa che sfidh, ma deve piuttosto cercare chi fu il 2if-imo che volle il duello, e clii fu il primo clie con atto riprovevole gli diede volontnriamente occasione (I). I1 nemico che nel disegno di provocarmi a duellare con lui mi recb in pul~blico un sanguinoso oltraggio e mi costrinse per il pregiuilizio della opinione a chiedergli riparazione con le armi, s a r i per tale artifizio riuscito ad assnrnere in faccia al giudice la veste di sfidato, ecl avrh posto addosso a me quella di sfidatore; ma non persuade che io debba essere giudicato pii1 colpevole

di lui mentre la sua azione fa freddamente calcolata, e la mia procedette da un impeto di giusto sdegno o dal predominio di una coazione impostami ( sia pure erroneamente ) daIla pubblica opinione e dal timore di apparire altrimenti un vile e cadere in discredito (2). I marito che sorprenda il viola1 tore del proprio talamo sarebbe dalla legge scusato se immediatamente procedesse a ferire od uccidere l'inerme drudo. Ma se egli per una idea cavalleresca ami meglio chiedere la riparazione della offesa in un conzbattirnento ad armi uguali, si dovr giudicare meritevole di maggiore severit perchb materialmente guardata la situazione respettiva, egli fu lo sfidatore (3): ed invece dovrh come sfidato dirsi meritevole di benigno riguardo il drudo che dopo avere a quel disgraziato inferito offesa gravissima e distrutto la sua pace domestica, si accinge ancora ( stolto modo di riparazione) a togIiergIi la vita? Queste ed altre simili contingenze dimostrano non potersi accettare come assolutamente ginsta la distinzione tra sfidatore e sfidato.
(1) Coerente a questo pensiero fu il codice Spagnuolo che ally art. 652 limita lo aggravamento della pena contro lo sfidatore a soli due casi 1.0 quando abbia sfidato senza 2.0 quando sebbene lo sfidalo volerne spiegare il ruotivo abbia fatto le sue scuse persisla nella sfida. (2) Una disposizione speciale s' incontra all' art. 354 del codice Spagnuolo, e a11' arl. 582 del codice Portoghese del 1853 dove si prevede come forma pi odiosa ci' ingiuriar il fatto di chi sia andalo screditando qiialcuno per nou avere accettato un duello, e si punisce con multa e carcere fino a tre rncsi. Questo provvedimento arieggia ad una misura preuetztiva: e in tale punto di vista a me parrebbe se ne

VOL.V.

40

- CSG potesse allargare il concetto crearido un tilolo s ~ n ~ r a dir l reato nello cccitnmetito a diirllo, forriiula cile s ~ r e h b r ! comprensiva di iiioliissirne i p o ! ~ ~ iPoicIib la scienza u i o J e r i ~ ;ia . ~ trovato buono, e lo & di trito f$.2732, di crc:irc u n tiiolo speciiile di reaiu nrllo eccitctuz~l$locrlla resisto~zrr, parnri che questo pensiero non debba incontrare diificolth. ( 5 ) 3Ii pare che dovesse distinguersi priri~;~ gener~lizdi zdre 1' odio contro lo sfidatore; poiclih vi sono aggressioni ed orcse che obbligano in virl dei pregiudizii soci'ili gli uorniiii posti in certe condizioiii a cliicdere soddis~ziorie iriediante una sfida dell' ollriiggio piililo. A nic p,lre difeltosissirna e feconda d' ingiustizia la regola s~,tbilii~i codice d.>l di Pdrma clie alla uccisione in duello cornrnina I:i c;ircerc i n fortezza dai 10 ai 90 anni contro lo sfid,iiore, e dai 5 di 10 conlro lo sfidiito. lo vorrei ci-ie si gii:irdnsse pi addentro alla causa della >fida. Accetterei la disliiiziorie s e 1:) sfida si ltinci) per una causa frivola od espiscatn; mi1 quando Iii caiis:i fii grave e ginsta, vorrei si dimet~esse quest7 odio contro lo didatore. E il concetto parmi che si potesse esprimere con f,icilif&ed in rnodo netto, dicendo che cluit~do sfidato aveva lo provocato la sfida con un atto che in sd costiti,isce deliltu dovesse cessare ogni aumento di pena contro lo sfidiitore. L:i nigione clie mi persuade di ci i: i l confronto tra l e peiiiiliii delIf o~~licitlio prouocrrto, e le penali12 dell' onzicidio i dtwllo. w Confronto che deve farsi s e si vuole esser giusti, ma clie iristiluito in diversi dei codici contemporat~eiconduce tifili :issiirdi. Suppongasi che un niilitare sia briitalmrnte prrcosso cln un suo canierala: s e egli sgiiaina la spudi~ed uccide i l suo percussore senza dargli tempo a difesa, C. reo di on,icirli 111~0~0ciito. s e pi generoso e leale ei dice ell' olfeusoro &la tii mi hai oltragr;ialo, io ti sfido; c si hatloiio, e 1' uccide, h i ~ : o di uccisiorle i n ditcllo agEriivatit d,illa suti rliigilrtR di sfiilalo~e.Si ii~ediiinoqiiesii due casi, e vi si iipplicliirio le lwnalil respeltivameiile sancite dii alcuni codici rnoderni, e bisognerh pcrsundrrsi clie la iiltiiiia formula per oltcriere un adegualo reparto di punizione non i! ancora trov,ita.

