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- 301 sumato. Forse i1 secondo errore non fu che una conseguenza del primo (1).

(1) La discordia delle opinioni sul momento consurrtalirc~ del falso nurriniario tIJtti1 consequenziale alla diversiii del concetlo che ci tiene coiile determinante del suo oggettivo. Cerc~iidoquesto nel danno privato e assomigliando ICi Pulsa moneta al furto non si ha la consunirizione ch.e riello spendimento. Trovatolo nel dirillo iiniversulc, bisogna dir consiinialo il malefizio con la sola abnicione o contr,iiri~zione,per i l danno poteiiziritc della circolazione futura (li una riiorietir ;idulterin~i: G i u l I ;i n i f istitziaiorzd d i diril[o ci'iriii~inle ZIO/. prtg. 210) ravvis iin srniplice conalo nella Snlibricc!2, zioiie c~~iiintunqiiP coiiipleln: P o gg i file~r?enln 4 , r n p . h, liO. S. 67) insegn che era delitto consumato: C a r m i g n a ii I , nel testo delle sue institutn $. 1196, In disse rin eoniito: ma poscia nelle succes~ivc edizioni v i aggiunse una nola ove concord che re melius pevpcnsn fosse un delillo perfelio. Anche B e r n e r (lcl~rbnch5, edit. Leipziq lSI 1, p q . 525) ritiene come pi vera la opinione che il falso niirrimario si consumi con la sola fabbricazione od altenizionc. Abbiasi p r r altro presente ai~cliequi clie s e \;i fitlbriciiziorie c~iiiiplctat i i t i delitlo perfetto essa ariiiiiette il suo tentativo nella ipoiesi di iiiiil f~ibbricaaio~ic intcrrolln per CiiiiSo cuszccrle prirna del perfczionaiiiento della riionrta. .jifhtln ipotesi nstrattanientehindubit:ita. In pratica per polrh diire occasione n gravi perplessi18 nel drterminare 1." SP la f:ibbricaziono sia stata sospesa pcr pentimento 2."Se fosse nella intenzione dello ;igente (li t i r e o no qualche allro lavoro su quella moneta. A sp~ncliriif~ritrt noi1 ancora avvenulo si sottopongono le monete ~ierquisitc; i l giudizio dei periti. Essi trovano la imitazione ulellil rnonct:i sincera, ma av'crertono che in quella specie vi tiIiiiici1 nel circolo o in una delle sue facce un;i si$ii o uii segno qualri~ique che uno dei distintivi della riioricta vera. Sr si ritiene clie il fabbricatore avesse intenzioricl di riietlere i n circolo ];i iil(1neta cos iriconipleta bisogna puriirlo cnnie reo d falso roik-

sumato. Ma egli dir che non aveva ancora finito il lavoro, e che appunto si riserbava poi a compirlo col farvi quella sigla; e s e tale deduzione accreditata non pu a buona giustizia punirsi che come reo di tentativo. Ci in massima io lo credo indubitato. fila ognuno coinprende in quali difficolt versino i giudici per simile contingenza al fine di risolvere una questioiie tutta interizionale. Ardua situazione nella quale il pi spesso trionfer l' accorgimento della difesa, perch m'aricando i l fatto positivo dello spendimento eseguito, o tentato, si dovr& sempre presumere clie il giudicabile volesse imitare la nioneta sincera nel miglior modo possibile, ed anche il solo dubbio blisterh a favorirlo.

E erroneo che in questo reato il tentativo si punisca alla pari del consumato delitto: questo e un c3cluivoco qui come in altri delitti sociali. La vera regola che certi fatti i quali rispetto al fine dello agente, e nel linguaggio volgare non offrirebbero che un tentativo siano invece nel falso nummario delitti pejafeiti, e percio giustamente s' imputino come consumati e non soltanto come tentati (1). Ci tl13riva dallo avere il falso nummario per suo oggettivo giuridico non il diritto particolare della yroprieth aggredita, ma il diritto universale della ~~ubblica compromessa. I1 fabbricatore e lo infede ttroduttore di falsa moneta hanno il fine di arricchirsi ed hanno il fine cli ledere il patrimonio altrui. Fino che hanno fhbbricato o introdotto la falsa uioneta non hanno raggiunto simili fini, e rapporto ai medesimi la fabbricazione, l'alterazioize e la introtluzione non sarebbero che tentativi. Ma con tali Mti si i? gi completamente violato quel diritto T ~ ~ ~ v c s s Cche ~ forma la oggettivith ginridica del ~ ~

falso nummario; e percio si ha nei medesimi un delitto perfetto nella sua specie. La pubblica fede completamente violata quando si data la esistenza ad una falsa moneta, o quando si introdotta nel nostro territorio. I1 delitto sociale si consuma col danno potenziale, e la potenza di nuocere ad un numero indefinito di cittadini e nella falsa moneta dal momento che essa esiste nel paese e fino a che esista. Avvenga pure che il fabbricatore o lo introduttore smarriscano quelle monete: avvenga pure che essi muoiano : ci6 non distrugge la potenzialit del danno: quelle monete saranno probabilmente trovate e ( a buona od a mala fede) saranno messe in circolo e turberanno il commercio. Ecco la ragione per cui la fabbricazione, l' alterazione, e la introduzione, s7imputano come delitti perfetti: s'imputano cosi perche tali sono e non gi perclle si faccia eccezione alla regola cardinale che impone doversi il tentativo punire sempre rneno del delitto consumato.
(1) Anche i pratici Italiani come eccezione alla regola Se* nerale ma sempre per uno sbagliato concetto dell'attentato e della consumazione nei reati sociali ammisero che il tentativo di falsa moneta purch impedito contro volante. dell' agente si punisse come reato perfetto: G r a m m a t i c o dccis. 74 D e F r a n C h i s dccis. 440, n. 4. RIa in generale .ormai sappiamo clie in ordine alla punizione del tentativo invalsero tre diversi sistemi 1." Punire i l tentativo cosi nei piccoli come nei gravi delitti, ma punirlo sempre meno: sistema che prevalse in molte parti d' Italia 2.0 Non punirlo nei delitti lievi, e punirlo soltanto negli atroci, nia sempre meno del consumato: sistema che ebbe molti fautori in Gerniaoia 3.O Non punirlo nei delitti minori salvo per ecce-

zioiie, rii.1 nei delitti pii1 gravi punirlo sertipre ,illa ptlri del reato perfetto: sistenid prevalso i n Francia. Clic s e talvolta in ordine arl uno od altro rniilcfizio un qualche scrittore semb r i ~deri.ire dal sislenia prevalente, cib avvenne per un cquivoco nella nozione del t e i ~ t ~ ~ t i v o . avviene che in Cosi l'rancin in rnezzo a tanto rigore si vediino spesso iiiipuniti certi htti che appo noi sarehbero conati punibili, e che I:'{ non esauriccoiio le condizioni del tentativo. Cosi altrove nel falso riunimario ed in altri delitti sembri1 concordarci eccezioualruente la purificazione del conato :il delitto prisf~tlo perctik si letinero come conati quei fdlti clie per ld pi esatta nozione erano veri delitti concuniati. Cos altrove si fluttiiil nella delirnitazioue del coii;ito p~*rissiu~ri coniito rznio60. dal La pi vera dottrina i? c h e rispetto alla definizione del tentativo s dcbbuno nel falso niiminario considerare le diverse f i v a e come Litti distinli 1 . " La c o n f ~ ~ a f f t ~ a i o o r n l t ~ (n rnzionej C delilto perfetto quando Io agente Iia compiuto la opero suil; e resia nei liiiiiti del conato s e quell' opera 6 interrotta prima del compimento: conato che sadi seilpre ]lrossirrzo quarido si sara dato al pezzo di metallo la iorrlla di inoneta - 2.0 Lo spenclitilertto sar consumato quando sitisi otteriuto il crimbio dei valore per lo mouoia falsa o alterala; e prdiingidi cib cara riiero c o m t o ; conato r e a o t o finclik sarerno in giro per cercare di spendere la falsa mor l ~ t: conato prcissitizo quando lti tilsa rnoneta sarii presen;~ tata alla desiderdta vit(ima. I1 sogyelto pcrssirro dcllcc i(ibricrr;ionc 8 il n i ~ t a l l o ; il sucr ogyclto la Sede pubblica. Il sogqrtlo passivo dello spe,trlin~r~nto la persona iilla quale $3 si J~i'csentaIn f ~ l s ~ i inonaLii per iiiiporglieln: a questo moiilcnto !:i falsa irioneta divenata soyyetto rrilivo ::econdu>.il) dc.litto di spendimento. Nrlla fabbi jcaziono il s"9fj"11) ) ~ ~ f s s i ui? diverso dal p,taie?rle il q ~ ~ a l tiittavia irio ~, tlot~rr~iin~ito h r,ippresenlato dal ~iribblico, ossia da ogni ed ~sittri[iinoi ~ c i lrriani del quale la I;ils:~ irioneta (una volfa ~ (;i't:~t;l ) 111 put~iizialitk di cadere. Nello speridimeiito i l SoXetlu Passivo 5' ideiililica col l~iizicnlr ni;l il) questo I' Og:

getto duplice, cio oltre il diritto universale e la fede puhblicn, vi S il diritto particolare dello individuo clie k stato defraudato. Gizjridicamente pertanto attesa tale conzplessiuitr del diritto aggredito dovrebbe dirsi essere pi grave lo spendirnento della fabbricazione; ma polilicnnlente si tiene come pi grave questa di quello, perche la opiniope pubblica apprende pericolo maggiore dalla malizia ed arte speciale dei fabbricatori che non ne apprenda dalla avidit degli spenditori. Quando poi quei due fatti si congiungano in rin solo ente giuridico per la unicili clella detertninazione e perchP obieltabili ad una stessa persona, o ad una stessa consociozione crirniuosa, il reato oggettivamente conzplesso divierie anche eonlhzz~nlo soggettivamente e perci sale all' iipogec, della sua gravith. Tutto questo a me pare chiarissimo. Solo potrct disputarsi s e sia adattabile al presente titolo la figura del delitto mancato; ed io saprei dificilmenle inimaginarla.

k ugualniente erronea la proposizione cile nel


falso nummario non vi sia tentativo. Vi sa& difficolt di ~oncreta~lo nella forma deli' alterazione e della introduzione; ma nello spendimento b intuitiva la sua figura, ed anche nella fabbricazione i facile ! concepire che siasi formata a met la moneta (3 quivi interrotta l'azione per causa non volontaria; ed ecco i termini (2) del tentativo. Certamente i11 alcune configurazioni non sar senza difficolth la delililitazione. Pongasi che venga sorpresa presso il fabbricatore una quantit di rnonete contrau'att. Esso dir che non sono ancora fiwlte ed iinplorera la degradante del tentativo: occorreva dar loro un ultimo coloraniento ; occorreva incidervi un' ultima sigla; e questo non si era ancor fatto; e si vorru VOL. VII. 20

indurre che la fabbricazione era tuttavia neIla fase del tentativo. Su tale emergente giudicheranno i periti : ma la possibilit del medesimo non sottrae il falso nrimmario dalla teorica del tentativo, ne pn6 indurre a concludere che la fal~bricazioneincominciata equivalga alla fabbricazione compiuta. (I) Anche i pratici sebbene guardassero la fabbricazione comnpleta come un tentativo, e la parificassero al reato perfelto, quando per contemplarono la ipotesi della fabbricazione hlerrottn, ammisero si punisse meno ravvisandovi un conato remoto : C i a z z i disc~ptntiories criminnles discept. 26, n. 227 ; rt discept. 2, n. 89 ; et discept, 23, n. 45 C o r l i a d a decis. 87, n. 40, ct 41. La formula eonalo reliloto fu inesatta perchi: qui il conato cadeva sul soggetto passivo della consumazione. BIa la minorazione fu giusta. Jn Germania per a causa dell' odio coutro il vivicontbzcrio si consider da molli la fabbricazione come delitto imperfetlo, C. si puni meno quando constava della sola fabbricazione senzii spendimenlo, o di questo senza quella: riserbando il somW nio rigore della Carolina a cbi aveva Fabbricato ed ancora speso la falsa moneta : P u t t m a n n elementa S. 176 (r a n t i u s de defensione reorun1 p a r s 2, png. 237, n. 5Na questo si larnentb come un arbilrio della pratica dal K o c k finstilz&liones $. 586) quantunque tutta la misericordia si riducesse sovente ad uccidere il falsario cori la spada ed ahbruciare poscia il suo cadavere anzich consegnare alle fiamme il colpevole vivente ; S t r y k i o zcstcs ~ W J (icrnus pnnclectctrtcm Cib. 48, tit. 10, 9. 4 Cl a s e n in C. C. C. a ~ t 111, n . 3 . C a r p z o v i o pra,xis qzcnesl. 4% 71. 26 et 28 E n g a u insiitt~tiones cvimi~tnles$. 530. I.alalnente S c h w e d e r Responstt Tubingcnsin vol. 6 , coli*il. 84, $. 256, et scqq. I I e r t i u s yespons. 185, lortl. 1, P- 3 i\i O l l e r us lib. 2, cccp. 35,

