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DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI., AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONC1LII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROJSI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL. XX.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLIII.
*\ *

K.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

D
Di'IANA, o GIANA Pietro, Car- Numidia, sotto la metropoli di Cir-
dinale. Pietro nacque dalla nobile ta. Fidenzio, vescovo di Diana, as-
famiglia Diana, o Giana di Pia- sistette alla conferenza di Cartagi-
cenza. Essendo preposto della col- ne, laonde già esisteva nel principio
legiata di s. Antonino in Verona, del secolo quinto. Diana, Dianen.,
il Pontefice Lucio III nel merco- è un titolo vescovile in parlibus>
ledì delle ceneri dell'anno i x 84 lo che conferisce la santa Sede, sotto-
creò Cardinale dell'ordine de' dia- posto alla metropolitana di Cirta
coni, e gli conferì per diaconia la Julia parimenti in partibus. Gli ul-
chiesa di s. Nicola in Carcere. Di- timi vescovi di Diana sono monsi-
poi passò all' ordine presbiterale, ed gnor Andrea Stanislao De Hatten,
al titolo di s. Cecilia. Celestino III già vescovo di Warmia, e l'odier-
lo dichiarò legato prima
apostolico no suffraganeo della sede vescovile
della Sicilia, indi in Alemagna. Mo- di Breslavia monsignor Daniele La-
li in Roma verso l'anno 1200, do- tussek di Bralin, fatto vescovo dal
po aver goduto il Cardinalato quat- regnante Pontefice a' 12 febbraio
tordici,o quindici anni, ne' quali i838, e deputato ad esercitare i

intervenne alla elezione de' Ponte- pontificali in detta diocesi.


fici Urbano III , Gregorio Vili , DIARBEKIR, Diarbeck, o Ga-
Clemente III, Celestino III, ed In- rantita. Città arcivescovile in par-
nocenzo III. Fu sepolto nella chie- tibus della Turchia Asiatica, nella
sa del suo titolo, con una lunga Armenia maggiore, chiamata anche
iscrizione in versi, che celebra la Careathiocerta ed Amida. Con que-
dottrina, la destrezza, e le altre sto secondo nome, come dicemmo
egregie qualità, di cui era fornito. al suo articolo la santa Sede ne
,

DIANA. Sede vescovile dell'Afri- conferisce il titolo ad un arcivesco-


ca occidentale, nella provincia di vo in partibus, insieme a due sedi
6 DIA DIA
ad essa soggette. Questa chiesa me- chiamato Bekir, che la conquistò sui
tropolitana del patriarcato antio- persiani, rimanendo poscia, per le
cheno, secondo Commanville, fu eret- vicende della guerra, molte volte
ta nel quarto secolo, con trentasei distrutta. La sua ultima ristaurazio-
sedi vescovili suffraganee , ch'egli ne rimonta ai regni degli impera-
registra a pag. 270, Hist. de tous tori Valente e Valentiniano. Nella

les archév. et V. Cara-


evechés. guerra fra i greci dell' impero di
mita. In Diarbekir da ultimo eran- oriente, ed i persiani, fu spesso as-
vi tre sacerdoti cattolici, una chie- sediata, presa e ripresa sino alla
sa, e cento cinquanta famiglie pa- metà del XII secolo, epoca in cui
rimenti cattoliche. passò in potere de'turchi. Finalmen-
Diarbekir è residenza d'un pa- te Diarbekir, al dire di Ammiano
scià a tre code, ed è situata in u- Marcellino, fu chiamata anche Go-
na pianura bassa e fertile sulla ri- stantia, dal nome di Costantino, o
va destra del Tigri, che s'attraver- Costanzo imperatori.
sa sopra un ponte di pietra di do- DIARIO di Roma. Gazzetta, o
dici arcate. E cinta da una gros- giornale ufficiale, che con privilegio
sa muraglia di pietre nere, merla- pontificio si pubblica in Roma dal-

ta e fiancheggiata da numerose tor- la stamperia Cracas, due volte la


ri rotonde, e quadrate. Da questa settimana, e talvolta con Suppli-
muraglia, che si crede costrutta dai menti, oltre le Notizie del giorno
romani, la città deriva il nome che dalla medesima tipografia si
turco di Caramita, Cara-Amid , pubblicano nel giovedì, qualora non
o Karameit, cioè Amid la nera. sia festa di precetto, nel qual caso
E pur difesa da una larga fossa, si anticipano. Siccome poi il Dia-
e sopra un'altura, che domina il rio di Roma, e le Notizie del gior-
fiume, evvi il castello fortificato, in no sono giornali, che pel contenuto,
cui risiede il pascià. Le case co- e per l' hanno le
interesse che ne
strutte di lava offrono un ameno massimamente le cattoli-
nazioni,
colpo d'occhio; quelle dei ricchi che vanno per ogni parte del
,

soprattutto sono bellissime, e con mondo, e siccome a cagione delle


graziose fontane, che sono pure mol- cose autentiche, che notificano al
te nella città. Vi hanno undici pubblico riguardanti in peculiar
moschee., la più magnifica delle modo la santa Sede, e per altri mo-
quali è l'antica chiesa di s. Gio- tivi che diremo, sono di frequente
vanni. Vi sono diverse chiese dei da noi citati in questo Dizionario,
cristiani, e la cattedrale degli arme- coli' anno, e col numero progressi-
ni, giacche vi risiedono un arcive- vo; così siamo di avviso che non
scovo nestoriano, ed un patriarca riuscirà discaro un cenno storico,
^iacobita. Nei dintorni sonovi deli- con altre analoghe nozioni intorno
ziosi giardini. a questi giornali. Da ultimo ag-
Secondo
alcuni, Diarbekir occupa giungeremo le notizie del Monito-
il luogo di Tigranocerta ; ma al re di Roma, della Gazzetta o gior-
parere dei più sta nel sito dell' an- nale di Campidoglio, che poi pre-
tica A micia. Ignorasi l'epoca preci- se il nome di Giornale politico del
sa della sua fondazione; ma si sa, dipartimento di Roma, quindi fa-
che prese il nome da un arabo remo menzione delle Notizie an-
,

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nuali di Roma, e dell' almanacco la settimana. Delle gazzette si par-
di Roma, pubblicato sotto l'am- la anche nel Malmantile j e nelle
ministrazione francese. Cosi pure si anticìie prose fiorentine si fa men-
farà parola dei giornali letterari*!, ed zione dei gazzettini, e dei foglietti.
artistici, e dei giornali delle opere pe- Alcuni pretendono, che le gaz-
riodiche, che ai nostri giorni vanno zette fossero stabilite nel vasto im-
pubblicandosi in Roma, senza far- pero della Cina sino da tempo
ne argomento di diversi articoli, immemorabile. Certo si è, che ivi
per la brevità delle notizie che si stampa ogni giorno la gazzetta
riportiamo. Ci permetteremo inoltre dell' impero per ordine della corte.

una breve digressione sub" origine Oltre questa gazzetta, nella capita-
delle Gazzette, dei Giornali, dei le Pekino, si stampano, e pubbli-
Diari, ec. , che in tanta copia cano giornalmente altre gazzettej
e periodicamente stampano in si nelle quali contengonsi curiosi e-
ogni parte del mondo, per la viva stratti nei primi volumi degli o-
brama, che quasi tutti hanno di puscoli pubblicati in Londra dalla
conoscere le notizie altrui, e per regia società asiatica.
la facilità delle comunicazioni age- Al principio del secolo decimo
volate in un modo sorprendente, settimo, o verso il fine del prece-
sia col regolare corso di poste ,
dente, si stabili 1' uso delle gazzet-
che colle strade di ferro, legni a te in Venezia, in un'epoca, cioè,
vapore, telegrafi, ed altri mezzi. in cui l' era tutto il centro
Italia

In quanto alla denominazione, delle negoziazioni politiche della


di cesi Diario, diari um } un giorna- Europa, e Venezia, come sede di
le; Gazzetta un foglio d'avvisi, o possente repubblica, e di governo
novelle; e gazzettino una breve aristocratico, era pur 1' asilo della
gazzetta, e gazzettiere colui, che libertà. Questo esempio in appresso
scrive le gazzette. Dicesi poi Gior- venne imitato da molte delle prin-
nale quel libro, nel quale di gior- cipali città dell' Europa, principal-
no in giorno si notano i fatti pub- mente in Ispagna. In Francia poi
blici, detto altrimenti Diario ; ed nel i63i, il medico Teofrasto Re-
in latino diarium, cphemeris, acta naudot di Londun, rinomato anco
populi diurna. Così il Dizionario nella nobile arte sua, introdusse
della lingua italiana, a tali voci. la gazzetta. Il suo
la sua spirito,
Veramente il nome di Gazzetta attività, suo impegno gli fe-
ed il

è quello d' una moneta antica fuo- cero sperimentare il potente pa-
ri di corso, la quale correva pri- trocinio del Cardinale Richelieu,
ma in Venezia : gazzetta quindi proteggi tore zelante de' suoi com-
chiamossi, e dicesi generalmente patriotti, che si distinguevano per
tuttora un foglio di avvisi, e di qualche talento. Dal medesimo sot-
novelle, il quale stampato distri- to il regno di Luigi XIII ottenne
buì vasi, e paga vasi una gazzetta a il privilegio d'istituire in Francia
Venezia, ed una crazia, altra mo- la gazzetta, per lo che in quel re-

neta, a Firenze. La moneta gazzet- gno nel i63i, si pubblicarono da


ta era equivalente ad un mezzo lui le prime gazzette, cioè ai 5

soldo d' Italia ; ed i fogli di tal novembre si stampò la prima, co-


nome uscivano soltanto una volta me nota il Manuel des Dates, di
8 DIA DIA
de Chantal. Sebbene allora la let- regno di lui, e sono utili perchè
tura di queste non fosse come irai offrono eccellenti materiali per la

bisogno, come è divenuto pei pro- storia. Non si deve poi tacere ,

gressi della civiltà, tuttavolta il che Barbier che la


è di avviso,
Renaudot, con questo, e con altre istituzione della gazzetta di Francia
speculazioni letterarie ec. , rapida- si debba attribuire al celebre ge-
mente si acquistò ricchezze consi- nealogista padre d' Hozier Per- .

derabili, e morì a*25 ottobre i653: ciò si racconta, che aveva egli nu-
altri dicono invece che lasciò u- merosi corrispondenti dentro, e fuo-
na moderata fortuna. Renaudot fu ri del regno, affine di essere per-
padre di Isacco, ed Eusebio che fettamente informato di quanto vi
proseguirono a fruire del privilegio accadeva; e che comunicava le noti-
di continuare la gazzetta. Dal se- zie ricevute a Teofrasto Renaudot,
condo nacque l' abbate Eusebio Re- suo amico, onde avvenne che am-
naudot, dotto non meno che chia- bedue formarono insieme il pro-
ro, per le sue vaste cognizioni nel- getto della gazzetta.
le lingue orientali, nella teologia, e Ad imitazione poi delle gazzette
liturgia, come ne fanno fede le sue politiche, si cominciò in Francia, nel
celebri opere. Anche 1' avo Teofra- 655 y la pubblicazione di gazzette
sto ci diede opere biografiche, me- letterarie. I primi giornali non fu-

diche, e sull'offizio degli indirizzi, rono che semplici annunzi di libri


che vuoisi pur da lui istituito; ma nuovamente stampati, ma ben presto
quelle che risguardano il nostro ar- vi si aggiunse una critica ragionata.
gomento sono, la Gazzetta di Fran- Verso l'epoca medesima, cioè verso
cia , dal i63i fino alla sua mor- la metà del secolo XVII, si comincia-

te, in quarto. Tale giornale, conti- rono anche in Italia a pubblicare


nuato sino al 1792, forma una giornali letterarii ; e questi ebbero
raccolta di centosessantadue volumi. un ottimo modello, e pigliarono
Inoltre si narra, che il dott. Renau- consistenza, allorché s'intrapresela
dot, grande novellista, per inclinazio- pubblicazione regolare del giornale
ne raccoglieva da ogni parte novelle dei letterati d'Italia, che continuò
per divertire i suoi malati, prima ad uscire per molto tempo, e go-
di pensare a farne un foglio pub- dette di moltissima riputazione,
blico. Il Cardinal Richelieu, primo Vuoisi pure, che la Bibliotheca di
ministro di Francia, vi preseun Fozio desse al mondo la prima
interesse particolare : vi mandava idea di un giornale letterario, con-
sovente degli articoli interi; vi fa- tenendo gli estratti di tutte le o-
ceva inserire i trattati di alleanza, pere, che capitavano alle mani di
le capitolazioni, le relazioni di as- quel famoso patriarca di Costanli-
sedii, e di battaglie, scritte dai ge- nopoli. V. quell' articolo, in cui
nerali, non che i dispacci degli parlasi di lui, fiorito nel nono se-
ambasciatori, allorquando contene- colo , nel quale fu riputato forse
vano fatti, che si voleva fossero in il più dotto. Frale sue opere av-
cognizione di tutta l' Europa. Lo vi Mynobiblon, sive Bibliollura li-
il

stesso LuigiXIII non isdegnava di brorum quos legit et cemuit Pho-


y

comporre per la gazzetta;


articoli lius, palriarcha Cons tantinopolita-

perciò sono di grande autorità pel nus, eh' è il sunto delle opere let-
DIA DIA 9
te dall' autore durante la sua am- dotti collaboratori, e direttori dei
basciata in Assiria per commissione medesimi alla
: qual cosa siamo
dell'imperatore Michele che III, e indotti, perchè la maggior parte
indirizzò al patrizio Tarasio suo di questi vengono citati nel nostro
fratello. Tale raccolta venne, ed è Dizionario.
ritenuta per uno de' piti preziosi Il Giornale Arcadico di scienze,
monumenti della letteratura antica, lettere,ed arti, è un' opera perio-
come si ha dalla Dissertalo de dica,che incominciò a vedere la
Photio ephcmeridum eruditarum luce nel 1819, nel pontificato di
inventore PVolfio, non che il mo- Pio VII, e se ne pubblica un vo-
dello dei giornali letterarii, e forse lume al mese. Dal gennaio pertan-
non è per anco stata sorpassata, to di tale anno, prosegue diligen-
al dire di alcuni, dappoiché essa temente, e con plauso della repub-
contiene i ristretti di duecento ot- blica letteraria, sotto la direzione
tanta opere, di cui molte non ci del dotto principe d. Pietro Ode-
sono pervenute. scalchi. Oltre le scienze, le lettere,
Ai giornali letterari successe la e le arti, per appendice tratta di
pubblicazione degli atti accademici, varietà, e presenta le utili e im-
ed una quantità di opere periodi- portanti tavole meteorologiche fat-
che ed annuali, su qualunque ra- te nella rinomata specola del colle-
mo di scienze, ed arti, commercio gio romano. Talvolta cogli articoli vi
ec. , e persino i giornali delle mo- sono tavole incise. Vi si leggono in-

de, che a rigore non si possono tere memorie, o sugosi compendii di


dire letterari. Quindi incomincia- esse, scritte da parecchi compilato-
rono le reviste enciclopediche, i ma- ri, che onorano l' Italia e Ro- ,

gazzini enciclopedici, i repertorii, le ma. A questa dottissima effemeri-


biblioteche, ed altri giornali con de molto devono la medicina, e
differenti denominazioni, delle quali le scienze che le sono ausiliarie.
non è del nostro scopo far men- Gli Atti della pontifìcia ac-
zione , di letteratura nazionale, e cademia Romana di Archeolo-
straniera in cui si rende conto, gia con dissertazioni incominciaro-
delle opere, massime delle odierne no a pubblicarsi nell'anno 182 1.
con molto vantaggio della colta A seconda del titolo XII, della co-
società. stituzione dell'accademia, appro-
Lungi egualmente dall' enume- vata dal Cardinal Consalvi segreta-
rare gli anteriori giornali periodi- rio di stato di Pio VII, venne di-
ci, mensili, ed annuali di Roma, sposto^ che ogni anno si pubblicas-
e dello stato Pontificio, prima di se almeno un tomo degli atti ac-
parlare di quanto riguarda il Dia- cademici. Nel corrente anno vedrà
rio di Roma, e delle Notizie del la luce il tomo XI. Gli illustri ac-
giorno, che contengono eziandio cademici ebbero per iscopo di pub-
articoli riguardanti le arti, e le bel- blicare colle stampe le loro im-
le lettere, ci limiteremo ad accen- portantissime letterarie produzioni,
nare soltanto quali giornali lette- e talora con tavole incise, dirette
rari ed artistici, e quali opere pe- al vantaggio delle scienze e delle
riodiche al presente si pubblichino arti. La cura della stampa è aiti-

in Pioina, per mezzo di zelanti e data al vice-segretario.


io DIA DIA
// Tiberino è un giornale pe- Savissimo, accorto, e prudente tem-
riodico, artistico, letterario, istrut- peramento: non avvi più potente
tivo con varietà. Ne fu principale arma per punire 1' orgoglio di una
istitutore il benemerito, e chiarissi- indiscreta e bassa critica, che una
mo cav. Gaspare Servi architetto, placida indifferenza, la quale ser-
ed ora direttore, e proprietario re- ve ad un tempo anche d' im-
sponsabile riconosciuto dal governo. portante lezione ai severi aristar-
A conforto delle arti belle, e degli chi ! Dopo che Colombo scuoprì
amatori, e cultori di esse, usci il contro la comune aspettazione l' A-
primo numero a' 19 gennaio i833, merica, gl'invidiosi dissero che an-
col titolo Tiberino , dal celebre fiu- ch' essi1' avrebbono saputo fare co-
me dell'alma Roma, e dall'Acca- me cosa facile. Quell'immortale,
demia Tiberina, di cui incominciò e sommo uomo liumiliò colla no-
a pubblicare gli atti, oltre a quel- ta prova, di fare che stesse ritto un
li, che il diario di Roma ci dà di uovo, schiacciandolo, ciocche a nes-
sì cospicua, e rispettabile accade- suno era riuscito di eseguire. L'Al-
mia. In questo giornale un tempo bum composto di otto pagine si
composto di quattro pagine, ed ora dispensa una volta la settimana. Ne
di otto, e che si dispensa una vol- è direttore proprietario intelligen-
ta la settimana, si parla delle ope- te e zelante il cav. Giovanni de
re antiche in fatto di belle arti, e Angelis. V Album istruisce, e dilet-
di quelle moderne, che sono più ta : contiene memorie biografiche
interessanti. E se molte volte si dà di uomini illustri antichi, e viventi;
la dovuta lode al merito, al tem- necrologie di celebri defonti ; mo-
po stesso non si manca di fare uso numenti archeologici, piante esoti-
d' una sana, e moderata critica, la che, animali ; descrizioni topogra-
quale è indispensabile, a voler por- fiche, e storiche; dialoghi piacevo-
re iiell' aspetto dovuto 1' opera, di li; risposte argute; scienze fisiche
cui s'imprende a trattare. In que- in genere; arte nautica in ispecie;
sto giornale vi sono articoli archeo- opere, e geste preclare de' sommi
logici, biografici, e necrologici di Pontefici, e de' più insigni Cardi-
persone, il cui nome suona rispet- nali di santa romana Chiesa; poe-
tato nella società, non che estratti tici componimenti, scoperte, inven-
di opere, lettere, e discorsi di scrit- zioni ec. ec. Questo giornale ogni
tori, ed artefici di rinomanza. volta è abbellito con tre incisioni
L'Album è giornale letterario, in rame condotte con accuratezza,
e di belle lettere. Gol più lusinghie- ed allusive, analoghe, ed inerenti a
ro applauso viene accolto dai suoi quanto si descrive. Spesso hanno
numerosi leggitori, giacche in esso o- luogo tra esse i ritratti di chi è
gnuno ritrova verificato quanto il argomento della biografia e necro-
compilatore protestò prima
nella logia. Questo giornale periodico è
distribuzione fatta agli 8 marzo tenuto pel giornale ebdomadario,
1 834 ; di dare cioè » una sempre il più antico dei pittoreschi che ,

« variata ricreazione ai nostri asso- si vanno pubblicando in Ita-


» ciati. ... E dispregiando mot- i lia. Le distribuzioni di un anno
» teggi della satira, questi non sa- formano un volume, il quale è
« ranno tenuti in calcolo alcuno". sempre dedicato a qualche Cardi-
DIA DIA n
naie principe , od altro distinto blica espilazione , e gli annali
personaggio. delle scienze religiose sono ovun-
Il settimo volume però dell'anno que bene accolti ed in gran credito,
settimo, meritamente fu dal diret- e vanno a formare preziosi docu-
tore dedicato ai numerosi ed egre- menti per la storia ecclesiastica.
gi collaboratori del medesimo. Ogni Inoltre periodicamente si pub-
volume è preceduto da un indice, blicano in Roma anco i seguenti
una delle tre doti dei libri. due giornali, ed annali: // gior-
Gli annali delle scienze religio- nale del foro, di cui si pubblica un
se, compilati dall'abbate ora mon- fascicolo ogni mese, compilato dal
signor Antonio de Luca, s' inco- chiarissimo dottore Bartolommeo
minciarono a pubblicare nel i835, Belli, che raccoglie, e dà l'estrat-
e furono intitolati agi' italiani cul- to di tutte le decisioni più impor-
tori delle scienze religiose. Il grave tanti, sia in diritto, che in proce-

titolo di questa utilissima e be- dura dei tribunali di Pioma; la


nemerita opera periodica , di cui Rivista, altro giornale periodico
si distribuisce un fascicolo ogni che ebbe
sui teatri, arti, e varietà,
due mesi, è ben sufficiente, per principio nel i83i. N'è compila-
comprendere le interessanti materie, tore il chiarissimo Antonio Tosi, e
e perciò si legge nell' indirizzo si pubblica tre volte per ogni me-

proemiale »* Trattasi di porre sot-


: se. Scopo precipuo di questo gior-

» to i vostri ocebi quanto di piti nale è il miglioramento del tea-


« notabile e pregevole si va ogni tro, e tuttociò eh' è relativo ai
» dì pubblicando nella nostra pen- romani spettacoli. È scritto con
» isola , e fuori intorno alla reli- imparzialità, e con analoghe co-
» gione, sia per riguardo ai suoi gnizioni ; mentre nella varietà si
« dogmi, sia per riguardo alla ec- osserva il buon gusto, il diletto, e
* clesiastica disciplina, sia per ri- l' istruzione.
ai guardo ad alcun' altra cristiana Gli annali medico-chirurgici so-
« istituzione, che a lei si apparten- no della più. grande importanza, e
ni ga". In questi annali rendesi vengono compilati dal chiarissimo
conto adunque del progresso delle dottore Telemaco Metaxà. Questa
scienze sagre, di ogni luogo, con opera periodica incominciò nel
importante appendice bibliografica 1839. Se ne pubblica un fascicolo
di tutti i regni. Le bolle, i brevi, per ogni mese, ed ogni sei fascicoli
le lettere pontificie, le allocuzioni, formano un volume. Occorrendo,
ed altro atto del sommo Pontefice in questo giornale vi sono i neces-
di argomento grave, sono riportati sari rami incisi. Il suo titolo dice
negli annali. Ivi pure s' inserisco- tutto, e la pubblica approvazione
no le dissertazioni lette nell'acca- corona le sollecitudini del compi-
demia di religione cattolica, le ne- latore. A cagione degl' importanti
crologie di coloro, che hanno dato argomenti che vi si trattano, ci sia
alla luce scritti diargomento sagro, permesso un ulterior cenno. Man-
e le analoghe opere, che si vanno cava alla patria dei Lancisi, e dei
pubblicando. Il chiarissimo compi- Baglivi un' opera, che raccogliendo
latore, ed i dotti collaboratori han- dalla saggezza di tutti i popoli le
no ampiamente corrisposto alla pub- più recenti ed utili verità dell' ar-
i2 DIA DIA
te salutare, ognor più dilatasse Finalmente passiamo ora a dire
quelle scienze, con che piacque a del tanto rinomato Diario di Ro-
Dio vantaggiare l' umana famiglia. ma, argomento principale di que-
Avvisò pertanto il lodato professo- st'articolo, della sua origine, del
re Telemaco (degno figlio del ce- suo progresso, e de' suoi pregi. La
lebratissimo professore Luigi, di cui preziosa rarissima collezione di es-
abbiamo un giusto, e splendido e- so è da me posseduta, e sino dal
logio necrologico, nel n.°49» delle i834, ' a l ess ' interamente, ricavan-
Notizie del giorno di Roma del 1 84 2) done un copioso repertorio per or-
di riempire, quanto meglio per lui dine di epoche, di materie, e di
si potè, siffatto vuoto, offerendo alfabeto. Ammiratore dell' infatica-

ne'suoi annali medico-chirurgici, un bileFrancesco Cancellieri, e pos-


ampio campo alla dottrina, e alla sessore di tutte le sue opere fino
coltura de' sapienti colleghi. Laon- da molti anni, mi venne viva bra-
de fu saggio intendimento del com- ma di acquistare quelle opere, dal-
pilatore, di aggiungere alle solide le quel benemerito e pro-
quali
dottrine degli antichi il miglior fondo erudito avea ricavato tante,
fiore del moderno sapere, separan- e sì svariate nozioni. Essendo in
do i puri fatti dalle incerte teorie, gran parte riuscito nel!' intento, mi
combattendo alcune mediche sette, mancava percorrere T importante
e tanti errori ridotti a sistema (per collezione dei Diari di Roma, ma
servirci della definizione dei dotti per nulla spaventato dal numero
in questa scienza), e le bizzarre i- de' volumetti, con mia indescrivi-
potesi, che muovono sì spesso ai bile soddisfazione, e corrispondente
nostri tempi gli oltramontani a por- istruzione, il ripeto, effettuai piena-
re in dubbio il vero, e cambiare, mente il divisamento, ispiratomi an-
e travisare in mostri le migliori che dai frequenti encomi, e dalle ci-
nostre antiche scienze. perchè si
II tazioni che ne fa il Cancellieri nelle
sforza il dottor Telemaco, di ri- sue opere, e dalla legalità, e ve-
condurre menti sviate allo stu-
le racità del suo contenuto, massime
dio declassici, ed a moderare quel- per ciò che riguarda la santa Se-
lo smodato affetto che ci porta, de, la Chiesa universale, il mondo
anche in questa scienza, ad idola- cattolico, Roma, e i dominii pon-
trare le cose straniere senza carità tificii. Il Cancellieri a pag. IV del-
per le nostre. Nella prima parte la lettera barone
dedicatoria al
poi di questo giornale sono inse- della Penna Crispolti, del Mercato,
rite memorie originali inedite
le il lago, ec. Roma 181 r, così si
,

riguardanti le due medicine uma- esprime in giusta lode del Diario


na, e veterinaria, non che la zoo- di Roma, altrove da lui chiamato
logia, e la zootomia. La seconda utilissime effemeridi: » Avendo nella
parte comprende la rivista dei gior- » maggior parte tessuto il mio la-
nali medici, italiani, e stranieri. Vi n voro con i piacevolissimi rac-
si leggono eziandio le analisi delle « conti, finora inediti, di Cola Co-
opere mediche, che vengono pub- » lei ne, di Teodoro Amidenio, di
blicandosi in Italia, e fuori, espo- » Marc' Antonio Valena, di Gia-
ste con imparziale critica, senza adu- » cinto Gigli, di Francesco Vale-
lazione, ne amare diatribe. >ì rio (tutti celebri diaristi), oltre
DIA DIA i3
m molti altri, tratti dal Diario del » che è assai difficile di trovar com-
» Cracas Diario di Ro-
(cioè dal »» pietà". Così ne' citati luoghi, e
» ma come diremo,
cosi chiamato, nelle altre numerose sue opere par-
» dal primo, e benemerito suo i- lava del Diario di Roma, France-
m stitutore e compilatore), che quan- sco Cancellieri, che non si dubitò
» tunque da molti, per non dire da qualcuno chiamare con enfati-
» da tutti, si crede affatto sprege- ca frase, il principe dell'italiana
« vole, pure è l'unico fonte, da erudizione. Inoltre l' importanza, ed

» cui possono attingersi mille cu- i pregi Diario di Roma si


del
« riose (poteva aggiungere qui co- possono agevolmente dedurre dai
» me ha fatto altrove, non che frequenti estratti, che del medesi-
» preziose, ed importantissime) no- mo riporto negli articoli di questo
» che inutil sarebbe di cer-
tizie, Dizionario. Ecco i cenni generici
» care altrove, e che senza di esso istorici sull' origine, e progresso del
« sarebbono andate in una totale Diario di Roma.
» dimenticanza, al pari di tante Nel pontificato di Clemente XI,
» altre, che si sono smarrite pri- in Roma, ebbe origine e principio
w ma della sua utilissima introdu- il Diario di Roma, in occasione
» zione; mi lusingo che possa
io della guerra d' Ungheria, che per
« incontrare il vostro, ed il corau- l'imperatore Carlo VI sosteneva il

« ne compatimento ". Quindi il valoroso principe Eugenio


Sa- di
Cancellieri, nella sua Lettera sul- voia, contro Acmet III imperatore
V aria di Roma ec. , ivi pubblica- ottomano. Pel primo lo pubblicò
ta nel 1817, a pag. 122 aggiun- Luca Antonio Cracas o Chracas, coi
ge: » Spero di fare cosa grata, tipi del fratello Giovanni Francesco
» raccogliendo in compendio le Chracas, stampatore presso s. Marco
» principali memorie, che sono re- al Corso, col titolo di Diario di Un-
» gistrate nel Diario del Cracas, gheria. Dal cognome di lui chiamati-
» da cui solo possono ricavarsi. si volgarmente Chracas, o Cracas,
» Volesse il Cielo, che questa uti- tanto il Diario di Roma, che le
» lissima raccolta, benché non mai Notizie annuali di Roma, delle qua-
» curata dai letterati, in vece di li per ultimo faremo menzione; ed

» essere incominciata nel 17 16, il lodato Cancellieri su di esso ri-


« avesse avuto principio appena in- porta nella Lettera ec. citata: » Lu-
» trodotta la stampa Quante no- ! m ca Chracas, che ne fu il diretto-
>» tizie di più sarebbono venute a si re, aveva l' imperfezione di non
n nostra cognizione, che per gran » poter pronunziare la lettera R.
» disavventura sono affatto perite » Il Cardinal Benedetto Pamfìly,
« .... per le quali notizie dovet- « gli fece un distico giocoso". Que-
* ti soffrire l'enorme fatica, da sto distico egli riporta nel citato
» me sostenuta per ripescarle nel luogo.
» vasto oceano di più di cinque- Luca Antonio, ovvero Gio. Fran-
» cento cinquanta volumi (fino ai cesco nel suo Diario ristampava
» nostri giorni incomodissimi alla soltanto le notizie cui riceveva da
« lettura, perchè legati in volumetti Vienna, e perciò questo giornale
» a cagion della antica lor forma), conteneva eziandio le notizie di
» di cui è formata questa raccolta, quella capitale, e corte imperiale.
i4 DIA DIA
Le prime portano la data dei 5 in separato o successivo diario, una
agosto 17 16, numero I, coli' inti- aggiunta di otto ed anco pagine,
tolazione suddetta di Diario ordi- più alle notizie date precedentemen-
nario tt Ungheria ; e con queste te, col titolo di Diario Succinto.

parole in fine del frontispizio In : Essendo terminato col numero


Fìenna, ec. in Roma. Nella stam- 29, il primo anno 17 16, col nu-
peria di Gio. Francesco Chracas, mero 3o incominciò il 17 17 in
presso s. Marco al Corso. Con li- data de'2 gennaio. Alla pagina 24
cenza de' superiori. Qui però note- del Diario Succinto , in aggiunta
remo, che la compilazione deve at- al numero o,5, si notificò, che nel-
tribuirsi, almeno in parte, al fra- l'entrante settimana si pubblichereb-
tello di lui Luca Antonio, per be una distinta relazione di tutte le
quanto si è detto, e per quanto si feste di gioja fatte in Roma per
dirà in progresso, massime in ul- la presa di Belgrado, con la cap-
tima parlando del libro, o notizie pella papale, e cardinalizia. Nel
annuali di Roma, denominato co- numero 97 del Diario, in data 16
munemente il Cracas. In quanto ottobre 17 17, e sotto la rubrica
alla forma del diario, essa era pic- di Vienna, riportasi che Clemente
colissima, e tale come prosegui si- XI avea creato Cardinale l'arcive-
no all' ultimo numero del i836, scovo di Colocza Csackoj che per
sebbene negli ultimi tempi si stam- molti giorni ricusava di accettare,
passe anche in foglio; ma col pri- non che la relativa allocuzione la-
mo numero dell'anno 837 lo abbia- 1 tina pronunciata dal Papa in con-
mo impresso in foglio grande, ed a cistoro. Col numero io3 dell'anno
tre colonne, cioè contenendone tre 1 7 1 7, alla pagina 4> e seguenti, si
ognuna delle quattro pagine. Per tale leggono i doni fatti degli stendardi
forma piccola, il primo diario ebbe di vittoria alle diverse chiese, coi
pagine 16. Ve ne furono quindi discorsi di monsignor sagrista, e
di pagine 11, 12, 20, 24, il qual Gol nume-
colle rispettive risposte.
numero di paginazione si man- ro io5 del medesimo anno, a pag.
tenne sino all' ultimo mentovato io, per la prima volta si pubbli-
diario di forma piccola del 1 836. carono dal Cracas alcune funzioni
Va però notato, che quando i dia- ecclesiastiche fatte in Roma; vale
ri contennero qualche relazione, la a dire, che Clemente XI regnante
paginazione arrivò alli numeri 32 Pontefice aveva tenuto concistoro
e 34. Si prosegui il diario d'Un- di vescovi di più soggetti, che no-
gheria con numero successivo di minò; della cappella papale cele-

ordine. Sembra, che nel primo e brata per l'anniversario della sua
secondo anno, il diario si stampas- creazione; della visita fatta dal me-
se, e dispensasse ogni sabbato, men- desimo Papa alla chiesa di s. Cle-
tre si rileva che nel terzo anno mente, per la festa, coli' assistenza
1718, se ne faceva la stampa, e la di molti Cardinali; della seconda
dispensa due volte la settimana. cappella dell'avvento, e di alcuni
Nel detto primo anno 1716, dai 5 esami, e consagrazioni di vescovi.
agosto a tutto dicembre, si pubbli- Eguali notizie poi si leggono nel
carono soli ventinove numeri del num. 108, a pag. 22. L'anno 17 18
diario ; qualche volta però fu fatta ebbe principio col numero 1
1
7 del
DIA DIA |S
diario. Oltre poi le accennate fan- zia estera ; indi non se ne legge
zioni, e notizie, si riportano le con- alcuna di Roma al numero 3oi,
sagi azioni, promozioni,, morti, bat- ma sì della guerra di Napoli, e
tesimi, sposalizi, esequie di persone perciò le vignette del frontespizio
distinte; quindi la descrizione del- si videro colle insegne di guerra.
la celebrazione di qualche festa nel- 11 numero 3o4 diede le notizie di
le chiese, quelle delle cappelle pon- Napoli, e di Roma; in quello del
tificie, cardinalizie, pontificali, prò- 3 io nel frontespizio egualmente non
tettorie ec. Al num. 21 3, il diario si lesse più: in Vienna ed in Ro-
nel frontispizio prese il titolo di ma; ma soltanto in Roma, colla
Diario ordinario, e sino a' 12 ot- data corrente della pubblicazione,
tobre 17 18, portò la detta deno- Il numero 3 3 incominciò colle
1

mi nazione di Diario ordinario di notizie diRoma, e nel frontespizio


Ungheria» non si videro insegne militari. Col
11 17 19 incominciò col numero numero 319 si tornarono a porre
237, e nel numero 264, benché siffatti ornati con articoli di ogni
nel frontespizio portasse ancora la nazione, e per ultimo le notizie di
data di Vienna, le notizie di Ro- Roma. Si osserva nel numero 34o,
ma, che sino allora erano state pò- e nei numeri anteriori, che le vi-
ste in fine dei diari, per la prima gnette sono di fiori di varie specie,
volta si lessero alla prima pagina; ed anche rappresentanti un globo,
inoltre nel frontispizio si vide la da- Le notizie di Roma leggonsi dopo
ta: Roma 18 marzo 17 19. Dal nu- le altre. Queste notizie, e quelle
mero 264, fino al numero 272, i di Napoli si numero
riportano dal
diari non riportarono altre notizie 348; mentre numero 354 s *
col
fuori di quelle di Roma. Solo col rileggono quelle di tutto il mondo,
seguente numero 273, pubblicaron- precedute da emblemi di guerra,
si alcune novità estere, dappoiché Nell'anno 172 1, il diario s'incomin-
essendo cessata la guerra, il diario ciò a stampare, e pubblicare tre
si estese nel riportare le notizie di volte la settimana, cioè il merco-
tutta Europa, e si chiamò anco-
l' ledi, il venerdì, e il sabbato. Quel-
la Diario di avvisi. Al num. 279 lo del mercoledì, e del venerdì
si osserva il frontespizio ornato di conteneva, e riportava le notizie di
vignetta con fregio di fiori, e non tutto il mondo, e quello del sab-
di emblemi guerreschi, e militari, bato le notizie di Roma. Tuttavol-
com'erasi praticato in avanti. Po- ta, essendo morto a* 19 marzo Cle-
scia vi s' impressero vignette di for- mente XI, si diedero quelle diRo-
me diverse, come tre monti, con ma nel mercoledì. Chi desiderasse
una spada, e bilancie, la religione, le notizie di Roma, dal 1 700 al
ed altro. Col numero 285 si die- 1724, potrebbe consultare il diario
dero le solite notizie di Roma; e curiosissimo, pubblicato nell'anno
il seguente ha per fregio il trire- 1725 da Giovanni Francesco Cec-
gno, con croce, e pastorale; poi i coni, in fine della descrizione di
frontespizi si decorarono con fregi Roma sacra, e moderna ricavata
di mitre, corone, del prospetto di dal Pancirolo, e dal Posteria.
Campidoglio, ed altre vignette. 11 Nel 1766, il diario ordinario si

numero 294 riporlo qualche noti- stampava nel mercoledì, e venerdì


iG DIA DIA
per le notizie estere, conservandosi azioni da me istituite ho potuto
la consuetudine di pubblicare quel- rilevare, che Gio. Francesco Cracas
le di Roma, e dello stato pontifi- fosse lo stampatore, e Luca Anto-
cio nel sabbato. Queste ultime pe- nio il compilatore tanto del Diario,

rò s' inserivano in articoletti in fi- che delle Notizie annuali; per cui
ne delle notizie estere. Le vignette alcuni attribuirono il merito della
pel diario del sabbato erano emble- compilazione, e pubblicazione al so-
mi ecclesiastici, il frontespizio era lo Gio. Francesco, che sembra fra-
il solito. Nel 1768, per dare le no- tello di Luca Antonio, confonden-
tizie più recenti, il redattore del do uno Laonde emerge
coH'al tro.
diario di Roma col numero 7980, chiara la distinzione, che se ne deb-
stabilì che non più le notizie estere be fare.

si pubblicherebbero il mercoledì, Il diario di Roma dalla sua isti-

e venerdì mattina, ma solo nel ve- tuzione nel 1 7 1


6, per tutto il se-
nerdì ; però sono più copiose ed colo XVIII proseguì, e costante-
equivalenti a due diari, e ciò fu mente prosperò, e si rese utile e
fatto in considerazione degli arrivi rinomato, pubblicando tutte le fun-

delle poste da diverse parti. Chi si zioni ordinarie, e straordinarie del


associava alle sole novità estere, Papa, de' Cardinali, e di altri ma-
pagava dodici paoli all'anno, con un gistrati di Roma : tuttociò, che ri-

trimestre anticipato. Agli associati guardava i medesimi, la sede va-


di Roma vennero stabiliti per pa- cante, il conclave, i viaggi, e le
gamento paoli diciotto, cioè per villeggiature dei Pontefici, i conci-
chi prendeva le notizie di Roma, stori, le distinzioni e cariche che
mentre per chi proseguiva a pren- conferivano ; le feste ecclesiastiche,
derle d'ambedue le specie si con- e civili della città; i battesimi, gli
servò V antico prezzo di paoli ven- sposalizi ed altri avvenimenti di per-
tiquattro annui. Questo sistema eb- sone qualificate; come le morti, le

be principio il dì primo settem- necrologie, 1' esequie, i testamenti ;

bre. Nel 177 1 morì d'anni 80 la le cose che riguardavano gli am-
zitella romana Caterina Cracas ,
basciatori presso la santa Sede, ed
pastorella di Arcadia, che per qua- altre molte materie, anche scienti-
si quaranta anni aveva compilato fiche, letterarie, ed artistiche, con
i diari di Roma, con molta sod- tanta precisione che si possono
disfazione del pubblico. Fu esposta chiamare gli annali urbani di Ro-
nella chiesa del Ss. Nome di Ma- ma. Dopo tale epoca veramente
ria, ed ivi sepolta avanti la cap- tante notizie domestiche, e cittadi-
pella del Ss. Crocefisso nella pro- ne non si pubblicarono più dal dia-

pria sepoltura, donata dall'arcicon- rio, che in vece ne dà altre egual-

fraternita al suopadre Luca An- mente, o più importanti. Ma al


tonio Cracas, benemerito confonda- declinare del detto secolo, avendo
tore della medesima, come si legge i repubblicani francesi invaso lo

nel numero 8234 di tal anno. E stato Pontifìcio, e Roma, a'20 feb-
assai importante di notare, che braio 1798, ne deportarono il
dalle dediche fatte delle Notìzie an- glorioso Pio VI; quindi a* i5 di-
nuali diRoma, di cui per ultimo cembre di tale anno restò sospeso
faremo menzione, e da altre osser- il diario di Roma perchè sino dai
DIA DIA 17
21 febbraio si pubblicava il Moni- Marforio, e Pasquino; indi figura-
tore di Roma, che aveva per mot- rono ancora negli ultimi fogli, nei
to Religione, Libertà, Eguaglianza , quali si annunziava la venuta dei
con piena libertà di stampa. Ognu- tedeschi, e il termine della demo-
no facilmente si può figurare il crazia, Scanderberg, ossia Giorgio
contenuto, ed il modo com'era re- Castriota, e certo Giorgio Catena.
datto un tal foglio, al quale ben Nei primi numeri de' fogli si ri-
presto però fu tolto il titolo di portarono molte interessanti notizie
Religione. S' incominciò col porvi del Papa, de' Cardinali, prelati, ed
in fronte un tratto di Virgilio, Ti- altri del clero secolare, e regolare,
to Livio, e di Machiavello, quindi ma trattati col linguaggio di quel-
un brano dell'autore de V esprit des l'epoca lagrimevole, e di aberra-
Loix , di Ovidio, di Plauto, Ora- zione. Tuttavia i redattori del Mo-
zio, Championnet, del politico da nitore più di una volta si prote-
Verulamio, di Rousseau, Raynal, starono, che tal foglio si scriveva
Dante, ed altri. solo per uso della repubblica ro-
Nel Monitore dì Roma, che poi mana, per ismascherare i vizi e gli
adottò l'aggiunto di Foglio Naziona- abusi, non già per ispirito di mal-
le, oltre tutto ciò che riguardava l'i- dicenza, ma per reprimerli nello
stallamento, progresso, ed atti del- stesso loro nascere. Su di che van-
l' effimera repubblica romana, qua- no consultati numeri XXXIII, p.
i

lificata cogli enfatici epiteti di 282, ed programma dei 9 mes-


il

una, ed indivisibile, si pubblicò sifero, non che il numero XLII


ancora quanto spettava alle repub- del 1798. Nel dicembre dello stes-

bliche Cisalpina, Ligure, Batava, so anno 798, essendo Roma stata


1

Elvetica, Lucchese, Napoli tana ec, occupata dalle truppe del re di Si-
massime della dominante Francese, cilia Ferdinando IV, per restituirla

e delle sue guerre. Così aveva ar- al Pontefice suo legittimo sovrano,
ticoli sul consolato, tribunato, edi- ed essendone uscite quelle francesi,
liato ec ; pubblicava leggi, provve- monsignor Passeri arcivescovo di
dimenti sulla pubblica istruzione, Larissa, vicegerente di Roma e suo
ordini del giorno, programmi ec; distretto, nel Monitore fece pub-
riportava eziandio alcune estere blicare un con cui
invito sagro,
notizie, a seconda che la politica eccitò i romani a supplicare Dio pei
vigente permetteva, quelle dei di- correnti Allora il Moni-
bisogni.
partimenti repubblicani, come di tore, secondo nuovo ordine di
il

commercio, di teatri, annunzi let- cose, procedette in maniera meno


ed aneddoti. Quindi sotto
terarii, repubblicana, e si mostrò più mo-
la categoria di varietà, ri porta van- narchico. Ma passati circa quindici
si apologhi, quesiti, discorsi, ed o- giórni, i francesi sloggiarono da
pinamenti de' sedicenti cittadini re- Roma l' esercito regio, e fecero su-
pubblicani; lunghe e frequenti sa- bito cessare il governo provvisorio
tire quanto curiose ed insipide, al- di Ferdinando IV, e Y albero della
trettanto mordaci, e piccanti, fa- libertà prontamente venne rialzato
cendosi in essi figurare i notissimi sul Campidoglio. Indi il Monitore
simulacri satirici di Roma, come non mancò di far conoscere il

madama Lucrezia, l'abbate Luigi, male fatto dal governo, e pubblicò


voi,, xx.
i8 DIA DIA
poetici componimenti in idioma rio di Roma cessò e fu sospe-
francese, allusivi a sì brevissima so ai |5 dicembre del 1798, quin-
dominazione, che furono seguiti di essendo, a' 28 settembre del se-
ila Ile anteriori e frequenti satire. guente anno terminato 1' anarchico
Il Monitore, di cui si nominano governo repubblicano, il medesimo
un Vincenzo Bianchini,
redattori diario s' incominciò a ristampare
un Urbano Lampredi, certo Vin- col numero 2418 in data 5 otto-
cenzo Russo, ed altii, si pubblicava bre 1799, nella stamperia Peluc-
tre volte la settimana, quindi se chi-Cracas presso s. Marco al Cor-
ne pubblicò uno per giorno, poi so. Tale diario notificò la parten-
si ritornò al primo sistema. Si dis- za da Roma del general Garnier
se anche foglio nazionale, sino dal colle truppe francesi, che ne for-
numero XII. Ogni numero conte- mavano la guarnigione, e notificò
neva 8, io, e 12 pagine, in foglio pure T ingresso fatto nella notte se-
n' era la forma, e pubblicavasi nel- guente del maresciallo Emmanuele
la tipografia del cittadino Vincenzo de Bourcard, colle truppe di Ferdi-
Poggioli, stampatore dell' istituto nando IV re delle due Sicilie, non
nazionale, situata nel palazzo Or- che l'ordine dal maresciallo pubblica-
nani presso piazza Navona. Prima to a'3o settembre dal quarlier gene-
il medesimo tipografo faceva di- rale della slessa Roma, a preve-
spensare il Monitore presso s. Lu- nire gli sconcerti, che potevano na-
cia della Tinta. Talvolta si diede- scere, nell' atterramento degli al-

ro supplimenti ora brevi ed ora beri della libertà e delle armi del-
diffusi. Ogni trimestre pagavansi pao- la repubblica francese, cui il po-
li dodici : alcuni sono colla vignet- polo erasi abbandonato con entu-
ta della lupa romana. Questa col- siasmo, bruciando gli uni, e le altre.
lezione del Monitore è rara, laon- Ordinò il maresciallo, che si potesse-
de mi compiaccio possederla anco ro dalle chiese suonare liberamente
perchè è arricchita d' importanti le campane, e fare tutte quelle fun-
postille d'un rispettabile contem- zioni del di vin culto, come si pra-
poraneo. E divisa la collezione in ticava sotto il governo del Papa. Fi-
quattro serie. 11 primo numero di nalmente nel suddetto numero si
ordine della prima, incomincia ai legge un avviso, col quale si avverti-
i\ febbraio 1798, e termina col va, che col termine del governo
numero LXI1 de' 19 settembre. repubblicano era pur terminala la
Il primo numero d'ordine, della stampa della gazzetta, e col presen-
seconda, incomincia ai 24 settem- te numero incominciavasi il prose-
bre 1798, e termina col numero guimento de' diari ordinari, e pre-
L1V de' 19 marzo dell'anno 1799. cisamente dal numero che si tra-

11 primo numero della terza serie lasciò dopo la partenza delle trup-
incomincia ai iZ marzo detto, e pe napolitane li i5 dicembre 1798;
termina col numero III dei 5 XX e che a richiesta di molti non si
giugno 1799. N primo numero farebbe piti il Diario ordinario,
della quarta serie incomincia col 4 e il Diario estero, ma bensì se ne
messifero, e termina col numero stamperebbero due ordinari in o-
XXVI. gni settimana, per dare così più
Dicemmo, che il Diario ordina- prontamente le notizie di Roma.

#
fc;'
DIA DIA 19
Si avverta pure che il vacuo, il poi 53 de' 6 luglio 1809, giorno
quale rimaneva si nell'uno che nel- in cui Pio VII fu imprigionato, e
l' altro, si riempiva colle notizie trasportato altrove dai francesi, il

estere : il prezzo continuava ad Diario di Roma restò sospeso sino


essere di paoli ventiquattro al- al i8i4- La suddetta Gazzetta
l'anno. Monsignor Boni, arcivesco- Romana ebbe principio martedì 5
vo di Nazianzo, e pro-vicegerente aprile 1808, colla avvertenza costan-
del vicariato di Roma, pubblicò temente riportata nel frontispizio,
inviti sagri, e richiamò il clero « che tutti gii atti di amministra-
alla osservanza della disciplina ec- « zione posti in questo foglio sono
clesiastica ; e poscia monsignor Pas- « officiali, ovvero, gli atti del go-
seri vice-gerente, invitò i romani a « verno posti in questo giornale
rendere solenni grazie a Dio per n sono officiali/' come dipoi venne
averli liberati dall'anarchia. Indi surrogato. La gazzetta romana si
il general Naselli pubblicò la no- compose di pagine otto in
forma di
mina, che di lui avea fatta il re foglio, e si pubblicava nella stam-
Ferdinando IV, di comandante mi- peria di Perego Salvioni sulla piaz-
litare, e politico dello stato roma- za di s. Ignazio, col pagamento di
no, prendendone possesso pel legit- uno scudo per ogni trimestre; si
timo sovrano, il futuro sommo distribuiva il martedì, e venerdì,
Pontefice, e ciò con proclama ri- e talvolta con supplimento, e col
portato dal diario de' 12 ottobre. timbro da un lato di una corona
Il diario proseguì
a riportare tut- d' alloro, e mezzo
col titolo nel :

tociò che riguardava il defonto Pio Gazzetta di Roma. Quindi col nu-
VI, ed i Cardinali che recavansi in mero 5 si avvertì, che per dare le
Venezia pel conclave; tuttociò che notizie più recenti, si farebbero
spettava ad esso, e poi nel seguente quattro distribuzioni, cioè il lunedì,
anno si pubblicò 1' elezione di Pio il mercoledì, il venerdì, e il sabba-
VII effettuata a' i3 marzo, il qua- to, componendosi però ogni foglio
le avendo fatto prendere il regime di sole pagine quattro, e qualche
del governo dai suoi ministri, en- volta di otto. Il numero d' ordine
trò poi in Roma a' 3 luglio 1800. si rinnovò col 1809; la serie dei
r

3N on andò guari, che i francesi fogli del 1808 si compone di i54


operarono sotto immaginari prete- numeri, e quella del 1809, di fo-
sti, e colla legge del più forte, una gli numero 104, perchè con detto
nuova occupazione dello stato pon- numero si prevenne il pubblico,
tificio, come meglio si dirà parlan- che dal primo luglio la gazzetta
dosi della Gazzetta Romana, che romana sarebbe riunita al giorna-
incominciarono a far pubblicare nel le di Campidoglio j che questo si
1808, a' 5 aprile. I Diari ordinari pubblicherebbe tre giorni la setti-
però continuarono a pubblicarsi, il mana, cioè il lunedì, il mercoledì,
martedì, e venerdì presso il Cracas e il sabbato, pel medesimo tipogra-
col precedente sistema ; ma col nu- fo Salvioni, e col pagamento di
mero 52, dei 29 giugno 1808, paoli quindici per ogni trimestre.
venne chiamato Diario di Roma Ma prima di dire qualche altra co-
per la prima volta, denominazione sa sul giornale di Campidoglio, fa
che tuttora conserva. Col numero d'uopo aggiungere alcuna nozione
?.o DIA DIA
necessaria siili* origine, e sul conte- di Roma riguardanti i rappresen-
nuto della gazzetta romana. tatiti, il governo imperiale e la sua
Dopo che Napoleone Bonn parte dominazione, ed emanava ordini
fu assunto all'impero francese, re- e prescrizioni. I primi furono con-
golando colla sua formidabile for- tro la detenzione delle armi e la
tuna e possanza i destini della sbi- propagazione delle coccarde in pre-
gottita Europa, sconoscente ai be- giudizio del governo invasore, ad
nefìzi ricevuti dal sommo Pontefice onta che tuttora risiedesse in Roma
Pio VH, e dimenticando le promes- il sovrano territoriale Pio VII. Ol-
se e le proteste fatte a lui, voleva a tre le notizie della città, la gazzet-
viva forza impadronirsi dei domi- ta pubblicava i misfatti commessi,
mi della Chiesa romana, mentre per le condanne, le necrologie, gli ar-
l'antichità del diritto, e del posses- rivi dei principi, le notizie estere
so ni una famiglia sovrana regnan- di tutte le nazioni, massime di quel-
te poteva vantare altrettanto. Le le governate dall' impero francese;
truppe imperiali francesi pertanto, ed in fine ri porta va nsi sciarade, lo-
allorché Pio VII pacificamente, ai gogrifi, notizie sulle mode, manife-
2 febbraio 1808, assisteva nella cap- sti, avvisi di acquisti, e di altre co-
pella Paolina del palazzo apostolico se, pubblicazioni di opere, notizie
quirinale, alla sagra funzione della dei teatri, articoli di letteratura, di
festa della purificazione di Maria Ver- antiquaria, di scavi, adunanze ac-
gine (ove dopo il giro di pochi anni cademiche, ed altro spettante al-
collapronta elezione del Papa re- le scienze, ed alle belle arti.
gnante Gregorio XVI, che si effe- Ma la gazzetta romana, col nu-
tuò nella stessa cappella della Pao- mero 92 de' io giugno 1809, an-
lina, nella medesima festa, e gior- nunziò la riunione degli stati ro-
no, nel i83i, la divina Provviden- mani all' impero francese per de-
za salvò Roma e lo stato da mol- creto di Napoleone , dichiarando
te catastrofi, che lo minacciavano, e Roma città imperiale e Ubera, e
stavano per iscoppiare per le mac- le proprietà attuali del Papa au-
chinazioni dei nemici dell'altare, e mentate fino alla rendita di due
del trono, di che niuno potrebbe milioni di franchi. Le successive
calcolare le fatali e terribili con- gazzette riportarono i decreti sul go-
seguenze), essendo comandate dal ge- vernamento, e sull'amministrazione
nerale Miollis, entrarono ostilmen- del medesimo stato della Chiesa. Pe-
te in Roma, s'impossessarono di Ca- rò alla gazzetta romana successe
stel s. Angelo, e posero otto pezzi altro foglio col titolo Giornale di
d'artiglieria innanzi il portone del Campidoglio, di cui già abbiamo
palazzo quirinale. Non mancò Pio dato un cenno col numero d'ordi-
VII con una notificazione di pro- ne I, colla data Roma i.° luglio
testare solennemente contro questo 1809, e colla protesta, che gli at-
enorme attentato. Quindi il gene- ti governo posti in questo gior-
di
ral Miollis, a' 5 aprile 1808, fece nale sono officiali. Quindi la consul-

pubblicare un nuovo foglio perio- ta straordinaria del governo avea


dico, cioè la summentovata gazzet- dichiarato il giornale di Campido-
ta romana. glio, per privilegio, il solo giorna-
Questa conteneva notizie interne le officiale. Il giornale novello si
,

DIA DIA 2i
compose di quattro pagine, e con ni due bolli. In seguito col nume-
supplimenti e la sua forma fu di
, ro 4° al titolo Giornale di Cam-
foglio massimo, e come l'anteriore pidoglio fu aggiunto , riunito al
gazzetta fu in quattro colonne. lì giornale Romano, e si avvisò, che
primo articolo era sempre colla ru- si stampava e distribuiva da Paolo
mica impero francese, giacche Pio Salviucci, e figlio al Corso. In da-
VII a' 6 luglio venne trasportato ta poi de'i8 dicembre 1811, ven-
da Roma. Quindi seguivano nel ne pubblicato un avvisa in lingua
giornale gli atti del governo, mas- italiana, e francese, colla denomi-
sime quelli risguardanti Roma, e nazione di Giornale polìtico del
gli stali pontificii, le notizie estere, dipartimento di Roma, nel quale si di-
ed in fine le necrologie, e gli arti- ceva, che in esecuzione dell'ordine
coli politici, e quelli filosofici a se- imperiale de'26 settembre decorso,
conda de' tempi, e come appunto e dell'istruzione del direttore gene-
era modellata la compilazione di rale delle stamperie e librerie, an-
tutto il giornale. Così pubblicavan- dava a subire qualche cambiamen-
si avvisi tipografici di associazioni, to il Giornale del Campidoglio, e
articoli di giurisprudenza, di pre- in modo da renderlo
più interes-
miazioni artistiche, di belle arti, di sante. E Giornale politi-
siccome il

fallimenti, non che alcun poetico co del dipartimento di Roma, che


componimento.il primo anno di que- dovevasi pubblicare pel primo gior-
sto giornale che, come diremo, cam- no del futuro anno veniva sosti-
biò nome, contenne 78 numeri; il se- tuito a quello del Campidoglio, sa-
condo, cioè l'anno 18 io, numeri rebbe comparso al pubblico nelle
166; il terzo del 181 1, numeri due lingue italiana e francese, ed
i56; il quarto del 18 12, numeri avrebbe contenuto le nuove politi-
\5'j ; il quinto del 181 3, numeri che, articoli sulla letteratura, scien-
t-56j e il sesto anno del 1814, ze ed arti, atti amministrativi, re-
3o giugno, che fu fui-
cioè sino a' lazioni di avvenimenti particolari
timo, numeri 77. annunzi di teatri, feste, e spettaco-
li numero 20 del giornale di li, atti di matrimoni, e
nascite,
Campidoglio, dell'anno 18 io, av- morti, ed annunzi di libri, stampe,
vertì,che siccome il dazio del boi- e musica pubblicati preventivamen-
lo, il quale avrebbe luogo nel dì te dal giornale generale delle stam-
seguente i5 febbraio, avrebbe por- perie e librerie; quindi si diceva,
tato un accrescimento di prezzo al- che il gradimento fino allora mo-
l'associazione , si adottava lo spe- strato dal pubblico pel Giornale di
diente di una piccola minorazione Campidoglio , richiamava sempre
di sesto nella carta dello stesso più l'attenzione di chi presiedeva
giornale, adoperandosi nel medesi- all'impresa, affinchè nulla venisse
mo tempo caratteri più piccoli per trascurato di quanto poteva ren-
non diminuire il consueto contenu- derlo più utile, e grato allo stesso
to. Laonde col numero 2 1 si vide pubblico, dicendosi: » Per riuscire
il giornale in foglio comune, più » all'uopo si sono attivati tutti li
grande però dell'anteriore gazzetta, » mezzi per annunciare le nuove
e con questo sesto si procedette si- « politiche le più recenti. Si sono
no al termine del giornale, insieme » offerti alcuni valentuomini a for-
,

22 DIA DIA
» nire il giornale di scelti articoli riodico foglio di affissi, redatto nelle
» riguardanti gli scavi delle anti- lingue italiana e francese, abbrac-
» chità di Roma, che dal governo cierebbe come esclusiva competen-
» prodigamele si fanno eseguire, za, annunzi giudiziari, commerciali,
» non meno the le belle arti, le e particolari, le cui specie e cate-
»» fabbriche antiche, e moderne, la gorie venivano nel manifesto di-
» agricoltura, le manifatture, l'in- chiarate. Il prezzo di associazione
» dustria nazionale, le nuove sco- venne fissato in franchi sei annui.
« perte di qualunque genere, le os- Di fatti, a' 2 gennaio 18 12, furono
» sensazioni fisiche, e meteorologiche; pubblicati per la prima volta gli
» gli atti delle accademie di Roma enunciati fogli , e al modo ripro-
» e del dipartimento, gli estratti messo; e il giornale di Campido-
« delle opere interessanti, e gli e- glio non ebbe più tal nome ma ,

» logi degli uomini di merito, che si chiamò Giornale del dipartimen-


» cessano di vivere. Il giornale di- to di Roma: però col numero 28

« partimentale sarà stampato in de* 4 marzo il giornale stampossi


» quattro pagine con caratteri, di nuovo nella sola lingua italiana,
m nella forma, e carta del presen- lo che si fece fino al termine.
» te avviso (cioè come il Giornale Grazie alla divina Provvidenza ,
» di Campidoglio), oltre i fogli che nei primi dell'anno i8r4, l'impero
n potranno stamparsi per via di francese, già minacciato di sciogli-
« suppli mento, e che saranno ri- mento , diede segni del suo fine.

•» rilasciati gratis agli associati. Si Napoleone Bonaparte fu detroniz-


« distribuirà secondo il solito nei zato , e colla reintegrazione degli
m giorni di mercoledì, giovedì, e stati a' sovrani rispettivi, il mondo
» sabba to dopo le ore tre pome- ebbe pace. perchè Papa Pio VII
Il

» ridiane nel negozio di stamperia inviò in Roma monsignor Agostino


» e cartolarla del signor Paolo Rivarola, poscia amplissimo Cardi-
m Salviucci, e figlio via del Corso nale, colla qualifica , e col potere
» num. 248 " . Per Roma si sta- di delegato apostolico, affine di ri-
bilì l'anteriore prezzo di scudi sei pristinarvi il governo pontificio. Vi
l'anno. giunse a' io maggio 18 14, per cui
Fu in pari tempo pubblicato un subito cessò il governo provvisorio
manifesto in ambedue le nominate di Gioacchino Mulatte re di Na-
lingue, col quale, a tenore dei de- poli. Allora, e agli maggio, si 1 1

creti imperiali, si accordava a Ro- videro in un medesimo giorno pub-


ma, seconda dell'impero, il
città blicare due fogli col titolo di Gior-
privilegio d' un foglio periodico di nale Romano. Il primo notificava
affìssi, annunzi, ed avvisi diversi, quanto abbiamo detto della mis-
e si dichiarava che Paolo Salviucci sione del prelato Rivarola , ed il

e figlio, mercè l'autorizzazione avu- secondo annunziava sotto la cate-


tane dal prefetto di Roma, ne in- goria di Slati della Chiesa, ch'era
traprendevano al principio dell'an- felicemente cessata 1' usurpazione
no 181 2 la pubblicazione; e ch'es- ed era prossimo il ritorno in Ro-
so sarebbe soltanto un foglio sup- ma del suo legittimo sovrano, e pa-
plementario al giornale politico del dre Pio VII, del quale si pubblicò
dipartimento di Roma. Questo pe- il proclama dato in Cesena e da ,
DIA DIA 23
lui sottoscritto a' 4 maggio. Non è a promozioni alle primarie digni-
dire come in Roma pubblica alle-
la tà ecclesiastiche di tutto il mon-
grezza si manifestò uniforme, e gene- do cattolico, ed alle cariche dello
rale : fu in egual tempo pubblicata stato pontificio. Si pubblicheran-
la congregazione di governo, nonché no altresì colla maggior solleci-
i membri che la componevano, e tudine le più interessanti notizie
i prelati delegati apostolici stabiliti estere, e le più rimarchevoli
per le provincie. Quindi il giornale provvidenze de' sovrani di Euro-
romano pubblicò
successivamente pa. Gli editti , l' antiquaria , il

tuttociò, eh' eraanalogo al ripri- commercio, le scoperte, e le os-


stinato governo del Papa , e quan- servazioni più rilevanti , e più
to riguardava il Pontefice Pio VII, utili anche in linea politica, sa-
il cui trionfale ingresso venne de- ranno riunite in questo foglio
scritto dalnumero 63, e con sup- periodico, che per le imperiose,
plimento. Indi il numero 64 dei e luttuosissime circostanze dei
3o maggio notificò la cappella te- tempi fu tralasciato per quasi
nuta per la Pentecoste dal Papa cinque anni, e che per uno spa-
in quella Sistina del Vaticano, con- zio assai più lungo si è deside-
tinuando poscia a pubblicare le al- rato dalle persone di buon gu-
tre cappelle, e pontifìcie funzioni, sto, onde questa gran città, co-
come taceva il Diario di Roma. me in tutti gli altri rapporti, così
Finalmente, col numero 77 de'3o in quello della redazione di que-
giugno 18 14> il giornale romano sto Diario, si meritasse l'estima-

avvertì il pubblico, che per ordi- zione di tutte le altre nazioni ".
ne superiore andava esso a cessa- In fine del foglio si faceva l'avver-
re. Questo foglio fu sempre stam- tenza pegli associati , sul costo , e
pato dal Salviucci. sulla spedizione del medesimo Dia-
Quindi a' 6 luglio uscì dalle stam- rio. Dipoi, a' 9 luglio 1814, si pub-

pe del Cracas al Corso mira. i5o, blicò il num. 2, che incomincia


il Diano di Roma, con questo ar- con questo avviso « Mercoledì pros- :

ticolo » Il desiderio di risapere


: 5 simo i3 luglio colle stampe del
h quanto accadesse ai popoli, an- > Cracas si pubblicherà il num. 1
„ che delle più remote regioni, può > del sospeso per anni cinque e
„ dirsi nato coli' uomo, ed in ogni » più Diario di Roma, che sarà
„ tempo vi è stato chi un singo- > impresso in quinternetti del so-
>, lare impegno si è dato di ap- » lito sesto, antico di un secolo,
» prendere non meno, che di re- > in grazia della serie di essi, che
« gistrare gli eventi accaduti, onde > legata in tornelli eguali si con-
» trasmettere le notizie a quelle > serva in molte pubbliche, e pri-
„ nazioni che l' ignoravano. Mosso > vate librerie ". Di fatti a' 1 3 lu-
» da questo imitabile esempio il glio 18 4 venne pubblicato
r il Dia-
»,nuovo redattore del Diario 10- rio di Roma in sesto di foglio col
„ mano, offre al pubblico due vol- numero 3 progressivo a quelli di
» te la settimana le notizie più eguaì forma sunnominati , e col
* scelte del culto, delle scienze, e numero 1 in sesto di quinternetti,
>> delle arti, colle quali andranno del quale andiamo a trattare.
<> unite quelle, che risguardano le Il Diario di Roma, col numero
a4 DIA DIA
i, e per la stamperia Cracas, con meridiane sino alle otto e mezzo
privilegio pontifìcio tornò a
pub» della mattina del giorno seguen-
blicarsi a' i3 luglio, proseguendo te. Inoltre in questo gabinetto si
con quel sistema, di cui abbiamo prendono le associazioni a tutti i

parlato, e riparleremo. Si dispen- giornali esteri , italiani , ed oltra-


sava il mercoledì, ed il sabbato, ed montani. Prima però di tale isti-
era composto di ventiquattro pagi- tuzione, nelmedesimo luogo a piaz-
ne della forma piccola a modo di za di Sciarra, ove si distribuisco-
libretto, e collo stemma del Ponte- no il diario, e le notizie, era vi un
fice Pio VII. Questo stemma venne gabinetto letterario, che riusciva an-
tolto nel pontificato di Leone XII, gusto in proporzione dei concorren-
cioè il proprio, e fu surrogata la ti.Va pure notato, che dopo l'ul-
fama alata per vignetta , che an- tima epoca dell'accennata ristampa
cora conservasi. Del nuovo foglio del diario di Roma, esso non solo
periodico, Notizie del giorno, che sicontinuò a stampare in libretto,
insieme al Diario di Roma con gra- ma pure in foglio ordinario, del
dimento tuttora pubblica, ed èsi sesto del foglio delle Notizie del
tenuto quasi officiale, della sua ori- giorno. Però, coi numero primo sì

gine, che rimonta ai 27 aprile del Diario, che delle Notizie dell'an-
j8i5, e del suo sistema, si par- no 1837 fu variata la loro forma,
lerà per ultimo. Intanto anche i e resa più dignitosa, mediante la
Diari di Roma furono impressi nel nuova forma di foglio massimo,
frontispizio con duplice bollo; e nella quale si prosegue. In Roma
nell'anno 18 16 la stamperia Cra- l' intera associazione di ambedue
cas, e la distribuzione sia del Dia- costa paoli sessantaquattro annui.
rio, che delle notizie del giorno, fu Quando il giorno della distribuzio-
stabilita a piazza di Sciarra n. 232, ne è festivo, la distribuzione sia del

dove tutt'ora esiste. Se non che Diario, che delle Notizie, si fa nel
nell'anno 834 fu istituito un nuo-
1 dì precedente. Col primo numero
vo gabinetto di lettura, in via delle di ambedue i fogli del detto anno
Convertite al numero 20, cioè pres- 1837, per comodo dei procurato-
so il benemerito, e valentissimo di- ri, notari, cursori, la pubblicazione
rettore, e compilatore si del Dia- degli annunzi giudiziari, che prima
rio di Roma, che delle Notìzie del si pubblicavano nel solo foglio del-
giorno, il chiarissimo Gaetano Ca- le Notizie, fu stabilita eziandio nei
valletti di Piacenza , che sino dal due del Diario. Questo poi, col pri-
1 8o4 esercitò questo difficile, labo- mo del 1837, non più si pubbli-
rioso, e delicato officio con pubblica cò il mercoledì, ma il martedì, con-
lode, cioè dal 1804 in qualità di di- tinuandosi nel sabbato V altra di-
rettore, e dal 1 8
1 4
in poi anche di stribuzione del medesimo.
estensore. In detto gabinetto, dalle In conclusione, oltre quanto si è
ore nove della mattina, sino alle detto, il foglio periodico del lodato
sette della sera, a comodo di chi Diario di Roma è officiale dap- ,

•vuole leggere, restano esposti gior- poiché riporta tuttociò, eh' è rela-
nali italiani, inglesi, francesi, spa- tivo al sommo Pontefice, al sagro
gli uoli, e tedeschi, i quali possono Collegio, ed alla prelatura, curia,
anche aversi in casa dalle sette po- e corte romana. Descrive tutte le
DIA DIA 25
funzioni sagre pontifìcie, cardinali- di quelle d'ogni giorno dell'anno,
zie, ed ancora. Accenna le
altre e di quelle del palazzo apostolico;
principali nomine sovrane a cari- cosi delle cappelle pontificie, e car-
che, ed uffizi ec. ; dà il sunto , e dinalizie ; delle stazioni, e proces-
talvolta riporta le encicliche, le al- sioni pubbliche ; delle quattro tem-
locuzioni, le lettere apostoliche ; de- pora del far della luna, delle va-
;

plora con biografie, e necrologie la riazioni del mezzodì, dei segni del
morte di chi visse costituito in di- zodiaco ec. ec. Nel frontispizio poi
gnità, od ebbe fama e riputazione esso ha stemma del Pontefice
lo
illustre; parla dei tanti pii istituti prò tempore. Qui però noteremo,
di Roma, rome della borsa di tal che ogni anno nel decorso secolo
città, e degli effetti pubblici; no- in idioma italiano si pubblicava il
tifica gli scavi di antichità, gli atti Calendario Romano, del quale vuoi-
delle accademie scientifiche, arti- si, che fossero stati compilatori i

stiche, e religiose ; e raccoglie (pian- dottissimi Boldelti,


Marangoni. e
to avvi nelle notizie estere di più Questo calendario di piccola forma
importante, in ordine ai politici si stampava dalla tipografia came-
avvenimenti de' tempi , e che ri- rale, avente nel frontespizio lo stem-
trovasi sparso nei fogli esteri, e in ma del Papa prò tempore. Conte-
particolari corrispondenze , sempre neva il levare, e tramontare del
con quella imparzialità e pruden- sole, la mezzanotte, ed il mezzodì
za propria della capitale del catto- alle ore italiane in ciascun giorno
licismo. Nell'appendice si parla di dell'anno. Conteneva purei noviluni,
cose varie, letterarie ec. ; egli atti le quadrature, ed plenilunii, ed altre
i

dei concistori, ed altro, oltre che cose per la geografia, e per la na-
essere inseriti nel Diario, si pub- vigazione; le osservazioni isteriche,
blicano anche a parte, come a par- e cronologiche sopra l'antichità del
te anticamente sipubblicavano dal- mondo ; le feste di ogni giorno ; la
la medesima stamperia Cracas le tavola delle differenze de' meridia-
relazioni delle feste , e le funzioni ni; la nascita del Papa, de* Cardi-
straordinarie. In una parola, a ca- nali, e de' principali principi, e so-
gione dell' antica istituzione , e del vrani d' Europa ; in fine la nota
privilegio pontificio, di cui gode tan- delle più notabili congregazioni, coi
to il Diario di Roma, che le Notizie tribunali della corte di Roma po-
del giorno, possono riportare tutti sti per alfabeto.
quegli articoli e materie che pub- Le Notizie del giorno di Roma
blicano i giornali periodici scienti- sono un foglio periodico, che ivi si
fici, ed artistici di Roma,
letterarii, pubblica dalla stamperia del Cra-
di cuisuperiormente si diede un cas ogni giovedì ; e per quanto con-
cenno. Siccome ogni anno dalla tiene d' interessante , e perchè tal-
stamperia camerale, sì in libretto volta viene citato in questo Dizio-
in dodicesimo, che in foglio, si stam- nario, oltre a ciò che abbiamo già
pa, e si pubblica il Diario Roma- detto, ci sia permesso un ulteriore
no, con privilegio, acciocché questo cenno. Prima però avvertiremo, che
non si confonda col Diario dì Ro- nel Monitore dì Roma, del quale
ma , è a sapersi , eh' esso tratta : si è pure parlato di sopra, si dice,

delle feste di precetto, di divozione, che in detto giornale, sotto la ca-


26 DIA DIA
tegoria di Notizie del giorno, pub- persone distinte ; articoli di scien-
btienvansi le notizie urbane di Ro- ze, lettere, arti, invenzioni, e sco-
ma. Ebbe origine il foglio delle perte; riporta periodicamente le os-
\otizie del giorno, nel pontificato servazioni meteorologiche fatte nel-
di Pio VII, e per le cose impor- la specola del collegio romano; av-
tanti ehe narra, subito si rese in- visi, annunzi giudiziari, vendile, ed
teresmate, ed utile. Ne fu cagione altre cose comuni all' inserzione del
la guerra, ebe gli austriaci nel i8i5 Diario di Roma, sotto la categoria
facevano contro Gioacchino Mura t, il di Appendice. Dà inoltre annual-
quale nelle vicende politiche succen- mente una tavola dimostrativa (trat-
nate era montato sul trono del le- ta dallo stato delle anime, che pub-
gno di Napoli. Importava al pub- blica il vicariato di Roma) degli
blico di conoscere le notizie di tal abitanti della medesima, nascite,
guerra, anche perchè comprendeva morti ec, classificandone i sessi, e
la liberazione di alcuni dominii pon- i gradi; pubblica ogni mese una
tifìcii dal medesimo invasi; e perciò, tabella de' generi annonari!, co' lo-
essendo Diario di Roma in pro-
il ro prezzi ; ed ogni anno notifica gli

porzione troppo ristretto nel com- arrivi, e le partenze de' legni esteri
prendere, e descrivere non solo le dai porti marittimi de' pontificii
notizie di anche al-
tal guerra, ma dominii, con altre materie, che lun-
tre cose rilevanti, con permesso del go sarebbe qui indicare.
superiore governo, e privilegio pon- Da ultimo daremo un cenno del-
tificio, la stamperia del Cracas, e la le Notizie per V anno N. N., ossia
direzione del Diario dì Roma deter- dell'almanacco annuale di Roma,
minarono di pubblicare un altro fo- che si pubblica tuttora ogni anno
glio periodico, acciocché servisse di dalla stamperia Cracas con privile-
sussidiario al Diario. Il primo nu- gio Pontificio, e ch'ebbe origine
mero uscì giovedì 27 aprile i8i5, dal benemerito Gio. Francesco Cra-
e si compose di due pagine, coll'e- cas come stampatore, e come com-
pigrafe : sed magis
amica veritas ; pilatore da Luca Antonio Cracas.
ma il numero secondo fu compo- A tali notizie, o libro, volgarmen-
sto di quattro pagine, e questo si- te si dà il nome di Cracas. Sic-
stema si continuò a praticare fino come nel i834 lessi eziandio tutta
al dì presente. Adunque nelle No- la interessante raccolta di dette No-
tizie del giorno si leggono quelle tizie annuali, che io posseggo, seb-
notizie, che il limite prescritto al bene assai rara, così ne darò un
Diario non gli permise di pubbli- sunto compendioso, a seconda del-
care, come descrizioni di cose ri- le principali osservazioni, che feci a
guardanti il Papa , i Cardinali , i quell'epoca, siccome libro richiesto
prelati, ed altri; inoltre riporta le da ogni parte del mondo, e per-
notizie estere, notizie delle città e ciò notissimo. Luca Antonio Cra-
luoghi appartenenti al dominio della cas per mezzo di Gio. Francesco
santa Sede; atti ed adunanze acca- Cracas suo fratello, stampatore pres-
demiche; avvisi di principi, e per- so s. Marco al Corso, nell' anno
sonaggi ; descrizioni, ed opinamenti 1716, regnando Clemente XI, pub-
di spettacoli teatrali; articoli di let- blicò le Notizie per Vanno 17 16,
teratura, biografie, e necrologie di intitolandole con lettera dedicato-
DIA DIA 27
ria a monsignor Gio. Cristoforo Cardinale, siccome si pratica anco-
Battelli di Urbino, arcivescovo di ra; anzi talvolta, oltre la dedica
Amasia, e segretario de' brevi ai che si pone nel frontespizio, s' im-
principi. Contenevano tali notizie, presse lo stemma gentilizio del
un orario perpetuo ; le feste da os- Cardinale, cui le notizie erano de-
servarsi di divozione, e di precetto, dicate, come
vede in quelle del si

le vacanze della curia , romana, e 173 r, intitolate al


Cardinal Neri
quelle de' pubblici banchi, come di Corsini, nipote dell' allora regnante
s. Spirito, del Monte di pietà ec; Clemente XII.
la nascita dei principi, e sovrani Le notizie dal 1 7 1
7 furono,, co-
di Europa, la nota dei Cardinali me quelle del precedente anno, ma
viventi; l'enumerazione della po- nel 17 18 vi si notarono i Cardi-
polazione di E.oma, che in quell'an- nali defonti nel pontificato di Cle-
no ascese a 136287 abitanti; la mente XI, coll'epoca della morte,
regola per la posta delle lettere. vi si aggiunge V elenco de' moniste-
Con lettera dedicatoria continuò ri, conventi, case religiose, mona-
Luca Antonio a dedicare le notizie che, conservatorii, e collegi di Pio-
annuali, e da quella per le notizie ma ; i nomi dei prelati apparte-
dell'anno 1720, intitolata a mon- nenti ai singoli collegi prelatizi ;

signor Pietro de Carolis, governa- come ancora il nome dei prelati, e


tore e visitatore apostolico della de' dottori, che risiedevano in qua-
Marca, si rileva, che al medesimo lità di governatori nelle diverse
prelato, nell'anno1704, era dedi- città dello stato pontificio, ed i ve-
cato il Racconto istorico dei Ter* scovi del medesimo, non che i pa-
remoli, accaduti nel 1708. Anzi triarchi tanto di chiese residenzia-
di questo Luca Antonio abbiamo li, che in partibus infidelium.
ancora un libretto in sedicesimo, Le notizie del 1720 riportarono
stampato nella sua stamperia nel il novero de' nunzi, internunzi, vi-
1702, e dedicato a d. Giovanni ce-legati, uditori di rota, segretari
Pacheco Gomez de Sandobal, figlio delle congregazioni cardinalizie, i

dell' ambasciatore di Spagna in Ro- chierici di camera. Per prima


la
ma. Questo libretto porta il titolo volta sotto il titolo : Al palazzo
di Miscellanea dei diversi trattali, apostolico al servizio di sua San-
e discorsi eruditi politici, adattati tità con carattere di prelatura, si

al governo de' principi> e perciò registrarono i primari prelati, com-


discorre filosoficamente della loro preso il p. maestro del sagro pa-
qualità, e di quelle de' ministri, dei lazzo. Nelle notizie del 1721 si no-
rapporti tra essi ed i sudditi, dei tarono i cappelli cardinalizi vacanti,
reciproci doveri, e di altre cose e- cioè uno, il novero de' 69 viventi
rudite. Nelle notizie per l' anno Cardinali, 54 de' quali erano tutti
1721 si legge, che con lettera creati dal regnante Clemente XI. Ai
dedicatoria Luca Antonio le dedicò vescovati dello stato pontificio fu-
al Cardinal Michele Federico d'Al- rono aggiunti quelli del regno di
thann, ministro plenipotenziario del- Napoli; e nel 1722 si riportarono
la casa d' Austria presso la sede pure i vescovati d' Italia. Nelle no-
Apostolica. Da quell'anno in poi tizie del 1723 si notarono altri

le notizie furono dedicate ad un primari prelati della famiglia poti-


atf DIA DIA
tificia, come i camerieri segreti dito nella forma eh' <* la presente,
partecipanti ; le dignità di Campi- laonde l'indice di quello del 1793
doglio ; i deposi taii de' luoghi di é più regolare, dilfuso, e dettaglia-
Monte. Per la prima volta si com- to. A cagione dell' era repubblica-
pilò l' indice, ed il costo di queste na nel 1798, come nel 1799, non
notizie era di bajocchi quindici, es- furono pubblicate le notizie annuali
sendo il sesto piccolo, come gli an- di Roma.
tichi diari di Roma. In appresso Neil' anno 1 800, essendo Pio VII
vi si compresero i vescovi assisten- stato eletto nel mese di marzo in
ti al soglio pontificio. Nel 1724, Venezia, non si recò in Roma che
alla categoria del palazzo apostoli- nel luglio del medesimo anno ; ma
co, riportaronsi i Cardinali palati- le notizie di Roma non furono stam-
ni ; nel 1726 vi furono aggiunti i pate che nel seguente anno. Nel
cappellani segreti ; poscia i proto- 1802 per
frontespizio di quelle del
notari apostolici, e i generali pro- la prima volta si vide lo slemma
curatori, e i generali degli Ordini re- pontifìcio di Pio VII; tanto que-
ligiosi ; le chiese, che avevano in cura ste notizie, che quelle del i8o3
i regolari, e i romitori dentro e fuori furono diminuite per una metà,
di Roma. Quindi gli ospedali, i profes- non più riportandosi le diocesi e
sori dell'università della sapienza ; le gli arcivescovati, e vescovati, forse
congregazioni cardinalizie; i consul- a cagione delle vicende politiche
tori, e gli esaminatori; i tribunali de' tempi, e del concordato con-
principali, gli avvocati concistoriali; chiuso nel 1801 col primo conso-
e, nel 173 r, i sei aiutanti di ca- le della repubblica francese. Non si

mera del Papa, che 1733 di- nel diedero pertanto che le notizie ri-
vennero sette; quindi sotto Clemen- guardanti i Cardinali, le congre-
te XII si registrarono i vescovati gazioni, i tribunali, la prelatura, e
ed arcivescovati di Francia, i pro- la cappella e famiglia pontificia.
curatori di collegio , e molti altri. Già sino dal 1801 non si pubbli-
Nelle notizie del 1741 molti fa- cava più la morte
nascita , e la

migliari onorari del Pontefice fu- de' principi d'Europa.e sovrani


rono notati, e successivamente si Né l'anno 1804, ne l'anno i8o5
aggiunsero altri addetti agli ofììzi videro la luce le notizie annuali.
del palazzo apostolico, e più. tardi In quelle del 1806 si ritornò al siste-
i bussolanti ed altri, come pre- i ma ten uto nel 80 1
1 , e col novero de-
lati domestici. Nel medesimo pon- gli arcivescovati e vescovati, quindi
Benedetto XIV, le notizie
tificato di per la prima volta venne riportata la
annuali furono accresciute con altri cronologia de' sommi Pontefici roma-
individui, e specialmente col novero ni. Nel 1809, essendo Roma occu-
di tutti gli arcivescovati, e vesco- pata dai francesi, le notizie non
vati di tutte le parti del mondo, vi si pubblicarono, e nel mese di
e con altri uffizi della cappella, e luglio fu imprigionato, e deportato
famiglia pontifìcia. Di questi ulti- Pio VII. Nei seguenti anni dell'am-
mi si accrebbe il novero sotto Pio ministrazione francese, nella stam-
VI, a cagione di molti soprannume- peria Cracas, e con privilegio venne
rarii. Dopo il 1792 fu cambiato il pubblicato 1' Almanacco per i di-
sesto del libro, cioè venne ingran- partimenti di Roma e elei Trasi-
,

DIA DIA 29
meno. Questo conteneva, oltre le gli stati romani , la gendarmeria,
tavole delle ecclissi, delle quattro la civica, le diverse commissioni
tempora, delle feste mobili ec. ec, la municipalità di Roma, di cui
le feste dell' imperiai corte di Fran- era capo il Maire j la corte di ap-
cia, le diverse principali epoche istori- pello, quella di giustizia criminale,
che,la serie de'sovrani regnanti,secon- il tribunale di prima istanza, la

do l'Almanacco imperiale di Fran- divisione delle camere, le giustizie


cia, comprensivamente, sotto la cate- di pace in Roma , il tribunal del
goria però di sagro Collegio, a Pio commercio, gli officiali, gli ammi-
VII, ed ai Cardinali, ma in ultimo, nistratori, 1' amministrazione, e i

chiudendosi con essi la categoria dei tribunali degli stati romani; e fi-

sovrani. Quindi seguivano i ministri nalmente i patriarchi, arcivescovi,


di stato, e di gabinetto delle po- e vescovi di tutto il mondo per or-
tenze straniere ; gli ambasciatori, e dine alfabetico.
ministri dell'impero francese presso Nel maggio 18 14, Pio VII fu
le poteuze straniere; i titolari del- ridonato a Roma sua sede, ma in
le grandi dignità dell' impero, in quest'anno, come negli anni 181 5,
cui comparivano il re Spagna di 1816 18 17, non furono stam-
e
grande elettore, quello di Olanda pate le notizie annuali di Roma.
contestabile, quello delle due Sici- Indi, nel 18 18, vennero pubblica-
lie grande ammiraglio, il duca di te, con approvazione, e privilegio
Parma arcicancelliere dell' impero, pontificio dalla stamperia del Cra-
il duca di Piacenza arci tesoriere, il cas, venendo riportato nel fronti-
vice -re d' Italia arcicancelliere di spizio il ritratto di Pio VII ed il
stato, il principe di JVeuchatel e suo stemma, ciò che finora non era
Wagram vice-contestabile, il prin- stato praticato. Queste notizie fu-
cipe di Benevento vice-grand' clet~ rono copiosissime, dappoiché, oltre
torc, il principe Borghese governa- il riportare tutte le cose narrate,
tore generale del dipartimento al a seconda dell'anteriore metodo,
di là delle Alpi, e Madama la vi fu aggiunto il novero de' con-
principessa di Lucca granduchessa, soli esteri nello stato pontificio, i

e governatrice dei dipartimenti del- consoli pontificii nei porti esteri,


la Toscana. Seguivano il ministe- 1' eccellentissimo corpo diplomatico
ro, i grandi officiali dell' impero, i residente presso la s. Sede ; le lega-
senatori, gl'ispettori colonnelli «ge- zioni, e delegazioni apostoliche, secon-
nerali, i grandi officiali civili della do la nuova sistemazione; le chiese

corona, la corte dell' imperatore, patriarcali, e basiliche, e collegiate


imperatrice, o madama madre ; lo di Roma, coi canonici delle prime;
slato maggiore generale; il senato, il collegio de'parrochi, le fiere, gli
i consigli di stato, i membri del agenti, gli spedizionieri, gli officia-
corpo legislativo, l'alta corte im- li dei diversi corpi di milizie, ed
periale, e i diversi dipartimenti, altre cose.
il decreto imperiale sugli stati ro- Ma nel pontificato di Leone XII,
mani , la divisione dei medesimi gli ultimi articoli in gran parte fu-
per dipartimenti, lo stato maggio- rono tolti. Da Leone XII in poi
re della città di Roma, incomin- costantemente vennero riportati il
ciando dal governatore generale de- ritratto, e lo stemma del Pontefi-
,

3o DIA DIA
ce prò tempore, e gl'iodici furono de' patriarchi, sono adottate in que-
più regolari, e diffusi. Nel i83i, sto Dizionario. Viene anche il ca-
Je notizie di Roma non si stampe* talogo de' vicari, delegati ec. , della
rono, a cagione delle turbolenze congregazione di propaganda fide ;
interne dello stato pontificio, e po- congregazioni cardinalizie; tribuna-
scia da ultimo vi venne aggiuntò li ; la deposi tei ia urbana ; il colle-
il catalogo de'vieari, delegati, e pre- gio degli avvocati concistoriali, dei
ietti apostolici della santa Sede procuratori di collegio ; la tesore-
stabiliti in ogni parte del inondo ria generale della reverenda came-
sotto la direzione della sagra con- ra apostolica ; le amministrazioni
gregazione di propaganda fide. Ec- diverse; la direzione del debito
eo poi le principali categorie, che pubblico, della cassa d' ammortiz-
compongono le notizie, od almanacco zazione, e della banca romana; il
annuale di Roma, secondo l'ordine consiglio economico militare, la pre-
gerarchico, come si legge, e che si sidenza delle armi, le milizie pontifi-
pubblicano nella stamperia Cracas cie di linea , e civiche, non che i vigili,

presso gli Ajani, con approvazione, ec. ; la cappella pontificia ;


gli arcive-
e privilegio pontifìcio. scovi e vescovi assistenti al soglio;
Incominciano le notizie colle quat- il collegio de' protonotari apostolici
tro epoche della creazione del mon- addetti alla medesima cappella, e ce-
do, del diluvio universale, della e- rimonieri pontificii, indi la famiglia
difìcazione di Roma, e della incar- pontificia ; le segretarie esistenti nel
nazione, secondo il martirologio ro- palazzo apostolico; i nunzi aposto-
mano. Quindi progressivamente se- lici, gì' internunzi, ed incaricati del-
guono la cronologia de' Pontefici il
:
; la santaSede; l'eccellentissimo cor-
sommo Pontefice regnante, sua na- po diplomatico presso la sede a-
scita, ed esaltazione al pontificato, postolica ; gli agenti e consoli este-
coronazione, possesso, prefetture, e ri ;
gli Ordini religiosi, le monache,
protettone che ritiene ; indi viene ed istituti particolari; gli stabili-
il collegio de' Cardinali, loro nomi, menti pubblici; gli stabilimenti
cognomi, nascita, esaltazione al car- pubblici d' istruzione letteraria ; le

dinalato, dignità, e cariche, che pubbliche accademie letterarie, gli

coprono, congregazioni a cui ap- archivii, e le biblioteche pubbliche ;

partengono, e protettone. Succede belle arti, ed antichità ; legazioni e


poscia l'età del Papa, e de' Car- delegazioni apostoliche; le fiere
dinali per ordine di vescovi, preti principali dello stato pontificio: la

e diaconi , loro novero, e cappelli statistica de' nati, morti, e viventi


cardinalizi vacanti ; poscia vengono dal 1800 ad oggi, della città di Ro-
i Cardinali morti nel pontificato del ma, l'indice generale,ed appendice.
Papa che regna, co'principali cenni Nel decorso anno 184*2 presso
biografici , le diocesi, e titoli dei Angelo Ajani, nella forma delle no-
patriarchi, coll'epoca della loro ele- tizie annuali di Roma, fu pubbli-
zione. Di poi si trovano le diocesi dis- cato T Indicatore, ossia raccolta di
poste per ordine alfabetico, coll'epo- indirizzi, e uotizie, risguardanti gli
ca della elezione degli arcivescovi e oggetti di maggior interesse ed u-
vescovi, e le cui denominazioni la- tilità ad ogni genere di persone
tine, in uno a quelle delle diocesi per la città di Roma.
DIA DIB 3i
Prima del lodaloGaetano Ca- estese la concessione alle sorelle Pi-
valletti, di cui abbiamo un merita- lucchi, loro vita naturale durante.
to elogio necrologico nel numero In seguilo l' imolese Michele Aja-
5i dell' Album dei 18 febbraio ni, in società col tipografo Mordac-
anno corrente, fattogli dal eh. cav. chini, prese in affitto dalle sorelle
Andrea dottor con cordiale
Belli, Pilucchi tale privativa, coli' annua
amicizia, ed estimazione, veramente corrisposta di scudi centoventi. Nel
non si conoscono tutti compilatori i 18 14 rimasto solo l'Ajani nell'e-
del Diario di Roma. Solo si sa, che sercizio della stamperia, aumentò
dopo la morte di Caterina Cracas la detta corrisposta, a scudi tre-
ne furono compilatori alcuni reli- cento sessanta annui. Nel 181 6 Io
giosi. Ne* primi anni del secolo stesso Michele Ajani, dopo lamor-
corrente lo fu certo abbate Pietro te delle Pilucchi, ottenne da Pio
Magnani. 11 sacerdote Gio. Yincen- VII con rescritto de' io febbraio
co Giannini rettore della chiesa di s. la medesima privativa per sé , e
Nicola di Lorenesi, scrisse per un suoi figli maschi, ed avendo implo-
tempo gli articoli riguardanti la parte rato, che ciò fosse corroborato con
sagra, con più zelo, che critica. In breve apostolico, questo venne spe-
quest'anno al Cavalletti è succeduto dito dal Papa nel giorno 17 set-
alla direzione del Diario di Roma, tembre, e con esso si richiamò il
ed annessi, il eh. cav. Giovanni de tenore di quello di Benedetto X11I,
Angelis, colla qualifica di Redattore, e confermato venne il privilegio
ilquale è pure direttore proprietario memorato Michaeli Ajani ejusque
dell'Album, di cui facemmo onorata descende.ntibus masculis, che lo go-
menzione di sopra. In quanto poi dono anche al presente.
alla proprietà della stamperia del DIBONA (Dibonen.). Sede vesco-
Diario, Notizie del giorno, Notizie vile dell'Arabia sotto la metropoli
annuali, ec., non riuscirà superfluo di Bostra, che la santa Sede con-
aggiugnere quanto segue. Nel 1725 ferisce qual titolo in parlibus, ono-
Benedetto XI1J, con breve dato ai rato dal celebre., e dottissimo Gia-
16 dicembre concesse ai figli ed cinto Sigismondo Gerdil barnabi-
eredi di lui Antonio Cracas, con ta, che Pio 1777, creò
VI, nel
privilegio esclusivo di anni dodici, Cardinale. Dibon, o Dibona, città
di stampare, e pubblicare il libro altre volte spettante agli amorrei,
delle Notizie, seu Ephemerides, ed i sorgeva tra i monti del fiume
Diari di avvisi in lingua italiana, tan- Giordano vicino ad Esebon, tra il

to in Roma, che nel rimanente del- mare Asfaltide, e i gioghi dell' Ar-
lo stato ecclesiastico. Quindi confer- non, celebrata in diversi luoghi
marono, e prorogarono tal privilegio della Scrittura, come si ha dalla
Benedetto e Clemente XIV, con li- Siria sagra dell' abbate Biagio Ter-
cenza di ampliare il contenuto del zi di Lauria. Un tempo fu posse-
Diario. Dipoi il Pontefice Pio VI> duta dai moabiti, e poscia da Seon
con breve de' 28 agosto 1781, con- re degli amorrei, i quali essendo
cesse il medesimo privilegio a Vin- stati espulsi dagl'israeliti, l'ottenne
cenzo Pilucchi, congiunto della fa- in sorte la tribù di Giuda. Simo-
miglia Cracas estinta; e Pio VII, ne, vescovo Dibonense, sottoscrisse
con rescritto fatto in gennaio iSoZj, 1' epistola provinciale all' imperato-
3a DID DIE
re Leone. Altri dicono, die Dibona lnppnvn i sensi diversi, ed i dogmi
non fu altrimenti della tribù di Giu- della Chiesa, da lui spiegati con
da, ma sibbene di quella di Ruben, molt' ordine e chiarezza. I suoi ta-
ed una di quelle che presero gli ani- lenti trassero in Alessandria gran
moniti dopo la cattività della tribù numero che quivi
di persone, anda-
di Ruben, di quella di 11 ad, e vano per udirlo, o soltanto per veder-
della metà della tribù di Manasse. lo. S. Atanasio ne facea grande stima,
Si narra ancora, che gì' israeliti ed anzi gli affidò la cura della scuola
chiesero Dibona a Giosuè, a mo- di Alessandria. Didimo con vero zelo
tivo bontà de' suoi pascoli;
della e dottrina si oppose agli errori, ed
che confinava con Medaba, e che all' empietà degli africaui. Tale era
fu città considerabile. la fama delle virtù e dottrina di
DICARITI o DIGARCITI. Appel- quest' uomo, che s. Antonio recossi
lazione, che per solo effetto di orgo- più volte a visitarlo. E il medesimo s.
glio si davano molti de' manichei. Girolamo, e Rufino lo consultavano
DI CE A. Sede episcopale dell'A- sopra varie diilìcoltà della Scrittu-
frica occidentale della provincia Bi- ra, e gloriavansi di averlo avuto a
sacena, dipendente dalla metropo- maestro. Cessò di vivere circa l'an-
litana di Adramito. Candido ve- no 399. Di grandissimo numero di
scovo di Dicea, intervenne in Ro- opere, cheDidimo avea composte, ce
ma, e sottoscrisse al concilio di La- ne rimangono due sole. La prima
terano adunato dal Pontefice s. è il libro da lui intitolato dello
Martino I. Spirito Santo, cui s. Girolamo per
DIDIMO (s.) martire. V. Teo- insinuazione di s. Damaso tradusse
dora (s.). in latino. La seconda è un tratta-
DIDIMO nacque in Alessandria to contro i manichei. Questo ce-
nelP anno 3og. Appena giunto ai lebre uomo non andò per altro e-
cinque anni di età divenne cieco. sente dalla taccia d'essersi dimo-
Questa sciagura altro non fece che strato apologista di Origene contro
vieppiù accendere in lui il deside- tutti i suoi nemici, cosa che rin-
onde chiedea
rio di sapere, conti- crebbe oltremodo anche allo stesso
nuamente a Dio non che gli re- s. Girolamo.

stituisse la vista corporea, ma che DIDIMOTICHE, DIDIMOTY-


l' ingegno e l'animo gV illuminasse. CH US. Città vescovile della pro-
Alla preghiera congiunse la fatica, vincia di Rodope, nell'esarcato di
e industria. Recavasi con assidui-
l' Tracia, sotto la metropoli di Tra-
tà ad ascoltare coloro, che faceano janopoli. Nel nono secolo divenne
professione d' ammaestrare altrui, arcivescovato onorario di rito gre-
e si occupava per la maggior par- co. E situata sopra un promonto-
te della notte nel ripassare colla rio circondato dall' Ebro, secondo
mente quello che avea udito. Con 1' Ortelio. 11 p. Le Quieti, nel tomo
tale esercizio giunse a capo d' im- I, p. 1208, dell' Oriens. Christ. ,

parare non solamente la gramma- registra otto vescovi di questa città.


tica, la rettorica, la dialettica, e tut- DIEGO (s.) o DIDACO. Il borgo
te le opinioni dei filosofi, ma le di s. Nicolò, nella diocesi di Sivi-
scritture altresì del nuovo e del glia nella Andalusia, fu patria a
vecchio testamento, delle quali svi- questo santo, il quale alla oscurità
DIE DIE 33
dei nàtali, ed alla povertà dello lattia mortale nel convento di Al*
sfato, seppe fin da fanciullo con- cala, in cui da qualche anno vive-
trappone la luce delle cristiane vir- va, sostenne con invitta pazienza
tù, e le dovizie di una tenera e le molestie del male, domandò per-
non ordinaria carità verso Dio. I dono a tutti i religiosi della comu-
primi anni della sua vita furono nità, che edificati delle sue virtù
consecrati da lui alla orazione, alla stavano intorno al suo letto invidian-
penitenza ed al lavoro di un orti- done il beato fine, e nel bacio del
cello in compagnia di un santo pre- Signore spirò a dì i3 di novem-
te, che abitava non molto lungi bre dell' anno medesimo. Molti mi-
dalla sua casa, e cui cercava di racoli furono
operati per la sua
imitare, comechè giovanetto, in tut- intercessione, ed il Pontefice Sisto
ti gli esercizii di pietà e di mor- V Io annoverò fra i santi con so-
Crescendo sempre più
tificazione. lenne canonizzazione, e con bol-
nel suo cuore l'affetto a Gesù Cro- la del i588. Innocenzo XI volle
cefisso, deliberò di rendersi religio- che s. Diego avesse nel breviario
so, e prese l'abito dei francescani un officio proprio assegnando il
della osservanza in qualità di fra- giorno i3 novembre per la sua
telloconverso nel convento di s. festa, la quale per altro dalla re-
Francesco Arrizafa. Non appena egli ligione francescana è celebrata il

ebbe fatto la sua professione, che i giorno 12 dello stesso mese.


superiori credettero di affidarlo in DIES IRAE, dies illa. Sequen-
compagno ad un sacerdote dell'Or- za, o prosa, che la Chiesa canta dopo
dine, che partiva per le Canarie, e l'epistola nella messa de'defonti, e
fu in questo viaggio ov'egli, ben- i sacerdoti dicono nelle messe pia-
ché mostrò quanta carità gli
laico, ne della loro commemorazione, e
ardesse in petto per la conversione della deposizione di un defonto, e
degl' idolatri, per modo che fu crea- quando nella messa si dice una o-
to guardiano di un convento di re- razione soltanto ; nelle altre messe
cente fondato nelP isola di Fonte- poi prò defunctis, si dice ad arbitrio

ventura. Quivi nella macerazione del sacerdote. MissaL Roman, par.


della propria carne, e nella conti- I tit. 5. La Sequenza (Vedi) dice-

nua preghiera disponeva se stesso si prosa perchè non si osserva in


anche al martirio, se mai gliene essala legge del metro, ne della pro-
fosse arrivata l' occasione. Richia- sodia. Per testimonianza del iVbme/z-
malo in Ispagna, mutò spesse volte clatore del Ciacconio, del Mando-
di convento e da per tut-
di paese, si nella Biblioteca Romana a pag.
to lasciando il buon odore delle 66, di Pompeo Sarnelli nella Serie
sue virtù. Il Sacramento dell' alta- degli arcivescovi Sipontini, a pag.
re, e la passione di Gesù Cristo 22/f, e di Alessandro Borgia nella
erano per lui prediletti argomenti Storia di Felletri, pag. 293, fu au-
alla meditazione, così che la sua vi- tore del ritmo, prosa, o sequenza
ta potevasi considerare una perpe- dies iraef il Cardinal latino Fran-
tua estasi in Dio. Era divotissimo gipani Malabranca Orsini romano,
della santa Vergine, che nominava dell' Ordine de' predicatori. ÌVicolò
con tenerezza di affetto la madre III, suo zio, lo creò Cardinale nel
sua. L'anno i463 fu colto da ma- 1278, e divenne per le sue virtù e
VOL. xx. 3
34 DIE DIE
scienza l'oracolo de* suoi successori di opinione, essere probabile che
a segno, ch'essendo morto nel 1294, questa prosa rimata sia stata scrit-

s. Celestino V
vedendosi privo della ta da qualche contemplativo, il qua-
sua assistenza , effettuò la divisata le non volle farsi conoscere. Cras-
rinunzia del pontificato. Altri, ma kaw ne diede una buona traduzio-
senza alcuna probabilità, fanno au- ne in versi inglesi, e lord Roscom-
tori della prosa Dìes irae, il Papa mon se ne giovò molto nel suo ani-
s. Gregorio I, s. Bernardo, e s. Bona- mirabile poema del Giudizio univer-
ventura Cardinale, tutti dottori del- sale-, su di che può anche consul-
la Chiesa. Angelo Rocca, in un co- tarsi il Saggio sopra Pope di War-
dice manoscritto, che si conserva thon 87. La pia recita di que-
p.
nella biblioteca angelica presso la sta sequenza, per la sublimità dei
chiesa di s. Agostino di Roma al- concetti, è frequente ne' cristiani
la lettera Q. 3. i3, ricerca con isqui- in suffragio de'defonti. In lugubre
sita diligenza, chi sia l'autore di que- e flebile canto, ed in musica riesce
sta commovente e tenerissima pro- imponente, armoniosa, vivace, gra-
sa, o com'egli la chiama sequenza; e ve e maestosa, riconcentra gli animi,
dopo avere allegato l'autorità di li muove a compunzione, e li richia-

Giammaria Varrà to, il quale nel ma a salutali e religiose medita-


suo opuscolo sulla messa de' morti zioni sul punto estremo, e sul tremen-
scrive, che da alcuni viene attri- do giudizio finale. Di fatti tutta ram-
buita ad un re di Ungheria, e da menta la venuta del tremendo giorno,
altri a frate Agostino da Biella giorno d'ira e di lutto, che in faville dis-
romitano, ad Umberto da Borgo- solveràil mondo; disastro tremendo
gna, primo generale dell' Ordine predetto da Davide, e dalle sibille.
de'predicatori, come pretende Giu- Rammenta il fragore delle trombe,
seppe Pamfilo agostiniano vescovo l'aprirsi de'sepolcri, il risorger dei
di Segni, e già sagrista pontifìcio ; morti, e riprender carne; e che
reca per ultimo l'autorità di Marco allora sarà presentato al supremo
Lancella, il quale ha scritto un in- giudice sedente in trono, il libro
tero libro sul Diaes irae 3 dìes illa 3 in cui furono scritte le colpe, e i

e conchiude col medesimo Lancel- meriti, pe'quali egli decreterà pre-


la, che il lodato Cardinal Latino è mio, o pena. Rammenta il trepidar
senza alcun dubbio il vero, e ge- de'giusti, e ad implorar cle-
invita
nuino autore di questa Sequenza menza col ricordare al buon Gesù,
J
de morti come comunemente viene
)
che siamo suoi figli, e col ram-
chiamata. L'annalista Bzovio al- mentargli il sagrifizio della croce
l'anno 1294 al medesimo attribui- per noi sofferto, esclamando tutti

sce questa prosa, che incomincia tremanti, pietà, pietà. Rammenta


colle suddette parole. Aggiunge il l'assoltaMaddalena, ed il ladrone
Sarnelli nelle Lettere ecclesiastiche che ottenne perdono, e per la fede
tomo IX p. 35, che essendo stata professata fa sperare altrettanto, e
la sequenza Dìes irae per la pri- la liberazione dall'eterno fuoco ; ac-
ma volta messa in canto fermo dal ciocché divisi dal drappello de' ma-
minorità fr. Tommaso Colano, da ledetti, cogli eletti venghiamo no-
taluno ne fu egli creduto autore. verati , e fra' santi facciamo per
Non deve tacersi, che altri sono sempre soggiorno. Termina la se-
DIE DIE 35
quenza, col richiedere pei nostri corrispose alle speranze. In seguito
fratelli a Gesù, pace, e requie sem- fu eletto vescovo di Marck nella
piterna. Boemia; e qui fu che rifulse l'ar-
DIETA (Diacta). Viaggio, e cam- dente suo zelo pel bene della cat-
mino di un giorno ordinano; co- tolica Chiesa. Fiaccò l'orgoglio de-
sì il Macri, e il Dizionario della gli eretici, che allora infestava-
lingua Italiana. Dieta in signifi- no quei regno , colla sola sua
cato di assemblea , dicesi in la- presenza confuse e stornò le scel-
tino conventus. Queste assemblee so- lerate loro trame, e pura man-
no in uso nella Germania, ed altro- tenne nei veri credenti la fede.
ve. Nella storia ecclesiastica furono Seppe eziandio proteggere i diritti

e assai rinomate le diete di


celebri, della sovranità, cui nelle turbolenze,
Magonza, Francfort, Norimberga, di che allora mettevano sossopra ogni
Passavia, di Augusta, di Ratisbona, di cosa, si faceva fiero contrasto, onde
Spiia, di Vormazia, ed altre, di cui gl'imperatoriRidolfo, Mattia, e
si tratta ai rispettivi articoli. I Ferdinando II l'ebbero in grande
sommi Pontefici alle nominate, ed stima ed amore; di lui si valsero
altre diete spedirono legati, e nun- in gravissimi affari , e lo costituiro-
zi apostolici, per trattare in nome no protettore degli stati austriaci
della s. Sede, affari di gran rilievo. presso la santa Sede. Promosso
DIETRICHSTE1N Francesco, quindi alla sede di Olmiitz, me-
Cardinale. Francesco Dietrichstein tropoli della Moravia, spiegò vie-
dei conti di Moravia, nel 1670, nac- maggiormente la sua pastorale sol-
que Madrid, mentre il padre
in lecitudine nello istruire in persona
di lui fungeva colà la carica di am- i poveri, nel catechizzare, predicare,
basciatore. Studiò in Roma, e coi soccorrere i più abbandonati. L'Ani i-
suoi portamenti guadagnossi così la denio attesta di lui, che la carità lo
benevolenza di Clemente Vili, che avea privato di tutti i beni. Affabile,
lo nominò suo cameriere segreto. manieroso) dolce, fatto ogni cosa a
Attesa la singolare illibatezza di lui tutti, si meritò da'suoi diocesani il bel
fu assai amato da s. Filippo Neri, titolo di santo Pastore. Eresse parec-
allora vivente in Roma, dal quale chi conventi a' padri delle scuole pie,
qualche volta sentì predirsi elevate , ed a' cappuccini
a' gesuiti edificò ;

dignità. Infatti l'anzidetto Pontefice, dallefondamenta molte chiese, ed


ad istanza del re di Spagna Filip- una quasi simile al santuario di Lo-
po III, a' 3 marzo 1^99, lo creò reto, pel quale nutriva particolaris-
Cardinale dell'ordine de' preti, con- sima devozione. Comandò, che nella
ferendogli poi il titolo di s. Sil- sua diocesi fossero posti in pieno
vestro in Capite. Da lì a non poco, vigore i decreti del Tridentino ri-
venne spedito a Milano in qualità di guardo a' matrimoni benedì an- :

legato a latere per visitare a nome cora le nozze tra Ferdinando III e
del Papa ed Isa-
l'arciduca Alberto, Maria Augusta figlia del re di Spa-
bella infante diSpagna, e da Cle- gna quantunque assenti. Nell'anno
mente Vili uniti in Ferrara in sessagesimo sesto di sua vita, reca-
matrimonio. Trattò ancora la con- catosi a Braun, suo feudo, ivi mo-
ciliazione di questi principi col- rì compianto da ogni qualità di per-

l' arciduca Mattia, ma l'esito non sone. Le sue spoglie giacciono nel-
36 DIE DIE
la cattedrale di Olmùtz, in un ma- sorgente minerale molto conosciuta,
gnifico avello. Carlo Conti romano perchè è assai frequentata. Nei pri-
compose e pubblicò in Roma nel mi tempi contava tre sobborghi,
i652 la Vita del Cardinal Die- nella vicinanza de'quali si trovaro-
trichstein. no delle urne, e delle monete di
D1ETRICO, Cardinale. Dietri- rame coll'effigie degl'imperatori ro-
co sembra creato da Urbano II, Pa- mani. Quando i goti e i vandali
pa eletto nel 1088. Questi soscrisse, rovinarono le Gallie, questa città

nel ioq5, una bolla, spedita in Cre- si accresceva di edifizi, e di bellez-


mona dall'anzidetto Pontefice a fa- ze, perchè, attesa la sua naturai
vore del monistero di s. Egidio. posizione, era considerata come il

DIETRICO,oDIETERICO, Car- più sicuro asilo, ed il ricovero il

dinale. Dietrico diacono, esaltalo da più tranquillo. Allora Diez era la


Pasquale II Papa
099. Di questo del 1 via più frequentata pel viaggio di
chiarissimo Cardinale sappiamo, che Italia, e lo sarebbe tuttora, se un

egli fu legato del suddetto Papa terremoto non avesse spezzato uno
nell'Ungheria, e che in tale quali- scoglio in modo da rompere la

tà riconciliò .colla Chiesa i popoli strada presso di Lucques.


della Sassonia, i quali erano stati La fondazione di questa città risa-

divisi per l'ecclesiastiche censure. Si le ad una remotissima epoca. In


rileva poi, ch'egli fosse probabilmen- origine era una delle principali tra
te anche bibliotecario e cancel- , le diecinove città dei vacontii. Di-
liere della S. R. C, perchè in una venne sotto Augusto un'importan-
bolla di Onorio II, spedita nel te colonia romana chiamata Au-
1126, in favore di Città di Castel- gusta Dea 3 o Dea Vocontiorum 3
lo, è soscritto con questo titolo. Augusta colonia , Die 3 o Deia.
DIEZ (s.) ( s. Deodati ). Città I longobardi se ne impadronirono

con residenza vescovile in Francia, verso l'anno 5j4.. Divenne poscia


nel dipartimento della Drome, ca- capitale del piccolo paese di Diois,
poluogo di circondario, e di can- e quindi contea, quando per la
tone sulla riva destra della Drome, morte di Bosone cessò di esistere il

in una valle fertile, ed amena. È regno di Arles; e in vece di fare


sede di un tribunale di prima i- paiite della Borgogna fu aggregata
stanza, e di un officio di conserva- al Delfinato. Pouce fu il primo
zione delle ipoteche. Le mura che conte di Die, di cui si abbia me-
la cingono, sono vecchie, e fiancheg- moria. Estinta la sua stirpe, la con-
giate da torri. Visi osserva la porta tea passò nel 1 1
89 ad Aimar di
di s. Marcello, o, come altri dicono, Poltiers, e fu unita a quella di Va-
la porta, la quale conduce al sob- lentinois. Luigi di Poitiers, e di Va -

borgo di s. Martino in forma di , lentinois vendette nel i4°4 a ^ ar"


arco trionfale , monumento antico lo VI i suoi stati, che furono uni-
ben conservato; è pure degno di ti al Delfinato. La città di Die fu
osservazione il vecchio palazzo e- una di quelle, che molto soffrirono
piscopale. Tra i suoi prodotti è ri- nelle guerre civili del secolo XVI.
nomato il vino moscato, chiamato I protestanti la presero nel 1577;
clairette de Die. Ne' dintorni si e, dopo averla abbandonata, vi ri-

trovano cristalli di rocca, ed una tornarono nel i585. La cattedrale


DIE DIF 37
fu manomessa, e dilapidata con or- se le prebende di teologo, e di peni-
ribili profanazioni più di ogni al- tenziere, non che molti canonici o-
tra chiesa della città ; ed anche la norari, oltre i così detti pueri de
cittadella andò
per loro spianata. choro addetti pel divino servizio.
Diez aveva anche una università, Prima il capitolo si componeva del
che un tempo fioriva. decano, di dodici canonici, e di un
La sede secondo alcuni,
vescovile, gran numero di preti, e di chieri-
fu eretta nel terzo secolo, e, secondo ci. Nella cattedrale evvi il fonte
altri, nel quarto, sotto la metropoli battesimale, cura di anime
e la
di Vienna. Il vescovo era signore si esercita da un canonico del ca-
della cittàj di novantacinque villag- pitolo. L'episcopio è distante dal-
gi , e di ventiquattro castelli , col la cattedrale, ed è vasto, ed orna-
titolo di conte, e colla rendita di to. Inoltre nella città vi è un'altra
quindici, o sedici mila lire. Nel 1275 parrocchia col battisterio, due con-
il Pontefice Gregorio X uni il ve- fraternite due ospedali
, un gran ,

scovato di Die a quello di Valenza seminario, e due piccoli seminari


nel Delfinato, senza però confondere sono nella diocesi. La mensa è tas-
i diritti d'ognuno; ma nel i588 sata ad ogni nuovo vescovo in fio-
vennero uniti come in una sola dio- rini trecento settanta.
cesi, ristabilendo Sisto V la sede ve- DIFENSORE della Chiesa, o
scovile di Die. Altri attribuiscono ad della fede. Titolo glorioso, ed ono-
Innocenzo XII tale divisione, e la sommi Ponte-
rifico attribuito dai
dicono effettuata nel 1692. Ma nel ficia qualche imperatore, e re, e
1801 pel noto concordato, il vesco- da Stefano li, detto III, nell'anno
vato di Die restò soppresso, mentre 754, a Pipino re di Francia, ed ai
la comprendeva duecento
diocesi suoi figli Carlo Magno, e Carlo-
parrocchie, due collegiate, due com- mano, dichiarandoli protettori^ e di-
mendane dell'Ordine di s. Antonio, fensori della Sede apostolica, come
ed altrettante di quello gerosolimi- con Carlo Martello padre di Pipino
tano, e ciò per autorità di Pio VII. aveva fatto s. Gregorio III, nel-
Però questo Papa, ad istanza del l' insignirlo della dignità di Patri-
re di Francia Luigi XVI II, e in zio Romano da notarsi,
(Vedi). È
virtù di un nuovo concordato, ri- che Sergio II, coronando in Roma
stabilì vescovato di Diez nel 1 8 1 7,
il nell'anno 844> Lodovico II figlio
e nel concistoro del primo ottobre, di Lotario I, in re de' longobardi,
ne dichiarò vescovo Agostino Lo- non che i romani promettes-
volle
dovico di Monte Blanc, della diocesi sero a Lodovico II , ciò eh' erano
di Glandeves, sottoponendo la diocesi, soliti fare co' re di Francia, di es-
qual suffraganea della metropoli di sere cioè costanti nella loro ami-
Besanzone. La cattedrale, ampio e cizia , mentre Sergio II non vole-
prima era dedicata alla
bello edifizio, va se non Lotario I imperato-
beata Vergine, ed ora a s. Deoda- re per difensore , e protettore
to, le cui ceneri si venerano nel- della Chiesa. Il Pontefice Bene-
la medesima. I due vicari generali detto Vili , dopo avere solenne-
del vescovo prima godevano la digni- mente coronato imperatore nella
tà di arcidiaconi nel capitolo, nel basilica vaticana s. Enrico I, cioè
quale vi sono nove canonici, compre- a* 1 4 febbraio 1 1 4,
1' ornò coi glo-
38 DIF DIF
riosi titoli di avvocato, patrono, e monaci di men-
Costantinopoli, fa
difcnsore della Chiesa Romana. Ma zione diTuto difensore della Chie-
di altre notizie su questo decoroso sa Romana, e dice di averlo col-
titolo, degli scrittori che ne hanno locato in tal posto, dopo averlo
trattato, come di quello dato dal scelto de provectioribus intcr ccrle-
Pontefice Leone X ad Enrico Vili siam clericis. Anastasio Biblioteca-
re d' Inghilterra, si farà parola al- rio, nella vita di questo Pontefice,
l'articolo Difensori della chiesa narra, eh' essendo venuta in Roma
romana. Che poi Giulio II abbia la nuova, che Acacio vescovo di
dato il titolo di Cristianissimo {Ve- Costantinopoli aveva riammesso al-
di) al medesimo Enrico Vili, lo la comunione Pietro Alessandri-
dicemmo a quell'articolo. no, già da lui denunziato ereti-
DIFENSORI della chiesa Ro- co a Papa s. Simplicio suo ante-
mana. Erano chierici, ed avevano cessore , « Tunc venerabilis Felix
T uffizio di difendere i poveri, e di » archiepiscopus sedis apostolicae
invigilare alla difesa delle chiese ^ urbis Romae mittens defensorem,
per promuovere tutto ciò, che po- m cum Consilio sedis suae facto
teva esser ad esse di vantaggio, come m concilio damnavit Acacium Con-
l'avvertire che i legati lasciati per « stanti nopolita 11 urn cum Petro A-
cause pie si distribuissero in vere » lexandrino". S. Gregorio I nella
limosine. In una parola erano tan- lettera, che scrisse a Vinco ma lo,
ti avvocati, destinati a patrocinare con cui il costituì difensore, dà la
le cause della Chiesa. A' difensori formola con la quale i difensori
davasi pure talvolta la facoltà di erano eletti, ed è la seguente :

giudicare delle cause, ed un bell'e-


sempio se ne legge nelF epistola LV Gregorius Vincomali defensori.
di s. Gregorio I del 590, nella quale
ci è rimasta una gravisima senten- »» Ecclesiasti cae utilitatis intuitu, id
za pronunziata da Giovanni difen- nostro sedit arbitrio, ut si nulli
sore, in favore di Gennajo vescovo conditioni, vel empori teneris
di Malaga, per la deputazione, e obnoxius, nec fuisti clericus alte-
pel comando, che ne aveva ricevuto rius civitatis, aut in nullo tibi

dal detto Papa. La memoria più canonum obviant statuta, offi-

antica dei difensori nella Chiesa ci um ecclesiae suae defensorum


romana risale ai tempi di s. Cajo, accipias : ut quicquid prò pau-
che fu assunto al pontificato nel- perum commodis tibi a nobis
1'anno 283, secondo il Galletti, e injunctum fuerit, incorrupte et
non come dice il du Cange, che vivaciter exequaris, usurus hoc
ritiene questo uffizio come inventa- privilegio, quod in te habita de-
to dai padri africani nel IV conci- liberatione, eontulimus; ut om-
lio cartaginese, giacché questo fu nibus, quae tibi a nobis fuerint in-
celebrato nell' anno 34B, cioè molti juncta, complendis, operam tuam
anni dopo che già nella Chiesa fidelis exhibeas, redditurus de
romana erano istituiti i difensori. actibus tuis sub Dei nostri ju-
11 Pontefice s. Felice III, creato dicio rationem. Hanc autem e-
anno 483 in una
1'
, lettera a Ze- pistolam Paterio notario ecclesiae
none imperatore, ed in un' altra ai nostrae sciibendam dieta vimus.
D1F DIF 39
» Mense martio indiclione decima- gio, cui concesse al collegio de' di-
» tertia". fensori. Volendo egli compensare
Ed è perciò, che il chierico, il con qualche nuova prerogativa l'uf-
quale dovevasi eleggere in difenso- fìzio de' difensori, occupato nelle
re, non doveva addetto ad
essere cause della Chiesa, e ne' servigi del
altra diocesi, doveva libero
essere romano Pontefice, volle che sicco-
di condizione, cioè non impegnato me nella scuola, ossia Collegio dei
in uno stato di vita per la quale notari, e de' suddiaconi per con- ,

dovesse essere distratto in altre oc- cessione di antichi Pontefici, ve n'e-


cupazioni, e non ascritto a verun rano alcuni costituiti regionari, così
altro corpo, o collegio. Oltre di che, che già ave-
sette di essi difensori,
questi soggetti erano occupati nel vano sperimentare l'utilità del
fatto
patrocinare le cause de' poveri, e loro impiego, fossero in perpetuo
della Chiesa, e come quelli ch'erano decorati dell'onore regionario. E
forniti di scienza e di abilità, così perchè a ciascun de' diaconi, sud-
di frequente venivano dai Pontefi- diaconi, notari, e suddiaconi regio-
ci spediti in remote parti per ac- nari era assegnata la sua partico-
correre coi loro ajuto ai bisogni lare regione, così volle s. Gregorio
di coloro, che imploravano l'auto- I, che ciò pur si facesse co' sette
rità della santa Sede, e costituiti regionari difensori. Dispose inoltre,
venivano a presiedere ai patrimo- che ove non intervenisse il sommo
ni, che. la Chiesa Romana pos- Pontefice, potessero essi sedere nelle
sedeva in parecchie regioni , di adunanze de' chierici. Che se il pri-
che molti esempi si hanno dal ci- mo di questi regionari difensori per
tato Anastasio, e nel registro delle proprio interesse si avesse dovuto
lettere del medesimoGregorio I.
s. trasferire in altra provincia ,
pro-
Questo Pontefice fece somma stima curasse egli di surrogarsi pel tem-
de' difensori, e li decorò di vari po dell'assenza quei difensore re-
privilegi. Quegli poi, che sovrasta- . gionario, che fosse in maggior cre-
va a sì nobile collegio, si chiama- dito di assiduità , e di valore nel
va Primicero de' difensori, ed an- servire alla Chiesa, ed al Pontefice.
che primo difensore. E qui credia- Nell'anno 591 Bonifacio era in
moj che non riuscirà discara la se- Corsica ministro della santa Sede,
rie, che riportiamo, coli' autorità dove gli scrisse s. Gregorio I, ac-
del Galletti, Del Primicerio della ciocché unisse il clero e il popolo
santa Sede apostolica 3 e di altri di Aleria, e di Corsica per elegge-
uffizioli maggiori del sagro palagio re inuovi vescovi. Quindi lo inviò
lateranense, fra' quali egli novera suo nunzio a Costantinopoli all'im-
pel sesto di tali uffiziali il primi- peratore Foca, ove, tra gli altri gra-
cero de' difensori. vi affari, si adoperò con felice suc-

Bonifacio Romano era nell'anno cesso nella controversia insorta tra


598 primo, ossia primicero de' di- Giovanni vescovo d' Euria, oggi s.

fensori, e poscia nell'anno 608 me- Donato neh' Epiro, e Alcisone ve-
ritò di essere eletto Papa col no- scovo di Corfù, per conto del ca-
me di Bonifacio IH. Dalla lettera, stello, o città di Cassiopo.

che in detto anno a lui diresse s. Giovanni, primo difensore, fiorì

Gregorio I, si rileva il bel privile- l'anno 710. L'Anastasio lo novera


1 ,

4o DIF DIF
tra che accompagnarono il
quei , Pietro, primo difensore, fiorì nel
Papa Costantino, quando a* 5 ot- 1060.
tobre 710 intraprese il viaggio per Leone, primo difensore, viveva
Costantinopoli. tra 1099, e l'anno 1 18.
il 1

Anastasio, primicero de' difen- Roberto, primo dilènsore dell'an-


sori del 758, sotto Stefano II det- no 11 39, fiorì sotto Anastasio 1Y:
to III. le sue notizie, e giudicati falli giun-
Pietro j primo difensore, fiorì nel gono al 1 163.

