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DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRIj A! SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, ALLE FESTE Plì) SOLENNI,
AI CONCILII ,

AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E


PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROJNI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XV L

VOL. XXIIL

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLIII.

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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

F
FAG FAL
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AGGIO. Società. Ad Adolfo vale a dire un re, e il consiglio.
contedi Cleves, ed all'anno i38o, Nel martedì seguente facevasi una
si attribuisce l'istituzione della so- pia ufficiatura pei confratelli de-
cietà del Faggio. Sembra formata funti, e nell'ottava,o piuttosto dal
per mantener l'unione tra i nobili venerdì precedente fino al vener-
di Cleves , e la loro subordina- dì seguente, la società si applicava
zione al conte; il perchè trenta- a terminar le questioni insorte tra
cinque signori o gentiluomini, en- i confratelli. il tempo che
Ignorasi
trarono subito in questa società, ed durò questa ed è sol nota
società,
ebbero per distintivo un faggio ri- per le lettere di sua fondazione,
camato in argento, che portavano delle quali Schoonebeck ce ne ha
sopra il loro mantello, anzi non lasciato una traduzione nella sua
potevano giammai comparire in Slorìa degli ordini militari.
pubblico senza tale ornamento; e FAGNANO, Cardinale. V. Scan-
qualunque volta ommettevano por- NABECCIII.
tarlo, dovevano pagare una multa FAINA (s.). Credesi ch'ella fos-
di ^e gran lire tornesi a benefìcio se badessa e vivesse in Irlanda nel
de'poveri. Nella domenica dopo la sesto secolo. Le reliquie di lei si

festa di s. Michele, tutti i confra- venerano a Rilhaine ,


presso la

telli si radunavano a Cleves, e si montagna di Bregh sui confini del-


regalavano a spese comuni : non la contea di Meath, ove da remo-
era facile cosa il dispensarsi dal- tissimo tempo se ne celebra la fe-
l'assistere a questa assemblea, e non sta il I.** gennaio.
si poteva esimersi dal pagamento, FALCONE BIANCO ossia della
ed i conti pagavano un terzo di Vigilanza, Ordine equestre. Ne fu
più dei baroni. In questa assem- fondatore Ernesto Augusto Costan-
blea venivano eletti gli ulliciali, tino duca di Sassonia Weimar, a'
-

6 FAL FaL
agosto lySa, per incoraggìre eri- FALCONIERI Alessandro, Car-
compensare al tempo stesso la fé- dinaie Alessandro Falconieri di
.

delta e i sentimenti patriottici ver- ragguardevole famiglia romana, pro-


so r impero di Germania ed il nipote del Cardinal Lelio, ebbe il

suo capo Carlo YI che l'approvò, natale nel 1657. Contro sua vo-
Da ultimo, 8 ottobre i8i5, l'or-
a' 1 lontà, che desiderava piuttosto gli
dine gran duca
fu restaurato dal umili impieghi, s'indusse ad obbe-
Carlo Augusto, per dare con esso dire Innocenzo XII, ed aderire alle
alle persone che avevano contri- istanze che gli venivano fatte per-
buito air indipendenza della Ger- che assumesse l'abito prelatizio. Fu
mania, un contrassegno manifesto quindi annoverato da principio tra
di riconoscenza de'servigi che ave- i ponenti del buon governo, poi
"Vano reso allo stato. La prima clas- tra quelli di consulta, e in segui
se dell'ordine si compone del gran io ottenne il grado di presidente
maestro, che suole essere sempre della camera, impieghi ch'egli oc-
il gran duca regnante, dei princi- cupo con molta lode contempora-
pi della casa ducale, e di dodici neamente. Clemente XI, nel 1702,
gran croci; questa prima classe non gli diede la commissione di sgom-

si conferisce se non che ai consi- berare la provincia dei Lazio dai


glieri privati, ed ai generali mag- molti aggressori che mettevano in
giori. Per ottenere la seconda clas- iscompiglio tutti que' sparsi villag-
se, che venne stabilito non dovere gi: e cosi bene si adoperò a que-
oltrepassare il numero di venti- sto ufficio che in breve quelle pro-
cinque membri , conviene essere vincie ne furono liberale. Dopo di
consigliere privato del governo, ec. ciò il Pontefice lo creò uditore di
o almeno maggiore ; la terza clas- ruota, e quindi governatore di Ro-
se è limitata a cinquanta membri, ma , ritenendo il posto primiero.
La festa dell'ordine si celebra ai In questa carica molto si distinse
18 ottobre in memoria di sua re- per la sua pietà, giustizia e im-
staurazione. Consiste la decorazio- parzialità. Ebbe a sofferire, è ve-
ne dell'ordine del Falcone bianco ro, qualche persecuzione, ma sem-
ossia della Vigilanza, in una stella pre con gloria trionfò de'suoi ne-
o croce d'oro a otto raggi smal- mici. Benedetto XII 1, nella sua pri-
tata in verde, nel cui centro da ma promozione degli 1 1 settem-
un lato è la immagine del duca bre del vji^, lo creò diacono Car-
Ernesto fondatore, e nell'altro un dinaie di s. Maria della Scala, e
' falcone bianco, col rostro e gli lo ascrisse alle congregazione dei
artigli d'oro. Nelloscudo del ro- vescovi e regolari, dell' immunità,
vescio si legge il motto: Vigilajvdo de' riti, ed altre. Cessò di vivere
AscENDiMUS. Qucstc parole servono in Roma nel 1734, e fu sepolto
piH'e di epigrafe al falcone dello in Giovanni de' Fiorentini, sotto
s.

scudo della piastra d'argento otta- l'avello del Cardinal Leho, in una
gona, che gran croci sogliono por-
i tomba di marmo nero che si a-
tnre nel lato sinistro del loro a- veva apparecchiata ancor vivente
bito di corte; il nastro poi da cui con un'assai modesta iscrizione,
pende la decorazione è rosso ma- FALCONIERI Lelio, Cardinale.
ruzzato. Lelio Falconieri, di antica e nobile
FAL 7
famiglia fiorentina, apparve sin da caritatevole al sommo; e narrasi
fanciullo ricco di belle virtù, che che volendo i bolognesi chiudere
fino d'allora fecero in lui presagi- lo spedale, detto la casa della mi-
re i più prosperi avvenimenti. Stu- sericordia, ridotto all'estrema men-
diò le leggi neir università di Pe- dicità , egli chiamati i principali
rugia, ed ebbe la laurea in Pisa. nobili, tanto li eccitasse a soccor-
Recatosi poscia in Roma die prin- rere quel pio istituto, che dietro il

cipio alla sua luminosa carriera, di lui esempio furono così libera-
col trattare come valente avvo- li da poterne in breve ripristinare
cato le cause nella curia roma- i teneri offici verso della umanità
na; e vestito quindi l'abito pre- sconsolata. Fu assalito da malattia
latizio, da Paolo V venne impie- de'calcoli, e con eroica rassegnazio-
gato nel governo delle città del- ne ne sofferse l'estrazione, che riu-
lo stato ecclesiastico, tra le qua- scì molto difficile per la loro gros-
li Spoleto, Benevento e Sanse veri- sezza. In Firenze sostenne un'altra
no. Gregorio XV lo fece presiden- gravissima malattia, e dopo questa
te della provincia di Marittima si determinò di tornarsene in Ro-
e Campagna, e poco tempo dopo ma; ma così era indeboHto dalla
Urbano Vili l'annoverò tra po- i forza de'mali, che in Viterbo, l'an-
nenti di consulta, colla carica di no 1648, finì di vivere. Le spo-
commissaiio generale dell' Umbria glie mortali, trasferite in Roma,
e Romagna. Fu quindi spedito nun- furon deposte nella chiesa di s. Gio-
zio nelle Fiandre ; ma dovutosi ri- vanni de'Fiorentini, dove al lato de-
coverare in Roma per gravissima stro dell' altare maggiore sorge un
malattia, ebbe il posto di segieta- magnifico monumento con onorevo-
rio de' vescovi e regolari, aggiunto- le iscrizione.
vi qualcbe altro onorevolissimo im- FALDA. Veste del sommo Pon-
piego. Tal si fu la di lui destrezza tefice, del cui ne ignoranome se
e lealtà nel maneggiare i più dif- la ragione. 11 Du-Cange
alla pa-
ficili affari, die Urbano Vili più rola Falda, dice così chiamarsi
volte dichiarò di preferire nelle quel recinto, entro il quale il ve-
cause più difficili il consiglio e la scovo, e ministri della Chiesa ce-
i

saggezza di Ini. Questo Pontefice lebrano i divini offizi. Il Ferrari


seppe sì bene retribuire tanto suo nel suo trattato suU' Origine della
merito, che a'i3 luglio i643 lo creò lingua italiana, dice che significa
prete Cardihale di s. Maria del Po- le pieghe della veste, ovvero la
j)olo, e legato in Bologna. Non si parte estrema di essa, o l'orlo del-
può dire quanto egli si adoperas- la sua estremità, per la quale ra-

se in tal impiego al bene de'po- gione si dice falda del monte, co-
poli. Disinteressato, riprendeva ri- me scrisse il Villani, una falda del-
gidamente coloro che lasciavansi la montagna di Falderona; e il Boc-
sedurre dai doni ; facile ed umano caccio si espresse, « fategli mettere
con tutti, odiava le persecuzioni e le maniche e cingere la falda ", nella
le insidie: che anzi destramente qual voce crede il Ferrari signifi-
seppe conciliare gli animi di mol- carsi quella veste , che alle altre
ti nobili bolognesi fieramente gli si sovrappone, e si cinge, com' è
uni contro gli altri accesi. Era poi quella usata dal romano Pontofì-
,

8 FAL FAL
ce, che si pone sopra le altre ve- stende per un palmo e mezzo ol-
sti, cioè sulla sottana talare. Nel tre i piedi, e molto più nella po-
Dizionario della lìngua italiana ^ steriore, onde
formare la coda o
dicesi falda anche quella parte del- strascico, essendo di due palmi più
la sopravveste, o del farsetto (ve- dell'altezza della persona. Di seta
stimento del busto, come giubbo- la falda si usa di due sorti: la più
ne o camiciola, ovvero vestito cor- breve, usata nei concistori segreti,
to da uomo) che pende dalla cin- è più lunga di un palmo nella par-
tura al ginocchio; e si dice anco te anteriore, e circa due nella po-
del lembo di qualsisia veste, ed in steriore. E molto più grande quel-
Ialino sinus^ linibus. Per livihus il la che si usa quando il Papa è
Macri intende quel drappo che nel- vestito pontificalmente, essendo nel-
la Chiesa latina, gallicana, ambro- la parte anteriore più di due pal-
giana ec,
cuce nella parte an-
si mi lunga, e nella posteriore circa
teriore e posteriore del camice, ed cinque. Nei giorni feriali, ne'quali
anche nell'estremità delle mani- si comprendono domeniche del- le
che. l'avvento e quaresima, un proto-
Il p. Bonanni, nella sua Gerar- notario più antico con la cappa,
chia ecclesiastica, trattando delle alza le fimbrie del piviale stando
vesti del sommo Pontefice, dice che alla sinistra del Pontefice, sinché
monsignor Landucci sagrista pon- sia giunto all'altare: e questo ri-

tificio, nel suo ms. , toni. I, cap. to é stato osservato sino ad Ales-
38, notando le vesti occorrenti pel sandro VI, come nel suo cerimo-
nuovo Papa, Falda,vi comprese la niale scrisse Paride de Grassis; ma
veste di tabi bianco lunga con co- oggidì i due Cardinali assistenti le
da, la quale cinta ne'Iombi, pende sollevano , e un ambasciatore sos-
e si strascina per terra: il tabi è tiene la coda o strascico, oppure
im drappo di seta bianca. Indi altra persona secolare, ma se non
soggiunge , che oltre la veste, sot- vi é supplisce primo protonota- il

tana, o toga talare bianca di se- rio apostolico. Fin qui il detto pa-
ta o di lana, propria del Pontefice, dre Bonanni, che pubblicò nell'an-
avvi la veste nominata falda, la no 1720 in Roma la succitata o-
qiiale non sempre si usa, ma so- pera.
lamente in alcune funzioni più so- Al presente la falda che usa il
lenni. Nei rituali sì antichi che mo- Pontefice , e che sovrappone alla
derni non si trova la falda nomi- sottana, sia di lana che di seta, é
nata, foi*se perché col nome di tu- sempre di drappo o seta bianca
nica, in cui si significa la veste ta- ampia e più lunga nella parte po-
lare, si può anche comprendere la steriore che nell'anteriore, N' é cu-
falda. Si cinge questa ne'Iombi a stode il cubiculario sotto-guardaro-
guisa di veste donnesca, e secondo ba, di cui parlammo al volume VI,
le qualità delle funzioni la mate- pag. 182, del Dizionario, che la
ria di essa è varia, essendo alcune tiene entro una saccoccia foderata
volte di seta, altre di lana, come di velluto di colore rosso, e quan-
è anche tonaca o sottana con-
la do il Papa r assume la prepara ,

sueta. Quando è di saia, la di lei nella camera presso la Camera del


lunghezza nella parte anteriore si letto dei paramenti [Vedi), detta
FAL FAL 9
perciò la Camera della falda, so- la, allarga la vagina, e leva la fal-

pra un tavolino coperto di drap- da, che riprende in custodia il sotto-


po rosso ; e nei concistori segreti gua rdaroba.
presso l'aula concistoriale, trovan- La falda si usa dal Papa tut-
dosi presente quando il secondo te le volte che assiste o celebra
maestro di cerimonie la pone al solennemente la messa o i vespe-
Pontefice , e dopo la funzione o ri, si nella cappella del palaz-
concistoro la toglie. La falda si fer- zo apostolico , che nelle diverse
ma ai lombi del Pontefice me- chiese di Koma, cioè in tutte le
diante una fettuccia zaganata e che funzioni sagre, in cui assume i pa-
nelle estremila ha due puntali, che ramenti pontificii, come nella pro-
siringe la vagina, colla quale si as- cessione del Corpus Domini, e si-

setta ai lombi la stessa falda dal mili, lavanda de' piedi, apertura e
detto cerimoniere, cioè sotto al roc- chiusura della porta santa ec, con-
chetto. Il cerimoniere, fatta la ge- cistori pubblici e semipubblici; fi-

nuflessione, impone sulla lesta del nalmente senza assumere poscia i

Papa la falda, sollevando moz-


la paramenti, usa il Papa la falda nei
zetla il prefetto delle cerimonie, ed soli concistori segreti, pei quali pe-
uno dei camerieri segreti : lascia rò dopo aver preso tal veste as-
la parte posteriore, e rilira i due sume la stola. Allorché il Ponte-
puntali passando quello che tiene fice nel venerdì santo si porta a
nella mano destra nella prima a- venerare la croce, da ambo i lati

sola sopra la fascia , e la ferma sostengono i lembi della falda i due

formando un cappio colla fettuccia; primi maestri di cerimonie, lascian-


indi consegna le due estremità la- dosi abbandonato lo strascico, e da
terali della falda ai due camerieri ninno sorretto. Prima, come si dis-
seirreti. 11 medesimo secondo ceri- se, in questo giorno il Papa usava
moniere si trova poi nell' islesso la falda di lana. Allorché i Papi nei
luogo per sciogliere il cappio della mattutini de' morti e delle tenebre
falda, e levarla. Qui va notato che assumevano la Cappa (Vedi), al-
se il Papa si reca in detta stanza della lora non si vestivano della falda ,

falda colla stola, questa ed il cap- e la cappa nelle parti laterali an-
pello ivi depone, levandosi poscia teriori veniva sostenuta da due ca-

la mozzetta nella camera de' pa- merieri segreti, e le posteriori dai


ramenti, ove recasi dopo avere as- due vescovi assistenti al trono più
sunto la falda sostenendone V e-
, anziani, cioè gli uni e gli altri la
slremità sino al letto de' paramen- sostenevano dalla camera de' para-
ti due camerieri segreti parleci- menti al trono, e viceversa. Quan-
panti, tanto nei concistori pubbli- do poi nel matlutino della notle
ci o semipubblici, come nei segre- di Natale i Pontefici assumevano
ti ; ne'quali ultimi però l'accompa- la cappa, dovevano vestire la falda
gnano alla sedia pontifìcia, e ter- prima di entrare in cappella, e ciò
minali che siano vanno nel mede- per la ragione, che terminato il

simo luogo a riprendere le estre- mattuUno indossavano sul trono i

mità, che lasciano allorché il detto sagri paramenti eh' esigono la fal-

secondo cerimoniere nella predetta da, anzi in questa circostanza sot-


stanza scioglie la fettuccia zagunu- to la cappa già avevano preso l'a-
,

jo FAL FAL
tnitto, il camice, il cingolo, e la però ne assumeva una più piccola,
stola. Qui però va avvertito, che e meno incomoda. Già nei ponti-
si legge nei mss. del celebre ceri- ficati di Pio VI, e di Pio VII, in

moniere monsignor Dini, toni. I, tal non si usava più


processione
pag. 73, che intervenendo il Papa la falda.Passiamo ora a dire a chi
nella cappella del venerdì santo in incombe sostenere le fimbrie o lem-
cappa di lana rossa ed in mitra, bi anteriori della falda, e lo stra-
non i vescovi né camerieri segre- i scico o coda della parte posterio-
ti debbono portare le fìmbrie della re di questa veste semplice ma
falda, come nei mattutini delle te- decorosa.
nebre, ma i protonota ri, ed i Car- Dopo che il Pontefice dalla ca-
dinali diaconi le fìmbrie della cap- mera della falda, con questa soste-
pa, adducendo per ragione che nei nuta dai due soli camerieri segreti,
mattutini delie tenebre i Cardinali si è portato in quella de' para-
diaconi non prestano assistenza co- menti ed ivi ha preso gli abiti sa-

me nella funzione della mattina gri recati dai votanti di segnatu-


del venerdì santo. ra , nel recarsi in cappella od al-
Quando i I^onlefìci si recava- trove, al genuflessorio od alla Se-
no con solenne cavalcata a pren- dia gestatoria (J^edi), dopo avere
dere possesso della patriarcale ba- assunto dagli uditori di rota il

silica lateranense, o alle cappelle piviale, o manto pontificio, la


della ss. Annunziata, di s. Filippo, mitra o il triregno , sostengono
della Natività, e di s. Carlo , ca- le fimbrie o lembi anteriori del-
valcavano ornati della falda, ed in la falda i due prelati protono-
rocchetto, niozzetta, stola e cappel- tari apostolici partecipanti per tur-
lo. Nella descrizione poi del pos- no, e in loro mancanza non i pro-
sesso che prese s. Pio V nel i566, tonotari apostolici soprannumerari,
ho trovato menzione di questa ve- ma bensì gli uditori di rota, così
*
sle, deinde in camera audientiae discendendo dalla sedia gestatoria
secretaCy caepit faldam, amicluni^ per passare al genuflessorio , per
albani, cìngnlum, mozzettam, et sto- cui i due protonotari hanno l' o-
Inni cum pcrlisj ec. In quello di Gre- nore d' incedere ai fianchi del Pon-
gorio XIII, del 1 57 '2, si legge, sum- tefice, procedendo appresso di loro
piaque longiori veste, quae falda i due primi Cardinali diaconi sos-
vocaliir, et super
stola pretiosa tenitori delle fimbrie o manto pon-
iapiuio Quindi in
purpureo, ec. tificale. Incombe al prefetto delle
quello di Sisto V è nominata y^t/- cerimonie il consegnare i lembi
da alba sericaj in quello di Gre- della falda ai protonotari o al-
gorio XIV, alba et longiore veste tri. Lo strascico poi , o estremi-
serica indutus; indi sempre viene tà posteriore della falda , che an-
nominata la falda assunta in si- ticamente sostenevano gli amba-
mili cavalcate dai Pontefici sotto sciatori, e i principi assistenti al
il rocchetto. Non si deve tacere pontificio soglio, ora dalla camera
che al presente nella processione de' paramenti sino alla sedia gesta-
del Corpus Domini, forse perchè toria, ovvero al genuflessorio o ,

farebbe imbarazzo il Papa non , delle cappelle, o in quello per ve-


prende la falda. Nei tempi passali nerare il santissimo Sagramenlo
,

FAL FAL II
viene sostenuta dal principe assi- pie del trono quando il Pontefice
stente al soglio, o dal senatore di lo ascende, e nell'istesso luogo la
Roma, in mancanza de' quali dal riprende quando n' è disceso. ]\ei
più degno de' conservatori di Ro- concistori semipubblici non avendo
ma. Alzatosi il Papa dal genufles- luogo ne i principi assistenti al so-
sorio dopo avere orato, per recarsi glio, uè il magistrato romano, la
di nuovo alla sedia gestatoria, i falda è sostenuta dai camerieri se-
protonotari, e il principe assistente greti soltanto. F. Cappelle Ponti-
al soglio ripigliano le estremila del- ficie, Vesti Pontificie, Manto Pon-
la falda, facendo altrettanto quan- tificale. A quest'ultimo articolo si

do il Papa discende dalla sedia riportano vari esempi dei principi


dinanzi all'altare ov' egli celebrerà sovrani, che in segno di loro pro-
la messa ovvero altri
, accompa- , fonda venerazione verso il Vicario
gnandolo sino al genuflessorio. Do- di Gesù Cristo, talvolta gli sosten-
po breve orazione si alza il Papa nero la coda o strascico del pon-
per incominciare col celebrante la manto: quella della sottana
tificio

messa, e dopo terminato l'introito, lasorregge al Papa monsignor Cau-


nell'avviarsi al trono, ovvero, se ce- datario (Fedi).
lebra, appena alzato dal genufles- FALDISTORIO (Faldislorium).
sorio, in recarsi al trono di terza, Una delle sedie che adoperano i

subentrano a sostenere le fimbrie prelati nelle chiese in molte sagre


anteriori o lembi della falda i due funzioni, principalmente i Cardina-
più anziani prelati uditori di rota, li, i vescovi, gli abbati regolari e
e pigliano lo strascico due came- secolari mitrati ec. quando celebra-
rieri segreti partecipanti, e gli uni no pontificalmente. Varie sono le
e gli altri fungono questo uffizio denominazioni che si danno al faldi-
in tutto il tempo che il Papa as- storio, ed il p. Zaccaria riporta quelle
siste o celebra, sino al punto che di Faldistorium , Fandistoriiim, Fal-
ritorna al genuflessorio avanti l'al- cistoiiiim^ Facistorium j Faldisto-
tare ove si è celebrato il santo sa- liufUj Faldestolus, e Falsistorium,
grifizio. Indi, tanto nelle cappelle nel suo Onoìiiasticon rituale sete-
ordinarie che nei pontificali, i pro- cium. Parlando il p. Bonanni, Gerar-

tonotari apostolici e il principe as- chia 298, della sedia delta


eccl. p.
sistente al soglio ritornano a sor- Faldistorio, dice che circa l' ori-
reggere la falda , sinché il Papa gine di tal nome per significarla
non sia giunto al letto de' para- varie sono le opinioni. Pompeo
menti, da dove sino alla stanza Sarnelli, prima nelle Lettere eccle-
della falda due camerieri se-
i soli siastiche tom. 24, et. IX,
I, pag.
greti partecipanti prendono lem- i pag. i6o, e poi nella Basilico^ra-
bi della faida. Nei concistori pub- jfla,aderendo al parere di Paride
blici , dal letto de' paramenti al de Grassis maestio delle cerimonie
trono, e da questo al medesimo pontifìcie, stima essere voce cor-
sì nell'egresso che nel regresso sos- rotta e derivala dalla parola Fan-
tengono le estremità della falda distorium quasi locus fandi, cioè
due protonotari apostolici e il prin- luogo di parlare, poiché antica-
cipe assistente al soglio, il quale mente i vescovi solevano da que-
però la lascia a' camerieri segreti a sta sedia posta avanti l'altare par-'
, ,

Il FAL FAL
Iure e predicare al popolo; percliè de judiccs ducunt eum itsque ad
i vescovi ponli ficai mente vestili locuni illuni ubi datar presbyle-
dovendo in fra i sacrosanti misteri riuni: tuiic vero exitunt eum pia-
ragionare al popolo, uè ciò polen- netaj et apposito manto super sca-
do fare dalla catledra vescovile pulas sedct in Fonslatorio (ecco
die anticamente era per tutto sot- un'altra voce ) seu cathedra, et lar-
to ia tribuna del coro , rimpetto gitur presbyleriuni cunctis ordinibus
al ciborio dell'altare, il quale alta- propria nianu. Altri finalmente fan-
re era situalo col tergo verso la no derivare la parola faldistorio dal-
nave della chiesa, celebrando i ve- la parola sassone Falda; s. Gre-
scovi di faccia al popolo, come gorio di Tours la disse FaldeO'
oggidì ancora si osserva nelle ba- neni, quasi sedem stercorariani, an-
siliche principali di Roma , servi- ticamente adoperata dai Pontefici,
vansi di questa piccola sedia, col- nella funzione del solenne posses-
locata dietro all' altare maggiore ,
so. Il Macri nel Hierolexicon fu
cioè di faccia all'udienza. 11 Du- di parere che proceda dalla parola
Cange però nel suo glossario dis- italiana falda, che significa anche
se non esser giusta tal significazio- luogo basso, onde diciamo la falda
ne, aderendo piuttosto a quelli i del molile, mentre tale sedia si ado-
quali stimarono derivare tal nome pera collocata nella estremità del-
dalla parola Faldain, che significa lo strato o tappeto, con cui si ad-
piegare, citando Ateneo, òinesio, dobba il trono pontificio. Il Burio poi
Esichio ed altri. Il Sarnelli dice nel suo Onotnasticon elyinologicum,
che non vi è alcuna voce latina ecco come descrive il faldistorio.
tei minante in sloriuni^ e per indi- >' Ilalicum falda idem est quod
cazione di luogo si ha Consislo- » latine plica, distornar est expli-
ì'iuniy luogo in cui oggi i Cardi- M care : sic faldistorium ponitur
nali si radunano avantiPapa ; al » prò sede portatili complicata
indi aggiunge, che Sidonio chiamò « quae disjungitur , sive explica-
Consistorium il luogo dove si trat- « tur, et distenditur , dum usui
tenevano e fermavano i camerieri « servii etiam prò tapete suppe-
per alquanto riposarsi, e quasi lo >9 daneo sumitur: nam tapetes com-
che in nostro lin-
eiis colisistendi, » plicantur, et explicantur ; ita le-

guaggio potrebbe spiegarsi per l'an- « gitur apud Ciacconium in addi-


licameia. Cencio Camerario nel suo « tionibus ad Paulum III, de im-
rituale o cerimoniale chiama que- « peratore Carolo ab ipso ma- V
sta sedia Falesloriiun^ come dice il w ximo vocato: Pontifex inissali
Macri nella Not. de vocab. eccl., >i cidtu indutus Caesarem expe-
cui il citato p. Bonanni osserva, >i ctavit, (fui cuni uenissec corani
senza però sapersene la cagione ;
*• ilio prope altare, detracta coro-
ed Ga rampi nel
il Sigillo della fo na, reverentiani flexo poplite
Garfagiiana nana a pag. 80, che » exhibiiitj tuni in faldistorio un-
io slesso Cencio descrivendo il mo- ti te Aram in genua procubuit, ora-
do con cui il Papa distribuiva il ti vilque; et deiiide post preces fu-
presbiterio di Natale e di Pasqua, » sas ad paratam sedeni acces-
.scrisse che giunto al palazzo, de- « V. Trono.
sit''\

posilo /r^ììo accifjit milratnj dciu- Questa sedia negli antichi rituali
,

FAL FAL i3
fu chiamata Tripode, come notò il adoperali dal Papa nella basthca
Marlene, de antiq. rìlib. lib. 1, cap. laleranense nel giorno di Pasqua,
4, citando un rituale mss. di s. ove si trasferiva a cavallo dal pa-
Martino di Tours, dove si fa men- lazzo vaticano, si dice : Scllam au-
zione della processione usala nel- teni Pontificis cuhicularius laicns
l'andare a cantar l' evangelio, con procedens deportai, ut parata sii
queste parole : Post clericulos va- dum in sacrarium venit. Della qua-
dunt duo acolithi curii incenso post le si serviva il Papa nella sa-
sedia
illuni qui portat Tripodium. Ma lo grestia, mentre si vestiva delle ve-
slesso Marlene confessa d' ignorare sti sagre, ed è probabile che fosse

il Tripodium,
significato della voce della forma del faldistorio pieghe-
ed aggiunge che non sapevasi nep- vole e leggera, mentre un sol mi-
pure dai canonici della chiesa di nistro dello cubiculario doveva por-
s. Martino, siccome rito abolito. tarla nel viaggio assai lungo, cioè
Leone Marsicano, nelle Cronache di dal Vaticano alla basilica lalera-
Monte Cassino, lib. II, cap. 10*2, nense. Anzi neir ordine del- XV
racconta che tra le suppellettili del l'antico rituale della chiesa di s.

monislero, numeravano , Tripodeni Martino, si dice che il portare la


argenteum deauratuni, e si arguisce sedia, ove doveva sedere il vesco-
non poter essere che stalo altro vo, era uffizio d'un suddiacono , e
la sedia ove sedeva l'abbate quan- della sedia sinomina Trìpode. Da
do celebrava solennemente. Severo tutti questi differenti nomi co' qua-
Sulpizio, nel secondo dialogo delle li si trova indicata la sedia porta-
virtù di s. Martino, cap. I , scris- tile, nasce dubbio circa la veia for-
se : S. Marlinum in secretano se- ma di essa, poiché dicendosi Tri-
dere consuevisse in sellula rustica- pode, viene indicato che fosse di
na, ut est in usibus servulorum, tre piedi, com'erano gli antichi al-
quas nos rustici galli Tripetios. tari de' gentili, né cos'i comodi po-

Vos scholastici aut certe qui de tevano essere pei vescovi , qunli i

Graecia estis Tripodes noncupatis. sedevano in essi; oltre che in tulle


Valerio Chimentelli poi , nel suo le medaglie e marmi antichi si ve-

libro intitolato Marmor Pisanum dono le sedie, principalmente quel-


de honore Biselii, cap. 11, fu di le dette curulij composte con quat-
parere, che il faldistorio sia lo stes- tro piedi, come ora sono i faldi-
so che la sedia antica della Curu- stori. La sedia curule era una se-
le perchè si poneva sopra i carri, dia quadrata di avorio senza spal-
ed era sedia bassa e pieghevole liera, e serviva d' insegna del con-
non che senza appoggio, onde fa- solato. Il Sarnelli, loco citalo, di-
cilmente si poteva trasferire da un ce che di questa sedia si valevano
luogo all'altro; ne senza fondamen- anticamente i vescovi, che avevano
to si può congetturare, che la se- il trono nella tribuna , ed avanti
dia che anticamente portavasi dove di loro l'altare, perchè allora per
il Pontefice andava per celebiare predicare mettevano il faldistorio
fosse di simile forma dappoiché : nel supremo scalino dell'aliare. / .

nel rituale pubblicalo nel i56i Sedie.


da Giorgio Cassandro, al § 3, par- La forma dei faldistori, dice il

landosi degli ornamenti pontificii Bonanni, trovasi prescritta dal <.ar-


i4 FAL FAL
cUnal s. Carlo Borromeo arci re- essi celebrare solennemente in quei
scovo dì Milano^ nel lib. II delle luoghi, ne'quali non hanno giuris-
Inslnizionì circa le sagre suppellet- dizione veruna, oppure anche nel-
tili. *» Non sia il faldistorio, dice le proprie diocesi, quando sia loro
« ne ampio, uè alto come la
egli, presente una qualche maggiore di-
»> cattedra Pontificia, ma molto gnità ecclesiastica, ovvero quando
« più basso, e senza appoggio, né siede dinanzi all'altare nella colla-
M da tergo, né dai lati; consterà zione degli ordini, ovvero in me-
*• di quattro legni di noce, due moria della Passione del Signore,
ì» davanti, e due di dietro, e tutti celebrando egualmente in propria
»> quattro indorati: le quattro ci- diocesi nel venerdì santo^ in cui
»> me
che sporgeranno oltre il se- allora sedendo sul faldistorio , e
« dere, saranno vestite di lamine questo posto sulla predella dal la-
« di argento , per maniera che to dell'epistola, deve voltare la fac-
« termini in una testa di leone ". cia alia parte del vangelo, ed il

Tuttociò prudentemente si deter- faldistorio è nudo, giacché il fal-


minò dal santo arcivescovo, né sen- distorio si pone ordinariamente dal-
za misteriosa considerazione, men- la parte dell' epistola, colla faccia
tre con l'espressione delle teste di voltata al popolo. Nella cappella
leone si alludeva at trono di Sa- pontificia, e ne' luoghi ove assiste
lomone. Lo prescrisse anche di le- alle sagre funzioni il sommo Pon-
gno, forse per alludere alle sedie tefice, i Cardinali, i patriarchi, gli
usate dagli apostoli, di cui si par- arcivescovi ed i vescovi celebran-
lò all'articolo Cattedra (Vedi).Ta- do pontificalmente siedono nel fal-

le forma però non è osservata in distorio, ed all' articolo Cappelle


tutte le chiese, come la materia Pontificie (Vedi) é detto quanto
del faldistorio, giacché varie sono gli é relativo, e che nei pontificali

quelle comunemente usate, e varia che celebra il Papa solennemente,


è la materia del faldistorio, alcuni il Cardinal decano od altro Cardi-

de'quali sono formati di legno in- nal vescovo suburbicario, che gli
tatjliato e dorato, di bronzo o di fa da vescovo assistente, siede sul
ferro con pomi rotondi dorati lisci ripiano del trono pontificio su di
o lavorati. Tutti però convengono un faldistorio ignudo, con sempli-
nell'essere fabbricati con quattro ce cuscino per rispetto al Papa,
piedi, dai quali sono sostenuti, sic- alla cui sinistra si pone il faldi-
come nella parte superiore termi- storio.
nano in quattro braccia opposte, Il citato Garampi, nel Sigillo
inargentate o dorate, e variamente della Garfagnana, parlando del-
lavorate. La copertina del faldi- l'antico uso del faldistorio presso
storio,, aperta ai quattro lati, è di i romani Pontefici, oltre a quanto
drappo del colore secondo il rito ne raccolse monsignor Giorgi, nel-
corrente^ più o meno ricco^ con la Litnrg. rom. Pontif. tom. I, p.
ricami d'oro, d'argento, e di seta, 79, dice che se ne ha chiara te-

come sono le frangie, le trine, e i stimonianza in una carta Fai'fense


galloni. La sedia di questa forma dell'anno io 14, in cui leggesi, che
è comunemente usata dai vescovi Benedetto Vili per giudicare una
in molte sagre funzioni. Sogliono causa, che verteva fra il monistero
FAL FAL i5
di Farfa, e Crescenzio, si porlo a zione della coronazione di Bonifa-
Tri buco, e ivi de equo dcscendit, cio Vili, si legge: Cumque gemi-
ponere fussita et citm
et falcistoìium flexo sedi prostratus , suplex in
omnibus, qui aderant ad legem et faldistorio pectus funderet, ec.
justitiam faciendam, recedit (Script, Conchiude il Bonanni, che ces-
rer. italic. t. II, par. II, p. 5 17). sato l'uso di adoperarsi dai Ponte-
Nel dubitare il p. Bonaniii che i fici il faldistorio, come sedia, fu
Pontefici usassero del faldistorio lasciato ai vescovi. Tuttavolta av-
nelle funzioni solenni , tuttavolta verte che nel Hierolexicon del
riferisce, che il Du-Cange, alla voce Macri, alla parola Calyptra, si ri-
Faldistorium, narra di aver preso porta l'immagine di Eugenio IV
dagli alti pontificii di Adriano IV, assistente nel concilio generale di
senza dire da chi fossero scritti : Firenze al 14^9, presa dai bas-
Descendit, et in preparato sibi sorilievi di bronzo, che sono nelle
faldistorio sedit j e da quelli di porte della basilica vaticana , la

Alessandro III, in eminentiori loco qual immagine vestita di piviale,


positus in faldistorio suo resedit. col triregno in capo, siede sopra
Dalle quali testimonianze si deduce una sedia simile al faldistorio, cioc-
che pure si usava nel 11 60, e il ché pur vede nel tom. VIII,
si

medesimo Bonanni alle pag. 296 pag. 5o4 Biblioteca Cesarea


della
e 3oo ci dà due figure di Ponte- di Pietro Lambecio. Sedendo ora
fici sedenti sopra il faldistorio, una il Papa nelle sagre funzioni in un
delle quali tiene in capo il trire- trono, ovvero in sedia gestatoria,
gno, l'altra la mitra preziosa, ed il faldistorio l^usa per Genuflesso'
ambedue in piviale. Carlo I d'An- rio (Vedi), il quale è di legno
giò re di Napoli donò al Papa dorato con intagli, e cuscino sopra
Clemente IV un ricco e prezioso del colore del rito corrente, ove
faldistorio, il quale nei bisogni del- appoggia le braccia, mentre le gi-
la sede apostolica fu dal sagro nocchia sono piegate su di un bas-
collegio impegnato per due mila so sgabello di legno con cuscino del
oncie d'oro al peso del regno, che colore del precedente; questo ge-
equivalevano a dieci mila fiorini nuflessorio, quando occorre, lo por-
d'oro, cioè a dieci e più mila no- tano al luogo suo due chierici
stri zecchini. Neil' istromento che della cappella pontifìcia. Volendo
fu rogato da Basso notaro della ritener Benedetto XIV nel suo pon-
Camera apostolica
settembre a' 3 tificato la chiesa arcivescovile di
1269, viene descritto: Facistorium Bologna sua che avea da
patria,
Ìmagnuni aureum , cum lapidibus Cardinale, a'2 ottobre i74oj acciò
pretiosis, quod d, rex Carolus fel. ne facesse colà le sue veci, consa-
ree. Clementi Papa IV donavit et grò in vescovo di Menito monsi-
dedit. Protocol. Bassi not. pag. gnor Scarselli. In questa circostanza
17,
in Arch. secret. Vatic. Nell'inven- il Cardinal Cibo regalò al Papa un
tario poi di Bonifacio Vili, pag. nobilissimo faldistorio, che adoperò
61, notansi unum falcistorium par- in tutta la funzione. Nel i8i6 il

vum de ebano, quod jungitur si- principe Saxe-Gotha essendo


di ,

mul, sicut una tabula. Item unum slato regalalo dal Papa Pio VII
falcistorium de ebano. Nella descri- del suo ritratto, dipinto dal cele-
, ,

\Cy FAL FAL


bre cav. oi*a barone Camiicrlni, nelle noie erudite ad un' Ode pm-
in un colla principessa GÌLisi'p[>iua darica, delta nell' accademia fale-
Scliownlovv di Dietriclistein, in so- riense in onore dell'arcivescovo Car-
gno di loro divozione un
verso dinal de Angelis, e pubblicata col-
tanto Pontefice, gli donarono un le stampe. In questo opuscolo si

prezioso genuflessorio fatto a forma noverano anco i principali oggetti


di faldistorio di squisito lavoro rinvenuti , e riportasi 1' iscrizione
con cuscini di lama d'argento, con del suo campidoglio, di cui andia-
riccliì ornamenti d'oro. mo a far parola.
FALEKIA (Faleris, Falaris). Dopo l'anno 1777 Pio VI vi
Città vescovile, ed una delle do- fece fare escavazioni, col prodot-
dici principali città dell' Etruria, to delle quali si aumentarono i

all'oriente di Tarquinia, ed in vi- pregi del museo vaticano , ove ,

cinanza ai Tevere. Di questa par- quasi rimpetto alla porta della


lammo all'articolo Civita Castel- biblioteca, in un'iscrizione faleren-
lana (Fedi). se si fa memoria del campidoglio
FALERIA, o Faleriona, o Fa- di Faleria, del foro pecuaiio, del
LERONE. Sede vescovile del Piceno, vico lungo , nuova
e di una via
ed ora borgo o castello della de- costruita a spese de'possidenti, mer-
legazione apostolica di Fermo nel- cantij e sodalizi, ciocché ne dimo-
lo stato Pontificio, situato sopra stra lo splendore. Tra le altre cose
uno che fra le due valli
de' colli, esistenti nel museo vaticano, e tro-
dei fiumi Tenna, e del Leta-morto vate in Faleria, sono a rammen-
s'innalzano. Acquista sempre mag- tarsi una tigre con bel meandro
gior celebrità pei tesori archeolo- un lupo e un bacco, tutti in mo-
gici che nasconde. In fatti tutto saico, ed un superbo candelabro di
fa non è più da porsi
credere, anzi marmo pario. Già il Cardinal Pie*
in dubbio, che l'antica città di tro Aldobrandini nipote di Clemen-
Faleria Picena^ chiamata pure te Vili, nel i6o4 divenne posses-
Falaria^ Falerio e Falerìone^ fos- sore della celebre tavola di bronzo
se fiorentissima colonia romana ^ e scavata in Faleria nel i593, ed
ch'esistesse nel territorio del mo- ora conservata nel museo capito-
derno Falerone, dalla parte di le- lino, rimanendo nel palazzo comu-
vante e mezzodì di questo castello, nale Falerone una copia fusa
di
e non molto lungi dalla sinistra in bronzo, e dal Cardinale donata.
sponda del fiume Tenna. Tanto Essa contiene il celebre rescritto
provano le moltiplici iscrizioni rin- di Domiziano imperatore, emanato
venutevi, che fanno menzione de' dalla sua villa di Albano, sulla que-
duumviri, de'quatuorviri, del col- stione òeSubsecini o Subsicivi del-
legio degli augustalij degli auguri, l'agro faleriense co' vicini fermani,
della curia, de' centonari, de' den- difesi in quella lite da Phnio il

drofori, degli edili, de' decurioni, giovane sebbene soccombessero ;


,

insigni magistrature ed ordini pro- cioè una Hte nata tra i due popoli
pri solo delle colonie. Gli scavi in- pei confini, facendosi ivi ricordo di
cominciarono sotto Clemente XIV, una lettera di Augusto, che por-
e si proseguirono sotto Pio VI, e tando grande amore ai soldati del-
ne' tempi posteriori, come si legge la quarta legione, li esortava a
FAL FAL 17
riunire i ed a venderli.
subsicivi tilale; ma che fu più mira-
quel
Appoggiato a questa lettera Domi- bile, è il rinvenimento d'un fram-
ziano nella sua sentenza favorì i mento di lapide, che si trovò per-
faleriensi. fettamente combaciare con altro
Assai più degli slimoli e degli brano trovato ab antico nel ter-
sforzi pubblici potè nella colta e reno stesso , e già riportato dal
beneoierila famiglia De Minicis di Muratori e dal Colucci , il quale
Falerone l'amore lodevole del suo- frammento i De Minicis erano giun-
lo natale. Per le dotte cure del- ti a possedere, e lo avevano colloca-

l'avvocalo Gaetano de Minicis, as- to nel loro privato museo Ferma-


sai versalo nella letteratura, e nel- no, del quale, della loro biblioteca,
le scienze archeologiche, onde at- come di altre notizie su Faleria,
tinse, al dire degl'intendenti, il gra- è a vedersi l'articolo Fermo. Di-
ve e vetusto suo stile epigrafico venuta così la lapide intera,, fa
anche nell' italiana favella, vedem- indubitata fede della costruzione
mo illustrato colla Memoria sopra del teatrOj il quale essendo di for-
V anfiteatro ed
moiiwnenti altri ma rettangolare , elegante e ma-
spettanti alV antica Faleria nel Pi- gnifico fu dedicato all' imperatore
ceno, stampata in Roma nel i833, Tiberio Claudio nell'anno 4^ del-
il bello anfiteatro faleriense posto da Quidacilio Cele-
l'era cristiana,
nel soggetto Piano di Tenna, lun- re, e dal figlio C. Ottavio della
gi un nnglio da tal fiume, edifì- romana tribù Velina, come erano
zio di vasta moie, e per lo intero ad essa aggregati quei di Falerio.
isolato di muro laterizio, di figura Quindi il lodato avvocato De Mi-
elitlica , del perimetio di palmi nicis illustrò i pregi di sì fatto im-
mille duecento, con dodici porte portante monumento con erudita
all'esterno, e con tre ordini di gra- memoria, che pubblicò colle slam-
dinale, che vuoisi eretto al tempo pe, avendo il suo opuscolo per
dell' imperatore Adriano. A due- titolo: Sopra il teatro ed altri mo-
cento passi di distanza dall'anfitea- numenti delf antica Faleria nel Pi'
tro eravi vestigio dell'antico teatro ceno, Roma iBSg, con due tavole
faleriense in un fondo della fami- del teatro di Falerone, e delle scul-
glia Olivieri : tanto bastò perchè ture in esso rinvenute, riportando
i De Minicis s'invogliassero dell'ac- a pag. 29 la celebrata iscrizione
quislo, onde avesssero campo più riunita ne'due frammenti, e già e-
libero le ricerche su quello, e sul- sistente sull'arco di uno de' vomi-
le vicine terme. Indi il discopri- torii del teatro.
mento ebbe un felice successo su- Nel palazzo comunale di Falero-
periore ad ogni espettazione. 11 ne, che fu già della famiglia Eu-
teatro si trovò quasi tutto intero freducci, si vedono due belle sta-
co'suoi sedili, scale, preci nzioni, vo- tue rappresentanti una
colossali ,

milorii, pilastri, colonne del portico, Cerere, ed un console con mirabi-


e scena; cose tutte ch'erano sotter- le panneggiamento; non che copia
ra, e ricoperte da roveri ed altri della lapide, che rammenta gli an-
alberi, cresciuti a ridosso nel vol- tichi vanti faleriensi, e della tavo-
gere de'secoli. Vi si rinvennero pa- la summentovata contenente il re-
recchie bellissime statue, però nm- scritto di Domiziano; ivi è pure
VOL. XXIII.
,

j^ FAL FAL
un moderno teatro. Nel paese si Minicis, che la dotò di un fondo ru-
vedono sparse qua e colà delle iscri- stico pel mantenimento delle mae-
zioni, collocate sulle soglie e sulle stre. Il Calindri, nell' interessante
facciate esterne di molte case, co- Saggio statistico storico dello sta»
me ancora diversi sepolcri, tempiet- io Pontificioy dice che Faleria fos-
ti, e mosaici; il teatro, l'anfitea- se colonia militare, e che si chia-
tro, le terme, ed altri edifìzi pub- masse Fallerà^ Fallencna e Tlgnioj
blici, tutti avanzi della città dai e che gli avanzi delle sue magni-
goti distrutta verso l'anno 4^5, ov- ficenze un tempo furono soggetti
vero dopo la morte di Alarico lo- a Trasbuno duca di Fermo. Il eh.
ro re, avvenuta l'anno Soj, e per Castellano, nel suo applaudito Spec-
opera di altri goti che invasero chio geografico ' storico -politico^ ci
nuovamente le città del Piceno: es- dà copiose notizie su Faleria e
sendo anche probabile che sì fatta Falerone, dicendoci che dopo esse-
distruzione l'operassero i longobar- re stata distrutta barbaramente dal-
di dopo metà del
la sesto secolo, le armi straniere, ne'secoli di mez-
Io che confermasi da Gregorio s. zo, Falerone, che la rimpiazzò, eb-
I Papa. Panfilo poi opina che Fa- be al pari degli altri paesi d'Italia
lena fosse distrutta dai fìnni; e i particolari signori, che si
suoi
l'Adami più probabilmente assegnò trovano nominati nella transazione
questo eccidio all'anno 5g3 ed ai fermata da Annibaldo di Trasmon-
longobardi, del quale poi si ripar- do rettore della Marca, e nipote
lerà. Inoltre da lapidi , medaglie, di Papa Alessandro IV, transazio-
.e rottami di scolture si trova spar- ne che al dire del Colucci, nella
so il suo territorio, altronde ferti- sua Treja oggi Montecchio qui ,

lissimo, e copioso d'ogni maniera confermò. Da tali signori discese


di alberi fruttiferi. La via provin- il beato Pellegrino , discepolo di
ciale di Falera modernamente co- s. Francesco di Assisi il b. Pelle- :

struita, comunica da un lato colla grino, s. Fortunato vescovo, e s.


Fermana, e dall'altro attraversata Sebastiano martire sono palloni
da s. Angelo in Pontano, e da Gal- di Falerone.
darola, si unisce alla Romana, pres- Alcune notizie istoriche di que-
so la stazione postale di Valcimar- sto luogo si leggono ne' Cenni isto-

ra. Vi sono più chiese, e in quel- rici e numismatici di Fermo del

la de' francescani, che abitano il medesimo De Minicis, e sono le


contiguo convento, si osserva un seguenti Ruggero da Falerone
:

vago dipinto di Carlo Crivelli ; men- nel secolo XIII, si provò d'impa-
tre nella chiesa rurale di s. Maria dronirsi della signoria di Fermo.
degli Angeli, già spettante ai reli- Nel secolo XIV quando il Cardi-
giosi Clareni , evvi uno stimato nal Albornoz mosse alla ricupera
affresco ,Pagani eseguito nel
dal delle terre usurpate alla Chiesa
1547. Finalmente sonovi, un mo- mentre Papi risiedevano in Avi-
i

nistero di suore, alcuni benefici gnone, per comballere Gentile da


stabilimenti, monte di pietà,
il tre Mogliano signore di Fermo, de-
monti frumentari, un ospedale, ol- stinòun corpo di truppe sotto il
tre la scuola pia per le fanciulle comando del proprio nipote Fer-
povere, fondata dalla famiglia De nando Blasco, il quale espugnò con
, ,

FAL FAL ,9
assalto anche Falcione. Nel i5i3, scovo di Faleria chiamato Garoso.
per la sede vacante per morte di L'Arduino, Conc. Collect. t. II,
Giulio II, Lodovico Eufreducci fe- col. 928, prosegue nell' indice geo-
ce con genti armate una correria grafico ad enumerare altri vescovi
a Falerone, e fu accettato dal ca- appartenenti a questa città, scri-
stello, dove l'antichissima e nobi- vendo : Faleritanus in Piceno, clini
lissima sua famiglia ebbe sempre Faleroni, Crescenlius .... Hardui-
partito e fautori, per aver ivi avu- nus .... Joannes Faleriniis ; ed
to signoria. Quando il vescovo Bo- il Fontanini attribuisce a Faleria
nafede fu mandato da Leone X a un altro vescovo chiamato Giovan-
ricomporre la Marca, Falerone par- ni. Il p. Mamachi, de episcopalus
teggiò per Lodovico, come il più Hortani antiquitate, dimostra che
forte bellicoso castello a lui affe- i vescovi chiamati Faleritani ap-
zionato, ad onta delle minaccie del partengono a Falerone Piceno. È
Bonafede; ma con nella battaglia noto, che ne' primi secoli della
questo, dopo avere valorosamente Chiesa era regola universale, che
Eufreduccio combattuto, vi perde la diocesi vescovile fosse compresa
la vita. nel solo territorio di quella città,
Faleria nel Piceno , diversa da ove teneva residenza il vescovo
Faleria città di Etruria, e da al- acciò le autorità ecclesiastica e ci-
tre di egual nome, sino all'anno vile avessero gì' istessi confini. In
7 1 1 di Roma
o sino dai tempi
, quanto a quelli dell'agro Falerio-
di Augusto imperatore fu colonia nense, abbiamo dal eh. De Minicis,
romana, e sulla metà circa del V Del teatroFalerone, che la
di
secolo ebbe la sua sede vescovile, città aveva un perimetro di due
come rilevasi da una lettera rife- miglia circa, non compresi i sepol-
rita dal Cardinal Deusdedit, e creti ch'erano fuori di essa ; che
scritta da Papa s. Gelasio I nel- il territorio di Faleria estendevasi
l'anno 49^ a' vescovi Piespetlo e sino al mare Adriatico , come si

Leonino, che leggesi nell'Ughelli ha dà Balbo mensore di Augusto:


acciò lo informassero dei porta- da altra parte confinava colla co-
menti del vescovo di Faleria , il lonia fermana, come deducesi dal
quale era accusalo di aver usur- citato rescritto di Domiziano, e
pato alcuni predii , che alla sua dalle altre due parti confinava
chiesa aveva donati il di lui pre- colla colonia ascolana e urbisavien-
decessore. Il Cardinal Baronio nel- se. Ciò dimostra la notabile esten-
le note al Maitirolooio romano, sione della città di Faleria, la qua-
citato dallo stesso Ughelli, asseri- le fu definitivamente e del lutto
sce al dì 12 agosto, che il vesco- distrutta nel secolo IX, come rile-

vo di Falci ia nel Piceno interven- vasi da un' iscrizione esistente nel-


ne al conciho Romano celebrato r odierno Falerone, che risale ai
a' i3 ottobre del 649 dal Ponte- tempi di Desiderio re de' longo-
fice s. Martino I, ciò che confer- bardi, e che dal Muiatori si rife-
mano altri scrittori. Tal concilio risce all'anno 770, e da altre me-
si compose di cento cinque vesco- morie. Fra tanta disparità di opi-
vi per la maggior parte italiani, nioni la rovina di Faleria, come
tra' quali figura per XVII il ve- dicemmo, si attribuisce da alcuni
20 FAL FAL
ad Alarico, da altri a Tolila ov- , mero che dimostrammo airartico-
vero ad Alboino, o agli unni, o ai lo Fermo, tre di essi iiell' oliava
Unni ; ma la più verosimile epoca della festa del Corpus Domini^ ivi

è il sesto secolo, sebbene il Coluc- portarono in solenne processione il


ci sull'appoggio della lapide di Ta- ss. Sagramento ; cioè il Cardinal
sbuno duca di Fermo, pensi che Peretti , poi Sisto V, a' 19 giugno
ai tempi del re Desiderio, ueirVIII i^yB; il Cardinal Brancadoro nel
secolo, Faleria fosse ancora in pie- i8o4; e il Cardinal de Angelis nel
di, e che anzi la sua rovina deb- suddetto giorno.
ba cercarsi nel secolo X. FALGUERIO o FAUGIER
Ar-
Non più risorta Faleria, la. sua naldo , Cardinale. Arnaldo Fal-
diocesi fu aggiunta a quella di Fer- gueri ovvero Falguerio o Fau-
mo, come ha dal Catalani
si , de Ec- gier ,nato in Miramonte della
desia Firniana ^. i3 eg6, il quale Guascogna, come scrive il Frizo'
stabilisce che la chiesa vescovile fu nio, ovvero nella diocesi di Tolo-
riunita alla Fermana sul principio sa, giusta il Baluzio, ebbe nel 1807

del VII secolo, e co' ruderi di quel- la prepositura della metropolilana


la città incendiala fu costruito nel di Arles, e nell'anno seguente l'ar-
monie vicino il castello di Falero- civescovato di quella chiesa. Cle-
iie.Essendo Faleria situata in una mente V lo spedì alla corte di Fi-
pianura presso il fiume Tenna, le lippo IV re di Francia, perconchiu-
incursioni de* barbari consigliare- dere sopra alcuni interessanti e se-

no a' popoli di ripararsi a' luoghi greti affari ; e poscia in Lione o


eminenti, onde i (alerensi allora si piuttosto in Avignone lo creò a' 19
rifuggirono nel poggio vicino alla dicembre dell'anno rSio vcsco-
distrulta città, ove surse il moder- vo Cardinale di Sabina quindi ,

no Falerone dipendente dal go-


, camerlengo di S. R. C. , e legato
"Verno di Montegiorgio. P^. Giù- della Sede apostolica per coronare
seppe Colucci, Sulle antiche città l'imperatore Enrico VII; funzione
picene Falera e Tigno ^ Fermo che si esegui nella basilica lalera-
1777, la cui appendice si stampò nense piuttostochè nella vaticana,
in Macerata nel 1778; e l'Ughelli, a cagione di un tumulto eccitatosi
Italiae sacrae tom. X, pag. 92 e in Roma. I fiorentini però ed al-

93. Per la prima visita che l' at- tri capi della fazione de' guelfi ten-
tuale pastore arcivescovo di Fermo, tarono ogni via per impedire quel-
Cardinal Filippo de Angelis, fece la solenne incoronazione; ma spe-
nell'anno i843 in Falerone, dai dito il Cardinale Arnaldo come le-

magistrati civici, essendone priore gaio nella Toscana, Liguria, Lom-


Vincenzo de Minicis, furono pub- bardia e Marca Trivigiana, tran-
blicate a' i5 giugno colla slampa quiilò tutti i tumulti e ricondusse
le bellissime ed affettuose epigrafi la pace. Quando governava la sua
ed iscrizioni latine ed italiane, det- chiesa, molto si distinse nella pietà,
late con amor patrio dal nomina- nello zelo e nell' ecclesiastico fer-
to avvocato Gaetano de Minicis ,
vore. Formò eziandio alcune co-
per celebrare, che de' sedici Cardi- slituzioni sinodali, pubblicate l'an-

nali che furono vescovi o ammini- no i3r2 da Antonio della Pal-


stratori della chiesa Fermana, nu- ma, canonico lateranense di lui vi-
,

FAL FAL 21
cario. E sebbene dovette per cjiia]- fece tali progressi negli sludi, che
che tempo assentarsi dal irgginie superò la loro espeltazione, massi-
pastorale di quella greggia, pur vi me nello studio della giurispru-
fu sempre col cuore presente , re- denza in cui si dedicò dappoi. Ab-
candovi di tratto in tratto de' se- bracciato lo stato ecclesiastico , si

gnalati benefizi. Restituitosi poi in ordinò sacerdote, e dedicatosi al


Avignone , fini di vivere l' anno servigio della santa Sede, da Pio
i3i7. VI venne dato a presidente dei
FALKENSTEIN (di) Conone, preti emigrati dalla Francia per le
Cardinale. Conone ovvero Simone notissime lagrimevoli vicende, ac-
di Falkenstein nobile alemanno,
,
ciòne avesse cura in tutto nella ,

zio di Federico arcivescovo ed e- che in Roma loro larga-


ospitalità
lettore di Colonia, fu promosso al- mente accordò. Indi in guiderdone
la sede di Treveri. In quel cospi- dello zelo spiegato in tal incarico,
cuo posto collocato, nulla ommise di dal medesimo Papa fu annoverato
ciò che tornar potesse alla felicità alla romana prelatura, ed al colle-
spirituale delcommessogli gregge. gio degli abbreviatola di parco
Urbano VI veduto chiaramente
, maggiore. Il di lui successore Pio
com' ei meritava una dignità ancor VII successivamente lo beneficò in
più eminente, nel dicembre del- più modi lo fece canonico della
;

l'anno i38i lo creò Cardinale di basilica vaticana, uditore civile del


S. R. C. ma la virtù del Falken-
; tribunale dall' A. C. , e segretario
stein sapendo apprezzare assai l'al- della sagra congregazione del buon
tezza del grado in cui si trovava, governo. Indi nel!' invasione che
non volle punto ascendere al col- gì' imperiali francesi fecero dello
mo degli ecclesiastici onori, e do- stato pontificio, soggiacque a dura
mandò al Pontefice di esserne di- deportazione nell' isola di Capraja.
spensato. Mori in Confluenza o 11 sacerdote Falaschi , nel ripro-
Coblenza nel i388, ed ebbe nel- durre in compendio la Gerarchia,
la chiesa di s. Castore magnifica ecclesiastica del p. Bonanni, dedi-
sepoltura. cando Falzacappa 1' opuscolo ,
al
FALL ARA. Sede vescovile della ecco come si esprime su tale de-
provincia Cesariana Mauriziana, nel- portazione. >» Mi tornaro in men-
l'Africa occidentale, sotto la me- '> te ad un tempo que' calami-
tropoli di Giulia Cesarea. « tosi e tristi giorni ,
quando fatti

FALZACAPPA Giovanni Fran- » noi bersaglio al nemico del sa-


cesco, Cardinale. Giovanni Fran- »» cerdote e dell'altare, esuli e ra-
cesco Falzacappa nacque da una « minghi percorrevamo le sponde
famiglia patrizia di Corneto a' 7 « ospitali della Trebbia, e del Ta-
aprile 1767, e dalla natura fu do- » naro; che fur nostra colpa i
tato di pronto e svegliato ingegno, « tentati ma non mai sovvertili
che coltivato collo studio e l'eser- »» doveri, che professavamo verso
cizio delle virtù gli procacciò le di- >» il trono, la religione, ed il suo
gnità cui meritamente fu promos- '* capo. La soavità del conforto
so. I di lui genitori lo posero ad » la dolcezza de' costumi, e la ma-
apprendere le scienze nel rino- >i gnanimilà dell'esempio che ci
mato seminario di Frascati , ove « venia dall' illustre e benemerito
4 ,

ai FAL FAM
« nostro Gio. Francesco ci avea lustre genitore ed altri della no-
« fatti dimentichi di aver abban- bile sua famiglia, benefattori insi-

>» donato la patria, la famiglia, le gni di quell'Ordine venerando. Ri-


»> cose più care ; né ci era più sì cordevole delle sue tre chiese , di
» penosa la relegazione ". Nel 1 8 1 Ancona, Albano e Civitavecchia,
restituito gloriosamente a Roma comandò che gli arredi suoi e pa-
Pio VII, premiò le virtù e i pa- ramenti sagri si suddividessero tra
timenti solFerti dal nostro Falza- le medesime. Commendato per dot-

cappa , col promoverlo all' arcive- trina, pietà, integrità di vita, at-
scovato in parlihus di Atene , ed taccamento alla santa Sede, e cor-
alla carica di segretario della con- tesia di modi , il complesso delle
gregazione del concilio, finche nel sue qualità furono encomiale da
concistoro de' io marzo 1823 lo F. M. colla bella iscrizione latina,
creò Cardinale dell'ordine de' pre- che si legge nel numero io del
li,ed insieme vescovo di Ancona Diario di Roma del 1 84 1 ; e col-
ed Umana conferendogli poscia
, laltra elegante iscrizione , che si

per titolo la chiesa de* ss. Nereo legge sul suo sepolcro, decorato del
ed Achilleo. Rinunziate le dette se- proprio stemma gentilizio. Appar-
di vescovili, Leone XII a' 24 mag- tenne alle congregazioni cardinali-
gio 1824 le provvide di altro pa- zie del s. offizio, della concistoriale,
store, e poscia lo trasferì al titolo del concilio, dell' immunità, dell'in-

di s. Maria in Trastevere, facen- dice, de' riti, della cerimoniale, del-


dolo prefetto del tribunale supre- l' esame de* vescovi in sagri cano-
mo della segnatura di giustizia. In- ni, del buon governo, e delle acque.
tervenne ai conclavi per le elezio- Fu protettore del monistero di s.

ni di Leone XII, di Pio Vili e Maria, dell'università de' librari


di Gregorio XVI, il secondo a* 5 dell' arciconfraternita degli agoniz-
luglio i83o lo elevò al vescovato zanti, della congregazione urbana
suburbicario di Albano (Fedi), al de' signori cortigiani, del collegio
quale articolo si fece onorata men- degli speziali, tutti luoghi di Roma;
zione del Cardinale. Gregorio XVI non che della confraternita del
lo nominò presidente del censo, e di- gonfalone in Corneto, delle cappuc-
venuto sotto-decano del sagro colle- cine di Fabriano, e senza nominare
gio, nel concistoro de' 22 novembre altri sodalizi, monasteri e pii luo-
1839, gli conferì le sedi suburbi- ghi della città di Albano, sebbene
carie di Porto, s. Rufina e Civi- ne fosse vescovo, di Maidica, di
tavecchia unite. Ma colpito da lenta Ponte Corvo e di Montalto, oltre
malattia, a' 1 8 novembre 1 840 con diverse comunità.
pubblico rincrescimento passò agli FAMAGOSTA. Città vescovile
eterni riposi, nell'età di settantatre della Turchia asiatica, sulla costa
anni. Nella chiesa di s. Marcello orientale dell'isola di Cipro, san-
gli furono celebrate le consuete e- giacato, distante trenlasetle miglia
sequie, e nella sera il suo cadave- a levante di Nicosia. Eretta sopra
re fu portato nella chiesa della ss. una roccia, è di figura quadrata.
Concezione de' cappuccini, ove giu- Le sue antiche mura, fiancheggiate
sta la di lui testamentaria dispo- da circa tredici gran torri, sono in
sizione, rimase tumulato presso l'il- parte rovinate. Il porto è difeso
,

FAM FAM 23
da un forte e da una grossa torre, che Giacomo, il quale «* intitolava
ma essendo il suo ingresso stretto, re di Cipro, s' impossessò in questa
non può ricevere che piccoli na- isola della fortezza Cerinese, quin-
vigli. Questa città ha due porle di costrinse Famagosta ad arren-
con ponte levatoio, 1' una dalla par- dersi dopo tre anni di assedio,
te del mare e l'altra dal lato di permettendo ai genovesi ivi rima-
terra. L'interno non offre che abi- sti, che si governassero colle loro

tazioni e templi in rovina. Vi si leggi; e siccome venne in cognizio-


vedono molte chiese abbandonate, ne che il capo de' mamelucchi sa-
la cattedrale , beli' edifizio gotico raceni voleva ucciderlo, ed annien-
una parte della quale fu converti- tare la religione cristiana, Giacomo
ta in moschea e gli avanzi del
, fece man bassa sui saraceni. Di poi
palazzo del governatore veneto. Un occuparono Famagosta veneziani, i

tempo assai per il com-


famosa finche Selim II imperatore de'tur-

mercio, al presente è molto deca- chi la conquistò malgrado la valo-


duta. Non è abitata che da poche rosa resistenza degli assediati, che
famiglie turche, ed i suoi dintorni si difesero con istraordinario valo-
sono sabbiosi ed aridi , e restano re. Dopo la presa di Nicosia, i

la maggior parte incolti. turchi portaronsi ad assediare Fa-


Questa città chiamata anche Sa- magosta il 22 settembre 1570, ed
lamina, e Thamassus , occupa il essa si rese loro per capitolazione,
luogo di Arsinoe, che aveva rice- il 4 o 9 agosto dell'anno seguen-
vuto un tal nome dalla sorella di te. In tale incontro Mustafà gene-
Tolomeo Filadelfo sua fondatrice. rale de'turchi, contro il diritto del-
Ojdinariamente Famagosta dicesi le genti, fece morire crudelmente,
in latino Fama-Augusta j,
Hama- segandolo per mezzo, il Bragadino,
costoSy€ Famagosta. Guido di generale veneto, che avea tanto va-
Lusignano vi fu coronato re di lorosamente difeso la piazza, e che
Gerusalemme, e la fece fortificare non si arrese se non per mancan-
nel 1193. Durante il dominio dei za di viveri e munizioni. Poco di-
genovesi e dei veneziani , fu la stante da questa città, all'imboc-
città abbellita con diversi osserva- catura del Pedio, stanno le rovine
bili edifìzi , come aumentata di di Salamis o Constantìa, chiamate
nuove fortificazioni. Neil' invasione oggidì Eski -Famagosta.
the fecero i genovesi dell' isola di Abbiamo da Cofn man ville che
Cipro ^vel 1372, a mezzo di Pietro Famagosta, città fortissima sulla
Fregoso fratello del doge di Ge- costa orientale dell' isola di Cipro,
nova, ritennero Famagosta, che fe- divenne la capitale di essa dopo la
cero loro colonia, obbligandosi Pie- rovina di Salamina, seu Constantia^
tro di Lusignano re di Cipro di metropoli, e che l'arcivescovato
pagar ogni anno ai genovesi qua- greco ivi trasportò la sua sede
rantamila scudi, come tributo tem- verso il nono secolo, nella chiesa
poraneo, dando ai vincitori in o- dedicata a s. Giorgio. Quindi i

slaggi Giacomo da Lusignano, i fi- latini vi fondarono una sede ve-


gli del principe d'Ani iocly^, e di- scovile verso il decimosecondo se-
versi principali baroni. Narra il colo nella chiesa di s. Nicola ; ma
Piinaldi all'anno i^6i, num. 71, il Pontefice Innocenzo HI la tras-
,

24 FAM FAM
feiì a Nicosia nel seguenle secolo, venne quindi un titolo vescovile
essendo già divenuta titolo arcive- in partibuSy sotto la metropoli pu-
scovile. Fra i vescovi latini che re in partìbus di Nicosia, che con-
occuparono la sede vescovile di feriscono i sommi Pontefici . Gli
Famagosta registreremo quelli de- ultimi tre prelati che lo portaro-
gni di special menzione. Cesareo o no, sono monsignor Gio. Martino
Cesario del 121 i è il primo ve- Bernardoni Baccolo di Venezia, da
scovo latino di questa città che si Pio VI traslato da Ippona in par-
conosca. Il detto Papa Innocenzo tìbus il primo giugno 1795; mon-
III lo invitò con altri vescovi di signor Guglielmo Zerbi della dio-
oriente al concilio generale latera- cesi di Milano, de'canonici regolari
nense IV , da lui celebrato nel lateranensi, da Leone XII
traslato
I2i5. 11 successore Onorio III pro- da Abido giugno
in partìbus Vii'j
mosse Cesareo al vescovato di Sa- 1825 ; e l'odierno monsignor Fe-
lerno nel 1225. Il vescovo Marco derico de' Marchesi ManfVedini di
intervenne nel 1 34o al concilio di Rovigo, fatto vescovo dal regnante
Nicosia, e morì nel i346. Mattia Gregorio XVI a'24 gennaio 1842.
Ugoni nel i5i4 si trovò presente Nella proposizione concistoriale di
al concilio generale lateranense V, questo ultimo, si legge : « Ex non-
presieduto da Leone X. Nel pon- » nullis tamen fundis in i^tatu ve-
tificato di Paolo III fiorì il vene- « neto positis reditus summam li-

ziano Filippo vescovo di Famago- « bellarum quatuor millium sexcen-


sta, il quale meritossi il sopranno- » ttìm septuaginla duarum (4672)
me di Buono, e nel i547 ^" ^^ monetae attingentes haben-
M illius
concilio di Trento. A questo con- « tur, qui ab illius episcopo prò
cilio intervenne poscia il successore M tempore existente percipiuntur ".
Girolamo Ragazzoni di Venezia E qui avvertiremo che i soli tito-
XXIII ed ultimo vescovo di Fa- li vescovili in partìbus infidelium
magosta, giacché a quest' epoca i di Atene (Vedi) e Famogosta han-
turchi assediarono la città. Questo no annuale rendita, nulla avendo
prelato ebbe il coraggio di passare gli altri di qualunque grado.

in mezzo per por-


alla flotta turca FAMIGLIA (Famìlia). Si pren-
tarsi a Venezia a chiedere da quel- de, I. che discendono
pei parenti
la repubblica i necessari soccorsi, da un medesimo ramo, sia che
ma inutilmente; dappoiché quando convivano insieme o separatamen-
i veneti ebbero in pronto una flotta te; 2. pei figliuoli che vivono e
per soccorrere Famagosta, i turchi stanno sotto la podestà e cura pa-
s'impadronirono di tutta l'isola di terna, comprendendosi anche mo-
Cipro. Allora il Pontefice Gregorio glie, .sorelle, e nipoti del padre, se
XIII conferì a Girolamo il vesco- gU tiene in casa ; 3.per una riu-
vato di Cysama o Castel Cisamo nione composta d' un capo, e de*
nell'isola di Creta o Candia; quin- suoi domestici , sieno donne, fan-
di dal medesimo Papa fu promos- ciulli o servitori; 4- p^^' la quan-
so nel 1577 ^^^^ ^^^^ ^* Berga- tità de'domestici d'ogni grado, co-
mo, morendo poi in Roma nel me per ferventi, famuli^ quindi di-
marzo 1592. cesi la famiglia pontificia, la fa-
Famagosta, FamaugustaUj di- miglia dei Cardinali, la famiglia
,

FAM FAM l'y

dei prelati^ le famiglie degli amba- Cristo , vulgo de' Cinesi , appro-
sciatori, de principi ec. ec. , delle vata da Benedetto XIII, e da
quali se ne tratta in parecchi luo- Clemente XII che gli assegnò ot-
ghi del Dizionario ai relativi ar- tocento diicati sopra le mense e-
ticolij potendosi altresì consultare piscopjili di R.cggio, di Tropea, e
gli articoli Corte e CoRTioiANf di Catanzaro, ed inoltre l'unì alla
Domestico, Famigtiare, Servo, ec. Congregazione di propaganda fi-
ec; 5. per ischiatta, stirpe ec, so- de , co' brevi Nnper prò parie ,
bolesj domus, slirps, progenie, pro- de' 7 aprile dell'anno 1732, Bull.
sapia^ geniiSj progeniesj 6. per un t. XlII, p. 268; Injuncti nohiSj de'
convento o monastero di religiosi,, 11 marzo 1736, XIV, p. 76; t.

o per un ordine tutto intiero, si Interpraecinius,de marzo 1738, ìL\.

di uomini che di donne ; 7. per p. 2 24; P^o suprema^ del mede-


un certo numero di monaci d'un simo giorno, p. 226. I sacerdoti
medesimo monistero, che avevano che la compongono vivono come i
od hanno sotto l'abbate o superio- filippini, i pii operai, e i preti
re generale i loro capi o superio- dell'Oratorio di Francia ; ed hanno
ri che dimoravano o
parlicolari, e la cura dell' educazione de' giovani
dimorano un
istesso corpo di
in cinesi. Benedetto XIV conferì al
abitazioni, familia monachorum. I collegio r abbazia di s. Pietro de
monasteri di s. Pacomio, per non Ebumbo o ad Ebolum pel man-
dire d'altri, erano divisi ciascuno tenimento di sedici alunni ; cioè per
in parecchie case, classi, o famiglie; otto cinesi, indiani, e di altre na-
e tre o quattro famiglie unite in- zioni orientali asiatiche; due alba-
sieme formavano ciò che chiama- nesi, due serviani, due bulgari, e
vasi una tribù, ciascuna famiglia due vallachi o di altre nazioni sog-
aveva il suo capo o proposto, come gette ai turchi. Eccone dunque un
un assistente. cenno storico.
Diverse pie istituzioni portano il Fra i moltiplici stabilimenti di
nome di famiglia sagra, e il con- pietà e di religione di cui va ador-
servatorio dell'Addolorata di Roma, na la città di uno de' più
Napoli,
di cui parlammo al volume XV 11, singolari che danno argomento del-
pag. 36, da ultimo ebbe aggiunto lo zelo ardente di quegli ecclesia-
il nome della sagra famiglia ; nel stici, e della pietà de'loro maggio-
giugno del 1840 la baronessa di ri, è il collegio dcWa Sagra fa migli a,
Rimsky incominciò a coadiuvare la il quale riconosce per fondatore il

principessa Doria nella direzione lodato sacerdote. Questi, siccome


del conservatorio, e terminò nel ardente di propagare la luce del
dicembre 1842, restando sola alla vangelo fra gl'infedeli, inviato ven-
direzione la principessa. Per non ne dal Papa Clemente XI a mis-
dire di altre pie istituzioni che por- sionario nella Cina, ove stato per
tano il medesimo titolo di sagra tredici anni, nel ritorno fattone sot-
famiglia, ci limiteremo a far men- to Benedetto XIII nel 172C), aven-
zione di quella fondata in Napoli do seco recati alcuni giovani cine-
dal sacerdote napolitano Matteo si, gettò le prime fondamenta del-
Ripa, sotto il nome di Congrega- l'ordine o congregazione della sa-
zione della sagra famiglia di Gesìi gra famiglia. Per tanto dopo aver
!i6 FAM 1 AM
fallo islruire ed ordinare sacerdoti poco dopo divenne capo augusto
quegli allievi, gl'invio di nuovo al- della Chiesa universale, non é riu-
Ja Cina a pollare in quelle con- scito senza prò» imperocché dalla
trade la luce del vangelo. Com- lettera scritta al p. superiore del
piuta in tal modo la grande istitu- collegio d. Antonio Calatola, evvi
zione dell'ordine, crescendo sem- argomento di lodare e ringraziare
pre più di giorno in giorno il nu- la divina provvidenza pei segnala-
mero degli allievi, nuovi passaggi ti favori che Iddio ha concessi al
sono stati falli di questi apostoli missionario Ju, non meno che al-
in quelle regioni. Sicché finora si l'intiera nazione della Corea, pri-
coniano più di settanta zelanti ci- va di aiuti spirituali, siccome sepol-
nesi sacerdoti, da Napoli partiti a ta da tanti anni nelle tenebre del-
j)roi>agare la fede in quel vastissi- l'errore.
mo impero. Grandissimo è il frut- Il regno di Corea sta in una
to da essi arrecato ; perciocché in regione dell'Asia orientale, forma-
tutte le peisecuzioni contro ì cri- to da una grande penisola, ascen-
stiani colà suscilale, e nelle quali dendo la popolazione a parecchi
i erano o scac-
missionari euiopei milioni. I cinesi portarono in que-
ciali o dannati a morte, i sacer- sto paese la loro lingua ; in quan-
doti cinesi non conosciuti e pel to alla religione i grandi e i lette-
sembiante e pel linguaggio, hanno rati coltivano Con-la filosofia di
con grande utilità di quei cristia- fucio, popolo segue la religio-
ed il

ni esercitalo il loro ministero, man- ne di Fo o di Budda. È governa-


tenuta viva la fede, amministrali to da re ereditario, al quale se ne
comodamente i sagramenti. dà l'investitura dall'imperial corte
Non sono mancati tra essi pa- di Pechino, a cui quel paese è tri-
recchi, che accusali dai malevoli butario. II governo della Corea è
hanno anche colto la bella palma assai sospettoso, e perciò forse non
del mattino, o nelle carceri, o col- permette mai l'ingresso nel paese
l'esilio, o per via di terribili bat- agli stranieri, e gli sgraziati naviga-
titure. Fra le consolanti lettere che tori che la tempesta getta su quel-
sempre dalla Cina si ricevono, e le coste, sonovi ridotti in ischiavi-
che mostrano lo zelo di questi mis- tù. La Corea si divide in otto
sionari, una scritta nel i836 dal Provincie; Ring-Ril-tao, nella pro-
missionario d. Pacifico Ju della vincia di Rin-Ki è la capitale del
provincia di Chen-Sì, ci recò no- regno, ed anche la residenza del
velle lietissime, dando contezza del- sovrano. Il vicarialo apostolico nel-
la nuova njissione della Corea, ove la Corea fu istituito nel i83i dal
eglifu particolarmente mandalo nel medesimo Gregorio XVI. È prin-
i83o dal Papa regnante Gregorio cipalmente amministralo dai sacer-
XVI, cioè mentre questi era an- doti delle missioni straniere di Pa-
cora Cardinal prefetto della Sagra rigi. Il primo vicario apostolico fu

congregazione di propaganda Jiàe, monsignor Bruguiere vescovo in


che prima d'inviarlo, dopo averlo partibus di Capsa, che per altro
tenuto seco a desinare, lo accomia- non potè entrare in Corea. 11 pre-
tò colla sua benedizione. Questo sente vicario apostolico è monsi-
pegno di grazia, ricevuto da chi gnor Lorenzo Maria Imbert, fatto
.

FAM FAM 27
vescovo di Capsa e vicario aposto- degli uffizi, insieme a qualche cen-
lico nel i836, a cui nel i838 fu no istorico riguardante molti Papi
dato in coadiutore monsignor Gio. e i loro famigli; con alcune no-
Giuseppe Ferreo!, vescovo di Bel- zioni sui famigliari che non han-
lina in parlihus. Chi bramasse co- no singoli articoli nel Dizionario,
noscere diffusamente la storia della ed altre ancora su quei famigliari
fondazione della congregazione del- di cui si trattò, potendo riuscire
la Sagra famiglia, legga l'opera che di addizione a quanto dicemmo di
ha per titolo : Storia della fon- loro. Ma in quanto all'ordine ge-
dazione della congregazione e del rarchico, e rispettive graduazioni
collega della Sagra famiglia di de' ruoh palatini , dal piti antico
G. C, scrina dallo stesso fondato- ruolo inclusive a quello fatto nel
re d. Matteo Ripa, e dei i'iaggi i83i con piena autorità, perfetta
da esso fatti. JXapoli i832, tomi cognizione, ed approvazione del re-
tre. gnante Papa Gregorio XVI, si ve-
FAMIGLIA PONTIFICIA. Si drà saggiamente e costantemente
compone di quegli individui eccle- seguito l'ordine antico, stabilito con
siastici e secolari addetti o intima- maturità di consiglio da tanti dot-
mente ed interamente dedicati al ti, santi ed illuminati Pontefici, me-
domestico e personale servigio del no lievi e non sostanziali varia-
sommo Pontefice, ed ai differenti zioni , che non piegiudicarono le
uffici del suo palazzo apostolico, convenienze e le prerogative antiche
tanto che di onore, tanto
effettivi di veruno. Se non che va qui av-
partecipanti che soprannumerari vertito, che la famiglia palatina,
Questa famiglia è proporzionata nel come diremo, dividendosi in due
numero, nella condizione, nelle o- ceti, cioè in famigliari intimi e per-
norificenze, e nei distintivi di cui sonali del Papa, ed in famigliari
sono che la compon-
fregiali quelli addetti al servigio apo- de' palazzi
gono, alla sublime rappresentanza stolici ed azienda palatina, e in
dell'augusto capo della Chiesa cat- quelli che appartengono alle diver-
tolica, ed al sovrano degli stati se segreterie de'medesimi sagri pa-
romani, che insieme è il principe lazzi, non deve recare meraviglia
il più antico nel possesso de' suoi se prima è nominata la persona-
dominii. La famiglia pontificia ha le, poscia la seconda, e se talora
la sua gerarchia e graduazione, per quelli della segreteria precedono
le cariche, uffizi, e inservienti di nel registro i veri famigliari per-
varie condizioni che la compongo- sonali, ciò non pregiudicando le ri-
no. Molti de' principali famigliari spettive precedenze e qualifiche. E
del Papa sono notati precipuamen- le citate Notizie di Roma , mas-
te nelle annuali Notizie di Roma, sime quelle pubblicate sino al 1 798,
all'articolo Famiglia Pontifìcia, e ci dierono con dettaglio I' ordine
tutti nei ruoli dal sagro palazzo gerarchico, e le graduazioni di o-
apostolico, dei quali daremo alcu- gni ceto, ed ora ancora lo fanno,
ni importanti esemplari o sunti di come si è detto, ma con minor
epoche diverse ,
per conoscerne i diffusione.
cambiamenti, e i diversi sistemi ed La famiglia pontificia si compo-
onorari , l' incremento e la varietà ne dunque de' Cardinali palatini.
28 FAM FAM
di molti primari prelati di man- alla famiglia o promo-pontificia,
tellettn e di raantellonc, e di al- vendoli ad maggiori, o con-
ufiizi

tri ecclesiastici e secolari che appar- servandogli quelli che avevano, ov-
tengono alla famiglia nobile , es- vero conferenilogliene altri analo-
sendo gli altri compresi in quel- ghi; ed a'suoi luoghi non si man-
la di secondo ordine, ed altri alla ca di notare si fatte promozioni,
categoria de' bassi nfiizi. Ai rispet- conferme e trasferimenti. Oltre a
tivi articoli del Dizionario si par- ciò Cardinale divenuto Pontefice
il

la dei principali uiìiziali della fa- riempie gli ufiizi vacanti, sì effet-
miglia pontifìcia, come dei princi- tivi che di onore, collocandovi chi

pali ceti della medesima, loro nu- crede beneficare e distinguere. Per
mero, attribuzioni, prerogative, e- antichissima, non interrotta ed in-
molumenti, e persino degli onori fu- dulgente consuetudine , e perchè
nebri a quelli che gli si competo- nell' intima e domestica famiglia
no, ed eziandio di tutto altro che del nuovo Papa non sieno tutti
riguarda i ceti e le persone, es- nuovi del geloso e importante ser-
sendone di tutti superiore il pre- vigio che si deve rendere alla sa-
lato Maggiordomo prò - tempore ^
gra persona del Pontefice, alcuni
(Fedi), prefetto dei sagri palazzi particolari famigliari del defunto,
apostolici. All'articolo Cappelle Pon- e i primi di alcuni ceti restano ai
tificie (Vedi) si disse di quei fa- servigio del novello Papa, mino-
migliari del Papa che vi hanno rando di grado. Talvolta per trat-
luogo ; all'articolo Cubiculario (Fe- to di singoiar clemenza, o per al-
di) si parlò inglobo de' famigliari cune circostanze, medesimi furo- i

pontificii, risalendo alle epoche più no confermati in quell' uffizio che


antiche, nelle molte ed analoghe prima esercitavano, come di fre-
ricerche che facemmo ; e per non quente avviene pure in alcuni in-
citare altri articoli simili inerenti dividui appartenenti ad ufiizi che
all'argomento, in quello di Came- non godono tal prerogativa , e ciò
ra, segreta (Vedi) si narra come per grazia sovrana mol-; laonde
si divide, e da chi al presente si ti ebbero l'onore di servire nella
compone. medesima qualifica o altra, tre, quat-
Alcuni Cardinali, oltre i palatini, tro, e cinque
Pontefici, ad onta
per l'ufTlzio che fungono,
e carica che la loro condizione appartenes-
e molti collegi prelatizii, per le se alla categoria delle amovibili, e

qualifiche di quelli che ne fanno vacanti in morte del Papa bene-


parte, godono il titolo, e sono con- fattore padrone. E perchè dili-
e
siderati famigliari e commensali gentemente fosse servito e custodi-
del Papa, sebbene per tali non fi- to il nuovo Pontefice, ebbe origi-
gurino, né sieno registrati nei ruo- ne l' antichissima consuetudine che
li, né nelle Notizie summentovate; al novello Papa i dodici primi Car-
ed i Conclavisti ed i Dapiferi (Ve- dinali vescovi e preti intervenuti
di) sono pure dichiarati fami- alla di lui elezione, gli cedessero
gliari e commensali del Pontefice. per esercitare 1' uffizio di palafre-
Il Cardinale eh' è esaltato al pon- niere il loro più antico, capace,
tificato, ritenendo presso di se i onesto e fedele famigliare di li-

suoi antichi famigliari, H annovera vrea, donde poi derivò l'uso che
FAM FAM 39
il nominato si facesse da altri rap- come dicesi ai loro articoli. Ag-
prescMilare. giungeremo , che il sommo Ponte-
I famigliari pontifìcii poi, addet- fice, oltre l'essere sovrano d'uno
ti permanentemente ai palazzi a- de'più floridi stati d'Italia, che ha
postolici, alla loro azienda ammi- per capitale 1' antica regina del
nistrativa, alle scuderie, ai musei, mondo, riunisce la sublime e su-
ai giardini ec. ec. dei medesimi prema dignità ed autorità di vi-
sono inamovibili: tanto ad
palazzi, cario di Gesù capo Cristo , e di
ogni nuovo Papa, che in sede va- della Chiesa caltolica grado ec- :

cante continuano nell' uffizio, co- celso che non ha pari sulla terra.
me nella dipendenza di monsignor Ed è perciò che molti sovrani pos-
maggiordomo, giacche la carica di senti , reputaronsi ad onorificenza
questo cospicuo prelato non vaca e soddisfazione religiosa, di pre-
nella morte del Papa, venendo an- slare ai romani Pontefici alcuni
zi allora fregiato della qualifica di domestici e personali servigi, cioè
governatore del Conclave [Vedi). nella messa ed altre sagre funzio-
A questo articolo si è detto tut- ni sostenendo lo trascico della ve-
tociò che risguarda l'argomento in ste, e versando 1' acqua alte mani,
discorso, e degli uffizi che si at- senza nominare gli uffizi diaconali
tribuiscono ai prelati chierici di eseguiti dagli imperatori: a mensa
camera, per la custodia delle scu- nel porgere acqua per la lavan-
1'

derie, giardini, officine, mobili, mas- da delle mani, presentare le due


serizie, suppellettili, e tutt' altro dei prime vivande, e dare loro la pri-
sagri palazzi apostolici. Quanto sia ma volta da bere; nelle cavalcate
decorosa, onorevole e distinta la ed ingressi nelle città esercitare ,

qualifica di famigliare del Papa, gli uffizi di staffieri e di palafre-


più o meno secondo la proporzio- nieri, ed altre dimostrazioni di ri-
ne de' gradi, per cui alcuni sono spetto praticate in altri incontri e
tenuti a farsi spedire il breve apo- circostanze, senza qui rammentare
stolico del loro uffizio, basterà il i tanti omaggi
profonda vene- di
riflettere che molti famigliari do- razione dai più gran principi pre-
mestici de' Papi salirono alle pri- stati al successore del principe de-
marie cariche, al cardinalato, ed gli Come ancora si repu-
apostoli.
alcuni anche al pontificato, come tano ben avventurosi e fortunati
dimostrasi all'articolo Camerieri del quegli stranieri , che dopo lunghi
Papa [Vedi), e loro sette ceti. In- viaggi ,
giunti all'almo centro del
numerabili sono slati que'famiglia- cattolicismo l'eterna Roma, posso-
ri, che nel l'attua li là del loro ser- no vedere il Papa, riceverne l'a-
vigio furono dai Papi impiegali in postolica benedizione, e molto più
affari di grande importanza, come se gli viene fatto di avvicinarlo, e
vennero inviati a'principi per trat- prestarsi al bacio de'piedi con loro
tare cose di rilievo. Così innume- religiosa consolazione; essendo final-
labili sono gli Jblegati pontijicii mente noto che anche gli acattolici,

(Vedi)j per le tradizioni della ber- gli infedeli, e persino i pagani costi-
retta e cappello cardinalizio, fàscie tuiti in dignità, che si portano in
e rose d'oro benedette, non che Roma, sono bramosi di presentar-
stocco e berrettone pur benedetti, si riverenti al Pontefice romano.
lo FAM FAM
Laonde da tuttociò si può rileva- i sommi fa da molti
Pontefici,
si

re quanto maggior conforto e pia derivare dall'epoca della pace data


consolazione provino i famigliari del alla Chiesa dal pio imperatore Co-
Papa, in vedersi continuamente im- stantino l'anno 3i3 di nostra era,
piegati nel di lui servigio, abitare e dalla famosa donazione o cessio-
nella stessa di lui nobile residenza, ne del governo di Roma, che quel
e sperimentare gli effetti benefici gran monarca , volendo trasferire
sì spirituali che temporali di loro la sede del suo impero in Bisan-
fortunata condizione; e perciò è zio, fece al Papa s. Silvestro I, e
chiaro come giusto, quanta bontà a' di lui successori. E quantunque
di vita, esemplarità di costumi, ed da molti si ponga in controversia
integra condotta si richieda nei fa- la donazione di Costantino, nulla-
migliari del Pontefice, ond' essere dimeno non si può ragionevolmen-
veramente degni di tanto bene. Fi- te negare la sostanza di essa, ben-
nalmente è da notarsi, che i Car- ché non sia manifesta la vera for-
dinali palatini, e la maggior parte mola, con cui dal detto imperato-
de* prelati, ed altri effettivi fami- re fu stabilita e pubblicata, come
gliari del Papa godono onorevole
, si dirà a Sovranità Pontificia (Fé-
abitazione , onde sono ancor essi di). però prudentemente
Avverte
detti palatini, nei sontuosi palaz- il che quantunque si
Vittorelli ,

zi apostolici del Vaticano e del debba credere vera la donazione


Quirinale, e diversi di essi la go- di Costantino, non è però da cre-
dono in ambedue, in proporzione dersi per certa la formola di essa,
de'loro F. Palazzo aposto-
uffizi. comunemente riferita dagl' istorici,
lico. che si può leggere tradotta dal
greco presso il Bulengero, lib. II,
Origine della famiglia pontifìcia, cap. 6, de Imperio romano, e nel
suo incremento^ e notizie eli quel- p. Menochio, Stuore, t. Ili, cap.
la di alcuni Pontefici. 89, ne qui si devono esaminare le
parti di essa. Ma egli è certo che
Sino dai primi tempi della Chie- dopo tale dimostrazione di stima
sa i fedeli spontaneamente facendo ed affetto di Costantino verso il

donativi ed obblazioni si alle chie- sommo Pontefice, cominciò a ri-


se, che ai sommi Pontefici, questi splendere la maestà pontificia, ne
con tali volontarie contribuzioni si perciò deve credere che questa
si

trovarono in grado di mandare ge- fosse conferita da Costantino, ma


nerosi soccorsi alle chiese lontane bensì che furono rimossi quegli
piti bisognose, ed ai fedeh de' più impedimenti, i quah fino a quel
remoti luoghi di tutte le parti del tempo, per il dominio e forza ti-
mondo; anzi è noto che nel IV rannica delle persecuzioni, non gli
secolo erano sì grandi le ricchezze permisero di comparire. Ed è per-
della Chiesa romana, che il conso- ciò che in avanti i sommi Ponte-
le Pretestato soleva dire al Papa fici a cagione della crudeltà dei
,

s. Damaso I : fatemi vescovo di Ro- persecutori imperatori gentili , ve-


ma, ed io mi farò subito cristiano. stivano al modo degli apostoli, cioè
La magnificenza e il decoro col di toga e pallio come si usava in
quale ragionevolmente comparvero Roma, e il loro seguito si compo-
,

F A M FAM 3i
neva pochi chierici e saccrtloti,
di che i suoi vicari in terra s' insu-
de' qiiah si servivano nelle sagre perbissero, e con fasto biasimevole
funzioni degli altari , nelle salmo- si abusassero della loro dignità
die, nell'amministrazione de'sngrn- ma acciocché riconoscendosi insie-
menti, nell'aramaestiamento de' fe- me uomini, spiegassero coi segni
deli, e nella predicazione de' miste- esterni ai popoli ignoranti la su-
ri della fede. blimità del loro imperio, di cui in
Ne deve alcuno indursi a cre- terra non è altro maggiore, come
dere, che per tale concessione i ne scrive il Cardinal Bellarmino,
Papi cominciassero ad usare le ve- de suinmo Pontifice lib. 5, e il
sti, ed avere il seguito convenien- Suarez, de primatii stimmi Ponti-
te, ma solamente poterono libera- ficis cap. 16, ove dilfusamente trat-
mente usarle per condecorare la tasi di tal mateiia, come in molti

sublime dignità conferita loro dal articoli del Dizionario ho detto,


cielo, essendo cessate le turbolen- giacche per quanto valgono le mie
ze e le persecuzioni, le quali l'im- deboli forze , intendo colle mie
pedivano. Essendovi dunque inter- ricerche, costantemente contribui-
venuta la potenza ed autorità del- re alla maggior gloria di Dio alla ,

l' imperatore, ninno ebbe ardire maestà, alla grandezza, ed al de-


d' impedire al Pontefice V uso este- coro della Sede apostolica.
riore della pompa ecclesiastica do- Ed acciocché meglio potessero i

vuta a tanta altezza di grado, qual sommi Pontefici ciò operare, non
era l'essere fatto capo di lutto il niancò la pia liberalità de' popoli
mondo cattolico, a cui si doveva in- e de' principi, i quali con ampie
chinare ogni testa incoronata : laon- donazioni accrebbero le possessioni
de non fu concessione, ma dichia- e i medesimi. Quindi è
dominii ai

razione del merito che avea il Pon- noto che sotto s. Gregorio I pos-
tefice, ed una interposizione del- sedeva già la santa Sede ventitré
l'autorità imperiale, acciocché libe- pingui patrimoni , senza dire di
ramente e pacificamente potesse usa- quelli dell' oriente, da' quali trae-
re di quella magnificenza dovuta va l' anima rendila di cinquanta
a chi rappresentava le veci di Dio mila scudi, tenendovi in ciascuno
in terra. Quindi ne procederorio le un distinto amministratore col no-
vesti e segni propri di tale digni- me Nel pon-
di difensore o rettore.
tà ; il seguito, ed il numero dei tificato di incomin-
s. Gregorio li

ministri. Così Gesù Cristo nel fon- ciò la sovjanità pontifìcia nel du-
dar laChiesa venne a prepa-
sua cato romano ed in molte altre ,

rare la uìonarchia pontifìcia sopra città della Campania, per isponta-


fondamenti, i quali benché nella nea dedizione de' popoli ; in quello
sua origine sembrassero inetti a di s. Zaccaria l'esarcato di Raven-
sostenere tal fabbrica, tanto più na si pose sotto la protezione del
apparirono mirabili, e fecero spic- Papa; il perché successivamente
care la di lui potenza, quanto mag- ampliarono il principato del Pon-
giormente sembrava abbattuta e , tefice romano , con restituzioni o
tutlociò dispose con leggi di prov- donazioni, Pipino, Carlo Magno,
videnza a noi occulta e impene- Lodovico 1 ed altri pjincipi; e po-
lral>ile; e ciò fu stabilito non per- scia la conlessa Malilde donò alla
3a FAM FAM
santa Sede il suo vasto dominio ; sulla corte e famiglia pontificia
ed in jn'ogresso grande fu il nu- possono nascere, oltre le distinzio-
mero degli stali e regni, che per ni che facemmo agli articoli Cor-
la divozione verso il principe degli te^ Corte di Roma , e Curia ro-
apostoli , e de' suoi successori , si mana [Fedi)y
deve avvertire col
si

fecero di essi tributari, come si può Cardinal de Luca, in RdaLìone ro-


"vedere all'articolo Stati tributari manac Curiae^ pag. 4 del primo
DELLA SANTA SEDE. quantunque E i discorso, significarsi in più sensi la
nemici dello splendore della roma- corte del Papa, comunemente det-
na Chiesa, abbiano accusato alcu- ta Curia romana massime dagli ,

ni Pontefici di aver abusato di antichi scrittori, in cui si compren-


tanta grandezza e potenza tempo- dono tutte quelle persone, che nel
rale, altri li difesero con giusta- servigio e tribunali soggetti al Pon-
mente magnificare la moderazione, tefice sono occupate, numerandosi
modestia e santità di quelli, che in primo luogo Cardinali, nel se-
i

lungi dall'attiibuire comodo alcu- condo prelati, nel terzo i diversi


i

no ed onore alla propria persona, magistrati, e così molti altri, tulli


tutto riguardarono come proprio applicati al servigio del romano
a mantenere il lustro e la prero- Pontefice; nell'ultimo luogo, dice
gativa della rappresentanza di Pa- il Cardinal de Luca, si deve enu-
pa e sovrano, trovando giusta e uìerare quella specie di persone, le
ragionevole l'esterna magnificenza, quali sono impiegate nel mero ser-
ed una copiosa famiglia di dome- vigio della corte; questa, soggiunge,
siccome indizi di giurisdizio-
stici, est mera aulica^ circa aidae tem-
ne e di dominio, ed a decoro del- poralis caerenioniasj ac ritus^ cui
la prima dignità del mondo cri- noi diremo con diverse eccezioni,
stiano. Ne finalmente i più santi perchè ne* primari personaggi ap-
Pontefici stabilirono la celebrazio- partenenti alla famiglia pontificia,
ne de' santi misteri e sagre fun- molti ve ne sono, l'uffizio de' quali
zioni con tutta la splendidezza ec- è diretto al servigio della santa Se-
clesiastica per far pompa del loro de. Che per curia talvolta gli scrit-

grado, ma solo per maggior esal- tori antichi abbiano inteso indicare
tiizione della gloria di Gesù Cristo: il clero e le cappelle del Papa, lo
mentre il corteggio imponente del abbiamo dal Severano Memorie ,

sovrano Pontefice, si fa distingue- sagre pag. 5o3. Volendo quindi


re per un misto di sacerdotale accennare in generale l'origine del-
e di regio, di princif^esco e di sa- la famiglia pontificia, oltre quanto
gro , che però in riguardo alla siè detto, va riflettuto col vesco-
maravigliosa graduazione ed ordi- vo Battaglini, a ciò ch'egli riferì
ne , sejnbra una vera immagine nell'istoria del concilio all'anno 3i2
della celeste gerarchia, quando egli colla seguente narrativa.
è circondato dal sagro collegio dei Dopo la felice vittoria da Co-
Cardinali, dalla prelatura e dalla stantino riportata mediante il sa-
curia, corte e famiglia pontificia ,
lutifero segno della croce, ne nac-
ricoperto ciascuno individuo delle que un più nobile effetto, che tras-
insegne della loro dignità e grado. se i sommi Pontefici dalle caver-
Per evitare gli equivoci, che ne e dalle catacombe alla pubbli-
FAM FAM 33
ca residenza, e dalle persecu/ioni dette in Roma
ad un pubblico con-
allegrazie, dalle corone intrise di cilio, e siccome compariva il vica-

sangue a quelle guarnite di gioie, rio di Cristo, era ragionevole che


che gli circondarono poscia le tem- eziandio colla esteriore apparenza
pia. Fu sotlo l'africano s. Melcliia- concihasse a se stesso venerazione
de, eletto Papa l'anno 3 1
1
, che si e stima. Quindi è verosimile che
vide cangiare il nome e la qualità cominciassero i Pontefici abito di-
del segno della santa croce, stru- verso da tutti gli altri, non per fa-
mento che prima era d'infamia, sto, ma per condecorare la perso-
diventata bandiera di gloria, e og- na, e con l'esterna apparenza ri-

getto della venerazione de'popoli, scuotere dal volgo più semplice la

obbligati parte per fede, parte per venerazione, giacche questo per l'or-

convenienza ad inchinarla. Quindi dinario più si muove da ciò che


il vittorioso Cesare non potè sof- si vede dagli occhi, che dai moti-
frire che il sommo Pontefice dei vi suggeriti dalla ragione. 11 moti-
cristiani vivesse con oscurità di a- vo stesso potè cagionare, che quan-
bitazione quando quello de* gen-
,
do il Pontefice compariva in pub-
tilinon poteva risiedere altjimenti blico fosse accompagnato da buon
che in uno de' palagi regi. Volle numero di sacerdoti, di chierici, e
però che anco Melchiade rice- s. altre persone cattoliche, mentre li-

vesse da lui pari trattamento , e beramente potevano prestare l'os-


togliendolo dall' umiltà della sua sequio dovuto e professato al loro
povera residenza, lo collocò nel suo capo onde poi siccome nelle fun-
;

imperiai Palazzo lateranense (P^edi), zioni ecclesiastiche erano i mini-


e precedendo col suo esempio nel stri sagri distribuiti per esercitarle,
venerarlo nella più rispettosa ma- cosi nel palazzo apostolico e pon-
niera , addittò all' imperiai corte tificio di Laterano , che fu cbia-
ed al romano senato che in altra mato poscia il patriarchio latera-
forma non poteva incontrarsi il suo nense, fossero le cariche e gli uf-
piacimento ; ed è perciò, che i fe- fìzi assegnati alle persone più do-
deli, slati sino allora centro e ber- mestiche. Qual fosse il seguilo e
saglio di scherni e di odii, respi- l'accompagnamento de' sommi Pon-
rarono una totale giocondità di vi- tefici nei primi anni dopo s. Sil-
ta e che venne considerata come
, vestro che fu l'immediato suc-
I,

privilegio la loro credenza, condan- cessore di s. Melchiade, non se ne


nata fino a que' giorni barbara- ha distinto ragguaglio, eccettuati i

mente come delitto. Distinti anche venticinque uomini armati asse- ,

più i chierici dai laici con l'im- gnati da Costantino per custodia
munità e privilegi imperiali, acca- di s. Silvestro I, e come indizio della
rezzatied onorati i cristiani , uscì dignità pontificia, che dal portare
in pubblico l'aspetto venerabile del- la verga o mazza furono detti Maz-
la monarchia ecclesiastica , tenuta zieri (Fedi) e poscia anche Ser-
già sepolta, a spandere al mondo vientes armorumj ma è cosa pro-
quella luce, che gli donò la divi- babile e veridica, che avendo bi-
nità dell' istitutore Gesù Cristo. sogno i Papi di vari ministri, co-
Respirando pertanto fia le gra- minciassero in detto tempo molte
zie la fede s. Melchiade presie-
, cariche, e si distribuissero i loro
VOL XXUI. 3
.,

3i FAM FAM
famigliari in varie occupazioni, con esempio del iSSg. Di s. Paterio,
le quali il governo della Chiesa e annoverato tra suoi famigliari da
i

della città di Roma con li suoi , s. Gregorio I, dopo che questi li-

confini restali in vassallaggio dei cenziò dalla sua corte tutti i laici
medesimi Pontefici, potessero esse- che avea ritrovati ài pontificio ser-
re ben governati. Certa cosa è che vigio, lo abbiamo dal Galletti, del
dopo il governo di cinque altri Primicerio, 91. Questo gran
pag.
Pontefici successori di s. Silvestro Pontefice siccome era fornito delle
I, regnò s. Damaso ch'ebbe a I, più splendide virtù, così formò la
segretario s. Girolamo, e nel tem- sua corte conforme ai di lui co-
po di lui la corte di Roma e la stumi. Allontanati dunque i seco-
famiglia pontificia era cresciuta in lari, prese dei chierici e de'mona-
modo che fu invidiata da molti, ci, uomini
sceltissimi per santità e
come dicemmo di sopra. per dottrina, per seivirsene ad un
Nei secoli poi quarto e quinto tempo come consiglieri, e per fa-
furono varie le vicende de' Papi migliari, co' quali trattando giorno
onde non potè essere costante, ne e notte, nulla mancava di perfe-
potè mantenersi da tutti il mede- zione religiosa nel palazzo, né di
simo tenore di vita, né dalle isto- cura pontificale nella Chiesa. Gre-
rie si può raccogliere qual fosse la gorio I possedeva una dottrina,
Tarietà del modo di governare la erudizione ed eloquenza assai su-
Chiesa, e con quale esterna appa- periore a quanto allora trovavasi
renza significassero i Pontefici la negli altri scrittori del suo secolo;
grandezza della loro dignità. Che i e le scienze e le arti si avevano
cubiculari abbiano avuto origine sot- fabbricato un degno tempio nella
to s. Leone I, elevato al pontificato sua residenza. Non vi era inser-
l'anno 44o> lo dicemmo al relati- viente alcuno che colto non fosse,
vo citato articolo, ove definimmo ed un linguaggio non adoperasse
il cubiculario : intimo, particolare ,
all'anticasede del latino idioma
domestico, famigliare, addetto al conveniente; onde dalla corte di
servigio del sommo Pontefice, ed sì dotto Papa gli studi presero
a lui immediatamente soggetto nuovo vigore, e fiorirono talmente
Succeduto poi nel sesto secolo, e in virtù, che mittebat epìscopos de
nel 590, s. Gregorio I Magno, as- Palatio. Il medesimo Gio. Diaco-
sunto dall'ordine monastico, come no, nel cap. XIII della citata vita,
•vogliono molti, la corte e famiglia aggiunge « nullus Pontifici famulan-
:

pontificia fu di molto riformata, « tium a minimo, usque ad ma-


come racconta Giovanni Diacono, « ximum barbarum quidiibet in
nel cap. XI del lib. II della vita « sermone vel habìtu praeferebat,
di lui. Essendosi introdotto l'abuso M sed togata quiritum more sui
che si ammettevano nella pontificia »> trabeata latini tas suum Latium
famiglia de'giovanelti laici in qua- « in ipso latiali palatio singulari-
lità di camerieri^ chiamati domi- w ter obtinebat " Onde siccome la .

celli, egli prontamente vi riparò : Chiesa romana ritenne il parlare la-


questo nome di domicello fu usato tino e lasciò il barbaro, così adottò
anche dappoi, e nel Marini, Jr- anche l'abito modesto e talare co-
chiatri t. I, p. 59, se ne legge un me si usava tra i monaci; e ap-

I
,

FAM FAM 3^
parisce che in detto secolo fosse paonazze de' palafrenieri , sediari
nella corte del Papa 1'
uso delle cocchieri ed altri di scuderia (an-
vesti talari e nere, o almeno del zi la sopravveste dei garzoni della
colore della lana nativa, come ve- medesima è una palandra di pan-
stiva Gutberto, santissimo vescovo no rosso, più corta di quella dei
assunto dal monachismo , di cui palafrenieii : anche la sopravveste
scrisse Beda, nel cap. XVI della dei seggettieri è un mantellone '

sua vita, che usava veste comune, troncato), come le casacche di al-
onde « usque hodie in eodem mo- tri inservienti palatini, hanno at-
« nasterio ejus exemplo observatui\, taccate alle maniche due di queste
»> ne quis varii aut pretiosi coloris fìnte e pendenti, da cui si vede
» halxìat indumentum, sed ea ma- l'originario abito de'famigli ponti-
?» xime vesti um specie sint con- ficii dimezzato, con alcuni cambia-
« lenti, quam naturalis oviiim la- menti, a seconda de'ceti delle per-
« na ministrai. " sone. Il Bonanni nella Gerarchia
Del colore della veste o abito dei ecclesiastica stampata in Roma nel
,

camerieri ed altri famigliari del 1720, e dedicata al re di Porto-


Papa, ne abbiamo parlato al volu- gallo Giovanni V, ci dà la figura
me VII, pag. 29, del Dìzìonnrìo, della principal parte degli indivi-
citando anche V articolo Mantello- dui della corte e famiglia del Papa
ne (Vedi). Qui noteremo, clie il d' ogni condizione.
mantellone lungo o dimezzato è Nel concilio Romano celebrato
la sopravveste oggidì , di cui fa alli 5 di luglio del 5^5^ vivente
uso la maggior parte della fami- s. Gregorio I, racconta il Batta-
glia papale. Per esempio i cubicu- glini, che tra gli altri decreti nel
larijche adoperano la sottana e il primo s'ingiunse, che il romano
mantellone, ne distingue la gradua- Pontefice capo della Chiesa non
zione la qualità del drappo di am- tenesse nella propria famiglia laici,

bedue le vesti, essendo comune il ma fosse composta di chierici e


colore, non però tutti gli ornati. monaci, da' quali fosse servito con
Ed i sediari e palafrenieri quando quella semplicità di cuore che è
sostengono la sedia gestatoria , o propria alla santità dell' apostolo.
intervengono ad alcuna processio- Nel decorso poi del tempo, sicco-
ne, sul consueto abito assumono me si variò lo stato delle persone
quello chiamato palandra, cb'è di e del pontificato, fu variata e con
panno rosso con mostre di seta di ragionevoli motivi la qualità delle
egual colore, della forma d'un man- persone serventi, ed esclusi i mo-
tellone. Gli scopatori segreti, sulla naci dalla corte, vi furono rias-

sottana assumono la boetnia la , sunti oltre gran parte di sacerdoti


quale nella forma non è che un e di chierici, molti laici, non sti-

mantellone dimezzato, e dicasi al- mandosi cosa decente, che il chie-


trettanto della sopravveste che u- ricato fosse nelle persone destinale
sano i mazzieri poco diversa dalla ad occupazioni servili; laonde fu
hoemia, chiamata soprana^ e con varia la forma, e vario il numero
suo bavaro. I cursoi i pontifìcii an- delle persone auliche ne' seguenti
cora usano il mantellone lungo di pontificati. Al medesimo s. Gre-
saia paonazza. Le casacche rosse e gorio I si V istituzione
attribuisce
36 FAiM FA1\I
delle scuole de'cantori, i quali ser- i cnì)iciilari, e si dicono Alappul'
vissero nelle funzioni ecclesiastiche Inrii, dal sostenere il baldacchino.
del Pontefice, riducendo anche il Nel medesimo a pag. 170 si rife-

canto, che era degenerato dalla riscono Dilungarii idest praefecti


maestà dovuta alla chiesa, ad una navalcs, e majorcntes. Nell'ordine
consonanza grave e maestosa, per del Cajetano, cap. 46, pag. 174,
cui ritenne dopo il nome di can- sono nominati Vestararìi, e Ostia-
to gregoriano. Degli antichissimi rii servienles albiy et servientes ni-
famigliari pontificii, Cantori della gri, i primi de'quali accompagna-
cappella Pomifida (Fedi), se ne vano il cavallo del Papa, e porta-
parlò a quell'articolo, come delle vano la cappa in difesa della piog-
loro scuole. gia, i secondi portavano ciò che
Sugli antichi famigliari de' Papi doveva servire al Papa nella so-
e loro dilferenti specie ed attribu- lenne messa. Nell'Ordine di Cencio,
zioni, si possono leggere i Rituali nel capo 33, si riferisce un uffiziale
ed Ordini romani, composti da detto Custos Camerae y altro Se-
Benedetto canonico, da Cencio Ca- nescalchus Papae^ altri detti Co-
merario, dal Cajetano, da Pietro qui, Brodariiy Panettarii, Scrinia-
Amelio, e da altri pubblicati dal riij Batticularii , Mareschellus e-

p. Mabillon, ove si trovano molti quoruni alborum , Ostiariij Scuti'


ministri della famiglia pontificia feri. Cappellani, Acolythi de Cap-
espressiper la maggior parte con pella, e molti altri de'quali dubbio
nomi che ora non sono più in u- n* è il significato, mentre dei qui
so, né cosi facilmente si può in- riportati facile n' è il conoscerne
tendere quale carica esercitassero; l'uffizio ed altro che riguarda ai
li

in prova di che ne riferiremo al- rispettivi articoli del Dizionario.


cuni. Nell'Ordine romano fatto nel Muratori nel 1. 1 delle Dissert.
Il

590 si nomina: Nomenculator, che sopra le antichità italiane, nella


il Mabillon dice fosse olììziale cui dissert. IV, degli uffizi della corte
apparteneva con^ivas invitare co- ec. , dice che con gran decoro an-

nunque nomina describerej si leg- che negli antichi secoli si tratta-


ge Sacellarius, detto a sacro , seu vano i romani Pontefici, e tene-
sacello^ ed essere lo stesso che the- vano bella corte, come conveniva
saurariiiSj archipar aphonista j de- al loro cospicuo grado ecclesiastico

fensoreSj notarii, primits mansiona- e a quello ancora di principi tem-


rìiis j qui erat ciislos dominicalis porali. Chiunque scorrerà le me-
vestiariì. Nell'ordine terzo del me- morie che restano, spettanti a que-
desimo si legge, paraphonista, pri- sta sagra corte, vi troverà gran
micerius notariorum , et primice- copia e varietà di uffizi riguardan-
rius defensorum. Nell'ordine nono ti l'uno e l'altro ministero, come
si dice, che in qualunque scuola Osliarii e Deliciosi (con questo no-
reperti fuerint pueri bene psallen- me di Deliciosi, il Muratori osser-
teSy inde et nutriiintur in scJiola va essere verosimile che fossero fan-
cantoriwij et postea fiunt cubicula- ciulli spiritosi, che per onesto di-
rìi. Nel medesimo a pag. 29 si vertimento, o in qualità di paggi,
nomina Prior stabuli. Neil' ordine stavano al servigio de'gran signori;
undecimo a pag. 12G si nominano può anco denotare i favoriti o gli
FAM FAM 3?
intimi famigliari de' iiionarchi : dei conosce che l'uffizio di primicerio
paggi che servirono nei Possessi e non spirava con la morte del Pon-
nelle Cavalcate i Pontefici, si di- tefice, ma che forse era perpetuo
scorre a quegli articoli), Cubicularii, in chi una volta l'occupava. Tuli
Mappularii, Addestralores^ et Ser- sono le osservazioni che fa il Gal-
vientes nigri de familia Domini letti, del Primicerio, a pag. 1 9. Nel
Papae, Archidìaconus , Camerarius, suo libro poi del Feslarario , a
Bibliothecarius , Superista , Clerici pag. 8, dice che nel palazzo pon-
Camerae, ArchicancellariuSj Pro- tifìcio per le spese ordinarie vi era

lonotarius
, Nolani , Cancellarìi , deputato il ragguardevole uffiziale
Scriiiarii , Chartularii ( forse con chiamato Sacellario : questi paga-
due nomi si accennava il mede- va i soldati, distribuiva salarii ai i

simo uffizio), Primicerius notario' famigliari ed agli operai del Papa,


rum, Primiscrinius , Secondicerius^ dava l'elemosine, e dispensava an-
Actionarii, Ficedominiis ( lo stesso cora il presbiterio ne'dovuti tempi
che Oeconomus ) , Nomenclator ^ al clero ed al popolo romano, chia-

SaccellariiiSj Arcariits, o sia The- mandosi allora roga quella somma


saurariuSj Capellani, BiiticulariiiSy di denaro, ch'egli distribuiva iu
Pincerna, Marescalcus, Panetarius, questa specie di donativi così detti
Dapiferi, Cursores (oltre quanto ah erogando. Il Macri, nella No-
dicemmo all' articolo, va Ietto il tizia de' vocaboli eccl., all'articolo
Zaccaria nel tom. II, Dissert. I, Fialarius, dice che con questo no-

§ XI, delie Dissertazioni varie i- me si chiamava un ministro nel


ta liane di Storia eccl. , che parla palazzo apostolico del Papa, qua- il

dell'uffizio dei Cursori detti Domi- le aveva cura di accomodare ed


nici, dell'impiego loro, e che già accendere le lampade ne' tempi
esistevano al tempo di s, Ignazio ve- determinati; e che di tale officio
scovo d'Antiochia, che pati il mar- ne fa menzione nel suo cerimonia-
tirionell'anno 107), Judex Carne- le Cencio Camerario.

rae Domini Papae, Familiares, Ser- IlPvenazziche ci badato l'erudite


vientesy Campsores Domini Papae, Notizie isloriche degli antichi Vice-
Scriptores Camerae, Cantores, la domini del patriarchio laleranen-
scuola de'quali divenne celebre sino se, e de'moderni prefetti del sagro
dai primi secoli della Chiesa, Firga- palazzo apostolico, ovvero maggior-
rii, Sellarii, Magistri militum, ed al- domi pontificii, a pag. 34 di tale
triche si leggono negli antichi docu- opera dice che il Cujacio ad tit.
menti. Di tutti questi uffizi, nella cod. de prox. sacr. scria. , ed il
loro denominazione e significato ita- citato Biilengero, de Rom. inip. e.

liano se ne parla ne' loro articoli, 28, hanno tessuto il catalogo delie
o in quelli che li risguardano. scuole ovvero collegi addetti alla
Che dal Primicerio dipendessero casa e persona degli imperatori, e
gli altri uffiziali palatini dell'ordine trattato di tutte le diverse perso-
clericale, i quah alle volte erano ne, che avevano luogo e ministero
coniugati, lo dimostra la storia del- nel palazzo imperiale, fra cui prin-
lo scisma dell'antipapa Costantino, cipalmente distinguevansi Cubicida-
detto il Neofilo 3 seguito dopo la ni. Domestici, Proleclores (le guar-
morte di s. Paolo 1^ ivi pure si die del corpo), Militantes in sacris
,

38 FAM FAM
scnnifs (i ministri che servono ne- scopos Deliciosos nostros p^n co \'e-

gli uflizi delle lettere, delle memo- slrae carilati direximus. Di questa
rie, delle suppliche, delle disposi- voce si servi anche Papa Giovan-
zioni), Ministtriani , Fabriccnses ni Vili 872, nelle lettere 72,
dell'
Silentìarii (che custodivano le por- 217 e 277. E però ebbe a dire
te,ed imponevano silenzio nel con- Sigeberto, nel lib. de Script, ec-
imperiale), Lanipadarii ec.
cistorio clts.y che Alenino o sia Albino ab-
Che molte scuole o collegi fossero bate celebie , tanta familiaritate
sin dal principio addetti al patriar- imperatori Carolo
accepLus fiat,
chio ialeraneiise e palazzo pontifi- ut appellarelur imperatoris delicio-
cio per prestare ossequio e servire sus. Anche nell'antica legge de'ba-
il Papa nelle pu])bliche e private varesi troviamo de' servi che por-
funzioni, specialmente sagre, si rac- tarono questo distintivo; in una
coglie in particolare dagli Ordini parola Deliciosus e Delicatus non
romani, in cui si chiamano scho- altro significarono una volta che
lae palatinae, et ordìnes sacri pa- caro e diletto in senso onesto. Ab-
laia , che partecipavano alle ob- biamo che Stefano V detto VI, e-
blazioni della basilica vaticana, co- letto neir anno 885, aveva suoi i

me si ha dal Moretti, dt rit. dand. ministri e domestici ornati di dot-


presbyt., par. I, sect. 6. trina e di probità in tempi dif-
Nella congiura ordita contro la ficilissimi. Urbano II, del 1088,
sagra persona di s. Leone HI nel con espresso precetto chiamò a sé,
799, diagli iniqui ambiziosi Pasqua- per assisterlo co' suoi consigli nel
le primicerio, e Campulo sacella- governo della Chiesa, s. Brunone
rio. Albino cameriere del Papa con suo antico maestro, e con se lo
altri divoti amici gli prestarono trattenne domesticamente cinque
ellìcace soccorso, per cui i congiu- anni, con mirabili vantaggi dell'a-
rati per dispetto saccheggiarono la postolico ministero. Anche Eugenio
casa di Albino ed il palazzo late- IH, del ii4^> ebbe a suo consi-
ranense, come narra il Ferlone, gliere famigliare il suo maestro s.

Dd viaggi dai sonimi Pontefici in- Bernardo, quale gli diresse il li-
il

trapresi^ a pag. 72. 11 Galletti par- bro De consideratione ad Euge-


lando di s. Pasquale I dell' an- nium Illy ed a sua proposizione
no 817, Del primicerio
nell'opei-a escluse di ammettere alla sua cor-
della sede apostolica^ ed altri uf- te i giovani che troppo nutrivano
fiziali maggiori del sagro palazzo la chioma, portando capelli arric-
laleranense, chiama la famiglia o ciati , dovendo distinguersi la fa-
corte pontificia, la famiglia di s. miglia del Pontefice per gravità,
Pietro, de familìa sancii Petri. Il saviezza, ed irreprensibile condotta,
mentovato Muratori nella citata degni in una parola di avvicinare
dissertazione parlando de* famigli il capo della Chiesa. Non deve poi
,

chiamati Deliciosi, oltre quanto si recare meraviglia se il gran Papa


è detto, aggiunge che più mani- Alessandro HI, del iiSg, ebbe a
festamente si comprende chi fos- maestro di casa un ebreo, persona
sero i Deliciosi di allora dalla let- onoratissima e dabbene: ma di que-

tera XVII di Nicolò I dell' 8-58, sti, come di altri ebrei che furo-
che scrive cosi : Sanctissimos Epi- no al servigio de' Pontefici, massi-
,

FAM FAM 39
me medici, si può vedere l'artico- primari , ed il signor Tommaso
lo Ebrei. Il di lui successore Lu- ascritto tra' cappellani, i quali quan-
cio III, nel I i85 creò Cardinale to in questi tempi importassero (es-
il suo famigliare Ottaviano Conti sendo ordinariamente gli Uditori
degli antichi signori di Poli. Ce- di rota) (Fedi), ben si raccoglie, se
lestino III, nel I 192 fece Cardi- non fosse altro, da ciò che Nicolò
nale Cencio Savelli , che nel suo diAragona Cardinale narra de'gradi
cardinalatolo avea servilo come per cui Gregorio XI (deve leggersi
economo, ed era stato per quattro Gregorio IX altrimenti sarebbe ana-
anni aio dell' imperatore Federico cronismo, e in fatti abbiamo dal
II: questo Cencio è il celebre Ca- Cardella t. I, par. II, pag 190, ch'e-
merlengo, poi Papa Onorio III. gli cappellano pontificio
fu ed il ,

Il Sarnclli nelle sue Memorie cro- Bernini a pag, 298 soggiunge, ed u-


nologiche^ a pag. lySj celebra In- ditore di rota d'Innocenzo III suo
nocenzo HI, uomo dottissimo e san- parente) ascese al pontificato, dicen-
tissimo, il quale a sommi onori in- do ch'egli de capellaniae donimi
nalzò i suoi famigliari, non solo per Innocentii Papae III, honorando
la liberalità e munificenza di cui collegio in Cardinaleni s. Eustachii
era verso essi largo, ma perchè non modica ìnterjectione promotus, non
avea per famigliari che uomini gran- multo post in Ostiensem episcopuni
di. Fra questi nomineremo Nicolò ordinatur. Soggiunge il Galletti, che
de Romanis cappellano domestico e nel volume Vili delle Miscellanee
suo segretario, che nel i2o5 esaltò Ludovisiane, che si conservano ora
al cardinalato. Il Pontefice Onorio nella biblioteca vaticana, pag. 168,
III, approvando l'ordine de' predi- vi è un curioso catalogo in perga-

catori, assegnò ad un individuo del mena, che contiene i nomi degli


medesimo il cospicuo posto di Mae- offiziali e de' famigliari pontificii fis-

stro del sagro palazzo apostolico sati al servigio di Nicolò HI, quan-
[Fedi); e ripristinò le scuole che s. do nel 1277 sali alla romana cat-
Gregorio I avea fondate nel palazzo tedra; cioè di tutti quelli che ave-
apostolico per le scienze sagre e vano, come diciamo ora, la parte
profane, con lettori per insegnarle, di palazzo (che come si è detto al-
che poscia Leone X trasferì all'edi- trove, ed in appresso ripeteremo,
lizio chiamato la Sapienza, o Univer- consisteva in pane, vino ed altro
sità Romana [Vedi). Laonde molti non che in cavalli o muli assegnati
maestri del sagro palazzo, e lettori proporzionatamente a tutti fami- i

del medesimo furono esaltati al car- gliari), la quale però ebbe ter-
dinalato. Nicolò III compartì eguale mine col secolo decorso. Se al ce-
onore nel 1278 al p. Bentivenga lebre Galletti, siccome si protesta,
de' Bentivenghi suo cappellano e non sembrò inutile riportare inte-
confessoie. Nel già citato ciottissimo ramente il citato documento, per
Galletti, Memorie di tre antiche chie- la semplice notizia dei due memo-
se di Rieti, Roma pel Saloraoni rati reatini, a noi poi sembra in-

1 765, a pag. 1 7 I si legge, che nella dispensabile qui riportare il docu-


corte Nicolò III vi erano due
di mento, essendo questo appunto il
ben rispettabili, cioè maestro
reatini suo argomento, perchè oltre la no-
Paolo annoverato tra gli olHciali tizia delle persone, ci rappresenta
,

4o FAM FAM
precisamente in che consistesse la tichc nionele pontificie, il medesi-
corte e fii miglia in tempi così re- mo autore la ritirò come opera
moli, nella penuria in cui siamo imperfetta, sebbene ridondante di
di analoghi documenti, essendo sta- preziose erudizioni, per cui rari ne
to il seguente pubblicalo nell'ope- sono gli esemplari. Però in quan-
ra in discorso, e soltanto dal Gal- to riguarda gli schiarimenti ripro-
letti , i cui esemplari sono rari. messi dal Galletti, non si verifi-
Questo ruolo, e gli altri che ri- cano interamente, giacché l' opera
porteremo ci dovranno poi servire non illustra tutti gli uffizi , solo
per documenti e piove nel pro- qualcuno di quelli degli officiali
gresso del Dizionario, pei diversi della camera apostolica e della cu-
uffizi e ceti della famiglia pontifì- ria romana, essendo poi abbon-
cia, non che di quelli già trattati; danti le notizie personali di molti
e ci danno lusinga che la loro im- che appartennero alla famiglia pon-
portanza riuscirà gradita, non a- tificia ed alla romana curia, mas-
"vendoli pubblicati ancora verun sime de' più cospicui soggetti. Alla
altro, come ripeteremo, eziandio illustrazione quindi della principal
pel riflesso, che rare e scarse so- parte de' ceti ed uffizi della ponti-
no le nozioni che si hanno sulla ficia famiglia, sì antichi che odier-
famiglia pontificia di diverse epoche, ni, viene da noi supplito col Di-
tanto pel trasferimento della resi- zionario. Finalmente il Galletti
denza papale in Avignone, quanto premette al seguente ruolo l'av-
per l'incendio cui nel fatale sacco vertenza, che quanto si troverà di
di Roma soggiacquero nel 1527 corsivo indica ciò che vi è stato
gli archivi del palazzo apostolico, aggiunto da mano diversa, ma con-
che finalmente per la dispersione temporanea.
d'importanti carte, registri e no-
tizie, accaduta nelle due straniere In nomine Domini amen. In isto
invasioni di Roma degli ultimi an- libro sunt affiszie contineules no-
ni del secolo passato, e dei primi mina omnium illorum, qui reci-
del corrente. piunt prebendas a curia pontifica-
Nel pubblicare il Galletti il se- tusdomini pape nycolai III. An-
guente ruolo della corte e famiglia no primo mense madii. Primo de
di Nicolò 111, si protestò astenersi coquina recipit,
d' illustrarecon note gli offizi che
vi sono descritti, perchè quanto Dom. camerarius XII viandas.
concerneva la cognizione della qua- Mag. bengarius II. obiit.

lità de' medesimi, fra pochi giorni Mag. jacobus de parma II.

l'avressimo dopo di lui avuto nel- Mag. petrus de natuaco II.

l'opera delle monete pontificie del Mag. paulus de rieta II.

chiarissimo monsignor Garampi Mag. guillelmus auditor camere II.

che si stava allora stampando. Noi


però noteremo che il dotto Ga- CAPELLANI.
rampi, poi amphssimo Cardinale,
sebbene effettuò colla stampa l'e- Dora, prepositusflorentinus II. obiit.
nunciata opera col titolo: Saggiai Dom. ubertus albus II.

osservazioni sul valore delle an- Dom. plebanus de castihone II.


FAM FAM
Dom. pandiilphus II. OFFICIALES.
Dora, leonardus de babuco II.

Dom. nycolaus de terracina li. Magister nycolaus supraquoqus II.

Prior de fulgineo li. Bayolus panaterius II.


Dom. odo de arsono li. Serviens panaterie II.

Dom. marcellinus II. ohiit. Gualterius botellerius II.

Dom. nycolaus de thesauro II. ohiit. Bernardus de Bevania II.


Dom. leonardus guessius II. obiit. Petrus raymundi scriptor et ser-
Dom. nycolinus de Camilla II, viens bolellarie I.

Dom. thomacius biszacha lì. Serviens qui portat aquam I.

Dom. nycolaus de spolito II. ohiit. Frater Johannes marescalcus mare-


Dom. archidiaconus ruticen. II. stalle II.

IMagister ricaidus thesaurarius II. Bononia dator annone I.

Magister campana phisicus II.


Dom. petrus de faszestant lì. DOMICELLI.
Dom. petrus sarracenus li.
Dom. gentilis de collo alto II. Napuleo malabranca II.

Dom- thomacius de rivo frigido Bertolducius dom. stephani II.

II. ohiit, Johannes comitis II.


Dom. thomacius de rieta II. ohiit. Aynus de betona II.
Piimicerius de veneciis II. Branca de betona II.
Magister petrus de supinis lì. Napuleo dom. raynaldi II.
Magister paulus diecajute II. Tucius de monte claveUi II.
Lucas de assisio II.
Stephanus de notona II.
CUBICULARES. Guillelmus de babuco II.
Nycolaus de davano II.
Frater hugucio II. Petrus dom. octaviani IL
Frater jacobus li. Marcellucius vessiosus li.
Petrucius de gubia IL
HOSTURU MAJOBES. Johannes speciarius IL
Raynaldus dalviano IL
Frater armannus IL Brunamon li.

Fra ter bonajuncta 11. Marescalcus justitie XV et XX de


Frater hugolinus de spata II. gracia.
Dom. egidius arcionis 11.

Dom. petrus johannis rustici II. SERVIENTES NIGRI.

Benedictus provincialis.
HOSTIARII MINORES. Raynalducius de urbeveteri L
Creysemben I.

Johannes mathei I. Stephanus de anforsa L


ULertinus de bonia I. Pandulphus de aquino I.
Blancucius I. Nycolaus dom. egidii I.
Jacobus strictus I. Gregorius dialte I.

Baitholomeus thebaldici I. Tebalducius Trancici L


Johannes de pan talco I. Petro de milo I.
4i FAM FAM
MaynarduS' I. Presbiter martinus I.

Egidius angelerii I. Matheus clericus capelle I.

Sarasonctus I. Pauletus clericus camere I.


Marlelluccius de monte I. Franciscus rambertinus mercator li,

Stephanus petri roberti I. Corrector II.

Angelus ventre I.
Bartholomeus jacobi romani I. ELEMOSYNA XV.
Bargaminus de nebro I.
Johannes mallocii I. Hostiarii sancta sanctorum II.

Petrus bartholomeus tebalducii I.


Petrus johannis grassi I. COQUINA PARVA ET MAGNA.
Rufinus archicoqus I.
Palmerins petri johannis silvestri I. Scannus porterius I.
Guidarellus de gubio I. Joannes de li gè I.
Marsolus de assisio I. Magister henricus I.
Brunasol de urbeveteri I. Hostiarius quoquine I.

Jacobellus ungarus I. Colinus I.

Magisler anselmus ferrator I. Bollandus de parma I.

Brexanus portitor aque I. Scorliquinus 1.

Magister rainaldus sartor I. Jaquintus I.

Peysonerius I. Jacobellus I.

Macellatores I. Bardellus I.

Jacobus barberius I.
Magister pax aurifaber I. MABESTALLA ALBA.
Peironus porterius I.
Johannes de pois I. Guillelmus I.

Autus de perusio I. Petrucius I.

Babus I. ,

Johannes I.

SERVIENTES ALBI. Bertucius I.

Angelus johannis de Andrea I.

Compater I. MARESTALLA NIGRA.


Jacobus de castronovo I.

Albertinus ursi I. IVyeriusde urbe veteri I.


Johannes de beruli I. Pauperibus de palaci© XIII.
Bartholomeus de sancto incmaro I. Sanctus antonius III.
Andreas de tote I. Pro insenio pauperum de pala-
Petrus vinderamenc. ci© III.
Egidius normanni I. Pro insenio pauperum camere III.

Jacobus dom. thomacii II. Sanctus spiritus I.


Mag. joannes medicus II.

Dom. monaldus I.

CAirCELLARIIS XII. Mag. petrus physicus I.


Andreas de niverso I.
Audictor contradictarum I. Mag. jacobus de terno I.

Bulla IIII. Mag. raynaldus I.


FAM FAM 43
CURSORES. Fr. hugolinus de spaia IL
Autus I. Dom- egidius da arsono IL
Episcopus I. Dom. petrus johannis rustici IL
Guarsias I.
Marcoaldus I. HOSTIARII MINORES.
Deutajute I.
Johannes de verelano I. Jacobus strictus I.
Benvenutus de viterbio I. Blacucius de luca I.

Bonacursus I. Gibertinus I.

Amabilis I. Johannes detajute I.


Jacobus de viterbio I. Bartholomeus tebaldesco I.

Guidarci US I. I Johannes pantaleo I.


Jordanes J.
Guillelmus de parisio I. OFFICIALES.
Guillelmus de tusculanus I.

Rogerius anglicus. Marescalcus justicie XV et XX


Bretonus I. ohiit. de gratia.
Jaquintus I. Fr. Johannes marescalcus mare-
Paciletus I. stalle IL
Johannes de sesto I. Bononia dator annone L
Aiditor I. Mag. nycolaus supercoqus IL
Slephanus I. Bayolus panaterius IL
Guerinus I. Albertinus serviens panatene I.
Cocardus I. Guaiterus de Spoleto botellerius I.
Guillelmus borgundius I. Bernardus de bevania IL
Synabaldus I. Petrus raymundi scriptor et serviens
Albeitinus de parma I. bottelarie I.