Anche la teorica degli atti j~repa?*atorii fino ad un certo punto rientra per il falso nummario sotto le regole generali che vietano di ravvisare un principio di esecuzione, e cos un tentativo punibile, dovunque manca ne117atto (S. 358) la ufi6uocita. Chi abbia ammannito le lamine di metallo nel disegno di cavarne materiale per fabbricare monete; chi siasi recato al17estero per ricevere consegna (1) di monete adulterine, chi abbia istituito un carteggio o stipulata una convenzione di acquisto di tali monete ; non potr sentirsi obiettare un tentativo punibile, perch ai primi di tali fatti manca la univocit; ecl il terzo una rnera rnaniiestaziorie del proposito criminoso ma non un p?*incipiocl?: esecztzione del delitto ci7introduzione.
(l) Io ebbi in pratica il caso di un pistoiese che recatosi nel gi duca10 di Lucca a comprare una quantit di falsi oapoleoni d' oro da un celebre monetario ( poi condannato) era stato nel suo ritorno sorpreso ed arrestato alla frontiera lucchese. &li fu facile persuadere la Ruota crimiriale che il fatto di costui non offriva elementi di punibiliti. Non era complice di fabbricazione, perche il suo atto era sopraggiunto a monete gi fabbricate: non era colpevole di tentalo spendiniento, perch tentato non lo aveva e tieppure aveva intenzione di spendere le false nioncte fra noi. Se fosse slato arrestalo in Toscana si sarebbe potuto condannare COI: per iritroduzione; ma fincbk trov'iv;isi nel territorio lucchese a lui era soltanto obiettabile la conrpvn e non lo spendimento, la tentata esirazione, e non la introduzione. La cosa era intuilivu e fu libero.

Ma avvi una ipotesi facile ad accadere e che pu9 dare occasione a pe~plessita: parlo della fabbriciizione di conii. Secondo le regole che io tengo per vere qui si dovrebbe riconoscere un conato punibile: sarebbe un conato remoto perch cadrebbe sopra il soggetto pussi~o dell' mtte~ztatoe non sul soggetto passivo dellcb comstrr?zuzione; lnn sarebbe pur semyre un conato e non un atto iileramente preparatorio, perche la univocita emerge dalla natura stessa del fatto, non potendo fahl~ricarsiconii a fine diverso da quello di contraffare monete. h 1 altri per0 potb seml~rare che la fabbricazione dei cnnii non fosse un pilfit~ciplo aseczsxio~zeperch di non ancora incominciata la fabbricaziorie della moneta : e che dovesse pertanto lasciarsi impunito. Ma a me sembra difficile lo ammettere simile impunita, perchk la esistenza dei conii basta gi a creare un pericolo permailente, potendo approfitldre cii clrielli un'altrw persona quando pure chi li costrui desistesse dal pratio inteildimento.

Opportunamente questo delicato problema fu t o ~ via da quelle modorne legislazioni che costitniron~ della 'fabbricazione di conii un delitto speciale fcClo in sS stesso e punito assai mitemente. Cos il rodice Toscario al'art, 242 prevede questo fatto e minaccia il carcere da un mese ad un anno coutrci chiunque costruisca a ritenga senza legittimo per-

- 3og messo conii e piastre intagliafe otl altri strolilenti tyselz!sicc!?;~c.tlie utii a fal~bricare moneta o carta pubblica di credito.

d l seguito di ci & manifesto che la falbricazionc: di conii divenuta reato di per sij stante ammette in sk medesima il suo speciale tentativo prinibiie come tale quando la costruzione gi intrapresa dei conii rimanesse interrotta per causa non volontaria. Eene s'intende per6 che questa pena speciale h* : luogo quando il conio non abbia poi servito cirettivamente a produrre falsa moneta, poichb verificandosi ci6 il costruttore dei conii si renderebbe nt:i congrui termini complice del fahhricatore.

Ma in proposito di questo inalefizio previsto dal1' art. 242 del codice Toscano si eleva un dubl~io. Perchi: la pena ordinaria di yriell' articolo sia applicabile mi sembra necessario che i periti giudichino essere quei conii perfettamente idonei a fa1)bricare moneta (i): in caso diverso opinerei che si avesse un tentativo di fabbricazione di conii anzichb un delitto perfetto; perch non ancora pu dirsi che esista un conio illegittimo flnchk esiste soltanto un pezzo di metallo destinato a conio e lavorato a tal fino ma non ancora capace di servire a quell' riso.
(1) Un caso dileltevole incontrai nella mia pratica. Trattavasi del conio dei soldi perquisilo nel lahoralbrio di uii

f ~ b b r oferrajo. 1 periti giudicaronr, che con quell' arnese si potpssero coniare i soldi. l o diressi loro la interrogazione se dunqur essi fossero stati capaci di fabbricarne con quello strumetllo : i periti zecchieri risposero arditamente che si, e descrissero il modo col quale avrebbero operato. lo elevai incidaiite per ottenere lo sperimento. Non permette ~iustizia che i tribunali si arrestino alle sole congetture le quali non porgano che una probabilit la dove si ha pronto il mezzo di ottenere la certezza fisica; ed il tribunale persuaso di questa verit ordino lo sperimento. Trasferiti i giudici, i l regio Procuratore, 1' accusato, ed il difensore, in i u o ~ o Opportuno, i periti aiutali da abili artefici si rnisero all' opera, ~d oh ! quanto fecero sudare gii Steropl e Bronli che avevano condotto al lavoro! Ma tnlto fu vano: e i giudici Veduto cbe .con quei conii noli era possibile ottenere un soldo dovettero aoclie una volta convincersi quanto simo fallaci le prosuotuose divinazioni di corti periti.

$fa le leggi positive che ad evitare i pericoli ri'impnnit hanno fatto un titolo speciale di reato della fabb?licaaione e ~iterragionedi conii, non lianno ron cib derogato dle regole generali del diritto penale ed alla teorica della prevalenza. Ci6 si. e v o l ~ i o dire dal codice Toscano con la solita clausula ogno?.ach .i2 fatto Izon cada sotto pene pi& g r ~ i ; ma quando anche uno statuto penale non avesse rina siffatta riserva ci sumpre dovrebbe dirsi per i precetti della scienza, La pena speciale pi leggiora dclla fabbricazione di falsi conii $ applicabile BndB il fatto si arresta I&, quantunque il fabbricatore intendesse di procedere poscia egli stesso alla contraffazione di monetc coli quello istrumcinto: o

- 3ii intendesse aiutare di quelli il futuro contraffattore. h18 se la contraffazione fu maGerLul~~ze}ate intrapresx in guisa da costituire un tenlntivo punibile, al secondo sovrasterA sempre la pena pi grave del tentativo ed al primo 1s pena pii1 grave della compIicita in quel tentativo, Riai potranno duplicarsi tali pene, poichk iniquo sarebbe irnpntar due volte (benchP sotto diverse figure) un unico fatto. Quarido un fatto si e tenuto a calcolo corne nzszzo castituente un malefizio non pu6 imputarsi di nuovo sotto il pretesto che esso trovi nella legge un titolo speciale di per se stante. AI condannato per furto con effrazione non pnd aggiungersi la pena del danno dato per la rottura dell'nscio, n6 al condannato per furto violento puo aggiungersi la pena delin violenza privata. Cos al coiidannato per coritrnffazione di moneta o consumata o tentata, o per

complicit nella inedesima, non puo aggiungersi 1u pena della fabbricazione o ritenzione di conii, Ci 4 intaitivo,
ARTICOLOV.

Vi e statct fino dai pii1 antichi tempi una st,raortdinaria concordia di crudeltd coritra i falsi monetari. i n Egitto si punivano col taglio delle inani; noi Giappone ed amhe in Russia si colava loro in gola dol metallo liquefatto, G i Atenicsi per opinione di l alcuxii eruditi si limitarono a rf~inacciarela deportaeione; rna M e u r s i o ( Thenzisiltt iC(c 7ib. ?>cup. 3,

od fi11.j desume da un passo di Deniostene clie an-

vhe la si irrogasse la pena di morte. I prischi Romani ebhero cura grandissima della moneta, ordinando si fabbricasse nel tempio di Giunone e con :Accesso al pubblico e sotto la vigilanza dei Trinn~viri monetali. E vogliono gli eruditi (1) che rarissima fosse in quei primi tempi la adulterazione delle monete. Sul cadere della repubblica anche il falso nrimmario fu contemplato dalla l. Covtzelia de fulsis, c:he minacciava indistintamente ugual pena contro trilte le varie forme dei delitti monetali : e questa pena che era in principio la interdizione dell' acqua ci del fuoco venne rimpiazzata dalla deportazione ; e poi convertita nella esposizione alle fiere (2) finchi: da ultimo gl' imperatori vennero alla pena del frioco (3). Questa ultima forma di punizione era c*onsequenziale al concetto di sacrilegio stoltamente annesso a questo delitto per la profanazione sccc?"i olqis cliviniqete vzdtus ivtpe~atos-is l. 6, C. Theod. de : n?dz~l. ~ i m . c

- Certicnt est ~zzcnytiat~tpnuciores

( C o n r i n g i u s opera oijznia uol. 4, png. 809, 9. 161 I ) ndultc?ratores rnonel a r u m fuisse quu,na ientpovibus Romanoruin. Ma g1' Iniperalori col degradare la bont della moneta furono i primi a dare il malo esempio agli adulteratori, e poscia dovettero con fiere leggi guarentire a s stessi il monopolio della frode e dello inganno pubblico. (PL, L condanna a d Deslias in Roma ebbe due forme. a Con I' una, espressa merce la formula besiis obiici, si 000dannavano i colpevoli ad esser legati ad una colonna nel mezzo dello anfileatro e falti cos sbranare dalle fiere. Con 1' altra che si esprimeva merc la foriiiula damranri a d beo1in.s si geftava il colpevole nell: anfileatro a lottare coilfro

le fiere, ed era pena minore dell'aaltra perch se il condannato riusciva a vincere la belva ed ucciderla era libero da ogni pena : P i t i s C o lexicon, lit. B, pag. 272. Pare che la forma adottata pei falsi monetari fosse la seconda e non la prima : G e1 l i o noetes atticae lib. 5, cap. 1 4 C a l vin o Lexigon tit. 6, v01 1, pag. 190. Cos s' intende la distinzione nella pena fra i servi e gl'ingenui, condannati i primi alla morte, ed i secondi ad bestius. Vedasi 1. 8 et 9, f . a d leg. Corn. de fttlsis; congiunta con la 1. 6, f . ad leg. Jzcl. tr~ajestalis .e n s i o otrictztrae Justinianeae pag. 504. :i F a b r o sentestrizcm lib. II, cap. 7, pag. 85, ove porge le sue congetture sulla origine di questi supplizi. (3) La pena del fuoco minacciata nella 1. 2, C. de fulsa moneta si ritenne da molti interpetri clie fosse comune ad ogni foggia di adulterazione: P e r e z in. Codicent lit. de fnlsa moneta n. 8. fifa questa opinione fu confutala da Got Si o f r e d o in codicem Theodosiunum a d l. 7 de falsa moneta. Si volle ancora da taluno trovare una antinomia fra la 1. 1, e la 1. 2, C. de falscc moneta, ma la conciliazione intuitiva.

