Professional Documents
Culture Documents
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRIj A! SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, ALLE FESTE Plì) SOLENNI,
AI CONCILII ,
COMPILAZIONE
GREGORIO XV L
VOL. XXIIL
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLIII.
Q^ i ù^
v-% r» r
>>£
2
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO -ECCLESIASTICA
F
FAG FAL
F
AGGIO. Società. Ad Adolfo vale a dire un re, e il consiglio.
contedi Cleves, ed all'anno i38o, Nel martedì seguente facevasi una
si attribuisce l'istituzione della so- pia ufficiatura pei confratelli de-
cietà del Faggio. Sembra formata funti, e nell'ottava,o piuttosto dal
per mantener l'unione tra i nobili venerdì precedente fino al vener-
di Cleves , e la loro subordina- dì seguente, la società si applicava
zione al conte; il perchè trenta- a terminar le questioni insorte tra
cinque signori o gentiluomini, en- i confratelli. il tempo che
Ignorasi
trarono subito in questa società, ed durò questa ed è sol nota
società,
ebbero per distintivo un faggio ri- per le lettere di sua fondazione,
camato in argento, che portavano delle quali Schoonebeck ce ne ha
sopra il loro mantello, anzi non lasciato una traduzione nella sua
potevano giammai comparire in Slorìa degli ordini militari.
pubblico senza tale ornamento; e FAGNANO, Cardinale. V. Scan-
qualunque volta ommettevano por- NABECCIII.
tarlo, dovevano pagare una multa FAINA (s.). Credesi ch'ella fos-
di ^e gran lire tornesi a benefìcio se badessa e vivesse in Irlanda nel
de'poveri. Nella domenica dopo la sesto secolo. Le reliquie di lei si
6 FAL FaL
agosto lySa, per incoraggìre eri- FALCONIERI Alessandro, Car-
compensare al tempo stesso la fé- dinaie Alessandro Falconieri di
.
suo capo Carlo YI che l'approvò, natale nel 1657. Contro sua vo-
Da ultimo, 8 ottobre i8i5, l'or-
a' 1 lontà, che desiderava piuttosto gli
dine gran duca
fu restaurato dal umili impieghi, s'indusse ad obbe-
Carlo Augusto, per dare con esso dire Innocenzo XII, ed aderire alle
alle persone che avevano contri- istanze che gli venivano fatte per-
buito air indipendenza della Ger- che assumesse l'abito prelatizio. Fu
mania, un contrassegno manifesto quindi annoverato da principio tra
di riconoscenza de'servigi che ave- i ponenti del buon governo, poi
"Vano reso allo stato. La prima clas- tra quelli di consulta, e in segui
se dell'ordine si compone del gran io ottenne il grado di presidente
maestro, che suole essere sempre della camera, impieghi ch'egli oc-
il gran duca regnante, dei princi- cupo con molta lode contempora-
pi della casa ducale, e di dodici neamente. Clemente XI, nel 1702,
gran croci; questa prima classe non gli diede la commissione di sgom-
scudo della piastra d'argento otta- l'avello del Cardinal Leho, in una
gona, che gran croci sogliono por-
i tomba di marmo nero che si a-
tnre nel lato sinistro del loro a- veva apparecchiata ancor vivente
bito di corte; il nastro poi da cui con un'assai modesta iscrizione,
pende la decorazione è rosso ma- FALCONIERI Lelio, Cardinale.
ruzzato. Lelio Falconieri, di antica e nobile
FAL 7
famiglia fiorentina, apparve sin da caritatevole al sommo; e narrasi
fanciullo ricco di belle virtù, che che volendo i bolognesi chiudere
fino d'allora fecero in lui presagi- lo spedale, detto la casa della mi-
re i più prosperi avvenimenti. Stu- sericordia, ridotto all'estrema men-
diò le leggi neir università di Pe- dicità , egli chiamati i principali
rugia, ed ebbe la laurea in Pisa. nobili, tanto li eccitasse a soccor-
Recatosi poscia in Roma die prin- rere quel pio istituto, che dietro il
cipio alla sua luminosa carriera, di lui esempio furono così libera-
col trattare come valente avvo- li da poterne in breve ripristinare
cato le cause nella curia roma- i teneri offici verso della umanità
na; e vestito quindi l'abito pre- sconsolata. Fu assalito da malattia
latizio, da Paolo V venne impie- de'calcoli, e con eroica rassegnazio-
gato nel governo delle città del- ne ne sofferse l'estrazione, che riu-
lo stato ecclesiastico, tra le qua- scì molto difficile per la loro gros-
li Spoleto, Benevento e Sanse veri- sezza. In Firenze sostenne un'altra
no. Gregorio XV lo fece presiden- gravissima malattia, e dopo questa
te della provincia di Marittima si determinò di tornarsene in Ro-
e Campagna, e poco tempo dopo ma; ma così era indeboHto dalla
Urbano Vili l'annoverò tra po- i forza de'mali, che in Viterbo, l'an-
nenti di consulta, colla carica di no 1648, finì di vivere. Le spo-
commissaiio generale dell' Umbria glie mortali, trasferite in Roma,
e Romagna. Fu quindi spedito nun- furon deposte nella chiesa di s. Gio-
zio nelle Fiandre ; ma dovutosi ri- vanni de'Fiorentini, dove al lato de-
coverare in Roma per gravissima stro dell' altare maggiore sorge un
malattia, ebbe il posto di segieta- magnifico monumento con onorevo-
rio de' vescovi e regolari, aggiunto- le iscrizione.
vi qualcbe altro onorevolissimo im- FALDA. Veste del sommo Pon-
piego. Tal si fu la di lui destrezza tefice, del cui ne ignoranome se
e lealtà nel maneggiare i più dif- la ragione. 11 Du-Cange
alla pa-
ficili affari, die Urbano Vili più rola Falda, dice così chiamarsi
volte dichiarò di preferire nelle quel recinto, entro il quale il ve-
cause più difficili il consiglio e la scovo, e ministri della Chiesa ce-
i
se in tal impiego al bene de'po- gione si dice falda del monte, co-
poli. Disinteressato, riprendeva ri- me scrisse il Villani, una falda del-
gidamente coloro che lasciavansi la montagna di Falderona; e il Boc-
sedurre dai doni ; facile ed umano caccio si espresse, « fategli mettere
con tutti, odiava le persecuzioni e le maniche e cingere la falda ", nella
le insidie: che anzi destramente qual voce crede il Ferrari signifi-
seppe conciliare gli animi di mol- carsi quella veste , che alle altre
ti nobili bolognesi fieramente gli si sovrappone, e si cinge, com' è
uni contro gli altri accesi. Era poi quella usata dal romano Pontofì-
,
8 FAL FAL
ce, che si pone sopra le altre ve- stende per un palmo e mezzo ol-
sti, cioè sulla sottana talare. Nel tre i piedi, e molto più nella po-
Dizionario della lìngua italiana ^ steriore, onde
formare la coda o
dicesi falda anche quella parte del- strascico, essendo di due palmi più
la sopravveste, o del farsetto (ve- dell'altezza della persona. Di seta
stimento del busto, come giubbo- la falda si usa di due sorti: la più
ne o camiciola, ovvero vestito cor- breve, usata nei concistori segreti,
to da uomo) che pende dalla cin- è più lunga di un palmo nella par-
tura al ginocchio; e si dice anco te anteriore, e circa due nella po-
del lembo di qualsisia veste, ed in steriore. E molto più grande quel-
Ialino sinus^ linibus. Per livihus il la che si usa quando il Papa è
Macri intende quel drappo che nel- vestito pontificalmente, essendo nel-
la Chiesa latina, gallicana, ambro- la parte anteriore più di due pal-
giana ec,
cuce nella parte an-
si mi lunga, e nella posteriore circa
teriore e posteriore del camice, ed cinque. Nei giorni feriali, ne'quali
anche nell'estremità delle mani- si comprendono domeniche del- le
che. l'avvento e quaresima, un proto-
Il p. Bonanni, nella sua Gerar- notario più antico con la cappa,
chia ecclesiastica, trattando delle alza le fimbrie del piviale stando
vesti del sommo Pontefice, dice che alla sinistra del Pontefice, sinché
monsignor Landucci sagrista pon- sia giunto all'altare: e questo ri-
tificio, nel suo ms. , toni. I, cap. to é stato osservato sino ad Ales-
38, notando le vesti occorrenti pel sandro VI, come nel suo cerimo-
nuovo Papa, Falda,vi comprese la niale scrisse Paride de Grassis; ma
veste di tabi bianco lunga con co- oggidì i due Cardinali assistenti le
da, la quale cinta ne'Iombi, pende sollevano , e un ambasciatore sos-
e si strascina per terra: il tabi è tiene la coda o strascico, oppure
im drappo di seta bianca. Indi altra persona secolare, ma se non
soggiunge , che oltre la veste, sot- vi é supplisce primo protonota- il
tana, o toga talare bianca di se- rio apostolico. Fin qui il detto pa-
ta o di lana, propria del Pontefice, dre Bonanni, che pubblicò nell'an-
avvi la veste nominata falda, la no 1720 in Roma la succitata o-
qiiale non sempre si usa, ma so- pera.
lamente in alcune funzioni più so- Al presente la falda che usa il
lenni. Nei rituali sì antichi che mo- Pontefice , e che sovrappone alla
derni non si trova la falda nomi- sottana, sia di lana che di seta, é
nata, foi*se perché col nome di tu- sempre di drappo o seta bianca
nica, in cui si significa la veste ta- ampia e più lunga nella parte po-
lare, si può anche comprendere la steriore che nell'anteriore, N' é cu-
falda. Si cinge questa ne'Iombi a stode il cubiculario sotto-guardaro-
guisa di veste donnesca, e secondo ba, di cui parlammo al volume VI,
le qualità delle funzioni la mate- pag. 182, del Dizionario, che la
ria di essa è varia, essendo alcune tiene entro una saccoccia foderata
volte di seta, altre di lana, come di velluto di colore rosso, e quan-
è anche tonaca o sottana con-
la do il Papa r assume la prepara ,
setta ai lombi la stessa falda dal mili, lavanda de' piedi, apertura e
detto cerimoniere, cioè sotto al roc- chiusura della porta santa ec, con-
chetto. Il cerimoniere, fatta la ge- cistori pubblici e semipubblici; fi-
falda colla stola, questa ed il cap- e la cappa nelle parti laterali an-
pello ivi depone, levandosi poscia teriori veniva sostenuta da due ca-
mità, che lasciano allorché il detto sagri paramenti eh' esigono la fal-
jo FAL FAL
tnitto, il camice, il cingolo, e la però ne assumeva una più piccola,
stola. Qui però va avvertito, che e meno incomoda. Già nei ponti-
si legge nei mss. del celebre ceri- ficati di Pio VI, e di Pio VII, in
FAL FAL II
viene sostenuta dal principe assi- pie del trono quando il Pontefice
stente al soglio, o dal senatore di lo ascende, e nell'istesso luogo la
Roma, in mancanza de' quali dal riprende quando n' è disceso. ]\ei
più degno de' conservatori di Ro- concistori semipubblici non avendo
ma. Alzatosi il Papa dal genufles- luogo ne i principi assistenti al so-
sorio dopo avere orato, per recarsi glio, uè il magistrato romano, la
di nuovo alla sedia gestatoria, i falda è sostenuta dai camerieri se-
protonotari, e il principe assistente greti soltanto. F. Cappelle Ponti-
al soglio ripigliano le estremila del- ficie, Vesti Pontificie, Manto Pon-
la falda, facendo altrettanto quan- tificale. A quest'ultimo articolo si
Il FAL FAL
Iure e predicare al popolo; percliè de judiccs ducunt eum itsque ad
i vescovi ponli ficai mente vestili locuni illuni ubi datar presbyle-
dovendo in fra i sacrosanti misteri riuni: tuiic vero exitunt eum pia-
ragionare al popolo, uè ciò polen- netaj et apposito manto super sca-
do fare dalla catledra vescovile pulas sedct in Fonslatorio (ecco
die anticamente era per tutto sot- un'altra voce ) seu cathedra, et lar-
to ia tribuna del coro , rimpetto gitur presbyleriuni cunctis ordinibus
al ciborio dell'altare, il quale alta- propria nianu. Altri finalmente fan-
re era situalo col tergo verso la no derivare la parola faldistorio dal-
nave della chiesa, celebrando i ve- la parola sassone Falda; s. Gre-
scovi di faccia al popolo, come gorio di Tours la disse FaldeO'
oggidì ancora si osserva nelle ba- neni, quasi sedem stercorariani, an-
siliche principali di Roma , servi- ticamente adoperata dai Pontefici,
vansi di questa piccola sedia, col- nella funzione del solenne posses-
locata dietro all' altare maggiore ,
so. Il Macri nel Hierolexicon fu
cioè di faccia all'udienza. 11 Du- di parere che proceda dalla parola
Cange però nel suo glossario dis- italiana falda, che significa anche
se non esser giusta tal significazio- luogo basso, onde diciamo la falda
ne, aderendo piuttosto a quelli i del molile, mentre tale sedia si ado-
quali stimarono derivare tal nome pera collocata nella estremità del-
dalla parola Faldain, che significa lo strato o tappeto, con cui si ad-
piegare, citando Ateneo, òinesio, dobba il trono pontificio. Il Burio poi
Esichio ed altri. Il Sarnelli dice nel suo Onotnasticon elyinologicum,
che non vi è alcuna voce latina ecco come descrive il faldistorio.
tei minante in sloriuni^ e per indi- >' Ilalicum falda idem est quod
cazione di luogo si ha Consislo- » latine plica, distornar est expli-
ì'iuniy luogo in cui oggi i Cardi- M care : sic faldistorium ponitur
nali si radunano avantiPapa ; al » prò sede portatili complicata
indi aggiunge, che Sidonio chiamò « quae disjungitur , sive explica-
Consistorium il luogo dove si trat- « tur, et distenditur , dum usui
tenevano e fermavano i camerieri « servii etiam prò tapete suppe-
per alquanto riposarsi, e quasi lo >9 daneo sumitur: nam tapetes com-
che in nostro lin-
eiis colisistendi, » plicantur, et explicantur ; ita le-
posilo /r^ììo accifjit milratnj dciu- Questa sedia negli antichi rituali
,
FAL FAL i3
fu chiamata Tripode, come notò il adoperali dal Papa nella basthca
Marlene, de antiq. rìlib. lib. 1, cap. laleranense nel giorno di Pasqua,
4, citando un rituale mss. di s. ove si trasferiva a cavallo dal pa-
Martino di Tours, dove si fa men- lazzo vaticano, si dice : Scllam au-
zione della processione usala nel- teni Pontificis cuhicularius laicns
l'andare a cantar l' evangelio, con procedens deportai, ut parata sii
queste parole : Post clericulos va- dum in sacrarium venit. Della qua-
dunt duo acolithi curii incenso post le si serviva il Papa nella sa-
sedia
illuni qui portat Tripodium. Ma lo grestia, mentre si vestiva delle ve-
slesso Marlene confessa d' ignorare sti sagre, ed è probabile che fosse
il Tripodium,
significato della voce della forma del faldistorio pieghe-
ed aggiunge che non sapevasi nep- vole e leggera, mentre un sol mi-
pure dai canonici della chiesa di nistro dello cubiculario doveva por-
s. Martino, siccome rito abolito. tarla nel viaggio assai lungo, cioè
Leone Marsicano, nelle Cronache di dal Vaticano alla basilica lalera-
Monte Cassino, lib. II, cap. 10*2, nense. Anzi neir ordine del- XV
racconta che tra le suppellettili del l'antico rituale della chiesa di s.
Vos scholastici aut certe qui de tevano essere pei vescovi , qunli i
de'quali sono formati di legno in- nal vescovo suburbicario, che gli
tatjliato e dorato, di bronzo o di fa da vescovo assistente, siede sul
ferro con pomi rotondi dorati lisci ripiano del trono pontificio su di
o lavorati. Tutti però convengono un faldistorio ignudo, con sempli-
nell'essere fabbricati con quattro ce cuscino per rispetto al Papa,
piedi, dai quali sono sostenuti, sic- alla cui sinistra si pone il faldi-
come nella parte superiore termi- storio.
nano in quattro braccia opposte, Il citato Garampi, nel Sigillo
inargentate o dorate, e variamente della Garfagnana, parlando del-
lavorate. La copertina del faldi- l'antico uso del faldistorio presso
storio,, aperta ai quattro lati, è di i romani Pontefici, oltre a quanto
drappo del colore secondo il rito ne raccolse monsignor Giorgi, nel-
corrente^ più o meno ricco^ con la Litnrg. rom. Pontif. tom. I, p.
ricami d'oro, d'argento, e di seta, 79, dice che se ne ha chiara te-
mul, sicut una tabula. Item unum slato regalalo dal Papa Pio VII
falcistorium de ebano. Nella descri- del suo ritratto, dipinto dal cele-
, ,
insigni magistrature ed ordini pro- cioè una Hte nata tra i due popoli
pri solo delle colonie. Gli scavi in- pei confini, facendosi ivi ricordo di
cominciarono sotto Clemente XIV, una lettera di Augusto, che por-
e si proseguirono sotto Pio VI, e tando grande amore ai soldati del-
ne' tempi posteriori, come si legge la quarta legione, li esortava a
FAL FAL 17
riunire i ed a venderli.
subsicivi tilale; ma che fu più mira-
quel
Appoggiato a questa lettera Domi- bile, è il rinvenimento d'un fram-
ziano nella sua sentenza favorì i mento di lapide, che si trovò per-
faleriensi. fettamente combaciare con altro
Assai più degli slimoli e degli brano trovato ab antico nel ter-
sforzi pubblici potè nella colta e reno stesso , e già riportato dal
beneoierila famiglia De Minicis di Muratori e dal Colucci , il quale
Falerone l'amore lodevole del suo- frammento i De Minicis erano giun-
lo natale. Per le dotte cure del- ti a possedere, e lo avevano colloca-
j^ FAL FAL
un moderno teatro. Nel paese si Minicis, che la dotò di un fondo ru-
vedono sparse qua e colà delle iscri- stico pel mantenimento delle mae-
zioni, collocate sulle soglie e sulle stre. Il Calindri, nell' interessante
facciate esterne di molte case, co- Saggio statistico storico dello sta»
me ancora diversi sepolcri, tempiet- io Pontificioy dice che Faleria fos-
ti, e mosaici; il teatro, l'anfitea- se colonia militare, e che si chia-
tro, le terme, ed altri edifìzi pub- masse Fallerà^ Fallencna e Tlgnioj
blici, tutti avanzi della città dai e che gli avanzi delle sue magni-
goti distrutta verso l'anno 4^5, ov- ficenze un tempo furono soggetti
vero dopo la morte di Alarico lo- a Trasbuno duca di Fermo. Il eh.
ro re, avvenuta l'anno Soj, e per Castellano, nel suo applaudito Spec-
opera di altri goti che invasero chio geografico ' storico -politico^ ci
nuovamente le città del Piceno: es- dà copiose notizie su Faleria e
sendo anche probabile che sì fatta Falerone, dicendoci che dopo esse-
distruzione l'operassero i longobar- re stata distrutta barbaramente dal-
di dopo metà del
la sesto secolo, le armi straniere, ne'secoli di mez-
Io che confermasi da Gregorio s. zo, Falerone, che la rimpiazzò, eb-
I Papa. Panfilo poi opina che Fa- be al pari degli altri paesi d'Italia
lena fosse distrutta dai fìnni; e i particolari signori, che si
suoi
l'Adami più probabilmente assegnò trovano nominati nella transazione
questo eccidio all'anno 5g3 ed ai fermata da Annibaldo di Trasmon-
longobardi, del quale poi si ripar- do rettore della Marca, e nipote
lerà. Inoltre da lapidi , medaglie, di Papa Alessandro IV, transazio-
.e rottami di scolture si trova spar- ne che al dire del Colucci, nella
so il suo territorio, altronde ferti- sua Treja oggi Montecchio qui ,
vago dipinto di Carlo Crivelli ; men- nel secolo XIII, si provò d'impa-
tre nella chiesa rurale di s. Maria dronirsi della signoria di Fermo.
degli Angeli, già spettante ai reli- Nel secolo XIV quando il Cardi-
giosi Clareni , evvi uno stimato nal Albornoz mosse alla ricupera
affresco ,Pagani eseguito nel
dal delle terre usurpate alla Chiesa
1547. Finalmente sonovi, un mo- mentre Papi risiedevano in Avi-
i
FAL FAL ,9
assalto anche Falcione. Nel i5i3, scovo di Faleria chiamato Garoso.
per la sede vacante per morte di L'Arduino, Conc. Collect. t. II,
Giulio II, Lodovico Eufreducci fe- col. 928, prosegue nell' indice geo-
ce con genti armate una correria grafico ad enumerare altri vescovi
a Falerone, e fu accettato dal ca- appartenenti a questa città, scri-
stello, dove l'antichissima e nobi- vendo : Faleritanus in Piceno, clini
lissima sua famiglia ebbe sempre Faleroni, Crescenlius .... Hardui-
partito e fautori, per aver ivi avu- nus .... Joannes Faleriniis ; ed
to signoria. Quando il vescovo Bo- il Fontanini attribuisce a Faleria
nafede fu mandato da Leone X a un altro vescovo chiamato Giovan-
ricomporre la Marca, Falerone par- ni. Il p. Mamachi, de episcopalus
teggiò per Lodovico, come il più Hortani antiquitate, dimostra che
forte bellicoso castello a lui affe- i vescovi chiamati Faleritani ap-
zionato, ad onta delle minaccie del partengono a Falerone Piceno. È
Bonafede; ma con nella battaglia noto, che ne' primi secoli della
questo, dopo avere valorosamente Chiesa era regola universale, che
Eufreduccio combattuto, vi perde la diocesi vescovile fosse compresa
la vita. nel solo territorio di quella città,
Faleria nel Piceno , diversa da ove teneva residenza il vescovo
Faleria città di Etruria, e da al- acciò le autorità ecclesiastica e ci-
tre di egual nome, sino all'anno vile avessero gì' istessi confini. In
7 1 1 di Roma
o sino dai tempi
, quanto a quelli dell'agro Falerio-
di Augusto imperatore fu colonia nense, abbiamo dal eh. De Minicis,
romana, e sulla metà circa del V Del teatroFalerone, che la
di
secolo ebbe la sua sede vescovile, città aveva un perimetro di due
come rilevasi da una lettera rife- miglia circa, non compresi i sepol-
rita dal Cardinal Deusdedit, e creti ch'erano fuori di essa ; che
scritta da Papa s. Gelasio I nel- il territorio di Faleria estendevasi
l'anno 49^ a' vescovi Piespetlo e sino al mare Adriatico , come si
93. Per la prima visita che l' at- tri capi della fazione de' guelfi ten-
tuale pastore arcivescovo di Fermo, tarono ogni via per impedire quel-
Cardinal Filippo de Angelis, fece la solenne incoronazione; ma spe-
nell'anno i843 in Falerone, dai dito il Cardinale Arnaldo come le-
FAL FAL 21
cario. E sebbene dovette per cjiia]- fece tali progressi negli sludi, che
che tempo assentarsi dal irgginie superò la loro espeltazione, massi-
pastorale di quella greggia, pur vi me nello studio della giurispru-
fu sempre col cuore presente , re- denza in cui si dedicò dappoi. Ab-
candovi di tratto in tratto de' se- bracciato lo stato ecclesiastico , si
ai FAL FAM
« nostro Gio. Francesco ci avea lustre genitore ed altri della no-
« fatti dimentichi di aver abban- bile sua famiglia, benefattori insi-
cappa , col promoverlo all' arcive- trina, pietà, integrità di vita, at-
scovato in parlihus di Atene , ed taccamento alla santa Sede, e cor-
alla carica di segretario della con- tesia di modi , il complesso delle
gregazione del concilio, finche nel sue qualità furono encomiale da
concistoro de' io marzo 1823 lo F. M. colla bella iscrizione latina,
creò Cardinale dell'ordine de' pre- che si legge nel numero io del
li,ed insieme vescovo di Ancona Diario di Roma del 1 84 1 ; e col-
ed Umana conferendogli poscia
, laltra elegante iscrizione , che si
per titolo la chiesa de* ss. Nereo legge sul suo sepolcro, decorato del
ed Achilleo. Rinunziate le dette se- proprio stemma gentilizio. Appar-
di vescovili, Leone XII a' 24 mag- tenne alle congregazioni cardinali-
gio 1824 le provvide di altro pa- zie del s. offizio, della concistoriale,
store, e poscia lo trasferì al titolo del concilio, dell' immunità, dell'in-
FAM FAM 23
da un forte e da una grossa torre, che Giacomo, il quale «* intitolava
ma essendo il suo ingresso stretto, re di Cipro, s' impossessò in questa
non può ricevere che piccoli na- isola della fortezza Cerinese, quin-
vigli. Questa città ha due porle di costrinse Famagosta ad arren-
con ponte levatoio, 1' una dalla par- dersi dopo tre anni di assedio,
te del mare e l'altra dal lato di permettendo ai genovesi ivi rima-
terra. L'interno non offre che abi- sti, che si governassero colle loro
24 FAM FAM
feiì a Nicosia nel seguenle secolo, venne quindi un titolo vescovile
essendo già divenuta titolo arcive- in partibuSy sotto la metropoli pu-
scovile. Fra i vescovi latini che re in partìbus di Nicosia, che con-
occuparono la sede vescovile di feriscono i sommi Pontefici . Gli
Famagosta registreremo quelli de- ultimi tre prelati che lo portaro-
gni di special menzione. Cesareo o no, sono monsignor Gio. Martino
Cesario del 121 i è il primo ve- Bernardoni Baccolo di Venezia, da
scovo latino di questa città che si Pio VI traslato da Ippona in par-
conosca. Il detto Papa Innocenzo tìbus il primo giugno 1795; mon-
III lo invitò con altri vescovi di signor Guglielmo Zerbi della dio-
oriente al concilio generale latera- cesi di Milano, de'canonici regolari
nense IV , da lui celebrato nel lateranensi, da Leone XII
traslato
I2i5. 11 successore Onorio III pro- da Abido giugno
in partìbus Vii'j
mosse Cesareo al vescovato di Sa- 1825 ; e l'odierno monsignor Fe-
lerno nel 1225. Il vescovo Marco derico de' Marchesi ManfVedini di
intervenne nel 1 34o al concilio di Rovigo, fatto vescovo dal regnante
Nicosia, e morì nel i346. Mattia Gregorio XVI a'24 gennaio 1842.
Ugoni nel i5i4 si trovò presente Nella proposizione concistoriale di
al concilio generale lateranense V, questo ultimo, si legge : « Ex non-
presieduto da Leone X. Nel pon- » nullis tamen fundis in i^tatu ve-
tificato di Paolo III fiorì il vene- « neto positis reditus summam li-
dei prelati^ le famiglie degli amba- Cristo , vulgo de' Cinesi , appro-
sciatori, de principi ec. ec. , delle vata da Benedetto XIII, e da
quali se ne tratta in parecchi luo- Clemente XII che gli assegnò ot-
ghi del Dizionario ai relativi ar- tocento diicati sopra le mense e-
ticolij potendosi altresì consultare piscopjili di R.cggio, di Tropea, e
gli articoli Corte e CoRTioiANf di Catanzaro, ed inoltre l'unì alla
Domestico, Famigtiare, Servo, ec. Congregazione di propaganda fi-
ec; 5. per ischiatta, stirpe ec, so- de , co' brevi Nnper prò parie ,
bolesj domus, slirps, progenie, pro- de' 7 aprile dell'anno 1732, Bull.
sapia^ geniiSj progeniesj 6. per un t. XlII, p. 268; Injuncti nohiSj de'
convento o monastero di religiosi,, 11 marzo 1736, XIV, p. 76; t.
FAM FAM 27
vescovo di Capsa e vicario aposto- degli uffizi, insieme a qualche cen-
lico nel i836, a cui nel i838 fu no istorico riguardante molti Papi
dato in coadiutore monsignor Gio. e i loro famigli; con alcune no-
Giuseppe Ferreo!, vescovo di Bel- zioni sui famigliari che non han-
lina in parlihus. Chi bramasse co- no singoli articoli nel Dizionario,
noscere diffusamente la storia della ed altre ancora su quei famigliari
fondazione della congregazione del- di cui si trattò, potendo riuscire
la Sagra famiglia, legga l'opera che di addizione a quanto dicemmo di
ha per titolo : Storia della fon- loro. Ma in quanto all'ordine ge-
dazione della congregazione e del rarchico, e rispettive graduazioni
collega della Sagra famiglia di de' ruoh palatini , dal piti antico
G. C, scrina dallo stesso fondato- ruolo inclusive a quello fatto nel
re d. Matteo Ripa, e dei i'iaggi i83i con piena autorità, perfetta
da esso fatti. JXapoli i832, tomi cognizione, ed approvazione del re-
tre. gnante Papa Gregorio XVI, si ve-
FAMIGLIA PONTIFICIA. Si drà saggiamente e costantemente
compone di quegli individui eccle- seguito l'ordine antico, stabilito con
siastici e secolari addetti o intima- maturità di consiglio da tanti dot-
mente ed interamente dedicati al ti, santi ed illuminati Pontefici, me-
domestico e personale servigio del no lievi e non sostanziali varia-
sommo Pontefice, ed ai differenti zioni , che non piegiudicarono le
uffici del suo palazzo apostolico, convenienze e le prerogative antiche
tanto che di onore, tanto
effettivi di veruno. Se non che va qui av-
partecipanti che soprannumerari vertito, che la famiglia palatina,
Questa famiglia è proporzionata nel come diremo, dividendosi in due
numero, nella condizione, nelle o- ceti, cioè in famigliari intimi e per-
norificenze, e nei distintivi di cui sonali del Papa, ed in famigliari
sono che la compon-
fregiali quelli addetti al servigio apo- de' palazzi
gono, alla sublime rappresentanza stolici ed azienda palatina, e in
dell'augusto capo della Chiesa cat- quelli che appartengono alle diver-
tolica, ed al sovrano degli stati se segreterie de'medesimi sagri pa-
romani, che insieme è il principe lazzi, non deve recare meraviglia
il più antico nel possesso de' suoi se prima è nominata la persona-
dominii. La famiglia pontificia ha le, poscia la seconda, e se talora
la sua gerarchia e graduazione, per quelli della segreteria precedono
le cariche, uffizi, e inservienti di nel registro i veri famigliari per-
varie condizioni che la compongo- sonali, ciò non pregiudicando le ri-
no. Molti de' principali famigliari spettive precedenze e qualifiche. E
del Papa sono notati precipuamen- le citate Notizie di Roma , mas-
te nelle annuali Notizie di Roma, sime quelle pubblicate sino al 1 798,
all'articolo Famiglia Pontifìcia, e ci dierono con dettaglio I' ordine
tutti nei ruoli dal sagro palazzo gerarchico, e le graduazioni di o-
apostolico, dei quali daremo alcu- gni ceto, ed ora ancora lo fanno,
ni importanti esemplari o sunti di come si è detto, ma con minor
epoche diverse ,
per conoscerne i diffusione.
cambiamenti, e i diversi sistemi ed La famiglia pontificia si compo-
onorari , l' incremento e la varietà ne dunque de' Cardinali palatini.
28 FAM FAM
di molti primari prelati di man- alla famiglia o promo-pontificia,
tellettn e di raantellonc, e di al- vendoli ad maggiori, o con-
ufiizi
tri ecclesiastici e secolari che appar- servandogli quelli che avevano, ov-
tengono alla famiglia nobile , es- vero conferenilogliene altri analo-
sendo gli altri compresi in quel- ghi; ed a'suoi luoghi non si man-
la di secondo ordine, ed altri alla ca di notare si fatte promozioni,
categoria de' bassi nfiizi. Ai rispet- conferme e trasferimenti. Oltre a
tivi articoli del Dizionario si par- ciò Cardinale divenuto Pontefice
il
la dei principali uiìiziali della fa- riempie gli ufiizi vacanti, sì effet-
miglia pontifìcia, come dei princi- tivi che di onore, collocandovi chi
pali ceti della medesima, loro nu- crede beneficare e distinguere. Per
mero, attribuzioni, prerogative, e- antichissima, non interrotta ed in-
molumenti, e persino degli onori fu- dulgente consuetudine , e perchè
nebri a quelli che gli si competo- nell' intima e domestica famiglia
no, ed eziandio di tutto altro che del nuovo Papa non sieno tutti
riguarda i ceti e le persone, es- nuovi del geloso e importante ser-
sendone di tutti superiore il pre- vigio che si deve rendere alla sa-
lato Maggiordomo prò - tempore ^
gra persona del Pontefice, alcuni
(Fedi), prefetto dei sagri palazzi particolari famigliari del defunto,
apostolici. All'articolo Cappelle Pon- e i primi di alcuni ceti restano ai
tificie (Vedi) si disse di quei fa- servigio del novello Papa, mino-
migliari del Papa che vi hanno rando di grado. Talvolta per trat-
luogo ; all'articolo Cubiculario (Fe- to di singoiar clemenza, o per al-
di) si parlò inglobo de' famigliari cune circostanze, medesimi furo- i
suoi antichi famigliari, H annovera vrea, donde poi derivò l'uso che
FAM FAM 39
il nominato si facesse da altri rap- come dicesi ai loro articoli. Ag-
prescMilare. giungeremo , che il sommo Ponte-
I famigliari pontifìcii poi, addet- fice, oltre l'essere sovrano d'uno
ti permanentemente ai palazzi a- de'più floridi stati d'Italia, che ha
postolici, alla loro azienda ammi- per capitale 1' antica regina del
nistrativa, alle scuderie, ai musei, mondo, riunisce la sublime e su-
ai giardini ec. ec. dei medesimi prema dignità ed autorità di vi-
sono inamovibili: tanto ad
palazzi, cario di Gesù capo Cristo , e di
ogni nuovo Papa, che in sede va- della Chiesa caltolica grado ec- :
cante continuano nell' uffizio, co- celso che non ha pari sulla terra.
me nella dipendenza di monsignor Ed è perciò che molti sovrani pos-
maggiordomo, giacche la carica di senti , reputaronsi ad onorificenza
questo cospicuo prelato non vaca e soddisfazione religiosa, di pre-
nella morte del Papa, venendo an- slare ai romani Pontefici alcuni
zi allora fregiato della qualifica di domestici e personali servigi, cioè
governatore del Conclave [Vedi). nella messa ed altre sagre funzio-
A questo articolo si è detto tut- ni sostenendo lo trascico della ve-
tociò che risguarda l'argomento in ste, e versando 1' acqua alte mani,
discorso, e degli uffizi che si at- senza nominare gli uffizi diaconali
tribuiscono ai prelati chierici di eseguiti dagli imperatori: a mensa
camera, per la custodia delle scu- nel porgere acqua per la lavan-
1'
(Vedi)j per le tradizioni della ber- gli infedeli, e persino i pagani costi-
retta e cappello cardinalizio, fàscie tuiti in dignità, che si portano in
e rose d'oro benedette, non che Roma, sono bramosi di presentar-
stocco e berrettone pur benedetti, si riverenti al Pontefice romano.
lo FAM FAM
Laonde da tuttociò si può rileva- i sommi fa da molti
Pontefici,
si
F A M FAM 3i
neva pochi chierici e saccrtloti,
di che i suoi vicari in terra s' insu-
de' qiiah si servivano nelle sagre perbissero, e con fasto biasimevole
funzioni degli altari , nelle salmo- si abusassero della loro dignità
die, nell'amministrazione de'sngrn- ma acciocché riconoscendosi insie-
menti, nell'aramaestiamento de' fe- me uomini, spiegassero coi segni
deli, e nella predicazione de' miste- esterni ai popoli ignoranti la su-
ri della fede. blimità del loro imperio, di cui in
Ne deve alcuno indursi a cre- terra non è altro maggiore, come
dere, che per tale concessione i ne scrive il Cardinal Bellarmino,
Papi cominciassero ad usare le ve- de suinmo Pontifice lib. 5, e il
sti, ed avere il seguito convenien- Suarez, de primatii stimmi Ponti-
te, ma solamente poterono libera- ficis cap. 16, ove dilfusamente trat-
mente usarle per condecorare la tasi di tal mateiia, come in molti
vuta a tanta altezza di grado, qual sommi Pontefici ciò operare, non
era l'essere fatto capo di lutto il niancò la pia liberalità de' popoli
mondo cattolico, a cui si doveva in- e de' principi, i quali con ampie
chinare ogni testa incoronata : laon- donazioni accrebbero le possessioni
de non fu concessione, ma dichia- e i medesimi. Quindi è
dominii ai
razione del merito che avea il Pon- noto che sotto s. Gregorio I pos-
tefice, ed una interposizione del- sedeva già la santa Sede ventitré
l'autorità imperiale, acciocché libe- pingui patrimoni , senza dire di
ramente e pacificamente potesse usa- quelli dell' oriente, da' quali trae-
re di quella magnificenza dovuta va l' anima rendila di cinquanta
a chi rappresentava le veci di Dio mila scudi, tenendovi in ciascuno
in terra. Quindi ne procederorio le un distinto amministratore col no-
vesti e segni propri di tale digni- me Nel pon-
di difensore o rettore.
tà ; il seguito, ed il numero dei tificato di incomin-
s. Gregorio li
ministri. Così Gesù Cristo nel fon- ciò la sovjanità pontifìcia nel du-
dar laChiesa venne a prepa-
sua cato romano ed in molte altre ,
grado, ma solo per maggior esal- tori antichi abbiano inteso indicare
tiizione della gloria di Gesù Cristo: il clero e le cappelle del Papa, lo
mentre il corteggio imponente del abbiamo dal Severano Memorie ,
obbligati parte per fede, parte per venerazione, giacche questo per l'or-
più i chierici dai laici con l'im- gnati da Costantino per custodia
munità e privilegi imperiali, acca- di s. Silvestro I, e come indizio della
rezzatied onorati i cristiani , uscì dignità pontificia, che dal portare
in pubblico l'aspetto venerabile del- la verga o mazza furono detti Maz-
la monarchia ecclesiastica , tenuta zieri (Fedi) e poscia anche Ser-
già sepolta, a spandere al mondo vientes armorumj ma è cosa pro-
quella luce, che gli donò la divi- babile e veridica, che avendo bi-
nità dell' istitutore Gesù Cristo. sogno i Papi di vari ministri, co-
Respirando pertanto fia le gra- minciassero in detto tempo molte
zie la fede s. Melchiade presie-
, cariche, e si distribuissero i loro
VOL XXUI. 3
.,
3i FAM FAM
famigliari in varie occupazioni, con esempio del iSSg. Di s. Paterio,
le quali il governo della Chiesa e annoverato tra suoi famigliari da
i
della città di Roma con li suoi , s. Gregorio I, dopo che questi li-
confini restali in vassallaggio dei cenziò dalla sua corte tutti i laici
medesimi Pontefici, potessero esse- che avea ritrovati ài pontificio ser-
re ben governati. Certa cosa è che vigio, lo abbiamo dal Galletti, del
dopo il governo di cinque altri Primicerio, 91. Questo gran
pag.