Guillelmus de urbeveteri. Porti tor aque I.

Barcucius I.
Colraducius I, CANCELLARIA XII.
Petriolus I.

Guillelmus de babuco I. BuUatores IIIL


Expliciuntur viande que dantur Corrector IL
per supercoqum quoquine dora, Auditor contradictarum IL
pape que sunt in universo Auditor camere IL
CCCXLI. Mercatores curie IL
Hic incipit affiszia viandarum pa-
natane dom. pp. nycolai III. ELEMOSYNA XI VID. PAN. I.

CUBICULARES. Fr. raynaldus III.


Mag. Johannes medicus IL
Fr. hugucio II viandas. Hostiarii sancta sanctorum IL
Fr. jacobus IL Presbiter martinus hostiarius ca»
pelle I.
HOSTIARII MAJORES.
Matheus clericus capelle I.
Fr. armannus II. Pauletus clericus camere dom. L
Fr. bonaventura II. Sanctus spiritus I.
FAM
C0QT7INA MAGNA ET PARVA. Egidius normanni I.

Jacobus dom. thomacii I.

Magìster henricus I.

Magister Johannes I. SERVIENTES NIGRI.


Miig. colinus I.

Jacobellus brodarius I. Benedictiis provincìalis.


Bardellus brodarius I. Pandulphus de aquino I.
Rollandus brodarius I. Raynaldus de urbe veteri I.

Scortiquinus brodarius I. Gregorius dialte I.

Jacquiutus brodarius I. Creyscemben I.


Palmerius hostiarius coquine I. Samsonelus I.
Scannus porterius I. Bergaminus de nembro I.

Brexanus portitor aque cum fami- Ruflinùs archicoqus l.

Ila sua II. Marsol de assisio I.


Brunasol de urbeveteri I.
Jacobellus ungarus I.
DOMICELLI. Guidarellus de gubio I.
Mag. angeli nus ferralor I.
Napuleo malabranca II. Stephanus de anforsa I.
Johannes comitis II. Nicolaus dom. egidii I.

Berlolducius lì. Tebalducius francisci I.

Aynus de betona II. Petrus de milo I.


Branca de betona II. Maynard US I.

Tucius de monte eia velli II. Egidius angelerii I.

Lucas de assisio II. Marteiluccius de monte I.

Stephanus de notona II. Stephanus petri roberti I.


Guillelmus de babuco II. Angelus ventre I.
Nycoìaus de davano li. Bartholomeus jacobi romani I.

Brunamontes de davano li. Johannes mallocii I.


Petrus dom. octaviani II. Petrus bartholomei I.
Martellucius de vessosis II. Petrus Johannes grassi I.
Petrus de gubia II. Palmerius petri silvestri I.
Johannes spedarius U. Magister raynaldus sartor I.

Baynaldus de alviano II. Mag. pax aurifaber I.


Napulo fulgin. II. Mag. jacobus barberius I.

Peysonerii I.

Macellatores I.

SERVIENTES ALBI.

Compater I. MARESCALLA ALBA.


Jacobus de castro novo I.

Albertinus ursi I. Johannes bergonn. I.

Johannes de beruli I. Guillelmus I.

Bartholomeus de sancto Jem. I. Petrus I.

Andreas de tode I. Babus I.


Àngelus de johaunis de andrea I. Ber tucius I.
Petrus vinderamerii I. Ayre de marestalla nygra I.
FAM FAM 45
Aulus qui servii de sporta I. HOSTIARII MINORES.
Petronus porterius I.

Jacobus strictus I.

CAPELLAMI. Blancius I.

Tibertinus I.

Dom. nycolaus de terracena II. Johannes dietajule I.


Dom. pandulphus II. Johannes de pantaleo I.
Dom. nycolaus de thesauro II. Bartbolomeus tebaidesco II.
Dom. richardus thesaurarius II.
Dom. magister campanus II. OFFICIALES.
Dora, marcellinus II.

Dom. prior fulginei II. Marescalcus juslitie XV el XX de


Dom. prepositus de florenlìa IL grati a.
Dom. plebanus de castilione II. Marescalcus marestalle li.

Dom. ubertus albus li. Bononia dalor annone II.


Dom. leonardus guessi II Magister nycolaus superquoqus II.

Dom. leonardus de babuco II. Bayolus panaterius 11.


Dom. petrus sarraceni II. Albertinus serviens panaterie II.

Dom. nycolinus de Camilla II. Benedictus de bevania II qui JU'


Dom. thomacius beszacha II. cet injirmus in entra.
Dom. nycolaus de Spoleto II. Galterus botellerius 11.

Dom. petrus fasestanti II. Petrus raymundi scriptor el ser-


Dom. odo arcionìs II. viens botellarie I.

Dom. archidiaconus ruticen. II. Porlior eque palacii et botellarie I.

Dom. gentilisde collo alto II.


Dom. thomaso de rivo frigido II. CAJVCELLARIA XVI.
Dom. primicerius de veneciis II.
Dom. thomacius de rieta II. Bullatores VI.
Dom. petrus de supino II. Corrector li.

Magister paulus dievaiute. Auditor contradiclarum li.

Explicantur viande que dantur de Mercatores fiorentini II.


panataria dom. pape que sunt in
universo CCXLII. ELEMOSYNA XIII.

Hic incipit affisziaviandarum vini


botellarie domini PP. Presbit. martinus I.

Matheus clericus capelle I.

CUBICULARES. Paulectus clericus camere I.


Magister Johannes medicus li.
Fr. hugucìo II. Audictor camere li.

Fr. jacobus II. Sancii spirilus 1.

Hostiarii sancla sanctorum II.


HOSTIARII MAJORES.

Fr. armannus II. DOMICELLI.


Fr. bonaventura II.
Fr. Hugo de spala II. Napuleo malabranca li.

Dom. egidius de arlona lì. Johannes comitis II.


Poni, petrus johannis ruttici II. Bertolducius Ib
46 FAM FAM
Ayno de betona II. Gregorlus dialte I.

Bi-anca de betona II. Satnsonetus ohiit I.

Tucius de monte clavelli II. Bergaminus I.

Lucns de assisìo li. Rullinus archicoqus I.

Slephanus de notona IL Marsolus 1.


Guillelmus de babuco II. Brunachol I.
Nycolucius de davano II. Jacobellus ungarus I.

Petrucius dom. oclaviani II. Magister ancelinus ferrator II.

Martellucius de \essosis II. Brexanus portitor aque li.

Petrucius de gubio II. Mag. raynaldus sartor l.

Jobannes speciarius II. Peysonerii I.

Raynaldus de alviano II. Massellarii I.

Napuleo dom. raynaldi II. Jacobus barberii I.


Brunamon lì. Magister pax aurifaber I.

Petronus porterii I.
SERVIENTES ALBI. Johannes de poys I.
Steplianus de anforsa I.
Compater I. Nycolaus dom. egidii I.
Jacobus de castro novo I. Tebaldicius francici I.
Albertinus ursi ohiit I. Petrus de milo I.

Johannes de beruli I. Maynard US I.

Barlholomeus de sancto jem. I. Egidius angelerii I.

Andrea de tode I. Martellucius de monte I.

Angelus johannis de andrea I. Slephanus petre roberti I.


Petrus vinderanerii I. Angelus ventre I.
Egidius normanni I. Barlholomeus jacobi romani I.
Jacobus dom. thomacii I. Johannes mallocii.
Petrus bartholomei tebaldesco.
COQUINA PARVA ET MAGNA. Petrus Johannes grassi.
Palmerius petri johannis silvestri I.

Magisler henricus I.
Magister Johannes de lige I. MARESCALLA ALBA.
Magister cohnus I.
Jacobellus I. Johannes borgonis I.

Berardellus I. Guillelmus I.
Bollandus I. Petrucius I.

Scortiquinus I. Babus I.

Jaquetus I. Bertucius I.

Scannus posterius I. Ayre de marestalla nigra I.


Palmerius hostiarìus quoquine Autus qui servii de sporta I.

SERVIENTES NIGRI. CAPELLANI.

Benedictus provincialis. Dom. nycolaus de terracena lì.


Raynaldus de urbe veteri L Dom. pandulphus li.
Pandulphus de aquino I. Dom. nycolaus de thesauro II.
O'eysemben I. Dom. ricardus ihesaurarius li.
FAM FA M 47
Magister campanus li. CAPELLANf.
Don», marcellinus II.

Dom. prior fulginei II. Mag. richardus de ihesauro I.

Dom. prepositus florentinus II. Mag. nycolaus de thesauro I.

Dom. plebanus de castilione II. Dom. thomacius biszacia I.


Dom. ubertus albus II. Dom. nycolaus de Camilla I.
Dom. leonardiis guessi II. Dom. nycolaus de spolito cantor I.

Dom. leonardus de babuco II. Primicerius de veneciis I.

Dom. petrus sarraceni II. Dom. pandulphus de seburis I.


Dom. nycolaus de Camilla li. Dom. prepositus florentinus I.
Dom. ihomacius bizacha II. Dom. ubertus albus I.
Dom. nycolaus de spolito II. Dom. plebanus de castilione I.
Dom. petrus fasestan II. Magister nycolaus de terracina I.

Dom. odo arcionis 11. Dom. leonardus guessi I.


Dom. archidiaconus de rodes II. Dom. marcellinus I.
Mag. paulus dieutaiute li. Dom. prior de fulgineo I.
Dom. gentilis de collo alto II. Dom. leonardus de babuco I.
Dom. thomacius de rivo frigido II. Dom. archidiaconus de rodes I.

Dom. thomacius de lieta lì. Magister campanus I.

Dom. primicerius de venesiis II. Dom. petrus de fasestan I.

Dom. petrus de supino II. Dom. paulus dieutaiut I.

Fr. Raynaldus III. Magister petrus sarracenus I.

Explicit affiszia viandarum botel- Dom. gentile de collo alto I.


larie domini pape vini quae sunt Dom. odo arcionis I.
in universo CCLXX. Dom. thomacius de rieta I.
Hic incipit affiszia contìnens no- Dom. thomacius de rivo frigido I.

mina omnium illorum qui re- Magister petrus de supinis I.

cipiunt prebendas a marestalla


domini PP. Nicolai III. HOSTIARII MAJORES.
Dominus camerarius.
Dom. prepositus massilie II. Fr. armannus I.

Magister petrus de natuaco. I. Fr. bonajunta I.

Magister jacobus de parma I. Fr. bugoli nus de spata I.

Magister paulus I. Doni, egidius de arsone I.

Vicecancellarius IH. Dom. petrus johannis rustici I.

Cancellaria 1111.

Fr. jacobus cubicularis III. DOMICELLl.


Fr. hugucio cubicularis III.

Auditor camere I. Lucas de assisi© I.


Corector I. Bertoldus dom. petri I.

Auditor contradictarum I. Johannes comitis I.


Bulla tores I. Napuleo malabranca I.
Elemosynarii II. Stephanus de notona I.
Marescalcus juslicie XII. Guillelmus de babuco I.
Marescalcus marestalle III. jNycolaus de davano I.
Supraquocus I. Brunamon de davano I.
Panaterius I. Petrucius de gubio I.

Bolelleiii 11.
48 FAM FAM
Tucius dom. clavelli I. DE MARESTAILA.
Petrus oclaviani I.
Branca de betona I. Bartholomeus de monte I.
Naldus dom. hugolini I. Angelus ventre I.
Martel lucci US I. Bartholomeus jacobi romani I.

R'apulio dom. raynaldi I. Petrus Johannes grassis.


Johannes speciarius I. Petrus bartholomei tebalducii I.

Mercatores lambertini I. Guidarellus de gubio I.


Magister Johannes medicus I. Palmerius johannis silvestri I.
Sanctus spiiitus I. Bencdictus provincialis I.

Stimma omnium prehendarum est


SERVIENTES ALBI. a xxxiL
Equi marestalle albe sunt XX.
Com pater I. Item sunt in eadem marcstalla muli
Jacobus de castronovo I. et mule IX.
Johannes marescalcus I. Item equi et muli de marestalla
Albertinus ursi I. nygra sunt XXX.
Bartholomeus I. Item sunt de bestiis marestalle ny-
Andreas de tode I. gre apud fratrem Gerardiuu et
Petrus vinderanerii I. socios de ordine minoruni qui
Egidius normanni I. vadunt ultra mare cantra tar-
Angelus johanni andree I. taris XI videlicet IIII roncini
et FU
muli et mule.
Sunima equorum mulorum afque
SERVIENTES NIGRI. mularum istorum atque ìstarum
predìclorum seu predictarum est
Creysemben I. LXX,
Bargaminus de bergamo I.
Ancelmus de milano I. Fin qui il documento valicano,
Bononia de castro arcato I. riportato nelle citate Memorie di
Gregorius de dialta I. Galletti, dalla pag. 171 inclusive al-
Raynaldetus I. la pag. i83.
Samsonetus I. In questo ruolo abbiamo vedu-
Magister pax I. to pel primo notato il camerlengo,
Roffinus archi cocus I. il perchè va qui avvertito, che do-
Pandolphus de aquino I. po aver la Chiesa acquistato la
Marsolus de afiszio I. pace al modo che di sopia notam-
Brunasolus I. mo, occupati i Pontefici nelle gra-
Jacobellus ungarus I. vissime cure della Chiesa, destina-
Stephanus de anforsa I. rono un Vice-Domino o primario
Nycolaus dom. egidii I. uffiziale per sopraintendere e pre-
Tebaiducius francici I. siedere al palazzo pontificio ed alla
Johannes mayllocii I. famiglia palatina ; ed all' articolo
Petrus de milo I. Camerlengo di santa romana Cìàe-
Maynardus I. sa (Vedi), dicemmo a qual grado
Egidius angelerii I. di preeminenza giunse tal minisi.ro,
FAM FAM 49
e che Tultrmo fiorì alla metà del la Chiesa ne potesse alcuno abu-
secolo XI. Quindi nel medesimo sare, ad evitar lo scisma lo fece
articolo si dice come subentrò a custodire nel castello di Fumone
presiedere alla famiglia pontifìcia, presso Alatri, ove il santo religio-

c ad assumere la cura di provve- so languì per dieci mesi finché


dere l' occorrente alla sagra per- morì, servito da due suoi monaci
sona del Papa, venendo sostituito che si cambiavano ogni due mesi,
anche al Festarario della Chiesa Mentre poi Bonifacio Vili gover-
romana (Vedi)y uno degli antichi nava la Chiesa con petto sacerdo-
primari offiziali della corte papale, tale, ed abitava nella sua patria
ivi è pur detto della vita comune Anagni fu sorpreso nel 1 3o3 dai
,

e quasi monastica de' chierici ad- suoi nemici Negare*, e Sciarra Ca-
detti al servigio del Papa , ed al- lonna, i quali erano riusciti a cor-
tre cose relative ai famigliari del rompere col denaro alcuni suoi do-
Papa , e al Cardinal camerlengo mestici , laonde impossessatisi del
sopraintendente al regolamento del palazzo con gente armata, trovaro-
palazzo apostolico, cioè nel volume no il Papa vestito pontifìcalmen-
VII del Dizionario^ a pag. 57 e te, ma abbandonato dalla sua fa-
seg. Aggiungeremo ancora che il miglia e dai Cardinali, fuorché da
quarto di essi era il Sacellarìo tre, fra'quali Boccasini che gli suc-
(Vedi), che molti credettero il teso- cesse col nome di Benedetto XI,
riere di oggidì, ma
secondo quan- alla cui morte gli successe Cle-
to si disse di sopra era un paga- mente V. Questi nell'anno i3o5
tore immediato delle milizie, de' trasporlo la residenza pontifica-
salarìatì, della famiglia pontifìcia e le Avignone, chiamando per-
in
delle limosine. ciò in Francia i Cardinali, la cu-
Nel declinar del secolo XI II, nel- ria romana, e gli ufìiziali del pa-
l'anno 1294, s. Pietro da Morrone, lazzoapostolico. Indi Giovanni XXII j
fondatore de* monaci celestini, fu che occupò il suo luogo neli3i6,
sublimato al pontificato. Inesperto vieppiù ivi la stabih, assegnando
questo nelle leggi del buon gover- le necessarie abitazioni pei Cardi-
no della Chiesa, non voleva accet- nali, pegli uffiziali della curia ro-
tar la dignità, e ripugnante prese mana, e per gl'individui della fa-
il nome di Celestino V. Quindi miglia pontificia. Il novero lungo
si regolò co'consigli del Cardinal ed esatto di quelli che ebbero a-
Malabranca Orsini, di Carlo lì re bitazione in Avignone lo abbiamo
di Napoli, e de' suoi monaci. Di- dal p. Fantoni Castrucci nell' Isto-
stribuì molte cariche a'suoi paesa- ria d' Avignone a pag. i63 e seg.,
ni dell'Abruzzo, ed elesse un laico documento assai importante. Fra i

per suo segretario, come abbiamo Cardinali che Giovanni XXII creò,
dal citato Ferlone, a pag. 194. Ma nomineremo Pietro di Tessier suo
essendo morto il Cardinal Mala- cappellano. Insorse in Roma con-
branca , Celestino rinunziò so- V tra di lui, e per opera dell'impe-
lennemente il pontificato, sueceden- ratore Lodovico il bavaro, Pietro
dogli Bonifacio \I1I Questi te- . da Corbara, apostata francescano,
mendo della semplicità del prede- che prese il nome di Nicolò V.
cessore, della quale con danno del- Questo antipapa fu dal principe
VOI. xxui. 4
5o FAM FAM
barai*© provveduto di maestoso cor- co e splendido in tutte le sue a-
teggio, ch'egli non rifiutò, sebbene zioni , ancora nel numero
lo fu
prima, come seguace dell'eresia dei de' famigliari. La sua corte e le
riprendeva gli onori e le
fraticelli, sue scuderie sembravano quelle dei
ricchezze de'sommi Pontefici, come re; ed il suo palazzo apostolico fu
contrarie alla povertà di Gesù Cri- sempre ripieno di gentiluomini e
sto. Questa falsa dottrina dell'in- che in copioso numero
di uffiziali,
truso non ebbe luogo nella tavo- erano al suo soldo; persuaso che
la magnifica^ non nella splendida questo decoro era dovuto alia gran-
corte da cui facevasi servire, aven- dezza del posto eh' egli occupava.
do subito creato sette Cardinali, Eppure con tanti famigliari e cor-
e formata la sua famiglia di gen- leggio, avea presso di se un solo
tiluomini ,
paggi , palafrenieri, ed cameriere quando lo colse la mor-
acquistato numerosi cavalli, il tut- te nel i352. Tra i famigliari che
to a spese di Lodovico. Mancando promosse, rammentiamo Gugliehrio
però a questi i mezzi, fu costret- di Agrifoglio suo cameriere d'ono-
to l'antipapa, per conservar la sua re, «la lui fatto Cardinale. Dive-
corte, a sagriJegamente vendere i nuto Pontefice Innocenzo VI, ri-
vasi sagri, i privilegi, le dignità, e formò l'eccessivo lusso della corte
i benefìzi , laonde fu cacciato da del suo predecessore, e ridusse il
Roma dagli abitanti; e portatosi numero de' domestici ai soli neces-
a'piedi di Giovanni XXI 1 ottenne sari. Il Platina dice nella di lui

perdono, ma fu ritenuto nel palaz- vita, che subito Innocenzo VI co-


zo d'Avignone sotto cortese guar- mandò che tutti prelati e quel-
i

dia. Qui noteremo che in occa- li che godevano benefizi residenzia-


sione della residenza de' Pontefici li dovessero portarsi alle loro chie-
in Avignone sembra che il Cardi- se; che diminuì la spesa famiglia-
nal can\erlengo fosse dispensato re, ch'era grande, riducendo ad
dall' obbligo di risiedere continua- un certo numero la famiglia dì
mente nel palazzo pontificio , e di corte, ne volle in sua casa che
presiedere al domestico quotidiano persone eccellenti ; altrettanto or-
governo della famiglia pontifìcia ; dinò che facessero i Cardinali, di-
giacché dopo il i3o5 incominciò cendo che la sua vita e quella de-
in essa a figurare un uffizLale lai- gli altri prelati doveva servire dì
co chiamato il Maestro del sagro modello ed altrui esempio,ad i-

ospizio (Vedi), che in questa par- mitazione del Salvatore, la cui vi-
te supph al Cardinal camerlengo, ta fu tutta per istruzione del ge-
e da lui però dipendente regolava nere umano. Istituì ancora i sa-
la domestica azienda del palazzo, larii agli uditori di rota, chiama-
e gli uffiziali minori del medesimo, ti allora del sagro palazzo, acciò
come meglio dicesi al citato volu- per bisogno non si lasciassero dal-
me VII, p. 59 del Dizionario. le parti subornare, e corrompere
Dopo la morte di Giovanni coi donativi, micidial peste delle
XXII, nel r anno i334 gli succes- corti, e della riprovevole venalità
se il b. Benedetto XII; dopo il qua- di chi abusa di sua condizione. Fi-
le, nel 1342 , venne eletto Cle- nalménte nel 1377, Gregorio XI,
mente VI, che essendo magnifi- il settimo Papa che aveva risie-
,

FAM FAM St
duto in Avignone, restituì n Roma li dell' antipapa Benedetto XIII si

la dimoia pontifìcia, portandovisi radunarono nel 14^9 ^^ concilio


colla ciiFia , corte e famiglia. Alla a Pisa, ove depostili ambedue, in
sua morie ivi nel iSyB gli fu da- vece esaltarono al pontificalo Ales-
to a successore Urbano VI. Questi sandro V. Questi venne criticato
vedendo la rilassatezza cui viveva- come quello che non si governava
no la maggior parte de'Cardinali, che pei o piuttosto pegli
consigli,
più volte li ammonì che non riceves- ordini del famoso Cardinale Cossa,
sero regali, che moderassero la pom- che poi lo successe col nome di
pa ne'cavalli, ne' servi, ed in altre Giovanni XXII I. Scrivono gli sto-
grandezze, invitandoli ad impiega- rici di Alessandro V, che la sua
re il superfluo delle loro rendite passione di far grazie, e concedere
in soccorso de'poveri, e nel restau- cariche della corte forse ai meno
ro ed abbellimento delle loro chie- degni, oscurarono le sue lodi. Ne-
se, comesi legge nel medesimo Pla- gli Jcla selecta caerimonialìa san-
tina. E siccome rinnovò tali mi- ctae romanae Ecclesìae ex variis
nacce, e di procedere^ la maggior mss. codicibus et diarììs saeculi
parte de'Cardinali» amando il sog- XF, XVI, XVII, raccolti ed illu-
giorno d'Avignone, gli elessero con- strati dal abbate regolare
celebre
tro r antipapa Clemente VII, che lateranense Gallico, sono riportale
portatosi colà ebbe a successori gli copiose notizie risguardanti la fa-
antipapi Benedetto XIII \ e Cle- miglia pontificia, massime a pag.
mente Vili, che sostennero il piii 263 e seg. Ivi dice che il codice
lungo e più lagrimevole degli sci- vaticano, dal quale tolse la descri-
smi. Così contemporaneamente Avi- zione dell'ordine precedente,ci dà

gnone e Roma ebbero due sagri un bel monumento, che può chia-
collegi di Cardinali , due curie e marsi il memoriale, ossia un libro
due famiglie pontifìcie, gli uni se- di memorie sicure riguardanti i ,

guaci del legittimo Pontefice ro- famigliari e gli officiali che ser-
mano, gli altri scismatici. vono il romano Pontefice. Tal co-
Ad Urbano YI nel iSSg suc- dice fu scritto da un certo Stra-
cesse Bonifacio IX ,sebbeneche bense, subito dopo l'elezione di A-
fornito di belle doti, essendo nuo- lessandro V, nel 1409J i^a dimo-
vo sullo stile degli affari della cu- stra ch'egli da lungo tempo avea
ria romana, venne tacciato di se- che fare colla corte pontificia. Dap-
gnare le suppliche stando al solo poiché , come dice nel principio
rapporto de'suoi ufllziali e domestici. dell' opuscolo , era slato in grado
Nel i4o4 ^" creato Innocenzo VII, di dare tutti quegli avvisi o noti-
che a cagione delle fazioni che al- zie che vi si trovano. In questo o-
loia erano in Roma, si rifugiò in puscolo distintamente ed accurata-
Viterbo, e per il caldo morirono mente si espongono gl'incarichi di
per istrada molti famigliari, ed al- ciascuno degli ufficiali pontificii pa-
tri di sua comitiva. Dopo di lui, latini ; vi s' indica il loro numero
nel i4o6, venne eletto Gregorio e vi si spiegano le qualità ch'essi
XIT, mentre lo scisma ognor più cercavano nella loro scelta. Non
affliggeva la Chiesa ; il perchè i poterono poi queste istesse regole
Cardinali di sua ubbidienza, e quel- ritenersi sempre per gli officiali
Si FAM
del Papa, e pei* la varietà de'tem-
pi, e per i bisogni de'Pontefici che
richiedevano maggiori o minori pre-
o bisogni di servitù. Vi
stazioni,
furono anche in progresso di tem-
po delle variazioni nel numero,
neir ordine, e negli incarichi dei
diversi della corte pontificia. Tut-
tavolta ivi si trovano moltissime
consuetudini che sono ancora in
,

vigore ovvero alquanto modifica-


,

te, e di gran somiglianza alle an-

tiche. Siccome la descrizione di si


fatti uffizi del documento in di-
scorso, tradotta dal latino nell'ita-
no idioma, per lo meno di quel-
li di maggior interesse, li ripor-
tiamo a'rispettivi come per
articoli,
non dire di altri, facemmo del pa-
ragrafo de'cubiculari, che può leg-
gersi nel volume XIX, pag. i, i

12 e i3 del Dizionano^ così qui


ci limiteremo a riportare soltanto

la nota degli uffizi che il p. Gat-


tico riprodusse nella sua opera.

Index opuscoli d^ offìcialìbus Pa-


lata Pontifìcii^ ex codice Vati-
canae Bibliothecae ^j 36f fol. 70.

I.
FAM FAM 53
tino V 8Ì avviò per Roma coi Car- che Eugenio IV promosse, vi furo-

dinali e colla corte. Pacificala Ro- no Lodovico Scarampi Mezzarota


ma e r Italia dopo che Pontefi- i suo cameriere, che esaltò al cardi-
ci stabilmente continuarono a ri- nalato ; come fece di Tommaso Pa-
siedere in Roma, e che la famiglia rentuccelli già famighare del b. Car-
pontificia venne meglio ordina- dinal Albergati , che servì come
ta, non sembrò conveniente che maestro di casa, e in altre man-
un laico, cioè il maestro del sa- zioni, cioè disegretario ed altro, e
gro ospizio, presiedesse al palazzo meritò di succedere ad Eugenio IV
apostolico, quindi fu istituito altro col nome di Nicolò V. Calisto IH
chiamato Pre-
uf!iziale ecclesiastico, nel 1455 dichiarò che il tesoriere,
fetto del sagro palazzo apostolico, e i chierici della camera apostoli-
e volgarmente Maestro di casa, ca, fomigliari del sommo Pontefice,
che dipoi Urbano Vili con nome erano cappellani di questo e della
più decoroso chiamò Maggiordomo santa Sede.
pontificio. Nei primordi del secolo Pio II era stato segretario del
XV dunque terminò anche nel Car- Cardinal Capranica , dell' antipapa
dinal camerlengo l'ingerenza del Felice V, dei vescovi di Frisjgna
palazzo apostolico e della famiglia e Novara, del Cardinal Albergati,
devoluta al pre-
pontificia, in tutto dell'imperatore Federico HI, di cui
lato maestro di casa. Eugenio IV fu pure consigliere ed ambasciato-
nel i43i successe a Martino V, re; indi fu segretario di Eugenio
narrandoci il Platina che fu gene- IV e di Nicolò V, e di questi an-
roso con tutti massime co' lette-
, che suddiacono apostolico, succe-
rati, della cui conversazione assai dendo nel i458 a Calisto IH che
dilettavasi. Fece suoi segretari Leo- l'avea creato Cardinale. 11 eh. mon-
nardo Aretino, Carlo Poggio^ Au- signor Gaetano Marini, nell'erudita
rispa Trapezontio, e il Biondo, tut- sua opera degli Archiatri pontificii,
te persone dottissime. Nel vivere al tom. Il, pag. 17 fa menzione
della famiglia fu splendido, parco del celebre ruolo di Nicolò IH che
per la sua persona, ed alieno dal abbiamo riportato di sopra, notan-
bere vino. Ebbe pochi famigliari, do che s' incontra in esso per quat-
ma tutte persone dotte, della cui tro volte Magister Joannes medi-
opera servi vasi ne' gravi negozi del- ciiSj come quegli cui erano dovute
la maggior importanza e come te- le prebende dalla cucina, dalla pa-
stimoni della sua modestia. Mentre natteria, dalla bottiglieria, e dalla
cenava chiamava i suoi famigliari, marescalcia. Quindi parlando di
particolarmente due benedettini del- certo Antonio che fu medico della
la badia di Firenze, due canonici famiglia Pio II, e dei medici
di
regolari della sua congregazione di Sozino, Giovanni Semi-
Benzi, e
s. Giorgio in Alga, ed un prete ni, che servirono la persona di tal
secolare, e dimandava loro cosa si Papa, tutti e tre registrati nel ruolo
facesse in Roma, e cosa si dicesse che andiamo qui a riprodurre, os-
del suo papato, onde emendare serva che fu singolare munificenza
qualche error suo, o de' suoi mi- negli ultimi due archiatri , che il
nistri o famigliari, dove la giusti- palazzo apostolico spesava a chi
zia lo richiedesse. Tra i famigliari cinque, a chi quattro famigliari o
, ,

^4 FAM FAM
servitori,quanti non se ne alimen- Magistcr Sozinus medicus quinque
tavano per gli arcivescovi e vesco- familiares.
vi, e pei nipoti stessi del Papa che D. Vicarius s. Petri duo familia-
vi sono ricordati. Finalmente il res: Francesco de Tornei.
Marini, a p. i52 e seg., ci dà il D. Thomas cubicularius tres fami-
seguente ruolo di Pio II Piccolo- liares : Tommaso Urbani came-
mini di Siena, mentre di quaran- riere segreto. Era sanese, e fu
t'olto degli individui ivi segnati da Pio II sua fa-
ascritto alla
egli porge squisite notizie biogra- miglia Piccolomini, come più al--
fiche in altrettante note. Il Marini tri camerieri.
in esse descrive le promozioni d'o- D. Joh. decanus Basileae cubicu-
gnuno eh* ebbero da Pio II, e dai larius tres familiares: Giovanni
successori ; e noi in carattere cor- TVernerio de Flasanden.
sivo dalle quarant'otto note rileva- D. Franciscus de Tergesto cubicu-
te, diremo del nome e cognome larius tres familiares: era came-
d'ognuno, e di qualche circostan- riere segreto y entro in conclave
za intrinseca. per morte di Pio II in qualità
Ecco il ruolo di Pio II, e sche- di conclavista, per cui e nomi-
dis ci. mem. viri Francisci Mariae nato nella bolla di Paolo II in
Piccoloraini, archiepiscopi Pyrgen- favore def conclavisti.
sis, episcopi quondam Pientini, pro- D. Leonardus cubicularius tres fa-
babilmente fatto dopo il marzo miliares: Lionardo Mulez di Ba-
i46o. viera cameriere segreto, procura-
tore dell'udienza delle lettere con-
MINISTERIA, ET OFFICIA. DOMUS PONTI- traddette, e scrittore apostolico.
FICAIIS Pn II. ANN. l46o. D. Nicolaus de Piccolomineis duo
familiares cameriere segreto
:

Archiepiscopus Beneventanus tres scrittore apostolico, ec. In que-


familiares: Giacomo della Rat- sto luogo il Marini parlando de-
ta; fu processato. gli accoliti e suddiaconi aposto-
Jipiscopus Ferrariensis tres familia- lici dice eh* erano veri famiglia-
Lorenzo Roverella.
res: ri e commensali del Papa.
Episcopus Anconitanus tres fami- D. Confessor duo familiares.
liares: Agapito Rustici. D. Gybertus unus familiaris: Gi-
Episcopus Civitatis Castelli tres fa- berto Tolomei accolito e sud-
miliares: Ridolfo Tifernate di diacono apostolico,
Città di Castello. P. Angelus Reatinus, Henricus fa-
D. Gorus secretarius quatuor fami- miliaris scrittore apostolico di
:

liares Gregorio Lo Ili Piccolo-


: Calisto III , cameriere segreto
mini cugino del Papa, detto co- di Pio II, e fu uno di que tanti
munemente Goro alla maniera intimi famigliari spediti da Pon-
toscana. tefici a sovrani per affari di
Decanus Vormaciensis duo fami- sommo interessej e come altri,
liares Ridolfo de Rudeshein te-
: ebbe a godere varie promozioni.
desco. D. Nicolaus magister Capellae, Tho-
D. Ciprianus cum socio duo fami- mas familiaris : Nicolò Erman-
liares : padovano. ni cognominato anche Fabri, teo-
FAM FAM 55
logOf maestro della cappella pon- Saraceni delle vettovaglie pala-
. tijìcia, penitenziere di s. Pietro. tine; poi ebbe la cura delle do-
D. Mathias Flogel unus familiarìs : gane di Ripa, e di Ripetta.
scrittore apostolico e della peni- D. Hìeronymus de Austria unus
tenzieria spedito a Federico III familiarìs.
imperatore. D. Johannes Slephanus unus fa-
D. Jacobus, D. Andreas, D. N. ne- miharis : era scudiere.
poles sex familiares: fratelli di D. Dìonysìus unus familiarìs.
donAntonio d' Aragona duca D. Cionus unus familiarìs chia- :

d'Amalfi, tutti nipoti di Pio II. mavasi dono Torgnie de Sii-


D. Alexander magister Domus ties ciano^ senese, ottenne uno scrii-
familiares Alessandro Mirabelli
: tarato apostolico.
Piccolomini maestro di casa , D. Andreas magister Aulae, Johan-
ch'allora era come il maggior- nes familiarìs; altro magister
domo, arcivescovo di Amalfi ai Aulae palata sotto Giovanni
i6 agosto. XXIIl fu Bindaccio RicasoU
D. Ambrosius Depositarius tres fa- domicello fiorentino.
miliares: Ambrogio degli Spa- D. Jacobus Barbarigo, unus fami-
nocchi depositario della Camera iiarìs di frequente è nominato
:

di Calisto Illy e di Pio II. ne* libri delle spese di palazzo,


D. Lollius duo familiares: Lollio ne' quali ha sempre il titolo di
de Lolli consobrino di Pio II, famigliare , ed interprete del
già doganiere delle due ripe, ca- Papa.
valiere gerosolimitano. D. Aliprandus unus familiarìs.
D. Johannes Saracenus unus fami- D. Petrus Expendi tor, Terrìbilìs fa-
liaris: cavaliere gerosolimitano; miliarìs.
provvedeva de* necessari viveri il Franciscus de Bonconvenlo unus
palazzo apostolico. familiarìs : scrittore pontificio.
D. Franciscus Ptoiomeus, Henricus D. Antonio de Noxeto unus fami-
familiarìs canonico di Siena che
: liarìs era da Luni, fratello di
:

nel cardinalato di Pio II erasi Giacomo cui Nicolò avea V


offerto per uditore. affidato nel i447 ^^ castellanìa
Raphael Caym unus familiarìs: di Castel s. Angelo, colle paghe

tD. Raffaele Caimi nobile milanese,


saldano della curia della ca-
di 60 soldati. Antonio fu gran-
demente favorito da Pio IIj lo
fu
mera. inviò per sue bisogna a Gual-
D. Antonius Saracenus, Laurenlius do di Nocera, a portare lo stoc-
familiarìs : scudiere pontificio che co al duca di Borgogna, indi al
a IO settembre ij^5S gli fu im- re di Francia per la pramma-
posto di portare il cappello car- tica sanzione, e pei contadi Va-
dinalizio al vescovo di Costanza lentiniense e Diense da lui oc-
Olivieri; indi fu castellano del- cupati per la santa Sede. Di-
la rocca di Terracina. venne scrittore apostolicoj visse

D. Gaspar unus Gaspare


: forse pure nella corte di Paolo li,
Piccolomini, o Gaspare Nanni da cui fu fatto nel 1 466 teso-
sanese altro parente di Pio II, riere della provincia del patri-
scudiere e provveditore come il monio.
56 FAM FAM
D. Fi*anciscus Massanus unus fa- sìlica di s. Pietro pagati nel
miliaris: era figlio d'una sorel- 1458 cinque fiorini per la fati-
la di Pio li. ca fatta nel suonare le campa-
Magis. Anton. Blockel unus famì- ne per la morte ed esequie di
liaris prò persona sua canoni- : Calisto III
co di Tournay sua diocesi, eb- Nicolaus Aromatarius unus familia-
be la procura delle udienze del- ris.

le lettere contraddette j indi lo Magister Johannes Barbitonsor unus


scrittorato della penitenziaria ^ e familiaris era sancse.
:

poi Vaccolitato pontificio. Salvatus serviens armorum ser- :

Duo familiares in coquina secreta. vente d'armi, ossia mazziere.


Franciscus Sozinus: stava nella cor- Jaquetus de Papagallo unus fami-
te del Pontefice suo paesano in liaris; un Giacchetto Finaris fa-
qualità di scudiere^ venendo da migliare di Pio II, ebbe sei fio-
Pio II impiegato nella dogana rini per la cassa o arca nella
del sale a minuto. quale fu seppellito il predeces-
Johannes (Plattner) credentiarius sore Calisto III.
secretus, unus familiaris. Jacobus de Fabriano super horo-
Petrus Leopard credentiarius secre- logium.
tus, unus familiaris. Angelus de Ascininio.
Duo Cubiculari extra muros. Magister Paulus Marmorarius unus
Johannes Ciferator antico e Vuso : familiaris.
delle cifre nella corte romana, Mathias, Johannes de Britannia duo
risalendo al secolo XIF. hostiarii.
Augustinus Patricius unus famiHa- Christianus
, Antonius credentiarii
ris : questo uomo celebralissimo comunes, Balduinus familiaris :

nel 1460 incominciò a servire di Antonio credenziere del ti-


Pio II da amanuensej indi fu nello si lia pure memoria nel
cappellano segreto, abbreviatore, 1462.
vescovo di Pienza per Sisto IV. Johannes Germanus, Oliverius Prin-
Agostino Patrizi Pìccolomini, e- cipis Coadjutores.
sercitò per venti anni l'uffizio di Salvatus, Antonius de Sartiano, Ma-
Maestro delle cerimonie pontifi- rius Januensis scriptores.
cie (Vedi), al quale articolo, co- Nicolaus presbyter miniator: al me-
me dicemmo altrove, noteremo desimo anno e nominato un Cle-
che sono famigliari e commen- mente da Urbino miniatore,
sali del Papa i maestri delle ce-
rimonie , servendo il novello Pa- DE SECUNDO TINELLO.
pa da maestro di camera, e da
camerieri segreti qualora non gli Petrus gubernator Campi sancti del :

avesse nominati. campo santo ove dispensavasi ai


Tengintinus de Biittannia semel in poveri il pane, ne parlammo al-
die. l'articolo Elemosiniere del Papa
I)omiuicus, Petrus campanarii Ca- {Vedi).
- pellae : Domenico era pre-
questo Magister Antonius medicus fami-
. te, e furono ad esso ed a" com- liae.

pagni suoi campanari della ba- Valastus et Nicolaus Eleemosynarii.


, ,

FAM FAM ^'j

Joliaiines de Burgundia portator Chiappinus substitutus Magislri Sta-


canium in Campo sancto. bulae.
Johannes Jacobus, Pasquinus^ Jo- Georgius, Arnoldus, Gutterus, Jo-
hannes Petrus, Venceslaiis, Hen- hannes Guilielmus, Conradus
,

ricus, Johannes de Costantia cii- Herbordus, Johannes Olivarum


stodes portae ferrae. stabulari i.
Cursores duo. Alanus custos portae Tinelli.
Bartholomeus, Ma-
Fratei- Jacobus, Meus de Monte Piscali.
gnus Dominus custodes primae Protonotarius.
portae. Jacobus Turcus.
Johan. Cins, Reinerius, Johannes Stephanus, et Saccomannus Aquarii.
de Bohemi a scriptores. Magister Albertus murator.
Jacquetus, Andreas^ Henricus, Tho- Magister Johannis marmorarius.
mas, Johannes sartor de Fora- Petrus Nicolai, Martiniis, quatuor
rla, Cloe Florerìa. bubulci, Lusius, Johannes Par-
Guilielmus Magnus Johannes de
, vus, Cornelius Lucas, Bonifortes
Cimiterio, Paulus, Andreas de carrectarii.
Matellica , Andreas de Senis Johannes Theobaldi, Rpbinus, Theo-
Cristophorus , Justus ,
parafre- doricus Magistri coquinae com-
narii. munis // cuoco di Pio II nel
:

Johannes hispanus parafrenarius cor- 1458 era Antonio di Bruges.


poris Christi, V. Eucaristia che Petrus, Alanus, Johannes, Johannes
PRECEDE ne' VIAGGI I PONTEFICI. Manthodi familiaris coquinae.
Sigismundus, Petrus custodes pa- Mathias supra Tinellum niinorem,
nis. et furnum.
Schegia, Didacus, Andreas Johan- Muliones i5, Fumarii 5.
nes, Jacobus canaparii comunes.
Daniel , Jacobus Niger scopatores Il Pontefice Pio II mori in An-

secreti. cona nel 1464» Dopo la sua mor-


Johannes, Petrus, Andreas scopa- te fu mossa una persecuzione ai
tores conimunes. suoi famigliari, fra' quali furonvi
Paris supra bladam. molti suoi concittadini e parenti,
Gileltus supra paleam. e generalmente al nome sanese,
Gundisalvus supra stannium. per la quale grandemente si dolse
Fvater Antonius supra granum. il Cardinal Ammannati detto di
Nicolaus Abbas supra muliones et Pavia, nella sua lettera LVII a
carrectas. Fabiano di Montepulciano. Di ciò
Robertus, Vernherus Hortulani se- non se ne sarebbe maravigliato lo
creti. stesso Pio II, se egli avesse potuto
Bachalarius Gallenarius. ancor vivente esserne slato spelta-
Ludovicus, et Didacus Dispensa- tore, persuaso che così deve esse-
tores. re, siccome egli avea veduto succe-
Petrus Cabassius. dere dopo la morte di Bonifacio
Petro olim Aquari us. IX nel i4o4> di Martino V nel
Marianus Magister Hgnorum. )43i, sebbene meritossi il titolo
Cardinalis, Mathias custos Vioeae. di felicità de' suoi tempii e di Ni-
Johannes Hortulanus. colò V nel 1455, che per le mi-
58 FAM FAM
rahìli doti del suo aiiitno lasciò clavista e maestro di camera; Gior-
il suo nome in benedizione. Dei gio Kesler cappellano apostolico,
quali memorati esempi si valse Pio segretario e consigliere di Federi-
li per de No-
consolare Pietro co III, ed altri. Nel pontificato di
xelo (ignora il Marini quale atti- Sisto IV ebbe origine la guardia
nenza avessero i Noxeti sum men- svizzera pontificia, che tuttora è
tovati con Pietro) il quale doveva alla custodia de'palazzi apostolici.
essere contento, cuni ex palalio P^. Svizzeri Guardia pontificia. La
salvus exìcrit, et coUegerit sarci- giiaidia poi della de' Cavalleggieri
nas suasj giacché, com'egli dice (l^cdi) , che nei primi del secolo
i88: Hoc heneficium^
nella lettera corrente furono succeduti nella o-
di uscir salvo dal palazzo, tanto norevole qualifica di guardia del
ma/US est, (filanto rarius accidit. corpo del Papa dalle Guardie
Etenini qitot memoranlur^ qui pò- nobili pontificie (Vedi) , forse la
tenles in, palatio post obituni Pon- ebbe nel pontificato d' Innocenzo
tificis in niaximas calamitates in- Vili, potendosi consultare il citato
ciderint ? Ita mos inolevit, odio articolo. Nella relazione del posses-
Jiabetur successor quis quis ante- so preso da Innocenzo Vili nel
cessoris acceptus fuit. Tanto ri- 1484 s' incominciano a leggere i
porta Novaes nella vita di Pio
il nomi degli uflizi palafini, in vece
il, e Marini a pag. 2o3, anzi
il di quelli antichi di cui si parlò
a pag. i47 ci dà le seguenti no- in più luoghi come a Cavalcate
tizie su Pietro de' nobili de No- (Vedi), ec. In fatti si dice che ai
xeto, detto altrimenti Noxetano, e famigliari de'Cardinafi, prelati, ed
degli Spinoli di Luculo. Egli fu altri di curia a cavallo incedevano
scrittore di Eugenio IV, abbrevia- pure a cavallo successivamente il

tore, e lettore delle contraddette, barbiere del Papa con valigia di


custode della cancelleria, segreta- scarlatto ove era la cappa, il man-
rio segreto di Nicolò V, nel cui to, o altra veste pontificia ; indi
governo fu di grandissima autorità il sartore del Papa con simile va-
ed ebbe mano ne' maggiori e più ligia, con ciò eh' era necessario al
importanti aftàri , e fu segretario Pontefice; poscia altri famigliari e
parimenti di Calisto III, e poi di scudieri del Papa; i nobili della
Paolo II. curia, i nipoti ed affini de' Cardi-
Riformatore degli abusi della nali, seguiti dai cursori. Dopo di-
curia romana fu Paolo II, che di- versi altri i cubiculari extra ca-
venne Papa nel 14^4) ed ancora merantf altri cubiculari di specie
purgò seveiissimamente la corte diverse, ed altri famigliari con tor-
pontificia d'ogni simonia, e da qua- cie accese per la ss. Eucaristia
lunque estorsione; e come quello che precedeva il Pontefice, custo-
che a misura de' meriti conferiva dita dal sagrista, dai chierici, e
le dignità, riformò pure lutti gli dai palafrenieri addetti alla me-
iiflìziali, ed ebbe la casa ripiena di desima. Ai cantori succedevano i

uomini onestissimi. Sisto IV elevò segretari, gli avvocati, gli accoliti,


diversi suoi famigliari al cardina- i chierici di camera, e gli udi-
lato, tra' quali ricorderemo: Pietro tori di rota, cui decano porta-
il

iliario fi-ancescauo suo nipote, con- tore della mitra pontificia aveva

1
FAM FAM 59
a' fianchidue cubiculari camelie- ogni anno, affinchè facessero Yoti
ri segreti, ed altri; progredendo per giugnere ad averne cento. Al
dopo il Papa il prelato maestro breve pontificato di Pio III sue-
di camera in mezzo a due altri cessero quelli gloriosi di Giulio II
camerieri segreti; il medico, col e di Leone X, molto amorevoli
caudatario, e il custode generale colla loro famiglia. Sotto Giulio
delle vesti; due aiutanti di came- II, e nel iSog, ebbe origine Var-
ra del Papa, e due scopatori se- ciconfraterniia del ss. Corpo di Cri-
greti colle valigie ed il solito ser- sto, posta in s. Giacomo in bor-
vizio, tutti essendo a cavallo. Ma go, che per la sua vicinanza al pa-
delle diverse specie de* famigliari lazzo apostolico annoverò tra i
pontificii , che intervennero nelle confrati parecchi famigliari de'Pon-
cavalcate dei possessi , luoghi che tefici, e vi fu un tempo che ve
presero, ed abito che assunsero, se li ascriveva quasi
tutti, ed ecco co-

ne parla a' relativi articoli, ed am- me ebbe origine l'assistenza che due
piamente il Cancellieri nella Storia bussolanti fanno nella basilica va-
de*solenni possessi dé'sommi Fon- ticana , alle uffiziature dell' ottava
tefici. della festa Corpus Domini^ al
del
Alessandro VI elevò ai maggiori modo che si volume VI,
disse al
onori molti famighari che lo ave- pag. 181 e 182 del Dizionario.
vano servito nel cardinalato e L' istoria del sodalizio composta
nel pontificato, massime i concitta- dal Torrigio contiene molte noti-

I dini spagnuoli di Valenza, e


renti. A nominarne alcuni de'pri-
i pa- zie di
frati
famigliari de'Pontefìci cop-
di esso, benefattori, o sepolti
mi, fece Cardinale Giovanni Vera nella chiesa,e fra quelli di Leo-
spagnuolo, aio del suo figlio Ce- ne X nomineremo messer Giulio
sare Borgia encomiato per non
, de Blanchis cameriere, Giambatti-
aver abusato del favore che gode- sta dell'Aquila altro suo cameriere,
va, per cui colla sua modestia, e vari cubiculari , balestrieri, mastro
costante vita esemplare potè evita- di stalla, datario ec. ; cosi ve ne
re le persecuzioni cui andarono sono di Clemente VII , come
mólti famigliari soggetti per cru- Gabriele de Pizzuccaris guarda-
deltà di Cesare Borgia , i cui so- roba, e Antonio da Varese suo
spetti deluse col tenersi sempre barbiere , anzi dicesi che tutti i
addietro dalle seduzioni di qutelli palafrenieri di Clemente VII ivi si
che vogliono profittare de'cortigia- fecero fratelli, e donarono al so-
ni per le loro mire ambiziose ed dalizio un baldacchino di raso
interessate Alessandio VI creò
. bianco.
pure Cardinali Jacopo Casanova Giulio lì annoverò al sagro col-
spagnuolo di Valenza suo camerie- legioAntonio Ferrari suo famiglia-
re; e Lodovico Podocatero di ]\i- re nel cardinalato,benché nato pò-
cosia suo medico e segretario. Si veramente ; Francesco Alidosi egual-
racconta dal Burcardo che Ales- mente già appartenuto alla su^
Sandro VI giunto all'età di settan- corte cardinalizia, e poi nel ponti-
taUno anni, donò nel suo compie- ficaio promosso a segretario; Fa-
flrt/zo5 a'famigliari trenta ducati,
con zio Santorio di oscura condizione,
la promessa di aggiungerne cinque già pedante di Giulio II quando
6o FAM FAM
giovinetto studiava alla università chi erano i famigliari de' Pontefici,
di Perugia, e perciò ammesso da colle seguenti parole. »* Ne am-
Cardinale nella sua corte; Gabriel- »> plius suburirentur lites apud
lo de Gabrielli, già di lui agente, » magislratus prò interpretatione
indi suo segretario; Pietro Accolti " privilegiorum, declarat Pontifex,
altro segretario, e Francesco Ar- » qui sunt intelligenti veri fami'
gentino. I Cardinali creati da Leo- *» liares Pontificis et continui com-
ne X in persone state sue fami- *» mensales ejusdem.
gliari, sono: Bernardo Divizi, già » Ergo referendarii, et alii of-
maestro e famiglio; Ercole Ran- »> ficiales ex palatio apostolico pa-
goni, primo cameriere segreto ; e *• nem liabentes, protonotarii, sub-
Agostino Trivulzi, stalo cameriere « diaconi, auditores rotae, acolyti,
segreto di Giulio II. Inoltre Leone » scuti feri, secretarii, litterarum
apo-
X accrebbe il novero dei cubicu- >» stolicarum scriplores, cubiculariis,
lari, e degli scudieri vacabilisti, ad- *• milites s. Petri, in palatio deser-
detti alla Cancelleria Apostolica * vientes, et custodiam facientes, li-
(Vedi). Gli successe Adriano VI ** cet in palatio non dormiant, nec in
nel i522, che per riformare la V tinello comedant, vero et indu-
curia romana e la famiglia pon- »* bitali Romani Pontificisprò tem-
tificia chiamò nel palazzo aposto- » pore existenlis non per privile-
lico i teatini Giampietro Caraffa » ghim et fide censendi sunt de
che poi fu Paolo IV, e Gaetano M veris faniiliaribus, et commensa-
Tiene che veneriamo sugli altari ;
« lihus Papae.
cos\ tolse quegli abusi che davano >»Et in privilegiorum huc usque
argomento a'novatori di denigrare » editorum, et imposterum eden-
lo splendore della Sede pontificia; >» dorum regulis, in quibus agatur
ma tanto salutare rigore fece gioir >» de coramensalibus, et familiari-
molli alla sua morte. « bus Pontificis, hi omnes com-
Anche Paolo HI onorò colla por- « prehenduntur.
pora diversi famigliari, come Bar- Quindi a' 18 maggio i543 Pao-
tolummeo Guidiccioni, stato suo vi- lo III spiegò i dubbi nati dalla
cario generale quando era vescovo, precedente costituzione.
non che uditore; Jacopo Savelli >i I. Dubilabatur, num de omui-
cameriere d'onore Ottone Truchses,
; « bus in corpore, vel de singulis
e Durante Duranti suoi camerieri » V. g. referendariis, esset intelli-
segreti; Girolamo Capodiferro, che » gendum , eos esse familiares?
l'avea servito nel cardinalato, con » Pontifex respondet, intelligendos
Tiberio Crispi che pur vantava ta- M esse omnes et singulos.
le onore: finalmente creò Cardi- « II. Cum anno II sui pontifi-
nali Pietro Pacecco, già cameriere »> catus Pontifex fecerit constitu-
d'onore di Adriano VI; e Bernar- » tionem ad liane materiam alli-
do Maffei suo segretario. » nenlem, ncque fuerit in cancel-
Divenuto Pontefice Paolo III li laria lecta, et publicala, dubita-
Farnese a'22 dicembre i534j con » batur, num vel le t Pontifex, eam
decreto , Sanctissimus in Christo, » robur habere? Pontifex decer-
presso il Guerra Pont. Conslil.
, '5 nit, eam valere debere.
epitome t. I, pag. 384, dichiarò « III. Cum in omnibus o/ficiis
,

FAM FAM 6i
M in constitulione recensilis sint of- egli non approvando il consiglio
« fìcìales supranumerarii creati a di alcuni favoriti che spingevano
« Cardinalibus a Latere qui actu Giulio III ad una vita piuttosto
« non deserviunt dubita bantiir , deliziosa, si ritirò alla sua diocesi
« num hi quoque gaudeant pri- di Gubbio. Marcello II visse ven-
»> \ilegiis coramensalium eie. Re- tidue giorni nel pontificato, lascian-
« spondei Pontifex, supranumera- do gran desiderio di se, giacche
« rios in privilegiis non debere era per purgare la corte e fami-
»» qui sint creati a Legatìs a
frui, glia pontificia di tutte le persone
« Latere ; debere frui creato* su- indegne, biamando avere
nel suo
" pranumerarios a Pontifice. palazzo pochi palatini, ed il cor-
Dipoi Giulio III, colla costitu- teggio necessario, che dovea com-
zione Sanctìssimus in Christo, da- porsi d'individui diligenti ed one-
ta a' i3 febbraio i553, « solvit sti. Nemico del lusso, ed amante
ȓ dubium ex constitulione Pauli della parsimonia restrinse le con-
>j III enatum utrum praelati ec- suete sportule del palazzo apostoli-
»i clesiarum habentes panem ex co. Pensava di licenziar da Roma
« palatio apostolico habenti sint le milizie, mandandole ai confini
» familiareSj et commensales Pon- dello stato per guardarlo; come
» tificis. divisava disfarsi della guardia sviz-
»» Respondet Pontifex, hos prae- zera destinala a vegliare sul palaz-
»> latos ratione personae suae esse zo e persona del Pontefice, dicendo
w familiares, et commensales Pon- spesso, essa non convenire^ nel rifles-

» tificis. so che molti principi secolari si di-


»> Ac proinde Pontifex de bene- fesero dai loro nemici col salutifero
»> ficiis ecclesiasticis per eos obten- segno della croce, né avere biso-
« iìs qualitercumqnequalìficatìs col- gno di spade e di scudi chi in luogo
>y lationem, provisionem, electionem di Cristo tutta la Chiesa governa ;
« sibi, suisque successoribus reser- preferendo piuttosto di cader vit-
>i vat, sive in Romana Curia, sive tima d'uomini perversi e scellerati,
w extra in praelati moriantur. che dare al popolo cristiano sì dis-
Giulio III elevò alla dignità cardi- convenevole esempio. Il buon Pon-
nalizia Giovanni Ricci, che lo avea tefice alzavasi di buon' ora senza
assistito nella qualifica di segretario servirsi di alcun famigliare, e da
mentre era Cardinale, e poi fatto suo se medesimo accendevasi il lume.
limosinìero segreto; e Gìannandrea Così il continuatore del Platina
Mercurio segretario nel cardinala- nella F/'to de^ Pontefici.
to. Marcello II nella sua vita pri- Dopo la morte di Marcello II,
vata era stato segretario , aio, e ed a' 23 maggio 1 555, venne esal-
consigliere del Cardinal Farnese ni- tato al pontificato Paolo IV Caraf-
pote di Paolo III, per cui questi fa, il quale chiamò subito a palaz-
lo promosse al cardinalato, e lo zo per segretari straordinari il Ca-

volle nel suo palazzo per usare del sa, Guarenghi, il Bini, ed il Fio-
il

suo consiglio, come fece il succes- rabelli, uomini de' più eloquenti di
sore Giulio HI, che per suo mezzo quel tempo. Benché da Cardinale
voleva riformare i disordini del avesse menata una vita conforme
clero, e della corte romana. Ma allo spirito di povertà, che prescrit-
62 FAM FAM
lo avea a'suoi religiosi teatini, Marcello II, immediati successori
fatto P^pa volle mantenere eoi do- di Clemente VII, forse deperiti nel-
vuto splendore sovrana rappre- la le politiche vicende che accennam-
sentanza, e perciò da persone sol- mo di sopra degli ultimi anni del
tanto ragguardevoli e nobili volle secolo decorso, e de' primi dell' o-
essere servito. Colmò di benefizi dierno. Veramente di Marcello II
i romani, i quali per gratitudine poco assai poteva esservi per la
formarono una compagnia di cen- brevità del suo regno; solo avvi un
toventi cavalieri, che senza stipen- documento riguardante le distri-
dio dovessero dieci per gioiwo a buzioni di cera del pontificato di
vicenda ogni ora, servirgli di guar- Paolo III, ma quasi inintelligibile.
dia del corpo. Questi romani furo- Però dall'elezione di Paolo IV sino
no da Paolo IV chiamati cavalieri ad oggi, nell'archivio del palazzo
Fedeli o della Fede, ed anche della apostolico si custodiscono tutti i ruo-
Colomba; li insigni dell'onore eque- li de' famigliari pontificii, per la
stre, e li alloggiò nel palazzo apo- maggior parte da noi interamente
stolico, su de' quali vanno letti gli letti, cos\ ivi sono pure i registri
articoli Cavalleggieri già citati, e di quanto le dispense palatine som-
Lancie spezzate. Creò Cardi nnle ministravano a cadauno, non che
Scipione Rebiba, già ammesso tra i i cavalli, i famigliari, gli onorari
suoi famigliari nel cardinalato ;
e tutt'altro, colle successive ritbrme,
quindi avendo appreso l'abuso che i di cui non mancammo di prende-
propri parenti facevano di loro re cognizione; per la qual cosa re-
condizione, li esiliò da Roma, re- putiamo opportuno riportare fedel-
stando cos\ in un giorno duecento mente, e secondo l'ordine gerar-
servi senza impiego. Brevissimo era chico e graduazione di ogni fami-
il sonno di Paolo IV, e questo ad gliare, la precedenza, l'ordine, e
ogni momento interrotto, il perchè quanto è analogo e relativo alle

di frequente alzavasi senza chiama- convenienze individuali de' pontificii


re alcuno de' suoi famigliari, per famigliari, sieno di quelli personali
non privarli dono di Dio, co-
del del Papa, che di quelli del palazzo
me egli chiamava il sonno. Pel apostolico; e gli uni e gli altri so-
tremendo saccheggio di Roma, av- no distinti non
solo per il luogo
venuto nel 15^7, sotto Clemente del ruolo, ma
per le attribuzioni
VII, gli archivi del palazzo apo- che disimpegnano, per le vesti che
stolico andarono interamente incen- indossano, pegli onorari e propine
diati, per la barbarie de' furibondi che godono, e per tuttociò che li
nemici per la maggior parte lute- riguarda. Molte delle quali cose
rani, il perchè tutte le memorie appunto si rilevano dai ruoli della
risguardanti il palazzo apostolico famiglia pontificia, per cui è nostro
e la famiglia de' Pontefici intera- intendimento far conoscere alcuno
mente vennero distrutte ; quindi di detti ruoli finora inediti, onde
ignorandosene la ragione, nell' ar- si comprendine meglio altresì le

chivio del palazzo apostolico non principali variazioni, e differenti de-


vi sono neppure i registri di Pao- nominazioni degli uffizi.
lo III, di Giulio III (di alcuni di Ma al punto della stampa di
questi ora andiamo a parlare), e questo articoloj, in uno degli uffi-

à
,,

FAM FAM 63
zi tlel palazzo apostolico, si è rin- Medici , compresi i chìrui-ghi , lo
\eiìiilo un prezioso ms. che porta speziale, e quelli ancora della fa-
questo titolo >> Ruoli della Fame-
: miglia.
« glia di Papa Giulio III, dall'aìi- Cappellani et cuhicidarii, il primo
M no i55o sino ai 28 marzo i555 de' quali col nome di decano.
« che morì, con alcune note di Piombatorì.
»» spese fatte, e della fameglia che Trincianti,
M servì Sua Santità a Viterbo, et Mastri di stalla.
» altrove nel i55f, i553 e i554; Computista 3 e sotto maestro di casa.
« come pure della famiglia che Scudieri numero trentaselte.
« doveva conseguire il cornccio in Scrittori de' brevi.
»> sede vacante, et altra nota dei Appresso monsignor sotto-datario.
« conclavisti ". Siccome di questi Diversi.
argomenti nel progresso dell' arti- Parafrenieri cinquanta oltre il de-
colo dovremo riportare analoghe cano, con cinque ofìlziali loro,
notizie, qui registreremo le cose fra' quali il cappellano.
degne di speciale menzione , e Officiali palatini, delle diverse of-
le cose principali contenute nel ficine, ec.
ms. che non sono notate in altri Elemosine.
dell'archivio del sagro palazzo, ov-
vero che abbiano qualche cosa di Seguono le parli di pane e vi-
singolare, inconiinciando e prose- no va notato che
: esse consisteva-
guendo per epoche, non secondo no pure nelle parti di vitella , di
che sono nel volume. castrato, di agnello, ed in altro ec.

i55o. Ruoli raccolti a' i5 luglio, i55o. Rotulo della famiglia che
ed al primo di novembre, mon- andò col Papa a Viterbo, e no-
signor Gaietto o Galletti mae- ta pegli alloggiamenti. Otto pre-
stro di casa. lati fra' quali il maggiordomo,
La Santità di N. S. admultos annos. il sagrista ec. ; venti camerieri
Praelati. Prima il maestro di ca- cinque aiutanti di camera, due
sa, poi il datario, indi il teso- scopatori segreti, due forieri del-
riere, il patriarca di Gerusalem- la camera ; medico chirurgo ,

me ec. speziale, uffiziale sulla cera; tre


Secrelarii extra ordìnes, e pel pri- trincianti , cinque cappellani , ed
mo il Mastro sacri Palatii, indi il chierico; il cavaliere maestro
due abbati, il secondo de' quali di stalla , sei scudieri per la ta-
era l'abbate di s. Gregorio: in vola , sei forieri pegli alloggia-
altri ruoli il titolo è solo extra menti, e due col maestro di ca-
ordìnes. sa, cioè col maggiordomo così ,

Camerariìj e pel primo il maestro allora chiamandosi; due spendi-


di camera : in altro il primo è tori, quarantatre palafrenieri, Col
detto decano. decano, e quattro offiziali loro;
Sotto camerariij o aiutanti dì ca- il computista , il mastro delle
mera^ otto compreso il barbie- poste ; offiziali di palazzo, e del-
re, il secondo de' quali pure le officine in numero assai co-
, guardaroba. pioso; due capitani, quello desìi
64 FAM FAM
svizzeri, oltre il cancclliero del- chiamata pure di tutto vitto, quan-
le guardie, e i trombetti. do era vi un mensile compenso in
i55i-i552. I Ruoli del i55i e denaro pel companatico, non la
del i552 non hanno differenze godevano interamente tutti i fa-
da quelli del i55o. Abbiamo il migliari del Papa, né quelli consi-
novero della famiglia che Giu- derali tali. Alcuni avevano pane e
lio III portò nell'anno i55i a vino, altri l'uno o l'altro solamen-
Viterbo nel mese di agosto, te, e questo quotidianamente, o so-
ed alla Magliana a' 19 ottobre^ e lo per alcuni giorni del mese; al-
la spesa straordinaria che occor- tri erano famigliari senza tali par-
re più in viaggio che in Roma, ti. Godevano la parte di palazzo
con un prò- memoria per le co- in solo pane papalino, biscotti e
se occorrenti ne' viaggi, e delle ciambelle i Cardinali ,
gli amba-
relative disposizioni che fa d'uo- sciatori, e gli oratori de' principi
po dare. Il ruolo de* 20 marzo presso la santa Sede; così i vesco-
i55i è più numeroso d'indivi- vi ed arcivescovi assistenti al so-
dui; sub-camerarii o aiutanti
i glio ; diversi della corte, i chierici
di camera sono nove, per non di camera, i protonotari apostoli-
dire di altri. Evvi una nota di ci, gli accoliti, i prelati assistenti
diversi ministri, in parte vaca- della cappella, gli uditori di rota,
bilisti, non che di conclavisti del gli avvocati concistoriali, i prelati
conclave tenuto per morte di referendari ; alcuni conventi e mo-
Paolo III, ed elezione di Giulio nisteri di religiosi d' ambo i sessi,

TU. luoghi pii, cantori della cappella


i553. Spese pel viaggio di Viter- papale ec. ec. Godevano la parte
bo dai 2 ai 2 3 luglio; novero di palazzo i ministri della cancel-
di famigliari portati, ec. leria, della dateria, delle segreterie
1554. Rotulo e parte di palazzo ,
principali, come di stato, de' bre-
comprese le carni anco questo : vi, di alcune congregazioni cardi-
è copioso di famigliari, con no- nalizie, ed altre ; cosi gli abbre-
ve aiutanti di camera. Vi è la viatori di parco maggiore, e gli ab-
nota dei muli per andare a Grot- breviatori di curia. Alcuni però dei
taferrata a' 26 settembre ; ed al- nominati avevano il pane basso, al-
tra per un viaggio a Viterbo. tri il solo pane, e qualcuno anche

i555. Rotolo delle vesti di coruc- il vino il pane lo forniva la


: pa-
cio diite agli individui della fa- netteria, ed era di varie specie, pa-
miglia antica, e di questa nep- palino, basso, ciambelle e biscotti;
pure tutta. il vino Io distribuiva la cantina o
tinello in un all'aceto le cantine :

Premetteremo al ruolo che an- erano due, segreta e comune, cos\


diamo a produrre di Paolo IV, al- il vino diversificava nella qualità.
cune generiche osservazioni che fa- Colle debite graduazioni e distin-
cemmo sui diversi ruoli del mede- zioni il palazzo apostolico sommi-
simo, che possono servire sino
e nistrava agli effettivi famigliari del
al sistema terminato col secolo pas- Papa, e al modo che notammo ai
.sato. La parte quotidiana di pane rispettivi articoli, pane, vino, aceto,
e vino, detta parte di palazzo^ olio, candele, legna, e carbone dal-
FAM FAM Q,^
la dispensa secondo le stagioni; Corpus Domini^ e quello del ss.
servi, cavalli, e nutrimento per que- Sagramento. I cappellani di Paolo
sti. Per grazia i Pontefici facevano IV furono ventitre, due erano sta-
dare Ja parte di palazzo a perso- ti di Marcello II; e tutti godeva-
ne che non appartenevano alla fa- no un famiglio ed un cavallo, ol-
miglia papale. Alcuni famigliari go- tre il caudatario antico. I cappel-
devano il vestiario, altri no. lani si dicevano anche cubiculari:
Eletto il nuovo Papa questi con- essi già godevano il titolo di mes-
fermava negli uffizi i suoi fami- ser o monsignore; e Gabriele Pla-
gliari, o li promoveva ad altri, se- nerio cappellano e caudatario di
condo la capacità, i meriti di essi, Marcello II, venne raccomandato
e beneplacito pontificio.
il I con- dal cardinal
Saraceni per entrare
correnti agli uffizi vacanti veniva- con Paolo IV. Più eranvi quindi-
no raccomandati dai cardinali, pre- ci cappellani cubiculari senza ser-
lati, ed altri personaggi. Se ne fa- vizio. I cappellani ebbero il ve-
ceva nota, co* requisiti e qualità stiario per la coronazione, come al-
degli aspiranti, rimarcandosi se a- tri famigliari : esso consistette in
vevano servito altri Papi; quindi panno rosato, e saia rossa canne
registravansi gli accettati, e i ri- tre e palmi o raso pao-
tre, in saia
cusati. Allora anche gli uffizi pala- nazzo canne quattro e palmi due,
tini,che al presente sono stabili, e in ormesino paonazzo per mo-
erano amovibili, ed a vita dei Pa- stre palmi quattro e mezzo. Il mae-
pa che li conferiva, sia di credenza stro di camera ebbe saia rosata
comune e segreta, custodia di por- veneta canne tre e palmi quattro,
te, floreria, tinello, orologiaro ed rascia paonazza con pelo canne due
altri artisti, i trincianti, quei del e palmi uno, ormesino leonato can-
forno, gli individui impiegati alle ne tre, damasco rosso per mostre
scuderie, ai giardini, alle cantine, una canna e mezza taffettano ros- ,

ed il Anche
soprastante alla cera. so cremisino palmi tre, ed ormesi-
gh scudieri si rinnovavano ad ogni no paonazzo palmi due. Il coppie-
pontificato, ed abbiamo che Pietro re ebbe per vestiario saia rossa ve-
Paolo da Piperno avendo servito neta canne due e palmi quattro,
da scudiere Paolo III, Giulio III, rascia paonazza con pelo canne
e Marcello II, otto per divenirlo due e paln)i uno, raso leonato
con Paolo IV. Venticinque erano canne quattro e palmi due, da-
gli scudieri, godendo un famiglio masco per le mostre canne una é
ed un cavallo per loro servigio. palmi quattro, ormesino paonazzo
Nicolò de Belis, maestro di stalla per le mostre palmi due.
di Giulio III, e di Marcello II, pro- L'elemosiniere non era a vita,
curò di entrare con Paolo IV me- o sino alla promozione, ma duran-
diante la commendatizia del car- te un pontificato; cosicché Fran-
dinal Pisani, e fu fatto secondo. cesco Vannuzzi canonico di s. Pie-
I palafrenieri avevano già il deca- tro, lo era stato di Paolo III, non
no, il cappellano, e quattro officiali; di Giulio ne di Marcello li:
III,
ma di essi V. l'articolo Palafre- nell'elezione di Paolo IV concor-
nieri : erano quarantanove, e tra se a tal carica. Esistevano a quel-
di essi eravi il palafreniere del l'epoca i camerieri secolari^ ed era-
voi. XXIII. 5
,

^6 FAM FAM
no numerosi come gli ecclesiastici vitore di palazzo ed un cavallo.
riportati nel ruolo dopo Paolo Con- Nel i5/)G il quarto aiutante di ca-
siglieri maestro di camera, ed in mera ebbe anche l'uffizio di scal-
tutti ne contano cinquanta. Due
se co del tinello segreto. Il barbiere
camerieri segreti, avevano il titolo ricevette per vestiario panno pao-
di assistenti, cioè il maestro di ca- nazzo canne due e palmi quattro,
mera, e il primo cameriere. velluto nero canne tre, e raso cre-
Gli aiutanti di camera, oltre que- misino una canna e due palmi;
sto titolo erano chiamati sotto-ca- altrettanto ebbe lo spenditore se-
merieri: essi nel ruolo erano col- greto, non che il cuoco segreto.
locati dopo i camerieri segreti, ed 11 maestro di stalla ricevette can-
avanti i medici, indi i chirurghi, ne quattro ed altrettanti palmi di
i piombatori della cancelleria, i velluto nero, quattro canne di da-
cappellani ec. Gli aiutanti di ca- masco leonato, e dieci palmi di
mera godevano il titolo di messer, raso cremisi rosso. Il trinciante del
come camerieri
i Quattor- segreti. Papa ricevette per vestiario dama-
dici individui concorsero ad essere sco leonato canne tre, raso cre-
aiutanti di camera di Paolo IV, misi palmi dieci, e velluto nero
fra' quali uno che in tal qualifica canne tre. Ecco il ruolo di Paolo
avea servito Giulio III ne' cinque IV, tratto dal nominato archivio,
anni del suo pontificato; un pre- ed il più antico che sia in esso.
posto di s. Giorgio di Cremona;
altro di famiglia onorata di Casal « Rotulo primo della fameglia della
Maggiore; e certo Pietro, nipote w Santità di Nostro Signore Pau-
del protonotario Responso. Tali " lo PP. IV, fatto e firmato in
concorrenti per la maggior parte » presentia di sua Beatitudine a
si munirono colle consuete com- M santo Marco nel mese di luglio
mendatizie di cardinali, ed altri » i555. Mastro di Casa (cioè il
personaggi. Furono accettati al ser- « Maggiordomo) mons. R.mo de
"vizio, e vestiti tre, ma ninno dei » Ceneda. Roma, cioè alli io del
concorrenti. Nella coronazione gli fu « lugho i555.
dato pel vestiario: panno rosato
veneto canne i, 4? panno e saia
Daonazza canne 2, 2 ; velluto cre- PRELATI.
misi -%— 5; damasco leonato canne
2, 4j raso leonato canne 1,2; tela Mons. Mastro di Casa.
branosa canna una. Da ciò si rileva Mons. Patriarcha de Hierusalem.
qualche variazione dall'abito odier- Mons. de Avignone.
no, e che l'antico fosse più nobi- Mons. de Pola.
le. Nei medesimi ruoli di Paolo Mons. Sagrista*
IV trovansi registrati cinque aiu- Mons. de Forgli.
tanti di camera: avevano tutto Mons. Barengo.
vitto, e il quinto era barbiere, che Mons. de Motula.
avea un servo ed un cavallo; pe- Mons. de Venafro.
rò nell'aprile i557 si legge che Mons. de Ischia.
ai quattro che non l'avevano, ad Mons. de Sarno.
ogni due gli fu assegnato un ser- Mons. Datario.
FAM FAM 67
SECRETARII. CAMERERI.

Mons. Gì ovan Francesco primo. S.r don Alfonso Carafa.


Mons. Cesare Groliero. S.r don Pompeo Piccolomìni.
Mons. Antonio Fiordebelo. S.r Sigismondo Saraceno.
Mons. Jo. Francesco Comendone. S.r don Antonio della Tolpha.
Mons. Angelo Massarello. S.r don Tyberio Carafa.
Mons. Bendo. S.r Andrea Matheo Aquaviva.
S.r don Antonio Cavaniglia.
S.r Tyberio de Sanguno.
EXTRA ORDINES. S.r Flaminio Savello.
S.r Christophoro Savello di Albano.
Mons. Gio. Battista presidente del- S.r don Cesare Borgia.
la camera. Il S.r flgliuol del S.r Francesco de
Mons. Sigismondo. Manera.
Mons. Lactantio.
Mons. Vero Veri. Camereri (che sembrano d'ordine
Mons. Candido. inferiore ai precedenti i quali
Il conte di Ugento. erano da due famigli,
serviti
Frate Angelo confessore. mentre questi avevano da palaz-
Maestro sacri palatii. zo un solo famiglio ).

Mons. Francesco Vannuzzo.


t Mons. Gio. Francesco maestro delle
cerimonie.
S.r
S.r
Abbate Valentino.
Abbate Bibbiena.
Mons. Cesare della Nave. S.r Abbate Negrone.
Il conte Gio: Francesco. S.f Conte Pavolo da Porto.
S.r Gio. Francesco de Emilio.
Sx Secretano Botulo.
CAMERERI. S.**Secretano Barbadico.
S.r Secretano Melchiori'O.
Mons. Paulo Consiglieri maestro de Mons. de Mani.
camera. Mons. Marc' Antonio Sauli.
Mons. Francesco Baccodio. Mons. Vincentio Crescentio.
Mons. Brasco copi ero. Mons. Claudio Aleandro.
Mons. Giovan Carlo. Mons. Giovan Andrea della Croce*
Mons. Michelangelo. Mons. Cherubino da Regio.
Mons. Bernardo. Mons. Simone Aleotto guardarobba.
Mons. Hieronymo. Mons. Nobilio Julo per (custodire) li
Mons. Andrea. rocchetti.
Mons. Petro Martire.
Mons. Antonio Francisco.
Mons. Mariano. CAMERERt.

I Mons.
Mons.
Mons.
Accursio.
Prospero.
Adriano.
s.r
S.r
Hieronymo Savorgnano.
Teophylo de Hernayn.
Mons. Giovan Battista Sella nova. S.r Conte Ludovico de Urgenstairt*
11 canonico napoletano. Mons. Ascanio da JVepe.
68 FAM FAM
Mons. Paolo Foscari. Il doclor licentiato dell'arci v. Tole-
MoDS. Viclorio Ragazzone. tano.
Messer Gabriele Planecco.
AIUTANTI DE CAMERA. Messer Lorenzo Puzzone.

Messer Carlo de Tassi. CAPELLAM.


Messer Andrea Lancio.
Messer Juliano. Messer Hieronymo de Assisi.
Messer Brangadoco. Messer Lorenzo Manini.
Messer Bartholotneo barbero di N. S. Messer Francesco da Montepulzano.

MEDICI. Messer Eustachio caudatario antiquo.


Messer Giovan Pietro Accolito e
Messer Giovan da Sessa. computista.
Messer Cosmo Jacobello.
Messer Paolo Farnese. nOMBATORI.
Messer Ippolito A mi ti o.
Messer Jacomo da Per osa per N. S. Messer Fra Gullielmo
Il nepote suo per suo sostituto. Messer Fra Jo. Jacomo.
Messer Alpho Ferro per Familia.
Il Speciale. TRINCIANTI.

Messer Alessandro de Civita Castel- Messer Antonio Zurlo per N. S.


lana ad panem honoris. Messer Julio Rotundo.
Messer Giovan Battista da Bologna.

CAPEI! ANI. MASTRI DI STALLA.

Messer Alexandro. Messer Mauro.


Messer Stephano. Messer Niccolò de Belis.
Messer Pier Leone.
Messer Niccolò. Messer Andrea Zanino sotto mae-
Messer Pier Antonio. stro di Gasa, e cassiere.
Messer Giovan Battista indiano.
Messer Pietro Bordone. SCUDIERI.
Messer Giovan Battista de Comiti-
bus. Messer Bartholomeo de Alba.
Messer Antonio de Olmedo. Messer Camillo de Tani.
Messer Marc' Antonio Georgs. Messer Giovan Daddeo.
Messer Alexandro Pelegrino. Messer Pietro Paolo Palmerio.
Messer Lorenzo Ru li Ione. Messer Stephano Oldano.
Messer Giovan Angelo del Evan- Messer Evangelista Sano.
gelio. Messer Petro Navarro.
Messer Flavio Cardolo da Narni. Messer r'rancesco Campillo.
Messer Fhilippo Capuano doctore. Messer Hieionymo Petito.
Messer Bernardino Paganuzzo. Messer Domenico Bonamico.
Messer Antonio de \alle. Messer Juan Jacomo Cechinello.
FAM PAM 69
Messer Joan Navarro. Giovan de Uonfra.
Messer Ludovico Turrino. Desiderio Ronnther.
Messer Sebastiano Battaino. Francisco Basso.
Messer Valerio Tornaboni. Giovan Martino.
Messer Giovan Axelio. Galeazzo da Bologna.
Messer Aeselle mantuano. Francesco Boldrino.
Messei- Gaspar Planes. Giovan Lusar.
Messer Antonio Salutio. Mansueto Anglese.
Messer Alphonso Santes. Rodomonte.
Messer Antonio de mons. de Ve- Andrea Chiavellino.
nafro. Luca Thiern.
Messer Luca Berardi. Giovan Pruetis.
Messer Flavio nepote di mons. d* Giovan de Udine.
Ischia. Ferino da Bologna.
Messer Bartholoraeo Bazano. Bernardino Maructi.
Messer Battista Bazzocho. Martino Navarro.
Francisco Taliandero.
DIVERSI. Balthassar Portughese.
Gaspar de-Hoyo.
Messer Petro sensale. Filippo de Heras.
Messer Stefano stampatore. Antonio de Monteflori.
Messer Evandro de' Conti. Leonardo Bamondino.
Messer Alovisio de A rigo. Bernardo de Clerga.
Messer Angelo recamalore. Francesco Bulino.
Tre heremiti. Angustino del Olmo.
Messer Ludovico lecticaro. Paulo Pelone.
Messer Bernardino de Maiìfredi. Giovan de Artiaga.
Messer Gio. Francesco de Gaieta. Jacomo Su rat.
Messer Andrea Besoho forerò , o Francesco Bambero.
foriero. Franceschi no del Corpus Domini,
Bernardo del Corpus Domini.
PARAFRENERF. Capellano loro.
Officiah loro 3, o 4-
Giovan Spagnolo decano.
Niccolò Vercelli. OFFICIALI MAGGIORI,
Giovan Jacomo.
Ludovico. Due Cubiculari.
Bastiano. Due Scudieri.
Gio. Battista Gentilino. Due Mazzieri.
Angelo de Baldi. Due Mastruseri, o Mastrusesi, ov-
Pelegrino de Rayse. vero Mastri uscieri gli ostiari fu-
:

Giovan Gotardo. rono anche detti nei ruoli, uscie-


Josepho de Asolo. ri virga rubea.
Antonio de Gabriel. Tre Cursori.
Giovan de Soma. Receptor di mons. Datario.
Vincenzo de Augnbio. Revisore delle suppliche.
Francisco de Landinaro. Registratore secreto.
70 FAM FAM
Scriptor del libro de Missis. Cabasso comune.
Substiluto della segnatura. Buttiglier secreto.
Due chierici della Cappella. Due soprastanti al forno.
Custode della Camera. Fornaro segreto.
Scrittore del canto fermo. Otto fornari comuni.
Sciittore del canto figurato. Panatero comune.
Scrittore de' brevi. Due cochi di N. S.
Pro-sum mista delle bolle per Ca- Due cochi del secreto.
mera. Soprastante alla cucina comune.
Ilorologiaro. Tre cochi comuni.
Computista della Camera. Canovaro segreto.
Tre custodi di porta ferrea. Quattro canovari comuni.
Tre custodi della prima catena. Sei officiali del tinello segreto.
Due custodi della seconda catena. Due credenzieri del magn.
Un custode delle due catene. Quattro officiali del detto.
Portinaro dell' atrio. Portatore delle brocche.
Portinaro del palazzo. Soprastante alla cera.
Portinaro dei concistoro, e Segna- Tre scopatori secreti.
tura. Otto officiali del minor.
Portinaro del cortile di torre Bor- Portinaro del detto.
gia. Due soprastanti allo storgno.
Custode del pozzo novo. Soprastante alle legne.
Altarìsta di s. Pietro. Otto scopatori comuni.
Cappellano del Sagramento. Sei baccalari alle legne.
Campanaro di s. Pietro. Due liavandare scerete.
Due custodi della libreria. Lavandara del tinello.
Revisor il Faerno. Pollarolo di Casa, ossia guardiano
Due scrittori in latino. del pollaro di palazzo.
Scrittore in ebreo. Muratore del palazzo.
Scrittore in greco. Falegname.
Registratore in secreteria. Chierico de' cappellani segreti.
Custode del registro. Sotto mastro di stalla.
Due Registratori delle suppliche. Venti famegli di stalla.
Soprastante della musica di Castello. Aquarolo della stalla.
Due foreri della Camera di N. S. Baccalaro della stalla de' Capelluui.
Due suprastanti alle biade.
OFFICIALI MINORI.
Suprastante ai muli.
Capellano della fameglia. Nove mulattieri e lectusori.
Scalcho del tinello maggiore. Aquarolo segreto.
Scalcho del tinello segreto. Aquarolo comune.
Due scalchi del tinello minore. Carrettiere.
Credenziere segreto. Custode di Belvedere.
Spenditore segreto. Hortulano.
Spenditore comune, o della famiglia. Giardiniero.
Scrittore delle spese. Portinaro.
Procomputista. Scopatore.
Due dispenseri. Guardiano del bosco, e de'caprioU.
-

FAM FAM 71
HEIEMOSINE A TUTTO VITTO. mili, redutte a bocche quotidiane
fanno borse cento.
Suprastante a Campo santo. In tutto il giorno borse 171.
Sette poveri i3 un pasto.
Quattro frati indiani. R.MI CARDINALI A PANE E VINO
Mons. Maronita. (tutti una porzione).
Tre muratori in s. Pietro.
Cappellano loro. R.mo Card. Pisano.
Quattro poveri di s. Lazzaro. De Silva.
Prigioni di Campidoglio. De Augusta.
De Cueva.
COLATIONI. De Cesis.
De Durante.
Sei colatìoni di parafrenieri de R.»ui De Medicis.
(i cardinali). De Crispo.
Due colationi de'cantori della Cap- De Saracenus.
pella pontifìcia. De Montepultiano.
De Messina.
Questo è il ruolo della famiglia De Mignanello.
di Paolo IV , in cui la maggior De Cicada.
parte dei registrati godevano ca- De Dandino.
valli, e servi di palazzo. Segue al- De Farnesco.
tro ruolo del suddetto giorno ed De Savello.
anno, per la parte di palazzo. De Capo de ferro.
De Urbino.
DIVEBSI A PANE E VINO. De Monte.
De Nobili.
Mons. Ascanio da Nepe. De Caraffa.
Illustriss. Sig. Parenti a pane, e
ELEMOSINE, COLATIONI, ET PORTIONI vino.
DOPPIE. Illustr. e R.mo Card. Caraffa por
tioni sette.
Elemosina del venerdì in Campo Illustr. Sig. Castellano porlioni una.
sancto, ridotto a bocche quotidiane
fanno borse 56 (per bocche s'in- Sig. Oratore de Franza portione
tende persone, o porzioni). una .... così i seguenti.
Frati et monasteri. Una volta la Mons. Governatore.
settimana, redutte a bocche quoti- Mons. Auditore della Camera.
diane, sono borse i4- Mons. Vicario ( allora non eia car-
Cantori della Capella in le va- dinale, ma per volere dello stes-
cantie, redutte a bocche quotidiane, so Paolo IV divenne carica car-
fanno borsa i ; per le messe, e ve- dinalizia ).

speri papali bocche due. Sig. Thesorero generale.


O/Iiciali del palazzo per loro co-
DIVERSI A PANE E VINO (tUtti UUa
flationi quotidiane, et quelli che
porzione).
hanno le porzioni doppie, come
inulatcri, aquaroli, caretteri et si- li capilaaio di Castel sanct' Angelo.
7» FAM FAM
Sigg. Capìlanio dolla Guardia. Vescovo Ruffino.
Capitanio dei cavalli leggieri Vescovo de Mondo vi.
(porzioni due).
Capitauio de Svizzari. A PANE d' HONORE. SIGG. ORATORI (una
Cancellerò della guardia. porzione per ciascuno).
Depositario generale.
Barisello di Roma. Dell* imperatore.
Mons. Francesco del Nero thes. vec- De Portugal.
chio. De Inghelterra.
Mons. Malheo de san Cassano (a Del re de' Romani.
tutto vitto). De Venetia.
Mad. Anna Gonsales (porzioni due). De Fiorenza.
De Ferrara.
De Urbino.
E.MI CARDINALI A PANE PP.KO ( tUtti De Bologna.
una porzione).
A PANE d'hONORE. PRELATI DOMESTICI
Il.mo Pacecco decano. (una porzione per cadauno ).
De Carpo.
De s. Jacobo. Mons. Datario.
De Moroni. R.di Sigg. Chierici di Camera otto.
De Armignac. Auditori di Rota dieci.
De Pacieccho. Prothonotari sette.

De Verallo. Penitentieri nove, in s.

De Puteo. Pietro.
De Farnese. Subdiaconi cinque.
De s. Fiora. Accoliti otto.
De Sennoneta. Maestri di cerimonie due.
De Ferrara.
De Cornaro. A PANE d' HONORE. R.DI SIGG. REFE-
De Cesis. RENDARI ( una porzione per ca-
dauno ).

REV.Di SIGG. ASSISTENTI ( vescovi as-


sistenti al soglio: tutti una por- Mons. Patriarcha de Hierusalem.
zione ). Arcivescovo di Avignone.
Arcivescovo di Cosenza.
Mons. Patriarcha de Hierusalem. Vescovo di Pesaro.
Patriarcha de Alexandria. Vescovo di Tolosa.
Arcivescovo di Corfù. Vescovo di Bagnarea.
Arcivescovo de Siena. Vescovo di Macerata.
Arcivescovo de Cosenza. Drago.
Arcivescovo Ursino. Dori a.
Vescovo di CoIona. Spinula.
Vescovo de Venafro. Benedetto Lomellino.
Vescovo de Forlì. Datario.
Sacrista. Ottho Remsor.
de Ischia. Baccodio.
,

FÀM FAM 73
A PAIfE D* HONORE. DIVERSI SIGG. OF- Quindi viene chiuso questo ruo-
FICIALI DELLA CORTE ( Una porzioiic lo di Paolo IV, col riassunto dei
per cadauno ). famigliari in numero 4^1, di servi
di palazzo pei medesimi in nume-
R. Sig. Custode della Cancelleria. ro 3 1 3, quali riuniti formano 734
i

Sig. Presidente della Camera. individui che diconsi mantenuti a


Advocato Fiscale. lutto vitto, oltre a 247 cavalli pei
Advocato de' poveri. mentovati famigliari palatini, con-
Procuratore fiscale. siderati pure i cavalli a tutto vit-
Due clerici del Collegio. to. Più sono registrati diversi et :

Kescribendario. hmosine et colalioni et parti dop-


Decano de Scriptori. pie redutte 218 a pane e vino.
Scriptor secreto.
Secretario de' Brevi segreli. Diversi et misse a vino solo 26.
Quattro mastri del registro Diversi Sigg. et officiah della corte
alle bolle. a pane solo 124.
Tre maestri del piombo. Sono a tutto vitto borse 734.
Messer Comino del registro delle Sono a pane e vino borse q'yi.
suppliche. Sono a vino solo borse 978.
Ilmensario de' notari di Camera. Sono a pane solo 1076.
Soldano de Tor de Nona. E di più la tavola di N. S. et de
Computista del Palatio. R.mi Card, ordinaria et extraor-
Mastro di stalla di N. S. dinaria che ragguagliata fra l'an-
Cecina segreta. no poteva importare per borse
Cantina comune. quotidiane a tutto vitto 25.
Finalmente ha termine il ruolo
A VINO SOLO ( tutti mezzo bocale con una memoria della famiglia
meno quelli che nomineremo). aggiunta de mandato del B..ino
Mons. Mastro di Casa.
Messa in Capella secreta.
Messa in Capella Paulina. Senza riportare altri ruoli di
Messa in s. Petro, un boccale e Paolo IV, aggiungeremo le deno-
mezzo. minazioni di alcuni uffizi che rin-
R.mo Mons. Card, de Augusta. venimmo ne' medesimi, non nomi-
De Cesis. nati in quello che abbiamo ripro-
De Saracenis. dotto ovvero appellati con altri
,

De Farnesio. nomi, mentre pel tinello non solo


De Capo de ferro. vuoisi intendere il luogo ove si cu-
De Urbino. stodisce il vino, ma anche la ca-
Ill.mo Sig. Conte Montorio, dieci mera ove pranzava la famiglia pon-
boccali. tifìcia, per cui eravi tinello mag-
Castellano. giore e tinello minore, con scal-
Mons. Patriarcha de Hierusalem chi , credenzieri, cuochi, portinari,
un boccale. lavandara, ed altri offiziali addetti
Datario, due boccali. all'uno ed all'altro tinello. Quindi
R.mo Card. Carafa nepote, sette trovai il custode del libro de' can-
boccali. tori, il diacono e suddiacono apo-
,

74 FAM FAM
slolici della cappella, i cubiculari mento dello spedale e della chiesa,
di custodia, gli scudieri di custodia, che poi nel i58o da Gregorio XUI
il nolaro delle cancella, il custode ebbero ingrandimento, facendone
delle due catene delle scale nuove, memoria il Cocquelines, presso il

l'ospedaliera di s. Marta, il bidel- Ma (Tei, /annali di Gregorio XIII


lo della rota ec. ec. Qui va no- tom. II, pag. 449- Inoltre Grego-
tato die presso la chiesa di s. Ste- rio XIII non solo approvò le dette
lano de' Mori dietro la basilica va- indulgenze, ma ne estese il godi-
ticana eravi un ospedale con chie-
, mento a tutti fedeli che visitas-
i

sa dedicala a s. Marta, per essere sero la chiesa, la quale anticamen-


stata essa alberga Irice ed ospita- te era filiale della basilica vatica-
liera di Gesù Cristo nella sua ca- na ; ma per le vicende de' tempi
sa di Nazareth. Considerando Pao- l'ospedale più non esiste , avendo
lo III non convenire che i fami- Leone XII data quella chiesa ai
gliari, e le mogli e figlie dei fa- religiosi trinitari scalzi. Ne devesi
migliari degli offizi minori del pa- finalmente tacere che la chiesa pro-
lazzo apostolico e del Pontefice gressivamente fu ristorata da Sisto
in attualità di servizio, in caso d'in- V, da Clemente Vili, da Paolo
fermità andassero nei pubblici o- V, da Urbano Vili, per procura del
spedali, nel i53y fabbricò una pic- maggiordomo Fausto Poli, e notabil-
cola chiesa con ospedale annesso, mente da Clemente XI, il quale nel
cui ailìdò ad una confraternita ca- 1704 la ridusse nella forma che si
nonicimiente eretta sotto l' invoca- vede. Vi sono in essa de* buoni
zione di s. Marta, e composta di dipinti, ed il Crocefisso in mezzo
famigliari pontificii , acciocché ivi rilievo è pregiato lavoro di Ales-
potessero esercitarsi anche in opere sandro Algardi. Della chiesa e del-
pie. Quindi a vantaggio principal- lo spedale ne trattano il Panciroli
mente degli infermi e convalescenti ne' suoi Tesori, pag. 6i5; ed il
palatini, e di que' famigliari che Piazza , Opere pie di Roma, pag.
ne' loro differenti ministeri erano 187 e 563. Dal Renazzi poi, a
obbligati ad una continua assisten- pag. 1 3o, abbiamo che detta chiesa
za del servigio pontificio, senza aver essendo sotto la giurisdizione del
comodo di visitare i santuari di maggiordomo, ivi si potevano sep-
Roma, arricchì la chiesa con indul- pellire le persone addette al servi-
genze, concedendole quelle che han- gio del Papa: ed in fatti nel 16T1
no la basilica lateranense, il ss. vi fu sepolto monsignor Cristoforo
Salvatore alle scale sante, s. Gia- Segni maggiordomo d'Innocenzo X.
como di Composlella, ed altre, co- Il menzionato Alveri riporta le

me quelle delle stazioni, per quelli iscrizioni sepolcrali, tra le quali una
che la visitassero, come meglio ri- è di certo Cosma Quorli floren-
levasi dall' Alveri , Roma in ogni TINUS CLEMENTJS Vm AC CAMERAE A-
stato, part. II, pag. 220, opera de- rosTOLicAE FLORERius; l'altra di cer-
dicata ad Alessandro VII , nella to CristoforoPicac di Anagni di
quale si fa una bella descrizione Paolo V INTIMUS CONVERRITOR AURI-
della chiesa, e de'suo? sette altari. GA MULiomJQ. PRAEFECTUs. Final-
Paolo III affjdò poi allo stesso mente avverte il citato Piazza, che
sodalizio le rendite pel manteni- nella chiesa di s. Marta i vescovi
,

FAM FAM y5
residenti in Pioma ed assistenti al Pio IV furono dieci, ed anche do-
soglio solevano celebrar l' anniver- dici. I quattro scopatori segreti eb-
sario de' vescovi del loro collegio bero ognuno pel vestiario tre can-
defunti. Rilevo quindi dai registri ne di panno paonazzo o saia fio-
dei maestri delle cerimonie ponti- rentina, e dieci palmi di raso leo-
ficie, che i vescovi assistenti al so- nato. Vi sono notati due Came-
glio dal 1754 in poi non fanno rieri assistenlij ed i camerieri di
più tali anniversarie esequie in s. onore sì secolari , che ecclesiastici
Marta; ed al presente si celebra- ebbero tutto vitto. Gaspare Bian-
no in s. Maria in Vallicella. L'A- chi già maestro di camera di Pio
mati nelle Osservazioni sul coro IV nel cardinalato , fu fatto suo
della cappella pontificia , a pag. scalco. Sono registrati cinque cro-
i57, paria della messa e vespero ciferi,col titolo di monsignore, a-
che i pontificii cantori cantavano in vente ognuno la parte di palazzo.
questa chiesa per la festa di santa Il maestro delle poste era allora
Marta. a vita del Pontefice che lo dichia-
A Paolo IV nel iS^g successe rava, chiamandosi Ippolito Lampo-
Pio IV de Medici, del quale ripor- gnano quello di Pio IV : ebbe le
tiamo un bel documento all' arti- vesti per la coronazione, il pane,
colo Viaggi de^ Pontefici [Fedii), un cavallo, ed un servo; fu posto
cioè il novero de' famigliari ponti- nel ruolo fra extra ordines, e
gli

ficii che precedettero ed accompa- prima de' caniererij più venne com-
gnarono Pio IV nella sua andata preso fra la famiglia palatina del-
a Perugia, con interessanti nozioni la sede vacante. Fra i diversi mag-
per l'argomento. AH' articolo cita- giori si leggono gli uffizi di sotto
to, come a quello di Villeggiature maestro di casa, di due maestri
de' Papi (Vedi), sono riportate le di stalla, del maestro di poste sud-
erudizioni che riguardano la fami- detto, e del forerò. Indi è regi-
glia pontificia. Dai ruoli di Pio strato il tesoriere segreto, con se-
»IV rilevammo le seguenti cose. In dici ostiari e ventisette cappella-
quanto al vestiario per la corona- ni ; il primo chiama vasi decano
zione, il coppiere ricevette tre can- uno era coadiutore all'epistola, l'al-
ne di panno o saia rosata veneta, tro all'evangelio. Nei medesimi ruo-
più due canne di saia rosata, quat- li si legge, capitani e soldati di
tro canne di panno o saia paonaz- Castello Angelo a spese di No-
s.

za, e due canne di damasco rosa- stro Signore^ e ventuno a tutto


to. I nove aiutanti di camera ebbe- vitto. Aveano la cera per la can-
ro ognuno due canne e mezza di delora il capitano, il provveditore,
panno o saia paonazza, tre canne di i custodi dell'armeria, i soldati e
velluto nero, e dieci palmi di raso offiziali del maschio, soldati e of-
leonato: altrettanto ricevette il guar- da basso, bombardieri, ar-
ficiali

daroba sostituto. Gli aiutanti di ca- maroli ec. del medesimo forte s.
mera sono chiamati in detti ruoli Angelo. Pio IV fu largo di privi-
sub-camerariij e ventisette furono legi coi cappellani pontificii ,
per
i concorrenti raccomandati, fra' qua- cui neli564 slam possi in Roma
li alcuni del predecessore Paolo apud Antonium Bladum inipresso-
IV : gli aiutanti di camera sotto lem cameralem Transumptuin li- :
76 FAM FAM
tcrarum facultatum et privilegio- IV, dicendosi che tal rotule fu ri-
rum /?/?. DD. Cappellaiioriun ciò- visto ed approvato dai cardinali
mesticorum S. D. N. D.. Pii Papae Moroni, Pernscia, Urbino et Vi-
////. La bolla data XVII kal. mai) telli camerlengo. Incomincia da
i562, incomincia colle parole, Cir- mons. maestro di casa^ dal teso-
cumspeCla Rom. Pont, gratiarum. riere, dal datario ec, noverandosi
Tra i famigliari di secondo ordine tutti quegli addetti al palazzo apo-
fjgurano lo spenditore segreto, il stolicoper uffizi non vacabili per
credenziere, il bottigliere, i sopra- morte del Papa. Questo rotulo era
stanti ai cuochi, il canaparo, il per le porzioni di pane e vino, o
dispensiero, lo sciittore della di- di tutto vitto ; per cui si raccoglie
spensa, sei forieri, il soprastante al da questo documento, che pure in
forno, il fornaro del Papa, quello Sede vacante tal sorte di palatini
della famiglia , i panettari comu- ne fruivano la parte. Vi sono corn-
ili, ec, coll'ordine qui notato. O- prese le limosine palatine, e le
norò grandemente la famiglia pon- parti che in pane e vino riceve-
tifìcia di Pio IV, il di lui nipote vano tutti i cardinaU presenti in
cardinale s. Carlo Borromeo come Roma, alcuni de* quali godevano
segretario di stato. Questo porpo- il pane solo, come degli ambascia-

rato nelle case presso la detta chic- tori ed oratori de* sovrani, e di

sa di s. Marta, per dare virtuoso molti ofllziali della corte e curia


trattenimeirto a' prelati della corte, romana.
istituìun'accademia, in cui si fa- Ecco un documento del Rotulo
cevano vari esercizi letterari, con della famiglia di s. Pio V prima
altre lodevoli occupazioni degne de- di essere assunto al pontificato, in
gli ecclesiastici costituiti nelle pre- cui noteremo le promozioni che ci
latiire, e taliunioni accademiche venne dato conoscere nella famiglia
presero il nome di Notti Faticane, papale con carattere corsivo.
Tra i famigliari da Pio IV esaltati
ai primi onori ed al cardinalato II sig. arciprete di Mondovi ....
rammenteremo Tolomeo Galli già secondo cappellano e crocifero.
suo segretario ; Gianfrancesco Com- Messer Gabriele primo cap-
niendone, già famigliare di GiuUo pellano decano.
Ili e segretario di Paolo IV;
,
M.r Gironimo secretano
Francesco Alciati stato maestro del primo segretario.
nipote s. Carlo, a di lui istanza co- D. Francesco Brinoso scalco segre-
nie il precedente decorato della por- to confermato.
pora; Guglielmo Sirleto, segretario M.r Matteo da Foligno coppiere
di Marcello 11, precettore de' suoi quarto cappellano^ ovve-
nipoti, come il fu di quelli di Pao- ro maestro delle poste.
lo IV che l'ammise alla sua inti- M.r Bordosio Fiorenzo cameriere
ma confidenza, ec, per non dire confermato.
di altri soggetti. Nell'archivio del M.r Agostino Bajone medico .....
palazzo apostolico si conserva il primo medico.
rotulo della famiglia palatina se- M.r Domenico Fanciullo aiutante
condo il solilo di Sede vacante di catneia primo aiutante
per la morte della s. m. di Pio di camera i due di l^io IV fu-
:
.

FAM FAM 77
rono confermali, e nel 1567 fu- ta per giovanile leggerezza all'os-
rono nove, e dieci, chiamati sol- servanza delle leggi prescritte alla
to camerarìi. famiglia pontificia, e volendo cuo-
M.r Battista de Milesso maestro di prire il suo fallo con una bugia,
stalla mastro di stalla. lo riprese severamente lo privò ,

dell' uttìzio, e lo espulse dai domi-


Antonio credenziere segreto nii della santa Sede. Riformò s.

confermalo. Pio V la sua corte, e gli uffiziali

Ludovico Ceruso spenditore segre- dello stato ecclesiastico ,


provve-
to confermato. dendo i tribunali di giudici probi,
Antonio di Mondovi canevaro. .
'. . . e dichiarando che le cariche le a-
canevaro segreto. vrebbe conferite merito ed alla al
Giovanni aiutante del tinello virtù , non al favore ed all' inte-
forse il primo de' quattro sco- resse.Creò cardinali Giulio Anto-
patorì segreti. nio Santorio, già suo cameriere e
Giovanni cuoco segreto con- consultore del s. offizio; Arcange-
fermato. lo Bianchi, stato suo compagno e
Astolfo bottigliere. confessore nell' ordine de' predica-
lori; e Girolamo Rusticucci segre-
FAMiGLiA DI STALLA. tario nel cardinalato ,
quindi se-
gretario di stato, e segretario do-
Pietro servitore del sig. arciprete, mestico. Il di lui successore Gre-
Spagnolo servitore dello scalco ... gorio XIII, come si \e^^Q nel Ga-
provveduto. rampi, Append. ai Saggi sulle mo"
Ludovico servitore del segretario nete pontificiej^a^. 3oH, a' i4 mag-
palafreniere. gio i5'/i destinò vari uffiziali dei-
Giovanni servitore di M.r Bordo- la sua corte, cioè capitano della
sio, o Brodosio. custodia, e governatore Borgo di
Onorato Caetani; Matteo
datario
M.r Angelo falegname con- Contarelli ;
procuratore fiscale Fe-
fermato. lice Salvatori, già uditore del car-
Caterina bolognese lavandara se- dinal Altemps ; magistrum domus
greta confermata. palati! rev. d. Fantinum Petrigna-
num commissario della camera O-
;

Il Pontefice s. Pio V per mo- razio Marchiani ; magistrum carae-


strarsi riconoscente alla memoria rae d. Ludovico Bianchetti ; teso-
dei suo benefattore Paolo IV, da riere segreto d. Alessandro Musot-
cui riconosceva la dignità cardina- ti, confermando governatore di R.o-

lizia, gli eresse un deposito, ornò ma d. Monlem de Valentibus de


colla porpora il nipote Antonio Ca- Trevio, et bene merito quia opti-
raffa, e colmò di grazie e di reu- nius erat officialis. Questo gran
dite i famigliari e ministri di quel Pontefice, principe veramente ma-
l Papa. Fu
talmente disinteressato e gnifìco, nel vestire e nelmangiare
rigoroso co' suoi parenti, che aven- fu moderato assai, rilevandosi che
do fatto il nipote Paolo governa- nei primi otto anni del suo ponti-
tore di Borgo, e capitano delle sue ficaio, egli non spese in abiti e in
guardie, avendo mancato una voi- altre cose per la sua persona più
7» FAM FAM
di trecento ducali ,
portamìosi per ma visse poco
tuttavolta die pro-
:

l'ordinario in guardaroba a sce- ve delle più belle virtù; si mostrò


gliere dai spogli de* suoi predeces- alieno dal proprio sangue, ordinò
sori, o de' prelati defunti c\h che a' suoi camerieri che non vestisse-

gli poteva servire. D'altronde dava ro di seta, e comandò che si pro-


a quarantasette letterati la parte seguissero i lavori della cupola di
di palazzo per ognuno di loro, e s. Pietro, e gli appartamenti pon-
per due servi di ciascuno ; a molti tifìcii del Vaticano e del Quiri-
di essi stabili dieci scudi d* oro al nale, da Sisto V, e
incominciati
mese, altri provvide con cariche perciò si ponessero
le di lui armi,

ragguardevoli. non le proprie. Gregorio XIV che


Dai ruoli di Sisto V del i587, il successe , mostrò subito animo
sotto la categoria de sr^^g. Came- magnifico, ordinando alla sua fa-
rieri segretij sono notati : Maestro miglia di vestir nobile, e sontuo-
di camera Biagio Campi ; scalco ; samente.
coppiere ; guardaroba ; sotto-guar- Il sommo Pontefice Clemente
daroba e soprastante alla cera. Vili, tra i privilegi che ad esem-
aiutanti di camera segreti due. pio de' suoi predecessori concesse
Aiutanti dì camera alla bussola ai Conclavisti [Vedi)^ li dichiarò
quattro o cinque. Indi sono regi- famigliari e commensali del Papa ;

strati quattro scopatori segreti ; set- ciocche fu dai successori confer-


te signori camerieri extra muros; mato. Altrettanto accordò poscia
dodici camerieri d' onore secolari, Urbano Vili, ed altri Papi, ai Da-
che talora ebbero la parte del pa- piferi i^Vedi).
ne solo essendosi accresciuti a tren-
: Nei ruoli di Clemente Vili del
ta, soli cinque ricevettero tal parte. iSgS, per la prima volta si leg-
Sisto V creò cardinali Gio. Batti- gono nel novero de' camerieri se-
sta Castrucci, già appartenente al- greti il coppiere ed il sotto-cop-
la corte del cardinalato ; Decio piere , non che il foriero map;gio-
Azzolini Fermo, segretario in
di re. Indi sono notati tre aiutanti di
detto epoca e benché cardinale
, Camera dopo i ca-
secreta, cioè
Io conservò a segretario intimo. merieri d' onore, aventiognuno tre
Anton Maria Galli servì da cop- servi di palazzo, un cavallo due ,

piere e segretario il cardinal Pe- porzioni di pane papalino, e due


retti, che divenuto Sisto V lo di- di pane basso ; due boccali di vi-
chiarò scalco, canonico vaticano ec. no dalla cantina segreta , e due
e poi cardinale. Anche il cardi- dalla comune ,
più scudi quindici
nal Pallotta era stato nella sua per companatico. Il barbiero di
corte cardinalizia , ottenendogli a Clemente Vili, per nome Napoleo-
quell'epoca un canonicato nella ne,non era in tal classe, aveva un
chiesa di s. Maria ad Martyres, e servo,un cavallo, ed altrettanto
da Pontefice lo volle a suo favo- come i precedenti. Dopo gli aiu-
ritissimo datario, e cardinal pro- tanti sono registrati tre cappellani
datario. Federico Borromeo, came- della cappella segreta, ed il primo
riere d' onore di Sisto V fu da , è pure caudatario; indi altri cap-
tal uffizio sublimato alla porpora. pellani in numero di sette, essen-
Gli successe Urbano VII nel i Sgo, do l'ultimo il chierico segreto. Se-
,

FAM FAM 7^
giiono otto o nove Aiutanti della impieghi passò collo zio di tal por-
bussola (gli odierni Bussolanti, porato Clemente Vili, e poscia con
(Vedi) con un servo per ciascuno, Paolo V ; Domenico Rivarola, già
una porzione di pane papalino, ed uditore del suddetto cardinal Scipio-
altra di pane basso; un boccale ne; Metello Bichi, antico famiglia-
di vino della cantina segreta , ed re del Papa nel cardinalato; Ti-
altro della cantina comune , e paoli berio Muti, cameriere segreto e
quarantacinque mensili pel compa- coppiere, vescovo di Viterbo; Pie-
natico. Succedono i Camerieri ex- tro Camperà, stato segretario e so-
tra, i medici, gli scudieri ec, e di- praintendente delia casa del car-
versi maggiori. Tra questi si no- dinal Scipione, che prima il fece
tano il custode delle gioie, il cu- promovere a commendatore di s.

stode dell'armeria, l'architetto, il Spirito , la qual carica viene an-


misuratore della camera ec, il cu- noverata tra i famigliari del Papa
stode di palazzo, due forieri della ne' ruoli antichi;Matteo Priuli, es-
camera, tre aiutanti di foreria, e sendo semplicemente cameriere di
due soprastanti in Campo santo. onore ; Francesco Genuini, soprain-
Esaltò Clemente Vili al cardina- tendente dell'azienda del palazzo
lato il p. Toledo gesuita predica- apostolico, e di casa Borghese, con
tore apostolico , e suo consigliere tante altre cariche occupate per
teologo e confessore; Paolo Emi- otto anni a palazzo, che ne furono
lio Zacchia, già
di lui cameriere provveduti nove prelati ; Giulio
segreto; ed altrettanto fece con Roma, avvocato della casa Borghe-
Francesco Dietrichstein senza car- se, con altre cariche ; e Stelàno
riera prelatizia. Erminio Valenti, Pignattelli, già famigliare del car-
già suo segretario, e poi del pro- dinal Scipione.
prio nipote cardinal Pietro Aldo- Dalla nota della cera dispensata
brandini, fu pur fatto cardinale: nel i6i5 dal palazzo apostolico,
si osserva che Clemente Vili, af- si rileva che, oltre quella che ave-
fettuoso tenne i suoi
co* parenti, vano ricevuta in cappella, cioè la
nipoti circa dieci anni presso di se candela benedetta , i cardinali , e
per camerieri, e poi li esaltò alla gli altri , avevano proporzionata-
porpora. Dopo di lui venne assun- mente diverse candele di cera di
to al pontificato Leone XI, che vari pesi i seguenti . I cardinali ,

non solo avvertì i cardinali che i sovrani cattolici, e gli ambascia-


non s'impegnassero in cose ingiu- tori di detti sovrani ; il contesta-
ste , ma altrettanto impose a' suoi bile Colonna colla moglie, ed al-
domestici. Tra
Papi che procu- i tri signori e signore; i pnrenli del
rarono r ingrandimento de' propri Papa, cioè i Borghesi e i Caffarelli;
famigli è da nominarsi Paolo V, i camerieri segreti^ e di onore ; gli

Borghese,, che annoverò al sagro aiutanti camera;


di i cappellani
collegio i seguenti: Michelangelo segreti, e comuni gli ;
aiutanti della
Tonti, uditore generale del cardi- bussola ; i camerieri extra; gli scu-
nal nipote Scipione Borghesi ; Lan- dieri; sei lancie spezzate; quattro me-
franco Margotti, già cameriere e dici; undici individui della cappella
poi segretario del cardinal Cinzio pontificia, e pel primo il sagrista ; of-

Aldobrandini , indi cogli stessi due ficiali maggiori del palazzo apo-
,

8o FAM FAM
slollco ; officiali segreti, come cre- de' suoi predecessori concesse mol-
denziere e suo aiutante, bottiglie- ti indulti, grazie, facoltà, e privi-
re, cuono, cantina, forno, quattro legi a' famigliari pontificii, privile-
scopatori segreti, due facchini di già ciibicidarionim Pontificis, che
camera, e trentauno palafrenieri si leggono nel Bollarlo tom. V,
con due officiali e un cappellano; parte IV, pag. 828, e wqW Epito-
altri officiali di palazzo, come fo- me del Guerra tom. I, pag. 383.
reria, dispensiere, custodi di palazzo, I famigliari cui diresse Gregorio
custodi di Mon teca vai lo; soprastanti XV la costituzione per conceder-
alle congregazioni, soprastanti alle gli i privilegi, sono ivi espressa-
lettighe , cocchieri e famigli di mente nominati nelle persone oc-
stalla ; credenziere pel pranzo dei cupanti le cariche ed offìzi, cioè
poveri , cappellano di s. Marta il maestro di camera , i camerieri se-
priora di s. Marta, chirurgo di s. greti partecipanti, l'elemosiniere, il

Marta , custode robe vec- delle foriere maggiore, i medici, i cappella-


chie ec. ec. Quindi sono registrati ni segreti,i quattro aiutanti di ca-
gli officiali della biblioteca vatica- mera, due de' quali coniugati, e il
na, compreso lo scopatore, e il le- suo segretario domestico. Gregorio
gatore de' libri ; i ministri came- XV fece cameriere segreto il cu-
rali,cominciando dal tesoriere, e gino Marc' Antonio Gozzadini , e
compresi i cui'sori ; i ministri del- passati cinque mesi cardinale. Dal
la dataria e della cancelleria, com- ruolo di Urbano Vili, aggiustato
presi i i^irga rubea, ì mazzieri, ed sotto il dii633, si5 novembre
il custode del concistoro ; i prelati rileva che maggiore sta
il foriere
di consulta ; le guardie de' caval- fra i camerieri segreti, dopo quali i

leggieri e degli svizzeri ; la guarni- notasi il sotto-guardaroba. Questo


gione di Castel s. Angelo ; gli uf- anticamente fu posto appresso i ca-
fiziali di Campidoglio, incomincian- merieri segreti,, e talora come ab-
do dal senatore; gli uffiziali della biamo detto fu soprastante alla ce-
basilica vaticana ; i famigliari di ra : questo di Urbano Vili fu pu-
casa Borghese; gli artisti di palaz- re trinciante, però nel 1648 fu
zo, e a diversi altri per grazia. sotto-guardaroba d' Innocenzo il X
Non creda superfluo questa no-
si suo primo aiutante di camera Pie-
ta di semplici nomi, giacché nella tro Lutio, e nel i654 fece guar-
penuria in cui siamo di notizie pa- daroba secondo aiutante di ca-
il

latine qui le riporto per molte mera Vandergossi. Il primo aiu-


ragioni, ed analogamente agli ar- tante di camera di Alessandro VII
ticoli in cui cito questo ; essendo del i655, era anco sotto-guarda-
importante il novero di alcuni uf- roba, qualifica che riunì il croci-
fìzi nuovi, l'ordine gerarchico, e fero di Benedetto XIV. Ritornia-
quali individui furono considerati mo al ruolo di Urbano Vili. Quat-
famigliari de' Papi. tro erano gli aiutanti di camera,
Gregorio XV colla costituzione essendo il primo anche sotto-guar-
Venerabili fratri, data die 22 o 3i daroba, avendo ognuno due servi,
mart. 162 i, e diretta all'arcivescovo un cavallo, e scudi quindici men-
di Bari Galeazzo Sanvitale, prefetto sili pel companatico : il primo cli'e-

del palazzo apostolico, ad esempio ra barbiere ebbe un altro cavallo


, ,

FAM FAM 8£
col mantenimento per «sso; inol- sendo l'ultimo il sotto -foriere; ed
tre ricevevano pane papalino, pane altrettanti camerieri extra, e scu-
basso, ciambelle, biscotti, vino della dieri con quarantacinque paoli o^
cantina segreta e della comune gnuno delle tre ultime classi.
olio, candele, aceto, sale bianco e Urbano Vili egualmente nel suo
nero, legna o carbone, orzo, bia- lungo pontificato potè creare molti
da, Dall'emolumento e
fieno ec. cardinali stati suoi famigliari. E
parte degli aiutanti di camera si , primieramente Dionisio di Marque-
arguisca proporzionatamente quello mont, già cameriere del Papa; Er-
dei loro maggiori, eguali, e mino- nesto Adalberto di Harrac, came-
ri. Gli aiutanti della bussola che riere segreto senza altra carriera ;

sotto Paolo V erano otto, nel pon- Marzio Ginetti, cameriere segreto di
tificato d'Urbano Vili si aumen- Paolo V, e di Urbano Vili, il
tarono di due. Indi si legge il sotto- quale avendolo fatto suo maestro
foriero; i camerieri extra in numero di casa e prefetto del palazzo apo-
di undici, compreso il sotto-scalco, e stolico, nel 1626 volle che tal ca-
due trincianti. Cappellani quattro se- rica si chiamasse non più maestro
greti, e sette comuni compreso pel di camera, ma maggiordomo pori'
primo l'arciprete di Castel Gan- tificio, per dir meglio men-
o
dolfo {Fedi), da Urbano Vili di- tre lo era Fausto Poli di cui
chiarata villeggiatura pontificia, ed parleremo, perchè nel ruolo dell'an-
il chierico segreto. Vengono poi no i633 trovo il Poli col titolo
dieci scudieri, gì' individui della di mastro di casa; Ascanio Filo-
cappella, l'elemosiniere tra gli of- marino, già cameriere d'onore; Gian
ficiali maggiori, il maestro delle Jacopo Panciroli suo cameriere, e
poste, ed il fioriere fra gli officiali maggiordomo del cardinal nipote ;

minori, con un compagno, e due Fausto Poli, già maestro di casa


aiutanti. Camerieri extra ordinari sino da quando il Pontefice era
due; le Lande spezzate (Fedi), e prelato, laonde nel pontificato lo
i palafrenieri in numero di qua- fece suo cameriere segreto, indi
ranta con tre offiziali. Sì osserva economo, e poi maggiordomo del
nel ruolo del i638 dello stesso palazzo apostolico ; Francesco A-
Urbano Vili, che i cappellani se- driano Ceva, segretario del Papa
greti insieme ai crociferi furono nel cardinalato, fatto prima cano-
sei, ed un chierico segreto; i due nico lateranense, coli' uffizio del
primi con scudi venti, i crociferi concessum, indi segretario dei me-
scudi quindici, e paoli quaranta- moriali , poscia maestro di came-
cinque il chierico, ed altrettanto i ra, tutti uffizi palatini, divenen-
cappellani comuni. Tredici came- do poi anche segretario di stato ;

rieri segreti, compresi il maestro Antonio Giori, famigliare del Papa


di camera, il coppiere, lo scalco, mentre era cardinale, cui aveva
l'uditore, il medico segreto, e il affidato la custodia de' nipoti , e
guardaroba. Indi il foriere mag- facevasi assistere nella messa , indi
giore, il custode delle gioie, il trin- lo promosse a cameriere segreto
ciante o sotto-guardaroba, quattro coppiere maestro di camera , e
,

indi cinque aiutanti di camera ;


cardinale. Urbano Vili fu uno di
dodici aiutanti della bussola , es- que' magnanimi Pontefici, che som-
VOT.. wiu. 6
,

8i lAM FAM
inamente benevolo co* suol fami- Marc' Aurelio Maraldi di Cesena,
glimi domestici li ricolmò tutti di referendario e canonico di s. Pie-
onori e di ricchezze. Nella Rela- tro, segretario de* brevi, come lo
zione della Corte di Roma del cav. era stato di Urbano Vili.
Lunadoro, stampata in Bracciano Francesco Cherubini di Sinignglia,
nel 1646, non solo si tratta dei referendario e canonico di s. Pie-
principali offizi della corte del sa- tro, uditore.
gro palazzo pontificio, ma "viene ri- Lattanzio de Lactantiis d'Orvieto,
portata un* interessante lista per or- canonico di s. Pietro, maestro
dine alfabetico di alcuni offiziali di camera.
che giornalmente si esercitavano nel Quinzio del Bufalo romano, cano-
detto palazzo, e presso la persona nico di s. Pietro, coppiere.
del Papa, notandosi la parte di Gaspare Simeoni aquilano, cano-
palazzo che ognuno godeva, ed il nico di s. Pietro, segretario dei
mensile onorario dato a titolo di brevi a' principi.
companatico, senza accennarsi le re- Virgilio Spada di Brisighella, ele-
galie che si ricevevano dalla di- mosiniere.
spensa palatina, né gli emolumenti Giuseppe Fransanelli di Spoleto,
e i donativi inerenti, di gran lunga canonico di s. Pietro, segretario
superiori alle provvisioni quotidiane. de' memoriali.
Innocenzo X, Pamphily, nel 1
644 Baccio Aldobrandini fiorentino, ^-
successe ad Urbano Vili, e dalla riere maggiore poi cardinale.
costituzione 91 di lui, nella quale Paolo del Bufalo romano liwgO' ,

sono esentati dallo spoglio alcuni tenente generale delle guardie


suoi famigliari, si trovano notati i del corpo.
seguenti. CristofaroPamphily di Gubbio, e
Luigi Costaguti di Genova, ca-
Cristofaro Segni bolognese, arcive- pitani de* cavalleggieri.
scovo di Tessalonica, e canonico Gabriele Fonseca portoghese, e Giu-
di s. Pietro, maggiordomo. Al- lio Cesare Marsella di Soia, medici,
lontanato da questo impiego Girolamo Luigi da Orvieto, cano-
giacché molti di sua corte spesso nico di s. Lorenzo in Damaso,
vennero rimossi dagli uffizi, quan- guardaroba.
do divenuto il Papa cadavere, Bernardo Sforza di Todi , benefi-
ricusandosi la cognata di questi, ciato di s. Pietro, caudatario.
d. Olimpia, di pagar la tumu- Giambattista Alferi di Monte Bo-
lazione , supplì il Segni co' pro- dio, diocesi di Siuigaglia, cano-
pri denari cinque scudi, mentre nico di Maria Maggiore (egual
s.

l'altro maggiordomo Scotti gli canonicato die Innocenzo ad X


fece fare a suo conto la cassa un suo medico), crocifero.
d'albuccio, come racconta il con- Francesco Canonici Mascabruni d'A-
temporaneo For-
diarista Gigli. piro, canonico di s. Maria Mag».
se sarà stato altro primario fa- giore , sotto-datario: fu decapi-
migliare, perchè il Renazzi scri- tato come dicemmo all' articolo
ve che il Segni morì allorché Dataria apostolica (Fedi), ben-
esercitava il maggiordomato agli ché favorito del Pontefice, che
8 luglio i65i. gli sostituì Girolamo Bertucci.
FAM FAM 83
Stefano An-
Vandergossi, Michel pellani segreti, due chierici segreti,
gelo Augurio o Bonauguri di cinque camerieri di onore in abi-
Fano, Francesco Augurio, e Do- to paonazzo, e nove di spada e
menico Viva, aiutanti di came- cappa, sei cappellani comuni, un-
ra. Michel Angelo era anche dici bussolanti col sotto-foriere, no-
harhicro del Papa, e fu fatto ca- ve camerieri exlra^ dodici scudie-
nonico di s. Celso. Di questa ri, e sei lanci e spezzate per non
collegiata parecchi famigliari pon- dire di altri.
tificiine furono canonici, non Noteremo qui che all'articolo Cap-
solo perchè la nomina de' ca- PELTE PONTIFICIE, alla descrizione di

nonicati è devoluta ai Papa, q nella della Purificazione, detta Can-


ma ancora perchè Innocenzo III delora della distribuzione e proces-
la dichiarò cappella papale, per sione delle candele, descrivemmo i
quanto si dice al volume XI, personaggi che hanno l' onore di
pag. 3ii del Dizionario. Il Van- ricevere al trono pontificio dalle
dergossi fu pure sotto-guarda- mani del Papa le candele da luì
roba, e in sede vacante rimase benedette, laonde non riusciranno
neir uffizio. discare alcune relative notizie trat-
Antonio Ghirlandar! di Pisa, mae- te dai registri dei maestri delle
stro di casa. cerimonie pontificie , come anche
riguardanti la famiglia pontifìcia.
Innocenzo X creò cardinali Fran- La candela cardinalizia si dà ai
cesco Cherubini, già suo aiutante di patriarchi, al governatore, all' udi-
studio quando era uditore di ro- tore della camera, al tesoriere , al
ta, e poscia fatto cardinale-pro-u- maggiordomo, ai prelati nipoti del
ditore; e Baccio Aldobrandini men- Pontefice, se vi sono, al chierico
toTato, da foriere maggiore e ca- di camera che ha somministrato le

nonico di s. Pietro. Per morte di candele, al secondo cardinal diaco-


Innocenzo X, nella sede vacante no, ed al prefetto delle cerimonie.
del i655 fu fatto il ruolo per la Dai vescovi assistenti fino al con-
Candelora, ossia dispensa per la fessore della famiglia del Papa
cera, composto de'cardinali, de' so- inclusivamente tutti hanno la can-
vrani cattolici, e loro ambasciatori dela prelatizia di tre libbre. Dai
ed oratori, di diversi principi ro- cantori pontificii fino all'ultimo fo-
mani, e dei prelati della curia ro- hanno la candela di
restiere tutti
mana, uffiziali di palazzo, e della una libbra , seppure il Pontefice
sede vacante, camerali, artisti ec. non creda di fare qualche distin-
Dalla nota poi delle candele di- zione ad alcuno. Avanti il pontifi-
spensate nel 1662 dal successore cato di Pio VI, cominciando dal
Alessandro VII, si rileva che tra governatore sino ai ministri sagri
i cinque camerieri segreti eravi il inclusivamente, nel ritorno al tro-
medico e lo scalco; che fra i cin- no passando avanti l'altare si con*
que camerieri non partecipanti per segnava a tutti una candela di lib-
terzo si legge l'elemosiniere ; che vi bra da un maestro di cerimonie
erano due camerieri laici, quattro che stava sulla predella. Tutti i
aiutanti di camera, il sotto-guar- mazzi delle candele che restavano
daroba, il confessore, quattro cap- erano del prefetto delle cerimonie,
84 FAM FAM
che soleva darne quattro a ciascun indegni, commise al maggiordomo
cerimoniere. Si nota ancora in det- che ne prendesse diligente informa-
ti registri, che il maestro del sagm zione, e siccome in un mese nulla
ospizio, ì camerieri segreti secolari, operò, il Papa si vide costretto a chia-
oltre la dovrebbe
guardia nobile , rirsene da per se con altri mez-
far ala sui gradini del trono da zi , e trovato il vero, convenevol-
ambe le parti non sembrandosi , mente maggiordomo
ringraziò il

decente far ala avanti T altare. Al surrogandogli monsignor Girolamo


presente i soli uffiziali della guar- Farnese, allora segretario de' ve-
dia nobile fanno ala dinanzi alKal- scovi e regolari, e purgò il palaz-
tare, ed i mazzieri fanno ala alla zo apostolico di tutti quelli che af-
destra del trono, cioè prima che i fatto non conveniva vi restassero.
forestieri si rechino a prendere la Dichiarò segretario de'brevi a'prin-
candela . cipi Natale Rondinini; segretario
Appena Alessandro VII venne de'memoriali Celio Piccolomini, già
assunto al trono pontificio, sapen- suo conclavista; medico Mattia Nal-
do quanto giovi ad un principe, di suo antico amico, e che del suo
massime al capo della Chiesa, l'a- temperamento aveva piena cogni-
iuto di buoni ministri, e Tessere zione, tutti personaggi di segna-
avvicinato e servito da idonei fa- lale doti. Ai primi suoi famigliari
migliari^ rivolse le sue prime cure aggiunse quattro camerieri segreti,
a scegliere i migliori, principalmen- tutti nobili e costumati, fra' quali
te negli uffizi più alti e piìi inli- per dimostrare il suo affetto alla
mi. Conferì la dateria al cardinal nazione germanica vi ammise Fer-
Corrado, la segreteria di stato a dinando di Fustemberg, giovane
Rospigliosi, poi successore imme- non meno illustre per sangue, che
diato col nome di Clemente IX; per candor di vita. Per aver poi
prese per maestro di camera Gi- presente il punto estremo, pose
rolamo Bonvisi, che rinunziato il sotto il mortuaria, e
letto la cassa
decanato di camera, viveva tran- stabilì di vedere ogni mattina il suo
quillo in Lucca sua patria; l'an- confessore p. Cancellati gesuita. Tra
tico maestro di camera del cardina- i suoi famigliari decorò colla por-
lato, Accarigi cav. gerosolimitano, lo pora Volumnio Bandinelli, camerie-
fece coppiere, e l' antico coppiere re segreto, e poi maestro di ca-
del cardinalato, il cav. Ciaja suo mera, ritenuto il qual titolo lo di-
zio, lonominò scalco segreto. Aveva chiarò pure maggiordomo: l'eser-
Alessandro VII ritenuto per mag- cizio però della carica di maestro
giordomo monsignor Scotti del suo di camera, lo fece disimpegnare dai
predecessore, vescovo di Borgo s. nominati Accarigi e Ciaja camerie-
Donnino, e chiaro per sangue, co- ri segreti, cioè quando creò cardi-
stumi , e per le nunziature della nale monsignor Farnese; egual di-
Elvezia e di Francia. Ma avendo gnità cardinalizia conferì a Celio
il Papa per richiesta di personag- Calcagnini, già suo cameriere se-
gi ragguardevoli distribuito a gente greto, e segretario de'memoriali ;
ignota gli uffizi de'paonazzi mino- ed altrettanto fece con Giacomo
ri, e quelli ultimi della famiglia, Filippo Nini, stato di lui aiutante
e quindi appreso che molti n'erano di studio da prelato, segretario dei
2

