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publbcam ~ d m u s i scol. 2, pnts i, qrcacsl. 4 - T h a m a s i o disserbaiio de crimiiie nir~giae;il&ejas colleci. tiob. 3, diaserb.

S - SI: ti o r n c dc ningin e wimintcnt serie p r o s c ~ i benda, lviltdntbdrgct 1789 T o l l o z a n de rtil~ficis et mlilhem~licis;i ~ b e l r i c li r llbesccirr. velcls vol. 1 , lonr 3, O dtsaet l. 95 - A l p li a n i jur. ctim. lib. 2, [il. l , cap. 1 k $01lilr.ge'o F. 55 - C o l l i n d e P1 ri ncy diclionliaire i~rferriiil,bot mayiciens, magie, chnt mes, mcrls@res. U n a cbsposizionecomplt~ta un processo di magia del sccolo dedi rimosriiimo lrovasi nri Heaponsn Tubingeiisia vol. 4, resp. 86. E n r i c o Bo u g ii t? t, giudice a san Clauilio i n Francia (:onL~a,rirl suo (1isi:nrso sopra gli streghi si vaniri (li avi:rne filti bruciare millt: rinqi~cc~nlo dieci anni: T i s s o t fioin lice sur Z'klnblissemsrrl de I'inqzciaition GIL F~.nnche Cornlb png. 19. i-, singolare che M u y a r t d e V o u g t a n s ( l o i x crimi?helkts dnrrs 6'01dre t l a i u ~ e l i e )ilrplora clie oggidi pia non si vrggano sirrglii, e ne incolpa la inci'cdiililh.

Oggigiortio la fedo nella potenza ilegli str~lgoni cessaf:~, e la cretlunza a buona fede coltivitta nei inalefizi di alcu~io1:i. qual(: sia stata causa di feririlento o uccisioliu i danno del supposto strcgonc, : non si ammette $1 nemnieilo come scusa (1) al reato di fierimento del quale essa sin stata la causa. 1 titolo di nlngin (2) i3 cnncclIato da tutti i codici 1 (*ontcinporanei. Se un allucinato crede a buonn fede tii essere fornito di potenze sl)rannaturitli si consegna ai medici ed al manicomio ; se taluno col pretesto di sapienza e potestk soprannaturale spaccia prascrizioni, corne filtri amorosi, come bevande abortive, com3 poculi proilut,tivi di sterilith, cl'impotenza, o simili, pronto seconrlo le circostanze (le1

caso il t it ctlo sp .ci:ilt? ili rencjficz'o, di lesiulte 11c1.,,otrtrl~?, tii piyoc?ci*c~l~ nhutnto, e simili, o consuinati tr tentati; c Ixtstnno siff'itti titoli alla tutela giuriilicn. E se iI~i:iI:nr:i-ite tnlunu senza porre a pericolo 1:r salute dei suoi simili si spnccia per mago, ciurrnatore, inclovino, sorti!ego, scuopritore di tesori, magnetizzatore, e simili, a-soIo fine d'ingannare i crecluli e procacciarsi illeciti lucri specula~ido sulla : ignoranza altrui, pronto il titolo di frode o stelZionato, che alla sua volta Lasta alla tutela giuridica delle proprietk aggredite. N pu8 duljitarsi della puni1)ilita di consimili frodi sotto il pretesto che chi ne rinianga vittima sia vittima della propria dabbenc~ggineed ignoranza ; perclih anche gl' igiioranti sono cittadini che hanno diritto ad essere protetti, come si proteggono gl'infanti e i pupilli, ed anzi pii6 tenersi come doverosa una pii1 e~iergica protezione dove pi energico se ne ravvisa il I~isogno. Sicclhk concludesi clie anche la magia ed il sortilegio non sono v ~ U fatti che possano occupare come titoli di per s stanti una sede nella trattazione del giure penale.
( i ) N i C C O l i n i qz&sslioni d i di~,illoparl. 1, cottclus. 16 : vcltlnsi sopra $'.,1289 nota 2. (2) I,n parola mtrgin nrllla sua ori gin^ in11ic:rva snpiraza: ma i criniinalisii la applic;irono a coloro che si acquistavano sapirnza mt~diarilec:omnwrcio iliaboliro: B o eli m e r o elei~iellin jur. ctin,. st?cl. 2, cap. 4, S. 57 - D e A m o e n o deliciis e1 poe~zis lit 8, .;'. 6 - B e r l i c h i o praclicarum con~lnsionzimpars 7, co~zclus.3 C a r p z o v i o jiruclica ci,tinnlis guaesi. 50, n. 82. A parlare esalto io credo che sotlikgo srcondo 13 sua ctimologia (sorlern 1zgsr.e) rl~signi sollnnto clii f:i prrifrssiorir (li r a r c o g l i ~ r clc sorli fulur? 1 ~ g -

g~ndo ricllo avvenire; ladilove rn~rgoc sl~.;~gonc? dcsigni colui che oltre arl indovinasi. lo avvrriirc vunlc. anrlie romnndargli P mulare con la po1rnz:i su3 i futuri d ~ s l i n i .M! n ~ l l ' u s o : romune q n ~ l l c parole si pri>ritlonoprnniisc~ianii~nt~~. I n Roma si~mhraclie la pPna cripitalr s' inflipgtassr sollanln a coloro che le propric divinazioni volgrvaiio siillc sorti future dc.1 Principe; e st? ne trovd rtigione 03 P a o I o i n un concelio pi~lilico,arrinchb Ir profaie di cosloro rion r ~ c i t i i ~ s c r o lurbar n ~ n l inillla citi$. Ii:1 poi si gi~nc!ralizzOla pcria ili niorte avverso simili delinquenti, t> gl' Irnperaiori drCrrtnrorio il viviroirrbruio. Disputano gli rrutlili sc nc.1 giurc Romario si applicasse ai soriilrgtii il iitolo d i Icsa m a ~ s i l :e srnihra prevalere la opinione nfngaliva pt1r cib clie osserva J o n g e de deliclis ronlin Rernpublicurn col. 2, png 40 - P l a t n e r gzlnestiones de jzcre c~.iniinuua Nor?rnno qlttiesl. 6, cap 9, S . 1, pag. 235 ad e%%. processo anliro (li magia si riUn prodollo dallo c~ruililissiinoT h o n i s s c n nell'appt~iiriiceR 1.he trovasi al zlol. 8, pog. 219 della sua inleressantissimn opera inli tolala modestamen~cglirdes slit. l'hisloir'e du dr oit criminel. Tullele opinioni piu rictavute nt>isecoli passali inlorno agl'itifioili rnodi immaginati n rlall~inalizia o tlti rinrt rsaltazionc fanatica IJt'r ilcare RiIi~cc~liit:i.i~si trovano r:ircolli! in un crossn voliimc in 4." di 1112 pagine d i ( ? I i. o m m a n n ! pubblicb a Noriml~rrganrl jG75 sollo il ii~olnl i 11.nrlnl~is i (le frrscinnlione. S. 3379.

6." Pimo~?in G i i alla materia (lei rcati contru In pul~blici~ giustizia mostrammo coine la simom'ct (1) (gravissimo clelitto canonico e meritevole ili sellere pone canoniche) non sia altro che un ambito. 01-2 iinclih clucsto ambito si svolge attorno aci uRcdi c.lie iinicuincnte appellano n gerarchia ecc+lcsinstica 10 S t u t t ~non i ~ a interesse (li rniiinccinre petili; ~d ami inv,zilereb!~e il cumpn doli' aiif oi*it;t ~ ~ r c l i ~ s i n ~ ~ t i c a st?

I~rcsrzmessaili processare un Tescovo o;l iin 1);.1r~*olloper i madi coli i qiiaIi soriosi pncacciati gli uffiri loro ; a deporre uii I.~o~iefizinto a1i.1.o~ i r ~ i i l c , od siridncantlo i modi coi rjunli ottenne lo utl;cio. I lcgislatori secolrt~#i si oc'r'upavano di siisiili thtt i rlie inasclieravatio sutto il prciesto ili zelo religioso In. 1oi.c) sinania perpetua c fatale il'ii~triidersii~clie farccnde ecclesiilstiche. Dove peraltro vi sinno clignita ecc!esiastic.he le quali liortiri0 clii le cuopre il cnrntteve di plt&lico z!flcia/e, i governi (flncbb cliiiba cjiesta strasa rnesclolt~nzadi sacro e (li profario) non veclondo in coloro rillro che $?coi i?npicgylnli potra t)er logica diritta (dcisunta pero cln un priricipio tnrt,o) ociiiparsi anclie cli rluestc?.forma d i ainbito. SI8 sempre come reato contro 18 prrl~liica nmministr:iziuilc e nuii mai roriis delitto religioso.
(1) IJa .cisonin si dcririi il clclillo (ti coloro clie rcndono \.cluli cusc spit'iluali G qii:isi spiriiusli poste fuori tlrl comnirrcio d i y l i uomirii: R P n a z z i elconlta frrr'ia c~iininnlis 4i6. 4, cnp, 7. F, 1, png, 63 - U r s s y a i~zstil~tliones crivti,?ffles lib. l, lit, 9 -. Crn m r r op?isculiz jrrridica tlot. 2, U ~ I I S E . 31 -- V a n E s p e n jtis erclesinsticzbila pnrs 5, Ibnp. 30, tit, 30 - G rri v i n a inslilfbliones Jnris canonici Irb. 3, (il. rrlt. - I. e g s c r rnedilaliones in pc!nderlas, spec. 623 - P ii i I m n n slernentct S. 268 et C70 -- R o ti ss ila u d d e 1 ;I C u ni li C nloliercu cl'inlineles png. 370 st srria. ts sua r t i m o l o ~ i ;da Sinione Magb; la grande aliomi~ riazione ncllla quale esca si cbbo noi primi Irnipi tlelln chircii; li1 sii:i co~isumazione merc il $010 pailo; rornc si divida in rn?iviJnziotccibe e reitle; come si abbitino pPr simoniaci an* olir i proxoncli; come possa csscrc scmpliccmt~n~e cot~pdeta:i&; I, comc lirialmerile i sacri canoni Oislirigor.~sero c l f ~ n pcli\rl il rnt;rcalo ilpllc roso spira'lurili dal nirrcalu dcllc COsc

guwsi spiriliinli; sono lnllc matrrir 1arpsrn~nlctraltale, cliii ctinonisli e riproilolle dai vrcchi is(i1uIisli penali, ma che pii1 nati danna inleress~ pcnrilicia dopo c t ~ rIrc t ~ o r j r ail~ll'rtmal biio B stala coslruila sovra hasi piiram~iilr~ ~ccolsri.G i ul i a ii i (isiiliraioni d i dir ilro rqiminale rol 2, png. $9) acutamente aurcrie come lo s(psso Sommo Pon!eGcc n ~ dell inra come Priricipr il C O ~ ~ Cprru!il al~lji;~o I ~ n h ( ~ n l i ~in-e P s nl sclgnato la differilnza clie d ~ v e esistrre fr3 il cnpo diB1l:irtiicsa che miriliccia pene t.cclcsirrr;lirlie, r. il capo dello Stato che minaccia pene trrnpurali, e cos (uggiiingo i o ) i1 codice Grtlgoriano ha potuto essere ncxllo argomento dili raali coniro 111

religione pih conforme allo scienza di quello non lo siano stati allri l~gislalori cattolici modrrnf,ai quali piaciuto rion abbandonare del l u i ~ le tradizioni tl~gl'lrnperatorid'Ori~nte, o i quali soila il prrteslo di fare profossivnr! d i fede religiosa e di mostrare zrllo e s p i r i l o (li priilceione invasero [la u n lalo le libcrlh civili men1r.c dsll'allro lato inuridcvano I'autori18 ilella cl~irsa.

t,est@dal

qklt'st0 ZL!)~J~ZLI~IO pCLrli:t~ I runisni ccrtt~rtlcnt e guardarorio la violazio~~c, sepol~rc~ ~ t oil punto clel su di vista della pn)ftmszione religiosa, come ric;ult&rlal f'ranlrncnto di P a o l o riprodotto alla I. ii, fJ: de ?.ioluto sepulc/wo c rln varie costituzioni degli In]peratori cristiani. M noi dicemmo e ripetiaino adcsa so che quando la violazione del sepolcro proceila. da anirno ostile alla; religione del defunto non ha Iiisogno di titolo speciale perchh tlcne restando nella cIascc clci delitti religiosi, rientra sotto In generale rubrica degli ollraggi n2 cullo. M3 tranne ci6 osso non P elle xn reato crititro 1 r,:il~hlirn c;::~litA. 3
7.*
~ ' i r l ~ i l . ~0~ ~ N J ~ C T1)i ~ II

S. 3180 al 5, f32OO.

8.1'Sperlgicri.o-- tlncht: di rluesto fitvlo e~aui.;ii;iilo la tratt:tzioiie :r rluel luugu che crcderiimo conveniente assegnargli (S. 2728 a 8. ",39 ) fra i reati contiu la ~iut~blic:~ giustizia, e M niostrainiizo come per iung:~stagiono i giuristi e legislatori co1:siderasseril coine prominente oggetti-r.0 clello spc*rgiuro In (J%SX alla religione, e quali fussero le coilsegucnze severe di tale ccjncetto; e come poeci:l rettificate li: idee anche su quest(~ argc~mento determinass6 ce1 si solo oggettivo ilelln giustizia publ~lica contraslnt:~ la l~unil~ilitit siflLittu titolo. Qui tlunrlue senz'ullro di aggiungere I~astiavcriic fatto ricordo c riclii;tn~o l!ei.chG firsiie cumpletu la ilostra eliiliinazione.