Vi sono dei combattirnenti nei clrtali no11 entra a cose ulatlinarie il giure yenale, e sono Ic sfide fatte o?zo~*is cdtdnlzdi gl0alia, come il pugilato rlegli nntichi ro~naili,le accacleniie di schernia, It? giostre ed i tornei ( 1 ) ora cseguito al finc di erii~liiiiento personale, ora nnclie l ~ e r gioco e scommessa, ora a cagione cli spettacolo e per sollazzo ~~ril~blico. Questi fatti sono leciti. Tollerare ed anzi incitare ci1 incortlggic~rei giovani n1 iiiancggio clclle nrliii, cosa utilissima non solo conie giiinastica pi'nfittevole alla cliucazione individuale, ma come iiiczzo indispensal~iloai ulilitari servigi ed ai bisogni eventuali della guerin. Qui non pui, cndarc in rnente ad alcuiio il 1)eiisiwo di applicare Ic lcggi e le sanzioni contro i cluelli. Clie sc anclie in qrieste per lo accirlentale roxnpersi di nn fioretto, o poi altra cvetittialitA, si cagioni ferimento od anche oniicidio, esclusa ogni idea (li ii~alizin, credo non possa oggidi procedersi io a punizione neppure per titolo (li ouiici[lio o ferimcrito CO@OSO. Credo ncc~tt:~ltilc unche ~ g g i d ~ il reU 1 p i n n o alla hg. 7, S. iI utl legclenz sponso di Aqfriliccl,,,il quale consuonn ai cardiiii rlclla iiiiliutaziono civile. Vcrsantlo gli agenti in cosa Iccita si ]ian~io tcrliiini del caso firtriito; e tranric cccezioi nali ipotesi di iinperdoiinliilo sciagaratnggine che qnasi confii~icol dolo, vi b lnoho a rlcplol-nre u n infortullio, noil n prinirc un clclitto.

otribur

-P a n

i r o l o de rebus deperdicis pars 2, tit. 20,

pag. 289.

S. 2912.
In quanto alle degradanti della et, della ubriachezza, ed altre simili, non vi in questa materia occaho sione a speciali osservazioni. Quanto al tentatii~o gi detto il mio pensiero. In ordine alla complicitu sono parimente venuto esternando di sopra le mie opinioni in proposito dei padrini. Tranne le speciali considerazioni relative a questi che tengono divise le opinioni dei giuristi e dei legislatcbri per il conflitto tra certe vedute politiche ed il rigore delle giuridiche deduzioni, io credo che i precetti generali della complicitk procedano invariati r i p a r d o ad ogni estraneo che siasi renduto partecipe di un duello con dolose istigazioni (i), sornministrazione di armi o di luogo, od altro simile modo di cooperazione. Non occorre per6 spendere parole a mostrare la insanit di una regola eccezionale che ebbe iniqua sanzione negli editti di Francia, rnaleauguratamente riprodotta in qualche parte d' Italia (2); per la quale si punivano carne complici anche li spettatori curiosi.