FAM FAM 85
memoriali, e maggiordomo, rite- aventi ognuno scudi ventitre e ba-
nendolo presso di sé con titolo di iocchi 22 e mezzo, e la sola metà
prò, anzi con raro esempio eserci- il secondo. Dopo i chierici segreti,
tò la prefettura del palazzo apo- sono notati sei aiutanti di camera
stolico anche in tempo della succes- con scudi dieciotto e baiocchi 22 e
siva sede vacante, e per qualche mezzo per ciascuno. Sei cappellani
tempo anche col successore Clemen- comuni, il primo senza parte, con
te IX. scudi sei e baiocchi 1 2 e mezzo per
Era slato palatino Clemente IX, cadauno. Altrettanto avevano i do-
come segretario de'brevi a' principi dici bussolanti, e i dodici camerie-
di Urbano Vili, e come segretario ri extra, mentre agli scudieri fu
di stato di Alessandro VII: la pri- assegnato scudi sette e baiocchi
ma carica l'affidò a monsignor Ner- 72 e mezzo. Seguono gli addetti
li, seconda al cardinal Azzoli-
e la alla cappella ed alla dateria; indi
ni. Deputò l'Altieri in maestro di gli offiziali maggiori coi rispettivi
camera, ch'ebbe a successore nel onorari , cioè scudi sessantotto al
pontificalo ; volle a suo confessore maggiordomo, scudi cinque e ba-
Ambrogio Spinola; confermò segre- iocchi 2 1 al maestro di casa di N.
tario de' memoriali Nicolò Picco- S., e scudi dieci al computista, il

lomini, che lo fu pure con Cle- quale aveva il sotto-computista, ed


mente X; monsignor Accarigi lo un giovane. Succedono l'altarista
destiìiò foriere maggiore, monsignor di s. Pietro, il maestro di posta,
Rita per uditore. Paolo Strada per l'archivista di Castel s. Angelo, e
scalco, Silvestro Vannini per cop- il maestro del sagro palazzo. Quat-
piere, e per medico Benedetto Ri- tro scopatori segreti,con scudi ven-
la : nella sua costituzione LX tro- tuno e baiocchi settanta tra loro
vansi tutti i suoi famigliari nomi- divisi. Quattro florieri, i due pri-

nati. Divenuto l'Altieri nel 1670 mi con scudi cinque e baiocchi 4


Papa Clemente X, per formare la e mezzo, ed i secondi con scudi
sua corte di soggetti degni di fi- quattro e baiocchi ^1 e mezzo;
ducia, nominò quelli che si leggo- più tre aiutanti di floreria, ed
no nel tomo X, pag. 210 del No- in tutti scudi tredici e baioc-
vaes. Dal suo ruolo aggiustato sot- chi 37 e mezzo. Il sopraintenden-
to il primo novembre 1675 si ri- te alla stalla ebbe scudi nove e
levano accresciuti gii onorari men- baiocchi 22 e mezzo. I palafre-
sili. A tutto vitto, non compresi nieri furono quarantasei; ed i ca-
cavalli e servi di palazzo, e col valieri di guardia, oltre la parte
mantenimento de' primi, abbiamo di pane papalino, scudo uno
solo
venti camerieri segreti, ed undici e baiocchi 62 e mezzo per com-
d'onore in abito paonazzo, av«nti panatico.
i primi cinque la parte di pane Correndo Tanno 1676 fu creato
e vino; oltre quelli di spada e cap- Papa Innocenzo XI, il quale ri-
pa in numero di otto, con parte formò la tavola di palazzo, non
di pane e vino, tra'quali il cav. Cil- ammise al suo servizio che per-
lesi foriere maggiore. Cinque cap- sone raccomandate dalla loro mo-
pellani segreti, essendo il quarto il destia , e dalla bontà de' costumi ;

crocifero, e l'ultimo il caudatario. introducendo cosi nel palazzo con


, ,

se FAM FAM
analoghe provvidenze Ja modera- lettere in forma di brevi, cioè ai
zione. Rilevasi dal ruolo delle par- principi; Gio. Francesco Albani di
ti di palazzo, aggiustato il primo Urbino, segretario de' brevi; Mar-
maggio 1679, i seguenti famigli cello d'Aste, uditore; Pietro Draffi
coi suaccennati onorari. Tra i tre- Bartoli veneziano, maestro di ca-
dici camerieri segreti è il segreta- mera ; Mariano Gabrielli d* Aqui-
rio della cifra; tra i camerieri di leja, coppiere; Giuseppe Tempesti-
spada e cappa partecipanti, il so- ni romano, scalco ; Francesco Mag-
lo foriere maggiore, però vi sono gi d'Arezzo, guardaroba; Giuseppe
registrati sei camerieri d'onore, con Felici di Rieti, elemosiniere segreto;
parte di pane e vino, e quattro Bernardino Sarti di Rimini, came-
simili spada e cappa; due cap-
di riere segreto; Romolo Specioli di
pellani segreti, e due chierici ; quat- FermOj medico segreto ; Raffìiele
tro aiutanti di camera, sei cappel- Fabretti di Urbino, segretario dei
lani comuni, dodici bussolanti, ca- memoriali; Urbano Rocci romano,
ineiieri extra, e scudieri. Sono no- forieremaggiore, Teodoro Cellesi
tati cinque scopatori segreti, aven- di Pistoja cav. gerosolimitano , e
ti tutti scudi ventotto e ba-
fra conte Alessandro Capizucchi ro-
iocchi 11 e mezzo; il soprainten- mano, tutti e tre cubiculariis secre-
dente della stalla, quarantaquattro tis di spada e cappa, cioè parte-
palafrenieri oltre il decano, e sei cipanti; Giuseppe Sacripanti di Nar-
cavalieri di guardia col suddetto ni , sotto-datario ; Bartolommeo
compenso. Nel 1689 gli successe Clementi di Camerino, caudatario;
Alessandro Vili, il quale mostros- Giampaolo Romaldi di Jesi, crocife-
si benevolo co'suoi famigliari, seb- ro;Giovanni Bissaiga di Vercelli e ,

bene purgò la corte e la città di Bernardino Porti di Bologna, cap-


Roma da molti abusi e vizi, non pellani segreti ; non che Enea Bru-
che vietò agli artisti palatini, ai sioni di Cesena
Antonio Scipioni ,

cittadini , ed ai nobili di tenere Gabellotti Faenza Alessandro


di ,

sulle porte delle loro officine o ca- Ferri di Lodi, Bernardino Ceci di
se le armi pontificie, seppure non A la tri e Ludovico del Nero ro-
,

fossero ministri di qualche sovra- mano, aiutanti di camera, cubiculi


no. Ad esempio poi de'suoi prede- nostri adjutoribus, familiaribus con-
cessori, Alessandro Vili ai 1 2 gen- tinuis commensalibus nostris salu-
naio 1690 emanò la bolla Vili, tem, et apostolicam benedictionem.
Bull. Rom. tom. IX ,
pag. 1 5 Circunispecta romani Pontifìcis, ec;
Concedunt privilegia nonnulis fa- e sono assoluti dalle censure, sono
nnliaribus, che incomincia colle pa- creati con moto -proprio nolari
role: Venerabilibus fratribus^ Ber- conti dell'aula e palazzo lateranen-
nardino Panciatici patriarca di Ge- se, cavalieri dello sperone d'oro,
rusalemme, datario; Ercole Viscon- nobili romani, e della città di Ro-
ti arcivescovo di Damiata, prefetto ma, e delle città di Avignone, Bo-
del palazzo apostolico; Giuseppe logna, Ferrara, Benevento, e di
Eusanio vescovo di Porfirio, sagri- tutte le altre città, terre e luoghi
sta; Gio. Battista Rubini vescovo di mediatamente o immediatamente
Vicenza, segretario di stato; Mario alla santa Sede soggetti, con tutti
Spinola genovese, segretario delle i privilegi, ec. Quindi si accordano
FAM FAM 87
tutti i privilegi de'protonotari ben- breve di Pio VI che riporteremo
ché non portino rocchetto; ma si per ultimo, ed intero.
restringono però un poco i privi- Innocenzo XII nel 1691 ascese
legi di essi protonotari secondo i sulla veneranda cattedra di s. Pie-
decreti del concilio di Trento. Che tro, e nell'anno seguente colla bol-
negli atti si potranno sottoscrivere la Romanum decet Poiitiflciim ,

col titolo che loro più piacerà, sia di Bull. Rom. loc. cit., pag. 360 , e-
conte , cavaliere ec. Sono esentati stinse il nepotismo, cioèla grande

dalle decime, e dalle altre imposi- autorità che avevano precedente-


zioni, eccettuata quella in aiuto mente goduto ed esercitato i ni-
contro gl'infedeli; si permette loro poti e parenti de'Papi. Nel mede-
la pluraUtà de'benefìzi; sono esen- simo anno provò la consolazione
ti dalia residenza durante l'incari- di dar fine ad uno de'più delica-
co di famigliare del Papa; posso- ti affari che nacquero negli ulti-

no licevere gli ordini extra tempo- mi tre secoli, tra la santa Sede e
ra seoza domandare licenza, pur- la corte di Francia, sulle franchi-
ché non abbiano passato 1* anno gie abolite nei palazzi degli amba-
trentesimo; possono udire le lezio- sciatori, pei gravi sconcerti pro?
ni di leggi nelle università per cin- dotti dall'abuso dei loro domesti-
que anni, se sono abili insegnarle, ci e famigliari; laonde il zelante
e difender le cause; eleggei'si il Innocenzo XII mosse il re Luigi
confessore con ampie facoltà; tra- XIV il Grande a spogliarsi defini-
sferire le pensioni sino alla somma tivamente di quelle franchigie, che
di ducati trecento, facendo l'atto sotto di lui tentava ristabilire. Da-
innanzi al notaro e testimoni de- remo un sunto del ruolo d'Inno-
gni di fede; testare fino ai ducati cenzo XII del primo maggio 1693
seimila, senza usare le solennità; delle parti e salarii che godevano
si concede l'indulto in caso di suc- alcuni a titolo di companatico, o-
cessione intestata, e di meno vali- ve si rileverà l'aumento degli o-
da disposizione. Segue nella bolla norari mensili, essendo state tutte
r inibizione a chi vorrà turbale le parti ridotte in denaro, eccettua-
questi privilegi , le clausole che te quelle della panetteria, e can-
questi medesimi privilegi abbiano tina segreta, oltre l' uso de'cavalli.
forza di un vero, legittimo, giurato, Tredici camerieri segreti, compre-
stipulato e valido contratto tra es- so maestro di camera, l'uditore,
il

si famigliari , e il Pontefice , e la l'elemosiniere eh' era pure guarda-


camera apostolica ec. Finalmente roba, il medico ec, il primo con
si dà la commissione perché que- scudi quarantuno e baiocchi 4? ^
sta bolla sia eseguita, la quale pe- mezzo, gli altri con scudi trenta-
rò non suffraga ai famigliari degli cinque e bai. ^3. Camerieri segreti
antecedenti Pontefici, come ai fa- di spada e cappa tre, con scudi
migliari in essa non nominati, giac- trentacinque e bai. 85 per cadau-
ché alcuni Papi, oltre soliti , che i no ; due camerieri di onore in abito
sono i suddescritti, talvolta vi an- paonazzo, e tre di spada e cappa
noverarono qualche altro loix) fa- con scudi venti per cadauno. Tre
migliare partecipante ed alcuno , cappellani segreti con scudi venti-
anche onorario, come vedremo nel Ire e bai. 22 e mezzo per cada-
,,

88 FAM FAM
uno. Due chierici segreti con scudi incoraggi va dicendo loro che avreb-
sei e bai. 1 1 e mezzo per cadauno. be chiamato il suo palazzo la ca-
Aiutanti camera con scudi di>
di sa diGiobbe, dappoiché la suc-
ciotto e bai. 2 a e mezzo per ca- cessione alla monarchia spagnuola,
dauno. I cappellani comuni come i giansenisti, e tutte le conseguen-
i detti chierici. Sette bussolanti, e ze che ne derivarono, esercitarono
il primo scalco della foresteria; die- principalmente la sua virtù, il suo
ci camerieri extra, e l'ultimo trin- zelo, ed il suo petto sacerdotale.
ciante della foresteria; nove scudie- Osservasi ne* suoi ruoli i seguenti
ri, fra'quali altro trinciante, ed al- aumenti di onorari, in compenso
tro scalco della foresteria, e tutti delle parti d'olio, candele, aceto, sa-
con scudi dieci. Per la prima vol- le, ec. ridotte in denaro, così delle
ta si legge il titolo di generale parti di legna, orzo, fieno, ridot-
con scudi cinque e bai.
delle poste, te pure in denaro, ed accresciuti
11 e mezzo, e parte. Quattro sco- ad ognuno oltre ciò che avevano
patori segreti, aventi fra tutti scu- di assegnamento nel ruolo, ed altri
di ventuno e bai. 70. Soprainten- emolumenti camerali, che pagavan-
dente alla vStalla con scudi nove e si con mandato di monsignor illu-

bai. 12. e un quarto. Sette cava- strissimo maggiordomo. Si leggono


lieri di guardia, a scudi uno e bai. quindi assegnati scudi quaranta-
62 e mezzo per cadauno, tre dei cinque ai camerieri segreti , scudi
quali a scudi diciotto e mezzo per quarantanove al foriere maggiore,
uno, ma senza parte. I palafrenie- e scudi quaranta a Carlo Albani,
ri, compreso il decano, erano qua- altro cameriere segreto di spada
rantasette. Innocenzo XII appena e cappa. Ad un cameriere d'onore
eletto Papa si occupò per tre gior- in abito paonazzo scudi venti, ed
ni continui col cardinal Albani altrettanto ad un simile di spada e
poi Clemente XI, per far la scelta cappa Tre cappellani segreti con
.

di que' ministri, che cooperarono scudi ventinove per cadauno; ed


a rendere glorioso il suo pontifi- un eoa scudi diciot-
chierico segreto
cato, e per averlo vicino, e pron- to. Quattro aiutanti di camera con
to a consultarlo, assegnò al cardi- scudi ventiquattro per cadauno. Cin-
nal Albani abitazione in palazzo. que scopatori segreti, compresi scu-
Clemente XI, eletto a'2 3 novem- di dieci della tesoreria segreta, in
bre I 700, per formare la corte de- tutti scudi quaranta. Dodici cava-
gna delle sue ottime intenzioni lieri di guardia, scudi diecisette e
nominò que'soggetti che riporta il bai. 5o. Sono pure notati nove ca-
JVovaes nel tom. XII ,
pag. 1 4. merieri d'onore in abito paonazzo
Tra i famigliari che creò cardina- e dodici simili di spada e cappa
li, rammenteremo il nipote Anni- con parte di pane e vino. Si no-
bale Albani già cameriere segreto, ta ancora, che ai vescovi assistenti
e Tommaso Filippo d'Alsazia stato al soglio si dava tal parte, se ave-
suo cameriere d'onore. Quando i vano registrato il breve di loro
ministri , e primari famigliari di nomina nella camera apostolica. Ab-
Clemente XI, si lagnavano delle biamo la bolla di Clemente XI, in
tante traversie, che agitarono il data de' 5 aprile 1701, sulla con-
suo lungo pontificato, il Papa li cessione de'privilegi ai primari suoi
,

FAM FAM 89
famigliari, la quale richiama quel- lettighe. Quattro sedioni con fini-
la di Alessandro Vili, riportando- menti, e basti; gualdrappe e sel-

visi i nomi de'famigliari delio stes- le nobili e comuni . All' articolo


so Clemente XI. Nel suo pontifi- Treni (Vedi) si parlerà degli an-
cato, e nell'anno 1 7 6 ebbero ori- 1 tichi e dei presenti , oltre quanto
gine le Notizie di Roma , delle dicemmo altrove; non che delle
quali parlammo all'articolo Diario vesti degli olìiziali e inservienti
di Roma (Vedi), e nel 1720, per della scuderia papale. Si possono
la prima volta vi è riportata par- anche vedere gli articoli Carrozze,
te della famiglia pontificia , che per Cavalli Cavallerizzo , del quale
,

la maggior parte successivamente pure se ne parla all'articolo Con-


venne pubblicala nelle medesime testabile, e Lettighe ec, ed altri
notizie annuali. relativi all'argomento. Siccome in
Per morte di Clemente XI, e fine riporteremo lo stato della fa-
con ordine del cardinal camer- miglia pontificia de' nostri tempi,
lengo di s. Chiesa , furono dati non riuscirà discaro qui riportare
secondo il solito, un cavallo al so- il ruolo delia scuderia di Clemen-
piaintendente della scuderia ponti- te XI coi salarli mensili, oltre le
ficia , ed altro al capitano degli parti pane e vino , ed altro
di
svizzeri , di quelli di detta scude- che godevano simili famigli. Il so-
ria: al presente il cavallerizzo, e prainlendente don scudi nove e
il capitano degli svizzeri in mor- bai. 22 e mezzo; il maestro di
te del Pontefice, in vece del ca- stalla altrettanto; il soprastante ai
vallo hanno cadauno scudi sessan- muli con scudi cinque e bai. 92
ta in compenso. Lo stato dei ca- e mezzo; baccalaro alla stalla con
valli della scuderia pontificia nel scudi cinque e bai. 1 e mezzo;
1721, cioè alla morte Clemen-
di primo cocchiere nobile del Papa
te XI, siccome i famigliari non go- con scudi sei e bai. 92 e mezzo;
devano più l'uso de' cavalli, consi- secondo cocchiere uno scudo di
steva in nove cavalli stornelli, quat- meno del precedente; cocchiere di
tordici nostraU da carrozza, dieci- famiglia con scudi sei e bai. 2 e
otto da sella, nove mule, undici mezzo ; tre letlighieri con scudi
muli, edr^n frisone morello. Due quindici e bai. 7 e mezzo fra tut-
carrozze nobili foderate di velluto ti; detti per le lampade altrettan-
cremisi con ricami , passamani e to; due mulattieri scudi dieci e
frangie d'oro; altra di vacchetta bai. 7 mezzo; detti per lampade
e
per il Papa. Otto furloni o frul- altrettanto; due acquaioli con scudi
loni; due sterzi, e carretto per do- nove e bai. 47 e mezzo; detti per le
mare i cavalli. Una lettiga di vel- lampade altrettanto; dodici famigli
luto cremisi con trine, frangie di di stalla con scudi quarantadue e
oro, e specchi ; altra da campagna bai. 3o di provvisione; detti per
panno cremisi , con frangie d'o- le lampade, come i precedenti ; al-
ro^ e cristalli; altra di velluto cre- tro famiglio di stalla con scudi due

Idi
misi trinata d'oro, senza sedia, pel e bai. 2 e mezzo; altrettanto allo
cadavere del Papa; più due letti- scozzone, o domatore de' cavalli.
ghe di vacchetta per campagna. Innocenzo XIII era stato came-
riere segreto di onore di Alessaa-
90 FàM FAM
dro Vili, ed appena divenuto Pa- nella fresca età d'anni 6S. Narra
pa, subito cominciò a prowedei'e nella sua Novaes, che acce-
vita il

la sua corte di minislh che doves- lerò il suo termine la morte di un


sero cooperaie alle sue rotte inten- suo aiutante di camera, il quale
zioni, e nel numero 600 del Dia- lo aiutava in certo suo grave in-
rio di Roma del 1721 è riporta- comoda, che volendolo agli altri
to un lungo catalogo dei famiglia- occultare fu cagione di sua morte.
ri pontificii d'ogni ceto e grado. Successe ad Innocenzo XIII, nel
Tra i suoi famigli Innocenzo XI 11 1724, Benedetto XIII, Orsini, già
dichiarò coppiere Meniconi, già dell'ordine domenicano, e zelante
maestro di camera nel cardinalato arcivescovo di Benevento. Di sem-
e dapifero nel conclave; elemosi- plici costumi, e grandemente umi-
niere Ferranti, stato suo concla- le voleva uscire dal palazzo aposto-
"vista; vicegerente di Roma Bacca- lico senza guardie, e come povero
ri vescovo di Bojano, già suo vica- religioso in una carrozza a bandi-
rio generale nel vescovato di Vi- nelle tirate; ma dovendosi accomo-
terbo; confessore il p. Flaminio Ce- dare alle istanze de'più prudenti
sare de' chierici regolari minori; e della sua corte, fu costretto recar-
capitani de'cavalleggieri i suoi ni- si nelle sue frequenti visite alle
poti d. fr. Carlo, e d. Marcantonio chiese con un cappellano segreto,
Conti. Dalla sua IV costituzione, col quale diceva per istrada il ro-
Bull. Reni. tom. XI, pag. 207, sario, e con poche guardie di sol-
Concidunlur privilegia familìaribus dati, delle quali ringraziò come su-
Snnctitatìs Suae, si rilevano quel- perflue le lancie spezzate. Nel gior-
li accordati ai consueti famigliari no dopo la coronazione, settimo
inclusive ai sei came- aiutanti di di sua esaltazione, applicossi a prov-
ra Scipione de Fabiis romano, Do- vedere i posti più importanti di
menico Rombolnio di Pistoja, Fran- sua corte e famiglia, confermando
cesco Pino romano, Bartolommeo molti del suo piedecessore, come
Moslia o Moglia romano stato con- si ha dal citato Novaes, tom. XllI,

clavista, Girolamo Giorgi pisano, e p. 49 J quindi consagrò successi-


Giacomo Antonio Bianconi di Capra- vamente vescovi maggior partela

nica. Tali privilegi sono simili a de'suoi famigliari, e diversi ne fe-


quelli di Alessandro Vili, meno ce cardinali. Tali furono il famoso
qualche restrizione; si lascia però il Coscia, già suo segretario e mae-
protonotarialo, i titoli di conti e stro di camera; e Finy, già suo
cavalieri palatini, senza facoltà di aiutante di studio e maestro di
creare notari, si dichiarano nobili camera, dichiarandolo eziandio tale
romani, si esentano dalle decime, nel pontificato, quindi cardinal udi-
si a ricevere gli ordini
abilitano tore, ec.
extra tempora, gli si permette di Benedetto XllI comunicava la

eleggersi il confessore, di trasferir famiglia palatina nelle feste solen-


pensioni sino alla somma diduca- ni, del quale pio uso praticato dai
li trecento, di testare ec. Breve in Papi, ed in loro vece dai maggior-
il pontificato del magnanimo In- domi, se ne tratta al volume IX,
nocenzo XIII, poiché regnò due pag. 167 e 168 del Dizionario.
anni e circa ilieci mesi, morendo Tutti quelli che ricevono la co-
FAM FAM 9^
munioue dal maggiordomo sono in- nelle Memoriti cronologiche di quei
dividui della famiglia nobile, ve- pastori, a pag. ij2. A'i5 dicem-
stiti cogli abili del loro grado, i bre 1724 Benedetto XIII emanò
quali poscia nelle camere del mag- la bolla pei privilegi in favore dei
giordomo ricevono un rinfresco. suoi famigliari, ed eguale a quel-
Quelli dell'altra famiglia sono co- le de' suoi predecessori.
municati dal cappellano segreto Persuaso Clemente XII che dal-
caudatario. 11 maestro di camera poi la condotta lodevole dei ministri
nel giovedì santo fa la comunione e famigliari in gran parte dipen-
agli ecclesiastici no- della famiglia de il buon regolamento del ponti-
prima faceva
bile pontificia, ciocche ficato e del governo, immediata-
egualmente il Pontefice, e dal me- mente alla sua esaltazione pensò
desimo maestro di camera sono alla scelta che doveva fare, massi-

trattati di rinfresco. I sacerdoti ve- me pei principali; e sebbene dive-


stiti coi loro abiti di corte, assu- nisse cieco, regnò con prudenza e
mono la cotta e la stola nell'atto maturità I primari fa-
di consiglio.

di ricevere la comunione. Se i migliari di Clemente XII si leg-


maggiordomi e i maes-tri di came- gono presso il Novaes, Elementi del-
ra non sono sacerdoti, deputano la storia de Pont., tom. XIII, pag.
l'elemosiniere o il sagrista a fate 166. Clemente XII creò tre car-
la comunione, e la ricevono dalle dinali, tutti stali camerieri segreti,
mani di essi. Abusarono della bon- cioè Riviera, segretario delle lette-
tà di Benedetto XIII molti fami- re latine, e della cifra; Passeri, udi-
gliari, i quali ingordi di arricchirsi tore e conclavista nel cardinalato,
con discapito della gloria e dei indi uditore del Papa, continuan-
buon nome del loro padrone e do nella carica; e Spinola. Creò
benefattore, conculcarono la giu- pure cardinale il p. Pieri, già suo
commisero prepotenze, e non
stizia, bibliotecario e teologo ; e fece se-
badarono che a saziar la loro ri- natore di Roma suo Bielke, già
provevole venalità. Mancando il cameriere d'onore di spada e cap-
buon Pontefice di quella sagaci tà pa. I cardinali Spinelli Passionei
e discernimento per conoscere mi- e Silvio Valenti da Clemente XII
nistri anche alcuni de-
incorrotti^ creati, erano stati camerieri segreti
gli uffiziali camerali si unirono agli diClementeXI. Nei ruoli di Clemente
indegni famigliari, mentre altri one- XII si vede proseguito quanto di-
sti e saggi non mancarono illumi- cemmo di quelli di Clemente XI,
nare la virtuosa ed innocente ret- colle osservazioni che Io scalco se-
titudine del Pontefice. Tultavolta greto con titolo di monsignore ha,
non si potè riparare cU danni, par- scudi quarantacinque come came- i

te per l'ottuagenaria sua età, e rieri ed altrettanto il ca-


segreti,
parte dal ritenere impossibile che vallerizzo; due chierici segreti con
altri facessero male, ed agissero con- otto scudi per cadauno ; dei sei
»tro il decoro e la sua confidenza. aiutanti di camera^ uno era pure
Pompeo Sarnelli, stato suo con- cameriere extra; Ira i bussolanti
clavista, celebra la famiglia di Be- e i camerieri ejctra alcuni sono no-
nedetto XllI quando era arcivesco- tali ceroferari. Otto scopatoli segreti,
vo di Benevento, come si Ìì^^'^g compresi scudi sei che iruivano dal-
9^ FAM FAM
la tesoreria, in tutti dividevansi ses- nedetto XIV si legge nel tom, XIV,
santaqualtro scudi. Al foriere mag- p. 9 del Novaes, e quasi tutti nel-
giore fu assegnato per compenso le Notizie di Roma^ così di quelli
della carrozza scudi sedici e bai. de'Papi successori. Dalla nota delle
66 e mezzo, oltre gli scudi quaran- medaglie d'oro e di argento distri-
tanove pur mensuali. Dodici cava- buite nel pontificato di Benedetto
lieri di guardia con venti scudi per XIV dai prelati maggiordomi e
cadauno, niente i due soprannume- maestri di camera per la solennità

ri. Sono notati, il decano con scu- del possesso, e quella annuale dei
di nove, e bai. 90; il sotto-deca- ss. Pietro e Paolo, si rileva che il

no con scudi quattro e bai. 62 maggiordomo ne distribuiva ai fa-


e mezzo ; e trentuno palafrenieri migliari pontifìcii ventitre d'oro, e
con undici sediari. Ebbero la par- centosessantacinquedi argento, men-
te di pane e vino i principi assi- tre il maestro di camera ne di-
stenti al soglio, cioè il nipote del stribuiva centotrentadue d'oro, e
Papa, il contestabile Colonna, e il duecentottantaquattro di argento. I

duca di Gravina Orsini; altrettan- detti due prelati ne avevano tre


to il vessillifero, il vice-castellano per specie; e due i cardinali pa-
con parte di cameriere segreto, i latini, il cardinal vicario, icame-
prelati domestici, cosi diecinove ca- rieri segreti sì ecclesiastici che se-
merieri d'onore in abito paonazzo, colari partecipanti , compreso Io

e trentatre di spada e cappa, ol- scalco segreto. Una d' oro ed al-
tre quattordici dimoranti fuori di tra d'argento i due capitani de' ca-
Roma, i non avevano
quali però valleggeri, i sei cappellani segreti,
parte. Fu Clemente XII che de- i due chierici segreti, i cinque
stinò perpetuamente a governatore aiutanti di camera , il vessillifero,

del conclave il prelato maggior- i tredici cavalieri di guardia ossia-


domo prò tempore. no lancie spezzate, capitano, tenen-
Benedetto XIV, divenutone! 1740 te, ed alfiere della guardia svizze-
sommo Pontefice, esortò i prelati ra, ed alcune guardie de'cavalleg-
di sua corte all'applicazione dello gieri; il padre maestro del sacro
studio, ed a vivere esemplarmente, palazzo, il padre sotto-sagrista, il
al modo che riportammo al citato padre predicatore apostolico, i due
articolo Camerieri del Papa. Fra primi maestri di cerimonie, il bi-
i cardinali stati famigliari dei Pa- bliotecario segreto, i ministri assi-

pij e da Benedetto XIV aggregati stenti della cappella pontificia, i pre-


al sagro collegio, nomineremo Pao- lati segretari di consulta, del buon
lucci-Merlini, e Burini, già came- governo, l'uditore del camerlen-
rieri segreti di Clemente XI, Stop- gato, il maestro di casa, il compu-
pani d'Innocenzo XIll, e Livizza- tista ; l'uditore civile di palazzo, e
nidi Clemente XII. Fra quelli poi l'uditore criminale, oltre il procu-
dello stesso Benedetto XIV faremo ratore del medesimo ; il sotto-com-
menzione di Millo, già suo vicario putista, e il primo giovane della
generale d'Ancona e
nelle diocesi computisteria; il p. confessore del-
Bologna, poscia promosso ad udi- la famiglia, il fioriere, lo scalco
tore ed a favorito datario. II no- della foresteria, il sotto-foriere, lo

Tero de' principali famigli di ^- speziale, il legatore segreto de'libri


FAM FAM 93
e scritture; il cuoco, ed il creden- sue prime cure a fornire la corte
ziere segreti ; il bottigliere, e lo pontifìcia di soggetti, i quali per
spenditore segreti; il maestro di ogni parte ne fossero meritevoli.
stalla, decano de' palafrenieri.
e il Dichiarò perpetuo nell'ordine dei
Una argento l'avevano i
sola di serviti l'uffizio di confessore della
nove cappellani comuni, i quattro famiglia pontifìcia, alla quale am-
scritturali della computisteria , i pliò le abitazioni, come aveva fatto
tre medici della famiglia, il solle- Clemente XII. Dai ruoli di Cle-
citatore di palazzo, i dieciotto bus- mente XIII osservasi che i cardi-
solanti compresi soprannume- i nali palatini erano nel novero dei
ri; gli undici camerieri extra com- camerieri segreti partecipanti, e
presi i soprannumeri , e i dodi- questi ascendevano a dieci, con par-
ci scudieri compresi i soprannu- te di pane e vino, e scudi quaran-
meri ; i sette scopatori segreti che tacinque mensili a tutti; però il
sotto Benedetto XIV giunsero a maestro di camera ne fruiva cin-
dieci ed anche undici; così gli al- quantadue e mezzo. Più sono re-
tri offiziali dell'officine palatine, e gistrati trentatre camerieri segreti
gli aiutanti de' diversi uffizi; i giar- soprannumerari senza parte, quat-
dinieri, ventinove palafrenieri, dieci tordici camerieri d'onore in abito
sedi ari, otto cocchieri, tre lettighie- paonazzo, sette de'quali con parte
ri, facchini di camera, guardaroba di pane e vino, e quarantatre ca-
del pontificio palazzo di Castel merieri di onore spada e cap-di
Gandolfo. Finalmente nella sede pa, nove de'quali con detta parte.
vacante del i 7 58 per morte di 11 maestro di casa con scudi qua-
Benedetto XIV, essendosi coniata rantacinque, ma nulla come pro-
e distribuita la medaglia per la scalco. Cinque cappellani segreti
festa de' ss. Pietro e Paolo, l'ebbe- con ventinove scudi, uno però con
ro i seguenti palatini. 11 maggior- venti, e i quattro soprannumeri
domo, il foriere maggiore, il ca- senza nulla. Due chierici segreti con
vallerizzo, l'uditore di palazzo, il otto scudi. Cinque aiutanti di ca-
maestro di casa ed il suo aiutante, mera con ventiquattro scudi, più
il computista con cinque della com- ai medesimi scudi due e baioc-
putisteria, il sotto - foriere, il p. chi 37 e mezzo in compenso del
confessore della famiglia, l'ammi- pane e vino, aventi un supplimen-
nistratore della cantina segreta, il to a loro aiuto. Dieci cavalieri di
maestro di stalla, il dispensiere di guardia lancie spezzate con scudi
palazzo, il sotto- custode de'cancel- venti per cadauno, ed otto senza
li, il decano degli scopatori comuni, paga quali soprannumeri. Undici
il giardiniere, e custode del palaz- scopatori segreti con scudi ottan-
zo quirinale, il sopraintendente dei totto fra tutti. Il decano, il sotto-
giardini al vaticano, il fornaro se- decano, trentaquattro palafrenieri,
greto, il sagrisla, il primo maestro e sette sediari. Tre principi assi-
di cerimonie, e il p. maestro del stenti al soglio, Bezzonico nipote
sagro palazzo apostolico. Le meda- del Papa, Colonna, ed Orsini- Gra-
glie d'oro furono sedici e ventotto vina.
quelle di argento. Successe nel 1769 a Clemente
Anche Clemente XIII impiegò le Xlll il Pontefice Clemente XIV,

I
9i FAM FAM
il qiinleconfermò molti dellia cor« za; e dei tredici di onore rol)]>rro
te del predecessore; ed in sua mor- soli dicci. I quattro aiutanti di ca-
te occupò nel 1775 il suo luogo Pio mera, come Clemente Xlll.
quelli di
VI Braschi. Questi nel conclave Alla categoria cappella pon-
della
in cui fu eletto Benedetto XIV fu tificia, figura pel primo il maestro
conclavista del cardinal Ruffo, in del sagro ospizio senza nulla per
morte del quale il Papa Io prese companatico ed in compenso di
,

per suo amanuense nel 1 753, o sia pane e vino scudi quattio e ba-
aiutante di studio laonde sotto la ; iocchi settantacinque; indi è regi-
dettatura d'un Pontefice di sì emi- strato monsignor sagrista. Sei cap-
nente dottrina, dovea riuscire an- pellani segreti con scudi ventìnove
ch' egli bene istruito nella scienza ed una parte di pane e vino per
delle ecclesiastiche discipline; e par- cadauno, cioè scudi due e baioc-
lando Pio VI, in un breve a mon- chi 37 e mezzo. Dieciotto cavalieri
signor Martini arcivescovo di Fi- di guardia dieci con scudi venti
,

renze, di Benedetto XIV, ecco co- per cadauno, ed otto senza paga;
me si espresse: quem Nos .... il capitano de'cavalleggieri con scu-
cuni in ejus, Benedicli XIV ^ fa- di tre, pane e vino; castellano di
mìliam fdiciter oliin asciti fuerinius Castel s.Angelo con parte di pa-
ecclesiasticae emditionis magistrum ne e vino; foriere maggiore, oltre
optimum Imbuisse gloriamur. Nel gli scudi quarantanove, scudi sedici
luglio di detto anno 1753 Bene- e baiocchi 66 e mezzo come so-
detto XIV fece il Braschi came- pra; cavallerizzo con scudi quaran-
riere segreto, e poscia canonico di tacinque ; dodici scopatori segreti
s. Pietro. con scudi novantasei fra tutti; fio-
Pio VI con chirografo del pri- riere con scudi dieci; sotto-foriere
mo gennaio 1778 riformò gli o- cameriere extra con scudi dieci.
norari e parti di molti famigliari Tra i bussolanti è notato l'ufficia-
pontificii. Anche ne' ruoli di Pio le extra omnes del Concistoro (Fe-
VI si trovano i camerieri segreti dij ove parlasi di tale uffizio); e
e i palatini con scudi quaranta- gli assistenti alle congregazioni so-
cinque, e due de' primi con sola no tra Il decano scudi
gli scudieri.

mezza paga, aventi scudi due e bai. nove e baiocchi go; il sotto-deca-
37 e mezzo, ed alcuni il doppio no scudi quattro e baiocchi 62 e
pel pane e vino; il maggiordomo mezzo; trentanove palafrenieri scu-
con scudi novantacinque per com- di centottanta e baiocchi 37 e mez-
panatico, e scudi dodici e bai. 16 zo; e dodici sediari con scudi cen-
e mezzo pel pane e vino; dopo di to ventotto e baiocchi io. Il bari-
lui è registrato il maestro di casa gello di Roma scudo uno e ba^
particolare del Papa senza parte; iocchi 62 e mezzo; quello del mag-
indi il maestro di casa del palaz- giordomo con scudi sei e baiocchi
zo apostolico con scudi quaranta* 62 e mezzo: anche il soldano del-
cinque companatico, e scudi
pel le carceri nuove aveva la parte
tre e bai. quattro pel pane e vi- da palazzo. Siccome dopo il pon-
no. I camerieri segreti di spada e tificato di Pio VI vi fu riforma
cappa in numero di cinque con sugli onorari, e sulle parti di pa-

parte di pane e vino, ed otto sen- ne e vino, come poi si dirà, e


,

r'AM 95
perciò che qui noteremo molti to di abolire tutte le }»orzioni di
di quelli che allora godevano tal pane e di vino che dal pontifìcio
parte. 1 segretari delle congregazioni palazzo si davano a' suoi famiglia-
de'vescovi e regolari, di consulta in ri, chiamata perciò parte di palaz-
un ai ponenti, i segretari di propa- zo, che, come abbiamo veduto, si

ganda fide, del eoncilio, de'riti, del dava anche ad un gran numero di
buon governo in im ai ponenti, prelati, ofllziali, e persone diverse,
dell'esame ec. Le segreterie di sta- che perciò si dicevano faniiglìnri
to, de' brevi, dei brevi a' principi, comuni, e commensali del Papa.
delle lettere latine, de'memoriali ec. Quindi annullò gli affitti del forno,
Diversi offiziali della cancelleria della mola, e della cantina del pa-
della dateria, e della camera apo- lazzo apostolico , ed i privilegi ed
stolica, in un all'uditore generale esenzioni annesse. Finalmente a' 20
e tesoriere generale della medesi- febbraio 1 798 i repubblicani fran-
ma. 11 governatore di Roma, il cesi nel modo il piti riprovevole, e
commendatore di s. Spirito; l'as- colla soverchiante legge del più for-
sessore, e il p. commissario del s. te, strapparono Pio VI dal Vati-
ofFizio. I cardinali avevano ezian- cano, avendo già occupato tutto Io
dio ancora la parte di pane e vi- stato pontificio in quel modo che
no ; così i tre principi assistenti al la storia ha registrato con note di
soglio, compreso il senatore Rezzo- sangue. Seguirono l'augusto prigio-
nico (il quale per ordine speciale niero monsignor Caracciolo mae-
di Clemente XIV godeva il mensile stro di camera; monsignor Marot-
assegno di scudi sessantacinque); gli ti suo segretario per le lettere la-
ambasciatori ed oratori de'sovrani tine;Bernardino Calvesi, e Andrea
presso la santa Sede; gli uditori Morelli aiutanti di camera (il se-
di rota; i chierici di camera; i condo de' quali sopravvissuto al pri-
pielati domestici; i protonotari a- mo divenne poi secondo di Pio
postolici; gli abbreviatori di parco VII giusta il costume); Felice Me-
maggiore; gii avvocati concistoriali; lia chirurgo dentista, col figlio Gio-
i vescovi assistenti al pontifìcio so- vanni; Giacinto Brandi figlio del
glio ; i votanti di segnatura ; i giu- defunto Stefano, già primo aiutan-
dici di Monte Citorio ossia della te di camera, suo maestro di casa;
curia Innocenziana, ec. ec. Ma a Francesco Bon accorsi scopatore se-
miglior intelligenza in appresso ri- greto, Salvatore Tamberlicchi scal-
porteremo il registro di questo ruo- co, il decano Antonio Vigano, il
lo, senza notare gli onorari, e il medico Giuseppe de Rossi, il chi-
quantitativo delle parti di palazzo. rurgo Filippo Morelli, che poscia
Nella memoranda epoca dell'anno fece al Pontefice da maestro di

^^797, in cui Pio VI avendo dovu- casa; il corriere Vincenzo Catenac-


^Hk> Tare coi repubblicani francesi, ci, ed il cuoco Gaspare Gagliardi,

^^Bqvasori del suo stato, immensi sa- ec. ec. JVon contenti di ciò i per-
^^^rifìzi nell'armistizio di Bologna e secutori di Pio VI, entrato che
pace di Tolentino per ,
le circo- questi fu nella Francia, e volendo
stanze deli' esausto erario, dovette vieppiù avvihrlo gli tolsero dal fian-
ripararvi con provvedimenti econo- co parte della ristretta sua corte,
A tale elletto si trovò costret- sotto il pretesto che aveano alcuni
Iiici.

1
,

96 FAM FAM
segrete intelligenze co* nemici, ed a gliari. Romac MDCCLXXV. Ex
nulla estiemo dolore pro-
valse 1'
typographia Reverendae Carne-
vato dal Papa per si amara sepa- rae Àposlolicae.
razione, né r interposizione di per-
sone autorevoli che affermavano la PIO PAPA VI
innocenza degli incolpati. Giunto
Pio VI in Valenza, poterono rag- A perpetuità' dell'atto.
giungerlo i separati domestici, per
averne l'ultima benedizione, e rac- Ai venerabili fratelli Giovanni
coglierne gli ultimi sospiri, quan- Archinto arcivescovo di Filippi
do placidamente spirò, spettacolo di Guido Calcagnini arcivescovo di
edificante ammirazione, la notte dei Tarso, e Nicol' Angelo Maria Lan-
28 agosto 1799, tra le braccia di dini vescovo di Porfirio , rispetti-
monsignor Spina arcivescovo di Co- vamente prefetti del palazzo apo-
rinto che faceva le veci di mag- stolico, della nostra residenza cu-
giordomo, del p. Girolamo Fanti- biculìy e della nostra sagrestia; ed
ni del riscatto suo confessore, e del ai diletti figli maestro Teodoro
p. Giampietro da Piacenza suo cap- Boccapaduli romano elemosiniere
pellano, per non nominare gli al- segreto, Benedetto Stay ragusino
tri. Prima di morire Pio VI di- segretario delle nostre lettere in
spose di quel poco che possedeva forma di breve ai principi, Filip-
in favore de' suoi famigliari, fedeli po Buonamici della Lucania, Car-
compagni di sua sventura, i qua- lo Federici genovese segretario del-
li un dopo l'altro paternamente a- la cifra, Carlo Luzi romano sot-
vea benedetti, e dato con tenerez- to-datario, Marcello Sandri di A-
za r estremo addio. Siccome negli melia coppiere, Baldassare Avogra-
articoli risguardanti gl'individui pri- do di Vercelli, Gregorio Bandi,
mari della famiglia pontificia , ab- e Fabrizio Loc?itelli cesenati, Giu-
biamo pei privilegi ad essi conces- seppe Coppa ri di Nocera guardaro-
si rimandato il lettore a questo ar- ba, Emmanuele da Prada di Com-
ticolo, ove promettemmo riportare postella, Bernardo Gonteri di To-
l'ultimo breve in favore de' fami- rino, Alfonso de Solis di Orvieto,
gliari pontificii emanato, perchè si Cristofaro Stonordi di Londra, I-
conoscesse in qual modo singolare gnazio de Aguirre romano, Vin-
i Papi distinsero i loro domestici cenzo Manni di Fabriano, Giusep-
intimi, tradotto nell'idioma italiano pe Garcia Malo di Cuenca, e Na-
qui appresso interamente il ripor- tale Saliceti diNebbio medico se-
tiamo, giacche della famiglia pon- greto, camerieri intimi o segreti;
tifìcia ci proponemmo trattare in ed al nobii uomo duca Michelan-
peculiar modo in questo nostro gelo Conti ( maestro del sagro o-
Dizionario^ come dichiarammo nel spizio), a Giambattista Collicola fo-
frontespizio. riere maggiore, a Giambattista Cen-
ci, ed ai marchesi Ferdinando Rag-
Concessione di privilegi fatta dalla gi, Camillo Massimi (generale del-

santità di nostro Signore per di- le poste), e Girolamo Serlupi ro-


vina provvidenza Papa Pio VI mano, prefetto della nostra scude-
a favore di alcuni suoi fami- ria, similmente camerieri segreti;
FAM FAM 97
ai cappellani segreti Giacomo Pa- de'costumi, e le altre pregevoli do-
ris di Sulii, Antonio Palombi ro- ti di probità e virtù, onde abbia-
mano, Atanasio Angelini di Ascoli, mo anche per domestica sperienza
Stefano Conil de Beduin di Car- conosciuto le persone vostre co-
pentrasso, Giacomo Benetti roma- prirsi di merito; e volendole per-
no, e Paolo Morelli di Rimini ; a ciò esaltare con attributo di grazia
Tommaso Agostino Ricchini del- speciale, e con titolo di onore se-
l'ordine de' predicatori, maestro del gnalato, e di eccellente dignità; col
palazzo Antonio Frati-
apostolico, tenore delle presenti assolvendo, e
ni romano nostro segreto maestro tenendo per assoluti, soltanto pel
di casa (essendone del palazzo apo- conseguimento del loro effetto, voi
stolico il di lui figlio Vincenzo Lui- tutti, e ciascuno di voi da ogni
gi Fratini romano); ai chierici se- scomunica, sospensione, interdetto,
greti Pietro Spagna romano, e e da qualunque altre ecclesiasUche
Scipione Pancotti di Pesaro ; a Do- sentenze, censure, e pene per qualr
menico Locatelli di Cesena, Stefa- sivoglia causa, od occasione impo^
no Brandi, e Giuseppe Tamberli- ste dalla legge , o dalla competen-
celli romani, e Bartolomeo Nata- te autorità, se mai foste da talu-
li di Orvieto nostri aiutanti di ca- na di esse vincolati comunque; di
mera , delle sovraenunciate città e moto proprio , non ad istanza vo-
diocesi rispettivamente preti, o chie- stra, né d' altrui in vostra vece,^
rici,o laici, nosti i famigliari, con- ma unicamente per impulso della
tinui commensali, salute ed aposto- nostra generosità, di certa scienza,
lica benedizione. e colla pienezza dell'apostolica au-
La provvida circospezione del torità, in vigore delle presenti ve-
romano Pontefice dispensatore di niamo ad ammettere voi, e ciascu-
grazie inclinata verso i di voti e no di voi rispettivamente a notali
fidi suoi, quelli specialmente, che nostri, e della Sede apostolica (sen-
con alacrità di continuo gli pre- za pregiudizio però de' diletti figli

stano famigliari servigi , e che notari del numero de' partecipanti)


d'altronde rendono commendevoli i ed a crearvi e costituirvi conti la-
meriti delle proprie virtù , suole terauensi, cavalieri dello speron d'o-
con luminosi attestati di onorifi- ro, nobili romani, cittadini di Ro-
cenza e di fama , e collo splendo- ma , di Avignone , di Bologna, di
re di titoli e dignità rivestirli e Ferrara, e di Benevento, e di tut-
fregiarli, non che di speciali favo- te e singole altre città, terre e luo-
ri esser loro cortese secondo che ghi mediatamente , od immediata-
scorge il meglio addirsi alle qualità mente soggetti alla Chiesa roma-
delle persone. na, con tutti gli annessi diritti, giu-
Quindi è che noi convenevolmen- risdizioni, prerogative ed insegne,
te apprezzando sì li gradevoli fa- e vi registriamo ed ascriviamo nel
miliari servizi, che voi tutti, i qua- numero e consorzio degli altri
li siete anche nostri continui com- notari nostri, e della medesima Se-
mensali, e ciascuno di voi fin qui de, non che de' conti lateranensi,
reso ci avete, e con impegno e de' cavalieri dello sperone d'oro, e
premura continuate a renderci, sì de'nobili romani, e degli altri cit-
pure rirreprensibililà della vita e tadini delle suddette città e terre.
VCL. XXIII.
7
{^ FAM FAM
E ^ì nccordiamo, che sebbene non nell'estensione di tutte e singole
vestiate l'abito e rocchetto de' no- apostoliche ed altre lettere, islro-

tori (Iella Sede apostolica a secon- menti, e scritture pubbliche e pri-


da dei decreti dell' ultimo concilio vate in nome vostro, possiate inti-
lateranense, e non abbiate abitato tolarvi, e sottoscrivervi notari, con-

in taU città, ne vi abbiate giam- ti, cavalieri, e nobili, e nati da


mai avuto domicilio ,
possediate ,
genitori entrambi di nobile lignag-
usiate, e godiate di tutti e qua- gio , non che cittadini romani
lunque privilegi e facoltà , esenzio- e delle altre città e terre a pia-
ni, immunità libertà, favori, gra-
, cimento vostro; che siate riguar-
zie, ed indulti, che posseggono, u- dati quali veri, e non finti notari,

sano e godono, o potranno in av- conti, cavalieri, e nobili, e citt^i-

venire qualimque modo posse-


in dini; e ninna cosa qualunque, mu-
dere, usare e godere non solamen- nita di tali sottoscrizioni, abbiasi
te tutti gli altri notari nostri an- per surrettizia, od orrettizia, od
che del numero de'partecipanti, non invalida, ma sia pienamente efìica-
solamente gli altri suddivisati con- ce. E
per onorificenza vostra siete
ti, cavalieri e nobili (eccettuate pe- autorizzati ancora ad usare il no-
rò le esenzioni tolte dal sagro con- stro stemma gentilizio, o separata-

cilio di Trento, in guisa che tan- mente per intiero, od ai vostri ri-
to nel criminale, quanto nel civi- spettivamente unito, come più vi
le siate soggetti agli ordinari, e aggrada.
del pari eccettuate le facoltà di le- In oltre liberiamo ed esen-
gittimare, di promuovere ai gradi, tiamo voi ed i vostri benefi-
di creare notari e tabellioni , ed zi ed offici ecclesiastici quanti e ,

altri privilegi di tal fatta ,


pretesi qualunque sieno i loro frutti, co-
dai suddetti notari e conti; e co- se e diritti esistenti in qualunque
sicché di essi non possiate far uso luogo, regno, o provincia; ed in
in nessun luogo, e sia invalido e Roma, nelle città, terre e luoghi
nullo qualunque vostro contrav- mediatamente ed immediatamente
ventorìo tentativo); ma ancora tut- soggetti alla stessa Romana Chiesa,
ti gli altri cittadini originari anche anche i vostri predii, case, posses-
nel conseguimento ed esercizio si sioni, e beni patrimoniali, e gli al-
in Roma, e nelle dette città, che tri temporali mobili, ed immobili,
in qualunque altra parte del mon- e semoventi, azioni e diritti pre-
do , delle dignità , de' benefizi , e senti e futuri di ogni qualità, quan-
degli offizi ecclesiastici e secolari tità, e natura, ed anche di qual-

ancorché lasciati vacanti dalle per- sivoglia annuo valore sieno, o sa-

sone di romani cittadini nativi, non ranno tali fruiti, rendite, e pro-
che dagli interventi ed adunanze. venti, e tutte le cose, che foste per
E possediate, usiate, e godiate non vendere, o comprare per uso vo-
solo a similitudine de' medesimi, stro e delle vostre famiglie, esen-
ma altresì in egual modo ed in tiamo, ripetesi, da tutte e qualun-
egual principalità di tali privilegi, que decime, quarte, metà,, sussidi
facoltà, esenzioni, grazie, ed in- anche caritativi, gabelle, balzelli,
dulti come se fossero stati emanati tributi, dazi, pedaggi, collette, o
per voi, talmente che in avvenire con qualunque altro nome espres-
FAM FAM 99
sì i carichi e sopraccarichi, e tut- anime, se a taluno di
venissero
ti gli altri pesi, contribuzioni sì voi altronde canonicamente confe-
urbane, che rustiche, ordinarie e riti,o qualunque di voi fosse eletto,
straordinarie, reah, personali, e mi- presentato, od altrimenti postone in
ste anche a tìtolo di fortificazioni possesso, possiate validamente e le-
di mura, e ponti, e moliture di citamente riceverli, e purché un
transito, o passo e vettura, delle solo esiga la personale residenza,
merci di qualunque sorte, sebbene ritenerli tutti simultaneamente fin-
in altro territorio o provincia per ché vivrete; come pure (ma sol-
terra o per mare, e per fiume, di tanto durante il vostro servizio
cavalli morti, di alloggiamenti mi- presso di noi) riguardo ai benefizi
litari, di erezione di seminario ec- ecclesiastici anche curati, non però
o per qualunque altra
clesiastico, parrocchiali, né curati con cura
ancorché grave e gravissima cau- delle anime de'parrocchiani, infral,-

sa (eccettuato soltanto quella di tanto da voi rispettivamente ottenu-


sovvenzione contro gl'infedeli) se- ti, i quali anche per dritto, statu-
condo le circostanze imposti, co- to, fondazione, o privilegio esige-
sicché voi tutti e ciascuno di voi rebbero la personale residenza , e
a nulla affatto di tali cose ed al- benché fossero le maggiori dignità
tre simili siate tenuti, né vi si pos- dopo la pontificale in chiese catte-
sa (finché continuerete a servirci) drali anche metropohtane, e le

contro l'esposto restringere dai com- principali nelle collegiate, non sia-
missari della camera apostolica, od te tenuti a personalmente risiede-
altri, ovvero dai compratori, ap- re, né dagli ordinari de' luoghi o
paltatori, ed esattori di siffatte da' capitoli di dette chiese, o da
gabelle e tributi , benché muniti chiunque altro vi si possa in tal
di qualsivoglia privilegio, esenzio- tempo astringere a risiedervi con-
ne, e facoltà. tro la volontà vostra, e nondimeno
Oltre a ciò colla medesima au- siavi lecito esigere, durante siffatto

torità e tenore, per libéralissimo servigio, tutti e singoli frutti, ren-


tratto di grazia speciale concedia- dite, e proventi degli ottenuti be-
mo a voi ed a ciascuno di voi ri- nefizi vostri in quella integrità (ec-
spettivamente l'opportuna dispensa, cettuate soltanto le distribuzioni
affinché se due benefizi qualun- quotidiane) colla quale li percepi-
que dissimih, o semplici simili, esi- reste, se in dette chiese e luoghi
stenti sotto ciascun tetto di tre personalmente risiedeste; e se frat-
chiese cattedrali, anche metropoli- tanto, e dipoi lo vorrete, possiate o
tane o collegiate qualunque, ben- nella romana curia, o fuori di es-
ché uno tra essi tutti fosse con cu- sa, da qualunque piacciavi catto-
ra, ovvero dignità anche maggiore lico vescovo, che goda la grazia e
e principale, canonicato, e preben- comunione della Sede medesima,
da, personato, amministrazione, od e che voi crederete meglio di sce-
officio, o fossevi la consuetudine gliere, essere promossi agli ordini
di ascendere per via di elezione a anche sagri, ed al presbiterato in
tal dignità, personato, amministra- tre giorni di domenica, od altri fe-
zione, od officio, ed abbia annessa stivi, anche fuori del tempo dalla
anche la cura giurisdizionale delle legge stabilito, senza chiederne la
loo FAM FAM
permissione al proprio ordinario, vescovi ed altri prelati maggiori)
o ad altri qualunque, se però ne o da consiglio e favore a tal og-
sarete stati riconosciuti idonei, lo getto prestato, da omissione di di-
che rimettiamo alla coscienza del giuni (non però dalla recita delle
vescovo ordinante; ed a quelli pro- ore canoniche, ed altri divini offi-
mossi, eseicitarne nel sagro mini- ci), e finalmente da tutti e qua-
stero dell'altare i rispettivi offici: lunque altri peccati criminalità, ,

e benché sacerdoti, e costituiti in eccessi, e delitti comunque gravi


dignità ed offici, possiate, soltan- ed enormi, sebben tali, che giu-
to per un quinquennio, purché non stamente dovesse per essi consul-
abbiate oltrepassato l'età di trenta tarsi la santa Sede, e contenuti in
anni, attendere allo studio della qualsivoglia costituzione apostolica,
legge e diritto civile nelle pubbli- e questi una sola volta in vita, ed
che scuole ed università, e dimo- in articolo di morte; negli altri ca-

stratane la capacità essere innalza- si poi comunque riservati alla san-


ti al grado di dottori in tal facoltà, ta Sede medesima, e simili qua-
insegnare anche pubblicamente la lunque una volta l'anno (ma tut-
stessa legge, ed esercitare libera- tociò senza pregiudizio di alcuno)
mente, e lecitamente l'officio di con diligenza le vostre
ascoltate
giudice, avvocato, e procuratore sol- confessioni, ed impostavi secondo
tanto nelle cause ecclesiastiche e le colpe commesse una salutar pe-
civili. nitenza : ed abbia egualmente la
Sia parimenti lecito a voi tutti, facoltà di commutare i voti qua-
ed a ciascheduno di voi di sceglie- lunque (eccettuati soltanto l'oltre-
re un sacerdote secolare, o regola- marino, della visita ai sagii limi-
re di qualunque ordine, abile ed ni de* ss. apostoli Pietro e Paolo,
approvato dall'ordinario, in vostro di castità, e di religione) in altre
confessore, e questi, durante la vi- opere di pietà.
ta di ognuno di voi, abbiasi la fa- Similmente per ulterior segna-
coltà di assolvere con autorità apo- lato favore, e colla stessa autorità
stolica voi tutti, e cadauno di voi e tenore permettiamo a voi, ed a
da qualunque scomunica, sospen- ciascun di voi rispettivamente, che
sione, interdetto, e di altre eccle- qualunque ordinario locale , o
siastiche sentenze, censure, e pene canonico della metropolitana, od
imposte dalla legge, e dall'autori- altre chiese cattedrali, ovvero per-
tà competente per qualunque oc- sona qualsiasi costituita in detta
tasi one o causa da voi incorse, e curia, quanto fuori di essa, da
da cui anche per
vi trovaste legati scegliersi all'uopo da voi rispetti-

apostolica autorità, benché l'assolu- vamente alla presenza di notaro,


zione ne fosse riservala specialmen- e testimoni degni di fede, abbia
te, o generalmente a noi, ed ai ro- la potestà, circa le annue pensio-
mani Pontefici successori nostri; ni qualunque sopra i fruiti, rendi-
non che dalle violazioni di qua- te, proventi, devoluzioni, e distri-
lunque voto, e precetto ecclesia- buzioni anche quotidiane delle men-
stico, dall'omicidio casuale, da pas- se abbaziali, o capitolari, vescovili,
sali atti violenti contro persone ed arcivescovili di qualsivoglia be-
anche ecclesiastiche ( eccettuati i con cura, o seco-
neficio ecclesiastico
FAM FAM loi
lare senza cura, non che degli or- ve estinzioni, e riserve) siano state
dini e milizie regolari qualunque, ancor più volte cassate, e nuova-
anche dell'ospedale di s. Giovan- mente assegnate le dette pensioni
ni Gerosolimitano, e quocunque e frutti, rendite, proventi, diritti,

qualificati; o in luogo delle pen- ricadenze, distribuzioni ed emolu-


sioni, circa i flutti, rendile, pro- menti fino alla somma e quanti-
venti, diritti, legati, distribuzioni, tà prestabilita; ed anche senza la
^d emolumenti a voi di già assegna- spedizione delle lettere apostoliche
ti e riservati, o che in appresso su tali rassegne, e traslazioni ; al-
fossero per assegnarsi e riservarsi, tronde poi con tutte, e qualun-
abbia, il ripetiamo, la potestà di que esenzioni, privilegi, decreti,
cassarle, ed estinguerle fino alla clausole, cauzioni, vincoli, obbliga-
somma di trecento ducati d'oro zioni, e cautele, ed anche colle
dì camera riguardo a ciascuno di censure, e pene concesse, e conte-
oi, in qualunque tempo piace- nute nelle riserve primiere; e di
rk a taluno di voi rispettivamen- più colla surrogazione in qualsi-
te o successivamente, in
insieme, voglia diritto vostro, relativo an-
tutto od parte, ancora in arti-
in cora al quasi possesso di esigere
colo di morte di cadaun di voi ; che avrete in allora acquistato;
e dopo averli cassati ed estinti, salvo però la forma della costitu-
riservare, costituire, ed assegnare zione emanata dal nostro prede-
altre simili pensioni annue sopra cessore Innocenzo Papa XI di feli-
i medesimi frutti, rendite, proven- ce rimembranza sulla traslazione
ti, diritti, lascite, distribuzioni, ed delle pensioni.
emolumenti, o in vece delle me- Vogliamo precisamente
poi e
desime i suddetti frutti, rendite, comandiamo pena di nullità
sotto
proventi, diritti, lascite, distribu- di si fatta traslazione, che rappor-

zioni, ed emolumenti fino alla to alle pensioni a voi e ad ognuno


somma e quantità di sopra pre- di voi rispettivamente, come sopra,
cisata, e da pagarsi per intiero, a riservate ed assegnate, o da riser-
favore una o più persone, da
di varsi ed in qualunque tempo ras-
nominarsi parimenti da voi, ben- segnarsi sopra qualsivoglia catte-
ché sieno chierici di qualunque, e drale , metropolitana , monistero
quanti vogliansi benefizi ecclesia- anche concistoriale, od altri qualun-
stici e provistij ed in ragionevole que benefizi, tanto semplici, quan-
aspettativa di nuovi, ossiaiio altri, to residenziali, od in altro qual-
che bramino essere insigniti del siasi modo qualificati, esistenti en-
chiericato, anco per loro vita du- tro Roma, e dentro lo stato ec-
rante, o loro procuratori muniti immediatamente soggetto
clesiastico
di speciale analogo mandnto, nel- anche nel temporale a noi, ed alla
lo stesso modo e forma onde a voi santa Sede, la suddetta facoltà dì tra-

Sì saranno rispettivamente assegna- sferire alla presenza si di persona


te e riservate, od assegnali e con- costituita in dignità ecclesiastica, si
cessi, anche senza il consenso di ancora di notaro e testimoni , a
quei che pagar devono tali pen- voi, come si disse, ed a ciascun di
sioni, e benché (non avendo voi la voi rispettivamente concessa, non
opportuna facoltà per siffatte nuo- possa esercitarsi, od etfelluarsi da
tai FAM FAM
iFoi,o da chiunque di voi lispetti- visi, quali avrete percepito e pcr-
vamente, se non a favore soltanto ciperete ; o a riguardo degli emo-
di coloro, che sono originari o del lumenti di qualsivoglia officio dei-
medesimo stato ecclesiastico, o di laromana curia, ed in altro qua-
que* regni e provincie, in cui pure lunque modo; e testare ancora di
gli slessi anche nel temporale sud- detti frutti, rendite, e proventi an-
diti nostri, e della santa Sede so- nui, non che degli acquisti colla
gliono essere ammessi promiscua- vostra o comune o singolare indu-
mente co'cittadini e nativi di det- stria e fatica, od in altra qual-
ti i-egni e provincie al pacifico siasi maniera, purché lecita, fatti,

possesso tanto degli ecclesiastici be- e che foste per fare; come anche
nefizi qualunque, quanto di simi- delle passate, e future provenienze
li pensioni. dagli impieghi ed offi/i, che avre-
Colla medesima apostolica auto- te esercitato, e foste per esercita-
ri t«ì e tenore vi concediamo ancora re,e d'altra qualunque occasione,
piena e libera facoltà di poter lecita- o causa, o contemplazione^ benché
mente e validamente testai^ di tut- consìstano in moneta sonante, in
te e singole cose, predii, possessioni, gioielli, gemme, ed altre cose più
terre, e luoghi anche giurisdizio- preziose, esistenti tanto in detta cu-
nali, ed altri beni non solo mo- ria,quanto fuori di essa dovunque,
bili ed im mobìli, purché però non ancor presso gli stessi benefizi (vo-
sieno destinati al ministero dell'al- lendo che le qualità, ed i veri an-
tare o degli altari di chiese a voi cor annuì valori delle predette co-
affidate,o a qualche speciale ser- se tutte, benché tali fossero, che
vizio dellemedesime chiese, od al- non cadessero sotto la generale no-
trimenti al divìn culto ed uso; ma menclatura de'beni, e delle sup-
ancora semoventi di ogni qualità, pellettili , ma abbisognassero di
quantità, valore, specie, prezzo, e speciali vocaboH, in virtù delle
condizione, e diritti, ed azioni a voi presenti abbiansi per sufficiente-
spettanti, o a riguardo di chiese an- mente espresse e dichiarate, come
che cattedrali e metropolitane, cui se fatta ne fosse specifica e singo-
forse avrete presieduto, non che di iar espressione e nomina), fino al-
monasteri, priorati, prepositure, di- la somma di sei mila ducati di
gnità ed altri qualunque benefizi oro di camera per cadaun di voi ;
ecclesiastici con cura,o secolari senza e finalmente testare anche degli
cura,e di qualsivoglia ordine regolare, stessi frutti, rendite, e proventi, e
che per concessioni e dispense apo- pensioni dovute, e che il
a voi
stohche avrete ottenuto, ed otterrete saranno (salva però la forma del-
in titolo, commenda, amministra- le costituzioni apostoliche già pub-
zione, ed in altro qualunque mo- blicate, o che fossero per pub-
do ; o a riguardo de'frutti, rendite blicarsi, intorno ai frutti non esat-
e proventi ecclesiastici in luogo di ti ) cumulativamente ancora con
pensioni, come pure delle stesse tutte le altre sostanze già conse-
annue pensioni sopra i simili frut- guite, e che fossero per conseguir-
ti, rendite, o proventi, che vi si si, tanto per decenti ed oneste
riservarono ed assegnarono, o che spese funebri, quanto altresì per
debbono riservarvisi ed assegnar- rimxmerare coloro che vi avranno
,

FAM FAM io3


servito, con liberalità anche supc- altri luoghi della doverosa vostra
riore al merito del servizio, non residenza personale anche senza
che a favore ed uso de' vostri con- veruna ragione -, tutti e singoli vo-
sanguinei ed affini, e di qualunque stri beni, cose, e diritti, anche co-
pio luogo, ed altrimenti a pieno me si è detto, qualificati, gli spogli
arbitrio e volontà vostra; ed una di qualunque quantità e valore
o due e più volte disporre, deter- delle sopraindicate, od altre qual-
minare, ordinare con testamento, siansi provenienze, non apparten-
codicilli, fidecommissi, legati, dona- gano alla camera apostolica, od ai
zioni inter vivos, etcausa mordsy successori in detti benefizi , ma
ed in altri qualunque modi, e ti- bensì agli eredi consanguinei vo-
tolo, con scrittura anche meno so- stri sieno per intiero devoluti, ed
lenne alla presenza di due o tre in mancanza di essi, siano distri-
testimoni, ed ancora con semplice buiti tra i vostri famigliari ad ar-
schedula scritta, o sottoscritta di bitrio di persona, o persone, che
vostro pugno, ed altrimenti in tut- avrete a tale oggetto nominate in
to e per tutto secondochè, e co- iscritto, seppure non constasse di al-
munque a voi piacerà anche nella tra vostra diversa disposizione, e
slessa curia, ed in articolo di mor- da scrittura anche meno solenne
te, neppur facendo menzione alcu- quale in tal caso e le persone sud-
na della presente, od altre simili dette, ed altri giudici ovvero ese-
da voi già ottenute facoltà, o che cutori dovranno come efficace ese-
in forza di esse vogliate ed inten- guire ed adempire, ed in tutto e
diate testare e disporre; talmente- per tutto conformarvisi, poiché ri-
chè tutto ciò che da voi sarà te- guardo a tali qualsi vogliano testa-
stato, fatto, ordinato, o disposto menti, legati, donazioni, disposizio-
anche in forza di semplice distri- ni, ed altri atti, forse da voi senza
buzione, od in ogni altro miglior alcuna, o men che sufficiente fa-
modo, sia valido, e debba onni- coltà intorno ai beni, diritti, ed
namente eseguirsi ; e voi siate pur azioni, frutti, denari, gioielli, ed
arbitri di più, e tante volte quante altre cose accennate a favore dei
il vorrete, moderare, limitare, ed consanguinei, ed affini suddetti, od
anche totalmente rivocare, e rinno- in altro qualunque modo eseguiti,
vare appieno gli stessi testamenti, con tutti gli analoghi successi , e
codicilli, e disposizioni, ordinazioni, che da voi saranno per eseguirsi;
determinazioni, e legati. ora per allora, e viceversa, li ap-
Inoltre stabiliamo, ed ordinia- proviamo, e convalidiamo per la
mo, e vi accordiamo la grazia, che prefissa somma di sei mila ducati,
morendo voi ab intestato^ e senza e suppliamo a tutti, e singoli di-
alcuna, o con men valida disposi- fetti di diritto, e di fatto, e delle
zione de' suddetti beni , e cose , e solennità omesse o che fossero per
frutti, rendite^ e proventi nella omettersi, benché sostanziali, ed al-
stessa curia,o fuori di essa, dopo tri qualunque od occorsero, od a-
una continua o interpolata perma- vessero ad occorrere in simili atti,
nenza di ciascun di voi rispetliva- e benché tali siano, o fossero stati,
:
mente in un medesimo luogo, ed che far se ne dovesse nelle pre-
^^k anche fuori de' vostri benefizi, od senti speciale, specifica, ed espres-

I
, ,

io4 FAM FAM


sa menzione. Rigorosamente vie- chiese parrocchiali, e tutti gli al-
tando tanto a qualsivoglia arcive- tri, che astretti alla canonica per-
scovo, vescovo, ed altri prelati delle sonal residenza muoiono comunque
chiese, non che ai chierici presi- fuori di essa, emanate li 2 5 no-
denti di detta camera, ed ai col- vembre l'anno quinto del suo pon-
lettori e succollettori addetti ai me- tificato, o con diversa piti corta
desimi, alla fabbrica della basilica data né sotto altra qualunque co-
;

del principe degli apostoli di Ro- stituzione, o revoche sospensioni ,

ma, alia santa crociata e simili , limitazioni, modificazioni, decreti,


quanto a tutti gli altri di qualun- dichiarazioni apostoliche, regole del-
que dignità, slato, grado, e condi- la cancelleria apostolica fino ad ora
zione, ancorché decorati di qualsiasi fatte, e pubblicate per qualsivoglia
autorità e potere, sotto pena di sco- causa, quanto siasi massima, ur-
munica maggiore, ed altre senten- gente, imprevedibile, anche in fa-
ze, censure, e gravami ecclesiastici, vore della fede, ed aumento del
di osare direttamente, o indiretta- divin sebbene concistorial-
culto
mente con qualsivoglia ricercato mente, ancor da noi, e dalla sede
colore, arte e pretesto molestare, medesima ; ma che le cose tutte
od inquietare le università, collegi, sovra esposte , eccettuate sempre
luoghi, legatari, eredi, persone od da simili prescrizioni, e quante vol-
esecutori suddetti di tali testamen- te verranno queste emanate , al-

ti, volontà ed ordinazioni ; e de- trettante riposte quelle nel primie-


cretando che le prefate tutte e sin- ro validissimo slato anche a vo-
gole cose, e le presenti lettere, ed stra scelta con data posteriore, con
i testamenti, donazioni, codicilli, deroghe, e clausole anche deroga-
fidecommissi, legati, ordinazioni, de- torie delle derogatorie, ed annul-
roghe, disposizioni, e simili qualun- lanti, e simili decreti da interpor-
que, e ciò che si è fatto, o sarà si, e colla massima latitudine spe-
per farsi tanto in vigore di questa, cificarsi da voi, e di più ristabili-

quanto di altre concessioni a voi te e ripristinate, e di nuovo con-


compartite, o che dappoi in gene- cesse, sieno valide ed efficaci, e
re, od in ispecie fossero per com- con perpetuo vigore sussistano, ed
partirsi in un colle passate e fu- abbiano tanto i lor pieni, totali, e
ture derivazioni (ancorché moriste per diritto, stilo, consuetudine, ed
entro la curia , od in qualunque altrimenti comunque possibili ef-
altra parte del mondo fuori delle fetti, quanto forza di vero, legitti-
chiese, e dei benefizi, che richie- mo, giurato, stipolato, ed efficace
dessero la personale residenza , in contratto tra voi per una parte, e
qualsiasi modo qualificati , da voi noi, e la suddetta camera per l'al-
finora ottenuti, anche per sola vo- tra, né cessino anche per promo-
lontà vostra e non sussistendo al- zione a chiesa cattedrale sebbene
cima causa di risiedere ), non
non metropolitana, o per traslazione od
sono comprese sotto la lettera di altro cambiamento di stato, e per-
Pio Papa IV di ree. mem. pari- sona vostra, né svaniscano per al-

menti nostro antecessore contro qua- tre simili,o dissimili grazie a voi
lunque vescovo, arcivescovo ed al- concesse, o che fossero per conce-
tri prelati, e contro i rettori delle dersi, ma nel vostro godimento co-
, ,

FAM F A M f tf5r

mulativo di eiise tutte, se man- diamo ai venerabili fratelli nostri


casse qualche cosa in una di si- cardinali vescovi di Ostia , e di
mili Facoltà, debba supplirsi dal- Porto, ed al diletto figlio uditore
l'altra ; che gli eredi, legatari, e generale delle cause nella curia
luoglii ai quiili saranno devoluti della camera apostolica, qualmente
o si lasceranno sififatli beni, dritti, essi, o due od un solo di loro
,

ed azioni, od i predetti esecutori da se, o per mezzo di un altro


non sieno tenuti né a pagare la o di altri solennemente pubblican-
teiza, od altra parte de' medesimi do le presenti lettere, e tutto ciò
beni, quali anche fin da ora a voi, che contengono dove , e quando
ed ai luoghi, eredi, legatari o do- fia d'uopo, e quante volte ne sia-

natari sovraddetti liberalmente con- no per parte vostra richiesti e ,

cediamo, e doniamo alla camera o nelle premesse cose coprendovi col-


fabbrica, o benefìzi indicati anche l'egida di possente e valida difesa
a titolo di spedizione contro gl'in- impongano per autorità nostra la
fedeli, o qualunque, e
per altri severa osservanza delle stesse pre-
quanto vogliasi pii usi, ne a com- senti lettere , ed intero loro teno-
porre analogamente con essi ; ne re, e faccianvi in pace gustare, e
voi siate obbligati a chiedere od godere d'ogni lor frutto, non per-
impetrare da noi, e dai nostri suc- mettendo che voi da chiunque
cessori romani Pontefici altra par- quanto si voglia autorevole soffria-
ticolare licenza od indulto, o con- te in opposizione alle presenti in-
ferma delle presenti, od a fare in debite molestie, vessazioni, distur-
altra simile grazia, o conferma del- bi, a qualunque contradditore, e
la medesima, che venisse comun- ribelle ponendo freno con eccle-
que a concedervisi, menzione alcu- siastiche sentenze, censure, e pene,
na di questa, ne vi si possa astrin- ed altri opportuni rimedi di dirit-

gere per veruna necessità. Che così, to, e di fatto, rigettati gli appelli,
e non altrimenti debba giudicarsi e salvi i doverosi legali processi, e
e definirsi nelle premesse tutte e le censure e pene più volte
stesse
singole cose da qualunque siasi giu- aggravando, invocato anco all' in-
dice, ordinari e delegati, ancorché tento, se fia di mestieri, l'appoggio
uditori delle cause del palazzo apo- della secolar podestà. Non ostante
stolico, e cardinali della stessa san- le costituzioni sopraddette, e quelle
ta romana non che del ca-
Chiesa, emanate dalla pia mem. di Boni-
merlengo sunnominati chierici
e facio Papa Vili pur nostro pre-
presidenti prò tempore^ in qualun- decessore intorno ad una e nel ,

que causa ed istanza, tolta loro ed concilio generale due diete, purché
a ciascun di loro la facoltà ed oltre le tre diete alcuno per au-
autorità di altrimenti giudicare ed torità delle presenti non sia tratto

interpretare, e se accade che da in giudizio, non che dall'ultimo


taluno quanto si voglia autorevole, concilio lateranense intorno al nu-
scientemente, od ignorantemente si mero determinato de' notari, seb-
tenti il contrario, sia l'atto invah- bene a quello non si fosse ancor
do e nullo. giunto, cui non intendiamo dero-
Per la qual cosa di moto pro- gare per altre circostanze, ed in-

prio con apostolico scritto coman- torno al consenso da prestarsi nelle


,,
,

io6 FAM FAM


pensioni, ed altre qualunque rego- lunque altra ancorché ab-
solidità,
le della cancelleria apostolica, e le biale forse finora prestato,
o vi
consuetudini in simili cose fino ad accadesse in avvenire di prestar
ora osservate, anche da noi, e dal- giuramento di osservarli, e di non
la sede suilodata pubblicate, o da impetrar lettere apostoliche contro
pubblicarsi; non che dalla ree. mem. i medesimi, e neppure da altri, ed

di Alessandro VI parimenti nostro ottenutele, od altrimenti comunque


predecessore che dispone, fra le al- concessevi, di non farne uso né da
ti*e prescrizioni, doversi alla detta voi, né per mezzo de' vostri pro-
camera la terza parte de* beni ec- curatori, e similmente non ostante
come pure dallo stesso
clesiastici, i privilegi, indulti e lettere aposto-
Bonifacio Papa Vili che proibisce liche concesse alle lodate chiese,
le concessioni a tempo indetermi- monisteri, ordini , ed ospedali , ed
nato, onde percepire in assenza i ai loro prelati, o amministratori, e
frutti de' benefìzi; da Pio Papa superiori, e maestri, precettori, prio-
IV, egualmente nostro antecessore, ri, militi ancoi' anziani, capitoli,
intorno al doversi presentare e conventi, città, e luoghi e simili,
registrare in camera apostolica, en- ed comunità, ed univer-
alle loro
tro il termine prefisso, le grazie sità, ed altre persone anche parti-
concernenti V interesse della stessa colari, non che agli arcivescovi, ve-
camera, talmentechè non siate te- scovi, ed altri ordinari, e perfino
nuti di fare in alcun tempo regi- agli stessi cardinali, ed ofiìziali di
strare le presenti in delta camera; detta curia, e loro collegi , come
e similmente dalia ree. mera, di pure agli ed appaltatori
esattori,
Urbano Papa Vili, del pari ante- di decime, pedaggi, gabelle, ed o-
cessore nostro, sul non doversi tras- neri, ed ai compratori di altri one-
ferire le pensioni già trasferite ; ri; sebbene concesse in qualunque
non che da qualsiasi altro romano tenore e forma , ed ancora con
Pontefice nostro predecessore, e non qualsiansi derogatorie delle dero-
ostante qualunque altre generali e gatorie, e decreti annullanti, e si-

speciali costituzioni apostoliche pub- mili da qualunque romano Ponte-


blicate negli universali, provinciali, fice nostro antecessore, ed ancora
e sinodali concili ed ordinazioni , da noi e dalla sopraddetta sede, an-
non che leggi anche imperiali , e che concistorialmente , e per con-
municipali tanto di Roma, quanto siglio degli stessi cardinali, anche per
delle altre città o luoghi , in cui modo di perpetuo statuto e costi-
sieno stati creati cittadini origina- tuzione, e di simile moto e scien-
ri , e di altre qualunque chiese za, e colla pienezza dell'apostolica
monasteri, ordini, ed ospedali, co- potestà, o ad istanza d'imperatore,
me pure di qualsiasi collegi, ed of- re, regine, duchi, marchesi, ed al-
fizi di detta curia, e degli indicati tri principi, o a lor contemplazio-

regni o provincia, e non ostante i ne in genere, ed in specie, od al-


i

statuti, consuetudini, regolamenti, trimenti comunque, ed anche più


usi , e nature di Roma , e delle volte, benché in esse, e negli statuti
suddette città, luoghi, e camera e regolamenti accennati si prescri-
benché avvalorati da giuramento, ve con cautela di non potersi con-
approvazione apostolica, e da qua- feiire i benefizi di Roma, se non
,

FAM FAM 107


die ad originari cittadini romani to col consenso del maestro, e del
e loro figli, e quelli di alcune chie- convento, e non diversamente né
se conseguirsi, se non da persone in altra maniera; e finalmente di
illustri, o nobili, ed anche da cit- potersi e doversi dagli esattori ed
tadini originari, od altrimenti qua- appaltatori esigere decime, pedag-
lificate in modo determinato ed gi, ed oneri ancora dagli esenti, ed

espresso, ne alcuno ammettersi alla obbligarli e costringerli a tal pa-


cittadinanza di Roma, e di dette gamento o contribuzione. Alle quali
città, castelli, terre, e luoghi, o al cose tutte, che rimarranno per gli
godimento de' loro privilegi se pri- altri casi ed effetti nel loro pieno
ma non abbiano dimorato in tali vigore, avendo colle per presenti
città, castelli, terre, e luoghi per espresso il rispettivo
tenore, loro
il lasso di tempo determinato, ed come se vi fosse parola per paro-
anche posseduto beni ancora sta- la inserito, sufficientemente , ed
bili ascendenti forse ad un valore espressamente deroghiamo, e decre-
definito; ne potersi le precettorie, tiamo che si è derogato, compreso
od altri qualunque benefizi di detto il caso, che non aveste fatto nelle
ospedale tanto per sua istituzione, indicate chiese la prima consueta
quanto per disposizione degli indi- personale residenza, ed a tutte le
cati regolamenti gravare di pen- altre contrarie cose qualunque. Vo-
sioni a favore di chierici secolari, gliamo poi, che prima di venire
od altre persone anche con auto- al godimento della grazia a voi

rità apostoHca; né potersi deroga- fatta, come sopra, creandovi notari


re ai suddetti regolamenti e privi- nostri, e della sede apostolica, sia-
legi anche in vigore d'implicita te assolutamente tenuti ad emette-
deroga sommamente estensiva, an- re espressamente in mano di qual-
che per mezzo di qualunque apo- che persona costituita in dignità
stoliche lettere, ed altre qualsivo- ecclesiastica la professione di fede
gliano anche derogatorie delle de- secondo gli articoli della stessa se-
rogatorie , più efficaci , ed insolite de recentemente proposti , e pre-
clausole, né tenersi per derogato stare il solito giuramento di fedel-
se tal deroga non per con-
facciasi tà; e che ai transunti, od esem-
siglio de' cardinalimedesimi, ed in anche stampati,
plari delle presenti
allora vi concorra per ultimo l'as- muniti della sottoscrizione di qual-
senso del maestro, e del convento, che pubblico notaro abbiasi intie-
e le lettere di tal deroga non sia- ramente in giudizio e fuori la fe-
no sottoscritte anche dal detto mae- de stessa, che avrebbesi alle me-
stro, ed intimate a lui ed al con- desime, se venissero esibite e mo-
vento accennato, con lettere in for- strate. Per altro vogliamo del pari,
ma di breve, ed altre interpolata- e decretiamo che a quelli fra voi,
mente in vari tempi, e con deter- cui furono concesse eguali facoltà
minati intervalli, e non diversa- di testar di beni e trasferir pen-
mente, né in altra guisa, e non sioni, dai romani Pontefici nostri
sia sempre in tutte le deroghe, che predecessori , de' quali erano essi
si faranno in tal modo anche per rispettivamente anche familiari con-
consiglio de' cardinali, apposta la tinui commensali, le presenti let-
clausola, che abbiano il loro effet- tere non sieno utili riguardo a tali
io8 FAM FAM
facoltà di testar de' beni, e trasfe- Minutanti della segreteria di stato
rir pensioni. sei.

Dato in Roma presso s. Pietro, Scrittori della segreteria di slato


e suggellato coiranello piscatorio il tre, con altrettanti soprannumeri.
giorno 22 giugno 1775. Anno pri-
mo del nostro pontificato.
SOSTITUTI.
G. Card. Conti.
De' brevi.
Termineremo quanto riguarda De' brevi a' principi, con due scrit-
il pontificato di Pio VI, rispetto tori.

alla famiglia pontifìcia, col ripor- Della segreteria de' memoriali, con
tare fedelmente il registro del ruo- altri cinque aiutanti.
lo formato sotto il primo maggio
1778, secondo quelli degli altri CAMERIERI SEGRETI.
pontificati, seguendo le consuete ed
antichissime graduazioni e prece- Cardinal pro-uditore del Papa.
denze relative alle individuali qua- Maestro di camera.
lifiche ed attribuzioni , quanto di Elemosiniere.
quelli considerati famigliari del Pa- Segretario della cifra.
pa, quanto dei famigliari intimi e Coppiere.
personali dello stesso Papa, che dei Segretario d'ambasciata.
famigliari appartenenti ai sagri pa- Guardaroba, con altri undici ca-
lazzi apostolici, ed azienda palati- merieri segreti, compreso il me-
na, compresi ancora gli ufBzi mi- dico segreto ; più altri undici
nori. camerieri segreti soprannumerari
senza emolumento, fra' quali uu
SEGRETARI. medico segreto onorario.
Senatore di Roma Rezzonico, qui
Cardinal segretario di stato. registrato perchè Clemente XIV
Cardinal segretario de' brevi. aveagli assegnatocome nipote del
Cardinal segretario de' memoriali. predecessore Clemente XI 11 men-
Segretario de' vescovi e regolari. sili scudi settantacinqiie , colla
Segretario di consulta. parte di palazzo sua vita du-
Segretario di propaganda fide. rante.
Segretario de' brevi a' principi.

Segretario del concilio.


Segretario de' riti. CAMERIERI SEGRETI DI SPADA E CAPPA.
Segretario delie lettere latine.
Segretario delle risposte alle rela-
zioni che i vescovi mandano al- Maestro del sagro ospizio.
la sagra congregnzione del con- P'oriere maggiore, con altri tre ca-
cilio dello slato delle loro dio- merieri cou)preso il generale del-
cesi. le poste, con parte di pane, vi-

Segretario del buon governo. no, ed altro ; e con quattordici


Cifrista, con suoi due aiutanti del- soprannumeri senza emolumenti
la segreteria di stato. e senza parte.
FAM FAM 109
CAMERIERI d'onore IN ABITO PAONAZZO. SCUDIERI.

Uno, con parte di palazzo, ed enio- Otto, alcuni ceroferari, altri due
iumeuto mensile. assistenti alle congregazioni; e
Scalco segreto. tre soprannumeri senza nulla.

CAPPELLANI SEGRETI. CAPPELLA PONTIFICIA.

Otto, essendo il primo crocifero, il Maestro del sagro ospizio.


secondo caudatario, e gli ultimi Sagrista.
due senza parte , e senza ono- Prete, diacono, e suddiacono assi-
rario. stenti.

CHIERICI SEGRETI. P. sotto-sagrista, con suo coadiu-


tore, ambedue agostiniani.
Due sacerdoti. Maestri delle cerimonie cinque, con
altrettanti soprannumeri , il pri-
AIUTANTI DI CAMERA. mo de' quali colla parte di pa-
lazzo.

Quattro individui. Due chierici, con altrettanti sopran-


numeri , sotto-chierico , accendi-
CAPPELLANI COMUNI. tore delle candele della cancel-
lata, e custode delle lorcie.
Dieci, ma gli ui litui tre senza parte Scrittori in canto figurato sei ; can-
e senza onorario. tori della cappella pontifìcia cin-
quantanove , e loro cappellano ;

custodi de' hbri della musica,


BUSSOLANTI. custode delle pitture della cap-
pella Sistina.
Quattordici, compresi il primo scal- P. confessore della famiglia ponti-
co della foresteria o trinciante , fìcia, religioso de' servi di Maria.
ed altri quattro trincianti , un Sacerdote assistente quotidiano alla
assistente alle congregazioni, l'ot- tavola de' tredici poveri che si

ficiale extra omiies del concisto- faceva ogni giorno nel palazzo
ro, un giubilato più sono re-
: apostolico.
gistrati tre soprannumeri senza
nulla. CAPPELLA COMUNE.

CAMERIERI EXTRA. Cappellano, e chierico con coadiu-


tori.

Undici , il primo sotto - guardaro-


ba, il secondo sotto-foriere, il OFFICIALI MAGGIORI.
terzo ceroferario, il quarto sol-
lecitatore del sagro palazzo, il Maggiordomo^ prefetto de'sagri pa-
penultimo coH'incombenza di fa- lazzi apostolici.

re il lampadino che arde la not- Maestro di casa piivalo del Papa.


te in camera del Papa: pivi tre Maestro di casa del palazzo apo-
soprannumeri senza nulla. stolico.
fio FAM FAM
Computista , coned aggiun-
sotto, CAVALIERI DI GlTARDlA.
to; più quattro giovani con due
soprannumeri, ed un novizio. Dieciollo individui , otto de'quali
De^ìositario del palazzo apostolico. senza nulla.

DIVERSI SIGNORI DI CORTE.


OFFICIALI DI DATERIA.
Governatore di Roma.
Del concessum. Per ohiium. Am- Commendatore di s. Spirito.
ministratore generale delle com- Assessore del s. oflizio.

ponende. Sostituto del presi- Altarista di s. Pietro.


dente del piombo. Scrittore d£ Generale delle poste.
Missis Sostituto del
. sommi- P. Maestro del sagro palazzo apo-
stato delle bolle. Segretari e stolico, domenicano.
cancellieri di camera. Revisore Predicatore apostolico cappuccino.
delle suppliche beneficiali ; secon- Segretari dell'esame de' vescovi.
do detto. Revisore delle dispen- Segretario de' confini.
se matrimoniali. Revisore delle Abbreviatore di curia.
commissióni. Custode del conci- Reggente di cancelleria.
storo. Sostituto delle date pic- Promotore della fede.
cole. Computista della dateria. Avvocato de' poveri.
Sostituto del custode del registro Fiscale di Roma, ossia procuratore
delle bolle. Sei custodi di por- generale del fisco.
ta ferrea; tre di prima catena; Capitani de'cavallaggieri tre.

e due di seconda catena. Due Vice-castellano di Castel s. An-


maestri uscieri virga rubea. Due gelo.
cursori di guardia. Due maz- Foriere maggiore.
zieri di guardia. Cavallerizzo maggiore.
Vessillifero.
Capitano degli svizzeri.
OFFICIALI DI LIBRERIA. P. Commissario del s. offizio, do-
menicano; notaro, ed avvocalo
fiscale del medesimo.
Primo custode. Secondo custode. Uditore civile del palazzo aposto-
Prefetto ossia custode tanto del- lico, ed avvocato civile di esso.
l'archivio segreto, che dell'ar- Procuratore del palazzo apostoli-
chivio di Castel Angelo, con
s. co; sollecitatore, uditore crimi-
coadiutori. Custode dell* archi- nale, giudice sostituto proces-
vio segreto delle scritture ap- sante del medesimo.
partenenti alle abbazie , e bene- Notaro A. C. del palazzo apo-
fizi concistoriali. Uno scrittore la- stolico, sostituto civile, e sosti-

tino della libreria, altro simile, tuto criminale; notaro, e cancel-


due scrittori in greco, due scrit- liere di Castel Gandolfo; mae-
tori in ebraico, uno scrittore in stro de'figli degli svizzeri.
lingua siriaca ; due legatori di Sostituto dell' officio de* maestri
libri, e due scopatori della li- dei brevi; ufficiale delle minu-
breria. te de' brevi.
FAM FAM I f f

Uditore delle contraddette; corretto- MEDICI.


re delle bolle contraddette; di-
stributore delle suppliche; de- Quattro medici, uno senza paga;
cano degli scrittori apostolici ; sol- speziale; chirurgo segreto, con
dano delle carceri nuove; scrit- altridue chirurghi, un sopran-
tore delle bolle segrete; custo- numero, ed un sostituto.
de delle pitture di Raffaello;
maestro del registro di bolle;
maestro del registro di suppli- OFFICIALI MINORI.
che; chierico di esso registro, e
registratori delle medeskne. Mae- Dispensiere.
stro del piombo. con tre aiutanti, un
Pro-floriere,
Custode dell'archivio del sagro soprannumero, ed un novizio, ol-
collegio. Chierico del sagro col- tre il vice-floriere giubilato, e
legio.Menzionario de' notari di due scritturali della medesima.
camera. Rescribendario di can- Giovane aiutante del maestro di
celleria. Bidello della rota. Mer- casa, e secondo giovine.
canti di drappi, ed appaltatore Sotto-custode de'cancelli di s. Pie-
delle pannine dell' ospizio apo- tro.

stolico di s. Michiele a Ripa. Arazziere dell'ospizio apostolico di


s. Michele.
CAMERALI. Cuoco, e sotto-cuoco segreti, e
garzone della cucina.
Cardinal pro-uditore generale della Credenziere segreto, aiutante di
reverenda camera apostolica. credenza, altro addetto, e gar-
Cardinal prò- tesoriere generale. zone di essa; e credenziere del
Presidente della camera apostoli- la foresteria.
ca. Bottigliere segreto, aiutante della
Avvocalo fiscale. bottiglieria, e bottigliere della
Commissario generale della came- foresteria.
ra apostolica. Spenditore segreto; detto della fo-
Computista generale della came- resteria; e sporlarolo segreto.
ra apostolica, con quattro suoi Due facchini di camera; orologia-
giovani. ro, ed organaro.
Computista generale delle comu- Dodici scopatori segreti.
nità dello stato pontificio. Fornaro segreto; scritturale della
Computista della depositeria gene- panetteria, con altri addetti, ol-
rale della camera apostolica ; tre il soprastante al forno.
cassiere della suddetta; pagatore Amministratore della cantina, scrit-

delle milizie papali tanto di Ro- turale, e addetti di essa.


ma che di Civitavecchia. Guardaroba del palazzo di Castel
Due architetti, con soprannumero, e Gandolfo; sotto-guardaroba del
, misuratore de'Iavori de'palazzi medesimo, e giardiniere di quel
apostolici, sotto la direzione del giardino.
prelato maggiordomo prò tempo- Cuoco della foresteria.
re ; e custode per la camera Portinari di s. Pietro, e del Qui'
apostolica. rinaie.
Ili FÀM FAM
Giardinieri del Quirinale, e del ro che le godevano; ma ci limite-
Vaticano. remo per brevità a riportare i soli

Maestro dì stalla; baccalare alla titoli del ristretto generale della


stalla; primo cocchiere, e primo medesima seconda parte, e sono i

cavalcante nobili; otto cocchie- seguenti.


ri di Famiglia con due soprannu-
meri ; tre lettighieri; due mulat- Cardinali.
tieri, ed altrettanti acquaroli, Pi'incipi assistenti al soglio.
con dodici garzoni di stalla. Ca- Oratori.
vallerizzo d'opera, e scozzone. Uditori di rota.
Dodici scopatori comuni. Chierici di camera.
Tre lavandare comuni. Prelati domestici.
Decano de'palafrenieri ; sotto-deca- Camerieri di onore in abito di
no; e trentanove palafrenieri. spada e cappa.
Dodici sediari. Camerieri di onore in abito pao-
nazzo.
DIVERSI. Prolonotari apostolici.
Abbreviatoli.
Capitano barigello di Roma. Avvocati concistoriali.
Barigello del tribunal del maggior- Arcivescovi, e vescovi assistenti al
domato. soglio.
Votanti di segnatura di grazia.
LIMOSINE. Votanti di segnatura di giustizia.
Giudici di Monte Citorio.
Rettore di s. Stefano de'Mori; fra- Ponenti di consulta.
ti indiani; cappellano del ss. Sa- Ponenti del buon governo.
gramento in s. Pietro; convento Referendari.
di s. Giovanni di Dio; e pove- Limosine a giorno, ed a settima-
ri convalescenti dell' ospizio del na.
ven. p. Angelo de Paolis.
Dopo la morte del glorioso Pio
Qui ha termine la prima par- VI, nel 1800 gli fu dato in suc-
te del nominato ruolo, ove sono cessore Pio VII, il quale avendo
compresi non solo tutti quelli che ricuperato la maggior parte dei
godevano onorario mensile , e la suoi dominii, dal conclave di Ve-
parte del palazzo , ma anche diver- nezia si portò alla sua residenza in
si che fruivano la sola parte di Roma, ove prese provvedimenti
palazzo. Lo ripetiamo qui ancora, sul riorganizzamento del governo
che siccome più volte nel Dizio- ecclesiastico, al quale effetto im-
nario citiamo questi ruoli , era in- piantò quattro congregazioni, una
dispensabile darne un saggio di tut- delle quali ebbe Tincarico dell'eco-
ti i tempi, perchè quivi si potesse nomica riforma del palazzo apo-
apprendere ciò che non conveniva stolico, abolì le franchigie che go-
forse mettere e specificare altrove. devano i suoi famigliari, e permi-
Indi segue la seconda parte del se ai creditori di essi di poter se-
ruolo, ove trovansi registrate le questrare un sesto del loro ono-
sole parti di pane e vino, e colo- rario mensile, eccettuando però i
,

FAM FAM ii3


mesi in cui cadevano le solennità tificio, conciliabile colle sue ristret-
di Pasqua di Piesurrezione, e del tezze, senza però dimenticare i cor-
santo Natale ; ma sussistendo la rispondenti riguardi, che sono in-
prima disposizione, che per un dispensabili al servizio di sua sa-
tempo pur comprese gl'impiegati gra persona nella duplice raj)pre-
camerali, fu poi tolta la seconda sentanza di Papa e di Sovrano, e
della eccettuazione dei due mesi al decoroso corteggio del princi-
mentovati. La congregazione par- pato, sopprimendosi le superfluità.
ticolare per la riforma economica Il nuovo metodo, le abohzioni, le
del palazzo apostolico, ed abolizio- riforme, e provvedimenti adotta-
i

ne da Pio VII fu i-
degli abusi, ti dalla congregazione deputala,
stituitacon editto del cardinal Con- anche pel futuro e più regolar
salvi segretario di stato, in data ordine dell'amministrazione del pa-
9 luglio 1800, deputando a farne VII
lazzo apostolico, vennero da Pio
parte i cardinali Pignattelli, An- formalmente approvati, e corrobo-
tonio Doria, e Braschi, ed i mon- rati col contenuto del moto- pro-
signori Caraffa maggiordomo, e Lui- prio: V
economia del pubblico era-
gi Gazzoli chierico di camera e rio, e la riforma di molti oggetti
presidente di s. Michele per se- dellamedesima, in data 28 no-
gretario con voto, poi creato car- vembre 1800. Noi ci contentere-
dinale. A questa medesima con- mo riportarne qui un breve sun-
gregazione fu commessa la ridu- to delle cose potendo
principali,
zione e riforma di tutte le pro- supplire pel resto quanto supe-
pine e mancie solite pagarsi dai riormente abbiamo detto, e quan-
nuovi cardinali in occasione della to poscia si dirà su questo inte-
loro creazione, non meno che per ressante punto.
il ricevimento del cappello e del- Nel moto -proprio di Pio VII
la berretta cardinalizia, se fuori di primieramente resta confermata l'a-
Roma fossero i promossi, avendo bolizione delle parti di pane e
in vista lo stato ristretto genera- vino fatta da Pio VI con suo chiro-
le in cui si trovavano le famiglie grafo del primo luglio del 1797.
dopo i passati disastri, e la nota- Si aboliscono tutti gli assegnamenti
bile diminuzione del quantitativo che solevano darsi a diversi fami-
delle provviste ecclesiastiche. 11 cav. gliari, consistenti in cere, olio, car-
Lunadoro, Relazione della corte di bone , carbonella , legna , fascine
Roma, dell'edizione di Bracciano droghe, neve, tritello, fieno, biada,
1646, a pag. 269, ci dà la nota mantenimento di cavalli, uso di
delle mancie che si pagavano dai carrozze, letti, biancherie, mobilio
nuovi cardinali dopo il concistoro e tutto altro ec, in generi o in
pubblico a'suoi tempi. La nota ri- compensa di denari. Si aboliscono
formata da Pio VII stampata è tutte le colazioni, e qualunque ri-

reperibile alla tipografia camerale cognizione in pane e vino ed altro


in Roma. Con queste disposizioni che godevano diversi famigliari in
Pio VII die bell'esempio di modera- occasione delle cappelle papali, nel-
zione, incominciando la riforma e- le feste solenni, e in altri tempi e
conomica delle spese pel proprio circostanze. Si aboliscono le sta-
palazzo che contribuiva l'erario pon- gnate, che nelle dette occasioni so-
VOL. XXIII 8
Ii4 FAM FAM
levano darsi ai famigliari de* car- coinè cameriere extra. A' quattro
dinali, per l'intervento alle cappel- più anziani camerieri segreti di
le e sagre funzioni , delle quali spada e cappa soprannumerari fu
fecemmo parola al volume Vili, accordata la gratificazione annua di
pag. 23o del Dizionario. Si abo- scudi trentaseì per cadauno, dovendo
liscono tutti i rinfreschi , che si però risiedere in Roma. Gli aiutanti
solevano distribuire nelle anticame- di camera furono con
ridotti a due,
re pontificie, sì giornalieri che straor- scudi ventisei per cadauno ; e gli
dinari. Si aboliscono tutte le fran- scopatori segreti ad otto con scudi
chigie che godeva la famiglia del dodici per cadauno. Al p. maestro
Papa, e del palazzo apostolico e , del sagro palazzo furono stabiliti
quelle che questo pur godeva, co- scudi venti; e al maestro di casa
me cantina , carbone, mola, e for- scudi cinquanta; dieci al p. con-

no. Restano soppresse le ofGcine fessore, e venti al p. predicatore.


di cucina, credenza, e bottiglieria Al decano furono stabiliti scudi un-
della foresteria, e conseguentemen- dici, otto al sotto-decano, cosi ai
te gli uffiziali di esse , dovendo dodici palafrenieri, e nove ad ognu-
supplire qualche straordinaria
in no de' sei sediari coli' obbligo del
circostanza quelli segreti del Papa. servizio della sala come i palafre-
In quanto alle riforme restano fer- nieri. Quindi provarono nel nu-
me quelle operate da Pio VI nel mero e nell'onorario riduzioni gli

1778 amalgamarono gli


in cui si archivisti, gli officiali della biblio-
onorari mensili di una rappresen- teca vaticana; le classi de'busso-
tanza, con quelli o colle parti che lanti, camerieri extra, e scudieri,
percepivano per un'altra, compren- accordandosi a tutte e tre la cap-
dendovi i parziali assegni che ri- pa rossa (colore che pei cubicula-
cevevansi da diversi dalla camera ri pontifìcii ne rende ragione il

apostolica , cioè i camerieri segreti, Bernini, Del tribunale della rota


i segretari de'brevi a'principi e del- pag. 24). La floreria restò rifor-
le lettere latine, ed il cavalleriz- mata a semplice guardaroba, in
zo, i cappellani segreti ec. L'o- cui altro non si dovrà ritenere,
norario pertanto di detti ed altri conservare, e somministrare, se non
soggetti fu stabilito in quello che che le robe occorrenti per la sa-
mensilmente godono tuttora, re- gra persona di nostro Signore, per
stringendosi però il numero delle le cappelle, concistori!, altre sagre
loro classi, che in processo di tem- funzioni e congregazioni, il mobi-
po tornarono ad essere come per lio per gli appartamenti, e gli u-

l'antico e secondo il beneplacito dei tensili per la lavanda e tavola de-


Papi successori. L'assegno del mag- gli apostoli nel giovedì santo; quin-
giordomo da scudi duecento fu ridotto di furono stabilite le norme pel
a scudi centocinquanta ; e soppres- guardaroba con mensili scudi ven-
so quello di scudi cinque e baioc- ticinque, e per i suoi subalterni.
chi 12 e mezzo al generale delle Il numero degl'impiegati della com-
poste. Al maggiore venne-
foriere putisteria restò riformato ,
con-
ro stabiliti scudi settanta al mese, servandosi al capo il nome di di-

senza altro; ed il sotto-foriere in rettorecon mensili scudi quaran-


scudi dieci mensili, ed altrettanti ta, e regolandosi le paghe degli
,

Fam FAÌVI it5


irltri con misure economiche. L'uf- stel Gandolfo, delle chiese di s,
ficio di depositano resta ridotto Giovanni in Laterano, e di s. Ma-
a quello di dispenziere , il quale ria ad Marlyres, de'musei pio-cle-
riterrà sotto la sua custodia la mentino, sagro e profano, e capi-
biada, il sale bianco e nero, l'a- tolino ; in correspettività 1' erario
ceto, r olio , le candele, e quanto dovrà assegnar al palazzo aposto-
altro potrà occorrere per le offi- lico gli appuntamenti proporzionali
cine pontificie. Le sovvenzioni che a supplire alle spese occorrenti
si davano alla famiglia nobile in nella somma d' annui scudi cento-
caso di morte pei funerali sono ventimila, restando alla camera a-
soppresse continueranno a dare
; si postolica le maggiori spese even-
alla famiglia di secondo ordine ed tuali e straordinarie. Si presero
inferiore tredici libbre di cera, e provvidenze sui giardini quirinale
scudi tre per celebrazione di mes- e vaticano. Il maestro di casa, ol-

se. Le case destinate a' famigliari tre le sue solite attribuzioni, sarà
avranno que'ri sa rei menti che fanno specialmente incaricato di fare tut-
i proprietari delle case a'ioro in- te le provviste, sì per le cose di
quilini ,
proibendosi le cessioni e piccolo oggetto occorrenti nel pa-
subaffitti delle slesse case agli e- lazzo apostolico, che per il biso-
stranei. Nella stalla vi saranno so- gno e consumo delle officine che
li quaranta capi di bestie tra ca- sono rimaste in esercizio dopo la
valli da carrozza e da sella, muli presente riforma, come in detta-
e mule, cui viene fissato il man- glio si legge nel moto - proprio.
tenimento e quanto riguarda le Quindi segue quanto riguarda i

ferrature e medicature di esse. vestiari de'palafrenieri, sediari, in-


Nella scuderia vi dovranno essere dividui della scuderia, scopatori co-
due carrozze nobili, un legno di muni, facchini di camera^ let-

trottate, e qualche altro legno; tighieri , ed altri individui delle


quattro frulloni due sterzi , un , diverse officine ed uffizi; non che
carrettone, una lettiga, ed un paio allo spenditore , al cuoco, al cre-
di così dette stanghe : il tutto, co- denziere, ed al decano compen- il

me la selleria, sotto la custodia del so di scudi cinquanta per cadauno


maestro di stalla , e questi dipen- ogni tre anni, e quaranta al sot-
dere dal maggiordomo, e cavalle- to-decano. Seguono gli assegnamen-
rizzo. Oltre il maestro di stalla ti annui in contanti, pel consumo
con mensuali scudi quattordici , vi della carta, penne ed altro per le
saranno il cocchiere, e cavalcante diverse segreterie, officine, ec. ; idem
nobile, sei cocchieri per la secon- per la carbonella, legna, e carbo-
da muta, e carrozze d'ambasciata, ne ; il salario dei cantori della cap-
due lettighieri, due acquaroli, die- pella pontificia, compresovi il com-
ci garzoni, e il cavallerizzo d'ope- panatico, pranzi ed altro che go-
ra. Non solo il palazzo apostolico devano anche dalla camera apo-
somministrerà pure gli assegni che stolica a tenore delle pontificie co-
soleva dare la camera, ma non stituzioni. Si confermano le guar-
più essa ed il solo palazzo soster- die svizzera, e de'cavalleggieri, che
rà la manutenzione delle fabbriche però fu successa dalle guardie no-
del Vaticano, del Quìiinale, di Cu- bili. Termina il molo-proprio colla
,

ii6 FAM FAM


solenne e piena approvazione di Pio VII tutto ricusò, ed il Sal-
Pio VII, munita della sua vene- matoris non ostante rimase in Sa-
rala sottoscrizione, seguendo il pre- vona con tutto il seguito. Otto
ventivo di tutte le spese ^ e paga- giorni dopo giunse Berthier , fra-
menti stabiliti, nel loro dettaglio. tei lo del principe di Neufchàtel
Mentre Pio VII pacificamente col titolo di Maestro del palazzo
sedeva sulla cattedra apostolica, del PapOy e in questa qualità fe-
gl'imperiali francesi decretarono la ce sloggiare il vescovo di Savona,
occupazione dello stato pontificio che occupava un piccolo canto
e di Roma, che eflfettuarono nei del suo palazzo. Si travagliò a
modi tanto noti, accompagnati da corredare la casa del Papa con
quelle sevizie cui furono bersa- masserizie, argenteria, tappeti ; ed
glio in peculiar modo i famiglia- ogni giorno davansi sontuosi con-
ri pontificii, di cui sono piene le viti, ai quali ne Pio VII, né al-
storie, massime di Pistoiesi, di cuno de'suoi famigliari intervenne,
M. Artaud, e del cardinal Pacca, malgrado gl'inviti reiterati che gli
che pur ci descrivono la deporta- si facevano in mille astutissime
zione da Roma di Pio VII, av- guise. La cattedrale di Savona
venuta a' 6 luglio dell'anno 1809, prese il nome di cappella papale:
col novero de' famigliari che Io il prefetto^ il maire, e gli atti-
seguirono, raggiunsero, ed accom- nenti al governo, ivi portavano si

pagnarono nella dura prigionia in corpo la domenica per udire


di cinque anni , balzato qua e la messa che chiamavano messa
là dal dominatore della Fran- papale. Il primo giorno che il
cia ; laonde qui ci permettere- Pontefice fu pregato a celebrar la
mo un solo brano del primo sog- messa nella cattedrale, si ricusò
giorno che il Papa fece in Sa- probabilmente per qualche so-
vona, siccome relativo al nostro spetto del numeroso corteggio che
argomento. Negli ultimi di agosto trovavasi nella chiesa. Ciò non o-
1809, -^^^ ^^^ ^^ forma di pri- stante non ebbe la libertà di scri-
gioniero fu portato a Savona, al- vere, ne il permesso di parlare a
loggiando nel palazzo del maire, chicchessia, senza la presenza del
indi fu trasferito nell'episcopio, e maire e del capitano di gendar-
a' 2 7 settembre nel palazzo della meria che guarda vaio notte e gior-
prefettura. Verso la fine di detto no. Generosamente e munifica-
mese il governo francese inviò il mente Pio VII premiò dopo il
deputato Salmatoris per rappre- suo glorioso ritorno in Roma, que*
sentine al Papa, che conveniva al- famigliari ch'ebbero la ventura di
la sua dignità di avere un più accompagnarlo nella sua deporta-
numeroso corteggio, ed essere al- zione, ed alcuno anche nei loró di-
loggiato men poveramente. Difat- scendenti, e quelli che per lui soffri-
li venne preparato un altro con- rono carcere e persecuzione; ed
veniente locale; alcuni domestici in morte, di suo privato peculio,
con livrea pontificia gli si presen- volle distinguere e beneficare al-

lai'ono protestando di servirlo con cuni suoi intimi famigliari. Creò


zelo; in fine gli si offrirono cen- cardinali diversi personaggi ch'e-
tomila franchi mensili per suo uso. rano stati camerieri segreti e pri-

J
FAM FAM 117
mari famigliari di altri Ponlefìci, ra delle fabbriche, appartamenti,
e della categoria dei secondi che e giardini pontificii, delle suppel-
aveangli prestati personali servigi, lettili, delle masserizie, del mobi-
anch'essi furono da lui esaltati ad lio ed al secondo la direzione
ec. ;

eguali onori, come a cagione di di tutto ciò che concerne le scu-


onore nomineremo il suo elemo- derie. Prestano quindi il loro ser-
siniere segreto, il cardinal Fran- vizio nelle proprie attribuzioni il

cesco Bertazzoli. maestro di casa, il computista, il

Leone XII nel 1823 successe a fioriere, il sotto-fioriere, il sopra-


Pio VII, avendo incominciato la intendente alle scuderie pontificie,
sua caii iera prelatizia coli* essere l'architetto, ed il guardaroba di
stato cameriere segreto parteci- Castel Gandolfo, co'loro impiegati
pante di Pio VI. Siccome aman- inferiori. Pel miglior ordine della
te dell'ordine, e conoscitore del amministrazione si stabilisce una
sistema della famiglia pontificia congregazione palatina composta
per averne fatto parte, rivolse le del prelato maggiordomo con voto
sue provvidenze alla retta ammi- decisivo, e del foriere maggiore, e
nistrazione de' palazzi apostolici, cavallerizzo con voto consultivo:
e giudicando essere proprio del nei casi che si riservano alla so-
romano Pontefice il far risplen- vrana sanzione, anche il voto del
dere un decoroso servizio, con- maggiordomo sarà consultivo: vi
giunto sempre alla modestia, e re- sarà il segretario della congrega-
golato da una prudente economia, zione da deputarsi dal Papa, che
allontanando gli abusi che sono ne registrerà tutti gli atti , le ri-

dalle umane cose inseparabili. soluzioni , i pareri ec. AH' avviso


Quindi per un sistema più sem- del maggiordomo
saranno intro-
plice e più regolare, ed a pro- dotti congregazione gli altri
in
porzionare i ruoli, dopo aver com- sunnominati ministri per dar con-
messo siffatta scabrosa operazione a to delle loro incumbenze, e per
personaggi che meritarono la di mandar ad effetto le risoluzioni
lui fiducia, ne pubblicò colle stam- che gli saranno comunicate. La
pe i risultati lodevoli col moto- congregazione si adunerà ogni me-
proprio de'23 novembre 1824» se, e quando piacerà straordina-
che incomincia colle parole: I glo- riamente al maggiordomo. Quindi
riosi nostri predecessori in mezzo seguono le provvidenze sul conto
alle gravissime cure ec, del quale di cassa, sul preventivo, sul bilan-
daremo qui un laconico cenno cio generale, e l'istituzione della
per non allungar ulteriormente congregazione sindacatoria, sue fa-
questo articolo, incominciando dal coltà, modo e tempi di emettere
*
capo primo. la sentenza, occupandosi annual-
L'amministrazione de' palazzi a- mente del sindacato dell'ammini-
postolici è affidata a monsignor strazione de'palazzi apostolici, com-
maggiordomo. Sotto la di lui di- posta dei prelati tesoriere genera-
pendenza hanno un esercizio di- le, decano della camera, ed udi-
stinto nella medesima il foriere tore del Papa. Segue il metodo
maggiore, ed il cavallerizzo, al per pareggiare i conti anche an-
primo de^quali appartiene aver cu- nuali; l'organizzazione della com-
ii8 FAM FAM
putisterìa regolare con rimpianto al «agio palazzo, canoni, ragioni, ec.

della scrittura; la formazione de- Il capo terzo tratta delle spese, che
gl' inventari in tutte le aziende, il consistono in que* titoli che accen-
loro riscontro, metodo per ag-
il neremo dopo avea* riportato il ruo-
giungervi gli oggetti nuovamente lo del regnante Pontefice, forma-
acquistati, o donati dal Pontefice: to nel i83i, essendo poca la dif-

le radiazioni dovranno sottoscriver- ferenza tra le memorate in que-


le il foriere maggiore, o il caval- sto moto -proprio, e le successive.
lerizzo, ed il maestro di casa. 11 trattamento della sagra persona
Nello stabilimento del ruolo sa- del Papa non era stabile, ma a
ranno congruamente equilibrati ed seconda delle spese occorse men-
aumentati gli onorari e i salari, silmente, venendo incaricato un ca-
avuto in vista quanto al presente meriere per l'acquisto e
segreto
ciascun famigliare percepisce an- custodia medaglie e corone
delle
nualmente. In conseguenza abolite che soglionsi donare dal Pontefice,
tutte le diverse percezioni fuori ed il maggiordomo poi doveva rim-
di ruolo sotto qualunque titolo, o borsarlo. Seguono le altre spese, il

in denaro o in generi, tanto sul- modo di regolarsi cogli artisti che


la cassa dei palazzi apostolici, che dovranno fare i lavori ordinari e
sopra qualunque altra. Nello sta- straordinari, le diverse competenze
bilimento del ruolo si determine- de' ministri del palazzo apostolico,
rà ancora a quali cariche, impie- la custodia delle cose mobili ; e tra
ghi, ed uffizi appartenga l'abita- le fabbriche a carico dell'ammini-
zione ne*palazzi pontificii, sia per strazione, vi si comprende la ma-
la necessità del servigio, che per nutenzione del palazzetto di Papa
la comodità delle persone, fissan- Giulio 111 fuori della porta Fla-
dosi il tutto invariabilmente. Tut- minia , come dei giardini e loro
ti quelli a'quali spetta l'abitazio- coltivazione.Indi sono i regola-
ne dovranno abitarla ; ed ottenen- menti per tuttociò che riguarda la
dosi l'esenzione, non sarà lecito scuderìa, la cui direzione apparte-
cedere e locare neppur ad altri nendo al cavallerizzo, la esercita a
famigliari la propria abitazione, la mezzo del sopraintendente; l'acqui-
quale resterà a disposizione del sto, mantenimento, e cura de' ca-
maggiordomo, restando abolito qua- valli, acquisto e manutenzione dei
lunque compenso. Saranno conti- legni, oggetti di selleria, ed attrez-
nuati sulla cassa palatina gli ono- zi di scuderia. Tuttavolta il pre-
l'ari e provvisioni delle segreterie ciso numero de' cavalli e de' le-
di stato, e de'memoriali ec, de'se- gni, ed il metodo di servizio e di-
gretari di alcune congregazioni, e sciplina delle scuderie pontificie sa-
la distribuzione detta di s. Pietro ranno stabiliti *dalla congregazione
agli uditori di rota: il cardinal con un subalterno regolamento, che
segretario de'brevi riceverà l'ono- sarà sanzionato dal Papa ; doven-
rario dalla sua cassa. do formare il maggiordomo la nota
Il capo secondo tratta delle ren- delle persone , alle quali secondo
dite, le quali consistono ne* fondi r impiego si permetterà l'uso del-
somministrati dal pubblico erario, le carrozze di palazzo , chiamate
é negU affitti delle case spettanti frulloni. La guardia nobile rifov-
1 AM FAM 119
mata secondo i chirografi de* 17 di tal benefico moto-proprio scudi
febbraio e 24 marzo 1824, pre- ventotto e baiocchi sessantatre e
senterà prima della fine di novem- mezzo, tutto compreso ; cioè scudi
bre a monsignor maggiordomo, per dodici mensuali dal palazzo, scudi
organo del capitano che fa le fun- undici e baiocchi sessantatre e mez-
zioni di comandante, il conto pre- zo dalla dateria apostolica ogni me-
ventivo della spesa, colla distinzio- se, e scudi sessanta annui dall'am-

ne delle scadenze per mese e su , ministrazione dei lotti, in tre rate,


questo, previo l'esame da faisene vale a dire nelle ricorrenze di Pa-
dalla congregazione , verrà deter- squa, agosto e Natale, che corrispon-
minata anticipatamente la mensua- devano a scudi cinque al mese (sino
le somministrazione approssimativa. al pontificato di Pio VII avevano

Alla fine di ogni mese esibirà il ricevuto dai lotti annui scudi no-
rendiconto di cassa, dal cui risul- vanta), laonde per tali partite
tato si avrà ragione per determi- venne in vece assegnato ad ognu-
nare la somma occorrente nel mese no per onorario scudi ventinove.
successivo, e finito l'anno, entro il Il nome di Leone XII è in bene-

mese di gennaio presenterà a mon- dizione presso i famigliari che nel-


signor maggiordomo il riassunto r onorario ebbero questo benigno
generale della sua gestione da al- amalgama, perchè venne stabilmen-
legarsi al bilancio generale. Le me- te assicurato da una cassa sola il

desime disposizioni avranno luogo salario, mentre che per le succes-


rispetto alla guardia svizzera, uni- sive vicende de* tempi forse era a
formandosi alla recente convenzio- temersi qualche pregiudizievole so-
ne col cantone di Lucerna. Seguo- spensione o diminuzione , oltre il

no le provvidenze risguardanti Ca- comodo di da un luogo


riscuotere
stel Gandolfo; e si conchiude nel solo l'assegnamento. Siccome abbia-
moto -proprio che le presenti dis- mo parlato più volte degli scopatori
posizioni cominci eranno ad avere il segreti, e qui notammo improprio
loro pieno effetto ed esecuzione il sì nome, Io si giudichi da
fatto
primo gennaio 1825, colle solite quanto andiamo ad accennare, sia
clausole , e colla sottoscrizione di per che indossano, come
l'abito
Leone XIL In quanto all' aumen- per gli che esercitano, ed al-
uffizi

to degli onorari e salari di alcuni tro che li riguarda, oltre quanto


famigliari sì della persona del Pa- di essi diciamo ai loro articoli. Il
pa, come di quelli appartenenti al ceto de' famigliari pontificii deno-
palazzo apostolico, se ne potrà ve- minati scopatori segreti è antichis-
dere la diversità, confrontando le simo nella corte papale, come si
cifre che abbiamo riportate, con è veduto superiormente, ove pur
quelle de' mensuali assegni in oggi si parlò del loro vario numero, ed

vìgenti, che nella maggior parte emolumenti ne' diversi tempi. Essi
sono riportate ai rispettivi articoli, sono i servi del cardinale che vie-
o a quelli relativi del Dizionario. ne esaltato al pontificato, ed il piìi
A volerne riportare un esempio antico o il servitore di camera è
diremo , che gli intimi famigliari dichiarato il primo , che poi nel
del Pontefice detti impropriamente futuro pontificato gode il vantag-
Scopatori segreti^ ^ avevano prima gio di restare al servigio del nuo-
lao FAM FAM
vo Papa nella stessa qualifica di di essere stati fatti dai Ponlnfioi
scopatore segreto, ma in ordine do- loro aiutanti di camera. Nel bre-
po i suoi antichi famigliari. Que- ve pontificato di Pio Vili non eb-
sti intimi famigli nel servìzio do- be luogo alcuna innovazione nel-
mestico del Pontefice, hanno la cu- la famiglia pontificia, e in mor-
ra e la custodia delle sue camere te beneficò gli aiutanti di came-
segrete, alternando il servigio in ed il de-
ra, gli scopatori segreti,
modo, che mentre la metà in un cano colla spartizione di duemila
giorno adempie le proprie attribu- scudi che loro donò. Il p. Bonan-
zioni, l'altra è libera. Due per se- ni nella Gerarchia ecclesiastica ci
ra dormono nelle intime stanze dà nella figura 4^^ quella dello
pontificie, ed esercitano quegli uf- scopatore segreto come vestiva nel
fizi che per servigio del Papa ven- 1720 per le stanze pontificie: la

gono loro commessi dagli aiutanti sottana è piti corta, e dal collare
di camera, di cui sono gli aiuti e uscivano fuori quelle strisele di tela
i supplenti. Perciò nelle cavalcate, bianca, che diconsi collaretto.
quando si facevano, essi cavalcava- Finalmente riporteremo il ruolo
no in numero di due; nelle sa- del regnante sommo Pontefice Gre-
gre funzioni, processioni ec, por- gorio XVI, e de' sagri palazzi a-
tando r occorrente pei bisogni del postolici, guardia nobile, e guar-
Pontefice incedono sempre vicino dia svizzera , non facendo parola
ad esso col primo aiutante di ca- de' pensionati, de' giubilati, ed as-
mera, ed in cappella prendono segnamentarii. Siccome tal ruolo è
luogo presso il pulpito o la cre- quello formato nel 1 83 r sulle ba-
denza pontificia. In casa vestono si, gerarchia e preeminenza de'pre-
collare, e sottana di scotto paonaz- cedenti secoli , formato cioè colla
zo, con mostre e fascia con fiocchi sua piena autorità ed approvazio-
di seta di egual colore, calze nere, e ne alla di lui assunzione al pon-
scarpe con fibbie : fuori delle came- tificato, non mancheremo di nota-
re papali sul detto abito sovrap- re alcune delle posteriori variazio-
pongono boemia, usando allora
la ni avvenute i coadiutori e: so- i

cappello nero ecclesiastico. La boe- prannumeri non si nomineranno.


mia è una corta soprana di panno Segreteria di stato. Cardinal se-
paonazzo scuro senza maniche, in gretario di stato, cinque minutan-
luogo delle quali ve ne sono due ti , tre cifristi , due archivisti, sei
finte, le quali come tutta la boe- scrittori ec. Il perito geometra
ra ia sono guarnite da doppie stri- ( dopo la morte dell' ultimo non
sele di velluto, e da larghe zagane fu rimpiazzato ), e sei ordinanze.
il tutto nero. Godono V abitazione La segreteria di stato fu poscia
ove risiede il Papa, il vestiario, ed divisa nelle attribuzioni, coll'istitu-
altro dal palazzo apostolico com- zione della segreteria per gli affari

prensivamente alle dispense di can- di stato interni, ed a questa fu


dele e palme benedette, e delle dato un cardinal segretario colla
medaglie di argento nelle note qualifica di palatino, residente col-
distribuzioni , e quelle propine e la segreteria nel palazzo vaticano,
mancie che loro spettano. Talvolta abitando l'altra col suo cardinal
gli scopatori segreti hanno meiitato segretario nel quirinale. Di ciò, e
FAM FAM 12 i

de' nuovi offiziali, se ne parla a Cappellani cantori. Maestro, de-


Segretario di stato (P^edi). cano, camerlengo, segretario, diaco-
Segreterìa de memoriali. Cardi- no e suddiacono per l'assistenza alle
nal segretario de' memoriali, sosti- cappelle cardinalizie, di cui parlasi
tuto, tre minutanti ed uu sopran- al volume IX, pag. 129 del Dizio-
numero. V. Memoriali. nario, ed altri cantori;
non che scrit-
Segreteria de brevi a* principi. tori, e custode de' libri. V. Can-
Prelato segretario , sostituto , e tre tori DELLA Cappella Pontificia, e
scrittori. V. Segretari. il volume Vili, pag. i43 del Di-
Segreteria delle lettere latine. Pre- zionario , ed altri relativi articoli.
lato segretario, e scrittore. J^. Se- Officiali maggiori. Maggiordomo
gretari. di nostro Signore, prefetto de' sa-
Segretario della cifra, ossia il V. Maggior-
gri palazzi apostolici,
sostituto della segreteria di stato; domo. Maestro di casa (Vedi).
e segretari delle sagre congregazio- Computisterìa. Direttore, scrittu-
ni cardinalizie , cioè : dell' esame rale, due giovani, e soprannumeri
de* vescovi , dei vescovi e regolari, in paga. Al presente avvi un se-
del concilio, e de' riti. gretario della prefettura de' sagri
Camera segreta. Prelato Mae- palazzi apostolici, con alcuni im-
stro di camera (Vedi); prelato pi,egati, ed oltre il computista avvi
Elemosiniere segreto (Vedi)j pre- il verificatore, con alcuni impiega-
lato Uditore del Papa (Vedi); Ca- ti. Dapprima faceva da segretario
merieri segreti (Vedi)j ilprimo del prelato maggiordomo quello
de' quali è coppiere, e due sono suo particolare, e riceveva perciò
segretario d' ambasciata e guarda- dal sagro palazzo il mensile com-
roba ; Camerieri di spada e cap- penso di scudi sei, dovendosi pre-
pa soprannumerari (Fedi); Cap- stare per i musei pontificii.
pellani segreti {Vedi) sei ; Chierici Azienda del maestro di casa,
segreti (Vedi) due; Scalco segreto con due giovani.
(Vedi)j Aiutanti di camera (Ve- Diversi signori, ed officiali della
di) due; Assistente alle cappelle Corte, Foriere maggiore (Vedi)j
comuni; Cappellani comuni (Vedi) architetti due (per morte d'uno
quattro; Bussolanti sei; Camerieri dei due architetti, il supersiste fun-
extra jSei; Scudieri cinque. Tutti poi ge le funzioni pure del defunto con
furono uniti ai Bussolanti (Vedi). l'aumento dell'onorario che quello
Cappella pontificia. Prelato Sa- godeva); sotto-foriere, del quale se
grista (Vedi), p. sotto-sagrista, p. ne parla agli articoli Bussolanti e
vice-parroco, e fr. compagno del Foriere.
secondo tutti e quattro religiosi
: Cavallerizzo maggiore (Vedi), i

romitani di s. Agostino. Prete as- cui subalterni ed offiziali da lui di-

sistente alla cappella, diacono, e pendenti sono registrati in seguito.


suddiacono di essi se ne parla ai
: Maestro del s. palazzo aposto-
volumi VII, pag. 241; Vili, pag. lico, dell'ordine de' predicatori.
143 e seg. del Dizionario, e in Predicatore apostolico ( Vedi),
altri articoli. Maestri di cerimonie religioso cappuccino.
(Vedi) ; Chierici della cappella Confessore della famiglia pontifi-
(Vedi) due; il sotto-chierico. cia^ religioso de' servi di Maria.
[21 FAM FAM
Fioriere; primo giovane ; secon- Tribunale di Castel Gandolfo,
do ; soprastante ai lavori ; tre fac- sotto la giurisdizione del maggior-
chini (ed altiettanli soprannumeri). domo. Luogotenente, ed il notaro
Guardaroba del palazzo pontificio cancelliere. F. Castel Gandolfo.
di Castel Gandolfo; sotto guarda- Diversi. Cappellano del ss. Sa-
roba. U mosaicista del palazzo apo- gramento in s. Pietro; il campa-
stolico ; Torologiaro. P^. Floreria naro di tal basilica ; Altarista
Apostolica. (Fedi) della medesima. Cappellano
Onciali di dateria. Sopra il curato in Castel Gandolfo. Monaci
coìicessiim ; presidente delle bolle ; abissini in s. Stefano de' mori.
segretario e cancelliere di camera; Officiali minori. Il dispensiere ;

amministratore generale alle com- lo speditore segreto.


ponende ; presidente del piombo ; Credenza segreta. Il credenziere ;

custode del registro; custode del con- il sotto-credenziere, garzone, e fac-


cistoro extra omnes, di cui si parla chino : i due ultimi nelì' odierno
all'articolo Concistoro (Fedi)j custo- poMtiHcato hanno avuto il titolo di

de dell' officio de missis ; prefetto aiutanti.


delle date; mazzieri di guardia; Cucina segreta. Cuoco, sotto-
custodi di prima catena ; idem di cuoco, e garzone.
seconda ; idem di porta ferrea; cur- Otto scopatori segreti. Due fac-
sori di guardia; maestri uscieri s^irga chini di camera. Decano de' pala-
rubeaj alcuni di detti uffici sono va- frenieri; sotto decano ; dodici sedia-
cabi listi, y. Dateria Apostolica. ri, e dodici palafrenieri. F. Pala-
O-ffìciali di biblioteca. Primo cu- frenieri. Sportarolo, faccendino, e
stode; secondo custode; scrittori in facchino della cera. Otto scopatori
lingua greca due scrittori di
tre, comuni, col decano. Due accendi-
lingua latina, due in ebraico, ed tori de' lampioni.
uno in arabo; tre scopatori. F, Custodì diversi. Del museo va-
Biblioteca Vaticana. ticano, sotto-custode de' cancelli di
Archivi segreti. Un custode ed s. Pietro, oltre il suo aiuto. Cu-
aiutante ad esso. F. Archivi del- stode delle munizioni al vaticano,
la santa Sede. e custode delle munizioni del qui-
Medici della famiglia due ; un rinale. Custode delle congregazioni
chirurgo sostituto. cardinalizie.
Tribunale civile del maggiordo- Giardino quirinale. Giardiniere,
mato. Uditore (l'uditore civile del Portinaro e carrettiere.
maggiordomato è stato soppresso Giardino vaticano. Idem.
col moto-proprio del 1840, e qual- Scuderia.Il maestro di stalla
cuna delle attribuzioni di questa ossia intendente; primo cocchiere
carica si disimpegna in oggi dal nobile; primo cavalcante nobile;
segretario della prefettura de'sagri undici cocchieri della famiglia, com-
palazzi apostolici ) ;
procuratore ; preso il decano, ed il sellaio. Il
sostituto notaro. cavallerizzo d'opera; il decano dei
Tribunale criminale del mag- garzoni ; dodici garzoni ; V acqua-
giordomato. Giudice; sostituto pro- iolo.
cessante e notaio ; ed il portiere Va notato eh' erano vacanti in
del tribunale del maggiordomato. questo ruolo gli ofHzi di sostituto
FAM FAM ia3
della segreteria di stato; del medi- se nelle vie di s. Vitale, di Scari-
co ; del chirurgo segreto; del ere- deiberg, di borgo Pio, e s. Anna
denziere V. Medico, Chi-
segreto. (nel quartiere degli svizzeri al va-
RURGO, e pel credenziere V articolo ticano, nella chiesa e convento dei
Treni, e quelli che lo riguardano, pp. Trinitari di s. Marta, ov*era
Guardia nobile esercente. Co- prima T ospedale per la famiglia
mandante; capitano; tenente; sot- pontificia, il maggiordomo non de-
to tenente; sette esenti; otto ca- ve mantenerne i fabbricati, sebbene
detti cinquanta guardie, più cinque
; appartenghino a quelli del sagro
altre, ed il foriere colle due trom- palazzo); nel portico e facciata e-
be ; medico, e chirurgo ; l'inten- sterna della basilica lateraneuse, e
dente della scuderia, e due caporali del Pantheon ; e nel palazzo pon-
di quartiere. V. Guardie Nobili. tifìcio, e case di proprietà dei pa-
Guardia Svizzera. Capitano; te- lazzi apostolici in Castel Gandolfo,
nente; cappellano; scrivano; giù- manutenzione di alcune strade, e
dice; due esenti; officiale del re- dell'alberata lungo le gallerie, che
clutamento; sei sergenti, ed altret- da detta terra conduce in Albano,
tanti caporali ; vice-caporale ; due Gli altri titoli delle spese sono :

portinari del quirinale, e del vati- per le spese per la cappella pon-
cimo; quattro tamburri , e tre or- tifìciaed altre funzioni sagre,
dinanze. Cento alabardieri ; due compresavi la distribuzione della
medici , e due chirurghi. V. Sviz- cera per la candelora, non che per
zeri. le funzioni della
settimana santa;
Gli altri titoli delle spese dipen- per medaglie e corone
le spese di
denti dair amministrazione del pa- che dona il Papa; per le distribu-
lazzo apostolico sono i seguenti, /ioni annue per la festa di s. Pie-
Pel trattamento della sagra perso- Irò agli uditori di rota, in scudi
na del Pontefice ; per dativa, tasse, centosessantacinque per cadauno
canoni ed altre imposte sui fondi ; degli undici uditori, giacche il lo-
per giubilazioni , assegnamenti e , ro decano ha scudi trecento tren-
pensioni ; per vestiario a' famiglia- ta : qui noteremo che se vi fossero
ri ; per cure ed esequie ai mede- uditorati vacanti, la somma si ri-

simi ;
per gratificazioni e limosine; parte tra gli esercenti. Le altre
per spese di scuderia ; per fuochi spese finalmente consistono in mas-
e lumi; per coltivazione de' giar- serizie, suppellettili, e mobilio; per
dini, non che per mantenimento le spese del collegio de' mazzieri ,

degli animali in essi esistenti. Per e maestri ostiari virga rubea, coa-
acconcimi, e riattamento di fabbri- sistenti in compensi pel vestiario;
che, le quali consistouo : nella ma- per la spesa della biblioteca vati-
nutenzione dei due palazzi ponti- cana, a disposizione del cardinal
flcii,quirinale e vaticano; nelle bibliotecario per l'acquisto di codici,
condotture di essi, come delle fab- legature di libri, ed altro ; e per
briche de' contigui giardini ; nei altre spese straordinarie ed irapre-
palazzi della consulta e della pa- viste in servizio dell'amministrazio-
netteria; nella fabbrica detta di s, ne del palazzo apostolico.
Felice ; scuderie e rimesse sulla Anche il medesimo regnante
piazxa del quirinale; case e rimes- Pontefice ha emanate provvideuje
1^4 t' A M FAM
tanto sulla giurisdizione civile e 11 maestro di casa, cui resta af-

criminale di monsignor maggior- fidala la cura dei giardini, l'acqui-


domo, della quale si tratterà al sto delie cose mobili, vestiari , sup-
suo articolo, quanto sulla sistema- pellettili,, e masserizie.
zione economica de' sagri palazzi Il computista che sopraintende
apostolici, mediante il moto- proprio alla computisteria, centro di tutta
de' IO decembre i832, dovendo l'amministrazione.
aver pieno efl'elto nel primo del 11 fioriere, che ha la custodia

seguente anno, e che principia col- e conservazione immediata delle


Je parole : Fra le saggic provvi- suppellettili, arazzi, mobilio, e mas-
denze adottale dal nostro prede- serizie.

cessore Leone XII ec, giacché con 11 che dipende dal


sotto-foriere
queste disposizioni il Papa regnan- forieremaggiore in tutte le attri-
te ha inteso compiere 1' opera lo- buzioni che sono state ad esso ad-
devolmente incominciata dal pre- dossate, ed in oltre verifica e mi-
decessore per uno stabile sistema di sura i lavori fatti.
amministrazione de' palazzi aposto- Pel miglior ordine dell'ammini-
lici, col quale si procurasse non strazione suddetta si stabilisce una
solo la maggior economia dell' a- congregazione palatina composta di
zienda, ma col prescrivere una re- monsignor maggiordomo con voto
ciproca responsabilità fra i ministii decisivo, del foriere maggiore, ca-
si ancora di eliminare,
ottenesse vallerizzo,maestro di casa, e com-
per quanto era possibile, quegli putista con voto consultivo, per
abusi che in sì delicata gestione si adunarsi due volte al mese, e tut-
fossero forse introdotti. Come an- te le volte che il detto prelato lo
cora con questo moto-proprio si crederà spediente; dovendo regi-
propose il Pontefice poire in più strarne gli atti e risoluzioni il se-

chiara luce le attribuzioni di cia- gretario di monsignor maggiordo-


scun ministro, onde e tutti potes- mo. Nei casi che si riservano alla
sero conoscere le proprie incum- sovrana sanzione, anche il voto di
benze, e si evitasse il pericolo che monsignor maggiordomo sarà con-
uno invadesse l'officio dell'altro. Jn sultivo.
fatti nel capo primo, alla categoria Quindi seguono le analoghe di-
Disposizioni generali^ si legge co- sposizioni, trattandosi nel capo se-
me appresso. condo delle rendite del sagro pa-
L'amministrazione dei palazzi a- lazzo, e nel terzo delle spese pel
postolici è affidata a monsignor medesimo. Tutta volta negli anni
maggiordomo: sotto la di lui di- successivi , questo moto-proprio ,
pendenza esercitano il proprio uf- senza essere derogato, ed a senso
fizio i seguenti. all'articolo 4> ca^o III, che pre-
Il foriere maggiore, che ha la scrive che non più tardi del mese
soprain tendenza delle fabbriche, ap- di novembre ciascun capo di azien-
partamenti, condotture, e conces- da debba presentare al computista
sioni di acque. uno specchio preventivo delle spese
Il cavallerizzo, al quale appar- che potranno occorrere nel rispet-
tiene la direzione di tuttociò che tivo ufficio neir anno futuro, nel-
concerne le scuderie pontificie. l'ottobre del i838 si dierono del-
FAM FAM 125
le maggiori dilucidazioni sollanto Papae factani lite pendente ^ an
per formare i preventivi del iSSg. tollat alteri jiis quaesitum. Il Piati,

Finalmente il medesimo regnante de Cardinalis dìgnitate et officio,


Pontefice a* 2 maggio 1840 ha come dal suo indice ragionato si
pubblicato il Regolamento per gli può rilevare. Le opere di France-
iiffìci centrali dell'azienda palatina^ sco Cancellieri. Per diversi uffizi

e ciò per migliorarla con alcune appartenenti alle sagre funzioni, il

modificazioni alle anteriori provvi- Marcelli, Sacrarum caerimoniariim^


denze emanate su di essa, nella ed altresì ciò descriviamo noi ai
parte che riguarda la concentra- rispettivi articoli del Dizionario. Il
zione e registrazione degli atti re- Sestini colle note dell'Amati , nel
lativi agli introiti ed alle spese libro che ha per titolo: // mae-
dell'azienda, riportando le relative stro di Camera. Il Plettemberg,
operazioni nelle tre principali par- Notitia ec. : familiaris Papae quae
ti, Direttivay di Verificazione , e di beneficia impetrare possint, pag.
Contabilità, in modo che mentre 445 ; familiaris Papae quinani
nella esecuzione delle operazioni dicantur, pag. SgB. Il cav. Lu-
slesse concorrono tutti gl'impiega- nadoro colle note del Zaccaria,
ti, ne siegua in pari tempo una Lo stato presente ossia la relazio-
ben intesa e replicata ispezione e ne della Corte di Roma. Il p. Gat-
registrazione, e da più elementi tico, ^cta selecta caerimonialia, ed
n'emerga il risultato, per la qual altri scrittori di queste materie. Dal
cosa il Papa credette spediente di prospetto poi numerico degli indi-
affidare ad un Segretario la prima vidui appartenenti alla corte e fa-
delle dette parti delle indicate ope- miglia pontificia, colla classificazio-
razioni; ad un Verificatore la se- ne distinta di tutti quelli che col-
conda; e la terza ad un Computi- le rispettive famiglie abitavano pres-
sta, i quali funzionari saranno coa- so i palazzi sovrani all' epoca del
diuvali da un sufficiente numero primo gennaio 184^) si rileva a-
d' impiegati idonei come i detti scendere a mille quattrocentodie-
capi funzionari, provvedendosi al ciotto individui non compresi gli

più sicuro e lodevole disimpegno addetti, e gli artisti : presso la cor-


delle relative attribuzioni. Definiti- te vi abitavano novecentotrentatre
vamente restò soppresso impiego
l' individui, fuori di essa quattrocen-
dell' uditore civile; indi seguono i tottantacinque. La classificazione
regolamenti e le rispettive attri- fatta a tal epoca degli individui
buzioni ; le disposizioni generali, e presenti presso la corte, si divise
transitorie; il regolamento pel di- in quattrocentonovantotto romani,
sciplinare, e la pianta stabile degli in duecentocinquantatre statisti, ed
impiegati addetti ai menzionati uf- in centosessantanove esteri. Pel re-
fici centrali. Altre notizie sulla fa- golare servigio, il ceto de' cappel-
miglia pontificia si possono leggere lanicomuni ora ha pubblicato colle
nei seguenti autori, olti'e quelli che stampe l'annuale regolamento, che
abbiamo superiormente citato. porta per titolo : Servitium praestan-
Il Cohellio, Notitia cardinalatus, dum in sacello Pontificio per RR.
pag. 234: Familiaris Papae si quis DD. capellanos communes seu a-
asseralur per atlestactionem ipsius colylhos ceroferarios , statutis die-
,

ii6 FAM FAM


bus, V. Corte di Roma, C uria Ro- L'origine de! decoroso corteggia
mana, e Corti e Cortigiani. dei vescovi e dei prelati risale in
FAMIGLIA, de' Cardinali e Pre- proporzione ai tempi di quello della
lati. Individui che servono dome- Famiglia Pontificia (Vedi). Si au-
sticamente i cardinali , i vescovi ed mentò, classitìcò, e stabilì in pro-
i prelati della santa Sede, che di- gresso di tempo, come si vedrà dal-
vidonsi nei gradi di famiglia nobi- le principali erudizioni, che qui riu-
le, di appartenenti all'anticamera, nimmo. E siccome dalle famiglie dei
alla sala , alla credenza, alla cucina cardinali derivarono principalmente
ed alla scuderia, con quelle indivi- le famiglie de'Pontefici, fiorirono fa-

duali veslimenta e prerogative re- migliari chiari per dottrina, per vir-
lative alla dignità e corporazioni tù, per fortuna, per favore, mentre
cui appartengono i rispettivi pa- altri se ne mostrarono indegni per
droni, e delle consuetudini generali cattive qualità. Ed al volume Vili,
e particolari di Roma e de' luoghi pag. 240 del Dizionario, abbia-
ove risiedono. Alcuni pongono le mo detto che anticamente talvolta
officine e gl'individui della creden- facevano il discorso in cappella i

za e della cucina immediatamente famigliari Papa, o dei cardi-


del
dopo l'anticamera, cui appartengo- nali. Parleremo prima generica-
no i capi d' ambedue dopo ca- i mente dello stato presente della
merieri, qualora non portino la li- famiglia dei cardinali, a seconda
vrea. I cardinali per la loro su- delle menzionate divisioni de' gradi.
blime dignità hanno la loro famiglia L' anticamera nobile si compo-
più o meno numerosa nelle men- ne dell' uditore, del segretario, del
zionate graduazioni ; ma i vescovi maestro di camera, e del gentiluo-
e gli altri prelati hanno la fami- mo o coppiere. Il primo ordina-
glia con meno individui , e senza riamente studia per le congrega-
tutte le accennate graduazioni di zioni ed altri affari del proprio pa-
domestici , in proporzione della lo- drone, non ha luogo nel corteg-
ro rappresentanza, e stato econo- gio del cardinale, ne ingerenza nel-
mico. Sulle famiglie de' cardinali, l'anticamera, e sulla famiglia ; non
de* vescovi, de' prelati ,anche ed ha l'uditore vestito proprio di cor-
di altri addetti alla santa Sede, per te, ma dovendo indossarlo , se è
ciò che riguarda le loro particola- chierico veste l' abito talare di sot-
ri incumbenze nelle pubbliche fun- tana e feraiolone nero di seta
zioni sagre ed anche civili, in as- usando nell'inverno sottana di pan-
sistere i loro padroni , se ne tratta no ec. Il segretario è il capo del-
ai tanti analoghi articoli del Di- la segreteria, disimpegna la corri-
zionario. Si possono inoltre leggere spondenza epistolare tanto nel luo-
gli articoli Corti e Cortigiani, go ove risiede il cardinale, che co-
Cubiculari, Domestico, Famigliare, gli esteri, e quelle incumbenze che
Servi, Palafrenieri, Treni ec. Par- piace al padrone affidargli non ha ;

leremo principalmente delle fami- luogo nel corteggio del cardinale, uè


ghe de* cardinali, quindi diremo ingerenza come l'uditore, nella anti-
alcuna cosa sulle famiglie dei ve- camera, e sulla famiglia, e se è eccle-
scovi, e dei prelati della romana siastico veste come lui. Gli uditori ei
Chiesa. segretari de' cardinali oi'dinariamea-
FAM FAM 1^7
te sono chierici. V. V articolo Se- segretario. Non ha ingerenza nelTan-
gretario, ed in quanto ai tratta- ticamera e sulla famiglia, ma a
menti onorifici d' ogni specie di lui incombe, portare la berretta
persone, gli articoli de'titoli diversi. cardinalizia e la torcia nelle pro-
Volendo T uditore e il segretario cessioni prima nelle processioni
(
associarsi al corteggio del cardi- del Corpus Domini^ secondo de- i

nale, prendono luogo nella secon- creti della cerimoniale, col cardi-
da carrozza dopo il caudatario. Il nale non incedevano che il gen-
maestro di camera è il capo del- tiluomo sostenitore della torcia, e
l'anticamera e della famiglia che da il caudatario sostenitore del lembo

lui dipende in quanto al servizio della veste cardinalizia ) , e fare i

di cerimoniale, e pubblico ; ed a complimenti d'uso coi cardinali nuo-


lui tocca introdurre quelli che bra- vi, pel riaprimento del tribunale del-

mano visitare il cardinale, o aver- la rota, complimentando i due ulti-

ne r udienza. Se è ecclesiastico mi prelati uditori in nome del car-


veste come i precedenti, colla sola dinale con due servi in livrea
,

distinzione delle mostre di seta ne- di Eguali complimenti deve


gala.
ra alle maniche della sottana di fare nel corteggiare gli ambascia-
panno j se è secolare incede con tori che recansi al conclave, al
abito dì spada ossia di città. Que- modo che dicemmo al volume XV,
sto consiste in vestito corto in for- pag. 3 12 e 3i4 del Dizionario;
ma di casacca lunga, calzoni eoa altri complimenti ripete nel por-

fìbbie, corpetto, e gonnella, specie tare le lettere delle buone feste ai

di veste che si cinge ai fianchi, ed ministri de' sovrani ; nel portarsi


arriva al ginocchio, tutto di color alle anticamere del palazzo apo-
nero, di panno T inverno, di seta stolico a prendere notizia della
Testalo, meno il vestilo, al quale salute del Pontefice, quando è in-
è attaccato alle spalle il mantello fermo, quando passa a risiedere
o feraioletto di seta nera, il quale da un palazzo all'altro, e quando
nella lunghezza arriva verso la pol- ritorna in Roma da' viaggi o vil-
pa delle gambe . Oltre a ciò il leggiature, cioè nella seguente mat-
cappello nero è decorato di botto- tina sempre dentro un frullone
,

ne e fiocchetto d'acciaio. Le calze del cardinale, coll'accompagnamen-


sono di seta nera, e le scarpe con to di due servitori. Per la solen-
fibbie Usa ancora la spada con
. nità del santo Natale e nell' anni-
impugnatura ed ornamenti di ac- versario della creazione del Papa,
ciaio. Dalla cravatta bianca pen- egualmente i gentiluomini, o i mae-
dono due strisce di merletto bian- stri di camera si recano nelle
co increspale, chiamato collare, col- pontificie anticamere segnandosi
,

laretto , e mentre dalle


collarino , in un foglio, il quale poi il pre-

estremità delle maniche del vestito, lato maestro di casa sottomette al

I ad ornamento della mano, escono


i manichetti o

letto
manichini di mer-
bianco increspato.
Papa. Quando in Roma si amma-
lano sovrani, il cardinal decano
fa sapere ai cardinali, che vi man-
Il gentiluomo o coppiere, se è se- dino con due servi il gentiluomo
colare veste il detto abito di spada, e il maestro di camera, senza più
se ecclesiastico come l'uditore e il ritornarvi. Se i cardinali nel visi-
128 FAM FAM
lai* alcun sovrano in abito corto, caudatario. maestro di casa non
Il

vi si portano accompagnati dal gen- ha ingerenze che rego-sul servizio


tiluomo laico, questo v'incederà col la il maestro di camera; egli si
suo abito senza il mantello o ferraio- occupa dell' amministrazione e di-
letto di seta. I cardinali nazionali, rezione economica della casa , e
nel dì onomastico de' loro soviani non ha abito di corte. Il camerie-
mandano ai ministri i loro genti- re lo ha, e consiste in sotto abito
luomini pei* il complimento. Allor* corto nero, con fibbie ai calzoni ed
che un cardinale, un vescovo od al- alle scarpe, vestito pur nero, e
tro prelato celebra qualche sagra fun- feraiolone di seta nera; nell'estate
zione, versa l'acqua alle mani il gen- il sotto abito è proprio della sta-
tiluomo, se è ecclesiastico, altri- gione : il cameriere col caudatario
menti la versa il maestro di ca- vanno nella seconda carrozza del
mera. Nelle cappelle papali, anche treno del cardinale, e con esso è
assente il Papa, 1' ecclesiastico che nella prima quando il cardinale si

versa col boccale sul bacile l'acqua reca con una sola carrozza in
alle mani del proprio padrone de- alcuna funzione e luogo, essendo
ve stare in piedi, nelle cappelle l'altro famigliare maestro di ca-
il

cardinalizie in ginocchio. Sullo sta- mera, o il gentiluomo , che in


re in piedi o in ginocchio chi ver- questo caso va a spalla col cardi-
sa mani alla presenza
l'acqua alle nale. Il cameriere oltre tutte le

de' cardinali , o di un solo cardi- attribuzioni del suo officio intimo,


nale, è a vedersi l'articolo Lavan- quando nelf anticamera manca il
D\ DELLE MANI. Qucsto c il gentiluo- maestro di camera e il caudatario,
mo incedono in carrozza col cardi- introduce dal cardinale chi brama
nale quando in abito cardinalizio si vederlo. Egli è sempre nel con-
porta in alcun luogo, sedendo am- clave uno dei due Conclavisti (P^e-
bedue dalla parte de' cavalli, pren- dì), mentre l'altro il cardinale suole
dendo la dritta il maestro di came- sceglierlo tra 1' uditore , il segreta-
ra, benché sia secolare. Gli attuali rio, maestro di camera ed il
il

gentiluomini al presente fungono caudatario, ovvero sceglie un eccle-


le ingerenze dei coppieri e dei se- siastico fuori di sua corte come ,

gretari ambasciata antichi.


d' fa del Dapifero (Fedi), se non vi

La seconda anticamera si compone destina uno dei quattro qui notati,


del sacerdote caudatario, del sacer- il quale sebbene inferiore ad alcu-
dote cappellano, se vi è, del maestro no di loro, prende il primo posto
di casa, del cameriere, essendovi nella carrozza che accompagna il
addetti il credenziere e il cuoco pranzo in conclave, a cagione di
se sono senza la livrea. In quanto sua speciale rappresentanza. Il mae-
air uffizio e vesti del Caudatario stro di camera , il gentiluomo il ,

(Fedi) se ne parla a quell' artico- caudatario, il cappellano, e il ca-


lo. Il cappellano veste di soltana meriere sono pur chiamati cappe
e feraiolone talare come sopra ; nere. Il credenziere ed il cuoco
celebra messa la e disimpegna , addetti all'anticamera non hanno
quelle cose secondo il beneplacito come il maestro di casa luogo in
del padrone: molti cardinali non essa, come non godono abito di
hanno il cappellano, supplendovi il corte.

