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DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI., AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONC1LII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
GREGORIO XVI.
VOL. XX.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLIII.
*\ *
K.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
D
Di'IANA, o GIANA Pietro, Car- Numidia, sotto la metropoli di Cir-
dinale. Pietro nacque dalla nobile ta. Fidenzio, vescovo di Diana, as-
famiglia Diana, o Giana di Pia- sistette alla conferenza di Cartagi-
cenza. Essendo preposto della col- ne, laonde già esisteva nel principio
legiata di s. Antonino in Verona, del secolo quinto. Diana, Dianen.,
il Pontefice Lucio III nel merco- è un titolo vescovile in parlibus>
ledì delle ceneri dell'anno i x 84 lo che conferisce la santa Sede, sotto-
creò Cardinale dell'ordine de' dia- posto alla metropolitana di Cirta
coni, e gli conferì per diaconia la Julia parimenti in partibus. Gli ul-
chiesa di s. Nicola in Carcere. Di- timi vescovi di Diana sono monsi-
poi passò all' ordine presbiterale, ed gnor Andrea Stanislao De Hatten,
al titolo di s. Cecilia. Celestino III già vescovo di Warmia, e l'odier-
lo dichiarò legato prima
apostolico no suffraganeo della sede vescovile
della Sicilia, indi in Alemagna. Mo- di Breslavia monsignor Daniele La-
li in Roma verso l'anno 1200, do- tussek di Bralin, fatto vescovo dal
po aver goduto il Cardinalato quat- regnante Pontefice a' 12 febbraio
tordici,o quindici anni, ne' quali i838, e deputato ad esercitare i
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nuali di Roma, e dell' almanacco la settimana. Delle gazzette si par-
di Roma, pubblicato sotto l'am- la anche nel Malmantile j e nelle
ministrazione francese. Cosi pure si anticìie prose fiorentine si fa men-
farà parola dei giornali letterari*!, ed zione dei gazzettini, e dei foglietti.
artistici, e dei giornali delle opere pe- Alcuni pretendono, che le gaz-
riodiche, che ai nostri giorni vanno zette fossero stabilite nel vasto im-
pubblicandosi in Roma, senza far- pero della Cina sino da tempo
ne argomento di diversi articoli, immemorabile. Certo si è, che ivi
per la brevità delle notizie che si stampa ogni giorno la gazzetta
riportiamo. Ci permetteremo inoltre dell' impero per ordine della corte.
una breve digressione sub" origine Oltre questa gazzetta, nella capita-
delle Gazzette, dei Giornali, dei le Pekino, si stampano, e pubbli-
Diari, ec. , che in tanta copia cano giornalmente altre gazzettej
e periodicamente stampano in si nelle quali contengonsi curiosi e-
ogni parte del mondo, per la viva stratti nei primi volumi degli o-
brama, che quasi tutti hanno di puscoli pubblicati in Londra dalla
conoscere le notizie altrui, e per regia società asiatica.
la facilità delle comunicazioni age- Al principio del secolo decimo
volate in un modo sorprendente, settimo, o verso il fine del prece-
sia col regolare corso di poste ,
dente, si stabili 1' uso delle gazzet-
che colle strade di ferro, legni a te in Venezia, in un'epoca, cioè,
vapore, telegrafi, ed altri mezzi. in cui l' era tutto il centro
Italia
è quello d' una moneta antica fuo- cero sperimentare il potente pa-
ri di corso, la quale correva pri- trocinio del Cardinale Richelieu,
ma in Venezia : gazzetta quindi proteggi tore zelante de' suoi com-
chiamossi, e dicesi generalmente patriotti, che si distinguevano per
tuttora un foglio di avvisi, e di qualche talento. Dal medesimo sot-
novelle, il quale stampato distri- to il regno di Luigi XIII ottenne
buì vasi, e paga vasi una gazzetta a il privilegio d'istituire in Francia
Venezia, ed una crazia, altra mo- la gazzetta, per lo che in quel re-
bisogno, come è divenuto pei pro- storia. Non si deve poi tacere ,
derabili, e morì a*25 ottobre i653: ciò si racconta, che aveva egli nu-
altri dicono invece che lasciò u- merosi corrispondenti dentro, e fuo-
na moderata fortuna. Renaudot fu ri del regno, affine di essere per-
padre di Isacco, ed Eusebio che fettamente informato di quanto vi
proseguirono a fruire del privilegio accadeva; e che comunicava le noti-
di continuare la gazzetta. Dal se- zie ricevute a Teofrasto Renaudot,
condo nacque l' abbate Eusebio Re- suo amico, onde avvenne che am-
naudot, dotto non meno che chia- bedue formarono insieme il pro-
ro, per le sue vaste cognizioni nel- getto della gazzetta.
le lingue orientali, nella teologia, e Ad imitazione poi delle gazzette
liturgia, come ne fanno fede le sue politiche, si cominciò in Francia, nel
celebri opere. Anche 1' avo Teofra- 655 y la pubblicazione di gazzette
sto ci diede opere biografiche, me- letterarie. I primi giornali non fu-
perciò sono di grande autorità pel nus, eh' è il sunto delle opere let-
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te dall' autore durante la sua am- dotti collaboratori, e direttori dei
basciata in Assiria per commissione medesimi alla
: qual cosa siamo
dell'imperatore Michele che III, e indotti, perchè la maggior parte
indirizzò al patrizio Tarasio suo di questi vengono citati nel nostro
fratello. Tale raccolta venne, ed è Dizionario.
ritenuta per uno de' piti preziosi Il Giornale Arcadico di scienze,
monumenti della letteratura antica, lettere,ed arti, è un' opera perio-
come si ha dalla Dissertalo de dica,che incominciò a vedere la
Photio ephcmeridum eruditarum luce nel 1819, nel pontificato di
inventore PVolfio, non che il mo- Pio VII, e se ne pubblica un vo-
dello dei giornali letterarii, e forse lume al mese. Dal gennaio pertan-
non è per anco stata sorpassata, to di tale anno, prosegue diligen-
al dire di alcuni, dappoiché essa temente, e con plauso della repub-
contiene i ristretti di duecento ot- blica letteraria, sotto la direzione
tanta opere, di cui molte non ci del dotto principe d. Pietro Ode-
sono pervenute. scalchi. Oltre le scienze, le lettere,
Ai giornali letterari successe la e le arti, per appendice tratta di
pubblicazione degli atti accademici, varietà, e presenta le utili e im-
ed una quantità di opere periodi- portanti tavole meteorologiche fat-
che ed annuali, su qualunque ra- te nella rinomata specola del colle-
mo di scienze, ed arti, commercio gio romano. Talvolta cogli articoli vi
ec. , e persino i giornali delle mo- sono tavole incise. Vi si leggono in-
ordine. Sembra, che nel primo e brata per l'anniversario della sua
secondo anno, il diario si stampas- creazione; della visita fatta dal me-
se, e dispensasse ogni sabbato, men- desimo Papa alla chiesa di s. Cle-
tre si rileva che nel terzo anno mente, per la festa, coli' assistenza
1718, se ne faceva la stampa, e la di molti Cardinali; della seconda
dispensa due volte la settimana. cappella dell'avvento, e di alcuni
Nel detto primo anno 1716, dai 5 esami, e consagrazioni di vescovi.
agosto a tutto dicembre, si pubbli- Eguali notizie poi si leggono nel
carono soli ventinove numeri del num. 108, a pag. 22. L'anno 17 18
diario ; qualche volta però fu fatta ebbe principio col numero 1
1
7 del
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diario. Oltre poi le accennate fan- zia estera ; indi non se ne legge
zioni, e notizie, si riportano le con- alcuna di Roma al numero 3oi,
sagi azioni, promozioni,, morti, bat- ma sì della guerra di Napoli, e
tesimi, sposalizi, esequie di persone perciò le vignette del frontespizio
distinte; quindi la descrizione del- si videro colle insegne di guerra.
la celebrazione di qualche festa nel- 11 numero 3o4 diede le notizie di
le chiese, quelle delle cappelle pon- Napoli, e di Roma; in quello del
tificie, cardinalizie, pontificali, prò- 3 io nel frontespizio egualmente non
tettorie ec. Al num. 21 3, il diario si lesse più: in Vienna ed in Ro-
nel frontispizio prese il titolo di ma; ma soltanto in Roma, colla
Diario ordinario, e sino a' 12 ot- data corrente della pubblicazione,
tobre 17 18, portò la detta deno- Il numero 3 3 incominciò colle
1
rò s' inserivano in articoletti in fi- che delle Notizie annuali; per cui
ne delle notizie estere. Le vignette alcuni attribuirono il merito della
pel diario del sabbato erano emble- compilazione, e pubblicazione al so-
mi ecclesiastici, il frontespizio era lo Gio. Francesco, che sembra fra-
il solito. Nel 1768, per dare le no- tello di Luca Antonio, confonden-
tizie più recenti, il redattore del do uno Laonde emerge
coH'al tro.
diario di Roma col numero 7980, chiara la distinzione, che se ne deb-
stabilì che non più le notizie estere be fare.
bre. Nel 177 1 morì d'anni 80 la le cose che riguardavano gli am-
zitella romana Caterina Cracas ,
basciatori presso la santa Sede, ed
pastorella di Arcadia, che per qua- altre molte materie, anche scienti-
si quaranta anni aveva compilato fiche, letterarie, ed artistiche, con
i diari di Roma, con molta sod- tanta precisione che si possono
disfazione del pubblico. Fu esposta chiamare gli annali urbani di Ro-
nella chiesa del Ss. Nome di Ma- ma. Dopo tale epoca veramente
ria, ed ivi sepolta avanti la cap- tante notizie domestiche, e cittadi-
pella del Ss. Crocefisso nella pro- ne non si pubblicarono più dal dia-
nel numero 8234 di tal anno. E stato Pontifìcio, e Roma, a'20 feb-
assai importante di notare, che braio 1798, ne deportarono il
dalle dediche fatte delle Notìzie an- glorioso Pio VI; quindi a* i5 di-
nuali diRoma, di cui per ultimo cembre di tale anno restò sospeso
faremo menzione, e da altre osser- il diario di Roma perchè sino dai
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21 febbraio si pubblicava il Moni- Marforio, e Pasquino; indi figura-
tore di Roma, che aveva per mot- rono ancora negli ultimi fogli, nei
to Religione, Libertà, Eguaglianza , quali si annunziava la venuta dei
con piena libertà di stampa. Ognu- tedeschi, e il termine della demo-
no facilmente si può figurare il crazia, Scanderberg, ossia Giorgio
contenuto, ed il modo com'era re- Castriota, e certo Giorgio Catena.
datto un tal foglio, al quale ben Nei primi numeri de' fogli si ri-
presto però fu tolto il titolo di portarono molte interessanti notizie
Religione. S' incominciò col porvi del Papa, de' Cardinali, prelati, ed
in fronte un tratto di Virgilio, Ti- altri del clero secolare, e regolare,
to Livio, e di Machiavello, quindi ma trattati col linguaggio di quel-
un brano dell'autore de V esprit des l'epoca lagrimevole, e di aberra-
Loix , di Ovidio, di Plauto, Ora- zione. Tuttavia i redattori del Mo-
zio, Championnet, del politico da nitore più di una volta si prote-
Verulamio, di Rousseau, Raynal, starono, che tal foglio si scriveva
Dante, ed altri. solo per uso della repubblica ro-
Nel Monitore dì Roma, che poi mana, per ismascherare i vizi e gli
adottò l'aggiunto di Foglio Naziona- abusi, non già per ispirito di mal-
le, oltre tutto ciò che riguardava l'i- dicenza, ma per reprimerli nello
stallamento, progresso, ed atti del- stesso loro nascere. Su di che van-
l' effimera repubblica romana, qua- no consultati numeri XXXIII, p.
i
Elvetica, Lucchese, Napoli tana ec, occupata dalle truppe del re di Si-
massime della dominante Francese, cilia Ferdinando IV, per restituirla
e delle sue guerre. Così aveva ar- al Pontefice suo legittimo sovrano,
ticoli sul consolato, tribunato, edi- ed essendone uscite quelle francesi,
liato ec ; pubblicava leggi, provve- monsignor Passeri arcivescovo di
dimenti sulla pubblica istruzione, Larissa, vicegerente di Roma e suo
ordini del giorno, programmi ec; distretto, nel Monitore fece pub-
riportava eziandio alcune estere blicare un con cui
invito sagro,
notizie, a seconda che la politica eccitò i romani a supplicare Dio pei
vigente permetteva, quelle dei di- correnti Allora il Moni-
bisogni.
partimenti repubblicani, come di tore, secondo nuovo ordine di
il
ro supplimenti ora brevi ed ora beri della libertà e delle armi del-
diffusi. Ogni trimestre pagavansi pao- la repubblica francese, cui il po-
li dodici : alcuni sono colla vignet- polo erasi abbandonato con entu-
ta della lupa romana. Questa col- siasmo, bruciando gli uni, e le altre.
lezione del Monitore è rara, laon- Ordinò il maresciallo, che si potesse-
de mi compiaccio possederla anco ro dalle chiese suonare liberamente
perchè è arricchita d' importanti le campane, e fare tutte quelle fun-
postille d'un rispettabile contem- zioni del di vin culto, come si pra-
poraneo. E divisa la collezione in ticava sotto il governo del Papa. Fi-
quattro serie. 11 primo numero di nalmente nel suddetto numero si
ordine della prima, incomincia ai legge un avviso, col quale si avverti-
i\ febbraio 1798, e termina col va, che col termine del governo
numero LXI1 de' 19 settembre. repubblicano era pur terminala la
Il primo numero d'ordine, della stampa della gazzetta, e col presen-
seconda, incomincia ai 24 settem- te numero incominciavasi il prose-
bre 1798, e termina col numero guimento de' diari ordinari, e pre-
L1V de' 19 marzo dell'anno 1799. cisamente dal numero che si tra-
11 primo numero della terza serie lasciò dopo la partenza delle trup-
incomincia ai iZ marzo detto, e pe napolitane li i5 dicembre 1798;
termina col numero III dei 5 XX e che a richiesta di molti non si
giugno 1799. N primo numero farebbe piti il Diario ordinario,
della quarta serie incomincia col 4 e il Diario estero, ma bensì se ne
messifero, e termina col numero stamperebbero due ordinari in o-
XXVI. gni settimana, per dare così più
Dicemmo, che il Diario ordina- prontamente le notizie di Roma.
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Si avverta pure che il vacuo, il poi 53 de' 6 luglio 1809, giorno
quale rimaneva si nell'uno che nel- in cui Pio VII fu imprigionato, e
l' altro, si riempiva colle notizie trasportato altrove dai francesi, il
tociò che riguardava il defonto Pio Gazzetta di Roma. Quindi col nu-
VI, ed i Cardinali che recavansi in mero 5 si avvertì, che per dare le
Venezia pel conclave; tuttociò che notizie più recenti, si farebbero
spettava ad esso, e poi nel seguente quattro distribuzioni, cioè il lunedì,
anno si pubblicò 1' elezione di Pio il mercoledì, il venerdì, e il sabba-
VII effettuata a' i3 marzo, il qua- to, componendosi però ogni foglio
le avendo fatto prendere il regime di sole pagine quattro, e qualche
del governo dai suoi ministri, en- volta di otto. Il numero d' ordine
trò poi in Roma a' 3 luglio 1800. si rinnovò col 1809; la serie dei
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compose di quattro pagine, e con ni due bolli. In seguito col nume-
supplimenti e la sua forma fu di
, ro 4° al titolo Giornale di Cam-
foglio massimo, e come l'anteriore pidoglio fu aggiunto , riunito al
gazzetta fu in quattro colonne. lì giornale Romano, e si avvisò, che
primo articolo era sempre colla ru- si stampava e distribuiva da Paolo
mica impero francese, giacche Pio Salviucci, e figlio al Corso. In da-
VII a' 6 luglio venne trasportato ta poi de'i8 dicembre 1811, ven-
da Roma. Quindi seguivano nel ne pubblicato un avvisa in lingua
giornale gli atti del governo, mas- italiana, e francese, colla denomi-
sime quelli risguardanti Roma, e nazione di Giornale polìtico del
gli stali pontificii, le notizie estere, dipartimento di Roma, nel quale si di-
ed in fine le necrologie, e gli arti- ceva, che in esecuzione dell'ordine
coli politici, e quelli filosofici a se- imperiale de'26 settembre decorso,
conda de' tempi, e come appunto e dell'istruzione del direttore gene-
era modellata la compilazione di rale delle stamperie e librerie, an-
tutto il giornale. Così pubblicavan- dava a subire qualche cambiamen-
si avvisi tipografici di associazioni, to il Giornale del Campidoglio, e
articoli di giurisprudenza, di pre- in modo da renderlo
più interes-
miazioni artistiche, di belle arti, di sante. E Giornale politi-
siccome il
22 DIA DIA
» nire il giornale di scelti articoli riodico foglio di affissi, redatto nelle
» riguardanti gli scavi delle anti- lingue italiana e francese, abbrac-
» chità di Roma, che dal governo cierebbe come esclusiva competen-
» prodigamele si fanno eseguire, za, annunzi giudiziari, commerciali,
» non meno the le belle arti, le e particolari, le cui specie e cate-
»» fabbriche antiche, e moderne, la gorie venivano nel manifesto di-
» agricoltura, le manifatture, l'in- chiarate. Il prezzo di associazione
» dustria nazionale, le nuove sco- venne fissato in franchi sei annui.
« perte di qualunque genere, le os- Di fatti, a' 2 gennaio 18 12, furono
» sensazioni fisiche, e meteorologiche; pubblicati per la prima volta gli
» gli atti delle accademie di Roma enunciati fogli , e al modo ripro-
» e del dipartimento, gli estratti messo; e il giornale di Campido-
« delle opere interessanti, e gli e- glio non ebbe più tal nome ma ,
avvertì il pubblico, che per ordi- zione di tutte le altre nazioni ".
ne superiore andava esso a cessa- In fine del foglio si faceva l'avver-
re. Questo foglio fu sempre stam- tenza pegli associati , sul costo , e
pato dal Salviucci. sulla spedizione del medesimo Dia-
Quindi a' 6 luglio uscì dalle stam- rio. Dipoi, a' 9 luglio 1814, si pub-
gine, che rimonta ai 27 aprile del Diario, che delle Notizie dell'an-
j8i5, e del suo sistema, si par- no 1837 fu variata la loro forma,
lerà per ultimo. Intanto anche i e resa più dignitosa, mediante la
Diari di Roma furono impressi nel nuova forma di foglio massimo,
frontispizio con duplice bollo; e nella quale si prosegue. In Roma
nell'anno 18 16 la stamperia Cra- l' intera associazione di ambedue
cas, e la distribuzione sia del Dia- costa paoli sessantaquattro annui.
rio, che delle notizie del giorno, fu Quando il giorno della distribuzio-
stabilita a piazza di Sciarra n. 232, ne è festivo, la distribuzione sia del
dove tutt'ora esiste. Se non che Diario, che delle Notizie, si fa nel
nell'anno 834 fu istituito un nuo-
1 dì precedente. Col primo numero
vo gabinetto di lettura, in via delle di ambedue i fogli del detto anno
Convertite al numero 20, cioè pres- 1837, per comodo dei procurato-
so il benemerito, e valentissimo di- ri, notari, cursori, la pubblicazione
rettore, e compilatore si del Dia- degli annunzi giudiziari, che prima
rio di Roma, che delle Notìzie del si pubblicavano nel solo foglio del-
giorno, il chiarissimo Gaetano Ca- le Notizie, fu stabilita eziandio nei
valletti di Piacenza , che sino dal due del Diario. Questo poi, col pri-
1 8o4 esercitò questo difficile, labo- mo del 1837, non più si pubbli-
rioso, e delicato officio con pubblica cò il mercoledì, ma il martedì, con-
lode, cioè dal 1804 in qualità di di- tinuandosi nel sabbato V altra di-
rettore, e dal 1 8
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in poi anche di stribuzione del medesimo.
estensore. In detto gabinetto, dalle In conclusione, oltre quanto si è
ore nove della mattina, sino alle detto, il foglio periodico del lodato
sette della sera, a comodo di chi Diario di Roma è officiale dap- ,
•vuole leggere, restano esposti gior- poiché riporta tuttociò, eh' è rela-
nali italiani, inglesi, francesi, spa- tivo al sommo Pontefice, al sagro
gli uoli, e tedeschi, i quali possono Collegio, ed alla prelatura, curia,
anche aversi in casa dalle sette po- e corte romana. Descrive tutte le
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funzioni sagre pontifìcie, cardinali- di quelle d'ogni giorno dell'anno,
zie, ed ancora. Accenna le
altre e di quelle del palazzo apostolico;
principali nomine sovrane a cari- cosi delle cappelle pontificie, e car-
che, ed uffizi ec. ; dà il sunto , e dinalizie ; delle stazioni, e proces-
talvolta riporta le encicliche, le al- sioni pubbliche ; delle quattro tem-
locuzioni, le lettere apostoliche ; de- pora del far della luna, delle va-
;
plora con biografie, e necrologie la riazioni del mezzodì, dei segni del
morte di chi visse costituito in di- zodiaco ec. ec. Nel frontispizio poi
gnità, od ebbe fama e riputazione esso ha stemma del Pontefice
lo
illustre; parla dei tanti pii istituti prò tempore. Qui però noteremo,
di Roma, rome della borsa di tal che ogni anno nel decorso secolo
città, e degli effetti pubblici; no- in idioma italiano si pubblicava il
tifica gli scavi di antichità, gli atti Calendario Romano, del quale vuoi-
delle accademie scientifiche, arti- si, che fossero stati compilatori i
dei concistori, ed altro, oltre che cose per la geografia, e per la na-
essere inseriti nel Diario, si pub- vigazione; le osservazioni isteriche,
blicano anche a parte, come a par- e cronologiche sopra l'antichità del
te anticamente sipubblicavano dal- mondo ; le feste di ogni giorno ; la
la medesima stamperia Cracas le tavola delle differenze de' meridia-
relazioni delle feste , e le funzioni ni; la nascita del Papa, de* Cardi-
straordinarie. In una parola, a ca- nali, e de' principali principi, e so-
gione dell' antica istituzione , e del vrani d' Europa ; in fine la nota
privilegio pontificio, di cui gode tan- delle più notabili congregazioni, coi
to il Diario di Roma, che le Notizie tribunali della corte di Roma po-
del giorno, possono riportare tutti sti per alfabeto.
quegli articoli e materie che pub- Le Notizie del giorno di Roma
blicano i giornali periodici scienti- sono un foglio periodico, che ivi si
fici, ed artistici di Roma,
letterarii, pubblica dalla stamperia del Cra-
di cuisuperiormente si diede un cas ogni giovedì ; e per quanto con-
cenno. Siccome ogni anno dalla tiene d' interessante , e perchè tal-
stamperia camerale, sì in libretto volta viene citato in questo Dizio-
in dodicesimo, che in foglio, si stam- nario, oltre a ciò che abbiamo già
pa, e si pubblica il Diario Roma- detto, ci sia permesso un ulteriore
no, con privilegio, acciocché questo cenno. Prima però avvertiremo, che
non si confonda col Diario dì Ro- nel Monitore dì Roma, del quale
ma , è a sapersi , eh' esso tratta : si è pure parlato di sopra, si dice,
porzione troppo ristretto nel com- arrivi, e le partenze de' legni esteri
prendere, e descrivere non solo le dai porti marittimi de' pontificii
notizie di anche al-
tal guerra, ma dominii, con altre materie, che lun-
tre cose rilevanti, con permesso del go sarebbe qui indicare.
superiore governo, e privilegio pon- Da ultimo daremo un cenno del-
tificio, la stamperia del Cracas, e la le Notizie per V anno N. N., ossia
direzione del Diario dì Roma deter- dell'almanacco annuale di Roma,
minarono di pubblicare un altro fo- che si pubblica tuttora ogni anno
glio periodico, acciocché servisse di dalla stamperia Cracas con privile-
sussidiario al Diario. Il primo nu- gio Pontificio, e ch'ebbe origine
mero uscì giovedì 27 aprile i8i5, dal benemerito Gio. Francesco Cra-
e si compose di due pagine, coll'e- cas come stampatore, e come com-
pigrafe : sed magis
amica veritas ; pilatore da Luca Antonio Cracas.
ma il numero secondo fu compo- A tali notizie, o libro, volgarmen-
sto di quattro pagine, e questo si- te si dà il nome di Cracas. Sic-
stema si continuò a praticare fino come nel i834 lessi eziandio tutta
al dì presente. Adunque nelle No- la interessante raccolta di dette No-
tizie del giorno si leggono quelle tizie annuali, che io posseggo, seb-
notizie, che il limite prescritto al bene assai rara, così ne darò un
Diario non gli permise di pubbli- sunto compendioso, a seconda del-
care, come descrizioni di cose ri- le principali osservazioni, che feci a
guardanti il Papa , i Cardinali , i quell'epoca, siccome libro richiesto
prelati, ed altri; inoltre riporta le da ogni parte del mondo, e per-
notizie estere, notizie delle città e ciò notissimo. Luca Antonio Cra-
luoghi appartenenti al dominio della cas per mezzo di Gio. Francesco
santa Sede; atti ed adunanze acca- Cracas suo fratello, stampatore pres-
demiche; avvisi di principi, e per- so s. Marco al Corso, nell' anno
sonaggi ; descrizioni, ed opinamenti 1716, regnando Clemente XI, pub-
di spettacoli teatrali; articoli di let- blicò le Notizie per Vanno 17 16,
teratura, biografie, e necrologie di intitolandole con lettera dedicato-
DIA DIA 27
ria a monsignor Gio. Cristoforo Cardinale, siccome si pratica anco-
Battelli di Urbino, arcivescovo di ra; anzi talvolta, oltre la dedica
Amasia, e segretario de' brevi ai che si pone nel frontespizio, s' im-
principi. Contenevano tali notizie, presse lo stemma gentilizio del
un orario perpetuo ; le feste da os- Cardinale, cui le notizie erano de-
servarsi di divozione, e di precetto, dicate, come
vede in quelle del si
mera del Papa, che 1733 di- nel diedero pertanto che le notizie ri-
vennero sette; quindi sotto Clemen- guardanti i Cardinali, le congre-
te XII si registrarono i vescovati gazioni, i tribunali, la prelatura, e
ed arcivescovati di Francia, i pro- la cappella e famiglia pontificia.
curatori di collegio , e molti altri. Già sino dal 1801 non si pubbli-
Nelle notizie del 1741 molti fa- cava più la morte
nascita , e la
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meno. Questo conteneva, oltre le gli stati romani , la gendarmeria,
tavole delle ecclissi, delle quattro la civica, le diverse commissioni
tempora, delle feste mobili ec. ec, la municipalità di Roma, di cui
le feste dell' imperiai corte di Fran- era capo il Maire j la corte di ap-
cia, le diverse principali epoche istori- pello, quella di giustizia criminale,
che,la serie de'sovrani regnanti,secon- il tribunale di prima istanza, la
chiudendosi con essi la categoria dei tribunali degli stati romani; e fi-
3o DIA DIA
ce prò tempore, e gl'iodici furono de' patriarchi, sono adottate in que-
più regolari, e diffusi. Nel i83i, sto Dizionario. Viene anche il ca-
Je notizie di Roma non si stampe* talogo de' vicari, delegati ec. , della
rono, a cagione delle turbolenze congregazione di propaganda fide ;
interne dello stato pontificio, e po- congregazioni cardinalizie; tribuna-
scia da ultimo vi venne aggiuntò li ; la deposi tei ia urbana ; il colle-
il catalogo de'vieari, delegati, e pre- gio degli avvocati concistoriali, dei
ietti apostolici della santa Sede procuratori di collegio ; la tesore-
stabiliti in ogni parte del inondo ria generale della reverenda came-
sotto la direzione della sagra con- ra apostolica ; le amministrazioni
gregazione di propaganda fide. Ec- diverse; la direzione del debito
eo poi le principali categorie, che pubblico, della cassa d' ammortiz-
compongono le notizie, od almanacco zazione, e della banca romana; il
annuale di Roma, secondo l'ordine consiglio economico militare, la pre-
gerarchico, come si legge, e che si sidenza delle armi, le milizie pontifi-
pubblicano nella stamperia Cracas cie di linea , e civiche, non che i vigili,
to in Roma, che nel rimanente del- mare Asfaltide, e i gioghi dell' Ar-
lo stato ecclesiastico. Quindi confer- non, celebrata in diversi luoghi
marono, e prorogarono tal privilegio della Scrittura, come si ha dalla
Benedetto e Clemente XIV, con li- Siria sagra dell' abbate Biagio Ter-
cenza di ampliare il contenuto del zi di Lauria. Un tempo fu posse-
Diario. Dipoi il Pontefice Pio VI> duta dai moabiti, e poscia da Seon
con breve de' 28 agosto 1781, con- re degli amorrei, i quali essendo
cesse il medesimo privilegio a Vin- stati espulsi dagl'israeliti, l'ottenne
cenzo Pilucchi, congiunto della fa- in sorte la tribù di Giuda. Simo-
miglia Cracas estinta; e Pio VII, ne, vescovo Dibonense, sottoscrisse
con rescritto fatto in gennaio iSoZj, 1' epistola provinciale all' imperato-
3a DID DIE
re Leone. Altri dicono, die Dibona lnppnvn i sensi diversi, ed i dogmi
non fu altrimenti della tribù di Giu- della Chiesa, da lui spiegati con
da, ma sibbene di quella di Ruben, molt' ordine e chiarezza. I suoi ta-
ed una di quelle che presero gli ani- lenti trassero in Alessandria gran
moniti dopo la cattività della tribù numero che quivi
di persone, anda-
di Ruben, di quella di 11 ad, e vano per udirlo, o soltanto per veder-
della metà della tribù di Manasse. lo. S. Atanasio ne facea grande stima,
Si narra ancora, che gì' israeliti ed anzi gli affidò la cura della scuola
chiesero Dibona a Giosuè, a mo- di Alessandria. Didimo con vero zelo
tivo bontà de' suoi pascoli;
della e dottrina si oppose agli errori, ed
che confinava con Medaba, e che all' empietà degli africaui. Tale era
fu città considerabile. la fama delle virtù e dottrina di
DICARITI o DIGARCITI. Appel- quest' uomo, che s. Antonio recossi
lazione, che per solo effetto di orgo- più volte a visitarlo. E il medesimo s.
glio si davano molti de' manichei. Girolamo, e Rufino lo consultavano
DI CE A. Sede episcopale dell'A- sopra varie diilìcoltà della Scrittu-
frica occidentale della provincia Bi- ra, e gloriavansi di averlo avuto a
sacena, dipendente dalla metropo- maestro. Cessò di vivere circa l'an-
litana di Adramito. Candido ve- no 399. Di grandissimo numero di
scovo di Dicea, intervenne in Ro- opere, cheDidimo avea composte, ce
ma, e sottoscrisse al concilio di La- ne rimangono due sole. La prima
terano adunato dal Pontefice s. è il libro da lui intitolato dello
Martino I. Spirito Santo, cui s. Girolamo per
DIDIMO (s.) martire. V. Teo- insinuazione di s. Damaso tradusse
dora (s.). in latino. La seconda è un tratta-
DIDIMO nacque in Alessandria to contro i manichei. Questo ce-
nelP anno 3og. Appena giunto ai lebre uomo non andò per altro e-
cinque anni di età divenne cieco. sente dalla taccia d'essersi dimo-
Questa sciagura altro non fece che strato apologista di Origene contro
vieppiù accendere in lui il deside- tutti i suoi nemici, cosa che rin-
onde chiedea
rio di sapere, conti- crebbe oltremodo anche allo stesso
nuamente a Dio non che gli re- s. Girolamo.
s. Celestino V
vedendosi privo della ta da qualche contemplativo, il qua-
sua assistenza , effettuò la divisata le non volle farsi conoscere. Cras-
rinunzia del pontificato. Altri, ma kaw ne diede una buona traduzio-
senza alcuna probabilità, fanno au- ne in versi inglesi, e lord Roscom-
tori della prosa Dìes irae, il Papa mon se ne giovò molto nel suo ani-
s. Gregorio I, s. Bernardo, e s. Bona- mirabile poema del Giudizio univer-
ventura Cardinale, tutti dottori del- sale-, su di che può anche consul-
la Chiesa. Angelo Rocca, in un co- tarsi il Saggio sopra Pope di War-
dice manoscritto, che si conserva thon 87. La pia recita di que-
p.
nella biblioteca angelica presso la sta sequenza, per la sublimità dei
chiesa di s. Agostino di Roma al- concetti, è frequente ne' cristiani
la lettera Q. 3. i3, ricerca con isqui- in suffragio de'defonti. In lugubre
sita diligenza, chi sia l'autore di que- e flebile canto, ed in musica riesce
sta commovente e tenerissima pro- imponente, armoniosa, vivace, gra-
sa, o com'egli la chiama sequenza; e ve e maestosa, riconcentra gli animi,
dopo avere allegato l'autorità di li muove a compunzione, e li richia-
legato a latere per visitare a nome cora le nozze tra Ferdinando III e
del Papa ed Isa-
l'arciduca Alberto, Maria Augusta figlia del re di Spa-
bella infante diSpagna, e da Cle- gna quantunque assenti. Nell'anno
mente Vili uniti in Ferrara in sessagesimo sesto di sua vita, reca-
matrimonio. Trattò ancora la con- catosi a Braun, suo feudo, ivi mo-
ciliazione di questi principi col- rì compianto da ogni qualità di per-
l' arciduca Mattia, ma l'esito non sone. Le sue spoglie giacciono nel-
36 DIE DIE
la cattedrale di Olmùtz, in un ma- sorgente minerale molto conosciuta,
gnifico avello. Carlo Conti romano perchè è assai frequentata. Nei pri-
compose e pubblicò in Roma nel mi tempi contava tre sobborghi,
i652 la Vita del Cardinal Die- nella vicinanza de'quali si trovaro-
trichstein. no delle urne, e delle monete di
D1ETRICO, Cardinale. Dietri- rame coll'effigie degl'imperatori ro-
co sembra creato da Urbano II, Pa- mani. Quando i goti e i vandali
pa eletto nel 1088. Questi soscrisse, rovinarono le Gallie, questa città
egli fu legato del suddetto Papa terremoto non avesse spezzato uno
nell'Ungheria, e che in tale quali- scoglio in modo da rompere la
fensori, e poscia nell'anno 608 me- Donato neh' Epiro, e Alcisone ve-
ritò di essere eletto Papa col no- scovo di Corfù, per conto del ca-
me di Bonifacio IH. Dalla lettera, stello, o città di Cassiopo.