761 nel pontificato di s. Paolo I, Anche il Macri testifica, alla pa-


il quale in quattro lettere, che rola Defensor, la cospicuità dell'uf-

scrisse a Pipino re di Francia, fe- ficio de' difensori della Chiesa ro-
ce menzione di lui. Nell'invitarlo a mana, e de' Difensori delle chiese
destinare un suo messo, che dimo- (Fedi). Inoltre parla delle onore-
rasse in Roma per invigilare con- voli commissioni pontificie, che i

tro gli attentati de' greci , e vice- difensori della Chiesa romana dis-
vèrsa, il Pontefice inviò in Francia impegnarono, e dei sette difensori
Pietro per suo messo, ove trattò regionari istituiti da s. Gregorio I,

rilevanti affari. aggiungendo che in presenza del


Anastasio ,
primicero de* difen- Papa dovevano stare in piedi. Nar-
sori del 772, fu inviato da Adria- ra poi che il Pontefice Pelagio
,

no I a Desiderio re de' longobardi scusandosi con Antonina patrizia, la


per ricuperare alla santa Sede i quale aveagli domandato con istan-
beni da lui occupati. za 1' offizio di difensore per un mo-
Stefano fiorì nell'842, ed è men- naco, le disse non dover essere con-
tovato nel placito cassinese. veniente allo stato monacale ,
per-
Sergio, primicero de' difensori. chè al monaco appartengono la
3Ve abbiamo memoria nell'anno 89 quiete, l' orazione, e il lavoro del-
sotto Papa Formoso. le mani ; al difensore pel contrario
Anastasio, primicero de' difenso- spettano le liti, la cognizione delle
ri nell' 899, nel pontificato di Gio- cause, e la difesa patrimonio del
vanni IX. della Chiesa. Quindi
Macri invei- il

Stefano, del 944» v » ss e a' tempi sce contro i sacerdoti, che eserci-
di Marino II, o Martino III. tano 1' uffizio di avvocato e pro- ,

Sergio, del 963, intervenne al curatore ; e ritiene, che s. Sebastia-


conciliabolo romano radunato con- no sia stato il primo nella Chiesa
tro Giovanni XII. romana ad esercitare l'ufficio di di-
Gregorio fiori nel 101 1, e for- fensore. Dice, che questi difensori
se un Landolfo primicero de' di- furono anche detti Defensores scho-
fensori fu suo figlio , o della fa- lastici, cioè dottori, i quali dai Pon-
miglia di lui. Questi viveva nel tefici romani si mandavano come
1026. nunzi alle provincie per distribui-
Pietro visse ai tempi di Giovan- re ai poveri i denari lasciati loro
ni XIX, detto XX, eletto nel 1024. dai testatori ; per correggere i mo-
Questo primo difensore intervenne naci dissoluti ; e per prendere esat-
al concilio, che quel Papa celebrò te informazioni dei mancamenti dei
in Roma a vantaggio di Pietro ve- vescovi, come si ha pure dal Pan-
scovo di s. Ruffina. vinio, de Primicer. Defensor. Inol-
,

D1F DIF 41
tre da Anastasio Bibliotecario fu dal re medesimo, e mss. deposita-
chiamato Defensor devotus l'impe- to nella biblioteca vaticana. Si di-
ratore, o altro principe cattolico ce ancora, che su tale libro fati-
il quale prestava il giuramento in casse pure Cardinal Fischer, poi
il

mano del Papa, per essere dichia- fatto decapitare da Enrico Vili do-
rato difensore della Chiesa romana, po la sua apostasia dalla cattolica
intorno a che è a vedersi , oltre religione. Dom. Guil. Mollerus
l'articoloprecedente, anche l'arti- scrisse , de titillo defensoris fidei
colo Imperatore. Altd. 1700; e Jo. Joach. Meyer,
Il Pontefice Pio II nel i4%j es " de Fidei defensoris, quo M. Brit-
scndosi recato in Mantova al gran tanicae reges affulgent, titillo 1 7 4.
1

congresso, diede il titolo di Difen- V. il Ciacconio t. HI, p. 576, ed


sore della Fede (Vedi) a Carlo il Pallavicini, Storia del concilio di
VIII il Vittorioso , re di Francia, Trento.
forse per determinarlo ad abrogare Che ai difensori della Chiesa ro-
la prammatica sanzione. Ma dipoi mana succedessero gli Avvocati con-
Leone X ornò del medesimo ono- cistoriali [Vedi), ovvero che i detti
rifico titolo diDifensore della Fe- difensori prendessero poscia la se-
de Enrico Vili re d'Inghilterra, conda denominazione, lo dicemmo
che altri diconochiamato sia stato a quell'articolo. Però il Macri, nel
Difensore della Chiesa. Decorò quel dire che anticamente il collegio
Pontefice il re inglese di tal de- degli avvocati concistoriali si com-
nominazione, colla costituzione 45> poneva di sette individui, secondo
Bull. Rom. t. I, pag. 624, pel li- il numero delle regioni di Roma,
bro, che a lui dedicò, intitolato: delle quali si parla anche a Dia-
Henrici Vili Angliae Regis , As- conie Cardinalizie [Vedi), dice, che
serì. VII Sacramentorum adver- Sisto V ve ne aggiunse altri cinque,
sus Martinum Lulherum, che poi ora chiamati giuniori; ma che sem-
venne stampato in Anversa nel pre i primi sette più anziani, detti
i5ii. Il re fece presentare il libro perciò seniori, nelle distribuzioni
a Leone X, a mezzo del suo am- godono maggior porzione degli al-
basciatore in Roma, e con questo tri cinque, come hanno maggiori
distico : prerogative di esercizio. Anche il
Durando, Tit. de advocat. § mine
Anglorum rex Henricus, Leo de-
de exordiis et arringhis, età, e lo
cime, mittit
Scannarola, de visit. career, lib. I,
Hoc opus, etjidci testem, et ami-
cap. 3, sect. 2, affermano che il
citiae.
cospicuo, e distinto consesso del
E
siccome Lutero, contro il qua- collegio degli avvocati concistoriali,
le avea scritto Enrico VIII em- , succede agli antichi difensori regio-
piamente condannava le indulgenze, narii della Chiesaromana. V. Gior-
cosi Leone X non contento del glo- gio Tolosano, Syntagma juris uni-
rioso titolo attribuito al re, conces- versi; e T articolo Curia Romana.
se dieci anni quarantene e dieci Il Borgia eruditamente tratta dei
d'indulgenza, a chiunque leggesse difensori della Chiesa romana, nella
l'opera di Enrico Vili. Vuoisi, che sua Difesa del temporale dominio
il libro fosse 1' originale sottoscritto della Sede apostolica, a p. 14 e scg.
4i D1F DIF
DIFENSORI , o DIFENSORE. visirati per la Chiesa, e pei suoi
Nome ed uffilio di dignità , che ministri, e doveano adoperarsi a
è stalo altre volte in uso nella mantenere i privilegi, e la loro im-
Chiesa, come nell'impero. Della lo- munità. Spesso accadeva, che anche
ro origine si parlò al precedente negli stali più ben regolati, i ma-
articolo Difensori della Chiesa Ro- gistrati particolari abusassero della
maini, come dell' uffizio ; ed è noto propria autorità, per cui si doveva
che pure furono detti Avvocali (Ve- ricorrere ai principi affine di arre-
di). Si chiamarono difensori, o pro- stare le loro ingiustizie. Di
più si
tettori ,
quegli uomini incaricati trovavano de' personaggi, i quali
dallo stato di difendere gì' interessi usavano violenza, dalle vessazioni
altrui. Va fatta distinzione però tra i de' quali la Chiesa non poteva cuo-
difensori delle chiese, ed i difensori prirsi, perchè priva di armi. A
delle città, e delle parrocchie, come nulla poi valsero le censure ecclesia-
anche tra i difensori de' poveri, e del stiche, scomunica che fulminò
e la
popolo, di cui trattano molti sto- contro di poiché di queste pene
essi,

rici, e canonisti. Queste commissio- si beffano coloro, che per grande


ni sovente furono affidate ai vesco- sventura non temono Iddio. Final-
vi, ed ai pastori, non solo sotto mente la Chiesa prendeva a proteg-
gì' imperatori, ma sotto il dominio gere i poveri, gli afflitti, le vedove,
dei re franchi. Laonde in tal qua- e gli orfani, a' quali talvolta la
lità i vescovi erano più che mai sua protezione rendevasi inutile,
tenuti a rappresentare al sovrano per non poter difendersi essa me-
i bisogni, e le querele dei sudditi desima. Per tutti questi importanti
delle loro diocesi. E siccome nella motivi gl'imperatori cristiani si mos-
carica de' difensori era annessa una sero a dare alle chiese de' difenso-
porzione di autorità civile, i vescovi ri, che colla loro autorità e patro-
trovarono una difesa in questo segno cinio la salvassero dalle violenze de-
di confidenza. Questa è stata una gli empi, o trattassero le sue cau-
delle sorgenti dell'autorità del clero se civili, o criminali dinanzi ai prin-
in materia qual cosa non
civile, la cipi, giudici, e magistrati. Questa
può che di sommo onore,
essergli è la vera origine de' difensori.
e perenne gloria. Intorno ai difen- Dopo quella de' difensori della
sori delle chiese, all' epoca della lo- Chiesa romana, i primi, che pegli
ro istituzione, ai loro impieghi, e esposti motivi si sieno serviti dei
condizione ; come anche intorno a- difensori, sembrano essere stati i

gli avvocati, e visdomini^ che suc- vescovi africani, che nel concilio
cedettero a' difensori in molte chie- Mi levitano deliberarono di chiedere

ed alla
se occidentali, ai vari offizi, questa grazia all' imperatore, sup-
abolizione di essi, crediamo oppor- plicandolo di dare alla Chiesa degli
tuno di dire quanto segue. scolastici, di cui facemmo cenno
Principalmente dopo il tempo nel precedente articolo, cioè dei dot-
delle persecuzioni, ne' monumenti ti avvocati, e periti in legge, i qua-
ecclesiastici, si fa spesse volte men- li avessero libero accesso ai giudi-
zione dei difensori delle chiese. ci per difendere le chiese contro
Questi erano persone incaricate di gli oppressori. Deputarono perciò
intercedere presso i principi, e ma- due legati, cioè Vincenzo e Fortu-
' -

DIF DIF 43
ziano. Il quarto, o quinto concilio de' sudditi, come si legge nella
di Cartagine, celebralo nell'anno leg.34., de Defens. ch'it. 4- Furo-
384, vale a dire molli anni dopo no appunto le esposte ragioni, che
che già nella Chiesa romana eranvi mossero i vescovi a chiedere i di-
difensori, esprime i motivi di que- fensori per la Chiesa, e siccome
sta deputazione colle seguenti pa- gì' imperatori, oltre il diritto di
role: » A motivo de' mali, che intercessione, concedevano ai difen-
» aggravano i poveri, e dell' affli sori del popolo qualche altro pri-
» zione che soffre la Chiesa, <i è vilegio,come di giudicare di cause
» panilo buono di radunarci in- pecuniarie sino ad una certa som-
» sieme per chiedere agi' impera- ma tra i poveri, e il popolo mi-
li tori, che si degnino concederle nuto, così i vescovi, e i concilii ai
» difensori a scelta de' vescovi per difensori della Chiesa accordarono
« assicurare i poveri dalla potenza qualche giurisdizione. Quindi il
« de' ricchi, che gli opprimono ". concilio di Calcedonia comandò ai
Sotto il nome de' poveri bisogna difensori di Costantinopoli di avvi-
intendere i deboli, le vedove, gli sare i chierici, e monaci, i quali
orfani ec. , cui tutta la Chiesa pro- erano nella città imperiale senza
teggeva. licenza del loro vescovo, che uscis-
JVon si deve tacere, che nel chie- sero subito, e ritornassero alle loro
dere la Chiesa i difensori non do- abitazioni, e in caso che non ub-
mandò cosa straordinaria, giacché bidissero, permise ad essi di poterli
questi non erano nuovi
uffìziali scacciare. I difensori avevano an-
nell'impero, avendone molti paesi cora il gius di ricercare se i chie-
i loro propri. In fatti Roma aveva rici mancavano a' loro doveri, nel
il senato, i consoli, ed i tribuni salmeggiare, e nella celebrazione
della plebe, eh' erano propriamente della liturgia. Nella chiesa orienta-
i difensori del gius e della libertà le i difensori durarono sino agli
de' cittadini ; e così le altre città ultimi secoli. Essa non accordava
avevano la loro curia, che rappre- loro che il diritto di giudicare pic-
sentava il senato, ed era composta di coli affari. Il primo difensore della
decurioni; i loro duumviri, che cor- chiesa di Costantinopoli ne aveva
rispondevano a due consoli, ed i dodici sotto di se, e il patriarca
difensori della plebe, la cui carica Zifìlino innalzò tal dignità fra i

assomigliavasi a quella dei tribuni graduati uflìziali dalla sua chiesa.


di Roma. Questi si chiamavano Da Zonara si apprende, che i di-

difensori de luoghi, o de rustici 3 fensori nell' oriente dovevano soc-


procuratori ec. , duravano ora due correre i rifugiati nelle chiese, per
anni, ed ora cinque. I principi che timore de' grandi, e dovevano pro-
li eleggevano, volevano che fossero teggere le persone libere, acciocché
come padri del popolo, che si op- non fossero ridotte in servitù, pel-

ponessero alle esazioni ingiuste, e le aggiunge Zonara, furono


quali,
resistessero a' giudici senza perdere principalmente creati i difensori.
loro dovuto rispetto. Volevano
il La condizione de' difensori non
pure, che avessero accesso a' ma- era per tutto la stessa : quelli ri-

gistrati, quando occorresse, ed im- chiesti dalle chiese di Africa agli

pedissero tutte le fraudi, o aggravi imperatori, vuoisi che fossero laici,


44 dif DIF
i quali comparivano innanzi ai giu- Questi chiamavano Avoves,
si

dici; e da quanto dice il s. Pon- avvocati, tutori, quali erano pure


i

tefice Zosimo, che fiorì nell' anno laici, e dovevano difendere le chie-

/ji(>, nell'epistola I, si può inferi- se, non solo in giudizio, ma ezian-

re, che al tempo suo, anche nella dio colle armi, in persona, e per
Chiesa romana fossero secolari, giac- mezzo dei loro soggetti, il che fece-
che egli asserisce potersi scegliere ro più volte allorquando affievolito
anche tra i laici. Laonde non fu nel nono secolo l' impero francese,
Minna cosa il vedere dei laici tra i signori, e nobili diventarono co-
i difensori. Tuttavolta nel con- me indipendenti, e riempirono di
cilio calcedonese di frequente si confusione l'Italia, la Francia, e la
nomina certo Giovanni prete, e Germania facendola da sovrani, e
difensore, e quelli che s. Gregorio intimandosi uno contro
guerra l'

1 «andava ne' Patrimonii della san- l'altro. In quel tempo le chiese


ta Sede (Vedi), erano quasi sem- crearono tali protettori, come si
pre diaconi, o suddiaconi, e qual- legge negli autori ecclesiastici. Nel-
che volta anche vescovi, come ap- l'anno 873 il concilio di Magon-
parisce dall' epistol. 46, 1- >o. Que- za ordinò a' vescovi , abbati , e
sto santo e dotto Papa usava com- clero, che avessero Visdomini, Pre-
mettere gì' impieghi, non solo ec- vosti, Tutori, o Difensori, e che
clesiastici, ma anche domestici, ai questi fossero persone dabbene. Tut-
soli chierici, lo che fu imitato dai ti questi nomi talvolta ebbero lo
successori. In quanto alla durata stesso significato. 1 capitolari 1.
7,
de' difensori, nell' occidente la Chie- e. 3o3 prescrivono, che doman- si

sa romana conservò più a lungo di dino al principe gli Esecutori, Av-


ogni altra suoi difensori, dopo che
i vocati, o Difensori, quando ve ne
s. Gregorio I instituì i sette di- sarà bisogno. Talora i principi stes-
fensori regionari, a cui erano affi- si assegnarono tali tutori, avvocati
dali due rioni di Roma. Grego-
S. e difensori ; come pur fecero i fon-
rio III mandò all' imperatóre Leo- datori delle chiese, con alcune con-
ne l' Isaurico i decreti d' un conci- dizioni. Al principio di questa isti-
lio romano, a mezzo di Costantino tuzione, il vescovo, e il clero, ov-
difensore. Nel secolo XI ancora vero l'abbate ed i monaci per or-
eravi in Roma la scuola de' difen- dinario eleggevano il loro tutore,
sori regionari, che avea il suo pri- avvocato, o visdomino. In progres-
micero assistente cogli altri alla so questi per la maggior parte
cappella pontificia ; anzi, come di- divennero perpetui, ed ereditarii in
cemmo nel precedente articolo, i molte illustri famiglie, che ne por-
difensori della Chiesa rivivono nel tavano il titolo, o lo traevano dai
nobile ceto degli avvocati concisto- feudi .ottenuti dalle chiese per gra-
riali. Non così nelle altre chiese, titudine della loro assistenza. D'or-
le quali per diversi motivi furono dinario gli avvocati, o visdomini,
obbligate dai sovrani di sostituire che in Francia significavano lo
ai difensori altri uffiziali, che oltre stesso, almeno dopo il decimo se-

gli uffici di quelli, ne assumevano colo, riconoscevano per loro signori


alcuni, niente proprii dello stato i vescovi ed abbati in virtù dei
ecclesiastico. feudi da loro conseguili, ed erano
,

DIF DIG 45
obbligali a rendere ad essi omaggio, mente il dovere di que-
principale
ricevendone nuova investitura ad sti avvocati, e visdomini era d' im-

ogni mutazione di carica, purché pedire che in sede vacante non


essi medesimi non fossero i fonda- fossero saccheggiati i beni del ve-
toti delle chiese, come alcune volte scovo defonto, o nel palazzo vesco-
accadeva. Il du Cange alle parole vile, o fuori lasciati. Ma per isven-
Advocatus, e Vicedomiuus, riporta tura pochi erano i fedeli, e sovente
di essi cose erudite, e curiose, per essi erano i primi ad impadronir-
cui non riuscirà inutile, che qui si sene, come fecero talvolta i sovra-
faccia menzione almeno delle prin- ni, che sotto pretesto di salvaguar-
cipali. dia, della Chie-
e custodia de' beni
A seconda delle leggi longobar- sa, seappropriavano in sede va-
li

diche, era permesso a' vescovi, ab- cante, quali abusi si tolsero con
i

bati, ed abbadesse due


di avere molta difficoltà. I visdomini però
avvocati, de' quali uno maneggiava e i tutori non contenti d' appro-
gli affari, e 1' altro prestava il giu- priarsi tali beni in sede vacante,
ramento, imperocché non potendo- osarono anche viventi i vescovi di
si costringere i vescovi, e i chieri- costringere i sudditi a pagare im-
ci a farlo nelle cause civili, e crimi- posizioni inventale dalla loro rapa-
nali, essi delegavano ad emetterlo cità, forza delle armi,
colla avan-
l'avvocato. Inoltre dovendo i ve- zando il gius di foraggio, ed alber-
scovi, e gli abbati feudatari assi- go. Tante insolenze costrinsero i
stere ai re, e mandar loro soldate- prelati a disfarsi di simili protetto-
sche nelle guerre, commettevano le ri, quindi si in Francia, che nel
spedizioni a' tutori, o visdomini, che resto di Europa non vi furono più.
dovevano difendere i medesimi pre- avvocati, o visdomini, o protettori,
lati, e le chiese dai nemici. Erano e se qualcuno ne rimase, egli non
eziandio incaricati questi uffiziali conservò alcun uffizio de' preceden-
di render giustizia ai sudditi dei ti, ma solo il titolo della carica. In-
prelati, e le loro sessionichiama- si torno al visdomino, o vicedomino del
vano Placiti del Yisdomino Pia- palazzo pontifìcio, V. l'articolo
citum Vicedominalum. Benedetto Maggiordomo del Papa.
XIV, de synodo dioecesana, lib. 8 DIGESTO o PANDETTE. Di-
cap. 35, num. io, notò che an- gesta, Pandectae. Il digesto é la
ticamente gli avvocati o difensori prima parte del diritto romano
delle chiese, non solo avevano un ossia del corpo del diritto civile.

semplice diritto di protezione, e di- Si cita il digesto colla lettera ini-

fesa, ma eziandio quello di giuris- ziale D. o con due ff. uniti insie-

dizione. Quindi é manifesto quanto me ; lo che deriva, che si chiama-


ragionevolmente Pontefici permet-
i vano in greco Pandette, che si ab-
tessero agi' imperatori di esercitare breviava colla figura di due IT. 17.
in Roma una tale giurisdizione, non I libri distribuiti con ordine tal-
per altro avendo im- rinnovato l' volta si chiamarono Digestì. Dice
pero d' occidente, che per vieppiù il Macri, che il vocabolo Digesto
rendere augusto l'onore dell' avvo- significa contenere, e comprendere
cazia, o patriziato della Chiesa Ro- tutto, perchè nel volume del Dige-
mana. V. Patrizio Romano. Final- sto per ordine dell' imperatore Giù-
46 DIG DIG
stimano I, dal celebre Triboniano, la dottrina dell'antico, e del nuovo
furono comprese tutte le leggi ro- testamento, quella di tutti i santi,
mane, e le decisioni de' più celebri e della tradizione costante della
giurisconsulti ; quindi i' imperatore Chiesa.
gli diede forza di legge. V. Di- Il digiuno in generale è un atto
ritto. della virtù della temperanza, pel
DIGIUNO (Jejunium). Santa e lo- quale ci asteniamo da certe cose
devole azione, mezzo efficace per permesse. Il digiuno consiste per-
fìaccare, e domare le passioni, giac- tanto in un genere di astinenza, per
che i patimenti servono ad esercì- lo che si possono distinguere altret-
tale la virtù, e la forza dell' ani- tante specie di digiuni, quante sono
ma. È troppo noto, che i digiuni le cose da cui 'possiamo astenerci
religiosi furono in uso presso la per principio di virtù. I trattatisti
maggior parte dei popoli dell'uni- del digiuno lo distinguono in di-
verso, e risalendo alla sua origine, gìuno morale, che regola la misura
trovasi questa pratica fondata su degli alimenti, in digiano spirituale,
motivi assai ragionevoli. I pagani che consiste nella fuga del peccato;
in tutte le contrade del mondo iu digiuno naturale } che ha luogo
hanno riconosciuto nella pratica del quando non si prende cosa alcu-
digiuno un' opera virtuosa, e V han- na dopo 1' ora di mezza notte,
no messa nella classe delle opere ne come nudrimento ne come ,

religiose, la qual nozione, come pa- medicina ; in digiuno ecclesiasli-


recchie altre, deve essere ad essi de- co 3 il quale esclude certi alimen-
rivata da quelli, che conobbero i ti, e non permette gli altri che in

patriarchi. Il digiuno ci avvicina a una certa quantità secondo le for-


Dio, è l'alimento della pietà, la me prescritte dalla Chiesa. In quan-
sorgente de' buoni pensieri, e dei to alle difficoltà relative al digiuno,
santi desideri, ci fortifica contro le comprenderemo in breve quanto i

tentazioni, santifica i nostri corpi, trattatisti dichiararono diffusamente.


e li consacra al Signore, ed è un II digiuno ecclesiastico racchiude tre
rimedio necessario per ricuperare, e cose: astenersi dalla carne, dalle
per conservare tanto la sanità del- uova, e dai latticini nei digiuni di
l'anima, quanto quella del corpo, quaresima, e di altre vigilie ec. ;

Le malattie, che ci colgono più non che un pasto colla cola-


fare
frequen temente sono cagionate dal zione della sera, la quale è tollera-
soverchio mangiare, che aggravando ta dalla Chiesa, e deve essere leg-
le facoltà animali, impedisce il libe- giera non mangiare che a mezzo-
:

ro esercizio delle loro funzioni. La dì, secondo il costume generale dei-


astinenza all' più delle
incontro il la medesima Chiesa. Dal che se-
volte è un rimedio efficace per ri- gue, che non si può mangiare pri-

cuperare la salute. In conclusione ma dell'ora di mezzodì, senza una


essendo noi tutti peccatori, siamo giusta ragione, secondo il tempo
tutti obbligati a far penitenza, vir- più o meno considerevole, con cui
tu essenziale al cristianesimo ; ed il si previene il mezzodì. La Chiesa
digiuno appunto soddisfa una parte permette a' religiosi, alle monache,
di questo debito, che abbiamo con- e ad altri per motivo de' loro uf-
tratto colla divina giustizia. Tale è fìzi, fatiche, e regola di anticipar
,

DIG DIG 47
nel mangiare un poco 1' ora del ai latticini. Ne' luoghi in cui le uo-
mezzodì, anche in quaresima. E va sono proibite nella quaresima,
permesso eziandio di bere liquori non è permesso di mangiare dei
fuori dei pasti, ne' giorni di digiu- biscotti, ne' quali vi entrano le uova,
no, ma solamente per ispegnere la a meno
che un uso legittimo non
sete, per facilitare la digestione, o lo permetta, o che ve n' entrino sì
per qualche bisogno. Tuttavia da poche, che ciò sia creduto per nien-
ciò non segue, che non si rompa te. I fanciulli, che non hanno an-
mai il digiuno bevendo fuori di cora sette anni compiuti, possono
pasto : questo si rompe allorché si mangiare la carne, e le altre cose
prende una gran quantità di liquo- proibite in quaresima,
perchè le
ri molto nutrienti, come sarebbe leggi della Chiesa non ve gli ob-
birra, vino fatturato, cioccolata ec. ;
bligano che quando essi hanno rag-
ed allorquando si prendono liquori, giunto l'uso di ragione; lo che or-
sebbene meno nutrienti, a danno dinariamente avviene a sette anni
del digiuno, in fraudem jejunii, per compiti. Si commettono altrettante
parlare con frase teologica, senza mancanze, quante volte si mangia
necessità, e pel solo piacere; o quan- che sono permessi
fuori de' pasti,
do, almeno è opinione de' più ri- ne' giorni di digiuno. La dispensa
goristi, mangiano po-
per dissetarsi si di mangiare di magro non com-
mi, peri ec, o quando ancora dopo prende quella del digiuno, né la
aver bevuto,, si mangia qualche cosa, dispensa del digiuno quella di man-
come fichi, mandorle ec. pel ti- ,
giare magro, ma devesi adem-
di
more che la bevanda rechi nocu- pire in quaresima quello che si può.
mento. Quegli che non può far di magro,
Il trito proverbio il liquido non : e che può digiunare quanto al re-
rompe punto il digiuno, solo ha sto, deve digiunare, senza fare di
luogo quando è necessario di bere, magro. Quegli che può fare di magro,
e, come si disse, o per estinguere e che non può digiunare, deve fare
la sete, o per aiutare la digestione, di magro senza digiunare. Quegli
od astretti dal bisogno. che può digiunare in qualche gior-
Quantunque il tempo, che si può no solamente, deve digiunare nei
impiegare a pranzare nei giorni di giorni che può. Del digiuno natu-
digiuno non sia determinato da al- rale prima della Comunione euca-
cuna legge, non sembra per altro, ristica, e della celebrazione della
che si possa estendere a tre, o Messa (Vedi), si tratta a quegli ar-
quattro ore. La proibizione di man- ticoli, massime al § V , ed al
§
giare delle uova, e de' latticini in VI dell'articolo Comunione (Predi').

quaresima anticamente si estende- In oltre delle persone obbligate al


va anche a' giorni domenica
di digiuno, e delle cause, che ne di-
siccome gli altri ; e quando se ne spensano, parleremo nel fine di que-
permetteva l'uso, non si era al- sto articolo.
lora creduto di permettere quello Avanti di passare all' origine del
del lardo e del grasso o strutto, se digiuno analogamente a quanto sin
non in casi particolari
per penuria qui se n'è detto, riporteremo alcune
perchè queste cose si avvicina-
d'olio, erudizioni, massime sulla colazione,
no più alla carne, che alle uova, ed o refezione, e sulle bevande. La co-
48 DIO DIG
lazione, che suo! farsi ora la sera, dottissimo Tomassino. Il p. Meno-
ne' giorni di digiuno, si fissò sulla chio, nel tomo II delle Stuorr, n
fine del secolo XIV, e nel seguen- pag. 229, tratta al cap. XXXIX:
te, ammettendosi sino d'allora sen- Della colazione drl giorno di digiti-
la scrupolo alcuno, anche dalle per- no. In esso eruditamente parla di
sone religiose più penitenti, come questo punto, e spiega il vocabolo
prova il Garampi, Meni. Eccles. p. Colazione, dicendo, che può avere
197, e seg. Il medesimo a pag. 9.00 due significati, cioè di pranzo o ce-
rende ragione, perchè ne' giorni di na, che i greci chiamarono Era-
digiuno si prolunghi la refezione, e ni; e di piccola cena, la quale si fa
dice : « Il costume ordinario del la sera del digiuno.
*» fine del secolo XIII era di man- Pompeo Sarnelli nel tomo V,
» giare sull'ora sesta del giorno, lett. VI delle sue Lettere ecclesia-
» che appunto corrispondeva al stiche, discute se l'odore, e il va-
» mezzodì. Però ne' giorni di di- pore delle carni cotte frangano il

» giuno ne' quali volevasi usare


, digiuno tanto naturale, guanto ec-
» maggiore astinenza, prolungava- clesiastico.Dice pertanto, che gli
« si la refezione sino dopo 1' ora odori e vapori delle carni cotte non
» di nona, e nella quaresima spe- nutriscono, perchè non vanno al
* cialmente , cioè ne' tempi piti ventricolo, né per la concozione si
» antichi, sino dopo il vespero". convertono in chilo, e sangue, co-
La ragione, ne adduceva,
che se me fa il cibo, ma per la respira-
era perchè dopo compita col mez- zione vanno al polmone, e riporta
zo del sonno nella notte anteceden- sugli odori le opinioni di Aristoti-
te la concozione e digestione de'ci- le, e di Galeno; così non frango-
la, col prolungarsi 1' ora della re- no il digiuno le cose, che non sono
fezionesin dopo nona, veniva la cibo, o bevanda, come il metallo
natura a risentirne quell'incomodo, che s'inghiottisse. Inoltre il Sarnelli,
che la Chiesa aveva appunto pre- nel tomo II, scrisse la VII lettera,
scritto, ad deletionem et cohibitio- se sia lecito di bere prima dell' ora
nem culpae, come dice s. Tom ma- della cena ne' giorni di digiuno.
so.Questo santo dottore soggiunge, Dice perciò, eh' essendo mancato il

che » ideo ut jejunans aliquara af- primo fervore della disciplina eccle-
« flictionem sentiat prò culpae sa- siastica, e indebolita eziandio la
« tisfactione, conveniens hora co- complessione, Chiesa nostra pie-la
» medendi taxatur jejunantibus cir- tosa madre ha provveduto, che sia
» ca horam nonam. Alessandro E lecito a chi digiuna bere acqua o
» dì Ales : Hora magis congrua vino, quando
quanto vuole, ed e
» refectioni tempore jejunii est ho- innanzi all'mangiare, non
ora di
» ra nona, quam usque ad vespe- però smoderatamente perchè si per-
» ram. Ugone da s. Vittore la derebbe il merito del digiuno, ed
f» preferisce ab ora nona usque ad ofFenderebbesi la virtù della tem-
pi vesperum. EPietro Abelardo peranza. Aggiunge, che con questa
m volle, che si jejunium fuerit, tunc licenza in quel giorno che si digiu-
n nona expeclanda (sit), et in qua- na s'introdusse la colazione della
» dragesùna etiam vesperum". Sul sera. Al tomo Vi poi il medesimo
quale argomento può consultarsi il Sarnelli ci dà la lettera XI Per- :
DÌG DIG 49
che ne* nostri digiuni sia proibita la. riporta gli scrittori nella sua Let-
carne, ed non il vino ed
ì latticini, tera al dottor Korejf3 pag, 128, e
il pesce; e XII: Se sia
la lettera 3i6.
vera quella proposizione liquida non :

franguut, in materia del digiuno.


Origine ed antichità del digiuno >
Ripete clic bisogna distinguere i
e differenti sue specie.
tempi moderni dagli antichi, essen-
do ora più indulgente la Chiesa, la
quale non vieta né il bere, ne gli Il digiuno è stato in uso in tutti

elettuari, che sono certi cibi, i qua- i tempi, e fra tutte le nazioni, che
li da molti si prendono dopo aver hanno osservato qualche religione
mangiato, per digerire meglio. Cosi tanto vera che falsa. Sebbene O-
pure il digiuno non è rotto dalle razio fosse Epicureo, nel lib. 2 sat
medicine. Quindi il detto autore 3, tom. II, pag. 666, dice che Vi
osserva, che siccome il vino secon- erano tra i romani dei digiuni in
do gli antichi frangeva il digiuno, onore di Giove. E s. Girolamo nel
mentre oggi non lo frange, così mol- lib. II, t. 4>
P a g- 2 °5> che scrisse
to meno lo frangono la cervosa o contro Gioviniano, grande nemico
cervogia ( maniera di beveraggio, del digiuno, per confonderlo si ser-
che si fa di grano, di vena, d" or- vì degli stessi digiuni praticati dai
zo, e con menta, appio, o altre pagani. Riferisce Tertulliano nel lib.
erbe, ed è una specie di birra), e de anima, cap. 4$, che i pagani
r acqua condita col zucchero in non consultavano mai gli oracoli,
poca quantità, e per digestione del prima di aver praticato un digiu-
cibo, non per diletto; avvegnaché no. Dal 3 capo del profeta Giona
venne istituito il digiuno per ma- si apprende, che il re di Nini ve
cerare il corpo. Anche la cioccola- ordinò, che non solo gli uomini di-
ta, secondo il dottissimo parere del giunassero per placare l'ira divina,
Cardinal Brancacci, in dissert. de ma anche gli animali restassero
potu cocholatisj stampata in Roma senza cibo e bevanda. Dopo Mosè
nel 1666, non guasta il digiuno gli esempli del « digiuno sono fre-
(pag. i36 e seg.), e molto meno il quenti fra gli ebrei , sebbene non
caffè, perchè è bevanda, e non cibo. fosse loro comandato da una legge
Ed in questa maniera, conchiude il positiva, ma praticato venisse come
Sarnelli, liquida non frangiati, pur- mortificazione meritoria , e accetta
ché non sia latte o brodo, che ve- a Dio. Davide, Acabbo, Tobia, Giu-
ramente si prendono per cibo, non ditta, Ester, Daniele, ec, e tutta la
per bevanda, benché si bevano. nazione giudea con tal mezzo otten-
Così la cioccolata, secondo il Dia- nero da Dio il perdono delle loro
na par. II, i5 quan-
tract. 6, res. colpe, e grazie particolari. I pro-
tunque si beva, se è composta di feti non condannarono assolutamen-

cibi sostanziali, ordinati da per sé te i digiuni degli ebrei, ma l'abu-


alla nutrizione, frangerebbe il di- so che ne facevano, giacché eglino
giuno se fosse presa in gran copia, stessi più volte gli esortarono a di-
ma non il frange se si usi in pic- giunare, come si ha da Joel, e. I,
cola quantità. Delle bevande cioc- v. 14, e. V, 12, ec. Laonde il di-
colata, caffè, e thè, il Cancellieri giuno venne approvato, e commen-
VOL. XX. 4
So DIG DIG
datò dall'antico Testamento. La giuno, e coll'orazione si prepararo-
maniera ordinaria di digiunar tra no alle importanti azioni del loro
gli ebrei, era di non prendere al- sublime ministero. S. Paolo, nel-
cun nutrimento, e bevanda dalla T Epist. ai Cor. e. 6, v. 5, esorta i
sera precedente, sino dopo il tra- fedeli ad esercitar visi, ed egli stesso

monto del sole del giorno seguen- lo praticava. Quindi primi cri- i

te. Gli uomini erano obbligati al stiani dagli apostoli diretti, inlesero
digiuno nell'età di tredici anni com- che queste parole rinchiudevano e-
piti, e le donne dopo quella di un- videntemente il precetto di digiu-
dici nel tempo del digiuno si aste-
: nare tutti gli anni nei giorni della
nevano dal bagno dai profumi , e sua passione, e della sua morte;
da altre cose; talvolta cuoprivansi tempo in cui Gesù Cristo si eia vi-

il capo di cenere, e camminavano sibilmente separato dalla sua Chie-


a piedi nudi. Nel nuovo Testamen- sa. La vita degli apostoli, e dei
to i digiuni di s. Gio. Battista, e primi cristiani era tutta di priva-
di Anna profetessa sono citati con zioni, e di digiuni. Il p. Mamachi
encomio, e lodati furono da Gesù eruditamente di ciò tratta, De* co-
Cristo stesso. Egli soltanto disap- stumi de primitivi cristiani, dicen-
provò quelli che per ostentazione doci essere nostri digiuni secondo
i

digiunavano per farsi credere mor- 1' antica disciplina della Chiesa ; e
tificati. In s. Matteo e. 17, v» 20, provando quanto giovi il digiuno
si dice, che i demonii non posso- non meno alla salute del corpo,
no essere cacciati, se non coli' ora- che dell'anima. Descrive inoltre egli
zione > e col digiuno. Egli stesso, il modo, e lo studio particolare col
cioè Gesù ne ha da-
Cristo , ce quale i cristiani digiunavano, come
to l'esempio, dappoiché, sebbene ne' bisogni della Chiesa , nelle im-
invincibile, prima di affrontare i minenti persecuzioni, avanti il Na-
demonii si preparò alla pugna
, tale, la Pasqua, la Pentecoste, ed
consagrando quaranta giorni al più in alcuni giorni tra Tanno. Sull'ef-
rigoroso digiuno, e ad una con- ficacia del digiuno pubblico può ,

tinua orazione. Non obbligò i suoi consultarsi il Butler, Feste Mobili,


discepoli al digiuno, ma loro pre- pag. 192. Le ordinazioni, e le azio-
disse, che digiunerebbero quando ni più importanti della Chiesa, era-
egli non sarebbe più con essi. no accompagnate dai da
digiuni, e
Gesù Cristo adunque in tal mo- orazioni; e Sisto V sua bolla
nella
do ordinò alla Chiesa di digiunare Postquam sulla creazione de' Car-
regolarmente quando colla sua mor- dinali di S. Romana Chiesa, stabili
te egli si fosse tolto di mezzo a che si dovessero creare solamente
lei, e colla sua ascensione al cielo. nel dicembre, e in giorni di digiu-
Le parole di Gesù Cristo contene- no , antico costume dei
secondo l'

vano un ordine, o almeno una santi Pontefici Clemente I, Ana-


predizione e un avvenimento di
, cleto, Evaristo, Alessandro I ed al-
ciò, ch'essi avrebbero fatto, quan- tri; costume durato per più di sei-
do egli non sarebbe stato più con cento anni. Nei secoli XIII, e XIV
esso loro. Gli apostoli non manca- per lo più le promozioni de' Car-
rono di conformarsi ad una vo- dinali si facevano nelle quattro tem-

lontà così espressa: quindi col di- pora, e appunto ne' tempi di digiuno.
,

DIG DIG 5i
Si dice che Liberio, eletto Pa- anacoreti , si rileva che i lunghi
pa nel 352 , abbia ordinato , che digiuni praticati da alcuni santi
ne' giorni di digiuno lutti si aste- non sono impossibili all'uomo. Be-
nessero di trattare le liti , ripren- nedetto XIV, de Canoniz. 4 > lib.

dendo i creditori, eh' esigessero in part. I, 27, dimostra con parec-


e.

quaresima i loro crediti dai debito- chi esempli, che siffatti austeri, lun-
ri ; e che ne' medesimi giorni si ghi, ed aspri digiuni, sono possibili
astenessero i fedeli dall'uso coniu- rispetto a quelli, ne' quali una certa
gale, ond' ebbe principio il tempo, tempera naturale è aiutata dall'a-
in cui è vietato di celebrare le noz- bitudine. Viene riferito di s. Gera-
ze. Dicesi pure che Pelagio I, fio- simo, che digiunò quaranta giorni
rito nel 555, abbia prescritto, che senza prendere che la sola Euca-
ne' giorni di digiuno si celebrasse ristia^ Teodoreto, Risi. eccl. e. 35,
la messa conventuale dopo nona. I dice il medesimo di s. Simeone Sti-
digiuni delle stazioni, e quello della lita.Leggesi in Bosio, che la b.
quaresima , sono antichissimi. Per Maria d'Oignies digiunò in questa
le Quattro tempora (Vedi), in Ro- maniera trenta giorni. Gli autori
ma si digiunava fino dal tempo di contemporanei della vita di s. Ca-
s. Leone I, che fu assunto al pon- terina Fiesclii narrano, ch'erasi tal-
tificatol'anno 44°- I digiuni delle mente avvezzata al digiuno, che
Vigilie (Fedi), delle grandi feste, passò venti tre quaresime, ed altret-
e degli apostoli stabilironsi insensi- tanti avventi senza prendere cibo
bilmente. Vi è però qualche diffe- alcuno : riceveva soltanto la comu-
renza tra i digiuni della Quaresi- nione ogni giorno, e beveva di trat-
ma (Fedi), dell'Avvento (Fedi), e to in tratto un bicchiere di acqua
gli altri. Anticamente eranvi cri- con un po' di aceto , e di sale.
stiani, i quali ne' giorni di digiuno Grandi egualmente furono i digiu-
non mangiavano che cose secche; ni della beata Angela da Foligno.
ed altri, che solo prendevano pane Somiglianti esempi si leggono nella
ed acqua; altri, che mangiavano storia profana, su di che è a ve-
soltanto ogni due giorni, o stavano dersi Gaspare de Bejes, in jucun-
anche tre o quattro giorni senza darum quaestionum Efysio Campo,
mangiare. Così digiunavano i primi quaest. 58, n. 7, e 28. Non si deve
cristiani, persuasi che il digiuno è tacere, che tali sorti di digiuni al-
egualmente proprio per mortificare cuna volta possono essere attribuiti
la carne, elevare l'anima alla con- a cause naturali ; ma ponno pur
templazione delle cose celesti, pie- essere miracoli, come il furono in
gare la giustizia di Dio, ed otte- Gesù Cristo, in Mosè, ed in Elia, ec.
nere i suoi favori. L'erudito p. Me- Il digiuno usato da' cristiani
nochio, nel tomo I, pag. 545 delle per apostolica tradizione, era di due
Sluore, al capo XXI tratta : » Del specie. Il primo consisteva non solo
*» digiuno di Cristo Signor nostro, nell'astinenza delle carni; e lattici-
* e di altri, che o per miracolo, ni, ma nel cibarsi una sola volta
« o naturalmente stettero qualche il giorno nel tramonto del sole.
« tempo notabile senza mangiare ". Questo era il digiuno quaresimale.
Dalle vite de' santi , e servi di Il secondo consisteva nella medesi-

Dio, massime de' penitenti, e degli ma astinenza, prendendo cibo dopo


,

5* BIG DIG
nonn, e questi erano tutti gli altri colare deve astenersi il cristiano, lib.
digiuni, massime quello del mer- 7. Sirom.
coledì in memoria della vendita, e Papa Melchiade del 3 1 1 proi-
s.

del tradimento stabilito in tal gior- bì, come scrive, il digiuno nei
si

no contro Cristo, e del venerdì in giovedì, e nelle domeniche nel tem-


onore della passione del medesimo, po quaresimale, ordinando che il
i quali digiuni sono osservati dalla digiuno cominciasse nel lunedì do-
Chiesa orientale. Laonde equivocò po sessagesima : ma in questa se-
il Toledo nell'affermare, che tutti i conda proibizione del giovedì non
digiuni si scioglievano a nona, non conviene s. Agostino, il quale nel-
eccettuato digiuno quaresimale
il r epist. 36, cap. dice, che in 4^6
che si prolungava sino al tramon- quel secolo, nel quale egli vive-
tare del sole, come costumano i va, i chierici, e i monaci digiuna-

cristiani della Chiesa orientale. Di vano ogni giorno, fuorché le do-


questo rito hanno scritto moltissimi meniche. Adunque è chiaro, che
padri, e in Ter-
particolar modo nella primitiva Chiesa si solenniz-
tulliano, il quale ingegnosamente zava il giovedì, come la domenica,
chiama semi-jejunium quello, che per le ragioni addotte dall' Alcuino,
si scioglieva a nona. Qui notere- de dìvin. offic. Si legge nella Glos-
mo, che frequentissimo è sempre sa, jejunium de consac. d. 3
e. :

stato il digiuno del venerdì, come Quia in istis duobus diebus fecil
può vedersi presso il Tomassino, Dominus quidquid insigne fecit,
part. cap. 19, par. 1 cap. i5. Nel
I, quia die jovis coelum ascendit. Il
venerdì santo poi, i cristiani in ve- perchè in tal giorno non solo si
nerazione di sì memorabile giorno, tralasciava il digiuno, ma i cristia-

sagro alla crocifissione del Salva- ni si astenevano dalle opere servi-


tore, si astenevano non solo dalla li. La moltiplicità poi delle feste

carne, ma pure dai


da ogni pesci, e mosse s. Agapito I, Papa del 535,
altro cibo animato, mangiando solo a trasferire la solennità del giove-
cose secche, come i greci, ed altri dì nella domenica , e per tal ra-

cristiani di oriente, molti de' quali gione la feria quinta della quare-
non gustano verun cibo sino al sima era intitolata vacans, perchè
sabbato sera, ed altri mangiano po- non aveva officio proprio, ma ri-

co pane con sale, assenzio, e cose petevasi quello della domenica an-
simili. Quindi il digiuno del sab- tecedente. V. il Micrológo, de cc-

bato santo si prolungava sino alla cles. observ. cap. 5o.


mezza notte, come si raccoglie dalle Fu anche proibito il digiuno del
parole della messa, e lo scrive il sabbato da molti concili, e santi pa-
patriarca Dionigio Alessandrino, in- dri, tra'quali si novera s. Ignazio mar-

terrogato su ciò dal vescovo Basi- tire ep. 7 ad Philip. Il sabbato santo

lide. Clemente Alessandrino inge- è eccettuato, nel qual giorno si di-


gnosamente riconosce un significa- giunava. Tale rito è ricevuto dalla
to morale nel digiuno del merco- chiesa orientale, la quale mai di-
ledì, e del venerdì; l'uno dedicato giunava nei sabbati di tutto l'an-
a Mercurio dio dell' oro , e delle no, meno nel sabbato santo in me-
ricchezze , l'altro a Venere dea del- moria della sepoltura di Cristo. Pe-
la libidine, dai quali vizi in parti- rò la Chiesa romana ha costuma-
DIG DIG 53
to di digiunare tutti i sabbati del- vieppiù la divozione, di che tratta-
l'anno, in riverenza della medesi- no i dotti pp. Mabillon, praef. in
ma sepoltura del Salvatore, giacché saec. Vs num. 1 16;
ord. s.Benedic.
dice Rabano lib. 2, cap. 23, de in- e Martene de antiq. monaca, rit.
stit. cler.j siccome la Chiesa orien- lib. 2, cap. 12 ; non che il Beleth,

tale non solo digiuna nel venerdì de divìn. offìc. cap. 5 1 Si può an- .

santo, ma in tutti gli altri venerdì che consultare il Sarnelli sul di-
dell'anno per essere essi una ripeti- giuno del sabbato, nel tomo I, p.
zione di quello, così la Chiesa roma- i33 delle mentovate Lettere eccle-
na digiuna in tutti i sabbati, come siastiche.
una ripetizione del sabbato santo, Il digiuno quaresimale istituito
in cui, come si disse, digiuna an- dagli apostoli era prima di trenta-
che la Chiesa orientale, per Io che sei giorni, i quali corrispondevano
non può essere calunniata la ro- alla decima parte dell'anno offerta
mana, come pretesero alcuni scisma- al Signore in soddisfazione delle
tici. Di questa diversità di riti in- nostre Furono poi aggiun-
colpe.
torno al digiuno del sabbato, s. A- ti quattro altri giorni per com-
gostino nel!' epist. ad Cas. scris- pire il numero quarantesimo , in
se: » Non tibi persuadeas urbem memoria de* quaranta giorni , nei
« christianam sic laudare sabbato quali Gesù Cristo digiunò. In se-
» jejunantem , ut cogaris orbem guito, e da quanto narra il Ble-
n christianum damnare pranden- sense, ser. i3, nacque poi nella
» tem". Su questa diversità s. Am- Chiesa varietà intorno al comin-
brogio disse » Quando hic sum
: ciare la quaresima. La chiesa am-
» non jejuno sabbato, quando Ro- brogiana comincia il digiuno dopo
» mae sum jejuno sabbato ". Chia- la prima domenica di quaresima,
ro è adunque, che all'epoca dei perchè offre al Signore la decima
mentovati santi dottori, solo in Ro- dell'anno, che vengono ad essere
ma si osservava il digiuno del sab- trentasei giorni. Lo stesso numero
bato. Abbiamo inoltre, che s. Inno- osserva la chiesa orientale, la quale
cenzo I, fatto Papa l' anno 4° 2 j
comincia suo digiuno dopo la
il

approvò il digiuno del sabbato, già domenica quinquagesima, cosic-


di
da molto tempo ricevuto in Ro- ché, lasciando le domeniche ed i
ma, non solo in memoria della se- sabbati, eccettuandosi l'ultimo , so-
poltura di Cristo, ma anche della no appunto trenlasei giorni. Da que-
tristezza della beata Vergine, e de- sta domenica vuoisi, non senza con-
gli apostoli. Il Tomassino citato, traddizione de' critici, che sotto s.

de digiuni; dice che il digiuno del Telesforo, fatto Papa l'anno 142,
sabbato, fino dai tempi apostolici, i chierici cominciassero la quaresi-
fu in uso presso molte chiese. Si ma. Altrettanto si dice avere pre-
racconta, che s. Pier Damiano si scritto Gregorio
s. I nel 597, scri-

per farlo osservare a' suoi


affaticò vendo ad Agostino vescovo d' In-
monaci, in pane ed acqua, opusc. ghilterra ; i quali decreti sonò tut-
XV, cap. i5. L'essersi poi verso il tora da molti religiosi osservati. I

secolo X consagrato questo giorno polacchi anticamente cominciavano


ad una particolare venerazione ver- il digiuno quaresimale dopo la do-

so la beata Vergine, ne accrebbe menica di settuagesima i ma Inno-


DIG DIG
ccnzo IV, nel secolo XIII, concesse ** per reprimere le tentazioni della
ad essi l' indulto di cominciarlo dal >» carne, e quella sorte di demoni,
tempo solito in riguardo all'obla- » che, secondo la parola di Gesù
zione fatta alla santa Sede, di som- »• Cristo, non si scacciano che col-
ministrarle per tre anni il quinto lila preghiera , e col digiuno ".

di tutte le rendite ecclesiastiche, e Nel concilio di Colonia del i536


ciò a persuasione di Giacomo ar- fu stabilito : » Non è seguire lo spi-
cidiacono, legato pontifìcio, inviato « rito della Chiesa il far ne* gior-
in quel regno per chiedere aiuto h ni di digiuno de' pranzi in pe-
contro Federico li imperatore, ne- » sce tanto sontuosi, come si fa-

mico della Chiesa, come leggesi nel- » rebbero nei giorni di grasso ; poi-
lo Spondano all'anno 1246. La h che l' intemperanza, che la Chie-
Chiesa romana incomincia il digiu- » sa intende di reprimere, non è
no quaresimale dal mercoledì delle >» provocata meno dalle vivande
Ceneri (Predi'), per imitare il qua- m de' pesci, che dalla carne ". Il

dragenario digiuno del Redentore. concilio poi di Trento, sess. 1 5 de


E siccome Papa s. Melchiade, co- reform. 3 decretò : » Il santo con-
me si disse, aveva proibito il digiu- » cibo esorta tutti i pastori d' u-
no che comin-
del giovedì, ordinò » sare ogni sollecitudine, e diligen-
ciasse la quadragesimale astinenza ti za, per obbligare i popoli alle
dalla domenica di sessagesima, che « osservanze, che la santa Chiesa
sono pure quaranta giorni. Questo *» romana ha ordinate; e che ten-
numero è prodigioso, non solo per- m dono a mortificare la carne, co-
chè Cristo, Mosè, ed Elia digiu- « me sono la scelta de' cibi , e i
narono altrettanti giorni, ma perchè » digiuni ". Non si deve poi tace-
significa la nostra pellegrinazione, re, che molti santi padri riguarda-
avendo quarantanni il popolo d'Is- rono il digiuno della quaresima co-
raele viaggiato nel deserto ec. Pri- me un precetto divino; il perchè
ma era talmente rigoroso il digiu- il Beveregio a ciò riflettendo dice-

no della quaresima, che Y Ordine va, che se tale è l'istituzione della


romano nota come privilegio singo- quaresima, la Chiesa eh' è vera e ,

lare, e raro dei romani, il potersi fedele esecutrice de' divini coman-
cibare di latticini nel sabbato santo damenti, non potrebbe dispensarvi.
in segno di allegrezza ; ma però il Ma nel considerare, che i santi pa-
digiuno prolunga vasi sino alla mez- dri fecero la quaresima come una
za notte, alla quale ora si riteneva legge divina, o parlarono dell' ob-
fosse risuscitato Gesti Cristo. bligo naturale, che costringe l' uo-
Sul digiuno quaresimale, molti mo a digiunare , oppine intesero
canoni, e decreti fecero i concilii, ed essere la quaresima d'istituzione a-
i più rinomati sono i seguenti. 11 postolica ad esempio di ciò, che
concilio diSens del i528, dee. 7 venne operato da Cristo fra noi
prescrissequanto segue: » Noi di- mortali ; e siccome gli apostoli non
Mi ciamo anatema a tutti coloro, che si discostarono dai consigli del loro
» non osservano il digiuno della maestro, così è credibile, che que-
» quaresima, e gli altri digiuni e le sto sia stato per essi un consiglio,
» astinenze prescritte dalla Chiesa, di cui si formarono legge. Ed ecco
».• non essendovi mezzo più idoneo per tal maniera giustificati que' pa-
DIG DIG 55
dri, che asserirono essere la quare- Menologio o Santuario romano, p.
sima d'istituzione divina, come os- 234, dice, che celebrasi il sagro
serva il clu ab. Giovanni Belli nel tempo dell'avvento avanti la natività
suo interessante opuscolo stampato di Gesù Cristo, per istituzione di s.
in Roma nel 1842, con questo ti- Pietro, a' tempi del quale, come suc-
tolo : Sul digiuno, e sulle astinen- cessivamente si fece uso del digiuno ;
ze ecclesiastiche, riguardale sotto che presso i greci, e nella chiesa orien-
l'aspetto religioso 3 politico ed eco- tale l'avvento incomincia dalla do-
nomico. menica prossima a s. Martino, co-

Sul digiuno dell'avvento, oltre me di presente fa pur la chiesa


quanto si disse a quell'articolo, ag- ambrosiana, chiamandolo la qua-
giungeremo, che a pag. g3 del lo- resima di s. Martino, sebbene sen-
dato opuscolo, si avverte che sotto za digiuno, all'osservanza del quale
tre aspetti deve considerarsi l' Ad- per imitazione del digiuno de' pri-
ventus Domini; cioè quando l'Uni- mi cristiani, il Cardinal s. Carlo
genito discese dal cielo per assu- Borromeo procurò con diverse ze-
mere umane spoglie ,
per liberarci lanti pastorali, d' indurre il suo po-
dalle catene di Satana; quando ci polo di Milano.
presenteremo punto estremo do-
al , I digiuni dei quattro tempi fu-
po tremendo
esalato lo spirito, pel rono introdotti da s. Calisto I, Pa-
giudizio particolare, che di noi fa- pa del 221 ; però s. Leone I af-

rà; e quando alla fine del mon- ferma essere tal digiuno di tradi-
do comparirà, al risorgere di tutti zione apostolica , e per soddisfare
i mortaliDies irae.: Il tempo del- alle colpe commesse nelle quattro
l'avvento, che oggidì si comprende stagioni dell'anno ; anzi, come spie-
nel corso di tre intere settimane, ga Macri , i dodici digiuni dei
il

e di una quarta non compita , ri- quattro tempi sono le primizie dei
sale sino ai tempi del principe de- dodici mesi dell'anno. S. Gregorio
gli apostoli s Pietro, che si cele- VII, verso il 1078, decretò che il
bra quale istitutore, come si- legge digiuno solito forsi nel mese di giu-
in Durando 1. 3, e. 2. Intorno alla gno, si praticasse dentro l' ottava
durata dell'avvento, varie sono le della Pentecoste. Il Garampi, nelle
opinioni. Nel canone 9 del concilio Memorie della b. Chiara, a pag.
di Macon, dell'anno 58 1, fu stabi- 216, dice ch'essa dopo la quadra-
lito che da s. Martino sino a Na-
: gesima di s. Martino osservava anche
tale si deve digiunare il lunedi, il quella dell'Epifania (Fedi), in onore
mercoledì, e il venerdì ; celebrar del digiuno, che per antica tradi-

in questi giorni il sagrifizio, come zione tiene la Chiesa essersi in tal


in quaresima, cioè verso sera, e tempo osservato da Cristo nel de-
leggere i canoni , affinchè nessuno serto. Di certo digiuno, il quale si

pretenda ignorarli. Decretò poi il faceva nell' Epifania , coli' autorità

concilio di Troyes, tenuto nel i45o, di s. Filastrio, il eh. scrittore dà


che il digiuno dell' avvento è una ivi erudite notizie. Di tal digiuno
pratica meritoria per quelli che pos- siha qualche certo indizio nel se-
sono sostenerlo, e a' quali Dio lo condo concilio di Tours, celebrato
ha ispirato, ma soprattutto agli ec- ranno 567, nel quale prescriven-
clesiastici. Finalmente il Piazza, nel dosi a' monaci l'osservanza degli
56 DIG DIG
antichi loro digiuni, si comanda ad febbri maligne. Nella chiesa greca
essi, clic Epiphaniarn uscite
post alcuni tempi dell'anno sono esenti
ad Qiiadragcsimam ter in septima- dai digiuni, essendo lecito il man-
na jejuncnt. A pag. 220 il Garam- giar carne nel mercoledì, e vener-
pi fa menzione d' un' altra piccola dì, principalmente in tutta l'ottava
quadragesima, che si osservava dal- di Pasqua per allegrezza, il qual
la b. Chiara innanzi l'Ascensione rito dai maroniti viene prolungato
del Signore, o innanzi la Penteco- sino alla Pentecoste. Sui diversi di-
ste, scrivendo l'autore della leggen- giuni de' greci, e degli armeni, eru-
da, ch'ella digiunava per quindici ditamente tratta il Macri al voca-
dì avanti la Pentecoste, e per quin- bolo Jcjunium, nella Not. de vo-
dici dì innanzi l'Ascensione. Sebbe- cab. eccl. I greci per segno di al-
ne questo calcolo non sembri esat- legrezza mangiano pesce nel giorno
to, perchè dall'Ascensione alla Pen- dell' Annunziazione, venendo nella

tecoste si contano soltanto undici quaresima, e nella domenica delle


giorni, pure tale è il testo citato. palme, come fa osservare il mede-
Si deve osservare, che sul principio simo Macri, sebbene ciò non do-
del secolo XI in varie parti d'Eu- vrebbe recare meraviglia, essendo il
ropa si radunarono alcuni concilii, pesce vivanda quaresimale, ed ap-
dove si trattò di questi digiuni, partenente ai cibi di magro. Narra
quae plerìque fidelium inter Ascen- il Macri , che in tutte le diocesi
sione™ Salvatoris , et Pentecosten della Francia, nella quale molte
observant; e ita decreverunt ut ne chiese cattedrali sono dedicate a
per imperium sacerdotum fierents Maria Vergine, si mangia la carne
excepto sabba lo Pentecostes; sul ne' sabbati, dal giorno di Natale
qual particolare fu veramente assai alla festa della Purificazione, in se-
vana l' antica disciplina della Chie- gno di allegrezza, ma poi si digiu-
sa. I santi Epifanio, Atanasio, Gi- na nella festa di s. Marco per le
rolamo, Ambrogio, ed Agostino, ed litanie maggiori , e nei tre giorni
altri padri non permisero di fare delle rogazioni. I digiuni furono
digiuno alcuno fra la Pasqua, e la prescritti per Penitenza (Vedi), co-
Pentecoste; perciò stupiva Amala- me ne fanno per parti colar di-
se
rio, che si fòsse poi introdotto il vozione. Leone X
digiunava due
digiuno delle Rogazìoni (Vedi). volte la settimana; nel mercoledì
Antichissimo è il rito di digiu- privavasi di carne, e nel venerdì
nare tre giorni nelle pubbliche ca- pascevasi di semplici erbe, e legu-
lamità, ad imitazione del digiuno mi. Clemente Vili digiunava ogni
de'Niniviti. Isid. de Eccles.
lib. 2, mercoledì, ed in pane ed acqua
off. cap. 4'« Così i sommi Ponte- ogni sabbato. Il celebre Cardinal
fici ne' pubblici, e straordinari Giu- Francesco Toledo gesuita soleva
bilei (Vedi) impongono, tra le al- premettere un digiuno di quaranta
tre opere di pietà, il digiuno di tre giorni alle principali feste della
giorni. Nel concilio Illeberitano, col Madonna. Paolo IV spesse volte
can. 23, fu proibito il digiuno nei digiunava, e nell'avvento si astene-
mesi di ed agosto, a cagio-
luglio, va sempre dalla carne, benché in
ne del clima caldissimo di Spagna, esso osservasse il digiuno per tre
in cui gli abitanti sono soggetti a giorni della settimana.
,,

DIG DIG 57
legittime cause, come anche racco-
Della podestà della Chiesa nello mandò ad essi l'osservanza, che non
stabilire il digiuno, e delle per- si mescolino co' permessi i cibi proi-
sone ad esso obbligate. biti. Indi a' 22 agosto emanò la
costituzione In suprema, loc. cit.
Avendo la Chiesa ricevuto da pag. 65, colla quale dichiarò, che
Gesù Cristo suo sposo l'autorità di l'unico pasto ne' giornidi digiuno
prescrivere delle leggi pel bene dovesse essere pienamente osserva-
spirituale de' suoi figli, sino da' suoi to anche da quelli che giustamen-
primordi! prescrisse la legge del te sono dispensati per mangiare la
digiuno, da cui provengono gran- carne, ovvero i latticini ; come più
di vantaggi, per testimonianza de- chiaramente spiegò nella risposta,
gli stessi eretici. La legge del di- che diede all'arcivescovo di Valen-
giuno non si oppone punto alla li- za, il quale di ciò lo richiedeva
bertà evangelica, la quale permet- mediante il contenuto della costi-
te di mangiar liberamente di ciò tuzione Cognovimus , data a' 12
che Dio ha creato per nostro uso. maggio 174^, e riportata nel Bull.
Non è che la Chiesa proibisca per Magn,, tom. XVI, pag. 92. Aven-
superstizione di mangiar certe car- dogli poscia l'arcivescovo di Com-
ni in alcuni tempi, come se que- postella mossi alcuni dubbi sopra
ste carni fossero cattive, ma per un le leggi dal medesimo Pontefice
principio di penitenza, di mortifi- formate sul digiuno in dette costi-
cazione, e per altre ragioni addot- tuzioni, egli compiutamente le di-
te di sopra. I romani Pontefici fu- chiarò col tenore della costituzione
rono sempre solleciti di vegliare su Si Fraternitas, de' 7 luglio i744>
questa parte di disciplina ecclesia- Bull. Bened. XIV, tom. I, p. 356.
stica, come furono, e sono indul- Quindi colla bolla Liberissime
genti nel dispensare dal digiuno, data a' io giugno 1745, loc. cit.
e dai cibi magri, per giuste e le- pag. 12 3, che scrisse a tutti i ve-
gittime cause. Fra tanti nominere- scovi, gli esortò efficacemente alla
mo Benedetto XIV. Lagnandosi riforma, e conservazione esatta del
questo gran Pontefice della poca digiuno, con mettere loro ancora
osservanza del digiuno, massime avanti gli occhi la necessità di non
della quaresima, dalla antica legge, dispensarne i luoghi interi , e le

e da' profeti inculcato, da Cristo diocesi, se non che per causa certa,
poscia consagrato, dalla primitiva e pressante.
Chiesa conservato, dai sagri canoni Ad istanza di Filippo V re di
stabilito , e dai santi padri come Spagna, Benedetto XIV a' 23 gen-
medicina de' commessi reati coman- naio 1745 coli' autorità della co-
dato, quel Papa colla lettera apo- stituzione Jam prideni, che si legge
stolica, Non ambigimus, data a' 3o nel suo bollano t. I, p. 485, con-
maggio I74 1 » Bull. Bened. 9 XIK cesse ai regni di Castiglia, e di Leo-
tom. I, pag. 4^, indirizzata a tutti ne, ed all'Indie spagnuole, la per-
i vescovi, incaricò la loro coscien- missione di mangiar la carne nei
za ad invigilare per l'esatta osser- sabbati, che non fossero di quare-
vanza de' digiuni j* non dovendo sima, o di digiuno comandato. Es-
eglino concedere le dispense senza sendo nata negli antichi tempi la
jò' D1G DIG
controversia, se per 6. Mattia si sulle persone obbligate al digiuno,
dovesse fare non essendo
la vigilia, e sulle cause che ne dispensano, va
stato (fuetto apostolo eletto da Ge- notato Che ogni persona, la quale
:

sù Cristo, ma nominato dopo la non sia nelT impotenza di digiuna-


sua ascensione al cielo, fu deciso re, è obbligata al digiuno : questa

tanto da Alessandro III, che da impotenza deriva dal lavoro, dalla


Innocenzo IH, dotti e zelanti Pon- età, e dalle infermità. Ed è perciò
tefici del secolo XII, che si dovesse che persone, obbligate a fare dei
le

osservare il digiuno per detto san- lavori, e ad intraprendere dei viag-


to. Quindi, cadendo nel 1 75 1 tal gi necessari incompatibili col digiu-
vigilia neir ultimo giorno di Car- no, ne sono esenti, come i lavora-
novale (Fedi), i vescovi dello stato tori, i vignajoli , i carpentieri o le-
pontifìcio si rivolsero a Benedetto gnatoli, i tagliatori di pietra, i

XIV per sapere da lui, se poteva- corrieri ec. Ma i pittori, gli stam-
no trasportare questa vigilia ad un patori che non istanno al torchio,
altro giorno. Avendo il Papa ma- i barbieri, i sarti, i cordieri, e quel-
turamente esaminata la proposta, e li che esercitano ogni altro simile
trovando, che la vigilia di s. Gio. mestiere, non sono esenti dal digiu-
Battista si suole trasferire allorquan- no, perchè il loro lavoro non è incom-
do cade nel giorno della festa del patibile col digiuno stesso. Si deve
Corpus Domìni^ come si trasferi- dire altrettanto di quelli, che vanno
scono al gabbato precedente le vi- a che giuocano alla
caccia, palla, o
gilie dei santi, le cui feste cadono a simili giuochi
per loro piacere.
in giorno di lunedì, non potendosi In quanto ai confessori, ai predi-
fare vigilia nella domenica prece* catori, agi' infermieri che non pos-
dente, e riflettendo insieme al pe- sono collegare l'esercizio di queste
ricolo che v'era dell'inosservanza funzioni col digiuno, dicono i trat-
del digiuno in un giorno impiegato tatisti di esso, che non sono tenuti

dal popolo nei sollazzi carnevaleschi, a digiunare, perchè siffatte funzioni


permise colla costituzione Prodiit sono preferibili al digiuno, e me-
de'3o gennaio di detto anno, Bull, ritorie. I fanciulli e i giovanetti di
jVagn. t. XXIII, p. i85, che si ambo sono dispensati dal di-
i sessi

trasportasse questo digiuno al sab- giuno sino agli anni ventuno com-
bato precedente , raccomandando piti ; ma pei vecchi d'ambo i sessi
tuttavia ai sacerdoti regolari, e se- vi è la sola impotenza fisica che li

colari,che osservassero la vigilia nel dispensi, e giammai l' età in'sè stes-
giorno in cui veramente cadeva. sa, comunque avanzata, quando non
Al citato articolo Carnovale si ri- sia unita all'impotenza, dappoiché
portano alcune nozioni relative al sivedono persone a digiunare di anni
digiuno, e all'articolo Carnovale di ottanta, come di cinquanta. Il grave
Roma (Fedi) si parla della vigilia languore poi, l'infermità, e le ma-
e festa di s. Mattia caduta in gior- lattie esentano dal digiuno : pel bi-
ni di carnovale, come della vigilia sogno di alimenti, che hanno le
e festa della Purificazione, e dei nutrici, e le donne incinte, ne so-
temperamenti su ciò presi dai Pon- no dispensate : altrettanto dicasi
tefici. dei poveri , i quali non hanno con
Finalmente, oltre quanto si disse che fare un pasto sufficiente al gioì-
,

DIG DIG %
no, potendo essi ancor mangiar moralis jejunii, Parisiis 1 74 1 ; Lo-
carne quando non hanno altro, ed renzo Cozza, Tractatus dogmatico- •

avendo solo pane. A chi poi faccia moralis de jejunio ecclesiastico, Ro-
d' uopo rivolgersi per ottenere la mae 1724* Da ultimo il sacerdote
dispensa dal digiuno, o dalle qua- Romano Righetti ha scritto, Del
lità de' cibi, Io dice il Butler nelle digiuno della quaresima, Roma
Feste Mobili a pag. 236 e seg. i834. Anche molti protestanti trat-
Solo qui aggiungeremo, che il po- tarono sul digiuno, e sono Federi-
tere di dispensare appartiene uni- co Urico Calisto, De jejuniis, Helm-
camente al sommo Pontefice. Ai stadii 1676; Gioacchino Edebran-
vescovi, ai curati, ed ai vicari di do, De jejunio,
Helmstadii 17 19;
essi per loro assenza, come a' supe- Giangiorgio Walchio, De jejunio
riori di comunità rispetto a* loro quadragesimali;, Jenae 1727; Gio-
inferiori, e in alcuni casi a' rispet- vanni Dalleo, De jejuniis et qua-
tivi confessori, spetta giudicare sul- dragesima, Daventriae i654, con-
l'impotenza fisica o morale, e sulle futato dal dotto Natale Alessandro;
cause, che si adducono perchè gli Gio. Gioacchino Omborgio, De qua-
impotenti fruiscano della dispensa dragesima veter. Christ. et riti-
pontificia dal digiuno della Chiesa, bus in ea quondam usitatìs, Helm-
Sulla dispensa dai digiuni, e dalla stadii 1677; Gio. Gasparo Zenner,
qualità de' cibi per l' indulto della de Dominica Laetare, Jenae 1704;
crociata, possono vedere gli arti-
si Giovanni Lodovico, De septimana
coli, Crociata, Crocesignati, e Boi.' Magna, Lipsiae 1 6g2 ; Gio. Fede-
LA DELLA CROCIATA. rico Mayer, De Hebdomada Ma-
Su questo grave ed importante gna, et de Dominica Palmarum,
argomento del digiuno, oltre i re- Griphiswaldiae 1706, ed altri. Il
lativi articoli del Dizionario, si pos- Ruinart negli Atti sinceri de* mar-
sono consultare i seguenti autori, tìri, tratta del digiuno, che si pre-
che scrissero sull'argomento Il Mir- : metteva alle loro feste. Il Boldetti,
cologo, de Ecclesiast. Observationi- Osseivazioni sopra i cimiteri de* ss.

bus cap. i5 ', Giovanni Ca-


il p. martiri, ed antichi cristiani di Ro-
bassuzio, De veter. jejuniorum eccle- ma, parla degli anelli segnatori
siae origine et rilibus dissertano, co' quali solevansi segnare dal ca-
che sta nella Raccolta del p. Zac- po della famiglia, ovvero dal più
caria, De disciplina populi Dei, ed degno di essa, i cibi e le vivande.
è r Vili del t. I, pag. 109; mon- Il succitato Macri, verbo xeropha-

signor Gabriele Albaspineo, De je- gia, discorre dell'astinenza degli an-


junio, et stalionibus observalìones, tichi monaci, de' cibi di magro, e
ed è la IX della citata Raccolta, t, delle frutta secche , dalle quali si

I, p. Ili ; Alfonso Ciacconio, De je- fa derivare l'uso del pan giallo,


juniis, Romae i5gg; Giovanni Fi- che è il tanto noto pane con zaf-
lésach, De quadragesima, Pet. ad ferano, impastato con farina, man-
Epih. pag. 356 e seg. Leone ;
dorle^ uva, ea, che si suole man-
Al Lazio, de Synodo Photiana, pag. giare al termine dell'avvento, nelle
52 g, e Tomassino, Tract. Hi-
seg,; fèste della nascita di Gesù Cristo.
slorico-dogmatic. de jejuniis ; Giu- PIGNE (Dignen. o Dinien.). Cit-
seppe de l' Isle Historia dogmat. et tà con residenza vescovile nella
60 DIG DIG
Fi ancia, capoluogo del dipartimen- ov' essa stava ; e tornarono alla de-
to delle basse Alpi, di circondario, vastazione per ben quattro volte
e di cantone sul declivio, ed a'pie- fino alla seconda epoca. Fu allora,
di di una montagna , sulla riva si- che i canonici giudicarono oppor-
nistra della Bleone. Vi risiede la tuno trasferirsi e le colle reliquie,
corte di assise, e il tribunale di sagre suppellettili nella città, stabi-
prima istanza ha una conservazio-
: lendosi nella chiesa di s. Girolamo.
ne d' ipoteche, una società di agri- Ed è perciò, che da quell'epoca,
coltura, un collegio comunale, e la quantunque il vescovo, il prevosto
biblioteca di più di tre mila volu- e tutti i beneficiati prendano pos-
mi. È cinta da vecchie mura, fian- sesso nell'antica cattedrale di s.
cheggiata da torri quadrate, ed il Maria Vergine, che vuoisi edificata
suo interno non offre che strade da Carlo Magno, sogliono istallarsi
ripide, e tortuose, e varie ed anti- anche in quella di s. Girolamo,
che abitazioni. Tra gli edilìzi vanno quantunque le pontificie bolle non
rammentati la chiesa cattedrale, e ne facciano una cosa necessaria, e
r episcopio. La passeggiata piantata la chiesa non sia stata mai dichia-
di alberi, che serve d' ingresso alla rata cattedrale; ma nelle proposi-
città, e eh' è fiancheggiata da belle zioni del concistoro si legge, che la
case, è amena. Sono rinomate le cattedrale è dedicata a s. Girola-
prugne, e i suoi frutti secchi. Nei mo.
dintorni vi sono acque termali as- La sede vescovile venne eretta
sai frequentate, che servono anche nel quarto secolo, dappoiché s. Mar-
pei bagni, come vi si trovano del- cellino primo vescovo di Ambrun,
le antichità. A poca distanza di dopo l'anno 363 mandò Digne in
Digne nacque Gassendo. Anche la a bandire l'evangelo Vincen- i ss.

città ha dato uomini illustri. Fu zo, e Domnino, i cui corpi col capo
per più di ottocento anni divisa in di s. Marcellino furono collocati in
città, e borgo. La giurisdizione sul- Digne alla venerazione de' fedeli.
la prima apparteneva ai vescovi, ed Divenne perciò questa sede sino da
ai conti di Provenza, e pel borgo allora suffraganea della metropoli-
dominava il prevosto della catte- tana di Ambrun, o Embrun (Vedi).
drale, per concessione di Raimondo Commanville asserisce, che ciò risale
Berenger, fatta nell'anno 122 1. all'anno 3i5, ed altri anzi dicono
Digne è una città antichissima all'anno 3 1 3 , e ne fanno fondatore
delle Alpi marittime, e fu dagli s. Domnino africano. Pel noto con-
autori latini chiamata con molti cordato del 1801, Pio VII la in-
nomi, Digna, Dinia, cìvitas Di- grandì con altre diocesi, e dichiarò
nentium , e Dienenlium. Secondo Digne suffraganea del metropolitano
Tolomeo, era l' antica capitale del di Aix, del quale lo è tuttora. La
paese de' Scucii, Sentiani, o de'Z?o- cattedrale adunque Y invo-
è sotto
dionzianij ma Plinio l'assegnò piut- cazione di s. Girolamo, ed è ampia,
tosto agli ambronì. Fu molte volte e decente. Il capitolo si compone
saccheggiata dai protestanti, e prin- di otto canonici titolari, fra i qua-
cipalmente negli anni i562, e i5o,i. li 1' arcidiacono è la prima dignità,
I calvinisti alla prima epoca sac- e vi sono pure il teologo ed il peni-
cheggiarono la cattedrale e il borgo tenziere. Inoltre vi hanno parecchi
DI Or DIG Gì
canonici regolari, conio pure i così gative di onore, come sono per
detti pueri de clioro, per I' uffizia- esempio gli arcidiaconi. V. Gerar-
tura della chiesa. Prima delle ul- chia ECCLESIASTICA.
time vicende componevasi il capi- La prima delle dignità è quella
tolo di un prevosto, e tredici cano- del sommo Pontefice romano, quin-
nici onorari. Nella cattedrale evvi di seguono quelle degl' imperatori,
il cura di anime è
battisterio, e la dei re, dei principi, di gran can-
affidala a due vicari. L'abitazione celliere, di maresciallo, od altra
del vescovo è dappresso alla cat- sorte di dignitari, e ministri degli
tedrale, ed è grande e conveniente. stati. Le dignità sono accompagnate
Nella città avvi un'altra parrocchia, da poteri, da titoli, da insegne, e
ma non vi sono più religiosi : vi ha da altre distinzioni secondo il gra-
inoltre il collegio de' gesuiti isti- do, che i sovrani, le repubbliche,
tuiti Vi sono però alcune
nel ì65i. e la società loro accordano. Le di-
confraternite, e delle religiose con gnità si dividono in religiose, mi-
monistero. Evvi l'ospedale, cou due litari, e civili. Nei libri della sagra
seminari, uno grande, l' altro pic- Scrittura, e negli Atti apostolici par-
colo. La mensa per ogni nuovo lasi di vescovi, di sacerdoti, di dia-
vescovo è tassata ne' libri della ca- coni, di diaconesse; ma le dignità
mera apostolica, a fiorini trecento dei Cardinali di santa romana Chie-
settanta. sa, dei patriarchi, degli arcivescovi,
Nell'anno i4 i 4j ne mese di lu- ^ abbati mitrati, abbadesse ec. , sono
glio fu convocato in Digne un con- di meno antica istituzione de' pre-
cilio provinciale, di cui ignorasi cedenti. I pagani dell' antichità a-

l'oggetto. Gallio. Christiana, t. Ili, vevano i gerofanti, i gran sacerdo-


p. 1127. ti, le gran sacerdotesse, come quelli

DIGNITÀ' ecclesiastiche, ed al- d'oggi giorno hanno il gran lama,


tre dignità. Distinzione proveniente il capo dei bramini ec. Gli egi-
da certe funzioni, o da grado d'uf- ziani, ed i persiani avevano parec-
fizio, o dal posto che si occupa in chie dignità, come moltissime ne
società. Questo termine si prende aveva la corte imperiale di Costan-
in generale per ogni sorta di cari- tinopoli ; cosi dicasi della Cina, e
che accompagnate da onorificenze, di altre parli del mondo. V. Cor-
da preeminenze, o da autorità. Le te, e Corti, e tutti gli articoli rela-
dignità ecclesiastiche consistono in tivi alle cose nominate. In Ameri-
certe preeminenze unite per lo più ca trovarono gli europei molte di-
ad una giurisdizione; quando esse gnità stabilite tanto nelle nazioni
non hanno giurisdizione, a rigore civilizzate, come presso i peruviani,
di termine, non sono che semplici ed i messicani, quanto presso le

personati, cioè benefizii di qualche tribù erranti e selvaggie.


prerogativa, o preeminenza in una Dignità come titolo ecclesiastico
chiesa, od in un capitolo. Questo è il nome che si concede in alcune
termine e titolo di personato s'in- chiese a quei canonici, al cui Be-
cominciò ad usare nel secolo XI, neficio (Vedi) è annessa qualche
quando per plausibili ragioni si tol- parte di giurisdizione ecclesiastica,
se a qualche persona od officio la qualche preeminenza, o qualche uf-
giurisdizione, lasciandogli le prero- fizio particolare, come è quello di
,

e>9. dig DIO


decano, primicero, arcidiacono, can- lettera LVIII : Detta dignità nrl-
tore, prevosto, arciprete, tesoriere, V età decrepita, in tituium sepulchh.
e simili, secondo i titoli usitati Ambedue tomo VI. Che le di-
nel
ne' diversi Capitoli (Fedi) di Cat- gnità poi ecclesiastiche
non si pos-
tedrali (Vedi), Collegiate (Fedi), sano acquistare colle male arti, è
ec. Fra tali dignità non avvi rego- l'argomento, che il Sarnelli tratta
la generale per 1' ordine di esse. In nella lettera XXVIII del tomo Vili.
una chiesa il decano sarà la prima All' articolo Pontificato si dice, e
dignità, in altra sarà la seconda, e si prova, che non è impedimento
la terza, e ne ha
viceversa. Chi al pontificato, la bassa origine, e
una sola, chi due, chi più. secondo 1' oscura condizione.
l'uso delle differenti chiese, ed i Sulle dignità ecclesiastiche non
privilegi, che godono, come si può riusciranno discare le sentenze di
vedere nel La Conine., Raccolta di Adriano IV, Pio V, e Clemente
s.

giurisprudenza canonica, alla paro- XI. Il degnissimo Pontefice Marcel-


la Dignités ecclcsiastiques. Il conci- lo II di frequente ripeteva il senti-
lio di Trento nella sess. i4, cap. mento di Adriano IV: « Che niu-
1 2 De reform. prescrisse : » Le » no è più miserabile del romano
dignità le quali hanno cura d'ani- » Pontefice, tutta la felicità di que-
me non possono essere conferite che « sto è l'amarezza; la cattedra di
a persone dell'età di ventiquattro » s. Pietro è circondata di pungo-
anni, che si ordinino sacerdoti nel- » li, e il peso è tale, che opprime
V anno, e quelle che non hanno » gli omeri più robusti". Papa s.
cura d'anime, e chiamansi dignità Pio V, già dell'Ordine de' predica-
semplici, devono essere conferite a tori,poi vescovo di Sutri, e di Mon-
persone di ventidue anni ". V. il Ba- dovì, e Cardinale, eletto Pontefice
gno, de praecipuis sanctae romanae a'7 gennaio i566, con tanto stu-
ecclesiae dignilalibus , Bononiae pore, e si alta sorpresa intese la
1625. Il Noris ci diede Y Istoria sua esaltazione, eh' essendogli di ciò
delle investiture delle dignità eccle- domandatala cagione, rispose :» che
siastiche, Mantova 1741; e l'Ising » nel suo convento, in cui viveva
scrisse: De promotionibus honorum, » a Dio e a sé, aveva fermamente
promotoribus et promovendis , eo- » sperato di salvarsi; eletto vesco-
rumquejure, Augustae Vindel. 1674. «• vo, e Cardinale, aveva comincia-
Il Sarnelli nelle sue Lettere eccle- » to a temerne ; creato Pontefice
siastiche ce ne ha date diverse ri- » quasi ne disperava". Clemente
guardanti le dignità ecclesiastiche. XI, spesso ripeteva: » indegno è
Nel t. I, lett. XXIV dice: » Che » del vescovato chi lo procura chi ;

» nelle promozioni alle dignità ec- >* è di rea condotta non si miglio-
» clesiastiche non al nascimento, ma »> ra col benefizio, anzi con esso va
» alla virtù, ed alla dottrina si de- m piuttosto di male in peggio ".
« ve riguardare; le dignità eccle- Cesare Nuzzi scrisse De Pontifi- :

» siastiche non si eleggono per sorte; cis Maximi electione, et de officio


»> elezione di s. Mattia qual fosse
" optimi praelati Traclatus mss. del-
tomo II, LV1I: Che
p. io, lettera ducale di Pesaro. 11 Plet-
la libreria
le dignità
danno o per volontà,
si temberg, Notitia Con. et trib. Cu-
o pure per permissione di Dio; rine Romanae, parla delle dignità
,

DIG D1J 63
principali delle collegiate, a chi so- » gno fatto re di Sidone; Rcgil-
no riservate, delle dignità incom- »> liano imperatore di Roma; Jehu
patibili, quali sono le maggiori ec. » re del popolo ebreo, e Pertinace
Quanto sieno pericolose le dignità, » imperatore". Dei dignitari tratta
lo dice il Rinaldi all'anno i i^5 l'avvocato Martinetti a pag. 1 4^>
num. 4- N Bovio nella Pietà trion- e seg. , nell' erudito Manuale teo-
3
fante, parla a pag. 167 della fin- rico-praticode doveri per ogni clas-
zione che usano alcuni, che preten- se di persone. Dei dignitari eccle-
dono alle dignità. siastici lo stesso Martinetti fa paro-
Appena Innocenzo VI nel i352 la a pag. 320, e seguenti.
fu creato Papa, conferì il sacerdo- DIITI. Monaci Acemeli (Fedi),
zio, ed i benefizi a persone di me- che si chiamarono anche Diiti dal-
rito, dicendo che le dignità eccle-
: l'abitare nel monistero, eletto di Dio,
siastiche non erano premio della fondato in Costantinopoli dall'abbate
nascita, ma bensì lo erano delle s. Dio, come scrive il Bernini, Istoria
virtù j ed è perciò che con fermez- delle eresie pag. 273. Abbiamo dal
za riprese alcuni Cardinali giovani, Macri, Notizia dei vocaboli eccles.,
i quali sotto il predecessore avea- che Diiticum era chiamato il cele-
no abusato di loro possanza e di- bre monistero in Costantinopoli
gnità. Eletto al pontificato nell'an- perchè fondato dal detto s. Dio ar-
no i655 Alessandro VII, l'accettò chimandrita, di cui fa menzione il
rammentando quanto dice s. Fran- menologio greco a' 19 luglio. Nel
cesco di Sales: che l'uomo ecclesia- nostro martirologio si legge questa
stico nulla dee cercare, e nulla ri- memoria Constantinopolis, Natali*
;

fiutare. Quindi Alessandro VII fece monachorum martyrum monasterii


segreta ed accurata inquisizione so- Dift 8 februarii.
pra costumi de' prelati , per ri-
i DIJONo DIGIONE (Divionen.).
munerarne con dignità e promo- Città con residenza vescovile in
zioni gli esemplari , correggere, o Francia, capoluogo del dipartimen-
lasciare in dimenticanza gli altri. A- to della Costa d'oro, di circonda-
naloghe erudizioni sono all'articolo rio, e di tre cantoni nella Borgo-
Carica (Vedi). 11 saggio imperatore gna. Sorge in una pianura fertile,

d' Austria Francesco I, negli statuti e deliziosa, elevata seicento quaran-


per l'Ordine equestre della corona totto piedi sopra il livello del ma-
di da lui stabiliti, decretò
ferro : re, al confluente dell' Ouche e del
non e permesso ad alcuno di do- Suzon. Ha la corte reale, quella
mandarlo. Che le dignità non mu- di assise, il tribunale di prima i-

tino i costumi, lo anche


dimostra stanza, e di commercio, un' accade-
il p. Menochio nelle sue Stuoie mia di scienze, e belle lettere di
t. II, p. 49/5, cioè al cap. XC1II : molta rinomanza, l' università sta-
Di quel detto volgare : honores mu- bilitavi nel 1722, la quale com-
tant mores. Quindi parla delle di- prende le facoltà di diritto, di let-

gnità conseguite da molti uomini tere, e scienze, non che un collegio


vili,, e di bassa origine, nel tom. reale. E il capoluogo della diciot-
Ili, p. 18, 84, e
98, mentre a p. 4^, tesima divisione militare, e dell' ot-
cap. XX VII, dice » Come Abdo- tava conservazione forestale. Dijon
» lonimo fosse da Alessandro Ma- inoltre contiene una scuola speciale
4

64 DIJ D1J
di belle arti, due biblioteche, una lettura, il teatro, ed altri edifizi,
che sorpassa il numero di 36ooo ed abitazioni eleganti. È abbellita
volumi, e Y altra nclP episcopio a da amene passeggiate, e particolar-
cui si riunisce pure una collezione mente da quella del parco, secon-
preziosa di oggetti di storia natu- do il disegno del celebre le No-
rale. Ha un giardino botanico, un tre pei bagni pubblici ; ed ha mol-
bell'ospedale, ed un seminario. La ti altri stabilimenti a pubblico co-
città è di forma ovale, ed ha di- modo, ed utilità. Tuttociò con ra-
versi sobborghi. I suoi antichi ba- gione forma un complesso di cose,
luardi furono convertiti in passeggi che rendono questa città una delle
pubblici, mentre delle sue fortifi- più ragguardevoli della Francia. Il
cazioni più non resta, che un ca- suo canale contribuisce allo stato
stello di forma quadrata, incomin- florido in cui trovasi.
ciatoda Luigi XI, continuato sotto Gli abitanti di Dijon si sono
Carlo Vili, e compito da Luigi sempre distinti pel loro gusto nelle
XII. Le strade sono larghe, dritte, scienze, nelle lettere e nelle arti.
e assai bene fabbricate; tra le nu- Fra i moltissimi, di cui sarebbe
merose sue piazze, è degna di men- troppo lungo il far parola, ci limi-
zione la piazza reale, costruita in teremo a que' soli di una fama u-
forma di ferro di cavallo, e che niversale, e pronunciata, quali so-
prima, sino dal 1726, era decorata no, il gran Bossuet, Crebillon il

dalla statua equestre fusa in bronzo tragico, il poeta Piron, il filosofo


rappresentante Luigi XIV. Questa Feret, per altro incredulo, il pre-
piazza viene abbellita da molti su- sidente Jeannin, Rammeu, il criti-

perbi edifizi, fra* quali si distingue co Saumaie, il Plinio della Fran-


l'antico palazzo dei duchi di Bor- cia Buffon, i filologi Menestrier, Clau-
gogna, che racchiude il museo di dio Bernard, detto il povero prete,
pitture, e scolture, e ch'è sormon- istitutore del seminario dei trentatre
tato da una vecchia torre, la quale in Parigi, morto in odore di san-
serve di osservatorio. Gli altri edi- tità; il pittore Quentin, lo scultore
lìzi, che meritano osservazione, sono ed architetto Du Bois ; l' accademi-
la cattedrale, vasto e gotico monu- co Larcher, e molti altri. Nacque-
mento assai elevato, e sormontato ro poi ne' suoi dintorni Vauban,
da una guglia di svelta architettu- De la Lande, Daubenton ec. Dijon
ra. La chiesa della Madonna ossia è pure la patria di Filippo il buo-
diNòtre Dame, di un gusto gotico no 3 duca Borgogna, e di Anto-
di
squisito, di straordinaria leggerezza, nio suo figlio naturale gran capi-
fu eretta nel secolo XIII ed è in tal ,, tano, di Boucicaut, e di Giovanni
genere un capo d'opera di archi- senza paura. Dijon è stata onorata
tettura. Ha pure la chiesa di s. Mi- dalla presenza di diversi Pontefici,
chele dello stesso stile, la cui ma- dei qualinomineremo due, uno an-
gnifica facciata esterna è di pre- tico, moderno, cioè Eugenio
1' altro
zioso lavoro; quindi meritano parti- IH, che vi si recò nel XII secolo,
colare attenzione la cupola della e Pio VI, che vi doveva termina-
chiesa di s. Benigno, delle orfane re i gloriosi suoi giorni, e compiere
di s. Anna, alta trecento settanta- il suo illustre martirio. Assunto il
/
cinque piedi; il palazzo della pre- primo al pontificato nel 1 1 >> per
DIJ DIJ 65
l'impertinenze degli arnaldisti, par- mura poche case, che vi si era-
le
tì da Roma, e nel 1146 si recò no costrutte, ed Aureliano aggiun-
in Francia, dove in questa città gendo nuove costruzioni, vi eresse
venne incontrato nel 1 1 47 dal re pure un tempio, da cui pretendesi
Lodovico VII, e distinto colle mag- abbia questa città preso il nome di
giori onorificenze, le quali si deb- Divio, dal quale per corruzione si
bono al capo angusto della Chiesa : formò poscia quello che porta. Que-
indi Eugenio III passò a Parigi sta città,che deve il suo primo ac-
per celebrare la Pasqua con detto crescimento ai figli di Ugo Capeto,
monarca. In quanto a Pio VI, vi divenne considerabile in progresso,
si doveva recare sotto altre forme, e capitale della Borgogna. Quasi
giacche prigione de' repubblicani per intero consumata da un incen-
francesi, strappato da Roma, e mal- dio nel il 37, fu ricostruita venti
menato qua e là, finalmente, a' i4 anni dopo, e divenne la residenza
luglio 1799, fu a m * stabilita Va- dei duchi di Borgogna della secon-
lenza di Francia per luogo di de- da razza. Alla morte dell' ultimo
tenzione. Indi col pretesto, che Pio duca, Luigi XI essendosi impadro-
VI fosse troppo vicino alla Savoja nito del ducato di Borgogna, Dijon
e all' Italia, teatro della guerra, il divenne la capitale della provincia
direttorio francese a' 4 agosto e- chiamata dal suo nome Digionese,
manò un decreto, col quale ordina- ed in seguito la residenza di un
va che Pio VI a sue proprie spese parlamento erettovi nel i477- Alla
fosse portato più in dentro della estremità de' suoi sobborghi esiste-
Francia, e precisamente a Dijon, va la celebre Certosa eretta nel
capitale dell'antico ducato di Bor- 1 383, nella cui chiesa si vedevano
gogna, col divieto di fermarsi a le tombe degli antichi duchi di
Lione, considerata città troppo at- Borgogna.
taccata all' altare ed al trono. Ben- La fede fu predicata in Dijon
ché Dijon per sua posizione fosse ne' primi tempi del cristianesimo,
più deliziosa, come più importante e ben presto la sua terra venne
di Valenza, tuttavolta Pio VI, al- inaffiata dal sangue de' martiri. S.
l' intimazione di doversi nuovamen- Benigno vi terminò la sua carriera
te esporre ai disagi di un nuovo apostolica, sopportando un lunghis-
viaggio, a cagione dell'età, e degli simo martirio, come si ha dal Ber-
incomodi, sempre più penoso per castel nel voi. II della Storia del
lui, Novaes, se ne lagnò
al dire del Cristianesimo, a pag. 46, edizione
con qualche energia. Ciò non per- dell'Antonella
tanto il direttorio l'avrebbe fatto Sino al secolo XVIII Dijon ap-
trasportare a Dijon , se non fosse partenne alla diocesi di Langres, ma
morto a Valenza poco dopo^ cioè Clemente XII a' 9 aprile 1 73 1,
la notte de' 28 agosto. smembrandola da detta sede colla
Dijon, Digione, Divio, o Di- autorità della costituzione Super
vienimi s è assai antica. In ori- Specula, presso il Bull. Rom. t.

gine era un campo chiuso stabi- XIII, pag. 189, eresse in cattedra-
lito da Giulio Cesare per contene- le la chiesa di s. Stefano, eh' era
re così nominati Autunois, e Lan-
i un'antica abbazia dell'Ordine di s.

grois. Marc' Aurelio fece cingere di Agostino fondata nel XII secolo,
VOL. xx. 5
66 DIJ DIL
colla dote vescovile di diciotto mi- naci, o canonici regolari di s. Be-
la lira tornesi, e la tassa camerale nigno, e certo Huinbert sulle tem-
di mille e cento fiorini d' oro, re- poralità. Collect. t. IV, p. 68 r.

stando al vescovo di Langres l'nn- 11 quarto si celebrò nel 1


199,
nua rendita di trentaseimila lire. a' 6 agosto. Pietro Capua, lega- di
Dichiarò Dijon suffraganea della to apostolico, assistito da quattro
metropoli di con duecento
Lione, arcivescovi, e diciolto vescovi, vi
undici parrocchie. Dipoi Benedetto trattò delmatrimonio del re Filip-
XIV, nel concistoro de' 16 dicem- po Augusto colla regina Jngeburga
bre 1743, fece vescovo di Dijon di Danimarca. 11 re temendo le
Claudio Bouchier, nato nella me- censure ecclesiastiche, perchè ripu-
desima città. Al presente la catte- diata la moglie voleva congiunger-
drale è sotto r invocazione di s. si con Maria Agnese figlia di Ber-
Benigno, il cui corpo ivi si venera. toldo duca di Melania, appellò al
11 capitolo è composto di otto ca- Papa, il perchè nulla decise il le-

nonici, senza le prebende del teo- gato apostolico. Altri dicono, che
logo, e del penitenziere, di alcuni vi fosse pronunziata per un tal

sacerdoti, e chierici De choro, in- ripudio la sentenza dell' interdetto


servienti alla divina ufficiatura* Nel- per tutto il regno. Diz. de' Concili.
la cattedrale evvi il edbattisterio, DILETTO, e DILETTISSIMO,
il parroco per la cura d'anime. Dilectus, Dilectissinius. Diletto dice-
Ad esso è contiguo 1' ampio, e bel- si per ben voluto, amato, caro; e
lo episcopio. Nella città vi sono dilettissimo per superlativo di dilet-
altre tre parrocchie, parimenti con to. Il Macri alla parola DHectus
fonte battesimale, due monisteri di dice, che è nome sostantivo, il qua-
monache, un magnifico ospedale, le significa amore appresso s. Ci-
ilmonte di pietà, e due seminari. priano. Questi infatti, nell' epistola

La mensa ad ogni nuovo vescovo 3 del libro I ed anche


, nel trat-
è tassata di trecento settanta fio- tato de Lapsis, dove la Volgata
rini. legge Charitatem veritatis, parole
dell' epistola 1 ai Tessalonicensi al
Concilii di Dijon. cap. 2, tradusse Dilectum veritatis,

a seconda del greco significato. Il

Il primo fu tenuto nell' anno medesimo vocabolo si trova in Pa-


1020. Il Lenglet, Tavolette Cro- dano, nel libro de poenit. Inoltre
nologiche, nota a detto anno i con- il parlando de' titoli usati
Macri,
cilii di Digione, di Beaulne, e di da s. Gregorio I, il Magno, fiorito
Lione, e dice che si trovano sola- nel 590, nelle sue lettere, dice, che
mente citati nella storia dei vesco- ai vescovi scriveva : Dilectio tua,
vi di Auxerre. Fralemitas tua t Reverenda vestra j
Il secondo venne celebrato l'anno agli abbati diaconi, e altri ecclesia-

iii5, per le differenze insorte tra stici, Dilectio tua ; ed alle camerie-
le chiese di s. Giovanni, e di s. re dell' imperatrice, Dulcedo Ve-
Stefano di Besansone. Lenglet, loc. stra.
cit. Parlando il Parisi, Istruzioni per
Nel terzo, Tanno 1 1
1 7, si trattò la segreteria, tomo III, p. 19, dei
una controversia insorta tra i mo- titoli diletto, e dilettissimo, dice che
D1M DIM 67
Dìlecte Fili è V iscrizione , usata del loro nascere predicavano, che il

dal Papa nelle lettere ai cavalieri Figliuolo Dio facendosi uomo,


di
della sfera secolare. Ai Cardinali non avea presa anche 1' anima ra-
non vescovi scrive : Dilecte fili no- gionevole simile alla nostra. Poscia
sler ; ai fratelli e figli di re: Di- non potendo opporsi alla chiarez-
leelissime in Christo Fili, ed in cor- za delle Scritture divine, le quali
po della lettera : la nobiltà vostra. smentivano apertamente così scioc-
Il Pontefice Clemente Vili, nel co errore, andavano insegnando, che
i5o,g, ad Isabella infanta di Spa- Egli avea presa bensì l' anima, però
gna scrisse : Dilectissima in Chri- priva d" intelletto,le veci del quale

fiHa
sto nobìlis mulier,
ed in 'corpo sosteneva la divinità del Verbo. Ap-
nobilitas tua. Altri esempi del tito- pellavano quindi Gesù. Cristo ho-
lo dilettissimo dal Parisi sono ri- minem Dominicum.
portati a pag. 4° e se g- V' 1'
al_ DIMESSE. Religiose, o gentildon-
ticolo Nobile. ne, così chiamate, perchè zitelle, o
y
Il Vettori, nel Fiorino d oro il- vedove, abbandonate le pompe del
lustrato, pag. 474? ecco quanto di- secolo, e le vanità del loro sesso,
ce sul Dilecte fili. Papa essendo
Il vestivano un modesto abito nero,
padre universale, usa comunemente cuoprendo il petto con panno bian-
questa forinola, e ad imitazione del co, e il capo con doppio velo, uno
medesimo così costumano di fare i bianco, 1' altro nero piti lungo del
vescovi nella loro diocesi. Si può primo. Esse ebbero a fondatrice
vedere il Cardinal Enrico, vescovo Dejanira, o Dianira Valmarana, ve-
che è il celebre Cardinal
ostiense, dova di Agrippa Pristrato, la quale
Susa annoverato al sagro Collegio nell'anno 1^72, o, come altri dicono,
da Urbano IV nel secolo XIII, il nel i584, per opera e direzione
quale sopra il lib. V delle decre- del p. Antonio Pagani religioso fran-
tali, dd excessibus prae-
al capit. I, cescano della più stretta osservanza,
latorum eie. Petvenit ad audientiam le istituì per lo stato veneto in Vi-
nostrani ec; e parimenti nelf istes- cenza, e quindi si propagarono in
ko libro V, al cap. VI, De crimi- Venezia, Padova, Udine, ed altri
ne falsi ec. Quam gravi ec, ed luoghi. In questa congregazione si
altrove ancora dimostra che il Pa- accettavano donzelle, e vedove di
pa suol chiamare fratelli i soli ve- nobile condizione. Le seconde non
scovi, e gli altri Dìlectos filios s doveano aver cura de' figliuoli. Do-
purché sieno nel grembo della san- po la prova di Ire anni, potevano
ta romana Chiesa. Questa distinzio- essere licenziate, se le altre ciò giu-
ne si pratica dallo stesso sommo dicavano opportuno. Con due terzi

Pontefice co' principi ^coronati , li di voti eleggevano la superiora ogni


quali suol chiamare Charissimos fi- tre anni, che aveva il nome di ca-
lios. V. Caro e Carissimo. La pa- po della compagnia. Non si obbli-
rola dilezione, dilectio, amicizia, è gavano a voto alcuno, per cui due
un termine frequentemente usato a due uscivano dalle loro case, con
dai Pontefici nelle lettere apostoli- licenza della superiora, e potevano
che, che indirizzano ai fedeli. maritarsi. Osservavano particolari
DIMERITI. Eretici settarii degli costituzioni, attendevano a vari eser-
apollinaristi. Costoro nei principii cizi di pietà cristiana, vivevano in
68 DIM DIM
comune, insegnavano il catechismo scovo ordinatore, non da quello del-
alle persone del loro sesso, ed as- la origine, acciocché i chierici fos-
sistevano le povere donne negli spe- sero, e potessero essere ordinati, non
dali ; si occupavano anche dell'e- essendovi anticamente altro legame
ducazione delle fanciulle. Esercitan- che quello dell' ordinazione, senza
dosi nell' umiltà, non eravi fra loro riguardo né a patria, né a domi-
il titolo di signora, ma di madon- cilio, né a parrocchia, né a dioce-

na. Avevano però delle serventi ve- si .Dipoi il legame divenne così
stite di nero, col solo velo bianco stretto, che non poteva il chierico
sul capo. Queste matrone, come si passare neppure a beneficio in un'al-
disse al voi. IV, pag. 284 del Di- tra chiesa, senza permissione del pro-
zionario , furono chiamate anche prio vescovo. Non poteva nemmeno
Beghine. Il p. Heliot, Istor. degli il chierico passare all' abito mona-
ord. mon. ne tratta al t. 8, e. 3, cale, senza espressa licenza del ve-
e il Bonanni nel suo Catalogo a scovo, e ciò incominciò a dispen-
p. 108, ne riporta la figura. sarsi sotto Onorio II, ed Urbano
DIMICO, o DOMOCUM, seu Do- III.

monicum. Sede episcopale della Tes- Allorquando Papa s. Anastasio I


saglia, sottoposta alla metropoli di del 398 ordinò ai pellegrini che non
Larissa, di cui si fa menzione negli si conferissero gli ordini sagri, se non
atti de' concili. É situata pres- fossero muniti di lettere sottoscrit-
so e Lormia, chiamata
Farsalia, te da' propri vescovi, ebbero origi-
anche Domochi. Nel decimo terzo ne le lettere dimissorie. Di queste
secolo, secondo alcuni, ebbe diversi lettere, con cui il chierico provava,
vescovi latini. V. Baudrand Geo- eh' erasi partito dalla diocesi col
graf. t. I, pag. 349, col. I, ed O- permesso del suo prelato, ne' primi
riens Christ. t. III, p. 982. secoli aveva bisogno anche il ve-
D1MISSORIA. Lettera, che il pro- scovo, uscendo dalla propria giuris-
prio prelato dà al suo diocesano, dizione. Così niun vescovo chia-
perchè possa ricevere la tonsura od mato in Roma, ritornando al suo
un altro ordine dalle maui di un al- vescovato, vi poteva essere ricevu-
tro prelato, senza incorrere nella sos- to senza presentare le lettere apo-
pensione, come decretò il concilio stoliche chiamate formate, e ciò
di Trento sess. 14, e. 2; e sess. 2 3, secondo l' antico decreto di Sisto I,

e. 8 de reformat. Bonifacio Vili Papa del i32, colle quali lettere


per proprio prelato intende il ve- signifìcavasi 1' unità della fede, e il

scovo della nascita, del domicilio, mutuo amore tra il capo della
ma T uso più ordinario è di dar Chiesa, e le membra di essa. V.
questo nome al solo vescovo della Lettere Apostoliche, e Vescovi.
nascita, cioè al vescovo, nella dio- Il concilio di Bourges, tenuto
cesi del quale alcuno nacque non nell'anno i523, decretò quanto se-
per accidente, né per caso, ma do- gue. I vescovi non accorderanno
ve il padre, e la madre del figlio dimissorie a quelli, che devono es-
hanno il loro domicilio. Il dotto sere promossi agli ordini, se prima
vescovo Sarnelli, tomo II, p. 5i, non avranno esaminati, e trova-
gli
delle sue lett. eccl. dice, che le di- ti idonei. Quelli, che saranno stati

missoriali si concedevano dal ve- ordinati senza dimissorie, verranno


DIM DIM 69
sospesi dalla celebrazione della mes- vescovo, sempre però che l'ordi-
sa per tutto quel tempo, che l'Or- nando abbia l'attestato di vita, e
dinario giudicherà spediente, e se costumi del proprio vescovo, come
si trovano incapaci, saranno puniti prescrisse il concilio di Trento. Il
corporalmente a giudizio del dio- Ducasse, par. I, cap. 3, n. 17, di-
cesano. Finalmente le dimissorie ce, che quando il vescovo rifiuta
non saranno accordate che a quel- la dimissoria, uso non è di ricor-
l'

li, i quali avranno un benefizio, e rere al metropolitano. I religiosi


un titolo patrimoniale. Dipoi il non possono essere ordinati, che
concilio celebrato in Narbona nel col consenso de' loro superiori re-
i55i permise di ricevere una tas- golari, dal vescovo del luogo, dove
sa modica per le dimissorie. Ma il è situato monistero, o in cui essi
il

concilio di Tolosa del i5go, con- dimorano senza frode, a meno che
forme a quello di Trento, ordinò il vescovo di questo luogo non sia

che le dimissorie sieno date gratis. assente, o che non dia gli ordini,
Il concilio di Trento, sess. i4, e. nel qual caso i superiori possono
i de Reform., prescrisse le pene mandare i religiosi ad altri vescovi
contro coloro, i quali ricevono gli per essere ordinati ; ma essi non
ordini, e contro i vescovi che li possono attendere 1' assenza del ve-
conferiscono senza dimissoria del scovo, ne la vacanza della sede, e
proprio vescovo, a seconda di quan- sono obbligati ad esprimere nelle
to in parte era stato decretato da loro lettere dimissorie la ragione,
Pio 1461, colla bolla Cum
II nel che hanno andar fuori della
di
ex sacrorum ordinimi. Fra le pene loro diocesi, secondo la costituzione
evvi la sospensione anche pei ve- emanata da Clemente Vili nel
scovi; indi più gravi pene stabili- i5g6. Per togliere alcune contro-
rono Urbano Vili, nel 1642, ed versie nate sui privilegi de' regola-
Innocenzo XII nel i6o,4- Su que- ri, se questi debbano ordinarsi dal
sto punto va consultala la decisio- vescovo, nella cui diocesi esistono,
ne di Gregorio nel capo XEos : o possano farlo da qualunque altro,
qui de tempore, ord. in sexto. Benedetto XIV, avendo su ciò con-
Il vicario generale non può accor- fermato i decreti de' suoi predeces-
dare dimissorie senza l'autorizzazione sori, nel I747> colla bolla Impositi
speciale del vescovo, anche quando nobis3 data a' 27 febbraio, Bull.
il vesco.o è assente dalla diocesi. Il Magn. t. XVII,
06, stabilì chep. 1

capitolo può dare


le dimissorie do- i superiori degli Ordini, e congre-
po un anno vacanza della sede
di gazioni religiose non potessero da-
vescovile, e non prima. Perchè il re le dimissorie per le ordinazioni
vescovo possa rilasciare le dimissorie, de' loro sudditi, né verun altro ve-
basta che sia confermato dal Papa, scovo, che non fosse il loro ordi-
e che abbia notificato le sue bolle nario, li potesse ordinare, se non
al capitolo, quantunque non abbia avessero 1' attestato del vicario ge-
preso possesso, e non sia stato con- nerale, onde consti che il vescovo
sagrato. La dimissoria accordata dal ordinario sia assente dalla diocesi,
vescovo non cessa per la sua mor- oppure che non celebri le ordina-
te. 11 Papa può dare le dimissorie zioni. V. Regolari ed Ordinazioni.
per farsi ordinare da qualunque Le dimissorie ordinariamente sono
, ,

7o
DIM DIO
limitate ad un certo tempo, sicco- Dipoi venne pubblicato da Eugenio
me prescrissero varii concilii, aven- IV, che gli diede le insegne cardinu-
do più indulgenti fissato tal tem-
i
lizie.In seguito giovò la s. Sede col-
po ad un anno; passato questo l'opera del pari, e col consiglio.
tempo, le dimissorie non hanno più Ritornato poi dall' Italia in Vv.m-
vigore. V. Dimissioriae, nell' Ono- cia, spirò in Siena nell'anno i433,

mastìcum rituale selectum, di Fran- ed ebbe sepolcro nella chiesa de'fra-


cesco Antonio Zaccaria. ti minori.
DIMPNA (s.). Pel solo motivo di DINI Brunone, Cardinale. Bru-
conservare illibato il fiore di sua none Dini ebbe a patria Lusita-
verginità , non sicura tra' suoi , fu no alle Chiane, e fu promosso .il ve-
mossa questa giovine principessa ir- scovato di Palestrina da Nicolò II nel
landese ad abbandonare la patria, i o5g. In quest'anno egli sottoscrisse

e ritirarsi in Anversa, e per ulti- ad un privilegio accordato


da quel
mo nel villaggio di Gheel nel Bir- Pontefice al monistero di s. Felicita
bante. Quivi ella per alcuni anni in Firenze. Morì tre anni dopo la
si Dio
dedicò al servizio di me- , sua elezione. Trovasi noverato tra i
nando una vita penitente e contem- Cardinali di Nicolò II sino dal iq6o.
plativa. 11 demonio però., che de- DIO, e IDDIO (Deus). Sommo
siderava averla in sua preda, sug- bene, e prima cagione del tutto
gerì ad alcuni di scoprirla, e ten- puro spirito, il quale colla sua on-
tarla, ma ella seppe vincere, e col nipotenza ha creato il cielo e la
suo eroico rifiuto procurarsi il mar- terra, che governa colla sua saviez-
tirio. Il vescovo di Cambrai raccol- za, e conserva per sua bontà ; si-

se le sue spoglie mortali, ed il dì gnore universale, e supremo gover-


i5 maggio le ripose in una cassa natore di tutte le cose; essere ne-
ricca , e sono custodite in Gheel. cessario, ed indipendente, che esiste
Morì ella nel settimo secolo. per se stesso , immateriale ed im-
DINANOGuglielmo, Cardinale. menso; eterno che non avrà mai
Guglielmo Dinano, nobile di Fran- fine, siccome non ha avuto prin-

cia di Monfort, da Martino V, cipio ; incomprensibile , illimitato ,

nell'anno i4 2 4> ottenne il ve- infinito in ogni sorta di perfezioni.


scovato di s. Malo. GÌ' inglesi Gli atei negano l'esistenza, e la realtà
mentitegli governava quella chie- di questo essere. Gli atei si distinguo-
sa , irruppero contro la città di no in due sorti, in atei pratici, ed
s. Michele vicina alla sede di lui ; in atei speculativi. L'ateo pratico è
ma il prode vescovo guerriero, po- quello, che fa mostra di non crede-
stosi alla testa del duca di Bretta- re l'esistenza di Dio, di un Essere
gna, sconfìsse nemico, e la liberò il immateriale e supremo, moderato-
dall'assedio. Fu promosso agli 8 re di tutte le cose, per poter ab-
febbraio i43o e segretamente al bandonarsi liberamente alle proprie
Cardinalato dall'anzidetto Pontefi- passioni, e senza rimorsi. L' ateo
ce, che ne diede parte a' Cardinali speculativo è quello, che non cre-
privatamente in concistoro, riser- de l'esistenza di un Essere supre-
bandosi di pubblicarlo quando gli mo, senza che questa incredulità
piacerebbe, benché sino d'allora gli sia fondata sulla corruzione del suo
assegnasse il titolo di s. Anastasia. cuore. L'ateo speculativo è o ne-.
,

DIO DIO 7 r

gativo o positivo. Negativo è quel- può dire di più proprio a darci


lo, che vive nella incredulità del- un' idea di Dio, e della sua natu-
l' esistenza di un essere supremo ra. Lungo sarebbe a parlare degli
per istupidita, o difetto di atten- attributi di Dio. Ciò appartiene ai
zione, ovvero perchè non vi ha teologi, e a' trattatisti di simili ar-
mai riflettuto ; positivo è quello gomenti; cosi della sua visione bea-
che formalmente
nega l' esistenza della scienza di Dio perfetta,
tifica,

delIEssere supremo con raziocinio ed infinita , della volontà di Dio


e riflessione. È troppo certo che unica e semplicissima. Dio in som-
vi sono degli atei pratici, cioè de- ma è il creatore , e supremo go-
gli uomini ciechi e corrotti , che vernatore dell'universo, legislatore
soffocano l'idea dell'esistenza di Dio, degli uomini, vendicatore del pec-
e la negano per non essere turbati cato, rimuneratore della virtù.
e
nei godimenti de' loro illeciti pia- Non ha che un solo Dio, ed ogni
v'

ceri, sforzandosi di persuadersi che pagina dell'antico e nuovo testamen-


nulla v' è a temere , o a sperare to lo annunzia. Tertulliano, lib. I,

dopo morte. Tale è la definizione, e. 3. p. 367 contro,Marcionem, dis-


che danno i teologi dell'esistenza se: non vi ha Dio, se non e uno;
di Dio, e dell'ateismo. Il concilio e s. Atanasio, Oratio contro, gen-
generale Iateranense IV, celebrato ies num. 38, tom. I, p. 3y, dichia-
nel 1 1 1
5 , nel decret. i definì : rò: che il credere piti dei con-
» Non vi è che un Dio solo , il duce necessariamente a non cre-
» quale sino dal principio de'tem- derne alcuno. Gli stessi pagani nel-
» pi ha fatto dal niente l'una e le necessità invocarono Dio, e non
» l'altra creatura spirituale, e cor- gli dei. Allorché Gesù Cristo pri-

» porale, e anche i demonii, che ma della sua ascensione ordinò agli


« furono da lui creati buoni, ma apostoli di predicare a tutte le na-
« divennero cattivi. Questi è il me- zioni l' adorabile ed ineffabile mi-
« desimo Dio, che ha dato a Mo- stero della santissima Trinità, e di
» se, e agli altri profeti la dottri- battezzare quelli che crederebbero
» na che in appresso
di salute, in lui, in nome del Padre , e del
» fece nascere il suo Figliuolo nel Figliuolo, e dello Spirito Santo, an-
» seno della Vergine , affinchè ci nunziò con tali divine parole an-
« mostrasse più manifestamente il che un' altra verità , cioè la più
» sentiero della vita ". semplice, e perfetta unità di Dio
A dichiarare in pochi cenni, ol- in una trinità di persone realmen-
tre a ciò che si è detto, la na- te sussistenti e distinte ; mistero su-
tura od essenza di Dio, ripete- blime, che supera infinitamente i

remo quanto Iddio stesso disse a deboli lumi della nostra ragione,
Mosè 9* Io sono quegli che sono,
: come Gesù Cristo medesimo fece
» Ego mm, qui sum, vale a dire: abbastanza conoscere in s. Matteo
« io sono quell'Essere indipenden- XI, 27, XVI, 17. Senza la fede di
» te , che solo vive e sussiste questo mistero, non possiamo in-
» necessariamente, assolutamente e tendere quello dell'incarnazione del
« per sé stesso io sono l'Essere :
Figliuolo di Dio, ne della nostra re-
» per essenza, l'Essere stesso ". Que- denzione, che è il fondamento dei-

sto è tuttociò, che brevemente si la nostra fede.


,

72 DIO DIO
Non può amar Dio senza sen-
si vernare, 3.« Elohim
e giudicare;
tirsi vivamente commossi ed accesi plurale denota Dio la trinità
in
dal desiderio di lodarlo, e celebrar- delle persone, come bara singolare
ne le sue perfezioni infinite. In que- l'unità dell'essenza. Il quarto no-

sto esercizio trova l'anima delle me è Sabaoth, che s'interpreta e-


inesprimibili delizie, e abbondante- xercituum, come spiega Aquila e :

mente prova quanto dolce è il Si- questo non è propriamente nome,


gnore a chi lo serve con fedeltà. ma cognome di Dio, onde sempre
In ebraico Dio si chiama Elo- si congiunge con nome di
altro
him. Questo nome si dà qualche Dio, dicendosi : Adonai Sabaoth :
volta nella Scrittura , non solo al Dominus virtutum vel exercituum.
vero Dio, ma anche agli angeli, ai Il quinto nome è Elion, cioè ec-
giudici, a' principi, a' falsi dei, ed celso, Gen. 14, v. 22. Di tre ma-
agl'idoli del paganesimo. Il Sar- niere è la celsitudine, e sublimità,
forma argomento della lette-
nelli che veneriamo in Dio; I. Dell'en-
ra V del tomo IV delle sue Let- te, perchè Iddio è il primo, e som-

tere ecclesiastiche, i dieci nomi di mo ente; II. Causalità, perchè Id-


Dio nella sagra Scrittura, cui ag- dio è la prima causa, da cui tutte
giunge i nomi, onde Iddio è chia- le dipendono ; III. Per-
altre cause
mato da tutte le genti. Il primo fezione,perchè Iddio è la somma,
de' nomi dati a Dio nelle sacre pa- ed infinita perfezione. Il sesto no-
gini è El, che Aquila interpreta me è E/e Ascer E/e, cioè Sum qui
fortis, ed i settanta spiegano Deus; sum, qui est misit me ad vos, Exod.
e così s'intendono i nomi dei tre 3. Il settimo è Adonai, che si spie-
arcangeli : Mi cha el3 quis ut Deus? ga Dominus. V
ottavo è IA eh' è
Gabriel, fortitudo Dei: Raphael, abbreviatura del nome ineffabile,
medicina Dei. Il secondo nome è e suona nell' Halleluia , parola
Eloha, e significa Dio, come prov- composta da Hallelu, laudate, e la,
vidente, governatore, giudice, e vin- Deum. Il nono è Saddai, e signi-
dice. Il terzo è Elohim, eh' è il fica munifico, liberale, onnipotente,
plurale del nome Eloha, benché perchè Iddio comunica sé stesso e
si adoperi anche nel singolare, co- le sue cose , non riceve, né aspetta
me nel capo I della Genesi v. I, cosa alcuna da chicchessia. Il deci-
dove si legge bara Elohim; crea- mo nome è Jehova detto nomen
vit Dii. E ciò per più cagioni : tetragrammaton , cioè di quattro
lA perchè gli ebrei danno alle co- lettere , che sono Jod, he, vàu, he.
se grandi per segno di onore il nu- Il nome Jehova si dice ineffabi-

mero plurale, come quando in la- le, avendolo gli ebrei per sagratis-

tino si dice : Nos Petrus, etc. Così simo , e sommamente venerabile


injGiob, 4o v. io, 1' elefante si come nome di Dio primario, pro-
chiama Behemot in numero plura- prio ed essenziale; e come fonda-
le, perchè grandezza del per la mento e radice di tutti gli altri
corpo, e delle forze è a guisa di nomi di Dio, perchè questo nome
molti; 2.a chiamandosi Dio col plu- significa la stessa immensa essenza,
rale Elohim si denota la moltissi- e maestà di Dio incomprensibile, e
ma, somma, ed immensa fortezza, ineffabile, da cui provengono tutte
e potenza di Dio nel creare, go- le altre cose. Perciò quando gli e-
DIO DIO 73
brei leggendo incontrano le dette Cancellieri nella lettera sulle parole
quattro lettere, non leggono Jeho- Dominus, e Domnus, ci dà le se-
va, ma Adonai. Questa parola A- guenti erudizioni.
clonai è di tre sillabe, non di quat- La denominazione di Domino fu
tro,perchè l'ultimo ai è dittongo, dapprima peculiare del solo Iddio,
e perciò si deve pronunciare A, giacché l'onnipotente, che nella sto-
do, nai3 cioè breve nella penulti- ria della creazione delle altre cose
ma, come lo pronunziano i greci. dicesi solamente Deus, dopo la crea-
Questo nome adunque tetragram- zione dell'uomo, incominciò a chia-
malori, cioè Jehova, significa l'es- marsi Dominus Deus, Gen. cap. 3,
senza di Dio ad intra, siccome A- v. 7. maestro della storia scola-
Il

donai significa la stessa per ragio- stica, 2, notò opportuna-


al cap. 1

ne delle opere ab extra. E perciò mente su queste parole Formavit :

i profeti costumarono congiungere igiturDominus Deus hominem de


questi due nomi, dicendo Adonai limo terrae. Hìc primo vocal Deum
Jehova, che s'interpreta Dominus Dominum, quia lune primo habuit
Deus, Deus, scilicet Dei in se ma- proprie servimi, scilicet laborantem.
jestas: Adonai, idest Dominus, ac Isidoro in lib. II dissert. spiegò co-
suslenlator omnium, quae creavit. sì questa distinzione: Inter Deum
Dal detto nome di quattro lettere et Dominum, ita quidem definie-
tutte le nazioni hanno appreso a runt, ut in Dei appellatone Patrem,
nominar Dio, con quattro lettere. in Domini Filium intelligant. Sa-
Gli assirii lo appellano Adad, che cra scriptura utrumque et Deum,
significa unus. I greci ©so? ; i la- et Dominum affirmat, tamen liaec
tini Deus; i persiani Syre; i ma- vocabula invicem discernunlur. Pri-
gi Orsij gli arabi Allàj i tur- mum enim nomen naturae est, per-
chi Agdij gì' indiani Zimi ; gli tinens ad amorem. Secundum po-
schiavoni Boeg, ovvero Boog dal- congruens ad timorem. De-
testatis,

la bontà; i goti Toor ; i germa- nique ex Dei vocabulo edisce, quid


ni Gott; i tartari Itga; i sarmati diligas ; ex Domini appellatione co-
Bouh, et Istuj boemi Buumj gli i gnosce, quid metuas. Varie altre
egizii Toyt, e Amun, unde Amon; cose disse a questo proposito s. Ful-
gl'italiani Iddio; gli spagnuoli Dios; genzio, Gen. cap. 2 3, v. 11. Molti
i francesi Dieu. Per altre denomi- esempi ne somministrano le sagre
nazioni di Dio, e degli dei, si può carte; ma, per tacere di altri, il pa-
consultare Nomenclator octilin-
il triarca Abramo, ibid. v. 1 5 disse :

guis, Genovae 1602, ai capi, XIV Nequaquam ila fiet, Domine mi, e
de Deo, e XV
de Diis. V. Jos. in altro luogo, Chron. spir. lib. 2
Matani, de Dei nomine juxta he- e. 23; Domine mi, audi me. Quin-
hraeos, Lucae 1767. È da notarsi, di è, che molte cose spettanti ad
che il nome Jehova è così pro- esso, o al culto diHrrr presero de-
prio di Dio, che nella Scrittura si nominazione. Gli antichi provenza-
dà a Dio solo, mentre gli altri no- li, allorché parlavano di Dio, ado-
mi, come avvertimmo in principio, peravano la vdee Dani , dicendo
si attribuiscono anche agli angeli, Damedieu, per una specie di escla-
ed agli uomini principi. In quanto mazione, e di giuramento, quindi
al nome Dio, detto Dominus, il derivarono le affermative, e le ne-
74
DIO DIO
gative Domeneddio sì, Domeneddio di favellare, la voce Dominus fos-

no, per dar maggior fon» se propria unicamente di Dio. Pe-


Molti hanno creduto, che fosse ri- rò il Quadrio, letlera de' titoli d'o-
servato al solo Dio il titolo di Do- nore, pag. c)i, dimostra, che indif-
minus, a cui giustamente diciamo ferentemente si sono adoperati i
nell'inno angelico: Tu solus Do- termini di Dominus, e di Dommis
minus; Tu solus Aldssiinusj e per senza alcuna diversità di persone,
i san li , e per gli uomini illustri benché sia sembrato al p. Zaccaria,
fu sostituita la parola Domnus, e Slor. Leti. V, pag. 2o5, che se
t.

Domna, giusta quell'antico verso promiscuamente questi due nomi si


dell' autore del grecismo : sono adoperati verso gli altri, mai
però Domnus è stato detto a Dio
Coelestem , Dominimi ; terrenum , Signore nostro, che sempre è stato
dicite Domnum. chiamato Dominus. Gli stessi gen-
tili solevano dire Dominus, e Do-

Per questo spiegando monsignor mina in luogo di Deus, e Dea. V.


Sarnelli, letlera VII, tomo IV del- Dominus e Signore. Sulla parola
le sue Leti. Eccl. il versetto Jube Doni (Fedi), da cui deriva Domnus
Donine benedicere, avverte, che il abbreviazione di Dominus, si trat-
lettore domandando la benedizione ta a quell'articolo. Deo nolus fu poi
al sacerdote ebdomadario, lo chia- detto corpo di qualche martire
il

ma Donine; perchè quando si re- anonimo, come si può vedere nel


cita privatamente l' uffizio si dice, Bollando a' 2 5 maggio.
Domine, chiedendosi la benedizione DIOCESAREA. Città episcopale
immediatamente a Dio. Quando poi dell' Asia della provincia d' Isauria
il vescovo celebra l'uffizio, e canta nel patriarcato d'Antiochia, sotto la
la lezione, dice Jube domine bene- metropoli di Seleucia, la cui ere-
dicere, ed il coro risponde Amen, zione, al dire di Commanville, ri-
non convenendo, che il superiore monta al secolo quinto. Secondo
domandi la benedizione all'inferio- alcuni fu decorata del titolo arci-
re. Se però canta il primo in coro, vescovile, al tempo di Filippo. I

perchè non è superiore, dice Jube suoi popoli, in parecchie antiche


Donine, e il secondo dice in coro medaglie, sono chiamati Kennatoi,
le parole della benedizione. E pe- giacché questa città dell' Asia mi-
rò Lattanzio c'insegna, che « solus nore si crede situata nella Rende,
» Dominus nuncupandus est qui ,
contrada della Trachiodite, nella
» habet vitae, ac necis veram, ac parte occidentale della Cilicia. Con-
» perpetuam potestatem ". Gli ab- ta Diocesarea cinque vescovi, che
bati, e monaci anticamente ricu-
i vi ebbero sede, cioè Montano, Suc-
sarono il titolo di Domini, creden- cessi^, Giovanni, Ermofilo, e Man-
do che competesse al solo Dio, e zo, come si può leggere nel p. Le
soltanto accettarono quello di Do- Quieti Oriens Christ. tomo
iiell'

mili, perchè sembra indicare una li, p. io 19, il quale nel tomo II,
certa subordinazione al supremo p. i2 3g, dice, che vi ebbero pur
Signore. Anche il Cardinal I3aro- sede due vescovi latini, Ludovico,
nio fu di parere, all'anno 4'6, e Teodorico dato in successore al

num. 23, che secondo l'antico uso precedente da Clemente VI.


-

DIO DIO 75
DIOCESAREA. Città vescovile che significa la estensione di un ve-
dell'Asia, nella seconda provincia scovato, od arcivescovato, vale a
di Palestina, nella Galilea, sotto il dire il territorio su cui si esteti
patriarcato di Gerusalemme, un de la spirituale giurisdizione, Tarn-
tempo suffraganea della metropoli ministrazione, governo eccle- e il

di Nazareth, e quindi di Scitopoli. siastico d* un vescovo o d' un ar-


Commanville dice, che Diocesarea civescovo, sebbene quelle governate
venne dichiarata sede vescovile nel dagli arcivescovi generalmente si
nono ed arcivescovato omo-
secolo, chiamino arcidiocesi, arcliidiocesi.
rario nel duodecimo;
il perchè al- Tal voce significò, al dire del Ma-
cinìi credettero aver fluito questa cri, soltanto una parrocchia sog-
dislinzione la precedente Diocesarea. getta al curato ; e siccome il Papa
Era la primaria città di Galilea, e s. Dionigio, nell'anno 261 circa,
poscia venne chiamata anche Se- fece una nuova distribuzione delle
plioris o Zippori. Fu città forte, parrocchie di Roma, assegnandole
cinta di mura, e la più munita tra con certi limiti ai preti, cosi talu-
quelle della Galilea, lontana dieci no lo credette istitutore delle dio-
miglia dal monte Tabor, e diciot- cesi per comodo de' popoli, e pel
,

to da Tiberiade.Fu presa da Va- loro vantaggio spirituale. Aggiunge


10, Erode Antipa ne fece
quindi il Macri, che siccome la diocesi fu
la capitale della Galilea. Avendo i talvolta presa per la parrocchia, co-
giudei prese le armi contro ro- i sì anche la parrocchia si prese per
mani, imperatore Costanzo vi spe-
l' diocesi. Rathland, in epist. ad Ni~
dì con un esercito Costanzo Gallo, col, scrisse : TJnusquisque episcopo-
che avea dichiarato cesare. I ri- rum habeat suae parochiae pote-
belli furono vinti, e la venne città statem. Altrettanto si legge in Si-
rovesciata verso l'anno 353; per donio Apoll. lib. 9, epist. 16; e in
altro non andò guari, che fu ri- s. Gregorio Turonese, lib. 4» cap.
stabilita. Quindi vennero esiliati i3. Più chiaramente lo disse Odo-
undici vescovi di Egitto del parti- ne abbate cliiniacense, I. 2, e. io,
to di Lece ariano, invasore della parlando dei miracoli di s. Marti-
sede di Alessandria. Abbiamo dal- no Ingresso itaque beato archiprae-
:

1' Oriens Christ. t. Ili, p. 174 3


sule Martino p rop riae parochiae fi-
che Diocesarea ebbe due vescovi, nes. Anzi alcuna volta col nome di
Marcellino fiorito nell'anno 5i8; diocesi vollero intendere alcuni scrit-
e ovvero Domenico regi-
Ciriaco tori la Chiesa universale soggetta al
strato all'anno 536. Da ciò si de- sommo Pontefice vicario di Cristo,
duce, che la sede episcopale esiste- avendo fra i suoi titoli, quello di
va nel sesto secolo, e perciò era vescovo universale. Aldelmo, par-
anteriore all' epoca accennata da landò de' vizi , si espresse così :

Commanville. Al presente Diocesa- » Quae contra catholicam ecclesiam


rea, Diocotsarien., è un titolo ve- » parochiam cum ducibus suis pro-
scovile in partibus, che vien con- » latis gregatim ingruere moliun-
ferito dalla santa Sede, sotto la me- » tur". De Virg. cap. 7. Dice il

tropoli di Cesarea di Cappadocia, Bergier, che la maggior parte dei


pari menti in partibus. critici protestanti hanno questionalo
DIOCESI (Dioecesis). Voce greca, sulla primitiva estensione della giù-
76 DIO DIO
risdizione immediata dei vescovi di ubbidivano ad un Esarca (Fedi) y
Roma ; disputa inutilissima, per non o Patriarca (fedi), e che ciascuna
dire di più. Quando da prima non provincia, cui presiedevano i me-
avessero avuto una giurisdizione co- tropolitani, si chiamò Esarchia 3
sì come dipoi Y hanno avu-
estesa, mentre quella di ciascun vescovo
ta, sarebbe stato necessario di dar- inferiore si diceva parrocchia. Sulla
gliela per conservare il centro di distinzione, che passa tra la città
unità nella Chiesa, specialmente vescovile, e la diocesi, si legga l'ar-
quando l'impero romano si divise ticolo Città (Vedi). Dal vocabolo
in molti regni. Leibnizio accordò, diocesi provenne quello di dioce-
che la dipendenza di una diocesi sano, dioecesanus, il qual nome si

da un solo vescovo, quella di mol- dà a tutti quelli, che sono soggetti


ti vescovi da un solo metropolita- ad un vescovo, ed appartengono ad
no, la subordinazione di tutti al un luogo di sua spirituale giurisdi-
sommo Pontefice, è il modello d'un zione; come anche a coloro che
perfetto governo. sono soggetti alla giurisdizione di
I territori anche per
episcopali, abbazie nullius, consideraronsi que-
testimonianza del Muratori, furono ste come altrettante diocesi. Nota il

dai greci chiamati Parochiae, o Pa- Berlendi, Delle oblazioni all'altare


reciae, e poscia Dioeceses. L'Adami p. i48, che anticamente (vale a di-
nella storia della sede vescovile di re nei primordii del cristianesimo)
Volseno t. II, p. 36, afferma pure, eravi una sola chiesa per diocesi, o
che negli antichi tempi i vescovi provincia. Ciò egli deduce dal poco
erano preposti al reggimento delle numero de' fedeli della Chiesa na-
anime di una intera parrocchia, cioè scente, e da quanto scrisse s. Igna-
nel distretto di una città signorile, zio, che nell'anno 68 successe a s.

alla quale molte castella coi terri- Evodio nella cattedra di Antiochia,
tori loro obbedivano ; mentre il no- nell' epist. ad Philadelp.j in cui os-
me , che ora si dà di diocesi , serva lo riguardo tra
scambievole
apparteneva allora unicamente a 1' ed il vescovo unum alta-
altare, :

quelle provincie, che da un patriar- re, et unus episcopus. Di modo che

ca, o da un primate erano governate, siccome in ogni diocesi, o provincia


come con voce greca dicevansi £"- eravi un solo vescovo, così non vi fu
parchiae le regioui, che stavano sog- che un solo altare, e perciò una
gette ad un metropolitano, a quella sola chiesa. Benché una tal cosa
guisa che gli Esarcati erano pre- sia stata vera nel principio del cri-

sieduti dall' esarca, eh' era superio- stianesimo, tuttavia in progresso o-


re al metropolitano, ed inferiore gni città e luogo popolato ebbe la
al patriarca, e presiedeva ad una sua chiesa, il suo vescovo, o prete,
diocesi, la quale formavasi di più trovandosi nel principio del quarto
provincie. secolo frequenti menzioni dei ve-
Avverte il Sarnelli nella lettera scovi delie città, e de' preti delle
XL del tomo IX Lete. Eccl,, che chiese delle ville a lui soggetti.

il nome di diocesi presso gli orien- Per conto dell' origine delle dio-
tali era assai più ampio che in oc- cesi, diremo che sebbene la divi-
cidente, imperocché presso di essi ab- sione della Chiesa cattolica in diver-
bracciava diverse provincie, le quali se diocesi sia un affare di discipli-
DIO DIO 77
na, sembra essere d' istituzione a- cario ecclesiastico, o primate, che
postolica. Abbiamo perciò, che l'a- giudicava in appello gli affari della

postolo s. Paolo, e. I, v. 5, pre- chiesa. V. Patriarca, Vescovo, e


scrisse al suo discepolo Tito di sta- Concilio diocesano.
bilire dei pastori nelle città dell' i- Il Muratori fa delle osservazioni
sola di Creta. Quantunque sieno erudite sulle diocesi de' vescovi, di-
indicati col nome di presbiteri, è minuite per varie cause, come dai
noto che a quei tempi cosi veni- monaci, nella dissertazione LXIV,
vano chiamati i vescovi. Questa Del vario stato delle diocesi episco-
divisione era necessaria, acciocché il pali nelle sue Dissert. sopra le an-

vescovo potesse conoscere e gover- tichità crediamo


italiane j per cui
nare il suo gregge particolare, sen- opportuno darne un sunto. Sebbe-
za che un altro lo molestasse, ed ne negli antichi tempi fossero stati
inquietasse nelle sue funzioni. È stabiliti i limiti dei Vescovati (Fe-

certo, che la divisione delle diocesi, di), pure, a seconda delle vicende
e delle provincie ecclesiastiche fu umane, non andarono esenti da
fatta in origine relativamente alla mutazioni, e nacquero tra' vescovi,
divisione, ed estensione delle pro- non meno che fra le città, contro-
vincie dell' impero romano, e della versie gravi pei confini delle dio-
giurisdizione del magistrato delle cesi, di cui si parlerà all' articolo
città principali. Questa analogia era Parrocchie [Vedi). Allorquando bol-
eguale per ogni riguardo, sebbene livano le guerre, nei tumulti che
alcune circostanze in progresso di n' erano le conseguenze, restavano
tempo dessero motivo ad un ordi- vacanti le chiese, perchè di frequen-
ne diverso. Fu l' imperatore Costan- te erano cacciati in esilio i vescovi,
tino, che nei primi anni del quar- ed allora i territori vescovili ripor-
to secolo stabilì grandi diocesi, le tavano gran danno, e rimanevano
quali comprendevano parecchie pro- esposti a non poche mutazioni, e
vincie, e parecchi governi. Allora, e ciò perchè i vescovi, o per motivi
avanti di lui, per diocesi s' intende- di carità, o d' ingrandimento, en-
va un distretto, o un paese, che travano nelle giurisdizioni altrui.
toccava ad un giudice, di maniera Talora alcun vescovo, possedendo
che una provincia comprendeva pa- qualche sua chiesa entro la diocesi
recchie diocesi. Quindi l' impero ro- del vicino, sia per averla fabbrica-
mano fu diviso in quattordici dio- ta, sia per titolo di giuspatronato,
cesi, compresa quella di Roma, e se per avventura esercitava ivi le fun-
le città suburbicarie. Queste quat- zioni episcopali, moveva col tempo lite

tordici contenevano cento


diocesi intorno ai confini del vescovato. Su
venti provincie. A ciascuna provin- di che può consultarsi il decreto di
cia era preposto un proconsole, che Graziano XVI Quaest. I. Il Mon-
faceva residenza nella capitale, o delli, Decade di eccles. dissert. nella
metropoli ; e ciascuna diocesi aveva III,§ i, tratta se i vescovi, insorta tra
un vicario dell' impero, che abitava loro questione, possano di propria
nella città principale del suo distret- loro autorità transigere su i limiti
to. L' ordine ecclesiastico fu quindi delle rispettive diocesi.
regolato sul governo civile. Ciascu- Sono passati circa undici secoli,
na diocesi ebbe in principio un vi- dacché Balsari vescovo di Lucca,
78 DIO DIO
]
- i conservare illesi i diritti della delle troppo note vicende, avvenu-
(hicsa, in occasione che Gio- te nel termine del passato secolo,
vanni, eletto avevadi Pistoja, si e nei primordii del corrente ; ma
da consagrare, oppure doveva fare maggiore n' era il numero ne'seco-
qualche funzione in una parrocchia- li precedenti. I diritti, ed autorità
le del Lucchese, 1' obbligò prima a di questi vennero meno per le vi-
ron fessa re, che quella chiesa appar- cende de' tempi, per le guerre, e
teneva alla diocesi del vescovo di per le rivoluzioni de' popoli. In
Lucca, e che quella funzione non quanto all' accrescimento della po-
doveva pregiudicare al diritto di lui. tenza de' benemeriti monaci, non
Ci furono ancora tempi, massima- che ai privilegi , ed alla giurisdi-
mente sotto il rozzo ed infelice se- zione da essi deve sa-
conseguita,
colo decimo, e alquanto dopo, nei persi quanto Anticamente
segue.
quali per qualche enorme delitto, tanto le chiese parrocchiali, che i
come scismi, uccisioni di vescovi ec. monisteri de' monaci erano soggetti
si castigava la diocesi, con appli- ai vescovi, e tale autorità in molti
carla ed unirla ad altra chiesa vi- luoghi durò anche dopo il secolo
cina,, nella guisa che i re, e gl'im- decimo, cioè sino a che dai roma-
peratori, per qualche grave misfat- ni Pontefici furono sottratti col-
to, privavano del contado le città, 1' Esenzione (Fedi), alla potestà
sottoponendole ad altro. Ma soprat- episcopale, in guiderdone di quan-
tutto è da notarsi, che dove furo- to avevano fatto in vantaggio del-
no fabbricati insigni monisteri, i li- le scienze, dell' agricoltura , e pel
miti, e la giurisdizione vescovile del- bene corporale, e spirituale de' po-
le diocesi restarono di molto dimi- poli, massime ne' tempi d' ignoran-
nuiti, a cagione dei privilegi con- za, di fazioni, e di sciagure. Non
cessi ai medesimi monisteri, non va taciuto, che nei primi secoli
che per altre cause. della Chiesa, i monaci avevano go-
Esistono ancora alcuni di tali dute non
poche chiese, o per-
monisteri, o governati dai loro ab- chè fondate da loro o perchè ,

bati, o dati in commenda ai pri- donate ad essi dai fedeli, sebbene


mari del clero secolare, ed anche vogliasi che piuttosto fossero, al di-
a qualche Cardinale. Essi godono re del medesimo Muratori, orato-
le prerogative proprie delle diocesi, rii, e cappelle, ove stavano i chie-
ed ivi come vescovi esercitano la rici, ed un priore, e talvolta un
giurisdizione sui diocesani, eccettua- abbate. Ciò non pregiudicava ai di-
ti gli ordini sagri, e il crisma, ritti dei vescovi, e neppure al gius-
fuorché nel caso di parziali con- patronato, che i godevano
secolari
cessioni della Sede apostolica, che ai sopra varie chiese. Ma per conto
rispettivi articoli sono notate. Se delle parrocchie è difficile il dichia-
però tali abbati, o abbati commen- rare in quale preciso tempo que-
datari sono insigniti del carattere ste cominciassero a distaccarsi dalla
episcopale, possono esercitare nei podestà dei vescovi, e ad essere go-
monisteri e nelle abbazie nullius dute, e possedute con pieno diritto
dioecesis, tutte le funzioni vescovi- dagli abbati, o sia dai monaci. Al-
li. Siffatti monisteri, ed abbazie cune chiese appartennero a' moni-
nullius dioecesis, erano molti prima steri quanto all'amministrazione,
DIO DIO 79
ovvero per titolo di giuspatronato. avendo sotto la loro giurisdizione
L'abbate, od il superiore del mo- due diocesi unite, e dovendo risie-
nistero, nominava il parroco, e vi dere parte dell'anno presso la catte-

metteva i chierici, restando al ve- drale di una, e parte presso la cat-

scovo diocesano il diritto di appro- tedrale dell'altra, si nominano prima


vare parroco eletto, e di conce-
il col nome della diocesi ove allora
dergli facoltà diamministrare i sa- risiedono, in tutti gli alti, come
gramenti al popolo. V. MoNAcr. nelle soscrizioni ec. Ciò fa per di-
Moltissime poi sono le abbazie, e i sposizione di Pio VII il vescovo di
monisteri di monaci, e canonici re- Belluno e Feltre, il quale quando
golari dai Pontefici secolarizzati, in- risiede in Belluno s'intitola vesco-
corporati alle mense e giurisdizioni vo di Belluno e Feltre, e quando
vescovili, e moltissime sono le fon- dimora in questa seconda città si

dazioni de' nuovi vescovati fatti nel- intitola vescovo di Feltre e Belluno.
le chiese, e giurisdizioni delle me- Del modo poi onde il Papa prov-
desime abbazie, e monisteri. Delle vede le diocesi in concistoro, com-
notizie sulla provvista delle abba- presi i monisteri, ed abbazie nul-
zie, e monisteri nullìus dioecesis 3 lius, non che dell'ordine gerarchi-

tratteremo per ultimo , ccn allre co delle medesime nel dichiararsi


cose relative. dallo stesso Papa, con altre relative
Le sedi, o diocesi si chiamano : notizie, si parla all'articolo Conci-
patriarcale residenziale, ed in par- storo (Fedi), nel volume XV del
libus infidelium j metropolitana resi- Dizionario, massime alle pagine 22 1,
denziale, e piimaziale, ambedue coi 222, 227, e seg.
loro rispettivi suffraganei parimenti Riporteremo da ultimo quanto il

residenziali ; arcivescovile residen- Parisi, nel tomo II p. 248 delle


ziale, o arcivescovile semplice, per- Istruzioni per la segreteria, pre-
chè mancante di suffragarne (Fedi) scrive per ben regolare le diocesi,
residenziali ; vescovile con li suffra- e quali offici i diocesani praticano
gane! titolari in partibus infidelium. col nuovo vescovo. Per riguardo a
Benché questi sieno titolari sempli- a questi dice, che tutti i magistrati
ci, pure vi sono parecchi che hanno delle città, e luoghi compresi nella
una parziale giurisdizione in alcuni diocesi, devono scrivere al novello
luoghi della diocesi, come si può vescovo lettera di prima che
officio,

vedere al citato articolo, con altre egli si rechi alla sua residenza, ed
analoghe nozioni. In quanto alla li- altrettanto debbono fare il capitolo
mone delle diocesi, oltre quanto si della cattedrale, gli altri capitoli, e
dice all'articolo Cattedrale (Vedi), primari del clero costituiti in di-

aggiungeremo, che delle cattedrali gnità ecclesiastiche, con lettere di


acque principales, deve intitolarsi congratulazione, ed ossequio. Pas-
prima quella che vanta più antica sando poi a dire quanto spetta al
fondazione, e così la seconda sulla buon regolamento delle diocesi, per
terza, senzache l' intitolazione dia istruzione del segretario del vesco-
niuna preeminenza sulla chiesa no- vo, dice: » Le lettere de' vescovi
minata primamente sopra le altre » versando per lo più sopra il go-
nominate in secondo, o in terzo » verno spirituale della diocesi ,

luogo. Vi sono alcuni vescovi, che » conviene che il segretario abbia


8o DIO DIO
•> continuamente per le mani il » anche a parte". V. Il Zaccaria
» Concilio di Trento, ed il Sino- Onomuttioom rituale sclcctum 3 alla
m do diocesano di Benedetto XIV ,
parola Dioecesis.
» che formano quasi tutto il dirit-
ti to canonico, con cui si governa Statistica delle diocesi di tutto
» una chiesa. Si dovrebbe accom- il mondo.
» pagnare al concilio di Trento il
» Barbosa, che ne spiega, e illu- H numero delle diocesi di ogni
m stra le cose in cui potrà cadere stato é registrato al rispettivo arti-
» dubbio, e le risoluzioni della s. colo. Così ogni chiesa patriarcale, e
« congregazione del concilio. Gli metropolitana, ha il novero delle
n atti della chiesa di Milano sono chiese che aveva, e che attualmen-
» un tesoro di tuttociò, che può te ha soggette come suffraganee;
» occorrere al buon regolamento così pure agli articoli di ogni chie-
» di una diocesi poiché contengo-
; sa episcopale, si dice a qual me-
t$ no decreti sinodali, istruzioni, e- tropoli fu soggetta, e se esiste la
« ditti, e piani per qualunque oc- sede, a quale lo sia al presente, co-
» correnza, che concerne l' interna me anche se avvi unita altra dio-
« ed esterna polizia ecclesiastica, cesi. Lo stesso si pratica intorno
» tanto riguardo alle persone, che alle chiese patriarcali, e metropoli-
n ai sagri templi. Dopo la morte tiche. Anzi qui protestiamo, che se
» del Cardinal s. Carlo Borromeo, alcuna diocesi ci è sfuggita essendo
» degnissimo arcivescovo di quel- il seguente computo fatto secondo
» T insigne metropolitana, il Cardi- i domimi ove trovansi oggidì le
» nal Federico di lui nipote, e ze- diocesi, e non a rigore secondo la
« lantissimo successore, li fece de- gerarchia ecclesiastica, ai relativi
« scrivere colla direzione, e detta- luoghi si pone tutta la diligenza
» tura di Silvio Antoniano suo se- perché sieno notate a tenore delle
n gretario, e poi Cardinale, che li antiche ed odierne erezioni, e cir-
*' compilò in due tomi in foglio. coscrizioni. Va pure avvertito, che
» Questi regolamenti, per Y officio parlando di chiese suffraganee in-
« che si spetta ad un vescovo, fu- tendiamo le chiese vescovili dipen-
« rono appresi da s. Carlo, dal ve- denti da una metropoli, non i ve-
» nerabile vescovo di Braga, Bar- scovi suffraganei di qualunque chie-
» tolommeo de Martyribus dome- sa. Ammessa la divisione del globo
» nicano, uno de' padri del concilio in cinque parti, cioè Europa, Asia,
» di Trento, il quale essendo ve- Africa, America, e Oceania, riser-
« nuto in Roma, ebbe l' incomben- bandoci a parlare in altro luogo di
»> za dal Pontefice Pio IV, d'istrui- altre diverse e moderne divisioni
»* re giovane nipote, il che fece
il geografiche, daremo qui appresso
» con queir aureo opuscolo intito- il novero delle diocesi d'ogni parte
« lato: Stimulus Pastorum, da lui del globo, e d' ogni stato, vale a
» composto per propria istruzione, dire delle sedi patriarcali, metro-
**e poi mss. comunicato a s. Car- politane , arcivescovili, e vescovi-
» lo, che ne fece la regola di sua li . Noi non computeremo i vi-
» condotta, e l'inserì tra le sue cariati, le delegazioni, e prefettu-
» opere , benché trovisi stampato re apostoliche dipendenti dalla sa-
DIO DIO 81
gra congregazione di Propaganda Sede. Le diocesi del regno lombar-
fide, siccome già registrati nel vo- do-veneto, e del regno d'Ungheria,
lume XVI pag. 248 del Diziona- sono notate secondo l' ordine alfa-
rio,ed individualmente a' loro luo- betico di questo specchio.
ghi. Così ancora va avvertito, che Baviera. Otto diocesi, divise in
a pag. 2 5 1 e seg. dello stesso vo- due arcivescovati, e in sei vescovati.
lume, demmo la nota dei patriar- Belgio. Sei diocesi, cioè un arci-
cati, arcivescovati, e vescovati di- vescovato, e cinque vescovati.
pendenti per la santa Sede dalla Francia. Ottanta diocesi, ripar-
prefata sagra congregazione. Nel se- tite in quindici arcivescovati, ed in
guente novero alfabetico non sono sessantacinque vescovati, non com-
comprese le abbazie ed i monisteri preso Algeri, di cui si parlerà alla
nidlius dioecesis, i quali per la mag- categoria Africa.
gior parte hanno articoli, poiché si Grecia regno. Quattro diocesi ,

parla di quelli e di quelle che non cioè un arcivescovato, e tre vesco-


l'hanno, nelle diocesi episcopali ove vati.

si trovano, sebbene da esse indipen- Germania, o provincie Renane.


denti. All'articolo Vescovati (Ve- Cinque diocesi, vale a dire, l'arci-
di), riporteremo le Abbazie nullius vescovato di Friburgo, e i quattro
dioecesis, che presentemente esisto- vescovati Rottemburgo, Fulda,
di
no ; all' articolo Monisteri (Fedi) , Magonza, e Limburgo.
i Monisteri nullius dioecesis che so- Annover. Due diocesi, o vescovati
no al presente; ed all'articolo Ve- esenti, Osnabruch, e Hildesheim.
scovi in partibus (Vedi), si parlerà Irlanda. Ventisette diocesi, divi-
delle Abbazie in partibus infidelium, se in quattro arcivescovati , ed in
che ora però più non si conferi- ventitre vescovati.
scono. Per ultimo qui ed in fine Isole Jonie. Due diocesi, cioè un
daremo alcuna notizia sulla prov- arcivescovato, ed un vescovato.
vista delle abbazie. Regno Lombardo-veneto. Dician-
nove diocesi, divise in un patriar-
EUROPA. cato, in un arcivescovato, e in di-
ciassette vescovati.
Stati Pontificii. Roma sede del Malta e Rodi. Due diocesi, cioè
sommo Pontefice, capo della Chiesa un arcivescovato, ed un vescovato.
cattolica, e vicario di Gesù Cristo, Modena. Quattro diocesi, vale a
con sei vescovati suburbicari , otto dire quattro vescovati, due qua-
de'
arcivescovati , diciassette vescovati li suffraganei, gli altri esenti, perchè
sufifraganei, e trentasei vescovati im- immediatamente soggetti alla santa
mediatamente soggetti alla s. Sede: Sede.
in tutto sono sessantotto diocesi. Parma. Quattro diocesi, ossia ve-
Austria. Compreso regno di il scovati esenti.
Boemia, e quello di Dalmazia, so- Polonia nell' impero Russo.Nove
no trentatre diocesi, ossia nove ar- diocesi , cioè un arcivescovato ed ,

civescovati, e ventiquattro vescova- otto vescovati.