I
FAM FAM 129
Ln sala si compone del decano, za gala, e di gala, con bottoni che
del decano di portiera, del servi- talvolta hanno impresso lo stemma
tore di camera, e di altri servito- del cardinale. Desse sono comuni
ri, alcuni de* quali hanno partico- alla scuderia, cioè al maestro di
lari ingeienze, nìentre il servitore stalla, cocchiere, cavalcante^ e gar-
di camera aiuta il cameriere nel- zone ossia mozzo, il quale però la
V intimo servizio del padrone. Ca- porta meno ornata. Dei tempi in
po e regolatore della sala, sotto cui si usa la gala, e due o tre car-
la dipendenza del maestro di ca- rozze, l'abbiamo notato a'ioro luò-
mera, è il decano. Questo decano ghi : nei viaggi e villeggiature que-
è detto di collare, da quello di ste livree sono più succinte, mas-
merletto, che porta quando incede sime quella del cavalcante, che al
in abito, il quale è nero, cioè sot- braccio sinistro porta lo stemma
to abito corto con fìbbie ai calzo- d'argento del proprio padrone. Si
ni ed alle scarpe, gonnella, e fer- possono vedere gii articoli Carroz-
raiolone di seta nera^ oltre il cap- ze, e Cavalli, tnentre nel volume
pello nero appuntato. A lui in- Vili, pag. 227 trattammo del mo-
combe aprire io spoi tello della car- do col quale si recano alle cap-
rozza del cardinale quando va in pelle, tanto palatine, che nelle di-
abito cardinalizio, diversamente toc- verse chiese di Roma, il Papa, i
ca aprirlo al decano di portie- cardinali , e gli altri. Delle vesti
ra, al quale incombe uscire sem- di corucccio de' cardinali , e loro
pre col caidinale, con uno o due famigliari, oltre quanto si disse ai
altri compagni, cioè quando il car- volumi VI ,
pag. 286, e X, pag.
dinale veste di corto. L'abito or- 1 7 del Dizionario f V. Vesti car-
dinario del decano, in luogo di li- dinalizie. Alcuni famigliari godono
vrea e per uso gioì naliero, consiste abitazione e vitto, altri una sola
in cappello appuntato con trina di tali cose: ed alcimi dell'antica»
eguale a quella del vestito, ed in mera sono famigliari di onore sen-
abito e sotto abito corto di quel za onorario, ovvero hanno un'an-
colore che usa il padrone, ornato nua regalia. Del cardinale eletto
con trine d'oro o d'argento, come Papa come promove la famiglia,
lo è il ferraiolo d'inverno. Lo ri- si accennò in principio del prece-
petiamo ancor qui, ai rispettivi ar- dente articolo, e poscia parlando di
ticoli, massime in quello delle Cap- quella del cardinal Ghislieri che pre-
pelle Pontificie , è descritto ciò che se il nome di Pio V.
deve fare ogni famigliare dei cardi- Piiguard© poi alle mancie e pro-
nali, nelle diverse funzioni ed altre pine, di cui parleremo al citato ar-
circostanze. Il decano di portiera, il ticolo Famigliare, volendo qui di-
servitore di camera, e gli altri servi- re di quelle spettanti alle famiglie
tori vestono la livrea, che si compo- de' cardinali, perciò che appartiene
ne d' intiero vestiario, il cui colo- diremo che or-
alla loro divisione,
re e trine allude allo stemma del dinariamente le mancie e propine
cardinale , e in molte trine è ri- si dividono così. Allorché il novel-

petuto per intero lo stemma stes- lo cardinale è esaltato a questa


so. Ordinariamente di tre specie dignità dona alla famiglia scudi tren-
sono le livree: giornaliera, di mez- ta, cioè venti alla sala, e dicci al-
vor. xxiu.
9
,

r3o FAM FAM


la scuderia , restandone esclusa la in morte giubilano la loro famì-
anticamera. Per le iiiancie poi che glia, lasciando ad ognuno l'intero
si ricavano dal SMccessivo rallegra- mensile onorario che godeva, fin-
mento die si fa coi bene affetti del che vivrà, ovvero una metà di esso
nuovo cardinale e con altri per- secondo il potere ed il volere del
sonaggi, esse dividonsi tra gl'indi- benefattore. Alcuni generosi e ric-
vidui del r anticamera e della sala, chi cardinali, eslesero la loro mu-
esclusi quelli dell'anticamera nobile. nificenza anche mogli e figli
sulle
Se però tra esse vi fosse una man- de' famigliari. Gì' impotenti lasciano
cia o propina che giugnesse alme- alla famiglia un compenso pecunia-

no a scudi cinquanta, allora vi en- rio. Molti cardinali morendo la-

tra in divisione anche l'anticame- sciano alla famiglia la così detta


ra nobile, esclusi però gli addetti spartizione, consistente in due mila
ad honorem, venendo inclusi i so- scudi, ed in tre mila i cardinali
li salariati. Se poi fosse un cardi- principi, le quali somme si divi-
nale vescovo che facesse delle fun- dono in questo modo, secondochè
zioni, come di consagrare vescovi, praticano alcuni. La metà si ap-
ordinare ecclesiastici ec. , su di ciò partiene all' anticamera nobile,
vi è la nota stampata che regola purché gì' individui che la com-

la divisione delle analoghe propine. pongono sieno salariati , non ono-


Quando i cardinali battezzano ,
rari. L' altra metà poi si divide
fanno sposalizi, prendono possesso tra l'altra anticamera e la sala:
di titoli, diaconie, protettone ec. siffatte divisioni si fanno per an-
le propine dividonsi tra 1' antica- zianità di servizio, onde chi conta
mera e la sala, dandosene la ter- più anni di servizio, più prende.
za parte alla scuderia. Alla morte Ma r erudito Cancellieri che fu ,

del cardinale tutti gli abiti e la maestro di camera, e bibliotecario


biancheria sono di pertinenza del del cardinal Leonardo Antonelli
cameriere; gli attrezzi della sala, decano del sagro collegio, nel suo
come baldacchino, dossello, banco- bel trattato delle Campane, a pag.
ne, tavolino, cassabanchi, letto e tut- 29, ecco in proposito come si e-
te le cappe cardinalizie, livree, e sprime. »» Sì fa il calcolo di quan-
ferraioli toccano agli individui del- « to uno ha partecipato dal pri-
la sala, distinguendosi il decano. » mo suono della campanella; e
Tale è il costume generale: sul « poscia con la regola del tre si
più e sul meno dipende dalla ge- »» vede quanto tocca a ciaschedu-
nerosità del padrone, degli esecu- » no, sopra la ripartizione, che si
tori testamentari, e degli eredi. Men- « divide in tre parti. Due vanno
tre il cadavere del cardinale è e- >» all'anticamera. La terza si sud-
sposto, agli angoli con banderuole » divide in altre tre, due delle
sonovi quattro servitori i più an- " quali spettano alia sala, ed una
tichi , chiamati i piangioni , ed a »» alla scuderia ". L'Amidenio rac-
questi si danno quattro zecchini conta che il cardinal Lodovico Zac-
per cadauno. P^. gli articoli Cada- chia titolare di s. Sisto, essendo mor-
vere, e Funerali, e per l'esequie to ai 3o agosto 1637, senza aver fat-
il volume Vili, pag. 195 del Di- to testamento, fu messo alle porti;
zionario» Di frequente i cardinali del palazzo da qualche satirico unu
,
.

F A M FAM i3t
cassetta, coli' iscrizione: elemosina. bra il cardinal Domenico Ginnasi,
per i poveri di s. Sisto, cioè pei come generosissimo, e assai be-
suoi famigliari rimasti senza veru- nevolo co' suoi fortunati famigli
na distribuzione, volendo alludere Del ven. cardinal Tommasi si leg-
così al titolo della chiesa del de- ge nel tom. Vili, pag. i4i, del
funto, ch'era pure dell'ospedale od Cardella , che co'suoi famigliari si
ospizio de'poveri di s. Sisto. L'an- diportava da padre, non da pa-
zianità si rileva dai registri del drone e superiore: ne' tempi pio-
ruolo, il quale incomincia nel gior- vosi ed incomodi gli obbligava a
no che il cardinale ha preso il prendere luogo nella propria car-
cappello cardinalizio, ed anticamen- rozza; quindi li compativa nei di-
te dal momento in cui per la pri- fetti , li provvedeva nelle necessità,

ma volta suona vasi la Campanel- e non mancava di assisterli in qua-


la [Fedi), ch'era sui palazzi dei lunque bisogno sia del corpo, sia
cardinali, e della quale dà eru-
ci dello spirilo, per cui era da loro
dite notizie il R-Occa, Opera omnia teneramente amato e venerato. La
tom. I, pag. i83, cap. XXIV. Sulla tradizione ci dice che la sua fa-
nomina che i primi sei cardinali miglia era composta di gobbi
vescovi suburbicari , e preti fanno guerci, e di gente deforme nel
alle piazze de' Palafrenieri pontificii corpo.
(Fedi) y ne
parliamo a quell'arti- Sono ancora in benedizione i se-
colo. Essi nominano ordinariamente guenti cardinali del secolo passa-
il famigliare più antico che abbia to. Il cardinal Camillo Cibo lasciò
portata livrea. eredi ad eguali pensioni i fami-
Lungo sarebbe fare qui men- gliari, non compreso il casino e villa
zione dei cardinali che furono be- di Castel Gandolfo, appartenenti al
nefici co'loro famigliari, ciocche non fide-commisso di sua casa, dalla
si manca notare alle loro biogra- quale l'acquistò poi il palazzo apo-
fie. Narra il Bovio , nella Pietà stolico. Il cardinal Giuseppe Fir-
trionfante, che essendo stato mul- rao, nel morire, l'anno i744> ^^
tato il cardinal Raffaele Riario da cinque famigli più antichi, cioè se-
Leone X di centomila ducati, non gretario, due aiutanti di camera,
avendo egli tal somma, tutti i suoi e due staffieri, assegnò un vitalizio;
famigliari in attualità di servizio, più die due mila scudi alla fami-
o che vi erano già stati, in grati- glia nobile, ed altrettanti alla sala,
tudine delle provviste, rendite, e oltre il coruccio, e quarantena : per
favori da lui prima ricevuti, con- coruccio s' intende un compenso
tribuirono in gran parte a tal som- pecuniario pel vestiario di lutto, e
ma , colla quale ricuperò libertà per quarantena quaranta giorni
e vita, essendo stato condannato pagati in proporzione al salario che
a morte. 11 cardinal Gio. Vincen- si gode; assegnò una pensione di
zo Gonzaga fu assai liberale coi scudi cinquanta al cappellano, e do-
suoi domestici e famigliari. Il car- nò un orologio d'oro al maestro
dinal Giovanni Mendoza si distinse di camera. Magnifico fu il testa-
neir amore singolare verso i suoi mento del cardinal Cosimo Impe-
famigliari, che in morte lasciò e- riali, che riporta il numero 7880
redi di tutti i suoi bèni. Si cele- del Diario di Roma 1764. Il oar-
ì3« FAM FAM
dinal Flavio Cliigi lasciò la paga dichiarò, che i famigliari di coslo-
intera a tutta la famiglia. 11 car- IX)erano soltanto quelli clie fosw-
dinal Federico Lante destinò un ro seri Iti nel ruolo, che anticamen-
fondo bastante pel mantenimento te chiamavasi Rotolo^ nel quale
di tutti i suoi domestici, il quale erano scritti loro nomi, stipendio
i

dopo la loro morte andasse in be- e uffizio, e a questi soli confermò


neiìcio dell'ospizio apostolico. Mo- i privilegi e l'azione contro i det-
jendo nel 1776 il cardinal Vete- ti dopo la morte de'loro pa-
eredi
rani, ordinò che soddisfatti i lega- droni. Vedi il Plato, De Cardi-
ti, la sua eredità si dividesse in nalis dignitate et officio^ pag. "2 39:
tre porzioni, due in flivore della Dehet tamen praelatiis fnmiliare.t
corte nobile, cappe nere, ed aiu- reniuuerarij eosqiie liberalìlale pro-
tanti camera, ed una alla sala
di sequì, proitt suppelunl facullalc^^
e scuderia. Generosissimo fu il te- et virc.s; pag.228, § II, De ojfa-
stamento del cardinal Marc' Anto- bililalr CardìnaUsj pag. ?.3o, §111,
nio Colonna vicario di Roma, iti De bcneficcnlia Cardinalis ; png.
favore de' suoi famigli, che trattò 228, cap. XXIII Quid Cardiiia- :

come munifico padre, ed amorevo- lis servare debeat erga suani fa-
le protettore. L'altro cardinal vi- miliani; ^ \^ De studio Curdina-
cario Corsini, nel 1795 dichiarò lis circa faniiliariuni delecluni ;

erede proprietario il principe ni- pag. 2 35, § II, De cura Cardi na-
pote , ed eredi usufruttuari , col liuni circa fannliariuni vitam, et
jus accrescendi sino alla loro pa- mores\ pag. 289, §111, De cura
ga, i famigliali descritti nel ruolo. CardinaliSf ne famiUarìs indigcantj
Nel secolo corrente sono grande- pag. 184, § 1, De domestico Car-
mente a lodarsi principalmente i dinaliuni sumptu.
cardinali, duca di Yorck , Giusep-
pe Doria, Ferdinando Sai uzzo, Notizie diverse sui famigliari dei
Alessandro Mattei decano del sa- cardinali.
cro collegio, Antonio Doria, Erco-
le Consalvi, e Giorgio Doria, sic- Giacomo Cohellio nella sua IVo-
come generosi e benefìci colle lo- titiacardinalatuSy a pag. 175, pri-
ro famiglie, per non dire di altri. vilegium XX, eruditamente tratta.
Nella carità, amorevolezza e cura De familiarium, et inservientiuni
religiosa della sua famiglia va par- numero cardinaliliae dignitati ne-
ticolarmente nominato il cardinal cessario. Il p. Gallico, Acta sele-
Fontana (Vedi). cla caerimonialia , a pag. 278
Era lo stile nella curia e corte parla De officialibus singuloruni
romana, che i cardinali e prela- cardinalium S. R. E. ex codice
ti avessero prima molti famigliari Vaticano 47^1» che sono i seguen-
di onore, i quali dopo la morte ti, de'quali si danno individuali no-
dei loro padroni davano agli ere- tizie.

di di quelli molte angustie. Per I. De Auditore.


distinguerli, Benedetto XIV, a' 19 II. Minislerium Capellanorum.
luglio 1750, colla bolla In emi- III. Officio Secretariorum.
nenti ec, Bull. Magn. toni XXI II, IV. Exercitium magistri Aulae.
pag. 167, ristabih l'antico uso, e V. Officium Scutiferoriioa.
,

FAM FAM i33


VI. Officium Canlorum. vita, che degradano lo splendore
VII. Offici uni Emptoris. del decoro esterno della romana
Vili. Otlficiuin Dispensatoris. curia j ed espongono il pioprio pa-
IX. Oflficium Buticularìi. drone ad osservazioni poco onore-
X. Officiura Pauelerii. voli. Fra i cardinali che ripugna-
XI. Ofìfìcium Eleemosinarii. rono di far uso del conveniente
XII. Offìcium Coci. corteggio e pompa ecclesiastica,
XIII. OfìGcium magistrì Stabuli. parleremo del celebre cardinale
XIV. Offìcium Cubicularioium. Ximenes, coU'autorità di quanto
XV. Offìcium Barbi tonsoris. si legge nel Ciacconio, tom. III,
XVI. Offìcium Porterii. pag. 271.
Inoltre il p. Gallico, oltre altre Il cardinal Ximenes, creato da
notizie sui famigliari de' cardinali, Giulio II, essendo pure arcivesco-
a pag. 64, parlando de' cardinali vo di Toledo , viveva in tal mo-
creati assenti, e del loro ingresso do, che non conveniva allo stato
in Eoma, 26 parla de
nella nota cardinalizio, giacché era egli tutto
familìares Cardinalium quo ordi- compreso delia povertà francesca-
ne aduiissi ad osculum pedis Pon- na, al cui ordine aveva apparte-
Jlcis : all'articolo Ingressi in Roma nuto; quindi distribuiva ai poveri
di tali cardinali, si descrive la pom- il suo patrimonio, in modo che
pa colla quale lo facevano. A lu- privo della condecente servitù com-
stro e decoro della dignità cardi- pariva in pubblico, come i cardi-
nalizia, non solo \enne saggiamen- nali nel tempo delle persecuzioni
te stabilito che i cardinali avesse- della Chiesa, et asello quo solebat
ro numerosa famiglia , corteggio vehebatur, ausibat pedibus Aven-
.

conveniente, nobile trattamento, car- do ciò risaputo il Pontefice Giu-


rozze, cavalli, e tutt'altro corri- lio li, ammoni il cardinale col se-
spondente ai loro sublime grado, guente breve apostolico, esorlandolo
per onorare la sagra poipora, e a mantenere il dovuto decoro del-
riscuotere dal popolo venerazione la dignità a cui era stato assunto.
e riverenza, al cui oggetto appun-
to molti romani Pontefici loro « Dilecto Filio salutem etc.
atlribuu'ono quelle insegne di cui
livediamo condecorati. Non man- « Sancta etc. Uni versai is Ecclesia
cano tuttavolta esempi di virtuosa M sicut Te ignorare non putamus
moderazione di molti cardinali « ad instar Caelestis Hierusalem,
come di altri, i quali lungi dallo » multis, ac diversis decoratur or-
arrogarsi per loro comodo alcuno, M natibus, in quibus sicut in ex-
tutto fecero per mantenere il lu- »» cessu praevaricando peccatur, ita
stro e le prerogative delia digni- « in defectu nimium declinando er-
tà, cui appunto è inteso quel ce- « ratur. Gratia est Deo, et lauda-
rimoniale, ed etichetta uniforme, « bilia cujuslibet status condecens
la quale per la parte che gli spet- >» Et prapterea qui-
observantia.
ta è necessario e doveroso che ogni M cumque praesertim praelati Ec-
famigliare ne sia istruito, unifor- » clesiae sicut in moribus ila ha-
mandosi alle antiche consuetudini, » bitu, et incessu studere debent,
ben guardandosi da arbitrarie uo- >» ne nimio faslu superbi, neve
,

i34 FAM FAM


>» nimia abjectioni superstiliosi es- chuzze, sorpassarono una ragione-
M se videantur, cum utroque au- vole pompa, e tennero copiosa (k-
H ctoritas ecclesiastìcae disciplinae miglia, di molto superiore u quella
>* vilescat. Eam
ob rem hortamur proporzionata al grado e ai tempi
»» Te, ut postquam Te sancta Se- in cui vissero, come potrà vedersi
»> des Apostolica de inferiori statu alle biografie de' seguenti.
*> ad archiepiscopaiem dignitatem Il famoso cardinal Lodovico Sca-

M evexit, quemadmodum Te iu rampi Mezzarota, glorioso per mi-


» interiori conscientia secundum litari imprese sotto Eugenio IV ,
*• Deum vivere intelligiraus, de quo Nicolò V, e Calisto HI, fu il pri-
M plurimum gauderaus, ita extrin- mo cardinale a mantenere cani e
w secus juxta indecentiam status cavalli in gran numero, copiosa fa-
M tui, habitu scilicet, et caeteris miglia, sontuosa mensa, e preziose
» ad dìgnitatis decorem convenien- Pietro Ria-
suppellettili. 11 cardinal
*• Te habere, et observare
tibus rio, IV, ebbe una
nipote di Sisto
w coneris. Datum Romae etc. » corte composta di cinquecento per-
Ricevuta questa ammonizione sone, e fu sì splendido che in due
accorgendosi il pio cardinale, dice anni di cardinalato spese nella sua
il Ciacconio, quantum splendor hic tavola circa treceutomila scudi : il

vitae apud vulgum momenti ha- suo erede cardinal Raffaele, sicco-
beat ad vindicandam a contemptu me ricco di benefizi, si mantenne
publicae personae dignitatem, quam con molto decoro, contandosi nella
in pretio haberi perniagni ad quie- numerosa sua corte sino a sedici
lem publicani refert, mutò il teno- vescovi. Il cardinal Ippolito d'Este
re della vita che professava, e ben- de' duchi di Ferrara, tenne splen-
ché in privato osservasse molto della dido corteggio, in cui eranvi pure
vita di religioso francescano, pub- molti musici e cacciatori. Abbiamo
blicamente compariva con le vesti che il cardinal Tommaso Wolsey
condecenti alla dignità, e alimen- inglese, primo ministro di Enrico
tava famiglia numerosa , con cui Vlllj tenne una corte composta da
al popolo si rendeva più venera- più di mille persone, tra le quali
bile. Molto si potrebbe aggiungere eranvi sessantacinque ecclesiastici.
in conformità di tal materia, ma Il cardinal Ippolito de* Medici, ni-
basti il concludere essere ragione- pote di Leone X, e cugino di Cle-
vole, anzi doversi, che la dignità mente VII, contò nella sua corte
cardinalizia sia al popolo pubbli- da circa trecento letterati di ogni
cata con segni di esterna magnifi- nazione, per cui nel suo palazzo
cenza di numerosa famiglia ben si parlavano fino a venti differenti
vestita, e con un corredo decente linguaggi ; ed allorquando fu av-
e dignitoso, siccome indizio di giu- vertito da Paolo III a moderarsi
dominio, e della su-
risdizione, di nello splendido corteggio da cui si

blime dignità di cui sono i cardi- faceva servire, rispose ch'egli non
nali rivestiti, e quali elettori eleg- teneva tante persone perchè ne a-
gibili del sommo Pontefice, sovrano vesse bisogno, ma perchè desse lo
degli stati romani. Non si deve ta- avevano di lui. Il degno nipote di
cere che molti cardinali di fami- Paolo III, cardinal Alessandro Far-
glie principesche, o doviziosi di ric- nese, primogenito del duca di Pai-
,

FAM FAM i35


ma, fu glorioso per essere stato il » ostendant, familiamque lam cle-
suo palazzo il domicilio della sa- M ricorum, quam laicorum hone-
pienza ,
giacché dalla copiosa e « slam, honestisque vestibus ince-
scelta sua corte uscirono molti ve- » dentem ìnducant : sacèrdotesque,
scovi, cardinali e Papi. Quando il « et levitas in testi moni uni bonuni
cardinal Ferdinando de' Medici ri- " secum habeant". Il dottissimo
nunziò a Sisto V la porpora per Pio IT, che da privato era stato
ascendere al trono toscano, l'otten- segretario del cardinal Capranica,
ne per Francesco Maria Bourbon e poscia nella corte dell'imperatore
del Monte s. Maria, d'una famiglia Federico III, e dei sommi Ponte-
proveniente dalla stirpe regia di fici Eugenio IV, e Nicolò V , di
Francia, siccome addetto alla sua alcuni vescovi, e persino dell'an-
corte cardinalizia. Il cardinal Mau- tipapa Felice V, soleva dire ; ut in
rizio di duca
Savoja, fiatello del mare Jliimina omnia, sic omnia
Vittorio, fu cotanto magnifico, che vida in aulas magnas praesertini
in alcune solenni funzioni si fece confluere solere. Parlando il Plato
vedere col seguito di duecento car- di Pio II e del contegno tenuto
rozze, e di un corteggio di nume- co' suoi famigliari, ecco come espri-
rosi cavalieri : poi successe nel du- mesi. « Itaque multum hoc no-
cato di Savoja. Quando il cardi- « mine laudatus est Pius II, de
nal Paluzzo degli Albertoni, da Cle- « quo paulo ante diximus, quem
mente X adottato nella sua fami- M ferunt hanc humanitatem in o-
glio Altieri, seppe che Lodovico » mnes famulos praecipue tenuis-
Piccini suo famigliare favorito era « se ; et cum inscitia, aut etiani
morto più ricco di lui, fu colpito » ignavia, et negligentia peccare nt,
da tal dispiacere che cessò di vi- « paterna potius charitate admo-
vere alla mensa. Memorando esem- « nere, quam severa objurgatione
pio ai padroni, nell'accordare cie- M excipere solitum ".
camente un'illimitata fiducia a' fa- Adriano VI, allorché nel i52 2
migliari immeritevoli ! si portò dalla Spagna in Roma,
Il gran Pontefice Martino V in- dopo essere stato assunto al pon-
culcò ai cardinali d'invigilare sul- tificato benché assente dal con-
l'esemplarità de' loro famigliari, per clave, seguito dal corteggio di due
cui riporteremo le parole di Na- mila tra prelati e cortigiani, ol-
tale Alessandro, Hist. eccles. tom. tre r accompagnamento di quat-
IX, saec. XV et XVI, art. 2. tro mila soldati ; giunto che fu
« Cardinales munditia vitae alios pel Tevere alla basilica di s. Pao-
» praecellant , ac sobrie, juxte lo in sagrestia
, ricevè all' ado-
» pieque vivant ; non solum a ma- razione i cardinali, prima li rin-
« lo, sed a specie mali abstineanf, graziò di sua esaltazione, poscia li
w poenam in aliorum exemplum pregò non ricevere ne' loro palaz-
>» subituri, si vitam suo statui mi- zi, banditi e gente di mal affare,
*» nime congruentem ducere com- anzi fossero contenti, che per ese-
» perti fuerint. Humilitatem con- cuzione della giustizia , potesse il
'»tinuo exerceant, praelatosque be- bargello entrare nelle case loro,
" nigne, ac honorifice pertractent. al che tutti acconsentirono. Il suo
» Domui suae se bene praeesse predecessore Leone X, nel concilio
-
,

i36 FAM FAM


generale laleranense V, ses6. g, avea iefice Clemente XI rivolse al sagro
determinato clie lu casa, la fami- collegio, neh' allocuzioneche pro-
glia, la tavola, le suppellettili e gli nunziò nel concistoro segreto de'6
arredi de' cardinali dovessero es- dicembre 1706. »» Enixe vobis po-
sere specchio di modestia e mo- « tissimum commendamus, ut vi-
derazione , e che i soli famigliari » gilem domesticorum vestrorum
in attualità di servizio godessero w curam habeatis, quorum aliqiian-
l'immunità, non gli onorari a' quali M do vitiis ipsa dominorum virtus
come ai loro artisti i cardinali so- « obnubilatur. Illos proinde ita re-
levano rilasciare una patente che M gite, atque instruite, ut in omni-
li qualificava famigliari ed artisti « bus suis actibus nihil, nisi grave,
ad essi addetti. Nelle addizioni al »» moderatum, ac religione plenum
citato Plato, nella nota a pag. 284 « praeseferaut: ab iis porro, quos
si legge analogamente. « Hac de re M ex illis in sortem Domini voca-
Leo X in concilio lateranensi V, « tos esse contigerit exacte adeo
et praecipue in bulla Reformatio- »> ac fideliter sanctionem illam ,

nis Curiae, decernit ,


quod domus *• quam prò veteris clericalis habi-
cardinali» patens hospitium, portus- »* tus disciplina instauranda, ac abu-
que, ac refugium proborum maxi- »* sibus, qui hac in re deplorati
me, doctorum virorum, et pau-
et »» dum in modum irrepserunt, tol-
perum nobilium honestarumque , »»lendis propediem evnlgari cura-
personarum esse debeat, mandat- « bimus, observari studete, ut per
que, ut tam circa modum ,
quam « decentiam habitus extrinseci (Con-
circa numerum famiHarium sint >* cilii Tridentini verbis loquimiu')
prudentes, ac de familiarium qua- »• morum honestatem intrinsecam
litate in primis curiosi, nec ex a- *» ostendantj alìisque exemplo esse
lienis vitiis turpem sibi contrahant >* possint, sicut decet minìstros My-
infamiae notam
vulgoque oblo-
, « sterìoruni Dei. Splendor vester
quendi, calumniandique juxtas prae- *• facit, venerabiles fratres, ut pec-
bant occasiones '*. Il Parisi nel lom. « care sine summo reipublicae de-
IV, p. 3o e 3i delle sue Istru- *» trimento ac periculo non possi-
zioni per la segreteria, riporta la *» tis. Ab iis quippe , quibus plu$
formola di famigliarità, cioè la pa- » datum est, plus etiam require-
tente di famigliare d' onore di un M tur. P^os estis lux mundi, ac ci-
cardinale, non che due formole di » i^iias supra montem posita, in
ben servito. « quos ex universa Ecclesia populi,
Il Innocenzo XI
zelante e ven. « tamquam in speculum oculos suos
in concistoro segreto declamò con- « con j lei un t, necesse est ergo, ut
tro l'eccessiva pompa di alcuni car- *» ex vobis habeant, quod imiten-
dinali, la quale eia ben lontana di »» tur ".
quella conveniente ai principi della In Roma avvi la congregazione
Chiesa; riprovando particolarmen- de' nobili aulici, che si compone
te le carrozze fastose, e le livree dei maestri di canaera e gentiluo-
di lusso eccessivo. Sulla cura e mini de' cardinali principi, amba-
,

vigilanza che debbono avere i car- sciatoriche per qualche tempo han
dinali delle proprie famiglie , me- dimorato in Roma presso la santa
mo4abili sono le parole che il Poa- Sede io pubblica forma; non che
FAM FAM 137
del maestri di camera e gentiluo- messi nella congregazione, e go-
mini, dc'qiiattro prelati di flocchel- derne 1 benefizi e i privilegi an-
to, che sono il governatore di Ro- nessi^ tanto spirituali che temporali.
ma, r uditore della camera , il te- La primaria origine di questa
soriere, e il mag^iortlomo; final- congregazione insigne si deve alla
mente comprende pure i segretari pietà ed allo zelo del cardinal
de' cardinali, e de' principi. Chia- Francesco Sforza decano del sagro
masi Urbana perchè istituita nel collegio, il quale nel 1624 rap-
pontificato di Urbano Vili, prin- presentò a Papa Urbano Vili tal
cipale benefattore della congrega- suo pio divisamento, e i vantaggi
zione, che die loro la chiesa di s. spirituali che in progresso ne po-
Lorenzo in Fonte, posta nel rione tevano derivare. Urbano Vili de-
Monti, nella via Urbana, già vico legò due prelati per esaminare lo
patrizio sulla falda occidentale dell'E- scopo della congregazione che fu- ,

squilino Cispio, della quale chiesa trat- rono monsignori Mancini vesco-
i

ta il Panel roli. Tesori nascosti di vo di Cavaillon, e Sarego d'Adria,


Roma, a 4^^- Fioravante Mar-
p. e dopo il loro parere il Pontefice
tinelli ce ne ha dato l'istoria, pub- canonicamente l'approvò colla bol-
blicata in Roma colle stampe nel Pastoris aelerni _,
ec , data ù' 3o
1629, con questo titolo: Ecclesia ottobre 1624 presso il Bollarlo
s. Laurentii in Fonte de Fico Pa- tom. V, parte V, pag. 269, deco-
tricio Carlo Bartolomeo Piazza,
. randola del pontificio suo nome.
nelle Opere pie di Ronia^ Della Il Novaes nella vita di Urbano
congregazione Urbana de' cortigia- Vili narra, che questa congrega-
» ni a s. Lorenzo in Fontej e Dello
spedale di s. Lorenzo in Fonte de*
zione pei vecchi
vano la curia romana, fu istituita
aulici che segui-

cortigiani alla Suburra ne tratta ad istanza del lodato cardinale


alle pag. i44 ^ ^9^j dicendo che nella chiesa di s. Nicola a' Cesa-
era la congregazione allora com- rini, il cui palazzo era ad essa
posta de' gentiluomini e persone , contiguo; ma che avendo Urbano
civili della corte di Roma , tanto *V1II nel 1627 concesso la chiesa
romani, come forastieri, i quali di s. Lorenzo in Fonte o in Car-
servirono o servivano i Pontefici , i cere ( f^edi , al quale articolo di-
cardinali , i patriarchi, gli arcive- cemmo denominata )
perchè così
scovi, i vescovi, e i prelati così a' religiosi avendola questi
ruteni ,

dentro che fuori di Roma, ed an- ritenuta per breve tempo, Urbano
co i famigliari de' principi e baroni Vili a' i4 giugno o luglio 1628
romani che risiedono in Roma, affin- ne rivocò la donazione, ed in ve-
chè col mezzo di questa pia congrega- ce con bolla spedita in tal giorno
jjone, e conoscendosi e riunendosi di la diede con tutti i suoi diritti e
frequente, si stringessero in caritate- pesi alla congregazione urbana, la
vole amicizia^ e si rendessero più quale in riconoscimento di questo
doveva dare anno
I affettuosi
reciproci
servito nelle
ed efficaci
bisogni .

corti
nel giovarsi ne'
Dovevano
de' menzionati
aver
diritto
nel dì della festa di
chilevita , cinque libbre di
s.
ogni
Lorenzo ar-
cera al
personaggi almeno per lo spazio di priore e canonici della chiesa di s.

quattordici anni, per essere am- Pietro in Fincula^ a cagione delle


,

i38 FARI FAxM


jnetcnsioni dell'attiguo monastero. quie, e con sulfragio di messe. Di-
La congregazione Ibrinò le sue co- poi gli statuti furono riformati dal
«liluzioni e regole per 1' esercizio cardinal Pier Luigi Caraffa pro-
ili opere caritatevoli, e di virtù tettore, e visitatore apostolico,
ed
cristiane e civili, che pubblicò colle approvati da Clemente XII con la
stampe. Indi si elesse a protettori costituzione Universae ec.j data ai
i ss. martiri Giovanni e Paolo già 4 febbraio lySS. Le cose della
cortigiani nella corte dell* impera- congregazione, sebbene con maturi-
tore Costantino, e di s. Costanza tà stabilite, per le vicende de' tem-
kua figliuola, che dappoi rifiutarono pi richiamarono nuovamente l'at-
di servire V empio Giuliano apo- tenzione e r autorità del cardinal
stata, il quale per la loro nobiltà Guglielmo Pallotta, prefetto della
e virtuosi costumi istantemente li congregazione del concilio, protet-
voleva nella sua imperiai corte. tore, e visitatore apostolico, che ai
La congregazione in poco tempo 28 dicembre 1791 con opportuni
fece risplendere il divin culto nel- decreti alle nuove emergenze prov-
le chiesa di s. Lorenzo in Fonte, vide Lo spedale od ospizio , le
.

luogo memorabile negli atti di s. abitazioni e le sovvenzioni che la


Lorenzo, e di altri santi martiri, congregazione dava ai nobiU aulici,
restaurandola convenientemente, e per le vicende dell'invasione fran-
stabilendo la celebrazione non solo cese cessarono. Per tali avveni-
della festa titolare con solennità, menti la congregazione rimase si
ma ancora quelle de' loro patroni può dire disciolta, sennonché il Pa-
e la festa della Esaltazione della pa Leone XII la richiamò alle
Croce con indulgenze. Delle opere antiche pratiche con decreto della
di cristiana pietà, e degli esercizi sagra visita apostolica ai 18 ago-
virtuosi che si proposero seguire i sto 1827, ed allora venne eletto
confrati della congregazione, ne in protettore il cardinal Giovanni
tratta il citato Piazza, e delle costi- Francesco Falzacappa, il quale pel
tuzioni del pio luogo; ed in protet- buon regolamento volle rinnovati
tore di esso venne pel primo co- gU statuti, che si pubblicarono in Ro-
stituito il cardinal Francesco Bar- ma neir ottobre i838 con questo
berini nipote del Papa. Dappresso titolo: Statuto della ven, congre-
alla chiesa venne poscia eretto un gazione Urbana de nobili aulici
ospizio od ospedale provvisto del nuovamente riformata dall' emi-
bisognevole, in cui sino agli ultimi nentissimo con ispeciale facoltà
ec.

anni del secolo decorso si riceve- approvato dalla s. Visita aposto-


vano i vecchi, gì' infermi, e i po- lica, i838, ov' è riportalo
Velletri
veri cortigiani aulici appartenenti il sommario indulgenze con-
delle
alla cioè gì* impo-
congregazione , cedute in perpetuo da Urbano
ed anche quelli
tenti di sostentarsi^ Vili con breve dei i4 giug"^»
che somministravano pagamento, 1628, e dal regnante Gregorio
tanto per curarli, che per dargli XVI con rescritto de' i6 febbraio
abitazione. La congregazione sov- i838. Oltre il protettore avvi uu
veniva pure i suoi confrati disim- prelato presidente, ed uno della
piegati e quelli bisognosi, facendoli congregazione n' è vice presidente.
anche seppellire con decenti ese- Nove cappellani amovibili ad, nu-
,

FAM FAM 139


timi della cougregazioue , ed uno dro dell'altare maggiore; inoltre
col titolo di rettore, ulliciano nei lo Speranza è eziandio autore del
giorni festivi la chiesa , ed allora quadro dell' altare che segue dal-
intervengono in coro come il ca- l'opposto lato , rappresentante i

pitolo di una collegiata . Al pre- ss. Gio. e Paolo, come pure sono
sente, secondo il nuovo statuto ^ i suoi gli affreschi, e l'Angelo nella
membri che compongono la congre- volta esteriore. F. R.i delfino Venuti,
gazione si d'una sponta-
sono tassati Roma moderna tom. I, pag. i32.
nea obbligazione mensile onde for- I caudatari de' cardinali, e loro
mare un fondo capace di poter sussi- cappellani hanno il sodalizio e col-
diare i maestri di camera bisognosi, legio in borgo, sotto l'invocazione
secondo Io spirito dell' istituzione, e di s. Maria della Purità, del qua-
ciò senza recare aggravio alle ren- le parlammo all'articolo Caudata-
dite della congregazione urbana rio, facendosi risalire l'origine nel
le quali s' impiegano ad onore del pontificato di Paolo III.
divin culto nella chiesa. Non solo i nobili aulici in Roma
In quanto alla chiesa di s. Lo- hanno sodalizio, ma vi sono pure
renzo in Fonte, essa fu edificata, quelli dei cuochi, dei palafrenieri e
secondo una costante pia tradizio- dei cocchieri, come andiamo a dire,
ne, sulla casa di s. Ippohto cava- e prima avevano anco i credenzie-
lo
bere romano, a cui fu dato in cu- ri. Da ciò rilevasi quanto le famiglie

stodia l'arcidiacono san Lorenzo, dei cardinali ed altri della curia ro-
il quale insieme a Lucilio lo con- mana abbiano procurato sino dai
verti ivi alla fede, battezzandolo precedenti secoli, di rendeisi de-
coU'acqua di un fonte, fatto mira- gni di servire coloro che sono in-
colosamente scaturire nel carcere timamente addetti alla santa Sede,
ov'era ristretto, col solo toccare la e che sono i consiglieri, e i mini-
terra con un dito : questo fonte stri del sommo Pontefice,
da cui piglia nome la chiesa esi- I credenzieri sino agli ultimi an-
ste ancora, e vi si scende per una ni del secolo passato ebbero una
porta a sinistra dell'edifizio. La chie- confraternita sotto l'invocazione di
sa dopo la sua fondazione fu risto- s. Elena imperatrice. Il sodalizio
rata prima dal cardinal Giovanni fu istituitoda un gran numero di
Alvarez di Toledo de'duchi d'Al- credenzieri de' cardinali, sotto Paolo
ba nel 1543, quindi nel seguente IV l'anno iSSy, nella chiesa di
secolo da Urbano Vili con archi- s. Salvatore in Lauro, ove il so-
tettura di Domenico Castelli. Nel- dalizio per qualche tempo ebbe cu-
l'iulerno la prima cappella a dirit- ra della cappella della Madonna
ta fu fatta fabbricare da Giovan- come narra il Fanucci, Opere pie
ni Cipolla, che pure la dotò; il di Roma lib. IV. Quindi la con-
quadro della seconda, rappresentan- fraternita passò ad occupare una
te la B. Vergine con due santi, è chiesuola dove è oggi quella di s.

del cav. d'Arpino; e gU affreschi Andrea della Valle, dedicata a s.

e l'Angelo che si vede al di fuori Luigi re di Francia, come si ac-


sono di Giambattista Speranza, il cennò trattando di questa ultima
quale pur dipinse il battesimo am- chiesa. Avendo poi la compagnia
ministrato da s. Lorenzo nel qua- nel rione di s. Eustachio ottenu-
,

i4o FAM FAM


la la oliiesa parroccliialc semica- le fornaci con fcuo sacco ed inse-
denh: di k. Nicolò de' IMoliiii, Mo- gne, concesse a questo sodalizio
léndinornm^ o de'Cavalieri (perchè la chiesa di s. Elcna, detta anche
alligna al palazzo Cavalieri), Cu- a'Cesarini, perche eia abbandona-
valieroriim (come ai ha da Fiora- la, essendosi dispersa la confrater-
vanle Marlinclli, Roma ex elhnica nita de'credenzieri per le note vi-
sacra^ pag. 383), la riedificarono cende politiche de'tempi. La con-
come oggi si vede, dedicandola a fraternita di Gesù Nazareno vi ce-

s. JEIcna, venendo divisa la giuris- lebra la festa del Redentore, nel-


dizione parrocchiale tra le confi- la domenica dopo il 2 3 ottobre, e
nanti parrocchie. Ridolfino Venuti, quella di s. Giuseppe a* 19 marzo.
Roma moderna, tonti, li, pag. 636, 1 cuochi e pasticceri nel 1 5 3
i 1

dice che l'antica chiesa parrocchia- nella chiesa dell'ospedale di s. Lui-


le era dedicata a s. Maria in Mo- gi de'Francesi eressero una con-
lim's, che l'architetto Francesco Fer- fraternita, sotto l'invocazione della
rari la rifece, che il quadro della ss. Annunziata, in una cappella del-
santa titolare nell'altare maggiore la medesima. Ma di poi a cagione
è della scuola del Pomaranci, che della riedificazione della chiesa di
quello di s. Caterina il dipinse il s. Luigi della nazione francese,
cav. di Arpino, e quello dell'As- coll'autorità Paolo III, e per
di
sunta il Borgiani, il quale però opera del parroco della chiesa de'
non esiste piìi, ed invece vi si ve- ss. Vincenzo ed Anastasio nel rione

nera una divota statua di Gesti Regola, in Arenula^ fu in questa chie-


Nazareno. In fondo alla chiesa poi, sa trasferito il sodalizio. Il Pan-
entro una credenza avvi un dipin- ciroli, Tesori nascosti, pag. 80 1

to a fresco di qualche merito, rap- dice che la chiesa l'ottenne per la


presentante la sagra Famiglia. La confraternita certo Giovanni di Val-
confraternita de'credenzieri si eser- les francese, da Paolo HI, di cui
citava in varie opere di pietà, vi- era cuoco segreto, e tanto si leg-
sitando gl'infermi, i carcerati, suf- ge nella bolla Dilectis Jiliis ahbatis,
fragava i defunti confrati, soccor- data XII kalenda maji iSSy, in
reva i credenzieri disimpiegati, e cui Paolo III die alla confraterni-
quelli che porta vansi in Roma. ta in giuspatronato la chiesa par-
Formarono i confrati regole e sta- rocchiale de'ss. Vincenzo ed Ana-
tuti, confermati con autorità pon- stasio, col patto di dare ogni an-
tificia, per cui ebbero la conces- no alia basilica di s. Lorenzo in
sione di alcune grazie ed indul- Damaso, nella festa di s. Lorenzo,
genze, ed oltre la festa di s. Ele- ed in ricognizione di superiorità,
na, celebravano quella della Beata tre libbre di cera bianca. Va no-
Vergine assunta in cielo. F. il talo che i cuochi del Papa, dei
Piazza, Opere pie pag. 640, Di s. cardinali , de' principi, de' prelati,
Elena dei credenzieri. Nel 1817 degli ambasciatori e di altri, ed i

il Papa Pio VII, ad istanza del pasticceri, massime bottegai, fan-


cardinal Giulio Maria della So- no parte del sodahzio. Il Marti-
daglia, come protettore della con- nelli citato, Roma ex eihnica ec.

fialernita di Gesù Nazareno, sta- pag. i55, aggiunge che la chiesa


Jjilita nella chiesa di s. Maria del- fu anche detta in Piscinulay e che
,

FAM FAM i4r


in mezzo alla medesima fu posto In, che per lo più la confraternita
il seguente ipitalfio. <ra composta di tre nazioni, cioè ita-
liana, germanica, e francese, al
D, o. M. «•ni oggetto' creava per ciascun of-

lìzio uno per nazione; che quindi


Fiùmiis in vita ìicroes, in funere eresse un oratorio ove nelle feste
vermes cantano l'o/lìzio della B. Vergine.
Pascinius, et merito pahs perii Visitano i confrati quelli infermi,
ipsa suo. e si esercitano in vari esercizi di
Aty qui divinis inhiahat spiritus pietà cristiana; e prima aiutavano
aulis j i cuochi e pasticceri disimpiegati,
Has habet, et voto non perii ille e procuravano impiegarli. Nelle o-
suo. re pomeridiane del giovecfi santo,
i confrati vestiti di sacchi bianchi
CI . CVRIALES . F . F . MDXLVIII visitano la basilica vaticana : sui
sacchi portano per insegna una
Aliud corona reale sotto alla quale sono
JOANNI DE VALLE le lettere iniziali A. G. P. che si-
gnificano Ave Gratia Piena. Cele-
Nalione gallo Pan li III P. M.
y brano con solennità la festa della
secretiori coquo , societatis coquo- annunziazione di Maria Vergine, e
rum priori kujus ecclesiae ultimo quella dei ss. Vincenzo ed Anasta-
rectori, eadem societas benenieren- sio ai 9.1 gennaio, nel qual giorno il

li pof. Vixil ann. 55, obiit 1 1 apri- sodalizio conferisce tre doti di scu-
lis MDXLIL di venticinque l'una, ad altrettan-
te zitelle figlie de' confrati . Certo
Gio. Battista Bovio, nel parlare benemerito Nicola Piatta cuoco
di questa chiesa, come figliale del- lasciò nel i6o3 alla confraternita
la basilica di s. Lorenzo in Dama- iu cui era aggregalo, tre case per
so , nell'opera intitolata La pitici tali annue dotazioni nella festa
trionfante, a pag. 148, dice che è della ss. Annunziata, ed una mes-
antichissima, che il parroco la ri- sa perpetua quotidiana. 11 cuoco
nunciò nel i53o al sodalizio, il segreto del Papa è sempre priore
quale la restaurò, ed ebbe la no- del sodalizio, il quale ha per pro-
mina del parroco; ma nel 1824 tettore un cardinale, e gode mol-
la parrocchia fu soppressa da Leo- le indulgenze, ed allorché muore
ne XII, col disposto della bolla un confratello, si celebrano pii suf-
Super universa. Ridolfino Venuti, fragi. Nell'anno 1842 nella me-
nel tomo II della sua Roma mo- desima chiesa è stata ammessa ad
derna, pag. 536, aggiunge, che i uffiziarvi la confraternita del ss.

cuochi e pasticceri con frati, restau- Cuore di Gesù, ch'era prima nella
rarono la chiesa, che ha quattro chiesa di s. Salvatore in Campo.
altari, ed opportunamente la prov- Paolo V col breve Pias Cfiristifl-
videro del bisognevole, e di altre delìuni confraternitateSy de 20 di^
cose al dire del Piazza, Opere pie cembre 161 7, confermò gli statuti
pag. 607, De' ss. Vincenzo ed Ana- della confraternita della ss. Annun-
stasio de' cuochi. Inoltre raccon- ziata de' cuochi e pasticceri; i quali
ì^i FAM FA M
slati furono poi approvati etl am- prima domenica di luglio. La con-
pliali da Benedetto XIV colla l.)ol- fraternita fu arricchita di privilegi
la AdPastoralis fastigìum de' 20 ed da s. Pio V nel
indulgenze
settcmUe 1740» e da Clemente l 'ì^GB da Gregorio XlIT nel
; e
XII colla bolla Esponi nohis nu-
1 iSy-z, a' i5 maggio, con breve
pe.i\ emanata a' 29 agosto 1761. venne approvato il sodalizio, ed i
I palafrenieri del Papa, e i servi- suoi statuti furono legalmente con-
tori de' cardinali, de' prelati , degli fermati nel i6o4: conferma che
ambasciatori, ed altri
de' principi j pure ebbero sotto Benedetto XI li,
cavalieri romani hanno V Arcìcon- e Clemente XII. Uno dei principali
fraternita di s. Anna de^ palafre- e lodevoli scopi del sodalizio sino
lùeri (Fedi)j eh' ebbe principio nel dalla sua istituzione, si è il por-
pontificato di Urbano VI nel iSyS. gere aiuto ai poveri cocchieri stor-
P^. Palafrenieri. pi, vecchi, ed invalidi , che spesso
I cocchieri nel pontificato di Pao- li rende la loro professione esposta
lo III dierono incominciamento al- a frequenti pericoli. Cominciarono
la loro confraternita, come raccon- i confrati ad esercitarsi in varie
ta il Fanucci Opere pie, ed
nelle opere di pietà, che descrive il Piaz-
altri scrittori. Narrano essi che in za a pag. 643 delle Opere pie di
una via di Campo Marzo nel i54^ di Roma; ad assumere il sacco di
era una divota immagine di No- colore turchino, con 1' insegna del-
stra Signora sulle pareti di vecchie la B. Vergine circondata da una
mura, la quale avendo incomincia- gloria di angeli, e tenente il divin
to ad operare prodigi , alcuni coc- Figlio in braccio. Eressero pei con-
chieri di cardinali, prelati, princi- frati un ospedale vicino alla chie-
pi, ed altri personaggi addetti alla sa, la quale pure restaurarono,
santa Sede, ed all'alma Roma, formando regole e statuti, celebran-
perchè fosse venerata meglio, per do solennemente la festa della pu-
loro particolare divozione ottenne- rificazione della Madonna, e quella
ro dal Pontefice di staccarla dal di s. Lucia, dotando zitelle, e fa-
muro, e di collocarla nella Chiesa cendo altre cose virtuose.
di s. Lucia della Tinta ( Vedi^ se Dopo che Paolo V nella chiesa
ne parla anche nel volume XIX, di s. Lucia della Tinta vi stabili
pag. 38 del Dizionario). Per quan- una collegiata, parti dalla chiesa
to fecero onde rimuovere l'imma- il sodalizio, e nell' intendimento di
gine non gli riuscì, finché porta- fabbricare appositamente una nuo-
tosi ivi processionalmente tutto il va chiesa, a cagione delle insorte
clero romano, allora facilmente si difficoltà, rimase per alcuni anni
potè staccare, e quindi trasportare dispersa, finche nel 1661, sotto il

nella memorata chiesa. In questa Papa Alessandro VII, gli fu con-


appunto i cocchieri istituirono il so- cessa la chiesa di s. Maria in Caca-
dalizio sotto il titolo di s. Maria berisj o s. Maria degli Angeli, nel rio-
degli Angeli, per onorare la sngra ne Regola, presso la piazza di Bran-
immagine, cioè nell'anno i565 si ca, e dietro la chiesa di s. Maria del
eresse in confraternita, la cui festa pianto. Essa in origine fu dedicata a
fu sempre celebrata, siccome attual- s. Biagio, e si disse corrottamente in
mente si celebra in ogni anno, la Cacaberisj dovendosi dire piuttosto
FAM FAM t43
ìliCacaherio , a cagione die ne' e quella della Concezione^ Alessan-
tempi di mezzo, dentro gli antichi dro VII, mentre il sodalizio stava
portici di Filippo dimoravano quel- provvisoriamente nella chiesa di
li che lavoravano caldaie, dette in Campo Carico, concesse ai confra-
làtino cacali. Essendo la chiesa fi- ti e consorelle della confraternita
liale della basilica di s. Lorenzo molte grazie ed indulgenze perpe-
in Damaso, il Bovio nella storia di tue, che sono notate nel rispettivo
essa. La pietà trionfanlCy ci dice a Sommario, e Clemente IX appro-
pag. 162 che fu detta anche iu vò e confermò il sodalizio con bre-
Cacaveri^ ch'era dedicata all'imma- ve dei 5 settembre 1667, insiemi;
colata Concezione, e consagratà si- alla cessione fattale della chiesa di
no dal II 36. Ma siccome l'uni ver- s. Maria in Cacaberis dal mento-
sità de' rigattieri l'ebbe nel i^gS vato cardinale. Il sodalizio celebra
per ufìfìziarla, essi la chiamarono ancora a' i3 decembre la festa di
di s. Biagio, dal nome del loro s. Lucia loro protettrice, e di s.
patrono, ed era parrocchia; ma Maria degli Angeli nella prima do-
nel 1595, essendo stata data alla menica di luglio. Celebrano ancora
confraternita de' materazzari, dopo dal 1807 in poi la festa di s. Ric-
essersi separati dai rigattieri co'qua- cardo loro protettore, cioè ai 3 del
li prima erano uniti, la parrocchia mese di aprile, perchè prima fece
restò soppressa, e divisa fra quel- il cocchiere e poi divenne vescovo,
le limitrofe. Non andò guari, che e quelle altre festività notate nel-
nel 1662 anche i rigattieri lascia- l'orario del sodalizio. Questo porla
rono la chiesa , finche il cardinal il titolo di confraternita di s. Ma
Francesco Barberini, vice-cancellie- ria degli Angeli, e di s. Lucia dei
re nel pontificato di Alessandro VII, Cocchieri di Roma, eretta nella
alla confraternita de* cocchieri la ven. chiesa di Maria in Caca-
s.

concesse nel 1664 definitivamente, beris: Confraternitntis Rhedariorum


ed allora la chiesa tornò a chia- de Urbe. Prima dotava le zitelle

marsi di s. Maria colla aggiunta figlie ed aiutava con


de* confrati,
degli Angeli. Il Martinelli nella sua soccorsi quelli ch'erano infermi, e
Roma ex stampata
ethnfca sacra, i disimpiegati cui procurava pa-
nel i653 X, im-
sotto Innocenzo drone.
mediato predecessore di Alessandro Fra le rendite della confrater-
VII, a pag. 80, parlando della nita avvi quella che gli pag;i
chiesa s. Blasius de Cacabariis, la l' affittuario dello stabilimento di
dice così chiamata dal cognome porta Leone , cioè dello scortico
d'una famiglia romana, da Casa de'cavalli morti : di questo ci pei-
Marij fiat d. Mariae dicatum: an- metteremo un cenno. Trovandosi l;i

che il Panciroli nei Tesori nascO' confraternita priva di rendite, ol-


sli di Roma, pag. 246, opina che tenne da Innocenzo XII, in consi-
la chiesa di s. Biagio deCacabarii derazione dello spoglio di tutti gli
l'abbia fondata una famiglia di tal animali, che godeva per antichissi-
nome; di simile parere è il Ve- ma consuetudine, nel 1691 il jus
nuti, Roma moderna p. 5x8, tom. privativo dello scortico de'cavalli,
lì, aggiungendo che i confrati vi muli, somari, che muoiono in Ro-
celebravano la festa di s. Biagio, ma; jus che fu confermato al pio

I
i44 FAM FAM
luogo con pontificii da Cle-
brevi legge nella lapida collocata in della
mente XI nel 1708, e da Beue- chiesa.
delto XIII nel 1727. Da (jULsla Pompeo Sarnelli vescovo di I5i-

concessione ne risentì vantaf^gio la seglia, nelle sue Memorie crono/o-


pubblica incolumità, non vedendosi girile, a pag. 175, là osservare che
più abbandonati ne' pubblici luo> dai costumi del padrone si argo-
ghì i cadaveri dei nominali ani- menta quello de'famigliari : e ch'è
mali, per cui approvarono tal pri- piìi dillieile a governar bene la
vativa anche Clementei Ponlefici propria casa che una provincia.
XII, e Clemente XIll. A tal uopo ^elle sue dotte Lettere ecclesiastiche
nel 1744 '^ confraternita acquistò parla in più luoghi dei famigliari
dall'ospedale di Giovanni de' Fio-
s. de' vescovi , cioè nel toni. I, lelt.

rentini il locale che teneva in af- Vili, Che i preti virtuosi e dotti
fitto presso porta Leone, e conti- debbono essere tenuti in pregio dai
guo alia ripa del Tevere. Indi il loro prelati^ dicendo come il car-
sodalizio godette pacificamente, il dinal s. Carlo Borromeo , arcive-
diritto privativo di escoriazione, u- scovo di Milano amava e rispet-
nito all' altro di tenere la concia tava la sua famiglia, composta or-
delle pelli, che poi fu affittato in dinariamente da circa cento per-
perpetuo all'università de' vaccinari sone di varie nazioni; e quali deb-
fino all'epoca repubblicana che chiu- bano essere i famigliari dei vesco-
se il secolo XVIII, contratto che vi, ed altri prelati. Bella è altre-
in un alla privativa dello scortico sì la lettera XI del tom. Il, Come
fu approvato e confermato nel 1777 debbono i prelati trattare la loro
da Pio VI. Ma epoca in sì fatale famiglia. Egli fa la distinzione da-
le rendite del sodalizio furono ap- gli antichi servi, e servitori quasi
plicate allo spedale di s. Gallicano, schiavi , e i posteriori liberi; di
al quale poscia per redimere i suoi quelli de' gentili da quelli dei cri-
diritti dovette obbligarsi al paga- stiani, di quelli dei laici in con-
mento di annui scudi 365. Dipoi fronto di coloro che servono ec-
Pio VII liberò da tale peso la con- che debbono essere mo-
clesiastici,

fraternita, ma gli lasciò l' altro di dello ed esempio di carità, di mo-


pagare annui scudi duecento per derazione, compatire la materiali-
provvisione del professore di vete- tà e r ignoranza dei loro famigli
rinaria neir università romana . inferiori, ed aver sempre presente
Ha in prottetore un cardinale, e che Dio datore di tutto, poteva
prima era il cardinal camerlengo far nascere loro servi; e che tante
di s. Chiesa prò tempore. Da ulti- voTte fra questi sono vi persone di
mo il regnante Pontefice Gregorio esemplari costumi, e dotati d'inge-
XVI , col breve Pioriun hominum gno che non potè sviluppare a ca-
societates, dato agli 1 1 settembre gione dell'educazione; e chi sa quan-
i832, ha confermato alla confra- ti abbietti famigliari sarebbero sta-
ternita le sue indulgenze, privilegi, ti celebri, se avessero avuto occa-
statuti ec. Eziandio di recente la sioni di porre ad effetto i doni di
chiesa è stata restaurata ed ab- cui fu loro larga natura, e dimo-
bellita mentre n'era protettore il strare l'animo glande, e la felice
cardinal Carlo Odescalchi, come si mente che racchiudeva il loro cor-
,

FAM FAM 'i\%

pò. Indi il Sarnelli riporta quan- gliari ecclesiastici, il iodato s. Car-


to Seneca scriveva a Lucilio nella lo, e il cardinal Orsini arcivesco-
epist. 4^> i" lo^e ed onore de'ser- vo di Benevento poi Benedetto
\i ; e gli esempi eroici di molli fa- XIII, non che il celebre cardina-
migliari affezionati a' loro padroni, le Baronio. Il cardinal Francesco
che soffrirono per loro atroci tor- Maria Tarugi nipote di GiuHo 111,
menti e dura morte, e dierono ed arcivescovo di Avignone, vive-
chiare prove di mirabile fedeltà. va in comune nel refettorio, colla
Alla fine dell'articolo Feudo (Vedi), distinzione di due mense: alla pri-
coir autorità del Muratori si dice ma sedeva egli con tutti i fami-
di quelli dati ai famigliari, anche gliari ecclesiastici, nella seconda quel-
di bassi uffizi, dai loro padroni li della famiglia bassa; ed all'una
massime dagli arcivescovi di Mila- ed all'altra mentre mangiavasi fa-
no, dai patriarchi d'Aquileja, e dal- ceva leggere qualche divoto o mo-
la gran contessa Matilde. rale libro. Finalmente il Sarnelli
nostri maggiori, per togliere dai
1 nel tom. VII ci dà la lett. LIV:
padroni ogni invidia, ed ai servi o- Che la famiglia nobile dei prelati
gni contumelia, chiamarono il pa- debba essere di ecclesiastici^ ed ivi
drone padre di famiglia, ed i ser- dà salutari precetti della troppa fa-
vi famigliari; istituirono un gior- migliarità che si dà ad alcuni, che
no festivo, nel quale non solo i pa- poi nociva; indi riporta la
riesce
droni mangiavano co' servi, ma i regola che tennero Innocenzo Ili,
servi comandavano in casa per quel e s. Carlo. 11 primo rimosse i lai-
giorno come se una piccola casa
, ci dalla sua corte, commise il mi-
fosse una repubblica. Così il Sar- nistero quotidiano della sua men-
nelli, citando Seneca. Parlando l'a- sa ad uomini religiosi, riserbati
postolo s. Paolo, nell^epist. agli e- nondimeno gli uffici alle persone
fèsini cap. 6, n. 5, ecco come si nobili, che servivano secondo l'u-
espresse : Servi obedite dominis car- so ne'giorni festivi. Il secondo do-
nalibus cum timore, et tremore po il concilio di Trento, essendosi
in simplicitate cordis vestri: non ad di più perfezionato nell' esercizio
oculum servientes, quasi honiini- delle virtìi, e trovando che aveva
bus placenleSj sed ut servi Christi al suo servigio una buona comi-
Dei ex animo,
facientes voluntateni tiva di cavalieri e di persone no-
cum bona voluntate servientes si- bili, ma secolari , e sembrandogli
cut DominOj et non hominibus ec. che ad un prelato ecclesiastico non
Et vos domini eadem facile illis. convenisse tener corte d' uomini
Or vedete, soggiunse il Sarnelli, che laici, tutti li licenziò; riconoscendo
bella comunanza di uffìzi tra su- però i meriti di ciascheduno di lo-
periori ed inferiori, ma notatene ro con libéralissimi doni ; e riten-
l'altissimo fine: scientes quia ilio- ne seco solamente persone ecclesia-
rum et vester Dominus est in coe- stiche, fuorichè que'laici, e serviti^
lis, et personarum acceptio non est destinata agli uffici bassi. Ecco il
apud Deum. E
pure s. Paolo par- concilio di Trento nella sess. 21,
la de' servi comperati e schiavi. de reform.f quanto avea definito :

Parla poscia della vita e mensa Episcopi modesta supellectili , et


comune che menavano coi fami- mensa ac frugali victu conlenii
,

VOL. xxui. IO
,

i46 FAM FAM


sùit, ac in reliquo vìtae genere^ ac lificie, parlando del Corpus Domì-
tota ejus domo caveat ne quid ap- ni , e delle indicazioni pel prefello
parcat, qiiod a sancto hoc instiliuo delle cerimonie, riporta il decreto
sic alicnum. Finalmente lo slesso della sagra congregazione cerimo-
Saroelli, nel tom. IH, leti. IT, ag- niale, che prescrive quali famiglia-
giunge non la necessità, ma la va- ri debbano accompagnar nella pro-
nità ha introdotto la moltitudine cessione il cardinale padrone, cioè
de'servi è superbia volere essere
: il caudatario ed il coppiere, il pri-
tenuto in istima per la moltitudine mo per sostenere il lembo della
de'servi, quasi che non sia maggior sottana cardinalizia, l'altro per por-
gloria non averne bisogno. Qual tare la torcia , sebbene la vigente
debba poi essei-e la numerosa fa- consuetudine sia ben diversa, come
miglia del vescovo, l'insegnò s. ai rispettivi articoli si è descritto.
Lorenzo Giustiniani primo patriarca Aggiunge lo stesso Fornici, che la

di Venezia, di cui si legge: Mo- segreteria per ordine di


di stato
dicam domi alchat faniiiianij quod Clemente XI a' 1 3 giugno 1 7 i S
grandem altenim sili esse dicere, scrisse a monsignor patriarca Cibo
pauperes Chrisli significans. di raccomandare ai vescovi assisten-
I vescovi tengono una corte con- ti al soglio di non condurre seco loro
veniente, a seconda del loro grado alcuna cappa nera, e di portare da
arcivescovile, primaziale, e patriar- loro stessi la torcia. Conchiude il

cale, e delle rendite che hanno. Fornici , che siccome a tenore del
Non è ordinariamente tal corte nu- decreto della congregazione cardi-
merosa come quella de' cardinali, nalizia della cerimoniale, non si do-
sebbene nei loro famigliari vi sieno vrebbe dai cardinali portare più fa-
quasi tutti gli uffizi delle corti migliari, né dai vescovi assistenti por-
cardinalizie. La
romana prelatura tarne alcuno, molto meno lo è per-
ordinariamente ha un uditore, un messo a qualunque altro prelato.
segretario o cappellano, il camerie- Delle diverse specie di tali famiglia-
re ec. , ed altri servi. I primari ri ci dà molte notizie il Cancellieri
prelati, come quelli delti di fioc- nelle sue opere , ove parlando, in
chetto , tengono nella loro corte quella dei Pos sessi^ delle cavalcate
anche il gentiluomo. Gli abiti dei nelle quali andavano i palafrenieri
famigliari di anticamera de' vescovi dei cardinali, si legge che i palafre-
e prelati sono come quelli de' fa- nieri incedevano con bastoni dorati,
migliari de' cardinali , differendo appresso le mule che cavalcavano i

alquanto in alcuni^ ma in poco. loro padroni ; dice inoltre che la


La famiglia che indossa livrea cavalcata aprivasi dai cavalleggieri,
veste con minor pompa di quella cui seguivano a cavallo i valigieri
de' cardinali. Lo
ripeliamo qui an- ossia i camerieri de'cardinali , con
cora, tuttociò che riguarda la parte valigie ricamate d'oro e d'argento,
che hanno nelle sagre funzioni le colle imprese gentilizie, e colle ar-
famiglie de' cardinali, de' vescovi, e mi cardinalizie, procedendo secon-
de' prelati lo si dice ai rispettivi do r ordine di anzianità de' loro
articoli. Nelle indicazioni che mon- padroni; poscia seguivano pure a
signor Fornici dettò pei suoi com- cavallo i mazzieri parimenti de' car-
pagni maestn delle cerimonie pon- dinali, cioè i loro aiutanti di ca-
-

FAM FAM 147


mera colle mazze di argento do- Spagna talora furono famigliari
rate in forme varie abbassate sul- dell'inquisizione i più distinti si-

l'arcione della sella, e col medesimo gnori del regno. Di s"ì fatti fami-
ordine de'valigieri ; indi coll'istesso gliari, che facevano un voto, ed
ordine incedevano a cavallo i gen- indossavano una croce, se ne par-
tiluomini degli stessi cardinali, tut- la all'articolo Fede di Gesù Cristo^
ti a due a due, succeduti dai fa- e della Croce di s. Pietro marti-
migliari pontificii. Talvolta caval- re [Fedi)j che fu creduto un or-
cavano anche i gentiluomini dei dine equestre. Il Plettemberg, JVb-
principi ed ambasciatori se i gen- : tìtia congregationum Curiae Ro-
tiluomini erano ecclesiastici, caval- manaCf a pag. 617, tratta de fa-
cavano con veste talare che supe- mìliaribus armatis s. Offlcii. V.
riormente descrivemmo, se secolari Domestico. Al. precedente articolo
coU'abito di città pur di sopra di- dicemmo con Seneca che domi- ,

chiarato. Altrettanto praticavasi nel- mim patrem familìas appella


le altre cavalcate. Il succitato Lu- riintj servos familiarcs, eM. Bru-
nadoro egualmente tratta dei fami- to Io scrisse pure ad Attico , ep.
gliari de'cardinali, prelati, ec; così 17 Cic. ad Brutum. Paolino nel-
il Sestini, massime per ciò che ri- la lettera a Calanzio scrisse : Fa-
guarda le vesti cardinalizie, le vi- miliam tuam ita regCy et constitucj
site, il portare l'ambasciata, dell'in- ut te matrem magis tuorum^ quant
contrare, del dare da sedere, del- dominam videri velis j a quibus
l' accompagnare , dell' accendere i henignitate potius, quam severilate
lumi, i candelieri, e le torcie ; del- cxige reverentiam. Perciò i tur-
le udienze, del fermare la carrozza, chi chiamano il padre di famiglia
delle precedenze, ed altri punti in- refendi da euff ed eff, che vuol
teressanti che risguardano le eti- dir casa. Il Garampi nelle sue Me-
chette, e i cerimoniali di corte, moriCy a pag. 207, ha notato che
proprie da sapersi dai famigliari la parola Servitores, in un decre-
d'ogni ceto pel buon servigio de' to capitolare de' 5 lugHo 1287 fu
loro padroni. stabilito y» quod in canonica pos-
FAMIGLIARE, Familiare, Fa- « sint esse XII servitores commu-
mi gliaro, o Famiglio [Familìaris^ » nes ad servitium ecclesiae men-
Famulus). Individuo intimamente M sae et dormitorii, praeter illos
appartenente alla casa ed al servizio « scholares, qui sunt ad praesens".
della famiglia di altro, cioè che In altro poi de'3 agosto i2g4 ^^
serve solo o con altri la medesi- decretato " quod familiares neces-
ma persona o padrone e sua fa- )i sarii tantum essedebeant in
miglia famìliaies qui crani ex
: « canonica Castellana continue j
faniilia. Talvolta invece intende- 'j cellerarius videlicet coquus, e|:
,

si per famigliare l'amico, l'intrin- » quattarus , castaldus silvarius ,

seco, il confidente, il ben affetto. « portarius portae domus, et cu-


Famigliari furono chiamati nella >^ stos ecclesiae quatuor scholares,
Spagna ed in Portogallo gli uffi- > et duo cappellani, praepositi fa-
ziali dell'inquisizione, cui incom- si mulus, custos dormitorii, et no-
'*.
beva tra le altre cose l'obbligo di « tari US
fere arrestare gli accusati. Nella Famigliari ordinariamente sono
i48 FAM FAM
da alcuni chiamali non solo i do- dinali tuttora viventi si deve chie-

mestici ed I confidenti di un pre- dere il consenso di quel cardina-


lato o personaggio qualunque, ma le nella di cui familiarità il de-
tutte le persone del suo seguito, o funto otteneva il beneficio. La re-
che sono alle di lui spese, come gola trentatre dichiara meglio la
osserva il Gomez, in Regni impet. precedente regola. Si dispone che
benef. vac. per obit. fani. Cardinal. qualora per morte di un familia-
q. i3. Molti famigliari del Pon- re di un cardinale vacasse un be-
tefice, de' cardinali, de' prelati ec. nefizio la cui provvista spetti ad
sono ecclesiastici, come si è detto altro cardinale, in questo caso il
agli articoli Famiglia pontificia e , secondo cardinale, non é obbligato
Famiglia de cardinali e prelati a domandare il consenso del pri-
(P^edi)y ed al primo rammentam- mo, ed in genere si stabilisce la
mo che molti prelati, i conclavisti, massima, che il cardinale ordina-
i dapiferi ed altri, o per la parte rio collatore debba essere preferi-
che ricevevano dal palazzo aposto- to al cardinal patrono. I famiglia-
lico, o per privilegi concessi, veni- ri del Papa che sieno continui com-
vano e sono dichiarati commensa- mensali hanno il privilegio di spe-
li e famigliari del Papa. J^. Sin- dire le bolle deibenefizi de'qua-
cELLo e Cubiculario. Le regole del- sono provveduti durante familia-
li

la romana cancelleria che riguar- ritate, per via segreta. I conclavi-


dano i famigliari sono la 4} ^^ sti e dapiferi dei cardinali hanno
32, e la 33. La regola quarta di lo stesso privilegio per una volta
cancelleria riserva e dichiara affet- soltanto, ma se furono più volte
ti alla santa Sede tutti i benefizi dapiferi e conclavisti godono nuo-
che ritenevano e godevano dai
si vamente dello stesso privilegio.
famigliari del Pontefice o dei car- Biondo da Forlì, nella sua Roma
dinali,durante familiaritate, e que- trionfantCy a pag. i63, parlando
sta riserva ha luogo ancorché nel de'servi, dice che furono così det-
momento in cui vaca il benefizio ti, perchè volendo i capitani che
fosse già predefunto il Pontefice o si dovessero vendere i cattivi, cioè
il cardinale di cui godevano la fa- i prigioni fatti nella guerra, sole-
miliarità. La regola Irentadue di- vano far andare un bando, nel
spone, che nella provvista di un quale pubblicavano,
che fossero
beneficio già posseduto da un fa- servati e non uccisi; così da quello
migliare di cardinale che sia tut- essere servati furono chiamati ser-
tora vivente, e sia presente in curia, vi. Scrive Gellio, che quando i
o almeno non lontano più di due servi si vendevano pileati, cioè coi
diete, si debba domandare il di lui capelli in testa, non era il vendi-
consenso a favore del nuovo benefi- tore tenuto al compratore in nien-
ciato, escludendo da questa regola te. Abbiamo da Festo che negli
i benefizi vacanti apud sedem, ov- idi di agosto, ch'erano a' i3 di
vero affetti per qualunque altro quel mese, cadeva la festa dei ser-
titolo, giacché in tal caso il Pon- vi e delle serve, in memoria che
tefice li conferisce senza abbisogna- in quel di Servio Tullio, figliuolo
re del consenso del cardinale. Se d'una serva e re de'romani, avesse
il defunto fu familiare di due car- dedicato il tempio a Diana, oppu-
,

FAM FAM i49


re perchè in quel dì fosse nato, nel contro Annibale si accettarono i servi
qual giorno si solevano anche net- nell'esercito, che dall' andarvi volen-
tare e lavare le teste ; il qual co- tieri, furono detti Fo/o7«. Altri attri-
stume poi passò dalle serve alle buiscono a Claudio che i liberti
donne libere. Il Biondo parla pu- ingrati fossero ritornati alla servitìi,
re della costanza e fedeltà di mol- e Tacito scrive, che a tempo di
ti servi Terso i loro padroni, co- Nerone fu dal senato ordinato che
me di quelli cattivi che posero in fossero manumìssi, cioè i liberti,
i

gran pericolo i padroni. Il modo rimessi per la loro ingratitudine


poi come a'servi rendevasi la li- in servitù. Dichiara Festo la forma
bertà, consisteva nel radersi il lo- della manomissione j dicendo che
ro capo. I servi liberati furono allora si diceva manomettersi un
detti liberti^ godevano della libertà servo, quando tenendogli il padro-
romana, e delle ragioni de' cittadi- ne o la testa, o altra parte del
ni romani, molti de'quali giunsero corpo con la mano, pronunziava
ad un alto grado di ricchezza e queste parole: io voglio che que-
di splendore; e fu celebre Tirone sto uomo sia libero; e così egli
liberto di Cicerone, al quale fu di si cavava, e levava dalla mano. Il

grande aiuto negli sludi; ma gli Il Borgia nella Difesa del dominio
ingrati liberti si condannavano a temporale della santa Sede, narra
nuovo servaggio, per comando di che sotto gl'imperatori non furono
Costantiiio, 1. 2, e. de lihertìs. Ales- mai giudici de'servi i padroni, giac-
sandro Severo nel foro Transitorio ché se fuggivano erano puniti dal
o di Nerva fece morire affogato magistrato. Antonino proibì ai pa-
dal fumo di paglia, e di legna umi- droni d'adoperar castighi severi coi
de un suo favorito cortigiano chia- servi ; ed anche altri imperatori
mato Vetronio Turino, che come vietarono padroni d'essere con i
a'

pessimo adulatore e millantatore servi Costantino restrinse la


severi.
.spacciava che l' imperatore era uno loro giurisdizione alle verghe e allo
sciocco, e che poteva fargli fare staffile, condannando altri castighi
quello che voleva, e così vendeva con la legge di omicidio. Erano per-
ai creduli le sue millanterie; dap- tanto simili allora i padroni verso i

poiché per guadagnare regali, pro- servi ai padri ed ai capi di famiglia,


metteva falsamente le grazie e i e questi li trattavano quasi fossero
favori del suo principe. Sorpreso figli, o almeno affini minori. Giu-
"Vetronio in una di tali truffe, dopo .«itiniano 1 non altro permise ai pa-
aver confessato quello che aveva droni, che castigare gli ascrittizii pla^
estorto , e quello che aveva pro- gis mediocrihus^ e proibì loro in-
messo con iattanza di ottenere, fu gerirsi nel dividere i matrimoni e
condannato: Alessandro ordinò, che la prole dei propri servi originari
costui fosse legato ad un palo nel che si avevano procurate nozze a-
detto foro, e con analogia alle sue liene.
reità morire a forza di fu-
fatto Il Garampi racconta che le ma-
mo, mentre il banditore giidava: nomissioni de'servi durarono sino
Fumo punitur^ qui vendiditfumuml id XIV secolo , e che su questo
Talvolta i servi furono nell'antica argomento merita di essere letto il

Roma in molta stima, e nella guerra Liruti nella dissertazione Z?e sen'is
,5o FAM FAM
medii aevii Foro JuUi, tom.
in fugo servilulis seu dontinìi ac ha-
IV, pag. i5i, Symbol, lìtter.^ Ro- biuztionis, chiunque per un anno e
mae 1752. Nel secolo precedente un giorno avesse abitato nella cit-
abbiamo qualche esempio di ma- tà, senza contraddizione del proprio
nomissioni, ed il conte Corrado di padrone. Vero è che tutte le sud-
Monlefellro a'29 ottobre 1290 ren- dette servitù debbono piuttosto
dette ad Ugone abbate del moni- intendersi per specie di uomini
stero di Mutino^ un'intera famiglia propri^ di ascrittizii, colonari, ec.

cx)*suoi beni e ragioni, per il prez- che per ragione di abitazioni e di


zo di ventisette lire di Ravennati. terreni, case o altri fondi, se non
11 Pontefice Gregorio IX, con a- anche per altri antichi ignoti ti-
Vere inserite nel corpo del diritto toli, erano tenuti a certe determi-
canonico le decretali di Alessandro nate opere servili, prestazioni, censi,
IH , ed Urbano III, de con/ugio angherie ec. Talvolta però ancora
servonim, chiaramente mostra che si vendeva da taluno la propria
sino a quel tempo si fosse conser- libertà, benché non in perpetuo,
vato di tali servitù un qualche ve- ma per certo determinato tempo,
stigio. E forse per una tal ragio- e con un prezzo convenuto fra le
ne pretendevano i canonici, e cle- parti, come si legge nella formo-
ro di Anagni, al tempo di Ales- la seguente del codice Rolandino.
sandro IV , che i loro famigliari » Antonius locavit et pacto con-
laici godere di tutte
dovessero le » venitCor. de operibus et serviti©
immunità concedute a'chierici, sic- M suo, sibi et familiae suae prestan-
come il Garampi osservò nelle me- " do hinc ad unum annum etc. Et
morie del loro archivio. Curioso si « hoc ideo quia dictus Cor. promisit
è a questo proposito il giudizio di « congrue cibare eum, et sibi de-
libertà fatto nel 1 1 59, di cui lo » centem dare indumentum et cal-
stesso Garampi pubblicò Tistru men- « ciamentum etc. , et suo feudo
to nella sua opera, De nummo Be- w merito V
libras PI. etc. " Ag-
nedict. III^ pag. 49- ^^ ^^^ n^^- giungasi a quanto di sopra si è
nomissione fatta nel i256 nel fo- detto sui famigliari laici del clero
ro di Billi Ga-
in Montefeltro, il di Anagni, e loro esenzioni, che Bo-
rampi ne vide il documento. Di nifacio Vili poi dichiarò, doversi
altra dell'anno 1285 se ne ha me- per tali intender quelli, qui tamquam
moria nel tom. XIV, pag. 1 290 domestici commensales vestes et con-
Condì, Venet. E diverse for-
edit. tinuas ab eis expensas recipere di-
mole di questo stesso secolo si pos- gnoscuntur. Reg. anni I, ep. 4^3
sono osservare nel codice vaticano in Archiv. Vatic.
2826 contenente la Summa di Ro- Dorico, giornale
Neil' Osservatore
landino Passagerio de arie nota- di costumi con appendice e varie-
riìy 3; e in altro codice, forse del tà, che si stampa periodicamente
medesimo, esistente nell'archivio se- in Ancona, al numero 4^ ^^'"
greto apostolico, plut. XLVII, n. l'anno 1842 si legge la necrologia
5. In un decreto del comune di d' una serva anonima, forse vitti-
Rimini inciso in marmo, forse del ma dell'indiscretezza, o della du-
XIII secolo, si dichiara: liber et rezza d'animo, e fredda indifferenza
incenuus civis^ e assoluto ah orniti de'suoi padroni, che vieppiù si m^-
. ,

FAM FAM ì5i


nifeslò appena la donna si amma- fronta senza esitare. Se un fra-
lò, cioè alla circostanza in cui essi tello , se una sorella fa questo
dovevano avere per lei del riguar- è un'eroina, un personaggio de-
do, usargli un atto di giustizia, o gno di storia , un carattere da
per dir meglio premiare con rico- romanzo. Se lo fa una fantesca,
noscenti cure il modello delle ser- una povera fantesca che v' ha
venti come quella che distinguevasi
, conosciuto ieri, che avete stra-
sì per buona volontà, che per onestà, pazzato pur oggi , che cacciere-
ed alletto a' padroni, laonde era en- te domani fa — il suo dovere, e

comiata. In tale necrologia souovi mo- non più. Ella contrae il mor-
rali precetti, giusti, preziosi e veritieri bo .... allo spedale.... ella muo-
riflessi che dovrebbonsi porre ad ese- re in due giorni per una ma- ,

cuzione da chi Dio fece nascere piò. lattia che ha contratta per voi,
agiato di chi serve; massime da da voi stesso, in servigio vostio,
coloro che sentono le voci dell'u- che voi non avete curato , non
manità, e della carità che dobbia- avete rispettato come fosse quel-
mo avere pel nostro prossimo^ e la di un cane — anzi meno, me-
principalmente pei nostri attinenti. w no assai
Meriterebbe riportarsi tutto l'arti- « V ebbero luoghi , e tem-
colo sensatissimo, ma il nostro pia- w pi migliori. Le vecchie case di
no e la corrispondente proporzio- Italia riguardarono i loro ser-
nata brevità impongono di limitar- vi come altrettanti membri del-
ci ai pili generici brani. » Una la famiglia; il servo affezionato
ricca eredità, un podere estorto ed onesto acquistava privilegi, e
a' debitori insolventi, un nome diritti che non perdeva in tutta

od un titolo bastano sovente a la vita: la casa del padrone


porre questo immenso divario era casa sua ; era sicuro dinon
fra anima ed anima, che una perderla mai per un arbitrio,
comanda, l'altra deve ubbidire; per un capriccio, per una calun-
l'uno maltratta senza che l'altro nia ,
per un rovescio di affari.

possa lagnarsene, percuote sen- 11 servo, dice uno scrittore fi*an-

za pericolo di essere percosso: cese , credo Montaigne ^ è un


lo accusa, lo calunnia spesso di amico che vi si dà tutto, con-
torti non suoi, talora de'propri tento di un tenue ricambio.
suoi torti, e l'altro tace , china il Egli è più di un amico se vo-
capo, non osa scolparsi, non dee gliamo considerare di quai se-

difendersi. E tutto questo per creti diviene depositario presso


due scudi al mese, per un pa- di voi. Poco più poco meno
sto, per una livrea Un mem- . tutti rappresentiamo una com-.
bro della famiglia ammalò. La media fuori di casa, e alla pre-
malattia prende un aspetto si- senza degli altri. Il mondo per
nistro , un carattere contagioso. ordinario ci crede più savi, più
Contagioso per tutti , ma non ricchi, più belli, più buoni di
per la povera serva: ella è car- quel che siamo. Quello che ve-
ne venduta; riceve il pane, ri- de dietro le quinte, quello che
ceve i suoi danari ogni mese, conosce la verità nuda e schifo-
« deve affrontare il pericolo. L'af- sa , è il vostro servo ,
quella
ìU FAM FAM
M pei'sona cui date s'i poco, e di qnell* il opera,
quale era gtnto
« da cui pretendete cotanto. Egli impiegato dalla regina di Navaira
» sa de' vostri debiti, dei vostri nel!' accademia Bituiigense, dice:
** acciacchi, dei vostri vizi. E voi « Magnum quidem est piincipibus
« credete pagare con un paio di « viris piacere, ab illis appellari ,

»» scudi tanta discretezza, tanta « colioquiis honestari, sed multo


>' annegazione, tanta pietà? Vuoi « maximum salario non poeniten-
>» tu dunque abolire la servitù ? » do, sola juris eruditionis specie
»» Io so bene che la disuguaglian- « commendari non quorumdam le-
*« za dei beni la rende necessaria: w vium, et rudium fumis inclare-
" volli dirvi soltanto che i vostri » scere". Questa istessa parola ha
» servi hanno diritto ad altri com- altri significati in alcune croniche
« pensi ; 1' affetto non si paga , e antiche, e presso vari autori. De-
»» non si compra se non coli' af- gli onorari e salari chiamati sportu-
" fetto". le, ne parleremmo in fine.
II famigliare servitore domestico famigliari secondo il padrone cui
I

ha il han-
salario mensile, e molti stanno al servizio, godono abiti di-
no vitto, ed abitazione. Il
vestito stinti secondo i gradi, e gì' inferiori
salario, salarium, è una mercede quelli chiamati livree, che il Di-
pattuita, che si dà a chi serve e , zionario della lingua italiana^ alla
dicesi pure provvisione, stipendio, parola Livrea, definisce assisa e
vel mercede condiictus, e dalle ra- colore di vestimenti di più persone
te della paga mesata. Il Vettori , in una stessa maniera, e oggi ahi-
nel Fiorino d'oro illustrato, par- to di servidore j vestitus consimi-
lando del salario, dice a pag. ^ji, Us, veslis polyniita nell' idioma la-
che Plinio nel lib. XXXI della tino. Parlano i nostri antichi scrit-
Storia naturale, al capitolo VII tori di staffieri cioè palafrenieri ,

spiega che cosa sieno questi salari, che oggi si prendono per famigliari
I dunque sono gli onorari e
salari servidori, vestiti a livrea , la quale
le mercedi; e questi salari Nerone ordinariamente si prese dai colori
volle assegnare a molti senatori di delle armi gentilizie, siccome fece-r
Roma, i quali scarseggiarono nel- ro alcune famiglie fiorentine, va-
Tavere, come racconta Svetonio nel^ riandò i colori delle livree, che ne'
la vita di quell'imperatore al capit. loro arnesi di casa e in sopravveste
XLII. Di questi fanno raen-
salari e in scudi si riteneva; laonde ve-
zione parimenti le Novelle di Giù- nendo poscia ornate con trine, in
stiniano al num. CXXVIII; ed A- queste come nei bottoni delle li-

pollonio nel libro contra Phryges. vree vennero ripetuti gli stemmi
Marziale pure si serve di questo gentilizii. Anticamente presso alcu-
vocabolo nello stesso significato al ni re o principi, per una specie
lib.IV, epig. VII. Ma per dire di galanteria, era in costume di
alcuna cosa più prossima a' tempi fare in certi tempi dell'anno, prin-
nostri,Francesco Fioretti dottore cipalmente al Natale ed alla Pa-
ddi' accademia di Parigi, avanti i squa, regali di vesti, di mantelli,
concordati fra Leone X, e Fran- e di altri abiti alle persone attac»
Cesco I re di Francia, nell'epistola cate al loro servizio, ed anche ai
che scrive a Pietro Rebuffo autore signori che componevano la loro
,

FA M FAM i53
ooi'te. Siccome i francesi usavano cardinali ec. , e che i due came-
della parola livrer, in significato di rieri del medesimo magistrato, ve-
dare o abbandonare altrui quelle stirono il robone di velluto pao-
vesti, si crede che queste fossero nazzo . Nei medesimi Possessi si
perciò nominate livree, nome che dice che talvolta i palafrenieri de'
si è conservalo per indicare gli cardinali , che andavano presso i

abiti che le persone più distinte o loro cavalli in numero di due o


pili agiate fanno portare a* loro più, tenevano bastoni dorati in
servitori di sala , di scuderia ec. mano. Dei bastoni che i servitori
Ottavio Ferrari, De re vestìaria de' cardinali usano in tempo di
al capo 35, assegna un'origine af- conclave, nell'accompagnare il pran-
fatto diversa alle livree, e queste zo pei loro padroni , se ne tratta
attribuisce all'uso stabilito ne' tor- nel volume XIX, pag. io4 del
nei, ne' quali ciascun partito mo- Dizionario.
stravasi con colori differenti. Si è Il Bonanni nella Gerarchia
p.
perfino creduto da alcuni , che a pag. ii8, citando
ecclesiastica
da quel principio si fosse pigliata Lampridio dice che ,Alessandro
r idea degli uniformi militari, che Severo ebbe intenzione di dare a
d^ordinario si accomodano ai colori tutli gli uffizi e condizioni di uo-
degli stemmi de' sovrani. L'opinio- mini un abito proprio, acciocché si
ne del Ferarri è assai più consen- distinguesse il grado e dignità di
tanea alla natura della cosa, e for- ciascuno; dalla quale idea qualcu-
se al fatto, perchè al dire del Bor- no stimò che abbia avuto ori'
ghini, nelle livree si vollero ripe- gine le livree , e le diverse com-
tuti i colori degli stemmi ed un
, parse portate dai servitori. Ulpia-
tempo furono quasi rimproverati no però dice che l'imperatore non
coloro che se ne allontanavano, es- mandò interamente ad effetto il
sendo pur noto che le insegne e divisamenlo. Il Muratori nelle Dis^
glistemmi blasonici ebbero per la sert. sopra le antichità italiane,
maggior parte origine dalle usanze dissert. XXIX Degli spettacoli e
de' tornei. A tanti articoli di que- giuochi pubblici de' secoli di mez-
sto Dizionario sono descritti parec- zoy parla eruditamente della ma-
chi diversi vestiti di domestici di gnificenza degli antichi principi ne*
ogni grado, tanto di corteggio pon- loro spettacoli , e delle schiere e
tificio, cardinalizio, e prelatizio, che corteggi con divisa uniforme , cioè
di corteggio principesco, di amba- con sopravvesti del medesimo co-
sciatori , ed altri. Nelle relazioni lore, come di quelle e quelli di
de* Possessi de' Papi raccolte dal differenti colori, dimodoché la par-
Cancellieri, si leggono varie descri- te destra mostrava un colore, al-
zioni di livree bellissime, come pur tro ne avea la sinistra, ed aggiun-
ne riportano gli antichi Diari di Ro- ge che tuttavia restava Milano in
ma: per quelle àe Fedeli di Cam- un vestigio costume
di sì fatto
pidoglio (Fedi)y che sono gli staf- ne* serventi del comune, e ne fan-
fieri o palafrenieri del magistrato no fede le pitture dei secoli XIV
romano, decorose e belle pei colo- e XV. Laonde il Muratori opina
ri, è a vedersi quell' articolo, ove che da quelle diverse fogge di ve-
pure si dicono di alcune livree di stimenta sia nato il nome di divisa^
,, ,

i54 FAM FAM


che oggid'i diciamo Iwrea ^
perchè nilà, augurandosi le buone feste

si usava di dividere le vesti in in segno di carità e scambievole


lììodo, che l'ima parte rappresen- amore, con lettere che furono ap-
tava un colore, e l'altra un altro. pellate festive , e sagre. Dura an-
JVella vita di s. Francesca roma- cora cogli assenti un tal uso nella
na, che fiorì nel XV secolo, si solennità del santo Natale, dispen-
legge, presso Bollando a' 9 mar- il sandosi inoltre in questo tempo
zo y visione 3o PiUcherrima di- : mancie e regali ,
per conservare
visa est color alhus , et ruheus. con questi graziosi uffìzi e largi-
Nelle annotazioni questa voce è zioni la lodevole corrispondenza
spiegata così: Idcst parlltio^ iteni d'un amico coli' altro, e per dare
modus et electio, ut scribunt aca- un contrassegno di gratitudine e
demici Jlorentini. Ma niente altro di rispetto ai padroni e protettori,
fu divisa, che livreaj e però si e di generosità di questi cogli in-
diceva : vesti divisa te ^ panni divisa- feriori e famigliari , o con quelli
ti ^ doppio colore. Ivi il
cioè di de' loro amici e padroni . Delle
Muratori pur racconta l' ordine e strenne, sirene, o mancie degli an-
magnificenza de' magistrati romani tichi, e delle mancie ad esse sur-
nel tempo che la corte e la cu- rogate, se n' è parlato in vari arti-
ria del Papa stava in Avignone, coli del Dizionario , come Anno,
cioè nel secolo XIV , in accogliere Calende, Epifania, Befana (Fedi)
i principi , o pure i legati ponti- ne' quali tempi solevano aver luo-
ficii . go, non che all'articolo Carnovale
I famigliari finalmente fruiscono (Fedì), ed altri ancora. Delle stren-
e godono di cei*ti emolumenti ne scrissero parecchi autori, fia'

propine, regalie, e mancie. 11 me- quaU i seguenti : Hier. Bossii la- ,

desimo Muratori nella dissert. notatius, sive de sirena , Mediolani


XXXI li, Dell' origine ed etimolo- 1628; et tom. II Novi Tiies.
in
gia delle voci italiane , spiega la Sallengre, p. iSgS. Phil. Horstii,
voce mancia , sirena o dono che Schediasma de slrenis , votisque
spontaneamente si fa agi' inferio- Januar., Jenae i632. Jacques Spon,
ri ben fatta Il
per qualche cosa . De V origine des etrenes _,
discours
Ferrari Menagio derivano tal
e il historiquCy et moral, contenu dans
voce da manii manus manitius, _, , une lettre, 1678, et latine in tom.
manitia , mancia j ma in lom- IX Tlies. Grenovii, pag. loS. Del
bardia manitius diventò manizzo o medesimo abbiamo Disserlalions ,

manizza, chirotecha. Aggiungono i des etrenes 3 dans ses recherches cu-


mentovati etimologisti , essere in rieuses d' antiquité, Lyon i683.
uso dar la buona mano, ma non Joh. Frid. Sharfìi, Dissertatio de
per questo da mano si può lode- Vittembergae 167 5; e De
streniis,
volmente trarre mancia. Foise il novi anni votis schediasma, Vit-
Muratori da amanza fa derivare tembergae 1684. Imman. Lehman-
manza, come lombardia
dicesi in ni. De slrenis ronianorum Prolusio,
voltato poi dai toscani in mancia ; Annaeberg 1678. Frid. Feverlini,
che la mancia è segno di amore. Ornilo de slrenis romanoruni, Al-
Gli antichi cristiani solevano scri- torfii 1687. J^^>- Paschii, De roma-
versi scambievolmente nelle soleu- norum slrenis dissertatio, Kostoch
FAM FAM i5*;

1688. Geor. Ludov. Goldneii, Dis- stare in allegria, e d' invitare a


sertai,de strcnìs veiernm, Gerae 1697; mensa gli amici, il fare i doni, e
e Dissertai, de votis ciun strenis con- il dare le mancie, che chiamasi
junctis , ibid. 1726. René Joseph volgarmente Ferrare agosto ^ dare
Tourneraine, Histoire des etreiies il Ferragosto j come scrive l'Ugonio

dans les ménioìres de Tré\'0ux 1 7o5, nelle Stazioni di Roma pag. 53, e
Fevr., p. 102. non da'ferri delle catene di s. Pie-
Forse dalle costumanze feudali, tro, di cui si celebra la festa il

che narra il Frizzi nel tom. Ili, primo di agosto, come pensò il

p. i32 e i33 delle Memorie per Bernini,neW Istoria dell'eresie tom.


la storia di Ferrara y e piaticate IV, p. 4> 6 J^^l Compendio di esse
cogli Estensi nelle solennità del s. a pag. i3i, però confutato dal p.
Natale e della risurrezione del Si- Carmeli nella Storia de vari co-
gnore, ebbero ori-
probabilmente stumi sagri e profani dagli anti-
gine il complimento
che alcuni , chi a noi pervenuti^ Venezia 1778,
chiamano noioso, delle buone feste^ cap. 2 , dell'uso che si chiama Ferrare
che nel passalo secolo praticavasi agosto, tom. II, p. 176. Peraltro
in dette maggiori solennità, e che può credersi che coli' introduzione
tuttora si mantiene pel s. Natale, della solennità de' Vincoli di s.

massime dagli inferiori verso i supe- Pietro, si sieno volute abolire le


riori ed anche fra gli amici, benché
, suddette feste gentilesche. V. Ca-
in più semplice formalità. Uso che tene DI s. Pietro. Su questo punto
non è sperabile si vegga mai del si possono consultare il p. Mabil-
tutto abolito finché v'abbia pascolo lon, Mus. Italie. ka- 1. 75. Per
r interesse o i diversi fini di chi Icndas Augustales , solenines ex
lo fa, e l'ambizione o la dissimu- veteri more munusculoriun in urbe
lazione di chi lo riceve. Le prati- et amicos missilationes fiunt, quo-

che che costumavansi negli antichi rum etìam nec expertes fuimus.
tempi dai vassali verso il loro si- L'Anonimo, Discorso dell' origine
gnore, consistevano nel portarsi da dì ferragosto con alcune frottole,
luiper fargli corte in detti tempi, ed altre poesie nella Magliahec-
o per obblii^o di loro investitura, chiana, presso il Mazzucchelli, tomi
e portargli donativi, ricevendone VI, p. 2 355. Michelangelo Bonar-
ancora secondo la generosità de' roti il giovane. Cicalata sopra il
signori. ferragosto, nella part. I, voi. VI del-
L' altra principale ricorrenza in le Poesie fiorentine, car. 3. Alessan-
cui si sogliono dare le ma «eie, e dro Tassoni, Che significhi il detto
fare donativi mese di agosto.
è il Ferrare agosto ne' Pensieri diversi
,

In questo mese i romani solevano p. 532, ed Annibale Firmani, il


celebiare in onore di Augusto i Convito di agosto o sia della gio-
,

giuochi augustali, quelli della dea condità delibammo, Roma 1570, e


Speranza, per la dedicazione fattale Venezia i574 per Lorenzo Pegolo.
del suo tempio nel foro Olilorio, E siccome i felici auguri pel santo
ed i combattimenti equestri per Natale si dicono le buone feste, così

l'altra dedicazione del tempio di quelli per il mese di agosto s' in-
Marte. Da queste feste deriva l'u- dicano col bon Ferragosto. In quan-
soj che dura anche al piesente, di to alle altre mancie che si danno
,5G FAM FAM
negli avvenimenti piacevoli , per vi sono emolumenti chiamati ob-
promozioni e benefizi ricevuti, an- bligazioni, sommissioni, e comuni
licliissima n' è V usanza. servigi propri di alcuni famigliar
All'articolo Ditlici (Fedi), di- del Papa, e di alcuni uffiziali del-

cemmo di quelli che si solevano la curia. Di sì emolumenti,


fatti

regalare, e che talvolta ad essi come de* servigi minuti ec, se ne


univansi le sportale consistenti in tratta ali* articolo Dataria (Fedi).
denaro, talvolta in alcuni canestri, Il Garampi nelle Osservazioni sulle
in tazze d'argento, e pugillari os- antiche monete pontificie, a pag.
4
siano libretti d'avorio. F. Sym. 1. e 12, ci dà analoghe nozioni, di-
IX, ep. ult. Sportulam consulatus cendo che àe comuni ser-
le tasse
mei, et amicitiae nostrac, et hono- vigi fin dal tempo Vili di Bonifacio
ri tuo deheo. Hanc in solido uno erano ridotte nella massima parte a
ad orans ut benigno animo
te misi, fiorini d'oro. Le obbligazioni poiché

solemnia qffìciis mei lihamenta su- facevano i prelati nuovamente prò v-


scipias. Le sportule furono così ap- visti di pagare il comune servigio,

peliate con figura di metonimia, e erano rispettivamente dette anche


non solo prendonsi pe' regali, ma sommissioni, perchè si sottometle-
anche per gli onorari e salari. Sve- vano essi jurisdictioni et coercitioni

tonio in Vit. Claud. August. scrisse: dominorum cameriarorum, cioètan-


Claud. ut anniversarium in castris to del pontificio, che di quello del
pretorianis ex traordina riunì, et bre- sagro collegio. F. il Guerreyro ,
ve exlùbuit munus, quod appellare De privilegiis familiarium ; ed il
cepit sportidam, e nella vita di Chevigny, La scienza delle perso»
Gallieno cap. 16, dice Trebellio we ^t cor^e, Venezia, 1720. Il Mar-
Pollione : Gallienus convitatus in tinetti nel suo trattato etico-mora-
publico est . Senatui sportulam
. . le intitolato V Invidia,. a\ capo llf,

sedens crogavit. Racconta Ammia- § I tratta della Corte, al § II del-


no Marcellino nel lib. i4, cap. 16, la Curia; ed al capo IV, § li
che ne* conviti de* grandi si faceva delV occupazione, ossia fuga del-
la distribuzione delle solenni spor- V ozio , dicendo che ogni ozioso è
tuie. 11 nome di sportula incontra- invidioso, ed ogni invidioso è di-
si anche in altri scrittori, e da s. soccupato.
Cipriano ep. Q^, cum notis Balu- FAMIGLIE NOBILI m Roma.
zìi, si chiamano sportulantes fra- L'Amidenio nella sua relazione di
tres que' chierici , cui davansi le Roma francamente asserì , essere
sportule ne' loro stipendi, le quali cosa certissima che non è famiglia
dipoi furono appellate praebendae, in Roma, che discenda dagli anti-
o ecclesiastica subsidia da s. Gre- chi romani, perchè Costantino con-
gorio lib. V, Tndit. XII,
1 nel ep. dusse il senato romano in Bisan-
33. ancora che per frenare
Si sa zio, che per lui prese il nome di
il lusso e r eccessive spese, Vaien- Costantinopoli , come ancora che
liniano, Teodosio, ed Arcadie vie- portò seco tutto ciò ch'era di buo-
tarono con legge a qualunque ma- no in Roma seguendo ognuno il
gislralo, meno i consoli ordinari, principe. Alcuni poi sono di parc-
jl regalare le sportule d'oro e i re, che prima del mille è assai
dittici d'avorio. JNella curia romana diflicile indagare la vantata origi-
4

FAM FAM i57


ne delle famiglie. JN'el libro itititO' Il Pontefice Benedetto XIV, a'

iato Descrizione de' rili degli an-


: gennaio 1 746 ,
pubblicò la bolla
tichi romani, vi è un lungo nove- Urbem Romani, che si legge nel
IX) delle antiche principali famiglie tom. I, pag. 196 del Bollano di
di Roma. 11 Piazza nella sua Che- Bened. XIV. Con essa prescrisse
jvsilogia, o memorie di s. Galla l'ordine e il definitivo numero delle
patrizia romana, parla delle fami- famiglie R.oma , scritto
nobili di
glie nobilissime romane, che furo- nelle tavole del Senato romano
no le prime a seguire il vangelo. (Fedi) in Campidoglio, e stabilì
E nella sua Gerarchia cardinali- il metodo che per l'avvenire do-
zia, discorre dei palazzi delle più veva tenersi dai conservatori di
nobili famiglie romane, le quali Roma neir ascrivervi delle altre
occuparono i grandi edifizi antichi famiglie , nel qual numero vol-
di Roma, dicendo, che i Conti, e le chesempre fossero le famiglie
poi gli Orsini abitarono un tempo de' romani Pontefici. Che il cogno-
Castel s. Angelo, i Frangipani il me delle famiglie solessero dui lo
Colosseo, i Pierleoni il teatro di talora i romani, lo afferma il Ri-
Marcello, poi abitato dai Savelli; naldi all'anno 36, num. i i. Pie-
i conti di Marsi si fortificarono tro Giannone tratta dell'origine dei
nelle terme Diocleziane, gli Orsini cognomi delle famiglie, nonché il Mu-
nel teatro di Pompeo, i Colonnesi ratori. V. Cognomi Nobili, e Stemmi
nelle terme di Costantino al Qui- Gentilizi; come ancora il Retsii,
rinale e nel mausoleo di Augu-
, Traci, de staiiiUs, pactis et consiie-
sto ec. ec. Anticamente i principi tudinibus familìarium illustrium '
et
romani aveano luogo non solo nelle nobìlium etc, Francofurti 1661. In
solenni cavalcate dei Pontefici, ma quanto alle famighe nobili di Ro-
anche nelle cappelle e loro sagre ma, si possono consultare i seguenti
funzioni, a cui tutti v' interveni- autori. Antonius Augustinus, De
vano, ed ora vi assistono il solo romanis familiis , Lugduni 592 , i

magistrato romano, e i principi as- già era stato stampato in Roma


sistenti al soglio, rappresentando il nel 1577. Aurelius Sext. Victor,
primo il baronaggio romano. 1 ba- Origo genlis romanae etc. i5jg.
roni romani non prendevano inve- Familiae romanae nobiliores, exslak
stitura dal Papa ne prestavano , in Graev. Thes. antiq. roman. tom.
giuramento di fedeltà, ma si tra- VII. Patinus Carolus, Familiae ro-
mandavano da pa-la giurisdizione manae. Elias Reusnerius, Genea-
dre in mentre negli altri
figlio, logìcuni romanum de familiis prac-
slati i feudatari dovevano pren- cipuis. Francofurti 1589. Franci-
derla dal monarca del quale erano scus R.obeitellus, De familiis ro-
sudditi. Ed è perciò che vi fu chi manor., exstat in Miscellanea Ita-
disse a* tempi del feudalismo po- lica Gaudenti Roberti tom. I. Ri-
tersi chiamare tanti piccoli regoli cardus Streinnius, De gentibus et
i baroni e i principi romani. Delle familiis romanonim^ Venetiis 1 57 i :

notizie storiche di molte loro fami- ve ne sono diverse edizioni. Joan-


glie, di molti palazzi, ville, gradi, ed nes Vaillant, Nummi antiqui fa-
altro che li riguarda, se ne tratta mÀliarum romanorum interpretatio-
in parecchi luoghi del Dizionario. nibusillustrati, Amst. 1703. Fa-
è

58 FAM FAN
mìUrte romarme quae reperiuntur appartiene il giudicare in tali ma-
in cnìliquìs numismalibus ab urbe terie: della congregazione araldica
condita ad tempora divi Ju^ii- se ne tratta all'articolo Senato Ro-
sli ex Bibliotheca Fuh'ii Orsini. mano (Vedi). La spesa che incon-
Adjunctis famiììis XXX ex libro tra il postulante ascende a scudi
Ant. Jitgusiini^ Romae 1^7 7. ii3:35 non compresa la scattola
Per una famiglia
poter essere di argento pel sigillo, la copia e le-
ascritta alla nobiltà romana, giu- gatura del diploma, e la redazione
sta la costituzione Urbem Romani della scrittura, ossia processo, con
di Benedetto XIV, che oggi costi- copie da distribuirsi ai membri del-
tuisce legge in tali materie, occor- la congregazione, in tutto circa
iono autentiche prove che il po- scudi i5o. È in ultimo da osser-
stulante , suo padre e sua madre, varsi, che per recente disposizione
gli avi e le ave tanto di lato pa- della segreteria di stato i sudditi del-
terno che materno sieno di fami- l' impero austriaco non possono do-
glie vissute in splendore et juribus mandare la nobiltà romana senza
nobilitatis, espressioni che in pra- l'annuenza della lodata suprema, o
tica corrispondono al more nobi- dell'ambasciatore della stessa nazio-
li um ,
per corso di cento anni in ne. Di altre notizie sulla nobiltà
alcuna delle città d'Italia. Però in romana, e di chi n' è fregiato, se
quanto a queste città, si è osserva- ne parla al citato articolo Senato
to essere state ammesse alla nobiltà Romano. Noteremo finalmente, che
remane varie famiglie fuori d' Ita- l'Amidenio dice distinguersi antica-
lia , onde in questa parte sembra mente la nobiltà romana coli' ave-
che la consuetudine abbia ampliata re nei propri palazzi loggia e per-
la forza della legge. Le prove su- ticale , mentre è noto che in Fi-
indicate sogliono farsi colle fedi di renze come in altre città_, le anti-
nascita del postulante, di suo pa- che famiglie nobili si distingueva-
dre e di sua madre, dalie quali no colle loggie, e con le torri con-
deduconsi gli avi e le ave de' due tigue alle loro abitazioni.
lati, onde stabilire i quattro quar- FANAGORIA.Sede vescovile del-
ti, non che colle testimoniali del- la Sarmazia asiatica vicino al Bosfo-
le municipali magistrature delle cit- ro Cimmerio, poco distante dalla
tà, alle quali le singole famiglie appar- città di Corocondama, soggetta alla
tengono. Se questi atti includono la metropoli di Zichia o Zicchia. li-
nobiltà delle stesse famiglie , tale no de' suoi vescovi, chiamato Gio-
nobiltà accresce il decoro del pro- vanni, sottoscrisse la relazione che
cesso e serve a maggiore appog- il concilio di Costantinopoli fece a
gio delle dimande presso giudici. i Giovanni arcivescovo di detta cit-
All'effetto medesimo servono tutte tà, risguardante i patriarchi Eufe-
quelle prove che giustificassero ti- mio e Macedonio, nell'anno 5 19*
toli onorifici, cariche ragguardevo- Oriens Christ. tom. I, pag. i325.
li esercitate, illustri antenati ec. ec. FANCIULLO. Giovinetto eh'
La prova di censo dovizioso nel po- tra l'infanzia e l'adolescenza, cioè
stulante soddisfa al desiderio che nella puerizia, puer, puellas^ infans.
aggiorni nostri ha manifestato la In molti articoli del Dizionario si

congregazione araldica, alla quale parla di loroj dei fanciulli uccisi


FAN FAN 1^9
in odio della fede, ne tratta il sus foras munìvit pucvuin armisj
Cancellieri nella Dissertazione epi- Gregor. Turon. lib. Ili, cap. i5.
slolare sopra due iscrizioni. Se di Aggiunge il Macri nel definire il

tali martiri sia spedienle di cele- puer^ servo e ministro sì, ma e-


brame la Canonizzazione (J^edi), come figliuo-
ziandio caro e diletto
lodicemmo a quell' articolo, cioè al lo, come David si chiama puer
voi. VII, p. 3 1 2. Di quei fanciulli che Dei : In domo David pueri suiy nel
partirono per la crociata di Palestina, cantico di Zaccaria; ad Abraham
se ne parla a Crociate (Vedi). Dalle puerwn sunm, psal. io4. Pueri de
descrizioni de' possessi che presero i choro, si dicono que' chieiici che
Papi si rileva quei fanciulli che fecero ad esso sono addetti. Parlando il
da paggi, e l' onorificenze che ne Bergier dei fanciulli esposti, dice,
riportarono. In quello che prese che la maggior parte saiebbono
Calisto II nel 1119, gli andarono periti, se la religione non fosse ac-
incontro i fanciulli esultanti con i corsa a soccorrerli ; e nelle princi-
rami d'ulivo in mano. Raccontan- pali città si destinarono case ed
do l'Anastasio della venuta in Ro- ospedali per accettare e nutrire que-
ma di Carlo Magno, sotto Papa sti fanciulli, sotto la particolare pro-
Adriano I, dice che i fanciulli la lezione de' sovrani, di zelanti ec-
celebrarono incontrandolo con ra- clesiastici, e di pii secolari. Il Mu-
mi d'olivo in mano. Qual luogo ratori nel tom. II delle Disserta
avessero nel tempio i fanciulli, ce sopra le antichità italiane, dissert.
lo dice il Rinaldi all'anno 12, num. XXXVIl, nel trattare degli spedali
3, narrando che le donne stavano de' pellegrini , malati , e fanciulli
separate in esso dagli uomini, a- esposti de' tempi di mezzo, ci dà
vendo diverse porte per l' ingresso, belle notizie in argomento, e che
ed un muro divisorio nel tempio; divenivano servi di chi li accoglie-
ma i fanciulli de' quali non si pò- va, se nel termine di dieci giorni
teva prendere sospetto di peccato, non erano richiamati dai genitori
seguitavano, benché di qualunque o parenti : fu costume, se l'infante
sesso i padri o le madri a loro esposto non avea ricevuto il batté-
piacere. De' fanciulH imitatori del- simo, di chiudere del sale nelle fa-

le cerimonie ecclesiastiche, erudi- scie. Delle Fascìe benedette [Fedi),


tamente ne discorre il p. Meno- pegli infanti di regio sangue, e do-
chio nel tom. II, pag. 201 delle nate dai Pontefici è a vedersi quel-
sue Stuore. 11 Sarnelli nel tom. III l'articolo.
delle Lettere ecclesiastichey lìeWa \ett. I gentili romani non bruciava-
IV prova essere lodevole vestire i no cadavere de' bambini , che
il

fanciulli d'abito religioso. Il Macri, non avevano ancora messo i den-


alla parola Puer^ dice che questa ti. 11 Guasco nei Riti funebri di
voce nelle sagre carte spessissimo Roma pagana, a pag. i32 , par-
signifìca non già putto o figliuolo, landò del pianto con cui si deplo-
ma servo e ministro : Puer meus ravano i fanciulli defunti, e del di-
jacet in domo paralyticus, Malth. verso costume di alcune nazioni ,

8 ; ed in molti altri luoghi. Nel celebra il lutto col quale i ro-


medesimo significato si trova ap- mani sinceramente dimostravano il

presso i santi padri : ///e ve/o egres- loro dolore a' defunti , biasiman-
iGo FAN FAN
do la legge di Licurgo, che vol- ciò, nella legazione apostolica di
le (lare un limite al dolore, pre- Urbino e Pesaro. Gli antichi scris-
scrivendo undici giorni al lutto. Ma sero appartenere all'Umbria, alUi
considerando i romani essere il alla Marca Anconitana, o presso i

lutto un attestato pubblico della suoi confini ed essere una delle


,

stima e dell'amore de' vivi verso i città della Pentapoli dell' esarcato

. defunti , opinarono non essere ne di Ravenna ; anzi nel codice Teo-


giusto, né dicevole determinarne il dosiaiio, lib. II, tit. 9, 1. 5, è chia-
il tempo, togliendo agli animi la mata capo della Pentapoli di cui
libertà delle querele e del pianto; parlasi all'articolo Esarcato (f^edi) ;
perchè poi non erano stimati meri- asserendo il detto codice che nel-
tevoli di pianto coloro che in nul- l'anno 365 di nostra era Fano
la avessero giovato alla patria^ così appellavasi Urbs juris, caput Pen-
non piangevansi i fanciulli minori tapolis. Fano é posta in sulla si-

di tre anni, secondo il decretato dal nistra estrema pianura del Metau-
re Numa. Ciò era contro il costu- ro , le acque del quale ristrellc
me di alcuni i quali all'opposto parzialmente a qualche distanza in
non piangevano che i fanciulli ed un canale artefatto, formano in vi-
i giovani, a cagione ch'essendo mor- cinanza della porta Giulia una bel-
ti per tempo, non avevano potuto la caduta , servono a dar movi-
gioire né delle nozze, né delle ma- mento a' mulini, e mantengono il

gistrature, né degli onori civili. Di- piccolo porto a' nostri giorni quasi
poi Antonino ordinò che i figliuoli totalmente interrato laonde non ,

del padre non si piangessero più può ricevere che piccoli bastimen-
di cinque giorni ; altri dice che i ti; il porto vuoisi incominciato sino
figli ed padri si potevano pian-
i dai tempi di Augusto per iscalo di
gere dagli altri parenti un anno; Ravenna, e ad onta di tante spese
i minori di sei anni un mese; il non riuscì bene. 11 grosso volume
marito dieci mesi , ed il cognato dell'anzidetto fiume si getta verso
otto. Parlò ancora il Guasco dei il sud-est nel mare Adriatico a tre

fanciulli che sagrificavansi alla dea quinti di lega e si tragitta dap- ,

Mania madre dei Lari, ed in luo- presso la foce su lungo e solido


go di sì barbaro uso offrirono po- ponte di legno, per cui il vicino
scia le cime de' papaveri, f^. Fi- santuario, che perciò chiamasi la
glio e Vergine. Che molti fan- Madonna del Ponte , è molto dai
ciulli sono proposti ad imitazione divoti popoli frequentato. Abbiamo
degli altri , lo vediamo nelle bio- il Sentimento per ristabilire e ri-

grafie necrologiche di quelli rapiti durre la caduta^ o liscia del porlo


da morte immatura , e nelle rac- dì Fano, d* Ippolito Sivieri e Gio-
colte che di esse si fanno. In Pra- vanni Jacomelli, stampato in Fa-
to, 1834, fu pubblicata in due
nel no nel 1 746 per Gaetano Fanelli.
tomi r opera di Freville , che ha Scorre al nord-est il piccolo fiume
per titolo: Vile di fanciulli cele- Arzilla, ed anche esso ha foce nel-
Ifri, ovvero i modelli della giovine l'Adriatico. È cinta di mura tur-
eia. rite, ha vie agiate e dritte, i no-
FANO (Fanen). Città con resi- bili edifici danno un im-
alla città
denza vescovile nello stato poutifi- ponente aspetto, decorando la qua-
FAN FAN 161
drata piazza una vaga fontana, una sime del superiore loggiato che an-
elevata torre, e al dire di alcuni cora esisteva intero, lo donò per
le fondamenta della sontuosa ba- costruire altro edifizio, giacché l'ar-
silica, di cui fu architetto e diret- co fu assai danneggialo dalle arti-
tore il celebre Vitruvio, cioè la cu- glierie del duca di Urbino, duran-
ria pubblica, che vuoisi la più re- te l'assedio del i463, cioè alla
golare ch'egli abbia fatto, dando- congregazione di s. Michele che vi
cene il modello nel suo libro V, eresse lo spedale di s. Michele.
cap. I. Veramente non può asse- Tutto era l'arco di bel travertino
rirsi che in detta piazza esistano forse delFurio a tre fornici, ed il
le fondamenta della basilica vi- più maestoso prospetto è rivolto
truviana, non essendo vene vestigio, in verso Roma; e il quale arco
ne bastando a provarlo il mosai- porta metteva sulla strada interna
co del Nettuno ivi ritrovato, vo- che alla basilica conduceva, se pu-
lendosi foi'se attribuire ai bagni re all'antica tradizione qualche fe-
che in questo luogo si dicevano de può prestarsi, che esistesse nelle
avere esistito. Questo edifizioperi nel- vicinanze, ove di presente si trova
la barbara invasione del 53 9, quan- la chiesa di s. Agostino. Il prospet-
do la città fu presa da Vitige re to esterno ed interno alla città era
de'goti, ed alcuni si crede sìe-
vestigi tutto di travertino, come il dimo-
no non sotto il convento di s. Do- stra la parte superstite, e come si

menico, alla nobile casa Siraonet- vede sotto il portico dello spedale
ti ec. , ma sibbene nel chiostro e di s. Michele dalla parte interna,
convento un tempo degli agosti- sebbene pel rimanente si trovi ora
niani, ora seminario, la cui chiesa costrutto a mattoni, insieme colla
è sotto il titolo di s. Lucia ; giac- maggior parte del fornice di mez-
che in detto chiostro se ne vedono zo r intero disegno rilevato in
:

degli avanzi, in qualche parte pra- pietra nella prossima parte del tem-
ticabili. Il detto Nettuno eseguito pio di s. Michele, serve a dimostrar-
in mosaico, dissotterrato nel lySo cene l'antico stato. L'arco venne
in farsi le fondamenta per la pub- eretto da Augusto in un colle mu-
blica torre, fu poscia trasportato ra, di cui si scuoprono le orme,
nelle camere dei civico magistrato, con pietre bugnate mirabilmente
e murato nelle pareti. Si ammira commesse; ma elevatasi nei tre se-
lungo la consolare via Flaminia coli che decorsero fino a Costan-
procedente da Fossombrone, la ma- tino il Grande , l'area della città,
gni Hca Porta Augusta j che si disse fu ridotto in miglior forma e ri-

quindi Porta maggiore ^ sebbene le storato l'arco, ed interratane una


abitazioni dipoi estese piti oltre, ed parte, si elevò una nobile loggia
il più moderno ampliato recinto superiore di ordine corintio , per
I abbiano renduto necessario un'al-
tra porta di città, essendo la pre-
cura di
correttore della
Turcio Aproniano
Lucio
Flaminia e del
cedente rimasta qual arco trionfale. Piceno, che ne fece la dedicazione
Questo fu sciaguratamente guastato in onore di Costantino stesso , e
dalla ferocia de' goti invasori, e forse de' suoi figliuoli : la loggia si crede
per r impotenza della comune, che eretta verso l'anno 313 , allorché
nel 147^ co» caduti marmi, mas- Costantino passò per la città diri-