Anche le leggi barbariche defletterono contro i falsi monetari dalla usata loro mitezza rielle penalit. I1 Capitolare dei re franchi del 744 al cap. 20 infliggeva il taglio della mano serbando ai complici la pena pecuniaria. Simili furono le sanzioni del Capitolare 2 del 8.19, cap. 19 ;della legge 246 del Re Rotario; del cap. 27 delle leggi di Lodovico Pio; del cap. 33, lib. 4 dei Capito1ai.i di Carlo Magno; del tit. 6, lib. 7, della legge dei Visigoti; in tal guisa applic,andoal falso nummario la denaturazione della pena, che troppo spesso si accolse nei secoli d' ignoranza quando pi che a punire i colpevoli si penso

- 31.1

a renderli impotenti a tornare a quella forrna criminosa alla quale si mostravano dediti (i).
(l) ha da D i o d o r o S i c u l o /la%. 1, cnp. 6 ) che Si iiell' antica Svezia i falsi monetari si crocifig$evano appendendo loro al c o l l ~e spargcndo attorno al patibolo te monote falsificate.

5. 3633.
La Carolinn ho ,gi& pi volte notato come al-. l h r t . i 11 (1) minacciasse contro i falsificatori di moneta il vivicom burio, e come fossero senza fino le dispute degl' interpetri intorno alle conrlizioni di quella penaliti. Gli altri statuti penali della Germaiiia (2) pnd dirsi cble generalmente riproducessero la esorbitante severith del supplizio'capitale contro i principali autori di questo malefizio.
(1) Quando altro non polbrono i hIasistrati chiamali ad applicare lo inviso rigore della Caroliua ordinarono che il colpevole di falsa nionetii si abbrucinsse in obbedienza alI' art. 121, ma dopo di averlo tollo di viEa: L e y s e r meditationes in Pandeclas uol, 9 , spec. 618, ~ n e d i t .l et 2 K r e s s od art. 111 C. C. C. Z i e g l e r de jure ? f i ~ j ~ slatis cap. 49, n. 47. Vedasi pel confronto della Costituzione Carolina con le: legci Romarie, B i e n c r opllsoirla a c a d e n t i c ~ vol. 2, opusc. 57, prcg. 253 ad 256. Sui gius di conio secondo i Principii del giure pubblico dissertb Ba r t h e l opusculfi tom. 1, cap. 7. (2) IIe r t i u s respons. 42, n. 4 , et cons. 544, lam. 1 W e r n ber don&. 1, p a r s 4 , obseru. 180, pog. 928. Lo Statuto di Lubecca minacciava oltre la pena del fuoco aaclie il precedente taglio della m n o ; sulle condizioni della quale eaasperaziono disputb contro il M e v i o lo S t e i n ad j u ~

L?~becenserntom. 8, pag. 682. Si vedano intorno la penalit del falso nummario nei varii Stati dell' Alemagna E m m i ns h a u s e n j u s Susatense art. '26, pug. 147 P u f f e nM ed o r f f obsercationum uol. 2, in appeiad. pog. 103 vi u s a d j u s Lzcbecense pars 4, tit. 12, art. 6. Certo pe-

r che le praliche Germanichc, anche a costo di contorcere la lettera dei diversi Statuti, distinsero sempre nella pena la sola fabbricazioue senza spendimento, lo spendimento senza concerlo col fabbricatore, e la fabbricazione e lo spendimento congiunte insieme. Pi umane nella distinzione dei casi speciali furono le pratiche Sassoniche: T r e i t s C h k i o de delictis monetalibus per tot. C a r p z o v i o jurisprz<deniia forensis p a r s 4, constit. 1, definit. 15, n. 1 0 Ho mB e r g e r o electa j u r i s m e l Rhapsodiue observ. 616 criminulis pny. 76, n. 5, et 9; et i n supplemento pag. 174, ohserv. 57, et 60 dove ricorda che contro la lettera della Carolina gli spenditori dolosi di moneta falsa fabbricata da altri non si condannavano al fuoco ma alla fustigazione: B r u nn e ma n n o in codicern lib. 9, tit. 24, leg. 2.

Non incontrasi minore rigidith nelle leggi penali dei Paesi Bassi (1) non che i11 quelle della Penisola Iberica (2) e dovunque sempre con risnltailaento costante della inutilit di cos feroce rigore.
(1) C h r i s t i n e o dccisioncs Belgicae vol. 4, decis. 199,

n. 21 - V o e t in Pandectas li&. 48, tit. 1 0 , Q. 7 - W a n L e u %v n censura forensis p a r s 1,lib. 5. cap. 3, n. 2; et e p a r s 2, li6. 8, cap. 13, n. 27, pug. 203, il quale ricorda di
aver veduto nel suo paese un solo caso di conversione della pena di morte nella detenzione a vita: A r g e n t r a d oonsuetud. art. 589. Ma G r o e n e w e g li e n fde leqi6u.s nbrugatis a d 1. 2 C. de falsa moneta) sostenne che la pena dcl fuoco minacciata dagli Imperatori Romani fosse abrogata

dalla pratico: e certo che nei paesi pi culti and iu dissuetudine la confisca della casa ove si erano coniate nionete quando il proprietario non era sciente della fabbricazione. (Q) Parve cos odioso il reato di falsa moneta che si mise in dubbio se i colpevoli UI questo delitto dovessero godere della immunit eccIesiastlca: C0 r t i a d a decisio?zes to7rd. 2, dccis. 87, n. 19, ove notando che nella Catalogna i falsi monetari si uccidevano col niezzo della forca ricorda i nomi di dodici disgraziati che in quel piccolo reame furono successivamente appiccali come falsi uonotari nel breve periodo clie corse dal 10 gennaio 1607 al 15 febbraio 1615: prova luniinosissima c convincente della esernplarith della pena di morte! In Catalogna non si usb il vlvicomburio ma la forca: P cg u e r a decis. 46, n. 9. Come pure in Portogallo: C i)h e d o decisiones Lusitanae, decis. 89, p a ~ s1. Nella Castiglia perb si mantenne la pena del fuoco: G u t i e r r e z praclicarztnb qtcaestionunz Zib. 3, quaest. 8 , n. 5,

(;li statuti penali di Francia (1) non occorre dire come fossero alieni dal mostrarsi piil miti dei loro eontemporauei: anclie qui essi stuc1iaroi.io per quant.o era possiUiIe di rincarare la crudeltit, universale iix~maginandouna speciale forma di uccisione con Xmrnergcrc i falsi monetari in una caldaja di olio bollente. E in questa orribile gara non mancarono (li concorrere anche gli statuti (2) della varie provinci0 italiane.
(1) e n o c l i i u s dc arbitrariis cas, 316, n. 13. Gli'anticiii re&olarncnti di Francia in proposito di false monete furono riuniti nell' edilto del febbraio 1726 che niantenne contro i falsilicatori delle monete la pena di morte. 2 siti-

golare che anche in Francia si prese a speciale esame il caso della moglie che aiutasse il marito a falsificare monele, nia si and in una via tutta opposta a quella seguitata iri Germania, giudicando che l' autorit inarilale non era scusa e che la moglie la quale aveva assistito nel delihto il marito doveva mandarsi a rnorte con lui, e parve usare una grande benignit riducendo alla sola relegazione la pena di morte contro la donna colpevole di non avere denunciato alla giustizia il marito falso monetario: P a b r o in codicem Eib. 9 , tit. 15, def. 3 S e r p i l l o n code crimine1 tom. 1,pag. 91. Le costumanze di vari paesi minacciavano la morte per mezzo di bollitura in acqua mischiata a d olio. Le Ordinanze tlii san Luigi in poi furono costanti nel punire di morte i falsificatori di moneta anche straniera, ed ebbero cura dqiriterdire ai giudici di moderare sotto qualunque pretesto Iii pena prediletta: J o u s s e justice criminelle tom. 5 , puy. 441. E parve una benignit che mentre si continuavano a punire i complici come gli autori principali si sostitiiisse nell' ultimo secolo alla pena della bollitura nella caldaia la morte sulla forca: V o u g l a n s truit dcs crirnes et de leurs peincs pug. 469. Anche in Svizzera i falsi monetari si iiccidevano col mezzo atroce della bollitura: R o l i n In peine d e ?nort, nella Aevue internntionnl, nnn. 2, puy. 420. (2) A Napoli si mantenne la pena di morte: F r a n c li i 6 decis. 401, n. 2 A f f l i c t o i n constitulioncs lih. 5, rubr. 40, n. 1 C a p y c e l a t r o decisiones vol. 2, tltcis. 179 R o v i t o in praymatica pug. 471, n. 6 , 7 G i z z a r e l l o decis. 15, n. 25, et decis. 75, n. 3. Modificandola perb per le monete di rame: S a n f e l i c e dccisiones vol. 1, decis. 59. E cos in altre provincie d' Italia: P a n im o l l e decis. 77 G a r g i a r i o decisiones n~ilitarcs,dcL e o n c i l l o dccisiones firrarienses decis. 17, cis. 1 n. 39. Lo slatuto lucchese dell' anno 1508 (libro 5.0 cap. 97 et 1 0 0 ) infliggeva il taglio della mano tanto ai fahbricatori quanto agli alteratori di moneta, e sollanto ammetteva che gli alteratori potessero redimere la propria mano col paga-

mento di lire cento. Lo statuto Fiorentino flib. 3 , rubr. 129, et 130) e una legge speciale Toscana del 17 settembre 1496 minacciavano la pena di morte e la confisca dei beni anche contro i semplici tosatori di monete, ma tal pena non era tassativa e l' arbitrio del giudice trovava cento modi per evitarla ( C a b a l l o resoluthnes crimfnales, cas. 393, rt cas. 199, n. 1 el seqq.) ed un bando del 20 ottobre 1606 prometteva la impunit e la partecipazione del terzo ai complici denunzianti; mentre adeguava nella pena i complici non denunziatori. Ed singolare che per giudicare i falsi monetari, e condaaoarli fino alla morle accorclav~si una giurisdizioue eccezionale ai cosi detti signori della zecca, i quali erano forniti dei pieni poteri ed anche di autoril legislaliva io materia di moneta.

Ma quando i filosofi del secolo decimottavo ebber0 levato unanime grido di applauso alle proteste di E e c c a r i a e di F i l a n g i e r i contro una severitk cosi male applicata, e cosi inutilmente sperimentata, ebbe la Toscana per la prima 1' onore di opporsi alla funesta corrente delle idee di maesta e di sacrilegio clie avevano cosi fuorviato i dettati punitivi contro i rei di falso nummario. La legge dei 30 novembre 2786 (art. 94, e 95) abol la vecchia nozione di questo reato, e adeguandolo nel concetto giuridico al furto qualificato ne ridusse la pene alla galera pi o meno durevole secondo la quantiti del iianno recato.

Ma il nuovo principio che il legislatore Toscano aveva preso a guida in questa materia cercando nella. propriet privata l' obiettivo del falso ilum-

- 319 rnario era erroneo; e le contingenze pratiche facevano sentire il bisogno di una rettificazione di principii e di una pih giusta distinzione di casi; e piu specialmente si faceva sentire lo inconveniente della conseguenza giuridica derivante dal considerare il falso monetario come un furto, che era quella di non punire la fabbricazione completa se non come un tentativo. Sebbene a questa deduzione si opponesse il P o g g i e quaiche giudicato, pure la medesima era strettamente logica, e si accett da P a o l e t t i, e da C a r m i g n a n i ; e parve prevalente ~ielle osservanze giudiciali. Laonde mentre attendevasi la pubblicazione del nuovo codice penale eman la legge 9 febbraio 1847 tutta speciale per il falso iiurnrnario, la quale (come bene osserva P u c c i on i ) perfettamente identica alle disposizioni relative che si leggono nel codice Toscano del 1853. Ma io non credo vero il rimprovero che si fa ai redattori del codice'di avere copiato la legge del 1847. certo che nel 1847 la Commissione presieduta dal M o r i aveva gi in pronto il progetto di codice penale del quale si ritard la sanzione del Principe a causa delle agitazioni politiche ed a causa di quei suoi perpetui sospetti che poscia lo condussero a perdere il trono, e che lo spinsero ad esigere si facessero nel primitivo progetto quelle modificazioni che poi lo bruttarono; sicch storicamente non deve dirsi che il M o r i copiasse la legge del 1847, ma piuttosto che la legge del codice relativa alla falsa moneta avesse dal Principe una preventiva e separata sanzione e promulgazione. Sia che vuolsi di ci, procedendo ad esporre il sistema del codice Toscano si rende inutile trattenersi sulla legge del 1847.