Tutti sa11no come i11 ci!rti ordini nionttsticl cosi tli uomini che (li cloiiric, siavi (luellu I'LL~OICL d' interdizione di ogni contatto coi1 persone di sesso ilivei.so cile c.omuiicrueiite dicesi cku~ts~ci~ci,; ogni cattolicu sa corne 1;~ liil grave ed scoiiiunicn riservata al sol!iriio Pontefice incorrasi ilai teiiierarii clie usiiio vioinrlti. N l c ~molti non sanno clic? ci siitiile fatto sinui por lungo tenipo costituito un titolo di delitto spocinle (1) c clic in basa alla I. ?-cq)tol1estiiyi,/zi~72, alla I. si p i i s r)101$ e dicanh C. de qiiuc. e t . cle,.. s' inflisse In penzt di rnorte contro clur!sto clclitto clunntuncjue disgiu~ituda ogni altro atteiit:ito coiit ro le pcrsonc o contro le Iiroprieth ; c non lo sanli0 pcrclii: questo titolo speciale di rcato
O." Violcclu

G ~ U Z C Y Z-( ~ I~*

i oriiitii aiiilsto .
iii

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i1iii~etilic:ciiz;i in Lutti i codiri co11teriipor:tnei: e cib per biioiic? e g;:l;li:~i.,le ragioni.


(i)Tulla \a tcoi.ic*a non ctiti In sioi*iiitltll tl~lli[lorli vio1irt;t clausura pud vedersi riassuniu nt:II' A l a foro ninr klctle col. 8, prig. 85, g. 146 e s q g .

Infatti la viola,cio?le di. cltlz(sztl*a (1) in s stessa coi~siileratsiion b clie una iiigi:rrin recntn atl uno o pii1 cittncliui iiel ]or:: domicilio, n t8utolare In iiiviolabilitA del quale relativarricnte n persone di sesso diverso si aggiunta dalla potest ecclesiastica uilri. pnrtico1ai.e sanzione religiosa. Prescinilerido danqim tl~illaidea del peccato, non pu trovarsi iii siiriilo fatto niente (li pit che una ~ioli.c,cione doinicilio cii (reato contro la lil~ertiindivitluale) la quale potrh aversi in conto rnrtg;;iorc e ~l~alifir-a~'si alleora so vuoisi per la indolc speciale (le1 cloiriicilio violato : xiia noli uscire da questo titolo, dtz npp1ic:irsi aeconilo i recluisiti giA descritti a 8. 1651 e segg.
(4) Sulla origine r1ell:i rl;ii~siira mnri;isiic~ac s u l l ~ ilivilrsi! sue r~~golt! possono consullarsi B o n f i ii o in balinitn. golerllliu crrp. 3, n. 14. -- G i l i a l i n o da rlrattswrn rlisqttisil. I , c u l ~ 1 - 13 o n a c i n n do chusctrri n~onintiuiii.

Clic sc la viol:ixioi~o (li clnrrs rr:~si:i stnta ~ ~ I C Z X O ad altro delitto (coinc fr!i'to, st.upro, oil;;sa :tlIa vita od alla integritd delle riioiiil)ra) iriontre i-J c:liiar~o dio la indole (2.21 rlclitto religioso spr-iscc per la

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inttiicai!z:l clcl L' dilqt>tto;tl!it C I I ~ iivth, iS ~1ii;~i.o I tltresi vlie il rcttto prcride il s ~ i o titolo drillo sl~cciule t! d i ~ e r s ifini: criiiiinoc;~~ qualo lo agentu ~ al tenclevs, e p u i cvstiiuirne tutto al pi un':iggr:lvailt,c cc~iiicriieuo pnrticdaiuiente oiliosu.

Ciio se fin:~!iilentc:In riolaziune del cliiostia :ivvenga come fine a si? stessa per un intendinicnio ostile alla religione alla rlu:~le i reclusi appnrten-

gono, non vi snrb nc1)pui.e in siffntta iliotesi Itisogno ili specializzazione di titulo, bnst~~ndo tutela alla giuridica il titolo (li olbt-aggio al cullo, avvegnach~ nello inteniliriiento in tal guisa supposto non possa noil ravvisarsi una aggressione ostile conf,ro il culto. h infatti'unn forma tli culto che i fedeli reclusi porgono a Dio, rlrxclla appunto di vivere segregati dal mondo ed interdire a loro rnedesiini con solenni voti ogni contatto di persone di scsso diverso. Chi a dispetto loro vuol pent~trare 1S dentro pel solo fine di frastornare lo adempimento di quel volo, si rende colpevole rl'intolleranza religiosa, pcrchb vuole violentcrnerite impcdire ad un numero di cittadini di porgei8ea Dio quell'ornaggio che B buono e santo secondo le credenze loro. Ailchc la creazione di questo titolo fu dunrlue, o una inutile superfetazione, o uno dei soliti effel,ti della confrisione del delillo col peccalo o clel dglilto civile coi delilli ecclesiaslic ( 1 ) clei ciunli sarebbe altrettanto lunga quanto fuoi ri di luogo i c ~ enumerazione; o fu un cieco ed irrifleltuto ris1)ctto alle tradizioni degl' Imperatori d Orien' ta invasoi~iperpetui delle ecclesiastiche potestk.

( I j Ra y n ;i l d o (ubsert~ritioaes rrimimlrs ibui. 1. 411 rap, I , strpplet. 5 per lat.) cnornrra pii1 il1 crnto crisi (li rl~lillispeciali rhe corrono sotro lu drriorniriazianr di tlrlilli ecclesiastici. Non srrnpro p ~ r bIS aiiioriii sc~coliii'i voll[~r~o esercitare una vigilniiza snll~? oprraziorii t l ~ p l i~crlrsia~iic*i per solo spiriio (li ~irotazionoo pcr iisc~lisrno:sprsso fir una gelosia iilfidente qilellri clir li spinse n tcncr l' ort81iiosnprn Ic sagrestie; e du lale spiriio s' informaroiio gli art. 207 siii e 203 del codice priialc Frs;iricc~ar, rjua!i i? a vrrlri-ai R l a n c h r gtlatriturre t!lirdo jtng, 4.0, ouci a(l0mljri1 i rnntisi (li quellc disposizioni,

10." Si~ntJauionl: i srzcci.dozio d

- Anche questo

e un titolo c7i speciale reato clio trovasi conternpl:~to dalle veccliie (1) e dalle rnoclsrne legislazioni penali come figura di per sB stante e coine pertine~ile alla classo dci delitti contro la religione. hIa io dubito
se veramente meriti (almeno sotto un punto di vista scientifico) di fare un tilolo distiillo per questa ipotesi; e ad ogni modo non saprei corno potesse esnttamcnte referirsi (eliminata la considerazione (le1 peccato) alle offese contro la rcligioiie per il clit'olto del primo cleriieuto essenziale di tali roati.
(!) S Un f c l iC e voi, 2, deris. 939 Xespofisri Tubiag n i 7$ol, 4, T E S ~ O N S .3 - C h n r a r i o dsciaiones erim un minnlas d c r i ~ 1s. In gclnrrale i prgiiri rirl~iamnrorio . qiirs(o falto ndla caterva i 1 ~ i falsi. E pard notaliile cho qalXslrr cvo differisce dallo libiiso clrlrcro sacr~rdrizio,rsi~tnpliliraio !(:li:l rt a r i o decis.25) ne1 prrir rtir (111-3 pi III~>RSC! 1111 ~ ~ i o i ' r l o in Pi l e o actiones farenses artto 75, lib, 2 I n qursla divtli'sa . jpoi.esi B comurit! dollrina dai pratici non (rovursi realo cirils,

aia solianto un dclillo cnnoniibo,

In primo luogo 53 a definirsi cosa debba iiiteriitcrsi per sintztlaziorze d i sacerdozio. Si ha questa col solo fatto cli ~~~~~~~~~e indebitamente l'abito sacer(lotale spacciandosi falsnmetzte come investiti di tale ilualito: oppure quel titolo ha bisogno ezinnliid clie oltr1e ci si siano ancora eseilcitate irideliitamente fztnxioni sacerdotali? I1 codice Toscano che al'arlicolo 111 e sotto la rubrica, - Dei delz'ftfcontro la ?*eliylonedello SEato, rriinuccicl per questo reato il carcere da uno u cinque anni (1) eliniiua il primo caso, richiedendo come estremo rli questo delitto lo avere esercitato funzioni sace?-dotali,fingendosi sacerdote : cosicchb la sola assunzione delle falso qua? lit, anclic con lo intendimento di esercitare funzioni sacerdotali, non pu cadere sotto l'art. 141 tranne come tentativo.
(i) I pratici alla simul3zione di sscerdozio detlero il nome
(lisacrilegio personale: Y u C C i o n i commsnlo vol. 3,pag.832;

ove osserva che il coilice Iprancese e gli altri codici italiani non dettario speciali provvcdirnenti contro questo forma d i rcalo, ciic si conlemplave hensi dall'antica pratica Toscaria a si puniva col carcere. lo vidi applicarvi soilo il vecchio codice Eslence la pena della galera in v.irlu dell'ari, 48, tit. 13, lib. fi di quel codice, ove solto la generale ruhrka tlol falso minacciava siffatia pena a c l i i u n ~ u e inchssaSS6 abili mentiti. Prevede ia simulazione di sacerdozio sotto la-robtlca di avvilimento dt:lla relipiose il codice di Beden (g. 888) che limita 13 pena alla casa di lavoro fino ad un @ano nei casi pih gravi; e il codice Spagnuolo (aft. S ) minaccfa Ea O pena del presidio correzionatc se fu u s n ~ s i a sofianro la q=VOL. VI. 30

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lita di diacono o d i suddiacono, e la pena del prwidio m i g giorc se fu usurpala la quali18 di sactwiole.

E difatti se la assuiizione dell' al-jito fu fatta a1 fine di mettere i 4 2 derisione il ceto sacerdotale non si avr che una ingiuria (S. 1791) contro quel ceto: sar i,zgi?~?*ia atroce; sarh una ingiuria collettirn; potrd pi severamente punirsi, rna non sar nei casi ordinari e semplici che una offesa all'onore. Se gli abiti si saranno assunti per meglio carpire denaro si avra (g. 2341) una f,.ocle. Se l'assunzione deli'abito sar stata mezzo a qualunque altro delitto ( per esempio, evasione dal carcere, furto, o simili) non si avrS ragione d' invertire il titolo principale. Se finalmente gli abiti si siano assunti col fine di recare impedimento, oltraggio o disturbo allo esercizio di un culto sorger spontaneo in ci il titolo del reato contro la religione (oltraggio o disturbo al culto) al quale il fatto avrS servito (li mezzo e non vi sar$ bisogna di specializzazioiie.

Ma queste medesime osservazioni mi conducono ad eliminare questo titolo anche nella seconda ipotesi dalle specialit, criminose che meritino di occupare sede distinta fra i reati contro la. religione. Gi. sappiamo (g. 3257) che ad avere il delitto antireligioso B condizione indispensabile il dolo specifico, cise la intenzione diteetta ad offendere il culto che materialmente si aggredisce. Posto ci ognuno

comprende che se lo esercizio di frilso sacerdozio avvenric selasa si?)zilc fine non si ha ptU un delitto 7-eligi0~0, UIR altro titolo inerente al fine speciale, come esernpliriclie~-0fra poco. E so si suppone c11e allo esercizio del falso sacerdozio siasi dato opera col fine di aggredire o disturbare il culto le firiizioni del quale si esercitavano, sorge il titolo generico di olh7aggio a culto; il quale non iunrnette 2 differenza per la differenza doi ~tteasi,basta1140 a t~ostiluirlo empio fiize, e la potenza dei mezxi estelo riori (qualunque ne sia 13 forma) a raggiungere il Anc medesimo. Sicchb la sii-nulazione di ~acerdozio, quando verarne~ilesi estrimechi in un attacco alla religione, non ha I~isogilo essere specializzala, codi xne non si specializza il titolo di rotta immagine, d'irripedita processione, di rovesciato altare, e simili: tutti tali fatti indistintamente ricadendo nel titolo generalo di oltraggio al culto. E quando la simulazione di sacerdozio si distacchi da quella generica categoria per la specialith di un clliverso fine allora piu non sar reato contro la religione.

Infatti conlerripliarno da vicino le diverse ipotesi nelle quali il falso sacerdozio siasi esercitato senza il fine diretto a fiire oltragio alla religione, e troveremo in quante ipotesi si vogliono fare un titolo abile a repressione suficionte, rispetto al quale la assunzione dello indebito esercizio non funziona che come clualifica (al modo stesso che i1 sacrilegio nel fi~rto) ragione della odiositk del mezzo o della in violazione di pii1 diritti.