VOI.. XXIII. I i
i(5a FAN FAN
gendosi per Bisanzio. Due Ioni di lo da Carignano fu dal guercio Ma-
presidio sorgevano nell'esterna par- latesta chiamato sotto pretesti alla
te, e se ne vedono tuttora alcuni Cattolica, ed ivi ambedue trucidati
ruderi^ che le fanno credere lavoro e fatti poi gettare in mare a quel-
della prima epoca, cioè vitruvianc. la foce per rendersi il tiranno si-

Ma verso Tanno 1625, essendo gnore di Fano, come fece. Del fa-
abbandonata e cadente la parte del moso tempio della Fortuna eretto
magnifico arco che guarda la città, dagli etruschi avanti di Roma, e
venne ricostrutta ed assicurata con da cui ebbe origine la città di Fa-
la sostituzione della terrazza lavo- no, si cerca vanamente il sito, se
rata a mattoni per cura del car- non che solo si sa eh' era fuori
dinal Francesco Boncompagni ve- della cerchia delle mura erette da
scovo di Fano , e protettore della Augusto. Non sembra perciò vero
compagnia di s. Michele.Abbiamo che la città ricevesse da' romani il
una dissertazione anonima intitola- nome di Fanum Fortimae, a ca-
ta : Dissertazione critico lapidaria gione di un tempio da essi costrut-

sopra V antico arco di Fano innal- to o consagrato alia Fortuna , ed


zato daW imperatore Cesare Jii- innalzato in memoria della cele-
giisto^ Fano 1772 pel Leonardi. bre battaglia datavi dai consoli Li-
A' nostri giorni, siccome il monu- vio Salinatore, e Claudio Nerone,
mento minacciava , il cardinal ca- nell'anno 207 avanti Gesù Cristo,
merlengo di santa Chiesa, per con- in cui fu sconfitto Asdrubale fra-
servare un avanzo sì cospicuo e tello di Annibale, nella seconda
rinomato della grandezza romana, guerra punica. Tuttavolta non si

ed un' opera de' tempi aurei e for- deve tacere che Claudiano, Polibio,
tunati di Augusto e di Vitruvio, e Cluverio danno qualche cenno
ne commise nel iS^S la restaura- storico del culto dato alla Fortu-
zione air ingegnere Pompeo Man- na dai primi abitatori di queste
cini,che non avendo avuto effetto, spiagge. Ha pur Fano solidissime
egli soltanto pubblicò in Pesaro costruzioni, che servono all'uso stes-
nel 1826 V Illustrazione dell'arco so, cui vennero in remota epoca
di augusto in Fano, con una let- destinate, di condurre al mare le
tera archeologica del signorBar- acque piovane. Parecchi sono i sa-
tolomeo Borghesi al signor mar- gri templi che adornano Fano, co-
chese Antaldo Antaldiy con tavole me molte furono le case religiose
incise risguardanti l'arco. d'ambo i sessi che in essa fioriro-
Dappresso una delle nominate no avanti le note politiche vicende.
torri si è creduto, pochi anni in- S*. Daniello delle monache agosti-
dietro, di ravvisare entro all'ospe- niane a' 7 maggio in ogni anno
:

dale di s. Michele la casa, ora di si espongono solennemente tre spi-

propnetà di quello stabilimento, di ne della corona di Gesù Cristo, e


quel Guido della Berarda illustre vi è un quadro del Mancini. S.
fanese, che denominossi dal Casse- Maria del Ponte con miracolosa
ro per aver abitato in quella torre immagine fattavi dipingere sul mu-
fabbricata in sua difesa, che poi ro nel i3oo dal b. Cecco di Pe-
divenne fortezza della città , il saro, ed assai frequentata anche
quale con Angioletto o Angiolel- dai popoli lontani: Carlo Malate-
FAN FAN i65
sia. nel 1899 processionalmente vj to ristorato nel i34^ dai Malate-
si portò a piedi da Rimini con sta: ilpozzo dicesi fatto da s. Ni-
centoquaranta graduati, e dieci mi- cola, ed avvi un quadro del Guerci-
la persone divote, tutti vestiti di no, rappresentante l'Angelo custo-
bianco. S. Tommaso:
cura ove de. Il convento poi di Brettino si

fu battezzato Ippolito Aldobrandini conservò sino al pontificato d' In-


poi Papa Clemente Vili, di cui si nocenzo X, il quale lo soppresse
parlerà, e presso la quale per te- in un a tutti i piccoli conventi,
stimonianza del Negosanti nella sua passando i religiosi ad unirsi in
Faneide stampata in Venezia nel città con quelli di s. Lucia. La
1640, era vi un carro scolpito in chiesa di Brettino fu eretta in be-
pietra colla iscrizione : nisi domi- nefizio semplice, il cui titolare di-
NUS CUSTODIERIT CIVITATEM, FRUSTRA cesi vicario, ed ivi esiste un qua-
VIGILAT QUI CUSTODIT EAM. REPARA- dro di Simone Cantarini. Quel-
TA CIVITAS 145» 7 FELICITER POSUIT, lo de' camaldolesi dell'eremo di
in memoria della prodigiosa libe- Monte Giove, distante due mi-
razione della città dalla sorpresa glia , e uno de' più cospicui del-
del conte Federico I duca di Ur- la congregazione di Monte Corona
bino. Il duomo, antica fabbrica pel suo sito che domina 1* Adria-
intitolata beata Vergine as-
alla tico, per la sua ampiezza e como-
sunta in che ha annesso il
cielo, dità : la chiesa ebbe principio nel
palazzo del vescovo. Vi è un qua- 1608. Quello de' canonici regolari
dro del Caracci, e uno del Vandick, e del ss. Salvatore, succeduti nel
l'insigne cappella Nolfi con quat- 1482 nell'abbazia cassinese di s.

tordici affreschi del Domenichino, Martino fuori delle mura, che fi-
la qual meritòche nel 1625 in no dal i35o si concedeva in com-
Homa ne pubblicassero le lodi
se menda anche ai chierici secolari,
con raccolta di componimenti poe- e Paolo II ne investì il cardinal
tici, tra' quali quelli del Marini, Bessarione. In città i canonici re-
del Preti, del Chigi poi Alessan- golari passarono nel i55i nel mo-
dro VII, e del Rospigliosi poi Cle- nistero e tempio di s. Paterniano,
mente IX. Questi affreschi illustrati appositamente edificati, di magnifi-
dal cav. Celestino Masetti , meri- ca architettura del Sansovino, il
tano di essere salvati dal loro de- quale vi fece un campanile che
terioramento. I conventi poi e le vuoisi uno de' più belli dello stato
chiese dei religiosi e delle monache pontificio;si distingue ancora col-

sono i seguenti. l'ornamento della porta della chie-


Il convento degli agostiniani , sa di Bramante o Buonarroti ol- :

capo della congregazione dell'ere- tre al corpo di detto santo, ivi

mo di Brettino, celebre per pietà; sono pitture del Tiarini, del Bo-
e l'altro di s. Stefano in padule noni, del veronese Claudio Ridol-
o palude 3 ambedue fuori della fi, del Guercino, e del Sordo. La

città. Il primo fiorì fino dal quar- chiesa de' cappuccini , i quali nel
to secolo, il secondo fino al duo- i537 eransi stabiliti a Magliano,
decimo: quindi i religiosi di s. Ste- quindi poco dopo a s. Cristina sul
fano passarono nella chiesa di s. monte Giove, a Forcolo nel i567,
Lucia in città nel 1 26^, nel conveu- ed in città nel iSgG. Nel 12 16
iti FAN FAN
la città donò alcune casette a s. di s. Ignazio. Il convento genera-
Domenico Fondatore dell'ordine dei lizio de* conventuali vi fu fondato.
predicatori, che due volte era pas- nel 1 255 per limosine e pie obla-
sato per Fano, indi nel 240 ven- 1 zioni del popolo fanese, leggendovi
ne fondato il convento di tali re- allora teologia Bonaventura nella
s.

ligiosi; nel i334 » Malatesla re- cappella della Concezione; e


ss.

staurarono la chiesa, dedicata a tal Sisto V allorché era frate conven-


santo, che nel 1702 fu rimoderna- tuale vi predicò nella quaresima.
ta, e fra i suoi quadri uno è di Pal- La chiesa fu consagrata nel i336
ina il giovane : in questa stessa chiesa da Giacomo vescovo di Fano con
è da notarsi il monumento di Gia- sette vescovi assistenti , tutti di
como del Cassero cittadino di Fano quell'ordine francescano : nel 1 439
summentovato, e celebrato pure dal fu restaurala dai Malatesta, che
Dante nel V del Purgatorio. La v' hanno due belli depositi, deco-
chiesa di s. Pietro de'filippini è un randola i quadri di Ciroferri, e
gioiello pegli stucchi, dorature, mar- del Domenichino. Tuttociò è rife-

mi ,
pitture di Guido , di Simon ribile alla chiesa vecchia, giacche
Cantarini, del Sordo ec. : essi vi fu- la fabbrica della nuova restò so-
rono introdotti dal fanese p. Giro- spesa nella soppressione degli ordi-
lamo Gabrielli, insigne per pietà e ni regolari nelle note politiche vi-
dottrina, nel iSgS; e nel 1720 cende de' nostri tempi. Quindi è
Domenico Federici gli lasciò la li- che nulla più esiste del Domeni-
breria, ch'eragli costata più di die- chino, e i monumenti Malatestiani
cimila doppie. Nel 1781 fu stam- illustrati non ha guari dal can.
pato in Fano.il Catalogo delle pit- Masetli si trovano sotto il portico
ture^ che si conservano nella chiesa della chiesa in oggi mal ridotto.
dei pp. della congregazione del- Ora però stanno per compieisi i

l' Oratorio dì Fano^ sotto il titolo voti della città, poiché per lo zelo
di s. Pietro in Falle, colla notizia de' religiosi conventuali si riprende
degli autori delle medesime. Anti- a compire questa grandiosa fab-
camente la cattedrale fu quella del- brica; e per questa guisa saranno
l'ospizio degli eremiti del b. Pietro ridotti al primo splendore i men-
da Pisa, esistenti a s. Biagio di zionati monumenti. I minori osser-
Marano dove fu conceduta la chie- vanti nel 1455 furono collocati al-
sa nel i4^7 ^^^ Malatesta allo stes- la Madonna del Ponte; nel 1464
so beato. Nel 1640 i gesuiti vi fu- a s. Lazzaro, e quindi nel i5i9
rono chiamati per decreto del ma- in città, nella chiesa di s. Salvato-
gistrato, dovendosi principalmente re, nuovo
che fu rifabbricata di
la fondazione del collegio a Pietro nel i55i sotto il titolo di s. Ma-
Petrucci nobile fanese, il quale eb- ria Nuova, consegrata dal vescovo
be a promotore di quest'opera san Negosanti, che gli donò più sagri
Carlo Borromeo, per le premure da vasi, rari codici , e diversi suoi
lui fatte con lettere ed in persona al scritti, con vari distici fatti alle
civico magistrato; 1673 nell'anno gesta di s. Francesco dipinte nei
si fece il collegio di s. Maria Nuo- corridori del convento vi furono :

va, e nel i685 il cardinal Spada quadri del Perugino, e di Rafl&el-


pose la prima pietra nella chiesa lo. I distici e le pitture non esi-
FAN FAN i65
stono più però ancor di
: sonovi brica di s. Michele presso l'arco
presente gli antichi quadri del Pe- d'Augusto. Ampio è il teatro della
rugino, e quello che dicesi di Raf- Fontana, eretto nel 1671 dal To-
faello, ed una tavola di Giovanni relli, celebre per simmetria, per
Sanzio recentemente scoperta. La architettura, per comodità, e per
chiesa dei paolotli nel 1602 fu lo- pregiatissimi scenari . Il collegio
ro ceduta dalia compagnia dello Nolfi fondato da mano benefica
Spirito Santo; ma essendo cadente d'un privato cittadino nel 1627,
nel 1680 venne rifabbricata, ed eretto nel 1673, aperto nel 1680,
abbellita per lo zelo di Nicolò Gri- e ridotto da Benedetto XIII, da
maldi patrizio genovese, allora go- Benedetto XIV, romani Pontefici,
vernatore di Fano, poi cardinale. e dall'imperatore Carlo VI a pub-
1 succennati dipinti tutti esistono blica università per lo zelo del ve-
tranne due o tre ; cosi dicasi di scovo Beni; ebbe già rinomanza per
alcune corporazioni religiose, come le sue cattedre, e rivaleggiò colle
dei domenicani e degli agostiniani università, godendo il privilegio di
che non vi hanno più stanza, co- conferire la laurea dottorale in o-
me pure resta soppresso fra i mo- gni facoltà, valevole non solo ne-
nasteri delle monache quello sol- gli stati pontificii, ma per ispeciale
tanto del Corpus Domìni. concessione di detto imperatore,
Sono molti monasteri di mo- i eziandio per tutta la Germania ;

nache, e va nominato principalmen- ma negli ordinamenti go-


ultimi
te quello delie teresiane, illustre vernativi, invece di pubblico restò
per la rigida regola che vi si os- di privato insegnamento. In questo
serva, e per esservi morta con fa- collegio per cinque anni gratui-
ma di virtù straordinaria la ma- tamente si alimentavano ed istrui-
dre di Pio VII, della quale par- vano in tutte le scienze dodici gio-
lammo al voi. XI, pag. 167 del vani nobili, o di civile condizione
Dizionario. Tra i civici edifìzi so^ del paese. Il collegio Nolfi fu chiu-
no a rimarcarsi il palazzo comu- so per viste economiche fino dal-
nale, quello governativo, il magnì- l'anno i832, e furono perciò sop-
fico di santa Croce con grandiosa presse alcune cattedre del suo li-
scala di marmo, quello de' Ferri ceo, ed in conseguenza con de-
nella piazza di s. Antonio, ed al- trimento della pubblica istruzio-
tri, come il gran convento di s. ne. Ora essendo ritornalo fiorente
Francesco edificato sotto il pontifi- il suo stato economico, si attende
cato di Clemente XIV, forse il più che la benignità del governo ne
bello che si abbia l'ordine france- permetta il bramato riaprimento.
scano, non che
il palazzo Marcoli- Innanzi ai noti sconvolgimenti po-
ni, e quello detto anticamente del- htici degli ultimi anni del secolo
la Ragione , fabbrica del secolo passato, il suo seminario e con-
XIII, ove ora è il teatro. La for- vitto erano assai fiorenti, ed il pio
tezza, che un giorno fu celebre, vescovo Antonio Gabriele Severoli,
non è affattomunita. Due ospeda- dipoi cardinale, ne trasse esimi ed
li vi si conservano assai bene am- esemplari soggetti, in premio delle
ministrati : l'uno pegl' infermi, l'al- analoghe sollecitudini. Le passeg-
tro pegli esposti, cioè la giau fab- giate campestri sono molto delizio*
,66 FAN FAN
ke, e quella specialmente lungo il suoi manoscritti perduti; Antonio
suddetto canale metaurense fuori di Negosanti gran giureconsulto; Giu-
porta maggiore molto salubre e
: lio di Monte vecchio, prode capita-

il clima di Fano. no generale ; Alfonso Bertozzi, fisi-


Copiosissimo è il novero de'san- co erudito ; Giacomo Torelli, pub-
ti e beati fanesi, ed altri morti in blico professore di greco; Seba-
odore di santità; molti fiorirono stiano Amiani agostiniano, teologo
per dignità ecclesiastiche, fra' quali al concilio di Trento ; Girolamo
Vincenzo Negosanti vescovo d'Ar- Gabuccini, fisico erudito ; Carlo
be, che consagrò in Venezia s. Gualteruzzi, scrittore italiano ; Ce-
Ignazio Lojoia, s. Francesco Save- sare Simonetti, poeta lirico ; Bruto
rio, ed altri fondatori delia com- Guarini, involato alla porpora, co-
pagnia di Gesù. Ebbe parecchi me si espresse Clemente Vili nel-
prelati addetti al servigio della san- r udire la sua morte ; Francesco
ta Sede, e i cardinali Gabriello Dionigi, scrittore italiano purgatis-
Gabrielli Girolamo Rusticucci ,
, simo ; Bartolomeo Dionigi da Fa-
Marc' Antonio Marcolini, e Luigi no, polistorico; Adriano Negosanti,
Pandolfi. Al presente è vicino a legista erudito Giuseppe Speranza
;

tal dignità monsignor Lorenzo Si- dotto Carlo Giangolini


filippino;
monetti assessore del s. offizio, la cosmografo; Vincenzo Nolfi stori-
cui famiglia è patrizia di Fano. co e poeta ; Gio. Maria Lanci ge-
Due della famiglia Marti nozzi di- nerale dei canonici del ss. Salva-
Tennero principessa di Conty , e tore, oratore, filosofo, matematico,
duchessa di Modena, e Filippo Si- teologo. Lo statuto di Fano esenta
nionetti fu signore di Jesi. Ebbe da personali gravezze, con altri
Cospicui capitani, magistrati, ed al- privilegi, ogni studiosa persona, per
cuni segretari di stato dei Mala- cui sempre ivi fiorirono scienziati;
testa, famigliari de' Pontefici e di e quivi nel 1 1 io un sant'Ubaldo
altri sovrani; un gran numero di poi vescovo di Gubbio, un Federico
letterati, e di autori di opere stam- Commandini vescovo di Urbino
pate, e di decorati con ordini ca- nel i525, in loro gioventù si scel-
vallereschi. Meritano special men- sero in questa città il domici-
zione Lelio padre e
e Francesco, lio per r acquisto delle più sode
figlio Torelli, per le Pandette fio- erudizioni ; un' accademia filarmo-
rentine vendicate; Martino del Cas- nica, composta per lo più di nobi-
sero padre di Palmieri, ambedue fu aperta nel 1742;
li, dell'antica ac-
glossatori di leggi ; Martin da Fa- cademia di Fano ne tratta il Ga-
no, autore di opere di giurispru- ruffi Malatesta nella sua Italia ac-
denza ; Antonio Constanzi, uno de' cademica. Delle nobili famiglie di
restauratori della buona latinità, Fano trattarono diversi autori, co-
poeta laureato da Federico III im- me il Gamurrini della famiglia
peratore nel suo passaggio per Fa- Castracani, Ist. genealog. nel toni.
no, fu detto padre della patria; II, e della famiglia Negosanti nel
Ottavio Cleofilo poeta eroico; Gia- tom. Ili ; e nella Geneal, hislorìq.
como Costanzi figlio del preceden- si parla de' scigneurs de Rimiiii,
te, pubblico professore di greco e de Cesene, de Pesaro, et de Fano
lutino, morì per a£Qlizione di molti de la maison de Malatesta.
FAN FAN lé;
In quanto al governo civile, e municipale, i di cui primi ordina^
dominazione di Fano, dessa fu menti da alcuni si attribuiscono al
prima dominata dagli etruschi, po- gran Bartolo e al i35o, col jus
scia, e verso l'anno 200 di Roma giada sino dal 1 3 19 : veramente
dai galli senoni, indi nell'anno 4? ' non si hanno sicure notizie e ri-
di detta era dai romani ; da' qua» scontri che il Bartolo fosse il com-
li nell'anno ^ii dopo la nascita ; si ha piuttosto
pilatore degli statuti
di Gesù Cristo passò sotto il po- per certo, che primo compilato-
il

tere dei goti; nel 568 in quello de' re e raccoglitore di essi fosse Pao-
longobardi; nel 780 in quello de- lo Palioli giureconsulto e cittadino
gli esarchi di Ravenna; nel ySS fanese. Fra i cospicui soggetti che
a Pipino, che la die alla santa fiorirono tra podestà, nominere-
i

Sede protettrice dell'esarcato; nel mo Lorenzo Tiepolo che nell'eser-


i2og ad Azzone d'Este; nel 1289 cizio della carica, e nel 1266 fu
a Manfredi figlio naturale dell'im- creato doge di Venezia. Ne'pubbli-
peratore Federico II ed usurpa- ci congressi, tal consiglio emanava
tore del trono di Sicilia; nel 1842 le sue risoluzioni, senza l'interven-
ai Malatesta, che la signoreggiaro- to del prelato governatore. Nel
no sino i463, epoca in cui ne
al 1463 era composto di cento nobi-
furono espulsi dal Pontefice Pio II, li, che nel 1712 si restrinsero aso-

rendendosi Fano alla Chiesa con li cinquantaquattro, tre de'quali ogni


patti onorevoli di guerra. Ne fu- bimestre presiedevano con eguale
rono per la santa Sede governato- autorità nel grado di gonfaloniere,
ri, nel i5i9 Giulio de'Medici, poi e priori.
Clemente VII; nel i539 Gio. An- Il territorio del contado di Fa-
gelo de'Medici poscia Pio IV ; nel no si estendeva in quarantotto tra
i553 Gio. Battista Castagna, che terre e castella, tia le quali Mon-
nel 1^90 divenne Urbano VII; tefano, ricca terra già patria di
nel i56i Nicolò Sfondrati, poi Marcello II e dal medesimo bene-
Gregorio XIV; nell'anno 1592 ficata, colonia di Fano sino dal
Matteo Barberini , poscia Urbano 1322. Surse questa dalle dissenzio-
VIII; e nell'anno 1 721 Carlo Rez- ni tra i cittadini di Fano, i quali
zonico, indi Clemente XIII, essen- emigrati stabihrono il paese in po-
do ìnnumerabili i prelati governa- ca distanza ove esisteva la distrutta
tori che divennero cardinali. Du- città di Peragra o Veragia atter-
rante il regno italico, Fano non rata da'goti : vi è la collegiata di
ebbe che un giudice di pace sog- s. Donato, Il vicariato di Monda-
getto al circondario di Pesaro, dal vio sino dal i25o fu soggetto a
quale dipendeva anche nell'ammi- Fano, giusta le bolle di Eugenio
nistrativo; ma
dopo la felice re- IV, di Sisto IV, e di Leone X,
staurazione dominio pontifi-
del finche nel i527 passò sotto il do-
cale, vi fu stabilito un governa- minio di Urbino, ed ora trovasi
tore laico. Prima la città veniva dipendente da Sinigaglia. Al pre-
regolata dal suo pubblico consiglio sente Fano ha nel suo distretto il
col jus tanto del fìsco, che di e- governo di Mondolfo, ed il pro-
leggersi il podestà, perchè giudi- prio abbraccia le comuni di Carto-
casse le cause secondo lo statuto ccio (che si dice fabbricata dai ro-
i68 FAN FAN
mani dopo la disfatta di Asdtuba- essi veniva <:hiamato il Presìdato
le, ed ha la 8ua collegiata), coH'ap- di s. Lorenzo in Campo col coti-
podiato Ripalta; di Saltala, col- Cado di FanOy in cui erano com-
l'appodiato Bargni; di Serrongari- prese le città di Fano, Jesi, Sini-
na, coU'appodiato Pezzuole. Mon- gaglia, Pesaro, Fossombrone, Urbi-
dolfo,Mondidphumy grosso borgo no, Cagli, con altri luoghi.
murato, posto alla sinistra del Ce- Fano venne appellata con diver-
sano su vaga collina, e da Gio- se denominazioni, Plinio e Stra-
vanni della Rovere signore di Si- bene la chiamano Fanuni Fortu-
nigaglia munito di valida cittadel- nae , Vitruvio ed altri Colonia
la, che tuttora si scorge nelsom- Julia Fanestris y e Pomponio Me-
mo della collina, sebbene non più la la disse Colonia Fanestris. Ri-
a servir di propugnacolo destinata. petendo questa città origine etru-
Il Guicciardini lo chiama castello sca, soggiacque poscia alla domina-
più forte e migliore del vicaria- zione dei galli senoni. M. Curione
to, che cosi venne detta la regio- coU'esercito romano avendo disfalli
ne fra il Cesano ed il Metauro, que'formidabili nemici della repub-
prossima al ducato di Urbino, e blica romana, presentò la decima
quindi da quello dipendente. In- delle spoglie al tempio della Fortu-
signe è la sua collegiata, e vi so- na. Metauro fanese
Ne' piani del
no pure i conventi degli agostinia- venne Asdrubale con cin-
sconfìtto
ni, de' francescani, non che mona- quanlasei mila cartaginesi. A Giu-
stero di suore. Regnando France- lie Cesare ditlalore da alcuni si
sco Maria della Rovere, il quale attribuisce la deduzione della colo-
vi pose in guardia duecento solda- nia in Fano, aggregata alla tribù
ti spagnuoli, il suo competitore Lo- Follia ; ciò è manifesto errore, e
renzo de'Medici ne commise l'as- solo al suo nipote Cesare Auguste
salto ai guasconi, il quale egli stes- deve ripetersi il privilegio accorda-
so dirigendo, venne pericolosamen- to alla città di chiamarsi Colo-
te ferito nel capo da una palla di nia Julia ,tem-
e fu quello il

archibugioj ma i suoi capitani per po del suo risorgimento, giac-


un cunicolo vi entrarono, e costrin- ché sotto galli senoni avea per-
i

sero la piazza alla dedizione. Anti- dute il suo antico splendore; indi
camente Mondolfo fu denominato Augusto la circondò di mura. Nel-
Monte Offw, e nel iSSy il car- l'anno 272 della nostra era, l'im-
dinal legato Albornoz ordinò che peratore Aureliano tra il Metauro
si distruggesse, e quindi si chia- e Fano trionfò de' terribili mar-
masse Villae Justiliae, ma ciò non comanni, e de' giutunghi. Nell'an-
ebbe lutto l'effetto. Evvi la colle- no 3oo dice l'Amiani che già era
giata de* Faustino e Giovita.
ss. città ; indi i figli di Costantino ne
Comprendesi nel suo governo la restaurarono le mura. Telila rovinò
comune di s. Costanzo, che ha la questa città, dopo che Narsete vi
collegiata dedicala a tal santo; co- avea battuto Teja re de' goti ; ma
gli appodiati Cerasa, e Stacciola. poscia venne rifabbricata da Beli-
Non devesi poi tacere, che antica- sario, riparandola così anco dalla
mente dividendosi la provincia del- distruzione che vi operò Alarico. Il
laMarca in tre presidati, uno di pontificale di Ravenna nella vita di
FAN FAN !%
è. Agnello ci (a «apeie, che nell'anno gorio IX, nel i^Sa, Fano mandò
565 Fano fu distrutta da un incen- deputali a Jesi per stringere allean-
dio, e che vi perì una gran niolli- za con diversi popoli, contro le

tudine di persone. Nel sesto secolo vessazioni di Federico II, il cui


se ne impadronirono i longobardi, figlio Manfredi re di Sicilia, per
e da essi passò sotto il dominio alcun tempo ne occupò la signo-
degli esarchi di Ravenna, ed in ria. Nel 1259 Manfredo confermò
questo tempo vi fu il tribunale su- a' fanesi l'antica facoltà che ave-
periore della Pentapoli marhtiina ^
vano di poter guerreggiare per
la cui giurisdizione si estendeva da trenta miglia di territorio. Colle
Ancona a Kimini. Sotto il pontifi- funeste fazioni de' guelfi e ghibel-
cato di s. Zaccaria 1* esarcato di lini, nel secolo XllI alla concordia
Ravenna si pose sotto la sua pro- successe in Fano per ben due se-
tezione, vedendosi trascurato dai coli cittadine discordie , le quali
gieci, ed esposto alle irruzioni dei aumentaronsi dopo che nel 1 3o5
longobardi, che facevano di tutto Clemente V stabilì la residenza
per estendere il loro dominio in pontificia in Avignone: e talmente
Jtalia,non rispettando neppure le la città fu allora lacerata dalle
terre della Chiesa romana Ed è . guerre domestiche, che la parte
perciò, che non potendo ottenere migliore emigrò, ed in una collina
il Papa Stefano III, che Astolfo del Musone si raccolse, formando
re de' longobardi cessasse di fare quasi una colonia in Monte Fano.
stragi nella provincia romana , ri- Altra colonia avevano i fanesi pre-
corse a Pipino re di Francia , il cedentemente fondato in Tiberia-
quale portatosi in Italia nel ^55 de, a mezzo di Ugo del Cassero
con poderoso esercito, costrinse A- che ne divenne conte, il quale eb-
stolfo a restituire le usurpate ter- be la gloria di essere uno de'con-
re, ed ampliò il principato della quistatori della Palestina nella pri-
Chiesa, dandogli l'esarcato, com- ma crociata. Sotto Clemente VI
preso Fano, ed suo Papa avignonese, i Malatesta inco-
P la

territorio,
città di
come narra 1'
il

Anastasio minciarono a dominar Fano e il


in Vit, Steph. ITI. suo contado, e 1' ebbero dalla san-
Attempi di Lodovico I, il Pio, ta Sede in feudo e in vicariato.
nell'Biy, Fano veniva detta Urbs Nel 1443 Alfonso re di Napoli
JiiriSycome capo annonario della con trenta e più mila uomini si
Pentapoli, Rimini, Pesaro, Fano, accampò sotto le sue mura , ma i

Sinigaglia, ed Ancona. Nei secoli veneti furono pronti di validi soc-


mezzo soggiacque la città alle corsi. Sotto Nicolò V respirò Fano
vicende delle (azioni. Più volte fu la pace, essendo terminati gli scismi
Idi difesa e protetta dalla repubblica che afflissero lungamente la Chiesa,
di Venezia contro molli nemici, e diminuito l'accanimento delle fa-
dopo averla alquanto signoreggiata zioni. Nicolò V a' 29 agosto \^5o
Azzone di Este. Nel i4o il doge i confermò a Sigismondo Pandolfo
veneto Pietro Polani , con molte Malatesta il vicariato di Rimini, di
galere si recò in aiuto de' fanesi Cesena, e di Fano ec, con deter-
contro i pesaresi che
avevano I' minato annuo censo , condonando-
assediata. Nel pontificalo di Gre- gli quello sino allora non pagato.
, ,

lyo FAN FAN


Ma essendo Sigismondo ingrato ne possesso di Ferrara, passò per
olla santa Sede, Pio II ne volle Fano, volle riconoscere la casa ove
abbattere l'orgoglio, col ricuperare era nato a s. Francesco poi pro- ,

ad essa Fano, e il suo territorio, prietà del conte Montevecchio. 11

che il Papa fece assediare dal suo magnanimo Paolo V, tra le tante
esercito, e lo riebbe con capitola- imprese che resero celebre il ^uo
zione nella quale tra gli altri pri- pontificato, nel 161 2 aprì, purgò,
vilegi, gli concesse di continuare e fortificò il porto di Fano, don-
ad essere libera , a segno che fuvvi de provennero vantaggi all' anno-
un tempo che battè persino mo- na del Piceno, dell' Umbria, 6
neta, e nei patti Pio II la chia- della Romagna. Gli altri principali
mò Urbs magna, ac potens. Dal
: avvenimenti di Fano , sono che
i463 in poi i romani Pontefici mentre il governatore pontificio la
per un governatore hanno gover- amministrava , riuscirono vani gli
nato Fano, meno il bi-eve domi- attacchi del duca d' Urbino Fran-
nio dello Sforza, e quello di Cesa- cesco Maria della Rovere nel i5i7
re Borgia duca del Valentinois, che per occuparla. Nellecivili guerre
sotto Alessandro VI ne impa-
se con successo i fanesi attaccarono
dronì. I di lui sobborghi andarono que'di Fossombrone, e ne rimase-
pressoché distrutti dai turchi nel ro signori per poco tempo; come
1487, allorché Beccolino da Osi- anche di Monte Barroccio, e No-
mo, essendosi impadronito del su- villara, ambedue appartenenti a
premo potere della sua patria Pesaro: Monte Baroccio é ragguarde-
chiamò nefandamente in suo soc- vole terra il cui consiglio munici-
corso gli ottomani. Da Giulio II la pale chiamavasi senato; Novillara
città venne chiamata repubblica a vanta antichissima origine. Soffri
cagione del privilegiato suo reggi- pure soventi ed enormi danni dal-
mento, e le monete di argento la pirateria dei barbareschi, e nel
le coniò sino al 1592, epoca in cui 1799 un improvviso sbarco d'indi-
fu assunto al pontificato il concit- sciplinati turchi fu fatale alle loro
tadino Clemente Vili. ricchezze , ed anche alle peisone.
Silvestro Aldobrandini insigne giu- Pochi anni prima Fano era stata
reconsulto, dopo essersi ne' tempi dai terremoti lungamente agitata
della ribellione di Firenze ritirato ma senza notabili danni. Cosi an-
a Venezia, dove riformò gli ordi- cora dopo che scoppiò la rivoluzio-
ni e statuti , fu uditore del car- ne francese, e che le sue armate
dinale legato di Ravenna, che lo invasero l'Italia, occupando lo sta-
fece luogotenente e governatore di to pontificio, nel 1797 a mezzo
Fano. Ivi egli si trattenne lungamen- di molti emissari venne alzalo l'al-
te, ed allora vi ebbe quattro figli ma- bero della libertà in molte città,
schi, ed una femmina e tutli fu- , e con questo esempio fece altret-
rono persone di grande stima e , tanto Fano per opera di alcuni
l'ultimo, Ippolito, nato a* 24 febbra- amanti delle novità , laonde i ne-
io dell'anno j535, o come altri mici senza sparare un fucile fecero
vogliono nel i536, divenne il gran r ingresso in Fano. Quindi i fanesi
Pontefice Clemente Vili. Allorché spedirono deputati a Milano per
egli nel i^^^y per pieudci*e solen- essere dal direttorio incorporati ai
FAN FAN 171
dipartimento deirEmilia ciò che , un compendìo dell' origine, ed isto-
subito ottennero, benché il trattato rie di questacittà, Venezia 1640

di armonia de* francesi col Papa era con Giuseppe Colucci, Del"
figure.
stato conchiuso. Eletto nel 1800 Vantichità di Fano della Fortuna,
nel conclave di Venezia Pio VII, exst, nel tmn. IX àéXAnt. Pie.
nel portarsi in Roma in compa- La fede fu predicata in Fano
gnia de' cardinali Braschi e Doria, da s. Apollinare discepolo di s,

a' 19 giugno giunse in Fano ri- Pietro, ed arcivescovo di Raven-


cevuto con ogni maniera ossequio- na, ed il primo vescovo fu s. Pa-»
sa, e di religiosa esultanza, ed allog- lerniano, nato in Fano da un con-
giato dal vescovo Severoli decorosa- sole di Roma e morto nell' anno
,

mente. Visitò tutti i monisleri, offrì 348, il quale è pux'e il primo pro-
il divin sagrifìzio in quello delle te- Occupò la sede
tettore della città.
resiane, e con la celebrazione del- per quarantadue anni , e terminò
l'esequie suffragò l'anima di sua di vivere ai i3 di novembre, gior-
madre eh' era morta esemplarissi- no in cui si celebra la sua festa.
ma religiosa in quell' istituto. Il La sede vescovile tempo fuun
Papa benedi solennemente il tripu- soggetta alla metropolitana di Ur-
diante popolo dal palazzo del ve- bino, come riporta Commanville,
scovo, e nella piazza maggiore do- ma poscia divenne immediatamen-
"v' era preparata magnifica loggia; te soggetta al romano Pontefice,
tra le illuminazioni, si distinse quel- come lo è al presente. A testimo"
la del monastero benedettino di s. nianza del b, Gio. Nonantulano,
Arcangelo. Di poi nel i8i5 Fano scrittore del secolo XIII, egli afferma,
tornò al soave e paterno dominio che per alcun tempo , e sino dal-
della santa Sede. l'anno 3oo, Fano (u metropolitana
Di Fano scrissero i seguenti autori; della Pentapoli dell' esarcato. Fra
Pietro Maria Amiani^ Memorie isto^ i successori di san Paterniano vi
diFano^ per G. JjCo-
fiche della città furono alcuni altri santi , e diversi
nardi, stampata in Fano nel 1751 ; insigni prelati. S. Eusebio, che fu
questa opera divisa in due tomi al concilio di Roma nel 5o4, sot-
dà molti lumi sulla storia delle to il pontificato di Simmaco; la
\icine città, e soprattutto delle fa- sua festa si 18 aprile.
celebra ai
miglie che dominarono Fano. Octa- S, Fortunato, quinto vescovo, il
\ius Cleophilius, Ristoria ^seu de hel- quale col consiglio di Papa s. Gre-
lo Fanensiy Romae i5i6: quest'i^ gorio I, vendè i vasi sagri per ri-
storico trovossi presente alla batta- scattare i cristiani caduti nelle ma-
glia che le milizie di Pio II dierono ni degl' infedeli. S. Orso successore
a quelle di Sigismondo Malatesta. di s. Fortunato, di cui si venera-
Joannes Blavius, Theatrum orbis no le reliquie nella cattedrale di
terrarum. Jodocus Hondius, Nova Fano, e la memoria si celebra a'
et accurata Jtalicae hodiernae descri- i5 maggio, Rinaldo, decimosesto
plio, Jacomo Lauro, Storia e pian- vescovo, trasportò il corpo di s.

ta di FanOj RomaGrignanipel Fortunato nel 1012. Cosimo Ghe-


1634. Pietro Nigosanti, Della Fa- ri di Pistoja, eletto a' 14 giugno
neidcy ovvero guerra della città di i53o da Clemente VII, non aven-
Fano scritta in ottava rimai con do r età prescritta dai canoni, rao-
i7a FAN FAPI
ri nel i537 <|' anni venllquatlro: li. Al piesenle ha due dignità, la
ilsuo zio caiclinale Ercole Gon/.a- prima è il prevosto, la seconda
gH n' era stalo fallo vescovo nel l'arcidiacono. Vi sono altri dodici
i528 dallo Clemente VII.
slesso canonici, comprese le prebende del
Pietro Bertano domenicano, fatto penitenziere e del teologo, sei be-
vescovo da Paolo III nel i537, neficati ,
quattro mansionari! , ed
in qualità di legato intervenne al altri preti e chierici addetti al
concilio di Trento, e nel i55i servigio divino. La cin'a d' anime
Giulio HI lo creò cardinale. Nel nella cattedrale è amministrata dal
1622 Gregorio XV fece vescovo prevosto , aiutato da un sacerdote :

e cardinale Francesco Boncompa- ivi si venerano parecchie insigni


gno. Il cardinal Giulio Sacchetti reliquie, e i corpi di tre santi suoi
nel 1626 venne innalzato a que- vescovi, Eusebio, Fortunato ed Or-
sta sede da Urbano Vili, fu lega- so. Oltre la cattedrale nella città
to del ed abdicò nel
Ferrarese, vi sono altre tredici parrocchie, in
1637. Angelo Ranuzzi, fatto vesco- quattro delle quali avvi il fonte
vo da Urbano Vili, nel 1686 fu battesimale. In quanto agli ordini
creato cardinale da Innocenzo XI. religiosi d' ambo i sessi , tutti esi-
Taddeo Luigi del Verme, nel 1688 stono i sum mentovati, all' in fuori
Innocenzo XI lo creò vescovo di dei domenicani e degli agostiniani.
Fano, e nel 1695 Innocenzo XII Sei sono i conventi e monisteri
cardinale, e successivamente lo tra- de* religiosi, e quattro i monisteri
sferì ad Imola ed a Ferrara. Il delle monache; tre i conservatorii,
novero de' vescovi di Fano è ri- con parecchie confraternite, monte
portato sino ai primi del secolo di pietà , seminario istituito dal
passato dall' Ughelli, indi Io si leg- cardinal Ranuzzi, ed altre pie e
ge nelle annuali Notizie di Roma benefiche istituzioni . Il detto car-
continuato sino all' odierno, il de- dinale , uno de' più be-
siccome
gnissimo monsignor Luigi de' conti nemeriti vescovi di Fano , ristaurò
Carsidoni di Camerino, eletto dal r episcopio, e migliorò la mensa
Papa regnante a* 29 luglio i833. episcopale. I luoghi principali del-

La cattedrale, antico edifìzio di la diocesi sono i seguenti. Cartoce-


cui abbiamo già parlato , è dedi- tOy che die vari uomini illustri,
cata Assunzione in cielo della
all' particolarmente al clero secolare
beata Vergine. 11 suo capitolo van- e regolare: la sua rocca fu ristora-
ta antichissima origine, osservò la ta nel i352 dal consiglio di Fa-
primitiva vita comune , e venne no , contro alle civili stragi de^
celebralo da s. Pier Damiano, guelfi e de' ghibellini. Saltara, ove
XII, ntW opu-
scrittore del secolo fiorirono i monaci celestini , ed i

scul. 1'] adFanen. Il ca*


Cleric. minori conventuali sino dal I223,
pitolo sino air anno i4i8 elesse epoca in cui ve li stabili lo stesso s.
il proprio vescovo e dall' anno , Francesco; la chiesa di s. Martino
II 64 in poi i canonici, ossia il fu eretta sull' antico tempio di
capitolo elegge i canonici ai cano- Marte. Serrongarina , ove erano
nicati vacanti, nei mesi non riser- i girolamini: si celebra un sotter-
vati alla santa Sede: Benedetto raneo illuminato, pei molini della
XIV lo decorò di privilegi disti n- Traforata , edifìzio. del f 49» di
FAN FAN 173
gran costo. Mondavìo^ con mona- Chiesa, o dell'esei-cito, quella bian-
che e religiosi, chiara per molti ca tela colla quale il popolo pre-
uomini iliustii, militari, e cavaheri. sentava le oblazioni di pane e vi-
OrcianOy la cui pieve si vuole sia no per il sagrifizio, ec. Ma nei li-

già stata tempio di Giano, ed una bri liturgici della Chiesa romana è
delle cento chiese erette dalla sin- anche usata a denotare un velo,
goiar pietà della gran contessa del quale il solo sommo Pontefice
Matilde. Nel i348 i Mala testa la si adorna; il qual velo è chiamato
decorarono di porla e di torre , Orale anche da Innocenzo 111 nel
che fu restaurata nel ì^^t. Vi lib. I,cap. i3 De mysteriis missae^

sono le monache benedettine come così scrivendo: « Romanus Ponli-


in Mondavio; vi fiorì V accademia « fex post albam, et cingulum as-
de' Tenebrosi^ ed ebbe diversi uo- « sumit Orale, quod circa caput in-
mini che la illustrarono. S, Co- » volvitj et replicai super hume-
stanzo, ove furono le canonichesse « ros , legalis Pontifìcis ordineni
lateranensi, gli agostiniani ec, aven- « sequens, qui post lineam strictam
do nel suo territorio la villa delle et zonam induebatur ephod « .
-»>

Caminate , già sito delizioso dei 11 fanone è un velo di sottilissima


Malalesta: die molti chiari uomini. seta bianca, tessuto con fili di quat-
Sarchi ove nel iSiS il cardinal
, tro che si adatta al Papa
colori,
della Rovere edificò una bella tor- dal diacono ministrante
cardinale
re, ed anch' essa si distinse per allorché lo veste, sopra gli omeri
uomini celebri. La mensa vescovi» dopo avere ricevuto il succintorio
le di Fano ad ogni nuovo vesco- e la croce pettorale. Prima che il
To è tassata ne' libri della camera diacono imponga il fanone al Pa-
apostolica a fiorini trecento. V. pa gli dà a baciare la croce rica-
l'Ughelli, Italia sagra tom. I, pag. mata. Nel prendere le altre sagre ve-
655 e seg. sti, come la stola, la tonicella, la dal-
FANONE, FANON. Ornamen- matica e la pianeta, a modo di cap-
to, e veste propria del solo sommo puccio viene posto al Pontefice sul
Pontefice, che assume quando cele- capo, stendendoglisi una parte per
bra solennemente, dopo l'ora di ter- ultimo in giro sulla pianeta, come
za, e dopo aver preso la croce pet- una corta mozzetta, sopra del quale
torale. Rilevando il Borgia le inse- va posto il pallio, mentre l'altra, co-

gne pontificie che a poco a


poco as- mechè doppio, rimane sul camice, e
sunsero gli arcivescovi di Beneven- sotto la stola, la tobicella, la dalma-
to, meno questa del fanone, nel tica e la pianeta, cioè la parte infe-
tom. I, pag. 326 delle Memorie fanone è ornalo nelle estre-
riore. Il
storiche, ne dà le seguenti spiega- mità d'ambedue le mozzette con un
zioni. Dagli antichi la voce Fano, galloncino d'oro, e con una croce

li
che viene dal tedesco Fahnen o d'oro ricamata, che corrisponde in
Farteli denotante que*veli che pen- mezzo al petto, ed aggiunge mae-
dono lunghe aste a modo di
dalle stà e decoro al Pontefice celebran-
bandiere, che pure chiamaronsi te; è largo circa tre palmi, e circa
Confanon o Confaloni, adoperata quindici lungo. I quattro colori vi
fu a significare varie cose, come il sono posti a similitudine di quelli,
manipolo, la stola, il vessillo della de'quali era composto ì'F/od (Fedì)
^4 FAN FAN
del sommo sacerdote, tessuto a stri- diamo a dire. Consiste in due moz-
sce d'oro, di giacinto, di coccino zette cucile nella parte che circonda
o cocco, e di bisso, denotanti i quat- il collo, allacciandosi con un botto-

tro elementi : cosi nel fanone del Pon- ne le aperture corrispondenti alle
tefice della Chiesa cristiana, con equi- spalle, essendo nel mezzo della par-
valenti colori, corrisponde con otti- te rispondente al pelto ricamata in
ma consonanza alla figura il figu- oro la croce raggiante. La mozzelta di
rato; e perciò medesimo Innocen-
il sotto è alta circa due palmi scarsi,
zo III dice del romano Pontefice, lunga palmi dodici in circonferen-
che ad imitazione del sommo sa- za; quella di sopra è un pollice
cerdote della vecchia legge usa TO- meno lunga. L'estremità che cir-
rale o sia il Fanone in vece del- conda il collo ha un galloncino di
l'efod : « Legalis Pontificis ordinem oro, il quale galloncino è quasi
M sequens, qui post lineam strictam, doppio nell'altro lembo, ed è cu-
»» et zonam induebatur ephod >». cito su ciascuna delle due mozzet-
Vi è perciò divario tra il fanone te. Il drappo del fanone è di seta

e r efod ad ogni modo non lo è


: e oro con linee o strisce rette per-
quanto alla forma che abbiamo det- pendicolari; cioè il tessuto contie-
to essere a modo di mozzetta, quan- ne nei colori due linee larghe cia-
do l'efod era una veste formata di scuna mezzo pollice. Una linea è
due parti quadrale, le quali con- di seta bianca, l' altra di oro : tali

giungevansi sopra gli omeri, copren- linee sono congiunte da una terza
do una parte il petto, e l'altra il linea o striscia di seta colore ama-
tergo, rimanendo aperto nei lati. So- ranto, larga un terzo delle linee
pra la parte anteriore pendeva il bianche e d'oro, equivalente ad
razionale fornrato di una lamina un sesto di pollice.
d'oro ornata de' medesimi quattro Nelle note all'Ordine romano del
colori dell'efod, ed insignita con do- p. Mabillon, a pag. 554, si avverte
dici gemme ì:ì partite in quattro or- essere vario il significato della paro-
dini, cioè tre per ciascuno, nelle la Fanon^ poiché qualche volta si ad-
quali gemme erano scolpili i nomi dita l'ombrello, o baldacchino, che
de' dodici figli di Giacobbe, autori anticamente si portava sopra il ca-
delle dodici tribù, secondo l'ordine po del sommo Pontefice, di cui se
della loro nascila. Ma Giustiniano ne fa menzione nel rituale del Ca-
Chiapponi, Acta canon, sanctor. ,
jetano nel cap. 47» ove si dice or-
col citato tom. I, p. i47>
Giorgi, dinata processione mappa super ca-
Lìtur. roni. PoMf.,han giudicato es- put ejus exiensa, come riporta il p.
sersi sostituito il fanone all'^mZ/to, Bonanni nella Gerarchia eccles. al
detto anticamente anabolagio, e su- capo LXVI Del velo usato dal sO'
perhumeralcy che i Papi prendeva- lo sommo Pontefice detto Fanone.
no dopo il cingolo, come nota il p. Significò talvolta simile voce lo
Pouyard, Del bacio de^piedi de som- stendardo pendente da un* asta det-
mi Pontefici pag. 44* ta volgarmente confalone, come av-
La descrizione addotta del fano- verti Macri, nella Notizia de'vo-
il

ne è secondo quella di tutti i li- cab. eccl. alla parola Fanon, che an-
turgici, e di quelli che lo descris- zi aggiunge che con sì fatta voce
sero. L'odierno fanone è come an- molti significarono il velo penden-
FAN FAN 175
le anticamente dal braccio del sa- Durando, Raùon. lib. 3, cap. g, di-
cerdote e del diacono, poi chiamato cendo Sane romanus Pontiftx post
:

manipolo; ed era usato per asciu- albani, et cinguluni assumit orale,


gare il sudore, come per raccoglie- quandam sìndonam, quod
videlicet
re le lagrime sparse dai medesimi capiti quasi modum
veli impo-
in
sagri ministri. La cagione per cui ni t, et replicat super humeros, et
questo velo chiama fanone, se-
si ante pectus. Va notato che negli an-
condo il cardinal Bona, Liturgia p. tichi cerimoniali, viene alcune volte
228, essendo la voce di origine sas- nominato con la parola Favon (et
sone, è perchè significa un velo spie- mitrani habens in capile supra fa-
gato, ciò che pure scrisse il Vossio vonem), dalle quali parole prese ar-
nel lib. 2 De vitìis serm., cap. 7. gomento il citato Macri di dire, che
Parlando poi Paride De Grassis nel anticamente non si ripiegava sopra
suo ceremoniale mss. del fanone le spalle,ma si teneva in capo po-
pontificio, ecco come esprimesi : Fa- nendovi sopra la mitra, come si ve-
non dicitur superhumerale, est ve- de in alcune pitture antiche di mo-
liim clini trium coloruni variegatum, saico, ed anche regno papale; ed
il

nane et lineuni Jìlis aureis conte- aggiunse di averne vedute di tal


xtum. Vivendo egli nel pontificato sorte in un antico cerimoniale di
di Leone X, conviene dire che in Daventria città della Fiandra. Ris-

quel tempo il fanone fosse di tal contrando però il Macri ho veduto


materia. Parlando del fanone mon- che deve dirsi, ch'egli ciò lesse nel
signor Ciampini, De veter. nionim. cerimoniale antichissimo del Davan-
tom. I, e. 20, pag. 289, dice: In- tria. Sì persuasero alcuni, che il
tegrum illud capili circonfusuni Pha- fanone fosse anche usato dai sem-
none barbare vocitamus. Phanon ve- plici sacerdoti, dappoiché nell'Ordine

ro, omìssis aliis expricationibiiSj ve- romano si legge, che quando il ve-
quo Papa post
luni est variegatum, scovo conferiva loro l'ordine sacer-
albam ornatur, quando solemniter dotale, tra gli altri ricordi diceva :

celebrai, et dream collum ac supra Nullus cantei sìne amiclu, alba, sto-
caput ad jormani cuculli reflecti- la, fanone , et casula; ma opportu-
tur donec pianeta induatur, e ne namente il Macri ci avverte che deb-
adduce la figura, che nella porta basi intendere il manipolo, perchè
di bronzo della cappella di s. Gio. di esso non se ne fa menzione, men-
evangelista al Laterano fu posta tre si deve comprendere tra i pa-
quando il cardinal Cencio la fece ramenti sacerdotali ; come non fa-
fare per ordine di Celestino III nel cendosi menzione della stola, questa
Xn secolo, e rappresentante quel Pa- viene significata con la parola Ora-
pa col fanone sopra il capo come un riunì.
cappuccio, e ripiegato sopra le spal- Di questo ornamento e veste solo
le in modo che forma una mozzet- propria del sommo Pontefice cele-
taj figura che a pag. 258 riporta brante, nonsi può con sicurezza af-

lo stesso Bonanni, dandoci nella se- fermare in qual tempo ne comin-


guente il Pontefice, sedente col fa- ciasse l'uso. In un antichissimo mes-
none, ed il pallio sopra come si usa sale della chiesa di s. Damiano in
attualmente. Del fanone, e del mo- Assisi, si dice che dovendo il Papa

do di portarlo, ne parla pure il nel giovedì santo lavare i piedi ai


176 FAN FAN
poveri, exuìt se pianeta, et assumit Oltre i summentovati rituali, in
mantuni in scapulìs^ imposito super altro pili antico si legge lo sfcjsso
caput fanone sine mitra ; e inoltre rito, cioè in quello pubblicato per
che il Papa nel venerdì santo, y^z- ordine del Pontefice Gregorio X,
vone non utitur; ciò è registrato nel eletto nel 1272. Ivi nel numero 6
cerimoniale romano con queste pa- si prescrive come il nuovo Papa
role: Paratur consuetis paranientis si deve consagrare sacerdote quan-
exceptis sandalis, suhcintorio^ favo- do non lo sia, e numerandosi le sa-
ne, et chimthecis. S'ignora però Te- gre vesti che assume si dice Cai- ;

poca in cui fu scritto il suddetto mes- ceabitur sandalia^ et caligis^ et lo-

sale. Pietro Amelio sagrista di Ur- tis manibus induelur omni orna-
bano V del i362, al cap. 70, dice mento suo, scilicet primo alba, cin-
che mentre il Papa mangiava in guloj cum subcintonOj postea pedo-
pubblico^ era paratus usque ad dal- rale, demum fanone, postea stola,
maticam inclusive habens mantum deinde tunicella, et postea dalma-
rubeum ad scapulas, fanonem sive tica, subsequenter recipit chirothe-
orale in capite et mitram aurifri-
^ cas, et demum casulam, et mitram
siatam super fanonem. Più antico in capite suo sine pallio, et anulo
di questo è l'altro cerimoniale del pastorali, quae postea recipit in ca-
cardinal Cajetano, quale nel pite suo. Dunque sembra che me-
il 1
294
viveva, regnando allora Bonifacio morie anteriori al secolo XII del
Vili, e in esso apparisce l'uso del fanone non vi sieno, e perciò non
fanone, poiché nel cap. 84> parlan- potersi stabilire l'epoca di sua ori-
dosi de mandalo fiendo in die jovis gine. In fatti nelle pitture antiche
sancdy si dice Pontifex exuit piane- di molti Papi prima di tal tempo,
taniy et assumit sibi mantum in sca* ninna se ne vede col fanone, benché
pulis, super caput suum
imposilo sieno vestite colla casula o piane-
fanone cum mitra facit mandatum ta, e ornati di mitra, eccettuata
duodecim subdiaconibus, rochetum quella memorata di Celestino III
cum superpelliceo portanlibus. Così creato nel 1 1 9 Non 1 . si deve tace-
ancora nel cap. 87, De ordine se- re, che il p. Bonanni riporta sul
dendi in mensa ^ si prescrive che il principio del fanone l'opinione di
Papa sia usque ad dalma-
vestito alcuno, che lo vuole introdotto dal-
ticam habens mantum ru-
in(flusive l'antico costume della Chiesa greca,
beum aà scapulas , fanonem in ca- usandosi dai vescovi per avere il
pite, et mitram aurifrigiatam super capo coperto quando vestivano gli
fanonem. Ma il medesimo cardinal abiti pontificali, come si v^de nel-
Cajetano Stefaneschi ove descrisse la figura di s. Atanasio Vescovo
tutti i sagri paramenti, de' quali alessandrino, fiorito nel IV secolo,
^estivasi il Papa per la celebra- e prodotta dallo stesso p. Bonanni.
zione della messa, non fece motto Che il fanone, al presente sem-
alcuno di fanone, ma solo come plice ornamento del Papa, serviva
abbiamo detto il nominò in occa- anticamente ad uso di cuoprire il
sione di pranzi solenni, e nella di- capo a guisa di cappuccio, lo dice
stribuzione del presbiterio. I pran- pure il Garampi neìVJlluslraz. del
zi solenni erano quelli della coro- sigillo della Garfagnana a p. 77,
nazione, di Pasqua, di Natale ec. citando il Giorgi, De liturgia rom.

È
FAN FAN 177
Ponti/, tom. I, i47, 267; in-
pag. lacio Vili, pare che fossero ima
di ci dà le seguenti erudite nozio- specie di fazzoletti, o tovagliole ta-
ni. Neir invenzione del cadavere di gliate a più angoh, e non già un
Bonifacio Vili, come si disse all'ar- collaro rotondo, come il fanone
ticolo Cadaveri (Fedi), fu trovato odierno. Sicché il Garampi crede-
il fanone, secondo la forma odier- rebbe che tali tovagliole s'invol-
na ; e forse anche simile era quel- gessero intorno al collo del Ponte-
lo di Clemente IVj giacche quan- fice affinchè il sudore del capo
,

do il suo cadavere 174^ fu nel non insucidasse la pianeta; essen-


tiasportato in Viterbo, nella nuova do che presso gli antichi sleno si-
chiesa di s. Maria de'Gradi, fatta- nonime le voci di Fanon^ Mappu'
si casualmente un'apertura nel co- la, Manipulus, e Sudarium, che in
perchio della cassa, videsi che il oi'igine altro non furono, che un
cadavere avea in capo una mitra fazzoletto ad sudorem, et pituitani
)3assa, sopra una specie di cappuc- oculorum , narium , et salivarum
cio, che dalla testa gli scendeva giù abstergendam, come riflette Sicar-
pel collo, e innanzi al petto sopra do, benché poi in appresso dive-
la pianeta ; che è appunto il mo- nissero un mero ornamento, come
do, con cui portavasi il fanone. In lo è tuttavia il manipolo. Onde lo
un antico cerimoniale, esistente in stesso può credersi essere successo
un codice che sebbene
vaticano, del fanone detto Orale, perchè ser-
convenga in grandissima parte con visse a ricevere il sudore del voltD^
quello del cardinal Cajetano Ste- ridotto poi per maggior comodo e
fàneschi, dal di cui testo fu tra- ornamento alla forma odierna. Che
scritto, pure vi è di più tra gli il fanone si pone al cadavere del
altri ornamenti pontificali, de'quali Pontefice, ce lo attesta anche il
vesti vasi il Papa per la messa, an- Marcelli, a pag. 64 Sacrarum cae-
che il fanone, come può osservarsi rimoniarum. Del fanone il Cancel-
presso il p. Gattico, Acta caeri- lieri ne parla ne' suoi Pontificali a

monialia tom. I, pag. 106. IVelPin- pag. 42, 4^j 6 102; nelle Notizie
ventario del tesoro di Bonifacio sulla festa di Natale a pag. ^o;
Vili, leggonsi in una classe a par- e ne' Possessi a pag. 5^, cioè nei
te dagli amilli e dai manipoli^ gli detti luoghi ne ripete le noUzie»
orali: Oralia UH magna ciun Altrettanto dice il Novaes nel tom.
tribiis virgis ad auruni in quolibet II, 26, delle Dissert. storico-
pag. 1

capile^ et tribus in medio, et aliis critiche.Oltre a ciò si possono con-


virgulis minutis. Ilem unum orale sultare i seguenti autori. Il Zacca-
cum tribus virgis a quolibet capile ria uiàX Onomasticon Rituale, alla
ad aurum, et una virga de auro parola Fanon. Il p. Menochio nel
ab una lalere. Ilem. VI oralia cum t. IIIj pag. 491 ^^^^^ Stuorcj ove
virgis amplis a lalere de serico ru- tratta se la seta nostra sia la me-
beo et viridi. Item XIII oralia desima con il serico, bisso, e bom-
sive tobaleasj quorum aliqua ha- bice degli antichi. Jac. Altingium,
bent costas ad aurum, et aliqua De mitrai stola, ephod, in Hept.
sunt simplicia sine laborerio. Item 8 dist. t. V et Vili Thes. Ant.
UH Oralia cum virgis nigris per Joh. Oldermannum ,De vestibus
longuni. Ma questi orali di Boni- byssinìs Pontificis Max. Helmst.
VOL. xxui. 12
,

178 FAN FAN


1717. A. F. Palitzsch, Epìscopum riuscì vivace e leggiadro poeta.
in vestita Pont, Max. veterìs Te- Nel suo soggiorno in Roma fu nm
stamenli repraesentatum^ Primislav. messo nello studio di monsignor
1733. Sarnclli, Del lume a princi- Peralta uditore di rota spagnuolo,
piatiti^ della tonaca di giacinto del del quale divenne segretario. All'esal-
sommo sacerdote, a pag. i3i. P^. tazione di Benedetto XIV, nel 1 740,
l'articolo Vesti de'romani Pontefici. fu da lui dichiarato cameriere di
FANTASTICI. Eretici del sesto onore, ed avendo celebrato la mes-
secolo, s^uaci di Giuliano vescovo sa, fu annoverato tra i prelati re-
d'Alicarnasso, il quale fu esiliato ferendari, 6 nel 1743 quando era
con altri eretici per ordine dell'im- destinato uditore del cardinal Al-
peratore Giustino, e si riparò in bani camerlengo, il Papa lo pio-
Alessandria, ove per sostenere con- mosse air uditorato di rota, in cui
tro l'eresiarca Severo che il corpo sifece grande onore per la retti-

c|i Gesìi Cristo fosse incorruttibile, tudine, e per la dottrina, laonde


pretendeva che avesse sofferto sol- Benedetto XIV lo dichiarò pure
tanto in apparenza. reggente della penitenzieria, e con-
FANTUZZI Gaetano, Cardinale. sultore dei riti ,
qualifiche proprie
Gaetano Fantuzzi figlio del conte di un uditore di rota, e ciò in
Giacomo patrizio ravennate è di premio della sua condotta e sape-
stirpe senatoria bolognese , e di re. Acquistandosi ognor più la be-
Laura Gotlifredi dama romana nevolenza di Benedetto XIV, pen-
nacque il primo giorno di agosto sava questi di elevarlo alla por-
1708 in Gualdo, villa di Ravenna, pora, quando fu sorpreso dalla mor-
e fu battezzato nell'antica pieve di te ; ma il successore Clemente
s. Giovanni in Compito. Furono XIII, ai 24 settembre 1759 lo
solleciti i di lui congiunti d'insi- creò cardinale dell'ordine de' preti,
nuargli le sante massime della re- conferendogli in titolo la chiesa di
ligione, e vedendolo inclinato alla s. Agostino, donde poi passò a quel-
pietà ed allo studio si determina- lo di s. Pietro in Vincoli. Diven-
rono di mandarlo al celebre col- ne prefetto della congregazione del-
legio di Modena. Quivi fece spic- l' immunità, e membro di quelle
care suo talento e vivo desiderio
il dell'esame, del concilio , del buon
di apprendere per cui sollecita-
, governo, della concistoriale , della
mente fece progressi nelle lettere disciplina, dell'indice, della visita

umane e nella filosofìa, e divenne e della correzione de' libri della


esemplare tra i suoi discepoli. Com- Chiesa orientale. Fu protettore de-
piti felicemente gli studi, passò nel- gli eremiti camaldolesi, de'filippini
l'università di Pisa per apprender- di Montefalco , di Ravenna, della
vi le leggi dal rinomato professo- comune di Melara, di Castel Bolo-
re Averani, e dopo tre anni si me- gnese, di Savignano ec. ; delie con-
ritò la laurea, dandosi quindi an- fraternite di s. Girolamo di Ame-
che a matematiche.
studiare le lia, e dell'università de' droghieri
Nel 1730 si portò in Roma ove di Roma . F. Lorenzo Fusconi,
ben presto die a conoscere com'e- Componimento per V elezione del
i*a dotto nella giurisprudenza , e cardinal Gaetano Fantuzzi in pro-
quanto Coltivava le muse, in cui tettore di Ravenna sua patria, Ro»
FAR FAR t7'9

ma 1771. Fu ai conclavi per la gossi dal mondo per consegrarsi


elezione di Clemente XIV , e di al Signore. Parecchie principesse
Pio VI, ed in questo secondo eb- d* Inghilterra attirate dalla fama
be molti voti pel pontificato. In di sua santità vennero a porsi
,

sua casa istituì una specie di ac- sotto la sua guida. Lasciando la
cademia , ove recitavansi erudite maggior parte de'suoi beni al mo*
dissertazioni legali , e sui sagri ca- nistero, andò ella a ricevere in cie-
noni ; e formò una raccolta di bel- lo la ricompensa delle sue virtù,
li quadri, che poscia fu trasporta- il 3 aprile dell' anno 655. Per là
ta alla villa di Gualdo. Encomiato sua intercessione furono operati
per moderazione d'animo, per peri- vari miracoli , fra cui la guari-
ria nelle divine ed umane leggi, gione della totale cecità a Carlot-
per affabili maniere, morì in Ro- ta le Bret, figlia del tesoriere ge-
ma il I ottobre 1778, e venne nerale di Francia, e religiosa di
esposto e sepolto in s. Pietro in Faremoutier , la quale allorché si

Vincoli con onorevole iscrizione, urna le reliquie di


trassero dall' s.

avendo compiti anni settanta. Ab- Fara, nel 1622, affinchè tutte le
biamo r Elogio funebre pel cardinal religiose potessero venerarle, non
Gaetano Fanluzzi, Fermo 1781. contenta di baciarle, se le fece per
FARA o BuRGONDOFARA (s.). Fi- tre volte appressare agli occhi, è
glia di Agnerico, uno de'primi uf- tosto ricuperò miracolosamente la
fiziali della corte di Teodeberto re vista. S. Fara è onorata con par-
di Austrasia. S. Colombano, che ticolar divozione in Francia, in Si-
alloggiò in casa di suo padre, con- cilia , in Italia; e la sua festa è
secrolla al Signore mentr'era an- assegnata ai 7 dicembre.
cora fanciulla. Contrariata nella sua FARAN. Città vescovile della ter-
vocazione dal padre, che volea dar- za Palestina, sotto la metropoli
le marito, cadde in una malattia di Petra, nel patriarcato di Geru-
che fece temere della sua vita ; ma salemme, la cui erezione al dire
la sua costanza , avvalorata dalla di Commanville rimonta al setti^

mediazione di s. Eustazio, trionfò mo secolo. La città di Faran es-


dell'ostinazione del padre, col qua- sendo stata rovinata , la sede ve-
le riconciliatasi prese il velo dalle scovile fu trasportata in un moni-
mani di Gondoaldo vescovo di stero situato sul monte Sinai , ed
Meaux, l'anno 61 4- Eletta badessa è perciò che trovansi de' vescovi
del monistero di Faremoutier, a- sotto il titolo di Faran, o del mon-
iutata dai consigli di s. Cagnoaldo te Sinai, il quale però nel XII se-
suo fratello, e di s. Walberto, vi colo divenne arcivescovato. Il mon-
stabilì la regola di s. Colombano te Sinai che gli arabi chiamano
,

in tutta la sua purezza ; e quel Gìbel-Musa , perchè Dio sulla ci-


monistero sparse odore di santità, ma di esso diede la legge agli i-
onorandosi dalla Chiesa parecchie sraeliti per mezzo di Mosè , oppu-
di quelle che vi si ritirarono, tra re solamente Eltor, che significa la
le altre Sisetrude, Gibitrude, ed montagna per eccellenza, è situato
Ercantrude. S. Farone, altro fra- in una specie di penisola, formata
tello di lei, mosso dagli esempi e da due stretti del mare Rosso, a
dai discorsi di sua sorella, scgre- 260 miglia al sud - est del Cairo,
i8o FAR FAR
e s'impiegano ordinariamente die- della Penta poli, di rito copto, eret-
ci giorni per gìugnervi. Bisogna al- ta vei'so l'anno 85o, che Vanslebe
tra vei*sare il deserto di Sin o Si- credeva fosse Algeri.
nai, ch'è assai alto, ed il passaggio FARE (de la) Anna Lodovico
del quale è molto disastroso. Fi- Enrico, Cardinale. Anna Lodovi-
nalmente si giunge in una pianu- co Enrico de la Fare nacque in
ra alla estremità della quale s'in- Lucon nella Vandea agli 8 set-
nalzano le due montagne di Sinai tembre 1752. Sentendosi inclinato
e di Oreb. Alla sommità del Sinai allo stato ecclesiastico, dopo fat-
fu fabbricata una cappella dedica- ti gli ordinò sacerdote, e
studi si

la a s. Caterina. Sul monte mede- meritò che Pio VI nel concistoro


simo vi è un monistero abitato de* 17 dicembre 1787 lo promo-
da monaci greci, e costrutto a for- vesse alla chiesa vescovile di Nan-
ma di fortezza , sotto l' invocazio- cy nella Lorena, dal medesimo
ne della stessa santa, della quale Papa eretta in cattedrale prima-
si vuole sieno le reliquie che ivi ziale. Già avea disimpegnato l'uf-
sono in venerazione. La chiesa de- fizio di tesoriere della santa cap*^
dicata alla trasfigurazione del Si- pella di Dijon, e quindi assistè agli
gnore è magnifica, tutta coperta stati di Borgogna , distìnguendosi
di piombo ; è sostenuta due
da fra i presidenti di essi. Dopo fatto
ordini colonne di
di marmo. Vi vescovo fu deputato agli stati ge-
sono quattro miglia per salire dal nerali, e fece il discorso di aper-
monistero fino alla sommità della tura, che però non fu stampato.
montagna, dove Dio diede le due Quindi sottoscrisse Vesposizione dei
tavole della legge a Mosè. Sulla principii del clero di Francia, for-
detta sommità fu innalzata una mata da monsignor de la Luzerne
cappella con molta proprietà, e ve allora vescovo di Langres, contro
n'è un'altra sotto la invocazione di la costituzione civile del clero , e
s. Elia.primo de' vescovi di Fa-
Il poscia sì ritirò nelle note vicende
ran o del monte Sinai fu Nelra politiche in Austria, dove fu inca-
o Netera monaco del monte Sinai Pro-
ricato degli affari del conte di
medesimo: fra i di lui successori venza poi re Lodovico XVIII , e
fuvvi Teodoro che nel pontificato del suo fratello monsieur il conte
di Onorio I fu autore e corifeo d'Artois poscia re Carlo X, presso
degli eretici monoteliti, che erano r imperatore Francesco I. Ricom-
come un ramo degli eutichiani , e posto r ordine di cose , il nostro
riconoscevano una sola volontà in Anna nel 18 14 rientrò in Fran-
Gesti Cristo, cioè la divina. Teodo- cia, ove fu fatto primo elemosi-
ro fu condannato dal concilio la- niere di madama la delfina figlia
teranense del 649, e nel sesto con- di Luigi XVI, e duchessa di An-
cilio generale del 680. A Teodoro goulème , eaggiunto al
fu indi
successe Simone, quindi Giovio, che gì and' elemosiniere di Francia, per
mori in odore di santità nel io33. gli affari ecclesiastici. Di tali uf-
F". Le Quien, Oriens Christ. tom. fìzi ne diede rinunzia nel 18 15,
la
Ili, pag. 774- Il citalo Comman- e nel concistoro del primo ottobre
ville aggiunge che vi fu altra se- 1817 Pio VII il fece arcivescovo
de episcopale pur chiamata Faran, di Sens, e di poi in quello de' 16
FAR FAR 8
maggio 1823 lo creò cardinale, Lorenzo perché venuto in
Siro,
trasmettendogli la notizia e il ber- Italia dalla Siria, o Latino come
rettino rosso guardia nobile
dalla altri vogliono, prima vescovo di

conte Valentino Canale, e la ber- Spoleto, e poi di Sabina, tì fab-


retta cardinalizia, per Tablegato bricò monistero e la chiesa nel
il

monsignor Francesco Saverio Mas- monte Acufìano. Questo siccome


simo ora cardinale legato di Ra- più volte si trovò rovinato nelle
venna. Nel medesimo anno per fazioni, e ridotto in estrema mise-
morte del Papa si recò in Roma ria, così replicata mente venne ri-

al conclave per l'elezione di Leone sarcito, come abbiamo dal p. Ma-


XII, il quale gli impose il cappel- billon negli annali benedettini.
lo cardinalizio, gli conferì in titolo Il santo vescovo Lorenzo Siro ne
presbiterale la chiesa di Maria
s. fu, come dicemmo, primo abbate il

in Traspontina, e lo annoverò alle e fondatore verso metà del la V


congregazioni della visita apostoli- secolo, avendo seco la sorella Su-
ca, del concilio , de' riti, e della sanna e due compagni, Isacco e
rev. fabbrica. Quando in Reims Qiovannij fuggì in Italia con circa
fu consegrato Carlo X, il cardi- trecento persone per scampare dal-
nale pronunziò il discorso d'inau- la persecuzione di Anastasio impe-
gurazione ad elogio Per del re. ratore ariano , mentre i goti re-
morte di Leone XII tornò in Ro- gnavano in Italia. S. Lorenzo ri-

ma pel conclave in cui uscì eletto cevè in Italia gli ordini sagri, e si

Pio Vili nel 1829, nel qual anno ritirò nell'Umbria appiè del lago
e a' IO dicembre morì in Parigi, Velino, nella solitudine detta di
ed il suo cadavere esposto prima Penolaco, non lungi da Spoleto.
nella chiesa di s. Germano TAu- Eletto pastore di Spoleto , avendo
xerrois, venne trasferito alla cat- illuminato colle sue virtù quella
tedrale metropolitana di Sens, ed sede, fu denominato X Illuminatore.
ìvt sepolto. Il cardinale fu dotato Il dotto p. abbate Bini ne' Cenni
di singoiar pietà e dolcezza ; di storiciy di cui parleremo, dice che
attitudine per trattare gli affari, s. Lorenzo Siro si deve riguardare

per cui lasciò alcune memorie di per uno di que* vescovi regionari,
quelli che gli furono addossati ; e i quali erano come ausiliari de' ve-
di trasporto alla poesia, facendo scovi propriamente detti, lo che
bene e facilmente i versi. meglio si accorda con quanto scris-
FARFA. Celebre abbazia nuU se s. Pier Damiano che lo fa ve-
lius dell' ordine di s. Benedetto scovo di Sabina. Dopo avere eret-
nella Sabina, luogo fabbricato più to il monistero di Farfa, espose
a foggia di foro che di castello, nella chiesa alla pubblica venera-
famoso pel suo monislero, e per zione un'antica e divota immagine
tanti abbati e monaci che l'illu- della B. Vergine Maria, che la pia
strarono in santità e dottrina. Il tradizione dice dipinta da s. Luca,
luogo di sua situazione anticamente rimovendo da que' luoghi il simu-
chiamavasi Acuzio ed Acuziano, e lacro d'un drago, cui prestavasi
fu poi detto Farfa dal fiume di superstiziosa riverenza, siccome a-
questo nome, dai latini chiamato vanzo d' idolatria e di gentilesimo.
Foharìm, che Sotto gli àcorre. S. La detta immagine è dipinta in
,

i«a FAR FAR


tavola, e colorita con sughi di er- dotto e eh. monsignor Marino M;i-
ba stemperati neirolio di sasso rini pubblicò in Roma colle stam-
nella cera e nel miele, e dal luogo pe la Serie cronologica degli ab-
fu detta s. Maria in Aciifiano dal bati del monistero di Farfa j im-
Tocabolo del memorato colle presso portantissima, ed assai utile per la
il fiume Farfa. Sulla identicità di s. grande erudizione critica di cui è
Lorenzo, e se fosse piuttosto ro- piena questa dissertazione. L' arci-
mano, ne tratta il eh. monsignor prete Francesco Paolo Sperandio
Marini. Divergenti poi sono le opi- nella sua Sabina sagra e profana,
nioni sull'epoca dell'erezione del mo- Roma 1790, parla di questa ab-
nistero. Avendo s. Lorenzo stabilita bazia, pag. i4o e seg., riportando
nel monistero la sua regola monastica la serie degli abbati commendata-
si trovò in grado di spedire de' mo- ri sino a detta epoca. Dopo il pri-
naci in vari luoghi dell'istessa Sabi" mo abbate s. Lorenzo, rammente-
na, nell'Umbria, negli Abruzzi ec. remo di nuovo l'abbate s. Tom-
Egli probabilmente vi mori nel maso di Morienna già monaco di
576. Il monistero sempre più diven- Monte Cassino, che ristorò il mo-
ne rinomato, e venei^to dagli stra^ nistero, parlandone il Ferrarlo nel
nieri. Anche i goti avevano rispet- suo catalogo de' santi, sotto il dì
tato il pio luogo, non che arric- I o settembre Auneperto di Tolo-
.

chito con donativi. Faroaldo I du- sa fu il terzo abbate; Benedetto,


ca di Spoleto tornando da Roma nell'SiS, reclamò nel concistoro,
in gran pompa verso l'anno 691, in cui erano presenti Papa §. Pa-
abbandonata la comitiva, vi si re- squale I, e l'imperator Lottarlo I,

cò, vi risarcì tutti i danni, e vi r integrità de' privilegi del suo mo-
si fece monaco, essendo abbate il Al successore Sicardo con-
nistero.
savoiardo Morien-
s. Tommaso di fermò Lottano I i diritti, i beni,
na. Il p. abbate Bini dice che que- e i privilegi dell'abbazia. Nel go-
sto santo nel 672 ottenne da Fa- verno di Papa Grego-
Sicardo ,

roaldo I i soccorsi per ristorai*e il rio IV monastero. Pietro


visitò il

tempio e il monistero, e fondi pei vescovo di Spoleto nominato ab-


medesimi in onore della B. Vergi- bate, forse commendatario, dallo
ne; ma in quanto all'epoca della stesso Lottano I, rinunziò ed ot-
fondazione della chiesa e del mo- tenne neir 844 che a questo insi-
nistero riporta il parere degli scrit- gne cenobio fosse restituita la li-
tori, che lo attribuiscono all'anno bertà de' suffragi nella elezione del
43o, o al pontificato di Vigilio, proprio abbate; ed Ilderico eletto
eletto nel 54o. abbate dai monaci, fu confermato
La chiesa fu consegrata dal Papa dall' imperatore nella dignità. Per-
Giovanni VI o VII nell' anno 707 , tone o Pietro II gli successe nel-
mentre già il monistero era dive- 1*854, ^ rivendicò al monistero i

nuto ricchissimo, massime per le suoi privilegi, e l'esenzione dalla giu-


generose largizioni de' longobardi risdizione temporale de' Papi , ciò
duchi di Spoleto. Il Mabillon nel che approvò Lodovico II avendo ono-
toni. 1, par. II del Museo Italie. rato personalmente il luogo. Carlo il
ci dà l'indice Abbatum Farfensium. Calvo imperatore rese immune dai
Ma a' nostri giorni, nel i836, il tnbuli. e dai tribunali il monistero
,, ,

FAR FAR i83


di FarPa, gpeft;uKlo all'abbate depu- ma canonica legale dichiarazio-
la
tar persone idonee ad amministrar la ne o conferma propriamente di nul'
giustizia ne* luoghi soggetti all'ab- liiis l'ebbe da Urbano Vili, che
bazia. Per r indegnità
abbate deli' con diverse sue lettere la totale
Campone, alcuni vogliono che nel esenzione ne dichiarò dai vescovi
94^ i cluniacensi ivi fossero man- ed arcivescovi viciniori , colla pri-
dati a restaurar ia disciplina mo- vativa soggezione de' castelli che la
nastica: Ottone II, ed Ottone IH compongono. Ciò concesse al cardinal
dovettero riparare agli scismi e Francesco Barberini suo nipote, abba-
corruzione dei cenobio.Essendo abba- te commendatario, ed a' suoi succes-
te Ugone, il Pontefice Silvestro II sori in perpetuo. La prima di queste
si portò a Farfa. Sotto l'abbate Gui- lettere, in data i8 novembre 1627,
done, Ottone III, e poi l'impera- prescrive che qualunque lettera a-
trice Agnese visitarono il monaste- postohca, specialmente sopra le di-
ro ; e r onorò pure Papa Nicolò spense de' matrimoni riguardanti i

II , governo dell' abbate Be-


nel domiciliati , tanto nella badia di
rardo Orlano. Nell'anno iisS di- Farfa, quanto nell'altra di s. Sal-
venne abbate il piissimo Adenol- vatore maggiore ad essa unita
fo, amico di s. Bernardo, dal quale sia privatamente diretta all'abbate
ottenne alcuni monaci cisterciensi, commendatario prò tempore. L'al-
di cui era capo l'abbate Bernardo tra de' 17 novembre 1628 co-
poi Eugenio HI, pel monistero di manda che la spedizione delle di-
8. Salvatore.. Fiorirono altri abbati missioni per gli abbaziah promo-
farfensi successivamente non che
, vendi agli ordini sagri spetti an-
l'abbate e beato Gherardo o Ge- cora privatamente all'abbate com-
rardo, che dicesi essere vissuto d'u- mendatario prò tempore, e questo
na santità più meravigliosa che se è sacerdote abbia l' uso della
imitabile, come attesta il Manri- mitra pastorale,
ed altre insegne
quez, negli Annali cisterciensi, t. pontificali; possa benedire solenne-
II, e. 3, all'anno i i36. mente, e di più conferire a' suoi
Vi ebbero ancora vari personaggi sudditi la tonsura, ed i quattro
del clero secolare e regolare deputati ordini minori ; e se è ancora car-
in amministratori e visitatori. Dipoi dinale della santa romana Chiesa,
l'esenzione e la qualità di nidlius di possa pei luoghi di sua giurisdi-
f{uesta abbazia prese piede a poco zione , concedere la benedizione
a poco, ed a misura della maggio- come si legge nell' appendice del
re o minor potenza de' monaci sinodo farfense del cardinal Carlo
farfensi, e delia maggiore o minore Barberini , ove sono riportate le
resistenza de' vescovi sabinesi. Dal pontificie lettere.
lodato Marini si rileva che Urba- In progresso di tempo il moni-
no IV, dichiarò l' abbazia nullius stero diventò signore di parecchie
dioecesis. Ciò ottenne l'abbate Pel- terre e castelli, e nello spirituale
legrino: l'ultimo abbate claustrale ebbe vari luoghi dalla diocesi di
fu Nicolò II. Gran forza e giurisdi- Sabina smembrati , come Poggio
zione ebbe sotto il Pontefice Bonifa- s. Lorenzo Cerdomare Monte s.
, ,

cio IX, ed anche molta ne acqui- Maria Salisano ed altri ancora


, _,

stò sotto Clemente VII, e Sisto V; per cui forse divenne il più ricco
i84 FAR FAR
d'Italia dopo quello di Nonantola. poi di s. Anastasio alle Acque Sal-
Godeva il monistero ed abbazia vie, monistero de* cistcrciensi pres-
farfense con tutti i suoi beni tem- so la basilica ostiense. Vuoisi per-
porali della immediata protezione tanto che s. Bernardo, da cui di-
dell'imperatore, ne ciò dee recar pendevano, come capo disU' ordine
meraviglia, come avverte il Bor- cistcrciense, i due cenobi abbia ,

gia nella Breve istoria del domi- mandato all'abbate di Farfa Ade-
nio temporale della santa Sade nel- nolfo alcuni monaci di s. Anasta-
le Sicilie^ lib. Ili, § ^4, che il par- sio, con Pietro Bernardo, che sen-

ticolar suo governo e delle cose che za essere fregialo della dignità car-
lo risguardavano, nulla offendere dinalizia, fu assunto al papato. Ag-
potesse il dominio e la sovranità giungiamo che eletto egli a'26 feb-
che tutto all'intorno dovevasi alla braio 1 145>, passati tre giorni, e te-
santa Sede Il medesimo scrittore
. mendo l'impertinenze degli arnaldi-
narra il placito tenuto dall'impe- sti, i quali avevano congiurato per
ratore Enrico I nella basilica va- deporlo, se non avesse voluto con-
ticana alla presenza di Benedetto fermar loro l'usurpato senato, fug-
VIII, investendo prò virgam l'ab- gì di notte da Roma co' cardinali
bate Ugone, coir approvazione del al monistero di Farfa, venticinque
Pontefice, cioè del castello di Boc- miglia distante da tal città, passan-
chignano, che resta più d'un mi- do per Monticelli, e vi fu consa-
glio distanteda Farfa. Longino fi- grato a' 4 naai'zo ; quindi passò a
glio di Azzone nel io38 gli donò Città di Castello, dov' era a' 9 a-
un'estensione non tenue di fondi prile, ritornando poscia in Roma,
rustici ed urbani, che gli vennero ove fu ricevuto con grande tripu-
confermati dagli imperatori Enri- dio e pompa, che descrive il Can-
co III, IV e V, insieme alla det- cellieri, n^ Possessi de' Papi a p. i4-

ta esenzione dell'abbazia. Questa Dell' origine dell' abbazia di s.


esenzione però non potè non por- Salvatore maggiore ne tratta il p.
tare ben presto grave scandalo, co- Mabillon nel tomo II, pag. 1 1 o de'
me rileva il Muratori, nella dis- citati Annali benedettini^ all'anno
sert. 6g, pag. io, delle Antichità di Cristo 740, ove dice che Luce-
italiane. Quindi ebbe molte volte rio abbate dell'ordine di
insigne
vertenze, tanto con private perso- san Benedetto, poco prima di san
ne che coi vescovi di Sabina; ciò Bonifacio fondatore della celebre
non pertanto il monistero ed ab- abbazia di Fulda, ex'esse col titolo e
bazia farfense in più modi recò chiesa di s. Salvatore, distante otto
splendore alla provincia di Sabina. miglia dalla terra di questo nome,
Abbiamo dal codice vaticano, co- nella Sabina l'abbazia suddetta, ove
me narra il Baronio all'anno 1 1 4^, si vede e venera la maestosa im-
che di là uscì per sedere sulla cat- magine dipinta del Salvatore. All'ab-
tedra apostolica il mentovato Pon- bazia di Farfa fu perpetuamen-
tefice Eugenio III, il quale appel- te unita nello spirituale questa
lato innanzi Pietro Bernardo, pro- abbazia di s. Salvatore, già de'mo-
fessò il monachismo in Chiaraval- naci detti berrettanti dell' ordine di
le a persuasione di s. Bernardo; s. Benedetto , dallo stesso Papa
fu abbate di s. Zenone in Pisa, Urbano VII! , dal qual monistero
,,

FAR FAR i85


furono licenziali con suo breve de' do ottenuto il permesso di demo-
7 settembre 1629, come si legge lirla onde ampliar l'edifìcio di quel

neir appendice del mentovato sino- benemerito istituto, fabbricarono in


do a pag. 999. Allora la giurisdi- vece l'attuale, poco lungi dall'antica,
ziale abbaziale dell'abbate di Farfa nel 1639, e eoa disegno di Fran-
e s. Salvatore maggiore si estese cesco Paparelli: al presente non è
sugli antichi castelli , forse già ap- più parrocchia , e mentre n' era
partenenti alla diocesi di Rieti abbate il cardinal Ercolani la chie-
cioèLongone j Capradosso, Concer- sa fu restaurata. Qui noteremo, che
viano. Rocca Vittiana Cenciara, , nell'anno 999 fu tenuto un insi-
Rocca Raniera, Magnalardo, Pog- gne placito in Roma alla presenza
gio-Vittiano, Porcigliano, Vallecu- di Papa Gregorio V, e dell' impe-
pola, Varco, Pratojanni , e Vacca- ratore Ottone III, in cui l'abbate
reccia. Nel soppresso monistero , Ugone vinse la lite di due chiese
che resta quasi nel mezzo de' me- ( appunto ove ora è la delta chiesa

morati castelli, ed in una aperta di s. Luigi ) , fjfitae sunt aedificatae


campagna, dal cardinal Federico in Thermìs Altxandrinis .... silae
Lanle abbate commendatario venne Romae, regione nona. A questo
trasferito il seminario abbaziale, il Ugone, eh* era pur vescovo , si at-
quale sino allora era stato nel ca- tribuisce più probabilmente l'intro-
slello di Toffia. Godeva pertanto duzione de* monaci cluniacensi in
la badia di Farfa coU'altra perpe- Farfa , consigliala dall'abbate s.
Inamente a se unita di s. Salva- Odilone.
tore maggiore, la qualità di nuL- li Muratori nell* appendice alla
lius , una ricca rendita superiore cronaca farfense nota, che non so^
ad annui scudi quattromila, e di lo i monaci cistcrciensi abitarono
SI rispettabile giurisdizione, che si il monistero di Farfa, che es- ma
stendeva anche al borgo della cit- si presso avevano una
Scandriglia
là di Rieti, e persino in una chic- grancia, e avevano pure il moni-
sa parrocchiale in Roma ; ed anli- stero del ss. Salvatore Non va .

camente fuori della Sabina la giù- taciuto che a questa abbazia fu-
risdizione era più estesa, e dacché rono confermati tutti i beni che ave-
fu data in commenda, ebbe Tono- va nelle Marche, da Innocenzo III nel
re di venire governata da molti ii98« Ma in quanto ai cistcrciensi
insigni e nobili personaggi delia dimoranti nel monistero farfense,
corte e curia roniana, La chiesa sul!' incominciar del secolo XV
parrocchiale di Roma
appartenente il cardinal Francesco Carbone, che
alla abbazia era nel luogo ove è alcuni come diremo chiamarono
ora la Chiesa di s. Luigi de' Franca- Tomacelli, qual prolettore del mo-
« [Vedi) dedicata alla beata Vergine nistero Farfa ( anche il cardi-
di
con un priorato de* benedettini, nal Boccamazzi nell'anno 1292 era
Ma essendosi la nazione francese stato costituito da Nicolò IV pro-
accomodata coli* abbate di Farfa, lettore dell* abbazia ; e Bonifacio
I* abbazia ebbe la chiesa parroc- Vili die all' abbazia più protettori,
chìale di s. Salvatore in Campo fra* quali nomineremo i cardinali
ove oggi è il monte di pietà. I de- Francesco Orsini, e R.oberto cister-
putati di questo stabilimento aven- ciense dei titolo di s. Pudeuziana )
i86 FAR FAR
li espulso, ed in veco v' introdusse 1476, qhe ritenne un solo anno,
i monaci benedettini della congre- nel qual tempo licenziando mo- i

gazione teutonica. Da questo fatto naci della nazione teutonica , vi


che non potè seguire senza illimi- chiamò i benedettini del sagro
tate facoltà, essendo allora il car- speco di Subiaco, e con breve di
dinale Carbone detto Toinacelli ve- Papa Sisto primo
IV, in data del
scovo di Sabina, e nipote di Bonifa- agosto i477> divise la mensa del-
cio IX, incominciano quindi la mag- l'abbate commendatario, dalla mensa
gior parte degli scrittori la serie de- conventuale de' monaci; fu a questi
gli abbati commendatari farfensi ,
restituito il diritto di potersi crea-
de' quali noi riporteremo i più be- re un abbate claustrale.
nemeriti, e quelli che vanno men- Battista Orsini romano, cardinale,
tovati per le notizie istoriche piii fu dichiarato abbate commendatario
interessanti. nel 1482 da Sisto IV, e godè 1' al)ba-
Fu primo Francesco Toma-
il dia anni ventidue. Rifabbricò dai
celli napolitano, ma veramente Car- fondamenti la chiesa di s. Maria di
bone o Carbonario, nipote di Bonifa- Farfa, che fece consagrare solenne-
cio IX, già monaco cisterciense dal- mente l'anno i49'^' Terminò mi-
l'anno i399 o i4oo, sino al i4o6 seramente i suoi giorni in Castel s.

epoca della sua morie. Il Cardella Angelo.


nel t. II, p. 297 delle Memorie sto- Sisto Gara o Gala della Ro-
riche de* cardinali avverte che al- vere, di Savona, nipote di Giulio
cuni Io chiamarono Tomacelli, altri II, fu eletto abbate nel i5o8: in
poi lo confusero col cardinal Fran- tempo di lui lo zio ristorò il mo-
cesco Carboni ; certo è che non si nistero di Farfa, ed eresse in col-
conosce un cardinal Tomacelli col legiata la chiesa di s. Antimo o An-
nome di Francesco, e sembra giu- tonino martire, parrocchiale del ca-
sto quanto lo Sperandio scrisse a stello della Fara, con bolla degli i i

pag. 229 della Sabina sagra su tal novembre i5i3. Sisto mori poco
cardinale: gli successe il cardinal An- dopo; ma io trovo che fu creato car-
tonio d'Aquileia. Secondo i registri dinale nel 1 5o8, e che mori agli 8
o annali farfensi, dopo il cardinal marzo i5i7. Altri fanno in vece
Carboni o Tomacelli succederebbe abbate il cardinal Franciotto della
Francesco da Yiteibo, che però non Rovere pur nipote di Giulio II.
fu riconosciuto che nel ì^ìt.. Con- Ranuccio Farnese romano, cardi-
viene anche osservare che sebbene nale, nipote di Paolo III, che nel 1 54^
l'abbazia fosse data in commenda, lo creò cardinale, e nell'anno seguen-
non era però in essa mancato sino abbate commendatario ^ di-
te lo fece
allora l'abbate claustrale, a cui il venendo poscia anche vescovo sub-
solo regime spirituale n' era allida- uibicario di Sabina; glorioso per
lo. E questa contemporanea nomi- le sue preclare doti.
na di due abbati ha potuto dar luo- Alessandro Farnese romano, car-
go di confondere alcune volte gli dinal vescovo di Sabina e poi di
abbati claustrali coi commendatali. Frascati, successe al fratello Ranuc-
Latino Orsini romano, già cardi- cio neir abbazia, che ritenne finché
nal vescovo di Sabina, divenne ab- visse. Egli condusse l'acqua in Far-

bate commeiidalario di Farfa nel fa o almeno la liuiù pei" comodo


,

FAR F A TI 187
dello due fiere che in essa si fan- ni de' ss. Pietro e Paolo, ed ana-
no due volte all' anno con molto loghe insegne ; essendovi suU' eser-
concorso. Mentre n' era abbate il go una chiesa con uscio aperto
medesimo cardinale, s. Pio V l'anno suo campanile, con l'epigrafe in gi-
1567 unì alla congregazione benedet- ro SIGILLUM PRESmATUS ABBATI AB
:

tina cassinese il monistero farfen- FARFENSis. Dalle immagini e dalle


se , che alcuni chiamarono archi-ce- chiavi vuoisi dedurre, che di que-
nobio. Perla morte di questo abbate sto sigillo si servissero i rettori
il Pontefice Sisto V tolse agli abbati pontificii della Marca, quando il

commendatari prO' tempore di Far- presidato farfense appartenne alla


fa e di s. Salvatore ma"£!Ìore la santa Sede : altro sigillo ritrovato
giurisdÌ7Ìone temporale , e la unì non lungi da Foligno , in tutto é
peipetuamente alla camera aposto- simile al descritto. Il Borgia nel
lica, da esercitarsi dalla congrega- tomo II delle sue Memorie storiche^
zione della sagra consulta. Qui va a pag. 253, descrive il presidato
notato che il primo abbate cassi- farfense , e quali luoghi abbrac-
nese fu d. Teofilo da Firenze, cui ciasse. Dice pertanto che anticamen-
successe s. Filippo della Cava, e te la provincia della Marca civil-
quegli allri abbati che registrano mente dividevasi in tre presidati_,
gli storici di questo insigne moni- uno de'quali si chiamava presidato
stero. farfense, il quale comprendeva una
Alessandro Damasceni Peretti dì porzione della Marca, e precisamente
Montalto, nipote di Sisto V e da la Marca Fermana, contandovisi le
lui creato cardinale, e nel 1590 città di Fermo ed Ascoli, la terra
abbate commendatario perpetuo di di s. Vittoria, ed altre fino al nu-
Farfa. In tempo di questo abbate, mero cinquanta luoghi. Di que-
di
Gregorio XIV restituì agli abbati sto triplice dipartimento,che d'or-
commendatari di Farfa la giurisdi- dinario dipendeva dal rettore del-
zione temporale, ed il Papa Inno- l'intera provincia della Marca, si

cenzo IX di lui successore, ineren- hanno nell' archivio vaticano cer-


do alle disposizioni su di ciò prese te memorie del secolo XIV; ed in
da Sisto V nuovamente la ritolse. un monumento scritto fra gli anni
Operò questo cardinale molte cose i355 e i365, nel quale sono no-
in favore dell' abbazia e del suo minati i suddetti tre presidati, il ter-
vantaggio spirituale, e ne' moniste- zo farfense ha questo titolo » Ci- :

ri della Marca introdusse la con- « vitates, terra e, et castra quae sunt


gregazione cassinense, i cui monaci » et semper fuerunt antiquitus sub
sono pur quelli di Farfa Gli . « presidatu abbatiae Farfensis cum
abbati avevano da gran tempo ** eorum comunitatibus , et distri-
perduto la temporale giurisdizione >i ctibus: civitas Firmana, civitas
del presidato farfense, che i retto- » Asculana, s. Victoria etc. " Tu
ri pontificii della Marca si erano quanto alla terra di s. Vittoria, ca-
giustamente arrogala, ed è quella stello della delegazione di Fermo
che restituì Gregorio XIV, e tolse è a sapersi che prima si chiamò
Innocenzo IX. 11 lodato Marini a Monte Matellano, o Monte Nano.
pag. 27 parla d' un sigillo rinve- Si piantò questo paese verso il no-
nuto presso Cancelli colle immagi- no secolo, allorché i monaci di
,

i88 FAR FAR


Farfii, e molte famiglie saWnesi legiala di Toffia, alla quale perciò
fuggivano dalla Sal)ina , a cagione concorsero le due chiese collegiate
dell' invasione de' saraceni. In que- della badia, cioè diAntonino di
s.

sta terra avvi la collegiata dedica- Fara, e della b. Vergine assunta in


ta a s. Vittoria. cielo diPoggio Mirteto (Fedi), ben-
Francesco Barberini fiorentino, ché nel memorato sinodo se ne
detto il seniore, ebbe la badia di contino sino a quindici. Ma per si

Farfa dallo zio Urbano Vili nel avendo reclamato l'ab-


fatta elezione

1627, dopo averlo fatto cardinale. bate farfense regolare, venne da


Fu anche vescovo di Sabina, e so- Clemente XII sostituito un vicario
no a lui diretti i surriferiti brevi apostolico, come si pratica anclie al
sulla privativa spirituale giurisdizio- presente abbazia di Subiaco.
all'

ne e rispettiva esenzione degli ab- Federico Marcello cardinal Lan-


bati commendatari farfensi, e dei te della Rovere romano, nel 1746
claustrali abbaziali. Ad esempio del fu commendatario da Bene-
fatto
cardinal Montalto, riservatesi tutte detto XIV, e nel medesimo anno
le rendite e diritti dell'abbazia, la si portò a visitarla. Quindi trasferì

rinunciò a favore del seguente. il seminario abbaziale di Farfa dal


Carlo Barberini fiorentino, car- castello di Toffia al soppresso mo-
dinale, fratello del precedente, nel nistero di s. Salvatore maggiore.
1 666 gli successe, e cominciò a go- Antonio Lante della Rovere ro-
derla nel1682. Ne' giorni 3, 4> ^ mano, nel 1769 per rinunzia del
e 6 giugno del i685 celebrò il si- precedente con indulto apo-
zio,

nodo farfense coli' intervento di stolico di Clemente XIV divenne


quattro vescovi , e molti deputati abbate commendatario, ed accreb-
della diocesi della giuiisdizione far- be di comode fabbriche il semina-
fense, e più canonici, curati e be- rio abbaziale. Nel 18 16 Pio VII
neficiati delle collegiate soggette al lo creò cardinale, e nel seguente
monistero, trattati dal cardinale anno mori dopo aver governato
con generosa ospitalità. Il sinodo Tabbadìa quarantotto anni. Succes-
fu stampato in Koma nel 1686, sivamente furono abbati commen-
ed è molto stimato non solo pei datari i cardinali Ercolani Luigi
decreti che vi furono stabiliti , ma (Fedi)j Cristaldi Belisario (Fedi)^
siccome pieno di ottime provviden- e Giustiniani Giacomo [Vedi)^ ai
ze, e di belle notizie tutte relative quali articoli accennano le loro
si

al buon governo di sua commen- virtuose qualità , e quanto fecero


da, che dopo ventidue anni, nel all' abbazia.
1704 rinunziò al nipote che segue. Luigi Lambruschini di Genova,
Francesco Barberini romano, det- creato cardinale dal Papa regnante
to il gìunìore, creato cardinale da Gregorio XVI, nel i833 dal me-
Alessandro VIII, e morto nel 1738 desimo fu fatto abbate commenda-
decano del sagro collegio. Alla sua tario, ed ordinario dei nionisteri
morte i capitoli delle chiese colle- di s. Maria di Farfa, e di s. Sal-
giate della badia di Farfa elessero vatore maggiore, per cui pubblicò
il vicario capitolare, di che sino al- co'tipi del collegio Urbano, piena di
lora non eravi esempio ; elezione felo pastorale, di dottrina, e di
che si fece nella nuova chiesa Col- unzione, Epistola pastoralis ad clc'
FAR FAR i>89
rimi et populum ahhatì/ie utriusque il fondatore del monistero a dedi-
rite conjunctae, monastcriorum s. carvi un tempio sotto l'augusto suo
Marine farfensis , et s. Salvatorìs nome, stabili di solennemente co-
majoris ex sacra casinate s. Be- ronarla nella detta chiesa cattedra-
nedicli familia^ datum Romae ex- le, col dono fattone della corona
tra portam Salaria m Vili idus ja- d'oro dal rispettabile capitolo va-
nuaiii die Epiphaniae Domini sa- ticano, secondo la pia istituzione
cra, anno 1834. Lungo sarebbe qui di cui si parla all'articolo Corona-
il descrivere tutte le beneficenze zione delle sagre immagini (Vedi),
largamente sparse dal cardinal ab- Quindi il cardinale esegui con pom-
bate sui diocesani, e la provvida pa ecclesiastica, e al modo che de-
sollecitudine che il distinse nell'ec- scrive il num. 43 del Diario di
clesiasticogoverno. Trasferì il se- Roma^ il rito della coronazione ai
minario da s. Salvatore maggiore 3 maggio 1840, di quella sagra
a Poggio Mirteto , pubblicando nel immagine cui tanti romani Ponte-
i835, co'tipi Vaticani, le Regole pel fici, imperatori, principi, e divoti
seminario abbaziale de chierici del- senza numero avevano fatto ad o-
le due abbazie unite di s. Maria di gni tratto generose largizioni , e
Farfa, e di s. Salvatore maggio- doni de' loro averi. Laonde si può
rej quindi ne fu coniata una me- affermare che se la sagra immagi-
daglia colla sua effigie, e nel rove- ne vanta una incontrastata anti-
scio l'iscrizione: seminario faefensi chità di tredici secoli almeno di
coNSTiTUTo. Anno iSSy. Né deve culto fra noi, non è meno pre-
tacersi che il zelante cardinale ab- gevole pel fervore di quella pietà,
bate anno e co'suddetti
in tale per la quale a storica grandezza
tipi fece un libro di
pubblicare crebbe il cospicuo monistero farfen-
buone creanze pel seminario, da se. Nel medesimo anno ed in Ro-
lui a sì utile scopo composto, li- ma, dalla tipografia Salviuccì, il p.
bro che porta questo Rego- titolo ; abbate d. Vincenzo Bini, procura-
le di civiltà e buona creanza ad tore generale della congregazione
uso del seminario farfense. E con cassinese , pubblicò i suoi dotti
ottimo divisamento, nel luogo del Cenni storici sulla sagra immagi-
seminario in s. Salvatore maggiore, ne di Maria Vergine che si ve-
il lodato porporato pose gli specchia- nera nella chiesa abbaziale di Far-
tissimi e benemeiiti Passionisti (Ve- fa , e sulla sua coronazione. Fra
di) , per vantaggio spirituale di le poetiche composizioni pubblica-
quei popoli. te colle stampe in si lieta circo-
Considerando poi il cardinal Lam- stanza , rammenteremo quella del
bruschini che l' origine del moni- eh. cav. Angelo Maria Ricci, cioè
stero, come della chiesa di Farfa r Inno affettuosissimo alla beata
e della sua celebratissima abbazia, Vergine con 1' elegante versione
,

devesi al collocamento della sagra latina del eh. sacerdote Gio. Batti-
immagine di Maria, venerata con sta Castellani, ed un' Ode.
tanto amore ed ossequio principal- La posizione topografica, e i luo-
mente dai popoli della Sabina, giac- ghi della giurisdizione dell' abbazia
che il culto di essa fu senza con- farfense
, sono descritti dal citato
trasto la vera cagione che mosse Speraadio a p. i49 ^ seg. Tre so-
1

190 FAR FAR


Bo i cruuisli fiiifcnsi, cioè Grego- maggiore furono divise, e ridotte
rio detto primo, Gregorio Catincn- ad abbazie di semplice titolo, ed u-
séy e Gregorio Romano, oltre il nilo perpetuamente quello di Far-
monaco Tadino o Teodino, ed al fa al cardinal vescovo prò- tempore di
tri. Nella Storia di Gabio di mon- Sabina. Quindi colf abbazia nidlius
signor Galletti ritrovasi un'appen- di s. Salvatore maggiore, e con una
dice di XXXI li documenti tratti porzione dell'altra di Farfa, e con
dall'archivio farfense, i quali mira- parte della detta diocesi di Sabina,
bilmente illustrarono la storia di venne istituita la chiesa vescovile
sì celebre badia; il primo ha la di Poggio Mirteto al cui vescovo ,

data 746, e l'ultimo spetta all'an- restò unito il titolo di abbate di s.

no I 104. Parecchi documenti del- Salvatore maggiore, dovendo il ve-


la medesima abbazia il Galletti li scovo perciò chiamarsi vescovo di
pubblicò opera // priinicero
nell' : Poggio ed abbate di s.
Mirteto ,

della santa Sede. Abbiamo il Chro- Salvatore maggiore. In pari tempo


nicon de monaslerio acutino , sive r abbazia di Farfa fu unita alla
farfensi ducato Spoletino in
in detta chiesa suburbicaria di Sabi-
histor. Francor. a Ducliesnio or- na, il cui cardinal vescovo si do-

dinata, lom. Ili, pag. 65o. Si ha vesse intitolare vescovo di Sabina,


di Gregorius Monachus, Chronicon ed abbate di s. Maria di Farfa.
farfensis , sive historia monasLerii Per tale avvenimento venne conia-
fatfensis ab ejus origine, hoc est ta una medaglia monumentale per
ab anno circiter 69 usque ad an- 1
, perpetuare la memoria di questo
no 1 o4 deducta etc. Accedunt bie- avvenimento, con l'eflìgie del bene-
"ves notas Ludov. Ant. Muratori, merito porporato, ed analoga iscri-
extat in tom. II, par. II Rerum eioiie.
Italie. Script. I pregi di questa In quanto agli abbati claustrali
cronaca, ed un cenno del suo con- cassinesi, principalmente vanno ram-
tenuto, ce lo dà l'erudito Pianghia- mentati i seguenti. Serafino mila-
sci, a pag. 76 della Bibliografia nese del 1576, che ottenne da Gre-
storica ec. dello stato pontificio. gorio XIII l'altare privilegiato. Mi-
Si può anche leggere il Lubinio, chele di Venezia del i585, sotto
Abbatiarum Italiae brevis notitiae. del quale rinnovò il chiostro, fu
si

Nel 1834 Giuseppe Marocco colle murata una gran parte della clau-
stampe del Boulzaler pubblicò in sura, ed ebbero luogo altre prov-
Roma : Istoria del celebre imperiai videnze. Atanasio di Carpenedolo
monistero farfense. del iGo4> nel governo del quale
Ma mentre era abbate di Farfa e si fece il gran refettorio; si compi
s. Salvatore maggiore il medesimo con muri la clausura; ebbe prin-
cardinal Lambruschini , nel conci- cipio la fabbrica di s. Salvatore,
storo de' 24 gennaio iS/^i, in cui l'altare grande della chiesa, sotto
egli da Gregorio XVI venne esal- il quale si rinvennero i corpi di
tato alla chiesa vescovile suburbi- s. Lorenzo fondatore e di s. Tom-
caria di Sabina (Wedi), dal Papa maso restauratore del monistero;
al modo che dicemmo al volume fu eretta la cappella del ss. Cro-
XV, pag. 228 del Dizionario, le cefisso; formati alcuni libri corali,
abbazie di Farfa e s. Salvatore ed il registro nuovo o grande. Nel-
FAR FAR f9r
l'anno 1609 ì' abbate Atanasio fu menti risulta ancora i segnalati
rifletto: fece costruire la cappella servigi resi alla religione ed alla
per le reliquie, ed operò altre co- società monaci di sì illustre
dai
se munifiche; gli successe l'abbate e benemerito monistero. Nella bi-
Bernardino di Perugia che istituì la blioteca vaticana poi si conserva
spezici ia. Sotto l'abbate Benedetto di il celebre codice già appartenente
Amelia del 1622, si eresse la nuo- all'archivio farfense.
va fabbrica di s. Martino, e venne FARGIS o FARGE (de) Raimon-
formata la bella fonie che decora do Guglielmo, Cardinale. Gugliel-
l'ingresso del mouislero. L'abbate mo Raimondo de Fargis o Farge,
Giovanni Battista da Montopoli del de'signori di Budos, nipote per li-

1623, previa autorità concessagli nea materna di Clemente V, nacque


dall'abbate commendatario, assol- in Bordeaux. Fu lesoriere della chie-
vette in pontificale i faresi incor- sa di Beauvais, e da questa digni-
si in censure per insulti fatti ai tà quel Pontefice lo assimse ai 19
monaci. Sotto il successore Giulio dicembre i3io alla dignità cardina-
di Città di Castello fu rifatta la hzia col titolo di s. Maria Nuova.
strada che da Farfa conduce a Ro- Morì in Tolosa, giusta la più co-
ma. Essendo abbate Ambrogio di mune sentenza, l'anno 1314, dopo
Cremona del i632, in Farfa fu quattro anni di cardinalato.
celebrata la dieta cassinese ; nel 1 645 FARINIER Guglielmo, Cardina-
fu rieletto , ed allora rinnovò le le.Guglielmo Farinier naque nell'A-
due cappelle ai lati dell'altare mag- quitania. Abbracciò l'istituto di s.
giore, ed ornò vari luoghi ed al- Francesco nel convento di Gour-
tari di pitture. Nel i8o3 fu fallo don, nella diocesi di Chaors, don-
abbate Ilario Primoli romano, che de n'ebbe anche il soprannome di
resse il monistero sino al 18 io, Gordonio; e sino dal principio^ riu-
epoca in cui fu demaniato dai fran- scì meravigliosamente nel leggere
cesi occupatori delio stato pontifi- teologia nell' università di Tolosa.
cio. Nel
18 14 Pio VII, gloria del- Governò per qualche tempo la sua
l'ordine benedettino , e già abbate religione nella provincia dell'Aqui-
cassinese, nominò il p. d. Stefano tania, e nel capitolo generale cele-
Alessandri da Firenze delegato apo- brato in Verona l' anno 1 348 fu
stolico, carica che esercitò per sei assunto alla generale prefettura del-
anni. Indi successero altri abbati l'ordine, dignità che tenne per ben
illustri e benemeriti, fra' quali no- nove anni, nel corso de'quali cele-
mineremo Benedetto Tomasetti, Vin- brò due volte il capitolo generale.
cenzo Bini , e Giovanni Francesco Il primo nel i35i nella città di
Zelli. Lione, l'altro nel i354 in Assisi,
Finalmente noteremo, che dal in cui fu stabilita l'osservanza delle
prezioso ed antichissimo archivio costituzioni fatte da s. Bonaventu-
dell' abbazia farfense trassero gli ra, che perciò si appellarono anche
storici tante notizie importanti e Farinerie. Venne quindi da Innocen-
pellegrine, stante le cronache, gl'i- zo VI a' 2 3 dicembre i356 creato
stromenti, e le pergamene di gran prete cardinale assente de' ss. Pietro
merito, come di originali manoscrit- e Marcellino, con facoltà di ritenere
ti. E che da tali preziosi docu- il grado di ministro generale sino
,

192 FAR FAR


alla celebrazione del nuovo capito- Le belle sue doti di spirito, onde
lo. Tale incarico sostenne ancora ne avea sincera ammirazione da
pfeca riamen te dopo la morte del ognuno, furono soltanto il motivo
generale Giovanni Bucchio, acca- che indusse i suoi frati ed elegger-
duta nel iSSg. In quel torno di lo priore, carica da lui parecchie
tempo ebbe la commissione di re- volte poi sostenuta. Filippo IV, il
carsi a Bordeaux per assistere il Bello, se lo elesse a confessore e
re di Francia, in compagnia de'car- consigliere, e contribuì poi alla di
dinali legati apostolici ; e perciò ap- lui esaltazione al cardinalato, che
punto per distinzione gli fu spedito in ottenne da Clemente V, nella città
quella città il cappello cardinalizio. Si di Lione, 1' anno 1 3o5 a' 1 5 dicem-
per con-
trasferì poscia in Inghilterra bre , col titolo di sant' Eusebio.
ciliare la pace tra que' due poten- Quel Pontefice lo destinò legato
tissimi regni; ma non potendo co- a latere presso il detto re cristia-
glierne vantaggio di alcun rilievo, nissimo, per la spedizione di Ter-
si ricondusse in Avignone. Da di ra Sanla , e gli diede in pari
là, nel iSSy, fu inviato in Ispagna tempo la commissione di esamina-
col carattere di legato a latere re la dottrina di Piergiovanni Oli-
per tranquillare le discordie insorte vi minorità. Sembra però che Bo'
tra i re di Castiglia e di Arrago- nifacio Vili, predecessore di Cle-
na. Per combinar meglio le cose mente V, avesse ne' primi tempi
ritenne sotto la di lui giurisdizione qualche sospetto sopra la con-
le terre che s'erano scambievol- dotta del Farinola, ma nulla di
mente prese nella guerra, stabilì preciso su tal punto ci sanno ri-

una tregua di quindici mesi, e ful- cordare le storie. Si trovò presen-


minò l'anatema contro qualunque te al concilio Vienna
generale di
osasse violarla. A tutto ciò per al- nel i3io, ed commis-
ivi ebbe la
tro oppone il Baluzio, nelle no-
si sione di ricevere assieme ad altri
te de'Papi di Avignone. Morì in due cardinali le deposizioni che
Avignone Tanno i36i, ed ebbe la allora si producevano contro la
tomba nella chiesa de'frati del suo memoria del Papa Bonifacio Vili.
ordine. Scrisse, ad istanza del car- Venne ancora deputalo sopra la cau-
dinal Egidio Albornozio, un trat- sa dei cavalieri templari. Cessò di
tato sulla negoziazione e su i vivere in Lione nel iSaS, e si cre-
cambi, nonché parecchi commenta- de che venisse sepolto nella chiesa
ri sopra alcuni scrittori sagri e pro- del suo ordine. Il Baluzio però,
fani. nelle note alle vite de' Papi di
PARINOLA o FREAUVILLE Avignone, scrive che fu deposto
Nicolò, Cardinale. Nicolò Parinola nella chiesa de'Predicatori di Lione,
o Freauville, da nobile famiglia, nac- ma che il di lui cuore fu traspor-
que a Neufchàtel, nella diocesi di tato a Roan, nella chiesa de* do-
Roan Di freschissima età abbracciò
. menicani, e rinchiuso in quel se-
l'ordine di s. Domenico, e assai presto polcro, che vivente ancora si avea
si rese celebre nella cattedra di parecchiato. Il Farinola scrisse un
teologia, che lesse nell'università di volume di sermoni, alcuni trattati
Sorbona, come pure nella facondia sulla sagra liturgia e le ceremonie
e nella più nerboruta eloquenza. ecclesiastiche.
PAR faH 193
FARNESE Famiglia. La no- chiamalo Farno, copioso in quel
bilissima ed illustre famiglia Far- luogo, e portava per arma sei fio-
nese romana, alcuni la credetlero ri di giglio d'oro in campo verde,
originaria d'AIemagna, ma più pro- come si vedeva in una tabella da
habilmente di Toscana ^ e che sia lui offerta alla Madonna della Quer-
stata COSIdetta dal castello di Far- cia, mentre quel Papa era in ista-
chiamato poi Farnese, presso
fleto ^ to privalo. Ma entrato egli in pre-
Orvieto e Viterbo, posto su d'una latura, essendo poca differenza tra
collina le cui falde sono bagnate Farneto e Farnese^ ed anco poca
dal fiume Olpeta, e già apparte- in ambe le armi, assunse quello
nente al ducato di Castro, dopo de Farnesi col nome appresso, co-
la ebbe ad ingrandirsi.
cui rovina me più onorevole, trasmettendo
M. A. Valena nelle Cose memora- l'uno e l'altro a Pier Luigi suo
hìli, dice che la famiglia Farnese fìgUuoIo, e posteri suoi. Altri di-
già molte centinaia d'anni fa, ven- cono che il primo signore del ca-
ne da Francia, e si condussero i stello o isola Farnese, fosse Pietro
suoi primi progenitori a fare la I di questo nome circa Tanno 900,
residenza in Lucca, di dove poi e i successori di lui ebbero le pri-
vennero a Roma a tempo di Lucio me magistrature di Orvieto, indi
111 Allucingoli, d'illustre famiglia furono ascritti da' sanesi alla loro
lucchese, che salì sulla cattedra a- nobiltà. Altro Pietro Farnese dice-
postolical'anno 1181, e loro pa- si console in Orvieto nel 1027, e
ìente. Che da esso, come solevano nel loSy; ed altro Pietro Farne-
faie prima
Papi co' nipoti e pa-
i se fiori nel 1099. Passati ad abi-
renti, fu dato loro lo stato che tare Roma, s'imparentarono colle
possederono nelle parti di Viterbo, famiglie Orsini, Conti, Gaetani, ed
Montefìascone, e quegli altri luo- più cospicue. Pietro Far-
altre delle
ghi contigui al Sanese. E della nese, Prudenzio, e Ranuzio mollo
nazione francese ancora si giudica operarono contro i nemici della
essere questa famiglia, per le inse- Sede apostolica, in tempo de' Pon-
gne dei gigli, che formano il suo tefici Pasquale li, Lucio II, ed In-
stemma gentilizio. Ma l'x^midenio, nocenzo III Siccome dobbiamo
.

nella Relazione mss. dì Roma, ne parlare di Canino, già signoria


assegna questa altra origine, dicen- de' Farnesi, fa d'uopo darne prima
do che la famiglia Farnesia è an- un cenno storico.
tica romana, da cui uscirono valo- Canino è una terra del ducato
rosi capitani. Prese il nome da una di Castro, nel patrimonio di s.
teria, che possedeva nel patrimonio Pietro, che sorge su di un sasso
della conlessa Matilde. Si dubita vulcanico. Nella sommità del piano
se con questa abbia connessione ov'era la rocca, sta ora il duomo,
quella di Parma che viene da Pao- e nella piazza ad esso rimpetto al-
lo in, che non fu di Farnese, ma cuni più importanti edilìzi. All'in-
nato in una terra del medesimo gresso del borgo s'innalza il gran-
patrimonio, chiamata
Canino, in dioso palazzo del signore del luo-
casa privata. Si chiama da Farne- go, godendo 1' aspetto dell* aperta
se, come chi dicesse dal Canneto, campagna, ampia, fertile, e delizio-
MWAlhoreto, e simili, da un legno sa. Si vuole che Canino occupi il
VOL. XXIII. i3
194 FAR FAR
luogo dei celebri vulccnti, e dagli zione d'ogni gabella coraunilativa :

scavi fatti dal principe Luciano dipoi il Pio II approvò


Pontefice
Bonaparte, si discoprirono avanzi tal perpetuo canone. In que'tempi

di terme, una statua d' Igea, ed i caninesi alternarono la loro sog-


un'ara scolpita con belle lettere di gezione tra Toscanella, Viterbo, gli
Lucio Minicio Gatala proconsole Orsini, i Pontefici , e talora si res-
dell' Africa e della JNIesia inferiore, sero a popolo, rs'ellu dissertazione
augure giureconsulto,
con dedica De due. Castri et Ronc. a p. i 1

al santo Casimiro
Apollo. Il p. si legge, che Martino IV nel 1288
da Roma, nelle sue Meni, istori- ordinò al comune di Canino, ìtt

che delle chiese e conventi della fratrcni Diutaleve, castellanuni Ca-


provincia romana^ parlando a p. stri abbatiae ad ponteni, missuni
45 della chiesa e del convento di ad terras illas ad emenda biada
8. Francesco presso Canino, ci dà prò usa Apostolici Palata et pau-
erudite notizie del castello, dicen- pcrum, benigne reciperetj eique in o-
do che altre volte fu chiamato mnibus Jideliter assisteret. Ma in-
Carino, e del motivo per cui pre- viato nel i352 da Avignone nello
se r odierno nome. In una lettera stato ecclesiastico da Innocenzo VI
di s. Leone IV eletto neir847 de- il cardinal Albornoz a ricuperare
scrivendosi i confini del contado i dominii usurpati dai tiranni, tol-

Tuscaniense, fra essi figura Musìleo se a Giovanni de Vico nel i354


di Canino; ed Alessandro III del e ritornò alla soggezione della Chie-
ii59 donò Canino a' viterbesi, è sa ancbe Canino, che d'allora in
siccome luogo venne in-
fortificato poi dierono i Papi a diversi per-
dicato col nome di Castrum. Nel- sonaggi, con titolo di vicari apo-
l'opera, Della capitale de' Tusca- stolici. Se non che il Sarzana ci
niensi di Eugenio Sarzana, si dice avverte che Canino nel i383 pas-
che Alessandro III nel 11 80 donò sò sotto la signoria de' sanesi, e
Canino a'viterbesi, quali lo signo-
i poi dei bretoni, e di altri molti
reggiarono ancora nel 1*255. Ten- notati dal citato p. Casimiro da
tarono poco dopo gli abitatori di Roma, a pag. 4^ ^ ^eg. Bonifacio
Canino di sottrarsi da Jale domi- IX vi spedì a governatore Viturio
nazione, durata al dire di alcuni Vitelleschi da Corneto, e poi lo

oltre ad un mezzo secolo, ed ebbero concedette in vicariato a Bertoldo


ricorso a quelli di Toscanella, do- Orsini sino a terza generazione,
nando loro se con atto di
stessi sub annuo censo iinius canis ad
vassallaggio nel 1259; atto che il aucupìa, boni, sagacis, et experti,

Sarzana chiama invalido, perchè in festo Assuniptionis B. Marìae


fatto da chi non poteva disporre Firi^inis. Alessandro confermò V
del non suo, e dominata allora altrettanto; ma Giovanni XXIll
dagli Orsini, massime da Ranuzio dispose di Canino in favor di Tar-
e da Matteo, spiegando quindi in taglia da Lavello. Martino V con-
che consistesse l'oblazione di cera cesse ad Aldobrandino Conti la
annua, che dai caninesi facevasi ai terra di Canino, co'circostanti luo-
ss. martiri Secondiano, Veriano, e ghi, i quali avendoli ereditati i fi-

Marcellino, la cui origine si attri- gli Alto, e Grato, quest'ultimo re-


buisce al i3o9, o forse per l'cscn- stituì la terra di sua porzione ad

J
FAR FAR 95^

Eugenio IV, il quale per compen- no, e Pianzano, e coirannuo cen-


so gii die Palliano. so da presentarsi nella festa di s.
li Ciacconio, Pontif. tom.
Vit. Pietro, d' un vaso di argento del
IIT, p. 53 1, narra che Ranuzio IH peso di ducati otto d'oro di came-
Farnese avolo di Paolo III fu ge- ra. Allora Canino fu abbellito dai
nerale dell'esercito di Eugenio IV, Farnesi, e prescelto tra le circo-
e che in premio di una segnalata stanti terre che possedevano per
"vittoria riportata contro i nemici loro dimora, massime nell' inver-
della santa Sede, gli diede in dono no, per cui addobbarono il castel-
la rosa d' oro benedetta. Poscia lo con sontuosa suppellettile. Ga-
volendo Eugenio IV provvedere briele Francesco, ovvero Pianuccio
alla difesa di Canino, e delle pros- Farnese ricevette Pio II nell' iso-

sime terre frequentemente invase la Bi sentina di cui era signore,


da' saraceni, ne investi a titolo di è fabbricò ivi una chiesa e con-
vicariato apostolico, e con bolla vento ai frati minori, donando a
data a'i5 giugno i44^ "^ medesi- questi l'uso di tutta l'isola. Il me-

mo Ranuccio o Ranuzio Farnese, desimo Gabriele Francesco edificò


per se e suoi sino a terza gene- la chiesa e il convento di s. Fran-
razione, imponendogli per censo cesco presso Canino, che l'erudito
undici libbre di cera. Da qui si fa p. Casimiro descrive nell'opera men-
originare la prima grandezza di tovata. Una tragedia nel 1498
casa Farnese: vero è però che il afflisse la famiglia Farnese, dappoi-
suo dominio per allora non si este- ché in Ischia nel mese di luglio
se che nella metà di Canino, e dei furono uccisi tre fratelli, salvandosi
vicini luoghi della diocesi di Castro, in un pozzo di grano Bartolomeo
cioè di quelli cedutida Grato Con- altro fratello , e Ranuccio figlio
ti, \ altra porzione da
ritenendosi d'uno de' trucidati.
Alto, e dagli aUri eredi di Aldo- Da
Ranuccio, generale dì Euge-
brandino, i quali però l'alienarono nio IV, nacque Pier Luigi , che
in favore d'Antonio d'Aragona del- sposato a Giovannella Caetani de'
la famiglia Piccolomini, nipote di duchi di Sermoneta , nacque in
Pio li il quale ,con bolla de' 5 Roma sino dai 28 febbraio 1468
giugno 1464 confermò tal vendita Alessandro Farnese; ma l'OJdoino
pel nipote e per la sua retta linea di- neir Addizioni al Ciacconio, tom.
scendentale. Tuttavolta nel mede- HI, col. 53 1 e 544» dice a' 29
simo anno essendo morto Pio li, febbraio, ed in Canino feudo di
e succedutogli Paolo li, Gabriele sua illustre casa, mostrandosi per
Francesco, Pier Luigi, e Pier Ber- lungo tempo come luogo memora-
toldo da Farnese comprarono dal bile, la camera ov'era nato. Altri
medesimo Antonio Piccolomini l'al- sono d' avviso che ciò avvenisse
tra metà di Canino, e de'prossimi a' 2 3 febbraio e in Viterbo; ed
castelli per cinque mila fiorini altri in Canino l'ultimo giorno di
d'oro, ciò che fu confermato con febbraio i474> epoca su cui non
pontificia bolla XII kal. novembris, possiamo convenire, giacché dive-
investendoli Paolo 11 del vicariato nuto Papa col nome di Paolo HI,
sino a terza generazione, colla giun- Romolo Amaseo che ne fece l'elo-
ta di Valentano, Latera, Tessena- gio funebre, disse ch'era morto

I
196 FAR FAPx
a*IO Dovembre i549 d'anni 82 e come fratello del cardinal Alessan-
quasi nove mesi. Alessandro con- dro, avendo anni quindici, che poi
trasse un matrimonio segreto nella fu chiamato lo splendore del sena-
sua gioventù, prima di abbracciare to apostolico.
Io stato ecclesiastico, e prima che Bramando Paolo III innalzare
fosse preposto al governo di Fano, la propria famiglia a maggior gran-
con una gentildonna anconitana , dezza, e che prendesse luogo fra
dallaquale ebbe Pier Luigi poi le sovrane d' Italia, in favore di
duca di Parma, e l'avvenente Co- Pier Luigi suo figlio, ch'erasi por-
stanza maritata a Bosio Sforza. In- lato in Roma da Valentano, terra
di postosi in prelatura, nel i493 del patrimonio di s. Pietro, allora
Alessandro VI lo creò cardinale, e spettante ai Farnesi, ed al modo
dopo quarant' anni essendo decano che dicemmo all' articolo Castro
del sagro collegio fu esaltato al (Vedi), ove sono molte notizie sto-

trono pontificio, col nome di Pao- riche di questa prosapia, nel iSSy
lo III, agli II ottobre i534, con gli die la città vescovile di Castro,
gran tripudio de'romani che lo ce- che in un alle terre circostanti pos-
lebravano loro concittadino, il per- sedute con autorità de' Pontefici
chè fecero sontuose feste. Poco do- suoi predecessori dalla sua casa, e
po la coronazione, ai 18 decembre, compreso Canino, l'eresse in duca-
creò cardinali due nipoti. Alessan- to facendone di Castro la capitale;
dro Farnese (Vedi), d'anni quat- sebbene Canino per l' amenità del
tordici, figlio del menzionato Pier luogo, e per l'affezione de' Farnesi
Luigi , che divenne il decano e ad esso, venisse riguardalo con pre-
l'ornamento del sagro collegio: in dilezione, e tale che essendo fre-
gioventù ebbe una figlia chiamata quentato dai cardinali di tal fami-
Cleria, che maritò a Gio. Giorgio glia, il cardinal Alessandro io chia-
Cesarini, da cui nacque il celebre mava il piccolo Napoli, e per la
Giuliano gonfaloniere perpetuo del frequente dimora che vi faceva, lo
popolo romano. Cleria fu la più riputava utile alla propria sanità,
bella donna del suo tempo, per e ricreazione dell'animo, che ripe-
cui dal padre si soleva dire che teva poter viveie eternamente se
tre cose sommamente belle egli ave- l'estate avesse dimorato a Gradoli,
"va, ed era quasi impossibile arri- e neir inverno a Canino. Si pre-
\are, cioè il palazzo Farnese, di cui tende che Gradoli sorgesse per al-
parleremo in fine, la chiesa del cuni fuggitivi dalla città di Tiro,
Gesù da lui fabbricata, e Cleria e nel 1191 fosse circondata di mu-
sua figlia. L'altro nipote che Pao- ,ra, che vennero poi ampliate coi
lo III creò cardinale, fu Guido fabbricati dagli orvietani: avvi
Ascanio Sforza duca di s. Fiora. un sontuoso palazzo, ed una bella
Dipoi nel i544 Paolo III creò pu- chiesa collegiata. Va qui notato che
re cardinale Tiberio Crispi roma- Leone X, al dire del p. Casimiro,
no, ovvero di Corneto, figlio di investi di Canino il cardinal Ales-
Vincenzo, e fratello naturale di sandro Farnese, il quale divenuto
Costanza Farnese; e nel i545 e- Papa Paolo 111, donò Canino a'3i
levò ad egual dignità Ranuccio ottobre iSSy a Pier Luigi.
Farnese (Vedi), altro suo nipote, Avendo Paolo III investito del
FAR FAR 197
ducato di Castro Pier Luigi e suoi Ottavio lo stato di Camerino. Pe-
discendenti, lasciò alla linea di Bar- rò mal sofferendo Ottavio sì fatta
tolomeo Farnese le due terre di permuta , trattò con Ferdinando
Farnese e di Latera, conferendo Gonzaga governatore imperiale di
a quelli di questa linea il titolo di voler occupare Parma, che in no-
duchi, e quello di ducato all'unio- me del Papa e della Sede aposto-
ne delle due terre. Latera si vuo- lica si teneva da Camillo Orsini.