Pontefici successori di s. Silvestro Pontefice siccome era fornito delle
I, regnò s. Damaso ch'ebbe a I, più splendide virtù, così formò la
segretario s. Girolamo, e nel tem- sua corte conforme ai di lui co-
po di lui la corte di Roma e la stumi. Allontanati dunque i seco-
famiglia pontificia era cresciuta in lari, prese dei chierici e de'mona-
modo che fu invidiata da molti, ci, uomini
sceltissimi per santità e
come dicemmo di sopra. per dottrina, per seivirsene ad un
Nei secoli poi quarto e quinto tempo come consiglieri, e per fa-
furono varie le vicende de' Papi migliari, co' quali trattando giorno
onde non potè essere costante, ne e notte, nulla mancava di perfe-
potè mantenersi da tutti il mede- zione religiosa nel palazzo, né di
simo tenore di vita, né dalle isto- cura pontificale nella Chiesa. Gre-
rie si può raccogliere qual fosse la gorio I possedeva una dottrina,
Tarietà del modo di governare la erudizione ed eloquenza assai su-
Chiesa, e con quale esterna appa- periore a quanto allora trovavasi
renza significassero i Pontefici la negli altri scrittori del suo secolo;
grandezza della loro dignità. Che i e le scienze e le arti si avevano
cubiculari abbiano avuto origine sot- fabbricato un degno tempio nella
to s. Leone I, elevato al pontificato sua residenza. Non vi era inser-
l'anno 44o> lo dicemmo al relati- viente alcuno che colto non fosse,
vo citato articolo, ove definimmo ed un linguaggio non adoperasse
il cubiculario : intimo, particolare ,
all'anticasede del latino idioma
domestico, famigliare, addetto al conveniente; onde dalla corte di
servigio del sommo Pontefice, ed sì dotto Papa gli studi presero
a lui immediatamente soggetto nuovo vigore, e fiorirono talmente
Succeduto poi nel sesto secolo, e in virtù, che mittebat epìscopos de
nel 590, s. Gregorio I Magno, as- Palatio. Il medesimo Gio. Diaco-
sunto dall'ordine monastico, come no, nel cap. XIII della citata vita,
•vogliono molti, la corte e famiglia aggiunge « nullus Pontifici famulan-
:
I
,
FAM FAM 3^
parisce che in detto secolo fosse paonazze de' palafrenieri , sediari
nella corte del Papa 1'
uso delle cocchieri ed altri di scuderia (an-
vesti talari e nere, o almeno del zi la sopravveste dei garzoni della
colore della lana nativa, come ve- medesima è una palandra di pan-
stiva Gutberto, santissimo vescovo no rosso, più corta di quella dei
assunto dal monachismo , di cui palafrenieii : anche la sopravveste
scrisse Beda, nel cap. XVI della dei seggettieri è un mantellone '
sua vita, che usava veste comune, troncato), come le casacche di al-
onde « usque hodie in eodem mo- tri inservienti palatini, hanno at-
« nasterio ejus exemplo observatui\, taccate alle maniche due di queste
»> ne quis varii aut pretiosi coloris fìnte e pendenti, da cui si vede
» halxìat indumentum, sed ea ma- l'originario abito de'famigli ponti-
?» xime vesti um specie sint con- ficii dimezzato, con alcuni cambia-
« lenti, quam naturalis oviiim la- menti, a seconda de'ceti delle per-
« na ministrai. " sone. Il Bonanni nella Gerarchia
Del colore della veste o abito dei ecclesiastica stampata in Roma nel
,
lonotarius
, Nolani , Cancellarìi , deputato il ragguardevole uffiziale
Scriiiarii , Chartularii ( forse con chiamato Sacellario : questi paga-
due nomi si accennava il mede- va i soldati, distribuiva salarii ai i
liano se ne parla ne' loro articoli, 28, hanno tessuto il catalogo delie
o in quelli che li risguardano. scuole ovvero collegi addetti alla
Che dal Primicerio dipendessero casa e persona degli imperatori, e
gli altri uffiziali palatini dell'ordine trattato di tutte le diverse perso-
clericale, i quah alle volte erano ne, che avevano luogo e ministero
coniugati, lo dimostra la storia del- nel palazzo imperiale, fra cui prin-
lo scisma dell'antipapa Costantino, cipalmente distinguevansi Cubicida-
detto il Neofilo 3 seguito dopo la ni. Domestici, Proleclores (le guar-
morte di s. Paolo 1^ ivi pure si die del corpo), Militantes in sacris
,
38 FAM FAM
scnnifs (i ministri che servono ne- scopos Deliciosos nostros p^n co \'e-
gli uflizi delle lettere, delle memo- slrae carilati direximus. Di questa
rie, delle suppliche, delle disposi- voce si servi anche Papa Giovan-
zioni), Ministtriani , Fabriccnses ni Vili 872, nelle lettere 72,
dell'
Silentìarii (che custodivano le por- 217 e 277. E però ebbe a dire
te,ed imponevano silenzio nel con- Sigeberto, nel lib. de Script, ec-
imperiale), Lanipadarii ec.
cistorio clts.y che Alenino o sia Albino ab-
Che molte scuole o collegi fossero bate celebie , tanta familiaritate
sin dal principio addetti al patriar- imperatori Carolo
accepLus fiat,
chio ialeraneiise e palazzo pontifi- ut appellarelur imperatoris delicio-
cio per prestare ossequio e servire sus. Anche nell'antica legge de'ba-
il Papa nelle pu])bliche e private varesi troviamo de' servi che por-
funzioni, specialmente sagre, si rac- tarono questo distintivo; in una
coglie in particolare dagli Ordini parola Deliciosus e Delicatus non
romani, in cui si chiamano scho- altro significarono una volta che
lae palatinae, et ordìnes sacri pa- caro e diletto in senso onesto. Ab-
laia , che partecipavano alle ob- biamo che Stefano V detto VI, e-
blazioni della basilica vaticana, co- letto neir anno 885, aveva suoi i
Dd viaggi dai sonimi Pontefici in- Bernardo, quale gli diresse il li-
il
tera XVII di Nicolò I dell' 8-58, sti, come di altri ebrei che furo-
che scrive cosi : Sanctissimos Epi- no al servigio de' Pontefici, massi-
,
FAM FAM 39
me medici, si può vedere l'artico- primari , ed il signor Tommaso
lo Ebrei. Il di lui successore Lu- ascritto tra' cappellani, i quali quan-
cio III, nel I i85 creò Cardinale to in questi tempi importassero (es-
il suo famigliare Ottaviano Conti sendo ordinariamente gli Uditori
degli antichi signori di Poli. Ce- di rota) (Fedi), ben si raccoglie, se
lestino III, nel I 192 fece Cardi- non fosse altro, da ciò che Nicolò
nale Cencio Savelli , che nel suo diAragona Cardinale narra de'gradi
cardinalatolo avea servilo come per cui Gregorio XI (deve leggersi
economo, ed era stato per quattro Gregorio IX altrimenti sarebbe ana-
anni aio dell' imperatore Federico cronismo, e in fatti abbiamo dal
II: questo Cencio è il celebre Ca- Cardella t. I, par. II, pag 190, ch'e-
merlengo, poi Papa Onorio III. gli cappellano pontificio
fu ed il ,
stro del sagro palazzo apostolico sati al servigio di Nicolò HI, quan-
[Fedi); e ripristinò le scuole che s. do nel 1277 sali alla romana cat-
Gregorio I avea fondate nel palazzo tedra; cioè di tutti quelli che ave-
apostolico per le scienze sagre e vano, come diciamo ora, la parte
profane, con lettori per insegnarle, di palazzo (che come si è detto al-
che poscia Leone X trasferì all'edi- trove, ed in appresso ripeteremo,
lizio chiamato la Sapienza, o Univer- consisteva in pane, vino ed altro
sità Romana [Vedi). Laonde molti non che in cavalli o muli assegnati
maestri del sagro palazzo, e lettori proporzionatamente a tutti fami- i
del medesimo furono esaltati al car- gliari), la quale però ebbe ter-
dinalato. Nicolò III compartì eguale mine col secolo decorso. Se al ce-
onore nel 1278 al p. Bentivenga lebre Galletti, siccome si protesta,
de' Bentivenghi suo cappellano e non sembrò inutile riportare inte-
confessoie. Nel già citato ciottissimo ramente il citato documento, per
Galletti, Memorie di tre antiche chie- la semplice notizia dei due memo-
se di Rieti, Roma pel Saloraoni rati reatini, a noi poi sembra in-
4o FAM FAM
precisamente in che consistesse la tichc nionele pontificie, il medesi-
corte e fii miglia in tempi così re- mo autore la ritirò come opera
moli, nella penuria in cui siamo imperfetta, sebbene ridondante di
di analoghi documenti, essendo sta- preziose erudizioni, per cui rari ne
to il seguente pubblicalo nell'ope- sono gli esemplari. Però in quan-
ra in discorso, e soltanto dal Gal- to riguarda gli schiarimenti ripro-
letti , i cui esemplari sono rari. messi dal Galletti, non si verifi-
Questo ruolo, e gli altri che ri- cano interamente, giacché l' opera
porteremo ci dovranno poi servire non illustra tutti gli uffizi , solo
per documenti e piove nel pro- qualcuno di quelli degli officiali
gresso del Dizionario, pei diversi della camera apostolica e della cu-
uffizi e ceti della famiglia pontifì- ria romana, essendo poi abbon-
cia, non che di quelli già trattati; danti le notizie personali di molti
e ci danno lusinga che la loro im- che appartennero alla famiglia pon-
portanza riuscirà gradita, non a- tificia ed alla romana curia, mas-
"vendoli pubblicati ancora verun sime de' più cospicui soggetti. Alla
altro, come ripeteremo, eziandio illustrazione quindi della principal
pel riflesso, che rare e scarse so- parte de' ceti ed uffizi della ponti-
no le nozioni che si hanno sulla ficia famiglia, sì antichi che odier-
famiglia pontificia di diverse epoche, ni, viene da noi supplito col Di-
tanto pel trasferimento della resi- zionario. Finalmente il Galletti
denza papale in Avignone, quanto premette al seguente ruolo l'av-
per l'incendio cui nel fatale sacco vertenza, che quanto si troverà di
di Roma soggiacquero nel 1527 corsivo indica ciò che vi è stato
gli archivi del palazzo apostolico, aggiunto da mano diversa, ma con-
che finalmente per la dispersione temporanea.
d'importanti carte, registri e no-
tizie, accaduta nelle due straniere In nomine Domini amen. In isto
invasioni di Roma degli ultimi an- libro sunt affiszie contineules no-
ni del secolo passato, e dei primi mina omnium illorum, qui reci-
del corrente. piunt prebendas a curia pontifica-
Nel pubblicare il Galletti il se- tusdomini pape nycolai III. An-
guente ruolo della corte e famiglia no primo mense madii. Primo de
di Nicolò 111, si protestò astenersi coquina recipit,
d' illustrarecon note gli offizi che
vi sono descritti, perchè quanto Dom. camerarius XII viandas.
concerneva la cognizione della qua- Mag. bengarius II. obiit.
lità de' medesimi, fra pochi giorni Mag. jacobus de parma II.
Benedictus provincialis.
HOSTIARII MINORES. Raynalducius de urbeveteri L
Creysemben I.
Angelus ventre I.
Bartholomeus jacobi romani I. ELEMOSYNA XV.
Bargaminus de nebro I.
Johannes mallocii I. Hostiarii sancta sanctorum II.
Peysonerius I. Jacobellus I.
Macellatores I. Bardellus I.
Jacobus barberius I.
Magister pax aurifaber I. MABESTALLA ALBA.
Peironus porterius I.
Johannes de pois I. Guillelmus I.
Babus I. ,
Johannes I.
Dom. monaldus I.
Bonacursus I. Gibertinus I.
Barcucius I.
Colraducius I, CANCELLARIA XII.
Petriolus I.
Magìster henricus I.
Peysonerii I.
Macellatores I.
SERVIENTES ALBI.
Jacobus strictus I.
CAPELLAMI. Blancius I.
Tibertinus I.
Petronus porterii I.
SERVIENTES ALBI. Johannes de poys I.
Steplianus de anforsa I.
Compater I. Nycolaus dom. egidii I.
Jacobus de castro novo I. Tebaldicius francici I.
Albertinus ursi ohiit I. Petrus de milo I.
Magisler henricus I.
Magister Johannes de lige I. MARESCALLA ALBA.
Magister cohnus I.
Jacobellus I. Johannes borgonis I.
Berardellus I. Guillelmus I.
Bollandus I. Petrucius I.
Scortiquinus I. Babus I.
Jaquetus I. Bertucius I.
Cancellaria 1111.
Bolelleiii 11.
48 FAM FAM
Tucius dom. clavelli I. DE MARESTAILA.
Petrus oclaviani I.
Branca de betona I. Bartholomeus de monte I.
Naldus dom. hugolini I. Angelus ventre I.
Martel lucci US I. Bartholomeus jacobi romani I.
e quasi monastica de' chierici ad- suoi nemici Negare*, e Sciarra Ca-
detti al servigio del Papa , ed al- lonna, i quali erano riusciti a cor-
tre cose relative ai famigliari del rompere col denaro alcuni suoi do-
Papa , e al Cardinal camerlengo mestici , laonde impossessatisi del
sopraintendente al regolamento del palazzo con gente armata, trovaro-
palazzo apostolico, cioè nel volume no il Papa vestito pontifìcalmen-
VII del Dizionario^ a pag. 57 e te, ma abbandonato dalla sua fa-
seg. Aggiungeremo ancora che il miglia e dai Cardinali, fuorché da
quarto di essi era il Sacellarìo tre, fra'quali Boccasini che gli suc-
(Vedi), che molti credettero il teso- cesse col nome di Benedetto XI,
riere di oggidì, ma
secondo quan- alla cui morte gli successe Cle-
to si disse di sopra era un paga- mente V. Questi nell'anno i3o5
tore immediato delle milizie, de' trasporlo la residenza pontifica-
salarìatì, della famiglia pontifìcia e le Avignone, chiamando per-
in
delle limosine. ciò in Francia i Cardinali, la cu-
Nel declinar del secolo XI II, nel- ria romana, e gli ufìiziali del pa-
l'anno 1294, s. Pietro da Morrone, lazzoapostolico. Indi Giovanni XXII j
fondatore de* monaci celestini, fu che occupò il suo luogo neli3i6,
sublimato al pontificato. Inesperto vieppiù ivi la stabih, assegnando
questo nelle leggi del buon gover- le necessarie abitazioni pei Cardi-
no della Chiesa, non voleva accet- nali, pegli uffiziali della curia ro-
tar la dignità, e ripugnante prese mana, e per gl'individui della fa-
il nome di Celestino V. Quindi miglia pontificia. Il novero lungo
si regolò co'consigli del Cardinal ed esatto di quelli che ebbero a-
Malabranca Orsini, di Carlo lì re bitazione in Avignone lo abbiamo
di Napoli, e de' suoi monaci. Di- dal p. Fantoni Castrucci nell' Isto-
stribuì molte cariche a'suoi paesa- ria d' Avignone a pag. i63 e seg.,
ni dell'Abruzzo, ed elesse un laico documento assai importante. Fra i
per suo segretario, come abbiamo Cardinali che Giovanni XXII creò,
dal citato Ferlone, a pag. 194. Ma nomineremo Pietro di Tessier suo
essendo morto il Cardinal Mala- cappellano. Insorse in Roma con-
branca , Celestino rinunziò so- V tra di lui, e per opera dell'impe-
lennemente il pontificato, sueceden- ratore Lodovico il bavaro, Pietro
dogli Bonifacio \I1I Questi te- . da Corbara, apostata francescano,
mendo della semplicità del prede- che prese il nome di Nicolò V.
cessore, della quale con danno del- Questo antipapa fu dal principe
VOI. xxui. 4
5o FAM FAM
barai*© provveduto di maestoso cor- co e splendido in tutte le sue a-
teggio, ch'egli non rifiutò, sebbene zioni , ancora nel numero
lo fu
prima, come seguace dell'eresia dei de' famigliari. La sua corte e le
riprendeva gli onori e le
fraticelli, sue scuderie sembravano quelle dei
ricchezze de'sommi Pontefici, come re; ed il suo palazzo apostolico fu
contrarie alla povertà di Gesù Cri- sempre ripieno di gentiluomini e
sto. Questa falsa dottrina dell'in- che in copioso numero
di uffiziali,
truso non ebbe luogo nella tavo- erano al suo soldo; persuaso che
la magnifica^ non nella splendida questo decoro era dovuto alia gran-
corte da cui facevasi servire, aven- dezza del posto eh' egli occupava.
do subito creato sette Cardinali, Eppure con tanti famigliari e cor-
e formata la sua famiglia di gen- leggio, avea presso di se un solo
tiluomini ,
paggi , palafrenieri, ed cameriere quando lo colse la mor-
acquistato numerosi cavalli, il tut- te nel i352. Tra i famigliari che
to a spese di Lodovico. Mancando promosse, rammentiamo Gugliehrio
però a questi i mezzi, fu costret- di Agrifoglio suo cameriere d'ono-
to l'antipapa, per conservar la sua re, «la lui fatto Cardinale. Dive-
corte, a sagriJegamente vendere i nuto Pontefice Innocenzo VI, ri-
vasi sagri, i privilegi, le dignità, e formò l'eccessivo lusso della corte
i benefìzi , laonde fu cacciato da del suo predecessore, e ridusse il
Roma dagli abitanti; e portatosi numero de' domestici ai soli neces-
a'piedi di Giovanni XXI 1 ottenne sari. Il Platina dice nella di lui
ospizio (Vedi), che in questa par- mitazione del Salvatore, la cui vi-
te supph al Cardinal camerlengo, ta fu tutta per istruzione del ge-
e da lui però dipendente regolava nere umano. Istituì ancora i sa-
la domestica azienda del palazzo, larii agli uditori di rota, chiama-
e gli uffiziali minori del medesimo, ti allora del sagro palazzo, acciò
come meglio dicesi al citato volu- per bisogno non si lasciassero dal-
me VII, p. 59 del Dizionario. le parti subornare, e corrompere
Dopo la morte di Giovanni coi donativi, micidial peste delle
XXII, nel r anno i334 gli succes- corti, e della riprovevole venalità
se il b. Benedetto XII; dopo il qua- di chi abusa di sua condizione. Fi-
le, nel 1342 , venne eletto Cle- nalménte nel 1377, Gregorio XI,
mente VI, che essendo magnifi- il settimo Papa che aveva risie-
,
FAM FAM St
duto in Avignone, restituì n Roma li dell' antipapa Benedetto XIII si
gnone e Roma ebbero due sagri un bel monumento, che può chia-
collegi di Cardinali , due curie e marsi il memoriale, ossia un libro
due famiglie pontifìcie, gli uni se- di memorie sicure riguardanti i ,
guaci del legittimo Pontefice ro- famigliari e gli officiali che ser-
mano, gli altri scismatici. vono il romano Pontefice. Tal co-
Ad Urbano YI nel iSSg suc- dice fu scritto da un certo Stra-
cesse Bonifacio IX ,sebbeneche bense, subito dopo l'elezione di A-
fornito di belle doti, essendo nuo- lessandro V, nel 1409J i^a dimo-
vo sullo stile degli affari della cu- stra ch'egli da lungo tempo avea
ria romana, venne tacciato di se- che fare colla corte pontificia. Dap-
gnare le suppliche stando al solo poiché , come dice nel principio
rapporto de'suoi ufllziali e domestici. dell' opuscolo , era slato in grado
Nel i4o4 ^" creato Innocenzo VII, di dare tutti quegli avvisi o noti-
che a cagione delle fazioni che al- zie che vi si trovano. In questo o-
loia erano in Roma, si rifugiò in puscolo distintamente ed accurata-
Viterbo, e per il caldo morirono mente si espongono gl'incarichi di
per istrada molti famigliari, ed al- ciascuno degli ufficiali pontificii pa-
tri di sua comitiva. Dopo di lui, latini ; vi s' indica il loro numero
nel i4o6, venne eletto Gregorio e vi si spiegano le qualità ch'essi
XIT, mentre lo scisma ognor più cercavano nella loro scelta. Non
affliggeva la Chiesa ; il perchè i poterono poi queste istesse regole
Cardinali di sua ubbidienza, e quel- ritenersi sempre per gli officiali
Si FAM
del Papa, e pei* la varietà de'tem-
pi, e per i bisogni de'Pontefici che
richiedevano maggiori o minori pre-
o bisogni di servitù. Vi
stazioni,
furono anche in progresso di tem-
po delle variazioni nel numero,
neir ordine, e negli incarichi dei
diversi della corte pontificia. Tut-
tavolta ivi si trovano moltissime
consuetudini che sono ancora in
,
I.
FAM FAM 53
tino V 8Ì avviò per Roma coi Car- che Eugenio IV promosse, vi furo-
^4 FAM FAM
servitori,quanti non se ne alimen- Magistcr Sozinus medicus quinque
tavano per gli arcivescovi e vesco- familiares.
vi, e pei nipoti stessi del Papa che D. Vicarius s. Petri duo familia-
vi sono ricordati. Finalmente il res: Francesco de Tornei.
Marini, a p. i52 e seg., ci dà il D. Thomas cubicularius tres fami-
seguente ruolo di Pio II Piccolo- liares : Tommaso Urbani came-
mini di Siena, mentre di quaran- riere segreto. Era sanese, e fu
t'olto degli individui ivi segnati da Pio II sua fa-
ascritto alla
egli porge squisite notizie biogra- miglia Piccolomini, come più al--
fiche in altrettante note. Il Marini tri camerieri.
in esse descrive le promozioni d'o- D. Joh. decanus Basileae cubicu-
gnuno eh* ebbero da Pio II, e dai larius tres familiares: Giovanni
successori ; e noi in carattere cor- TVernerio de Flasanden.
sivo dalle quarant'otto note rileva- D. Franciscus de Tergesto cubicu-
te, diremo del nome e cognome larius tres familiares: era came-
d'ognuno, e di qualche circostan- riere segreto y entro in conclave
za intrinseca. per morte di Pio II in qualità
Ecco il ruolo di Pio II, e sche- di conclavista, per cui e nomi-
dis ci. mem. viri Francisci Mariae nato nella bolla di Paolo II in
Piccoloraini, archiepiscopi Pyrgen- favore def conclavisti.
sis, episcopi quondam Pientini, pro- D. Leonardus cubicularius tres fa-
babilmente fatto dopo il marzo miliares: Lionardo Mulez di Ba-
i46o. viera cameriere segreto, procura-
tore dell'udienza delle lettere con-
MINISTERIA, ET OFFICIA. DOMUS PONTI- traddette, e scrittore apostolico.
FICAIIS Pn II. ANN. l46o. D. Nicolaus de Piccolomineis duo
familiares cameriere segreto
:
iliario fi-ancescauo suo nipote, con- tore della mitra pontificia aveva
1
FAM FAM 59
a' fianchidue cubiculari camelie- ogni anno, affinchè facessero Yoti
ri segreti, ed altri; progredendo per giugnere ad averne cento. Al
dopo il Papa il prelato maestro breve pontificato di Pio III sue-
di camera in mezzo a due altri cessero quelli gloriosi di Giulio II
camerieri segreti; il medico, col e di Leone X, molto amorevoli
caudatario, e il custode generale colla loro famiglia. Sotto Giulio
delle vesti; due aiutanti di came- II, e nel iSog, ebbe origine Var-
ra del Papa, e due scopatori se- ciconfraterniia del ss. Corpo di Cri-
greti colle valigie ed il solito ser- sto, posta in s. Giacomo in bor-
vizio, tutti essendo a cavallo. Ma go, che per la sua vicinanza al pa-
delle diverse specie de* famigliari lazzo apostolico annoverò tra i
pontificii , che intervennero nelle confrati parecchi famigliari de'Pon-
cavalcate dei possessi , luoghi che tefici, e vi fu un tempo che ve
presero, ed abito che assunsero, se li ascriveva quasi
tutti, ed ecco co-
ne parla a' relativi articoli, ed am- me ebbe origine l'assistenza che due
piamente il Cancellieri nella Storia bussolanti fanno nella basilica va-
de*solenni possessi dé'sommi Fon- ticana , alle uffiziature dell' ottava
tefici. della festa Corpus Domini^ al
del
Alessandro VI elevò ai maggiori modo che si volume VI,
disse al
onori molti famighari che lo ave- pag. 181 e 182 del Dizionario.
vano servito nel cardinalato e L' istoria del sodalizio composta
nel pontificato, massime i concitta- dal Torrigio contiene molte noti-
FAM FAM 6i
M in constitulione recensilis sint of- egli non approvando il consiglio
« fìcìales supranumerarii creati a di alcuni favoriti che spingevano
« Cardinalibus a Latere qui actu Giulio III ad una vita piuttosto
« non deserviunt dubita bantiir , deliziosa, si ritirò alla sua diocesi
« num hi quoque gaudeant pri- di Gubbio. Marcello II visse ven-
»> \ilegiis coramensalium eie. Re- tidue giorni nel pontificato, lascian-
« spondei Pontifex, supranumera- do gran desiderio di se, giacche
« rios in privilegiis non debere era per purgare la corte e fami-
»» qui sint creati a Legatìs a
frui, glia pontificia di tutte le persone
« Latere ; debere frui creato* su- indegne, biamando avere
nel suo
" pranumerarios a Pontifice. palazzo pochi palatini, ed il cor-
Dipoi Giulio III, colla costitu- teggio necessario, che dovea com-
zione Sanctìssimus in Christo, da- porsi d'individui diligenti ed one-
ta a' i3 febbraio i553, « solvit sti. Nemico del lusso, ed amante
ȓ dubium ex constitulione Pauli della parsimonia restrinse le con-
>j III enatum utrum praelati ec- suete sportule del palazzo apostoli-
»i clesiarum habentes panem ex co. Pensava di licenziar da Roma
« palatio apostolico habenti sint le milizie, mandandole ai confini
» familiareSj et commensales Pon- dello stato per guardarlo; come
» tificis. divisava disfarsi della guardia sviz-
»» Respondet Pontifex, hos prae- zera destinala a vegliare sul palaz-
»> latos ratione personae suae esse zo e persona del Pontefice, dicendo
w familiares, et commensales Pon- spesso, essa non convenire^ nel rifles-
volle nel suo palazzo per usare del sa, Guarenghi, il Bini, ed il Fio-
il
suo consiglio, come fece il succes- rabelli, uomini de' più eloquenti di
sore Giulio HI, che per suo mezzo quel tempo. Benché da Cardinale
voleva riformare i disordini del avesse menata una vita conforme
clero, e della corte romana. Ma allo spirito di povertà, che prescrit-
62 FAM FAM
lo avea a'suoi religiosi teatini, Marcello II, immediati successori
fatto P^pa volle mantenere eoi do- di Clemente VII, forse deperiti nel-
vuto splendore sovrana rappre- la le politiche vicende che accennam-
sentanza, e perciò da persone sol- mo di sopra degli ultimi anni del
tanto ragguardevoli e nobili volle secolo decorso, e de' primi dell' o-
essere servito. Colmò di benefizi dierno. Veramente di Marcello II
i romani, i quali per gratitudine poco assai poteva esservi per la
formarono una compagnia di cen- brevità del suo regno; solo avvi un
toventi cavalieri, che senza stipen- documento riguardante le distri-
dio dovessero dieci per gioiwo a buzioni di cera del pontificato di
vicenda ogni ora, servirgli di guar- Paolo III, ma quasi inintelligibile.
dia del corpo. Questi romani furo- Però dall'elezione di Paolo IV sino
no da Paolo IV chiamati cavalieri ad oggi, nell'archivio del palazzo
Fedeli o della Fede, ed anche della apostolico si custodiscono tutti i ruo-
Colomba; li insigni dell'onore eque- li de' famigliari pontificii, per la
stre, e li alloggiò nel palazzo apo- maggior parte da noi interamente
stolico, su de' quali vanno letti gli letti, cos\ ivi sono pure i registri
articoli Cavalleggieri già citati, e di quanto le dispense palatine som-
Lancie spezzate. Creò Cardi nnle ministravano a cadauno, non che
Scipione Rebiba, già ammesso tra i i cavalli, i famigliari, gli onorari
suoi famigliari nel cardinalato ;
e tutt'altro, colle successive ritbrme,
quindi avendo appreso l'abuso che i di cui non mancammo di prende-
propri parenti facevano di loro re cognizione; per la qual cosa re-
condizione, li esiliò da Roma, re- putiamo opportuno riportare fedel-
stando cos\ in un giorno duecento mente, e secondo l'ordine gerar-
servi senza impiego. Brevissimo era chico e graduazione di ogni fami-
il sonno di Paolo IV, e questo ad gliare, la precedenza, l'ordine, e
ogni momento interrotto, il perchè quanto è analogo e relativo alle
à
,,
FAM FAM 63
zi tlel palazzo apostolico, si è rin- Medici , compresi i chìrui-ghi , lo
\eiìiilo un prezioso ms. che porta speziale, e quelli ancora della fa-
questo titolo >> Ruoli della Fame-
: miglia.
« glia di Papa Giulio III, dall'aìi- Cappellani et cuhicidarii, il primo
M no i55o sino ai 28 marzo i555 de' quali col nome di decano.
« che morì, con alcune note di Piombatorì.
»» spese fatte, e della fameglia che Trincianti,
M servì Sua Santità a Viterbo, et Mastri di stalla.
» altrove nel i55f, i553 e i554; Computista 3 e sotto maestro di casa.
« come pure della famiglia che Scudieri numero trentaselte.
« doveva conseguire il cornccio in Scrittori de' brevi.
»> sede vacante, et altra nota dei Appresso monsignor sotto-datario.
« conclavisti ". Siccome di questi Diversi.
argomenti nel progresso dell' arti- Parafrenieri cinquanta oltre il de-
colo dovremo riportare analoghe cano, con cinque ofìlziali loro,
notizie, qui registreremo le cose fra' quali il cappellano.
degne di speciale menzione , e Officiali palatini, delle diverse of-
le cose principali contenute nel ficine, ec.
ms. che non sono notate in altri Elemosine.
dell'archivio del sagro palazzo, ov-
vero che abbiano qualche cosa di Seguono le parli di pane e vi-
singolare, inconiinciando e prose- no va notato che
: esse consisteva-
guendo per epoche, non secondo no pure nelle parti di vitella , di
che sono nel volume. castrato, di agnello, ed in altro ec.
i55o. Ruoli raccolti a' i5 luglio, i55o. Rotulo della famiglia che
ed al primo di novembre, mon- andò col Papa a Viterbo, e no-
signor Gaietto o Galletti mae- ta pegli alloggiamenti. Otto pre-
stro di casa. lati fra' quali il maggiordomo,
La Santità di N. S. admultos annos. il sagrista ec. ; venti camerieri
Praelati. Prima il maestro di ca- cinque aiutanti di camera, due
sa, poi il datario, indi il teso- scopatori segreti, due forieri del-
riere, il patriarca di Gerusalem- la camera ; medico chirurgo ,
ed il Anche
soprastante alla cera. so cremisino palmi tre, ed ormesi-
gh scudieri si rinnovavano ad ogni no paonazzo palmi due. Il coppie-
pontificato, ed abbiamo che Pietro re ebbe per vestiario saia rossa ve-
Paolo da Piperno avendo servito neta canne due e palmi quattro,
da scudiere Paolo III, Giulio III, rascia paonazza con pelo canne
e Marcello II, otto per divenirlo due e paln)i uno, raso leonato
con Paolo IV. Venticinque erano canne quattro e palmi due, da-
gli scudieri, godendo un famiglio masco per le mostre canne una é
ed un cavallo per loro servigio. palmi quattro, ormesino paonazzo
Nicolò de Belis, maestro di stalla per le mostre palmi due.
di Giulio III, e di Marcello II, pro- L'elemosiniere non era a vita,
curò di entrare con Paolo IV me- o sino alla promozione, ma duran-
diante la commendatizia del car- te un pontificato; cosicché Fran-
dinal Pisani, e fu fatto secondo. cesco Vannuzzi canonico di s. Pie-
I palafrenieri avevano già il deca- tro, lo era stato di Paolo III, non
no, il cappellano, e quattro officiali; di Giulio ne di Marcello li:
III,
ma di essi V. l'articolo Palafre- nell'elezione di Paolo IV concor-
nieri : erano quarantanove, e tra se a tal carica. Esistevano a quel-
di essi eravi il palafreniere del l'epoca i camerieri secolari^ ed era-
voi. XXIII. 5
,
^6 FAM FAM
no numerosi come gli ecclesiastici vitore di palazzo ed un cavallo.
riportati nel ruolo dopo Paolo Con- Nel i5/)G il quarto aiutante di ca-
siglieri maestro di camera, ed in mera ebbe anche l'uffizio di scal-
tutti ne contano cinquanta. Due
se co del tinello segreto. Il barbiere
camerieri segreti, avevano il titolo ricevette per vestiario panno pao-
di assistenti, cioè il maestro di ca- nazzo canne due e palmi quattro,
mera, e il primo cameriere. velluto nero canne tre, e raso cre-
Gli aiutanti di camera, oltre que- misino una canna e due palmi;
sto titolo erano chiamati sotto-ca- altrettanto ebbe lo spenditore se-
merieri: essi nel ruolo erano col- greto, non che il cuoco segreto.
locati dopo i camerieri segreti, ed 11 maestro di stalla ricevette can-
avanti i medici, indi i chirurghi, ne quattro ed altrettanti palmi di
i piombatori della cancelleria, i velluto nero, quattro canne di da-
cappellani ec. Gli aiutanti di ca- masco leonato, e dieci palmi di
mera godevano il titolo di messer, raso cremisi rosso. Il trinciante del
come camerieri
i Quattor- segreti. Papa ricevette per vestiario dama-
dici individui concorsero ad essere sco leonato canne tre, raso cre-
aiutanti di camera di Paolo IV, misi palmi dieci, e velluto nero
fra' quali uno che in tal qualifica canne tre. Ecco il ruolo di Paolo
avea servito Giulio III ne' cinque IV, tratto dal nominato archivio,
anni del suo pontificato; un pre- ed il più antico che sia in esso.
posto di s. Giorgio di Cremona;
altro di famiglia onorata di Casal « Rotulo primo della fameglia della
Maggiore; e certo Pietro, nipote w Santità di Nostro Signore Pau-
del protonotario Responso. Tali " lo PP. IV, fatto e firmato in
concorrenti per la maggior parte » presentia di sua Beatitudine a
si munirono colle consuete com- M santo Marco nel mese di luglio
mendatizie di cardinali, ed altri » i555. Mastro di Casa (cioè il
personaggi. Furono accettati al ser- « Maggiordomo) mons. R.mo de
"vizio, e vestiti tre, ma ninno dei » Ceneda. Roma, cioè alli io del
concorrenti. Nella coronazione gli fu « lugho i555.
dato pel vestiario: panno rosato
veneto canne i, 4? panno e saia
Daonazza canne 2, 2 ; velluto cre- PRELATI.
misi -%— 5; damasco leonato canne
2, 4j raso leonato canne 1,2; tela Mons. Mastro di Casa.
branosa canna una. Da ciò si rileva Mons. Patriarcha de Hierusalem.
qualche variazione dall'abito odier- Mons. de Avignone.
no, e che l'antico fosse più nobi- Mons. de Pola.
le. Nei medesimi ruoli di Paolo Mons. Sagrista*
IV trovansi registrati cinque aiu- Mons. de Forgli.
tanti di camera: avevano tutto Mons. Barengo.
vitto, e il quinto era barbiere, che Mons. de Motula.
avea un servo ed un cavallo; pe- Mons. de Venafro.
rò nell'aprile i557 si legge che Mons. de Ischia.
ai quattro che non l'avevano, ad Mons. de Sarno.
ogni due gli fu assegnato un ser- Mons. Datario.
FAM FAM 67
SECRETARII. CAMERERI.
I Mons.
Mons.
Mons.
Accursio.
Prospero.
Adriano.
s.r
S.r
Hieronymo Savorgnano.
Teophylo de Hernayn.
Mons. Giovan Battista Sella nova. S.r Conte Ludovico de Urgenstairt*
11 canonico napoletano. Mons. Ascanio da JVepe.
68 FAM FAM
Mons. Paolo Foscari. Il doclor licentiato dell'arci v. Tole-
MoDS. Viclorio Ragazzone. tano.
Messer Gabriele Planecco.
AIUTANTI DE CAMERA. Messer Lorenzo Puzzone.
FAM FAM 71
HEIEMOSINE A TUTTO VITTO. mili, redutte a bocche quotidiane
fanno borse cento.
Suprastante a Campo santo. In tutto il giorno borse 171.
Sette poveri i3 un pasto.
Quattro frati indiani. R.MI CARDINALI A PANE E VINO
Mons. Maronita. (tutti una porzione).
Tre muratori in s. Pietro.
Cappellano loro. R.mo Card. Pisano.
Quattro poveri di s. Lazzaro. De Silva.
Prigioni di Campidoglio. De Augusta.
De Cueva.
COLATIONI. De Cesis.
De Durante.
Sei colatìoni di parafrenieri de R.»ui De Medicis.
(i cardinali). De Crispo.
Due colationi de'cantori della Cap- De Saracenus.
pella pontifìcia. De Montepultiano.
De Messina.
Questo è il ruolo della famiglia De Mignanello.
di Paolo IV , in cui la maggior De Cicada.
parte dei registrati godevano ca- De Dandino.
valli, e servi di palazzo. Segue al- De Farnesco.
tro ruolo del suddetto giorno ed De Savello.
anno, per la parte di palazzo. De Capo de ferro.
De Urbino.
DIVEBSI A PANE E VINO. De Monte.
De Nobili.
Mons. Ascanio da Nepe. De Caraffa.
Illustriss. Sig. Parenti a pane, e
ELEMOSINE, COLATIONI, ET PORTIONI vino.
DOPPIE. Illustr. e R.mo Card. Caraffa por
tioni sette.
Elemosina del venerdì in Campo Illustr. Sig. Castellano porlioni una.
sancto, ridotto a bocche quotidiane
fanno borse 56 (per bocche s'in- Sig. Oratore de Franza portione
tende persone, o porzioni). una .... così i seguenti.
Frati et monasteri. Una volta la Mons. Governatore.
settimana, redutte a bocche quoti- Mons. Auditore della Camera.
diane, sono borse i4- Mons. Vicario ( allora non eia car-
Cantori della Capella in le va- dinale, ma per volere dello stes-
cantie, redutte a bocche quotidiane, so Paolo IV divenne carica car-
fanno borsa i ; per le messe, e ve- dinalizia ).
De Puteo. Pietro.
De Farnese. Subdiaconi cinque.
De s. Fiora. Accoliti otto.
De Sennoneta. Maestri di cerimonie due.
De Ferrara.
De Cornaro. A PANE d' HONORE. R.DI SIGG. REFE-
De Cesis. RENDARI ( una porzione per ca-
dauno ).