La economia del codice penale Toscano e la seguente intorno ai reati di falsa moneta, ed io la pongo innanzi non perchk sia codice vegliante, ma perch offre completo tipo scientifico di un equo reparto delle penalit non altrettanto raggiunto da altre legisl~izioni. 1." Massimo della pena che si eleva alla casa di forza (la cinque a quindici anni contro chi abbia fabbricato e speso falsa moneta d' oro o d'argento (art. 224, let. a). 2 . O Casa di forza da quattro a dodici anni (art. 2.23 lat. a ) contro chi abbia fabbricato e tentato di spendere falsa moneta d' oro o d' argento. 3 Casa di forza da tre a dieci anni (art. 22% . O let. a ) contro chi sia convinto di sola fabbricazione di moneta di' oro o d' argento. 4 Carcere da nove mesi a quattro anni (art. 2.24 . O let. b) contro chi abbia fabbricato e speso rnonekl (li metallo inferiore. 5.O Carcere da sei mesi a tre anni (art. 223 let. h ) c.ontro chi abbia fabbricato e tentato di spendere moneta di metallo inferiore. 6.O Carcere da tre mesi a due anni (art. 222 let. b ) contro chi abbia soltanto fabbricato rnonettl (li metallo inferiore. 7.' Carcere da uno a diciotto mesi (art. 225) contro chiunque abbia alterato moneta con lo scemarne il valore o col darle apparenza di valore pi alto. 8.0 Carcere da due mesi n ire anni (art. 226 ) contro chi abbia alterato moneta <? tentato di spenderla.

9.O Carcere da tre mesi a cinque anni (art. 227) contro chi abl~iaalterato moneta e di pi~1' abbia

spesa. 10.O Pene uguali secondo le precedenti p~ol~orzioni e distinzioni (art. 231 ) contro chi abbia introdotto nello Stato di concerto coi fabbricatori moneta contraffatta o alterata all'estero. % 1.O Carcere da un mese a cinyue anni (art. 234) let. e ) contro clii abbia senza prececlente concertc:) coi fabbricatori, accluistato o introclotto scientemente moneta falsa che abbia poi eff~ttivamentespesa nello Stato. 1 2 . O Carcere da utto giorni ad un anno (art. 2:54 let. h) contro lo introcluttore o l'nccluirentc clie nelle prececlenti condizioni abbia soltanto tentato cli spendere la falsa rnonetta. 13." carcere fino a sei mesi (art. 234 let. a ) contro chi abbia accluistato o introdotto scientemente moneta falsa col fine di spenderla, ma non ahbia ancora consun~atoo tentato lo spenclimento. 14.O Carcere da uno a sei mesi (art. 235) contro chiunque avendo a buona fede ricevuto moneta falsa per buona I'al~biapoi spesa dopo averne riconosciuto il vizio se il danno supera vedti lire. 15." Mnlta del triplo fino al sestuplo, ma non mai minore di dieci lire (art. 235) nel prececlente caso quando il danno non supera le lire venti. Aggiungesi a questa distribrizione di pene la facolt8 di discendere dalla casa di forza al carcere nei casi bggictai. Aggiungesi la ecluil~arazione della carta alla moneta metallica. Aggiungesi una proporzionale scala cli pene leggiore per c~:Lscuno degli anzidetti casi clriando la moneta CI cnrt:r VOI,. VII. '3 1

contraffatta, alterata, introdotta, spesa, o tentata di spendere, non abbia nello Stato un corso nepptire commerciale. E cos si forma un ordine completo di penalita del falso nummario iilosoficamente e saggiamente distribuito, che non B suscettibile di censura. Soltanto per le mie convinzioni (sulle quali ho gi insistito di sopra) non posso trovar buona (art. 240 g, 2 ) la disposizione che stabilisce non potersi muover dubbio sulla spelzdibilita della moneta quando b stata spesa. Malgrado la reverenza somma che abbiamo alla sapieizza ed equita del legislatore Toscano noi persistiamo a considerare come un errow lo assuiito che il matel*iaZe del falso nummario si possa supplire da accidentalit esteriori quando deficiente nella moneta: ed ho gi esposto per largo le ragioni del mio dissenso.

1 codice Sardo agli art. 319 e 320 mantiene la 1 distinzione dei metalli e la distinzione fra moneta nazionaIe e straniera, minacciando alla falsificazione la galera per anni venti se la rponeta B di regio conio ed B d'oro o d' argento, e per anni quindici se la moneta di regio conio B di metallo inferiore; t? miriacciando per la moneta straniera la galera per quindici' anni se la moneta B d' oro o d' argento, e la reclusione fino n sette anni se B di metallo inferiore; e abbassando di un solo grado la pena quando In fal-~bricazione cominciata ma non comsia pita, e accrescendola di un grado se il crimine e conimesso da un impiegato alla regia zecca. Diminuisce poi di un grado (art. 323) le pene s~lcldctte

quando - ivi - il valore intriqzseco della falsa nlotzeta sarh egzcale o supe~iorea quello della vera, o qutbndo la falsit sia fc~cil~3zente riconoscibile : disposizione alternativa che fa nascere il grave dubbio se la diminuzione debba limitarsi ad un solo grado anche quando le due diminuenti concorrano copulativanzente; o se piuttosto (come a me parrebbe) debba a ciascuna di quelle due circostanze attribuirsi la virth di diminuire di un grado la pena, e cosi diminuirla di due gradi quando concorrano entrambe. Contro 1' ultercczione (art. 324) minaccia un massimo di sette anni di reclusione quando la moneta sia nazionale e di oro e di argento, aumentando per la pena fino alla galera per anni quindici quando il valore del metallo tolto alla rnoneta superi lire cinquanta. Parifica ( art. 325) la inlv-oduzione alla fabbricazione quando e Btla col2 irztelligenstn coi fctlsificatosmi, punisce col massimo di sette anni di reclusione lo spendimento e la introduzione quando B fatta senza intelligenza coi fabbricatori; limita la pena al carcere contro chi dopo avere acquistato scienza del vizio spenda moneta falsa che aveva ricevuta per buona. Impone poi al1' art. 327 sotto la pena di una multa 1' obbligo della delazione a chi abbia ricevuto per buona moneta falsa. E punisce con sette anni di reclusione la ri-

tensione di co?2iiYfo~*?ne, crogiz~oli, macch.ilze, od altvi stru.menti atti a fabb?*L;cccrefalse wonete: enumerazione di specie che pecca del solito vizio, perchB con la ultima formula tutto era detto senza bisogno di andar cercando i crogizcoli i quali servono a cento bisogni domestici, e che quando siario trovati a solo nella casa di un galantuomo no11 po-

- 321 tranno mai (ad onta ilella Icttcra di quell'articoio) autorizzare un giudice ragionevole a decretare una pena. Gli altri codici contemporanei tranne pochi Iiwnno generalmente ridotto ad una pena restrittiva. temporaria (l) la repressione del falso numniario.
(1) Il massimo della pena contro i falsi monetari si esteiid e pel codice Austridco ( S. 119) u venii anni di carcere duro; pel Prussiano (S. 121) a cluindici anni di casa di forza; pel Bavarese ciel 1819 (:irt. 547) a venti anni di casa cli forza; pcl Badese (S. 622) a sedici anni di casa di disciplina nella fdlwificazionc cartacea ed a dodici anni ( S . 610) nella falsificiizione clell;~moneta metallica; pel Neuchatellese (art. 111) a qiiindici anni di delenzionc con lavoro forzato; pel Vodese (art. 161 ) a dodici ;inni di reclrisione; pel Priburgbese (art. 127) a dieci anni di lavori forzati; pel Vallese ( art. 166) a dotlici anni di reclusione; pel Ticirirse (art. 207) a venti anni di lavori forzati, coiiverliti tiel riiassimo di sedici anni di reclusione dai nuovo progetto Ticrnese del 1871 art. 197; pel Grigioriep((S. 171) a dieci anni di ergastolo; pel Portogliese (art. 206) ai lavori pubblici a vita; per lo Spagnolo ( a r t . 218) alla catena perpetua; pel Belga (art. 160) a quindici anni di lavori forziiti; per IO Svcdese (cap, 1.2, S. 1.2) n otto anni di lavorj forzati nella falsificazione di moneta metallica, ed a dieci anni (S. 1 4 ) nella falsificazione di rnonetii cartaceti; pel hlaltese ( S . 1 5 1 ) a quattro anni di lavori forzati; per lo fonico (art. 450) a venlicinque anni di lavori piibblici; pel Peruviano ( art. 284 ) a dieci anni di presidio; pel Boiiviano (art. 3 5 6 ) u quattordici anni di lavori; pel Brasiliiiiio (art. 173) ad otto anni di erigiono con lavoro; pcl Sainiriarinese ( e r ~ 562) a cinque anni . di Itivori pubblici; per il Pontificio (art. 208) e per il Francese del 186s (art. 132) aliti giiler~porpctua. Anclie iri Ingtiilterra lo statuto 2 tiugliclnio 1V cnl). 54,ahol la pena di rriorte contro i falsi nioaeldrii sostituendovi la deportazione ecl nna

scala di penaliih proporzionate alla gravita dei casi: vedasi CizOinet l a w ~ e rLondoa 1846, ~ ~ 7 1 1 . , 579 O ul t o n index io the stutzttes of Irclund pug. 122.

Falso in pubblico docriment,~.

La Blsita, sebbene caduta in una scrittura e sehl~eiiecausativa di gravissimi danni, iion esce mai dalla sfera dei delitti 1zaiFu9-ctlL fincli la sua forza fisica oggettiva (1) non colpisce cl-ie la proprieti privata. Perchh faccia passaggio nell' ordine dei delitti sociali bisogna clie da lei emerga la offesa ad un diritto ttqziue~nsulecome risultamento i~zmecliuto della sua azione. E cit non pub essere se non s' immagina nella scrittura falsificata l' oggetto di un diritto interessante un numero indeterminato di cittadini, e potenzialmente tutti i consociati. Perchk nella falsificazione della scrittura si debba ravvisare una offesa alla pubblica; fede bisogna che il documento adulterato abbia i caratteri giuridici cl~e lo fanno strumei~toinserviente appunto alla fede pubblica.
(1) Notai gi riello esporre il falso privato la confusione nella quale vers la materia del falso nel giure romano : confiisione che lenlamente 'vennesi dileguando nella elaborazione pralica del giure penale, ma lenlameule per guisa clie lasci i suoi ruderi anche negli scritti teorici dei tempi moderni. Ebbene! la genesi di tale coniusione tutta risale alla infelice scelta di un nonie. Dnlo una volla il nonie di

fulso ad un delitto era facile che sotto questo nome venissero condotti lutti quei 'reati che avevano per messo uno inganno ed imtuutaziona del vero. Correndo sopra cotesta linea si sarebbero dovuti pnrtirc tutti i delitti in due grandi classi dicendo i' una delle virllenac e 1' altra del falsi. AVvegnachk se bene si guardino i clelilti nella loro subiettivil materiale, la magaior porle di loro si eseguisca dai malfattori o col iliezzo della forza (ossia violenza) o col mezzo dello ingn?kno (ossia falsitj). nla riconosciuto che il delitto un ente giuridico, e che la qrctilitd dei diversi rcati deve desurnersi dal criterio della diversili dei dirilti aggrediti, egli & cliiaro che i ?~~c.zsi adoperntl dal colpevole divengono spesso una ~cctdentalit indifferente alla deterrninazione della classe alla qunle deve rtfcrirsi uno od altro maleflzio, ed alla costruzione deIia speciale noziolio di ciascudo. Cib che d! lo essere di delitto ad un fatto limano la aygressiorie o lesione di un dirilto; vale a dire la sua oggetrivitk sioridica. Non pub dunque raggiriugorci mai la esattezza nel ciure penale fincliL. si attribuisce ai mezzi una efficienza principali? e diretliva sulla dotlrina : pcrch gli identici nieexi possono in parecchie contingenze servire a violare diritti differentissimi. Sola guida alla desiderata chiarezza ed a quella esattezza clie B tanto necessaria neHa nostra scienza il criterio oggettivo. Aderile tenacemente a questo nella definizione dei reati, e troverete la luce.