I1 falso sacerdozio si pud esercitare per celebraiVr: a servigio di altrui voglie carnali un siuiulato rnut.rimonio. hla allora abbiamo il titolo di stupro fiodole~ztoqualificato dalla. simulazior-ie di matrimonio : titolo gravissimo e meritevole di pene severe pii1 che non siano quelle dettate dali'art, 1.11 del codice penale Toscano.

La simulazione di sacerdozio pxG farsi anche a fine di perdztsllhne quando un cospiratore per sollevare il popolo ad una rivoluzione corra allo alt:ire assumendo vesti sacerdot d i , e dello assunto ministero si valga per tr'izrre nlic site voglie con prediche maligne ed istignzioni alla violenza gli aniriii concitati. Comprendo ognuno cile iri tali ipotc~i il titolo di perdzcellz'o?ze assorbisce ogni a1t1.o.

La ipotesi preveclibile come pii1 frequente b quella cile il sacerdozio si sia simulato por il fluc di lucrare: e cid non solo mercb la fiducia nella quale si siano indotti i crecluli con la falsa qualit (lo che rieiilra nei termini della frode coniune) u ~ a direlbamente con 'l uso della medesima : il caso di chi recatosi in tcrra straniera e spacciandosi sacerdote viva delle elemosino guadagnate con lc messe che celei~ra,caso che io ho avrito a mano nello mie Fra-

tiche. Qui innanzi tutto bisogriu. avvertire che se il colpevole per ottenere d:~llc:autorit. ecclesiastiche locali il placito di esercitare il suo ministero ha presentato falsi certificati sorger tosto il titolo di falso che basta alia repressione. Ma qualido non siavi stata falsit istrumentale rimarr5 pur sempre con tutti i suoi caratteri costitutivi il titolo (li frode, in quanto con lo afizcso di false qzralitit artifizi e raggiri il colpevole si procacciato indebito lucro. Su ci4 non dubbio. In faccia per0 ad alcune legislazioni potrA nascere il dubbio che la repressione sotto il titolo di frode non sia szcficietzte al bisogno. In faccia a quei codici i quali, come il Toscano, danno una virt troppo csori~itaatc,alla lenzlil del tolto per condurre nei delitti contro la propriet ad un infimo grc~tlole punizioni, si potr dire che se noi ci limitiamo a punire il falso prete profanatore del sacrificio della messa col solo titolo di frode scendiaino a pene minime effimere ed insufficienti, riscliiando cli veder punito costui con pochi giorni di carcere per la frode di una lira da lui commessa. Questo obietto pero clie in apparenza sembra condurre alla necessiti di inantenarc il titolo di simulato sacerdozio come figura di per s stante per punirlo convenientemente, non B che un ragionaiiiento vizioso. E vizioso argomentare da un vizio 1egisl:~tivoper combattere una cleduzionc scientifica. Niente iiripediva al legislatore Toscano od a chiunque altro di iioverare tra le frodi qualificate per un prinzo grado clueilo conirnesse mediante abuso il sacerdozio vero (1) e di qualificare per due od anche yiii gradi Ic, frodi conlmesse mediante esercizio (li f a l ~ ofiinzioiii sncerdotali. Se tutta 13 m-

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gionc clell'art. 141 stata questa, il legislatore Toscano si 1asci;tto affogare in una pozzanghera che poteva presto tor via. La ontologia giuridica noti pu mai manomettersi dal legislatore sotto il pretesto del bisogno di pi grari penalit, perch la clistribuzioi~eclelle penaliti libera nella sua mano e puO regolarla a talento suo. Distribuisca egli i reati secondo la loro vera natura, perch chi viaggia contro la natura delle cose viaggia nelle tenebre. Ol~beditocosi alle necessith della scienza, distar-ibuiscale pene secondo il bisogno della repressione che emerge dalle respettive qualifiche, e corra fin dove la sua prudenza glielo consiglia: e noi lo loderemo. Al legislatore Toscano lo avere dettato pene mitissime contro il furto semplice non ha gi imposto la necessith di dire che i furti qualificati non sono furti, perchb hanno bisogno di pene pi gravi, ed ha liberamente e congruamente inflitto la casa di forza anche per venti anni contro i furti accompagnati da certe qualifiche, senza torli via dalla classe dei furti. Cosi poteva fare nelle frodi. Stabilita la penalith delle frodi semplici secondo il suo prediletto criterio del valore, poteva contemplare certe frodi come qualificstci: poteva minacciare (indipendentemente da ogni considerazione di valore, come fece iie1 furto violento) anche la casa di forza contro ]:i, froilt: consumata al mezzo di esercizio di e falso ~:i(~erdozio, cosi far tacere i suoi timori di insufficiente repressione. Sarebbe forse sembrato a taluno che egli fosse troppo severo, ma nesauno 10 avrebfm potuto accusare di errore; laddove col fare un t.itolo speciale del simulato sacerdozio B caduto in una superfluitd; e col noverarlo fra i delitti con-

fro Ia religione dello Stato B incorso nello sbaglio cli otiiettczre 1' animo di aggredire la religione dello Stato a colui che non aveva altro fine tranne quello di procurarsi un illecito guadagno abusando del1' altrui credulit. Se al legislatore Toscano il mezzo offensivo per uccidens della religione pareva cosi prevalente da assorbire in sB medesimo ogni altro titolo, doveva per buona logica seguire questo slancio di ascetismo in ogni sua applicazione; e arditamente rompendo in faccia contro la dottrina ormai ricevuta da tutte le buone scuole, doveva dire che anche il furto sacrilego non era pi furto ma sacrilegio. Questo egli non os fare, e seppe bene punire il furto sacrilego anche con venti anni di casa di forza (art. 388) senza toglierlo (contradicendo la scienza) dalla classe dei furti. E cih che non aveva osato in un caso ed anzi nella generalitS dei casi non doveva osare nel presente.
( I ) Non i! delillo contro la rcligionr, e non cade sotlo la IptIPra dpi codici clie puniscono la simitlozions di snrerdozio il b f t n ~ P prete t7ero al qiiale sia stala dalle auiorith eccleI siaslichc interdetta la celcbrazioncdella messa, e che violando la rcclrsiasiica siil)ordinazionr continui a celebrare il divino sacrificio per giiatlagnarc. la elemosina. Inlorno a siffatta ipotesi potr3 nascrre il dul~biose con la m~dcsirnas'incorra ncl litolo di fvorle pcrclib si ha un falso p~rsonale commesso a fine di lucro. Mi) pcr applicarvi i l lilolo di frode il dubbio nasce circa lo c l e m ~ n t odel danno : e il dubbio relalivo al danno non si deve risolvere dai pcnalisli, ma dai canonisli. S e la messa celebrata dal vero pretp: interdetto o sospeso B pure sempre buona per i fedeli clie I' ascoltano, manca il danno: e quantunque siavi I'ingarino ed il lucro non vi B frodc civilmcntc, punibilc. Se la messa non B buona, in ci

- i72 vi 6 il d,inno tlizlla el~mosinacarpita senza il volulo corre ppeiiivo, C puB benissimo applicarsi il iitolo di frolle.

C A P I T O L O IV. Dei titcrli cJ~enella orIiev?za scielzza ~*ilizungo?lo co~iicsl~ecinlz'tcinella classe dei clelitti contro la religione.

Riassumendo pertanto il sin qui detto se ne viene a concludere che i titoli dei quali tuttora utilmente pu occuparsi il penalista nella serie dei delitti religiosi, si riducono al proselitismo, all' oltraggio al c~llto,alla besternmiu. Su ciascuno di siffatti titoli andiamo dunque ad esporre i pensieri delle rnoclerne scuole e clelle legislazioni contemporanee.

I cliibbi ai quali porge occasione il titolo Si proselitismo ( o propalazione di empi dommi) non trovano termini abili ad essere proposti tranne nelle ipotesi di uno Stato che abbia i caratteri cli tollerante giusta la distinzione che sopra (S. 3269) esponemmo. Sotto un governo intollerantc dovr elevarsi senza clubbio n delitto la predicazione di una religione difforrne qiianrlo se ne interdice anche il

privato esercizio: e viceversa sotto un gosei'iio ticlijfi~*cttte sarA impossibile che neppure si sripponga il progetto d' interdire la propagazione di un culto, l i dove lu Stato chc non ha religione concede a tutti i culti la piii iIlirnitata libertS d i azione nel suo territorio. Se fusse altrimenti cesserebbe 1'uno di essere intolteranto, e l'altro di essere indigerente, perchii. la persecuzione e respettivamente la lecitezza di ogni propaganda difforme cosiituiscono appunto siffatta nnlnrn dell' uno e dell'altro (l).
~oiriplir:it

( i ) Fino al e a d ~ r clrl secolo passato lo intollcranlismo b r slato il principio rlominalore (li lulli i governi della cristiariiih: e p r una nslirrale rrrazionr~quella inioll~ranzache it

governo cattolicnprofessava conlro lerelieioi~i riformalecontluceva arl uguali rappresaglie. per parle dei govcrni prolesianti coriira i callolici. Iii faccia al severo [ritiunale della storia tion vi i? cullo rhc n i n abbia le sue dolorose pagine di p~rsecuzioni paliLe e d i pprsecueiorii esercitate. Quello perb rhe B notrvole si h che le persecuzioni furono per lunghi sc~coliiinivrrsnli. e si avvikendarono i rimproveri, mentrc per In Iroppo facile incorrenza drllo spirilo umano b frequenta chc si riprovi in altri ci6 che noi stessi acl allri facciamo, rd il sommo principio della perfeit ta iiguaglianza d i ogni uomo in faccio alla legge giuridica si professa da lulli a parolc: ma si rispelia da poclii coi [alti. Qileato e f f ~ l t o reciprodi canza nelle persecuzioni fu molla polrnte a condurre i govilrni alla tolleranza, ed il timiore ed i bisogni polltici pih n(i~rai vi ciri calcoli della ragione pprsuasero i spguaci dei t iliuersi cu\ti che se volevano essere tollerali faceva mestieri rominciasscro essi per i primi ad essere toll~ranli. Evvi per4 urla rcligione rispetlo a113 quale il timore (questo potentissimo faltore di giuslizia) non poteva esercilare la sua virlh, prrchi. quclla rcligione iwta Stato il quale potesse alla
rrtlcva

6113

volta esercitare rappresaglie: parlo ilella isciraelitica. Etl ecco difalli chc le pcrsccuzioni conlro gli ebrei si trovano porlale ad una accoglienza universale; si vedono condotte arl atti di pih crurlele severilic; si trovano persetierale pi21 n Zringo nelle gcnli crislianr. Tre possono dirsi essere state le convcrgenli ragioni che produssero questa eccezionale Lenncii9 di rigore - 1.0 una anlipalin connaturale ai cristiani conlro i discandenli d i quelli che avevano posto in croce il nostro divino Redentorc - 2" il coraggio che d la crrlezza . di non potere soffrire rappresaglie da un popolo disperso, e non rappresenlato sulla terra da nessuna poteslh teniporale - 3." la slessa intolleralaza religiosa del popolo ebreo che per la1 guisa giudicavasi con l e sue stesse leggi, e la opinione invalsa grneralmcnle nella crislianita che cosloro avessero pcr precelto religioso la persecuzione dei cristiani con ogni modo insidioso e segreto, per cui non vi 13 arte malefica che non si allribuisse loro; laonde le genti crisliane non vedevano i n loro dei fratelli, ma dei prrpetui nrmici. 11 popolo cl'lsdraele sopportava anche in questa parte l e conseguenze del proprio fatto: il tipo della iiitolleranza religiosa B il codice Ebraico. Vcdasi T h o n i s s e n code pP1aa1 exlrait du Penlateuque, pubblicalo nei suoi dtudes sur l'hisloive du droil crimine1 vol. 2, png. 113. 1 cristiani furono intolleranli quando seguirono le Iradizioni dni loro antenati pia che i precetli del loro divino inaestro.Quesle sole cagioni sarebbero baslate a spiegare le persrcuzioni di ogrii forma diretteed indirette nellequali i principi cristiani garrggiarono cosi a lungo conlro la razza mosaica, fifa bisogna pur confessare che a queste cagioni se ne aggiunse una occulta che fu I'avidilic dei principi, eccitata dalle rii;chezze che sonosi i n tutli i luoghi ed in tutli i tempi accumulale meravigliosamente dal popolo invenlore della moneta coniata. Gli statuti eccezionali conlro gli ebrri bnslerebbero ad empire grossi volumi. Vedasi T h i e l principia jtsre'sprudsnliae jndaicae png. 164 R e g i s dc judaoo ciue- h l a r q u a r d de judaeis para 2, cap. 6 - C li r i s t i n c o dccis. Belgica~,

decis. L%,n. 3, uol. 9 S a b e I l i pralica 0. ebrei B o nf i n o itl bnnnirnenla cap. 62, n. 16 el seqq. Z a ul o ad slrrt. ForSenline lib 7, rubr. 30, n. 53 e6 seqq. J ousscr de la jzr.slico eri~nineilepartie 4, Lil, 20, $. 2 Br i l l o n dic.lio~nnir.edes a r r h k Inor juifs.