ti suffragatici, compreso Supraslia Portogallo. Ventuna diocesi, vale
nella Prussia orientale, che però è a dire un patriarcato, tre arcive-
immediatamente soggetta alla santa scovati, e diciassette vescovati.
vor. xx
,

«2 DIO DIO
Indie, occidentali. Un patriarcato taotto divise in quattro patriarcati,
lenza sede. in centuno arcivescovati, in sei ve-
Prussia. Otto diocesi , cioè due scovati suburbicari, chesono imme-
arcivescovati, e sei vescovati. Bre- diatamente soggetti alla sede Apo-
slavia, e Warmia sono soggette al- stolica, e in quattrocento sessan la-
la santa Sede. sette vescovati, settantatre de'quali
Russia. Sette diocesi, vale a di- sono immediatamente soggetti alla
re due arcivescovati , e cinque ve- santa Sede, e perciò chiamali e-
scovati. senti.
Stati del ve di Sardegna. Qua-
rantuna diocesi, divise in sette ar- ASIA.
civescovati, trentatre vescovati suf-
fraganei, e nel vescovato di Luni- A sia occidentale, rito latino.
Sarzana e Brugnato uniti, esente e Cinque diocesi, cioèSmirne arcive-
immediata niente soggetto alla santa scovato, e Scio, Famagosta, Babi-
Sede. lonia, ed Ispahan vescovati.
Regno delle due Sicilie. Cento- Patriarcato di Antiochia de' Ma-
due diocesi, divise in ventidue ar- roniti. Dieci diocesi, compresi sette

civescovati, in sessantadue vescovati arcivescovati, e due vescovati. Gli


suffragane*!, e in dieciotto esenti co- arcivescovati sono A leppo, Tripoli
me immediatamente soggetti alla di Siria, Eopoli, Cipro, Damasco,
sede Apostolica. Beiruth, Sidone, e Gerusalemme
Spagna. Sessantuna diocesi, divi- uniti ; i vescovati sono Eden, e Gi-
se in otto arcivescovati, in cin- bail e Potri uniti.
quantuno vescovati suffraganei, e in Patriarcato di Antiochia de Siri.
due vescovati esenti, Leon, ed O- compreso l'arcivescovato
Sei diocesi,
viedo. di Gerusalemme, e i vescovati di
Confederazione Svizzera. Quattro Nabeck, Homs o Emesa, Mossul in
diocesi , cioè altrettanti vescovati Mesopotamia, e Mardin.
immediatamente soggetti alla santa Patriarcato Antiocheno de'Gre-
Sede. ci-Melchiti. Dodici diocesi, cioè sei

Toscana. Ventidue diocesi divise arcivescovati, e cinque vescovati, ol-


in quattro arcivescovati, in undici tre il patriarcato. Gli arcivescovati
vescovati suffraganei, e in sette ve- sono: Aleppo, Tiro, Bosra, o Aou-
immedia-
scovati esenti, e soggetti ran, Diarbekir, Seyde, e Beyrutk;
tamente alla santa Sede. i vescovati sono: s. Giovanni d'A-
Turchia Europea. Dieci diocesi, cri, Furzole, Balbeck, Tripoli di
vale a dire cinque arcivescovati, ed Soria, ed Homs o Emesa.
altrettanti vescovati, non compi Patriarcato Armeno cattolico di
quello di Belgrado nella Servia Cilicia. Cinque diocesi, compresi
Miffraganeo di Antivari uno de' det- due arcivescovati, cioè Aleppo, e
ti arcivescovati. Mardin, ed i vescovati di Adana,
Ungheria. Ventisette diocesi ri- e Tockat.
J
partite in tre arcivescovati e in Patriarcato di Babilonia de Cal-
ventiquattro vescovati. dei. Dieci diocesi, compresi quattro i

Le suddette diocesi di Europa arcivescovati di Diarbeckir, Geizra,


sono in tutto cinquecento setlau- Mossul, e Aderbijan, ed i cinque
DIO DIO 83
vescovati diMardin, Seered, Ama- Brasile. Un arcivescovato, e sette
lia unita a Makai e Zachro, Sai- vescovati suffraganei.
mas, e Rarkuc. Repubblica di Venezuela. Tre
India. Due diocesi, cioè l'arci- diocesi vescovili.
vescovato di Goa, e il vescovato di Repubblica del Perii, o del bas-
Meliapor, o s. Tommaso. so Perù. Un arcivescovato, e quat-
Cina. Tre diocesi, cioè i vescova- tro arcivescovati.
ti di Peckino, Nankino, e Macao. Repubblica di Bolivia, o alto Pe-
Le suddette diocesi di Asia sono rii. Un arcivescovato, e due vesco-
in tutte cinquantatre, divise in cin- vati.

que patriarcati, in ventidue arcive- Repubblica del Chiù. Un arcive-


scovati, e in ventisei vescovati. In scovato, e quattro vescovati.
oltre vi sono quelli di Caceres, Repubblica di Paraguai. Un ve-
Coccino, Malacca, Manila, Nome di scovato.
Gesù, Segovia ec, dei quali parle- Confederazione del rio della Pia-
remo per ultimo. ta. Quattro vescovati.
Le suddette diocesi sono in tut-
AFRICA. to ottanta, divise in otto arcive-
scovati, e in settantadue vescovati.
Sette diocesi, cioè il vescovato
di Algeri suffraganeo di Aix, Tan- OCEANIA.
ger, Ceuta, Angola, s. Tommaso
nell'isola del medesimo nome, e s. Oceania occidentale 3 ossia Ma-
Giacomo di Capo-verde. Più i quat- lesia. Alcuni geografi sotto questa
tro vescovati di Angra, s. Cristo- categoria noverano le isole Filippi-
foro e Funclial. In tutto sono un- ne, con Manila capitale ed arcive-
dici diocesi. scovato, Zebù o Nome di Gesù,
Caceres, e Segovia diocesi suffraga -
AMERICA. nee. Dello stato ecclesiastico della
Oceania orientale ossia Polinesia,
America settentrionale. Quebec come di tutti i luogbi non memo-
arcivescovato., con cinque vescovati rati, si tratta a' rispettivi articoli.
suffraganei, nei possedimenti inglesi. Oceania centrale ossia Austra-
Stati Uniti. Baltimore arcivesco- lia. L'arcivescovato di Sidney, coi
vato, con sedici vescovati. vescovati suffraganei di Hobartown
Messico. Arcivescovato, con dieci nell' isola di Van-Diemen, e di A-
vescovati suffraganei. delaide nell'Australia meridionale.
Neil' isola di Cuba. Tre diocesi,
l' arcivescovato di Cuba, Avana, e Notizie sulla provvista delle abbazie
Portorico vescovati. e monisteri nullìus dìoecesis.
America centrale. Arcivescovato,
e quattro vescovati. Sonovi tre sorte di abbazie, cioè
America settentrionale, o stati u- abbazie nullius concistoriale, che si

niti del sud. Otto diocesi, cioè cin- propone abbazia con-
in concistoro ;

que nella repubblica della nuova c'istoriale j ed abbazia titolare sem-


Granata, e tre in quella dell'E- plice; la maggior parte di dette ab-
quatore. bazie essendo di nomina sovrana,
84 DIO DIO
ii principe suole scrivere una lette- ricsrhi ultimi commendatarii apnd
ra al Papa forma di nomina,
in sedem apostolicam defuncti ad no*
perchè venga canonicamente eletto minaùoncm regis Sardiniac, itti Sa-
quello che ha designato abbate. baudìae ducis, commendatimi Joan-
Per la prima si deve fare tuttociò ni Guilloelmy Cassini presbitero:
che si pratica colle proposizioni in fnict. i4oo circ. scut. m. r.

concistoro per un qualche vescova- Le spese poi delle bolle tanto


to. Questa abbazia chiamasi Nul- delle prime abbazie che delle se-
ìius dioecesis con giurisdizione di- conde, e delle terze, vengono ba-
strettuale, come per esempio, una sate sulla tassa de' fiorini, che tro-
è quella di s. Maria di Coramajo vasi segnata nei libri di camera, e
diocesi di Torino, tassata nei libri può ottenersi qualche benigna mi-
di camera a fiorini cento, e di frut- norazione, minore o maggiore a
tato quattordici mila scudi di ilio- seconda del maggiore, o minore
nota romana. La seconda specie di fruttato. Tutti gli abbati nomina-
abbazie che diconsi concistoriali so- ti debbono fare la professione di
no quelle che trovansi tassate nei fede, formalmente prescritta da Pio
libri di camera, e la loro tassa IV con sua bolla dell'anno i564,
è a fiorini e non a ducati come i e si spedisce a tale effetto una
benefizi e le abbazie semplici. L'ab- bolla appositamente . Questo è
bate di questa abbazia ha la sola quanto può dirsi sulle provviste ab-
giurisdizione locale, e l' uso della baziali, che sono considerate altret-
mitra senza code, nei soli pontificali tante diocesi per la giurisdizione
fissati dalle apostoliche costituzioni. ordinaria ed episcopale, cui eserci-
Gli abbati poi sì della prima, che tano gli abbati, con quelle partico-
della seconda specie di abbazie, de- larità di estensioni e restrizioni di
vono ricevere la benedizione, in ve- facoltà, secondo ed i luo-
i privilegi,

ce della consagrazione propria dei ghi di ognuna. Per darne un e-


vescovi. La terza specie di abbazie sempio parleremo da ultimo della
sono di solo titolo abbaziale senza abbazia di Melazzo nel regno delle
giurisdizione alcuna straordinaria; due Sicilie, ove si rileveranno ana-
a queste si provede colla sola let- loghe nozioni.
tera di nomina, se non sono di li- L' abbazia di santa Lucia di Me-
bera collazione della santa Sede, la lazzo Nullius dioecesis, provinciae
quale si presenta solamente alla Messanen. 3 è situata tra le > città

dataria apostolica, per ottenerne il di Messina, e di Patti, ed è di regio


rescritto di autorizzazione a spedir- patronato. La chiesa dell' abbazia è
ne le apostoliche bolle. Talvolta decorata del titolo di cattedrale.
questo titolo abbaziale è annesso a L' abbate gode Y uso degli abiti ve-
qualche pingue beneficio ecclesiasti- scovili, e prelatizi more episcopo-

co, come è quello di s. Michele rum, nella celebrazione della messa


della chiesa B. Mariae V. de Ca- bassa, e solenne, ed in tutte le altre
ra mania ordinis s. Benedirti Nul- funzioni. Questa abbazia non ap-
lius seu Taurinen. dioecesis tax. partiene ad alcun Ordine regolare,
fior, ioo (come si legge ne' registri ma ab antiquo ebbe il titolo di
concistoriali) 174.1 die 2 3 septem- cappellania, quindi di priorato, ed
brìs, vacans per obilum Philiberti era cappellano maggiore quegli che
DIO DIO 85
godeva il regno di Sici-
titolo del 278, 279, che registra per vescovi
lia, come lo è quello che al pre- Basso, il quale intervenne al con-
sente gode l' abbazia ; la cui annua cilio di Sardica, Massimo, Paolo,
rendita è di mille duecento scudi Nemesio, Giovanni I, e Giovanni
romani Talvolta l'abbate di
circa. II, che si recò al concilio di Ser-
questa abbazia, come fu praticato via celebrato nel pontificato d' In-
con altre, fu insignito della dignità nocenzo IV.
ad
vescovile in partibus infidelium, Nell'anno 1 199, in questa città
due Sicilie. Co-
istanza del re delle si convocò un concilio, nel quale
si fece Clemente XIII con Scipio- fu esaminata la causa di un vesco-
ne Arduino abbate della medesima vo incolpato di aver commesso un
abbazia di s. Lucia, il quale, nel omicidio. Mansi, t. II, pag. 7791,
concistoro segreto de' 1 9 dicembre Regia t. XXVIII, Labbé t. XI, Ar-
1768, venne promosso alla chiesa duino t. VI, e Lenglet, il quale
vescovile di Zenopoli nelle parti dice essere Dioclea di Dalmazia. Il
degl'infedeli. Dipoi altri abbati del- Rinaldi all'anno 1 199, num. 58,
l' istessa abbazia ebbero eguale o- parla di Dioclea, e dei diodi con-
nore. Pio VI fece vescovo di Ane- giunti da Innocenzo III alla Chiesa
muria 1' abbate Carlo di s. Colom- romana, col terminare le vertenze
ba nel 1786, e Pio VII fece ve- insorte.
scovo di Antinoe l' abbate Giaco- DIOCLEA o DIOCLE, seu Dio-
mo Caccia nel 18 ig. clia. Sede vescovile dell'Asia, nella
DIOCLEA. Città vescovile della Frigia Pacaziana, sotto la metropoli
Illiria Dalmazia, secondo To-
nella di Laodicea, di cui fanno menzione
lomeo che la chiamò Doclea. Era la gli atti del concilio di Calcedonia.
capitale de' Docleati, il cui cantone Al dire di Com man ville, l'erezione
poscia venne chiamato cantone di di questa sede risale al nono secolo.
Zenta. Siccome fu la patria dell'im- Nel tomo I, p. 824, dell' Oriens
peratore Diocleziano, ne prese il Chrìslianus, si legge che vi furono
nome, per lo che talvolta si confu- vescovi, Costantino, il quale interven-
se con Dioclezianopoli. Commanvil- ne al concilio Efesino, ed Evandro,
le dice, che appartenne al nuovo che fu a quello di Calcedonia. Al pre-
Epiro, all' esarcato di Dacia, alla sente Dioclea, Dioclen., è titolo in
provincia di Antivari ; che nel quin- partibus 3 che si conferisce dai sommi
to, o sesto secolo, i greci vi fonda- Pontefici, sotto la metropoli di Lao-
rono un vescovato ; che nell' ottavo dicea parimenti in partibus infide-
si eresse in metropoli, ma eh' es- lium.
sendosi il suo prelato rifugiato in DIOCLEZIANOPOLI. Sede ve-
A n ti va ri verso la fine del nono se- scovile dell' Asia, nella prima pro-
colo, il Pontefice Alessandro lì, nel vincia di Palestina, sotto il patriar-
1062, trasferì a questa ultima sede cato di Gerusalemme, suffraganea
i diritti metropolitani ; il perchè della metropoli di Cesarea di Pa-
1' arcivescovo di Antivari per lungo lestina. Situata tra Gerusalemme
tempo portò anche il titolo di Dio- ed Ebron, la sede fu fondata nel
elea,o Diodia seu Dodici. Altre quinto secolo, quindi nel decimose-
notizie si possono leggere nel p. condo divenne arcivescovato onora-
Le Quien, Oriens Christ. t. II, p. rio. L' Oriens Christ. tomo III, p.
DIO DIO
<»!<>, riporto tre vescovi, Eliseo, %* circal'anno 655# Il vivo amore
più-Ito, ed Elia; il primo fio- poro che nutriva per la perfezione,
rì nel quarto secolo. Al presente lo fece risolvere di rinunziare alla
Dioclezianopoli Dìoclezianopolitan., cura aflida tagli per darsi alla vita
è un titolo vescovile in partibus, contemplativa. Recatosi pertanto in
sotto il patriarcato Gerosolimitano Alsazia, si ritirò nella foresta di
pure in che conferisce la
parlibiis, Hauguenau, ove strinse amicizia con
santa Sede. Per morte del vescovo s. Arbogaste. Ma essendo questi e-
Michele Giuseppe de Pidoil, Leone letto vescovo di Strasburgo, Dioda-
XII nel concistoro de' 3 luglio 1826, to si condusse nell' isola di Eber-
conferì questa dignità a monsignor stein, ove vari solitari sino dall'an-
Francesco Spolverini, suffraganeo no 661 avevansi costrutto un ro-
del vescovato suburbicario di Sabi- mitorio, e vivevano in comunità.
na. Quindi vacato per morte di Fu qui, eh' egli si fece conoscere
lui, regnante Pontefice, nel con-
il per grande anacoreta, e molti se-
cistoro del primo febbraio i836, guendo il suo esempio, si ascrissero
ne dichiarò vescovo monsignor Gio- alla sequela di lui, si sottomisero al
vanni Michele Leonhard, già vesco- suo governo, e divennero imitatori
vo di Alalia, egualmente in parti- delle virtù di lui. Coli' assistenza di
bus, e poi di s. Ippolito nel!' Au- Childerico II, re di Austrasia, fab-
stria inferiore, ed inoltre Io nomi- bricò un tempio in onore dei ss.
nò vicario apostolico delle milizie Pietro e Paolo ; e da questo ebbe
dell'imperatore d'Austria. origine la badia di Ebersmunter
DIOCLEZIANOPOLI. Sede ve- nella diocesi di Strasburgo. L'afflu-
scovile della provincia di Tracia enza de' concorrenti, inquietando lo
nell' esarcato del suo nome, sotto la spirito di ritiratezza del santo uo-
metropoli di Filippopoli, che Com- mo, lo determinò a cercare la per-
ìnanville dice istituita nel quinto duta sua quiete in altra situazione
Sembra, che ripeta il suo
secolo. più solitaria. Vari furono i luoghi
nome da Diocleziano imperatore. Il da lui percorsi per soddisfare alle
p. Le Quien, Oriens Christ. t. I, ardenti sue brame, e da per tutto
p. 1192, riporta che Ciriaco, Epi- ove egli si moveva, la fama di sua
tetto, ed Elia suoi vescovi, vi eb- santità induceva molti ad imitarlo,
bero sede. per la qual cosa egli era nella ne-
DIOCLEZIANOPOLI, o DIO- cessità di cangiare spesso di posizio-
CLETIANA. Città episcopale della ne. Neil' anno 669 edificò un altro
Dardania nell' esarcato di Tracia, monistero, nella valle di Die, ed
iiell' Illiria orientale , secondo gli in questo rinchiuse molti suoi di-
atti del concilio di Calcedonia. Com- scepoli. Sul termine della sua vita
manville la dice eretta nel quinto ritirossi nella sua cella, dalla quale
secolo, sotto la metropoli di Pri- governava i suoicompagni con som-
stina. ma vigilanza. Morì santamente il dì
DIODATO (s.), vescovo di Lan- 19 giugno 679 tra le braccia di s.

gres, trasse i natali da illustre fa- Idolfo. Poco lungi dal monistero da
miglia della Francia occidentale, e lui eretto si è formata la città di
per l'egregie virtù, ond'era ador- s. Die, che da lui ritrasse il nome.
no > fu eietto vescovo di Nivers DIODATO, DEODATO,o DEUS-
,

DIO DIO 87
DEDIT. V. Adeodato I, Papa LXX, guari per altro, che, essendo forni-
e Adeodato li, Papa LXXIX. to di acuto ingegno, conobbe la
DIOGRAZIA (s.). Dopoché Gen- follia del suo cullo, e compreso dal-
serico re dei vandali nell'anno 4^9 la sublimità delle lettere di s. Pao-
ebbe presa Cartagine, si adoprò su- Io, risolvette di abbracciare la re-
bito ad infierire contro i cattolici, ligione del Crocifisso. Ne contenta
per proteggere l'arianismo, di cui di ciò, si diede con tutto 1* impe-
si era dichiarato protettore. I primi, gno a ricopiare in sé stesso l'iato
ch'ebbero a sentire i tristi effetti magine del divin Maestro, e dis-
della sua crudeltà, furono il vesco- prezzati tuttii vantaggi che gli po-

vo di quella città per nome Quod tevano derivare dalla nascita, e dal
vitlt Deus, ed un gran numero dei merito, si fece discepolo di Orige-
suoi chierici. Esiliati questi non so- ne. I suoi progressi nello studio
lo, ma esposti altresì al pericolo di furono così grandi, che ben presto
naufragare, furono imbarcati sopra fa innalzato al sacerdozio , e dopo
un vascello sdruscito Prov- ; ma la poco tempo venne scelto a mae-
videnza li volle salvi, ed approda- stro, e quindi a vescovo di Ales-
rono felicemente in Napoli. Per quat- sandria nell'anno 248. Non appe-
tro anni rimase vedova la sede di na egli fu insignito di questa di-
Cartagine , dopo i quali ebbero i gnità, che sollevossi una fiera per-
cattolici la libertà di scegliersi un secuzione contro per o* i cristiani,
nuovo vescovo, e questo fu appun- pera di Decio. Il santo vescovo
to il santo prete Diograzia. Scorsi nulla lasciò intentato per prepara-
appena due anni, Genserico diede re al combattimento i fedeli alla
il sacco a Roma, e condusse seco sua cura commessi ; ma non potè
in Africa molti schiavi d' Italia, di continuare a lungo in quest'opera,
Sardegna, e di Corsica. Il santo ve- perché i suoi persecutori lo pre-
scovo impietosito vendette quanto sero, e Io condussero alla piccola
tcnea di prezioso e di proprio , e città di Taposiri. Liberato però dal-
persino i vasi d' oro e d' argento le mani di costoro da alcuni suoi
che servivano al ministero dell'ai- paesani, un deserto dei-
si ritirò in
tare, affine di riscattare quegl'in- la provincia Marmorica nella Li-
felici, e provvederli di alloggio, e bia, ove si trattenne fino verso la
di alimento. Quantunque oppresso metà del 2.5 ì, in cui ebbe fine la
dall' età, non mancava ogni giorno persecuzione. In questo intervallo
di visitare i suoi infermi, e conso- di tempo, il santo prelato non di-
larli; sfinito però dalle fatiche, san- metilico suo gregge, al quale
il

tamente morì nell'anno 4^7* L'an- spediva del continuo de' preti per
ticocalendario di Cartagine pone- consolarlo e delle lettere per con-
,

va la sua festa a' 5 gennaio , ma fermarlo nella fede. Ritornato alla


nel romano è assegnata a' 22 di propria sede, volle, che si conce-
marzo, desse la comunione a tutti quelli,
DIONIGI (s.), vescovo di Ales- che la domandavano al punto del-
sandria. Si crede, che abbia sorti- la morte, e così adoperò per op-
to la culla in Alessandria da rie- porsi alla falsa dottrina di Nova-^
chi genitori, ma avvolti nelle te- ziano , il quale negava alla Chiesa
nebre del paganesimo. Non andò il potere di rimettere alcuni pcc-
,

88 DIO DIO
cati. Inoltre confutò i due libri ti, rimane soltanto qual-
dei quali ci

lìdie promesse, scritti da Nepote, che frammento.


infetto dell' errore de' millenari ; e DIONIGI Dormiente (s.) V. Dor-
convinse Coracione non che i suoi
, mienti (i sette ss).
seguaci , caduti nella medesima e- DIONIGI soprannomato il piccio-
resia. lo, perchè di tale statura, era mona-
Animato dallo spirito di carità, co ed abbate, scita di nazione, ma
sovvenne al suo gregge con ogni domiciliato in Roma. Con tale per-
maniera di soccorsi allorché fu col- fezione possedeva la lingua greca e
to dalla peste, che menò orrende latina, che traduceva egualmente
stragi. S' interpose presso il Papa leggendo il greco in latino, ed il
Stefano, affinchè sospendesse la mi- latino in greco. Fece molte versio-
naccia della scomunica fatta agli a- ni di libri greci. Tradusse il codice
fricani, i quali voleano ribattezzare de' canoni ecclesiastici, di cui v'avea
gli eretici ; e fece altre cose di som- già un'antica versione, ma oltre-
mo vantaggio pe' suoi fedeli. Ma modo oscura. Fu così bene accolta
una nuova persecuzione insorse nel quest' opera , che dopo alcuni an-
257 sotto Valeriano. Il prefetto di ni si diede a fare la raccolta di tutte
Egitto, Emiliano, fece pigliare s. le lettere decretali de' Papi, che po-
Dionigi, col prete Massimo, coi dia- tè ritrovare come si disse a que-
,

coni Fausto, Eusebio, e Querimo- gli Questa raccolta contie-


articoli.

ne, e con Marcello, e dopo averli ne le lettere di otto santi Ponte-


indarno eccitati ad adorare gl'ido- fici , Si ri ciò Innocenzo I Zosimo
, ,

li, li bandì a Refron nella Libia. Bonifacio I, Celestino I, Leone


L'esilio durò due anni, nel qual I , Gelasio I , Anastasio I. Dionigi
tempo s. Dionigi convertì molti pa- era anche eruditissimo nell' aritme-
gani, e scrisse due lettere pasquali tica, nella dialettica, e nell'astrono-
al suo popolo, con cui potè avere mia. Viene riconosciuto come au-
delle corrispondenze dopoché ven- tore del calcolo degli anni dopo la
ne trasferito a Colluzione nella Ma- Incarnazione di Gesù Cristo, del
reotide. Ridonata poi la pace alla quale ci serviamo al presente, co-
Chiesa, il santo pastore fece ritor- me riportammo all' articolo Era
no in Alessandria, dove lo atten- (Vedi), parlando dell' Era cristia-
devano altri affanni per una solle- na, ove citansi gli articoli , in cui
vazione del popolo, e per le eresie, si parlò di questo grand'uomo.,Avea
che turbarono in quel tempo la così bene studiata la sacra Scrittu-
Chiesa. Poco prima della sua mor- ra,che rispondea a qualsiasi diman-
te, difese la divinità di Gesù Cri- da, la quale d'improvviso veniagli
sto contro Paolo di Sa m osata. Da fatta. Dionigi tradusse anche la
ultimo terminò i suoi giorni verso lettera di Proclo Costantinopolita-
la fine dell'anno 265, dopo dicias- no agli armeni, per autorizzare que-
sette anni di vescovato. La sua sta proposizione : Uno della Tri-
memoria, al dire di s. Epifanio, si nità ha patito _,
ed aveavi aggiunta
conservò in Alessandria per una una prefazione per mostrare l' uti-
chiesa, che venne intitolata del suo lità di tale espressione contro i ne-
nome, e più ancora per le sue emi- storiani. La vita sua era pura e
nenti virtù, e pegli scritti eccellen- mortificata, ed a grande dottrina
DIO DIO 89
sapea congiungere profonda
la piti » to anzi nuova forza ed estensio-
umiltà. Ignorasi l'anno della sua w ne che non pure si prende cu-
:

morte. >» ra egli di distribuire le limosine


DIONIGI Richei, così chiamato « destinate a sollievo de' fedeli, ma
dal luogo in cui nacque nella dio- » consola eziandio quelli, che van-
cesi di Liegi, è noto sotto il nome » no a Roma Abbiamo letto
di Dionigi Carlusìano, per avere *» la vostra lettera, e la leggeremo
abbracciato quell'Ordine, a cui die- t» mai sempre, come altresì quella
de lustro colla sua dottrina, e colla » che ci ebbe scritto Clemente; e
santità della sua vita. Morì nell'an- » nel leggerla non saremo privi di
1471 d'anni sessantanove. A due >» precetti assai salutari Io
classi riducoqsi le molte opere cui m scrissi alquante lettere ad istanza
ci lasciò questo scrittore; le prime » de' nostri fratelli ; ma vennero
sono dogmatiche, disciplinari le al- fi falsificate dai ministri del demo-
tre. m nio, i quali vi hanno fatto dei
DIONIGI, o DIONIGIO (s.), ve- » tagli e delle aggiunte .... Non
scovo di Corinto. Nel II secolo, e sotto » dobbiamo punto maravigliarci, che
il regno di Marc'Aurelio, sedeva sul- n il testo della santa Scrittura sia
la sede di Corinto il santo vescovo » stato da falsarii corrotto, se non
Dionigio, venerato e da tutti am- * l'hanno perdonata ad opere di
mirato per le sue virtù, e grande » troppo minore autorità". Instan-
eloquenza. Indefessa sua cura era cabile e franco nel combattere le
T istruire il popolo nelle verità del- eresie di que' tempi, difendeva ge-
la nostra santa religione, colla voce losamente il deposito della fede, e
parlando ai vicini, e cogli scritti ai metteva in guardia il suo gregge
lontani. Animato da apostolico ze- dalle insidie de' filosofi pagani. I gre-
lo , diresse a diverse chiese alcu- ci loonorano qual martire, avendo
ne lettere, delle quali pochi fram- molto sofferto per la religione i :

menti ci è dato di raccogliere nella latini però lo venerano come con-

storia ecclesiastica di Eusebio. In fessore e ricordano la sua festa il dì


una di queste lettere scritta ai fe- 8 aprile.
deli di Roma, in cui venivano rin- DIONIGIO ,o Dionisio, ovvero
graziati -
per le limosine ricevute, S. Denys ( Catolacum ). Città di
così eglisi esprime » Fin dal co- : Francia dell'isola del suo nome,
>»minciamento del cristianesimo, nel dipartimento della Senna, capo
« voi siete sempre stati accostumati luogo di circondario, e di cantone,
» di recare ogni maniera di soc- nella diocesi di Parigi , e due le-

m corsi a' fedeli, e di sovvenire ai ghe da quella gran città. S. De-


» bisogni di molte chiese. Voi ave- nys, Dionysiopolis _, o Fanum s.

« te provveduto, colla vostra lar- Dionysii _,


giace in riva al piccolo
« ghezza, al sostentamento de' po- fiume Croule, che in vicinanza si
» veri, e di que' fratelli, che tra- congiunge col Senna, e del canale
» vagliavano alle mine; nel che vi del suo nome. È situata in una
*» siete mostrati seguaci de' vostri pianura fertile ed amena ; vi risiede
» maggiori. 11 b. Sotero, vostro ve- il tribunale di prima istanza, ed av-
» scovo, lungi dall' impedire questo vi la conservazione delle ipoteche ; è
» conanendevol costume, vi ha da- molto bene fabbricata, ha belle ca-
, ,

fé DIO DIO
scrme, un ospizio por la mendicità, o Elidete Clemente , e finalmente
un piccolo teatro, una pubblica bi- fu compita nel 1281 sotto Filippo
blioteca, ed una casa reale o conser- III, e l'abbate Mattia de Vendo-
vatorio di educazione per cinquecen- me. Questo abbate, che altri chia-
to donzelle, figlie dei membri del- mano Matteo, fu fatto insieme a
la legione di onore. Questo stabi- Simone sire di Nesle, reggente del
limento occupa gli edilìzi della ce- regno nel 1270, durante l'assenza
lebre abbazia de' benedettini della di s. Luigi IX partito nuovamente
congregazione di Mauro, monu- s. dalla Francia per la crociata. Edi-
mento della pietà del re Dagober- ficata in forma di gran croce, è di-
to I, ed eretto verso l'anno 6i3, o visa la detta chiesa in tre parti
piìi tardi, come dicono altri, presso ed è reputata uno de' più bei mo-
la famosa chiesa reale, la cui origine numenti di gotica architettura. Ora
risale nel declinar del III secolo, o è coperta di piombo, giacche ver-
come meglio si dirà in ap-
più tardi, so l'anno 656 Clodoveo II l'aveva
presso.Questa chiesa venne consa- fatta ricuoprire d'argento, metallo
crata per quanto dicesi nell' anno che fu poi convertito in moneta.
636. Pipino la ingrandì ed abbellì, Fu celebre questa chiesa anche
ed in essa, egli ed i suoi figli Car- per essere stata il deposito sepol-
lo Magno , e Carlomano furono , crale de' re di Francia, e della fa-
consagrati re dal Pontefice Stefano miglia reale. Dagoberto I fu il pri-
Il detto III a' 20 luglio dell'anno mo quivi seppellito, e poscia vi ebbero
7>4- Questo Papa consagrò nuo- tomba molti altri de'suoi posteri. Di-

vamente la chiesa, che Carlo Ma- venne il luogo ordinario della sepol-
gno poi compì con ulterior magni- tura de' re sotto la stirpe dei Capeti,
ficenza nel febbraio dell'anno 775; che quasi tutti vi furono sotterrati.

verso il fine del qual mese fu di Perciò racchiudeva magnifici mauso-


nuovo consagrata alla sua presenza. lei di ogni sorte, de' quali reputatisi i

Poscia venne visitata da altri Pon- più nobili quelli di Luigi XII, e di
tefici, eda Innocenzo II nel ii3i. sua moglie, di Francesco I, e di sua

31 re Luigi VII considerando che famiglia, di Enrico II, di sua mo-


fosse piccola per contenere coloro, i glie, e de' suoi figli ec. Vedevansi
quali da tutte le parti del mondo inoltre stupendi sepolcri di alcuni
recavansi a venerarla nei giorni uomini illustri, le cui preclare ge-
delle primarie solennità, per l'ab- ste avevano meritato tal reale fa-
bate della medesima, il celebre Su- vore. Ammiravansi perciò i sontuo-
gero suo primo ministro, e reggen* si depositi sepolcrali di Bertrando
te del regno, la fece restaurare, ed du Gueselin, di Luigi di Sancerre,
abbellire non che consagrare una del visconte di Turenna , e di al-
terza volta come dicono alcuni
, tri ancora. Presso al coro avvi la
mentre dovrebbesi forse dire la quar- sala che conduceva al così detto
ta, cioè nel mese di giugno 1 1 44> tesoro, da alcuni stimato forse il
alla presenza dello stesso Luigi VII. più ricco della cristianità. Oltre un
Dipoi la chiesa andò rifabbricata gran numero di reliquie, e di al-
nel i23i, ciò che fecero il re s. Lo- tri oggetti preziosi, vedevansi vasi
dovico IX, e la regina Bianca sua d' oro, e d'argento di superbo la-
madre a mezzo dell'abbate Odone, voro , libri coperti d' oro , ed or-
, ,

DIO DIO 91
nati di gemme , molte corone ric- ma va Catolacum, o Catlulìacum.
chissime, la spada reale, Io scettro Una dama, di nome Catulla, aven-
d'oro, la mano di giustizia, e tutte do fatto portare via il corpo di s.
le insegne, ed abiti reali inservienti Dionigio, vescovo ed apostolo della
alla coronazione dei re di Francia. Francia, e quelli di s. Rustico , e
Eravi ancora una gran croce gioiel- di s. Eleutero, dopo mar- il loro
lata, la corona, e la spada di Car- tirio, li seppellì in un campo e ,

lo Magno, quella della celebre Pul- segnò qualche tempo dopo il luo-
cella d' Orleans. Ivi ancora e pres- go della loro sepoltura con una
so il sepolcro del santo custodi vasi tomba che fece elevare, e sulla
il tanto rinomato stendardo detto quale i cristiani edificarono poi una
r Orìfiamma di colore rosso che , cappella, in riconoscenza dei mi-
i re di Francia nelle loro guerre racoli da Dio operati in questo
prendevano dall'altare di s. Dioni- luogo, per l' intercessione dei no-
gio, aflìdandolo a' cavalieri distinti minati santi martiri. Laonde la cap-
per valore. L' uso derivò dagli an- pella fu convertita in chiesa. Verso
tichi conti del Vessinese, protetto- l'anno 496 Genoveffa fece riedi-
s.

ri dell'abbazia, e dal secolo XII si ficare la chiesa sulle rovine della


mantenne sino al tempo di Carlo prima ; e avanti il regno di Clota-
VII, che mori nel 1461. Di siffat- rio II, padre di Dagoberto I, era-
ti protettori di chiese, si parla al- vi già in questo sito una comuni-

l' articolo Difensori ( Vedi), men- tà religiosa, ed un abbate, come


tre dell' O rifiamma,
]

si tratta al vo- si rileva da una carta, con cui lo


lume IV, pag. 88 del Dizionario, stesso Clotario II conferma alcune
Ma nell'anno 1793 tutti i mau- donazioni fatte all'abbate Dodone,
solei furono profanati e distrutti, e e a' suoi religiosi , che uffiziavano
le spoglie mortali dei principi si allora la basilica di s. Dionigio.
deposero nei cimiteri de' dintorni Questo santo luogo aveva già spe-
di Parigi. In tal disgraziato avve- rimentate le pie liberalità dei re
nimento, i repubblicani saccheggia- di Francia quando Dagoberto I
,

rono il tesoro, dopo aver violata fece riedificare sontuosamente la


e spogliata la chiesa delle sue ric- chiesa al modo detto, ingrandire
chezze. La chiesa avea sofferto al- e dotare il contiguo
monistero
tre depredazioni nell' 857 per ope- per cui la posterità lo riconobbe
ra dei normanni, de gì' inglesi pri- qual principale fondatore, il quale
ma sotto Carlo VI , e poi sotto fu poi munificamente imitato dai so-
Carlo VII , e dei calvinisti ugo- vrani che nominammo. In certe
notti nel i56i, e nel 1567. Tub- feste solenni si cantava in questa
tavolta verso il i8o5 incominciò a basilica la messa tutta intera , in
restaurarsi questo bel monumento, lingua greca, ed in altre feste si
oggetto di religiosa venerazione, il leggevano in tal idioma solamente
quale fu compito sotto il regno di l'epistola, e il vangelo. Il diacono,
Luigi XVIII, per cui, come dirassi, e il suddiacono, come si disse al
tornò ad essere luogo di sepoltura volume XV, pag. Dizio- 1 1 3 del
dei re di Francia. nario, nella messa solenne di certi
S. Dionigio in origine non era che tempi, dopo avere ricevuto dal ce-
un piccolo villaggio, il quale si chia- lebrante il corpo di Gesù Cristo,
, 3

c)i DIO DIO


mi di un piccolo altare dalla parte va il 1'
Orifiam-
diritto di portare '

«lol vangelo, con un cannello eli ar- ma. Prima del concordato fatto fra
gento dorato assumevano il prezio- Leone X, e il re Francesco I, l'ab-
so sangue, comunicandosi così sotto bazia era governata da abbati re-
ambedue le specie sagramentali. golari, ma nel 1528 fu eretta in
L'abbate di s. Dionigio fu esenta- commenda, nel quale stato rimase
to dalla giurisdizione vescovile da s. sino al 1 691 ; in cui sotto Luigi
Landry vescovo di Parigi ; il qual XIV il titolo di abbate di s. Dio-
privilegioClodoveo II fece con- nigio fu soppresso, e la mensa ab-
fermare in una grande assemblea baziale venne unita alla casa di s.
di vescovi, e di grandi del re- Luigi di s. Siro vicino a Versailles,
gno, die si tenne in Clichy (Vedi) per bolla che Innocenzo XII, ad
nell'anno 653 ; ciò che Carlo il istanza di detto re emanò a' 2
Calvo fece ratificare nel concilio febbraio. Siccome la giurisdizione
di Soissons Tanno 862, col con- spirituale non era attaccata alla
senso per tale immunità, di Enea persona dell'abbate separatamente
vescovo di Parigi ivi presente ; e dalla sua comunità, così i monaci
dalle lettere allora spedite si rileva, pretesero, che questa giurisdizione
che pure i Papi avevano conferma- dovesse essere loro conservata. Ma
to tanto privilegio. Anzi Stefano II, l'arcivescovo di Parigi sostenne, che
detto III, accordò a' monaci di que- il titolo di abbate di s. Dionigio
sta abbazia un privilegio singola- essendo soppresso, tutta la giuris-
rissimo , dando loro il diritto di dizione spirituale dall' abbate e
eleggere alcuno tra loro per essere dai monaci esercitata nella città
consagrato vescovo, e per esercita- di s. Dionigio ,
gli era devoluta,
re nella medesima abbazia le fun- e ritornava ond'era
al principio
zioni vescovili, con potestà di am- stata emanata, laonde per transa-
ministrare loro gii ordini. zione gli fu da' monaci conceduta,
Inoltre Stefano II detto III ac- eccetto quella del chiostro, di tutti
cordò all'abbate 1' uso dell' anello , i luoghi regolari, e di tutta la clau-

della mitra, del pastorale, e degli sura del monistero, che restò a'me-
ornamenti pontificali allorché fun- desimi monaci , e immediatamente
zionava nella chiesa di s. Dionigio. soggetta alla santa Sede. Per que-
Anche i re di Francia fecero con- sta stessa transazione, che porta la
cessioni all'abbate, ed a' monaci data 6 agosto 1692, il superiore
come il far grazia a' delinquenti regolare od altri te-
dell'abbazia,
della loro giurisdizione, il battere nente il doveva essere
suo posto,
monete, e il tenere mercato e fie- vicario generale, nato, perpetuo e
ra. L'abbate di s. Dionigio era con- irrevocabile dell'arcivescovo di Pa-
siderato consigliere nato, e perciò rigi nella città di s. Dionigio. In
aveva il seggio nel parlamento di quanto alla signoria della città, era
Parigi. Il re Luigi VI dichiarò in essa rimasta al monistero, e le ap-
una assemblea da lui tenuta in que- pellazioni del suo magistrato dipen-
sta abbazia, ch'egli riconosceva di devano strettamente dal parlamen-
ritenere a titolo di feudo movente to di Parigi. Il monistero di s.

dall'abbazia la contea di Vexin, o Dionigio fu interamente rifabbrica-


Yessin, in virtù della quale gode- to, per opera de' benedettini della
,

DIO DIO 93
congregazione di s. Mauro, che vi sta chiesa sono sepolti i re di Fran-
furono introdotti nel i633 sotto cia, prima Napoleone, e poscia Lui-
Luigi XIII. Don Michele Felibien, gi XVII I immaginarono di eriger-
religioso della stessa congregazione, vi canonicamente un capitolo. Que-
nel 1706 pubblicò la storia di que- sto progetto vagheggiato dai due
sta celebre abbazia , della quale monarchi è stato finalmente porta-
eziandio pubblicarono le notizie to ad effetto per le cure di sua
parecchi scrittori , fra cui nomi- maestà cristianissima Luigi Filippo
neremo Moreri, la Martiniere, don re de' francesi, dal quale il sommo
Vaisette ec. La Gallio, Christiana Pontefice Gregorio XVI venne sup-
ne tratta nel tomo VII. plicato a voler erigere canonica-
Terminando i cenni sulla città mente un capitolo nella chiesa di
di s. Dionigio, aggiungeremo che s. Dionisio, dichiarandolo immedia-
nei regni di Carlo VI, e di Carlo tamente soggetto alla santa Sede,
VII nel secolo XIV, e XV, fu pre- ed estendendo un tal privilegio al
sa dagl' inglesi, e che que' della le- real conservatorio, o monistero, ove
ga, e della fronda se ne impadro- le figlie dei cavalieri della legione
nirono ne' secoli seguenti. Nella sua d'onore sono educate alla religio-
pianura, nel 1567, ebbe luogo una ne, ai buoni costumi, ed alle arti
fiera battaglia, fra ì cattolici co- convenienti al loro sesso. Quindi
mandati dal contestabile Anna di analogamente ai reali desideri il
Montmorency, e gli eretici calvini- Papa regnante, col tenore della
sti capitanati dal principe di Con- bolla Quo majori sacrae aedes ve-
dé, e dall' ammiraglio di Coligny. distate,data tertio nonis aprilis
I primi eransi per lungo tempo r843, ha decretato quanto segue:
conservati in possesso della città ,
I. La erezione canonica, e l'im-
che fu poscia sottomessa dal re En- mediata soggezione alla santa Sede
rico IV; e Claudio di Lorena vi del capitolo di s. Dionigio compo-
fu ucciso a' 3 gennaio 1591, vo- sto di due classi di canonici vesco-
lendola sorprendere per la lega vi, e preti, e fornito di una unica
che voleva porre sul trono di Fran- dignità col titolo di primicerio.
cia un re cattolico. Il circondario II. Si aggiudica a sua maestà,
di s. Dionigio si divide in quattro come patrono di detta chiesa , la
cantoni, che sono S. Dionigio., o s. nomina tanto del primicerio, che
Denis, Nanterre, Nevilly, e Pantin, dei canonici vescovi, e preti, riser-
e vi si noverano settantasei co- vandosi la santa Sede d'istituire
muni. canonicamente con apostoliche bolle
Nella suddetta vasta e magnifica il primicerio, ed i canonici vescovi,

chiesa, uffiziata prima, come si dis- ed accordando al primicerio mede-


se, dai monaci del contiguo celebre simo T autorità d'istituire nomine
cenobio, 1806, si fondò una
nel sanctae Sedis i canonici non vesco-
specie di per un decreto
capitolo vi, ed altri individui del capitolo.
imperiale, rinnovato nel 1816 da III. Si dichiarano quindi immu-
una reale ordinanza di Luigi XVIII, ni, tanto la chiesa, che i suddetti
la quale sinora ha servilo di base primicerio e capitolari tutti dalla
alla organizzazione temporaria del- giurisdizione tanto ordinaria che
l'attuale capitolo. Siccome in que- delegata dell'arcivescovo di Parigi.
94 D'O DIO
IV. Si commette al primicerio tropoli di Adramito. Vittore suo
prò tempore del capitolo l' esercizio vescovo intervenne alla celebre con-
della giurisdizione nella chiesa, ca- ferenza di Cartagine. Pomponio al-
pitolo, e ministri, inclusivamente tro vescovo fu al concilio di Car-
alla sagra visita, e gli si concedo- tagine adunato sotto s. Cipriano, e
no gli stessi onori nella chiesa ca- Fortunato intervenne a quello di
pitolare, di cui fruiscono gli altri ve- Cabarsusa.
scovi nelle loro rispettive diocesi. DIONISIA. Sede episcopale della
V. Si sottrae dalla giurisdizione seconda provincia di Arabia, nel-
dell'Ordinario e del parroco, cui è l'Arabia Petrea, nella diocesi di An-
stato finora soggetto, il conservato- tiochia, sotto la metropoli di Bostra.
rio delle figlie de' cavalieri della La sua erezione risale al secolo V,
legione di onore, assoggettando al secondo Commanville. Conta essa tre
primicerio il conservatorio medesi- vescovi greci, e sei latini , i quali
mo, e tutte le persone che stabil- vi ebbero sede. I greci sono Seve-
mente vi dimorano. ro, E 1 pi dio, e Mara, Oriens Christ.
t. II, pag. 865 ; i latini sono Gio-
Concilii di S. Dionigìo. vanni I, eletto da Eugenio, Dome-
nico creato da Nicolò V Giovan- ,

primo fu tenuto nel marzo


Il ni II, Arnoldo fatto da Paolo II ,

dell'anno 834, ove l'imperatore Lucino, e Giovanni III, forse pre-


Lodovico I il Pio, figlio di Carlo posto da Sisto IV. Oriens citato
Magno , volle essere riconciliato tom. Ili, pag. i3io. Al presente
colla Chiesa pel ministero de' ve- Dionisia , Dionysien. , è una sede
scovi, e ricevere dalle loro mani in partihus 3 che conferisce la san-
la spada che gli era stata tolta
, ta Sede in titolo , sotto il pa-
nella assemblea di Compiegue, l'an- triarcato di Gerusalemme, e me- la
no precedente, e non la corona cui tropolitana di Bostra , ambedue
teneva egli solo da Dio. D. M. t. chiese parimenti in partihus.
IX Cono. pag. 771. Diz. pori, dei DIONISIA (s.). Nell'anno 484,
Concilii. Unerico re de' vandali pubblicò
Il adunato nel-
secondo venne un bando in Africa a tutti i ve-
l'anno 996 decime che si
per le , scovi cattolici. Non pago di ciò die-
volevano togliere a' monaci, e ai de commissione ancora di perse-
laici che le possedevano, e restituir- guitare, e tormentare tutti quelli,
le a' vescovi. Abbone, abbate di che professavano la religione di
Fleury, vi si oppose altamente, ed Gesù Cristo. Dionisia, donna forni-
eccitò contro i vescovi, i monaci ta di singolare pietà, e di una non
di s. Dionigio , e i loro servi, il comune avvenenza, fu anch'ella col-
che cagionò una tale sedizione, che pita dall' editto, e fatta vittima del
i vescovi furono costretti a salvarsi furore Ariano. Esposta nella pub-
senza aver nulla conchiuso. Diz. blica piazza ad una lunga e cru-
3
de Concilii. dele flagellazione, il suo corpo era

DIONISIA. Sede vescovile della divenuto tutta una piaga. Ella pe-
provincia Bizacena, nell'Africa oc- rò non si scosse, anzi accortasi che
cidentale chiamata da s. Aug. in
, il suo unico figlio per nome Ma-
Ps. Dionysiana, sottoposta alla me- jorico era tremante al vederla cosi
DIO DIO 95
tormentata, proruppe in questi no- questo Pontefice lettere all' abbat-
tabili accenti » Ricordali, o figlio
: tuta chiesa di Cesarea in Cappa-
« mio, che tu sei stato battezzato docia, cui inviò del denaro per Io
» in nome della santissima Trini- riscatto de' suoi schiavi. Due lettere
« tà nella Chiesa cattolica nostra però di lui, 1' una scritta ad Ur-
» madre. Conserviamo la veste del- bano prefetto di Roma ,
1' altra a
» la salute, per timore che il pa- Severo vescovo di Cordova, si han-
» dron del banchetto, trovandoci no per Non-
ispurie dagli eruditi.
» senza questa veste nuziale, non dimeno e' è un frammento di una

» ordini a* suoi servi di gittarci sua lettera a'Sabellini, riferito da s.


« nelle tenebre esteriori ". Con tali Atanasio, Ep. de Decret. ISicenae
sentimenti generosi dettati dall' a- Synodi.
mor del suo Dio, morì la nostra DIONISIO di Parigi (s.). In qua-
santa , ed il martirologio romano lità di missionario fu mandato da
ne assegna la festa a* 6 dicem- Roma Dionisio per diffondere nelle
bre. Gallie la religione di Cristo, della
DIONISIO (s). Papa XXVI. S. quale è celebrato l'apostolo, ed il
Dionisio Papa fu di patria greco; vescovo. L'ardente zelo, che lo ani-
ma secondo Giacobbe nella
il p. mava , non lo fermò nelle prime
sua Biblioth. Pont. 3 pag. 62, ed il contrade di essa, ve lo spinse ma
Ciacconio nelle sue Vite de Som- più addentro, e collocò la sua se-
mi Ponteficij fu della Calabria, che de in Parigi, per cui ne fu il
Magna Grecia veniva allora appel- primo vescovo. Appena egli giun-
lata. Era egli sacerdote della Chie- to spiegò 1' evangelica sua cari-

sa romana sotto il Pontefice s. Ste- tà , e piantala una chiesa, riuscì


fano I, e dai carmelitani viene po- a convertire un gran numero d' i-

sto nel novero dei loro religiosi (V. dolatri. Il martirio fu il premio
Sangallo tom. HI pag. 328 e 329 del suo apostolato. Fescenino era il

delle Vite de* PP.). Quindi venne giudice che lo condannò sotto l'im-
creato Papa a' 2 settembre c)el- 1 peratore Valeriano l'anno 272. Se-
fanno 261. Ordinò di nuovo que- condo gli atti del suo martirio, fu
sto Pontefice la ripartizione del- prima lungo tempo carcerato, e fi-
le parrocchie di Roma , le quali nalmente morì di spada, avendo a
erano state perturbate dalle persecu- compagni Rustico prete, ed Eleu-
zioni di Valeriano. In due ordinazio- terio diacono. I loro corpi furono
ni creò nel dicembre sette vescovi, gettati poscia nella Senna, ma una
dodici preti, e sei diaconi. Resse la pia donna per nome Catulla, li tras-
Chiesa undici anni, tre mesi e quat- se fuori , e li seppellì nel luogo
tordici giorni, e morì a' 26 dicem- stesso del loro martirio, ove poscia
bre 272. Era egli eruditissimo, co- i fabbricarono una cappella
fedeli
me il chiamava s. Dionisio Alessan- sulla loro tomba. Dagoberto, mor-
drino. Fu sepolto nel cimitero di to nel 638, fondò la celebre badia
Callisto. I carmelitani ne fanno l'uf- di s. Dionisio, della quale abbiamo
fìzio con rito doppio minore a' parlato di sopra, ove tuttora i re di
19
gennaio, come afferma il p. Gia- Francia hanno la loro tomba. Dal
cobbe pure carmelitano. Vacò la regnante re de' francesi Luigi Fi-
santa Sede quattro giorni. Scrisse lippo la chiesa venne decorata di
9<i DJO DIO
nobile capitolo, col privilegio del- tamenle istruiti, e confessarono di
1 Stentume (Vedi). Ivi si custo- credere in Gesù Cristo. Dionisio fra
discono le reliquie di s. Dioni- <[iu'\apienti era riputato il più dotto.
sio, di s. Rustico e di s. Eleute- S. Paolo fatto un acquisto così pron-
rio in tre casse d'argento. Molti to e consolante, non tardò a pro-
furono i mirinoli operali per in- clamarlo vescovo di Atene. Egli
tercessione di essi santi, e la Chiesa predicando la fede, e convertendo
li ricorda a' 9 ottobre. Gran que- que' popoli, incontrò il martirio,
stione si eccitò per istabilire se que- che, secondo i menologi de' greci,
sto Dionisio vescovo di Parigi sia
s. fu di essere bruciato vivo in Ate-
diverso dall' Areopagita, oppure uno ne. Negli antichi calendari è regi-
solo , di che si tratta all' articolo strato il suo nome a' 3 ottobre.
Parigi (Fedi). Nella cattedrale di Soissons si ve-
DIONISIO l' Areopagita (s.). L'a- nera il capo di lui, e nell'abbazia
postolo Paolo neir anno di Cristo di s. Dionisio il suo corpo per do-
5i si recò in Atene a predicare la no fatto da Innocenzo III. Se que-
fede di Gesù Cristo. Era questa sto s. Dionisio l'Areopagita, sia il

cittàa que' tempi la sede del sa- precedente, o da lui diverso, lo si

pere umano, ed era stabilito, che vedrà all' articolo Parigi.


qualunque vi arrivasse e si met- DIONISIOPOLI. Città vescovile
tesse a spargere nuove dottrine, della seconda Frigia Pacaziana, nel-
e segnatamente divine, produrre la diocesi d'Asia sotto la metropo-
si dovesse dinanzi al tribunale de- li di Laodicea, fabbricata da Atta-
gli areopagiti erano chia-: cosi lo, e da Eumene, e conta tre ve-
mati Fatta nota al-
que' sapienti. scovi che vi fecero residenza. Com-
l' apostolo una tal costumanza, non manville, nell' Histoìre de tous les

esitò punto a comparirvi, e con archev, et eves.^ la pone sotto la me-


quella schiettezza e franchezza , che tropoli di Gerapoli, e la dice eret-
è tutta propria dell' oratore evan- ta nel sesto secolo. Avvi Dionisio-
gelico, si fé' subito sentire per poli, conosciuto anche sotto il no-
vero ispirato. Predicò egli la cri- me di Tiberìopoli [Vedi).
stiana penitenza, esortò i suoi udi- DIOSCORIANI o DIOSCORI-
tori alla purità dei costumi , con- DIANI. Eretici, che seguivano il

fessò Dio esser uno in essenza, on- partito di Dioscoro, patriarca di

nipotente, giusto ne' suoi giudizi, e Alessandria, il quale era fautore


per ultimo pubblicò la risurrezio- della eresia eutichiana. Venne co-
ne de'morti. Il franco dire, la su- lui eletto a quella sede nell'anno
blimità de' concetti, e l'unzione u- 444 dopo la morte di s. Cirillo,

sata per farsi strada al cuore de'suoi e null'aìtro l'avea portato a quel
uditori, mirabilmente sì, ma non in grado, che una serie ben combina-
tutti egualmente operò. Molti con- ta di artifizi. Ipocrita totalmente
fusi e sbalorditi chiesero, che in al- diverso da Eutiche, che senza a-
tra giornata volesse egli parlare sul- stringersi alle penose osservanze
lo stesso
argomento; alcuni poi e sin- della virtù, con uno spirito mon-
golarmente Dionisio penetrato dalle dano, e con evidenti ingiustizie si
verità predicate, ricercarono con ris- spacciava per santo, e col terro-
pettosa sommessione di essere perfet- re del suo dispotismo sicuro chia-
DIO DIP 97
mavasi dai reclami di chi giusta- DIOSPOLI. Sede episcopale del-
mente pensava. Nel conciliabolo di la seconda provincia o del basso
Efeso cui ebbe la temerità
, di Egitto, nel patriarcato d'Alessan-
presiedere delegazione apo-
senza dria, sotto la metropoli di Cabas-
stolica Eutiche innocen-
, dichiarò sa. Questo vescovato fu fondato nel
te depose e scomunicò i vesco-
, sesto secolo.
vi cattolici che confessavano la ve- DIOSPOLI. Avvi quella di Lid-
rità delle due nature in Gesù Cri- da (Vedi), di Tebe la grande (Fé-
sto, percosse s. Flaviano a gui- di), e di Tebe la piccola (Fedi).
sa di condurnelo quasi a morte, e DIOSPOLI. Città antica della
col mezzo della forza armata, e Palestina, chiamata anche Lyda, o
delle più nere violenze, costrinse Lidda (Fedi). Celebre fu il con-
molti deboli vescovi alla approva- cilio, ivi tenuto nell'anno 4*^
zione di quanto aveva operato. Però contro Pelagio, il quale fìnse di
nel santo concilio di Calcedonia ac- rinunziare a' suoi errori, come si de-
cusato Dioscoro di tanti enormi de- scrive al citato articolo.
litti, fu deposto a nome del Ponte- DIPLOMA. Patente, lettera del
fice s. Leone I, e cacciato in esilio principe, che accorda alcun privi-
nella Paflagonia, dove mori nell'an- legio, o simile, e dicesi per
titolo,

no 4^4- I vescovi dell'Egitto, sic- lo più delle antiche. Tale è la de-


come dipendenti in giurisdizione finizione, che di questo vocabo-
da Alessandria, erano i grandi di- lo ci dà il Dizionario della lin-
fensori di quell' eretico scellerato, gua italiana; ed in latino dicesi
ilquale colla dissolutezza del suo pure diploma. Con questo termine
costume autorizzava i loro vizi, e vuoisi eziandio significare una car-
dava pascolo
cogli errori professati, ta od antico titolo, una lettera di
a que' personaggi sempre inclinati un'accademia, od altra corporazio-
alle questioni, ai litigi , alle zuffe, ne ec. Diploma fu talvolta chia-
specialmente in materia di fede. Il mata anticamente qualche lettera,
popolo di Alessandria era ancor concessione de' sommi Pontefici.
egli del partito di quell'indegnissi- 1 diplomi sono del più grande in-
mo pastore, perchè non trovava teresse, fenno conoscere le vere leg-
resistenza alla corruttela del vivere. gi, ed i costumi osservati dagli an-
Iddio però vi pose la mano, e col- tichi, per cui sono testimonianze
la elezione di Proterio, persona di legali, ed autorevoli, massime pei
scelte doti, represse l'orgoglio de- privilegi anteriori, per cui servono
gli egiziani, e corresse costume
il a molti usi, e studi, come a di-
di Alessandria ripurgandola dagli stinguere la nobiltà ec. Sono essi

errori che la infettavano. la luce della storia, e degli avve-


DIOSCORO Antipapa. V. An- nimenti. Tuttavolta fra i diplomi,
tipapa V. e le carte antiche ve ne sono non
DIOSPOLI. Sede vescovile di pochi di dubbiosi, e falsi, e quasi
Tracia, dell'esarcato del suo no- ni un archivio, o biblioteca va esen-
me, dipendente dalla metropolita- te da dappoiché nel-
simili merci,
na di Filippopoli, la cui erezione le copie dei documenti antichi più
risale al nono secolo. Solo un ve- difficilmente si conosce l'impostura
scovo trovasi che vi risiedesse. dei diplomi dubbiosi, e spuri. F. Di-
VOL. xx. 7
|8 DIP DIP
ploma ncW Onomasticon del Burio. si tenevano le prime forme di eflu
Intorno ai diplomi appresso i gen- ratteri. Da
ultimo il cav. Silvestre,
tili, si può vedere il Rinaldi al- con magnifica edizione pubblicò
l'anno 142, num. 6. Biondo dà Paleographia universclle ec, ossia
Forlì nella sua Roma trionfante, collezione di facsimili delle scrit-
parlando dei Diplomati , dice ehe ture di tutti i popoli e di tutti i

i privilegi presso gli antichi roma- tempi, tratti dai documenti i più
ni non erano altro che leggi di autentici dell'arte grafica, da carte
privati, indi furono concessi i Di- e manoscritti esistenti negli archi-
plomati dai principi, ch'egli vuole vi, e nelle biblioteche celebri ce.
fossero privilegi, o patenti conces- La imitazione poi della paleo-
se o a particolari personaggi, o a grafìa è un'arte mirabile per l'in-
terre; e Svetonio narra, che Au- dustriosa esecuzione , che richie-
gusto da principio usò il segno di de lungo esercizio , non comuni
una sfinge nel sigillare i Diploma- cognizioni, pazienza, e tempo; ina
ti; ed Ottone usò ne' Diplomati e per la felice cui è imitazione
nelle sue prime lettere, ch'egli giunta, è altrettanto pericolosa pei
scrisse ad alcuni presidi, di aggiun- diplomi, e carte antiche , e forse
gervi il cognome di Nerone. tempo verrà, che difficilmente si

La paleografia riguarda una par- potranno conoscere e distinguere, le


te essenziale del rapporto letterario legittime dalle false, non potendosi
dei diplomi, poiché insegna la let- di ciò abbastanza calcolare le con-
teratura alfabetica, rivolgendo cioè seguenze. Il Muratori ha scritto sul
P attenzione sui tentativi della scrit- modo onde conoscere i veri dai
tura alfabetica, e sulle prime me- falsi diplomi , e la dissertazione
morie anche sopra pietre, e
incise XXXIV sopra le
delle Dissert.
metalli, che aprono il campo alla antichità appunto tratta
italiane
conoscenza della forma delle prime del grave argomento, De diplomi
lettere, le quali per lungo tempo e carte antiche, o dubbiose, o fal-
rimasero incerte nelle figure, nel se; e nel tomo III delle medesime
numero , e nel valore : perciò la Dissertazioni, tratta de' diplomi, e
paleografia è anche un fondamen- bolle pontificie dubbiose e spurie.
to dell'arte diplomatica, come pro- Nella Storia dell'accademia rea-
va famigerato Montfaucon, nella
il le, delle iscrizioni e belle lettere,
sua Paleographia graeca, sive de il signor di Boze ecco quanto dice
orla et progressu litterarum grae- relativamente a' diplomi nei t. IV,
carnm; non che la dissertazione del p. 4-7 i: M La nostra storia è un
presidente Bouhier in fine di si « fondo inesauribile di ricerche.
grand' opera collocata De priscis
: >»Ogni giorno essa si sviluppa , e
graecorum ac latinorum lilteris. « prende un nuovo aspetto per la
Quindi la paleografia è uno studio « pubblicazione de' monumenti che
degno degli uomini di stato, e da- » le appartengono. Queste crona-
gli addetti alla diplomazia, e cor- » che, questi diplomi, queste car-
po diplomatico, dappoiché presta la * te, questi titoli che si sono di
chiave, e la scorta alla interpreta- « già pubblicati, sono tanti mate-
zione de' monumenti scritti nelle « riali, i quali non aspettano che
antichissime lingue, quando ancora « la mano abile di chi li deve or-
,,

DIP DIP 99
» dinare ". L'editore poi del les- monisteri da' Pontefici suoi prede-
sico diplomatico, ecco come su cessori, sono rammentati nelle sue
questo punto si esprime: » I diplo- lettere da s. Gregorio I Magno su-
» mi sono i testimoni più incor- blimato alla cattedra apostolica nel-
» ruttibili del diritto delle genti. l'anno 590. Il citato Mabillon, de
» Essi stabiliscono senza contrad- re diplomata lib. 2, asserisce che
» dizione la certezza delle date s. Leone IX del 1049, incominciò
m qualche volta oscurate dalle es- a segnare ne' suoi diplomi , e pri-
m pressioni ambigue di certi stori- vilegi l'era cristiana, ed a restrin-
» ci. Essi discuoprono la vera si- gere in un semplice monogramma
•» tuazione delle antiche città, le l'antica forinola Bene valete. Tal-
:

* loro rivoluzioni , i loro destini. volta però s. Leone JX, ad esem-


» Essi riferiscono con altrettanta pio de' suoi antecessori, fece impri-
» esattezza e fedeltà la fondazione mere ne' sigilli de' diplomi da una
•• delle chiese , e le particolarità parte suo nome, e dall'altra il
il

» de' loro beni, e de' loro privile- vocabolo di Papa, per cui il Ma-
» gi. Per mezzo delle carte si co- billon produce un suo diploma, nel
» nosce la serie degl' imperatori di cui sigillo di piombo, da una
» de' re , de' principi , de' duchi parte leggesi leonis vini, e dall'al-
» de' conti, de' grandi ufficiali ; si tra papae. Ma in un altro diplo-
» risale allo stipite delle illustri fa- ma dello stesso Pontefice , anterio-
» miglie ;ne distinguono i ra-
se re al precedente, perchè segnato
» mi, i d'onore, le insegne".
titoli nel primo anno del suo pontifica-
Il MafTei, nella Storia diploma- to, si vede cambiato l'antico uso
tica, pag. 88, dice che il nome di di porre da una parte il nome del
Bolle (Fedi) fu dato a' pontificii Pontefice, e dall'altra il vocabolo
diplomi pel sigillo di cera , o di Papae, mentre questo sigillo con-
piombo, che fu in uso d' apporvi. tiene le teste di s. Pietro , e di s.

Ne vide il Mabillon sino dal setti- Paolo, col lemma s . pa . s . pe, e


mo secolo ancor sussistenti, cioè di nel rovescio leo . pp.
Giovanni V Papa
685, e di del Oltre quanto abbiamo detto al-
Sergio I eletto nel 687. Quindi trove sulla forinola Bene valete,
aggiunge, non doversi tacere quan- saluto, che dava termine alle epi-
to antico sia l' uso de' diplomi , e stole pontificie, aggiugneremo, che
de' privilegi, e delle epistole decre- dessa era forse scritta di mano del
tali romani Pontefici, di cui ne
ne' Papa, il quale anche, al dire dei
abbiamo fino dal quarto secolo da Maurini, cosi firmava le sue lette-
s. che fu assunto al ponti-
Silicio, re ordinarie. Questa forinola ebbe
ficato l'anno 385, riportate però nel il suo monogramma, come si vede
codice de'canoni della Chiesa romana, nella bolla di Clemente III del
né tal uso cominciò d'allora. V. De- i 1 88, che si conserva negli archi-
cretali, e Lettere Apostoliche. I vi vaticani, e prodotta dal eh. mohs.

diplomi di s. Ormisda, eletto Papa Marino Marini a p. 6j della sua


l'anno 5i4, furono pubblicati da Diplom. Pont. Furono credute mo-
dotti critici, che si leggono in Bol- nogrammi, contenenti il nome del
lando, Jan. tom. I. I privilegi con- Pontefice, e dello scrinano Stefa-
ceduti a chiese , a' vescovi , ed ai no , le due croci , che a' lati del
,

ioo DIP DIP


Bene valete si scorgono in una bol- usò ne' diplomi pontificiidi porre
la di Leone IV 849, inserita
dell' per segno Paratimi cor
le parole:
ne' Papiri diplomatici, opera dot- meum Deus N. P. V.
tissima di monsignor Gaetano Ma- In oltre osservò il Mabillon, de
rini zio del precedente, a pag. i4> re diplomatica, lib. II, cap. 26, n.
e ad esse, che ben tutto altro so- io, essere diversa cosa negli anti-
no che monogrammi, fu dato equi- chi diplomi V Actum, e il Datum.
voco significato da' Maurini. Anche Quello significa il tempo della con-
altre bolle collocate ne' papiri di- cessione fatta , e questo significa
plomatici, dello stesso s. Leone IV, l'epoca della spedizione de' diplo-
di Benedetto III, di s. Nicolò I, mi. E perciò può succedere, che
di Sergio III , di Agapito II , ci talvolta l' Actum preceda di qual-
danno il Bene valete in mezzo a che tempo il Datum. Ma siccome
due croci. Il Datimi si rinviene an- di ciò rarissimi esempi si osser-
che scritto col monogramma. In vano, così non sarà discaro agli
quanto alla lodata opera de' Pa- eruditi dell'arte diplomatica di os-
piri diplomatici, dedicata Pio
a servarne uno nel diploma di Carlo
VII, e stampata in Roma nel i8o5, II, re di Napoli. Nell'archivio Or-
il eh. autore ebbe per principale sini si ha il diploma originale di
oggetto d' illustrare, e di raccogliere detto re coli' Actum Aquilae. A. D.
i papiri forensi. Quindi dice, che I2g4, die 12 mensis, e col Datum
ilpapiro è diverso dalla scorza d'al- vero Romae A. D. 1296», die 6
bero ; tratta de' suoi pregi, osserva mensis martii 3 ejusdem indictio-
che prima della membrana si ado- nis, etc, in cui il re, ad intuito
però; che fu in uso sino al secolo del Cardinal Napoleone Orsini, dia-
XII, ed anche per le bolle apo- cono di s. Adriano, e nipote di Ni-
stoliche sino all'XI, le sono quali colò III, Jacopo di
investì Napo-
appellate Bolle papiracee. Dice che leone, e Napoleone de' figli d'Or-
il papiro sempre venne dall'Egit- so, della metà di Tagliacozzo in per-
to, sebbene preparavasi anche in petuo, col censo di quaranta onde
Roma. Dichiarò che col papiro fa- d' oro.
cevansi codici , e pergamene; che Gli antichi diplomi si stendeva-
durò più delle membrane, e però no con molta solennità; e quelli
essere meraviglia il possedere quelli de' re spedivano quasi sempre
si

che contano quattordici secoli dac- quando tenevano le loro corti ple-
ché furono scritti, con carattere cor- narie. Tuttavia si sa, che li firma-
sivo, non in gotico, ne longobar- vano di frequente, come eziandio
dico, ma difficili -a leggersi. Abbia- li facevano firmare dai grandi uf-
mo dal Donati, de' Dittici, pag. 5, fizi ali della corona, massime de' re
che nel paese dei tartari kalmuki di Francia. I diplomi de' partico-
fu ritrovata una libreria, i cui li- lari erano non solamente scritti da
bri erano formati di scorze d' al- uomini pubblici ma ancora veni- ,

beri. Vogliono alcuni che Clemente vano dati ordinariamente, riletti e


VI Papa del i34^ fosse il primo firmati nelle pubbliche assemblee,
Pontefice a mettere ne' diplomi pon- solennità , e formalità, che danno
l'armi della propria famiglia
tificii autorità maggiore a' diplomi, a ca-
Roger. Nicolò V, creato nel i447> gione della loro pubblicità , e dei
,

DIP DIP ioi


personaggi che vi prendevano par- tino della congregazione di s. Mau-
ie, e convalidati da' loro suggelli, ro, a formare il citato e celebre
soserizioni, o monogrammi. Vi è suo trattato de re diplomatica 3
un gran numero di collezioni dei dove con somma erudizione e giu-
diplomi, come sono quelle di Leib- dizio si vede maneggiato questo
nilz, di Rellner, di Ludensig, di argomento. Suscitate poi in pro-
Muratori, di Du-Chine, e dei pa- gresso di tempo varie controversie,
dri d' Achery, Marlene, Durand, ec. e diversità di sentimenti, entrarono
per tacere degli altri. in questo aringo altri uomini dot-
A filine inoltre e congiunta colla tissimi, come Giorgio Hickesio in
scienza di conoscere i diplomi, co- Inghilterra, il p. Bartolommeo Ger-
me all'arte diplomatica, può dirsi mon gesuita, e il p. Teodorico Rui-
quella scienza, che con nuovo vo- nart benedettino in Francia, e mon-
cabolo si chiama araldica, e con signor Giusto Fontanini in Italia.
ìstrana voce blasone fu chiamata Anche il lodato marchese Scipione
da' colori, e dalle figure dipinte MafFei, onore de' veronesi, col l'aver
sugli scudi, significando la parola dato alla luce nel 1727 molti an-
blasonner dipinger le armi. La scien- tichipapiri , accrebbe non pochi
za araldica spiega gli arcani moti- lumi a questa arte. Finalmente as-
vi de* colori , e della foggia delle sai ha giovato alla cognizione della

armi principesche, cavalleresche, e diplomatica germanica, il dotto p.


di famiglie particolari ; come pure Gottifredo abbate Gorwicense nel
gli emblemi de' vari cimieri delle tomo I della cronaca di quel mo-
antiche armature, de' sigilli , e si- nistero. Trovasi anche la storia
mili monumenti. Quindi tratta in- della critica diplomatica di Gio.
torno le origini delle dignità , dei Pietro Ludewig nella prefazione
diritti, de' titoli j non che i con- della sua raccolta di antichi ma-
giungimenti, e le successioni degli diplomi ; e più copio-
noscritti, e
stati, e delle loro primarie fami- samente ancora ne ha parlato il p.
glie. Illumina la storia de' tempi Gasparo Beretti benedettino , nella
più oscuri, presta e vicendevolmen- sua dissertazione intorno alla cen-
te riceve aiuti non pochi dalla giu- sura della sua tavola corografica.
risprudenza, dall'antica etichetta, e Da ultimo il dottissimo monsignor
dal sistema politico del medio evo Marino Marini, prefetto degli ar-
specialmente, aprendo largo campo chivi vaticani, e prelato domestico
a svelare la verità , e ragionare del Papa che regna,
ci ha dato l'e-

sulle varie politiche vicende degli rudita ed importante dissertazione


uomini, e delle nazioni. intitolata: Diplomatica pontificia s
I primi, che cominciarono a pian- ossieno osservazioni paleografiche
tare alcuni fondamenti dell' arte di- ed erudite sulle bolle de Papi, Ro-
plomatica ( V. Diplomazia, e Di- ma 1841 , in cui ha magistral-
plomatici ) ad esaminare
, cioè mente parlato di tutte le specie
le antiche cartefurono i padri , del merito, e di quanto riguarda
Henschemio, e Papebrochio del- le bolle , della loro importanza
la compagnia di Gesù. L' opera delle grandi loro relazioni colla re-
di essi quella fu che mosse l' insi- ligione, colla storia civile e diplo-
gne p. Giovanni Mabillon benedet- matica, ed a ragione dice, che per
,

102 DIP DIP


conseguenza sono ben degne dì co- altre cose proprie di ciascun seco-
stituire anche una classe dell' ar- lo : essa fornisce i mezzi certi per
cheologia sacra, non meno interes- iseoprirne l'autenticità, e la verità,
sante e necessaria delle profane, il come la falsità, quindi i diversi
perchè conviene consultarle pel va- gradi di certezza, e di sospetto, e
sto campo che presentano di utili, riesce di sommo vantaggio sì per
e preziose nozioni. Delle suddette quanto riguarda la Chiesa, che per
opere dei papiri diplomatici, il quanto spetta allo stato, ed alla let-
medesimo monsignor Marino Mari- teratura. In fatti da essa la storia
ni tratta nel suo Commentario de- ecclesiastica, la storia civile , i co-
gli aneddoti di Gaetano Marini a stumi, la disciplina, la cronologia,
pag. 104, 118 e seg., ove fa pur la geografia, ed altre scienze trag-
menzione di quella del Zirardini gono innumerevoli soccorsi. L'arte
sullo stesso argomento. diplomatica non è meno solida che
L* arte diplomatica poi è la utile, avendo gli stessi fondamenti
scienza di giudicare sanamente de- della storia, della critica, della mo-
gli antichi titoli, od atti emanati rale, della politica, della economia,
dai romani Pontefici , da' vescovi della giurisprudenza, come ne ha
da' principi, dalle congregazioni, o altri, che le sono tutti propri i. I

particolari, scritti in un certo stile, fatti storici, le circostanze , le for-


e rivestiti di un certo numero di malità sono cose, le quali vengono
formalità, e di caratteri, avendo la stabilite dalla sincerità de'documenti,
diplomatica per oggetto sì differenti guarentiti da una moltitudine di
documenti. testimoni, dagli atti di persone pub-
DIPLOMAZIA, e DIPLOMA- bliche, e spesso emanati da' prin-
TICI. Oltre quanto di ciò si dice cipi nelle solenni assemblee, e mu-
agli articoli Ambasciatori, Diplomi, niti de' loro sigilli : tali sono i di-
Legati, Nunzi apostolici ed altri plomi, sui quali esercitasi la diplo-
articoli, qui riuniremo le seguenti matica, scienza stata ben combat-
nozioni. tuta, ma pur difesa, principalmen-
La diplomatica nel rapporto po- te dal Mabillon, detto per antono-
liticocomprende le relazioni che si masia, il padre della diplomatica,
hanno con altri stati, a cui presie- e la opera fu rifusa da' pp.
cui
de il ministro degli affari esteri, e Toustain, e Tastili Maurini in quel-
sono esercitate da' prelati nunzi a- la intitolata : Nuovo trattato di di-
postolici per la santa Sede , dagli plomatica.
ambasciatori, ministri plenipoten- Finalmente fu usata la voce diplo-
ziari, internunzi, inviati ordinari, e matico, come termine de'politici, e
straordinari ; non che esercitate da- come vocabolo appartenente a diplo-
gli incaricati, residenti, agenti, con- ma, alla diplomatica o al corpo ,

soli, commissari, segretari d'amba- diplomatico. Diplomatica, in forza


sciata, e talvolta da' segretari de- di sostantivo , dicesi quella parte
gli ambasciatori, nell' assenza de' lo- della politica , che tratta del gius
ro padroni. Tale arte ne fa cono- pubblico, chi comprende la cogni-
scere la natura, l'uso, ed il valore, zione de' trattati fra' diversi princi-
fissandone l' età per la cognizione pi, o repubbliche. Onde corpo di-
delle scritture, de' costumi, e delle plomatico nell' uso si dice oggidì
,,

DIP DIP io3


collettivamente di tulli i ministri, di conferma, di privilegio, o qua-
clic risiedono come ambasciatori lunque altro diploma, s'impiegava-
ministri, inviati, o simili, presso di no delle persone della prima di-
un qualche sovrano, o di una re- stinzione, per sollecitare le grazie.
pubblica. L' esercizio di questi rap- Spesso viimpegnava un arcive-
s'

presentanti con carattere pubblico, scovo o vescovo, un abbate, un du-


nel mentre disimpegnano le istru- ca, un conte, un cortigiano di cre-
zioni del sovrano rispettivo, crea la dito, un officiale palatino; talvolta
diplomazia, e le così dette relazio- un principe, una principessa, e fi-
ni diplomatiche tra governo e go- no la regina e l' imperatrice. Il
,

verno, le quali altro non sono che sollecitatore si qualificava amba-


una pubblica liturgia, cioè un' os- sciatore nella sua firma , special-
servanza di massime, di regole, di mente quando a sua diligenza si

usi, di etichette, e di doveri, co- spediva il diploma. Talvolta la sol-


munemente sanzionati dal diritto lecitazione erapresso a poco così
delle genti, per iscambievole nor- espressa: » Wanilio archi episcopus
ma, e comunicazione de' governi » ambasciavit Franco praepositus:

il cui dettaglio ha formato l'occu- » hoc ambasciavit. Theodoricus et


pazione di uomini periti nella no- « Anscharius comites ambasciave-
bile arte e scienza diplomatica. « runt ". Se una regina od impe-
Il vocabolo di diplomatico, o di- ratrice fosse stata incaricata di ot-
plomazia nel rapporto politico vuoi- tenere il diploma , si aggiungeva

si, che nato da nobilissima ori-


sia Domina innanzi il suo nome. Tal-
gine, cioè da una certa ambizione, volta l'intercessore era nominato
che anticamente avevano i grandi con elogio, per esempio: »» Ludovi-
di ambasciare, il che si faceva col » cus inclytus marchio hoc amba-
mezzo de' diplomi, e da cui nacque »* sciavit. Hugo venerabilis Abbas
il titolo di Ambasciatore (Vedi). » hoc ambasciavit ". Secondo Du
Offizio dell' ambasciatore era inter- Cange il firmava co-
sollecitatore si

cedere e sollecitare una grazia, che stantemente a pie' del diploma ; ma


si concedeva con un diploma. L'am- Mabillon non si decide su questo
basciatore era l' intercessore e il , punto. La forinola di ambasciata,
prolettore, che soleva firmarsi nel- o di sollecitazione, era situata nei
l' istesso diploma dopo il sovrano. diplomi comunemente vicino al si-

Jn seguito l'ambasciatore divenne gillo, sotto il quale si andava a


il rappresentante pubblico e l'u- , perdere. Nondimeno alcune di que-
nione, che avevano co' diplomi gli ste fòrmole, benché in piccolo nu-
antichi ambasciatores, donò a que- mero, sono perfettamente leggibili:
sto ceto la qualità di corpo diplo- se ne trovano del IX secolo sotto
matico. L'etimologia di ambascia- Carlo il Calvo, Carlomano, e Car-
tore può vedersi nel Du Cange, nel lo il Semplice; oggi i grandi, e gli
Muratori, e in altri scrittori. Si leg- altri attergano talvolta le suppli-
ge analogamente nel citato Trat- che.
tato di diplomatica, che ne' secoli Sull'arte diplomatica, sui diplo-
Vili, IX, e X, quando si soleva matici, come sui diplomi, sono a
ottenere da' re , od imperatori di consultarsi, oltre i citati, anche i
occidente una carta di donazione, seguenti autori. Nel Dizionario, ,
io4 DIP Din
massime per che ha relazione
ciò trum priulentiae eleganlioris ex Ju-
colla santa Sede, numerosi sono gli sii fJpsii libris polilicorum creclum ,

articoli che riguardano tali titoli. Vittembergae 1702; Giuseppe Go-


V. io. Henrici Ludovici Waltheri, rini Corio, Politica, diritto, e reli-
lexicon diplomaticum, ove sì dà una gione, Milano 1742. Anche tra i
esatta idea dell' arte diplomatica an- greci vi ha un' opera con sensatis-
che nel rapporto politico; Mably, simi precetti di politica, dell' im-
prìncipes des negotiations ec. Haye peratrice Eudossia, Macrobolitissa,
1757; Martene, prècis de droit des che intitola il suo trattato Jonia,
gens moderne de V Europe, Gottin- diretto a Costantino duca, e poscia
gae 1789; Abramo Wicquefort, a Romano III imperatori di Co-
V ambassadeur et ses functions, stantinopoli, la quale opera sotto il

Haye 1724» quale merita di es-


il titolo di Anecdota graeca e mss.
sere consultato in materia di pra- ineditis eruta, pubblicò nel 1781
tica, e di etichetta, giacché in que- in Venezia M. d'Ansse de Villoi-
sta opera si trova in dettaglio l'e- son.
sercizio diplomatico, e vi sono i DIRITTO CANONICO. Il diritto
doveri, e le attribuzioni di questi canonico, o diritto sagro, ecclesiastico,
rappresentanti con carattere pub- prende il nome dal vocabolo greco,
blico. Tuttavia l'autore, che ha cor- che vuol dire regola, perchè le leg-
retto in molte cose anche Wicque- gi che lo compongono, uniforman-
fort, e che può essere un manuale dosi all'indole benigna della Chiesa,
utile, feceun' opera intitolata Le : meritano d' essere piuttosto chiama-
ministre public et ses functions , di M. te regole, che rigorose leggi. Quin-
J. Sabras du Franquesnay, Amster- di il diritto canonico è il diritto
dam 1731. Anche il Wattel, le stabilito dalla potenza ecclesiastica
droit des gens, è un autore assai per regolare le azioni dei cristiani
stimato, e citato in diplomazia. Cos- relativamente al bene spirituale ed
mannus scrisse de doclrina politi- alla felicità eterna ; nel che differi-
ca, Francofurti i6o3; Gaudenzio, sce dal diritto civile stabilito dalle
de candore politico, Pisis 1646, o- potenze secolari per dirigere le a-
pera rara, e dotta; Ahasuero Frit- zioni degli uomini relativamente al-
skio, de peccatis ministrorum prin- la felicità temporale. Tutta volta il
cipis, Jenae 1765. Il celebre mon- diritto canonico, o gius canonico, e
signor Gio. Benigno Bossuet sommi- il diritto civile, o gius civile, van-
nistra a chiunque la cognizione del- no tra loro di concerto, e sono l'uno
l' arte diplomatica, nell'opera dot- all'altro di appoggio, ed ornamen-
tissima ristampata in Venezia nel to. E poi stabilito per modo di re-

1730, che ha per titolo: Politica gola invariabile, che se avvi caso
estratta dalle parole della Scrittura. in cui il diritto Q gius civile fosse

Vi sono molti trattati e collezioni in opposizione col diritto canonico,


intere di massime politiche mini- debbe seguirsi questo, e non quello.
steriali, aforismi di stato, teorie di Tutte le cristiane nazioni riconoscono
ragione pubblica, tra le quali cite- la necessità del diritto canonico, e la
remo, Crokier, thesaurus aphorismo- utilità che arreca ; se questo si to-
rum polilicorum partes tres, Leodii gliesse, saremmo privi nelle cause fo-
i643; Federico Reinnhardo, thea- rensi della forma di procedere stabi-
DIR DIR io5
lita nel secondo delle decretali, ove quelli della Chiesa, e per potere e-
si tratta dei giudizii, e saremmo ziandio distinguere ciò in cui si può
privi di tante decisioni, di ardue ed cedere alle circostanze, e ciò che si

illustri controversie nascenti dal di- dee sostenere contro ogni urto, per
ritto dinatura e delle genti, che non difendere l'autorità, ed i diritti im-
sirinvengono nel gius civile. Gli stessi mobili della Chiesa. Dicono i me-
giureconsulti, se non hanno congiun- desimi canonisti, che se tale studio
to e 1' uno, e T altro diritto, sono ri- è pesante, né manca di difficoltà,

tenuti per imperiti dai dotti, men- queste sono vinte dai medesimi lai-

tre talmente è connesso il gius ca- ci, i quali volendosi dedicare alla
nonico col civile, che chi non pos- scienza del diritto civile, vi aggiun-
siede uno e l' altro, non può
e T gono anco lo studio di quella del
meritare, come dicono gì' intenden- canonico, per la stretta unione che
ti di tali scienze, il nome eccellente esse hanno. Molti poi sono i trat-
e decoroso di giureconsulto. Inoltre tati, in gran parte citati a' rispetti-
il gius ecclesiastico, che comune- vi luoghi di questo Dizionario, at-
mente dicesi gius canonico, chia- ti a dirigere con brevità, e con
masi anche gius divino per essere sicurezza in questo studio, tra' qua-
stato dato e prescritto con legisla- li la theoria et praxis juris ec-
tiva potestà da Dio al vicario di clesiastici del Cabassuzio ; VExpo-
Cristo il sommo Pontefice, per cui sitio juris ecclesiastici del p. Gi-
dicesi altresì gius a pontificio, ed raldi ; e le Institudones canonicae
tutti i pastori della Chiesa. Esso di monsignor Devoti. La giurispru-
emana come da pura .sorgente dal- denza canonica trae la sua origine
la sagra Scrittura, e tutto si ag- dalla creazione del mondo, ed è
gira nel regolare, e moderare la basata sulle divine leggi, che han-
cristiana polizia, acciò gli uomini no Iddio per autore. Dagli uomini
vivendo a norma de' canoni, sieno poi ha origine il gius umano, il

vieppiù sempre disposti, e pronti quale fa parte dei diritto canonico,


all' acquisto dell' eterna felicità. e consiste nei citati decreti de' Pa-
Adunque la santa Scrittura, la pi, ne'canoni de'concili, negli scritti

tradizione, l' autorità del romano e sentenze de' santi padri, e questo
Pontefice, le decretali dei Papi, i chiamasi gius scritto umano. Nu-
concili generali, o provinciali, gli merosi sono gli articoli del Dizio-
scritti e l'autorità de' santi padri ec, nario, che risguardano il diritto
sono i fonti essenziali della ragione canonico, come Bolle, Brevi* Ca-
e del diritto canonico, e sulla scien- noni, Concili, Congregazioni car-
za di questo poggia appunto la dinalizie , Costituzioni , Decretali
scienza della morale, e quella della ove parlasi pure delle loro colle-
polizia, e disciplina della Chiesa. zioni ec. ec. Cosi dicasi del diritto
Laonde è chiara la sua autorità, la come Codice, Digesto, ed
civile,

sua eccellenza, la sua importanza, altri La storia del diritto


molti.
e il dovere che corre, al dire dei romano, che è il maggiore degli
canonisti, agli ecclesiastici di de- altri o politici, fu scrit-
diritti civili

dicarvi i loro studi, per sapere il ta Giovanni Doujat, Claudio


da
loro fondamento, e la regola dei Ferriere, Terrasson ec. V. Univer-
propri diritti e doveri , ossia di sità'. Tra le Dissertazioni di don
io6 Dia DIS
Francesco Antonio Mondili», la pri- chiamati pure lo scolate del mae-
lli è sopra l'origine, ed il progres-
i stro, quegli che impara da altri,
so tiri diritto canonico. quegli che si pone sotto la discipli-
DIRITTO CIVILE, V. Diritto na di altrui, ([negli che imprende
Canonico. a conformare la propria condotta
DISCEPOLI. Questo nome fu a quella di un altro, e che siegue
dato per eccellenza a quelli clic le opinioni, ed i costumi d'un allro,
seguivano Gesù Cristo, come loro che in latino dicesi Discipulus. 11
maestro, e dottore. L'apostolo, ed Martinetti, Codice d' etonomia
nel
evangelista san Giovanni fu chia- pubblica, a pag. 4o6, e seg. , ripor-
malo per antonomasia, il diletto ta alcune erudizioni, precetti e do-
discepolo. Olire agli apostoli si con- veri sui discepoli. Il Macri, al vo-
tano settantadue discepoli, numero cabolo Discipulatus, lo spiega per
indicato nel cap. io dell'evange- lo stato secolaresco, e riporta le pa-
lista s. Luca; ma i nomi di tutti role del Grisostomo, serm. i5: Vi-
non sono conosciuti, e solo per deus centurionem antecpiani disci-
congettura alcuni autori ne hanno pulatus subirei offìcium, locum ma-
«lato la lista. I discepoli degli apo- gisterii fuisse sortitimi.
stoli, compagni del loro ministero, DISCIPLINA. Questa parola si
ed esecutori de' loro ordini, sono prende in diversi sensi: i.° per la
pure rammentati nella storia del istruzione e pel governo; i.° per la
Cristianesimo. Il Baronio confessa, maniera di vita regolata secondo le
che s' ignorano i veri nomi dei di- leggi di ciascuna professione ; ed è
scepoli di Gesù Cristo; ed il p. appunto in questo senso che diecsi
Riccioli ne diede la numerazione, la disciplina ecclesiastica, o della
ina anch' essa fondata sulle conget- Chiesa, la cui cura appartiene prin-
ture, citando per autori s. Ippolito, cipalmente al Papa, quindi ai ve-
Doroleo, Papia, Eusebio, ed alcuni scovi, ed agli altri superiori eccle-
altri, l'autorità de' quali non è si- siastici. Si legge nel Dizionario del-
cura presso i critici. Alcuni vollero, la lingua italiana, che per disci-
che i curati rappresentino i settan- plina ecclesiastica, termine de' teolo-
tadue discepoli , come i vescovi i gi, oggi s'intende quella parte delle
dodici apostoli. Vi sono inoltre au- leggi della Chiesa, che si riferisce
tori, che numerano soltanto settanta ai riti, e ad alcune prescrizioni, le
discepoli di Gesù Cristo. Checché quali non riguardano propriamen-
ne sia del loro numero, certo è te il dogma: ma su questo punto,
che la Chiesa latina celebra la festa V. Disciplina Ecclesiastica. Molli
dei discepoli di Gesù Cristo a' i5 sono gli articoli di questo Dizio-
luglio, e i greci la celebrano ai 4 nario di erudizione, che trattano
di gennaio. V. il Rinaldi Annali della disciplina ecclesiastica, e delle
ecclesiastici, nel suo erudito indice . leggi della Chiesa. Si trova anche
Il Sarnelli, nel t. IX delle Leti. usata in significato più generale,
Eccl. lett. XVI, num. 8, dice che il per l' insegnamento della dottrina
discepolo, il quale fa dotti sermoni, cristiana. Avvi anche la disciplina
così conosciuto, e celebrato, è il p. regolare e monastica, la cognizione
maestro Giovanni Herolt frate dome- della quale spetta ai superiori rego-
nicano di nazione tedesco. Discepolo lari. V. Disciplina regolare; 3.°
DIS DIS io 7
prendesi ancora la parola disciplina più della stessa utilità in un altro;
per una specie di flagellazione, che che certi abusi, e certe circostanze,
s' infligge a se stesso volontariamen- alcuni casi imprevisti ec. , sovente
te, la quale si subisce in punizione hanno ricercato che si facessero
di qualche come anche questa
fallo, nuove leggi, talvolta che si abro-
voce serve ad indicare l'istromen- gassero le antiche, e qualche volta
to di detta flagellazione. V. Disci- eziandio che fossero esse abolite dal
plina penitenziale. Finalmente di- non usarle. Deriva ancora, che vi
cesi disciplina, l'insegnamento e le sieno introdotti, tollerati, e soppressi
istituzioni, principalmente delle arti dei costumi, locchè introdusse ne-
nobili. Così evvi il termine di di- cessariamente delle variazioni nella
sciplina militare, ossia la regola im- disciplina ecclesiastica. Osserva il

posta dal principe, e dal generale Chardon accadere sovente in ma-


a' suoi soldati, per istabilire, e man- teria di disciplina, che una cosa sia
tenere nell'esercito l'ordine, la sub- in alcuni paesi religiosamente os-
ordinazione, i costumi, il coraggio, servata, nel tempo stesso che in
e l' onore, col prevenire e castigare altri paesi non è neppure conosciu-
i falli, ed i delitti. Vale anche in ta. Così la Chiesa risplende, come
generale pel buon ammaestramento la sposa de' sagri Cantici, per la
della soldatesca, non che per l'istessa gradevole varietà della sua disci-
arte militare. plina.
DISCIPLINA Ecclesiastica. La La Chiesa, qual saggia madre,
disciplina ecclesiastica riconosce la moderò per certi riguardi la disci-
origine da Gesti Cristo, e da' suoi plina, ma non cambiò il suo spiri-
apostoli, e sono note le tante tra- to ; e se talvolta questa disciplina
dizioni, che ha la Chiesa in fatto si è rilassata, può dirsi che, special-
di disciplina. Quindi la disciplina mente dopo il concilio di Trento,
della Chiesa, e la sua politica ester- siasi usato ogni studio per rista-
na quanto al governo si fondano , bilirla in diversi punti. Il fonda-
anche sulle decisioni, e canoni dei mento della disciplina ecclesiastica
concili, sui decreti dei Papi, sulle appartiene alla teologia, e l'appli-
leggi ecclesiastiche. Il p. abbate cazione de' principi! teologici, ben
Biagi ne' suoi commenti, e corre- intesi, al jus canonico. Che i pa-
zioni al celebre Bergier, dice che stori della Chiesa abbiano ricevuto
riguardo alla disciplina ecclesiastica, da Gesù Cristo il diritto, e l'au-
ai principi cristiani appartiene sol- torità di far leggi di disciplina, ba-
tanto dovere di usare la forza
il sterà il ricordar le sue divine pa-
civile, perchè coloro che non vene- role dette agli apostoli : » Come
rano la Chiesa per amore, sieno di » mio Padre ha spedito me, io spe-
lei veneratori almeno per timore; » disco voi. Chi ascolta voi, ascol-
ed aggiunge, eh' è pur dovere dei « ta me, e chi dispregia voi dis-
principi di non promulgare leggi civi- » pregia me. Se alcuno non ascol-
li, le quali portino perturbazione al- »» ta la Chiesa, riguardatelo come
la ecclesiastica disciplina. Avverte il » un pagano e pubblicano. Vi as-
Bergier, che non deve far specie, » sicuro che tuttociò che legherete,
se alcuni regolamenti saggi , e ne- » o scioglierete sulla terra, sarà le-

cessari in un tempo, non furono » gato o sciolto in


, ciclo". In fai-
,

io8 DIS DIS


to di disciplina, dicono gli scritto- dcnza, lo zelo, la carità, la dol-
ri di argomento, sono da
questo cezza. L' ecclesiastico era degradato
distinguere gli usi che spettano ai dalle sue funzioni per alcune colpe,
donimi della fede, da quelli die che al presente non sembrerebbero
riguardano soltanto il governo es- meritare una pena sì rigorosa. Que-
terno ; ma tuttociò, che concerne sta saggia disciplina in progresso fu
il culto divino, ha un rapporto es- confermata dagf imperatori. Eglino
senziale al domina. conobbero, che un corpo come il
Quando si tratta di sapere se il Clero (Vedi) doveva essere gover-
tale punto di o
disciplina sia più nato colle proprie leggi, eh' era ne-
meno argomento negativo
antico, l' cessario conservarvi l' ordine, che i

assolutamente niente prova ; avve- primi pastori avessero l'autorità di


gnaché finalmente la mancanza di castigare, e correggere i loro inferio-
prove positive non è una prova, e ri. Bingham, il quale ha raccolto tutti
il silenzio di un autore non è lo i monumenti dell' antica disciplina ,

stesso che la di lui asserzione. I vorrebbe che fosse messa in vigore.


pastori, nei primi tre secoli della Egli inoltre rende omaggio, senza
Chiesa, in vece di scrivere e pub- riflettere agli sforzi che fece il con-
blicare le pratiche del culto, e la cilio di Trento per ristabilirla; laon-
disciplina del cristianesimo, le oc- de non vi è mezzo più efficace per
cultavano ai pagani, come a questi riformare il clero, che seguire ed
occultavano i più. alti misteri della osservare le determinazioni di quel
religione, come parlando si disse santo concilio. Sulla disciplina della
della disciplina dell'arazzo (Vedi), Chiesa abbiamo molte, e dotte ope-
ed altrove. Parlarono solo quando re, che si citano ai rispettivi artico-
furono costretti di rispondere alle li del Dizionario, e celebre è quel-
calunnie dei loro nemici : dunque la del p. Tornassi no dell' oratorio,
che cosa prova il silenzio sui riti, che ha per Antica, e nuova
titolo
e sugli usi che allora si osservava- disciplina della Chiesa ec. in cui
no? Molti poi sono gli articoli di racchiuse quasi tutto ciò che ha re-
questo DìzionarìOj che trattano del- lazione al governo ecclesiastico. Per
la disciplina ecclesiastica d' ogni tem- conto della Disciplina regolare, vedi
po, non che delle leggi della Chie- quell' articolo.
sa, come dicemmo al precedente DISCIPLINA Penitenziale. Spe-
articolo Disciplina (Vedi). Ma il cie di che uno inflig-
flagellazione,
punto di disciplina, di cui qui non si ge a se stesso volontariamente per
deve omettere di fare menzione mortificazione , e per penitenza , o
perchè è di tutti i secoli, sono le che si subisce in punizione di qual-
leggi osservate nei primi tempi del- che fallo, coli' istromento chiamato
la Chiesa circa i costumi del clero. disciplina , col quale si mortifica
Le leggi ecclesiastiche non si re- la carne. Questo stromento ordina-
stringevano a proibire a' Chierici riamente formasi di un mazzo di
(Vedi) i delitti, i disordini, le in- funicelle, e cose simili, come di cor-
decenze, i divertimenti pericolosi; de nodate, di crini, pergamene
di
ma comandavano tutte le virtù, la attortigliate, e in altri modi, come
applicazione allo studio, la castità, si legge nelle vite de' servi di Dio

la modestia, il disinteresse, la pru- penitenti. La disciplina è pure il


DIS DIS 109
castigo o la pena andavano
cui combatto, e fo alla pugna con il

soggetti i religiosi, che avevano er- mio corpo, lo batto, e lo rendo li-

rato. La disciplina fu fatta priva- non mi avvenga per


vido, acciocché
tamente , nelle processioni pubbli- mia mala ventura, che predicando
camente, massime dagli antichi con- agli altri io diventi reprobo, ed
,

frati delle prime Confraternite (Fe- incorra dannazione eterna.


nella
di), come ancora si rileva da molti Osserva Dupiri, che fra le austerità
esempi, che riporta il Grelsero in praticate dagli antichi monaci, e
diversi capi nel lib. I de discipli- solitari, non si è parlato di disci-
nis, della celebre arciconfraternita plina, per cui sembra che non sia
del Gonfalone di Roma. Anticamen- stata in uso nell' antichità ; eccet-
te i suoi confrati tenevano appesa tuato per punire monaci, che ave- i

alla cintura una disciplina, colla vano peccato. Sembra pertanto che
quale si battevano per via, andan- l' uso della disciplina si stabilisse
do in processione per la visita delle nell'XI secolo, per redimere le pe-
basiliche, o altri luoghi santi, se- nitenze, che i canoni imponevano ai
condo la pia pratica di allora di peccati, e si redimevano non solo
siffatte società, che dicevansi per- per se, ma anche per gli altri, co-
ciò de' disciplinanti. Abbiamo mol- me si può vedere nel p. Mabillon.
tissimi esempi, dice il Bernini nel- Giacomo Boyleau, nella Historia
1' Istoria delle eresie pag. 4^ 2 > flagellantium, de recto, vel perver-
sul costume di disciplinarsi , co- so flagrorum usti apud christianos,
me esercizio di divozione , e morti- pretende che 1' uso delle volontarie
ficazione, o come obbligo di peni- discipline, abbia cominciato soltanto
tenza. Tali esempi si hanno nella verso la metà dell' XI secolo, al
sagra Scrittura, e vengono riportati tempo o eli s. Pietro Damiano, o di
da s. Pier Damiani , nell' epist.
7 s. Domenico Loricato, detto anche
ad Petr. monadi, lib. 6, non che l' incallito, perchè si disciplinava
dall' istesso s. Paolo, il quale, scri- durante la recita di tutto il sal-
vendo ai Corinti la lett. I, al cap. terio. Mabillon praef. iti saec.
Il

9, dichiara » Castigo corpus meum


: VI Bened. num. 39, ed il Grave-
» et in servitutem redigo, ne forte son, hist. eccl. toni. IV, par I,
» cum praedicaverim ipse re-
aliis saec. X, et XI, colloq. 6, p. 121
« probus Questa parola ca-
efficiar". e seg. , pretendono che la discipli-
stigo, nel greco è detto hypopiazo, na volontaria, giacche prima era in
che propriamente significa, castigo uso quella data per mano d' altri,
ilcorpo percuotendolo di maniera, abbia cominciato avanti le accen-
che resti livido, il che si fa colla nate epoche. Ma gli esempli che
disciplina, o in altra somigliante citano Guido abbate di Pompo-
maniera. La similitudine è presa sa morto nel 1046, e s. Popone
da quelli che anticamente si dice- abbate di Stavelot, che terminò di
vano i pugili, e negli spettacoli fa- vivere nel 1048, non essendo che
cevano alle pugne percuotendosi di poco anteriori, non differiscono
scambievolmente, ammaccavano gli molto da quanto dice l'abbate Boi-
occhi rendendoli lividi, ed appunto leau. Laonde si può dire, che s. Do-
tali lividure dai greci si chiamano menico Loricato, e s. Pier Damia-
hypopia. Dice dunque s. Paolo, io ni abbiano maggiormente propaga-
no DIS DIS
to questo pio esercizio di penitenza. demonio, degenerò in ipocrita ere-
11 disciplinarsi fu da s. Pier Damia- sia, con l'apparenza di un'insolita
ni commendato nella citata lettera divozione, e brama di penitenza. 1

serilta monaco Pietro,


al cerebroso membri di questa ietta, che presero
die ne disapprovava l'uso. Lo stesso il nome di flagellanti, perchè aspra-
Uoileau condanna questa sorta di mente si disciplinavano opra la nu-
mortificazione, coli' argomento auco- da carne, con nodosi flagelli, incede-
ra, clic la disciplina sul dorso nuo- vano processionalmente per le città
ce alla vista, e sulla polpa delle due a due, colle spalle, e petto nudo,
gambe incita alla libidine: ma se e viso coperto, portando nella ve-
s. Pier Damiani, Rodolfo vescovo ste una croce. Costoro incorsero in
di Gubbio, s. Domenico Loricato, e • molti ereticali errori, e persino con-
tanti altri santi, com'egli ammette, tro l'adorazione della croce, e del
l' hanno praticata, pio, e lodevole battesimo, che dicevano doversi fare
uso si deve confessare, che sia que- col proprio sangue, e dover la fla-

sto esercizio, come egregiamente pro- gellazione essere un martirio volon-


vano il lodato Mabillon, il Gretse- tario, flagellandosi in pubblico sen-
ro, tomo IV, oper. lib. Il, e. IV, za erubescenza della nudità. Quan-
p. 44 ea »1 Lamberlini de cano-
y
*
tunque questi eretici fossero disper-
niz. sanelorum, lib. Ili, cap. 38 ; si col ferro, e col fuoco, e fulminati
aggiungendo il primo, che la disci- colle censure della Chiesa, nondimeno
plina è permessa a' cristiani dalla ripullularono in vari luoghi col più
Chiesa, perchè i canoni la im- deciso fanatismo, come racconta di-
pongono loro per penitenza. Il Boi- stintamente il Nauclero. Fra questi
leau, che si era tirato addosso il eretici eranvi persone d' ogni con-
rimprovero di condannare assolu- dizione, grado, età e sesso, come
tamente T uso della disciplina vo- sacerdoti, nobili, letterati, plebei,
lontaria, scrisse al p. Mabillon, che donne, e fanciulli, che riempirono
aveva unicamente inteso biasimare l' Italia, la Germania, 1' Ungheria,

1' uso dalle discipline volontarie sul- l'Inghilterra, la Fiandra, e la Fran-


le parti che la decenza proibisce cia dei loro errori, ed ebbero la
che si discoprano, come
p. Ma- il audacia dì recarsi persino in Avi-
billon lo una delle
ha dichiarato in gnone nel secolo XIV allora resi-

sue prefazioni. L' uso adunque del- denza de Papi, e si flagellarono nel-
la disciplina volontaria se è buono la chiesa di Pietro. Clemente VI,
s.

in se, dee però dalla prudenza es- che allora dimorava, condannò
ivi

sere regolato. V. il Zaccaria, Ono- questa setta nel i349> vietando


maslicon rituale, al vocabolo Di- siffatto genere di flagellazione. Dal-
sciplina. la costituzione, che perciò quel Pon-
Mentre l'Italia, e l'Europa nei pri- tefice emanò, si rileva, eh' egli non
mi anni della seconda metà del seco- proibì le discipline volontarie, ma
lo XIII, a cagione delle precedenti sì le discipline di quelli, che due
eresie degli albigesi, trovavansi in- volte il giorno si battevano pel-
volte nello spirito anticattolico, in- le immodestamente, fino a
strade
sorse all'improvviso nell'animo di sangue, come lungamente racconta
molti uno strano interno terrore lo Spondano a detto anno. Il lun-
dell' ira divina, che insinuato dal garno, de ani. eccles. tom. Ili, lib.
DIS DIS nr
VJI, e. 3, § 12, inoltre riferisce li de- Thesaur. Dissertano Jurid. Belgio.
pravati costumi di questi falsi peni- voi. II, t. Ili, p. 21 5. 11 p. Meni-
empi loro dommi ereticali.
tenti e gli mi, nelle Notizie isloriche dell'O-
Il p. Menochio nel tomo III del- ratorio del p. Carovita o Gravita
le sue Stuore, a p. 268, tratta del di Roma, a pag. 6 e seg., riporta
lodevole costume di castigare il cor- l'origine della disciplina , che suol
po colle discipline, e dice che ciò farsi in quell'oratorio.
esemplarmente fecero s. Vincenzo DISCIPLINA Regolare. Consiste
Ferrerio Francesco d' Assisi , s.
, s. la disciplina regolare nel modo di
Bernardino, ed altri santi penitenti. vivere in comune, vincolato dai tre
Pompeo Sarnelli, nel tomo I delle voti di povertà, castità, ed ubbi-
sue Leti, impiega la lettera
eccl., dienza, per raggiungere lo scopo,
XXII, Se il vescovo possa impor- ed il fine della perfezione, in un
re la pena de 'flagelli a' suoi chie- istituto religioso approvato dalla
rici delinquenti, colla solita sua e- Chiesa. Dall' osservanza della disci-
rudizione, come ancora tratta del plina proviene lo stato fiorente, ed
perchè si davano trentanove sferza- esemplare d' ogni istituto. Laddove
te, e non quaranta, giusta la legge poi manca l'osservanza, o questa
degli ebrei. Il gran Pontefice s. sia trascurata, o illanguidita, l' isti-

Gregorio I, presiedendo alla scuola tuto cade nel disprezzo, nella nulli-
del canto romano, con una frusta, tà, e in certo modo canonicamente
o disciplina correggeva discretamen- muore. I menzionati tre voti sono
te, e minacciava i discepoli fanciul- il perno, e V essenza d' ogni rego-
li. Sulla flagellazione citeremo i se- lare istituto. Le differenze di abito
guenti autori, oltre i quali si può religioso, di vita contemplativa, at-
vedere l'articolo Penitenza Cesare : tiva, mista di esercizi speciali, ta-
Cardinal Baronio, ad Martyrol. Rom. lora con voto, inducono quella mi-
6 julii, de poena plumbaiis caeden- rabile varietà, per cui più bella, e
di reos ; Antonio Maria Lupi, sul venerabile è la Chiesa, e nelle va-
tormento delle piombate, tomo I, rie sue braccia operose, si pone nel-
Oper. diss. XII, p. 265; France- 1' attitudine di fare il vero bene, e
sco Ulradi Walteri Dissertalo
, la felicità degli uomini. Se nei na-
pliilologico-historico de poena fla- zareni, nel drappello de' figli dei
geltorum, et scorpionum tum apud profeti, tra cui fu principe Samue-
liebraeos, tum alias gentes, Rintelii le, al tempo della legge scritta, che
1731; Jo. Iacop. Scyppellii, Dis- al parere di s. Girolamo, ep. ^,
sertalo de rifu Jlagellandi apud ad Rusticum, lungo il fiume Gior-
IiomanoSj Witlembergae 1670; Cam- dano avevano fabbricato cellette, e
pegius Vitringa, dejlagellatione, si- vivevano di polenta, e di erbe, si pos-
ve fustigatione^ apud Judoeos 3 in sa ravvisare un'ombra di regolare
Archi sinagoga, e. 6 ; Aegid. Strau-
1 istituto, non è qui luogo a discutersi.
chius, de ri tu Jlagellandi apud Jua- L' antico patto però neh' infanzia
doeos, Helmstadii i65o, Wittem- non poteva da per se rendere per-
bergae n68;Jo. de Mauregnault, fetti gli uomini, mancava inoltre l'es-

Dissertano de flagellationibus , sive senza dei voti, e la annegazione di


crucialibus apud veteres graecos, sé, e delle cose proprie. V. Ordini
ad Rhenum 174-5, in Oelvichs religiosi.
ii2 D1S DIS
Nella pienezza de' tempi appar- tica. L'ITenrion, nella Storia U-
so Gesù Cristo, la vera luce per nivcrsale della Chiesa Iti). 7 pag.
duo la vita, ad erudire gli uomini 1*4» dice, che s. Pacomio mentre
colla sua celeste dottrina, gli apo- un giorno stava in ginocchioni, ed
stoli, i discepoli, e i primi fedeli orando in luogo detto Tabenna, udì
disegnarono forme d' un istituto
le una voce che gli diceva ... in
regolare, come di una sublime di- governerai (i monaci) secondo la
sciplina. L'epilogo di questa scritto regola che io li darò. Gli apparve
negli atti apostolici racchiude il poi un angelo presentandogli una
modo, e il tenore di vita per una tavola scritta, che conteneva questa
comunità più angelica, che umana: regola. Che se ci piace di non vo-
Cor unum, anima una, omnia co- ler parlare della regola dettata dal-
munia. Per la divisione però degli l' angelo, quali argomentiopporre-
apostoli e discepoli in ogni terra mo a quegli scrittori, i quali asse-
ad annunziare il vangelo, e fonda- riscono, che per fissare una disci-
re chiese, per Io furore inoltre dei plina uniforme in tutti i suoi mo-
gentili contro i primi cristiani, po- nisteri, Pacomio compose una rego-
co fu durevole sì santa unione. Le- la, in cui eravi tutlociò, che ei fa-
gati per altro sempre nella carità, ceva osservare a' suoi monaci? V.
e nella comunione de' santi, ovun- il Cahnet, Osser. crii. sop. le.
p.
que si fossero, con industriosa ri- reg. monast. Concedendo ancora di
servatezza, venivano talvolta ad in- buon grado, che questa regola non
contrarsi nei nascondigli, e nelle fosse solamente di s. Pacomio, ma
catacombe per celebrare i divini eziandio di s. Orsiesio, e di san
misteri. Intanto selve romite, ed Teodoro, rimarrà sempre incon-
inospite balze accoglievano special- trastabile, che s. Pacomio scrisse
mente gli asceti, ed i solitari ove una regola qualunque ella sia.
lodavano e servivano Dio con pace, S. Basilio nel quarto secolo, qual
e piena tranquillità. Si trovavano ape industriosa, dopo le visite e
Laure, cioè Celle (Vedi), disperse le conferenze coi santi Antonio, I-
ne' deserti dell'Egitto; ma niuno larione, e Pacomio, raccolto il me-
istituto si conosce di persone vi- glio dei vari esercizi dei Mona-
venti in comunità con regola deter- ci (Vedi), perfezionò l' istituto mo-
minata, tranne uso del primo
l' nastico , scrisse regole, che furono
Clero (Vedi), il quale quando mino- approvate nel concilio Niceno, e
re fu il pericolo delle persecuzioni, può dirsi il proto-patriarca dei mo-
cominciò a vivere in comune sotto naci della chiesa d'oriente. S.Atana-
certe discipline. sio, venuto in Roma a ripararsi
S. Paolo, e s. Antonio in oriente dall'odio degli ariani, propose la

furono gli anacoreti più celebri ; vita di s. Antonio, e l'istituzione


indi s. Pacomioj data che fu la pa- de' monaci; quindi in Pioma, in
ce alla Chiesa, con disciplina, al di- Milano, in Francia, nell' isola di

re di alcuni, non iscritta ed im- Caprara si diffusero i monisteri.


perfetta, introdusse una vita ceno- Non pochi scrittori tuttavolta sos-
bitica. Altri autori pretendono che tengono primo monistero
che il

s. Pacomio con disciplina scrit- fosse fondato non in R.oma da s.


ta introducesse una vita cenobi- Atanasio, ma in Milano da san
DIS DIS n3
Martino. Il Baronio all' anno 34o siam comperisset , Mediolani sibi
difende la sentenza, che attribuisce monasterium statuit. Lo stesso affer-
a s. Atanasio l'introduzione del ma Giorgio Turonense nella Storia
monachismo in Roma, da dove si di Francia sul fine del lib. I; e
propagò per tutto l'occidente, ap- nel lib. X, cap. 3i, col dire: apud
poggiato alle parole di s. Girolamo urbem Mediolancnsem Ilaliae pri-
ne\V epist. a Principia j ed all'an- mum monasterium constituit. Laonde
no 328, da un passo di s. Agosti- sembra, che il primo monistero di
no nel lib. de moribus ecclesiae Italia fosse fondato in Milano, e
calìiolicae, inferisce nobiliores ec- non in Roma.
clesias aemulatas fuisse Romanam, Finalmente, per nulla tacere, ag-
ut Mediolanensis, ec. giungeremo ulteriori opinioni su di
Nulla però reca il Baronio. che un punto tanto controverso fra gli
possa persuadere, che prima in Ro- eruditi. I due nomi più celebri
ma, e poi in Milano sieno stati neh' antichità di abitatori di deser-
fabbricati monisteri. Mancò di vita ti, furono, come è noto, quelli di
quella Marcella, di cui parla s. Gi- s. Paolo detto primo eremita^ del
rolamo anno
neir episl. cit. } nell' quale ha scritto la vita il nomi-
4 io, da
e però la vita monastica nato s. Girolamo , e s. Antonio
lei eletta si deve porre all' anno Egiziano , i cui fasti sono stati

370 o più tardi. Ne per aver Mar-


, messi in iscritto da santo Ata-
cella professato quell' istituto, s. Gi- nasio , il quale , come osservano
rolamo scrive, che fosse in Roma uomini dottissimi, fu per parecchi
fondato alcun monistero. Si legge anni associato ai discepoli di s. An-
in s. Agostino lib. 4j ca P« 6, delle tonio, e salì a grande fama di san-
Confess.Erat monasterium: Medio - tità tra i cattolici, ed ebbe molti-
lani sub Ambrosio nutritore;
. . . tudine di discepoli ed imitatori, di
e s.Ambrogio, ridi' epist. a quei di ambo i sessi. S. Atanasio, debella-
Vercelli, riprovando Sarmatione, e tore dell' arianesimo, dal quale per
Barbati ano, conferma tal verità, di- anni quarantasette da patriarca di
cendo .... hic positi jejunàbanty Alessandria fu con incredibile osti-
intra monasterium continebantur. nazione perseguitato, fino a soggia-
Dunque nel secolo quarto l' uso dei cere ad
esilio condannatovi dallo

monisteri era introdotto in Milano, stesso imperatore Costantino, che


anzi molto prima di s. Ambrogio lo proscrisse a Treveri nelle Gallie,
vi penetrò l' istituto, per cura di s. fu anche in Roma, e vi recò le mo-
Martino, poi celebre vescovo Turo- nastiche discipline, le quali crebbero
nense, e precisamente quando s. maravigliosamente. Laonde si legge
Ilario fu cacciato nel 356 in esilio pure nel citato s. Agostino, lib. de
dagli ariani, come si ha dal Mura- moribus Ecclesiae cap. 33: « Ro-
tori, Dissert. 65, pag. 1 34- Ciò si » ma plura monasteria cognovit, in
rileva ancora da Severo Sulpizio h quibus singuli gravitate atque
nella vita di s. Martino cap. 4) » prudentia, et divina scientia pol-
ove dice: Italiani repetens, cuni in- » lentes caeteris secum habitanti-
tra Gallias quoque discessus s. Ila- « bus praeerant Christiana cantate,
rii, quam ad exilium haer etico- » sanctitate, et libertate viventi-
rum vis coegerat? turbatam eccle- « bus". Del rimanente, che s. A-
vol. xx. 8

*-a j^
nj DIS DKS
t.masio avesse in Roma introdotto 1' medio evo, progredì
oscurità del
i) monachismo, sembra raccogliersi prodigiosamente in numero, ed au-
dal medesimo s. Girolamo nella torità. Benemerito del mondo rav-
menzionala lett. 127, a Principia, vivò l'agricoltura, e le arti; la pub-

n. 5, ove dice della celebre vedova blica istruzione gli divenne privati-
romana Marcella, di cui stese l' e- va, e custodì, e trasmise sino a noi
logio: » Nulla eo tempore nobilumi codici, e diplomi i più preziosi, come
" foeminarum noverat Romae pro- si può vedere nel p. Mabillon, de
9» positum monachorum, nec aude- studiis monasticis. Dopo gli esercizi
•' bat propter rei novitatcm, igno- di erano con tale armonia
pietà,
>» miniosum, ut tunc putabatur, et divise ed
eseguite le incumbenze
« vile in populis nomen assumere. diverse, da non desiderarsi maggior
» Haec ab Alexandrinis sacerdoti- ordine ed unità. Ma le cose uma-
* bus Papaque Athanasio, et po- ne avendo di loro indole i perio-
« stea Petro (che gli fu successore), di di vigore, di stato, e di decresci-
* qui persecutionem arianae hae- mento, anche la monastica disci-
» reseos declinantes, quasi ad tu- plina, dopo alcun tempo , soffrì

« tissimum communionis suae por- grandemente. Quindi i cliiniacensi,


>» tum Romani confugerunt, vitam ed i santi Romualdo, e Bernardo,
** beati Antonii adhuc tunc viven- ed altri uomini cospicui, splendore
« tis, monasteria eorumque in The- del monachismo, ed il concilio ge-
» baide, Pachumii, et virginum, ac nerale lateranense IV, celebralo
»» viduarum, didicit disciplinam". nel I2i5 da Innocenzo III, nel e.
Da queste altre testimonianze pare, in singulis de stata monachorum )
che si possa concludere sull' intro- ripararono all'osservanza della di-
duzione del monachismo a Roma, sciplina regolare. Fiorirono di poi
che sulla fede di s. Girolamo lo si s. Francesco, e Domenico, i qua-
s.

debba attribuire a s. Atanasio. O- li colle loro istituzioni formarono


gnuno poi dia interpretazione alle un nuovo popolo di ogni regione,
diverse sentenze ed opinamenti al e lingua, dotto, benefico, e santo.
modo, che più gli aggrada. In tali modi nel secolo XIII la

La forma universale monastica, disciplina regolare fu ristorata, e pro-


in occidente, ed una disciplina re- pagata per ogni dove. In progresso
golare scritta si deve al gran pa- di tempo la disciplina regolare ab-

triarca s. Benedetto, che nel sesto bisognò di nuovi provvedimenti,


secolo, prima in Subiaco, poi a provocati dalla successione de' se-
monte Cassino, fondò monisteri. La coli, e dagli avvenimenti de' tempi.
sua regola è un compendio di san- 11 sagrosanto concilio di Trento,
tità, e di sapienza. I monaci, e mo- penetrato dal conoscere, che gli Or-
nisteri in Italia prima di s. Bene- dini regolari furono sempre il più
detto universalmente erano inco- bello ornamento, e la mano adju-
stanti, e indisciplinati, e ben lo mo- trice della cattolica Chiesa, per av-
stra l'attentato della propinazione vivare la disciplina regolare alquan-
del veleno. Tuttavolta non manca- to oscurata, e confermare quella
vano degli osservanti, tra cui Ro- ch'era in vigore, statuì un codice
mano, ed altri molti. disciplinare santissimo nella ses. i*>.
Diffuso il monachismo anche nel- Allora i chierici regolari Teatini, la
DIS DIS iid
compagnia Gesù, e i Benefra-
di di, e sul tenore di vita de' religiosi
telli, per opera dei ss. Gaetano, I- nell'interno del chiostro, e fuori
gnazio, e Giovanni di Dio (imitati di esso. Il servigio del coro, l'ora-
progressivamente da altri uomini zione, la lezione della sagra Scrit-
segnalati per santità, e dottrina si- tura e, de' casi di coscienza , la
no a noi, e da ultimo da s. Al- povertà, le vestimenta, le suppel-
fonso Liguori, e dal ven. Paolo lettili, il numero de' religiosi, l'e-
della Croce, fondatore il primo dei gresso dal convento col compagno,
liguorini, il secondo de' passionisti) ad arbitrio de' superiori, e persino
ridestarono Y osservanza regolare. le visite delle celle, e le lampade
Il vangelo ri valicò trionfante i ma- notturne ebbero un provvedimen-
ri, e giunse tra i selvaggi, e in to. Questo inoltre si estese sull'am-
barbare terre. Gli spedali, e gli bire le cariche, sull' elezione de' su-
appestati ebbero caritatevole, e vi- periori,ed officiali, sull' approvazio-
goroso ajuto, e gli schiavi vennero ne de' predicatori. Fu ordinata an-
redenti. In pari tempo i romani cora la tabella pubblica col nove-
Pontefici, e zelanti vescovi (come ro de' vari offizii ; venne imposto
sipuò vedere in Benedetto XIV, il catechismo a' fratelli conversi, e
de Synodo dioecesana lib. IX, e. l'osservanza delle costituzioni tanto
17), perchè le sante leggi del con- pontificie, che de' rispettivi Ordini,
cilio Trento conservassero tutta
di e delle congregazioni religiose. Tanto
la loro forza, cooperarono a sì uti- prescrisse Clemente VIII a' 25 luglio
le scopo in vantaggio della regola- 1^99, a* 20 marzo 1601 , come
re disciplina, e suo incremento. dalla costituzione Nidlus de' 19
Sisto V, nella costituzione Ini- marzo i6o3, non che con altri de-
mensae aeterni Dei, data ai 22 creti emessi dalla congregazione del
gennaio 1087, provvidamente con- concilio nel 1 602 e nel 60 3, ri- , 1

fermò ed eresse molte congre- portati da Prospero Fagliano. E-


gazioni Cardinalizie. In quella su- guale impegno, e sollecitudine per
per consultationibus regularium , la disciplina regolare ebbe Paolo
unita con quella dei vescovi, del- V, in uno ad Urbano VIII, che a' 16
le quali si è trattato ah' articolo ottobre 1640 analogamente pub-
Congregazione de' Vescovi, e Rego- blicò la costituzione Nuper.
lari (Vedi), mirò anche alla mag- Nel pontificato d'Innocenzo X,
gior tutela, ed al mantenimento della le molte querele insorte sulla ri-
disciplina regolare. Soprattutto Cle- lassatezza di alcuni regolari di fa-
mente Vili applicò ogni sua cura, miglie poco numerose di piccoli
per richiamare ne' regolari il fer- conventi, provocarono la costituzio-
vore, e lo spirito de' fondatori. Il ne Caelera, data a* 17 dicembre
perchè, udito più volte il parere 1649, coli' autorità della quale si

de' Cardinali, e di parecchi prelati, deputò una congregazione sopra lo


non che de' capi degli Ordini, e del- stato de' regolari, composta di Car-
le congregazioni religiose, prescrisse dinali, prelati, di capi degli Ordini,
per l'Italia, ed isole adiacenti, il e congregazioni religiose , venendo
metodo sull'accettazione ed educa- dichiarato a segretario monsignor
zione de' novizi ( eccettuate poche Prospero Fagnani sì di questa, che
congregazioni, e riforme ), sugli stu- di quella del concilio, incaricata di
,, ,

n6 DIS DIS
esaminare l'economico di ciascun Congregazione della disciplina re-
convento, il numero de* religiosi golare (Vedi)y al quale articolo ri-
e di suggerire opportuni spe-
gli portami altre nozioni su questo ar-
dienti per riparare ogni disordine. gomento.
Dalla sollecitudine di questa con- Finalmente sembra potersi affer-
gregazione, il Papa si determinò mare, prescindendo dall' investigare
ad emanare la costituzione Instau- i tempi precedenti, che da s. Gre-
randaey data a' i5 ottobre i652. gorio VII del 1073, il quale ap-
Col tenore di essa furono soppres- provò i cluniacensi, sino al regnan-
si i piccoli conventi , incapaci a te Papa Gregorio XVI, quasi ogni
mantenere tanti religiosi quanti fos- Pontefice, di cento che furono, e-
sero necessarii pel servigio della mise una o più costituzione, o de-
Chiesa, e per l'osservanza della di- creto apostolico, o sulla disciplina
sciplina regolare. Nondimeno alcu- regolare in genere, o in ispecie per
ni conventi restarono poi subordi- qualche religioso istituto. Importò
nati alla giurisdizione de' vescovi mai sempre, che gli Ordini regola-
come dal celebre decreto Ut in ri, nati, e dati da Dio ne* diversi
parvis. tempi, e bisogni della Chiesa, collo
Intanto la congregazione mento- spirito, ed osservanza della disci-
vata continuò le sue decisioni in plina fossero la fiaccola, e le ma-
parte allora promulgate, e non fu ni, atte ad illuminare, ed aiutare
meno operosa successivamente a re- la Chiesa di Dio. In fatti gli Ordi-

care ad che promul-


effetto quelle, ni religiosi, come si vede nella sto-
gate vennero sotto Alessandro VII, ria ecclesiastica, e negli annali mo-
Clemente IX, Clemente X, In- nastici, offrirono alla Chiesa in ogni
nocenzo XI , ed Innocenzo XII. tempo, Pontefici di zelo e dottri-
Perchè poi non si allegasse mai na adorni, apostoli facondi, marti-
ignoranza di tante provvidissime ri intrepidi, teologi profondi, apo-
leggi, sotto gravi pene, anche di logisti sapienti, cenobiti austeri, uo-
privazioni di officii, di voce attiva, mini di stato, letterati dottissimi
e passiva, fu ordinata in varii tem- personaggi in una parola, che per
pi dell'anno, la pubblica lettura in virtù, scienza, e fatiche concorsero
refettorio, o in capitolo, delle co- a civilizzare, e santificare il mon-
stituzioni di Clemente Vili, Reti- do. Tanto più la disciplina rego-
giosae congregatìonis 3 de 16 ot- lare eguali vantaggi conseguirà
tobre 1592; Nullus omnino regu- quanto più sia costante nel man-
laris disciplina; Sanctissimus in tenimento del suo spirito osservan-
Chris toj Curii ad regularium di- te e religioso. V. Regolare
sciplinavi; di quelle di Urbano DISIBONDO (s.). Nacque Disi-
Vili, Nuper y e Sanctissimus Do- bondo in Irlanda, e fattosi adulto
minusj Mìlilantis Ecclesiae, del pri- abbracciò la vita monastica , e si

mo giugno 1640; e di quelle d'In- rese noto alla Chiesa coli' esercizio
nocenzo X, di Alessandro VII, e colla sua pro-
delle cristiane virtù,
e Licei alias, oltre altri vari de- fonda dottrina. Abbandonata la pa-
creti sanzionati a tutela della re- tria, passò in Francia nell'anno
golare disciplina. Ad Innocenzo XII 652, e da per tutto ove egli si trat-
poi dobbiamo Y istituzione della tenne, fu ammirato ed onorato. Schi-
DIS DIS 117
"vo eglimai sempre di persuadere sedie, come la scienza, la nobiltà,
i popoli con vana ed affettata elo- la virtù ec. Finalmente la dispensa
quenza, predicava le dottrine di no- viene divisa in formale od espres-
stra santa religione con unzione la sa9 che si accorda con parole, o
più semplice, e commovente, che con altri segni, che indicano positi-
rendeva dolci e soavi le più severe vamente la volontà del superiore,
massime del cristianesimo. Nella ed in tacita, che si accorda non
diocesi di Magonza eresse un mo- direttamente in se stessa, ma in una
nistero, e tanto gradite furono le sue altra cosa, alla quale essa è unita
cure apostoliche, che venne consa- necessariamente.
grato vescovo regionario. Pieno di Per causa efficiente della dispen-
meriti mori santamente l'anno 700, sa, intendesi quella che ha il pote-
e la sua festa viene ricordata li 8 re di accordarla. Si distinguono poi
settembre. due sorte di poteri, l' ordinario, e
DISPENSA (Dispensatio). Le di- lo straordinario, ed il delegato. Il
spense ecclesiastiche sono concessio- potere ordinario è quello, che ap-
ni, derogazioni , o abilitazioni dai partiene ad un superiore, ed è i-
sagri canoni, disciplina e leggi ec- nerente alla sua carica; il potere
clesiastiche, od altro impedimento. delegato è quello, che si ha soltan-
Per quanto saggie, e necessarie sia- to per commissione del superiore
no le leggi , spesse volte vi sono ordinario, il quale può dispensare
giusti motivi di dispensare certi non solamente dalle sue proprie
individui dall'osservarle nel tale o leggi, ma anche da quelle de' suoi
tal caso. I canonisti definiscono la predecessori, e de' suoi inferiori. Il

natura, e divisione della dispensa Papa può dispensare da ciò, eh' è


nel seguente modo. La dispensa è di diritto canonico, come dice Sil-
un savio allentamento del diritto vio, in prìm. secundae , q. 97,
comune, od un atto di giurisdizio- art. 4 > ed anche dai decreti dei
ne, pel quale un superiore sottrae concili generali ; poiché senza di
alla legge generale alcune persone, ciò bisognerebbe attendere un con-
le quali senza questa indulgenza, cilio generale per ottenere questa
continuerebbero ad essere obbligate sorte di dispense, che sono sovente
ad osservarla. La dispensa si divi- molto pressanti e necessarie, oppu-
de in totale, che toglie interamen- re non ammetterle assolutamente,
te l'obbligo della legge, come al- lo che nuocerebbe di frequente an-
lorquando si dispensa un irregolare che al bene generale della Chiesa.
per ricevere tutti gli ordini, ed iti Per tal guisa i Pontefici hanno u-
parziale che ne toglie soltanto una
,
sato senza contraddizione di questo
parte, come allorquando si dispensa potere in tutti i tempi ; e quantun-
un uomo irregolare per ricevere so- que gli apostoli avessero escluso i

lamente i quattro ordini minori. neofiti, e i bigami dalla dignità


Inoltre la dispensa si divide in ne- vescovile, non si è fatta difficoltà

cessaria, ed in volontaria j in quel- di ammetterveli in molte circostan-


la eh' è fondata sopra cause intrin- ze. Il Sarnelli, Lett. Eccl. t. III, p.

seche, come quando la legge è trop- 1 33, dice che la dispensa è di due
po penosa, p. es. il digiuno ad una sorti 3 una è il rilassamento dal-

persona debole, e sopra cause es triti- la legge, l'altra l'interpretazione


iiK D1S DIS
«Iella Secondo questa manie-
legge. sta, che quelli i quali ricorrevano
ra diciamo, che il Papa dispensa per ottener grazie da lei, contri-
sopra ii diritto divino, cioè dichia- buissero a sollevarla colle loro li-

randolo, e interpretandolo. mosine. Le frequenti calamità della


Il dispensare dagl'impedimenti Europa avendo reso pressoché con-
del matrimonio, dall' inabilità a ri- tinui questi bisogni, fu necessario
cevere gli ordini sacri, e ad eser- stabilire una tassa secondo le diver-
citare le funzioni ecclesiastiche, non se condizioni ; quindi il ritratto ven-
prova che le leggi della Chiesa fat- ne impiegato per la propagazione
te su tal proposito sieno ingiuste, della fede, pel mantenimento delle
od inutili. Bene spesso un sovrano missioni, per soccorrere i sovrani
è obbligato a dispensare dalle sue nelle guerre contro gli eretici, i

proprie leggi. Per molti, e gravi turchi, in una parola in vantaggio


motivi fu trovato conveniente dalla della cristianità, ciocché meglio si
Chiesa proibire il matrimonio tra i dice agli analoghi articoli. Su que-
prossimi parenti, come per preve- sto punto va consultato d. Gio.
nire le soverchie famigliarità tra i Marchetti, del denaro straniero, che
giovani figli della stessa famiglia, viene a Roma, e che ne va per cau-
che vivono insieme, e che potreb- se ecclesiastiche, calcolo ragionato.
bero sperare di contrarre matrimo- Due condizioni sono assoluta-
nio. Molto più era necessario im- mente necessarie ad una dispensa,
pedire, che T adulterio non diven- perch' essa sia legittima, e permes-
tasse un titolo ai due rei per con- sa ; cioè la facoltà da parte di
trarre matrimonio, qualora fossero quello che l' accorda, ed una ra-
liberi ec. Parimenti il rispetto do- gione sufficiente dalla parte di quel-
vuto alle funzioni auguste del cul- lo cui è accordata, la quale dipen-
to divino, è stato un giusto moti- de dalle circostanze del tempo, dei
vo di dichiarare certe persone ina- luoghi, delle persone, del bene pub-
bili ad esercitarle; giacché in al- blico e particolare. Alcune dispense,
cuni casi 1' osservanza rigorosa del- che si accordano dalla santa Sede,
la legge potrebbe recare pregiudi- si dicono sine causa, per significa-
zio al bene comune, cagionar scan- re che il Pontefice non esprime i
dalo, impedire un maggior bene, motivi che a ciò lo indussero, sic-

ed allora è prudenza il dispensare. come apparisce chiaro dalle parole


In quanto alle censure, che dai ne- che si leggono nella stessa forinola
mici della s. Sede si fanno sulle di- di tali specie di dispense : ex ctriis

spense, che si accordano dai Ponte- rationalìbus causis anìmuni no-


fici, giudici, e pastori della Chiesa strum moventìbus. Il denaro, e gli

universale, risponde il Bergier all'ar- emolumenti che si pagano agli of-

ticolo Dispensa. Così pure risponde fizi_, e segretarie dei tribunali, e


alle satiriche declamazioni di certi congregazioni di Roma, servono in
emolumenti che si pagano per al- parte al mantenimento del ministero
cune dispense, i quali poi non sono rispettivo , e in parte per cause
né considerabili, ne quali dai de- pie, ed altre opere simili. Tali e-
trattori vengono esagerati. Quando molumenti sono tenui, e non si e-
la Chiesa si trovò in qualche biso- sigono in tutti gli uffizi, né in tut-
gno straordinario, sembrò cosa giu- te le segreterie si pagano, come
9

D1S D I S i
1

notammo all' articolo Congregazio- e pubblicata, cessino prima che se


ni Cardinalizie (Fedi). Ne questo uè abbia fatto uso ; finalmente la
denaro è motivo indegno della pu- dispensa una volta accordata sus-
rezza della religione, ne del disin- siste anche dopo la morte del Papa
teresse dei più puri secoli della concedente.
Chiesa, dove raccoglievasi una par- Sulle dispense d' irregolarità ab-
penitenze canoniche in ele-
te delle biamo, che il concilio nazionale di
mosine, lo che era una vera di- Francia tenuto in Parigi nell' anno
spensa de' canoni penitenziali, ac- 1408, prescrisse col regolamento I;
cordata dietro limosine. » Quanto alle dispense della irre-
I difetti, che rendono nulla la golarità, che il penitenziere può
dispensa, riguardano il dispensato- accordare, si avrà ricorso a lui, ov-
re, e il dispensato. due difetti
I vero, se non si può, al vescovo".
principali, che rendono nulla la Il concilio poi di Trento nella ses.
dispensa, dalla parte del dispensa- 24, e. 6, decretò: »» I vescovi
tore, è il difetto di potere, e di potranno dispensare da ogni sorte
esame; ma quest'ultimo non an- d' irregolarità, e dalle sospensioni
nulla sempre la dispensa. I due di- incorse per delitti occulti, toltone il

fetti pure principali dalla parte di caso dell' omicidio volontario , o


quello, che sollecita la dispensa, quando le istanze saranno già pen-
sono la surrezione, e V orrezione ; denti a qualche tribunale da giu-
la surrezione avviene nella dispen- risdizione contenziosa. Potranno pa-
sa quando si tacciono delle cose, rimenti nelle loro diocesi o per se,
che dovrebbonsi dire, secondo lo o per altra persona destinata da
stile, e le regole di cancellaria. La essi a tal uopo. assolvere gratuita-
orrezione consiste nel dire delle mente quanto al foro della coscien-

falsità. 11 concilio di Trento, nella za, da tutti i peccati occulti anche


sess.25, decretò: * Tutti sappiano riservati alla santa Sede, tutti quel-
generalmente, che sono obbligati ad li, che sono soggetti alla loro giu-
osservare con esattezza i sagri ca- risdizione , imponendo loro una pe-
noni. Che
qualche giusta, e ur-
se nitenza salutare ". Sulle dispense
gente ragione, e qualche maggior dell' irregolarità, de'primi secoli del-
vantaggio esigerà, che si usi dispen- la Chiesa, tratta il Chardon, Sto-
sa con certe persone, sarà procedu- ria de' sagramenti, tomo III, pag.
to da quelli, a' quali appartiene di 127.
darla, chiunque sieno eglino, con Sulle dispense matrimoniali, nel
cognizione di causa, e gratuitamen- concilio nazionale di Francia, te-

te; ed ogni dispensa accordata al- nuto in Parigi nel 1408, col rego-
trimenti sarà riputata surrettizia ". lamento 2, si prescrisse « Per aver :