Qu.e~ticaratteri giuridici atlribativi la qualit& di pubblico al documento adulterato possono essere vari e difirmi: e da tale difformit$ ne consegue che sebbene ogni documento investito per qualsivoglia cagiorio del carattere di pubblico offra sealpre un interesse unive)*snlt?al mantenimento del suo rispetto, pure s' incontri i11 simile interesse

difformita conseguente alla maggiore o rniiic~rcj irnportanza del documento nel suo rap~ortocori la pubblica fede. Di qui scende spontaneo il bisogno di trovare nel genere del reato di falso i% pt~bblico doczmzelzto (2) un numero di specialitu distiilte non solo nella indole loro ma ezianclio nella loro gravit. La descrizione di queste variet8 cli specie porge dunque nella trattazione presente lo argomento d una ispezione principale.
(1) BIBLIOGRAFIAl a m h o u d e r prcrcis r e r u m crinlii ?talium cap. 124 A n g e l o de delictis ccrp. 49, ad 56 C i a z z i disceptalio~aesrorenses discept. 24 &le ri oC h i o de arbitruriis cas. 506, et 309 - G e n u a de script u r a privala li. 1 , qitnest. 4 - L e y s e r meditcitiones ad Pandectcis spec. 614, 617 P l a t n e r qzbitestiones pay.402 C a n n e g i e t e r ad l . 1,$$.4,ff.ddeZeg.Cvrt~. de fulsis C a b a l l o resoluliones crirrii~tnlcs cs. 165, et cus. 206 C l a r o practiccc S. f(tlszcni, per tot. C o nc i o l o resolutioncs crijinnles, i ~)e?~lio fillszbt/b H u yn a l d o syntuymu r e r u m crinlinuliu~ncap. 4 h1 a t t h e u Sa n z de re crirninnli cvntrov. 5 , et co?tlrov. 57 C o rt i a d a dccis. 88, tom. 2 L 11 d \v e l l exercituliones pug. 547, lil. C V r ed e n b u r c h de (1160 corviiptv, Leiden 1762 B o c e r o dissertutiones tom. l , clns. 4 , disput. 15 I-l e1 b a c h selecta criminc~lia prcg. 7 9 , 107, V o u g l a n s des crinzes et peines tit. 6 , ck(cp. 1 1 , 123 M e l l i o ir~stitutionesjtcris crQninulis Libsipag. 623 tani cup. 4 ICa r a V i t a instituhionttn~lib. 4 , cap. 6 2 1 e l C h i o r i del falso e dello spergiuro cap. 4 1 Al a Foro Criminale. torri. 6 , pctg.il75 T r e b u li e n cours de droit crinainel t o ~ 2, pny. 620 . G e n t r a ri ad ley. C o m . de n fulsis C a r m i g n a n i eletne~~tn 1201 et seqq. 9. M a 1l y e dzi fausc e n ecvitures, Puris 1868 H u m b l a de crimine filsi, Lund 1845 C l a e r h o u d t de crimine falsi scriplis cvmmisso, Gnnd 1828 Y a n R a d e n de diffc-

- - :M -

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SPZ.

2, tit. 2, S. 85, png. 159.

Cosi la materia del presente reato viene a dividersi in due distinti articoli. L' uno relativo alla descrizione delle specicclilci clie Cadono in questo genere: 1' altro relativo alle qaegole ge?ze?nctli dominatrici di tutte le specie in conseguenza del carattere di reato sociale che a tatte comune. Ma se nella esposizione del falso nummario incorniiiciamm~ dalla descrizione delle varie fowne (contraffazione, alterazione, iiitroduzione, spendimento) e passammo poscia allo esame delle genevalifd (criterii essenziali, nlisuratori, e degradanti) per concludere in fine con lo esame della penalitii, stiiniaino necessario nella materia presente procedere con ordine inverso ; e percii, esordiamo dalla contemplazione delle regole generali dominatrici del genere (falso I:?z dococzcrne~zlop.rtbbl.ico) per fare successivamente passaggio alla distinta descrizione della specie, e da qriesta farci strada allo esame della penalit.

1.8 ragione della inversione del metodo 6 ine-

ente al diaevso criterio deila divisione. Ne1 fi~lso

- 329 nuiiimario la sl~ecificazionsdelle varie forme era tutta derivante dal nzoclo di agirci del soggetto attivo del inalefizio ;il quale variava specie secondo che lo agente aveva proceduto o col fabbricare o con lo alterare o con lo introdurre o con lo spendere la falsa moneta. Al contrario nel falso documentale (come a suo luogo vedremo) la specifcazione deriva dal soggetto passivo del rnalefizio, il quale sebbene debba sempre onde appartenere al presente titolo presupporre in s& il carattere costante di documento puBlico, pure puo grandemente variare nelle sue condizioni giuridico politiche, o per ragione della propria foran p~*obntoria,o per ragione della propria fo.r*su ohbliga-lo~ia.Laonde era necessiti rovesciare il ruelodo ed occuparci prin-iieramente di ci9 che attiene al soggetto attivo ( regole gonerali del titolo ) e procedere secondariamente allo studio di ci6 che attiene alle varie conclizioni del soggetto passi~ro (specialitit pii1 O meno gravi dipendentemente dalla maggiore o minore connessione del clocurnento con la pubblica fede) per chiudere poi lo studio medesimo con ari rapido cenno delle penalit. Non avremmo proceduto cosi, ecl avremmo seguitato il metodo stesso che adottammo nel falso nurnn~ariose il diversa vtoclo eli ctgilne ilel colpevole esercitasse sul falso docunientale quello influsso rilevante che vedemmo esercitato da qriello nella fhlsita monetaria. Ma nel falso documentale la forma diversa o di fubbi*icuxione, o di semplice uZel*azione,O di sol~p?*essione, o di zcso doloso del documento, operativa di efSetti assai meno rilevanti, come inostrcrb al titolo dei criterii misuratori; mentre di effetti rilevantis-

- 390 simi B produttiva la differente condizione giuridica del documento falsificato. Laonde era conveniente che da questo criterio e non da quello si prentlessero le linee della nostra partizione.

Regole generali sul falso cloct~~~~lzaiztalc.

Questa priliin ispezione ci porta a studiare il falso docunientsle - 1." nei suoi criterii essalzsiali 2." nei suoi criterii e?iii,stuwaka~*i guardati indiperldentemcnte dalla diversa n a t u ~ a dacurrionto pubdcl blico falsificato - 3." nel suo g).atlo. Lo che fncciarno in tre distinti titoli.
T I T O L O

I.

Criterii essenziali d d falso

isl ~ o c P ~ ~ B pzcl~blicn. T $ $ ~

1 criterii essenziali del falso in pubblico documento possano rlidursi a quattro 1.0 Fmrnztta.?ione del vel.0 - 2 . q o l o 3 9 .l;m2tc~zimte . del lieO"O 4 Danno. , .