4o DIF DIF
tra che accompagnarono il
quei , Pietro, primo difensore, fiorì nel
Papa Costantino, quando a* 5 ot- 1060.
tobre 710 intraprese il viaggio per Leone, primo difensore, viveva
Costantinopoli. tra 1099, e l'anno 1 18.
il 1
scrisse a Pipino re di Francia, fe- ficio de' difensori della Chiesa ro-
ce menzione di lui. Nell'invitarlo a mana, e de' Difensori delle chiese
destinare un suo messo, che dimo- (Fedi). Inoltre parla delle onore-
rasse in Roma per invigilare con- voli commissioni pontificie, che i
tro gli attentati de' greci , e vice- difensori della Chiesa romana dis-
vèrsa, il Pontefice inviò in Francia impegnarono, e dei sette difensori
Pietro per suo messo, ove trattò regionari istituiti da s. Gregorio I,
Stefano, del 944» v » ss e a' tempi sce contro i sacerdoti, che eserci-
di Marino II, o Martino III. tano 1' uffizio di avvocato e pro- ,
D1F DIF 41
tre da Anastasio Bibliotecario fu dal re medesimo, e mss. deposita-
chiamato Defensor devotus l'impe- to nella biblioteca vaticana. Si di-
ratore, o altro principe cattolico ce ancora, che su tale libro fati-
il quale prestava il giuramento in casse pure Cardinal Fischer, poi
il
mano del Papa, per essere dichia- fatto decapitare da Enrico Vili do-
rato difensore della Chiesa romana, po la sua apostasia dalla cattolica
intorno a che è a vedersi , oltre religione. Dom. Guil. Mollerus
l'articoloprecedente, anche l'arti- scrisse , de titillo defensoris fidei
colo Imperatore. Altd. 1700; e Jo. Joach. Meyer,
Il Pontefice Pio II nel i4%j es " de Fidei defensoris, quo M. Brit-
scndosi recato in Mantova al gran tanicae reges affulgent, titillo 1 7 4.
1
gli avvocati, e visdomini^ che suc- vescovi africani, che nel concilio
cedettero a' difensori in molte chie- Mi levitano deliberarono di chiedere
ed alla
se occidentali, ai vari offizi, questa grazia all' imperatore, sup-
abolizione di essi, crediamo oppor- plicandolo di dare alla Chiesa degli
tuno di dire quanto segue. scolastici, di cui facemmo cenno
Principalmente dopo il tempo nel precedente articolo, cioè dei dot-
delle persecuzioni, ne' monumenti ti avvocati, e periti in legge, i qua-
ecclesiastici, si fa spesse volte men- li avessero libero accesso ai giudi-
zione dei difensori delle chiese. ci per difendere le chiese contro
Questi erano persone incaricate di gli oppressori. Deputarono perciò
intercedere presso i principi, e ma- due legati, cioè Vincenzo e Fortu-
' -
DIF DIF 43
ziano. Il quarto, o quinto concilio de' sudditi, come si legge nella
di Cartagine, celebralo nell'anno leg.34., de Defens. ch'it. 4- Furo-
384, vale a dire molli anni dopo no appunto le esposte ragioni, che
che già nella Chiesa romana eranvi mossero i vescovi a chiedere i di-
difensori, esprime i motivi di que- fensori per la Chiesa, e siccome
sta deputazione colle seguenti pa- gì' imperatori, oltre il diritto di
role: » A motivo de' mali, che intercessione, concedevano ai difen-
» aggravano i poveri, e dell' affli sori del popolo qualche altro pri-
» zione che soffre la Chiesa, <i è vilegio,come di giudicare di cause
» panilo buono di radunarci in- pecuniarie sino ad una certa som-
» sieme per chiedere agi' impera- ma tra i poveri, e il popolo mi-
li tori, che si degnino concederle nuto, così i vescovi, e i concilii ai
» difensori a scelta de' vescovi per difensori della Chiesa accordarono
« assicurare i poveri dalla potenza qualche giurisdizione. Quindi il
« de' ricchi, che gli opprimono ". concilio di Calcedonia comandò ai
Sotto il nome de' poveri bisogna difensori di Costantinopoli di avvi-
intendere i deboli, le vedove, gli sare i chierici, e monaci, i quali
orfani ec. , cui tutta la Chiesa pro- erano nella città imperiale senza
teggeva. licenza del loro vescovo, che uscis-
JVon si deve tacere, che nel chie- sero subito, e ritornassero alle loro
dere la Chiesa i difensori non do- abitazioni, e in caso che non ub-
mandò cosa straordinaria, giacché bidissero, permise ad essi di poterli
questi non erano nuovi
uffìziali scacciare. I difensori avevano an-
nell'impero, avendone molti paesi cora il gius di ricercare se i chie-
i loro propri. In fatti Roma aveva rici mancavano a' loro doveri, nel
il senato, i consoli, ed i tribuni salmeggiare, e nella celebrazione
della plebe, eh' erano propriamente della liturgia. Nella chiesa orienta-
i difensori del gius e della libertà le i difensori durarono sino agli
de' cittadini ; e così le altre città ultimi secoli. Essa non accordava
avevano la loro curia, che rappre- loro che il diritto di giudicare pic-
sentava il senato, ed era composta di coli affari. Il primo difensore della
decurioni; i loro duumviri, che cor- chiesa di Costantinopoli ne aveva
rispondevano a due consoli, ed i dodici sotto di se, e il patriarca
difensori della plebe, la cui carica Zifìlino innalzò tal dignità fra i
tefice Zosimo, che fiorì nell' anno laici, e dovevano difendere le chie-
re, che al tempo suo, anche nella dio colle armi, in persona, e per
Chiesa romana fossero secolari, giac- mezzo dei loro soggetti, il che fece-
che egli asserisce potersi scegliere ro più volte allorquando affievolito
anche tra i laici. Laonde non fu nel nono secolo l' impero francese,
Minna cosa il vedere dei laici tra i signori, e nobili diventarono co-
i difensori. Tuttavolta nel con- me indipendenti, e riempirono di
cilio calcedonese di frequente si confusione l'Italia, la Francia, e la
nomina certo Giovanni prete, e Germania facendola da sovrani, e
difensore, e quelli che s. Gregorio intimandosi uno contro
guerra l'
DIF DIG 45
obbligali a rendere ad essi omaggio, mente il dovere di que-
principale
ricevendone nuova investitura ad sti avvocati, e visdomini era d' im-
diche, era permesso a' vescovi, ab- cante, quali abusi si tolsero con
i
fesa, ma eziandio quello di giuris- ziale D. o con due ff. uniti insie-
DIG DIG 47
nel mangiare un poco 1' ora del ai latticini. Ne' luoghi in cui le uo-
mezzodì, anche in quaresima. E va sono proibite nella quaresima,
permesso eziandio di bere liquori non è permesso di mangiare dei
fuori dei pasti, ne' giorni di digiu- biscotti, ne' quali vi entrano le uova,
no, ma solamente per ispegnere la a meno
che un uso legittimo non
sete, per facilitare la digestione, o lo permetta, o che ve n' entrino sì
per qualche bisogno. Tuttavia da poche, che ciò sia creduto per nien-
ciò non segue, che non si rompa te. I fanciulli, che non hanno an-
mai il digiuno bevendo fuori di cora sette anni compiuti, possono
pasto : questo si rompe allorché si mangiare la carne, e le altre cose
prende una gran quantità di liquo- proibite in quaresima,
perchè le
ri molto nutrienti, come sarebbe leggi della Chiesa non ve gli ob-
birra, vino fatturato, cioccolata ec. ;
bligano che quando essi hanno rag-
ed allorquando si prendono liquori, giunto l'uso di ragione; lo che or-
sebbene meno nutrienti, a danno dinariamente avviene a sette anni
del digiuno, in fraudem jejunii, per compiti. Si commettono altrettante
parlare con frase teologica, senza mancanze, quante volte si mangia
necessità, e pel solo piacere; o quan- che sono permessi
fuori de' pasti,
do, almeno è opinione de' più ri- ne' giorni di digiuno. La dispensa
goristi, mangiano po-
per dissetarsi si di mangiare di magro non com-
mi, peri ec, o quando ancora dopo prende quella del digiuno, né la
aver bevuto,, si mangia qualche cosa, dispensa del digiuno quella di man-
come fichi, mandorle ec. pel ti- ,
giare magro, ma devesi adem-
di
more che la bevanda rechi nocu- pire in quaresima quello che si può.
mento. Quegli che non può far di magro,
Il trito proverbio il liquido non : e che può digiunare quanto al re-
rompe punto il digiuno, solo ha sto, deve digiunare, senza fare di
luogo quando è necessario di bere, magro. Quegli che può fare di magro,
e, come si disse, o per estinguere e che non può digiunare, deve fare
la sete, o per aiutare la digestione, di magro senza digiunare. Quegli
od astretti dal bisogno. che può digiunare in qualche gior-
Quantunque il tempo, che si può no solamente, deve digiunare nei
impiegare a pranzare nei giorni di giorni che può. Del digiuno natu-
digiuno non sia determinato da al- rale prima della Comunione euca-
cuna legge, non sembra per altro, ristica, e della celebrazione della
che si possa estendere a tre, o Messa (Vedi), si tratta a quegli ar-
quattro ore. La proibizione di man- ticoli, massime al § V , ed al
§
giare delle uova, e de' latticini in VI dell'articolo Comunione (Predi').
che » ideo ut jejunans aliquara af- primo fervore della disciplina eccle-
« flictionem sentiat prò culpae sa- siastica, e indebolita eziandio la
« tisfactione, conveniens hora co- complessione, Chiesa nostra pie-la
» medendi taxatur jejunantibus cir- tosa madre ha provveduto, che sia
» ca horam nonam. Alessandro E lecito a chi digiuna bere acqua o
» dì Ales : Hora magis congrua vino, quando
quanto vuole, ed e
» refectioni tempore jejunii est ho- innanzi all'mangiare, non
ora di
» ra nona, quam usque ad vespe- però smoderatamente perchè si per-
» ram. Ugone da s. Vittore la derebbe il merito del digiuno, ed
f» preferisce ab ora nona usque ad ofFenderebbesi la virtù della tem-
pi vesperum. EPietro Abelardo peranza. Aggiunge, che con questa
m volle, che si jejunium fuerit, tunc licenza in quel giorno che si digiu-
n nona expeclanda (sit), et in qua- na s'introdusse la colazione della
» dragesùna etiam vesperum". Sul sera. Al tomo Vi poi il medesimo
quale argomento può consultarsi il Sarnelli ci dà la lettera XI Per- :
DÌG DIG 49
che ne* nostri digiuni sia proibita la. riporta gli scrittori nella sua Let-
carne, ed non il vino ed
ì latticini, tera al dottor Korejf3 pag, 128, e
il pesce; e XII: Se sia
la lettera 3i6.
vera quella proposizione liquida non :
elettuari, che sono certi cibi, i qua- i tempi, e fra tutte le nazioni, che
li da molti si prendono dopo aver hanno osservato qualche religione
mangiato, per digerire meglio. Cosi tanto vera che falsa. Sebbene O-
pure il digiuno non è rotto dalle razio fosse Epicureo, nel lib. 2 sat
medicine. Quindi il detto autore 3, tom. II, pag. 666, dice che Vi
osserva, che siccome il vino secon- erano tra i romani dei digiuni in
do gli antichi frangeva il digiuno, onore di Giove. E s. Girolamo nel
mentre oggi non lo frange, così mol- lib. II, t. 4>
P a g- 2 °5> che scrisse
to meno lo frangono la cervosa o contro Gioviniano, grande nemico
cervogia ( maniera di beveraggio, del digiuno, per confonderlo si ser-
che si fa di grano, di vena, d" or- vì degli stessi digiuni praticati dai
zo, e con menta, appio, o altre pagani. Riferisce Tertulliano nel lib.
erbe, ed è una specie di birra), e de anima, cap. 4$, che i pagani
r acqua condita col zucchero in non consultavano mai gli oracoli,
poca quantità, e per digestione del prima di aver praticato un digiu-
cibo, non per diletto; avvegnaché no. Dal 3 capo del profeta Giona
venne istituito il digiuno per ma- si apprende, che il re di Nini ve
cerare il corpo. Anche la cioccola- ordinò, che non solo gli uomini di-
ta, secondo il dottissimo parere del giunassero per placare l'ira divina,
Cardinal Brancacci, in dissert. de ma anche gli animali restassero
potu cocholatisj stampata in Roma senza cibo e bevanda. Dopo Mosè
nel 1666, non guasta il digiuno gli esempli del « digiuno sono fre-
(pag. i36 e seg.), e molto meno il quenti fra gli ebrei , sebbene non
caffè, perchè è bevanda, e non cibo. fosse loro comandato da una legge
Ed in questa maniera, conchiude il positiva, ma praticato venisse come
Sarnelli, liquida non frangiati, pur- mortificazione meritoria , e accetta
ché non sia latte o brodo, che ve- a Dio. Davide, Acabbo, Tobia, Giu-
ramente si prendono per cibo, non ditta, Ester, Daniele, ec, e tutta la
per bevanda, benché si bevano. nazione giudea con tal mezzo otten-
Così la cioccolata, secondo il Dia- nero da Dio il perdono delle loro
na par. II, i5 quan-
tract. 6, res. colpe, e grazie particolari. I pro-
tunque si beva, se è composta di feti non condannarono assolutamen-
monto del sole del giorno seguen- lo praticava. Quindi primi cri- i
te. Gli uomini erano obbligati al stiani dagli apostoli diretti, inlesero
digiuno nell'età di tredici anni com- che queste parole rinchiudevano e-
piti, e le donne dopo quella di un- videntemente il precetto di digiu-
dici nel tempo del digiuno si aste-
: nare tutti gli anni nei giorni della
nevano dal bagno dai profumi , e sua passione, e della sua morte;
da altre cose; talvolta cuoprivansi tempo in cui Gesù Cristo si eia vi-
digiunavano per farsi credere mor- 1' antica disciplina della Chiesa ; e
tificati. In s. Matteo e. 17, v» 20, provando quanto giovi il digiuno
si dice, che i demonii non posso- non meno alla salute del corpo,
no essere cacciati, se non coli' ora- che dell'anima. Descrive inoltre egli
zione > e col digiuno. Egli stesso, il modo, e lo studio particolare col
cioè Gesù ne ha da-
Cristo , ce quale i cristiani digiunavano, come
to l'esempio, dappoiché, sebbene ne' bisogni della Chiesa , nelle im-
invincibile, prima di affrontare i minenti persecuzioni, avanti il Na-
demonii si preparò alla pugna
, tale, la Pasqua, la Pentecoste, ed
consagrando quaranta giorni al più in alcuni giorni tra Tanno. Sull'ef-
rigoroso digiuno, e ad una con- ficacia del digiuno pubblico può ,
lontà così espressa: quindi col di- pora, e appunto ne' tempi di digiuno.
,
DIG DIG 5i
Si dice che Liberio, eletto Pa- anacoreti , si rileva che i lunghi
pa nel 352 , abbia ordinato , che digiuni praticati da alcuni santi
ne' giorni di digiuno lutti si aste- non sono impossibili all'uomo. Be-
nessero di trattare le liti , ripren- nedetto XIV, de Canoniz. 4 > lib.
quaresima i loro crediti dai debito- chi esempli, che siffatti austeri, lun-
ri ; e che ne' medesimi giorni si ghi, ed aspri digiuni, sono possibili
astenessero i fedeli dall'uso coniu- rispetto a quelli, ne' quali una certa
gale, ond' ebbe principio il tempo, tempera naturale è aiutata dall'a-
in cui è vietato di celebrare le noz- bitudine. Viene riferito di s. Gera-
ze. Dicesi pure che Pelagio I, fio- simo, che digiunò quaranta giorni
rito nel 555, abbia prescritto, che senza prendere che la sola Euca-
ne' giorni di digiuno si celebrasse ristia^ Teodoreto, Risi. eccl. e. 35,
la messa conventuale dopo nona. I dice il medesimo di s. Simeone Sti-
digiuni delle stazioni, e quello della lita.Leggesi in Bosio, che la b.
quaresima , sono antichissimi. Per Maria d'Oignies digiunò in questa
le Quattro tempora (Vedi), in Ro- maniera trenta giorni. Gli autori
ma si digiunava fino dal tempo di contemporanei della vita di s. Ca-
s. Leone I, che fu assunto al pon- terina Fiesclii narrano, ch'erasi tal-
tificatol'anno 44°- I digiuni delle mente avvezzata al digiuno, che
Vigilie (Fedi), delle grandi feste, passò venti tre quaresime, ed altret-
e degli apostoli stabilironsi insensi- tanti avventi senza prendere cibo
bilmente. Vi è però qualche diffe- alcuno : riceveva soltanto la comu-
renza tra i digiuni della Quaresi- nione ogni giorno, e beveva di trat-
ma (Fedi), dell'Avvento (Fedi), e to in tratto un bicchiere di acqua
gli altri. Anticamente eranvi cri- con un po' di aceto , e di sale.
stiani, i quali ne' giorni di digiuno Grandi egualmente furono i digiu-
non mangiavano che cose secche; ni della beata Angela da Foligno.
ed altri, che solo prendevano pane Somiglianti esempi si leggono nella
ed acqua; altri, che mangiavano storia profana, su di che è a ve-
soltanto ogni due giorni, o stavano dersi Gaspare de Bejes, in jucun-
anche tre o quattro giorni senza darum quaestionum Efysio Campo,
mangiare. Così digiunavano i primi quaest. 58, n. 7, e 28. Non si deve
cristiani, persuasi che il digiuno è tacere, che tali sorti di digiuni al-
egualmente proprio per mortificare cuna volta possono essere attribuiti
la carne, elevare l'anima alla con- a cause naturali ; ma ponno pur
templazione delle cose celesti, pie- essere miracoli, come il furono in
gare la giustizia di Dio, ed otte- Gesù Cristo, in Mosè, ed in Elia, ec.
nere i suoi favori. L'erudito p. Me- Il digiuno usato da' cristiani
nochio, nel tomo I, pag. 545 delle per apostolica tradizione, era di due
Sluore, al capo XXI tratta : » Del specie. Il primo consisteva non solo
*» digiuno di Cristo Signor nostro, nell'astinenza delle carni; e lattici-
* e di altri, che o per miracolo, ni, ma nel cibarsi una sola volta
« o naturalmente stettero qualche il giorno nel tramonto del sole.
« tempo notabile senza mangiare ". Questo era il digiuno quaresimale.
Dalle vite de' santi , e servi di Il secondo consisteva nella medesi-
5* BIG DIG
nonn, e questi erano tutti gli altri colare deve astenersi il cristiano, lib.
digiuni, massime quello del mer- 7. Sirom.
coledì in memoria della vendita, e Papa Melchiade del 3 1 1 proi-
s.
del tradimento stabilito in tal gior- bì, come scrive, il digiuno nei
si
stato il digiuno del venerdì, come Quia in istis duobus diebus fecil
può vedersi presso il Tomassino, Dominus quidquid insigne fecit,
part. cap. 19, par. 1 cap. i5. Nel
I, quia die jovis coelum ascendit. Il
venerdì santo poi, i cristiani in ve- perchè in tal giorno non solo si
nerazione di sì memorabile giorno, tralasciava il digiuno, ma i cristia-
cristiani di oriente, molti de' quali gione la feria quinta della quare-
non gustano verun cibo sino al sima era intitolata vacans, perchè
sabbato sera, ed altri mangiano po- non aveva officio proprio, ma ri-
co pane con sale, assenzio, e cose petevasi quello della domenica an-
simili. Quindi il digiuno del sab- tecedente. V. il Micrológo, de cc-
terrogato su ciò dal vescovo Basi- tire ep. 7 ad Philip. Il sabbato santo
tale non solo digiuna nel venerdì de divìn. offìc. cap. 5 1 Si può an- .
santo, ma in tutti gli altri venerdì che consultare il Sarnelli sul di-
dell'anno per essere essi una ripeti- giuno del sabbato, nel tomo I, p.
zione di quello, così la Chiesa roma- i33 delle mentovate Lettere eccle-
na digiuna in tutti i sabbati, come siastiche.
una ripetizione del sabbato santo, Il digiuno quaresimale istituito
in cui, come si disse, digiuna an- dagli apostoli era prima di trenta-
che la Chiesa orientale, per Io che sei giorni, i quali corrispondevano
non può essere calunniata la ro- alla decima parte dell'anno offerta
mana, come pretesero alcuni scisma- al Signore in soddisfazione delle
tici. Di questa diversità di riti in- nostre Furono poi aggiun-
colpe.
torno al digiuno del sabbato, s. A- ti quattro altri giorni per com-
gostino nel!' epist. ad Cas. scris- pire il numero quarantesimo , in
se: » Non tibi persuadeas urbem memoria de* quaranta giorni , nei
« christianam sic laudare sabbato quali Gesù Cristo digiunò. In se-
» jejunantem , ut cogaris orbem guito, e da quanto narra il Ble-
n christianum damnare pranden- sense, ser. i3, nacque poi nella
» tem". Su questa diversità s. Am- Chiesa varietà intorno al comin-
brogio disse » Quando hic sum
: ciare la quaresima. La chiesa am-
» non jejuno sabbato, quando Ro- brogiana comincia il digiuno dopo
» mae sum jejuno sabbato ". Chia- la prima domenica di quaresima,
ro è adunque, che all'epoca dei perchè offre al Signore la decima
mentovati santi dottori, solo in Ro- dell'anno, che vengono ad essere
ma si osservava il digiuno del sab- trentasei giorni. Lo stesso numero
bato. Abbiamo inoltre, che s. Inno- osserva la chiesa orientale, la quale
cenzo I, fatto Papa l' anno 4° 2 j
comincia suo digiuno dopo la
il
de digiuni; dice che il digiuno del Telesforo, fatto Papa l'anno 142,
sabbato, fino dai tempi apostolici, i chierici cominciassero la quaresi-
fu in uso presso molte chiese. Si ma. Altrettanto si dice avere pre-
racconta, che s. Pier Damiano si scritto Gregorio
s. I nel 597, scri-
mico della Chiesa, come leggesi nel- » rebbero nei giorni di grasso ; poi-
lo Spondano all'anno 1246. La h che l' intemperanza, che la Chie-
Chiesa romana incomincia il digiu- » sa intende di reprimere, non è
no quaresimale dal mercoledì delle >» provocata meno dalle vivande
Ceneri (Predi'), per imitare il qua- m de' pesci, che dalla carne ". Il
lare, e raro dei romani, il potersi fedele esecutrice de' divini coman-
cibare di latticini nel sabbato santo damenti, non potrebbe dispensarvi.
in segno di allegrezza ; ma però il Ma nel considerare, che i santi pa-
digiuno prolunga vasi sino alla mez- dri fecero la quaresima come una
za notte, alla quale ora si riteneva legge divina, o parlarono dell' ob-
fosse risuscitato Gesti Cristo. bligo naturale, che costringe l' uo-
Sul digiuno quaresimale, molti mo a digiunare , oppine intesero
canoni, e decreti fecero i concilii, ed essere la quaresima d'istituzione a-
i più rinomati sono i seguenti. 11 postolica ad esempio di ciò, che
concilio diSens del i528, dee. 7 venne operato da Cristo fra noi
prescrissequanto segue: » Noi di- mortali ; e siccome gli apostoli non
Mi ciamo anatema a tutti coloro, che si discostarono dai consigli del loro
» non osservano il digiuno della maestro, così è credibile, che que-
» quaresima, e gli altri digiuni e le sto sia stato per essi un consiglio,
» astinenze prescritte dalla Chiesa, di cui si formarono legge. Ed ecco
».• non essendovi mezzo più idoneo per tal maniera giustificati que' pa-
DIG DIG 55
dri, che asserirono essere la quare- Menologio o Santuario romano, p.
sima d'istituzione divina, come os- 234, dice, che celebrasi il sagro
serva il clu ab. Giovanni Belli nel tempo dell'avvento avanti la natività
suo interessante opuscolo stampato di Gesù Cristo, per istituzione di s.
in Roma nel 1842, con questo ti- Pietro, a' tempi del quale, come suc-
tolo : Sul digiuno, e sulle astinen- cessivamente si fece uso del digiuno ;
ze ecclesiastiche, riguardale sotto che presso i greci, e nella chiesa orien-
l'aspetto religioso 3 politico ed eco- tale l'avvento incomincia dalla do-
nomico. menica prossima a s. Martino, co-
rà; e quando alla fine del mon- ferma essere tal digiuno di tradi-
do comparirà, al risorgere di tutti zione apostolica , e per soddisfare
i mortaliDies irae.: Il tempo del- alle colpe commesse nelle quattro
l'avvento, che oggidì si comprende stagioni dell'anno ; anzi, come spie-
nel corso di tre intere settimane, ga Macri , i dodici digiuni dei
il
e di una quarta non compita , ri- quattro tempi sono le primizie dei
sale sino ai tempi del principe de- dodici mesi dell'anno. S. Gregorio
gli apostoli s Pietro, che si cele- VII, verso il 1078, decretò che il
bra quale istitutore, come si- legge digiuno solito forsi nel mese di giu-
in Durando 1. 3, e. 2. Intorno alla gno, si praticasse dentro l' ottava
durata dell'avvento, varie sono le della Pentecoste. Il Garampi, nelle
opinioni. Nel canone 9 del concilio Memorie della b. Chiara, a pag.
di Macon, dell'anno 58 1, fu stabi- 216, dice ch'essa dopo la quadra-
lito che da s. Martino sino a Na-
: gesima di s. Martino osservava anche
tale si deve digiunare il lunedi, il quella dell'Epifania (Fedi), in onore
mercoledì, e il venerdì ; celebrar del digiuno, che per antica tradi-
DIG DIG 57
legittime cause, come anche racco-
Della podestà della Chiesa nello mandò ad essi l'osservanza, che non
stabilire il digiuno, e delle per- si mescolino co' permessi i cibi proi-
sone ad esso obbligate. biti. Indi a' 22 agosto emanò la
costituzione In suprema, loc. cit.
Avendo la Chiesa ricevuto da pag. 65, colla quale dichiarò, che
Gesù Cristo suo sposo l'autorità di l'unico pasto ne' giornidi digiuno
prescrivere delle leggi pel bene dovesse essere pienamente osserva-
spirituale de' suoi figli, sino da' suoi to anche da quelli che giustamen-
primordi! prescrisse la legge del te sono dispensati per mangiare la
digiuno, da cui provengono gran- carne, ovvero i latticini ; come più
di vantaggi, per testimonianza de- chiaramente spiegò nella risposta,
gli stessi eretici. La legge del di- che diede all'arcivescovo di Valen-
giuno non si oppone punto alla li- za, il quale di ciò lo richiedeva
bertà evangelica, la quale permet- mediante il contenuto della costi-
te di mangiar liberamente di ciò tuzione Cognovimus , data a' 12
che Dio ha creato per nostro uso. maggio 174^, e riportata nel Bull.
Non è che la Chiesa proibisca per Magn,, tom. XVI, pag. 92. Aven-
superstizione di mangiar certe car- dogli poscia l'arcivescovo di Com-
ni in alcuni tempi, come se que- postella mossi alcuni dubbi sopra
ste carni fossero cattive, ma per un le leggi dal medesimo Pontefice
principio di penitenza, di mortifi- formate sul digiuno in dette costi-
cazione, e per altre ragioni addot- tuzioni, egli compiutamente le di-
te di sopra. I romani Pontefici fu- chiarò col tenore della costituzione
rono sempre solleciti di vegliare su Si Fraternitas, de' 7 luglio i744>
questa parte di disciplina ecclesia- Bull. Bened. XIV, tom. I, p. 356.
stica, come furono, e sono indul- Quindi colla bolla Liberissime
genti nel dispensare dal digiuno, data a' io giugno 1745, loc. cit.
e dai cibi magri, per giuste e le- pag. 12 3, che scrisse a tutti i ve-
gittime cause. Fra tanti nominere- scovi, gli esortò efficacemente alla
mo Benedetto XIV. Lagnandosi riforma, e conservazione esatta del
questo gran Pontefice della poca digiuno, con mettere loro ancora
osservanza del digiuno, massime avanti gli occhi la necessità di non
della quaresima, dalla antica legge, dispensarne i luoghi interi , e le
e da' profeti inculcato, da Cristo diocesi, se non che per causa certa,
poscia consagrato, dalla primitiva e pressante.
Chiesa conservato, dai sagri canoni Ad istanza di Filippo V re di
stabilito , e dai santi padri come Spagna, Benedetto XIV a' 23 gen-
medicina de' commessi reati coman- naio 1745 coli' autorità della co-
dato, quel Papa colla lettera apo- stituzione Jam prideni, che si legge
stolica, Non ambigimus, data a' 3o nel suo bollano t. I, p. 485, con-
maggio I74 1 » Bull. Bened. 9 XIK cesse ai regni di Castiglia, e di Leo-
tom. I, pag. 4^, indirizzata a tutti ne, ed all'Indie spagnuole, la per-
i vescovi, incaricò la loro coscien- missione di mangiar la carne nei
za ad invigilare per l'esatta osser- sabbati, che non fossero di quare-
vanza de' digiuni j* non dovendo sima, o di digiuno comandato. Es-
eglino concedere le dispense senza sendo nata negli antichi tempi la
jò' D1G DIG
controversia, se per 6. Mattia si sulle persone obbligate al digiuno,
dovesse fare non essendo
la vigilia, e sulle cause che ne dispensano, va
stato (fuetto apostolo eletto da Ge- notato Che ogni persona, la quale
:
XIV per sapere da lui, se poteva- corrieri ec. Ma i pittori, gli stam-
no trasportare questa vigilia ad un patori che non istanno al torchio,
altro giorno. Avendo il Papa ma- i barbieri, i sarti, i cordieri, e quel-
turamente esaminata la proposta, e li che esercitano ogni altro simile
trovando, che la vigilia di s. Gio. mestiere, non sono esenti dal digiu-
Battista si suole trasferire allorquan- no, perchè il loro lavoro non è incom-
do cade nel giorno della festa del patibile col digiuno stesso. Si deve
Corpus Domìni^ come si trasferi- dire altrettanto di quelli, che vanno
scono al gabbato precedente le vi- a che giuocano alla
caccia, palla, o
gilie dei santi, le cui feste cadono a simili giuochi
per loro piacere.
in giorno di lunedì, non potendosi In quanto ai confessori, ai predi-
fare vigilia nella domenica prece* catori, agi' infermieri che non pos-
dente, e riflettendo insieme al pe- sono collegare l'esercizio di queste
ricolo che v'era dell'inosservanza funzioni col digiuno, dicono i trat-
del digiuno in un giorno impiegato tatisti di esso, che non sono tenuti
trasportasse questo digiuno al sab- giuno sino agli anni ventuno com-
bato precedente , raccomandando piti ; ma pei vecchi d'ambo i sessi
tuttavia ai sacerdoti regolari, e se- vi è la sola impotenza fisica che li
colari,che osservassero la vigilia nel dispensi, e giammai l' età in'sè stes-
giorno in cui veramente cadeva. sa, comunque avanzata, quando non
Al citato articolo Carnovale si ri- sia unita all'impotenza, dappoiché
portano alcune nozioni relative al sivedono persone a digiunare di anni
digiuno, e all'articolo Carnovale di ottanta, come di cinquanta. Il grave
Roma (Fedi) si parla della vigilia languore poi, l'infermità, e le ma-
e festa di s. Mattia caduta in gior- lattie esentano dal digiuno : pel bi-
ni di carnovale, come della vigilia sogno di alimenti, che hanno le
e festa della Purificazione, e dei nutrici, e le donne incinte, ne so-
temperamenti su ciò presi dai Pon- no dispensate : altrettanto dicasi
tefici. dei poveri , i quali non hanno con
Finalmente, oltre quanto si disse che fare un pasto sufficiente al gioì-
,
DIG DIG %
no, potendo essi ancor mangiar moralis jejunii, Parisiis 1 74 1 ; Lo-
carne quando non hanno altro, ed renzo Cozza, Tractatus dogmatico- •
avendo solo pane. A chi poi faccia moralis de jejunio ecclesiastico, Ro-
d' uopo rivolgersi per ottenere la mae 1724* Da ultimo il sacerdote
dispensa dal digiuno, o dalle qua- Romano Righetti ha scritto, Del
lità de' cibi, Io dice il Butler nelle digiuno della quaresima, Roma
Feste Mobili a pag. 236 e seg. i834. Anche molti protestanti trat-
Solo qui aggiungeremo, che il po- tarono sul digiuno, e sono Federi-
tere di dispensare appartiene uni- co Urico Calisto, De jejuniis, Helm-
camente al sommo Pontefice. Ai stadii 1676; Gioacchino Edebran-
vescovi, ai curati, ed ai vicari di do, De jejunio,
Helmstadii 17 19;
essi per loro assenza, come a' supe- Giangiorgio Walchio, De jejunio
riori di comunità rispetto a* loro quadragesimali;, Jenae 1727; Gio-
inferiori, e in alcuni casi a' rispet- vanni Dalleo, De jejuniis et qua-
tivi confessori, spetta giudicare sul- dragesima, Daventriae i654, con-
l'impotenza fisica o morale, e sulle futato dal dotto Natale Alessandro;
cause, che si adducono perchè gli Gio. Gioacchino Omborgio, De qua-
impotenti fruiscano della dispensa dragesima veter. Christ. et riti-
pontificia dal digiuno della Chiesa, bus in ea quondam usitatìs, Helm-
Sulla dispensa dai digiuni, e dalla stadii 1677; Gio. Gasparo Zenner,
qualità de' cibi per l' indulto della de Dominica Laetare, Jenae 1704;
crociata, possono vedere gli arti-
si Giovanni Lodovico, De septimana
coli, Crociata, Crocesignati, e Boi.' Magna, Lipsiae 1 6g2 ; Gio. Fede-
LA DELLA CROCIATA. rico Mayer, De Hebdomada Ma-
Su questo grave ed importante gna, et de Dominica Palmarum,
argomento del digiuno, oltre i re- Griphiswaldiae 1706, ed altri. Il
lativi articoli del Dizionario, si pos- Ruinart negli Atti sinceri de* mar-
sono consultare i seguenti autori, tìri, tratta del digiuno, che si pre-
che scrissero sull'argomento Il Mir- : metteva alle loro feste. Il Boldetti,
cologo, de Ecclesiast. Observationi- Osseivazioni sopra i cimiteri de* ss.
città ha dato uomini illustri. Fu zo, e Domnino, i cui corpi col capo
per più di ottocento anni divisa in di s. Marcellino furono collocati in
città, e borgo. La giurisdizione sul- Digne alla venerazione de' fedeli.
la prima apparteneva ai vescovi, ed Divenne perciò questa sede sino da
ai conti di Provenza, e pel borgo allora suffraganea della metropoli-
dominava il prevosto della catte- tana di Ambrun, o Embrun (Vedi).
drale, per concessione di Raimondo Commanville asserisce, che ciò risale
Berenger, fatta nell'anno 122 1. all'anno 3i5, ed altri anzi dicono
Digne è una città antichissima all'anno 3 1 3 , e ne fanno fondatore
delle Alpi marittime, e fu dagli s. Domnino africano. Pel noto con-
autori latini chiamata con molti cordato del 1801, Pio VII la in-
nomi, Digna, Dinia, cìvitas Di- grandì con altre diocesi, e dichiarò
nentium , e Dienenlium. Secondo Digne suffraganea del metropolitano
Tolomeo, era l' antica capitale del di Aix, del quale lo è tuttora. La
paese de' Scucii, Sentiani, o de'Z?o- cattedrale adunque Y invo-
è sotto
dionzianij ma Plinio l'assegnò piut- cazione di s. Girolamo, ed è ampia,
tosto agli ambronì. Fu molte volte e decente. Il capitolo si compone
saccheggiata dai protestanti, e prin- di otto canonici titolari, fra i qua-
cipalmente negli anni i562, e i5o,i. li 1' arcidiacono è la prima dignità,
I calvinisti alla prima epoca sac- e vi sono pure il teologo ed il peni-
cheggiarono la cattedrale e il borgo tenziere. Inoltre vi hanno parecchi
DI Or DIG Gì
canonici regolari, conio pure i così gative di onore, come sono per
detti pueri de clioro, per I' uffizia- esempio gli arcidiaconi. V. Gerar-
tura della chiesa. Prima delle ul- chia ECCLESIASTICA.
time vicende componevasi il capi- La prima delle dignità è quella
tolo di un prevosto, e tredici cano- del sommo Pontefice romano, quin-
nici onorari. Nella cattedrale evvi di seguono quelle degl' imperatori,
il cura di anime è
battisterio, e la dei re, dei principi, di gran can-
affidala a due vicari. L'abitazione celliere, di maresciallo, od altra
del vescovo è dappresso alla cat- sorte di dignitari, e ministri degli
tedrale, ed è grande e conveniente. stati. Le dignità sono accompagnate
Nella città avvi un'altra parrocchia, da poteri, da titoli, da insegne, e
ma non vi sono più religiosi : vi ha da altre distinzioni secondo il gra-
inoltre il collegio de' gesuiti isti- do, che i sovrani, le repubbliche,
tuiti Vi sono però alcune
nel ì65i. e la società loro accordano. Le di-
confraternite, e delle religiose con gnità si dividono in religiose, mi-
monistero. Evvi l'ospedale, cou due litari, e civili. Nei libri della sagra
seminari, uno grande, l' altro pic- Scrittura, e negli Atti apostolici par-
colo. La mensa per ogni nuovo lasi di vescovi, di sacerdoti, di dia-
vescovo è tassata ne' libri della ca- coni, di diaconesse; ma le dignità
mera apostolica, a fiorini trecento dei Cardinali di santa romana Chie-
settanta. sa, dei patriarchi, degli arcivescovi,
Nell'anno i4 i 4j ne mese di lu- ^ abbati mitrati, abbadesse ec. , sono
glio fu convocato in Digne un con- di meno antica istituzione de' pre-
cilio provinciale, di cui ignorasi cedenti. I pagani dell' antichità a-
» nelle promozioni alle dignità ec- >* è di rea condotta non si miglio-
» clesiastiche non al nascimento, ma »> ra col benefizio, anzi con esso va
» alla virtù, ed alla dottrina si de- m piuttosto di male in peggio ".