(1) Codice Spagnuolo art. 353 codice Austriaco Pj. 145 codice Portogliese art. 585 legge Belga dell: 8 gennaio 1841 art. 2 e 5. Vedi V o i s i n de la comnphicile' pag. 139. (2) In Toscana una legge del 18 settembre 1654 (riprodotta nella collezione del C a n t i n i tom. 16, pay. 1 8 2 ) puniva della forca e della confisca dei beni anche la semplice sfida al duello e della nlcdesiiiin pena colpiva siccome correi anche gli assistenti al combatlimenlo per niera curiosit. BIa anche q u i la prudenza della nostra inagistratura aveva ~ O F -

- 629 sensibili modificazioni. 2: notevole un giiidicato del !&$ giirgno 1826, rilerito dal C e r r e t e l l i alla parola ducMo t i . 5 , che ad un oniicidio commesso in duello applicb due anni di confino a Volterra valutando come scusa la forte provocttzione, riconosciuta nello essersi dall' ucciso proferito ingiuria contro la Nazione italiana. Ordinarianiente nelle pratiche nostre la pena si era ridotta, nel caso di semplice ferimento in duello, allo esilio compartimentale. Blolte furono in Napoli le sanzioni pragrnatiche contro i duellisti: le pi notabili sono quella del Vicer Pietro di Toledo dei 2 gennaio 1540, e quella del Conte di Montcrrey del 6 decemb r e 1631; sulle quali 1! notevole che mentre la prima minacciava la morte anche contro i padrini, la seconda ridusse la pena alla relegazione e d alla multa, ma non gi per sentimento di mitezza; bens perch la prinia legge per quasi un secolo non era niai stata eseguita appunto per la sua troppa severita. Pi modernaniente la legge del 20 maggio 1808 distingueva fra duello che avesse avuto luogo nell' atto stesso del1' alterco, e duello che si fosse pugnalo dopo un intervallo di tempo, usando severit maggiora contro questo che non contro quello: e portando il massimo della pena anche alla morte, a condizione per che la causa del duello fosse ingiusto, usava sempre severii maggiore contro lo sfidatore, e minore contro lo sfidato. Questa legge fu in Napoli modificata dalI 7 altra del 31 luglio 1858, la quale mantenne nei casi pi gravi la pena capitale. La legge Belga del 1841 non minaccia che carcere e miilta anche in caso di omicidio; e la stessa qualit di pena, ma in durata minore, minaccia ai padrini. I1 codice di RIassacliussets non comniina clie la perdita dei dirilti civili per anni venti. Il codice di Vurtembergh e il codice Greco collocano il duello fra i delitti contro la pubblica giustizia, considerandolo coriie ragion fattasi. Ma questo concetto giuridico originariamente italiano; ed di F j l a ng i e r i, e f u poi sviluppato dal D e S i m o n i. 11 codice di Nuova Eork del 10 dicembre 1828 applica all'omicidio seguilo i11 duello Ic pene ordinarie, minacciando pena di pri[IJ~O

gioniti al sei~ipliceduellare. I l corlice Runieto dt3l 1864, ,ilI' art. 260, corisidern come ducllo anclie q~icllocoiithd-illiio senza padrini; rnd qusiirlo in [ n 1 caso siuvi avventilo oniicirliu applica In pena ordiiinria di qiiesto.

In Italia il pensiero della inconvcnienza politica di punire i1 duello ha nuovamente acquistato proseliti, e sembra (1870) imminente per parte di questi Ia presentazione al parlamento di un progetto di legge abolitivo della repressione dei duelli. Io non voglio precocemeiitt? esternare una opinione su tale possibilitg. I n prluto astratto di scienza ho giH mostrato di sopra che non persuadono 1' animo mio gli argomenti cosi giuridici come politici coi quali molti autorevoli filosofi propugnarono la non punibiliti dei singolari combattimenti lealmente pugnati ~1 cans:~ di riparazione di onore. Ma nel concreto le attuali condizioni d' Italia possono presentare argomenti specialissimi che rendano conveniente, e forse anclie necessario, un provvcdirnento di riforma della attuale legislazione sui clrielli. La questione vuol cluriclue essere esaminata avuto riguardo allo attuale stato di ragione, ed ali' attuale stato di fatto del reamo di Italia. S. 29 i 1. Lo slalo di ~agioneclio governa oggi 1' Italia i: il rcginir! costituzionale. Qtiesto regime, simbolo di progresso, e tinivcrs:~lmente desiderato, csigc ampliazioni di libertii, ed in specinl modo liberti cli stampa, e libert di parola nel parlamento. CSriestc