FÀM FAM 73
A PAIfE D* HONORE. DIVERSI SIGG. OF- Quindi viene chiuso questo ruo-
FICIALI DELLA CORTE ( Una porzioiic lo di Paolo IV, col riassunto dei
per cadauno ). famigliari in numero 4^1, di servi
di palazzo pei medesimi in nume-
R. Sig. Custode della Cancelleria. ro 3 1 3, quali riuniti formano 734
i
74 FAM FAM
slolici della cappella, i cubiculari mento dello spedale e della chiesa,
di custodia, gli scudieri di custodia, che poi nel i58o da Gregorio XUI
il nolaro delle cancella, il custode ebbero ingrandimento, facendone
delle due catene delle scale nuove, memoria il Cocquelines, presso il
me quelle delle stazioni, per quelli iscrizioni sepolcrali, tra le quali una
che la visitassero, come meglio ri- è di certo Cosma Quorli floren-
levasi dall' Alveri , Roma in ogni TINUS CLEMENTJS Vm AC CAMERAE A-
stato, part. II, pag. 220, opera de- rosTOLicAE FLORERius; l'altra di cer-
dicata ad Alessandro VII , nella to CristoforoPicac di Anagni di
quale si fa una bella descrizione Paolo V INTIMUS CONVERRITOR AURI-
della chiesa, e de'suo? sette altari. GA MULiomJQ. PRAEFECTUs. Final-
Paolo III affjdò poi allo stesso mente avverte il citato Piazza, che
sodalizio le rendite pel manteni- nella chiesa di s. Marta i vescovi
,
FAM FAM y5
residenti in Pioma ed assistenti al Pio IV furono dieci, ed anche do-
soglio solevano celebrar l' anniver- dici. I quattro scopatori segreti eb-
sario de' vescovi del loro collegio bero ognuno pel vestiario tre can-
defunti. Rilevo quindi dai registri ne di panno paonazzo o saia fio-
dei maestri delle cerimonie ponti- rentina, e dieci palmi di raso leo-
ficie, che i vescovi assistenti al so- nato. Vi sono notati due Came-
glio dal 1754 in poi non fanno rieri assistenlij ed i camerieri di
più tali anniversarie esequie in s. onore sì secolari , che ecclesiastici
Marta; ed al presente si celebra- ebbero tutto vitto. Gaspare Bian-
no in s. Maria in Vallicella. L'A- chi già maestro di camera di Pio
mati nelle Osservazioni sul coro IV nel cardinalato , fu fatto suo
della cappella pontificia , a pag. scalco. Sono registrati cinque cro-
i57, paria della messa e vespero ciferi,col titolo di monsignore, a-
che i pontificii cantori cantavano in vente ognuno la parte di palazzo.
questa chiesa per la festa di santa Il maestro delle poste era allora
Marta. a vita del Pontefice che lo dichia-
A Paolo IV nel iS^g successe rava, chiamandosi Ippolito Lampo-
Pio IV de Medici, del quale ripor- gnano quello di Pio IV : ebbe le
tiamo un bel documento all' arti- vesti per la coronazione, il pane,
colo Viaggi de^ Pontefici [Fedii), un cavallo, ed un servo; fu posto
cioè il novero de' famigliari ponti- nel ruolo fra extra ordines, e
gli
ficii che precedettero ed accompa- prima de' caniererij più venne com-
gnarono Pio IV nella sua andata preso fra la famiglia palatina del-
a Perugia, con interessanti nozioni la sede vacante. Fra i diversi mag-
per l'argomento. AH' articolo cita- giori si leggono gli uffizi di sotto
to, come a quello di Villeggiature maestro di casa, di due maestri
de' Papi (Vedi), sono riportate le di stalla, del maestro di poste sud-
erudizioni che riguardano la fami- detto, e del forerò. Indi è regi-
glia pontificia. Dai ruoli di Pio strato il tesoriere segreto, con se-
»IV rilevammo le seguenti cose. In dici ostiari e ventisette cappella-
quanto al vestiario per la corona- ni ; il primo chiama vasi decano
zione, il coppiere ricevette tre can- uno era coadiutore all'epistola, l'al-
ne di panno o saia rosata veneta, tro all'evangelio. Nei medesimi ruo-
più due canne di saia rosata, quat- li si legge, capitani e soldati di
tro canne di panno o saia paonaz- Castello Angelo a spese di No-
s.
daroba sostituto. Gli aiutanti di ca- maroli ec. del medesimo forte s.
mera sono chiamati in detti ruoli Angelo. Pio IV fu largo di privi-
sub-camerariij e ventisette furono legi coi cappellani pontificii ,
per
i concorrenti raccomandati, fra' qua- cui neli564 slam possi in Roma
li alcuni del predecessore Paolo apud Antonium Bladum inipresso-
IV : gli aiutanti di camera sotto lem cameralem Transumptuin li- :
76 FAM FAM
tcrarum facultatum et privilegio- IV, dicendosi che tal rotule fu ri-
rum /?/?. DD. Cappellaiioriun ciò- visto ed approvato dai cardinali
mesticorum S. D. N. D.. Pii Papae Moroni, Pernscia, Urbino et Vi-
////. La bolla data XVII kal. mai) telli camerlengo. Incomincia da
i562, incomincia colle parole, Cir- mons. maestro di casa^ dal teso-
cumspeCla Rom. Pont, gratiarum. riere, dal datario ec, noverandosi
Tra i famigliari di secondo ordine tutti quegli addetti al palazzo apo-
fjgurano lo spenditore segreto, il stolicoper uffizi non vacabili per
credenziere, il bottigliere, i sopra- morte del Papa. Questo rotulo era
stanti ai cuochi, il canaparo, il per le porzioni di pane e vino, o
dispensiero, lo sciittore della di- di tutto vitto ; per cui si raccoglie
spensa, sei forieri, il soprastante al da questo documento, che pure in
forno, il fornaro del Papa, quello Sede vacante tal sorte di palatini
della famiglia , i panettari comu- ne fruivano la parte. Vi sono corn-
ili, ec, coll'ordine qui notato. O- prese le limosine palatine, e le
norò grandemente la famiglia pon- parti che in pane e vino riceve-
tifìcia di Pio IV, il di lui nipote vano tutti i cardinaU presenti in
cardinale s. Carlo Borromeo come Roma, alcuni de* quali godevano
segretario di stato. Questo porpo- il pane solo, come degli ambascia-
rato nelle case presso la detta chic- tori ed oratori de* sovrani, e di
FAM FAM 77
rono confermali, e nel 1567 fu- ta per giovanile leggerezza all'os-
rono nove, e dieci, chiamati sol- servanza delle leggi prescritte alla
to camerarìi. famiglia pontificia, e volendo cuo-
M.r Battista de Milesso maestro di prire il suo fallo con una bugia,
stalla mastro di stalla. lo riprese severamente lo privò ,
FAM FAM 7^
giiono otto o nove Aiutanti della impieghi passò collo zio di tal por-
bussola (gli odierni Bussolanti, porato Clemente Vili, e poscia con
(Vedi) con un servo per ciascuno, Paolo V ; Domenico Rivarola, già
una porzione di pane papalino, ed uditore del suddetto cardinal Scipio-
altra di pane basso; un boccale ne; Metello Bichi, antico famiglia-
di vino della cantina segreta , ed re del Papa nel cardinalato; Ti-
altro della cantina comune , e paoli berio Muti, cameriere segreto e
quarantacinque mensili pel compa- coppiere, vescovo di Viterbo; Pie-
natico. Succedono i Camerieri ex- tro Camperà, stato segretario e so-
tra, i medici, gli scudieri ec, e di- praintendente delia casa del car-
versi maggiori. Tra questi si no- dinal Scipione, che prima il fece
tano il custode delle gioie, il cu- promovere a commendatore di s.
Aldobrandini , indi cogli stessi due ficiali maggiori del palazzo apo-
,
8o FAM FAM
slollco ; officiali segreti, come cre- de' suoi predecessori concesse mol-
denziere e suo aiutante, bottiglie- ti indulti, grazie, facoltà, e privi-
re, cuono, cantina, forno, quattro legi a' famigliari pontificii, privile-
scopatori segreti, due facchini di già ciibicidarionim Pontificis, che
camera, e trentauno palafrenieri si leggono nel Bollarlo tom. V,
con due officiali e un cappellano; parte IV, pag. 828, e wqW Epito-
altri officiali di palazzo, come fo- me del Guerra tom. I, pag. 383.
reria, dispensiere, custodi di palazzo, I famigliari cui diresse Gregorio
custodi di Mon teca vai lo; soprastanti XV la costituzione per conceder-
alle congregazioni, soprastanti alle gli i privilegi, sono ivi espressa-
lettighe , cocchieri e famigli di mente nominati nelle persone oc-
stalla ; credenziere pel pranzo dei cupanti le cariche ed offìzi, cioè
poveri , cappellano di s. Marta il maestro di camera , i camerieri se-
priora di s. Marta, chirurgo di s. greti partecipanti, l'elemosiniere, il
FAM FAM 8£
col mantenimento per «sso; inol- sendo l'ultimo il sotto -foriere; ed
tre ricevevano pane papalino, pane altrettanti camerieri extra, e scu-
basso, ciambelle, biscotti, vino della dieri con quarantacinque paoli o^
cantina segreta e della comune gnuno delle tre ultime classi.
olio, candele, aceto, sale bianco e Urbano Vili egualmente nel suo
nero, legna o carbone, orzo, bia- lungo pontificato potè creare molti
da, Dall'emolumento e
fieno ec. cardinali stati suoi famigliari. E
parte degli aiutanti di camera si , primieramente Dionisio di Marque-
arguisca proporzionatamente quello mont, già cameriere del Papa; Er-
dei loro maggiori, eguali, e mino- nesto Adalberto di Harrac, came-
ri. Gli aiutanti della bussola che riere segreto senza altra carriera ;
sotto Paolo V erano otto, nel pon- Marzio Ginetti, cameriere segreto di
tificato d'Urbano Vili si aumen- Paolo V, e di Urbano Vili, il
tarono di due. Indi si legge il sotto- quale avendolo fatto suo maestro
foriero; i camerieri extra in numero di casa e prefetto del palazzo apo-
di undici, compreso il sotto-scalco, e stolico, nel 1626 volle che tal ca-
due trincianti. Cappellani quattro se- rica si chiamasse non più maestro
greti, e sette comuni compreso pel di camera, ma maggiordomo pori'
primo l'arciprete di Castel Gan- tificio, per dir meglio men-
o
dolfo {Fedi), da Urbano Vili di- tre lo era Fausto Poli di cui
chiarata villeggiatura pontificia, ed parleremo, perchè nel ruolo dell'an-
il chierico segreto. Vengono poi no i633 trovo il Poli col titolo
dieci scudieri, gì' individui della di mastro di casa; Ascanio Filo-
cappella, l'elemosiniere tra gli of- marino, già cameriere d'onore; Gian
ficiali maggiori, il maestro delle Jacopo Panciroli suo cameriere, e
poste, ed il fioriere fra gli officiali maggiordomo del cardinal nipote ;
8i lAM FAM
inamente benevolo co* suol fami- Marc' Aurelio Maraldi di Cesena,
glimi domestici li ricolmò tutti di referendario e canonico di s. Pie-
onori e di ricchezze. Nella Rela- tro, segretario de* brevi, come lo
zione della Corte di Roma del cav. era stato di Urbano Vili.
Lunadoro, stampata in Bracciano Francesco Cherubini di Sinignglia,
nel 1646, non solo si tratta dei referendario e canonico di s. Pie-
principali offizi della corte del sa- tro, uditore.
gro palazzo pontificio, ma "viene ri- Lattanzio de Lactantiis d'Orvieto,
portata un* interessante lista per or- canonico di s. Pietro, maestro
dine alfabetico di alcuni offiziali di camera.
che giornalmente si esercitavano nel Quinzio del Bufalo romano, cano-
detto palazzo, e presso la persona nico di s. Pietro, coppiere.
del Papa, notandosi la parte di Gaspare Simeoni aquilano, cano-
palazzo che ognuno godeva, ed il nico di s. Pietro, segretario dei
mensile onorario dato a titolo di brevi a' principi.
companatico, senza accennarsi le re- Virgilio Spada di Brisighella, ele-
galie che si ricevevano dalla di- mosiniere.
spensa palatina, né gli emolumenti Giuseppe Fransanelli di Spoleto,
e i donativi inerenti, di gran lunga canonico di s. Pietro, segretario
superiori alle provvisioni quotidiane. de' memoriali.
Innocenzo X, Pamphily, nel 1
644 Baccio Aldobrandini fiorentino, ^-
successe ad Urbano Vili, e dalla riere maggiore poi cardinale.
costituzione 91 di lui, nella quale Paolo del Bufalo romano liwgO' ,
FAM FAM 85
memoriali, e maggiordomo, rite- aventi ognuno scudi ventitre e ba-
nendolo presso di sé con titolo di iocchi 22 e mezzo, e la sola metà
prò, anzi con raro esempio eserci- il secondo. Dopo i chierici segreti,
tò la prefettura del palazzo apo- sono notati sei aiutanti di camera
stolico anche in tempo della succes- con scudi dieciotto e baiocchi 22 e
siva sede vacante, e per qualche mezzo per ciascuno. Sei cappellani
tempo anche col successore Clemen- comuni, il primo senza parte, con
te IX. scudi sei e baiocchi 1 2 e mezzo per
Era slato palatino Clemente IX, cadauno. Altrettanto avevano i do-
come segretario de'brevi a' principi dici bussolanti, e i dodici camerie-
di Urbano Vili, e come segretario ri extra, mentre agli scudieri fu
di stato di Alessandro VII: la pri- assegnato scudi sette e baiocchi
ma carica l'affidò a monsignor Ner- 72 e mezzo. Seguono gli addetti
li, seconda al cardinal Azzoli-
e la alla cappella ed alla dateria; indi
ni. Deputò l'Altieri in maestro di gli offiziali maggiori coi rispettivi
camera, ch'ebbe a successore nel onorari , cioè scudi sessantotto al
pontificalo ; volle a suo confessore maggiordomo, scudi cinque e ba-
Ambrogio Spinola; confermò segre- iocchi 2 1 al maestro di casa di N.
tario de' memoriali Nicolò Picco- S., e scudi dieci al computista, il
se FAM FAM
analoghe provvidenze Ja modera- lettere in forma di brevi, cioè ai
zione. Rilevasi dal ruolo delle par- principi; Gio. Francesco Albani di
ti di palazzo, aggiustato il primo Urbino, segretario de' brevi; Mar-
maggio 1679, i seguenti famigli cello d'Aste, uditore; Pietro Draffi
coi suaccennati onorari. Tra i tre- Bartoli veneziano, maestro di ca-
dici camerieri segreti è il segreta- mera ; Mariano Gabrielli d* Aqui-
rio della cifra; tra i camerieri di leja, coppiere; Giuseppe Tempesti-
spada e cappa partecipanti, il so- ni romano, scalco ; Francesco Mag-
lo foriere maggiore, però vi sono gi d'Arezzo, guardaroba; Giuseppe
registrati sei camerieri d'onore, con Felici di Rieti, elemosiniere segreto;
parte di pane e vino, e quattro Bernardino Sarti di Rimini, came-
simili spada e cappa; due cap-
di riere segreto; Romolo Specioli di
pellani segreti, e due chierici ; quat- FermOj medico segreto ; Raffìiele
tro aiutanti di camera, sei cappel- Fabretti di Urbino, segretario dei
lani comuni, dodici bussolanti, ca- memoriali; Urbano Rocci romano,
ineiieri extra, e scudieri. Sono no- forieremaggiore, Teodoro Cellesi
tati cinque scopatori segreti, aven- di Pistoja cav. gerosolimitano , e
ti tutti scudi ventotto e ba-
fra conte Alessandro Capizucchi ro-
iocchi 11 e mezzo; il soprainten- mano, tutti e tre cubiculariis secre-
dente della stalla, quarantaquattro tis di spada e cappa, cioè parte-
palafrenieri oltre il decano, e sei cipanti; Giuseppe Sacripanti di Nar-
cavalieri di guardia col suddetto ni , sotto-datario ; Bartolommeo
compenso. Nel 1689 gli successe Clementi di Camerino, caudatario;
Alessandro Vili, il quale mostros- Giampaolo Romaldi di Jesi, crocife-
si benevolo co'suoi famigliari, seb- ro;Giovanni Bissaiga di Vercelli e ,
sulle porte delle loro officine o ca- Ferri di Lodi, Bernardino Ceci di
se le armi pontificie, seppure non A la tri e Ludovico del Nero ro-
,
col titolo che loro più piacerà, sia di Bull. Rom. loc. cit., pag. 360 , e-
conte , cavaliere ec. Sono esentati stinse il nepotismo, cioèla grande
no licevere gli ordini extra tempo- mi tre secoli, tra la santa Sede e
ra seoza domandare licenza, pur- la corte di Francia, sulle franchi-
ché non abbiano passato 1* anno gie abolite nei palazzi degli amba-
trentesimo; possono udire le lezio- sciatori, pei gravi sconcerti pro?
ni di leggi nelle università per cin- dotti dall'abuso dei loro domesti-
que anni, se sono abili insegnarle, ci e famigliari; laonde il zelante
e difender le cause; eleggei'si il Innocenzo XII mosse il re Luigi
confessore con ampie facoltà; tra- XIV il Grande a spogliarsi defini-
sferire le pensioni sino alla somma tivamente di quelle franchigie, che
di ducati trecento, facendo l'atto sotto di lui tentava ristabilire. Da-
innanzi al notaro e testimoni de- remo un sunto del ruolo d'Inno-
gni di fede; testare fino ai ducati cenzo XII del primo maggio 1693
seimila, senza usare le solennità; delle parti e salarii che godevano
si concede l'indulto in caso di suc- alcuni a titolo di companatico, o-
cessione intestata, e di meno vali- ve si rileverà l'aumento degli o-
da disposizione. Segue nella bolla norari mensili, essendo state tutte
r inibizione a chi vorrà turbale le parti ridotte in denaro, eccettua-
questi privilegi , le clausole che te quelle della panetteria, e can-
questi medesimi privilegi abbiano tina segreta, oltre l' uso de'cavalli.
forza di un vero, legittimo, giurato, Tredici camerieri segreti, compre-
stipulato e valido contratto tra es- so maestro di camera, l'uditore,
il
88 FAM FAM
uno. Due chierici segreti con scudi incoraggi va dicendo loro che avreb-
sei e bai. 1 1 e mezzo per cadauno. be chiamato il suo palazzo la ca-
Aiutanti camera con scudi di>
di sa diGiobbe, dappoiché la suc-
ciotto e bai. 2 a e mezzo per ca- cessione alla monarchia spagnuola,
dauno. I cappellani comuni come i giansenisti, e tutte le conseguen-
i detti chierici. Sette bussolanti, e ze che ne derivarono, esercitarono
il primo scalco della foresteria; die- principalmente la sua virtù, il suo
ci camerieri extra, e l'ultimo trin- zelo, ed il suo petto sacerdotale.
ciante della foresteria; nove scudie- Osservasi ne* suoi ruoli i seguenti
ri, fra'quali altro trinciante, ed al- aumenti di onorari, in compenso
tro scalco della foresteria, e tutti delle parti d'olio, candele, aceto, sa-
con scudi dieci. Per la prima vol- le, ec. ridotte in denaro, così delle
ta si legge il titolo di generale parti di legna, orzo, fieno, ridot-
con scudi cinque e bai.
delle poste, te pure in denaro, ed accresciuti
11 e mezzo, e parte. Quattro sco- ad ognuno oltre ciò che avevano
patori segreti, aventi fra tutti scu- di assegnamento nel ruolo, ed altri
di ventuno e bai. 70. Soprainten- emolumenti camerali, che pagavan-
dente alla vStalla con scudi nove e si con mandato di monsignor illu-
FAM FAM 89
famigliari, la quale richiama quel- lettighe. Quattro sedioni con fini-
la di Alessandro Vili, riportando- menti, e basti; gualdrappe e sel-
Idi
misi trinata d'oro, senza sedia, pel e bai. 2 e mezzo; altrettanto allo
cadavere del Papa; più due letti- scozzone, o domatore de' cavalli.
ghe di vacchetta per campagna. Innocenzo XIII era stato came-
riere segreto di onore di Alessaa-
90 FàM FAM
dro Vili, ed appena divenuto Pa- nella fresca età d'anni 6S. Narra
pa, subito cominciò a prowedei'e nella sua Novaes, che acce-
vita il
ri. Sono notati, il decano con scu- del possesso, e quella annuale dei
di nove, e bai. 90; il sotto-deca- ss. Pietro e Paolo, si rileva che il
e trentatre di spada e cappa, ol- scalco segreto. Una d' oro ed al-
tre quattordici dimoranti fuori di tra d'argento i due capitani de' ca-
Roma, i non avevano
quali però valleggeri, i sei cappellani segreti,
parte. Fu Clemente XII che de- i due chierici segreti, i cinque
stinò perpetuamente a governatore aiutanti di camera , il vessillifero,
I
9i FAM FAM
il qiinleconfermò molti dellia cor« za; e dei tredici di onore rol)]>rro
te del predecessore; ed in sua mor- soli dicci. I quattro aiutanti di ca-
te occupò nel 1775 il suo luogo Pio mera, come Clemente Xlll.
quelli di
VI Braschi. Questi nel conclave Alla categoria cappella pon-
della
in cui fu eletto Benedetto XIV fu tificia, figura pel primo il maestro
conclavista del cardinal Ruffo, in del sagro ospizio senza nulla per
morte del quale il Papa Io prese companatico ed in compenso di
,
per suo amanuense nel 1 753, o sia pane e vino scudi quattio e ba-
aiutante di studio laonde sotto la ; iocchi settantacinque; indi è regi-
dettatura d'un Pontefice di sì emi- strato monsignor sagrista. Sei cap-
nente dottrina, dovea riuscire an- pellani segreti con scudi ventìnove
ch' egli bene istruito nella scienza ed una parte di pane e vino per
delle ecclesiastiche discipline; e par- cadauno, cioè scudi due e baioc-
lando Pio VI, in un breve a mon- chi 37 e mezzo. Dieciotto cavalieri
signor Martini arcivescovo di Fi- di guardia dieci con scudi venti
,
renze, di Benedetto XIV, ecco co- per cadauno, ed otto senza paga;
me si espresse: quem Nos .... il capitano de'cavalleggieri con scu-
cuni in ejus, Benedicli XIV ^ fa- di tre, pane e vino; castellano di
mìliam fdiciter oliin asciti fuerinius Castel s.Angelo con parte di pa-
ecclesiasticae emditionis magistrum ne e vino; foriere maggiore, oltre
optimum Imbuisse gloriamur. Nel gli scudi quarantanove, scudi sedici
luglio di detto anno 1753 Bene- e baiocchi 66 e mezzo come so-
detto XIV fece il Braschi came- pra; cavallerizzo con scudi quaran-
riere segreto, e poscia canonico di tacinque ; dodici scopatori segreti
s. Pietro. con scudi novantasei fra tutti; fio-
Pio VI con chirografo del pri- riere con scudi dieci; sotto-foriere
mo gennaio 1778 riformò gli o- cameriere extra con scudi dieci.
norari e parti di molti famigliari Tra i bussolanti è notato l'ufficia-
pontificii. Anche ne' ruoli di Pio le extra omnes del Concistoro (Fe-
VI si trovano i camerieri segreti dij ove parlasi di tale uffizio); e
e i palatini con scudi quaranta- gli assistenti alle congregazioni so-
cinque, e due de' primi con sola no tra Il decano scudi
gli scudieri.
mezza paga, aventi scudi due e bai. nove e baiocchi go; il sotto-deca-
37 e mezzo, ed alcuni il doppio no scudi quattro e baiocchi 62 e
pel pane e vino; il maggiordomo mezzo; trentanove palafrenieri scu-
con scudi novantacinque per com- di centottanta e baiocchi 37 e mez-
panatico, e scudi dodici e bai. 16 zo; e dodici sediari con scudi cen-
e mezzo pel pane e vino; dopo di to ventotto e baiocchi io. Il bari-
lui è registrato il maestro di casa gello di Roma scudo uno e ba^
particolare del Papa senza parte; iocchi 62 e mezzo; quello del mag-
indi il maestro di casa del palaz- giordomo con scudi sei e baiocchi
zo apostolico con scudi quaranta* 62 e mezzo: anche il soldano del-
cinque companatico, e scudi
pel le carceri nuove aveva la parte
tre e bai. quattro pel pane e vi- da palazzo. Siccome dopo il pon-
no. I camerieri segreti di spada e tificato di Pio VI vi fu riforma
cappa in numero di cinque con sugli onorari, e sulle parti di pa-
r'AM 95
perciò che qui noteremo molti to di abolire tutte le }»orzioni di
di quelli che allora godevano tal pane e di vino che dal pontifìcio
parte. 1 segretari delle congregazioni palazzo si davano a' suoi famiglia-
de'vescovi e regolari, di consulta in ri, chiamata perciò parte di palaz-
un ai ponenti, i segretari di propa- zo, che, come abbiamo veduto, si
ganda fide, del eoncilio, de'riti, del dava anche ad un gran numero di
buon governo in im ai ponenti, prelati, ofllziali, e persone diverse,
dell'esame ec. Le segreterie di sta- che perciò si dicevano faniiglìnri
to, de' brevi, dei brevi a' principi, comuni, e commensali del Papa.
delle lettere latine, de'memoriali ec. Quindi annullò gli affitti del forno,
Diversi offiziali della cancelleria della mola, e della cantina del pa-
della dateria, e della camera apo- lazzo apostolico , ed i privilegi ed
stolica, in un all'uditore generale esenzioni annesse. Finalmente a' 20
e tesoriere generale della medesi- febbraio 1 798 i repubblicani fran-
ma. 11 governatore di Roma, il cesi nel modo il piti riprovevole, e
commendatore di s. Spirito; l'as- colla soverchiante legge del più for-
sessore, e il p. commissario del s. te, strapparono Pio VI dal Vati-
ofFizio. I cardinali avevano ezian- cano, avendo già occupato tutto Io
dio ancora la parte di pane e vi- stato pontificio in quel modo che
no ; così i tre principi assistenti al la storia ha registrato con note di
soglio, compreso il senatore Rezzo- sangue. Seguirono l'augusto prigio-
nico (il quale per ordine speciale niero monsignor Caracciolo mae-
di Clemente XIV godeva il mensile stro di camera; monsignor Marot-
assegno di scudi sessantacinque); gli ti suo segretario per le lettere la-
ambasciatori ed oratori de'sovrani tine;Bernardino Calvesi, e Andrea
presso la santa Sede; gli uditori Morelli aiutanti di camera (il se-
di rota; i chierici di camera; i condo de' quali sopravvissuto al pri-
pielati domestici; i protonotari a- mo divenne poi secondo di Pio
postolici; gli abbreviatori di parco VII giusta il costume); Felice Me-
maggiore; gii avvocati concistoriali; lia chirurgo dentista, col figlio Gio-
i vescovi assistenti al pontifìcio so- vanni; Giacinto Brandi figlio del
glio ; i votanti di segnatura ; i giu- defunto Stefano, già primo aiutan-
dici di Monte Citorio ossia della te di camera, suo maestro di casa;
curia Innocenziana, ec. ec. Ma a Francesco Bon accorsi scopatore se-
miglior intelligenza in appresso ri- greto, Salvatore Tamberlicchi scal-
porteremo il registro di questo ruo- co, il decano Antonio Vigano, il
lo, senza notare gli onorari, e il medico Giuseppe de Rossi, il chi-
quantitativo delle parti di palazzo. rurgo Filippo Morelli, che poscia
Nella memoranda epoca dell'anno fece al Pontefice da maestro di
^^Bqvasori del suo stato, immensi sa- ec. ec. JVon contenti di ciò i per-
^^^rifìzi nell'armistizio di Bologna e secutori di Pio VI, entrato che
pace di Tolentino per ,
le circo- questi fu nella Francia, e volendo
stanze deli' esausto erario, dovette vieppiù avvihrlo gli tolsero dal fian-
ripararvi con provvedimenti econo- co parte della ristretta sua corte,
A tale elletto si trovò costret- sotto il pretesto che aveano alcuni
Iiici.
1
,
96 FAM FAM
segrete intelligenze co* nemici, ed a gliari. Romac MDCCLXXV. Ex
nulla estiemo dolore pro-
valse 1'
typographia Reverendae Carne-
vato dal Papa per si amara sepa- rae Àposlolicae.
razione, né r interposizione di per-
sone autorevoli che affermavano la PIO PAPA VI
innocenza degli incolpati. Giunto
Pio VI in Valenza, poterono rag- A perpetuità' dell'atto.
giungerlo i separati domestici, per
averne l'ultima benedizione, e rac- Ai venerabili fratelli Giovanni
coglierne gli ultimi sospiri, quan- Archinto arcivescovo di Filippi
do placidamente spirò, spettacolo di Guido Calcagnini arcivescovo di
edificante ammirazione, la notte dei Tarso, e Nicol' Angelo Maria Lan-
28 agosto 1799, tra le braccia di dini vescovo di Porfirio , rispetti-
monsignor Spina arcivescovo di Co- vamente prefetti del palazzo apo-
rinto che faceva le veci di mag- stolico, della nostra residenza cu-
giordomo, del p. Girolamo Fanti- biculìy e della nostra sagrestia; ed
ni del riscatto suo confessore, e del ai diletti figli maestro Teodoro
p. Giampietro da Piacenza suo cap- Boccapaduli romano elemosiniere
pellano, per non nominare gli al- segreto, Benedetto Stay ragusino
tri. Prima di morire Pio VI di- segretario delle nostre lettere in
spose di quel poco che possedeva forma di breve ai principi, Filip-
in favore de' suoi famigliari, fedeli po Buonamici della Lucania, Car-
compagni di sua sventura, i qua- lo Federici genovese segretario del-
li un dopo l'altro paternamente a- la cifra, Carlo Luzi romano sot-
vea benedetti, e dato con tenerez- to-datario, Marcello Sandri di A-
za r estremo addio. Siccome negli melia coppiere, Baldassare Avogra-
articoli risguardanti gl'individui pri- do di Vercelli, Gregorio Bandi,
mari della famiglia pontificia , ab- e Fabrizio Loc?itelli cesenati, Giu-
biamo pei privilegi ad essi conces- seppe Coppa ri di Nocera guardaro-
si rimandato il lettore a questo ar- ba, Emmanuele da Prada di Com-
ticolo, ove promettemmo riportare postella, Bernardo Gonteri di To-
l'ultimo breve in favore de' fami- rino, Alfonso de Solis di Orvieto,
gliari pontificii emanato, perchè si Cristofaro Stonordi di Londra, I-
conoscesse in qual modo singolare gnazio de Aguirre romano, Vin-
i Papi distinsero i loro domestici cenzo Manni di Fabriano, Giusep-
intimi, tradotto nell'idioma italiano pe Garcia Malo di Cuenca, e Na-
qui appresso interamente il ripor- tale Saliceti diNebbio medico se-
tiamo, giacche della famiglia pon- greto, camerieri intimi o segreti;
tifìcia ci proponemmo trattare in ed al nobii uomo duca Michelan-
peculiar modo in questo nostro gelo Conti ( maestro del sagro o-
Dizionario^ come dichiarammo nel spizio), a Giambattista Collicola fo-
frontespizio. riere maggiore, a Giambattista Cen-
ci, ed ai marchesi Ferdinando Rag-
Concessione di privilegi fatta dalla gi, Camillo Massimi (generale del-
cilio di Trento, in guisa che tan- mente per intiero, od ai vostri ri-
to nel criminale, quanto nel civi- spettivamente unito, come più vi
le siate soggetti agli ordinari, e aggrada.
del pari eccettuate le facoltà di le- In oltre liberiamo ed esen-
gittimare, di promuovere ai gradi, tiamo voi ed i vostri benefi-
di creare notari e tabellioni , ed zi ed offici ecclesiastici quanti e ,
ancorché lasciati vacanti dalle per- sivoglia annuo valore sieno, o sa-
sone di romani cittadini nativi, non ranno tali fruiti, rendite, e pro-
che dagli interventi ed adunanze. venti, e tutte le cose, che foste per
E possediate, usiate, e godiate non vendere, o comprare per uso vo-
solo a similitudine de' medesimi, stro e delle vostre famiglie, esen-
ma altresì in egual modo ed in tiamo, ripetesi, da tutte e qualun-
egual principalità di tali privilegi, que decime, quarte, metà,, sussidi
facoltà, esenzioni, grazie, ed in- anche caritativi, gabelle, balzelli,
dulti come se fossero stati emanati tributi, dazi, pedaggi, collette, o
per voi, talmente che in avvenire con qualunque altro nome espres-
FAM FAM 99
sì i carichi e sopraccarichi, e tut- anime, se a taluno di
venissero
ti gli altri pesi, contribuzioni sì voi altronde canonicamente confe-
urbane, che rustiche, ordinarie e riti,o qualunque di voi fosse eletto,
straordinarie, reah, personali, e mi- presentato, od altrimenti postone in
ste anche a tìtolo di fortificazioni possesso, possiate validamente e le-
di mura, e ponti, e moliture di citamente riceverli, e purché un
transito, o passo e vettura, delle solo esiga la personale residenza,
merci di qualunque sorte, sebbene ritenerli tutti simultaneamente fin-
in altro territorio o provincia per ché vivrete; come pure (ma sol-
terra o per mare, e per fiume, di tanto durante il vostro servizio
cavalli morti, di alloggiamenti mi- presso di noi) riguardo ai benefizi
litari, di erezione di seminario ec- ecclesiastici anche curati, non però
o per qualunque altra
clesiastico, parrocchiali, né curati con cura
ancorché grave e gravissima cau- delle anime de'parrocchiani, infral,-
contro l'esposto restringere dai com- principali nelle collegiate, non sia-
missari della camera apostolica, od te tenuti a personalmente risiede-
altri, ovvero dai compratori, ap- re, né dagli ordinari de' luoghi o
paltatori, ed esattori di siffatte da' capitoli di dette chiese, o da
gabelle e tributi , benché muniti chiunque altro vi si possa in tal
di qualsivoglia privilegio, esenzio- tempo astringere a risiedervi con-
ne, e facoltà. tro la volontà vostra, e nondimeno
Oltre a ciò colla medesima au- siavi lecito esigere, durante siffatto
possesso tanto degli ecclesiastici be- e che foste per fare; come anche
nefizi qualunque, quanto di simi- delle passate, e future provenienze
li pensioni. dagli impieghi ed offi/i, che avre-
Colla medesima apostolica auto- te esercitato, e foste per esercita-
ri t«ì e tenore vi concediamo ancora re,e d'altra qualunque occasione,
piena e libera facoltà di poter lecita- o causa, o contemplazione^ benché
mente e validamente testai^ di tut- consìstano in moneta sonante, in
te e singole cose, predii, possessioni, gioielli, gemme, ed altre cose più
terre, e luoghi anche giurisdizio- preziose, esistenti tanto in detta cu-
nali, ed altri beni non solo mo- ria,quanto fuori di essa dovunque,
bili ed im mobìli, purché però non ancor presso gli stessi benefizi (vo-
sieno destinati al ministero dell'al- lendo che le qualità, ed i veri an-
tare o degli altari di chiese a voi cor annuì valori delle predette co-
affidate,o a qualche speciale ser- se tutte, benché tali fossero, che
vizio dellemedesime chiese, od al- non cadessero sotto la generale no-
trimenti al divìn culto ed uso; ma menclatura de'beni, e delle sup-
ancora semoventi di ogni qualità, pellettili , ma abbisognassero di
quantità, valore, specie, prezzo, e speciali vocaboH, in virtù delle
condizione, e diritti, ed azioni a voi presenti abbiansi per sufficiente-
spettanti, o a riguardo di chiese an- mente espresse e dichiarate, come
che cattedrali e metropolitane, cui se fatta ne fosse specifica e singo-
forse avrete presieduto, non che di iar espressione e nomina), fino al-
monasteri, priorati, prepositure, di- la somma di sei mila ducati di
gnità ed altri qualunque benefizi oro di camera per cadaun di voi ;
ecclesiastici con cura,o secolari senza e finalmente testare anche degli
cura,e di qualsivoglia ordine regolare, stessi frutti, rendite, e proventi, e
che per concessioni e dispense apo- pensioni dovute, e che il
a voi
stohche avrete ottenuto, ed otterrete saranno (salva però la forma del-
in titolo, commenda, amministra- le costituzioni apostoliche già pub-
zione, ed in altro qualunque mo- blicate, o che fossero per pub-
do ; o a riguardo de'frutti, rendite blicarsi, intorno ai frutti non esat-
e proventi ecclesiastici in luogo di ti ) cumulativamente ancora con
pensioni, come pure delle stesse tutte le altre sostanze già conse-
annue pensioni sopra i simili frut- guite, e che fossero per conseguir-
ti, rendite, o proventi, che vi si si, tanto per decenti ed oneste
riservarono ed assegnarono, o che spese funebri, quanto altresì per
debbono riservarvisi ed assegnar- rimxmerare coloro che vi avranno
,
I
, ,
menti nostro antecessore contro qua- tre simili,o dissimili grazie a voi
lunque vescovo, arcivescovo ed al- concesse, o che fossero per conce-
tri prelati, e contro i rettori delle dersi, ma nel vostro godimento co-
, ,
FAM F A M f tf5r
gere per veruna necessità. Che così, to, e di fatto, rigettati gli appelli,
e non altrimenti debba giudicarsi e salvi i doverosi legali processi, e
e definirsi nelle premesse tutte e le censure e pene più volte
stesse
singole cose da qualunque siasi giu- aggravando, invocato anco all' in-
dice, ordinari e delegati, ancorché tento, se fia di mestieri, l'appoggio
uditori delle cause del palazzo apo- della secolar podestà. Non ostante
stolico, e cardinali della stessa san- le costituzioni sopraddette, e quelle
ta romana non che del ca-
Chiesa, emanate dalla pia mem. di Boni-
merlengo sunnominati chierici
e facio Papa Vili pur nostro pre-
presidenti prò tempore^ in qualun- decessore intorno ad una e nel ,
que causa ed istanza, tolta loro ed concilio generale due diete, purché
a ciascun di loro la facoltà ed oltre le tre diete alcuno per au-
autorità di altrimenti giudicare ed torità delle presenti non sia tratto
alla famiglia pontifìcia, col ripor- Della segreteria de' memoriali, con
tare fedelmente il registro del ruo- altri cinque aiutanti.
lo formato sotto il primo maggio
1778, secondo quelli degli altri CAMERIERI SEGRETI.
pontificati, seguendo le consuete ed
antichissime graduazioni e prece- Cardinal pro-uditore del Papa.
denze relative alle individuali qua- Maestro di camera.
lifiche ed attribuzioni , quanto di Elemosiniere.
quelli considerati famigliari del Pa- Segretario della cifra.
pa, quanto dei famigliari intimi e Coppiere.
personali dello stesso Papa, che dei Segretario d'ambasciata.
famigliari appartenenti ai sagri pa- Guardaroba, con altri undici ca-
lazzi apostolici, ed azienda palati- merieri segreti, compreso il me-
na, compresi ancora gli ufBzi mi- dico segreto ; più altri undici
nori. camerieri segreti soprannumerari
senza emolumento, fra' quali uu
SEGRETARI. medico segreto onorario.