« ve riguardare; le dignità eccle- Cesare Nuzzi scrisse De Pontifi- :
DIG D1J 63
principali delle collegiate, a chi so- » gno fatto re di Sidone; Rcgil-
no riservate, delle dignità incom- »> liano imperatore di Roma; Jehu
patibili, quali sono le maggiori ec. » re del popolo ebreo, e Pertinace
Quanto sieno pericolose le dignità, » imperatore". Dei dignitari tratta
lo dice il Rinaldi all'anno i i^5 l'avvocato Martinetti a pag. 1 4^>
num. 4- N Bovio nella Pietà trion- e seg. , nell' erudito Manuale teo-
3
fante, parla a pag. 167 della fin- rico-praticode doveri per ogni clas-
zione che usano alcuni, che preten- se di persone. Dei dignitari eccle-
dono alle dignità. siastici lo stesso Martinetti fa paro-
Appena Innocenzo VI nel i352 la a pag. 320, e seguenti.
fu creato Papa, conferì il sacerdo- DIITI. Monaci Acemeli (Fedi),
zio, ed i benefizi a persone di me- che si chiamarono anche Diiti dal-
rito, dicendo che le dignità eccle-
: l'abitare nel monistero, eletto di Dio,
siastiche non erano premio della fondato in Costantinopoli dall'abbate
nascita, ma bensì lo erano delle s. Dio, come scrive il Bernini, Istoria
virtù j ed è perciò che con fermez- delle eresie pag. 273. Abbiamo dal
za riprese alcuni Cardinali giovani, Macri, Notizia dei vocaboli eccles.,
i quali sotto il predecessore avea- che Diiticum era chiamato il cele-
no abusato di loro possanza e di- bre monistero in Costantinopoli
gnità. Eletto al pontificato nell'an- perchè fondato dal detto s. Dio ar-
no i655 Alessandro VII, l'accettò chimandrita, di cui fa menzione il
rammentando quanto dice s. Fran- menologio greco a' 19 luglio. Nel
cesco di Sales: che l'uomo ecclesia- nostro martirologio si legge questa
stico nulla dee cercare, e nulla ri- memoria Constantinopolis, Natali*
;
64 DIJ D1J
di belle arti, due biblioteche, una lettura, il teatro, ed altri edifizi,
che sorpassa il numero di 36ooo ed abitazioni eleganti. È abbellita
volumi, e Y altra nclP episcopio a da amene passeggiate, e particolar-
cui si riunisce pure una collezione mente da quella del parco, secon-
preziosa di oggetti di storia natu- do il disegno del celebre le No-
rale. Ha un giardino botanico, un tre pei bagni pubblici ; ed ha mol-
bell'ospedale, ed un seminario. La ti altri stabilimenti a pubblico co-
città è di forma ovale, ed ha di- modo, ed utilità. Tuttociò con ra-
versi sobborghi. I suoi antichi ba- gione forma un complesso di cose,
luardi furono convertiti in passeggi che rendono questa città una delle
pubblici, mentre delle sue fortifi- più ragguardevoli della Francia. Il
cazioni più non resta, che un ca- suo canale contribuisce allo stato
stello di forma quadrata, incomin- florido in cui trovasi.
ciatoda Luigi XI, continuato sotto Gli abitanti di Dijon si sono
Carlo Vili, e compito da Luigi sempre distinti pel loro gusto nelle
XII. Le strade sono larghe, dritte, scienze, nelle lettere e nelle arti.
e assai bene fabbricate; tra le nu- Fra i moltissimi, di cui sarebbe
merose sue piazze, è degna di men- troppo lungo il far parola, ci limi-
zione la piazza reale, costruita in teremo a que' soli di una fama u-
forma di ferro di cavallo, e che niversale, e pronunciata, quali so-
prima, sino dal 1726, era decorata no, il gran Bossuet, Crebillon il
gine era un campo chiuso stabi- XIII, pag. 189, eresse in cattedra-
lito da Giulio Cesare per contene- le la chiesa di s. Stefano, eh' era
re così nominati Autunois, e Lan-
i un'antica abbazia dell'Ordine di s.
grois. Marc' Aurelio fece cingere di Agostino fondata nel XII secolo,
VOL. xx. 5
66 DIJ DIL
colla dote vescovile di diciotto mi- naci, o canonici regolari di s. Be-
la lira tornesi, e la tassa camerale nigno, e certo Huinbert sulle tem-
di mille e cento fiorini d' oro, re- poralità. Collect. t. IV, p. 68 r.
nonici, senza le prebende del teo- gato apostolico. Altri dicono, che
logo, e del penitenziere, di alcuni vi fosse pronunziata per un tal
iii5, per le differenze insorte tra stici, Dilectio tua ; ed alle camerie-
le chiese di s. Giovanni, e di s. re dell' imperatrice, Dulcedo Ve-
Stefano di Besansone. Lenglet, loc. stra.
cit. Parlando il Parisi, Istruzioni per
Nel terzo, Tanno 1 1
1 7, si trattò la segreteria, tomo III, p. 19, dei
una controversia insorta tra i mo- titoli diletto, e dilettissimo, dice che
D1M DIM 67
Dìlecte Fili è V iscrizione , usata del loro nascere predicavano, che il
fiHa
sto nobìlis mulier,
ed in 'corpo sosteneva la divinità del Verbo. Ap-
nobilitas tua. Altri esempi del tito- pellavano quindi Gesù. Cristo ho-
lo dilettissimo dal Parisi sono ri- minem Dominicum.
portati a pag. 4° e se g- V' 1'
al_ DIMESSE. Religiose, o gentildon-
ticolo Nobile. ne, così chiamate, perchè zitelle, o
y
Il Vettori, nel Fiorino d oro il- vedove, abbandonate le pompe del
lustrato, pag. 474? ecco quanto di- secolo, e le vanità del loro sesso,
ce sul Dilecte fili. Papa essendo
Il vestivano un modesto abito nero,
padre universale, usa comunemente cuoprendo il petto con panno bian-
questa forinola, e ad imitazione del co, e il capo con doppio velo, uno
medesimo così costumano di fare i bianco, 1' altro nero piti lungo del
vescovi nella loro diocesi. Si può primo. Esse ebbero a fondatrice
vedere il Cardinal Enrico, vescovo Dejanira, o Dianira Valmarana, ve-
che è il celebre Cardinal
ostiense, dova di Agrippa Pristrato, la quale
Susa annoverato al sagro Collegio nell'anno 1^72, o, come altri dicono,
da Urbano IV nel secolo XIII, il nel i584, per opera e direzione
quale sopra il lib. V delle decre- del p. Antonio Pagani religioso fran-
tali, dd excessibus prae-
al capit. I, cescano della più stretta osservanza,
latorum eie. Petvenit ad audientiam le istituì per lo stato veneto in Vi-
nostrani ec; e parimenti nelf istes- cenza, e quindi si propagarono in
ko libro V, al cap. VI, De crimi- Venezia, Padova, Udine, ed altri
ne falsi ec. Quam gravi ec, ed luoghi. In questa congregazione si
altrove ancora dimostra che il Pa- accettavano donzelle, e vedove di
pa suol chiamare fratelli i soli ve- nobile condizione. Le seconde non
scovi, e gli altri Dìlectos filios s doveano aver cura de' figliuoli. Do-
purché sieno nel grembo della san- po la prova di Ire anni, potevano
ta romana Chiesa. Questa distinzio- essere licenziate, se le altre ciò giu-
ne si pratica dallo stesso sommo dicavano opportuno. Con due terzi
na. Avevano però delle serventi ve- si .Dipoi il legame divenne così
stite di nero, col solo velo bianco stretto, che non poteva il chierico
sul capo. Queste matrone, come si passare neppure a beneficio in un'al-
disse al voi. IV, pag. 284 del Di- tra chiesa, senza permissione del pro-
zionario , furono chiamate anche prio vescovo. Non poteva nemmeno
Beghine. Il p. Heliot, Istor. degli il chierico passare all' abito mona-
ord. mon. ne tratta al t. 8, e. 3, cale, senza espressa licenza del ve-
e il Bonanni nel suo Catalogo a scovo, e ciò incominciò a dispen-
p. 108, ne riporta la figura. sarsi sotto Onorio II, ed Urbano
DIMICO, o DOMOCUM, seu Do- III.
scovo della nascita, del domicilio, mutuo amore tra il capo della
ma T uso più ordinario è di dar Chiesa, e le membra di essa. V.
questo nome al solo vescovo della Lettere Apostoliche, e Vescovi.
nascita, cioè al vescovo, nella dio- Il concilio di Bourges, tenuto
cesi del quale alcuno nacque non nell'anno i523, decretò quanto se-
per accidente, né per caso, ma do- gue. I vescovi non accorderanno
ve il padre, e la madre del figlio dimissorie a quelli, che devono es-
hanno il loro domicilio. Il dotto sere promossi agli ordini, se prima
vescovo Sarnelli, tomo II, p. 5i, non avranno esaminati, e trova-
gli
delle sue lett. eccl. dice, che le di- ti idonei. Quelli, che saranno stati
concilio di Tolosa del i5go, con- dimorano senza frode, a meno che
forme a quello di Trento, ordinò il vescovo di questo luogo non sia
che le dimissorie sieno date gratis. assente, o che non dia gli ordini,
Il concilio di Trento, sess. i4, e. nel qual caso i superiori possono
i de Reform., prescrisse le pene mandare i religiosi ad altri vescovi
contro coloro, i quali ricevono gli per essere ordinati ; ma essi non
ordini, e contro i vescovi che li possono attendere 1' assenza del ve-
conferiscono senza dimissoria del scovo, ne la vacanza della sede, e
proprio vescovo, a seconda di quan- sono obbligati ad esprimere nelle
to in parte era stato decretato da loro lettere dimissorie la ragione,
Pio 1461, colla bolla Cum
II nel che hanno andar fuori della
di
ex sacrorum ordinimi. Fra le pene loro diocesi, secondo la costituzione
evvi la sospensione anche pei ve- emanata da Clemente Vili nel
scovi; indi più gravi pene stabili- i5g6. Per togliere alcune contro-
rono Urbano Vili, nel 1642, ed versie nate sui privilegi de' regola-
Innocenzo XII nel i6o,4- Su que- ri, se questi debbano ordinarsi dal
sto punto va consultala la decisio- vescovo, nella cui diocesi esistono,
ne di Gregorio nel capo XEos : o possano farlo da qualunque altro,
qui de tempore, ord. in sexto. Benedetto XIV, avendo su ciò con-
Il vicario generale non può accor- fermato i decreti de' suoi predeces-
dare dimissorie senza l'autorizzazione sori, nel I747> colla bolla Impositi
speciale del vescovo, anche quando nobis3 data a' 27 febbraio, Bull.
il vesco.o è assente dalla diocesi. Il Magn. t. XVII,
06, stabilì chep. 1
7o
DIM DIO
limitate ad un certo tempo, sicco- Dipoi venne pubblicato da Eugenio
me prescrissero varii concilii, aven- IV, che gli diede le insegne cardinu-
do più indulgenti fissato tal tem-
i
lizie.In seguito giovò la s. Sede col-
po ad un anno; passato questo l'opera del pari, e col consiglio.
tempo, le dimissorie non hanno più Ritornato poi dall' Italia in Vv.m-
vigore. V. Dimissioriae, nell' Ono- cia, spirò in Siena nell'anno i433,
DIO DIO 7 r
remo quanto Iddio stesso disse a deboli lumi della nostra ragione,
Mosè 9* Io sono quegli che sono,
: come Gesù Cristo medesimo fece
» Ego mm, qui sum, vale a dire: abbastanza conoscere in s. Matteo
« io sono quell'Essere indipenden- XI, 27, XVI, 17. Senza la fede di
» te , che solo vive e sussiste questo mistero, non possiamo in-
» necessariamente, assolutamente e tendere quello dell'incarnazione del
« per sé stesso io sono l'Essere :
Figliuolo di Dio, ne della nostra re-
» per essenza, l'Essere stesso ". Que- denzione, che è il fondamento dei-
72 DIO DIO
Non può amar Dio senza sen-
si vernare, 3.« Elohim
e giudicare;
tirsi vivamente commossi ed accesi plurale denota Dio la trinità
in
dal desiderio di lodarlo, e celebrar- delle persone, come bara singolare
ne le sue perfezioni infinite. In que- l'unità dell'essenza. Il quarto no-
mero plurale, come quando in la- le, avendolo gli ebrei per sagratis-
guis, Genovae 1602, ai capi, XIV Nequaquam ila fiet, Domine mi, e
de Deo, e XV
de Diis. V. Jos. in altro luogo, Chron. spir. lib. 2
Matani, de Dei nomine juxta he- e. 23; Domine mi, audi me. Quin-
hraeos, Lucae 1767. È da notarsi, di è, che molte cose spettanti ad
che il nome Jehova è così pro- esso, o al culto diHrrr presero de-
prio di Dio, che nella Scrittura si nominazione. Gli antichi provenza-
dà a Dio solo, mentre gli altri no- li, allorché parlavano di Dio, ado-
mi, come avvertimmo in principio, peravano la vdee Dani , dicendo
si attribuiscono anche agli angeli, Damedieu, per una specie di escla-
ed agli uomini principi. In quanto mazione, e di giuramento, quindi
al nome Dio, detto Dominus, il derivarono le affermative, e le ne-
74
DIO DIO
gative Domeneddio sì, Domeneddio di favellare, la voce Dominus fos-
mili, perchè sembra indicare una li, p. io 19, il quale nel tomo II,
certa subordinazione al supremo p. i2 3g, dice, che vi ebbero pur
Signore. Anche il Cardinal I3aro- sede due vescovi latini, Ludovico,
nio fu di parere, all'anno 4'6, e Teodorico dato in successore al
DIO DIO 75
DIOCESAREA. Città vescovile che significa la estensione di un ve-
dell'Asia, nella seconda provincia scovato, od arcivescovato, vale a
di Palestina, nella Galilea, sotto il dire il territorio su cui si esteti
patriarcato di Gerusalemme, un de la spirituale giurisdizione, Tarn-
tempo suffraganea della metropoli ministrazione, governo eccle- e il
alla quale molte castella coi terri- Evodio nella cattedra di Antiochia,
tori loro obbedivano ; mentre il no- nell' epist. ad Philadelp.j in cui os-
me , che ora si dà di diocesi , serva lo riguardo tra
scambievole
apparteneva allora unicamente a 1' ed il vescovo unum alta-
altare, :
il nome di diocesi presso gli orien- Per conto dell' origine delle dio-
tali era assai più ampio che in oc- cesi, diremo che sebbene la divi-
cidente, imperocché presso di essi ab- sione della Chiesa cattolica in diver-
bracciava diverse provincie, le quali se diocesi sia un affare di discipli-
DIO DIO 77
na, sembra essere d' istituzione a- cario ecclesiastico, o primate, che
postolica. Abbiamo perciò, che l'a- giudicava in appello gli affari della
certo, che la divisione delle diocesi, di), pure, a seconda delle vicende
e delle provincie ecclesiastiche fu umane, non andarono esenti da
fatta in origine relativamente alla mutazioni, e nacquero tra' vescovi,
divisione, ed estensione delle pro- non meno che fra le città, contro-
vincie dell' impero romano, e della versie gravi pei confini delle dio-
giurisdizione del magistrato delle cesi, di cui si parlerà all' articolo
città principali. Questa analogia era Parrocchie [Vedi). Allorquando bol-
eguale per ogni riguardo, sebbene livano le guerre, nei tumulti che
alcune circostanze in progresso di n' erano le conseguenze, restavano
tempo dessero motivo ad un ordi- vacanti le chiese, perchè di frequen-
ne diverso. Fu l' imperatore Costan- te erano cacciati in esilio i vescovi,
tino, che nei primi anni del quar- ed allora i territori vescovili ripor-
to secolo stabilì grandi diocesi, le tavano gran danno, e rimanevano
quali comprendevano parecchie pro- esposti a non poche mutazioni, e
vincie, e parecchi governi. Allora, e ciò perchè i vescovi, o per motivi
avanti di lui, per diocesi s' intende- di carità, o d' ingrandimento, en-
va un distretto, o un paese, che travano nelle giurisdizioni altrui.
toccava ad un giudice, di maniera Talora alcun vescovo, possedendo
che una provincia comprendeva pa- qualche sua chiesa entro la diocesi
recchie diocesi. Quindi l' impero ro- del vicino, sia per averla fabbrica-
mano fu diviso in quattordici dio- ta, sia per titolo di giuspatronato,
cesi, compresa quella di Roma, e se per avventura esercitava ivi le fun-
le città suburbicarie. Queste quat- zioni episcopali, moveva col tempo lite
dazioni de' nuovi vescovati fatti nel- intitola vescovo di Feltre e Belluno.
le chiese, e giurisdizioni delle me- Del modo poi onde il Papa prov-
desime abbazie, e monisteri. Delle vede le diocesi in concistoro, com-
notizie sulla provvista delle abba- presi i monisteri, ed abbazie nul-
zie, e monisteri nullìus dioecesis 3 lius, non che dell'ordine gerarchi-
vedere al citato articolo, con altre egli si rechi alla sua residenza, ed
analoghe nozioni. In quanto alla li- altrettanto debbono fare il capitolo
mone delle diocesi, oltre quanto si della cattedrale, gli altri capitoli, e
dice all'articolo Cattedrale (Vedi), primari del clero costituiti in di-
«2 DIO DIO
Indie, occidentali. Un patriarcato taotto divise in quattro patriarcati,
lenza sede. in centuno arcivescovati, in sei ve-
Prussia. Otto diocesi , cioè due scovati suburbicari, chesono imme-
arcivescovati, e sei vescovati. Bre- diatamente soggetti alla sede Apo-
slavia, e Warmia sono soggette al- stolica, e in quattrocento sessan la-
la santa Sede. sette vescovati, settantatre de'quali
Russia. Sette diocesi, vale a di- sono immediatamente soggetti alla
re due arcivescovati , e cinque ve- santa Sede, e perciò chiamali e-
scovati. senti.
Stati del ve di Sardegna. Qua-
rantuna diocesi, divise in sette ar- ASIA.
civescovati, trentatre vescovati suf-
fraganei, e nel vescovato di Luni- A sia occidentale, rito latino.
Sarzana e Brugnato uniti, esente e Cinque diocesi, cioèSmirne arcive-
immediata niente soggetto alla santa scovato, e Scio, Famagosta, Babi-
Sede. lonia, ed Ispahan vescovati.
Regno delle due Sicilie. Cento- Patriarcato di Antiochia de' Ma-
due diocesi, divise in ventidue ar- roniti. Dieci diocesi, compresi sette
niti del sud. Otto diocesi, cioè cin- propone abbazia con-
in concistoro ;
gres, trasse i natali da illustre fa- Idolfo. Poco lungi dal monistero da
miglia della Francia occidentale, e lui eretto si è formata la città di
per l'egregie virtù, ond'era ador- s. Die, che da lui ritrasse il nome.
no > fu eietto vescovo di Nivers DIODATO, DEODATO,o DEUS-
,
DIO DIO 87
DEDIT. V. Adeodato I, Papa LXX, guari per altro, che, essendo forni-
e Adeodato li, Papa LXXIX. to di acuto ingegno, conobbe la
DIOGRAZIA (s.). Dopoché Gen- follia del suo cullo, e compreso dal-
serico re dei vandali nell'anno 4^9 la sublimità delle lettere di s. Pao-
ebbe presa Cartagine, si adoprò su- Io, risolvette di abbracciare la re-
bito ad infierire contro i cattolici, ligione del Crocifisso. Ne contenta
per proteggere l'arianismo, di cui di ciò, si diede con tutto 1* impe-
si era dichiarato protettore. I primi, gno a ricopiare in sé stesso l'iato
ch'ebbero a sentire i tristi effetti magine del divin Maestro, e dis-
della sua crudeltà, furono il vesco- prezzati tuttii vantaggi che gli po-
vo di quella città per nome Quod tevano derivare dalla nascita, e dal
vitlt Deus, ed un gran numero dei merito, si fece discepolo di Orige-
suoi chierici. Esiliati questi non so- ne. I suoi progressi nello studio
lo, ma esposti altresì al pericolo di furono così grandi, che ben presto
naufragare, furono imbarcati sopra fa innalzato al sacerdozio , e dopo
un vascello sdruscito Prov- ; ma la poco tempo venne scelto a mae-
videnza li volle salvi, ed approda- stro, e quindi a vescovo di Ales-
rono felicemente in Napoli. Per quat- sandria nell'anno 248. Non appe-
tro anni rimase vedova la sede di na egli fu insignito di questa di-
Cartagine , dopo i quali ebbero i gnità, che sollevossi una fiera per-
cattolici la libertà di scegliersi un secuzione contro per o* i cristiani,
nuovo vescovo, e questo fu appun- pera di Decio. Il santo vescovo
to il santo prete Diograzia. Scorsi nulla lasciò intentato per prepara-
appena due anni, Genserico diede re al combattimento i fedeli alla
il sacco a Roma, e condusse seco sua cura commessi ; ma non potè
in Africa molti schiavi d' Italia, di continuare a lungo in quest'opera,
Sardegna, e di Corsica. Il santo ve- perché i suoi persecutori lo pre-
scovo impietosito vendette quanto sero, e Io condussero alla piccola
tcnea di prezioso e di proprio , e città di Taposiri. Liberato però dal-
persino i vasi d' oro e d' argento le mani di costoro da alcuni suoi
che servivano al ministero dell'ai- paesani, un deserto dei-
si ritirò in
tare, affine di riscattare quegl'in- la provincia Marmorica nella Li-
felici, e provvederli di alloggio, e bia, ove si trattenne fino verso la
di alimento. Quantunque oppresso metà del 2.5 ì, in cui ebbe fine la
dall' età, non mancava ogni giorno persecuzione. In questo intervallo
di visitare i suoi infermi, e conso- di tempo, il santo prelato non di-
larli; sfinito però dalle fatiche, san- metilico suo gregge, al quale
il
tamente morì nell'anno 4^7* L'an- spediva del continuo de' preti per
ticocalendario di Cartagine pone- consolarlo e delle lettere per con-
,
88 DIO DIO
cati. Inoltre confutò i due libri ti, rimane soltanto qual-
dei quali ci
fé DIO DIO
scrme, un ospizio por la mendicità, o Elidete Clemente , e finalmente
un piccolo teatro, una pubblica bi- fu compita nel 1281 sotto Filippo
blioteca, ed una casa reale o conser- III, e l'abbate Mattia de Vendo-
vatorio di educazione per cinquecen- me. Questo abbate, che altri chia-
to donzelle, figlie dei membri del- mano Matteo, fu fatto insieme a
la legione di onore. Questo stabi- Simone sire di Nesle, reggente del
limento occupa gli edilìzi della ce- regno nel 1270, durante l'assenza
lebre abbazia de' benedettini della di s. Luigi IX partito nuovamente
congregazione di Mauro, monu- s. dalla Francia per la crociata. Edi-
mento della pietà del re Dagober- ficata in forma di gran croce, è di-
to I, ed eretto verso l'anno 6i3, o visa la detta chiesa in tre parti
piìi tardi, come dicono altri, presso ed è reputata uno de' più bei mo-
la famosa chiesa reale, la cui origine numenti di gotica architettura. Ora
risale nel declinar del III secolo, o è coperta di piombo, giacche ver-
come meglio si dirà in ap-
più tardi, so l'anno 656 Clodoveo II l'aveva
presso.Questa chiesa venne consa- fatta ricuoprire d'argento, metallo
crata per quanto dicesi nell' anno che fu poi convertito in moneta.
636. Pipino la ingrandì ed abbellì, Fu celebre questa chiesa anche
ed in essa, egli ed i suoi figli Car- per essere stata il deposito sepol-
lo Magno , e Carlomano furono , crale de' re di Francia, e della fa-
consagrati re dal Pontefice Stefano miglia reale. Dagoberto I fu il pri-
Il detto III a' 20 luglio dell'anno mo quivi seppellito, e poscia vi ebbero
7>4- Questo Papa consagrò nuo- tomba molti altri de'suoi posteri. Di-
vamente la chiesa, che Carlo Ma- venne il luogo ordinario della sepol-
gno poi compì con ulterior magni- tura de' re sotto la stirpe dei Capeti,
ficenza nel febbraio dell'anno 775; che quasi tutti vi furono sotterrati.
Poscia venne visitata da altri Pon- più nobili quelli di Luigi XII, e di
tefici, eda Innocenzo II nel ii3i. sua moglie, di Francesco I, e di sua
DIO DIO 91
nati di gemme , molte corone ric- ma va Catolacum, o Catlulìacum.
chissime, la spada reale, Io scettro Una dama, di nome Catulla, aven-
d'oro, la mano di giustizia, e tutte do fatto portare via il corpo di s.
le insegne, ed abiti reali inservienti Dionigio, vescovo ed apostolo della
alla coronazione dei re di Francia. Francia, e quelli di s. Rustico , e
Eravi ancora una gran croce gioiel- di s. Eleutero, dopo mar- il loro
lata, la corona, e la spada di Car- tirio, li seppellì in un campo e ,
lo Magno, quella della celebre Pul- segnò qualche tempo dopo il luo-
cella d' Orleans. Ivi ancora e pres- go della loro sepoltura con una
so il sepolcro del santo custodi vasi tomba che fece elevare, e sulla
il tanto rinomato stendardo detto quale i cristiani edificarono poi una
r Orìfiamma di colore rosso che , cappella, in riconoscenza dei mi-
i re di Francia nelle loro guerre racoli da Dio operati in questo
prendevano dall'altare di s. Dioni- luogo, per l' intercessione dei no-
gio, aflìdandolo a' cavalieri distinti minati santi martiri. Laonde la cap-
per valore. L' uso derivò dagli an- pella fu convertita in chiesa. Verso
tichi conti del Vessinese, protetto- l'anno 496 Genoveffa fece riedi-
s.
«lol vangelo, con un cannello eli ar- ma. Prima del concordato fatto fra
gento dorato assumevano il prezio- Leone X, e il re Francesco I, l'ab-
so sangue, comunicandosi così sotto bazia era governata da abbati re-
ambedue le specie sagramentali. golari, ma nel 1528 fu eretta in
L'abbate di s. Dionigio fu esenta- commenda, nel quale stato rimase
to dalla giurisdizione vescovile da s. sino al 1 691 ; in cui sotto Luigi
Landry vescovo di Parigi ; il qual XIV il titolo di abbate di s. Dio-
privilegioClodoveo II fece con- nigio fu soppresso, e la mensa ab-
fermare in una grande assemblea baziale venne unita alla casa di s.
di vescovi, e di grandi del re- Luigi di s. Siro vicino a Versailles,
gno, die si tenne in Clichy (Vedi) per bolla che Innocenzo XII, ad
nell'anno 653 ; ciò che Carlo il istanza di detto re emanò a' 2
Calvo fece ratificare nel concilio febbraio. Siccome la giurisdizione
di Soissons Tanno 862, col con- spirituale non era attaccata alla
senso per tale immunità, di Enea persona dell'abbate separatamente
vescovo di Parigi ivi presente ; e dalla sua comunità, così i monaci
dalle lettere allora spedite si rileva, pretesero, che questa giurisdizione
che pure i Papi avevano conferma- dovesse essere loro conservata. Ma
to tanto privilegio. Anzi Stefano II, l'arcivescovo di Parigi sostenne, che
detto III, accordò a' monaci di que- il titolo di abbate di s. Dionigio
sta abbazia un privilegio singola- essendo soppresso, tutta la giuris-
rissimo , dando loro il diritto di dizione spirituale dall' abbate e
eleggere alcuno tra loro per essere dai monaci esercitata nella città
consagrato vescovo, e per esercita- di s. Dionigio ,
gli era devoluta,
re nella medesima abbazia le fun- e ritornava ond'era
al principio
zioni vescovili, con potestà di am- stata emanata, laonde per transa-
ministrare loro gii ordini. zione gli fu da' monaci conceduta,
Inoltre Stefano II detto III ac- eccetto quella del chiostro, di tutti
cordò all'abbate 1' uso dell' anello , i luoghi regolari, e di tutta la clau-
della mitra, del pastorale, e degli sura del monistero, che restò a'me-
ornamenti pontificali allorché fun- desimi monaci , e immediatamente
zionava nella chiesa di s. Dionigio. soggetta alla santa Sede. Per que-
Anche i re di Francia fecero con- sta stessa transazione, che porta la
cessioni all'abbate, ed a' monaci data 6 agosto 1692, il superiore
come il far grazia a' delinquenti regolare od altri te-
dell'abbazia,
della loro giurisdizione, il battere nente il doveva essere
suo posto,
monete, e il tenere mercato e fie- vicario generale, nato, perpetuo e
ra. L'abbate di s. Dionigio era con- irrevocabile dell'arcivescovo di Pa-
siderato consigliere nato, e perciò rigi nella città di s. Dionigio. In
aveva il seggio nel parlamento di quanto alla signoria della città, era
Parigi. Il re Luigi VI dichiarò in essa rimasta al monistero, e le ap-
una assemblea da lui tenuta in que- pellazioni del suo magistrato dipen-
sta abbazia, ch'egli riconosceva di devano strettamente dal parlamen-
ritenere a titolo di feudo movente to di Parigi. Il monistero di s.
DIO DIO 93
congregazione di s. Mauro, che vi sta chiesa sono sepolti i re di Fran-
furono introdotti nel i633 sotto cia, prima Napoleone, e poscia Lui-
Luigi XIII. Don Michele Felibien, gi XVII I immaginarono di eriger-
religioso della stessa congregazione, vi canonicamente un capitolo. Que-
nel 1706 pubblicò la storia di que- sto progetto vagheggiato dai due
sta celebre abbazia , della quale monarchi è stato finalmente porta-
eziandio pubblicarono le notizie to ad effetto per le cure di sua
parecchi scrittori , fra cui nomi- maestà cristianissima Luigi Filippo
neremo Moreri, la Martiniere, don re de' francesi, dal quale il sommo
Vaisette ec. La Gallio, Christiana Pontefice Gregorio XVI venne sup-
ne tratta nel tomo VII. plicato a voler erigere canonica-
Terminando i cenni sulla città mente un capitolo nella chiesa di
di s. Dionigio, aggiungeremo che s. Dionisio, dichiarandolo immedia-
nei regni di Carlo VI, e di Carlo tamente soggetto alla santa Sede,
VII nel secolo XIV, e XV, fu pre- ed estendendo un tal privilegio al
sa dagl' inglesi, e che que' della le- real conservatorio, o monistero, ove
ga, e della fronda se ne impadro- le figlie dei cavalieri della legione
nirono ne' secoli seguenti. Nella sua d'onore sono educate alla religio-
pianura, nel 1567, ebbe luogo una ne, ai buoni costumi, ed alle arti
fiera battaglia, fra ì cattolici co- convenienti al loro sesso. Quindi
mandati dal contestabile Anna di analogamente ai reali desideri il
Montmorency, e gli eretici calvini- Papa regnante, col tenore della
sti capitanati dal principe di Con- bolla Quo majori sacrae aedes ve-
dé, e dall' ammiraglio di Coligny. distate,data tertio nonis aprilis
I primi eransi per lungo tempo r843, ha decretato quanto segue:
conservati in possesso della città ,
I. La erezione canonica, e l'im-
che fu poscia sottomessa dal re En- mediata soggezione alla santa Sede
rico IV; e Claudio di Lorena vi del capitolo di s. Dionigio compo-
fu ucciso a' 3 gennaio 1591, vo- sto di due classi di canonici vesco-
lendola sorprendere per la lega vi, e preti, e fornito di una unica
che voleva porre sul trono di Fran- dignità col titolo di primicerio.
cia un re cattolico. Il circondario II. Si aggiudica a sua maestà,
di s. Dionigio si divide in quattro come patrono di detta chiesa , la
cantoni, che sono S. Dionigio., o s. nomina tanto del primicerio, che
Denis, Nanterre, Nevilly, e Pantin, dei canonici vescovi, e preti, riser-
e vi si noverano settantasei co- vandosi la santa Sede d'istituire
muni. canonicamente con apostoliche bolle
Nella suddetta vasta e magnifica il primicerio, ed i canonici vescovi,
DIONISIA. Sede vescovile della divenuto tutta una piaga. Ella pe-
provincia Bizacena, nell'Africa oc- rò non si scosse, anzi accortasi che
cidentale chiamata da s. Aug. in
, il suo unico figlio per nome Ma-
Ps. Dionysiana, sottoposta alla me- jorico era tremante al vederla cosi
DIO DIO 95
tormentata, proruppe in questi no- questo Pontefice lettere all' abbat-
tabili accenti » Ricordali, o figlio
: tuta chiesa di Cesarea in Cappa-
« mio, che tu sei stato battezzato docia, cui inviò del denaro per Io
» in nome della santissima Trini- riscatto de' suoi schiavi. Due lettere
« tà nella Chiesa cattolica nostra però di lui, 1' una scritta ad Ur-
» madre. Conserviamo la veste del- bano prefetto di Roma ,
1' altra a
» la salute, per timore che il pa- Severo vescovo di Cordova, si han-
» dron del banchetto, trovandoci no per Non-
ispurie dagli eruditi.
