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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL. XXIV.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXL1V.
** \t
s, •
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

F
r ERMO (Firmali). Città con re- ascendendo sino alla falda degli ele-
sidenza arcivescovile, capoluogo del- vati A pennini. Esse sono feraci , e
la delegazione apostolica del suo no- dalla parte della marina salubre è
me nello stato pontificio, già capi- il clima, come è dolce la tempera-
tale d' uno stato, e della Marca Fer- tura. I popoli compresi in questa
mana, della quale premetteremo un parte della regione picena, dopo la
cenno isterico., coli' autorità del eh. decadenza del romano impero fu-
Pietro Castellano, Lo stato pontificio, rono talvolta compresi nel ducato
pag. 4^8. La Marca Fermana, os- di Spoleto e talvolta ebbero dei
,

sia quel tratto di paese che ne co- particolari conti , signori e duchi
stituisce oggi la provincia, viene li- poiché nel 770 Fermo ebbe un suo
mitata al nord dal governo Macera- duca particolare in Tarbuno. Quan-
tese di Montolmo, all'ovest dagli do poi nell'Italia meridionale inco-
altri del Sanginnesio e di Sarnano, minciò a farsi rispettare il nome
al sud dal distretto ascolano di normanno, si vide separata dal ri-
Montalto, ed all'est dall'Adriatico, manente della provincia e sotto ,

ove mettono foce il Tenna, il Le fa- quella straniera influenza prese la


vi vo, l'Aso, il Manocchia, ed il Te- denominazione di Marca di Fer-
sino. Nella estremità boreale scorre mo, nome che vuoisi incominciato
il torrente Leta- morto, che è un nel 910.
notevole influente del Chienti. Lun- Il p. Brandimarte, nel suo Pice-

go questa spiaggia è la via che man- no annonario ossia Gallia Senonia ,


tiene la comunicazione col regno a pag. 14 dice che la voce Marca
delle due Sicilie, entrando per mez- non altro denota che termine o
zo della delegazione Ascolana negli confine ; e che tutti coloro i quali
Abruzzi. Tra gli sbocchi de'menzio- furono destinati al governo di qual-
nati fiumi graduatamente s'innal- che provincia posta nel confine del
zano le colline in liuea parallela, reguo , cominciarono a chiamarsi
6 FER FER
marchesi; uso che risale al IX se- Roberto Guiscardo duca de'norman-
colo, siccome afferma il Muratori. ni essendosi portato in quell'anno a
Quindi il medesimo p. Brandimar- Roma, gettandosi ai piedi di s. Gre-
te asserisce che la prima Marca co- gorio VII gli prestò giuramento di
stituita nella provincia del Piceno, fedeltà, e si riservò quella parte già
fu la Marca Fermana, di cui a lun- occupata della Marca Fermana, con
go tratta il p. Barretti nell'illustra- Salerno ed Amalfi ; ed il Papa as-
zione alla tavola corografica dell'I- solvendolo dalle censure, e dando-
talia del medio evo, e ne misura gli l' investitura della Puglia, della
l' estensione dagli Apennini al ma- Calabria, e della Sicilia, come l'a-

re , dal fiume Musone a Pescara, veva ricevuta dai di lui predecesso-


ed abbracciava quasi tutto il Piceno ri Nicolò II ed Alessandro II gli ,

suburbicario. In prova si cita un soggiunse de Ma autem terra ,


:

diploma del 967, riportato dal Ba- quam in/uste tenes sicut est Saler-
luzio nell' appendice al tomo II dei nus , et Amalphia , et pars Mar~
Capitolari dei re di Francia, pag. chiae Firmanae, mine te patienter
i55o, in cui si legge: « Villa Ma- sustineo. Ecco l' epoca in cui gli
,

» riani campo jure proprietatis san- agri Adriano e Pretuziano cioè ,

» ctae Firmanae Ecclesiae residen- quel tratto di paese che comincian-


>» te Pandulfo duce et marcinone". do dal fiume Pescara giungeva si-
Altro diploma è del io44> i° CU| no al Ponto, perdette il nome di
si legge: « infra territorium Pin- Piceno e di Marca, ed assunse quel-
« nense in loco qui nominatili- Sa- lo di Abruzzo ultra, che tuttora
» lajano, aut infra istam Marchiam ritiene. In questa epoca stessa si

* Firmanara, aut infra totum re- trova nelle carte antiche la Marca
« gnum longobardorum ". Evvi il Camerinese, ed i suoi marchesi so-
passo di Leone ostiense , il quale no i duchi di Spoleto , eh' erano
scrisse che « tempore Benedicti ancora marchesi della Marca Fer-
*> Papae anno III (978) quae . . . mana. E comune parere, come del
» Lambertus dux, et marchio pos- Muratori, del Berretti e di altri, che
ilisedisse visus est in co in ita tu Mar- la Marca di Fermo , e quella di
» sicano, et Balva, Furarne, Ami- Camerino fosse la stessa, e differis-
» terno, nec non et Marchia Fir- se pel solo nome, dappoiché il duca
*> mana, et ducato Spoletino ..." di Spoleto era marchese di Came-
Nella cronaca Farfense all'anno, rino e di Fermo ; e que' marchesi
94o, si riferisce « per idem tempus eh' egli destinava al governo di Ca-
*> bellum magnum co in mi ss uni es- merino e di Fermo , erano da lui
» se prò contentione Marchiae Fir- dipendenti. Al dire del p. Brandi-
» manae inter Ascherium, et Sari- marte, la contessa Matilde trasferì
» lionem, in qua praevalens Sarilio il pieno dominio del ducato di Spo-
« interfecit Ascherium et obtinuit , leto, quanto della Marca Camerine-
» Marchiam". Nell'anno 1078 giu- se e Fermana alla santa Sede, ed a
sta gli atti del concilio Romano fu- s. Gregorio VII, ovvero a Pasqua-
rono scomunicati tutti i normanni le li.

« qui invadere terram s. Petri la- Verso la fine del secolo XI i no-
» borant, videlicit Marchiam Fir- minati paesi costituenti la Marca
*> manam, etducatum Spoletanum", Fermana rimasero compenetrali nel-
FER FER 7
la Marca Anconitana, al dire del pidio. abbate dell' ordine basiliano ;
citato Castellano, ed al marchese e molti sono gli edifizi pubblici e
Guarnieri interamente soggetti , e privati che ne rendono grato l'a-
gli furono poi comuni le varie vi- spetto; a ciò si aggiunga le ame-
cende della medesima. Nota però il nissime campagne, popolate da gra-
p. Brandimarte, che la Marca An- ziosi casini, la marina, ed un cli-
conitana incominciò nel 1 198, e che ma salubre. Presso la spiaggia ev-
la Marca Fermana, secondo che vi Porto di s. Elpidio. Sembra
il

ne afferma il Muratori, fu chiamata che la città occupi le vicinanze di


anche Marca di Guarnieri j anzi per Cluanaj e nel luogo dell' antica
prova riporta il seguente documen- abbazia di s. Croce, si crede che
to, tratto da quelli stampati dal ivi Carlo Magno riportasse glorio-
Colucci nelle Memorie di Pierosa- so trionfo de' saraceni, né deve ta-

ra. « Anno Dominice incarnationis cersi che presso la chiesa di s.

» mille cxxm mense junius indi- Maria a pie di Chienti, vi sono


" ctione prima regnante Enrigo im- ruderi dell' antico palazzo del re
•' peratore et Guarnerius ruarchio- Carlo. Altri dicono Potenza, in
» ne damus, tradimus, atque vece di Cluana, città vescovile di
» transactavimus in servo servorum cui fu primo vescovo Faustino nel
« Dei in ipso monasterio beato san- 4 18. L'origine di s. Elpidio si fa

» cto Victore, quod est positum et rimontare al quinto secolo. La fe-

» est edificatus in fundo Victoriano deltà degli abitanti alla santa Se-
« territorio Camerino ". Ottone da de, maggiormente si distinse sotto

Sanbiagio narrando l'assedio che Giovanni XXII, contro Lodovico


Federico I pose a Milano nel 1 1 58, il Bavaro, che in vendetta fece at-

ci fa sapere che in una sortita i terrarne le mura, e saccheggiar il

milanesi « Wernherum italicum paese: gl'invasori francesi, nelle ul-


» marchionem praestantissimum cura time note vicende ,
gli recarono
>.- multis aliis occiderunt, de cujus gravi danni. Comprendesi in questo
» nomine dicitur adhuc Werneri governo le comuni di Montegra-
« Marchia ". Nel governo italico la naro, e di Monturano. Di questo
regione Fermana, cioè nel 1808, for- luogo scrissero: Andrea Bacci, No-
mò gran parte del dipartimento del tizie dell'antica Cluana, ec. Ma-
Tronto, e la odierna delegazione a- cerata 17 16; Fioravanti, Dissert.
postolica racchiude neh' unico di- sopra la basilica eretta nel terri-
strettoi sette governi di Fermo, di torio di s. Elpidio ec. dedicata al
Ripatransone, di Grottamare [Vedi), ss. Salvatore t anno 886, colfin-
di santo Elpidio, di Montegiorgio, tervento di Carlo III imperatore
di Monterubbiano, e di santa Vit- e re di Francia, e di diciannove
toria dei quattro ultimi ci permet-
: vescovi, Loreto 1770; Vecchietti,

teremo qui un brevissimo cenuo. Lettera sulla dissert. che in difesa


Vedi Marca. di un diploma di Teodosio vesco-
Sani' Elpidio a mare, elevato al vo firmano pubblicò nel 1770 in
grado di città da Leone XII, è po- Osimo 17 75;
Loreto il Fioravanti,
sto in deliziosa collina sulla destra Natale Medaglia, Memorie istori-
riva del Leta- morto. La chiesa col- che della città di Cluana detta
legiata è dedicata al patrono s. El- oggi terra di s. Elpidio ec, colla
,