Senatore di Roma Rezzonico, qui
Cardinal segretario di stato. registrato perchè Clemente XIV
Cardinal segretario de' brevi. aveagli assegnatocome nipote del
Cardinal segretario de' memoriali. predecessore Clemente XI 11 men-
Segretario de' vescovi e regolari. sili scudi settantacinqiie , colla
Segretario di consulta. parte di palazzo sua vita du-
Segretario di propaganda fide. rante.
Segretario de' brevi a' principi.
Uno, con parte di palazzo, ed enio- Otto, alcuni ceroferari, altri due
iumeuto mensile. assistenti alle congregazioni; e
Scalco segreto. tre soprannumeri senza nulla.
ficiale extra omiies del concisto- faceva ogni giorno nel palazzo
ro, un giubilato più sono re-
: apostolico.
gistrati tre soprannumeri senza
nulla. CAPPELLA COMUNE.
ne da Pio VII fu i-
degli abusi, ti dalla congregazione deputala,
stituitacon editto del cardinal Con- anche pel futuro e più regolar
salvi segretario di stato, in data ordine dell'amministrazione del pa-
9 luglio 1800, deputando a farne VII
lazzo apostolico, vennero da Pio
parte i cardinali Pignattelli, An- formalmente approvati, e corrobo-
tonio Doria, e Braschi, ed i mon- rati col contenuto del moto- pro-
signori Caraffa maggiordomo, e Lui- prio: V
economia del pubblico era-
gi Gazzoli chierico di camera e rio, e la riforma di molti oggetti
presidente di s. Michele per se- dellamedesima, in data 28 no-
gretario con voto, poi creato car- vembre 1800. Noi ci contentere-
dinale. A questa medesima con- mo riportarne qui un breve sun-
gregazione fu commessa la ridu- to delle cose potendo
principali,
zione e riforma di tutte le pro- supplire pel resto quanto supe-
pine e mancie solite pagarsi dai riormente abbiamo detto, e quan-
nuovi cardinali in occasione della to poscia si dirà su questo inte-
loro creazione, non meno che per ressante punto.
il ricevimento del cappello e del- Nel moto -proprio di Pio VII
la berretta cardinalizia, se fuori di primieramente resta confermata l'a-
Roma fossero i promossi, avendo bolizione delle parti di pane e
in vista lo stato ristretto genera- vino fatta da Pio VI con suo chiro-
le in cui si trovavano le famiglie grafo del primo luglio del 1797.
dopo i passati disastri, e la nota- Si aboliscono tutti gli assegnamenti
bile diminuzione del quantitativo che solevano darsi a diversi fami-
delle provviste ecclesiastiche. 11 cav. gliari, consistenti in cere, olio, car-
Lunadoro, Relazione della corte di bone , carbonella , legna , fascine
Roma, dell'edizione di Bracciano droghe, neve, tritello, fieno, biada,
1646, a pag. 269, ci dà la nota mantenimento di cavalli, uso di
delle mancie che si pagavano dai carrozze, letti, biancherie, mobilio
nuovi cardinali dopo il concistoro e tutto altro ec, in generi o in
pubblico a'suoi tempi. La nota ri- compensa di denari. Si aboliscono
formata da Pio VII stampata è tutte le colazioni, e qualunque ri-
se. Le case destinate a' famigliari tre le sue solite attribuzioni, sarà
avranno que'ri sa rei menti che fanno specialmente incaricato di fare tut-
i proprietari delle case a'ioro in- te le provviste, sì per le cose di
quilini ,
proibendosi le cessioni e piccolo oggetto occorrenti nel pa-
subaffitti delle slesse case agli e- lazzo apostolico, che per il biso-
stranei. Nella stalla vi saranno so- gno e consumo delle officine che
li quaranta capi di bestie tra ca- sono rimaste in esercizio dopo la
valli da carrozza e da sella, muli presente riforma, come in detta-
e mule, cui viene fissato il man- glio si legge nel moto - proprio.
tenimento e quanto riguarda le Quindi segue quanto riguarda i
J
FAM FAM 117
mari famigliari di altri Ponlefìci, ra delle fabbriche, appartamenti,
e della categoria dei secondi che e giardini pontificii, delle suppel-
aveangli prestati personali servigi, lettili, delle masserizie, del mobi-
anch'essi furono da lui esaltati ad lio ed al secondo la direzione
ec. ;
della scrittura; la formazione de- Il capo terzo tratta delle spese, che
gl' inventari in tutte le aziende, il consistono in que* titoli che accen-
loro riscontro, metodo per ag-
il neremo dopo avea* riportato il ruo-
giungervi gli oggetti nuovamente lo del regnante Pontefice, forma-
acquistati, o donati dal Pontefice: to nel i83i, essendo poca la dif-
Alla fine di ogni mese esibirà il ricevuto dai lotti annui scudi no-
rendiconto di cassa, dal cui risul- vanta), laonde per tali partite
tato si avrà ragione per determi- venne in vece assegnato ad ognu-
nare la somma occorrente nel mese no per onorario scudi ventinove.
successivo, e finito l'anno, entro il Il nome di Leone XII è in bene-
vìgenti, che nella maggior parte emolumenti ne' diversi tempi. Essi
sono riportate ai rispettivi articoli, sono i servi del cardinale che vie-
o a quelli relativi del Dizionario. ne esaltato al pontificato, ed il piìi
A volerne riportare un esempio antico o il servitore di camera è
diremo , che gli intimi famigliari dichiarato il primo , che poi nel
del Pontefice detti impropriamente futuro pontificato gode il vantag-
Scopatori segreti^ ^ avevano prima gio di restare al servigio del nuo-
lao FAM FAM
vo Papa nella stessa qualifica di di essere stati fatti dai Ponlnfioi
scopatore segreto, ma in ordine do- loro aiutanti di camera. Nel bre-
po i suoi antichi famigliari. Que- ve pontificato di Pio Vili non eb-
sti intimi famigli nel servìzio do- be luogo alcuna innovazione nel-
mestico del Pontefice, hanno la cu- la famiglia pontificia, e in mor-
ra e la custodia delle sue camere te beneficò gli aiutanti di came-
segrete, alternando il servigio in ed il de-
ra, gli scopatori segreti,
modo, che mentre la metà in un cano colla spartizione di duemila
giorno adempie le proprie attribu- scudi che loro donò. Il p. Bonan-
zioni, l'altra è libera. Due per se- ni nella Gerarchia ecclesiastica ci
ra dormono nelle intime stanze dà nella figura 4^^ quella dello
pontificie, ed esercitano quegli uf- scopatore segreto come vestiva nel
fizi che per servigio del Papa ven- 1720 per le stanze pontificie: la
gono loro commessi dagli aiutanti sottana è piti corta, e dal collare
di camera, di cui sono gli aiuti e uscivano fuori quelle strisele di tela
i supplenti. Perciò nelle cavalcate, bianca, che diconsi collaretto.
quando si facevano, essi cavalcava- Finalmente riporteremo il ruolo
no in numero di due; nelle sa- del regnante sommo Pontefice Gre-
gre funzioni, processioni ec, por- gorio XVI, e de' sagri palazzi a-
tando r occorrente pei bisogni del postolici, guardia nobile, e guar-
Pontefice incedono sempre vicino dia svizzera , non facendo parola
ad esso col primo aiutante di ca- de' pensionati, de' giubilati, ed as-
mera, ed in cappella prendono segnamentarii. Siccome tal ruolo è
luogo presso il pulpito o la cre- quello formato nel 1 83 r sulle ba-
denza pontificia. In casa vestono si, gerarchia e preeminenza de'pre-
collare, e sottana di scotto paonaz- cedenti secoli , formato cioè colla
zo, con mostre e fascia con fiocchi sua piena autorità ed approvazio-
di seta di egual colore, calze nere, e ne alla di lui assunzione al pon-
scarpe con fibbie : fuori delle came- tificato, non mancheremo di nota-
re papali sul detto abito sovrap- re alcune delle posteriori variazio-
pongono boemia, usando allora
la ni avvenute i coadiutori e: so- i
portinari del quirinale, e del vati- per le spese per la cappella pon-
cimo; quattro tamburri , e tre or- tifìciaed altre funzioni sagre,
dinanze. Cento alabardieri ; due compresavi la distribuzione della
medici , e due chirurghi. V. Sviz- cera per la candelora, non che per
zeri. le funzioni della
settimana santa;
Gli altri titoli delle spese dipen- per medaglie e corone
le spese di
denti dair amministrazione del pa- che dona il Papa; per le distribu-
lazzo apostolico sono i seguenti, /ioni annue per la festa di s. Pie-
Pel trattamento della sagra perso- Irò agli uditori di rota, in scudi
na del Pontefice ; per dativa, tasse, centosessantacinque per cadauno
canoni ed altre imposte sui fondi ; degli undici uditori, giacche il lo-
per giubilazioni , assegnamenti e , ro decano ha scudi trecento tren-
pensioni ; per vestiario a' famiglia- ta : qui noteremo che se vi fossero
ri ; per cure ed esequie ai mede- uditorati vacanti, la somma si ri-
simi ;
per gratificazioni e limosine; parte tra gli esercenti. Le altre
per spese di scuderia ; per fuochi spese finalmente consistono in mas-
e lumi; per coltivazione de' giar- serizie, suppellettili, e mobilio; per
dini, non che per mantenimento le spese del collegio de' mazzieri ,
degli animali in essi esistenti. Per e maestri ostiari virga rubea, coa-
acconcimi, e riattamento di fabbri- sistenti in compensi pel vestiario;
che, le quali consistouo : nella ma- per la spesa della biblioteca vati-
nutenzione dei due palazzi ponti- cana, a disposizione del cardinal
flcii,quirinale e vaticano; nelle bibliotecario per l'acquisto di codici,
condotture di essi, come delle fab- legature di libri, ed altro ; e per
briche de' contigui giardini ; nei altre spese straordinarie ed irapre-
palazzi della consulta e della pa- viste in servizio dell'amministrazio-
netteria; nella fabbrica detta di s, ne del palazzo apostolico.
Felice ; scuderie e rimesse sulla Anche il medesimo regnante
piazxa del quirinale; case e rimes- Pontefice ha emanate provvideuje
1^4 t' A M FAM
tanto sulla giurisdizione civile e 11 maestro di casa, cui resta af-
duali veslimenta e prerogative re- migliari chiari per dottrina, per vir-
lative alla dignità e corporazioni tù, per fortuna, per favore, mentre
cui appartengono i rispettivi pa- altri se ne mostrarono indegni per
droni, e delle consuetudini generali cattive qualità. Ed al volume Vili,
e particolari di Roma e de' luoghi pag. 240 del Dizionario, abbia-
ove risiedono. Alcuni pongono le mo detto che anticamente talvolta
officine e gl'individui della creden- facevano il discorso in cappella i
nale, prendono luogo nella secon- creti della cerimoniale, col cardi-
da carrozza dopo il caudatario. Il nale non incedevano che il gen-
maestro di camera è il capo del- tiluomo sostenitore della torcia, e
l'anticamera e della famiglia che da il caudatario sostenitore del lembo
letto
manichini di mer-
bianco increspato.
Papa. Quando in Roma si amma-
lano sovrani, il cardinal decano
fa sapere ai cardinali, che vi man-
Il gentiluomo o coppiere, se è se- dino con due servi il gentiluomo
colare veste il detto abito di spada, e il maestro di camera, senza più
se ecclesiastico come l'uditore e il ritornarvi. Se i cardinali nel visi-
128 FAM FAM
lai* alcun sovrano in abito corto, caudatario. maestro di casa non
Il
versa col boccale sul bacile l'acqua reca con una sola carrozza in
alle mani del proprio padrone de- alcuna funzione e luogo, essendo
ve stare in piedi, nelle cappelle l'altro famigliare maestro di ca-
il
I
FAM FAM 129
Ln sala si compone del decano, za gala, e di gala, con bottoni che
del decano di portiera, del servi- talvolta hanno impresso lo stemma
tore di camera, e di altri servito- del cardinale. Desse sono comuni
ri, alcuni de* quali hanno partico- alla scuderia, cioè al maestro di
lari ingeienze, nìentre il servitore stalla, cocchiere, cavalcante^ e gar-
di camera aiuta il cameriere nel- zone ossia mozzo, il quale però la
V intimo servizio del padrone. Ca- porta meno ornata. Dei tempi in
po e regolatore della sala, sotto cui si usa la gala, e due o tre car-
la dipendenza del maestro di ca- rozze, l'abbiamo notato a'ioro luò-
mera, è il decano. Questo decano ghi : nei viaggi e villeggiature que-
è detto di collare, da quello di ste livree sono più succinte, mas-
merletto, che porta quando incede sime quella del cavalcante, che al
in abito, il quale è nero, cioè sot- braccio sinistro porta lo stemma
to abito corto con fìbbie ai calzo- d'argento del proprio padrone. Si
ni ed alle scarpe, gonnella, e fer- possono vedere gii articoli Carroz-
raiolone di seta nera^ oltre il cap- ze, e Cavalli, tnentre nel volume
pello nero appuntato. A lui in- Vili, pag. 227 trattammo del mo-
combe aprire io spoi tello della car- do col quale si recano alle cap-
rozza del cardinale quando va in pelle, tanto palatine, che nelle di-
abito cardinalizio, diversamente toc- verse chiese di Roma, il Papa, i
ca aprirlo al decano di portie- cardinali , e gli altri. Delle vesti
ra, al quale incombe uscire sem- di corucccio de' cardinali , e loro
pre col caidinale, con uno o due famigliari, oltre quanto si disse ai
altri compagni, cioè quando il car- volumi VI ,
pag. 286, e X, pag.
dinale veste di corto. L'abito or- 1 7 del Dizionario f V. Vesti car-
dinario del decano, in luogo di li- dinalizie. Alcuni famigliari godono
vrea e per uso gioì naliero, consiste abitazione e vitto, altri una sola
in cappello appuntato con trina di tali cose: ed alcimi dell'antica»
eguale a quella del vestito, ed in mera sono famigliari di onore sen-
abito e sotto abito corto di quel za onorario, ovvero hanno un'an-
colore che usa il padrone, ornato nua regalia. Del cardinale eletto
con trine d'oro o d'argento, come Papa come promove la famiglia,
lo è il ferraiolo d'inverno. Lo ri- si accennò in principio del prece-
petiamo ancor qui, ai rispettivi ar- dente articolo, e poscia parlando di
ticoli, massime in quello delle Cap- quella del cardinal Ghislieri che pre-
pelle Pontificie , è descritto ciò che se il nome di Pio V.
deve fare ogni famigliare dei cardi- Piiguard© poi alle mancie e pro-
nali, nelle diverse funzioni ed altre pine, di cui parleremo al citato ar-
circostanze. Il decano di portiera, il ticolo Famigliare, volendo qui di-
servitore di camera, e gli altri servi- re di quelle spettanti alle famiglie
tori vestono la livrea, che si compo- de' cardinali, perciò che appartiene
ne d' intiero vestiario, il cui colo- diremo che or-
alla loro divisione,
re e trine allude allo stemma del dinariamente le mancie e propine
cardinale , e in molte trine è ri- si dividono così. Allorché il novel-
F A M FAM i3t
cassetta, coli' iscrizione: elemosina. bra il cardinal Domenico Ginnasi,
per i poveri di s. Sisto, cioè pei come generosissimo, e assai be-
suoi famigliari rimasti senza veru- nevolo co' suoi fortunati famigli
na distribuzione, volendo alludere Del ven. cardinal Tommasi si leg-
così al titolo della chiesa del de- ge nel tom. Vili, pag. i4i, del
funto, ch'era pure dell'ospedale od Cardella , che co'suoi famigliari si
ospizio de'poveri di s. Sisto. L'an- diportava da padre, non da pa-
zianità si rileva dai registri del drone e superiore: ne' tempi pio-
ruolo, il quale incomincia nel gior- vosi ed incomodi gli obbligava a
no che il cardinale ha preso il prendere luogo nella propria car-
cappello cardinalizio, ed anticamen- rozza; quindi li compativa nei di-
te dal momento in cui per la pri- fetti , li provvedeva nelle necessità,
come munifico padre, ed amorevo- lis servare debeat erga suani fa-
le protettore. L'altro cardinal vi- miliani; ^ \^ De studio Curdina-
cario Corsini, nel 1795 dichiarò lis circa faniiliariuni delecluni ;
erede proprietario il principe ni- pag. 2 35, § II, De cura Cardi na-
pote , ed eredi usufruttuari , col liuni circa fannliariuni vitam, et
jus accrescendi sino alla loro pa- mores\ pag. 289, §111, De cura
ga, i famigliali descritti nel ruolo. CardinaliSf ne famiUarìs indigcantj
Nel secolo corrente sono grande- pag. 184, § 1, De domestico Car-
mente a lodarsi principalmente i dinaliuni sumptu.
cardinali, duca di Yorck , Giusep-
pe Doria, Ferdinando Sai uzzo, Notizie diverse sui famigliari dei
Alessandro Mattei decano del sa- cardinali.
cro collegio, Antonio Doria, Erco-
le Consalvi, e Giorgio Doria, sic- Giacomo Cohellio nella sua IVo-
come generosi e benefìci colle lo- titiacardinalatuSy a pag. 175, pri-
ro famiglie, per non dire di altri. vilegium XX, eruditamente tratta.
Nella carità, amorevolezza e cura De familiarium, et inservientiuni
religiosa della sua famiglia va par- numero cardinaliliae dignitati ne-
ticolarmente nominato il cardinal cessario. Il p. Gallico, Acta sele-
Fontana (Vedi). cla caerimonialia , a pag. 278
Era lo stile nella curia e corte parla De officialibus singuloruni
romana, che i cardinali e prela- cardinalium S. R. E. ex codice
ti avessero prima molti famigliari Vaticano 47^1» che sono i seguen-
di onore, i quali dopo la morte ti, de'quali si danno individuali no-
dei loro padroni davano agli ere- tizie.
vitae apud vulgum momenti ha- suo erede cardinal Raffaele, sicco-
beat ad vindicandam a contemptu me ricco di benefizi, si mantenne
publicae personae dignitatem, quam con molto decoro, contandosi nella
in pretio haberi perniagni ad quie- numerosa sua corte sino a sedici
lem publicani refert, mutò il teno- vescovi. Il cardinal Ippolito d'Este
re della vita che professava, e ben- de' duchi di Ferrara, tenne splen-
ché in privato osservasse molto della dido corteggio, in cui eranvi pure
vita di religioso francescano, pub- molti musici e cacciatori. Abbiamo
blicamente compariva con le vesti che il cardinal Tommaso Wolsey
condecenti alla dignità, e alimen- inglese, primo ministro di Enrico
tava famiglia numerosa , con cui Vlllj tenne una corte composta da
al popolo si rendeva più venera- più di mille persone, tra le quali
bile. Molto si potrebbe aggiungere eranvi sessantacinque ecclesiastici.
in conformità di tal materia, ma Il cardinal Ippolito de* Medici, ni-
basti il concludere essere ragione- pote di Leone X, e cugino di Cle-
vole, anzi doversi, che la dignità mente VII, contò nella sua corte
cardinalizia sia al popolo pubbli- da circa trecento letterati di ogni
cata con segni di esterna magnifi- nazione, per cui nel suo palazzo
cenza di numerosa famiglia ben si parlavano fino a venti differenti
vestita, e con un corredo decente linguaggi ; ed allorquando fu av-
e dignitoso, siccome indizio di giu- vertito da Paolo III a moderarsi
dominio, e della su-
risdizione, di nello splendido corteggio da cui si
blime dignità di cui sono i cardi- faceva servire, rispose ch'egli non
nali rivestiti, e quali elettori eleg- teneva tante persone perchè ne a-
gibili del sommo Pontefice, sovrano vesse bisogno, ma perchè desse lo
degli stati romani. Non si deve ta- avevano di lui. Il degno nipote di
cere che molti cardinali di fami- Paolo III, cardinal Alessandro Far-
glie principesche, o doviziosi di ric- nese, primogenito del duca di Pai-
,
vigilanza che debbono avere i car- sciatoriche per qualche tempo han
dinali delle proprie famiglie , me- dimorato in Roma presso la santa
mo4abili sono le parole che il Poa- Sede io pubblica forma; non che
FAM FAM 137
del maestri di camera e gentiluo- messi nella congregazione, e go-
mini, dc'qiiattro prelati di flocchel- derne 1 benefizi e i privilegi an-
to, che sono il governatore di Ro- nessi^ tanto spirituali che temporali.
ma, r uditore della camera , il te- La primaria origine di questa
soriere, e il mag^iortlomo; final- congregazione insigne si deve alla
mente comprende pure i segretari pietà ed allo zelo del cardinal
de' cardinali, e de' principi. Chia- Francesco Sforza decano del sagro
masi Urbana perchè istituita nel collegio, il quale nel 1624 rap-
pontificato di Urbano Vili, prin- presentò a Papa Urbano Vili tal
cipale benefattore della congrega- suo pio divisamento, e i vantaggi
zione, che die loro la chiesa di s. spirituali che in progresso ne po-
Lorenzo in Fonte, posta nel rione tevano derivare. Urbano Vili de-
Monti, nella via Urbana, già vico legò due prelati per esaminare lo
patrizio sulla falda occidentale dell'E- scopo della congregazione che fu- ,
squilino Cispio, della quale chiesa trat- rono monsignori Mancini vesco-
i
dentro che fuori di Roma, ed an- ritenuta per breve tempo, Urbano
co i famigliari de' principi e baroni Vili a' i4 giugno o luglio 1628
romani che risiedono in Roma, affin- ne rivocò la donazione, ed in ve-
chè col mezzo di questa pia congrega- ce con bolla spedita in tal giorno
jjone, e conoscendosi e riunendosi di la diede con tutti i suoi diritti e
frequente, si stringessero in caritate- pesi alla congregazione urbana, la
vole amicizia^ e si rendessero più quale in riconoscimento di questo
doveva dare anno
I affettuosi
reciproci
servito nelle
ed efficaci
bisogni .
corti
nel giovarsi ne'
Dovevano
de' menzionati
aver
diritto
nel dì della festa di
chilevita , cinque libbre di
s.
ogni
Lorenzo ar-
cera al
personaggi almeno per lo spazio di priore e canonici della chiesa di s.
pitolo di una collegiata . Al pre- ss. Gio. e Paolo, come pure sono
sente, secondo il nuovo statuto ^ i suoi gli affreschi, e l'Angelo nella
membri che compongono la congre- volta esteriore. F. R.i delfino Venuti,
gazione si d'una sponta-
sono tassati Roma moderna tom. I, pag. i32.
nea obbligazione mensile onde for- I caudatari de' cardinali, e loro
mare un fondo capace di poter sussi- cappellani hanno il sodalizio e col-
diare i maestri di camera bisognosi, legio in borgo, sotto l'invocazione
secondo Io spirito dell' istituzione, e di s. Maria della Purità, del qua-
ciò senza recare aggravio alle ren- le parlammo all'articolo Caudata-
dite della congregazione urbana rio, facendosi risalire l'origine nel
le quali s' impiegano ad onore del pontificato di Paolo III.
divin culto nella chiesa. Non solo i nobili aulici in Roma
In quanto alla chiesa di s. Lo- hanno sodalizio, ma vi sono pure
renzo in Fonte, essa fu edificata, quelli dei cuochi, dei palafrenieri e
secondo una costante pia tradizio- dei cocchieri, come andiamo a dire,
ne, sulla casa di s. Ippohto cava- e prima avevano anco i credenzie-
lo
bere romano, a cui fu dato in cu- ri. Da ciò rilevasi quanto le famiglie
stodia l'arcidiacono san Lorenzo, dei cardinali ed altri della curia ro-
il quale insieme a Lucilio lo con- mana abbiano procurato sino dai
verti ivi alla fede, battezzandolo precedenti secoli, di rendeisi de-
coU'acqua di un fonte, fatto mira- gni di servire coloro che sono in-
colosamente scaturire nel carcere timamente addetti alla santa Sede,
ov'era ristretto, col solo toccare la e che sono i consiglieri, e i mini-
terra con un dito : questo fonte stri del sommo Pontefice,
da cui piglia nome la chiesa esi- I credenzieri sino agli ultimi an-
ste ancora, e vi si scende per una ni del secolo passato ebbero una
porta a sinistra dell'edifizio. La chie- confraternita sotto l'invocazione di
sa dopo la sua fondazione fu risto- s. Elena imperatrice. Il sodalizio
rata prima dal cardinal Giovanni fu istituitoda un gran numero di
Alvarez di Toledo de'duchi d'Al- credenzieri de' cardinali, sotto Paolo
ba nel 1543, quindi nel seguente IV l'anno iSSy, nella chiesa di
secolo da Urbano Vili con archi- s. Salvatore in Lauro, ove il so-
tettura di Domenico Castelli. Nel- dalizio per qualche tempo ebbe cu-
l'iulerno la prima cappella a dirit- ra della cappella della Madonna
ta fu fatta fabbricare da Giovan- come narra il Fanucci, Opere pie
ni Cipolla, che pure la dotò; il di Roma lib. IV. Quindi la con-
quadro della seconda, rappresentan- fraternita passò ad occupare una
te la B. Vergine con due santi, è chiesuola dove è oggi quella di s.
li pof. Vixil ann. 55, obiit 1 1 apri- sodalizio conferisce tre doti di scu-
lis MDXLIL di venticinque l'una, ad altrettan-
te zitelle figlie de' confrati . Certo
Gio. Battista Bovio, nel parlare benemerito Nicola Piatta cuoco
di questa chiesa, come figliale del- lasciò nel i6o3 alla confraternita
la basilica di s. Lorenzo in Dama- iu cui era aggregalo, tre case per
so , nell'opera intitolata La pitici tali annue dotazioni nella festa
trionfante, a pag. 148, dice che è della ss. Annunziata, ed una mes-
antichissima, che il parroco la ri- sa perpetua quotidiana. 11 cuoco
nunciò nel i53o al sodalizio, il segreto del Papa è sempre priore
quale la restaurò, ed ebbe la no- del sodalizio, il quale ha per pro-
mina del parroco; ma nel 1824 tettore un cardinale, e gode mol-
la parrocchia fu soppressa da Leo- le indulgenze, ed allorché muore
ne XII, col disposto della bolla un confratello, si celebrano pii suf-
Super universa. Ridolfino Venuti, fragi. Nell'anno 1842 nella me-
nel tomo II della sua Roma mo- desima chiesa è stata ammessa ad
derna, pag. 536, aggiunge, che i uffiziarvi la confraternita del ss.
cuochi e pasticceri con frati, restau- Cuore di Gesù, ch'era prima nella
rarono la chiesa, che ha quattro chiesa di s. Salvatore in Campo.
altari, ed opportunamente la prov- Paolo V col breve Pias Cfiristifl-
videro del bisognevole, e di altre delìuni confraternitateSy de 20 di^
cose al dire del Piazza, Opere pie cembre 161 7, confermò gli statuti
pag. 607, De' ss. Vincenzo ed Ana- della confraternita della ss. Annun-
stasio de' cuochi. Inoltre raccon- ziata de' cuochi e pasticceri; i quali
ì^i FAM FA M
slati furono poi approvati etl am- prima domenica di luglio. La con-
pliali da Benedetto XIV colla l.)ol- fraternita fu arricchita di privilegi
la AdPastoralis fastigìum de' 20 ed da s. Pio V nel
indulgenze
settcmUe 1740» e da Clemente l 'ì^GB da Gregorio XlIT nel
; e
XII colla bolla Esponi nohis nu-
1 iSy-z, a' i5 maggio, con breve
pe.i\ emanata a' 29 agosto 1761. venne approvato il sodalizio, ed i
I palafrenieri del Papa, e i servi- suoi statuti furono legalmente con-
tori de' cardinali, de' prelati , degli fermati nel i6o4: conferma che
ambasciatori, ed altri
de' principi j pure ebbero sotto Benedetto XI li,
cavalieri romani hanno V Arcìcon- e Clemente XII. Uno dei principali
fraternita di s. Anna de^ palafre- e lodevoli scopi del sodalizio sino
lùeri (Fedi)j eh' ebbe principio nel dalla sua istituzione, si è il por-
pontificato di Urbano VI nel iSyS. gere aiuto ai poveri cocchieri stor-
P^. Palafrenieri. pi, vecchi, ed invalidi , che spesso
I cocchieri nel pontificato di Pao- li rende la loro professione esposta
lo III dierono incominciamento al- a frequenti pericoli. Cominciarono
la loro confraternita, come raccon- i confrati ad esercitarsi in varie
ta il Fanucci Opere pie, ed
nelle opere di pietà, che descrive il Piaz-
altri scrittori. Narrano essi che in za a pag. 643 delle Opere pie di
una via di Campo Marzo nel i54^ di Roma; ad assumere il sacco di
era una divota immagine di No- colore turchino, con 1' insegna del-
stra Signora sulle pareti di vecchie la B. Vergine circondata da una
mura, la quale avendo incomincia- gloria di angeli, e tenente il divin
to ad operare prodigi , alcuni coc- Figlio in braccio. Eressero pei con-
chieri di cardinali, prelati, princi- frati un ospedale vicino alla chie-
pi, ed altri personaggi addetti alla sa, la quale pure restaurarono,
santa Sede, ed all'alma Roma, formando regole e statuti, celebran-
perchè fosse venerata meglio, per do solennemente la festa della pu-
loro particolare divozione ottenne- rificazione della Madonna, e quella
ro dal Pontefice di staccarla dal di s. Lucia, dotando zitelle, e fa-
muro, e di collocarla nella Chiesa cendo altre cose virtuose.
di s. Lucia della Tinta ( Vedi^ se Dopo che Paolo V nella chiesa
ne parla anche nel volume XIX, di s. Lucia della Tinta vi stabili
pag. 38 del Dizionario). Per quan- una collegiata, parti dalla chiesa
to fecero onde rimuovere l'imma- il sodalizio, e nell' intendimento di
gine non gli riuscì, finché porta- fabbricare appositamente una nuo-
tosi ivi processionalmente tutto il va chiesa, a cagione delle insorte
clero romano, allora facilmente si difficoltà, rimase per alcuni anni
potè staccare, e quindi trasportare dispersa, finche nel 1661, sotto il
I
i44 FAM FAM
luogo con pontificii da Cle-
brevi legge nella lapida collocata in della
mente XI nel 1708, e da Beue- chiesa.
delto XIII nel 1727. Da (jULsla Pompeo Sarnelli vescovo di I5i-
rentini il locale che teneva in af- Vili, Che i preti virtuosi e dotti
fitto presso porta Leone, e conti- debbono essere tenuti in pregio dai
guo alia ripa del Tevere. Indi il loro prelati^ dicendo come il car-
sodalizio godette pacificamente, il dinal s. Carlo Borromeo , arcive-
diritto privativo di escoriazione, u- scovo di Milano amava e rispet-
nito all' altro di tenere la concia tava la sua famiglia, composta or-
delle pelli, che poi fu affittato in dinariamente da circa cento per-
perpetuo all'università de' vaccinari sone di varie nazioni; e quali deb-
fino all'epoca repubblicana che chiu- bano essere i famigliari dei vesco-
se il secolo XVIII, contratto che vi, ed altri prelati. Bella è altre-
in un alla privativa dello scortico sì la lettera XI del tom. Il, Come
fu approvato e confermato nel 1777 debbono i prelati trattare la loro
da Pio VI. Ma epoca in sì fatale famiglia. Egli fa la distinzione da-
le rendite del sodalizio furono ap- gli antichi servi, e servitori quasi
plicate allo spedale di s. Gallicano, schiavi , e i posteriori liberi; di
al quale poscia per redimere i suoi quelli de' gentili da quelli dei cri-
diritti dovette obbligarsi al paga- stiani, di quelli dei laici in con-
mento di annui scudi 365. Dipoi fronto di coloro che servono ec-
Pio VII liberò da tale peso la con- che debbono essere mo-
clesiastici,
VOL. xxui. IO
,
cale, e delle rendite che hanno. Fornici , che siccome a tenore del
Non è ordinariamente tal corte nu- decreto della congregazione cardi-
merosa come quella de' cardinali, nalizia della cerimoniale, non si do-
sebbene nei loro famigliari vi sieno vrebbe dai cardinali portare più fa-
quasi tutti gli uffizi delle corti migliari, né dai vescovi assistenti por-
cardinalizie. La
romana prelatura tarne alcuno, molto meno lo è per-
ordinariamente ha un uditore, un messo a qualunque altro prelato.
segretario o cappellano, il camerie- Delle diverse specie di tali famiglia-
re ec. , ed altri servi. I primari ri ci dà molte notizie il Cancellieri
prelati, come quelli delti di fioc- nelle sue opere , ove parlando, in
chetto , tengono nella loro corte quella dei Pos sessi^ delle cavalcate
anche il gentiluomo. Gli abiti dei nelle quali andavano i palafrenieri
famigliari di anticamera de' vescovi dei cardinali, si legge che i palafre-
e prelati sono come quelli de' fa- nieri incedevano con bastoni dorati,
migliari de' cardinali , differendo appresso le mule che cavalcavano i
l'arcione della sella, e col medesimo gnori del regno. Di s"ì fatti fami-
ordine de'valigieri ; indi coll'istesso gliari, che facevano un voto, ed
ordine incedevano a cavallo i gen- indossavano una croce, se ne par-
tiluomini degli stessi cardinali, tut- la all'articolo Fede di Gesù Cristo^
ti a due a due, succeduti dai fa- e della Croce di s. Pietro marti-
migliari pontificii. Talvolta caval- re [Fedi)j che fu creduto un or-
cavano anche i gentiluomini dei dine equestre. Il Plettemberg, JVb-
principi ed ambasciatori se i gen- : tìtia congregationum Curiae Ro-
tiluomini erano ecclesiastici, caval- manaCf a pag. 617, tratta de fa-
cavano con veste talare che supe- mìliaribus armatis s. Offlcii. V.
riormente descrivemmo, se secolari Domestico. Al. precedente articolo
coU'abito di città pur di sopra di- dicemmo con Seneca che domi- ,
grande aiuto negli sludi; ma gli Il Borgia nella Difesa del dominio
ingrati liberti si condannavano a temporale della santa Sede, narra
nuovo servaggio, per comando di che sotto gl'imperatori non furono
Costantiiio, 1. 2, e. de lihertìs. Ales- mai giudici de'servi i padroni, giac-
sandro Severo nel foro Transitorio ché se fuggivano erano puniti dal
o di Nerva fece morire affogato magistrato. Antonino proibì ai pa-
dal fumo di paglia, e di legna umi- droni d'adoperar castighi severi coi
de un suo favorito cortigiano chia- servi ; ed anche altri imperatori
mato Vetronio Turino, che come vietarono padroni d'essere con i
a'
Roma in molta stima, e nella guerra Liruti nella dissertazione Z?e sen'is
,5o FAM FAM
medii aevii Foro JuUi, tom.
in fugo servilulis seu dontinìi ac ha-
IV, pag. i5i, Symbol, lìtter.^ Ro- biuztionis, chiunque per un anno e
mae 1752. Nel secolo precedente un giorno avesse abitato nella cit-
abbiamo qualche esempio di ma- tà, senza contraddizione del proprio
nomissioni, ed il conte Corrado di padrone. Vero è che tutte le sud-
Monlefellro a'29 ottobre 1290 ren- dette servitù debbono piuttosto
dette ad Ugone abbate del moni- intendersi per specie di uomini
stero di Mutino^ un'intera famiglia propri^ di ascrittizii, colonari, ec.
comiata. In tale necrologia souovi mo- non più. Ella contrae il mor-
rali precetti, giusti, preziosi e veritieri bo .... allo spedale.... ella muo-
riflessi che dovrebbonsi porre ad ese- re in due giorni per una ma- ,
cuzione da chi Dio fece nascere piò. lattia che ha contratta per voi,
agiato di chi serve; massime da da voi stesso, in servigio vostio,
coloro che sentono le voci dell'u- che voi non avete curato , non
manità, e della carità che dobbia- avete rispettato come fosse quel-
mo avere pel nostro prossimo^ e la di un cane — anzi meno, me-
principalmente pei nostri attinenti. w no assai
Meriterebbe riportarsi tutto l'arti- « V ebbero luoghi , e tem-
colo sensatissimo, ma il nostro pia- w pi migliori. Le vecchie case di
no e la corrispondente proporzio- Italia riguardarono i loro ser-
nata brevità impongono di limitar- vi come altrettanti membri del-
ci ai pili generici brani. » Una la famiglia; il servo affezionato
ricca eredità, un podere estorto ed onesto acquistava privilegi, e
a' debitori insolventi, un nome diritti che non perdeva in tutta
ha il han-
salario mensile, e molti stanno al servizio, godono abiti di-
no vitto, ed abitazione. Il
vestito stinti secondo i gradi, e gì' inferiori
salario, salarium, è una mercede quelli chiamati livree, che il Di-
pattuita, che si dà a chi serve e , zionario della lingua italiana^ alla
dicesi pure provvisione, stipendio, parola Livrea, definisce assisa e
vel mercede condiictus, e dalle ra- colore di vestimenti di più persone
te della paga mesata. Il Vettori , in una stessa maniera, e oggi ahi-
nel Fiorino d'oro illustrato, par- to di servidore j vestitus consimi-
lando del salario, dice a pag. ^ji, Us, veslis polyniita nell' idioma la-
che Plinio nel lib. XXXI della tino. Parlano i nostri antichi scrit-
Storia naturale, al capitolo VII tori di staffieri cioè palafrenieri ,
spiega che cosa sieno questi salari, che oggi si prendono per famigliari
I dunque sono gli onorari e
salari servidori, vestiti a livrea , la quale
le mercedi; e questi salari Nerone ordinariamente si prese dai colori
volle assegnare a molti senatori di delle armi gentilizie, siccome fece-r
Roma, i quali scarseggiarono nel- ro alcune famiglie fiorentine, va-
Tavere, come racconta Svetonio nel^ riandò i colori delle livree, che ne'
la vita di quell'imperatore al capit. loro arnesi di casa e in sopravveste
XLII. Di questi fanno raen-
salari e in scudi si riteneva; laonde ve-
zione parimenti le Novelle di Giù- nendo poscia ornate con trine, in
stiniano al num. CXXVIII; ed A- queste come nei bottoni delle li-
pollonio nel libro contra Phryges. vree vennero ripetuti gli stemmi
Marziale pure si serve di questo gentilizii. Anticamente presso alcu-
vocabolo nello stesso significato al ni re o principi, per una specie
lib.IV, epig. VII. Ma per dire di galanteria, era in costume di
alcuna cosa più prossima a' tempi fare in certi tempi dell'anno, prin-
nostri,Francesco Fioretti dottore cipalmente al Natale ed alla Pa-
ddi' accademia di Parigi, avanti i squa, regali di vesti, di mantelli,
concordati fra Leone X, e Fran- e di altri abiti alle persone attac»
Cesco I re di Francia, nell'epistola cate al loro servizio, ed anche ai
che scrive a Pietro Rebuffo autore signori che componevano la loro
,
FA M FAM i53
ooi'te. Siccome i francesi usavano cardinali ec. , e che i due came-
della parola livrer, in significato di rieri del medesimo magistrato, ve-
dare o abbandonare altrui quelle stirono il robone di velluto pao-
vesti, si crede che queste fossero nazzo . Nei medesimi Possessi si
perciò nominate livree, nome che dice che talvolta i palafrenieri de'
si è conservalo per indicare gli cardinali , che andavano presso i
dans les ménioìres de Tré\'0ux 1 7o5, nelle Stazioni di Roma pag. 53, e
Fevr., p. 102. non da'ferri delle catene di s. Pie-
Forse dalle costumanze feudali, tro, di cui si celebra la festa il
che narra il Frizzi nel tom. Ili, primo di agosto, come pensò il
che che costumavansi negli antichi rum etìam nec expertes fuimus.
tempi dai vassali verso il loro si- L'Anonimo, Discorso dell' origine
gnore, consistevano nel portarsi da dì ferragosto con alcune frottole,
luiper fargli corte in detti tempi, ed altre poesie nella Magliahec-
o per obblii^o di loro investitura, chiana, presso il Mazzucchelli, tomi
e portargli donativi, ricevendone VI, p. 2 355. Michelangelo Bonar-
ancora secondo la generosità de' roti il giovane. Cicalata sopra il
signori. ferragosto, nella part. I, voi. VI del-
L' altra principale ricorrenza in le Poesie fiorentine, car. 3. Alessan-
cui si sogliono dare le ma «eie, e dro Tassoni, Che significhi il detto
fare donativi mese di agosto.