1 problema della punibilit del proselitismo si 1 presenta dunque nella ipotesi di uno Stnto tollera~tte: vale a dire di uno Stato che inentrc permette no1 suo territorio lo esercizio di tutti i culti ricunosciuti professa pcrb di averc una relQione donri~zante, clie la cliiami ~eligons sia della ntuggiollan,?n sia che la chiami 1-eligiowe dello fiato: lo che pu0 avvenire indipendenteniente dalla religione del principe, avvegnach possa esistere un rcgno cut,tolico nel quale In cattolica si proclami religione dello Stnto e elio si governi da un principe protestailte, e viceversa. In siniiIi conilizioni potr8 quello Stato tollerare la. erezione di templi, la istituzioile cli seminarii o collegi, lo esercizio di cerimonie appartenenti nrl un culto dissidente da quella che B rcligiuno dello Stato: nin nel tempo stesso potrS volere interdire, che qiiel. c+ulto dissidente si propaglli col mezzo di rliflusione di libri, di predicnzione, (li istruziorii, fra qiiei sudditi che sono nati nella religione daminailte; e che in tal guisa si facciano proseliti a quello di cittadini ritolti a questa. Potr non volere ci6; eil ostinarsi a vedere in simile fatto un delitto ed anche (lottare contro questo eccezionali (1) rigori. Tale Su la situazione in cui si trovb la Toscaria dal 1852 al 1851). Cosn deve dire di cid il crirniaalista, coil-

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teiupiato il prol~lenia sotto il s;110 l~:-~rito vista dvi ili intiri rapporti giuridici ?
( l ) Facilmziitc si comprende che qurlla grwr~raliltrnilcriza 121 quale porl3 gli antichi in odio di certi delilli a ilin~inuire le guarentigie degli arcusaii, li eonduces.ie nd ammc1llcrc anclic nelle impufazioni di propagazione (li empi dommi (4 anche rli eresia proccdirnenli ercczionali c privilegiati: vedasi Z u f f i o de lqitiaialione processus rriminolib qtraesb 110 et 158. Noi non abbiamo bisogno di r i p r i ~ r eche il dirilio procedurale 6 una parte d ~ giure punilivo la qiiale poggia l sopra un principio assolulo, il diritlo clie ha lo innoccnle di non soggiacere a condanna non meritala: c, clie per conseguenza come non avvi delitlo per quiinto odioso il quale abhia i n se questa virtQ sovraumana d i rendere inipossibile ai giurliranii un errore, cos noli avvi liloio di malclizio C I I ~ dispensi dallc guarenligic del rito.

I1 M o r i (teorica png. 150) sostenne che uno Stato cattolico per quanto sin tollerante non puO mai permettere il proselitismo alle religioni dissidenti, perchb la religione cattolica O di sua natura intollerante : e cos nel codice penale Toscano videsi dettato l'art. 137, g. 1, let. a, che ininacciava la casa di forza fino a dieci anni contro quzlunque protestante che avesse iriculcato la propria forma di culto a dei cattolici, o mediante parole o mediante scritti, nonchb per altri modi di persuasione o di seduzione. P uc. c i o n i si fece a combattere il M o r i esservando che se la religione cattolica si l ~ u o dire intollerante nel senso di non arnmettcre salvezza di anime per coloro clie muoiono fuori cleI suo greinbo,

11crO intollerante nel senso di nrcre per istituto di ottenere la propria ronservazione c pro-agazione col mezzo delle scuri, deI carccre, e delle violenze. fi questo, egli dice, il sublime carattere della lheli,nione Cristo di essersi cosi ~ueravigliosarnante di diffusa e di aspirare a divenire la religione di tutto il rnondo col solo presidio della prola e ciello csernpio, e merci? la luce sublime ilelle verith clic sono il foncinmento della sua f'ecle.

non

Quello che a noi come giuristi par certo si h che in punto di diritto internazionaIe non vi put essere ordine di ginstizia il quale non abbia per base la perfetta ~*ec@i~*ocar~aa. direste di un francese Cosa il quale per essere flglio della grande nazione prctendesse godore in Italia diritti maggiori o privilegi che non si accordano agli italiani nel roiline di Francia? Direste per ferrno clie questa e una prepotenza orgogliosa. ed irruginnovole, perchk in faccia a Dio, alla legge di natura, ed al giua delle genti tutti (uomini e nazioni) debbono essere epuali, Non pu0 a lale ugungliunza farsi (per quanto a me sembra) eccexioiie in tema di diritti connessi con lo esercizio di una o di altra religione.

NC vale ' op110rre clic 1 religione cnttofiea B la i a svln vora, iueulre le altre religioni sotio tutte filse.

Certnmcnte io cotlie cattolico credo fermarilente che


sia cosi, e c1el)loru gl'illusi che la pensano diversa-

mente; tna come uomo io considero i dissidenti yurili fratelli miei e riconosco in loro quella stessa libertii che sento dovuta a me medesimo: e come giurista parmi che siffatto argomento pecchi di circolo vizioso. Infatti il capo di uno Stato che professa il culto di Brahma crede che la religione da lui professata sia la sola vera nel niodo stesso clie pensa altrettanto della propria religione il Principe Persiano, il Cristiano, ed ogni altro. Ora sotto il punto di vista della legge giuridica non pu8 esservi una verita g*elativa. Quel diritto a difendere le proprie istituzioni che si coiicede ad un Governo rnonarchico non pud negarsi senza contradizione ad un governo repubblicano; quelle potest che si accordano per tutelare la religione dello Stato al Governo di Francia, non possono negarsi al Governo di Londra, o a quello di Pelrino. O bisogna dunque assidere il giure internazionale fra nazione e nazione, e il giure pubbIico fra governo e popolo sul principio della intolleranza assoluta, o bisogna correre la via della tolleranza per tutta la linea senza arrestarsi a meti. Del quale pii1 largo sistema quella che meno abbia a dolersi appunto la religione cattolica., perchb essendo la sola vera ed avendo fede nella forza congenita alla veritti che prirnn o poscia trionfa, non ha niente a temere dalla predicazione di falsi domtni, e tutto ha da sperare nel conseguimento che per ragione ili reciprocanzs le si couceda della libera predicazione del cattolicisriio a Londra, a Pietroburgo, a Costantinopoli.

tlcl ogni niodo la buona logica giuridica 11011 parini che arnmetta transazioni arbitrarie n& mezze misure. Quando alle religioni dissidenti (malgrado la recognizione di una religione dominante) i1 governo di un paese lia permesso b ereziolie di templi e collegi, e il libero esercizio del proprio culto, egli B irnpossiliIe apporre un limite a quello esercizio nel rapporto eventuale del soggetto passivo al quale si diriga la istruzione o Ia predicazione. Meno male se voi faceste delitto al cattolico del suo ingresso nella Sinagoga o ne la Chiesa Evangelica: sarebbe sempre una restrizione ingiusta di libert, ma almeno non vi porreste in contradizione con voi !stessi: mentre in aperta contradizione voi vi ponete quando dite al protestante od allo isdraelita io vi permetto di erigere templi secondo il rito della religians vstra, e di p r o f ~ s ~pubblicamente re la medesima: orate, predicate, istruite secondo la fede vostra; pubblicate a stampa i vostri ctltechismi ed i libri che propugnano In ~ o s t r areligione: io tutto ci vi concedo. M avvertite che quelle prea diche, qtielle istruzioni, quei libri non pervengano agli orecchi o sotto gli occhi di un cattolico, poich dove. questo accada io manderi, voi in casa di forza. Corne pu riconoscersi il diritto al libero esercizio di un cuIto e contemporaneamente limitare siffatto esercizio o convertirlo in delitto por il fatto cli dtri indiviciui che a quello spontaneamente si ;iscrivano abbandonando il culto natio?

Se un governo per ~ e d u t adi quella clie il niondo chiama politica (arte di accrescere Ia potenza di uno Stato anche rt discapito dell'onesto e del giusto) ama ostentare tolleranza per chiamare i dissidenti nel suo reame a portarvi le loro ricchezze ; ma nel tempo stesso clcl pretesto di religione vuole farsi un arrne per assodare l' auwriki ; egli potr& bene associare la tolleranza con la punizione del l~roselitismopuro, perche non vi ha cosa che non si accozzi dall'arbitrio de!i'uorno guidato dallo interesse. Ma se il problema si guarda in faccia al testo eterno della legge giuritlica non si sa davvero qual sia il diritto clie lede in altri un cattolico quando professa il suo culto in un reame protestante, e viceversa. Se si 112 diritto a professare un culto non potrb esser rata compierne i riti, esaltarlo con le pwole, con gli scritti, con la purezza morale e con lo esercitare le opere di piet8 che sono meritorie secondo quello, e benefiche ai propri simili. Tutto questo si dir8 delitto perch8 avviene che un qualche seguace di diverca mI:gione attirato all'esempio di quella piet, di qnlCagpurezza, di quella morale abbandona spontaner> le sue credefize natie per darsi ad un nuovo culhoP A punire cotestn conseguenza di un fatto quando il fatto stesso b clichiarato lecito noti si pu giungere senza contradizione: e tocca poi I'upice della contradizione coilsesvare il titolo (li proselitisino quando si b cancellato il delitto di apostasia ; e punire la. sola occasione morale della abiura mentre non si punisce in s? stessa c ~ m reato l'abiura ed il cambiare di religione. e

Simile situazione mi sembra inaccettabile e feconda di continue molestie. Parrni pertanto che al sistema adottato da1 codice penale Toscano (1) sia preferibile queilo che piaeque al legislatore Sardo del 1839: o negare la liberth, o non dare una libert che sia servit. In conclusione il delitto di proselitismo ravvisato nel solo fatto di %re proseliti mediante la mera opera della parola esortatrice e della persuasione contenuta nei limiti della semplice polemica, non parmi una figura criminosa che possa costruirsi senza assurdi e senza deviazioni dal principio della ugaaglianza nella giustizia. Un diritto o si riconosce o nor, si ricoiosce: se non si riconosce, fatta la questioce B finita: ma se si riconosce non pu coartarsene lo esercizio in modo contrario aUa natura sitrt.
(1) I1 codice Toscano prrsenia congiunti! insisrne la elaborazione di un srcolo intero di osservanze giudiciarie lmcane, nellequali la sapienza della nostra rnagislrslura fece magnifica prova (li SI?; e la elabornzioao innovatrice della moderna scuola g e r m a n i ~ESSO il codice pih Illoillo che sia sorto in . 13 Europa, ed i giiirisli alcmanni n e Iianno concorcl~mcnle fatlo altissimo elogio. Ma p i c h 8 i n Italia domiaa la w n l a di deprczzarc! rluanlo abbiamo di grande e non adiilate allro che le imilazioni di Francia, questo codice ha mclli nemici; i quali lo guardano con antipatia o per odio cieco contro l'aulore, o pcrcli non tianno avulo pazienza di sludiarlo e capirlo, o perchh molli che lo discredilano non lo hanno ncppure lello. Pochi anni addietro il chiarissimo mio collega Ta n c r ed i C a n o n i C o, gi8 fino d'allora esimio ~ C O ~ C S S O ~ @ VOL. VI. 31

di diritto criminale nella Universit&di Torino, mi scriveva Icltera con la quale lagnavasi d i non aver polulo trovare nella in allora capitale d'Italia un esemplare del nostro codice presso alcuni di quei lihrai: ma se cercale alcuna di rluelle pompose rapsodie che s' intitolano commentaires voi la trovale bene appo lutti i librai delle pih piccole citlh ilaliane. Il codice Toscano ha dei difetti qua e la nei detta. gli, piccole inesattezze alle quali non avvi operd umana possa sfuggire: ma nel suo insieme ha un concetto razionale e coordinala: non un centone come altri codici contemporanei; non lascia in dimenticanza n~ssurlecielle regole posle innanzi dalla scuola penale'progressiva: ed b adaltabilissimo a tutta la varieti dei bisogni pratici cosi posto in mano ai magistrali come posto in mano alla giuria. Cerlamenle le l reminiscenze giovenili del R o r i v' irifillraroiio i n qualche punto an bagliore d i ascelismo, come le condizioni politiclie dei tempi v'infillrarono in allri punti uno smodato ricpeito al cosi dello principio di aulorit$ eslrinsecato in una esagerata prolezione degli agenti del potere. &la quesli sono piccoli nei che si sarebbero facilmente corretli se fossero state ascoltatele proposlefatle daG i u s e p p e P u c c i o n i nel 1859 e le proposte (sulle quali tornerb piii a basso) fatte dal suo degno figlio avv. P i e r o alla Camera dei deputali, e da questa approvate ma inulilmenle, perchb non portale tempestivamente dal Ministero al Senato. Sj pu dunque ed anzi si deve per verith concordare che il codice Toscano abbia dei grandi difetti nella specialita dei delitti religiosi senza per queslo concluderne che debba bullarsi al fuoco, quando lali difelti si estrinseoano in quallro o cinque articoli che 1' opera di pochi minuli correggere.