8 FÉ 11 FER
vita di s. Elpidio e Sìsinnio; col- ce con gradevole aspetto in cima
V aggiunta memorie delVistes-
delle ad un colle, di cui si fa menzione
sa città lasciale dal Dacci, e da in principio del secolo XIV, ad-
Camillo Medaglia, Macerata 1692; detto ai ghibellini e perciò di par-
Colucci, Dell'antica città di Chia- te imperiale, con molli buoni e
na, exst. nel tom. Vili delle Ant. comodi fabbricati, colla collegiata
Picea. di s. Maria de' letterati, il tempio
Monte. Giorgio ( Mons s. Ma- della quale è rimarchevole. Com-
ria in Giorgio), borgo posto nella prende il suo governo le comuni
sinistra riva delTenna, su d'alta Monte Giberto, di
di Petritoli, di
collina , di muraglie con
e cinto Ponzano che ha la collegiata de-
esterno sobborgo; nel i3og fu te- dicata a s Nicola da Tolentino
nace partigiano de' ghibellini , e cui è appodiato Torchiaro, di Mo-
perciò da Clemente V minacciato regnano, di Monte-Vidon-Combat-
di Il paese ha la colle-
punizione. te, cui è appodiato Collina, di Mon-

giata de' Giovanni e Benedetto,


ss. tefiore, paese edificato dai recana-
la cui chiesa è bella ed ampia ; tesi con collegiata dedicata a s. Lu-
e nel suo governo sono comprese cia, e di Moresco.
le comuni di Falerona, V. Fale- Santa Vittoria, borgo posto nel-
sia, di Monte- Vidon-Gorrado di , la vetta tufacea, che chiamossi
Francavilla, di Atleta coll'appodia- Monte Nano. Dal suo territorio sca-
to Cerreto, di Magliano, di Mon- turisce il Leta-vivo, che i fiumi
te Appone, e riunendo
di Massa , Tenna ed Aso ne' due lati circo-
alla sua amministrazione comunale scrivono. L' assenzio cresce quasi
l'appodiato di Monte Verde. Abbia- spontaneo ne' suoi campi. Nume-
mo da Giacinto Alaleona Disser- , roso è il capitolo della collegiata
tatio de Tigno Piceno mine Mons dedicata a s. Vittoria, e bella si è
s. Mariae in Giorgio, exst. in sta- la chiesa : vi sono delle case reli-
tu Montis Georgi, Firmi 1730; giose d'ambo i sessi, ed un elegan-
Giuseppe Colucci, Sulle antiche cit- te teatro. A questo paese diedero
tà Picene Falera e Tigno, disser- origine nel IX secolo i monaci far-
tazione epistolare,
1777; Fermo fensi, che in tali loro possedimenti
più ci diede un' Appendice, Mace- si portarono ,
quando i saraceni
rata 1778. Deve notarsi che la cit- discesi nell'Italia meridionale spar-
tà di Tigno non ha mai esistito, gevano anche nella Sabina il ter-
essendosi preso abbaglio da Ti- rore delle loro conquiste. In quella
gnium, Tenna fiume. V. il detto occasione molte famiglie sabine se-
Colucci , Diss. sulle antiche città guirono i monaci, e furono le pri-

Falera e Tigno. Dopo però le la- me abitatrici del colle, che più
pidi scoperte col teatro di Falero- non abbandonarono. La contrada
ne si è fatti certi che i ruderi esi- rimase per lungo tempo soggetta
stenti nelle vicinanze di Monte all'abbate commendatario di Far-
Giorgio appartenevano alla colonia fa [Vedi), ma per V incorreggibilità
Faleria assai vicina ai serbatoi, o di gran parte del clero, che a tan-
conserve di acque, che si osserva- ta distanza mal potevasi tenere iti
no in Monte Giorgio. disciplina, il Papa Gregorio XÌII
Monte Ruhbiano, borgo che gia- l'assoggettò all'arcivescovato di Fer-
,

PB l\ FER 9
mo. Soggiacciono al suo governo ha un bel prospetto teatrale. Nella
le comuni di Monte Falcone, di cima è l'ampia piazza, con doppio
Smerillo, di Monte Leone, di Mon- portico laterale, decorata da ma-
te s. Pietro-Morico, di s. Elpidio gnifici edilìzi, dal palazzo governati-
Mori co di Montelpare , del quale
,
vo, residenza del delegato, da quello
fu Gregorio Petrocchini , creato di giustizia, e dal municipale, il cui
cardinale da Sisto V nel i58q; prospetto esterno è decorato dal-
di Monte Rinaldo, di Ortezzano la statua colossale di bronzo, rap-
e di Castel-Clementino: questo bor- presentante il magnanimo Sisto V.
go fu così chiamato dopo che Cle- L'episcopio, l'università degli stu-
mente XIV l'edificò nel 1772 per di, e il teatro dell' Aquila, uno
ricoverarvi gli abitanti di Serviglia- de' più belli e grandi d'Italia, si

no, giacché atterrarono le acque distinguono tra i principali edilizi,

il loro paese, cioè le acque di cui che nobilitano questa piazza mag-
era ripieno il colle, che cagiona- giore. La piazza a spese del co-
rono le dilamazioni, e forse non mune fu resa ed ornata
spaziosa
più raccolte dall'abbandonato acqui- alia metà del secolo decimoquinto ;
dotto. Trovasi alla destra riva di il palazzo governativo fu incomin-
detto fiume, in agiata pianura, e ciato nel 1D02 da Oliverotto Eu-
facendo di sé graziosa mostra. La freducci, e venne compito passati
collegiata è dedicata a s. Marco. trenta anni, indi nel 18 16 innal-
Si vedono gli avanzi di un antico zato di Bri piano, ed accresciuto;
e lungo acquidotto che prima re- il palazzo municipale vuoisi prin-
golava il corso delle acque; ripe- cipiato nel i3o8, terminato negli
tendosi forse dal suo abbandono ultimi anni del secolo XV o nei
la rovina del preesistente paese. primi del seguente, al declinare
Fermo (Firmimi), talora ebbe del quale la gratitudine de' ferma-
l'aggiunto di Picenum, forse a di- ni eresse a Sisto V, coli' opera di
stinguerlada un'altra città omoni- Accursio Baldi Sansovino, la men-
ma, non di molto lontana, come tovata statua, che sedente, e in atto
si esprimono alcuni ; ma il chiaris- di magistralmente rap-
benedire,
simo De Minicis prova ne* suoi presentò gran Pontefice: nell'e-
il

Cenni storici, a pag. i5, che l'al- poca repubblicana la statua fu


tra città omonima era di molto tramutata in s. Savino patrono
assai lontana dalla prima, perchè della città, indi venne trasportata
situata in Ispagna, e detta Colonia nella parte interna del palazzo, e
Angusta Firma. La città di Fermo poscia fu restituita al luogo dove
è fabbricata intorno ad un monte, si ammira. 11 palazzo arcivescovile
che sorge quasi isolato ad una le- fu edificato da Antonio de Vecchi
ga e mezza incirca dall' <\driatico. o de Vetulis vescovo di Fermo, e
11 fiume Tenna al nord, il Leta-vivo della Marca per Bonifacio
rettore
al sud passano alla distanza di Fer- IX; ebbe compimento nel i3qi,
mo, il primo di due miglia e il e successivi ristauri, massime dai
secondo circa di uno. La città è vescovi Capranica. Nei primi tempi
molto scoscesa ; e le strade interne i vescovi risiedevano nel monte del
nella maggior parte sono irregola- Girofalco, presso la cattedrale, e la
ri ed anguste circondata di mura,
: canonica, ma perì tal residenza,
io FER FER
ovvero fu pressoché rovinata nel piazza maggiore e suoi edifìzi. Fra
1176 dall'incendio di quasi tutta questi vanno rammentati inoltre,
la città, appiccato dal gran cancel- la chiesa di s. Rocco, eretta nel-
liere dell' imperatore Federico I. l'anno r5o3 dal comune pel flagello
Nell'episcopio vi è l'archivio arci- della peste, uffiziata da vari sodali-
vescovile, le cancellerie de' tribu- zi e pie congregazioni; e l'ospeda-
nali dell' arcivescovo, e le carceri le degl'infermi, ch'ebbe origine nel
ove si custodiscono i rei che pen- 1373, poscia dato in cura ai reli-
dono dal di lui giudizio. Il palaz- giosi benfratelli, i quali essendone

zo dell'università degli studi è un partitiper mancanza delle oppor-


edifizio che congiunge alla gravità tune comodità, nel i838 tornaro-
la semplicità: ristorossi per ordine no a reggerlo. La menzionata sta-
di Sisto V, col l'opera dell'architetto tua di Sisto V, fu illustrata dal
Domenico Fontana di Meli, prin- lodato De Minicis, con articolo che si
cipalmente nel prospetto esterno. legge néV Album, giornale letterario
La gran sala detta dell'aquila o di Roma, distribuzione ^5, anno
dell'università serve per le adu- VII, pag. 3^7, quindi stampato in
nanze accademiche, pe'pubblici con- separato opuscolo.
sigli, ed anche talvolta pei pub- Dalla piazza maggiore volgen-
blici divertimenti. Pio Panfili fer- do a destra si ascende per magnifi-
mano nelle pitture della volta rap- co ed agiato sentiere alla sommi-
presentò nel 1762 le glorie de'fer- tà estrema della collina, sovrapposta
mani di ogni genere. La bibliote- al ripiano della piazza, la quale
ca che ivi esiste è composta di più dicesi il Girone, o Girofalco, ove
di tredici mila volumi, fra' quali si vuole, che nella remota età fos-

sonovi opere rare e pregiate, co- se il paese circoscritto, essendovisi


dici ec, e libri di Romolo Spe-
i di poi fabbricato il forte, o castel-
zioli fermano, medico della regina lo, del quale coli' autorità del ci-