» senza questa veste nuziale, non dimeno e' è un frammento di una
sto nel novero dei loro religiosi (V. dolatri. Il martirio fu il premio
Sangallo tom. HI pag. 328 e 329 del suo apostolato. Fescenino era il
delle Vite de* PP.). Quindi venne giudice che lo condannò sotto l'im-
creato Papa a' 2 settembre c)el- 1 peratore Valeriano l'anno 272. Se-
fanno 261. Ordinò di nuovo que- condo gli atti del suo martirio, fu
sto Pontefice la ripartizione del- prima lungo tempo carcerato, e fi-
le parrocchie di Roma , le quali nalmente morì di spada, avendo a
erano state perturbate dalle persecu- compagni Rustico prete, ed Eleu-
zioni di Valeriano. In due ordinazio- terio diacono. I loro corpi furono
ni creò nel dicembre sette vescovi, gettati poscia nella Senna, ma una
dodici preti, e sei diaconi. Resse la pia donna per nome Catulla, li tras-
Chiesa undici anni, tre mesi e quat- se fuori , e li seppellì nel luogo
tordici giorni, e morì a' 26 dicem- stesso del loro martirio, ove poscia
bre 272. Era egli eruditissimo, co- i fabbricarono una cappella
fedeli
me il chiamava s. Dionisio Alessan- sulla loro tomba. Dagoberto, mor-
drino. Fu sepolto nel cimitero di to nel 638, fondò la celebre badia
Callisto. I carmelitani ne fanno l'uf- di s. Dionisio, della quale abbiamo
fìzio con rito doppio minore a' parlato di sopra, ove tuttora i re di
19
gennaio, come afferma il p. Gia- Francia hanno la loro tomba. Dal
cobbe pure carmelitano. Vacò la regnante re de' francesi Luigi Fi-
santa Sede quattro giorni. Scrisse lippo la chiesa venne decorata di
9<i DJO DIO
nobile capitolo, col privilegio del- tamenle istruiti, e confessarono di
1 Stentume (Vedi). Ivi si custo- credere in Gesù Cristo. Dionisio fra
discono le reliquie di s. Dioni- <[iu'\apienti era riputato il più dotto.
sio, di s. Rustico e di s. Eleute- S. Paolo fatto un acquisto così pron-
rio in tre casse d'argento. Molti to e consolante, non tardò a pro-
furono i mirinoli operali per in- clamarlo vescovo di Atene. Egli
tercessione di essi santi, e la Chiesa predicando la fede, e convertendo
li ricorda a' 9 ottobre. Gran que- que' popoli, incontrò il martirio,
stione si eccitò per istabilire se que- che, secondo i menologi de' greci,
sto Dionisio vescovo di Parigi sia
s. fu di essere bruciato vivo in Ate-
diverso dall' Areopagita, oppure uno ne. Negli antichi calendari è regi-
solo , di che si tratta all' articolo strato il suo nome a' 3 ottobre.
Parigi (Fedi). Nella cattedrale di Soissons si ve-
DIONISIO l' Areopagita (s.). L'a- nera il capo di lui, e nell'abbazia
postolo Paolo neir anno di Cristo di s. Dionisio il suo corpo per do-
5i si recò in Atene a predicare la no fatto da Innocenzo III. Se que-
fede di Gesù Cristo. Era questa sto s. Dionisio l'Areopagita, sia il
sata per farsi strada al cuore de'suoi e null'aìtro l'avea portato a quel
uditori, mirabilmente sì, ma non in grado, che una serie ben combina-
tutti egualmente operò. Molti con- ta di artifizi. Ipocrita totalmente
fusi e sbalorditi chiesero, che in al- diverso da Eutiche, che senza a-
tra giornata volesse egli parlare sul- stringersi alle penose osservanze
lo stesso
argomento; alcuni poi e sin- della virtù, con uno spirito mon-
golarmente Dionisio penetrato dalle dano, e con evidenti ingiustizie si
verità predicate, ricercarono con ris- spacciava per santo, e col terro-
pettosa sommessione di essere perfet- re del suo dispotismo sicuro chia-
DIO DIP 97
mavasi dai reclami di chi giusta- DIOSPOLI. Sede episcopale del-
mente pensava. Nel conciliabolo di la seconda provincia o del basso
Efeso cui ebbe la temerità
, di Egitto, nel patriarcato d'Alessan-
presiedere delegazione apo-
senza dria, sotto la metropoli di Cabas-
stolica Eutiche innocen-
, dichiarò sa. Questo vescovato fu fondato nel
te depose e scomunicò i vesco-
, sesto secolo.
vi cattolici che confessavano la ve- DIOSPOLI. Avvi quella di Lid-
rità delle due nature in Gesù Cri- da (Vedi), di Tebe la grande (Fé-
sto, percosse s. Flaviano a gui- di), e di Tebe la piccola (Fedi).
sa di condurnelo quasi a morte, e DIOSPOLI. Città antica della
col mezzo della forza armata, e Palestina, chiamata anche Lyda, o
delle più nere violenze, costrinse Lidda (Fedi). Celebre fu il con-
molti deboli vescovi alla approva- cilio, ivi tenuto nell'anno 4*^
zione di quanto aveva operato. Però contro Pelagio, il quale fìnse di
nel santo concilio di Calcedonia ac- rinunziare a' suoi errori, come si de-
cusato Dioscoro di tanti enormi de- scrive al citato articolo.
litti, fu deposto a nome del Ponte- DIPLOMA. Patente, lettera del
fice s. Leone I, e cacciato in esilio principe, che accorda alcun privi-
nella Paflagonia, dove mori nell'an- legio, o simile, e dicesi per
titolo,
i privilegi presso gli antichi roma- tempi, tratti dai documenti i più
ni non erano altro che leggi di autentici dell'arte grafica, da carte
privati, indi furono concessi i Di- e manoscritti esistenti negli archi-
plomati dai principi, ch'egli vuole vi, e nelle biblioteche celebri ce.
fossero privilegi, o patenti conces- La imitazione poi della paleo-
se o a particolari personaggi, o a grafìa è un'arte mirabile per l'in-
terre; e Svetonio narra, che Au- dustriosa esecuzione , che richie-
gusto da principio usò il segno di de lungo esercizio , non comuni
una sfinge nel sigillare i Diploma- cognizioni, pazienza, e tempo; ina
ti; ed Ottone usò ne' Diplomati e per la felice cui è imitazione
nelle sue prime lettere, ch'egli giunta, è altrettanto pericolosa pei
scrisse ad alcuni presidi, di aggiun- diplomi, e carte antiche , e forse
gervi il cognome di Nerone. tempo verrà, che difficilmente si
DIP DIP 99
» dinare ". L'editore poi del les- monisteri da' Pontefici suoi prede-
sico diplomatico, ecco come su cessori, sono rammentati nelle sue
questo punto si esprime: » I diplo- lettere da s. Gregorio I Magno su-
» mi sono i testimoni più incor- blimato alla cattedra apostolica nel-
» ruttibili del diritto delle genti. l'anno 590. Il citato Mabillon, de
» Essi stabiliscono senza contrad- re diplomata lib. 2, asserisce che
» dizione la certezza delle date s. Leone IX del 1049, incominciò
m qualche volta oscurate dalle es- a segnare ne' suoi diplomi , e pri-
m pressioni ambigue di certi stori- vilegi l'era cristiana, ed a restrin-
» ci. Essi discuoprono la vera si- gere in un semplice monogramma
•» tuazione delle antiche città, le l'antica forinola Bene valete. Tal-
:
» de' loro beni, e de' loro privile- vocabolo di Papa, per cui il Ma-
» gi. Per mezzo delle carte si co- billon produce un suo diploma, nel
» nosce la serie degl' imperatori di cui sigillo di piombo, da una
» de' re , de' principi , de' duchi parte leggesi leonis vini, e dall'al-
» de' conti, de' grandi ufficiali ; si tra papae. Ma in un altro diplo-
» risale allo stipite delle illustri fa- ma dello stesso Pontefice , anterio-
» miglie ;ne distinguono i ra-
se re al precedente, perchè segnato
» mi, i d'onore, le insegne".
titoli nel primo anno del suo pontifica-
Il MafTei, nella Storia diploma- to, si vede cambiato l'antico uso
tica, pag. 88, dice che il nome di di porre da una parte il nome del
Bolle (Fedi) fu dato a' pontificii Pontefice, e dall'altra il vocabolo
diplomi pel sigillo di cera , o di Papae, mentre questo sigillo con-
piombo, che fu in uso d' apporvi. tiene le teste di s. Pietro , e di s.
che contano quattordici secoli dac- quando tenevano le loro corti ple-
ché furono scritti, con carattere cor- narie. Tuttavia si sa, che li firma-
sivo, non in gotico, ne longobar- vano di frequente, come eziandio
dico, ma difficili -a leggersi. Abbia- li facevano firmare dai grandi uf-
mo dal Donati, de' Dittici, pag. 5, fizi ali della corona, massime de' re
che nel paese dei tartari kalmuki di Francia. I diplomi de' partico-
fu ritrovata una libreria, i cui li- lari erano non solamente scritti da
bri erano formati di scorze d' al- uomini pubblici ma ancora veni- ,
1730, che ha per titolo: Politica gola invariabile, che se avvi caso
estratta dalle parole della Scrittura. in cui il diritto Q gius civile fosse
illustri controversie nascenti dal di- dee sostenere contro ogni urto, per
ritto dinatura e delle genti, che non difendere l'autorità, ed i diritti im-
sirinvengono nel gius civile. Gli stessi mobili della Chiesa. Dicono i me-
giureconsulti, se non hanno congiun- desimi canonisti, che se tale studio
to e 1' uno, e T altro diritto, sono ri- è pesante, né manca di difficoltà,
tenuti per imperiti dai dotti, men- queste sono vinte dai medesimi lai-
tre talmente è connesso il gius ca- ci, i quali volendosi dedicare alla
nonico col civile, che chi non pos- scienza del diritto civile, vi aggiun-
siede uno e l' altro, non può
e T gono anco lo studio di quella del
meritare, come dicono gì' intenden- canonico, per la stretta unione che
ti di tali scienze, il nome eccellente esse hanno. Molti poi sono i trat-
e decoroso di giureconsulto. Inoltre tati, in gran parte citati a' rispetti-
il gius ecclesiastico, che comune- vi luoghi di questo Dizionario, at-
mente dicesi gius canonico, chia- ti a dirigere con brevità, e con
masi anche gius divino per essere sicurezza in questo studio, tra' qua-
stato dato e prescritto con legisla- li la theoria et praxis juris ec-
tiva potestà da Dio al vicario di clesiastici del Cabassuzio ; VExpo-
Cristo il sommo Pontefice, per cui sitio juris ecclesiastici del p. Gi-
dicesi altresì gius a pontificio, ed raldi ; e le Institudones canonicae
tutti i pastori della Chiesa. Esso di monsignor Devoti. La giurispru-
emana come da pura .sorgente dal- denza canonica trae la sua origine
la sagra Scrittura, e tutto si ag- dalla creazione del mondo, ed è
gira nel regolare, e moderare la basata sulle divine leggi, che han-
cristiana polizia, acciò gli uomini no Iddio per autore. Dagli uomini
vivendo a norma de' canoni, sieno poi ha origine il gius umano, il
tradizione, l' autorità del romano e sentenze de' santi padri, e questo
Pontefice, le decretali dei Papi, i chiamasi gius scritto umano. Nu-
concili generali, o provinciali, gli merosi sono gli articoli del Dizio-
scritti e l'autorità de' santi padri ec, nario, che risguardano il diritto
sono i fonti essenziali della ragione canonico, come Bolle, Brevi* Ca-
e del diritto canonico, e sulla scien- noni, Concili, Congregazioni car-
za di questo poggia appunto la dinalizie , Costituzioni , Decretali
scienza della morale, e quella della ove parlasi pure delle loro colle-
polizia, e disciplina della Chiesa. zioni ec. ec. Cosi dicasi del diritto
Laonde è chiara la sua autorità, la come Codice, Digesto, ed
civile,
soggetti i religiosi, che avevano er- mio corpo, lo batto, e lo rendo li-
alla cintura una disciplina, colla vano peccato. Sembra pertanto che
quale si battevano per via, andan- l' uso della disciplina si stabilisse
do in processione per la visita delle nell'XI secolo, per redimere le pe-
basiliche, o altri luoghi santi, se- nitenze, che i canoni imponevano ai
condo la pia pratica di allora di peccati, e si redimevano non solo
siffatte società, che dicevansi per- per se, ma anche per gli altri, co-
ciò de' disciplinanti. Abbiamo mol- me si può vedere nel p. Mabillon.
tissimi esempi, dice il Bernini nel- Giacomo Boyleau, nella Historia
1' Istoria delle eresie pag. 4^ 2 > flagellantium, de recto, vel perver-
sul costume di disciplinarsi , co- so flagrorum usti apud christianos,
me esercizio di divozione , e morti- pretende che 1' uso delle volontarie
ficazione, o come obbligo di peni- discipline, abbia cominciato soltanto
tenza. Tali esempi si hanno nella verso la metà dell' XI secolo, al
sagra Scrittura, e vengono riportati tempo o eli s. Pietro Damiano, o di
da s. Pier Damiani , nell' epist.
7 s. Domenico Loricato, detto anche
ad Petr. monadi, lib. 6, non che l' incallito, perchè si disciplinava
dall' istesso s. Paolo, il quale, scri- durante la recita di tutto il sal-
vendo ai Corinti la lett. I, al cap. terio. Mabillon praef. iti saec.
Il
sue prefazioni. L' uso adunque del- denza de Papi, e si flagellarono nel-
la disciplina volontaria se è buono la chiesa di Pietro. Clemente VI,
s.
in se, dee però dalla prudenza es- che allora dimorava, condannò
ivi
Gregorio I, presiedendo alla scuola tuto cade nel disprezzo, nella nulli-
del canto romano, con una frusta, tà, e in certo modo canonicamente
o disciplina correggeva discretamen- muore. I menzionati tre voti sono
te, e minacciava i discepoli fanciul- il perno, e V essenza d' ogni rego-
li. Sulla flagellazione citeremo i se- lare istituto. Le differenze di abito
guenti autori, oltre i quali si può religioso, di vita contemplativa, at-
vedere l'articolo Penitenza Cesare : tiva, mista di esercizi speciali, ta-
Cardinal Baronio, ad Martyrol. Rom. lora con voto, inducono quella mi-
6 julii, de poena plumbaiis caeden- rabile varietà, per cui più bella, e
di reos ; Antonio Maria Lupi, sul venerabile è la Chiesa, e nelle va-
tormento delle piombate, tomo I, rie sue braccia operose, si pone nel-
Oper. diss. XII, p. 265; France- 1' attitudine di fare il vero bene, e
sco Ulradi Walteri Dissertalo
, la felicità degli uomini. Se nei na-
pliilologico-historico de poena fla- zareni, nel drappello de' figli dei
geltorum, et scorpionum tum apud profeti, tra cui fu principe Samue-
liebraeos, tum alias gentes, Rintelii le, al tempo della legge scritta, che
1731; Jo. Iacop. Scyppellii, Dis- al parere di s. Girolamo, ep. ^,
sertalo de rifu Jlagellandi apud ad Rusticum, lungo il fiume Gior-
IiomanoSj Witlembergae 1670; Cam- dano avevano fabbricato cellette, e
pegius Vitringa, dejlagellatione, si- vivevano di polenta, e di erbe, si pos-
ve fustigatione^ apud Judoeos 3 in sa ravvisare un'ombra di regolare
Archi sinagoga, e. 6 ; Aegid. Strau-
1 istituto, non è qui luogo a discutersi.
chius, de ri tu Jlagellandi apud Jua- L' antico patto però neh' infanzia
doeos, Helmstadii i65o, Wittem- non poteva da per se rendere per-
bergae n68;Jo. de Mauregnault, fetti gli uomini, mancava inoltre l'es-
*-a j^
nj DIS DKS
t.masio avesse in Roma introdotto 1' medio evo, progredì
oscurità del
i) monachismo, sembra raccogliersi prodigiosamente in numero, ed au-
dal medesimo s. Girolamo nella torità. Benemerito del mondo rav-
menzionala lett. 127, a Principia, vivò l'agricoltura, e le arti; la pub-
n. 5, ove dice della celebre vedova blica istruzione gli divenne privati-
romana Marcella, di cui stese l' e- va, e custodì, e trasmise sino a noi
logio: » Nulla eo tempore nobilumi codici, e diplomi i più preziosi, come
" foeminarum noverat Romae pro- si può vedere nel p. Mabillon, de
9» positum monachorum, nec aude- studiis monasticis. Dopo gli esercizi
•' bat propter rei novitatcm, igno- di erano con tale armonia
pietà,
>» miniosum, ut tunc putabatur, et divise ed
eseguite le incumbenze
« vile in populis nomen assumere. diverse, da non desiderarsi maggior
» Haec ab Alexandrinis sacerdoti- ordine ed unità. Ma le cose uma-
* bus Papaque Athanasio, et po- ne avendo di loro indole i perio-
« stea Petro (che gli fu successore), di di vigore, di stato, e di decresci-
* qui persecutionem arianae hae- mento, anche la monastica disci-
» reseos declinantes, quasi ad tu- plina, dopo alcun tempo , soffrì
n6 DIS DIS
esaminare l'economico di ciascun Congregazione della disciplina re-
convento, il numero de* religiosi golare (Vedi)y al quale articolo ri-
e di suggerire opportuni spe-
gli portami altre nozioni su questo ar-
dienti per riparare ogni disordine. gomento.
Dalla sollecitudine di questa con- Finalmente sembra potersi affer-
gregazione, il Papa si determinò mare, prescindendo dall' investigare
ad emanare la costituzione Instau- i tempi precedenti, che da s. Gre-
randaey data a' i5 ottobre i652. gorio VII del 1073, il quale ap-
Col tenore di essa furono soppres- provò i cluniacensi, sino al regnan-
si i piccoli conventi , incapaci a te Papa Gregorio XVI, quasi ogni
mantenere tanti religiosi quanti fos- Pontefice, di cento che furono, e-
sero necessarii pel servigio della mise una o più costituzione, o de-
Chiesa, e per l'osservanza della di- creto apostolico, o sulla disciplina
sciplina regolare. Nondimeno alcu- regolare in genere, o in ispecie per
ni conventi restarono poi subordi- qualche religioso istituto. Importò
nati alla giurisdizione de' vescovi mai sempre, che gli Ordini regola-
come dal celebre decreto Ut in ri, nati, e dati da Dio ne* diversi
parvis. tempi, e bisogni della Chiesa, collo
Intanto la congregazione mento- spirito, ed osservanza della disci-
vata continuò le sue decisioni in plina fossero la fiaccola, e le ma-
parte allora promulgate, e non fu ni, atte ad illuminare, ed aiutare
meno operosa successivamente a re- la Chiesa di Dio. In fatti gli Ordi-
mo giugno 1640; e di quelle d'In- rese noto alla Chiesa coli' esercizio
nocenzo X, di Alessandro VII, e colla sua pro-
delle cristiane virtù,
e Licei alias, oltre altri vari de- fonda dottrina. Abbandonata la pa-
creti sanzionati a tutela della re- tria, passò in Francia nell'anno
golare disciplina. Ad Innocenzo XII 652, e da per tutto ove egli si trat-
poi dobbiamo Y istituzione della tenne, fu ammirato ed onorato. Schi-
DIS DIS 117
"vo eglimai sempre di persuadere sedie, come la scienza, la nobiltà,
i popoli con vana ed affettata elo- la virtù ec. Finalmente la dispensa
quenza, predicava le dottrine di no- viene divisa in formale od espres-
stra santa religione con unzione la sa9 che si accorda con parole, o
più semplice, e commovente, che con altri segni, che indicano positi-
rendeva dolci e soavi le più severe vamente la volontà del superiore,
massime del cristianesimo. Nella ed in tacita, che si accorda non
diocesi di Magonza eresse un mo- direttamente in se stessa, ma in una
nistero, e tanto gradite furono le sue altra cosa, alla quale essa è unita
cure apostoliche, che venne consa- necessariamente.
grato vescovo regionario. Pieno di Per causa efficiente della dispen-
meriti mori santamente l'anno 700, sa, intendesi quella che ha il pote-
e la sua festa viene ricordata li 8 re di accordarla. Si distinguono poi
settembre. due sorte di poteri, l' ordinario, e
DISPENSA (Dispensatio). Le di- lo straordinario, ed il delegato. Il
spense ecclesiastiche sono concessio- potere ordinario è quello, che ap-
ni, derogazioni , o abilitazioni dai partiene ad un superiore, ed è i-
sagri canoni, disciplina e leggi ec- nerente alla sua carica; il potere
clesiastiche, od altro impedimento. delegato è quello, che si ha soltan-
Per quanto saggie, e necessarie sia- to per commissione del superiore
no le leggi , spesse volte vi sono ordinario, il quale può dispensare
giusti motivi di dispensare certi non solamente dalle sue proprie
individui dall'osservarle nel tale o leggi, ma anche da quelle de' suoi
tal caso. I canonisti definiscono la predecessori, e de' suoi inferiori. Il
seche, come quando la legge è trop- 1 33, dice che la dispensa è di due
po penosa, p. es. il digiuno ad una sorti 3 una è il rilassamento dal-
D1S D I S i
1
te; ed ogni dispensa accordata al- nuto in Parigi nel 1408, col rego-
trimenti sarà riputata surrettizia ". lamento 2, si prescrisse « Per aver :
di contrarre matrimonio colla so- toni. XVI, pag. 364 e seg., parla
rella di suo padre, del che molti a lungo di questo argomento. Gio-
allora si meravigliarono, giacche vanna di Valois virtuosamente ac-
con materiale ignoranza sosteneva- consentì al Divorzio (Vedi), e ri-
no, non esser questa dispensa della tirandosi in Bourges culi' appannag-
giurisdizione pontificia. È vero, che gio di trentamila lire, vi fondò
n6 DIS DIS
appellò alla santa Sede, per cui Cle- Primadi celebrare il matrimo-
mente VII chiamò a Roma la ri- nio, aveva Illirico Vili discacciato
soluzione ili questa causa famosa dal regno il Cardinal Campeggi,
la quale venne da lui commessa a ed alienato dalla sua grazia il Car-
monsignor Paolo Capizucchi deca- dinal Volsei lo che venuto in co-
;
no della rota. Fu per tre anni len- gnizione di Clemente VII, con bolla
tamente esaminata, colla speranza, de' 22 dicembre i53o, fulminò con-
che dentro a questo tempo acca- tro il re la scomunica, se tra un
desse qualche novità, la quale co- mese non si fosse riunito a Cate-
stringesse il re a desistere dall' in- rina sua legittima moglie , e non
giusta pretensione, ovvero, che si si fosse separato dalla meretrice Bo-
ravvedesse, avendo dato sotto Leo- lena. Ma le paterne industrie, ed
ne Xluminosi saggi di sua reli- ammonizioni usate sino allora dal
gione, e zelo cattolico. Ma Enrico Pontefice, e proseguite per tre an-
Vili, stanco di tollerare tanti in- ni, non giovarono ad indurre En-
dugi, da se medesimo si fece ar- rico Vili a miglior sentimento ;
bitro della causa, la decise in pro- per lo che, nel concistoro de' 2 3
prio favore, e nel 1 533 sposò se- marzo i534, alla presenza di ven-
gretamente Anna Bolena. Narrano titre Cardinali , tre soli de' quali
gli storici, che questa scaltra don- opinarono pel divorzio, formalmen-
na, per maggiormente invaghire il te Clemeute VII sentenziò , che il
alle suebrame, se non come legit- regina Caterina, era valido, e for-
tima moglie, sebbene avesse ad al- mo, e per conseguenza condannò il
dare tale dispensa. Il regio procu- con breve dato in gennaio 1617,
ratore, e in Lisbona il nunzio Sau- imponendo al duca, tra le altre
li persuasero Enrico in modo, che condizioni, di stabilire a Camilla
virtuoso com'era, non solo se ne un annuo e conveniente assegno.
convinse, ma non cedette alle ana- Allora il duca sposò Caterina de
loghe replicale istanze, che gliene Medici, sorella di Cosimo II gran
fecero le principali città del regno. duca di Toscana.
Considerando Clemente VIII che Urbano VIII nel 1624 dispensò
Enrico IV re di Frauda non ave- Enrichetta, sorella di Luigi XIII re
va successione da Margherita di Va- di Francia, di sposare il principe
lois, figlia del re Enrico lì, e so- di Galles Carlo, figlio di Giacomo
rella degli ultimi tre re di Fran- I re d' Inghilterra, come principe
cia, e che ad essa erasi sposato per accattolico, che poi divenne re col
violenza ; dopo avere maturamente nome di Carlo I.
esaminato sì delicato negozio, con- Innocenzo X nel 1646 creò Car-
discese alle replicate istanze di En- dinale Giancasimiro, figlio del re di
rico IV, e gli concesse il divorzio Polonia Sigismondo III, e religioso
con Margherita ,
perchè potesse della compagnia di Gesù ; ma es-
sposare Maria de Medici, figlia del sendogli morto il fratello il re La-
i*8 DIS DIS
tlislao, rinunziò la porpora, e con nel 1735 a Clemente XII vive
pontificia dispensa, sposò la di lui preghiere acciò nominasse all'arci-
vedova e rispettiva cognata, Maria vescovato di Toledo il suo figlio
Gonzaga duca di Mantova.
figlia del l'infante d. Luigi di Borbone d'anni
Morendo Giovanni IV di Bra- otto. Sebbene il Papa fosse bramo-
gansa re di Portogallo nel i656, so di mostrare il suo paterno affet-
gli successe il primogenito Alfonso to al re, pure considerando le dif-
VI, il quale dipoi nel 1668 a ca- ficoltà di contentarlo, per essere la
gione di sua incapacità, fu dai ma- istanza apertamente contraria a' sa-
gnati del regno dichiaralo impo- gri canoni, deliberò cambiarne la
tente di regnare, ovvero conferma- forma, coli' autorità di parecchi e-
rono la di lui rinunzia, come il sempi, concedendo con dispensa
clero dichiarò nullo matrimonio il pontificia all' infante le rendite di
della regina madamigella d' Auma- quella mensa, col titolo di ammi-
le, la quale per dissolutezza del nistratore temporale, e di commen-
marito, attestò essere egli inabile, datario, sinché giunto all'età cano-
e perciò non consumato il matri- nica, coli' episcopale consagrazione
monio; laonde suo fratello d.
il conseguisse la dignità arcivescovile,
Pietro li, il quale avea segreta cor- affidandone l' amministrazione spi-
rispondenza amorosa colla cognata, rituale a Frollano, arcivescovo di.
tosto ascese al talamo, ed al trono, Larissa in partibus. Quindi Cle-
prima col nome di reggente, e poi mente XII creò Cardinale l'infante
con l' autorità di re. Prima che i a*19 dicembre colla diaconia di s.
regi sposi celebrassero le nozze, do- Maria della Scala. Altra segnalata
mandarono la dispensa al Cardinal dispensa concesse Benedetto XIV
di Vendóme legato apostolico in collo stesso infante per le suppliche
Parigi, il quale subito la concesse. del re di Spagna suddetto, cioè
Però sull'autorità di lui essendo dell' unione dell' arcivescovato di Si-
nate delle dubbiezze, come sulla va- viglia a quello di Toledo, dopo
lidità del matrimonio, il re Pietro avere consultato una congregazione
li spedì in Roma a Clemente IX di Cardinali. Dipoi, nel 1754, il
il p. Villa gesuita, per supplicarlo Cardinale rinunziò alla porpora in-
di approvare il loro matrimonio, sieme alle menzionate sedi arcive-
mentre contemporaneamente il Car- scovili, per prendere moglie, con
dinal legato significò al Papa i mo- dispensa dello stesso Benedetto XIV,
tivi,che r avevano indotto a con- che su quelle mense assegnò al me-
cedere la dispensa. Clemente IX per desimo infante a titolo di pensione,
sìspinoso affare commise la causa e commenda, annui scudi centocin-
ad una congregazione di Cardinali, quanta mila. L'infante morì nel 1785,
e teologi, nella quale diversi furono lasciando un figlio dello stesso no-
i pareri, ma prevalsero quelli che me, che, nel 1800, fu creato Car-
favorivano il matrimonio ; il perchè dinale da Pio VII, colla diaconia
essendo stata dichiarata alla corte di s. Maria della Scala, e che in-
di Portogallo la pregnanza della sieme con dispensa apostolica ven-
regina, conveniva al Papa di prov- ne fatto arcivescovo di Toledo, ed
vedere alla pace del regno. amministratore del vescovato di Si-
Filippo V re di Spagna diresse viglia.
DIT DIT 1*9
DISSENZIENTI, ovvero OPPO- ed era padrone di far pace, e guer-
NENTI. Nome generale che si dà ra; ma la dittatoria durava solo
ìiell' Inghilterra a quelle diverse sel- sei mesi. Tizio Largio fu il primo
le, le quali in materia di religione patrizio fatto dittatore nell'anno di
e disciplina ecclesiastica sono discre- Roma 259 : ed il primo della ple-
panti dalla chiesa anglicana. Tali be fatto dittatore fu C. Manilio. Il
sono in particolare i presbiteriani, prode Camillo lo fu cinque volte.
gì' indipendenti, gli anabattisti , i Si fecero poscia dichiarare dittatori
quackeri, o tremolanti ec. perpetui, prima Siila, poi Giulio
DISSIDENTI. Appellazione, che Cesare, quale fu l'ultimo ditta-
il
naro, in canestri, in tazze d'argen- » inoltre de' santi, de' martiri, dei
to, e pugillari, o libretti d'avorio; » confessori, e finalmente di quelli
ma i donativi di maggior pregio » ch'erano morti nella fede orto-
erano i dittici, ed ornato d'oro era » dossa, per dimostrare quello stret-
quello che regalavasi all'imperato- » tissimo vincolo di comunione e
re. Neil' anno 384 Yalentiniano ,
» di amore, che fra loro anche
i32 D1T D1T
» morti manteneva ". Altri scrit-
si molta erudizione. Nel loro princi-
tori ai sagri dittici danno vari no- pio, quando il numero non
de' fedeli
mi ; ora li chiamano sagre, tavole, era tanto copioso, si può credere
come fece s. Procolo patriarca di che fossero formali di due sole ta-
Costantinopoli nel concilio calcedo- volette, ed allora più propriamente
nese, ora ecclesiasliei cataloghi, co- si potevano chiamare dittici. Lo
me vedesi presso edil Cotelerio, stesso osservano Negelein, e Cabas-
ora sante tavole, come
ha dal si suzio anzi questi chiaramente dice,
:
glossario greco del Du-Cange. Ap- ch'erano due tavolette, in una del-
pellaci eziandio dallo Svicero, mi- le quali venivano scritti i nomi dei
stiche tavole, e mistici dittici. Fu- vivi, e nell' altra quelli de' morti.
rono anche chiamati libri anniver- Il Goar, nel ritual. graecor. p. i2 3,
sariiy ecclesiae matricida , libri vi- è di egual sentimento, dicendo che
ventium, ovvero vìlac. È noto, che i dittici sagri erano di due tavolet-
la matricola soltanto è un catalo- te attaccate insieme in quella fog-
go, una descrizione, o un indice. gia appunto, con cui dipingonsi le
Presso gli scrittori ecclesiastici la tavole di Mosè. Ma essendo poi
matricola fu di due sorte, una su cresciuto il numero di quei, che vi
cui notavansi i chierici che parte- dovevano essere ascritti, erano ne-
cipavano degli stipendi delle chie- cessarie più tavoluccie, o membra-
se, l'altra ove si descrivevano i ne, e contuttociò si seguitarono a
poveri alimentati dalle chiese, onde chiamare dittici. Il citato Noris, e
furono appellati matriculae j e così Cristiano Lupo in dissert. condì.
matrìcularii, e matriculae erano chia- v. G. e. Vili, sono di avviso, che le
mali ancora quei poveri, ch'erano e- pagine, ond' erano composti, fossero
letti agli uffizi più vili della Chiesa, membranacee. Però lo Schmidt av-
come a scoparla, suonar le campa- verte, che quantunque i fogli fosse-
ne ec. Matriculariae furono dette ro membranacei, nulladimeno co- i
dinal Noris, dissert. hist. de synod. per potervi scrivere sopra, oppure
V, e. V, trassero la origine dai dit- per inserirvi i fogli membranacei.
tici consolari, di cui si tenne già Similmente quelli che servivano di
parola, ed unendosi alla sua opinio- coperta a' sagrosanti codici, si ve-
ne il Salig, cap. il, de origine devano adorni immagini,
di sagre
diptych. Eccl. p. 12, aggiunge
in a differenza di altri che si usavano
di più, che anco dagli ebrei, e dai o per quadri di altare, o per espor-
gentili possono avere avuto il loro li nelle solenni funzioni alla vista
cominciamento, e ben lo prova con del pòpolo. Questi, essendo lisci e
,
varlo con un passo tolto dall' Ec- mi de' sommi Pontefici, de' patriar-
clesiastica Gerarchia, attribuita a chi, de' vescovi, de' sacerdoti, prin-
s. Dionigio Areopagita, cap. Ili, §.
cipalmente degli offerenti, de' bene-
IX, in cui si legge, che la recita fattori, i titoli de' concili ecumeni-
delle sagre tavole, la quale si pra- ci, i nomi di tutti quelli eh' erano
tica dopo la pace, fa menzione di ascritti nel clero, degl' imperatori,
quei, che sono santamente vissuti, e dei re, delle auguste donne, e di
che costantemente arrivarono al ter- altriragguardevoli personaggi. No-
mine di una buona vita. Ciò per minavasi ancora qualcuno de' cir-
altro va creduto con riserva, dap- costanti, avvegnaché della plebe, co-
poiché è noto che, sebbene Natal me nota
il Noris, rimanendo tutti
Alessandro difendesse per sue le o- gli altri compresi sotto una comu-
mancano valenti scrittori, che attri- mulorum ec. Donde osserva il Ba-
buiscono ai dittici istituzione apo- luzio, de div. offlc. in capii, reg.
stolica. Martino Chladni, hist. sacr. francor. t. II, p. 1129, non essersi
rit. de diplych. veter.