è il Ferrare agosto ne' Pensieri diversi
,
l'altra dedicazione del tempio di quelli per il mese di agosto s' in-
Marte. Da queste feste deriva l'u- dicano col bon Ferragosto. In quan-
soj che dura anche al piesente, di to alle altre mancie che si danno
,5G FAM FAM
negli avvenimenti piacevoli , per vi sono emolumenti chiamati ob-
promozioni e benefizi ricevuti, an- bligazioni, sommissioni, e comuni
licliissima n' è V usanza. servigi propri di alcuni famigliar
All'articolo Ditlici (Fedi), di- del Papa, e di alcuni uffiziali del-
58 FAM FAN
mìUrte romarme quae reperiuntur appartiene il giudicare in tali ma-
in cnìliquìs numismalibus ab urbe terie: della congregazione araldica
condita ad tempora divi Ju^ii- se ne tratta all'articolo Senato Ro-
sli ex Bibliotheca Fuh'ii Orsini. mano (Vedi). La spesa che incon-
Adjunctis famiììis XXX ex libro tra il postulante ascende a scudi
Ant. Jitgusiini^ Romae 1^7 7. ii3:35 non compresa la scattola
Per una famiglia
poter essere di argento pel sigillo, la copia e le-
ascritta alla nobiltà romana, giu- gatura del diploma, e la redazione
sta la costituzione Urbem Romani della scrittura, ossia processo, con
di Benedetto XIV, che oggi costi- copie da distribuirsi ai membri del-
tuisce legge in tali materie, occor- la congregazione, in tutto circa
iono autentiche prove che il po- scudi i5o. È in ultimo da osser-
stulante , suo padre e sua madre, varsi, che per recente disposizione
gli avi e le ave tanto di lato pa- della segreteria di stato i sudditi del-
terno che materno sieno di fami- l' impero austriaco non possono do-
glie vissute in splendore et juribus mandare la nobiltà romana senza
nobilitatis, espressioni che in pra- l'annuenza della lodata suprema, o
tica corrispondono al more nobi- dell'ambasciatore della stessa nazio-
li um ,
per corso di cento anni in ne. Di altre notizie sulla nobiltà
alcuna delle città d'Italia. Però in romana, e di chi n' è fregiato, se
quanto a queste città, si è osserva- ne parla al citato articolo Senato
to essere state ammesse alla nobiltà Romano. Noteremo finalmente, che
remane varie famiglie fuori d' Ita- l'Amidenio dice distinguersi antica-
lia , onde in questa parte sembra mente la nobiltà romana coli' ave-
che la consuetudine abbia ampliata re nei propri palazzi loggia e per-
la forza della legge. Le prove su- ticale , mentre è noto che in Fi-
indicate sogliono farsi colle fedi di renze come in altre città_, le anti-
nascita del postulante, di suo pa- che famiglie nobili si distingueva-
dre e di sua madre, dalie quali no colle loggie, e con le torri con-
deduconsi gli avi e le ave de' due tigue alle loro abitazioni.
lati, onde stabilire i quattro quar- FANAGORIA.Sede vescovile del-
ti, non che colle testimoniali del- la Sarmazia asiatica vicino al Bosfo-
le municipali magistrature delle cit- ro Cimmerio, poco distante dalla
tà, alle quali le singole famiglie appar- città di Corocondama, soggetta alla
tengono. Se questi atti includono la metropoli di Zichia o Zicchia. li-
nobiltà delle stesse famiglie , tale no de' suoi vescovi, chiamato Gio-
nobiltà accresce il decoro del pro- vanni, sottoscrisse la relazione che
cesso e serve a maggiore appog- il concilio di Costantinopoli fece a
gio delle dimande presso giudici. i Giovanni arcivescovo di detta cit-
All'effetto medesimo servono tutte tà, risguardante i patriarchi Eufe-
quelle prove che giustificassero ti- mio e Macedonio, nell'anno 5 19*
toli onorifici, cariche ragguardevo- Oriens Christ. tom. I, pag. i325.
li esercitate, illustri antenati ec. ec. FANCIULLO. Giovinetto eh'
La prova di censo dovizioso nel po- tra l'infanzia e l'adolescenza, cioè
stulante soddisfa al desiderio che nella puerizia, puer, puellas^ infans.
aggiorni nostri ha manifestato la In molti articoli del Dizionario si
presso i santi padri : ///e ve/o egres- loro dolore a' defunti , biasiman-
iGo FAN FAN
do la legge di Licurgo, che vol- ciò, nella legazione apostolica di
le (lare un limite al dolore, pre- Urbino e Pesaro. Gli antichi scris-
scrivendo undici giorni al lutto. Ma sero appartenere all'Umbria, alUi
considerando i romani essere il alla Marca Anconitana, o presso i
stima e dell'amore de' vivi verso i città della Pentapoli dell' esarcato
di tre anni, secondo il decretato dal nistra estrema pianura del Metau-
re Numa. Ciò era contro il costu- ro , le acque del quale ristrellc
me di alcuni i quali all'opposto parzialmente a qualche distanza in
non piangevano che i fanciulli ed un canale artefatto, formano in vi-
i giovani, a cagione ch'essendo mor- cinanza della porta Giulia una bel-
ti per tempo, non avevano potuto la caduta , servono a dar movi-
gioire né delle nozze, né delle ma- mento a' mulini, e mantengono il
gistrature, né degli onori civili. Di- piccolo porto a' nostri giorni quasi
poi Antonino ordinò che i figliuoli totalmente interrato laonde non ,
del padre non si piangessero più può ricevere che piccoli bastimen-
di cinque giorni ; altri dice che i ti; il porto vuoisi incominciato sino
figli ed padri si potevano pian-
i dai tempi di Augusto per iscalo di
gere dagli altri parenti un anno; Ravenna, e ad onta di tante spese
i minori di sei anni un mese; il non riuscì bene. 11 grosso volume
marito dieci mesi , ed il cognato dell'anzidetto fiume si getta verso
otto. Parlò ancora il Guasco dei il sud-est nel mare Adriatico a tre
menico, alla nobile casa Siraonet- vede sotto il portico dello spedale
ti ec. , ma sibbene nel chiostro e di s. Michele dalla parte interna,
convento un tempo degli agosti- sebbene pel rimanente si trovi ora
niani, ora seminario, la cui chiesa costrutto a mattoni, insieme colla
è sotto il titolo di s. Lucia ; giac- maggior parte del fornice di mez-
che in detto chiostro se ne vedono zo r intero disegno rilevato in
:
degli avanzi, in qualche parte pra- pietra nella prossima parte del tem-
ticabili. Il detto Nettuno eseguito pio di s. Michele, serve a dimostrar-
in mosaico, dissotterrato nel lySo cene l'antico stato. L'arco venne
in farsi le fondamenta per la pub- eretto da Augusto in un colle mu-
blica torre, fu poscia trasportato ra, di cui si scuoprono le orme,
nelle camere dei civico magistrato, con pietre bugnate mirabilmente
e murato nelle pareti. Si ammira commesse; ma elevatasi nei tre se-
lungo la consolare via Flaminia coli che decorsero fino a Costan-
procedente da Fossombrone, la ma- tino il Grande , l'area della città,
gni Hca Porta Augusta j che si disse fu ridotto in miglior forma e ri-
VOI.. XXIII. I i
i(5a FAN FAN
gendosi per Bisanzio. Due Ioni di lo da Carignano fu dal guercio Ma-
presidio sorgevano nell'esterna par- latesta chiamato sotto pretesti alla
te, e se ne vedono tuttora alcuni Cattolica, ed ivi ambedue trucidati
ruderi^ che le fanno credere lavoro e fatti poi gettare in mare a quel-
della prima epoca, cioè vitruvianc. la foce per rendersi il tiranno si-
Ma verso Tanno 1625, essendo gnore di Fano, come fece. Del fa-
abbandonata e cadente la parte del moso tempio della Fortuna eretto
magnifico arco che guarda la città, dagli etruschi avanti di Roma, e
venne ricostrutta ed assicurata con da cui ebbe origine la città di Fa-
la sostituzione della terrazza lavo- no, si cerca vanamente il sito, se
rata a mattoni per cura del car- non che solo si sa eh' era fuori
dinal Francesco Boncompagni ve- della cerchia delle mura erette da
scovo di Fano , e protettore della Augusto. Non sembra perciò vero
compagnia di s. Michele.Abbiamo che la città ricevesse da' romani il
una dissertazione anonima intitola- nome di Fanum Fortimae, a ca-
ta : Dissertazione critico lapidaria gione di un tempio da essi costrut-
ed un' opera de' tempi aurei e for- deve tacere che Claudiano, Polibio,
tunati di Augusto e di Vitruvio, e Cluverio danno qualche cenno
ne commise nel iS^S la restaura- storico del culto dato alla Fortu-
zione air ingegnere Pompeo Man- na dai primi abitatori di queste
cini,che non avendo avuto effetto, spiagge. Ha pur Fano solidissime
egli soltanto pubblicò in Pesaro costruzioni, che servono all'uso stes-
nel 1826 V Illustrazione dell'arco so, cui vennero in remota epoca
di augusto in Fano, con una let- destinate, di condurre al mare le
tera archeologica del signorBar- acque piovane. Parecchi sono i sa-
tolomeo Borghesi al signor mar- gri templi che adornano Fano, co-
chese Antaldo Antaldiy con tavole me molte furono le case religiose
incise risguardanti l'arco. d'ambo i sessi che in essa fioriro-
Dappresso una delle nominate no avanti le note politiche vicende.
torri si è creduto, pochi anni in- S*. Daniello delle monache agosti-
dietro, di ravvisare entro all'ospe- niane a' 7 maggio in ogni anno
:
tordici affreschi del Domenichino, Martino fuori delle mura, che fi-
la qual meritòche nel 1625 in no dal i35o si concedeva in com-
Homa ne pubblicassero le lodi
se menda anche ai chierici secolari,
con raccolta di componimenti poe- e Paolo II ne investì il cardinal
tici, tra' quali quelli del Marini, Bessarione. In città i canonici re-
del Preti, del Chigi poi Alessan- golari passarono nel i55i nel mo-
dro VII, e del Rospigliosi poi Cle- nistero e tempio di s. Paterniano,
mente IX. Questi affreschi illustrati appositamente edificati, di magnifi-
dal cav. Celestino Masetti , meri- ca architettura del Sansovino, il
tano di essere salvati dal loro de- quale vi fece un campanile che
terioramento. I conventi poi e le vuoisi uno de' più belli dello stato
chiese dei religiosi e delle monache pontificio;si distingue ancora col-
mo di Brettino, celebre per pietà; sono pitture del Tiarini, del Bo-
e l'altro di s. Stefano in padule noni, del veronese Claudio Ridol-
o palude 3 ambedue fuori della fi, del Guercino, e del Sordo. La
città. Il primo fiorì fino dal quar- chiesa de' cappuccini , i quali nel
to secolo, il secondo fino al duo- i537 eransi stabiliti a Magliano,
decimo: quindi i religiosi di s. Ste- quindi poco dopo a s. Cristina sul
fano passarono nella chiesa di s. monte Giove, a Forcolo nel i567,
Lucia in città nel 1 26^, nel conveu- ed in città nel iSgG. Nel 12 16
iti FAN FAN
la città donò alcune casette a s. di s. Ignazio. Il convento genera-
Domenico Fondatore dell'ordine dei lizio de* conventuali vi fu fondato.
predicatori, che due volte era pas- nel 1 255 per limosine e pie obla-
sato per Fano, indi nel 240 ven- 1 zioni del popolo fanese, leggendovi
ne fondato il convento di tali re- allora teologia Bonaventura nella
s.
mi ,
pitture di Guido , di Simon ribile alla chiesa vecchia, giacche
Cantarini, del Sordo ec. : essi vi fu- la fabbrica della nuova restò so-
rono introdotti dal fanese p. Giro- spesa nella soppressione degli ordi-
lamo Gabrielli, insigne per pietà e ni regolari nelle note politiche vi-
dottrina, nel iSgS; e nel 1720 cende de' nostri tempi. Quindi è
Domenico Federici gli lasciò la li- che nulla più esiste del Domeni-
breria, ch'eragli costata più di die- chino, e i monumenti Malatestiani
cimila doppie. Nel 1781 fu stam- illustrati non ha guari dal can.
pato in Fano.il Catalogo delle pit- Masetli si trovano sotto il portico
ture^ che si conservano nella chiesa della chiesa in oggi mal ridotto.
dei pp. della congregazione del- Ora però stanno per compieisi i
l' Oratorio dì Fano^ sotto il titolo voti della città, poiché per lo zelo
di s. Pietro in Falle, colla notizia de' religiosi conventuali si riprende
degli autori delle medesime. Anti- a compire questa grandiosa fab-
camente la cattedrale fu quella del- brica; e per questa guisa saranno
l'ospizio degli eremiti del b. Pietro ridotti al primo splendore i men-
da Pisa, esistenti a s. Biagio di zionati monumenti. I minori osser-
Marano dove fu conceduta la chie- vanti nel 1455 furono collocati al-
sa nel i4^7 ^^^ Malatesta allo stes- la Madonna del Ponte; nel 1464
so beato. Nel 1640 i gesuiti vi fu- a s. Lazzaro, e quindi nel i5i9
rono chiamati per decreto del ma- in città, nella chiesa di s. Salvato-
gistrato, dovendosi principalmente re, nuovo
che fu rifabbricata di
la fondazione del collegio a Pietro nel i55i sotto il titolo di s. Ma-
Petrucci nobile fanese, il quale eb- ria Nuova, consegrata dal vescovo
be a promotore di quest'opera san Negosanti, che gli donò più sagri
Carlo Borromeo, per le premure da vasi, rari codici , e diversi suoi
lui fatte con lettere ed in persona al scritti, con vari distici fatti alle
civico magistrato; 1673 nell'anno gesta di s. Francesco dipinte nei
si fece il collegio di s. Maria Nuo- corridori del convento vi furono :
tere dei goti; nel 568 in quello de' re e raccoglitore di essi fosse Pao-
longobardi; nel 780 in quello de- lo Palioli giureconsulto e cittadino
gli esarchi di Ravenna; nel ySS fanese. Fra i cospicui soggetti che
a Pipino, che la die alla santa fiorirono tra podestà, nominere-
i
sero la piazza alla dedizione. Anti- dute il suo antico splendore; indi
camente Mondolfo fu denominato Augusto la circondò di mura. Nel-
Monte Offw, e nel iSSy il car- l'anno 272 della nostra era, l'im-
dinal legato Albornoz ordinò che peratore Aureliano tra il Metauro
si distruggesse, e quindi si chia- e Fano trionfò de' terribili mar-
masse Villae Justiliae, ma ciò non comanni, e de' giutunghi. Nell'an-
ebbe lutto l'effetto. Evvi la colle- no 3oo dice l'Amiani che già era
giata de* Faustino e Giovita.
ss. città ; indi i figli di Costantino ne
Comprendesi nel suo governo la restaurarono le mura. Telila rovinò
comune di s. Costanzo, che ha la questa città, dopo che Narsete vi
collegiata dedicala a tal santo; co- avea battuto Teja re de' goti ; ma
gli appodiati Cerasa, e Stacciola. poscia venne rifabbricata da Beli-
Non devesi poi tacere, che antica- sario, riparandola così anco dalla
mente dividendosi la provincia del- distruzione che vi operò Alarico. Il
laMarca in tre presidati, uno di pontificale di Ravenna nella vita di
FAN FAN !%
è. Agnello ci (a «apeie, che nell'anno gorio IX, nel i^Sa, Fano mandò
565 Fano fu distrutta da un incen- deputali a Jesi per stringere allean-
dio, e che vi perì una gran niolli- za con diversi popoli, contro le
territorio,
città di
come narra 1'
il
che il Papa fece assediare dal suo magnanimo Paolo V, tra le tante
esercito, e lo riebbe con capitola- imprese che resero celebre il ^uo
zione nella quale tra gli altri pri- pontificato, nel 161 2 aprì, purgò,
vilegi, gli concesse di continuare e fortificò il porto di Fano, don-
ad essere libera , a segno che fuvvi de provennero vantaggi all' anno-
un tempo che battè persino mo- na del Piceno, dell' Umbria, 6
neta, e nei patti Pio II la chia- della Romagna. Gli altri principali
mò Urbs magna, ac potens. Dal
: avvenimenti di Fano , sono che
i463 in poi i romani Pontefici mentre il governatore pontificio la
per un governatore hanno gover- amministrava , riuscirono vani gli
nato Fano, meno il bi-eve domi- attacchi del duca d' Urbino Fran-
nio dello Sforza, e quello di Cesa- cesco Maria della Rovere nel i5i7
re Borgia duca del Valentinois, che per occuparla. Nellecivili guerre
sotto Alessandro VI ne impa-
se con successo i fanesi attaccarono
dronì. I di lui sobborghi andarono que'di Fossombrone, e ne rimase-
pressoché distrutti dai turchi nel ro signori per poco tempo; come
1487, allorché Beccolino da Osi- anche di Monte Barroccio, e No-
mo, essendosi impadronito del su- villara, ambedue appartenenti a
premo potere della sua patria Pesaro: Monte Baroccio é ragguarde-
chiamò nefandamente in suo soc- vole terra il cui consiglio munici-
corso gli ottomani. Da Giulio II la pale chiamavasi senato; Novillara
città venne chiamata repubblica a vanta antichissima origine. Soffri
cagione del privilegiato suo reggi- pure soventi ed enormi danni dal-
mento, e le monete di argento la pirateria dei barbareschi, e nel
le coniò sino al 1592, epoca in cui 1799 un improvviso sbarco d'indi-
fu assunto al pontificato il concit- sciplinati turchi fu fatale alle loro
tadino Clemente Vili. ricchezze , ed anche alle peisone.
Silvestro Aldobrandini insigne giu- Pochi anni prima Fano era stata
reconsulto, dopo essersi ne' tempi dai terremoti lungamente agitata
della ribellione di Firenze ritirato ma senza notabili danni. Cosi an-
a Venezia, dove riformò gli ordi- cora dopo che scoppiò la rivoluzio-
ni e statuti , fu uditore del car- ne francese, e che le sue armate
dinale legato di Ravenna, che lo invasero l'Italia, occupando lo sta-
fece luogotenente e governatore di to pontificio, nel 1797 a mezzo
Fano. Ivi egli si trattenne lungamen- di molti emissari venne alzalo l'al-
te, ed allora vi ebbe quattro figli ma- bero della libertà in molte città,
schi, ed una femmina e tutli fu- , e con questo esempio fece altret-
rono persone di grande stima e , tanto Fano per opera di alcuni
l'ultimo, Ippolito, nato a* 24 febbra- amanti delle novità , laonde i ne-
io dell'anno j535, o come altri mici senza sparare un fucile fecero
vogliono nel i536, divenne il gran r ingresso in Fano. Quindi i fanesi
Pontefice Clemente Vili. Allorché spedirono deputati a Milano per
egli nel i^^^y per pieudci*e solen- essere dal direttorio incorporati ai
FAN FAN 171
dipartimento deirEmilia ciò che , un compendìo dell' origine, ed isto-
subito ottennero, benché il trattato rie di questacittà, Venezia 1640
di armonia de* francesi col Papa era con Giuseppe Colucci, Del"
figure.
stato conchiuso. Eletto nel 1800 Vantichità di Fano della Fortuna,
nel conclave di Venezia Pio VII, exst, nel tmn. IX àéXAnt. Pie.
nel portarsi in Roma in compa- La fede fu predicata in Fano
gnia de' cardinali Braschi e Doria, da s. Apollinare discepolo di s,
mente. Visitò tutti i monisleri, offrì 348, il quale è pux'e il primo pro-
il divin sagrifìzio in quello delle te- Occupò la sede
tettore della città.
resiane, e con la celebrazione del- per quarantadue anni , e terminò
l'esequie suffragò l'anima di sua di vivere ai i3 di novembre, gior-
madre eh' era morta esemplarissi- no in cui si celebra la sua festa.
ma religiosa in quell' istituto. Il La sede vescovile tempo fuun
Papa benedi solennemente il tripu- soggetta alla metropolitana di Ur-
diante popolo dal palazzo del ve- bino, come riporta Commanville,
scovo, e nella piazza maggiore do- ma poscia divenne immediatamen-
"v' era preparata magnifica loggia; te soggetta al romano Pontefice,
tra le illuminazioni, si distinse quel- come lo è al presente. A testimo"
la del monastero benedettino di s. nianza del b, Gio. Nonantulano,
Arcangelo. Di poi nel i8i5 Fano scrittore del secolo XIII, egli afferma,
tornò al soave e paterno dominio che per alcun tempo , e sino dal-
della santa Sede. l'anno 3oo, Fano (u metropolitana
Di Fano scrissero i seguenti autori; della Pentapoli dell' esarcato. Fra
Pietro Maria Amiani^ Memorie isto^ i successori di san Paterniano vi
diFano^ per G. JjCo-
fiche della città furono alcuni altri santi , e diversi
nardi, stampata in Fano nel 1751 ; insigni prelati. S. Eusebio, che fu
questa opera divisa in due tomi al concilio di Roma nel 5o4, sot-
dà molti lumi sulla storia delle to il pontificato di Simmaco; la
\icine città, e soprattutto delle fa- sua festa si 18 aprile.
celebra ai
miglie che dominarono Fano. Octa- S, Fortunato, quinto vescovo, il
\ius Cleophilius, Ristoria ^seu de hel- quale col consiglio di Papa s. Gre-
lo Fanensiy Romae i5i6: quest'i^ gorio I, vendè i vasi sagri per ri-
storico trovossi presente alla batta- scattare i cristiani caduti nelle ma-
glia che le milizie di Pio II dierono ni degl' infedeli. S. Orso successore
a quelle di Sigismondo Malatesta. di s. Fortunato, di cui si venera-
Joannes Blavius, Theatrum orbis no le reliquie nella cattedrale di
terrarum. Jodocus Hondius, Nova Fano, e la memoria si celebra a'
et accurata Jtalicae hodiernae descri- i5 maggio, Rinaldo, decimosesto
plio, Jacomo Lauro, Storia e pian- vescovo, trasportò il corpo di s.
già stata tempio di Giano, ed una bri liturgici della Chiesa romana è
delle cento chiese erette dalla sin- anche usata a denotare un velo,
goiar pietà della gran contessa del quale il solo sommo Pontefice
Matilde. Nel i348 i Mala testa la si adorna; il qual velo è chiamato
decorarono di porla e di torre , Orale anche da Innocenzo 111 nel
che fu restaurata nel ì^^t. Vi lib. I,cap. i3 De mysteriis missae^
tro elementi : cosi nel fanone del Pon- ne le aperture corrispondenti alle
tefice della Chiesa cristiana, con equi- spalle, essendo nel mezzo della par-
valenti colori, corrisponde con otti- te rispondente al pelto ricamata in
ma consonanza alla figura il figu- oro la croce raggiante. La mozzelta di
rato; e perciò medesimo Innocen-
il sotto è alta circa due palmi scarsi,
zo III dice del romano Pontefice, lunga palmi dodici in circonferen-
che ad imitazione del sommo sa- za; quella di sopra è un pollice
cerdote della vecchia legge usa TO- meno lunga. L'estremità che cir-
rale o sia il Fanone in vece del- conda il collo ha un galloncino di
l'efod : « Legalis Pontificis ordinem oro, il quale galloncino è quasi
M sequens, qui post lineam strictam, doppio nell'altro lembo, ed è cu-
»» et zonam induebatur ephod >». cito su ciascuna delle due mozzet-
Vi è perciò divario tra il fanone te. Il drappo del fanone è di seta
giungevansi sopra gli omeri, copren- linee sono congiunte da una terza
do una parte il petto, e l'altra il linea o striscia di seta colore ama-
tergo, rimanendo aperto nei lati. So- ranto, larga un terzo delle linee
pra la parte anteriore pendeva il bianche e d'oro, equivalente ad
razionale fornrato di una lamina un sesto di pollice.
d'oro ornata de' medesimi quattro Nelle note all'Ordine romano del
colori dell'efod, ed insignita con do- p. Mabillon, a pag. 554, si avverte
dici gemme ì:ì partite in quattro or- essere vario il significato della paro-
dini, cioè tre per ciascuno, nelle la Fanon^ poiché qualche volta si ad-
quali gemme erano scolpili i nomi dita l'ombrello, o baldacchino, che
de' dodici figli di Giacobbe, autori anticamente si portava sopra il ca-
delle dodici tribù, secondo l'ordine po del sommo Pontefice, di cui se
della loro nascila. Ma Giustiniano ne fa menzione nel rituale del Ca-
Chiapponi, Acta canon, sanctor. ,
jetano nel cap. 47» ove si dice or-
col citato tom. I, p. i47>
Giorgi, dinata processione mappa super ca-
Lìtur. roni. PoMf.,han giudicato es- put ejus exiensa, come riporta il p.
sersi sostituito il fanone all'^mZ/to, Bonanni nella Gerarchia eccles. al
detto anticamente anabolagio, e su- capo LXVI Del velo usato dal sO'
perhumeralcy che i Papi prendeva- lo sommo Pontefice detto Fanone.
no dopo il cingolo, come nota il p. Significò talvolta simile voce lo
Pouyard, Del bacio de^piedi de som- stendardo pendente da un* asta det-
mi Pontefici pag. 44* ta volgarmente confalone, come av-
La descrizione addotta del fano- verti Macri, nella Notizia de'vo-
il
ne è secondo quella di tutti i li- cab. eccl. alla parola Fanon, che an-
turgici, e di quelli che lo descris- zi aggiunge che con sì fatta voce
sero. L'odierno fanone è come an- molti significarono il velo penden-
FAN FAN 175
le anticamente dal braccio del sa- Durando, Raùon. lib. 3, cap. g, di-
cerdote e del diacono, poi chiamato cendo Sane romanus Pontiftx post
:
ro, omìssis aliis expricationibiiSj ve- romano si legge, che quando il ve-
quo Papa post
luni est variegatum, scovo conferiva loro l'ordine sacer-
albam ornatur, quando solemniter dotale, tra gli altri ricordi diceva :
celebrai, et dream collum ac supra Nullus cantei sìne amiclu, alba, sto-
caput ad jormani cuculli reflecti- la, fanone , et casula; ma opportu-
tur donec pianeta induatur, e ne namente il Macri ci avverte che deb-
adduce la figura, che nella porta basi intendere il manipolo, perchè
di bronzo della cappella di s. Gio. di esso non se ne fa menzione, men-
evangelista al Laterano fu posta tre si deve comprendere tra i pa-
quando il cardinal Cencio la fece ramenti sacerdotali ; come non fa-
fare per ordine di Celestino III nel cendosi menzione della stola, questa
Xn secolo, e rappresentante quel Pa- viene significata con la parola Ora-
pa col fanone sopra il capo come un riunì.
cappuccio, e ripiegato sopra le spal- Di questo ornamento e veste solo
le in modo che forma una mozzet- propria del sommo Pontefice cele-
taj figura che a pag. 258 riporta brante, nonsi può con sicurezza af-
sale. Pietro Amelio sagrista di Ur- tis manibus induelur omni orna-
bano V del i362, al cap. 70, dice mento suo, scilicet primo alba, cin-
che mentre il Papa mangiava in guloj cum subcintonOj postea pedo-
pubblico^ era paratus usque ad dal- rale, demum fanone, postea stola,
maticam inclusive habens mantum deinde tunicella, et postea dalma-
rubeum ad scapulas, fanonem sive tica, subsequenter recipit chirothe-
orale in capite et mitram aurifri-
^ cas, et demum casulam, et mitram
siatam super fanonem. Più antico in capite suo sine pallio, et anulo
di questo è l'altro cerimoniale del pastorali, quae postea recipit in ca-
cardinal Cajetano, quale nel pite suo. Dunque sembra che me-
il 1
294
viveva, regnando allora Bonifacio morie anteriori al secolo XII del
Vili, e in esso apparisce l'uso del fanone non vi sieno, e perciò non
fanone, poiché nel cap. 84> parlan- potersi stabilire l'epoca di sua ori-
dosi de mandalo fiendo in die jovis gine. In fatti nelle pitture antiche
sancdy si dice Pontifex exuit piane- di molti Papi prima di tal tempo,
taniy et assumit sibi mantum in sca* ninna se ne vede col fanone, benché
pulis, super caput suum
imposilo sieno vestite colla casula o piane-
fanone cum mitra facit mandatum ta, e ornati di mitra, eccettuata
duodecim subdiaconibus, rochetum quella memorata di Celestino III
cum superpelliceo portanlibus. Così creato nel 1 1 9 Non 1 . si deve tace-
ancora nel cap. 87, De ordine se- re, che il p. Bonanni riporta sul
dendi in mensa ^ si prescrive che il principio del fanone l'opinione di
Papa sia usque ad dalma-
vestito alcuno, che lo vuole introdotto dal-
ticam habens mantum ru-
in(flusive l'antico costume della Chiesa greca,
beum aà scapulas , fanonem in ca- usandosi dai vescovi per avere il
pite, et mitram aurifrigiatam super capo coperto quando vestivano gli
fanonem. Ma il medesimo cardinal abiti pontificali, come si v^de nel-
Cajetano Stefaneschi ove descrisse la figura di s. Atanasio Vescovo
tutti i sagri paramenti, de' quali alessandrino, fiorito nel IV secolo,
^estivasi il Papa per la celebra- e prodotta dallo stesso p. Bonanni.
zione della messa, non fece motto Che il fanone, al presente sem-
alcuno di fanone, ma solo come plice ornamento del Papa, serviva
abbiamo detto il nominò in occa- anticamente ad uso di cuoprire il
sione di pranzi solenni, e nella di- capo a guisa di cappuccio, lo dice
stribuzione del presbiterio. I pran- pure il Garampi neìVJlluslraz. del
zi solenni erano quelli della coro- sigillo della Garfagnana a p. 77,
nazione, di Pasqua, di Natale ec. citando il Giorgi, De liturgia rom.
È
FAN FAN 177
Ponti/, tom. I, i47, 267; in-
pag. lacio Vili, pare che fossero ima
di ci dà le seguenti erudite nozio- specie di fazzoletti, o tovagliole ta-
ni. Neir invenzione del cadavere di gliate a più angoh, e non già un
Bonifacio Vili, come si disse all'ar- collaro rotondo, come il fanone
ticolo Cadaveri (Fedi), fu trovato odierno. Sicché il Garampi crede-
il fanone, secondo la forma odier- rebbe che tali tovagliole s'invol-
na ; e forse anche simile era quel- gessero intorno al collo del Ponte-
lo di Clemente IVj giacche quan- fice affinchè il sudore del capo
,
monialia tom. I, pag. 106. IVelPin- pag. 42, 4^j 6 102; nelle Notizie
ventario del tesoro di Bonifacio sulla festa di Natale a pag. ^o;
Vili, leggonsi in una classe a par- e ne' Possessi a pag. 5^, cioè nei
te dagli amilli e dai manipoli^ gli detti luoghi ne ripete le noUzie»
orali: Oralia UH magna ciun Altrettanto dice il Novaes nel tom.
tribiis virgis ad auruni in quolibet II, 26, delle Dissert. storico-
pag. 1
sua casa istituì una specie di ac- sotto la sua guida. Lasciando la
cademia , ove recitavansi erudite maggior parte de'suoi beni al mo*
dissertazioni legali , e sui sagri ca- nistero, andò ella a ricevere in cie-
noni ; e formò una raccolta di bel- lo la ricompensa delle sue virtù,
li quadri, che poscia fu trasporta- il 3 aprile dell' anno 655. Per là
ta alla villa di Gualdo. Encomiato sua intercessione furono operati
per moderazione d'animo, per peri- vari miracoli , fra cui la guari-
ria nelle divine ed umane leggi, gione della totale cecità a Carlot-
per affabili maniere, morì in Ro- ta le Bret, figlia del tesoriere ge-
ma il I ottobre 1778, e venne nerale di Francia, e religiosa di
esposto e sepolto in s. Pietro in Faremoutier , la quale allorché si
avendo compiti anni settanta. Ab- Fara, nel 1622, affinchè tutte le
biamo r Elogio funebre pel cardinal religiose potessero venerarle, non
Gaetano Fanluzzi, Fermo 1781. contenta di baciarle, se le fece per
FARA o BuRGONDOFARA (s.). Fi- tre volte appressare agli occhi, è
glia di Agnerico, uno de'primi uf- tosto ricuperò miracolosamente la
fiziali della corte di Teodeberto re vista. S. Fara è onorata con par-
di Austrasia. S. Colombano, che ticolar divozione in Francia, in Si-
alloggiò in casa di suo padre, con- cilia , in Italia; e la sua festa è
secrolla al Signore mentr'era an- assegnata ai 7 dicembre.
cora fanciulla. Contrariata nella sua FARAN. Città vescovile della ter-
vocazione dal padre, che volea dar- za Palestina, sotto la metropoli
le marito, cadde in una malattia di Petra, nel patriarcato di Geru-
che fece temere della sua vita ; ma salemme, la cui erezione al dire
la sua costanza , avvalorata dalla di Commanville rimonta al setti^
ma pel conclave in cui uscì eletto cevè in Italia gli ordini sagri, e si
Pio Vili nel 1829, nel qual anno ritirò nell'Umbria appiè del lago
e a' IO dicembre morì in Parigi, Velino, nella solitudine detta di
ed il suo cadavere esposto prima Penolaco, non lungi da Spoleto.
nella chiesa di s. Germano TAu- Eletto pastore di Spoleto , avendo
xerrois, venne trasferito alla cat- illuminato colle sue virtù quella
tedrale metropolitana di Sens, ed sede, fu denominato X Illuminatore.
ìvt sepolto. Il cardinale fu dotato Il dotto p. abbate Bini ne' Cenni
di singoiar pietà e dolcezza ; di storiciy di cui parleremo, dice che
attitudine per trattare gli affari, s. Lorenzo Siro si deve riguardare
per cui lasciò alcune memorie di per uno di que* vescovi regionari,
quelli che gli furono addossati ; e i quali erano come ausiliari de' ve-
di trasporto alla poesia, facendo scovi propriamente detti, lo che
bene e facilmente i versi. meglio si accorda con quanto scris-
FARFA. Celebre abbazia nuU se s. Pier Damiano che lo fa ve-
lius dell' ordine di s. Benedetto scovo di Sabina. Dopo avere eret-
nella Sabina, luogo fabbricato più to il monistero di Farfa, espose
a foggia di foro che di castello, nella chiesa alla pubblica venera-
famoso pel suo monislero, e per zione un'antica e divota immagine
tanti abbati e monaci che l'illu- della B. Vergine Maria, che la pia
strarono in santità e dottrina. Il tradizione dice dipinta da s. Luca,
luogo di sua situazione anticamente rimovendo da que' luoghi il simu-
chiamavasi Acuzio ed Acuziano, e lacro d'un drago, cui prestavasi
fu poi detto Farfa dal fiume di superstiziosa riverenza, siccome a-
questo nome, dai latini chiamato vanzo d' idolatria e di gentilesimo.