Sulle cause, che fanno cessare la dispensa dagl' impedimenti di ma-


dispensa, è a sapersi che la dis- trimonio bisognerà indirizzarsi al

pensa è nulla quando i motivi, penitenziere, ovvero al concilio pro-


che l'hanno fatta ottenere non vinciale". Il concilio di Colonia del
erano veri al tempo che il supe- i536, tit. de sacram. art. 4°\ di-

riore l' ha accordata. La dispensa spose : « Il curato esaminerà, se tra


è valida quando i motivi, ch'erano le persone, che contraggono matri-
veri al tempo in cui si è ottenuta, monio, v' è qualche grado di pareo»
,

iio DIS DIS


tela, se ne hanno ottenuto dispensa Paolo V concesse una dispensa
dal vescovo, o dal Papa ; e nel ca- in primo, e secondo grado di con-
so ch'egli ritrovi l'esposto contra- sanguinità, ed una in primo di af-
rio alla verità , dichiarerà loro, finità, ne' sedici anni che regnò.

che la dispensa è nulla ". Anti- Urbano Vili tre ne accordò in


camente i Pontefici erano molto primo e secondo grado di consan-
rigorosi nell' accordare dispense ma- guinità, una in primo e secondo
trimoniali, ed assolvere dagl'impe- di affinità, e tredici in primo di
dimenti. Nello sposarsi Roberto re affinità, ne' ventidue anni del suo
di Francia con Berta sua comare, pontificato.
e consanguinea, il Papa Gregorio Innocenzo X, ne' dieci anni che
V nell'anno 998 impose ad ambe- governò la Chiesa universale, con-
due sette anni di penitenza, la qua- cesse una dispensa in primo, e se-
le avendo essi ricusato, il regno di condo grado di consanguinità, e due
Francia fu condannato con senten- in primo di affinità.
za d'interdetto, ed allora il re si Alessandro VII accordò quattro
separò dal talamo di Berta, sposan- dispense in primo, e secondo grado
do Costanza di Provenza. Dopo che di consanguinità, otto in primo di
Alfonso IX re di Lione aveva avu- affinità, e dieci in primo, e secondo
to tre figli dalla sua moglie Tere- di affinità, ne' tredici anni del suo
sa figlia di Sancio I, re di Porto- pontificato.
gallo, Celestino III, del 1191 ne Clemente IX concesse una dispen-
sciolse matrimonio, perchè si scuo-
il sa in primo, e secondo grado di
prì, che i conjugi erano parenti in consanguinità, ed una in primo di
terzo grado di consanguinità, e non affinità.

si era procurata la dispensa. Laon- Clemente X


dispensò otto ma-
de Teresa si ritirò in Portogallo, trimoni in primo grado di consan-
si fece monaca cisterciense nel mo- guinità, ed uno in primo e secondo
nistero di Lorvao da lei fondato, di affinità.
e meritò di essere beatificata da Innocenzo XI concesse una di-
Clemente XI. spensa in primo, e secondo grado
Vogliono alcuni, che Alessandro di consanguinità, e due in primo, di
IV, del 1254, abbia concesso dis- affinità.

pense, e privilegi con una facilità, Innocenzo XII accordò soltanto


che ha pochi esempi. Anche Cle- una dispensa in primo, e secondo
mente VI, del 134-2, fu largo nel- grado di consanguinità, due in e
le concessioni, e dispense, come si primo di affinità.
legge nella sua vita, scritta da Pie- Clemente XI ne'ventun anni, che
tro d' Harental. Meno le Dispense sedette sulla cattedra di s. Pietro,
celebri (Vedi) dai romani Pontefi- concesse cinquantasei dispense in
ci accordate per gravi ragioni di primo e secondo grado di consan-
stato,a principi, ed altri personaggi, guinità, sei dispense in primo gra-
massime matrimoniali, essi sono sta- do ed un numero assai
di affinità,
ti sempre cauti, e riservati nel con- grande in primo, e secondo grado
cederle, come si può rilevare dall'au* di affinità. Tuttavolta avendo Cle-
tentico elenco, che riporto di alcuni mente XI conceduto a Filippo Er-
cioè nelle dispense dette maggiori. nesto conte di Hokenloe suddiaco-
DIS DIS i2i
fio, la dispensa d' incontrare matri- parere della congregazione del san-
monio con una signora cattolica, to offizio, negava l' implorata am-
avendoloegli celebrato con una e- pliazione: quindi gli esortava pater-
retica, ricusò il Papa di convali- namente a porre rimedio agli scan-
darlo, ad onta che da siffatto rifiu- dali che potessero derivarne, come
to potessero derivare funeste con- a procurare l'esatta osservanza del-
seguenze, a prevenir le quali, e pel le lettere apostoliche di Alessandro
i-avvedimento del principe, a' 2.5 VIII de'3o maggio 1690, e delle
giugno 1706, scrisse un breve al sue medesime de' 2 e 29 aprile,
vescovo di Erbipoli, che si legge ed ii giugno 1701 sulla stessa
nella sua raccolta, t. I. p. 32 1. materia.
Quindi Clemente XI per ben dodi- Allorquando nel 1782 Pio VI
ci anni negò a Gustavo conte pa- si recò a Vienna dall' imperatore
latino del Reno, e principe di due Giuseppe II, accordò a' vescovi de-
Ponti, la dispensa di contrarre ma- gli stati di lui, la facoltà delle dis-
trimonio con una principessa lute- pense matrimoniali in terzo, e quar-
rana sua parente. Volendo poi Cle- to grado, ed ancora in parentela
mente XI togliere il pericolo, che più prossima, li costrinse però in
il principato di Rheinsfeld, per man- questi ultimi casi a domandarne
canza di successione, venisse a pas- l' assenso dalla santa Sede. Dipoi,
sare in mani di un principe accato- nel 1786, con circolare de' 3o no-
lico,permise a Guglielmo de' prin- vembre di monsignor Bartolommeo
cipi Lantgravi d' Assia Rheinsfeld, Pacca, nunzio di Colonia, ed ora
e canonico della cattedrale di Co- amplissimo Cardinal decano del sa-
lonia, di poter contrarre matrimo- gro Collegio, Pio VI dichiarò nulle
nio con una signora cattolica, ad le dispense per le diocesi dei tre
onta che avesse ricevuto il sagro elettori ecclesiastici dell' impero, ac-
ordine del suddiaconato. cordate da alcuni arcivescovi di
Questo gran Pontefice, fiscale in- Germania in diversi gradi di pa-
vincibile dell' ecclesiastica disciplina, rentela, comechè non comprese nel-
difficilmente dispensava in materie le facoltà ottenute dalla santa Se-
riguardanti i sagri canoni, ed è de, alla quale da tempo immemo-
perciò che pregato da Filippo V rabile solevano i tre elettori doman-
re di Spagna, a dispensare dai na- dare ogni cinque anni, per dispensa-
tali certo religioso, eh' egli voleva re i propri diocesani negf impedi-
nominare a vescovo Turritano, fran- menti del matrimonio, chiamati
camente il negò. Nel 1712 Cle- perciò indulti quinquennali. In se-
mente XI fu supplicato dal vesco- guito gli elettori protestarono, seb-
vo di Truxillo, e da altri vescovi bene, a norma de' concordati , non
dell'America per ampliare ad essi avessero autorità di accordar dis-
la facoltà loro concessa dalla Sede pense dopo spirati i cinque anni
apostolica di dispensare ne' gradi del conseguito indulto. Gli elettori
dal diritto canonico proibiti, esten- quindi nel famoso congresso di Ems
dendola ancora al primo grado di (Fedi) stabilirono di mai più in-
affinità, proveniente anche da co- vocare gì' indulti quinquennali ; e
pula illecita. Il Papa rispose a' det- incominciando a porre in pratica
ti vescovi, che, dopo avere udito il i riprovevoli regolamenti in esso
122 DIS DIS
formali, concessero da loro mede- chiara quanto sia pericoloso cercar
simi le dispense, benché non igno- dispensa, (pianto difficili sieno i

HWcro, che avendo il concilio di Pontefici oe) dispensare, e come il

Trento dichiarati nulli matrimo- i dispensare in ciò eh' è contro le


ni contratti in certi gradi di pa- disposizioni de' sagri canoni, sia sem-
rentela, ed avendo esso lasciato al pre stato proprio dei Pontefici ro-
solo Papa, come conservatore dei mani. Si può vedere il Supplemen-
sagri canoni, la cura di dispensare to al giornale ecclesiastico di Ro~
nei casi opportuni, pertanto a' soli ma del 1793, che a pag. 327 trat-
romani Pontefici appartiene esclu- ta la concessione delle
: dispense
sivamente il diritto di accordar le appartiene alla potestà di giurisdi-
dispense necessarie. Laonde ninno zione, che nel solo Pontefice è pie-
poteva arrogarsi simile diritto, sen- na, e può limitarsi ne' vescovi. V.
za contraddire la veneranda deci- inoltre il p. Plettemberg, Notitia
sione di quel concilio generale, e congr. et tribun. Curiae Romanae,
senza perciò turbare la sicurezza nell' indice alla parola Dispensalio.
de' matrimoni, e per conseguenza DISPENSE celebri. Oltre quan-
il riposo, e la tranquillità della cat- to si è detto nel precedente arti-
tolica società. colo sulle dispense, e di alcune sin-
Diremo per ultimo, che nel pon- golari concesse dai sommi Pontefi-
tificato del medesimo Pio VI, e ci, qui appresso riporteremo molte
nell'anno 1790, avendo l'assemblea di quelle meritevoli di speciale men-
nazionale della sconvolta Francia zione, e massimamente risguardan-
emanato molti decreti contro la ti gii Ordini sagri, i Voli religio-
gerarchia ecclesiastica, contro la re- si,ed il sagramento del Matrimonio
ligione, e contro la disciplina rego- (Vedi). .

lare, Pio VI a'3i marzo indirizzò Alla morte di Micislao re di Po-


al Cardinal Rochefoucault, arcive- lonia, caduto il regno nell'anarchia,
scovo di Rouen, un breve aposto- Casimiro figlio di lui fuggi, e pre-
lico, che l' Hulot riporta nella sua se l'abito monastico in Chiny. An-
raccolta stampata in Venezia nel noiati i polacchi dal furore dell'a-
1799, co ^ quale, per evitare ulte- narchia, determinarono, passati set-
riori, e maggiori scandali, l'auto- te anni, di mettere sul trono Casi-
rizzava ad accordar dispensa dai miro, ed a tale effetto spedirono
voli religiosi ,
que' regolari, i cui a lui una deputazione. Ottenuta
Ordini, e congregazioni erano stati da s. Odilone abbate la licenza di
dalla medesima assemblea naziona- parlare al principe, in nome della
le soppressi. Ma di qualunque sor- Polonia, 1' invitarono a por fine
te di dispense, si tratta ai relativi alle loro sciagure, col prendere il
articolidi questo Dizionario. Inol- real scettro. Rispose Casimiro, che
tre possono consultare gli arti-
si egli non era più padrone di se,

coli Congregazioni Cardinalizie,


, ma dipendeva dall'abbate, per cui
e. Tribunali di Roma. All'articolo ad esso i deputati si rivolsero. Odi-
Concordati (Vedi) riportansi le fa- Ione disse loro eccedere la doman-
coltà accordate a' vescovi sulle dis- da sue facoltà, e non esservi che
le
pense. L'annalista Rinaldi nel suo il Papa, il quale potesse dispensare
indice tratta del dispensare, e di- uu monaco già professo, e persino
DIS DIS 123
insignito del diaconato. Allora i tre figlie. Avendo così assicurata
deputati si recarono in Roma a bene la successione di sua famiglia,
supplicarne Benedetto IX, facendo- ne vedendosi più necessario al se-
gli una patetica dipintura delle ca- colo, Nicolò fece ritorno al moni-
lamità, che affliggevano la Polonia, stero, ove morì santamente. Il san-
e del bisogno ch'essa aveva di Ca- to Pontefice Celestino V, trovandosi
simiro, per la conservazione tanto in Sulmona a' 9 ottobre 1294, con-

della religione cattolica, quanto di cesse a fr. Francesco da Apt, reli-


tutto il regno. Il caso era singola- gioso francescano, la facoltà di con-
re, e la dispensa senza esempio. Il ferire gli ordini minori a Lodovico
Papa, dopo avere maturamente esa* figliodi Carlo II re di Sicilia, che
minato V affare, come dicono gli desiderava dedicarsi a Dio, abbrac-
storici polacchi, concesse l'implora- ciando Io stato ecclesiastico. Al
ta dispensa, permettendo al mona- medesimo Lodovico conferì Cele-
co Casimiro non solo di tornare stino V
l'arcivescovato di Lione,
al secolo, ma eziandio di ammo- la qual collazione fu poi annullata
gliarsi, col peso però per ogni no- da Bonifacio Vili, per cui rimase
bile polacco pagar ogni anno
di suddiacono e sagrista.

alla santa Sede un denaro di ca- Martino V


dimorando in Cebe-
none, pel mantenimento di un lu- nes, dopo aver consultato gravissi-
me avanti la tomba di s. Pietro, mi con breve, dato a' i3
teologi,

a memoria dell'avvenimento, con giugno i4i8> dispensò nel grado


altre prescrizioni. Casimiro effettuò di affinità Giovanni conte di Foix,
il suo ritorno in Polonia, ascese il il quale vedovo di Giovanna pri-
trono, poscia sposò Maria sorella mogenita del re Carlo di Na varrà,
del principe dei russi, dalla quale sposò Bianca sorella del defonto,
ebbe diversi figliuoli ; conservò colla speranza di stabilire nella sua
molta stima ed affetto pei cliinia- stirpe il regno di Navarra, e di
censi, e li stabili nel suo reame. mantenersi in pace con quel regno.
Innocenzo II, nel ii34> conces- Dice il Rinaldi, che a quel tempo
se a Ramiro , monaco, sacerdote molto si questionò, se il principe
del monistero di s. Ponzio, la sin- per la pace pubblica , e per gravi
goiar dispensa di potere prender ragioni di stato, possa contrarre ma-
moglie, per regnare sul trono di trimonio colla sorella della defonta
Aragona. moglie.
Avendo il doge di Venezia fat- Nicolò V, con breve de' 3 ago-
ta una spedizione contro i sara- sto i447j benignamente accordò a
ceni, nella quale restarono uccisi Giovanni re di Navarra la dispen-
tutti gl'individui della nobilissima sa di poter contrarre matrimonio
famiglia Giustiniani, il Papa Ales- con Giovanna Enriquez, figlia del-
dro 111 non volendo ch'essa restas- l' ammiraglio di Castella, o Casti-
se estinta, dispensò nei voti e nella glia,colla quale era congiunto nel
professione religiosa il b. Nicolò quarto grado di consanguinità.
Giustiniani, monaco sacerdote be- Sisto IV nel i477 creò Cardi-
nedettino, il quale avendo sposata nale Giovanni d' Aragona, figlio di
Anna Vitale, del doge Mi-
figlia Ferdinando re di Napoli, dispen-
chele, da essa ebbe cinque figli, e sandolo come impubcre, a consc-
,

tf*4 DIS DIS


guir nell'anno seguente l'arcivesco- precetto immutabile, dappoiché nel
vato di Taranto. Al voi. IX, pag. Levitico non si vieta il matrimonio
292 e seg. del Dizionario, si ripor- dello zio colla nipote, eh' è lo stes-
ta l'elenco de' Cardinali creati in so grado di parentela. Perchè poi
tenera, e giovanile età, sino a ven- non si separasse la provincia di
titre anni. All'articolo Porpora Car- Bretagna dal regno di Francia, ad
dinalizia, si dice di que' Cardinali istanza del nuovo re Lodovico XII,
che la rinunziarono, e poscia, non succeduto a Carlo Vili, il Papa A-
essendo ne sacerdoti , né diaconi, lessandro VI nel 1498 annullò, non
presero moglie con dispensa ponti- senza meraviglia universale, il ma-
ficia, per succedere a qualche prin- trimonio contratto da Lodovico XII,
cipato, e continuar la discendenza mentre era duca d' Orleans , con
d'illustri famiglie ec. All'articolo Giovanna di Valois duchessa di
Vescovi (Vedi), si riporta un elen- Berry sua cugina germana, figlia
co di quelli eletti, e dispensati dai del defunto Lodovico XI, e sorella
Papi di conseguire i vescovati in di Carlo Vili pure morto. Il re
tenera età. Lo stesso Papa Sisto allegava per iscusa dell' implorata
IV fu facile nell' accordare dispen- dispensa, l'aver contratto tal matri-
se e concessioni , come lo erano monio per timore di non disgu-
stati Alessandro IV, Clemente VI, stare il padre, e ilGio-
fratello di
ed altri. Ciò, come osservano i cri- vanna, giurando che e per questo,
tici, somministrò un pericoloso e- e per essere Giovanna deforme, non
sempio non tanto a' Papi succes- 10 aveva consumato. In vigore di
sori nel concedere, quanto a' so- tale scioglimento,che fu d' altron-
vrani nel domandare, portando ad de deciso con tutta l'imparzialità,
esempio le anteriori dispense, e con- e circospezione da otto vescovi , e
cessioni, che altri principi ottennero da molti dottori rinomati, cui ave-
da' romani IV dun-
Pontefici. Sisto va Alessandro VI commesso l'esa-
que permise ancora che Alfonso, me, fu permesso inoltre allo stesso
bastardo di Ferdinando figlio del Lodovico XII di sposare Anna du-
re Giovanni d'Aragona, e fanciullo chessa di Bretagna di anni venti-
che ancora non avea compito sei sette, vedova del defunto suo co-
anni , possedesse 1' arcivescovato di gnato Carlo Vili, la quale da Lo-
Saragozza in commenda perpetua. dovico XII era sempre stata va-
Alessandro VI, nel i49^> P er ~ gheggiata, e n' era stato corrisposto.
mise a Ferdinando II re di Napoli 11 Bercastel, Histoire de l'Église,,

di contrarre matrimonio colla so- toni. XVI, pag. 364 e seg., parla
rella di suo padre, del che molti a lungo di questo argomento. Gio-
allora si meravigliarono, giacche vanna di Valois virtuosamente ac-
con materiale ignoranza sosteneva- consentì al Divorzio (Vedi), e ri-

no, non esser questa dispensa della tirandosi in Bourges culi' appannag-
giurisdizione pontificia. È vero, che gio di trentamila lire, vi fondò

questo matrimonio viene proibito T Ordine delle monache dell' An-


agli ebrei nelLevitico al e. XVIII, nunziata, di cui parlasi al voi. II,
v. 12, ma questa legge era giudi- pag. i5| del Dizionario, e meri-
ziale, con cui si obbligava il popolo tò poscia di essere beatificata.
ebreo soltanto, e non naturale, cioè Ad esempio di Alessandro VI
,

DIS DIS 125


die aveva permesso a Manuel Io re la. Molti cortigiani, e teologi col-
di Portogallo di sposare successiva- tivarono questi ultimi dubbi, per
mente due sorelle, Giulio II, a* 26 compiacere al re, procurando di
dicembre i5o3, concesse la dispen- persuaderlo non essere legittima
sa ad Enrico Vili re d'Inghilter- moglie quella, che Io era stata di
ra, che aveva allora diciotto anni, suo fratello, e perciò doversi rite-
di sposare Caterina d'anni venti- nere invalida la dispensa. Che que-
tre, figlia di Ferdinando ed Isa- V sti consiglieri, e teologi fossero mos-
bella, sovrani di Spagna, e vedo- si da ambizione, e da interesse, è
va di Arturo fratello maggiore del manifesto nel considerarsi, che al-

medesimo Enrico Vili, dal quale trettali dispense avevano conceduto


Caterina non aveva avuto figliuo- Martino V, e Alessandro VI pri-
li anzi correva fama, che avendo
: ma di Giulio II. Anzi, anche dopo
Arturo appena quindici anni quan- il concilio di Trento, abbiamo che

do la sposò nel i5or, per la de- Clemente Vili diede dispensa al re


bolezza dell'età, e per la lenta in- di Polonia di poter isposare la ve-
fermità sopravvenutagli, principiata dova del fratello ; e Lodovica Gon-
cinque mesi dopo il matrimonio zaga di Cleves, con pontificia dis-
e che il condusse al sepolcro, non pensa, successivamente sposò due
lo avesse consumato. Dopo avere fratelli. Abbiamo inoltre, che di que-

Enrico Vili pacificamente vissuto ste dispense vennero accor-


tredici
più di venticinque anni con Cate- date da Urbano Vili, otto da A-
rina, e dopo avere avuto da essa lessandro VII, altrettante da Cle-
una figlia chiamata Maria, che fu mente X, due da Innocenzo XII, e
poi regina d'Inghilterra, perduto diverse da Clemente XI, tutti Pon-
negli amori di Anna Bolena, sua tefici illustri in dottrina, e virtù,
figlia naturale, avuta dalla viscon- consapevoli, che impedimento dil'

tessa di Rochefort, nel i528, do- affinità trasversale non è indotto


mandò al Papa Clemente VII di dalla natura, che anzi la legge mo-
annullare, e dichiarare invalido il saica ordinava al fratello di piglia-
matrimonio contratto con Caterina, re sotto pena d' infamia la vedova
e di poter isposare Anna Bolena. del defonto fratello.
Non era il solo amore per questa, Grato Clemente VII a' benefici
che inducesse Enrico Vili a do- ricevutida Enrico Vili, avea l'a-
mandare tale dispensa, ma, al di- nimo inclinato a contentarlo quan-
re del Rinaldi, ad an. i5?.8 num. do la ragione gliene porgesse argo-
109, ve lo incitavano alcuni con- mento. A tale effetto inviò in In-
siglieri per vederlo privo di prole ghilterra il Cardinale Lorenzo Cam-
maschile, e perchè fosse quindi il re- peggi in qualità di legato , nomi-
gno esposto a divenire retaggio di nandolo col Cardinale Volsei pre-
un principe straniero. Si aggiunga sidentead una congregazione depu-
il malcontento di Enrico Vili verso tata a grave affare, ciocche lu-

l' imperatore Carlo V zio della re- singò il quale


il re, sfrenatamente
gina, la vita dedita a' piaceri, l'ar- si abbandonò agli amori della Bo-

dente brama di aver figliuoli, e il lena. Ma la regina Caterina, veden-


dubbio insorto sulla conseguita di- do che la congregazione deputata
spensa di Giulio II nello sposar- secondava troppo le voglie del re,
, ,

n6 DIS DIS
appellò alla santa Sede, per cui Cle- Primadi celebrare il matrimo-
mente VII chiamò a Roma la ri- nio, aveva Illirico Vili discacciato
soluzione ili questa causa famosa dal regno il Cardinal Campeggi,
la quale venne da lui commessa a ed alienato dalla sua grazia il Car-
monsignor Paolo Capizucchi deca- dinal Volsei lo che venuto in co-
;

no della rota. Fu per tre anni len- gnizione di Clemente VII, con bolla
tamente esaminata, colla speranza, de' 22 dicembre i53o, fulminò con-
che dentro a questo tempo acca- tro il re la scomunica, se tra un
desse qualche novità, la quale co- mese non si fosse riunito a Cate-
stringesse il re a desistere dall' in- rina sua legittima moglie , e non
giusta pretensione, ovvero, che si si fosse separato dalla meretrice Bo-
ravvedesse, avendo dato sotto Leo- lena. Ma le paterne industrie, ed
ne Xluminosi saggi di sua reli- ammonizioni usate sino allora dal
gione, e zelo cattolico. Ma Enrico Pontefice, e proseguite per tre an-
Vili, stanco di tollerare tanti in- ni, non giovarono ad indurre En-
dugi, da se medesimo si fece ar- rico Vili a miglior sentimento ;
bitro della causa, la decise in pro- per lo che, nel concistoro de' 2 3
prio favore, e nel 1 533 sposò se- marzo i534, alla presenza di ven-
gretamente Anna Bolena. Narrano titre Cardinali , tre soli de' quali
gli storici, che questa scaltra don- opinarono pel divorzio, formalmen-
na, per maggiormente invaghire il te Clemeute VII sentenziò , che il

rè, non mai volesse acconsentire matrimonio fra Enrico Vili e la ,

alle suebrame, se non come legit- regina Caterina, era valido, e for-
tima moglie, sebbene avesse ad al- mo, e per conseguenza condannò il

tri prostituito il suo onore, come re all' osservanza di esso, replican-


ad Enrico Vili lo avevano prosti- do ad un tempo le censure fulmi-
tuito la madre , e sorella di lei. nate , con espressa dichiarazione
Prima di questo tempo, e corren- che il re di fatto era incorso in
do Tanno i53o, Tommaso Abele, esse. All'annunzio della risoluzione
cappellano della regina Caterina, Pontificia, Enrico Vili montò in
scrisse un trattato sul divorzio, e furore, abrogò interamente l' auto-
sulla condotta illegittima di Enri- rità della santa Sede per tutto il

co Vili, intitolato De non dissol-


: regno, ed ordinò con orribile atten-
vendo Henrici et Catharinae ma- tato, che non si riconoscesse più
trimonio; e Jacopo Calco carmeli- tale autorità. Quindi costrinse tutti
tano di Pavia scrisse De divorlio , a riconoscere se stesso capo della
Henrici Vili anglorum regis. Po- chiesa anglicana, e mandò in ban-
co dopo Paolo Caporella conven- do dal floridissimo suo regno la re-
tuale, e lettore di morale, poi ve- ligione cattolica, al modo che di-

scovo di Cotrone, stampò: Quae- cesi all'articolo Inghilterra (Vedi).


stiones de matrimonio regis Angliae Nel 1578 morì in Africa com-
nunquam incudine subtilis doctoris battendo contro i mori, il piissimo
Jo. Scoli ante hac versatae, Nea- Sebastiano re di Portogallo. Il Car-
poli , 1.542. Abbiamo ancora da dinal Enrico di lui zio, unico ere-
Edmondo Campiano, Narratio de de del trono, nell' età di sessanta-
dh'ortio Henrici Vili ab uxore sette anni, montò su di esso, senza
Catharina 3 Duaci 1622. spogliarsi della sagra porpora. Seb-
DIS DIS ia 7
bene esemplare ecclesiastico, e ris- gran duca di Toscana. Allo scio-
plendente per virtù, e dottrina, con- glimento del matrimonio non solo
siderando la sorte del regno dopo Margherita acconsenti, ma dichiarò
di sua morte, a cagione di molti di essere stata costretta a sposare
pretendenti, specialmente del pos- Enrico IV.
sente re di Spagna Filippo II, fu Ferdinando Gonzaga fratello del
pure consigliato a domandare dis- duca di Mantova fu creato Cardi-
pensa a Gregorio XIII di ammo- nale da Paolo V nel 1607, ma es^
gliarsi, giacché colla prole sarebbe sendo morto il fratello nel i6i5,
restata la nazione portoghese libe- per succedergli nel trono, ottenne
rata dalle gravi sciagure, che la dal Papa di poter rinunziare la
minacciavano. Il buon Cardinale, porpora, e di potersi ammoglia-
rivestito eziandio della dignità di re, per conservare l' inclita sua pro-
arcivescovo d' Evora ,
per molto sapia. Quindi invaghitosi di Camil-
tempo gagliardamente si oppose a la Erdizzani, contro il proprio de-
siffatte insinuazioni ; ma vinto dal- coro, la sposò. Però pentito di tal

l' amor patrio, si lasciò persuadere fatto, si rivolse fervorosamente a


ad invocarne dispensa dal Pontefi- Paolo V, colla mediazione del Car-
ce. Questi diede a studiare atten- dinal Vincenzo suo fratello e di
tamente la domanda ad uomini altri Cardinali, perchè annullasse
dotti ; ma poi rispose, che sebbene il matrimonio, in riguardo alle ra-
Benedetto IX avesse data licenza gioni che adduce va. Il Papa depu-
di ammogliarsi ad un diacono , ed tò una congregazione di Cardinali,
Alessandro III ad un sacerdote, am- la quale imparzialmente lo consi-
bedue monaci, pure essendo Enri- gliasse. Venne deciso che il ma-
co ad un tempo Cardinale ed ar- trimonio era nullo, essendo irre-
civescovo, oltre ad altre canoniche golare il modo con cui fu con-
ragioni non gli si poteva accor-
, tratto ciocché Paolo V dichiarò
,

dare tale dispensa. Il regio procu- con breve dato in gennaio 1617,
ratore, e in Lisbona il nunzio Sau- imponendo al duca, tra le altre
li persuasero Enrico in modo, che condizioni, di stabilire a Camilla
virtuoso com'era, non solo se ne un annuo e conveniente assegno.
convinse, ma non cedette alle ana- Allora il duca sposò Caterina de
loghe replicale istanze, che gliene Medici, sorella di Cosimo II gran
fecero le principali città del regno. duca di Toscana.
Considerando Clemente VIII che Urbano VIII nel 1624 dispensò
Enrico IV re di Frauda non ave- Enrichetta, sorella di Luigi XIII re
va successione da Margherita di Va- di Francia, di sposare il principe
lois, figlia del re Enrico lì, e so- di Galles Carlo, figlio di Giacomo
rella degli ultimi tre re di Fran- I re d' Inghilterra, come principe
cia, e che ad essa erasi sposato per accattolico, che poi divenne re col
violenza ; dopo avere maturamente nome di Carlo I.
esaminato sì delicato negozio, con- Innocenzo X nel 1646 creò Car-
discese alle replicate istanze di En- dinale Giancasimiro, figlio del re di
rico IV, e gli concesse il divorzio Polonia Sigismondo III, e religioso
con Margherita ,
perchè potesse della compagnia di Gesù ; ma es-
sposare Maria de Medici, figlia del sendogli morto il fratello il re La-
i*8 DIS DIS
tlislao, rinunziò la porpora, e con nel 1735 a Clemente XII vive
pontificia dispensa, sposò la di lui preghiere acciò nominasse all'arci-
vedova e rispettiva cognata, Maria vescovato di Toledo il suo figlio
Gonzaga duca di Mantova.
figlia del l'infante d. Luigi di Borbone d'anni
Morendo Giovanni IV di Bra- otto. Sebbene il Papa fosse bramo-
gansa re di Portogallo nel i656, so di mostrare il suo paterno affet-
gli successe il primogenito Alfonso to al re, pure considerando le dif-
VI, il quale dipoi nel 1668 a ca- ficoltà di contentarlo, per essere la
gione di sua incapacità, fu dai ma- istanza apertamente contraria a' sa-
gnati del regno dichiaralo impo- gri canoni, deliberò cambiarne la
tente di regnare, ovvero conferma- forma, coli' autorità di parecchi e-
rono la di lui rinunzia, come il sempi, concedendo con dispensa
clero dichiarò nullo matrimonio il pontificia all' infante le rendite di
della regina madamigella d' Auma- quella mensa, col titolo di ammi-
le, la quale per dissolutezza del nistratore temporale, e di commen-
marito, attestò essere egli inabile, datario, sinché giunto all'età cano-
e perciò non consumato il matri- nica, coli' episcopale consagrazione
monio; laonde suo fratello d.
il conseguisse la dignità arcivescovile,
Pietro li, il quale avea segreta cor- affidandone l' amministrazione spi-
rispondenza amorosa colla cognata, rituale a Frollano, arcivescovo di.
tosto ascese al talamo, ed al trono, Larissa in partibus. Quindi Cle-
prima col nome di reggente, e poi mente XII creò Cardinale l'infante
con l' autorità di re. Prima che i a*19 dicembre colla diaconia di s.
regi sposi celebrassero le nozze, do- Maria della Scala. Altra segnalata
mandarono la dispensa al Cardinal dispensa concesse Benedetto XIV
di Vendóme legato apostolico in collo stesso infante per le suppliche
Parigi, il quale subito la concesse. del re di Spagna suddetto, cioè
Però sull'autorità di lui essendo dell' unione dell' arcivescovato di Si-
nate delle dubbiezze, come sulla va- viglia a quello di Toledo, dopo
lidità del matrimonio, il re Pietro avere consultato una congregazione
li spedì in Roma a Clemente IX di Cardinali. Dipoi, nel 1754, il
il p. Villa gesuita, per supplicarlo Cardinale rinunziò alla porpora in-
di approvare il loro matrimonio, sieme alle menzionate sedi arcive-
mentre contemporaneamente il Car- scovili, per prendere moglie, con
dinal legato significò al Papa i mo- dispensa dello stesso Benedetto XIV,
tivi,che r avevano indotto a con- che su quelle mense assegnò al me-
cedere la dispensa. Clemente IX per desimo infante a titolo di pensione,
sìspinoso affare commise la causa e commenda, annui scudi centocin-
ad una congregazione di Cardinali, quanta mila. L'infante morì nel 1785,
e teologi, nella quale diversi furono lasciando un figlio dello stesso no-
i pareri, ma prevalsero quelli che me, che, nel 1800, fu creato Car-
favorivano il matrimonio ; il perchè dinale da Pio VII, colla diaconia
essendo stata dichiarata alla corte di s. Maria della Scala, e che in-
di Portogallo la pregnanza della sieme con dispensa apostolica ven-
regina, conveniva al Papa di prov- ne fatto arcivescovo di Toledo, ed
vedere alla pace del regno. amministratore del vescovato di Si-
Filippo V re di Spagna diresse viglia.
DIT DIT 1*9
DISSENZIENTI, ovvero OPPO- ed era padrone di far pace, e guer-
NENTI. Nome generale che si dà ra; ma la dittatoria durava solo
ìiell' Inghilterra a quelle diverse sel- sei mesi. Tizio Largio fu il primo
le, le quali in materia di religione patrizio fatto dittatore nell'anno di
e disciplina ecclesiastica sono discre- Roma 259 : ed il primo della ple-
panti dalla chiesa anglicana. Tali be fatto dittatore fu C. Manilio. Il
sono in particolare i presbiteriani, prode Camillo lo fu cinque volte.
gì' indipendenti, gli anabattisti , i Si fecero poscia dichiarare dittatori
quackeri, o tremolanti ec. perpetui, prima Siila, poi Giulio
DISSIDENTI. Appellazione, che Cesare, quale fu l'ultimo ditta-
il

in Polonia si dà a coloro, i quali tore, giacche Ottaviano Augusto pre-


professano le sette luterana, calvi- se il titolo d'imperatore. Biondo
nista e greca. In quel regno veni- da Forlì, nella sua Roma trionfan-
vano tollerate, e secondo le costi- te, parlando a pag. 97 del ditta-
tuzioni non potevano essere esclusi tore, dice che questo magistrato fu
dai pubblici posti quelli, che le pro- cosi chiamato dall' essere eletto e
fessavano. Anche gli ariani e soci- i creato dal console, secondo il vo-
niani, hanno fatto delle forti istanze lere del popolo, e perciò che al
per essere compresi nel numero dei detto di luisi quietava ognuno. Fu

Dissidenti, ma sempre ne furono il chiamato anche Mae-


dittatore
esclusi. stro del popolo, ed egli eleggeva il
DISSIMILI. Nome, che si dava maestro de' cavalieri o della ca- ,

agli ariani, perchè insegnavano, che valleria. Vi furono dei dittatori di


il Verbo è dissimile in tutto dal solo nome, creati in tempo di pe-
Padre. stilenza,per conficcare nel muro un
DITTATORE (Dictator). Nome chiodo ,
per le fiere , per fare le
di supremo grado nella repubblica supplicazioni a cagione di qualche
romana. Ne' tempi torbidi, e diffi- prodigio avvenuto, ec.
cili, ed allorché la repubblica ro- DITTICO, Diptìco, o Dipticho.
mana era minacciata da qualche Termine greco, che
dop- significa
pericolo imminente, consoli, il du- i pio, piegato in due. Secondo que-
ce dell' esercito, il senato o il po- sta etimologia, i dittici , o diptici,
polo creavano un dittatore, che ri- erano tavolette, o libri piegati in
vestito dell'autorità sovrana, dove- due. Vi erano dittici profani, e
va vegliare alla conservazione dello dittici sagri. Prima parleremo dei
stato. Egli aveva diritto di vita e profani, poi dei sagri, od ecclesia-
di morte su tutti cittadini di qua- i stici. Sebastiano Donati, spiegando
lunque grado, come sull'esercito. questo vocabolo, dice provenire
Cessava allora l' autorità di tutti i da bis, due, e plico piego, ed espri-
magistrati, od era subordinata alla me cosa doppia, duplicata. Quin-
potestà dittatoriale, fuorché a quel- di, al dire di Buonarroti, Osserv.
la de' tribuni del popolo. Il dit- sopra ì tre dittici d'avorio, questo
tatore nominava il duca della ca- nome si dà ad ogni piegatura, e
valleria, qual suo luogotenente. Ven- per una certa somiglianza significa
tiquattro littori colle ascie
ed fa- i ogni tavola, che si pieghi, e spe-
scisempre il precedevano. A niu- cialmente denota qualsiasi sportello
no rendeva conto del suo operare, di porta , o cose simili. Siguifica
vol. xx. 9
i3o DIT DIT
ancora tavoletta plicatile, come in- gè, oppure di membrana di papi-
seminino le chiose attribuite a Fi- ro ec. Gli antichi facevano uso
losseno, ove si legge plico 3 com- dei dittici, delle tavolette, dei ma-
plicai, plicatypUx. Si dava ai dit- nuali, od effemeridi, per iscrivervi
tici ladenominazione secondo il nu- entro i loro altari domestici, e per
mero delle pieghe, o tavolette di meglio ricordarsi di quanto era vi
cui si componevano. Così quando notato, portavano appesi con una
li

erano di due si chiamavano dupli- funicella alla mano, o alla cintola,


ces t se di tre triplices, e se di cin- ed i ricchi ambivano assai di por-
que quintuplices. I dittici adunque, Di tali pugillari
tarli. trovasi fatta
parlando in generale, altro non era- menzione anche presso i sagri scrit-
no, che due tavolette unite insie- tori. In s. Luca, cap. i, 63, ab-
me da potersi piegare, ed atte a biamo che s. Zaccaria chiese un
ricevere in loro stesse scrittura, o pugillare per iscrivere il nome del
scultura, come vogliono Negelein, suo figliuolo. Di uno di questi par-
Esichio, e Suida. Descrivendoli di- la Prudenzio, in un inno di san
cono essi essere formati di due co- Cassiano; e di un altro Alessandro
perchi, uno de' quali si pone sotto monaco, nell'orazione scritta in lo-
l'altro, da cui è coperto. de di s. Barnaba apostolo.
Si prevalsero gli antichi de' dit-
De dittici profani. tici anco per iscrivervi le loro let-
tere. Dopo avere unite insieme due
Vari nomi furono dati ai dittici tavolette, ne inceravano le parli
profani, come di pugillari , di ta- interiori, per potere collo stile o
volette portatili, e di tavolette ma- grafio formarvi sopra i caratteri.
nuali, o effemeridi. Il Mazzocchi è Pelagio mandò a s. Nonno una
d'avviso, che anche gl'interi codici lettera su tal sorte di tavolette,
chiaminsi dalle due esterio-
dittici scritta col grafio. Scrivendo a per-
ri tavolette, non avendosi riguardo sone lontane usavasi il papiro. Lo
alla moltitudine de' fogli, per cui stile adoperavasi, quando i pugil-
propriamente si dovrebbono dire lari erano composti di materia du-
polittici. Sembra inoltre assai vero- ra; ma se lo erano di pieghevole,
simile, che denominazione di
la si scriveva colla penna, usando
dittico si desse nei bassi tempi ai l'inchiostro, ovvero il minio. Gli
pugillari comuni, benché fossero o grafi furono come
stili, coltelli,
formati di più tavolette, o mem- quindi se ne introdussero di osso,
brane. Libatilo li appella un li- e di metallo. Da una parte ave-
bretto di due sportelli. La materia, vano la punta per formare le let-
di cui formavansi tali dittici pro- tere, e piattierano dall'altra per
fani, o pugillari, era varia, come cancellarle. Il Boldetti riporta quelli
fu varia quella su cui scrivevano rinvenuti ne' cimiteri di Roma, for-
gli antichi. Il perchè erano fatti niti di manichi. furono I dittici
di sostanze dure, e di flessibili, cioè eziandio dai romani adoperati per
di piombo, di avorio, di legno, di iscrivere le lettere amatorie, ed O-
cedro, di bossolo, di acero, e per- vidio, fa frequente menzio-
che ne
sino di una certa pietra cerulea, ne, li chiama ta voi uccie mali/iconi-
che chiamasi ardesia dal Du Gau- che, ed or legni funebri ec. allor-
,,,

D1T DIT i3i


quando palesa amori alla
i suoi Teodosio, ed Arcadio imperatori
ritrosa Corinna. Giovenale chiamò con legge vietarono a' magistrati
simili pugillari lusinghevoli; ed al- meno i consoli, i donativi delle
treltaulo fece Orazio. Talvolta nel- sportule d'oro, e dei dittici d'avo-
le parti esteriori s' imprimevano gli rio, a cagione della eccessiva spesa,
amori dei numi, per risvegliarli che importavano. Il Donati illustra
nella persona amata , od accre- con glande erudizione molti dittici
scerli. profani, scampati dalla voracità del
Coslumavasi dagli antichi di re- tempo, non che dei dittici misti,
galare dittici nel cominciamento cioè che di consolari divennero ec-
deiranno, ed erano uno dei molti clesiastici. 11 citato Buonarroti, nel-

altri che distribuivansi agli


doni, le Osservazioni sopra i vasi de ve-
amici. Quest'uso vuoisi derivato dai tri, ci dà copiose ed erudite noti-
consoli, dai pretori, dai questori, e zie dei Dittici sì profani che sa-
dagli altri magistrati romani. La gri. Il p. Menochio, nel tomo III
materia, di cui questi formavansi, delle Stuoie, spiega che cosa fos-
era diversa, come varia fu quella sero i dittici profani , o secolari
de' pugillari domestici. I più ordi- a pag. 47 2 Antonio Francesco Go-
«

nari erano di bossolo, e di ace- ri ci diede nel suo Thesaurus


ro, ed i più nobili formavansi di veterum Diptychorum consularium
cedro, di argento, d'avorio, ed an- et ecclesiasticorum in tres tomos
che d'oro. Erano formati simili divisus ; Adcessere Jo. Baptistae
dittici con due lavoluccie, attaccate Passeri in pos tremimi addilamenta
insieme con due, o più gangheri. et in singulos praefationes , Floren-
Le faccie esteriori erano adorne tiae 1709.
di varie figure, e spesso colla im-
magine del personaggio, che a pro- Dittici sagri, o ecclesiastici.
prie spese dava lo spettacolo, e di-
stribuiva tali solenni doni. Le par- I dittici sagri, o ecclesiastici, dal
ti interiori erano liscie, e quando Tommasini de eccles. discipl. lib. 1,
essi chiudevansi, i bassorilievi ri- cap. 12, si definiscono: « Monu-
manevano al di fuori. I dittici dai « menti solenni letti sull'ambone,
nominati magistrati si regalavano » o pulpito nel tempo del divino
all'imperatore, al senato, ai paren- » sagrifizio ; e dal Salig de Diptych.
ti, ed agli amici sì presenti, che lon- » pag. 3 Tavole pubbliche , che
:

tani, in occasione del principio, e >» nella primitiva Chiesa legge-


decorso dell' esercizio della carica ;
ri vansi dall' ambone, nel tempo
e Stilicone dispensò dittici d'avo- n della messa, e contenevano no- i

rio largamente al popolo. Ai dona- » mi degli offerenti, de' magistrati


tivi de' dittici si univa anche quel- » superiori, de' chierici d'ordine su-
lo delle sportule consistenti in de- » periore della stessa comunione ;

naro, in canestri, in tazze d'argen- » inoltre de' santi, de' martiri, dei
to, e pugillari, o libretti d'avorio; » confessori, e finalmente di quelli
ma i donativi di maggior pregio » ch'erano morti nella fede orto-
erano i dittici, ed ornato d'oro era » dossa, per dimostrare quello stret-
quello che regalavasi all'imperato- » tissimo vincolo di comunione e
re. Neil' anno 384 Yalentiniano ,
» di amore, che fra loro anche
i32 D1T D1T
» morti manteneva ". Altri scrit-
si molta erudizione. Nel loro princi-
tori ai sagri dittici danno vari no- pio, quando il numero non
de' fedeli
mi ; ora li chiamano sagre, tavole, era tanto copioso, si può credere
come fece s. Procolo patriarca di che fossero formali di due sole ta-
Costantinopoli nel concilio calcedo- volette, ed allora più propriamente
nese, ora ecclesiasliei cataloghi, co- si potevano chiamare dittici. Lo
me vedesi presso edil Cotelerio, stesso osservano Negelein, e Cabas-
ora sante tavole, come
ha dal si suzio anzi questi chiaramente dice,
:

glossario greco del Du-Cange. Ap- ch'erano due tavolette, in una del-
pellaci eziandio dallo Svicero, mi- le quali venivano scritti i nomi dei
stiche tavole, e mistici dittici. Fu- vivi, e nell' altra quelli de' morti.
rono anche chiamati libri anniver- Il Goar, nel ritual. graecor. p. i2 3,
sariiy ecclesiae matricida , libri vi- è di egual sentimento, dicendo che
ventium, ovvero vìlac. È noto, che i dittici sagri erano di due tavolet-
la matricola soltanto è un catalo- te attaccate insieme in quella fog-
go, una descrizione, o un indice. gia appunto, con cui dipingonsi le
Presso gli scrittori ecclesiastici la tavole di Mosè. Ma essendo poi
matricola fu di due sorte, una su cresciuto il numero di quei, che vi
cui notavansi i chierici che parte- dovevano essere ascritti, erano ne-
cipavano degli stipendi delle chie- cessarie più tavoluccie, o membra-
se, l'altra ove si descrivevano i ne, e contuttociò si seguitarono a
poveri alimentati dalle chiese, onde chiamare dittici. Il citato Noris, e
furono appellati matriculae j e così Cristiano Lupo in dissert. condì.
matrìcularii, e matriculae erano chia- v. G. e. Vili, sono di avviso, che le
mali ancora quei poveri, ch'erano e- pagine, ond' erano composti, fossero
letti agli uffizi più vili della Chiesa, membranacee. Però lo Schmidt av-
come a scoparla, suonar le campa- verte, che quantunque i fogli fosse-
ne ec. Matriculariae furono dette ro membranacei, nulladimeno co- i

anche le Diaconesse (Fedi), le perchi dovevano essere di avorio.


presbiteresse, e le vedove alimenta- Tali dittici, se nel loro principio
te colle rendite della Chiesa. Da erano fatti per servigio di chiese,
queste matricole, o cataloghi diffe- per lo più apparivano nell' esterio-
rivano però i fasti, in cui registra- re adorni di sagre figure; se poi di
vansi i giorni natalizi di ciascun consolari, ch'erano dapprima, dive-
martire, e che sono accennati da nivano ecclesiastici, conservavano gli
Tertulliano, lib. de coron. milk. stessi bassorilievi t
che avevano quan-
e. i3. do erano profani; e si gli uni che
I dittici sagri, al dire del Car- gli altri al di dentro erano lisci

dinal Noris, dissert. hist. de synod. per potervi scrivere sopra, oppure
V, e. V, trassero la origine dai dit- per inserirvi i fogli membranacei.
tici consolari, di cui si tenne già Similmente quelli che servivano di
parola, ed unendosi alla sua opinio- coperta a' sagrosanti codici, si ve-
ne il Salig, cap. il, de origine devano adorni immagini,
di sagre
diptych. Eccl. p. 12, aggiunge
in a differenza di altri che si usavano
di più, che anco dagli ebrei, e dai o per quadri di altare, o per espor-
gentili possono avere avuto il loro li nelle solenni funzioni alla vista
cominciamento, e ben lo prova con del pòpolo. Questi, essendo lisci e
,

DIT DIT i33


puliti comparivano di
nell'esteriore, ragioni, vuole che si debbano divi-
alcune sagre immagini interiormen- dere in quattro classi generali, cioè
te abbelliti. Il nome di Dittico fu de' battezzati., de' vivi, de* santi e
dato anche ad altre cose, e vi fu de' martiri, e la quarta di quelli,
chi pretese chiamar Dittico persino eh' erano morti nella fede ortodos-
la pianeta, per la ragione che an- sa. Di queste diverse specie di dit-
cor essa si spiega ed apre in due tici, tratteremo compendiosamente
parti; lo che pur nota il du Freme per ordine di metodo.
nel glossario al vocabolo Diptycìia. Incominciando dai dittici de'bat-
Difficile è lo stabilirsi quando tezzati, possono questi considerarsi
principiassero ad usarsi nella Chiesa come fasti della Chiesa, dappoiché
i dittici sagri, essendo ciò incerto, ed in essi venivano registrati i nomi
oscuro. Il Cardinal Bona, lib. II rer. di quelli, i quali ricevevano gior-
liturg. cap. XII, p.
759, li crede nalmente il battesimo. Si crede, che
originati dagli apostoli, o dai loro abbiano avuto origine dai fasti dei
immediati successori, e vuole pro- ne' quali si notavano i no-
gentili,

varlo con un passo tolto dall' Ec- mi de' sommi Pontefici, de' patriar-
clesiastica Gerarchia, attribuita a chi, de' vescovi, de' sacerdoti, prin-
s. Dionigio Areopagita, cap. Ili, §.
cipalmente degli offerenti, de' bene-
IX, in cui si legge, che la recita fattori, i titoli de' concili ecumeni-
delle sagre tavole, la quale si pra- ci, i nomi di tutti quelli eh' erano
tica dopo la pace, fa menzione di ascritti nel clero, degl' imperatori,
quei, che sono santamente vissuti, e dei re, delle auguste donne, e di
che costantemente arrivarono al ter- altriragguardevoli personaggi. No-
mine di una buona vita. Ciò per minavasi ancora qualcuno de' cir-
altro va creduto con riserva, dap- costanti, avvegnaché della plebe, co-
poiché è noto che, sebbene Natal me nota
il Noris, rimanendo tutti
Alessandro difendesse per sue le o- gli altri compresi sotto una comu-

pere di s. Dionisio, molti critici le ne generale menzione, colle parole


reputano apocrife. Tuttavolta non del canone Memento, Domine, fa-
:

mancano valenti scrittori, che attri- mulorum ec. Donde osserva il Ba-
buiscono ai dittici istituzione apo- luzio, de div. offlc. in capii, reg.
stolica. Martino Chladni, hist. sacr. francor. t. II, p. 1129, non essersi
rit. de diplych. veter.
§ X, ne ripor- costumato recitare il nome di tutti
ta l' origine al secolo secondo, ne i fedeli, ma solo di quelli, eh' era-
senza ragione, avendosi da s. Ci- no descritti nel sagro altare. Il Do-
priano nell' episl. X, il quale fu e- nati a pag. 4i rende ragione, se il

letto vescovo nel 247, che nel ter- nome del Papa venisse notato nei
zo secolo universalmente si costu- dittici di tutte le chiese; è però
mavano i dittici nella Chiesa. Di vero, che se in qualche luogo o-
diverse specie poi furono i dittici mettevasi la commemorazione del
ecclesiastici, e in diversi modi li Papa, veniva ordinato a' vescovi
classificarono gli scrittori. Il Du e ad altri superiori ecclesiastici di
Cange e' insegna, eh' erano di tre introdurla, come costume convenien-
sorti, cioè de' vescovi, de' vivi, e dei tissimo alla polizia della Chiesa, che
morti. Altri a due classi li ridusse- si nominasse nelle sagre liturgie il

ro, ma il Salig, con forti e sode nome del suo supremo pastore, lo
134 DIT DIT
die si da un canone del con-
raccoglie vescovo, in quei dell'arcivescovile il

cilio celebrato a Vaison nel 5ic). Ciò nome del metropolitano, e final-
pure comandò il Pontefice Pelagio, mcnlc in quei della chiesa metro-
dichiarando separati dalla comunio- politana il nome del patriarca, se-
ne di tutto il m'ondo cattolico, quel- guendo in tal modo 1' 01 dine della
liche non nominavano il Papa nel gerarchia ecclesiastica, e dimostrando
divin sagrifizio. Adriano II, nella quella dipendenza e soggezione, che
sua prima lettera scritta ai vesco- le inferiori sedi debbono avere al-
vi delle Gallie nell' 867, ordinò le superiori. Oltre ai nomi dei det-
ad essi di porre ne' codici, o dit- ti personaggi, s'inserivano anco
tici delle loro chiese, il nome di Ni- ne' dittici quelli di alcuni sacer-
colò I Papa, già defonto, facendone doti , ed altri del clero. Per ciò
commemorazione nel divin sagrifìzio; che riguarda i dittici dei moni-
ed ingiunse, che lo stesso si dovesse steri , vi è chi pretende, che vi
comandare dai vescovi agli altri fra- scrivessero i nomi con quest' ordine,
telli, ed a' sacerdoti delle rispettive o differenza. Se trattavasi di moni-
diocesi. La stessa cosa fu ancora sta- steri, soggetti a* vescovi, vi si nota-
bilitaogni qual volta si trattò del- va il nome del Papa, del metropo-
l'unione della chiesa greca colla lati- litano, del vescovo, e in fine quel-
na. Tanto domandarono Urbano IV lo dell' abbate ; ma se erano esenti,
a Michele Paleologo, e poi Grego- e che solo riconoscessero il sommo
rio X, il quale stabili con tre con- Pontefice, ne' dittici solamente si

dizioni la concordia. La prima fu leggeva suo il nome, con quello


quella di far menzione del Papa nei dell'abbate. In progresso, essendo
sagri dittici, insieme ai quattro pa- andati i dittici in disuso, successe-
triarchi in tempo delle sagre litur- ro in loro vece le orazioni, o Col-
gie. Questa pia e lodevole costu- lette (Vedi), che presero a recitar-
manza passò eziandio a' tempi più si nelle messe quotidiane per l'ab-
a noi vicini, giacche nel 14^9» bate, e pel rimanente delle perso-
nel concilio di Firenze, l'impera- ne, che prima erano nominate nei
tore Giovanni VII Paleologo co- dittici. Che si recitassero anche dai
mandò che ne' sagri dittici fosse po- sagri dittici i nomi dei sovrani
sto il nome di Eugenio IV sommo dominatori del secolo, provano lo
Pontefice, e capo di tutta la Chiesa gli ecclesiastici monumenti. Nella
universale. costituzione di s. Giacomo, si legge
Dopo essersi registrato ne* dittici la preghiera da farsi pel re, in que-
il nome del romano Pontefice, sem- sta guisa: Inoltre vi preghiamo, o
brò convenientissimo, che anche Signore, per lo re, e per tutti quei,
quello de' supremi reggitori delle che posti sono in grado di supe-
chiese vi fosse notato, onde ciascu- riorità, e per tutto V esercito. La
na chiesa vescovile conservò dili- liturgia di s. Gio. Grisostomo pre-
gentemente in siffatte tavole i nomi scrive la seguente orazione, da porger-
de' suoi vescovi. E siccome V essere si dal diacono all'Altissimo pei re:
nominato ne' dittici comunemente Preghiamo il Signore pei regi pas-
reputa vasi cosa di sommo onore, così simi, e da Dio custoditi, per tutto

fu solito a notarsi in quei della il loro palazzo, ed esercito. Anche


chiesa vescovile il nome dell'arci- i principi più grandi ebbero in
Dir DIT i35
somma slima di essere annoverati Per conto del nome degli offe-
ne' ditlici, e il re Dagoberto lasciò renti ne' dittici, è a sapersi, che nei
copiose ricchezze alle chiese, per- primi tempi della Chiesa i fedeli
chè non mancassero di segnare il d' ambo i sessi, e di qualunque gra-
suo nome nel libro della vita, cioè do, ebbero in costume di offrire
nel dittico, e lo recitassero nella sul sagro altare pane, vino, incen-
domenica, e negli altri giorni fe- so ed altro* che potesse abbisogna-
Così Carlo Magno, appena fat-
stivi. re al divino sagrifizio; e dalle ob-
to imperatore da s. Leone 111, pro- lazioni eh' essi facevano furono
curò che il suo nome venisse regi- chiamati offerenti. Ottennero anco-
strato in siffatti libri. ra simile denominazione tutti quel-
Quando i sovrani si dipartivano li, che beneficavano le chiese, fa-
dalla fede ortodossa, erano cancel- cendo ad esse alcuna obblazione ed
lali dai sagri dittici. Il patriarca offerta, come limosine, donazioni, e
Esaia fece sapere all' imperatore legati in morte, per la propria a-
Andronico I Paleologo, il quale avea nitna ; su di che può consultarsi il
tolto dalla cappella palatina il no- p. Berlendi, citile obblazioni all' al-

me di Andronico II suo nipote e tare, p. 71. però osserva,


Questi
collega, e di più l' avea fatto levare non sembrare verisimile, che sem-
dal dittico patriarcale, e da tutti pre si facesse una distinta comme-
quelli delle altre basiliche, che il morazione di tutti i nomi degli of-
nome di Augusto non si poteva le- ferenti, specialmente nelle feste so-
vare, se non che per ragione di eresia. lenni, e nelle città piò popolate,
Michele Paleologo, aver fatto per per cagione del gran numero di sì
cavare gli occhi a Giovanni Lasca- pie persone, le quali volendosi tut-
ris, legittimo successore dell'impero, te rammentare, troppo spazio di
ricevette il divieto d' intervenire tempo sarebbe stato necessario. Sic-
alle sagre funzioni, ma non perciò ché può ritenersi, che si recitassero
fu cancellato dai dittici. Nell'anno i nomi solo di quegli offerenti, che
495 Papa s. Gelasio I ricusò di per nascita, dignità, o beneficenze,
accordale ad Eufemio patriarca di fossero tra gli altri distinti, e che
Costantinopoli la comunione apo- i una generale men-
restanti sotto
stolica, e le pacifiche lettere, sinché zione venissero compresi. Da una
non avesse cancellato il nome di lettera di s. Innocenzo I, scritta a
Acacio dai sagri dittici. Nel io33 Decenzio vescovo di Gubbio, sem-
sotto Giovanni XIX si rinnovò la bra potersi dedurre, che questi of-
concordia tra le chiese latina e gre- ferenti avessero nei dittici un luogo
ca, per cui il patriarca Sergio fece non solo onorarissimo, ma anche il
porre il nome del Papa nelle sagre primo. 11 perchè V ambizione, e la
tavole della chiesa di Costantinopo- vanità di molti cristiani, bramosi
li. Nel secolo decorso, e per lo zelo di essere ascritti ne' dittici, gì' in-
di Clemente XII, il patriarca degli dussero ad usare mezzi illeciti per
armeni fece togliere dai sacri dit- offrirealcune cose alle chiese. Nel-
tici l'empio anatema contro il con- la chiesa greca ancora si costuma
cilio generale di Calcedonia, e con- di recitare in questo modo il nome
tro il santo Pontefice Leone I Magno, degli offerenti, e di tagliar i pani
che f aveva fallo celebrare. in molti minuzzoli, assegnandone a
i36 DIT IHT
ciascun vivo, o definito la sua pai- tro V altare dal suddiacono. Nelle
ticella, e di offerirli poscia per ren- mane private quest' e ilicio apparte-

derli partecipi del divin sagrifìzio. neva al celebrante, ed a quel luo-

Notisi però, che nei dittici non era- gO del canone, notato anticamente
no nominati quelli, i quali non a- colle lettere ili. ove ora si scorgono
vessero ancora soddisfatto al debito le lettere N. N. Fu anche costo me

della penitenza, e che coli' imposi- di mettersi i dittici sopra l' alta-
zione delle mani del vescovo e del re coi nomi degli offerenti, o be-
clero non fossero stati di nuovo am- nefattori. Nel monistero Uticcnse si

messi alla comunione. scrivevano i nomi di tutti i fratelli

La lettura dei dittici non sem- in un rotolo lunghissimo, e si usa-


pre si faceva nella stessa maniera, va di porlo presso, l' altare, pre-
né nel medesimo luogo. Si apprende gandosi pei medesimi dal sacerdo-
dal p. Marlene, de anliq. etcì. rit. te, allorché offeriva il sagrifìzio.

cap. IV, artic. Vili, num. i3, che Oltre i nomi de' superiori eccle-
quando il sacerdote era giunto a siastici, degl' imperatori, dei re, e
quella parte del canone, ove si do- de' benefattori, od offerenti, si regi-
veva fare la commemorazione pei stravano anche ne'dittici i titoli dei
vivi, il diacono allora, presi i sagri sacrosanti ecumenici concilii, per
dittici, pubblicamente leggeva i no- dimostrare in sì fatta guisa la ve-
mi di tutti quelli, che vi erano de- nerazione, che giustamente si aveva
scritti. Anche nella chiesa greca ta- a così sante e preziose costituzioni.
le lezione veniva fatta dal diacono, Questa pia e lodevole consuetudine
per cui si legge nel Goar : « 11
*
cominciò a praticarsi sino dal tem-
« diacono incensa d' intorno la sa- po di Giustino I, il quale fu assun-
« gra mensa, e i dittici ovvero ta- to all'impero l'anno 5 1 8, comedi
» volette, e fa menzione di quei segnarvi gli anatemi contro altri
y> morti, e di que'vivi, che più gli concilii, ed un esempio è quello ri-

« piace". In alcune chiese, come portato di sopra. Fu eziandio anti-


della Gallia, e della Spagna, que- chissima consuetudine della Chiesa
sta recita facevqsi dopo il ricevi- di riporre ne' sagri dittici, chiamati
mento delle obblazioni, terminate le ancora pretiosiores tabulae, il nome
quali seguiva una preghiera appel- di Maria gran madre di Dio, e di
lata, Collectio post nomina. Nella tutti quelli, che avevano dato il
chiesa greca dopo il canto del van- sangue, e la vita per la confessio-
gelo,ed al fine della messa de'ca- ne della vera fede, e de' santi, fa-
tecumeni e penitenti, si nota il tem- cendosene speciale, o general men-
po assegnato alla lettura de' sagri zione nel divin sagrifìzio. Nella li-

dittici. Questi poi in alcuni luoghi turgia di s. Giuseppe, fratello del


erano letti dal diacono., si dall' al- Signore, da altri attribuita a s. Gia-
tare, che dall'ambone. Nella chiesa como, ovvero apocrifa, si fa com-
latina vuole il Martene, che non memorazione della Vergine Maria,
si pubblicassero né dal diacono, né de' profeti, degli apostoli, de' mar-
dall' ambone, ne ad alta voce, ma tiri, ed alla fine de' giusti. Nella
si suggerissero dal suddiacono all'o- messa di s. Gio. Crisostomo s' in-
recchio del sacerdote. In altre chie- vpea la Vergine con tutti i santi,
se la lettura de' dittici faceva^ die- e si fa ancor menzione di alcuni
DIT DIT i3 7
santi e martiri, e del santo di cui n che santamente sono vissuti, e che
ricorreva il giorno festivo. Cirillo m costantemente pervennero al ter-
Gerosolimitano, descrivendo la sagra « mine di una buona vita". Nota
sinassi, asserisce che il sacerdote il Donati, che le prime canonizza-
rammenta i santi, i patriarchi, i zioni consistevano soltanto in decreti
profeti e i martiri, acciocché Dio ed ordini de' sommi
Pontefici, o
mercè le loro preghiere esaudisca de' vescovi con Y espressa o tacita
le nostre orazioni. Vuoisi, che i pri- approvazione del Papa, co'quali i
mi santi confessori segnati ne' dit- martiri, o persone eminenti nell'e-
tici, fossero il Papa s. Silvestro I, roico esercizio delle virtù, dopo la
e s. Martino vescovo di Tours, co- loro morte s'inscrivevano nelle sacre
me ancora, che le litanie forse de- tavole, o sieno cataloghi de' santi,
rivino dai dittici. ovvero nel canone della messa per
Essendo poi oltremodo accresciu- farne in tal tempo menzione, non
to il numero di quei, che colla essendo nei primi tempi della Chie-
santità de' costumi, o collo spargi- sa in uso i martirologi. V. Canone
mento del sangue avevano illustra- DELLA MESSA, CANONIZZAZIONE, e MAR*
to la Chiesa di Dio, e troppo tem- "UROLOGI.
po richiedendosi per leggerne tutti Sui dittici de' morti, diremo che
i nomi dai dittici, s' introdusse po- essendo antichissima la usanza di
co a poco il costume di ri porli porgere preghiere a Dio per le a-
colle reliquie sugli altari in tempo nime de' fedeli Defonti (Vedi) nel
che facevansi le obblazioni, ovvero di vin sagrifizio, perciò negli eccle<-
si notavano ne' calendari o marti* siastici dittici principiaronsi a regi-
rologi. strare eziandio i nomi dei morti,
Che i calendari, e martirologi vale a dire di tutti i passali all'al-
sieno originati dai dittici, e che da tra vita nella vera fede, e comu-
essi pure ripetano l'origine i me- nione cattolica, per recitarli poi in
nologi, e gli agiologi, o santilogi di tempo delle sagre liturgie. Dal Du
monaci, vi sono giusti fondamenti Cange nel suo Glossario, verbo Dip-
per crederlo. Anche le canonizza- tycha, appellansi questi dittici libri
zioni de' santi traggono l'origine dai anniversarìi 3 obìtuarii3 e necrologiij
dittici, non già dall'apoteosi dei e dal Chladni pur citato si deno-
gentili, come hanno preteso alcuni, minano Schedae emortuales. Di es-
che furono fuori della nostra co- si menzione
trovasi fatta frequente
munione. V. Rodolfo Ospinian, traci, in molti ecclesiastici documenti, da
de origin. progress, caeremoniis } et cui assai chiaro risulta essersi sem-
ritib. festor. cap. 6; Johan. Albert. pre tali dittici praticati nella Chie-»
Fabric. Bibliografi Antiq. cap. 8, sa. Nella succitata ecclesiastica gè-*
n. 24. Dice il Cardinal I5ona, che rarchia di s. Dionisio non si fa
lo scrivere ne' dittici i nomi de' ve- menzione di altri dittici, che di
scovi, trapassati all' altra vita con quelli de' morti. Nella liturgia di s.

fama di santità, fu una certa spe- Marco si dice: « che diacono


il

zie di canonizzazione, e beatifica- m legge i dittici di quei, che dor-


zione, e lo prova dicendo : « che la » mirono, cioè de' morti"; e il sa-
» recita delle sagre tavole, la quale cerdote verso loro rivolto là questa
*> lussi dopo la pace, propala quei preghiera: » Alle anime di tutti quo*
i38 DIT DIT
a sti, padrone e signore Dio nostro di delitto, e quelli uccisi per altri
•> dà il riposo nei tabernacoli dei reati.
» tuoi santi". Anche in quella di I dittici de' morti cessarono a
s. Gio. Crisostomo il diacono » fa poco a poco, introducendosi invece
» commemorazione di que'che dor- i necrologii o obituari, ossieno li-

m mirono, e de' viventi ". Tal pia bri de' morti, libri anniversarii, e
costumanza nominare
di i defonti libri di vita, in cui nelle chiese
dai dittici praticò anche la Chiesa cattedrali, collegiate, abbaziali , e
latina, come si legge nel libro de de'monaci si conservavano scritti i
divims o/Jìriis ; il quale benché par- nomi de'defonli, cioè de' vescovi,
li di qualche rito della suddetta de' canonici, degli abbati, de'fratelli,
chiesa nel memento de' vivi, con de' domestici, de' benefattori, e di
tuttociò in quello de' morti riferi- tutte le altre persone aggregate, an-
sce un uso speciale di recitare dai corché fossero straniere, al dire di
ditticii nomi de' trapassati. Il p. Salig. Di questi necrologii se ne
Berlendi afferma, che questi, od e- trovano nel VI secolo, e molti nel
rano recitati dal diacono, o il detto VII. Il Mabillon, Annal. Ord. s.
memento era scritto in tavoluccie Bened. t. Ili, p. 70, ci dimostra
separate dal canone, ov' erano no- anche la maniera tenuta da' mona-
tati i nomi di que' defonti, per cui ci, per far notare con ispeditezza i

porgeansi le preghiere al sagro al- loro morti di qualunque grado, e


tare fuori delle domeniche. Quindi condizione negli obituari di quei
il sagramenlario di s. Gregorio, pub- monisteri, co' quali contratta ave-
blicato dal Rocca, pone per titolo vano fratellanza e società, rimetten-
in questa orazione: super Diptycha. done il ruolo agli altri monisteri a
Siccome il diacono e suddiacono, mezzo di un corriera. I necrologii
come dicemmo, suggerivano all'orec- si leggevano prima dopo il marti-

chio del sacerdote celebrante i nomi rologio, e da' monaci dopo la le-
de' defonti, non soddisfacendo tal re- zione anco della regola, recitandosi
cita segreta a molte persone,, che a- ad alta voce il nome di quelli, del-
vrebbero desiderato di udire ricordati la cui morte ricorreva il giorno
ad alta voce i nomi de' loro fra- anniversario, accennandosi i benefi-
telli, perciò in vece dei dittici si zi fatti alle chiese, ed ai moniste-
istituirono i necrologii, ossieno li- ri, e cantandosi poscia in suffragio
bri de' morti, che talvolta si chia- di tutti salmo De profundis [Ve-
il

marono libri di vita, de' quali si di), competente orazione. Jl


colla
parlerà. Però in diversi tempi fu- Martene, de antiq. monac. ritib. 1.
rono escluse dalla raccomandazione 1, cap. V, n. 22, ne descrive chia-

del divin sagrifizio, e in conseguen- ramente l' ordine, le particolarità


za dai dittici, alcune sorte di per- ec. Negli obituarii de' monaci scri-
sone, come quelli puniti di morte vevasi pure il nome de' santi ; e
per delitti commessi, quelli che da per maggior comodo del lettore,
per sé eransi uccisi (a questi tut- in uno stesso codice si ponevano il
tavolta si accordava il suffragio martirologio, la regola, ed il necro-
delle orazioni, e delle limosine, co- logio, che fu pur detto martirolo-
me si legge nel Martetie), i morti gio. Se 1' essere notato ne' sagri dit-
in duello, i ladri uccisi in attualità tici fu reputata cosa molto prege-
DIT Dir i3cj

vole, e di sommo onore,


per lo Dice il Donati, che nella Chiesa
contrario l' esserne tolto recava gran latina si costumò poi , e tuttavia
vergogna e disonore. Questa pena praticasi dal sacerdote, in vece del-
chiama vasi expulsio, ovvero rasura la pubblica recita che facevasi dai
nominimi e diptychis, e secondo il dittici de' nomi degli offerenti in
Dodwello vuoisi originata dalla si- tempo delle sagre liturgie, di no-
nagoga giudaica. A tale sfregio sog- minare in segreto , o raccomandar
giaceano comunemente gli eretici, mentalmente nel Memento della
gli scismatici, e tutti i colpevoli di Messa {Vedi) tutti quelli, i quali
enormi delitti, senza riguardo a di- danno la limosina, perchè sia ap-
gnità,anche se fossero vescovi, od plicato in loro prò il divin sagri-
imperatori. Gli eretici fecero altret- o che per altra maniera ne
fìzio,

tanto ne' loro dittici verso gli orto- sono fatti dal celebrante partecipi.
dossi. Però il cancellamento dai dit- Racconta il Macri citato, che nella
tici non era irrevocabile, quando si chiesa di s. Lorenzo di Costantino-
fosse giustificata la persona, e riacqui- poli eravi una colonna di marmo
stato avesse l' estimazione. Il Pa- lavorata a scacchi che nel primo ;

inelio,seguito da altri, arrivò a pa- ordine si scolpivano i nomi degl' im-


ragonare l'espulsione dai dittici a peratori, e nel secondo quello dei
pena quasi somigliante alla scomu- patriarchi per nominarli nella mes-
nica. V. il Bernini, Istoria citile e- sa; e che a seconda di certa pre-
resie, 167; ed il Macri alla
pag. dizione, che quando gli scacchi fos-
parola Diplychum. sero riempiti, la città sarebbe stata
Finalmente, in quanto al tempo, presa, ciò si i4^3.
verificò nel
in cui cessò del lutto l' uso de' sa- Molti autori scrissero su questo
gri dittici , ossia quando la Chie- importantissimo argomento, laonde
sa abbia omesso la pubblica reci- riporteremo i seguenti Sebastiano :

3
tazione de' nomi sì de' vivi co- Donati, De dittiei degli antichi pro-
me de' defonti, è malagevole lo sta- fani, e sagri, coli appendice di al-
9

bilirsi. Sembra che nell' ottavo se- cuni necrologi, e calendarj finora
colo, ed anche nel nono in alcuni non pubblicali, Lucca 1753. Nel
luoghi ne durasse la consuetudine, proemio, e nelle successive erudi-
come Chiesa romana ce lo
della tissime note annovera la maggior
Remigio Antisiodorense, lib.
testifica parte degli scrittori sui dittici sagri
de celebrat. miss. 11 p. Le Brun e profani. Giovanni Cardona scrisse
vuole, che si proseguisse anche nel Trattato sopra i dittici, Tarracona
decimo, e dal p. Mabillon abbia- 1687; Michele Hertzio, Disserta-
mo, che si continuasse pure nel- zioni sopra i dittici, che pubblicò
l'undecimo, non già come rito, ma in numero quattro dal 1680 in poi;
come arbitrio tollerato. Quindi Leo- E liberto Rosweido, Dissertatio de
ne Ostiense, ed il monaco Erman- diptychis veter. christ. nel suo O-
no, lib. II, 73, pretendono che
cap. nomasticon ad vit. Patrum, pag.
nel secolo seguente andasse in disu- 1024.; Zaccaria, Disciplina populi
so, non essendo più che un arbi- Dei, tom. II, dissertai. XIV, pag.
trario costume. Tuttavolta nella 1 i4; il p- abbate Mauro Sarti,
chiesa greca 1' uso de' sagri dittici dissert. de vcleris casula diptycha,
ancora si osservava nel secolo XV. Faveutiae 1^53-, Gio. Stefano Du-
,,

i4o DIU DIU


rante, de rìtibus Ecclesiae , cap. del Forcelliuiil vocabolo Diuriuts
43 ; Angelo Rocca , colle anno- siprende ancora per » Diurna a-
tazioni ad librimi sacramcntorum » ctorum scriptura, giornale, dia-
s. Gregorii ; l'annalista Cardinal » rio, ephecueris, liber in quo o-
Baronio in molti luoghi de' suoi » m
ninni dierum acta pracscribun-
annali eccles.; il Juenin, Tractat. >» tur; qui et diurna, orimi abso-
de sacr. disscrt. 1. de sacram. Eli- « Iute dicitur , subaudiendo acta
cli,can. 8. ar. 3, § 4; Coustant. in » et diurnum, sive de publicis, si-
not. ad epìst. i5 Innoc. I, pag. » ve de privalis ac domesticis re-
858; Pougit, Instit. Cat. toni. Il, » bus sermo sit. Diurna populi ro-
pag. 854; Dodwet, 1/1 dissertat. Cy- « mani per provincias curiatus le-
*
prìan. S. » guntur. Juvenal. 6, 4 2 ". Il eh.
DIUM, o DIUS. Città vescovile monsignor Marino Marini nella sua
della Macedonia della prima pro- Diplomatica pontificia, a pag. 4 2
vincia del suo nome nell'esarcato dice, che se le bolle o lettere pon-
di Tessalonica, presso il golfo Ter- tificie ebbero Regesti, furono loro
meo. Dium fu chiamata anche Sta- proprii anche de' libri formolari
dia, e la sua erezione risale al se- perchè contenevano diverse forinole
colo quarto, nel quale fu dichiarata per cominciarle, e terminarle. For-
la sede sufFraganea a quella metro- molari proprii adunque ebbero le
politana di Tessalonica. Pallade, suo bolle, e il diurno de' romani Pontefi-
vescovo, sottoscrisse la lettera del ci, il quale non è che un formola-

concilio di Salifica a tutte le chie- rio, e ne presenta sino al VII secolo.


se. Tolomeo chiamò questa città E coloro, che nel XIII e XIV eb-
colonia, e Costantino Porfirogenito bero officio di segretari nella corte
ne fa una città di Pieria , nella pontificia, composero formolari sul-
prefettura, o provincia di Macedo- le traccie degli antichi , e presero
nia. anche a modello I' epistole d' Inno-
DIURNO (Diurnus). Libro di cenzo III scritte con istile maesto-
chiesa, che contiene l 'Uffìzio divino so, e veramente ecclesiastico. I più
(Fedi), il quale si recita di giorno, rinomati libri di sono
formolari
cioè le piccole ore, vesperi, e com- quelli di Marino Ebolo, di Bernar-
pieta, horae diurnae. Questo libro do da Napoli, di Tommaso da Ca-
ecclesiastico chiamasi pure Diur- pua, e di Riccardo da Pofi. Questi
naie, ed è diverso dal Breviario formolari erano anche appellati
(Pedi), perchè questo comprende Diurni, per 1' uso giornaliero, che
anche l'uffizio, e le ore canoniche se ne faceva, per servirsene alla op-
della notte. V. Divini Uffizi. Il Ma- portuna circostanza.
cri nel Hierolexicon, verbo Diur- Avendo noi più volte citato nel
nus, definisce questo » liber, in quo Dizionario il Libro Diurno , o sia
3
» consuetudines R. Ecclesiae con- Giornale de Pontefici, conviene che
« tinebantur, quas novus Ponti fex qui ne diamo notizia, dappoiché lo
» observare spondebat. In libro merita per la stima in cui è presso
» quoque Pontificum , qui dicitur i più celebri scrittori. Questo co-
P Diurnus, ita conti netur de pos- dice, di cui léce menzione Ivone
« sessione Romani Pontificis ". Ivo de Chartres nell' epist. 60 ad Ugo-
Carnoten. epist. 58. Nel Lexicon nc Liuiiesc, fu scritto da un ano-
DIU DIV 141
nimo Vili circa Tanno
nel secolo zione tratta dell'uso del pallio pa-
y3o. Contengonsi in esso le for- triarcale comunicato co' vescovi. Nel
niole delle sottoscrizioni, e sopra- 1660 il dotto Luca Olstenio stam-
scrizioni, delle quali i Pontefici e- pava in Roma il codice vaticano
rano soliti di usare nelle loro let- (che al dire del Cenni avea copia-
tere; le elezioni, ed ordinazioni dei to in una notte), e molti fogli ne
Pontefici, e de' vescovi suburbica- aveva già mandati a Pietro de Mar-
rii, con quanto spetta a tutto quel ca arcivescovo di Tolosa, ma l'edi-
rito; le professioni di fede; i pri- onde mon-
zione fu soppressa allora,
vilegi;le concessioni ed i precet- signor Piccolomini nunzio in Fran-
ti.Credeva Antonio Agostino, che cia ne ricuperò i fogli stampati dal-
non ci fosse codice alcuno di que- le mani del de Marca, e forse per
sto Giornale; ma il Baluzio, nelle questa soppressione il Tentzelio, in
note allo stesso Agostino: De emen- Dialog. vernac. an. 1698 p. 277,
datione Granarti '_,
p. 433, ne accen- ascrive questo Libro Diurno a' libri
na diversi codici; uno cioè nella proibiti. V. il Fabricio nelle Bi-
libreria de* gesuiti del collegio Cler- blioth. med. et irifim. latin, edita a
naont a Parigi; un altro dal Lau- Mansio, t. li, p. 38. Parlando l'ab-
noio mentovato nella dissertazione bate Cenni, nella sua terza disser-
di Lazzaro e Maddalena, venuta in tazione di storia ecclesiastica , di
Provenza, cap. i o osserv. i o ; ed un questo codice, con tuono deciso di-
altro si ricorda dal Mabillon nel ce, essere stato con lunghe veglie
suo Museo Italico pag. 77, che ed ostinato travaglio di molti anni
possedeva Ilarione Rancati, monaco ordinato, o, per meglio dire, disor-
cisterciense e maestro dell' Ughelli, dinato dal p. Garnier: ma diverso
da cui l'ebbe in prestito Leone Al- è il linguaggio del Mabillon, e di
lacci ( l' abbate Cenni dice Luca tanti altri luminari della sagra eru-
Olstenio), il quale in una notte lo dizione, i quali di esso hanno par-
copiò, come dirassi. Il codice del lato. Ecco il titolo di questa ope-
collegio Clermont è quello appun- ra Liber Diurnus Romanorum Pon-
:

to, che confrontato coli' esemplare tificum ex antiquissimo codice mss.


Vaticano, venne pubblicato dal dot- mine primum in lucem editus3 cum
to gesuita p. Giovanni Garnier con notis ac dissertalionibus 3 Parisiis
note erudite, e con tre dissertazio- 1680.
ni, delle quali la prima descrive i DIVINAZIONE (Divinatio). Sì
titoli, di cui i Pontefici usarono prende questo termine per la pre-
nelle iscrizioni delle lettere dal se- dizione certa , ed infallibile degli
colo IV fino al X; nella seconda avvenimenti contingenti, la quale
tratta della causa di Onorio I Pa- non conviene che a Dio solo, per lo
pa, eh' egli sostiene essere stato sco- che la si dice divinazione^ come se
municato dal VI concilio, non per- si dicesse Divina azione. Inoltre si

chè co' monoteliti insegnasse una prende per la scienza vana, e su-
sola volontà in Cristo, ma solo per- perstiziosa, per la quale alcuni pre-
chè avesse favorito quelli, che l'in- tendono indovinare le cose nascoste,
segnavano, ed a ciò dato occasione, o future, per la invocazione espli-
del che si tratta nella biografia di cita od implicita del Demonio .

Onorio (Fedi). La terza disserta- La Scrittura condannò più voi-


,

i4* D1V DIV


te l'arte ingannevole, ed assoluta- cimoterzo secolo, e nei seguenti secoli,
mente falsa della divinazione, co- cioè:' i.° Celebrazione notturna dei
me gl'indovini, e quelli che li con- divini uffizi, e suo elogio; 2. La b.
sultano; il perchè ordinò la lapi- Chiara di Rimini vi assisteva di mezza
dazione a quelli che la esercitassero, notte ; 3." Tale era nel decimo ter-
come si legge nel Levitico 20 27, zo secolo il costume de' religiosi ;
e nel Deuteronomio 18, io, 11. Si- 4-° E in ispecie de' canonici rego-
milmente ciò fu condannato, e ri- lari di Città di Castello; 5.° Si-
provato da' romani Pontefici, e dai mile osservanza di Urbino; 6.° Di
concilii. In quello celebrato in Ag- Roma, di Arezzo, di Anagni, di Vi-
de nell'anno 5o6 , dal canone 4 2 terbo, di Milano, e di Parigi; 7.
fu proibito a' laici di applicarsi a- Rilassamento di questa disciplina :

gli augurii, e a quel genere di di- 8.° Essendosi tollerato di recitare


vinazione chiamata la sorte dei il mattutino la sera antecedente
santi, sottopena di scomunica. Fa- come in Roma, Gubbio, e Urbino;
cevasi questo con aprir qualche li- 9. o mattina di buon' ora, co-
la
bro della Scrittura, e prendere per me in Angiò, Rohan, Reims, Pa-
presagio dell'avvenire le prime pa- rigi, Minden, e nella basilica vati-
role, che incontravansi all'apertura cana; io.° Al più si riserba la ce-
del libro. V. Astrologia. lebrazione notturna per alcune so-
DIVINI UFFIZJ. Cosi vengono lennità maggiori, come in Prato;
chiamate le sagre funzioni della 1 1.° Sua decadenza totale nel se-
Chiesa, e l'uffiziatura del clero se- colo decimoquarto, e decimoquinto,
colare, e regolare. 11 Garampi, nel- quanto al clero secolare ; 1 2. Non
le sue Memorie ecclesiastiche 3 pag. però quanto al regolare, che per
48 , dice che non era insolito pres- lungo tempo seguitò l'antico isti-
so gli antichi sotto il nome di divini tuto.
ufFicii intendere talvolta il solo sa- Pompeo Sarnelli, nel tomo II
grifizio della messa anche privata; delle sue Lettere ecclesiastiche, scris-
e che qfficiuni si usò assolutamen- se la lettera XXIII, Dell'antica
te per messa anche da Innocen-
la frequenza del popolo a' divini uffì-
zo IV in una sua bolla del i25o, zi. Di questa ci sembra opportuno

Bull. Basii Vat. t. I, p. 127. Fu presentare qui un estratto. La pia,


detto adunque il santo sagrifìzio santa, e lodevole costumanza della
della messa uffizio divino, in quan- Chiesa, quando di notte come di
to è parte degli ecclesiastici, e di- giorno il popolo cristiano, massime
vini uffizi. Soggiunge il medesimo de' primi tempi, senza distinzione
autore, che dicendosi ogni offizio di sesso, grado, e condizione a' di-
divino, deve prendersi nel suo più. vini ufficii assisteva, produsse nei
ampio significato, vale a dire, per medesimi cristiani una diligente ,

ogni sorta di ecclesiastico uffizio, e sollecita , e di vota frequenza alla


di amministrazione di sagramenti. chiesa, dimaniera chealzavansi di
Inoltre Garampi, nelle
il dotto mezza notte, ed andavano a' mat-
medesime Memorie, a p. 3i5, di- tutini persino le regine, come os-
vise in dodici paragrafi la Disserta- serva s. Gregorio Turonense , de
zione X, Sopra la celebrazione dei mirac. b. Martin, lib. I, e. 1 7. Ta-
divini uffizi, e sua decadenza nel de- le e tanta fu la frequenza de' cri-
,, ,

DIV DIV i43


stiani a' divini ed alle sagre
uffieii quentare gli uffizi divini, le messe
sinassi (V. il Macri, Hierolexicon, cantate, i mattutini , ed i vesperi
in Synaxis)^ che sembrò bene a massime per la santificazione delle
s. Gio. Grisostomo di moderarla. feste, non essendo sufficiente l'ave-

In quanto a' divini uffizi diurni re adempiuto al precetto di ascol-


perchè in alcune chiese le ore di tare, o celebrare la messa privata.
terza, sesta e nona si dicevano pri- Su questo argomento si possono
vatamente., e la frequenza in esse consultare i tanti relativi articoli
del popolo era grande, ordinò Ce- del Dizionario. E qui ripeterò quan-
sario, come nota lo scrittore della to dissi nel proemio dell' edizione
vita di lui, che le ore di terza, se- a parte dell'articolo Cappelle Pon-
sta, e nona si cantassero pubblica- tificie, Cardinalizie, e Prelatizie,
mente nelle chiese. Venanzio For- che con questi stessi tipi pubblicai
tunato, Poem. lib. 3, celebrò la fre- nel i$4l: » Il complesso de' riti
quenza del popolo a' divini uffieii » e delle cerimonie piene de' più
sì notturni che diurni, a tempo di n belli, e misteriosi significati, ren-

s. Germano vescovo di Parigi. Quin- » de in certo modo visibile la san-


di sappiamo, che, acciocché il po- » ta religione di Cristo, riempie
polo stesse attento, e si penetrasse *» l'anima di pietà, e religiosa com-
della celebrazione de' divini uffizi m mozione, e lo eleva soavemente
era invitato a cantare i salmi al- ti al cielo ".
ternativamente col clero. Stando DIV1MTA\ Natura, ed essenza
adunque i chierici nel presbiterio, di Dio. Dice il Bergier, che i teo-
ed i laici fuori de' cancelli ,
questi logi la fanno consistere nella no-
con quelli divotamente alternavano zione dell'Ente necessario, o esi-
i sagri inni, salmi, e cantici. stente da sé stesso, ed il fanno ap-
In progresso di tempo, a cagio- poggiati al testo della Scrittura :

ne della dissonanza e frastuono del- Ego sum V. Dio. La Di-


qui sum.
le voci, le quali talvolta riusciva- vinità non è né moltiplice, ne di-
no di confusione, perchè non ordi- visa nelle tre persone della santis-
nate, fu tolto il canto alternato. 11 sima Trinità [Vedi); ma è una ed
popolo per altro continuò a fre- indivisa in tutte e tre. La Divini-
quentare, ed assistere con raccogli- tà e l'umanità sono unite nella per-
mento religioso a' divini uffizi , ed sona di Gesù Cristo (Fedi). Quan-
alle sagre (unzioni ecclesiastiche, ed do si dice la Divinità, senza aggiun-
allora invece delle profane canzoni, ta, s'intende l'intelligenza, la vo-
cantava inni, salmi, e cantici. Os- lontà suprema che regge l'universo;
serva s. Agostino, in psalm. 85, che ciò che esprimevano i latini periV^-
da tal frequenza del popolo a' di- men 3 ed i greci per Thcos. Chiamasi
vini uffizi proveniva ne' laici tanta poi divino ciò che appartiene a Dio,
perizia delle sagre Scritture , che che ha relazione a Dio, che proviene
mentre predicava ad esso, tosto che da Dio, ec. Così dicesi la scienza
ne allegava qualche passo, udiva il divina, Provvidenza divina, la
la
mormorio dell'uditorio, che lo pre- grazia divina. Si chiamano uomini
veniva nel continuarlo opportuna- divini quelli, che sono stati ispirati
mente. Conchiude il Sarnelli, con da Dio, od illustrati da un lume
avvertire i cristiani odierni, di fre- sovrannaturale.
, m

i44 div DIV


Gì' imperatori romani ancor vi- volare un'aquila, e dicevasi ch'era
venti accettarono dall'adulazione dei l'anima dell'imperatore, la quale
popoli, e «Ielle città soggette, il ti- saliva in cielo, indi ponevasi tra gli
tolo di Divo, e Disunimmo, so-
di dei, si chiamava divo, si adorava,
pra di cui abbiamo la dissertazio- gli si erigevano templi ed altari, e
ne di flermannio Posto : De Di- gli si facevano sagrilizi.
vinis inipera toni ni titilli* 3 et eoruni L'erudito Sarnelli, nel tomo X
origine, Erfurti 1716. Il p. Seba- delle sue lett. eccl, ci ha dato la
stiano Paoli scrisse un eruditissimo lettera XIII Dell'apoteosi de' genti-
Ragionamento sopra il titolo di Di- li, Lucca 1722, nella quale si tro-
vo, dato agli antichi imperatori. 11 vano raccolte molte belle notizie in-
senato romano ascrisse tra i divi torno agli onori prestati a' loro dei,
molti imperatori, ed in quell' atto e ai loro eroi dagli stolti gentili.
siproducevano testimoni , i quali Quindi mosso da scrupolo, ordinò
giuravano di aver veduto il cesa- il Cardinal Bellarmino, nella rico-
re ascendere il cielo. Ciò seguiva gnizione delle sue opere, di toglie-
in questo modo. Dopo la morte re il Divus ovunque si trovasse nei
dell' imperatore, e dopo essere sta- suoi libri, e di sostituirvi il San-
to seppellito il suo cadavere, si for- ctus, ovvero il Beatus: e il rigo-
mava un' immagine a lui somiglian- roso Muratori nella regolata divo-
te, e si poneva su di un gran let- zione sostenne, non doversi dare
to di avorio, coperto da panni d'o- assolutamente il titolo di Divus ai
ro, e collocato nel portico del pa- Santi , perchè i gentili solevano
lazzo. Sedevano intorno al letto, onorare con questo titolo anche i
alla sinistra, il senato vestito a bru- più malvagi imperatori. Ma egli
no, ed a destra le matrone colle ne fu dottamente confutato dal p.
vesti bianche sottili , senza orna- Benedetto Piazza, il quale ne giu-
menti d'oro in segno di mestizia. stificò l' uso con evidenti ragioni,
Ciò praticavasi per sette giorni con- con questo libro: Christianorum in
tinui , figurandosi l'imperatore in- Sanclos, Sanctorumque regina ,
fermo, che andava peggiorando nel eorumque festa, imagines, reliquias t
male, finché dicevasi ch'era morto. propensa devotio, Panormi l'jSi.
Dipoi nobili giovani dell' ordine e- Sopra il titolo di Divus si possono
questre portavano il letto nel foro consultare: La
Calogerà raccolta
vecchio, ove si cantavano flebili in- tom. XV, p. de 83; il Vignoli,
ni in onore del defonto; indi tras- Columna Antonini Pii p. 83; Bo-
portavasi il letto nel campo Mar- nada, Carmina ex antiquis lapi-
zo, ove ponevasi in un tabernacolo dibus tom. I, p. 147, i5»7, 174;
quadrato di legno. Allora si getta- Morcelli, de Stylo inscriptionum
vano cose odorifere in gran copia Latin, p. 3 06; Vermiglioli, Iscri-
come ultimi doni fatti dal popolo zioni Perugine, tom. II, pag. 4^9*
al principe, e quelli dell'ordine e- Il Sarnelli, nel tom. X delle Letter.
questre giravano a cavallo danzan- eccl.a pag. i5o, trattò, se Divus,
do. Indi il nuovo imperatore con e Sanctus denotino la stessa cosa;
una torcia il fuoco al
appiccava e perchè la Chiesa usi questo, e
tabernacolo, che veniva distrutto non quello. Inoltre monsignor Gae-
dalle fiamme, ed allora si lasciava tano Marini, ne' suoi Fratelli Arva-
,

DIV DIV i45


lì toni. I, p. LXXVII, p. 45, 46, parisce un legato così espresso :

discorre se possa darsi ai santi il »»Item reliquit in mona-


fabrica
titolo di Divo. L'annalista Rinal- « sterii s. Bibianae ( esistente un d\

di poi rileva, che Divi furono » in via della Porticella ) Mont.


chiamati Bartolornmeo
Ignazio e >•> Flasc. 4° s °l- papi". Item reli-
da Dionisio Areopagita. Dice il « quit in fabrica monasterii s. Cla-
Bergier, che si chiamano uomini « rae de dicto loco 20 sol. papr. ".

divini quelli, i quali sono ispirati Però dopo l' istituzione in esso del-
da Dio, o illustrati da un lume le monache, il monistero e la chie-
sovrannaturale, citando gli aposto- sa presero il nome del Divino Amo-
li. I teologi dissero Divus Paulus, re. Questa chiesa fu ridotta alla
ec. cosi citando i padri della Chie- bella forma, che si vede al presen-
sa, Divus Augustinus, ec. Mosè fu te, con graziosa facciata, per mu-
chiamato l'uomo divino, o piutto- nificenza di monsignor Saverio Giu-
sto l'uomo di Dio, e s. Paolo ap- stiniani, il quale accrebbe ancora
pellò il suo discepolo Timoteo il pio luogo di rendite maggiori.
l'uomo di Dio, nome che si suol Vi si leggono due iscrizioni in mar-
dare a quelli, che vivono santa- mo, che il De Angelis riporta a
mente. pag. 182. La prima ha l'effigie,
DIVINO, DIVO. V. Divinità'. e l'elogiò del lodato sacerdote Mo-
DIVINO Amore. Monache ago- rani, che viene in esso appellato
stiniane, istituite nel 170$ dal Car- servo di Dio quasi fundatori con-
dinal Marco Antonio Barbarigo 3 gregationis Divini moris sub re- A
patrizio veneto, vescovo di Corne- gula s. Francisci de Sales. Si di-
to, e Montefiascone, in questa città. ce, che fu insigne in virtù, in pie-
Desiderando il pio e zelante vesco- tà, in umiltà, ed in mansuetudine ;
vo di ivi formare un istituto di che visse anni cinquanta, e che
monache, diretto in ispecial modo moiì nel 17 16. Rammenta l'altra
al vantaggio delle donzelle, per la iscrizione, ed encomia le virtù esi-
loro morale, e civile educazione mie della nobile donna Falconilla
mediante una scuola, chiamò da Contucci Bracci, la quale rimasta
Pioma il buon servo di Dio d. Bia- vedova, si ritirò questo moni-
in
gio Morani sacerdote di Mercatel- stero con due tenere nipoti nate
lo, per formare lo spirito delle da una sua figlia maritata al no-
monache, e dare ad esse le regole. bil uomo cav. Giuseppe Avignone-
Egli vi corrispose pienamente; le si Balj di Montepulciano, le quali
monache furono collocate nella chie- poi fatte adulte, ivi vestirono l'abi-
sa, e nel monistero di s. Chiara to religioso.
di Montefiascone, la cui esistenza L'istituto due anni dopo fu ap-
risale al secolo XIV. Dappoiché provato e confermato da monsignor
narra il eh.Girolamo decano de Sebastiano Pompilio Bonaventura
Angelis, Commentario storico di patrizio di Urbino, successore nel
Montefiascone pag. 5g che nel
1 , vescovato al Cardinal Barbarigo, e
testamento di un certo Tuzio de progressivamente fiori a segno, che
Rubeis alias Femminella, del 20 divenuto nel 1734 vescovo di Mon-
giugno i363, esistente nell'archivio tefiascone il Cardinal Pompeo Al-
capitolare di quella cattedrale, ap- dovrandi, ne approvò le regole, e
vol. xx. io
i46 DIV DIV
poscia nel 17/J 2 » n Montefiascone volo speciale* Le principali occupo*
si pubblicarono stampe le colle zioni delle religiose, per ciò che ri-
Costituzioni e regole per le mona- guarda la vita attiva, si e di dare
che deW istituto del Divino Amore. sovente in diversi tempi dell'anno
Quindi essendovi fiorite in virtù gli esercizi Ignazio
spirituali di s.

e santità di vita diverse monache tanto alle donzelle, che devono ri-
nel pontificato di Pio VII, e nel- cevere per la prima volta la ss. Eu-
l'anno 1816, il prelato Basilio Ci- caristia, che alle donne adulte, le
caloni, sotto gli auspici d'un sì quali bramano rinchiudersi in simi-
glorioso Papa
(il quale assegnò un le ritiramento, e sì le prime, che
sussidio per mantenere una picco- le seconde, vi accorrono in copioso
la comunità, a cui tuttora l'era- numero. Le tengono inol-
religiose
rio paga annui scudi millecento ven- tre pubblica scuola, con gran van-
ti), volle a benefizio delle donzel- taggio della regione de' Monti, giac-
le romane trapiantarlo in Roma, ché da circa novanta fanciulle qui-
al quale lodevole e pio oggetto si vi sono istruite nella dottrina, nel
servì di una religiosa del moniste- leggere, e nei lavori propri del ses-
ro di Montefiascone assai pruden- so femminile, e gratuitamente. Il

te e virtuosa, e ne stabilì una si- locale è piuttosto angusto a cagio-


mile presso la patriarcale basilica ne del numero delle monache, le
di Maria Maggiore
s. nell'antico quali al presente sono circa cin-
palazzo Ravenna, ove fioriscono. quanta, oltre le nominate eserci-
L'istituto venne confermato dal Pon- zianti, e le scolare. Nell'anno 1818
tefice Leone XII. furono ristampate in Roma, Regole
Sono queste monache, come di- e Costituzioni per le monache del
cemmo, dell'Ordine di s. Agostino, divino Amore. Il monistero di Ro-
ma vivono con una regola partico- ma da ultimo ha sperimentato le
lare tratta principalmente dai docu- beneficenze di Gregorio XVI. Trat-
menti di s. Francesco di Sales, che tano di questo benemerito istituto,
venerano per particolare protettore, che è in Roma soggetto al Cardi-
in segno di che sopra la tonaca nale vicario, il eh. sacerdote Gu-
nera, di cui sono vestite, portano glielmo Costanzi, nell' Osservatore
pendenti dinanzi al petto Mia cro<- di Roma, tomo I, pag. it.5; ed il
ce di argento, come le monache eh. prelato romano d. Carlo Luigi
Salesiane. Hanno voti con clausu- Monchini., Degli istituti di pubblica
ra, e congiungono alla vita con- carità ec. , in Roma, cioè nell'edi-
templativa l'attiva. La superiora zione del i835, a pag. 263 ; e nel-
ha il titolo di vicaria, perchè l'isti- I' edizione compita nel declinar del
tuto riconosce per suprema supe- decorso anno, e pubblicata ne' pri-
riora la beatissima Vergine, alla mi del corrente, al voi. II, pag.
cui sagra immagine danno il primo 126.
luogo nelle loro adunanze, laonde DIVI ZI, o
Dovizj Bernardo, Car-
la superiora, che si cambia ogni dinale. Bernardo Divizii o Dovizi, so-
tre anni, viene considerata come prannomato anche Bibbiena dal luo-
vicaria della beata Vergine. Le go di sua nascita nel territorio Casen-
monache inoltre osservano la vita tino, ebbe la culla nell'anno 1570.
comune perfetta, e di questo fanno Servì dapprima nell' illustre fami-
DIV DIV i47
olia de Medici, presso la quale ac- i visceri di lui corrosi da velenose
quistò grande ascendenza tanto e- : sostanze. Ristaurò la chiesa della sua
gli seppe distinguersi in ogni merito. diaconia; arricchì il santuario di Lo-
Anzi Lorenzo de'Medici lo istituì suo reto d' una campana del peso di
segretario, maestro del suo figliuo- ventiquattromila settecento libbre ;

lo Giovanni, e di lui si valse nei e fu ancora splendido protettore


più importanti negozi del governo. de' letterati. Angelo Maria Bandini
Creato poscia Cardinale il figlio del scrisse la vita di questo Cardinale,
de Medici, Divizii continuò ad es- che fu pubblicata in Livorno nel
sergli a fianco siccome suo consi- 1758. Abbiamo di lui una com-
gliere. Ma il duca di Toscana, d'ac- media intitolata la Calandra, che
cordo con Giulio li, abbisognan- giusta T opinione di molti , fu la
do di un uomo sagace e destro per prima commedia italiana pubblica-
conchiudere alcuni trattati col re ta in prosa onde vuoisi che dal
,

di Napoli, i quali aveano per isco- Bibbiena abbia preso esempio l'A-
po il bene di tutta l' Italia, credet- riosto, anzi gareggia con quelle di
te ottimo consiglio di appoggiarsi Plauto. Scrisse ancora parecchie e-
al penetrante ingegno del Divizi, il pistole d' ottimo gusto, che si tro-
quale cosi venne a capo dell'affida- vano nella raccolta delle lettere ai
togli affare, che Giulio II in un principi.
trasporto di meraviglia non potè DIVIZZO Dionisio, Cardinale.
far a meno di non predire gran Dionisio Divizzo nacque in Bene-
cose di lui. Infatti, succeduto il Car- vento , e da Pasquale II fu innal-
dinal de Medici nella cattedra a- zato alla dignità Cardinalizia , ed
postolica, col nome di Leone X, all' episcopato Tusculano nell' an-
il Divizii fu creato Cardinale dia- no 1 1 1 2 circa. Venne ancora isti-

cono di s. Maria in Portico, ai tuito giudice di una quistione as-


2 3 settembre 1 513 ; poscia legato sai che si agitava tra l' ab-
forte,
nell' Umbria ; quindi amministrato- bate del monistero di s. Pietro, e
re delle di Costanza nella
chiese quello di s. Maria in Benevento.
Normandia, e di Coria nell'Estre- Compì in pace i suoi giorni nel
madura. Nel 1 5 4» ebbe il vesco- 1
1 122.

vato di Pozzuolo nella terra di La- DIVIZZONE, ovvero DOMNIZ-


voro ; ma non ritenne quella sede ZONE, Cardinale. Divizzone, ovve-
che per soli cinque mesi, facendo- ro Domnizzone Cardinal prete dei ss.

ne rinunzia con regresso. Dipoi fu Silvestro e Martino ai Monti, del ti-

nominato legato e presidente delle tolo di Equizio, venne eletto da Pa-


armi pontifìcie contro Francesco squale II del 1099. Fu uno dei padri
duca d' Urbino ; e in seguito lega- del concilio Lateianense, celebrato nel
to presso le corti di Francia e del- 1122. Troviamo soscritto il nome
l' impero, affine di conciliare quei di lui in una bolla spedita all'ab-
principi contro i progressi de' tur- bate di Liecteur nella Guascogna,
chi in Italia. Restituitosi a Roma, come pure in un'altra diretta nel
cessò di vivere. Sembra, che sia 1121 al vescovo di Genova.
perito di veleno, datogli nelleuo- DIVORZIO (Divortium). Il di-
va perchè fatta la se-
fresche ,
vorzio è la legittima separazione di
zione del cadavere , furon trovati un marito e moglie decretata dal
i48 DIV DIV
competente giudice ecclesiastico, ri- stiano, e volesse sposarne un altro,
guardando il matrimonio come sa- ne fosse impedita : e se disubbidis-
gramento, e premessa la cognizione se, non ricevesse la comunione, se
della causa, appoggiata alle relative non dopo la morte di quello, che
prove. Dicesi questa separazione avesse abbandonalo. Quindi col can.
divorzio dal diverso volere de'con- io prescrisse che quella donna, la
jugi, andando essi per tal atto chi quale sposa un uomo, eh' ella ben
in una, e chi in altra parte, ed sa aver cacciato la moglie sua sen-
abbandonando la conjugale unione. za causa, non riceverà la comunio-
Il divorzio è due sorti ; cioè il
di ne nemmeno in punto di morte.
divorzio quanto al commercio, ed Il concilio di Friuli del 791 de-
alla coabitazione, che dicesi a tho- cretò col can. 9 : » L'uomo che si

ro, et mensa, e consiste nella sepa- separa dalla moglie a motivo di


razione de' corpi, ma non scioglie il adulterio, non può rimaritarsi, sin-
vincolo del matrimonio;
ed il di- tantoché ella è viva ; ma la donna
vorzio quanto al legame, che Io rea non può rimaritarsi nemmeno
rompe, e Io scioglie interamente : dopo la morte di suo marito ". E
di maniera che gli sposi così sepa- noto, che la disciplina della Chie-
rati possono unirsi in matrimonio sa, per la sua indulgenza, variò se-
ad altri. Per rapporto al divorzio condo i tempi. V. Matrimonio.
di commercio, e coabitazione, que- Il nostro Signore Gesù Cristo
sto può essere temporaneo, o per- interrogato dai farisei, se all' uomo
petuo. Secondo il diritto romano, fosse lecito di dimettere la sua mo-
varie ed arbitrarie erano le cause, glie per qualsivoglia cagione, rispo-
per le quali i mariti si allontana- se presso s. Matteo cap. XIX, ver.
vano dalle mogli,
però che cause 4: « Non avete letto, che chi fece
furono moderate dall'imperatore Giu- « 1' uomo da principio, feceli ma-
stiniano I. Secondo tal diritto cin- » schio, e femmina? e disse: perciò
que sono le cause per ammettere » lascierà l'uomo il padre, e la ma-
il divorzio : l'infedeltà, cioè se uno * dre, e starà unito colla sua moglie,
de' conjugi si convertisse alla fede » e saranno due in una carne. Im-
cattolica, e l' altro persistesse ad » pertanto non sono due , ma una
essere infedele; T adulterio, l'impo- » sola carne. L' uomo dunque non
tenza, l'insidia della vita, l'ingresso in » separi quello, che Dio congiunse ".

qualche Ordine religioso, mediante Esplicarono coloro: » Perchè dun-


il consenso del conjuge. Ma la qua- » que .Mosè ha imposto di dare il
lità delle cause del divorzio è a w libello di ripudio e separarsi?
seconda delle léggi dei sagri cano- Disse loro A motivo della durezza
:

ni, e delle venerabili decisioni della » del vostro cuore permise a voi
Chiesa. Il concilio di Elvira col can. « Mosè di ripudiare le vostre mo-
8 dichiarò, che le mogli, le quali » gli ma al principio non fu così.
:

senza causa avranno abbandonato « Ed


io vi dico; che chiunque
i per isposarne altri, non
mariti « rimanderà la sua moglie, se non
riceveranno la comunione nemme- h per la fornicazione, e ne spo-
no in fine. Nel can. 9 aggiunse, >» sera un'altra, fornica ; e chi spo-
che se una moglie cristiana abban- » sera la dimessa, fornica ". La
donasse il marito adultero ma cri- Chiesa cattolica pertanto non sola-
DIV DIV 149
monte riconosce, che il divin Sal- « sit". Sebbene possa parere, che
vatore ha richiamato il matrimonio i greci condannino, se non
non si

alla sua originaria indissolubilità ; in quanto insegnassero, che la Chie-


cosicché non sia giammai permesso sa erra; pure la Chiesa latina non
ad uno dei due conjugi il separar- usa indulgenza alcuna in proposi-
si dall' altro, finche non sopravven- to, come apparisce dai documenti
ga la morte di uno di essi, la qua- apostolici, tra i quali da una bolla
le faccia la separazione, e lasci il di Benedetto XIV. Abbiamo vedu-
superstite in libertà di sposarsi di to a' nostri giorni , che la smania
nuovo ad un'altra parte; ma inol- di libertinaggio per la rivoluzione
tre si è sottomessa alla dottrina del avendo indotto i francesi in qual-
vincolo matrimoniale dissolubile ben- che modo a censurare colle loro
sì quanto al toro, e alla coabitazio- leggi il divorzio, pure ebbe a spa-
ne dall' adulterio di uno de' conju- ventarli la dissolutezza de' costumi,
gi ; ma non dissolubile quanto al onde si è restituita la massima cat-
vincolo, cosicché non è concesso tolica dell' indissolubilità del matri-
alla parte non delinquente di pas- monio, alla quale sono assoggettati
sare ad altre nozze. E di fatti Ge- gli stessi ebrei ed eretici, dal che
sù Cristo, mentre accorda di di- dobbiamo raccogliere quanto sia

mettere la moglie per la fornica- salutare la cattolica dottrina.


zione, non concede però, che la di- Il Pontefice Benedetto XIV^ de
messa possa passare ad altro con- synodo dioeces. lib. 6, cap. 4> m "

iugio ; il che da vari altri passi del segna che prima del divorzio di
nuovo testamento si rende vieppiù un conjuge convertito al cattolicis-
manifesto. mo, dall'altro rimasto infedele,
La quale massima
fondamentale debba questi essere per tre volte
di cattolica disciplina si conferma interpellato se vuole coabitare sen-
dalla pratica de' nostri maggiori con za scandalo, e disprezzo della reli-

un gran numero di documenti non gione cattolica. Che se dopo l'ulti-

solo della chiesa latina, ma della ma interpolazione, il conjuge infe-


greca, anteriormente allo scisma. dele ricusa pertinacemente di coa-
Quindi il concilio di Trento contro bitare, segue il divorzio, anche in
i novatori nella sess. XXIV, can. quanto al vincolo, sebbene ciò non
7, così definì : « Si quis dixerit, possa dirsi cattolicamente divorzio
» Ecclesiam errare cum docuit, et pei motivi che diremo, ed il con-
m docct, juxta evangelium., et apo- vertito è libero di passare ad altro
» stolicam doclrinam, propter adul- matrimonio, e ciò viene ammesso
» terium alterius conjugum matri- in favore della stessa cattolica reli-

monii vinculum non posse dis- gione, la quale non ha altra mira,
« solvi, et utrumque, vel etiam in- che la eterna salvezza di quelli, che
» nocentem, qui causam adulterio interamente la professano. E qui
» non dedit, non posse altero con- bene osservare, che per infedele si
» juge vivente aliud matrimonium debbe intendere quello, che non è
' contrahere ; moecharique eum ,
battezzato, come gl'idolatri, gli

» qui, dimissa adultera, aliam du- ebrei, i turchi, ec. ;


giacche tra i


lérit, et eam, quae dimisso a- due conjugi di tale specie non vi è
clullero alii nupserit, anathema mai stato sagramento; per cui la
,

i5o D1V DIV


divisione, che accade dopo la con- disapprovo simile procedura lesiva
versione di uno di siffatti conju^i, all' autorità pontificia., e non ostante
non può dirsi propriamente divor- le due seutenze conformi, scrisse
zio. Che se si trattasse di due un breve alla duchessa dichiaran-
eretici, i quali sono battezzati, qua- dole, che perciò non era sciolto il

lora uno di questi diventi catto- suo vincolo matrimoniale, ed altro


lico, non può divorziare il conju- breve diresse al Cortez rimprove-
ge, che rimane eretico. Ed ancor- randolo per aver accettato dal po-
ché la Chiesa ed i romani Ponte- tere laico una delegazione in tale
fici abbiano sanati e dispensati i materia riservata alla Chiesa per
matrimonii misti, eseguiti in alcuni diritto comune. Di queste verten-
stati, e specialmente in quelli sog- ze, eh' ebbero per conseguenza la
getti al dominio di principi prote- espulsione dell' inlernunzio dal re-
stanti, fra cattolici, ed accattolici qua- gno di Napoli, e la denegazione
lora non vi sia dirimente impedi- del tributo della chinea , tratta
mento, ciò non ostante la prole na- il Novaes, Elementi delle vite dei
ta, e da nascere deve rimanere Pontefici, tomo XVI, pag. 166, e
presso il conjuge cattolico, e da seg.
questo educarsi, come da ultimo Da ultimo, nel 1840, il cav.
stabilirono, decisero, e confermaro- Paolo Drach, animato dal più cal-
no i sommi Pontefici Benedetto do zelo di difendere la cattolica
XIV, Leone XII, Pio Vili, ed il re- religione, pubblicò in Roma un' o-
gnante Gregorio XVI. All'artico- pera assai pregevole intorno al di-
lo Dispense celebri (Vedi), si ri- vorzio degli ebrei, ripiena di bibli-
portano vari esempli dei divorzi che erudizioni. Prendendo il eh.
accordati dai sommi Pontefici, fra i autore a sviluppare la proposizione
quali furono celebri quelli di Lodovi- di s. Agostino, die la stessa religio-
co XII, e di Enrico IV re di Fran- ne, la quale chiamasi Cristiana
ciajCom' è famoso quello negato da era quella degli antichi , dice che
Clemente VII ad Enrico Vili re perciò doveva immutabile
essere
d' Inghilterra. Grave fu la causa come il suo autore, e che la pri-
dello scioglimento del matrimonio, ma alleanza nutriva i bambini col
che nel 1788 donna Maria Carde- latte per disporli ad una più soli-
nas, sposa del duca Caraffa di Ma- da nutritura, ossia che parlava lo-
talona, agitò nella curia arcivesco- ro il linguaggio dell' infanzia per
vile di Napoli, e di cui ottenne prepararli all'intelligenza dell'uomo
sentenza favorevole. Ma il duca ap- perfetto. Applicando poi questi prin-
pellò alla santa Sede, locchè impe- cipii al divorzio, il eh. autore di-
dirono i ministri regi con essa al- mostra, che la sinagoga ben molto
lora discordi, e in vece fu delega- tempo prima di Gesù Cristo am-
to in qualità di giudice di appel- metteva i.° che ab initio il ma-
:

lazione il cappellano maggiore Cor- trimonio era istituito come un' al-
tez vescovo di Modula, il quale, leanza indissolubile; 2. che Mosè
ad onta delle proteste dell' inter- cedendo alla necessità del momen-
nunzio pontificio, dichiarò nullo il to, permise di ripudiare la moglie,
matrimonio con sentenza in favore che non trovava grazia innanzi agli
della duchessa. Pio VI altamente occhi del suo marito; 3.° che il
.

DIV DIV i5i


Jthova, nome di Dio, non voleva ro regolarlo colle leggi. Ma essen-
essere nominato quando accadeva do il divorzio un abuso, non poteva
il divorzio; 4-° erano a Dio o- eli' a queste sottoporsi. Con ciò si fa
diosi coloro, i quali si giovavano la strada alla terza epoca, in cui si

di questa condiscendenza di Mosè; richiamò divorzio alla prima os-


il

sicché i sacerdoti potevano sposa- servanza presso gli ebrei; e tra mol-
re una vedova, ma non già una ti narra, che il sinedrio stesso, con-

ripudiata. Di poi fa vedere, che i vocato a Parigi sotto gli auspicii


dottori giudei mentre facevano ,
dell' imperatore Napoleone nel 1807,
scrupolosamente osservare le leggi dopo di aver dichiarato, che il ri-
di Mosè, si opponevano, per quan- pudio era permesso dalla legge
to era in loro, alla esecuzione di mosaica, soggiunse, ch'esso opera-
questa permissione. Poscia, per evi- va la dissoluzione assoluta di tutti
tare la confusione, distingue tre i legami fra i congiunti anche nel
epoche del divorzio mosaico. La rapporto Terminasi l'opera
civile.

prima quando si conteneva entro i con un'importante appendice sui


limiti di un uso moderno; la se- matrimoni misti della sinagoga,
conda quando passò ad una smo- dimostrando con una serie di fatti
data licenza; la terza, quando la incontrastabili, che sempre a ciò si
sinagoga si credette in dovere di opposero i rabbini, anche quando
richiamarlo al primitivo vigore l' imperatore Napoleone voleva che
Venendo quindi a parlar della dal sinedrio di Parigi si dichiaras-
prima epoca, fonda l'avversione sero tali alleanze, lecite, e religiose.
dei dottori giudei al divorzio sulla Del divorzio delle mogli degli e-
sinagoga, sopra molti fatti ch'egli brei , e delle relative cerimonie,
riporta; dimostra in appresso quan- tratta il p. Gio. Stefano Menochio
to il divorzio fosse mal veduto pres- nel tom. I, p. 5g delle Stuore, o
so i cinesi romani,
, i greci , e i trattenimenti eruditi. Paolo Medici,
finche i loro costumi non furono de' ri tij e costumi degli ebrei con-
corrotti. Nella seconda epoca fa futati, a pag. 196, riporta il capo
vedere come dopo la cattività di XXVIII del ripudio o divorzio de-
Babilonia, avendo gli ebrei adotta- gli ebrei. Dal Compienge de Veil
to gli usi di que' popoli,
con cui abbiamo, De Connubiis hebraeorum
conversavano, il divorzio più non /us civile et Pontificium 9 Parisiis
ebbe limiti, e giunsero a tale ec- 1676. Questa materia del divorzio
cesso, che anche le donne si arro- è trattata ampiamente dai teologi,
gavano il diritto di ripudiare i ma- e dai canonisti, presso i quali si
riti; il che era contro la legge trovano vendicati i dogmi cattolici,
mosaica. Mostra dipoi quanto la ed insegnate le cose occorrenti per
dominazione dei romani nella Giu- la pratica di sì grave punto.
dea contribuì Ud autorizzare le mo- DIVOTO, e DIVOZIONE. La
gli a ripudiare i mariti, dappoiché pietà, il culto reso a Dio con fer-
in Roma
grandissimo era lo sre- vore, e sincerità si chiama divo-
golamento de' costumi, e tale la zione. Cristiano divoto è quegli, che
sfrenata libertà di rompere i lega- in guisa onora Dio, eh' è com-
tal
mi matrimonio, che Io stesso
del mosso e consolato internamente da*
Augusto, ed altri principi dovette- gli esercizi di pietà, cui regolarmene
i52 DOA DOC
te adempie. Nel linguaggio ordina- al eccolo quarto, vd abbiamo mi-
rio fare le sue divozioni vuol dire 1' Oriens Christ. t. I, p. 4'7> CM(
ricevere dopo la confessione la san- sei vescovi vi ebbero sede, cioè
ta comunione. La parola divozioue Giorgio, Eulalio, Anebrio, Teodo-
proviene da sagrificare, o sagrifizio, ro, e Bardane. Non si conosce il

ch'era presso i romani un' azione, nome del secondo.


per la quale consacravasi intiera- DOBERUS, o DABORUS, sm
mente, e sagrificavasi la propria Deborus. Sede vescovile della pri-
vita per la patria. E appunto per ma provincia di Macedonia, nell'e-
questo, che divoto si appella quegli, sarcato del suo nome, nella diocesi
il quale si consagra , o si sagri- dell' Illiria orientale, sotto la me-
fica intieramente al servigio di Dio, tropoli di Tessalonica. Doberus, che
e la divozione perciò non è altra Commanville chiama più- Dibra, fu
cosa che la volontà, la quale si eretta in seggio episcopale nel quar-
porta a questo servigio di Dio, sen- to secolo. I bulgari se ne resero
za alcuna riserva, e con un vivo padroni, quando soggiogarono i do-
ardore. Il Parisi poi, neh' lstruz. beri ,
popoli della Peonia. Dei tre
per la segretaria al voi. Ili, p. vescovi , che vi fecero residenza,
122, spiega la frase di Divoto, e nell' Oriens Christ. t. II, pag. 78,
Divozione, per le lettere epistolari ; sono registrati Geronzio, ed Eu-
e nel voi. IV, p. 2 1 3, per le stesse sebio, non conoscendosi 1' altro.

lettere fa la distinzione delle pa- DOCETI o DOC1TI. Eretici del


role divozione, e fede, dicendo che primo, e secondo secolo della Chie-
la fede, o fedeltà è obhligo di vas- sa, i quali insegnavano, che il Fi-
sallaggio, e di adempimento di giu- gliuolo di Dio avea presa una carne
stizia, e che la divozione è atto li- soltanto apparente ; quindi dicevano,
bero dell' animo, il quale sponta- che tutto ciò, ch'Egli ebbe operato
neamente consagra tutti i suoi af- in nostra salvezza, fu apparente. 11

fetti alle disposizioni del sovrano nome di questi eretici venne tal-

ec. Il Sarnelli, nelle Leti, eccl, spie- volta applicato anche ai discepoli
ga perchè la divota sia chiamata di Menandro, Saturnino, Basilide,
con questo nome, e mostra qua! Valentino ec. , perchè tutti in so-
sia la vera divozione. Sulle peni- stanza cadevano in questo errore,
tenze, e divozioni del secolo duo- benché andassero tra loro divisi
decimo, tratta il Bercastel, Storia nei punti di dottrina. S. Giovanni
del Cristianesimo, voi. XII, p. gì, apostolo, ed i santi Ignazio, Poli'
edizione veneta dell' Antonelli. carpo, ed Ireneo scrissero fortemente
DOARA. Sede episcopale della contro questa eresia, che poi andò
terza Cappadocia, secondo Com man- a poco a poco languendo. Tutta-
ville. Altri la dicono della seconda, via nel secolo sesto fu rinnovata da
nell' esarcato di Ponto, sotto la me- alcuni eutichiani o monofìsiti, i qua-
tropoli di Giustiuianopoli. Si chia- li volevano che il corpo di Gesù
ma pure Regodoaraj e s. Basilio Cristo fosse incorruttibile ,
perciò
la dice un villaggio nell' epist. io, incapace di patire. V. Incorrutti-
giacche era costume a' suoi tempi bili.
di stabilire vescovati nelle città, e DOCIMIUM, o DOC1MACUM.
nei villaggi. La sua erezione risale Città vescovile della seconda Fri-
DOG DOG i53
«\i\ salulaic, riell' esarcato di Sin- di dare un cenno generico delle
natla. Antonio, Eustachio, Leone, dogane dei domimi della santa Se-
Nicola, e Giovanni suoi vescovi vi de, come delle dogane di Roma, e
ebbero sede. Oriens Chrìst. t. I, delle principali leggi emanate per
p. 854. le medesime dai romani Pontefici,

DODA (s.). Fu questa santa ab- non riuscirà discaro, che brevemen-
badessa di un monistero di vergini te sia qui riportata alcuna erudi-
nei sobborghi Reims. Successe
di zione generica sulle dogane, e sulle
in questo officio alla sua zia s. Bo- gabelle, massime su quelle dei do-
va. Visse santamente, ed ignorasi mimi della santa Sede, con qual-
il giorno e l' anno di sua morte. che nozione risguardante il suo
Le reliquie di lei si onorano nella commercio. Dogana dicesi quel luo-
abbazia di s. Pietro nella città di go dove si scaricano le mercan-
Reims, ed i Bollandisti assegnano zie per mostrarle e gabellarle, e
la sua festa a' 24 d' aprile. talvolta pigliasi questo vocabolo per
DODONA. Città vescovile del- la gabella stessa, che si paga uel-
l'antico Epiro, Macedonia,
nella l' introdurre le medesime robe al
diocesi dell' llliria orientale, prima confine degli stati, nei porti marit-
sullraganea di Lepanto, poscia di timi, e nelle città, come alle loro
JNicopoli. La sua erezione risale al Porte [Vedi). Dogana fu detta anco-
secolo quinto, e più di cinque ve- ra Doana e Dohana, e sembra che
scovi vi ebbero sede. La valle di sia originata dai saraceni, presso i

Dodona, che diede il nome alla cit- quali si diceva. Dovano il palazzo
tà, è celebre nell' antichità pel suo dei sultani, in cui riponevano i lo-
iàmoso oracolo di Giove, uno dei ro tesori, come osserva Vincenzo
più antichi della Grecia, esistente Belvacense nello Specchio istoriale
nel rinomatissimo tempio, in cui e- al lib. XXXI, capit. CXLV : onde
ravi un fàggio consagrato al nume. argomenta, che Dogana per avven-
La foresta di Dodona, esistente nel- tura fu detto quel luogo, ove si
la valle, è sempre ripiena di bel- pagano le gabelle. Infatti Ugo Fal-
le quercie. Narrasi, che il famoso cando il quale fioriva ne' tempi
,

tempio di Dodona fosse circondato di Federico I Barba rossa, che mo-


da campanelle, Aes Dodonaeum, rì 1190, nel volume de rebus
nel
che agitate dal vento rendevano un gestis in Siciliae regno , stampato
suono quasi continuo, a guisa di in Parigi nel i55o, se ne serve in
quelle appese ai padiglioni cinesi. questo significato, scrivendo alla p.
DODONE, Cardinale Dodone fu i3o: » Gaytus quoque Richardus
promosso al Cardinalato da Giovan- » magister camerarius palatii, et
ni XIX, Papa eletto nei 1024; e non « Gaytus Martinus, qui duanae
sappiamo di lui, se non ch'era ve- » praeerat, consiliis nihilominus iu-
scovo, dal trovarsi iscritto nel nu- » tererant, et cum praedictis fa-
mero di quei Cardinali, che assi- » miliaribus negotia regni tracia-
stettero il Pontefice nella conse- » bant". Ne' brevi de' Pontefici as-
crazione del principal tempio edi- sai frequentemente si legge Doha-
ficato da Poppone patriarca di A- na e Dolianerii per la dogana, e
quileja. per i gabellieri nel senso che si è
DOGAJNE PONTIFICIE. Prima dichiarato. Ottavio Ferrario, nelle
i54 DOG DCXir
Origini della lingua italiana, vuo- dell'edizione vaticana alla p. 2i4>
le,che dogana si dica a dogis mer- numero marginale 256. Solamente
rium receptaculis ; e siccome poco nelle bolle de' Pontefici
si nomina-

avanti dice dogas dolia significa- no spesso in questo senso, come si


re, così introducendosi dentro al- può vedere nel Bollano Romano,
le botti le robe, dice
che da ciò e similmente in alcuni statuti par-
prenda la derivazione la voce Doa- ticolari.Innocenzo Cironio ne' suoi
na } e Dogana. Questa voce in la- Paralù.li sopra le decretali di Gre-
tino dicesi telonium, mensa vectiga* gorio IX, eletto nel 1227, cioè nel
lium, donde derivò quella di prae- lib. II, tit. XXXIX, fa derivare
fectus vectigalibus, il doganiere mi- questa voce dall'ebraico, o dal te-
nistro della dogana. Cosi il Dizio- desco; il che egualmente osserva
nario della lingua italiana. Gaspare Wasero nel lib. I, de an-
Dai nostri antichi scrittori poi si tiqui? Nummis Hebracorum 3 al ca-
raccoglie,che la dogana era nel pi t. XV. Il citato Ferrano la de-
secolo XIII stabilita in tutte le ter- duce da vectigal, ma con lunga or-
re marine, che avevano Porto (Ve- dinanza di parole; il perchè nep-
di), e forse le prime dogane furo- pur sembrò verosimile, non che ve-
no può anche con-
così piantate. Sì ra. 11 Menagio nelle origini fran-
sultare T articolo Consoli Pontifi- cesi 3 il Vossio de viliis sermonis,

cii. Dall'Italia passò il nome di ed altri variano tutti circa all' eti-
dogana, e forse l' idea di quell' of- mologia di questa voce. Lo Spo-
ficio, in Francia, e in altre parti, ni o, nelle Miscellanee dell' antichità
e si accomunò a tutti gli uffizi sta- erudita 3 alla sez. Ili, pag. 92, in
biliti nel regno, affine di percepire proposito di una certa lapide de-
le gabelle, i dazi, o i diritti sulle dicata DEO MERCVRIO CISSONEO. ec. ,

mercanzie. In quanto alla Francia dice: » Harum barbaramm appel-


que' diritti però, secondo alcuni, fu- » lationum origines ipsa Scripturae
rono stabiliti sotto Luigi XI, che » antiquitate eruere velie, nescio an
incominciò a regnare l'anno 1 4-6 1 ; » operae pretium fuerit, vel alicui
e secondo altri, sotto Carlo IX, as- » perspicaciori probabile "; onde la
sunto al trono nel i56o. In gene- stessa cosa pare si possa dire della vo-
rale siffatto ramo economia po-
di ce gabella. Egli è certo, che chiunque
litica era più anticamente, e me- volesse rilevarne l' etimologia per
glio forse conosciuto in che Italia, similitudine, trovando in alcuni sta-
non in Francia. Quindi daremo an- tuti antichi quel capitolo, de poena,
che un cenno sulle gabelle, sinoni- Gabbi, il quale in qualche modo
mo dei dazi, e sul significato della rende lo stesso suono all' orecchio,
sua voce, non che della sua ori- pure piuttosto riguarda la falsità,
gine. e prende la derivazione dal verbo
Gabella, che i latini dicono vecti- gabbare.
gal è parola totalmente volgare, e
y
Nel Dizionario francese delle ori-
toscana. Anastasio Bibliotecario a- gini, si dice, che la gabella era da

dopera questo vocabolo in altro si- principio un' imposta sul sale, la
gnificato nel fine della vita di Ste- quale, secondo Mezaray, fu inventa-
fano III del 752, come risulta dal ta dagli ebrei, e il cui nome trae
contesto di questo scrittore, nel t. I la sua origine dalla parola ebraica
,

DOG DOG i55


Kabbala derivante da Kibbel, che città, forse prese il luogo alle con-
significa dare. Ma il Du Cange è tribuzioni, che gli stessi popoli som-
d'avviso, che quel vocabolo derivi ministravano dai prodotti, cui rica-
dall'ebraico gab, significante dono, vavano dalla terra. Indi avrà tal
ovvero attributo, al che si riferisce diritto avuto origine dopo che i po-
anche il vocabolo sassone gapol, o poli, conosciuti col progresso del-
gapel, che ha lo stesso significato. l' incivilimento i bisogni, non con-
Divenne poi il nome di gabella ge- tenti delle produzioni indigene, vol-
nerico per qualunque sorta d' im- lero procacciarsi le straniere, mas-
posta, e quindi dicevasi anticamen- sime di che non avevano.
ciò,

te gabella del vino, gabella del pe- Si congettura, che dagli egiziani
sce, gabella del sale, e simili; ma si debbano ripetere i primordii del
il nome di gabella rimase tuttavia dazio, o gabella doganale, per quel-
applicato particolarmente all' impo- lo che cominciò a ricevere dagli
si

sta del sale, e quindi questa in al- arabi sui prodotti delle loro con-
cuni luoghi nominossi semplicemen- trade. La storia poi e' insegna, che
te gabella senza alcuna aggiunta. in Roma le saline furono per qual-

Adunque per gabella , sinonimo di che tempo possedute, e lavorate


dazio, s' intende quella contribuzio- ad arbitrio dei privati, ma che An-
ne, che al comune, o al principe si co Marzio, quarto re de' romani,
paga delle cose, che si comprano, riunì le saline al pubblico domi-
o si vendono, o di quelle che si nio, e invitò ciascuno a procacciar-
introducono in uno stato, o vice- si il sale da coloro, che lo tene-
versa si trasportano altrove, per vano in affitto.Siccome però que-
derrate, manifatture ec. Il p. Me- sti in progresso di tempo vendeva-
nochio, nel t. 5^o delle sue
Ili, p. no il sale a prezzo troppo elevato,
Stuore, al capo XVI, tratta Del quel diritto fu abolito sulle rap-
non aggravare popoli con sover- i presentanze del popolo : laonde la
chie contribuzioni, e gabelle esem- : imposta restò soppressa fino all'anno
pio molto notabile di Enrico III, di Roma 548, né fu ristabilita, che
re di Castiglia. Il Sarnelli poi, nel sotto la censura di Marco Livio. A
t. X, p. 56, delle Lett. Eccl., dice che questo venne perciò dato il sopran-
tra gli ebrei riscuotevano le gabelle nome perchè erede-
di Salinalore,
i pubblicani, e riporta alcune cose vasi autore della legge, che quella
risguardanti il modo con che essi imposta aveva rinnovata. GÌ' impe-
ed altri gabellieri esercitavano tale ratori Valentiniano, e Teodosio, per
uffizio, rendendo ragione del signi- rinforzare il loro esausto erario
ficato della parola Gabbe, donde imposero una gabella sulle Fiere
forse derivò il nome di Gabella, (Vedi), ordinando che nei Mercati
siccome egli si esprime. (Vedi), per ciascun soldo dovesse
Il diritto doganale, essendo una il venditore pagare al fisco mezzo
frazione dei diversi contributi delle siliquo, e il compratore 1' altra me-
gravezze stabilite dalle autorità so- tà, come si prescrive nella loro No-
vrane, e che i popoli diedero sem- vella 48, presso il Cujacio 1. 16,
pre ai rappresentanti del potere e Osserv. e. 26, e nel Ducange. Chi
delle formate riunioni di società, esigeva tale gabella, dicevasi Sili»

prima di piccole, poscia di vaste cjuariusp o Siliauatarius apud se-


,,

.,., DOG DOC


ruilorern, I. ?., epist. ?6. In Italia imposizioni per pagare i soldati
antichissima si riconobbe l'imposta, menile militavano ; e dopo che
o la gabella del sale; ma essa nu- erano licenziati dalla milizia, pure
dò soggetta a molte variazioni, se- continuavano acciocché non de-
condo i diversi stati, ed i loro do- stassero qualche turbolenza per ca-
minatori. Così dicasi delle derrate, restia di denari, e queste furono
e manifatture indigene, e straniere. chiamate vìgesime, vigesimc quinte,
A voler dare un' idea delle ga- e centesime. Le vigesimc dicevansi
belle dell'imperio romano, è a sa- quelle, ch'erano sopra l'eredità che
persi ebe le gabelle erano distinte si lasciavano, e da queste erano li-

in vettigali, in decime, in quinte, beri i poveri, ed anche quelli, ai


in iseritlure, in portorj, in capitoli- quali pervenivano le eredità per
ni, ovvero in capitolazioni. Li vetti- congiunzione stretta di sangue. Le
gali furono assai antiebi, e si pa- vigesime quinte si pagavano dalla
gavano dai sudditi propriamente vendita degli schiavi , i quali si

romani, come dagli stranieri. Le vendevano a prezzo carissimo, per


decime erano la decima parte dei cagione di quesla gabella; perciò
frulli de' campi, la quale davano i Dafnide fu venduto per la somma
popoli, dopo clic avevano stabilito di trecentomila e settecento sester-
le colonie coi romani. Le quinte zi, come abbiamo da Plinio cap. 29,
erano la quinta parte de' frutti, ebe lib.*3i, corrispondente alla somma
pagavano de' bestiami d'ogni sorte, di settemila cinquecento e dicias-
come dice Appiano, sebbene Cice- sette scudi Dafnide non
romani.
rone vuole che questa gabella si era che un semplice grammatico.
stendesse ancora sopra il vino, e Sappiamo da Svetonio, che Lelio
l'olio. Dicevansi scritture le gabelle, Preconio fu venduto cinque mila
che pagavano coloro, che facevano scudi. Le centesimesi pagavano di

pascolare i loro animali ne' campi tutte le altre cose venali, come si

del pubblico. I portorj si pagava- raccoglie da Tacito, il quale asseri-


no neir entrare, e nell'uscire i por- sce di Tiberio, che non volle le-

tidi mare; e furono chiamati co- varle via benché istantemente lo


sì anche dalle porte della città di pregasse il popolo, al quale rispo-
Roma, dappoiché tanto nell' entra- se, che con queste si manteneva
re, che nell' uscire da essa dove- l'erario militare. Vespasiano in-
vansi pagare i portorj. Le capito- ventò la gabella sopra l'orina, e
lazioni, istituite da Cesare Augu- sterco umano, col pretesto, che si

sto, furono gabelle imposte sopra mantenessero più nette le città


i capi degli uomini, e si pagavano pagando ciascuno il valore di quat-
dai sedici anni fino ai sessanta, tro sesterzi, cioè di quattordici ba-
come si legge in Ulpiano celebre jocchi romani l'anno. Altri impera-
legista. tori la posero sopra de' cavalli
I tributi si rendevano dalle pro- muli, e giumenti, pagandosi l'istes-

vincie all'imperio romano, e face- so, come narra Giorgio Cedreno


vano la somma considerabilissima nella vita dell'imperatore Anastasio;
di circa cento cinquanta milioni e per coonestare simili gabelle, ordi-
l'anno. Oltre le suddette gabelle, narono,chei denari che si cavavano
furono inventate da Augusto altre da esse, fossero posli nel sagro era-
DOG DOG i5 7
ilo. aggravò le meretrici,
Caligola (lenza pontificia da Roma in Avigno-
fecendo pagare ad esse annua pie- ne, effettuata da Clemente Y nel i3o5,
cola somma; ed Eliogabalo tì com- come dell'epoca trascorsa dalla resti-
prese i loro lenoni o messaggieri. tuzione, che ne fece in Pvoma Gre-
Alessandro Severo proibì successi- gorio XI. nel 377, sino al pontifìca-
r

\ amente, che i denari provenienti to di Martino V incomincieremo a


;

da dette gabelle si ponessero nel riportare notizie sulle gabelle, dazi,


detto erario, per impiegarsi in ri- e dogane dall'epoca dell' immedia-
staurare i teatri ,
gli anfiteatri, e to successore di chiesto ultimo Pa-
tinili edifizi. pa, cioè di Eugenio IV. Qui 110-

Prima però di parlare delle do- teremo, che Marini ne' suoi er-
il

gane pontificie, ci sia permesso co- chiatri t. II, p. 128, fa menzione


me argomento analogo noverare le delle gabelle chiamate Funianterie,
principali gabelle, che i Pontefici si dell'anno i432, e consistenti in
trovarono in bisogno d' imporre due due denari, che per
soldi, e
pressali dalle circostanze, anche in ogni fumo o cammino si pagavano
vantaggio della Chiesa universale, nelle provincie della Romagna, e
e per soccorrere alcun principe o della Massa Trabaria, da gran tem-
nazione», che poi furono
gabelle pò assegnate al mantenimento dei
solleciti a togliere, o sminuire to- tetti delle basiliche Lateranense, Va-

sto che il poterono. Inoltre i Pon- ticana, ed Ostiense. Incerto, e dif-

terici si valsero del loro prodotto fìcile sarebbe prima di tal tempo
per essere munifici col pubblico, e il voler dare nozioni sui sistemi da-
caritatevoli col popolo. Tutta volta, ziarii, e doganali, a cagione delle
fatto il confronto delle imposizio- troppo note circostanze di quei
ni , che i sudditi degli altri so- lagrimevoli tempi, in cui guerre,
vrani pagano o soddisfano, tanto fazioni, e scismi segnarono un'epo-
nelle passate epoche, che nelle o- ca infausta nella storia, sinché Mar-
dierne, sempre risulterà che i sud- tino V restituì a Roma, all'Italia,
diti pontificii sono i meno gravati, ed alla cristianità la pace, e l' or-
a cagione della clemenza
paterna dine. Tuttavolta agli articoli Ca-
dei Papi, e che solo da imponenti mera Apostolica, ma meglio agli
circostanze si videro obbligali adim- articoli Tesoro Pontificio, Tesorie-
porre dazi, e gabelle, e decretare ri Pontificii, e Sovranità' de' ro-
regolari norme, e leggi doganali, mani Pontefici, senza rammentare
delle quali pure si tratta agli ai- altri relativi articoli del Dizionario,
ticoli Lanifici, e Seterie. Rammen- come pei domimi pontifìcii, Anno-
teremo poi, che la sovranità pon- na e Grascia, ec. Saline, ,
Vaca-
tificia, ebbe origine verso l'anno 7 3o bilisti ec. , Agricoltura, ec. , si

sotto s. Gregorio II, e che già nel rinverranno analoghe nozioni fìnan-
pontificato di Adriano I dell' anno ziarie, e sui diritti, tributi, censi,