§ X, ne ripor- costumato recitare il nome di tutti
ta l' origine al secolo secondo, ne i fedeli, ma solo di quelli, eh' era-
senza ragione, avendosi da s. Ci- no descritti nel sagro altare. Il Do-
priano nell' episl. X, il quale fu e- nati a pag. 4i rende ragione, se il
letto vescovo nel 247, che nel ter- nome del Papa venisse notato nei
zo secolo universalmente si costu- dittici di tutte le chiese; è però
mavano i dittici nella Chiesa. Di vero, che se in qualche luogo o-
diverse specie poi furono i dittici mettevasi la commemorazione del
ecclesiastici, e in diversi modi li Papa, veniva ordinato a' vescovi
classificarono gli scrittori. Il Du e ad altri superiori ecclesiastici di
Cange e' insegna, eh' erano di tre introdurla, come costume convenien-
sorti, cioè de' vescovi, de' vivi, e dei tissimo alla polizia della Chiesa, che
morti. Altri a due classi li ridusse- si nominasse nelle sagre liturgie il
ro, ma il Salig, con forti e sode nome del suo supremo pastore, lo
134 DIT DIT
die si da un canone del con-
raccoglie vescovo, in quei dell'arcivescovile il
cilio celebrato a Vaison nel 5ic). Ciò nome del metropolitano, e final-
pure comandò il Pontefice Pelagio, mcnlc in quei della chiesa metro-
dichiarando separati dalla comunio- politana il nome del patriarca, se-
ne di tutto il m'ondo cattolico, quel- guendo in tal modo 1' 01 dine della
liche non nominavano il Papa nel gerarchia ecclesiastica, e dimostrando
divin sagrifizio. Adriano II, nella quella dipendenza e soggezione, che
sua prima lettera scritta ai vesco- le inferiori sedi debbono avere al-
vi delle Gallie nell' 867, ordinò le superiori. Oltre ai nomi dei det-
ad essi di porre ne' codici, o dit- ti personaggi, s'inserivano anco
tici delle loro chiese, il nome di Ni- ne' dittici quelli di alcuni sacer-
colò I Papa, già defonto, facendone doti , ed altri del clero. Per ciò
commemorazione nel divin sagrifìzio; che riguarda i dittici dei moni-
ed ingiunse, che lo stesso si dovesse steri , vi è chi pretende, che vi
comandare dai vescovi agli altri fra- scrivessero i nomi con quest' ordine,
telli, ed a' sacerdoti delle rispettive o differenza. Se trattavasi di moni-
diocesi. La stessa cosa fu ancora sta- steri, soggetti a* vescovi, vi si nota-
bilitaogni qual volta si trattò del- va il nome del Papa, del metropo-
l'unione della chiesa greca colla lati- litano, del vescovo, e in fine quel-
na. Tanto domandarono Urbano IV lo dell' abbate ; ma se erano esenti,
a Michele Paleologo, e poi Grego- e che solo riconoscessero il sommo
rio X, il quale stabili con tre con- Pontefice, ne' dittici solamente si
Notisi però, che nei dittici non era- gO del canone, notato anticamente
no nominati quelli, i quali non a- colle lettere ili. ove ora si scorgono
vessero ancora soddisfatto al debito le lettere N. N. Fu anche costo me
della penitenza, e che coli' imposi- di mettersi i dittici sopra l' alta-
zione delle mani del vescovo e del re coi nomi degli offerenti, o be-
clero non fossero stati di nuovo am- nefattori. Nel monistero Uticcnse si
cap. IV, artic. Vili, num. i3, che Oltre i nomi de' superiori eccle-
quando il sacerdote era giunto a siastici, degl' imperatori, dei re, e
quella parte del canone, ove si do- de' benefattori, od offerenti, si regi-
veva fare la commemorazione pei stravano anche ne'dittici i titoli dei
vivi, il diacono allora, presi i sagri sacrosanti ecumenici concilii, per
dittici, pubblicamente leggeva i no- dimostrare in sì fatta guisa la ve-
mi di tutti quelli, che vi erano de- nerazione, che giustamente si aveva
scritti. Anche nella chiesa greca ta- a così sante e preziose costituzioni.
le lezione veniva fatta dal diacono, Questa pia e lodevole consuetudine
per cui si legge nel Goar : « 11
*
cominciò a praticarsi sino dal tem-
« diacono incensa d' intorno la sa- po di Giustino I, il quale fu assun-
« gra mensa, e i dittici ovvero ta- to all'impero l'anno 5 1 8, comedi
» volette, e fa menzione di quei segnarvi gli anatemi contro altri
y> morti, e di que'vivi, che più gli concilii, ed un esempio è quello ri-
m mirono, e de' viventi ". Tal pia bri de' morti, libri anniversarii, e
costumanza nominare
di i defonti libri di vita, in cui nelle chiese
dai dittici praticò anche la Chiesa cattedrali, collegiate, abbaziali , e
latina, come si legge nel libro de de'monaci si conservavano scritti i
divims o/Jìriis ; il quale benché par- nomi de'defonli, cioè de' vescovi,
li di qualche rito della suddetta de' canonici, degli abbati, de'fratelli,
chiesa nel memento de' vivi, con de' domestici, de' benefattori, e di
tuttociò in quello de' morti riferi- tutte le altre persone aggregate, an-
sce un uso speciale di recitare dai corché fossero straniere, al dire di
ditticii nomi de' trapassati. Il p. Salig. Di questi necrologii se ne
Berlendi afferma, che questi, od e- trovano nel VI secolo, e molti nel
rano recitati dal diacono, o il detto VII. Il Mabillon, Annal. Ord. s.
memento era scritto in tavoluccie Bened. t. Ili, p. 70, ci dimostra
separate dal canone, ov' erano no- anche la maniera tenuta da' mona-
tati i nomi di que' defonti, per cui ci, per far notare con ispeditezza i
chio del sacerdote celebrante i nomi rologio, e da' monaci dopo la le-
de' defonti, non soddisfacendo tal re- zione anco della regola, recitandosi
cita segreta a molte persone,, che a- ad alta voce il nome di quelli, del-
vrebbero desiderato di udire ricordati la cui morte ricorreva il giorno
ad alta voce i nomi de' loro fra- anniversario, accennandosi i benefi-
telli, perciò in vece dei dittici si zi fatti alle chiese, ed ai moniste-
istituirono i necrologii, ossieno li- ri, e cantandosi poscia in suffragio
bri de' morti, che talvolta si chia- di tutti salmo De profundis [Ve-
il
tanto ne' loro dittici verso gli orto- sono fatti dal celebrante partecipi.
dossi. Però il cancellamento dai dit- Racconta il Macri citato, che nella
tici non era irrevocabile, quando si chiesa di s. Lorenzo di Costantino-
fosse giustificata la persona, e riacqui- poli eravi una colonna di marmo
stato avesse l' estimazione. Il Pa- lavorata a scacchi che nel primo ;
3
tazione de' nomi sì de' vivi co- Donati, De dittiei degli antichi pro-
me de' defonti, è malagevole lo sta- fani, e sagri, coli appendice di al-
9
bilirsi. Sembra che nell' ottavo se- cuni necrologi, e calendarj finora
colo, ed anche nel nono in alcuni non pubblicali, Lucca 1753. Nel
luoghi ne durasse la consuetudine, proemio, e nelle successive erudi-
come Chiesa romana ce lo
della tissime note annovera la maggior
Remigio Antisiodorense, lib.
testifica parte degli scrittori sui dittici sagri
de celebrat. miss. 11 p. Le Brun e profani. Giovanni Cardona scrisse
vuole, che si proseguisse anche nel Trattato sopra i dittici, Tarracona
decimo, e dal p. Mabillon abbia- 1687; Michele Hertzio, Disserta-
mo, che si continuasse pure nel- zioni sopra i dittici, che pubblicò
l'undecimo, non già come rito, ma in numero quattro dal 1680 in poi;
come arbitrio tollerato. Quindi Leo- E liberto Rosweido, Dissertatio de
ne Ostiense, ed il monaco Erman- diptychis veter. christ. nel suo O-
no, lib. II, 73, pretendono che
cap. nomasticon ad vit. Patrum, pag.
nel secolo seguente andasse in disu- 1024.; Zaccaria, Disciplina populi
so, non essendo più che un arbi- Dei, tom. II, dissertai. XIV, pag.
trario costume. Tuttavolta nella 1 i4; il p- abbate Mauro Sarti,
chiesa greca 1' uso de' sagri dittici dissert. de vcleris casula diptycha,
ancora si osservava nel secolo XV. Faveutiae 1^53-, Gio. Stefano Du-
,,
chè co' monoteliti insegnasse una prende per la scienza vana, e su-
sola volontà in Cristo, ma solo per- perstiziosa, per la quale alcuni pre-
chè avesse favorito quelli, che l'in- tendono indovinare le cose nascoste,
segnavano, ed a ciò dato occasione, o future, per la invocazione espli-
del che si tratta nella biografia di cita od implicita del Demonio .
divini quelli, i quali sono ispirati Però dopo l' istituzione in esso del-
da Dio, o illustrati da un lume le monache, il monistero e la chie-
sovrannaturale, citando gli aposto- sa presero il nome del Divino Amo-
li. I teologi dissero Divus Paulus, re. Questa chiesa fu ridotta alla
ec. cosi citando i padri della Chie- bella forma, che si vede al presen-
sa, Divus Augustinus, ec. Mosè fu te, con graziosa facciata, per mu-
chiamato l'uomo divino, o piutto- nificenza di monsignor Saverio Giu-
sto l'uomo di Dio, e s. Paolo ap- stiniani, il quale accrebbe ancora
pellò il suo discepolo Timoteo il pio luogo di rendite maggiori.
l'uomo di Dio, nome che si suol Vi si leggono due iscrizioni in mar-
dare a quelli, che vivono santa- mo, che il De Angelis riporta a
mente. pag. 182. La prima ha l'effigie,
DIVINO, DIVO. V. Divinità'. e l'elogiò del lodato sacerdote Mo-
DIVINO Amore. Monache ago- rani, che viene in esso appellato
stiniane, istituite nel 170$ dal Car- servo di Dio quasi fundatori con-
dinal Marco Antonio Barbarigo 3 gregationis Divini moris sub re- A
patrizio veneto, vescovo di Corne- gula s. Francisci de Sales. Si di-
to, e Montefiascone, in questa città. ce, che fu insigne in virtù, in pie-
Desiderando il pio e zelante vesco- tà, in umiltà, ed in mansuetudine ;
vo di ivi formare un istituto di che visse anni cinquanta, e che
monache, diretto in ispecial modo moiì nel 17 16. Rammenta l'altra
al vantaggio delle donzelle, per la iscrizione, ed encomia le virtù esi-
loro morale, e civile educazione mie della nobile donna Falconilla
mediante una scuola, chiamò da Contucci Bracci, la quale rimasta
Pioma il buon servo di Dio d. Bia- vedova, si ritirò questo moni-
in
gio Morani sacerdote di Mercatel- stero con due tenere nipoti nate
lo, per formare lo spirito delle da una sua figlia maritata al no-
monache, e dare ad esse le regole. bil uomo cav. Giuseppe Avignone-
Egli vi corrispose pienamente; le si Balj di Montepulciano, le quali
monache furono collocate nella chie- poi fatte adulte, ivi vestirono l'abi-
sa, e nel monistero di s. Chiara to religioso.
di Montefiascone, la cui esistenza L'istituto due anni dopo fu ap-
risale al secolo XIV. Dappoiché provato e confermato da monsignor
narra il eh.Girolamo decano de Sebastiano Pompilio Bonaventura
Angelis, Commentario storico di patrizio di Urbino, successore nel
Montefiascone pag. 5g che nel
1 , vescovato al Cardinal Barbarigo, e
testamento di un certo Tuzio de progressivamente fiori a segno, che
Rubeis alias Femminella, del 20 divenuto nel 1734 vescovo di Mon-
giugno i363, esistente nell'archivio tefiascone il Cardinal Pompeo Al-
capitolare di quella cattedrale, ap- dovrandi, ne approvò le regole, e
vol. xx. io
i46 DIV DIV
poscia nel 17/J 2 » n Montefiascone volo speciale* Le principali occupo*
si pubblicarono stampe le colle zioni delle religiose, per ciò che ri-
Costituzioni e regole per le mona- guarda la vita attiva, si e di dare
che deW istituto del Divino Amore. sovente in diversi tempi dell'anno
Quindi essendovi fiorite in virtù gli esercizi Ignazio
spirituali di s.
e santità di vita diverse monache tanto alle donzelle, che devono ri-
nel pontificato di Pio VII, e nel- cevere per la prima volta la ss. Eu-
l'anno 1816, il prelato Basilio Ci- caristia, che alle donne adulte, le
caloni, sotto gli auspici d'un sì quali bramano rinchiudersi in simi-
glorioso Papa
(il quale assegnò un le ritiramento, e sì le prime, che
sussidio per mantenere una picco- le seconde, vi accorrono in copioso
la comunità, a cui tuttora l'era- numero. Le tengono inol-
religiose
rio paga annui scudi millecento ven- tre pubblica scuola, con gran van-
ti), volle a benefizio delle donzel- taggio della regione de' Monti, giac-
le romane trapiantarlo in Roma, ché da circa novanta fanciulle qui-
al quale lodevole e pio oggetto si vi sono istruite nella dottrina, nel
servì di una religiosa del moniste- leggere, e nei lavori propri del ses-
ro di Montefiascone assai pruden- so femminile, e gratuitamente. Il
di Napoli, i quali aveano per isco- Bibbiena abbia preso esempio l'A-
po il bene di tutta l' Italia, credet- riosto, anzi gareggia con quelle di
te ottimo consiglio di appoggiarsi Plauto. Scrisse ancora parecchie e-
al penetrante ingegno del Divizi, il pistole d' ottimo gusto, che si tro-
quale cosi venne a capo dell'affida- vano nella raccolta delle lettere ai
togli affare, che Giulio II in un principi.
trasporto di meraviglia non potè DIVIZZO Dionisio, Cardinale.
far a meno di non predire gran Dionisio Divizzo nacque in Bene-
cose di lui. Infatti, succeduto il Car- vento , e da Pasquale II fu innal-
dinal de Medici nella cattedra a- zato alla dignità Cardinalizia , ed
postolica, col nome di Leone X, all' episcopato Tusculano nell' an-
il Divizii fu creato Cardinale dia- no 1 1 1 2 circa. Venne ancora isti-
ni, e delle venerabili decisioni della » del vostro cuore permise a voi
Chiesa. Il concilio di Elvira col can. « Mosè di ripudiare le vostre mo-
8 dichiarò, che le mogli, le quali » gli ma al principio non fu così.
:
iugio ; il che da vari altri passi del segna che prima del divorzio di
nuovo testamento si rende vieppiù un conjuge convertito al cattolicis-
manifesto. mo, dall'altro rimasto infedele,
La quale massima
fondamentale debba questi essere per tre volte
di cattolica disciplina si conferma interpellato se vuole coabitare sen-
dalla pratica de' nostri maggiori con za scandalo, e disprezzo della reli-
•
lérit, et eam, quae dimisso a- due conjugi di tale specie non vi è
clullero alii nupserit, anathema mai stato sagramento; per cui la
,
lazione il cappellano maggiore Cor- trimonio era istituito come un' al-
tez vescovo di Modula, il quale, leanza indissolubile; 2. che Mosè
ad onta delle proteste dell' inter- cedendo alla necessità del momen-
nunzio pontificio, dichiarò nullo il to, permise di ripudiare la moglie,
matrimonio con sentenza in favore che non trovava grazia innanzi agli
della duchessa. Pio VI altamente occhi del suo marito; 3.° che il
.
sicché i sacerdoti potevano sposa- servanza presso gli ebrei; e tra mol-
re una vedova, ma non già una ti narra, che il sinedrio stesso, con-
fetti alle disposizioni del sovrano nome di questi eretici venne tal-
ec. Il Sarnelli, nelle Leti, eccl, spie- volta applicato anche ai discepoli
ga perchè la divota sia chiamata di Menandro, Saturnino, Basilide,
con questo nome, e mostra qua! Valentino ec. , perchè tutti in so-
sia la vera divozione. Sulle peni- stanza cadevano in questo errore,
tenze, e divozioni del secolo duo- benché andassero tra loro divisi
decimo, tratta il Bercastel, Storia nei punti di dottrina. S. Giovanni
del Cristianesimo, voi. XII, p. gì, apostolo, ed i santi Ignazio, Poli'
edizione veneta dell' Antonelli. carpo, ed Ireneo scrissero fortemente
DOARA. Sede episcopale della contro questa eresia, che poi andò
terza Cappadocia, secondo Com man- a poco a poco languendo. Tutta-
ville. Altri la dicono della seconda, via nel secolo sesto fu rinnovata da
nell' esarcato di Ponto, sotto la me- alcuni eutichiani o monofìsiti, i qua-
tropoli di Giustiuianopoli. Si chia- li volevano che il corpo di Gesù
ma pure Regodoaraj e s. Basilio Cristo fosse incorruttibile ,
perciò
la dice un villaggio nell' epist. io, incapace di patire. V. Incorrutti-
giacche era costume a' suoi tempi bili.
di stabilire vescovati nelle città, e DOCIMIUM, o DOC1MACUM.
nei villaggi. La sua erezione risale Città vescovile della seconda Fri-
DOG DOG i53
«\i\ salulaic, riell' esarcato di Sin- di dare un cenno generico delle
natla. Antonio, Eustachio, Leone, dogane dei domimi della santa Se-
Nicola, e Giovanni suoi vescovi vi de, come delle dogane di Roma, e
ebbero sede. Oriens Chrìst. t. I, delle principali leggi emanate per
p. 854. le medesime dai romani Pontefici,
DODA (s.). Fu questa santa ab- non riuscirà discaro, che brevemen-
badessa di un monistero di vergini te sia qui riportata alcuna erudi-
nei sobborghi Reims. Successe
di zione generica sulle dogane, e sulle
in questo officio alla sua zia s. Bo- gabelle, massime su quelle dei do-
va. Visse santamente, ed ignorasi mimi della santa Sede, con qual-
il giorno e l' anno di sua morte. che nozione risguardante il suo
Le reliquie di lei si onorano nella commercio. Dogana dicesi quel luo-
abbazia di s. Pietro nella città di go dove si scaricano le mercan-
Reims, ed i Bollandisti assegnano zie per mostrarle e gabellarle, e
la sua festa a' 24 d' aprile. talvolta pigliasi questo vocabolo per
DODONA. Città vescovile del- la gabella stessa, che si paga uel-
l'antico Epiro, Macedonia,
nella l' introdurre le medesime robe al
diocesi dell' llliria orientale, prima confine degli stati, nei porti marit-
sullraganea di Lepanto, poscia di timi, e nelle città, come alle loro
JNicopoli. La sua erezione risale al Porte [Vedi). Dogana fu detta anco-
secolo quinto, e più di cinque ve- ra Doana e Dohana, e sembra che
scovi vi ebbero sede. La valle di sia originata dai saraceni, presso i
Dodona, che diede il nome alla cit- quali si diceva. Dovano il palazzo
tà, è celebre nell' antichità pel suo dei sultani, in cui riponevano i lo-
iàmoso oracolo di Giove, uno dei ro tesori, come osserva Vincenzo
più antichi della Grecia, esistente Belvacense nello Specchio istoriale
nel rinomatissimo tempio, in cui e- al lib. XXXI, capit. CXLV : onde
ravi un fàggio consagrato al nume. argomenta, che Dogana per avven-
La foresta di Dodona, esistente nel- tura fu detto quel luogo, ove si
la valle, è sempre ripiena di bel- pagano le gabelle. Infatti Ugo Fal-
le quercie. Narrasi, che il famoso cando il quale fioriva ne' tempi
,
cii. Dall'Italia passò il nome di ed altri variano tutti circa all' eti-
dogana, e forse l' idea di quell' of- mologia di questa voce. Lo Spo-
ficio, in Francia, e in altre parti, ni o, nelle Miscellanee dell' antichità
e si accomunò a tutti gli uffizi sta- erudita 3 alla sez. Ili, pag. 92, in
biliti nel regno, affine di percepire proposito di una certa lapide de-
le gabelle, i dazi, o i diritti sulle dicata DEO MERCVRIO CISSONEO. ec. ,
dopera questo vocabolo in altro si- principio un' imposta sul sale, la
gnificato nel fine della vita di Ste- quale, secondo Mezaray, fu inventa-
fano III del 752, come risulta dal ta dagli ebrei, e il cui nome trae
contesto di questo scrittore, nel t. I la sua origine dalla parola ebraica
,
te gabella del vino, gabella del pe- Si congettura, che dagli egiziani
sce, gabella del sale, e simili; ma si debbano ripetere i primordii del
il nome di gabella rimase tuttavia dazio, o gabella doganale, per quel-
applicato particolarmente all' impo- lo che cominciò a ricevere dagli
si
sta del sale, e quindi questa in al- arabi sui prodotti delle loro con-
cuni luoghi nominossi semplicemen- trade. La storia poi e' insegna, che
te gabella senza alcuna aggiunta. in Roma le saline furono per qual-
pascolare i loro animali ne' campi tutte le altre cose venali, come si
Prima però di parlare delle do- teremo, che Marini ne' suoi er-
il
terici si valsero del loro prodotto fìcile sarebbe prima di tal tempo
per essere munifici col pubblico, e il voler dare nozioni sui sistemi da-
caritatevoli col popolo. Tutta volta, ziarii, e doganali, a cagione delle
fatto il confronto delle imposizio- troppo note circostanze di quei
ni , che i sudditi degli altri so- lagrimevoli tempi, in cui guerre,
vrani pagano o soddisfano, tanto fazioni, e scismi segnarono un'epo-
nelle passate epoche, che nelle o- ca infausta nella storia, sinché Mar-
dierne, sempre risulterà che i sud- tino V restituì a Roma, all'Italia,
diti pontificii sono i meno gravati, ed alla cristianità la pace, e l' or-
a cagione della clemenza
paterna dine. Tuttavolta agli articoli Ca-
dei Papi, e che solo da imponenti mera Apostolica, ma meglio agli
circostanze si videro obbligali adim- articoli Tesoro Pontificio, Tesorie-
porre dazi, e gabelle, e decretare ri Pontificii, e Sovranità' de' ro-
regolari norme, e leggi doganali, mani Pontefici, senza rammentare
delle quali pure si tratta agli ai- altri relativi articoli del Dizionario,
ticoli Lanifici, e Seterie. Rammen- come pei domimi pontifìcii, Anno-
teremo poi, che la sovranità pon- na e Grascia, ec. Saline, ,
Vaca-
tificia, ebbe origine verso l'anno 7 3o bilisti ec. , Agricoltura, ec. , si
sotto s. Gregorio II, e che già nel rinverranno analoghe nozioni fìnan-
pontificato di Adriano I dell' anno ziarie, e sui diritti, tributi, censi,
vranità del romano Pontefice, an- cessore di gran Paolo III, pel-
lui, il
Pio V, che gli successe nel i566, eresse un luogo di Monte (Fedi)
oltre di aver permesso al re di Fran- estinguibile al sei e mezzo per cen-
cia, per sostenere la guerra cogli e- to, con quelle condizioni che si leg-
reticiugonotti, di alienare fondi, e gono nella bolla di erezione. Inol-
beni ecclesiastici per la somma di tre Gregorio XIII introdusse l'esi-
cinquecento settantamila scudi, tro- to del sale per la Lombardia, co-
vandosi esausto il tesoro pontifìcio me il transito del sale grosso per
pe'sovvenimenti dati a Malta, al- Ancona. Quindi, per compassione
l' Ungheria, e ad Avignone, non che verso i poveri, estinse affatto la
alla stessa Francia, per cui si con- gabella del macinato, che Giulio III
sumarono seicento cinquanta mila aveva di nuovo imposto, in vigor
scudi: d'oro, dovette gravare con della quale con grave peso de' privati
imposizioni i propri sudditi, il cle- si cavavano due carlini per ogni
ro, e gli Ordini religiosi. Il solo rubbia di grano, e meritò che in
senato romano diede cento mila Campidoglio gli fosse erettauna
scudi, laonde a tal esempio anche statua. Al citato articolo Luogo di
molte città d' Italia aiutarono la Monte si riporta ciò che fece Sisto
Francia. Tutte queste notizie, e le V riguardo ad essi, ed alle gabel-
altre che -riporteremo, nella mag- le assegnate al pagamento de' frutti.
gior parte sono tratte dalle vite Clemente Vili, col disposto del-
de' Pontefici, scritte dal Novaes, la costituzione Ex apostolicae ser-
il perchè ad ognuna si potrà ris- vitutis officio, data agli 8 marzo
contrare quanto qui riuniamo. Que- i5g4, esentò dalle gabelle la città
sto articolo può servire, come tan- ed il porto di Ancona (Fedi), co-
ti altri del Dizionario ,
per chiu- me si dice a queir articolo, insieme
dere la bocca a quelli, che de- alla conferma, che di tal franchigia
clamarono sul denaro, il quale si fecero altri Papi. Dell' esenzione di
manda dagli stranieri a Roma pel gabella accordata da altri alla città, e
conseguimento di ciò che doman- porto di Civitavecchia (Vedi), si parla
dano, sebbene qui non si riportino a quell'articolo. Clemente Vili, allor-
tutte le contribuzioni imposte dai quando in persona prese possesso di
Papi al loro stato, per soccorrere Ferrara,e del suo ducato, tra i benefizi
quelli degli altri. Sul denaro che di cui le fu largo, le accordò le dimi-
viene a Roma abbiamo il trattato nuzioni de'dazi, e delle gabelle. Tut-
di Marchetti. tavolta succedendogli, nel 160 5,
Appena nel 1572 fu creato Gre- Leone XI, subito sgravò i sudditi
gorio XIII, tolse il quattrino della pontificii da alcuni tributi impo-
carne porcina, aggiunse però la sti da Clemente VIII pel manteni-
soldale da Urbano Vili, e cosi po- strando rammarico per non poter
tè abolire alcune gabelle; anzi, estinguerla del tutto. Nel 1674 si
nell'anno santo i65o, tolse la ga- trovò Roma in Spiacevoli emergen-
bella di sei paoli per nibbio al ze. Il Cardinal Pai uzzo Albertoni-
macinato, e siccome voleva del tut- Altieri, nipote adottivo di Clemen-
to levarla, alla sua morte gli si te X, eh' era alla testa del gover-
trovarono perciò preparali seicento no, come Camerlengo di s. Chiesa
mila scudi, mancandone duecento (Vedi), per rendere le dogane più
mila alla somma necessaria per ef- fruttuose, impose una nuova gabel-
fettuare benigno disegno. Ales-
il la del tre le mer-
per cento a tutte
sandro VII, nel morire nell'anno ci che entrassero in Roma, com-
16674 lasciò undici gabelle Sovra- prese quelle appartenenti a* Cardi-
imposte nel suo pontificato, per nali, ed agli ambasciatori, per cui
cui Clemente IX appena eletto in si calcolava un accrescimento an-
gran parte diminuì i tributi, prin- nuo alla camera apostolica di ven-
cipalmente quello del macinato timila doppie d'oro. Sebbene il
annullandone l'appalto. Per accom- governo ritenesse che gli ambascia-
pagnare poi questo pubblico van- tori si abusassero dell' esenzione lo-
taggio con un bell'atto di eroica ro accordata, essi vi ripugnarono,
moderazione, volle che nell'editto, e pretesero di non essere obbligati
che ciò partecipava a' suoi sudditi, al pagamento della menzionata ga-
non figurasse il suo nome, ma quel- bella.Nondimeno ai 18 giugno il
lo di Alessandro VII, perchè aveva Cardinale fece pubblicare un edit-
per siffatta estinzione accumulato to, che fu seguito da altro confer-
delle somme. Oltre a ciò, per e- matolo degli 1 \ settembre, nei
stinguere molte gabelle, delle quali quali si dichiarava, che tutti, niu-
Roma, e gli altri luoghi dello sta- no eccettuato, erano sottoposti alla
to erano da molti anni aggravali, '
nuova gabella, sotto pena della con-
Clemente IX istituì una congrega- fiscazione della roba, e di altre pe-
zione, che gli meritò nella sua mor- ne. Se ne offesero i Cardinali , e
te le lagrime Nel voi.
de' sudditi. gli ambasciatori, ma a questi il
nare l'ideato piano, che Pio VI dazi. A norma delle nuove tasse
volle pubblicato nel medesimo an- doganali, potevano rendere esse al-
no. Dichiarò pertanto con editto, la camera apostolica un milione
che tutte le antiche gabelle, impo- circa di scudi all'anno. Ma siccome
sizioni, e gravezze, sotto il titolo da queste dogane si esigevano i
Che tali provvidenze fossero giu- stato devono essere dai rispettivi so-
ste, necessarie, e provvide, lo di- vrani protette, e incoraggi te, aven-
mostrano monsignor Paolo Yergani do nel 1791 Mariano Pandolfi sco-
nella sua opera sull'importanza, e perta una vena di terra atta a fab-
sui pregi del nuovo sistema di fi- bricare vasellami, egli lo premiò con
nanze dello stato pontificio; e l'au- diverse sovvenzioni di denaro, e glie-
tore della memoria anonima stam- ne mandò pure la privativa per
pata nel 1791 con questo titolo: diciotto anni. Informato inoltre il
Memoria sul sistema delle doga- zelante Papa, che ne'suoi stati era-
ne ai con/ini dello stato ponti- si introdotta la fabbricazione dell'ac-
ficio. qua forte, dell'olio di vetriolo, del
Le menzionate critiche ebbero precipitato rosso, del cremor di
altresì da una progettata
origine tartaro, e dei sugo di lequirizia,
imposizione, che però non ebbe ef- generi tutti di comun uso, per ren-
su di ogni rubbio di ter-
fetto, cioè derne maggiore lo spaccio, aumentò
reno di tutti quelli dello stato. A il dazio di detti generi, che prove-
questo scopo nelle diverse provincie nivano dall'estero, di un diciotto, o
erano stati spediti agrimensori, e si venti per cento.
calcolò che poteva rendere circa Correndo l'anno 1796, essendo-
tre milioni di scudi all'anno. Al- aumentato il valore della mo-
si
mente, a'2 3 settembre i835, ema- anno uscì il regolamento per ren-
nò il chirografo risguardante l'an- dere più caute, più economiche, più
damento della direzione generale semplici, e sollecite le operazioni
delle dogane, dazi di consumo, ma- daziarie delle dogane. A' i5 dicem-
cinato, ed esercizi annessi. In esso bre 1837, il lodato tesoriere rese
confermò il disposto dal suo rego- noto, che, a sempre più reprimere
lamento organico de' 29 dicembre il contrabbando, il quale non solo
i832, in cui dichiarasi, che la dire- pregiudica l'interesse dell'erario, ma
zione generale delle dogane dipende quello eziandio della industria in-
dal tesoriera to. A questa direzione terna, ed insieme a rendere più si-
appartengono i macinati, i dazi di curo il movimento del commercio,
consumo^ e le altre privative came- e più regolare la vigilanza degli
rali, unitamente alle regie de' sali e agenti doganali, determinò con in-
tabacchi, alle saline di Ostia, Corne- declinabili norme le strade per le
to, Cervia, e Comacchio, all'appal- quali si potevano portare le merci,
to della neve e ghiaccio di Roma, che debbonsi professare a dazio, sia
tiro delle bufale per le rive del d'introduzione, sia di transito, sia
Tevere (questo è stato soppresso d'estrazione, nelle dogane pontifi-
nel decorso anno, e sostituito dai cie.Questa notificazione conteneva
legni a vapore, de' quali si tratta pure l'elenco de' porti, scali, e stra-
,
rie dogane, e colle analoghe rispo- dazi, anzi minorandone anche di-
ste. In data de' 7 novembre 1839, versi. Tuttociò venne operato dal
fu pure pubblicato il regolamento paterno cuore di Gregorio XVI, e
per la riforma dell' amministrazio- dallo zelo, dall'attività, e cognizione
ne delle dogane. A' 3i dicembre del Cardinale Antonio Tosti , suo
di detto anno pupblicossi il rego- tesoriere generale.
lamento sulle franchigie dai diritti Il nome di Dogane di Roma è
d' introduzione, di barriera , e di antichissimo, e tale chiaramente
consumo . relativo a derrate e mer- apparisce dai bandi In generali.
ci provenienti dall'estero, in favore quello del i63o, del Cardinal Bar-
(lei componenti l'eccel lentissimo cor- berini camerlengo tanto si legge,
DOG DOG 169
neir appalto accordato dalle mede- contemporaneamente negli altri sta-
sime doga») e a Francesco Ravenna. ti, piti che mai crescerebbe la me-
minarono gli appalti, perchè ebbe- consumo di Roma, e dell' agro ro-
ro principio le amministrazioni ca- mano, e V amministratore per la re-
merali, e perciò nell'archivio della verenda camera apostolica, per la
computisteria camerale a quell'epo- amministrazione de' sali e tabacchi,
ca incomincia la scrittura regola- che corrisponde colla direzione ge-
re. Una seconda amministrazione si nerale delle dogane. Nell'adunanza
trova dal 1730 al 754 laonde 1 • si de' 2 settembre 1839 dell'accade-
rileva che le dogane pontifìcie ed i mia pontificia de' Lincei in Campi-
vari modi di esigere i dazi, ora fu- doglio, il eh. Germano Doria, uno
rono per appalto, ora per ammini- de' più antichi, onesti e colti mini-
strazioni, ed ora per conto diretto stri doganali, lesse una sua interes-
della reverenda camera apostolica, sante, e dotta memoria, il cui tito-
come è al presente. Ripeleremo lo è questo: DeW influenza del si-
ancor qui, che non deve recare me- stema doganale Pontificio sopra l'in-
raviglia, se alcuni dazi imposti e cremento delle arti, manifatture e
tolti successivamente, tornarono ad commerciali dello stato. Egli dimo-
imporsi di nuovo, si diminuirono stra eruditamente, che un ben re-
ed aumentarono a cagione delie cir- golato sistema daziario è l'unico mez-
costanze de' tempi, dei bisogni del zo a far prosperare le arti, e le ma-
governo pontificio, e dell'animo nifatture indigene dei rispettivi sta-
sempre caritatevole de' sommi Pon- ti. Dall'egregio e eh. Angelo Galli, at-
tefici, che di frequente accorsero ai tuale computista generale della R.
bisogni della cristianità, e persino C. A., abbiamo una dottissima o-
delle più rimote regioni. E se si pera riguardante questo argomento,
volesse fare il confronto, e mettere e tutti i rami di commercio inter-
in paragone i dazi, che vigevano no, ed esterno dello slato pontifi-*
,
i
7o
DOG DOG
ciò, intitolata Cenni econornici-sta-
: mae topographia, per un marmo
astici sullo stato pontificio con ap- ivi ritrovato, di cui egli fa chiara
pendice, e discorso suW Agro ro- menzione. Prima erano
le colonne
mano, mezzi di migliorarlo,
sui tredici, e benché danneggiate dagli
Roma i84o. Passiamo a far paro- incendi, le superstiti pur conserva-
la dei tre edifici delle dogane di no la loro bellezza. Il eh. avv.
terra, della dogana di Ripa gran- Corsi , delle pietre antiche , ediz.
de, e della dogana di Ripetla. Di seconda pag. 3 18, asserisce che le
quelli delle altre principali dogane undici colonne sono di marmo lu-
dello stato pontifìcio, se sono de- ne use. Mirabile è il detto cornicio-
gne di speciale menzione, si tratta ne di marmo greco danneggialo
ai rispettivi articoli. dal tempo, e restaurato con istuc-
co, per cui volgarmente si crede di
Della Dogana di Terra. un solo pezzo. Si legge nel Vasi,
Itinerario di Roma, t. I, p. 37,
Questo edifizio è nobilitato col- che dal cortile di questo edifizio
r essere compreso ne' magnifici a- si vedono alcuni avanzi del magni-
vanzi del tempio di Antonino Pio, fico cornicione interno, che ancora
o, come dicono altri, di Marco Au- sostiene alcuni gran pezzi della vol-
relio, che chiamossi pure Antoni- ta della cella, la quale era tutta
no. Tal tempio, o basilica, il quale di mattoni, ornata di compartimen-
-vuoisi dedicato all'imperatore Marco ti riquadrati di stucco. Questi a-
Aurelio divinizzato, si dice ancora, vanzi appartengono al lato setten-
che fosse dedicato ad Antonino, e trionale, ed il Nibby è dell'opinio-
a Marte. Non va taciuto , che al- ne di quelli, che li dicono appar-
cuno crede i detti avanzi abbiano tenenti al portico di Nettuno, eret-
appartenuto al famoso portico det- to nell'anno 728 di Roma da A-
to di Nettuno, ovvero portico de- grippa in memoria delle vittorie
gli Argonauti, così chiamato dalla riportate. Avea quel portico un'a-
famigerata pittura rappresentante rea assai vasta ; ma nell' anno 8a
tali eroi, che era stata collocata nel della nostra era arse con altri limi-
portico di Nettuno. Questo portico, trofiedifìzi. Adriano lo ristaurò, e
secondo il parere di altri, sorgeva continuò ad esistere sino al secolo
piuttosto nelle vicinanze. Il Piazza, quarto. Alessandro VII voleva sgom-
nell'Eusevologio Romano, p. 164, brare le colonne degli avanzi del
e. XII: Della nuova fabbrica della masso della volta, ma lo stato cal-
dogana di terra a piazza di pietra, cinato delle colonne non glielo per-
citando il Nardini, Roma antica, dice, mise.
che il avanzo delle undici
nobile Nel pontificato di Clemente XII,
colonne di marmo
bianco scanalate, in uno scavo fatto nella piazza., fu
le quali adornano la faccia esterna trovato un angolo del cornicione
della dogana di terra, per la di- del medesimo portico, gentilmente
versità de* capitelli , architrave e intagliato con teste di lione, che
continuazione dell' ordine Corinto servivano per lo scolo delle acque,
sieuo del portico annesso alla basi- il qual grosso frammento fu col-
lica di s. Antonino, di che ren- localo nel passaggio , che dal pa-
de ragione il Marliano, Urbis Ro- lazzo de' conservatori conduce al-
DOG DOG 171
la rocca capitolina. La piazza, ove tato Bonanni riporta il prospet-
s'innalza l'edifizio di cui andiamo to tanto della dogana che del pa-
a parlare, si chiama pietra; giac- lazzo , in uno alla medaglia co-
ché, al dire del Venuti, Roma niata (avente in giro 1' epigrafe :
num. romanis 9 prese tal nome dal- medesimo prospetto della dogana
la quantità grande di frammenti e avente sul cornicione undici statue
massi di marmo di ogni grandez- rappresentanti le undici provincie
za, che si vedevano ammonticchia- del dominio della santa Sede, com-
ti ne' secoli di mezzo, e che prove- presa quella di Avignone, e Car-
nivano da questo, e dagli altri e- pentrasso, giacche forse eravi il pro-
diflzi annessi dedicati a Marco Au- getto di collocarvele. In a p. fatti,
Roma per terra, chiudendo gì' in- fatti in piazza di pietra nei ponti-
tercolunnii, con uno spazioso cor- ficati Paolo III, Innocenzo X,
di
tile, e facendo magazzini per le ed Alessandro VII ; per cui sino ai
merci, che giornalmente vi s' intro- nostri tempi la piazza non era tut-
ducono, e gli uffizi pei ministri. E ta selciata, come lo è al presente.
siccome il provento dell' edificio lo Tali bassorilievi sono ora in Roma,
assegnò all'ospizio apostolico, nel nel Campidoglio, nel palazzo Ode-
portico chiuso da cancelli di ferro, scalchi, Pamfìly, ed in Na-
a villa
sotto due medaglioni di marmo, poli nel museo Borbonico. Di que-
scolpiti coli' effigie del Salvatore in ste sculture fece menzione Aurelio
basso rilievo, qual insegna dell' o- Vittore, dicendo, che ivi erano col-
spizio, si legge : locati i simulacri delle romane pro-
vincie, provinciarum memoriae.