Foharìm, che Sotto gli àcorre. S. La detta immagine è dipinta in
,
cò, vi risarcì tutti i danni, e vi r integrità de' privilegi del suo mo-
si fece monaco, essendo abbate il Al successore Sicardo con-
nistero.
savoiardo Morien-
s. Tommaso di fermò Lottano I i diritti, i beni,
na. Il p. abbate Bini dice che que- e i privilegi dell'abbazia. Nel go-
sto santo nel 672 ottenne da Fa- verno di Papa Grego-
Sicardo ,
stò sotto Clemente VII, e Sisto V; per cui forse divenne il più ricco
i84 FAR FAR
d'Italia dopo quello di Nonantola. poi di s. Anastasio alle Acque Sal-
Godeva il monistero ed abbazia vie, monistero de* cistcrciensi pres-
farfense con tutti i suoi beni tem- so la basilica ostiense. Vuoisi per-
porali della immediata protezione tanto che s. Bernardo, da cui di-
dell'imperatore, ne ciò dee recar pendevano, come capo disU' ordine
meraviglia, come avverte il Bor- cistcrciense, i due cenobi abbia ,
gia nella Breve istoria del domi- mandato all'abbate di Farfa Ade-
nio temporale della santa Sade nel- nolfo alcuni monaci di s. Anasta-
le Sicilie^ lib. Ili, § ^4, che il par- sio, con Pietro Bernardo, che sen-
ticolar suo governo e delle cose che za essere fregialo della dignità car-
lo risguardavano, nulla offendere dinalizia, fu assunto al papato. Ag-
potesse il dominio e la sovranità giungiamo che eletto egli a'26 feb-
che tutto all'intorno dovevasi alla braio 1 145>, passati tre giorni, e te-
santa Sede Il medesimo scrittore
. mendo l'impertinenze degli arnaldi-
narra il placito tenuto dall'impe- sti, i quali avevano congiurato per
ratore Enrico I nella basilica va- deporlo, se non avesse voluto con-
ticana alla presenza di Benedetto fermar loro l'usurpato senato, fug-
VIII, investendo prò virgam l'ab- gì di notte da Roma co' cardinali
bate Ugone, coir approvazione del al monistero di Farfa, venticinque
Pontefice, cioè del castello di Boc- miglia distante da tal città, passan-
chignano, che resta più d'un mi- do per Monticelli, e vi fu consa-
glio distanteda Farfa. Longino fi- grato a' 4 naai'zo ; quindi passò a
glio di Azzone nel io38 gli donò Città di Castello, dov' era a' 9 a-
un'estensione non tenue di fondi prile, ritornando poscia in Roma,
rustici ed urbani, che gli vennero ove fu ricevuto con grande tripu-
confermati dagli imperatori Enri- dio e pompa, che descrive il Can-
co III, IV e V, insieme alla det- cellieri, n^ Possessi de' Papi a p. i4-
camente fuori della Sabina la giù- taciuto che a questa abbazia fu-
risdizione era più estesa, e dacché rono confermati tutti i beni che ave-
fu data in commenda, ebbe Tono- va nelle Marche, da Innocenzo III nel
re di venire governata da molti ii98« Ma in quanto ai cistcrciensi
insigni e nobili personaggi delia dimoranti nel monistero farfense,
corte e curia roniana, La chiesa sul!' incominciar del secolo XV
parrocchiale di Roma
appartenente il cardinal Francesco Carbone, che
alla abbazia era nel luogo ove è alcuni come diremo chiamarono
ora la Chiesa di s. Luigi de' Franca- Tomacelli, qual prolettore del mo-
« [Vedi) dedicata alla beata Vergine nistero Farfa ( anche il cardi-
di
con un priorato de* benedettini, nal Boccamazzi nell'anno 1292 era
Ma essendosi la nazione francese stato costituito da Nicolò IV pro-
accomodata coli* abbate di Farfa, lettore dell* abbazia ; e Bonifacio
I* abbazia ebbe la chiesa parroc- Vili die all' abbazia più protettori,
chìale di s. Salvatore in Campo fra* quali nomineremo i cardinali
ove oggi è il monte di pietà. I de- Francesco Orsini, e R.oberto cister-
putati di questo stabilimento aven- ciense dei titolo di s. Pudeuziana )
i86 FAR FAR
li espulso, ed in veco v' introdusse 1476, qhe ritenne un solo anno,
i monaci benedettini della congre- nel qual tempo licenziando mo- i
pag. 229 della Sabina sagra su tal novembre i5i3. Sisto mori poco
cardinale: gli successe il cardinal An- dopo; ma io trovo che fu creato car-
tonio d'Aquileia. Secondo i registri dinale nel 1 5o8, e che mori agli 8
o annali farfensi, dopo il cardinal marzo i5i7. Altri fanno in vece
Carboni o Tomacelli succederebbe abbate il cardinal Franciotto della
Francesco da Yiteibo, che però non Rovere pur nipote di Giulio II.
fu riconosciuto che nel ì^ìt.. Con- Ranuccio Farnese romano, cardi-
viene anche osservare che sebbene nale, nipote di Paolo III, che nel 1 54^
l'abbazia fosse data in commenda, lo creò cardinale, e nell'anno seguen-
non era però in essa mancato sino abbate commendatario ^ di-
te lo fece
allora l'abbate claustrale, a cui il venendo poscia anche vescovo sub-
solo regime spirituale n' era allida- uibicario di Sabina; glorioso per
lo. E questa contemporanea nomi- le sue preclare doti.
na di due abbati ha potuto dar luo- Alessandro Farnese romano, car-
go di confondere alcune volte gli dinal vescovo di Sabina e poi di
abbati claustrali coi commendatali. Frascati, successe al fratello Ranuc-
Latino Orsini romano, già cardi- cio neir abbazia, che ritenne finché
nal vescovo di Sabina, divenne ab- visse. Egli condusse l'acqua in Far-
FAR F A TI 187
dello due fiere che in essa si fan- ni de' ss. Pietro e Paolo, ed ana-
no due volte all' anno con molto loghe insegne ; essendovi suU' eser-
concorso. Mentre n' era abbate il go una chiesa con uscio aperto
medesimo cardinale, s. Pio V l'anno suo campanile, con l'epigrafe in gi-
1567 unì alla congregazione benedet- ro SIGILLUM PRESmATUS ABBATI AB
:
devesi al collocamento della sagra latina del eh. sacerdote Gio. Batti-
immagine di Maria, venerata con sta Castellani, ed un' Ode.
tanto amore ed ossequio principal- La posizione topografica, e i luo-
mente dai popoli della Sabina, giac- ghi della giurisdizione dell' abbazia
che il culto di essa fu senza con- farfense
, sono descritti dal citato
trasto la vera cagione che mosse Speraadio a p. i49 ^ seg. Tre so-
1
Nel 1834 Giuseppe Marocco colle murata una gran parte della clau-
stampe del Boulzaler pubblicò in sura, ed ebbero luogo altre prov-
Roma : Istoria del celebre imperiai videnze. Atanasio di Carpenedolo
monistero farfense. del iGo4> nel governo del quale
Ma mentre era abbate di Farfa e si fece il gran refettorio; si compi
s. Salvatore maggiore il medesimo con muri la clausura; ebbe prin-
cardinal Lambruschini , nel conci- cipio la fabbrica di s. Salvatore,
storo de' 24 gennaio iS/^i, in cui l'altare grande della chiesa, sotto
egli da Gregorio XVI venne esal- il quale si rinvennero i corpi di
tato alla chiesa vescovile suburbi- s. Lorenzo fondatore e di s. Tom-
caria di Sabina (Wedi), dal Papa maso restauratore del monistero;
al modo che dicemmo al volume fu eretta la cappella del ss. Cro-
XV, pag. 228 del Dizionario, le cefisso; formati alcuni libri corali,
abbazie di Farfa e s. Salvatore ed il registro nuovo o grande. Nel-
FAR FAR f9r
l'anno 1609 ì' abbate Atanasio fu menti risulta ancora i segnalati
rifletto: fece costruire la cappella servigi resi alla religione ed alla
per le reliquie, ed operò altre co- società monaci di sì illustre
dai
se munifiche; gli successe l'abbate e benemerito monistero. Nella bi-
Bernardino di Perugia che istituì la blioteca vaticana poi si conserva
spezici ia. Sotto l'abbate Benedetto di il celebre codice già appartenente
Amelia del 1622, si eresse la nuo- all'archivio farfense.
va fabbrica di s. Martino, e venne FARGIS o FARGE (de) Raimon-
formata la bella fonie che decora do Guglielmo, Cardinale. Gugliel-
l'ingresso del mouislero. L'abbate mo Raimondo de Fargis o Farge,
Giovanni Battista da Montopoli del de'signori di Budos, nipote per li-
al santo Casimiro
Apollo. Il p. si legge, che Martino IV nel 1288
da Roma, nelle sue Meni, istori- ordinò al comune di Canino, ìtt
J
FAR FAR 95^
I
196 FAR FAPx
a*IO Dovembre i549 d'anni 82 e come fratello del cardinal Alessan-
quasi nove mesi. Alessandro con- dro, avendo anni quindici, che poi
trasse un matrimonio segreto nella fu chiamato lo splendore del sena-
sua gioventù, prima di abbracciare to apostolico.
Io stato ecclesiastico, e prima che Bramando Paolo III innalzare
fosse preposto al governo di Fano, la propria famiglia a maggior gran-
con una gentildonna anconitana , dezza, e che prendesse luogo fra
dallaquale ebbe Pier Luigi poi le sovrane d' Italia, in favore di
duca di Parma, e l'avvenente Co- Pier Luigi suo figlio, ch'erasi por-
stanza maritata a Bosio Sforza. In- lato in Roma da Valentano, terra
di postosi in prelatura, nel i493 del patrimonio di s. Pietro, allora
Alessandro VI lo creò cardinale, e spettante ai Farnesi, ed al modo
dopo quarant' anni essendo decano che dicemmo all' articolo Castro
del sagro collegio fu esaltato al (Vedi), ove sono molte notizie sto-
trono pontificio, col nome di Pao- riche di questa prosapia, nel iSSy
lo III, agli II ottobre i534, con gli die la città vescovile di Castro,
gran tripudio de'romani che lo ce- che in un alle terre circostanti pos-
lebravano loro concittadino, il per- sedute con autorità de' Pontefici
chè fecero sontuose feste. Poco do- suoi predecessori dalla sua casa, e
po la coronazione, ai 18 decembre, compreso Canino, l'eresse in duca-
creò cardinali due nipoti. Alessan- to facendone di Castro la capitale;
dro Farnese (Vedi), d'anni quat- sebbene Canino per l' amenità del
tordici, figlio del menzionato Pier luogo, e per l'affezione de' Farnesi
Luigi , che divenne il decano e ad esso, venisse riguardalo con pre-
l'ornamento del sagro collegio: in dilezione, e tale che essendo fre-
gioventù ebbe una figlia chiamata quentato dai cardinali di tal fami-
Cleria, che maritò a Gio. Giorgio glia, il cardinal Alessandro io chia-
Cesarini, da cui nacque il celebre mava il piccolo Napoli, e per la
Giuliano gonfaloniere perpetuo del frequente dimora che vi faceva, lo
popolo romano. Cleria fu la più riputava utile alla propria sanità,
bella donna del suo tempo, per e ricreazione dell'animo, che ripe-
cui dal padre si soleva dire che teva poter viveie eternamente se
tre cose sommamente belle egli ave- l'estate avesse dimorato a Gradoli,
"va, ed era quasi impossibile arri- e neir inverno a Canino. Si pre-
\are, cioè il palazzo Farnese, di cui tende che Gradoli sorgesse per al-
parleremo in fine, la chiesa del cuni fuggitivi dalla città di Tiro,
Gesù da lui fabbricata, e Cleria e nel 1191 fosse circondata di mu-
sua figlia. L'altro nipote che Pao- ,ra, che vennero poi ampliate coi
lo III creò cardinale, fu Guido fabbricati dagli orvietani: avvi
Ascanio Sforza duca di s. Fiora. un sontuoso palazzo, ed una bella
Dipoi nel i544 Paolo III creò pu- chiesa collegiata. Va qui notato che
re cardinale Tiberio Crispi roma- Leone X, al dire del p. Casimiro,
no, ovvero di Corneto, figlio di investi di Canino il cardinal Ales-
Vincenzo, e fratello naturale di sandro Farnese, il quale divenuto
Costanza Farnese; e nel i545 e- Papa Paolo 111, donò Canino a'3i
levò ad egual dignità Ranuccio ottobre iSSy a Pier Luigi.
Farnese (Vedi), altro suo nipote, Avendo Paolo III investito del
FAR FAR 197
ducato di Castro Pier Luigi e suoi Ottavio lo stato di Camerino. Pe-
discendenti, lasciò alla linea di Bar- rò mal sofferendo Ottavio sì fatta
tolomeo Farnese le due terre di permuta , trattò con Ferdinando
Farnese e di Latera, conferendo Gonzaga governatore imperiale di
a quelli di questa linea il titolo di voler occupare Parma, che in no-
duchi, e quello di ducato all'unio- me del Papa e della Sede aposto-
ne delle due terre. Latera si vuo- lica si teneva da Camillo Orsini.
le fondata nel io53 sotto s. Leo- Allora Paolo III richiamò Ottavio
ne IX, a rifugio di molti dell'Etru- a Roma, donde furtivamente n'era
ria. partito; ma questi ricusò ubbidire,
Farnesi della linea di Pier Lui-
I anzi scrisse al fratello cardinale Ales-
gi ebbero anche da Paolo III il sandro una lettera, in cui l'esorta-
governo perpetuo di Nepi ed a , va ad unirsi al Gonzaga, nel caso
Castro ebbero anche unito la con- che il Pontefice loro avo non gli
tea di Roncigitone, Caprarola ( Ve- restituisse lo stato di Parma. Ve-
di)y ec. ; ma Nepi, e il ducato di duta da Paolo III questa lettera,
Camerino acquistato da Paolo III per r insolenze che conteneva, fu
dai Varani per trentadue mila scu- preso da tal dispiacere, che per una
di, e ch'era pure stato conferito ai gagliarda febbre dopo tre giorni ne
Farnesi, fu da questi lasciato, quan- morì, e fu sepolto in Vaticano,
do Paolo in nel i545 gì' investì adornando il suo bel deposito le
del ducato di Parma e Piacenza statue della Prudenza e della Giu-
( Fedi), ai quali articoli sono altre
stizia: nella prima vuoisi effigiata
notizie della famiglia, col peso di la madre del Papa,
nella seconda
pagare ogni anno alla camera apo- la sua cognata Giulia, o piuttosto
stolica un tributo o censo di sette la figlia Costanza. Il Zanetti nel
mila scudi a titolo di feudo; ma tom. V Monete d'Italia, pag.
delle
ai IO ottobre i547 Pier Luigi pri- 172, descrive un medaglione fatto
mo duca fu ucciso da alcuni no- ad onore del cardinal Alessandro
bili, ed è fama che ciò seguisse per Farnese per aver fatto terminare a
ordine di Carlo V
imperatore, il sue spese nel i5'j^ questo deposi-
quale pretendeva appartenere quel- to, già decretato dal sacro colle-
le citlà al ducalo milanese, e per- gio. Questo deposito oltre all'ave-
ciò al suo dominio, sebbene Carlo re la statua del Pontefice in bron-
V avesse dato Margherita d'Austria zo, di cui pur sono i due put-
sua figlia naturale, in moglie ad ti, è composto di varie e pregiate
Ottavio primogenito di Pier Luigi. pietre, fra le quali primeggia il ma-
IVel i549 seguì il matrimonio tra scherone di nero-giallo. Il cardinal
Orazio Farnese duca di Castro, e Quirini formò il più glorioso ca-
fratello di Ottavio, con Diana figlia rattere di questo Pontefice col suo
di Enrico II re di Francia. Non libro: Imago optimis principìs in
polendo Paolo III nel i549 ^'^^^' gestisPauli III Farnesii expressa,
perare da Carlo V lo stalo di Pia- Brixiae 1745. Ognuno avrebbe de-
cenza da lui occupato, e temendo siderato che questo gran Papa non
di perdere ancora quello di Parma, avesse dimostrato tanto attacco ai
deliberò di riunirli ambedue alla parenti, e tanta propensione nell'in-
«anta Sede, restituendo al nipote grandirli come nell' arricchirli : ciò
198 FAR FAR
non pertanto essendo vicino a mor- cardinale. I frati in vece ebbero il
se una chiesa in onore di s. Roc- ceduto a suo padre Ottavio nel i5(S6,
co, ed un convento pei minori os- divenne governatore delle Fiandre
servanti, dai quali fu abitato sino per Filippo II suo zio, sposò Ma-
al 1617. Qui però aggiungeremo ria infanta di Portogallo primoge-
che suor Francesca Farnese fonda- nita del real principe Odoardo, ed
trice dei monisteri che portano il ebbe fama di uno de' più celebri
suo nome, illustre non meno per e valorosi capitani de' suoi tempi ;
tenore di vita più rigido, volendo il quale nel 1600 incominciò a crea-
rinnovare il suo istituto ottenne dal re grossi debiti sui dominii che
genitore, col consenso de' frati e Tap- aveva nello stato pontificio, i qua-
provazione di Paolo V, il conven- lisi aumentarono dal di lui figlio
to di s. Rocco che prese il nome Odoardo che gli successe nel 1622,
di s. Maria delle Grazie, e con una il quale ebbe molte e gravi diffe-
sua ed altre parenti die
sorella renze colla famiglia Barberini nel
principio ai monistero che tuttora pontificato di Urbano Vili, anzi
fiorisce nella osservanza, e a quel- guerre e contestazioni, perchè i Far-
zo' X
erasi dimostrato benevolo con nea mascolina; eLeone XII con
Ranuccio li, confermandogli la di- chirografo del 1824 concesse al me-
gnità di gonfaloniere di s. Chiesa, desimo la facoltà di usar del tito-
(Fedi), nobile romano, del ramo nel 1787 lo rinunziò per divenire
de' duchi di Latera che in lui re- re di Spagna col nome di Carlo
stò estinto, per cui il di lui fratel- III, senza che potesse a questa mo-
lo, secondo che dicemmo al volu- narchia riunire ducato di Par-il
Dopo la morte
Maria Luigia
di Campanari. L'isola Farnese è una
arciduchessa d'Austria, vedova del- frazione del distretto e Comarca di
l'imperatore Napoleone Bonaparte, Roma, diocesi di porto e s. Pvuffi-
alla quale fu dato nel 1 815 ildu- na. In quanto all'isola Bisenlina di
cato di Parma e Piacenza, deve cui si fece menzione superiormente,
entrare nel dominio di esso, qual ove sono le tombe de' molti indivi-
eredità de' suoi antenati, il detto dui di casa Farnese, dominatori del
regnante duca Lucca, nelle cui
di circostante lago di Bolsena , se ne
vene scorre l'illustre ed augusto san- parla all'articolo Bolsena (Fedi).
gue de' Farnesi e de'Borboni. Lo stemma o scudo de'Farnesi
Prima dare termine a que-
di è inquartalo: nel prijno e nell'ul-
sto articolo faremo cenno dell'isola timo quarto vi è l'insegna de'Farne-
Farnese. Il JXibby nel tom. IH, si,eh 'è d'oro con sei gigli o gia-
pag. 380 e se^. deWAnalisi dei cinti di color celeste; nel secondo
dintorni di Roma, nel parlare del- e nel terzo vi è l'insegna d'Austria
l' isola Farnese, e della celebre partita con quella di Borgogna
Veio, dice che il nome di tale isola cioè rossa con fascia d'argento, e
è un forte indizio che un qualche bandata d' azzurro e d' oro per le
tempo sia stata della famiglia Far- nozze del duca Ottavio con Mar-
nese, e che poscia nella incamera- gherita d'Austria. Tutto lo scudo
zione del ducato di Castro e Ron- è diviso in un palo rosso col gon-
ciglione ancora questa terra venisse falone papale d'oro con due chia-
compresa. Egli è certo che fino dal vi incrociate pel gonfaloni erato del-
1667 era della camera apostolica, la Chiesa. Sopra tutto lo scudo vi
e che fu affittata per i/^So scudi. è l'arme di Portogallo per le noz-
Poscia fu data in enfiteusi, e fino ze del celebre duca Alessandro con
dal 1820 la camera ne alienò il Maria di Portogallo. Abbiamo da
dominio diretto che fu acquistato d. Luigi de Salazar-y-Caslro: Indi-
dall'ultima duchessa del Chiablcse, ce de las glorias de la casa Far-
e dopo la sua morte è passato in nese resumen de las lieroicas accio-
retaggio a Cristina regina vedova nes de sus PrincipeSy Madrid i 7 6. 1
di Sardegna, che n' è l'attuale pro- Ora passiamo a dare un cenno del
prietaria. Una parte delle notizie palazzo Farnese , della Farnesina, e
de' tempi bassi di questa terra si degli orti Farnesi a ni di Roma.
deve alle dotte indagini di A. Cop-
Del palazzo Farnese.
pi che le pubblicò in una disstr-
laziontj inserita nel luiii. V degli Avanti la bella e vasta piazza
-
Roma ricercata, giorn. 6; in Pan- più bello e più ricco che mai fos-
ciroli , Tesori nascosti pag. ii5; se stato a qualsivoglia altro palaz-
Del Marangoni, Delle cose gentile- zo, volle che oltre il modello fatto
sche pag. 46; ed in Ridolfino Ve- da Antonio tutti i più bravi archi-
nuti, Roma moderna tom. II, pag. tetti di Roma facessero ciascuno il
I
2o4 FAR FAR
Avendo egli staMlito di costruire il moso gruppo colossale di Dirce le-
palazzo nobilissimo di Caprarola gala dai figliastri alle corna del
di eguale, e foiRe maggiore ma- toro, chiamalo il Toro di Farnese.
gnificenza, gli fu detto da un car- Il Baglioni nelle Vite depitlori, as-
dinale che gli sarebbe stato facile sicura a pag. 3oi , che Giovanni
di farvi costruire dei belli soflilti Ballista Casignola ristorò il Toro
col legname vicino di que' dintor- de'Farnesi, giù trovato nelle terme
ni. Allora egli per far conoscere Antoniane, e vi fece la statua di
che non badava a verun risparmio, Dirce. Questo gruppo di più figu-
ordinò, come dicemmo a quell'ar- re grandi al naturale^ scolpite tut-
ticolo, che a Caprarola si facesse- te* in un sasso dai prodigiosi scal-
ro tutte volte, e in questo di Ro- pelli di Apollonio e Taurisco, rap-
ma lutti soffitti. L'atrio è sostenu- presenta Dirce che viene legata pei
to da dodici colonne di granito capelli alle corna d' un toro da
orientale, ed ha ai lati un grazio- Zelo ed Anfione, figliuoli di Lieo
so ambulacro. Da questo si passa re di Tebe, in vendetta della re-
nel che circonda la gran
portico gina Antiope loro madre, offesa dal
corte, il quale è triplice; i due marito per cagione della medesima
primi con pilastri che sono d'ordine Dirne; oltre le statue di Zcto, ed
dorico e ionico sono aperti, il terzo Anfione, e Dirce, vi è la detta re-
è chiuso, ed ha pilastri corinti. gina Antiope, un pastore colla lira,
Pietro Sebastiani, Roma investiga- il cane, e molti animali, con ser-
ta nelle sue rovine^ pag. i6, co- pe, tirso, e cesta mistica. Fu con-
me nel suo Viaggio curioso de' pa- dotto gruppo in Roma da Ro-
il
Diana ; Tritone che scorre sui flutti no dipinti alcuni altri fatti mitolo-
colla sua Galatea ; l'Aurora che gici ben colorili, e mirabilmente
rapisce Cefalo nel suo carro; Po- composti. Nelle altre stanze sono
lifemo che suona la cornamusa on- alcuni fregi dipinti da Daniele da
de far piacere a Galatea; Polife- Volterra; nell'anticamera che cor-
mo che lancia uno scoglio contro risponde alla ringhiera della fac-
Aci, che fugge con Galatea. Piìi ciata che guarda la piazza , sono
in basso sono rappresentate altre storie a fresco, esprimenti fatti al-
storie mitologiche cioè, Giove che : lusivi alle gesta dei Farnese, di-
riceve Giunone nel letto nuziale ; pinti da Cecchin Sai viali, Giorgio
Diana che accarezza Endimione; Vasari , Taddeo e Federico Zuc-
Ercole rivestito degli abiti di Jole, cari. Vi sono due buone statue
suonando il Anchise
tamburrello; sedenti in marmo , rappresentanti
che toglie il calzare dal piede di la Pietà e l'Abbondanza , eseguite
Venere; Apollo che rapisce Gia- da Guglielmo della Porta pel de-
cinto; Ganimede rapito dall'Aqui- posilo di Paolo 111, che nella Va-
la ; Perseo che cangia in pietra ticana prima fu collocalo isolalo
Fineo co' suoi compagni , col mo- dietro o dirimpetto l'altare della
strargli la testa di Medusa ; Au- Trasfigurazione della vecchia basi-
dronjcda legata allo scoglio, con lica, poi ov'è la statua della Ve-
Perseo che combatte il mostro; ronica, e finalmente nel 1628 nel
A rione che passa il mare sul del- sito ove si ammira per ordine di
fino ; Prometeo che anima la sua Urbano VIU. Allora essendo le due
statua ; Ercole che uccide il dra- statue divenute superflue furono
go degli orti Esperidi ; lo stesso trasportate in questo palazzo e col-
che libera Prometeo legato al mon- locate ai due lati del camerino.
te Caucaso; Fetonte precipitato dal Ivi pur sono due busti in marmo
carro di suo padre ; la gravidanza di Paolo III, egregiamente scolpiti
,,
alle imprese di quel duca nella ter- cinque ordini di architettura con
ribile guerra di Fiandra. Questo l'aggiunta delle porte di architet-
gruppo è mirabile perchè scolpito tura di M. A. Buonarroti, Il orna
su d'un solo pezzo di marmo d'u- 1607, Siena rySS, Bologna ly^G;
na delle grosse colonne che sorreg- Vita deW autore con annotazioni,
gevano la volta del tempio della Venezia 1749J Galleriae Farne-
Pace nel foro romano ; il pensiero sianae. Icones in aedibus di(,cis
è di Gaspare Celio, e l'esecuzione Parmensis ab Annibale Caraccio
di Simone Moschino da Carrara. coloribus expressae, cum ipsaruni
Il Cancellieri in alcune sue ope- monochroniatibus, et ornamentis a
re, massime ne' Possessi , e nel Petro Aquila delineatae et incisae,
Me.rcatOy ci dà erudite notizie su Romae apud Rubeis;
Jo. Jac. de
questo famoso palazzo, sulle feste Lnagines Farnesiani cubiculi cuni
ivi fatte , comprese quelle della ipsarum monochromatibus et orna-
via Giulia, e della piazza Farnese, mentis in aedibus sereniss. ducis
sugli aneddoti che lo riguardano; Parm. ab A. Caraccio aeternita-
sui sovrani ed altri personaggi che ti pictae a P. Aquila delineatae et
161 2, dalla parte del cantone che stratae, Romae typ. Monaldini lySS.
guarda ponte Sisto, col bruciamen- Il Bellori nella vita dello stesso
to della libreria, e la morte di Caracci, descrive tutto il concetto
diciotto persone, mentre procura- dell'allegoria de' suoi stupendi di-
vano salvare la roba. Il secondo pinti ; Venuti fa un interes-
e il
accadde nel 161 5, in altra canto- sante descrizione anche degli og-
nata, con gran danno delle stanze getti d' arte che più non esistono.
e mobili. 11 terzo incendio fu a' io Il palazzo Farnese è nel rione
gennaio lyor, essendosi appiccato VII Regola, e viene decorato dal lato
il fuoco ad ore vent'una nella ca- del prospetto principale, dalla piazza
sa del marchese Filini agente del del suo nome di forma quadra
duca di Parma presso la santa Se- dallo sbocco di sette strade, e da
,, ,,
I
,
fare coi Farnese, secondo che di- Fattore^ Ralfaellino del Colle, Gau-
chiara r erudito e eh. Francesco denzio Milanese; e Gio. da Udine
Gasparoni, nell'interessante opusco- vi aggiunse i festoni con fiori e
lo che pubblicò in Roma nel 1841, frutti che chiudono l' istorie. Aven-
col tilolo: Prose sopra argomenlì do queste pitture solFerto, perchè era
di belle arti. Egli a pag. 124 e la loggia aperta, colla direzione del-
seg., ne tratta artisticamente rile- l' architetto cav. Fontana vennero
vandone nel descriverlo i singoli ritoccate dal valente Carlo Marat-
pregi ed anche alcun difetto, con-
, ta , ma le tinte furono alquanto
venendo coir opinione universale, oscurate, restando nien dolce l'ar-
che il palazzetto che il volgo chia- monia delle pitture. I due quadri
ma il modello della Farnesina o grandi della volta figurano di es-
del palazzo Farnese, è un'opera sere pitturati su di alcune tappez-
che porta il tipo dell'eleganza e della zerie distese ed attorniate da fe-
grazia nella classe dei privati edi- stoni, che intrecciano i vani dove
lìzi; ma questa gemma architetto- sono le altre storie. I detti dipinti
nica del secolo XVl, è fra diverse maggiori rappresentano, uno il con-
casaccie, per non dire di altre cose cilio degli Dei avanti il quale Ve-
che la degradano. nere e Cupido perorano la loro
Ritornando al palazzine o Far- causa, attribuito a Giulio Roma-
nesina della Lungara Agostino in , no ; l'altro il convito dove si cele-
questo luogo volle formarsi un'a- brano le nozze di Amore e Psi-
bitazione di delizia ; e siccome di i che , creduta opera del Fattore.
lui discendenti ritornarono in Sie- Contengono le pitture de' triangoli
na nel pontificato di Paolo III, ed le favole mitologiche, analoghe ai
essendo l'edifizio e il giardino in- due menzionati dipinti. A sinistra
contro al palazzo dei Farnesi, que- dell' ingresso si vede Venere che
sti ne accrebbe-
lo acquistarono, e comanda ad Amore di punir Psi-
ro gli abbellimenti, quindi nel se- che superba di sua bellezza ; sie-
colo decorso, come gli altri domi- guono le Ire Grazie , cui Amore
nii farnesiani, quale eredità della parla della beltà di Psiche, e quel-
superstite Elisabetta, passò in pro- la rivolta di schiena si crede di-
prietà dei re delle due Sicilie. La pinta da Raifaello ; nel terzo Ve-
fabbrica malgrado la ripetizione nere si parte sdegnata da (Cerere
de' pilastri dorici ne* due piani e da Giunone che gli nascondeva-
riesce elegante; le flnestrine nel no la sua nemica ; il quarto rap-
lo Psiche viene fuori dal regno la fucina di Vulcano che vedesi so-
delle ombre sostenufa dagli amo- pra al caminetto, ed il fregio al-
rini, e porta il vaso donatole da l' intorno sono pitture della scuola
Proserpina ; nell' ottavo vedesi pro- di Raffaello. Nella seconda camera
strata umilmente avanti a Venere il fresco incontro alla finestra, che
porgendole il vaso onde placarla; rappresenta Alessandro il Grande
Cupido nel nono si lamenta con che offi'e la corona a Rossane, e
Giove della troppa durezza della quello della facciata di mezzo sono
madre e Giove lo accarezza ; nel
, di Gio. Antonio Razzi da Vercelli
decimo ed ultimo Psiche è traspor- detto il Sodoma. Prossima al re-
tata in cielo da Mercurio. Nei mi- cinto di questo luogo di delizie era
nori spazi triangolari sono dipinti un' altra fabbrica la quale in ori-
geni ed amorini portanti gli emblemi gine fu destinata ad uso di scude-
delle divinità soggiogate da Amore. ria, ed erasi edificata con disegno
vi è che I' ombra della passata sua qua, le principali statue, bassorilie-
gi'andez2a e magnificenza. La gran vi , ed altri pregiati marmi che
porta che dà ingresso agli orli far- r abbellivano Descrive pure le
.
pendìo, pel quale si ascende alla gure, in vece di coinice erano con-
sommità, ov'è il casino con pittu- tornati con bottoncini di lapislazzu-
re del Zuccari, aveva una nobile li, diaspri, agate, ed altre pietre
decorazione di statue e di fontane; dure, lo che dimostra in parte quan-
e quella che rimane nella terrazza ta fosse la magnificenza, splendidez-
scoperta, vuoisi disegnata da Mi- za e so»ituosità del palazzo de' Ce-
chelangelo, di cui sono altresì le sari, un tratto del quale è appun-
scale, e due rampe, aventi in cima to occupato dagli orti farnesiani.
le due uccelliere. Quivi dappresso Queste stanze, secondo l'opinamen-
è una torretta in cui sonovi altre to di diversi archeologi, si vuole
pitture del medesimo Zuccari. Nel che abbiano appartenuto ai bagni
boschetto eh' era in cima, l'accade- di Livia moglie d' Augusto. Nella
mia Roma, la famo-
letteraria di sommità del colle si vedono gli a-
sa ed illustre Arcadia^ teneva già vanzi del teatro di Calligola, ove si
le sue adunanze ne' mesi estivi, e rinvennero alcune colonne di por-
perciò vi si vede in un disco scol- fido, ed anche il mascherone che
Cassio nel tom. II, pag. 44ó del sito Paolo III, secondochè dico-
di
luogo dal cardinal Odoardo Far- giati oggetti. Si dice ancora, che il
nese, coir acqua Sistina o Felice, gruppo del Toro farnesiano quivi
con architettura di Girolamo Raì- fu collocato da Paolo III prima che
naldi. Dice ancora che nei primi venisse trasferito al suo palazzo. Non
anni del secolo XVIII la nobile deve poi passarsi sotto silenzio, che
accademia degli Arcadi ottenne dal quando i sommi Pontefici prende-
serenissimo Francesco duca di Par- vano il solenne possesso passando
ma di potervisi adunare co' suoi per il Campidoglio, pel foro Ro-
poetici pastori quasi in novello Par- mano, per l'arco di Tito ec. , per
naso dal fonte Castalio irrigato, condursi al Laterano, tutta la mu-
e recitarti versi e prose. raglia, e le finestre del giardino
,
FAR F A R i\\
de' Farnesi, erano ornate di finissi- la S. R. C. ,
governatore di Tivoli
mi arazzi, e con tappeti e drappi su- arciprete della basilica liberiana, e
perbissimi, recandosi alle finestre poscia della degno di
vaticana. E
per veder la cavalcata e la pompa menzione il dono che fece alla
bel
del treno pontificio, ambasciatori basilica vaticana d' una croce € due
principi, dame, ed altri signori, e candellieri d'argento del valore di
talvolta anche qualche cardinale che tredici o quindicimila scudi. Vi as-
non poteva cavalcare. Inoltre i Far- segnò ancora una ricca dote al-
nesi duchi di Parma, come feuda- l' altare del volto santo , e fondò
tari della romana Chiesa, faceva- due cappellanie coli' obbligo di al-
no in tale occasione innalzare avan- cune messe. In seguito come ar-
ti gli orti un magnifico arco trion- ciprete della basilica vaticana ebbe
fale; e mentre vi passava il Pon- piena giurisdizione delle cause civili
grande considerazione il successore oggi Withie, ove nell' anno 664 fii
Alessandro VII, il quale nel i656 tenuto un concilio. venne
Questo
lo chiamò al suo palazzo in quali- adunato nell' abbazia di tal nome,
tà di maggiordomo, e si valse di essendone abbadessa Ilda, sotto il re-
lui per complimentare e trattene- gno di Oswio re di Norlhumberland.
re in Vaticano la regina, di Svezia Ivi fortemente si disputò sul sito
che recavasi a Roma per abiurare di celebrare la Pasqua, sulla ton-
la eresia. Devesi alle vigilanti cure sura de' sacerdoti, e sopra altre co-
del Farnese la istituzione delle scuo- se di disciplina ecclesiastica. V in-
le pontifìcie, dette delle maestre pie, tervennero per parte de' romani e
divise ne' rioni di Roma per educare degli inglesi Alfredo figlio di detto
le fanciulle nella pietà, e nei femmini- re, Algiberto vescovo de' sassoni
li lavori. Nel 1657, a'29 aprile, Ales- occidentali, Vilfrido abbate, Agato-
sandro VII lo creò cardinale col ti- ne prete, e Giacomo diacono ro-
tolo di s. Agnese fuori delle mura, mano. Dalla parte degH scozzesi e dei
protettore dei cappuccini e lega- bretoni vi assisterono il re Oswio,
to in Bologna. Ivi si applicò a sta- Culmano vescovo Lindisfarense ed
bilire il buon ordine, e provvede- altri vescovi di Scozia, Gedda ve-
re alla conservazione della pubbli- scovo de' sassoni orientali, Uda ab-
ca tranquillità. Contribuì eziandio badessa dello stesso monistero , e
all'abbellimento del materiale del- molti dell' alto clero d' ambedue
la città, e riedificò quasi del tut- la parti. Regia t. XV, Labbé t.
to la rovinosa cappella fondata da VI, Anglia t. I.
ghe. Ha una gran piazza , chiese, rici pel divino servigio. La catte-
collegio, seminario, tre ospedali, drale ha il fonte battesimale , fa-
ospizio, dogana , ed altri pubblici cendo da parroco un canonico. Fi a
stabilimenti. Il porto sul golfo di le insigni reliquie che ivi si vene-
Cadice è difeso da una piccola cit- rano evvi un pezzo del legno del-
tadella, ma è poco comodo, sebbe- la ss. Croce. L' episcopio bello ed
ne la rada offra un sicuro anco- elegante edifìzio , è contigno alla
raggio, siccome formata da tre pic- catledrale. Vi è nella citlà allra
cole isole situate alla foce del liu- parrocchia, la collegiata sotto il ti-
ine. Fu conquistata sui mori dal tolo del principe degli apostoli s.
tichi, come vediamo dai loro ca- capitato, avendone richiesto il velo
daveri chiamati mummie, e dalle a Plautina.
figure del loro dio Horo, effigiate Nelle Osservazioni storiche di al-
nella mensa massime da quel-
Isiaca, cuni medaglioni antichi, dello stes-
la eh' è nella tavola bambina illu- so Buonarroti, si parla a pag. 121
strala dal Pignorio. Lazzaro mor- delle fascie o vitte delle corone,
to si vede fascialo colle dette insti- trattando di un medaglione di Ca-
tae in un vetro cimiteriale riferito- racalla. Egli per tanto osserva che
ci dal Buonarroti nella tavola VII, oltre all' ornamento della gioia è
fig. I, 2, 3 , e in tal guisa ancora notabile ancora quello della fascia,
ci viene rappresentato in molti an- di cui se ne vede parte in tal me-
tichi sarcofagi. Né in differente ma- daglione, la quale non serviva tan-
niera sono rappresentati i cadave- to per tener legata la corona, quan-
ri di Rachele e di Giacobbe , nel- to per arricchirla, e renderla più
l'antichissimo codice del genesi pres- nobile; così la Vittoria che avea
so il Lambecio, Biblioth. Caes. lib. nella destra Giove Olimpico, por-
il
II, p. 1008, e nel lib. Ili, tab. 26 tava una corona con questa fascia.
e 4^. Il medesimo Buonarroti nel- Erano queste fascie chiamate dai
le Osservazioni sui vasi antichi di greci lemnisci , come si vede dalla
vetro a pag. 5o, dice che le fascia lettera d'ippoloco, in cui descrive
per morti, erano di
rinvoltare
i un banchetto nuziale di Carano ma-
lino, e bianche, giacche i morti cedone, nel quale furono distribui-
generalmente erano vestili di bian- te due volte delle corone colle vit-
co, come bianco era il sudario te d'oro; la prima volta di altret-
che cuopriva il volto de* defunti. tanto peso quanto era
corona , la
Pompeo Sarnelli, Lume ai prin- e di doppio la seconda volta. Le
cipianti, quest. i5, par. 2, pag. Sj, chiamarono però ancora fasciole
tratta perchè i cadaveri si vedono nome adoprato da' medici per de-
alle volte fasciati come bambini. notare certe loro fascie per le feri-
Si può anche consultare il Cancel- te; fu però più consueto a' latini,
lieri nel tom. II, pag. 997, De se- onde Festo nel lib. io, disse: Lemni-
cretariis. Vollero gli antichi , per sci, idest fasciolae coloriae depen-
ricordare agli uomini la loro ca- dentesex coronisj propterea dicun-
caducità e fralezza, che non meno tur,quod antiquissimaruni genus
il principio che il fine del vivere coronarum lanearum ; e perchè di
loro fossero somiglianti ed unifor- queste vitte se ne solevano adorna-
mi. E siccome i corpi de* defunti re, e regalare, addosso e gettarle
solevano riporsi fasciati nel sepol- a' vincitori ed anche
de* giuochi ,
piede, ed alcuno pose alle calighe cava dalle consuetudini del moni-
le fascie proprie óe Sandali ( Fedi), stero cluniacense , raccolte verso
ed a quella moda di calceo fu dato il l'anno 1070 dal monaco Uldarico,
nome di Compagi retati, per cui dove sono permesse ai monaci, fa-
sembra clic i veri compagi potes- sciolae propter libìas infinnantes.
sero avere che colle in-
le fascie L'invenzione dunque delle calze o
tralciature per tutto, e
coprissero calzette, secondo il Muratori, sem-
non lasciassero foro o spazio alcu- bra appartenere ai secoli susseguen-
no che coperto non fosse fra una ti, la cui invenzione qualifica per
inlralciatura e l'altra, e quindi ne mirabile. Della fascia, fascetta o fa-
avvenne, che facendosi poi calza- i sciola della gamba di s. Pietro, se
li delle persone graduate non più essa die il nome al titolo de' ss.
essi derivato e custodito nella Chie- giosi di tutti gli ordini e congre-
sa. Il manto Redentore
usato dal gazioni , e lutto il clero secolare
fu di colore azzurro ovvero paonaz- e regolare, come le religiose e mo-
zo carico di tintura; la veste inte- nache di tutti i luoghi; uso che
riore, che si crede l'inconsulile lun- venne confermato e stabilito da più
ga tonaca fattagli dalla B. Vergine concili provinciali e sinodali, riuscen-
sua madre, cresciuta sempre mira- do la fascia di comodo, di orna-
colosamente con esso lui, divisa poi mento , e di compimento all'abi-
tra i soldati, e messa a soite, e ri- to, e contenendo misteriosi signi-
partita tra essi, era di color d'oro ficati.
gran virtù ,
proibì non già 1* uso ta con fiocchi; i primi di colore
delle cinture, uso come si disse da paonazzo sulla soltana di tal colo-
lui perpetuamente praticato; ma re; i secondi nera sulla toga. Tutti
che \i si appendessero le borse del- i cubiculari , e famigliari del Pon-
le monete, avvertendoci colle paro- teficeche hanno T uso della sottana
le nolite possidere aureunij et argen-
: panno, o di saia paonazza
di seta, di
tunij neque pecuniam in zonis ve- portano fascia di seta con fiocchi
strisj volendo con ciò staccare i di tal colore. Però i maestri delle
suoi discepoli dall' affetto disordinato cerimonie quando nelle solennità ve-
alle ricchezze, e insinuare l'amore stono la sottana di scotto di colore
alla virtù della povertà. rosso, per concessione del Papa re-
La fascia del Papa è di seta gnante Gregorio XYl, sino dal iBSg,
bianca con fiocchi d'oro: egli la usano la fascia con fiocchi di seta
cinge quando veste di sottana. La rossa, ciò che prima non potevano
fascia de' cardinali è di seta rossa, portare, godendo solo l'uso della fascia
paonazza, e di rose secche, secondo di seta con fiocchi paonazzi allor-
il colore dell'abito, con fiocchi d'oro: ché usavano sottana di tal colore,
essi la portano quando incedono in che i due primi maestri di cerimo-
sottana; i cardinali religiosi che deb- nie non cambiano mai. Però i
bono vestire l'abito del colore del- chierici, il sotto-chierico, e i loro so-
hanno appartenuto, usa-
l'ordine cui prannumeri della cappella pontificia,
no fascie con fiocchi di seta del . che nelle solennità vestono come i
co sinistro con piccole fettuccie del mile veste. I romani Pontefici han-
medesimo colore. La fascia dei pa- no accordato la fascia di seta nera,
triarchi, arcivescovi, e vescovi è di verde, paonazza a qualche di-
ec.
seta paonazza con fiocchi simili : gnità ecclesiastica, beneficiato, cano-
eglino la cingono quando vestono nici di cattedrali, collegiate ec, cor-
di sottana. I prelati della curia ro- porazioni delle università, collegi ec.
mana usano fascia di seta paonazza Leone XII concesse le fascie con
quando assumono la sottana di egual fiocchi di seta nera ai parrochi di
colore; i vescovi leligiosi che deb- Roma del clero secolare; simile fa-
bono vestir l'abito del colore del- scia l'usano i prelati referendari di
l'ordine o congregazione cui hanno segnatura sinché portano 1' abito
appartenuto, usano fascie con fioc- prelatizio nero , ed i protonotari
chi di seta del colore dell'abito. apostolici ad instar parlecipantium.