772, i Pontefici esercitavano sì in ed altre specie d'imposizioni. Al-


Pioma che negli altri loro domimi l' articolo Franchigie si parla poi
la piena amministrazione delle co- di quelle, che si godevano da vari
se civili. personaggi nello stato ecclesiastico,
Tralasciando di parlare dell'epoca e di qualche compenso, che succes-
anteriore al trasferimento della resi- se a quel privilegio, divenuto abu-
,

i58 DOG DOG


sivo, e sommamente lesivo la so- Egual poco amore si nota pel suc-

vranità del romano Pontefice, an- cessore di gran Paolo III, pel-
lui, il

che in rapporto ai diritti, dazi, e le numerose gabelle, che si trovò


gabelle doganali. costretto d' imporre, il perchè un
Eugenio IV nell' ordinare, nel giorno avanti di morire ne fece
i43i, la rinnovazione del pubblico togliere alcune; ma
qual benefizio
studio inRoma, provvide ancora ai ritardato non potè ricavarne gra-
mezzi per la sussistenza del mede- titudine. A' 7 febbraio 1 55o gli
simo, e per quella de' professori. successe Giulio III, il quale, per
A tale effetto, come narra Y avv. fare cosa vantaggiosa, e piacevole
Reuazzi, Storia dell' un iv. di Ro- al popolo, levò la gabella del ma-
ma, tomo I, pag. i 17, confermò ai cinato, come avea stabilito di fare
professori l'esenzione di tutte le Paolo III, e ne tolse altra non
taglie, imposizioni, e gabelle sì sulle meno pesante sui contratti. Nel-
robe, che sulle persone. Quindi ap- l' anno seguente poi, in cui Roma
provò la determinazione presa in pati gran carestia, ordinò Giulio
pubblico consiglio, e con unanime III che il grano fosse venduto a
consenso dal popolo romano, sul- prezzo determinato. Marcello li, e-
lo accrescimento del dazio già im- letto nel i555, per morte di Giulio
posto sopra il vino forestiero che III si vide costretto ad imporre il

in Roma s' introducesse , affinchè sussidio triennale, proporzionandolo


il denaro ritratto e da ritrarsi ai soli ricchi, e alle comunità reli-
dovesse erogarsi pegli onorari dei giose più comode; applicò a' Car-
professori , e per le altre spe- dinali poveri la gabella della vige-
se necessarie mantenimento del
al sima, che pagavano gli Ebrei (Ve-
pubblico studio, ne potesse giam- di) ed esentò dalle gabelle Mon-
;

mai essere convertito in altro u- tefano, luogo di sua nascita, colla


so. Dichiarò ancora, che il nuovo condizione che si restaurasse il pa-
aumento della gabella del vino a- lazzo pubblico.
vesse soltanto ad aver luogo, fin- Pio IV, per aiutare 1' Ordine ge-
che durasse, e sussistesse lo stesso rosolimitano contro le forze ottoma-
pubblico studio. Quindi abbiamo, ne, oltre i soccorsi che procurati
che Paolo II nel 1469, Innocenzo gli vennero da Filippo II, impose
Vili nel 1490, ed Alessandro VI sui sudditi pontificii un tributo di
nel 49^> imposero, confermarono,
1 quattrocento mila scudi d'oro, an-
ed ampliarono la gabella detta del- che per sovvenire 1' imperatóre
la fida imposta sul bestiame. Dipoi Massimiliano II, preso anch' egli di
per le strettezze, in cui si trovò Cle- mira dai turchi. Siccome Pio IV
mente VII nel suo pontificato, fu di molto abbellì Roma, con ispese
costretto ad imporre diverse ga- esorbitanti, così aggravò Roma, e
belle. Laonde tra le cause, che fe- lo stato ecclesiastico d'imposizioni,
cero saccheggiare Roma, nel 1527, e gabelle, dalle quali nacquero sa-
dall'esercito di Carlo V, si novera tire, prigionie, e congiure, per lo
l' indifesa della città per l' indiffe- che furono giustiziati Benedetto Ac-
renza degli abitanti, che poco ama- colti nipote del Cardinal di questo
vano quel Papa, a cagione delle nome, Taddeo Manfredi, il cav.
imposizioni di cui gli avea caricati. Pellizzoni, il conte Canosini, e Pro-
DOG DOG i5 9
spero Pittori. Il santo Pontefice famosa lega contro ottomani,
gli

Pio V, che gli successe nel i566, eresse un luogo di Monte (Fedi)
oltre di aver permesso al re di Fran- estinguibile al sei e mezzo per cen-
cia, per sostenere la guerra cogli e- to, con quelle condizioni che si leg-
reticiugonotti, di alienare fondi, e gono nella bolla di erezione. Inol-
beni ecclesiastici per la somma di tre Gregorio XIII introdusse l'esi-
cinquecento settantamila scudi, tro- to del sale per la Lombardia, co-
vandosi esausto il tesoro pontifìcio me il transito del sale grosso per
pe'sovvenimenti dati a Malta, al- Ancona. Quindi, per compassione
l' Ungheria, e ad Avignone, non che verso i poveri, estinse affatto la
alla stessa Francia, per cui si con- gabella del macinato, che Giulio III
sumarono seicento cinquanta mila aveva di nuovo imposto, in vigor
scudi: d'oro, dovette gravare con della quale con grave peso de' privati
imposizioni i propri sudditi, il cle- si cavavano due carlini per ogni
ro, e gli Ordini religiosi. Il solo rubbia di grano, e meritò che in
senato romano diede cento mila Campidoglio gli fosse erettauna
scudi, laonde a tal esempio anche statua. Al citato articolo Luogo di
molte città d' Italia aiutarono la Monte si riporta ciò che fece Sisto
Francia. Tutte queste notizie, e le V riguardo ad essi, ed alle gabel-
altre che -riporteremo, nella mag- le assegnate al pagamento de' frutti.

gior parte sono tratte dalle vite Clemente Vili, col disposto del-
de' Pontefici, scritte dal Novaes, la costituzione Ex apostolicae ser-
il perchè ad ognuna si potrà ris- vitutis officio, data agli 8 marzo
contrare quanto qui riuniamo. Que- i5g4, esentò dalle gabelle la città
sto articolo può servire, come tan- ed il porto di Ancona (Fedi), co-
ti altri del Dizionario ,
per chiu- me si dice a queir articolo, insieme
dere la bocca a quelli, che de- alla conferma, che di tal franchigia
clamarono sul denaro, il quale si fecero altri Papi. Dell' esenzione di
manda dagli stranieri a Roma pel gabella accordata da altri alla città, e
conseguimento di ciò che doman- porto di Civitavecchia (Vedi), si parla
dano, sebbene qui non si riportino a quell'articolo. Clemente Vili, allor-
tutte le contribuzioni imposte dai quando in persona prese possesso di
Papi al loro stato, per soccorrere Ferrara,e del suo ducato, tra i benefizi
quelli degli altri. Sul denaro che di cui le fu largo, le accordò le dimi-
viene a Roma abbiamo il trattato nuzioni de'dazi, e delle gabelle. Tut-
di Marchetti. tavolta succedendogli, nel 160 5,
Appena nel 1572 fu creato Gre- Leone XI, subito sgravò i sudditi
gorio XIII, tolse il quattrino della pontificii da alcuni tributi impo-
carne porcina, aggiunse però la sti da Clemente VIII pel manteni-

somma di trentamila scudi al sus- mento della truppa, che straordi-


sidio triennale, ed estinse nella pro- nariamente avea assoldata, e lodò
vincia della Romagna il dazio del assai il Cardinale Galli, che lo ave-
vino. Questo magnanimo Pontefice, va supplicato di questo pubblico
per isgravare senza danno del fi- benefizio.
sco, o camera apostolica, la povera Per la guerra, cui Urbano VIII
gente dalla gabella imposta da san sostenne contro il duca di Par-
Pio V sulla carne porcina, per la ma , pel ducato di Castro , e per
,

iGo DO(V DOG


Unte altre cose, quelPapà si tro- dinalizie sul medesimo argomento
vò nel Insogno d'imporre non po- si discorre a' rispettivi articoli.
rli! tributi , nlcnni de' «piali tut- Clemente X nel 1671 confermò
tora sono in Vigore, ciò che pro- la delta congregazione istituita da
dusse malcontento, e salire. Il ci- Clemente l\, per trovare il modo
taloNovaes, toni. X, p. 100, dice di sollevare i pontificii sudditi da
che Urbano Vili alle antiche ave- tanti tributi, e gabelle per l'addie-
va aggiunto gabelle corrispondenti tro imposte. Laonde,
appena ter-
nel frutto a quattordici milioni di minata la guerra cogli
ottomani,
scudi di debito. Indi il successore estinse le Decime (Vedi) sugli ec-
Innocenzo X, nel i645, ordinò il clesiastici e la metà della tassa
,

disarmamento di molte milizie as- imposta alle milizie papali dimo- ,

soldale da Urbano Vili, e cosi po- strando rammarico per non poter
tè abolire alcune gabelle; anzi, estinguerla del tutto. Nel 1674 si
nell'anno santo i65o, tolse la ga- trovò Roma in Spiacevoli emergen-
bella di sei paoli per nibbio al ze. Il Cardinal Pai uzzo Albertoni-
macinato, e siccome voleva del tut- Altieri, nipote adottivo di Clemen-
to levarla, alla sua morte gli si te X, eh' era alla testa del gover-
trovarono perciò preparali seicento no, come Camerlengo di s. Chiesa
mila scudi, mancandone duecento (Vedi), per rendere le dogane più
mila alla somma necessaria per ef- fruttuose, impose una nuova gabel-
fettuare benigno disegno. Ales-
il la del tre le mer-
per cento a tutte
sandro VII, nel morire nell'anno ci che entrassero in Roma, com-
16674 lasciò undici gabelle Sovra- prese quelle appartenenti a* Cardi-
imposte nel suo pontificato, per nali, ed agli ambasciatori, per cui
cui Clemente IX appena eletto in si calcolava un accrescimento an-
gran parte diminuì i tributi, prin- nuo alla camera apostolica di ven-
cipalmente quello del macinato timila doppie d'oro. Sebbene il
annullandone l'appalto. Per accom- governo ritenesse che gli ambascia-
pagnare poi questo pubblico van- tori si abusassero dell' esenzione lo-
taggio con un bell'atto di eroica ro accordata, essi vi ripugnarono,
moderazione, volle che nell'editto, e pretesero di non essere obbligati
che ciò partecipava a' suoi sudditi, al pagamento della menzionata ga-
non figurasse il suo nome, ma quel- bella.Nondimeno ai 18 giugno il
lo di Alessandro VII, perchè aveva Cardinale fece pubblicare un edit-
per siffatta estinzione accumulato to, che fu seguito da altro confer-
delle somme. Oltre a ciò, per e- matolo degli 1 \ settembre, nei
stinguere molte gabelle, delle quali quali si dichiarava, che tutti, niu-
Roma, e gli altri luoghi dello sta- no eccettuato, erano sottoposti alla
to erano da molti anni aggravali, '
nuova gabella, sotto pena della con-
Clemente IX istituì una congrega- fiscazione della roba, e di altre pe-
zione, che gli meritò nella sua mor- ne. Se ne offesero i Cardinali , e
te le lagrime Nel voi.
de' sudditi. gli ambasciatori, ma a questi il

XVI, p. 146 del Dizionario, si Cardinale francamente fece sapere,


parla della Congregazione, per sol- che il Papa ne' suoi dominii era
levare dagli aggravi lo stato eccle- padrone assoluto di ordinare ciò
siastico. Di altre congregazioni car- che gli fosse più in grado. Inutil-
1

DOG DOG 161


mente gli ambasciatori procuraro- merci provenienti da terra, per cui
no T udienza del Pontefice, e del volgarmente chiamasi la dogana di
Cardinal Paluzzo; ma Clemente terra. Clemente XI con tre editti
X Tenuto in cognizione del riscal- del 1 7 1 9 proibì nello stato eccle-
do delle parti, e portato per na- siastico l' introduzione dall' estero
tura alla pace , fece dichiarare al di panni, velluti, e sete lavorate,
sagro Collegio, e al corpo diplo- siccome danneggianti alle fabbriche
matico, eh' essi non dovevansi in- delle manifatture indigene del me-
tendere compresi nell'editto. desimo stato. Benedetto XIII, con
Il venerabile Innocenzo XI ordi- chirografo de' 6 settembre 1724,
nò in morte, che i cento mila levò la gabella di due quattrini per
scudi da lui adunati per soccorrere ogni libbra di carne. Quindi, con
i poveri, e per isgravare lo stato editto de' 25 novembre, tolse un
dai dazi, si dovessero appunto im- grosso della gabella di sei giulii
piegare nelle medesime opere. Già del macinato, e l'altra di venti-
egli avea soppresso le imposizioni cinque baiocchi per ogni soma di
poste nel ruolo de' soldati di leva, uva, che da' castelli vicini dell'agro
la gabella sulla carne, ed altri dazi, romano s' introduceva in città. Re-

mediante uno sborso di parecchie stituì similmente a' privilegiati pa-


migliaia di scudi delle proprie ren- dri pel numero di dodici figli, la
dite. Egli inoltre aveva aiutato con franchigia ed esenzione della gabel-
grandi somme di denaro le comu- la vino, fatto introdurre in
del
nità civiche dello stato, per estin- Roma per uso proprio. Al presente
guere i pagavano i
censi co' quali i padri di dodici figli viventi go-
pesi camerali, diminuirono che si dono, in vece delle antiche fran-
di cento mila scudi d'oro. Il suo chigie, in Roma annui scudi ses-
successore Alessandro Vili nel 1689 santa, e nelle provincie annui scu-
sgravò romani dal tributo del
i di cinquanta,quaranta, o meno.
grano in un paolo per la macina- Tale annuo compenso viene goduto
tura di ciascun nibbio; rimediò al sino all' ultimo superstite figlio del
disordine dell'agricoltura , permet- privilegiato. Nell'anno santo 1725,
tendo la tratta de' grani agli agri- Benedetto XIII con due chirogra-
coltori, come rimediò alla gabella fi abolì la gabella di otto baioc-
di un quattrino imposta su di ogni chi sopra ogni soma di carbone, e
libbra di carne, che importava an- l'altra di cinque baiocchi per cia-
nui sessantasette mila scudi: due scun passo, o carretta di legna, che
altri quattrini su questa gabella si scarica, o vende al porto di Ri-

erano da Innocenzo XI,


stati tolti pelta.
il quale avea lasciato il denaro per Assunto nel 1730 al pontificato
levar questo terzo, come si è det- Clemente XII, subito assicurò i
to. Nel 1697 Innocenzo XII sgra- suoi sudditi dell'animo propenso
vò suoi sudditi di alcune gabel-
i che avea in beneficarli. Con editto
le imposte sul grano , e in Roma de' 1 5 luglio confermò 1' abolizione
edificò le due dogane, di cui poi dell'appalto, o privativa del sa-
si parlerà, una per le merci pro- pone introdotta nel precedente pon-
venienti per mare, l'altra per le tificato di Benedetto XIII, e già
VOI,. XX. 1
,6* DOG DOG
sospesa in conclave dai Cardinali gì per le dogane pubblicate
stesse
capi d'ordine. Due giorni dopo con sotto i Innocenzo XI,
pontificati di
altro editto levò due baiocchi al Alessandro Vili , Innocenzo XII ,
prezzo d'ogni boccale d'olio, e proi- Clemente XI, Innocenzo XIII, Be-
bì con gravi pene, che si vendes- nedetto XIII , e Clemente XII al-
se più di diciotto Dipoi baiocchi. lora regnante, cioè dal 1684 al-
per penuria del grano che era
la l'anno 1737. Col bando poi dei
nella Marca, concesse 1* esenzione 1 giugno 1738 si fece il primo
della gabella a tutti i bastimenti passo per giungere ad una appros-
esteri, che lo portassero nello stato simativa regolarità sui dazi e sulle
pontifìcio. Lagnandosi una volta gabelle, che prima si pagavano in
monsignor Ruffo, presidente del- proporzione, e stima d'ogni rispet-
l' annona della scarsezza degli
, tivo articolo.
agnelli, il Papa gli disse che bra- Beuedetto XIV , vedendo nel
mava piuttosto si togliesse qualche 1744» che sempre più crescevano
cosa della gabella sul porto, che i bisogni del principato, cagionati
aggiunger alcun peso a' suoi sud- ancora dalle calamità, le quali da
diti. Accrebbe ed incoraggi l'arte molti anni opprimevano lo stato
della seta, e perciò proibì che si- ecclesiastico, ond'era quasi esausto
mili manifatture, massime quelle 1' erario pontificio, fu costretto con
di lusso, fossero introdotte nello editto de' 18 dicembre di decretare
stato ecclesiastico, qualora eccedes- un'imposizione da durare un anno,
sero il valore di cinque scudi, per a' possidenti di Roma, e dell'agro
impedire la uscita del denaro. Vo- romano, cinquanta per
cioè scudi
lendosi poi introdurre, decretò che ogni rubbio seminativo ; altrettanto
pagassero per gabella il dieci per per ogni pezzo di vignato; scudi
cento del valore intrinseco di sif- trentacinque per ogni pezzo di giar-
fatti drappi, che poscia aumentò dino, villa ec; e sugli orti scudi
al venti. dodici, s'intende ognuna per cen-
Nel 1735 erano state stabilite to. Sulle pigioni delle case abitate
alcune dogane sul confine del di- dai proprietari scudi cinque per
stretto di Roma, e fu imposta al- cento; su quelle affittate scudi sette
le merci , le quali in quello s' in- per cento; sui canoni e censi scu-
troducevano, la medesima tassa o di dodici per cento; sulle pensioni
gabella, la quale si pagava nella riserbate sopra benefìzi i, scudi do-
capitale. Quale sia il distretto di dici per cento; ed ai baroni roma-
Roma , Io abbiamo detto a Co- ni sulle rendite de' loro feudi, scu-
marca di Roma (Vedi). Nel 1738 di dodici per cento. Sotto il ponti-
a' 1 o maggio monsignor Carlo Ma- ficato di Benedetto XIV, e nel
ria Sacripanti ,
poi Cardinale , co- 1747, il Cardinal Valenti, camer-
me tesoriere generale, pubblicò la lengo di s. Chiesa, proibì l'intro-
raccolta, rinnovazione, o dichiara- duzione di varie merci nel distret-
zione de' bandi, ordini, e provvisio- to di Roma, e prescrisse alcuni re-
ni in diversi tempi emanati sopra golamenti pel trasporto di quelle
le dogane generali di Roma; la dalla città, e porto di Civitavecchia
qual raccolta comprendeva le leg- alla capitale. Quindi, nel 1748, ai
DOG DOG i63
i4 febbraio, furono pubblicate con di Roma sino a due miglia, scudi
un editto alcune discipline dogana- cinquanta. Agli orti adacquativi den-
li; ed 22 maggio il tesoriere
ai tro, e fuori della città per sei mi-
generale monsignor Banchieri pre- glia, scudi dodici per cento. Le
scrisse un regolamento per le ga- pigioni delle case abitate dai pro-
belle sui generi, che s' introduceva- prietari, detratti i canoni , scudi
no nel distretto di Roma. Dipoi cinque per cento, e quelle solite
il primo luglio pubblicò il ban- ad affittarsi, detratti i canoni, e con
do per la tariffa e stima per la proporzionato diffalco, in caso di
regolarità delle gabelle medesime. sfitto, scudi sette per cento. I ca-
Lo stesso Benedetto XIV, ritenen- noni e censi, scudi dodici per cen*
do che il più utile modo di fare to ; i crediti fruttiferi, scudi otto per
gli appaltiè quello della pubblica cento; le pensioni riserbate sopra
concorrenza, pubblicò due motupro- benefizi in Roma, e suo distretto,
pri^ il primo a' 23 novembre i74 2 > scudi dodici per cento; i baroni
sopra la deliberazione degli appalti romani per l'entrate de' loro feudi,
camerali ; il secondo a' 27 aprile dentro il distretto, scudi dodici per
1 748, sopra la maniera di dare le cento; l'imposizione sopra i luoghi
offerte negli appalti camerali. de' monti, e de' vacabili, fu come
Per la carestia del 1764, Cle- quella di Benedetto XIV. Con al-
mente XIII prese diversi paterni tro moto proprio dello stesso gior-
provvedimenti affine di sollevare il no venne imposta una tassa di uno
popolo dalla miseria. Restando pe- scudo, e baiocchi per trentotto
rò 1' annona depauperata , perchè nibbio di macinato, a riserva dei
dovea sostenere il peso della pa- fornari decinanti , che dovrebbero
nizzazione, e suo spaccio al prezzo continuar a pagare secondo il so-
triplo inferiore a quello che avea lito un giulio di più; ma poscia,
pagato il grano, sborsò immense con editto de'4 luglio 1766, Cle-
somme tolte dal pub-
di denaro, mente XIII ridusse questa gabella
blico dopo aver esauste
erario , in favore de' fornari casarecci par-
quelle di sua cassa. Laonde Cle- ticolari, a soli baiocchi cinquanta-
mente XIII, con suo rammarico, cinque per rubbio, e non più di
si vide costretto di esigere dai suoi uno scudo, e baiocchi trentotto.
sudditi aiuto, a mezzo di qualche Clemente XIV, eletto nel 1769,
contribuzione. Quindi con moto fu sollecito di fare a' 2 3 settembre
proprio de' 3o agosto impose per un chirografo diretto a monsignor
un anno solo quelle tasse e gabel- Braschi tesoriere, e poi Cardinale,
le, che furono imposte da Bene- e Pontefice col nome
Pio VI, di
detto XIV per altre pubbliche col quale sospese l'esigenza del
straordinarie calamità, colla dichia- dazio di due paoli sul macinato
razione che non ne andrebbe esen- per ogni rubbio del frumentone, e
te qualunque persona. Tali tasse minuti a sollievo specialmente de-
e gabelle furono per ogni nibbio gli agricoltori. Nel 177^, esaltato
di terreno boschivo, e selvatico, al trono pontificio Pio VI, avendo
scudi venticinque. Per ogni pezzo sino da quando era tesoriere di
di ville e giardini dentro e fuori Clemente XIII ideato un piano di
j64 dog DOG
mettere delle dogane ai confini del- Tutte le merci, ed i generi fore-
lo stato ecclesiastico, volle mandar- stierifurono sottoposti alle tasse di
lo ad effetto affine «di aumentare introduzione, specialmente li calan-
le rendite all'erario, ed insieme cà, o tele stampate di qualunque
incoraggire le manifatture naziona- specie, sino al sessanta per cento,
li, giacché non erasi per anco atti- e quelle che venissero dirette per
vata la truppa di finanza per la Roma, oltre la sopraddetta gabella
soppressione delle frodi massima- furono gravate di altra, del tre o
mente de' contrabbandieri, ne erasi quattro per cento. Qui noteremo,
sino allora introdotta la cautela che Pio VI generosamente soccorse
de' bolli, per cui impunemente si poscia con denaro le fabbriche di
confondevano le merci estere colle tele, calancà, bambacina, panni di

nazionali ; non essendo le prece- lana sopraffini , erette sì in Ro-


denti leggi atte a rimediarvi , sic- ma che nello stato, giacche comin-
come mancanti di forza esecutrice, ciavano a corrispondere collo smer-
di cautele, e discipline. Fu quindi cio vantaggioso alle sue sagge ve-
nel bisogno di contrarre nel 1783 dute.
un prestito di tre milioni di scudi Il numero poi delle nuove do-

co' genovesi, non essendo sufficienti gane istituite fu di ottantuna, al-


le rendite dello stato ai bisogni di cune chiamate dogane di bollettone
essi, accresciuti dall'erezione di va- situate sull'estremo confine, nelle
ri splendidi edifici per abbellimen- quali hanno luogo le prime, ed
to ulteriore di Roma. Indi nel 1786 ultime ispezioni daziarie, qualun-
nominò tesoriere generale il prelato que sia la provenienza, o destino
Fabrizio Ruffo, nipote del Cardina- delle mercanzie, cioè per introdu-
le ch'era stato mecenate del Papa zione, estrazione,o transito. Le al-
nella sua giovanile età. Tal prela- tre dogane furono dette di riscos-
to siccome dotato di vasta mente, sione, le quali, stabilite nelle pri-
e nato fatto per dirigere con buo- marie città dello stato, servono al
ni regolamenti i progetti più sca- commercio pel ritiro delle merci
brosi, subito si applicò a perfezio- medesime, previo pagamento dei
il

nare l'ideato piano, che Pio VI dazi. A norma delle nuove tasse
volle pubblicato nel medesimo an- doganali, potevano rendere esse al-
no. Dichiarò pertanto con editto, la camera apostolica un milione
che tutte le antiche gabelle, impo- circa di scudi all'anno. Ma siccome
sizioni, e gravezze, sotto il titolo da queste dogane si esigevano i

di pedaggi ec. , restassero abolite, dazi con un rigore insolito ai ro-


e che le manifatture indigene po- mani, così molti si scagliarono con
tessero liberamente circolare per mordaci critiche contro l'effettuato
tutte le provincie dei dominii pon- piano, ed i suoi inventori ; laddo-
tificii, senza il peso di verun da- ve quelli, che riflettevano al van-
zio; e volendosi spedire le mani- taggio commerciale cui produceva-
fatture nei paesi esteri ,
qualora no allo stato, trovarono simili prov-
fossero riconosciute perfette, fosse videnze eque, e necessarie; il per-
dato all'autore delle medesime il chè il Pontefice venne applaudito
mezzo per cento di gratificazione. colla seguente iscrizione:
DOG DOG 65
PIO . VI
OPTIMO PRINCIPI .

QVOD VECTIGALIBVS AD CONFINIA DECRETIS


. . . .

1NDVSTRIAM EXCITAVERIT COMMERCI VM ADJVVERIT


. . .

LVXVM . PROFLIGAVERIT . PVBLICAE . FELICITATI . PROSPEXERIT


CVRANTE . FABRICIO . RVFFO . PONTIFICII . <ERARII . PR^FECTO
PICENTES . GRATVLANTVR
A.R.C. MDCCLXXXVI

Che tali provvidenze fossero giu- stato devono essere dai rispettivi so-
ste, necessarie, e provvide, lo di- vrani protette, e incoraggi te, aven-
mostrano monsignor Paolo Yergani do nel 1791 Mariano Pandolfi sco-
nella sua opera sull'importanza, e perta una vena di terra atta a fab-
sui pregi del nuovo sistema di fi- bricare vasellami, egli lo premiò con
nanze dello stato pontificio; e l'au- diverse sovvenzioni di denaro, e glie-
tore della memoria anonima stam- ne mandò pure la privativa per
pata nel 1791 con questo titolo: diciotto anni. Informato inoltre il
Memoria sul sistema delle doga- zelante Papa, che ne'suoi stati era-
ne ai con/ini dello stato ponti- si introdotta la fabbricazione dell'ac-
ficio. qua forte, dell'olio di vetriolo, del
Le menzionate critiche ebbero precipitato rosso, del cremor di
altresì da una progettata
origine tartaro, e dei sugo di lequirizia,
imposizione, che però non ebbe ef- generi tutti di comun uso, per ren-
su di ogni rubbio di ter-
fetto, cioè derne maggiore lo spaccio, aumentò
reno di tutti quelli dello stato. A il dazio di detti generi, che prove-
questo scopo nelle diverse provincie nivano dall'estero, di un diciotto, o
erano stati spediti agrimensori, e si venti per cento.
calcolò che poteva rendere circa Correndo l'anno 1796, essendo-
tre milioni di scudi all'anno. Al- aumentato il valore della mo-
si

cuni stimavano aggravati per le


si neta, pei danni che ne derivaro-
tante spese fatte da Pio VI come no, Pio VI ne abolì poscia l'au-
superflue o vane, senza riflettere,
, mento facendola ritirare. Venne pu-
che nell'esecuzione delle opere gran- re ordinata la divisione delle cedo-
diose da lui intraprese sia nel riat- le, che allora soffrivano discapito,
tamento, e nell'erezione di nuove e sospesa la circolazione di quelle,
strade utili anche al commercio, che superavano la somma di scudi
come negli edifizi, molte migliaia cento.Fu pure diminuito di un
di artefici, e di poveri manuali ne terzo il valore della moneta ero-
ritraevano il sostentamento, come sa, e ordinato che i dazi, e le ga-
ancora si toglievano molti dall'ozio, belle si pagassero in moneta effet-
e dai vizi, dappoiché il denaro che tiva. A cagione delle notissime de-
in tali opere si spendeva, non u- plorabili circostanze del termine del
sciva dallo stato, e circolava tra i Pontificato di Pio VI, egli trovossi
sudditi pontifici,migliorandone la costretto d'imporre diverse tasse e
condizione. Secondando Pio VI la gabelle, come sui legati testamen-
sua naturai munificenza, e persua- tari , e sulle successioni trasver-
so solo, che le utili scoperte in uno sali, ed estranee. Certo è, che tro-
166 DOG DOG
vandosi commercio, le finanze, e
il vezze, cui soggiacquero Roma, e lo
il sistema doganale non fiorente, stato ecclesiastico nelle invasioni stra-
ne regolare, coli' assunzione di Pio niere sì negli ultimi anni del pon-
VI al pontificato, ricevetteroun tificato di Pio VI, come nei pri-
grande ed utile incremento, come mi anni quello di Pio VII, e
di
quegli, che conosceva di quale im- note pur sono le leggi ed i sistemi
portanza fosse la risorsa di favo- doganali in que'tempi adottate. Per
rire l'industria, e le manifatture in- dire quanto di più importante spet-
digene, che giovavano pure alla cul- ta a Pio VII, ed a 'successori di lui,
tura, ed allo splendore delle arti bel- questo Papa nel 1800 riorganizzò
le. Quindi prescrisse, che negli or- le dogane, e nel 1 8o5 fece redige-
fanotrofi e conservatori si di Ro- re nuova tariffa daziaria, non più
ma, che dello stato, s'introducessero proporzionale come quella del suo
arti manifatturiere, e si miglioras- predecessore, ma bensì tassativa. In-
sero quelle in tali pii luoghi già esi- di, verso la fine del 1807, aggiun-
stenti, ed altri ne fornì di utili mac- se alle anteriori leggi doganali pei
chine, come si può vedere anela- confini, nuove discipline per ren-
tivi articoli del Dizionario, accioc- derle più efficaci. Ulteriori, e più
ché tutto tendesse alla prosperità, energiche misure furono emanate
ed attività commerciale. Quindi da Pio VII nel 18 14, e per le
provvidenze e regolamenti tanto per Provincie chiamate legazioni, e pel-
l'importazione, che per l'esportazio- le delegazioni nel 181 5 restituite

ne dei prodotti, e delle manifatture, al dominio della santa Sede, fece


premii a quelle indigene, e distin- riorganizzar le dogane per un uni-
zioni sulle diverse operazioni, e di- forme sistema, al quale pure in-
scipline doganali. Gran lode pro- tendeva l'altra tariffa daziaria in
cacciò a Pio VI
pon- la tariffa delle quell'epoca pubblicata. Protesse i

tificie dogane, in gran parte da drappi, e lanifici indigeni , nonché


lui concepita col piano compilato altre manifatture dello stato, e, nel
avanti il pontificato, e poscia effet- 1823, accordò relativi premii pe-
tuato dal tesoriere mentovato, che gli opificii, che si fossero distinti
fece quindi pubblicare, e che si può nel perfezionamento delle cose. Sot-
con buona ragione chiamare un to la direzione del Cardinal camer-
trattato di pubblica economia in lengo di s. Chiesa, lo stesso Pio
beneficio de'sudditi pontifici, per la VII fece compilare la statistica in-
manifesta protezione che il gover- dustriale dappresso i sistemi do-
no accordava alle proprie produ- ganali degli stati limitrofi, per quin-
zioni. Lungi dall' accennare le ga- di stabilire definitivamente una ta-
belle, i dazi, ed altre cose, a cui riffa di dazi d'introduzione, di estra-
le circostanze de'tempi, ed i bisogni zione, e di transito, chiara nella
dello stato obbligarono Pio VI, ed nomenclatura degli articoli, sem-
i successori di lui sino ad ora, ac- plice nella riunione di questi nel-
cenneremo alcune altre cose principa- le relative categorie, e corredata
li risguardanti le pontificie dogane, di note declaratorie, acciocché il

coll'indicazione del loro stato pre- commercio , ed i ministri do-


sente. ganali avessero un modo uni-
Troppo note sono l'enormi gra- forme per interpretarla nei casi
DOG DOG 167
dubbi. Accurato, e dotto riuscì il all' articolo Marina Pontificia {Ve-
lavoro, ch'ebbe compimen-
felice ed ancoraggio nel Tevere, pe-
di) ì
to sotto gli auspicii di Leone XII. daggi sui porti, e fiumi, ed altri
Questi, nel 1827, stabilì annuo pre- simili diritti e privative. Quindi,
mio ai panni indigeni di prima con editto del Cardinal Gamberini,
qualità. La tariffa però uscì sotto segretario per gli affari di stato
il successore Pio Vili, nelP aprile interni, in data 18 agosto i835,
i83o; ed è tale, che alle dogane venne emanata la legge contro il
pontificie segna un'epoca di ono- contrabbando, ed altre contravven-
revole ricordanza; giacche meritò zioni alle leggi erariali. Ciò fu se-
giustamente Y ammirazione e Y e- guito dalla notificazione del prelato
logio anche degli esteri, essendo tesoriere generale Antonio Tosti, al
l'oggetto dei dazi doganali quel- presente pro-tesoriere e magnanimo
lo di dirigere e regolare il bene Cardinale, in data de' 20 agosto,
dello stato. Non deve tacersi, che colla quale fece analoghe dichiara-
Leone XII fece pubblicare un re- zioni, e pubblicò le norme per gli
golamento sulla concentrazione de- atti da farsi nelle invenzioni de'con-
gli offizi della direzione generale trabbandi. A' 2 1 dello stesso mese
delle dogane, che sanzionò con pon- ed anno, fu decretato un aumento
tificio chirografo. di dazi sui panni forastieri, ed una
regnante Pontefice Gregorio
Il rilevante premiazione per quelli la-
XVI anche alle pontifìcie dogane vorati nello stato, ciocche produsse
fece sperimentare gli effetti della vantaggiose conseguenze. A'9 aprile
sua benefica vigilanza, per la pro- i836, ebbe luogo una circolare,
tezione eziandio, che accorda alle con nuove e più energiche prescri-
manifatture, ed all'industria com- zioni per la repressione del con-
merciale de' suoi sudditi. Primiera- trabbando , ed a* 1 2 luglio di detto
m

mente, a'2 3 settembre i835, ema- anno uscì il regolamento per ren-
nò il chirografo risguardante l'an- dere più caute, più economiche, più
damento della direzione generale semplici, e sollecite le operazioni
delle dogane, dazi di consumo, ma- daziarie delle dogane. A' i5 dicem-
cinato, ed esercizi annessi. In esso bre 1837, il lodato tesoriere rese
confermò il disposto dal suo rego- noto, che, a sempre più reprimere
lamento organico de' 29 dicembre il contrabbando, il quale non solo
i832, in cui dichiarasi, che la dire- pregiudica l'interesse dell'erario, ma
zione generale delle dogane dipende quello eziandio della industria in-
dal tesoriera to. A questa direzione terna, ed insieme a rendere più si-
appartengono i macinati, i dazi di curo il movimento del commercio,
consumo^ e le altre privative came- e più regolare la vigilanza degli
rali, unitamente alle regie de' sali e agenti doganali, determinò con in-
tabacchi, alle saline di Ostia, Corne- declinabili norme le strade per le
to, Cervia, e Comacchio, all'appal- quali si potevano portare le merci,
to della neve e ghiaccio di Roma, che debbonsi professare a dazio, sia
tiro delle bufale per le rive del d'introduzione, sia di transito, sia
Tevere (questo è stato soppresso d'estrazione, nelle dogane pontifi-
nel decorso anno, e sostituito dai cie.Questa notificazione conteneva
legni a vapore, de' quali si tratta pure l'elenco de' porti, scali, e stra-
,

i68 DOG DOG


de legali, coli' indicazione del con- pò diplomatico presso la santa Se-
fine estero, il novero delle soprain- de come ancora l' istruzione pei
;

tendenze doganali, e quello delle così detti lascia passare, affine di


dogane, e loro gradi di quattro prevenire gli abusi che potessero a-
classi, qualificate per dogane di ri- ver luogo in danno della finanza,
scossione, semi-riscossione, e di boi- e perciò si prescrissero cinque mo-
lettone. Le sopraintendenze dogana- dule di lascia passare. In oltre hel-
lisono : Roma direzione generale, lo stesso giorno ed anno si notifi-
Bologna, Ancona, Ascoli, Fermo carono; l'ordinanza di stabilire i

Rieti, Subiaco, Ceprano, Viterbo, paralelli di grado, e soldo fra i di-


Perugia, Città di Castello, Forlì, versi impiegati doganali ;
1'
ordinan-
Ravenna, Ferrara ec. Dalla carta za per la sistemazione dell' uffizio
corografica dello stato pontificio, in- della direzione secondo il citato re-
dicante le dogane, armali e posti golamento ; l' ordine circolare per
dalla truppa di finanza, della quale la truppa di finanza ; e le istru-
si parla all'articolo Milizie pontifi- zioni per la classificazione dei da-
cie (Vedi), e pubblicata nell'odier- ziati d' introduzione, di estrazione, e
no pontificato, si rilevano le strade di Nella Raccolta delle
transito.
doganali, la fascia bimiliare di di- leggi, che si vanno pubblicando
vieto, e ledogane estere, che cor- dalla stamperia camerale nell'odier-
rispondono alle pontificie. Questa no pontificato, sono pure riportate
carta doganale fu eseguita con mol- le leggi doganali.
ta diligenza e precisione. Dalle mentovate provvidenze e-
Successivamente per riguardo al- manate nell'odierno pontificato, e-
ledogane è stato pubblicato, nel mergono tre cose: 1. che quanto
i83g, un editto sui giudizii di con- è stato possibile, sonosi rivolti. i da-
trabbando, e sulla circolazione, tran- zi doganali all' utilissimo fine di
siti, ed accompagni delle merci, con proteggere l'industria, e le mani-
altre disposizioni doganali, modifi- fatture dello stato; 2. che si è pro-
cazione di tariffa, e paralello fra le curata Ja repressione del contrab-
tasse e classificazioni per le merci bando nocivo agli opesti negozian-
ec. Queste provvidenze furono se- ti, ed all'erario; 3. che s\ è mi-
guite da schiarimenti, sulle dispo- gliorata r amministrazione. Dalle
sizioni del medesimo editto, giudizii quali due ultime disposizioni è ve-
di contrabbando, circolazioni, tran- nuto considerevole aumento alle ren-
siti ec. , coi quesiti promossi da va- dite dello stato, senza accrescere i

rie dogane, e colle analoghe rispo- dazi, anzi minorandone anche di-
ste. In data de' 7 novembre 1839, versi. Tuttociò venne operato dal
fu pure pubblicato il regolamento paterno cuore di Gregorio XVI, e
per la riforma dell' amministrazio- dallo zelo, dall'attività, e cognizione
ne delle dogane. A' 3i dicembre del Cardinale Antonio Tosti , suo
di detto anno pupblicossi il rego- tesoriere generale.
lamento sulle franchigie dai diritti Il nome di Dogane di Roma è
d' introduzione, di barriera , e di antichissimo, e tale chiaramente
consumo . relativo a derrate e mer- apparisce dai bandi In generali.
ci provenienti dall'estero, in favore quello del i63o, del Cardinal Bar-
(lei componenti l'eccel lentissimo cor- berini camerlengo tanto si legge,
DOG DOG 169
neir appalto accordato dalle mede- contemporaneamente negli altri sta-
sime doga») e a Francesco Ravenna. ti, piti che mai crescerebbe la me-

Allora i erano proporzionali,


dazi raviglia.
e le gabellepagavano a stima
si Le dogane pontificie sono la se-
d' ogni rispettivo articolo. Egual no- conda direzione del tesorierato, di
me di dogane di Roma continuava quelle cioè dipendenti dal tesoriere
sotto Innocenzo X, costando ciò dal generale. La direzione generale del-
bando del suddetto Cardinale del le dogane si compone del direttore
i656, quando furono appaltate a generale, dell' ispettore in capo del-
Zenobio Raldinotti. Altrettanto di- la forza armata di finanza, del se-

casi quando nel 1678 Innocenzo XI gretario generale, del computista


Je riappaltò ai fratelli Petrosini, e generale, dei regolatori
delle do-
quando nel 1684 furono appaltale gane di Roma, vale a dire della
ai fratelli Nerli, e Gio. Francesco dogana di terra, e della dogana di
Pantani, al qual tempo continuava ripa grande, nel quale ufficio nel de-
ancora il sistema delle tariffe pro- fonto cav. Monti si riunì quello di di-
porzionali. Dopo tal tempo le do- rettore generale di tutte le fiere del-

gane presero il nome di Dogane lo stato, del regolatore della dogana


generali pontificie j titolo che tutto- di Ripetta, e del regolatore delle
ra si conserva, non ostante la va- porte di Roma. Avvi il rincontro
riazione dei sistemi. Nel 1689 ter- generale di camera sopra dazi i

minarono gli appalti, perchè ebbe- consumo di Roma, e dell' agro ro-
ro principio le amministrazioni ca- mano, e V amministratore per la re-
merali, e perciò nell'archivio della verenda camera apostolica, per la
computisteria camerale a quell'epo- amministrazione de' sali e tabacchi,
ca incomincia la scrittura regola- che corrisponde colla direzione ge-
re. Una seconda amministrazione si nerale delle dogane. Nell'adunanza
trova dal 1730 al 754 laonde 1 • si de' 2 settembre 1839 dell'accade-
rileva che le dogane pontifìcie ed i mia pontificia de' Lincei in Campi-
vari modi di esigere i dazi, ora fu- doglio, il eh. Germano Doria, uno
rono per appalto, ora per ammini- de' più antichi, onesti e colti mini-
strazioni, ed ora per conto diretto stri doganali, lesse una sua interes-
della reverenda camera apostolica, sante, e dotta memoria, il cui tito-
come è al presente. Ripeleremo lo è questo: DeW influenza del si-

ancor qui, che non deve recare me- stema doganale Pontificio sopra l'in-
raviglia, se alcuni dazi imposti e cremento delle arti, manifatture e
tolti successivamente, tornarono ad commerciali dello stato. Egli dimo-
imporsi di nuovo, si diminuirono stra eruditamente, che un ben re-
ed aumentarono a cagione delie cir- golato sistema daziario è l'unico mez-
costanze de' tempi, dei bisogni del zo a far prosperare le arti, e le ma-
governo pontificio, e dell'animo nifatture indigene dei rispettivi sta-
sempre caritatevole de' sommi Pon- ti. Dall'egregio e eh. Angelo Galli, at-
tefici, che di frequente accorsero ai tuale computista generale della R.
bisogni della cristianità, e persino C. A., abbiamo una dottissima o-
delle più rimote regioni. E se si pera riguardante questo argomento,
volesse fare il confronto, e mettere e tutti i rami di commercio inter-
in paragone i dazi, che vigevano no, ed esterno dello slato pontifi-*
,

i
7o
DOG DOG
ciò, intitolata Cenni econornici-sta-
: mae topographia, per un marmo
astici sullo stato pontificio con ap- ivi ritrovato, di cui egli fa chiara
pendice, e discorso suW Agro ro- menzione. Prima erano
le colonne
mano, mezzi di migliorarlo,
sui tredici, e benché danneggiate dagli
Roma i84o. Passiamo a far paro- incendi, le superstiti pur conserva-
la dei tre edifici delle dogane di no la loro bellezza. Il eh. avv.
terra, della dogana di Ripa gran- Corsi , delle pietre antiche , ediz.
de, e della dogana di Ripetla. Di seconda pag. 3 18, asserisce che le
quelli delle altre principali dogane undici colonne sono di marmo lu-
dello stato pontifìcio, se sono de- ne use. Mirabile è il detto cornicio-
gne di speciale menzione, si tratta ne di marmo greco danneggialo
ai rispettivi articoli. dal tempo, e restaurato con istuc-
co, per cui volgarmente si crede di
Della Dogana di Terra. un solo pezzo. Si legge nel Vasi,
Itinerario di Roma, t. I, p. 37,
Questo edifizio è nobilitato col- che dal cortile di questo edifizio
r essere compreso ne' magnifici a- si vedono alcuni avanzi del magni-

vanzi del tempio di Antonino Pio, fico cornicione interno, che ancora
o, come dicono altri, di Marco Au- sostiene alcuni gran pezzi della vol-
relio, che chiamossi pure Antoni- ta della cella, la quale era tutta
no. Tal tempio, o basilica, il quale di mattoni, ornata di compartimen-
-vuoisi dedicato all'imperatore Marco ti riquadrati di stucco. Questi a-
Aurelio divinizzato, si dice ancora, vanzi appartengono al lato setten-
che fosse dedicato ad Antonino, e trionale, ed il Nibby è dell'opinio-
a Marte. Non va taciuto , che al- ne di quelli, che li dicono appar-
cuno crede i detti avanzi abbiano tenenti al portico di Nettuno, eret-
appartenuto al famoso portico det- to nell'anno 728 di Roma da A-
to di Nettuno, ovvero portico de- grippa in memoria delle vittorie
gli Argonauti, così chiamato dalla riportate. Avea quel portico un'a-
famigerata pittura rappresentante rea assai vasta ; ma nell' anno 8a
tali eroi, che era stata collocata nel della nostra era arse con altri limi-
portico di Nettuno. Questo portico, trofiedifìzi. Adriano lo ristaurò, e
secondo il parere di altri, sorgeva continuò ad esistere sino al secolo
piuttosto nelle vicinanze. Il Piazza, quarto. Alessandro VII voleva sgom-
nell'Eusevologio Romano, p. 164, brare le colonne degli avanzi del
e. XII: Della nuova fabbrica della masso della volta, ma lo stato cal-
dogana di terra a piazza di pietra, cinato delle colonne non glielo per-
citando il Nardini, Roma antica, dice, mise.
che il avanzo delle undici
nobile Nel pontificato di Clemente XII,
colonne di marmo
bianco scanalate, in uno scavo fatto nella piazza., fu
le quali adornano la faccia esterna trovato un angolo del cornicione
della dogana di terra, per la di- del medesimo portico, gentilmente
versità de* capitelli , architrave e intagliato con teste di lione, che
continuazione dell' ordine Corinto servivano per lo scolo delle acque,
sieuo del portico annesso alla basi- il qual grosso frammento fu col-
lica di s. Antonino, di che ren- localo nel passaggio , che dal pa-
de ragione il Marliano, Urbis Ro- lazzo de' conservatori conduce al-
DOG DOG 171
la rocca capitolina. La piazza, ove tato Bonanni riporta il prospet-
s'innalza l'edifizio di cui andiamo to tanto della dogana che del pa-
a parlare, si chiama pietra; giac- lazzo , in uno alla medaglia co-
ché, al dire del Venuti, Roma niata (avente in giro 1' epigrafe :

moderna, t. I, p. 3i6, coll'autorità QVAESTVS MAGNVS PIETAS CVM SVFFI-


di Flaminio Vacca, Obsen». de mo- centia MDCI1I1C), in cui vedesi il

num. romanis 9 prese tal nome dal- medesimo prospetto della dogana
la quantità grande di frammenti e avente sul cornicione undici statue
massi di marmo di ogni grandez- rappresentanti le undici provincie
za, che si vedevano ammonticchia- del dominio della santa Sede, com-
ti ne' secoli di mezzo, e che prove- presa quella di Avignone, e Car-
nivano da questo, e dagli altri e- pentrasso, giacche forse eravi il pro-
diflzi annessi dedicati a Marco Au- getto di collocarvele. In a p. fatti,

relio. Ma il p. Bonanni Numisma- 25 1, di Roma ricercata nel suo si-


tu Pontificum, t.II, p. 828, citan- to, di Fioravante Martinelli, si vede

do il Martinelli, e Fulvio Orsini, il prospetto delle dogane di terra,


dice piuttosto che tal nome proven- decorato colle dette statue. E pro-
ga da piazza de' preti, da quell'o- babile, che con tale idea, proveniente
spizio ed ospedale che ivi era pei dalle belle basi scolpite a bassori-
poveri sacerdoti. In questo luogo lievo, e rappresentanti le provincie
adunque Innocenzo XII commise del romano impero, eh' erano nel
all'architetto cav. Francesco Fon- foro presso il tempio di Marco Au-
tana, che erigesse dogana per
la relio, a quelle si volesse alludere.
le merci, le quali conducono a
si Tali basi si rinvennero negli scavi

Roma per terra, chiudendo gì' in- fatti in piazza di pietra nei ponti-
tercolunnii, con uno spazioso cor- ficati Paolo III, Innocenzo X,
di
tile, e facendo magazzini per le ed Alessandro VII ; per cui sino ai
merci, che giornalmente vi s' intro- nostri tempi la piazza non era tut-
ducono, e gli uffizi pei ministri. E ta selciata, come lo è al presente.
siccome il provento dell' edificio lo Tali bassorilievi sono ora in Roma,
assegnò all'ospizio apostolico, nel nel Campidoglio, nel palazzo Ode-
portico chiuso da cancelli di ferro, scalchi, Pamfìly, ed in Na-
a villa
sotto due medaglioni di marmo, poli nel museo Borbonico. Di que-
scolpiti coli' effigie del Salvatore in ste sculture fece menzione Aurelio
basso rilievo, qual insegna dell' o- Vittore, dicendo, che ivi erano col-
spizio, si legge : locati i simulacri delle romane pro-
vincie, provinciarum memoriae.
HOSPITII APOSTOLICI
PAVPERVM INVALIDORVM. Dogana di Ripa grande.

L'edifizio ebbe compimento nel II Pontefice Innocenzo XII ri-


1695; e nel contiguo palazzo il dusse a buona forma la sponda del
Papa stabilì l'abitazione per mon- fiume Tevere , presso porta Por-
signor commissario generale della tese, cioè in quel luogo praticabile
camera apostolica tuttora da lui , dov' era lo mercanzie
scalo delle
occupata come narra il Novaes
,
provenienti per mare. Ivi con di-
nella vita d' Innocenzo XII. 11 ci- segno di Mattia de' Rossi, e di Cai-
172 DOG DOG
Jo Fontana, fece costruire un gra- li dice, che la dogana antica di
zioso edifìzio,con portico avanti ad terra era presso il palazzo Carpe-
uso di dogana, con magazzini per gna, verso la menzionata chiesa.
custodirvi le merci, non che cogli Più chiaramente ci parla del sito
uflìzi pei ministri. Siccome Inno- 1' avv. Fea, dei diritti del principa-
cenzo XII assegnò il provento del- to, p. 44> ove pure ricorda l' ere-
l'edificio al medesimo Ospizio a- zione dell'odierna dogana di terra,
postolico (Fedi), così sotto al detto dicendo che l' antica era dove sono
portico vi due medaglioni,
sono i le case dietro il Palazzo del Go-
e l'iscrizione, come in quello della verno (Vedi). Del trasferimento del-
dogana di terra. Anche di questa la dogana vecchia eseguito da In-
dogana il p. Bonanni a pag. 83o nocenzo XII altrove, e della ere-
ci dà il disegno prospettico, co- zione delle dogane di terra, e di
me a pag. 8 4 riporta la meda-
1
Ripa grande, fa menzione anche il
glia coniata col medesimo edifizio. Renazzi, nella succitata Storia, voi.
Laonde dalla vastità della ripa, la IV, pag. 9.
dogana prese il nome che porta. DOGE (Dux). Titolo di princi-
Dell'attiguo porto, come del porto pato, e di capo di repubblica, già
di Ripetta, si tratta all' articolo principalmente usato da quelli delle
Porti dello stato pontificio. possenti repubbliche di Venezia, e
di Genova. Gli antichi scrittori
Dogana di Ripetta. chiamarono doge anche dogio, e
il

il Villani fa menzione del dogio di


Il Pontefice Clemente XI, nel Baviera, e del dogio di Oestereich,
far adornare, e porre in più co- cioè di Austria, dal che può de-
moda forma il porto di Ripetta, dursi, che anticamente vi avevano
ad utile de' navicelli provenienti pel dogi anche in quegli stati, se pu-
Tevere, dalla Sabina, dall' Umbria re cosi non si chiamasse il du-
ec. , con disegno di Alessandro Spec- ca di quelle parti o il duca di ,

chi, e del cav. Carlo Fontana, nel quegli eserciti. Altre notizie sui ti-

1704, da un lato fece edificare la toli, portarono i dogi veneti,


che
dogana, cogli uflìzi pei ministri. Il con erudizioni che li risguarda, so-
Bernardini, Descrizione de" rioni di no riportate all'articolo Duca (Fe-
Roma, fa menzione della dogana di). Il doge di Venezia era il pri-
della Pescarla, nella piazza del suo mo magistrato della repubblica, si

nome presso la Chiesa di s. An- eleggeva per tutta la vita, e presiede-


gelo in Pescheria; non che delle va a tutti i consigli. Il primo magi-
dogane della Grascia, posta in cam- strato della repubblica di Genova
po Vaccino; di quella del passo era eziandio qualificato col nome di
del vino, situata a Ripa grande, e doge, ed è singolare, che negli antichi
della dogana vecchia tra la piazza scrittori delle cose italiane, il doge
di s. Eustachio, e di s. Luigi nel di Genova trovasi di frequente no-
vicolo della dogana vecchia, detto minato doge del popolo di Geno-
pure dell' albergo de' M archegiani. va. Veniva egli tratto dal corpo
Siili' area di questo luogo, può ve- de' senatori ; il suo governo durava
dersi 1' articolo Chiesa di s. Eusta- due anni, e non si poteva rieleg-
chio. Il citato Fioravante Martinel- gere alla carica del dogado , se non
,

DOG DOG 173


dopo un intervallo di dodici anni. gi. Da ultimo, nel i834, pei tor-
V. Genova. chi di Gio. Battista Merlo, il eh.
Il primo doge, ch'ebbero i ve- Leonardo Manin pubblicò in Ve-
neziani, secondo il Lenglet, fu Pao- nezia l'interessante : Illustrazione del'
lo Lucio, o Paoluccio Anafesto. Que- le medaglie dei dogi di Venezia
sto cronologista lo registra all'anno denominate Oselle.
697, e gli dà per successore nel 11 Muratori, nelle Dissertazioni

717 Marcello Tegalliano. Altri di- sopra le antichità Italiane 3 tratta


cono, che il primo doge di Venezia come anticamente i dogi di Vene-
venne eletto nell'anno 709, allor- zia godevano il diritto della came-
ché già i veneziani riguardavansi ra, e del fisco; quando comincias-
come formanti una repubblica. Sì sero ad avere il privilegio della
aggiunge ancora, che il primo doge zecca, loro accordato dai Papi, e
veneto soltanto fu una specie di dagl' imperatori ; tratta delle loro
tribuno del popolo eletto dai cit- monete, e dell'usare che facevano il

tadini. Questo doge accrebbe il suo sigillo di piombo sino dagli antichi
potere poco a poco, e di mano in secoli. Il Cancellieri, nella sua Let-
mano che s' ingrandì quello dello tera sopra V origine della parola
stato. Verso la metà del secolo de- Don, dice, che il doge di Venezia
cimo pigliava già il titolo di Duca era chiamato Domino, e Domina-
( Fedi), equivalente a quello di doge. lo , oltre il titolo di serenissimo
Circa quel tempo alcuni attribui- principe, ed a pag. 60 riporta ana-
scono all' imperatore Berengario il loghe erudizioni.
privilegio conceduto al doge di bat- La moglie del doge prendeva il
tere moneta. Certo è, che la mo- titolo di dogaressa : un tempo era
neta si batteva sempre in suo no- trattata come una principessa, ma
me, e prima anche col suo slemma poscia, cioè dopo il secolo XVI, non
gentilizio, ma poscia questa cosa si venne nemmeno coronata. Conti-
praticò solamente di rado. All'ar- nuavasi per altro a coronare il do-
ticolo Denari si è detto , che il ge, quale in progresso non fu se
il

ducato prese il nome da quello del non che un fantasma di maestà del
doge di Venezia Giovanni Dando- principe, imperocché la veneta ari-
lo. 11 Sanuto dice, che acquistossi stocrazia ritenne o si appropriò tut-
tal moneta il nome di ducato, for- ta 1' onorando il doge sol-
autorità,
se per la figura, e il nome del do- tanto di una vana ombra dell'au-
ge in essa Racconta il
impressi. torità. Conviene poi osservare, che si
Vettori, nel suo fiorino d'oro illu- procedeva alla elezione del doge con
stralo, pag. 1 1 9, che per V abuso solenni, e regolari forme, a guisa del
fatto da Nicolò Trono, venne or- conclave de' Cardinali. I fratelli ed
dinalo per legge del i485, che i i figliuoli del doge, per l'ordinario
dogi non potessero far mettere i non potevano possedere le prime
ritratti loro nelle monete. La stessa cariche della repubblica, ne ottene-
proibizione fu fatta verso 1' anno re prelature, e benefizi dalla santa
i47 1 sulle loro armi, e sulle in- Sede, eccettuato il cardinalato. Ma
segne gentilizie. La repubblica pe- della dignità del doge di Venezia,
rò accordava, che si coniassero le della sua serie cronologica, delle sue
monete col nome de' medesimi do- prerogative, e de' privilegi a lui
i
74
DOG DOG
conceduti dai Pontefici, massime da DOGMA, o DOMMA. Dogma,
Alessandro III, si parlerà all' arti- placitum. Parola greca, che signifi-
colo Venezia. Pompeo Sarnelli, nel ca, massima, sentimento, assioma,
tomo IX delle sue Lelt. eccl. , let- esposizione, o principio stabilito di
tera III, num. 7, fa menzione del- alcuna scienza; e dicesi piti parti-
le principali insegne di onore, e di colarmente dei punti in materia di
dignità del doge veneto, dell'acco- religione, degli articoli di fede cri-
litoche nelle solenni funzioni lo stiana, e cattolica. Così
diciamo i
precedeva in vesta paonazza, con dogmi, o dommi della fede, per e-
cereo non acceso in mano, e del- sprimere le verità da Dio rivelate,
l'anello, che si tolse dal dito Ales- e che noi siamo obbligati a crede-
sandro IH, dandolo al celebre, e re ec. ec.
benemerito doge Sebastiano Ziani, Dogmatico, o dommatico si chia-
acciò sposasse in segno di dominio ma tutto ciò, che appartiene, o con-
il mare
Adriatico. Giovanni Zanetti cerne al dogma. Dicesi perciò un
scrisse Della berretta ducale dei
: giudizio dommatico quello, che trat-
dogi dì Venezia j opera che venne ta sui dommi, e sopra alcune ma-
pubblicata nel 1779. Nel 1840, terie, le hanno relazione al
quali
dalla suddetta tipografia di Gio. domma. Per fatto dommatico poi
Battista Merlo in Venezia, con bel- s'intende un fatto appartenente al
la edizione in foglio, fu pubblicata domma ec. ec.
la Serie dei dogi di Venezia intaglia- Dogmatizzareo dommatìzzare,
ti in rame da Antonio Nani, giun- insegnare. Questo termine alle vol-
tevi alcune notizie biografiche estese te si prende in mala parte, ed in
da diversi; e specialmente dal chia- senso odioso, per esprimere cioè
rissimo ingegnere Giovanni Casoni. l'azione di un uomo, il quale se-
La
repubblica di Venezia aveva mina errori, e principii perniciosi.
gli Ordini equestri e cavallereschi Cosi dicesi, che Calvino, e Socino
della Calza (Vedi), della Stola d'o- cominciarono a dommatizzare in se-
ro (Vedi), e di s. Marco (Vedi). greto, e che incoraggiti dal nume-
Siccome poi il doge qual principe, ro delle persone sedotte, dissemina-
o capo della repubblica veneziana, rono più apertamente le loro opi-
conferiva od investiva di detti Or- nioni.
dini quelli, che n'erano stati insi- Qualora un uomo insegna quelle
gniti dal senato , cosi godeva del cose, che comunemente sono cre-
diritto di conferire un altroOrdi- dute e professate nella Chiesa, ov-
ne cavalleresco, detto 1' Ordine del vero propone le sue opinioni senza
doge, o del prìncipe di Venezia» pretendere, che sieno adottate, pron-
Egli conferivalo entro la sua sala to a ritrattarle, e correggerle, se la

di udienza, e la divisa, che porta- Chiesa le giudica condannabili, non


vano i cavalieri, era una croce di si può accusarlo che domm alizzi ;
dodici punte, somigliante a quella meriterebbe solo questo rimprovero
de' cavalieri gerosolimitani, smalta- se avesse ambizione di fare prose-
ta di turchino, contornata d'oro, liti, e se scrivesse col proponimen-
ed avente nel mezzo un ovato, in to di non sottomettersi alla censu-
cui si vedeva rappresentato il leo- ra della Chiesa. Così l'abbate Ber-
ne di s.Marco. gier alle relative voci del Dizion.
DOL DOL I7 5
enciclop. coi commenti del p. ab. Borgogna, la sede di un parlamen-
Biagi. to trasferito poscia a Besanzone nel
DOGMAELE (s.). Fioriva nel 1676, e di una università fonda-
sesto secolo nella contea di Pem- ta nel 1426 da Filippo il Buono,
brock, come si rileva dai calendari duca di Borgogna, e nel 1691 da
inglesi e bretoni. Animato da un Luigi XIV trasferita a Besanzone.
vivo fervore per l'esercizio delle Sebbene ottimamente fortificata, fu
cristiane virtù, si distingueva nell'e- presa nel i479 ^ a Luigi XI, in
sercizio della preghiera, e della pe- seguito della giornata di Guinega-
nitenza. Memore di quanto soffer- ste, ed in tale incontro fu anche
se Gesù Cristo per la comune sal- saccheggiata. Carlo V, conoscendo
vezza, credeva gran delitto il non l'importanza di questa piazza, nel
consacrare tutto sé stesso a questo i53o la fece fortificare con sette
divino Riparatore. La chiesa di bastioni, ai quali in appresso si

Pommerit-Jaudy nella , diocesi di aggiunsero nuove opere, ti princi-


Treguer in Bretagna, lo venera pe di Condè l'assediò invano nel
per protettore. i636. La conquista di questa cit-
DOL o DOLE. Città vescovile tà, e di tutta la Franca Contea non
di Francia, nella Fianca Contea, costò a Luigi XIV, che il solo
dipartimento di Jura, capo- luogo di mese di febbraio del 1668. Ne
circondario e di cantone, sulla riva fece egli demolire le fortificazio-
destra del Doubs, e sul canale di ni, e le mura prima di restituirla,
Monsieur, in una valle fertile ed in sequela del trattato di Aix-la
amena, chiamata perciò la Valle di Chapelle, conchiuso a'2 maggio del
amore. Questa città è sede de'tri- medesimo anno. Ma gli spagnuoli
bunali di prima istanza^ e di com- dinuovo la fortificarono, sebbene
mercio, e di altri primari offizi, in conseguenza di altra dichiara-
non che^ di una società di agricol- zione di guerra, Luigi XIV nel
tura. E assai bene fabbricata, e 1674 sottomise Besanzone, Dole, e
tra' suoi edifìzi pubblici si distin- tutto il restante della provincia,
guono il palazzo di giustizia, le che da quel momento rimase unita
chiese della beata Vergine, e di s. alla Francia.
Andrea, il collegio comunale., i due In origine Dole non era che un
ospedali civile e militare, ed il tea- castello, presso il quale sull'altura
tro. Possiede anche una biblioteca di un monte vicino fu edificata una
pubblica, ed ha deliziosi passeggi. 11 abbazia. Gli abitanti si moltiplica-
canale di Monsieur reca grandi van- rono a poco a poco, e fabbricaro-
taggi a questa città. Ne' dintorni no le loro case nello spazio, ch'e-
vi sono cave di marmo rosso ca- sisteva tra l'abbazia, ed il castello,
rico a grana fina, dalle quali si e ne formarono una città, la qua-
possono estrarre massi del più gran le fu eretta in sede vescovile l'anno
volume. 55o, o 565, perchè, al dire di Com-
Dole è una città antichissima ab- manville, s. Sansone vi trasportò la
bellita dai romani con molti mo- dignità arcivescovile di Caerleon.
numenti, di alcuni de'quali si ve- Ed 844> °
è perciò, che nell'anno
dono ancora le vestigia. Fu la ca- 848, venne dichiarata arcivescovile
pitale della Franca Contea nella in occasione che Nomenovè, duca
,

i-(i DOL DOL


di Bretagna se ne fece proclamare la distinto suo me-
religione, e pel
re, con quattro sedi de'suoi stati rito ne venne eletto generale nel
per suffraganee. Ma continuando capitolo tenuto l'anno i553 nella
a protestare il metropolitano di città di Salamanca. Durò sei anni
Totirs, sotto di cui prima erano in quella dignità e siccome era
,

Dole, e le dette sedi, nel 1198, In- grande amico di Paolo IV, questi ai
nocenzo III ordinò che Dole, e 1 5 marzo 1 557 lo creò Cardinale col

tutti gli altri vescovati di Breta- titolo di s. Maria in Araceli, e colla


gna ritornassero suffraganei della protettoria del S. R. impero. Nel
metropoli di Tours, a cui appar- i5»6o, ebbe il vescovato di Foligno, e
tennero sino al concordato del 1801. venne ascritto eziandio tra i Cardinali
In quest'ultima epoca fu soppres- supremi inquisitori. Introdusse nel-
sa la sede di Dole, il cui vescovo la sua diocesi i cappuccini, ed i do-
godeva la precedenza siigli altri menicani. Resse 1' affidatogli gregge
dell'alta Bretagna. L'antica catte- con somma carità, e con apostoli-
drale di questa città è dedicata al- co zelo. Morì nel i568, mentre si

la beata Vergine, ed a s. Sanso- trovava in Roma. Lasciò erede di


ne, ed il suo capitolo componevasi tutte le sue facoltà l'arcispedale di
delle dignità del cantore, dell'arci- s. Giacomo degl'incurabili in questa
diacono, e del tesoriere, e di quin- città, ove fu eretta una lapide a
dici canonici. La diocesi compren- perpetua memoria del pio, e dotto
deva quattro abbazie, e novanta- testatore. Abbiamo di lui qualche
quattro parrocchie; e il vescovo, operetta teologica lodata da Aldo Ma-
ch'era signore della città, col tito- nuzio. Le sue spoglie giacciono nella
lo di conte, godeva l'annua ren- sua chiesa d' Araceli , dove furono
dita di ventidue mila lire, colla collocate per cura dei deputati del-
tassa di quattromila fiorini. La l'anzidetto spedale.
sede era vacante quando Pio VII DOLIA. Sede vescovile di Sar-
la soppresse. L'ultimo vescovo fu degna , eretta nel settimo secolo
monsignor Urbano Renato de Her- sotto la metropoli di Cagliari, nel-
ce della diocesi de Le Mans, insi- l'antica città del suo nome. Dopo
gnito di questa dignità da Clemen- diciotto vescovi, essendo la città an-
te XIII nel 1767. data in rovina, ne'primi del seco-
In questa città si celebrarono lo XVI il Papa Alessandro VI
due concilii. Il primo nell'anno 1094 soppresse la sede, che riunì alla
trattò sopra l'abbazia di Marmou- metropoli. Dolia, oppidum Dolien-
tier, presso Tours, per la quale nel se, aveva la cattedrale dedicata a
medesimo anno si era tenuto il s. Pantaleone martire, con capitolo

concilio di Brives. Arduino tomo composto della dignità del decano,


VI. 11 secondo ebbe luogo nell'anno e di undici canonici. Il luogo, ove
1128, e riportasi dal Baluzio nel era situata la città, ora chiamasi
tomo I delle sue Miscellan. s. Pantaleone, dal nome del suo
DOLERA Clemente, Cardinale. patrono.
Clemente Dolera, nato nel castello DOLICA (Dolychen). Sede ve-
di Moneglia, diocesi di Genova, scovile della Siria, nella provincia
l'anno i5oi, professò nell'Ordine di Eufrate, sotto il patriarcato di
de' minori, insegnò teologia in quel- Antiochia, che Commanville dice
DOM DOM 177
eretta nel secolo quinto, suffraga- sembra essere stata esclusivamente
uea della metropoli di Gerapoli. consagrata a denotare il romano
L'ab. Terzi di Lauria, nella Siria Pontefice: laonde nelle antichissime
Sagra , dice a pag. 106, che Doli- nominate del Serario, che
litanie
ca o Doliche, città di Comagena, in questo non sono state cambiate,
sorgeva tra le città di Zeuma, e proseguiamo a chiamare il Papa
Germanicia, e che i dolicheni pre- Domnum Apostolicum. Di fatti il
stavano cultc a Giove. Prima Do- Mabillon, nel suo Commentario al-
lica era sottoposta al metropolitano l'orarne Romano CCCXXIV, si è
di Edessa, ma nel concilio Antio- unito ad altri scrittori, nell'avver-
cheno, tenuto nel 34 1, fu assegna- tire che col nome di Dominus, o
ta alla sede di Gerapoli laonde la : Domnus si chiamavano i romani
sua erezione sembra anteriore al- Pontefici; ma che si è talvolta usa-
l' epoca assegnatale da Commanvil- ta la mentovata distinzione di ri-
le. La santa Sede considera Dolica serbare il Dominus al solo Iddio,
come nella giurisdizione metropo- agli uomini il Do-
e di attribuire
litica dell'arcivescovo di Edessa, e mnus, come ha osservato, oltre il
ne conferisce il titolo ad un vesco- Du-Cange, anche l'Alemanni, De
vo in partibus. Il p. Le Quien, parietinis Lateranen.e. 12. In que-

nel tona. II, pag. 938, registra ot- sto senso certamente conviene in-
to vescovi di Dolica, neh' Oriens tendere ciò, che per ischerzo so-
Christ., cioè Archelao, che inter- leva dire s. Pier Damiani, alluden-
venne al memorato concilio, Olim- do ad Ildebrando arcidiacono (po-
pio, Ciro, Mari, Abibo , Atanasio, scia Papa s. Gregorio VII), meri-
Timoteo, e Filosseno. Il Terzi no- tamente ministro favorito del Pon-
mina anco un Marino, eletto al tefice Alessandro II col famoso ,

governo di questa chiesa da san


Eusebio arcivescovo di Samosata.
DOM. Questa parola deriva dal Plus Domino Papae, quam Do-
latino Domnus, abbreviazione di nino Servio Papae.
Dominus (Vedi), e significa Sere,
e Signore. È questo un titolo, che Questa differenza non fu osservata
fu dapprima peculiare del solo Dio comunemente, ed anche il sommo
(Vedi), come dicemmo a quell'ar- Pontefice è stato ora chiamato col-
ticolo, insieme a qualche nozione l'uno ed ora coli' altro titolo. Il
,

sulla parola Donine, e sul Jube Cancellieri a pag. 5i, 52 e 75


Domne benedicere. In seguito il riporta novero di alcuni , che
il

Domnus o Dominus sj diede al Pa- si chiamarono per nome proprio


pa, e dipoi ai vescovi, quindi agli Donino, Dono, Domine, Dominus,
abbati, a quelli che avevano qual- ec. Termineremo col dire, che non
che dignità ecclesiastica , finalmen- si può ammettere la strana con-
te a molti monaci, e a molti al- gettura di parecchi, i quali credono
tri ,ec, come dice il Cancellieri, nel- proveniente il vocabolo Dom dal-
la lettera a d. Nicola Saverio Dor- l' essere rimaste le sole tre prime
mi, sopra l'origine delle parole Do- lettere della parola Dominicum , e
minus, e Domnus. troncate le altre, ovvero dall'inscien-
La voce Domnus AposLolicus za del volgo, che non intendendo
VOL. xx. 12
i
7S DOM DOM
il significato delle sigle D. O. M. e ciò per onorare la risurrezione
le quali sogliono vedersi scolpite di Gesù che avvenne in quel
Cristo,
nelle facciate delle chiese, o in ca- giorno; giorno da cui presso i giu-
po alle iscrizioni, massime sepol- dei e i pagani si cominciava la
crali, suppone che se ne sia for- settimana come si comincia ira
,

mata la voce Doni; mentre le det- noi. Non solo i cristiani sostituiro-
te sigle non significano altro che no la domenica al sabbato osser-
Deo Opti/no Maximo. Che Do- vato dagli ebrei per onorare la ri-
innus e Sanctus sieno titoli dati ai surrezione di G. C. ed ancora la
santi, lo dice il Ga rampi nelle discesa dello Spirito Santo sugli apo-
Meni. Erri, pag. 66 e 74. pur avvenuta in questo giorno,
stoli,

DOMENICA, o dies Domini, ma anche per abolire sabbati, e le i

cita,giorno domenicale, giorno del neomenie degli ebrei colla loro leg-
Signore. Il Mamachi, de costumi ge. Negli scritti degli apostoli, e
de primitivi Cristiani pag. 1 54, dei loro discepoli si fa menzione
tom. Ili, dice che la domenica da della domenica, 1 Cor. e. io, v. 2;
essi primo del
fu chiamata, giorno Apocal. e. 1, v. io; Epist. Bar-
sabbato, o il primo giorno dopo nabat n. i5. Cosi questo mo-
il sabbato; ed anche una sabbati, numento della risurrezione del
cioè un giorno dopo il sabbato, o Salvatore è stato stabilito dai te-
primo giorno della settimana, uni- slimoni oculari nella data stessa
formandosi allora i cristiani in ciò dell' avvenimento , e celebrato da
all'uso degli ebrei. Fu inoltre chia- che furono più a portata di
quelli,

mata giorno del sole, allorché i saperne la verità. Gl'increduli non


cristiani disputavano co' gentili in mai a tale circostanza,
rifletterono
questo giorno, cosi denominandola mentre intorno alla istituzione fatta
per essere da essi capiti, essendo dalla Chiesa con diritto sino dai pri-
tale la denomi nazi otte, che gen- i mi tempi, per tradizione apostolica,
tili davano alla domenica, da loro convengono con noi tutte le sette
consagrata ad Apollo. S. Gio. Gri- de'protes tanti.
sostomo chiamò la domenica dies 1 successori immediati degli apo-
lucis, et dies panis ; e s. Ignazio stoli, ed i più antichi padri, parla-
martire regina et princeps omnium no del giorno del Signore come di
dierum ; Sofronio vescovo geroso- quello ch'era sottentrato in tutta la

limitano, dierum domina j Teodoro Chiesa cristiana al sabbato degli


Studi ta, dies pacis, e gli antichi ebrei. S. Ignazio, discepolo di s.

cristiani la dissero giorno del Si' Pietro, accenna questo cambia-


gnore. mento, quando esorlaudo cali*epist.
La domenica, considerata nell'or- ad Magn. i fedeli di Magnesia a
dine della corrisponde
settimana, non lasciarsi trarre in errore, ri-

al giorno del sole presso i pagani spetto all'osservanza delle cerimonie


o gentili; considerata come festa della legge giudaica, raccomanda
consagrala a Dio, risponde al giorno loro di non osservare il sabbato
di riposo che si ce-
degli ebrei, degli ebrei, ma di menare una vi-

lebrava il sabbato. I primi cristia- ta, che meglio risponda alla santi-
ni trasferirono al giorno seguente tà del giorno del Siguore, giorno
il riposo, che Dio avea comandato, nel quale, per le virtù e per li ine-
DOM DOM 179
riti della sua morte, la nostra vi- poveri, gli orfani, le vedove, gl'in-
ta è anche ella uscita dalla re- fermi, i prigionieri ec.
gione de'morti. Clemente di Ales- Le ragioni principali per traspor-
sandria, Strom. lib. 7. pag. 877, tare alla domenica il santo giorno
rischiara questo passo allorché spie- della settimana, detto sabbato, fu-
gando in che sia il vivere confor- rono due. La prima, e più impor-
me alla santità del giorno del Si- tante, si fu di onorare i mento-
gnore, dice: » Chi osserva il van- vati grandi misteri della risurrezio-
» gelo, fa di sua vita il giorno del ne del Signore, e della discesa del-
» Signore; perchè, rinunziando ad lo Spirito Santo, che furono ope-
» ogni pensiero di peccato, diviene rati in domenica. Con questo ul-
» veramente figlio della luce, che timo mistero venne promulgata la
« vale a dire non inlertiene la sua nuova legge, o legge di grazia, e
» mente che in pensieri santi, e col primo Gesù Cristo consumò la
n puri, e così rende gloria alla ri- vittoria da lui riportata sul pec-
» surrezione del Salvatore , Adun- cato, e sull'inferno, e compì la
que i primi cristiani chiamarono grande opera della redenzione degli
giorno del Signore quel dì della uomini. Il nominato s. Ignazio mar-
settimana, ch'era consagrato agli tire, e molti altri padri della Chie-
esercizi della religione. Tuttavolta, sa ci assicurano, che la domenica
sebbene i primi cristiani dessero era uu giorno santo della settima-
a questo giorno il nome di giorno na in tutto il mondo cristiano, e
del Signore, quando però parla- che si celebrava in onore del mistero
vano a' pagani l'appellavano giorno Leone
glorioso della risurrezione. S.
del sole. S. Giustino martire, nel- 81 ad Dioscorum Alexan.
1, epist.

la sua apologia pei cristiani , ecco alias episcopum, dice. » Il primo


come si esprime: ** Nel giorno, che » giorno della settimana fu consagra-
» appellasi del sole, tutti quelli » to dai doni piti preziosi della gra-
>»che dimorano in città od in cam- » zia, dei quali dobbiamo saper gra-
« pagna si radunano in uno stesso « do alla divina bontà. Imperciocché
« luogo, ed ivi si leggono gli scritti » i principali misteri, che negli a-
» degli apostoli, e de' profeti, finche » dorabili disegni della sua mise-
» si ha tempo ". Dipoi fa la descri- » ricordia Iddio operò per noi,
zione della liturgia, allora consisten- 9 danno il più alto pregio a que-
te in questo, che dopo la lettura « sto giorno per sempre degno di
de' libri santi, il pastore, con una « tutta la nostra venerazione. In
specie di predica, o di omilia, spie- » questo giorno il mondo uscì
gava le verità che si erano udite, » dal nulla, in questo giorno fu
ed esortava il popolo a metterle « vinta la morte, e cominciò a re-
in pratica; poi si recitavano le pre- « gnare la vita per mezzo della
ghiere, le quali facevano in comune, » risurrezione del Figliuolo di Dio,
ed erano seguite dalla consagrazio- >» in questo giorno lo Spirito san-
ne del pane, e del vino, che indi » to discese sugli apostoli , e ci
si distribuiva a tutti i fedeli. Fi- » diede una legge tutta celeste ".
nalmente si raccoglievano le limo- Un'altra ragione, per cui al sabbato
sine volontarie degli assistenti, che degli ebrei venne sostituita la dome-
il pastore impiegava a sollevare i nica, fu per mostrare, che alla lu-
,

,80 DOM DOM


ce del vangelo sparvero le figure se ; e finalmente in questo gior-
e le ombre dell' antica legge, per no s. Giovanni evangelista tb-
,

dar luogo alla nuova, e che la be in visione que'divini misteri e


promulgazione dello stesso vangelo futuri avvenimenti della Chiesa
pose fine ai precetti cerimoniali. Inol- che registrò nell' Apocalisse. Ed è
tre si deve aggiungere, che il giorno perciò, al dire del Macri verbo
di domenica, per venerazione delle Dominica, che tutte le domeniche
molte e segnalate cose in esso avve- dell'anno sono una ripetizione del-
nute in diversi tempi, è stato mol- le mentovate solennità, ed anche
to illustrato, e nobilitato, e reso per tal cagione sono tanto venerate
degno di religiosa divozione. Alcune dai cristiani.
prerogative le dicemmo con l'au- Seguendo l' uso comune della
torità di s. Leone I, e di altri, Chiesa universale, i primi cristiani
mentre alcune pur ne adduce s. celebrarono la domenica come gior-
Agostino nel serm. 54- de tempore, no festivo, per cui l' imperatore
Le principali sono le seguenti. Il Costantino Magno, a' 7 marzo dei-

primo giorno del mondo fu di do- Tanno 32 1, nel pontificato di s.


menica, poiché il settimo fu il sab- Silvestro I, promulgò la legge, che
bato, in cui, come dice la Genesi, Id- si riporta nel codice Teodosiano I

dio requitvit ab universo opere quod de ftriis , comandando che per


patrarat, ed in questo giorno ven- tutto il mondo
nella domenica si
ne creata da lui la luce, come anche da' gentili, ciò
facesse festa,
canta la Chiesa nell'inno del ve- che si conferma con quanto scrisse
spero della domenica. In questo Eusebio Cesariense nella vita di
giorno gli ebrei passarono a pie- Costantino nel lib. 4? ca P- J 8> e
di asciutti il mare rosso; piovve la 19, cioè che il pio principe in-
manna nel deserto la prima volta; giunse l'osservanza della domenica
nacque Cristo, come si dice nel se- anche ai soldati pagani, prescriven-
sto sinodo cap. 8. t. Ili Concilio- do loro la recita della seguente o-
rum; fu adorato da' magi, ovvero razione, cui dovevano fare ne'cam-
comparve a questi la stella; quin- pi aperti vicino alla città, mentre
di venne battezzato nel fiume Gior- i cristiani andavano alle chiese; ed

dano, fece il primo miracolo tras- in questi modi Costantino procura-


mutando l'acqua in vino nelle noz- va disporre al cristianesimo l'animo
ze di Cana: in domenica moltiplicò dei soldati. Ecco la preghiera :

i cinque pani, ed con i due pesci, e « Te solum Deum agnoscimus, te

essi satollò cinque mila uomini; e » regem profitemur, te adjutorera


dopo la risurrezione in domenica » invocamus. Abs te praesentem
apparve agli apostoli, cui in tal » felicitatem consecutos fatemur, et
giorno aveva ordinato che predi- » futuram adepturos speramus: hic
cassero l'evangelo per tutto il mon- » omnes supplices sumus. Abs te
do, e battezzassero in nome del » petimus, ut Constantinum impe-
Padre del Figliuolo, e dello Spiri- » ratorem nostrum, una cum piis
to Santo: di domenica discese lo » ejus liberis, quam diutissime 110-
Spirito santo ; si soleva fare la col- » bis salvum, et victorem conser-
letta per istituzione apostolica; si » ves". Aggiungesi dal medesimo
offrivano le oblazioni nelle chie- Eusebio, aver Costantino ordinato al
,

DOM DOM 181


popolo, che venerasse il giorno pre- bagno; come ancora impose la pe-
cedente al sabbato, cioè il venerdì, na di trenta libbre d' oro ai giu-
come avverte Sozomeno lib. I, cap. dici, i quali avessero trascurata
8, detto ancora feria sesta, nel qual questa legge. Il Mamachi, nel t. I,

giorno egli voleva che cessassero i p. 3 18 eseg., riporta quanto i cri-


giudizi forensi e civili, ed i negozi, stiani sino dai tempi apostolici, die-
acciocché gli uomini si occupassero tro le narrazioni di s. Luca, e di
nelle orazioni, nell'assistenza a'divini s. Paolo, facevano nella domenica,
uffizi, e negli esercizi divoti, in me- quali esercizi di pietà, assistendo ai
moria della passione di Gesù Cri- divini offizi, facendo le oblazioni al-
sto, e del mistero della croce, dal la chiesa, e celebrando le Agape
patrocinio della quale Costantino a- (Fedi). S. Agostino riprese acre-
veva ricevuto tante segnalate gra- mente alcuni, che in onore di Gio-
zie. ve siastenevano dal lavorare nella
L' obbligazione però di far festa feria quinta; e
s. Gregorio I nelle

la domenica in alcuni luoghi co- epist. 3 , 11, rimprovera quelli


minciò ai vesperi della vigilia, co- che celebravano il sabbato come la
me apparisce da diversi concilii di domenica, la qual cosa era stata
occidente, massime dell'ottavo, e già proibita dal can. 29 del con-
del nono secolo. Oltre a ciò vi è il cilio Laodiceno. Due cose poi sono
canone 20 del concilio Niceno, in- necessarie per santificare la dome-
torno al culto della domenica, con nica, astenersi cioè da alcune opere,
cui si esortano tutti a non lasciare e farne certe altre, come si può ve-
la messa in tale giorno, lo che e- dere all'articolo Feste (Fedi). Di-
gualmente inculcò il can. 47 del remo soltanto essere comando della
concilio Agatense La vigilia ce- . Chiesa che nella domenica ci asten-
lebravasi nella notte della domeni- ghiamo dalle opere servili, seguen-
ca conforme al canone primo del do in ciò l'invito del Creatore.
concilio Matisconense. In segno di Prescrive eziandio alcuni doveri, e
allegrezza il medesimo concilio Ni- pratiche di pietà, il culto pubblico
ceno stabilì, che i cristiani orassero e solenne; proibisce gli spettacoli, i

in piedi, proibendosi in tal giorno giuochi pubblici, e tutti i diverti-


il digiuno. E siccome alcuni eretici menti, i quali possono nuocere al-
negavano la risurrezione di Cristo, la purità dei costumi : questa di-
e mentre i cattolici nella domeni- sciplina è così antica come il cri-

ca facevano allegrezza, digiunavano stianesimo.


per mestizia, appunto per questo il Nei breviari ed altri libri litur-
can. 55 apostolico vietò il digiuno in gici si distinguono alcune domeni-
tal giorno. Quindi Onorio imperatore che, le quali si dicono maggiori,
pubblicò un editto, che si legge 7 ed altre minori, ossia fra l'anno.
de denunciat. e. Theodos. et de cu- Le maggiori sono quelle, nelle qua-
stod. reorum, col quale ordinava li si venerano i principali misteri
che in tutte le domeniche si cavas- della creazione, e redenzione, e so-
sero di prigione i carcerati, però no le domeniche dell'avvento, quel-
custoditi sotto buona guardia, af- le che occorrono dalla settuagesima
finchè ricevessero limosina da'fede- sino all'ottava di Pasqua ossia do-
li, e fossero per pietà condotti al menica in Albis inclusivamente ; e
i8a DOM DOM
quelle della pentecoste, e della san- tal giorno facevasi, di che si tratta
tissima Trinità; Le domeniche mi- al citato articolo Cappelle ec, cioè
nori fra l'anno sono quelle, che allaCappella di pentecoste, perchè
accadono per tutto il corso dell'an- volgarmente appellata Pasqua Rosa,
no. Le maggiori si dividono in pri- Dominica excarnaliorum fu det-
ma, e seconda classe; quelle di pri- ta la domenica di quinquagesima,
ma classe, e che non cedono ad perchè in tal giorno si lasciava la
alcune feste, e perciò mai si ometto- carne, cominciandosi anticamente
no, sono le domeniche prima di dalla seguente feria seconda il di-
quaresima, di passione, delle palme, giuno quaresimale, come meglio di-
di pasqua, del quasi modo o in al- cesi a Carnevale (Fedi). Dominica
bis, della pentecoste^ della ss. Trini- mediana, secondo alcuni, fu la quar-
ta, e la prima dell'avvento. Le ta domenica di quaresima, per es-
domeniche di seconda classe sono sere questa la metà del periodo del
quelle, che si omettono soltanto digiuno quaresimale. Altri scrittori,
quando occorre il patrono princi- con maggior fondamento, hanno in-
pale, od il titolare, ovvero la de- segnato essere la domenica di pas-
dicazione o"i una chiesa; e in allo- sione, giacché Pelagio Papa, Sdi-
rà si fa commemorazione della do- vendo a Lorenzo vescovo Centoccl-
menica in ambedue i vesperi, e lense, gli comandò di tenere je or-
nelle laudi, e si legge la nona le- dinazioni nella settimana Mediana,
zione dell' omelie al solito. Le do- la quale dalla Glossa viene spiega-
meniche poi di seconda classe prò- ta pel sabba to Silientes, Venne de-
priamente sono quelle di settuage- nominata Mediana pel responsorio
sima, e quinquagesima, la seconda, che si recita nel primo notturno
terza, e quarta di quaresima chia- idi questa domenica, in cui si fa
mata Laelare j la seconda, terza menzione della XIV e della XV
detta e quarta dell' ay-
Gaudete, prima luna, quando gli ebrei cele-
vento ; lesono domeniche or-
altre bravano la pasqua dell' agnello, i
diuarie. Le domeniche di prima, e quali giorni erano appunto la me-
seconda classe, colle loro antiche tà del periodo lunare. La domeni-
denominazioni, sono descritte a' ri- ca Laetare fu pur detta dominica
spettivi luoghi dell'articolo Cappelle panis, perchè 1' evangelo di tal gior-

Pontificie , non che all' articolo no descrive la moltiplicazione dei


Cappelle Cardinalizie. Un tempo pani operata da Gesù Cristo. Do-
ciascuna domenica dell' anno aveva minica vacans da s. Gregorio I yen-
il suo nome tratto dall' introito ne detta la IV domenica dell' av-
della messa del giorno. Questo co- vento, perchè si cominciava coli'of-
stume si ritiene ora soltanto per fizio del sabbato precedente, in cui
alcune domeniche, come di quare- si facevano le ordinazioni. Così
sima, ec. e perciò da alcuni in-
, chiamò il Micrologo tutte le do-
dicate colle parole di Reminiscere, meniche dopo le quattro tempora:
Oculi 3 Judìca ec. Il Macri, nella laonde s. Gregorio I pur chiamò
Notizia de' vocaboli eccles. 3 descri- Dominica vacans la quinta dome-
ve la Dominica de Rosa, cioè la nica di quaresima, giacché antica-
domenica dopo l'ascensione, cosi mente le ordinazioni si celebravano
detta pel gettito delle rose, che in di notte circa il principio della do
DOM DOM i83
menica seguente, come si ha dalla la domenica diem qui revera est pri-
episi. 8 1 cap. I, di s. Leone I. Si
, mus, et caput ceterorum, nota il
disse anche Dominica vacans, per- costume degli antichi padri , di
chè il Papa vacava dalla stazione chiamare il giorno di domenica ora
trovandosi stanco per le ordinazioni primo, ora ottavo, quasi compimen-
fatte nel mese dicembre, ovvero
di to de' passati giorni. Avverte inol-
perchè in essa solo attendeva alla tre corrispondere questo metodo al-
distribuzione delle limosine. In som- l' uso de' greci, i quali riferivano i
ma vacanti furono dette quelle giorni della settimana, non alla do-
domeniche, che cadevano dopo il menica che precede, ma alla susse-
sabbato de' quattro tempi, perchè guente, esponendo con molta dottrina
vacanti di offizio, stazione, e più l'apostolica, e successiva osservanza
anticamente anche della messa, stan- de' cristiani pel giorno di domeni-
ti le menzionate fatiche fatte la notte ca. Ma sopra tutto si deve consul-
antecedente nelle sagre ordinazioni. tare l'opera di Giacomo
insigne
Domenica nova chiamano i greci la Martorelli, de Theca cala-
regia
domenica in Albis. Nel sagramen- maria, ove nel tona. Il, p. 292 ,

tario viene intitolata Dominica post tratta di proposito 1' argomento An


albas 3 e nella liturgia Ambrogiana graeci, latinìque scriptores dies ab
Dominica in albis depositis, perchè planetis appellarmi ? V. Giorni, Do-
i neofiti deponevano le vesti bian- menicale e Domenicale lettera.
che nel giorno precedente. Altri la DOMENICALE. Nome col qua-
dissero octava paschae, e dominica le anticamente chiamavansi nella
Thomae, perchè nel vangelo della chiesa le lezioni, eh' erano lette e
messa si fa parola dell' apparizio- spiegate in ciascuna domenica, e che
ne, seguita in tal giorno, di Cri- si traevano dall' antico, e nuovo te-
sto all' apostolo s. Tommaso. Fi- stamento., ma particolarmente dai
nalmente greci i chiamano Domi- vangeli, e dalle epistole degli apo-
nica Orthodoxiae la prima dome- stoli.Queste spiegazioni erano al-
nica di quaresima, perchè in tal trimenti nominate Omelie (Fedi).
giorno celebrano 1' esaltazione delle Nei primi secoli della Chiesa si co-
sagre immagini, restituite alla pub- minciò dal leggere pubblicamente,
blica venerazione dall' imperatrice e per ordine i libri interi della
Teodora, dopo morte dell' impe-
la Scrittura sagra, lo che durò lungo
ratore Teofìlo nemico di esse. Que- tempo. Dipoi a poco a poco si pre-
sta venne istituita dal patriarca san se il costume di trarre dalla Scrit-
Metodio. tura alcuni testi, e passi particola-
Moebio scrisse la Diss. a
Gio. ri per ispiegarli nelle feste di Na-
quibusnam dies dominicus consecra- tale, di Pasqua, dell'Ascensione, e

tus sit caltuì divino, Lipsiae 1 683; della Pentecoste, perch'erano più
Dies Dominicus, sive succinta nar- adattali al soggetto di questi gran-
rano ex s. Scripturarum, et vene- di misteri, che non la lettera ordi-
randae anliquitatis patrum teslimo- naria, la cui serie in quei giorni
niis concinnata, et duobus libris di- s interrompeva.
stinta, Londini i63g. Il Valesio al In progresso si fece lo stesso nei
passo dell' orazione in lode di Co- giorni delle feste dei santi, final-
stantino e. IX, ove Eusebio chiama mente in tutte le domeniche del-
184 DOM DOM
l'anno, nelle quali secondo i tempi lieri, figlio di un artigiano di Fi-
si applicavano questi testi o lezioni, renze, nacque nel 1 356, e professò
che perciò furono appellati Dome- in età d'anni diciotto nell'Ordine
nicali. Quest' ordine di lezioni do- de' predicatori. Quantunque sino al-
menicali come dura al presente, da lora non avesse ricevuta educazio-
alcuni viene attribuito ad Alcuino ne dell' intelletto, pure in pochis-
maestro di Carlo Magno, e da al- simo tempo sopravvanzò i condi-
tri a Paolo diacono, ma col solo scepoli per maniera che tutti do-
fondamento, che questi adattò cer- vettero ammirarne la elevatezza del-
te omelie dei padri a que' testi, i lo ingegno. breve divenne pro-
In
quali si erano tratti dalla Scrittu- fondo teologo, ed eccellente orato-
ra, laonde si può ritenere, che tale re : anzi datosi con impegno alla
distribuzione risalga ad una epoca predicazione, converti gran numero
più antica. di peccatori in diverse parti della
DOMENICALE. Tovaglia, o faz- Italia. Recatosi a Venezia, gli riu-
zoletto bianco, in cui anticamente scì di riunire buon numero di ze-
le donne ricevevano 1* Eucaristia, lantissimi religiosi nel decaduto con-
come si dice all' articolo Comunio- vento di s. Domenico, e si adoperò
ne (Vedi). Altri pensano, che fosse con molta efficacia perchè si fon-
un velo, col quale le donne cuopri- dasse in quella città il celebre mo-
vansi capo nel ricevere la san-
il nistero delle monache appellato del
ta comunione, secondo l'antica di- Corpus Domini. Un altro convento
sciplina, che le donne in chie- del suo Ordine fondò in Fiesole;
sa doveano recarsi col capo coper- e qual fosse la santa disciplina che
to. Altri sono d' opinione, che il in esso egli avea introdotta, ben ne
domenicale fosse un fazzoletto, in fanno testimonianza quegl' incliti
cui ne' tempi delle persecuzioni si uomini che di là poscia usciro-
ricevesse il corpo del Signore, per no, tra' quali tien luogo distinto il
potersi comunicare a casa. Il con- dottissimo s. Antonino arcivesco-
cilio di Auxerre del 578 ordinò, vo di Firenze. Il Pontefice Gre-
che le donne si comunicassero col gorio XII, avuta notizia dei vantag-
proprio domenicale, cioè col fazzo- gi grandi, che il Domenici procura-

letto, o tovaglia, che portavano con va alla religione, e vedendo come


sé in Chiesa. V. Donne. assai bene egli fungea l'ufficio di
DOMENICALE LETTERA. È ambasciatore de' fiorentini presso la
questa la lettera dell' alfabeto, che santa Sede., dopo il concilio di Pisa,
serve ad indicare nel calendario le 10 destinò a vescovo di Raglisi. Un
domeniche in tutto il corso del- anno dopo, cioè nell'anno i/j.08, a'g
l'anno. Se ne contano sette, cioè le maggio, non avendo voluto anco-
prime dell'alfabeto. V. Calendario. ra ricevere la episcopale consecra-
DOMENICANE ordine di mona- zione, Gregorio XII lo creò prete
che. ^.Predicatori ordine religioso. Cardinale di s. Sisto; e gli assegnò
DOMENICANO, Ordine religio- la chiesa di Tropea, della quale poi
so. V. Predicatori ordine religioso. fece rinunzia nelle mani dello stes-
DOMENICI (b.) Giovanni, Cardi- so Pontefice, vedendo la difficoltà
nale. Giovanni Domenici, ossia dei di potervi fissare la sua residenza.
Bianchini, come lo chiama il Cava- 11 Domenici si tenne costantemen-
DOM DOM i85
te unito a Gregorio XII anche do- tità che si sparse di lui, e i pro-
po il concilio di Pisa, e la elezio- digi, coi quali il Signore fece glo-
ne di Alessandro V ma ; tanta sua rioso il di lui sepolcro, che tosto
fedeltà procurò dal partito de-
gli venne onorato siccome beato. I
gli avversari le angustie più do- santi Vincenzo Ferreri , e Anto-
lorose. Si mandarono fuori degli nino arcivescovo di Firenze lo a-
scritti ingiuriosi al sommo e in- veano in altissima stima. Gli scrit-
sultanti il candore dei costumi di tori Bellarmino, Girolamo Plato,
lui, e specialmente una certa lettera, Nomenclatore ed altri, lo tennero
della quale fa menzione anche il in grande considerazione. Scrisse
Ciacconio, inviata a nome di sa- egli infatti molte opere sulla divi-

tanasso, e la risposta dello stesso na Scrittura, alcuni sermoni, ed uà


Domenici colla soscrizione dell' ar- libro contro l'opuscolo di Coluzio
cangelo Michele; tutte cose pro-
s. Salutati, col titolo del fato e della
dotte dal fanatismo e dal furore. fortuna. Ma tutte queste, tranne un
Gregorio XII lo inviò qnal suo le- trattato sulla carità, non furono
gato al concilio di Costanza, do- ancora date alle stampe. I Bollan-
ve sostenne finché potè le ragioni disti mettono la vita di questo Car-
del Papa , al modo che dicemmo dinale a' io del mese di giugno,
a quell'articolo , ma vedendo poscia t. II, p. 4o3.
come la utilità della Chiesa doman- DOMENICO (s.). Fondatore del-

dava la rinunzia di lui, ogni mez- l' Ordine dei padri predicatori. La
zo impiegò a persuaderne Grego- città di Calaroga o Calaruega, nel-
rio XII, il quale depose la difesa la diocesi di Osma, nella vecchia
de' suoi diritti, e fece generosa ri- Castiglia, fu patria a questo insi-

nunzia. In quel consesso allora an- gne confessore della santa Chiesa.
che il Domenici si spogliò delle car- Quivi di Felice Guzmano e di Gio-
dinalizie insegne, e si pose a sedere vanna di Aza trasse i natali l'an-
tra gì' inferiori prelati. I padri pe- no 170. Che il Signore volesse da
1

rò, che ben conosceano il suo va- lui cose non ordinarie, se ne avvi-

lore, domandarono ch'egli piutto- de nella gravidanza la madre, né


sto presiedesse al concilio. Infatti si furono fallaci le previsioni. Giunto
adoperò ad ogni potere per to- appena all' uso della ragione, come
gliere lo scisma, e fu uno dei il nostro santo ebbe conosciuto che

principali autori della elezione di l'uomo è nato a procurare in ogni


Martino V. Questo Papa, ad istan- sua azione la gloria del suo Crea-
za di Sigismondo imperatore, lo tore, perchè questo importante prin-
spedì nell' Ungheria e nella Boemia cipio l'avea appreso all' unica vera-
per convertire gli ussiti ; ma la ce scuola dell'evangelio, si diede tosto
pervicacia di quegli erètici rese con tutto il calore alla pratica dei
quasi inutili le sollecitudini del mezzi necessari ad aggiungere il

zelantissimo Cardinale, che poi co- nobilissimo scopo; e fanciullo anco-


gli esempli di una rara virtù gua- ra fu tutto applicato nella orazione,
dagnossi tutta la venerazione dei nella contemplazione, nella peniten-
cittadini di Buda. In questa città, za, nello studio, non concedendo a sé
nel 14*20, pose fine alla mortale stesso neppure il più innocente sol-
carriera, e tal fu la fama di san- lazzo. Di qui è facile immaginare
,s> DOM DOM
rome crescendo negli anni avanzas- miracoli, e gli ottenuti trionfi nella
se rapidamente nelle divine scien- conversione degli Albigesi. A noi
ze ed umane, e come di giorno in basterà il dire, che la vittoria su
giorno vantaggiasse nella perfezio- questi eretici fu il maggiore dei
ne cristiana. E perchè la vera e miracoli del nostro santo. La edu-
soda pietà verso Iddio non è mai cazione della gioventù cattolica era
disgiunta da una ardente carità il pensiero, che da gran tempo oc-
verso i prossimi, egli si rese ben cupava la mente di s. Domenico,
presto ammirabile appresso tutti ben conoscendo egli, che da questa,
nelle opere di beneficenza, e nelle ben regolata, derivava il vantaggio
viscere di tenero amore in riguar- della intiera ed a ciò potè
società :

do agli segnatamente ed
sgraziati provvedere, nel 1206, fondando il
agli infermi, così che a ventun an- monistero di Nostra Donna di Pro-
no di età vendette ogni suo avere ville, presso Fanjeause. Assoggettò
affine di giovare alle indigenze le religiose, che vi si ritirarono, al-
d'altrui.Compiuti gli studi a Sala- la regola di s. Agostino, aggiun-
manca, fu pubblico professore di gendovi altre costituzioni, approva-
Scrittura santa a Pulenza, ed in te da Gregorio IX, ed ebbe la
questa città incominciò pure ad consolazione di vedervi educate al-
esercitarsi nel ministero della paro- la pietà otto fanciulle, che doveano

la con successo maraviglioso. In vivere un giorno nel mondo ed ,

obbedienza al suo vescovo Azebedo, esser madri di famiglia. Egli ebbe


abbandonò Pulenza, e contando il vi- il vero merito d'istituire e propa-
gesi motta vo anno si fece canonico re- gare nella Chiesa la santa e van-
golare sotto la regola di santo A- taggiosissima devozione del rosa-
gostino. Riformato il capitolo di rio, comechè alcuni critici francesi
Osma, Domenico per destinazione abbiano seminato dei dubbi intor-
dello stesso vescovo ne occupò il no all'autore di questa pratica re-
posto di sotto priore, aiutando il ligiosa. In progresso di tempo sta-
suo prelato nelle cure della dioce- bilì un nuovo instituto sotto il no-
si, e specialmente nella evangelica me di terzo Ordine, e questo pure
predicazione. Recatosi il nostro san- di donne, delle quali altre viveano
to unitamente ad Azebedo in Fran- ne' monisteri, ed altre nelle proprie
cia, venne nella Linguadoca, che case, esercitandosi gran parte del

allora era infetta della eresia degli giorno nelle opere di misericordia,
ed ebbe il dolcis-
SÌlbigesi (Vedi), servendo ai poveri carcerati ed iu?
simo conforto di convertire in una fermi. Ad eccitare lo spirito apo-
notte il padrone della casa in cui stolico nei ministri del Signore, di-
avea dimorato. Questo primo frut- visò d'instituire un Ordine di uomi-
to lo incoraggiò all'impresa di ar- ni religiosi, i quali accoppiassero
restare l'impetuoso torrente della gli esercizii della contemplazione a
eresia, che menava rovina in quel- quelli carità più operosa, e
della
le regioni, e sostenuto dai consigli specialmente nella predicazione del-
del Pontefice Innocenzo III, vi si la divina parola, di cui tanto ab-
dedicò interamente. Lungo sarebbe bisognava la Chiesa a' suoi giorni.
il raccontare le durate fatiche, le Quest' Ordine chiamato 1' Or-
fu
soiferte Contraddizioni, gli operati dine de' predicatori, e volgarmen-
,

DOM DOM 187


te Domenicano ( Vedi Pregò
) . Bologna, e quivi esortando li suoi
fervorosamente il Signore, da cui religiosi con quello zelo, che gli fu

viene ogni retto consiglio, affin- sempre indiviso, nel compianto di


chè si degnasse comunicargli la tutti rendette l'anima a Dio, il gior-
sua volontà intorno al divisato no sesto di agosto dell'anno 1221.
progetto , lo manifestò ai vescovi Il Cardinale Ugolino, recatosi a bel-
della Lingnadoca , e della Pro- la posta in Bologna, ne celebrò i
venza, e fu applaudito, recossi funerali, e ne compose l' epitafio.
a Roma
per interpellare l'oracolo Molti miracoli la sua illustrarono
del santo Padre Innocenzo III, ed tomba, siccome onorarono la sua
ebbe la grande consolazione di udi- vita, e Papa Gregorio IX in Rieti

re approvato dalla viva voce del lo canonizzò solennemente, colla co-


Pontefice l' inslituto proposto. Mor- stituzione, Fons sapientiae, Bull.
to nel 12 16 Innocenzo III, ed elet- Rom. tom. Ili, par. I, p. 282, ed
to a successore Onorio III, Dome- assegnò lo stesso giorno 5 agosto
nico fu nuovamente a Roma, e ai precedente a quello della beata sua
26 dicembre dell'anno medesi-
di morte, ch'era impedito dalla festa
mo 12 16, il-nuovoPapa ne appro- della Trasfigurazione, per celebrar-
vò l'Ordine, e ne confermò con due ne la festività ( non solennizzandosi
bolle le costituzioni. In questo tem- ancora la festa della Madonna del-
po Onorio III creò 1' uffizio di mae- la Neve). Cosi a' dì 5 agosto 1284
stro del sacro palazzo (Vedi), e ob- lo ascrisse nel numero dei santi.
bligò Domenico ad assumere pel pri- Ma stabilitasi poi la festa di s. Ma-
mo questo impiego, che poi fu sem- ria della Neve, a' 5 agosto, con riv
pre dato ad un religioso domenicano. to doppio, il Pontefice Paolo IV,
Mentre il nostro santo dimorò in Ro- agli 8 agosto i558, coli' autorità
ma, dettò dei commentari sopra le della costituzione Gloriosus, Bull.
lettere di s. Paolo, lodati mollo da- Rom. tom. par. Il, p. 249, as-
"VI,
gli autori contemporanei, ma che segnò alla festività di s. Domenico
non giunsero insino a noi. Quan- il giorno 4 dello stesso mese. Le
tunque occupato continuamente ,
sue spoglie venerate riposano in deU
ed aggravato dalle molte e svaria- ta città in un magnifico mausoleo,
te fatiche della sua vita apostolica, che forma l' ammirazione di tutti
non rimetteva un punto de' suoi gì' intelligenti d'arte, che recansi a
digiuni e delle sue austerità ; tutto visitarlo.

il tempo che gli sopravvanzava era Oltre vite antiche del gran
le

da lui consecrato alla orazione, al- patriarca Domenico, che si ve-


s.

la meditazione delle tremende ve- dono presso i celebri domenicani


rità della fede, ed alle pratiche del- Quieti f, ed Echard, Script. Ord.
la più tenera devozione verso la Praedicator. 3 tom. I, Parisiis 1729,
santa Vergine, a cui raccomandava e presso i Bolla ndisti Act. ss. Au-
ogni sua impresa con la confiden- gusti tom. I, p. 545, altre ve ne
za di un figlio. Dopo lunghissimi sono, notate dal Fabricio, Biblioth.
e faticosi viaggi incontrati per la metl. et 'inf. lalinit. verbo s. Domi-
sua religione, carico di tanti meri- nicus. Fra le moderne dee prefe-
ti, estenuato da indicibili travagli, rirsi quella, che fu scritta in fran-
fu assalito da violenta febbre in cese dal p. Antonio Touron dome-
i88 DOM DOM
nicano, e pubblicata nel 1 739 in Pa- quente uso della Disciplina peni"
rigi. In questa vita si trova aggiunta la temiate (Vedi), come meglio dicesi
dissertazione sull'origine di s. Do- a quell'articolo. Nei giorni di qua-
menico come discendente dalla prin- resima recitava tre salteri, e si bat-
cipesca famiglia de Guzman che , teva durante questo tempo colle
già era stata difesa dal domenica- due mani armate di detti fascetti.
no Morales nella sua Cronica stam- Praticava altresì spesso la peniten-
pata nel i586 in Cordova, per non za di cento anni , che consisteva
dire di altri. La vita del p. Tou- nel recitare venti volte il salterio,
ron venne tradotta in italiano, e dandosi moltissimi colpi verga di
stampata in Venezia da Simone Oc- durante questo tempo; cosa ch'egli
chi nel 1752. Nel medesimo idio- mirabilmente compieva per l'ordi-
ma ne abbiamo un'altra eccellente nario in meno di sei giorni. Negli
del p. Polidori domenicano peni- ultimi anni di sua vita si servi di
tenziere di s. Maria Maggiore, stam- una disciplina di cuoio, aspra di
pata in Roma 1777. Da ulti-
nel punte di ferro. Portava a nude
mo il domenicano Enrico Dome- carni un'armatura o corazza di fer-
nico La Cordaire ci ha dato la bel- ro, per cui fu poi detto Loricato,
la vita di questo santo, che pub- Incorazzato. Del tenore di sua
blicò in Parigi nel 184*, con que- vita lo stesso s. Pietro Damiano
sto titolo Vie de saint Dominique.
: scrisse al Papa Alessandro II. Morì
DOMENICO (s.) Loricato, o in tutte le sue pratiche di peniten-
V Incorazzalo, eremita. Da' suoi ge- za il 1 4 ottobre 1 060 , giorno in
nitori fu fatto promuovere al sa- cui n'è fatta menzione nel marti-
cerdozio per mezzi simoniaci, fre- rologio romano. Altri affermano ac-
quenti nella barbarie dell'undecimo caduta la beata sua morte nel io5o,
secolo. Venuto egli a cognizione di altri nel 1 061. Terminò i penitenti
ciò, risolse di non esercitare più suoi giorni in Luccoli ,
già città
un ordine, a cui era pervenuto con dell' Umbria che era situata fra
,

mezzi illegittimi , ritirandosi dal Gubbio, e Il suo corpo


Cagli. fu
mondo. Si recò da un tal Gio- sepolto nel capitolo, cioè nel luogo
vanni Montefeltro, ch'era superio- contiguo alla cappella dell'eremitag-
re di diciotto celle, o romitori, ed gio, nel quale i frati si radunava-
ottenne dal medesimo santo di es- no. Il Vigliega, nel suo Flos san-
sere ammesso alla professione della ctorum, dice che il nostro santo sia
vita eremitica , esercitandosi nelle stato monaco di s. Benedetto.
più dure mortificazioni e penitenze. DOMENICO di Foligno, (s.)

In seguito, con licenza di detto su- chiamato abbate di Cocullo, e det-


periore, passò sotto la direzione di to anche di Sora. Nacque in det-
s. Pietro Damiano in un romito- ta città l'anno g5i al tempo del
rio situato all' Avellana , o Fonte Pontefice Agapito II, e di Ottone
Avellana, a piedi degli Apennini, 1 imperatore. Educato nell' adole-
e del monte Catria, seguitando a scenza nel monistero di s. Silvestro
mortificarsi con aspri flagelli ar- dell' Ordine di s. Benedetto , che
mati di due fascetti di verghe. Egli in que' tempi era situato fuori della
è tenuto qual uno di quelli, cui si città di Foligno, e presso le sue
attribuisce l'origine, o il più fre- mura, aspirando a vita più perfet-
DOM DOM 189
ta, stabili di recarsi in un monistero con tutte le sue pertinenze.
stolica
situato in un luogo della Sabina, Quindi fondò un monistero di ver-
denominato Aminone, ch'era sot-
s. gini non poco lontano, dedicandolo
to la direzione de* monaci di Mon- a s. Nicolò vescovo di Mira ; dipoi
te Cassino, ed ivi nell'età di ven- un altro ne stabili nel territorio di

titre anni ricevette 1' abito religio- Segni, e finalmente un altro in So-
so benedettino da Dionisio, detto ra fuori della città in luogo piano
anche Donnoso, abbate di santa vi- nella congiunzione de' fiumi Fibre-
ta, nell'anno 974. Quindi nell'an- no, ora Cannello, col Liri, nell'an-
no 980 fu mandato a Monte Cas- no io 11, e dove nell'età di circa
sino, e mostrando desiderio di vi- ottanta anni morì nel di 11 gen-
vere solitario, e far penitenza, chie- naio io3i. Per questo s. Domeni-
se ed ottenne di potersi ritirare in co è chiamato di Som. Tale luo-
un monte della Sabina, presso Scan- go chiamasi Isola,, e Benedetto da
driglia, esercitandosi in opere da Foligno, parente di s. Domenico ,

eremita. Ispirato da divino impulso dopo di lui resse la casa religiosa,


a propagaie sempre più il servigio che dalle spoglie del nostro santo
del Signore nel fatale secolo X, divenne rinomato santuario, per cui
ottenne dal Papa Giovanni XV, e grande è il concorso de' divoti po-
da' suoi superiori la facoltà di eri- poli. All'articolo Campana (Fedi),

gere chiese, e monisteri in Italia. dicemmo che i fulignati, per vene-


Dopo aver fatto varie fondazioni razione al loro concittadino , sole-
in alcuni luoghi, e dopo aver edi- vano mandare denari ed altro ai ,

ficato un monistero presso Sangia, monaci di questo monistero, per


denominato s. Pietro dell'Avellana, l'acquisto delle corde necessarie a
passò nel Lazio nel territorio di suonare le campane; pio uso, che
Collepardo diocesi di Alalri in un l'odierno magistrato di Foligno ha
luogo presso il castello di Trisulto rinnovato con cristiana edificazione,
o Trisulti (demolito nel i3oo dal assegnando al medesimo monistero
popolo di Castro per ordine de'po- a tale oggetto circa annui scudi se-
tenti Colonnesi), proprietà della ca- dici; rispettando così le antiche
sa Colonna, in un monte detto an- pratiche de'maggiori ed invocan- ,

che oggi Porca, e si fermò in una do con ciò sul territorio a mezzo
caverna per tre anni continui. Ivi di s. Domenico, le divine benedizio-
da un angelo , coni' è tradizione ,
ni, ed il suo patrocinio.
fu alimentato, e gli venne poscia Al presente la caverna, che abi-
suggerito di erigere alle falde ,
tò il santo nel monte
della Porca,
e presso una sorgente di limpide si venera ridotta in cappella, come
acque, un monistero che dedicò ad anche l'antica chiesa di s. Barto-
onore di Dio, e di s. Ba itolo m meo lommeo da fondata, esistente
lui

apostolo nell'anno 999. Lo gover- fra i ruderi dell'antico monistero.


nò in qualità di abbate per anni In que' sacri luoghi solennizzasi an-
dodici. Il Pontefice Giovanni XVIII, nualmente la festa di s. Domenico
detto XIX , neh' anno 1 oo5 , ad abbate con gran concorso di popo-
istanza del nostro santo, che a bel- li,e con molte elemosine, dagli e-
la posta si recò in Roma, lo prese semplari e benemeriti religiosi cer-
sotto la protezione della Sede apo- tosini, con l'acquisto della plenaria
,

iqo noM DOM


indulgenza accordata dalla santa tatissimo è il santuario, che in Co-
Sede più di cenlo anni addietro cullo è sagro a s. Domenico, e por-
tanto nel dì 22 gennaio, come nel tentosi sono gli effetti, che i di voti
dì 22 agosto; nel gennaio come ne riportano.
anniversario della morte del santo, Essendoci prefissi riportare in que-
nell'agosto per costume praticato in sto Dizionario, ed in compendio,
Sora, perchè 11 agosto nell'an-
a' soltanto le vite de' padri, de' mar-
no iio4 il Papa Pasquale II de- tiri , e degli altri principali santi
dicò in questa città, ad onore di s. esistenti nell'applaudita
del opera
Domenico abbate, settanta tre anni celebre Albano Butler, perciò tra i
dopo la sua morte, la chiesa della santi , che portarono il nome di
beatissima Vergine dal medesimo Domenico , avremmo dovuto par-
ivi fondata. La chiesa poi ed il lare del solo fondatore de' dome-
monistero di Trisulli furono dal nicani. Tuttavolta, appoggiati al-
Pontefice Innocenzo III, a' 19 agosto l'autorità di grave contemporaneo
1208, donati a' religiosi certosini, scrittore, e sulla approvazione fi-

i quali ,
partiti i benedettini che dati di alcuni superiori del rispet-
prima l'occupavano, ne assunsero il tabile Ordine certosino, nel volu-
possesso a' 25 settembre dello stes- me XI del Dizionario a pag. io3
so anno
, a mezzo del priore Ra- dicemmo alcune cose della gran
dulfo con dodici religiosi. E qui Certosa di Trisulti a tutti notissi-
noteremo, che la fiorente, ed os- ma, perchè sebbene separata dal-
servante comunità monastica di Tri- l'umano consorzio, è dedita al so-
sulti, a* 4 ma g§'° 1843, si recò stegno de' poveri, ed al soccorso ed
appositamente in Alatri a tributare ospitalità de' passeggeri. Quindi a-
al regnante Pontefice Gregorio XVI vendo noi dato ad essa per fonda-
la sua ubbidienza e divozione, avente tore s. Domenico
Loricato, mentre
alla testa Benedetto Menegucci
il p. in vece ne fu fondatore s. Dome-
priore della medesima, il quale poi nico abbate, nato in Foligno così ,

ebbe l'onore di ricevere lo stesso per amore della storica verità, ab-
sommo Pontefice nel medesimo biamo qui aggiunte le biografie di
giorno in Ticchiena Grangia, luogo questi due santi, acciò venisse ret-
della Certosa di Trisulti, con ogni tificato l' involontario equivoco , e
maniera di rispetto ed ossequio. T errore in cui siamo incorsi.
Finalmente questo servo di Dio è DOMENICO, Cardinale. Dome-
chiamato s. Domenico di Cocullo, nico dell'ordine de' preti fu as-
perchè in questo borgo dell'Abruz- sunto a tale dignità da s. Gelasio
zo ulteriore secondo , nel regno di I, Papa del fyi. Ebbe il titolo dei
Napoli, e soggetto al circondario di santi Aquila e Prisca nel monte
Piscina, nel passarvi, il santo abba- Aventino.
te lasciò un
suo dente ed il fer- , DOMENICO, Cardinale. Dome-
ro mula, istrumenti co'quali
della nico prete del titolo di s. Prisca.
l'onnipotente Iddio per mezzo di Troviamo il nome di lui tra quelli,

detto santo opera continuamente che intervennero al concilio roma-


prodigi, e dispensa grazie agl'infer- no, celebrato nel 7 45, sotto il Pon-
mi d'idrofobia , morsi da animali tefice Zaccaria eletto nel 74 I.
rabbiosi, o velenosi. Perciò frequen- DOMENICO, Cardinale. Dome-
,

DOM DOM 191


nico Cardinale vescovo della chiesa mestiere anche con suo profitto, e
Lavicana, creato da Giovanni XIX sotto la sorveglianza di un mini-
Papa eletto del 1024. L'Ughellio, stro destinato, come pur notammo
nel tomo V della sua storia , lo all'articolo Corte. I trattatisti di
ricorda tra que' Cardinali che so- questo argomento, parlando dei do-
scrissero ad un privilegio accordato veri del domestico, dicono ch'esso
alla patriarcale di Grado. deve al suo padrone onore, rispet-
DOMENICO, Cardinale. Dome- to, attaccamento, fedeltà, servigio,
nico Cardinale dell' ordine dei dia- ubbidienza in quello che non è
coni, creato da Innocenzo II, Papa male, impiego del tempo, cura ed
del n3o. Ebbe il titolo di s. Ma- attenzione per custodirne la so-
ria in Portico. Soscrisse una bolla stanza, giammai abusare della be-
dell'anzidetto Pontefice, spedita nel nignità, e indulgenza pa- del suo
11 33 a favore del monistero di s. drone, e soprattutto non essere avi-
Salvatore in Pavia. do del guadagno; e che inoltre un
DOMENICO , Cardinale. Do- domestico dev' essere cogli eguali
menico , decorato di tale dignità prudente, e servizievole, cogl' infe-
dal Pontefice Innocenzo IV, eletto nel riori amorevole, e con quelli co-
1 243, ebbe dal medesimo la dia- stituiti in uffìzi al proprio superio-
conia di s. Eustachio. Il Bollano re deve usare i debili riguardi
francescano, t. I, ce lo ricorda so- essendovi anche in corte, e nelle
scrittoad una bolla spedita da In- famiglie dei domestici graduazione,
nocenzo, mentre trovavasi in Peru- e gerarchia. Ma su questo punto,
gia, a favore delle monache di santo oltre i diversi relativi articoli del
Spirito nella città di Penna. Dizionario , possono consultare,
si

DOMENICO, Cardinale. V. Corte, e Corti diverse, Cortigia-


DOMNO. ni, e Famiglia de' Papi, Cardinali
DOMESTICO (Familiaris). Indi- ec. Il Marini, nel tomo I, p. 2,
viduo eh' esercita un servizio per- degli archiatri Pontificii, avverte
sonale anche con ispeciale ofìizio. che nel nono secolo è ignota la
L'avv. Martinetti, nel codice d' e- voce Domestico nella corte del Pa-
tonomia pubblica ossia de doveri '_, pa. V. Cubiculario.
a pag. 52o, inveisce contro X infe- DOMESTICO, Domesticus. Of-
deltà, le detrazioni, e 1' ozio dei do- fìzio della chiesa di Costantinopoli
mestici, essendo quest'ultimo l'origi- assai pregevole, che sovrastava ai
ne di tutti i vizi. Inoltre cita vari au- cantori, ed a lui incombeva nelle
tori, e racconta, che avendo sempre vigilie intuonare nel divino uffizio le
l'ozio trasformato i domestici, e i cor- parole, Benedic Domine, cioè quan-
tigiani in cattivi soggetti, anticamen- do il patriarca se ne ritornava, o
te ciascun servo, ed uomo di bassa quando dava la benedizione. V. il
corte doveva possedere un mestie- Macri alla parola Domesticus. 11

re non clamoroso, e risiedere in medesimo cantava il Policromo,


parvis ccllulis ligneis, disposte in- cioè la solita acclamazione Ad :

torno alla sala o nell'anticamera, multos annos. Sulle acclamazioni


pronto sempre ad uscire nelle chia- scrissero tra gli altri Schlemmio,
mate ed ordini del padrone ; di- Ferrano , e Graevio. Tal dome-
versamente doveva occuparsi nel stico era dell' ordine dei letto-
ig* DOM DOM
li,ed anche chiamato Protopsaltes, tefice alla sublime dignità cardina-
cioè primo cantore altri però di- : lizia. E siccome prelati domesticii

stinguono i domestici in nove or- appartengono alla famiglia Ponti-


dini , primi de' quali erano i tre ficia, e sono considerati prelati in-
gradi, che diremo, e chiamavansi timi famigliari del Papa, così sono
patriarcali, mentre i domestici di appellati con tal nome. V. Pre-
grado ad essi inferiori appartene- lati.
vano al ceto, ed ordine de' lettori. DOMINGO (s.)
fé. Dominici).
Eravi quindi il domestico delle por- Città arcivescovile nell'America set-
te, eh' era il primo del nono ed tentrionale, capo luogo del dipar-
ultimo ordine cui apparteneva di timento del sud-est della repub-
custodire le porte, ed assistere il blica di Haiti, già celebre capitale
Portinaro, e il sagrestano. Cosi vi della colonia spagnuola, che diede
era pure il domestico dell'ambone anche per lungo tempo il suo no-
o della tribuna, così detto perchè me a tutta l'isola, quale inoltre
la
a lui toccava la cura di essa ; ma fu detta isola Spagnuola. Trovasi
i principali domestici erano i pa- sulla riva destra dell' Ozama, presso
triarcali. Questi domestici si divi- la sua foce, nella più amena posi-
devano in tre gradi, il primo pre- zione, che abbia l'isola d'Haiti.
siedeva al clero patriarcale, il se- Ha la forma di un quadrilatero, ed
condo al clero dell'imperatore, os- un perimetro di quattromila, e cin-
sia il suo maestro di cappella, il quecento tese, da ba-
ed è cinta
terzo al clero dell'imperatrice, ed luardi da bastioni.
fiancheggiati
era appellato Despìnicus dal nome Forte dalla parte del mare, lo è
dell'imperatrice chiamata dai greci assai meno da quella di terra, a
Despina. 11 Codino ancora, de offìc. cagione delle vicine alture, che la
Coslant. dice, che nella chiesa di dominano, ma il suo porto è ben
Costantinopoli eravi domestico del il sicuro. Le sue strade sono ampie
coro, il quale teneva il secondo luo- e dritte, e le case solide, e di bel-
go nella quinta divisione, o porzio- la proporzione, costruite sul gusto
ne de' ministri di quella chiesa. Ih spagnuolo, hanno un tetto piatto,
quella imperiai corte anche i sol- una corte nell' interno con galleria
dati destinati alla guardia dell'im- all' intorno, e dei balconi sulla stra-
peratore erano chiamati domestici, da ; ciascuna casa ha pure una ci-

mentre il loro capitano intitolavasi sterna per raccogliere le acque plu-


Megaclomeslicus , con voce greca viali. Gli edifizii più degni di osserva-
che significa grande domestico, anzi zione in s.Domingo, sono la cattedra-
questa compagnia di soldati dicevasi le, la cui mole imponente è di archi-
domestìcatus. tettura gotica, e molto si loda la
Nella curia romana, e presso la arditezza della sua cupola. In que-
santa Sede, sono i prelati domestici sta chiesa, sino all'anno 1795, ripo-
un corpo cospicuo, e rispettabile, sarono le ceneri di Cristoforo Co-
al quale si conferiscono le cariche lombo, l' ancora del quale si con-
prelatizie, per quindi, a seconda dei serva nel vastissimo arsenale. Co-
meriti, e servizi resi Sede a- alla lombo era affezionatissimo alla po-
postolica, ed al suo dominio tem- polazione di s. Domingo, per avere
porale, promoversi dal sommo Pon- trovato gli abitanti di un carattere
DOM DOM
193
il più virtuoso, ed umano; carat- Allorquando poi nel 1798 i fran-
tere, che risaltò specialmente allor- cesi se ne impadronirono, era florida

quando fu quivi in una fortezza im- ancora ma dopo la riunione di


;

prigionato dagl' invidiosi suoi e- questa città alla repubblica di Hai-


moli . Questo paese essendo stato ti, molto ha perduto della sua an-
da Colombo scoperto nel giorno tica importanza. Fu nell'invasione
di domenica, gì' impose per que- francese, che le ossa del gran Cri-
sto un tal nome ; altri dicono stoforo Colombo vennero trasporta-
che così venne chiamata la città da Avana. I costumi di Cadice
te all'

Bartolommeo fratello di Colombo, vi si vedono tuttora riprodotti, mas-

in onore di Domenico comune geni- sime il combattimento de' galli. Vi


tore. I due palazzi della comune, sono poi il tribunale civile, e il tri-
e dell'antico governatore spagnuolo bunale di commercio.
sono i migliori; anche il collegio La sede episcopale fu istituita
de' gesuiti era un ampio edifizio, nell'anno i5i3 da Leone X, il

ed ancora sussiste il suo bel tem- quale ebbe perciò la gloria di es-
pio, di cui molto si loda la cap- sere il primo ad erigere una cat-
pellamaggiore per la splendidezza tedra vescovile in America, ed a
degli ornati. Vi si vedevano antica- mandarvi eziandio il primo vesco-
mente anche molte chiese, e con- vo, come affermano Mireo, Noiitia
venti, ma il numero n'è diminui- episcopatuum, ed altri storici. A-
to. Sonovi pure de' passeggi assai lessandro Giraldini, di nobilissima
ameni, e quattro piazze pubbliche, famiglia d'Amelia, dalle chiese ve-
una delle quali è bellissima, e deco- scovili di Volturaria, e di Monte
rata. Questa città è la più antica Corbino fu da Leone X trasferito
del nuovo mondo. al vescovato dell' isola di s. Domin-
Bartolommeo Colombo, fratello di go, la cui città allora era la capi-
Cristoforo, celebre ammiraglio, e tale dell' isola Spagnuola, e di tutte
principale discopritore dell' Ameri- le Antille, e perciò residenza del
ca, nel i49^ fabbricò la città sulla vice-re, e governatore pel re di Spa-
riva sinistra dell' Ozama ma : circa gna. Il Giraldini, passati sette an-
un secolo dopo, e nel i5g4, fu ni, ivi santamente morì nel i5ai,
quasi interamente distrutta, in con- dopo avere mandato a Leone X
seguenza di un violento uragano. un memoriale, afììne di ottenere
Una moltitudine innumerabile di varie grazie, in vantaggio spiritua-
formiconi 1' ebbero poscia infestata, le , ed a favore di tutti gli ame-
per cui il governatore Ovando pen- ricani convertiti alla fede in quelle
sò di abbandonarla, erigendo una immense regioni ; richiedendo ezian-
nuova città nel luogo, che occupa dio di poter pubblicare un giubi-
al presente. A seconda dei rappor- leo, ed altre indulgenze. Implorò
ti degli storici spagnoli, s. Domin- pure sovvenzioni per la fabbrica
go giunse al più. alto grado di della cattedrale di s. Domingo; re-
prosperità verso la metà del secolo liquie insigni da essere collocate
XVI. Il capitano Drake prese la nella cattedrale; il permesso di po-
i586, e la devastò
antica città nel ter erigere un ospedale., ed un o-
in gran parte, per costringere gli spizio pei poveri ; la facoltà di com-
abitanti a pagarne il riacquisto. mutare la restituzione de' beni tol-
VOL. xx. i3
kg4 DOM DOM
ti agli mediante limosine,
uccisi, vicende di questa regione, e le ul-
ecl opere pie ; di comprare gli schia- time rivoluzioni, ed cangiamento
il

vi che avevano abbracciato il cri- di cose, poco o niente rimane del


stianesimo; di far valere gl'inter- capitolo.
detti del suo vicario; e di essere La vastissima isola che, come
creato legato a lattre della santa dicemmo, prima chiamavasi isola
Sede in America, come lo erano di s. Domingo, ha gli abitanti tut-
in Inghilterra gli arcivescovi di ti cattolici. Prima del nuovo or-
Cantorbery, e di Yorch. Accompa- dine di cose, l'isola era divisa fra
gnò poi il memoriale col donativo le corone di Francia, e di Spagna,
di alcuni idoli americani, e con ma divenuta nel 1821 repubblica,
preziosi prodotti delnuovo mondo. riprese l'antico nome di Haiti. S.
11 Pontefice Paolo III nel i547 Domingo era la capitale del domi-
elevò la sede vescovile di s. Do- nio di Spagna, e Capo-Principe
mingo al grado di metropolitana, della parte francese, che al presente
assegnandole cinque vescovati per è la capitale della repubblica. La
suffragatici, cioè la Concezione de parte spaguuola era governata dal-
la Vega, che nel secolo XVII si l'arcivescovo, che aveva sotto la
unii a s. Domingo; s. Giacomo de sua giurisdizione ventidue parrocchie;
Cuba; s. Giovanni di Porto Ricco, ora le parrocchie sono nove. I pii

Venezuela, e Truxillo, che nel det- stabilimenti nelle politiche vicende


to secolo XVII fu trasferito a perirono tutti, ed oggi non vi re-

Valladolid di Comayagua. Al pre- sta che una università nella città


sente l'arcivescovo di s. Domingo di s. Domingo. Nella parte occiden-
ha il solo vescovo di Porto Ricco tale sottoposta al dominio francese,
per suffraganeo. La cattedrale è i missionari erano di quattro cor-
dedicata a s. Domenico, ed è fab- porazioni religiose soggetti ai rispet-
bricata con una specie di tufo gial- tivi prefetti, cioè gesuiti, domenica-
lo; la sua volta è ardita, ed intat- ni, carmelitani, e cappuccini. Dopo
ta, cosa molto singolare in quell'i- la riunione in una sola repubblica
sola,ove sono frequentissimi i ter- di tutta l'isola, l'ultimo arcivesco-
remoti ha una navata, e due fian-
: vo di s. Domingo, monsignor Pie-
cate, ed
suo altare maggiore, e
il tro Valera, fatto arcivescovo nel
quelli delle primarie cappelle si 1817 da Pio VII, vi a vea costitui-
distinguono per ricchezza , e deco- to tre vicari generali, uno nel di-
razioni. 11 capitolo si componeva partimento dell' Artibonite, con re-
della dignità del decano, dell'arci- sidenza nella città del Capo fran-
diacono, del cantore, del maestro cese, ossiapropriamente Haiti; l'al-
e del tesoriere, di sei altri preti, tro nella città di Porto Principe,
e chierici addetti all' ufficiatura del- e il terzo nella città di s. Domingo.
la chiesa eh' è pure parrocchia, e Il detto arcivescovo, cui Leone XII
perciò ha il sagro fonte battesi- nel 1 824 conferì la facoltà di eser-
male. Questi ultimi beneficiati con- citare l'episcopale giurisdizione in
sistevano in tre razionarli, ossieno tutta la regione, ci? è soggetta al
ed in quattro ecclesiastici
beneficiati, temporale governo della repubblica
chiamali mezzi razionarli con cura di Haiti, a' 28 luglio i83o, si riti-
di anime. Se non che dopo le note rò nell'isola di Cuba. Quindi il
a

DOM DOM i
95
Papa regnante dichiarò delegato iuum meum intende. Nicolò Aleman-
apostolico della sede di s. Domin- ni, de parielinis
Lateranensibus a
go, e dell'intera repubblica, monsig. pag. 68, Titulus D. N. , a cui ha
Giovanni Ingland vescovo di Char- aderito anche Pietro de Marca., de
lestown, incaricato dell' interinale Concordia sacerdotiì et ìmpe.rii ,
amministrazione spirituale. Quindi col. 276, spiegò l'iscrizione del Tri-
nel 1842 il medesimo Pontefice no- clinio lateranense, scssimvs. d. n.
minò in "vece di lui per delegato leo papa, e rileva che il titolo di
apostolico, monsignor Giuseppe Ro- d. n. non era stato dato a verun
sati, vescovo di s. Luigi negli Sta- altro Papa prima di s. Leone III
ti Uniti. eletto nell'anno 79,5; e ch'essendo-
DOMINUS, Signore (Vedi). Non si sempre più stabilito l'antico so-
istaremo qui a ripetere quanto già vrano dominio dei Papi sopra di
si è detto sull'uso di questo titolo, Roma, da quel tempo in poi, ve-
agli articoli Dio, e Doni (Fedi); nivano chiamati Domini Nostri, e
titolo che fu attribuito nei primi ne' rituali auguravasi D. N. Pa-
secoli della Chiesa ai santi, come pae vita, come tratta Joh. Schlem-
rileva il Gai-ampi, de Nummo Be- mius, de acclamationibus veterum,
ned. Ili pag. 161, e poscia ai ve- Jenae i665. Egualmente ancora
scovi, ed in ispecial modo ai Roma- dicevasi : imperatori vita, et vieto-
ni Pontefici. Tuttavia pare che si ria. V. Fran. Bernardino Ferra-
usassc talvolta una distinzione, cioè rio , de veterum acclamationibus
che il Dominus si riserbasse pel et plausu, Mediolani 1627. Che
solo Iddio, e agli uomini si attri- cosi fossero pure chiamati gì' impe-
buisse il Domnus, del quale par- rotori nelle lapidi, e nelle medaglie
lammo al citato articolo Dom. Mol- d. n. domino nostro Caesari; re-
te cose disse sul titolo di Domino, rum dominus, e che pretendessero
Teodoro Hoepingk nel suo Trattato essere chiamati Orbis terrarum Dò-
de insi-
giuridico- storico- filologico mini, et orbis terrarum mundi,
gnium sive armorum prisco, et no- eruditamente il dice il Cancellie-
vo jure, cap. XXII, num. 68, ri, nella sua lettera sub" origine del-

69, Norimbergae 1642. Egualmente la parola Dominus a pag. 38, 4 2


hanno trattato de Tilulo Domini, e seg. Su di che si possono con-
Vesperae Gorinchemenses d' Anto- sultare Quirin. Cubachii Dissert. an
nio Borremansio, cap. 1. Federi- imperator recte dicdtur Dominus
co Carlo Mosero stampò in Lipsia (olius mundi? Ext. in Domin. Aru-
nel 1751, Commentaruim de titillo maci. Acad. P. IV, n. 12;
Disc.
Domini, moribus aevi , et saeculi e Justi Meyeri, Dissert. quomodo
accomodato. Sull'intonazione poi imperator sit mundi Dominus? ex
del versetto Domine labia mea ape- L. 3, D. ad L. Rhodiam, Argen-
devono leggere il Sarnelli, nel
ries, si torati 1620. Ritornando alla iscri-
J
suo lume principianti]). 5o, intorno zione di s. Leone III, confrontan-
a quel versetto del salmo 5o Do- dosi con essa una moneta in cui si

mine labia mea aperies ; ed Ama- legge d. n. leoni papae, dimostra


lario de Offic. Eccl. i3, e. 9, non- che appunto per questo titolo non
che il Macri in psalmis aperlio- può attribuirsi a Leone I, come
s.

ni*. V. l'articolo Deus in adjuto- suppose il Baronio ad an. 46 '•


i
96 DOM DOM
In un musaico della chiesa di san DOMINUS vobiscum. Saluto, che
Marco, fu messa l'epigrafe a san si fa al popolo dal celebrante nel-
Gregorio IV dell' 827. scssimvs. la Messa (Vedi). Nell'opuscolo di
D. N. GREGORIVS PP. s. Pier Damiano intitolato Domi-
A chi si desse in Roma il tito- nus vobiscum 9 sul contenuto di
lo di Dominus nel XIII secolo, lo questo saluto, e sulla sua origine,
riporta il Garampi nelle Memorie si dice ch'esso ha fondamento, e
a p. 248, ove png. 6 dice esse- deriva dalla Scrittura sagra, nella
re stato detto Donna per signora, quale si trova usato anche parlan-
e che fra monache Santuccie il
le do con una persona sola come ,

titolo di Domina si dava nel 1 3o5 quando Y Angelo disse alla beata
alla sola ahbadessa. Domina espri- Vergine: Ave Maria, grada piena,
me il sesso, il men-
grado, e l'età; Dominus lecum. Così si trova usato
tre Dominae furono chiamate le con più persone, come quando Booz
imperatrici, le sorelle degl' impera- salutando i suoi mietitori, disse lo-
tori, le regine, e le matrone. Il ro, Dominus vobiscum, come si ha
medesimo Garampi nell' illustrazio- dal cap. 2 del libro di Rut. Si
ne del Sigillo della Garfagnana, legge poi nel lib. 2 de' Paralipo-
p. 69 dice, che fu convenientissimo, meni cap. 2, che il profeta man-
e proprio de' Cardinali il semplice dato da Dio al re Asa, disse Do- :

titolo di Domini nei secoli XIII e minus vobiscum, quia fuistis cum
XIV, qualunque sia l'accessione Domino. Al medesimo modo il sa-
di altri più onorifici, che ad essi in luto de' vescovi, che in luogo di
appresso fu fatta, specialmente da dire Dominus vobiscum, dicono
chi parlava in loro presenza, o di- Pax vobis, e anticamente Pax vo-
rigeva ad essi qualche scritto, loc- biscum, ha fondaménto e deriva
chè può vedersi all'articolo Curia dalla Scrittura, perchè l'Angelo dis-
Romana {Vedi). Aggiunge il Ga- se a Daniele cap. io: Noli timere
rampi, che corrispondente al Do- vir desideriorum ; Pax confor-
libi,

minus fu nella nostra lingua vol- tare, et esto robustus. Nel nuovo testa-
gare il titolo di messer lo Cardi- mento parimenti il Signore salutò
nale, come leggesi negli scritto- i suoi discepoli dicendo: Pax vo-
ri italiani di que' tempi. Conchiu- bis,Lue. 24 , et Joan. 20, ed ai
deremo col dire , che dappoiché medesimi per quando entravano in
il Dominus fu introdotto tra i pri- qualche casa prescrisse il saluto:
mati, non e titolo di dignità, ma Pax huic domui, il perchè i vesco-
nome di pura officiosità; e sol vi , successori degli apostoli , nello
denotante stima , e rispetto ver- stesso modo salutano Che il popolo.
so l'altro, con cui si usa. Tale è se si domanda, per qual cagione si
il Domine mi assai frequente nelle usi nella messa, e nei divini uffizi,
lettere di Ennodio; e Domine
il salutare il popolo colle parole Do-
fraler in quelle di Sidonio, come minus vobiscum, et Pax vobiscum,
ha ben rilevato il p. Santinelli. V. risponde il medesimo s. Pier Da-
Parisi Istruzioni p. 5o, sulla paro- miani con queste parole: » Sacer-
la Dominus, e l'articolo Don di que- » dotalis autem salutatio ideirco
sto Dizionario, non che il Macri, Not. « flt in Ecclesia, ut sacerdos pacem
de vocab. eccles. verbo Domnus. « habere cum tota plebe fìdelium
,,