ilue libcrti non possono togliorsi n cowrtarsi senza demu1ii.s in radice la inclole del nostro sistema politico. F: quantunque nella folla dei nuovi ordinartienti 1)recipitosaroente adottati nella risorta consociazione italiana molti ve nc abbia cho in luogo di ampliaro le libert5 civiIi e meglio gnarentire i sacri diritti cleilo individuo, siano avversi a tali libert. ed a tali diritti, COI^ grande noia e peso dei cittadini di certe province che non. erano use a consimili inceppii.menti, pure lielle materie di stampa e di discussioni parlamcntarie le velleit8 dispotiche di certi nostri legislatori non lianno osato portare la mano.

5, 2015.
31a la liljc!rti~ di starnps e ordinata per guisa fra noi, cbo rirnanc spesso senza tutela in faccia al g.ini.nalismo I' onore (lei ciltaclini. Data licenza ad ogni codardo maligno (li appinttarsi dietro il comodo fantoccio di url gerentc reslionsabile, sa ognuno, e la esperienza giornaliora lo mostra, che 1' onore dell' inrlividuo non ha difesa dnllu repressiva giustizia. Io dico f~-ailcaincQte che vorrei liberth di stampa anclie maggiore di ilriella che abbiamo; ma profcsso cli non conrprendere corno si possa zspirnre ad, una liljert8 qualunque degli atti 1iropi3iiscrixa accettare il natarnle corrcspettivo di ogni 1ii)erti; vale a dire la 1~cs~1oizsubi2il& atti proprii. I ilue correlativi degli sono por loro rintrira giriridicarilente inseparabili. Na sin clie vriolsi cli qriosl,e mie idee; fatto i? che oggi ali1,iarna una Icgge di stampa per la quale i pid vili nemici 3 1 orrilzra doll' anonimo e clell'irco emis1' sario di un gerente dle specula sulla carcere a

- 632 tanto per giorno, possono senza timore di pena lacerare le pi oneste riputazioni. Ora qual la grande ragione di punire il duello? & questo sommo principio sociale che 1' autorit difende i nostri diritti, e perci noi non dobbiamo difenderli di privata forza, ed invadiamo i diritti della societ se la forza privata alla antorit di lei vogliamo sostituire. Ma questo principio cardinale della punibilita di ogni ragion fattasi privata quantunque giusta nella sua genesi e nel suo fine, cessa per buona logica in tutte quelle occasioni nelle quali la difesa pubblica B impotente alla tutela del diritto dei singoli. In tale frangente non cessa il diritto n& la necessit di proteggerlo, ma la sua protezione torna ad essere nella balia dello individuo, perch& I'antoritB la quale non esiste per proteggere il diritto deve considerarsi come non esistente per impedire ai singoli la protezione del medesimo (i).
(1) pure da clilcolarsi il freno che impongono le veglianti leggi alla pubblica giustizia rnercb i privilegii accordali ai Deputali al Parlamento, dei quali certi prepotenti abusano volentieri. Se io ingiurio un Deputato, la giustizia 1 3 pronta a punirmi: ma se un Deputato mi ingiuria nel modo pi villano non posso invocare il braccio della giustizia contro di lui, se non ottengo la licenza dal Parlamento: n& questa sempre accordata. Se alcuno in questi termini ricorre ad una sfida E dunque una derisione rimproverarlo di non aver falto appello alla autoril del giudice. Riconosco ia giustizia del privilegio. Ma nella mia lenuila non arrivo a capire per qual niotivo i Deputati debbano essere pi privilegiati dei Senatori, la dignit dei quali si tutela bastantemente col privilegio del foro e non con la impunita.