HOSPITII APOSTOLICI
PAVPERVM INVALIDORVM. Dogana di Ripa grande.
chi, e del cav. Carlo Fontana, nel quegli eserciti. Altre notizie sui ti-
tadini. Questo doge accrebbe il suo sigillo di piombo sino dagli antichi
potere poco a poco, e di mano in secoli. Il Cancellieri, nella sua Let-
mano che s' ingrandì quello dello tera sopra V origine della parola
stato. Verso la metà del secolo de- Don, dice, che il doge di Venezia
cimo pigliava già il titolo di Duca era chiamato Domino, e Domina-
( Fedi), equivalente a quello di doge. lo , oltre il titolo di serenissimo
Circa quel tempo alcuni attribui- principe, ed a pag. 60 riporta ana-
scono all' imperatore Berengario il loghe erudizioni.
privilegio conceduto al doge di bat- La moglie del doge prendeva il
tere moneta. Certo è, che la mo- titolo di dogaressa : un tempo era
neta si batteva sempre in suo no- trattata come una principessa, ma
me, e prima anche col suo slemma poscia, cioè dopo il secolo XVI, non
gentilizio, ma poscia questa cosa si venne nemmeno coronata. Conti-
praticò solamente di rado. All'ar- nuavasi per altro a coronare il do-
ticolo Denari si è detto , che il ge, quale in progresso non fu se
il
ducato prese il nome da quello del non che un fantasma di maestà del
doge di Venezia Giovanni Dando- principe, imperocché la veneta ari-
lo. 11 Sanuto dice, che acquistossi stocrazia ritenne o si appropriò tut-
tal moneta il nome di ducato, for- ta 1' onorando il doge sol-
autorità,
se per la figura, e il nome del do- tanto di una vana ombra dell'au-
ge in essa Racconta il
impressi. torità. Conviene poi osservare, che si
Vettori, nel suo fiorino d'oro illu- procedeva alla elezione del doge con
stralo, pag. 1 1 9, che per V abuso solenni, e regolari forme, a guisa del
fatto da Nicolò Trono, venne or- conclave de' Cardinali. I fratelli ed
dinalo per legge del i485, che i i figliuoli del doge, per l'ordinario
dogi non potessero far mettere i non potevano possedere le prime
ritratti loro nelle monete. La stessa cariche della repubblica, ne ottene-
proibizione fu fatta verso 1' anno re prelature, e benefizi dalla santa
i47 1 sulle loro armi, e sulle in- Sede, eccettuato il cardinalato. Ma
segne gentilizie. La repubblica pe- della dignità del doge di Venezia,
rò accordava, che si coniassero le della sua serie cronologica, delle sue
monete col nome de' medesimi do- prerogative, e de' privilegi a lui
i
74
DOG DOG
conceduti dai Pontefici, massime da DOGMA, o DOMMA. Dogma,
Alessandro III, si parlerà all' arti- placitum. Parola greca, che signifi-
colo Venezia. Pompeo Sarnelli, nel ca, massima, sentimento, assioma,
tomo IX delle sue Lelt. eccl. , let- esposizione, o principio stabilito di
tera III, num. 7, fa menzione del- alcuna scienza; e dicesi piti parti-
le principali insegne di onore, e di colarmente dei punti in materia di
dignità del doge veneto, dell'acco- religione, degli articoli di fede cri-
litoche nelle solenni funzioni lo stiana, e cattolica. Così
diciamo i
precedeva in vesta paonazza, con dogmi, o dommi della fede, per e-
cereo non acceso in mano, e del- sprimere le verità da Dio rivelate,
l'anello, che si tolse dal dito Ales- e che noi siamo obbligati a crede-
sandro IH, dandolo al celebre, e re ec. ec.
benemerito doge Sebastiano Ziani, Dogmatico, o dommatico si chia-
acciò sposasse in segno di dominio ma tutto ciò, che appartiene, o con-
il mare
Adriatico. Giovanni Zanetti cerne al dogma. Dicesi perciò un
scrisse Della berretta ducale dei
: giudizio dommatico quello, che trat-
dogi dì Venezia j opera che venne ta sui dommi, e sopra alcune ma-
pubblicata nel 1779. Nel 1840, terie, le hanno relazione al
quali
dalla suddetta tipografia di Gio. domma. Per fatto dommatico poi
Battista Merlo in Venezia, con bel- s'intende un fatto appartenente al
la edizione in foglio, fu pubblicata domma ec. ec.
la Serie dei dogi di Venezia intaglia- Dogmatizzareo dommatìzzare,
ti in rame da Antonio Nani, giun- insegnare. Questo termine alle vol-
tevi alcune notizie biografiche estese te si prende in mala parte, ed in
da diversi; e specialmente dal chia- senso odioso, per esprimere cioè
rissimo ingegnere Giovanni Casoni. l'azione di un uomo, il quale se-
La
repubblica di Venezia aveva mina errori, e principii perniciosi.
gli Ordini equestri e cavallereschi Cosi dicesi, che Calvino, e Socino
della Calza (Vedi), della Stola d'o- cominciarono a dommatizzare in se-
ro (Vedi), e di s. Marco (Vedi). greto, e che incoraggiti dal nume-
Siccome poi il doge qual principe, ro delle persone sedotte, dissemina-
o capo della repubblica veneziana, rono più apertamente le loro opi-
conferiva od investiva di detti Or- nioni.
dini quelli, che n'erano stati insi- Qualora un uomo insegna quelle
gniti dal senato , cosi godeva del cose, che comunemente sono cre-
diritto di conferire un altroOrdi- dute e professate nella Chiesa, ov-
ne cavalleresco, detto 1' Ordine del vero propone le sue opinioni senza
doge, o del prìncipe di Venezia» pretendere, che sieno adottate, pron-
Egli conferivalo entro la sua sala to a ritrattarle, e correggerle, se la
Dole, e le dette sedi, nel 1198, In- grande amico di Paolo IV, questi ai
nocenzo III ordinò che Dole, e 1 5 marzo 1 557 lo creò Cardinale col
nel tona. II, pag. 938, registra ot- sto senso certamente conviene in-
to vescovi di Dolica, neh' Oriens tendere ciò, che per ischerzo so-
Christ., cioè Archelao, che inter- leva dire s. Pier Damiani, alluden-
venne al memorato concilio, Olim- do ad Ildebrando arcidiacono (po-
pio, Ciro, Mari, Abibo , Atanasio, scia Papa s. Gregorio VII), meri-
Timoteo, e Filosseno. Il Terzi no- tamente ministro favorito del Pon-
mina anco un Marino, eletto al tefice Alessandro II col famoso ,
mata la voce Doni; mentre le det- noi. Non solo i cristiani sostituiro-
te sigle non significano altro che no la domenica al sabbato osser-
Deo Opti/no Maximo. Che Do- vato dagli ebrei per onorare la ri-
innus e Sanctus sieno titoli dati ai surrezione di G. C. ed ancora la
santi, lo dice il Ga rampi nelle discesa dello Spirito Santo sugli apo-
Meni. Erri, pag. 66 e 74. pur avvenuta in questo giorno,
stoli,
cita,giorno domenicale, giorno del neomenie degli ebrei colla loro leg-
Signore. Il Mamachi, de costumi ge. Negli scritti degli apostoli, e
de primitivi Cristiani pag. 1 54, dei loro discepoli si fa menzione
tom. Ili, dice che la domenica da della domenica, 1 Cor. e. io, v. 2;
essi primo del
fu chiamata, giorno Apocal. e. 1, v. io; Epist. Bar-
sabbato, o il primo giorno dopo nabat n. i5. Cosi questo mo-
il sabbato; ed anche una sabbati, numento della risurrezione del
cioè un giorno dopo il sabbato, o Salvatore è stato stabilito dai te-
primo giorno della settimana, uni- slimoni oculari nella data stessa
formandosi allora i cristiani in ciò dell' avvenimento , e celebrato da
all'uso degli ebrei. Fu inoltre chia- che furono più a portata di
quelli,
lebrava il sabbato. I primi cristia- ta, che meglio risponda alla santi-
ni trasferirono al giorno seguente tà del giorno del Siguore, giorno
il riposo, che Dio avea comandato, nel quale, per le virtù e per li ine-
DOM DOM 179
riti della sua morte, la nostra vi- poveri, gli orfani, le vedove, gl'in-
ta è anche ella uscita dalla re- fermi, i prigionieri ec.
gione de'morti. Clemente di Ales- Le ragioni principali per traspor-
sandria, Strom. lib. 7. pag. 877, tare alla domenica il santo giorno
rischiara questo passo allorché spie- della settimana, detto sabbato, fu-
gando in che sia il vivere confor- rono due. La prima, e più impor-
me alla santità del giorno del Si- tante, si fu di onorare i mento-
gnore, dice: » Chi osserva il van- vati grandi misteri della risurrezio-
» gelo, fa di sua vita il giorno del ne del Signore, e della discesa del-
» Signore; perchè, rinunziando ad lo Spirito Santo, che furono ope-
» ogni pensiero di peccato, diviene rati in domenica. Con questo ul-
» veramente figlio della luce, che timo mistero venne promulgata la
« vale a dire non inlertiene la sua nuova legge, o legge di grazia, e
» mente che in pensieri santi, e col primo Gesù Cristo consumò la
n puri, e così rende gloria alla ri- vittoria da lui riportata sul pec-
» surrezione del Salvatore , Adun- cato, e sull'inferno, e compì la
que i primi cristiani chiamarono grande opera della redenzione degli
giorno del Signore quel dì della uomini. Il nominato s. Ignazio mar-
settimana, ch'era consagrato agli tire, e molti altri padri della Chie-
esercizi della religione. Tuttavolta, sa ci assicurano, che la domenica
sebbene i primi cristiani dessero era uu giorno santo della settima-
a questo giorno il nome di giorno na in tutto il mondo cristiano, e
del Signore, quando però parla- che si celebrava in onore del mistero
vano a' pagani l'appellavano giorno Leone
glorioso della risurrezione. S.
del sole. S. Giustino martire, nel- 81 ad Dioscorum Alexan.
1, epist.
tus sit caltuì divino, Lipsiae 1 683; della Pentecoste, perch'erano più
Dies Dominicus, sive succinta nar- adattali al soggetto di questi gran-
rano ex s. Scripturarum, et vene- di misteri, che non la lettera ordi-
randae anliquitatis patrum teslimo- naria, la cui serie in quei giorni
niis concinnata, et duobus libris di- s interrompeva.
stinta, Londini i63g. Il Valesio al In progresso si fece lo stesso nei
passo dell' orazione in lode di Co- giorni delle feste dei santi, final-
stantino e. IX, ove Eusebio chiama mente in tutte le domeniche del-
184 DOM DOM
l'anno, nelle quali secondo i tempi lieri, figlio di un artigiano di Fi-
si applicavano questi testi o lezioni, renze, nacque nel 1 356, e professò
che perciò furono appellati Dome- in età d'anni diciotto nell'Ordine
nicali. Quest' ordine di lezioni do- de' predicatori. Quantunque sino al-
menicali come dura al presente, da lora non avesse ricevuta educazio-
alcuni viene attribuito ad Alcuino ne dell' intelletto, pure in pochis-
maestro di Carlo Magno, e da al- simo tempo sopravvanzò i condi-
tri a Paolo diacono, ma col solo scepoli per maniera che tutti do-
fondamento, che questi adattò cer- vettero ammirarne la elevatezza del-
te omelie dei padri a que' testi, i lo ingegno. breve divenne pro-
In
quali si erano tratti dalla Scrittu- fondo teologo, ed eccellente orato-
ra, laonde si può ritenere, che tale re : anzi datosi con impegno alla
distribuzione risalga ad una epoca predicazione, converti gran numero
più antica. di peccatori in diverse parti della
DOMENICALE. Tovaglia, o faz- Italia. Recatosi a Venezia, gli riu-
zoletto bianco, in cui anticamente scì di riunire buon numero di ze-
le donne ricevevano 1* Eucaristia, lantissimi religiosi nel decaduto con-
come si dice all' articolo Comunio- vento di s. Domenico, e si adoperò
ne (Vedi). Altri pensano, che fosse con molta efficacia perchè si fon-
un velo, col quale le donne cuopri- dasse in quella città il celebre mo-
vansi capo nel ricevere la san-
il nistero delle monache appellato del
ta comunione, secondo l'antica di- Corpus Domini. Un altro convento
sciplina, che le donne in chie- del suo Ordine fondò in Fiesole;
sa doveano recarsi col capo coper- e qual fosse la santa disciplina che
to. Altri sono d' opinione, che il in esso egli avea introdotta, ben ne
domenicale fosse un fazzoletto, in fanno testimonianza quegl' incliti
cui ne' tempi delle persecuzioni si uomini che di là poscia usciro-
ricevesse il corpo del Signore, per no, tra' quali tien luogo distinto il
potersi comunicare a casa. Il con- dottissimo s. Antonino arcivesco-
cilio di Auxerre del 578 ordinò, vo di Firenze. Il Pontefice Gre-
che le donne si comunicassero col gorio XII, avuta notizia dei vantag-
proprio domenicale, cioè col fazzo- gi grandi, che il Domenici procura-
dava la rinunzia di lui, ogni mez- l' Ordine dei padri predicatori. La
zo impiegò a persuaderne Grego- città di Calaroga o Calaruega, nel-
rio XII, il quale depose la difesa la diocesi di Osma, nella vecchia
de' suoi diritti, e fece generosa ri- Castiglia, fu patria a questo insi-
nunzia. In quel consesso allora an- gne confessore della santa Chiesa.
che il Domenici si spogliò delle car- Quivi di Felice Guzmano e di Gio-
dinalizie insegne, e si pose a sedere vanna di Aza trasse i natali l'an-
tra gì' inferiori prelati. I padri pe- no 170. Che il Signore volesse da
1
rò, che ben conosceano il suo va- lui cose non ordinarie, se ne avvi-
do agli segnatamente ed
sgraziati provvedere, nel 1206, fondando il
agli infermi, così che a ventun an- monistero di Nostra Donna di Pro-
no di età vendette ogni suo avere ville, presso Fanjeause. Assoggettò
affine di giovare alle indigenze le religiose, che vi si ritirarono, al-
d'altrui.Compiuti gli studi a Sala- la regola di s. Agostino, aggiun-
manca, fu pubblico professore di gendovi altre costituzioni, approva-
Scrittura santa a Pulenza, ed in te da Gregorio IX, ed ebbe la
questa città incominciò pure ad consolazione di vedervi educate al-
esercitarsi nel ministero della paro- la pietà otto fanciulle, che doveano
allora era infetta della eresia degli giorno nelle opere di misericordia,
ed ebbe il dolcis-
SÌlbigesi (Vedi), servendo ai poveri carcerati ed iu?
simo conforto di convertire in una fermi. Ad eccitare lo spirito apo-
notte il padrone della casa in cui stolico nei ministri del Signore, di-
avea dimorato. Questo primo frut- visò d'instituire un Ordine di uomi-
to lo incoraggiò all'impresa di ar- ni religiosi, i quali accoppiassero
restare l'impetuoso torrente della gli esercizii della contemplazione a
eresia, che menava rovina in quel- quelli carità più operosa, e
della
le regioni, e sostenuto dai consigli specialmente nella predicazione del-
del Pontefice Innocenzo III, vi si la divina parola, di cui tanto ab-
dedicò interamente. Lungo sarebbe bisognava la Chiesa a' suoi giorni.
il raccontare le durate fatiche, le Quest' Ordine chiamato 1' Or-
fu
soiferte Contraddizioni, gli operati dine de' predicatori, e volgarmen-
,
il tempo che gli sopravvanzava era Oltre vite antiche del gran
le
titre anni ricevette 1' abito religio- Segni, e finalmente un altro in So-
so benedettino da Dionisio, detto ra fuori della città in luogo piano
anche Donnoso, abbate di santa vi- nella congiunzione de' fiumi Fibre-
ta, nell'anno 974. Quindi nell'an- no, ora Cannello, col Liri, nell'an-
no 980 fu mandato a Monte Cas- no io 11, e dove nell'età di circa
sino, e mostrando desiderio di vi- ottanta anni morì nel di 11 gen-
vere solitario, e far penitenza, chie- naio io3i. Per questo s. Domeni-
se ed ottenne di potersi ritirare in co è chiamato di Som. Tale luo-
un monte della Sabina, presso Scan- go chiamasi Isola,, e Benedetto da
driglia, esercitandosi in opere da Foligno, parente di s. Domenico ,
che oggi Porca, e si fermò in una do con ciò sul territorio a mezzo
caverna per tre anni continui. Ivi di s. Domenico, le divine benedizio-
da un angelo , coni' è tradizione ,
ni, ed il suo patrocinio.
fu alimentato, e gli venne poscia Al presente la caverna, che abi-
suggerito di erigere alle falde ,
tò il santo nel monte
della Porca,
e presso una sorgente di limpide si venera ridotta in cappella, come
acque, un monistero che dedicò ad anche l'antica chiesa di s. Barto-
onore di Dio, e di s. Ba itolo m meo lommeo da fondata, esistente
lui
i quali ,
partiti i benedettini che dati di alcuni superiori del rispet-
prima l'occupavano, ne assunsero il tabile Ordine certosino, nel volu-
possesso a' 25 settembre dello stes- me XI del Dizionario a pag. io3
so anno
, a mezzo del priore Ra- dicemmo alcune cose della gran
dulfo con dodici religiosi. E qui Certosa di Trisulti a tutti notissi-
noteremo, che la fiorente, ed os- ma, perchè sebbene separata dal-
servante comunità monastica di Tri- l'umano consorzio, è dedita al so-
sulti, a* 4 ma g§'° 1843, si recò stegno de' poveri, ed al soccorso ed
appositamente in Alatri a tributare ospitalità de' passeggeri. Quindi a-
al regnante Pontefice Gregorio XVI vendo noi dato ad essa per fonda-
la sua ubbidienza e divozione, avente tore s. Domenico
Loricato, mentre
alla testa Benedetto Menegucci
il p. in vece ne fu fondatore s. Dome-
priore della medesima, il quale poi nico abbate, nato in Foligno così ,
ebbe l'onore di ricevere lo stesso per amore della storica verità, ab-
sommo Pontefice nel medesimo biamo qui aggiunte le biografie di
giorno in Ticchiena Grangia, luogo questi due santi, acciò venisse ret-
della Certosa di Trisulti, con ogni tificato l' involontario equivoco , e
maniera di rispetto ed ossequio. T errore in cui siamo incorsi.
Finalmente questo servo di Dio è DOMENICO, Cardinale. Dome-
chiamato s. Domenico di Cocullo, nico dell'ordine de' preti fu as-
perchè in questo borgo dell'Abruz- sunto a tale dignità da s. Gelasio
zo ulteriore secondo , nel regno di I, Papa del fyi. Ebbe il titolo dei
Napoli, e soggetto al circondario di santi Aquila e Prisca nel monte
Piscina, nel passarvi, il santo abba- Aventino.
te lasciò un
suo dente ed il fer- , DOMENICO, Cardinale. Dome-
ro mula, istrumenti co'quali
della nico prete del titolo di s. Prisca.
l'onnipotente Iddio per mezzo di Troviamo il nome di lui tra quelli,
ed ancora sussiste il suo bel tem- quale ebbe perciò la gloria di es-
pio, di cui molto si loda la cap- sere il primo ad erigere una cat-
pellamaggiore per la splendidezza tedra vescovile in America, ed a
degli ornati. Vi si vedevano antica- mandarvi eziandio il primo vesco-
mente anche molte chiese, e con- vo, come affermano Mireo, Noiitia
venti, ma il numero n'è diminui- episcopatuum, ed altri storici. A-
to. Sonovi pure de' passeggi assai lessandro Giraldini, di nobilissima
ameni, e quattro piazze pubbliche, famiglia d'Amelia, dalle chiese ve-
una delle quali è bellissima, e deco- scovili di Volturaria, e di Monte
rata. Questa città è la più antica Corbino fu da Leone X trasferito
del nuovo mondo. al vescovato dell' isola di s. Domin-
Bartolommeo Colombo, fratello di go, la cui città allora era la capi-
Cristoforo, celebre ammiraglio, e tale dell' isola Spagnuola, e di tutte
principale discopritore dell' Ameri- le Antille, e perciò residenza del
ca, nel i49^ fabbricò la città sulla vice-re, e governatore pel re di Spa-
riva sinistra dell' Ozama ma : circa gna. Il Giraldini, passati sette an-
un secolo dopo, e nel i5g4, fu ni, ivi santamente morì nel i5ai,
quasi interamente distrutta, in con- dopo avere mandato a Leone X
seguenza di un violento uragano. un memoriale, afììne di ottenere
Una moltitudine innumerabile di varie grazie, in vantaggio spiritua-
formiconi 1' ebbero poscia infestata, le , ed a favore di tutti gli ame-
per cui il governatore Ovando pen- ricani convertiti alla fede in quelle
sò di abbandonarla, erigendo una immense regioni ; richiedendo ezian-
nuova città nel luogo, che occupa dio di poter pubblicare un giubi-
al presente. A seconda dei rappor- leo, ed altre indulgenze. Implorò
ti degli storici spagnoli, s. Domin- pure sovvenzioni per la fabbrica
go giunse al più. alto grado di della cattedrale di s. Domingo; re-
prosperità verso la metà del secolo liquie insigni da essere collocate
XVI. Il capitano Drake prese la nella cattedrale; il permesso di po-
i586, e la devastò
antica città nel ter erigere un ospedale., ed un o-
in gran parte, per costringere gli spizio pei poveri ; la facoltà di com-
abitanti a pagarne il riacquisto. mutare la restituzione de' beni tol-
VOL. xx. i3
kg4 DOM DOM
ti agli mediante limosine,
uccisi, vicende di questa regione, e le ul-
ecl opere pie ; di comprare gli schia- time rivoluzioni, ed cangiamento
il
DOM DOM i
95
Papa regnante dichiarò delegato iuum meum intende. Nicolò Aleman-
apostolico della sede di s. Domin- ni, de parielinis
Lateranensibus a
go, e dell'intera repubblica, monsig. pag. 68, Titulus D. N. , a cui ha
Giovanni Ingland vescovo di Char- aderito anche Pietro de Marca., de
lestown, incaricato dell' interinale Concordia sacerdotiì et ìmpe.rii ,
amministrazione spirituale. Quindi col. 276, spiegò l'iscrizione del Tri-
nel 1842 il medesimo Pontefice no- clinio lateranense, scssimvs. d. n.
minò in "vece di lui per delegato leo papa, e rileva che il titolo di
apostolico, monsignor Giuseppe Ro- d. n. non era stato dato a verun
sati, vescovo di s. Luigi negli Sta- altro Papa prima di s. Leone III
ti Uniti. eletto nell'anno 79,5; e ch'essendo-
DOMINUS, Signore (Vedi). Non si sempre più stabilito l'antico so-
istaremo qui a ripetere quanto già vrano dominio dei Papi sopra di
si è detto sull'uso di questo titolo, Roma, da quel tempo in poi, ve-
agli articoli Dio, e Doni (Fedi); nivano chiamati Domini Nostri, e
titolo che fu attribuito nei primi ne' rituali auguravasi D. N. Pa-
secoli della Chiesa ai santi, come pae vita, come tratta Joh. Schlem-
rileva il Gai-ampi, de Nummo Be- mius, de acclamationibus veterum,
ned. Ili pag. 161, e poscia ai ve- Jenae i665. Egualmente ancora
scovi, ed in ispecial modo ai Roma- dicevasi : imperatori vita, et vieto-
ni Pontefici. Tuttavia pare che si ria. V. Fran. Bernardino Ferra-
usassc talvolta una distinzione, cioè rio , de veterum acclamationibus
che il Dominus si riserbasse pel et plausu, Mediolani 1627. Che
solo Iddio, e agli uomini si attri- cosi fossero pure chiamati gì' impe-
buisse il Domnus, del quale par- rotori nelle lapidi, e nelle medaglie
lammo al citato articolo Dom. Mol- d. n. domino nostro Caesari; re-
te cose disse sul titolo di Domino, rum dominus, e che pretendessero
Teodoro Hoepingk nel suo Trattato essere chiamati Orbis terrarum Dò-
de insi-
giuridico- storico- filologico mini, et orbis terrarum mundi,
gnium sive armorum prisco, et no- eruditamente il dice il Cancellie-
vo jure, cap. XXII, num. 68, ri, nella sua lettera sub" origine del-
titolo di Domina si dava nel 1 3o5 quando Y Angelo disse alla beata
alla sola ahbadessa. Domina espri- Vergine: Ave Maria, grada piena,
me il sesso, il men-
grado, e l'età; Dominus lecum. Così si trova usato
tre Dominae furono chiamate le con più persone, come quando Booz
imperatrici, le sorelle degl' impera- salutando i suoi mietitori, disse lo-
tori, le regine, e le matrone. Il ro, Dominus vobiscum, come si ha
medesimo Garampi nell' illustrazio- dal cap. 2 del libro di Rut. Si
ne del Sigillo della Garfagnana, legge poi nel lib. 2 de' Paralipo-
p. 69 dice, che fu convenientissimo, meni cap. 2, che il profeta man-
e proprio de' Cardinali il semplice dato da Dio al re Asa, disse Do- :
titolo di Domini nei secoli XIII e minus vobiscum, quia fuistis cum
XIV, qualunque sia l'accessione Domino. Al medesimo modo il sa-
di altri più onorifici, che ad essi in luto de' vescovi, che in luogo di
appresso fu fatta, specialmente da dire Dominus vobiscum, dicono
chi parlava in loro presenza, o di- Pax vobis, e anticamente Pax vo-
rigeva ad essi qualche scritto, loc- biscum, ha fondaménto e deriva
chè può vedersi all'articolo Curia dalla Scrittura, perchè l'Angelo dis-
Romana {Vedi). Aggiunge il Ga- se a Daniele cap. io: Noli timere
rampi, che corrispondente al Do- vir desideriorum ; Pax confor-
libi,
minus fu nella nostra lingua vol- tare, et esto robustus. Nel nuovo testa-
gare il titolo di messer lo Cardi- mento parimenti il Signore salutò
nale, come leggesi negli scritto- i suoi discepoli dicendo: Pax vo-
ri italiani di que' tempi. Conchiu- bis,Lue. 24 , et Joan. 20, ed ai
deremo col dire , che dappoiché medesimi per quando entravano in
il Dominus fu introdotto tra i pri- qualche casa prescrisse il saluto:
mati, non e titolo di dignità, ma Pax huic domui, il perchè i vesco-
nome di pura officiosità; e sol vi , successori degli apostoli , nello
denotante stima , e rispetto ver- stesso modo salutano Che il popolo.
so l'altro, con cui si usa. Tale è se si domanda, per qual cagione si
il Domine mi assai frequente nelle usi nella messa, e nei divini uffizi,
lettere di Ennodio; e Domine
il salutare il popolo colle parole Do-
fraler in quelle di Sidonio, come minus vobiscum, et Pax vobiscum,
ha ben rilevato il p. Santinelli. V. risponde il medesimo s. Pier Da-
Parisi Istruzioni p. 5o, sulla paro- miani con queste parole: » Sacer-
la Dominus, e l'articolo Don di que- » dotalis autem salutatio ideirco
sto Dizionario, non che il Macri, Not. « flt in Ecclesia, ut sacerdos pacem
de vocab. eccles. verbo Domnus. « habere cum tota plebe fìdelium
,,
1, cap. 87, dice che il Pontefice s. bìscum, per dimostrare, essere sa-
Clemente I lo abbia stabilito con cerdote come gli altri, secondo la
decreto nella Chiesa, ciò che altri spiegazione che ne dà il dottissimo
attribuiscono all'antecessore s. Cleto, Innocenzo III, lib. 2 de myster.
che fu creato Papa l'anno 80. Hu- missae.
go nel lib. 2, cap. 1 1 dice, che Tanto al Papa che al vescovo
forse tale stabilimento si deve a il o ministri inservienti,
ministro,
s. Anacleto, immediato successore ovvero il coro de'cantori, anche al
di s. Clemente I, anzi il Novaes Pax vobis, rispondono et cum Spi-
alla vita di quel Papa riporta l'opi- rìtu tuo. Che a s. Gregorio I, al
nione che abbia ordinato che i sacer- Pax vobis sit semper vobìscum, ri-
doti celebrassero soltanto in luogo spondesse un angelo et cum spiritu
sagro, e dicessero il Dominus vobis- tuo, lo dicemmo al voi. IX p. 27
cum i e 1' Orale fratres almeno a del Dizionario. Sempre poi si prò-
,
98 DOM DOM
n uncia il Dominus vobiscum, in vanti l'orazione il plurale Oremus
pumero plurale, ancorché vi fosse ma Orem non si potrebbe dire in
presente un solo, o nessuno, per- fine delle lezioni: Tu antan Do-
ché il sacerdote parla colla Chiesa, mine miserere nobis, ma misererò
e con tutti i fedeli, come dice il mei ; non si potrebbe dire nell'in-
Alacri, il quale riporta le analoghe vitatorio , Regcm apostolorum , o
parole di s. Pier Damiani: » Si Regem marlyrum Dominimi veni-
»> vero venerabilium sacerdotum te adoremus , ed altri modi simi-
» consuetudo laudatur ut solus so- li, che spesso occorrono nel di-
» li recte dicat Dominus vobiscum, vino offizio. Su quest' argomento
m neque sit absonum, neque ab scrissero inoltre il p. Menochio,
-•*ecclesiastici ordinis censura semo- Stuore tom. II, pag. 61, cap.