Nessun dubbio per che anche nella predicazione considerata come esercizio di libero culto e nella

ceIe1n':i~ione di riti del culto tollerato possa sorgere una ib!'mti criminosn rluan~lovi si aggiunga la lesione di iin iliritto altrui. Se, a inodo di esemyio, col pretesto di propagare la religione diSsidente si crompn o cori In. voce o con lo scritto in improperii e diffamnzioni contro i sacerdoti e cultori di religione Jixtersa, non potl.5 ilubitarsi della punibilitl2 (le1 fi~ttosotto il titolo (l' itigiuria o iliffarnctzione, rlualificatn ancora se vuolsi ; e'sar3 questa uni io?ma criruinosa di praae!itismo alla quale nessun zelo potri~dare legittimith, e nessun governo prestare pazienza Se sotto il pretesto di celebrare i riti di una religione si rnet~eriin ridicolo un altro culto con pulibliclie dimostrazioiii, l'atto uscira dal Iegittimo cerchio dello esercizio di un diritto proprio, ed invader il cerciiio vietato della aggressione contro i diritti altrui, e far sorgere il reato di oli+-aggio a2 cullo indubitatamente punit>ile in bgni beno ordinata Repubblica. Pi ancora se lo esercizio di un culto sarg tolto a pretesto per suscitare il popolo s gravi cornaiozioni cd a violenti disturbi della pubblica trnriquillitii il fatto assumerit le proporzioni di reato gravis~imosecondo le circostanze. Altro dire che il pretesto di religione non serva di scusa ad un fatto crirurinoso per s medesimo: altro B dire che Iin fatto non criminoso in sb stesso perchb non aggredisce i diritti altrui, possa divenir tale psr la sola accidentnlit& che ne derivi la pordita di qualclie pposelitc: ad uiia religione diffor~ne.

Anche il. prosolitis~noguardato in s ntesso potrl B I~tlnc elcvarsi a delitto e gravemente punirsi quando

si eserciti con modi riprovemli, e costituenti ofEi3gn di diritto altrui. Sesper fine di proselitismo si usino ratti, violenze, intimidazioni, od mco inganni e frodi e seduzioni di minorenni che importino esplicita od implicita una coclzione all'altrui libertta o un turbamento alla quiete delle famiglie, nessuno esiter a riconoscere in simili fatti gli elementi di u*n vero a delitto. M la questione non sta in siffatti termini: il problema ai esamirm nei semplici termini di proselitismo puro che da un governo tollermts si voglia. costituire come delittuoso nel solo edetto naturate e spontaneo del libero esercizio concsduto ad un culto dissidente il quale tragga meo per le sue inseparabili condizioni la eventualith di attirare a s medesimo un qualche cattolico, o viceversa. E questo ci8 che io dico contraclittorio (1).
( I ) Logici in questa linrii sono invece i goverai itzlolldvonts'; e ne abbiamo il tipo nel earlice Spagnuolo del I8h8, e nel codice Portogliese del 1832. Il primo eleva a delilio (art. 14.9) lo esercizio pubblico dei culli rterodossi, e consegoenlemenle punisce I'apoalasia (art. 136) e la propalazione di empi d o m a i (art. e 1 3 7 ) . Prevede anche il tentativo (arl. 128) di cambiare la religione della Spagna, drlitto clie

a me pare dillicilmr,nte realizzal~ilenrl disrgno (li una mento sana:dellapoi provvedimentispecialicoi~tro ostacoli al culgli
to, controle formepih prominenli del sacril~gio conlro le (lee risioni dci sacri riti: ma in generale le sue peno sono miti, rimanendo nei limiti dell' arresto, dell' esilio, e della prigionc maggiore, c non salendo alla reclusione che nel caso (arl. i313 di pro!tt'iinaziono delle sacro pariicole. Il Porloghrseeleva pure a delillo la professione pubblica (art. 130) di un cullo ete. rodosso, e il, prosellti~moe 1 propagazione d i ampie massi3 me; punisce ogni ingiuria pubblicala con alli, parole o scr2tli

contro la rciligione caltoliea ollre gi'imprdim~nli violenli (art. 133) allo esercizio dr.1 cullo; punisce (arl. 33.7) I'spaslasia con la perdila dri dirilli politici. Ma anche le sue penalilb sono moderate vagando Ira la riprensione, la prigione corrt.zionale,la prigione rnaggior~,eL'esilio p~rpetuo,alquale salisce sollanto contro il sacerdote apostata dalla religione.

La punizione assoluta del p~*oselitistno anclie per parte cli un governo Iolle~-untesi propugna con un ragionamento semplice ed in apparenza giufaidico. Non siamo pi (dicesi) nella sfera del mero paccato: il peccato un atto di esercizio della propria, attivit che per quanto riprovevole B nocivo a colui che vi cade e non agii niti-i, e perci non d cagli altri, la libert dei quali non e lean, il diritto di sintlacato. Sia pure che anche il peccato contenga irnplicitn la negazione del preceYto religioso al quale il peccatore contradice, ed anchk (se vuolsi) coiif.enga per ulteriore implicito la negazione della stessa religione come ci-edenza. Pure in cotesto seinplice coiltenutr~ ciel peccato che procede aalta natura della cosa piii che da proposito maligno, iroii ptr riconoscersi una aggressione contro la religione, n& come CI-edensa coine culto. d a nel n& lii'opnlatore di empi clommi come nell'oltraggiatore del culto la cosa diversa. Questo fa atto tli @erra alla religione nel suo culto esterno; quelle fa atto di guerra contro la religione come credenza tentando la sua distruzione. I seguaci della religione aggredita hanno dunque in ambo i casi il diritto di difendere dalla aggressione quella crede~lza, e

quel culto che una volta congiunti per la k d e loro alla propria personalit rappresentano un diritto pertinente a ciascuno di loro come individui ed alla loro consociazione come personalit morale. Dunque ogni governo che si limita alla mera tollel-anzrt senza passare oltre allo stato di indifferenza ha Iieii diritto di punire le aggressioni dirette coniiao quella religione clie ha proclamato religione clcllo Stato.

S.

3306.

M tale argomentazione che non ha replica fina chb si adopera per stabilire la punibilit degli ol$raggi al culto, urta in uno scoglio quando dai governi tollel*anli si vuole estendere alla propalazione ili empi dommi o proselitismo. E tale scoglio nasce da questo che in consimili atti non B possibile secernere la difesa dalla offesa. Come distinguere infatti ci ' che dice il prete cattolico per elogiare e difendeve la sua religione e mostrarla pi vera delle altre, da ci che gli dice per offendere la religione protestante? Le due intenzioni, i due stati clell'animo, si compenetrano in un solo momento, ' e sono sigattamente incarnati I uno con I' altro, che mentre questo dice, voi aggredite la mia religione, 1' altro B sempre nella verith quando replica, io difendo la mia, e non b vero che agp-edisca la vostra. Ora se il governo tollerante permette l'esercizio di questi culti bisogna bene che ne permetta, se vuole essere logico, anche la difesa. fi stoltezza preteridere di accordare una facolt e al tempo stesso negare la balia di esercitarla nella sua parte pi~importante che i? qilclla di difenderla. I1 se-

g,.rx;in!tle113 religione tollerata noii pub dunque avere la coscienza di delinclucre quando con polemiche e clisrrrcsicrni sosticne In propria fede. La legge gli dA diritto (li serbare quella fede, la legge gli d a diritto di esercitarla e professarla pubblicainente ; In legge duxirlus gli dove dare diritto di ctifenclcrb con 13 parola e con gli sci7itti; perch diritto e Cacoliib di clifesa suno una unii& giuridica. E quaudo roi volete, iricrimin:ire le sue poleniiche come atto illecito perche aggrediecouo l' altro culto difformc, egli vo le dimostra atto lecito ed eseguito a i legis o almeno pe~*.nzit@ttte lege o cori coscienza pura di colpa, liorclii? con quolle difende il suo culto da voi porriiesso. Erl ecco colne lo Stato tollerante che vuol Eire un reato dcl proselitisrno semplice si pone in una coiidizione di contrarlizione giuridica, psrchh di1 e toglie, conceclo e nega, pcrrnette e vieta., e dell' atto che con urla mano permette vuol cori I'altra mano far niente meno alle irn delitto punlliile con la casa di forza.

O l t r a g g i a l cii1t.o.

Con quostn drsi~vrriiri:.~zionr! oZh?agg.rlioul czllto di la scuola odierna vicnc a designar0 anc11e l'antico titolo cii sacvm.ilegio (l), ma la novella formula preferibile nll" antica per pih o diverse ragioni 1.O Perclib meglio eliiiiiiin il ~;osl)cttoc l si voglh, ~ punire il pcrcnfn '?,a Perrhb meglio ritrae 1' o$-

gettim giuridico del maleficio, il quale non sta ntzila profanazione nla veramente nella lesione del diritto universale pertinente a tutti i seguaci di un cullo (li vederlo rispettata insieme con gIi oggetti cmsacrati al inedesimo - 3." PerchE! questo dirjtto dovendo essere difeso dalla legge penale per .( q ;
ntcdtzsin~oindipendentemente da qutilunquo profanazione che possa esservi concomitnnte, h deliominazione di sucrilegio sarebbe meno comprensiva lasciando fuori di sb quelle offese a culto clits i non si consumassero mediante profanazione di COFR o persona sacra. D' altronde il sacp-.ileglo quando zabbia in sk le condizioni che mostrammo ( I j . 8256 e segg.) essenziali al delitto religioso non pu avvenire senza che ne sorga un oltraggio al culto. I1 sacrilegio che ar,cornpa.i;ni 1' aggressione ncl un culto potra dunque calcolarsi come acc.irlent;lle concomitnnza de! r ~ n l oe come suo cl-itsr-io ??~~SZCI*U~OP-C, . inn non i.ukne cssifi:ictZiPii del reato.
il)I l saci-ilegio non si B gi poslo i n non tale dalle sruole e codici odierni. SI? ne iiene conlo, m;)B iramultila \a formo giut-idicn, a diviene src.ontlo i casi o basle~~irnia renls, od oltraggio a rullo, o concornitanle del prosclitismo qiiando concorrrrido 1' urnpio fitze aqsumc per la malerialiih rlcll' azione In iipuru di ilno tli quesli tre titoli: dova poi rn:incn l'onipio fine ci09 In itile?izions d i i e l l n ad 3ggrcdire la religione, il sacril~gio si guartla rlie come una tion ilualitica ilel furlo, drllo siullro, o di allro delillo definito e rl~lerminalo nella disiinta sua specie dal fine dcllo agenle. L a motlerna scuola penale non pecca dunque d'iridifferrniisrrio vcrsola reiigione alla quale rnrinlicnc tu110 il rispello; ma sollanlo rctlificn giusla i veri cardini della classaaiona dr! iinalrfizi la nozifinc giuridica CIPIfatio. Del resto in quarito

alla nezionedel sacrilegio comunemente definito la violazioiie rli cosii sacra, noti solo clev'oss~rcf a l l a osservszione sul largo spnso drlln parola ( o s f i , la quale rornprendc qui P cose e ltroghi c psvsone; ma anclic sol largo senso della parola sacro, la qiiale esprime qualsisia consacrazione ad cwrri superiori all'uorno hlla con opposilo rito; prr lo clic tanto O sacro l'allarr. rleilicato a D i o tanto quello rl~iliciiload un Sarito. Non de1.e qui mantenersi cinca defcrcrizn alla dottrina insegnala dai pagani e servilmenle ripetuia clalla comune dcgl'intrrpetri dcl giure romano. C'insegnuno l'uno dopo I'allro cosioro v110 i romani clisli~lgu~ssero cose s ~ r c ~ ~ e , fra sairle, e religiose; r:ic religiose ciiccs~crole cose dedicate agli Dci irilrrnali; sunle cost. dedicale agli Dei tnediosstoni (ilroi seinitltli) e sacra dicessrro sollarrto qucllr dctlirare agli D13i cclesti. Q I I C C I ~stori1'1la 4 PORI& in dubbio riai piii eruilili Irgisli, pcr rngiorii rlic possono vcdi3rsi I ~ P I I.rlgfls c r 9n)crlilnriowes in p(rnderplas sperinrrn $2, n e d i l . 1. Mi] sia elle vuolsi (li cid, certo clic i roinlirri ebbero cnmr sacrilegio la ~)rofa;iiioxiiin~~Cli di aliari, P lcmpli Rt!ilit.nli anche agli cose, I l c i irifrri I, mrilinssumi, rd ancliela profannaionr (lei sepolcri: t 1 t.1111 p"i p~~rilrlisli qurllil lriplice dislinzione rion lio alcun si'nso p15Lico. C;. 3308.
111

A12 altri ].i ~cqucailoperasi! 1 esl)r.c~sioiie 3 inrl~ecn'i~??s~zto culto, aiizicli, quella (li ol.Edir~ggio. a al 3ln iioi nuppurc? qucsta par buon:~,perclib i1 i6cato esistc coiilylcto i~cllanggressionc al culto, iluantunquo ycr lo circostanze clcl fktto il culto stesso ilon sia stato i,~ij)cdito, Poiigasi cho alcuni faciiiorosi s' inti.oduc:ino in uri tempio, attorrino l' altaro, o mwomottancr cniitle1,zbri od altro inscrvicnte al culto : Dia riiicsto avvenga. ia ora nella quale tacciono $E uffirbIi divini; siccfi alla OPR destinata per la rknione dtli folleli il rl:tlino possa essere rilmratct e i1 servi-

zio religioso procetln tranquillariientc. In siff'ntia ipot (:si n o n potrk n o n r a viqnrsi iin reato rizr?r.itcl~~olc ~ di severa repressione: tna se il reato voi lo chinlirate i~~zpecli~i?an (.1pe1oli nsr;iiino 1)uuli;t rntu, i giuiie d i allegare die cssi noli l!nnno .r?ievtcl in?liedifo (1).