Cristina ed archiatro
di Svezia, monumenti
tato opuscolo, Eletta dei
di Papa Alessandro Vili; quelli ec, passiamo a darne un cenno.
della famosa biblioteca del cardi- Sopra un colle quasi isolato, e nel
nal Ricci; e quelli di benemeriti centro della città, sorgeva una vol-
cittadini , come del canonico Mi- ta questo castello, col più. deli-
chele Catalani. Dell'erezione del zioso prospetto all' intorno, rimi-
teatro dell'Aquila, che appartiene randosi di colassù le feracissime
al secolo decorso, come del risto- valli, irrigate da fiumi e torren-
ramento nel corrente, della sua am- ti, le amene alture, i ragguarde-
piezza, forma a ferro di cavallo, non voli paesi, il mare Adriatico, e la
che degli splendidi ornati, ne tratta catena degli Apennini . Ma di
il detto celebre letterato avv. Gae- questo famoso edifizio , non ne
tano de Minicis, nell'opuscolo intitola- rimane vestigio , restandoci solo
to : Eletta dei monumenti più illustri la ricordanza dei più famigerati uo-
archetlonici, sepolcrali, ed onorari mini, e de' più gravi avvenimenti
di Fermo e suoi dintorni, con stam- della ferma na istoria.Fu appunto
pe, Roma 1 84 1 - In essa precipua- in questo luogo, ove molti assedi
mente sono illustrati, il castello di si sostennero, molte fazioni e, guer-

Ferino, la chiesa callcdrale, e la re si guerreggiarono, e v'ebbero


FER FER 11

parte tutte le pompe de' tempi ca- della nota sonnifera bevanda . Nel-
vallereschi: quivi risuonò Io strepi- l'anno 1 176 la rocca come la città
to delle feste , e de' torneamenti, furono prese, e rovinate dalle gen-
che sotto i diversi reggitori della ti di Federico I; nel 1 192 l'invase
città praticaronsi. Ma le guerre, e il di lui figlio Enrico VI; e poscia
le gelosie de' domimi, prima della Marcualdo siniscalco dell' impero le

metà del secolo XV ridussero il signoreggiò. Dopo altre vicende, la


castello demolito e guasto. Fermo, rocca era pressoché sparita, quau-
come si dirà meglio, innanzi alla do il Papa Onorio III ordinò for-
romana dominazione, teneva luogo tificazioni per le città del Piceno,
fra le città ricche e potenti del delle quali anche pegli invasori sara-
Piceno, laonde è probabile che sin ceni ed ungari esse abbisognavano.
da quei tempi nel colle, per natura Sotto il successore immediato Gre-
forte, e pressoché inespugnabile, fos- gorio IX, nel 1236, s'incomin-
se un castello, in cui i cittadini po- ciò l' erezione del nuovo castello,
tessero nelle continue guerre ripa- con magnifiche torri, bastioni, mura,
rarsi e difendersi. Elevata poi Fer- merli, bertesche, ed ogni genere di
mo al grado di colonia romana, opere offensive e difensive; e riu-
sembra che dovesse anch' essa ave- scì uno de' più forti propugnacoli,
re un Campidoglio un tempio a , e per l'architettura il principal or-
Giove, e un fortilizio, siccome edifizi namento della provincia. ÌNella par-
comuni alle colonie romane. Il pri- te occidentale fu posta la rocca o
mo fatto storico che si conosca, ri- cittadella, nell'orientale il palazzo
guardante la fortezza fermana, è priorale, ove i pretori e rettori del-
l' asilo che vi prese il debellato la città e provincia avevano resi-

Gneo Pompeo Strabone, dai ferma- lienza; e il maggior tempio, ossia


ni ancor difeso, per cui potè riaver- la cattedrale , era alle radici del
si, e poscia per gratitudine sì egli, clivo. Il castello prese il nome di
che il suo figlio Pompeo Magno, Girone, Gì/falco, o Girofalco, pro-
si recavano per diporto a Fermo, pugnacolo, e definizione che il chia-
ove possedevano ricchi poderi e rissimo De Miuicis discorre a p. 36
palazzi. Caduto l' impero d' occiden- de' suoi Cenni storici ec. Tuttavolta
te, la rocca fu assediata da Ataulfo il Girone fu successivamente occu-
re de' goti , e da Attila re degli pato dalle forze di Federico li di ,

unni , senza che fosse espugnata ; Manfredi di Ruggero Luppi di


, ,

ma poco di Odoacre re
poi degli Mercenario di Monte \ erde, di Gen-
eruli la conquistò in un a , tutto tile da Mogliano, di Giovanni Ozieg-

il Piceno, cui tolse colla vita il goto gio di Riualdo da Monte \ erde,
,

Teodorico. Belisario con Narsete di Antonio Aceti, di Lodovico Mi-


capitani di Giustiniano I, nella roc- gliorati ec, alternandone il domi-
ca fermana stabilirono il modo di nio co' fermani. Il Colucci nella sua
cacciare dall' Italia i goti. JNell'anno Tre/a Picena oggi Montecchio, a
896 essendosi riparata nel castello pag. 1 39, nota che montecchiesi i

Ageltrude moglie di Guido duca per ordine del rettore dellaMarca


di Spokti, vi sostenne il memora- Adamantino di Agrifoglio, nell'an-
bile assedio postovi dall' imperatore no 368 furono obbligati a con-
1

Arnolfo , usaudo ancora dell' arte correre alla fortificazione e uiuu-


i2 FER FER
lenimento del Girone di Fermo e ; anco di presente si veggono; es-
ciò forse perchè allora in Fermo sendosi innanzi stabilito in consiglio
•vi risiedeva la curia generale, ri- che i materiali ed altro, a tal uopo
dotta poi a Macerata, siccome in si rivolgessero; dappoiché si voleva
sitò più comodo, e di più facile un presidio al di fuori dagli esterni
accesso alla ad
provincia , e ciò nemici , non già una fortezza nel-
istanza de' luoghi di essa. France- l' interno a danno della città. E
sco Sforza nel i433 lo ebhe colla fuvvi chi propose spianare anche
città, cui fece solenne ingresso nel- tutto il colle, acciocché niuno po-
l'anno appresso; poscia vi celebrò tesse erigervi nuova rocca , e rin-
sontuosamente gli sponsali di Polis- novare mali che avea prodotto
i

sena sua figlia , con Sigismondo la precedente ai fermani. Così fu


Pandolfo Malatesta signore di Ri- disfatto un insigne monumento, an-
mini; indi ristorò ed ingrandì il temurale della marchiana provin-
Girone rendendolo più forte. Vi cia, restando il solo nome di Gi-
mandò Bianca Maria Visconti sua rone al luogo.
seconda moglie, che nel i444 *' In fondo al Girone, precedendo
die allaluce Galeazzo Maria, che i viali praticati nell'estesa prateria,
fu poscia duca di Milano. Fu allo- s' innalza la superba chiesa metro-
ra che si rinnovarono splendidissi- politana, edificio di rara bellezza,
mi tornei, per la gioia da cui fu chiamato già di s. Maria in Ca-
compreso Francesco, distinguendosi stello dalla prossimità del Girofal-
ne' cavallereschi esercizi Giovanni co. Non sugli avanzi del tempio
di Angelo Sabbioni, nobile ferma- di Giove, nel fine del VII o ne'pri-
no, il perchè fu regalato ed auto- rni dell' Vili secolo sembra risalire
rizzato d'inquartare nel suo stemma l'erezione della chiesa, a'tempi dei
il leone sforzesco. Non andò guari, longobardi.,i quali come divoti di

che rivoltatisi i fermani agli sforze- s. Savino, da Spoleto inviarono al


schi, dopo accanito assedio, ritira- vescovo di Fermo il capo di tal
tisi dominatori, Eugenio IV per
i santo che ancora si venera nel
,

compensar fermani di averli cac-


i tempio metropolitano. La chiesa fu
ciali dal dominio della città e dal distrutta a'21 settembre 1 176, pel
propugnacolo, permise loro di fare fuoco appiccatovi dall' esercito di
d'esso ciò che avessero stimato me- Federico I ; indi la pietà, de' fer-

glio; laonde il devastarono , e ro- mani la fece risorgere più magni-


vinarono per forma , che non ri- fica e grandiosa , fornita di nuovi
mase pietra sopra pietra. Di ciò e ricchi ornamenti. Avanzi dell'in-
diedesi l' incarico ad Antonio di Ri- cendiato tempio voglionsi i pilastri,

do , di cui parlammo agli articoli le colonne ed alcuni fregi, descritti


Castel s. angelo e Castellano ( Vedi), dal eh. De Minicis in un ai sim-
mandatovi dal Pontefice, il quale ai boli che contengono. Della riedifi-
32 febbraio i44^> m cu dovea ' cazione ne fu promotore Bartolo-
effettuarsi il diroccamento, concesse meo Mansionari, che il fece ese-
indulgenza a tutti quelli che vi des- guire dal valente architetto Gior-
sero opera. Dalle quali rovine nac- gio da Como detto di Jesi ; ed eb-
que la costruzione delle mura della be compimento nel 12-27. Ma del-
città con bastioni e terrapieni, che la parte interna poco abbiamo del-
FER FER i3

l' antico j perchè fu rinnovato, re- gobardi. La lettera del conte è in-
standoci nell'esterno la facciata e dirizzata al marchese Pacifico Mat-
il campanile. Ha tre navate soste- teucci, il quale è fratello al rispet-

nute da colonne, e nel decorso se- tabile prelato di cui faremo men-
colo dal benemerito arcivescovo zione in fine di questo articolo. Il