le fondata nel io53 sotto s. Leo- Allora Paolo III richiamò Ottavio
ne IX, a rifugio di molti dell'Etru- a Roma, donde furtivamente n'era
ria. partito; ma questi ricusò ubbidire,
Farnesi della linea di Pier Lui-
I anzi scrisse al fratello cardinale Ales-
gi ebbero anche da Paolo III il sandro una lettera, in cui l'esorta-
governo perpetuo di Nepi ed a , va ad unirsi al Gonzaga, nel caso
Castro ebbero anche unito la con- che il Pontefice loro avo non gli
tea di Roncigitone, Caprarola ( Ve- restituisse lo stato di Parma. Ve-
di)y ec. ; ma Nepi, e il ducato di duta da Paolo III questa lettera,
Camerino acquistato da Paolo III per r insolenze che conteneva, fu
dai Varani per trentadue mila scu- preso da tal dispiacere, che per una
di, e ch'era pure stato conferito ai gagliarda febbre dopo tre giorni ne
Farnesi, fu da questi lasciato, quan- morì, e fu sepolto in Vaticano,
do Paolo in nel i545 gì' investì adornando il suo bel deposito le
del ducato di Parma e Piacenza statue della Prudenza e della Giu-
( Fedi), ai quali articoli sono altre
stizia: nella prima vuoisi effigiata
notizie della famiglia, col peso di la madre del Papa,
nella seconda
pagare ogni anno alla camera apo- la sua cognata Giulia, o piuttosto
stolica un tributo o censo di sette la figlia Costanza. Il Zanetti nel
mila scudi a titolo di feudo; ma tom. V Monete d'Italia, pag.
delle
ai IO ottobre i547 Pier Luigi pri- 172, descrive un medaglione fatto
mo duca fu ucciso da alcuni no- ad onore del cardinal Alessandro
bili, ed è fama che ciò seguisse per Farnese per aver fatto terminare a
ordine di Carlo V
imperatore, il sue spese nel i5'j^ questo deposi-
quale pretendeva appartenere quel- to, già decretato dal sacro colle-
le citlà al ducalo milanese, e per- gio. Questo deposito oltre all'ave-
ciò al suo dominio, sebbene Carlo re la statua del Pontefice in bron-
V avesse dato Margherita d'Austria zo, di cui pur sono i due put-
sua figlia naturale, in moglie ad ti, è composto di varie e pregiate
Ottavio primogenito di Pier Luigi. pietre, fra le quali primeggia il ma-
IVel i549 seguì il matrimonio tra scherone di nero-giallo. Il cardinal
Orazio Farnese duca di Castro, e Quirini formò il più glorioso ca-
fratello di Ottavio, con Diana figlia rattere di questo Pontefice col suo
di Enrico II re di Francia. Non libro: Imago optimis principìs in
polendo Paolo III nel i549 ^'^^^' gestisPauli III Farnesii expressa,
perare da Carlo V lo stalo di Pia- Brixiae 1745. Ognuno avrebbe de-
cenza da lui occupato, e temendo siderato che questo gran Papa non
di perdere ancora quello di Parma, avesse dimostrato tanto attacco ai
deliberò di riunirli ambedue alla parenti, e tanta propensione nell'in-
«anta Sede, restituendo al nipote grandirli come nell' arricchirli : ciò
198 FAR FAR
non pertanto essendo vicino a mor- cardinale. I frati in vece ebbero il

te spesso rimproverava la loro in- convento e chiesa di s. Magno, det-


gratitudine, e ripeteva di frequen- to s. Umano. Le
successive vicende
te le parole del re Davijdde nel sal- della famiglia Farnese sono descrit-
mo XVIII: Sì mei nonfuissent do- te ai citati articoli, e ad altri del
minati, mine immaculatus essem ,
Dizionario che gli sono relativi, la-
et enmndarer a delieto maxime. onde qui si limiteremo ad un cen-
Né deve tacersi che Paolo III con- no delle cose principali.
ferì ad Ottavio suo nipote, e di- Al volume poi XV, pag. ao i si
scendenti la dignità di vessillifero, narra la condanna a morte di Si-
o gonfaloniere di s. Chiesa; altri sto V contro Ranuccio figlio di
però attribuiscono la perpetuità di Alessandro Farnese duca di Parma,
tal a Clemente Vili,
onorificenza lo stratagemma usato dal cardinal
a Ranuccio quarto duca di Parma e Alessandro di lui zio, e la peniten-
Piacenza, che sposò Margherita Aldo- za che perciò fece. Intanto Grego-
brandi ni pronipote di quel Papa. rio XIV nel 1591 creò cardinale
Giulia Acquaviva, moglie di Pier Odoardo Farnese (Fedi) de* du-
Bertoldo Farnese, verso Tanno 1 56o chi di Parma, degno d'eterna me-
edificò in capo al borgo di Farne- moria. Il detto Alessandro era suc-

se una chiesa in onore di s. Roc- ceduto a suo padre Ottavio nel i5(S6,
co, ed un convento pei minori os- divenne governatore delle Fiandre
servanti, dai quali fu abitato sino per Filippo II suo zio, sposò Ma-
al 1617. Qui però aggiungeremo ria infanta di Portogallo primoge-
che suor Francesca Farnese fonda- nita del real principe Odoardo, ed
trice dei monisteri che portano il ebbe fama di uno de' più celebri
suo nome, illustre non meno per e valorosi capitani de' suoi tempi ;

santità di vita, che pel complesso e siccome fu fatto condottiero del-


delle belle doti cui andava adorna, la lega cattolica contro Enrico IV
essendo figlia di Mario Farnese du- morto a' 2
re di Navarra, essendo
ca di Latera, e di Camilla Lupi decembre 1592, Clemente VIII ne
de' marchesi di Soragna, fece pro- pianse la perdita, e gli celebrò per
fessione nel monistero di s. Loren- singoiar distinzione magnifici fune-
zo in Panisperna di Roma, della rali nella basilica vaticana. Nel du-
regola di s. Chiara. Ispirata ad un cato di Parma successe Ranuccio I,

tenore di vita più rigido, volendo il quale nel 1600 incominciò a crea-
rinnovare il suo istituto ottenne dal re grossi debiti sui dominii che
genitore, col consenso de' frati e Tap- aveva nello stato pontificio, i qua-
provazione di Paolo V, il conven- lisi aumentarono dal di lui figlio
to di s. Rocco che prese il nome Odoardo che gli successe nel 1622,
di s. Maria delle Grazie, e con una il quale ebbe molte e gravi diffe-
sua ed altre parenti die
sorella renze colla famiglia Barberini nel
principio ai monistero che tuttora pontificato di Urbano Vili, anzi
fiorisce nella osservanza, e a quel- guerre e contestazioni, perchè i Far-

r istituto che forma T ammirazione nesi furono aiutati e protetti da al-


di tutti, il quale componendosi di cuni sovrani, il tutto dicendosi al-
cinque monisteri, come la terra di l'articolo Castro. Nel i645 Inno-
Farnese hanno per prolettore un cenzo X creò cardinale Francesco
FAR FAR 199
Maria Farnese (Vedi) de' duchi non aver mai i Farnesi pagati i loro
di I^arma, nipote del cardinal O- debiti, ed eseguito i patti concordati
doardo; e nell'anno seguente di- e stipulati coli' intervento di Luigi
venne duca Ranuccio li. Questi XIV re di Francia, ed altri sovrani.
conoscendo di non potere pagare Siccome la diocesi di Castro fu
»il debito enorme clve avea coi cre- unita a quella di Acquapendente ,

siccome gravitava princi-


ditori, e COSI Canino passò nello spirituale
palmente sul ducato di Castro e a dipendere da questa. 11 dominio pe-
sulla contea di Ronciglione, rò venne in progresso affittato ad ap-
» solvette di cedere tali dominii alla
si ri-

paltatori, che godevano delle trat-


camera apostolica, che avrebbe do- te di grani, o del diritto di semi-
vuto soddlslare i creditori. Ma al- nare i feracissimi latifondi che il
lorquando ciò traltavasi con In- circondano; essendo stata questa
nocenzo X , un orrendo avveni- terra riguardata sempre come la
mento esasperò gli animi. Mentre chiave e il centro de' traffichi del-
nel marzo dell'anno 1649 ^"sto- la marina pontifìcia. Ed a com-
foro Giarda recavasi a prendere pire il cenno riguardante Canino,
possesso del suo vescovato di Ca- aggiungeremo che sotto Pio VII,
stro, poco lungi da Monte Rosi fu nel 1808, la camera apostolica lo
assassinato. Fra le lettere diverse vendette a favore del principe Lu-
di monsignor Francesco Boccapa- ciano Bonaparte, il quale restau-
duli, esaminate dal Ricci nell'erudi- rò il palazzo baronale, donò alla
ta Notìzia di questa famiglia, a pag. chiesa principale un quadro di Ma-
3 3, apparisce se non autore prin-
1 riotto Albertinelli rappresentante la
cipale di sì esecrando delitto, alme- B. Vergine, i ss. Gregorio I, Giro-
no complice Ranuccio II, eseguito lamo, e Romualdo, indi fece sca-
per mandato del marchese Gaufri- vare, e di nuovo disporre all' uso
do francese, che da maestro della lin- le antiche terme. Nel i8i4 lo stes-
gua del suo idioma era divenuto il so Pio VII ragguarde-
innalzò la
primo ministro favorito del duca e , vole castellania di Canino in prin-
poscia terminò infelicemente i suoi cipato, che conferì al detto Lucia-
giorni su di un patibolo. Innocen- no, trasmissibile a' suoi eredi in li-

zo' X
erasi dimostrato benevolo con nea mascolina; eLeone XII con
Ranuccio li, confermandogli la di- chirografo del 1824 concesse al me-
gnità di gonfaloniere di s. Chiesa, desimo la facoltà di usar del tito-

ma poscia pei successivi avvenimen- lo di principe di Canino e Musi-


ti ebbe luogo rottura, ed aperta gnano, con facoltà eziandio d' im-
guerra. V. il Ciacconio nel tom. porre al suo primogenito Carlo il
IV, pag. 645>v 11 Pontefice giusta- secondo titolo, e così in perpetuo
mente indignato per l'uccisione del proseguire, come meglio dicesi nel-

I vescovo, e pel procedere del duca,


spedi a Castro le milizie papali, lo
le Notizie
Canino del
(storiche
eh. cav.
della terra
Pietro Ercole
di

iéce atterrare, soppresse il seggio Visconti


,
pubblicate in occasione
vescovile, ed il successore Alessan- che i5 maggio i843 il cardinal
a'
dro VII riunì formalmente ai do- Giacomo Filippo Fransoni assunse
minii della Sede apostolica gli stati il protettorato della castellania di
di Castro e Ronciglione, cui restò per Canino. Nel medesimo hbro si par-
,

200 FAR FAR


la degli scavi fatti sotto Pio VI Piacenza Francesco,il quale acqui-
nel latifondo di Campo Scala, che è stò per una somma di danaio la
su quel di Cauino, e del ritrova- dignità di gian maestro dell'ordi-
mento de' celebri vasi di terra cot- ne Costantiniano, e il potere di
ta degli etruschi, di metalli, ed al- come dicesi
conferirlo, al volume
tro; degli scavi fatti al Pian (lei XVII, pag. 3i5 del Dizionario,
Folci, dei vasi, tazze, piluccie in autorità che tuttora dura ne'duchi
varie fogge e forme ivi rinvenuti di Parma, conferendosi in pari tem-
che collocati ad ornamento nella po dal re delle due Sicilie, il qua-
biblioteca vaticana, il regnante Papa le per diritti di parentela ereditp
Gregorio XVI riunilli in parte da molte prerogative e domimi della ca-
ultimo al museo etrusco dalla sapien- sa Farnese, dopo che questa si impa-
za sua istituito in Vaticano. Final- rentò colla real prosapia dei Borboni,
mente si dice delle suppellettili, del ramo di Luigi XIV re di Fran-
vasi, e sepolcreti etruschi scoperti cia, siccome andiamo ad accennare.
in Canino nel 1828, di cui fu po- L'ultimo duca di Parma e Pia-
sciabenemerito il principe Lucia- cenza della famiglia Farnese fu
no, decorando molti musei d'Eu- Antonio, che regnò dal 17^.7 al
ropa le cose ivi rinvenute, con tanto 1781 , il quale vedendosi senza
vantaggio della storia, e delle arti, successione, maritò Elisabetta, uni-
non che della scienza archeologica. ca figlia di suo fratello Odoardo
Ritornando ai Farnesi , ed al al re di Spagna Filippo V di Bor-
pontificato di Alessandro VII, pri- bone; laonde ducato di Parma
il

ma che nel i66i incorporasse gli e Piacenza fu devoluto a d. Carlo


stati di Castro e Ronciglione a quel- infante di Spagna, nato da detto
li romana Chiesa, nel i658
della matrimonio, che nel 1734 succes-
creò Girolamo Farnese
cardinale se nel regno delle due Sicilie e ,

(Fedi), nobile romano, del ramo nel 1787 lo rinunziò per divenire
de' duchi di Latera che in lui re- re di Spagna col nome di Carlo
stò estinto, per cui il di lui fratel- III, senza che potesse a questa mo-
lo, secondo che dicemmo al volu- narchia riunire ducato di Par-il

me XIII, pag. 83 del Dizionario, ma. Allora l'occupò Carlo VI im-


vendette ai Chigi nipoti del Papa peratore, e la sua unica figlia Ma-
il proprio feudo di Farnese per ria Teresa, vani riuscendo gli sfor-

la somma di duecento settantacin- zi della regina Elisabetta, e degli


quemila scudi, ed Alessandro VII spagnuoli per ricuperarlo, sebbene
l'eresse in principato. A^ nostri gior- collegati co'francesi.Finalmente col
ni lo riacquistò la camera apo- trattato di Acquisgrana fu reso a
stolica , lasciandone il titolo fin- d. Filippo, altro infante di Spagna,
ché vive al principe d. Agostino figlio di Elisabetta e Filippo V,
Chigi , sebbene poscia l' alienò al che fece il solenne ingresso a Par-
maresciallo di Bourmont, valoroso ma a'7 marzo 1749» ^ regnò sino
francese che sotto Carlo X concor- al 1765. Gli successe il figlio d,
se al conquisto d'Algeri.Ranuccio Ferdinando, il quale ebbe a figlio
II Farnese fu adunque Pultimo du- Lodovico che fu re d' Etruiia dal
ca di Castro, e nel 169.4 ebbe a i8oi al i8o3 in cui morì, e che
successore nel ducato di Parma e maritalo all'infante di Spagna Ma^-
,

FAR FAR aoi


ria Luigia di Borbone, n'ebbe a ^tti de Waccademia romana di ar-
figJi Carlo Lodovico (che gli siio- cheologia. Nel num. io delle No-
cesse nel regno sotto la tutela di tizie del giorno del 1840 si legge
sua madre), e Maria Luisa Carlot- un cenno sugli scavi fatti per or-
ta principessa di Sassonia. Per le dine della regina nell'isola Farne-
note polificlie vicende Carlo Lodo- se, della scoperta ivi operata della
vico fu levato di Toscana nel 1807, antica necropoli e suoi monumenti,
e morta sua madre nel 1824, suc- e della erudita descrizione eseguita
cesse ad essa nel ducato di Lucca, in un agli oggetti archeologici rin-
di cui era stata investita nel 1817. venuti dal eh. avv. Secondiano
,

Dopo la morte
Maria Luigia
di Campanari. L'isola Farnese è una
arciduchessa d'Austria, vedova del- frazione del distretto e Comarca di
l'imperatore Napoleone Bonaparte, Roma, diocesi di porto e s. Pvuffi-

alla quale fu dato nel 1 815 ildu- na. In quanto all'isola Bisenlina di
cato di Parma e Piacenza, deve cui si fece menzione superiormente,

entrare nel dominio di esso, qual ove sono le tombe de' molti indivi-
eredità de' suoi antenati, il detto dui di casa Farnese, dominatori del
regnante duca Lucca, nelle cui
di circostante lago di Bolsena , se ne
vene scorre l'illustre ed augusto san- parla all'articolo Bolsena (Fedi).
gue de' Farnesi e de'Borboni. Lo stemma o scudo de'Farnesi
Prima dare termine a que-
di è inquartalo: nel prijno e nell'ul-
sto articolo faremo cenno dell'isola timo quarto vi è l'insegna de'Farne-
Farnese. Il JXibby nel tom. IH, si,eh 'è d'oro con sei gigli o gia-
pag. 380 e se^. deWAnalisi dei cinti di color celeste; nel secondo
dintorni di Roma, nel parlare del- e nel terzo vi è l'insegna d'Austria
l' isola Farnese, e della celebre partita con quella di Borgogna
Veio, dice che il nome di tale isola cioè rossa con fascia d'argento, e
è un forte indizio che un qualche bandata d' azzurro e d' oro per le
tempo sia stata della famiglia Far- nozze del duca Ottavio con Mar-
nese, e che poscia nella incamera- gherita d'Austria. Tutto lo scudo
zione del ducato di Castro e Ron- è diviso in un palo rosso col gon-
ciglione ancora questa terra venisse falone papale d'oro con due chia-
compresa. Egli è certo che fino dal vi incrociate pel gonfaloni erato del-
1667 era della camera apostolica, la Chiesa. Sopra tutto lo scudo vi
e che fu affittata per i/^So scudi. è l'arme di Portogallo per le noz-
Poscia fu data in enfiteusi, e fino ze del celebre duca Alessandro con
dal 1820 la camera ne alienò il Maria di Portogallo. Abbiamo da
dominio diretto che fu acquistato d. Luigi de Salazar-y-Caslro: Indi-
dall'ultima duchessa del Chiablcse, ce de las glorias de la casa Far-
e dopo la sua morte è passato in nese resumen de las lieroicas accio-
retaggio a Cristina regina vedova nes de sus PrincipeSy Madrid i 7 6. 1

di Sardegna, che n' è l'attuale pro- Ora passiamo a dare un cenno del
prietaria. Una parte delle notizie palazzo Farnese , della Farnesina, e
de' tempi bassi di questa terra si degli orti Farnesi a ni di Roma.
deve alle dotte indagini di A. Cop-
Del palazzo Farnese.
pi che le pubblicò in una disstr-
laziontj inserita nel luiii. V degli Avanti la bella e vasta piazza
-

so« FAR FAR


Faraese, che pur fu della del Du- seo le pietre cadute, cioè quelle
ca, e di Napoli dai proprietari del che polca trasportare in una not-
palazzo, il cardinal Alessandro Far- te; e che il nipote con singoiar
nese, poscia glorioso Pontefice Pao- accortezza falla raccolta di parec-
lo III, lo fece edificare per se e per chie centinaia di carrelli, fatti ve-
quelli di sua casa, quindi fu com- nire anche dai dintorni di Roma,
pito dal celebre cardinal Alessan- potè con sorpresa di tutti farne
tlro Farnese suo nipote. Per la un copiosissimo trasporto. La som-
sua architettura eccellente, ampiez- ma dapprima impiegatavi ascese a
za, ed altri pregi può considerar- seltantatremila centosettanlotlo scu-
si uno de' primi , dei più belli , e di, ottantotto secondo le notizie dei
dei più magnifici palazzi di Roma. libri de' conti camerali dall' aprile

Paolo ben discopri la grandez-


111 del 1546 air aprile del i549>
xa del suo animo in questo son- ovvero spesi solo in detto perio-
tuoso edifizio, che incominciò nel do di tempo. V. il Fea, Dissert.
cardinalato per abitazione di si- sulle rovine di Roma,
899. pag.
gnore privato non di principe ; Il p. Bonanni, Nuniism. Roni. Pont.
laonde e pe' dominii che la sua tom. I, pag. 7 14, riporta due me-
casa già possedeva avanti al suo daglie coniate in memoria di que-
pontificalo, ancorché egli non fosse sto stupendo edifizio, e siccome di
divenuto Papa, il suo figlio Pier forma quadra, fu chiamato il dado
Luigi sarebbe sempre rimasto uno Farnese.
de'più ricchi e potenti signori d'Ita- Il primo architetto della pianta,
lia. Ciò non ostante nel suo princi- eh' è quadrata ed isolata da ogni
pio fu giudicata la fabbrica essere parte, fu Antonio Picconi detto da
superiore alle forze del cardinale, Sangallo, e suo è pure il superbo
per cui Pasquino ci po-
il satirico atrio, che gl'intendenti considerano

se una cassetta con V iscrizione e- : come capo d'opera d'arte, e lo ti-


lemosina per la fabbrica. Tutta rò su sino al cornicione , il quale
volta ben presto si vide che non vi fu posto con disegno di Miche-
bisognò , corrispondendo la fortu- langelo Buonarroti, dopo che Pao-
na alla concepita vastità. Esso fu lo III volle decorare l'edifizio con

eretto principalmente co*marmi ca- un cornicione il più bello che mai


vali dalle terme del Quirinale, dal si fosse veduto , del qual desidei io
foro di Trajano, dal teatro di Mar- quel sommo artista appieno lo sod-
cello, dall'arco di Tito, dal tem- disfece. Il Vasari nella vita di An-
pio di Antonino e Faustina, mas- tonio da Sangallo narra che bra-
sime colle pietre del Colosseo (Ve- mando Paolo III che al suo pa-
di), come si legge nel Martinelli, lazzo fosse posto un cornicione il

Roma ricercata, giorn. 6; in Pan- più bello e più ricco che mai fos-
ciroli , Tesori nascosti pag. ii5; se stato a qualsivoglia altro palaz-

Del Marangoni, Delle cose gentile- zo, volle che oltre il modello fatto
sche pag. 46; ed in Ridolfino Ve- da Antonio tutti i più bravi archi-
nuti, Roma moderna tom. II, pag. tetti di Roma facessero ciascuno il

571, ec. Rammento di aver letto, suo, per appigliarsi al migliore, e


che Paolo III permise al suo ni- quindi farlo mettere in opera dal-
pote di poter prendere dal Colos- lo stesso Antonio; e così una mat-
,

FAR FAR aoJ


lina che desinava in Belvedere gli battista Varalli di Cori, famigliare
furono portati innanzi tutti i di- del cardinale, lo consigliò di fab-
segni, presente Antonio, i maestri bricare le porte e le finestre, ad
de' quali furono Pierino del Vaga, instar illarunij qitae sunt Corae,
fr. Ijasliauo del Pioujbo , Giorgio in Herculis tempio, come narrano
Vasari, e Michelangelo Buonarroti, il p. Casimiro da Roma, Conventi
il disegno del quale superò tutti e ec, pag. 112, e mons. Marini nei
perciò fu prescelto dal Pontefice. Ad Professori deW Archig. pag. 38. Ma
Antonio dispiacevano tali confranti, veramente sono state fatte dal vec-
quando il Papa gli disse: non sa- chio Sangallo , suli' esempio delle
rà male che noi veggiamo ancor nicchie, con colonne ai lati, e cor-
uno che ne ha fatto il nostro Me- nicisopra , da lui osservate nelle
k'ghino. Jacopo Meleghino ferrare- terme Diocleziane, come avverte il
se essendo stato famigliare servito- Fea III, Winchelmann, pag. 191.
re del Papa molti anni senza pre- In seguito Giacomo della Porta
mio, ed esercitandosi nell' architet- costruì co' suoi disegni la facciata
tma. Paolo III se ne servi nella meridionale del palazzo, cioè ver-
fìibbrica di s. Pietro, in quella di so la via Giulia. 11 prospetto prin-
Belvedere, e in altre, e benché non cipale di contro a tramontana ha
avesse né disegno, né molto giu- nel mezzo un gran portone ai cui
dizio nelle sue cose, avea la me- luti ricorrono le finestre del pian-
desima provvisione di Antonio, con terreno, su cui s'innalzano altri
mortificazione di questi. In fatti ordini di finestre: simili a que-
alla proposizione del Papa, Antonio sto sono gli altri due prospetti
disse che Meleghino era un archi- orientale e occidentale^ variando da
tetture da motteggio; il che uden- essi quello in faccia a mezzo gior-
do Paolo IH, si alzò in piedi, ed no che sull'alto a presi in una log-
inquieto rispose noi vogliamo che
; gia in colonne. Qui noteremo che
Meleghino sia un architettore da i palazzi di Roma de' mezzi tempi
dovvero, e vedetelo alla provvisio- erano fabbricati con tramezzi tra
ne, e ciò detto partì. Dice il Va- un solaio e l'altro, non solo per
sai! che in ciò \olle mostrare, che impedire l'incomodo del calpestio
i principi molte volte, più che i di quelli che abitavano nell'appar-
meriti , conducono gli uomini a tamento superiore, ma anche per
quella grandezza che vogliono, ma riporvi robe preziose ne' tempi
non alla virtù quanto all'intrinseco, delle fazioni e guerre civili. Il pa-
né alla stima quanto all'estrinseco; lazzo Bonelli poi Imperiali, ed og-
essendo solo Iddio il datore del- gi Valentin!, nella piazza de' ss.

l' ingegno e della dottrina , come dodici apostoli, così é costrutto: lo


del criterio e del buon senso. stesso fu fatto anche nel farnesia-
11 cardinal Alessandro
nipote no, che non ha che due piani, ol-
siccome mecenate di Giacomo Ba- tre il terreno, con alte e vaste
rozzi da Vignola, fecegU fare quel- stanze.
la parte di palazzo, ov' è la galle- A questo proposito é a sapersi
ria, dipinta poscia da Annibale Ca- il motivo per cui il cardinal Far-
racci, oltre molti altri ornamenti nese si determinò di fare tutte le
di porte, finestre, e cammini. Giam- stanze soffittate, tranne la galleria.

I
2o4 FAR FAR
Avendo egli staMlito di costruire il moso gruppo colossale di Dirce le-
palazzo nobilissimo di Caprarola gala dai figliastri alle corna del
di eguale, e foiRe maggiore ma- toro, chiamalo il Toro di Farnese.
gnificenza, gli fu detto da un car- Il Baglioni nelle Vite depitlori, as-
dinale che gli sarebbe stato facile sicura a pag. 3oi , che Giovanni
di farvi costruire dei belli soflilti Ballista Casignola ristorò il Toro
col legname vicino di que' dintor- de'Farnesi, giù trovato nelle terme
ni. Allora egli per far conoscere Antoniane, e vi fece la statua di
che non badava a verun risparmio, Dirce. Questo gruppo di più figu-
ordinò, come dicemmo a quell'ar- re grandi al naturale^ scolpite tut-
ticolo, che a Caprarola si facesse- te* in un sasso dai prodigiosi scal-
ro tutte volte, e in questo di Ro- pelli di Apollonio e Taurisco, rap-
ma lutti soffitti. L'atrio è sostenu- presenta Dirce che viene legata pei
to da dodici colonne di granito capelli alle corna d' un toro da
orientale, ed ha ai lati un grazio- Zelo ed Anfione, figliuoli di Lieo
so ambulacro. Da questo si passa re di Tebe, in vendetta della re-
nel che circonda la gran
portico gina Antiope loro madre, offesa dal
corte, il quale è triplice; i due marito per cagione della medesima
primi con pilastri che sono d'ordine Dirne; oltre le statue di Zcto, ed
dorico e ionico sono aperti, il terzo Anfione, e Dirce, vi è la detta re-
è chiuso, ed ha pilastri corinti. gina Antiope, un pastore colla lira,
Pietro Sebastiani, Roma investiga- il cane, e molti animali, con ser-
ta nelle sue rovine^ pag. i6, co- pe, tirso, e cesta mistica. Fu con-
me nel suo Viaggio curioso de' pa- dotto gruppo in Roma da Ro-
il

lazzi, p. i5, ha rilevato che Mi- di, e posto da Antonino Caracal-

chelangelo nel cortile si è servito la nelle sue terme, dove in tem-

dell'ordine del teatro di Marcello, po di Paolo IH fu ritrovato: di


che riesce vago e sodo. Il Vasari esso fa menzione anche Plinio nel
rimarcò, che il suo Buonarroti più lib. 36 cap. 5 della sua Storia
,

d'ogni altro maestro nobilitò la naturale. Divenula la corte di Na-


pietra di travertino, colla quale giu- poli pel suo re Carlo HI, figlio di
diziosamente fece finestre, masche- Elisal3etla Farnese, erede delle pro-
re, mensole ec, come il meravi- prietà de'Farnesi, colle dette opere
glioso cornicione maggiore. In que- accrebbe il museo Borbonico in Na-
sta corte, e fra i pilastri, hanno poli. Al presente nella corte del
figurato sino al pontificato di Pio palazzo Farnese, vi è rimasta l'ur-
VI, in cui furono trasportate a na di marmo /)v'erano raccolte le
Napoli, le statue dell'Ercole colos- ceneri di Cecilia Metella figliuola
sale dell'ateniese Glicone detto V Er- di Metello Cretico, pregevole monu-
cole FarnesianOy trovato nelle ter- mento tolto nel rinomato sepolcro
me Antoniane, della celebre Flora, di essa, posto nel luogo detto Capo
e di due gladiatori, oltre altro Er- di bove nella via Appia. Né qui
cole, ed altra Flora descritte insie- va taciuto che il Tiraboschi, Bibl.
me ad altre del citato Ridolfino, mod. 1. 95, attesta che Galazzo
e che formavano una vera scuolri Alghisi carpigiano, nel suo III li-

di scoltura, con varie basi ed iscri- bro delle Fortificazioni, al e. 2 ,


zioiii greche e latine , oltre il fu- narra che fu architetto del palaz-
,

FAR FAR 2o5


7.0Farnese in Roma; dunque ec- di Calliroe scoperta ; la stessa can-
co un quinto architetto , da ag- giata in orsa ; Febo che riceve la
giungersi ai precedenti Sangallo lira di Mercurio; quattro viriti
Barozzi, della Porta, e Buonarroti. che sono più in basso ; quattro
Salendo al primo piano evvi la satiri e molli studi accademici del
bella galleria tutta dipinta à buo- nudo che vedonsi sparsi nella volta
ni affreschi dal detto Annibale Ca- completano questo bellissimo lavo-
racci,ed è una delle principali sue ro. Le otto pitture che sono sopra
opere però fu aiutato dallo zio
: alle nicchie, la scena di Perseo
Lodovico, e dal Lanfranco. La sa- che libera Andromeda , ed una
la è divisa in pilastri, fra' quali vi giovane che fa carezze ad un lion-
sono nicchie per statue, e sopra corno, divisa della casa Farnese
gh ovati per busti. La volta è di- dipinta sopra la porta, sono lavori
visa in sette grandi quadri : quello del Domenichino. Le pitture del
di mezzo rappresenta il trionfo di gabinetto sono del pari di Anniba-
Bacco e di Arianna; negli altri so- le Caracci , rappresentanti : Ercole
no dipinti Mercurio che reca il po- fra il Vizio e la Virtù, dipinto in
mo della discordia a Paride; Pane tela sulla volta, di cui ora vi è
che offre il pelo delle sue capre a una copia nelle pareti attorno so-
:

Diana ; Tritone che scorre sui flutti no dipinti alcuni altri fatti mitolo-
colla sua Galatea ; l'Aurora che gici ben colorili, e mirabilmente
rapisce Cefalo nel suo carro; Po- composti. Nelle altre stanze sono
lifemo che suona la cornamusa on- alcuni fregi dipinti da Daniele da
de far piacere a Galatea; Polife- Volterra; nell'anticamera che cor-
mo che lancia uno scoglio contro risponde alla ringhiera della fac-
Aci, che fugge con Galatea. Piìi ciata che guarda la piazza , sono
in basso sono rappresentate altre storie a fresco, esprimenti fatti al-
storie mitologiche cioè, Giove che : lusivi alle gesta dei Farnese, di-
riceve Giunone nel letto nuziale ; pinti da Cecchin Sai viali, Giorgio
Diana che accarezza Endimione; Vasari , Taddeo e Federico Zuc-
Ercole rivestito degli abiti di Jole, cari. Vi sono due buone statue
suonando il Anchise
tamburrello; sedenti in marmo , rappresentanti
che toglie il calzare dal piede di la Pietà e l'Abbondanza , eseguite
Venere; Apollo che rapisce Gia- da Guglielmo della Porta pel de-
cinto; Ganimede rapito dall'Aqui- posilo di Paolo 111, che nella Va-
la ; Perseo che cangia in pietra ticana prima fu collocalo isolalo
Fineo co' suoi compagni , col mo- dietro o dirimpetto l'altare della
strargli la testa di Medusa ; Au- Trasfigurazione della vecchia basi-
dronjcda legata allo scoglio, con lica, poi ov'è la statua della Ve-
Perseo che combatte il mostro; ronica, e finalmente nel 1628 nel
A rione che passa il mare sul del- sito ove si ammira per ordine di
fino ; Prometeo che anima la sua Urbano VIU. Allora essendo le due
statua ; Ercole che uccide il dra- statue divenute superflue furono
go degli orti Esperidi ; lo stesso trasportate in questo palazzo e col-
che libera Prometeo legato al mon- locate ai due lati del camerino.
te Caucaso; Fetonte precipitato dal Ivi pur sono due busti in marmo
carro di suo padre ; la gravidanza di Paolo III, egregiamente scolpiti
,,

2oG FAR FAR


da EuonaiToti, mentovato Del-
e dal de, che abitava nelle case contigue
la Porta. Nella gran sala poi che all'arco Farnese di strada Giulia
viene dopo, conservansi molti gessi, nelle stanze corrispondenti al fiu-
e qualche marmo antico. Qui si me, per cui si bruciò metà della
vede la statua del gran capitano libreria, ed una considerabile quan-
Alessandro Farnese coronato dalla tità di scritture della casa Farne-
Vittoria, avente a' piedi il fiume se. Su questo meraviglioso palazzo
Schelda incatenato, e la Fiandra sono a vedersi le seguenti opeie :

genuflessa dinanzi, per allusione Giacomo Baroz/.i Li da Vignola ,

alle imprese di quel duca nella ter- cinque ordini di architettura con
ribile guerra di Fiandra. Questo l'aggiunta delle porte di architet-
gruppo è mirabile perchè scolpito tura di M. A. Buonarroti, Il orna
su d'un solo pezzo di marmo d'u- 1607, Siena rySS, Bologna ly^G;
na delle grosse colonne che sorreg- Vita deW autore con annotazioni,
gevano la volta del tempio della Venezia 1749J Galleriae Farne-
Pace nel foro romano ; il pensiero sianae. Icones in aedibus di(,cis
è di Gaspare Celio, e l'esecuzione Parmensis ab Annibale Caraccio
di Simone Moschino da Carrara. coloribus expressae, cum ipsaruni
Il Cancellieri in alcune sue ope- monochroniatibus, et ornamentis a
re, massime ne' Possessi , e nel Petro Aquila delineatae et incisae,
Me.rcatOy ci dà erudite notizie su Romae apud Rubeis;
Jo. Jac. de
questo famoso palazzo, sulle feste Lnagines Farnesiani cubiculi cuni
ivi fatte , comprese quelle della ipsarum monochromatibus et orna-
via Giulia, e della piazza Farnese, mentis in aedibus sereniss. ducis
sugli aneddoti che lo riguardano; Parm. ab A. Caraccio aeternita-
sui sovrani ed altri personaggi che ti pictae a P. Aquila delineatae et

vi alloggiarono; sulle visite fattevi incisae, Piomae, ibid. Abbiamo an-


dai Papi, essendo stati gli ultimi cora, che le famose pitture de' Ca-
Pio Vili, e Gregorio XVI; sui racci furono incise da Carlo Cesi,
rifugiati nel medesimo, per cui eb- e descritte dal Monsacrati
p. ab.
bero luogo gravi contestazioni; del col libro intitolato Aedium Far- :

sequestro e confisca cui soggiacque nesianum tabulae ab Annibale Ca-


sotto Urbano Vili, e sugli incendi raccio depictae, a Carolo Caesio
che ne minacciarono la distruzione. aeri insculptae , atque a Lucio
Il primo avvenne a' 20 gennaio Philarchnco , explicationibus illu'

161 2, dalla parte del cantone che stratae, Romae typ. Monaldini lySS.
guarda ponte Sisto, col bruciamen- Il Bellori nella vita dello stesso
to della libreria, e la morte di Caracci, descrive tutto il concetto
diciotto persone, mentre procura- dell'allegoria de' suoi stupendi di-
vano salvare la roba. Il secondo pinti ; Venuti fa un interes-
e il

accadde nel 161 5, in altra canto- sante descrizione anche degli og-
nata, con gran danno delle stanze getti d' arte che più non esistono.
e mobili. 11 terzo incendio fu a' io Il palazzo Farnese è nel rione
gennaio lyor, essendosi appiccato VII Regola, e viene decorato dal lato
il fuoco ad ore vent'una nella ca- del prospetto principale, dalla piazza
sa del marchese Filini agente del del suo nome di forma quadra
duca di Parma presso la santa Se- dallo sbocco di sette strade, e da
,, ,,

FAR FAR 207


due superbe fontane. Esse furono tra tiburtina forma sferica
, e di
fatte erigere con disegno dell'ar- con centinature e da esse solle-
,

chitetto Girolamo Rainakli dal , vansi quattro zampilli d* acqua nei


cardinal Odoardo Farnese. La prin- lati. Nel mezzo delle vasche sono

cipale bellezza di queste fontane collocate le dette urne di granito,


consiste nelle due urne da bagno dal centro delle quali si elevano
preziose, perchè di granito egizio due tazze piane di travertino, e
d'un sol pezzo, alte palmi quattro passando per due gran gigli far-
e mezzo, e lunghe diciassette. Des- nesiani si alzano i gettiti dell'acqua,
se si rinvennero nelle terme Anto- che cade nelle urne di granito
niane o di Tito, secondo il Totti, e da esse diifoudesi poscia nelle
una da Paolo II, l'altra da Paolo vasche inferiori, che sono circon-
111; la prima fu da Paolo II col- date da ringhiere di ferro. Di que-
locata sulla piazza del suo palazzo ste fontane, come dell'allagamento
di s. Marco, la quale fu poi ri- della piazza, della fontana del
e
mossa dal cardinal Alessandro Far- mascherone Farnese, di faccia
di
nese, e trasportata avanti il pro- alla strada che conduce a questa
prio palazzo per accompagnar l'al- piazza, che in una festa del 1720
tra, ch'egli o l'avo ivi aveano fat- gettò vino, e delle feste fatte sulla
ta collocare; ed in vece il cardi- piazza Farnese, eruditamente ne
nal pose nella piazza di Venezia, tratta il citato Cancellieri nel suo
una conca grande di granito rosso Mercato, ove dice degli altri pa-
egizio, minore della precedente lazzi posseduti dai Farnesi nelle
trovata in una vigna fuori di porta vicinanze di questo luogo.
s. Lorenzo , e da lui acquistata
come si legge nelle annotazioni del- Della Farnesina e degli orti
l' Antichità di Roma di Andrea Farnesiani.
Fulvio, a pag. 184, fatte da Giro-
lamo Ferrucci. Nel tom. del XXV Oltre quanto dicemmo all'arti-
Muratori, Rer. IlaL, e nel memo- colo Chigi (Vedi), su questo edi-
riale di Paolo di Benedetto di Co- fizio della Farnesina fabbricato dal-
la,si legge che una conca di ser- l' opulentissimo Agostino Chigi, dei
pentino grande stava dinanzi alla banchetti sontuosi che ivi diede a
chiesa di s. Giacomo al Colosseo, Leone X, ai cardinali, ed a vari prin-
e che Paolo li la fece trasportare cipi, per la sua celebrità e pregi,
nella piazza di Marco. Sembra
s. brevemente daremo le seguenti no-
però che le dette due conche ri- tizie. Il disegno del palazzino è di
manessero giacenti sulla piazza Far- Baldassare Peruzzi , da Siena
che
nese, e che il cardinal Odoardo rimane fiume Tevere,
sulla riva del
le facesse innalzare ed animare
, al fine della via della Lungara, pres-
coU'acqua Paola che nel 1612 in- so la porta Setlimiana ; e se doves-
cominciò a scorrere in Roma ; simo stare ad una volgare opinio-
laonde sono tenute per due delle ne la casa che quell* illustre artista
più belle fra le tante che adorna- (ovvero Michelangelo, o Raffaello,
no Roma, sì per disegno e simme- o Giulio Pippi) si edificò in un vi-
tria, che per ricchezza. Esse si com- colo della contrada de* baullari
pongono di due gran vasche di pie- presso la cancelleria apostolica , è

I
,

No8 FAK FAR


il modello del graziosissimo palaz- Amore e Psiche, quale la descrive
«ino lidia Farnesina. Sì disse an- Apulejo; ed i fatti furono colo-
cora che questo pala/.zetto sia il riti a fresco su i cartoni di Raf-
iiiodeilo tlel palazzo Farnese. Nul- faello, da' suoi scolari Giulio Ro-
Ja per verità quel palazzetto ha da mano, Francesco Penni detto il

fare coi Farnese, secondo che di- Fattore^ Ralfaellino del Colle, Gau-
chiara r erudito e eh. Francesco denzio Milanese; e Gio. da Udine
Gasparoni, nell'interessante opusco- vi aggiunse i festoni con fiori e
lo che pubblicò in Roma nel 1841, frutti che chiudono l' istorie. Aven-
col tilolo: Prose sopra argomenlì do queste pitture solFerto, perchè era
di belle arti. Egli a pag. 124 e la loggia aperta, colla direzione del-
seg., ne tratta artisticamente rile- l' architetto cav. Fontana vennero
vandone nel descriverlo i singoli ritoccate dal valente Carlo Marat-
pregi ed anche alcun difetto, con-
, ta , ma le tinte furono alquanto
venendo coir opinione universale, oscurate, restando nien dolce l'ar-
che il palazzetto che il volgo chia- monia delle pitture. I due quadri
ma il modello della Farnesina o grandi della volta figurano di es-
del palazzo Farnese, è un'opera sere pitturati su di alcune tappez-
che porta il tipo dell'eleganza e della zerie distese ed attorniate da fe-
grazia nella classe dei privati edi- stoni, che intrecciano i vani dove
lìzi; ma questa gemma architetto- sono le altre storie. I detti dipinti
nica del secolo XVl, è fra diverse maggiori rappresentano, uno il con-
casaccie, per non dire di altre cose cilio degli Dei avanti il quale Ve-
che la degradano. nere e Cupido perorano la loro
Ritornando al palazzine o Far- causa, attribuito a Giulio Roma-
nesina della Lungara Agostino in , no ; l'altro il convito dove si cele-
questo luogo volle formarsi un'a- brano le nozze di Amore e Psi-
bitazione di delizia ; e siccome di i che , creduta opera del Fattore.
lui discendenti ritornarono in Sie- Contengono le pitture de' triangoli
na nel pontificato di Paolo III, ed le favole mitologiche, analoghe ai
essendo l'edifizio e il giardino in- due menzionati dipinti. A sinistra
contro al palazzo dei Farnesi, que- dell' ingresso si vede Venere che
sti ne accrebbe-
lo acquistarono, e comanda ad Amore di punir Psi-
ro gli abbellimenti, quindi nel se- che superba di sua bellezza ; sie-

colo decorso, come gli altri domi- guono le Ire Grazie , cui Amore
nii farnesiani, quale eredità della parla della beltà di Psiche, e quel-
superstite Elisabetta, passò in pro- la rivolta di schiena si crede di-
prietà dei re delle due Sicilie. La pinta da Raifaello ; nel terzo Ve-
fabbrica malgrado la ripetizione nere si parte sdegnata da (Cerere
de' pilastri dorici ne* due piani e da Giunone che gli nascondeva-
riesce elegante; le flnestrine nel no la sua nemica ; il quarto rap-

fregio, altrove disdicevoli, qui so- presenta la stessadea che impa-


no graziose. Il pregio principale ziente ascende le nubi nel suo
di questo palazzine consiste nelle carro; nel quinto Venere espone
famosissime pitture a fresco che a Giove le sue lagnanze, ed il nu-
"vi si ammirano. La prima sala ha me r accarezza e consola Mer- ;

dipinta nella volta la favola di curio nel sesto pubblica il bau-


,

FAR FAR 209


do di Giove ed il premio pro- camere dipinte a fresco : le pittu-
messo da Venere a chi riveli la re dell'architettura della prima ca-
sua nemica; nel settimo triango- mera sono di Baldassare Peruzzi ;

lo Psiche viene fuori dal regno la fucina di Vulcano che vedesi so-
delle ombre sostenufa dagli amo- pra al caminetto, ed il fregio al-
rini, e porta il vaso donatole da l' intorno sono pitture della scuola
Proserpina ; nell' ottavo vedesi pro- di Raffaello. Nella seconda camera
strata umilmente avanti a Venere il fresco incontro alla finestra, che
porgendole il vaso onde placarla; rappresenta Alessandro il Grande
Cupido nel nono si lamenta con che offi'e la corona a Rossane, e
Giove della troppa durezza della quello della facciata di mezzo sono
madre e Giove lo accarezza ; nel
, di Gio. Antonio Razzi da Vercelli
decimo ed ultimo Psiche è traspor- detto il Sodoma. Prossima al re-
tata in cielo da Mercurio. Nei mi- cinto di questo luogo di delizie era
nori spazi triangolari sono dipinti un' altra fabbrica la quale in ori-
geni ed amorini portanti gli emblemi gine fu destinata ad uso di scude-
delle divinità soggiogate da Amore. ria, ed erasi edificata con disegno

Nella stanza che siegue sono di Raffaello, ma fu demolita sul


pitture a fresco, ancor esse famose. principio di questo secolo. Si vegga
In una parte della parete lo stesso la descrizione che fa il Bellori delle

PiafTaello dipinse Galatea sopra una pitture di Raffaello, Ridolfino Ve-


conca marina tirata da due del- nuti, Roma moderna
tom. IV, pag.
fini, corteggiata da Nereidi e Tri- 979, e gli archeologi che descris-
toni. Il Polifemo dipinto daccanto sero I3 Farnesina, oltre gli autori
dicesi di fra Sebastiano del Piom- che citammo all' articolo Chigi.
bo, ma in parte rifatto dall'Alba* Gli orti farnesiani, o villa, chia-
ni. Nella volta vi sono due affre- mati anche giardini, ed Horti Pa-
schi, uno è Diana sul carro tirato latiniFarnesiorum , occupano la
dai bovi, l'altro è la favola di Me- maggior parte del celebre colle di
dusa, pittura di Daniele Ricciar- Roma detto Palatino, ed hanno il

delli da Volterra. Il medesimo fra principale ingresso dalla parte del


Sebastiano dipinse gli ornati a chia- foro Romano o campo Vaccino,
ro-scuro imitanti il bassorilievo ,
di prospetto al tempio della Pace
ed in modo che Tiziano a prima o basilica di Costantino. Molti au-
vista li credette veri. Vedesi in alto tori convengono che la strada che
una lunetta avente una grandiosa è lungo le mura di questi orti, fos-
testa colossale disegnata col car- se verosimilmente l'antico Vico
bone , e creduta di Alessandro il Sandalario, che imboccando nel-
Grande. Questa fu disegnata da l'arco di Tito, giungeva alla Mela
Michelangelo, allorché essendo an- sudante. Questo fu già luogo di de-
dato alla Farnesina per trovare il lizia spettante a Paolo HI Farne-

mentovato Daniello suo allievo se, il quale in esso fece maravi-


mentre lo attendeva, per non istar gliosa raccolta di antiche opere di
in ozio disegnò quella gran testa, scultura in islatue , in bassirilievi,
che quindi in venerazione di sì ed in belli marmi. Quando però
sommo artista non fu mai cancel- questa villa coli' eredità Farnese,
lata. Nel piano superiore Sonò due passò in proprietà della real corte
voL. xxm. •4
,

aio FAR FAR


di Napoli, Tenne privata di tutti i Ridolfino Venuti, Roma moderna^
inonumenli artistici numero di
in toni. HI, pag. 937, descrive questa
5etlanladiie pezzi, per cui oggi non villa, le sue amenità, giuochi d'ac-
i

vi è che I' ombra della passata sua qua, le principali statue, bassorilie-
gi'andez2a e magnificenza. La gran vi , ed altri pregiati marmi che
porta che dà ingresso agli orli far- r abbellivano Descrive pure le
.

nesianì fu costruita con architettu- due stanze che si trovarono nel


la del lodato Giacomo Barozzi da luogo in cerli scavi, una tutta in-
Vignola, e sebbene il suo attico so- crostata di bellissimi marmi di gial-
stenuto da cariatidi sia tenuto da- lo, e verde antico, e di altre pre-
gl'intendenti per troppo grande, gevoli pietre ; nell'altra stanza sot-
pure è ben condotto, ed ha
assai terranea si vedeva la volta dipinta
signorile apparenza dicesi che fos- : con figure assai bene disegnate
se la prima porta che in tal mo- parte d'azzurro in campo d'oro, e
do eresse Vignola. In altri tempi parte d'oro in campo azzurro, e i

lutto il terrazzo che introduce al riquadri che racchiudevano dette fi-

pendìo, pel quale si ascende alla gure, in vece di coinice erano con-
sommità, ov'è il casino con pittu- tornati con bottoncini di lapislazzu-
re del Zuccari, aveva una nobile li, diaspri, agate, ed altre pietre
decorazione di statue e di fontane; dure, lo che dimostra in parte quan-
e quella che rimane nella terrazza ta fosse la magnificenza, splendidez-
scoperta, vuoisi disegnata da Mi- za e so»ituosità del palazzo de' Ce-
chelangelo, di cui sono altresì le sari, un tratto del quale è appun-
scale, e due rampe, aventi in cima to occupato dagli orti farnesiani.
le due uccelliere. Quivi dappresso Queste stanze, secondo l'opinamen-
è una torretta in cui sonovi altre to di diversi archeologi, si vuole
pitture del medesimo Zuccari. Nel che abbiano appartenuto ai bagni
boschetto eh' era in cima, l'accade- di Livia moglie d' Augusto. Nella
mia Roma, la famo-
letteraria di sommità del colle si vedono gli a-
sa ed illustre Arcadia^ teneva già vanzi del teatro di Calligola, ove si
le sue adunanze ne' mesi estivi, e rinvennero alcune colonne di por-
perciò vi si vede in un disco scol- fido, ed anche il mascherone che

pita la sua insegna accademica. Il fa ornamento al suddescritto depo-

Cassio nel tom. II, pag. 44ó del sito Paolo III, secondochè dico-
di

suo Corso delle acque , discorre no taluni, giacche quel Pontefice


della vaga fontana eretta in questo ivi negli scavi rinvenne molti pre-

luogo dal cardinal Odoardo Far- giati oggetti. Si dice ancora, che il

nese, coir acqua Sistina o Felice, gruppo del Toro farnesiano quivi
con architettura di Girolamo Raì- fu collocato da Paolo III prima che
naldi. Dice ancora che nei primi venisse trasferito al suo palazzo. Non
anni del secolo XVIII la nobile deve poi passarsi sotto silenzio, che
accademia degli Arcadi ottenne dal quando i sommi Pontefici prende-
serenissimo Francesco duca di Par- vano il solenne possesso passando
ma di potervisi adunare co' suoi per il Campidoglio, pel foro Ro-
poetici pastori quasi in novello Par- mano, per l'arco di Tito ec. , per
naso dal fonte Castalio irrigato, condursi al Laterano, tutta la mu-
e recitarti versi e prose. raglia, e le finestre del giardino
,

FAR F A R i\\
de' Farnesi, erano ornate di finissi- la S. R. C. ,
governatore di Tivoli
mi arazzi, e con tappeti e drappi su- arciprete della basilica liberiana, e
perbissimi, recandosi alle finestre poscia della degno di
vaticana. E
per veder la cavalcata e la pompa menzione il dono che fece alla
bel
del treno pontificio, ambasciatori basilica vaticana d' una croce € due
principi, dame, ed altri signori, e candellieri d'argento del valore di
talvolta anche qualche cardinale che tredici o quindicimila scudi. Vi as-
non poteva cavalcare. Inoltre i Far- segnò ancora una ricca dote al-
nesi duchi di Parma, come feuda- l' altare del volto santo , e fondò
tari della romana Chiesa, faceva- due cappellanie coli' obbligo di al-
no in tale occasione innalzare avan- cune messe. In seguito come ar-
ti gli orti un magnifico arco trion- ciprete della basilica vaticana ebbe
fale; e mentre vi passava il Pon- piena giurisdizione delle cause civili

tefice l'agente ducale in abito, col- e criminali di tutte le persone ad-


la sua corte, presentava coll'archi- dette a quella basilica, ed altre
tetlo al Papa il disegno dell' arco^ amplissime facoltà. Ottenne dipoi
ed era corrisposto con benigne pa- l'amministrazione della chiesa di
role di grazioso gradimento. Anche Giaen nella Spagna, e collo stesso
i re di Napoli subentrati nella pro- titolo gli furono conferite successi-
prietà degli orti, eressero per tal vamente le chiese di Viseu nel
funzione l'arco trionfale, e fecero Portogallo, di Erbipoli nella Fran-
l'omaggio a mezzo del regio agen- conia, e di Avignone nelle Gallie.
te. 11 Cancellieri nella Storia dei Nel i536 ebbe l'episcopato di Mon-
possessi de^ sommi Pontefici ripor- reale nella Sicilia, ed ivi nel i552
ta la descrizione di si fatti archi, fondò un collegio pei gesuiti, e nel
con le analoghe notizie, ed osserva 1569 vi celebrò un sinodo al quale
che pel possesso d'Innocenzo X l'ar- presiedè in persona. Scrive il Car-
co non potè ultimarsi in tempo, ma rella che nell'anno i538 avea ot^
fu compiuto dopo ; e che Innocen- tenuta ancora la chiesa di Massa,
zo XI non volle che si ultimasse e che Giulio III, per nomina di
quello che stava costruendosi per Enrico II gli conferì nel i553 la
lui. metropolitana di Tours, che l'an-
FARNESE Alessandro, Cardi- no dopo Cangiò colla chiesa di
nale. V. Paolo HI, Papa. Chaors, la qual poi ritenne fino
FARNESE Alessandro, Cardi- all'anno i557. Paolo IV nel i556
nale, Alessandro Farnese romano, lo destinò al governo della diocesi
nipote di Paolo III, nacque l'anno di Benevento, e s. Pio nel iSyi V
iSig. Studiò con eccellente pro- a quella di Montefiascone. L'Ughel-
fitto neir università di Bologna, e li nella sua opera t. I , dice che
neir anno quattordicesimo dell' età Paolo III nel i538 gli avea affi*
sua venne eletto da Clemente VII data anche l'amministrazione della
qual amministratore della chiesa dì chiesa di Ancona, che nell'anno
Parma, e pochi mesi dopo da Pao- istesso rassegnò a Girolamo Gran-
lo III a' 18 dicembre 1 534 assun- deroni da Siena. Finalmente, nel
to alla dignità cardinalizia colla dia- i58o, gli fu conferito il vescovato
conia di s. Angelo. Fu creato con- di Ostia e Velletri, col titolo di
temporaneamente vicecancelliere del- pRtiiarca di Gerusalemme. Oltre
Ali FAR FAR
a tanti gl'adi ecclesiastici , egli fu na, di Portogallo, di Polonia, di
occupato eziandio da sommi Pon- Germania, della repubblica di Ge-
tefici in aflari civili di alta impor- nova, di quella di Ragusi, e del-
tanza co* principi. E infatti Pao- l'ordine de'bcnedettini e de* servili.
lo IH lo avea spedito nel i539 Fabbricò molte chiese, collegi, e luo-
legato a latere presso Carlo V per ghi di pietà. Eresse da'fondamenti
fare gli uffici di condoglianza per il magnifico tempio del Gesù in
la morte della sua moglie, e co- Roma, di cui l'anno i568 pose
sì pure per trattare
col medesi- solennemente la prima pietra coi
mo Cesare della pace col re di cardinali Ottone Trusches e Bar-
Francia della disunione
, dal re tolommeo della Cueva. Si dice,
d'Inghilterra, e della convocazione che s. Ignazio in ispirilo profetico
del concilio generale . Compiuta vedesse la fondazione di questa
questa legazione, si recò di nuovo chiesa, e infatti narrasi nella sua
nelle Fiandre presso Y imperatore vita ch'egli non accettò una gran
Carlo V, e poi a Francesco I di somma di danaro per fabbricare
Francia , coi quali si trattenne in una chiesa a* suoi religiosi, assicu-
Parigi, e nel ritorno seguì V impe- rando che in seguito la si sarebbe
ratore nelle Fiandre. Fa prova di- eretta molto più grande e magni-
stinta dell'erainente suo merito le at- fica. Fece dipingere da eccellenti
testazioni di stima che gli fece Carlo pennelli la basilica di s. Lorenzo in
V , il qual ebbe a desiderare a Damaso e l'adornò di elegante sof-
tutti i cardinali le virtù del Far- fitto. Edificò da'fondamenti la cap-
nese, con queste memorande pa- pella di s. Maria di Scalaceli nel-
role : Si collegium cardinaliuni ta- la chiesa delle acque salvie, detta
libus viris constai, profecto senatus delle tre fontane, e vi ristaurò
siniilis nusquani gentiuni reperie-
, l'annesso monistero. Alla casa de-
tur. Nel 1543 ebbe un'altra le- gli orfani donò diecimila scudi a
gazione presso di questo impera- sollievo di que' poverelli. Nel pon-
tore, e collo stesso carattere di tificato poi di Giulio III, accesasi
legato anche
presiedè in seguito la guerra tra questo Pontefice e
alla provincia del patrimonio e al- Ottavio duca di Parma, fratello
la contea di Avignone. Avvenuta del cardinale, si ritirò egli in Fi-
quivi, nel i54i , una fierissima renze e poi in Avignone per non
carestia, furono indefesse le cure dare sospetto alcuno a quel Papa.
del Farnese a comune sollievo, e Assente da Roma si rimase il re-
sapientissimoil regime suo per la stante della vita abitando la sua villa
conservazione dell'ordine, della pa- di Caprarola, e tornato poi in Ro-
ce e del costume. Fece anche rac- ma, col pianto di tutta la città, san-
coghere da persone distinte in ogni tamente morì l'anno iSBg. Ebbe
parrocchia elemosine per distribui- sepolcro nella tomba da lui appa-
re a' poverelli , ed anzi da questo recchiatasi nella chiesa del Gesù
fatto riconosce la sua origine la pia innanzi l'aitar maggiore. A' di lui
casa di Avignone, appellata la Li- funerali con singolare esempio tro-
mosina generale. varonsi presenti quarantadue cardi-
Fu protettore presso là santa nali. Il tiasporto del cadavere se-
Sede dei regni di Sicilia, d'Arago- guì con quella pompa che descii-
.

FAR FAR 2i3


vemmo nel voi. VII, pag. i64del s. huc'ìh in Selci, dalla qual dia-
Dizionario. Fu il Farnese di sprito conia, per varii gradi passò in pro-
veramente ecclesiastico ,
patrocina- gresso al vescovado di Sabina.
tore de' poveri, amante della buona Qualche anno dopo fu inviato nel-
disciplina, e protettoreben anco de- la Marca colla qualità di legato,
gli uomini dotti, che al di lui pa- ed anche la dignità di
ottenne
lazzo convenivano sempre come a arciprete di s. Giovanni in Late-
loro padre e direttore. rano e la carica di penitenziere.
Il suo palazzo fu detto il domi- Impartì molti benefizi a quella
cilio della sapienza , essendo dalla basilica, e le fece un presente di
sua corte usciti molti vescovi, car- tutti gli argenti della sua domesti-
dinali e Pontefici. Egli fu sempre ca cappella. Fu fatto protettore del-
applicalo allo studio, ond' era solito l'ordine camaldolese e patriarca di
dire che non vi era cosa piìi dis- Costantinopoli; ma questo titolo
pregevole di un soldato codardo, lo dimise coll'arcivescovato di Na-
e di un ecclesiastico ignorante poli, quando Paolo III, nel i549,
Delle tre cose estremamente belle lo trasferì a quello di Ravenna,
possedute dal cardinale, come di che poi rinunziò per trasferirsi al-
altre sue notizie se n' è parlato ai la chiesa di Bologna, attese le dis-

precedenti relativi articoli . ì^ed. cordie che allora vi si suscitarono


Jul. jNigroni, funere Alex.
Oratio in tra essolui e i ravennati. Bologna
Farnesil card, inter Nigroni Ora- non r ebbe che per soli quindici
tio j Petri Magni, Oratio in funere mesi a padre che una e pastore,
card. Alexandri Farnesii, Romae immatura morte lo colse in Par-
1589; Francesco Coattini, Raccol- ma l'anno i565, pianto da tutti
ta d^orazioni e rime dì diversi, col i buoni. Era dolce di carattere,
discorso, e descrizione dell'esequie mansueto, pietoso, diligente ne'suoi
e del catafalco in morte del signor doveri . Il Ciacconio lo chiamò
cardinal Farnese, Roma i58g. Il splendore dell' apostolico senato e
Cancellieri descrive il ritratto di lume chiarissimo d^ Italia. Pio IV
questo gran cardinale, a pag. 149 lo encomiò insigne per virtù ed
delle sue Dissert. epist. bibliogra- erudizione, nato per governare e
fiche. reggere i popoli. Tra i cardinali
FAR.NESE R.ANUCC10, Cardinale. fu lodato assai anche da s. Carlo
Ranuccio Farnese fratello del car- Borromeo, che in pieno concistoro
dinale Alessandro sorti i natali nel fece menzione della sua pietà e
i53o. Percorse la carriera degli dottrina. La di lui spoglia mortale
sludi in Bologna e in Padova, e giace nell'isola Bisentina, nella chie-
sebben giovinetto ebbe il gran prio- sa de'ss. Jacopo e Cristoforo de'fra-
rato di Venezia nell'ordine di Mal- ti minori, fondata dalla casa Far-
ta, la commenda di Bologna, e qual- nese.
che altro benefìcio. In età di soli FARNESE Odoardo, Cardinale.
quindici anni fu nominato all'arcive- Odoardo Farnese dei duchi di Par-
scovato di Napoli, del quale eserci- ma, sorti alla luce nel i574- Ven-
tò la giurisdizione, e quindi fu creato ne educato sotto la disciplina del
da Paolo III suo avo, a' 16 dicem- cardinale Alessandro , e giovinetto
bre del 1545, diacono cardinale di ancora da Gregorio XIV a' 6 marzo
,

2i4 FAR FAR


iSg'i fu creato diacono cardinale Sandro e Ranuccio , nacque nel
assente di s. Eustachio, abbate di 1620. In età di ventiquattro anni
Grolla ferrata, e nel 1624, da Ur- a* 6 marzo del i60 fu crea-
bano Vili, vescovo di Tusculano. to da Innocenzo X
diacono cardi-
Ricusò il ducato di Parma che gh nale assent'e della S. R. C. Ma non
venia esibito dal fratello Ranuccio, erano per anco scorsi due anni
ma non sottrasse però l'opera sua che venne rapito alle comuni spe-
a sollievo del fratello stesso in ranze in Parma nel 1^47- Fu as-
quel governo. Per lo spazio di ven- sai crudele la malattia che lo tol-
t'anni fu legato a latere nella pro- se di vita. Luminosa però fu la
vincia del patrimonio, che resse virtìi ch'egli maisempre spiegò, ed
con isquisita sapienza e rara pru- esemplare la sua rassegnazione. Fu
denza. Fu protettore presso I.a san- sepolto nella chiesa de' cappuccini
ta Sede dei regni di Aragona , di di Parma , nella tomba de' suoi
Portogallo , d* Inghilterra , di Sco- maggiori. Nella sua giovinezza di-
zia, degli svizzeri cattolici, della mostrò questo cardinale una men-
Valtellina , di Ragusi , dell' ordine te assai bella, provetta piudenza e
de' certosini, e di vari altri luoghi grande assiduità nella fatica.
di pietà, a' quali molte volte reca- FARNESE Girolamo, Cardinale.
vasi. Fabbricò magnifica sagrestia Girolamo Farnese dei duchi di La-
alla chiesa del Gesti, eretta dal tera, nato nel 1599, uomo di bel-
cardinale Alessandro, e vi aggiun- lo ingegno e di esemplare pietà,
se un'ampia casa pei gesuiti. In- spiegò sino dall' adolescenza le rare
nalzò anche in quella chiesa un qualità che un giorno doveano in
ricco monumento in memoria del lui gloriosamente brillare. Nell'età
cardinale Bellarmino, di cui gode- di sedici anni diede alla pubbiipa
va un* intima amicizia ; nelle quali luce un compendio della dialettica,
fabbriche si dice che impiegasse la che poi difese anche in pubblico.
somma di sopra centomila scudi. Protesse con amore tutti gli scien-
Fondò anche una chiesa e conven- ziati, e si die ad ogni potere per
to ai carmelitani scalzi nella villa accrescere il progresso delle arti
di Caprarola. Diede segretamente belle e degli sludi ameni. Paolo V
grandi elemosine alla santa casa di lo fece da principio suo cameriere
Loreto, al monistero di s. Alessan- d'onore, e in seguito, referendario
dro in Parma per dotare povere dell'una e dell'altra segnatura. Ur-
fanciulle, e al collegio degli orfa- bano VIII poi, nel 1649, lo spedì
ni in Roma. Cessò di vivere in nunzio apostolico agli svizzeri e
questa città nel 1626, e fu depo- rezi, nel qual uffizio sostenne con
sto nella chiesa del Gesù, Era il ardentissimo zelo i diritti della
cardinale Odoardo munifico e li- Chiesa contro le insorgenti dif-
berale co' letterati, generoso co* po- ficoltà, restituì e provvide di otti-
veri, facile a dimenticare le ingiu- mi personaggi non pochi vescovati,
rie, amato dai popoli, e di carat- promosse in ogni luogo il buon co-
tere umile e tranquillo. stume, visitò anche le più remote re-
FARNESE Francesco Maria , gioni con molti stenti e fatiche pene-
Cardinale. Francesco Maria Far- trando nelle più inospite valli e nei
nese , pronipote de' cardinali Ales- lontani sobborghi. Corresse la di^
, ,

FAR FAR 2i5


sci pi ina ecclesiastica , aumentò il canonicati nel territorio di Latera,
decoro del culto esterno e die an- e due cappellanie nella chiesa del
che miglior regola a* monisteri Gesù di Roma, coli' obbligo d'una
dell' uuo e dell'altro sesso. Raccol- messa quotidiana a suffragio di lui.
se io quelle provincie buon nume- Questo cardinale avea un sincero
ro di soldati ,
per la guerra che carattere e un immacolato costu-
trattò il Pontefice co' principi d'I- me. Era amato da tutti, ed avu-
talia. Ritornato di poi in Roma, to nella più alta considerazione.
fu stabilito segretario della congre- Splendido assai nel trattare gli o-
gazione dei vescovi e regolari, e spiti, parco con se stesso, vigilan-
dieci anni dopo creato governato- te, e sempre occupato. Egli fu l'ul-
re di Roma. Innocenzo X avea di timo rampollo della prosapia Far-
lui un'opinione altissima, e valea- nese.
5Ì consigli ne' più rilevanti
de' suoi FARO o PHARE ( Pharuni ).
negozi Non meno lo avea in Luogo d' Inghilterra, che chiamasi
t .

grande considerazione il successore oggi Withie, ove nell' anno 664 fii
Alessandro VII, il quale nel i656 tenuto un concilio. venne
Questo
lo chiamò al suo palazzo in quali- adunato nell' abbazia di tal nome,
tà di maggiordomo, e si valse di essendone abbadessa Ilda, sotto il re-
lui per complimentare e trattene- gno di Oswio re di Norlhumberland.
re in Vaticano la regina, di Svezia Ivi fortemente si disputò sul sito
che recavasi a Roma per abiurare di celebrare la Pasqua, sulla ton-
la eresia. Devesi alle vigilanti cure sura de' sacerdoti, e sopra altre co-
del Farnese la istituzione delle scuo- se di disciplina ecclesiastica. V in-
le pontifìcie, dette delle maestre pie, tervennero per parte de' romani e
divise ne' rioni di Roma per educare degli inglesi Alfredo figlio di detto
le fanciulle nella pietà, e nei femmini- re, Algiberto vescovo de' sassoni
li lavori. Nel 1657, a'29 aprile, Ales- occidentali, Vilfrido abbate, Agato-
sandro VII lo creò cardinale col ti- ne prete, e Giacomo diacono ro-
tolo di s. Agnese fuori delle mura, mano. Dalla parte degH scozzesi e dei
protettore dei cappuccini e lega- bretoni vi assisterono il re Oswio,
to in Bologna. Ivi si applicò a sta- Culmano vescovo Lindisfarense ed
bilire il buon ordine, e provvede- altri vescovi di Scozia, Gedda ve-
re alla conservazione della pubbli- scovo de' sassoni orientali, Uda ab-
ca tranquillità. Contribuì eziandio badessa dello stesso monistero , e
all'abbellimento del materiale del- molti dell' alto clero d' ambedue
la città, e riedificò quasi del tut- la parti. Regia t. XV, Labbé t.
to la rovinosa cappella fondata da VI, Anglia t. I.

s.Carlo Borromeo. Nell'assenza del FARO (Pharaonen). Città con


cardinal Chigi si occupò anche residenza regno di
vescovile del
dell'officio di prefetto della segna- Portogallo, nella provincia o regno
tura; ma
poco tempo dopo la ele- dell' Algarvia, capoluogo di comar-
zione di Clemente IX, una grave ca, sorge in una fertile pianura,
malattia Io rapi da' viventi nel 1668. alla foce di Valfermosa nell' Atlan-
Fu sepolto nella chiesa del Gesù tico presso al capo Santa Maria
senza alcuna iscrizione. Nel suo te- eh' è la punta orientale del Porto-
stamento lasciò la fondazione di sei gallo. Bene fabbricata è cinta di ,
2l6 FAR FAR
mura che si pretendono costruite desima prebenda; essendovi ancora
da*raori, e le sue strade
sono lar- sei cappellani, ed altri preti e chie-

ghe. Ha una gran piazza , chiese, rici pel divino servigio. La catte-
collegio, seminario, tre ospedali, drale ha il fonte battesimale , fa-
ospizio, dogana , ed altri pubblici cendo da parroco un canonico. Fi a
stabilimenti. Il porto sul golfo di le insigni reliquie che ivi si vene-
Cadice è difeso da una piccola cit- rano evvi un pezzo del legno del-
tadella, ma è poco comodo, sebbe- la ss. Croce. L' episcopio bello ed
ne la rada offra un sicuro anco- elegante edifìzio , è contigno alla
raggio, siccome formata da tre pic- catledrale. Vi è nella citlà allra
cole isole situate alla foce del liu- parrocchia, la collegiata sotto il ti-

ine. Fu conquistata sui mori dal tolo del principe degli apostoli s.

re Alfonso III nel secolo Xlll, e Pietro; due conventi di religiosi ed


ricevette il titolo di città dal re un monisteio di monache, il con-
Giovanni III nel secolo XVI. Mol- servatorio per le donzelle, nove
to soffrì in conseguenza del terre- confraternite, ospedale, e seminario
moto dell' anno 1755. I suoi edi- con alunni. La mensa è tassata ad
fizi sono eleganti, e le fortificazio- ogni nuovo vescovo nella cancella-
ni atte a respingere i marittimi at- rla apostolica in fiorini quattrocento.
tacchi. La città ch'è nel paese detto FARONE o BURGONDOFARO
dagli antichi Cuncus Ager , si ac- (s.) . Fratello di s. Cagnoaldo, di
crebbe colle rovine di Ossoboiia^ o s. Fara e di s. Agnetruda. Passò i
Ossonoba, cioè Silves, Faro acqui- suoi primi anni alla corte di Teo-
sta poi maggior lustro per esseie deberto II re di Austrasia, del qua-
ia sola sede vescovile dell' Algar- le suo padre, Agnerico, era uno
via, non esistendo più quella di de' primi uffiziali. Morto quel prin-
Lagos, Lacohrigay eretta nel sesto se- cipe, e il fratel suo Teodorico che
colo. gli successe, passò alla corte di
Il seggio vescovile fu quivi tras- Clotario II, il quale riunì in sé
portato nel 1590, suffraganeo al- tutta la monarchia francese. Ben-
la metropolitana di Evora. Il ve- ché Farone facesse un santo uso
scovato di Algarvia, il cui vescovo del credito che meritamente gode-
faceva residenza ad Ossonoba sino va alla corte, e vivesse in tutto
dal quinto secolo, nel decimo se- conforme alle massime del vangelo,
condo venne trasferito a Silves afìliggevasi però di non poter ser-
che rimpiazzò Ossonoba e poscia , vire a Dio senza distrazione, quin-
fu traslocato in Faro, essendo tut- di risolvette, dietro i consigli di s.

tora suffraganeo dell'arcivescovo di Fara sua sorella, di consacrarsi a


Evora. La cattedrale è dedicata alla lui intieramente . Per reciproco
assunzione in cielo di Maria Vergine; consenso separatosi da sua moglie
ed il capitolo si compone di sette di- Blidechilde (la quale prese il velo
gnità, la prima delle quali è il deca- monastico e morì santamente) , ri-
nato, di sedici canonici comprese cevette la clericale tonsura, e di-
le prebende del teologo e del pe- venne r ornamento del clero di
nitenziere ; altri quattro canonici Meaux. Successo a Gondoaldo ve-
colla metà della prebenda, altri ot- scovo di quella città , circa l'anno
to con una quarta parte della me- 626^ adoperossi con zelo indefesso
.

FAR FAS 217


per la salute delie anime alle sue fo roUo la jiiclropoli di Larissa,
cure affidate, guidando alla peife- nella diocesi dell' Illiria orientale
zione i cristiani, e traendo dalle od esarcato di Macedonia. Nel se-
tenebre dell' idolatria coloro che nono venne innalzata al rango
colo
ancora in quelle giacevano. Assistè di arcivescovato onorario, e l' arci-
nel 65o al concilio di Sens; fondò vescovo ottenne altresì il titolo di
il ojonistero di Croce nei s. con- esarca. Tre sono i vescovi ed ar-
torni di Meaux dove aveva , una civescovi di Farsnglia registrati dal
terra; ebbe parte in molte pie fon- p. Le Quien nell' Oriens Clivist.^
dazioni; edificò cogli esempi e san- nel tomoli, a pag. 11 5, cioè Per-
tificò colle esortazioni; trasse alla rebio, Stefano e Michele. Al presen-
sua diocesi persone ragguardevoli te Farsaglia, Pliarsalìen,è un tito-
per santità, e diede asilo a s. Fia- lo arcivescovile in partibus iiifide'
crio; rese la vista ad un cieco, am- lìiim^ che conferiscono i sommi Pon-
ministrandogli la confermazione, e tefìci

operò molti altri miracoli ; final- FASCIA. Striscia di drappo, o


mente il 28 ottobre del 672, in di panno lino lunga e stretta, la
età di ottani' anni, andò a ricevere quale avvolta intorno a chicchessia,
in cielo guiderdone delle sue
il lega, e siringe leggermente. E pa-
virlù dopo aver governato pei*
, rimenti si dice fascia, di tutte le
quarantasei anni la chiesa di Meaux. cose, che circondano e difendono
11 giorno della sua morte è con- l'altre. Così il Dizionario della liti-
sagrato alla sua memoria. gua italiana. L'uso delle fascie di
FARSAGLIA. Città della Tessa- lino, di drappo, di cuoio, o di ai-
glia nella Turchia europea, ora chia- tra materia, per uso od ornamen-
mata Satalge^ sul fiume del suo to risale alla più rimota antichità,
nome, ch'è l'antico Enipeo, il qua- come si può vedere in quegli scrit-
le dopo essersi mischiato all' Emi- tori che trattarono dei costumi e
cassos, Apidanusy mette
capo alla delle vesti di tutte le nazioni. Dei-
destra della Salembria. Giace Far- V uso antichissimo della Cinluraj o
saglia, detta anche Pharsa, in Gre- Cintola, anche ecclesiastica, come
eia nella Livodia, appresso a poco del Cìngolo, ornamento clericale,
in rovina,, raccogliendosi ne' suoi ne parlammo a quegli articoli. Il
contorni molto cotone. La pianura Donati a pag. 204 àe Dittici de-
al Farsaglia che la circonda, così gli antichi, nel descrivere il divin
famosa per la vittoria che Cesare Redentore in costume ed in sem-
compiutamente vi riportò contro bianza di bambino, rappresentato
Pompeo, viene spesso visitala dai secondo il consueto ravvolto in fa-
viaggiatori, i quali per un' eminen- scie (^. Fascie di Gesù Cristo,
za vi distinguono il campo di bat- Reliquia) e posto sopra di una
I taglia, ed anche il corso dell' Eni- mangiatoia, dice che gli ebrei eoa
peo. Il poeta Lucano celebrò co' siffatte fascie, chiamate da Tertul-
suoi versi tal guerra, ed il eh. con- liano, lib. De resiirr. cap. LUI,
te Cassi ce ne diede l'applaudito linea vincala, erano solili di rav-
volgarizzamento. volgere ancora i loro defunti. Dai
Farsaglia fu nei primi secoli del latini tali fascie furono dette insti-
cristianesimo un semplice vescova- ^<ie^ per cui Isidoro nella Chiosa dis-
,

ai8 FAS FAS


»e ìiistito i. e. mortuum involgo; e 69, num. IO, parla della fascia col-
non dissimili sono quelle menzio- la quale sino dalla più rimota an-

nate da Moscopiilo, ove spiega il tichità si velavano gli occhi a quel-


vocabolo greco cui erano chiama- li che si dovevano decapitare, usan-
te. Una simile fasciatura fu usata za osservata dagli ebrei, come dal-
sino dagli egizi, popoli cotanto an- l'apostolo Paolo allorché fu de-
s.

tichi, come vediamo dai loro ca- capitato, avendone richiesto il velo
daveri chiamati mummie, e dalle a Plautina.
figure del loro dio Horo, effigiate Nelle Osservazioni storiche di al-
nella mensa massime da quel-
Isiaca, cuni medaglioni antichi, dello stes-
la eh' è nella tavola bambina illu- so Buonarroti, si parla a pag. 121
strala dal Pignorio. Lazzaro mor- delle fascie o vitte delle corone,
to si vede fascialo colle dette insti- trattando di un medaglione di Ca-
tae in un vetro cimiteriale riferito- racalla. Egli per tanto osserva che
ci dal Buonarroti nella tavola VII, oltre all' ornamento della gioia è
fig. I, 2, 3 , e in tal guisa ancora notabile ancora quello della fascia,
ci viene rappresentato in molti an- di cui se ne vede parte in tal me-
tichi sarcofagi. Né in differente ma- daglione, la quale non serviva tan-
niera sono rappresentati i cadave- to per tener legata la corona, quan-
ri di Rachele e di Giacobbe , nel- to per arricchirla, e renderla più
l'antichissimo codice del genesi pres- nobile; così la Vittoria che avea
so il Lambecio, Biblioth. Caes. lib. nella destra Giove Olimpico, por-
il

II, p. 1008, e nel lib. Ili, tab. 26 tava una corona con questa fascia.
e 4^. Il medesimo Buonarroti nel- Erano queste fascie chiamate dai
le Osservazioni sui vasi antichi di greci lemnisci , come si vede dalla
vetro a pag. 5o, dice che le fascia lettera d'ippoloco, in cui descrive
per morti, erano di
rinvoltare
i un banchetto nuziale di Carano ma-
lino, e bianche, giacche i morti cedone, nel quale furono distribui-
generalmente erano vestili di bian- te due volte delle corone colle vit-
co, come bianco era il sudario te d'oro; la prima volta di altret-
che cuopriva il volto de* defunti. tanto peso quanto era
corona , la
Pompeo Sarnelli, Lume ai prin- e di doppio la seconda volta. Le
cipianti, quest. i5, par. 2, pag. Sj, chiamarono però ancora fasciole
tratta perchè i cadaveri si vedono nome adoprato da' medici per de-
alle volte fasciati come bambini. notare certe loro fascie per le feri-
Si può anche consultare il Cancel- te; fu però più consueto a' latini,
lieri nel tom. II, pag. 997, De se- onde Festo nel lib. io, disse: Lemni-
cretariis. Vollero gli antichi , per sci, idest fasciolae coloriae depen-
ricordare agli uomini la loro ca- dentesex coronisj propterea dicun-
caducità e fralezza, che non meno tur,quod antiquissimaruni genus
il principio che il fine del vivere coronarum lanearum ; e perchè di
loro fossero somiglianti ed unifor- queste vitte se ne solevano adorna-
mi. E siccome i corpi de* defunti re, e regalare, addosso e gettarle
solevano riporsi fasciati nel sepol- a' vincitori ed anche
de* giuochi ,

cro , così coloro che nascevano ,


delle guerre, per questo furono ag-
da fascie avvolti si ponessero nella giunte poi alle corone medesime,
culla. L'annalista Rinaldi all'anno per cui Plinio nel lib, 21, e. 3 dis-
,,,

FAS FAS 219


^é: Crassus dìves priimis argento, sii de^ secoli rozzi, nel parlare del-
anroque folla itnìtatus ludis suis le fascie usate per calzette in tali
dfdit. Acccsseruntque et lemnìsci epoche quanto gli
barbare, e di
cjuos adjici ipsarum coronaruni ho- antichi adoperarono percoprimento
noi erat propler helruscas, quibiis delle gambe, dice che consistevano
Jungi, nisi aurei non debehant. Pu- in pelli, panno, o tela, che si cu-
ri din fuere yV, eos caelare primus civa, ma senza che si adattasse al-
instìtuit p, Claudianus Pulcher. Di la figura delle gambe, come poi
queste corone co' lemnisci date ai ebbe luogo. Si conferma il Mura-
vincitori, ne fa menzione Sidonio tori in questa opinione, dall'avere
Apollinare, ed Ausonio, dove parla osservato che se anticamente si vo-
dei premi dati ne* giuochi de' poeti, levano ricnoprire le gambe o per
dal quale si vede, che alcune coro- guardarle dal freddo ,
guarentirle
ne vi avevano lemnisci, ed alcune
i dall'umido e dalle sozzure, o per
non gli avevano , per distinzione lusso, o per infermità, furono so-
del maggior merito; per questo lamente in uso le fascie, che arti-
Servio numerando certa specie di ficiosamente si aggiravano intorno
corone, assolutamente scrive: Jgo- alle gambe: erano queste di lana,
nales idest lemniscatae, quantunque o di lino, e forse anche di seta;
lemniscate pare che fossero anche il qual costume però fu riprovato

le trionfali , come dalle medaglie dagli austeri romani, come si ha da


e da Tertulliano si cava ; ed anco- Quintiliano nel lib. XI, cap. 3, e
ra quelle che per lusso e magni- da Orazio nella satira II. Ma a po-
ficenza si davano dai signori e dai co a poco i romani impararono dai
convitati; in queste fascie, come ac- Cesari a coprir le gambe con fa-
cenna Plinio, essendo prima lisce scie, e a non isprezzar le brache
poi vi cominciarono a fare qualche che scendevano sino al piede: al-
volta degli ornamenti di altri me- l'antica usanza prevalse la sensa-
talli preziosi; anzi come si cava da zione del freddo,come avverti Sve-
Prudenzio, De Cor. hym. 7, v. 25, tonio, al cap. 82; quindi v'erano
vi scrivevano il nome del vincito- fasciae crurales per le gambe, e
re, e di quello a cui erano dedi- fasci ae pedules, che si avvolgevano
cate. Della fascia o laccio de* dia- ai piedi. Il Buonarroti nelle Os-
demi, o corone, rappresentanti an- servazìoni su alcuni frammenti dì
diae la Corona e il Diadema (F^e- vasi antichi di vetro y rende ragio-
di), se ne tratta a quegli articoli. ne delle fascie avvoltate per copri-
Della fascia o Benda (Fedi), col- re le gambe , delle fasciae crura^
la quale le monache cuoprono la les pedulesque , registrate dal giu-
fronte, può vedersi tale articolo. reconsulto Ul piano fra le vesti, e
Anticamente si coprivano le gam» dei compagi sorta di calceamento.
be con fascie, in vece di Calze (Fé- Isidoro vuole che ne*calcei de* pa-
di)y e ciò facevasi per necessità, o trizi vi fossero sino a quattro fa-
comodità, benché l'uso comune del- scie, le quali avvoltate ed attra-
le persone sane fu di andare colle versate l'una sopra l'altra cuopri-
braccia e colle gambe nude . Il vano gambe. Il Salmasio vuole
le
Muratori nelle Dissert. sopra le an- che il nome compacum, o conipa-
tichità italiane^ dissert. 2 5, Delle ve- gum venga dall'avvocature ed at-
,

5ao FAS FAS


titiversalure in croce delle fascie o fascie delle gambe. Nel concilio Ciò-
coregge . Ma il Buonarroti pensa veshovense tlel 7.47, cap. 38, si de-
che il calceo in cui le fascie si ser- cretò ai monaci : Nec imilentur sae-
rano aflalto insieme, sia il vero culares in vestitu cruriuni per fa-
compago. Le calighe erano calcei sciolas. Che durasse l'uso delle fa-
che arrivavano verso il collo del scie anche nei secoli X e XI si ri-

piede, ed alcuno pose alle calighe cava dalle consuetudini del moni-
le fascie proprie óe Sandali ( Fedi), stero cluniacense , raccolte verso
ed a quella moda di calceo fu dato il l'anno 1070 dal monaco Uldarico,
nome di Compagi retati, per cui dove sono permesse ai monaci, fa-
sembra clic i veri compagi potes- sciolae propter libìas infinnantes.
sero avere che colle in-
le fascie L'invenzione dunque delle calze o
tralciature per tutto, e
coprissero calzette, secondo il Muratori, sem-
non lasciassero foro o spazio alcu- bra appartenere ai secoli susseguen-
no che coperto non fosse fra una ti, la cui invenzione qualifica per
inlralciatura e l'altra, e quindi ne mirabile. Della fascia, fascetta o fa-
avvenne, che facendosi poi calza- i sciola della gamba di s. Pietro, se
li delle persone graduate non più essa die il nome al titolo de' ss.

di fascie, ma tutti di un pezzo, si Nereo ed Achilleo, può vedersi il


vennero a chiamare compagi anco voi. XII, pag. 186 del Dizionario.
quelli, come si chiamano i calzari Passando a dire della cintura
de' vescovi. cingolo, o fascia degli ecclesiastici, suo
Lungamente poi durò l'usanza uso e mistero, e precetto al clero se-

del fasciare gambe, ed anche i


le colare e regolare di portarla, a quan-
piedi presso quelli che miravano di to dicemmo al citato articolo Cin-
mal occhio il freddo, o volevano tura [Fedi) aggiungeremo le seguen-
far pompa della nativa bellezza del- ti erudizioni, citando prima s. Luca,
le loro gambe, la quale dagli stivali, al cap. 12: Accingite lumbós vestros,
o dalle brache troppo lunghe ve- sint lambì vestri praecincti, et lucer-
niva tolta. I barbari si servirono nae ardentes in manibus vestris. I
qualche volta dell' uso delle fascie, soldati romani ebbero a pregio di
come i longobardi; e nella colonna cingersi col cingolo o zona militare,
Trajana, ed altri monumenti , si per onore 4ella loro nobile profes-
vedono le gambe de' romani con sione, e reputavano infamia il de-
qualche copertura. Scrive Eginardo, porlo; col cinto erano principalmen-
a' tempi di Carlo Magno, che si te distinti e qualificati i soldati
usavano le fascie: fasciolis crura, imperiali, e l'essere cinto di questo
et pedes calceamentis constringebat. nobii segno era simbolo di for-
Ma i franchi introdussero il costu- tezza, come testimonio di viltà era
me vestir le gambe con tela di
di r incedere sciolto. Oggidì in vari
lino, chiamata Tibiale, sulla quale corpi di milizie gli uffìziali cingono
aggiravano le fascie, e poi con pic- parziali fascie. La fascia o cingolo
cole coregge tirate di sopra ser- fu pur tenuto per geroglifico di
ravano la tela e le fascie. Apol- perpetua amicizia, cingendosene i
linare Sidonio nel lib. Vili, epi- due confederati per segno di con- '
stol. II) e nel poema II ricorda federazione. Antichissimo è pure
yincida co' quali Si Stringevano le r uso della fascia, cingolo, cintura, o
FAS FAS 221
zona negli ecclesiastici, la cui ori- di lana, pure dai loro
praticato
gine si prende dai fondatore della discepoli, e dal maestro di morti-
Chiesa Gesù Cristo, osservandosi nel- ficazione e dì penitenza s. Giovanni
le antiche sue immagini, e leggen- Battista, e prima di lui da Elia con
dosi nelle tradizioni de' santi padri cinture di pelle. Da si cospicui
ch'egli secondo l'uso de' nazareni esempli, presero V uso misterioso
andasse sempre cinto; costume pa- nella Chiesa di cingersi tutti i car-
rimenti seguito dagli apostoli, e da dinali, i vescovi , i prelati, i reli-

essi derivato e custodito nella Chie- giosi di tutti gli ordini e congre-
sa. Il manto Redentore
usato dal gazioni , e lutto il clero secolare
fu di colore azzurro ovvero paonaz- e regolare, come le religiose e mo-
zo carico di tintura; la veste inte- nache di tutti i luoghi; uso che
riore, che si crede l'inconsulile lun- venne confermato e stabilito da più
ga tonaca fattagli dalla B. Vergine concili provinciali e sinodali, riuscen-
sua madre, cresciuta sempre mira- do la fascia di comodo, di orna-
colosamente con esso lui, divisa poi mento , e di compimento all'abi-
tra i soldati, e messa a soite, e ri- to, e contenendo misteriosi signi-
partita tra essi, era di color d'oro ficati.

smontato, o di rosa secca ; di somi- I ss. Girolamo e Gregorio osser-


gliante colore fu la fascia o cintu- vano, che il cingolo, fascia, o cintu-
ra, simbolo di purità, di giustizia, ra, pel suo utile uffizio di cingere
e di fede. Al dire del Chislezio la i lombi, è naturale stromento, e
cintura o fascia di Gesù Cristo che misterioso simbolo di mortificazione,
cusfodivasi nella città di Valladolid, di penitenza di continenza e di ,

nella chiesa di s. Gio. evangelista, castità; come ancora per la fascia


era di color violaceo conforme al- dell'abito, vuoisi pure significare la
la veste, del cui colore somigliante professione che facciamo della mili-
al celeste, comandò Dio nell'an- zia cristiana. Della zona o cintura
tica legge,che nell'estremità del pal- del sommo sacerdote Aronne, disse
lio se ne ponessero alcune liste, ac- il Savio, che Dio, circumcinxit zona
ciò i sacerdoti mirandosi i piedi si glorine 'i
dando cosi ad intendere a
alzassero a contemplare le cose di- tutti i sacerdoti e ministri di Dio,
vine. Della cintura della B. Ver- essere di decoro, di onore e gloria
gine Maria se ne tratta al voi. loro il vivere sotto regime della
il

XIII, pag. i8i del Dizionario. La modestia ed onestà nel pubblico


famiglia Coreggia prese questo co- portamento dell'abito esteriore, ri-
gnome dalla fascia che dicesi abbia formato alle direzioni della santa
dato la Madonna a Guiberto, co- Chiesa. Analogicamente pure signi-
me narra il Novaes, nel tom. II, fica l'uso delle cinture, che appres-
pag. 282. Osserva il Piazza, trat- so gli orientali era frequentissimo,
tando di questo argomento nel tom. dalle quali pendevano le borse del-
J, pag. 295 òeW Emerologioy che l'oro e dell' argento che doveva
dal gran prototipo di Gesù Cristo darsi o per debito o per giustizia,
hanno preso il modello di cingersi o distribuirsi ai poveri per motivo
i Papi con fascia di egual colore di pietà e di misericordia. Ma
delle vesti bianche; cosi gli aposto- perchè tale uso in appresso diven-
^^L secondo l'uso degli ebrei, cioè ne abuso di pompa e vanagloria,
Tnx FAS FAS
ed esposto al pubblico sindacato, ta nera con fiocchi è la fascia. I

perno Gesù Cristo, acciocché non prelati di mantellettonc, gli avvo-


Sì perdesse il merito di quelle due cati concistoriali usano fascie di se-

gran virtù ,
proibì non già 1* uso ta con fiocchi; i primi di colore
delle cinture, uso come si disse da paonazzo sulla soltana di tal colo-
lui perpetuamente praticato; ma re; i secondi nera sulla toga. Tutti
che \i si appendessero le borse del- i cubiculari , e famigliari del Pon-
le monete, avvertendoci colle paro- teficeche hanno T uso della sottana
le nolite possidere aureunij et argen-
: panno, o di saia paonazza
di seta, di
tunij neque pecuniam in zonis ve- portano fascia di seta con fiocchi
strisj volendo con ciò staccare i di tal colore. Però i maestri delle
suoi discepoli dall' affetto disordinato cerimonie quando nelle solennità ve-
alle ricchezze, e insinuare l'amore stono la sottana di scotto di colore
alla virtù della povertà. rosso, per concessione del Papa re-
La fascia del Papa è di seta gnante Gregorio XYl, sino dal iBSg,
bianca con fiocchi d'oro: egli la usano la fascia con fiocchi di seta
cinge quando veste di sottana. La rossa, ciò che prima non potevano
fascia de' cardinali è di seta rossa, portare, godendo solo l'uso della fascia
paonazza, e di rose secche, secondo di seta con fiocchi paonazzi allor-
il colore dell'abito, con fiocchi d'oro: ché usavano sottana di tal colore,
essi la portano quando incedono in che i due primi maestri di cerimo-
sottana; i cardinali religiosi che deb- nie non cambiano mai. Però i

bono vestire l'abito del colore del- chierici, il sotto-chierico, e i loro so-
hanno appartenuto, usa-
l'ordine cui prannumeri della cappella pontificia,
no fascie con fiocchi di seta del . che nelle solennità vestono come i

medesimo colore. Qui va notato cerimonieri di sottana di scotto ros-


che *
tanto le fascie del Papa, dei so, non hanno 1* uso di veruna fa-
cardinali, e degli altri, tutte hanno scia, sebbene la godano di colore
due soli fiocchi, e si legano al fian- paonazzo, quando incedono con s'w

co sinistro con piccole fettuccie del mile veste. I romani Pontefici han-
medesimo colore. La fascia dei pa- no accordato la fascia di seta nera,
triarchi, arcivescovi, e vescovi è di verde, paonazza a qualche di-
ec.
seta paonazza con fiocchi simili : gnità ecclesiastica, beneficiato, cano-
eglino la cingono quando vestono nici di cattedrali, collegiate ec, cor-
di sottana. I prelati della curia ro- porazioni delle università, collegi ec.
mana usano fascia di seta paonazza Leone XII concesse le fascie con
quando assumono la sottana di egual fiocchi di seta nera ai parrochi di
colore; i vescovi leligiosi che deb- Roma del clero secolare; simile fa-
bono vestir l'abito del colore del- scia l'usano i prelati referendari di
l'ordine o congregazione cui hanno segnatura sinché portano 1' abito
appartenuto, usano fascie con fioc- prelatizio nero , ed i protonotari
chi di seta del colore dell'abito. apostolici ad instar parlecipantium.
In Roma nella sede vacante, al La fascia é anche distintivo ed
modo che dicemmo al voi. Vili, ornamento dei magistrati munici-
pag. igo del Dizionario, ed altrove, pali,che la pongono sopra le loro
tutti i vescovi, e la prelatuiia ve- toghe o altre vesti, ed è di vari co-
.stendo di saia o scotto nero, di se- lori e drappi con fiocchi. Inoltre

I
, ,

FAS FAS 223


la fascia ancor oggi cinge i fianchi bergae, 1669. '^utte le antiche
dei mililari, cioè in alcuni corpi di pitture e sculture ce lo rappresen-
milizie l'usano i soli capi, in altri tano in questa guisa. Un vetro
tulli gli ufficiali colle debite distin- prodotto e illustrato dal cav. Vet-
zioni. Anticamente quando il pa- tori, e dal prevosto Gori, che si

dre mandava le fascie in cui rav- crede lavoro del terzo secolo, ci fa

volgevasi il suo figlio bambino a vedere il divin bambinello stretto


taluno, questi ne diveniva il com- da fascie. Ne diversamente lo de-
pare. Il Paolo I, nel-
Pontefice s. scrisse Giovenco poeta cristiano
l'anno 761, ricevette da Pipino re nel. lib. I Evangel. hist.j coll'inno
di Francia le fascie in cui era sta- che canta la Chiesa il vescovo For-
la posta la sua figliuola Gislana tunato, de Passione Dominij con
dopo battezzata, per lo che restò il altro inno di Venanzio Fortunato,
Papa suo compare, come egli stes- Opera, tom. I, p. 263; e s. Gre-
so scrisse a Pipino, al quale man- gorio Nisseno, De Christi Nativita-
dò in dono lìbros quantos reperire te, Pannis constri n gìtur,
scrisse:
potitimnSf cioè un antifonario, l'ar- qui peccatoruni noslrorum vincula
te dialettica di Aristotile, i libri di in se suscepit. O felices panni (di-
$. Dionigio l'Areopagita, e pochi ce s. Agostino, serm. 3, de Nati-
altri. All' articolo Fascie benedette, vìtate)^ quibus peccatoruni sordes
si dice di quelle che i sommi Pon- extersimus ! Praesepe splendidum
tefici, da Clemente YllI in poi, han- in quo non solum jacuit foenuni
no inviato in dono ai neonati figli animaliunij sed cihus inventus est
de' sovrani, principalmente ai primo- Angeloruni! E s. Bernardo, in Fi-
geniti eredi del trono. gi l. Nat. Doni. serm. 4» ^ ragione
FASCIA,Ordine equestre. F. pronunziò Ipsi panni divitìae no-
:

Banda, Ordine equestre, ordine ca- strae sunt. Pretiosiores panni Sal-
Spagna per gli uo-
valleresco della vatoris omni purpura. Il Dreselio
mini; e Banda o Sciarpa, Ordine prova coir autorità di s. Germano
equestre di donne della Spagna patriarca di Costantinopoli , e di
istituito da Giovanni 1 re di Ca- Eutimio , in Orat. de fasciis Do-
stiglia, la cui insegna consisteva nel mini,apud Lippomanum, tom. VI,
portare sugli abiti una fascia, ban- ad diem 3i augusti, che antica-
da, o sciarpa d' oro. mente vi è stata una basilica eret-
FASCIE DI Gesù Cristo, Reli- ta in onore delle sagre fascie, e
quia. Il Verbo divino incarnato, che che se ne celebrava la festa ogni
volle in tutto, ed anche al suo na- anno. L'annalista Rinaldi nella pre-
scimento rassomigliarsi agli uomi- fazione, parlando al num. 6 del
ni, non isdegnò di essere involto parto della B. Vergine Maria, dice
ne' panni, e fasciato secondo I' uso che in onore de' sacrosanti panni-
introdotto dai più rimoti secoli, e celli o fascie, co' quali dice il van-
praticato si nell' che nel-
oriente , gelista Vergine involse
che la il

l'occidente. S. Luca espressamente Signore (che furono conservati), si

dice: Peperit Fil'uim suuni primo- fabbricò una magnificentissima chie-


gcnitum, et pannis eum involvit. V, sa, ed ogni anno se ne faceva la

Dan. Henrici, Exercitat. theolog. festa, come dagli encomii de' santi
de primogenitura Christi, Wittcni- padri si ritrae. Attesta Niceforo ,

I
,

224 FAS FAS


che Giovenale, vescovo di Geru- di miniature, merletti e gemme, che
salemme, mandò in dono queste i sommi Pontefici sogliono inviare
fascie ad Eiulossia e Cliijllezio ; ai reali infanti, massime ai primo-
rammenta i luoghi, ove si dice che geniti de' sovrani, risale a Papa Cle-
si conservi e si onori qualche par- mente VI II Quindi a mez-
del 1592.
te delle medesime. Il Panciroli, zo di ablegati apostolici o nunzi stra-
Tesori nascosti di Roma, parlan- ordinari, furono formalmente pre-
do della chiesa di s. Pietro in Vin- sentate alla corte d'Austria^ di Fran-
coli , dice che il detto Giovenale cia, di Spagna, e di Portogallo, non
vescovo di Gerusalemme, grato ai che ad altre: talvolta fecero tal pre-
tanti benefizi che in quella città sentazione gli stessi nunzi residen-
aveva compartiti l' imperatrice Eu- ziali. La benedizione che fa il Pa-

dossia moglie di Teodosio li, le pa di queste fascie, si suol fare in


donò varie insigni reliquie che por- alcuna delle cappelle maggiori o ,

tò in Costantinopoli, e poscia do- segrete de' palazzi apostolici, nella


nò ad alcune chiese, ritenendosi sala concistoriale di essi, ed anche
per se le fascie del Salvatore. Nel- in alcuna chiesa di Roma. Del ri-

la chiesa ^g\V Àrciconfraterni la del- to della benedizione e de* perso-


la Natività del Signore^ e degli naggi che ad essa assistono , con
agonizzanti [Fedi) di Roma, si altre analoghe nozioni, si possono
conservano le sagre fascie del ss. leggere al volume VIH, pag. 2i3
Bambino Gesù, cioè una parte di e 214 Qui appres-
del Dizionario.
esse^ e si espongono alla venera- so riporteremo le notizie delle fa-
zione de' fedeli nell' oltavario della scie benedette donate dai Papi, che
festa di Natale. Anche nella chiesa ci fu dato rinvenire nelle loro vi-
e basilica patriarcale di s. Maria te, ne' Diari di Roma, ed in al-
Maggiore si venerano parte delle cune autentiche relazioni mano-
«agre fascie, oltre del fieno, e le scritte. Siccome il nunzio straordi-
tavole del Presepio. V. De Un- nario deputato alla solenne pre-
ttìs Christi sepulchralibus, cap. 28 ;
sentazione delle fasce deve pronun-
V. Job. Christ. Exerci-
Letschii, ciare un analogo discorso, toccan-
tationenì philologicani de cnnabu- do qualche circostanza propria dei
//.y C/im^/j Vittembergae i665; Er- tempi, e delle relazioni della cor-
neslum Salomonem Cyprianum, in te presso cui è spedilo, e la santa
Diss. de fasciis Christi in Diss. ec- Sede, cosi non riuscirà discaro pre-
ci. Pentade, pag, ^Q-, Jo. Andream meltere quella formola che l' eru-
Schmid, De fasciis Christi, Amste- dito Parisi nelle sue Istruzioni,
lodami 1698 et 1726; Trombel- tom. II, pag. 216 e seg., propone
lium in tom. Fitae B. Virgo
Ili per norma, se il prelato nunzio
diss. 20, cap. I, uhi panca de straordinario fosse destinato a pre-
pannis seu fasciis , quihus Virgo sentar alla corte di Francia, ed al
Christuni involvit, pag. i38. duca di Borgogna le fascie bene-
FASCIEBENEDETTE. La graziosa dette, indirizzando le sue parole
consuetudine ed onorifica distinzione al re.
del sagro e prezioso donativo delle » Sire.
fascie benedette, formate di drappi » Sono infinite le ragioni che
nobilissimi, ricamali d'oro, ed ornale muovono l'animo ponlifìcio di no-
,

FAS FAS 425


Siro Signore a riguardare con par- E nel tempo stessoauguro in di
ticolarissima stima questa sua au- lui nome alla Maestà Vostra, e se-
gustissima corona tanto benemeri- renissimo delfino e delfina la pro-
ta della santa Sede apostolica, e a spera conservazione loro, e della
non tralasciare alcuna occasione di regia prole a beneficio di questo
darle effettivi attestati del suo pa- regno , e della cristianità, ed a
terno affetto. Ora però che la di- consolazione della Santità Sua, la
Tina Provvidenza si è degnata con quale prega, e pregherà sempre il
la nascita del duca di Borgogna Signore Iddio, che questo suo ni-
vieppiù stabilire la sua casa reale, pote succeda non meno al regno ^
ed esaudire i voti comuni per la che alla gloria di Vostra Maestà >
conservazione ed aumento della imitando le sue magnanime impre-
medesima tanto necessaria per man- se, le quali fanno risuonare il suo

tenere in tranquilla felicità l'Euro- gran nome per tutto il mondo;


pa tutta, inesplicabile è il giubilo mentre col valore delle sue armi
della Santità Sua e della sua cor- invittissime, e con la prudenza del
te, prendendo gran consolazione ed suo senno avendo fatte tante e sì
allegrezza di riconoscere in questa onorevoli conquiste ed ottenute tan-
prole reale, un degno nipote di un te vittorie, ha saputo come forte^
re sì grande (intende parlare del insieme, giusto, e magnanimo, por
figlio primogenito del delfino suc- fine alle medesime con la pace uni-
cessore al trono), un glorioso suc- versale dell'Europa, che si era già
cessore de* suoi illustri maggiori come unico frutto delle sue
prefissa
un vero difensore della fede catto- immense fatiche, profondendo per
lica, ed un ottimo santa
figlio della sì onorevole fine la ricchezza dei
romana Chiesa. E per dare alcun suoi tesori, e spendendovi il san-
segno dell'estrema contentezza, che gue de' suoi fedelissimi sudditi. Ed
per un sì felice successo ha occu- io dal canto mio non potendo de-
pato tutti i pensieri di Sua Bea- siderare maggior onore e contento,
titudine, mi ha la medesima be- quanto questo di potermi presen-
nignamente incaricato di portarmi tare alla Maestà di un sì eccelsoi
al trono della Maestà Vostra, ser- ed invitto monarca, massime con
vendosi del mezzo mio , che sono sì illustre carattere, con cui è pia-

umile suo servitore, per attestare ciuto alla clemenza di nostro Si-
alla Maestà Vostra questi veri sen- gnore di contraddistinguermi , non
timenti dell' animo pontificio , e manco di rassegnare alla Maestà
per usar seco, e verso il real fan- Vostra, e alle altezze serenissime
Giulio quegli atti, co' quali è stata del delfino e della delfina la mia
sempre solita la santa Sede di con- umilissima servitù e divozione, im-
traddistinguere i figli della sua an- plorando benigno gradimento a
t gustissima casa , che sono queste questo atto del mio dovuto rispet-
fascie, quali io in nome di Sua San- to, e desiderando tuttavia occasio-
tità presento umilmente alla Mae- ni di spendere ogni poter mio iri
stà Vostra per piccola mostra del- servigio della Maestà Vòstra, e se-
l' inesplicabile predilezione di no- renissime altezze ". F. Delfino.
stro Signore, che pur vorrebbe con- Clemente Vili, Aldobrandini y
fermargliela con opere maggiori! prendendo parte al giubilo di En^
VOL. XXIII. i5
22G FAS FAS
rico IV re di Francia, che dalla dette al re di Spagna Filippo IV,
sua seconda moglie Maria de' Me- pel neonato suo figlio poscia re
dici avea avuto prole maschile, e Carlo II, guadagnossi talmente l'af-
il successore al trono, nel 1601 fetto di quel monarca, che desi-
spedì iu Francia colla qualifica di derò aveHo per nunzio ordinario.
nunzio straordinario il prelato Maf- Tornato il prelato in Roma fu fat-
feo Barberini, fiorentino, votante to uditore di rota, e poi inviato
di segnatura, e protonotario apo- datario in Francia col cardinal le-

stolico, per congratularsi col re di gato Chigi, da dove passando alla


tale lieto avvenimento, colle fascie nunziatura di Madrid, fu poi crea-
benedette pel reale infante, e in- to cardinale.
sieme delfino , e primogenito di Alessandro VII, nell'anno 1664
Francia allora nato. In tal modo inviò a Parigi il suo nipote car-
Clemente Vili fu il primo Papa dinal Flavio Chigi colla dignità di
ad introdurre Tuso dell'onorifico legato a Intere per accomodare le

donativo delle sagre fascie al pri- gravi vertenze insorte tra il re


mogenito de' monarchi destinato , Luigi XIV, e il Papa. Accompa-
alla successione della corona. Il gnò il cardinale in qualità di se-
prelato nunzio nel 1623 divenne gretario Carlo Roberto de Vettori
Urbano Vili, e il delfino fu poi romano, che restò in Parigi nun-
il re Luigi XI li. zio ordinario, e poi fu da Alessan-
Urbano Vili, Barberini, che da dro VII creato cardinale; giacche
prelato per ordine di Clemente il Vettori essendo arcivescovo di
Vili avea portato in Francia le Tarso assistè il legato in qualità
sagre fascie al neonato principe di segretario, e quindi ad oggetto
ereditario, e poi era stato dichia- di presentar le fascie al delfino,
rato nunzio ordinario presso l'istes- venne destinato nunzio straordina-
so re Luigi XIII, e corte, ove con rio alla medesima corte, nella qua-
sommo vantaggio della religione le poi si fermò qual nunzio ordi-
ottenne il richiamo de' gesuiti nel nario del medesimo Alessandro VII.
regno, divenuto prima cardinale e Innocenzo XI, Odescalchi, chiamò
poi Papa, spedì a Madrid le fascie a Roma monsignor Angelo Maria Ra-
benedette pel real infante, figlio di nuzzi bolognese vescovo di Fano, e
Filippo IV re di Spagna, ed il nun- già nunzio di Francia, ed a questo
zio fu monsignor Ascanio Filomarino regno lo inviò colla qualifica di able-
napolitano, canonico vaticano, già gato apostolico, come lo chiamano il
suo cameriere d'onore, che poi nel Cordella ed il Novaes, per presentare
1641 creò cai*dinale, ed arcivesco' a Luigi XIV le fascie benedette pel
vo di NapoH, avendo modestamen- neonato duca di Borgogna , indi
te nella detta sua nunziatura ri- nel 1686 lo creò cardinale. Men-
nunciato all'arcivescovato di Saler- tre questi ritornava in Roma nel
no, a cui era stato nominato da delfinato fu spoglialo di quanto
Filippo IV. possedeva dagli assassini. F. Able-
Alessandro VII, Chigi, avendo GATI APOSTOLICI.
mandato nel 1660 monsignor Vi- Alessandro Vili, Ottoboni, nel
taliano Visconti milanese in Ma- 1690 spedì in Portogallo il prela-
drid a presentare le fascie bene- to Sebastiano Antonio Tariara bo-
FAS FxVS 227
lognese, già nunzio di Colonia, e " grista la bugia, e Sua Beatitudi-
gli affidò r incarico di portare le « ne disse la orazione a questo
fascie benedette al neonato infante M effetto' preestesa, senza incenso.
principe del Brasile, figlio del re « Monsignor maestro di camera
Pietro ; indi il successore Innocen- *> divise i lati della sala con certi
zo XII lo fece prima nunzio di « banchi, per dar comodo alla no-
Vienna, e poi cardinale. " biltà , e prelatura di assistere
Clemente XI, Albani, fece mol- M senza confusione, e fece perveni-
ti donativi di fascie benedette nel » re alle porte le solite guardie, e
suo lungo pontificato, dal 1700 al « dentro i capi di esse, e le lan-
1721. Primieramente si legge in « eie spezzate". Nel Novaes poi, t.
una contemporanea descrizione ma- XII, pag. 90, si legge che Cle-
noscritta, sulla benedizione delle mente XI per le ottime sue prov-
fascie regie, quanto segue. « A Ili videnze, e massime di equità erasi
*> primogeniti dell' imperatore, dei guadagnato il cuore di Filippo V
>» re di Fiancia, e dei re di Spa- re di Spagna, il quale nel modo
M gna, ed ai primi figli di quelli, il più obbligante e grazioso gli
« stila la Sede apostolica mandare die parte di natoessergli il prin-
» alla loro nascila le fascie, con la cipe di Asturia, pel quale il Pon-
*» spedizione di un ministro col tefice gl'invio le sagre fascie
per
>» carattere di nunzio Solevano
. monsignor Agostino Pallavicini.
>»queste essere benedette privata- Clemente XI nel 1707 dichiarò
« mente dai Papi ; ma in occasio- protonotarìo apostolico Alemanno
» ne del primo figlio del duca di Salviati fiorentino, quindi lo spedi
« Borgogna, nato nell'anno 1704, nunzio straordinario a portare in
« dichiarò Papa Clemente XI mon- Francia le sagre fascie al neonato
" signor Pallavicini per suo nunzio figlio del duca di Borgogna; il

» in questa missione, ed ordinò che prelato poi fu fatto vice -legato


» le ricche fascie fatte per questo d'Avignone, presidente d'Urbino, e
" regio infante si esponessero nella nel 1730 cardinale.
» gran sala del concistoro il di i3 Clemente XI nel 1715 spedì in
» aprile 1705. Dopo la congrega- Portogallo monsignor Giuseppe Fir-
« zione del s. offizio, coU'assistenza rao napolitano, visitatore apostolico
>» de'cardinali della medesima con- dell'Umbria e Marca^ qual nunzio
« gregazione, e de'cardinali Gian- apostolico straordinarioper ralle-
« son, e Pignatelli, Sua Beatitudi- grarsi col re Giovanni V, del nato
« ne le benedì. Fece monsignor principe del Brasile; successore del
>» maestro di camera erigere un regno, che poi fu il re Giuseppe
>i altare con croce, e sei candelieri I, a cui per esso mandò le prezio-
M d'argento con candele accese, fat- se e ricche da sé benedette
fascie
>y ti per Urbino (patria del Papa). col consueto rito , ed in questa
>i Ivi inginocchiatasi la Santità
Sua, occasione il Papa raccomandò al
« dopo una breve orazione gli fu re le missioni delle Indie orienta-
« da la la stola dal primo cardinal li. Poscia Clemente XI promosse il

'a diacono, monsignor


e levatogli Firrao a nunzio agli svizzeri, e
M maestro di camera il camauro, con tal carattere lo inviò alla cor-
« tenne il libro, e monsignor sa- te di Lisbona per supplir il nun-
228 FAS FAS
zio Bichi ricliiamato in Roma. Non Vienna, donde Benedetto XIV lo
ostante le relazioni dal Firrao pre- promosse al cardinalato.
se neir anteriore ablegazione, non Clemente XII, Corsini, nel 1780
potè prenderne l'esercizio, restando mandò a Parigi per nunzio straor-
ozioso a' confini del reame, finché dinario, monsignor Marcello Laute
Giovanni V restò soddisfatto nelle romano, governatore di Ancona, a
pretensioni di avere i nunzi della portar le sagre fascie benedette al
sua corte ornati colla porpora car- neonato delfino di Francia fu ac- :

dinalizia al termine di loro nun- compagnato da alcuni cavalieri ro-


ziatura, come praticava la santa mani, e la descrizione delle ricche
Sede colle tre altre principali po- fascie è riportata nei numeri 2o4i
tenze. Nel lySi il Firrao fu fatto e 2044 ^^^ Diario di Roma di
cardinale. detto anno. Il prelato fu poi fatto
Benedetto XIII, Orsini, nell'an- presidente di Urbino,, e da Bene-
no santo 1725, a'5 aprile, per mez- detto XIV cardinale.
zo di monsignor Camillo Merlini Benedetto XIV, Lamberti ni, nel
Paolucci forlivese, arcivescovo d'Ico- mese di agosto 1 746, dopo la con-
nio e segretario della cifra, a Gia- gregazione del s. olfizio, alla pre-
como III re gran
cattolico della senza di molti cardinali, col sohto
Bretagna , ed alla sua moglie re- rito benedì le nobili e ricche fa-
gina Maria Clementina Sobieski di scie , disposte in quattro grandi
Polonia residenti in Roma, fece mense, destinate a regalarsi all'ar-
presentare le fascie benedette che ciduca Giuseppe figlio primogenito
avea preparate Clemente XI per dell'imperatore Francesco I, e di
il loro primogenito Carlo Odoardo Maria Teresa, e poi imperatore
principe di Galles. A tale efifetto aneli 'egli col nome di Giuseppe II.
il prelato era stato dichiarato dal Fu destinato a farne la presenta-
Papa nunzio apostolico straordina- zione monsignor Fabrizio Serbel Io-
rio, e si recò nel palazzo dei regi ni nunzio ordinario di Vienna, che
coniugi vestito di mantelletta e roc- poi il Papa creò nel 1753 cardi-
chetto, e croce pettorale, coi do- nale. Ne tratta il numero 4^24
nativi entro due casse coperte di del Diario di Roma.
velluto cremisi, ricamate d'oro, con Benedetto XIV nel 1752 bene-
sopra lo stemma di Clemente XI. di le fascie che avea fatto fare pel
Dentro a tali casse vi erano due duca di Borgogna, figlio del real
cofani similmente coperti di vellu- delfino di Francia, e pel primoge-
to cremisi, e finissimi ricami. Al- nito del duca di Savoja, erede del
cune fascie erano superbamente ri- trono di Sardegna, ambedue nati
camate d'oro, e le altre erano di nel 1751. Queste fascie erano di
tela fina d' Olanda con bellissimi preziosi drappi e di finissime tele,
merletti, oltre varie altre cose adat- decorate di corrispondenti ricami,
tate all'uso dei bambini, ed il tut- merletti, e molto ricche. Fu desti-
to si stimò del valore di ottomila nato nunzio straordinario alledue
scudi, come si legge nel Diario di corti monsignor Antonio Colonna
Roma di detto anno, numero 1200. Brancinforte siciliano, che partì da
Il Merhni nel 1727 fu mandato Roma a' 3 di giugno, col seguito
nunzio in Polonia, poi lo fu di di quattro calessi. Indi fu fatto
.

FAS FAS a29


nunzio dì Venezia, presidente di posa presentazione, la lettura del
Urbino, e cardinale nel 1766. I pontificio breve, e l'allocuzione
numeri 5436, 544^> 5678, e 5676 pronunziata dal nunzio, e diretta
descrivono nel Diario di Roma del tanto al re, che al neonato infan-
1752 le fascie, e l'eseguita com- te, il quale dopo due anni e mesi
missione. morì.
Clemente XIV, Ganganelli, nel Pio VI, Braschi, a seconda di
M 1771, essendo nato a Carlo III re ciò che praticasi co* primogeniti
di Spagna il primogenito principe de'sovrani, stabili di ricapitare al
di Asturias, ne volle essere il pa- real delfino di Francia, figlio di
drino, facendosi in Madrid rappre- Luigi XVI, le preziose fascie be-
sentare dal re ; e gli fu imposto nedette, col mezzo del suo nunzio
^
il nome di Carlo Clemente. Il Pa- ordinario in Parigi, il suddetto mon-
pa partecipò tal nascita e compa- signor Giuseppe Doria, e pel real
ratico in concistoro al sagro colle- principe di Asturias egual donativo
gio, per cui in Roma si fecero il- per monsignor Nicola Colonna di
luminazioni e fuochi di gioia, ve- Stigliano napolitano , suo nunzio
nendo illuminate a lanternoni la ordinario in Madrid, come si leg-
facciata esterna della basilica vati- ge nel Diario di Roma
1781, del
cana, e quelle dei palazzi apostoli- numero 728. Nei numeri poi 826,
ci del quirinale e del vaticano 828 del seguente anno si dice che
Quindi con biglietto di segreteria tutte le fascie furono lavorate sot-
di stato destinò monsignor Giu- to la direzione di donna Costanza
seppe Doria genovese, in nunzio Falconieri nipote del Papa, quindi
straordinario, colla qualifica di ca- che nella sala del concistoro furo-
meriere segreto di onore, a porta- no colle solite formalità e cerimo-
re al reale infante le fascie bene- nie benedette da Pio VI alla pre-
dette,come abbiamo dai numeri senza di molti cardinali, corte e
83o6, 83 18, 8324 ed 8390 del famiglia pontificia, e rappresentan-
Diario di Roma del 1771. Indi ti Francia e di Spa-
delle corti di
fu promosso alla nunziatura ordi- gna che a cagione della loro pre-
;

naria di Parigi, e poi divenne car- ziosità furono per otto giorni e-
dinale. Per tal nascita Carlo III sposte nella Floreria del palazzo
istituì l'ordine equestre della Con- apostolico (Vedi)^ e si ammirò la
cezione, e nel seguente anno Cle- finezza del ricamo, la distribuzione
mente XIV fece coniar
analoga delle perle, e le miniature rappre-
medaglia. P^. Comparatico, e Pa- sentanti s. Gio. Battista che bat-
drini.Nei numeri poi 8898, 8400, tezza Gesù Cristo nel fiume Gior-
e 8416 del medesimo Diario si leg- dano, eseguite dalla celebre minìa-
ge la cerimonia della benedizione trice Clementina Subleyras. Final-
delle fascie, e i doni che il Ponte- mente nei numeri 846, 848, 85o,
fice inviò a diversi personaggi di e 862 del Diario di Roma del
Madrid ; mentre nel numero 8474 1783 si legge la descrizione della
è riportata l' interessante relazione presentazione delle fascie eseguita
delle funzioni fatte in quella capi- da monsignor Doria alla corte di
tale della Spagna, l' ingresso in es- Francia; il donativo che il re Lui-
sa con solenne cavalcala, la pom- gi XVI inviò alla nipote del Papa
•In FAS FAS
Honna Costanza, consistente in due circa, i detti cardinali si uniiono
fermagli per suo
smanigli col ri- neir anticamera segreta del Papa ;

ti*9tto e quello della regina, ed in indi Pio VI preceduto da essi, e


una ripetizione ossia orologio col- dalla ordinaria Camera Segreta
l'effigie del delfino, il tutto contor- (Vedi), passò nella sala della fun-
nato di brillanti ancora ; è detto zione. Dopo aver brevemente ora-
che il re donò
nunzio il pro- ai to, il cardinal Orsini, come il più
prio ritratto contornato di brillan- degno de'diaconi, prese dalla men-
ti, e lo nominò abbate dell'abbazia sa dell'altare la preziosa stola bian-
di Goi-ze nella diocesi di Metz, cui ca pontificia, la die a baciare a
Pio VI aggiunse la cospicua abba- Pio VI, e gliela impose. Allora il

zia delle tre Fontane, della quale Pontefice colle prescritte formalità,
si tratta all' articolo Chiesa de* ss. assistito da due vescovi pel libro
Vincenzo ed Anastasio alle tre fon- pontificale, e per la candela, a ciò
tane. L'ultimo citato numero ci dà fatti intimare dal maestro di ca-^
la descrizione della solenne presen- mera per un palafreniere, benedì
tazione delle fascio seguita in Ma- tutte le fascie, dopo di che ritor-
drid per mezzo del nunzio Colon- nò col medesimo accompagnamen-
na di Stigliano, che poscia fa crea- to alle sue stanze. Alla funzione
to cardinale. intervennero gli ambasciatori di
Ecco poi la descrizione del ri- Spagna, e di Malta, e il cav. d.
to come seguì la benedizione, e Nicola Azzarra spagnuolo, senza
relative cerimonie, che desumo da però essere stati formalmente invi-
una memoria contemporanea le- tati, per cui passarono per la sca-
gale e mss. Nella sala del con- letta, e presero luogo nel coretto,
cistoro del palazzo vaticano vi fu ove il Papa soleva ascoltare la
eretto un altare col quadro della predica.
beata Vergine, con croce, e sei Pio VI a'3 settembre 1795, alle
candelieri. Le fascie furono dispo- ore i5, nella camera del concisto-
ste intorno .all'altare sopra diverse ro segreto di estate, del palazzo
tavole, difese da cassabanchi di apostolico quirinale (luogo e parte
fuori e di dentro, ne'quali si assi- abitata poi dal medesimo impera-
sero i cardinali invitati a nome di tore Francesco II detto I, che no-
monsignor maestro di camera da mineremo nel suo soggiorno in
un palafreniere pontificio. Essi fu- Roma), fece la benedizione delle
rono i cardinali di Yorck, De Ber- fascie da trasmettersi in dono al-
nis ministro di Francia, ed i pala- l' imperiale e reale arciduca d'Au-
tini Pallavicini segretario di stato, stria Ferdinando Carlo Leopoldo
Negroni pro-datario, Conti segreta- (attuale imperatore regnante d'Au-
rio de' brevi, e Gio. Battista Rez- stria Ferdinando
I), nato a* 19 a-
zonico segretario de'memoriali, ol- prile 1793, figlio primogenito del-
tre i cardinali De Zelada, Aquavi- l' imperatore Francesco I. I cardi-
va, ed Orsini d'Aragona addetti nali invitati alla funzione, furono
alla corte di Spagna, e Salviati Herzan ministro imperiale, i pala-
aderente di quella di Francia. Nel- tini Braschi segretario de'brevi, De
la mattina pertanto di martedì 26 Zelada segretario di stato, Rove-
novembre 1782, alle ore dieciolto rella pro-datario, non che Albani,
1,

FAS FAS a3i


Hinniiccinl, Aivhiuto^ e cìeila So- quattro sopra-fascie, ed altrettanti
niaglia aderetili dell* imperiai corte. fasciatori, fazzoletti, scuffiette, in-
1 due vescovi assistenti furono i cappatori, e camicie le quali ave-
monsignori Bandi elemosiniere in vano due paia bottoni con carnei
luogo del maggiordomo Vinci in- contornati di brillanti; ed il tutto
disposto di salute, e Cristiani sa- era della più fina tela di Olanda
grista. V intervenne pure il prin- e guarnito con stupendi e bellissi-
cipe d. Carlo Albani, al quale fu mi merletti (numero 2160). Pre-
dato luogo nella bussola ove il sentazione delle medesime fascie,
Papa ascolla la predica, ed intor- eseguita in Vienna da monsignor
no alla sala presero luogo diverse Albani come nunzio straordinario
nobili e distinte persone.Diario Il (numero 2184).
di Roma nei numeri che citeremo Pio VI nel 1795, come rileva-
del 1795, dà le relazioni che ci si dal numero 21 44 ^^^ Diario di
limiteremo accennare già il nu- : Roma di tale anno, destinò monsi-
mero 1994 dell'anno 1794 a^ea gnor Bartolomeo Pacca di Bene-
annunziato, che Pio VI destinava vento nunzio apostolico presso la
monsignor Giuseppe Albani roma- real corte di Portogallo^ ed al pre-
camera
no, uditore generale della sente amphssimo cardinal decano
e poi cardinale, a portare le fascie del sagro collegio, a presentare le
benedette al real arciduca Ferdi- fascie benedette pel real figlio del
nando, nato dall'imperatore Fran- principe del Brasile d. Giovanni,
cesco li. cioè l'infante d. Antonio Francesco
Benedizione delle fascie preziose Pio principe di Beira, nato a* 2
(numero 21 58). Descrizione delle marzo 1 79^, essendone stato il pa-
medesime. Una fascia di glasse di drino lo stesso Pontefice. Quindi il

argento con in fine una miniatura numero 2860 del Diarie di Roma
rappresentante il battesimo di Ge- del 1797, ci diede la descrizione
sù Cristo , decorata di vaghissimi di tali preziose fascie, come pure
ricami d'oro, frammischiati con per- delle biancherie guarnite, e lavo-
le. Un manto reale ricamato d'oro rate sotto deHa con-
la direzione
con glasse d'argento per l'ostetrice, sorte del maestro di casa del pa-
con le armi del Papa, e dell'im- lazzo apostolico Teresa Ricciotti
peratore. Una mantellina simile pel Fratlini. Il Novaes portoghese nel
principino. Una corpetla simile per tomo XVII, pag. 88 degli Ele-
la culla. Un fasciatore simile. Due menti della vita de' Pontefici^ dice
fasciatori ricamati come sopra, pon- che il Papa nel 1797 si portò a
sò. Due gran cuscini di glasse ri- celebrare la messa nella chiesa di
camati con fiocchi d'oro; e tutto s. Maria sopra Minerva, ed ivi be-
ciò fu posto dentro nobilissima cas- nedi le fascie; ma il citato Diario
sa. In altra simile si racchiuse, es- dice che Pio VI avendo assunto la

sendo nella forma eguale ad urna stola bianca, le benedi nella sala
elegante , quattro lenzuoli di tela del concistoro, assistito da vari car-
di Olanda guarniti con superbo mer- dinali. In conferma di che leggo in
letto; quattro asciugatorii, ed altret- una contemporanea ed autentica
tante fascie 5 e foderette le quali narrazione, che giovedì 3 agosto
avevano bottoni d'oro a filagrana; 1 797, ad ore quindici e mezza, nel
,

332 FAS FAS


palazzo quirinale fu fatta la bene- sempre depostitra le mani de* pon-
dizione delle fascie in discorso, col- de'romani gentili. I fasti dap-
tefici

r intervento de' cardinali Lorenza- prima non furono in Roma che un


na, Liivizzani
, Zelada , Braschi se- semplice Calendario ( Vedi) , nel
gretario de' brevi, Roverella pro-da- quale sotto ciascun giorno erano
tario , e Busca segretario di stato. inscritte le feste, [i giuochi, le ceri-
Nella bussola della camera conci- monie ec. Dividevansi però i gior-
storiale vi fu il ministro di Spa- ni in fasti e nefasti ^ cioè a dire
gna, cogli arcivescovi di Siviglia e permessi dalla legge e vietati, il

di Seleucia che trovavansi in Ro- che indicava i giorni destinati agli


ma. Inoltre nella stessa 'camera del- affari della giustizia, ne' quali il pre-
la benedizione, vi si trovarono pre- tore poteva dire queste tre parole
senti l'incaricato di Portogallo, col dOf dico, addico j ed i giorni di ri-
rispettivo agente di monsignor nun- poso , che poscia si appellarono
zio incombenzato a presentare le Ferie ( Vedi). I giorni fasti erano
fàscie. Dopo questa benedizione, e quelli che modernamente furono
donativo, non ne abbiamo altri e- appellati giorni utili. Ma col lasso
sempli. del tempo i fasti diventarono un
FASELO o FASELA. Città epi- giornale in cui si registravano tut-
scopale della Licia, sotto la metro- ti i diversi avvenimenti. Una guer-
poli di Mira, nell' esarcato d'Asia, la ra intrapresa, una battaglia vinta
cui erezione al dire di Commanvil- o perduta, un trattato di pace, la
le risale al quinto secolo.Era si- dedicazione di un tempio, l'istitu-
tuata sul pendio di una collina, e zione di una una novità stre-
festa,
forse è quella che celebra Strabo- pitosa, e qualunque cosa singola-
ne. Tito Livio e Plinio fanno pur re , tutto scrivevasi ne' fasti , e
menzione o Phaselis^ che
di Fascio quindi si riguardarono i tempi
il secondo colica ne^a Pamfilia. posteriori come le migliori me-
Tre vescovi si conoscono di questa morie che servire potessero al-
città, come abbiamo dall' Oriens la storia romana. Erano anche
Christ. tom. I, pag. 985, cioè Fron- tavolette sulle quali notavansi gli
tone che intervenne al conciho di anni dai consoli, e sulle quali si re-
Calcedonia; Aristodemo che sotto- gistrava tuttociò ch'era avvenuto
scrisse alla lettera del concilio di durante il loro consolato. V. Dit-
Mira all'imperatore Leone; ed il tici PROFANI e SAGRI. Il Macii, nel-
terzo, di cui se ne ignora il nome, si la Notizia dt vocàb, eccl. dice che
fece rappresentare al VII concilio ge- i Fasti nella primitiva Chiesa era-
nerale, dal diacono Giovanni. no i calendarii, nei quali si nota-
FASTI. Annali o memorie, che vano j che
le solennità dei cristiani
Van'one in qualche luogo de' suoi questa voce fu presa dai gentili
scritti fa derivarne il vocabolo dal per cui disse Tertulliano nel lib.
verbo farì^ che significa parlare, e De coron. milit. e. i3: Habes tuos
in altro luogo lo fa derivare da census , tuosfastos, nihil tibi cuni
fasy che significa cosa giusta, leg- gaudiis saeculi. Da questi fasti eb-
ge, ed anche legge divina. Si at- bero di poi origine i Martirologi
tribuisce r invenzione de' fasti al re ( Fedi), come notò il cardinal Ba-
Numa Pompilio, e quelli erano ronio. Ne' tempi moderni si è fatto
1

FAX FAU 'xì^

uso, e talvolta abuso del nome di FAUGIER Arnaldo, Cardinale.


fòstì, e quindi sì sono talora chia- V. Falguerio.
mate fasti le gesta di qualche prin- FAUSINA o FASIANA o FAU-
cipe; si sono introdotti i fasti mi- SIANA (Civìlas Pkausiana). Città
litari, i fasti accademici, de' quali il vescovile di Sardegna, antichissima,
Salvini parla sovente, segnati col che però non è mentovata dai geo-
nome e coli' anno. Talvolta si è grafi antichi, ed i moderni sono di
dato il nome di fasti alle serie del- avviso che sia la medesima che Terra
le medaglie coniate sotto qualche Nuova. La città fu rovinata negli ul-
principe sovrano. Sì chiamarono timi anni del secolo IX, risalendo l'e-
anche fasti gli archivi e i registri rezione del suo seggio vescovile al
pubblici, ne'quah si conservavano sesto secolo. Tuttavolta si ha che
le memorie storiche intorno agli s. Simplicio, che patì glorioso mar-
avvenimenti piii notabili di ciascu- tirio nell'anno
3o4, fu vescovo di
na nazione. Dei celebri fasti con- Fausina, detta pure
Olivia, e che
solari di Roma antichi, come de'fa- Vittore lo fu nel 594. Giulio II
sti moderni che sono in Campido- nel i5o6 la unì ad Ampurias
glio f^. Museo Capitolino. (redi).
FATA. Città episcopale dell' Afri- FAUSTINO e GIOVITA (ss.).

ca occidentale, nella provincia di Ambedue fratelli, nati da cospicui


Numidia, sotto la metropoli di Cir- parenti. Il loro zelo nel predicare la

ta Julia. Nòtit. Jfric. fede di Gesti Cristo, provocò il fu-


FATE BENE FRATELLI. KBen- rore de' pagani, e l' imperatore A-
I FRATELLi, Ordine religioso ed ospita- driano li condannò a morire. Essi
liero fondato da s. Giovanni di Dio. soffersero coraggiosamente il mar-
FATTIBONI Ottone, Cardina- tirio in Brescia, circa l'anno 121.
le. Ottone Fattiboni fu eletto alla In questa città, che li onora co-
dignità cardinalizia da Innocenzo II, me suoi principali protettori, avvi
nel novembre del i i3o, colla diaconia un' antichissima chiesa dedicata a
di Giorgio in Velabro, e nel 1 55
s. questi santi martiri, nella quale
venne promosso al vescovato di Ce- conservansi le loro reliquie; ed il

sena. Coronò il Papa Eugenio III nel giorno i5 febbraio è assegnato


monistero di Farfa, e soscrisse parec- da' martirologi per celebrarne la
chie bolle, r ultima delle quali è festa.
spedita in Sutri, a' i4 giug^^o 1 158,' FAUSTINO (s.), martire. F.
in favore del capitolo della chiesa di Beatrice (s.).