La libert della pavola nelle concioni parlamentarie B un' altra condizione di ragione che fa dubitare doversi in certe forme e circostanze tollorara il dueIIo. Por le disposizioni inalterabili dollo Statuto i rappresentanti del. potere legislativo hanno (ed B necessit e dovere che l'abbiano) illimitata libert3 di parola senza timore di carcere o pericolo di un'accusa qualunque per ci che abbiano detto nel parlamento : questa immnnit B indisperisabile. Sarebbo stoltezza, sarebbe regresso, sarebbe demolizione del rcgiine novellamcnto costituito, pensare non che a toglierla neppure a restringerla nella pi piccoia parte. ala allora, voi non potete pia dire a chi nia stato offeso in tali condizioni che egli dovava invocare la giustizia pubblica e non la protezione della propria spada, perchb la giustizia pubblica gli chindcva in faccia le porte, e gli negava ogni aiuto.
Sc dunque vi sono nell' attuale stato di rtcgione in Italia situazioni eccezionali (alcune delle quali sono assoltitamonte impreteribili) per cui 1' onore di un cittadino puQ trovarsi esposto ad ingiuste offese senza potere sperare dalla giustizia pubblica qriella riparazione alla quale il suo onore ha sacro diritto, la tesi assoltrta dclla punibilita non B pia sostenibile. lo non voglio dire qual sia la consoguenzn di tale conflitto: dico solo che il conflitto esiste, e che ha bisogno di essere studiato per apportarvi un riparo (i),

(1) Vedasi quanto ha recenlemen:e scrilto in qucslo senso P a u l o F a m b r i , con In sua consueta robustczzn di logica e vivacit (li modi, nel libro intitolato Girrrisprtcde>wn del Duello, Firenze, tip. Bro.lidrci, 1869.

Lo stalo di fatto presente di Italia ha poi renduto ribeIIe il senso morale di tutti gli onesti contro l'attuale ordine legislativo che governa i duelli. E un fatto che oggi (1 870) in Italia quasi non passa giorno in cui non si combatta un cluello. E un fatto che contro questi duclli notorii, da tutti saputi, e da tutti conosciuti (iii prevenzione e dopo) i pubblici ministerii nella cui libera balia (se non si fossero disgraziatamente mutati dall' uficio di magistrati in quello di organi del potere (1) esecutivo) il libero Governo dovrebbe lasciar libero 1' esercizio dell' azione penale, non adoprano e neppure si attentano ad adoprare il loro diritto di accusa, perchb trattasi di gente alto locata. Cosi nella Capitale ed in altre grancli cittri la legge contro i duelli non esiste : esiste per?) nelle piccole citta e per gli uomini posti in pi bassa fortuna, per i quali il conato di un duello tuttora un delitto, e se ne mena scalpore, e se ne farma un processo, e si mantiene in trono la legge, quantunque altrove e per altri fiaccata, rotta e disprezzata. Questa B una veritS positiva di storia contemporanea. Ed a questa conclizione d' ineguaglianza siamo condotti oggid quantunque si vanti di avere tanto riformato la giustizia penale, e quantunque si al misiano duplicati i gall~ni berretto do1 pul~l~lico nistero; rlnantunqric siasi posato sul banco dcI presidente il simbolico bastone col pomo d' oro; e quan-

tunclrie siasi scritto a grossi caratteri sopra la sua testa che la legge ecgualcper tutti. Io non pronuncio opinione, n& emetto voti; io non intenclo di iscrivermi fi.2 i protettori del dnello. Dico soltanto cile questo stato di fatto (e disgrazi;xtamente non B il solo) reclama un provvedimento, se non VUOI dirsi che 1' Italia ha dissotterrato gli statuti del medioevo, e che i delitti si puniscono o non si puniscono secondo il rango delle persone. Dico che se riconoscete in faccia al torrente della pubblica opinione di essere impotenti a punire un delitto nel maggior numero di coloro che lo commettono, dovete alrbassare la fronte e rinunziare alla legge, serbandola a tempi migliori, piuttostochB scrivere sul frontespizio della medesima - questa una Icgge che punisce soltanto quei cittadini che rion hanno n croci, n6 nobilt8 di natali, n9 dignith, n altro titolo di itnmunit8. n
(l)Qiirsto st;ilo di Cose porge una u i t r r i o r ~applicazioiie alle sevcre ina giriste piirolc clcll' insig. Senalor h111s i o , che si Ipggoiio nel Giornale giuridico Ndpolctiino inlilolalo Cesure Beccrcricc fartrio 1 , png. 68) circa lo inclefiiiibiio infciida1 nicrito ilrl piibblico llinis~eroal potere escciilivo cd n l l i i polilica. 1.3 g i \ i ~ f i ~ iserva delle convenienze poliiiclie i li1 i\ : niosti.iiosii~~ connntur:ile alle tirannidi; inii il solo sospeiio di ci, in iin Giwcrno libcro seriibrn unii risionc hbhrilr: r ~ ~ i i r o non lo i .Sul che i: da vedersi ancora e ~liimetliisrbi il iiori . niai nbb:tht:~riz:t encorninlo Invoro di G i O v ;i ri 1i i C ;I r c ;i ri o intilolalo Il Piibblico Jiittisleiso, nliltrao, 1868-69.