I['RI~~o

ESTREMO

-- Efiamuta~iosledel vero. La

~~~l~nzctasione del sero

cos ingenita nel falso pii. quasi apparire una supcrfluitk lo enrimerarl;

come estremo speciale del malefizio, ma B pur serapre utile fermarsi su questa condizione per esaminare qual sia la immutazione del vero che costituisca il reato di falsitk in pubblico documento. Sua condizione certamente sarh che la immutazione del vero siasi estrinsecata per forma di scrittzwa o sulla scrittz~ranel pubblico documento, poich il falso meramente verhule o reale non costituisce questo titolo; e nei congrui casi di punibilitfi non pu punirsi che come stellionato o frode quando anche la falsa asserzione sia stata introdotta in un pubblico documento. Rli spiego: taluno inganno altri snlla proprietu, di un fondo, sulle condizioni di una merce, e lo inganno si consumo mediante un puhblico contratto. I1 pubblico contratto ha servito di mezzo a consumare lo inganno mediante la irnmutazione del vero e lo spoglio della vittima di quel delitto, ma quantunque il pubblico documento contenga dichiarazioni mendaci e lesi-ve del diritto altrui, in quanto si dichiara col& che il fondo era del venditore, o che la merce aveva tale o tal' altra condizione, non pub dirsi perci che il contratto sia falso quando attesta delle dichiarazioni emesse dalla parte o delle condizioni apparenti del genere venduto, perche i? realmente vero che quelle dichiarazioni furono emesse o che il genere aveva quella condizione apparente, e simili. Potr il contratto esprimere che la somma caduta in convenzione stata -davanti al notaro sborsata (come suo1 dirsi) in tante becone nzonete d' argento, ed invece quelle monete esser false, ma non per questo falso il contratto. 11 falso fu nella asserzione uerbale o nella cosa, non nello scritto (2).

'Ij )!,i ti6h ogni falsit che si estririsec~iiin un;! sc~iftul'(1 costiliiisce (come ve(1rerno fra poco) il titolo di li(1su donutelitalr, sta pubblico sia privato. A tal fine bisogiia cile la scrittiira possn di per sb stessa ledere i <liritti altrui ; rion h s ~ t aclie per uii artifizio posteriore li] raedesima abbia scr\.ito di i ~ l ? ~ a n t e n tad iiganoare uti (cixv. Cilr basiti iid o avere lo slellionalo o la scraccheria, ma tiori i l fnlso don!&~rrrlitnlr,perclii? il nocuniento noli e r n e r p divett0?11~'711~ dal cll~ciirnerilrifalso ino da iina successiva frode criniinosa. Se l0 creo a carico di Tizio una olbtigazin~iea mio favore per costringere Tizio a soddisfiirlo si ha il falso docunientale. IIa se io creo ii favor mio un:i obhlfgazione di persoiia irii1li;iginaria pel Bne di farmi nlipnr*ire ricco e fornito di mpilali, e poscia a[(' nppogaio di quel titolo ioetto insanno un trlrzo e rie carpisco denaro, nori sorge il titolo di falso docuaienlsle ma uuicamente c~itello di ctellionato. (Jiiestn 6 giurisprudenza costnnte anco i r i I'rancis: vedasi il giudicalo della Cessazione del 4 giugtio 1889, affare Tl~ontnssriitl ri1)IJrliilo ilii RI n r l n art. 9016. Qucsto ocservazione ioiporiontissliuia si connetle pi proyrianietite col quarto eslrcmo del yrcserite realci, ci08 il dn~lno.

Questo pulito aii~isugnrr. peraltro di nlt,erioii diI~iciilazioni, lo quali ricliinxiiano a contemylarc tre Surmc distinto di falso, cioi: il falso u~nlwialc, Salso il pcJ?*so?8ale,d il falso Qc~coZO~~C?O. O

1 Si I)n falso ~tznle~-?ale rnlq~orto della fa]nel sitli docrimentale tutte le volto che 1% iiliillutrizion~
l'

del vero cade liella scslittzil-a: in qusiito si trovi

- .3.>,, Or,

scritto nel rlocunieritv cib cfic obbc?rlcnilo alla stblaita doveva essere diversamente scritto, oppure non vi si trovi scritto ci6 cile doreva esservi scritto, si:& perch lo scrivente vorgasss coricetti diversi da quclli che si volevano, sia perche i concotti verii fossero pciscia da mano malvagia cancellati, mutali, o modificati con aggiurite o postille Ihlse. La imniutazione (Te1 vero clnando nzate~*it(lc c7oczl;ri2elzfo rtun nel offre occasioni di dnbl?io sul titolo. Questo non G pi un semplice stellionato, ~ n a t n ~ falso clocltrt~cntnZ8, ed P: indiff~ro~ite ci0 siasi procacrinto meche diante fribbricasizjsze, o ~iiediaiitenlCcrn.trio?ze,u rneiliante so2iprcssiollg sempre si ha il titoln (li f'alsrj documentale, e per ragione dei connessi sorge?ugualmerite siffatto titolo dalI' uso doloso del Ihlscr iloctirrirnto. Esemplidchiairro.

Si lia il falso documentale per fal~bricazioneqrrnrido taluno abbia creato i1 dncuqmentofalso, sia dessti un contratto, sia un testamento, o simili. E tanto clieexi creato i1 documento falso se si B fitlsamente foggiato un docnmento i'also quanto se nel dare nnn copia od estri~tturaautentica di un urigiriale vero se Iie sia ti-asforniato il contenuto con nggitintc, toglimeriti, o modiiicttzi'orii cIifTormi cltd testo genriino. In tutte tali ipotesi selilpre si avr8 un falso ~ i e r t'abbricazione; e sar.4, fhlso materiale, 4 S C I ~ I I ~C[)C stituirti, il caqxts. csdbl$h~isl ) do1 reato di falso (lo( cumenlale rinzichk qriellr:, del semplice st;ollion,zt,o.
(1) Cile la fabbricdzlone del falso rlocumento costituisc:i un rcnio perfetto di falso ancorclib non abbiti rag~iiiiitn \:i

sua consumazione obiettiva, si insegna ancora nelle scuole germaniche : B e r n e r Lehrbuch ediz. 5, Berlino 1871, pag. 355. Ma torner pi a lungo su questo punto alla materia del grado.

Si ha falso per alterazione quando il documento vero si trasforma materialmente in qualche sua parte, o col togliervi una qualche cifra o parola, o con lo aggiungervi parole o cifre, sicch.5 il documento venga ad esprimere e testificare cose diverse da quelle che testificava ed esprimeva nel suo primitivo stato. Anche qui non vi luogo a dnbbiezze n& divergenze. Tutti riconoscono in queste ipotesi una falsiti4 materiale per alterazione che in niente differisce tanto nella gravit, quanto nella importanza, dal falso per fabbricazione. Tanto vale aver fatto intero un contratto falso quanto avere in un contratto vero cancellato, aggiunto o mutato una cifra, una parola, od una clausula. Sempre ne sorge il titolo di falso documentate, assai pi6 grave della semplice frode (1).
(1) Disputarono i pratici s e il falso documentale fossa reato di fatto permanente (concetto adattabile alla fabbricazione ed alterazione) oppure di fatto transcunte (concetto inseparabile dalla soppressione consumata) e da ci procederono a determinare i modi di prova del corpus crimit1is in questo delit~o ( G a b r i e l l o conlnlzcnes conclusiones, in iit. d~ maleficiib, cotzclus. 17, n, 13 et seqq.J e disputarono s e il corpo del delitto nel falso documentale potesse pro. varsi Per via di argomenti, indizi, e congetture : H e r t i u resp. 4.16 B o e h r e r o ad Carpzouium quest. 114, dn serv. 1 - C h a r t t r r i o decisiones crintinntes, decis. 39,

- 335 pars I et decis. 40, et 41. Sotto il sistema delle prove legali ,
in criminale e per lo interesse delle cause civili, furono diffusissimi i pratici nella descrizione delle circostanze valutabili a provare la falsit di un istrumento. Enumer a tal uopo trenta argomenti il G e n u a dz scriptzcra privcita, lib. l , quaest. 6 , per tot : ne descrisse sessantacinque il P e g a s resolulioites forenses cap. 19 per tot. nl e n o C h io de arbitrariis cns. 187; ed altri comunemenle. (luesle congetture nienle possono avere di assoluto, ma ai fini penali sotto il sistema della intima convinzione sono pur sempre valutabili come argomenti logici pi che come doltrina giuridica. In certe forme di falso materiale esercitano oggi grande influsso i giudizi dei periti calligrafi. Vuolsi che 1' arte loro sia notabilmente perfezionata oggidi; ma la discordia che spessissimo s' incontra nei loro giudizi ci rende esitatiti ad ammettere che a loro piuttosto clie alla savia prudenza del magistrato si consegni la sorte di un cittadino. Una dissertazione speciale sui mezzi di prova del falso documentale ai termini del codice Auslriaco leggesi nell' Eco dei Tribunali al n . 975, ed altra simile al n. 974. Nel metodo dei giurali la questione di falsit o veri18 del documento 8 cerlamerite di futto, lo che pone fuori di uso le dottrine dei pratici.

s i ha falso per soppressione quando un documento vero probatorio non si altera, ma si sottrae, si nasconde, o si distrugge dolosamente per occultare la verit in danno altrui. Anche qui noi troviamo i veri caratteri del falso documentale, ed ho gi dimostrato a1 $. 2374 e s e g . che sebbene alcuni opinino diversamente, e pretendano di trovare nella soppressione di documenti probatorii (1) un delitto s u i gelzeris, distinto dalla falsit istrumentale, siffatta opinione i. assolutamente erronea e corne tale

h rcietta dai migliori criminalisti antichi r: inoderili. Kon vi % ragione sufficiente d'introdurla (3 nella scienza o nei codici; e lu iiitrollurveln moItipIicn gli enti senza necessith, li moltiplica contro la realta

clelle ose, e li moltiplica col] impaccio alla ~irist~izia. Come C! tklso iiiateriale la creazione del cIocumento fdsc~, la soppressiont: p/t+*aicbZg di un doo cunlento vcru, cosi lo i.= la soppressioni: lodale. In tutte ynesfc tre forme io ravviso dnnrlrie la falsiti materiale, e non veggo ragione per cui possa nrettimi in clubbio doverne esclusivaiilente sorgere, a prcf'erenza di ~~u:~lsivoglia altro titolo di reato, il titolo (li fhlsitit in dciiriictito.
I l ) Il codice Francese (ciecamente scguitct anclic in clilcsto dai suoi servili imitatori) ali' art. 439 non volendo accettare la idea, d' nlironde radicalmente ver:\, che In Boltr;lzione e soppressione di un documento fizttn pel fine d i occullare la veiSitcostituisse a tutto rigore di termini un falsf~, trovii necessario di farne uti Iitolo speciale di malefiaio. Iri qiiello art. 459 tenne il suo solito sistema delle formrflr soggettive; e dovette perdersi in unii lungi descrizione di s~itterinlitfcspecificando i modi con Ic parole bruciure o rlistrtrgge).~, le cctrtc distrultc. con iina pi*olissii indiciizioe il(.: d i titoli. Lo cbc noti porta per costante etfctto del sisttlma ad altro henerizio che di far nascere dclle dispiite delle perplessili, e favorire la impunilk di qilnlche scelleralo; CoiYle appunto ariche qiii dovetle ricoiioscersi che il d t ~ l l 1 ' nement di uri docutriento non cadeva sotto I' art. 459: M(Jr i n nrl. 8015. 1I:r preccindenclo dalla red:izionc dell' articol, i radicillrnenle sbagliata la idea di toglier0 rlal titolo di falso : In sop~)ressione o sotliazione di un documento prnbatorio. cile questo fatto entri nel falso eriierge rliilla natura stessi1 clelle cose, si perch? il Dne dello agente di occiiliare veriti, si perclih 1' efelto nocevolc della soppiessionr 8 sol-

tanto nel dare al falso l' apparenza di vero, e la distriiziorie dei mezzi di prova di un diritto che si vuole disconoscere. 1 che la soppressione fosse un falso un concetto classico 2 11erchS risale al testo Romano, come per la 1. 9,S. 2,ff. de dolo mulo e per altri molli franlmenli, e fu universalmentr accettato nella dotlrina forense : M u t a decisiones sicular decis. 43, n. 6 , png. 243 ivi etiant per contb?istio?iem h1 a g o n i o decisiones Lucenses dee. 26, n. 15 P a r i n a c c i o quaest. 150 bRlast:ardo de probationibus conclus. 961 h1 e n o c h i o dc nrbitrariis cciu. 310, 21. 15, et cas. 511 per tot. M a r c o deci.~ioncaDelpl~innles yuaest. 699.

- -

9. 3652.
$inalmente 1' aso doloso di falso documento b una forma che si connette sempre con la precedente fabbricazione od alterazione; e compenetrandosi con la medesima viene a formare una unith giuridica criminosa, qualunque sia stata la forma della falsificazione.

2." Si ha falso personale quando la immhtazione rlel vero non cadde soltanto sopra le qzcalitd di una persona ma sullo essere della stessa persona. Tizio per ottener credito, o comunque ingannare altri a fine di lucro, non ment i1 proprio fiome, ma si spacci6 come nobile o ricco mentre era uorno volgare o povero, o si spacci come maggiore e libero mentre era minorenne o interdetto o coniugato: qui si ha falso nelle qualitd personali. Cajo al contrario allo stesso pravo fine assunse il nome di Mevio (1) e dando a credere di esser Mevio indusse i terei a contrattar seco : qui vi ha il falso pwsonale, perVOL.VII. 22

- 338 chi: vi sirnnlazione da persona a pe)*soaa, e rtori solt,nntc, da qualil a qualit.