DOM DOM 197


>» doceat. Praecipit enim Dominus due persone. Da s. Dionigio, de
« dicens: Cum stabitis ad oran- eccles. Hier. viene chiamato saluto
« dum, dimittite si quid habetis divino. 11 sacerdote prima di an-
» adversus aliquem, ut et Pater nunziarlo al popolo nella messa, po-
» vester, qui in coelis est, dimittat ste le mani sopra l'altare figura di
» vobis peccata vestra. are. 1 1 M Cristo, da cui dipende la nostra
» et ìlerum : si offers, inquit Mat~ pace, bacia nel mezzo l'altare me-
» th. 5, munus tuum ad altare, et desimo, indi colle mani giunte, e
» ibi recordatus fueris, quia frater cogli occhi bassi a terra, si volge
» tuus habet aliquid adversum te, al popolo dal lato sinistro al destro,
>»relinque ibi munus tuum ante cioè per quella parte che guarda
v altare, et vade prius reconcilia- il lato dell'epistola, ed estendendo,
» ri fra tri tuo, et tunc veniens of- e giungendo le mani dinanzi al
» fers munus tuum ". Laonde, o petto ( il Ga vanto dice che non
sieno presenti i fedeli, o assenti, il debbono sorpassare gli omeri), dice

sacerdote cogli occhi della mente se Dominus vobìscum. Allora il mini-


li fa presenti, e con queste parole li stro inserviente, a nome de' circo-
saluta in segno di pace, di carità, e stanti, e col capo inchinato, in se-
di desiderio di quel bene, che na- gno di riverenza al sacerdotale sa-
sce dall'aver seco il Signore, con- luto, come osserva il Castaldo, lib.
forme a quella promessa del Levi- I, cap. 8, n. 6, risponde: Et cum spi-
tico cap. 26: inhabitabo in illis, e rito tuo, dopo di che il sacerdote ri-
del Salvatore a' discepoli, e a tutti torna per l'accennata parte al messa-
i fedeli, Matth. ult. Ecce ego vo- : le. Qui pure noteremo, che il sommo

biscum sum usque ad consumino." Pontefice, o il vescovo, quando salu-


iionem saeculi. tano la prima volta il popolo nella
Il Dominus vobìscum pertanto messa, dicono Pax vobis, e non Do-
:

come saluto che fa il celebrante minus vobìscum, perchè, come ab-


nel santo sagriflzio al popolo, vuoi- biamo detto, Gesù Cristo, del quale
si ordinato nella Chiesa per tradizio- sono immagini il Papa, e il vesco-
ne apostolica, intorno a che si può vo, parlò a'suoi discepoli con queste
consultare il canone 21 del primo parole dopo la sua risurrezione. In-
concilio di Braga. Quindi Geni., lib. di il vescovo dice Dominus vo- :

1, cap. 87, dice che il Pontefice s. bìscum, per dimostrare, essere sa-
Clemente I lo abbia stabilito con cerdote come gli altri, secondo la
decreto nella Chiesa, ciò che altri spiegazione che ne dà il dottissimo
attribuiscono all'antecessore s. Cleto, Innocenzo III, lib. 2 de myster.
che fu creato Papa l'anno 80. Hu- missae.
go nel lib. 2, cap. 1 1 dice, che Tanto al Papa che al vescovo
forse tale stabilimento si deve a il o ministri inservienti,
ministro,
s. Anacleto, immediato successore ovvero il coro de'cantori, anche al
di s. Clemente I, anzi il Novaes Pax vobis, rispondono et cum Spi-
alla vita di quel Papa riporta l'opi- rìtu tuo. Che a s. Gregorio I, al
nione che abbia ordinato che i sacer- Pax vobis sit semper vobìscum, ri-
doti celebrassero soltanto in luogo spondesse un angelo et cum spiritu
sagro, e dicessero il Dominus vobis- tuo, lo dicemmo al voi. IX p. 27
cum i e 1' Orale fratres almeno a del Dizionario. Sempre poi si prò-
,
98 DOM DOM
n uncia il Dominus vobiscum, in vanti l'orazione il plurale Oremus
pumero plurale, ancorché vi fosse ma Orem non si potrebbe dire in
presente un solo, o nessuno, per- fine delle lezioni: Tu antan Do-
ché il sacerdote parla colla Chiesa, mine miserere nobis, ma misererò
e con tutti i fedeli, come dice il mei ; non si potrebbe dire nell'in-
Alacri, il quale riporta le analoghe vitatorio , Regcm apostolorum , o
parole di s. Pier Damiani: » Si Regem marlyrum Dominimi veni-
»> vero venerabilium sacerdotum te adoremus , ed altri modi simi-

» consuetudo laudatur ut solus so- li, che spesso occorrono nel di-
» li recte dicat Dominus vobiscum, vino offizio. Su quest' argomento
m neque sit absonum, neque ab scrissero inoltre il p. Menochio,
-•*ecclesiastici ordinis censura semo- Stuore tom. II, pag. 61, cap.
» tum; quid officit si et singulariter XXXVI; Dell'opuscolo del beato
« quis positus id ipsum dicat"? Laon- Pietro Damiano intitolalo: Domi-
de il sacerdote scomunicato non può nus vobiscum, e del contenuto in
pronunciare questo saluto, ancorché esso; Rocca, de salutatione sacer-
recitasse privatamente l'ufficio da se dotis in Missìs , et divinis officiis,
solo. Navarro, de orat. e. 7. num. nec non de ministri, vel chori re-
16. Il diacono, secondo il sentimen- sponsione, hoc est Dominus Vobis-
to di Durando, lib. 4> c a P- *4j cum, vel Pax vobis, et cimi Spi-
non deve pronunziare il Dominus ritu tuo, et cur ab episcopo in pri-
vobiscum nella recita delle ore ca- ma missac salutatione dicatur Pax
noniche,ma solamente nel leggere vobis, et non Dominus vobiscum ?
il vangelo della benedizione del in tomo I, oper. p. 2 36; Jo: Henr.
cereo, perchè nel primo caso par- Mayer, Diss. de formula Dominus
la in vece di Cristo, nel secondo vobiscum, Gryphis 1702; Sarnelli,
rappresenta il medesimo risuscitato. Dell''epistola , del vangelo, e del sa-
Altri però pensano che si possa luto Dominus vobiscum, t. IX, lett.

pronunciarlo quando non vi sia eccl. 159; Innocenzo Molinaro,


p.
presente il sacerdote, ovvero con Diss. Liturgica sopra il Dominus
sua licenza, come insegna il mede- vobiscum, et il Pax vobis, e le sa-
simo Navarro nel luogo citato. Nel gre collette, 1747- U Lam-
Napoli
rito della chiesa ambrogiana non si bertini, poi Benedetto XIV, trat-
rivolge il sacerdote al popolo quan- tato della s. Messa, alle pag. 47»
do nella messa pronunzia questo 62 e 82, rende ragione donde fu
saluto. Altrettanto si pratica in Ro- ricavato il Dominus vobiscum, del
ma ed altrove, in quelli altari isola- perchè sette volte si ripeta in tut-
ti , ne' quali il celebrante dice la ta la messa, ora nel mezzo dell'al-
messa con la faccia verso il po- tare, e verso il popolo, ed ora no.
polo. DOMIZIANO (s.). V. Mem-
Termineremo facendo riflettere MIO (s.).

con s. Pier Damiani, in tom. Ili DOMIZIOPOLI. Sede vescovile


Oper., nel lodato opuscolo in cui d'isauria, nel patriarcato d'Antio-
diiFusamente scrive del Dominus vo- chia, sotto la metropoli di Seleucia.
biscum, che se non fosse lecito pro- La sua erezione, al dire di Com-
nunziarlo a quelli che recitano l'of- manville, risale al quinto secolo. Il

iìzio solo, non si potrebbe dire a- Terzi, nella Siria Sagra, p. 122,
DON DON 199
dice che Stefano colloca Domizio- Io presso gli spagnuoli, in gran
poli neir Isauria, e Tolomeo nel- parte oriundi dai galli, e presso i

Ja Cilicia mediterranea, e che tal siciliani. Il Cancellieri nell'erudita


nome l'ebbe da Domiziano impe- sua lettera sopra V origine delle pa-
ratore, essendo stata sua colonia. Si role Dominus, e Domnus, e del ti-
conoscono cinque vescovi che vi toh di Don, che suol darsi ai sa-
ebbero sede; ma al presente Do- cerdoti, ai monaci, ed a molti re-
miziopoli, Domiliopolitan., è un ti- golari, Roma 1808, dice che la
tolo vescovile in partibus, che con- voce ta
sembra più. verosimile,
ferisce la santa Sede, sottoposto al- che sia una semplice corruzione, e
la metropoli egualmente in parti- stroncatura di Domnus, da cui pos-
bus di Seleucia. sono averlo preso anche gli spa-
DOMNE e DOMNA. V. Dio, guuoli, per l'affinità della loro lin-
Dom, e Dominus. gua con la latina; se pure non Io
DOMNIZZONE, Cardinale. Do- hanno preso dall'ebreo, Adon, Ado-
mnizzone promosso a questa digni- nai, Dominus, perchè spesso in quel-
tà da Pasquale li, Pontefice del la pronunzia si lascia YAleph, co-
1099, eDDe il titolo di s. Ciriaco me ancora presso gl'italiani suole
alle Terme. Fu uno di quelli che dirsi Cerenza in luogo di Aceren-
confermarono il privilegio delle in- za, Badia invece di Abbadia, e
vestiture accordato dal Papa all'im- simili. I biscaini, e i cantabri at-
peratore. tribuivano ai santi questo titolo,
DOMNO o DOMENICO, Car- con invocare Andra Done Maria,
dinaie. Domno o Domenico prete Jeaun Done Miguel, Jeaun Done
di s. Anaslasia, creato da Agapito Peri, vale a dire, Signora Santa
II , intervenne al concilio celebra- Maria, Signor san Michele, Signor
to nel 964, sotto il Pontefice Gio- san Pietro, essendo Io stesso pres-
vanni XII. so di loro di dir Done che Santo.
DON. Titolo di onore, che vie- Quantunque Leovigildo re di
ne dal latino Dominus (Vedi), Spagna, nell'anno 568, fosse il

cioè Signore ( Vedi). I francesi, primo ad ordinare, che il re si


ed i popoli di alcune altre nazioni, chiamasse Signore, che vestisse di
cambiarono il Don degl'italiani m porpora, e che portasse lo scettro,
Doni (Vedi), derivante dal latino e la corona; nondimeno fino a Ro-
Domnus, abbreviazione di Domi- drigo, che, nell'anno 71 4) successe
nus. Il Quadrio, nella sua lette- a Vitiza, niuno si trova chiamato
ra sopra i titoli di onore, rileva le Don; laonde Rodrigo è il primo
questioni erudite fatte dagli etimo- re di Spagna appellato col Don,
logisti sulla vera origine della pa- ed il Giustiniani, nella storia ge-
rola Don. Chi vuole che questa nerale della monarchia di Spagna
voce sia celtica, chi fenicia, chi e- lib. Ili e. I. dice, che sotto il re
brea, e chi spaglinola. Il Boudin Pelagio, immediato successore di
nel suo Method. hist. la crede prò- Rodrigo, si stabilì di dare il Don
venuta dalla voce Dounio, spiegan- ai re. Il Garibey, e il Gollat sto-
do Ateneo, che Donni, presso i riei spagnuoli attestano, che gli a-
celti, erano lo stesso che Domini; sturiani onorarono di questo tito-
e che perciò esista questo vocabo- lo il loro monarca Pelagio, e Teo-
200 DON DON
dimero sul principio del secolo ot- Magniti, i marchesi, i conti, e i

tavo, e poscia i loro re per pram- legati di Spagna


contentavano si

matica consuetudine assunsero l'ag- del solo titolo di Sennoria. Antonio


giunto di Don, come loro pro- Agostino, nel dialogo delle armi, V
prio, coli' anteporlo al nome che e linguaggio di alcuni duchi, tomo
portavano, dicendo: per la Don IV. Vili 367, spiega la ragione del-
p.
grazia de Dios Reyj quindi venne la diversità, che ad uno si dia il
tal titolo concesso ai loro primo- Don, e ad altri non si dia, quan-
geniti, e poi ai vescovi, come a tunque sieno della stessa famiglia,
sagre persone. In progresso di tem- in questo modo: » Io credo, che
po lo conseguirono anche i conti, » finche fu il primo conte
conte
trovandosi nel secolo decimo primo » Haro, non lo chiamarono
di
parecchi monumenti dei re della « Don. In altri trovo che bastar- i

Spagna, in cui vari conti sono ap- « di non erano chiamati Don. in
pellati col titolo di Donino j poscia >» altri non davasi questo titolo ai
sotto Giovanni III, re di Casliglia » giovani da ammogliarsi, o prima
e Leone del i4o6, cominciò l'uso « che fossero capi di casa. I con-
che i primogeniti dei duchi, mar- « ti Catalogna
di Barcellona, e di
chesi, e conti si distinguevano col » non erano chiamati Don, per
titolo di Don purché fossero ricchi, » osservare il costume di Francia
cioè grandi. 11 re quando ne crea- » ove ne i re, né i grandi si chia-
va qualcuno, gli dava un penda- « mano Don ". La venuta degli
glio o caldaio, che servendo ai sol- spagnuoli in Italia, prima sotto il
dati per cuocere il rancio, pel pran- re di Spagna Ferdinando V, e poi
zo e per la cena, era presso gli sotto Carlo V imperatore, rese co-
spagnoli un'insegna di onore. mune il titolo di Don nel regno
Verso il principio del secolo deci- di Napoli, ove ancora è in uso, non
mo quinto i cantabrini credendo solo per tutte le persone ecclesiasti-
che questo titolo non convenisse ai che, ma ancora per le laiche di nobi-
secolari, incominciarono a darlo sol- le, e di civile condizione, essendo
tanto ai vescovi, ai religiosi, e ai titolo di onore secondo la frase spa-
sacerdoti; ma non avendolo voluto gnuola. Tuttavolta in seguito tanto
dimettere ed avendolo
i secolari, nel regno di Napoli, che in Sici-
assunto molte monache, e femmine lia^ il titolo di Don fu dato abu-
spagnuole chiamatesi Donne, o
, sivamente anche alle persone igno-
Duenas , scemò di rarità, e di bili, com'era seguito ai tempi di
pregio e poco a poco essendosi
, Marziale del Dominus, che i pa-
permesso che ognuno se lo pren- droni stessi davano a' loro servi.
desse a suo talento^ passò anche Vasquez di Gama immortale per
all'infima plebe, e fino agli stessi la scoperta del passo del Capo di
ebrei prima che fossero espulsi Buona Speranza, per andare alle
dalla Spagna, come si legge nel Lu- Indie orientali, dal re di Portogal-
nig, Cerimoniale dell' Europa p. lo Emmanuelle II fu ricolmato di
20. Puread essi era stato proi- onori, e il successore Giovanni III,
bito da Paolo IV nella bolla Quum nel i524, lo creò vice-re dell'Indie,
nimis, del i555, Bull. P. C. p. e grande di Portogallo, onorando-
32i, tom. IV; ed è perciò che i lo del titolo di Don per lui e per
DON DON 201
la sua posterità. A quei tempi nel signori, e signore che hanno il

Portogallo il titolo di Don era titolo di Eccellenza (Fedi), si co-


proprio dei re, delle regine chiama- stuma di preporre i titoli di Don,
te Donna, e dei reali infanti di Donna, come costumasi, oltreché
ambo i sessi, e di qualche altro cogli Ordini monastici, co'chierici
cospicuo personaggio. regolari, non però di tutte le con-
Apostolo Zeno, Lettere t. V. p. gregazioni.
82, scrivendo a monsignor Giusto Anche il Cancellieri citato, a pag.
Fontanini lo assicura, che il Don 73, conviene, che il titolo di Don
nello stato veneto non era stato è divenuto uno de'distintivi dell'Or-
mai praticato, essendosi sostituito dine sacerdotale, segnatamente nei
in volgare al titolo di Domino, u- paesi ove non suol darsi ai seco-
sato in latino, il Sere, che corrot- lari, tranne ai personaggi più qua-
tamente poscia fu detto Sier, ed an- lificati, e che per sempre più di-
che Sior. Pietro de Marca osserva, stinguersi i sacerdoti dai secolari,
lib. 3, de Marc. Hispan. e. g, egli conviene che si soscrivano col
p. 262, che nelle femmine la voce Don, del qual titolo debbono glo-
Don e Donna incominciò nella Spa- riarsi per essere stato dato non
gna dopo le nozze di Ferdinando solo ai falsi dei, ma anche al vero
V re d'Aragona con Isabella regi- Iddio, agli angeli, agli apostoli, ai
na di Castiglia e di Lione verso martiri, ai santi, ai papi, ai ve-
la fine del secolo XV. In Francia scovi, ai cardinali, ai canonici, ai
si dava il titolo di Don o Doni ai consoli, ai senatori, agi' imperatori,
re della seconda dinastia; e avanti ai re, ai personaggi più cospicui
la rivoluzione non era in uso tra ed illustri, quindi accorciato, è ri-
i francesi, se non che in alcuni masto per nobile ed onorevole di-
Ordini religiosi. Il Muratori, Ant. stintivo ai monaci, a molti regola-
Ital. Diss. 23, tom. II, col. 345>, ri,e a tutti i sacerdoti secolari.
biasima lamonaci,
soscrizione de' Dipoi soggiunge il Cancellieri, che
e sacerdoti col titolo di Don, dan- il titolo di Don ad ognuno di essi
dosi perciò da se medesimi il tito- conviene assai più di quello, che
lo di signore. Tuttavolta il Pari- pure abusivamente si usa, di Abbate,
si, nel tom. Ili, p. 142 dell' istru- lagnandosi a giusta ragione i detti
zione per la segretaria, dice che monaci della congregazione cister-
l'uso permette, che senza taccia di ciense di Lombardia , che hanno
albagia i religiosi e religiose di Or- egregiamente illustrate le antichità
dini monastici nel sottoscriversi pre- longobardiche milanesi, dello spiri-
pongano al loro nome il Don o to di novità, giunto ad alterare i
Donna, e le monache di altri Or- titoli, e le appellazioni delle cose,
dini il Suor o Suora. Il medesimo ove dicono al tom. III. p. 268:
Parisi, trattando a p. 20 dei tito- * Il venerando e sacro nome di
li Don o Donna, afferma pure es- » sacerdote, e di prete con cui chi
sere volgare accorciato da Dominus; « era insignito dell' ordine sacerdo-
che il Don è anche comune nel ti tale, chiamava se stesso, ed era
regno di Portogallo (principalmen- » dagli altri chiamato, oggidì (l'o-
te nei re, e negl'infanti reali d'am- » pera stampò in Milano nel
si

bo i sessi), e che in Roma a quei » 1 793) si ha quasi a schifo, es-


302 DON DON
» sendosi cambiato in quello di stero, avea nemici non pochi e nel
abbate, che pur si appropria a qua- clero e ne' cittadini. Tutti questi
« lunque menomo chiericuzzo. Que- formarono unione, e principiarono
m sta appellazione di moda venu- ad attaccarlo, dicendo irregolare e
*» taci dalla Francia (monsieur l'ab- nulla la di lui ordinazione, siccome
» bè) si è estesa a tutta l'Italia, fatta da Felice vescovo di Aptunga,
» e si è comunemente adottata senza traditore un tempo de' sacri libri,
»> avvertire, che il titolo di abbate ed eseguita senza convocare i ve-
» (Vedi) suppone un'abbazia, man- scovi della Numidia. Donato, ve-
h cando la quale, come manca di scovo delle Case Nere in quella
» fatti, un titolo sarà sempre scon- provincia, si fé' capo de' congiurati,
» venevole, incompetente, e fal- e colla protezione di una dama
w so ". Pompeo Sarnelli, nelle Let- cartaginese, raccolse un conciliabo-
tere eccl. nel tom. IV ci diede la lo nel quale ebbero la temerità di
eruditissima lettera VI: della ori- deporre Ceciliano, e promuovere a
gine del titolo Don, die si dà al- quella sede un certo Majorino, che
le persone ecclesiastiche, e di ciò fu anche ordinato dal corifeo dei
pur tratta al tom. IX , Lettera ribelli. Però Ceciliano mantenutosi
XLII: Delle sottoscrizioni in gene- nel possesso de' suoi diritti, si recò'
re, e poi de vescovi. Il
di quelle in Roma Melchiade Papa.
presso s.

dottissimo Gio: Grisost. Trombelli, Intanto gli scismatici calunniarono


nelle Memorie istoriche concernenti il buon prelato presso l' imperato-

le due canoniche dì s. Maria del re Costantino, il quale deputò al-


Reno, e di s. Salvatore insieme u- cuni vescovi per giudici della cau-
nife, Bologna ij5i , pag. 166, sa. Allora Donato con dieci de'suoi

parla delle denominazioni di cano- compagni si avviò egualmente al


nico regolai^, o pure di chieri- Papa; ma non avendo potuto pro-
co, Don ossia Donno, e di Frate vare i delitti che imputava a Ce-
o di Padre dato ai canonici rego- ciliano, venne questi da un conci-

lari di dette canoniche. lio di diciannove vescovi pienamente

DONATISTI. Scismatici, poscia assoluto, e dichiarato validamente


eretici, cosi appellati dal nome del ordinato. In quel concilio si acco-
loro maestro Donato. Sursero nel modarono anche le cose in riguar-
principio del secolo quarto, ebbero do alle ordinazioni fatte dall'intru-
sede in Cartagine, e si sparsero so Majorino. Per altro i ribelli,

principalmente nell'Africa, dove me- lungi dallo acquetarsi , fecero di


narono desolazione e rovina tale, nuovo ricorso all' imperatore, e col
che i barbari stessi non avrebbero maneggio degl'intrighi presentaro-
forse potuto vincerla nel furore. Il no Ceciliano siccome colpevole dei
germe di tal setta nacque allora più neri delitti. Costantino, colla
che a Mensurio successe Ceciliano permissione di s. Silvestro I succedu-
nel vescovato di Cartagine. Era to a s. Melchiade nel 3i4, raccol-
questi un uomo commendevole pel se un concilio in Arles, affinchè
corredo di molte virtù, ed eserci- fosse definito l'affare; ma il con-
tato negli ecclesiastici uffici. Umile cilio dichiarò Ceciliano innocente.
e disinteressato per carattere sic- Que' facinorosi però non si tran-
come altrettanto zelante pel mini- quillarono , che anzi costrinsero il
DON DON 203
principe a decidere egli stesso la le stesse reliquie de' martiri, da essi
cosa. Costantino , esaminato bene pochi anni prima venerate, diven-
il processo delle accuse, scoper- nero soggette agli scandali ed a'sa-
se la iniquità degli accusatori, e crilegi dell'empio lor fanatismo,
volle rimesso Ceciliano nella sua Questi frenetici si divisero poscia in
sede. In quel torno era morto Ma- varie sette : ogni vescovo donatista
jorino , e i ribelli surrogarono in si credeva impeccabile ; ognuno
sua vece un altro Donato, uomo quindi avea le sue massime, e le
d'indole superba, cui, per la viva- sostenea come evangeliche: tutti i

cita dell'ingegno, e per la vastissi- settari aderendo a' loro vescovi si


ma erudizione, soprannominarono il tenevano in salvo e da ciò la di- ;

grande. Allora, fattosi maggiormen- versità dei dogmi, e 1' orrenda con-
te forte il partito, ed acquistato il fusione d'una eresia, che si com-
nome dal novello usurpatore, si batteva da sé medesima ne' diffe-
diede di piglio alle armi, strignen- renti partiti. Ciascheduno di questi
do moltissimi alla ribellione, e fa- avea il suo nome ; ma il più. ce-
cendo massacro indicibile su quelli lebre si è quello de' Circoncellioni
che resistevano. Allora eziandio al- (Fedi). Costante, figlio dell' impera-
la division dello scisma si aggiun- tore Coslantino, fece severissime leg-
se l'empietà dell'eresia: ed era gi per sopprimere le loro violenze;
ben naturale che quelli quali sos- i nulla per altro egli ottenne: anzi
tenevano nulla l'ordinazione fatta con maggiore trasporto si gettaro-
da un vescovo, che in tempo di no sopra de' cattolici, e raddoppia-
persecuzione fu traditore, passassero rono i loro delitti. mol-A tutto ciò
ad insegnare la nullità de' sacra- to contribuì innalzamento di Giu-
l'

menti conferiti da sacerdoti eretici liano al trono. Egli avea richiama-


e peccatori. Così infatti fu la cosa: ti quelli, ch'erano
dall'esilio tutti
anzi andò avanti, e bestemmiarono, staticondannati pel titolo di reli-
siccome conseguenza del loro prin- gione; così pure permise a'Dona-
cipio, che la Chiesa era composta tisti di rientrare al possesso delle
de' soli giusti ; quindi che il Papa, loro sedi ; onde si videro le chiese
Ceciliano, e chi non era del loro istesse, eh' erano ridotte in poter
partito venivano esclusi dal grembo de' cattolici, divenire un teatro di
della Chiesa: che anzi questa era sangue. In quell'epoca i Donatisti,
perita nel Papa, dacché protesse sostenuti da' governatori, si fecero
Ceciliano, e soltanto in essi con- dominanti nell' Africa. Però sotto
servavasi pura. Per tal maniera i il regno di Onorio, verso 1' anno
Donatisti, divenuti anche eretici, 4 IO > avendo questi eretici abusato
caddero in mille scelleraggini. Cac- della libertà che si concedeva, di
ciarono i cattolici da molte chie- professare ciascheduno la propria
se ; col ferro alla mano ,
gettaro- setta, chiamarono sopra d' essi lo
no a terra gli altari, infransero i sdegno dell' imperatore, il quale fe-
calici, sparsero il crisma, e giunse- ce la legge con cui proibì professa-
lo persino a gettare a' cani la Ss. re qualunque religione, fuori della
Eucaristia. Dissotterrarono i cadave- cattolica, proscrivendo i beni dei
ri dei cattolici defonti, e commisero trasgressori, e condannando anche
con essi le più inumane brutalità: alla morte colerò, che si fossero a-
204 DON DON
(lunati pubblicamente per conferire, schismate Donatistarum. Per essere
o praticare qualche rito intorno al- istrutti bene a fondo nella storia
la propria setta. Impose eziandio a de' Donatisti, bisogna consultare an-
Marcellino, tribuno imperiale, di che le opere di s. Agostino conte-
radunare in Cartagine i vescovi nute nel tomo nono Colleclio Car- :

cattolici, e donatisti, e conciliare thaginìensis. Monumenta omnia ad


così la sospirata pace dell' Africa. Donatistarum hisloriam perlinentia,
Ma gli eretici si ricusarono sulle raccolte dal sig. Dupin nella sua
prime d' intervenire ; nulla tuttavia edizione di Ottato, in fol. Il p. Ber-
potendo contro le leggi dell' impe- ti nelle sue Prose volgari, p. i83,
ra tore, vi si raccolsero. I cattolici espone nella Dissert. VI ciò che
erano in numero di 286, e i Do- dal Papa s. Melchiade venne ope-
natisti 279. Furono eletti sette ve- rato nella causa dei donatisti. In-
scovi da ambedue le parti per di- torno a questi scrissero ancora Til-
sputare, e dopo tre giorni Marcel- lemont, tom. VI, Bruxellis 1782;
lino sentenziò in favore de' cattoli- Natale Alessandro, Hist. Eccl. saec.
ci. Il tribuno informò di tutto l'im- IV, cap. 3 art. I, § X; Noris, Hi-
peratore, e si rinforzarono le leg- stor.de Schism. Donatistarum^ O-
gi contro i ribelli. Molti si con- per. tom. IV, Veronae 1781; Va-
vertirono; ma il forte del partito, iesio, De Schism. Donatisi, cap. IV,

riacceso il furore, menò di bel Hist. Eccl. Eusebiij Parisiis 1639,


nuovo la strage. Teodosio poi die- per non dire di altri.

de fine a sì lagrimevole scena. DONATO (s.). Ebbe per padre


Rinnovò egli le leggi de' suoi pre- Donato Vandaleno, duca della Bor-
decessori ; bandì l' eretico vescovo gogna transjurana. S. Colombano
di dopo alcuni altri
Cartagine, che abbate di Luxen gli amministrò il
era succeduto a Donato, morto in santo battesimo, lo allevò in quella
esilio ; e li perseguitò in ogni an- abbazia, nella quale poi professò. Ver-
golo dell' Africa. Sebbene i Dona- so l' anno 624 venne promosso al
tistiabbiano ripreso qualche vigo- vescovato di Besanzone, e l'anno ap-
re sotto il regno di Maurizio, ven- presso fu presente al concilio di Reims.
nero ben presto sbandati, e si ri- Nel 644» ovvero 65o, assistè altre-
dussero a pochi, i quali più non sì al concilio di Chalons. Nella sua

ebbero forza per formare un par- città eresse il monistero di s. Paolo

tito. Nell'anno 348 si tenne in con la regola di s. Colombano, e


Cartagine un concilio dei cattolici, visse co' suoi monaci, ed ivi ancora

in cui i vescovi dell' Africa si rac- fu sepolto. Morì egli ai 7 di ago-


colsero in gran numero per rin- sto, ed in tal dì è onorato nella
graziare il Signore della pace ac- diocesi di Besanzone.
cordata alla sua Chiesa. In quel DONATO, Cardinale. Donato,
concilio si proibì di ribattezzare co- del titolo di s. Sisto, fu eletto dal
loro, ch'erano stati battezzati nella Pontefice Stefano lì detto III, del
fede della Trinità. 752. Il nome di lui si trova tra i

S. Ottato di Milevi Ago- e s. Cardinali , che assistettero al con-


stino sono quelli, che maggiormen- cilio, celebrato in Roma nel 761,
te hanno scritto contro i Donatisti. dal Pontefice s. Paolo I.

S. Ottato ne fece la storia : De DONATO, Cardinale. Donato si


DON DON 20D
vuole fatto Cardinale e vescovo di nardo di Ghifone ministro generale
Ostia dal Pontefices. Nicolò. Era dell'Ordine, il quale difendea l'an-
uomo eminente dottrina, e di
di tipapa. Urbano VI quindi, nel di-
consumata destrezza nel maneggia- cembre del i38i , lo elesse Car-
re gli affari ecclesiastici, assistè dinale col titolo di s. Marco , e
in Roma a parecchi concilii, e po- nel i382 con due altri Cardina-
scia, nell'866, venne delegato dal li lo spedì a Napoli per solle-
detto Papa s. Nicolò I, assieme con citare il Durazzo a
re Carlo di
altri due Cardinali, presso l'impe- mantenere alcune promesse che
ratore di Costantinopoli, per difen- avea fatte. Ma l'effetto non corris-
dere la causa di s. Ignazio contro pose all'aspettazione del Papa, e
l'empio Fozio usurpatore di quella Donato cominciò a decadere dal-
cattedra. Fosse che una fiera per- la di lui che anzi fu accu-
stima ;

secuzione gl'impedisse di proseguire sato di aver ordita una trama con-


ilsuo viaggio, o che una vera im- tro alla vita di Urbano VI, e venne
per allora le
possibilità di effettuar carcerato in Nocera di Napoli. Va-
sante mire di conversione, arrestas- riano gli scrittori nel decidere se
se il di lui corso, il Cardinale Do- ciò fosse piuttosto una calunnia
nato co' suoi compagni ritornossene macchinata da' suoi nemici di quel-
a Roma senza aver nulla conchiu- lo che verità incontrastabile: egli è
so. Un anno dopo, sotto Adria- certo però, che dopo aver subiti as-
no II, ricevette di bel nuovo la sai gravi tormenti, rimase, nel i385,
commissione di recarsi a quella condannato in Genova alla morte.
volta; ed infatti, celebrato un con- Nell'atto che pativa le estreme an-
cilio di più di cento vescovi nella gosce, questo Cardinale confortava-
basilica di s. Sofia, gli riuscì di si coi sentimenti dell' epistola di san
condannare l'eretico intruso, la cui Pietro : Christus passus est prò rio-

sentenza, giusta lo storico Niceta, bis 3 vobis relinquens exemplum ut


fu soscritta dai padri colla penna sequamini vestigia ejus. Se ciò è ve-
intinta nel Sangue di Gesù Cristo. ro, sembra che il Donato si tenes-
Questo concilio approvato dal Pon- se innocente dell' addossatogli de-
tefice, venne riconosciuto dalla Chie- litto.

sa universale come l' ottavo ecu- DONATO, Donatus. Monaco lai-


menico. co. Tritemio 1. I, ep. 74? scrive:
DONATO Lodovico, Cardinale. Monachi duo, et conversi omnes
Lodovico Donato, patrizio veneto, quos Donatus usuato vocabulo min-
professò fino dalla gioventù nell'Or- cupamus ; li quali oggi sono comu-
dine di s. Francesco. Ivi per l' ec- nemente chiamati Conversi (Pedi),
cellente dottrina fu sollevato ben Oblali (Vedi), ovvero coadjutori,
presto alla carica di procuratore come nella compagnia di Gesù. V .

generale dell'Ordine; e poi, nel 1379, Gesuiti. Dei religiosi carmelitani


a quella di ministro generale. Da scalzi, chiamati fratelli Donati3 si
questo impiego passò al posto d'in- tratta al voi. X, pag. 67, del Di-
quisitore a Venezia, e quindi al- zionario.
l'arcivescovato di Palermo. Nello DONAZIANO (s.). V. Memmio
scisma di occidente seguì la parte (s.).

del legittimo Pontefice contro Leo- DONAZIANO (s.). Intorno alla


,

ao6 DON DON


vita di questo santo non abbiamo moria di sé per tanti vantaggi
notizie. Si sa per altro che fu l'ot- che in ogni modo procurò alle
tavo vescovo di Reims, e che san- genti da lui governale, come ne fa
tamente mori circa l' anno 389. testimonianza la bella iscrizione e-
La chiesa di s. Agricola, la quale rcltagli nell'anzidetta città. Dalla
dipoi prese il nome di s. Nicasio, legazione di Ravenna venne assun-
raccolse le sue spoglie mortali, ed to al vescovado di Ajaccio nella
il suo culto è divenuto assai cele- Corsica, dal quale Alessandro VII,
bre, dopo che furono queste traspor- nel i655, lo trasferì a quello d'I-
tate in Fiandra verso la metà del mola. Ivi accolse con grande ma-
IX secolo. Al presente riposano nel- gnificenza Cristina, regina di Svezia,
la chiesa di Bruges, e la sua festa abbellì la cattedrale, ed ampliò l'epi-
è assegnala a* 14 agosto. scopio. Il Papa lo volle dipoi trasfe-
DONAZ1ANO (s.). V. Montano rire al vescovato di Ferrara, dove
(s.) celebrò un sinodo per la riforma dei
DONAZIANO di Nantes (s.). V. costumi e pel sostenimento dell'ec-
RoGAZIANO (s.). clesiastica disciplina, come avea già
DONGHI Gianstefano, Cardi- eseguito nella diocesi d' Imola. In-
nale. Giaustefano Donghi, patrizio tervenne ai conclavi d'Innocenzo X,
genovese, compiuti gli studii in Sa- Alessandro VII e Clemente IX, e
lamanca, dalla Spagna recatosi in nel 1669 morì in Roma a' 16
Roma, fu ammesso dapprima tra novembre. Fu sepolto nella chie-
i protonotari apostolici partecipan- sa del Gesù, nella cappella della
ti; poscia ottenne il posto di pre- Madonna, per modo di deposito,
sidente della camera , e quindi ma non si trova però memoria al-
quello di cherico della stessa came- cuna, che di là sia mai stato levato.
ra, ne' quali impieghi dimostrossi DONNA. Nome generico della
uomo assennato ed accorto. Urbano femmina della specie umana. Don-
\ III, di cui s'era guadagnata la sti- na o Nostra Donna per eccellen-
ma, i3 luglio i643, lo creò dia-
a' za diciamo alla santissima vergine
cono Cardinale di s. Giorgio in Ve- Maria madre di Dio, Virgo Dei-
labro, dalla quale diaconia passò in para. Inoltre dicesi donna per mo-
seguito a quella di s. Agata. Nelle glie, uxor, conjux, mulier; per si-

guerre d'Italia, fatto plenipotenzia- gnora, e padrona, domina j per ma-


rio del sommo Pontefice, trattò e dre, e talora per governatrice, e
conchiuse la pace co'priucipi con- maestra alla maniera francese. Per
federati. Dopo di queste gloriose donna di alcun monistero s' inten-
geste, fu incaricato della legazione de una monaca, monialis ; donna
di Ferrara, da cui sotto Innocen- di camera o da camera si chia-
,

zo X, passò nel i65i a quella di ma la cameriera, famula. In com-


Ravenna. Quivi, dal porto detto parazione di femmina, come ti-
Candiano, per lo spazio di più di tolo onorifico, il vocabolo don-
tre miglia, condusse presso la cit- na è nome maestoso , e signo-
tà un canale, che per alludere al rile , significante grandezza , no-
cognome del Pontefice Innocenzo biltà , e maggioranza. Tutto ciò
X allora regnante, denominò Pan- sia detto, quanto alla nativa pro-
filio. In oltre lasciò onorata mc- prietà, e forza del nome di donna,
,

DON DON 207


non rimanendo che non si
perciò, vati in una iscrizione pubblicata
confonda di frequente in egual si- nelle Notizie del giorno (giornale
gnifìcato, esprimente la femmina periodico di Roma, di cui parlasi
della specie umana. Dai greci si dà all'articolo Diario dì Roma (Fedi),
alla buona donna l'attributo di de' 4 novembre 1819 numero 4^,
guarda casa, e perciò sono indi- ed egregiamente spiegati dal eh.
cale coli' Domiseda. Dice-
epiteto di can. cav. Ciampi, come si può ve-
si femmina di mondo, o mondana, dere nel numero 2 delle stesse No-
o comune, o di partito, la mere- tizie del 1820, dalle quali antiche
trice, meretrix. E però da notarsi desinenze sembrano nati i nostri
che colla parola Uomo ( Fedi ) diminutivi di Grazianctta, Ermia-
s' intende indicare per eccellenza la netta Mariannlna, Angelina, Li-
specie umana, e perciò è compi eri- setta, Carolina, Teresina, dai ec. ,

si va il sesso femminile. Dicendosi quali derivarono diminutivi noni

gentildonna, nobilis fo emina, nobilis sempre corrispondenti colle prime


matrona, donna nobile, si usa il tronche, come Titina per
iniziali

gentile in senso di nobile. F. Da.- Clementina, ed a questi diminutivi


ma, Dominus, DoìY, e gli altri rela- tronchi talvolta si fanno prece-
tivi articoli ai nomi, e titoli delle dere altre sillabe,o lettere, come
donne, secondo il loro stato, grado, Checchina per Francesca, ec. Inol-
e condizione, come Fergini, Mairi- tre il eh. monsignor Gaetano Ma-
monio, Fedove ec. (Fedi). Molte ri ni, nella sua lettera a Gaspare
9
erudizioni sui diversi titoli, e deno- Garatoni sopra un iscrizione cri-
minazione delle donne sono ripor- stiana, pubblicata dal giornale dei
tate dal Cancellieri nella lettera a Letterali di Pisa nel 1772, e dal
d. Nicola Saverio Doma, e nella Zaccaria, e dal Coppi riprodotta
dissertazione epistolare sopra due dichiara di aver trovato, che i cri-
iscrizioni, ove parla ancora dei di- stiani, e le donne singolarmente ,
mitrativi de' nomi femminini, i qua- molto si compiacevano di essere
li sono tanto in uso, giacche im- chiamate per vezzo, come per e-
ponendosi nell'età puerile ai barn- sempio Arcadiola, Cavriola, Com-
bini, ed alle bambine, più facil- pendiola , Dumaniola , Foedula ,
mente a queste restano col crescere Fortunula , Granaiola , Rosala ,
degli anni. Nella decadenza del- Squaliola, Ursilla, ec, e con altri
la lingua latina non meno nei co- graziosi , e consimili diminutivi
dici,che nelle lapidi incominciaro- molti de' quali si possono leggere
no a formarsi i diminutivi de' 110- nel Grutero. F. Nomi, e Titoli.
mi delle femmine, con simili desi- Lungi dal fare in questo articolo
nenze, come si apprende dalle stesse un trattato della Donna, solo ci

lapidi. In quelle riportate dal Boi- limiteremo a riunirvi alcune gene-


detti ne ritroviamo molti esempi, riche erudizioni, potendo supplire
incominciandosi dai nomi delle per molte altre analoghe, i tanti
bambine di pochi mesi, fino a quel- relativi articoli risguardanti le don-
li di donne di età avanzata. Tali ne, che si contengono in questo
sono per esempio Didime ti, Er- Dizionario.
monieti, Irene ti, Marcianeti, Ciria- Iddio avendo immerso in un pro-
cedi, Quintianeti, ec, ed altri ritro- fondo sonno il primo uomo Ada-
ao8 DON DON
mo, che avea creato a sua imma- Sembra importante qui aggiun-
gine, trasse una costa dal suo lato, gere, quanto si legge in un celebre
e di essa formò la donna, che die- trattato sulla educazione civile e
de a lui per compagna, e per aiu- cristiana, cioè nel Sappi, del giorn.
to, assoggettandola all' impero del- di Roma dell'anno 1795 a p. 4°>
l' uomo. Questa donna fu chiamata sul perchè la donna fu creata da
Eva, dall'ebreo Hevah, madre dei una costa di Adamo. Dio creò l'uo-
viventi, dappoiché fu la madre di mo a principio, e lo collocò soli-
tutti gli uomini, e di tutte le don- tario alla custodia, alla cultura, al
ne. L'uomo
è adunque il padrone, che gli aveva
possesso della terra,
e capo della sua moglie, siccome
il muovendosi susseguente-
destinata,
lo è della sua famiglia, e secondo mente a formargli una compagna,
le leggi divine ed umane, la sua un aiuto che lo alleggerisse nel
,

moglie gli dev' essere sottomessa, carico della vita , senza sgravarlo
docile, attenta nel prevenirlo, e pia- del tutto, e con lui governasse un
cergli in tutto ciò eh' è giusto, e giorno la prole , senza impedirlo.
ragionevole. Il sesso che distingue Volle che la femmina fosse della
l'uomo dalla donna
produce tra specie medesima , e di simile di-
loro questa differenza, per quanto gnità e potere: adjulorium simile
riguarda al loro stato, che gli uo- sibij e con profondo misterio av-
mini sono capaci di tutte le sorte vertito dai padri, non la creò dal
d'impegni, e di funzioni, se non che fango che l'uom calpesta, ne la pre-
alcuni ne sono esclusi da certi osta- se dal o da altra sostanza
nulla
coli particolari, e che le donne so- estranea all'uomo medesimo; ma
no incapaci per la sola ragione del sì bene da una parte di lui, ed an-

sesso, di molte sorta d'impegni e che né dalla superiore, né dall'in-


funzioni. Quindi le donne non pos- fima, per adombrar così vivamen-
sono esercitare una magistratura, te e segnare i rapporti scambievoli,
ne essere tutrici, se non de' loro e i riguardi reciprochi : tulit imam
figli ec, ed è per questo, che la de costis e/us. In tal guisa insegnò
loro condizione rendesi in parecchie al maschio in qual conto dovea te-
cose meno vantaggiosa, ed in altre ner la compagna, e ad essa diede
pure meno onerosa di quella degli una norma di pigliar sede nel di
uomini. La donna maritata diventa lui cuore, donde era in certo mo-
partecipante del cognome, dell'or- do formata. Questo è l' unico im-
dine, dello stato, degli onori, delle pero, a cui in una casa può aspi-
qualità, diritti, e prerogative di suo rar saggia moglie. Troppo discon-
marito durante matrimonio, ed
il verrebbe al merito Y allontanare la
intanto che rimane in vedovanza ; sua donna dal proprio cuore quasi
ma se una vedova si marita ad un un'estranea, o volerla signoreggiare
uomo di minor condizione del pri- come una schiava.
mo marito, perde che le i diritti Il Muratori, nelle Dissertazioni
erano attribuiti pel suo primo ma- sopra le antichità cristiane nel to-
trimonio, secondo una legge degli mo I. Dìssert. XX. Degli atti delle

imperatori Valente, e Valentiniano, donne, descrive i riti coi quali pri-


la cui disposizione non è seguita ma si maritavano, con quali solen-
da per tutto. V. Sposalizi. nità facevano i loro contratti, e
,

DON DON 209


delle donne libere come gastigate cellieri, per non citarel'immenso
se si maritavano con un servo. Nel novero degli autori, che ne tratta-
medesimo volume, Dissert. XXII, rono, da lui in gran parte citati,
descrive com'erano tenute a profes- massime nelle Dissertazioni episto-
sar la legge de' loro mariti. Il pad. lari bibliografiche , dove trattò pa-
Menocliio nelle sue Stuore, tom. recchi argomenti del sesso muliebre
Ili, p. 639, tratta nel e. LXXVI, anche curiosi, fra' quali noteremo
Del caso meraviglioso riferito da che le donne copiarono codici,
s. Girolamo di una donna che
, composero stampe, fecero da torco-
aveva avuto ventìdue mariti, la lieri, nuotarono nel mare, giostra-

quale si marito con un uomo che rono colle bufale, ressero lo scet-
avea avuto venti mogli; questi so- tro, maneggiarono la spada, asce-
pravvisse a quella vigesimaprima sua sero le cattedre, perorarono nei
moglie. Importante è poi il e. XII, tribunali, furono rispettabili in ogni
non che il seg. che il p. Menochio genere della più. sublime, ed eroi-

a pag. 533 riporta: Se le donne ca virtù, valorose nelle armi, eccel-


sieno atte a governare stati, con lenti nelle lettere, nelle belle arti
testimonianze favorevoli, e contra- nella musica, nella danza, non la-
rie. Altrettali abbiamo dall'altro sciarono di segnalarsi nell'ago, nel
erudito Sarnelli nelle Lett. eccl., fuso, e in altre cose , come nelle
che nel tom. V, lett. 2 discorre debolezze, ec. Della contessa Ma-
come la donna ha l'immagine di tilde (Vedi)> che donò l'ampio suo
Dio in quanto alla ragione plena- dominio alla santa Sede; di s. Ca-
ria, non secondaria , e nel to- terina da Siena che con-
(Fedi),
mo VII, Lett. 21 dice, che le corse a persuadere Gregorio XI di
donne differiscono dai maschi nei restituire da Avignone in Roma la
soli corpi; parla delle donne celebri, residenza Pontificia , e di altre be-
e dice che non attendono agli stu- nemerite donne della Chiesa Ro-
dii perchè loro non conviene. Del- mana, si tratta ai rispettivi articoli,
la dignità e. nobiltà delle donne ove pure dicesi quanto riguarda le
abbiamo un' opera del Bronzini, donne più celebri.
stampata in Firenze nel 1625. Il Pel diritto canonico le donne so-
Guasco, ne' Riti funebri di Roma, no eziandio escluse da tutte le fun-
ci dà molte erudite notizie sulle zioni spirituali: una donna non può
donne romane. Fra le altre cose in conseguenza ricevere alcun or-
noteremo, che combatterono talvol- dine ecclesiastico. Su di che il cita-
ta a guisa di gladiatori , che in to Sarnelli nei tom. IX, scrive la
tempo di lutto incedevano col ca- lett. XIII, PercJiè il sesso femmini-
po scoperto, che in segno di dolore le impedisca il ricevimento del sa-
radevansi la lanugine del volto, ciò gr amento dell' ordine \ e il p. Me-
che poi proibì una legge decemvi- nochio nel t. II, p. 212 ci diede
rale.Parìa pure di quali romane il cap. XXVIII, Che le donne so-
venivano onorate di orazione fune no escluse dai sagri ministeri del-
bre, come delle donne, che faceva- l' altare ; e spiega un luogo di s.
no V. Streghe.
sortilegi, e malefizii. Pier Damiani d' una donna che
,

Innumerabili poi sono le erudizioni incensava. Il Rerlendi, delle cbbla-


che si leggono nelle opere del Can- zionì dell' altare , dice dell'abuso, a
VOL. xx. 4
aio DON DON
pag. 26, delle femmine ministranti di dalle loro chiese i vescovi cat-
l'Eucaristia; a p. 73 delle offerenti tolici, ed esercitò la più crudele
all'altare;a p. 168, spiega che cosa tirannia su tutti quelli, che si di-
significhi per donne celebranti, ed mostravano costanti nella religione
a pag. 9, dice che le donne face- Romana. 11 perchè s. Pio V con
vano il pane pel sagri fìzio. Così bolla dei 5 marzo 1569 dichiarò
pure un' Abbadcssa (Vedi), se ha tal regina solennemente eretica, di-

T esercizio di una giurisdizione per visa dalla comunione de' fedeli, ful-
un diritto tutto particolare, non minando di scomunica lei, e chi la
può tuttavia scomunicare ne as- ubbidisse.
solvere.Al citato articolo si parla 11 secondo Pontefice s. Lino, giu-
del potere da loro esercitato anti- sta precetto dell'immediato pre-
il

camente. Una donna anche religio- decessore s. Pietro, ordinò che le


sa non può incensare all'altare per femmine non potessero entrare in
servire i ministri della chiesa. Al- chiesa col capo scoperto, ciò che
cuni attribuirono ai Pontefici s. So- pure avea comandato T apostolo s.

tero, e s. Bonifacio I, l' avere or- Paolo, allorché consultato dai co-
dinato che le sagre vergini non toc- rinti, se alle femmine cristiane fos-
cassero i vasi sagri, o le palle che se lecito di entrare in chiesa col
cuoprono il calice, né incensassero capo scoperto, secondo il costume
nelle chiese. Le sagre vergini dei delle pagane, rispose ciò disconve-
primi tempi della Chiesa chiama- nire, e ordinò che tanto le zitelle
vansi Agape te Una donna (Fedi). quanto le maritate si cuoprissero,
per santa che non può né pre- sia, recandovisi con un velo, anche per
dicare, ne insegnare. Per un tempo riverenza degli angeli, cioè de' sa-
le donne poterono esercitare un pa- cerdoti. 11 XI rin-
ven. Innocenzo
tronato, e possedere titoli di bene- novò il decreto di s. Lino, coman-
fizi, che in questo caso appellavan- dando severamente, che le femmine
si femminili (V. Diaconessa e Mo- non entrassero né col capo scoper-
naca). Si legge nel Bernini, Istoria to, né vestite immodestamente nel-
delle eresie, p. 7, che alcuni ereti- le chiese, per non profanare la ca-
ci credettero, che le donne non fos- sa di Dio. Così Clemente XII ema-
sero della medesima specie dell'uo- nò pene gravissime tanto sull'im-
mo , e perciò incapaci della vi- modestia delle donne, quanto per-
ta eterna ; che altri eretici le chè in chiesa incedessero col ca-
ammisero nelle funzioni ecclesiasti- po velato, incaricando a vegliare su
che , al ammini-
sacerdozio , all' ciò i parrochi, i sagrestani, e i con-
strazione de' sagramenti Per Io . fessori. Pio VI rinnovò siffatti or-
scisma d'Inghilterra, bandita da dini pel rispetto che si deve a' sa-
Enrico Vili la religione cattolica, gri templi, comandando che ne fosse
con un miscuglio bizzarro d' erro- negato l'ingresso, o venissero espul-
ri, si fece egli stesso capo della se quelle donne che vi si reca-
chiesa Anglicana. Succedutagli nel vano col capo nudo, o vestite in-
trono la sua figlia regina Elisabet- decentemente. Descrivendo il Ciam-
ta, questa si usurpò la mostruosa pini due pitture di mosaico eseguite
qualità di capo della medesima verso l'anno 547, e rappresentan-
chiesa ; quindi abolì la messa, ban- ti una solenne processione fatta in
DON DON 211
Ravenna dal vescovo s. Massimia- no allora chiamate le donne, che
no, coli' intervento di Giustiniano I, dimoravano co' chierici), se non fos-
e dell'imperatrice sua consorte, os- se la madre, la sorella, la zia, e
servò il modesto vestire delle dame altre donne, che sono fuori da ogni
del seguito, che, meno la faccia, il sospetto. Indi il concilio di Elvira,
collo, e le mani erano tutte coper- il.primo concilio Cartaginese, e pa-
te. 11 p. Menochio, nel t. Ili delle recchi altri proibirono lo stesso. Nel
sue Stuore , a p. 195, tratta al e. secolo passato Clemente XI racco-
XVI: Della modestia delle donne mandò all' elettore ecclesiastico di
circa l'andare coperte col capo, e Ma gonza, e a molti altri vescovi di
della cautela con la quale si deve Germania, di non permettere la
conversare con esse. Sul dover la coabitazione delle donne co' chieri-
donna incedere col capo coperto, ci, eccetto quelle dai sagri canoni
parla pure il Sarnelli nella lettera permesse, massime nelle case dei
II V, ove nella lettera
del tom. parrochi. Anche su questo punto
XII, spiega: Onde avvenga che le il Sarnelli, nel t. I, ci diede la let-
donne non entrino nelle chiese dei tera XVIII : Che i chierici non
padri certosini; e come sono sco- debbano coabitare con donne. V.
municate di scomunica papale quel- Chierici, e Celibato. Abbiamo in
le eli entrano ne" chiostri de reli- oltre, che s. Leone IX fece un de-
giosi.Anticamente le donne non creto sulla continenza de' chierici, ed
potevano entrare in veruna chiesa ordinò che quelle donne le quali si

de'monaci. V. Clausura, e Chiesa, fossero prostituite a' preti dentro le


ove dicesi del pio costume, in al- mura di Roma, incorressero il ga-
cuni luoghi ancora in vigore, che stigo di essere schiave per servi-
le donne stieno in essa divise dagli zio del palazzo lateranense. Questo
uomini. gran Pontefice confutò Michele Ce-
Papa s. Lino scomunicò gli ere- rulario patriarca di Costantinopoli,
tici Menandriani, che difèndevano i che avea scritto contro il primato
Nicoltiiti, i quali pretendevano che della Chiesa romana, rinfacciando-
tutte le cose fra i cristiani fossero gli l'obbrobrio della sua chiesa, nel-
comuni, eziandio le femmine. 11 la quale erano stati ordinati degli
Pontefice Lucio 1 del
s. 255 co- eunuchi per vescovi. Fra questi fu
niando nuovamente, che i ministri pure ordinata una femmina, ciò che
dell'altare si eleggessero continenti, il Papa non avrebbe detto se la
determinando che niuno potesse a- favola della Papessa Giovanna fosse
bitare con femmine, le quali non stata già inventata. Di questa ridi-
fossero parenti in prossimo grado, cola fàvola, V. Giovanna Papessa.
e che niuno de' medesimi entrasse Innumerabili sono i canoni dei
solo in casa di donne, ne parlasse concini , e i decreti de' Papi contro
solo con esse sotto pena di essere le concubine, o donne, che giac-
deposto dal grado, e la donna e- ciono cogli uomini, e non sono lo-
sclusa dall' ingresso della chiesa. ro congiunte per matrimonio, non
Quindi il primo concilio di Nicea meno che contro i concubinarii. 11
dichiarò col can. 3, che nessun ve- concilio d' Orleans del 1620 di-
scovo, né prete, uè diacono potrà chiarò nel can. I: « Noi riputiamo
aver donne so Uintro dotte (cosi era- » concubinari pubblici, non sola-
212 DON DON
» mente que* chierici, che tengono tivamente privati della terza parte
m presso di sé le loro concubine, dei frutti, entrate e rendite di tut-
» ma quelli eziandio che le ali- ti i loro benefizi, e pensioni, le
mentano, e le mantengono a loro
•• quali saranno applicate alla fab-
» spese, quantunque alloggiate al- brica della chiesa, o a qualche al-
» trove, e quelli che nella nostra tro luogo pio a piacere del vesco-
» visita abbiamo notato come tali, vo ; ma se perseverando nello stesso
« cesseranno in avvenire il loro disordine colla stessa femmina non
» cattivo commercio;, e in pena del obbediscono ad una seconda moni-
» passato entreranno nella prigione zione, saranno sospesi dalla funzio-
» canonicale per vivere secondo la ne de'loro benefìzi, per quanto l'Or-
» disciplina osservata fino al pre- dinario giudicherà opportuno". Quin-
» sente". Decretò nel 1420 il con- di il concilio provvide alla pertina-
cilio di Salisburgo, che i chierici cia de' concubinari
con maggiori
concubinari sarebbero privati dei pene compresa la scomunica ; e nel
loro benefìzi , e dichiarati inabili a can. 8 sopra il matrimonio de- ,

possederne. Il concilio di Colonia cretò le pene sino alla scomunica,


del 142 3 minacciò i chierici con- come anche di usare il braccio se-
cubinari di deposizione dall'ordine, colare, contro i concubinari tanto
se nove giorni dopo di essere stati maritati, che non maritati di qua-
avvertili, non cessavano dal reo lo- lunque stato, dignità, e condizione,
ro commercio. Nella sess. 20 del se non cacciano od abbandonano le

concilio di Basilea, celebrata nel concubine, dopo esserne stati avver-


i435, si dichiararono i concubinari titi. Importante è il cap. II, della
sospesi godimento de' benefizi,
dal Centuria VII, del tom. II, del p.
e incapaci di qualunque dignità ec- Menochio, Della vera intelligenza
clesiastica. Ecco poi quanto il con- di due canoni, ne' quali pare che
cilio di Trento prescrisse nella sess. si permetta V uso delle concubine.
25 decr. de refor. can. i4= » Affin- Innumerabili altresì sono i cano-
chè i ministri della Chiesa possano ni, e i pontifìcii decreti contro le

essere richiamati a quella continen- donne Papa meretrici. s. Pio V


za, e purità di vita, tanto dicevo- con severo decreto non solo rifor-
le al carattere loro, affinchè i po- mò la pompa delle femmine, ma
poli imparino tanto più a rispet- espulse da Roma, e da tutto lo
tarli,quanto più li vedranno a me- stato ecclesiastico le meretrici, ed
nare una vita più casta e più one- altre simili donne dimal affare, e
sta ; il santo concilio proibisce a riprese il senato romano, che per
tutti gli ecclesiastici, di tener in alcuni motivi procurava mitigare
casa, o fuori, concubine, o altre tal misura. Anche Sisto V promul-
donne, delle quali si possa aver gò un severo editto contro le donne
sospetto, né di aver con esse alcun di cattiva vita ; e fulminò la sco-
commercio, altrimenti saranno pu- munica contro le donne, e contro
niti con le pene inflitte dai cano- quelli che procurassero l'aborto del
ni, o dagli statuti particolari delle parto animato, o inanimato, riser-
chiese. Che se dopo essere stati av- vandone 1' assoluzione al solo Papa,
vertiti dai loro superiori, non se ne ciòche moderò Gregorio XIV. Quan-
astengano, saranno ipso facto efifet- do gli europei conquistarono l' A-
,

DON DON ai3


melica, trovarono, chedonne col le Antiochia, sortì Donnina i natali.
sugo di erbe efficaci procuravano Per sottrarsi dalla persecuzione di
gli aborti. Alessandro VII con ze- Diocleziano, verso il fine del ter-
lanti provvide al ve-
prescrizioni zo secolo fuggì ella con le sue
stire lascivo donne. E Cle-
delle due figlie dalla patria, e si ricovrò
mente XII, dopo avere stabilito una in Orfa nella Mesopotamia. Non si
prammatica sul vestiario delle don- scoraggiò punto pel lungo viaggio,
ne, a mezzo del Cardinal vicario, a cui si metteva incontro, ma sco-
ordinò che tutte le zitelle aspiran- perta dal marito, fu ella presa, e
ti a sussidii dotali non potessero u- colle figlie condotta a Jerapoli nel-
sare abiti di seta, o di panni fini, la Siria. Lungo il viaggio deluse la
ne ornamenti di oro e di argento; vigilanza delle guardie, e tutte e tre
ma solo abiti semplici e modesti per iscappare la brutalità de' sol-
ordinando pure che così vestissero dati, si fiume e
precipitarono nel
le donne dei servi, e garzoni d'ar- si sommersero. Ebbero però 1' ac-
ti meccaniche, vietando loro di cortezza d' inviluppare i loro corpi
portar gioje che superassero il va- nelle vesti, affinchè anche nell'acqua
lore di cinquanta scudi. Tra i santi restassero coperti. La Chiesa anno-
padri, che inveirono contro il lusso, verandole per sante giudicò certa-
e l'immodesto vestire delle donne, mente divina l' inspirazione che le
nomineremo s. Giovanni Crisosto- condusse a darsi da per se stesse la
mo, giacché a' suoi tempi alcune morte. Il martirologio romano asse-
donne sembravano di avere dimen- gna la loro festa ai i4 aprile; i ca-
ticato, che le vestimenta vennero lendari orientali poi il dì 4 ottobre.
in origine fatte per nascondere la DONNINA (s.). V. Teonilla (s.).

vergogna del peccato. Il Muratori, DONNINO (s.). Nella città di Mi-


nella Dissert. XXV, parlando delle lano tenendo la sua corte l'impe-
vesti usate ne' secoli di mezzo, eru- ratore Massimiano Erculeo, Donni-
ditamente discorre sugli ornamenti no era uno degli officiali di came-
delle donne. Il p. Menochio, nel ra. Infierendo nell'anno 3o4 la per-
t. I, pag. 2 io, riporta un cap. Per secuzione contro i cristiani, pensò
quali cause sia proibito nella sagra di sottrarsi col fuggire segretamente,
Scrittura agli uomini di vestirsi con e recarsi a Roma, ed ivi starvi na-
abiti di donna, ed alle donne con scosto. Scoperta la sua diserzione,
abiti degli uomini; e quale diffe- fu inseguito da' soldati, e raggiun-
renza fosse anticamente tra gli abi- tolo sulla via Claudia tra Parma e
ti degli uomini, e quelli delle donne. Piacenza, gli fu mozzata la testa. Fu
In Roma ne' tempi antichi le ma- sepolto nello stesso luogo ove sos-
trone non uscivano di casa che nei tenne il martirio. Molti furono i

giorni solenni, come osserva il Can- miracoli operati alla di lui tomba,
cellieri ne' suoi Possessi a p. 33g, e a tanto si estese la fama di lui, che
ciocche veniva fissato ne' capitoli persino diede origine all'innalzamen-
matrimoniali. Degli Ordini equestri to di una città, ora sede vescovile,
di donne, chiamate perciò cavalie- chiamata Borgo s. Donnino (Vedi).
resse, si parla a' rispettivi articoli. DONNOLO (s.). Non si sa di qual
DONNINA (s.). Da una delle patria fosse Donnolo però fu fratello :

più nobili e signorili famiglie di al santo vescovo di Angers Anduino.


,

!ii4 DON DOP


Proposto vescovo di Avignone, egli nel giorno 1 1 678,aprile dell'anno
non vi condiscese, ma non potè ricu- dopo avere regnato un anno, cin-
sare di succedere a s. Innocenzo sulla que mesi, e dieci giorni. Fu sepol-
sede del Mans. In quella ei fece bril- to in s. Pietro, dopo avere in una
lare l'ardente sua carità verso i po- ordinazione creato sei vescovi, die-
veri, e lo studio e l'orazione succe- ci preti, e cinque diaconi. Ornò
devano all'esercizio delle funzioni. magnificamente l'atrio di san Pie-
Non vi era giorno, in cui, celebrando tro, e restaurò e dedicò la basilica
il divin sagri ficio, non ispargesse la- di s. Paolo, e la chiesa di s. Eu-
grime gran copia. Fondò diver-
in femia, che poscia fu spianata per-
se abbazie, ed un monistero anco- chè minacciava di rovinare. Vacò la
ra, ed un ospitale. Esercitavasi egli s. Sede due mesi, e quindici giorni.

spesso in opere di segnalata pietà, DONO II Papa CXXXVIII. Do-


ed in esercizi spirituali ; assistette no nativo di Roma successe nel
anco nel 566 al secondo concilio pontificato, coll'assistenza e col fa-
di Tours. A cagione d' infermità, ri- vore de' possenti conti Tusculani
nunziò al vescovato, e quaranta nell'anno 972, a Benedetto VI, o,
giornidopo colmo di meriti morì come vuole Natale Alessandro, a Gio-
al primo dicembre dell'anno 58 1, vanni XIII. Niente abbiamo degno
dopo aver sostenuto il peso dell'e- di considerazione di questo Ponte-
piscopato per circa trentasei anni. fice, mentre dopo aver regnato soli

Fu seppellito ove
avea ordinato, tre mesi, cessò di vivere nel giorno
cioè nell'abbazia di s. Vincenzo, e 19 dicembre dell'anno 972. Fu se-
quivi si conservano tuttora le sue polto in Vaticano. Governò con
reliquie. Viene egli onorato anche somma ed integrità ,
piacevolezza ,

sotto il nome di s. Dòme. come Giovanni Stella nella


asserisce
DONO I Papa LXXX. Dono, vita di questo Papa. V. sulla cro-
che alcuni chiamano Domno, altri nologia di Dono II quanto dicemmo
Domnione, altri Cono, o Cunone, nel volume XVIII pag. 3^6 del
come leggesi nel Baronio all'anno Dizionario, parlando di Bonifacio
676 num. 7, figliuolo di Maurizio, VII antipapa.
e cittadino romano, nel giorno pri- DOPPIO (Duplex). Rito o festa.
mo novembre dell'anno 676 dopo
di Si serve la Chiesa di questo nome
la morte del Pontefice Adeodato li, per denotare la qualità dell'uffizio
venne eletto in suo degno succes- ecclesiastico , che si recita in coro.
sore. L'arcivescovo Reparato assog- Non fu così detto perchè in tal
gettò a questo Pontefice la chiesa di giorno si facesse l' uffizio di due
Ravenna, la quale sotto il suo ante- santi insieme, ovvero del santo e
cessore Mauro, sostenuto dalla po- della feria, come stimò Giovan-
tenza degli esarchi, avea ricusato ni Frontone nel calendario. Que-
l'obbedienza dovuta alla santa Se- sti mosso da certe congetture, po-
de. Anzi Reparato, come attesta se nel numero dei doppi alcu-
Teofane nella sua Cronologia pag. ni santi meno solenni, ed escluse
^38 ediz. ven., spedì lettera al me- altre feste solennissime, perchè si-

desimo Pontefice, per eccitarlo a nistramente interpretò le parole di


radunare un concilio generale per Durando, il quale veramente per
la pace della Chiesa, ma premorì officio doppio intende quello in
DOP DOR 2i5
cui raddoppiano le antifone in-
si nel calendario trova posta questa
si

teramente, ovvero quando si can- voce Duplex, e nelle feste mobili,


tano i versetti da due cantori pa- e ogni e qualunque volta l'uffizio
rati con piviali. Si celebra con più è doppio, perchè la messa regolar-
solenne apparato , con maggior nu- mente parlando deve corrisponde-
mero di candele, con il suono di re all'uffizio, meno alcune eccezio-
molte campane, secondo la classe ni. Così un sacerdote, che avesse det-
delle feste, e si prova con la Glos- to l'uffizio doppio, o della domenica,
sa nel e. gloriosus de reliq. et ve- se celebrasse in un'altra chiesa, dove
rter, sanctor. n. i. Sono varie le si solennizza una festa di rito supe-
voci colle quali gli scrittori nomi- riore, o inferiore, si deve uniforma-
nano l'officio doppio, cioè Cantoris re a questo, come decretò la con-
septem candelabronim , Annuale , gregazione Finalmente nei
de'riti.

Duplex, come al contrario, il se- doppi si dice una sola orazione, pur-
midoppio da essi fu detto Subcan- ché non si debba fare qualche al-
toris , Quinque candelai rorum , tra commemorazione. V. il Gavan-
semiannuale , semiduplex. Così il to sect. 3, cap. i. n. 3; Brevìar.
Macri al vocabolo Duplex, nella Rom. rubr. I de officio duplici;
3
ÀSotizia de vocaboli ecclesiastici; an- Missal. Rom. par. I, rubr. I; e il

zi aggiunge che Frontone errò pu- Zaccaria nel suo Onomasticon Ri-
re pensando che il semidoppio
, tuale, al vocabolo Duplex.
fosse così nominato perchè l'ufficio DORA, DOR, o Dorus. Città
si recitava parte del santo, e par- vescovile della prima Palestina, nel
te della feria; essendoché fu real- patriarcato di Gerusalemme, sotto
mente così denominato perchè le la metropoli di Cesarea, eretta, al
antifone non si raddoppiano, e si dire di Commanville, che pur la
diminuiscono tutte le sopraddette chiama Tattoura, nel secolo sesto.
solennità. Questa città fu potente allorché la
A seconda della bolla di Cle- dominavano i cananei, di cui Gio-
mente Vili sulla ricognizione del suè vinse il re. Era situata sulla
Breviario romano ( Vedi), furono costa del mare Mediterraneo tra
istituiti per maggiore distinzione Cesarea, ed il monte Carmelo, e
quattro generi di feste, cioè di pri- nella divisione toccò alla mezza tri-

ma, e seconda classe, di doppio bù Manasse, di qua dal Giorda-


di
maggiore, e minore fra 1' anno. no. Alcuni l'appellarono Daron, di-
Quindi il doppio si fa in quel gior- cendoci lo storico Giuseppe, che fu
no in cui cade, purché non si deb- una città della Fenicia; dappoiché
ba trasferire. Il doppio ha interi i al suo tempo comprendeva sotto
primi, e secondi vesperi sempre questo titolo tutta la costa marit-
che non concorra con altro dop- tima fino a Gaza; ma al principio
pio simile, e tutto l'uffìzio è di del secondo secolo non si vedevano
rito doppio principiando dai pri- che rovine, non era rifabbricata nel
mi vesperi, fino alla compieta del quarto, ed ecco forse il perchè non
giorno seguente inclusive, quando si trovano vescovi prima della fi-
però non venga assegnato altrimen- ne del quinto, o all'incominciar del
ti. Parimenti si dirà la messa di sesto secolo. Il Terzi, nella Siria.

rito doppio in que'giorni, ne'quali Sagra p. 248, dice che vi ebbero


3

2i6 DOR DOR


sede i vescovi Barochio, e Stefano, manda due membri al parlamento,
che dal Pontefice ebbe facoltà di e vi tengono le assise della con-
si

primate, e di vicario apostolico del- tea. Molti credono che fosse im-
la Palestina quando venne occupa- portantissima al tempo dei romani,
ta dai saraceni, ed ebbe in suc- i quali vi collocarono talora alcune
cessore nel vescovato Nonno. Altri legioni, come si rileva dalle antiche
dicono che Dorè conta cinque ve- medaglie. Nei dintorni ancora si

scovi. Attualmente Dora, Doren., veggono le rovine di un vasto an-


è chiesa titolare in partibus, che la fiteatro, che poteva contenere cir-
santa Sede conferisce, essendo an- ca tredici mila persone. Nel 161
cora sottoposta al metropolitano di fu questa città molto danneggiata
Cesarea di Palestina, egualmente in dal fuoco. In Dorchester, nell'anno
partibus. 635, dice Commanville essere sta-
DORCHESTER , Durnovaria. ta fondata una sede vescovile pei
Città vescovile d'Inghilterra, e con- sassoni occidentali, fatta suffraganea
tea, sulla Tame, alquanto presso della metropoli di Cantorbery, ma
il confluente dell'Isis, o Lis, ond'è for- nell'anno 660 la sede fu trasferita
mato il Tamigi, nella contea di a Vincester.
Oxford. E assai decaduta, più non DORDRECHT, o DORT, Dor-
avendo al presente che l'apparenza dracum, o Dorlrechtum. Ci Uà dei
di un semplice villaggio. Si crede Paesi Bassi, capo luogo di circon-
che questa città occupi il luogo del- dario, e di cantone in un'isola for-
la Durnovarìa, o Dornavaria dei ro- mata dal lago di Bies-bosch da di-
mani. Fu detta anche Dorcestria, o versi rami della Mosa, sul ramo
Dorcia, ed era ancora considerabile che chiamavasi vecchia Mosa. Gran-
sotto i Sassoni. Verso l'anno 621 de, ben edificata, e forte per la
fu eretta in seggio episcopale, per sua posizione naturale, è inoltre
uno smembramento di quello di Li- difesa da vecchie torri; il suo por-
chfìeld, sotto la metropoli di Can- to è buono e sicuro, e fu patria
torbery. Quindi nel io85 venne di molti uomini celebri come Lin-
trasferito al vescovato di Lincoln. Si dano, Vossio, Paolo Menila, ed al-
osservano nella sua chiesa princi- tri. La chiesa maggiore, il palazzo

pale alcune belle pitture sul ve- pubblico, e la zecca ec. sono i mi-
tro, come delle sculture antichis- gliori edifizi. Fu fondata nell'anno
sime. 994, e divenne residenza degli an-

DORCHESTER, Dorcestrìa , o tichi conti d'Olanda. Un'inondazio-


Danium. Città vescovile dell'Inghil- ne terribile nell'anno j^ii formò
terra , capo-luogo delle contee di l'isola, su cui giacciono la città e il

di Dorset, e delPHundred di san lago. Inutilmente fu assediata nel-


Giorgio, sul declivio di una collina, l'anno i3o4 dal duca diBrabante; e
il cui piede è bagnato dalla Fro- nel 1572 dagli spagnuoli. Passò al
tte. E composta di tre belle stra- partito de' principi di Oranges ab-
de principali; ed il suo edifizio più bracciando la riforma. Nel 1
574 i

notabile è la prigione composta di ministri di Olanda, e di Zelanda vi


quattro belli fabbricati separati, i tennero il loro sinodo provinciale,
quali comunicano fra loro col mez- dal giorno 16 giugno sino a'28 dello
zo di ponti di ferro. Dorchester stesso mese. Nel 1578, ivi si radunò
DOR DOR 2.7
un nuovo sinodo nazionale de' Paesi le pose alle stampe. Quale stima egli
Bassi, dal 2 al 28 giugno. Questa godesse in Genova chiaro si vide,
città è soprattutto celebre pel fa- quando la repubblica lo trascelse a
moso sinodo tenutovi dai calvini- correggere, con altri sapientissimi
sti, e che i3 novembre
durò dal uomini, le antiche leggi, e stabilire
1618 sino maggio 161 9.
al 19 le nuove, che doveano esser base
In esso si condannarono le dottrine d' una meglio regolata società. E
di Giacomo Arminius, ed il gran quando scoppiò la congiura trama-

pensionano dell'Olanda, Barnevelt, ta da Fieschi contro la propria pa-


originario di questa città e pro- tria, il Doria trovandosi in Genova

tettore della setta, vi fu deca- fu eletto da quel senato siccome


pitato. Lenglet chiama questo
Il pacificatore dell'inimico; e ben egli
sinodo, concilio generale delle chie- avrebbe operato con un mirabile
se protestanti riformate, e angli- effetto, se la morte non avesse ra-

cane sopra le materie della giu- pito il Fieschi, e insieme ancora il


stificazione e delia grazia contro i principio della funesta rivolta. Fu
sentimenti diArminio, opposti a presente col Cardinale de' Medici
quelli di Lutero, e di Calvino. In alla incoronazione di Carlo V ; e
fol. Dordroci 1620. intervenne ancora a' conclavi di Pao-
DOR.IA Girolamo, Cardinale. lo III, Giulio III, Marcello II, e
Girolamo Doria, di nobil genovese Paolo IV. Morì l'anno i558, ed
prosapia, da principio servi la re- ebbe sepolcro in Genova nella chie-
pubblica in qualità di ambasciato- sa di s. Maria della Cella degli ago-
re presso diversi principi, ed anche stiniani fuori la porta s. Tommaso,
presso Papa Giulio IL
il Dipoi, es- riposto nella tomba de' suoi ante-
sendo morta sua moglie, si applicò nati.

allo stato ecclesiastico, e ad istanza DORIA Giovanni Cardinale. ,

del celebre ammiraglio Andrea Do- Giovanni Doria, di nobilissima fa-


ria, al quale Girolamo aveva otte- miglia genovese, denominato Gian-
nuto il comando delle galere della nettino, de' principi di Melfi, na-
repubblica , avendo dato saggio di to nell'anno i554 , compiuti fe-
sua probità e dottrina, fu creato licemente gli studii in Ispagna, a
da Clemente VII nel giugno o set- cagione del preclaro suo merito,
tembre i528, diacono Cardinale di com'eziandio per la gloria degli avi
s. Tommaso in Parione. Asceso a suoi, ad istanza di Filippo lì, del
tanta dignità, fece sempre più ri- quale era stato tre volte vice-re di
splendere in sommo grado le bel- Sicilia, fu creato da Clemente VIII

le virtù , che adornavano il suo a' 9 giugno dell'anno 1604, diacono


spirito. Paolo III , conosciuti i di Cardinale di s. Adriano, e da Pao-

lui non comuni pregi, Io promos- lo V poscia nel 1609 arcivescovo


se al vescovado di Nebbie* nella di Palermo. Assunto a quella di-
Corsica, e due anni dopo, cioè nel gnità, celebrò due sinodi diocesani,
i54o, lo trasferì a quello di Noli, il primo nel 161 5, l'altro nel
coli'amministrazione delle chiese di 1622, ne'quali fece conoscere di
Jaca, di Osca ovvero Huesca, di qual fuoco egli ardesse nel cuore
Saragozza e di Tarragona nella Spa- per la felicità spirituale del com-
gna, dove celebrò un sinodo, il qua- messogli gregge, e per l'incremen-
,

2i8 DOR Don


to, e il decoro della religione. Ot- «Ivi b. Benedetto da l. Fratello del-
tenne dal re di Spagli* una pen- l' Online de' minori, il quale dopo
sione di quattrocento annui scudi ventitre anni fu trovato incorrotto,
per accompagnare con maggior pom- e quindi fu canonizzato da Pio VI.
pa il Ss. Viatico agl'infermi. Acqui- DORIA Sinibaldo, Cardinale. Si-
stò parimente sua chiesa due alla nibaldo Doria, nato l'anno 1 664, dal-
feudi della rendita annuale di 3ooo la nobile famiglia genovese, in età di
scudi, i quali dapprima erano della ventisei anni recossi in Roma, quan-
di lei proprietà. Ma 1624, en-
nel do regnava il Papa Alessandro VIII.
trata la peste in Palermo, il buon Fu ammesso dapprima tra i pre-
arcivescovo, che trovavasi alle ter- lati della curia romana , e in se-
me a cagione di malattia, volle guito s'impiegò nel governo delle
sulT istante recarsi alla sua resi- città pontificie. Nel 1706, Clemen-
denza. Indarno spiegarono tutta la te XI gli diede la vice-legazione di

jiersuasione loro gli amici di lui Avignone. Richiamato in Roma


per allontanarlo da queli' evidente ricevette la dignità di commenda-
pericolo: che anzi, pigliata lena, e tore di s. nel 1721,
Spirito, e
giovanile fermezza, si diede a gira- quella di maestro di camera d'In-
re le contrade della città, visitando nocenzo XIII. Dopo la morte di
gì' infermi, soccorrendo i poverelli, questo Papa, il Doria non ebbe da
animando gli afflitti, e vegliando Benedetto XIII che la sola carica eli

all'ordine degl'inservienti a' malati. consultore del s. oflìzio, e quella di


Intimò pubbliche preci, processioni datario della penitenzieria. Succeduto
in onore della vergine s. Rosalia, dal- poi Clemente XII, lo costituì di bel
le cui preghiere i Palermitani deb- nuovo suo maestro di camera, e nel
bono riconoscere la liberazione di 173 r, gli conferì farci vescovato di
quel flagello. Circa quel tempo fu Benevento, quindi dopo quattro
anche ritrovato il corpo dell'anzi- mesi a' 24 settembre, lo nominò
detta una spelonca del
santa in prete Cardinale di s. Girolamo degli
monte Pellegrino, onde volle il Car- Schiavoni, e lo ascrisse alle congre-
dinale, che le venisse eretta anche gazioni del concilio, dei vescovi e
una sontuosa cappella. Dipoi, essen- regolari, e della fabbrica di s. Pie-
do morto Filiberto di Savoja vice- tro. Ma
poco assai egli sopravvisse
re di Sicilia, il Doria per la quar- al regime di quella chiesa, che la
ta volta fu incaricato del governo morte, nel 1 733 a' 4 dicembre ,

dell'isola. Intervenne a' conclavi di d'anni sessantanove non eorrtpiti, Io

Leone XI, Paolo V, Gregorio XV, tolse alle speranze de' suoi diocesa-
e Urbano VIII, e governata san- ni. Fu sepolto nella sua chiesa cat-
tamente la sua diocesi per lo spa- tedrale.
zio di quindici anni , spirò nel DORIA Giorgio, Cardinale. Gior-
bacio del Signore, l'anno 162 4- gio Doria sortì i natali nel 1708,
Le ossa di lui giacciono nella cat- dalla vetusta famiglia di Genova.
tedrale di Palermo, riposte nella Da Clemente XII ricevette la vice-
cappella di s. Rosalia. Qualche legazione di Bologna, che sostenne
scrittore ci riporta che il Doria, con più incorrotta giustizia, ed im-
la
ottenuta dalla s. Sede la facoltà, piegò eziandio nel proteggere e dare
espose al pubblico culto il corpo incremento alle scienze ed alle lette-
.

DOR DOR 219


re. Passato di poi in Ascoli, fu indi stico cui senti vasi inclinato, nel 1771,
rimosso per la elezione del nuovo Clemente XIV lo dichiarò suo ca-
imperatore, essendo già morto Car- meriere di onore in abito paonaz-
lo VI. Il Papa Benedetto XIV lo zo, ed ablegato, o nunzio straor-
consagrò arcivescovo di Calcedo- dinario a portare in Madrid al prin-
nio!, e nunzio apostolico
lo spedì cipe d'Asturias, figlio primogenito
alla dieta di Asceso al
Francfort. del re di Spagna Carlo III, le fa-
trono imperiale Carlo VII, il Doria scie benedette dal medesimo Papa;
fu trascelto a suo nunzio ordina- tradizione, che fu eseguita con quel-
rio, e poscia dal medesimo Bene- le solennità, delle quali si fa parola
detto XIV, a' 9 settembre 1 743, all'articoloFascie benedette. (Vedi).
venne creato prete Cardinale assente Dipoi Clemente XIV da Madrid lo
di s. Lorenzo in Paneperna, e poco trasferì nunzio ordinario in Parigi,
dopo legato di Bologna, dove stabi- dove fece una decorosa figura , e
lì ancora utilissime leggi per l'au- sostenne il decoro della santa Sede,
mento del pubblico erario. Era giacche si da uomini
fece assistere
mirabile quella dolcezza d' animo dotti e premiarne le
prudenti. A
onde accoglieva indistintamente qua- virtù, Pio VI nel concistoro de' i4
lunque persona, ascoltava con pa- febbraio 1785, lo creò Cardinale
zienza le loro istanze, e con rara dell'ordine de'preti, e pel corriere
imparzialità esigeva giustizia. Go- pontificio Vincenzo Catenacci gliene
vernata per dieci anni quella città, partecipò la notizia, e fece conse-
si ricondusse in Roma, ed ivi fu gnare il berrettino rosso. Quindi
preposto alla congregazione del buon recatosi il Cardinale in Viterbo, il

governo, e nominato protettore dei Papa per l'ablegato monsignor Er-


romitani di s. Agostino, dell' impe- cole Dandini, poi Cardinale., gli
ro germanico, ec. Oltre di ciò venne spedì la berretta Cardinalizia, con
ascritto eziandio alle congregazioni quelle formalità, che si leggono nel
del concilio, dei riti, della propa- numero 1068 del Diario di Roma.
ganda e della consulta. Intervenne L' ablegato ricevette in dono dal
al conclave di Clemente XIII, e nel generoso porporato, una tabacchie-
1759, morì a' 3i gennaio, avendo ra d'oro smaltata, con entro una
appena passati cinquanta anni di cedola di mille scudi, mentre il di
età. Ebbe sepolcro nella sua chiesa lui segretario ebbe dal Cardinale
di s. Cecilia, ove gli fu eretta ono- una mostra od orologio d' oro. In
revolissima iscrizione. seguitoil Cardinale andò a Pio-
DORIA PAMPHILY Giuseppe, ma, ove fece, secondo l'antico co-
Cardinale. Giuseppe Doria Pam- stume, il solenne ingresso, che de-
phily di nobilissima, e principesca scrive il numero 1072 del citato
famiglia di Genova ( la quale, co- Diario, e poscia ricevette dal Papa
me si dirà all' articolo' Pamphily, prima il cappello cardinalizio, e in
avea ereditato le fortune, e l' il- altro concistoro ebbe per titolo la
lustre cognome di questa famiglia), chiesa di s. Pietro in Montoiio,
ivinacque agli 11 novembre 1 75 f divenendo in appresso anche com-
Dopo avere appreso una educazione mendatario di quella di s. Cecilia.
letteraria e religiosa, conveniente alla Pio VI lo nominò legato di Urbi-
sua nascita, ed allo stato ecclesia- no, e poi prefetto della sagra con-
,,

a-20 DOR DOR


gregazione di consulta e di Loreto, stiche, vestì l'abito prelatizio nel
in mcliè suo segretario di stato. In- pontificato diClemente XIV nel
tervenne alla elezione di Pio VII, 1770, e venne in progresso di
il quale lo nominò segretario dei tempo annoverato tra i chierici di
memoriali, prò - camerlengo nel- , camera, coll'annessa presidenza del-
I' anno i8o3, vescovo suburbica- la Grascia, carica che sostenne con
rio di Frascati, donde nel 1814 zelo. Pio VI prima lo fece suo
Jo trasferì nella sede di Porto. maestro di camera, e poi nel me-
Morì improvvisamente in Roma ai desimo concistoro, in cui esaltò al-
io febbraio i8i6 essendo sotto-de- ;
la sagra porpora il di lui fratello
cano del sagro Collegio, nell'età di Giuseppe, lo creò Cardinale dell'or-
anni sessantacinque. Le di lui esequie dine de'diaconi, dandogli per dia-
furono celebrate nella chiesa di s. conia la chiesa de'ss. Cosma, e Da-
Maria in Vallicella, alle quali per miano, commutata poi coll'altra di
distinzione intervenne Pio VII, e s. Maria ad Martyres. Il Doria
giusta la di lui testamentaria dis- passò da ultimo alla chiesa di s.
posizione, fu sepolto nella sua chie- Maria in Via Lata contigua al pa-
sa commendataria di s. Cecilia. 11 lazzo di sua famiglia, quando diven-
numero i3 del Diario di Roma ne primo diacono, ed il più anziano
di quell'anno dice: » Con esempio del sagro Collegio. Nel f8oi Pio VII,
di generosità veramente insigne, ha alla cui elezione intervenne, gli
lasciate questo porporato provvedute conferì la prefettura della congre-
le persone del suo servizio. Fu mem- gazione delle acque, paludi pontine,
bro del s. offizio , del concilio e chiane. Egli prese a cuore questo
di propaganda fide, della conci- pubblico interessantissimo oggetto,
storiale, dell'economica, e d'al- e profittando de'vasti lumi dell'in-
tre. Tra le protettone da lui avute, signe cav. Andrea Vici, ingegnere
nomineremo l'Ordine de'canonici re- di detta congregazione, non trascu-
golari del ss. Salvatore, quello dei rò d'istruirsi a fondo delle teorie
Servi di Maria, l'arciconfraternita di dell'arte idraulica, per cui fu a por-
s. Girolamo della Carità, e di altri tata di sostenere con pari impegno
sodalizi , i monisteri di s. Cecilia, e cognizione la sua carica nella
de'ss.Giacomo, e Maddalena alla moltiplicità de'rapporti della mede-
Lungara ec, del collegio ibernese sima. Inoltre Pio VII lo dichiarò
di diverse città, come Macerata , prefetto della congregazione della
Pergola, Fossombrone^ Alatri, Ur- disciplina regolare agli 1 1 settem-
hania ec. La pietà, lo zelo e l'at- bre 1820 ,dopo averlo decorato, si-

taccamento di questo Cardinale alla no dai io ottobre 18 19, dell' ar-

Sede apostolica, ed altre belle qua- cipretura della patriarcale basilica


lità, hanno lasciato il suo nome di s. Maria Maggiore, dacché avea
benedetto nella posterità. da prelato sostenuto in essa l'offi-

DORIA PAMPHILY Antonma- cio di vicario. Fu membro delle


Ria, Àntonmaria Do ria
Cardinale. congregazioni dell'immunità, de'riti,
Pamphily nacque in Napoli a' 28 della cerimoniale, della consulta, e del
marzo 749, da nobilissima prin-
1
buon governo; e protettore de'cano-
cipesca famiglia genovese. Istruito nici regolari del ss. Salvatore, della
alla pietà, ed alle scienze ecclesia- chiesa e nazione de'genovesi, di s.
,

DOR DOR 221


Agnese in piazza Navona, del Col- arcivescovo Adempiuta
di Tours.
legio dementino, della chiesa abba- nobilmente questa missione, il Pa-
ziale di s. Martino in Montibus, pa lo nominò assessore di governo,
dell'Ordine de'monaci celestini, dei e quindi segretario della congrega-
monaci della congregazione di Mon- zione delle acque, e nel 1808 suo
te vergine, del monistero delle fi- maestro di camera. In questa ca-
lippine, dell' arciconfraternita della rica il nostro Giorgio spiegò la più
pietà de'carcerati, della città di grande attività, fedeltà, e costanza,
Terni, di Orvieto, ec. e di altri pii massime allorquando nell'invasione
luoghi. Finalmente, dopo lunga e di Roma si tenne il Papa lungo tem-
penosa malattia, sofferta con edifi- po rinchiuso nel palazzo apostolico
cante rassegnazione, passò da que- Quirinale. Indi, nella deportazione di
sta all'eterna vitaa'3i gennaio 1821, Pio VII a Savona, proseguì a pre-
avendo circa settantadue anni. L'e- stargli indefessamente 1' opera sua,

sequie furono celebrate in s. Maria finche avvenne la rilegazione del


in Vallicella, ed il cadavere fu se- Doria in Napoli per comando del
polto nella suddetta chiesa di s. governo francese. Ristabilito glorio-
Agnese, giuspatronato di sua illustre samente nel maggio 18 r 4 Pio VII
prosapia.Questo porporato per la in Roma, in un al dominio de'suoi
sua somma rettitudine e pru- stati, il prelato riassunse l' esercizio
denza , meritò di essere enco- della sua carica, donde il Papa in
miato, e benedetto dai suoi fa- premio de'suoi servigi lo esaltò al
migliari ,. a seconda del
giacche , cardinalato agli 8 marzo 1816.
generoso benigno costume di
e Lo pubblicò per altro a' 22 luglio

sua famiglia, a tutti lasciò la pen- 18 16 annoverandolo nell'ordine dei


sione. preti, e conferendogli poi il titolo
DOMA PAMPHILY Giorgio, di s. Maria in Via, che non molto
Cardinale. Giorgio Doria Pamphi- dopo commutò in quello di s. Ce-
ly, nacque in Roma a* 1 7 novem- cilia in Trastevere. Nel 1818 il

bre 1772, dalla famiglia principe- medesimo Pio VII lo fece abbate
sca di tal nome. I suoi piissimi ge- delle tre Fontane, abbazia nullius,
nitori, e i suoi rispettabili zii, i eh' era rimasta vacante per morte
Cardinali Giuseppe e Antonmaria, del Cardinal Giuseppe di lui zio,

ne curarono lo spirito e il cuore la quale poscia nel 1828 fu da lui


anche col proprio esempio, e con rinunziata a Leone XII, quando
quello degli eccelsi antenati della per tratto di special benevolenza lo
loro nobile, e preclara famiglia, di elessegran priore del sagro Ordine
cui si parla compendiosamente al- gerosolimitano in Roma. Fu ascrit-
l' articolo Pamphily ( Vedi}. Pio to alle congregazioni del concilio
VII, nel i8o3, dopo averlo dichia- de' vescovi, e regolari, delle acque
rato cameriere soprannu-
segreto e strade, della fabbrica, del buon
merario, lo inviò in Francia a por- governo, e delle indulgenze e sa-
tare la berretta cardinalizia in Pa- gre reliquie, di cui fu prefetto, fin-
rigi a quattro novelli Cardinali, cioè che non gli fu impedito per la
Belloy arcivescovo di Parigi; Fesch perdita della vista . In queste
arcivescovo di Lione; Cambacerès congregazioni, quantunque sogget-
arcivescovo di Rohan ; e Boisselia to a molti incomodi di salute,
' ,

222 DOR DOR


tollerati con edificante rassegnazio- luoghi pii, e delle chiese per mag-
ne, spiegò sempre, come negli al- gior decoro del culto divino, e per
tri uffizi da lui esercitati, giustizia, l'assistenza, e comodità de' fedeli
ed energia. Quest'ultima in pecu- che le frequentano, oggetti ch'ebbe
Jiar modo si manifestò nel 1821, mai sempre a cuore. Per tante sin-
quando la congregazione de' vesco- golari virtù e generosità, si meritò
vi, e regolari lo elesse iu visitato- il titolo di esemplare ecclesiastico,
re apostolico dell'Ordine di s. Gio- e padre de' poveri, rimanendo
di
vainii di Dio detto de' Benj"rateili } in benedizione il suo nome. Col-
per l'Italia ed isole adiacenti; vi- pito finalmente da apoplessia, morì
sita che compì con piena soddisfa- ai 16 novembre 1837, nel giorno
zione della congregazione, e dell'Or- appunto in cui compiva sessantacin-
dine, di cui fu per ciò benemerito. que anni di età. Le sue esequie
Intervenne ai conclavi per l'elezio- furono celebrate nella chiesa di s.

ne di Leone XII, Pio Vili, e Gre- Maria in Vallicella, e il suo cada-


gorio XVI, il quale in segno di vere venne urnato nella suddetta
distinzione trovandosi in Albano, lo chiesa di s. Agnese, nel sepolcro
andò a visitare nel proprio palaz- gentilizio di sua famiglia.
zo. A questo Pontefice il Cardina- DORILA, o DORILA (Doryla-
le lasciò in morte, per contrasse- cum). Sede vescovile dell'Asia mi-
gno di venerazione, giusta il lode- nore, nella magna Frigia, o prima
vole costume de' Cardinali, un bel provincia della Frigia salutare, pres-
quadro rappresentante l'apostolo s. so ilfiume Ascanio nei confini del-
Paolo, dipinto dal Guercino. Fu la Bitinia. I geografi dicono che
protettore della arci con fraternità la pianura di questa città era ba-
delle Stimmate, de' ss. Angeli Cu- gnata da molti fiumi, i quali tutti
stodi, di s. Maria del Suffragio ec, andavano a perdersi nella Stangara.
della confraternita de'Sacconi ec. Dorila da Commanville, e da al-
del monistero delle Filippine, e di tri si appella pure Tradurillo o
alcune comuni dello stato pontifi- Tzadurillo. Fu eretta in sede ve-
cio. Fu altresì zelante protettore scovile nel quarto secolo, sotto la

dell'insigne chiesa di s. Agnese al metropoli di Sinnada. Dall' Oriens


foro agonale, di giuspatronato di tom. I, pag. 838, si ha che
Christ.
sua famiglia, si mostrò verso di vi ebbero sede sette vescovi, cioè
essa liberale, e munifico, come fece Antenodoro, Eusebio, Talassio, Ge-
con molti altri luoghi pii, come col- netilio, Leonzio, Ignazio e Paolo,
ta chiesa e col monistero di s. Ce- che fiorì sotto il Papa Giovanni
cilia, ai quali eslese la sua effica- VIII. Al presente Dorila, Dorylen.,
ce protezione, e beneficenza. Egual è un titolo vescovile in partibus 3
beneficenza grandemente usò egli cui conferisce il sommo Pontefice,
in vita, ed in morte in favore dei ed è sottoposta alla metropoli di
suoi famigliari, e persino delle non Sinua o Sinnada pure in partibus.
poche vedove, e pupilli de' fami- Gli ultimi vescovi titolari furono
gliari medesimi, e di altri larga- monsignor Giovanni Federico Oes-
mente , e stabilmente beneficati. terreicher, il quale poi venne tras-
Dispose eziandio di una notabile ferito alla chiesa residenziale di
porzione de' suoi beni a favore dei Eichslett, e monsignor Mattia Ter-
DOR DOR 223
razar, decano della metropolitana carità verso Dio, e confessori vera-
de Piata, fatto da Leone XII nel ci della fede cattolica, per sottrarsi
concistoro de' 25 giugno 1827, col- alla persecuzione, che in quei gior-
l' indulto di esercitare le funzioni ni infieriva contro il cristianesimo,
pontificali nella nominala metro- si nascosero in una caverna, e vi-
politana. vevano in santa pace fra loro, lo-
DORMANS Giovanni, Cardinale. dando, e benedicendo il Signore.
Giovanni Dormans, nato da fami- Scoperti da que' crudeli ministri,
glia chiarissima nella diocesi di che andavano in traccia dei catto-
Soissons, ebbe dapprima un cano- lici per perseguitarli , furono essi
nicato in s. Quintino, poscia fu ar- chiusi nella stessa caverna, della qua-
cidiacono, e penitenziere della me- le venne murato l'ingresso, e quin-
tropolitana di Sens, e nel i349 e" di dovettero tutti in quella addor-
letto vescovo di Lisieux. Un anno mentarsi nel Signore. Neil' anno
dopo venne trasferito alla sede di 479 furono scoperti i loro corpi,
Eeauvais, colla dignità di gran can- e trasportati quindi nella chiesa di
celliere diFrancia. Alcuni scrittori s. Vittore in Marsiglia, ove tuttora
credono che gli si fosse aggiunto an- si custodiscono con grande vene-
che l'arcivescovato di Rohan. Urba- razione, e la caverna in cui essi
no V in Montefiascone, a' 22 set- sostennero il martirio è anche og-
tembre i368, lo creò prete Cardi- gidì visitata con religiosa devozio-
nale assente de' Santiquatlro, e Gre- ne, da quei che arrivano da quelle
gorio XI lo spedì legato nell'Inghil- parti. La memoria di questi santi
terra insieme col Cardinal di Lan- màrtiri è in gran venerazione, mas-
gham; ma da quel regno dovè ritor- sime tra i greci, i sirii, e tutti i

narsene senza aver conseguito alcun popoli di oriente. ne fan- I greci


buon effetto. Fondò in Parigi il ce- no menzione nel loro menologio li
lebre collegio, appellato dal suo no- 4 agosto, ed il 22 ottobre.
me Dormano, per la sua diocesi di Siccome tante cose si sono dette, e
Eeauvais, e lo dotò di ricche en- tante volgari tradizioni si sono ripetu-
trate pel mantenimento di venti- te su questi sette santi fratelli martiri,
quattro alunni. Assai liberale co- chesì addormentarono nel Signore^
gl'indigenti, meritossi il bel titolo di non che fossero addormentati in un
padre dei poveri. 11 Papa Grego- vero sonno, così ci permetteremo
rio XI volle ancora che si facesse di riportare alcune analoghe eru-
mediatore presso Carlo V re di Fran- dizioni, che ci venne fatto rinveni-
cia, per ottenere la libertà a Tolanda re. I loro nomi sono Massimiliano,
contessa di Bery. Nel i368 battezzò Malco, Martiniano, Dionigi, Gio-
in Paolo di Parigi
s. il re Carlo VI vanni, Serapione, e Costantino. Nel
di Francia; ma ivi la morte nel Bercastel, Storia del Cristianesimo;
i3y3 lo rapì dai viventi, e la di tom. II, pag. i33 dell'ediz. dell'An-
lui spoglia ebbe sepolcro nella chie- tonelli, legge che a questi sette
si

sa de' Certosini. fratellivenne dato il nome di dor-


DORMIENTI (i sette ss.). Nell'an- mienti, allorché dopo duecento an-
no i5o regnando l'imperatore Decio ni circa furono trovati i loro cor-
trovavansi in Efeso sette giovani fra- pi, perchè alcuni autori greci, se-
telli , i quali ardenti di evangelica guaci del mirabile, pretesero che i
2*4 d<~>k DOR
medesimi allora si sietio risvegliati dei bagni devastati, che sono nella
alla presenza di un numeroso po- via Appia, per cui si va a porta
polo, e che essendosi tutti prostra- s. Sebastiano, diiformati per essere
ti insieme a terra, rendessero di ridotti ad orti , e vigneti , così si

nuovo lo spirito. Il Rinaldi, negli esprime su questo argomento: » La-


Annali 3 tratti da quelli del Baro- m sciamo unicamente luogo a con-
nio, ne fa menzione all' anno 254 » getturare alcune materie essersi
num. 22. Altri dicono, che si sve- m alzate sopra que' bagni dalla pie-
gliarono, o per dir meglio venne- » tà de' cattolici due stanze dedi-
ro discoperti i loro corpi sotto l'im- ti cate alla memoria de' sette santi
pero di Teodosio II, il Giovane, »> efesini dormienti, Massimiliano,
ma evvi anacronismo. Il Piazza trat- » Jamblico, Martino (o Martinia-
ta di questi sette santi nel tomo II, » no), Giovanni, Dionigio, Esau-
pag. 49 5 del suo Enterologie) di » stadio, e Costantino, de' quali ce-
Roma, e nel suo Santuario Roma- » lebrandosi la festa nel dì 27 lu-
no, a' 27 luglio, dicendo che le lo- ti glio, vi fu consagrata una divo-
ro reliquie in Roma si venerano >» ta cappella a sinistra della pub-
nelle chiese di s. Benedetto in Tras- »> un fondo
blica strada, e lascialo
tevere, e di s. Maria del Popolo. » fruttifero per tenervi in perpe-
Il Landucci nella storia di questa » tuo accesa una lampada. Qual
seconda chiesa , Origine del tem- » pia disposizione saputasi trascu-
pio, ec. a pag. 33 racconta che il « rata, e le stanze o cappelle ri- ,

Cardinal Scipione Gonzaga donò » dotte all'uso profano, il zelo del


alla medesima alcuni reliquiari, nei » sommo Pontefice Clemente XI,
quali sono pure le reliquie de'santi » Albani, per assicurarsi del disor-
sette dormienti ; indi a pag. 1
39 » dine espostogli, nel 17 io, anda-
parlando della chiesa di s. Seba- » tovi personalmente vi die op-
stiano fuori la porta del suo no- *» portuno rimedio , e reintegrò la
me, l'antica Capena, aggiunge che » primiera venerazione ". E a sa-
in essa riposarono i sette dormienti. persi, che Clemente XI era di Ur-
Presso detta porta ed il famoso , bino, nella cui diocesi sono in par-
sepolcro de' Scipioni, ch'è nella vi- ticolar venerazione i ss. sette dor-
gna Giuseppe Sassi ( onorata dai
di mienti; e che per le note vicende
regnante Gregorio XVI per osser- politiche sono circa cinquanta anni
vare un interessantissimo sepolcro che il luogo non è più. in venera-
della categoria de' colombarii, dis- zione, e vi è restata soltanto la pia
coperto dal cav. Campana coll'an- tradizione , che indica una grotti-
nuenza del nominato proprietario), cella ove prima eravi la cappella.
avvi altra vigna presso la Sassi, in Vedevasi nel museo Vettori una
cui è tradizione che ivi dormissero pietra fattizia , che rassomigliava
i sette fratelli, o quel-
forse altri, molto ad una pietra preziosa, so-
li stessi Certo è, che il
di Efeso. pra la quale è scolpito un gruppo
Cassio, nel quale però si nota qual- di figure, rappresentanti i sette dor-
che differenza nei nomi dei marti- mienti, tutti segnati col loro nome.
ri,nella parte II della sua dotta Giovanni, e Costantino hanno due
opera del corso dell'acque antiche, mazze presso di loro ; un'altra pie-
Roma 1757 a pag. 28, parlando na di nodi è presso Massimiliano;
,

DOR DOR 225


Maleo , ehanno due
Martiniano chio, nelle sue Stuore, tom. II, pag.
ascie allato Serapione una torcia
:
91, ci dà il cap. LUI: Quanto sia
accesa, e Danesio o Dionisio, un vera, e quanto credibile V istoria
gran chiodo, davi trabales , già delli sette dormienti. Eruditamente
stronfienti di supplizio. Forse con questo padre descrive le diverse o-
questi stromenti si è voluto espri- pinioni , e col Baronio conchiude
mere le varie maniere de' supplizi, che la morte de' giusti si chiama
che loro si sono fatti provare. Que- sonno, per la considerazione della
sti sette martiri sembrano molto futura risurrezione, per mezzo della
giovani, e ciò accorda con molti
si quale, come risvegliati dal riposo,
antichi monumenti,
ne' quali sono saranno ammessi alla gloria eterna.
detti fanciulli. Intorno a ciò può Indi narra le storie di diversi dor-
vedersi la Dissertatio de ss. septem mienti, e nel tom. III, a pag. 358,
Dormientìbus, e. 18, p. 85, e e. 6, ci dà il cap. XI del costume de- :

p. ii, dissertazione che fu stampa- gli antichi del levarsi mattina la


ta in Roma nel 17^1 non che il ',
per tempo; a pag. 53 1 XI: il cap.
Menologio dell' imperatore Basilio che tutti, ma quelli particolarmen-
stampato in Roma nel 1727. La te, che hanno governo d'altri, de-

caverna, ove furono trovati in Efe- vono essere vigilanti, e guardarsi


so i corpi de' ss. dormienti, diven- dal soverchio dormire; ed a pag.
ne celebre per la divozione de* fe- 5^7, il cap. XXXVIII : del dormi-
deli, e nel Viaggio a" Italia, e di re a mezzo giorno dopo il pranzo.

Levante di Spon, dicesi ch'era mo- DORMIENTI o CONDOR-


strata a' viaggiatori, i quali vanno MIENTI. Appellazione data ad al-
in Levante. Si possono anche con- cuni settarii perchè solevano cori-
sultare s. Gregorio di Tours, 1. 1, carsi tutti confusamente senza di-
de glor. mart. e. Cf5 ; il p. Cuper, stinzione di sesso. Questi osceni fa-
Act. sanct. tom. VI julii, p. 175.; natici ebbero per capo un certo
e la citata dissertazione, per la spie- per nome maestro da Toledo, cosi
gazione principalmente del gruppo chiamato dal luogo della sua na-
museo Vettori.
delle figure del scita. Sembra che costui fosse di
Vi sono ancora i dormienti di origine ebreo fatto è che egli ven-
:

Tours e d'Alemagna. Si trova la ne a stabilirsi in vicinanza di Co-


storia de' sette dormienti di Tours, lonia in Alemagna, dove fece fab-
alla fine delle opere di s. Gregorio bricare un castello, cui diede il

di Tours, in una lettera direttaa nome di sinagoga. Là, verso l'an-


Sulpizio, vescovo di Bourges. Que- no 12 33, principii della sua
gettò i

sta lettera passa per un documen- infame che trovando molti


setta,

to supposto, e questa istoria per favorevoli, a motivo dell'esca pre-


una favola. Fa d'uopo riferire il stata al vizio, si dilatò in breve,
medesimo giudizio, secondo Baro- e si rese anche insolente. Anzi i

nio, dell'istoria de' sette dormienti principi d'Alemagna, sollecitati dal


d'Alemagna , di cui parla Paolo Pontefice Gregorio IX, si armaro-
Diacono lib. , che non
3, cap. 3, no per distruggerli; e realmente
sono differenti di quelli di Tours, riuscirono a schiantarli dal regno.
come può vedersi nel Baillet, tom. DORMOJNT, DORTMONT, o
HI, a' 4 novembre. 11 p. Meno- TROTMONT (Tremonia). Città de-
i5
ii(S DOR DOR
gli stati prussiani, provincia di West- diBulgari* nella Turchia europea,
fa lia, reggenza di Arensberg, sul- e capoluogo del sangiacato del suo
la riva sinistra dell'Emster. E as- nome, appiè d'una collina, sulla spon-
sai grande, e in parte fortificata. da destra del Danubio, al confluen-
Vi sono chiese luterane, e cattoliche, te del fiumicello Missovo. È piazza
non che un'accademia provinciale forte, circondata da profonde fòs-
fondata nel i543. Dicesi che Car- se. La sua cittadella è cinta da mu-
lo Magno vi costruisse una casa di ra altissime. Nel 1773 fu il teatro
soggiorno. Nel 937 ne' suoi con- di vari combattimenti tra i turchi
torni furono disfatti gli unni. Nel ed i russi. I secondi poi ne for-
ioo5 fu ivi tenuto un concilio in marono l'assedio, e la presero poscia
cui Adalberone di Metz denun- a'3o giugno 1829.
ziò il matrimonio di Corrado suo DOROTEA (».). Nella città di
parente, duca d'Austrasia, che avea Cesarea in Cappadocia viveva Do
.•posata una sua stretta congiunta. rotea tutta consagrata al Signore,
1Hz. de concilii. Altri dicono, che e solo bramosa di contestare col
nel concilio si trattò la riforma del fatto l'ardente sua carità verso Ge-
clero, o piuttosto si fecero canoni sù Cristo. Fabricio governatore, e
sopra la disciplina., non ab-
di cui fiero nemico de' cristiani, chiamò a
biamo gli atti. Arduino tomo VI. sèDorotea, ed eccitatala prima colle
Dipoi nel 1297 arse la città qua- dolci ad adorare gì' idoli, e ad in-
si interamente. contrare matrimonio, vi si oppose
Ebbe questa città non solo fre- ella con fermezza cristiana. Fu da-

quenti controversie, ma parecchie ta in mano per sedurla a due gio-


guerre coi conti di Mark, e cogli vanette apostate Crista, e Calista,
arcivescovi di Colonia, da'quali fu e colla sua carità le guadagnò am-
assediata nell'anno 1387. Fu città bedue a Gesù Cristo, e ne fece due
libera ed anseatica sotto la protezio- martiri. II tiranno per vendetta fe-
ne dell'impero germanico ; nel 1 802 ce mettere la santa alla prova dei più
Tenne accordata per indennizzo al- crudeli tormenti, in mezzo ai quali
la casa di Nassau-Diez; nel 1806 Dorotea mostrando una gioia straor-
fu unita al gran ducato di Berg, dinaria, ebbe il tiranno medesimo
e nel 181 5 fu conceduta alla Prus- ad interrogarla perchè mai avesse
sia. tanto giubilo, ed ella rispose: per
DOROSTORA Dorostorum 3 o ,
avere guadagnate due anime a Ge-
Drysta. Città vescovile della bas- sù Cristo. Per questi due edificanti
sa Mesia nella provincia d'Emimon- fatti venne prescelta a protettri-
,

te, nell'esarcato di Tracia, sotto la ce di un' opera intitolata del suo


metropoli di Sigedin. Fu eretta in nome. V. Dorotea s. Pia opera,
vescovato nel secolo quinto, indi e Suore di s. Dorotea. Nell'at-
divenne titolare arcivescovile di ri- to poi che si recava al luogo del
to greco. Undici vescovi vi fecero supplizio , un giovine la incontrò ,

residenza, ed un gran numero di ed in aria di befiè le ricercò delle

martiri ne illustrarono la chiesa. frutta e dei fiori del giardino del

Sotto i romani fu molto celebre, suo sposo celeste, e la virtù di Dio


ma i bulgari la chiamarono Drislia, per mezzo della santa operò il mi-
o Si Hot ria. Infatti ora è una città racolo di fargli tenere sul latto le
DOR DOR 227
frutta ed i fiori ricercati. Un tale nei paesi o città grandi, che con-
impreveduto prodigio fece sì, che il stano di più parrocchie , tutte le
giovane per nome Teofilo, si con- anziane alla soprain tendenza di una
vertisse sull' istante al Signore. Il sopra sorvegliatrice, o superiora ge-
corpo di lei si venera in Roma nella nerale delle diverse compagnie, ec-
chiesa, dedicata al suo nome, e la co la facile e ben' intesa organiz-
sua festa ricorre ai 6 febbraio. Di zazione della Pia Opera, la quale
questa chiesa si parla all' articolo per le sollecitudini, e per lo zelo
Francescani Conventuali (Vedi). istancabile dei chiarissimi signori
DOROTEA (s.). Pia Opera, e fratelli d. Luca, e d. Marco de' con-
Suore di s. DoroTea. Fra le isti- ti Passi di Bergamo fu già intro-
tuzioni secolari, e regolari del se- dotta in non poche città, e paesi
colo atte a procurare il vero ben d' Italia, e quale risulta dal libro
essere delle fanciulle , specialmente della Pia Opera ristampato nel
povere ed abbandonate non ve , i836 co' tipi di Propaganda in Ro-

n' ha alcuna che meglio tenda allo ma, nella quale città già è stabi-
scopo, e più agevolmente il conse- lita in undici parrocchie. Fiorisce
gua, della pia Opera di s. Doro- poi principalmente in Genova, nel
tea. Curar quelle meschine troppo regno Lombardo- veneto, ec.
spesso, o per incuria o per impo- Finché però questa pia Opera
tenza de' genitori, trascurate e ne- resta esclusivamente affidata a' sin-
glette, ed avviarle ai lavori , alle goli individui, è troppo facile che
arti loro convenienti procurando all'avvicendarsi, o al perire di que-
che abbiano una saggia educazione sti, o rallenti, o cada, o cangi al-
civile, morale e religiosa, ecco lo meno di spirito. Quindi V utilità
scopo di questo istituto. Ottener somma, anzi quasi diremo V asso-
ciò per via d' una libera e tutta luta necessità di un istituto che ab-
amorevole sorveglianza, e di qual- bia principalmente di mira il pro-

che buon suggerimento, o carita- muoverla, il conservarla, il mante-


tevole ammonizione fatta da pia nerla nel suo vero spirito. E tale
persona dello stesso sesso, e se si è appunto ottimo nascente istitu-
1'

può a preferenza d'ogni altra , da to delle Suore di s. Dorotea. Sic-


qualche buona giovinetta , matura come quelle della Carità si con-
per senno e per moralità, la quale sagrano in mezzo al mondo alla
sia ad esse vicina di abitazione, e cura specialmente degli ammalati,
trovisi agevolmente a portata di così queste in mezzo al mondo si

conoscerne gli andamenti, ecco il dedicano alla cura della pia Ope-
mezzo a riuscirvi. Assegnare in ogni ra. Esse ne assumono il più diffi-

vicoletto o contrada le varie fan- cile e laborioso : formare, copiare,


ciulle che hanno a sorvegliarsi, ad correggere i registri o cataloghi che
una o due di queste giovinette, cui sono necessari ; nelle adunanze, che
si dà il nome di assistenti ; mette- alcuna volta hanno luogo , far le
re ognuna delle assistenti , o me- parti di cancelliere ; procurare col-
glio entrambi sotto una così detta la loro influenza che la novella
sorvegliatrice d'una parrocchia alla istituzionenon venga ad allonta-
sopruiutendenza d'una così detta an- narsi o deviare dal salutare suo
ziana o superiora della compagnia, e scopo, sono queste le principali lo-
,,

aa8 DOR DOS


ro incombenze, e sono questi pure nue fatiche. 11 suo cibo giornaliero
i titoli per cui concorrendo alla era sei oncie di pane, ed un pugno
vera felicità di tante povere e dis- di erbe. Durò molti anni in que-
graziate fanciulle, non pur della sto stato di evangelica perfezione,
religione, ma vengono anzi a me- e vi si mantenne costante fino al-
ritare altamente della società, che la morte, che seguì al terminare
potrà per mezzo loro vedersi per- del quarto secolo. 11 suo nome leg-
petuata nel seno un' istituzione , la gesi ne'Menei de' greci, e la sua
quale meglio forse d'ogni altra ri- festa si celebra ai 5 febbraio.
sponde a' suoi maggiori, e più pres- DOROTEO (s.). V, s. Gorgo-
santi bisogni. Questa seconda isti- Wio, e compagni.
tuzione, oltre ad avere due case in DOSITEANI. Discepoli di un
Roma , fiorisce anche in Genova certo Dositeo, capo di una setta fra
Venezia, Padova, Vicenza, Bologna, i samaritani. Chiaro non è quali
ed altrove. precisamente fossero gli errori da
Al precedente articolo s. Doro- essi professati. Ciò, che ci dissero
tea (Vedi),abbiamo detto il per- i critici antichi, si riduce a questo :

chè questa duplice Opera pia seco- cioè, che osservavano il sabbato
lare, e regolare, si pose sotto il pa- con istraordinaria superstizione, ri-
trocinio di lei, e ne assunse il no- manendo per tutto il giorno in
me. Queste opere pie
meritarono quella positura in cui li sorpren-
l'alta protezione, la prima,
cioè deva l'aurora; disapprovavano le se-
ossia la secolare, quella dell'impe- conde nozze, disprezzavano le pro-
ratrice madre ora vivente; l'altra, fezie, e negavano la futura risurre-

ossia la regolare, quella dell'impe- zione. Vogliono alcuni autori, che


ratrice regnante, ambedue modello Dositeo fosse maestro di Simone il
di virtù , e pietà cristiana. Final- Mago, e che si fosse ritirato dal-
mente il Papa regnante Gregorio la Giudea perchè gli ebrei lo di-
XVI nel 1839 encomiò con pon- scacciarono, a motivo che si spac-
tificiodecreto Y istituto regolare ciava pel Messia aspettato in quei
quindi con breve del 184* l'opera tempi. Pensano ancora, ch'egli si

secolare. facesse riconoscere tale dai sama-


DOROTEO (s.). Gli antichi mar- ritani, i quali ingannati da'di lui
tirologi attestano, che Doroteo di prestigi lo onoravano, e lo credet-
Tiro avesse molto a sofìerire per tero* pur un uomo straordinario.
cagione della fede sotto Diocleziano Però il suo fine infelice dimostro
imperatore. Non fu però egli vitti- quale veramente egli fosse, e la mo-
ma de'tormenti a cui venne esposto, struosità delle sue dottrine.
e morì sotto il regno di Giuliano DOSITEO, monaco (b.). Visse
apostala. Dositeo primi suoi anni in una per-
i

DOROTEO (s.). Ebbe questo fetta ignoranza intorno le verità del


santo anacoreta il soprannome di cristianesimo, e menò una vita affatto
Tebano, perchè la sua patria fu Te- mondana. La misericordia del Si-
be di Egitto. Dedicatosi alla vita gnore però lo voleva suo, e per
contemplativa si ritirò in una ca- conseguirlo, gli fé' nascere in cuore
verna, a nove miglia da Alessandria, il desiderio di recarsi in Gerusa-
praticando austeri digiuni, e conti- lemme. Fu quivi che vide un qua-
,

DOT DOT 229


dro rappresentante gì* infernali sup- tere per possederla, e goderne du-
ed addimandatane la spiegazio-
plizi, rante il matrimonio, per causa di
ne, fu talmente colto da salutare sostenerne i pesi. Se la dote è
«pavento, che subito, abbandonato qualitativa , non ne conserva la
il mondo, s' invogliò della tran- proprietà durante la vita del ma-
quillità del chiostro. L'abbate Se- rito, il quale ne percepisce i frutti,
ridone lo vestì dell'abito monacale, ed ha diritto di amministrare que-
e l'affidò ad uno de' suoi discepo- sti beni dotali, e di agire in giu-
li perchè fosse ammaestrato ne' do- stizia per averli da coloro, che ne
veri di religione. A gran passi ap- sono detentori o debitori. La moglie
profittò delle istruzioni che anda- pertanto non comincia a goder della
va ricevendo, ed in meno di cin- dote che dopo la morte di suo mari-
que anni divenne in grado di sos- to; e mentre esso vive ella non può
tenere le prime cure del moniste- agire in giustizia di sua privata au-
ro. La sua salute non istette mol- torità per la conservazione, o pel
to a sconcertarsi, ma non per que- ricupero de' suoi diritti dotali, se
sto cessava egli di adoperarsi in essanon è separata di beni, o che
tutto ciò, a che lo chiamava il mi- suo marito non ne la autorizzi
Santamente egli visse; mo-
nistero. o che al suo rifiuto non sia au-
rì compianto da' suoi confratelli, torizzata dalla giustizia. La dote
e volò al cielo a cogliere il frutto può consistere in mobili, od immo-
de* suoi travagli e delle sue asti-, bili, od in denaro contante. Sul-
nenze. La festa di lui si celebra ai l'alienazione ed ipoteca delle do-
23 febbraio. ti, o in parte, sul costituire le do-
DOSSOLOGIA. Questa parola tazioni, sul diritto di reversione,
viene da Doxa, gloria, glorifica- sugl'impegni che contrae il marito
zione. Essa dai greci, nei libri li- sulla dote della moglie, sui casi
turgici viene distinta in grande e della restituzione di essa, e su al-
piccola.La grande è l'inno angelico, tre cose e leggi risguardanti le do-
Gloria in excelsis Deo (Fedi), canti- tazioni, parlano i trattati di giu-
co di lode la piccola è il versetto
: risprudenza. Altri antichi scrittori
del Gloria Patri, etFilio,ec. (Fedi), poi definirono la dote per quella,
con cui si termina la recita di cia- la quale vien data dalle donne al-
scun salmo nell'ufficio divino, e che l'uomo per lo incarico che sostiene
in greco, come il detto inno, prin- del matrimonio; altrove è detta un
cipia colla parola Doxa. Antichis- pregio, che si dà dalla moglie al
simo è l'uso della Dossologia, tro- marito perchè la possa ornare, e
vandosene vestigi negli atti de'mar- ornata, mantenere; e quindi nacque
tiri di s. Ignazio. Gli ariani poi si che la parola dotare pigliossi per
inventarono tre altre Dossologie nel- adornare, e quella di dote sovente
l'anno34i propizie ai loro errori. per ornamento.
V. Macri in verbo Doxa, e Ber- si perde nel-
L'origine delle doti
gier Diz. encicl. all'articolo Dossolo- l'antichità più remota. Presso gli
gia. ebrei, gli uomini che si ammoglia-
DOTE, o DOTA (Dos). E la vano, tenuti erano a costituire una
sostanza, che la moglie porta al dote alle figliuole cui sposavano, o
marito, e ch'essa mette in suo po- anche in vece ai loro genitori, ed
a3o DOT DOT
* ancora legge osservata tra gli e- no ai Galli la libertà di vive-
biei, che il marito dee dotare la re secondo le loro antiche costu-
moglie. Erudito è il capo XC del manze; ma questi ritennero l'an-
Minorino, Stuore t. III. p. 49 a > tica pratica dei Geminili, dai qua-
dappoiché discorre : Qual fosse l'u- li traevano la loro origine, e quin-
so degli ebrei circa le iloti delle di mantennero V uso di comperare
mogli, cioè se la moglie dava la le loro mogli, tanto vedove quanto
dole al marito, o il marito alla nubili, e il prezzo eh' essi pagavano
moglie. Licurgo poi, legislatore de- apparteneva ai genitori, o, in man-
gli spartani, stabili una legge non canza assoluta di questi, al re, come
dissimile da quella degli ebrei ; ma porta il titolo 46 della legge Salica.
.Solone, al dir di Plutarco, vietò Le donne recavano d'ordinario al-
J assegnare alcuna dote alle figliuo- cune armi ai mariti loro; ma non
le, affinchè la virtù loro, e le loro davano ad essi giammai né terre,
grazie potessero essere tenute in né denaro; erano all' incontro i ma-
qualche conto nella ricerca, che gli riti che dovevano loro costituire la

Uomini ne farebbero. Presso i ro- dote. Questa pratica venne osser-


mani però stabilito era l'uso, che vata tra' franchi, sotto la prima, e
gli uomini ricevessero la dote dal- seconda dinastia dei re di Francia.
le loro spose. Giulio Cesare, par- In altre regioni, ed anche in Italia
ici odo di quello che si osservava ai si variò di molto la pratica intorno
suoi tempi nelle Gallie, riguardo alle costituzioni delle doti, secondo
alle convenzioni matrimoniali tra che più o meno conservarono, o si
il marito e la sposa, dice che la Je massime del diritto
introdussero
donna portava in dote al marito romano. V. Matrimonio. Il Nerini,
una somma di denaro, e che il ma- de Coenobio ec, ci dà erudite noti-
rito dal canto suo pigliava sui suoi zie, dotes quaenam fuerint antiquis
beni una somma eguale a quella dej- temporibus apudjlorentinos, germa-
la dote che gli si arrecava; che quel- nos, et romanos.
le due somme ponevansi in comune, 11 sommo Pontefice Nicolò V,
conservandosene esattamente frutti, i con una costituzione de'i5 maggio
e che il tutto apparteneva a quello dei del ifói, decretò che le donazio-
conjugi che sopravviveva. Biondo da ni in pregiudizio della camera apo-
Forlì, nella sua Roma trionfante, stolica, e delle doti delle femmine,
pag. 284, parlando delle doti delle fossero nulle interamente. Papa s.

romane, tra le altre cose dice, es- Pio V, eon bolla de' 24 maggio
sere antichissima l' usanza che la 1 56
7, Quoniam non pluries, appro-
moglie dia la dote al marito; e vò, ed inserì il nuovo statuto ro-
che le donne ricche dando le doti, mano nella bolla medesima. Quel-
talvolta ritenevano i denari, i quali lo statuto fu fatto per suo comando
poi solevano prestare al marito, e sulla prammatica delle doti , e del
volendo ripeterli ne affidavano la corredo delle giovani romane. In
cura ad un servo loro particolare, esso è stabilito di non eccedere in
non ad alcuno di quelli del ma- tutto la somma di scudi quattro-
rito. mila cinquecento, con la modera-
Allorché i Franchi ebbero con- zione dei regali fra gli sposi, ed i

quistate le Gallie , essi lasciaro- rispettivi parenti. Ma questa pram-


DOT DOT 23 t

matica poco si mantenne in vi- illecito, e simoniaco di esigere de-


gore, per la facilità eolla quale si naro, ed ogni altro bene tempo-
derogava all'osservanza, e per le rale sia per la vestizione, sia per
frequenti dispense che su ciò si do- la professione, provvidero i conci-
mandavano. Anche Sisto V prese li, ed i Pontefici, e vi sono le re-
provvidenza sulle dotazioni delle gole nel diritto ecclesiastico; giac-
romane, prescrivendo la somma di che lo stato religioso è cosa spi-
scudi cinquemila cinquecento non , rituale, atteso che quelli , i quali
che dispose prammatica sui convi- abbracciano questo stato, si dedica-
ti nuziali, sulle carrozze, ec. Il Zac- no interamente a Dio, ed al suo
caria, nella Storia Letteraria d'I- servizio. Il secondo concilio di Ni-
talia tom. Ili, lib. II. cap. II. num. cea, celebrato nell' anno 787, di-
5, tratta delle doti de'tempi andati, chiara le pene da infliggersi alle
dice quanto fossero basse al para- abbadesse , che trasgrediscono su
gone di quella de nostri, ne rap- questo punto le leggi ecclesiastiche.
porta alcun esempio, e deplora il 11 canone 64 del concilio generale
sistema de'nostri tempi, che do- le Lateranense IV egualmente emanò
ti sono la rovina delle famiglie, che provvidenze sul ricevimento delle
talvolta appena bastano per le pri- religiose ne'monisteri, col cap. quo-
me spese le quali si fanno dagli sposi niam 4o de Simonia. Si può e-
nel l'accogliere in loro casa le mo- ziandio vedere la decret. lib. 5, tit.
gli, pei vezzi, pegli abili, per le gio- 3. De Simon, cap. 3o, emanata da
je, pei conviti ec. Così parla anco- Innocenzo III, e diretta all'arcive-
ra sulle doti delle monache, trop- scovo di Cantorbery, che a lui a-
po copiose. Il Patrizi pubblicò in veva ricorso per siffatti abusi. Ur-
Napoli nel 1766: De recta dotiuni bano V in una decretale, adottata
monasLìcariim ratione ineunda con- e rinnovata dal successore Grego-
sultalio, cimi adnotat. V. Mona- rio XI, tratta come abuso detesta-
che. bile quello di domandare sia di-
La dote, o dotazione religiosa, è rettamente o indirettamente, o di
ildenaro, che una donzella dà al esigere dalle persone che fanno pro-
monistero per essere mantenuta nel fessione nella vita religiosa, denaro,
medesimo , e che deve essere im- gioie,posti, o tutt'altra cosa, quan-
piegalo al suo nutrimento, ed al d'anche questo fosse per applicarlo
suo mantenimento. Non è mai sta- ad usi pii. Egli proibì, sotto pe-
to proibito, ne stimato simoniaco na scomunica, il farlo in avve-
di
il dare i suoi beni ai monisteri, nire, permettendo solamente di ri-
in cui si fa professione religiosa, cevere con rendimento di grazie
purché questa sorte di donazioni quello, che le persone offrivano vo-
sieno libere e volontarie, e non si lontariamente, con una liberalità
facciano né come prezzo, né in con- piena ed intera, ed ogni conven-
siderazione della vestizione o della zione cessante. Exlr. e. 25 de Si-
professione, ne con istipulazione sia monia.
da parte di quelle, o di quelli che Ma si dirà forse: la povertà dei
si fanno religiose, o religiosi, sia conventi, e monisteri, non è dessa
da parte dei monisteri, che ammet- uua ragione sufficiente per autoriz-
tono gli uni, o le altre. Sul modo zare questa sorte di esazione? Il con-
a3* DOT DOT
cilio di Trento, Sess. a 5 de regu- s. Agostino, fu stabilito, quod
dine di
lar. cap. 3 , volendo
a ovviare » quando recipitur aliqua ad ino-
questo inconveniente , ordinò che » nasterium, de dote intrantis ad
nei monisteri tanto di uomini che » monasterium accipiantur decem
,

di donne, sia ch'essi posseggano be- » librae, et dividantur inter ipsas


ni immobili , sia eh' essi non ne » moniales ". Su questo punto può
posseggano punto, non venisse am- consultarsi Benedetto XIV, de si-
messo in avvenire un maggior nu- nodo dioecesana, nel quale parlan-
mero di persone di quello che pos- do delle doti monastiche , assegna
sa comodamente sussistere colla la regola da osservarsi sul quanti-
rendita, che appartiene al moniste- tativo, ed osserva che i monisteri
ro, e colle limosine, le quali vi si a fronte delle che
replicate doti,
fanno ordinariamente. Ripetiamo, vi ricevono dalle monacande, giammai
sono i modi e le regole che per- sovrabbondano di rendite per le
mettono ai conventi ed ai moni- cause, cui anche accenna.
steri di ricevere le dotazioni, perchè Non mai abbastanza saranno lo-
servano a ciò ch'è necessario al man- dati coloro, i quali con religiosa ge-
tenimento ed a nutrimento di quel- nerosità, e con testamentària di-
li, che abbracciano lo stato religio- sposizione, ed anche vivendo, asse-
so. V, s. Tommaso in 4> disk i5, gnarono pingui rendite per dota-
quaesk 3 art. 3, ad 4i Hermant, zioni annuali, o per qualche ricor-
nel suo Trattato della condotta ca- renza, sia per facilitare le mona-
nonica della Chiesa pel ricevimen- cazioni, che i maritaggi, assegnan-
to delle figlie nei monisteri, Pari- do principalmente l'amministrazio-
gi 1670. Chi più desidera intorno ne di esse rendite, come la distri-
a questo argomento, legga l'opera buzione dei sussidi dotali, ad arci-
del dottissimo Lupo, de simonia mo- confraternite, ed altri pii luoghi o
nasteriorum, Bonino, Merbesio ed nazionali. Da ciò sommi sono i
altri. Il Cardinal Giacomo di Vi- vantaggi, che ne risente la società,
triaco , hist. occidental. , cap. 1
5, massime la classe bisognosa. Di
riprende aspramente quelle mona- siffatte pie e benemerite istituzioni

che » quae passim et publice prò si tratta in parecchi articoli del


** miserabilium coenobiorum ingres- Dizionario, ed anche in questo pun-
« su pecuniam exigunt, allegantes to si distingue Roma pel suo gran-
»* suam paupertatem: et de simo- dissimo numero di dotazioni largi-
» niae pessimo crimine non curan- te. Dal rapporto e tabella preventi-
** tes, domum orationis in forum va delle rendite, e spese per l'an-
»» negotiationis convertunk Narra il no corrente i843 della sola vene-
Garampi, nelle sue Memorie p. 5i5, randa arciconfraternita della ss. An-
che nel monistero di s. Cosimato nunziata di Roma risulta, che nel
di Roma trovò assegnati da Car- detto anno il sodalizio conferirà
duccio di Montefalco nel 1 383 doti per quindicimila cento cin-
cento fiorini prò eleemosyna Marga- quantasette scudi, e baiocchi trenta.
ritae Jiliae suae futurae monialis in 11 Piazza Dell' Eusevologio Romano,
dicto monasterio. In certi statuti, fatti ovvero delle Opere pie di Roma,
nel 1 344 dalle monache del moniste- ivi stampato nel 1698, nel tratta-

ro di s. Caterina di Roma dell'Or- to XI, capo X, riporta la nota


DOT DOT 233
delle doti, che si distribuivano alle verare alcuno nel numero dei dot-
povere zitelle di Roma per mona- tori, e dargli i privilegi del dotto-
carsi, o maritarsi, da compagnie, rato. Sovente si nominano nei no-
università, e luoghi pii in diversi stri antichi scrittori i dottori di me-
tempi dell'anno. All'articolo Dottri- dicina, i dottori delle leggi ec. ; e
na Cristiana (Vedi) si parla dei tutti questi godevano somma di-
requisiti, che nelle zitelle si richieg- stinzione. Poscia si diede il nome
gono per conseguire sì fatte dota- di dottore ai maestri, od a qua-
zioni, non che delle doti del Lotto lunque persona che insegnava. Dot-
di Roma (Vedi). Pel novero delle tore è propriamente quello, ch'è ap-
dotazioni, le quali si distribuiscono provato con esame dopo di essere
al presente in Roma , abbiamo passato per tutti i gradi di una fa-
molte notizie dal chiarissimo mon- coltà, e che ha potere d'insegnare una
signor Carlo Luigi Monchini de- : scienza. Il Bernini, del tribunale della
gl'istituti di pubblica carità ed i- Rota, p. 3, dice che i dottori ec-
struzione primaria, e delle prigio- clesiastici dalla furono antichità
ni di Roma, pubblicati nel corren- chiamati con diversi nomi, cioè Se-
te anno. Ne tratta egli particolar- niores Consiliarii, e Decurione s rei-
mente nel voi. 1, p. 21 3, con una publicae, e che negli Atti degli A-
discussione sull'utilità di dotare. Al- postoli si fa spesso commemorazio-
cune regole sulle doti per lo stato ne di questi ecclesiastici seniori, co-
pontificio, si porgono nella Raccol- me di giudici distinti dagli aposto-
ta delle leggi, che si va pubblican- li ; indi a pag. 119, riporta le pa-
do nell' odierno pontificato. Vari role di s. Epifanio, in Panario hae-
poi sono i trattati di giurispruden- res, il quale così parla di tali se-
za sulle doti, e tra gli altri abbia- niori: Quod candidi UH,
ac san-
mo Henelii Traclatus de jure do- tissimi Dei Ecclesiae doctores au-
talitiis cum mantissa de communione dientes hunc in modum responde-
honorum inter con/uges, Lipsiae, runt. Laonde il titolo di Seniori
1 66o, e quello del Bossi, Tractatus ancora durava nel quarto secolo.
de Dote, Lugduni 1674» non che Presso i greci il titolo di dottore
il Fanucci, nel suo Tractatus de è pure un titolo di dignità, od of-
lucro dotis, Lugduni i562. fìzio ecclesiastico. Essi chiamano
DOTTOJNE (s.). In una delle dottore del vangelo quello, che in-
isoleArcadi fondò questo santo nel terpreta i vangeli ; dottore dell' a-
sesto secolo un gran monistero, il postolo, quello che interpreta l' e-

quale porta ancora oggidì il suo pistole di Paolo ; dottore del Sal-
s.

nome; fu egli creato abbate, e vis- terio, quello che interpreta i sal-

se molti anni, attendendo sempre mi ; questo provenne dal leggersi,


con gioia il momento di unirsi al che si faceva nella Chiesa i vange-
suo Dio. Mori nell'età di circa cen- li, l'epistole, i salmi, cui il vescovo
t'anni. La sua festa è segnata il spiegava dipoi, e che quindi spie-
giorno q aprile. garono i preti. Dottore della Chie-
DOTTORE, Doctor. Persona, sa (Vedi) è titolo di onore, che si
eh' è stata onorata delle insegne, e dà ad alcuni santi padri, le cui dot-
del grado e dignità del dottorato; trine sono state più generalmente
quindi dottorare si disse lo anno- adottate e sostenute dai teologi, e
>V, DOT DOT
poi autorizzata dalla Chiesa, per dottori ebrei sedevano su stuoie,
ave» difeso i suoi donimi, confu- eh' erano sopra il pavimento. Da
tando gli errori contro di essi. Filone si apprende, che nelle sina-
Presso gli ebrei i rabbini sono i goghe si sedesse conordine, met-
dottori. Il nome di rabbino è un tendosi i giovani a' piedi de' vecchi.
titolo di dignità che si diede ai mae- I letterati della vecchia legge, os-
stri, ai dottori, ai primi di una sieno i dottori di essa, erano gli
classe, ai principali uffiziali della Scribi,ed i Farisei, i quali inter-
corte, di un principe, di qualun- pretavano la legge di Mosè. 11 p,
que specie essi fossero. La voce Rab Menochio, nel t. I, p. 56g, delle
significapropri amente maestro, ov- Stuore, tratta al cap. XXXIV,
vero colui eh' è più distinto, e Ru- » Se Cristo quando sedette di do-
biti n è il plurale. Vi sono molti » dici anni nel tempio fra i dot-
gradi per giungere alla qualità di » tori, fu collocato a sedere sopra
rabbino, come presso di noi per » di un trono sublime come lo
conseguire la laurea di dottore. » rappresentano i pittori; e se ap-
Chiamasi Cacham, o sapiente, il » presso gli ebrei, e con quali par-
capo della scuola ; Bachur, o elet- » ticolari cerimonie si conferiva il

to, colui quale aspira al dotto-


il * dottorato",
rato ; Cabar di Rab, ossia compa- Il p. Lorino, sopra il cap. degli
gno del maestro, è colui il quale Atti aposl. ver. 34, stima proba-
è più avanzato; finalmente Rob o bile, che gli ebrei fossero soliti di
Rabin, e morena, nostro maestro, conferire il grado di dottore con
è quello il quale è più versato nel- qualche rito particolare, e solenni-
la scienza della tradizione. Quindi tà al modo, che si usa oggidì nel-
tra gli ebrei si considera come una le università, e che a quelli, i qua-
vani là cercare il dottorato, non se li fossero creati dottori, si assegnas-
ne fa alcun esame^ e la voce pub- se qualche stipendio, e si concedes-
blica accorda il titolo di Cacham, sero alcuni privilegi. Il Baronio, al-
o di sapiente a quelli, che si ve- l' anno 5i, num. 66, spiegando
dono occupati ad istudiare la leg- quelle parole di s. Paolo nell' epi.st.
ge ; però in alcuni luoghi V uso in- ad Timot., e. i : Admoneo te ut re-

torno a ciò è diverso. Il Cacham suscites gratiam Dei, quae est in


rab, o maestro rabbino, decide di teper impositìonem manuum mea-
qualunque questione, predica se ne rum, dice, che non dobbiamo sti-
(è capace, è il capo delle accade- mare, che questa imposizione di,
mie, occupa il primo luogo nelle mani fosse una semplice, e nuda
sinagoghe, e può scomunicare i dis- cerimonia quale era che
quella ,

ubbidienti. Nelle scuole i rabbi ui per testimonio di Natan Rabbino


erano seduti su di una cattedra e- nel Talmud (Fedi), facevano gli
levata, e gli scolari seduti ai loro ebrei, allora quando creavano al-
piedi, come narra
Paolo parlan- s. cun dottore. Radunato il collegio
do di Gamaliele. Matth. 2 3, In s. de' senatori e de' maestri tutti met-
6, Gesù Cristo rimprovera ai rab- tevano essi successivamente l'uno
bini la loro vanità, e smania per dopo l'altro la mano in capo al
le distinzioni. Abbiamo da s. Am- nuovo dottore ; ma l' imposizione
brogio, che gli scolari di siffatti fu fatta a Timoteo per conferirgli
DOT DOT 235
l'ordine sagro. Osserva il p. Me- detto il maestro delle sentenze. In
nochio, che dalla Scrittura non si quanto all'Inghilterra, crede lo Spel-
può ricavare qual cerimonia si u- man, che la parola dottore non co-
sasse nella promozione al dottora- minciasse a divenire un nome, od un
to, e perciò non approva, ne riget- titolo di grado in quella provincia
ta le asserzioni del rabbino. Gli stu- se non sotto il re Giovanni verso
dii poi de' rabbini hanno per og- l'anno 1207. Altri però attribui-
getto o il testo semplice della leg- scono all'anno ii5j, e al veneran-
ge, oppure la tradizione, o la ca- do Pontefice Eugenio III, la istituzio-
bala, cioè la teologia misteriosa ne da lui fatta nelle accademie, e
citila Scrittura : i quali studi for- Università (Fedi), per eccitare gli
mano altrettante specie di dottori, studenti al diritto canonico, dei gra-
o rabbini, di cui gli uni sono chia- di di Baccelliere (Vedi), Licenziato
mati caraiti, o letterati ,
gli altri (Vedi), e di Dottore con diversi
rabbaniti, e gli ultimi cabalisti. privilegi, come riporta il Pagi a
Ritornando ai nostri dottori, il detto anno nuin. io. Intorno a
titolo di dottore, secondo gli scrit- questo si possono consultare il Bu-
tori poco a-
francesi, fu introdotto leo, saec. IV, hist. universitat. Pa-
vantj la metà del secolo XII per ris.; il p. Sarti de dar. profess.
farlo succedere a quello succennato Bonon. t. I, par. I, pag. 267. Pro-
di maestro eh' era divenuto troppo va egli, ch'è falso quanto da molti
comune. Questo può essere avve- si afferma, cioè che i gradi scola-
nuto in Francia, ma non già in stici di dottore e di altre simili
Italia, ove il titolo di dottore ebbe appellazioni, e la maniera di con-
un' origine assai antica, essendosi ferirli, fosse ritrovamento del cele-

applicato, come dicemmo, anche ai bre monaco Graziano ; ma i dot-


padri della Chiesa. Soltanto dopo tori de' decreti non veggonsi ram-
il secolo XII, e ne' successivi, il ti- mentati prima d'Innocenzo III. Di-
tolo di maestro diventò comune tra ce il Tiraboschi, Storia della leti,

i letterati, e i professori delle scien- ital. t. IV,


Ili, lib. p. 346, che
ze, specialmente tra i medici e tra il Bohemero poteva far di meno
i giureconsulti. di comporre un'orazione, jur. can.
Lo stabilimento dei gradi del t. I, p. XIV, su questa supposta
dottorato, come in molte universi- invenzione di Graziano.
tà europee anche oggi
si pratica Soltanto in tempi posteriori, e
giorno , si ad Irnerio
attribuisce nella decadenza delle lettere, e dei
professore di Bologna, che ne stese buoni studi, si aggiunse al titolo
il formolario. A Bologna si fece pu- di dottore qualche epiteto distinto,
re la prima istallazione di un dot- affine d'indicare particolarmente in
tore, o la cerimonia solenne del che consistesse il merito della per-
dottorato, nella persona di certo sona, la quale era insignita di quel
Bulgaro, ch'era già professore di grado. Quindi vennero le denomi-
diritto. Si nota, che l' università nazioni di dottore irrefragabile, e
di Parigi diede questo esempio per di fontana di vita attribuite ad A-
la prima volta l'anno 11 45, nella lessandro Hales; il titolo di padre
circostanza della istallazione del ce- del diritto, e monarca delle divine
lebre Pietro Lombardo, che fu poi ed umane leggi, attribuito ad In-
2 36 DOT DOT
nocenzo IV; il titolo di dottore luoghi bastino quattro in forza dei
angelico dato a s. Tommaso d'A- privilegi accordati dai romani Pon-
quino; quello di dottore serafico, tefici. In altre università, prima di
a s. Bonaventura; quello di dotto- fare il pubblico
esame, sogliono
re sottile comunemente applicato a rimettere dottorando ad uno dei
il

Scoto ; quello di dottore illuminato, dottori del collegio, il quale veda


dato a Raimondo Lullo ; quello di se è idoneo; ed approvato da quel-
dottore mirabile, dato a Roggiero lo, si fa la funzione. Per ovviare
Bacone ; quello di dottore singo- gli abusi intorno ad una materia

lare dato a Guglielmo Ocamo; tanto importante alla Chiesa, ed


quello di dottore refulgido a Pie- allo stato, gli stessi sommi Ponte-
tro Filargo, poi Alessandro V; fici hanno provveduto con oppor-
quello di dottore e teologo acu- tuni rimedi. Giulio III, colla sua
tissimo , ed oratore egregio , dato costituzione Cum sicut, data ai 6
a Sisto IV, per non dire di altri. febbraio i55i, riferisce 1' abuso
Non si saprebbe bene determinare, de' suoi tempi, cioè che molti igno-
perchè Giovanni Gersone, e il Car- ranti del diritto canonico e civile
dinal di Cusa, fossero detti dottori aspiravano al grado del dottorato
cristiani, in mezzo a tanti altri indebitamente, col pretesto che at-
cristianissimi ; ma questo fu forse tendendo in qualche università di
un effetto del capriccio, come lo studio generale, avessero fatto pro-
qualificano alcuni ; capriccio che fe- fitto, e fossero idonei, e quindi e-
ce pur dare a Dionisio Cartesia- storcevano dal Papa e dalla santa
no il nome ancora di dottore esta- Sede la licenza di poter ricevere
tico. la laurea del dottorato nella curia
Pompeo Sarnelli, nel tomo V romana da qualche prelato, o per-
delle Lett. Eccl inserì la lett. IX: sona privilegiata, e costituita in di-
Che per ottenere le dignità eccle- gnità ecclesiastica, e col pretesto di
siastiche, quali richiedono il gra-
le essa, e senza altro, si facevano pro-
do del dottoralo, deve riceversi in movere al grado di dottore, contro
pubblica università. Dice egli per- il disposto de' sagri canoni, e delle
tanto, che quelli, i quali hanno ad leggi. Da provenivano molti in-
ciò
essere promossi alle dignità eccle- convenienti, ed il clero era pieno
siastiche, per cui si richiede il gra- d' ignoranti, conseguendo que' bene-
do del dottorato, debbono ottener- fizi, e magistrature inerenti ai pri-
lo nelle pubbliche università. E la vilegi de' graduati. In tal modo,,
ragione è, che non
presume a- si con detrimento della giustizia veni-
vere tale scienza, chi non è pub- vano defraudati ed avviliti i veri,
blicamente esaminato, il qual esa- e meritevoli dottori. Perciò Giulio
me dev' essere triplicato prima dal ,
III dispose, che in Roma il solo
proprio maestro, inoltre soggiunge collegio degli avvocati concistoriali
doversi fare qualche disputa in pub- potesse dottorare in legge canonica
blico, come sogliono praticare i pro- e civile. Poco dopo il Pontefice Pio
fessori nel collegio, o studio gene- IV, colla costituzione 88, In sacro-
rale. E per fare un dottore ci vo- santa b. Petri, istituì la forinola,
gliono almeno sette dottori, benché e professione di fede da emettersi
in Perugia, Siena, Pisa, ed altri da qualunque persona, che fosse
DOT DOT 23 7
promossa a qualsivoglia magistero 2, de reformat, aveva stabilito:
di scuole pubbliche. >* Quicumque posthac ad Eccle-
Papa s. Pio V, colla costituzio- » sias cathedrales erit assumendus
ne Super gregem, prescrisse ai me- >* etc. , antea universitate studio-
dici il giuramento prima di riceve- w rum magister, sive doctor, aut
re la laurea dottorale, l'osservan- *» licentiatus in sacra theologia, vel
za della quale costituzione fu anche *»jure canonico merito sit promo-
rinnovata dipoi, nel concilio roma- » tus, aut publico alicujus acade-
no celebrato da Benedetto XIII nel « miae testimonio idoneus ad alios
1725, Tit. 32, de Poeniten. et » docendos ostendatur". Laonde a
Remi*, cnp. I. Inoltre s. Pio V, tenore del Tridentino la sagra con-
coli' autorità della bolla Quamvis gregazione del concilio ha dichia-
a sede apostolica, emanata il pri- rato più volte, che ad effetto di ot-
mo di giugno i568, rivocò tutti i tenere benefizi, e dignità ecclesia-
privilegi conceduti dalla Sede Apo- stiche, nelle quali per disposizione
stolica di crear dottori, licenziati, di quel santo concilio si ricerca il

maestri, conti palatini, e diversi al- grado del dottorato in legge cano-
tri titoli, e gradi, perchè si trala- nica, o in teologia, s' intenda sola-
sciava l'esame necessario nel con- mente de' dottorati conseguiti in
cedere i gradi del dottorato, e vol- qualche pubblica università appro-
le che i dottori, e graduati da quel- vata, non de' graduati de' couti pa-
li non godessero del privilegio in latini, ed altri, i quali hanno somi-

quanto alla dignità, ed altri bene- glianti privilegi di dottorare. Di


fìzi, acciocché la repubblica, e la quelli, ch'esercitavano il privilegio
Chiesa non restassero pregiudicate in di dottorare, si tratta a' rispettivi
cosa di tanto rilievo. In seguito Si- articoli del Dizionario, come si fa
sto V, con la costituzione Sedis a- parola di quelli, che tuttora lo go-
postolicae, data a' 7 febbraio i586, dono colle debite norme, e prescri-
confermò tutti i privilegi de' sette zioni. Con pari dottrina ed erudi-
Protonotari apostolici (Vedi), del zione il lodato Sarnelli, nel citato
numero de' partecipanti, e tra le tomo, dà la X lettera
ci Se il :

altre cose concedette loro, che tutti, vescovo possa assumere alla pre-
o ciascuno di essi, potessero dotto- benda teologale un dottore di legge
rare in legge canonica e civile, in canonica.
teologia, e medicina, purché aves- Clemente XII, mediante la co-
sero due o tre dottori assistenti in stituzione, In verbo Dei, emanata
ciascuna facoltà, dai quali venisse- nel 1733, Bull. Rom. t. XIII, p.
sero i dottorati diligentemente esa- 353, concesse ai religiosi domeni-
minati, ed approvati, e questa fun- cani, il privilegio di poter conferi-
zione valesse loro come se l'aves- re a' secolari, che per tre anni fre-
sero fatta in qualunque università, quentato avessero le loro scuole di
con questa eccezione, praeterquam teologia, la insegna di dottore in
auod habilitatem ad cathedrales ec- questa facoltà, colle medesime so-
clesias, giacché il Papa si dichia- lennità, le quali sogliònsi praticare
rava concedere cose concilii Tri- nelle pubbliche accademie. Quando
dentini decretis minime contraria. Pio VII, nel 18 1 4> ritornò aldo-
Già tale concilio, nella sess. 22,, e. minio de' suoi stali, non potendosi
233 DOT DOT
dal suo ripristinato governo rico- nini, nell'opera sum mentovata, par-
noscere le lauree dottorali, magiste- la a pag. 171, che i dottori sono
ri nelle facoltà legale, medica, e molti di nome, e pochi di fatti.
nelle arti, ottenute in tempi dei Così il Sarnelli, nel t. Ili, p. i3g,
cessati governi stranieri, perchè con- dice che il dottore ignorante è co-
ferite illegittimamente, e senza la me se non fosse. Nella sua opera
memorata professione della fede il Clemengis, facendo parola delle
prescritta nella costituzione di Pio berrette de' dottori, dice che non
IV, e rispetto ai medici per esser- è la cappa, ne la berretta magi-
si trascurato il previo giuramento strale, né la cattedra che faccia il

giusta la bolla di s. Pio V, Super dottore V. Brancacci de jure


.