F I N E
D E I ; QUINTO T'OT~UJIE E DELLh PRIJIII CT~I\SSE

DELLA S E Z I O N E SECONDA

I N D I C E
D E L L E
R U B R I C H E
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SEZIONE SECONDA
D E L I T T I
S O C I A L I

CLASSE PRIMA
DELITTI CONTRO L A PUBBLICA GIUSTIZIA

CAP. 1 .U Idea e contenuto della classe S. 2478 a CAP. 2.' Delitti di persone pubbliche contro persone pubbliche S. 2485 Tit. 4 .O Ambito S. 2486 a Tit. 2.' Frodi nelle elezioni S. 2501 a CAP. 3.' Delitti di persone pubbliche co?z~o persone private S. 2509 a Art. 'i Abuso di pubblici uffici. . Tit. 2.' Abuso di ariiorit8 9.2512 a Tit, 2 Corruzione . . . ' S. 2543 a Tit. 3 Concussione . ' 5.2566 a

2484

. . . .. .

2500 2508 2520 2542 2565 2502

. . . .

. . . . .

Art. 2 Abuso di publltiche funO . zioni . . . . . . S. 2.$.1):: :: Tit. 1.' Prevaricazione . . . S. 2)) 1 t / IO Tit. 2.Walunnia . . . . . S. 3,; (t S. 2fj19 / t Tit. 3.' Calu~iniareale . . . Tit. -1."SSimnlazione di delitto. C;. 2fiX / l Tit. 9.Valslsa testimonianza . 3. ?C62 Tit. C,.~ubbornazione di testimoni . . . . . . $, 270s Tit. i.0 Spergiuro . . . . S. 2728 cl CAP. 4.' Delitti contro la pubblica giustisia di persone private c o ~ t r opersane pubbliche
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. . . . . . 5. 2740 Resistenza . , . . 5. 271 1

Art. 1. T r i t e r i i essenziali delk resiste?zza. . . . . S. 2742 I. EIcmento materiale delE(t vesislenra . . . . g. 27 $3 <c 2i5i 1 . Slemento intenzionale 1 &!hresistenza. $ 2758 u 2781 Art. 2.' Criterii misuratori delb s.esistcnoa. . . 2781 I Criteri$ deesztnti dal danno immediato . . . S. 27883 a 2792 1 . Criterii desulati dal dan1 no mediato 5. O792 16 27:fT Art. 3' Del grado nelja rs. . ei. stcnza 5. 2 7 : ) ~ I. Ikgl-adunti della resislenne2 rapporto della forza fisica . S. 17!JI) u 2801

. . . . .

- 639 1 . B~zg~-ncla~zti 1 cleZZc6 resi-

ste?z.za szel rapporto cleZIu forza morale. . , . 3. 2SO2 IL 2SO(i Art. 4.' Penalit della vesiste?2sa . . . . . . $.2807 (L 2aOO Tit. 2." Esimizione, evasione, effrazioiie di carcere . . g. 2810 u hh2l Tjt. 3.' Favoreggiamento . . S. 2822 u 2 3 1 S! Tit. 4." Inosservanza di pena S. 2840 1t 2S L 7 CAP. 5. Belltti contro In pztbblicn giustizicc di persone private ~01211~0 privato $. 2s-i8 Tir;. 1." Ragion fattasi . . . g. 28 4'3 1 ?S(;O 1 Tit. 2.' Carcere privato . . $. 2SG1 cr 2S70 Tit. 3.' Duello . . . . . . S . 287 I nrl fin.

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