:Ij Qui non ha rilevanza la distinzione fra nottie, adnome, prenone e cogno)lle-. sul significato dei quali vocaboli disputaroao gli eruditi: C a l v i n o lesicon juridicutn. vet160 nornen, vol. 2, pag. 117. Qui si guarda soltanlo al fiuc ed alla sostanza della imrautozione: e quando questa si fece per supporre una persona ad altra persona, ed oltenue Io effetto che nel documento apparisse intervenuta persona diversa da quella che realmente v' inbervenne, tanto basta perchb del reato di falco documentale ricorrano i termiui cos subieitivarnente come obiettivamente. afa a questa forala di falso uececsario che I' assunzione del ilorne mentito $1 Caccia quella volta tanto pel fine di dar vita al documento falso: altriinenti o non vi sarh deliGlo, o vi s a r i delitto di oaraltere tutto diverso secouilo i casi. Accade spesso ciie un individiio assuma perwanentemenle un nome diverso da quello che a lui fu assegnato nei piibhlici regislri, e sotto il quale fu egli conosciuto riei primi anni della vita. Ci si pu fare per capriccio: ci s i pub fare perch una niacchia siasi annessa ad un dato cosnomo: cib si pub fare por sottrarsi alla persecuzioni dalla polizia c~uandosinsi corninesso un delitto: ci ;I fa spessissimo da clii emigra dal1:i piitriii pcr porsi in salvo dalla ~iuslizfii, ricovera iri tcrra sbraniara sotto rnene l i l o notiie per tiori cssore ii~creguitocol e restituito alle autoril del proprio paese. In tutto qiieste ipotesi vi 6 immutnzione di nonle nia i ~ o n iirimutaziooc di personrr. La iiiiitwione del nome potr appo certo Nazioni addebitarsi wrnu conlrautienzio~ieBHC leggi sul10 lato civile, ma noil il(? sorge il titolo di falso e inolto rneno ~ ~ i i c i l o falso dodi cunici~ale.Lo entigr;ito clio vivoiido qua sotto 111utalo IIOIUQ si Presenli alla gift$Lizi:i curiic testiiiiotie, o conie lestiriion@ iiitcrvengrt ari !in cori1r;itto o ad iin 1ostiimenLo; o slipiili un ~:Olltr~iltO proItrlo interesse drsigniiiido si: ~iiodeein'losotlo nel

- 339 il nome assunto anzich sotto il vero, non 1? falso testimone, n& fa nascere un atto nullo, n inutilmente (I nullamente contralta; e non d vita ad un documento che si possa dir falso, perchh alla sostanza dell' allo interessa la identit della persona fisica e niente il nome. Il falso nominule ed il falso personale sono essenzialmente distinti; e quello non equivale a questo quando non causa di questo. Diversi casi di miltazione innocente di nome raccolse P u t t m a n n fi'lementu S. 532) esemplificandoli con varii frammenti delle Pandette.

Ora questa sottile distinzione non operativa di effetto intorno al titolo del reato quando lo inganno si consuma soltanto con mendaci parole o con assunzione di segni mentiti, od anche con false commendatizie di persona privata. I1 titolo di reato che sorge in sinlili termini a carico di chi per tali artiflzi carpl denaro ad altri, B sempre quello di frode o stellionato tanto se il colpevole si spacci per diversa persona, quanto se (senza simulare persona) spaccio qualit che egli nan aveva. Questo certo nella scienza ed in tutte le pratiche.

Ma quando lo inganno venne a dar vita ad un documento pubblico la differenza tra falso pe.r.so~zule 13 falso di ptalz'lk personali assuine grandissima irnportanza, perchb nel primo sorge il titolo di fcclso do'ocelfize~atab punito con peno superiori o di galera o di reclusione o cli casa di forza, laddove nel secondo si mantiene ad onta dello intervento del pubblico clocuinento il titolo di stellionato coll~ilo

ordinariamente di peue corredonali. La differenziale B certa (.I) e giova investigarne le sottili ragioni, Tizio comparisce avanti un notaro dicl~iaranclo di esser padrone (2) ilel fondo che vende, mentre lo stabile b di altri; o di essor maggiore, mentre i: minore: il falso nato nel pubblico documento, ma ci6 nonostante si obietta il mero titolo di stellimato, e Tizio va in carcere. Cajo invece con-iparisce avanti il notwro e vende il fondo di Mevia azinunziando sB stesso come Mevio, e come tale stipulando la vendita; il falso nato cos nel pubblico documento non pir si punisce c o a e frode o stellionato; e Cajo va in galera o in casa di forza.
(1) La Corte di Cassazione di Francia giudicb jn termini il 26 luglio 1860 che far comparire in un contratto di vendita avanti notaro come propria rnoglie una donna che non tale costituisce un falso in scrittura pubblica: vcdasi NOr i n art. 8537. Vedasi anche M o l e g a r i raccolta delle decisiorii di Pannu vol. 4, pag. 151. Cost anche il falso perlO??la 2, sonale euem ylificato da V s r n h e r foserz~aliowuu~ pars Q, 06se?~u,74, pag, 500) nella ipotcsi di chi prOSen" tatosi al giudice sotto iiome di un altro che era chiamato a Prestar giuramenlo lo presti a uomo di quello, si estrinseca n una forma materiale periuatienle e scritta che cl vita 81 vera e proprio titolo di falso documentale, perchh il documento che tiiiscc da quel fatto (verbale di vieno ad offrire per quella fraude una materialiti difforrne dalla materialil che realmente svolgevasi innanzi a l giudice. l'i {luesta tesi S' intraprese la dimostrazione i o una dis.sertazi~inserita nel Giurista di Napoli e da quello riprodotta il 13 1862 nel n. 1209 doliy Eco &i Tfibz&nali.hfa a Vero dire non trovo molto nitida quella dirnostrozione, Chi Ii1cntisce intOl'll0 ad un fatto che aaj3ra porche venga rive-

- 341 tuto nel pubblico documento non fa nascere un doctimento fidso. Quel documento vero come documento, perch vero che il comparente ha narrato quella tal cosa, sebbene la narrazione in s stessa sia falsa ; ma quando si fa nascere un documento che in modo scritto e permcinente faccia fede che avanti al notaro compariva Tizio mentre era Cajo, o che il comparente disse dieci mentre aveva detto cento, si crea una materialit perpetuamente falsa. Cos anche lo interpetre che chiamato giudicialmente a tradurre uu documento ne d maliziosamente una traduzione difforme dal testo (vedasi il1 o r i n art. 8484) non consuma una semplice frode ma un vero falso documentale. In questa ultima configurazione mi piace avvertire la tramutazione che subisce il documento. Quel foglio consegnalo allo interpetre poteva essere una scrittura privata; ma quando lo interpetre consegn al giudice la sua traduzione perch fosse inserita negli atti di un processo il documento divenne pubblico. Tale la mia opinione. I\Ia il giudicato riferito da M o r i n all' art. 8484 e la nota ivi sottoposta sembrano contradire tale opinione. Si dice che il documento privato per virt della traduzione non muta naturct; e finqui ne convengo; e se si contempla la traduzione finch in mano dello interpetre essa rimane al certo privata. Ma quando 1' interpetre completando il suo pubblico ufficio ha presentato a l giudice la traduzione mendace, non ha esso col verbale di consegna e d' inserzione nel processo fatto nascere un documento pubblico? &Io r i n soggiunge che se il Cancelliere alla dimane desse un estratto autentico mendace del documento privato appo lui depositato, questo falso cadrebbe su documento pubblico. Io per confesso che non giungo a percepire la ragione della differenza. Se la copia autenticata diviene documento pubblico quantunque I' originale fosse documento privato non so vedere la dilrerenza fra caso e caso. In nessuno dei due casi si suppone la alterazione o falsificazione dell' origincile prz'uato, ma in ambo i casi si suppone la falsificazione della traduzione, copia, od estratto,

che destinato a far fede iu faccia a tutti dalla materiale giacitura dell' originale. (2) Mi piace ricordare il caso avvenuto a mio tempo di un pittore Liicchese. Costui vendette per trecento scudi un quadro di buon autore ad un signore Inglese; ma quesli si o ~ t i n oad esigere che il venditore 511 guarentisse aon ipoteclt la originalila del quadro. II povero pittore non possedeva altra terra tranne quella coii la quale impastava i suoi COlori, Pure giuoc di franchezza ; ipotec la sua fossa mortuaria, e desorive~dola terra data in ipoteca con la localit, siluazione, e confini osatlissiini clel camposanto Lucchese. Siccome il quadro era geiiuino cosi quel fatto non ebbe altro s ~ g u i t o le risa universali. Ma quando fosse stato altrfmenti, che e quel contratto fosse stato denunziato alla giustizia penale, noh vi si sarebbe poluto trovare niente di pih elle uno stellionato, perch la immutazione dal vero non cadeva sulla pcrsonrr del pramitterite, ma SU# altributi della sua persoiio, cioh sulla yzcalit& di propriel~riodi quel tnrreno.

Lo ragioni di una difl'erenza cosi grava e tosi generalmente riconosciuta nella pratiozi elle sarebbe impossibile a qualunque patrono tentare di rovesciarla, tengono alla leggo ontologiaa. Altro B che un documento sia falso, altro 13 die contenga faisiE. L'onte giuridico, contratto o testamento, B f d s u ciob difforme dal vero, quando sono simulate le condizioni estoriori che costitniscono i1 suo essere di contratto o di testamento, o mentite le condinioni +nateriatiche a lui dettoro vita. Non B il. suo con'tenuto, ma il suo modo di essere che la rende conforme O difforme da taIi condizioni. Un atto vero P contonere dichiarazioni mondaci ;un atto falso "

- 343 yab contenere dichiarazioni verissime; 116 per qnesta accidentalit, interiore cessa4 il primo di ossere un contralto od un testamento ve~o, il seed

condo un contratto od un testamento falso. E perci6 che troveremo contemplata la ipotesi del falso commesso per provare la verith; io cllc sarebbe senza la suddetta ilistinzione nn concetto iperbolico.

Le condizioni esteriori che danno la vita giu~idica ed il suo essere speciale al contratto od al testamento o nd altro atto pubblico, sono tutte e singole le forme che la natiira delle cose rende inseparabili dallo esscr suo, o che la legge gli ha imposto come elemento indispensabile dolln sua vita giuridica, Un foglio non pu pcr la natura delle cose costituire il testamento di Pietro se la persona di Pietro non C? comparsa a dettarne le clansule, ma un altro individuo lo ha dettato alla vece sua; o se ci6 che B stato dettato non & stato scritto conformemente; o se la firma, clie dcvc autenticarlo non b di Pietro ma di altri, Un foglio non pub per le cautele della logge essere il contratto o (nei congrui casi) il testamento di Pietro, se non fu riccevuto dal notalo, e presenziato dai testimoni, e firmato da quello e da questi, o simili: in una parola tuttoci che fu eseguito per dar vita al testamento o al contratto, s che si attesta essere stato eseguito o con voce o con atti, o con intervento di person. attiene alla vita ed alla essenza del contratto e del testamento. Lo intervento vero all' atto di quelle persone che il foglio indica come intervenute 8 dnn-

- 344 que inseparabile dallo esser suo, e perci costituendo la sua essenza con tutta esattezza puii dirsi elemento materiale di quello. E sebbene nel linguaggio forense la simulazione caduta sulla persona della parte o del notaro o dei testimoni, si voglia dire falso pe~*,so?zale, pure un falso che si compenetra ! con la nzuterialitd del testamento o del contratto: cosicch! sempre ne emerge il titolo di falso documentale. S. 3658. Non b altrettanto della fulsitb per avventura enund ciata nelle disposizioni del contratto o del testamento. Se veramente Pietro dett quel foglio che si produce come testamento di Pietro, e veramente 10 dett in quei termini e modi ed a quelle persone che si dichiarano nel foglio, il testamento . vero : e quantunque Pietro dettasse col$, per favorire la moglie, la confessione di avere da lei ricevuto diecimila lire, e tale enunciato sia assolutamente falso, pure il testamento non cessa di essere il vero testamento di Pietro; nel modo stesso che per opposto dove il fatto della costruzione di quel testainento sia falso in qualche sua parte essenziale, non basta a farlo considerare come vero la prova che nel ruorlo piSt apodittico si rechi innanzi a giustificare la verit della somministrazione coniugale. I giudice nel primo caso dovr dir vero il testaT meato anche quando scorge una falsit nel suo contenuto: e dovrci dirlo falso nel secondo caso quantunque a lui ne risulti verissimo il contenuto; e il falso guarclato nella sostanza del suo risultamento clovr sempre dirsi fi?atar2ale,perchh nppuntqo

- 345 il risultato b che il foglio rappresenta la comparsa di persona mentita (.l). Queste osservazioni ci fanno strada a mostrare che non sempre sorge il falso documentale dalla terza forma di fcclso che si denomina ideologico.
(1) iiI e n o C h i o fde arbitrariis ccas. 318) raccolse parecchie storie di uomini che profittando di una somiglianza di aspetto O di voce si erano spacciati per altri. Questo artifizio guardato in s stesso non S che un ntezzo, e quando E fine rc sl? stesso non S delitto. Usato come mezzo assume un diverso titolo criminoso secondo il diverso fine. Pu nascerne la perdueilione; pu nascerne la esimizione dal carcere; pu nascerne la soppressione di stato; pu nascerne I' adulterio: pu nascerne lo stellionato. I1 falso documentale ne risulta allora soltanto quarido abbia servito di mezzo a far nascere una falsa scrittura. Pu anche immaginarsi un falso personale che serva di mezzo alla culzcn~lin quando siasi assunto un vestiario simile a quello di altri alla occasione di commettere un delitto per suscitare un sospetto e dirigere l' accusa contro i111 innocente; nel modo stesso che si pu simulare il carattere altrui in uno scritto perchi: caduto in mano delly autocita serva di base alla condanna altrui : B e r g e r o electn jzcris crimitzulis itt supple?enta p a r s 2, observ. 6, pag. 177. In tutte queste ipotesi di conflitto fra il ~nezzo ed il fi72e se il nlezzo non si estrinseca in una scritturn f u l s ~i1 delitto si definisce sempre dal fine: ma se si estrinseca in urin falsa scrittura ha luogo la regola della prevalenza per applicare o il litolo di falso documentale, o 1' altro titolo costituito dal fine, secondo la relativa gravit. Fra coloro che nei vari tempi supposero la propria persona alla persona di un altro i: celebre la storia di Pietro DutilA che seppe farsi credere Jfurtin Guerre, riprodotta da S a i n t Ed m e Repertoire des ccazcses cldbres uol. 4 , pny. 964. La senlenzx del 15 settembre 1560 emanata a relazione del COr a s i o ,