[ l ) Polrch!ie essrre inieiessantp rli.;!inpi~rrc I'oll~rrggioal ciillo ilagli impedi~nenli qiiando I':ivvrn~iloo non avvcniito fraslornamenlo della sacra funzione porli noiahilc aurnrnlo [li pena, come nelle anlicbr praiiche ilalianc ndle quali (rlala siff'at.tacircoslanza) infliggrvasi ancora la pena capilale; B a l d o i n I. s i qztis in l ~ o cgenrls, rum Atltlt. sed noro j u ~ eC. (le episc. el c b r . - R o l a n (1 o a V a l l r cons. 16, lib. '2; al rlir pcrsllro le pralirtic g ~ r m a n i c h r1im:indsvano ancora il ~, rrquisitn d i una violrnza conlro la pcrsoria drl sac~rdolc: C. o l e r o dccis. 178 - L e g s e r ~ticdilntionesin palzdeclns spec. UZO, naedil. 25 - C a r p z o V i o jzbt isprudetr tia para 4, c o ~ s l .I , dcf. 19; e1 pracl. pais I, qunesl. 44, n. 5%. Comprende ognuno che in qucsto punto si puO incontrare divrrsil grjnrlissima nella eoslruzionc clella presente teorica, perchb se il delillo si d~finisce conte un i~npedimenlo, avcrnc! ad la consumazione sarli necessario che IU sacra funzionc sia stata almeno per qualclie momento isllcirotla: se invrce si delinisce un ollrnggio (comc a me sembra migliore) il delilto sar9 consumato col solo oltraggio piirclib eslrinsecato in modo sensibile ai crrdrrili che allendrvano alla sacra funzione; e il suss~guitoilzlrrronipi~nentoo ccssuaio~zedella medesima non sariche un crilerio misuralore,il quale aggraverA notahilmenle il reato: ma il reato sari p e r f ~ l t o non c rester8 neisemplici termini d i tentativo, ad onla che lo agente non abbia ottenuto lo speciale fine che egli si proponeva, (l'impedire, cioh la sacra funzione. Noi scguiiiamo di prefcrenza questa seconda opinione, perchb pi cocrcnie ai cardini gcncrali relalivi alla dslerminazionc tlcl momcnlo consuma-

liso n ~ singoli rlclilli. Ogni rli!litto t; consumato qnaiido ha i r n g ~ i n n l oil suo oggelto. Ma la oggcilivitb che perfeziona il dtlliiicr si cosliruisce dal!a oggeilivilh giuridica, P non dalla oggcilivitA ideologica. Si cosliluiscc cioi! la perftzione rleL r ~ a l odallo avcre In agrntc raggiunlo la v i o l n a i o n ~dei di?.illo poziors chc a$,qretli~ri; c non tlallo avcre egli CCIMp l ~ l a l oIn suil idcn, ossia r s ~ g i u n l ol'trllirno fin8 che egli nel cilo p3rticnliire disegno si proponeva, ii un errare il far dipendere la cons~zmazioncdel reato dallo avere o no il colpevole oltrnuto quel pne al quale egli tendeva e che lo l ? v ~ v a I ~ t ~ r r n i nal t o ~ a delillo. in queslo sla il belte rigognalo dal deliriquenlr: rna qucsto i? inrliffercriie alla consiirnazione o non consumazione del reato, il qriale C perfetto quando si e operalo il niule medianli: la viol3aionc? del diritto alla prot ~ z i o n cdel qiialr! la Irggc costilniscc quella speciale figuri[ rriminosn. L'omicirlio si vieta per [~roleggere vita umana: la clii uccisc un uomo poi6 avcrc pPr SUO fine ~pecjaledi 8p0.sare la vedova d i lui, o d i lucrare la sua ererIitA, rd essere rininslo ileluso i n clu~sli suoi proponimeriti: ma egli non pub gi3 dirc che non avendo conseguito I'oggello dcl suo discp& i1 tlelitto S U D non : o g g v l t i ~ a r n ~ n tperfetto. No: 1'0s, i e jiclto clcl rralo B il clirillo vitrlalo; r chi lo va cercando negli u l i ~ r i o r ivantaggi che v o l ~ v ail colpevole procacciarsi scani. liin la og;etlivita ideologica dcl fritlo con la oggettivi13 giiiridica del dclirlo, e porla nella malfria del tentdivo e doll;i consumazione la piii strana ed irragionevolc. cotifusione, Con talc abrrkzionc viene i n certo modo a presirpporsi che la legge penale trovi la ragione del (livieio di ccrli alti nel16 impedire clie uno od allro bene si coriscguisca; mcnlrc a l i i c sto miglioramento qnaolunqiic ollrnulocon rnczzidlsonesli la I~gge penale non porta invidia, porci16 lo intendim~nlo suo B esclusivarner~tequello d i protcggprc gli umani dirilli. Cos la resistenza (g. 2800) B' w a t o rlio si consuma col solo usare violcnza agli esecutori al fine d'impedire un atto d i giiistizia qiianlunquc il fine dello impedimenlo non siasi dai rr.sictcnli ropgiiinto: rosi il mito 6 r.oiiCuiaafo qilando l'cori-

snmala 1' al)(lueion~ fina (li matrimonio, quanlunquc il a malrimonio non siasi ott~nuto. Cosi 6 consumato lo incendio ($. 3086) con Io i ~ p p i ~ ~ a m ~ nfuoco, bcndib CI(*! t ~ lo scelleraio si pl'opon~ssix il Linc dl dislruggclre lo inLPPO cas:immto, e non alibianc pun:la clio una piccolissima porziorip. Cosi nel ipma prcsrnlc. il tliriito p r o l ~ l l o dalla Irgpe 2 qnello del rispc.110 al culto profe~s:iiodai feileli. Questo tliritto orrtiai violalo coi semplice oltraggio quando questo i? complrto nellr pvoprie coridizioni; con Io ollrrrggiure dunque si consuma il deli tlo, ed A vanilU. lo indagare se il fine dell' agriite limitavasi soltanto ad oEk.ag,~iare oppure se proprinmenle voleva eziandio che la sacra cerimonia fosse impedita. Il fine di impedita e non soltanto olh-aggiat-e l'oirh P.S~;CI*I% crilrrio di ~~ggrovalcnto un come 10 i! il rclaiivo efeello; ma non 8 crilerio della constcwazionc. Clii sostenga qucsto ragiona a c.ontroscinso, pcrclih rion pottltido ncgarsi clie nthllo it~pcdintento qiialclie cosa (li pi grave stia cile non nel solo oltioggio i! I)rn ragionrvole che qufbllo punisf.asi pi di questo. Ma se voi applicate la pena del consumalo dclilto a clii ollraggib p ~ r r l i Svoleva semplicempnle okraggiaie; e applicale la pcna del lattlaliro a chi ollraggib pcrclit? voleva inipedite, ma non riusci ad i ~ ~ i p a dire; voi tIcl fine d'impedimenlo ne fate iina olaitzoranle invecc di uri'aggtaaanlc: ci6 B assur~lo.come sarcbbe assurdo trovare nel fine di furio clie guidb ali' orniciilio la rninoranle tlel tentativo quando il furlo dopo coWpiula la slragc venne iiitoholto.

Altri credettero per maggiore diligenza congiungere le clue parole,licendo reati di oltvaggio od Zmpedimento al culto. Ma qucsta cautela mi sembra superflua perch non voggo possikilc concepire un irnpcclimento rluslsiasi dolosatnnnte recato al culto

r*lir:

noti ;rld~iu se per xiect.ss:~t~i~i.io in contenuto l' 01ttlttygio al crilto. Cosic4cIli\ a IIIC pare C ~ I Cqt~anilo i rletto oltl.crggio si sia di~ttoqunntct basta per dc!

signare rliiesta forina di nialefiziu.

Avvi ancora (l) chi viiole inc.licnr*cquesti reni i con In forriiul:~delitti d in tollel-ujiua q*eligi~i.cct. riiiestit ' E i'orinuln Iia meritato le sitlipntie (li niolti raloxiti erii~iirialisti. per fer~i~o anilare iilcoiitro n gravi X IJUO

[*erisurepcrchh sotto iin rerto punto di vista (lesigna 1' mimo che informa gli agcnfi diretto a t2072 ?:olc~e loliera)-e il czrlEo da loro aggi.cdito. J7uro io vi truvo un che d'incompleto; perclie In iritolleranza religiosa nel suo concetto proprio esprimi: la insofferenza di un culto la quale proceda cle ftitle in un culto clifferentcj o da zelo vcrtw il medesimo. Ora se il reato di oltraggio al culto ha per ma causa piz'c ft-egzielzte c2) la viva fede in un culto oppocsto, questa pcn} non b cauw esclusiva e cosbu?at.e. Non vi ia dubbio che una illano di einpii ed atei ( o al~iaeno clie si profesuaiio tali) possa muover gilcilra indistiiltameilte a tutti i culti pcrclib si clichinif iicilkicsl di ogni religioiio: al fatta di costoro potrh fi~rsea tutto rigore iloi~beno adattarsi la f~rnlulat' itltoll Icl-a.)t,-~l; alrncqo geilcrarc i1iiljbiczz:i. o
(1) La formula delillo d' inlolleran~ureiigiostr piacque al legislatorch Jonio, C I'ailolli nel suo codice all'art. 670, ove rniririccib la casa (li corrrzionc fino al secondo grado conrrci cliiunquo avcssc f*oslrclloillf.ri ad cscrcilare o non esercitai%

un cullo.

(2) I c a ~ ipii1 frcqupnii d i olrrn$,ri ai ciilin nori ilr>r1\311 da inrreduliih ma (la r j r i ~ l l ' e c r o ~rli sa1:iltln r ~ l i g i t i ~(.li&! ~ n disesi sul~rstirioneo pi PqfIarnenIe / h l o l i r k ~ t o .Sullr! coniliniuni e ciille cousc cli 11uPsfn~ l u t f i(11 'i'aninio ili.s.;eri~rono H c y n ~pirsctrl~r acqlieniw rol. ii, optisc. 8, p1i9. %Cr P B 1 O in die~el'lfllio rJrlic1is qirae ~ z r l r bninlir acc,ver x l i l i o ~ i e dt' el fritrnlict~ivir,ul.sio~re cot~jlt~lglln Clicrhl IPfiO. p?i.c.td tur, clie a molti piacque ( r r i i n ~nowi 31 ?. 21:6'3 ! dar^ :iI clclilii contro la reliyione la irilitolazion~ crn~rtili- reali rl'inloldi krnn~sn I-eligioca;la q m 1 ~I ~ n r ~ r n i n c l z i ~ n p t r11v-U p11b ailiillarsi alle configurazioni rlie cadono s r i l i r ~il prcsentp titolo, non agualrn~~riie rispnndrb in Liiiti i rasi a i ; i i ~ l l ic n n r ~ m p l n t i sotto il titolo primo, e niolio rncno a rlaelli chr esarriifirrenlri nel titolo terzo; l a o n i l ~rlucsla inrrnula nun m I: parsa ari r~lbalrilecume designaziorie g(brieralcdella prescntc clrisr~.

I criterii eswnzinli di qrit?::to ni~~lctiziu ljilc$to si trovano i.ipp1icanclo i cttrclirii pcnci4:lli del ilelit,to religioso gi da iiie eriutnerczti. In rlu'intv nll:~f o l s r r ?HOrale soggel t i c a do1 irislcftzi~ nccesutzrio t:ic 1 :ci tcl i: ' proceda cla ilzLc~b,-fone dDsettcc ad aggi.ec.lira il cullo. Un olt~~aggic), im~icdoii~exito, d i 5 t u r l ~ al culto un un f~ puU avvctlire per atti diretti a cliverso flrio nriritinuso. Lo stupro dellti, lnuiiuca, le li~rcossco le ingiurie al sacerdotc, la rissa ecacit;lla ncl i,crilpio od anche nelle rie iii c~ccn:;ioncdi mcre funzioni, pussono avere disturl~atoil culto od awrc eagiotlato interrompimento rlclla rcli~iosafunzir~i~(:i i i : ~j1i31~: chi3 manca l' animo diilollo :\ti :t~~:*crlirc, cillio il simili contirigcnze dovranno bciic volulttil:;i coii~r: aggravanti du reato priilcil>aIc,o r~rialific:~.rlu,o fhrne elevnilo la peiia: inn il rc:tto piliricil);~Ir: i.iiii:lrr;i

liella su3 classe e rrianterrA la priliiitiva nozione sua, ~~ercbi*. n conrrertirsi in un delitto religioso gli mzncli~lri~ elemento indispensabile per il lato della lo intcnzionc. 5. 3312.