Gregem 3 e per altre mancanze ai saggi docloratus. Dalla storia de uni- W


regolamenti pontifici, il detto prov- versità di Oxford di Wood, ab-
vido Pontefice colla notificazione dei biamo che in quella università, e
3o giugno, inserita nel numero 77 nell' altra di Cambridge, vi sono i
del Giornale romano , fece pubbli- gradi, e le dignità accademiche anche
care, ed ordinare, che tutti i lau- nella musica, cioè dottori, e baccel-
reati in tempo
governo fran-
del lieri, i quali furono introdotti nella
cese, presentassero nel termine di Inghilterra, oltre a quelli delle al-
due mesi le loro patenti per mino- tre quattro facoltà, subito dopo il
rarne il tenore adesivamente alle regno di Eurico II, che morì nel
istruzioni, che verrebbero comuni- .189.
cate ai rispettivi revisori. Oggidì, Termineremo col riportare al-
oltre che nelle facoltà di teologia,, cune cerimonie sul conferimento
di jus civile, di jus canonico, filo- del grado di dottore, alle quali il
sofia,medicina ec. , si laurea ed candidato deve far precedere la
addottora anche in chirurgia, loc- pubblica professione di fede, ed il

chè si praticava fino dagli ultimi giuramento menzionato. Sei ceri-


anni del secolo passato. Questo gra- monie principalmente si fanno nel
do nello stato pontificio si conferi- conferire il grado del dottorato :

sce nelle rispettive università dagli queste consistono nel far sedere in
arcicancellieri , in Roma dal Cardi- cattedra magistrale quello che de-
nal camerlengo , in Bologna dal- v' essere promosso, nel dargli i li-

l'arcivescovo dietro la matricola ri- bri prima chiusi, e poi aperti, nel
lasciata al candidato dal collegio porgli l'anello d'oro con gemma
medico-chirurgico. Sulle lauree pei di smeraldo al dito (V. Anello
chirurghi dello stato pontificio, si de'Dottori), nel dargli il bacio in
parla al voi. XIII, p. 108, del fronte, nel porgergli la berretta
Dizionario^ Chirurgo.
all' articolo nera dottorale (della quale si par-
Sulle leggi posteriori relativamente la al voi. V, pag. i56, del Di-
a questo argomento pei domimi zionario) in capo, e nel dargli la
della santa Sede, si può consultare benedizione. Tutte queste cerimonie
Collectio legum et ordinationum de sono simboliche, ed hanno il loro
recta sludiorum ec, pubblicata nel significato. Il sedere in cattedra si-

184 1 , dall' odierno segretario della gnifica l'autorità, che riceve d'in-
sagra congregazione degli studii segnare agli altri quelle cose, che
monsignor Prospero Caterini. Il Ber- egli ha studiato ed appreso col fre-
DOT DOT 23 9
quenlare le scuole dell' università, la benedizione è una fausta pre-
in quella facoltà alla quale si è ghiera, ed augurio di prosperità
applicato. L' alto ancora del sedere nelf esercizio dottorale, della quale
è misterioso, perchè il riposo del deve farsi molta stima. Andrea Ai-
corpo può significare la quiete del- ciato, in un grazioso epigramma
l' animo, che serve all' acquisto ed latino, descrisse maggior parte
la
esercizio delle scienze, volendo le di queste cerimonie, e brevemente
leggi civili, e canoniche, che il giu- dice del loro significato, del quale
dice sedendo pronunzi le sentenze. discorre pur anche con copiosa, ed
Si danno al dottore i libri chiusi interessante erudizione, il p. Meno-
per significare le difficoltà che si chio nel tom. II, p. 4^3, e seg.
incontrano nell' esposizione delle delle Stuore, o trattenimenti erudi-
leggi, e delle scienze tanto profane, ti. Diremo per ultimo, che monsi-
quanto sagre. L'anello può signi- gnor Gaetano Marini, Archiatri
ficare lo sposalizio, che il novello Pontificii, t. II, p. ha pub- 112,
dottore professa colla sapienza; tut- blicato un breve Martino V,di
tavia può anche simbolo di
essere diretto al maestro Andrea de Ali-
nobiltà, la secondo alcuni,
quale, feriis, in cui si espone principal-
si acquista col grado del dottorato, mente, che, chiuso il libro della
dj che eruditamente tratta il Tira- scienza medicinale, dipoi lo conse-
quello nel trai, de nobilitate cap. gnò aperto, indi impose sul suo ca-
1, ove riporta il detto di Cassio- po il berretto, ossia diadema dot-
doro, lib. 7, epist. y doctrina fa- : torale, ponendogli poscia in dito
cileexornat generosum, auae eliam l'anello, ciò che venne seguito dal
ex obscuro nobilem facil. Qui no- bacio di pace, e dalla magistrale
teremo, eh' è proibito di celebrare benedizione.
la messa coli' anello dottorale, il DOTTORE della Chiesa. Tito-
quale non è sagro per non essere lo d' onore, che si dà ad alcuno
benedetto ; fuori della messa n' è Padri (Vedi), i quali han-
de' santi
permesso 1' uso. Il bacio nella fron- no maggiormente scritto, e la cui
te, più che nella guancia, può es- dottrina è stata la più autorizzata
sere fatto per atto di riverenza, e nella Chiesa, e più generalmente se-
per protesta di stima della dottri- guita, per avereenergicamente di-
na, e sapienza che nel capo del feso qualche domma
della medesi-
dottore riconosce colui, il quale gli ma Chiesa, e confutato qualche er-
dà le insegne di questo grado. La rore. Vi sono quattro principali
berretta, che si pone in capo al dottori della chiesa greca, cioè i

nuovo dottore, significa la laurea, ss. Atanasio, Basilio il grande, Gre-


vale a dire la corona dovuta agli gorio di JXazianzo, e s. Gio. Cri-
uomini letterati. Questa berretta sostomo vescovi ; e sei principali
quadrata è diversa dalla clericale, della chiesa latina : i più antichi
eh' è a tre spicchi. La berretta dot- sono i ss. Ambrogio vescovo, Gi-
torale significa ancora, il jus do- rolamo prete, Agostino vescovo, e
cendiy cathedras ascendendi, di po- Gregorio I il Magno Papa; gli al-
ter insegnare, ascendere le cattedre, tri due sono s. Tommaso d' Aqui-
interpretare, e glossare i testi, sic- no domenicano, e s. Bonaventura
come spiegano alcuni. Finalmente conventuale Cardinale vescovo. Fu
^4o DOT DOT
s. Pio V che, nel 1567, coll'auto- aprile, Credo, come a dottore del-
il

rità della bolla Mirabilis Deus, la Chiesa. Alcuni proponevano, nel


sotloseritta da trentacinque Cardi- 1294, a Bonifacio Vili, che con-
nali, dichiarò quinto dottore della cedesse un tal titolo a questo san-
Chiesa latina s. Tommaso d'Aqui- to in preferenza dis. Ambrogio, ov-

no, concedendogli il rito doppio vero che lo dichiarasse dottore do-


maggiore proprio de' dottori. Sisto po i suminentovati quattro, dal me-
V poi, nella basilica vaticana, col desimo Papa formalmente ricono-
disposto della costituzione Trium- sciuti per principali dottori. Sono
phantis Hierusalem nel i588, an- venerati inoltre per dottori dalla
noverò con gran solennità s. Bona- Chiesa s. Leone I Papa il Magno,
ventura tra i principali dottori di Anselmo vescovo, e Pier Crisologo
s. Chiesa. Questi due Pontefici a- vescovo. Da ultimo, ad istanza dei
vevano appartenuto agli Ordini re- rispettivi Ordini religiosi, Leone
ligiosi de' due santi dottori, in o- XII dichiarò dottore della Chiesa
gnuuo de' quali in Roma a loro s. Pier Damiani camaldolese Car-
onore vi sono il Collegio di s. Tom- dinal vescovo, e Pio VII dichiarò
maso d' Aquino (Pedi), ed il Col- dottore s. Bernardo abbate cister-
legio di s. Bonaventura (Vedi), as- cense, chiamato il dottore melli-
sai fiorenti. fluo.
Bonifazio Vili, nel 1295», in DOTTRINA Cristiana. Chiamasi
cap. unic. De Reliquiis, et venerai, dottrina quella di qualunque re-
sanctor. in 6, ordinò che in tutta ligione, e ciòche insegna tanto sul
la Chiesa si celebrassero con rito domma, quanto sulla morale. V.
doppio le feste dei quattro dottori il Bergier, all'articolo Dottrina.
principali della Chiesa latina, che La dottrina cristiana poi è la dot-
allora erano Gregorio I, Ago-
i ss. trina insegnata da Gesù Cristo, e dai
stino, Ambrogio, e Girolamo. Quin- suoi apostoli. Che Gesù Cristo, e
di Gregorio XI, nel 1878, come gli apostoli abbiano insegnato il ta-
abbiamo dal Burio, 61 vita Grego- le, e tale punto di dottrina, è un
rii XI, comandò che nella messa fatto, che è suscettivo delle stesse
de' santi dottori si dicesse il Credo. prove, e della stessa certezza, che
IVel 1667, il Papa Alessandro VII, qualunque altro, perchè non è sta-
nel far racchiudere dal celebre Ber- ta mai rinchiusa nel secreto di una
nini la cattedra di s. Pietro nella scuola, affidataad un piccolo nu-
sontuosissima macchina di bronzo mero di discepoli, circoscritta in un
dorato, che ammiriamo nella basi- luogo; ma ella è sempre stata pre-
lica vaticana, volle che quattro sta- dicata pubblicamente nelle assem-
tue colossali dello stesso metallo, blee dei fedeli dagli apostoli fino a
rappresentassero i ss. dottori Ata- noi. La dottrina cristiana è con-
nasio, e Gio. Grisostomo della chie- servata nei monumenti tanto anti-
sa greca, e Ambrogio, ed Agostino chi come il Cristianesimo (Vedi),
della latina. Innocenzo X11I, nel nei vangeli, nelle lettere degli apo-
172 1, ad istanza del re di Spagna stoli, negli scritti de' loro successori,
Filippo V, ordinò che nella messa nella professione di fede, ne' decreti
di s. Isidoro, vescovo di Siviglia, de' concilii.
si recitasse nella sua festa, ai 4 di Sulla conformità di questi mo-
DOT DOT 241
numeriti tra essi, e colla viva istru- principale scopo dei quali istituti è
zione dei pastori la Chiesa (Vedi) quello di catechizzare il popolo, e
riposa, afferma, ed insegna, che la d' imitare gli apostoli insegnando
sua dottrina è perpetua, immuta- agl'ignoranti i misteri della nostra
bile,ed inviolabile. Questa dottri- fede, non che di educare la gioven-
na è intimamente unita alle ceri- tù nella pietà e nelle lettere, co-
monie della Chiesa , alle pratiche me meglio si dice all'articolo Dot-
del culto pubblico, le quali cerimo- trinari chierici secolari della Dot-
nie sono in sostanza la professio- trina Cristiana Congregazione (Fe-
ne di fede del culto esterno. La di).Ivi pure si parla della congre-
dottrina cristiana è necessariamente gazione della dottrina cristiana, fon-
cattolica,ovvero univer-sale. Laon- data in Roma principalmente da
de ogni dottrina, che non ha questo Marco de Sadis Cusani, e da En-
carattere, non appartiene alla fede rico Pietra, e Cacciaguerra, ambe-
cristiana. V. Cattolica. Così il Ber- due sacerdoti di s. Girolamo della
gier Diz. encicloped. all' articolo Dot- Carità, e da Cesare Baronio, della
trina Cristiana. V. inoltre Cate- congregazione dell'oratorio, poi Car-
chismo Romano. dinale. Poco appresso, e nel ponti-
Il Pontefice s. Pio V, in adempi- ficato di Clemente Vili, ebbe ori-
mento dei decreti del concilio di gine egualmente in Roma, l' arci-
Trento sess. 24» ca P- 4> ordinò colla confraternita della Dottrina Cristia-
costituzione 1 88, Ex debito , data a'6 na. V. Dottrina cristiana arci-
ottobre 1571, Bull. Rom. tom. IV, confraternita, ove pure si parla
§ III, pag. 181, a tutti i vescovi, del libro commesso da quel Pa-
che si adoperassero neh' erezione pa al Cardinal Bellarmino, sulla
delle congregazioni della dottrina istruzione della dottrina cristiana.
cristiana, ad effetto d'istruire i fan- Verso lo stesso tempo in Toscana
ciulli, od ignoranti nella nostra re- il b. Ippolito Galantini fondò un
ligione, ne' buoni costumi, e nella altra congregazione della dottrina
sana dottrina , concedendo qua- cristiana. Il venerabile Innocenzo
rantanni d'indulgenza a* confratel- XI, appena divenuto Papa nel 1676,
li ed che vi si fa-
alle consorelle, raccomandò caldamente alla gio-
cessero ascrivere, ed ogni volta che ventù d'istruirsi nella dottrina cri-
s' impiegassero in un' opera di tan- stiana, ordinando insieme, che per
to merito, ed a quelli che nella stes- la negligenza di tale istruzione, i

sa dottrina s'istruissero. Qui note- chierici non fossero promossi a mag-


remo, che il Cardinal Alfonso, figlio giori ordini, e le donzelle non potes-
di Emmanuello I re di Portogallo, sero abilitarsi al conseguimento delle
morto piamente nel i53o, fu il doti, stabiliteda pii benefattori.
primo ad introdurre nelle chiese Clemente XI, a' 26 luglio 1702,
di Portogallo l'uso d'insegnare pub- con una circolare, diretta a tutti i
blicamente la dottrina cristiana ai prelati d'Italia, diede loro un'istru-
fanciulli. Nel medesimo secolo XVI zione in quattordici capitoli, sopra
ebbero origine per lo zelo del ven. la maniera colla quale dovevano
Cesare de Bus di Cavaillon, le con- insegnare al popolo le cose essen-
gregazioni de' chierici secolari, e ziali della nostra religione, rinno-
regolari della dottrina cristiana, il vandola dipoi, ed accrescendola eoa
VOL. xx. 16
,

242 DOT DOT


dieci altri capitoli, nella lettera cir- 1742, raccomandò strettamente ai
colare, medesimi replicò ai
che a' vescovi la premurosa istruzione dei
iG marzo 1703. Quindi, a' 1 4 set- popoli nella dottrina cristiana, pro-
tembre 1 7 1 3, prescrisse ai parrò- ponendo ad essi il metodo del Car-
chi, di fare almeno ne' giorni festi- dinal Bellarmino, col quale si do-

vi la dottrina cristiana, secondo il vrebbe eseguire, ciò che poi rinno-


metodo del ven. Cardinal Bellarmi- vò nel 1754 con la costituzione
no da Clemente Vili, e da Urba- Cum religiosi^ diretta ai patriarchi,
no Vili comandato in maniera, che arcivescovi, e vescovi d'Italia, e
nessuno si potesse per 1* avvenire colle più ammonizioni, per
calde
presentare al ricevimento delia ere- quello che riguarda l'insegnamento
sine., alla prima tonsura, e le don- di essa a' fanciulli. Indi, agli 8 di
zelle al matrimonio, se non avesse- maggio I745> aprendo egli stesso
ro la fede del parroco di essere la visita apostolica delle chiese di
intervenute alle istruzioni della dot- Roma, incominciando dalla basilica
trina cristiana. Con editto poi dei lateranense, in essa si recò per tre
5 ottobre 17 19, Clemente XI co- giorni consecutivi per eseguirla com-
mandò ai parrochi, che tenessero pitamente, con avere anche fatta
registrati in un catalogo i giovani, l' istruzione della dottrina cristiana
e le zitelle, che dovevano assistere ai fanciulli di quella parrocchia.
alla dottrina cristiana, per mostrar- Clemente XIII, che gli successe nel
lo ai respettivi Ordinari; ed eccitò 1760, condannò X Esposizione del-
vivamente i genitori a mandarvi la dottrina cristiana, pubblicata in
i figli, ed a castigarli severamente Napoli, e con lettera enciclica, di-
nelle mancanze a queste assisten- retta a' vescovi della Chiesa catto-
ze. I fratelli della dottrina cri- lica, gli esortò a servirsi del ca-
stiana, conosciuti meglio sotto il techismo romano, il quale insegna
nome dei fratelli delle Scuole cri' le cose da credersi, e quelle da fug-
stiane (Fedì), istituiti dal ven. Gio. girsi nelle materie spettanti alla
Battista della Salle, ebbero da Be- fede cattolica.
nedetto XI II approvato il loro isti- In Roma ogni domenica nelle
tuto, il quale consiste nel fare la chiese parrocchiali i rispettivi cu-
scuola, nell' insegnare il catechismo, rati, assistiti da un deputato visi-

nel leggere, nello scrivere, nell'arit- tatore e da altri ecclesiastici, o dai


metica, e nella lingua italiana, es- maestri regionari e dai chierici
sendo loro precipuo fine l'istruzio- che abitano nella parrocchia, istrui-
ne del basso popolo. Fra tutte le scono nella dottrina cristiana, e in
istituzioni inspirate dalla carità cri- luoghi separati i giovanetti e le
stiana,da quella sovrumana virtù, donzelle nelle prime ore pomeri-
che inspirata da Dio, abbraccia e diane, e divisi per classi secondo
cielo e terra, una delle più gran- l'età, e la capacità, affinchè gl'istrut-
di pe' suoi principii, delle più utili tori possano adattare l'istruzione
per le sue opere, è appunto que- alla loro intelligenza. Gli uni e le
sta de' fratelli della dottrina cri- altre sono parrocchiani de' medesi-
stiana. mi curati, i quali, oltre il suono
Il Pontefice Benedetto XIV, colla della campana della chiesa, l'invi-
costituzione Et sìJ data a' 7 febbraio tano ad intervenire alla istruzione
1

DOT DOT 243


col suono del campanello, che si sizione fu fatta da Clemente XIII, in
fa da un giovinetto, in compagnia seguilo di quella emanata nel 7 3 1

di altro,quale porta inalberata


il dal predecessore Clemente XII, il
una croce di legno incedendo pel- quale avea stabilito, che nella lista
le strade principali della giurisdi- del lotto di Roma, dovessero anno-
zione parrocchiale, ed invitando ad verarsi novanta zitelle romane ad
f un tempo con apposite parole, i arbitrio de'Pontefici, tanto per ma-
genitori a mandare alla dottrina i ritaggi,che per monacazioni. Inol-
loro figliuoli. Nella chiesa quindi tre Clemente XIII col medesimo
s'insegna il testo della dottrina cri- moto-proprio ordinò, che tra i
stiana composta per ordine di Cle- requisiti richiesti nelle dotazioni, le
mente Vili dal lodato Cardinal quali seguono in Roma a mezzo dei
Roberto Bellarmino della compa- luoghi pii, tanto per monacazioni
gnia di Gesù, e prescritta dal Pon- che per maritaggi, oltre quelli del-
tefice nel 1598, colla costituzione l'onestà, e della povertà delle con-
Pastorali Romani Pontificis , data correnti, vi fosse ancora il requisi-
in Ferrara a'i5 giugno, quindi ri- to della frequenza nelle chiese alla
veduta, ed approvata dalla congre- dottrina cristiana, e la perizia in
gazione della riforma, e prescritta essa dottrina.
da Benedetto XH1 nel 1728 colla A cagione del gran numero dei
costituzione, Cimi sicut Nobis ec. giovanetti, che concorrono a que-
L'insegnamento comincia, e termi- sto catechismo, fra essi vengono
na colle preci, e dura un' ora, e scelti a maestri i più per in-
abili
mezzo: gli atti delle virtù teologa- segnarlo agli altri, premiandosi poi,
li si recitano da tutti ad alta vo- come fra le donzelle, chi si mostra
ce. Dopo che le donzelle hanno im- più istruito nelle risposte. Per i
parato bene la dottrina cristiana bre- giovanetti di maggiore età ha luo-
ve in forma di dialogo, sono dal go l'esercizio, che chiamasi disputa
parroco, e dal deputato regionario della medesima dottrina del Bellar-
fatte maestre per insegnarla alle al- mino, la quale essendo composta,
tre donzelle, e le maestre più abi- come dicemmo, a modo di dialogo
li, e diligenti, dopo l'esercizio di fra maestro e lo scolaro, cioè
il

anni quattro, ricevono dall'arcicon- scritta per domande e risposte, le


fraternita della dottrina cristiana une, e le altre formano la materia
una dote per monacarsi, o mari- dell'arringo, che in sostanza è uno
tarsi. Fu il Pontefice Clemente XIII, sforzo di memoria di dare dagli uni
che, con moto proprio de' 2 6 set- proposte non date da altri, altrimen-
tembre 17^9, concesse all'arcicon- ti fanno errore, e nel rispondersi da-

fra terni ta della dottrina cristiana gli altri con prontezza, e bene, ovve-
di Roma, il privilegio di porre tre ro rimarcare che la petizione già
maestre della dottrina in ciascuna fu esaurita; chi fa errore è messo
estrazione del lotto di Roma, cioè fuori di disputa. Questa si fa da
nella lista delle 3o
doti di scudi due file di giovanetti, e l'interroga-
per cadauna fecondo la somma
, zione comincia da quello che è
si

che si paga ora, la qual somma ai capo della fila, dirigendola al primo
suoi tempi era di scudi cinquanta, dell'altra, facendosi quindi il turno
oltre la solita veste. Questa dispo- di lutti, e ripetendosi le domande
i44 dot DOT
e risposte alternativamente. Ridotte del 1842 ebbe luogo nella chie-
le due schiere a sette giovanetti, sa dei ss. Filo e Modesto ( Ve-
chi pel primo erra fra essi diviene di), pei giovani della parrocchia
alfiere , l'altro eh* erra susseguen- della patriarcale basilica di s. Ma-
temente è denominato capitano, i ria Maggiore. 11 reverendo parroco
quattro che successivamente errano, dellamedesima d. Filippo Massari,
chiamansi principi , colla gradua- non contento d'istruire i giovani di
zione di quarto, terzo, secondo, e ogni età in tutte le parti della dot-
primo, il quale è l'ultimo a sbaglia- trina cristiana, perchè sappiano quel
re. L'ultimo dei sette, come super- che debbono credere, e ben cono-
stite all'arringo, e che. perciò non scano quanto debbono operare per
mai ha errato, prende il titolo di salvarsi, volle scegliere fra circa
imperatore della dottrina cristiana. trecento giovani, che frequentano
Questi sette graduati hanno tutti l'adunanza da lui istituita, e le scuo-

un premio proporzionato. Siffatto le dei benemeriti fratelli delle scuo-


esercizio è assai antico , come si le cristiane soggette alla parrocchia.
dirà all'articolo Dottrina Cristiana Alcuni tra questi di maggiore ca-
ARCICONFRATERNITAj OVe SÌ deSCl'ive pacità, ei volle istruirli appositamen-
la solenne , e celebre disputa, che te intorno alle principali solennità
ogni anno ha luogo nella propria religiose, che vengono celebrate dal-
chiesa di s. Maria del Pianto, nel- la santa Chiesa , affine di destare
la seconda domenica dopo Pasqua. in essi sentimenti di religiosa ri-

Tali premi, e gradi furono stabili- verenza verso sì auguste pratiche,


ti per eccitare nei giovanetti emu- e per togliere da loro quella funesta
lazione, ed impegno d'imparare la indifferenza per cui alcuni le riguar-
dottrina, e di conservarla a me- davano come cose di poco rilievo.
moria. Ma questo apparato in pro- L'argomento però di quella parte
gresso suscitò ne'giovani invidie, e di dottrina cristiana, su cui dovea-
rivalità, e molti non si curavano no dar saggio i giovani, si aggirò
che di sapere le nude parole della intorno alle solennità principali di
dottrina. Persuasi di tal verità i Gesù Cristo. Furono quindi pub-
zelanti parrochi romani, hanno ga- blicati colla stampa i libretti con-
reggiato a stabilire scuole parroc- tenenti ottantanove difficili critiche
chiali, che Roma ha recentemente domande sul nominato argomento.
aggiunte alle altre molte già possedu- A tale effetto la suddetta chiesa
te, entrando cosi nello spirito di s. venne addobbata, e preparata nel
Giuseppe Calasanzio, dei venerabili seguente modo. Da un lato sorge-
de Bus, e della Salle, per meglio va un elegante trono per cinque
insegnare le verità della fede, come giovani di maggior merito, che a-
fece inMilano il santo arcivescovo vevano meritato i gradi d'impera-
Borromeo, che istituì le scuole del- tore e di principe, e perciò ivi sie-
la domenica. devano per distinzione. Nel mezzo
Del nuovo e lodevole sistema del trono venne posta l'immagine
già si ammirano gli effetti, per cui del Papa che regna. Intorno al tro-
non sarà discaro che qui si accen- no era n vi diverse classi di giova-
ni il saggio di dottrina cristiana, netti, tutti impazienti di dar sag-
che nella domenica de' i3 luglio gio di se col rispondere alle do-
DOT DOT 245
man de che loro verrebbero indiriz- dato da Gesù Cristo, di far conosce-
zate, ed ansiosi di ricevere i meri- re l'evangelo ad ogni creatura. Di
tati premi , che in mezzo della siffatte istruzioni in Roma ve ne
chiesa sopra una vasta tavola era- ha un numero abbondante, sicco-
no stati collocati fra vari gruppi me centro del cattolicismo, e del-
di cera e fiori. Una sinfonia, ese- l'augusto capo della Chiesa. In tut-
guita da valenti artisti, aprì l'arrin- ta la quarta settimana di quaresi-
go onorato dalla presenza di nove ma in molte chiese, stabilite dal
Cardinali, di parecchi vescovi, e Cardinal vicario, fanno le istru- si

prelati, ed altri personaggi. Dopo zioni catechistiche in preparazione


un dialogo a modo di prologo, al- della ss. comunione, a cui per pre-
lusivo al fausto giorno, incomin- cetto della Chiesa, deve accostarsi
ciarono i Cardinali a scegliere dai ogni cattolico nel tempo pasquale;
menzionati precedentemen-
libretti, e negli oratori, pie adunanze, case
te distribuiti non che a
ad essi, religiose, ec. si fanno gli Esercizi
tutti gli astanti, le più difficili do- Spirituali (Vedi).
mande, chiamando or l'uno or l'al- FuBenedetto XIV, che nel 1 j55
tro tra le classi de' giovani dalla istituìnel tempo quaresimale agli
tenera età di cinque anni sino al- abitanti di Roma gli annuali cate-
la maggiore di quindici, e di ven- chismi sopra i due sagramenti del-
ti. Mirabili furono le risposte date la penitenza, e dell'eucarestia, per
con senno, e pari prontezza, laon- disporre le anime a degnamente ri-
de vennero applauditi i giovani, ceverli , massime in adempimento
ed il zelante parroco benemerito. del precetto pasquale. Nel tempo,
I premiati furono centocinquanta in cui hanno luogo i catechismi,
con panni lini, cotoni, ed altri og- debbono essere chiusi i luoghi dei
getti per vestiario. Effettuata la pubblici ridotti, come dei caffettieri
premiazione, si diede termine con trattori, osti, e simili. Le chiese ove
un dialetto romanesco, da due gio- si fanno i catechismi nelle ore pome-
vani che fecero con esso conoscere ridiane, sono circa venticinque, e
ai compagni il vantaggio spiritua- circa dieci quelle della sera, senza
le, e temporale, che si ricava dal nominare alcuna in cui si fanno
frequentare la dottrina, e l'adunan- nella mattina, e quanto riguarda le
za ; e la bruttezza dei vizi , che al- chiese suburbane.
lignano nel cuore di quelli, i qua- Egualmente in Roma nellaqua-
li dei giorni festivi fanno giorni di resima, dopo la quarta domenica
iniquità; indi si fecero gli opportu- di essa , hanno luogo nelle par-
ni ringraziamenti ai personaggi, che rocchie di Roma le istruzioni ca-
avevano decorato il religioso esperi- techistiche pei giovanetti di am-
mento, cui si diede termine con al- bo i sessi , che debbono riceve-
tra lieta sinfonia. re il sagramento della conferma-
Tra tutte le società cristiane non zione, o fare la prima comunio-
ve n'è alcuna, in cui si facciano ne, ciocché in alcuna parrocchia si

tante cose per istruire gl'ignoranti fa con qualche solennità. Sono in-
quanto nella Chiesa cattolica; per vitati i giovanetti alla istruzione col
conseguenza non ve n'è alcuna, in suono della campana della chiesa,
cui sia meglio eseguito il comando e con quello del campanello al nio-
*46 DOT DOT
do che dicemmo di sopra praticar- bolla che a tal effetto emanò, con-
si per la istruzione della dottrina cesse indulgenze, grazie e privilegi
cristiana. Sull' insegnamento della a quanti si fossero ascritti a quella
dottrina cristiana 3 che i vescovi società, e T opera di chi si fosse
prescrivono nelle loro diocesi, mas«» impiegato nella istruzione, in detta
sime di quello basato sul testo del- bolla dal Papa si qualificò, sacro-
la dottrina cristiana del ven. Bel- sanctum ecclesiae catholicae opus.
larmino, assai utile ed encomiato Nell'anno seguente ebbe principio la
fu quello stampato in Jesi nel 1837 congregazione de'sacerdoti, o chie-
con questo titolo Dottrina cristia-
: rici secolari della dottrina cristiana
na proposta per ordine dell 'eminen- per promuovere questa santa isti-

tissimo Cardinale Pietro Ostini, ar- tuzione. Dichiarato venne superio-


civescovo vescovo di Jesi, per uso re di tutte le scuole di Roma, il

della città e diocesi. p. Enrico Petra, uno dei primi com-


DOTTRINA Cristiana Arcicott- pagni di s. Filippo Neri nella con-
fraternita. Nel pontificato di Pio gregazione dell'oratorio. Si divide-
IV milanese, cioè nel i56o, Marco vano questi confratelli in varie com-
de Sadis Cusani, gentiluomo mila- pagnie per andar a fare i catechi-
nese, si recò in Roma, dove unito- smi anche nei contorni di Roma,
si con altri sacerdoti, e con perso- ed alcuni di essi, lasciate le proprie
ne secolari di singoiar pietà, stabili case, andarono ad abitare insieme
d'insegnare la dottrina cristiana ai una casa posta vicino a ponte Si-
fanciulli, ed agli ignoranti, dando sto, sotto la direzione del suddetto

così principio a questo benemerito p. Marco Cusani, che nel i586 si


sodalizio,ad esempio del quale o- fece sacerdote. Inoltre s. Pio or- V
vunque poscia ne vennero eretti per dinò, che in tutte le chiese parroc-
bene de'fedeli, e per la loro esatta chiali si erigessero di queste con-
istruzione nel catechismo cattolico. fraternite della dottrina cristiana,
Non solo da ciò ebbero origine le e concesse alle medesime altre mol-
confraternite della dottrina cristia- te indulgenze, che poi furono ac-
na, ma dalla detta società di ec- cresciute dal Papa che gli succes-
clesiastici e laici derivò la congre- se, e da altri. Ai sacerdoti dottri-
gazione delle dottrina cristiana uni- nari, che componevano la parte piti
ta poscia a quella nel medesimo nobile di questa società, il succes-
secolo istituita in Francia dal ven. sore Gregorio XIII diede la chiesa
p. Cesare de Bus. V. Dottrinarii. di Agata in Trastevere, essendo
s.

La pia unione romana incomin- assaiimpegnato per la propagazio-


ciò ad impiegarsi in questo utile, ne delle cattoliche verità, le qua-
e santo esercizio nella chiesa di s. li in egual tempo erano insegnate
Apollinare, ed uno dei primi e più. in Roma, massime nelle feste, tan-
zelanti operaifu il celebre Cesare to nelle pubbliche piazze, come nel-
Baronio, poi Cardinale. Accrescen- le chiese con l'istruzione del cate-
dosi numero de'confratelli, s. Pio
il chismo, e della dottrina cristiana
V, come zelante esecutore dei de- per l'opera dei zelanti gesuiti. Nel-
creti del concilio di Trento, che la chiesa di s. Agata venne pure
avea prescritto l'istruzione della trasferitala confraternita de'secolari.
dottrina cristiana, nel i567, colla Quivi la società elesse alcune per-
DOT DOT 247
sone, che sopraintendessero alle scuo- Abbiamo dal Bovio, la pietà trionfan-
le, e s'impiegassero in mantenere te, le notizie di questa chiesa chia-
l'unione e la pace nell'istituto, di- mata anticamente s. Martino in Pa-
chiarando definitori due sacerdoti, narella } e filiale alla basilica di s.

e due secolari. Domandarono quin- Lorenzo in Damaso. Tra le altre


di a Clemente Vili un protettore, cose dice ch'era parrocchia, la qua-
ed egli per tale il Cardi-
destinò le venne soppressa da Clemente
nal Alessandro de Medici, poi Pa- Vili, che la uni a quella di s.
pa Leone XI. Poco dopo, ai 17 Benedetto in A renula, ch'esisteva o-
settembre i5c)5, morì il p. Cu- ve ora è la chiesa della ss. Trini-
sani, e per qualche tempo la con- tà de'Pellegrini. Dal Venuti, Roma
gregazione fu governata dai defi- moderna 3 t. I, par. Il pag. 594,
nitori, i quali regolando ancora la si rileva, che incontro al palazzo
confraternita facevano le loro adu- del monte di pietà vi era la chie-
nanze nell'oratorio di s. Girolamo sa di s. Martino coll'arciconfrater-
della Carità. Vedendo i padri dottri- nita della dottrina cristiana, stabili-
nari, cioèi preti, quali compone-
i tavi nel i6o5 da Leone XI. De-
vano una congregazione, che il nu- scrive inoltre, che il quadro del-
mero loro, e quello dei confratelli l'altare maggiore rappresentava il
erasi di molto accresciuto, elessero santo titolare dipinto dal Ciampel-
un capo, o superiore della congre- li; ma ch'essendo stata la chiesa
gazione, cui diedero il titolo di demolita (nel 1 744 ancora esisteva,
preposito, come ne elessero un altro come si legge nel Bernardini, De~
per la confraternita, il quale chia- scriz. de Rioni di Roma 122), p.
marono presidente , e ciò fu nel i confratelli passarono nella chiesa
1 596. di s. Maria del Pianto, come poi
In seguito venne data da Cle- diremo meglio. V. il Piazza nel-
mente Vili ai padri dottrinari an- YEusevologìo, trat. VI capo XIX,
che la chiesa di s. Martino, detto della Dottrina Cristiana in s. Mar-

volgarmente s. Martinello, per di- tino al monte della pietà.


stinguerlo dall'altra chiesa della re- Non solo Clemente VIII diede
gione Monti, situata di contro al alla congregazione della dottrina
monte di pietà, che il Panciroli, cristiana la chiesa di s. Martino in
Tesori nascosti di Roma p. 617, vantaggio dell'istituto, ma per cor-
chiama s. Martino ai Calinari, e rispondere meglio allo scopo di es-
dice che fosse edificata sotto Ono- so, ordinò al ven. Cardinal Roberto
rio III da un monaco detto Gual- Bellarmino della compagnia di Ge-
terio di s. Salvatore, ovvero anche sù, di fare un breve e chiaro ca-
molto prima; giacché aggiunge, che techismo per insegnarsi in tutte le
verso l'anno i5o,8, facendosi ivi chiese, inculcandogli,che in com-
uno scavo, furono trovate tante re- pendio vi racchiudesse tutto il più
liquie de'santi martiri, che si riem- importante della dottrina evangeli-
pirono dieci grandi casse; vi si rin- ca, e tuttociò ch'è necessario di
vennero pure due paja di manette, sapersi dai fanciulli, e dalle perso-
un piccolo martello, un coltello ne idiote per la salute delle loro
molto grande, ed un lungo spiedo anime. IlCardinal Bel-
dottissimo
ficcato in una delle teste rinvenute. larmino pienamente corrrispose al-
248 DOT DOT
l'incarico del Pontefice con un li- di per congregarvi la compagnia,
bro breve, chiaro, e giudizioso, il concesse ad essa, come si disse, la
quale con mirabile ordine insegna chiesa di s. Martino, ove si fecero
le verità della fede, e della mora- tanto le congregazioni generali, che
le evangelica. Clemente Vili or- le pel buon
particolari governo
dinò, che nelle chiese si potesse in- della medesima. Leone XI soppres-
segnare la sola istruzione del Car- se ancora la parrocchia ivi prima
dinal Bellarmino, la quale tuttora esistente, acciò potesse unicamente
si usa, ed è composta a modo di occuparsi della dottrina cristiana.
dialogo, di domande, e risposte. E Rifece il soffitto ed
di tal chiesa,
siccome fu creduto utile, perchè il quadro rappresentante Gesù, che
s'imprimesse bene tale catechismo disputa co'dottori,e l'altro di s.Mar-
nella mente de' giovanetti, d'inter- tino furono fatti per di lui comando.
rogarli su vari puliti^ ebbe origine Da tulle queste beneficenze alcuni
la disputa della dottrina cristiana scrittori attribuiscono a Leone XI
tuttora in vigore; pure si ricono- la concessione, che di questa chie-
sce che questo metodo coltivando la sa aveva già fatta Clemente Vili
memoria, lascia ne'giovani vuoto il alla pia società. Poco visse quel
cuore attendendo essi piuttosto al- grande Pontefice, e nel medesimo
la materiale ripetizione della dottri- anno gli successe Paolo V già vi-
na, che al suo santo intendimento, cario di Roma, e protettore del
ed importante significato. Questo sodalizio, cui continuò a protegge-
metodo della disputa vuoisi attri- re, non volendo che si eleggesse al-
buito da alcuni al ven. p. Cesare tro protettore, e solo ne affidò la
de Bus, fondatore de'dottrinari di protezione al Cardinal Girolamo
Francia. Il Piazza, opere pie di Ro- Pamphily suo vicario , quando le
?na, cap. XVIII della dottrina Cri- immense cure del Pontificato più
stiana, dice, che in Roma interven- non glielo permisero. Ordinò altre-
ne a diverse delle dette dispute ge- sì,che sempre i Cardinali vicari di
nerali Io stesso Clemente VIII, ed Roma prò - tempore ne fossero i
altre volte vi fece assistere i Cardi- protettori, come ancora lo sono. Ol-
nali Bellarmino, Baronio, Antonia- tre a ciò Paolo V, nel 1607, col
no, e Tarugi, non che il suo ni- tenore della bolla Ex credito nobis,
pote Cardinal Pietro Aldobrandini, eresse nella basilica di s. Pietro in
il quale poi divenuto arcivescovo Vaticano questa confraternita in ar-
di Ravenna, introdusse in quella ciconfraternita, ne ampliò le indul-
chiesa la disputa della dottrina cri- genze, e le concesse facoltà di ag-
stiana, ed in ogni festa interveniva gregare ad essa qualsivoglia pia
ora in una, ora in altra chiesa, per società di ogni parte del cristia-
incora ggire questo esercizio. nesimo. Da in poi i pa-
allora
Divenuto Pontefice il Cardinal pro- dri dottrinari recarono in ogni
si

tettore della dottrina cristiana sum- domenica nella detta basilica, a fa-
mentovato, e preso il nome di Leone re l'istruzione della dottrina cristia-
XI, osservò, che la chiesa di s. Aga- na ai giovanetti, ed alle donzelle
ta in Trastevere, concessa ai sacerdoti della parrocchia. Paolo V approvò
dell'istituto, riusciva incomoda per gli statuti, e concesse pure all'arci-
esercitarvi le sagre funzioni, quin- confraternita il privilegio di libe-
DOT DOT 249
rare ogni anno due rei di morte, nato della nobile famiglia Santa
e che uno de' confrati poveri fos- Croce Publicola. V. Santacroce
se annoverato tra i dodici individui, Marcello Cardinale. L' arciconfra-
cui il Papa nel giovedì santo lava ternita,per gratitudine a Benedetto
i piedi, e serve a mensa: questi XIV, fece porre sul muro presso
privileginon sono più in vigore. l'organo l'iscrizione, che viene ri-
Urbano Vili, Innocenzo X, A- portata dal medesimo Venuti.
lessandro VII, Clemente IX, non La chiesa di s. Maria del Pianto
che Clemente X
protessero e cu- è nel rione Regola, presso piazza
rarono T incremento del sodalizio ; Giudea, ed era prima dedicata a
quindi Innocenzo XI emulò nello s. La pa-
Salvatore in Cacaberis.
zelo i suoi predecessori, ordinando rola Cacaberis deriva dal latino
che si ristampassero le regole, e gli Cacàbus, cioè caldaja, o vaso di
statuti già approvati da Paolo V ; rame, dappoiché in questo luogo
confermò i privilegi, aumentò il nove- dimoravano coloro, che lavoravano
ro delle indulgenze a quelli, che s'im- tal sorta di vasi, e ne presero la de-
piegavano nella istruzione della dot- nominazione l' antica chiesa di s.

trina cristiana, finalmente coman- Salvatore, e l'altra vicina di s. Ma-


dò, che le limosine, solite a di- ria della famiglia Santacroce. Per-
spensarsi nelle parrocchie dal pa- dette questo nome, e prese il pri-
lazzo apostolico, si dessero solo a mo, allorquando i546 sotto il
nel
quelli che frequentavano tale pia pontificato di Paolo III, una sagra
istruzione, e che le doti delle con- immagine di Maria Vergine, che
fraternite, e pii luoghi si distribuis- stava in fine del vicolo contiguo al-
sero soltanto alle zitelle., le quali, la chiesa, per un grave eccesso ivi
con attestato del parroco provas- commesso, miracolosamente sparse
sero di avere frequentato l' istruzio- lagrime. Da questo prodigio l'im-
ne della dottrina cristiana. Dipoi magine venne rimossa dal luogo, e
Benedetto XIV, nel 1746, coll'au- collocata sull'altar maggiore in chie-
torità della bolla salutaris doctri- sa, la quale, in memoria dell' av-
nae fontes, sopprimendo la confra- venimento, prese il nome, eh' era
ternita de' secolari nella chiesa di stato perciò dato alla immagine,
s.Maria del Pianto, eretta da Leone cioè di s. Maria del Pianto. Questa
X, ed approvata da Urbano Vili, immagine destò gran divozione nei
come testifica il citato Venuti, a p. fedeli, massime in Nicolò Acciajoli
53 o, concesse questa chiesa^ colle fiorentino, che fregiolla di gioje, e
rendite, e col contiguo oratorio, al- di altri preziosi ornamenti; e si
l' arciconfraternita della dottrina scuopre dalla metà di quaresima
cristiana, che lasciò la chiesa di s. sino all' ottava di Pasqua , come
Martino, la quale poi fu demolita. ancora nelle feste principali dell'an-
Benedetto XIV trasferì il jus par- no. Dipoi, nel 16 12, la chiesa di
rocchiale della chiesa di s. Maria s. Maria del Pianto venne riedifi-
del Pianto, parte alla chiesa di s. cata con architettura di Nicola Se-
Tommaso a' Cenci, di cui facemmo bregondi, ma non fu condotta a
parola al voi. XIV, p» 5i, del termine , ed è tuttora imperfet-
Dizionario, e parte alla chiesa di ta. Ai lati dell'altare maggiore sot-
s. Maria in Publicolis, giuspatro- to i coretti sonovi pitture di buo-
*5o DOT DOT
na mano: una rappresenta Gesù Benedetto XIII nel 1728, colla qua-
Cristo che disputa co' dottori, di le concesse all' arciconfraternita il

autore incerto ; l' altra esprime la jus privativo di far stampare la


apparizione di Gesù Cristo in for- spiegazione della dottrina cristiana
ma di povero a opera s. Martino, composta dal ven. Bellarmino, e di-
attribuita al Ciampelli. Forse que- visa in due parti, una contenente
sti due dipinti furono quivi tras- la dichiarazione più copiosa della
portati dalla chiesa di s. Martino, dottrina cristiana , e 1' altra il com-
eh' era prima del sodalizio. Nell'al- pendio della medesima intitolata
tare a destra vi è un s. Francesco, Dottrina cristiana breve. Questo pri-
con altri santi, e la Madonna col vilegio è estensivo per tutto lo sta-
santo Bambino, opera di Lazzaro to pontificio, comprensivamente ad
Baldi: sull'altare di contro si ve- altre spiegazioni di dottrina cristia-
nera un Crocifisso di rilievo, con na, composte da altre persone di
appiedi la Vergine addolorata
b. qualsivoglia luogo. Indi lo stesso
simile. Nella chiesa si vedono alcu- Benedetto XIV, col motti proprio,
ne memorie, le quali ricordano le Tra le gravi cure del nostro apo-
munificenze usate al pio luogo da stolico ministero, dato a' 2 dicem-
alcuni benefattori, a due de' quali bre 1755, ingiunse la spiegazione
per riconoscenza il sodalizio eresse della dottrina cristiana per via di
i depositi. Il primo di questi sta catechismo, nei giorni festivi, negli
presso 1' altare a destra dalla parte oratorii delle arciconfiaternite, e
del vangelo, e fu eretto circa la confraternitecanonicamente erette
metà del secolo XVII a Pompeo in Roma,, con altre utili, ed ana-
Palmieri. Vi si vede il suo ritratto loghe provvidenze.
ben dipinto a olio, in mezzo a va- si compone di
L' arciconfraternita
ri ornati di marmo nero. L'altro diversi ecclesiastici non usano sac-
;

innalzato a Luigi Zannini romano, chi, e per insegna hanno una cro-
morto nel 1 54 r , si osserva dal can- ce nuda, sovrastata dalla corona di
to del vangelo presso l'altare del spine; dalla traversa poi pendono
Crocefisso, e si compone di orna- due flagelli, per significare che i

menti architettonici in marmi di- confrati di essa devono essere veri


versi, col ritratto del defonto ese- seguaci di Gesù crocefisso, come
guito da buona mano a olio. L'o- spiega il citato Piazza. Il Cardinal
ratorio contiguo, di cui facemmo vicario di Roma n' è il protettore,
menzione di sopra, nel 1812, ven- ed un prelato della curia romana
ne atterrato, il perchè, nel 1825, il presidente. Alcuni scelti tra i
fu ad esso sostituita la chiesa di s. confratelli compongono la congre-
Tommaso a' Cenci. gazione segreta, che insieme al pre-
Oltre quanto si disse all'articolo sidente dirige l' istituto, ed ammi-
Dottrina Cristiana , risguardante nistra le rendite. Ogni parrocchia
questo sodalizio, qui aggiungeremo di Roma ha un ecclesiastico depu-
che Benedetto XIV, a' 22 gennaio tato, che interviene alle istruzioni
1748, fece pubblicare un editto dal catechistiche, ed inoltre in ogni rio-
Cardinal Guadagni vicario di Roma. ne vi è un prelato visitatore, dal
Con questo confermò la bolla di quale dipendono i deputati delle
Clemente VIII, già approvata da parrocchie comprese nel suo rione.
DOT DOT 25c
Nel 1785. venne pubblicata colle rale, e nella festa titolare della
stampe V Istruzione pei visitatori, e chiesa del Pianto, che cade nella
deputati della ven. arcìconfrater- domenica dopo i io gennaio; non
nità della Dottrina Cristiana. Della che nella propria abitazione, nei
disputa, che si fa ogni domenica tre giorni dopo la disputa^ ove
nelle parrocchie di Roma, si fece siede in trono, e ad una delle fi-

menzione all'articolo Dottrina Cri- nestre inalbera la bandiera. Anche


stiana (Vedi). Un tempo nella pri- in chiesa nelle due accennate epo-
ma domenica dopo l'Epifania, ed che l' imperatore si asside sul trono
ora nella seconda domenica di pa- con dossello. Le vesti poi consisto-
squa di risurrezione, sogliono dal no, nella corona di alloro, che si po-
sodalizio distribuirsi alcune doti a ne sul capo, nello scettro dorato che
povere zitelle, benemerite della istru- impugna, e nelle vesti di seta bian-
zione della dottrina cristiana; e per- ca, e nel manto imperiale pur di
chè in giorno della domenica pri-
tal drappo di seta, e di colore turchino.
ma dopo l'Epifania corre il vangelo Dopo terminata la disputa gene-
della disputa del fanciullo Gesù con rale, quel giovinetto, eh' è divenu-
i dottori, perciò si faceva la solen- to l' imperatore, è condotto a casa
nissima disputa nella medesima chie- fra le milizie, e le acclamazioni ;

sa addobbata a festa, su due pal- riceve visite, e donativi, come di-


chi che si erigevano nel presbiterio cemmo, pone alle finestre di sua
dell' altare maggiore, 1* uno contro abitazione la bandiera, e in alcuna
l' altro, ciocche si fa da molti an- delle pubbliche processioni, che si
ni, nella detta seconda domenica fanno nel decorso dell' anno, tanto
dopo pasqua. Cento giovanetti scel- l' imperatore che i primi principi,
ti dalle rispettive parrocchie, che v'intervengono portando il cero, e
non oltrepassano l'età di quattor- la torcia accesa. I deputati della
dici anni, si pongono a disputare. arciconfra terni ta conducono l' impe-
Nel mezzo delle due schiere siedono ratore, ed i due primi principi ve-
i deputati dell'arciconfraternita, che stiti di nero, e colla loro croce, dal
sono i giudici dell'esercizio, al qua- Pontefice, dai Cardinali, e da altri
le concorre folto stuolo di spetta- personaggi. Suole il Papa regalarli
tori, massime de' genitori, e paren- di qualche medaglia, o divozionale,
ti dei giovanetti. I sette superstiti e fa dare al sodalizio scudi cento
all' esercizio divengono successiva- cinquanta, i quali si dividono tra
mente alfiere, capitano, principi l' imperatore, i due primi principi,
gradatamente, e l' ultimo che resta ed alcuni oflìziali dell'arciconfra-
è l'imperatore della dottrina cri- ternita. Noteremo con Ridolfino Ve-
stiana. una gran
Egli subito indossa nuti, che prima l'imperatore della
croce d'argento, che gli dona il dottrina erstiana, in un ai principi,

sodalizio, il quale pure regala altre capitano, ed alfiere, sedente in tro-


croci al primo principe, e agli al- no, assisteva alla messa solenne
tricinque nominati. Queste inse- nella festa della chiesa di s. Maria
gne sono da loro portate in tutto del Pianto, dopo la quale si face-
il decorso dell'anno. Però l'impe- va la processione per la piazza con-
ratore indossa le insegne imperiali, tigua : ora ha luogo la sola prima
nei due giorni della disputa gene- parte della funzione.
2*2 DOT DOT
Nella sopraddetta chiesa i sacer- Iterale della dottrina cristiana , e
doti dell' arciconfraternita istituiro- <li\ l'ime imperatore Gio. Battista
no una pia adunanza di giovanet- Salvi romano di anni quattordici,
ti, quali sono da loro condotti
i discepolo delle scuole e della
pie,
nella mattina delle feste ad eserci- parrocchia di 5. Lorenzo in Luci-
tare diverse pratiche di cristiana na. Assistè in coretto il Cardinal
pietà nella chiesa filiale di s. Tom- Guadagni, il quale, come vicario di
maso a'; e nelle ore pome-
Cenci Roma, era protettore dell' arcicon-
ridiane, dopo il catechismo, li gui- fraternita : vi assistettero ancora pa-
dano ad un ameno giardino presso recchi distinti personaggi. Numero
s. Giorgio in Valabro, ad onesta 5073. Domenica 26 detto l'impe-
ricreazione, liberando così i giova- ratore si recò con carrozza del det-
netti dai pericoli delle malvagie to Cardinale, ed altra di seguito,
compagnie, e ricreandone lo spiri- al collegio delle scuole pie, ove nel-
to, e il corpo. Di siffatte lodevoli, la sala grande tutta parata, prese
e pie adunanze, ve ne sono molte possesso della sua dignità, essendo
in Roma, e grande è il bene, che vestito colle insegne imperiali, ed
se ne ritrae. Nel 1604 si stampa- accompagnato da tutti i principi
rono in Roma Costituzioni, e rego- della medesima disputa. Si trova-
le della congregazione de*padri del- rono presenti alla funzione alcuni
la dottrina cristiana di Roma sfat- deputati di s. Maria del Pianto, ed
3
te di nuovo, e stabilite d ordine dei i superiori generali, non che i re-
suoi fratelli, indi furono pubblica- ligiosi scolopii, con l' intera scola-
ti, Statuti della ven. arciconfrater- resca ; e fra lo sparo de' morta ri,
nita della Madonna ss. del Pian- ed il suono degl' istromenti termi-
to, Roma 1 7 o4; .Istoria della fon- nò la funzione col canto del Te
dazione e norma, con cui si rego- Deum. Indi ebbe luogo una dispu-
ta la ven. arciconfraternita della ta generale, in cui restò ultimo lo
dottrina Roma. Ivi
Cristiana di scolare Pietro Bezzi d'anni nove.
1740. II Cancellieri, nel suo Mer- Quindi tra gli passarono applausi
cato, a pag. 77, riporta un rac- nella chiesa di s. Pantaleo, de'me-
conto del Valesio, sulla disputa desimi religiosi scolopii, a venerare
della dottrina cristiana, che si fece la miracolosa immagine della b.
a' 9 luglio 1702, nella chiesa di s. Vergine, ed il corpo del fondatore
Marco, sotto la protezione del Car- s. Giuseppe Calasanzio, con molto
dinale Barbarigo, che fece accom- concorso di popolo. Numero 5076.
pagnare imperatore a casa, dalla
l' Giovedì 5 febbraio Benedetto XIV
sua carrozza a coda. Ma siccome ammise benignamente alla udienza
in Roma la solenne disputa della nel palazzo quirinale il suddetto
dottrina cristiana fu sempre cele- imperatore, coi principi, che regalò
bre, speriamo di far cosa non di- di varie divozioni, e galanterie pre-
scara, riportandone le principali no- ziose. Num. 0079.
tizie, che ricavammo dai Diari di Nel 1751domenica io genna-
,

Roma. io, nella di s. Maria del


chiesa
A' 18 gennaio 17^0, nella chiesa Pianto si solennizzò con messa can-
di s. Maria del Pianto, ebbe luo- tata la festa della miracolosa im-
go nella domenica la disputa ge- magine con processione, e dotazio^
DOT DOT 2-)3

ne alle zitelle, ed alle maestre fre- davano premii, e si dichiaravano


quentanti T istruzioni della dottrina sapienti. A sempre
tali dispute si

cristiana, e coll'assistenza del Cardi- dava una rappresentanza, come la


nal vicario Guadagni. L'imperato- disputa di Gesù co' dottori, figura-
re dell'anno precedente, vestito col- rati forme di
dalle fanciulle sotto
le sue divise, sedeva in trono, cir- sibille, trattandocomunione, della
condato dalla sua corte e principi, e figurando nel fine il ritrovamen-
e poscia tutti, essendo serviti di to di Gesù nel tempio coli' allu-
carrozze del Cardinale, intervenne- sione dell' ubbidienza, che si deve
ro al palazzo di questo ad un lau- a' genitori, e della cura che questi

to pranzo. Numero 5226. Nelle ore debbono avere de' figli. Siffatte di-
pomeridiane ebbe luogo la disputa, spute si praticavano più volte tra
nella quale riuscì imperatore Gio- l'anno.Su questo proposito il Ga-
vanni Fraticelli della parrocchia di rampi, nelle Memorie Ecclesiasti-
s. Carlo a'Catinari, il cui parroco che, p. 237, fa osservare, che nella
lo regalò di un' umetta col cranio biblioteca Corsini avvi una copiosa
di Innocenzo martire, di un A-
s. raccolta di sagri drammi, e rap-
gnus Dei benedetto guarnito, e di presentazioni sceniche in versi ita-

una corona, e scettro d'argento in liani, fatte in molte feste de' santi,
una guantiera simile, con altre di- e altre solennità, specialmente sul
vozioni, e galanterie. Num. 5235. principio del secolo XVI, alle qua-
Benedetto XIV, oltre l' aver donato li rappresentazioni davasi il nome
ai deputati della dottrina una co- di feste, solito ad usarsi dai tosca-
rona d'agata alla cavaliera, con ni in senso di qualunque spettaco-
medaglia a" oro, all' imperatore fece lo. Qui in Roma, soggiunge il dot-
dare due quadrucci tessuti in a- to Garampi, molte se ne pratica-
razzo d' eccellente lavoro, con cor- vano in questi stessi tempi, spe-
nici intagliate e dorate, con altre cialmente nelle confraternite laicali,
preziose galanterie; ed ai due pri- e frequente menzione se ne trova
mi principi regalò alcune grazio- ne' libri della confraternita della
se galanterie. Num. 524 1. dottrina cristiana. Questa però pru-
La disputa generale del 1756, dentemente non permetteva che le
fu composta di bravi giovanetti, a sotto varie condizioni, le quali ne
segno, che i dieci superstiti non rendevano l' uso assai moderato, e
cadendo mai in errore non pote- insieme conveniente per allettamen-
vano terminare. Furono perciò im- to de' fanciulli. Tanto si ha dagli
bussolati inomi, e cosi di-
loro atti, e decreti della dottrina cri-
venne imperatore Antonio Moran- stiana, cioè delle congregazioni del
do di anni tredici. Numero 6012. 1598, i5g9, 1601, 1602, ec. Nel-
Dal numero 601 5 si ha, che nella la circostanza di una processione
chiesa del Gesù dai gesuiti si te- generale di fanciulli, che dovea far-
neva ogni anno nel mese di gen- si a s. Pietro il di 21 aprile del
naio l'esame pubblico sulle zitelle 1602, venne ordinato, che non vi
frequentanti la dottrina cristiana, e fossero in modo alcuno cavalcate,
si faceva non sul breve ristretto, pel gran pericolo, a cui si potria-
ma su tutta la dottrina del ven. no esporre li putti ; eccetto che si

Bellarmino. Alle prime cinque si facesse, o rappresentasse qualche


a54 DOT DOT
imperatore, o santo, cioè s. Giorgio Caterina della Rota, assistettero al-
ec. ; e che vi sia un solo cavallo. Al- l'esequie del defonto Antonio Ne-
cuni altri esempi di tali sagre rap- poti di Ascoli di anni dieci, terzo
presentazioni da noi si riportarono principe della dottrina. Il cadavere
altrove, e possono vedersi raccolti fu esposto colle sue divise, e croce
da Le Bruii, nella sua Istoria de- al collo. Numero 18 1 8. Quindi
gli spettacoli^ e dal Muratori, nella nella domenica i3 gennaio 1793,
sua Dissertazione XXIX delle An- ricorrendo nella chiesa di s. Maria
tichità italiane. del Pianto, la rimembranza del suo
Clemeule XIV
177 1 donònel primo miracolo, venne celebrata so-
ad Antonio imperatore della
Cotti, lennemente con messa cantata, da
dottrina cristiana, due grandi me- monsignor Giulio Maria della So-
daglie una d' oro, 1' altra di argen- maglia patriarca d' Antiochia, e poi
to, ed una preziosa corona alla ca- Cardinale. Vi furono presenti il

valiera; diede poi a' principi una prelato presidente, e i deputati del
simile corona, ed ai deputati della sodalizio, nonché l' imperatore Bot-
arciconfraternita, oltre la corona, tacchi sotto il trono, e dossello e-
regalò pure una medaglia d' oro. retto fuori della balaustrata. Dopo
Numero 826S. la messa fu fatta la consueta pro-
Domenica, 22 aprile 1792, nelle cessione dei fanciulli, e con le zi-

ore pomeridiane, con X assistenza telle, che avevano conseguito in es-


di monsignor Castiglioni presiden- sa il dotale sussidio, avendo prima
te, e dei deputati dell' arciconfra- in luogo separato ascoltato la mes-
ternita, fu tenuta nella consueta sa.Numero 1884 del Diario di
chièsa del Pianto la disputa gene- Roma. Anticamente l'imperatore,
rale della dottrina cristiana, alla ed i primi principi solevano do-
quale intervennero i fanciulli delle mandare una grazia al Papa, come
ottantadue parrocchie di Roma, ol- qualche impiego. L* ultimo esempio
tre quelli dei collegi, e luoghi pii. si diede dal Papa Pio VII, il qua-

Restò imperatore Filippo Bottacchi le conferì a Michele Guidi un im-


della parrocchia de' ss. Celso e Giu- piego nel dicastero del debito pub-
liano, che essendovi andato col bi- blico, ove attualmente è capo di
glietto della congregazione dell' o- sezione.
ra torio del p. con le
Garavita, DOTTRINARI , Congregazione
carrozze del Cardinal Colonna vica- delia Dottrina
de' chierici secolari
rio di Roma, fu ivi condotto coll'al- Cristiana Questa congregazione de-
.

tro imperatore, il quale terminava riva da due fondazioni, eh' ebbero


in quel giorno la rappresentanza di il medesimo spirito dell'istruzione
imperatore della dottrina cristiana. della dottrina cristiana, con alcune
Nell'oratorio si cantò il Te Deum, particolarità loro proprie. Una fu
e colla medesima carrozza il Bot- fatta per opera del ven. Cesare de
tacchi venne accompagnato alla Bus, l' altra per quella di Marco de
propria abitazione. 1808. Numero Sadis Cusani, con altri zelanti del-
11 medesimo imperatore, colla sua l' onore di Dio. Essendosi poscia
divisa della croce al collo, i prin- riunite in quella, che al presente
cipi, il capitano e l'alfiere, pure fiorisce, separatamente parleremo
colle loro divise, nella chiesa di s. di ognuna, non però secondo 1' e-
DOT DOT 255
poca della fondazione. Per ultimo unirono a lui cinque, o sei eccle-
diremo della congregazione della siastici, i quali egli mandava per
dottrina cristiana, fondata dal beato la città, e per la campagna, affine
Ippolito Galantini. d' istruire la gente più rozza, e più
bisognosa, mentre egli faceva i ca-
Congregazione fondata dal ven.
techismi nelle chiese, ed eziandio
Cesare de Bus.
nelle case private. Incontrò da prin-
In Cavaillon nella Provenza, già cipio qualche difficoltà dalle perso-
contado Venaissìno, mentre questo ne del secolo; ma essendosi uniti
era sotto dominio temporale del-
il al servo di Dio ancora Michele Pi-
la santa Sede, nacque nel i544> nelli,canonico di s. Agricola d'Avi-
a' 3 febbraio, Cesare de Bus da gnone, Gio. Battista Romillone ca-
Gio. Battista oriundo di Como nel nonico della collegiata di Lisia, ed
milanese, e da Anna della Marca, altri due, Cesare a' 29 settembre
ambedue illustri per nobiltà di san- i5o,2, radunò in Lisia, e con-
li

gue, e per le virtù cristiane. Ce- chiuse con essi di gettare i fonda-
sare sino da fanciullo diede lumi- menti dell'istituto in Avignone, al-
noso saggio di sé , coli' esercizio lora dominio pontifìcio, nella chiesa
della più edificante pietà cristiana. di s. Prassede. Prima ne fu doman-
Terminato il corso degli studi, si data la licenza a Clemente Vili,
fece ascrivere nella compagnia dei il quale rimise l'affare all' arcive-
penitenti neri, e si prese la cura di scovo d'Avignone Maria Tarugi, cui
custodirne la cappella per poterla allora spediva in tal città. Giunto-
adornare, ed esercitarsi in abbellire vi il prelato nel i5o,3, chiamò a sé
gli altari, occupazione per lui sem- il de Bus, e gli accordò la licenza
pre la più gradita. D'indole dolce d' insegnare nella delta chiesa di
e modesta, fu l' esempio de' giova- s. Prassede la dottrina cristiana;
netti. Giunto all'età di anni di- dal che ebbe principio la congre-
ciotto, si dedicò all' esercizio delle gazione della dottrina cristiana, che
armi, coltivando la poesia, e la pit- nel 1097 venne confermata dallo
tura. Essendo morto il genitore, ed stessoClemente Vili con un bre-
un fratello, da Parigi fece ritorno ve dato a' 23 dicembre. Allorché
alla patria, ove nell' età di trenta il p. Cesare entrò in s. Prassede,
anni, si convertì a Dio, si diede a rinunziò il suo canonicato, ed es-
far penitenza, e venne fatto cano- sendo la sua congregazione compo-
nico, ed ordinato sacerdote. sta in quei primordii da dodici
Dalla lettura del catechismo ,
persone, quattro sacerdoti, quattro
stampato per ordine del concilio chierici, e quattro coadiutori, egli
di Trento, Cesare si determinò di ne fu eletto loro superiore. L'arci-
istituire una congregazione di sacer- vescovo Tarugi, poi Cardinale, fa-
doti, e di chierici, i quali s' im- ed ottenne la
vori assai l'istituto,
piegassero nell' insegnare la dottrina detta conferma dal Papa, il quale
cristiana, eh' egli ridusse a tre dif- avea prescritto, che in essa riceve-
ferenti istruzioni, una per gì' idio- re si potessero homincs probatae
ti, per quelli, che della mede-
l'altra vitae, cujusvis status et condhionis,
sima sanno già i primi rudimenti, e dummodo in continentia vivendi prò-
la terza pel popolo in generale. Si positum habuerint. Poco dopo dalla
5

*56 DOT DOT


chiesa di s. Prassede, la congrega- tenne lettere patenti dal re di Fran-
zione passò a quella di s. Giovan- cia per istabilirla in tutto il regno,
ni vecchio della stessa città di Avi- ove infatti prima si propagò. Lo
gnone, ceduta ad essa dalle religio- stesso p. Vigier comunicò agli altri
se domenicane. 11 fondatore propo- dottrinari l'idea da lui concepita,
se a' suoi seguaci di fare un voto di erigere la congregazione in Or-
semplice di ubbidienza, per tener dine regolare, obbligando gli alun-
costanti nella congregazione quelli ni ai voti solenni. Tutte le case,
che vi entravano; ma alcuni si nel 161 4, diedero di ciò al p. Vi-
opposero ed abbandonarono l'isti- gier una speciale procura, accioc-
tuto con dispiacere del servo di ché ne ottenesse la grazia dal Pon-
Dio, che, rassegnato al volere super- tefice Paolo V. Questi nel 161
no, prescrisse poscia ottimi regola- accordò di trattar l'unione con qual-
menti, da lui osservati con diligenza. che congregazione regolare, e non
A prova della pazienza del
far essendosi potuto
conchiuderla coi
p. Cesare, permise Dio che in età barnabiti, conchiusa coi padri
fu
di quarantanove anni restasse cie- Somaschi(Fedi). Laonde, nel 16 16,
co, la qual disgrazia egli sopportò Paolo V, colla costituzione Ex m-
con mirabile edificazione degli al- juncto, confermò questo trattato,
tri. Benché cieco, non lasciò mai ed uni insieme le due congregazio-
d'insegnar la dottrina cristiana, e ni, ordinando che i dottrinari si
compensava l'unica afflizione che chiamassero Patres Doctrinae Chri~
provava in tale stato, qual era stianae Somaschae, dovendo esse-
quella di non poter celebrare mes- re soggetti al generale de'somaschi,
sa, col comunicarsi ogni giorno. Di- benché il provinciale, e gli altri
ciotto mesi avanti la sua morte fu superiori dovessero essere francesi.
travagliato da altre gravi infermi- In tal modo la congregazione dei
tà, e santamente mori d'anni ses- padri dottrinari passò ad essere Or-
santatre a' i5 aprile dell' anno dine regolare, ma nel 1647 torna-
1607. Venne sepolto in chiesa di s. rono allo stato di preti secolari
Giovanni vecchio. Innumerabile fu come furono istituiti, giacché Inno-
il popolo, che accorse a venerarlo cenzo X, colla costituzione 37 Coni-
come santo, e ad implorarne il pa- missij data a' 3o luglio, Bull. Rom.
trocinio presso Dio, il quale in pro- tom. VI, par. 3, pag. 12, confer-
va delle virtù del suo servo, ope- mò l' istituto, lo separò dalla con-
rò parecchi prodigi. Perciò i reli- gregazione somasca, dichiarando di-
giosi dottrinari, quattordici mesi poi, colla costituzione i56 Pasto-
dopo la di lui morte, colla licenza raliSf data a' 3o agosto dell'anno
dell'arcivescovo, ne trasferirono il i652, loc. cit. pag. 232, che con
corpo in sagrestia, e lo collocarono questa divisione i dottrinari erano
intatto ed incorrotto in una cap- stati ridotti allo stato secolare. De-
pella. Alla morte del fondatore la ve notarsi, che durante la delta
congregazione avea già stabilito tre unione, nel 1621, Gregorio XV
case, cioè in Avignone, in Tolosa, aveva accordato ai somaschi, ed ai
e in Brive, ma il p. Vigier, che dottrinari la facoltà d' insegnare nei
fu il terzo superiore della congre- seminari, nelle università, e scuole
gazione, a' 29 settembre 16 io, ot- pubbliche, la grammatica, la retto-
DOT DOT a5 7
rica, la matematica, la
filosofìa, la nerale sarebbe sempre eletto dalla
teologia, e la dottrina cristiana. No- provincia. Indi Benedetto XIII, nel
teremo inoltre, che Innocenzo X, 1726, essendo già in Roma questi
nella seconda costituzione, obbligò dottrinari, diede loro l'antichissima
i dottrinari, i quali avevano pro- chiesa di s. Maria in Monticelli nel
fessato in tempo dell' unione coi rione Regola. Volle il Papa prefe-
somaschi, a perseverare nella con- rire questo luogo della città ad ogni
gregazione, per tutto il tempo del- altro, perchè conobbe che gli abi-
la loro vita, senza poterla abban- tanti della legione abbisognavano
donare, ne essere licenziati dai su- d'istruzione morale e religiosa. Que-
periori. In seguito Alessandro VII, sta chiesa aveva incontro l'oratorio
con breve de' i5 marzo i65g, per- della compagnia del ss. Redentore,
mise ai dottrinari di fare dopo un che era stata eretta in s. Andrea
anno di noviziato i voti semplici della Valle, e siccome Benedetto
di povertà, castità, ed ubbidienza, XIII soppresse tal compagnia, così
insieme al quarto di perseverare il Papa diede pure ai dottrinari
nella congregazione sino alla morte, Avignonesi tale oratorio, e la me-
e di non poterne uscire senza la tà delle rendite del sodalizio, dan-
permissione del Papa, o del capi- done 1' altra metà all' ospedale di
tolo, o del definitorio generale del- s. Gallicano da lui fondato, come
la medesima congregazione. In que- narra Ridolfìno Venuti, Roma mo-
sto breve Alessandro VII accordò derna^ tom. I, par. II, pag. 534«
eziandio ad essi di essere promos- Della chiesa parleremo per ultimo.
si agli ordini sagri ad titillimi con- Clemente XII, nel 1738, concesse
gregationis ; ed in altro de' 12 mar» a' dottrinari dei fondi, acciocché in
zo 1660 esentò dalla giurisdizione Roma aprissero scuole in vantaggio
de'parrocbi, i loro collegi, e le de' fanciulli.
persone dimoranti in essi. Il Pontefice Benedetto XIV, ve-
Benedetto XIII, colla costituzio- dendo che la congregazione de'chie-
ne Illius, de'28 settembre 17^2, rici della dottrina cristiana, di cui
Bull. Rom. tom. XII, p. 4i> unì parleremo in appresso , chiamata
a questa congregazione di Avigno- degli Agatisti, perchè residente in
ne, un'altra del medesimo istituto Roma nella chiesa di s. Agata in
eretta nel regno di Napoli dai ser- Trastevere, ogni giorno diminuiva,
vi di Dio Filippo Romanelli , An- dappoiché in otto case, oltre quella
drea Brancacci, e Pompeo Monfes- di s. Agata, che aveva in altrettan-
se, con ordinare, che risiedendo il te città dello stato pontifìcio, non
preposito generale in Francia, i col- vi erano più che trentotto sacerdo-
legi d'Italia fossero governati da ti, e diciassette individui tra chie-
un vicario di questi, ed ogni pro- rici Papa vigilante
e laici; siccome
vincia dal suo provinciale. Dispose pel buon regolamento della disci-
inoltre Benedetto XIII, che la con- plina ecclesiastica, coH'antoiità del-
gregazione si componesse di quattro la costituzione Apostolici muneris,
provincie, cioè Romana, Avignone- data a' i5 dicembre i747> Bull,
se, Tolosana, e Parigina, di cui il Magn. tom. XVII, p. 220, sop-
generale risiederebbe o a Parigi, o presse la congregazione degli Aga^
ad Avignone, e però il vicario ge- tisti, levando ai soggetti che la cona-
voi, xx »7
,

DOT DOT
ponevano il solo voto di perseve- I dottrinari di Francia avevano
ranza. Unì questa alla congregazione quel reame nelle tre stim-
fiorito in
del ven. Bus, ed alla provincia nicntovate provincie, non ohe in un'al-
Romana. Da questa pur altro se- tra provincia aggiunta negli ultimi
parò la casa, e la chiesa di s. Paolo tempi, con circa sessanta case, nelle
di Rieti, che donò alle maestre pie quali eranvi ventisei collegi.Chia-
di quella città, e inoltre cento luo- mavasi la Casa di s. Carlo quella
ghi dei monti , de'quali ottanta ne di residenza del generale in Parigi,
assegnò al collegio de'ss. Biagio e perchè la chiesa era sotto l'invo-
Carlo ai Catinari di Roma, e gli cazione di Ma per le
quel santo.
altri Tenti alia chiesa di s. Giacomo note politiche vicende, nel declina-
a Scossaca valli nella città Leonina. re del decorso secolo, cessarono di
Nel pontificato di Pio VI, aven- sussistere , dopo essersi resi assai
do dottrinari di Francia rappre-
i benemeriti dell' insegnamento cri-
sentato, che il vincolo de'tre voti stiano, e per le pubbliche, e gra-
semplici, e del giuramento, o voto tuite scuole. Ed è perciò, che que-
di perseveranza nella congregazione sta congregazione di chierici secolari,
obbligava a starvi di mala voglia la quale fiorisce in tre provincie di
molti che bramavano uscirne,, come Italia, cioè nella Romana , nella
anche impediva ad altri di entrarvi, Napolitana, e nella Piemontese, a-
fecero risolvere il Papa, con breve vea cessato di avere il suo prepo-
de'i4 marzo 1783, a dichiarare, sto generale. Laonde il regnante
1

che per l'avvenire nell'ammettere Papa Gregorio XVI, in considera-


i soggetti alla congregazione, non zione che l'istituto, come si disse,
si esigessero più ne i voti semplici, fiorisce in Roma con e nell'Italia,
ne il giuramento di perseveranza. rescritto de'14 febbraio 184?-, au-
Pio VI estese il disposto di tal bre- torizzò l'elezione del preposto ge-
ve anche ai dottrinari delle Pro- nerale tra gl'individui delle pro-
vincie d'Italia; ma poscia i dottri- vincie d'Italia, con questo però, che
nari di esse ottennero da lui di cessasse l'alternativa personale, che
poter continuare nel sistema e di- sino allora erasi praticata tra la
sciplina precedente. Il successore Pio provincia Romana, e la provincia
VII, a'^7 agosto i8o5, emanò il Napolitana nella persona del vica-
breve prò perpetua votonim 3 et ju- rio generale, rimanendo la sola al-
ramenti omissione, che fece conse- ternativa locale per la celebrazione
gnare al p. Giuseppe Lissonio, pro- del capitolo generale. Quindi è
curatore generale dei dottrinari del- che nei comizi celebrati in Roma sul
le provincie italiane. Dipoi, a' 28 fine del successivo mese di settem-
giugno 1808, Pio VII fece spedi- bre, e presieduti dal Cardinal Pie-
re al p. Giovanni Alberti procura- tro Ostini, prefetto della congrega-
tore generale de'medesimi dottrina- zione de'vescovi e regolari, fu pre-
ri, il breve Nuper vobis exponi, prò scelto in primo preposto generale
ordinatione a quocutuque episcopo, della congregazione in Italia il p.
richiamando in esso breve quello Pietro Paolo Meloccaro, quale il

di Alessandro VII de'26 settembre col suo definitorio fu a rendere al

16% e di Benedetto XIII dei 24 lodato Pontefice le debite azioni di


novembre 1728. grazie, e per la protezione, cui ac-
DOT DOT 2 59

corda a questo istituto tanto bene- del preposto, e del procuratore ge-
merito della società, e della Chiesa. nerale. In questi due ginnasi, cioè
Del collegio de'dottrinari stabilito nelle prime scuole, i dottrinari in-
in filarino (Fedi) dal medesimo segnano il catechismo, il leggere, lo
Gregorio XVI, e dell'onore da lui scrivere, ed i primi rudimenti dello
compartito nel 1 8zf i al loro col- idioma latino; nelle seconde scuole
legio di Ronciglione (Fedi), allor- insegnano la grammatica latina^ in-
quando vi pernottò nel restituirsi a feriore, e superiore; nella terza
Roma, dal viaggio fatto per visitare scuola poi di s. Maria in Mon-
alcuni santuari, si parla ai citati ticelli, insegnano le lettere umane.
articoli. La vita dei dottrinari è A Maria in Monticelli, tre maestri
s.

comune: nelle fabbriche e nelle lo- istruiscono circa duecento scolari ;


ro chiese, per quanto è possibile, si ed in s. Agata due maestri fanno
osserva l'uniformità. Nelle feste prin- la scuola a circa centodieci scolari.
cipali, e nei titolari delle proprie Le scuole sono aperte tre ore la
chiese, recitano l'ufficio in comune, mattina ed altrettante nel dopo
,

negli altri giorni lo recitano in pranzo; tutti gli scolari sono rice-
privato secondo il breviario ro- vuti gratuitamente , ogni mattina
mano; e quelli che non sono in ascoltano la messa, e adempiono ad
sacris , ed i laici sono esorlati a altre pratiche religiose. Immenso è
dir quello della Madonna ; se i perciò il bene, che fanno i dottrina-
laici non sanno leggere, dicono la ri. Di essi scrissero gli autori della
corona. Ogni giorno fanno una storia degli Ordini religiosi. Il Bo-
ora di orazione sì la mattina, che nanni, nel suo catalogo par. I. pag.
la sera, senza nominare altri divoti XL, ce ne dà la figura, e le no-
esercizi di pietà, come la disciplina tizie, dicendoci che il p. Giacomo
ec. i digiuni, le decisioni quotidia- Marcello, prete di questa congrega-
ne de' casi di coscienza ec. Non zione, scrisse la vita del ven. fon-
possono ricevere, o scrivere lettere datore p. Cesare de Bus. Passiamo
senza prima mostrarle al superiore. a descrivere brevemente la chiesa
Un maestro istruisce i giovani sul di Maria in Monticelli.
s.

modo d'insegnare il catechismo; nei Questa chiesa parrocchiale del


collegi insegnano le scienze alla rione VII Regola è presso alla
gioventù secolare, ed hanno ancora piazza di Branca, e prende la sua
dei convittori. Il loro abito è come denominazione da un monticello,
quello già usato dai dottrinari di su cui è fabbricata, per cui qual-
Fi-ancia, cioè talare di saia nera che scrittore del secolo XV la
della forma di quello de'preti seco- chiamò di Montis codi. Sembra, che
lari; i sacerdoti in casa usano ber- il nome le venisse per essere situa-
retta clericale, ed i laici, e gli al- ta in una piccola altura, forse for-
tri fanno uso del berrettino ; i lai- mata dalle rovine di qualche edilìzio
ci hanno l'abito piìi corto. Presso ragguardevole. Il Panciroli, ne'7>-
la chiesa di s. Agata in Trasleve- sori nascosti, parlando di questa chie-
re, della quale si tratta al seguen- sa a pag. 538 osserva, che nell'in-
te articolo , data loro da Benedetto ondazione Tevere del i5g8,
del
XIV, hanno due scuole, e tre pres- mentre le altre chiese della regio-
so s. Maria in Monticelli residenza ne erano allagate, in questa per la
a6o DOT DOT
sua posizione continuarono a cele- Maria, con alcuni santi, è di Par-
brarsi i di vini uffizi. Questa chiesa, rocel, che pure colorì a fresco gii
dedicata alla presentazione al tem- angeli intorno al detto mosaico del
pio di Maria Vergine, è una delle Salvatore, forse opera di Pasquale
più antiche parrocchie di Roma, II, la cui effigie si crede dipinta
ed un p. dottrinario n' è il parro- presso la porta della chiesa. Il pri-
co. Vuoisi l'istaurata prima del noi, mo quadro sull'altra parte rappre-
nel qual anno Papa Pasquale li la sentante s. Gio. Battista, è del Puc-
consagrò; poscia fu di nuovo con- cetti; nel secondo si venera un di-
sagrata nel i 1^.2 dal Pontefice In- voto Crocefisso , avanti al quale
nocenzo II, assistito dai vescovi Cor- dice una pia tradizione che abbia
rado, Stefano, ed Alberico. Dalla orato s. Brigida, quando non po-
contrada, in cui trovasi, fu chiama- teva recarsi a quello della basilica
ta s. Maria in A renula. Altre vol- di s. Paolo ; nell'ultimo altare e-
te era collegiata, ma le sue ren- ranvi la b. Vergine col bambino,
dite furono unite a quelle del ca- e s. Gio: Battista, opera della scuo-
pitolo di s. Lorenzo in Damaso, co- la di Giulio Romano ; ma ora tal

me si ha dal Bovio, La pietà trion- dipinto non più esiste in quel luo-
fante ec, a pag. 166. Clemente go, ed invece vi è posta una cu-
XI notabilmente la restaurò con stodia di reliquie. Le pitture affre-
disegno di Matteo Sassi, che la ri- sco intorno alla chiesa, sono del
dusse con portico e facciata, al Procaccina, del Rasina, del Grecoli-
modo che si vede; ma in tal cir- ni, e del Puccetti, ma furono mal
costanza le colonne scanalate delle restaurate. Da Orazio Ciuccioli ab-
navate furono racchiuse dentro pi- biamo le Notizie istoriche della
lastri, e solo vi restò un avanzo chiesa di s. Maria in Monticelli di
nella tribuna dell' antico mosaico, Roma, Montefiascone 17 19, stam-
col Salvatore. Ridolfìno Venuti, che peria del seminario.
pubblicò la sua opera nel
767, dice 1

che il mosaico era stato fatto i3oo Congregazione de' sacerdoti della
anni addietro. L'interno della chie- dottrina Cristiana detti Agatisti.
sa ha una navata con cappelle sfon-
date. Il quadro del primo altare Di sopra all'articolo Dottrina
a mano dritta coll'orazione di Ge- Cristiana arciconfraternila (Vedi),
sù nell'orto, è del Vicinelli; quello si è detto dell' origine di questa con-
del secondo è di Vanloo di Aix, gregazione, in cui figurano per pri-
che vi dipinse Cristo flagellato alla mi fondatori i
pp. Marco de Sa-
colonna; nella terza cappella Puc- dis Cusani milanese , Pietra piacen-
cetti quadro di s. Ninfa.
colorì il tino , e Cacciaguerra sanese ; e co-
Nell'altare maggiore si venerano i me la protessero i Pontefici s. Pio
corpi di detta s. Ninfa, e dei ss. V, e Gregorio XIII. Abbiamo pur
Mamiliano Eustasio, Proculo
, e , detto come quest' ultimo le desse
Galbodeo martiri ivi fatti traspor- la chiesa di s. Agata in Trastevere,

tare da Fiumicino, o da Porto, di cui si parlerà, e le case vicine,per


verso la fine del secolo XII da cui furono chiamati questi dottrina-
Urbano III. Il dipinto di questo ri Agatisti. Poscia la congregazione,
altare rappresentante la b. Vergine come egualmente si disse, si separò
-

DOT DOT 261


dall' arciconfratern ita, cui venne as- servarlo, e che violandolo incorres-
segnato* un particolare superiore, e sero nelle censure fulminate contro
nel i6o3, il p. Gio. Battista Sera- gli apostati e fuggitivi dagli Ordini
finida Orvieto, preposito della con- regolari ; e Gregorio XV nell'anno
gregazione, ne compilò le costitu- 1621 avea riservato al romano
zioni. I superiori furono stabiliti Pontefice l'autorità di dispensare
coli' assenso del Cardinal del Monte da questo voto, o giuramento; e
vice-protettore, nell' assenza da Ro- poi Clemente XI, mediante la co-
ma del Cardinal de' Medici protet- stituzione Exponi nobis, data a'28
tore. Dicemmo pure più sopra quan- settembre 17 16, Bull. Rom. tomo
to fece per essa Clemente Vili, e XI, par. II, pag. 84, riserbò al
parlammo della compilazione del sommo Pontefice la dispensa del
sommario di tuttociò, eh' è neces- voto di perseveranza nella congre-
sario sapersi dal cristiano, opera gazione. Vestivano i dottrinari l'a-

del ven. Bellarmino, e della sua bito nero talare, come i sacerdoti ;

pubblicazione con ordine, che non ma a piccolo numero, Be-


ridottisi
si potesse usare ne' dominii ponti- nedetto XIV nel 1747» 1» unì ed
ficii altro insegnamento, il quale incorporò alla congregazione dei
venne proposto a tutto il cristiane- Avigno-
chierici secolari istituita in
simo. ne dal ven. Cesare de Bus, e sta-
Questi sacerdoti e chierici si pro- bilita in Roma da Benedetto XIII,
pagarono in alcune città, e luoghi come si è detto precedentemente.
dello stato ecclesiastico. Vivevano Di questa congregazione di s. Aga-
in comune, tenevano scuola di fan- ta trattano diversi scrittori, tra'qua-
ciulli, a' quali gratuitamente inse- li il p. Helyot, Storia degli Ordini
gnavano, oltre la dottrina, il leg- religiosi^ par. 3, cap. 36; il Piaz-
gere, lo scrivere, la grammatica ec. za Eusevologio Romano 3 pag. 3iq,
Attendevano alle confessioni, e co- trat. V, cap. XXXVII, ed il p. Bo-
munioni ; e nelle domeniche, mer- nanni, Catalogo degli Ordini reli-
coledì, e sabbati nelle loro chiese, giosi, par. Ili, pag. XII, ove pure
facevano recitare il rosario, oltre ne riporta la figura. Ecco le noti-
altre divote pratiche. I dottrinari zie della chiesa di s. Agata.
di Roma ogni domenica recavansi Essa è situata nel XIII rione di
nella basilica vaticana per l'istru- Trastevere, nella via della Lunga
zione della dottrina, ciò che ora retta, presso piazza Romana. Il
continuano a fare i dottrinari odier- Pontefice s. Gregorio II romano,
ni del ven. de Bus. Le costituzioni eletto nell'anno 71 5, già monaco
e i privilegi furono loro concessi, e benedettino, e, secondo alcuni, fi-
confermati da Clemente VIII, da glio di Marcello Savelli, dopo la
Paolo V
(che inoltre dichiarò la morte della sua madre Onesta, con-
congregazione esente dai parrochi ) vertì questo luogo, eh' era la casa
da Gregorio XV, da Urbano Vili, paterna, in un monistero de' mo-
da Innocenzo XI, e da altri Pon- naci, e in una chiesa, che dedicò
tefici. Urbano VIII avea dichiara- a s. Agata vergine e martire. La
to, che i dottrinari obbligati con consagrò, la dotò di fondi, e l'ab-
giuramento alla perseveranza nella bellì con ricchi donativi. Dopo pa-
congregazione fossero tenuti ad os- recchi secoli, essendo stati trasfe-
n6z DOT DOT
riti altrove i monaci, il inonistero Gaiintini (Fedi), misero artiere,
e la chiesa restarono abbando- di poche lettere, di oscuri natali,e
nati, finché vi passarono ad uf- di comune ingegno. Pure divenne
fiziarla alcuni sacerdoti secolari, i l' arbitro de' cuori, e il fondatore
quali vi rimasero sino al pontifica- di un utilissimo istituto di ci istin-

to di s. Pio V, esercitando cura la na educazione, e l'uomo di consi-


delle anime della parrocchia. Es- glio, di amore verso quel Dio, che
sendosi ivi stabilite la congregazio- innalzando gli umili a grandi mi-
ne, e la confraternita della dottri- prese per In sua gloria, ed i su-
na cristiana, a que* sacerdoti Gre- perbi deprimendo, una sapienza
gorio XIII la concesse in una al celeste gl'infuse nell'orazione, e lo
contiguo locale. Il Panciroli, Te- spirito gli concedette di Elia, e di
sori nascosti, p. opera pub- 180, Eliseo; e quale l'ebbe un s. Fi-
blicala nel 1600 sotto Clemente lippo Neri in Roma, tale egli l'ot-

VIII, dice che questo Papa, a' 29 tenne in Firenze


per divenirne
dicembre 1596, esonerò dalla cura l'apostolo. Nel1825, quando Leo-
delie anime i padri della dottrina ne XII solennemente beatificò il b.
cristiana, i quali, come il medesi- Ippolito, il eh. d. Fabio Sorgenti
mo attesta, vi amministravano i sa- sacerdote ne pubblicò la vita, da
gramenti, e vi esercitavano l' inse- lui compilata sugli atti di sua bea-
gnamento del catechismo, oltre di- tifìcazione. Indi il celebre latinista
verse altre opere di pietà. In prò- Domenico Antonio Marsella, per ee-
gresso di tempo, diminuita di nu- citamento di monsignor Cosimo de
mero la congregazione, Benedetto Corsi, ora Cardinale, pubblicò nel
XIV diede la chiesa ai dottrinari 1826: De beato Tlìppolyto Galan-
fondati dal ven. Bus, i quali tut- tinio auctore sodalilalis doctrinac
torà l' uffiziano. La chiesa non è Chrislianae iti urbe Fiorenlia coni-
molto grande, ma è graziosa, e mentarius.
venne riedificata nei primi anni Dopo aver ricevuto una miraco-
del secolo passato coli' opera del- Iosa sanazione dai ss. Cosma e Da-
l' architetto Recalcati. Il quadro miano, in tenera età il b. Ippolito
dell'altare maggiore, rappresentan- siconsacrò a Dio, ed alla salute
te la santa titolare, fu dipinto dal dei suoi simili, istruendo nella chie-
Puccini, uno de' migliori pratici ro- sa de' gesuiti i giovanetti nei mi-
mani di queir epoca ; questi dipinse steri di nostra santa religione. Quei
pure il Crocefisso nell' altare a de- ebe andavano allora in-
religiosi,
stra. Le pitture della volta, e quel- troducendo il pio esercizio d' inse-
le della parete sopra la porta di gnare ai fanciulli la dottrina, lo
ingresso, sono del cav. Troppa. La prescelsero a maestro. In questa di-
festa della santa quivi si celebra ai venne un portento a segno, che il
5 febbraio. Cardinal de Medici, poi Leone XI,
allora arcivescovo di Firenze, per
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Congregarne
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dottrina
stiana di Firenze detta dei
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Cri-
Fan-
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chiesa di s. Lucia al Prato, avendo


Chetoni.
allora soli dodici anni di età. Im-
La min
mirabile fondazione di que- menso fu il frutto, che il zelante
sto istituto si deve al b. Ippolito pastore ricavò dal servo di Dio.
DOT DOT 263
Voleva Tirsi cappuccino, ma non passando di grado in grado potes-
venne accettato per la sua cagio- sero in una con l'altrui procurare
nevole salute. Non andò guari, che la propria santificazione. Istituì an-
gli apparve Gesù in croce, e gii cora le veglie notturne per disto-
disse, che fondasse una congrega- gliere dagli spettacoli le persone,
zione per l'istruzione delle persone nei tempi in cui è più facile il pec-
più abbiette; e cuoprendolo con una care ; istituì pure i conviti dei po-
veste intessuta di spine, soggiunse: veri, ai quali concorressero ad as-
tali punture saranno tuoi figli, ma i sistere ragguardevoli personaggi, i

io non ti abbandonerò. Accrescen- vescovi, e granduchi di Toscana,


i

dosi la virtuosa fama di lui, spe- come tuttora si pratica con gene-
cialmente per T istruzione catechi- rale edificazione. Aggiunse a tut-
stica, che era passato a fare nella tociò alcune oneste ricreazioni, da
chiesa di s. Lucia, meritò che il farsi specialmente nell' autunno. La

guardiano della congregazione de- fama di questa congregazione, fon-


ponesse la carica, e ne investisse data da Ippolito, si sparse in altre
Ippolito già giunto all'età di anni città, onde fu invitato a recarvisi, ed
diciassette. Indi venne eletto capo istituirla ivi ancora, con molto pro-
della congregazione di s. Salvatore, fìtto delle anime. Così fondò congre-
e poi di quella di s. Lucia, supe- gazioni in Volterra, in Pistoja, in
rando per tutto dissapori, e tra- Lucca, e in molti altri luoghi della
versie con mirabile pazienza, ed Toscana, a Modena, a Cento sul Fer-
esercitando a un tempo l' arte di rarese, ed a Perugia, e per tutti
tessitore, e poi di cimatore di drap- questi luoghi o fondò congregazio-
pi. Coli' ajuto di generosi benefat- ni, o riformò le esistenti.
tori, fabbricò 1602
un oratorio nel L'invidia, e la maldicenza im-
in onore di s. Francesco, come pre- putarono al servo di Dìo di essere
scrisse Clemente Vili. Ma siccome banditore degli errori di Lutero, e
Ippolito bramava dedicarlo a s. Lu- d'introdurre nuove regole, e riforme,
cia, aveva ricevuto
nella cui chiesa ed alcuni suoi figli spirituali lo
principio la congregazione questa ,
tacciarono di troppa severità nei
dipoi venne chiamata la Congrega- suo istituto , per cui venne de-
zione della dottrina sotto V invoca- nunziato alla santa inquisizione,
zione de' ss. Francesco, e Lucìa. al Papa, e al proprio sovrano;
Ippolito prescrisse all' istituto di- ma tutto invano per la falsità del-
verse regole, lo divise in quindici le accuse ; anzi si dovette conchiu-
classi secondo le diverse età, cia- dere che Ippolito era un santo, e
scuna delle quali dovesse essere i- che la sua congregazione promo-
struita da un maestro ne' misteri veva mirabilmente la gloria di Dio,
della fede, e nei precetti della cat- e la pubblica utilità. Indi si recò
tolica religione. Tra le dette classi a visitare il santuario della santa
ve n' era una pegli avventurieri, i casa di Loreto, e già vicino a mo-
quali egli disponeva ad entrare, rire, ottenne pel migliore stabili-
col mondar prima 1' anima con una mento della sua congregazione, che
confessione ben fatta. Gli officiali, il gran duca Cosimo lì, ed i suoi,
o cooperatori, ebbero da Ippolito fondassero in essa quattro cappel-
parimenti le loro regole per cui lanie perpetue, e placidamente mo-
264 DOU DOW
li il io marzo 1619, nel-
venerdì accusava di aver mancato ai giura-
l' età di cinquantaqualtro anni pas- menti a lui fatti dei beni, ch'egli
sati, lasciando fiorente la sua con- pretendeva appartenere alla sua
gregazione. Prima di morire racco- chiesa ; di averlo calunniato presso
mandò a' suoi confratelli 1' istituto, ilPapa ; di averlo disubbidito fino
inculcò loro la pace, e la concordia, a resistergli colle armi alla mano.
e dettò alcuni avvertimenti a chi Inoltre Incmaro di Reims presentò
doveva succedere nel reggimento un* istanza al concilio, piena di ag-
della congregazione. Le regole del gravi, e di doglianze contro il sud-
b. Ippolito per questa congregazio- detto vescovo di Laon, eh' era suo
ne furono sottomesse all'esame del- nipote. La sua deposizione venne
la congregazione de' vescovi e rego- sottoscritta da ventuno vescovi pre-
lari,e quindi vennero approvate dal senti, dai deputati di otto vescovi
Pontefice Leone XII, con decreto assenti, e da otto altri ecclesiasti-
J
de' 17 settembre 1824. Inoltre il b. ci. Diz. de Concilii , Lenglet.
Ippolito, oltre tali regole e costitu- secondo ebbe luogo nell'874
Il }

zioni pel governo e per la direzione a' i3 giugno. Fu radunato per or-
della congregazione, lasciò alcuni dine del re Carlo il Calvo. Si
scritti,
approvati nel 1747 da Be- scrisse una lunga lettera a' vescovi
nedetto XIV. Uno di tali scritti so- di Aquitania contro due abusi fre-
no gli Esercizi delle scuole di spi- quenti in quei tempi, cioè contro
rilo della congregazione della dot- i matrimoni incestuosi, e le usur-
trina Cristiana in Firenze, pubbli- pazioni de' beni di Chiesa. Vi fu
cati in Roma nel i83i, con un deposto il prete Umberto, e venne
compendio della vita del b. Ippo- messa in penitenza la religiosa da
lito, dal can. Antonio Santelli, ca- lui sedotta. Diz. de' Concilii, Re-
meriere onore del Papa regnan-
di gia t. XXIV, Labbé t. IX, ed
te, e dall'archivio de' con-
tratti Arduino t. VI.
fratelli della detta congregazione di DOVIZJ Bernardo, Cardinale.
Firenze, ivi chiamati per la loro V. Divizj.
modestia Fan-chetoni. DOWN (Dunen.). Città con re-
DOUZI, Duriacum, o Duodecia- sidenza vescovile dell' Irlanda, nella
cum. Città di Francia nella Sciampa- provincia di Ulster, capoluogo del-
gna dipartimento delle Ardenne, nel la contea di tal nome, e della ba-

cantone di Mouzon. Essa è situata ronia di Lecale, a poca distanza


dalla riva meridionale del lago
sulla riviera di Chiers, distante u-
na lega e mezzo da Sedan, nella Strangford. composta di quattroÈ
diocesi di furono tenu-
Reims. Ivi strade principali ; ed i presbiteria-

ti i due seguenti concili. Il Lenglet


ni, i metodisti, ed i cattolici vi

ne registra un terzo dell' 860. Gali. hanno i loro templi particolari. Vi


ChrisL tom. IV, io45>. sono un palazzo di giustizia, una
p.
prigione, un piccolo ospizio, delle
primo si radunò nell' anno
Il
scuole gratuite, e degli orfanotrofi.
87 t, a' 5 agosto. Incmaro vescovo
di Laon vi fu deposto, non avendo S. Patrizio, che quivi mori, e ven-

voluto rispondere ai lamenti, che ne tumulato nell'anno 49^, vi è


contro di lui aveva mossi il re in gran venerazione. Si può vedere
in Barouio nell'anno 176 una de- 1
Carlo il Calvo. Questo principe lo
DOW DRA i65
scrizione della traslazione delle re- Sessanta anni addietro non vi era-
liquie di questo santo, che fu fatta no cinquanta cattolici nella città,
in quell'anno, ed a cui assistette il ed il principale fra di loro era un
Cardinal Vi viani, mandato come lega- suonatore di violino, che girava di
to dal Pontefice Alessandro III. 11 casa in casa. Tali cattolici non a-
celebre pozzo, detto pozzo di s. Pa- vevano ne chiesa, ne cappella. At-
trizio, è un pozzo de* dintorni con- tualmente i cattolici sono più di
secrato alla memoria di lui, e per- trentacinquemila, e fra essi si tro-
ciò famoso a segno che si teneva vano alcuni, che sono le persone
in gran venerazione, e veniva fre- più ragguardevoli della città.

quentato nelle vigilie, e nelle feste DRACONARI, o DRAGONARI.


di s. Gio. Battista ; ma essendovi Soldati, di cui si fa menzione fre-
accaduti in processo di tempo dei quente negli antichi Ordini, e ceri-
gravi abusi, un tal pellegrinaggio moniali romani. I draconari erano
venne proibito nell'anno 1825 dal soldati, che accompagnavano il Pa-
zelante vescovo monsignor dolly, pa nelle funzioni pubbliche, con ri-
e da quel tempo è andato in dis- movere la calca del popolo. Angelo

uso. Down manda un membro al Rocca, opera omnia, diligentissimo


parlamento, e vuoisi che sia l' an- osservatore dei sagri usi antichi, è
ticaDununi città dei Volunziani. di parere che fossero così denomi-
Si chiama ancora Down-Patrik. nati perchè portavano per insegna
La sede vescovile venne fondata un drago. Altri però, con maggior
da s. Patrizio nell'anno 4^5, ed as- fondamento, hanno
che opinato,
soggettata alla metropoli di Armagli, tutti gli portavano
alfieri, i quali
di cui è tuttora suffraganea. Dopo qualche insegna, fossero nominati
l'anno i44 x > si uni a Down tanto dragonarii a similitudine degli an-
la sede di Connor (Vedi), che quel- tichi dragonarii, che nell' esercito
la di Dromorre, la quale poscia si portavano il labaro con un drago
divise. I sacerdoti da ultimo erano in cima. Questa opinione si fonda,
più. di settanta, i cattolici ascende- perchè in alcuni Ordini romani so-
vano in tutta la diocesi a circa no appellati dragonari, quelli, i

duecento trentamila. Vi sono qua- quali nelle processioni portavano


ranta parrocchie, oltre molte cap- la croce. Altri gravi scrittori asse-
pelle. Il clero vive coi proventi riscono, che nelle processioni delle
parrocchiali, e con le pie oblazio- litanie maggiori, e delle rogazioni
ni de' fedeli. Il vescovo risiede in si portavano in cima delle aste al-
Belfast, città marittima dell' Irlan- cune figure di draghi sotto la cro-
da della suddetta provincia Ulto- ce, per denotare che il drago in-
nia. £ situata sulla riva sinistra, fernale era slato superato, e debel-
ed all' imboccatura del Lagan nella lato in virtù della croce. In alcune
baja di Belfast, eh' è vastissima, e processioni di altre chiese, si so-
sicura. ben fabbricata
Questa città levano portare le figure di lu-
ha molte chiese e cappelle, due o- pi , come in quelle delle rogazio-
spedali, una casa d' industria pei ni, per alludere alla primitiva isti-

ciechi, diverse fondazioni di carità tuzione di tali processioni, per li-

ec. 11 numero degli abitanti di Bel- berarsi dalle infestazioni di questi


fast è di circa cento cinque mila. animali nocivi. Così il Macri alla
266 DRA DRA
voce Draconarius, nella Notizia dei adopera per ingannare i fedeli. 11
K'ocnb. eccl. Al presente la santa motivo principale di questa istitu-
Sede ha un distinto corpo di mili- zione, fu 1' anatema fulminato con-
zia a cavallo, chiamato Dragoni tro le dottrine di Giovanni Hus, e
pontificii, de' quali si tratta a Mi- di Girolamo da Praga, e la con-
lizie Pontificie (Fedi). Il Zaccaria danna delle loro persone, da Sigis-
tratta del Draco, e del Dracona- mondo voluta rappresentare, come
rius, a tali voci del suo Onoma- un dragone conquiso. Il p. Bonan-
sticon Rit. ni, nel catalogo degli Ordini eque-
DRAGONARA, o TRAGONA- stri, ne riporta la figura a pag.
RA. Città vescovile del regno del- XXXV, e citando il Giustiniani, e
le due Sicilie, nella provincia Ca- il Mendo, dice che all' Ordine fu-
pitanata, presso il fiumicello Tripa- rono annoverati molli principi, e re
le, fondata da Catapano greco, pre- di Aragona, ma che in progresso
side della Puglia verso l'anno 1022. rimase estinto. Forse da ciò sarà
In questa piccola città nel secolo derivato, che i luterani, nelle guer-
decimoprimo fu istituito un vesco- re di religione del secolo XVI, af-
vato, suffraganeo al metropolitano fettarono di prendere per divisa
di Benevento ; ma dipoi nel secolo nelle loro insegne, un dragone in-
XVI venne unito al vescovo di s. alberato contro la Chiesa cattolica.
Severo, essendo divenuta la città DRAMA. Città vescovile di Ma-
poca cosa. L'Ughelli, nel tom. Vili cedonia , nelle vicinanze di Tessa-
dell' Italia Sagra, riporta il nove- lonica , nella quale 1' imperatrice
ro di veutinove vescovi, che vi ebbe- Irene, annojata del soggiorno di
ro sede ; e dice che la chiesa catte- quella città, si ritirò, e terminò
drale divenne un' a rei pretura rura- di vivere. Altri la fanno vicina a
le. primo fu Leone del 1061,
Il Commanville dice , che
Filippi.
l'ultimo Ludovico Suarez del i554- Drama venne eretta in sede ve-
DRAGONE rovesciato, Ordine scovile nel secolo XIII, che poi di-
equestre. I cavalieri di quest' Ordine venne arcivescovile, e fu unita quin-
furono istituiti dall' imperatore Si- di nel secolo XV alla metropoli di
gismondo circa l'anno, i/f ^, e do- 1 Filippi. Il p. Le Quien
, Oriens
po la celebrazione del dunoso con- Chrisl. tom. II, p. 98, registra Do-
cilio di Costanza L'Ordine fiorì in
. siteo , e Gioacchino, vescovi di
Germania, ed in Italia ; e i cava- Drama.
lieri portavano giornalmente una DRASCOVITZ Giorgio, Cardi-
croce gigliata, e screziata di verde. nale. Giorgio Drascovitz, nato in
Ne' giorni solenni si vestivano di Ungheria circa l'anno i52o di no-
un mantello di scarlatto, e di un stra salute, fiorì sino dall' età più.

mantelletto di seta verde. La col- verde per una vasta letteratura,


lana dell' Ordine era d' oro a dop- nerboruta eloquenza, ed edificante
pia maglia tramezzata di croci pa- pietà. Appena compiuta l'età dei
triarcali, ed avea pendente un dra- sagri canoni venne eletto a vescovo
gone colle ali abbattute, e rove- di Cinque Chiese, sotto il pontificato
sciato, anch' esso screziato di diversi di Giulio III, e quindi venne spedito
colori, che potevano significare i siccome oratore al concilio di Tren-
diversi allettamenti , cui l' eresia to in nome di Ferdinando I, di cui
DRA DRE 267
ascoltava le confessioni. Compiuto dal Mireo, Notitia Episcopale p.
il santo sinodo, Gregorio XIII, nel 95, sotto la metropoli di Bostra,
1578, lo trasferì alla sede di Za- diversa da Adra o Adrasus, seti
gabria colla dignità di viceré della castrimi Bernardi, eretta nel sesto
Croazia, la quale mediante lo zelo, e secolo, egualmente nell'Arabia, dì
la pastorale sollecitudine di lui, fu cui parla ilTerzi nella Siria Sa-
preservata dall'eresia. S. Pio V, cra, pag. 109. Al presente Draso,
riconoscente al merito di quell'e- Drasen., è un titolo in partibus,
simio prelato, gli scrisse un breve che conferisce la Sede apostolica,
apostolico, nel quale gli rendea solfo la metropoli pure in partibus
grazie di tante vigilantissime cure. di Bostra.
L' ottimo vescovo con egual previ- DRAUSIO (s.). Da genitori no-
denza prcndevasi carico della tran- bili e pii trasse i natali Drau-
quillità delle sue pecorelle, e del sio nella provincia di Soissons. E-
buon andamento della civil socie- ducato alla scuola del santo vesco-
tà ; cslinse quindi anche una guer- vo Anserico, questi lo ascrisse tra
ra che ivi erasi destata. li Pon- i chierici della cattedrale nell'anno
tefice Gregorio XI li da lì a po- 649. Ordinato sacerdote, e fornito
co lo promosse alla chiesa di Gia- sempre più di santo fervore nel
varino; e poi l' imperatore Rodolfo servizio divino, fu eletto arcidiaco-
Io nominò all' arcivescovado di Co- no, adoperandosi con coraggio a
locza. Ad istanza di questo princi- togliere molti abusi, e a far rifio-
pe, fu creato da Sisto V, nel con- rire la pietà. Morto il santo vesco-
cistoro de' i3 maggio i585, prete vo Anserico, Bettoleno gli successe,
Cardinale della S. R. C, e regio luo- il quale conosciute Drausio le in
gotenente nell' Ungheria. Morì in qualità tutte necessarie a sostenere
Vienna d'Austria nell'età di ses- l'episcopato, si dimise egli, ed ec-
santatre anni, compianto da tutti, e citò il clero ed il popolo a propor-
in altissima riputazione. Altri dico- lo in sua vece. Quantunque Drau-
no, che morisse in Presburgo nel sio fosse debole di complessione, con
i588, nel recarsi a Roma per pren- istancabile ardore si diede agli uf-
dere il cappello cardinalizio, e per fìzi del novello suo ministero. Vi-
visitare i sagri li mini, a cui l'avea sitò di spesso la sua diocesi, sovven-
sollecitato Sisto V. Le di lui spo- ne largamente i poveri, fabbricò mo-
glie mortalifurono deposte nella cat- nisteri, e sino alla morte costante
tedrale di Già varino. Questo Car- si mantenne nel zelare la gloria del
dinale persuase l'imperatore Ridol- Signore, e nella cura dell'anime af-
fo ad assegnare una porzione delle fidategli. Morì neh" anno 6j5 fuori
rendite dell' antica prepositura Ta- della città, ed
suo corpo fu po-
il

rocchiense pel mantenimento dei scia trasferito nella sua cattedrale li


giovani ungari in un seminario, af- 1 giugno 680. I martirologi di
finchè ben eruditi nelle cattoliche Francia assegnano la sua festa ai
verità, potessero valorosamente af- 5 marzo.
frontare il torrente degli errori, che DRESDA (Dresden.). Città capi-
in quel tempo minacciava l'Europa. tale del regno di Sassonia, capo-
DRA SO, Drasen. Sede vescovile luogo del circondario di Misnia, e
dell' Asia nell' Arabia, come si ha del baliaggio del suo nome, resi-
268 DRE DRE
(lenza del re, e sede del governo. me la più bella città di Germania,
È situata nella bella valle dell'El- e perciò la chiamano la Firenze
ba, sopra questo fiume, attraversa- dell' Alemagna. In generale è ben
to da un magnifico ponte, uno dei fabbricata, ed ha un aspetto deli-
più belli di Germania di sedici ar- zioso. Fra i suoi pubblici, e nume-
chi, assai lungo, e largo, composto rosi edifizi, i più degni di menzio-
di pietre quadrate di sì regolare ne sono il palazzo reale, vasto, ma
grandezza, che dal re Augusto II irregolare, come opera di molti se-
alle due parti venne accresciuto di coli, e restaurato dopo il grande
marciapiede, e di ripari, e dal quale incendio del 1702; ha una torre
si gode un'amena prospettiva. Le alta 355 piedi, e degli apparta-
alte mura, che circondavano que- menti magnifici. Si distingue fra
sta città, furono distrutte nel 1810; questi quello chiamato della volta
tuttavolta ricevette qualche fortifi- verde, perchè dipinto con tal colo-
cazione nel 18 13. Si divide invec- re, e che racchiudeva una delle
chia, e nuova città, dette Alt- raccolte più rinomate di cose rare,
Dresden, e Ntu-Dresden, ed in cin- e preziose di Europa. Questa rac-
que sobborghi, il più importante colta,chiamata tesoro, quantunque
de quali è situato al confluente del ancora celebre, venne smembrata
Weisseritz, e dell' Elba, dal nome nelle guerre dal 1756 al 1763.
di Federico Augusto chiamato Frie- Distinguonsi pure la cancelleria,
egli formò nel
dcrichstadt, in cui il palazzo de' conti di Bruhl, quel-
1785 una parrocchia particolare, lo dei principi Antonio e Massi-
e che prima chiama vasi Neustadt- miliano, quello detto giapponese,
Ostra. Ha Dresda cinque pubbli- il palazzo pubblico, l'arsenale, la
che piazze, e quella del mercato grand'opera, e il teatro nazionale,
è decorata dalla statua equestre le caserme, le scuderie, ed altri
dell'elettore e re di Polonia Fede- ragguardevoli edifizi. Vi si conta-
rico Augusto II, di metallo dorato, no diciotto chiese, quindici delle
ed eretta nel 1763. Le sue nume- quali sono luterane, una calvinista,
rose strade sono pulite, e ben illu- e due cattoliche : di quest* ultime
minate; ed ha de' belli viali fian- quella nuovamente eretta è uno
cheggiati di alberi, che danno co- de' più celebri edifizi di tal genere
municazione tra la città vecchia ed sì per l'architettura, che per avere
i sobborghi. La navigazione sul- un organo eccellente di Silberman.
l'Elba è per questa città di un 11 suo tetto piatto è coperto di
vantaggio immenso : gli abitanti rame, e la torre alta 3 00 piedi si
superano il numero di cinquanta- vede ornata di belle colonne, seb-
mila. La città fu molto danneggia- bene leggere. Sonovi cinque ospe-
ta dal fuoco negli anni i49 ! > x
49 2 > dali, un orfanotrofio, un ospizio
1 6 1 4- Il baliaggio di Dresda si per gli esposti, un monte di pietà,
estende in una valle di quattro le- un bel bagno pubblico, ameui giar-
ghe di lunghezza, ed è divisa in dini, e passeggiate deliziose. Assai
due parti dall'Elba. Vi sono mol- delizioso è pure il giardino reale,
ti boschi, ed alcune miniere di car- nel cui circuito evvi una sala di
bone terroso. concerto.
Alcuni considerano Dresda co- Possiede Dresda moltissimi sta-
4

DRE DRO 269


bilimenti interessanti, e fra gli al- lebrità nel 1200, ed accrebbe la
tri un' accademia delle arti divisa sua considerazione, quando cinta
in cinque classi una de' cadetti,
, da buoni bastioni, diventò verso il
una scuola del genio, una di arti- 1600 una fortezza, che allora ven-
glieria,uno stabilimento per la i- ne bersagliata dalle potenze belli-
una scuola nor-
struzione de' paggi, geranti in Germania. Fu presa dai
male, due ginnasi, una scuola di prussiani nell'anno 174^ e 1756,
medicina, e di chirurgia, una di ai quali la tolsero gl'imperiali nel
veterinaria, tre scuole d'industria., 1759, mediante una capitolazione.
cinque di carità , un istituto pei Nel 1760 fu attaccata nuovamente
ciechi, molte case particolari di e- dai prussiani, sebbene inutilmente,
ducazione, e fra le altre quella de- e in tal incontro i suoi sobborghi
nominata Giuseppina, in cui si al- ebbero un gran danno dal fuoco,
levano tutte le figlie de' cattolici. e dalle bombe. Nel 1809 fu alter-
Inoltre evvi una società economica, nativamente presa, e ripresa dagli
ed altre dotte, e benefiche^ tutte austriaci, e dai francesi. Nel 181 3,
perfettamente amministrate. Oltre il giorno 26 agosto, fu attaccata
la biblioteca del re, che contiene dagli austriaci, dai prussiani, e dai
più di duecento cinquanta mila russi riuniti sotto il comando dei
volumi, quattromila manoscritti, e sovrani alleaticon pieno successo. ,

ventimila carte geografiche, ve ne Sembrava per un istante, che do-


sono tre altre pubbliche. Vi è pu- vesse coronare gli sforzi delle ar-
re una sorprendente galleria di mate coalizzate, ma furono esse in
quadri, un bel gabinetto di stam- fine respinte dall'armata francese.
pe, uno di antichità assai prege- DRIVASTO o DR1BASTO. Cit-
vole, uno ricco di medaglie, ed una tà vescovile del nuovo Epiro, nel-
preziosa collezione di porcellane l'esarcato di Macedonia oggidì ,

della Cina, e del Giappone, oltre nell'alta Albania. Fu eretta in sede


ai gabinetti di mineralogia, e di episcopale nel IX secolo , e fatta
Questa città è prin-
storia naturale. suffraganea della metropoli di Du-
cipalmente rinomata pe' suoi valen- razzo: ma il Pontefice Alessandro
ti artefici di , disegno ,
pittura II la sottomise nel 1062 a quella
scoltura, incisione, eper intagliare, di Antivari . Neil' Oriens Christ.
e incostrare i marmi, e per l'arte tom. II, p. 252, si leggono le no-
dello smalto. I suoi artisti sono di- tizie de' suoi tre vescovi, Paolo,
visi in sessantacinque comunità. Le Pietro I del 11 1 » e Pietro II, che
sue fabbriche più. importanti sono fiorì nel pontificato d'Innocenzo IV.
quelle degli specchi, e porcellana DROCTOVEO (s.). Circa l'an-
tanto nota sotto il nome di Sas- no 535, nella diocesi di Autun
sonia. in Borgogna , nacque Droctoveo.
Dresda vuoisi fortificata da Car- Sotto la guida di s. Germano nel-
lo Magno nell'ottavo secolo, per la badia di s. Sinforiano fu egli
arrestare le scorrerie de' boemi. In educato. Divenne monaco, e quindi
seguito la città divenne considera- fu creato primo abbate di s. Vin-
bile per la residenza, che vi fecero cenzo, monistero del re Childeber-
i duchi di Sassonia. S'incominciò to, fondato poco prima in Parigi.
a, farne menzione con qualche ce- L'esempio, che egli dava di ogni
27o ORO DRO
viitù contribuì a far fiorire la di- di oltantaquattro anni il giorno 16
sciplina monastica ne' suoi confra- aprile i i8(>. Il martirologio roma-
telli. Umile cogli altri, rigido con no lo registra in tal dì, e le sue
sé stesso , fervente nell'orazione, reliquie si conservano nella chiesa
compassionevole verso i poveri, tut- di s. Martino di Sebourg.
to questo lo rendeva venerabile, e DROGONE, Cardinale. Drogone
da Carico di meri-
tutti ossequiato. nacque in Laon, ovvero, secondo il
ti santamente verso l' anno
morì Ziegelba ver, nella città di Reims. Ve-
58o, ed il suo corpo viene custodi- stì l'abito dei monaci di s. Nicasio
to in s. Germano dei Prati. Dalla in Reims, ed assunto al carico di
Chiesa è onorato ai io di marzo. priore, allontanò dal cenobio alcu-
VROGOBU CU. Dorogobonia. Cit- ne religiose, che viveano liberamen-
tà vescovile della Russia, lungi da te, e sciolte dalla regola. A tal li-
Mosca settantadue miglia, e diciot- ne si valse anche dell'opera di Lo-
to da Smolensko. È situata sul Bo- dovico VI per au-
re di Francia,
ristene,ed il suo seggio vescovile torità del quale, giusta quanto ne
venne unito a quello arcivescovile riferisce il Ciacconio, il monistero
di Smolensko. stesso venne accordato a'benedettini.
DROGONE (s.). Nelle Fiandre Questi religiosi seppero così ap-
nel villaggio di Epinoy nacque prezzare le belle qualità e il sapere
Drogone. Sino dall'infanzia diede di Drogone , che ben presto lo
a conoscere la sua singolare pietà vollero a loro abbate. Ma Inno-
verso de' poveri, e giunto al ven- cenzo II, avuta parte delle distinte
tesimo anno di età distribuì parte doti, e del non comune sapere, on-
de' suoi beni agi' indigenti, e cedet- de viemaggiormente facevasi cele-
te il resto a' suoi congiunti ,
per bre il nome di quel benedettino, lo
dedicarsi con più fervore al servi- chiamò a Roma nel ii3o, e si
gio di Gesù Cristo. Indossato un valse di lui in cose di gran rile-
grosso vestito, stretto di cilicio, si vanza. Nel concilio di Pisa, tanto
allontanò dalla sua patria, e an- il Drogone soddisfece il Pontefice,
elò pellegrinando , dopo vari e
e che Innocenzo II nel i i 34 in quel-
lunghi viaggi, nel borgo di Sebourg la stessa città lo creò Cardinale,
fermò dimora, ove fu custode di e gli assegnò il vescovato di O-
greggi. Durò sei anni in questo stia. Avendo governata quella chie-
impiego, eccitando in tutti quelli che sa per lo spazio di quattro anni,
il vedevano, sentimenti di venera- spirò nel bacio del Signore, bene-
zione per la sua umiltà, e carità. detto da tutti i suoi, ed encomiato
Ripresa di nuovo la sua peregrina- da' più eccellenti ed accreditati scrit-
zione, si recò per ben nove volte tori di quel tempo, ed anche di
in Roma, sempre più aumentando qualche secolo poi. Scrisse un trat-
nella perfezione cristiana. Colto da tato sull'officio divino, ed alcune al-
intestinale malattia dovette far ritor- tre operette, che si trovano nella
no a Sebourg, e fattasi una picco- biblioteca de'padri, nelle quali fece
la cella presso la chiesa, vi stette mostra, oltre che di raro talento,
per quarantacinque anni, non d'al- eziandio delle più belle qualità del-
tro cibandosi che di puro pane di lo spirito.
orzo, e d'acqua tepida. Morì in età DROMORE (Dromoren). Città
DRO DRU 271
con residenza vescovile nell'Irlanda, colarmente nel 1641, e nel 1689.
nella provincia di Ulster, e nella Laonde deve il suo ristabilimento,
contrada di Eangh, già faciente par- e la sua prosperità, alla sua bella
te della contea di Down. Droruore, situazione. In questa città vi è un
o Drummore, al presente è una monistero di Clarisse, ed è il solo
baronia di Lower-Iveagh, sul Lagan. stabilimento di monache, che al
Commnaville dice, che la sede ve- presente sia nella provincia di Ul-
scovile fu quivi istituita nel sesto tonia.
secolo, mentre altrine fanno pri- DRUA. Sede vescovile dell'Africa
mo vescovo s. Colmano. Certo è, occidentale, la cui provincia è in-
che s. Patrizio, apostolo dell'Irlan- certa.
da, nell'anno 4^5, fondò tutti i ve- DRUIDI (Druidae). Erano i sa-
scovati di questa regione, e perciò cerdoti, e ad un tempo i filosofi
anche quello diDromore, che ven- presso gli antichi Galli, o Celti, co-
ne sottoposto alla metropoli di Ar- me presso i popoli di Germania,
magli. Nel pontificato di Eugenio e della gran Brettagna . Ammini-
IV, e nell'anno i44 2 ^ a se de ve->
stravano le cose sagre, erano gl'in-
scovile fu unita a Down, ma dipoi terpreti della religione, i giudici
venne separata, restando suffraganea delle o parti-
differenze pubbliche
di Armagli. Nel 1780 Pio VI fe- colari, così della pace, che della
ce vescovo di Dromore monsignor guerra. Coloro, che non ubbidivano
Matteo Lennan, e il Papa che re- alle decisioni da essi emanate, ve-
'

gna, a' 27. gennaio i833, dichiarò nivano interdetti dalle assemblee
vescovo della medesima, monsignor religiose, e perciò risguardati em-
Michele Blake di Dublino , già vi- pi, e schivati da tutti. I principali

cario generale dell'arcidiocesi di Du- articoli della superstiziosa teologia


blino, e rettore del collegio Irlan- de' druidi,erano l'immortalità del-
dese in Roma,
senza nominare altri l'anima, e la metempsicosi. Cre-
vescovi.Secondo il Catholic Dire- devano inoltre, che il mondo fosse
ctory, stampato nel 1840, nella eterno, e che un giorno gli ele-
diocesi vi sono circa sessanta sa- menti dell'acqua, e del fuoco pre-
cerdoti, ma deve dire
piuttosto si valerebbero. I druidi godevano di
trentacinque, e circa novantacinque grandi prerogative, si tenevano in
mila cattolici. Il clero vive de'pro- somma venerazione, e perciò esen-
venti parrocchiali, e con le pie o- ti dal servigio delle armi, e da
blazioni de'fedeli. Le cappelle so- qualunque tributo. Dimoravano in
no molte, e le parrocchie ascendo- mezzo alle foreste, ed esercitavano
no al numero di diciassette. Al anche la medicina; educavano ivi i
presente il vescovo risiede in Newry, giovanetti, tenendovi scuole, e adu-
città e porto d'Irlanda , che sta nanze, e fiorivano principalmente
sopra una ripida collina, cinta di in Chartres, Autun, Marsiglia, To-
montagne. Anticamente era consi- losa ec. Essi ebbero una gerarchia,
derabile e forte siccome posto in- nella quale distinguevansi i druidi
teressante. Aveva una ricchissima propriamente detti, gli eubagi^ e i

abbazia, soppressa nel 1 543 , pel bardi. I primi erano sacerdoti, i

lagrimevole scisma. Molte volte secondi gl'indovini, gli ultimi i poe-


Newry fu ridotta in cenere, paiti- ti, e i cantori della guerra. Aliar-
272 DRU DRY
ticolo Bardi (Vedi) si sono dette de Gali, che ai druidi non
Bell.
molte cose risguardanti i druidi. era permesso di scrivere le loro ge-
I druidi ebbero pure una poli- ste, perchè non volevano, che fi-
zia tra loro, cioè una subordinazione dandosi di questo aiuto si avvezzas-
graduata, e un insegnamento pel loro sero a fare minore uso della me-
ordine, e per l'istruzione de'popoli. moria.
Nel paese di Chartres era vi una DRUSI. V. Monte Libano.
grande scuola di druidi delle Gal- DRUSILIANA, o DRUSILLIA-
lie. Colà in ogni anno si tenevano NA. Sede vescovile di Numidia,
le adunanze chiamate slati, o gran- nell'Africa occidentale, sotto la me-
di giorni, ed ivi si decidevano gli tropoli di Cirta Julia. Rufino suo
affari più importanti. Colà eziandio vescovo intervenne alla conferenza
col più pomposo apparato, si co- di Cartagine.
glieva dai druidi il visco delle quer- DRUS1PARA, o DRUZIPARA,
cie, che distribuivano come stren- seu Messene. Città episcopale del-
ne al principiare dell'anno, dappoi- la Tracia, nella provincia di Eu-
ché essi attribuivano grandissima ropa, già sotto la metropoli di E-
virtù al visco, che nasce nelle quer- raclea. Commanvillepone sotto la
ele, e ne' boschi offrivano sagrifìzi di il metropolitano Sparta , e la
di
quercie. Terminate quelle assemblee, dice eretta nel quinto secolo. Bau-
i druidi ritornavano nelle loro fo- drand la colloca nella giurisdizione
reste, ove interamente si dedica- metropolitica di Adrianopoli, ed al-
vano alla contemplazione, e alla pre- cune notizie ecclesiastiche ne fecero
ghiera. La superstiziosa religione dei anche un arcivescovato, presso Ber-
druidi si conservò a lungo nelle Gallie gula, od Arcadiopoli. Vi era una
egualmente che nella gran Bretta- chiesa magnifica dedicata a s. Ales-
gna. Essa passò ancora in Italia, sandro che aveva patito
martire,
lo che si raccoglie dal divieto, che sotto l'impero di Massiminiano. Di
l'imperatore Augusto fece ai roma- tal santo i greci celebrano la festa
ni di celebrarne i misteri. Nelle a'i3 marzo. Il p. Le Quien, Oriens
Gallie se ne continuò l'esercizio Christ. tom. I, p. 194, ci dà le no-
sino all'epoca in cui Tiberio, te- tizie di quattro vescovi di Drusi-
mendo che quelle adunanze pre- para, o Messene, cioè Alessandro,
stassero un'occasione a qualche ri- Giovanni I, Filippo, e Giovanni II.
volta, fece distruggere i druidi, e Attualmente Drusipara, Drusiparen^
tagliare tutti i loro boschi. è un titolo di vescovato in parti-
Vi aveva ancora un collegio di bus sotto la metropoli eziandio in
druidesse, che i galli appellavano partìbus di Adrianopoli, che viene
senes. Esse erano in numero sol- conferito dal sommo Pontefice. Al
tanto di nove, e conservavano in presente è vescovo di Drusipara
perpetuo la loro verginità. Le drui- monsignor Clemente Bonand, fatto
desse pretendevano di profetizzare, nel 1837 dal Papa regnante vica-
e l'opinione del volgo attribuiva rio apostolico di Pondichery e ,

loro il dono non solo di predire Madras nelle Indie orientali.