che condonnb a morte Dutilh trovb nelle gesta di questo impostore un numero grande di titoli di reato ai quali aveva servito di mezzo la falsit. Vedaci anche in P a p o n i o nrTesroruni lib. 22, tit. 9, n. 20.

Dicesi falso meramente idtxlogico qnollo che x' jncontra in un atto anche esteriormente vero quando contiene dichiarazioni mendaci: e appunto si dice ideologica perchk il docurnerito non B falso nelle condizioni dell' ssser suo, ma sono false le idee che i11 esso si vogliorio affermare come vere. Un testamento che riconosce un ilebito non esistente; un contratto che afferma un pagamento non eseguito ; ed anche (nei congrui casi) un certificato che attesta cose contrarie alla verith non sono documenti falsi: ed ai fini penali non pud trovarsi in quelli lo elemento del reato di fCbEso doczcme~zEale.E sebbene ai fini civili si giunga alla identica conseguenza della inottitnclino del documento tanto se dichiarisi falso guanto se dichiarisi sim?.~in;$o, ai fini pepure nali non sono identiche la sim?claaione e la paZsita, e fa grave errore il confonderle. E: sebbene anclle ai fini penali la siv~uluaionesvolga frequentemente la figura giuridica di un reato pnnibjlc, non per questo sono identiche le due forme crirniriose, appunt80 pordi8 dali' una sorge il titoIo di falso doc~~ficntale mentre dall' altra non pri sorgere che il titolo di frode o di stelliunato (2).
(1) La ragione della dlffereuziale B ceusibile purch S4nlpro si pongn mente alla speciale ogpetuvit giuridica, Quando

un contratto autenlico attesta che Tizio comparve avanti E i

notajo per stipulare certi patti, tutti credono a quella comparsa ed al fatto di quelle dichiarazioni per 1' autenticit del foglio: ed fede pubblica. RIa leggendo che Tizio dichiar in quell' atto di avere precedentemente ricevuto mille lire da Cajo, nessuno obbligato per ragione di fede pubblica i i credere alla verit di simile sommistrazione. Ognuno ci crede o non ci crede secondo che ha ragioni per ritenere che Tizio fosse siricero, oppure che mentisse: ed i: senipre fed e privutn.

E la distinzione tra falso e simulazione interiore dell' atto pubblico non puramente ontologica : essa si connette coi principii giuridici fondamentali sulla qualit del delitto. Che non si falsifichino i pubblici documenti in tutte quelle condizioni che danno loro lo essere di pubblici documenti ella 6 cosa che interessa tntti i cittadini; e cos da tale falsit se ne offende un diritto universale, ed il reato trova il suo oggettivo giuridico nella pubblica fede, la quale richiede il rispetto delle forme solentzi introdotte per veduta di pubblico ordine ad accertare le convenzioni e le disposizioni dei cittadini. Ma davvero non saprebbe trovat-si qual diritto universale si leda, n% in qual guisa si offenda la pubblica fede, quando in un contratto vero siasi falsamente dichiarata la pertinenza o libert di un fondo, o la esecuzione di un fatto obbligatorio, od altro simile. Potranno queste mendaci asseverazioni essere dolosamente dirette al nocumento altrui, e potr in certi casi il nocumento stesso accompagnarsi da tali circostanze che ne facciano sorgere un danno meiliato, ed obblighino

il legislatore ad elevare il mendacio a delitto. Ma il delitto (qualunque siasi il titolo che assuma) sar sempre un delitto di danno particolare, offensivo della sola fede p~ivata,e conseguentemente rester nelle proporzioni di delitto naturale, giudicabile sul criterio del danno direttamente inferito al privato. Io tengo dunque come regola generale che il falso prirarnente ideologico non costituisca il grave titolo di falso in documento pubblico (1).
(1) Si veda la speciale dissertazione che scrissi SU questo argomento e trovasi nei miei oplcscoli, tom. 3, opztsc. 47. Spesso confondesi la verit del documento con la sua veridicit: eppure le sono due cose sostanzialmente distinte. Un documento pub essere non v e r o e non veritiero, puh essere vero e non veridico come avviene quando il notaro fu fedele redattore delle dichiarazioni delle parti ma queste erano mensognere; e pu essere veridico ma non vero, come avviene tutte le volte che si fabbrica uno scritto falso per provare un fatto vero. La verit : sempre ~nuteriule,la veridicit & sempre ideologica; ma se la mancanza di veridicit. in uno scritlo pu costituire la simulazione, e nei congrui casi il delitto di frode o stellionato, la sola mancanza di verit pu costituire il titolo di falso documentale. Dico che la mancanza di verit h sempre materiale: infatti cosa h che costituisce la veritic del. documento? k la scrittic~a. Ma la scrittura materiale sotto un duplice rapporto. Lo e sotto uti punto di vista, che io chiamo intrinseco O sogyettivu nella scrittura: e rirnpetto a s stessa la scrittura 2 vera quatido realmente fu vergata o firmata dalla mano di quello o quelli che essa enuncia averla vergata o firmata, e tale si nlantenne senza patire alterazione: altrimenti 15 falsa di falsit l?riiteriule. Ma lo ancora sotto un punto di vista che : io chiamo estrinseco, o oggettivo rispetto alla scrittura; in quanto In scrittura per esser vera deve rappresentare tutte

le materialit clie si svolsero innanzi al nutaro nel niodo (;enuino col quale si svolsero: altrimenti ella falsa, e sempre di falsit tlaaterinle. Quando il notaro scrive che Tizio disse cento, o che intervennero all' atto due teslimoni, o che il denaro fu contato, o che al testamento assisterono i quattro testimoni senza mai allontanarsi; mentre in realti Tizio aveva detto trecento, o dei testimoni ve ne fii uno solo, 6 il denaro non fu n visto n contato, o alcuno dei testimoiiii si sllontan durante la redaziooe dell) atto, la scrittura 6 [alsu, ed B falsa nella sua malerialitd nel punto di vista oggettiuo od estrinseco; perch essa era destinata a ricordare tutte quelle materialitd nel modo col quale avvenivano, e le ricord invece in modo contrario. fila quando la parte disse di aver ricevuto trecento e menti perch aveva ricevuto soli cento, oppure le parti dichiararono di avere precedentemente eseguito lo sborso che in verit non era nvvenuto, od altro simile, ed il notaro fedelmente registr quanto fu fatto e detto in presenza sua, potr dirsi che lo scritto non B veridico, ma 1' atto vero, e se vuol darglisi il nome di falso questa non che una falsit ideologica la quale non costituisce il titolo di falso docurnentale, mentre il documento nacque e si mantenne vero in ogni sua naateritrlitti. cos soggettiva come oggettiva. In generale pu dirsi che i1 passato sempre un quid che sebbene abbia un tempo esistito come materialit reale, non esiste oggi che come Edetc i~eila reininiscenza : ugualmente l' avvenire qilantunque possn ad un dato giorno far passaggio dallo stato di idea allo statc~ di realt materiale, oggi non esiste che come idea nella previsione dell%onio. Non vi che il presente che possa avere una esistenza materiale. Quando io guardo una statua di Canova ho innanzi a me una niaterialit: ma la mano dello scultore che la scolp B passata rispetto a me dallo stato di materialit allo stato di idea nella mia ren~iniscenza; come il prezzo che spero ottenere da un amatore per quella statua non esiste oggi che come idea nella mia previsione quiiritunque possa un giorno verificarsi come materialit atturile

lo sborso desiderato. Ma il presentc perch sia materiale rispetto al notaro ed al documento che quesli redige bisogna che sia presente cos nel tenzpo come nello spazio: bisogna cio che esista attualntente come materialit, e di pi che stia l sotto i sensi del notaro. Se esso lontano per intervallo di tempo esso non 15 piii presente ma passato, e non ha che un:, vita ideale; s e presente nel tempo in faccia ad allri clie lo vede o lo tocca materiale per costoro, ma rislietto al notaro che ne separato per lo intervallo di spazio non superabile dai sensi suoi, esso nel rapporto del notaro e del documento che verga non esiste che come idea. Poniamo che al notaro In parte abbia dichiarato che nel terreno che vende esistono cento olivi mentre non ve ne sono che cinquanta: i cinquanta olivi come materia1iK.1nori esistono in faccia al notaro: in faccia a questo esiste sollanlo come materialil la parola detta dalla parte; quegli olivi egli non vede cogli occhi del corpo ed a lui non pervengono che come una idea. Laonde s e il notajo scrive cento Io scritto vero perchS riproduce fedelmente la materjaliti che esso era deslinato a certificare cio la parolii detta in faccia al notaro dallo parte: lo scritto non s a r i veridico perctik gli olivi non sono che cinquanta, ma questa B una imrnu[azione del vero idcoloyico, e quel documento non pu dirsi fitlso. Che se il nolaro meglio informalo della verit reale scrisse cinquanta olivi mentre la parte avea dichiarato cento lo scritto veridico perchb riproduce la idea vera, ma 1' alto falso perchi? non riproduce la materialit che doveva riprodurre: e cos potrh essere falso nella materialit e al tenipo stesso veridico nella idea, ed ecco il falso perpetrato a fine di provare cosa vera. hla ora ponete che il pubblico uificiale avesse mandato di acccdere sul terrei~o,ivi contare gli olivi, e verbalimu-e in uii pubblico documento il ,preciso numero di quelli: ponete clie esso ne abbia riscontrati ciritluanta, mi' maliZioS~t1ieiilescriva nel processo verbale avcrvene trovali cel)to: 1' atlo in questa ipotesi non P sbl~;iiito n1;incarite di ucridicild iii;i E rii;incatite di ~ e l . i t & ;esso falso doclimcrito,

ed t? documento falso di falsit materiale nel rapporto della materialitj. oggettiva dello scritto la quale era presente al notaro cos nel tempo come nello spazio. Questo tabellione voi giustamente condannerete come colpevole di falso in pubblico documento perch il documento falso di falsit materiale. &la nel primo caso s e la dichiarazione fatta dalla parte dei cento invece dei cinquanta fu dolosa e dannosa, voi potrete soltanto a lei ed ai partecipi suoi obiettare uno stellionalo : non mai il realo di falsi\& documentale, perch il documento nacque vero quantunque non veridiche le dichiarazioni delle parti. Da ci si scorge che la triplice divisione dei pratici in falso malerialc, falso personale e falso intellettuale, una superfetazione che non ha nb esattezza nb opportunit. I1 falso che dicono personale non un quid distinto dal materiale e dallo ideologico, perch alternaniente pu essere o materiale o ideologico. Se la persona che comparve innanzi al notaro era Pietro ma si spacci per Luiqi e come Luigi stipul la convenzione, questa falsit8 maler i d e perch la persona del contraente rientra fra quelle materialiti presenti 31 pubblico ufficiale che il documento E? destinato a consegnare alla pubblica fede; e sorge il titolo di falso documentale. l a se il comparente era vcramente Luigi, e menti soltanto in cerle sue qunlit clie non costituivano la perso?zalitd la quale si vincolava col contratto (per esempio Flavia conjugata era veraniente Flavia ma si dichiar innutta per poter contrarre senza lo intervento maritale) il falso ideologico; perch il conjugio di Flavia non una niaterialit presente al notaro, n il documento destinato a consegnare alla pubblica fede lo stqto di nubilit di quella donna: laonde il documento vero, il falso personale merarnente ideologico, e il titolo di rgalo che pub sorgere da quella mancanza di veridici18 a carico di I'lavia e dei suoi partecipi potrh esser quello di stellionato; mai quello di falsit in documenlo pubblico. Non pu concepirsi un fiilso personale i l quale secondo i ciisi o non resti uclla sfera del falso merameritc ideologico, o non si svolga

in un fubo materiale. Quella terza specie dunque una inutile superCetazione. Vedasi il $. 3704, Questa mia tesi si sosliene eziandio per argomento dalla le$. 23 @ de leye COTnelin de fbisicr.

Ma. questa propo$jaioxie bisogna intenderla nel suo senso rigoroso ed esatto. Percht? il falso ideologico dia vita ad una frode soltanto e uon ad un falso documentale, bisogna che la irnmutazione del vero travisi in rapporto semplicemente con una idea e non con un coczcinento. Questa avvsrtonza merita speciale considerazione.

Quando in un atto publ~lico si attesta Ia sussi cstenza di nn fatto qualunque non ancora doczcliaew foto, il rapporto d i difforniitii costituente In imrnutnzione del vero intercede fra la idea che si esprime ed il nudu fatto aEerinato. Ma quando nell' atto ~~uhblico certifica contro voritb che un documentu si contiene tale o tal altra cosa, il rapporto cli difformitlt costituonte la irnmutazione del vero intercede fra In. idea aiferinatn mendacernente ed il. doczcnzealo: ed allora non pud pir parlarsi di semplice @ode, ma sorge propriamente il falso doczcmerztale. Qriell' alto m x l n c e rlovcva essere lo specchio veritiero delle idee gih materializzate nel documento che con q~eHo ai voleva Papliresentnre. La falsit cade propriaiiie~lt~ sule condizioni ~zute?~inZi un documento, perchk di si attesta che in un c10cumento loggcsi tale o :tltm cosa, mcintrs questa materidi~icntengn vi k,

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