Alessandro Borgia fu grandemente medesimo De Minicis inoltre nel


ristorato, finché nel declinar di esso detto anno ha pubblicato in Roma
dall' altro arcivescovo Minucci, con il Sarcofago cristiano nel tempio me-
architettura del cav. Cosimo Morel- tropolitano di Fermo illustrato. Tra

li (autore del teatro dell'Aquila), le altre chiese di Fermo, sono a


venne rinnovato alla moderna fog- rammentarsi la collegiata dedicata
gia con detrimento delle patrie
, a s. Michele Arcangelo in Prato,
memorie. Vi sono pregevoli pit- eretta nel i632 da Urbano Vili;
ture, stucchi, e chiaroscuri, mae- s. Agostino; s. Domenico; s. Fran-
stose cappelle, un sotterraneo tem- cesco, eretta nel secolo XIII, forse
pietto, e fra gli antichi sepolcri la più bella di Fermo, di gotico
sono rimarchevoli quelli di Giovan- diseguo ossia archi-acuta, ed ivi è
ni Visconti Oleggio, di Orazio Bran- il deposito di Lodovico Freducci,
cadoro, e di Saporoso Matteucci. Eufreducci o Uffreducci , creduto
Quello del primo venne illustrato scoltura del summentovato Accur-
dal De Minicis, nella seconda di- sio, sebbene sembra aver dimostra-
stribuzione dell' Album, anno VII, to il De Minicis che piuttosto sia
pag. i3, mentre in varie distribu- dello scultore Andrea Contucci com-
zioni del seguente anno, cioè nelle munemeute detto Sansovino ; e s.

46, 5i e 5a, è riportata la descri- Filippo della congregazione dell'O-


zione del tempio del medesimo ratorio, con stupendi quadri.
scrittore. Nel 1843 in Sanseverino, Non mancano in Fermo palazzi
coi tipi dell' Ercolani, il conte Se- vasti e bene architettati. 11 eh. Castel-
verino Servanzi Collio ha pubbli- lano celebra la copiosa raccolta ar-
cato l'erudita Lettera intorno ad cheologica e numismatica de' fra-
alcuni militi della famiglia Mat- telli De Minicis, l'abitazione de'qua-
teucci, la quale sino dal i65i ri- Ii in prossimità del Girone, dice
cevette dal duca di Mantova il gra- che non lascia di visitarsi da ogni
do di marchese. Distingue due Vin- cultore de buoni studi ne accresce ;

cenzi Saporoso egualmente di tal il pregio la collezione compiuta di

famiglia, ed ambedue prodi capi- tutte le monete fermane del me-


tani. Il primo fiorito nel XVI se- dio evo, e la ricca e scelta biblio-
colo, l'altro nel XVIII; il primo tecn, sia per opere legali, sia per
fu chiamato Saporoso per l'affabi- amena letteratura, sia per le rare
lità colla quale trattava tutti, e pel- edizioni. A prendere una giusta
le sovvenzioni di cui era largo coi idea della biblioteca e museo De
soldati. Dice inoltre de' pregi di al- Minicis, va letto l'opuscolo erudito
tri personaggi della medesima fa- intitolato : Una visita al museo pri-
miglia, rammentando che ad un vato de'fratelli De Minicis in Fer-
Alfonso si attribuisce di avere re- mo, ivi 1842. Questo opuscolo
sa libera la città di Fermo dal- contiene de' versi sciolti sull'argo-
la tirannia eh Desiderio re de' lon- mento, con dotte note del eh. con-
,, ,

14 FER FER
te d. Serafino d'Altemps, intitolati d'Este, signore della Marca. Ma il

a monsignore Carlo Emmanuele Papa Onorio III, geloso della sua


Muzzarelli uditore della romana suprema sovranità sul Piceno, nel
rota, porche dall'autore recitati nel- 1220 corroborò tali concessioni
l' accademia tenuta nella casa De colla sua approvazione, conferen-
Minicis onde onorare il dottissimo dole il privilegio, e libera facoltà
ospite prelato. Degli avanzi de' mo- » habendi proprium cuneum ad
numenti antichi di Fermo ne trat- » cudendam monetanti citra valo-
ta pure il eh. avv. Giuseppe Fra- w rem imperialium ", e parlando
cassetti nelle dotte Notizie storiche come nuova e speciale sua conces-
della città di Fermo ridotte in com- sione. La zecca fermana continuò
pendio, con una appendice delle la battitura delle monete ne'seguen-
notizie topografico - statistiche della ti secoli, al modo che narrano e
città e suo territorio. Fermo 1 84 1
il più volte lodato scrittore, e il

tipografia de' fratelli Paccasassi, che Catalani erudito e dotto illustrato-


le dedicarono al cardinal Gabriele re delle medesime, nelle sue me-
Ferretti allora arcivescovo e prin- morie della zecca fermana, Bolo-
cipe di Fermo. Della zecca fer- gna 1782; mentre fra gli altri
mana da ultimo copiosamente ne trattarono eziandio 1' argomento

ha trattato l'infaticabile avv. Gae- quelli che scrissero sulle zecche


tano de Minicis, ne' suoi Cenni d'Italia, come Vincenzo Bellini, De
storici e numismatici di Fermo, con monetis Firmi, exst. in oper. De
la dichiarazione di alcune monete monet. Italiae medi aevi 3 ec. Il

inedite pertinenti ad essa città ec. Vettori, nel suo Fiorino d'oro il-

Roma i83g. Del medesimo abbia- lustrato, a pag. 229 racconta che
mo pure: Lettera al signor Achille nel i4^5 era grande di
scarsezza
Gennarelli sopra due monete gravi argento per onde Lodovi-
l'Italia,
di Fermo (estratta dal foglio let- co de Migliorati signore di Fermo,
terario di Roma il Tiberino, anno volendo far coniare monete di ar-
sesto, num, 34), Roma 1 84 1- II gento, fu forzato a cercarne in Epi-
diritto della zecca fu conceduto la dauro, città rinomata del Pelopon-
prima volta alla città di Fermo neso pel famoso tempio di Escula-
nel 121 1, come provò monsignor pio, perlochè spedì in quella parte
Borgia nel tom. II, pag. 288, not. certo Cristino a comprar dell' ar-
1, dicendoci che in quell'anno l'im- gento. Nel i5i3 Leone X fece ria-
peratore Ottone IV concesse alla prire la zecca di Fermo, che da
città il gius della zecca, mentre molti anni era stata soppressa, ma
tenevala occupata insieme con altre nel i5i8 tornò a sospenderla, mi-
terre tolteal dominio della santa sura che fu presa con altre zecche;
Sede, con diritto di battere mone- quindi sino al 1796 non si riaprì,
ta, in un al libero corso di essa ;
dando Pio VI facoltà al conte Lo-
e fra gli altri privilegi di cui quel renzo Grassi Fonseca patrizio fer-
principe fu largo co'fermani, nomi- mano di batter cinque specie di mo-
neremo la giurisdizione della spiag- nete, e si continuò la coniazione nel
gia marittima dal Tronto al Po- 1799 so** il governo straniero.
tenza. Indi nel 12 14 confermò tal In quanto alla fiera di Fermo
privilegio Aldovrandino marchese ecco quanto si legge nel libro del
5

FER FÉ B 1

cav. Gioacchino Monti, intitolato » datium, sed illas libere intra con-
Notìzie istoriche sull' origine (itile » stitutum terminimi possint extra-
fiere dello stato ecclesiastico, a pag. » here ". Da tuttociò rilevasi che
4^ e seg. L'istituzione di questa in addietro con diverse discipline
fiera risale ali'agosto i355 nel pon- questa fiera era regolata, ed aveva
tificato diInnocenzo VI, accordata l'esenzione de'dazi. Nel 1786 fu la
dal cardinal Aldobrandini ( cogno- fiera stabilita con leggi di assegna;
me che a quell' epoca non trovo nella dogana del porto di Fermo
né nel Cardella, ne nelNovaes), si conducono le merci provenienti
vicario generale, e legato dello sta- per la via di mare e di terra ;

to della romana Chiesa. Aggiunge la fiera si celebra ogni anno pei


che Antonio di Nicolò nella sua ì5 agosto, ed ha termine a' 5 set-
Cronica fermana riferisce, che Lo- tembre ed infinito è il concorso
;

dovico Migliorati signore di Fermo delle circostanti città, terre, e ca-


nel i4^5 fece bandire nel io ago- stelli, rallegrato dagli spettacoli tea-
sto la fiera per l' anno venturo trali che il civico magistrato fa

i4^6; e che l'abbate Giordani de- celebrare.