il futuro, ma di penetrare altresì DRYGOBIZIA, o DRUGUBI-
nei segreti della natura. Nota poi ZIA. Sede episcopale della prima
Giulio Cesare ne'suoi commentari provincia di Macedonia, nell'esarca-
3,

DUB DUB 273


to del suo nome, ossia nella diocesi dosi considerare come uno dei più
dell'Jlliria orientale. Venne eretta begli edifizi di Europa; dell'ufficio
nel nono secolo, e fatta suffraganea del bollo, di una costruzione ele-
alla metropoli di Tessalonica. Pie- gante; della prigione di Rilmainham;
tro suo vescovo intervenne al con- del collegio della Trinità od uni-
cilio di Costantinopoli, in cui Fozio versità di Dublino, magnifico fab-
fu restituito alla sua sede. Orìens bricato che ha l'aspetto di un pa-
Christ. tom. II, pag. g4- lazzo reale; della piazza del colle-
DUBLINO (Dublinen.) Città con gio colla statua equestre di Gugliel-
residenza arcivescovile, capitale del mo III, e che ha in fronte l'impo-

regno dell' Irlanda , e capoluogo nente mole di edifizi, che formano


della provincia di Leinster, e della il collegio della Trinità. Comprende
contea del suo nome. E situata nel inoltre una cappella, una bibliote-
fondo di una baia circolare di due ca ricca di nobile e copiosa colle-
leghe di diametro, nella quale sboc- zione di libri, e di pregevoli ma-
ca il LifFy. Dublino ha la forma noscritti, ed ornata di numerosi
di un quadrato, i cui lati hanno busti di marmo di celebripersonag-
poco meno di una lega. Il LifFy, gi, non che il gabinetto anatomi-
venendo dall'ovest 3 la divide in co, un teatro, ed un parco ben
due parti eguali. La più antica, piantato. Il frontespizio del collegio
quella del sud, è, ad eccezione di della Trinità venne eretto nel i"j5q.
qualche pubblico edilizio, costrutta La fondazione dell'università risale
in mattoni, e le strade sono strette, al tempo della regina Elisabetta, e
e la maggior parte tortuose. La gode di una grandissima riputazione.
porzione moderna del sud, e quel- La prima pietra vi fu posta a' 1

la del nord, hanno le strade lar- marzo venne aperta per


i5c)i, e
ghe e diritte, e case elegantemente l'ammissione agli studi li g genna-
costrutte in pietra. Dublino si di- ro i5g3. Non si deve tacere, che
vide in diciannove parrocchie, quat- altra università nel i32o era sta-
tordicisono dalla parte meridionale, ta fondata dall'arcivescovo di Du-
e cinque nella settentrionale. Que- blino Alessandro di Bilanore, e lo
st'ultime hanno una vasta estensio- afferma anche il Mi reo, Not. episcop.
ne, massime quelle di s. Pietro, e pag. 3 14.
di s. Caterina. Si contano più di Inoltre nella suddetta parte me-
centoquattordicimila abitanti nel- ridionale vi è un collegio reale di
la parte meridionale, e circa ses- chirurghia, di elegante architettu-
santamila nell'altra. La porzione me- ra. Sono pure da nominarsi gli edi-
ridionale, come la più commercia- fizi del commercio, l'accademia rea-
le, contiene la maggior parte dei le d'Irlanda, la casa della società
monumenti , e stabilimenti della di Dublino, la scuolamarina di
città. Faremo pertanto menzione la biblioteca pubblica di Marsh, il
del castello , in cui risiede il go- teatro reale, gli ospedali di Lock,
vernatore, o vice-re dell'Irlanda; di Kilmainham pei pazzi e soldati
della borsa, superbo edilizio; della invalidi, l'ospedale degli esposti,
banca in cui risiedeva il parlamen- quello della clinica, e sedici chie-
to d'Irlanda prima che fosse riu- se, tra le quali merita considerazio-
nito a quello d'Inghilterra, poten- ne la cattedrale di s. Patrizio, che
vor. xx. 18
a74 DUB DUB
rinchiude il sepolcro del dottore stabilimenti. La città comunica col-
Swift, e quella del Cristo , edifìzi l' interno della Irlanda per due ca-
gotici, come molte altre, di pro- nali, il gran canale, e il canale rea-
spetti esterni assai eleganti. Nel le. La baia orientale della città so-
1825, a'a5 ottobre, venne gettala vente per la sua bellezza somiglia
la prima pietra dello splendido e- a quella di Napoli, chiusa al nord
diiìzio, o chiesa de'carmelitani, la da un promontorio di un aspetto
quale fu consagrata li 1 1 novem- pittoresco, su cui s' innalza il fana-
bre 1827 dall'arcivescovo Daniele le. Pel commercio questa capitale
Murray, e dedicata a Dio, ed alla è il deposito dell' Irlanda, essendo
b. Vergine del Carmelo. Tra le assai considerabile. 11 totale degli
belle piazze, nomineremo quella che abitanti supera i duecento trenta-
viene abbellita dalla statua equestre mila. L'università manda due mem-
di Giorgio II. bri al parlamento, e due la città.
La parte settentrionale di Du- Dublino è patria di parecchi uomi-
blino comunica colla precedente, ni celebri ed illustri, come di Gia-
mediante sei ponti, dei quali uno como Usserio. I dintorni sono ab-
di ferro di un solo arco, e gli al- belliti da molte case di delizia;
tri tutti di pietra. I suoi principa- havvi una sorgente termale, e tre
li edifìzi sono la dogana situata in vetraje. Il primo magistrato muni-
una bellissima acqua. strada siili' cipale ha il titolo di lord-maire, e
Presso la grande strada Sackville si si elegge in ogni anno dal corpo
vede la colonna in onore di Nel- di venticinque ufficiali chiamati al-
son, dinanzi al beli' edilizio del- dennen, le funzioni de' quali sono
le poste. La scuola di diritto è pu- a vita. Da ultimo venne eletto lord-
re un mirabile edilizio. Le quattro maire il celebre oratore cattolico
corti, o palazzo di giustizia, situate O-Connel.
sulla riva del Liffy, sono degne di Dublino Dublinum , Eblana
, _,

osservazione per l'architettura, e per prima si chiamava Balla-na-Cleib,


le cupole. Le caserme reali sono nome che ancora si usa nella lin-
di lodevole costruzione : di là si gua irlandese. Tolomeo dice, che
trova parco del Phenix, vastissi-
il questa città ebbe origine nell' anno
mo possedimento, in cui venne in- i4o dell'era cristiana; tutta volta
nalzato un monumento in onore sembra, che sino al decimo secolo,
di Wellington ; dappresso evvi un non sia stata che un ammasso di
ospedale militare, quello dei bor- capanne, quantunque a tal' epoca
ghigiani poveri, oltre l'altro bello fosse la più nobile città soggetta
edifizio mater-
dell'ospedale della al re Edgar. Dipoi, essendosene im-
nità. Vi sono pure in questa parte padronito Enrico II re d'Inghil-
della città una scuola, edifizio ma- terra, la diede in dono a' suoi sud-
gnifico, tre prigioni, due mercati, diti di Bristol. Non cominciò ad
l' elegante chiesa di s. Giorgio, ec. accrescersi se non quando gì' ingle-

ec. In Dublino ciascuna parroc- si vi eressero la cittadella nel 121 3.


chia protestante mantiene una In seguito venne fortificata nel se-
scuola di carità; le diverse cap- colo decimoquinto ; e sotto il regno
pelle cattoliche, e le non confor- di Elisabetta migliorò la sua con-
miste hanno scuole simili, ed altri dizione, e fece ulteriori, e nuovi
-,

DUB DUB 275


progressi sotto quello di Carlo I, no dall'arcivescovo Lorenzo obbli-
sino al i6/fi. Le guerre civili ri- gati nel ii 63 ad osservare una
tardarono allora il progresso del- regola. Il detto Lorenzo mori a'i4
l' ingrandimento, e della civilizza- novembre 1 8 1 e per le sue vir-
! ;

zione di Dublino a tal punto, che tù e santità di vita, Onorio HI, nel
al principio del secolo XVIII era 12^5, solennemente lo canonizzò,
forse una delle città più miserabi- elevandolo all'onore degli altari.
li dell' Europa, siccome scrivono gli Lo stato presente
della sede e
storici ed geografi. A poco a poco
i diocesi Dublino, è il
cattolica di
andò crescendo, e da quasi un se- seguente. Oltre Dublino, sede del
colo pervenne allo stato splendido metropolitano, molti sono i paesi,
e florido in cui trovasi. È la sede ed i castelli, che appartengono a
di un arcivescovo anglicano, e di questa diocesi. 11 clero, oltre l'ar-
un arci vescovo cattolico con titolo civescovo, si compone di cento cin-
di primate. quanta sacerdoti quarantotto dei,

La sede di Dublino fu fondata quali sono parrochi. Il capitolo


nel pontificato di s. Celestino I, oggi spogliato di ogni rendita, è
da s. Patrizio da quel Papa man- formato di sei dignità, e di venti-
dato in Irlanda, nell'anno i\.Zi. due canonici. La chiesa arcivescovi-
Commanville però la dice eretta le recentemente eretta è dedicata
nel io38. Il Pontefice Eugenio III, all'Immacolata Concezione di Ma-
nel ii 52, la elevò al grado di ria Santissima, e sorpassa assai in
metropolitana, conferì il pallio al maestà ed eleganza la cattedrale
suo arcivescovo, e le assegnò per usurpata dai protestanti. Secondo
vescovati suffraganei Rilken, Kil- il Catholic Directory, vi sono qua-
dare, Ferns, Osray, o Osseory, Lei- rantotto parrocchie, delle quali no-
ghlin, Glendalock, Slepte trasferita ve in città, e trentanove in cam-
poi a Ferns, Agad-
Cella Achadi, pagna. Il celebre collegio di May-
boa, Seirkeran, unita ad Agadboa, nooth tien luogo di seminario, ed
e Cealussali trasferita già a Kilda- è condotto da diciassette sacerdoti,
re. Presentemente le chiese vesco- tra superiori e professori. Vi sono
vili suffraganee Dublino sono
di circa quattrocento
cinquanta stu-
Kildare e Leighlin,Ferns Ossory. denti, dei cinquanta
quali circa
Dipoi, nel 1182, Lucio III, con la spettano alla diocesi di Dublino. In
autorità di una bolla, dichiarò Du- oltre i gesuiti tengono una scuola
blino indipendente, e solo soggetta pubblica in questa città, e i mis-
immediatamente alla santa Sede, sionari di s. Vincenzo de Paoli
per cui non riconobbe più la pri- hanno un seminario a Castleknock
mazia di Armagh. Commanville di- ne' sobborghi della medesima. In
ce, che l' arcivescovo di Dublino Dublino vi è anche un buon nu-
ebbe due cattedrali, una in Faux- mero di scuole cattoliche. Vi so-
bourg, l'altra nella città. Questa è no pure otto case religiose ; cioè
dedicata alla ss. Trinità, e Sitrico una in Atie dei religiosi domenica-
re degli Ostmani Dublino, e di ni, e le altre sette in Dublino, una
Donato, la fecero per
fabbricare delle quali anche dei domenicani,
alcuni canonici secolari verso 1' an- mentre le altre sono de' francesca
no 11 38; però tali canonici furo- ni, agostiniani, carmelitani calzati,
a 76 DUB DUB
cappuccini, carmelitani scalzi, e ge- contro i chierici della contea di
suiti. Vi sono eziandio tredici con- Vixford, convinti di avere pubbli-
servatoci di monache, due de'qua- camente sposate delle concubine , e
li di Clarisse, ed uno ha annesso gli sospese dalle funzioni ecclesiasti-
un grande orfanotrofio soggetto al- che, e dal godimento de' loro be-
Ce
la giurisdizione dell'arcivescovo. nefizi. Vi fu ripreso il clero d'Ir-
ne sono quattro di carmelitane te- landa per lo stesso vizio dell' ub-
resiane, uno di domenicane, tre briachezza, e furono convinti i
della Presentazione di Maria Ver- superiori di negligenza a questo ri-
gine, uno delle vergini anglicane guardo, nell' impedire tali disordi-
J
chiamate di Loreto, e due delle ni. Anglia t. I, e Dìz. de Condì.
suore della Carità. La cattedrale, e Il terzo si tenne nel 1 5 18, sulla
il palazzo vescovile sono usurpati riforma dei costumi, e sulla disci-
dai protestanti. Prima della repub- plina ecclesiastica, dall' arcivescovo
blica si ammetteva nel collegio Ur- Rokeby, che vi fece dieci canoni,
bano di Propaganda /zflfe, un alun- o regolamenti. Perciò venne proi-
no di ciascuna delle quattro pro- bito l'ammettere sacerdoti, senza
vince metropolitane d' Irlanda. Pre- l'assenso dell'Ordinario; fu ordina-
sentemente alcuni alunni di Dubli- to il pagamento delle decime con
no sono nel collegio irlandese di pena di scomunica ; e si abolirono i

Roma, che fiorisce, tre ve ne sono calici di stagno 9 se la coppa non


in quello di Parigi, ed uno in Sa- fosse d' argento. Il giuoco della
lamanca. Il regnante Pontefice Gre- palla venne proibito agli ecclesiasti-
gorio XVI, nel i834, per mezzo ci, sotto pena di una ammenda di
della congregazione di Propaganda ottanta denari ; e si minacciò la

fide, approvò con breve apostolico scomunica a quelli, che imponeva-


le regole dell'istituto delle suore, no gravezze laicali alle chiese, ec-
o sorelle della carità, eretto con re- cettuandosi la potestà regia. Ar-
scritto del Pontefice Pio VII. Que- duino t. IX , e Lenglet, Tavolette
sto istituto ha il suo centro nella cronol.
città di Dublino, ed ha delle case DUBRICIO (s.). Nell'isola di
in Inghilterra, e nell* Australia. Miserbdil presso il fiume Guy, nac-
que il santo vescovo Dubricio. Nei
Concilii di Dublino. verdi suoi anni fece egli conoscere
il suo zelo, e la sua dottrina, spie-
Il primo fu tenuto nelP anno gando per sette anni la divina
1176, da Viviano legato della san- Scrittura in Hentlan sull'Avone; e
ta Sede, che vi confermò diritti i successivamente a Moch-res, ed in
dei re d' Inghilterra sull' Irlanda. altri luoghi. Molti furono i disce-
Vilkins ad an. 11 76; Mansi t. II, poli che andavano ad udirlo e ,

pag. 673. non pochi vantaggiarono, renden-


Il secondo venne adunato nel dosi chiari a segno, di essere in-
11 86, alla metà di quaresima, da nalzati all' episcopato. La cura, che
Giovanni Comyn arcivescovo di prendevasi della istruzione, noi dis-
Dublino, contro Y ubbriachezza, e toglieva dal santificare sé stesso, e
l' incontinenza de' chierici. L' arci- colla preghiera ascoltare ancora la
vescovo vi pronunziò una sentenza voce del santo Spirito. Circa l'an-
DUB DUB 277
no 446 fa consagrato vescovo di tonale, con un governatore, e corte
LandafF, e quindi nel 49^, venne di giudicatura nominata dal con-
trasferito all'arcivescovato di Caer- gresso degli Stati Uniti, o camera
leon. In un sinodo tenuto a Brevi di rappresentanti eletta dal popo-
nel 5 1 2, forse quello detto della gran lo. Si cominciò subito a fondare
Brettagna, depose la sua dignità, e ne' siti più convenienti ed oppor-
ritiratosi nell' isola di Bardsey, san- tuni pel commercio delle città in
tamente morì da 11 a poco. Le re- varie direzioni, e specialmente sul
liquie di questo santo vescovo del- Missisipì. Fra queste sorse la città
l'Inghilterra riposano a LandafF. La di Dubuque per la prima, cioè
sua festa è assegnata al dì 1 4 no * sopra una elevazione piacevole, e
vembre. prese il suo nome da un certo ca-
DUBUQUE (Dubuquen.). Città nadiano di origine francese, il qua-
con residenza vescovile nel ferrite* le aveva, se non il primo, almeno
rio di Jowa negli Stati Uniti della uno tra i primi, percorse quelle
America settentrionale, distretto di contrade ancor selvaggie, ed aven-
Huron, chiamata ancora Du-Buque- dovi terminato la carriera mortale,
Jowa. 11 territorio di Jowa è situa- era stato sepolto in quella collina,
to sulla riva destra del Missisipì, Una croce di legno eretta nel tu-
ed altri territorii al nord del fìu- mulo, che ricuopriva le sue ceneri,
me Missouri. Fino a questi ultimi indicava al navigatore, il quale in

anni era abitato da alcune tribù fragile canot, o piroga, solcava le


erranti di selvaggi, e specialmente acque del Missisipì, la tomba di
da quella chiamata Jowa, da cui Dubuque, e che ha reso immorta-
ha preso il nome. Siccome il paese le il nome di lui.

abbonda in miniere ricchissime di Qualche anno dopo la sede ve-


piombo , in numero considerabile scovile fu eretta dal Pontefice re-
i cittadini degli Stati Uniti vi si gnante Gregorio XVI, nel 1837, che
trasportarono attirati dalla speran- a mezzo della congregazione di Pro-
za del guadagno non piccolo , che paganda fide, vi prepose a primo
loro offriva il lavoro delle mine. I vescovo, a' 28 luglio 1 838, monsi-
selvaggi, ai quali appartenevano ari- gnor Martino Loras, il quale al
cora quelle vaste regioni, soifriva- presente governa la diocesi. Questa
no di mal animo quest'infrazione si compone del territorio di Jowa,

dei loro diritti, e ne facevano giù- la cui area e popolazione è ancora


stizia alla loro maniera con depre- ignota. Vi si parlano le lingue fran-
dazioni, e massacri, che poi erano cese ed inglese. Vi sono tre chiese,
vendicati dalla parte degli ameri- oltre quattro stazioni. In Dubuque
cani, con rappresaglie non meno la cattedrale è dedicata a Dio, ed
atroci Questa fu l'oc-
e crudeli. all'arcangelo Raffaele: le altre chie-

casione di una guerra dichiarata se sono dedicate a s. Antonio, e a


tra gli Stati Uniti, ed i selvaggi, la s. Patrizio, la prima sta a Daven-
quale ebbe fine con un trattato di port, la seconda a Makoqueta. I
pace, e colla unione fatta dai sei- nomi di tre stazioni sono Blooming-
vaggi agli Stati Uniti di quel ter- tori , Burlington , e Madison. La
ritorio. Vi fu immediatamente sta- bella cattedrale, edificata prima del-
bilito il governo, che dicesi terri- l' arrivo del vescovo, venne fabbri-
,

a7B D UG DUC
cata per opera, e cura dell' inde- si trovano chiamati duci (dnces) e
fesso missionario italiano il p. Sa- qualche tempo dopo furono i go-
muele Mazznchelli dell' Ordine dei vernatori delle provincie. Questi ti-
predicatori. Ultimamente il clero a* toli però, e le funzioni, che ad essi

veva dieci sacerdoti, oltre tre mis- erano annesse, erano da principio
sionari tra i selvaggi. II vescovo ha soltanto commissioni o delegazioni.
comprato circa tre acri di terra, Sembra ancora, che il titolo di du-
adiacente alla cattedrale nella stes- ca fosse sotto i figli di Costantino
sa città diDubuque, per (stabilir- attribuito ai proconsoli, od ai pre-
vi una casa di educazione. Il me- tori. L' invasione de' barbari nulla
desimo ha comprato una casa, in cambiò nel sistema di questi titoli,
cui pensa di stabilire una scuola, dappoiché si ha, che nel sesto se-
sotto la direzione delle sorelle della colo duchi erano incaricati del
i

Carità. Nel territorio di Jowa, se- governo delle provincie, ed i conti


condo il censo fatto nel 1840, vi di quello delle città. Sembra, che
erano già più di quarantatremila allora a poco a poco in Francia si
abitanti, de' quali cinquemila, e cin- stabilisse di chiamare duchi coloro,
quecento cattolici. In tutta la dio- i quali governavano molte diocesi;
cesi, comprese le summentovate, vi e conti quelli che una sola ne go-
sono dieci chiese, dieci stazioni, ed vernavano sotto Y autorità, e le
altrettante scuole, oltre due altre ispezioni de' duchi. Quando però i
per le donzelle. Le missioni tra i longobardi invasero l' Italia, tutta
selvaggi sono tre, cioè delle nazio- questa regione convertirono in du-
ni, o tribù, del Sioux, i5o miglia cati, e duchi stabilirono in tutte
al di sopra delle cataratte di s. An- le particolari provincie, alcune del-
tonio sul fiume Missisipì ; de' Win- le quali come semplici governatori,
nebaghi, e delle due tribù dei Sac- e le altre esercitandovi una specie
chi, e Volpi, di dominio. Questi duchi ammini-
DUCA. Vocabolotratto da quel- stravano quegli stati o provincie, se
lo diDuce, Dux. Duca si disse non come possessori, almeno come
qualunque generale , capitano , e gran feudatari. Anzi si osserva
conduttore di eserciti. Si prese an- che in siffatti duchi forse ebbe ori-
cora per guida, e poscia per titolo gine una specie di successione ere-
di principato. V. Ducato. Si dice, ditaria. Che i duchi ed i marchesi
che in origine il nome di duca, il fossero talvolta anche conti, cioè go-
quale dai romani pigliavasi per ca- vernatori delle città, lo si può ve-
po della guerra, che conduceva o dere agli Conte, e Mar-
articoli
comandava le truppe, in seguito si chese, ed il Muratori ne tratta nel-
prese in significato di governatore, la Diss. Vili sopra le Antichità
allorché il nome d' imperatore, che italiane.
da principio significava anch'esso Il medesimo Muratori scrisse la
un generale cominciò ad
d' esercito, quinta dissertazione sui duchi, e
indicare il potere sovrano; e che Prìncipi (Vedi) antichi d'Italia,
dipoi si prese esclusivamente per della quale riporteremo un cenno
principato. Ai tempi dell'impera- risguardante i duchi. Dopo l' impe-
tore Probo, neir anno 276, i ge- riale, e reale dignità, una volta
nerali dei diversi corpi di truppe sommamente ragguardevole fu an-
DUO DUC 279
che quella di duci, o duchi, i qua- nazione longobarda istituì trenta
li al pari della dignità e nome d'im- duci, che governassero il regno.
peratori, ebbero l'origine loro dalla Per dieci anni durò il loro gover-
milizia. Dei duchi dell' impero ro- no; ma, conosciuta la necessità di
mano, di molti si fa menzione nel- avere un re che mantenesse 1' u-
la Notitia utraque dignitatum cum nione fra tante teste, nell' anno
oricntis tum occidentis ec. , di Gui- 576, venne eletto re Autari, ed
do Panciroli, Lugduni 1608. Tali allora fu che Duces omnes sub"
duchi compariscono come governa- stantiarum suarum (cioè de' loro
tori di qualche provincia, e coman- proventi) medietatem regalibus usibus
danti delle armi in que' governi. tribuerunt, ut esse posset, unde rex
Tuttavolta, nel codice Teodosiano ipse, si ve qui ei adhaererent e/usque
al lib. VI, tit. 26, merita di essere obsequij's per diversa officia dediti,
considerata la legge XIII di Teo- alerentur. E
però sembra, che se-
dosio iuniore , emanata nell' anno guitassero tuttavia i duchi a gover-
407, ove sono queste parole: Im- nare una sola città; e sembra che
muni tatem tribuimus his, quos post dall'abitazione e palazzo di detti
cmeritam in armis mililiam, ad duchi provenisse la denominazione
honorem ducatus nostrae serenità- di Curtis Ducis , che le antiche
tis provexit judichim. Pare, che da memorie ci fan vedere in qual-
questa legge, e da altre di questo che città , alcune delle quali so-
stesso codice, si possa dedurre es- no riportate dal medesimo Mu-
sere stato in uso il decorare del ratori, dicendoci anche, che il pa-
titolo di duca chi lungo tempo si lazzo del re fu detto Curtis regis.
era esercitato nella milizia, e che Quindi vi furono anche duchi, che
questi tali passassero a godersi in comandavano a luoghi non insigni-
pace questa dignità nella corte im- ti col nome di città. In Ravenna
periale. Nell'ornilia 56, s. Fulgen- una volta si contarono diversi per-
zio scrive: Ante carrucam impera- sonaggi decorati col titolo di duca,
toris praecedant Metatofes, Palati- de' quali fa menzione il Rossi nella
ni, Protectores, Tribuni, Duces, et sua storia, come di s. Romualdo,
Comites. Nel medesimo codice la che fu figlio di Sergio duca, di-
legge LXVI ci vedere nel lib.
fa mostrandoci s. Pier Damiano, che
Vili, tit. 6, Duces provinciarum, tale titolo era ereditario. Fra i me-
e che questo uso e dignità si con- morati duchi minori sono da an-
tinuò sotto i re longobardi, fran- noverarsi quelli della città, e del
chi, e tedeschi. territorio romano, che si leggono
In que' tempi poi eranvi ancora presso Anastasio Bibliotecario, e
de' duchi mag-
minori, e de' duchi negli istromenti de' secoli ottavo,
giori comandavano i primi ad una
: nono, decimo, e decimo primo. In
città, gli altri ad una provincia, uno stromento del 990 dell' opera
come accennammo. Sotto il re Luit- manoscritta de sacro
sudario, di
prando, dice Paolo Diacono nel 1. Jacopo Grimaldi, comparisce Guido
IV, cap. 3, che vi furono Gui- vir nobilis, neptus Pontìficìs, et dux
doaldus Brixianus Dux 3 e Pere- Ariciensis, forse la Riccia. Nella
deus Vivenlinus Dux Dopo la . vita di s. Nilo Calabrese, t. VI,
morte dei re Alboino, e Clefo, la veler. script del p. Marlene, si
,

a8o DUG DUC


trova : Gregorius dux dominus Tu- altra signoria godessero che quella
sculanis. Furono anche soliti gli del Foro di Giulio, o Cividal di
imperatori greci di mettere nelle Friuli, e delle terre e castella da
città e provincie italiane, che si essa dipendenti, e che niuna auto-
erano salvate dal furore de' longo- rità ad essi competesse sulle città
bardi, un governatore col titolo di di Trevigi, Padova, Vicenza, ec.
duca, e la lettera I del lib. I di perchè a queste comandava il loro
san Gregorio I, è scritta Gondìsal- proprio duca. Fu Carlo Magno,
co duci Campanìae. La LV1II che, dopo la conquista del regno
lettera del medesimo libro è indi- d' Italia, istituì la Marca del Friu-
rizzata ad ArsicinOj o Ursicino li, ed al governatore di essa con-
duci, clero, et plebi Ariminensis ci- ferì il titolo di duca , e poi di
vitatis ; e la X a
del libro XIV marchese. In appresso, per accre-
Goduino duci Neapolis. In Anasta- scere la forza dei marchesi, venne
sio si legge un Agatone duce della loro sottoposto ducato della Ca-
il

città di Perugia, e nel 73o, si rintia. Celebre fu parimenti il du-


rammenta Tolone duca della città cato di Napoli, non essendo mai
di JVepi. Da ciò rilevasi, che allora riuscito ai re e principi longobar-
in Italia vi erano duchi di provincia, di, né agl'imperatori franchi, né ai
come duchi di una sola città. Con- primi imperatori tedeschi, di sotto-
temporaneamente nella Francia pare mettere al loro dominio quella no-
che solo si usassero i duchi pro- bilissima ed antica città. Era ivi
vinciali. Tanto basti sui duchi mi- eletto dalpopolo il suo duca, di-
nori, passiamo ora a dire dei du- pendente per lo più dalla sovrani-
chi maggiori. tà dei greci augusti. La signoria
A' tempi de* longobardi l'autori- dei duchi di Napoli durò fino do-
tà de' duchi maggiori si estendeva po il mille. Inoltre fu assai rino-
sopra un' intera provincia. Di tali mato ne' vecchi tempi il ducato di
duchi non sene contarono in Italia Amalfi, il popolo del quale divenne
più che due ne'primi tempi, cioè di molto dovizioso per la mercatura,
Benevento, e di Spoleto, perchè quei e pel commercio marittimo. Sor-
paesi trovavansi circondati dalle città, rento e Gaeta ebbero pure i loro
e fortezze de' greci, che tuttavia si- principi chiamati duchi.
gnoreggiavano nel littorale del duca- Anche la Toscana, al dire di
to napoletano, e nel ducato romano, molti, sotto i longobardi divenne
come nell'esarcato di Ravenna, laon- ducato : altri non vi convengono,
de quasi continue erano le guerre ma dicono, che piuttosto nel secolo
fra i greci ed i longobardi. Ed è Vili avesse più duchi. Che poi nel
perciò, che ai duchi di Benevento susseguente secolo fosse formato di
e Spoleto, sebbene sottoposti alla quella provincia un ducato, non se
sovranità de' re della Longobardia, ne può dubitare. 11 ducato di Ve-

fu conceduta più ampia autorità, nezia è dagl' istorici celebrato al


e balìa, per poter resistere ai ne- pari d'ogni altro antichissimo di
mici : e perciò que' due nobilissimi Italia, e mai venne sottoposto né
ducati si solevano conferire agli a quei re, né agi' imperatori sì
stessi parenti dei re. Dice il Mu- franchi che germanici. Ciò appari-
ratori, che i duchi del Friuli non sce dai patti stabiliti fra essi mo-
DUG DUC 281
narchi, ed i duchi, appellati poi si parla delle berrette de' duchi, ed
Dogi di Venezia (Vedi). Opina il altri signori.
Muratori, che questi dogi avessero 11 titolo di gran duca al pre-
qualche dipendenza di protezione sente lo portano ancora i sovrani
dai greci augusti , trovandosi in di Saxe Weimar- Eisenach,
di Ba-
mezzo ai doni in ii di questi, e a den, di Assia Darmstadt, diOlden-
quelli de' longobardi , seguiti dai bourg, di Meklenbourg-Schwerin,
franchi. Per qualche tempo cessò di Meklenbourg-Strelitz, di To-
in Venezia il titolo di doge, ed il scana, ed i principi imperiali di
rettore di quella repubblica fu no- Russia, come il titolo tli gran du-
minato magister militimi, cioè ge- chessa, si usa tanto dalle principes-
nerale di armata, o comandante se imperiali di Russia, che dalle
delle armi. Uno di questi fu Giu- mogli dei gran-duca. 11 titolo poi
liano nel 740, il quale venne fatto di duca nei sovrani regnanti at-
dall' imperatore greco hypatus, di- tualmente lo hanno i duchi di Sa-
gnità che corrisponde a quella di xe-Coburgo-Gotha, di Saxe-Meinin-
console imperiale, come spiega il gen di Saxe-Altenbourg, di An-
,

Ma cri : anche altri dogi veneti fu- halt-Dessau , di Anhalt Bern-


rono investiti di questa dignità. O- bourg, di Anhalt-Goethen, di due
belerio, e Pietro dogi veneti, furono Ponti-Birkenfeld, di Brunswick- Wol-
dai medesimi imperatori decorati del- fenbùttel, di Holstein-Sonderbourg,
la dignità di spatharius, che il Macri di Lucca, di Modena, di Nassau,
spiega armigero, il quale nella cor- di Parma, ec. I principi ereditari
te imperiale di Costantinopoli por- dei gran duchi prendono anch'essi
tava la spada dell'imperatore. Gran- il titolo di gran-duchi, i principi
de fu 1' autorità de' dogi veneti in ereditari dei duchi, assumono quel-
que* secoli, ed ebbero il nome di lo di duchi, o di principi, come
palazzo, e di camera, indizii di col titolo di gran-duchesse, du- o
sovranità. Diminuita la potenza del chesse si chiamano mogli de' ri-
le

greco impero, Venezia cessò da spettivi principi. Dalla dignità, e


qualunque dipendenza, e nel fine titolo di duca del principe sovra-
del secolo X si dice di Pietro Or- no, i domimi di lui prendono il
seolo doge di Venezia, che Dalma- nome di gran-ducato, e di ducato.
tici regni adeptus est principatum. Del titolo di arciduca (Vedi), si

Ottone Orseolo, del i o 7., si legge 1


parlò a quell' articolo. Esso è pro-
intitolato Dux Veneticorum ac Dal- prio di tutti i principi della eccelsa
matìcorum ; ed in uno stromento casa d' Austria, le cui principesse
del 1074 s'incontra Dominion Syl- chiamansi arciduchesse; e sebbene
vius per mìsericordiam Dei Vene- tali arciduchi sieno principi sovrani
tiae, et Dalmatiae dux. Della co- di altri stati, cui è annesso altro
rona, o berrettone ducale del doge titolo, oltre questo, tuttavia fanno
di Venezia, della corona ducale dei uso di quello di arciduca, come i

duchi, del titolo di gran duca da- sovrani gran duca di Toscana, e
to da s. Pio V ai sovrani di To- duca di Modena. Il titolo di duca
scana, e di altre notizie sui duchi, vuoisi che fosse incognito all' In-
si può leggere l'articolo Corona Du- ghilterra sino al regno di Odoar-
cale. A quello di Berretta (Vedi) do III, il quale, nel i335, creò
2 82 DUC DUC
duca di Cornowal suo figlio Edoar- DUCATO. Titolo della dignità
do soprannominato il principe negro. del duca, e anche del paese com-
Ai duchi si compete il titolo di preso sotto dominio di un duca,
il

Eccellenza (Vedi) , e il tito!o di ducatus. Tale dominio dai nostri


Don (Vedi). In 1 spagna sembra,, antichi scrittori si nominò sempre
che tal titolo di Don incominciasse come signoria. Il titolo, e la digni-
nel 1406^ e nei primogeniti dei tà gran duca dà il nome di
di
duchi. Nel cerimoniale di Leone X, gran ducato al dominio, di cui è
stampato nel i5i6 ( lib. 3, sect. sovrano. L'Austria, che dà a' suoi
de ordine s%dendi in capello.), si principi il titolo, e \x dignità di
assegna il luogo al soglio pontifì- arciduchi, non fu sempre arcidu-
cio pel senatore, e pei conservatori cato, come si può vedere all' arti-

di Roma, ambasciatori, ed altri ba- colo Austria.


roni, nel secondo e terzo grado del La denominazione di ducato
soglio, locchè si conferma nel ceri- sembra che sia derivata da alcuna
moniale stampato nel i56o, lib. 5, prefettura conceduta dagl'imperato-
de incensatone altaris, ove si parla ri a' benemeriti della corte, dap-
de' duchi minori. E però, siccome poiché bene spesso dai migliori
i signori di casa Orsina non ebbe- scrittori in questo significato si tro-
ro il titolo di duca che nel i5jo, va usato tal vocabolo, e particolar-
così non si trova che sieno stali mente da Svetonio nella vita di
mai al soglio prima dello stesso an- Tiberio al cap. XIX, e nella vita
no. V. Principi assistenti al so- di Nerone al cap. XXXV, da Ca-
7
glio. Al volume A III pag. 222 del pitolino, e da altri, per lo che ap-
Dizionario, si parla di quei duchi, presso di essi prefettura e ducato
i quali assistevano al soglio papa- erano sinonimi. Quindi Lampridio
le, ed alla pag. 224 si dice del scrive, che Eliogabalo vendeva Prae-
posto, che i duchi sovrani presero posituras et Ducatus, et officia pa-
Del titolo di
nella cappella papale. latina, ed Isidoro, che morì nel-
duca dato a moltissime nobili fa- l' anno MCXXXVI , scrive pari-
miglie, si tratta a* rispettivi luoghi. menti nel lib. II, De offìciis eccle-
Alessandro VII proibì ai principi, siasticis, pag. 5o,8 : sed et Moyses
duchi e baroni feudatari alla santa super caput Josue manum suam
Sede, di fare uso del titolo di Al- imponens dedil ei spiritimi virtutis,
ì

tezza (Vedi), titolo che pretendeva et ducatus in populo Israel. Laon-


il duca di Nerula, il quale ile per l de per molti secoli in cotal senso
morte nel fratello era succeduto nel si trova adoperato questo vocabo-
ducato di Bracciano. Da questo di- lo. Su questo punto si può leggere

vieto eccettuò il duca di Parma e Gio. Pirro, Trattati magni, pag.


Piacenza, feudatario della medesi- 263, il quale trattò de' magistrati
ma Sede Apostolica, lasciandogli il romani; il Biondo, nel lib. Vili,
titolo di Altezza. Sulle insegne pro- della I Deca; il Sigonio, nel lib.
prie de' duchi, come del baldacchi- I delle Storie del regno d'Italia;
no, dell' ombrellino, ed altro, si di- e Benedetto Varchi, nel suo dialogo
scorre ai relativi articoli. 11 Ne ri- che intitolò YEr colano a p. 1 1 3. Que-
ni,de Coenobio ec. , tratta, ducei sto ultimo vuole, che il nome di du-
romani medii aevi quid essent. ca incominciasse allorquando i lon-
DUC DUC 2 83
gobardi signoreggiavano l' Italia, i Anacleto II, il quale lo dichiarò
quali benché in Pavia facessero la nel ii3o, re di Sicilia, duca di
loro residenza, crearono però tren- Puglia, di Calabria e principe di
ta duchi, che governavano le loro Capua. Quindi vuoisi da alcuni,
tene sottoposte , aggiungendo che che Roggiero desse il nome di du-
era duca di Toscana Desiderio quan- cato alla moneta cui fece coniare,
do fu fatto re de' longobardi. F. mentre altri asseriscono esserne più
il Muratori, nel t. I, p. 4^, delle antica la derivazione, come più an-
Dissert. sopra le antichità italiane, tico è il titolo di ducato usato per
dell' ediz. di Milano ij5i. nome di dignità dai capi delle pro-
Dal suesposto sembra potersi con- vincie, da' quali piuttosto si argo-
cludere, che siccome dall'avanzata menta l' intitolazione di questa spe-
età, che si riguardava ne' capi cie di monete. Alcuni scrittori ne
della romana repubblica , senato vollero fare autore Longino gover-
fu denominata quella unione di natore d'Italia, o piuttosto degli
savi, così dall'officio di reggere stati greci d' Italia,
il quale ribel-
quella provincia, alla quale era de- landosi contro T imperatore Giusti-
stinato il duca, o sia la persona, no il giovane, si fece duca di Ra-
che regolar la doveva, denominossi venna, e per contrassegnare la sua
ducato, titolo molto specioso, ed indipendenza, prese il titolo di E-
ambito già grandemente, del qua- sarca (Fedi), cioè senza padrone,
le il Guntero, nel lib. V, del suo o signore. Quindi si dice, che Lon-
Ligurino, parla nel modo seguente : gino facesse battere monete d'oro
purissimo, col suo impronto, e col
Marchia tunc tellus erat3 haec suo nome, al peso di 24 carati, le
mine vero Ducatus: quali per la sua qualità di duca, fu-
Namque volens prisci defendtre rono dette Ducati. Di ciò si parla
nornen honoris più diffusamente all' articolo Dena-
Rex patruo, cum tres comitatus ro, in cui si tiene parola delle di-
ille teneret. verse specie di ducati, e delle loro
His quoque compactis, et in uno origini. F. il Plettemberg, Notitiaec.
corpore iunclis, pag. 368: ducatorum de camera,
Consilio procerum celebrem j'u- fiorentini, hungarici, et fine addito,
bet esse Ducalum. valor. Intorno agli antichi sovra-
ni ducati, agli odierni, come anche
Le menzionate prepositure, o du- ai gran-ducati, si può consultare
cati ne' più lontani secoli si pro- l'articolo Duca.
mulgavano nelle anche a
persone In Francia può dirsi, che la suc-
vita loro, e nelle famiglie pure per cessione ereditaria dei ducati co-
discendenza; quindi è che il titolo minciasse a manifestarsi nell'ottavo
di duca, cui godeva il capo di secolo nella persona di Eude duca
quegli stati, potè dare motivo an- di Aquitania. Altri però asserisco-
che al nome della moneta Ducato no, che si realizzò soltanto questa
(Fedi). Racconta il Sigonio, che successione sotto i re della seconda
cercando Ruggero normanno il ti- dinastia, peruna specie di usurpa-
tolo reale, né potendo conseguirlo, zione.Verso il principio del secolo
prese le parti del pseudo Pontefice decimo, i duchi ed i conti conver-
lS
i
DUC DUE
tirono a poco a poco in principati loro ducato, ed a darne un'idea,
le provincie e Je città, ove dap- riporteremo i principali, cioè quelli
prima reggevano i popoli, e coman- e quelle che si leggono neir Al-
davano come deputati, ed allora manach de Gotha pour V année
ebbe origine il costume di aggiun- 1 843 Leopoldo duca del Brabante
:

gere ai nomi loro quelli de' loro principe ereditario del regno del
ducati, e delle loro contee. I du- Belgio; Francesco duca di Calabria,
cati furono ereditari nella Francia principe ereditario del regno delle
sino al i566, nella qual' epoca due Sicilie ; Carolina duchessa di
Carlo IX ordinò^ eh' essi ritorne- Berry; Roberto duca di Chartres ;
rebbono alla corona in difetto di Luigi duca di Nemours; Enrico duca
maschi. Sino a' tempi di quel prin- d'Aumale; Antonio duca di Mont-
cipe le creazioni dei ducati non si pellier; Enrico duca di Bordeaux;
erano fatte se non che in favore Luigi Delfino duca d' Angoulème, e
de' principi del sangue. I ducati in Maria Teresa Dolfina duchessa d'An-
Italia, e nella Germania furono co- goulème; Alberto duca di Cornwal;
stituiti sulle basi del sistema feu- Augusto duca di Sussex; Adolfo duca
dale introdotto da Carlo Magno, e di Cambridge ; Guglielmo duca di
dai suoi successori ,ne e quindi Glocester; Giuseppe duca de Su-
variarono sovente le condizioni, ben- dermanie, principe ereditario del re-
ché alcuni riguardati fossero molto gno di Svezia. Neil' impero france-
avanti 1' epoca di Carlo IX, come se, istituito da Napoleone Bonapar-
reversibili in difetto de' maschi. V. te, egli eresse molti ducati, e creò
Feudi. Nella medesima Francia le molti duchi sui domimi occupati.
prime lettere patenti di erezione 11 ducato di Parma e Piacenza fu
di un ducato con annesso il titolo diviso in due ducati : indi fece i

di duca, e pari, furono spedite in duchi del Cadore, di Massa, di


favore di Giovanni conte di Breta- Gaeta, di Feltre, d'Otranto, di
gna nel 1297, affine di sostituire Bassano, di Conegliano, di Rivoli,
un pari della Sciampagna, la qua- di Castiglione, di Dalmazia, di Tre-
le era stata riunita alla corona col viso, Elchingen , d' Averstaedt,
d'
matrimonio contratto da Filippo di di Reggio, di Raglisi, di
Istria,

IV, il Bello, nel 1284, con Gio- Taranto,, di Belluno, di Valmy,


vanna di Na varrà. Soltanto sotto di Danzica, d'Abrantes, di Vicenza,
Carlo IX si cominciarono ad eri- del Friuli, di Rovigo , ec. Abbiamo
gere con brevetto in ducati le ter- dal Pudolfìni, Tractatus de orìgine,
re di alcuni privati col titolo di digiritate, et
pò testate Ducimi Ita-
pari, e per conseguenza il primo liae, Derthonae i6o5.
pretendesi quello di Usez, eretto DUCATO. Moneta d'argento, e
nel 1372. Inoltre si osserva, che d' oro, comunemente del maggior
il primo prelato francese, onorato peso, Nummus aureus. F. Denaro,
col titolo di duca, fu Roberto di e Ducato.
Courtenai, il quale nel 1299 di- DUELLO. Combattimento tra
venne arcivescovo di Reims. due persone a corpo a corpo, fatto
Molti principi, e molte princi- per disfida, che i greci chiamaro-
pesse reali, e di famiglie sovrane no Monomachia, ed i latini singu-
prendono il titolo da quello del lare certamen. L'uso di terminare
DUE DUE 285
con singoiar certame, o combatti- dosi destinati i padrini, e gli assi-
mento a corpo a corpo, le querele stenti. Il duello semplice, o priva-
e le differenze tra i privati, era to, è quello che si fa senza le ac-
sconosciuto agli antichi; e se le cennate solennità. Vi sono duelli,
storie greche, e romane sommini- che si fanno con autorità pubblica,
strnno alcuni esempi di combatti- ed altri senza di questa. L'autorità
menti deve notarsi che
singolari, pubblica permetteva in passato i
questi avevano sempre per motivo duelli per difendere, o accusare in
e per oggetto il servizio della pa- giustizia nei casi, in cui non pote-
tria. Il duello inoltre è un com- vasi aver prova. Si obbligavano le

battimento due, o parecchie


di persone accusate a questa sorte di
persone, che convengono in un luo- combattimenti , dai ventuno anni
go, ed in un tempo per battersi fino ai sessanta, eccettuati gli am-
con pericolo di perdere la vita. malati, e le donne. Per gli eccle-
Contro questo certame singolare siastici, e pei monaci costringevansi
per vendicare un' ingiuria, e contro a dare gente per battersi in loro
i conflitti singolari, scrisse un uti- vece. Il vinto accusato, od accusa-
lissimo trattato il Cardinal Gerdil, tore, era punito di morte, o di
che fu stampato a Torino, del qua- mutilazione di membri, perchè fal-
le si legge un breve sunto nel Ber- samente credevasi, che la Provvi-
gier, nel Dìz. erte, all'articolo Duello. denza di Dio si pronunciasse sul
Il duello dunque, come si è det- delitto di lui colla sua disfatta. Che
to, è un combattimento fra due o il duello venisse annoverato tra i

più persone di egual numero, con giudizi di Dio, per chiarire o pur-
pericolo di uccisione o ferita, pro- gare qualche occulto delitto per le
posto, ed accettato dalle parti de- vie ordinarie della giustizia, con fer-
liberatamente, e se una delle par- ma persuasione; e che Dio siccome
li fosse maggiore o minore nel protettore della verità, e dell'inno-
numero non sarebbe duello, ma cenza, concederebbe vittoria a chi
soperchieria, come pure dev'essere se la meritava, lo dice il Murato-
eguale la qualità dell'arma, e de- ri nella XXXIX delle Dissert. ita-
ve concertarsi e stabilirsi prima liane ec. Si riconobbe in progresso
di eseguirlo, e deve designarsi il la debolezza di questa pretensione,
luogo, ed il tempo, mentre se uno e si condannarono i duelli fino dal-
in istato di rissa, e d'iracondia l'anno 855 nel concilio tenuto in
provoca l'altro a battersi, e quello Valenza sotto l'imperatore Lotario
accetta, non dicesi duello. Può es- I. Dice il can. i « Non saranno :

sere il duello solenne o pubblico, « tollerati i duelli per quanto sie-


semplice o privato. Il solenne ha » no autorizzati dal costume. Chi
luogo quando dalle parti si costi- m avrà ucciso taluno iti duello, sa-
tuisce il giudice, acciò decida chi « rà soggetto alla penitenza dell'o-
sarà il vincitore, si rimettono le » micida; quegli, che sarà stato
lettere di provocazione, e le rispo- » ucciso, sarà privato delle preghie-
ste di accettazione : quindi duello » re, e della sepoltura ecclesiasti-
solenne è quello, che eziandio si fa » ca, e l'imperatore sarà suppli-
con certe cerimonie relative al luo- » cato di abolire questo abuso con
go, al tempo, ai testimoni, aven- » pubblici decreti ".
a86 DUE DUE
Quando i duelli non erano abo- giamenti. Egli rispose, avere vinti,
liti, per poterli fare era necessario e superali tutti i combattenti a
l'ordine del giudice, che li accor- singoiar battaglia. Allora soggiunse
dava se ne conosceva il bisogno. il filosofo : »» Dimmi, hai tu vinto
Coloro, che dovevano battersi, de- ** i più forti di te, o forti come
positavano qualche pegno, il quale » te, o men forti di te? I più
corrispondesse all'ammenda, ed ai » forti di te non li hai vinti, gli
danni ed interessi del vincitore; » eguali neppure, puoi soltanto aver
però se era in causa civile, il vin- >» superati quelli, ch'erano di te
to pagava l'ammenda, se in crimi- « men forti. Anch'io egualmente
nale, pagava la pena inflitta al de- »* vincerei quelli, che fossero di me
litto di cui veniva
imputato dalla « più deboli; niun pregio, niun
giustizia. si usava ^ e si
Altre volte » onore da ciò ne segue". Cosi
usa anche presentemente per inti- accade nel duello. Intanto Ciremo,
mare il duello, il pegno di balta' convinto del saggio ragionamento
glia. 11 pegno di battaglia è pro- di Diogene, gettò la palma, e la
priamente la sfida, che si fa al corona, licenziò il popolo, e diedesi
duello. Chi disfida getta in terra a seguire la filosofia, e la virtù.
un guanto, il disfidato lo raccoglie, L'origine del duello si rinviene
e ciò è segno che il duello è ac- in parecchi popoli , e nella storia
cettato. Ciò fatto, i combattenti si degli ebrei ne abbiamo alcuni e-
recavano al luogo destinato, ed ivi sempi. Tale fu il sanguinoso duel-
si battevano; il vinto era ritenuto lo, che fu fatto vicino alla peschie-
infame, e subiva altre pene stabili- ra di Gabaon dai soldati di Abner,
te ed ordinate. Il duello, come di- capitan generale dell' esercito d'Isbo-
remo, giustamente venne riprovato, set, Saule re d' Israele, e
figlio di
mentre con questo non può decidersi da quelli di Gioabbo, generale del-
della prova, della fama, del giusto, le milizie del re David. Questo
e dell' ingiusto, giacche il prepo- duello venne eseguito da dodici in-
tente, il forte sarebbe sempre vin- dividui da ogni parte; Abner fece
citore, e così il dovere, e la giusti- la disfida colle parole: Surganl pue-
zia sarebbero sempre conculcati e ri 3 et ludant corani nobis _, e
oppressi. Gioabbo l' accattò, dicendo surgant.
Ci sia permesso, avanti di pro- Il p. Menochio, nel tom. I, p. 222
seguire, e di accennar l'origine del delle sue capo
Stuore, riporta il

duello, di riportare un chiaro e- XXXV Del duello sanguinoso dei


:

sempio di tal verità, che ci som- soldati di Abner, e di Gioab, rife-


J
ministra il cinico Diogene. Ritor- rito nel 2 lib. de Rej e del detesta-
nava un tal Ciremo dalla vittoria bile abuso de' duelli. Parecchi pu-
riportata dal Pancrazio (specie di re sono gli esempi, che ne som-
lotta ove i combattenti adoperava- ministra la storia romana, e basti
no ogni arte ed astuzia per abbat- il rammentare il singoiar certame
tersi reciprocamente) col capo co- dei tre fratelli Orazj coi tre fra-
ronato, e col ramo di palma in telli Curiazj. Il costume barbaro,
mano seguito da molto popolo plau- e l'abbominevole combattimento del
dente. Diogene rivolto a Ciremo gli duello, dicono i trattatisti di esso,

domandò il motivo di tanti festeg- aver avuto propriamente origine


DUE DUE 287
dai popoli della Scandinavia, cioè ne si contava, la quale non sola-
da quella parte dell'Europa, che mente non terminasse col ferro le
comprende la Danimarca, la Svezia, liti dubbiose, ma con pubblico de-

e ja Norvegia. I popoli di queste creto ancora non ne confermasse


fredde regioni,, risentendosi della come legittimo il costume. Osserva
durezza del loro clima, vivevano il Muratori, che i goti erano esenti
originariamente senza disciplina, e da questa follia, e che nei visigoti
senza leggi, presso a poco come le invasori della Spagna penetrò nei
bestie feroci, che il caso riunisce, secoli seguenti, prevalendosene in
e che la violenza domina. Col fer- ispecial modo i longobardi , nella
ro decidevano le loro querele, e persuasione che Dio assistesse ai
nelle contestazioni, che insorgevano vincitori in favore della verità, e
tra i particolari , senza volere ne dell'innocenza. Luitprando, autoriz-
ascoltare le parti, ne conoscere la zando nelle sue leggi il duello, pro-
verità ed assicurarsi del buon di- testò doversi fare per necessità, non
ritto, facevano battere i contestan- ritenendo per giudizio di Dio un
ti, e davano causa guadagnata a combattimento, dove non rade vol-
quello, che aveva il vantaggio del te perivano gl'innocenti. Perchè poi
combatti mento. 11 duello pertanto abbracciassero i popoli della Ger-
passò dai nord nella Germania, mania con tanta ostinazione l'uso
seppure colà non preesistesse, pas- de' duelli, varie sembrano le ca-
ci

sò in Francia, si sparse in tutta gioni. Erano non solo una


i duelli
l'Europa, ed in Italia coi visigoti, decisione, per quanto s'immagina-
e cogli altri barbari, i quali inon- vano, fatta da Dio nelle cause dub-
darono questa fìorentissima provin- biose, ma anche una prova della
cia del romano impero, ed ivi in- propria virtù, o, per dir meglio,
trodussero tutti gli eccessi di una robustezza, e militare industria. A
licenza furibonda e barbarica, in chi restava vincitore dava gran si

luogo delle savie leggi, colle quali lode, chiaro ne diveniva il nome,
si governava. e cresceva la stima di lui sì presso
Il citato Muratori, nella disser- i che presso le donne, in-
principi,
tazione Del Duello, sua orìgine , clinate per lo più ai bravi. Di gran
uso, ed abuso, nell'accennare l'an- soddisfazione inoltre riusciva il ven-
tichità presso molti popoli delle dicarsi colle proprie mani dell'av-
battaglie fatte da due soli uomini, versario, o il concedergli come at-
conviene, che quelle propriamente to eroico la vita in dono. Vari
denominate duelli, ebbero incomin- scrittori ci hanno tramandato i li-

ciamento ne' secoli cristiani. Indi ti, le cerimonie, le formalità usate


soggiunge, che il primo a propa- ne'pubblici, e solenni duelli, come
garlo e comandarlo, come una pro- dei famosi Tornei (Fedi).
va, ed un giudizio di Dio, fu Gun- Molto operarono i re Franchi
dobado, o Gondebaldo re de'Bor- per mitigare l'abuso, e le funeste
gognoni, eretico ariano, il quale nel- conseguenze del duello. Istituirono
l'anno 509, s' impadronì d'una bel- un modo, pel quale di rado restava
la parte delle Gallie. Cotanto si alcun de' combattenti morti nel
dilatò questa sorte di privati com- campo, come di prescrivere per ar-
battimenti, che quasi niuna nazio- mi il bastone, e lo scudo cum fu-
,

•>S8 DUE DUE


stibus et clypeo. Ma nei secoli sus- simililer jubemus. Questi avvocali,
seguenti con armi micidiali si pro- o combattenti che sfidavano a
,

seguirono i duelli, e talvolta col duello gli avversari quando non


volto mascherato per difesa di que- volevano valutare le ragioni, e che
sto, o per non essere conosciuti. supplivano per le persone private
Si narra, che Ottone li fu gran sono in diverse leggi, e memorie
promotore de' duelli, e che duel- i appellati Campiones o Camphiones;
lanti imploravano il patrocinio di altri li chiamarono Vicarii, che
qualche santo, impiegando la not- naturalmente erano i più bravi, e
te precedente al combattimento, a sperimentati nell'uso delle armi, i

supplicarlo in chiesa al di lui se- quali facilmente abbattevano V in-


polcro. Molte sono le testimonian- feriore di forza, e d'industria. Pe-
ze, che ne riporta il Muratori, co- rò molti, per cagione di tal disu-
me dellecondanne de' duelli , fra guaglianza, cedevano, per non espor-
le quali primeggiano quelle del si a pericoloso cimento. Alcune
Papa s. Nicolò I, e di alcuni ze- leggi moderarono siffatta disparità,
lanti vescovi. Riporta nondimeno e fuori d'Italia questi campioni ve-
le leggi, che li favorirono, e gì' in- nali in molti luoghi erano tenuti
culcarono; e principi pii, ed eccle- per infami. Questo censurabile co-
siastici ancora, ed anche vescovi, o stume in Lombardia si usava an-
li approvarono , o permisero, e in cora nel secolo XII. Però pei ri-
certa maniera coli' esempio loro li gori delle leggi ecclesiastiche e ci-
contarono fra le cose sagre. Però vili, ne' secoli XVI, e XVII, il duel-
non dee recare meraviglia il tro- lo divenne più raro, dileguandosene
varsi così sovente nelle antiche me- il fanatismo. Noteremo, che colui il

morie, canonici, chierici, abbati, e quale perdeva, era dal vincitore, o


monaci, e fino le monache, o sfi- dal giudice forzato a confessare ciò
dare alla pugna nelle liti, o accet- che prima aveva negato, o a chia-
tare essa disfida, per mezzo di un mar falso ciò, che prima aveva
loro campione, siccome accennam- asserito per vero, cioè disdirsi, e
mo di sopra. Alcuni vi furono del ricredersi. V. Innocenzo III, cap.
clero, che impetrarono come per 2, de purgatione vulgari; il Su-
privilegio dagl'imperatori di polere sio nel libro de justilia duellij e
per duellimi qualibet legali senten- l'Urrea, nel libro de duello. Il

tia lìlem definire omnium hominum duello è un delitto enorme perchè


remota contradiclione. Gli avvoca- egli è egualmente contrario alla re-
ti secolari delle chiese, o delle cor- ligione, alla ragione, alla giustizia,
porazioni religiose, come si dice al- al bene dello stato, alla sua politica,
l'articolo Difensore (f^edi), oltre al- alle leggi ecclesiastiche, e civili. Dica-
tre incumbenze, si presentavano si del duello ciò che dicesi del sui-
armati in campo per difendere le cidio. È veramente coraggioso quel-
ragioni degli ecclesiastici, e perciò l'uomo, che soffre umiliazioni , in-
furono chiamati difensori, ed avvo- giurie, tormenti per la difesa della
cati delle chiese. Nella legge III di virtù, e per essere fedele al suo
Ottone II tra le longobardiche, vi dovere. Ma può essere tale colui,
sono queste parole: De ecclesiarum che non è capace di sopportare un
rebus, ut per advocalos pugna fiat leggiero affronto; che ama meglio
DUE DUE 289
di calpestare le leggi divine ed primo de' loro re, il quale comin-
umane, anziché perdonare una pic- ciasse a restringere l'uso de' duel-
cola ingiuria; che prepone l'infa- li. Egli fu poi imitato da s. Lui-
me piacere della vendetta all'utilità gi IX, da Filippo IV, e da altri re.
di ubbidire a Gesù Cristo, il qua- 11 duello espone la vita e la
le ci dichiarò che la pazienza è la salute eterna
combattenti ad
dei
sua virtù favorita, eh' essa forma un pericolo evidente, senza parlare
il distintivo de'suoi discepoli, ed è dello scandalo, e di altri mali che
come l'anima del cristianesimo? La ne sono le ordinarie conseguenze.
famosa legge del summentovato Il perchè Alessandro VII giusta-
Gondebaldo re de' borgognoni, chia- mente condannò questa proposizio-
mata Gundobada o Gambata, do- ne: Vir equestris ad duellimi prò*
ve si ordinava che nei casi dubbii vocatus potest illud acceptare, ne
ed oscuri debba essere decisa la timiditatìs notam apud alios iti*

questione col duello fra due par- le curratj non essendo permesso di
ti contrarie, fu confutata con un offrirlo, né di accettarlo. Le pene
libro da Agobardo arcivescovo di contro quelli, che si battono in
Lione. L'origine di tale legge é duello, giusta il diritto comune ec-
barbara, e fu sconosciuta ai popoli clesiastico, sono: i.° La scomunica
inciviliti, i quali si acquistarono la maggiore, riservata al sommo Pon-
maggior riputazione col loro valo- tefice, eccetto in Francia, ov'è ri-
re, come sono i greci, ed i roma- servata a'vescovi; 2. La proscri-
ni ; inoltre essa è contraria alla ve- zione di tutti i loro beni, e l'in-
ra grandezza d'animo, ed alle sa- famia perpetua; 3.° La privazione
gre leggi della natura. Nulladimeno, della sepoltura ecclesiastica quando
per uno sconvolgimento d'ogni idea, muojono combattendo od il gior-
che offende egualmente la ragione, no stesso, quantunque sieno peni-
e la religione, per una falsa appli- tentied assoluti: 4° L'obbligazio-
cazione dei termini, essa addivenne ne di restituire agli eredi di quel-
la pietra di paragone del coraggio, lo rimasto ucciso. Queste pene so-
e un punto di onore, soprattutto no portate dal cap. 19, de reform.
dopo che Fran-
la lettera di disfida, della sessione XXV del concilio
cesco I re Francia mandò al-
di di Trento, e dalle bolle de'Ponte-
l' imperatore Carlo V, su di che si fici Romani, che nomineremo. Que-
possono consultare il nominato Ger- ste stesse pene riguardano tutti co-
dil; Velley, Ist. di Frane, tom. I, loro, i si battono per coman-
quali
pag. i44> e Pasquier nel lib. IV do de'loro ufficiali. La scomunica
delle sue Ricerche e. i, 2, 3. La cade pure su tutti quelli, che per-
licenza sfrenata de' duelli fu sì gran- suadono il duello, che lo favorisco-
de in Francia fino agli ultimi se- no in qualunque modo, o che vi assi-
coli, che i re Enrico III, Enrico stono, o ne sono spettatori di appro-
IV, e Luigi XIII non poterono re- vazione, e di connivenza, che vi con-
primerla con tutta la severità dei tribuiscono in qualche maniera, come
loro editti. Questa gloria è dovuta sarebbe facendone i messaggi, portan-
a Luigi XIV monarca zelante per done le lettere di sfida ec. Intor-
la religione, e per lo stato. I fran- no a che i trattatisti fanno diverse
cesi dicono, che Luigi VII fu il eccezioni, che in parte s'indicarono
VOL. xx. J
9
,.()(> DUE DUE
di sopra, e che in fine anche ac- nel conflitto, saran per sempre pri-
cenneremo. Il chierico, se spontanea- vati dalla sepoltura ecclesiastica ".
mente disfida al duello, o richie- Anche altri concili emanarono san-
sto lo accetta, se rimane vincitore, tissimi canoni contro il duello, e
o deve deporsi. Se da tal
se vinto, parecchie sono le provvidenze su
duello non avviene nò morte, né ciò prese dallo zelo de' Papi, come
mutilazione di qualche membro, po- da s. Nicolò I dell'858; da lùigenio
trà dal vescovo dispensarsi, come 111 del ii4^; d« Alessandro III
sarebbe chi desse ad altro spada, del ii5g; da Celestino III del
coltello, od altra arma atta ad uc- i 19 r, e da Innocenzo IV del ii^3.
cidere, potria pure ottenere un qual- Martino IV, nel 1282, fulminò la
che beneficio; ma vi vuole la dis- scomunica contro Pietro III re di
pensa del vescovo. Qui ci sembra Aragona, complice della famosa stra-
opportuno raccontare, che il Cardi- ge devesperi siciliani, sentenza che
nale Bonadies de Bonadie, difensore rinnovò con diploma de'6 febbraio
del legittimo Alessandro III, sfidato 1283 in Orvieto, perchè avea sfi-

perciò a duello dagli scismatici so- dato a duello privato, da eseguir-


stenitori dell'antipapa, offri loro la si in Bordeaux, il re Carlo li re
propria vita» dicendo che gli ec- di Sicilia. Minacciò ancor questo
clesiastici non avevano altre armi della scomunica, se avesse accetta-
fuori delle lagrime e delle preghie- to, essendo il duello proibito, e
re. Tutti i governi con leggi seve- condannato dai sagri canoni , e
re egualmente proibirono i duelli. dalle leggi ecclesiastiche. Per dis-
In Italia variarono secondo le co- suaderlo gli spedi anzi per delega-

stituzioni de'diversi stati, le leggi, to il Cardinal Gaetani, poscia Papa


ed i regolamenti intorno ai duelli. Bonifacio Vili. Dipoi, nel i%5i 9

In Francia i duellisti erano con- Nicolò V, con bolla de' 19 febbra-


dannati a morte, ed i loro beni io, impose gravi pene contro quei
confiscati i loro:corpi erano tra- tedeschi, che si sfidassero a duel-
scinati sul graticcio, e privati della lo, o si offendessero con ingiurie.
sepoltura ecclesiastica. Facevasi lo- Anche Giulio II, nel i5o9, emanò
ro il processo quantunque morti, e una bolla contro i duellanti, addu-
si annullava il loro testamento. cendo per principali ragioni; i.°
Il concilio di Trento, loc. cit., che siffatti combattimenti erano i-

ecco come si espresse; « L'uso de- stigazioni diaboliche, che dai duel-
testabile de'duelli introdotto dall'ar- li ne seguivano le morti repenti-
tifizio del demonio per trar profit- ne, con danno delle anime, pecca-
to della perdita delle anime colla to degli astanti, e scandalo in tut-
morte cruenta de'corpi, sarà inte- ti; 2. che non si doveva con ciò
ramente sbandito da tutta la cri- tentare Dio quasi volendo che per
stianità.Coloro che si batteranno, tal mezzo manifesti da qual parte
e quelli che chiamansi padrini, in- de'combattenti sia la ragione, e la
correranno la pena della scomunica, giustizia ec. Indi il successore Leo-
della proscrizione di tutti i loro ne X ne rinnovò la proibizione e
beni, e d'una perpetua infamia. le censure, come pur fecero Cle-
Saranno puniti secondo i santi ca- mente VII, e Pio IV, non che
noni come omicidi, e se muoiono Gregorio XIII colla bolla Ad toU
DUE DUE 291
Icnclum del de de-
i582, cap. 2, ta aveva riprovate le stesse sue
lie, piignat. in duello, de Tornea- proposizioni, gli spedì un breve o-
meni., et de homicid. Vietò pari- norifìco in data de'3 marzo 1 y53,
menti i duelli, e con pena di sco- in cui l'esorta a continuare ut facis;
munica li proscrisse Clemente Vili rcligìosac vitae conversatane, opti-
colla costituzione Illius vices 3 data vi isque studiis ac laboribus de Chri-
a' 17 agosto i5cj2 (Bull. Rom. t. stiana republica benemerenti . Le
V. par. I. pag. 386), sottoponendo cinque proposizioni condannate sono
all'interdetto que'luoghi ove fossero le seguenti.
permessi i duelli, e dichiarando sco- i.° Esser lecito ad un militare

municati e maledetti perpetuamente provocare o accettare il duello per


gli spettatori, esortando in pari tem- non dimostrarsi timoroso, abbietto,
po efficacemente i principi all'esecu- infingardo, ed inabile a sostenere gli
zione del contenuto della bolla, ed officii militari, temendo di essere
invitandoli a punire i delinquenti, riputato vile, e come tale di essere
che accettavano o proponevano il privato degl'impieghi, che ricuopre,
duello, come che gli avessero
quelli e che teme di non esser, promos-
favoriti coli' opera, o cogli scritti. so, ed avanzato a posto migliore.
Benedetto XIV, a* io novembre 2. Potersi scusare chi intima
1752, colla bolla Detestabilem, che o accetta il duello, se ciò faccia per
si legge nel Bull. Bened. XIV', difendere l'onore, la fama ed il

t. IV, p. 35, condannò sotto pena decoro , e se sappia e creda il

di scomunica riserbata al Pontefice duello non essere per seguire.


cinque proposizioni, le quali favori- 3.° Non incorrere le pene inflitte
vano i duelli. La prima di queste dalla Chiesa contro i duellanti, il co-
dannate proposizioni, era del famo- mandante, od officiale di milizia pro-
so padre Reinfestuel , francescano vocando, o accettando il duello, te-
riformato, nel lib. Decret. tit. 14 mendo perdere la sua fama, e
num. 29, dell'edizione di Monaco credito, ed anche l'officio.
17 14- La seconda del p. Sporer, 4-° Essere lecito nello stato di
francescano recolletto, nel tract. V semplice natura offerire, ed accet-
theolog. inorai, praecept. 5, num. tare il duello per conservare le

204. La terza del padre Tommaso fortune, ed averi, con onore, quan-
Milante domenicano , neWExercit. do altro rimedio non possa aversi
Dogwat. moral. ab A-
in propos. per salvarle dal danno.
lexandro VII proscriptas, e sum- 5.° Quello si è detto riferire
mentovata. La quarta e la quinta alla precedente quarta proposizione,
erano del p. Daniele Stadler, ge- potersi applicare allo stato del cit-
suita confessore del duca di Bavie- tadino quando la città sia mal
ra, nel suo Tractalus de duello governata dalla milizia, e concussa
honoris vindice theologiae ad juris- la giustizia, e negata dai magi-
prudentiae principia examinalo , strati.

Ingolstadii i^Si. Quest'ultimo trat- Inoltre Benedetto XIV richiamò


tato fu proscritto dalla congregazio- in vigore le costituzioni de* prede -
ne dell'indice. XIV ne
Benedetto cessori contro il duello, i sagri ca-
sospese il prima che fosse
decreto, noni, e le ordinazioni del Triden-
pubblicato, e sapendo che il gesui- tino. Vietò discutere e difendere le
,

a92 DUE DUE


cinque condannate proposizioni, e offrirsi di battersi in campo aper-
dichiarò incapace di godere l'asilo to, affine di sostenere l'innocenza
ecclesiastico l'uccisore nel duello, di quel Pontefice. Celebre altresì
come altresì di sepoltura ecclesia- in Italia fu il combattimento par-
slica chiunque in esso restasse uc- ziale di tredici italiani, contro tre-
ciso ec. Indi esortò tutti i principi dici francesi, cantato nobilmente dal
secolari ad estinguere con ogni di- Vida, e ch'ebbe luogo nel i5o3
ligenza qualunque sorta di duello, in Barletta (Fedi), al quale arti-
de'quali anch'essi restavano macchia- colo ne facemmo menzione. Dopo
ti, se per loro negligenza seguiva- un'accanita zuffa, forse mai veduta
no. E da notarsi, che non è per- a memoria d'uomini, furono alla
messo del pari di accettare indi- fine costretti i francesi a rendersi
rettamente il duello, rispondendo prigioni che sani ed
degl'italiani ,

ad un provocatore di andare in illesi rimasero padroni del campo,

qualche luogo, e di sapersi difen- Solo vi cadde morto dalla parte


dere dove si venisse attaccato. Sul- dei francesi Claudio Graiano di
le cause poi, che rendono permesso Asti nel Piemonte, e da tutti fu
il duello, opinano i trattatisti di detto che sei meritava, perchè ita-
questa materia, che il duello pò- liano di patria, non aveva avuto
tra essere qualche volta permesso, rossore di battersi contro i suoi
quantunque raramente, per
assai nazionali. Da ultimo, nel i836, il

autorità pubblica, e per ragioni eh. marchese Giuseppe Melchiorri


che riferisconsi al bene pubblico, ci ha dato le memorie intorno la
come quelle che spinsero il zelan- disfida di Barletta. Invitato il celebre
te dell'onore di Dio e di sua na- Turennea duello, rispose: io non so
zione Davide a combattere l'insul- battermi a dispetto della leggej ma
tatore e prepotente Golia Può . io saprò con voi affrontare il pe-
avvenire pure che un principe,
, ricolo, quando il dovere militare me
certo della giustizia della sua cau- lo permetterà. Il vero bravo consa-
sa, sia molto inferiore di forza al gra il suo coraggio alla difesa del-
suo avversario. Sembra, che nulla la sua patria.
impedisca in questa circostanza Abbondano in Italia gli scrittori
ch'egli proponga un combattimen- che trattano di questo argomento,
to particolare, quantunque dubbio- tanto filosofi, che teologi e giuriscon-
.so,* per evitare la rovina certa dei sulti. Celebre è il libro del Muzio
suoi sudditi. sull'enormità del duello. L'Alciato,
Celebre fu il duello, che si fece il Fausto, il Longiano, e il Landò
per l'offizio mozarabico, quando fu ad ci diedero trattati sul duello. Nel-
esso sostituito il romano, e ne trat- l'anno i5i$ fu in Venezia pub-
ta il Bercastel, Storia del Grist. voi. blicato il libro, Duello, libro di
XIII p. 8. Non solo i più celebri sfide, concordia, pace, ec. Scipio-
giureconsulti difesero sotto Clemen- ne Maffei scrisse contro il furo-
te V in Avignone la memoria, e re dei duelli nella sua Scienza di
l'onore del magnanimo Papa Bo- cavalleria, Roma 1710. E pur sti-

nifacio Vili, ma due cavalieri ca* mato l'altro libro: L'onore consi-
talani, Carocci, e Deboli, recaronsi derato in se stesso e relativamente
espressamente in detta città, per al duello, stampato in Parigi nel
1

DUG DUG 293

1692. Inoltre l'istoria dei duelli alla carica di prefetto della segna-
fu compilata da Basnage nella Dis- tura di giustizia. Successivamente di-
sertalions historique sur les Duels3 venne titolare della chiesa di s.

che premise al tom. I de Vhistoire Prassede, vescovo suburbicario di


ih ordres militaires. Da ultimo, e Albano, e poi di Porto e s. Ruf-
nel 1837, il eh. Ercole Carrillo ha fina. In ambedue le diocesi si pro-
pubhlicato in Napoli : Pensieri sul cacciò la venerazione e riconoscen-
duello, sulle norme inconcusse che za di tutti per lo zelo veramente
la sapienza della Chiesa, e le leggi paterno e pastorale, per quanto
degli stati hanno più volte emana- fece pel divin culto, adornando le
to contro siffatta pratica riprove- chiese con sagre suppellettili , e
vole. promovendo vari esercizi di pietà,
DUGNANI Antonio, Cardinale. anche soccorrendo con limosi ne i
Antonio Dugnani nacque da una poveri diocesani.Giunto all'età di
delle patrizie famiglie di Milano ai settanta anni, morì sotto decano
18 giugno 1748. Sino dalla più te- del sagro Collegio a' 19 ottobre 18 18.
nera età fu istruito alla pietà e col- Le di lui esequie furono celebrate
tivato il suo ingegno, per cui per- nella s. Maria
chiesa di in Valli-
corse con lode la carriera degli cella,ove restò sepolto il suo ca-
studii. Recatosi in Roma per dedi- davere. Nel Diario di Roma, num.
carsi al servigio della santa Sede, 86, si legge di lui questo enco-
da Clemente XIV fu fatto came- mio: « La dolcezza delle sue ma-
riere d'onore in abito paonazzo, in- niere, lo spirito di tranquillità, l'a-
di venne eletto avvocato concisto- more della pace, la carità più li-

riale. Nominalo da poi ad uditore berale, siccome gli procurarono la


del camerlengo corrispose alla i-
, benevolenza di tutti quelli presso
dea che si aveva di lui per lo ze- cui ebbe a convivere, così ne for-
lo, e per l'attività con cui n'eser- merà sempre l'elogio caratteristico.
citò l'uilizio. Apprezzandone le do- Quella soda pietà in fine, quel di-
ti Pio VI, nel concistoro degli 1 stacco dalle cose del mondo, quel
aprile1785, lo fece arcivescovo di desiderio di unirsi a Dio, in cui
Rodi in partibus ùifidelium, dichia- si esercitò nell'intero corso della
randolo poscia nunzio di Francia sua vita mortale, ne resero prezio-
nell'anno 1789. A cagione della sa la morte. » Siccome il Cardi-
rivoluzione accaduta in quel regno, nal Dugnani venne onorato della
partì da Parigi, e nel 1794 si fiducia tanto di Pio VI, che di Pio
restituì a Roma, e nel concistoro VII, così non solo fu da essi con-
de'21 febbraio Pio VI lo creò sultato in molti e gravi affari, ma
Cardinale dell'ordine de' preti, con- venne annoverato alle congrega-
ferendogli poi in titolo la chiesa zioni cardinalizie della sagra inqui-
di Giovanni avanti porta latina.
s. sizione, della concistoriale, de' ve-
Indi lo destinò legato di Ravenna, scovi e regolari, di propaganda fi-,

ove quella provincia dovette per- de, come di quella della Cina. Fu
derlo poco dopo a motivo della ascritto inoltre alle congregazioni
invasione de' francesi repubblicani. del buon governo e della corre-
Intervenne al conclave dell'elezione zione dei libri della chiesa orien-
di Pio VII, e da questo fu prescelto tale. Ebbe la pvotettoria dei mona-
5 .

DUG DUI
ci Anloniani del monte Libano, io. Spiegazione di 7 5 salmi di
e dcH'arciconfraternita delle sagre Davide; 11 Spiegazione dei 2
stimmate, delle confraternite di s. primi capi d'Isaia; 12. Regole per
Anna de'bresciani, di s. Bartolom- l'intelligenza delle sacre Scritture,
meo de'bergamasclii, e del ss. Ro- con l'applicazione di esse regole al
sario in Albano. Finalmente fu pro- ritorno degli ebrei; i3. Spiegazio-
tettore della repubblica di s. Mari- ne del mistero della passione di
no, e della città di Bertinoro. N. S. Gesù Cristo secondo la con-
DUGUET Jacopo, nacque a Mont- cordia; 14. Spiegazione delle qua-
brison nell'anno 1649. Fino dal- lità e dei caratteri, che s. Paolo
la prima sua età si consagrò a Dio dà alla carità; i5. Gesù Cristo
nella congregazione dell' oratorio. Crocefisso j 1 6. Trattato degli Scru-
Studiò la filosofia in Parigi e la poli; 1 7. Trattato dogmatico sul-
teologia a Saumur, e poscia ne die- l'Eucaristia ; 18. Trattato de' prin-
de lezioni a Troie. La buona riusci- cipe della fede cristiana; 19. Trat-
ta che vi facea avendolo fatto ri- tato dell' educazione di un prin-
chiamare a Parigi, fu innalzato al cipe ; 20. Conferenze ecclesiasti-
sacerdozio, e quindi da' suoi supe- che, nelle quali veggonsi a mera-
riori venne destinato
a professore viglia le prove dell' ampia erudi-
di teologia scolastica nel seminario zione d'un autore, che ancora era
di s. Magloire dove fece alcune
,
cosipoco avanzato in età. Com-
conferenze pubbliche sulla sacra prende questa raccolta sessantaselte
Scrittura, e sulla storia e disciplina dissertazioni sopra gli autori, i conci-
della Chiesa. Ma le continue fatiche li, e la disciplina ecclesiastica dei pri-
sconcertarono la sua malferma sa- mi secoli della Chiesa; 21. Lettere di
lute, e così fu liberato da ogni pietà, e di morale. Senza che ci

peso. Indi passò a Strasburgo pre- arrestiamo a dare particolare giu-


gato dal maresciallo di Chamillj, dizio di tutte queste differenti ope-
ma ben presto ritornò a Parigi, re, diremo che poche sono tra le
ove mediante uno studio indefesso opere ecclesiastiche ed ascetiche le
compose varie opere. Abbiamo di fatte cosi bene e tanto istruttive
lui 1
: La Guida di una dama cri-
. ed interessanti ,
quantunque vi si
stiana; 2. Il Trattato dei doveri riscontrino alcuni difetti.
di un vescovo; 3. Una Lettera sot- Dopo essere stato soggetto a
to il nome della madre Anna Ma- varie dolorose vicende, alle qua-
ria di Gesù carmelitana, lettera mol- li non rado va esposta la vera
di
to commendata dal Bossuet; 4- virtù, e per molti anni fuggiasco,
Confutazione del sistema della gra- e ramingo in vari luoghi, morì
zia generale del signor Dicole, per questo celebre uomo in Parigi addi
rispondere al signor Gillot canoni- i5 ottobre 17 33 nell'anno 84 del-
co di Reims, che gli aveva in tale l'età sua.
materia chiesto consiglio; 5. Il trat- DUISBURGO ( Duisburgum )

tato dei Santi misteri; 6. Un trat- Città di Germania negli stali prus-
tato sull'Usura; 7. Altro trattato siani, nella provincia di Cleves-Berg,
sugli Esorcismi; 8. Commentario reggenza sulla riviera del Ruhr,
letterale spirituale sul Genesi; 9. al confluente del Reno. Ha sette
Spiegazione del libro di Giobbe; chiese protestanti, un ginnasio acca-
DUL DUL 293
demico, ed altri stabilimenti. L'uni- varrà in Italia, e spargeva tra il

versità fondatavi nel 655, fu trasfe-


1 popolo la voce che la legge di Mo-
rita a Dusseldorf nel 1806. Questa sè, tutta di terrore e di giustizia,
città fu un tempo libera ed imperia- aveva finito inGesù Cristo, che
le, e quindi appartenne all'elettore di la legge di Gesù Cristo tutta di
Brandemburgo. Le sue antiche for- grazia , si compiva in lui , e che
furono demolite. Nel 5g4
tificazioni 1 egli era il principio della legge
quivi mori Gerardo Mercatore, il di amore, cioè dello Spirito Santo.
più celebre geografo del suo tempo. Ma questo empio confondeva tal-
In questa città nell'anno 927 si mente i principila che, per essere
tenne un concilio, nel quale furono fedeli osservatori della sua legare,
Do *
scomunicati coloro che avevano , bisognava soddisfare quanto la pra-
fatto cavare gli occhi a Benone ve- va concupiscenza senza limite sug-
scovo di Metz. Il Lenglet dice, che geriva . Fu preso in compagnia
questo concilio venne celebrato nel- di una certa Margherita, oggetto
l'anno precedente. Regia t. XIV. del suo amore e abbruciato in
Labbè tom. X, ed Arduino tom. VI. Vercelli. I discepoli di lui ebbero
DUITI, o DECALISTI. Nome la medesima sorte, e in breve spar-
dato a tutti quegli eretici, i qua- vero dalla terra.
lisostengono che nel mondo v'han- DULIANI. Eretici Ariani, che
no due principii eterni e necessari, sortirono tale appellazione da un
1' uno de' quali è autore di tut- certo Dulio di Alessandria, il qua-
to il bene, l'altro di ogni male. le nel secolo quarto si mise alla
DULCIGNO o DOLCIGNO. Cit- testa di una delle loro sette.
tà vescovile dell'Albania, nella Tur- DULMA, DULMEN, o ALMIS-
chia Europea, nella Romelia, san- SA. Città vescovile nella Bosnia
giacato, capo luogo di un piccolo Ungarese, sotto il dominio otto-
distretto, sulle rive dell' Adriatico mano, Dalmazia.
confinante colla
ove ha un buon porto. E difesa Commanville che antica è l'o-
dice,
da un castello fortificato, e fu chia- rigine della sua sede, che fu chia-
mata Olcliinum seu Vlcinùtm. Co- mata Dalminìum seu Almissa, e
nosciuti sono gli antichi suoi abi- che al dire di diversi scrittori si

tanti per le loro piraterie. Molti unì alla metropoli di Spalatro, di


geografi dicono, che facesse parte cui era sulfraganea , nel decimo
dell' llliria antica. Fu presa dai terzo secolo. Dulma fu chiamata
turchi nel secolo XV, ed i ve- Dulmita nella notizia di Madio; ed
neziani l'assalirono invano nel 1696. al presente è un titolo episcopale
La sede vescovile venne eretta ver- in partibuSy sottoposto alla esisten-
so la metà del secolo XI, e sotto- te metropoli di Spalatro. Gli ulti-
posta alla metropoli di An ti vari; mi vescovi in partibus, fatti dalla
quindi fu estinta, e riunita all'arci- santa Sede col titolo di Dulma,
vescovo, che prende pure il nome sono monsignor Giuseppe Crisosto-
di Dioclensis. Secondo alcuni, for- mo Pauer, trasferito alla chiesa re-
se è l'antica Dioclea {Vedi). sidenziale di s. Ippolito; monsignor
DULCINISTI. Eretici discepoli di Francesco Pawtowski fatto da Leo-
\\\\ certo Dulcino, vissuto nel seco- ne XII nel concistoro de'9 aprile
lo decimoquarlo. Era costui di Na- 1827, suffraganeo di Varsavia; e
,

296 DUN DUN


monsignor Luigi Hoffman di Ratis- DUNSTABLE ( Dunistabiilum ),

bona, fatto vescovo dal regnante chiamata pure Magiovinmun o Ma-


Pontefice Gregorio XVI nel con- ginuni. Città dell'Inghilterra, nel-
cistoro de'6 aprile i835, ed ausi- la contea di Bedford ,
posta so-
liario dell'arcivescovo di Salisburgo pra un'altura. Si crede fabbrica-
Cardinal Sclrwartzenberg. ta sulla rovine dell'antica Magio-
DUNS
o SCOTO Giovanni, co- vinnum di Antonino., per cui ne' suoi
gnominato il dottor sottile, nativo dintorni si rinvennero medaglie
di Duns nella Scozia verso Tanno iscrizioni, ed avanzi di monumenti
1265, entrò Ordine dei frati
nell' antichissimi. Nel ii3i Enrico I vi
minori, e studiò ad Oxford con fondò un priorato, le cui rovine
mollo profìtto. Essendo poscia pas- servirono all'erezione della chiesa
sato a Parigi, fu innalzato al gra- attuale. In questa città ebbero luo-
do di dottore, e vi sostenne l'opi- go le prime rappresentazioni tea-
nione dell' Immacolata Concezione trali d'Inghilterra, l'argomento del-
della b. Vergine, di cui così parla: le quali fu preso dai miracoli di
diccsi comunemente che fu conce- s. Caterina. Vi ebbero pur luogo
pita nel peccato originale. Arreca molti tornei, uno dei quali si diede
innanzi le ragioni addotte, le ribat- sotto il regno di Enrico III. Inol-
te, e poi viaggiunge Io dico, : tre fu onorata di una di quelle
» avere Iddio potuto far sì, che croci magnifiche, che Edoardo I
« la Vergine non fosse mai in pec- nel secolo XIII fece erigere in me-
» cato originale. Ha potuto ancora moria della regina Eleonora sua
•» così fare, ch'ella vi fosse un sposa. L'atto di divorzio di Enrico
« momento solo, o per qualche Vili, e di Caterina d'Aragona,
» tempo, e che nell'ultimo momen- porta la data di Dunstable. Quivi
» to fosse purificata". Adduce quin- nel 12 14 fu tenuto un concilio,
di le ragioni di queste tre possibi- ove dal legato si appellò al Papa
lità, e così conchiude: » Iddio
ben Innocenzo III. Angìia tom. I.
» sa quale di queste ha tre cose DUNSTANO (».). Da genitori
•* egli fatto ; ma convenevole sem- illustrinacque Dunstano nella città
»* bra l'attribuire a Maria quella, di Glastenbury, ed ebbe per istitu-
n ch'è più eccellente, quando non tori nelle scienze de' monaci irlan-
» è contraria alla Scrittura, né alla desi di sommo credito. Rapidi pro-
» Chiesa". In tale forma spiegasi gressi fece egli nelle divine ed u-
lo Scoto sopra questo argomento, mane lettere, per cui l'arcivescovo
e viene tenuto pel primo sostenitore di Cantorbery Atelmo di lui zio,
dell'Immacolata Concezione, quan- lo chiamò a se, lo condusse a cor-
tunque abbia parlato con tanto
vi te, e lo fece conoscere al re Atel-
riguardo. Dappoiché ebbe insegna- stano. Questo principe, che amava
to tre o quattro anni a Parigi, la virtù e proteggeva i begli inge-
fu mandato a Colonia, dove morì gni, non tardò a fare gran conto di
nel i3o8 d'anni 43. Tuttavia tan- Dunstano, e a distinguerlo fra gli
to scrisse, che le opere sue for- altri in favori e benevolenza. L'in-
mano dodici volumi in foglio, quan- vidia però de' grandi del regno su-
tunque non ancora sieno stampate bito si mise in campo a perseguitar-
tutte quelle che scrisse. lo, il perchè conobbe di buon'ora
DUN DUO 297
Dunstano, quanto poco conto si ab- so e pentito si assoggettò a ripa-
bia a fare delle mondane vanità. Ab- rarlo, in quelle forine, che credet-
bandonata la reggia, ed indossato te opportune il santo arcivescovo di
l'abito monastico, fu ordinato sa- imporgli. Le vistose rendite della sua
cerdote, e mandato a servire la mensa le divideva egli colla chiesa,
chiesa di Glastenbury. Datosi egli e coi poveri, il giorno spendendo
ad una vita contemplativa, si acqui- nel disimpegno delle cure episcopa-
stò la generale estimazione, e da li, e la notte consagrando alla pre-
lì a non molti anni divenne abba- ghiera, brevissimo tempo accordan-
te. Nell'anno $55 il re Edwino, do al riposo. Giunto all'età di an-
principe di sregolati costumi, esiliò ni sessantaquattro sentì vicino il

Dunstano dalla sua abbazia, ed eb- momento di sua morte, e prepa-


be rifugio in Fiandra. Vi stette egli ratosi con santa tranquillità, rice-
un anno, finche deposto Edwino vuto il santissimo viatico, spirò dol-
dal popolo, e succeduto il di lui cemente nel bacio del Signore il
fratelloEdgaro questi richiamò
,
dì 19 maggio dell'anno 988. Fu
Dunstano dall'esilio, proponendolo sepolto nella sua cattedrale, e la
due anni dopo a vescovo di. Wor- sua festa è ricordata nel giorno
cester. Da questa sede passò a quel- stesso della sua morte.
la di Loudret, e nel 961 dopo la DUOMO. Chiesa cattedrale, o
morie di s. Odone fu finalmente principale. Aedes maxima 3 templum
eletto arcivescovo di Cantorbery. primarìum. Siccome nelle sagre Scrit-
Sommo fu l'abbattimento di que- ture è costantemente chiamato Do-
sto santo uomo, allorché si vide mus Domini il luogo dedicato al
sollevato a sì cospicua dignità, e culto di Dio, e all'orazione; e da-
ci volle niente meno che la voce gli antichi fedeli con i vocaboli
imperiosa del supremo Gerarca Gio- Domus Dei, Domus orationis, Do-
vanni XII perchè vi si adattasse, minicum erano nominati i luoghi
decorandolo in appresso del carat- sagri, ove assistevano ai divini mi-
tere di legato della santa Sede. steri, così non è da dubitare, che
Con tutto il vigore si adoprò egli a la parola Duomo abbia origine da
ristabilire la disciplina ecclesiastica Domus ; o casa. Perciò le chiese
nella sua diocesi. Pubblicò la così cattedrali furono per eccellenza
detta Concordia delle regole _,
la qua- chiamate Duomi essendo le prime
y

le era appunto una raccolta di an- nelle città. Prova ne fanno varie
tiche monastiche costituzioni,, rego- iscrizioni de' bassi tempi, dove le
lò il clero secolare, e condusse il cattedrali sono dette Domus senza
restante del suo gregge a rispetta- altro aggiunto. Di fatti case ap-
re e promuovere sempre piti il di- pellavansi i sagri templi dai fran-
vin culto. I pubblici peccatori scan- chi, come dimostra il Lambecio,
grado essi fos-
dalosi, di qualsiasi Rerum Hamb. 1. 1, con le testi-
sero, venivano da lui con evange- monianze di Lamberto monaco Tu-
lica libertà corretti , e sottomessi tiense che presso
, il Mabillon ,

alle regole della canonica penitenza, Annoi. Bened. 1. 54, n. 102, dice:
non risparmiando neppure al re in Domum s. Petrì, e del Serario
Edgaro il rimprovero di aver com- Rer. Mogunt. 1. 1, e. 18, che par-
messo un delitto, per cui il re scos- lai Fratrum Conventus de Domo.
,

2 98 DUO DUO
È certo che gli antichi cristiani come Domus Domos, che
dal greco
sfuggivano di chiamare Templi le vuol dire casa o fabbrica, perchè
loro chiese, come risulta dai padri Domìo eh' è la prima origine di
de' primi tre secoli specialmente, e queste parole, significa fabbricare.
dal cod. tit. de pagati, sacrif. et E perchè le chiese si fabbricarono,
tcmplis, per nulla aver di comune acciocché fossero Domus orationis
coi gentili. Fu edificata di nuovo per questo è credibile, che alla
una chiesa ai tempi di s. Zenone, chiesa principale restasse questa
che tenne la cattedra di Verona prerogativa di essere detta Domus,
tra gli anni 356 e 38o, e nell'oc- casa o luogo di orazione, ancorché
casione di consacrarla recitò il ser- per altro a tutte le chiese con-
mone de spirituali aedificatione Do- venga l'essere, e chiamarsi oratorii,
mus Dei, a cui allude continua- o case d'orazione. Quindi aggiunge,
mente. Egli stesso dice nel trat. V, che ne' primi secoli della nascente
lib. i, n. 8: Proponamus ilaque, cristianità, quando per le persecu-
ut saepe contingit, in unum sibimet zioni non si potevano scopertamen-
convenire diversae religionis diem ,
te esercitare le funzioni spettanti
quo libi ecclesia, illi adeunda sint alla religione, e culto divino, non
tempia. I Ballerini ivi han notato, avevano i cristiani tanta moltiplica
che primo di tutti sia stato s. Am- tà di chiese, quanta poi si è intro-
brogio, ep. XX, n. 2, ad usare il dotta dalla pietà de' fedeli, che pe-
vocabolo di Templum ì
per indicare rò in quella, cui molte volte sola
le chiese de' cristiani. Da Lattan- avevano, conveniva il vescovo con
zio è stato tenuto lo stesso stile, ilsuo clero e popolo , e si chia-
ove domanda, lib. i r, Instit. e. ir. mava Domus, cioè casa di orazio-
Quid sibi tempia? quid sibi arac ne, casa religiosa, dove si celebra-
volunt? sopra il qual passo l'editore vano le messe, e i divini uffizi; e
parigino Lenglet Dufresnoy fa le questa voce, che per altro poteva
riflessioni medesime de' dottissimi essere comune a tutte le chiese, si

editori di Zenone. s. è poi sempre ritenuta per signifi-


I fiamminghi, e i tedeschi dico- care solamente le cattedrali, nel-
no Doni la chiesa vescovile; ed il le quali pel fine indicato il vesco-
Lehmanno, Chron. spirit. lib. 2, vo, il clero, e il popolo si raduna-
e. 33, il citato Serario lib. i, e. 8, no. Termina il p. Menochio col
e il Bingamo Ant. eccl. lib. 8, § 2, citare su questo proposito quanto
stimano che il vocabolo Duomo, dice s. Zenone mentovato sopra il

abbia avuto origine dalla voce Do- salmo 126, con queste parole:
minica, colla quale si chiamano le » Convcntus quidem ecclesiarum
cose spettanti a Dio. Sulla paro- « sive templis, quos ad secretanti
la Duomo, nata da Domo Dei, « sacramentorum religionem aedi-
tratta Muratori nella Disserta-
il » ficiorum septa claudunt, consue-
zione LXII, p. 338. L'erudito p. * tudo nostra vel domum Dei
Menochio nel tom. II delle Stuore, « solita est nuncupare, vel tempia".
p. 189, cap. XIII, Onde sia nato Diverse insigni, e celebri chiese cat-
che le chiese cattedrali si chiamino antonomasia sono chiama-
tedrali per
Domi, dice che Domo è voce, la te Duomi, come il Duomo di Or-
quale viene dal latino Domus, sic- vieto, il Duomo di Firenze, il Duo-
DUP DUR 299
ino di Milano, ec. ec. V. Gin- sa, gnesi con quei di Milano, e co' mar-
e Cattedrale. chesi Estensi. Dopo di aver com-
DU-PUY, Gherardo, Cardinale. piuto lo scopo di quella sua mis-
Gherardo Du-pny, nato in Rosiers sione, passòcome legato anche in
castello del Limosino, fu monaco ed Ravenna, nella marca di Ancona,
abbate benedettino. Era uomo di nella Trivigiana, e nel patriarcato
grande letteratura, e di assai ele- di Aquileja. In ogni luogo il Du-
gante aspetto. Nel 1872 dal cugi- raguerra lasciò memoria di bene-
no Gregorio XI venne eletto a te- dizione; ma ben presto 3 reduce
soriere pontifìcio e governatore di dal suo ministero, lo colse in Ro-
Perugia; Gregorio XI lo
quindi ma la morte, nel!' anno 1 3o4- Nel-
promosse, a' 20 dicembre i3y5j al- la basilica lateranense vedesi anco-
la sagra porpora, conferendogli po- ra l'antica di luitomba marmorea
scia il titolo presbiterale cardinali- sostenuta da due leoni fregiata ,

zio di s. Clemente. Egli ricevette dello stemma cardinalizio, cui sta


annunzio della sua dignità quan-
1' sovrapposta la statua giacente del
do in Perugia trova vasi assediato Cardinale con una brevissima iscri-

dagli stessi perugini, in una delle zione.


due fortezze da lui fabbricate, coi DURANDO Guglielmo, celebre
quali avea trattato nel suo governo giureconsulto, soprannominato Spe-
piuttosto aspramente, e più tiranno culator a cagione del suo libro in-
che governatore, e più dato alle co- titolato, Speculimi juris, sortì i suoi
se mondane., che alle ecclesiastiche. natali, come comunemente si crede,
Du-puy fu uno di quei Cardinali a Puymoisson in Provenza, e fu
che contribuirono in Fondi contro addottorato in Bologna. Tali era-
il legittimo Urbano VI, alla elezione no le sue cognizioni nel diritto ca-
dell' antipapa Clemente VII. La nonico, che ne venne eletto profes-
carriera mortale di lui ebbe fine sore a Modena. Papa Clemente
in Avignone nel 1389. IV lo distinse col rilevante uffizio
DURAGUERRA Pietro Vale- di cappellano ed uditore del suo pa-
ri ano, Cardinale. Pietro Valeriano lazzo.Gregorio X
poi, che non a-
Duraguerra, nato da nobile fami- vea minore stima di lui, lo nominò
glia in Piperno, fu dapprima ca- Lione nell'an-
legato al concilio di
nonico di Cambray , arcidiacono no 1274. Né andò guari che nel
nel Brabanle, vicecancelliere del- 1286 fu innalzato alla sede vesco-
la S. R. C. ;
quindi eletto da Bonifa- vile di Mende, dalla quale non si
cio Vili, a' 17 dicembre 1295, diaco- diparti giammai a fronte della in-
no Cardinale di s. Maria Nuova, e sinuazione di Nicolò IV, che Io
arciprete della basilica lateranense. volea arcivescovo di Ravenna. Igno-
Il Pontefice lo investì poscia del ca- rasiprecisamente in quale tempo
rattere di legato, e lo spedi nella ed età morisse un tanto prelato.
Romagna per dissipare la congiura, I più vogliono, che morisse in Ni-

che allora si tramava in quella pro- cosia dell' isola di Cipro, il 6 luglio
vincia contro la Tornata
s. Sede. 1296, in una legazione al sultano
in bene quella legazione^ ebbe di di Egitto, della quale Io avea in-
nuovo l' incarico per la Toscana, caricato Bonifacio Vili. Il suo cor-
affine di tener la pace tra i Bolo- po fu trasportato in Roma, e se-
3oo DUR DUR
pollo nella chiesa di s. Maria so- lata di ferro malleabile, e di ni-
pra Minerva, per cui altri dicono ckel del peso approssimativo di
che morisse in Roma il primo no- 1900 miriagrammi, somigliante nel-
vembre 1296, ed in età di sessan- la sua composizione all' aerolite) ca-
taquattro anni. Diverse sono le ope- duto in llraschina presso Agrain
re che ci lasciò, nelle quali avve- nel 1751 ; ed all' aerolito scoperto
dimene la purezza manchi e 1' e- ad Olumpa nel Tucuman. La città
1 eganza dello stile , nullameno buo- fu fondata nel 1 55 1 da Alonso
ni e solidi sono i principii, come Pacheco per ordine di d. L. di
somma è l'erudizione nella liturgia Velasco viceré della nuova Spagna.
ecclesiastica. Oltre lo Specchio del La sede vescovile fu eretta nel-
diritto, citato, le altre opere del l'anno 1620, dal sommo Pontefice
dottissimo Durando sono: il Reper- Paolo V, che la fece suffraganea
torio del diritto, tratto dalla men- della metropoli di Messico , alla
zionata opera; Razionale degli
il quale è tuttora sottoposta. Dipoi,
offici divini, stampato in Magonza, nel 1780, Pio VI eresse il vesco-
Lione, Venezia ec., la cui prima vato di Sonora, con parte delle dio-
edizione è rara; un Commento sui cesi di Durango, e di Guadalaxara,
canoni del concilio di Lione, ed a cagione della lontananza di quei
un compendio della Glossa, e del diocesani. La cattedrale è dedicata
testo del diritto canonico. in onore di Dio, e sotto V invoca-
DURANDO Guglielmo, nipote zione di s. Matteo apostolo ed e-
del precedente, gli succedette nel vangelista, edifizio magnifico. Il ca-
vescovado di Mende nel 1290, o pitolo si compone di tre dignità,
1296. Papa Clemente V lo chiamò la maggiore delle quali è il decano,
al concilio di Vienna V anno i3ii, di quattro canonici colle prebende
e per tale oggetto compose un di teologo, e penitenziere, oltre di-
lungo ed eccellente trattato del versi dimidii porzionari, non che
modo di celebrare il concilio ge- di alcuni preti, e chierici, addetti
nerale. La sua prima mira è quel- all' uffiziatura. Nella cattedrale vi è
la di richiamare l'antica disciplina, la cura d'anime, e dappresso un
e d'inveire contro i disordini, che ampio episcopio. Nella città vi so-
allora turbavano la Chiesa. no due altre parrocchie munite di
DURANGO (De Durango). Cit- battisterio, con tre conventi di re-

tà con residenza vescovile dell' A- ligiosi, seminario, confraternite, ed


nierica settentrionale, nelle Indie oc- ospedale. Vasta n' è la diocesi, e
cidentali, sotto la repubblica di presso le miniere de* suoi dintorni,
Messico, capo luogo dello stato, e si trovano due celebri santuari, uno
dell intendenza del suo nome. Tro- è dedicato alla beata Vergine de
vasi questa bella città in una emi- los Remedios 3 e 1' altra alla beata
nenza della Sierra-Madre, in fred- Vergine di Guadalupa. La mensa
do clima, e soggetta a frequenti ad ogni nuovo vescovo è tassata
nevi. Sono belli suoi templi, ed
i ne' libri della cancelleria apostolica,
avvi l'amministrazione delle minie- in fiorini trentatre.
re, e la zecca che si reputa la ter- DURANTI (de) Durante, Car-
za della confederazione. A poca di- dinale. Durante de' Duranti nacque
stanza vi è un enorme massa iso- in Brescia da illustre famiglia fan-
DUR DUR 3or
no i486. Da principio si applicò oggi Corfu, il primo anno della
allo studio della giurisprudenza ; e XXXIX Olimpiade, cioè 6i3 anni
così egregiamente rispose all' a- avanti l' era cristiana.
Il suo anti-

spettazione che si aveva di lui, che co nome di Epidammis, denotante


Paolo III lo trascelse prima a suo il carattere de' suoi abitanti, che
cameriere segreto, al cui servigio erano fraudolenti, e lascivi, fu po-
era già prima del suo pontificato, scia cangiato in quello di Dyrra-
quindi, cioè nel i538, gli conferì ehium 3 eh' era il nome del porto,
il vescovado di Alguer nella Sarde- e dal quale deriva il nome pre-
gna, e sette anni dopo quello di An- sente di questa città , Durazzo , o
glona, altri dicono di Cassano nel re- Duratzo. Sotto la LXXXV olim-
gno di Napoli. In seguito, a' 19 di- piade, 4^9 anni avanti la nascita
cembre 544> 1° creo P rete C ar '
1 di Gesù Cristo, i suoi abitanti as-
dinaie de' ss. Apostoli e legato a sediatida una truppa di banditi,
lettere dell'Umbria e di Cameri- implorarono il soccorso dei corinti,
no, dove si guadagnò la stima e che furono sconfitti dai corciresi.
l'affetto universale. Giulio III, suc- Gli ateniesi presero il partito di
ceduto a Paolo III, lo trasferì al- questi ultimi, ed una tale querela
la sede della sua patria, e là fu, diede origine alla guerra chiamata
che i557, depose le spoglie
nel corintica, e che fu come il focola-
mortali, venendo da tutti pianto, sic- re della guerra del Peloponneso,
come fu amato per la sua dolcezza, cotanto celebre nell' istoria greca.
e prudenza. Venne sepolto nella cat- Pel suo porto libero, e per la sua si-

tedrale,donde nel 1604, fu estratto tuazione suir Adriatico fu resa assai


e tumulato nella cattedrale antica, florida ne' suoi primi tempi, e di-
nella tomba de' suoi. venne poscia odiosa ai romani, per-
DURAZZO (Dyrrachìen.). Città chè servì di passaggio ai greci,
con residenza arcivescovile nella Ma- nella loro famigerata irruzione in
cedonia, con porto di mare della Italia. Diventò anche rinomata per
Turchia Europea, nella Romelia, l'assedio postovi da Giulio Cesare, af-
sangiacato; è posta sopra un pro- fine d'impadronirsi della persona
montorio, che si avanza nel mare del suo emolo Pompeo; e pel com-
Adriatico, al nord del golfo del battimento, ch'ebbe luogo nelle sue
suo nome. È cinta di mura, ma vicinanze. Dappoi, nell'anno 1081,
la sua cittadella è in istato rovi- fra i normanni comandati da Ro-
noso. Il suo porto, in cui si rifu- berto Guiscardo, ed i greci capita-
giavano un tempo i pirati, è co- nati dall'imperatore Alessio Com-
modo pei piccoli navigli. Oitre le neno, nacque un combattimento,
chiese, vi è una moschea; ed oltre nel quale questi ultimi restarono
l'arcivescovo latino, vi risiede un disfatti. Si narra, che Durazzo sia

arcivescovo greco. Da Durazzo si stato il luogo dell'esilio di Cicero-


vede la montagna, che gli antichi ne. In appresso cadde in potere
hanno chiamato Pylartes. Questa dei veneziani, ai quali fu tolta da
città, appartenente ad una provin- Bajazet II sultano de' turchi nel
cia della Grecia , all' imboccatura secolo XV, e d'allora in poi re-
dell' Argentalo, fu edificata da una stò sotto il dominio della porta Ot-
colonia degli abitanti di Corcira, tomana.
,

3o2 DUR DUR


La sede metropolitana di Duraz- che si estende alla città di Duraz-
zo Io fu del nuovo Epiro, nell'e- zo.11 clero si componeva ultima-
sarcato ili Macedonia, diocesi della mente di undici preti. All'arcive-
Illiria Orientale, sotto il patriarca- scovo la sagra congregazione eli

to di Costantinopoli. Secondo Com- Propaganda fide somministra an-


jnanville , la sede metropolitana nui scudi duecento; ed i parrochi
veune eretta nel V secolo, ed eb- sono pure da essa soccorsi. Il nu-
be a suffraga nei i seguenti vesco- mero de' cattolici superano gli otto
vati: Croja, Ocrida, tallona, Svanì- mila.
pis, Prifna, Apollonia o Pirgì DURAZZO Stefano, Cardinale.
JSustidum, Arnantia, Coenobia 3 A- Stefano Durazzo, patrizio genovese,
lessio, Narenla, Dìoclea, Scutari, nacque nel 1596. Si applicò in
Drìvasto, Acroceraunia
Palati > Roma allo studio delle scienze le-
Anlivarij Tzernicum 3 Polycheropo- gali, ed ebbe il grado di referen-
lis, e Gradicìum. Le notizie eccle- dario di segnatura. Gregorio XV
siastiche di questa illustre sede ar- lo ammise tra i chierici di camera,
civescovile si possono leggere nel ed Urbano VIII gli affidò la pre-
p. Ughelli, Italia sagra, toni. VII sidenza dell' annona Allora la .

pag. 186, e 761 ; e nel p. Le carestia desolava miseramente la


Quien, Oricns Chrislianus, nel t. Italia; ma le vigilantissime cure
II, a pag. 240, e nel tom. Ili, a del Durazzo fecero che in Ro- sì s

pag. 954. Al presente non ha che ma tale non dominas-


sventura
la chiesa di Alessio per suffraga- se , ovvero che almeno non se
ne^, con vescovo residenziale ; e co- ne sentissero tanto forti le tri-

me arcivescovato in partibus infi- stissime conseguenze. Urbano VIII,


delium, ha sottoposte le chiese ti- succeduto a Gregorio XV, volle
tolari di Benda, e di Croja. Lo premiare il merito di lui prestan-
slato presente della diocesi di Du- tissimo, e nel 1627 gli diede la
razzo è questo. Nella città non vi carica di tesoriere, e poi, a* 28 no-
è chiesa cattolica: le parrocchie vembre dell'anno i633, lo creò
sono undici, cioè 1 11 territorio di . prete Cardinale di s. Lorenzo in
Corbino, con tredici villaggi, con Paneperna. Contuttociò non depo-
chiesa parrocchiale, presso la quale se l' ufficio di tesoriere, ma sette
fa T ordinaria dimoia 1' arcivescovo: mesi dopo dovette recarsi in Fer-
inoltre questa parrocchia si estende rara in qualità di legato, e quindi
ad altri cinque villaggi fuori del in Bologna, dove lasciò di sé la
territorio. 2. Gursi. 3. Il territo- più bella ed onorata memoria. Nel
rio di Chezzella di nove villaggi. i635, Urbano VIII lo assunse al-
4. Sellita maggiore, territorio di l' arcivescovato di Genova, e qui
parecchi villaggi. 5. Sceja parroc- pure si distinse con molte e gran-
chia, che si estende ad un altro diose azioni di carità e di aposto-
villaggio. 6. Dei* veni, parrocchia, lico zelo. Eresse un nuovo semina-
che si estende nella città di Tira- rio, assegnando anche la rendita
na, e cinque villaggi. 7. Bilangi con pel mantenimento di cento chieri-
altro villaggio. 8. Mahchchina con ci : fabbricò una casa pei sacci do-
cinque villaggi. 9. Bisa con cinque ti della missione, che dimoravano
villaggi, io. Mussili. 11, Tubu, in quella città, ed accrebbe anco-
DUR DUR 3o3
ra le loro entrate. Fece ristaurare stolico, e venne occupato alla vi-
molle chiese della diocesi, che per celegazione di Bologna, e dipoi nei
vetustà minacciavano rovina ed ; governi delle città pontificie, tra le
alcune altre ne fabbricò sino da'fon- quali Fano, Ancona, Perugia, Vi-
damenti. Compiuta la visita pasto- terbo, e la provincia di Campagna.
rale della diocesi, nel i643, cele- Nell'anno 1672 fu eletto visita-

brò un sinodo diocesano, in cui tore apostolico e governatore di


lasciò nuovi argomenti della sua Loreto, dal quale incarico passò a
pietà e sapienza. Ebbe molto a re- vice-legato di Avignone, e poscia,
sistere contro gli abusi di autorità sotto Clemente X, a nunzio in Por-
praticati dal foro secolare a svan- togallo, dove rimase per dodici an-
taggio della sua chiesa ; ma quella ni, e sostenne con zelo sacerdotale
santa fermezza, che lo rendeva in i diritti della santa Sede. In quel
ogni incontro del suo ministero co- tempo avea il Pontefice soppressi i

stante ed intrepido, seppe far fron- segretariati apostolici , da' quali il

te ad ogni contrasto, ed ottenergli Durazzo traeva la maggior parte


una compiuta vittoria. Però fece delle sue rendite; e allora il re
rinunzia di quella chiesa nelle ma- di Portogallo gli offerse l'arcivescova-
ni del Papa Alessandro VII, e tras- to d'Evora, o piuttosto una pensio-
feritosi a Roma, passò al titolo di ne di due mila scudi. Ma con tale
s. Lorenzo in Lucina. Intervenne generosità seppe egli rifiutare co-
al conclave d' Innocenzo X, Ales- teste offèrte, che il re presone d'am-
sandro VII, e Clemente IX; ma mirazione, trattosi dal dito un a-
poco tempo dopo la elezione di nello del valore di ottomila scudi,
questo Papa, cessò di vivere con adattollo a quello del nunzio. Con
fama d' illibati costumi , nella età eguale grandezza di animo rigettò
d'anni settant'uno. Le di lui ce- in Portogallo un'offerta di settan-
neri ebbero sepolcro nella chiesa tamila scudi colla quale voleasi
di s. Maria in Monterone, ora dei renderlo favorevole in una causa,
Liguorini, dove gli fu innalzato an- la cui decisione dipendeva da lui.
che un mausoleo, ma poscia furo- Innocenzo XI, nell'anno 1 685, lo
no trasportate in Genova sua patria. trasferì alla nunziatura di Spagna,
DURAZZO Marcello, Cardinale. e là pure seppe conciliarsi l'amore
Marcello Durazzo, di nobile famiglia del re Carlo II, dei grandi, e di
genovese, ebbe i natali nel i63o. tutta la corte. Il Pontefice quindi,
Uscì tempera così soave e docile, a' 2 settembre 1686, ben merita-
che fino da' primi anni era la com- mente lo creò prete Cardinale as-
piacenza de' suoi ; ma coltivatosi sente di s. Prisca, e nel 1688, lo
poi con grande profitto nelle scien- assunse al vescovato di Carpentras-
ze, e nello studio degli affari civili so , dal quale tre anni dopo, sot-
e politici, riuscì a meraviglia per to Innocenzo XII, passò alla sede di
modo di attirarsi, oltreché la be- Spoleti. Di questa chiesa però fece
nevolenza, l' ammirazione di tutti. la rinunzia affin di recarsi alla le-
Ebbe laurea di giurisprudenza nel- gazione di Bologna, e della Roma-
la università di Perugia ; quindi gna. Governò in seguito la chiesa
recatosi in Roma sotto Alessandro di Faenza, dove ampliò il palazzo
VII, fu eletto a protonolario apo- episcopale, comparti segnalati bene-
3o4 DUR DUR
fìzi alle chiese, ed agli istituti pii. riguardata come città imperiale.
Fu ascritto alla congregazione dei Carlo V
la prese ed incendiò nel
vescovi e regolari, del concilio, i543; indi fu ripresa dalle truppe
dell' immunità e de' riti. Intervenne del duca Guglielmo nel 1642, e
a' conclavi di Alessandro Vili, d'In- anno abbandonata agli
nell' istesso
nocenzo XII, e di Clemente XI. Que- imperiali. Finalmente, nel 1794»
sto Papa volle conferirgli il vesco- cadde in potere de' francesi, e for-
vato di Ferrara, aggravato però di mò un capo luogo di cantone del
forte pensione in guisa, che il Du- dipartimento della Roer, venendo
razzo ne chiese dispensa dall' accet- poi ceduta alla Prussia nel 18 4-1

tarlo. Morì in Faenza nel 1 7 io, e la-

sciò alla cattedrale della sua chiesa, Concilii di Duren.


dove le di lui ceneri ebbero anche se-
polcro, una rendita di quindicimila Il primo concilio fu tenuto nel-
scudi, i cui frutti si dovessero impie- r anno 748. Regia t. XVII, Labbè
gare in molte opere pie, e special- t. VI.
mente nel dotare le fanciulle povere, secondo ebbe luogo nel 761,
Il

e provedere pei giovani abbandona- in presenza del re di Francia Pi-


ti, e supplire le spese di quelli, che pino, per affari di stato.
volessero professare in una religio- Il terzo si tenne nell' anno 775,

ne approvala. allorché Carlo Magno si recò a far


DUREN, DOREN (Duria Mar- guerra ai Sassoni, ciò che altri dis-
cudorum). Città de' Germani negli sero essere stata un' assemblea, co-
stati prussiani, nella provincia del me il seguente concilio.
basso Reno, reggenza e capoluo- Il quarto adunossi nel 779 sullo
go di circondario, già appartenen- stessoargomento del precedente.
te al ducato di Juliers, nella dio- Regia t. XVII, Labbè tom. VI,
cesi di Colonia. È situata in una Arduino tom. Ili, Lenglet, Tavo-
posizione deliziosa sulla riva destra lette cronologi
della Roer, attraversata da un DURHAM (Dunelmun.). Città
ponte di pietra. Ha una chiesa cat- vescovile d'Inghilterra, capo luogo
tolica, e molte altre luterane e cal- della contea del suo nome, delizio-
viniste, oltre diversi stabilimenti. samente posta sopra un' eminenza
Vi si vede la statua di s. Giovanni sul Wear, fiume che si passa per
NepomucenOj il quale è in gran tre ponti, che si getta nell' Ocea-
venerazione nel paese. La fondazio- no, e che forma di questa città,
ne di questa città si attribuisce ai come una penisola. Le case in ge-
romani. Carlo Magno, andando a nerale sono bene fabbricate; la cat-
combattere i sassoni, vi tenne due tedrale, edificata nel ioo4, è una
grandi assemblee nel 775, e nel delle chiese più grandi del regno,
779, in un palazzo chiamato Dura di architettura gotica, che rinchiu-
o Duria. Fu cinta di mura nel de fra gli altri monumenti, quello
ii^4» ea appartenne all'impero.
"
eretto al ven. Reda è sormontata
;

Federico II imperatore la diede in da due alte torri nella facciata, e


ipoteca a Guglielmo conte di Ju- di una più grossa nel mezzo del
liers, ciò che Carlo IV confermò coro. Vi sono molte altre chiese, e
nel i348; ma dal 1 548 in poi, fu case di riunione pei non conformi-
DUR DUR 3o5
sti, una prigione, un piccolo teatro, T Isle già vescovo di Durham, tan-
e diversi stabilimenti. Durham man- to sulle decime, che su quelli che
da due membri al parlamento a- : si rifiutavano di pagarle, o che le

veva un castello fortificato, di cui ritenevano per prepotenza o per


non restano che degli avanzi. Pres- frode. Anglia t. I, Labbé t. V.
so questa città, nel giorno 1 7 ot- DURINI Carlo Francesco, Car-
tobre i346, gl'inglesi sconfìssero dinale,. Carlo Francesco Durini di
gli scozzesi, facendo prigione Davi- Milano, nato nel 1693, ebbe lau-
de Brus loro re. rea in ambe le leggi nella univer-
La sede vescovile vi fu fondata sità di Pavia. Recatosi quindi a
nel settimo secolo, mediante i ve- Roma, Clemente XI lo fece came-
scovati di Augustadt , e di Lindis- riere segreto, e Benedetto XI il lo
farne, e sottoposta alla metropoli incaricò del governo delle città pon-
di Yorch. Il vescovo era altre vol- tificie, di Benevento, Fermo, e Fro-
te conte palatino del regno, quali- sinone, alle quali presiedè con mol-
tà che gli dava il primo posto tra ta equità e giustizia. Nel 1 735,
i vescovi di sua provincia, e nelle per ordine di Clemente XII, passò
assemblee generali del clero d' In- in Malta col titolo d' inquisitore,, e
ghilterra veniva dopo quello di quattro anni dopo fu eletto nun-
Londra. La contea di Durham era zio degli svizzeri, e arcivescovo di
una delle provincie chiamate an- Rodi. Benedetto XIV, nel 1743,
ticamente Palatine, in cui il ve- lo trasferì a nunzio del re cristia-
scovo avea diritto di sovranità, e nissimo; nel 1753 gli conferì il

si teneva la sua corte di giusti- vescovato di Pavia , ed a' 26 no-


zia civile e criminale; diritti che vembre di detto anno, lo creò pre-
poscia furono riuniti alla corona. teCardinale assente de'Santiquattro.
11 vescovo di Durham era il più Con molta cura si diede il Durini
ricco del regno, eguagliando quasi a riformare la disciplina del clero,
le rendite della mensa di Cantor- e la morale de' suoi diocesani. Ol-
bery. Anglia sacra, t. I. tre di ciò condusse all' ultimo com-
pimento la cattedrale di Pavia, già
Concila di Durham. rovinosa pei' la sua antichità; fece
innalzare degli argini per contene-
Il primo fu adunato nel 1220 re Po nel suo alveo, e in molte
il

sopra per la quale si


la disciplina, altre maniere provide eziandio alla
fecero parecchi regolamenti. Labbè sicurezza temporale della commes-
t. II, Anglia t. 1, Mansi t. II. sagli greggia. Le virtù somme, on-
Il secondo venne tenuto nel ci' era fornito, lo resero caro e ri-
i25o, o nel 1256, in cui il ve- spettabile ben anco a' principi: e
scovo di Durham Valtiero di Kar- sappiamo che, infermatosi in Mila-
man pubblicò i regolamenti fatti no, lo stesso Giuseppe lì, volle tratta-
sulla disciplina da Riccardo suo pre- re con lui sopra alcuni punti del
decessore. Labbèt. XI. governo ecclesiastico della sua dio-
11 terzo ebbe luogo nel 1276 so- cesi. Ma la notte precedente il dì
pra le immunità ecclesiastiche, e vi del congresso, il Cardinale passò
si pubblicarono le ordinazioni che da questa vita. Morì nel 1 769, e
erano state fatte da Roberto del- lasciò le sue facoltà al seminario e
\oi. xx.
3o6 DUR DUT
alla sua chiesa. Le sue ceneri fu- preso in compagnia nella propria
rono trasportate in Pavia, ed eb- carrozza. £ benché Pio VI nella
bero tomba nella cattedrale, dove si sagrestia dilla cattedrale di Ferrara
legge anche un'elegante iscrizione. pubblicasse Cardinale l'arcivescovo
DURINI Angelo Maria, Car- Mattei della medesima, e poi in
dinale. Angelo Maria Dorrai nacque concistoro pubblico in Imola alla
da nobile famiglia in Milano a 4 ?. presenza di sei Cardinali gì' impo-
maggio 1715. Dopo aver fatto rego- nesse il cappello cardinalizio, con-
larmente gli sfochi, bramoso di per- ferendogli il titolo, l'anello, e per-
correre la carriera ecclesiastica, e sino le congregazioni, pure non fe-
di dedicarsi al servigio della santa ce altrettanto col Cardinal Durini,
Sede, si recò in Roma, donde po- il quale per ricevere dette insegne,

scia il Pontefice Clemente XIII nel secondo le costituzioni apostoliche,


1 760 lo mandò a Malta, colla qua- doveva condursi a Roma, lo che
lifica d'inquisitore, e dipoi, nel con- non effettuò mai. Fu riputato per-
cistoro de' 22 dicembre 1766, lo sonaggio dotto, non
d'ingegno, e
dichiarò arcivescovo di Andra in che adorno di belle qualità. Sem-
partibus itijidelìum 3 inviandolo in bra, che nella nunziatura di Polo-
Polonia per nunzio apostolico. Pio nia non incontrasse interamente il
VI, nell'anno 1776, lo fece presU gradimento dell' imperatrice Cate-
dente della città di Avignone, e rina II, nelle vicende politiche di
contado Venaissino allora soggetto quel regno, e del re Stanislao Po-
al dominio della santa Sede ; quin- niatowski , il perchè Pio VI lo
di, a' 20 maggio 1776, lo creò Car- trasferì alla presidenza d'Avigno-
dinale dell' ordine de' preti, e gli ne, ove poco rimase, come si è
inviò la berretta cardinalizia pel detto.
marchese Francesco Brivio ablega- DUTACO (s.). Una profonda u-
to pontificio, a tale effetto dichia- miltà, una tenera compassione ver-
rato cameriere d'onore in abito so i poveri, accoppiate ad uno ze-
paonazzo. Ma non essendosi il Car- lo ardente per la gloria di Dio, e
dinale, dopo la sua assunzione alla ad un sommo amore per la mor-
porpora, mai recato in Roma, non tificazione cristiana, furono mai sem-
ebbe né il cappello, ne l' anello, né pre le virtù caratteristiche del san-
il titolo cardinalizio, come non fu to vescovo di Ross in Iscozia san
annoverato ad alcuna congregazio- Dutaco. Al dono dei miracoli gli
ne di Cardinali. Mori d' anni set- fu concesso da Dio di unire anche
tant'uno, e venti di cardinalato quello di profezia, predicendo agli
nella sua villa di Babbiano sul la- scozzesi Danese succeduta
l'invasione
go di Como li 28 aprile 1796. nel 1263, dieci anni dopo la sua
Dal Diario del viaggio, che Pio VI morte. Egli santamente visse, e pla-
nel 1782 fece a Vienna, si rileva cidamente mori nel bacio del Si-
che il nostro Cardinale fu a pre- gnore, ed in gran numero pelle-
stare i suoi omaggi al Pontefice in grini per divozione trassero al suo
Bologna, e in altre circonvicine sepolcro nella collegiata di Thane,
città, facendo con altri Cardinali nella contea di Ross a venerare le
parte del suo seguito, in detti luo- di lui spoglie. La festa è assegnata
ghi, ne' quali talvolta fu dal Papa il di 8 marzo.
EAD EAN

E
E,iADBERTO (s.). La liberalità se badessa nel monistero di Mem-
verso de' poveri, e le profonde co- trey, nelP isola di Thanet. Edificò
gnizioni nella sacra Scrittura col- ella una chiesa in onore dei ss.

locarono sulla sede vescovile di Pietro e Paolo, e fece in quella


Lindisfarne in Inghilterra il santo trasportare il corpo di s. Mi Idre*
uomo Eadberto. Uno spirito di ri- da, che avea preceduta nell'uf-
l'

tiratezza aveagli suggerito di passa- fizio di badessa, nello stesso moni-

re ogni anno tutta la quaresima, stero. La sua morte avvenne circa


ed quaranta giorni precedenti
i l'anno j5 1. Le spoglie mortali di
l'avvento in un luogo solitario, ove lei,unite a quelle di s. Mildreda,
di continuo esercitavasi nelP ora- furono trasferite a Cantorbery l'an-
zione, e nella contemplazione. Go- no io55, nella chiesa di s. Gior-
vernò la sua chiesa per undici an- gio. Viene essa onorata il dì 12
ni, cioè dall'anno 687, sino al dicembre.
698, in cui morì santamente ai 6 EADMERO, discepolo di s. An-
maggio, nel qual giorno il marti- selmo, vescovo di Cantorbery, seguì
rologio romano assegna la di lui i vestigi del suo maestro nella car-
festività. riera delle lettere e della virtù.
EADBURGA (s.). Da reale li- Lasciò scritto: 1

del Una Storia
gnaggio nacque Eadburga, e quan- suo tempo. i.° alcune opere di pie-
tunque il padre suo per nome tà. 3.° La vita di s. Anselmo in
Penda, re diMercia in Inghilterra, due libri.

fosse nemico acerrimo de' cristiani, EAINSWIDA (s.). Nacque Eans-


si mantenne ella pura ed illibala wida in Inghilterra , ed ebbe a
sposa del divin Riparatore Gesù padre Eadbaldo re nel regno di
Cristo, consacrandosi a lui, e chiu- Rent. Quanto illustre fu la sua
dendosi nel chiostro di Dormundes- nascita, tanto più rifulsero in lei
castre. Segregata dal mondo, e so- le rare virtù cristiane. Compresa
lo in Dio sempre mirando, visse appieno delle verità di nostra san-
ella in continua orazione, e con- ta religione, profonde radici ne
templazione. Dopo aver edificato piantò in cuore; e lo spirito di
con la sua umiltà le consorelle, orazione, e gli esercizi di pietà, lo
venne al termine di sua carriera inaffiavano di continuo per allon-
mortale, compianta da tutti quelli, tanarlo dalle cure del mondo, e dai
che ammiratori devoli conobbero diletti carnali. Con pura e santa
le sue rare virtù. Il giorno 20 giu- alacrità votò il giglio di sua ver-
gno è sacro alla sua memoria. ginità al Signore, e oltenuta la per-
EADBURGA, o EDBURGA (s.) missione da' suoi genitori,andò a
Di questa santa tutte le notizie chiudersi in un chiostro. Sua pri-
che si possono riferire, sono, che vis- ma cura fu quella, appena giunta-
3o8 EBB EBD
vi, di fondare un monìstero di re- martirologio di Scozia vengono ri-
ligiose nelle vicinanze di Folkstone cordate il dì 2 aprile, ed in quello
nel regno di Kent. Visse ella lun- d' Inghilterra il dì 3 ottobre.
go tempo, sempre macerando il EBBONE (•.). Circa l'anno 720
suo corpo, ed occupata notte e colla morte di s. Guerrico resasi
giorno nella più fervente preghie- vacante la sede arcivescovile di
ra. Morì santamente il dì ultimo Sens, fu chiamato Ebbone nipote
agosto nel secolo settimo, e viene di lui a succedergli in quella di-
onorata ai 12 settembre, giorno in gnità. Vivea egli allora ritirato
cui le sue spoglie mortali furono nella solitudine di un chiostro sot-
trasferite in una chiesa dedicata al to la regola di s. Benedetto, ed
culto di lei. avrebbe volentieri terminato in quel-
EBBA ($.). Conosciuta dagli in- lo i suoi giorni, ma docile alla vo-
glesi santa Ebba più comunemen- ce, che lo voleva reggitore della
te per s. Tabba, ebbe a fratelli s. cospicua chiesa di Sens, vi si sot-
Osvaldo, ed Oswi re de' Nortum- topose con evangelica rassegnazio-
bri. Nella diocesi di Durham fon- ne. Per ben trenta anni egli se-
dò ella un monìstero per ritiro di dette su quella cattedra, distribuen-
vergini donzelle, e ne piantò altri do a' poveri le vistose sue rendite,
due, uno per uomini, e I' altro per macerando se stesso con austere
donne aColdingham, fra paludi. In penitenze, con assidue orazioni san-
qualità di badessa governò questo tificandosi, e finalmente istruendo
ni timo finché visse. Santamente il suo popolo colla predicazione.
morì nell'anno 683, e la sua fe- Pieno di meriti morì a' 27 agosto
sta viene ricordata il dì 25 agosto. dell' anno 75o , nel qual giorno
EBBA (s.). Nella provincia di Sens, e varie contrade di Francia
Mers in Iscozia governò Ebba in onorano il nome di lui.
qualità di superiora un monìstero EBDOMADARIO ( Hebdomada-
di vergini, già piantato da un'altra rius ). Colui, che è di settimana
è. Ebba sorella di s. Osvaldo. Fat- in un od un monìstero
capitolo,
ta dai Danesi nel nono secolo una o convento, e che ha cura d 'in-
scorreria in quel paese, e temendo tuonare, e dire le orazioni dell'uf-
la santa badessa non della vita pro- fìzio divino, presiedervi, e farvi le

pria, ma della brutalità dei ne- altre sagre funzioni proprie de'su-
mici, radunò in capitolo le sue periori nelle feste solenni. Que-
consorelle, esponendo ad esse le pro- stovocabolo deriva da quello di
prie inquietudini, e quindi tagliatosi Hebdomas settimana dalla voce
essa francamente il naso, ed il labbro greca, che significa lo spazio di
superiore, invitò le altre a seguir- sette giorni, e si dice anche Heb-
ne l'esempio. Tulle perfettamente la domada. Quella religiosa, o mo-
imitarono. Giunti que' barbari nel naca, che nei monisteri è destinata
monislero, alla vista di tale spet- nella settimana a dire, ed a pre-
tacolo inorridirono, e non ardendo siedere all'ufficio, chiamasi ebdoma-
di neppur appressarsi ad esse, sfo- daria.L'ebdomadario, per quello che
garono la loro sevizie con l'appic- riguarda il suo uffizio, deve rispetta-
care il fuoco al monislero, e con- re la consuetudine dei luoghi. Nelle
sumarle vive nelle fiamme. Nel principali chiese maggiori però viene
EBD EBE 3o 9
approvato, lodato e osservato l'or- Cardinali tomo dice che nel-
I,

dine, che prescrivono i liturgici, fra l'ottavo secolo eranovi sette suf- i

i quali quello del Diclich, che ripor- fragami di Roma Cardinali ebdo-
ta nel suo Diz. sacro-liturgico al- madarii, e tratta del loro impiego
la parola Ebdomadario. Nei capi- ebdomadario. Inoltre anticamente
toli per lo più l'ebdomadario è vi erano parecchie altre sorte di
il collatore de'benefizi, che restano ebdomadarii nei capitoli, e nei mo-
vacanti durante la sua settimana, nisteri, come l'ebdomadario cantore,

eccetto quelli affetti alla santa Sede, l'ebdomadario del coro, l'ebdoma-
o di altrui collazione. dario della cucina, l'ebdomadario
il Maeri, Not. devocab. ecci,
Dice dei defonti, o dei morti. Aveva cu-
che furono nominati hebdomadarii ra quest'ultimo dell'uffizio, e del
alcuni sacerdoti deputati dal Pon- servigio de'morti. Così eravi l'ebdo-
tefice s. Simplicio del 4^7 > P er madario che canta-
dell'invitatorio,
udire le confessioni , e battezzare, va l'invitatorio, l'ebdomadario let-
ciascuno de'quali faceva la sua set- tore di tavola, l'ebdomadario della
timana nelle basiliche di Roma, cioè messa cantata cui spettava l' incum-
di s. Pietro, di s. Paolo e di s. benza di celebrare la messa can-
Lorenzo. Ed il Piazza, nella Gerar- tata, nella settimana ,
1' ebdoma-
chia cardinalizia pag. 9, dice che dario dal salterio, ch'era quel me-
i sette Cardinali dell'ordine de' ve- desimo del coro, e l'ebdomadario
scovi erano chiamati ebdomadarii, del santo altare, ossia quello me-
perchè una settimana per ciascuno desimo della messa cantata, come
làcevano nella basilica lateranense si può vedere nel Zaccaria: Ono-
l'ufficio del Pontefice, col celebrare masticon rituale selcclum, alla voce,
sull'altare papale. Erano chiamati hcbdomada rius.
ancora ebdomadarii i sette Cardina- EBERARDO (s.). Da cospicua ed
J
li dell ordine de'preti, addetti ad opulenta famiglia della Svevia nacque
ognuna delle altre quattro basiliche Eberardo, ed una quasi generale opi-
patriarcalidi s. Pietro, di s. Pao- nione lo crede cugino di Ermanno
lo, Maria Maggiore, e di s.
di s. duca di Svevia, e di Alsazia. Nella
Lorenzo fuori le mura, giacché in sua prima età, fu fatto prevosto
cadauna di dette quattro patriarca- nella cattedrale di Strasburgo, ma
li, i loro sette Cardinali preti ce- sentitosi dappoi chiamato per l'ere-
lebravano ed uffiziavano nelle me- mo, si ritirò in un deserto della
desime alternativamente ne' sette Svizzera, e si consacrò al Signore
giorni della settimana , facendone in un monistero nell' anno 906,
così il servigio, o l'officio ebdoma- dove quarantatre anni prima s.
dario. 11 novero de'sette Cardina- Menrado avea gittato le fondamen-

li vescovi ebdomadarii della patriar- ta. Colle sue familiari facoltà pian-
cale lateranense, ed il novero dei tò Eberardo una chiesa in onore
ventotto Cardinali preti ebdoma- della beata Vergine, ed un' abba-
darii delle altre quattro basiliche zia, nella quale egli fu il primo
patriarcali, lo fa pure il Panvinio, abbate. Nel
942 un'orrida care-
Le sette chiese Romane a pag. 12. stia affliggeva V Alsazia, la Borgo-
e seg. ed a pag. 26, e seg. Il Ta- gna, e tutta T alta Germania, e la
magna, Origine e prerogative dei carità di Eberardo si dimostrò tan-
28602b
3io ERI EBR
to accesa, che provvide col pro- apostata apostolo i. Paolo, perchè
1'

prio ai bisogni degl'infelici. Ven- le sue epistole dichiarano morta la


titré anni egli visse in queir ere- legge mosaica. Ammetteva la ne-
mo, ove edificò col proprio esem- cessità del Battesimo, consacrava la
pio i suoi correi igiosi, e santamen- Eucarestia solamente coli' acqua nel
te morì da tutti compianto. Fu calice, ma adoperava poi il pane
sepolto nella cappella della b. Ver- azzimo per V altra specie ; e ciò fa-
gine, e la sua tomba è venerata e cea, come attesta Eusebio, ogni
frequentata. La sua festa viene ce- domenica. Quindi il Pontefice s.
lebrata li i4 agosto. Leone decretò che » ad extin-
,

EBERULFO (s.). Eberulfo tras- » guendam haercsim Ebionitarum,


se i natali nella città di Beauvais. « qui dixerunt, quod necessari um
Educato sino dai primi suoi anni » erat christianos judaizare, ad tem-
da valenti e saggi istitutori, creb- >' pus confìceretur in fermentato".
be in fama di dottrina, e santità, (Scot. 4> d. 1
1, q. 6, in fin.). Que-
e per vieppiù perfezionarsi in que- sto eretico sosteneva doversi unire
st' ultima, si mise sotto la dire- la legge mosaica alla fede cristia-
zione di un uomo, che vivea in na. Del nuovo testamento ammet-
gran rinomanza. Collo studio, col teva il solo vangelo di s. Matteo,
digiuno e coli' orazione seppe vin- ma mutilato di due capitoli, e cor-
cere il comun tentatore, e quando retto in più luoghi. Sostengono gli
si sentì già reso forte abbastanza, autori antichi, che Giovanni scri- s.

si staccò dal suo maestro, e si rin- vesse il suo vangelo per opporlo
chiuse in una picciola colletta. agli errori di Ebione. L'empio in
Molti furono quelli, che edificati oltre bestemmiava, che Gesù Cri-
dello spirito di ritiratezza di Ebe- sto era nato da Giuseppe e da Ma-
rulfo, vollero seguirne l' esempio, ria, come nascono tutti gli altri uo-

e si recarono appresso di lui, per mini, e che era puro uomo ma a- ;

vivere in comune. Non esitò egli vendopoi fatto egli acquisto di virtù,
ad accettarli, e fu in seguito di- venne eletto ad essere Figliuolo di
chiarato da essi per loro direttore, Dio.
e modello. Dopo una lunga vita EBR ARDO Michele, Cardinale.
morì mezzo a' suoi confratelli il
in Michele Ebrardo, nobile francese da
giorno 26 luglio, nel quale viene s. Sulpizio, credesi da alcuni creato

ricordato nel martirologio di Fran- Cardinale da Giovanni XXII; ma


cia. il Novaes nella sua storia de' som-
EBIONE. Ebione sparse il suo mi Pontefici, T. IV, vita di Gio-
veleno 90 anni circa dopo la na- vanni XXII, n. XXI X, lo vuole
scita di Gesù Cristo. Vantavasi di- escluso dal novero dei Cardinali
scepolo di s. Pietro, e chiamava creati da quel Pontefice.

FINE DEL VOLUME VIGESIMO eT


BX 841 .M67 1840
SMCR
fioroni
, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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