» tum; quid officit si et singulariter XXXVI; Dell'opuscolo del beato
« quis positus id ipsum dicat"? Laon- Pietro Damiano intitolalo: Domi-
de il sacerdote scomunicato non può nus vobiscum, e del contenuto in
pronunciare questo saluto, ancorché esso; Rocca, de salutatione sacer-
recitasse privatamente l'ufficio da se dotis in Missìs , et divinis officiis,
solo. Navarro, de orat. e. 7. num. nec non de ministri, vel chori re-
16. Il diacono, secondo il sentimen- sponsione, hoc est Dominus Vobis-
to di Durando, lib. 4> c a P- *4j cum, vel Pax vobis, et cimi Spi-
non deve pronunziare il Dominus ritu tuo, et cur ab episcopo in pri-
vobiscum nella recita delle ore ca- ma missac salutatione dicatur Pax
noniche,ma solamente nel leggere vobis, et non Dominus vobiscum ?
il vangelo della benedizione del in tomo I, oper. p. 2 36; Jo: Henr.
cereo, perchè nel primo caso par- Mayer, Diss. de formula Dominus
la in vece di Cristo, nel secondo vobiscum, Gryphis 1702; Sarnelli,
rappresenta il medesimo risuscitato. Dell''epistola , del vangelo, e del sa-
Altri però pensano che si possa luto Dominus vobiscum, t. IX, lett.
iìzio solo, non si potrebbe dire a- Terzi, nella Siria Sagra, p. 122,
DON DON 199
dice che Stefano colloca Domizio- Io presso gli spagnuoli, in gran
poli neir Isauria, e Tolomeo nel- parte oriundi dai galli, e presso i
Spagna, in cui vari conti sono ap- « di non erano chiamati Don. in
pellati col titolo di Donino j poscia >» altri non davasi questo titolo ai
sotto Giovanni III, re di Casliglia » giovani da ammogliarsi, o prima
e Leone del i4o6, cominciò l'uso « che fossero capi di casa. I con-
che i primogeniti dei duchi, mar- « ti Catalogna
di Barcellona, e di
chesi, e conti si distinguevano col » non erano chiamati Don, per
titolo di Don purché fossero ricchi, » osservare il costume di Francia
cioè grandi. 11 re quando ne crea- » ove ne i re, né i grandi si chia-
va qualcuno, gli dava un penda- « mano Don ". La venuta degli
glio o caldaio, che servendo ai sol- spagnuoli in Italia, prima sotto il
dati per cuocere il rancio, pel pran- re di Spagna Ferdinando V, e poi
zo e per la cena, era presso gli sotto Carlo V imperatore, rese co-
spagnoli un'insegna di onore. mune il titolo di Don nel regno
Verso il principio del secolo deci- di Napoli, ove ancora è in uso, non
mo quinto i cantabrini credendo solo per tutte le persone ecclesiasti-
che questo titolo non convenisse ai che, ma ancora per le laiche di nobi-
secolari, incominciarono a darlo sol- le, e di civile condizione, essendo
tanto ai vescovi, ai religiosi, e ai titolo di onore secondo la frase spa-
sacerdoti; ma non avendolo voluto gnuola. Tuttavolta in seguito tanto
dimettere ed avendolo
i secolari, nel regno di Napoli, che in Sici-
assunto molte monache, e femmine lia^ il titolo di Don fu dato abu-
spagnuole chiamatesi Donne, o
, sivamente anche alle persone igno-
Duenas , scemò di rarità, e di bili, com'era seguito ai tempi di
pregio e poco a poco essendosi
, Marziale del Dominus, che i pa-
permesso che ognuno se lo pren- droni stessi davano a' loro servi.
desse a suo talento^ passò anche Vasquez di Gama immortale per
all'infima plebe, e fino agli stessi la scoperta del passo del Capo di
ebrei prima che fossero espulsi Buona Speranza, per andare alle
dalla Spagna, come si legge nel Lu- Indie orientali, dal re di Portogal-
nig, Cerimoniale dell' Europa p. lo Emmanuelle II fu ricolmato di
20. Puread essi era stato proi- onori, e il successore Giovanni III,
bito da Paolo IV nella bolla Quum nel i524, lo creò vice-re dell'Indie,
nimis, del i555, Bull. P. C. p. e grande di Portogallo, onorando-
32i, tom. IV; ed è perciò che i lo del titolo di Don per lui e per
DON DON 201
la sua posterità. A quei tempi nel signori, e signore che hanno il
grande. Allora, fattosi maggiormen- versità dei dogmi, e 1' orrenda con-
te forte il partito, ed acquistato il fusione d'una eresia, che si com-
nome dal novello usurpatore, si batteva da sé medesima ne' diffe-
diede di piglio alle armi, strignen- renti partiti. Ciascheduno di questi
do moltissimi alla ribellione, e fa- avea il suo nome ; ma il più. ce-
cendo massacro indicibile su quelli lebre si è quello de' Circoncellioni
che resistevano. Allora eziandio al- (Fedi). Costante, figlio dell' impera-
la division dello scisma si aggiun- tore Coslantino, fece severissime leg-
se l'empietà dell'eresia: ed era gi per sopprimere le loro violenze;
ben naturale che quelli quali sos- i nulla per altro egli ottenne: anzi
tenevano nulla l'ordinazione fatta con maggiore trasporto si gettaro-
da un vescovo, che in tempo di no sopra de' cattolici, e raddoppia-
persecuzione fu traditore, passassero rono i loro delitti. mol-A tutto ciò
ad insegnare la nullità de' sacra- to contribuì innalzamento di Giu-
l'
moglie gli dev' essere sottomessa, carico della vita , senza sgravarlo
docile, attenta nel prevenirlo, e pia- del tutto, e con lui governasse un
cergli in tutto ciò eh' è giusto, e giorno la prole , senza impedirlo.
ragionevole. Il sesso che distingue Volle che la femmina fosse della
l'uomo dalla donna
produce tra specie medesima , e di simile di-
loro questa differenza, per quanto gnità e potere: adjulorium simile
riguarda al loro stato, che gli uo- sibij e con profondo misterio av-
mini sono capaci di tutte le sorte vertito dai padri, non la creò dal
d'impegni, e di funzioni, se non che fango che l'uom calpesta, ne la pre-
alcuni ne sono esclusi da certi osta- se dal o da altra sostanza
nulla
coli particolari, e che le donne so- estranea all'uomo medesimo; ma
no incapaci per la sola ragione del sì bene da una parte di lui, ed an-
quale si marito con un uomo che rono colle bufale, ressero lo scet-
avea avuto venti mogli; questi so- tro, maneggiarono la spada, asce-
pravvisse a quella vigesimaprima sua sero le cattedre, perorarono nei
moglie. Importante è poi il e. XII, tribunali, furono rispettabili in ogni
non che il seg. che il p. Menochio genere della più. sublime, ed eroi-
T esercizio di una giurisdizione per visa dalla comunione de' fedeli, ful-
un diritto tutto particolare, non minando di scomunica lei, e chi la
può tuttavia scomunicare ne as- ubbidisse.
solvere.Al citato articolo si parla 11 secondo Pontefice s. Lino, giu-
del potere da loro esercitato anti- sta precetto dell'immediato pre-
il
tero, e s. Bonifacio I, l' avere or- Paolo, allorché consultato dai co-
dinato che le sagre vergini non toc- rinti, se alle femmine cristiane fos-
cassero i vasi sagri, o le palle che se lecito di entrare in chiesa col
cuoprono il calice, né incensassero capo scoperto, secondo il costume
nelle chiese. Le sagre vergini dei delle pagane, rispose ciò disconve-
primi tempi della Chiesa chiama- nire, e ordinò che tanto le zitelle
vansi Agape te Una donna (Fedi). quanto le maritate si cuoprissero,
per santa che non può né pre- sia, recandovisi con un velo, anche per
dicare, ne insegnare. Per un tempo riverenza degli angeli, cioè de' sa-
le donne poterono esercitare un pa- cerdoti. 11 XI rin-
ven. Innocenzo
tronato, e possedere titoli di bene- novò il decreto di s. Lino, coman-
fizi, che in questo caso appellavan- dando severamente, che le femmine
si femminili (V. Diaconessa e Mo- non entrassero né col capo scoper-
naca). Si legge nel Bernini, Istoria to, né vestite immodestamente nel-
delle eresie, p. 7, che alcuni ereti- le chiese, per non profanare la ca-
ci credettero, che le donne non fos- sa di Dio. Così Clemente XII ema-
sero della medesima specie dell'uo- nò pene gravissime tanto sull'im-
mo , e perciò incapaci della vi- modestia delle donne, quanto per-
ta eterna ; che altri eretici le chè in chiesa incedessero col ca-
ammisero nelle funzioni ecclesiasti- po velato, incaricando a vegliare su
che , al ammini-
sacerdozio , all' ciò i parrochi, i sagrestani, e i con-
strazione de' sagramenti Per Io . fessori. Pio VI rinnovò siffatti or-
scisma d'Inghilterra, bandita da dini pel rispetto che si deve a' sa-
Enrico Vili la religione cattolica, gri templi, comandando che ne fosse
con un miscuglio bizzarro d' erro- negato l'ingresso, o venissero espul-
ri, si fece egli stesso capo della se quelle donne che vi si reca-
chiesa Anglicana. Succedutagli nel vano col capo nudo, o vestite in-
trono la sua figlia regina Elisabet- decentemente. Descrivendo il Ciam-
ta, questa si usurpò la mostruosa pini due pitture di mosaico eseguite
qualità di capo della medesima verso l'anno 547, e rappresentan-
chiesa ; quindi abolì la messa, ban- ti una solenne processione fatta in
DON DON 211
Ravenna dal vescovo s. Massimia- no allora chiamate le donne, che
no, coli' intervento di Giustiniano I, dimoravano co' chierici), se non fos-
e dell'imperatrice sua consorte, os- se la madre, la sorella, la zia, e
servò il modesto vestire delle dame altre donne, che sono fuori da ogni
del seguito, che, meno la faccia, il sospetto. Indi il concilio di Elvira,
collo, e le mani erano tutte coper- il.primo concilio Cartaginese, e pa-
te. 11 p. Menochio, nel t. Ili delle recchi altri proibirono lo stesso. Nel
sue Stuore , a p. 195, tratta al e. secolo passato Clemente XI racco-
XVI: Della modestia delle donne mandò all' elettore ecclesiastico di
circa l'andare coperte col capo, e Ma gonza, e a molti altri vescovi di
della cautela con la quale si deve Germania, di non permettere la
conversare con esse. Sul dover la coabitazione delle donne co' chieri-
donna incedere col capo coperto, ci, eccetto quelle dai sagri canoni
parla pure il Sarnelli nella lettera permesse, massime nelle case dei
II V, ove nella lettera
del tom. parrochi. Anche su questo punto
XII, spiega: Onde avvenga che le il Sarnelli, nel t. I, ci diede la let-
donne non entrino nelle chiese dei tera XVIII : Che i chierici non
padri certosini; e come sono sco- debbano coabitare con donne. V.
municate di scomunica papale quel- Chierici, e Celibato. Abbiamo in
le eli entrano ne" chiostri de reli- oltre, che s. Leone IX fece un de-
giosi.Anticamente le donne non creto sulla continenza de' chierici, ed
potevano entrare in veruna chiesa ordinò che quelle donne le quali si
giorni solenni, come osserva il Can- miracoli operati alla di lui tomba,
cellieri ne' suoi Possessi a p. 33g, e a tanto si estese la fama di lui, che
ciocche veniva fissato ne' capitoli persino diede origine all'innalzamen-
matrimoniali. Degli Ordini equestri to di una città, ora sede vescovile,
di donne, chiamate perciò cavalie- chiamata Borgo s. Donnino (Vedi).
resse, si parla a' rispettivi articoli. DONNOLO (s.). Non si sa di qual
DONNINA (s.). Da una delle patria fosse Donnolo però fu fratello :
Fu seppellito ove
avea ordinato, tre mesi, cessò di vivere nel giorno
cioè nell'abbazia di s. Vincenzo, e 19 dicembre dell'anno 972. Fu se-
quivi si conservano tuttora le sue polto in Vaticano. Governò con
reliquie. Viene egli onorato anche somma ed integrità ,
piacevolezza ,
Duplex, come al contrario, il se- doppi si dice una sola orazione, pur-
midoppio da essi fu detto Subcan- ché non si debba fare qualche al-
toris , Quinque candelai rorum , tra commemorazione. V. il Gavan-
semiannuale , semiduplex. Così il to sect. 3, cap. i. n. 3; Brevìar.
Macri al vocabolo Duplex, nella Rom. rubr. I de officio duplici;
3
ÀSotizia de vocaboli ecclesiastici; an- Missal. Rom. par. I, rubr. I; e il
zi aggiunge che Frontone errò pu- Zaccaria nel suo Onomasticon Ri-
re pensando che il semidoppio
, tuale, al vocabolo Duplex.
fosse così nominato perchè l'ufficio DORA, DOR, o Dorus. Città
si recitava parte del santo, e par- vescovile della prima Palestina, nel
te della feria; essendoché fu real- patriarcato di Gerusalemme, sotto
mente così denominato perchè le la metropoli di Cesarea, eretta, al
antifone non si raddoppiano, e si dire di Commanville, che pur la
diminuiscono tutte le sopraddette chiama Tattoura, nel secolo sesto.
solennità. Questa città fu potente allorché la
A seconda della bolla di Cle- dominavano i cananei, di cui Gio-
mente Vili sulla ricognizione del suè vinse il re. Era situata sulla
Breviario romano ( Vedi), furono costa del mare Mediterraneo tra
istituiti per maggiore distinzione Cesarea, ed il monte Carmelo, e
quattro generi di feste, cioè di pri- nella divisione toccò alla mezza tri-
primate, e di vicario apostolico del- tea. Molti credono che fosse im-
la Palestina quando venne occupa- portantissima al tempo dei romani,
ta dai saraceni, ed ebbe in suc- i quali vi collocarono talora alcune
cessore nel vescovato Nonno. Altri legioni, come si rileva dalle antiche
dicono che Dorè conta cinque ve- medaglie. Nei dintorni ancora si
pale alcune belle pitture sul ve- pubblico, e la zecca ec. sono i mi-
tro, come delle sculture antichis- gliori edifizi. Fu fondata nell'anno
sime. 994, e divenne residenza degli an-
Leone XI, Paolo V, Gregorio XV, tolse alle speranze de' suoi diocesa-
e Urbano VIII, e governata san- ni. Fu sepolto nella sua chiesa cat-
tamente la sua diocesi per lo spa- tedrale.
zio di quindici anni , spirò nel DORIA Giorgio, Cardinale. Gior-
bacio del Signore, l'anno 162 4- gio Doria sortì i natali nel 1708,
Le ossa di lui giacciono nella cat- dalla vetusta famiglia di Genova.
tedrale di Palermo, riposte nella Da Clemente XII ricevette la vice-
cappella di s. Rosalia. Qualche legazione di Bologna, che sostenne
scrittore ci riporta che il Doria, con più incorrotta giustizia, ed im-
la
ottenuta dalla s. Sede la facoltà, piegò eziandio nel proteggere e dare
espose al pubblico culto il corpo incremento alle scienze ed alle lette-
.
bre 1772, dalla famiglia principe- medesimo Pio VII lo fece abbate
sca di tal nome. I suoi piissimi ge- delle tre Fontane, abbazia nullius,
nitori, e i suoi rispettabili zii, i eh' era rimasta vacante per morte
Cardinali Giuseppe e Antonmaria, del Cardinal Giuseppe di lui zio,
n' ha alcuna che meglio tenda allo ma, nella quale città già è stabi-
scopo, e più agevolmente il conse- lita in undici parrocchie. Fiorisce
gua, della pia Opera di s. Doro- poi principalmente in Genova, nel
tea. Curar quelle meschine troppo regno Lombardo- veneto, ec.
spesso, o per incuria o per impo- Finché però questa pia Opera
tenza de' genitori, trascurate e ne- resta esclusivamente affidata a' sin-
glette, ed avviarle ai lavori , alle goli individui, è troppo facile che
arti loro convenienti procurando all'avvicendarsi, o al perire di que-
che abbiano una saggia educazione sti, o rallenti, o cada, o cangi al-
civile, morale e religiosa, ecco lo meno di spirito. Quindi V utilità
scopo di questo istituto. Ottener somma, anzi quasi diremo V asso-
ciò per via d' una libera e tutta luta necessità di un istituto che ab-
amorevole sorveglianza, e di qual- bia principalmente di mira il pro-
conoscerne gli andamenti, ecco il dedicano alla cura della pia Ope-
mezzo a riuscirvi. Assegnare in ogni ra. Esse ne assumono il più diffi-
chè questa duplice Opera pia seco- cioè, che osservavano il sabbato
lare, e regolare, si pose sotto il pa- con istraordinaria superstizione, ri-
trocinio di lei, e ne assunse il no- manendo per tutto il giorno in
me. Queste opere pie
meritarono quella positura in cui li sorpren-
l'alta protezione, la prima,
cioè deva l'aurora; disapprovavano le se-
ossia la secolare, quella dell'impe- conde nozze, disprezzavano le pro-
ratrice madre ora vivente; l'altra, fezie, e negavano la futura risurre-
romane, tra le altre cose dice, es- Pio V, eon bolla de' 24 maggio
sere antichissima l' usanza che la 1 56
7, Quoniam non pluries, appro-
moglie dia la dote al marito; e vò, ed inserì il nuovo statuto ro-
che le donne ricche dando le doti, mano nella bolla medesima. Quel-
talvolta ritenevano i denari, i quali lo statuto fu fatto per suo comando
poi solevano prestare al marito, e sulla prammatica delle doti , e del
volendo ripeterli ne affidavano la corredo delle giovani romane. In
cura ad un servo loro particolare, esso è stabilito di non eccedere in
non ad alcuno di quelli del ma- tutto la somma di scudi quattro-
rito. mila cinquecento, con la modera-
Allorché i Franchi ebbero con- zione dei regali fra gli sposi, ed i
quale porta ancora oggidì il suo pistole di Paolo ; dottore del Sal-
s.
nome; fu egli creato abbate, e vis- terio, quello che interpreta i sal-
maestri, conti palatini, e diversi al- grado del dottorato in legge cano-
tri titoli, e gradi, perchè si trala- nica, o in teologia, s' intenda sola-
sciava l'esame necessario nel con- mente de' dottorati conseguiti in
cedere i gradi del dottorato, e vol- qualche pubblica università appro-
le che i dottori, e graduati da quel- vata, non de' graduati de' couti pa-
li non godessero del privilegio in latini, ed altri, i quali hanno somi-
altre cose concedette loro, che tutti, vescovo possa assumere alla pre-
o ciascuno di essi, potessero dotto- benda teologale un dottore di legge
rare in legge canonica e civile, in canonica.
teologia, e medicina, purché aves- Clemente XII, mediante la co-
sero due o tre dottori assistenti in stituzione, In verbo Dei, emanata
ciascuna facoltà, dai quali venisse- nel 1733, Bull. Rom. t. XIII, p.
sero i dottorati diligentemente esa- 353, concesse ai religiosi domeni-
minati, ed approvati, e questa fun- cani, il privilegio di poter conferi-
zione valesse loro come se l'aves- re a' secolari, che per tre anni fre-
sero fatta in qualunque università, quentato avessero le loro scuole di
con questa eccezione, praeterquam teologia, la insegna di dottore in
auod habilitatem ad cathedrales ec- questa facoltà, colle medesime so-
clesias, giacché il Papa si dichia- lennità, le quali sogliònsi praticare
rava concedere cose concilii Tri- nelle pubbliche accademie. Quando
dentini decretis minime contraria. Pio VII, nel 18 1 4> ritornò aldo-
Già tale concilio, nella sess. 22,, e. minio de' suoi stali, non potendosi
233 DOT DOT
dal suo ripristinato governo rico- nini, nell'opera sum mentovata, par-
noscere le lauree dottorali, magiste- la a pag. 171, che i dottori sono
ri nelle facoltà legale, medica, e molti di nome, e pochi di fatti.
nelle arti, ottenute in tempi dei Così il Sarnelli, nel t. Ili, p. i3g,
cessati governi stranieri, perchè con- dice che il dottore ignorante è co-
ferite illegittimamente, e senza la me se non fosse. Nella sua opera
memorata professione della fede il Clemengis, facendo parola delle
prescritta nella costituzione di Pio berrette de' dottori, dice che non
IV, e rispetto ai medici per esser- è la cappa, ne la berretta magi-
si trascurato il previo giuramento strale, né la cattedra che faccia il
sce nelle rispettive università dagli queste consistono nel far sedere in
arcicancellieri , in Roma dal Cardi- cattedra magistrale quello che de-
nal camerlengo , in Bologna dal- v' essere promosso, nel dargli i li-
l'arcivescovo dietro la matricola ri- bri prima chiusi, e poi aperti, nel
lasciata al candidato dal collegio porgli l'anello d'oro con gemma
medico-chirurgico. Sulle lauree pei di smeraldo al dito (V. Anello
chirurghi dello stato pontificio, si de'Dottori), nel dargli il bacio in
parla al voi. XIII, p. 108, del fronte, nel porgergli la berretta
Dizionario^ Chirurgo.
all' articolo nera dottorale (della quale si par-
Sulle leggi posteriori relativamente la al voi. V, pag. i56, del Di-
a questo argomento pei domimi zionario) in capo, e nel dargli la
della santa Sede, si può consultare benedizione. Tutte queste cerimonie
Collectio legum et ordinationum de sono simboliche, ed hanno il loro
recta sludiorum ec, pubblicata nel significato. Il sedere in cattedra si-
184 1 , dall' odierno segretario della gnifica l'autorità, che riceve d'in-
sagra congregazione degli studii segnare agli altri quelle cose, che
monsignor Prospero Caterini. Il Ber- egli ha studiato ed appreso col fre-
DOT DOT 23 9
quenlare le scuole dell' università, la benedizione è una fausta pre-
in quella facoltà alla quale si è ghiera, ed augurio di prosperità
applicato. L' alto ancora del sedere nelf esercizio dottorale, della quale
è misterioso, perchè il riposo del deve farsi molta stima. Andrea Ai-
corpo può significare la quiete del- ciato, in un grazioso epigramma
l' animo, che serve all' acquisto ed latino, descrisse maggior parte
la
esercizio delle scienze, volendo le di queste cerimonie, e brevemente
leggi civili, e canoniche, che il giu- dice del loro significato, del quale
dice sedendo pronunzi le sentenze. discorre pur anche con copiosa, ed
Si danno al dottore i libri chiusi interessante erudizione, il p. Meno-
per significare le difficoltà che si chio nel tom. II, p. 4^3, e seg.
incontrano nell' esposizione delle delle Stuore, o trattenimenti erudi-
leggi, e delle scienze tanto profane, ti. Diremo per ultimo, che monsi-
quanto sagre. L'anello può signi- gnor Gaetano Marini, Archiatri
ficare lo sposalizio, che il novello Pontificii, t. II, p. ha pub- 112,
dottore professa colla sapienza; tut- blicato un breve Martino V,di
tavia può anche simbolo di
essere diretto al maestro Andrea de Ali-
nobiltà, la secondo alcuni,
quale, feriis, in cui si espone principal-
si acquista col grado del dottorato, mente, che, chiuso il libro della
dj che eruditamente tratta il Tira- scienza medicinale, dipoi lo conse-
quello nel trai, de nobilitate cap. gnò aperto, indi impose sul suo ca-
1, ove riporta il detto di Cassio- po il berretto, ossia diadema dot-
doro, lib. 7, epist. y doctrina fa- : torale, ponendogli poscia in dito
cileexornat generosum, auae eliam l'anello, ciò che venne seguito dal
ex obscuro nobilem facil. Qui no- bacio di pace, e dalla magistrale
teremo, eh' è proibito di celebrare benedizione.
la messa coli' anello dottorale, il DOTTORE della Chiesa. Tito-
quale non è sagro per non essere lo d' onore, che si dà ad alcuno
benedetto ; fuori della messa n' è Padri (Vedi), i quali han-
de' santi
permesso 1' uso. Il bacio nella fron- no maggiormente scritto, e la cui
te, più che nella guancia, può es- dottrina è stata la più autorizzata
sere fatto per atto di riverenza, e nella Chiesa, e più generalmente se-
per protesta di stima della dottri- guita, per avereenergicamente di-
na, e sapienza che nel capo del feso qualche domma
della medesi-
dottore riconosce colui, il quale gli ma Chiesa, e confutato qualche er-
dà le insegne di questo grado. La rore. Vi sono quattro principali
berretta, che si pone in capo al dottori della chiesa greca, cioè i
fra terni ta della dottrina cristiana gli altri con prontezza, e bene, ovve-
di Roma, il privilegio di porre tre ro rimarcare che la petizione già
maestre della dottrina in ciascuna fu esaurita; chi fa errore è messo
estrazione del lotto di Roma, cioè fuori di disputa. Questa si fa da
nella lista delle 3o
doti di scudi due file di giovanetti, e l'interroga-
per cadauna fecondo la somma
, zione comincia da quello che è
si
che si paga ora, la qual somma ai capo della fila, dirigendola al primo
suoi tempi era di scudi cinquanta, dell'altra, facendosi quindi il turno
oltre la solita veste. Questa dispo- di lutti, e ripetendosi le domande
i44 dot DOT
e risposte alternativamente. Ridotte del 1842 ebbe luogo nella chie-
le due schiere a sette giovanetti, sa dei ss. Filo e Modesto ( Ve-
chi pel primo erra fra essi diviene di), pei giovani della parrocchia
alfiere , l'altro eh* erra susseguen- della patriarcale basilica di s. Ma-
temente è denominato capitano, i ria Maggiore. 11 reverendo parroco
quattro che successivamente errano, dellamedesima d. Filippo Massari,
chiamansi principi , colla gradua- non contento d'istruire i giovani di
zione di quarto, terzo, secondo, e ogni età in tutte le parti della dot-
primo, il quale è l'ultimo a sbaglia- trina cristiana, perchè sappiano quel
re. L'ultimo dei sette, come super- che debbono credere, e ben cono-
stite all'arringo, e che. perciò non scano quanto debbono operare per
mai ha errato, prende il titolo di salvarsi, volle scegliere fra circa
imperatore della dottrina cristiana. trecento giovani, che frequentano
Questi sette graduati hanno tutti l'adunanza da lui istituita, e le scuo-
tante cose per istruire gl'ignoranti fa con qualche solennità. Sono in-
quanto nella Chiesa cattolica; per vitati i giovanetti alla istruzione col
conseguenza non ve n'è alcuna, in suono della campana della chiesa,
cui sia meglio eseguito il comando e con quello del campanello al nio-
*46 DOT DOT
do che dicemmo di sopra praticar- bolla che a tal effetto emanò, con-
si per la istruzione della dottrina cesse indulgenze, grazie e privilegi
cristiana. Sull' insegnamento della a quanti si fossero ascritti a quella
dottrina cristiana 3 che i vescovi società, e T opera di chi si fosse
prescrivono nelle loro diocesi, mas«» impiegato nella istruzione, in detta
sime di quello basato sul testo del- bolla dal Papa si qualificò, sacro-
la dottrina cristiana del ven. Bel- sanctum ecclesiae catholicae opus.
larmino, assai utile ed encomiato Nell'anno seguente ebbe principio la
fu quello stampato in Jesi nel 1837 congregazione de'sacerdoti, o chie-
con questo titolo Dottrina cristia-
: rici secolari della dottrina cristiana
na proposta per ordine dell 'eminen- per promuovere questa santa isti-
tettore della dottrina cristiana sum- domenica nella detta basilica, a fa-
mentovato, e preso il nome di Leone re l'istruzione della dottrina cristia-
XI, osservò, che la chiesa di s. Aga- na ai giovanetti, ed alle donzelle
ta in Trastevere, concessa ai sacerdoti della parrocchia. Paolo V approvò
dell'istituto, riusciva incomoda per gli statuti, e concesse pure all'arci-
esercitarvi le sagre funzioni, quin- confraternita il privilegio di libe-
DOT DOT 249
rare ogni anno due rei di morte, nato della nobile famiglia Santa
e che uno de' confrati poveri fos- Croce Publicola. V. Santacroce
se annoverato tra i dodici individui, Marcello Cardinale. L' arciconfra-
cui il Papa nel giovedì santo lava ternita,per gratitudine a Benedetto
i piedi, e serve a mensa: questi XIV, fece porre sul muro presso
privileginon sono più in vigore. l'organo l'iscrizione, che viene ri-
Urbano Vili, Innocenzo X, A- portata dal medesimo Venuti.
lessandro VII, Clemente IX, non La chiesa di s. Maria del Pianto
che Clemente X
protessero e cu- è nel rione Regola, presso piazza
rarono T incremento del sodalizio ; Giudea, ed era prima dedicata a
quindi Innocenzo XI emulò nello s. La pa-
Salvatore in Cacaberis.
zelo i suoi predecessori, ordinando rola Cacaberis deriva dal latino
che si ristampassero le regole, e gli Cacàbus, cioè caldaja, o vaso di
statuti già approvati da Paolo V ; rame, dappoiché in questo luogo
confermò i privilegi, aumentò il nove- dimoravano coloro, che lavoravano
ro delle indulgenze a quelli, che s'im- tal sorta di vasi, e ne presero la de-
piegavano nella istruzione della dot- nominazione l' antica chiesa di s.
innalzato a Luigi Zannini romano, chi, e per insegna hanno una cro-
morto nel 1 54 r , si osserva dal can- ce nuda, sovrastata dalla corona di
to del vangelo presso l'altare del spine; dalla traversa poi pendono
Crocefisso, e si compone di orna- due flagelli, per significare che i
to pranzo. Numero 5226. Nelle ore debbono avere de' figli. Siffatte di-
pomeridiane ebbe luogo la disputa, spute si praticavano più volte tra
nella quale riuscì imperatore Gio- l'anno.Su questo proposito il Ga-
vanni Fraticelli della parrocchia di rampi, nelle Memorie Ecclesiasti-
s. Carlo a'Catinari, il cui parroco che, p. 237, fa osservare, che nella
lo regalò di un' umetta col cranio biblioteca Corsini avvi una copiosa
di Innocenzo martire, di un A-
s. raccolta di sagri drammi, e rap-
gnus Dei benedetto guarnito, e di presentazioni sceniche in versi ita-
una corona, e scettro d'argento in liani, fatte in molte feste de' santi,
una guantiera simile, con altre di- e altre solennità, specialmente sul
vozioni, e galanterie. Num. 5235. principio del secolo XVI, alle qua-
Benedetto XIV, oltre l' aver donato li rappresentazioni davasi il nome
ai deputati della dottrina una co- di feste, solito ad usarsi dai tosca-
rona d'agata alla cavaliera, con ni in senso di qualunque spettaco-
medaglia a" oro, all' imperatore fece lo. Qui in Roma, soggiunge il dot-
dare due quadrucci tessuti in a- to Garampi, molte se ne pratica-
razzo d' eccellente lavoro, con cor- vano in questi stessi tempi, spe-
nici intagliate e dorate, con altre cialmente nelle confraternite laicali,
preziose galanterie; ed ai due pri- e frequente menzione se ne trova
mi principi regalò alcune grazio- ne' libri della confraternita della
se galanterie. Num. 524 1. dottrina cristiana. Questa però pru-
La disputa generale del 1756, dentemente non permetteva che le
fu composta di bravi giovanetti, a sotto varie condizioni, le quali ne
segno, che i dieci superstiti non rendevano l' uso assai moderato, e
cadendo mai in errore non pote- insieme conveniente per allettamen-
vano terminare. Furono perciò im- to de' fanciulli. Tanto si ha dagli
bussolati inomi, e cosi di-
loro atti, e decreti della dottrina cri-
venne imperatore Antonio Moran- stiana, cioè delle congregazioni del
do di anni tredici. Numero 6012. 1598, i5g9, 1601, 1602, ec. Nel-
Dal numero 601 5 si ha, che nella la circostanza di una processione
chiesa del Gesù dai gesuiti si te- generale di fanciulli, che dovea far-
neva ogni anno nel mese di gen- si a s. Pietro il di 21 aprile del
naio l'esame pubblico sulle zitelle 1602, venne ordinato, che non vi
frequentanti la dottrina cristiana, e fossero in modo alcuno cavalcate,
si faceva non sul breve ristretto, pel gran pericolo, a cui si potria-
ma su tutta la dottrina del ven. no esporre li putti ; eccetto che si
valiera; diede poi a' principi una prelato presidente, e i deputati del
simile corona, ed ai deputati della sodalizio, nonché l' imperatore Bot-
arciconfraternita, oltre la corona, tacchi sotto il trono, e dossello e-
regalò pure una medaglia d' oro. retto fuori della balaustrata. Dopo
Numero 826S. la messa fu fatta la consueta pro-
Domenica, 22 aprile 1792, nelle cessione dei fanciulli, e con le zi-
gue, e per le virtù cristiane. Ce- chiuse con essi di gettare i fonda-
sare sino da fanciullo diede lumi- menti dell'istituto in Avignone, al-
noso saggio di sé , coli' esercizio lora dominio pontifìcio, nella chiesa
della più edificante pietà cristiana. di s. Prassede. Prima ne fu doman-
Terminato il corso degli studi, si data la licenza a Clemente Vili,
fece ascrivere nella compagnia dei il quale rimise l'affare all' arcive-
penitenti neri, e si prese la cura di scovo d'Avignone Maria Tarugi, cui
custodirne la cappella per poterla allora spediva in tal città. Giunto-
adornare, ed esercitarsi in abbellire vi il prelato nel i5o,3, chiamò a sé
gli altari, occupazione per lui sem- il de Bus, e gli accordò la licenza
pre la più gradita. D'indole dolce d' insegnare nella delta chiesa di
e modesta, fu l' esempio de' giova- s. Prassede la dottrina cristiana;
netti. Giunto all'età di anni di- dal che ebbe principio la congre-
ciotto, si dedicò all' esercizio delle gazione della dottrina cristiana, che
armi, coltivando la poesia, e la pit- nel 1097 venne confermata dallo
tura. Essendo morto il genitore, ed stessoClemente Vili con un bre-
un fratello, da Parigi fece ritorno ve dato a' 23 dicembre. Allorché
alla patria, ove nell' età di trenta il p. Cesare entrò in s. Prassede,
anni, si convertì a Dio, si diede a rinunziò il suo canonicato, ed es-
far penitenza, e venne fatto cano- sendo la sua congregazione compo-
nico, ed ordinato sacerdote. sta in quei primordii da dodici
Dalla lettura del catechismo ,
persone, quattro sacerdoti, quattro
stampato per ordine del concilio chierici, e quattro coadiutori, egli
di Trento, Cesare si determinò di ne fu eletto loro superiore. L'arci-
istituire una congregazione di sacer- vescovo Tarugi, poi Cardinale, fa-
doti, e di chierici, i quali s' im- ed ottenne la
vori assai l'istituto,
piegassero nell' insegnare la dottrina detta conferma dal Papa, il quale
cristiana, eh' egli ridusse a tre dif- avea prescritto, che in essa riceve-
ferenti istruzioni, una per gì' idio- re si potessero homincs probatae
ti, per quelli, che della mede-
l'altra vitae, cujusvis status et condhionis,
sima sanno già i primi rudimenti, e dummodo in continentia vivendi prò-
la terza pel popolo in generale. Si positum habuerint. Poco dopo dalla
5
DOT DOT
ponevano il solo voto di perseve- I dottrinari di Francia avevano
ranza. Unì questa alla congregazione quel reame nelle tre stim-
fiorito in
del ven. Bus, ed alla provincia nicntovate provincie, non ohe in un'al-
Romana. Da questa pur altro se- tra provincia aggiunta negli ultimi
parò la casa, e la chiesa di s. Paolo tempi, con circa sessanta case, nelle
di Rieti, che donò alle maestre pie quali eranvi ventisei collegi.Chia-
di quella città, e inoltre cento luo- mavasi la Casa di s. Carlo quella
ghi dei monti , de'quali ottanta ne di residenza del generale in Parigi,
assegnò al collegio de'ss. Biagio e perchè la chiesa era sotto l'invo-
Carlo ai Catinari di Roma, e gli cazione di Ma per le
quel santo.
altri Tenti alia chiesa di s. Giacomo note politiche vicende, nel declina-
a Scossaca valli nella città Leonina. re del decorso secolo, cessarono di
Nel pontificato di Pio VI, aven- sussistere , dopo essersi resi assai
do dottrinari di Francia rappre-
i benemeriti dell' insegnamento cri-
sentato, che il vincolo de'tre voti stiano, e per le pubbliche, e gra-
semplici, e del giuramento, o voto tuite scuole. Ed è perciò, che que-
di perseveranza nella congregazione sta congregazione di chierici secolari,
obbligava a starvi di mala voglia la quale fiorisce in tre provincie di
molti che bramavano uscirne,, come Italia, cioè nella Romana , nella
anche impediva ad altri di entrarvi, Napolitana, e nella Piemontese, a-
fecero risolvere il Papa, con breve vea cessato di avere il suo prepo-
de'i4 marzo 1783, a dichiarare, sto generale. Laonde il regnante
1
corda a questo istituto tanto bene- del preposto, e del procuratore ge-
merito della società, e della Chiesa. nerale. In questi due ginnasi, cioè
Del collegio de'dottrinari stabilito nelle prime scuole, i dottrinari in-
in filarino (Fedi) dal medesimo segnano il catechismo, il leggere, lo
Gregorio XVI, e dell'onore da lui scrivere, ed i primi rudimenti dello
compartito nel 1 8zf i al loro col- idioma latino; nelle seconde scuole
legio di Ronciglione (Fedi), allor- insegnano la grammatica latina^ in-
quando vi pernottò nel restituirsi a feriore, e superiore; nella terza
Roma, dal viaggio fatto per visitare scuola poi di s. Maria in Mon-
alcuni santuari, si parla ai citati ticelli, insegnano le lettere umane.
articoli. La vita dei dottrinari è A Maria in Monticelli, tre maestri
s.
negli altri giorni lo recitano in pranzo; tutti gli scolari sono rice-
privato secondo il breviario ro- vuti gratuitamente , ogni mattina
mano; e quelli che non sono in ascoltano la messa, e adempiono ad
sacris , ed i laici sono esorlati a altre pratiche religiose. Immenso è
dir quello della Madonna ; se i perciò il bene, che fanno i dottrina-
laici non sanno leggere, dicono la ri. Di essi scrissero gli autori della
corona. Ogni giorno fanno una storia degli Ordini religiosi. Il Bo-
ora di orazione sì la mattina, che nanni, nel suo catalogo par. I. pag.
la sera, senza nominare altri divoti XL, ce ne dà la figura, e le no-
esercizi di pietà, come la disciplina tizie, dicendoci che il p. Giacomo
ec. i digiuni, le decisioni quotidia- Marcello, prete di questa congrega-
ne de' casi di coscienza ec. Non zione, scrisse la vita del ven. fon-
possono ricevere, o scrivere lettere datore p. Cesare de Bus. Passiamo
senza prima mostrarle al superiore. a descrivere brevemente la chiesa
Un maestro istruisce i giovani sul di Maria in Monticelli.
s.
me si ha dal Bovio, La pietà trion- dipinto non più esiste in quel luo-
fante ec, a pag. 166. Clemente go, ed invece vi è posta una cu-
XI notabilmente la restaurò con stodia di reliquie. Le pitture affre-
disegno di Matteo Sassi, che la ri- sco intorno alla chiesa, sono del
dusse con portico e facciata, al Procaccina, del Rasina, del Grecoli-
modo che si vede; ma in tal cir- ni, e del Puccetti, ma furono mal
costanza le colonne scanalate delle restaurate. Da Orazio Ciuccioli ab-
navate furono racchiuse dentro pi- biamo le Notizie istoriche della
lastri, e solo vi restò un avanzo chiesa di s. Maria in Monticelli di
nella tribuna dell' antico mosaico, Roma, Montefiascone 17 19, stam-
col Salvatore. Ridolfìno Venuti, che peria del seminario.
pubblicò la sua opera nel
767, dice 1
che il mosaico era stato fatto i3oo Congregazione de' sacerdoti della
anni addietro. L'interno della chie- dottrina Cristiana detti Agatisti.
sa ha una navata con cappelle sfon-
date. Il quadro del primo altare Di sopra all'articolo Dottrina
a mano dritta coll'orazione di Ge- Cristiana arciconfraternila (Vedi),
sù nell'orto, è del Vicinelli; quello si è detto dell' origine di questa con-
del secondo è di Vanloo di Aix, gregazione, in cui figurano per pri-
che vi dipinse Cristo flagellato alla mi fondatori i
pp. Marco de Sa-
colonna; nella terza cappella Puc- dis Cusani milanese , Pietra piacen-
cetti quadro di s. Ninfa.
colorì il tino , e Cacciaguerra sanese ; e co-
Nell'altare maggiore si venerano i me la protessero i Pontefici s. Pio
corpi di detta s. Ninfa, e dei ss. V, e Gregorio XIII. Abbiamo pur
Mamiliano Eustasio, Proculo
, e , detto come quest' ultimo le desse
Galbodeo martiri ivi fatti traspor- la chiesa di s. Agata in Trastevere,
del ven. Bellarmino, e della sua bito nero talare, come i sacerdoti ;
dottrina
stiana di Firenze detta dei
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dosi la virtuosa fama di lui, spe- come tuttora si pratica con gene-
cialmente per T istruzione catechi- rale edificazione. Aggiunse a tut-
stica, che era passato a fare nella tociò alcune oneste ricreazioni, da
chiesa di s. Lucia, meritò che il farsi specialmente nell' autunno. La
zioni pel governo e per la direzione a' i3 giugno. Fu radunato per or-
della congregazione, lasciò alcuni dine del re Carlo il Calvo. Si
scritti,
approvati nel 1747 da Be- scrisse una lunga lettera a' vescovi
nedetto XIV. Uno di tali scritti so- di Aquitania contro due abusi fre-
no gli Esercizi delle scuole di spi- quenti in quei tempi, cioè contro
rilo della congregazione della dot- i matrimoni incestuosi, e le usur-
trina Cristiana in Firenze, pubbli- pazioni de' beni di Chiesa. Vi fu
cati in Roma nel i83i, con un deposto il prete Umberto, e venne
compendio della vita del b. Ippo- messa in penitenza la religiosa da
lito, dal can. Antonio Santelli, ca- lui sedotta. Diz. de' Concilii, Re-
meriere onore del Papa regnan-
di gia t. XXIV, Labbé t. IX, ed
te, e dall'archivio de' con-
tratti Arduino t. VI.
fratelli della detta congregazione di DOVIZJ Bernardo, Cardinale.