Genova. Difensore dell' unità della FAUSTINO, Cardinale. Faustino


Chiesa,si applicò con molto zelo per fu, al dire del Ciacconio, seguito dai
la elezione del Pontefice Alessan- Cardella, legittimo cardinal prete del
dro III, e come primo dell'ordine titolo di s. Pietro. Il di lui nome

\ de* diaconi lo vestì del


tificale, lo proclamò
manto pon-
Pontefice, e
si

l'
trova appiedi
antipapa Leone Vili del 963.
d' una bolla del-

.
ne diede per lettere avviso ali' im- FAUSTINOPOLI. Città episco-
piperà tore Federico I. Mori nel 1159. pale della seconda Cappadocia, nel-
^Hll Baronio riporta una lettera scrit- l'esarcato o diocesi di Ponto, sotto
^Hta da s. Tommaso di Cantuaria a la metropoli di Tiana, la cui ere-
j^B questo cardinale. zione risale al quinto secolo. Essa

I
3-

234 FAU FAU


fu COSI nominala da Faustina mo- venne famoso per eloquenza e dot-
glie dell' imperatore Antonino Pio, trina. Professò nel monistero di Le-

o da uq' altra Faustina moglie di rino, e nel 4^3 ne divenne abba-


Marco Aurelio. Ne furono vescovi te, succedendo a s. Massimo fatto
Daniele che intervenne al concilio vescovo di Riez. Morto questo san-
d'Efeso; Patrofilo che sottoscrisse to gli successe anche nel vescova-
la lettera all'imperatore Leone sul- to, ed assistette al concilio di Ro-
la morte di s. Protaso, e sul con- ma tenutosi sotto Papa Ilario nel
cilio di Calcedonia ; e Giovanni che 462. Il suo zelo nel combattere gli

fu al sesto concilio generale, ed ai ariani lo fece esiliare da Teodorico re


canoni in Trullo. dei goti, nel 4^ ^ 5 ^^ f^i richia-
FAUSTO, GENNARO e MAR- mato alla sua sede tre anni dopo,
ZIALE (ss.). Questi tre santi sosten- e morì, credesi, circa l'anno 49^'
nero il martirio a Cordova in Ispa- Fausto compose molti libri. Con-
gna, sotto il regno di Diocleziano, futò con una dottissima lettera di-
l'anno 3o4. Stesi sopra l'eculeo, e retta a Lucidio, prete di Provenza,
barbaramente tormentati dai carne- gli errori dei predestinaziani nei
fici perchè adorassero gli dei, Fau- quali era quegli caduto. Questa
sto gridò H Non vi ha che un
: lettera ottenne l'effetto desiderato:
» Dio solo, ed è quegli che ci ha Lucidio abiurò solennemente il suo
*» tutti creati ". Il barbaro giudice, errore , e dell' abiura porse testi-

nominato Eugenio, ordinò gh si ta- monianza in iscritto a molti vesco-


gliassero il naso, le sopracciglia, il vi che ne approvarono la conver-

labbro inferiore, e gli si strapasse- sione, lodando la famosa lettera di


ro i denti; e intanto il martire in- Fausto che 1* aveva procurata , la
vitto lodava e ringraziava il Si- quale con duplicato onore fu ri-
gnore. Nella stessa maniera fu trat- conosciuta per cattolica da undici
tato Gennaro. Rivoltosi il giudice vescovi preclari, congregati in sino-
a Marziale, che steso sopra l'eculeo do per esaminarla. Tale onorifica
orava fervorosamente, lo istigava a testimonianza lo fece troppo va-
cedere; ma quel generoso rispon- no del suo sapere, conciossiachè
deva « Gesù Cristo è la mia con-
: scrisse due libri sopra la Grazia
« solazione. Io loderollo mai sempre e il Libero arbitrio, nei quali cad-

M con quella medesima gioia che i de egli stesso in errore, e favorì il


M miei compagni mostrarono ne* tor- semìpelagianismo per cui s. Cesa- ;

*i menti. Non vi ha che un Dio so- rio un ec-


vescovo d'Arles compose
»y lo, il Padre, il Figliuolo , lo Spi- volume sullo stesso ar-
cellentissimo
« rito Santo ; egli solo merita i no- gomento contro le massime di Fau-
M stri omaggi e le nostre adorazio- sto, il quale fu approvato da s. Fe-
M ni ". Distaccati dall'ecnleo, furono lice Papa, che ne pubblicò la
III

condannati ad essere bruciati vivi, pontificia confermazione includente


e così consumarono il loro sagri la totale condanna di queirer0sia.
fìcio. La loro festa si celebra il 1 Fausto inoltre scrisse: i." una let-
ottobre. tera a Grato, diacono della Chiesa
FAUSTO , vescovo di Riez in cattolica, nella quale egli confuta
Provenza, nacque in Bretagna ver- r eutichianismo ; 2." una lettera o
so la fine del quarto secolo, e di- trattato contro gli ariani e mace-
FAU FEB 23>
doniani ;
3." una lettera a Bene- Iraltavasi non era ancora stato
detto Paolino che lo aveva con- espressamente difinito dalla Chie-
sultato intorno a molte difficoltà, sa, come fu poi nel secondo con-
la prima delle quali riguardava la ciliod'Orange l'anno 529. Tutta-
penitenza in punto di morte; 4**' via perchè egli ha detestato i pro-
un libro dello Spirito Santo, che pri errori dappoiché furono con-
credesi essere quello stesso che fu dannati (dice il Baronio ), o per-
più volte stampato col nome di chè mori nell'amore della verità
Pascasi© diacono della Chiesa ro- prima della loro condanna, egli è
mana; 5." un piccolo trattato per onorato come santo a Lerino e
provare contro gli ariani e i ma- nella diocesi di Riez e di Cavail-
cedoniani che la Trinità è consu- lon, ove ogni anno celebrasi la sua
stanziale; ed un altro contro colo- festasenza opposizione della Chie-
ro che affermano esservi alcun che sa romana. Perciò Io stesso Baro-
d' incorporeo nelle creature ; 6. nio ritrattò quanto
aveva detto
una lettera a Felice patrizio, pre- della cattiva Fausto , ma
fede di
fetto del pretorio, figlio del con- persistette nella censura che aveva
sole Magno, e che aveva abbrac- fatto delle sue opere.
ciato lo stato religioso ; 7.° la mag- FAVOLA DELLA Papessa Gio-
gior parte dei sermoni ed omelie vanna. Giovanna Papessa.
P^.

che portano ordinariamente il no- FAZZOLETTO. F. Velo.


me di Eusebio di Emessa ; 8.° mol- FEBADIO (s.), nella Guasco-
te omelie sul Simbolo ; una sulla gna chiamato s. Fiarì. Fu vescovo
Passione, sulla natività di s. Gio- d'Agen verso la metà del quarto
vanni Battista , ec. ec. Fausto fu secolo. Affezionato a s, Ilario da
stimato e lodato da molti illustri Poitiers, mostrossi zelantissimo di-
suoi contemporanei come dotto e fensore della consustanziali tà del
virtuoso ; ma ebbe pure potenti Verbo. Non solo rigettò la se-
avversari. Le sue opere furono anche conda forinola di fede scritta a
censurate da Papa Gelasio I, e riget- Sirmio dagli Ariani e sbscritta ,

tate da Papa Oiniisda sulle mate- dal celebre Osio nel 358 ; ma ne
rie della grazia. I vescovi africani dimostrò tutto il veleno in un' o-
esiliatiin Sardegna le condanna- pera, che ancora conservasi nel-
rono apertamente come aderenti al la Biblioteca dei Padri, nella qua-
semipelagianismo; e le condannaro- le si dichiarano con precisione le
no pure s. Isidoro di Siviglia e s. Ado- sottigliezze e gli equivoci degli a-
ne di Vienna. Oltre s. Cesario, scris- riani, e si difende la dottrina cat-
sero contro di lui s. Fulgenzio di tolica con molta forza. Il santo ve-
Ruspe e s. Avito di Vienna in scovo d'Agen intervenne ai conci-
Francia. Alcuni autori, fra' quali li di Rimini nel 359, ^^ Parigi nel
il dotto boUandista p. Stilting, han- 36o, di Saragozza nel 38o, e nel
no procurato di giustificarlo ; ma 392 viveva ancora. La 'chiesa di
non si può infatti negare che Fau- Agen l'onora il giorno 25 d'aprile.
sto non sia incorso negli errori dei FEBIANA o REBIANA (Febia-
semipelagiani, i quali lo riguarda- niim). Sede vescovile dell'Africa oc-
rono come loro capo : e V unica cidentale, nella provincia Bizacena,
sua scusa si e che il punto di cui sotto la metropoli di Adramito. Sai-
,

236 FED FED


lustio suo vescovo sottoscrisse la verità che devono credere. Così
si

lettera dei vescovi di sua provincia dice evangelizzare o predicare la ^

nel concilio di Laterano, celebrato fede , ubbidire alla fede, rigenera-


nell'anno 649 dal Pontefice s. Mar- re la fede ec. vale a dire, la dot-
,

tino I. trina di Gesù Cristo. Nello stesso


FEBRONIO. r. HoNTHEiM Gio- senso chiamiamo Professione di fé-
vanni Nicola. de ( Fedi)y la professione delle ve-
FEDE (Fides). Persuasione, cre- rità cui crediamo, e diciamo che
denza , fiducia. Credere qualcuno il tale articolo appartiene alla fe-

vuol dire fidarsi di lui; credere al- de ec. P^. Confessione di fede, che
la sua parola, quando afferma qual- é la dichiarazione pubblica ed in
che cosa, questa è persuasione; cre- iscritto di quello che si crede, ove
dere alle sue promesse, questa è fi- pur si parla delle diverse Confes-
ducia ; credere che si deve fare ciò sioni di fede. Finalmente s. Paolo,
che egli comanda, e farlo di fatto, e. i4> V. i3, chiamò ^fi?e il detta-
questa è ubbidienza. Poiché Dio me della coscienza, il giudizio che
che è la stessa verità non può in- facciamo della bontà o malizia di
gannare se stesso, ne indurci in er- un' azione : dice inoltre che tuttocib
rore, né mancare a ciò che pro- che non viene dalla fede , ovvero
mise, né imporci una legge ingiu- che non è conforme a questo giu-
sta, che la nostra
è chiaro perciò dizio, e un peccato. Quelli che da

fede ha motivo la suprema


per ciò conchiusero che tutte le azio-
verità di Dio^ e che noi gli dob- ni degli infedeli sono peccati, han-
biamo questo omaggio, quando si no scioccamente abusato di queste
degna rivelarci ciò che dobbiamo parole. Fedeli (Vedi) sono quelli,
credere, sperare, e praticare. Cosi cioè i Cristiani ( V^edi , che pro-
)

il Bergier definisce la fede. Quin- fessano la fede di Gesù Cristo, di-


di aggiunge, che quantunque si di- stinguendosi da quelli che profes-
stinguano queste tre cose per usa- sano false religioni, per cui profes-
re pili esattezza nel linguaggio teo- sano false dottrine, e si chiamano
logico, laparola fede nella Scrit- infedeli. Dunque un do- la fede è
tura sagra sovente le contiene tut- vere, poiché Diocomanda; e la
te tre, e in questo solo senso là giacché si degna d'istruirci, non può
fede giustifica, ci rende santi, e ca- dispensarci dal credere. È una
ri a Dio. Qualora s. Paolo dice grazia, ed un dono di Dio, perché
che Abramo credette in Dio, e che egli rivela sé stesso a chi gli pia-
la sua fede gli fu riputata a giu- ce, ed egli solo può ispirarci la do-
stizia; questa fede non fu una cilità alle sue parole. È altresì una
semplice persuasione , ma altresì virtù, e vi é merito nel credere,
un' intera fiducia alle promesse di dappoiché la nostra vocazione alla
Dio, ed una perfetta ubbidienza ai fede, é stata l'effetto di una mise-
comandi di lui ; ed anche in que- ricordia tutta gratuita dalla parte
sto stesso senso l'apostolo fa l'en- di Dio. Egli non ha trovato nulla
comio della fede dei giusti dell'an- in noi che potesse determinarlo a
tica legge. Hehr. e. 2 1 . Sovente al- separarci dalla massa di perdizione,
tresì l'apostolo per la fede intende ed a purificare le anime nostre
r oggetto della nostra credenza , le dalle sozzure del peccato, a fine di

I
,,

FED FED 237


rènderci partecipi dell'adozione di- tezza del fedele nell' osservare la
vina, ed eredi del suo regno cele- legge di Dio. San Giacomo chia-
ste, col soddisfare all'obbligo della ma fede morta quella che niente
propria santificazione; obbligazione opera, e che non si fa conoscere
fondata su quel precetto di Gesù colle opere. I teologi scolastici chia-
Cristo: Siate perfetti, come lo è il mano fede formata quella che è
vostro Padre celeste. accompagnata dalla grazia santifi-
I teologi definirono la fede una cante; e fede informe quella del
virtù teologale, con cui crediamo cristiano che è in istato di peccato.
tuttociò che Dio ci ha rivelato Le decisioni di fede poi fatte dal-
perchè egli è la stessa verità. La la o dai roma-
Chiesa universale^
chiamano virtù teologale^ perchè ha ni Pontefici, per condanna di er-
Dio per oggetto immediato, ed una rori qualunque, o pertinaci o no,
delle sue divine perfezioni per mo- opposti alla dottrina una vojta già
tivo. I teologi distinguono diverse rivelala, e sempre viva nella Chie-
specie di fede, come la fede attua- sa universale, e nel deposito della
le, la fede abituale ec. Quando il s. romana Chiesa , centro vivo di
cristiano fa un atto di fede, re- cattolica unità e comunione, è per-
cita il simbolo, fa professione del- ciò anche per dichiarazione dell'esi-
la sua credenza, ha la fede attua- stenza de' dommi talvolta contro-
le; quand'anche niente vi pensa, versa fra noi cattolici come perso-
non lascia di essere nella disposi- ne private: le distinzioni delle de-
zione di credere e rinnovare al ca- cisioni e definizione di fede, si tro-

» so gli

fede abituale o
atti di fede
1'
, dunque ha
abito della fede
la vano spiegate nell'opere teologiche.
I peccati contro la fede sono l'apo-

e la conserva fintanto che fa un stasia r eresia


, la bestemmia , e
,

atto positivo di infedeltà o di in- l'infedeltà, la quale è di tre sorta,


credulità. Comunemente s' insegna cioè l'idolatria, il giudaismo, ed il

dai teologi, che mediante il batte- maomettismo.


simo Dio dà al fanciullo la fede I santi amavano di essere piut-
abituale; e questo dono chiamasi tosto spogliati di tutti i loro beni,
fede abituale infusa , ed è una di- e di soffrire fino alla morte, di quel-
sposizione dell'anima a credere tut- lo che perdere il tesoro prezioso
te le verità rivelate. L'adulto che della fede. La fede è un lume so-
sovente ha ripetuto gli atti di fe- prannaturale, che ci viene comuni-
I de, acquista una nuova facilità a
credere, e questa disposizione si
cato da Dio, come dicemmo, e si-

mile a quella colonna di fuoco,


chiama fede abituale acquisita. E che conduceva gl'israeliti per mez-
sentimento generale presso i catto- zo al deserto', sgombra le tenebre
lici, esservi un certo numero di ve- che ci tolgono veduta del cam-
la
rità che ogni fedele è tenuto cono- mino pel quale noi dobbiamo met-
scere e credere esplicitamente sotto terci, onde giungere alla nostra fe-
la pena di dannazione, e si chia- licità. Ella è il seme, anzi la ra-
mano articoli o dommi fondamen- dice della vita spirituale, il princi-
tali. P". DoMMA. San Paolo chiama pio di ogni virtù meritoria del cie-
fede viva quella che opera per la lo. » Sj, dice s. Ambrogio in Psalm.
carità, e che si prova con la esat- « 4o, essa è il fondamento di ogni
238 FED FED
•• virtù. O
sciama egli in un
fede, sagri libri, e nelle divine tradizio-
» altro luogo, lib. 3 de Vir. , o fe- ni : chiamata fede. Le ve-
({uesta è
» de più ricca dì tulli i tesori, piìi rità che contiene, e molte ragioni
>» efficace e più sovrana di tutti i delle medesime furono rivelate da
*• rimedi". Pure la nostra fede^ non Dio. Quali fossero gli articoli di
può essere vera se non racchiude fede proposti a credere agli anti-
tre condizioni, i." E mestieri che chi cristiani. Simboli e iscrizioni
scacci da noi ogni dubbio, che sia nei quali esprimevansi dai mede-
ferma e coraggiosa , che ci faccia simi questi e altri articoli. Il p.
affiontare tutti i pericoH , sfidare Menochio nell' erudi te sue Lettere
tutti i tormenti , e fino la stessa tratta questi argomenti. Nel tom. [,

morte. Una tal fede riempiva di pag. 56 r : Se sia probabile che So-'
gioia i martiri in mezzo alle più crate filosofo abbia avuto la fede
sensibili pene, e loro inspirava for- di Dioy e di Cirsto , che e neces-
ze bastevoli per trionfare dei bran- saria per conseguire V eterna salu-
di e delle fiamme. 2.° Ella deve te. Nel tom. Il, p. 256: D* alcuni
essere intiera ; poiché chi rigetta motivi della fede toccali da s. Ago-
un solo degli articoli che essa ci stino, e come si provi coi miraco-
propone, rovescia tutta la sua eco- li. Nel tom. HI, p. 3 16: Che non
nomia, e abbatte il fondamento in si deve facilmente dar fede a vi-
cui posa, l'autorità cioè della rive- sioni e rivelazioni, massime di don-
lazione divina. » O voi, dice s. A- ne. Pompeo Sarnelli, nelle Lettere
»* gostino, che volete ammettere e Eccl. tom. VII, lett. LXIII : Come
»> rigettare aggrada,
quel che vi s'intendono quelle parole di s. Pao-
« voi non ve ne riportate che ai lo ad Rom. i4, 23 » Omne au- :

« lumi del vostro spirito, ma non « tem, quod non est ex fide, pec-
« volete stare a ciò che vi dice il « catum est ". Il Zaccaria nel tom.
•• vangelo ". 3.° La nostra fede vuol I, p. 279 e 281 delle Dissert. varie
essere attiva, animata dalla carità, italiane di storia ecclesiastica, di-
e feconda di buone opere. Una fe- scorre come la fede non fu propa-
de morta e sterile, lo ripetiamo, gata ne* primi tre secoli, in modo
viene da s. Giacomo rassomigliata che ci da per tutto molti
fossero
a un corpo senza anima; eSsa è la vescovi, ne nelle Gallie, ne neU'ItaUa.
fede dei demonii , che credono e Il Rinaldi negli Annali raccon-

tremano. ta i prodigi operati colla fede, ed


11 p. Mamachi, De costumi del i castighi di quelli che la sprezza-
primilm cristiani, tratta della fede vano ; eh* essa vale più che tutte le
di essi , e quanto fosse eccellente ; scienze; e dell' uso antico che
quan-
motivi pei quali i cristiani abbrac- do uno era proveniente da luoghi
ciavano la santa fede ; fortezza dei ove fossero eretici, non era ammes-
medesimi per confessarla, ciò che so alla comunione se non faceva
provasi colle testimonianze degli a- la professione di fede, e quando
postoli, e dei santi padriavevano : altri da luogo caltohco portavan-
una simile costanza anco le donne. si dove erano eretici, si munivano

Che senza una giusta cognizione delle con documenti di sana dottrina.
divine cose non si dà vera religio- Racconta ancora 1* uso antico , di
ne. Tale cognizione si contiene nei dare la fede col porgere la destra,
FED FED 2%
iu segno di concordia, e \icendevoIe mondo. Giunto ad Agen il crude-
amicizia, equivalendo anche a pro- le nemico de'cristiani, Daciano, go-

messa la congiunzione delle mani vernator delle Gallie sotto gl'im-


destre. In questo proposito notere- peratori Diocleziano e Massimiano,
mo pure, che per fede ed omag- ordinò che gli fosse condotta di-
gio intese la promessa ed il giu-
s' nanzi la vergine Fede , la quale
ramento di fedeltà, che il vassallo implorato il divino aiuto, e in-
faceva al suo signore; e per omag- fiammata dal desiderio di dare la
gio intendevasi il tributo e la pro- vita per Gesù Cristo, francamente
fessione di vassallaggio, che presla- sostenne la sua religione, e sprez-
va il vassallo al suo signore , ob- zò minaccie e le lusinghe colle
le

bligandosi di servirlo anche in guer- quali costui voleva indurla a sa-


ra. Ma ritornando alla fede cre- grificare a Diana. Perlocchè irrita-
denza e virtù innumeiabili sono le to la fece legare con catene di
opere composte e pubblicate su ferro sopra un lettorame, sot-
di
I questo sublime e primario argo- to il quale si pose un gran fuoco,
mento di nostra salvezza. P^. tutti di cui si accresceva l'ardore git-
gli articoli del Dizionario, che gii tandovi olio ed altre materie in-
hanno relazione. Da ultimo il dot- fiammabili. Inorriditi gli astanti del
to e eh. teatino p. Gioachino Ven- barbaro supplizio, dimostrarono com-
tura, ex-generale di sua congrega- passione di questa verginella inno-
zione, pubblicò colle stampe in Ro- cente , per cui Daciano ne fece
ma tie volumi dell'opera sua inti- prendere alquanti, i quali ricusan-
tolata : Le bellezze della fede, ov- do di sagrilicare agi' idoli , furono
vero la felicità di credere in Ge- con s. Fede decapitati. S. Dulcidio
sù Cristo j e di appartenere alla ve- vescovo d'Agen trasferì nel quarto
ra Chiesa. Questa utilissima opera secolo le reliquie di s. Fede in una
meritò di essere subito tradotta in chiesa ch'egli edificò in quella cit-
diverse lingue, e già se ne sono ri- tà, le quali poi circa l'SSS furono
petute le edizioni ; dappoiché è a- portate all'abbazia di Conques nel
dattatissima non solo ad avvivare Rovergue, e circa il io5o traspor-
il sentimento della fede, e l'amore tate nella nuova chiesa della stessa
della vera Chiesa in quelli che lo abbazia. Urbano V fece dare par-
posseggono, ed a farlo rinascere in te di queste reliquie monaci di ai
quelliche lo hanno perduto, ma Cucufat nella Catalogna, e un brac-
ancora ad attirare sempre più il cio di s. Fede onoravasi a Gla-
clero allo studio delle sagre Scrit- stenbury. Varie chiese furono de-
ture, e dei santi padri, che sono dicate a questa santa, fra le quali
le fonti della vera eloquenza cri- è assai celebre la sotterranea, fab-
stiana. s. Paolo di
bricata sotto quella di
FEDE Nata ad Agen da
(s.). Londra. S. Fede e i suoi compa-
illustri genitori, si dedicò per tem- gni nel martirio sono ricordati il
po alla religione di Cristo, e im- giorno 6 ottobre.
piegò la sua giovinezza nell'orazio- FEDE, SPERANZA e CARITÀ'
ne, nell'esercizio delle cristiane vir- Santa Sofìa loro madre diede
(ss.).

tù, e benché dotata di rara bellez- ad esse questi nomi per divozione ed
za fu insensibile alle attrattive del amore alle teologali virtù. Alleva-

I
a4o FED FED
te nella cristiana pietà e confor- che non eravi speranza di rifor-
tate dalla madre a confessare ge- marlo, passarono nell'ordine cistcr-
nerosainenlc il nome di Gesù Cri- ciense fecero i voti nell' abbazia
,

sto, queste tre sante vergini furo- de'foglianti, ed in vigore dell'auto-


no crudelmente tormentate, e ver- rità che il gran maestro aveva ri-
sarono il loro sangue per la reli- cevuto dagli altri cavalieri , accon-
gione in Roma, sotto il regno di sentirono che la terra di Roque-
Adriano. La loro festa si celebra Roquette, che apparteneva all'ordi-
il primo di agosto. ne della Pace, fosse unita all'ab-
FEDE DI GESÙ' CRISTO, Or- bazia de' foglianti. In quanto all'a-
dine equestre. Sebbene l'origine di bito de'cavalieri della Fede di Ge-
questi cavalieri sia ignota , è pro- sù Cristo, sembra che non l'aves-
babile che sieno stati istituiti in sero, ma vestissero secondo 1' uso
Francia, nel tempo delle crociate delle persone nobili del XIII seco-
intraprese contro gli Albigesi. Di lo, e che il solo distintivo fosse la
questi cavalieri se ne trova notizia croce, che portavano in guerra sul-
in una lettera del p. Savary gran le vesti, e sulle armi. F. il p.
maestro del medesimo ordine, in Helyot, Storia degli ordini religio'
data de'5 febbraio 1220. Da essa siy tomo Vili, cap. 4o-
si rileva T obbligo dei cavalieri di FEDE DI GESÙ' CRISTO, e
difendere la persona e le terre di DELLA Croce di s. Pietro mar-
Almerico di Montfort conte di Nar- tire, Ordine equestre. Questi ca-
bona e di Tolosa contro i suoi valieri in Italia fiorirono nelle
nemici; di fare aspra e non ces- diocesi principalmente di Mila-
sante guerra agli eretici, ed a co- no, d'Ivrea, e di Vercelli, usan-
loro che ardissero ribellarsi alla do di detta denominazione, sen-
santa Sede; di favoreggiare gli a- za che appartenessero ad ordi-
mici del conte, ec. ec. Forse que- ne canonicamente eretto: giacché
st' ordine poco dopo tal epoca fu vuoisi che fosse una società di
unito ad altro sotto il nome della persone d'ambo i sessi, le quali
Pace, che fu fondato nel 1229 da ricevendo una croce facevano voto
Ameneo arcivescovo d' Aux o Au- (li portarla a gloria ed onore del
che, dal vescovo di Comminges, e nostro Signore Gesù Cristo, per
degli altri prelati e signori di Gua- l'esaltazione della fede cattolica, e
scogna, per reprimere le violenze distruzione degli eretici; obbligan-
degli assassini, gli attentati degli al- dosi ancora ad esporre la vita e
bigesi, e gl'iniqui usurpatori de'be- sostanze in difesa della medesima
ni ecclesiastici. Ed è perciò che ne venissero ricerca-
fede, qualora
l'ordine fupur chiamato della Fe- ti. p. Gio. Maria
Nell'opera del
de e della Pace, e nel i2 3o ven- Canepano domenicano, intitolata :

ne confermato con autorità apo- Scudo inespugnabile de' cavalieri


stolica di Gregorio IX. L' ordine di s. Fede, trovasi la formola
sussistette fino al261, in cui Gu-
1 del voto che facevano i cavalieri
glielmo di Marra , che n' era il della diocesidi Milano; il mede-
gran maestro, ed un altro religio- simo cioè che ripetevasi anche
so di questo ordine, vedendolo ri- da quelli d'Ivrea e di Vercel- ,

dotto ad uno scarso numero , e li per le loro diocesi. Riferisce


,

FED FED 'iiti

tale autore anche gli slaluti, le peratura è sommamente equabile.


indulgenze, e i privilegi ch'egli Il timore dei terremoti ha molto
dice concessi romani Pontefici
dai contribuito sulla costruzione de'suoi
B qnesti cavalieri. Tutta volta è da edifici che si mantengono bassi
avvertirsi che le bolle che cita per resistere alle scosse: la costru-
risguardano piuttosto le persone che zione degli edifici è poco solida
arrolavansi nelle crociate destina- essendo questi generalmente di ter*
le a
combattere gli albigesi ; il ra battuta entro cassoni, ed aven-
perchè sembra che le persone for- do gli angoli di mattoni secchi al
manti questa società, non godesse- sole. L'antico collegio de' gesuiti, il

ro del titolo equestre di cavaliere, noviziato, ed il convento de' ben-


e forse piuttosto fossero ufficiali del- fratelli, la chiesa degli agostiniani
l' inquisizione delle mentovate tre scalzi, de' cappuccini , e qualche
diocesi, i quali facevano antica- altro edificio sono fabbricati al-
mente voto riferito dal p. Cam-
il l'europea di calce e pietra. Quindi
pano, portando per distinzione una al di fuori l'aspetto è assai lusin-
croce sul loro abito,come hanno ghevole, ma le strade anguste,
posteriormente portata una croce formate tutte ad angolo retto, so-
inquartata di nero e di bianco gli no compensate da comodi marcia-
iiffiziali dell'inquisizione in Milano, piedi riparati per gli sporgenti tet-
in principio del decorso secolo. In ti dalla pioggia, nelle due strade
Ispagna gli uffiziali medesimi era- del commercio, e in quella che ser-
no detti Famigliari [Fedi), e tra ve di entrata alla città. Vi sono
essi vi furono talvolta annoverati quattro spaziose piazze ornate di
i più distinti signori del regno. fontana, essendone prima quella la

FEDE (Santa) di Bogota (S. del settimanale La vaga mercato.


Fidei in IndiisJ.Cìltk con residenza cattedrale venne edificata nel i8i4>
arcivescovile nell'America meridio- ed è arricchita da una divota sta-
nale, già capitale dell'antica Co- tua della B. V. Maria, ornata di
lombia, come lo è ora della re- preziosissime gemme . Il palazzo
pubblica della nuova Granata, ca- del governo, fabbricato nel 1820^
po luogo della provincia di Bogo- è oggi abitato dal presidente, qua-
ta, trovasi alla pendice di elevate lora non preferisca la propria ca-
montagne, che formano parte del- sa, e dai ministri della repubblica:
la gran Cordigliera orientale de- la sala nazionale pel congresso dei
gli Andi, a pie delle quali scorre deputati nazionali o parlamento
il fiume Bogota o Fuaza di paci- trovasi ora in un luogo destinato
fico corso, e quegli stesso che va a quest' oggetto. Ivi si radunano
poi a formare la più bella cata- nel primo giorno di marzo i de-
ratta del globo, la famosa cascata putati delle Provincie che formano
I di Tequendama, quattrocento ven- il congresso nazionale, ed i senato-
ti piedi alta. Domina assai bene ri che compongono la camera degli
sul vasto ripiano, è difesa dagli anziani. Fra gli edifici vanno ram-
orientali oiagani, e somministi'a co- mentati i conventi dei religiosi
piose e limpide acque agli abitan- di sanGiovanni di Dio detti i
ti. 11 clima sebbene assai umido, benfratelli, ed domenicani; l'an-
i

è lultavolta salubre; ma la tem- tico palazzo dell' udienza spagnuo-


VCL. xxni. 16
?42 FED FED
la, e quello del vice- re ancora nicani, e quello di ». Bonnventur.i
presentano qualche magnificenza. de* minori osservanti. Avvi inoltre
Sono pure rimarclievoli il tea- la pubblica biblioteca, dovl/iosa di
tro e la zecca. Vi sono circa circa quattordicimila volumi, l'osser-
altre ventinove chiese e cappel- vatorio, il giardino botanico, e l'ac-
le alcune delle quali magnifi- cademia nazionale. Questa città non
che; e molti altri conventi e mo- solo è sede del governo e del con-
nasteri sì che di mo-
di religiosi, gresso ma anche dell' alta cor-
,

nache; ed ha due grandi ospedali, te di giustizia: essa è grande e


uno civile ,
1* altro militare. Un popolata.
ospizio di esposti e mendicanti, I I dintorni di Santa Fede sono
stabilimenti letterari si vanno au- ameni per le molte case di cam-
mentando progressivamente, essen- pagna, per i deliziosi passeggi, e
dovi r università centrale cui cor- per la detta notevole cascata di
rispondono tutte le altre della re- Tequendama, formata dal Bogotn,
pubblica, e due collegi nazionali. sopra i due torrenti che bagnano
Tiene primo luogo l'università:
il la città, e che prendono i loro
il Pontefice Clemente X a' 17 apri- nomi dai conventi diFrancesco s.

le 1676 concesse al collegio dei e di s. Agostino per ove scorrono;


gesuiti di Santa Fede, che si po- vi sono sei belli ponti di pietra,
tessero conferire alcuni gradi agli e due di legno. Vasta è la sua
Di poi Inno-
studenti delle scuole. vallata ch'è tenuta per una delle più
cenzo XII, nel primo giorno di belle e fertili dell'America meridio-
settembre 1698, colla costituzione nale: per questa grande spianala
65 Aliasi Bull. Rom. tom. IX, scorre il maestoso Fuaza o Bogota.
pag. 3 19, estese questa concessio- Vi sono tre abbondanti saline, distin-
ne perpetuamente a tutti i gradi guendosi quelle di Zipaquita e di
delle scienze, ampliando inoltre lo Nemocon; e molte miniere si van-
stesso indulto a' 28 dello stesso no discoprendo di carbone fossile
mese, colla 67, che
costituzione o terroso, che supplisce alla man-
pure incomincia colla parola Alias;, canza de' combustibili: vi sono an-
loco citato, pag. 323, dichiarando che le miniere di ferro di Pacho,
detto collegio vera università. Do- e quelle di un bel marmo bianco,
po r università va nominata fra i giallo e nero. Sono pure a rimar-
stabilimenti letterari la scuola nor- carsi le salutifere acque termali,
male del pubblico e mutuo in- e quelle dette di Fabio o Favlo
segnamento; indi il museo di sto- Coacliy si distinguono. I natura-
ria naturale con cattedre di bot- listi trovano pascolo a contempla-
t^nica, di chimica, e di mineralo- re le ossa fossili di elefanti carni-
gia; proto-medicato con profes-
il vori della razza africana, che si

sori delle scienze mediche; l'acca- rinvennero pure nelle cime de' più
demia degli avvocati, che detta le- alti monti ; e secondo Humboldt
zioni di giurisprudenza. Dei collegi sono della stessa specie di quelli
di s. Bartolomeo del Rosario, di , trovati nella gran Cordigliera. La
s. Tommaso, e degli Ordinandi, valle di Santa Fede è ripiena di
ora esistono il collegio di s. Tom- villaggi abitati in parte dai discen-
maso d' Aquino affidato ai dome- denti di Moscas. I due ponti na-
FED FED 243
turali d'Iconoiìzo, su' quali si pnsj^n Fnnum, per le istanze dell' impe-
il rapido torrente della Suiuma- ratore Carlo V, sovrano della mo-
Paz presso il villaggio di Pandi^ narchia spagnuola, il Pontefice Giu-
sono tali rarità di che l'Europi lio III nel i554 l'eresse in sede
non offre esempio, che nel ponte vescovile; quindi regnando Filippo
di Veja presso Verona. TI villaggio II figlio del precedente, Papa Pio

di Muzo è pur celebie per la sua IV nel i564 la elevò al grado


ricca miniera di smeraldi. di arcivescovato, assegnandogli per

Santa Fede, o Santa Fé di Bogo- suffraganee le sedi vescovili di


ta fu fondata nel i558 da Gonzalo Popayan, Cartagena, e Santa Mar-
Zimenes Quesada a' 6 agosto, solfo ta, tutte istituite nel medesimo se-

ilregno di Filippo II re di Spa- colo. Il primo vescovo di Santa


gna: in capo a due anni divenne Fede di Bogota, fu il francescano
talmente importante che fu innal- Giovanni de Barrìas traslato dalla
zata al grado di città, e tolse a chiesa di s. Marta, e progressiva-
Tunja il primato. Nei principii del- mente a lui successero Luigi Zap-
la repubblica di Colombia, di pa- pata de Cardenas francescano; Bar-
recchie Provincie si composero di- tolomeo Martinez; Andrea Caso ;
partimenti, e quello di Cundina- e Bartolomeo Lobo. Era vescovo
marca, antico nome della contrada, di Santa Fede Pietro Ordognez
fu primo, venendo poi gli altri di cavaliere d'Alcantara, quando la
Cauca, dell'Istmo, del Maddalena, sede fu eretta in metropoli, ed eb-
e di Boyaca: Santa Fede è di- be a successori Ferdinando Arias;
stante ventidue leghe, dal detto Giovanni de Castro agostiniano;
fiume della Maddalena, dall'orien- Giuliano de Cortaca; Bernardino
te air occidente. Per un momento d'Almansa inquisitore di Toledo;
si volle dichiarare capitale la città Cristoforo de Torres domenicano;
del Rosario di Cucuta, ma preval- Diego de Castillo professore di fi-
sero le ragioni di commercio per losofia nell'università di Alcalà, ed
la favorevole posizione di Santa altri. Per quelli del decorso seco-
Fé, che mediante il fiume della lo e del corrente, sono registrati
Maddalena comunica coli' arcipela- nelle annuali Notizie di Roma.
go Colombiano e mare delle An- Mentre n'era arcivescovo Agosti-
tille, e mediante il fiume Meta e no de Alvarez, nel 1777, Pio VI
r Orenoco coli' oceano Atlantico. con parte di questa arcidiocesi
Nel 1800 la popolazione ascende- eresse il vescovato di Linares, per
va a circa ventiduemila abitanti, appagare le istanze del re di Spa-
ma da quest'epoca l'arrivo di un gna Carlo III. Al presente n'è ar-
gran numero di famiglie estranee civescovo monsignor Emanuele Giu-
la portò a più di quarantamila in- seppe Mosquera di Popayan, fatto
dividui. Quivi risiede il delegato vescovo dal regnante Gregorio XVI
apostolico, o l'incaricato d' affari a' 19 dicembre i834, cui die per
della santa Sede, presso il governo suffraganeo monsig. Giuseppe Anto-
della Repubblica della Nuova Gra- nio Chaves de' minori osservanti,
nata (Vedi). come ausiliare colla residenza nella
Santa Fede di Bogota, Sanctae provincia di Casanares, sebbene po-
Fidei de Bogota^ Fides Bogotensis^ scia r abbia fatta nella capitale.

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244 FED FED
Questa metropolitana al pre- FEDELE DA SiGM ARINGA (s.). Nac-
sente hn sei vescovi suffraganei, que nel i577 a Sigmaringa, da
delle sedi di Antiochia, Cartagena, Giovanni Rey. Fu addottorato in
Santa Marta, Popayan, Panama giurisprudenza nell'università di Fri-
ch'era prima sotto Lima, e Pam- burgo nella Svizzera. Menò vita
plona nuova. La cattedrale è de- virtuosa e mortificata, e si rese sti-
dicata a Dio , sotto r invocazione mabile per la sua modestia e dol-
dell'immacolata Concezione di Ma- cezza. Dopo aver accompagnato in
ria Vergine. 11 capitolo si compo- diverse parti di Europa tre gio-
ne di dodici canonici, comprese le vani gentiluomini che si mandava-
prebende del teologo e del peni- no a viaggiare, dando loro l'esem-
tenziere, e varie dignità, la prima pio della più tenera pietà e divo-
delle quali è il decanato: vi sono zione, ottenne una magistratura a
dieci beneficiati chiamati porziona- Colmar religione e
in Alsazia. La
rìi, con altri preti e chierici ad- la furono sempre la sua
giustizia
detti all'ufficiatura. Ivi è il fonte guida: e lo zelo col quale proteg-
battesimale, e la parrocchia è am- geva i bisognosi gli meritò il ti-
ministrata da due parrochi: vi si tolo di avvocato dei poveri. Nel
venerano molte insigni reliquie. Ai 1612 abbandonare il mondo,
volle
6 agosto, anniversario della fonda- e si convento dei cappuc-
ritirò nel
zione della città, nella cattedrale cini di Friburgo , ove assunto il
si espongono gli paramen-
arredi e nome di Fedele si diede olla più
ti sagri della prima messa che ivi austera penitenza, ed alla predica-
fu detta nella piccola cappelletta zione della divina parola. Divenu-
tuttora sussistente. L'episcopio non to superiore del convento di Welt-
è contiguo alla cattedrale ma po- kirchen operò prodigiose conver-
co distante. Nella città sonovi tre sioni, e trasse di errore molti cal-
altre parrocchie, tutte munite nelle vinisti, per cui la congregazione di
loro chiese del battistero ; cinque propaganda fide nominollo missio-
monisleri di donne di stretta clau- nario presso Grigioni, immersi nel-
i

sura, ed altrettanti conventi di re- l'eresia di Calvino, e gli si diedero


ligiosi. Con decreto de' 29 aprile a compagni otto religiosi del suo
1842 si è ripristinata la compagnia ordine. Le molte conversioni ch'e-
di Gesù, la quale già vi ha spedito gli otteneva aizzarono il furore dei
alcuni suoi individui. Vi sono pure calvinisti , i quali deliberarono di
un grande e grazioso cimiterio; diver- torlo dal mondo. Non si scorag-
se confraternite e pii stabilimenti, giò il santo missionario consape-
ed il seminario diocesano, ristabi- vole de'loro disegni; anzi apparec-
lito dall'odierno arcivescovo con chiatosia sostenere il martirio, ai
cento alunni. Amplissima è l'arci- 24 1622, dopo essersi con-
aprile
diocesi ,
perchè sorpassa il numero fessato da uno de'suoi compagni ,
di trecento villaggi, ed ha una e- e aver celebrato la messa, predi-
stensione fino alle frontiere del cò nel borgo di Gruch raddop-
Brasile. Ad ogni nuovo arcivescovo piando il vigore. Poscia andò a I
è la mensa tassata nei registri del- Se vis per esortare cattolici a per- i

la cancelleria apostolica in fiorini severare nella loro fede: ivi un


trenta tre. calvinista tentò di ucciderlo in chic-

m
,

FED FED 345


sa con uu* archibiigiata , e mentre zati e cattolici che conducevano
ritornava a Gruch diede in una una vita irreprensibile, per distin-
banda di soldati calvinisti, con un guerli Catecumeni ( Fedi), e
dai
ministro alla loro testa, i quali penitenti che non potevano assiste-
trattandolo da seduttore volevano re alla messa dei fedeli, la quale
sforzarlo ad abbracciare la loro incominciava dopo il vangelo. F,
'*.
setta Io sono venuto per con- Cattolico, e Cristiano, al quale
futare i vostii errori, non per se- articolo si diede pure la definizio-
guirli, rispose il santo missionario; ne di fedeli, e coli' autorità di s.

la dottrina cattolica è la mia fe- Tommaso, si disse che infedeli poi


de, ne temo
la morte per soste- si chiamano i pagani, gli ebrei, e
nerla. Stramazzato a terra con
»» gli eretici, cioè nel volume XVIII,
un colpo di spada, rizzossi sulle pag. 199 del Dizionario.
ginocchia, e pregò il Signore e la 11 Bergler al vocabolo Fedele
ss. Vergine per sé e pe'suoi per- dice che questo termine fra i cri-
secutori; indi un secondo colpo lo stiani significa in generale chi ha
stese a terra tutto intriso del pro- la fede in Gesù Cristo, per oppo-
prio sangue, ne sazio con ciò il sizione a quelli che professano fal-
furore di que' barbari, gli trafora- se religioni, e si chiamano infedeli.
rono il corpo co'pugnali, e gli moz- 11 dotto suo traduttore ed annota-
zarono il capo e la gamba sinistra. tore,il camaldolese p. abbate Biagi,
Il suo corpo è nella chiesa dei aggiunge poi, che il nome fedele
cappuccini di Weltkirchen , e la presso di noi è appellativo di quelli
sua testa e la sua gamba furono i quali hanno non qualunque fede
trasportate con grandissima solen- ( che può essere anche umana )
nità nella cattedrale di Coirà. Molti ma la fede infallibile in Gesù Cristo,
miracoli furono operati per la inter- cioè in tutte le dottrine cattoliche,
cessione di s. Fedele; e non andò le quali sono dottrine di Gesù
guaii che gl'imperiali disfecero i Cristo per nome ancora,
istesso;
calvinisti, com'egli aveva predetto. il quale di sua natura è in oppo-

Fu beatificato da Benedetto XIII sizione all' eretico adulto, che ab-


l'anno 1 729, e canonizzato da Be- bia almeno sospettato della vera
nedetto XIV nel 1746. S. Fedele Chiesa diversa dalla sua. Nella pri-
è il protomartire della sagra con- mitiva Chiesa il nome di fedele di-
gregazione di propaganda fide. La stingueva non solo i laici battezza-
sua festività è assegnata dal mar- ti dai catecumeni che non avevano
tirologio romano ai 1^ d'aprile. ricevuto questo sagramento, ma dai
FEDELE (Fidelis). Si chiama chierici che per 1' ordine, o per
fedele che professa la vera
colui qualche ministero erano ammessi
religione ed è in questo signifi-
, al servizio della Chiesa. I privilegi
cato che gli ebrei vengono chia- de'fedeli erano di partecipare al-
mati nella Scrittura il popolo fe- l'Eucaristia, di assistere al santo
dele. Nel Cristianesimo (Fedi), sagrifizio, ed a tutte le preghiere,
chiamansi fedeli coloro che sono di recitare l' orazione domenicale
battezzati e cattolici. In termine di perciò appellata la preghiera de'fe-
liturgia, fedeli dicevansi, in più stret- deli, di ascoltare i discorsi ne'qua-
to sigaiilcatO; i soli cnstiaui battez- li si trattava più estesamente di
ti46 FED FED
alcuui uiisleri : cose che non era- lesy e vassalli sono egualmente det-
no accordale ai catecumeni, come ti; e tal titolo è di loro più pro-
dicemmo altrove. Ma quando le prio, come quello che proviene dal-
diverse sette si separarono dalla la fedeltà, che debbono alpadro-
vera Chiesa, si annoverarono col ne : semplicissima era laformola
nome di fedeli i soli cattolici che del loro giuramento ; eccone un e-
professavano la veia fede; e questi sempio, tratto dal tit. 5, lib. a
accordavano agli eretici il nome Feudorum. «Ego juro ad haec sau-
di cristiani soltanto. Gesti Cristo *• età Dei Evangelia, quodamodo
in molti luoghi del vangelo, fece n in antea ero fidelis huic, sicut
consistere il carattere del fedele '»debet esse vassallus domino; ncc
nel credere la sua potenza, la sua « id quod mihi sub nomine fide-
missione, la sua divinità. Né si de- >• litatis commiserit dominus, pau-
te conchiudere, come fecero alcu- *» dara alii ad ejus detrìmentum,
ni deisti, che ogni uomo, il quale » me sciente'*. Della fedeltà di uno
crede in Gesù Cristo, è abbastan- schiavo padrone, di uu
verso il

za fedele per essere salvo, e che è pastore verso suo signore, e di


il

dispensato d'informarsi se vi sieno vari, eruditamente ne tratta il p.


altre verità rivelate. Quando il Menochio nelle Stuore, tom. HI,
Redentore disse a'suoi apostoli Pre- : pag. 2i3 e seg.
dicate tevangelo ad ogni creatu- FEDELI, Ordine equestre di ca-
ra .. chi non crederà sarà con-
» , valieri. F, Colomba.
dannalo^ comandò di credere tutto FEDELI DI CAMPIDOGLIO,
l'evangelio senza eccezione, conse- o Fedeli del popolo Romano. Fa-
guentemente tuttociò che fu inse- migli del comune di Roma, pala-
gnato a di lui nome con una legittima o staffieri del magistrato
frenieri,
missione; chiunque ricusa di crede- romano, che vestono le fogge ed
1 e ad un solo articolo, non è più fe- il colore rosso e giallo, quali ave-
dele ma incredulo. V. Evangelio. va il Senato Romano (Fedi), libero
FEDELI o FEDELTÀ'. In ma- ne'secoli di mezzo. Nel ripiano del-
teria di Feudo (Vedi), eia la fe- le scale del palazzo de'conservatori
de e l'omaggio che i vassalli ren- di Roma, in Campidoglio, a de-
devano al loro signore. Analoghe stra nel muro è afilssa una lapide
erudizioni si leggono nel Borgia, portante effigiato modello pre- il

Difesa del dominio temporale del- scritto del che usano


cappuccio,
la Sede apostolica nelle due Sici- detti famigli, i quali sono tutti di
lie, parlando del giuramento di fe- Vitorchiano, feudo del senato ro-
deltà che quei monarchi prestava- mano, per privilegio esclusivo, che
no nelle investiture ai romani Pon- fu a tale terra concesso, per esser-
tefici, cioè a pag. 2i4 e seg. Fi- si mostrata sempre fedele al me-
delis, idem ac vassalluSj qui feu- desimo senato, e per avere cou
dum tenet , come imparzialmente coraggio sostenuto un assedio contro
disse il Magliani, Praelect. in duos i viterbesi Tauno 1267; ed è per-
lib.fcudaliuin ec. E fedeh vengo- ciò che essi chiamansi fedeli. A
no per lo più chiamati nei libri capo delle scale suddette vi è la se-
del diritto feudale comune, o sia guente lapide, in cui è delineato il
longobardico, i feudatari, ove^c^c- castello di Vitorchiano.
FED lED 247
MTORClUAPfO FIDELE » la corte del popolo romano so-
DEL FOPULO ROMANO. » no di Vitorchiano, et anco non
'> pigliano d'altri, che di questi.
Etl in alila iiCiizioiie si legge: »> Fino ad oggi dura, e Fedeli del
w popolo romano li chiamano *\
VETU8TUiM CATUTIUM IN 11 Vettori poi nel suo Fiorino d'o'
AESTIBUS riDELIUM 5 1 3 parlan-
ro illustrato, alla pag.
CAPlTOLII NE MUTANTO do del modo come incedono i con-
VII. IDUS MAKTII MDCCXIII. servatori di Roma, in proposito
narra. >» Fanno precedere le loro
]1 loro abito viene in parte pu- » carrozze dall' ombrello portato
re assunto dai cocchieri dei tre- M da uno de' loro dodici servitori,
ni del magistrato romano; € col >» nove de' quali sono tratti ogni
luedesiaio abito, ed a cavallo, i fe- « anno dal bussolo di Vitorchia-
deli di Campidoglio nel primo gior- » no, uno de'più antichi feudi che
no di carnevale, accompagnati dai f* presentemente ha il Campidoglio,
tjuattro suonatori di trombette, i *• e per la fedeltà che questi han-
(jualisono quasi come loro vestiti, >* no sempre mostrato verso il po-
portano in mostra per Home i « polo e senato di Roma si chia-
palli per le coise de'barbari, scliie- »« mano ancora oggi non con al-
jandosi a tale eiretto avanti le fi- » tro titolo che di fedeli. Gli al-
nestre della residenza del Papa. >• tri tre sogliono essere romani,
Nell'ordinee magnificenza dei » e per distinzione si dicono quar-
magistrati romani, nel tempo che » ti fedeli".
la corte del Papa stava in Avi- Il Cancellieri ne'suoi Possessi ri-
gnone, trascritto dal codice 6'ji3 portando le relazioni di essi, si* tro-
della Vaticana dal Muratori, clie vano più volte rammentati pure ì
lo pubblicò nella dissert. 29, Ant. fedeli del senato e popolo romano.
mcd. nevi, 1. 33, n. 18, e ripro- In quello preso da Gregorio XIV
dotto dal Vitale nella Storia di- nel iSgo, si legge, che avanti ai
plomatica elei senatori di Roma , conservatori di Roma incedevano:
dalia decadenza dell'impero roma- XII parafrenarios hahebant, quos
no sino a' nostri giorni^ ec. nel tom. Fideles vocant, uniformi hahìtu di-
]1, pag. 319, si legge sui fedeli scolori splendidius solito indutos.
quanto segue. » chiamano di Li Però l'Albertonio, altro descrittore
« questo nome, per memoria di di tal possesso, dice che i fedeli
» un castello, che è nella Campa- o staflSeri erano quattordici, vesti-
» gna di Roma (del quale parlia- ti con calzoni di velluto cremisino
M me al citato articolo Senato Ro- fasciati di tela d'oro, orlati di ri-
« mano), e si chiama Vitorchiano, vetti di raso bianco e velluto cre-
« che essendo ribellato tutto io misino, con e cappe
colletti simili,
« slato al popolo romano (cioè i di scarlatto con medesimi guarni-
f> luoghi al suo dominio soggetti), menti di fasce di broccato, giub-
» solo sopraddetto castello stette
il boni di raso cremisino, berrette
>> nella lede, e si difese dai nemi- di velluto dello stesso colore, con
» ci del popolo romano, e d'allo- treccia d'oro ricamata, con penne
^> ra in qua tutti gli ufiìziali del- rosse, bianche e gialle, e spade do-
248 FED FED
rate. Il medesimo Àlbertonio de- so, con fasce di velluto paHmenli
scrisse il feoleiiiìe ingresso in Roma rosso, e passaninnì d'oro: ivi si

di Marc'Antonio Colonna, fallo per dice degli olllziali di Campidoglio


ordine di s. Pio V nel 1 5'j i con che il magistrato romano vestì per
pompa trionfale, e dice clie segui- tal funzione, fra' quali due came-
vano Marc'Antonio, il senatore e rieri con roboni di velluto pao-
i conservatori di lloma, e gli staf- nazzo, e dodici tamburrini con
fieri con le mazze lunghe, vestiti casacche di panno rosso fasciate di
con cappa , borricco e ad oro di , trine d'oro, e maniche di raso gial-
panno cremisino con tre liste di lo, e penne al cappello. Nel pos-
velluto rosso e frange di taffellà sesso poi ^che prese Clemente IX
bianco e giallo, con ginocchiali gial- nel 1667, si dice che [)recedevano
li, con berretta di velluto rosso con i conservatori di Roma sedici staf-

feltuccie in luogo di cordone di taCPel- fieri, con calzoni


chiamati fedeli,
là rosso e giallo, con cintura, fodro di velluto cremisino, con colletti
di spada, e scarpe gialle. Nel posses- simili, e cappe di scarlatto, con
so che prese Innocenzo X nel 1
644 medesimi guarnimenti di fascie di
si legge che le livree notabili fu- broccato, giubboni di raso cremi-
rono . 11 senato romano fece di sino, berrette di velluto dello stes^
nuovo la sua solita di scarlatto so colore , con treccia d'oro rica-
rosso, fascie di velluto cremisino, mata con penne rosse, bianche e
guarnite d'oro , berrettoni di vellu- gialle, e spade dorate. Da questi
to rosso, penne bianche, rosse e racconti abbiamo vedulo la varie-
gialle.L'emineutissimo Colonna di tà dei vestiari che in diverse epo-
velluto nero a opera, ferrai noli di che indossarono i fedeli, e del lo-
pan A) nero, con fasce dentro di ro vario numero , laonde faremo
raso, berrettino trinato, fuora fa- ora cenno dello stato presente che
sce di velluto nero, guarnizione ber- li riguarda.
rettino. Il cardinal Antonio di vel- Siccome ogni anno devesi im-
luto a opera, cioè con strisele che bussolare quelli di Vitorchiano che
sembravano di guarnizione ricama- debbono per un anno servire il ma-
ta, e ferraiolo di panno nero, con gistrato romano in qualità di mae-
fasce di raso nero. L' eccellentissi- stro di casa, e di fedeli, il primo,
ndo di Caserta (Caetani) di panno de'quali chiamasi contestabile, av-
nero con fasce di velluto nero. L'ec- veniva che questi non essendo ca-
cellentissimo di Sora (Boncompa^ paci dell'uffizio avevano bisogno di
gni) con maniche di velluto rosi- compagni istruiti, ed è perciò che
no e nero. Il cardinal Pamphily i nove di Vitorchiano usciti dal
nipote del Papa, avea la livrea di bussolo portavansi in Roma, ove
velluto nero con le fasce dell'istes- erano sempre tre fedeli romani
so, e ferraiolo di panno con fasce inamovili, e come si è detto chia-
di ne parlam-
velluto. Delle livree mati quarti fedeli, cioè formanti
mo Famigliare (VecUy
all'articole. la quarta parte del numero de' do-
Nel possesso che prese Alessandro dici fedeli. In progresso di tempo
VII l'anno i655 i fedeli del po- il magistrato romano permise ai
polo romano vestivano calzoni, ca- vitorchianesi usciti dal bussolo di
ii^cche, e ferraioli di scailalto ros- farsi rappresentare ncU' uffizio dt\
FEO FED 249
nllrì, per il compenso di scudi sono diversi un poco nel vestiario
trenta, per così avere in Roma per- da' fedeli ,
giacche la casacca è del-
sone sempre capaci , senza impedire la forma di quella de' palafrenieri
tutlavoUa a chi tocca di disimpegna- pontificii, con maniche finte pen-
le da per sé 1' annuale servigio, e denti, con trine a traverso ; il fei-
perciò trovò superflui i tre roma- raiolo non ha cappuccio, ma un
ni,cognominati quarti fedeli. Come grande bavaro giallo. I trombetti
ancora dispose che il contestabile hanno il vestiario consimile ai fe-
maestro di casa sborserebbe ogni deli, meno alcune particolarità; e
anno scudi ottanta^ a quello che nel ferraiolo in luogo del cappuc-
per tale uffizio usciva dal bussolo, cio portano un bavaretto tagliato.
in riflesso dell' idoneità, capacità ,
Anche la città di iTittrbo (Fedi)
ed altro che si richiede in sì fatto ha i famigli della comune, vestiti
uffizio. Laonde nove sono al pre- come fedeli del popolo romano,
i

sente i Campidoglio, il
fedeli di e ciò sino dal 1725, quando cioè
più anziano de' quali è il decano^ Benedetto XIII concesse ai conser-

che veste l' abito di città come i vatori di quella città, che in allo-
decani dei cardinali, essendo egua- ra erano quattro patrizi, l'uso dei
le a quello degli slessi decani l'abito roboui d'oro, e tutto il vestiario
giornaliero, f^. Famiglia de' cardi- ed insegue usate dal romano ma-
nali. 1 fedeli hanno il cappello ne- gistrato.
ro appuntato, le calze di capiccio- x\ggiungeremo per ultimo, che
la di colore giallo, i calzoni di il privilegio che gode il popolo di
panno rosso amaranto con trine Vilorchiano, uno degli antichissimi
gialle e rosse; le trine rosse sono feudi del popolo romano, di spedi-
di velluto in seta, quelle gialle di re annualmente un contestabile, o
capicciola : prima erano d'oro. Il costabile (di questa qualifica se ne
corpetto di panno giallo, con pic- tratta all'articolo Capotori (Vedi),
cole trine rosse e gialle. La casac- o urbana del magistrato
milizia
ca di panno rosso, colle maniche romano), e nove fedeli in servizio
gialle, de'quali colori sono le trine dei conservatori di Roma, fu sti-

che la guarniscono, e di velluto in pulato fino da remotissimi tempi,


seta è la trina rossa ; finalmente cum capUidis et convtntionibus j co-
usano ferraiolo di panno rosso, con me apparisce dal senato-consulto
cappuccio o bavaro simile con fin- de' 17 dicembre i520. Con questo
ta bottoniera, trinato giallo e ros- senato-consulto provocato dai re-
so, cioè la trina rossa è di velluto clami dei vitorchianesi, che vede-
in seta, l'altra è di capicciola. Non vano leso il loro privilegio, si de-
hanno vestiario di gala, e solo il cretò: « Tum per observanda fide,
cappello è bordato di trina d'oro « tum etiam ut nemo justa con-
nelle solennità e tempi di gala. » queri possit de sena tu populoque
Che questo vestiario in parte è M romano , quod semper futuris
comune ai quattro trombetti del w temporibus magnifici conservato-
magistrato romano, ed ai cocchieri « res, prò tempore in magistrata
del treno di esso, lo abbiamo in- « existentes, teneantur et obligali
dicato superiormente, laonde qui « sint fideles et comestabilem reci-
\ìc faremo la distinzione. 1 cocchieri M pere secundum formaai et pa-
,

39o FED FED


M età capilulorum desìi per coufecto- *> tilale pecuniae, et tempore irw-
>» rum". Quindi a richiesta de'vi- w gnifici viri d. quon-
Ilenrici filli

toichiaiiesi il Pontefice Gregorio w dam regis Castcllae, olim almae


XV confermò in perpetuo Io stes- >» urbis senatorisillustris, per comu-
so privilegio con breve de'i6 fe- ** ne et hominibus Viturclani prae-
braio 1623. Narrasi in detto se- w dicti fuit totaliter liberata, recol-
nato-consulto che i deputati vitor- » lecta etredacta in propria libertatc;
chianesi reclamarono de pactajide *> cujus praetestu dicto comuni data
et coiivtntione^ et capilulorum prae- »• et concessa fuit piena licentia et
dìctoruin observatione cuni ìnter » potestas conficiendi statuta, et
tot castra, oppide et wiiversitates *»multa alia ut patet per publica
quae sub regimine et potestate pO' « documenta exempleta manu ma-
pulì romani existunt ipsis vitur- » gistri Jacobi fratris Jacobi " (do-
clanensibus Jldeliores non reperian- veva dirsi filii). Fra le conces-
tur. Fra i tanti fatti che concor- sioni non espresse, ma comprese
sero a fare risplendere questa mag- nell'espressione, et multa alia, si è
giore fedeltà, quello fu veramente sempre tenuta per certa quella del
eroico, risultante dal diploma del privilegio di spedire il contestabile
senatore Enrico, figlio del re di e i fedeli, e pel quale furono sti-
Castiglia, rilascialo il io dicembre pulali i surriferiti capitoli e con-
1267, e concepito in questi ter- venzioni. In fatti, oltre tante prove
mini. *• Decreto et auctorilate sa- che si potrebbero addurre, la se-
»* cri senatus ". In esso si narra, guente può bastare per tutte, e si
u Homines dicti castri Viturclani legge a pag. 19, nota ^, dell'inte-
« tamquam boni, legales et fideles, ressante opera del eh. Luigi Pom-
« senatui et urbi dederunt per so- pili Olivieri, attuale segretario del
w lutioue Joanni de Anuibaldis, qui magistrato romano, intitolata: IL
»» tenebat diclam roccam, seu ca- senato romano da Romolo Jino a
*» strum Viturclani, obligatum fuit noiy ec, che si compiacque a me de-
« pignoium septingentarum qua- dicare nel 1840. 11 contestabile ca-
»ì drciginta librarum et dimìdiae pitolino ( che allora era il lodato
>> poiidus auri in una manu ^ et Pompili Olivieri), e i fedeli che
fi in alia manu qui ngentoiumquìn- trovavansi in esercizio nella morte
fy quaginta librarum pondus ar- del sommo Pontefice Pio VII, po-
>» genti ". sto a correspeltività del pagamen-
Altre circostanze si aggiungono to fatto air Annibaldi il privilegio
su questo articolo, nello statuto di de'fedeli, ottennero in contradditto-
\itorchiano, lib. I, cap. XV, ove rio giudizio colla reverenda camera
si dice, « Universis et singuiis pa- apostolica, innanzi una congrega-
« teat, quos coucurreiitibus anni zione speciale deputata a Sanctis-
»* Domini millesimo ducentesimo sìnWy di il pagamento
conseguire
M decimo septimo, pontificatus Do- del compenso dei panni lugubri
>ì mini Urbani Papae IV, terra nella morte dei Papi, compenso
» Viturclani fuit per populum ro- che il Papa Clemente XII, come
M manum jure pignuris obligata dicemmo all'articolo Conclave (Ve-
>ì nobili viro domino Joanni deAn- di)^ aveva tolto a tutti gl'impie-
« nibaldis de urbe prò certa quan- gati della camera apostoHca, e del-
FED FED ^ìt
1.1 capitolina camera, riservandosi mi qualità del munificenlissiuìo e
solo a quelli il cui utìicio fosse pio re di Portogallo Giovanni V,
stato acquistato a titolo oneroso, gli partecipò che aveva conde-
lo
collo sborso effettivo di denaro, e coralo col titolo di fedelissimo, con
che dalla morte di quel Ponleiice l'allocuzione che si legge w^W Ap'
in poi non era stato loro mai più pendice del citato Bollano alla pag.
pagato. 52 3. F. Novaes, tom. XIV, pag.
FEDELISSIMO o Fedelissima. iSy; Parisi, Istruzioni pag. 35,
Titolo d'onore dei re di Portogal- tom. III, e Diario di Roma, num.
lo, conceduto loro dal sommo Pon- 4956 dell'anno i749' Del titolo
tefice Benedetto XIV. Nel secolo di Difensore della Chiesa, o della
XVI voleva s. Pio rimunerare V Fede (Fedi), dato dai sommi Pon-
i titoli e gli importanti servigi resi tefici ad alcuni zelanti e beneme-
alla religione cattolica ed alla san- riti sovrani, se ne tratta a quell'ar-
ta Sede dal re di Portogallo Se- ticolo.

bastiano, ed a tal fine V invitò a FEDELTÀ', Ordini equestri. Sot-


scegliere un titolo onorifico per to questa \irtù per la quale si
distinzione, come altri ne godeva- mantengono esattamente, e si os-
no i re di Francia, di Spagna, servano sinceramente le proprie
d'Ungheria. Rispose il saggio re promesse, abbiamo colla medesima
ch'egli nulla più si gloriava, che denominazione i quattro seguenti
dimostrarsi sempre colle sue azioni ordini equestri.
ubbidientissimo figlio del romano i." Fedeltà (Fidelitatis ordo).
Pontefice. Quindi nel secolo XV III Un ordine cavalleresco sotto il ti-

considerando Benedetto XIV i gran- tolo dellaFedeltà fu istituito nel


di meriti che i sovrani portoghesi, 1672 da distiano V re di Dani-
massime della illustre casa di Bra- marca. L'ordine componevasi di die-
ganza, avevano colla Sede aposto- cinove tra i principali signori ed
lica, non volendo provare coU'in al- ufficiali del regno; e il distintivo
lora regnante re Giovanni V l' e- loro era una croce bianca , che si

dificante moderazione del degno portava al collo attaccata ad un


suo predecessore Sebastiano , del nastro bianco e rosso in memoria
quale seguiva , e ne emulava le di una croce che dicevasi per tra-
belle doti, senza dargli preventivo dizione miracolosamente apparsa al
avviso, né attenderne il consenso, re Valdemaro allorché laceva la
coir autorità della bolla Maxima, guerra contro i pagani della Li-
data a' 23 dicembre 174^, che si vonia. y. DANiaiAACA.
legge nel Bull. Bened. XI V^ tom. 1." Fedeltà, o dell'Aquila nera.

Ili, pag. 4j gli attribuì il distinto, Federico III marchese ed elettore


eccelso e religioso titolo di fede- di Brandeburgo, avendo assunto il
lissimo o fedelissima, che sarebbe titolo di re di Prussia, a' i4 gen-
ereditario nella corona, in tutti i naio 1701 istituì un ordine mili-
suoi successori benché di sesso fem- tare sotto il titolo della Fedeltà,
minile. Dipoi nel concistoro de'21 dando a' cavalieri per insegna unti
aprile dell'anno seguente I749> croce d'oro smaltata di turchino,
Benedetto XIV enumerando al sa- colla propria cifra nel mezzo, for-
gro collegio de' cardinali le sublL- mata dalle iniziali F. R., e negli
,,

ii5a FED FED


angoli l'aquila di Prussia suiallala guito, come dicemmo all'articolo
in nero. Questa croce fu appesa Baden (Vedi), ottenuto questa ca-
ad un nastro color di arancio, per sa la dignità elettorale , il gran
portarsi dai cavalieri a modo di duca Carlo Federico agli 8 mag-
fascia, cioè dalla spalla sinistra al- gio i8o5 rinnovò l'ordine col di-
l'anca destra sopra il vestito, o viderlo oltre i cavalieri in due
l'uniforme militare: forse quel prin- classi, cioè in gran croci e in com-

cipe pel color arancio del nastro ,


mendatori, che in processo di tem-
\oUe rammentare la madre
che po restò il conferimento della so-
apparteneva alla famiglia d'Oran- la prima classe. Le insegne dei
ge. Fu permesso inoltre a' cavalle- cavalieri sono la stella d'oro smal-
li di portare nel lato sinistro del- tata in rosso, i cui raggi restano
l'abito una croce ricamata d'ar- congiunti da quattro CG doppi d'o-
gento in forma di stella, nella qua- ro ; sovrasta poi la croce una co-
le si vede ricamala in oro l' aquila rona granducale smaltata in bian-
su fondo di colore arancio, sorreg- co e rosso. Nel centro poi della
gendo cogli artigli la corona d'al- stella si vede da un lato un dop-

Joro e il fulmine, sovrastandogli pio ce, e la parola fidelitas, e


sulla testa il motto: suam cuique, dall'altro lo stemma della casa di
in ricamo d'argento. In questo or- Baden, il tutto pendente da un na-
dine soltanto si ammettono gli at- stro di seta color d'arancio, rica-
tinenti alla casa reale, e le perso- mato d'argento.
ne più distinte della monarchia, in 4." Fedeltà oCroce bianca. Il
compenso delle individuali bene- granduca di Toscana Ferdinando
merenze. Furono pei primi ascrit- III, allorquando i francesi che a-

ti all'ordine , il principe reale , i veano occupato i di lui stati do-


tie margravi fratelli del re, quello vettero lasciarli, dalla Germania
di Anspac, duchi di Curlandia, e
i ov' erasi rifugiato vi fece ritorno,
di Holstein, ed altri gran signori fra le benedizioni de' propri sud-
e primari della corte. V. il p. He- diti. A volere rimunerare quelli
lyot, SLoria degli ordini religiosi, che nella sua assenza aveangli con-
tom. Vili, capo 5i; e Prussia. servata fedeltà, molti ne decorò
3." Fedeltà. Il margravio di Ba- nel 18 14 coU'ordine di s. Giusep-
den-Dourlach, Carlo Guglielmo I, pe da lui istituito nel 1807. Ri-
dopo avere militato sotto il prin- flettendo poi che SI fatta decora-
cipe Guglielmo di Baden
Luigi zione era serbata per premiare il
quando per la celebre pace di Ra- merito civile, credette opportuno
stadt si ridusse ne' suoi dominii per compenso de' militari , e per
nel 1715 imprese a fabbricare un eccitar sempre più in loro il va-
palazzo, ed una città a Carlsruhe, lore e la fedeltà, istituire nel i8i5
dentro cioè ad una foresta lungi r ordine della Croce bianca ossia
circa una lega da Dourlach. In della Fedeltà; formando la deco-
memoria di questa fondazione, ai razione d'una croce d'oro smaltata
.7 giugno, giorno in cui pose la in bianco, con nastro di seta bian-
prima pietra, il margravio volle ca ondata, volendo che si portas-
instituire quest'ordine per perpetuar- se dalla sinistra parte del petto ; e
ne la ricordauz^ . Avendo in se- fece poiTc sulla croce questa epi*

I
,

FED FED 253*


grafe: ai prodi e fedeli toscani fami disordini scompigliarono lo sta-
18 15. Nel seguente anno, gran il to, per cui Federico, che aveva li-

duca volendo eziandio decorare i bero accesso alla corte, gemen-


militari inferiori del suo esercito, do sui funesti effetti della scanda-
come sotto-uffiziali , e soldati che losa condotta dell'imperatrice, la
avessero servito fedelmente e co- ammonì con apostolica franchezza
raggiosamente venticinque anni, de- e sincerità; ma il di lui zelo gli
cretò in premio una medaglia di attirò l'odio di costei, la quale lo
ottone coir epigrafe al lungo é : minacciò del suo sdegno, e si die-
FEDELE SERVIGIO. Indi stfibilì che de a perseguitarlo. In appresso il
quelli che ne sarebbono insigniti santo vescovo, infervorato sempre
godrebbono in pari tempo una men- più nella religione, si assunse la cu-
sile pensione di tre lire, loro vita ra di andare ad istruire gli abitan-
durante. T^. Toscana. ti delia Walacria, una delle prin-
FEDERICO Frisone d'il-
(s.). cipali isole della Zelanda, gente bar-
lustre casato, e nipote di Radbo- bara ed avversa alle massime evan-
do, il governò la Frisia in
quale geliche. Colle esortazioni, colle la-
qualità di re innanzi che fosse con- grime , colle preghiere e co' digiu-
quistata dai francesi. Educato coi ni riuscì di togliere l'abuso inve-
chierici di Utrecht, si diede a una teralo presso costoro de' matrimo-
vita penitente e divota. Ordinato ni incestuosi , additò loro la con-
prete, fu posto ad istruire i cate- dotta che doveano tenere, e ricon-
cumeni dal suo vescovo Ricfrido, ciliò con Dio e con la Chiesa quelli
al quale successe nell' 820, benché che si mostrarono sinceramente pen-
egli facesse il possibile per esentar- titi. Federico si rese illustre e ve-
sene, qualificandosi indegno ed inet- nerabile per santità; ma l'odio del-
to ad occupare un tal posto. Fu la nuova Jezabele il raggiunse :
consecrato in Aquisgrana alla pre- ei cadde sotto il pugnale di due
senza dell' imperatore Lodovico il scellerati emissarii , mentre dopo
Bonario, il quale lo aveva obbli- aver celebrato il divin sagrifizio,
gato di accettare il vescovato, e lo slava inginocchiato nella cappella
pregò di adoprarsi a spegnere gli di Giovanni
s. Battista, facendo il

avanzi dell' idolatiia nella Frisia. rendimento di grazie. Fu seppellito


Il clero ed il popolo di Utrecht lo nella chiesa di s. Salvadore di U-
accolsero onorevolmente, ed egli si Irecht. La sua morte devesi porre,
pose con zelo ed impegno ad eser- secondo Mabilion , ai 18 di luglio
citare il santo suo ministero , e dell' 838, e in tal giorno la Chie-
mandò evangelici banditori nella sa ne festeggia la ricordanza.
parte settentrionale della Frisia, per FEDERICO, Cardinale. Federi-
ridurre quegli idolatri in grembo co, sassone di nazione, fu creato car-
della cristiana religione. L'impera- dinale, giusta ilCardella, da Silve-
tore Lodovico avea sposata in se- stro IT, e nel looi arcivescovo di
conde nozze Giuditta, figlia di Guel- Ravenna e legato in Alemagna,
fo conte di Weingarlen , uno dei Circa la fine del dicembre di que-
primari signori della Baviera. Gli st'unno, in un sinodo raccolto in
scandali e gl'intrighi di questa fem- Todi, rese conto della sua legazio-
mina ambiziosa, e data ai più in- ne. Intervenne ad un trattato sii-
,

:»!>4 FEL FEL


pulato dall' anzidetto Pontefice, e questo Pontefice. A lui si attribui-
l'inriperatore Ottone III in Raven- sce r uso ovvero la sua conferma
na, nel monislero di s. Apollinare di celebrare le messe nei sepol-
di Classe. Presiedè in Polonia ad cri de* martiri, chiamati Memorie
un concilio celebrato a Palyto, per come pure quello di riporre sot-
comporre una controversia insoita to gli altari le loro reliquie, on-
s. Ber-
tra l'arcivescovo gradense, e de non pochi ripetono la consacra-
nuvardo. Ma quell'arcivescovo n(^l- zione degli altari stessi colle reli-
la seconda sessione di quel sinodo quie de* martiri. iS'el dicembre in
eccitò così gravi tumulti, che Fe- due ordinazioni creò cinque vesco-
derico dovè ed avvisarne
partii-si
, vi, nove preti, cinque diaconi. Go-

l'imperatore. Visse onorato per la vernò due anni, cinque mesi. Sof-
di lui senile prudenza ed ispeccliia- ferse il martirio nella IX persecu-
ta probità.Morì nel 1004. zione della chiesa, a' dì 3o maggio
PELANO o FOELANO (s). Vir- del 275. Fu sepolto nel suo cimi-
tuosamente educato da Feriaco suo terio nella via Aureliana, ove po-
padre e da s. Kentigerna sua ma- scia da Felice II fu eretta e con-
dre ,
preferì il ritiro ai vantaggi sacrata una chiesa forse ove poi ,

che la sua nascila illustre e le sue surse quella di s. Pancrazio. La


ricchezze potevano offrirgli nel mon- santa Sede rimase vacante quattro
do, e indossò l'abito monastico. E- giorni.
lelto abbate, la sua virtù maggior- FELICE IT (s). Papa XXXVIIT.
mente rifulse. Alcun tempo dopo Romano, figliuolo di Anastasio, fu
si dimise dal governo della sua ba- successore nell* anno 355 a Li-
dia, e si ritirò presso Congano suo berio esiliato , dal quale era sta-
zio materno, in un luogo detto Si- to creato diacono cardinale. Creò
racht, sopra le montagne di Glen- questo Pontefice diciannove vesco-
darchi, ove coli' aiuto di altre set- vi, ventisette preti, e cinque diaco-

te pie persone fabbricò una chie- ni. Dopo due anni di governo, ri-

sa, presso la quale visse santamen- tornato Liberio dall' esilio , fu dal-
te per lungo tempo. Morì nel set- l' imperatore Costanzo rilegato a
timo secolo, e fu sepolto a Strafil- Ceri, nella via Aurelia, per averlo,
line, ove onoransi ancora le sue re- come dicesi , coraggiosamente con-
liquie. Fu favorito eziandio del do- dannato come ariatjo; ove ai 22
no dei miracoli. Il suo nome è ce- novembre del 36") patì glorioso
lebre negli antichi calendari di Sco- martirio. In quanto alla cronologia
zia e d' Irlanda, ed è ricordato dal- sul pontificato di s. Felice II, e di
Chiesa Liberio (P^edì), se ne tratta pure
la a'
9 gennaio. s.

FELICE I (s.). Papa XXVII.. Nac- a questo articolo. Il suo corpo fu se-

que in Romada Costanzo, e nel gior- polto in Roma nelle terme di Traia-
no 3i dicembre del 272 fu crea- no, indi trasferito nella chiesa de' ss.

to Pontefice, mentre era, come al- Cosma e Damiano, ove tutt'ora ri-
cuni credono, canonico regolare. Sa- trovasi: quantunque alcuni moder-
bellio Tolemaide
di discepolo di , ni scrittori sostengano che si con-
Noeto, e Paolo vescovo di Samo- servi in Padova nella chiesa di s.

sate, capo de* paulianisti furono , Antonio. Sempre si disputò fra i

per le loro eresie condannati da più accreditati storici e scrittori so-


,

FEL FEL 255


pra la legittimità di questo Ponte- to, i5o3. V. le disser-
postavi nel
lice, essendo Ktato creato mentre tazioni del Paoli indirizzate ad il-
"vivea Liberio, che sotto ogni aspetto lustrare l'antico epitaffio di s. Feli-
era il Papa legittimo. ce Il Papa e martire, nuovamente
Dopo che il corpo di s. Felice II scoperto, Boma 1780; e la lettera
detto HI fu riposto nelle dette del dotto avv. Carlo Fea sopra san
terme da Papa s. Damaso I, che Felice Papa e martire, 1791.
allamorte di s. Liberio l'anno 867 Tuttora si questiona sulla legit-
lo successe nel pontificato, siccome timila del pontificato di s. Felice II.
fatto già cardinale da Felice II, e Diversi scrittori pretendono le-
lo
confermato da Liberio, venne tras- gittimo Pontefice, antesignano dei
ferito nella basilica che lo stesso quali è l' immortai Bellarmino nel-
s. Felice II avea fabbricato nella la Dissertazione apologetica per
via Aurelia, due miglia lungi da Felice II, e lib. IV de Roni. Pont.,
Boma, e consagrata: ma su questo cap. 9j e con esso il Perronio, nel-
punto va quanto dicemmo al
letlo la sua risposta al re della gran
volume XII, pag. 196 del Dizio^ Bretagna; l'Enschenio in Appen-
nario. In seguito il corpo di s. Fe- diXf tom. Ili, mensis aprilis; il car-
lice II, fu trasportato nella memo- dinal Giulio Antonio Santorio; il
rata chiesa de' ss. Cosma e Damia- p. Costantino Boncaglia, Animadv.
no. Disputandosi in tempo di Gre- in poni. Felicis di Natale Alessan-
gorio XIII fra due cardinali Ba-
i dro, e molti altri. Alcuni ne dubi-
ronie e San torio, se doveasi o no tano, volendolo non legittimo Pon-
ritenere il nome di s. Felice II nel tefice di Boma, ma sibbene vesco-
martirologio romano come Ponte- vo titolare, e corepiscopo in assen-
fice e come martire, ciò che soste- za di Liberio. Il Pagi non si è vo-
neva il Santorio, nel i582 a' 28 luto dichiarare sopra questo punto,
luglio vigilia della sua festa, fu ri- e lo stesso fece il Sandini. Non
trovato per puro accidente il cor- mancano altri e perfino di quelli,
po di lui nella predetta chiesa dei che nulla curando la suddetta ce-
ss. Cosma e Damiano, con una lebre iscrizione, ne le gagliarde ra-
iscrizione, che dichiarava essere egli gioni dai contrari addotte in favo-
stato Pontefice e martire. La sto- re di Felice,non lo contano ne
ria di questo ritrovamento vedesi per santo ne per Papa , ne per
,

appresso il p. MafFei, negli Annali martire, ma per antipapa ed ere-


di Gregorio XIII, tom. II,XI, lib. tico. Fra questi lo ripudiano Na-
num. XVIII, pag. 275. Ciò non tale Alessandro, Hist. eccL, saec. IV,
ostante, alcuni moderni scrittori lo art. 3, dissert. 82; Sangallo, Gest,
cancellano dal numero de' legittimi de Pont. tom. Ili, p. 49^ e seg.;
Pontefici, credendo non essere vera Cristiano Lupo, part. 5, ad dict.

l'accennata iscrizione, e sostenendo s. Gvegor. VII. Ne scrisse anche


alcuni di essi, come Angelo Ponto- monsignor Borgia poi cardinale
naro appresso Sangallo, tom. Ili, nella sua bella Apologia del pon-
pag. 5o5, che il corpo di lui si tificato di Benedetto X, ove passa
conserva in Padova, nella chiesa quasi per dimostrata la legittimità
di Antonio de' conventuali, in
s. del pontificato di s. Felice IT, per
un' arca che porta il titolo del san- quelli che suppongono la caduti

I
ajtì FEL FEL
ili LlbeiiOb Ma siccome questa è rio I ( ^. Papebrochio in Conat.
felsissima, per le ragioni che si di- Cron. ad s. FeUceni II], pag. 56, 1

ranno all'articolo s. Liberio^ sul- n. 1). Alcuni lo fanno cardinale pre-


l'autorità de' moderni scrittori piìl te del medesimo titolo de' ss. Nereo
critici , Novaes conchiude nella
il edAchilleo. Apparteneva questo Pon-
erudita e critica vita che ci ha dato tefice alla famiglia Anicia, la più po-
di s. Felice II, di non credere po- tente j la più ricca, la più nobile
tersi sostenere il papato legittimo che nell'anno 36o vi fosse in Ro-
di Felice; imperciocché egli aggiun- ma. Era dessa divisa in più rami,
ge , che Liberio ne da Dio , né e gloriosa sotto ogni aspetto, ma
dagli uomini fu degradato, dunque specialmente per aver dato il pri-
come poteva nel suo tempo esser mo senatore alla cattolica Chiesa
Felice legittimo Pontefice? E se il (Prudenzio in Sym. 1. i, p. 221);
fu, dicasi da chi gli fu tolto il i ss. Canzio, Canziano e Canzianil-
suo legittimo pontificato? Con que- la, celebri tra i martiri di Diocle-
sto però il Novaes non intende di ne- ziano ( Bollandisti die 3r maji, pag.
gare la santità ed il martirio di Feli- 4 18); le dame Proba, Giuliana e
ce, potendo ben accadere, che depa- Demetriade distinte nella santità ;

sto egli dall'antipapato, nel ritorno r illustre console e confessore Ani-


a Roma di Liberio, e ritiratosi alla cio Manlio Severino Boezio, ed al-
sua tenuta di Ceri, quivi santamen- tri ( F. Tillemont nell' Histoìre des
te vivesse , e col martirio consu- Empereurs , tom. V, art. 18, an.
masse i suoi giorni. Cosi il Novaes. 368, pag. 43 ) e per , essere stata
Oltre agli autori citati, possono con- il ceppo della nobilissima casa Con-
sultarsi in questa controversia il ti. L'anno dopo il suo innalzamen-
Baronio all'anno SSy, n. 59, 61, to Felice separò dalla comunione
63, 67, e all'anno 36'/, n. i4; lo cattolica e dal vescovato Acazio pa-
Schelstrate, Antiq. illustra iom. I, triarca di Costantinopoli , autore
diss.2, cap. 9; il Tillemont, t. VI, del primo scisma fra la Chiesa gre-
Annot. 60, in Hist. Arìanor., pag. ca e la latina, ed acerrimo difensore
778; il Lambertini, De serv. Dei di Pietro Mongo vescovo di Ales-
heatlf., lib. IV, par. 2,
cap. 27, sandria , e di Pietro Fullone , o
n. i4; ed il Papebrochio, in Pro- Gnaffeo, falso vescovo di Antiochia,
pyleOy diss. 9, De s. Felicìs episco- tutti condannati come eretici euti-
patu romano f pag. 53; e diss. io, chiani. Fulminò con anatemi anche
De martyrio s. Fdicis^ pag. 56. Vitale vescovo di Tronto, città ad
FELICE Papa L. Fu
III (s.). un tempo nel Piceno, e così Mis-
detto secondo da quelli che non seno vescovo di Cuma nella Cam-
contano per legittimo il precedente, pagna, i quali, essendo stati da lui

ed è III di tale nome se si ponga inviati a Costantinopoli come lega-


quello fra il numero de' legittimi ti pegli affari dell' oriente, tradiro-
Pontefici. Fu innalzato alla santa no l'apostolico ministero per tema
Sede il giorno 8 marzo dell' anno di Zenone e di Acazio. In questo
483. Nacque in Ptoma da Felice tempo l'imperatore Z^enone pubblicò
prete cardinale de' ss. Nereo ed A- il suo celebie Enolico [Fedi), ossia
chilleo; fu, come credesi, canonico editto di pacificazione col quale ,

regolare, e terz' avolo di s. Grego- pretendeva di conciliare i cattolici


FEL FEL 2^7
cogli eutichiani. Felice lo riprovò il governo di quattro anni , due
insieme coli' editto così detto Uni- mesi, dieciotto giorni. Fu sepolto
two , dello stesso Zenone, in cui di- nella basilica di s. Pietro. Una san-
chiarava di poter decidere le que- ta ed umiltà, ed una
semplicità
stioni di fede. Si osserva peraltro grande munificenza verso i pove-
che Io chiamava coi nome di fi- relli rendeano a tutti nota ed am-

glio quando esortavalo ad adope- mirabile la santità di cui era insi-

rarsi con Unnerico re de' vandali gnito. La Sede apostolica vacò quat-
a non più incrudelire contro la chie- tro giorni.
sa africana. San Felice IV fu il FELICE V, antipapa. F. Anti-
primo fia' Pontefici che chiamasse papa XXXIX.
gl'imperatori col nome di figliuolo. FELICE (s.). Vescovo di Ti-
Tenne due ordinazioni nel dicembre bara nella provincia proconsolare
e creò trent* uno vescovi vent' otto ,
dell'Africa, sotto l' imperio di Dio-
preti, cinque diaconi. Durò il suo cleziano. In quel tempo molti cri-
governo otto anni, undici mesi, di- stiani consegnarono per viltà le di-
ciassette giorni , e cessò di vivere vine Scritture agl'infedeU per es-
a' dì 26 febbraio del 492- Il tem- sere abbruciate ; ma Felice non se-
pio di s. Paolo fuori delle mura guì il tristo esempio, e coraggiosa-
raccolse le sue ceneri. Quattro gior- mente che avrebbe piutto-
rispose,
ni dopo la santa Sede fu occupata sto lasciato il suo cor-
abbruciare
da Gelasio I. po. Perciò dopo essere stato mal-
FELICE IV (s.), Papa LVIII. trattato, e mandato da un luogo
Alcuni lo chiamano III, ma egli è il all'altro, e da un giudice all'altro,

IV con questo nome per quelli che a Venosa fu condannato a perde-


ammettono il lì ; fu di Benevento re la testa. Egli morì nell'anno 3o3,
nel regno di Napoli, della famiglia di cinquantasei anni , ringraziando
Fimbri, figliuolo di Castorio. Era la divina misericordia di avergli dato
prete cardinale de' ss. Silvestro e grazia di conservare la sua virgini-
Martino a' Monti, fatto dal Papa tà, e predicare con zelo la religione
sant' Ormisda ,
quando il gior- di Gesti Cristo. E ricordato a* 24
no 24 luglio del 526 fu creato d' ottobre.
Pontefice dal re Teodorico, e con- FELICE (s.). Convertì e bai-
fermato dal clero romano per evi- tezzò Sigeberto re degli angli orien-
tare lo scisma. A' ss. Cosma e Da- tali, che per sottrarsi dalle insidie
miano dedicò il tempio eh' era sta- della propria famiglia erasi ricovra-
to innalzato nel foro romano ossia to in Francia. Richiamato questo
campo Vaccino a Romolo e Remo. principe al trono , impegnò Felice
Prescrisse che nessun laico fosse am- a seguirlo in Inghilterra per ado-
messo al sacerdozio, senza che pri- perarsi alla conversione degli abi-
ma fossero riconosciute le prove di tanti di Norfolk, Suffolk e Cam-
sua vocazione. Altri attribuiscono bridge eh' erano ancora idolatri.
questo decreto a Felice III per isba- Consacralo vescovo da Onorio ar-
glio di nome. In due ordinazioni creò civescovo di Cantorbery, predicò la
ventinove vescovi, cinquantacinque fede nell'Anglia orientale con pro-
preti, quattro diaconi. Nell'anno 53o spero successo. Poscia stabilì la sua
a' 12 ottobre cessò di vivere, dopo sede a Dunwich nella contea di
VOL. xxui. 17
, ,

a'iS FEL FEL


Sufifolk OTe morì nel 646
, dopo , perfezione della penitenza, e preso
ayer retta santamente la sua chie- la risoluzione di farsi cappuccino ;

sa per diciassett' anni. Sotto il re perciò recatosi al convento di Cit-


Ginuto furono trasportale le sue ta-Ducale, chiese d'esservi ammes-
relìquie all' abbazia di Ramsey , e so in qualità di frate converso. Du-
la sua festa è assegnata il giorno 8 rante il suo noviziato, che fece ad
dì marzo. Anticoli, si conobl)e l'alto grado di

FELICE ( s. ). Di nascita illustre perfezione al quale era arrivato.


e più illustre per virtù, eloquenza, Nel 1545 egli fece i suoi voti.

sapei'e. Nel 65 1, in età di trentasct- Quattr'anni appresso fu mandalo


t'anni, successe al santo vescovo a Roma, ove fu incaricato di accana-
Evemero sulla sede di Nantes. Mo- re pel , ne
convento quest' ufficio
strò il suo zelo per la disciplina valse ad interrompere il suo rac-
nei regolamenti fatti per la sua coglimento. Ivi meritò l'amicizia di
diocesi, e nei concili ai quali in- s. Filippo Neri. Con una rigorosa vigi-

tervenne. Eseguì con grande ma- lanza sopra sé stesso, seppe Felice
gnificenza il disegno del suo pre- conservare illibata la sua purità,
decessore di fabbricare una catte- alla quale aggiunse le più grandi
drale entro le mura di Nantes ; e austerità corporali, e la più fervida
per sovvenire ai bisognosi consumò carità verso il prossimo. Passava la

il suo patrimonio. Colla sua auto- maggior parte della notte in ora-
ì'ìtk indusse Guerecco li, conte di zione, ne dormiva che due o tre
Vannes, a far la pace e a ritirar ore stando in ginocchio , colla te-

le sue truppe che guastavano la sta appoggiata ad un fascio di ra-


diocesi di Rennes e di Nantes. Mo- mi, o si coricava sopra un tavola-
rì neir anno trentesìmoterzo del suo to. La strettissima unione della sua
vescovato agli 8 di gennaio del
, anima con Dio lo rendeva alieno
684, ed è onoralo a Nantes ai 7 da tutto ciò che lo circondava e ,

di luglio, giorno in cui si fece la spesso era assorto in estasi dolcissime.


ti*aslazione delle sue reliquie. Giunse così ai settantadue anni, e
FELICE DA Cantalice (s.). Nac- confortato da una celeste visione
que nel i5i3 a Cantalice nello rese il suo spirito a Dio a' 18 mag-
stato della Chiesa. Essendo povero gio 1587. I miracoli per interces-
si mise al travaglio campestre. Da- sione di questo santo operati, fece-
tosi fin da fanciullo all'orazione e ro che Urbano Vili lo beatificas-
alla penitenza, si acquistò il nome se nel 167.5 da ; fu poi canonizzato
di santo. Sempre raccolto collo spi- Clemente XI nel 17 12, ma la sua
rito in Dio, meditava lavorando, e bolla non fu pubblicata che nel
guidando la greggia cercava riti- 1724 da Benedetto XIII. 11 suo
rarsi in luoghi sohtari, ove appiè corpo è nella chiesa de' cappuccini
di qualche albero, sulla scorza del di Roma, e la sua festa si celebra
quale incideva una croce, orava a' 2 I maggio.
fervorosamente ; per cui in breve FELICE DI Nola (s.). Nacque
si elevò alla più alta contempla- a Nola nella Campania. Mortogli
zione. Avendo sentito leggere le il padre, dispensò ai poveri la mag-
vite dei santi padri del deserto, gior parte delle sue sostanze, e >>i

s' accrebbe il suo ardore per la pose al servigio degli altari. S.


FEL FEL i^g
Massimo vescovo di Nola lo ordi- pollo. Veneransi le sue reliquie nella
nò sacerdote, e Io ebbe assai caro cattedrale di Nola, ove il giorno
per l'innocenza de'suoi costumi, e della sua appunto il
festa, eh' è
per la sua prudenza. Riaccesa nel- i4 di gennaio, accorre da tut-
l'anno 25o dall'imperator Decio la te parti gran numero di divoti.
persecuzione, s. Massimo per ser- S. Paohno fa grandi elogi di lui,

barsi ai bisogni del suo gregge si e riferisce molti miracoli de' qua-
s. Felice, che
nascose nei deserti, e li era stato testimonio; Agostino s.

governava in sua vece, molto eb- anch' egli ne parla,


suo no- e il

be a soffrire. Liberato prodigiosa- me trovasi in parecchi de' più an-


mente da un angelo dalla prigio- tichi martirologi.
ne nella quale era stato rinchiuso, FELICE DI Valois (s.). Nacque
andò guidato dal medesimo a ri- nell'anno 1 127, e forse discese dal-
trovare il suo vescovo. Il ramma- la casa reale di Valois. Abbando-
rico, la fame, la sete aveano ri- nati i suoi beni ed il mondo, ri-
dotto il buon vecchio agli estremi; tirossi in una foresta della diocesi
ei lo ravviva , lo assiste, e sei re- di Meaux per dedicarsi interamen-
ca sulle spalle all' episcopio, dove te alla propria santificazione, con
lo affida alla custodia di una fem- una vita austera e contemplativa.
mina generosa. Stette Felice na- La fama della sua santità trasse
scosto ia sua casa, pregando per s. Giovanni di Matha a porsi sot-
la pace della Chiesa , finche rallen- to la sua disciplina. Lascieremo di
tatasiun poco la persecuzione, ri- dire il fervore, i digiuni, le veglie,
comparve ad istruire i cristiani. Il e le virtil che questi due servi di
frutto che producevano i suoi di- Dio esercitarono in quel deserto.
scorsi e i suoi esempi, gli fece sof- Formato da s. Giovanni di Matha
frirenuove- persecuzioni, e dovette il progetto di fondare un ordine
rimanere nascosto per sei mesi in religioso pel riscatto degli schiavi,
una cisterna, dalla quale uscendo si adoperarono insieme con molte
quando la morte di Decio rendè pene e fatiche ad effettuarlo. V. s.
la pace alla Chiesa, fu dalla città Giovanni di Matha. Frattanto che
accolto come un angelo inviato il suo compagno viaggiava per gli

dal cielo. Dopo la morte di Mas- affari dell' ordine in Roma e in


simo fu Felice proclamato vescovo Barberia, s. Felice attendeva in
di Nola; ma egli se ne esentò per Francia al governo ed alla propa-
umiltà. Non sicurò dopo il rista- gazione di esso. A Parigi fondò
bilimento della pace di chiedere un monistero ov'era una cappel-
que' pochi beni che gli erano stati la intitolata a s. Maturino, per
confiscati, perchè diceva che ia po- cui i Trinitari di Francia furono
vertà era il piti sicuro mezzo per appellati Maturini. Egli morì nel-
giungere a G. C, e preso un cam- la solitudine di Cerfroi nella Rrie,
picello a pigione, traeva da quello a' 4 novembre 12 12. Innocenzo XI
col lavoro delle sue mani di che nel 1679 stabih la festa di s. Fe-
campare. S. Felice mori in età as- lice a' 20 di novembre, festa che
sai inoltrata, ai i4 di gennaio.Fu- già celebra vasi in tutta la diocesi
rono erette cinque chiese in vici- di Meaux fino dal 12 19.
nanza del luogo dove era stato se- FELICE e ADAUTO (ss.). Era

I
y

26o FEL FEL


Felice prete della Chiesa romana. stato ecclesiastico ebbe un figlio dello
Sotto il regno di Diocleziajio solFei- stesso suo nome, che alcuni voglio-
se per la fede crudeli torture, e no insignito della medesima digni-
fu condannato alla morie. Allor- tà cardinalizia, e coli' istesso titolo
ché veniva condotto al supplizio, mentovato. Questo figlio nell'anno
uno straniero che lo incontrò, mos- 483 divenne sommo Pontefice, ed
so dal desiderio di dare anch' egli è s. Felice II detto III.

la vita per la religione, si dichia- FELICE, Cardinale del titolo


rò seguace di Gesù Cristo j e fu- di s. Sabina monte Aventino.
nel
rono decapitati ambedue circa l'an- Vivea al tempo di s. Gregorio I
no 3o3. Lo sconosciuto fu cliia- del 590. Ci mancano di lui ulteriori
malo Adaiito perchè martirizzato
,
notizie.
insieme con Felice. Questi due sart- FELICE (s.) o s. FELICITA.
li sono ricordati nel Sagramenta- Castello della legazione apostolica di
rio di s. Gregorio I Magno ed in Velletri, della diocesi di Terracina
parecchi antichi calendari il gior- nello slato pontifìcio, situato sulle
no 3o d'agosto; e parte delle loro sponde del mare Tirreno, e sulla
reliquie si venera nella cattedrale falda orientale del promontorio
di s. Stefano in Vienna. Circeo, parte sul piano, e parte sul
FELICE, FORTUNATO ed A- colle. Prende il nome dalla chiesa
CHILLEO (ss.). Discepoli di s. Ireneo della terra, in cui si venera il cor-
di Lione, andarono per di lui ordine po di s. Felice martire. Con- F. il

a diffondere il vangelo a Valenza tatore, nella Storia di Terracina


nel Delfinato, ove colla divina pa- De castro s. Fclicis , seu Felicita-
rola accompagnata dono dei dal tis j dalla quale città s. Felice è
prodigi, convertirono gran numero distante circa dodici miglia. Il prin-
di pagani, e coronarono la loro cipale edificio è il palazzo della ca-
missione col martirio circa T anno mera apostolica, grandioso nell' a-

2 12. Nel luogo ove furono sepolti spetto a guisa di fortezza, con va-
edificossi una chiesa. Le reliquie sto cortile in un angolo di esso
:

di questi santi furono iti parte dis- si vede un'antica torre quadrata di
perse dai calvinisti, e alcune se ne solidissima costruzione , nelle cui
venerano ad Arles ed a Valenza. A finestre e porte si riconosce lo sti-

Valenza si celebra la loro festa ai le di architettura saracena. Questo


28 di aprile, giorno in cui sono ri- luogo fu celebrato nella mitologia,
cordati ne' più antichi martirologi qual sede della famosa maga Circe,
latini, e ad Arles a'24 dello stesso. figlia del sole, che vi ebbe tempio

FELICE e NABORE (ss.), mar- e sagrifizi , e perciò chiamato il


tiri. F. Nabore (s.). Monte Circeo. O sull'area stessa
FELICE Romano, Cardinale. F. dell'odierno paese, o nella sommità
Felice Papa.
II (s.), del monte fu la città volsca di
FELICE DA Benevento, Cardi- Circello, per antichità, e pe'suoi
nale. V. Felice IV (s.). Papa. fasti molto celebre; e perchè Ulisse
FELICE Romano, Cardinale. Fe- approdò in questo promontorio,
lice romano della famiglia Anicia, fu tutto luogo fu decantato dai
il

cardinale prete del titolo de' ss. Nereo poeti. A poca distanza dalia torre
ed Achilleo. Prima di abbracciare lo del Fico, girando le falde del mon-
FKL FEL 261
te Circeo, che s' innalza a picco co- sua inimicizia con Roma, la ricu-
me una gran penisola, tra la pia- però ai volsci che prima l'abitava-

nura ed il mare ( il quale antica- no, dopo la rovina di Circeilo.


mente sì crede Io circondasse da Dessi ne furono poi scacciati nel-
ogni parte, e ne formasse un'isola l'anno di Roma 267 ; ma nelle

tcliiamata JSoea), si trova un'im- guerre latine sostennero con corag-


mensa grotta, che penetra molto gio la propria libertà, indi nella
nell'interno del monte, e dove l'an- seconda guerra punica ricusarono
tichità favolosa narra, che facesse i sussidi, e dovettero poi pagarne la
i suoi incantesimi la maga Circe. pena collo smembramento del ter-
Era peiciò chiamata la grotta del- ritorio,e con multe gravose. Au-
la maga, ma ora dal volgo viene gusto vi fece alzare una fortezza,
delta grotta delle capre, essendone ne divise le terre a* veterani, e li
l'accesso difficilissimo, ed anche pe- pose in guarnigione in quell' ante-
ricoloso in qualche punto per gli murale di Roma. Il tempio della
eiti scogli che la circondano , e dea Feronia celebre per la ricchez-
sotto ai quali l' occhio viene spa- za del suo tesoro, e per la mano-
ventato dalle onde del mare spu- missione de' servi, era nel suo ter-
mante, il cui livello si è abbas- ritorio non lungi dalla via Appia,
sato di molto , conoscendosi an- ed una delle tante torri, onde il
cora nelle interne pareli della grot- promontorio era cinto, serbava il
ta l'altezza dove anticamente giun- nome corrotto di Ferrona, e fu
geva l'acqua. La sua estensione, sotto Pio VI demolita. Nel lato
larghezza ed altezza è tale, che un meridionale del promontorio vi so-
intero bastimento con vele spiega- no cave di alabastro, che si rin-
te potrebbe comodamente starvi al vennero nel pontificato di Pio IV,
coperto. Da vari punti della volta e poscia si riattivarono in quello
filtracontinuamente uno stillicidio di detto Papa Pio VI, delle qtiali,
d'acqua, che giunta in terra forma come delle torri armate erette per
una deposizione simile all'alabastro. guardia della spiaggia nei pontifi-
Anche in altre parti del monte si cati di Pio IV, di s. Pio V, di
trova dell' alabastro , e l' intiera Gregorio XIII, lo accennammo al
montagna che ha circa tredici o voi. VI, pag. 217 del Dizionario,
quattordici mila metri di giro è oltre quanto siamo per dire.
un enoime masso, i di cui elemen- L' emiciclo che il mare assai pro-
ti sono la roccia calcaria, il mar- fondo forma lungo la spiaggia, ove
mo, e l'alabastro; il quale fu adope- trovasi il pescoso lago di Paola, con-
rato anche per la sagrestia vati- corre a conferma dell' opinione che
cana, come nota il Cancellieri, De ivi fosse il porto di Circeilo, ed il
Secreta ri is. luogo adattato a sì utilissimo scopo.
L'importante sua posizione in- Lungo la spiaggia di Ter radna
dusse Tarquinio il Superbo, ul- (Fedi)j sino alla punta di A stura
timo re di Roma , a stabilirvi sono a varia distanza le torri di
una colonia romana , detta dal Badino, Olevola, Viltoria, del Fi-
sito Circèa, la quale assegnò al co, della Cerva i Moresca, Paola,
suo figlio Arunte. Il valoroso di Fogliano , e di Foceverde, la

Marzio Coriolano, al tempo della maggior parte edificate a guardia


aSa FEL FEL
de'corsari africani, per le ruberie, quante vicine a Roma ne possedes-
e schiavitù che facevano degh abi- se la santa Sede. Nel 1 118 Fascina-
tanti le tori i chiamale Cervia, e
; le li r affidò in custodia al cardi-
Moresca furono in parte diroccate, nal Ugo Visconti pisano del titolo
come poi si dirà. Appartengono al de' ss. Apostoli, per trovarvi un asi-
territorio di Terracina le torri di lo sicuro nella vertenza che avea
Badino e di Olevola, cui però pre- con Enrico V per l'investiture ec-
cedono la torre del Pesce nella via clesiastiche ; ma succedutogli in tale
corriera, sulla sponda del lago di anno Gelasio II Caetani, volle che
Fondi, a circa tre miglia entro ter- si restituisse ai terracinesi. Questi
ra; il posto di Canneto guardia di non avevano il pieno diritto di cu-
confine sulla spiaggia, torre Gre- stodirla sempre, dipendendo dal
goriana, e le due batterie sull'an- beneplacito de' Pontefici, o dall' ar-
tico porto di Terracina. Le altre bitrio più forte impadronir-
del
quattro torri appartengono al ter- si di importante posizione, come

ritorio di questo comune, in cui pure fece la possente famiglia de' Fran-
esistono due batterie in luogo del- gipani, alla quale il popolo di Ter-
le mentovate due torri diroccate. racina nel II 85 giurò fedeltà, e
Altra batterìa rinforza la torre di mantenere e difendere la rocca
Paola, e sulla montagna esiste un Circèa. Nel i2o3 Innocenzo III
posto di osservazione, ove nell* e- rimproverò a detto popolo di aver
poca dell'amministrazione francese tentato l' occupazione della rocca,
si stabilì un telegrafo. Quindi vie- che avea affidato alla custodia dei
ne il posto di s. Andrea^ nel ter- Frangipani, ed ordinò che fosse
ritorio terracinese. Fogliano appar- prontamente consegnata al cardinal
tiene al territorio di Cisterna ; e Giordano di Ceccano, dal quale la
Tancredi a quello di Nettuno, al fece consegnare a Pietro Annibaldi
quale pure appartiene il forte di suo senescalco e parente. Doveva
Astura. Stagnanti laghi poi forma- la fortezza essere assai considerabi-
no il lembo della Pahide Pontina le, e probabilmente ad essa appar-

(Vedi), ed il più prossimo al Cir- tengono i bei ruderi di mura ci-


ceo è l'anzidetto lago di Paola, clopee di travertino tagliate a scal-
che dicesi pure di Soressa, ed ha pello,che ancora si vedono sulla
poco distante la Piscina di Ferchìj cima del monte Circeo, e che dal
vengono poi i due minori di Ca- volgo sono chiamati gli avanzi del
prolace, e àQ Monaci , e l'ultimo palazzo di Circe, o del tempio del
è quello considerevole di Foglia-' Sole,mostrandosene la porta d' in-
nOj presso il quale probabilmente gresso, composta di massi di pie-
trovavansi le notissime chiuse, det- tra come il resto, ed unita ad una
te Claustra Romana, che il Lazio continuazione di fabbricato che ,

guardava dai volsci. Una forte rocca, doveva cingere tutto il ciglio del
come diremo, ebbero in s. Felice i monte da questo luogo si disco-
:

Papi, che servì loro di rifugio nelle pie un' immensa estensione di ter-
guerre civili ; ed i Caetani e gli ra e di mare. Sopra la vicina vet-
Orsini vi dominarono ad intervalli. ta dello stesso monte esiste ancora
Nei bassi tempi la rocca Circèa un fortino, che negli ultimi tempi
era la più forte e la più sicura di servì per telegrafo, ed ora è custo-
,

FEL FEL 263


dito dai soldati pontifìcii ; essendo curia. Tuttavolta nel declinare del
l'unica fortificazione superstite delia medesimo secolo XIII, gli Annibai-
famigerata rocca Circèa. Il }*apa deschi, potente famiglia romana e-
Gregorio IX nel 1289 commise mula de' Frangipani, divennero si-

alla comune di Terraciiia d' inten- gnori in vece dei Pirunti di s. Fe-

dersela con Pietro Bubeo canonico lice. Quindi Riccardo


nel i3oi
d'Anagni, per fare delle fortifica- degli Annibaldeschi detto de Mili-
zioni a delta rocca in difesa della tiisj vendè il castello di s. Felice,
città, ed a spese del tesoro ponti- colla sua rocca, vassalli, e territo-
ficio. D'allora in poi la rocca non rio, col mero e misto impero, con
trovasi più rammentata, e forse fu il Iago di Pàqla, e s. Maria di
in queir epoca che incominciò a Surresca a Pietro Caetani nipote
fiorire la sottoposta terra di s. Fe- di Bonifacio Vili, signore di Ca-
lice, ove forse si trasferì la popo- serta, e comandante delle milizie
lazione della che abbando-
rocca, di Roma, per il prezzo di ventidue
nata cadde progressivamente in ro- mila fiorini d'oro; acquisto che ap-
vina, ed in sua vece vennero au- provò il Pontefice nel i3o3 con
mentate le fortificazioni di s. Felice. ])reve in cui altresì confermava le
Il più antico documento della compere fatte dal medesimo nipo-
terra di s. Felice, che si conosca, te dei feudi e castelli di Trevi
risale al 1*259 in cui Alessandro Filetfino , Gavignano,
Vallepietra,
IV approvò la permuta di tal ter- Scurgola, Torre, Trevignano, Pofi,
ra e suo territorio, spettante allo- Carpineto, Salvaterra, CoUemezzo,
ra ai cavalieri templari del con- Carpino, Sermoneta, Bassiano, s.
vento di s. Maria Aventino di Ro- Donato, Norma, Ninfa, s. Felice,
ma, con un casale di Giordano ed Astura, ed altri beni nelle pro-
Pirunti nobile terracinese, vìcecan- vincie di Marittima e Campagna ,
celliere e notaro di s. Chiesa, po- colla facoltà di poterne comprare
sto nel distretto di Roma, coH'ob- anche degli altri.
bligo altresì di pagare pel territo- Dal secolo XIV la nobilissima
rio dis. Maria della Surresca, come famiglia Caetani (Fedi) seguitò ad
compresa nella permuta, l'annuo essere signora per più di quattro
canone di trenta soldi ai monaci di secoli della terra di s. Felice, seb-
Grottaferrata, come lo pagavano i bene varie volte la perdesse, o ne
templari. Passata la terra sotto il do- venisse spogliata per le vicende
minio dei Pirunti di Terracina, suoi i de' tempi ; ma sempre poi ne rien-
abitanti furono ascritti alla citta- trava in possesso secondo la pro-
dinanza di quella città, sulla quale spera, o avversa fortuna. Il cardi-
i Frangipani esercitavano una specie nal Francesco Caetani signore di
di alta giurisdizione, il perchè nel- Sermoneta, e figlio di Pietro conte
r essere ammessi al godimento dei di Caserta, per rimunerare i servigi
privilegi della cittadinanza, nella ricevuti da Domenico Rodoysio con-
i^ede vacante del 1270, gli uomini sigliere del re di Napoli Roberto,
del castello di s. Felice giurarono nel 1824 S'* ^^^^ donazione del
sui vangeli
perpetua fedeltà alla feudo di s. Felice, toccatogli in
città di Terracina, ed ubbidienza parte nella divisione de' beni pa-
ai Frangipani in ogni diritto di terni fatta con Loffredo Caetani
a64 FEL FEL
conte di Fondi, e Benedetto conte di luì castello di t». Felice, Io «pia-
Palatino suoi fratelli, e coii Boni- nò e distrusse interamente, costrin-
facio suo nipote. Nel i332 i ca- gendo gli abitanti parte a render-
stelli di Salvaterra e s. Felice, coi si prigionieri, e parte a trasferirsi
loro territorii, giuiisdizioni, meio e a Terracina ; ma colla pace del
misto impero furono donati a fa- 1443 *• Felice fu restituito alla
vore del magnifico giovane Nicola Chiesa romana, sebbene Onoiato
di Fondi, figlio primogenito di solo dopo lungo tratto di tempo
Loffredo Caelani conte di Fondi, potè rientrarne in possesso. Dap-
da Giovanni principe d' Acaja e poiché essendo morto il re Alfonso,
conte di Gravina, figlio di Carlo II ilCaetani prendendo armi con le
re di Sicilia e di Gerusalemme, die Renato d'Angiò competitore, contro
avea ricevuti dal nominato Nicola il successore Federico, essendo a
Caetani vari servigi, ed al quale gli questi unito Pio II, venne a lui
slessi feudi erano stati precedente- impedita la ricupera di s. Felice,
mente donati dal medesimo geni- ciò che poi gli permise nel i46o,
tore Loffredo. Nei primordii del con espressa proibizione di rifab-
secolo XIV la comune di s. Feli- bricarne la fortezza. Tutta volta il

ce ottenne da Bonifacio IX una Papa si penti della concessione, la


porzione del territorio di Terraci- rivocò passati sette mesi, e ritenne
na ad uso di seminarvi nell'area il castello in tutto il pontificato,
di quattrocento r ubbia circa, come come fece Paolo 11,
il successore
dal suo breve i4o3 si rileva,
del ad onta della causa che i Caetani
dato Romae apud s. Petrum sub aveano mossa in camera, per esser-
annido flucluantìs naviculae, colla ne reintegrati.
quale indicavasi lo scisma che so- Nel 1473 Sisto IV restituì ad
steneva l'antipapa Benedetto XllI, Onorato, e confermò in perpetuo
e le guerre e le fazioni che agita- il possesso della diruta terra di s.

vano la Sede apostolica. In segui- Felice, eccettuato il sito dove una


to, e nel i4»2, Giovanni XXllI volta stava la fortezza, che riservò
rinnovò a favore di Giacomo Cae- alla santa Sede, con espressa proi-
tani l'investitura del feudo di s. bizione a lui e successori di fab-
Felice a terza generazione, insieme bricarne altra, l^oco dipoi volendo
a quella di altri castelli posti nelle Alessandro VI Borgia innalzar la

Provincie di Marittima e Campa- propria famiglia sulle rovine delle


gna, coll'obbligo di offrire ogni an- grandi case di Roma, non tardò di
no un cero del peso di sei libbre trovar motivi di togliere anche ai
alla camera apostolica nella festa Caetani i loro beni, come a confi-
di s. Pietro. Giacomo accrebbe con scare i feudi che possedevano nello
abitazioni e nuovi edifìzi la popo- stato pontificio, i quali per suo or-
lazione di questo feudo. Nelle guer- dine a' 12 febbraio i5oo furono
re tra Eugenio IV, ed il re d'A- venduti dalla camera apostolica per
ragona Alfonso, questi essendosi nel ottantamila ducati d'oro, alla pre-
i44i impadronito di Terracina, e diletta sua figlia Lucrezia Borgia
sapendo che Onorato Caetani con- principessa di Salerno. 1 feudi fu-
te di Fondi non avea voluto la- rono Sermoneta, Bassiano, Ninfa,
sciar le parti del Papa , assali il Norma, Se-vera, Cisterna, s. Felice,
,

FEL FEL 265


e Donnlo co'loro tenìlorìi, for-
s. nìo, il farvi rifiorire il commercio
tezze, perlinenze, mero e misto im- coir attirarvi la popolazione, che
pero, giurisdizioni ec. Ma Giulio l'aumentarne le fortificazioni, pub-
JI, nel i5o6, in Guglielmo figlio J)licò de'privilegi in favore de'nuo-
del defunto Onoralo conte di Fon- vi abitanti di s. Felice, accordando
di, restituì ai Caetani tutti i dirit- loro nel i63o varie esenzioni, mas-
ti che aveano i suoi antenati sulla sime per introdurvi la fabbricazio-
terra di s. Felice disfrutta dal re ne de'drappi di seta. Un altro ra-
di Sicilia Alfonso di Aragona, e mo di commercio del paese era la
gli concedè facoltà di rifabbricar- manna, ossia una gomma prodotta
ne la fortezza, aflìne di restituire il dalle incisioni fatte negli ornelli ;

commercio e la popolazione a tut- la quale acquistava il suo pregio


ta quella spiaggia di mai*e, ed al dal non trovarsi altrove che a s.
vicino monte Circeo, divenuto ina- Felice ed a Bassiano , ambedue
J)ilabile per le frequenti escursioni, feudi della casa Caetani.
che di notte principalmente vi fa- Nel pontificalo di Clemente XI,
cevano i pirati. A tale effetto, co- e nel 171 3, il duca d. Michelange-
me per difesa della navigazione, e lo Caetani vendette la terra di s.

trasporlo delle merci dal jegiio di Felice in estinzione di frutti di va-


Napoli e dalla Sicilia a Roma, e ri cambi e censi con la nobile ca-
viceversa, nel secolo medesimo e sa Ruspoli, per il prezzo di scudi
nel i562 Pio IV concesse al car- io8,25o, cioè al principe d. Fran-
dinal Nicolò Caetani, e a Bonifacio cesco Maria Ruspoli , il quale nel-
suo fratello, che potessero fabbrica- lo stesso tempo acquistò dai Caeta-
re a proprie spese quattio torri ni per la somma di 75,000 scudi
nel lido del mare di s. Felice, a anche il palazzo nel Corso di Ro-
condizione che l'armamento, le ma presso s. Lorenzo in Lucina
munizioni da guerra, e il presidio dove ancora abita la sua famiglia.
militare delle torri fossero a spese Ma il feudo di s. Felice non fu
della camera apostolica, e la giu- dai Ruspoli che per pochi
tenuto
risdizione delle medesime apparte- anni, avendolo nel 17 18 assegnato
nesse ai signori del feudo ; ciò che in dote per la somma di scudi
confermò il successore s. Pio V in 112,010 alla sua figlia d. Giacin-
benemerenza ai Caefani, di aver ta Ruspoli sposa del principe d.
in tal modo liberato quel mare Filippo Orsini duca di Gravina.
dalle incursioni dei corsari. Delle Siccome però Clemente XI nell'au-
torri fabbricate alcune tuttora esi- torizzare sì fatta vendita riserbò
stono ; però la fortezza rimase di- alla camera apostolica il diritto
strutta, sebbene Urbano Vili nel (li prelazione nello spazio di quat-
1627, confermando le disposizioni tro anni, appena passati due, e ad
di Giulio 11, rinnovasse al cardi- onta della ripugnanza dell' Orsini
nal Luigi Caetani, ed a Francesco che veniva a perdere 1' unico feu-
duca di Sermoncta suo fratello, la do che aveva nello stato pontifi-
licenza dì rifabbricarla come era cio, e la giurisdizione su quel trat-
prima della sua demolizione. Però to di mare e su cinque torri, fece
questo duca considerando essere più comprare dallacamera apostolica
vantaggioso per questo suo domi- il feudo, pagando soltanto scudi
266 FEL FEL
centomila nel 1720. Qui noteremo somma di scudi 86,153, mediante
che nel 1727 Benedetto XIII es- chirografo Pio VII, riservando-
di
sendosi portato una feluca su di si questi però
l' alto dominio sul
pontificia da Porto d'Anzo, per feudo di s. Felice, e sul suo lito-
torre Paola a Terracina, scampò rale e torri. Se non che nel me-
ilgrave pericolo di essere preso da desimo pontificato , a mezzo del
due corsari barbareschi, che aven- prelato tesoriere Belisario Cristaldi,
do ciò penetrato, arditamente ave- nel 1822 la camera apostolica ri-
vano sbarcato a s Felice per fare comprò dal principe Poniatowsky
un colpo di mano. Deve qui no- questa terra, nella quale egli avea
tarsi eziandio, che monsig. Collicola fatto molli miglioramenti, come an-
tesoriere di quel Papa, a mezzo prin- che nel palazzi no di Paola, e per-
cipalmente di alcuni schiavi mao- ciò fu da lui sborsata la somma
mettani , avea fatto restaurare il di settantotto mila scudi , senza
canale che dal lago di Paola co- comprendervi le altre terre vendu-
munica col mare; quindi avendo gli te la prima volta.
schiavi compito il lavoro, ed essen- L' interessante ed amena posizio-
do ritornati nella Barberia, per ne di questa terra mosse monsi-
avidità di bottino osarono farvi ri- gnor Mario Mattei, al presente am-
torno armati. Sapendo poi che da plissimo cardinale, ed allora teso-
quelle parti vi era il Papa Bene- riere generale, allorché nell* ottobre
detto XIII, concepirono il disegno i83i vi soggiornava, a supplica-

di predarlo. Ciò non riuscendogli, re il regnante Pontefice Gregorio


siccome capaci del luogo, di notte- XVI, quando trova vasi in Vellelri
tempo sfogarono sugli abitanti di ospite del cardinal Pacca decano
s. Felice la loro rabbia, deruba- li del sagro collegio, a voler consola-
rono, e ne fecero schiavi circa ven- re di sua presenza la popolazione
tiquattro, che poi riscattò il nomi- di s. Felice, ed onorare insieme il

nato monsignor Collicola, restituen- tanto celebrato luogo. Il Pontefice


do così al paese la calma. Del re- di suo venerato pugno scrisse nel-
sto divenuta la camera apostolica
,
la lettera responsiva al prelato, che
padrona di questo luogo amenissi- in altra più propizia circostanza
mo, ne ritenne il godimento sino avrebbe ciò effettuato; laonde mon-
all' epoca dell' ultima invasione che signor Mattei consegnò tale lettera
fecero gì' imperiali francesi dello ai magistrati civici del luogo, per-
stato pontificio, in cui trovandosi chè a memoria la custodissero nel-
obbligata di supplire alle spese del Tarchivio comunale, come benigna
mantenimento di quell'armata, ven- promessa che forse un giorno si sa-
dette nel febbraio 1808 al principe rebbe realizzata, col rendere dop-
Stanislao Poniatowsky polacco^ do- piamente felice il luogo stesso. In
micihalo in Roma , la terra di s. fatto nell'aprile 1889 essendosi de-
Felice, col lago Circeo, il monte terminato il Pontefice di visitare
Circeo, la castellania di Capo di il castello, a' mese partì
24 di detto
Monte, Marta , e Bisenzo, la castel- da Terracina per recarvisi, venendo
lania di Piansano, ed Arlena, e le incontrato presso la torre Vittoria
tenute di Falleri e di Pratafosse dal cardinal Antonio Tosti pro-te-
nel territorio di Fabbrica, per la soriere generale , che precedente-
FEL FEL 267
niente crasi portato nel luogo per veduta pittoresca di immensa esten-
gli opportuni preparativi, li cardi- sione per mare e per terra. Vide
nale pregò il Pontefice a servirsi la torre del Fico, così detta dalle

delia propria carrozza, come più folte piante di fico d' India che le
leggiera, per fare l'ardua salita che crescono intorno : questa torre già
dalla riva del mare conduce a s. fabbricata dai Caelani, come si dis-
Felice. Alla metà di questa si pre- se, sotto Pio IV, nel 1809 fu in
sentarono dieciolto possidenti della gran parte distrutta dagl' inglesi ,
terra, tutti vestiti di nero, i quali che pur in parte spianarono le vi-
per quanta opposizione facesse il cine torri chiamate Cervia e Mo-
santo Padre , vollero a qualunque resca; ma rifabbricata da Pio VII,
costo staccarne i cavalli , e tirare è ora custodita da sei artiglieri
con cordoni rossi la carrozza; e tra della guarnigione di s. Felice. Le
il suono di bande, lo sparo dei torri poi Cervia e Moresca , rima-
mortari, ed il suono delle campa- ste in essere fino ad un terzo del-
ne di s. Felice , il Papa vi giunse l'antica loro altezza, servono ora a
tra gli applausi, ed il più vivo tri- due batterie. Visitò pure il santo
pudio degli abitanti , le cui case Padre la torre Viltoria situala pres-
recentemente imbiancate, le vie co- so la spiaggia del mare sulla stra-
perte di lauri e fiori, avevano un da che da s. Felice conduce a Ter-
aspetto giulivo. Discese alla chiesa racina , e dove la camera aposto-
parrocchiale ov'era esposto il ss. lica possiede un piccolo palazzo,
Sagramento col quale fu data la nel quale Sua Santità si riposò al-
benedizione ; e corteggiato il Ponte- quanto, e potè godere dell' amena
fice dal cardinale , da monsignor veduta del mare, da una grandio-
Sillani vescovo di Terracina , dal sa loggia annessa alla torre. Visi-
clero, dal civico magistrato, e dal tò ancora il Pontefice la piccola
suo nobile seguito passò nel palaz- chiesa rurale dedicata alla Beata
zo camerale destinato per sua resi- Vergine, e situata dietro al palaz-
denza, situato sopra una elevazio- zo di s. Felice , sopra le rovine di
ne, da cui si gode di una vista altra chiesa più antica, con pittu-
sorprendente, scoprendovisi tutto il re forse del secolo XIII. A' 26 apri-
golfo di Napoli col Vesuvio, e le le il Papa col suo corteggio si re-
isole adiacenti ed una vastissima
, cò al lago di s. Maria , detto co-
estensione del mare Mediterraneo. munemente di Paola, distante quat-
Quindi il Papa nel suo soggior- tro miglia da s. Felice, ove avvi
no in s. Felice visitò i circondari im palazzo, varie abitazioni, ed una
del palazzo, T annessa villa, che si chiesa dedicata all'apostolo s. Pao-
estende in forma di anfiteatro sino lo da cui prese nome la contrada,
alia riva del mare, dove vi è un ed esistente sino dal i238. Il Ia-
grazioso casino edificato dal princi- go comunica col mare, ha circa
pe Poniatowsky ; e si fermò den- sette miglia di lunghezza, e venti-
tro una nicchia circolare chiamata cinque di giro, e si crede formato
V occhio di bove, che per la sua da LucuUo ad uso di conserva di
costruzione tutta a volta rende un pesci, vedendosi ancora in alcuni
eco portentoso , e l' apeitura della luoghi gli avanzi di mura retico-
quale presenta allo sguardo una lale, che lo rinchiudevano. Questo
- ,
^

a68 FEL FEL


lago, la cui pesca è uno dei più ri- co. Nelle sere precedenti generale
lev^inli protlolti della terra di Fe- s. fu l'illuminazione che fecero gli

lice, ai padroni della quale sempre abitanti in segno di gioia. Alle ore
appartenne, essendo tenuto in afllllo venti del seguente giorno 27 apri-
dalia nobile famiglia Anlonelli di le, dopo avere il sommo Pontefi-
Terracina, essa volle dare al Pontefice ce onorato quattro giorni della sua
il divertimento innocente d'una pe- presenza s. Felice , lasciando negli
sca. A tale effetto il Papa salì in una abitanti eterna sì del suo memoria
barca addobbata con tende di dama- soggiorno, che delle sue beneficen-
sco rosso, decorata da due bandie- ze, si avviò per Terracina. La prin-
re pontificie, seguita da altre die- cipale beneficenza consiste nell'avere
ci ornate di vari colori pel suo rivendicato al comune di s. Felice la
corteggio, mentre in altre due Tee- concessione di Bonifacio IX, il di-
celiente e brava banda romana dei ritto cioè seminare nella mac-
di
dragoni, con soavi e bellissimi con- chia di Terracina, e siccome l'arca
certi d' islrumenti di ottone ralle- di quella ei*a di circa quattrocento
grava la pesca, e faceva eco nelle rubbia , Gregorio XVI 1' ampliò
circostanti campagne. Numerose com- concedendole seicento sessanta rub-
pagnie di pescatori in altri navicel- bia , una quarta , tre scorsi, e un
li, desti amenlc respinsero Je tante quartuccio e mezzo di terra; com-
reti gittate in tutta la larghezza mettendone la stipularione del*
del lago, e presero copiosa quan- l'istromenlo al cardinal Mario Mal-
tità di pesci. Indi nel palazzo di ici protellore del castello di s. Fe-
Paola gli un a mon-
Anlonelli in lice.

signor Giacomo diedero un lauto Del castello di s. Felice ne trat-


pranzo al Pontefice e al suo cor- ta il citalo Domenico Antonio Con-
teggio, venendo onorati alcuni in- tatoreDe hisloria Terracinensi
,

dividui della famiglia Anlonelli Romae 1706; ed eruditamente il


di assidersi alla mensa pontificia. principe d'Arsoli d. Vittorio Mas-
La vicina torre Paola è una di simo, nella bella Relazione delviag-
quelle fabbricate dalla casa Gaeta gio di Sita Santità Gregorio X!^I
ni sotto Pio IV, è di forma roton- da Boma a s. Felice^ Roma 1889.
da, e di solidissima costruzione so- In essa si leggono le tre applaudi-
pra uno scoglio, venendo anche te ed analoghe poetiche composi-
difesa da altra batteria voltala zioni del canonico d. Filippo Ar-
contro il mare, la quale egual- tico, cameriere segreto soprannume-
mente come la torre è provvi- rario del Papa , che l' onorò con
sta di cannone e di lutto V oc- portarlo seco in questa gita, ed
corrente per la difesa di quel lido. ora vescovo e principe di Asti. Il

Dopo aver fatto distribuire il Pa- Diario di Roma


i83g, del ai nu-
pa un'abbondante limosina a tutti meri 32, 33 e 34, "on che al nu-
gli abitanti di Paola, ne partì in mero 37, flì menzione del viaggio
mezzo alle loro acclamazioni per la di Gregorio XVI a s. Felice.
volta di s. Felice, dove nella sera FELICIANO (s.). V. Primo e Fe-
fu incendiato sulla piazza del pa- lici ano (ss).
lazzo un bellissimo fuoco d'artifi- FELICITA (s.). Dama romana,
zio, e lanciato un globo aereoslati- ragguardevole pei suoi santi costu-
FEL FEL 269
mi . Ebbe se Ite figli che educò cesi Cenedese, era un'antica ma
nelle più subiiiiii virtù del cristia- piccola provincia della Venezia, o
nesimo. Rimasta vedova, votò a repubblica veneta bagnata dal
,

Dio la sua continenza, e la santi- Piave, e da tenui ma impetuosi


tà della sua vita, e resempio torrenti. suoi primi abitatori
del- I si
la sua famiglia valsero ad infer- dice che furono gli euganei, popo-
vorare i cristiani e a conveilire mol- li antichissimi, e forse i primi abi-
ti idolatri. Perciò i sacerdoti di tatori di questa parte ci' Italia. I

questi ricorsero all'impeiatore An- galli che assediarono Roma, prima


tonino Pio , rappresentandogli lo invasero con li circonvicini luoghi
sdegno degli dei che vedevano ab- anche il Feltrino, che passò poi
bandonati i loro altari pel trionfo per opera di Claudio Marcello sot-
del culto cristiano, e specialmente to il dominio della repubblica ro-
per gli esempi di Felicita e dei mana, quale soleva tenerla pre-
la
suoi figli. Il superstizioso impera- sidiala con alcune legioni , come
tore, per placare gì' iddii, ordinò una delie parti d'Italia, e formava
che si obbligasse Felicita e i suoi precisamente parte della regione
figli a sagrilicare agli dei, o fosse- della Venezia ; e Plinio chiamò
ro tutti condannati a morire. L'in- FcUrini i popoli che l' abitavano.
vitta madre seppe soffrire con eroi- Al principio del quinto secolo mol-
ca costanza la vista dei barbari e to ebbe a soffrire nella invasione
reiterati supplizi che si facevano de'goti, degli unni, e degli alani,
patire a' suoi figli, e gl'incoraggiva o piuttosto degli alemanni , discesi
colla voce e coU'esempio a soppor- in Italia per le alpi Trentine, cir-
tarli per glorificare Gesù Cristo ed ca l'anno 477- Sotto il regno de-
ottenere l' eterna gloria. Consuma- gli ostrogoti il Feltrino fu pacifi-
rono tutti in varie guise il loro sa- co, finché venuto in Italia Behsa-
grificio, e Felicita quattro mesi dopo rio per riconquistarla all'imperato-
fu decapitata. Ella è ricordata nel re di Oriente, destò quelle rivolu-
martirologio romano ai 2 3 di no- zioni che chiamarono in questo pae-
vembre, e i sette suoi figli Gennaro, se i longobardi, i quali scesi dalla
Felice, Filippo, Silvano, Alessan- Germania per le vicine alpi, inva-
dro, Vitale, e Marziale ai io di sero sulle prime questa provincia.
luglio. Ai longobardi la tolsero i franchi,
FELICITA (s.). V. Perpetua e ed allora fu considerata come par-
Felicita (ss.). te della Marca, che da Trevigi pre-
FELTRE ( Feltrtn ). Città con se il nome. Nel tempo delle rivo-
residenza vescovile, della provincia luzioni e dell' anarchia d' Italia, i
di Belluno, nel regno lombardo- vescovi dominarono nella provincia
veneto, già annoverata fra le Re- con assoluta autorità. L'imperato-
tiche,ed antica capitale del Fel- re Enrico III nel io47 ^^ rimise
trino,Fdtrinus ager, di cui ci per- sotto la propria ubbidienza; ma
mettiamo un cenno storico. 11 Fel- sempre più aumentando lo spirito
trino confinante a settentrione e a repubblicano fra le città italiane
ponente col Trentino e col Bellu- cresciute in potenza, quella di Tre-
nese , a mezzodì col Bassa nese e vigi come capitale della Marca,
Trevigiano, e a levante colla dio- pretendeva di dominare anche il
,

ocjo FEL FEL


Feltrino, e dopo pareccliie guerre Galeazzo Visconti di Milano s'im-
finalmente i Irivigiani nel i 200 vi p.'uhoni del Feltrino , ma morto
fecero una irruzione, e stretta di questi nel i4o2 , la di lui vedova
assedio la capitale, ebbero per ac- fu obbligata a lasciare in libertà i

cordo in sovranità tutta la provin- feltrini, i quali stanchi dalle soffer-


cia.' Ritennero ciò non ostante i te calamità nel cambiamento dei
vescovi di Feltre qualche parte di vari padroni, nel giorno 16 giu-
dominio, e nel 1208 nel concilio gno i4o4 segnarono la loro volon-
lateranense , come dicono alcuni taria dedizione alla repubblica ve-
ottennero l'unione del vescovato di neta. Qui noteremo che nell' istes-
Belluno (Fedi) al Feltrino, unio- so anno la provincia limitrofa di
ne che durò sino al i45o o 1462 Belluno volontariamente si diede
in cui a Belluno fu restituita la alla medesima repubblica, che vi
sua separata cattedra vescovile. Nel stabih per suo rappresentante un
medesimo secolo XIII il Feltrino podestà, il reggimento durava
cui
venne in potere degli Eccelini, che sedici mesi , con
incominciandosi
lo dominarono come fosse stato un solenne ingresso di formale caval-
loro patrimonio sino al noto tragi- cata dalla chiesa de' ss. Filippo e
co loro fine. Allora il véscovo A- Giacomo di Mussoi presso la città
dalgerio pose la provincia sotto la di Belluno, chiesa a tal uopo pre-
protezione di Riccardo da Camino, scelta per la sua posizione subur-
colla condizione che si governasse bana forse dal secondo rappresen-
liberamente secondo le sue consue- tante veneto, successore del prov-
tudini. Gli Scaligeri, signori di Ve- veditore Antonio Moro che pel pri-
rona, se ne impadronirono nel 1
297 mo ne sostenne il reggimento, pro-
e nel 1822, ma per breve tempo babilmente perchè chiamavasi o
ne ritennero il possesso, e venne Filippo o Giacomo, santi titolari
occupala dal duca di Carintia, uno della chiesa, la quale essendo del-
de'collegati principi contro gli Sca- la nobile famiglia Cappellari bel-
ligeri. Poco dopo i vescovi di Fel- lunese, nel 1837 vi furono trasfe-
tre, usando della loro facoltà di rite le illustri ceneri del genitore
conferire l'investitura della provin- del Papa che regna.
cia, ne investirono Carlo e Giovan- Feltre, Feltria, antichissima cit-

ni^ figlidi Giovanni re di Boemia, tà capo luogo del settimo distret-


il primo de' quali fu poi l'impera- to bellunese, cioè di un distretto
tore Carlo IV. Sotto di questi i di undici comuni, è situata in po-
vescovi di Feltre ebbero il titolo ca distanza a ponente del fiume
di principi , e nel 1 358 fu loro Piave, tra ì piccoli torrenti Sonna e
donato contado di Cesano
il nel Cormeda, influenti di tal fiume, so-
Trivigiano. Passò in progresso sot- pra una piccola eminenza, avendo
to dominio de' Carraresi, signori
il un circuito non molto esteso. Cin-
di Padova, che avendola per de- ta air intorno da monti, dalla par-
naro conceduta ai duchi d'Austria, te di mezzo è fiancheggiata dall'al-
la riebbero nel 1 386 , tranne la to monte detto il Tomadego, qua-
Valsugana che fu incorporata al si sempre ricoperto di neve, lo che
contado del Tirolo. Per la guerra rende l' aria della città piuttosto
tra il Carrarese e lo Scaligero, fredda. È bene fabbricata, circon-
FEL FEL 271
data di mura senza fbitifìcarioni : le i5ro per la guerra dei collegati di
sue strade sono larghe e Lene sel- Cambrai contro Venezia; ma le
ciate,ed ì suoi borghi situati in cure della repubblica la restituirono
pianura sono comodi e spaziosi. al suo primiero splendore. Invasa
Evvi una piazza quadrata adorna dai francesi, occupata poi dagli au-
di fontana, la cattedrale di moder- striaci , fece parte del regno italico
na architettura, formata a tre navi sotto il dipartimento del Piave, di
con buona simmetria; sonovi inol- cui fu fatto capo luogo Belluno, e
tre alcune altre belle chiese, fra le nel 18 15 fece parte del regno lom-
quali è rimarchevole quella di san- bardo-veneto. Sotto il dominio
ta Caterina, lo spedale, il palazzo francese, Feltro fu data in titolo
pubblico, una casa di carità, nti di ducato da Napoleone, a Clarke
piccolo teatro, e diverse belle abi- suo ministro della guerra, mentre
tazioni sparse nella città e nei vi- avea fatto il maresciallo Victor
cini sobborghi. L'origine di questa duca titolare di Belluno. Questa
città non è certa : alcuni l' attri- città che nel declinare del secolo
buiscono agli antichi euganei, quin- XVIII ebbe governo repubblicano,
di abitata dai cenomani , dui ger- nel i8o3, come Feltre, soggiacque
mani e dai galli ; altri la fecero agh austriaci; poscia riprese le re-
una città della Rezìa , come asse- dini governative locali l'antico con-
risce Plinio. I romani se ne im- siglio de' nobili, che cessò nei pri-
padronirono, e fecero di essa una mi del 1806, quando la città e
città municipale; e molti de' suoi sue dipendenze fu aggregata al re-
cittadini si trovano ascritti alla tri- gno italico, e dichiarata capo luo-
bù Menenia. JVeU'anno 4*^9 fu di- go, dignità che gli fu serbata alla
strutta dai goti, sotto l'imperio di detta epoca del i8i5 nel cam-
Onorio, indi di nuovo nel 477. biamento di governo. Sotto il det-
Restaurata sotto il regno di Teo- to regno italico Feltre divenne vi-
dorico fu soggetta a variazioni di ce-prefettura dipendente dalla pre-
dominio del pari alle altre città fettura di Belluno.
italiane, seguendo principalmente i Molle città si sono disputate l'o-
destini della provincia Feltrina, di nore dell'invenzione dell'arte del-
cui era la capitale. Anche essa fece la Stampa (Fedì), e per le ragio-
parte e fu compresa nella famosa ni che vanta la città di Feltre, lo
lega delle città lombarde, contro la diremo a quell'articolo. Il monte
prepotenza dell' imperatore Federi- di pietà di Feltre fu il primo di
co I, per cui fu partecipe della pa- tal genere stato istituito in Italia,

ce conchiusa a Costanza l' anno ed in Europa. Di questa città fu


Il 85. Passò sotto il dominio dei fr. Bernardino da Feltre minore
suoi vescovi, e successivamente, co- osservante, che nei primi anni del
me si è detto, dei Caminesi, degli secolo XV
si meritò l'eterna grati-