Di questa veritti dette solenne documento il codice Toscaric, con i due combinati articoli 133 c 388. La diRerenzinle di questi due articoli sta tutta iiella digt.rontc intonziozic Beli'ogento. In entrnmbo si contempla il sncrilcgio Sella dispersione o profmazione ilelle sscre particolo. M noll' art. 133 si supa pone che ci6 aliljia fatto il colpevole per empio fine, e perci6 si ~ilinnccla lo ergastolo; noll' art. 388 a1 contrario si suppone che quella profanazione sia avvenuta per opera del ladro, il quale intendeva a ~*ul>arepissirlc; o conseguentomentc la offesa alla Ia rcligionc cessa di essero criterio csscnainle del titolo di reato, o divierie c?.z'teimio nziszcratore (ossia essenziale cielln qualifica) e il titolo principale si zilaailicne tra i furti, nggrtivandolo per qric?llacircostanza col portarne la pena fino n venti anni cii cnsn di forza e non p i ~oltro conic rie!l'altr.o caso. 1 l~riilcipioscieiitifico rioii 11olovr~ 1 essere l ~ i uesuttcruiento rispcttatci, PuO sernlir:trc! troppo grave In ])ma; 1113.t~tllco~rtljna~wleuto nuziolti qui vi CICIIO tutta 1 aderenza ai carilini della cluttriria, '

S Ilbalil~oi'to C iloll:~fo?za Phiclc soy,qcll.iva il crii.cr.io cjsscnxit~lo doll' oltraggio (LI crcllo consiste in nl~l,li(:nziu~lt!11t.i prajnr.ipii gei-icr:lli (S. 00) il1 un atto

4!Yi

esiei.ior.s; i1 qiiaie J ~ l ) i a si! 1;l jh)t,!iiz.t t l i iIliiiiiin dere il culto per q~~alsivoglia maniera: sinsi :iiIoprata h voce o li1 mano, niente cih influism sull:r ewnzinlith del rcnio ~~urcli? atti di forza o le gli grida nvcssxo l'aii~icletta pot enzn.

Finalmente sotto il punto di vista della forza fisica oggeftiva essenziale un risultainento nel quale si estrinsechi 1'oltraggio: vale a dire o clie Ic gricla si siano utlite, O che 1) atto violento abbia avuto nella sua estrinsecnzione una pzrbblicitu, o conromitantc o successiva, Ia quale af~biaoffeso il scntimento religioso dci si?gu:ici (le1 culto aggredilo.

Sessun cluljbio rlio i1 liresente reato pertenga alla classe dei sociali. Sin si dirnanderi se il inedesinio debba tenersi come formale o come materi.2ale. Veramente a tutto rigore di termini non liotrebbe dirsi formale, alrncno nel inodo con cui io intenilo qucsta parola ; perchb un ecenlo C necessario che sussegua all'azione affinch pmsa sorgere io eatrerno della pubblicita. Non hastn clie le grida del colpcvole siano uscite ilnlle sue labbra se non sono state udile in mollo da co~iliiiuo\~ere sent,iiiici:to reliil gioso di coloro che attenclcvnno allo esercizio tlcll:~ sacra funzione. Su ppong:~:isiclic ;i1 vederc il pnssnggio di una processione tnluiio parlantlo con due o tre ainici cl-ic avesrlt (l' upprcsuo abl~ia usato espressioni di dileggio, ed anche col pravo fine cM oltrag-

giare qiiell' atto di cullo. Ma se nessun altro le ud, e nessuno se ne comrnossc, non potrd dirsi che colui al~lliaconsz~i~into reato cli oltraggio :t1 culto il quantunrlue alibia esaztlJto la sua colpc~ole azione con pravo fine, e pt'r avventura ne consti per la deposizione di quei suoi compagni o per la sua conlkssione. Ugua1ii:ente se taluno passando presso una croce eretta in una l~ubblicavia imprenda mentre il luogo solitario ad urtarne il pilastro con intenclimento cli rovesciarlo ; od altri esaurisca ogni sua lbrza per rovesciare un altare (1) ma senza che nessun guasto neppure parziale ne avvenga per causu della solidit di quell' opera, costui avrb col malvagio fine esaurito la propria azione ma non potr clirsi che abbia co~zsumalo il reato di oltraggio al culto, ed il fatto rimarrk nei limiti di un tentativo. Non parmi dunque che a rigore ili termini neppure a tjuesto reato possa esattamente adattarsi il carattere clifficilissimo di delitto formale.
(4) La costumanza (li ctrigere allari alla Divinilh rimonla alle trntlizioni dei piu anlichi tempi, e cliflicilmente se rie potrebbe rintracciare la origine. Srmbra clir sia un mito spontnneo col quale 1' uomo mnnii'cstala coiifessione dcllasiipcriorili rlell' entesupremo qucllo d i configurare la sua prcsrnza sii1 rilrticc di una elevazione manufatia dap~irima sc;mplicc? con tcrra, c posci3 con opere mcirarieche si rtlnntbro gradalamentc! ciriiando a crconil:~ mczzi peruniarii (2 del progresso dolle (lei induslric! t? delle arli. Se avvienc!clie rcalmcnle rovis si (del che dubilo) la sloria in una rdigionc senza altare questa ]luU cunsidrrarsi coirie un:i ~cc~zione singolarissima. L'uomo rii tc firiito cbbe sctmpre hisogno d i una qualclif? mavrialilh calicai suoi oc.c:lii rnpprcscnlassc il soprassensibilr:i n un mndo r.ji11 ( * , I ~ I ~ S S L ' sotto i suoi serisi. Di q u i lutto il simbolico $\'aQM .>.> VOI,. 7'1.

ri~tissirnoe infiniio ciie trovasi nella designazione della ginsiizia, nella designazione delle viriu e dci vizi, e nella designazione della Diviniti. I popoli ignorariti e quclli ravui~llinelle piu false credente variarono nrlla materialiti d e signairice drlla persona del loro Dio, 1r.a tuiii ebbero rome simholo preamholo del concillto gencrico della Divini13 lo altare, e su q u ~ l l ovollero posto il viicllo, il serpp, la siaiua, o11 allro simbolo s p ~ c i a l edel Dio da loro aiioralo. Vittlasi A r n t z e n i o miricellaneorum cap. 2, 3 e1 6 - F a b r o 1haaurus erirdilionis, i!, verbo orae - P i t i s C o lexirotr a ~ r f i q u i t ~ t u m umbo ara; el i n c e ~ b oaliars; ove noi;: in come lo altare differisca dall'ara. Mk sollanlo gli altari si eressero alle Divinila, ma ancora a quegli uomini dei quali si faceva I'apoteosi dalla venerazione del popolo per le loro straordinarie virt, e si tenevano come chiamati (la Dio al suo celeste conses$o. Divennero vriclie gli aliari sirnliolo d i cnm~riemorazione qualrhe gran il^ fallo, o furori0 sprcialmrnlr! di dedicali a qualclie principe benrmeriio; come avvcric B o c hm e r o elccla juris cicilis, ezsrcilnrio i de aris pro salirlo /mperatorurn in ibu e l reditrs. Come atlo (li sptlciale oslilila ad un cullo dovette dunqiie a rsgione considerarsi lo allcrramcnto del17altare: e non solo si ebhe corne nrfanila cosa codesla, ma in certe religioni ariclie il solo ioccamento ilitll'altare fatto da mano proftna indislinlamenle, oppure specialmente da cerle mani clie si consideravano come pollutt: perlccondizioiti loro. Cosi fu iniertlctio alle pellici di iocibare l'ara di Giunone, e si ebbe come esecranila profanaziont? sirriile fallo. Il nome di pellice fii dato fino d;igli anlicliissirni tempi di Roma alla concubiiia dell'uomo amrnoglialo. Cici rilevasi da un frammento di itlgge riportalo (la Ci (?ll i O nelle nolti Alliche bib. 4, cap. 3, e che altribuisccsi a Nunla: Pelb~.x trl-um Junonis ne tangilo, si langet, Jurioni crinibtcs dcrrlissis ugnurn fucminam caadilo: sul concello di questa dis2osizione che interdiceva alla concubina pellice di accostarsi sll'allare di Giurioric, e in pena della profaiiazione che avesse conirricoo cori apprcssarsi alla mcclcsirna lc imponeva d'im-

molare iiri'agnella a Giunone coi crini disciolti in segno di penitenza, dissrrtarono gli eruditi. Vcdasi SCII l t i n g a dise sert. d e nvn Junouis pellici 9zon l a t ~ g e n d aMa poco vi vuolc! . ; c o m p r e n d ~ r che la milologia pagana rappres~nlando I e Giuoons come moglie perpeluament~agitala dalla gelosia per le infedrllA marilali, doveva facilmenle imprestarlc un odio implac:ibile contro le pellici, e tlicliiararr sboniinrvole profanazione per parle di C O S I O ~ O il solo loccarne gli altari. La rrverenza vrrso gli allari porlit a considerarli come luogo di refugio per i colpevoli; iib gli agenli del potere avrebbero osato por mano addosso ad u n dclinquenle clie si fosse a[ferralo ad un altare,: ma B notabile lo slratiagemma coli cui si eludeva lnle presidio accendendo il fuoco allorno a quel disgraziato per cosi costringerlo ad allonlanarsi dal refugio. I c o m m ~ n t s t c ~dii P l a u l o alla Moslekkaria (act. 3, sren. 1, r rlers. 6b) osservano ehe lo admorrere igni non era un vioInre la sarilith dell'altare pcrchk il delinquenle non clrappavasi di cola dalla mano dcll'uomo, ma dalla forza del fuoco. Tutti i tempi hanno avuto le loro r ~ s l r i z i o n mentali per vioi lare tranquillamenle i prcce tti religiosi.

Dicasi bensi clie la consumazione in questo reato iia un momento pi prossimo come in tutti i reati sociali: e (lasciando da parte qilella impacciosa forrnula del reato formale) dicasi che ad avere la conisumazione in questo reato non B necessario che il colpevole abbia raggiunto il suo ultimo %ne :non rJ necessario che egli abbia eccitato in altri un sentimento di disprezzo verso il culto; o indotto altri ad allontanarsi per timore dal servizio religioso ; o abbia procurato la interruzione del niedesimo; o simili : tutto questo rientrer nel calcolo dei criterii rfiisui.atori,. M sempre ad avere In consumazione a

del inrtleiiziri sara pero necessario c . 1 1 ~ l'atto eslcriure siasi cvulto con 1:s potenza di p r o ~ l u i . rsiiiiili ~ <?fletti; c h s n r h sernpre zicccssarmi~) ;111:i l'ui.z;t al mc vliri fisica clel reato si ac.coiiir~ngi.ii u n rlu:tlc2tr: ettictto ),inler.kle seW~cnenoil adegai lo iiitttndiiiicnt,, i h s l c.olpevuIc (l!.
( i ) Solio questo punto di vista alrnne formr drt prtlscnie realo arieggiano ai delitti contro lalibfarti individual~. quc.sto lo aqpello sotlo il qiiale si conlrrnpialo il Lilolo di o ~ o coli ai libero esercizio dei cttlfi dall'art. 260 e segg. dr.1 codice penale Francrse; sul quale da vrdcrsi B l a n rli t! quc.rlt.ieine dlude pag. 31 i, a 32%.Esso infalli non distingue fra culto e cullo; ma inrli~linlarneritrpirnisce con mullri e carcere non solo chi abbia fraslornalo una funzionc religiosa, ma ancora chi abbia coctretlo anelte una sola pprsona a fare o non b r e un alto di Suil religion~;lo che evidcntrnienia ravvicina il concetto del legislalorc all' obieliivo ilella liberlli individuale. : notabile chequell'arlicolo cosi dcscrive I n niaterialiih di queslo rclato ivi aura eonfrninl 08 em-

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pdch8 u n e o u pluaieurs personnes d'exerrar I'utt des rittte8 autoris&s, d' assisler b l' eaarcice de ce ccilie de r.4ldbrer cerlai%es fblcs, d*obaertier cerlains jours do repo,?, eh en conaeguence, d otherir ou nF: FERMER leurs iilelie~.a, ' bouliquea oic magasiqis, CL de B A ~ I ~ou QUITTER certoina lr'rsE onux. In faccia a questo arlicolo non sa spiegarsi il giuilicalo che sopra ricordai al S. 2365 nola, il qiinli: dicfriarb tuttora vigcute una Irgge anlica di Francia che colpiva di pena chi lavorava nei giorni festivi. Se per l'art. 260 6 reo di delitto chi vuole iinpeditmi d i aprire bollegn, o di Zatlurare in domenica, conle pud esqere delitfo por me qurl Invoro o quell'aperlura! Sembrava che l'art. 260 avesse proclamalo la liberla delle iridu.;lr.ic e cosi aursse per implicilo nrcessario revocalo la vecciia Icggo piiniliva del semplice pcccalo. Su questo arlicolo un giudiciilo dclla Corle d'An-