gli Olivieri, nella Vita di Alessan- Passiamo ora a dire degli isti-

dro Sforza, fa conoscere che que- tuti di pubblica educazione, istru-


sto guerriero fu spedito da Fran- zione, e beneficenza, e pel primo
cesco suo fratello marchese della dell'università. Nell'anno 824 o
Marca, e gonfaloniere di s. Chiesa 826 in Fermo furono aperte pub-
sotto Eugenio IV, come suo luo- bliche scuole dal vescovo Lupo ;

gotenente generale, per presiedere quindi imperatore Lottano I, col-


l'

nella città colla truppa a tutela lega di suo padre Lodovico I, nel-
della fiera di agosto, risultando ciò 1'
829 si portò in Italia, e volen-
da un suo ordine dato da Rocca dovi fare rifiorire le cadute lettere,
Contrada a'3 agosto 1 435 alla con- destinò un maestro ad inseguare
gregazione provinciale sedente al- l'arte a nove città, fra le quali
lora in Macerata. Sisto IV, nel Fermo, ordinando che giovani i

1472, per garantire sì fatto privi- studenti dell'ampio ducato Spoeti-


legio, proibì agli anconitani di far no ivi si dovessero portare allo
la fiera in agosto, perchè ricorre- studio. Il citato Borgia nel tom. I,

vano in quel mese le fiere di Fer- pag. 96 ci spiega 1' arte eh' erano
mo e di Recanati. Nello statuto tenuti que'maestri d'insegnare, con-
Fermano approvato da Euge-
poi, sistente nella grammatica, nome che
nio IV, da Paolo IV, e da Sisto in que' tempi abbracciava oltre la
V, nella rub. 91 è scritto. « Cum lingua latina, anche le lettere u-
« non parvus fructus honoris, et mane, la spiegazione degli antichi
» commodi habeatur ex foro rerum scrittori, i poeti latini, una qual-
» venalium, seu Nundinis solemni- che tintura delle sagre scritture, e
» ter conslituimus, quod mercalo- di più la cognizione artis compii-
» res externi, seu forenses possint tatoriae per intendere le lunazioni,
« medio mense julii circa prò Nun- e simile cose. Gli scrittori dicono che
»» dinis immittere mercantias absque Lottano I elevò al grado di pub-
ullo datio, et si non vendideiint bliche scuole quelle apertevi dal
*» non teneantur solvere aliqucd vescovo, o da lui istituite, cui al-
io FER FER
tri danno la qualifica e il grado benefizio decretarono a Sisto V la
di università. Questo sembra piut- statua di bronzo di cui facemmo
tosto doversi attribuire al magna- cenno , e collocarono nel prospetto
nimo e ciotto Bonifacio Vili, il esterno dell'università i semibusti
quale considerando che la città di di Bonifacio Vili, di Eugenio IV,
Fermo per la positura del luogo, di Calisto III, e di Sisto V, fatti
amenità del clima, abbondanza di da Gio. Antonio Procacchi di Val-
tutte le cose al vivere necessarie, solda, sotto i quali leggonsi le ana-
era la più acconcia alla tranquillità loghe epigrafi : Bonifazio FUI Jn-
degli con bolla de' 16 gen-
studi, stilutori. Eugenio IV Benefactori.
naio dell'anno i3o3, costit. XVI, Calisto IH Confirmatori. Xysto V
Bull. Rom. tom. Ili, par. II, p. 95, Restitutori. Sul cominciar del secolo
ornò dette scuole con nuovi favori XVII venne stimato opportuno affi-
e privilegi, elevandole al rango di dare l' insegainento della teologia,
studio generale, e che vi fosse eret- filosofia , eloquenza grammatica
, e
ta una nuova università, del tutto ai religiosi della compagnia di Ge-
conforme a quella tanto celebre di sù, tra i quali fiorirono Lagomar-
Bologna. Eugenio IV e Nicolò V sini, Cordara, Morcelli, ed altri uo-
confermando i privilegi della città mini di celebrata dottrina. Che il
di Fermo, v'inclusero quelli riguar- Morcelli ideò in Fermo la sua gran-
danti l'università,che Calisto IH de opera De stilo inscriptionum la-
colla bolla Tanta est vestra, data tin, lo si apprende dalla Lettera
a' 26 giugno i455, confermò più. intorno ad alcune iscrizioni , e ad
specialmente per 1' università. Per le una poesia inedita del Morcelli di
vicende de' tempi, siccome avviene Gaetano De Minicis , a monsignor
alle umane cose, questo scientifico C. Emmanuele Muzzarelli, Roma
stabilimento essendo scaduto dal suo i84i> Nove cattedre occuparono i
splendore, Sisto col disposto dellaV gesuiti, e quelle delle facoltà medi-
bolla Muneris i3 se- nostris, die che e legali furono coperte dai pro-
ptembris i585, Bull. Rom. tom. fessori nominati dal comune, e scelti
IV, part. IV, pag. i43, l'arricchì per lo più nel numero de' suoi gen-
di privilegi e distinte prerogative, tiluomini. Abolita nel 1773 la be-
fece ristorare l'edifìcio al modo nemerita compagnia di Gesù, de-
detto, ne accrebbe le rendite, e vol- cadde ognor più 1' università di
le che ivi si chiamassero all' inse- Fermo, e le successive politiche vi-
J
gnamento ottimi istitutori in ogni cende de tempi resero vani gli sfor-
facoltà, volendo altresì che godesse zi, che sul cominciare di questo se-

delle onorificenze comuni alle uni- colo si fecero dal comune per re-
versità Bologna, di Padova, di
di staurarla. Sotto il regno italico di-
Perugia, e delle altre più illustri sì venuta Fermo capo - luogo della
italiane, che straniere; ond' è che prefettura del Tronto vi fu isti-

per lungo spazio di tempo essa fiorì tuito un che fu chiuso allor-
liceo,
fra le più nobili d' Italia, tanto per ché nel 181 5 le Marche furono
eccellenza di professori, che per fre- restituite al soave dominio della
quenza di studenti toscani, lombardi, santa Sede. Allora vennero ripri-
napolitani, ed eziandio d'oltremare e stinate le scuole a spese del comu-
d'oltrcmonti. I fermarli lieti del gran ne, ma sempre in via provvisoria,
, ,

FER FER 17
poiché mai i fermarli cessarono dal- secolo XVI. ed edu-
L' istruzione
Ja speranza di veder riaperta l'an- cazione delle fanciulle è affidata a
Erane riservata la
tica università. diversi monasteri, massime alle si-

gloria a Leone XII, che colla bolla gnore convittrici del Bambin Ge-
Quod divina sapientia, emanata nel siinon che le scuole delle maestre
;

settembre 1824, interamente la pie.Avvi l'ospizio degli esposti di


ripristinò. Finalmente per cura e ambo i sessi, che si mantengono
zelo del cardinal arcivescovo Fer- sino a ohe i maschi siensi procac-
retti arcicancelliere della medesima, un mezzo di sussistenza, e le
ciati

nel i83g richiamò a diriger le scuo- femmine un onesto collocamento,


le i ripristinati gesuiti, i quali nel L'istituto ebbe origine prima della
novembre di quell' anno vi riapri- metà del secolo XIV sotto il titolo
rono il loro collegio, ed ebbero in di Maria ss. della Carità, piimeg-
dolazione le somme che preceden- giando tra i suoi benefattori Mat-
temente il comune impiegava nella teo di Bonconte de' signori di Mas-
pubblica istruzione, ed altresì i fon- sa, ed è possessore del feudo giu-
di del soppreso collegio Marziali, risdizionale di Monte Varmine, ove
_\el primo e secondo anno, dopo la tuttora esiste ben conservata la roc-
venuta de' gesuiti alle loro scuole, ca dell' antico barone. Dell' amplia-
accorsero più che cinquecento stu- zione del locale, e dell'erezione di
denti, come nota il Fracassetti, ed una fabbrica separata , e distinta
.ivi ebbe un maggior prosperamento per educazione de' trovatelli ma-
la
l'università ,se non avesse vicine schi già adulti, se ne deve la rico-
(nelle di Camerino , e Macerata, noscenza alla carità straordinaria
Neil' opera intitolata : Prefazione eroica, ed esemplare di Luigi An-
(Icli'anno 1777, ove espongonsi i tomai nativo di Monte Rinaldo,
principii delle più antiche universi- campanaro del duomo di Fermo.
là d'Italia , e di quelle di Macerata Meritano pure ricordo l'ospizio di
e di Fermo ec, si tratta di que- educazione delle povere orfane, di
st' ultima. giuspatronato del comune; quello
Il seminario arcivescovile acco- per gli orfanelli fondato dalla pie-
glie un centinaio di alunni , e tà dell' arcivescovo cardinal Bran-
n' è rettore un canonico della me- cadoro ; il monte di pietà ; tre
tropolitana. Oltre la biblioteca del- monti frumentari ; gì' istituti be-
l' università, e l'archivio municipale uefici dei sodalizi, ed altri. Qui
ricco di preziosi documenti dal noteremo che al voi. XIV, pag.
1
199 in poi, sono a rammentarsi 02 e 1 53 del Dizionario abbiamo
la libreria de' gesuiti, i quali inol- detto che per pia disposizione del
tre hanno un buon gabinetto di cardinal Domenico Capranica ve-
macchine per le scuole di fisica scovo di Fermo, e fondatore dei-
fornito dalla generosità del cardi- l'almo Collegio Capranica di Ro-
ual Ferretti ; e le private bibliote- ma, il vescovo prx> tempore di Fer-
che de' minori osservanti , cui si ino gode la nomina di un alunno
riunì quella del canonico Michele fermano per detto collegio.
Catalani, e l'altra de' signori della In Fermo fiorirono molti gran-
missione. L' arte tipografica fu in- di uomini per santità di vita, per
tradotta '" Fermo sulla metà .del doitriua, per arte, per dignità, ed
>OL. XXIV. S*\ L