Firenze, ivi chiamati per la loro V. Divizj.
modestia Fan-chetoni. DOWN (Dunen.). Città con re-
DOUZI, Duriacum, o Duodecia- sidenza vescovile dell' Irlanda, nella
cum. Città di Francia nella Sciampa- provincia di Ulster, capoluogo del-
gna dipartimento delle Ardenne, nel la contea di tal nome, e della ba-
gna, a' 27. gennaio i833, dichiarò nivano interdetti dalle assemblee
vescovo della medesima, monsignor religiose, e perciò risguardati em-
Michele Blake di Dublino , già vi- pi, e schivati da tutti. I principali
zione di Dublino a tal punto, che tù e santità di vita, Onorio HI, nel
al principio del secolo XVIII era 12^5, solennemente lo canonizzò,
forse una delle città più miserabi- elevandolo all'onore degli altari.
li dell' Europa, siccome scrivono gli Lo stato presente
della sede e
storici ed geografi. A poco a poco
i diocesi Dublino, è il
cattolica di
andò crescendo, e da quasi un se- seguente. Oltre Dublino, sede del
colo pervenne allo stato splendido metropolitano, molti sono i paesi,
e florido in cui trovasi. È la sede ed i castelli, che appartengono a
di un arcivescovo anglicano, e di questa diocesi. 11 clero, oltre l'ar-
un arci vescovo cattolico con titolo civescovo, si compone di cento cin-
di primate. quanta sacerdoti quarantotto dei,
a7B D UG DUC
cata per opera, e cura dell' inde- si trovano chiamati duci (dnces) e
fesso missionario italiano il p. Sa- qualche tempo dopo furono i go-
muele Mazznchelli dell' Ordine dei vernatori delle provincie. Questi ti-
predicatori. Ultimamente il clero a* toli però, e le funzioni, che ad essi
veva dieci sacerdoti, oltre tre mis- erano annesse, erano da principio
sionari tra i selvaggi. II vescovo ha soltanto commissioni o delegazioni.
comprato circa tre acri di terra, Sembra ancora, che il titolo di du-
adiacente alla cattedrale nella stes- ca fosse sotto i figli di Costantino
sa città diDubuque, per (stabilir- attribuito ai proconsoli, od ai pre-
vi una casa di educazione. Il me- tori. L' invasione de' barbari nulla
desimo ha comprato una casa, in cambiò nel sistema di questi titoli,
cui pensa di stabilire una scuola, dappoiché si ha, che nel sesto se-
sotto la direzione delle sorelle della colo duchi erano incaricati del
i
duchi, del titolo di gran duca da- sovrani gran duca di Toscana, e
to da s. Pio V ai sovrani di To- duca di Modena. Il titolo di duca
scana, e di altre notizie sui duchi, vuoisi che fosse incognito all' In-
si può leggere l'articolo Corona Du- ghilterra sino al regno di Odoar-
cale. A quello di Berretta (Vedi) do III, il quale, nel i335, creò
2 82 DUC DUC
duca di Cornowal suo figlio Edoar- DUCATO. Titolo della dignità
do soprannominato il principe negro. del duca, e anche del paese com-
Ai duchi si compete il titolo di preso sotto dominio di un duca,
il
gere ai nomi loro quelli de' loro principe ereditario del regno del
ducati, e delle loro contee. I du- Belgio; Francesco duca di Calabria,
cati furono ereditari nella Francia principe ereditario del regno delle
sino al i566, nella qual' epoca due Sicilie ; Carolina duchessa di
Carlo IX ordinò^ eh' essi ritorne- Berry; Roberto duca di Chartres ;
rebbono alla corona in difetto di Luigi duca di Nemours; Enrico duca
maschi. Sino a' tempi di quel prin- d'Aumale; Antonio duca di Mont-
cipe le creazioni dei ducati non si pellier; Enrico duca di Bordeaux;
erano fatte se non che in favore Luigi Delfino duca d' Angoulème, e
de' principi del sangue. I ducati in Maria Teresa Dolfina duchessa d'An-
Italia, e nella Germania furono co- goulème; Alberto duca di Cornwal;
stituiti sulle basi del sistema feu- Augusto duca di Sussex; Adolfo duca
dale introdotto da Carlo Magno, e di Cambridge ; Guglielmo duca di
dai suoi successori ,ne e quindi Glocester; Giuseppe duca de Su-
variarono sovente le condizioni, ben- dermanie, principe ereditario del re-
ché alcuni riguardati fossero molto gno di Svezia. Neil' impero france-
avanti 1' epoca di Carlo IX, come se, istituito da Napoleone Bonapar-
reversibili in difetto de' maschi. V. te, egli eresse molti ducati, e creò
Feudi. Nella medesima Francia le molti duchi sui domimi occupati.
prime lettere patenti di erezione 11 ducato di Parma e Piacenza fu
di un ducato con annesso il titolo diviso in due ducati : indi fece i
più persone di egual numero, con giudizi di Dio, per chiarire o pur-
pericolo di uccisione o ferita, pro- gare qualche occulto delitto per le
posto, ed accettato dalle parti de- vie ordinarie della giustizia, con fer-
liberatamente, e se una delle par- ma persuasione; e che Dio siccome
li fosse maggiore o minore nel protettore della verità, e dell'inno-
numero non sarebbe duello, ma cenza, concederebbe vittoria a chi
soperchieria, come pure dev'essere se la meritava, lo dice il Murato-
eguale la qualità dell'arma, e de- ri nella XXXIX delle Dissert. ita-
ve concertarsi e stabilirsi prima liane ec. Si riconobbe in progresso
di eseguirlo, e deve designarsi il la debolezza di questa pretensione,
luogo, ed il tempo, mentre se uno e si condannarono i duelli fino dal-
in istato di rissa, e d'iracondia l'anno 855 nel concilio tenuto in
provoca l'altro a battersi, e quello Valenza sotto l'imperatore Lotario
accetta, non dicesi duello. Può es- I. Dice il can. i « Non saranno :
luogo delle savie leggi, colle quali lode, chiaro ne diveniva il nome,
si governava. e cresceva la stima di lui sì presso
Il citato Muratori, nella disser- i che presso le donne, in-
principi,
tazione Del Duello, sua orìgine , clinate per lo più ai bravi. Di gran
uso, ed abuso, nell'accennare l'an- soddisfazione inoltre riusciva il ven-
tichità presso molti popoli delle dicarsi colle proprie mani dell'av-
battaglie fatte da due soli uomini, versario, o il concedergli come at-
conviene, che quelle propriamente to eroico la vita in dono. Vari
denominate duelli, ebbero incomin- scrittori ci hanno tramandato i li-
questione col duello fra due par- le curratj non essendo permesso di
ti contrarie, fu confutata con un offrirlo, né di accettarlo. Le pene
libro da Agobardo arcivescovo di contro quelli, che si battono in
Lione. L'origine di tale legge é duello, giusta il diritto comune ec-
barbara, e fu sconosciuta ai popoli clesiastico, sono: i.° La scomunica
inciviliti, i quali si acquistarono la maggiore, riservata al sommo Pon-
maggior riputazione col loro valo- tefice, eccetto in Francia, ov'è ri-
re, come sono i greci, ed i roma- servata a'vescovi; 2. La proscri-
ni ; inoltre essa è contraria alla ve- zione di tutti i loro beni, e l'in-
ra grandezza d'animo, ed alle sa- famia perpetua; 3.° La privazione
gre leggi della natura. Nulladimeno, della sepoltura ecclesiastica quando
per uno sconvolgimento d'ogni idea, muojono combattendo od il gior-
che offende egualmente la ragione, no stesso, quantunque sieno peni-
e la religione, per una falsa appli- tentied assoluti: 4° L'obbligazio-
cazione dei termini, essa addivenne ne di restituire agli eredi di quel-
la pietra di paragone del coraggio, lo rimasto ucciso. Queste pene so-
e un punto di onore, soprattutto no portate dal cap. 19, de reform.
dopo che Fran-
la lettera di disfida, della sessione XXV del concilio
cesco I re Francia mandò al-
di di Trento, e dalle bolle de'Ponte-
l' imperatore Carlo V, su di che si fici Romani, che nomineremo. Que-
possono consultare il nominato Ger- ste stesse pene riguardano tutti co-
dil; Velley, Ist. di Frane, tom. I, loro, i si battono per coman-
quali
pag. i44> e Pasquier nel lib. IV do de'loro ufficiali. La scomunica
delle sue Ricerche e. i, 2, 3. La cade pure su tutti quelli, che per-
licenza sfrenata de' duelli fu sì gran- suadono il duello, che lo favorisco-
de in Francia fino agli ultimi se- no in qualunque modo, o che vi assi-
coli, che i re Enrico III, Enrico stono, o ne sono spettatori di appro-
IV, e Luigi XIII non poterono re- vazione, e di connivenza, che vi con-
primerla con tutta la severità dei tribuiscono in qualche maniera, come
loro editti. Questa gloria è dovuta sarebbe facendone i messaggi, portan-
a Luigi XIV monarca zelante per done le lettere di sfida ec. Intor-
la religione, e per lo stato. I fran- no a che i trattatisti fanno diverse
cesi dicono, che Luigi VII fu il eccezioni, che in parte s'indicarono
VOL. xx. J
9
,.()(> DUE DUE
di sopra, e che in fine anche ac- nel conflitto, saran per sempre pri-
cenneremo. Il chierico, se spontanea- vati dalla sepoltura ecclesiastica ".
mente disfida al duello, o richie- Anche altri concili emanarono san-
sto lo accetta, se rimane vincitore, tissimi canoni contro il duello, e
o deve deporsi. Se da tal
se vinto, parecchie sono le provvidenze su
duello non avviene nò morte, né ciò prese dallo zelo de' Papi, come
mutilazione di qualche membro, po- da s. Nicolò I dell'858; da lùigenio
trà dal vescovo dispensarsi, come 111 del ii4^; d« Alessandro III
sarebbe chi desse ad altro spada, del ii5g; da Celestino III del
coltello, od altra arma atta ad uc- i 19 r, e da Innocenzo IV del ii^3.
cidere, potria pure ottenere un qual- Martino IV, nel 1282, fulminò la
che beneficio; ma vi vuole la dis- scomunica contro Pietro III re di
pensa del vescovo. Qui ci sembra Aragona, complice della famosa stra-
opportuno raccontare, che il Cardi- ge devesperi siciliani, sentenza che
nale Bonadies de Bonadie, difensore rinnovò con diploma de'6 febbraio
del legittimo Alessandro III, sfidato 1283 in Orvieto, perchè avea sfi-
ecco come si espresse; « L'uso de- stigazioni diaboliche, che dai duel-
testabile de'duelli introdotto dall'ar- li ne seguivano le morti repenti-
tifizio del demonio per trar profit- ne, con danno delle anime, pecca-
to della perdita delle anime colla to degli astanti, e scandalo in tut-
morte cruenta de'corpi, sarà inte- ti; 2. che non si doveva con ciò
ramente sbandito da tutta la cri- tentare Dio quasi volendo che per
stianità.Coloro che si batteranno, tal mezzo manifesti da qual parte
e quelli che chiamansi padrini, in- de'combattenti sia la ragione, e la
correranno la pena della scomunica, giustizia ec. Indi il successore Leo-
della proscrizione di tutti i loro ne X ne rinnovò la proibizione e
beni, e d'una perpetua infamia. le censure, come pur fecero Cle-
Saranno puniti secondo i santi ca- mente VII, e Pio IV, non che
noni come omicidi, e se muoiono Gregorio XIII colla bolla Ad toU
DUE DUE 291
Icnclum del de de-
i582, cap. 2, ta aveva riprovate le stesse sue
lie, piignat. in duello, de Tornea- proposizioni, gli spedì un breve o-
meni., et de homicid. Vietò pari- norifìco in data de'3 marzo 1 y53,
menti i duelli, e con pena di sco- in cui l'esorta a continuare ut facis;
munica li proscrisse Clemente Vili rcligìosac vitae conversatane, opti-
colla costituzione Illius vices 3 data vi isque studiis ac laboribus de Chri-
a' 17 agosto i5cj2 (Bull. Rom. t. stiana republica benemerenti . Le
V. par. I. pag. 386), sottoponendo cinque proposizioni condannate sono
all'interdetto que'luoghi ove fossero le seguenti.
permessi i duelli, e dichiarando sco- i.° Esser lecito ad un militare
204. La terza del padre Tommaso fortune, ed averi, con onore, quan-
Milante domenicano , neWExercit. do altro rimedio non possa aversi
Dogwat. moral. ab A-
in propos. per salvarle dal danno.
lexandro VII proscriptas, e sum- 5.° Quello si è detto riferire
mentovata. La quarta e la quinta alla precedente quarta proposizione,
erano del p. Daniele Stadler, ge- potersi applicare allo stato del cit-
suita confessore del duca di Bavie- tadino quando la città sia mal
ra, nel suo Tractalus de duello governata dalla milizia, e concussa
honoris vindice theologiae ad juris- la giustizia, e negata dai magi-
prudentiae principia examinalo , strati.
nifacio Vili, ma due cavalieri ca* mato l'altro libro: L'onore consi-
talani, Carocci, e Deboli, recaronsi derato in se stesso e relativamente
espressamente in detta città, per al duello, stampato in Parigi nel
1
1692. Inoltre l'istoria dei duelli alla carica di prefetto della segna-
fu compilata da Basnage nella Dis- tura di giustizia. Successivamente di-
sertalions historique sur les Duels3 venne titolare della chiesa di s.
ove quella provincia dovette per- de, come di quella della Cina. Fu
derlo poco dopo a motivo della ascritto inoltre alle congregazioni
invasione de' francesi repubblicani. del buon governo e della corre-
Intervenne al conclave dell'elezione zione dei libri della chiesa orien-
di Pio VII, e da questo fu prescelto tale. Ebbe la pvotettoria dei mona-
5 .
DUG DUI
ci Anloniani del monte Libano, io. Spiegazione di 7 5 salmi di
e dcH'arciconfraternita delle sagre Davide; 11 Spiegazione dei 2
stimmate, delle confraternite di s. primi capi d'Isaia; 12. Regole per
Anna de'bresciani, di s. Bartolom- l'intelligenza delle sacre Scritture,
meo de'bergamasclii, e del ss. Ro- con l'applicazione di esse regole al
sario in Albano. Finalmente fu pro- ritorno degli ebrei; i3. Spiegazio-
tettore della repubblica di s. Mari- ne del mistero della passione di
no, e della città di Bertinoro. N. S. Gesù Cristo secondo la con-
DUGUET Jacopo, nacque a Mont- cordia; 14. Spiegazione delle qua-
brison nell'anno 1649. Fino dal- lità e dei caratteri, che s. Paolo
la prima sua età si consagrò a Dio dà alla carità; i5. Gesù Cristo
nella congregazione dell' oratorio. Crocefisso j 1 6. Trattato degli Scru-
Studiò la filosofia in Parigi e la poli; 1 7. Trattato dogmatico sul-
teologia a Saumur, e poscia ne die- l'Eucaristia ; 18. Trattato de' prin-
de lezioni a Troie. La buona riusci- cipe della fede cristiana; 19. Trat-
ta che vi facea avendolo fatto ri- tato dell' educazione di un prin-
chiamare a Parigi, fu innalzato al cipe ; 20. Conferenze ecclesiasti-
sacerdozio, e quindi da' suoi supe- che, nelle quali veggonsi a mera-
riori venne destinato
a professore viglia le prove dell' ampia erudi-
di teologia scolastica nel seminario zione d'un autore, che ancora era
di s. Magloire dove fece alcune
,
cosipoco avanzato in età. Com-
conferenze pubbliche sulla sacra prende questa raccolta sessantaselte
Scrittura, e sulla storia e disciplina dissertazioni sopra gli autori, i conci-
della Chiesa. Ma le continue fatiche li, e la disciplina ecclesiastica dei pri-
sconcertarono la sua malferma sa- mi secoli della Chiesa; 21. Lettere di
lute, e così fu liberato da ogni pietà, e di morale. Senza che ci
tato dei Santi misteri; 6. Un trat- Città di Germania negli stali prus-
tato sull'Usura; 7. Altro trattato siani, nella provincia di Cleves-Berg,
sugli Esorcismi; 8. Commentario reggenza sulla riviera del Ruhr,
letterale spirituale sul Genesi; 9. al confluente del Reno. Ha sette
Spiegazione del libro di Giobbe; chiese protestanti, un ginnasio acca-
DUL DUL 293
demico, ed altri stabilimenti. L'uni- varrà in Italia, e spargeva tra il
le era appunto una raccolta di an- nelle città. Prova ne fanno varie
tiche monastiche costituzioni,, rego- iscrizioni de' bassi tempi, dove le
lò il clero secolare, e condusse il cattedrali sono dette Domus senza
restante del suo gregge a rispetta- altro aggiunto. Di fatti case ap-
re e promuovere sempre piti il di- pellavansi i sagri templi dai fran-
vin culto. I pubblici peccatori scan- chi, come dimostra il Lambecio,
grado essi fos-
dalosi, di qualsiasi Rerum Hamb. 1. 1, con le testi-
sero, venivano da lui con evange- monianze di Lamberto monaco Tu-
lica libertà corretti , e sottomessi tiense che presso
, il Mabillon ,
alle regole della canonica penitenza, Annoi. Bened. 1. 54, n. 102, dice:
non risparmiando neppure al re in Domum s. Petrì, e del Serario
Edgaro il rimprovero di aver com- Rer. Mogunt. 1. 1, e. 18, che par-
messo un delitto, per cui il re scos- lai Fratrum Conventus de Domo.
,
2 98 DUO DUO
È certo che gli antichi cristiani come Domus Domos, che
dal greco
sfuggivano di chiamare Templi le vuol dire casa o fabbrica, perchè
loro chiese, come risulta dai padri Domìo eh' è la prima origine di
de' primi tre secoli specialmente, e queste parole, significa fabbricare.
dal cod. tit. de pagati, sacrif. et E perchè le chiese si fabbricarono,
tcmplis, per nulla aver di comune acciocché fossero Domus orationis
coi gentili. Fu edificata di nuovo per questo è credibile, che alla
una chiesa ai tempi di s. Zenone, chiesa principale restasse questa
che tenne la cattedra di Verona prerogativa di essere detta Domus,
tra gli anni 356 e 38o, e nell'oc- casa o luogo di orazione, ancorché
casione di consacrarla recitò il ser- per altro a tutte le chiese con-
mone de spirituali aedificatione Do- venga l'essere, e chiamarsi oratorii,
mus Dei, a cui allude continua- o case d'orazione. Quindi aggiunge,
mente. Egli stesso dice nel trat. V, che ne' primi secoli della nascente
lib. i, n. 8: Proponamus ilaque, cristianità, quando per le persecu-
ut saepe contingit, in unum sibimet zioni non si potevano scopertamen-
convenire diversae religionis diem ,
te esercitare le funzioni spettanti
quo libi ecclesia, illi adeunda sint alla religione, e culto divino, non
tempia. I Ballerini ivi han notato, avevano i cristiani tanta moltiplica
che primo di tutti sia stato s. Am- tà di chiese, quanta poi si è intro-
brogio, ep. XX, n. 2, ad usare il dotta dalla pietà de' fedeli, che pe-
vocabolo di Templum ì
per indicare rò in quella, cui molte volte sola
le chiese de' cristiani. Da Lattan- avevano, conveniva il vescovo con
zio è stato tenuto lo stesso stile, ilsuo clero e popolo , e si chia-
ove domanda, lib. i r, Instit. e. ir. mava Domus, cioè casa di orazio-
Quid sibi tempia? quid sibi arac ne, casa religiosa, dove si celebra-
volunt? sopra il qual passo l'editore vano le messe, e i divini uffizi; e
parigino Lenglet Dufresnoy fa le questa voce, che per altro poteva
riflessioni medesime de' dottissimi essere comune a tutte le chiese, si
abbia avuto origine dalla voce Do- salmo 126, con queste parole:
minica, colla quale si chiamano le » Convcntus quidem ecclesiarum
cose spettanti a Dio. Sulla paro- « sive templis, quos ad secretanti
la Duomo, nata da Domo Dei, « sacramentorum religionem aedi-
tratta Muratori nella Disserta-
il » ficiorum septa claudunt, consue-
zione LXII, p. 338. L'erudito p. * tudo nostra vel domum Dei
Menochio nel tom. II delle Stuore, « solita est nuncupare, vel tempia".
p. 189, cap. XIII, Onde sia nato Diverse insigni, e celebri chiese cat-
che le chiese cattedrali si chiamino antonomasia sono chiama-
tedrali per
Domi, dice che Domo è voce, la te Duomi, come il Duomo di Or-
quale viene dal latino Domus, sic- vieto, il Duomo di Firenze, il Duo-
DUP DUR 299
ino di Milano, ec. ec. V. Gin- sa, gnesi con quei di Milano, e co' mar-
e Cattedrale. chesi Estensi. Dopo di aver com-
DU-PUY, Gherardo, Cardinale. piuto lo scopo di quella sua mis-
Gherardo Du-pny, nato in Rosiers sione, passòcome legato anche in
castello del Limosino, fu monaco ed Ravenna, nella marca di Ancona,
abbate benedettino. Era uomo di nella Trivigiana, e nel patriarcato
grande letteratura, e di assai ele- di Aquileja. In ogni luogo il Du-
gante aspetto. Nel 1872 dal cugi- raguerra lasciò memoria di bene-
no Gregorio XI venne eletto a te- dizione; ma ben presto 3 reduce
soriere pontifìcio e governatore di dal suo ministero, lo colse in Ro-
Perugia; Gregorio XI lo
quindi ma la morte, nel!' anno 1 3o4- Nel-
promosse, a' 20 dicembre i3y5j al- la basilica lateranense vedesi anco-
la sagra porpora, conferendogli po- ra l'antica di luitomba marmorea
scia il titolo presbiterale cardinali- sostenuta da due leoni fregiata ,
che allora si tramava in quella pro- cosia dell' isola di Cipro, il 6 luglio
vincia contro la Tornata
s. Sede. 1296, in una legazione al sultano
in bene quella legazione^ ebbe di di Egitto, della quale Io avea in-
nuovo l' incarico per la Toscana, caricato Bonifacio Vili. Il suo cor-
affine di tener la pace tra i Bolo- po fu trasportato in Roma, e se-
3oo DUR DUR
pollo nella chiesa di s. Maria so- lata di ferro malleabile, e di ni-
pra Minerva, per cui altri dicono ckel del peso approssimativo di
che morisse in Roma il primo no- 1900 miriagrammi, somigliante nel-
vembre 1296, ed in età di sessan- la sua composizione all' aerolite) ca-
taquattro anni. Diverse sono le ope- duto in llraschina presso Agrain
re che ci lasciò, nelle quali avve- nel 1751 ; ed all' aerolito scoperto
dimene la purezza manchi e 1' e- ad Olumpa nel Tucuman. La città
1 eganza dello stile , nullameno buo- fu fondata nel 1 55 1 da Alonso
ni e solidi sono i principii, come Pacheco per ordine di d. L. di
somma è l'erudizione nella liturgia Velasco viceré della nuova Spagna.
ecclesiastica. Oltre lo Specchio del La sede vescovile fu eretta nel-
diritto, citato, le altre opere del l'anno 1620, dal sommo Pontefice
dottissimo Durando sono: il Reper- Paolo V, che la fece suffraganea
torio del diritto, tratto dalla men- della metropoli di Messico , alla
zionata opera; Razionale degli
il quale è tuttora sottoposta. Dipoi,
offici divini, stampato in Magonza, nel 1780, Pio VI eresse il vesco-
Lione, Venezia ec., la cui prima vato di Sonora, con parte delle dio-
edizione è rara; un Commento sui cesi di Durango, e di Guadalaxara,
canoni del concilio di Lione, ed a cagione della lontananza di quei
un compendio della Glossa, e del diocesani. La cattedrale è dedicata
testo del diritto canonico. in onore di Dio, e sotto V invoca-
DURANDO Guglielmo, nipote zione di s. Matteo apostolo ed e-
del precedente, gli succedette nel vangelista, edifizio magnifico. Il ca-
vescovado di Mende nel 1290, o pitolo si compone di tre dignità,
1296. Papa Clemente V lo chiamò la maggiore delle quali è il decano,
al concilio di Vienna V anno i3ii, di quattro canonici colle prebende
e per tale oggetto compose un di teologo, e penitenziere, oltre di-
lungo ed eccellente trattato del versi dimidii porzionari, non che
modo di celebrare il concilio ge- di alcuni preti, e chierici, addetti
nerale. La sua prima mira è quel- all' uffiziatura. Nella cattedrale vi è
la di richiamare l'antica disciplina, la cura d'anime, e dappresso un
e d'inveire contro i disordini, che ampio episcopio. Nella città vi so-
allora turbavano la Chiesa. no due altre parrocchie munite di
DURANGO (De Durango). Cit- battisterio, con tre conventi di re-
E
E,iADBERTO (s.). La liberalità se badessa nel monistero di Mem-
verso de' poveri, e le profonde co- trey, nelP isola di Thanet. Edificò
gnizioni nella sacra Scrittura col- ella una chiesa in onore dei ss.
pria, ma della brutalità dei ne- altre sagre funzioni proprie de'su-
mici, radunò in capitolo le sue periori nelle feste solenni. Que-
consorelle, esponendo ad esse le pro- stovocabolo deriva da quello di
prie inquietudini, e quindi tagliatosi Hebdomas settimana dalla voce
essa francamente il naso, ed il labbro greca, che significa lo spazio di
superiore, invitò le altre a seguir- sette giorni, e si dice anche Heb-
ne l'esempio. Tulle perfettamente la domada. Quella religiosa, o mo-
imitarono. Giunti que' barbari nel naca, che nei monisteri è destinata
monislero, alla vista di tale spet- nella settimana a dire, ed a pre-
tacolo inorridirono, e non ardendo siedere all'ufficio, chiamasi ebdoma-
di neppur appressarsi ad esse, sfo- daria.L'ebdomadario, per quello che
garono la loro sevizie con l'appic- riguarda il suo uffizio, deve rispetta-
care il fuoco al monislero, e con- re la consuetudine dei luoghi. Nelle
sumarle vive nelle fiamme. Nel principali chiese maggiori però viene
EBD EBE 3o 9
approvato, lodato e osservato l'or- Cardinali tomo dice che nel-
I,
dine, che prescrivono i liturgici, fra l'ottavo secolo eranovi sette suf- i
i quali quello del Diclich, che ripor- fragami di Roma Cardinali ebdo-
ta nel suo Diz. sacro-liturgico al- madarii, e tratta del loro impiego
la parola Ebdomadario. Nei capi- ebdomadario. Inoltre anticamente
toli per lo più l'ebdomadario è vi erano parecchie altre sorte di
il collatore de'benefizi, che restano ebdomadarii nei capitoli, e nei mo-
vacanti durante la sua settimana, nisteri, come l'ebdomadario cantore,
eccetto quelli affetti alla santa Sede, l'ebdomadario del coro, l'ebdoma-
o di altrui collazione. dario della cucina, l'ebdomadario
il Maeri, Not. devocab. ecci,
Dice dei defonti, o dei morti. Aveva cu-
che furono nominati hebdomadarii ra quest'ultimo dell'uffizio, e del
alcuni sacerdoti deputati dal Pon- servigio de'morti. Così eravi l'ebdo-
tefice s. Simplicio del 4^7 > P er madario che canta-
dell'invitatorio,
udire le confessioni , e battezzare, va l'invitatorio, l'ebdomadario let-
ciascuno de'quali faceva la sua set- tore di tavola, l'ebdomadario della
timana nelle basiliche di Roma, cioè messa cantata cui spettava l' incum-
di s. Pietro, di s. Paolo e di s. benza di celebrare la messa can-
Lorenzo. Ed il Piazza, nella Gerar- tata, nella settimana ,
1' ebdoma-
chia cardinalizia pag. 9, dice che dario dal salterio, ch'era quel me-
i sette Cardinali dell'ordine de' ve- desimo del coro, e l'ebdomadario
scovi erano chiamati ebdomadarii, del santo altare, ossia quello me-
perchè una settimana per ciascuno desimo della messa cantata, come
làcevano nella basilica lateranense si può vedere nel Zaccaria: Ono-
l'ufficio del Pontefice, col celebrare masticon rituale selcclum, alla voce,
sull'altare papale. Erano chiamati hcbdomada rius.
ancora ebdomadarii i sette Cardina- EBERARDO (s.). Da cospicua ed
J
li dell ordine de'preti, addetti ad opulenta famiglia della Svevia nacque
ognuna delle altre quattro basiliche Eberardo, ed una quasi generale opi-
patriarcalidi s. Pietro, di s. Pao- nione lo crede cugino di Ermanno
lo, Maria Maggiore, e di s.
di s. duca di Svevia, e di Alsazia. Nella
Lorenzo fuori le mura, giacché in sua prima età, fu fatto prevosto
cadauna di dette quattro patriarca- nella cattedrale di Strasburgo, ma
li, i loro sette Cardinali preti ce- sentitosi dappoi chiamato per l'ere-
lebravano ed uffiziavano nelle me- mo, si ritirò in un deserto della
desime alternativamente ne' sette Svizzera, e si consacrò al Signore
giorni della settimana , facendone in un monistero nell' anno 906,
così il servigio, o l'officio ebdoma- dove quarantatre anni prima s.
dario. 11 novero de'sette Cardina- Menrado avea gittato le fondamen-
li vescovi ebdomadarii della patriar- ta. Colle sue familiari facoltà pian-
cale lateranense, ed il novero dei tò Eberardo una chiesa in onore
ventotto Cardinali preti ebdoma- della beata Vergine, ed un' abba-
darii delle altre quattro basiliche zia, nella quale egli fu il primo
patriarcali, lo fa pure il Panvinio, abbate. Nel
942 un'orrida care-
Le sette chiese Romane a pag. 12. stia affliggeva V Alsazia, la Borgo-
e seg. ed a pag. 26, e seg. Il Ta- gna, e tutta T alta Germania, e la
magna, Origine e prerogative dei carità di Eberardo si dimostrò tan-
28602b
3io ERI EBR
to accesa, che provvide col pro- apostata apostolo i. Paolo, perchè
1'
si staccò dal suo maestro, e si rin- vesse il suo vangelo per opporlo
chiuse in una picciola colletta. agli errori di Ebione. L'empio in
Molti furono quelli, che edificati oltre bestemmiava, che Gesù Cri-
dello spirito di ritiratezza di Ebe- sto era nato da Giuseppe e da Ma-
rulfo, vollero seguirne l' esempio, ria, come nascono tutti gli altri uo-
vivere in comune. Non esitò egli vendopoi fatto egli acquisto di virtù,
ad accettarli, e fu in seguito di- venne eletto ad essere Figliuolo di
chiarato da essi per loro direttore, Dio.
e modello. Dopo una lunga vita EBR ARDO Michele, Cardinale.
morì mezzo a' suoi confratelli il
in Michele Ebrardo, nobile francese da
giorno 26 luglio, nel quale viene s. Sulpizio, credesi da alcuni creato