In Roma nella sede vacante, al La fascia é anche distintivo ed
modo che dicemmo al voi. Vili, ornamento dei magistrati munici-
pag. igo del Dizionario, ed altrove, pali,che la pongono sopra le loro
tutti i vescovi, e la prelatuiia ve- toghe o altre vesti, ed è di vari co-
.stendo di saia o scotto nero, di se- lori e drappi con fiocchi. Inoltre
I
, ,
dre mandava le fascie in cui rav- crede lavoro del terzo secolo, ci fa
Banda, Ordine equestre, ordine ca- strae sunt. Pretiosiores panni Sal-
Spagna per gli uo-
valleresco della vatoris omni purpura. Il Dreselio
mini; e Banda o Sciarpa, Ordine prova coir autorità di s. Germano
equestre di donne della Spagna patriarca di Costantinopoli , e di
istituito da Giovanni 1 re di Ca- Eutimio , in Orat. de fasciis Do-
stiglia, la cui insegna consisteva nel mini,apud Lippomanum, tom. VI,
portare sugli abiti una fascia, ban- ad diem 3i augusti, che antica-
da, o sciarpa d' oro. mente vi è stata una basilica eret-
FASCIE DI Gesù Cristo, Reli- ta in onore delle sagre fascie, e
quia. Il Verbo divino incarnato, che che se ne celebrava la festa ogni
volle in tutto, ed anche al suo na- anno. L'annalista Rinaldi nella pre-
scimento rassomigliarsi agli uomi- fazione, parlando al num. 6 del
ni, non isdegnò di essere involto parto della B. Vergine Maria, dice
ne' panni, e fasciato secondo I' uso che in onore de' sacrosanti panni-
introdotto dai più rimoti secoli, e celli o fascie, co' quali dice il van-
praticato si nell' che nel-
oriente , gelista Vergine involse
che la il
Dan. Henrici, Exercitat. theolog. festa, come dagli encomii de' santi
de primogenitura Christi, Wittcni- padri si ritrae. Attesta Niceforo ,
I
,
umile suo servitore, per attestare ciuto alla clemenza di nostro Si-
alla Maestà Vostra questi veri sen- gnore di contraddistinguermi , non
timenti dell' animo pontificio , e manco di rassegnare alla Maestà
per usar seco, e verso il real fan- Vostra, e alle altezze serenissime
Giulio quegli atti, co' quali è stata del delfino e della delfina la mia
sempre solita la santa Sede di con- umilissima servitù e divozione, im-
traddistinguere i figli della sua an- plorando benigno gradimento a
t gustissima casa , che sono queste questo atto del mio dovuto rispet-
fascie, quali io in nome di Sua San- to, e desiderando tuttavia occasio-
tità presento umilmente alla Mae- ni di spendere ogni poter mio iri
stà Vostra per piccola mostra del- servigio della Maestà Vòstra, e se-
l' inesplicabile predilezione di no- renissime altezze ". F. Delfino.
stro Signore, che pur vorrebbe con- Clemente Vili, Aldobrandini y
fermargliela con opere maggiori! prendendo parte al giubilo di En^
VOL. XXIII. i5
22G FAS FAS
rico IV re di Francia, che dalla dette al re di Spagna Filippo IV,
sua seconda moglie Maria de' Me- pel neonato suo figlio poscia re
dici avea avuto prole maschile, e Carlo II, guadagnossi talmente l'af-
il successore al trono, nel 1601 fetto di quel monarca, che desi-
spedì iu Francia colla qualifica di derò aveHo per nunzio ordinario.
nunzio straordinario il prelato Maf- Tornato il prelato in Roma fu fat-
feo Barberini, fiorentino, votante to uditore di rota, e poi inviato
di segnatura, e protonotario apo- datario in Francia col cardinal le-
naria di Parigi, e poi divenne car- ziosità furono per otto giorni e-
dinale. Per tal nascita Carlo III sposte nella Floreria del palazzo
istituì l'ordine equestre della Con- apostolico (Vedi)^ e si ammirò la
cezione, e nel seguente anno Cle- finezza del ricamo, la distribuzione
mente XIV fece coniar
analoga delle perle, e le miniature rappre-
medaglia. P^. Comparatico, e Pa- sentanti s. Gio. Battista che bat-
drini.Nei numeri poi 8898, 8400, tezza Gesù Cristo nel fiume Gior-
e 8416 del medesimo Diario si leg- dano, eseguite dalla celebre minìa-
ge la cerimonia della benedizione trice Clementina Subleyras. Final-
delle fascie, e i doni che il Ponte- mente nei numeri 846, 848, 85o,
fice inviò a diversi personaggi di e 862 del Diario di Roma del
Madrid ; mentre nel numero 8474 1783 si legge la descrizione della
è riportata l' interessante relazione presentazione delle fascie eseguita
delle funzioni fatte in quella capi- da monsignor Doria alla corte di
tale della Spagna, l' ingresso in es- Francia; il donativo che il re Lui-
sa con solenne cavalcala, la pom- gi XVI inviò alla nipote del Papa
•In FAS FAS
Honna Costanza, consistente in due circa, i detti cardinali si uniiono
fermagli per suo
smanigli col ri- neir anticamera segreta del Papa ;
zia delle tre Fontane, della quale Pontefice colle prescritte formalità,
si tratta all' articolo Chiesa de* ss. assistito da due vescovi pel libro
Vincenzo ed Anastasio alle tre fon- pontificale, e per la candela, a ciò
tane. L'ultimo citato numero ci dà fatti intimare dal maestro di ca-^
la descrizione della solenne presen- mera per un palafreniere, benedì
tazione delle fascio seguita in Ma- tutte le fascie, dopo di che ritor-
drid per mezzo del nunzio Colon- nò col medesimo accompagnamen-
na di Stigliano, che poscia fa crea- to alle sue stanze. Alla funzione
to cardinale. intervennero gli ambasciatori di
Ecco poi la descrizione del ri- Spagna, e di Malta, e il cav. d.
to come seguì la benedizione, e Nicola Azzarra spagnuolo, senza
relative cerimonie, che desumo da però essere stati formalmente invi-
una memoria contemporanea le- tati, per cui passarono per la sca-
gale e mss. Nella sala del con- letta, e presero luogo nel coretto,
cistoro del palazzo vaticano vi fu ove il Papa soleva ascoltare la
eretto un altare col quadro della predica.
beata Vergine, con croce, e sei Pio VI a'3 settembre 1795, alle
candelieri. Le fascie furono dispo- ore i5, nella camera del concisto-
ste intorno .all'altare sopra diverse ro segreto di estate, del palazzo
tavole, difese da cassabanchi di apostolico quirinale (luogo e parte
fuori e di dentro, ne'quali si assi- abitata poi dal medesimo impera-
sero i cardinali invitati a nome di tore Francesco II detto I, che no-
monsignor maestro di camera da mineremo nel suo soggiorno in
un palafreniere pontificio. Essi fu- Roma), fece la benedizione delle
rono i cardinali di Yorck, De Ber- fascie da trasmettersi in dono al-
nis ministro di Francia, ed i pala- l' imperiale e reale arciduca d'Au-
tini Pallavicini segretario di stato, stria Ferdinando Carlo Leopoldo
Negroni pro-datario, Conti segreta- (attuale imperatore regnante d'Au-
rio de' brevi, e Gio. Battista Rez- stria Ferdinando
I), nato a* 19 a-
zonico segretario de'memoriali, ol- prile 1793, figlio primogenito del-
tre i cardinali De Zelada, Aquavi- l' imperatore Francesco I. I cardi-
va, ed Orsini d'Aragona addetti nali invitati alla funzione, furono
alla corte di Spagna, e Salviati Herzan ministro imperiale, i pala-
aderente di quella di Francia. Nel- tini Braschi segretario de'brevi, De
la mattina pertanto di martedì 26 Zelada segretario di stato, Rove-
novembre 1782, alle ore dieciolto rella pro-datario, non che Albani,
1,
argento con in fine una miniatura numero 2860 del Diarie di Roma
rappresentante il battesimo di Ge- del 1797, ci diede la descrizione
sù Cristo , decorata di vaghissimi di tali preziose fascie, come pure
ricami d'oro, frammischiati con per- delle biancherie guarnite, e lavo-
le. Un manto reale ricamato d'oro rate sotto deHa con-
la direzione
con glasse d'argento per l'ostetrice, sorte del maestro di casa del pa-
con le armi del Papa, e dell'im- lazzo apostolico Teresa Ricciotti
peratore. Una mantellina simile pel Fratlini. Il Novaes portoghese nel
principino. Una corpetla simile per tomo XVII, pag. 88 degli Ele-
la culla. Un fasciatore simile. Due menti della vita de' Pontefici^ dice
fasciatori ricamati come sopra, pon- che il Papa nel 1797 si portò a
sò. Due gran cuscini di glasse ri- celebrare la messa nella chiesa di
camati con fiocchi d'oro; e tutto s. Maria sopra Minerva, ed ivi be-
ciò fu posto dentro nobilissima cas- nedi le fascie; ma il citato Diario
sa. In altra simile si racchiuse, es- dice che Pio VI avendo assunto la
sendo nella forma eguale ad urna stola bianca, le benedi nella sala
elegante , quattro lenzuoli di tela del concistoro, assistito da vari car-
di Olanda guarniti con superbo mer- dinali. In conferma di che leggo in
letto; quattro asciugatorii, ed altret- una contemporanea ed autentica
tante fascie 5 e foderette le quali narrazione, che giovedì 3 agosto
avevano bottoni d'oro a filagrana; 1 797, ad ore quindici e mezza, nel
,
l'
trova appiedi
antipapa Leone Vili del 963.
d' una bolla del-
.
ne diede per lettere avviso ali' im- FAUSTINOPOLI. Città episco-
piperà tore Federico I. Mori nel 1159. pale della seconda Cappadocia, nel-
^Hll Baronio riporta una lettera scrit- l'esarcato o diocesi di Ponto, sotto
^Hta da s. Tommaso di Cantuaria a la metropoli di Tiana, la cui ere-
j^B questo cardinale. zione risale al quinto secolo. Essa
I
3-
tate da Papa Oiniisda sulle mate- dal celebre Osio nel 358 ; ma ne
rie della grazia. I vescovi africani dimostrò tutto il veleno in un' o-
esiliatiin Sardegna le condanna- pera, che ancora conservasi nel-
rono apertamente come aderenti al la Biblioteca dei Padri, nella qua-
semipelagianismo; e le condannaro- le si dichiarano con precisione le
no pure s. Isidoro di Siviglia e s. Ado- sottigliezze e gli equivoci degli a-
ne di Vienna. Oltre s. Cesario, scris- riani, e si difende la dottrina cat-
sero contro di lui s. Fulgenzio di tolica con molta forza. Il santo ve-
Ruspe e s. Avito di Vienna in scovo d'Agen intervenne ai conci-
Francia. Alcuni autori, fra' quali li di Rimini nel 359, ^^ Parigi nel
il dotto boUandista p. Stilting, han- 36o, di Saragozza nel 38o, e nel
no procurato di giustificarlo ; ma 392 viveva ancora. La 'chiesa di
non si può infatti negare che Fau- Agen l'onora il giorno 25 d'aprile.
sto non sia incorso negli errori dei FEBIANA o REBIANA (Febia-
semipelagiani, i quali lo riguarda- niim). Sede vescovile dell'Africa oc-
rono come loro capo : e V unica cidentale, nella provincia Bizacena,
sua scusa si e che il punto di cui sotto la metropoli di Adramito. Sai-
,
vuol dire fidarsi di lui; credere al- de ec. P^. Confessione di fede, che
la sua parola, quando afferma qual- é la dichiarazione pubblica ed in
che cosa, questa è persuasione; cre- iscritto di quello che si crede, ove
dere alle sue promesse, questa è fi- pur si parla delle diverse Confes-
ducia ; credere che si deve fare ciò sioni di fede. Finalmente s. Paolo,
che egli comanda, e farlo di fatto, e. i4> V. i3, chiamò ^fi?e il detta-
questa è ubbidienza. Poiché Dio me della coscienza, il giudizio che
che è la stessa verità non può in- facciamo della bontà o malizia di
gannare se stesso, ne indurci in er- un' azione : dice inoltre che tuttocib
rore, né mancare a ciò che pro- che non viene dalla fede , ovvero
mise, né imporci una legge ingiu- che non è conforme a questo giu-
sta, che la nostra
è chiaro perciò dizio, e un peccato. Quelli che da
I
,,
» so gli
fede abituale o
atti di fede
1'
, dunque ha
abito della fede
la vano spiegate nell'opere teologiche.
I peccati contro la fede sono l'apo-
morte. Una tal fede riempiva di pag. 56 r : Se sia probabile che So-'
gioia i martiri in mezzo alle più crate filosofo abbia avuto la fede
sensibili pene, e loro inspirava for- di Dioy e di Cirsto , che e neces-
ze bastevoli per trionfare dei bran- saria per conseguire V eterna salu-
di e delle fiamme. 2.° Ella deve te. Nel tom. Il, p. 256: D* alcuni
essere intiera ; poiché chi rigetta motivi della fede toccali da s. Ago-
un solo degli articoli che essa ci stino, e come si provi coi miraco-
propone, rovescia tutta la sua eco- li. Nel tom. HI, p. 3 16: Che non
nomia, e abbatte il fondamento in si deve facilmente dar fede a vi-
cui posa, l'autorità cioè della rive- sioni e rivelazioni, massime di don-
lazione divina. » O voi, dice s. A- ne. Pompeo Sarnelli, nelle Lettere
»* gostino, che volete ammettere e Eccl. tom. VII, lett. LXIII : Come
»> rigettare aggrada,
quel che vi s'intendono quelle parole di s. Pao-
« voi non ve ne riportate che ai lo ad Rom. i4, 23 » Omne au- :
« lumi del vostro spirito, ma non « tem, quod non est ex fide, pec-
« volete stare a ciò che vi dice il « catum est ". Il Zaccaria nel tom.
•• vangelo ". 3.° La nostra fede vuol I, p. 279 e 281 delle Dissert. varie
essere attiva, animata dalla carità, italiane di storia ecclesiastica, di-
e feconda di buone opere. Una fe- scorre come la fede non fu propa-
de morta e sterile, lo ripetiamo, gata ne* primi tre secoli, in modo
viene da s. Giacomo rassomigliata che ci da per tutto molti
fossero
a un corpo senza anima; eSsa è la vescovi, ne nelle Gallie, ne neU'ItaUa.
fede dei demonii , che credono e Il Rinaldi negli Annali raccon-
Che senza una giusta cognizione delle con documenti di sana dottrina.
divine cose non si dà vera religio- Racconta ancora 1* uso antico , di
ne. Tale cognizione si contiene nei dare la fede col porgere la destra,
FED FED 2%
iu segno di concordia, e \icendevoIe mondo. Giunto ad Agen il crude-
amicizia, equivalendo anche a pro- le nemico de'cristiani, Daciano, go-
tù, e benché dotata di rara bellez- ad esse questi nomi per divozione ed
za fu insensibile alle attrattive del amore alle teologali virtù. Alleva-
I
a4o FED FED
te nella cristiana pietà e confor- che non eravi speranza di rifor-
tate dalla madre a confessare ge- marlo, passarono nell'ordine cistcr-
nerosainenlc il nome di Gesù Cri- ciense fecero i voti nell' abbazia
,
sori delle scienze mediche; l'acca- rinvennero pure nelle cime de' più
demia degli avvocati, che detta le- alti monti ; e secondo Humboldt
zioni di giurisprudenza. Dei collegi sono della stessa specie di quelli
di s. Bartolomeo del Rosario, di , trovati nella gran Cordigliera. La
s. Tommaso, e degli Ordinandi, valle di Santa Fede è ripiena di
ora esistono il collegio di s. Tom- villaggi abitati in parte dai discen-
maso d' Aquino affidato ai dome- denti di Moscas. I due ponti na-
FED FED 243
turali d'Iconoiìzo, su' quali si pnsj^n Fnnum, per le istanze dell' impe-
il rapido torrente della Suiuma- ratore Carlo V, sovrano della mo-
Paz presso il villaggio di Pandi^ narchia spagnuola, il Pontefice Giu-
sono tali rarità di che l'Europi lio III nel i554 l'eresse in sede
non offre esempio, che nel ponte vescovile; quindi regnando Filippo
di Veja presso Verona. TI villaggio II figlio del precedente, Papa Pio
I
244 FED FED
Questa metropolitana al pre- FEDELE DA SiGM ARINGA (s.). Nac-
sente hn sei vescovi suffraganei, que nel i577 a Sigmaringa, da
delle sedi di Antiochia, Cartagena, Giovanni Rey. Fu addottorato in
Santa Marta, Popayan, Panama giurisprudenza nell'università di Fri-
ch'era prima sotto Lima, e Pam- burgo nella Svizzera. Menò vita
plona nuova. La cattedrale è de- virtuosa e mortificata, e si rese sti-
dicata a Dio , sotto r invocazione mabile per la sua modestia e dol-
dell'immacolata Concezione di Ma- cezza. Dopo aver accompagnato in
ria Vergine. 11 capitolo si compo- diverse parti di Europa tre gio-
ne di dodici canonici, comprese le vani gentiluomini che si mandava-
prebende del teologo e del peni- no a viaggiare, dando loro l'esem-
tenziere, e varie dignità, la prima pio della più tenera pietà e divo-
delle quali è il decanato: vi sono zione, ottenne una magistratura a
dieci beneficiati chiamati porziona- Colmar religione e
in Alsazia. La
rìi, con altri preti e chierici ad- la furono sempre la sua
giustizia
detti all'ufficiatura. Ivi è il fonte guida: e lo zelo col quale proteg-
battesimale, e la parrocchia è am- geva i bisognosi gli meritò il ti-
ministrata da due parrochi: vi si tolo di avvocato dei poveri. Nel
venerano molte insigni reliquie. Ai 1612 abbandonare il mondo,
volle
6 agosto, anniversario della fonda- e si convento dei cappuc-
ritirò nel
zione della città, nella cattedrale cini di Friburgo , ove assunto il
si espongono gli paramen-
arredi e nome di Fedele si diede olla più
ti sagri della prima messa che ivi austera penitenza, ed alla predica-
fu detta nella piccola cappelletta zione della divina parola. Divenu-
tuttora sussistente. L'episcopio non to superiore del convento di Welt-
è contiguo alla cattedrale ma po- kirchen operò prodigiose conver-
co distante. Nella città sonovi tre sioni, e trasse di errore molti cal-
altre parrocchie, tutte munite nelle vinisti, per cui la congregazione di
loro chiese del battistero ; cinque propaganda fide nominollo missio-
monisleri di donne di stretta clau- nario presso Grigioni, immersi nel-
i
m
,
sente i Campidoglio, il
fedeli di e ciò sino dal 1725, quando cioè
più anziano de' quali è il decano^ Benedetto XIII concesse ai conser-
che veste l' abito di città come i vatori di quella città, che in allo-
decani dei cardinali, essendo egua- ra erano quattro patrizi, l'uso dei
le a quello degli slessi decani l'abito roboui d'oro, e tutto il vestiario
giornaliero, f^. Famiglia de' cardi- ed insegue usate dal romano ma-
nali. 1 fedeli hanno il cappello ne- gistrato.
ro appuntato, le calze di capiccio- x\ggiungeremo per ultimo, che
la di colore giallo, i calzoni di il privilegio che gode il popolo di
panno rosso amaranto con trine Vilorchiano, uno degli antichissimi
gialle e rosse; le trine rosse sono feudi del popolo romano, di spedi-
di velluto in seta, quelle gialle di re annualmente un contestabile, o
capicciola : prima erano d'oro. Il costabile (di questa qualifica se ne
corpetto di panno giallo, con pic- tratta all'articolo Capotori (Vedi),
cole trine rosse e gialle. La casac- o urbana del magistrato
milizia
ca di panno rosso, colle maniche romano), e nove fedeli in servizio
gialle, de'quali colori sono le trine dei conservatori di Roma, fu sti-
I
,
l'imperatore. Visse onorato per la vernò due anni, cinque mesi. Sof-
di lui senile prudenza ed ispeccliia- ferse il martirio nella IX persecu-
ta probità.Morì nel 1004. zione della chiesa, a' dì 3o maggio
PELANO o FOELANO (s). Vir- del 275. Fu sepolto nel suo cimi-
tuosamente educato da Feriaco suo terio nella via Aureliana, ove po-
padre e da s. Kentigerna sua ma- scia da Felice II fu eretta e con-
dre ,
preferì il ritiro ai vantaggi sacrata una chiesa forse ove poi ,
te pie persone fabbricò una chie- ni. Dopo due anni di governo, ri-
sa, presso la quale visse santamen- tornato Liberio dall' esilio , fu dal-
te per lungo tempo. Morì nel set- l' imperatore Costanzo rilegato a
timo secolo, e fu sepolto a Strafil- Ceri, nella via Aurelia, per averlo,
line, ove onoransi ancora le sue re- come dicesi , coraggiosamente con-
liquie. Fu favorito eziandio del do- dannato come ariatjo; ove ai 22
no dei miracoli. Il suo nome è ce- novembre del 36") patì glorioso
lebre negli antichi calendari di Sco- martirio. In quanto alla cronologia
zia e d' Irlanda, ed è ricordato dal- sul pontificato di s. Felice II, e di
Chiesa Liberio (P^edì), se ne tratta pure
la a'
9 gennaio. s.
FELICE I (s.). Papa XXVII.. Nac- a questo articolo. Il suo corpo fu se-
que in Romada Costanzo, e nel gior- polto in Roma nelle terme di Traia-
no 3i dicembre del 272 fu crea- no, indi trasferito nella chiesa de' ss.
to Pontefice, mentre era, come al- Cosma e Damiano, ove tutt'ora ri-
cuni credono, canonico regolare. Sa- trovasi: quantunque alcuni moder-
bellio Tolemaide
di discepolo di , ni scrittori sostengano che si con-
Noeto, e Paolo vescovo di Samo- servi in Padova nella chiesa di s.
I
ajtì FEL FEL
ili LlbeiiOb Ma siccome questa è rio I ( ^. Papebrochio in Conat.
felsissima, per le ragioni che si di- Cron. ad s. FeUceni II], pag. 56, 1
rarsi con Unnerico re de' vandali gnito. La Sede apostolica vacò quat-
a non più incrudelire contro la chie- tro giorni.
sa africana. San Felice IV fu il FELICE V, antipapa. F. Anti-
primo fia' Pontefici che chiamasse papa XXXIX.
gl'imperatori col nome di figliuolo. FELICE (s.). Vescovo di Ti-
Tenne due ordinazioni nel dicembre bara nella provincia proconsolare
e creò trent* uno vescovi vent' otto ,
dell'Africa, sotto l' imperio di Dio-
preti, cinque diaconi. Durò il suo cleziano. In quel tempo molti cri-
governo otto anni, undici mesi, di- stiani consegnarono per viltà le di-
ciassette giorni , e cessò di vivere vine Scritture agl'infedeU per es-
a' dì 26 febbraio del 492- Il tem- sere abbruciate ; ma Felice non se-
pio di s. Paolo fuori delle mura guì il tristo esempio, e coraggiosa-
raccolse le sue ceneri. Quattro gior- mente che avrebbe piutto-
rispose,
ni dopo la santa Sede fu occupata sto lasciato il suo cor-
abbruciare
da Gelasio I. po. Perciò dopo essere stato mal-
FELICE IV (s.), Papa LVIII. trattato, e mandato da un luogo
Alcuni lo chiamano III, ma egli è il all'altro, e da un giudice all'altro,
tervenne. Eseguì con grande ma- lanza sopra sé stesso, seppe Felice
gnificenza il disegno del suo pre- conservare illibata la sua purità,
decessore di fabbricare una catte- alla quale aggiunse le più grandi
drale entro le mura di Nantes ; e austerità corporali, e la più fervida
per sovvenire ai bisognosi consumò carità verso il prossimo. Passava la
il suo patrimonio. Colla sua auto- maggior parte della notte in ora-
ì'ìtk indusse Guerecco li, conte di zione, ne dormiva che due o tre
Vannes, a far la pace e a ritirar ore stando in ginocchio , colla te-
barsi ai bisogni del suo gregge si e riferisce molti miracoli de' qua-
s. Felice, che
nascose nei deserti, e li era stato testimonio; Agostino s.
I
y
2 12. Nel luogo ove furono sepolti spetto a guisa di fortezza, con va-
edificossi una chiesa. Le reliquie sto cortile in un angolo di esso
:
di questi santi furono iti parte dis- si vede un'antica torre quadrata di
perse dai calvinisti, e alcune se ne solidissima costruzione , nelle cui
venerano ad Arles ed a Valenza. A finestre e porte si riconosce lo sti-
cardinale prete del titolo de' ss. Nereo poeti. A poca distanza dalia torre
ed Achilleo. Prima di abbracciare lo del Fico, girando le falde del mon-
FKL FEL 261
te Circeo, che s' innalza a picco co- sua inimicizia con Roma, la ricu-
me una gran penisola, tra la pia- però ai volsci che prima l'abitava-
ritorio di questo comune, in cui pure fece la possente famiglia de' Fran-
esistono due batterie in luogo del- gipani, alla quale il popolo di Ter-
le mentovate due torri diroccate. racina nel II 85 giurò fedeltà, e
Altra batterìa rinforza la torre di mantenere e difendere la rocca
Paola, e sulla montagna esiste un Circèa. Nel i2o3 Innocenzo III
posto di osservazione, ove nell* e- rimproverò a detto popolo di aver
poca dell'amministrazione francese tentato l' occupazione della rocca,
si stabilì un telegrafo. Quindi vie- che avea affidato alla custodia dei
ne il posto di s. Andrea^ nel ter- Frangipani, ed ordinò che fosse
ritorio terracinese. Fogliano appar- prontamente consegnata al cardinal
tiene al territorio di Cisterna ; e Giordano di Ceccano, dal quale la
Tancredi a quello di Nettuno, al fece consegnare a Pietro Annibaldi
quale pure appartiene il forte di suo senescalco e parente. Doveva
Astura. Stagnanti laghi poi forma- la fortezza essere assai considerabi-
no il lembo della Pahide Pontina le, e probabilmente ad essa appar-
guardava dai volsci. Una forte rocca, doveva cingere tutto il ciglio del
come diremo, ebbero in s. Felice i monte da questo luogo si disco-
:
Papi, che servì loro di rifugio nelle pie un' immensa estensione di ter-
guerre civili ; ed i Caetani e gli ra e di mare. Sopra la vicina vet-
Orsini vi dominarono ad intervalli. ta dello stesso monte esiste ancora
Nei bassi tempi la rocca Circèa un fortino, che negli ultimi tempi
era la più forte e la più sicura di servì per telegrafo, ed ora è custo-
,
alla comune di Terraciiia d' inten- gnori in vece dei Pirunti di s. Fe-
delia propria carrozza, come più folte piante di fico d' India che le
leggiera, per fare l'ardua salita che crescono intorno : questa torre già
dalla riva del mare conduce a s. fabbricata dai Caelani, come si dis-
Felice. Alla metà di questa si pre- se, sotto Pio IV, nel 1809 fu in
sentarono dieciolto possidenti della gran parte distrutta dagl' inglesi ,
terra, tutti vestiti di nero, i quali che pur in parte spianarono le vi-
per quanta opposizione facesse il cine torri chiamate Cervia e Mo-
santo Padre , vollero a qualunque resca; ma rifabbricata da Pio VII,
costo staccarne i cavalli , e tirare è ora custodita da sei artiglieri
con cordoni rossi la carrozza; e tra della guarnigione di s. Felice. Le
il suono di bande, lo sparo dei torri poi Cervia e Moresca , rima-
mortari, ed il suono delle campa- ste in essere fino ad un terzo del-
ne di s. Felice , il Papa vi giunse l'antica loro altezza, servono ora a
tra gli applausi, ed il più vivo tri- due batterie. Visitò pure il santo
pudio degli abitanti , le cui case Padre la torre Viltoria situala pres-
recentemente imbiancate, le vie co- so la spiaggia del mare sulla stra-
perte di lauri e fiori, avevano un da che da s. Felice conduce a Ter-
aspetto giulivo. Discese alla chiesa racina , e dove la camera aposto-
parrocchiale ov'era esposto il ss. lica possiede un piccolo palazzo,
Sagramento col quale fu data la nel quale Sua Santità si riposò al-
benedizione ; e corteggiato il Ponte- quanto, e potè godere dell' amena
fice dal cardinale , da monsignor veduta del mare, da una grandio-
Sillani vescovo di Terracina , dal sa loggia annessa alla torre. Visi-
clero, dal civico magistrato, e dal tò ancora il Pontefice la piccola
suo nobile seguito passò nel palaz- chiesa rurale dedicata alla Beata
zo camerale destinato per sua resi- Vergine, e situata dietro al palaz-
denza, situato sopra una elevazio- zo di s. Felice , sopra le rovine di
ne, da cui si gode di una vista altra chiesa più antica, con pittu-
sorprendente, scoprendovisi tutto il re forse del secolo XIII. A' 26 apri-
golfo di Napoli col Vesuvio, e le le il Papa col suo corteggio si re-
isole adiacenti ed una vastissima
, cò al lago di s. Maria , detto co-
estensione del mare Mediterraneo. munemente di Paola, distante quat-
Quindi il Papa nel suo soggior- tro miglia da s. Felice, ove avvi
no in s. Felice visitò i circondari im palazzo, varie abitazioni, ed una
del palazzo, T annessa villa, che si chiesa dedicata all'apostolo s. Pao-
estende in forma di anfiteatro sino lo da cui prese nome la contrada,
alia riva del mare, dove vi è un ed esistente sino dal i238. Il Ia-
grazioso casino edificato dal princi- go comunica col mare, ha circa
pe Poniatowsky ; e si fermò den- sette miglia di lunghezza, e venti-
tro una nicchia circolare chiamata cinque di giro, e si crede formato
V occhio di bove, che per la sua da LucuUo ad uso di conserva di
costruzione tutta a volta rende un pesci, vedendosi ancora in alcuni
eco portentoso , e l' apeitura della luoghi gli avanzi di mura retico-
quale presenta allo sguardo una lale, che lo rinchiudevano. Questo
- ,
^
lice, ai padroni della quale sempre abitanti in segno di gioia. Alle ore
appartenne, essendo tenuto in afllllo venti del seguente giorno 27 apri-
dalia nobile famiglia Anlonelli di le, dopo avere il sommo Pontefi-
Terracina, essa volle dare al Pontefice ce onorato quattro giorni della sua
il divertimento innocente d'una pe- presenza s. Felice , lasciando negli
sca. A tale effetto il Papa salì in una abitanti eterna sì del suo memoria
barca addobbata con tende di dama- soggiorno, che delle sue beneficen-
sco rosso, decorata da due bandie- ze, si avviò per Terracina. La prin-
re pontificie, seguita da altre die- cipale beneficenza consiste nell'avere
ci ornate di vari colori pel suo rivendicato al comune di s. Felice la
corteggio, mentre in altre due Tee- concessione di Bonifacio IX, il di-
celiente e brava banda romana dei ritto cioè seminare nella mac-
di
dragoni, con soavi e bellissimi con- chia di Terracina, e siccome l'arca
certi d' islrumenti di ottone ralle- di quella ei*a di circa quattrocento
grava la pesca, e faceva eco nelle rubbia , Gregorio XVI 1' ampliò
circostanti campagne. Numerose com- concedendole seicento sessanta rub-
pagnie di pescatori in altri navicel- bia , una quarta , tre scorsi, e un
li, desti amenlc respinsero Je tante quartuccio e mezzo di terra; com-
reti gittate in tutta la larghezza mettendone la stipularione del*
del lago, e presero copiosa quan- l'istromenlo al cardinal Mario Mal-
tità di pesci. Indi nel palazzo di ici protellore del castello di s. Fe-
Paola gli un a mon-
Anlonelli in lice.
Scaligeri, dei Carraresi, dei Viscon- tudine dei popoli nel propagare la
ti, dei tedeschi. Dichiarossi dipen- istituzione de Monti di pietà (Fedi),
dente dalla repubblica di Venezia per cui Innocenzo nel i654 ap-X
nel r4o4, essendone doge Michele provò il culto immemorabile, che
Steno; indi soffrì moltissimo, ò ter- col titolo di beato gli era tributato;
ribili furono i guasti che patì nel e di poi Benedetto XIII concesse
272 FEL FEL
l'uffizio e messa doppio con rito del colle su cui in amena e quasi
in tutto l'ordine francescano, in Pa- perfetta pianura sorge Belluno. Ta-
via dove mori e si conserva il suo le unione ebbe luogo dopo la mor-
corpo, ed in Feltre dove nacque. te di Anselmo di Braganza vesco-
Di Feltre era egualmente quel Vit- vo di Belluno. Siccome gli abitan-
torino, nato nel iSyH, che con tan- ti di questa città erano continua-
to vantaggio per la gioventù apri mente guerra con quelli di Fel-
in
scuola in Mantova. E per non di- tre, vennero pacificati collo stabi-
re di altri uomini illustri che fio- lirsi, che morto o Anselmo di Bel-
rirono in Feltre, nomineremo Cor- luno, o Torrentino di Feltre, il ve-
nelio Gastaldi. scovo superstite occuperebbe la se-
La fede di Gesù Cristo fu pre- de del defunto, e sarebbe solo ve-
dicata in Feltre e ne' luoghi cir- scovo di ambedue i vescovati. An-
convicini sino dai primi tempi del- selmo essendo morto, Torrentino
la Chiesa, e vuoisi da s. Prosdoci- di Feltre prese il titolo di i'escoi'O
mo discepolo di s. Pietro, per cui dì Belluno e Fé lire ; e taluno dei
edificò in onore di s. Pietro la pri- suoi successori, al dire dell' Ughelli,
ma chiesa, che poi divenne catte- furono feltrini o bellunesi. Non si
drale. Alcuni stabiliscono la fonda- deve tacere che vi furono di quelli
zione della sede episcopale nel ter- che sostennero non aver Belluno mai
zo secolo, altri nell'anno 5oo, e po- avuto per vescovo un concittadino,
sta sotto il patriarcato d* Aquileia. e che il primo fosse stato l'ottimo
mo suo vescovo Fronteio, che nel- contrario. Certo è che l' Ughelli
r anno 588 si separò dalla giurisdi- segna per vescovo di Feltre e Bel-
zione di Severo patriarca d'Aquileia, luno nel 1252 Eleazaro de Castelli,
caduto nell'eresia. Quindi nomina ed altri nel secolo XVII vogliono
Endrigetto, che nell'ottavo secolo un Panfilo Persico vescovo di Bel-
ricevette un Carlo
privilegio da luno.