($Db#mo*vb> H».
i8 FER FER
nitro , ragguardevoli ed illustri ,
l'Eggs nella sua Purpura tlocta ; il

laonde ci limiteremo a nominare giureconsulto famoso Giovanni Ber-


i principali, servendoci delle Noti- tacchini; Giovanni de Firmonibus
zie storiche dell' avv. Fracassetti. vescovo di sua patria; il b. Pirro
Neil' epoca della romana repubbli- Morici; Pellegrino Morroni dottissi-
ca fiorirono Lucio Equizio che me- mo in legge ; il b. Pietro da Fer-
ritò il tribunato in Roma, e Lu- mo minore osservante; Giovanni
cio Tarunzio dottissimo matemati- Battista Ponti vescovo; e il cronista
co. Nell'era cristiana poi, dal pri- Anton di Nicola. Sul cardinalato
mo a lutto il decimo secolo, van- di Girolamo Azzolini noteremo, che
no ricordati : Sabino amicissimo di riportando noi le biografie de' car-
Plinio il giuniore, L. Celio Lat- dinali secondo quelle di Novacs t
tanzio, parecchi magistrati e guer- di Cardella, e non facendola essi di
rieri, ed i santi Vissia, Sofia, set- Girolamo, non gli demmo luogo al-

tanta martiri, e Fermano abbate, l'articolo di questo Dizionario, ri-

oltre i vescovi martiri, che nomi- portando solo i due che risguarda-
neremo in questo articolo per ul- no Decio seniore, e Decio giuniore.
timo. Tra gli uomini illustri nati Qui però avvertiremo che il Car-
a Fermo dal secolo XIII a lutto della nella biografia del primo ,

il XIV, rammenteremo s.
secolo Meni, storiche tom. V, pag. 2 44»
Adamo, il b. Adamo, Paccarone dicendo che Sisto V nel promo vel-
guerriero normanno fondatore della lo alla dignità cardinalizia gl'indi-
famiglia di tal nome; Giovanni rizzo un breve onorifico, soggiun-
Albertone compagno ed amico di ge: «E cosa notabile, che in quel
s. Domenico s. Liberato di Brun-
; breve si fa menzione di un altro
forte s. Francesco da Fermo
; il ; cardinale Azzolini che ne' diari di

b. Giacomo da Falerone ; il b. Sisto V viene chiamato Girolamo,


Giovanni Elisei detto dell'Alvernia; e per quanta diligenza siasi da noi

il b. Nicolò ; Stefano Paccaroni e da ancora usata, non ci è


altri

priore di s. Pietro in Vaticano; il sin qui riuscito, non che trovarne


b. Pellegrino Uffreducci; il b. Gio- notizie ma neppure rinvenirne il

vanni Vinci domenicano, tutti ap- nome nella serie de' cardinali . E
partenenti al secolo XIII. Quindi certo, son parole degli autori del
al XIV appartengono i seguenti : Ciacconio nel fine della vita del
Antonio Aceti dotto e valoroso il ; cardinal Azzolini (da me riscontra-
b. Bartolomeo apostolita; Villanuc- to nel tom. IV, pag. 160 Vilae res
cio di Brunforte guerriero; il b. gestas Pontif. et cardinalium, in vi-
Filippo da Fermo; fr. Lodovico ta Decius Azzolinus senior, ove ciò
vescovo Castinense ; la b. Lodovi- riportasi, avendovi premesso il det-
ca Paccaroni ; il medico Tomma- to breve, e il brano de' citati diari

so Uffreducci, oltre un copioso nu- conforme a quanto -lice il Cardella),


mero di famosi giureconsulti e è certo che il mentovato cardinal
guerrieri. Del secolo XV abbiamo Girolamo Azzolini fiori nel ponti-
gli ultimi nominati nel precedente ficato di Sisto IV (che durò dal-
in gran numero ; Girolamo Azzo- l'anno i47' all'anno 1 4^4 )• l ,n "
lino, il primo fermano creato car- perocché Giovanni Bertacchini da
dinale da Sisto IV, come si ha dal- Fermo, insigne giureconsulto, nella
FER FER io
prima parte del suo Repertorio che santo. Tra i moltissimi fermati i del
iutitulo a Sisto IV, cosi scrive: Et secolo decimosettimo, abbiamo De-
ita eonsultus respondi domino car- cio Azzolino il giuniore, nel i654
dinali Azzolino de Firmo, doclori annoverato al sagro collegio da In-
clarissimo, qui acquievit et laelatus nocenzo X, confidente ed erede di
est de ilio texlu ,
parole che per Cristina regina di Svezia Carlo Az- ;

intelligenza di tutti voltate nella zolino vescovo di Bagnorea France- ;

italiana favella suonano così : Es- sco Azzolino vescovo di Ripatranso-


sendo io stato consultato dal siguor ne Lorenzo Azzolino vescovo di
;

cardinale Azzolino di Fermo chia- Ripatransone e di Narni, segretario


rissimo dottore risposi in questa for- di stato di Urbano Vili, il quale
ma : il cardinale rimase soddisfatto lo avea creato cardinale riservan-
della mia risposta, e prese gran pia- dolo in petto Giacinto Cordella ;

cere del testo da me allegato ". Così vescovo di Venafro, poi di Recanati
il Cardella.ch'è il più completo biogra- e Loreto; e Stefano Ricciardi vesco-
fo de' cardinali. Nel secolo XVI fiori- vo di Sutri e Nepi. Celebri per
rono molli prodi guerrieri giacché erudizione , e per merito di opere
quasi ogni famiglia ne diede, ma Ora- pubblicate, furono il nominato Lo-
zio Biancadoro, e Saporoso Matteuc- renzo Azzolino elegantissimo poeta :

ci vanno fra essi


celebri condottieri, Giuseppe Bertacchini giureconsulto :

principalmente ricordati. Grande è il p. Lodovico Bertone; il p. Giu-


pure il numero de' letterati e di autori sto Bonafede Bartolomeo Cordel- ;

di opere,come Serafino Aceti; il ca- la giureconsulto ; il p. Baldassare


nonico Francesco Adami Giovanni ; Francolini ; Antonio Lelii ; Filippo
Battista Evangelista ; Pierio Fonta- Munti; Gio. Battista Morici; Be-
ni; Giovanni Paolo Montani: due nedetto Moro ; Nicolò Paccaroni ,

Morici Nicola Morroni; Cesare Ot-


; ed il p. Giulio Solimani. Tra i

tinelli ; e \ incenzo Terminio. Fra i moltissimi guerrieri primeggiarono


più illustri per dignità sono Decio due un Lorenzo ed altri
Ottavi ,

Azzolino seniore creato cardinale nel della famiglia Adami, un Branca-


i585 da Sisto V; Nicolò Bonafede doro, un Costantini, un Claudio
vescovo di Chiusi; Sulpizio Costan- Martello Marchetta Morroni, due
,

tini vescovo di Nocera ; Girolamo Paccaroni ; e per santità di vita il


Matteucci prima arcivéscovo di Ra- ven. Antonio Grassi dell'Oratorio,
gusi , poi vescovo di Viterbo (di e il p. Giusto Bonafede cappuccino.
questo insigne prelato, e delle im- Appartengono in fine alla serie dei
portanti cariche e commissioni ese- fermani illustri del secolo XVIII,
guite per la Santa Sede, ne tratta il il Antonio Bene-
dotto gesuita p.
lodato conte Collio nella sua Lette- detti; il can. Michele Catalani; il
ra ec); Benedetto Savini vescovo di gesuita p. Camillo Garulli autore
Vereli; Eugenio Savini vescovo di di elegantissime prose e poesie la-
Telesia, e Francesco Princivalli Spe- tine ; monsignor Gio. Francesco
ra arcivescovo di Nazaret : dalla Guerrieri arcivescovo d'Atene, e il

famiglia Ricci uscirono Ostilio mae- di lui fratello can. Ignazio dottis-
stro di matematica del sommo Ga- simo latinista l' abbate Domenico ;

lileo, Flaminio compagno di s.


e Maggiori gli avv. Pier Francesco
;

Filippo Neri, morto con fama di Martello, e Cesare Erioni lumi del-
io FER FER
la curia romana ; l' avv. Teofilo chiesa di s. Maria a mare è un
Baltirelli elegantissimo poeta; gli santuario descritto dal proposto d.
illustri prelati romani i monsignori Antonio Riccardi , nell' interessante