2fj 36tOS10 1867 ( M o r i n nrl. 8C98) ocsrrvb r i i e formula rullo aulor ir~crlouqata invilce d(sll' altro cullo t icnriocrirrlo inillirr alla pii1 larga inlrrp~traziori~,protegge e iiqtii riittn pPrnlwo riai governi, anccirchi: tion compreso n ~ i c~triiccrrtiaii.E onrura a vetlersi 13 rlisserlazione apposila di J! o r i n Joirrtzai di6 dt'oil ci irninel ari. 827.3.
T ~ r zl i b l i
13

I ~ ; . i t ~ r rnisur.atori di qur:sto reato sotto il rapii rlorto della sua forza fisica oggettiva {danno irnmeiliato ) pofi~o~io condurre ad una grandissima varieti 11011 ilebnibilr: a l?i.iori se si conternpa la possil~ilitri di danni concornitiinti rappresentati da altri diritti clic si siano acciilcnlalrncnte Icsi con I7aziu11e criminos:~. Cosi i tumulti ai rluali il fatto abbia dato riwnsiniie potranno aversi come ragioni di aumento t;r:lln sua q~~itntifi criminosa. bla so la ricerca si icstituisce restrittivamente al vero oggettivo essenziale clcl reato, la varieth possibile del suo danno i~iimcrliatoviene a limitarsi nel piu stretto cerchio; ~ , o l ~ htrattandosi di danno che consiste nella ofC fesi~di iin sentirncnto, il valore del diritto agqredito non i susccttibilc di quelle modificaziozii con! tsete che pre.senta la proliriet o la sanitA del cor1'0 umano in ragione della niaggiore o minore entiiO d ~ danno, L'affetto alla religione B quello che l ina i concetto individuo corrie la vita ciic rap. yrcsentn in ciascuno unn identit di valore. Laonile sdtn i1 rapporto 11eIdanno immediato non pu6 indicarsi crirno criterio misuratoro che la maggioro o minor0 intportanua; dcll'atto di culto frastornato, 0 la iriaggiore o minore santit della cosa profanata, 0
il,

l'ottenuto o non ottenuto impedimento e la pi o tileno eslssa pubblicitu. E quanto alla importanza deve notarsi che la medesiina non vuole essere snlutata col criterio religioso volgare che fa una srnln di ineriti nei diversi Santi, e pone come liiu dcynn cli reverenza una certa festivi& e come ilicno degna un'akra festivit. In questa metrologia dei rneriti dei Santi, non puh entrare i1 legista. Il criterio clella izportansa egli lo ilesume dalla opinione del popolo, manifestata col fatto del maggiore o minore concorso all'atto cli culto. Laonde in soskmza questo criterio viene ad unificarsi con quello della p u b bliciti maggiore o ininore.

Bensi bJ meritevole di studio se a questa considerazione del piU o meno di quella quantitti che direbbesi naturale nel rnalefizio possa appellare la diversith della religione aggredita. E qui ci torna innanzi la diversa condizione del governo in faccia alla religione. In uno stato irztollerante la protezione si accorda solo alla religione esclusivamento dominatrice. Chi avrebbe potuto chiedere a Maometto che proteggesse gli altari dei cristiani o la sinagoga? In simili Stati anche troppo se le aggressioni contro i culti perseguitati si puniscono come reati comuni quando le circostanze dell'azione ne abbiano fatto sorgere i titoli, per esempio di omicidio, di incendio, di saccheggio, e simili : m a iina tutela diretta al diritto del culto nei seguaci ilel meciesimo b incuncepibile, e contradittoria con la istituzione politica di siffatto governo.

Xci governi i,iclif~e~~evtioliposto mandieri Itt :di' pussibile diffcrcnzn di quantitii per oltraggio al culto rlipendcnte dalla diversit della religione aggredita, perche un siffatto governo non protegge nessuna religione come religione rna le protegge tutte come estrinsecazione della libert cli coscienza dei cittadini che le professano; e per conseguenza le protegge ttitte zrgualfileizte. Nel codice penale di uno Stato i)zdiffe?*entenon pu cercarsi una difforrnita di pena derivante negli oltraggi al culto dallo essere aggredita una religione piuttosto che un' altra. Tale difformit non potrebbe avere altro criterio pratica tranne quello desunto dal numero maggiore o minore dei cittadini che professano una od altra religione. Ma siffatto numero potendo essere di giorno in giorno variabile, non pub un codice penale stabilire a pm"vi siffatta norma come criterio costante nel presente malefizio della sua quantit.

E dunque soltanto nei codici penali dei governi lolle~untiche pu trovarsi tenuto conto della di-

versit della religione aggredita coine criterio misuriitore (1) del presente malefizio. I1 governo tollef*cb?tte riconosce una sola religione come vera, e corno istituzione civile la chiama religione dello Stato : le altre religioni tollera unicamente in ossequio alla IibertA di coscienza, la quale h pure un principio politico dn lui riconosciuto. In simile condi-

rione

noii

repugnn n sifittn ortlitiariiento gc~\(>rn.-c-

t ivo che si ~ninacciuna pcna (li dierai n chi ofrenilt:

il ciilto cloinirinnte, etl un:i pcna di cinrlut: contro chi oifentle culti clifi~rii~i. Siffa1t.n distinzione di pcna non k un iiiero pronunc.iato di ~i~*ccaZe)z;n ?.eligioca. Xo11 si coiiItntlti 1' una con 1 altra idea. Quella ' 11ilfereiiz:l 11uG c*ciardintiisi anche ai1 GII priilcipin

rn~r:i;i~eriiee strc:tt:rnicnte giuridico ; dicentlo che ncllt? socicth sifittarnente costituite l' ag~ressionc: conti-o il culto dominrinte con/plessa, mentre quella tliretta contro gli altri culti k semplice nel rapporto della sua giiiri~licaoggcttirifA. l$ sen~plicequesta, ~lerclii!aggredisce s o l t a ~ ~lao lil~ei.tti cultoi*iclelln t (lei religiune offesa nella di loi est~insecazione sendel tiniento religioso. conzpl~s.sacluclla, perchi: oltre allo aggredire i~gualrnentenei cittndini che professano il culto {lominanteIn estrinsecazione della propria libcrtk di coscienza offende cziandio una istituzione dello Stato. Ecco conie e r~uant9oc per rjuali ragioni possa nel reato di oZt~*agy'o c d t o tenersi al coine criterio niisuratore nel rapporto del suo danno iminediato la cliversitj del culto aggredito.
(1) Al vrdcrc che nrl codice C;lrdo si conlcmplano al1'3~1. 183 gli ostacoli violenti alla religione dello Stuto, e che poscia all' art. l88 si contrniplaiio con quasi idcnlica eniimarazione di fattigli ollraggi ai culti tollerali nello Stato, vien fallo di supporre che in quel codice si sia volulo lencr conlo della differenza dclla ri!ligione ol traggiata coma cri tcrio misuratore della pena. Ma guardanrlo le penali15 respeltivamcntc minacciate nei diic luoglii c Irovantfole idenliche t3 necessario dire che cib non h : c quindi rcsla un eninima, c h r la mia lenuilh non sa spiegarr, il pcrche si siano falli in q u ~ l eorlice tlur arlicoli per tal giii~ii ~Iiqtiriii,mpritre aggiungendo

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n 4 18.7 allc parole ?eligione dello Sl~rlola formiild od altrrr rcligioile tollcrarn iiel u t e d ~ ~ a i asi , potpra inl~ramcntr o risparniiarc l'art. 185. Crisi parmi In slrsso che nvpr fatio un arlicoln prr ilire la uccision~ iin ilonio si punisctl con rli li1 galera. cid un allro poscia prr (lire la iiccisioni~di ~ 1 1 . 1 flon~zlasi panicrc con la gtilerit.

Tolto ciij non pu esservi sotto l'anzidetto pulito rli vista nessuna ulteriore vaneth di misura in questo reato tranne cluclla che si desumn dal concorrere o non concorrere nel fatto la circostanza del sacr.iiegio. P e r valutare come aggravante tale concrilitnnzn. senza caclcre nello errore di porre sulla Iril,zncin clella giustizia il calcolo del peccato, basta osservare che il sentimento religioso pi nel vivo si ofl'eiide ( e cosi producesi dal reato un dauno imrrieiliato maggiore) cluaiitio non solo si viene a turl a r e il cittadino negli atti s:roi o nelle cose clie tiene corrie l~roprietli sua, o della congregazione della rjuale egli fa parte, ma inoltre si profikna e contamina una cosa che egli consii1ei.a come proprietk tlel suo Dio e fuori del domiriio umano per virtii tlclla consacrazione.

Pii 1:trgo campo ai criterii inisiiratori del prewnte lit,olo (li delitto offr:! la considorazione dcl dan210 ?i?eclirtilllo, il rlunlc pui) irninr:iisarnci~tc variare iicll~: siie prolmi'zioni iri ragione ilellt? circostanze.
c*lic! nrcniiip;ig!:ll:~l~r~~lc,n. il f:\f f
CJiii

cn tr:iiio iii cnlcolu

il nitlize1.o e lc qnnlitci pei.so)tnli degli offensori; il tempo nel quale fu commesso l' oltraggio, la maggiore o minore preordinazione dcgli agenti, ed i p)*eparatiui pii o meno maliziosaniente studiati a frastornare od offendere il culto: 1' uso di alorni o di violenze contro le persone, che per non hastino a fare degenerare il fatto in violenza pul~blica.aileste e sirriili circostanze quantunque non portino rnoclificazione nel danno immediato risultante dal malefizio, possono notabilmente aggravarlo (anche senza supporre il complettersi di titoli accessorii) per la sola ragione della maggiore diffondibilit del danno mediato. g. 3323.

In ordine al grado pu ricordarsi conie monumento storico delle aberrazioili del fanntis~no,il pensiero di quei legislatori che un tempo nelle offese al culto vollero annientare la virt~ delle degradanti generali (et, pazzia, sorilon~utismo,ubriachezza) derivate dalIa minorata forza niorale soggettiva del malefizio. I-Io giti detto pi volte che per i canoni iiniversalmente ricevuti dall' odici*no giurc ljennle tlove s' incontri nello agente una niinore lucidit d'intelletto, o una pil ristrettii liberti di elezione, il delitto offre sempre un meno in quella sua forza costituente, e perci deve sempre iinputarsi mclzo, qualunque sia la odiosit del t,itolo clie si ol~ictta. E avendo noi parecchie volte ripetuf,~ tali l~riiiche cipii debbono tenersi conie assoluti non susccttibili mai di eccezione, comprendesi agevolinente che i medesimi noi professiamo anclie in tema di delilti religiosi ; n i moderni costumi snpreblicro oggitli

tollerare che un fhnciullo di dieci anni si punisse di morte per avere involato una froizd:~alla corona (1' oro di cui si cinge la fronte di una immagine venerata; come fu fi~ttoin quei tcinpi che si lodarono conle liberi e saggi, e d:i quei tribunali dei quali a noi si trasiilise il nome come simbolo ili sapienza. Meritevole di studio speciale per i psicliiatri in proposito del grado nei presenti reati P; la gleligiosa (1). E inclubispecialit della ~i?zo~zon?ania tato ( e dolorosi esempi ci confermano giornalmente questo terribile vero) che lo eccesso del sentimento religioso gareggio con Io erotisruo nel popolare i inanicorni. Quando la esaltazione religiosa giunge a rjuesto punto il medico pu cercare delle cazcse per dirigere i suoi metodi curativi; ma il legista niente se ne occupa; per lui il pazzo B pazzo, e come tale non irnputabiIe qualunque sia stata, la cagione di quella infelicita. Ma il terreno sul quale vivamente combattono i psichiatri e i legisti incontrasi in quello stato di transizione che non B giunto alla completa perdita della ragione, ma che pure ha gravemente perturbato lo intelletto e minorata la libert dello agente. Stato anomalo nel quale i primi vogliono portate allo estremo della non imputahilit le deduzioni ilclka scienza loro; mentre i secondi impauriti delle pericolose conseguenze stimano di essere assai beiligni se si arrestano a concedere una degradante. (I)Sullo imporlente argomrnto della monomania religiosa, sulle varie forme gradi ed rffclli della medesima, dissertano P i n P I slrr 'l alic'nalion ~ncnlalesect. I , clzcrp. 7, n. 55 13 r i n r r c il e B o i s m o n t d a hallltcinulions pag. 394 C n s pc r mlrlecirie legale vol. I , png. 316; c pii1 largamente D r s p i n r psyrologic! ~t.n(ruellrvol. i. p ~ g 593. .

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