Scaligeri, dei Carraresi, dei Viscon- tudine dei popoli nel propagare la
ti, dei tedeschi. Dichiarossi dipen- istituzione de Monti di pietà (Fedi),
dente dalla repubblica di Venezia per cui Innocenzo nel i654 ap-X
nel r4o4, essendone doge Michele provò il culto immemorabile, che
Steno; indi soffrì moltissimo, ò ter- col titolo di beato gli era tributato;
ribili furono i guasti che patì nel e di poi Benedetto XIII concesse
272 FEL FEL
l'uffizio e messa doppio con rito del colle su cui in amena e quasi
in tutto l'ordine francescano, in Pa- perfetta pianura sorge Belluno. Ta-
via dove mori e si conserva il suo le unione ebbe luogo dopo la mor-
corpo, ed in Feltre dove nacque. te di Anselmo di Braganza vesco-
Di Feltre era egualmente quel Vit- vo di Belluno. Siccome gli abitan-
torino, nato nel iSyH, che con tan- ti di questa città erano continua-
to vantaggio per la gioventù apri mente guerra con quelli di Fel-
in
scuola in Mantova. E per non di- tre, vennero pacificati collo stabi-
re di altri uomini illustri che fio- lirsi, che morto o Anselmo di Bel-
rirono in Feltre, nomineremo Cor- luno, o Torrentino di Feltre, il ve-
nelio Gastaldi. scovo superstite occuperebbe la se-
La fede di Gesù Cristo fu pre- de del defunto, e sarebbe solo ve-
dicata in Feltre e ne' luoghi cir- scovo di ambedue i vescovati. An-
convicini sino dai primi tempi del- selmo essendo morto, Torrentino
la Chiesa, e vuoisi da s. Prosdoci- di Feltre prese il titolo di i'escoi'O
mo discepolo di s. Pietro, per cui dì Belluno e Fé lire ; e taluno dei
edificò in onore di s. Pietro la pri- suoi successori, al dire dell' Ughelli,
ma chiesa, che poi divenne catte- furono feltrini o bellunesi. Non si
drale. Alcuni stabiliscono la fonda- deve tacere che vi furono di quelli
zione della sede episcopale nel ter- che sostennero non aver Belluno mai
zo secolo, altri nell'anno 5oo, e po- avuto per vescovo un concittadino,
sta sotto il patriarcato d* Aquileia. e che il primo fosse stato l'ottimo

L'Ughelli, uaìVItalia sacra, tom. V, monsignor Zuppani defunto, non


pag. 368 e seg.,. registra per pri- provandosi incontrastabilmente il

mo suo vescovo Fronteio, che nel- contrario. Certo è che l' Ughelli
r anno 588 si separò dalla giurisdi- segna per vescovo di Feltre e Bel-
zione di Severo patriarca d'Aquileia, luno nel 1252 Eleazaro de Castelli,
caduto nell'eresia. Quindi nomina ed altri nel secolo XVII vogliono
Endrigetto, che nell'ottavo secolo un Panfilo Persico vescovo di Bel-
ricevette un Carlo
privilegio da luno.
Magno: eresse l'episcopio, ed au- Nomineremo ancora il vescovo
mentò le rendite della mensa. Me- Filippo padovano abbate di Pompo-
ritano menzione Arbono, che visse sa, che successe a Torrentino nel-
nel pontificato di Ada- Urbano II; l'anno i2og, e mori nel i225. Ono-
mo beneficato dall'imperatore Fe- rio III confermò Ottone torinese,
derico I; e Torrentino de Curie fel- che fu eletto in vescovo delle due
trino. Questi col consenso di Papa diocesi; egli ricuperò la giurisdizio-
Innocenzo III, nel 1200, ovvero ne sul castello di Feltre. Non solo
nel 1204, o nel 1208, riunì la di- i vescovi di Feltre furono signori
gnità di vescovo della chiesa vesco- della città, ma sino agli ultimi tem-
vile feltrino, e di quella vescovile pi aveano il diritto di conferire
confinante con Feltre, cioè di Bellu- molti feudi nella provincia. Enrico
no, la cui città estende il suo terri- Scarampi di Asti, tesoriere di Bo-
torio sino al Cordevole, eh' è il li- nifacio IX, e segretario dell'impe-
mite di ambedue, confluente nello ratore Sigismondo, nel i44o pose
importante fiume Piave, il quale in nòbile urna di marmo corpi i

bagna le falde del tenue declivio de' ss. martiri Vittore e Corona;
FEL FEL 273
mori santamente, e fu sepolto nel- successore in questa sede vescovile
la cattedrale eli Feltre. Francesco Filippo Maria Campeggi. Nel i584
di Lignamine di Padova in ogni divenne vescovo di Feltre Giacomo
genere dottissimo, segretario di Eu- Rovelli, coadiutore del precedente,
genio IV, nunzio a vari principi, il quale nel 1596 assistette al con-
essendo stato eletto alla sede ve- cilio di Aquileia, e nel 161 o ter-
scovile di Ferrara, nel i46o il minò di vivere. Il Pontefice Pao-

Pontefice Pio TI lo trasferì ai ve- lo V allora nominò a questa sede


scovati di Feltre e Belluno nel Agostino Gradenigo nobile veneto,
concistoro de' i8 aprile; ma essen- referendario di segnatura , che nel
do morto in Roma a' 3 gennaio 16 9 rifabbricò la cattedrale, e nel
1

1462 fu sepolto nella chiesa di s. 1628 venne trasferito al patriarca-


Maria Nova. Allora Pio II volendo to d'Aquileia ; gli successero quei
alle chiese Belluno e di
vescovili di vescovi che sono notati nell'Ughelli,
Feltre restituire a ciascuna il suo e proseguiti sono fino a' nostri giorni
vescovo particolare , nel medesimo nelle annuali Notizie di Roma. Men-
anno fece vescovo di Belluno Lo- tre n'era vescovo sino dal 1747
dovico Donato nobile veneto, il Giovanni Bortoli veneziano, Bene-
quale ebbe successori sino a Se- detto XIV per terminare le con-
bastiano Alcaini veneziano, già dei troversie eccitate nel patriarcato di
chierici somaschi, che Pio VI ai Aquileia , lo soppresse a' 6 luglio
29 settembre 1785 aveva trasferito 1751 colla bolla Injunct.y erìgendo
a Belluno da Apollonia in parti- in sua vece due arcivescovati, e
bus. Tra i vescovi bellunesi vi fu colla bolla Suprema^ data a' i5
il cardinal Gaspare Contarini ve- gennaio 1 753 Ballar, Bened. XIV,
,

neto, fatto nell'anno i536 da Pao- tom. IV, pag. 45j quello di Udine,
lo III. assegnandogli per suffraganei, oltre
Il primo vescovo di Feltre, fatto altri vescovati quelli pure di Fel-
a' 5 gennaio 1462 da Pio II, fu Teo-
1 tre , e di Belluno che allora avea
doro Lelio o de Lelis dell'Abruzzo, per vescovo Giacomo Costa di Bas-
uditore di rota, e poi nunzio del sano. Dopo la morte di Bernardo
Papa Tra i di lui suc-
a Venezia. Mffria Carenzoni di Brescia, già mo-
cessorivanno rammentati Lorenzo naco olivetano, fatto vescovo di Fel-
Campeggi bolognese, fatto vescovo tre da Pio VI a i4 luglio 1786, av-
di Feltre nel i5i2 da Giulio II, venuta nel corrente secolo, e sotto il
e cardinale da Leone X, encomia- pontificato di Pio VII, restò vacante
to come il più dotto canonista dei la sede Feltrina del suo pastore. E
suoi tempi Tommaso Campeggi
. siccome era pur vacante la sede di
nipote del precedente, promosso al Belluno per morte del nominato
vescovato nel i52o da Leone X, vescovo Alcaini, l' imperatore Fran-
per la cui morte essendo slato elet- cesco I divenuto sovrano del ter-
to in Roma Adriano VI, che allo- ritorio delle due diocesi, credette op-
ra dimorava in Vittoria di Spagna, portuno nel 1816 di supplicare il
il sagro collegio gli spedì il Cam- sommo Pontefice Pio VII. a volerle
peggi col triregno pontificio ; e po- riunire sotto il governo di un solo
scia intervenne al concilio di Tren- vescovo, come lo erano state prima
to, ove fu pure il di lui nipote e per più di duecento cinquant'anni.
VOL. XXHI. 18
-

^74 ^^EL FEL


A ciò condiscese Pio VII al modo concistoro de* 11 gingno i843, il

come si legge nella bolla De salu- regnante Pontefice Gregorio XVI ,

teDominici gregia^ emanata il pri- ha promulgato monsignor Antonio


mo maggio 1819. E siccome colla Gava canonico di Ceneda, il quale
precedente bolla De salute Domi- per l'amore che il Papa porta a
nici gregis curae ìwstrae, data ka- Belluno, fortunata sua patria, e per
lendas maji 18 18, Pio VII avea la stima che fa di un personaggio
trasferito i diritti metropolitani di così rispettabile, nella di lui venuta
Udine al patriarca di Venezia, così in Roma lo ha ricolmato con ogni
le sedi vescovili di Belluno e di maniera di beneficenze e di distin-
Feltre vennero dichiarate suffraga zioni. In fatti lo fece alloggiare
nee del patriarcato di Venezia. Fu- nell'antico suo monistero di s. Gre-
rono nelle pontificie disposizioni con- gorio al monte Celio, di cui è abba-
servate le cattedralità ad ambedue te il p. d. Giuseppe Zuppani di

le cliiese di P^eltre e Belluno, e Belluno, nipote del defunto vescovo, e


furono solo unite rispetto al vesco- vicario generale della congregazione
vo investito, dappoiché in sede va- camaldolese; gli fece vari donativi
cante va a togliersi del tutto, così fra i quali due croci pettorali ve-
hanno due curie separate , come scovili, una usuale d' oro, con cate-
due vicari generali e due vicari na simile, r altra preziosa di sme-
capitolari , stabilendosi per ultimo raldi legati in oro contornati di
,

che vescovo dovesse risiedere par-


il brillanti di superbo lavoro, con egua-
te dell'anno a Feltre e parte a Bel- le anello vescovile, e pei capitoli
luno. Al presente l'episcopio di Fel- delle due cattedrali gli diede due
tre è in ottimo stato; ma quello di bellissimi calici , uno tutto d* oro
Belluno va ora ad essere restauiato, per la cattedrale di Belluno, l'altro
per cui il vescovo nel tempo in cui di argento dorato di gotico disegno,
dimorerà in Belluno farà la sua con coppa e patena d' oro per la
residenza in un nobile casamento cattedrale di Feltre, ed ambedue
particolare presso il duomo. Ne va decorati del pontificio stemma. A
taciuto che nel dì sagro alla me- compimento poi di singoiar distin-
moria del principe degli apostoli zione, il Pontefice con ispecia le man-
del corrente anno, un fulmine recò dato apostolico, nella detta chiesa
gravi danni alla cattedrale di Bel- di s. Gregorio, la mattina de' 25
luno, e particolarmente alla bella giugno, dal cardinal Pietro Ostini
torre delle campane. vescovo suburbicario di Albano, dele-
Stabihto al modo detto il gover- galo espressamente a fare le sue veci,
no ecclesiastico delle diocesi di Bel- fece consagrare in vescovo delle due
luno e Feltre, Pio VII nel conci- chiese unite di Belluno e Feltre il

storo de' 2 3 agosto 18 19, dichiarò lodato Antonio Gava.


monsignor
vescovo di esse monsignor Luigi conte Alla consagrazione furono assistenti,
Zuppani nobile di Belluno, già il- per destinazione dello stesso Papa,
compagnia di
lustre religioso della monsignor Lodovico Altieri arcive-
Gesù, che nell'anno 1 84 morì no- 1 scovo di Efeso nunzio apostolico
,

nagenario, e in benedizione resterà presso r imperiale e reale corte di


la sua memoria. Quindi a secondo Vienna, e monsig. Fabio Asquini ar-
vescovo di Feltre e Belluno , nel civescovo di Tarso, segretario della
FEL FEM 271;
sagra congregazione de* vescovi e re- stiti. Inoltre in Feltre avvi la sola
golari. La sagra funzione, accom- parrocchia della cattedrale con bat-
pagnata da lutto quel decoro che tisterio, l'orfanotrofio, l'ospedale, il

esigono i sagri riti , e che conviene monte di pietà, il seminario ed al-


alla maestà di nostra santa reli- tre pie istituzioni.Ad ogni nuovo
gione, liusci commovente ed edifi- vescovo due mense sono in com-
le
cante al numeroso popolo che vi plesso tassate nei libri della came-
concorse, ed ai personaggi che vi si ra apostolica in fiorini mille e sei-

trovarono presenti. 11 consagrante, cento.


il consagrato, gli assistenti ed altre FELTRE DELLA ROVERE
ragguardevoli persone, per ordine Giulio, Cardinale. Giulio Feltre
del lodato Pontefice, furono trattati della Rovere, fratello di Guidobal-
nello stesso giorno a lauta mensa do, duca di Urbino, nacque in que-
dal suo maggiordomo monsignor sta città l'anno i535 a* 5 aprile.
Alerame Pallavicino, nel palazzo Nell'età di dodici anni soltanto, ai 27
apostolico vaticano. luglio i547, da Paolo III fu creato
La cattedrale di Feltre è dedi- prete cardinale di s. Pietro in Vin-
cata a Dio sotto r invocazione del coli, e non molto dopo legato nel-
principe degli apostoli s. Pietro, l'Umbria e Perugia. Esercitò que-
edifizio che trovasi in ottimo stato, sto uffizio non solo sotto il mede-
avendo alquanto distante l'episco- simo Paolo III, ch'era di lui paren-
pio. Il capitolo si compone della te, ma ancora con gran plauso dei

dignità del decano, di dieci cano- popoli nel pontificato di Giulio III
nici fra' quali sono comprese le pre- e Pio IV, il quale nel i56o, lo
bende del teologo e del peniten- confermò, in quell' impiego e Io
ziere, di alcuni mansionarii e chie- promosse alla sede vescovile di
rici prebendati addetti al divino Vicenza. Da questa Chiesa fu poi
servigio. 11 medesimo Gregorio XVI traslocato a quella di Urbino, quin-
accordò particolari privilegi al de- di a Ravenna e nel 1573 alla sub-
cano del capitolo bellunese col- , urbicaria di Sabina ; finalmente
r uso della bugia nella celebrazione l'anno dopo a Palestrina. Morì nel
della messa, e permise l'uso di 1578 a Fossombrone, coronato di
questa ai canonici ma nelle sole meriti e compianto di cuore,dopo
solennità : ai canonici ed al deca- trenta anni di glorioso cardinalato,
no del capitolo di Feltre poi con- in cui intervenne con autorità ai
cesse la veste paonazza, con fascia conclavi ne' quali furono eletti Giu-
e mozzetta simile, ed il rocchetto. lio III, Marcello II, Paolo IV, s.
Anticamente il capitolo aveva an- Pio V e Gregorio XIII. Da Dome-
che la dignità dell'arcidiacono, con nico Maria Manni si ha un Ragio-
dodici canonici, ed otto mansiona- namento di questo cardinal della
rii. Prima eranvi pure in Feltre Rovere, e di alcuni suoi progeni-
tre conventi di uomini, e quattro tori, che sta nelle sue Osservazio-
monisteri di donne; ed in Belluno ni sopra i sigilli antichi, tom. VII,
vi fiorivano i gesuiti, i cappuccini, p. 3i, tom. X, p. 443. F. Rovere
i minori conventuali, i serviti, le FAMIGLIA.
francescane, e le benedettine di san FEMMINA. F. Donna.
Gervasio che sono le sole snper- FEMORALIA. Calzoni, o mu-
,

276 FEM FEM


tande. I calzoni sono quella parte 29 e 3o, chiamando iniquità la
del vestito, che cuopre dalla cin- disubbiJienza contro il precetto del-
tura al ginocchio, onde è divìsa in l'uso de' femorali : qual sia questa
due parti, benché anco ad un sol iniquità la riferisce S.Tommaso i,

pezzo dicasi calzone, in latino fe- 2, qu. 102, art. 4 ^^^ 7* Laonde
moralia. Le mutande sono piccole ilSarnelli dice che i femorali so-
brache (quella parte di vestimen- no le nostre mutande, che appunto
la, che cuopre dalla cintura fino coprono le vergogne all' ignudo
al ginocchio, in latino femoralia, essendo di parere che coloro che
fenwialia)y o sia que' calzoni stretti, vestivano di lungo, come i sacer-
fatti di tela, che si portano di sot- doti dell'antica legge, non usassero
to, e si usano in particolare da né né mutande, e però ne
calzoni,
chi va a bagnarsi, in latino siibli- fosse a' medesimi prescritto 1' uso ;

gaculuni. Pompeo Sarnelli nelle dappoiché gli ebrei che usavano


sue Lettere ecclesiastiche, due ne vesti lunghe, ed in paesi tempe-
ha scritte sui femorali : la prima rati, non adoperavano tali vesti-
nel tom. Ili, lett. XXVIII, De' fe- menta , come consta dal fatto di
morali delV antico Pontefice, e se Noè, che avendogli Cam rimossa la
loro corrispondono i sandali de ve- veste mentre dormiva, comparve
scovij la seconda nel tom. VII, nudo. Annone re degli ammoniti
lett. XXXIV , DeW uso de femo- insultò gli ambasciatori di Davidde,
rali. col fargli ingiuriosamente tagliare
Si dicono feminalia e feniora- le medias, usque ad
vesti eoruni
lia, perchè femina sono le parti nateSj esponendo la nudità delle
femora le esteriori. Co-
interiori, e loro segrete parti del corpo alla
si il appoggiato all'au-
Sarnelli, vista di tutti, non essendo allora
torità di PHnio, che nel hbro in uso altre vesti che la tonaca ed
XXVIII scrisse: femina atteri, adu- il mantello, senza portarsi sotto né
nque equitatu, noluni est. Il Si- mutande, né calzoni, come ha poi
gnore ordinò ai sacerdoti questa introdotto la decenza e la necessi-
sorte di vestimenta, acciocché se tà. Né dice il contrario Geremia,
avvenuto fosse , che il sacerdote al capo 1
3 , 1 1 : Sicut adhaeret
neir uccidere ed offrire le vittime, lunihare ad lumhos viri, sic agglu-
cadesse, e se gli rivoltasse la tuni- tinavi mihi omnem domum Israel.
ca di lino, non si vedessero le pu- Non parla qui il profeta né delle
denda contro la riverenza e decen- mutande, né de' calzoni, ma del
za sacerdotale; e perciò comandò costume di quelli che per lavarsi
pure che il sacerdote non salisse ne' fiumi o ne' bagni, o per ispo-
all'altare per gli scalini. Erano i gliarsi a lottare, o per rimediare a

femorali di bisso, e ritorto, e si qualche infermità adoperavano per


distendevano dai lombi sino al gi- cuoprire le parti vergognose altre
nocchio; e perciò non si fa men- sorte di panni detti lunibaria, sub-
zione di Calze (P^edi), si ritiene Ugacula, succintoria^ perizomata ec.
che i sacerdoti non ne portassero, Similmente dicendo s. Paolo, ad
ma facessero il loro ministero coi Corint. 12, 28: Quae putanius i-
piedi nudi. S. Girolamo parla dei gnobiliora membra esse corporis,
femorali, e l'Esodo ai cap. 20, 26, his honorem abwidantiorem circum-

I
,

FEM FEN 1^7


damus^ non vuol dire che si usa- ven. Beda trattando de* femorali
vano le mutande. degli antichi sacerdoti del vecchio
I romani non usavano femorali; Testamento, dice, che i femorali si-

somigliante era Tuso de* greci : pe- gnificano la castità richiesta nel
rò nei paesi freddi si usavano cal- sacerdozio onde in ebreo si dico-
:

zoni. Siccome in Persia non si ve- no Michnezaim, cioè strintorii de-


stiva di Inngo, così ivi usaronsi i due lombi e de' femori come spici
calzoni, non solo dai lombi sino ga Gioseffo. Conchiude il Sarnelli,
alle ginocchia, ma sino ai piedi, che intorno alle gambe o per ne-
chiamati Sarah ara^ e Saraballa: cessità, o per comodità alcuni por-
in arabo i calzoni chiamansi Ser- tavano le Fascie (Fedi), benché
vai. Braccae ancora si chiamano le l'uso comune delle persone sane
brache, delle quali si servirono le fosse negli antichi tempi di andare
genti di freddo; onde fu
clima e colle gambe e colle braccia nu-
detta Gallia braccata la provin- de. Circa poi il punto se le calze
cia narbonese. Degli sciti disse O- ed i Sandali (Vedi) de' nostri Pon-
vidio: PellìbuSy et laxis arcent ma- tefici siano in luogo de' femorali
la frigora braccis. Laxis^ idest prò- leggasi il citato s. Tommaso nel
lijcis, cioè che le brache scendeva- supplemento della terza parte, q.
no sino a' piedi, come poscia usa- 4o, art. 7 ad 6, ove cos\ scrive :

rono gli schiavoni, ed altri popoli, y> Dicendum, quod prò illa lami-
massime orientali. In Inghilterra M na habet Pontifex noster cru-
un tempo si usò, che coloro i quali M cem, ut Innocentium dicit, sicut
fuori del matrimonio si mescola- » prò femoralibus habet sandalia,
vano colle donne per penitenza ,
» prò linea albam, prò balteo cin-
girassero nudi per la chiesa al co- M gulum, prò podere tunicam, prò
spetto del popolo, ritenendo sola- *• ephod amictum prò rationali ,

mente le mutande o femorali. F. M pallium , prò cydari mitram ".


Enea Sylv., De dictis Alplions., Il ministeri© de' sandali così ri-

dove parla di Mane Fioritino. In chiede nel nuovo Testamento, signi-


quanto all'origine de' femorali, ag- ficando dover i vescovi tenere i

giunge il Sarnelli , essa in certo piedi calzati, e preparati alla pre-


modo risale sino dai nostri primi dicazione del vangelo ; e prima dei
padri, i quali dopo la trasgressio- sandali si vestono sino al ginoc-
ne del divino precetto, vedendosi chio le calze dette caligae : « quia
spogliati del manto della grazia, e « praedicator pedibus suis reclos
della giustizia originale, si accorse- » debet facere gressus, et genua
ro della loro nudità e vergogna, e w debilia roborare" come spiega
sentendo in se i movimenti della Durando lib. 3, e. 8.
concupiscenza ribelle alla ragione FÉNÉLON Francesco di Sali-
feceriint sibi perìzomata, cioè si fe- GNAc DE LA MoTTE, arcivcscovo di
cero le mutande di fronde di fi- Cambrai nacque nel castello di
,

chi, come pensa s. Ireneo, tanto Fénélon in Querci, nel i65i, di


lunghe, quanto coprivano le loro famiglia distinta ed antica. Fino
parti vergognose, restando nudi nel air età di dodici anni fu educato
rimanente del corpo, come fanno co' più felici successi nella casa pa-
ancora alcuni popoH selvaggi. Il terna. La prima scuola pubblica
,

27^ FEINP FEN


che frequentò fu V università di Telemaco figlio di Ulisse opera,

Caors. Di qui passò a Parigi, do- immortale per la sua moiale ed


ve terminò i suoi studi sotto gli altri sublimi pregi, in cui versò
occhi di Antonio marchese di Fé- tutte le ricchezze della lingua fran-
nólon suo zio, luogotenente gene- cese, e che meritò di essere tra-
rale degli eserciti del re. Dell' età dotta in molte lingue.
di soli diciannove anni predicava Nell'anno iGg^ con universale
con tale riuscita, che sembrava a- acclamazione venne eletto arcive-
Terne assai più di esercizio in sì scovo di Cambray, per cui abban-
difficile ministero. Se non che sag- donò la sua abbazia di s. Valerio
gio il suo zio temendo, che le lau- ed un piccolo priorato. Sino da que-
di ed il vento mondano facessero sto tempo, essendo egli bene avanza-
appassire quel nascente fiore , lo to in ciò che gli ascetici chiamano
consigliò ad imitare per qualche vie interiori, incontrò intima rela-
anno il silenzio di Gesù Cristo. zione colla, celebre madama Giovan-
Frattanto sollevato al sacerdozio na Bonvler de la Motte de Guyon
adempì le funzioni di questo tre- (la cui vita fu stampata in Colo-
mendo ministero con eguale lode nia nell'anno 1720 in tre volumi)
e fervore, predicando di bel nuo- direttrice delle donne mistiche, e
vo con queir appassionata ed affet- fu da questo legame, come alcu-
tuosa eloquenza che vince gli animi. ni credono, eh' egli non approvò la
Mons. Harley arcivescovo di Parigi grande istruzione sul quietismo scrit-
lo nominò superiore del monistero ta ed inviatagli da Bossuet, che
delle Nuove Cattoliche, ond'ebbe nuo- anzi pubblicò il suo libro delle
va occasione di fare risplendere la massime de' santi, nel quale spie-
dolcezza del suo carattere, ed il suo gava a fondo il sistema della vera
zelo per la conversione delle ani- spiritualità e delle vie interiori.
me. Non vi volea meno che sì be- Quantunque quest' opera fosse sta-
ne temperato martello per convin- ta subito accettata colla comune
cere e ricondurre gli eretici ; il re approvazione pure la ,
difficoltà
stesso lo elesse a missionario sulle fatta da M. di Fénélon al tempo
costiere della Santongia e del pae- della soscrizione dei trentaquattro
se d'Aunis; e seppe così a mera- articoli pubblicati ad Issy (su dei
viglia congiungere alla solidità di quali è a vedersi 1' Ottieri nella Sto-
sua dottrina una costante regola- naci' Europa^ 1. 1, lib. I, p. 1 54) con tra
rità di costumi, che ovunque piacque, i falsi mistici, fece sì che il suo li-
ammaestrò, persuase, e le abiura- bro venne sodamente esaminato, e
zioni furono senza numero. A ri- vi si riscontrarono proposizioni in
cognizione e premio de' suoi servi- gran numero mancanti di esattez-
gi nel 1689 ^^ ^^^'^ *^°*'^® nomi- za. Ecco la sorgente delle celebri
nato precettore de' duchi di Bor- e lunghe questioni fra M. di Fé-
gogna, d'Angiò e di Berry, dai nélon e M. Bossuet, mentre que-
quali venne tributata laude la
gli gli le sosteneva, e questi affatica-
più giusta e gloriosa con una co- vasi a dimostrarne il pericolo. Non
stante adesione a' suoi precelti. Per è peraltro a credersi esserne per
questi principi, Fénélon compose il questo rimasta punto offuscata la
Telemaco ^ ossia le avventure di gloria di un tanto uomo, che anzi
j

FEN FEN 279


il pubblico iiluminato sopra tali S!" il Direttorio de' principi; 6.*

quistioui, come ha in ammii-azioiie molti a favore del formola-


scritti
il gran Bossuet, ama e stima il rio e della costituzione Unigenitusj
saggio ed ""^^"^ Fénélon per la 7.* molti altri scritti sul quietismo
.^o- -- illustre -.....«..
sua eroica ritrattazione. Innocen- 8." un Trattato dell' esistenza di
zo XII con la costituzione Ciwi Dio, ed alcune lettere sulla reli-
alias ^ Bull. Rotn.y tom. IX, p. 499, gione.
condannò il libro di Fénélon Expll- : FENESTRELLA o Finestrella
calion des maximes des saints sur (Fenestella). Piccola apertura che
la vie inlérieure par messire Fran- anticamente facevasi agli Altari,
cois de Salignac Fénélon ^ ec. A ed alle Confessioni (Vedi), perchè
I^aris chez Pierre Aubouin
1697. riponendosi sotto gli altari, e nelle
Luigi XIV condanna,
accettò tal confessioni le sagre reliquie, dalla
come i vescovi di Francia per tutto finestrella si calavano veli, per ac-
il regno. Appena Fénélon ebbe di costarli alla cassetta od arca in cui
ciò notizia, riprovò dal pergamo racchi udevansi le reliquie, per le
il suo libro, e fece pubblicar nella quali soleva Iddio operare mira-
sua diocesi una pastorale nella qua- coli, per glorificare i servi suoi.
le comandava che si ricevesse la Altre simili finestrelle, chiamate pur
costituzione d'Innocenzo XII, che furono foramen e cataracta, come
egli senza alcuna restri-
accettava narra il Rinaldi all'anno 4i6j num.
zione. Così fu maggior l'edificazione 21, il quale aggiunge che dagli
che die Fénélon per sì fatta causa, antichi cristiani si costumava rac-
che Io scandalo prodotto da Fénéloa cogliere per divozione la polvere
col suo libro sulla vita interiore. F'. vicina al luogo delle reliquie, la
Quietisti . Yiveasi questo prelato quale dava agl'infermi eccitan-
si

nella sua arcidiocesi di Cambray, co- doli a raccomandarsi al patrocinio


me i vescovi de' primi secoli oc- de' santi di cui erano le reliquie :

cupato sempre in opere di pietà e altrettanto praticavasi , come tut-


di carità, avendo ad unico sollievo tora si fa, coU'olio delle lampade,

letteratura ed amicizia, quando nel che ardevano avanti le reliquie,


giorno 7 di gennaio del 171 5, an- e sagre immagini. Ordinariamente
no sessantesimoquarto dell'età sua, erano due le finestrelle o forami ,

pìangeano nella sua morte i suoi degli altari, una di fuori, l'altra
diocesani la perdita di un vero pa- di dentro, e corrispondenti sopra
store, il clero di un oracolo, po- i l'arca, o cassa delle reliquie. La
veri di un padre. Abbiamo di lui prima era aperta e visibile ad o-
parecchie opere, nelle quali tutto a gnuno: la seconda si teneva chiu-
meraviglia si unisce quanto l'elo- sa, aprendosi solo per grazia par-
quenza ha di vario, di soave, di pe- ticolare a qualche persona illustre.
netrativo, di tenero ed affettuoso. 11 Piazza nella Efemeride vaticana,

Le principali sono :
°
alcune ope-
i parla della limatura delle Catene
re spirituali; 2.° un Trattato del- di s. Pietro (Vedi), delle Chiavi
la educazione delle fanciulle j 3." (Vedi) della sua confessione, dei
alcuni sermoni; 4" Dialoghi sul- hrarìdi, o brandeij o santuari che
V eloquenza in generale e sopra i romani Pontefici davano a' fedeli
(juella del pulpito in particolare ; per appagare le loro vive e reli-
è,

!ì8o FEN FExX


giose istanze. I brandei erano i veli raviglla di tutti. 11 Severano nelle
che per le finestrelle si calavano Memorie sagre delle sette chiese di
nelle confessioni, ov* erano i corpi Roma parla delle finestrelle o (b-
o reliquie de* santi, massime nelle rami sopra i sepolcri de* martiri
confessioni delle basiliche di s. Pie- dell* economia de' romani Pouleli-
tro in Valicano, e di Paolo nel- s. ci in concedere le reliquie ne' pri-

la via Ostiense. Aggiunge pure il mi secoli, per cui davano invece i


Piazza , che i brandei de* quali , detti veli, fazzoletti, o cose simili ;

parlammo anche altrove, erano do- che chi voleva portare fuori di
nati per reliquie, e come tali era- tali veli prima li pesava, indi fa-
no venerati pei prodigi che Dio ceva orazione, e digiunava, ed in
più volte con essi operò ; e sicco- segno e premio della sua fede ri-
me s. Germano
vescovo di Capua pigliando il velo lo trovava di pe-
con altro vescovo erano stati pre- so maggiore. Racconta altresì quan-
gati da Giustiniano prima che fos- to noi pur dicemmo al voi. JX ,

se imperatore a passare offizio con pag. 78 del Dizionario, cioè che


Papa Ormisda perchè gli conce- il Papa nella festa della comme-
desse delle reliquie di s. Pietro morazione di s. Paolo , uffiziando
per metterle in una chiesa da lui nella di lui basilica ivi apriva ,

fabbricata, e persuadendolo essi del la seconda finestrella della confes-


costume della Chiesa romana di sione, faceva dispensare per divo-
non estrarre dalla santa città ve- zione al popolo i caiboni, e l'in-
runa reliquia, Giustiniano si limitò censo che nell'an/io precedente avea
a pregarli d'impetrargli almeno i posto sull'arca del beato apostolo,
santuari^ colla brama, se era pos- e poscia poneva su di essa altro
calare nella seconda
sibile, di farli toiibolo, con carboni, ed incenso.
o cataratta.
finestrella, p^. Chiesa, e Vetri, al quale arti-
Il Torrìgio nelle Sagre grotte colo si dice di quelli colorati, che
vaticane^ a pag. 4^1, dice che Be- adornano le finestre de' luoghi sa-
nedetto III fece fare per la con- gri. Che le finestre di vetro erano
fessione della basilica vaticana bil- in uso al tempo dell' imperatore
Ucum d*oro purissimo del peso di Gajo lo si apprende dal Rinaldi
tre libbre; e che ivi erano due all' anno ^i, num. 3o.

forami, uno sotto l'altro il primo : Nella cappella o confessione eh'


chiama vasi prima cataracta^ il se- sotto l'altare papale della basilica
condo, che era più vicino al corpo lateranense, evvi nel suo interno
di s. Pietro, secunda cataracta, un ferro orizzontale e parallelo al-
sopra la quale calandosi alcuni veli, la porta d'ingresso con degli anelli,
chiamati velamina, palliala, bran- dal quale probabilmente pendeva-
dea, sanctuariaj e patrocinia, si no i setini o veli, perchè ivi con-
mandavano dai Pontefici a gran servayasi la tunica di s. Giovanni
personaggi, come preziosissime re- evangelista. Neil* opera intitolata :

liquie di s. Gre-
Pietro. Scrive s. Stato della s. chiesa lateranense,
gorio Turonense, De gloria mart. cap. ,
IX, Della confessione, ecco
lib. I, cap. 28, che quei veli ca- quanto si legge. Sotto l'altare pa-
lati per sì fatti forami, quando si pale vi è la confessione che si ap-
ritiravano pesavano di più eoo ma- pella di s. Giovanni evangehsta,
FEN FEN 281
perchè ivi dapprima si conservava sotto la direzione del cav. Agrico-
la sua tunica, ripostavi nel ponti- la. Le suddette pitture di ornalo
ficato di s. Gregoi io I, come affer- eseguite dal Bruchi furono giudi-
ma il Baronio all'anno 592. Que- cate non meritevoh di restauri, e
sta tunica ora si conserva nel ci- perciò coperte con marmi di cui
borio sopra il medesimo altare pa- furono rivestite le pareti. Nella
pale, e se ne fa la pubblica osten- volta furono fatte pitture di orna-
sione al popolo nel giorno di Pa- to inventate dal cav. Agricola, ed
squa di risurrezione, come pure si eseguite da Alessandro Mantovani.
fa i' ostensione delle altre insigni Si ampliò l'adito alla cappella con
reliquie che si venerano in quella un' arca scavata, recinta ed ornata
sacrosanta arcibasilica. A questa di marmi colorati, e d'una balau-
cappella si ascendeva per alcuni straelegante di metallo con orna-
gradi, ed ha l' ingresso in faccia menti dorati, alla quale si discen-
alla porta principale della chiesa. de per due eleganti scale laterali
Sotto il pontificato di Clemente con disegno del cav. Canina ed ,

YIII fu di nuovo abbellita d' ar- eseguito dal cav. d'Este. Finalmen-
chitetture di chiaro -scuri , nelle te venne posta una lapide di ala-
quali opportunamente erano stale bastro orientale sul frontespizio del-
dipinte le statue de' quattro evan- la cappella con questa iscrizione a
gelisti, e alcuni ovati con mezze caratteri di metallo dorato : cle-
figure di altri opere tutte santi ; MENS vili GREGORIVS XVI
REFECIT.
di Gio. Battista Bruchi romano, il ADDITIS OPERIBVS RENOVAVIT. Non è
quale rifece sulla stessa maniera poi da tacersi , che tali lavora-
però dell' antica pittura anche il zioni fatte per ordine del cardinale
quadro che vi si venera mentre , Lambruschini, ebbero luogo dopo
ed abbellito di
l'altare fu ristorato che monsignor Angelo Picchioni,
marmi e pietre. Questo altare in- sostituto de' brevi pontificii, si oc-
nanzi al quale arde continuamen- cupava del ripulì mento della cap-
te una lampada per pia disposizio- pella, che portò la scoperta della
ne del canonico Giuseppe Antoli- pittura rappresentante l'apparizione
ni, oggi è uno de' due privilegiati del Salvatore, quindi egli di suo
per i morti. Per l'ingiuria de' tempi peculio ha donato all' altare sei
la detta cappella aveva molto sof- candellieri, croce con crocefisso, e
ferto, per cui nel pro-camerlengato carteglorie di metallo dorato.
Con-
del cardinal Lambruschini Luigi chiudiamo, che siccome nelle con-
segretario di stato del Papa che fessioni delle basiliche vaticana ed
regna, vi accedette la commissione ostiense furono fatte le fenestrelle,
delle belle arti, la quale giudicò ab antico forse anche
in questa
doversi restaurare la pittura so- lateranense avrà
potuto esistere,
vrapposta all'altare, che rappresenta corrispondente al luogo poi ridotto
la prodigiosa apparizione del Sal- a cappella, onde calarvi de' veli o
vatore allorché si eseguiva la con- brande! in venerazione alla tunica
sagrazione della chiesa lateranense di s. Giovanni evangelista che vi si
dal Pontefice s. Silvestro I, e ne conservava, sussistendo il ferro e
fu commesso il lavoro al pittore gli anelli dorati, sui quali vuoisi
Tojetti che egregiamente l'esegui che si appendessero dai divoti del
!i8a FEN FEN
santo apostolo ed evangelista, cliia- bianco, erette vicine alla gran fon-
mato il diletto discepolo di Gesù tana, nelle quali Icggevasi in ca-
Cristo. ratteri fenicii : Noi siamo popoli
FENICIA (Phoenicia). Provin- fuggiti da Gesù ( ossia Giosuè ) Ji-
cia di Siria nell'Asia, confinante al gliuoli di Nave. I fenicii furono ec-
nord colla propriamente det-
Siria cellenti in ogni sorte di lavoro : al-
ta , a Arabia deser-
levante coli' cuni autori antichi li dicono inven-
ta e colla Palestina, a mezzodì tori delle lettere alfabetiche , della
colla sola Palestina , ed a po- scrittura, del commercio, dell'astro-
nente col Mediterraneo. Sebbene nomia ec. : che sieno
così pietendesi
la Fenicia non sia molto estesa, stati essi che hanno tro-
i primi ,

nondimeno fu una delle più cele- vato r arte della navigazione , che
bri Provincie del mondo, sino dal- insegnarono a dare delle battaglie
la più rimota antichità. I fenicii navali , a soggiogare i popoli vici-
sul principio abitarono sul mare ni, ed a far rispettare i diritti del-
Rosso, e di là portarono a sta-
si la dignità reale. I fenicii in somma
bilirsi sul Mediterraneo tra la Si- furono uno dei popoli più incivi-
ria e l'Egitto. Ciò può bene con- liti e più industriosi dell'antichità,
ciliarsi con Mosè che li fece discen- giacché quasi tutte le arti fioriro-
dere da Cam, che popolò l'Egitto no mirabilmente presso di essi, co-
e i paesi vicini. Il nome di Feni- me lo attesta la magnificenza tan-
cia non si trova nella sagra Scrit- to vantata di Tiro e di Sidone.
tura, ne' libri scritti in ebraico, ma Salomone impiegò i talenti degli
solo in quelli il cui originale è gre- artefici fenicii nella edificazione del
co, come i Maccabei, ed i libri del tempio di Gerusalemme. I fenicii
nuovo Testamento: in ebraico leg- per la grande estensione del loro
gesi sempre Chanaan. San Matteo traffico, avendo avuto più partico-
che scriveva in ebraico o in siria- lari relazioni cogli egiziani, co' gre-
co , talvolta chiama cananea una ci, e cogli etruschi , attinsero da
femmina che s. Marco , il quale
, questi diversi popoli moltissime co-
scriveva in greco, dice sirofenicia ,
gnizioni relative alle arti. Fatali fu-
ovvero fenicia di Siria ; perchè la rono a'feuicii le guerre che dovet-
Fenicia formava in allora parte tero sostenere contro i babilonesi
della Siria, e per distinguerla dai ed i persiani, ma la potenza loro
fenicii d' Africa , o dai cartaginesi. cadde sotto i formidabili eserciti
Si vuole che i fenicii abbiano in- di Alessandro, il quale mentre mo-
viato colonie, e lasciato vestigie veva contro la Persia assali, e s'im-
della loro Hngua in quasi tutte le possesso delle loro varie provi ncie.
coste del Mediterraneo-; e vuoisi pu- In quella occasione memorando fu
re che i fenicii popolassero la Sici- l'assedio di Tiro, che pel corso di
lia. La più famosa delle colonie fe- sette mesi oppose vigorosissima re-
nicie fu senza dubbio quella di Car- sistenza, e che finalmente fu presa
tagine. Si crede che alla venuta di di assalto.
Giosuè, molti si ritirassero nell'A- I confini della Fenicia non fu-
frica, e in altri luoghi. Dice Pro- rono sempre medesimi, dandose-
i

copio che trovavasi a Fingis nel- le talvolta l'estensione dal nord al


r Africa due colonne di marmo mezzodì da Ortosia fino a rekisio;
, ,

BEN FEN 9.83

alle volte dalla parte nòrd al del non un potere atfatto dipendente.
mezzodì al monte Carmelo, ed a Le principali città della Fenicia
Tolemaide. Certo è , che dopo la erano Sidone, Tiro, Tolemaide, Ec-
conquista che gli israeliti fecero dippo, Sareta,Berilo, Biblo, Tripoli,
della Palestina, teneva essa i pro- Ortosia, Sìmina, Arada, ma oltre
pri confini , e non aveva possesso queste ne possedevano anticamente
alcuno nel paese de'lilistei, i quali ì fenicii varie altre sul Libano: anzi
occupavano tutta la regione dal alcune volte gli autori greci com-
monte Carmelo lunghesso il Medi- prendono tutta la Giudea (Fedi) sot'
terraneo, sino alle frontiere di Egit- to il nome di Fenicia. In quanto
to. Aveva pure pochissima esten- poi alle città particolari alla B'eni-
sione dalla parte di terraferma j cia da che fu dessa anticamente
,

perchè gli ebrei che occupavano la divisa in prima e seconda nelle ,

Galilea, la rinserravano sul Medi- notizie ecclesiastiche si legge che la


terraneo. Così quando si parla del- Fenicia, al di sopra del mare, per-
la Fenicia , fa d'uopo distinguere i ciò detta marittima, ossia la prima
tempi, giacche avanti la conquista Fenicia conteneva la città di Tiro,
della Palestina fatta da Giosuè metropoli della provincia di Berito
tutto questo paese veniva occupa- o Beyrut, di Arcea Gegarta Pa- , ,

to dai cananei figliuoli di Cam, di- neade, Sidone, Biblo, Ortosia, A ra-
visi in undici famiglie, fra le qua- da, Tolemaide, Tripoli, Bostro o
li più potente era quella di Ca-
la Bosra, Politiana; inoltre la prima
naan, fondatore di Sidone, e capo Fenicia occupava la parte occiden-
de' cananei così detti , ai quali i tale del paese lungo il Mediterra-
greci diedero poscia il nome di fc- neo, e formava la seconda provin-
nicii. Questi furono i soli che si cia della diocesi e patriarcato di
mantennero indipendenti non so- Antiochia, con diecinove sedi suf-
lamente sotto Giosuè , ma anche fraganee di Tiro, fra le quali tre
sotto Davidde, Salomone, e sotto i arcivescovati. La Fenìcia del Liba-
re loro successori ; ma furono poi no, così detta perchè quel celebre
soggiogati dai re di Assiria o da , monte era negU
stati che la com-
quelli di Caldea. Successivamente ponevano, ossia la seconda Fenicia,
ubbidirono pure ai persiani, ai gre- che occupava la parte orientale del-
ci, ed ai romani, sotto de' quali fe- la Fenicia, presa generalmente, com-
cero parte del governo della Siria : prendeva la città di Edessa, Abia,
ed al presente la Fenicia è sogget- Giustinianopoli, Laodicea, Damasco,
ta agli ottomani, e compresa nella Palmira , Eliopoli , il cantone dei
Turchia asiatica , nella formando Giambrudi, il cantone dei Magludi,
maggior parte il pascialatico di Sei- ed il cantone orientale ; formava
da nella Soria. I feuicii non ebbe- essa la ter/a provincia della dioce-
ro re della propria nazione né , si e patriarcato d' Antiochia; la cit-

forma di stato indipendente , da tà di Damasco n'era la metropoli


^due mila e più anni; perchè i re con tredici S€fdi suffraganee, tra le
jche gli assiri, i caldei, i persiani, quali due arcivescovati: dal che fa-
ed i greci vi lasciarono qualche vol- cilmente apparisce quanto grande
ta, erano tributari a questi conqui- fosse allora l'estensione della Feni-
statori, e non vi esercitavano se cia. La fede di Gesù Cristo fu prò-
284 FER FER
pagata nella Fenicia dai suoi disce- braio la festa di s. Pietro ( V. Cat-
poli, che si dispersero dopo il mar- tedra o FESTA DI s. Pietro m Antio-
tirio di s. Stefano. San Pietro vi sta- chia) in luogo di quella che ipagani
bilì de' sacerdoti con un vescovo, e celebravano in onore dei morti ;

dalle accennate sedi vescovili che ma vi s'introdusse una superstizione


successivamente vi furono erette, si che consisteva nel conservare la
può formare un' idea del progres- cerimonia pagana colla fede cristia-
so che fece il cristianesimo nella na, e questo abuso fu condannato
Fenicia. dal XXII canone del concilio di
FENUCLETO o FLENUCLE- Tours dell' anno S^Qt. V. Conviti,
TO (Flenucletuììi). Sede episcopale ed il Guasco , Ixiii funebri ove ,

della Mauritiana Cesariana nell' A- parla delle feste Floralie, della dea
frica occidentale, sotto la metropo- Mania, e delle Lemurali.
li di Giulia Cesarea, di cui si co- FERDINANDO III (s.), re di
nosce il solo vescovo Felice, che nel Castiglia e di Leone. Nacque sul
484 si portò alla conferenza di finire dell'anno i 198 o nel seguen-
Cartagine. te, primogenito di Alfonso re di
FERA o FERE (Pherae). Città Lione, e di Berangera di Castiglia,
vescovile della provincia di Tessa- sorella di Bianca regina di Francia
glia, nell'esarcato di Macedonia, la e madre di s. Luigi. Berangera in
cui chiesa godeva i diritti metropo- forza di un ordine di Innocenzo
litani nel quarto secolo. Oriens III, fu divisa da Alfonso, perchè
Clirist. tora. II, pag. i3o. essendo parenti in terzo grado, si
FERADI LA Grande. Città ve- erano sposati senza averne avuta
scovile della Bizacena nell'Africa licenza ; siccome però lo avevano
occidentale, sotto la metropoli di fatto in buona fede, i loro figli

Adrumeto, il cui vescovo Vincenzo furono dichiarati legittimi. Dive-


fece parte della conferenza di Car- nuta, nel 12 17, erede del trono
tagine. di Castiglia, per la morte di suo
FERADI o PERADI la Piccola. fratello Enrico,Berangera sostenne
Città vescovile della provincia Bi- i suoi diritti,mira di cedere
colla
zacena nell'Africa occidentale , sot- il trono al figlio Ferdinando, che
to la metropoli di Adrumeto, det- aveva allora diciott'anni; ed operò
ta la piccola per essere meno este- in maniera eh' egli fu proclamato
sa della precedente. Felicìano suo re. L'ambizioso Alvaro, che come

vescovo fu alla conferenza di Car- tutore di Enrico, aveva tirannica-


tagine. mente retto il regno di Castiglia,
FERALI A. Festa che i pagani levò a rumore il paese ed accese
celebravano in onore dei morti, e il fuoco della discordia; ma il gio-
che durava dal 20 di febbraio, si- vane re, assistito dai consigli di sua
no alla fine di tal mese. In questi madre, cui onorava altamente, riu-
giorni essi portavano delle vivande scì a soffocare la ribellione. Fu per
sulle tombe, immaginandosi che le consiglio di lei eh' egli sposò nel
anime essendo d' intorno venissero 12 19 la virtuosa principessa Bea-
la notte a mangiarle. V. Biondo da trice, figlia di Filippo di Svevia,
Forlì, Roma trionfante pag. 64 e imperator di Alemagna. Da questa
se^. 1 cristiani facevano a' 22 feb- unione esemplare ne vennero sette
FER FER 285
principi e tre principesse. Ferdi- virtù, e della più tenera divozione
nando benché zelante per la giu- verso la Madre di Dio, la cui im-
stizia,perdonava gli aiFronti alla magine volea sempre esposta fra le
sua persona diretti. Colla scelta di schiere. Ne trascurava i digiuni,
saggi ministri cercò di render fe- l'orazione, i cilici. Sì accingeva, nel
lici i suoi sudditi. Il celebre Ro- i23o, all'assedio di Jaen, quando
drigo, arcivescovo di Toledo e gran la morte di suo padre lo fece tor-
cancelliere di Castiglia, presiedette nare a'suoi stati per prender pos-
per trent'anni a tutti i suoi con- sesso del regno di Leone; ma so-
sigli. Per iirpedire ogni ingiustizia lo in capo a tre anni se ne vide
nei tribunali istituì il consiglio reale pacifico possessore. Nel 1 23 4 ripre-
di Castiglia, e per sua commissio- se le armi contro i mori, e dopo
ne fu compilato il codice che ancora lungo assedio prese Ubeda ; nello
ivi sussiste. Desiderando di non im- stesso tempo suo figlio Alfonso
pugnare le armi che contro gì' in- ruppe a Xeres prodigiosamente, e
fedeli, evitò qualunque occasione di per manifesta assistenza celeste, gli
contesa coi re di Portogallo e di eserciti del re di Abenhut.
Siviglia
Aragona, e con Eleonora d'Inghil- Nel 1236 morte della regina
la
terra, alla quale avrebbe potuto Beatrice turbò a Ferdinando il
contendere la Guascogna. Provò giubilo di tante vittorie. Dopo a-
acerbo dolore quando vide suo pa- ver dato alla virtuosa compagna il

dre, istigato da Alvaro, minacciare tributo d'un giusto pianto, tornò


i suoi stati, cercò ogni mezzo per alle sue imprese, e compi la con-
acchetarlo, e lo aiutò nelle guerre quista de'regni di Bacca e di Cor-
ch'ebbe a sostenere contro i mori. dova, nella qual ultima città con-
Fondò vescovadi, fabbricò e ristau- vertì grande moschea in un
la
rò cattedrali, cooperò per l'erezio- tempio dedicato alla Madre di Dio,
ne di chiese, monisteri e spedali; e ristabilì il vescovado. L'anno se-
ne per tanto dispendio aggravò i guente per aderire ai consigli di
suoi popoli, solo nella Provvidenza sua madre, e alle sollecitazioni di
fidando. Per dilatare la conoscenza Bianca regina, vedova di Francia,
della religione di Cristo, nel i2 25, sposò in seconde nozze Giovanna
mosse contro gl'infedeli; prese non di Ponthieu, la quale fu imitatri-
meno di venti piazze dell'Andalu- ce della pietà di questa santa rea-
sia, e dei regni di Cordova e di le famiglia. Ferdinando dedicando-
Jaen ; conquistò il regno di Bacca, si il verno ai pacifici esercizi della
ed eresse un vescovado nella capi- religione, ritornava la primavera a
tale. Colle spoglie degli infedeli ri- quelli dell'armi, riportando conti-
fabbricò la cospicua cattedrale di nue vittorie, ed erigendo sulle ro-
Toledo, e donò a quell'arcivescovo, vine dei moreschi delubri, templi
ai cavalieri di Calatrava e ad altri cristiani. Ultima sua impresa fu la
ordini militari molle città prese ai gloriosa conquista di Siviglia, che
mori, a patto che le difendessero resistette ad un assedio terrestre e
da'maomeltani. In tutte le sue im- marittimo di sedici mesi, nel qua-
prese ebbe sempre per guida la le spazio di tempo egli ebbe a
religione, ed offeriva in sé stesso piangere la perdita dell'amatissima
a'suoi soldati l'esempio di tutte le sua genitrice e dell'arcivescovo Ro-
9.86 FER FER
tlrigo, che aveva esercitalo fra Tar- gine nella gran chiesa di Sivi-
iTii il santo suo ministero. Final- glia.
mente la città si arrese n* i3 dì FERDINANDO (s.) e del Merito.
novembre del ii^c)- Ferdinando Ordine equestre del i*egno delle
rese a Dio grazie solenni dell'otte- due Sicilie. A cagione guer- delle
nuta vittoria, e rifabbricò la catte- resche vicende che segnalarono gli
drale di Siviglia con tale magnifi- ultimi anni del secolo passato, Fer-
cenza, chenon v'ha che quella di dinando IV re delle sue Sicilie, che
Toledo che la vinca. Adempiuti poi prese il nome di Ferdinando
così i doveri della religione, stabi- I, fii costretto di abbandonare la
lì tribunali per amministrar la giu- sua reggia di Napoli, rifugiandosi
stizia, e riordinò il conquistato pae- colla corte in Sicilia. Neil' anno
se. La vita di questo santo re por- 1799 avendo le potenze alleate
ge l'esempio che la dolcezza, la superato le armate francesi, queste
pietà, la religione, non sono incom- dovettero abbandonare diversi con-
patibiH colla dignità reale e le quisti, per cui il re potè ritornare
guerresche imprese. Nell'anno 1 152, in Napoli, e farvi il solenne ingres-
cinquantesimo quarto dell'età sua e so a*4 luglio. A
perpetuare ne'po-
trentesimo quinto del suo regno, steri sì lieto avvenimento, come per
fu colto da grave malattia, e co- ricompensare coloro che avevano
noscendo appressarsi il suo fine, reso qualche importante servigio
chiese i conforti della religione. alla monarchia, e per premiare quei
Quando gli fu portato il ss. Sa- sudditi ch'eransi distinti per fedel-
gramelo, si gettò fuori del letto tà e valore, istituì con decreto del
per porsi in ginocchio. Avea una dì primo di aprile 1 800 quest'or-
corda al tenea nelle mani
collo, e dine cavalleresco, sotto il nome e
il Crocefisso che baciava e bagna- il patrocinio di s. Ferdinando ///
va delle sue lagrime. In tal posi- re di Castiglia [Vedi), le "virtù
tura si accusò ad alta voce di tut- del quale celebrarono molti scrit-
ti i peccati della sua vita, i quali tori, maggior parte no-
che per la
non erano che falli leggieri; poi mineremo in fine, anche in osse-
ricevette il santo Viatico col più quio dell'altro ordine equestre di
grande religioso fervore, e fatti ve- Spagna, fondato sotto il medesimo
nire i suoi figli, li benedisse e die titolo e patrocinio. L'ordine fu di-
loro salutari ricordi. Durante l'ago- viso in tre classi, sottoposte alla di-
nia, disse al clero di recitare le li- gnità del gran che suole
maestro
tanie ed il Te Deurn ; finite le essere il re che regna, oltre quat-
quali preci tranquillamente spirò, tro ^*andi ufficiali ministri del me-
nel giorno 3o di maggio, e in tal desimo, ^ioè un gran cancelliere, un
giorno si celebra la di lui festività. gran maestro di cerimonie, un gran
Fu onorato da Dio con molti mi- tesoriere,ed un gran segretario. La
racoli , e il suo culto immemo- prima classe è di cavalieri gran croci;
rabile fu nconosciuto da Alessan- la seconda di cavalieri commendato-
dro VII ed ampliato da Clemen- ri; la terza di cavalieri della piccola
te X. Il suo corpo è custodito in croce : ai gran croci è dato il ti-

un' arca bellissima ,


posta davan- tolo di eccellenza, e fu stabilito che
ti alla immagine della santa Ver- fossero ventiquattro. Coloro che so-
, ,

FER FER 9.87

no ammessi all' ordine debbono ob- valieri novizi e professi, ed altro


bligarsi anche a difendere la reli- riguardante l'ordine, come il no-
gione cattolica, e giurare fedeltà vero de' personaggi delle tre clas-
inviolabile al re gran maestro a si che ne fanno parte, distinto per
rischio anche di perdere beni e luoghi ove essi dimorano.

\ita. Un generale del regno può Dal Pontefice Alessandro VII,


aspirare alla dignità di gran ero* a'i3 maggio i655 fu approvato
ce, quando come capo assoluto ab- il culto immemorabile del b. Fer-
bia comandato un esercito, e ri- dinando 111 re di Castiglia e di
portato una vittoria completa; chi Leone, detto volgarmente il Santo.
avesse difeso una piazza forte del Nel 1629 erano stale spedite a
regno, e costretto il nemico a le- Roma le remissioriali pel processo
Tarne l'assedio, ovvero tolta qual- della canonizzazione, per la
sua
che piazza al nemico consegue la quale fu stampato il sommario in
croce di commiMidatore. Qualunque Roma nel i638. Clemente poi X
uffiziale poi che in guerra siasi colla costituzione Gloriosissimo s
distinto con una azione straordina- Bull. Rom. , tom. VII pag. 87^ ,

ria, può aspirare alla croce di ca- emanata a' 7 febbraio 1671, con-
valiere. Qui noteremo che per de- cesse che in lutti gli stati del re di
creto dello stesso re Ferdinando F, Spagna, e nella chiesa di s. Gio-
de'25 luglio 18 IO, fu aggiunta al- vanni e di s. Idelfonso in Roma
l'ordine la terza classe de'cavalieri si celebrasse a' 3o di maggio l'uf-
della piccola croce, e collo stesso fìzio e messa di questo beato con
decreto venne istituita Tonorificen- rito doppio. Con altro breve dei
za medaglia d' oro per gli
della 1 1 agosto 1 673, Exigìtj Bull. Magn.,
aiutanti di campo, alfieri o porta- tom. XI, pag. 63, ad istanza del
bandiera, piloti, primi marinari, e re cattolico Carlo li, comandò che
una medaglia d' argento pe' sotto in detto giorno di maggio si os-
uifjziali e soldati. La decorazione servasse di precetto ne' regni della
dell'ordine di Ferdinando consi-
s. Spagna, astenendosi lutti dalle ope-
ste in una croce formata dai gi- re servili . Da
nacque l' aver ciò
gli borbonici, a otto raggi di ar- detto alcuni scrittori, che Clemen-
gento, aventi nel centro o fondo te X
permise che questo beato fos-
d'oro da un lato la effigie del real se venerato per santo, anzi fin dal
santo titolare, e nell' altro la leg- i638 si era stampato in Roma un
genda FIDEI ET MERITO. La CrOCC libro col titolo: Canonizatio Servi
portasi in petto appesa ad un na- Dei Ferdinandi ITI regis Caslellae
stro di seta ondata di colore tur- fncta aucloritate apostolica. Ma
chino o con due orli ros-
bleu, allorché Io stesso Alessandro VII
si. Le medaghe poi menzionale co 11 'approvare il culto immemora-
hanno la medesima epigrafe, con bile altro non avea fatto che bea-
simile nastro. 'NeW Almanacco reale tificarlo senza solennità, Clemente
del regno delle due Sicilie, alla ca- X nel riferito suo breve lo chia-
tegoria ordini cavallereschi , è ri- mò solo col titolo di Servo di Dio.

% portato il cenno storico di questo Della vita del b. Ferdinando, ab-


ordine, la descrizione dell'abito dei biamo la Cronica del santo rey
cavalieri gran croci, solenne pe'ca- Fernando Tercero, Medina del
FER
Campo i568. Dal gesuita p. Gio- dopo aver provveduto ai bisogni
vanni Pinella, il Mmiorial de In dello slato, mirando a premiare i

cxcelienlf sanlilad del rey d. Fer- buoni cittadini massime i nobili, e


nando Inficerò, Ossuna i63o. Dal volendo stabilire un premio d' in-
p. Michelangelo Lnurati de* chierici coraggimento a ben servire il re,
ministri degl'infermi, Visiona di Ftr- ed il regno, vennero nella risoluzio-
dinr.ndo III re delle Spagne ^ Na- ne di fondare un ordine cavalleresco;
poli 1680. Da Ranuccio Pico fu ciò che dopo maturo esame dei
pure scritta questa vita , ed inse- membri che le componevano, effet-
I ita nelle Vite de'principi santi, Ro- tuarono nel giorno suddetto, il

ma 1622. Un'altea in idioma fran- nuovo ordine ebbe il nome di s.

cese fu stampata a Parigi pel Ba- Ferdinando III, in memoria di


tard nel 17^9. Gli Atti, Fita s. quel santo re spagnuolo , il quale
Ferdinandi regis Castellae, et Le- tanto operò a vantaggio de' suddi-
gìonis, scritti già da Roderico Xi- ti mentre visse, e dopo morto ne
inenes arcivescovo di Toledo, fu- presesi gran protezione che sempie
rono dal p. Papebrochio pubblica- poi ne fu patrono efficace ne'piìi sca-
ti in Anversa nel 684, e negli Jet.
i brosi incontri, presso l'onnipotente
ss. Majl tom. VII , die 3o, pag. Iddio, per la qual cosa gli spagnuo-

352. Da ultimo, e in occasione che li sempre venerarono tra i lo-


lo
il regnante imperatore d' Austria ro principali protettori. Ferdinan-
Ferdinando I onorò di sua augu- do VII non solo l'approvò pei
sta presenza nei i838 la città di vantaggi che da esso potevano de-
Venezia, quel console pontifìcio cav, rivarne alla nazione, ma altresì or-
Giuseppe Baltaggia ,
gli cifri in dinò che fossero posti in vigore i

omaggio con deco-


di esultanza, e suoi statuti, da osservarsi da' ca-
rosa edizione di questi medesimi valieri che ne fanno parte. Questo
suoi tipi Emiliani la Vita di san nobilissimo ed illustre ordine , ha
Ferdinando III re di Leone e di per decorazione una croce fiorgi-
Castiglia. gliata, la quale suole dai cavalieri
FERDINANDO (s.). Ordine e- appendersi dal sinistro lato del
questre del regno di Spagna. Fu petto, a mezzo di un nastro di se-
fondato dalle Co r^f?.9 generali di Spa- la ondata di colore rosso con orli

gna a'21 agosto 1821, quindi ap- color di arancio. Il re fu stabi-


provato colla regia autorità del re lito gran maestro dell'ordine, il

Ferdinando VII. Dopo che la Spa- quale si compone di gran croci, di


gna nei primi anni del corrente se- commendatori , e di semplici ca-
colo superò le armi francesi che valieri.
ne agognavano l'intero conquisto, FERENTILLO FLORENTIL-
tornato il re Ferdinando VII sul LO. Abbazia nullius dioecesis del
trono de'suoi antenati, volendo mi- capitolo della patriarcale arcibasilica
gliorare la condizione civile de'nu- lateranense, nell'arcidiocesi e delega-
merosi suoi sudditi, acconsentì che zione apostolica di Spoleto. 11 suo
in Madrid si convocassero le Cortes nome vuoisi derivato dai primi abi-
generali del regno affinchè si occu- tatori del luogo, i quali narrasi che
passero di dare alla Spagna una furono originari della città di Fe-
costituzione. Le Cortes generali ,
rentino nella Campagna di Roma.
FER FER 289
Fei'entillo in complesso comprende gnato territorio, ma circoscritta
diciotto castelli, o paesi aventi cia- dalla chiesa, e dall'annesso moniste-
scuno il suo nome particolare, ed ro. L' uno e 1' altro fu già fabbri-
il cui capo luogo è la Matterella, la cato per opera di Faroaldo I duca
quale è divisa mediante il fiume Ne- di Spoleto l'anno 575, dietro av-
ra, dal Precetto, che forma il prin- viso, come è tradizione, avutone in
cipal luogo del già terzo Sagrati. La visione dal principe degli apostoli
medesima ha un territorio giacen- s. Pietro, vivendo ivi s. Lazzaro ere-
te in piano , e in colle , la cui mita, e certo Giovanni, ambidue
popolazione è di circa duemila e anacoreti , eh' eransi rifugiati nel
duecento individui, i quali han- luogo. Il duca impiegò cospicua
v'
no alcuni fabbricali che presentano somma di danaro, che avea desti-
buon aspetto, essendo la chiesa prin- nato per le sontuose caccie, special-
cipale dedicata a Maria santissima mente di palombi silvestri nel monte
della Pietà ed a s. Magno protettore. Solerone, nelle quali spendeva molto.
Questo paese ebbe origine, aumento Per le violenze e depredazioni sofferte
e celebrità dall'insigne abbazia di s. dai longobardi, si attribuisce la re-
Pietro, detta anticamente V abbazia staurazione di questa abbazia sul
di s. Falle Suppegna,
Pietro della principio dell'ottavo secolo, per pia
perchè eretta nella valle di tal no- disposizione di Faroaldo II duca di
me, dodici miglia lungi da Spole- Spoleto, e ne fu lodato e incorag*
to. Dividcsi in tre parti, o terziarie gito nell'anno yoS da Papa Gio-
aventi ciascuna un particolar no- vanni VII. Nella sommità del mon-
me cioè la prima di Matterella ,
: te, Faroaldo li fabbricò una cap-
la seconda di Sacrato o PrecetlOy pelletta in onore di s. Michele ar-
detta anche anticamente Brogetto, cangelo, come principal protettore
e la terza di Borsino. Ciascuna di de' longobardi , e donò ai monaci
esse formava piti università sepa- ivi adunatisi sotto la direzione di
rate, co' propri suoi paesi ; oggi pe- certo Tommaso tutto monte, la
il

rò tutte tre queste non formano vicina valle, i prati, le acqóe, com-
che un sol comune. Nel secolo pas- prendendo in questo territorio Fe-
sato contava come al presente di- rentillo con la piccola chiesa di s.

ciotto castelli o paesi, nel modo ac- Pietro , dalla quale prese il nome
cennato di sopra, ed anche in mag- la contrada; e tanto affetto il prin-
gior numero ancora in età piti ri- cipe pose al luogo , che cedendo
mota. In oggi conta però sole otto nel 718 il ducato a Trasmondo li
parrocchie, delle quali le più conside- suo figlio ,
prese la cocolla mona-
rabili sono quelle di s. Pietro, quella stica, e si rinchiuse nel monistero di
di Matterella, quella di Precetto, e s.Pietro, ove santamente morì ai
quella di Monte Pùvoso ,
paese così 19 febbraio 728. Dopo Faroaldo
detto dall'essere costeggiato da molt;- governarono l'abbazia alcuni abba-
rivoli di acqua. Meritano speciale ti, e vi dimoravano i monaci sot-
menzione le diie prime, giacché la to la regola di s. Benedetto, a'quali
chiesa di Matterella può dirsi la la tolse neir anno 846 Sigualdo
chiesa matrice di Ferentillo. L'altra vescovo di Spoleto, riunendone le
è abbazia separata e distinta da rendite alla mensa ; ma il di lui
questa , non avente però un asse- successore Luitardo, la ritornò al
\OL. XXIII. 19
294 FER FER
ai circostanti popoli; ma dov«t- che forse fece dare alla porta del-
tero però cedere alle forze del re la città, tra il mezzogiorno, e il
Servio Tullio, che ne fece la con- levante, il nome di sanguinaria.
quista. Nell'anno 109 di Roma, nel Dipoi Ferentino non volle piti en-
bosco memorato di questo territo- trare in lizza coi romani, nemme-
rio si convocarono in generale con- no nella guerra che fece agli erni-
gresso i magistrati di Cori, e di ci Marzio,per cui ebbe salve le
altre città contro Tulio Ostilio ter- patrie Vuoisi che nell'anno
leggi.
zo re di Roma, ove si conchiuse 487 fosse fatta città e municipio, o
la pace che durò cinque anni, ma che nell'anno 5oo i triumviri vi ab-
poscia riaccesa la guerra, soggiac- biano spedito una colonia, sotto il
que al dominio di Servio Tullio. consolato di Lucio Cornelio Merula, e
Nell'anno 255 ferentini tornaro-
i di Quinto Minuccio Termo. Fe-
no a riconvocare nello stesso bosco rentino come tutte le altre città
e per il medesimo oggetto quei della Campania, segui i destini di
magnati, dimenticando le promesse Roma, nell'epoca della repubblica,
convenute nel primo stabilito con- dell'impero, e dopo la decadenza
cordato, e ciò a danno di Tarqui- di questo soffrì le irruzioni de' go-
nio il Superbo. ti, de'longobardi, e di altri barba-
Accrescendosi la potenza de' roma- ri che invasero tutte le città del
ni proseguivano a tormentare i popoli Lazio, restando un'ombra di do«
circonvicini per soggiogarli. Vinti i la- minio agl'imperatori greci. Nell'an-
tini da Furio console, questo duce si no 780 dell'era cristiana, avendo
diede ad aggredire i volsci, i quali il PonteficeGregorio II scomu-
s.

per meglio schermirsi dai loro nemici, nicato l'imperatore greco Leone
si ritirarono dentro la città di Feren- r Isaurico , per avere dichiarato
tino. Oppressi dal numero degli guerra crudele al culto delle sagre
assedianti abbandonarono la città, immagini , ed assolvendo i' Italia
della quale
i romani impadroniti dal giuramento fattogli, e dai tri-
ne fece^'o dono agli ernici, e così buti, il ducato romano colle città
la città dopo aver figurato tra le della Campania spontaneamente si
prime de' volsci, e forse in qualche assoggettarono al Papa, compresovi
tempo primeggiò tra essi, cominciò Ferentino, e così ebbe origine il
ad appartenere agli ernici. Nelle dominio temporale de'sommi Pon-
epoche successive per vendicare i tefici, Dal diploma di Lodovico I
ferentinesi il torto ricevuto coU'es- il Pio imperatore, presso il Baro-
sere stali separati dai volsci, fecero nio all'anno 817, viene conferma-
delle nuove ribellioni contro i ro- to alla Chiesa romana il dominio
mani, ma indarno. Memorabile fu su Ferentino, e sulle altre città

la presa della loro città fatta dai della Campania o Campagna.


romani nell'anno 4^7 qllorchè i Nei successivi secoli la città spe-

ferentinesi fecero nuove sedizioni, rimentò gli effetti delle politiche


per l'energia e valore con cui si vicende de' tempi, e delle fazioni,
difesero, e per la strqge che ope- né lasciò di essere importante, co-
rarono sul nemico nel sostenerne me nel mantenersi fedele ai som-
l'assedio, essendo rimasti morti sot- mi Pontefici, ciò che rilevasi dai

to le mura tre mila romani; ciò molli Papi che vi si portai'oqo,


1

FER FER 295


couie di diverbi iioleremo. Nelfanno Roma per iollecitare nuovi soccor-
I 1
49 iu questa città vi si ti ultenne si per la ricupera dei luoghi santi
il re di Francia Lodovico VII, e di Palestina; ed in esso T impera-
nel 1 5o portandosi il Papa Eu- tore Federico II che V intervenne
genio III nella provincia di Cam- in persona, promise con giuramen-
pagna visitò pure Ferentino : ciò to di portarvisi fra due anni con
avvenne nel mese di ottobre, e vi un potente esercito. Nel 1295, do-
si trattenne sino a'22 aprile del se- po la famosa rinunzia al pontifi-
guente anno, ordinandovi molti ve- cato di s. Celestino V, il succes-
scovi, come si ha dalla cronaca sore Bonifacio Vili, acciocché non
mss. di Fossanova, riportata dal fosse sorpresa la semplicità del san-
Baronio a tale anno, num. i. Nel to uomo, lo fece custodire nella
1170 vi si recò ancora Alessandro vicina rocca di Fumone ove morì
111 nel ritorno che fece da Bene- santamente a' 19 maggio 1296. Il
vento a lloma^ e nella sua perma- suo corpo per ordine di Bonifacio
nenza vi scrisse alcune lettere di Vili fu portato con solenne pom-
hcomunica contro diversi vescovi pa in Ferentino, e venne sepolto
d'Inghilterra, i quali avevano sot- nella chiesa di s. Antonio dell'or-
toscritto alcune leggi fatte dal re dine de'celestini fondato dal defun-
Enrico II contro V immunità eccle- to, e da lui stesso eretta fuori del-
siastica ; e nella lettera che scrisse la città
; quindi per cagione della
all' arcivescovo eboracense, intorno guerra eh 'erasi accesa tra il popo-
alla sua sospensione , si legge la lo di Ferentino, e quello di Ana-
data Ferentiiii XVII hai. oclohrìs gni, a*i5 febbraio 1827, veneran-
1170. Dipoi Alessandro III vi fece dosi il cuore di s. Celestino nella
ritorno nel 1175^ e colla bolla chiesa delle monache
di s. Chiara^
data in questa città a'5 luglio, ap- ove tuttora si conserva, venne il
provò l'ordine militare ed equestre corpo trasferito nella chiesa di s.
della spada di s. Giacomo, istituito Agata della medesima città, donde
dal re di Lione d. Ramiro. Diver^ fu per ultimo trasportato alla città
se volte vi soggiornò il Pontefice dell'Aquila nel monastero de'cele-
Innocenzo III: nel i2o3 a'9 mar- stini. L'Ughelli nel tom. dell'/- X
zo vi spedì la bolla della solenne talia sagra^ nel riportare alcuni
canonizzazione di s. Wulstano ve- vescovi di Ferentino, dice che Bar-
scovo di Wolcester, che il Brevia- tolomeo intervenne tlevationi os-
rio romano anzi lo dice canoniz- slum s. Felli Ce Uó lini. 11 cuore di
zato in Ferentino, nelle di lui le- s. Pietro Celestino, nel i683 fu
zioni; enei 1206 a' 17 luglio la donato, chiuso entro reliquiari d'ar-
bolla colla quale die il privilegio gento, alle monache di s. Chiara,
a Pietro li re d' Aragona, che i dal cardinal Nicolò Ludovisi, per
suoi successoli fossero coronati in voto fatto allo stesso santo, che li-

Saragozza dall' arcivescovo di Tar- berollo da pericolosa caduta men-


lagona. 11 di lui successore Onorio tre portavasi a Soia feudo di sua
111, nel 1225 convocò un. gran famiglia.
congresso in Ferentino, al quale vi Urbano VI nel i383, per una
chiamò Giovanni di Brenna re di mortale epidemia che penetrò in
Gerusulenime, che erasi portato in Roma, si ritirò a Valmontone col-
ag^ FER FER
Umbriano , al presente quasi disa- ti r intera città e la cittadella^ e
bitato,che trovasi posto sul ciglio che tuttora si ammirano, massime
d'un monticello assai scosceso. Di- quelle della porta cos*i delta San-
cesi eh' esso fosse la prima culla guinaria. E posta su d'un elevato
dei che! popolarono I* Um-
popoli colle , e gli storici latini fecero di
bria.Tutta l'abbazia di Ferenti Ilo, essa frequente menzione. Apparten-
come si disse, conta circa duemila ne altre volte ai volsci, ma dopo
e duecento anime ha un collegio : che i romani se ne impadronirono,
di dottrinari per l'educazione del- la rimisero agli ernici, in virtù del
la gioventù di sesso maschile, una trattato di confederazione concluso
casa di maestre pie per quella del- con que' popoli, e coi latini. Da
le donne, ed un convento di cap- per tutto si veggono avanzi di an-
puccini. Nella parrocchia di Pre- tichità, come il palazzo vescovile
cetto havvi un cimiterio sottoposto le cui fondamenta sono di mura
alla chiesa, ove si riscontra a stra- romane, ed il quale fu una volta
ti una terra non indigena, che sede dei prefetti di Roma, non che
dopo le ventiquattro ore disecca le terme di Flavia Domitilla il ,

in modo i cadaveri, che li rende tempio di Mercurio ; depositi sepol-


al disopra delle mummie di £git> crali, e lapidi, come quella di Sil-
to. Analizzata tale terra in Roma via madre di Augusto; il testamen-
con la prova del fegato mon-
di to di Aulo Quintilio, ed altre da
gana, lo ridusse in brev'ora una osservarsi nel fac simile di esse
vera cartilagine, e sopra luogo ne presentato al regnante Papa Gre-
riportò la meraviglia del celebra- gorio XVI, di cui parleremo, non
to chimico dell'università di Pe- che lapide, che conteneva le
l'altra
rugia cav. Canali, e del dottissimo lettere di bronzo mirabilmente con-
sacerdote Mastrofini. Ferentillo ha servate, della quale ne venne fatto
avuto parecchi uomini illustri , dono al Papa dal proprietario ab-
fra' quali un tal Tenderini, stato bate Tancredi Bella patrizio feren-
celeberrimo capitano in Ispagna. tinate, e nell' accettarla permise si

Vi fiorirono altri militari, non che sostituisse analoga iscrizione


altra
molti legali, come un Zaccaria Al- nel luogo ove conserva vasi, che fa-
berti, ed alcuni delle famiglie Sil- cesse pur memoria dell'avvenimen-
vani e Loreni, essendo viventi l'av- to. Esistono pure in Ferentino mo-
vocato Demetrio Silvani Loreni numenti assai ragguardevoli per
assessore generale del governo di antichità, e torri in diversi luoghi
Boma, per non dire di altri. erette con forti mura ciclopee, che
FERENTINO (Ferentin). Città perfettamente circondano, e sono
con residenza vescovile dello stato di presidio alla città medesima.
pontificio, nella delegazione apo- Trovasi al presente Ferentino in

stolica di Fresinone, antichissima istato florido, sia pel numero degli


e considerabile città degli ernici, abitanti che ascendono circa a no-
come si raccoglie nella storia, da- vemila, formando parte di esso, no-
gli avanzi de' monumenti che gli biltà patrizia, sia per la buona es-

sono restati, dalle importanti iscri- posizione, coltura, e fabbricati, non


zioni rinvenute, e dagli avanzi del- che per l'amenità del colle ove sor-
le superbe mura ciclopee circondan- ge. All'articolo Ferenlillo {Vedi),
,

FER FER 293


si dice che gli diedero origine i vile, ed ebbe ih primo vescovo Pro-
teretitinati. culiano nel 5oi, sotto il Papa s.

Ebbe Ferentino molti uomini Simmaco : anche Supino si disten-


iliustii, sia nei tempi del genti- de in colle e in piano. La città ha
lesimo , che in quelli del cri- per protettore un cardinale, ed ha
stianesimo. Nei primi Ottone im- il governatore.
peratore, che altri vogliono di Fe- Ferentino, Ferentinum^ fu anche
rentino di Toscana, Do-
e Flavia chiamata Fiorentina^ né avvi auto-
mitilla moglie dell' imperatore Ve- re o monumento che ne stabilisca
spasiano, e madre del clementissimo positivamente l'origine, certo essen-
Tito, la quale diede nome alla pic- do che fu una delle prime città
cola piazza, che attualmente esiste fabbricate nella quarta regione del
presso la porla Sanguinaria^ quale Lazio, che vanta a fondatori Gia-
dicesi piazza delle Terme di Flavia no e Saturno Non molto lungi
.

Domililla , le di cui vestigia seb- dall'abitato vi è il monte Radicino,


bene diroccate, pure ancora si rav- alle cui acque del-
falde vi sono le
visano. Nei secondi poi del cristia- la Maddalena. Esisteva ivi un bo-
nesimo, molto lustro ricevè Feren- sco consacrato alla dea Ferentina
tino da s. Eutichio suo cittadino, ove si radunavano i latini per con-
glorioso martire, il di cui elogio si sultare degli afiàri militari, e di
legge nel martirologio romano ai altre cose spettanti al loro gover-
i5 di aprile, del quale santo fa no, siccome diremo. È celebre poi
anche menzione s. Gregorio 1 nel il fonte della Maddalena che Livio
capo 33 lib. Ili de Moralium.
, chiama Aqaae Ferenlinae, in cui
Questo Papa nel cap. 38, lib. Ili per segreta determinazione dell'as-
de Dialog. y ci ricorda s. Redento semblea fu sommerso Turno Eri-
cittadino o vescovo di Ferentino. Il donio dell'Aricia. 11 p. Kircher ne-
cardinal Aldo ebbe i natali in que- ga a Ferentino sì decorosa pro-
sto luogo, cui appartenne l'illustre prietà, pretendendo che tali diete
casa di Tibaldeschi, discendente dal- si radunassero presso altra città vi-
la nobilissima romana degli Orsini, cino a Roma
chiamata Marino
e congiunta in parentela con Giu- (Vedi). Ambrogio Cialino da
Il p.
lio III.Nel i368 Francesco Tebal- Ferentino difese contro quel som-
deschi, fu creato cardinale da Ur- mo archeologo la patria, adducen-
bano V , e per non dire di altri do l'autorità del p.Leonardo Al-
vi sorfi i natali Novidio Fiacco cir- berti nella descrizione degli ernici,
ca l'anno 147^» celebre poeta, ed il quale stabilisce che quando Li-
autore de' Fasti cristiani, ad imita- vio e Dionigio dicono: indicto ad
zione de' fasti scritti da Ovidio, Ferentinum, coacto Ferentino con-
imitando si gran poeta felicemente. ciliOf si debba intendere di Feren-

Nel suo attuale governo sono tino degli ernici. P^, il Nibby, di
comprese le comuni di Morolo e Marino Castrimoeniuni nel tom. II
di Supino, oltre l'unito villaggio di pag. 3i5 e seg. àeW Analisi d^
Porciano. Morolo giace in colle e dintorni di Roma. Gli antichi suoi
in piano, ed ha la collegiata dedi- abitanti osarono misurarsi coi ro-
cata air assunzione della B. Vergi- mani, particolarmente quando la
ce in cielo. Sudino fu città vesco- insolenza dei loro re li rese odiosi
290 FER FER
primiero slato. Altri raccontano che meno l'antira osservanza, ed mor-i

essendone abbate cerio Mauro, Sì- te gravi questioni Ira i medesimi


gualdo ollennc dall' imperatore Lo- monaci, e gli abitanti di IVientil-
tiìt-ìo ì, di cui era medico, che es- lo, quel Pontefice tolse loro am-
pulsi i monaci , si ponesse questo bedue le gimisdizioni, e le princi-
territorio, e le chiese edificate, sot- pali possessioni del monistero, at-
to la sua giurisdizione: ma penti- tribuendo tutto al capitolo latera-
tosi dopo breve tempo, vicino a nense; quindi monaci terminaro-i

morire , ordinò la restituzione del no, restando il solo abbate com-


monistero ai benedettini. L'impera- mendatario, in oggi di giuspatro-
tore Ottone III nel decimo secolo nato della nobile famiglia de' baro-
fu benefico verso l'abbazia, e la ni Ancaiani, con annessa cura del-
riparò dai tanti danni che aveva le anime, che esercita col mezzo
ricevuti. Abbiamo dal Baronio che d'un vice-parroco, e per questa
Innocenzo II essendo nell'abbazia sola ragione , al pari delle altre
di Ferentino, scrisse due energiche chiese esenti, soggiace all' abbate di
lettere al re cristianissimo su affari Ferenlillo, siccome della Sede apo-
di religione. Nei primi anni elei se- stolica. Ma ecco come procedette
colo XIII il dominio di Ferenlillo, la cosa.
dell'abbazia, e de' luoghi da essa Avendo il capitolo lateranense
dipendenti continuava a godersi rinunziato alla sua giurisdizione
pacificamente dall'abbate e dai mo- su tal chiesa e monistero di s. Pie-
naci, ed abbiamo che essi nell'ot- tro, il Papa Sisto IV nel dicem-
tobre del i23i prestarono giura- bre t47t, ne concesse la proprie-
mento di fedeltà al Pontefice Gre- tà al suo nipote Bartolomeo dalla
gorio IX, pei molti beni e castel- Rovere, previa l' investitura della
li che possedevano, e pei loro vas- camera apostolica; ed essendo al-
salli ,ed abitanti di s. Pietro di lora abbate del monistero Ancaia-
Ferenlillo. Di poi nei primi del se- no degli Ancaiani nobile di Spo-
colo XIV, il Papa Bonifacio VIII, leto, stabilì il Papa, che dopo la

con lettere apostoliche date in A- sua morte il monistero divenisse


nagni a' 5 agosto i3o2, unì al ca- proprietà del nipote. Ma Giulio II
pitolo lateranense l'abbazia di Fe- restituì ai canonici l'abbazia , con
renlillo con tutte le sue castella, e questo però che alla famiglia An-
altre ragioni, colla giurisdizione spi- caiani concesse il diritto di nomi-
rituale e temporale, e col mero e mi- nar l'abbate, ciò che sempre in se-
sto impero della baronia o contea guito fu praticato, essendo il ca-
di Ferenlillo. pitolo lateranense proprietario dei
Va qui notato che in progresso fondi. A Sisto IV essendo succes-
di tempo l'abbazia divenne asilo so Innocenzo Vili Cibo, questi die-
fiorentissimo di cenobiti, e perciò de a suo figlio Franceschetto Fe-
ne derivarono le fondazioni di tan- renlillo con titolo di contea, cui
ti circonvicini paesi, su cui l'abba- Leone X
unì la giurisdizione ba-
te estendeva la sua giurisdizione ronale, concedendola al medesimo
temporale e spirituale Quindi . Francesco o Franceschetto Cibo
vuoisi che a* tempi di Bonifacio duca di Massa e Carrara, eh' era-
Vili, essendo ne* monaci venuta gli nipote, e dal quale il capitolo

I
FEK FER 9.91

ricevette in cambio la porla di s. al suo cognome anche quello di


Giovanni detta Asineria o Celimon- Benedetti, è quello che lo possiede
tana, e ii priorato di s. Pietro di tuttora, non però con la giurisdizio-
Cesena, come testifica il Crescim- ne temporale , eh' ebbe fine sotto
beni neWIstoria di s. Gio. avanti Pio VII nelle rinunzie de' feudi.
porta latina a pag. 826; il quale La giurisdizione spirituale però la
autore a pag. SSg narra come ritenne sempre, e la ritiene anche
Giulio II, immediato predecessore oggi la patriarcale arcibasilica late-
di Leone X, nel beneficare la ba- ranense, esercitandola col mezzo d'un
silica lateranense gli avea restituito suo canonico , che porta il titolo
ancora la temporale
giurisdizione di prefetto, e coli' aiuto di un vi-

dell'abbazìa di Ferentilio, che avea- cario generale ivi residente. Un con-


gli tolta il di lui zio Sisto IV nel cordato approvato dal Pontefìe Ales-
1471, quando la ridusse in com- sandro VII e sottoscritto nel i658
menda. Il capitolo lateranense go- sopì varie questioni insorte fra l'or-
dette r introito che ricavava dai dinario di Spoleto, e il capitolo la-

pedaggi ed altre gabelle della det- teranense, serbando indenne a fa-


ta porta di s. Giovanni , sino alle vore di qusto ultimo la sua piena
note politiche vicende della stra- giurisdizione.
niera invasione, nelle quali venen- Matterella è il paese principale
dogli tolto, il Pontefice Pio VII in dell'abbazia , la cui chiesa è dedi-
compenso gli assegnò mensili scudi cata alla beata Vergine della Pie-
cento, quali ridusse a soli cinquan- tà, come si è notato, col grado
ta il successore Leone XII, per la di collegiata, essendo uffiziata dal-
qua! disposizione reclamando il ca- l'arciprete , e da sei canonici , due
pitolo, venne sospesa anche la ri- de* quali coadiutori dell' arciprete
duzione. Sul trasferimento del do- nella cura delle anime. Ivi è al-
minio temporale di Ferentilio fat- tresì il patriarchio del canonico la-
to dal capitolo lateranense nella no- teranense prefetto prò- tempore. In
bilissima famiglia Cibo, e del com- quanto poi alla chiesa di s. Pie-
penso che il capitolo ricevette in tro, essa viene descritta dal nume-
forza del contratto di permuta sul ro 3i àe\X Album del 1837, gior-
pedaggio in perpetuo della porta nale letterario di Roma. Essa ha
di s. Giovanni e del priorato di s. cinque altari , e sembra che anti-
Pietro di Cesena , va Ietta la bol- camente fosse di tre navate: vi so-
la di Leone X
de* 17 dicembre no diverse cose che interessano l'ar-
i5i7, che con autorità apostolica cheologia, e la storia, non che dei
sanzionò la permuta. La famiglia monumenti sepolcrali , ed altre i-

Cibo godè il dominio di Ferentil- scrizioni riguardanti abbati e per-


io sino al pontificato di Benedet- sonaggi della famiglia Ancaiani; e
to XIII, in cui il cardinal Camil- secondo tal descrizione sembra che
lo Cibo, ultimo superstite di detta ivi pur morisse Trasmondo lì, fi-
^miglia, l'alienò a favore di quella glio del benefico Faroaldo II , il
del duca Nicolò Benedetti, che man- quale fu egualmente benemerito
cando di prole maschile, passò per della celebre abbazia di Farfa(Fedi).
fede-com messo al conte Monte Vec- Merita anche particolare menzione
chio di FanOj che coll'aversi unito un altro piccolo paese per nome
296 FER FER
Ja curia, e nel principio di settem- vescovo della diocesi, dal clero, e
bre passò a Ferentino, dove con- dal magistrato, che gli presentò le
sumò quel mese, e finalmente ben- chiavi della città; né potè il Pon-
ché i romani gli inviassero amba- tefice impedire al popolo, che nel
sciatori perchè ritornasse in Ro- suo sommo tripudio distaccasse i

ma, si portò in Anversa ove giun- cavalli dalla sua carrozza, per cui
se ai primi di ottobre. Dipoi nel permise di essere così condotto al-
1 388 essendosi Urbano VI recato la cattedrale. Dopo avere il Pon-
a Tivoli, i romani quivi ancora tefice ivi ricevuto dallo stesso ve-
fecero a lui vive istanze, perchè scovo la benedizione col ss. Sagra-
tornasse fra loro, ma egU ricusan- mento, portossi alla loggia apposi-
dosi, fece ritorno a Ferentino, do- tamente preparata, dove appagò i
ve avendogli i soldati domandato divoti desideri! della moltitudme af-
la paga, non essendovi denaro
e follata sulla piazza dell'episcopio,
nella camera del Papa, lo abban- che ad alta voce domandava di
donarono ; laonde Urbano VI si essere benedetta . Riposatosi al-
vide costretto partire da Ferentino quanto il santo Padre nel palaz-
mei primo di settembre, e fare ri- zo vescovile, prese ivi col corteg-
torno in Koma, avendolo maggior- gio una refezione, secondando le

inente a ciò mosso un romito, il preghiere del zelantissimo vesco-


quale gli disse, che o volesse o non vo, che si stimò ben fortunato
sarebbe ritornato in Roma
volesse, di si alta onorificenza. Nell'episco-
ove morirebbe. Postosi in viaggio, pio il Papa ammise di nuovo al
gli precedeva in aria per iscorta bacio del piede il magistrato della
l'immagine di s. Pietro, simile a città, il quale con umile ossequio
quella che stava nel portico Vati- gli presentò in dono una bella sta-
cano. Martino V
nell'anno 1429, tua equestre con suo piedistallo,
passò a Ferentino i mesi di lu- lavoro del cav. Filippo Borgogno-
glio, agosto e settembre, per ca- ni, rappresentante s. Ambrogio cen-
gione del caldo di Roma. Da ul- turione protettore della città, tutta
timo e nel maggio del corrente di argento, e simile a quella più
anno, nella visita che il regnante grande che parimenti in argento
Pontefice Gregorio XVI ha fat- si venera nella cattedrale, lavoro
to delle Provincie di Marittima e del secolo XVI, essendo state col-
Campagna, ha onorato di sua pre^ locate nel piedistallo, parte delle
senza Ferentino. Proseguendo il reliquie Similmente il
del santo.
papa il suo viaggio, alle ore selle Pontefice gradì un esemplare afiic-
e mezza antimeridiane dei 3 mag- simile litografico di tutte le iscri^

gio parti da Anagni, e dopo un'o- zioni antiche che sono in Ferenti-
la circa di cammino giunse in Fe- no, non che il presente di un'an-
rentino. Presso la città, in mezzo tica lapide in marmo, con lettere
al divoto ed indescrivibile giubilo in bronzo conservate intatte, dono
della popolazione, e di quelle de'li- dell'abbate Tancredi Bella, patrizio
initrofi paesi, fu incontrato sotto di Ferentino, il quale inoltre presen-
un arco di trionfo, eretto per sì tò in elegante edizione al santo Pa-
liela circostanza da monsignor Be- dre, un opuscolo intitolato Le voci
iiedelto Antonio Antonucci degno del popolo di Ferentino, e consi-
e

FER FER 297


stenti in un carme, in un'epìgrara- della città, e date dimostrazioni di
ma, ed in un iscrizione, egregia- paterno affetto a monsignor vesco-
mente da lui composte per la cir- vo, il Papa risalì in carrozza, par-
costanza. tendo alla volta di Prosinone.
Dall'episcopio discese il Papa a La fede fu predicata in Feren-
visitare il carcere antico detto di s. tino nei primi secoli della Chiesa,
Ambrogio, ove questo santo colse e le primizie furono quei martiri
la palma del martirio ; poscia pas- di cui fa menzione il martirologio
sò al monistero delle monache eia- romano, che sotto Decio e Diocle-
risse, e vi ammise al bacio del ziano sostennero il martirio, come
piede quella religiosa famiglia, la ilnominato s. Ambrogio centurio-
cui abbadessa suor Maria Luisa ne di Milano, e s. Eutichio del
Puccini, gli fece una
omaggio d' quale il clero di Ferentino celebra
bellissima rama di fiori finti ; quin- r officio e la messa, l'uno e l'altra
di il Papa andò nel monistero del- però del comune. Si vuole che il
le oblate, dette le monachelle del- Pontefice s. Silvestro I vi erigesse
la carità, che pure permise che gli la sede vescovile, soggetta immedia-
baciassero il piede, ricevendo dal» tamente alla santa Sede , come lo
l'abbadessa suor Maria Luisa Ca- è tuttora; ed Casimiro da Ro-
il p.
stelliuna rama di rose finte ben ma , nelle 3Iemotie storiche delle
lavorale. Per la piazza maggiore chiese e conventi della provincia ro'
della città, s'avviò il santo Padre niana, dice a pag. i45, che tiensi
al palazzo Stampa , cedendo alle per certo, che questa città sia stata
relative istanze fattegli dal nobile governata dal vescovo, sino dai pri-
Domenico Stampa consultore di de- mi secoli della Chiesa. E costante
legazione, e dal di lui fratello Giu- tradizione in Ferentino, che la sede
seppe, onorando cosi la loro a- vescovile sia stala fohdala da s. Pie-
bitazione,donde dal balcone com- tro, quale in un a s. Paolo vi pre-
il

parti di nuovo la benedizione apo- dicò il vangelo, come leggesi nelle


stolica al popolo festeggianle. Ivi lezioni dell' uffizio di s. Ambrogio
lo stesso DomenicoPonte- ofTiì al martire. Si aggiunge che nel par-
fice un esemplare dell'opera di sua tire s. Pietro da Ferentino, affidò

avola Marianna Dionigi, in cui so- la cura pastorale de' nuovi cristia-
no delineate ed incise le antiche ni al pio Leone, come apparisce
mura, dette ciclopee, delle città da un' antica lapide posta a de-
del Lazio, comprese quelle di Fe- stra nella cappella del ss. Sagra-
rentino, già dal Papa osservate. In mento della cattedrale. Il primo
fine Sua Santità si portò a visita- suo vescovo di cui fa menzione
re il fiorente collegio dei padri del- r Ughelli, Italia sacra tom. I, pag.
la compagnia di Gesù , venendo 674, è probabilmente Lucenzio, or-
ricevuto dal p. Carlo Maria Van- dinato da s. Silvestro I; quindi re-
narelli rettore del medesimo, ove gistra Basso che intervenne al con-
ammise bacio del piede tutta la
al cilio del 5o2 di Papa s. Simma-
religiosa famiglia ; ed avendo spar- co; ma il p. Labbé, Concil. t. V,

so molte beneficenze alla popola- pag. 275, ed il Coleti commenta-


zione, e decorato delle insegne di tore dell' Ughelli, dicono che Basso
cavaliere Enrico Lolli goiifalouiei inlerveuisse al concilio celebmlo
309 F£R PER
distette al concilio di Roma, tenu- si adoperò per indicara i giorni
to da s. Gi*egorio I nel 60 1. Il vacanti de' magistrati. Altri fanno
Sai*zana, Della capitale de* Tusca- derivare il nome di feria dal Iali-
nienstf prova contro le assertive di- no ferire, che significa colpire, per-
verse di tanti scrittori, che la dio- chè presso gli antichi i giorni fe-
cesi di Ferenti, come la chiama, stivierano particolarmente desti-
ancor prima di s. Leone IV fu nati ai sagriflzi, ne* quali le vitti-
unita a quella di Viterbo; e che me erano colpite o immolale. Quei
nell'anno 1 171, o meglio nel 1 171, giorni festivi erano altresì giorni
fu rovinata dagli abitanti di Vi- di riposo, cosicché la parola di
terbo, per zelo delle cattoliche ve- ferie porta con se l'idea di cessa-
rità, contro l'eresia di Cerdone, zione dal lavoro, o di sospensione
giacche i ferentinati inutilmente e- di qualunque affare. In questo si-
rano stati ripresi, ed ammoniti di gnificato si dicono ferie forensi quel-
ritornare alla fede delia Chiesa cat- le de* tribunali, jèrie accademiche
tolica dal vescovo di Viterbo, loro le vacanze dell'università, de' licei
pastore spirituale. Laonde non sono ec. Il nome di feria fu poi dai
vere o posteriori date
le anteriori, cristiani applicato a tulli i giorni
dell'epoca in cui fu distrutto Pe- della settimana, di che ne tratte-
rento, come non sussiste che la remo per ultimo : solo qui notere-
sua sede sia stata riunita a Monte- mo che in termine ecclesiastico fe-
fiascone, o a Bomarzo , e che gli rie si dicono tutti giorni della ì

abitanti siensi rifugiati in Monte- settimana, cominciando dalla do-


flascone. Attualmente si pretende menica, purché nessuno di tali
che ne occupi il sito un villaggio. giorni sia festivo; quindi il lunedì
Perento divenne dominio tempo- è la seconda feria, il martedì la
rale della santa Sede nei primi terza, ec, ma la domenica non si

anni del secolo Vili, ed il Cohel- dice mai feria prima. Eravi però
lio nellasua Notitia riporta le te- molta differenza presso i romani
*'
stimonianze colle quali fu ciò con- tra i giorni di festa, e le ferie.
fermato dagl' imperatori Carlo Ma- Tutti i giorni festivi erano ferie;
gno, Lodovico I, ed Ottone I. Da ma non tutte le ferie erano gioiTii
Giuseppe A ssemanni abbiamo Dis- : di festa; giacché ne*giorni festivi
sertatio de sanclis Ferentinis in Tu- oltre al soprassedere alle fatiche
scia, Bonifacio ac Redempto epi^ ed alle occupazioni giornaliere, si

scopis, deque preshytero , et M. celebravano anche dei sagrifizi e


Eutychìo, Romae i745; e da An- dei giuochi; mentre in vece nei
drea Pennazzi, J^ita di s. Eutizio semplici giorni di feria bastava il

sacerdote e martire, Montefiasco- non lavorare. Nella Descrizione dei


ne l'jii '. in questa vita di san riti degli antichi romani, si dice
Eutizio di Ferentino s'illustra la che alcuni giorni li appellavano^?'-
sua patria, e i luoghi circonvici- sti ed altri profesti, i quali erano
ni. Inoltre V, l'Ughelli, Italia sa- giorni dedicati agli dei, e le ferie
gray tom. X. ed altri dì feriali ; e che le ferie
PERI A. Vocabolo derivante dal casidiconsi dalla parola greca ft^
latino feriay che significava giorno slum diem agere, anticamente chia-
di festa, dì festivo, e per lo più mate ferias.
FER FER 3o3
Le ferie d'ano o pubbliche o Ig esequie,come si pub vedere in
private, annoverandosi fra le prime Pitisc,verbo Feriae, per non di-
le ferie ^^.fc, le quali celebrando- re di altre che si possono vede-
si sempre in determinati giorni e re in Macrobio, Satum. I, i6;
mesi, venivano ad essere comuni in Plut, Rom. 3i, in Ovidio, Fast.
a tutto il popolo; le pubbliche o I, 669; in Livio, 111, 5.
stative, o concettivey o imperative. Ma oltre queste ferie ve n'erano
Le principali ferie stative furono molte altre ancora : fra le ferie pri-
le agonali j celebrate in onore del vate eranvi quelle particolari per
dio Giano negli idi di gennaio ;
, ciascuna famiglia, ed erano o sta-
Je carmentali si celebravano in o- tive, celebravano in occasione
o si

nore di Carnienta, nel terzo degli di natali, o in occasione che cades-


idi di gennaio, e nel XVIII delle sero fulmini; dimodoché ogni vol-
calende di febbraio; le lupercali ta che si sentiva tuonare era gior-
si celebravano a* delle calende XV nata feriata, finché fossero placa-
di marzo, in onore del Dio Pane; ti gli dei. Le ferie pubbliche si an-
Je matronali si celebravano nelle ca- nunziavano al popolo dal presiden-
lende di marzo, in memoria della pa- te de'sagrifizi , e dal pretore; dal
ce che le matrone fecero tra romani
i primo acciò i sagrifizi si facessero
e i sabini. Le ferie concettive erano con tutta proprietà , ed acciocché
quelle che celebravansi dai magi- si astenessero dai negozi, perchè
strati,ovvero dai sacerdoti, essen- nelle ferie non era lecito fare al-
do le prime le latine, istituite da cun^opera, se non quelle che tra-
Tarquinio il Superbo per tutti i lasciate potevano recar danno. Bion-
latini in giorno indeterminato. Le do da ForPi parlando delle ferie,
paganali si celebravano ogni anno le chiama giorni fenati o festivi,
dalle tribù delle ville agli dei tute- ne'quali si solevano celebrar giuo-
lari; le seminative si celebravano chi, cose funebri, spettacoli, pom-
quando si seminavano le campagne, pe ec. ; e citando Feslo Pompe jo
per la raccolta; le compitali si ce- dice, che alcune ferie erano senza
lebravano in onore degli dei Lari; festa, cioè quelle nelle quali si po-
le compilatizie per le strade. Que- teva negoziare, com'erano i mer-
ste ferie pubbliche ch'erano comu- cati e le fiere , alcune delle qua-
ni a tutto il popolo, e in tempi li erano le epulazioni, cioè alcuni
determinati, si ponevano ne*pubbli- banchetti pubblici,, per l'entrate
ci annali; fra esse si noverarono delle biade, ó -degli armenti; ed
pure le tempo veniva
votive, il cui altrove dice che i mercati, o le
prefisso in ciascun anno dai magi- fiere dagli antichi chiamate nundi-
strati, o dai sacerdoti. Le impera- ne, furono ordinate da Romolo, o
tive erano quelle
che ordinavano da Tazio, e che Ortensio disse che
i consoli, i pretori, o il pontefice fossero ne' fasti, cioè che in quelli
massimo per qualche necessità, del giorni non fosse lecito al pretore
qual genere furono le novendalia sedere a rendere ragione, perchè
istituite da Tulio Ostilio terzo re venendo i contadini in città per
de* romani, in occasione che fu ri- le loro bisogna, a vendere o a com-
ferito al senato di essere piovuto prare, potessero accomodare le lo-
pietre; novendalia si dissero pure ro liti , e informarsi delle leggi, e
,

5oo F£R FER


l'entino, acciò ripigliassero il lavoro solo miglio distante da questa di
delia fabbricn. Questo istesso cq«- 8. Agata, per cagione della guerra
veiilo nel iSiy fu abbandonato ai succennata , e vuoisi che a quel
minori conventuali, che insieme col- tempo la chiesa di s. Agata fosse
Ja chiesa il rinnovarono.
Riuscen- sotto la cura di certe monache.
do poi di grave incomodo ai mi- La cattedrale di Ferentino è de-
nori osservanti di poter passare in dicata a Dio in onore de' ss. Gio-
mi sol giorno dal convento di Val- vanni e Paolo. La sua architettuia
montone a quello di Veroli, nei parte è antica, e parte moderna.
primordi del secolo XVII il p. An- Il suo capitolo si conserva come
tonio Marzer ministro della pro- quello antico , cioè senza alcuna
vincia adoperò di tal maniera
si dignità, e con diciassette canonici,
co' priori di Ferentino , e con il comprese le prebende del teologo
vescovo, che col beneplacito loro e del penitenziere, avendo i cano-
concessero agli osservanti la chiesa nici il distintivo delle cappe di saia
di s. Agata, udìziata in quel tem- paonazza con ed
pelli di armellino,
po da un abbate, e da alcuni chie- i cappe di saia simile
beneficiati le
rici, co' quali i religiosi sino dal con pelli bigie: vi sono pure otto
. j6j3 avevano stabilito alcuni punii beneficiati, con altri preti e chie-
di concordia, e tra gli altri di rici per r ulRziatura della chiesa.
trasferire la cura delle anime nella La cura parrocchiale è affidata ad
chiesa di s. Valentino, dipendente un canonico, chiamato il vicario
già dal celebre monistero di Mon- curato. Nella cattedrale evvi il bat-
te Cassino. La concessione la fece tisteri o, corpo di s. Ambro-
ed il

il vescovo Ennio Filonardi con , gio martire patrono della città, ol-
atto dato Ferenti ni ex nostro epi- tre altre insignì reliquie. L'episco-
scopali palatio die IX mensis fe- pio, buon edificio, è contiguo alla
bruarii anno Domini MDGXVII. cattedrale. Nella città sonovi altre
.La detta chiesa di s. Agata è po- cinque parrocchie, ma senza il sa-
sta non molto lungi dalia città, a gro fonte : quella sotto il titolo di
dritta della via latina che condu- s. Maria Maggiore è pure collegia-
ce a Napoli. Nell'arco della cappel- ta , con capitolo di canonici ; essa
la del sotterraneo della chiesa de- è un edifizio vasto e di architet-
dicata ai sette dolori di Maria Ver- tura detta gotica, formando quat-
gine, si legge questa iscrizione: tro facciate eguali al disegno della
VENITE ADQREMUS DOMINUM W LOCO chiesa di Casamari. Cos\ ancora
JSTO, UBI STETERUNT CORPORA SS. AM- sono di bella forma, e di recente
BROSII MARTVRIS, ET PETRI CQELESTINI architettura, le chiese delle sei par-
PAPAE PROTEGTOR CIVITATIS FEREN- rocchie, non che quella de' nomi-
TiNATis ANNO DOMINI i658. Per le nati minori osservanti, di altri re-
quali parole si vuole denotare, che ligiosi, e quelle rammentate di so-
quivi fu già seppellito il corpo di pra. Avvi il convento dei minori
s. Ambrogio centurione, e furono osservanti in Agata, mentre quel-
s.

.altresì depositate, l'anno 1827, le lo de' conventuali è divenuto colle-


ossa venerande di s. Pietro Cele- gio de' gesuiti. 1 padri della com-
stino, trasferite nel medesimo luo- pagnia di Gesù vi hanno il detto
go dalla chiesa di s, Autouio , uu collegio fondato con breve di Pio
FER FER 3or
VÌI, dove per apprendere le uma- Tera cristiana 1022, come si ha
ne lettere e le scienze accorrono dalla cronaca cassinese. Altri la
scolari non solamente dalle città chiamano Fiorenzuolaj o Fioren-
vicine, ma ancora dai paesi limi- tino, e presso il Biondo è detta
trofi del regno di Napoli. Vi è al- Ferunzuola. Non è d'altro celebre,
tresì una pubblica scuola di legge se non che il famoso Federico li
eretta fino dal i832 a cura della imperatore, e re delle due Sicilie,
magistratura, sotto gli auspicii dei vi morì ai i3 dicembre i25o, av-
degno vescovo monsignor Lais, la velenato, come credesi, dal suo fi-

quale è frequentata non solo dai glio naturale Manfredi. Si narra


cittadini e diocesani , ma ancora che gì' avevano avvertito
indovini
da altri, al cui disimpegno fino dal r che si guardasse
infelice principe,
primo impianto trovasi per profes- da Firenze, ed egli supponeva che
sore il canonico d. Giovanni Ro- intendessero quella di Toscana. Vi
sati ferentinate, dottore in ambe fu la sedia vescovile suffraganea
le leggi, e nella facoltà teologica. della metropoli di Benevento, co-
Due sono i monisteri, cioè il mo- me rilevasi dagli scrittori, e dal Sar-
nistero delle Clarisse, ed il moni- nelli nelle Memorie cronol. degli
stero e conservatorio delle oblate arciif. di Benevento j dicendoci a pag.
della carità : le Clarisse professano a47j della mentovata fonda-
sua
la regola di s. Chiara, e le oblate zione, é che primo vescovo di
il

istruiscono nella pietà cristiana, e cui si ha memoria è Ignizzo, che


nei lavori le fanciulle d'ogni con- sottoscrisse la bolla del Papa Gio-
dizione. Vi sono alcuni sodalizi, vanni Xlll suir erezione dell' arci-
l'ospedale, il monte frumentario, vescovato di Benevento l'anno 969;
ed il seminario con alunni. La l'ultimo de' quali, al dire dell'U-
mensa vescovile, ad ogni novello ghelli, fu fr. Melio, eletto vescovo
vescovo è tassata ne' libri della ca- di Fiorentino nel i39r da Bonifacio
mera apostolica in fiorini cento. Ol- IX. Aggiunge che della cattedrale
tre gli autori citali, e quelli che si vedevano che di-
le rovine, e
scrissero sul Lazio, di Ferentino e venne feudo duca di Torre-
del
sue antichità ci diede dotte noti- maggiore. Abbiamo da Comman-
zie la summentovata Marianna Dio- ville, che si chiamò Florentia, che

nigi nell'opera intitolata: Viaggi nel i4io fu unita a Lucerà e ,

in alcune città del Lazio che di- che la sua chiesa principale era
consi fondate dal re Saturno^ Ro- uifiziata da un arciprete. Al pre-
ma 1809. sente è un borgo.
FERÉNTINUM, Farentinum, o FERENTO, FERENTUM, o
Florentinum. Città vescovile distrut- Fep.enttnum novum. Città vescovile
ta, della Puglia piana, nel regno della Toscana pontificia, ossia E-
delledue Sicilie, sei miglia lungi truria Transciminia, cinque miglia
da Lucerà dalla parte di occidente, distante da Viterbo. Fu pur chia-
giaceva quasi a piedi del Corvino, mata Ferenti e Ferentino. Al dire
nel distretto e cantone di s. Severo, di Svetonio, vi ebbe i natali l'im-
nella provincia di Capitanata. Fu peratore Ottone. Nel quinto seco-
edificata dal Catapano, o sia greco lo vi fu eretto il seggio episcopale,
preside della Puglia, neiranno del- e Marciano suo terzo vescovo as-
}
, ,

agB F£il FER


nella basilica costantiniana Tanno seramente i suoi giorni, per opera
487; e lutto al più il primo ag- di alcuni scellerati. Dopo di lui
giunge che può essere stato o nel Eugenio III fece vescovo
suo fa- il

493 o nel 499' Cotnmanville, Hist, migliare Ubaldo di Prato, il quale


de tous les ardici. f stabilisce il prin- col vescovo di Melfi consagrò il
cipio del vescovato di Ferentino pseudo - pontefice Vittore IV. Ro-
nll'anno 484- ^^i successe nel 5oi dolfo o Adolfo, fatto vescovo da
Innocenzo, indi si registra Bono, il Alessandro III, fu al concilio late-
quale nell' elezione di Pelagio I ranense III. Nel 1191 divenne ve-
(siccome questi aveva con Papa Vi- scovo Berardo, il quale intervenne
gilio suo antecessore condannati i alla consugrazione della chiesa di
tre capitoli, e non trovava per-
si s. Maria de Flumine , posta nella
ciò in Italia il terzo vescovo che sua diocesi, e fatta nel 11 96 dal
lo volesse cousagrare) a* 18 apri- cardinal Giordano. In questo tem-
le del 555, insieme a Giovanni ve- po abbiamo da Cencio Camerario,
scovo di Perugia, e ad Andrea arci- che il vescovo di Ferentino pagava
prete d' Ostia consagrò quel Pon- ogni anno alla camera apostolica
tefìce. Fu poscia vescovo di Feren- duecento dentellas, e sessanta ùra^
tino s. Redento, che fiori nell'im- chia panni. Dice il p. Casimiro,
pero di Giustiniano I , e di cui si che presso gli storici sovente si leg-
celebra la festa agli 8 aprile. Lu- ge la dimora che in Ferentino per
minoso ne occupò la sede nel pon- varie ragioni fecero gì' imperatori
tificato di Gregorio I, ed inter-
s. ed i Papi, tra' quali Innocenzo 111
venne al sinodo che questi celebrò che fccevi fabbricare optimum et
nel 591. Nomineremo inoltre Agnel- piilclierrimiim fintem, e non volle
lo li che fii al concilio tenuto da ricevere dal vescovo cosa alcuna per
s. Gregorio li nel 721, sotto del se, o per la sua famiglia, rispon-
quale, come dicemmo , Ferentino dendo a lui con quelle gravi paro-
passò sotto il temporale dominio le, che riporta il Muratori, Script,
della santa Sede. Nel ioi5 il ve- rer. Ital. tom. IV, pag. 889 Epi^ :

scovo Benedetto fii al concilio con- scopi, si tot et tantis vicibus^ quan-
vocalo dal Papa Benedetto IX. Nel tis ego Ferenlinum venio, a vobis
declinar di questo secolo, e nel pon- fodrum recipere vellent j ecclesia e
tificato di Pasquale II, nel 1099, vcstrae ultra modum gravarentur
fiori un cardinale di Ferentino ob haec recipere nolo. Innocenzo 111
cioè Aldo, che morì nel pontificato nel i2o3 die in successore a Be-
di Calisto li. Sotto Pasquale 11, e rardo, il suo antico amico Alberto
nel Ilio, fi* fatto vescovo Agosti- Longhi canonico d'Anagni.
no monaco ed abbate di Casamari Dipoi nel 1276 Giovanni XXI
cui fu successore Placido altro abba- mandò legali a Michele imperatore
te di Casamari, e morì nel 1 1 3o. Giacomo vescovo di Ferentino, e
Dopo di lui la sede di Ferentino Gottifredo vescovo di Torino. Bo-
fu oscurata da Siro, fatto vescovo nifacio Vili nel 1297 die per suc-
dall'antipupa Anacleto II; e Tras- cessore a Giacomo il suo cappella-
moudo di Segni che nel i38 fu 1 no Landolfo de Rossi, cui commise
nominalo vescovo dal Pontefice In- gravi legazioni. Nel i3i8 il capi-
uoixuio 11, lermiuò iu prigioue mi- tolo elesse il vescovo Filippo, che
,

FER FÉ E 299
fu confermalo da Giovanni XXII. diocesano, che pubblicò colle stam-
Nel 1389, dall'antipapa Clemen- pe, pieno di utilissime provvidenze;
te VII, fu intruso nella sede di mori compianto nel i694> e fu
Ferentino Giovanni, contro Alberto sepolto nella cattedrale per lui rin-
legittimo pastore, creato da Urba- novata. La continuazione della se-
no VI. Bonifacio IX nel 1892 di- rie de' vescovi sino ali* odierno si

chiarò vescovo Giovanni Panelia, legge nelle annuali Notizie di Roma,


canonico allarista della basilica va- In quanto all'antico stato della
ticana; per di lui traslazione alla diocesi ,ne fornisce le notizie
ce
chiesa di Corfu, nel i3^5 Bonifa- Terudito p. Casimiro a pag. i^5
cio IX nominò Nicolao uditore di e seg. parlando della chiesa o con-
rota, che poi si portò al concilio vento di s. Agata del suo ordine
di Pisa ove fu eletto Alessandro V de* minori osservanti, presso a Fe-
contro Gregorio XII. Questi il de- rentino. Oltre le abbazie di s. Lu*
pose nel 1409» e gli surrogò An- eia, di Valentino , di s. Maria
s.

gelo, ma ne fu spogliato. Nell'istes- Gaudentiunij di s. Andrea, di s.


«o anno Sisto di Ferentino de* mi- Agata, e di s. Giovanni evangeli-
nori, diventò vescovo della sua pa- sta, erano ancora nella città due
tria; cui Eugenio IV die in suc- monisteri, l'uno di s. Matteo, l'al-

cessole Antonio Boccabelia romano, tro di Benedetto situato nella


s.

de' frali minori , ed a questi nel parrocchia de* ss. Giovanni e Pao»
i44^ fr. Giovanni precettore del- lo, in loco qui dicitur lo colle del-
l'arcispedale di s. Spirito in Sassia. li juxla motnia civitalis, et
Britti
Alessandro VI prima fece vescovo viani publicam. Vi furono collocati
Pietro de Fineslrosa spaguuolo, e altresì i domenicani e i carmeli-
poi Francesco Filipperi romano , tani ; e nel j4^7 i^ comune di
il quale fu da Giulio II invialo Ferentino ottenne da Calisto III
legato a Massimiliano I. Tranquil-» col breve Regiminì universalis, da-
lo de Macharatis de Leouibus fu to a* 26 febbraio, la facoltà di fab-
al concilio laleranense V. Sebastia- bricare un convento pei frati mi-
no Pighi o Pighini di Reggio di nori, al dire del suppli mento agli
Modena, iàtto vescovo da Paolo III annali del Wadìngo. Ma il p. Ca^^
nel i5/^Sy pubblicato da Giulio III miro prova che prima del 12 54
si

nel i552 cardinale di santa roma- i frati minori abitavano un con-


na Chiesa; poscia trasferito a Man- vento poco distante da Ferentino,
fredonia. Giulio 111 fece vescovo di che il Teuli neli* Appar. minor, p.
Ferentino il suo parente fr. Aure- i53, crede edificato da s. France-
lio Teobaldeschi di Ferentino, ca- sco, nel passaggio che fece per que-
valiere gerosolimitano. Giovanni sta città^ al monte Gar^
andando
Carlo Autonelli nobile di Velletri, gano; quindi riporta il breve di
\icario generale di quella città pel JNicolò III, Significalur nobisj da-
cardinal Francesco Barberini , che to nel maggio 1277, e diretto al
nel 1677 da Innocenzo XI lo fece cardinal Giordano rettore di Ma-
eleggere in vescovo. Fondò il se- rittima e Campagna, in occasione
minario, visitò la diocesi, fu il pa- che ì fiati nel fabbricare un nuo-
dre de* poveri , e siccome zelante \o convento, provavano la perse-
pastore celebrò nel 1 683 il sinodo cuzioue del vescovo e clero di Fé-
,

3o4 FER FER


Ixindi pubblicati. Ed è jierciò die ri, d'individuali persone, osservan-
presso i rncdesimi romani feria si- dosi nell'anniversario della nascita
gnificò un giorno di fieray perchè o natalizio di taluno, e in quello
tenevansi le fiere ne* giorni di fe- della morte di tale altro ; come vi
ria. Siccome di sopra dicemmo che erano quelle chiamate espiatorie,
alcuni giorni furono detti festì ed o denicalij per l'espiazione delle fa-
è a sapersi che que-
altri proft'siiy miglie, che contratto avessero im-
stierano quelli che si concedeva- purità a motivo di qualche defun-
no agli uomini per amministrar le to; v'erano quelle chiamate ese-
cose della repubblica, e le private. quiali, pei funerali ed esequie che
I giorni profesti si dividevano in celebravansi ; e le meteggioni, ferie
fnsliy ne' quali il pretore diceva : delle vendemmie che osserva vansi tre
do, dico, abdico ne' fasti , i quali volte all'anno, secondo il tempo
sipuò dire ch'erano vacanze, op- della raccolta de'frutti, de' quali si

pure erano giorni intercisi o endo- temeva alcun danno. E perciò iVu-
ciftìy e secondo altri edontercisì, e ma ordinò le feste rubigali a' XXV
questi erano quando in alcune ore d'aprile, perchè allora suol nascere
di questi giorni si poteva agire la biada ; a' XXVIII di aprile era-
giudizialmente, e negli altri ch^era- no le ferie floreali ordinate nei pri-
no proibiti. Plauto, cap. I, io e seg., mi anni del sesto secolo di Roma,
Gellio IV, 9. Altri giorni erano det- perchè ogni cosa fiorisse perfetta-
ti comiziali potevano
ne quali si mente; le ferie vinali celebravansi
celebrar i dicevano
comizi ; altri si il primo di marzo, perchè allora si

nundinae quasi novendinae, perchè provavano i vini; le vinali seconde


ogni nove giorni si celebravano, e o estivali avevano luogo a' XX a-
questi erano quando la gente di gosto per placar che
le tempeste ,

campagna veniva al mercato, ed a solevano in que' giorni danneggiare


ricever leggi. I giorni pubblici nei le uve. Le ferie paganiche dell'a-

quali era lecito di andar contro i gricoltura, così dette perchè i con-
nemici, non
poteva far cosa al-
si tadini erano chiamati anche pa-
cuna pubblicamente, ma esattamen* gani, dai loro paghi o ville. Le fe-
te questi si dovevano distinguere rie quirinali erano chiamate le fe-
dai giorni nefasti. Il giorno deno- rie degli stolti , dappoiché in quei
minale era il quarto delle calende, giorni si sagrificava solo da questi,
none, ed idi di ciascun mese, ed cioè queUi che nel giorno della fe-
ancora così denominavano alcune sta non avevano sagrificato per i-
ferie. Finalmente si aveva per gior- gnoranza od indolenza. Ne* giorni
no infaustissimo Valliensis^ perchè dunque feriali presso i romani non
in quel giorno, eh' era il decimo era permesso di lavorare, o al-
quinto delle calende di settembre, meno si poteva fare solo quello che
i romani furono superali dai galli onninamente era necessario. Le fie-
e dai vejenti. re erano scritte nel calendario, ed
Vi furono ferie particolari , e i giorni determinati in cui celebra-
solo proprie di alcune famiglie, co- vansi, e si dicevano annales, anniver-
me le avea la Claudia, Emilia l' sariae, o statìvae. Sulle ferie si pos-
la Giulia, e la Cornelia, ed altre. sono consultare anche Aulo Gellio,
Ve ne furono delle piìi particola- Struvio, Hoffmann, e Pesto , che
FER FER 3o^
chiama la feria Ferias Statas. V. eziandio di prima classe, e perciò
Festa e Giorni. si trasferisce, almeno nel coro. Le
Dai gentili passò il vocabolo di non privilegiate, sono altre ferie
feria ai cristiani, e da principio ap- maggiori, che cedono alle feste di
plicossi alle feste e alle domeniche, doppio, o semidoppio, che occor-
e allora sembrò conservare il suo rono in esse rispettivamente alla
primo significato. Ma in appresso festività di nove lezioni ; ma non
tal vocabolo fu snaturato allorché cedono alle feste semplici, e alle
venne applicato alle sole domeni- vigilie almeno in quanto all'uffizio,

che, poscia a tutti i giorni della e se occorra qualche vigilia in al-


settimana non festivi, per indi- cuna di queste ferie, non si farà
care nel rito della Chiesa roma- di essa commemorazione ; si dirà
na i giorni d' uffizio semplice to- , la messa della vigilia, colla com-
gliendosi questa denominazione ai memorazione della feria. Le ferie mi-
giorni propriamente festivi, ai qua- nori poi sono quelle fra l'anno,
li in addietro precisamente conve- com' è la feria 111 delle Rogazioni,
niva. Feria dunque in termine di le quali cedono a qualunque festa
rubrica ecclesiastica significa gior- eziandio di tre lezioni ; cosicché di
no non festivo, e non occupato esse non si fa neppur commemo-
coirufiìzio di un santo. Vi sono due razione, ancorché si faccia l'uffizio
sorte di ferie, cioè firie maggiori, di qualche o di S. Maria
vigilia ,

perchè di esse si fa sempre 1* uffi- in sahbato, ovvero di qualche gior-


zio o almeno la commemorazio-
, no fra l'ottava, e del giorno stes-
ne, come sarebbero le ferie dell' av- so ottavo : più tali cedono an-
ferie
vento della quaresima , come il
, che alle feste concedute semel in
giorno delle ceneri, e i tre ultimi hehdomada o in mense per par-
giorni della settimana santa, il cui ticolari concessioni de' sommi Pon-
uffizio prevale ad ogni altro, i due tefici.V. Uffizio, Messa, Commemo-
giorni dopo Pasqua^ e la Penteco- razione, Doppio ec.
ste, e la seconda feria delle Roga- 11 Macri nella Not. de' s^ocahol,
zioni che ha il suo uffizio partico- eccl.y al nome Feria, dice che fu
lare, ed altre che si dicono ferie dai cristiani applicato a tutti i gior-
minori, che non escludono V uffizio ni della settimana, perchè la Chie-
di un santo, e non bisogna far me- sa volle togliere i nomi delle dei-
moria di esse : le ferie semplici Luna, Mar-
tà de' gentili cioè Sole,
niente escludono, ogni altro uffizio te, Mercurio, Giove, Venere, e Sa-
prevale a quello della feria. Le fe- turno ai quali erano dedicali i gior-
rie maggiori si dividono in privi- ni , e per dare ad intendere che
legiate , e non privilegiate ; le pri- le persone ecclesiastiche [in tutti i
sono quelle che non ce-
vilegiate giorni della settimana devono fe-
dono ad alcun uffizio o feria, co- riare dai negozi, ed attendere so-
me sono la detta IV feria delle lamente al servigio e culto divino.
ceneri, tutta la settimana maggio- Il Rinaldi all'anno 4^, num. 85,
re , e quelle tutte fra V ottava di nota che siccome il sacerdote dei
Pasqua, e di Pentecoste. Tutte que- gentili era sempre feriato, così per-
ste ferie escludono qualunque altro chè i chierici devono attendere di
uffizio o festa che occorra in esse, continuo al servigio di Dio sono ,

VOL. XXIII. 20
, .

3()fi FER FER


per loro fenati tutti i giorni, i qua- mate ferie tutti i giorni posteriori
li pei*ciò chiamavansi ferie. Dice alla domenica. Nella chiesa ambro-
inoltre che le ferie de* gentili, fu- giana chìamansi feriae de excepto
rono dai cristiani piamente conver- quei giorni che vi sono dall' ultima
tile nelle feste de* martiri e me-
, domenica dell' avvento fino alla na-
glio ne tratta all'anno 58,num. 87. tività di Gesti Cristo, perchè si ce-
Non fii questo vocabolo di 'feria lebrano con maggior solennità
come alcuni pensarono inventato , Ne' sagri canoni chiamansi feriae
dal Papa s. Silvestro I, dicendo legitimae la seconda , la quarta e
che i giorni della settimana, tolti- la sesta feria, per essere quei giorni
ne il sabato e la domenica, fosse- che destinati erano un tempo al di-
ro chiamati ferie j dappoiché tra giuno de' penitenti. I monaci greci
gli altri Tertulliano, De jejun. cap. perciò oltre il digiuno della quarta
2, pag. 545, nomina spesso la quar- e della sesta feria, che sono comu-
ta e sesta feria , ne' quali giorni ni anche ai laici, sogliono digiuna-
solevano i cristiani digiunare sino re pure nella feria seconda in me-
airora di nona, come poi fecero moria di Cristo, che cominciò il
gli orientali : nella feria IV perchè suo digiuno appunto da questo gior-
in tal giorno il Salvatore fu tra- no. F. il Rocca, Opera omnia, che
dito da Giuda . nella feria VI in nel tom. I parla delle ferie; ed il
memoria della sua passione e morte, p. Gavanto , con le addizioni del
il qual giorno fu in tanta venerazione p. Merati, nel Compendio delle ce-
tenuto imperatore Costantino
dall' rimonie eccl. massime nella lezio-
il grande, che ordinò a tutti che ne III, cap. V De feriis. Sì dice
fosse osservato come la domenica , feriale, ferialis, ciò che risguarda la
come attestano Eusebio, Sozome- feria , che è di feria : vocabolo di
no, Niceforo ec. , ed.il citato Ri- breviario , e di canto. Un giorno
naldi all'anno 32i,num. i5. Altri feriale è un giorno di semplice fe-

narrano che avendo tal principe ria. Le preci feriali sono quelle che
comandato di festeggiare tutta la si recitano in ginocchio nel coro
settimana di Pasqua , la domenica nei giorni di feria. L'uffizio feriale

si trovò essere la prima feria, il lu- è l'offizio della feria. Feriale fu pur

nedì la seconda, il martedì la ter- chiamato il Calendario nel quale si


za ec. Inoltre s. Ignazio martire, notavano le ferie, le quali Asterio
che fiorì molto tempo prima di s. chiamò ferias dii'inas.
Silvestro I, neir epistola scritta ai Feria in termine di giurispru-
Filippensi, fa menzione della IV fe- denza sono quei giorni, o tempi
ria ; così anche s. Giustino marti- nei quali non possono farsi atti
re, nella questione 65, nomina la giudiziali, e di contenziosa giuris-
IV e V Siccome
feria. la parola dizione, tempo durante
e questo
feria corrisponde anche alla voce non si commette contumacia. Le
sabato , di cui gli ebrei servivansi ferie diconsi dai legisti yM^^zV/ww, che
non solo per significare l'ultimo è. lo stessoche jiistum stare ^ ossia
giorno della settimana da essi os- vacanza del foro che si trattiene ,

servato , ma ancora per indicare dall'attitare , ed agire in giudizio.


tutta la settimana medesima } così Le ferie forensi sono solenni e re-
ancora presso i cristiani sono chia- pentine, altre intimate pubblicamen-
,

FER FER 307


te, o rustiche, he solenni sono quel- cidiariijgli adulteri, i propinatori di
le introdotte pel culto divino , ad veleni, irattori di vergini, i monetari
onore e rispetto della B. Vergine, falsi, i violatori de'sepolcri, i ladri,

e de' santi. Le ferie repentine sono i ribelli di lesa maestà, ed altri si-
quelle, che il solo sovrano intima mili infami. Presso gli ebrei poi si

per qualche pubblica allegrezza , giudicava in ogni tempo, e si ren-


congratulazione, e anche mesta cir- deva giustizia eccettuati i sabati, e
costanza, come sarebbe nella ricor- gli altri giorni festivi. In tempo di
renza del giorno onomastico del ferie non possono farsi mercati
principe, per la nascita di qualche meno che il bisogno lo esigesse, o
figlio,per la elezione, ed incoro- la pietà lo persuadesse; sarebbe di
nazione, nel maritaggio, nella oc- necessità urgente se la cosa dovesse
casione di riportata vittoria, ed al- perire. Lo persuade la pietà se si

tri fausti avvenimenti ; ed in occa- trattasse di causa di afflitte, impo-


sione di funerale , e ricordanze di tenti e miserabili persone, men-
qualche personaggio. Diconsi repen- tre nelle opere di pietà e mise-
tine, perchè sono incerte, e perchè ricordia non si là eccettuazione e
s'indicano alla opportunità, ed alla distinzione di giorni. Non si atten-
occasione : le ferie istituite in ono- dono però le ferie negli atti di vo-
re del principe si chiamano onora' lontaria giurisdizione che possono
rie. Le ferie sono quelle
rustiche farsi in ogni luogo e tempo, purché
che per affari agrari si accordano, sia decente. Sono atti di volontaria
e per pubblico vantaggio, cioè in giurisdizione l'adottare, l'emancipa-
occasione delle messi, e della ven- re,dar tutori, scomunicare , ed assol-
demmia, che pubbliche e solenni vere dove la cognizione della cau-
si dicono, né possono i lavoranti di sa lo esiga. Alle ferie repentine e
campagna, e segnatamente se la ne- solenni, come alle rustiche e pub-
cessità non lo esige, chiamarsi in giu- bliche non si può rinunziare. Il

dizio, affinchè la circostanza del mo- moto-proprio del regnante Grego-


mento non gli faccia perdere i beni rio XVI de' IO novembre i834
concessi dalla celeste provvidenza. prescrive e dichiara quali sono le
In occasione di ferie non possono ferie attualmente vigenti per gli
trattarsi cause contenziose, non può atti giudiziali. Sulle particolari di-
chiamarsi in giudizio, non può pro- sposizioni delle ferie è a vedersi
ferirsi sentenza, e tutto quello si l'analogo editto del cardinal Gam-
facesse in questi giorni sarebbe nul- berini; e il titolo X, capitolo I del-
lo ipso jure. Non può condannarsi le ferie e delle dilazioni del regola-
a morte, né infliggersi pene; ciò mento organico pubblicato a' 5 ot-
venne stabilito non solo dalla Chie- tobre i83i dal cardinal Bernetti.
sa, ma anche dai principi secolari, Dal medesimo moto-proprio risul-
Valentiniano, Valente, Graziano, e ta, che ninna citazione, intimazio-
Teodosio. Veggansi il canone del ne, o notifica di sentenza, o altro
concilioMeldense celebrato nell'an- atto giudiziale, possa eseguirsi nei
no 845. Qui va avvertito, che da giorni festivi di precetto senza il

queste prescrizioni, e dalla osservan- permesso della ecclesiastica autori-


za delle ferie erano eccettuati gli omi- tà. Inoltre in Roma agiscono in
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tutte le domeniclie il giudice dei di)y e il tribunale della sagra con-
mercenari per le cause economiclie, sulta.
del quale si parlerà all'articolo FERMENTO. V. Pane fermen-
Tribunale di Campidoglio ( Ve- TATO, Pane benedetto, ed Eulogia.

FINE DEL VOLUME VIGESIMOTERZO.


BX 841 .M67 1840
SMCR
tioroni
, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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