Andrea Caccili , Concetto, Giusep- Storia de' santuari di Maria san-


pe Vinci maggiordomo di Pio VI, tissima, nel voi. II, pag. 349. 11

Giovanni Pelagallo , Carlo Trevisa- capitolo vaticano ammise l' imma-


ni , e Augusto Brancadoro nonché , gine che ivitra le più
si venera
Francesco Saverio Passeri vicege- Vergine, ed ai
celebri della Beata
rente di Roma. Quindi Chiara Spi- 28 ottobre i663 fu incoronata con
nucci maritata al principe Saverio diadema d'oro mandato da Roma
di Sassonia, per tacere di molti al- dal detto capitolo. Il Catalani pone
tri del corrente secolo distinti e il castello o navale di Fermo in
chiari, come dei cardinali Cesare questo luogo, ma il Colucci di là dal
Brancadoro, Carlo Andrea Pelagal- Leta, e presso il fosso Cognolo.
lo, e Domenico Spinucci creati da Torre di Palma. Borgo posto in
Pio VII, il primo nel i8or, gli cima ad una collina, che sovrasta
altri nel 1816. Leone XII nel alla spiaggia marittima, cui l'eleva-
1826 fece cardinale il vivente Tom- to campanile della chiesa maggio-
maso Bernetti segretario di stato sì re, il quale si vede da lontano, gli
di lui che del Papa regnante, e di ha dato il moderno nome. Era qui
questi nei primi anni del pontificato. la città di Palma, una delle capi-
Delle diverse forme del governo tali del Piceno, romana,colonia
o magistrature di Fermo, e della sua culla di Fermo, capo-luogo del ter-
giurisdizione, ne parleremo in pro- ritorio Palmense assai celebrata
,

gresso dell' articolo, sol qui breve- negli annali piceni. Trovasi fra le
mente noteremo le principali cose due foci dell' Età o Leta, e dell' Aso.
de' luoghi dipendenti immediata- Monsampierangelì o Monsarn- ,

mente dal suo governo, nelle se- putrangeli. Terra che giace su di
guenti comuni. un colle, con molti e belli fabbri-
Porto s. Giorgio, detto Porlo di cali, colla collegiata dedicala ai ss.

Fermo. Cospicuo borgo edificato sulla Lorenzo e Biagio.


riva dell'Adriatico, a sinistra della fo- Torre s. Patrizio, il cui territo-
ce del Leta. Esso nella stagione esti- rio è collivo.
va è frequentato pei bagni marini. Allidona. Terra in cui si forti-

Vi sono alcune chiese, ed una in co- ficò Federico II imperatore: ha la


struzione, con case religiose d'am- collegiata de'ss. Antonio abbate, e
bo i sessi, e pie corporazioni di Ciriaco.
sodalizi. Nel 11 64 1' aggregato del- Lapcdona. Terra che sta su di
le sue case divenne proprietà del un colle, avente la collegiata sagra
capitolo di Fermo, che nel 1267 ai ss. Lorenzo e Quirico.
lo cedette alla fermana comunità, Grotlazzolina o Grolt' Azzoli-
,

epoca in cui prese il nome di Porto na, suo territorio è collivo.


il

di Fermo ; poscia la città di Fer- Behnonte. Terra con borgo gia-


mo nel i362 lo fece circondare di cente su colle.
mura. Ha alcuni convenienti fab- Rapagnano, o Ripagnano. Patria
bricati, ed in vicinanza la graziosa di Giovanni XFII dello XI IH
chiesa di s. Maria a mare. La (Vedi), della illustre famiglia Sic-
FFR FER ir

cone non Secchi altri la chiama- : hio la distinzione di Fermo città,


no Rampognano. Il territorio è in dal Casteihan Firmanorum , Fer-
colle: ha comodi fabbricati, circoli- mo l'antica, al dire del Fracasset-
dati di mura, con borgo. Vi è la ti, era per cerio nell'agro Palmen-
collegiata di s. Maria, e s. Giovan- se, come rilevasi dai pochi suoi
ni Battista. avanzi. Verso l'anno 271 avanti
Monte Ottone. Situato su di un Gesù Cristo, sconfitti i piceni dal
colle, ha la collegiata sagra ai ss. cousole Sempronio , Fermo fu ri-
Pietro e Paolo apostoli. dotta prefettura de' romani , indi
Passiamo ora ai cenni storici di divenne prima colonia di essi nel
Fermo prima riporteremo: civili, i Piceno, con jus civium romano-
poi gli ecclesiastici in un a quelli rum, il diritto del voto, e 1' ag-
della arcidiocesi , servendoci prin- gregazione alla tribù Velina; prero-
cipalmente de' lodati storici. gative che più tardi alle altre co-
Fermo da alcuni si crede fab- Ionie furono accordate dalla leg-
hi icata dagli antichi sabini, e però gè Giulia . JVella seconda guerra
prima di Roma; altri la dicono punica fu tra le diciotto colo-
costruttadopo l'atterramento di nie che prestarono aiuto a Roma;
Palma, o almeno che dagli abitanti e in quella contro
Antioco re di
di questa fosse notabilmente ingran- Siria, fermani già piovati da Ca-
i

dila,mentre dalla sua munita pò- tone per la loro bravura e fedel-
il nome di
sizione prese Firmimi, tà vennero inviati alla scoperta del
Veramente non può affermarsi con campo nemico , e penetrativi con
sicurezza se Fermo fosse edificata sommo ardire ne riportarono un
dai sabini; sappiamo soltanto da prigioniero, per le cui rivelazioni
Plinio, che Piceni orti sunt a Sa- poterono i romani trionfare; aiutò
bìnis volo vere sacro j e nettampo- i romani anche nella guerra contro
co ci è noto se Fermo fosse fab- Perseo, e per la loro condotta i
bricata prima di Roma. Certa cosa fermani meritarono alla loro cit-
è al presente, dopo lo scoprimento tà il titolo Firmimi firma fi-
di
d' una officina monetale di questa des. Successivamente Fermo ebbe
città, e dei due nummi triobolo i suoi magistrati duumviri, qua- i

e diobolo, ossia triunce e biunce tuorviri quinquennali, i seviri, i

(aes grave) con chiara la epigrafe questori dell'erario] il collegio de-


FIR, che Fermo fosse città florida gli ottoviri, de'seviri augustali, dei
e ricca , e godesse della sua auto- flamini, de' fabri, de' centonari , i

mia innanzi all'anno ^S5 di Roma, patroni, e le patrone delle colonie,


in cui il Piceno fu soggettato alla ro- Vi stanziava la vigesima legione
ìnana dominazione. Ciò fu dimostra- quasi intieramente composta di fer-
to dal De Minicis nella pubblica- mani; verso l'anno 1 33 avanti la
rione che fece pel primo delle due detta era fu misurato e diviso l'a-

gravi monete suddette con lettera grò Fermano. Nella guerra sociale
al eh. Gennarelli, il quale la ri- Gneo Pompeo Strabone vinto ed
produsse nella sua dissertazione inseguito si rifugiò in Fermo, e
sulla Moneta primitiva e i inonu- vi sostenne 1' assedio, e poscia, co-
menti dell'Italia antica, Roma 1 843 me- si accennò potè prendere la
,

a pag. 5o. E posta fuori di dub- offensiva e porre assedio ad A-


n KBB FER
scoli ribelle a Roma, i fermata fu da loro unita al ducato di Spo-
forse allora ottennero dai romani leto; ne fu quindi distaccata, t da
il nome di fratelli, e furono poi una lapide esistente in Falerone
sempre stretti amici dei Pompei si apprende che nel 770 Fermo
da' quali forse prese ilnome ia avea in Tasbuno il suo duca par-
valle Pompejana , tra Fermo e il ticolare.Si dice ancora che Fermo
mare; quindi fecero parte della sotto longobardi toccasse l'apice
i

legione contro Mario e contro Ce- della sua floridezza, ed acquistasse


sare, e furono lodati da Cicerone vasta giurisdizione.
per la guerra del senato contro Nelle dissensioni insorte tra i

Marc' Antonio. Sotto 1' impero di longobardi , l'esarca imperiale di


Augusto molte terre nel territorio Ravenna, e il Papa Pelagio I, Fer-
fermano furono divise tra i di lui ino tu saccheggiata dal re lon-
veterani, e alcune porzioni di esse, gobardo Antario Elicano , che di-
dette Subsciva, dierono luogo a li- strusse tutti i monumenti che la
ti tra' fermani e i faleriensi, che ornavano. Gli successe l'anno 5qo
poi decise l'imperatore Domiziano,
. nel regno Agilulfo, il quale al di-
con decreto inciso in bronzo, il cui re dell'Adami, De rebus, fattosi cri-
fac-simile conservasi in Falerone. stiano ad istanza di Teodolinda
Si racconta che l'imperatore A- sua moglie, cede Fermo e tutto
driano restaurasse 1' anfiteatro di il Piceno alla santa Sede; testi-
Fermo, e che a Marc' Aurelio figlio monianza che ha poco fondamento,
di Antonino fu eretto un monu- ritenendosi più tardi l'epoca del-
mento onorario, forse dedicandosi l'origine del dominio su pontificio
a lui lo stesso teatro. Nel comin- Fermo. Al re Grimoaldo, che verso
ciare del quinto secolo dell'era cri- l'anno 665 passò con numeroso
stiana, o nel 4 '3, Fermo fu de- esercito per la città, il Catalani at-
vastata da Alarico re de' goti, e tribuisce lo spoglio d'ogni prezio-
cinque anni dopo dal succcessore so monumento. Minacciando Desi-
Ataulfo ; depredata poi da Attila, derio re de' longobardi il Papa
nel 476 soggiacque alla sorte del Adriano I, questi ricorse alle armi
romano impero, facendo parte del di Carlo Magno
re di Francia, che
nuovo regno d'Italia, e ad Odoacre. imprigionando Desiderio, die ter-
Non andò guari che di nuovo passò mine al regno longobardico in Italia
sotto il goto dominio di Teodori- nel 773. Il Borgia, Memorie ist.