Magno: eresse l'episcopio, ed au- Nomineremo ancora il vescovo
mentò le rendite della mensa. Me- Filippo padovano abbate di Pompo-
ritano menzione Arbono, che visse sa, che successe a Torrentino nel-
nel pontificato di Ada- Urbano II; l'anno i2og, e mori nel i225. Ono-
mo beneficato dall'imperatore Fe- rio III confermò Ottone torinese,
derico I; e Torrentino de Curie fel- che fu eletto in vescovo delle due
trino. Questi col consenso di Papa diocesi; egli ricuperò la giurisdizio-
Innocenzo III, nel 1200, ovvero ne sul castello di Feltre. Non solo
nel 1204, o nel 1208, riunì la di- i vescovi di Feltre furono signori
gnità di vescovo della chiesa vesco- della città, ma sino agli ultimi tem-
vile feltrino, e di quella vescovile pi aveano il diritto di conferire
confinante con Feltre, cioè di Bellu- molti feudi nella provincia. Enrico
no, la cui città estende il suo terri- Scarampi di Asti, tesoriere di Bo-
torio sino al Cordevole, eh' è il li- nifacio IX, e segretario dell'impe-
mite di ambedue, confluente nello ratore Sigismondo, nel i44o pose
importante fiume Piave, il quale in nòbile urna di marmo corpi i
bagna le falde del tenue declivio de' ss. martiri Vittore e Corona;
FEL FEL 273
mori santamente, e fu sepolto nel- successore in questa sede vescovile
la cattedrale eli Feltre. Francesco Filippo Maria Campeggi. Nel i584
di Lignamine di Padova in ogni divenne vescovo di Feltre Giacomo
genere dottissimo, segretario di Eu- Rovelli, coadiutore del precedente,
genio IV, nunzio a vari principi, il quale nel 1596 assistette al con-
essendo stato eletto alla sede ve- cilio di Aquileia, e nel 161 o ter-
scovile di Ferrara, nel i46o il minò di vivere. Il Pontefice Pao-
neto, fatto nell'anno i536 da Pao- tom. IV, pag. 45j quello di Udine,
lo III. assegnandogli per suffraganei, oltre
Il primo vescovo di Feltre, fatto altri vescovati quelli pure di Fel-
a' 5 gennaio 1462 da Pio II, fu Teo-
1 tre , e di Belluno che allora avea
doro Lelio o de Lelis dell'Abruzzo, per vescovo Giacomo Costa di Bas-
uditore di rota, e poi nunzio del sano. Dopo la morte di Bernardo
Papa Tra i di lui suc-
a Venezia. Mffria Carenzoni di Brescia, già mo-
cessorivanno rammentati Lorenzo naco olivetano, fatto vescovo di Fel-
Campeggi bolognese, fatto vescovo tre da Pio VI a i4 luglio 1786, av-
di Feltre nel i5i2 da Giulio II, venuta nel corrente secolo, e sotto il
e cardinale da Leone X, encomia- pontificato di Pio VII, restò vacante
to come il più dotto canonista dei la sede Feltrina del suo pastore. E
suoi tempi Tommaso Campeggi
. siccome era pur vacante la sede di
nipote del precedente, promosso al Belluno per morte del nominato
vescovato nel i52o da Leone X, vescovo Alcaini, l' imperatore Fran-
per la cui morte essendo slato elet- cesco I divenuto sovrano del ter-
to in Roma Adriano VI, che allo- ritorio delle due diocesi, credette op-
ra dimorava in Vittoria di Spagna, portuno nel 1816 di supplicare il
il sagro collegio gli spedì il Cam- sommo Pontefice Pio VII. a volerle
peggi col triregno pontificio ; e po- riunire sotto il governo di un solo
scia intervenne al concilio di Tren- vescovo, come lo erano state prima
to, ove fu pure il di lui nipote e per più di duecento cinquant'anni.
VOL. XXHI. 18
-
dignità del decano, di dieci cano- popoli nel pontificato di Giulio III
nici fra' quali sono comprese le pre- e Pio IV, il quale nel i56o, lo
bende del teologo e del peniten- confermò, in quell' impiego e Io
ziere, di alcuni mansionarii e chie- promosse alla sede vescovile di
rici prebendati addetti al divino Vicenza. Da questa Chiesa fu poi
servigio. 11 medesimo Gregorio XVI traslocato a quella di Urbino, quin-
accordò particolari privilegi al de- di a Ravenna e nel 1573 alla sub-
cano del capitolo bellunese col- , urbicaria di Sabina ; finalmente
r uso della bugia nella celebrazione l'anno dopo a Palestrina. Morì nel
della messa, e permise l'uso di 1578 a Fossombrone, coronato di
questa ai canonici ma nelle sole meriti e compianto di cuore,dopo
solennità : ai canonici ed al deca- trenta anni di glorioso cardinalato,
no del capitolo di Feltre poi con- in cui intervenne con autorità ai
cesse la veste paonazza, con fascia conclavi ne' quali furono eletti Giu-
e mozzetta simile, ed il rocchetto. lio III, Marcello II, Paolo IV, s.
Anticamente il capitolo aveva an- Pio V e Gregorio XIII. Da Dome-
che la dignità dell'arcidiacono, con nico Maria Manni si ha un Ragio-
dodici canonici, ed otto mansiona- namento di questo cardinal della
rii. Prima eranvi pure in Feltre Rovere, e di alcuni suoi progeni-
tre conventi di uomini, e quattro tori, che sta nelle sue Osservazio-
monisteri di donne; ed in Belluno ni sopra i sigilli antichi, tom. VII,
vi fiorivano i gesuiti, i cappuccini, p. 3i, tom. X, p. 443. F. Rovere
i minori conventuali, i serviti, le FAMIGLIA.
francescane, e le benedettine di san FEMMINA. F. Donna.
Gervasio che sono le sole snper- FEMORALIA. Calzoni, o mu-
,
pezzo dicasi calzone, in latino fe- 2, qu. 102, art. 4 ^^^ 7* Laonde
moralia. Le mutande sono piccole ilSarnelli dice che i femorali so-
brache (quella parte di vestimen- no le nostre mutande, che appunto
la, che cuopre dalla cintura fino coprono le vergogne all' ignudo
al ginocchio, in latino femoralia, essendo di parere che coloro che
fenwialia)y o sia que' calzoni stretti, vestivano di lungo, come i sacer-
fatti di tela, che si portano di sot- doti dell'antica legge, non usassero
to, e si usano in particolare da né né mutande, e però ne
calzoni,
chi va a bagnarsi, in latino siibli- fosse a' medesimi prescritto 1' uso ;
I
,
somigliante era Tuso de* greci : pe- gnificano la castità richiesta nel
rò nei paesi freddi si usavano cal- sacerdozio onde in ebreo si dico-
:
rono gli schiavoni, ed altri popoli, y> Dicendum, quod prò illa lami-
massime orientali. In Inghilterra M na habet Pontifex noster cru-
un tempo si usò, che coloro i quali M cem, ut Innocentium dicit, sicut
fuori del matrimonio si mescola- » prò femoralibus habet sandalia,
vano colle donne per penitenza ,
» prò linea albam, prò balteo cin-
girassero nudi per la chiesa al co- M gulum, prò podere tunicam, prò
spetto del popolo, ritenendo sola- *• ephod amictum prò rationali ,
pìangeano nella sua morte i suoi degli altari, una di fuori, l'altra
diocesani la perdita di un vero pa- di dentro, e corrispondenti sopra
store, il clero di un oracolo, po- i l'arca, o cassa delle reliquie. La
veri di un padre. Abbiamo di lui prima era aperta e visibile ad o-
parecchie opere, nelle quali tutto a gnuno: la seconda si teneva chiu-
meraviglia si unisce quanto l'elo- sa, aprendosi solo per grazia par-
quenza ha di vario, di soave, di pe- ticolare a qualche persona illustre.
netrativo, di tenero ed affettuoso. 11 Piazza nella Efemeride vaticana,
Le principali sono :
°
alcune ope-
i parla della limatura delle Catene
re spirituali; 2.° un Trattato del- di s. Pietro (Vedi), delle Chiavi
la educazione delle fanciulle j 3." (Vedi) della sua confessione, dei
alcuni sermoni; 4" Dialoghi sul- hrarìdi, o brandeij o santuari che
V eloquenza in generale e sopra i romani Pontefici davano a' fedeli
(juella del pulpito in particolare ; per appagare le loro vive e reli-
è,
parlammo anche altrove, erano do- che chi voleva portare fuori di
nati per reliquie, e come tali era- tali veli prima li pesava, indi fa-
no venerati pei prodigi che Dio ceva orazione, e digiunava, ed in
più volte con essi operò ; e sicco- segno e premio della sua fede ri-
me s. Germano
vescovo di Capua pigliando il velo lo trovava di pe-
con altro vescovo erano stati pre- so maggiore. Racconta altresì quan-
gati da Giustiniano prima che fos- to noi pur dicemmo al voi. JX ,
liquie di s. Gre-
Pietro. Scrive s. Stato della s. chiesa lateranense,
gorio Turonense, De gloria mart. cap. ,
IX, Della confessione, ecco
lib. I, cap. 28, che quei veli ca- quanto si legge. Sotto l'altare pa-
lati per sì fatti forami, quando si pale vi è la confessione che si ap-
ritiravano pesavano di più eoo ma- pella di s. Giovanni evangehsta,
FEN FEN 281
perchè ivi dapprima si conservava sotto la direzione del cav. Agrico-
la sua tunica, ripostavi nel ponti- la. Le suddette pitture di ornalo
ficato di s. Gregoi io I, come affer- eseguite dal Bruchi furono giudi-
ma il Baronio all'anno 592. Que- cate non meritevoh di restauri, e
sta tunica ora si conserva nel ci- perciò coperte con marmi di cui
borio sopra il medesimo altare pa- furono rivestite le pareti. Nella
pale, e se ne fa la pubblica osten- volta furono fatte pitture di orna-
sione al popolo nel giorno di Pa- to inventate dal cav. Agricola, ed
squa di risurrezione, come pure si eseguite da Alessandro Mantovani.
fa i' ostensione delle altre insigni Si ampliò l'adito alla cappella con
reliquie che si venerano in quella un' arca scavata, recinta ed ornata
sacrosanta arcibasilica. A questa di marmi colorati, e d'una balau-
cappella si ascendeva per alcuni straelegante di metallo con orna-
gradi, ed ha l' ingresso in faccia menti dorati, alla quale si discen-
alla porta principale della chiesa. de per due eleganti scale laterali
Sotto il pontificato di Clemente con disegno del cav. Canina ed ,
YIII fu di nuovo abbellita d' ar- eseguito dal cav. d'Este. Finalmen-
chitetture di chiaro -scuri , nelle te venne posta una lapide di ala-
quali opportunamente erano stale bastro orientale sul frontespizio del-
dipinte le statue de' quattro evan- la cappella con questa iscrizione a
gelisti, e alcuni ovati con mezze caratteri di metallo dorato : cle-
figure di altri opere tutte santi ; MENS vili GREGORIVS XVI
REFECIT.
di Gio. Battista Bruchi romano, il ADDITIS OPERIBVS RENOVAVIT. Non è
quale rifece sulla stessa maniera poi da tacersi , che tali lavora-
però dell' antica pittura anche il zioni fatte per ordine del cardinale
quadro che vi si venera mentre , Lambruschini, ebbero luogo dopo
ed abbellito di
l'altare fu ristorato che monsignor Angelo Picchioni,
marmi e pietre. Questo altare in- sostituto de' brevi pontificii, si oc-
nanzi al quale arde continuamen- cupava del ripulì mento della cap-
te una lampada per pia disposizio- pella, che portò la scoperta della
ne del canonico Giuseppe Antoli- pittura rappresentante l'apparizione
ni, oggi è uno de' due privilegiati del Salvatore, quindi egli di suo
per i morti. Per l'ingiuria de' tempi peculio ha donato all' altare sei
la detta cappella aveva molto sof- candellieri, croce con crocefisso, e
ferto, per cui nel pro-camerlengato carteglorie di metallo dorato.
Con-
del cardinal Lambruschini Luigi chiudiamo, che siccome nelle con-
segretario di stato del Papa che fessioni delle basiliche vaticana ed
regna, vi accedette la commissione ostiense furono fatte le fenestrelle,
delle belle arti, la quale giudicò ab antico forse anche
in questa
doversi restaurare la pittura so- lateranense avrà
potuto esistere,
vrapposta all'altare, che rappresenta corrispondente al luogo poi ridotto
la prodigiosa apparizione del Sal- a cappella, onde calarvi de' veli o
vatore allorché si eseguiva la con- brande! in venerazione alla tunica
sagrazione della chiesa lateranense di s. Giovanni evangelista che vi si
dal Pontefice s. Silvestro I, e ne conservava, sussistendo il ferro e
fu commesso il lavoro al pittore gli anelli dorati, sui quali vuoisi
Tojetti che egregiamente l'esegui che si appendessero dai divoti del
!i8a FEN FEN
santo apostolo ed evangelista, cliia- bianco, erette vicine alla gran fon-
mato il diletto discepolo di Gesù tana, nelle quali Icggevasi in ca-
Cristo. ratteri fenicii : Noi siamo popoli
FENICIA (Phoenicia). Provin- fuggiti da Gesù ( ossia Giosuè ) Ji-
cia di Siria nell'Asia, confinante al gliuoli di Nave. I fenicii furono ec-
nord colla propriamente det-
Siria cellenti in ogni sorte di lavoro : al-
ta , a Arabia deser-
levante coli' cuni autori antichi li dicono inven-
ta e colla Palestina, a mezzodì tori delle lettere alfabetiche , della
colla sola Palestina , ed a po- scrittura, del commercio, dell'astro-
nente col Mediterraneo. Sebbene nomia ec. : che sieno
così pietendesi
la Fenicia non sia molto estesa, stati essi che hanno tro-
i primi ,
nondimeno fu una delle più cele- vato r arte della navigazione , che
bri Provincie del mondo, sino dal- insegnarono a dare delle battaglie
la più rimota antichità. I fenicii navali , a soggiogare i popoli vici-
sul principio abitarono sul mare ni, ed a far rispettare i diritti del-
Rosso, e di là portarono a sta-
si la dignità reale. I fenicii in somma
bilirsi sul Mediterraneo tra la Si- furono uno dei popoli più incivi-
ria e l'Egitto. Ciò può bene con- liti e più industriosi dell'antichità,
ciliarsi con Mosè che li fece discen- giacché quasi tutte le arti fioriro-
dere da Cam, che popolò l'Egitto no mirabilmente presso di essi, co-
e i paesi vicini. Il nome di Feni- me lo attesta la magnificenza tan-
cia non si trova nella sagra Scrit- to vantata di Tiro e di Sidone.
tura, ne' libri scritti in ebraico, ma Salomone impiegò i talenti degli
solo in quelli il cui originale è gre- artefici fenicii nella edificazione del
co, come i Maccabei, ed i libri del tempio di Gerusalemme. I fenicii
nuovo Testamento: in ebraico leg- per la grande estensione del loro
gesi sempre Chanaan. San Matteo traffico, avendo avuto più partico-
che scriveva in ebraico o in siria- lari relazioni cogli egiziani, co' gre-
co , talvolta chiama cananea una ci, e cogli etruschi , attinsero da
femmina che s. Marco , il quale
, questi diversi popoli moltissime co-
scriveva in greco, dice sirofenicia ,
gnizioni relative alle arti. Fatali fu-
ovvero fenicia di Siria ; perchè la rono a'feuicii le guerre che dovet-
Fenicia formava in allora parte tero sostenere contro i babilonesi
della Siria, e per distinguerla dai ed i persiani, ma la potenza loro
fenicii d' Africa , o dai cartaginesi. cadde sotto i formidabili eserciti
Si vuole che i fenicii abbiano in- di Alessandro, il quale mentre mo-
viato colonie, e lasciato vestigie veva contro la Persia assali, e s'im-
della loro Hngua in quasi tutte le possesso delle loro varie provi ncie.
coste del Mediterraneo-; e vuoisi pu- In quella occasione memorando fu
re che i fenicii popolassero la Sici- l'assedio di Tiro, che pel corso di
lia. La più famosa delle colonie fe- sette mesi oppose vigorosissima re-
nicie fu senza dubbio quella di Car- sistenza, e che finalmente fu presa
tagine. Si crede che alla venuta di di assalto.
Giosuè, molti si ritirassero nell'A- I confini della Fenicia non fu-
frica, e in altri luoghi. Dice Pro- rono sempre medesimi, dandose-
i
alle volte dalla parte nòrd al del non un potere atfatto dipendente.
mezzodì al monte Carmelo, ed a Le principali città della Fenicia
Tolemaide. Certo è , che dopo la erano Sidone, Tiro, Tolemaide, Ec-
conquista che gli israeliti fecero dippo, Sareta,Berilo, Biblo, Tripoli,
della Palestina, teneva essa i pro- Ortosia, Sìmina, Arada, ma oltre
pri confini , e non aveva possesso queste ne possedevano anticamente
alcuno nel paese de'lilistei, i quali ì fenicii varie altre sul Libano: anzi
occupavano tutta la regione dal alcune volte gli autori greci com-
monte Carmelo lunghesso il Medi- prendono tutta la Giudea (Fedi) sot'
terraneo, sino alle frontiere di Egit- to il nome di Fenicia. In quanto
to. Aveva pure pochissima esten- poi alle città particolari alla B'eni-
sione dalla parte di terraferma j cia da che fu dessa anticamente
,
to dai cananei figliuoli di Cam, di- neade, Sidone, Biblo, Ortosia, A ra-
visi in undici famiglie, fra le qua- da, Tolemaide, Tripoli, Bostro o
li più potente era quella di Ca-
la Bosra, Politiana; inoltre la prima
naan, fondatore di Sidone, e capo Fenicia occupava la parte occiden-
de' cananei così detti , ai quali i tale del paese lungo il Mediterra-
greci diedero poscia il nome di fc- neo, e formava la seconda provin-
nicii. Questi furono i soli che si cia della diocesi e patriarcato di
mantennero indipendenti non so- Antiochia, con diecinove sedi suf-
lamente sotto Giosuè , ma anche fraganee di Tiro, fra le quali tre
sotto Davidde, Salomone, e sotto i arcivescovati. La Fenìcia del Liba-
re loro successori ; ma furono poi no, così detta perchè quel celebre
soggiogati dai re di Assiria o da , monte era negU
stati che la com-
quelli di Caldea. Successivamente ponevano, ossia la seconda Fenicia,
ubbidirono pure ai persiani, ai gre- che occupava la parte orientale del-
ci, ed ai romani, sotto de' quali fe- la Fenicia, presa generalmente, com-
cero parte del governo della Siria : prendeva la città di Edessa, Abia,
ed al presente la Fenicia è sogget- Giustinianopoli, Laodicea, Damasco,
ta agli ottomani, e compresa nella Palmira , Eliopoli , il cantone dei
Turchia asiatica , nella formando Giambrudi, il cantone dei Magludi,
maggior parte il pascialatico di Sei- ed il cantone orientale ; formava
da nella Soria. I feuicii non ebbe- essa la ter/a provincia della dioce-
ro re della propria nazione né , si e patriarcato d' Antiochia; la cit-
della Mauritiana Cesariana nell' A- parla delle feste Floralie, della dea
frica occidentale, sotto la metropo- Mania, e delle Lemurali.
li di Giulia Cesarea, di cui si co- FERDINANDO III (s.), re di
nosce il solo vescovo Felice, che nel Castiglia e di Leone. Nacque sul
484 si portò alla conferenza di finire dell'anno i 198 o nel seguen-
Cartagine. te, primogenito di Alfonso re di
FERA o FERE (Pherae). Città Lione, e di Berangera di Castiglia,
vescovile della provincia di Tessa- sorella di Bianca regina di Francia
glia, nell'esarcato di Macedonia, la e madre di s. Luigi. Berangera in
cui chiesa godeva i diritti metropo- forza di un ordine di Innocenzo
litani nel quarto secolo. Oriens III, fu divisa da Alfonso, perchè
Clirist. tora. II, pag. i3o. essendo parenti in terzo grado, si
FERADI LA Grande. Città ve- erano sposati senza averne avuta
scovile della Bizacena nell'Africa licenza ; siccome però lo avevano
occidentale, sotto la metropoli di fatto in buona fede, i loro figli
ria, può aspirare alla croce di ca- emanata a' 7 febbraio 1671, con-
valiere. Qui noteremo che per de- cesse che in lutti gli stati del re di
creto dello stesso re Ferdinando F, Spagna, e nella chiesa di s. Gio-
de'25 luglio 18 IO, fu aggiunta al- vanni e di s. Idelfonso in Roma
l'ordine la terza classe de'cavalieri si celebrasse a' 3o di maggio l'uf-
della piccola croce, e collo stesso fìzio e messa di questo beato con
decreto venne istituita Tonorificen- rito doppio. Con altro breve dei
za medaglia d' oro per gli
della 1 1 agosto 1 673, Exigìtj Bull. Magn.,
aiutanti di campo, alfieri o porta- tom. XI, pag. 63, ad istanza del
bandiera, piloti, primi marinari, e re cattolico Carlo li, comandò che
una medaglia d' argento pe' sotto in detto giorno di maggio si os-
uifjziali e soldati. La decorazione servasse di precetto ne' regni della
dell'ordine di Ferdinando consi-
s. Spagna, astenendosi lutti dalle ope-
ste in una croce formata dai gi- re servili . Da
nacque l' aver ciò
gli borbonici, a otto raggi di ar- detto alcuni scrittori, che Clemen-
gento, aventi nel centro o fondo te X
permise che questo beato fos-
d'oro da un lato la effigie del real se venerato per santo, anzi fin dal
santo titolare, e nell' altro la leg- i638 si era stampato in Roma un
genda FIDEI ET MERITO. La CrOCC libro col titolo: Canonizatio Servi
portasi in petto appesa ad un na- Dei Ferdinandi ITI regis Caslellae
stro di seta ondata di colore tur- fncta aucloritate apostolica. Ma
chino o con due orli ros-
bleu, allorché Io stesso Alessandro VII
si. Le medaghe poi menzionale co 11 'approvare il culto immemora-
hanno la medesima epigrafe, con bile altro non avea fatto che bea-
simile nastro. 'NeW Almanacco reale tificarlo senza solennità, Clemente
del regno delle due Sicilie, alla ca- X nel riferito suo breve lo chia-
tegoria ordini cavallereschi , è ri- mò solo col titolo di Servo di Dio.
rò tutte tre queste non formano vicina valle, i prati, le acqóe, com-
che un sol comune. Nel secolo pas- prendendo in questo territorio Fe-
sato contava come al presente di- rentillo con la piccola chiesa di s.
ciotto castelli o paesi, nel modo ac- Pietro , dalla quale prese il nome
cennato di sopra, ed anche in mag- la contrada; e tanto affetto il prin-
gior numero ancora in età piti ri- cipe pose al luogo , che cedendo
mota. In oggi conta però sole otto nel 718 il ducato a Trasmondo li
parrocchie, delle quali le più conside- suo figlio ,
prese la cocolla mona-
rabili sono quelle di s. Pietro, quella stica, e si rinchiuse nel monistero di
di Matterella, quella di Precetto, e s.Pietro, ove santamente morì ai
quella di Monte Pùvoso ,
paese così 19 febbraio 728. Dopo Faroaldo
detto dall'essere costeggiato da molt;- governarono l'abbazia alcuni abba-
rivoli di acqua. Meritano speciale ti, e vi dimoravano i monaci sot-
menzione le diie prime, giacché la to la regola di s. Benedetto, a'quali
chiesa di Matterella può dirsi la la tolse neir anno 846 Sigualdo
chiesa matrice di Ferentillo. L'altra vescovo di Spoleto, riunendone le
è abbazia separata e distinta da rendite alla mensa ; ma il di lui
questa , non avente però un asse- successore Luitardo, la ritornò al
\OL. XXIII. 19
294 FER FER
ai circostanti popoli; ma dov«t- che forse fece dare alla porta del-
tero però cedere alle forze del re la città, tra il mezzogiorno, e il
Servio Tullio, che ne fece la con- levante, il nome di sanguinaria.
quista. Nell'anno 109 di Roma, nel Dipoi Ferentino non volle piti en-
bosco memorato di questo territo- trare in lizza coi romani, nemme-
rio si convocarono in generale con- no nella guerra che fece agli erni-
gresso i magistrati di Cori, e di ci Marzio,per cui ebbe salve le
altre città contro Tulio Ostilio ter- patrie Vuoisi che nell'anno
leggi.
zo re di Roma, ove si conchiuse 487 fosse fatta città e municipio, o
la pace che durò cinque anni, ma che nell'anno 5oo i triumviri vi ab-
poscia riaccesa la guerra, soggiac- biano spedito una colonia, sotto il
que al dominio di Servio Tullio. consolato di Lucio Cornelio Merula, e
Nell'anno 255 ferentini tornaro-
i di Quinto Minuccio Termo. Fe-
no a riconvocare nello stesso bosco rentino come tutte le altre città
e per il medesimo oggetto quei della Campania, segui i destini di
magnati, dimenticando le promesse Roma, nell'epoca della repubblica,
convenute nel primo stabilito con- dell'impero, e dopo la decadenza
cordato, e ciò a danno di Tarqui- di questo soffrì le irruzioni de' go-
nio il Superbo. ti, de'longobardi, e di altri barba-
Accrescendosi la potenza de' roma- ri che invasero tutte le città del
ni proseguivano a tormentare i popoli Lazio, restando un'ombra di do«
circonvicini per soggiogarli. Vinti i la- minio agl'imperatori greci. Nell'an-
tini da Furio console, questo duce si no 780 dell'era cristiana, avendo
diede ad aggredire i volsci, i quali il PonteficeGregorio II scomu-
s.
per meglio schermirsi dai loro nemici, nicato l'imperatore greco Leone
si ritirarono dentro la città di Feren- r Isaurico , per avere dichiarato
tino. Oppressi dal numero degli guerra crudele al culto delle sagre
assedianti abbandonarono la città, immagini , ed assolvendo i' Italia
della quale
i romani impadroniti dal giuramento fattogli, e dai tri-
ne fece^'o dono agli ernici, e così buti, il ducato romano colle città
la città dopo aver figurato tra le della Campania spontaneamente si
prime de' volsci, e forse in qualche assoggettarono al Papa, compresovi
tempo primeggiò tra essi, cominciò Ferentino, e così ebbe origine il
ad appartenere agli ernici. Nelle dominio temporale de'sommi Pon-
epoche successive per vendicare i tefici, Dal diploma di Lodovico I
ferentinesi il torto ricevuto coU'es- il Pio imperatore, presso il Baro-
sere stali separati dai volsci, fecero nio all'anno 817, viene conferma-
delle nuove ribellioni contro i ro- to alla Chiesa romana il dominio
mani, ma indarno. Memorabile fu su Ferentino, e sulle altre città
Nel suo attuale governo sono tino degli ernici. P^, il Nibby, di
comprese le comuni di Morolo e Marino Castrimoeniuni nel tom. II
di Supino, oltre l'unito villaggio di pag. 3i5 e seg. àeW Analisi d^
Porciano. Morolo giace in colle e dintorni di Roma. Gli antichi suoi
in piano, ed ha la collegiata dedi- abitanti osarono misurarsi coi ro-
cata air assunzione della B. Vergi- mani, particolarmente quando la
ce in cielo. Sudino fu città vesco- insolenza dei loro re li rese odiosi
290 FER FER
primiero slato. Altri raccontano che meno l'antira osservanza, ed mor-i
I
FEK FER 9.91
ma, si portò in Anversa ove giun- cavalli dalla sua carrozza, per cui
se ai primi di ottobre. Dipoi nel permise di essere così condotto al-
1 388 essendosi Urbano VI recato la cattedrale. Dopo avere il Pon-
a Tivoli, i romani quivi ancora tefice ivi ricevuto dallo stesso ve-
fecero a lui vive istanze, perchè scovo la benedizione col ss. Sagra-
tornasse fra loro, ma egU ricusan- mento, portossi alla loggia apposi-
dosi, fece ritorno a Ferentino, do- tamente preparata, dove appagò i
ve avendogli i soldati domandato divoti desideri! della moltitudme af-
la paga, non essendovi denaro
e follata sulla piazza dell'episcopio,
nella camera del Papa, lo abban- che ad alta voce domandava di
donarono ; laonde Urbano VI si essere benedetta . Riposatosi al-
vide costretto partire da Ferentino quanto il santo Padre nel palaz-
mei primo di settembre, e fare ri- zo vescovile, prese ivi col corteg-
torno in Koma, avendolo maggior- gio una refezione, secondando le
gio parti da Anagni, e dopo un'o- zioni antiche che sono in Ferenti-
la circa di cammino giunse in Fe- no, non che il presente di un'an-
rentino. Presso la città, in mezzo tica lapide in marmo, con lettere
al divoto ed indescrivibile giubilo in bronzo conservate intatte, dono
della popolazione, e di quelle de'li- dell'abbate Tancredi Bella, patrizio
initrofi paesi, fu incontrato sotto di Ferentino, il quale inoltre presen-
un arco di trionfo, eretto per sì tò in elegante edizione al santo Pa-
liela circostanza da monsignor Be- dre, un opuscolo intitolato Le voci
iiedelto Antonio Antonucci degno del popolo di Ferentino, e consi-
e
avola Marianna Dionigi, in cui so- la cura pastorale de' nuovi cristia-
no delineate ed incise le antiche ni al pio Leone, come apparisce
mura, dette ciclopee, delle città da un' antica lapide posta a de-
del Lazio, comprese quelle di Fe- stra nella cappella del ss. Sagra-
rentino, già dal Papa osservate. In mento della cattedrale. Il primo
fine Sua Santità si portò a visita- suo vescovo di cui fa menzione
re il fiorente collegio dei padri del- r Ughelli, Italia sacra tom. I, pag.
la compagnia di Gesù , venendo 674, è probabilmente Lucenzio, or-
ricevuto dal p. Carlo Maria Van- dinato da s. Silvestro I; quindi re-
narelli rettore del medesimo, ove gistra Basso che intervenne al con-
ammise bacio del piede tutta la
al cilio del 5o2 di Papa s. Simma-
religiosa famiglia ; ed avendo spar- co; ma il p. Labbé, Concil. t. V,
anni del secolo Vili, ed il Cohel- dice mai feria prima. Eravi però
lio nellasua Notitia riporta le te- molta differenza presso i romani
*'
stimonianze colle quali fu ciò con- tra i giorni di festa, e le ferie.
fermato dagl' imperatori Carlo Ma- Tutti i giorni festivi erano ferie;
gno, Lodovico I, ed Ottone I. Da ma non tutte le ferie erano gioiTii
Giuseppe A ssemanni abbiamo Dis- : di festa; giacché ne*giorni festivi
sertatio de sanclis Ferentinis in Tu- oltre al soprassedere alle fatiche
scia, Bonifacio ac Redempto epi^ ed alle occupazioni giornaliere, si
il vescovo Ennio Filonardi con , gio martire patrono della città, ol-
atto dato Ferenti ni ex nostro epi- tre altre insignì reliquie. L'episco-
scopali palatio die IX mensis fe- pio, buon edificio, è contiguo alla
bruarii anno Domini MDGXVII. cattedrale. Nella città sonovi altre
.La detta chiesa di s. Agata è po- cinque parrocchie, ma senza il sa-
sta non molto lungi dalia città, a gro fonte : quella sotto il titolo di
dritta della via latina che condu- s. Maria Maggiore è pure collegia-
ce a Napoli. Nell'arco della cappel- ta , con capitolo di canonici ; essa
la del sotterraneo della chiesa de- è un edifizio vasto e di architet-
dicata ai sette dolori di Maria Ver- tura detta gotica, formando quat-
gine, si legge questa iscrizione: tro facciate eguali al disegno della
VENITE ADQREMUS DOMINUM W LOCO chiesa di Casamari. Cos\ ancora
JSTO, UBI STETERUNT CORPORA SS. AM- sono di bella forma, e di recente
BROSII MARTVRIS, ET PETRI CQELESTINI architettura, le chiese delle sei par-
PAPAE PROTEGTOR CIVITATIS FEREN- rocchie, non che quella de' nomi-
TiNATis ANNO DOMINI i658. Per le nati minori osservanti, di altri re-
quali parole si vuole denotare, che ligiosi, e quelle rammentate di so-
quivi fu già seppellito il corpo di pra. Avvi il convento dei minori
s. Ambrogio centurione, e furono osservanti in Agata, mentre quel-
s.
in alcune città del Lazio che di- che la sua chiesa principale era
consi fondate dal re Saturno^ Ro- uifiziata da un arciprete. Al pre-
ma 1809. sente è un borgo.
FERÉNTINUM, Farentinum, o FERENTO, FERENTUM, o
Florentinum. Città vescovile distrut- Fep.enttnum novum. Città vescovile
ta, della Puglia piana, nel regno della Toscana pontificia, ossia E-
delledue Sicilie, sei miglia lungi truria Transciminia, cinque miglia
da Lucerà dalla parte di occidente, distante da Viterbo. Fu pur chia-
giaceva quasi a piedi del Corvino, mata Ferenti e Ferentino. Al dire
nel distretto e cantone di s. Severo, di Svetonio, vi ebbe i natali l'im-
nella provincia di Capitanata. Fu peratore Ottone. Nel quinto seco-
edificata dal Catapano, o sia greco lo vi fu eretto il seggio episcopale,
preside della Puglia, neiranno del- e Marciano suo terzo vescovo as-
}
, ,
scovo Benedetto fii al concilio con- scopi, si tot et tantis vicibus^ quan-
vocalo dal Papa Benedetto IX. Nel tis ego Ferenlinum venio, a vobis
declinar di questo secolo, e nel pon- fodrum recipere vellent j ecclesia e
tificato di Pasquale II, nel 1099, vcstrae ultra modum gravarentur
fiori un cardinale di Ferentino ob haec recipere nolo. Innocenzo 111
cioè Aldo, che morì nel pontificato nel i2o3 die in successore a Be-
di Calisto li. Sotto Pasquale 11, e rardo, il suo antico amico Alberto
nel Ilio, fi* fatto vescovo Agosti- Longhi canonico d'Anagni.
no monaco ed abbate di Casamari Dipoi nel 1276 Giovanni XXI
cui fu successore Placido altro abba- mandò legali a Michele imperatore
te di Casamari, e morì nel 1 1 3o. Giacomo vescovo di Ferentino, e
Dopo di lui la sede di Ferentino Gottifredo vescovo di Torino. Bo-
fu oscurata da Siro, fatto vescovo nifacio Vili nel 1297 die per suc-
dall'antipupa Anacleto II; e Tras- cessore a Giacomo il suo cappella-
moudo di Segni che nel i38 fu 1 no Landolfo de Rossi, cui commise
nominalo vescovo dal Pontefice In- gravi legazioni. Nel i3i8 il capi-
uoixuio 11, lermiuò iu prigioue mi- tolo elesse il vescovo Filippo, che
,
FER FÉ E 299
fu confermalo da Giovanni XXII. diocesano, che pubblicò colle stam-
Nel 1389, dall'antipapa Clemen- pe, pieno di utilissime provvidenze;
te VII, fu intruso nella sede di mori compianto nel i694> e fu
Ferentino Giovanni, contro Alberto sepolto nella cattedrale per lui rin-
legittimo pastore, creato da Urba- novata. La continuazione della se-
no VI. Bonifacio IX nel 1892 di- rie de' vescovi sino ali* odierno si
de' frali minori , ed a questi nel parrocchia de* ss. Giovanni e Pao»
i44^ fr. Giovanni precettore del- lo, in loco qui dicitur lo colle del-
l'arcispedale di s. Spirito in Sassia. li juxla motnia civitalis, et
Britti
Alessandro VI prima fece vescovo viani publicam. Vi furono collocati
Pietro de Fineslrosa spaguuolo, e altresì i domenicani e i carmeli-
poi Francesco Filipperi romano , tani ; e nel j4^7 i^ comune di
il quale fu da Giulio II invialo Ferentino ottenne da Calisto III
legato a Massimiliano I. Tranquil-» col breve Regiminì universalis, da-
lo de Macharatis de Leouibus fu to a* 26 febbraio, la facoltà di fab-
al concilio laleranense V. Sebastia- bricare un convento pei frati mi-
no Pighi o Pighini di Reggio di nori, al dire del suppli mento agli
Modena, iàtto vescovo da Paolo III annali del Wadìngo. Ma il p. Ca^^
nel i5/^Sy pubblicato da Giulio III miro prova che prima del 12 54
si
pure erano giorni intercisi o endo- temeva alcun danno. E perciò iVu-
ciftìy e secondo altri edontercisì, e ma ordinò le feste rubigali a' XXV
questi erano quando in alcune ore d'aprile, perchè allora suol nascere
di questi giorni si poteva agire la biada ; a' XXVIII di aprile era-
giudizialmente, e negli altri ch^era- no le ferie floreali ordinate nei pri-
no proibiti. Plauto, cap. I, io e seg., mi anni del sesto secolo di Roma,
Gellio IV, 9. Altri giorni erano det- perchè ogni cosa fiorisse perfetta-
ti comiziali potevano
ne quali si mente; le ferie vinali celebravansi
celebrar i dicevano
comizi ; altri si il primo di marzo, perchè allora si
quali era lecito di andar contro i gricoltura, così dette perchè i con-
nemici, non
poteva far cosa al-
si tadini erano chiamati anche pa-
cuna pubblicamente, ma esattamen* gani, dai loro paghi o ville. Le fe-
te questi si dovevano distinguere rie quirinali erano chiamate le fe-
dai giorni nefasti. Il giorno deno- rie degli stolti , dappoiché in quei
minale era il quarto delle calende, giorni si sagrificava solo da questi,
none, ed idi di ciascun mese, ed cioè queUi che nel giorno della fe-
ancora così denominavano alcune sta non avevano sagrificato per i-
ferie. Finalmente si aveva per gior- gnoranza od indolenza. Ne* giorni
no infaustissimo Valliensis^ perchè dunque feriali presso i romani non
in quel giorno, eh' era il decimo era permesso di lavorare, o al-
quinto delle calende di settembre, meno si poteva fare solo quello che
i romani furono superali dai galli onninamente era necessario. Le fie-
e dai vejenti. re erano scritte nel calendario, ed
Vi furono ferie particolari , e i giorni determinati in cui celebra-
solo proprie di alcune famiglie, co- vansi, e si dicevano annales, anniver-
me le avea la Claudia, Emilia l' sariae, o statìvae. Sulle ferie si pos-
la Giulia, e la Cornelia, ed altre. sono consultare anche Aulo Gellio,
Ve ne furono delle piìi particola- Struvio, Hoffmann, e Pesto , che
FER FER 3o^
chiama la feria Ferias Statas. V. eziandio di prima classe, e perciò
Festa e Giorni. si trasferisce, almeno nel coro. Le
Dai gentili passò il vocabolo di non privilegiate, sono altre ferie
feria ai cristiani, e da principio ap- maggiori, che cedono alle feste di
plicossi alle feste e alle domeniche, doppio, o semidoppio, che occor-
e allora sembrò conservare il suo rono in esse rispettivamente alla
primo significato. Ma in appresso festività di nove lezioni ; ma non
tal vocabolo fu snaturato allorché cedono alle feste semplici, e alle
venne applicato alle sole domeni- vigilie almeno in quanto all'uffizio,
VOL. XXIII. 20
, .
narrano che avendo tal principe ria. Le preci feriali sono quelle che
comandato di festeggiare tutta la si recitano in ginocchio nel coro
settimana di Pasqua , la domenica nei giorni di feria. L'uffizio feriale
si trovò essere la prima feria, il lu- è l'offizio della feria. Feriale fu pur
e de' santi. Le ferie repentine sono i ribelli di lesa maestà, ed altri si-
quelle, che il solo sovrano intima mili infami. Presso gli ebrei poi si