co, la cui figlia Amalasunta l'ab- t. pag. 34, soggiunge che in que-
I,

bellì di molti edifizi, e di bagni sta occasione anche tutti gli abi-
.suburbani, nel soggiorno che vi fe- tanti di Fermo si diedero sponta-
ce. Dopo che Belisario vi avea la- neamente, e si sottomisero a Papa
sciato un forte corpo di truppe Adriano I con aver prestato giu-
,

imperiali, nel 545 Totila sotto- ramento di fedeltà a s. Pietro, ed


mise città, che passati otto an-
la al Pontefice, e con essersi fatti to-
ni, col Piceno divenne soggetta al- sare alla romana, siccome testifica-
l'imperatore d'oriente, che la fe- no Anastasio bibliotecario in Fila
ce ristorare dai sofferti danni, e Hadrìani I, ed il Cohellio, nella
decorare di fonti. Discesi i lon- sua Noliùa pag. 1 1 7. Così Fermo
gobardi in Italia nel 569, Fermo passò sotto il paterno dominio del-
-

FFR FER i3
la Sede apostolica, il quale però non porzione della Marca Fermana. Nel
venne pienamente a realizzarsi che iodi, reduce Urbano II dal con-
nel declinar del secolo XII pegli cilio di Piacenza, ove aveva pro-
avvenimenti che indicheremo In . mulgato la crociata per liberare i

fatti ad onta di tal dedizione i luoghi santi di Palestina, prima di


duchi di Spoleto direttamente, o passare a far ciò con più solenni-
a mezzo de' conti e marchesi con- tà a Clermont, si recò a Fermo
tinuarono a signoreggiar la città, ove si ritiene che infiammasse gli
chiamandosi marchese il governa- animi de' fedeli a sì santa impre-
tore che la reggeva, o conte: i sa. Nelle gravi vertenze insorte per
friulani sotto il loro marchese aiu- le investiture ecclesiastiche, e con-
tarono i duchi di Spoleto e di tinuate nel pontificato di Pasqua-
Benevento, nella guerra contro Co- le li; iio5, Enrico
nel impe- V
stantino VI imperatore. Nel secolo ratore avendo occupato le Marche,
IX, e sul cominciar del medesimo, le fece governare dai marchesi im-

i fermani che avevano militato periali di Più tardi, nel


Ancona.
sotto Carlo Magno, sul quale s. 1 1 3o, le normanni con-
invasero i

Leone HI rinnovò l'impero d'oc- dotti dal conte Roggiero che de- ,

cidente, furono da lui ricompensa- bellato poi dall' imperatore Lotta


vi con titoli di baronie; e quando rio II, fu obbligato restituirle alla
ii di lui figlio Pipino passò per santa Sede; in questa occasione, e
Fermo, molli ne condusse contro nel il 37, l'augusto onorò Fermo
Grimoaldo duca di Benevento. Nel- di sua presenza, e vi celebrò le
1'
896 Fermo sostenne lungo as- feste di Pasqua. Intanto ebbero la

sedio da Arnolfo, di cui si parlò, primaria origine le tremende fa-

mentre della bevanda narcotica ap- zioni guelfa e ghibellina, e Federi-


prestatagli da Agiltrude, ne parla co I imperatore fece marchese di
il p. Brandimarte a pag. 186 ,
Ancona Corrado Luzelinhart, det-
venendo contraddetta dal Muratori. to Moscancervello. Fermo seguendo
Nel g52 Ottone I il grande, dopo le parti dei Papi ,
parteggiò pei
aver compito l'unione d'Italia al- guelfi contro l'impero, il perchè
l'impero, passò per Fermo, e vi nel 1176 Cristiano arcivescovo di
soggiornò alcuni giorni, come poi Magonza, coli' esercito imperiale la
pur fece il suo figlio Ottone II pose miseramente a ferro e a fuo-
coli' esercito nel 9"6. co, laonde i più. preziosi monu-
Sul principio del secolo XI i menti dell'archivio comunale furo-
normanni condotti da Riccardo oc- no ridotti in cenere. Tuttavolta
cuparono la Marca Fermana, e Cristiano procurò compensare la
quando s. Leone IX alla testa del- città mediante privilegi e conces-
le milizie papali volle affrontarli, sioni ; indi Fermo cominciò ad es-
i fermani militarono sotto di lui. sere governata dai consoli impe-
Riuscì ad Alessandro II di togliere riali, ed il primo che si conosca è

a' normanni il Piceno, ma Roberto Reginaldo del 1 1 80 venendone ,

Guiscardo, non curando le intima- altri rammentati sino al 11 99, i


te censure, tornò ad occuparlo, quali amministravano la giustizia
finché nel 1080 lo restituì a s. in nome degli imperatori. Ma op-
Gregorio VII ritenendo per sé
,
pressa la città dalle loro avanie, e
24 FETI FER
ma! soffrendo il giogo straniero, si goni. Intanto avendo Federico II

unì agli altri popoli del mezzodì rinvigorito l'abbattuto partito ghi-
d' Italia, che convenuti in Ancona bellino,i fermani per sottrarsi alla
nel ii 85 si ribellarono all'impero, sua dominazione, che estendevasi
e fatta causa comune colla Chiesa in gran parte degli stati della santa
batterono il marchese Marcualdo Sede, spontaneamente nel 1224 s '

d'Anninuccio nel
1199, e si co- assoggettarono al proprio vescovo,
stituirono in una forma di governo giurando di non riconoscere altro
indipendente e repubblicano. Da signore, e conservandosi neutrali
quell'epoca in poi Fermo cominciò fra il Papa e l'imperatore, al qua-
a governarsi a comune, e colle pro- le furono obbligati a sottomettervi-
prie leggi eleggendo un podestà, che si nel 1242; ed in premio ebbero
le facesse osservare., e riserbando diploma di mero e misto impero,
al consiglio generale, chiamato po- e la conferma della giurisdizione
polare e libero, l'esercizio del som- sui lidi del mare dal Tronto al fiu-
mo impero. L' indipendenza italia- me Potenza. Probabilmente fu al-
na stabilita nella famosa lega lom- lora che Federico II concesse a
barda si estese ancora a queste Fermo di usar per insegna l'a-
provincie, e l'autorità imperiale, e quila ghibellina coronala, la quale
pontifìcia nel temporale in Fermo venne poi aggiunta alla croce, an-
fu poco più che nominale, ed es- tico suo stemma. Finalmente aven-
sendo divenuta tal città nemica di do Innocenzo IV scomunicato e de-
Ancona, si riconciliò nell'anno i2o3 posto nel primo concilio generale di
nella pace di Polverigi. Lione Federico II, il cardinal Ra-
Nel secolo XIII infierirono le fa- niero legato apostolico nel 1249
zioni de'guelfi e ghibellini, produ- fece ritornare Fermo all'ubbidien-
cendo gravi discordie , frequenti za della santa Sede, colla conferma
guerre, ed accordi fra' circostanti de' privilegi concessi dall' ultimo
luoghi, e paci breve durata.
di imperatore. Ma il rigore adottato
Tuttavolta gì' imperatori mandava- dai pontifìcii rettori, e le segrete
no in Italia i loro luogotenenti, brighe di Manfredi re di Napoli
marchesi, e vicari, mentre i Ponte- ridestò lo spirito ghibellino, allon-
fici spedivano legati, commissari, e tanandosene lo scoppio col trattato
rettori. Nel 1208 il conte di Ce- conchiuso a Montecchio dal rettore
lano occupò per Ottone IV la Mar- Annibaldo di Trasmondo nipote di
ca; ed Azzo VI d'Este che n'era Alessandro IV nel 1 256. All'ap-
stato creato marchese dal Papa parire però dell' esercito di Man-
Innocenzo III, nel 12 io ne chiese fredi , Fermo a lui si sottomise
ed ottenne l'investitura dall'impe- previa conferma de' suoi privile-
la

ratore. Nel portarsi Ottone IV nel gi; cui successero armate dissen-
121 1 all'assedio d'Ascoli, concesse sioni, nel 1266 la morte di Man-
a'Fermani segnalati privilegi, che fredi, e nel 1270 sulle sponde del
abbiamo di già accennati. Nel 1214 Tenna combatterono fermani con-
Aldobrandino d' Este seguì il par- tro fermani, restando vinto dai rin-
tito guelfo, e vi ricondusse Fermo, vigoritiguelfi Ruggiero di Luppo
i cui privilegi confermò, preponen- capo de' ghibellini che avea signo-
dovi a governatore Guglielmo Ran- reggiato sulla città. Gelosi gli asco-
TER FLR 25
l.mi della giurisdizione marina di scio a ferro e a fuoco, incendian-
Fermo, mossero più volte contro do la curia, e spargendo il terrore
di essa, ma in vari incontri furo- fra i loro nemici. Alla venuta di
no battuti ; né cessando le mole- Lodovico Bavaro il partito ghi-
il

stie, queste proibì nel 1286 il Pa- bellino più che mai divenne arro-
pa Onorio IV. Prima di tal tem- gante; Fermo nel 1327 si sotto-
po e nel 1260 Fermo erasi allea- mise a quel principe, seguì l'anti-
ta colla possente repubblica vene- papa Nicolò V, ma dopo la par-
ta, la quale gli spediva per pode- tenza dall'Italia del Bavaro, essen-
stà i più cospicui cittadini; e quan- do stata privata del vescovato, e
do Gregorio X volle sostenere col- punita coli' interdetto, tornò alla
le armi la libera navigazione del- divozione della santa Sede, ed ot-
l' Adriatico, i fermani seguirono la tenne perdono da Giovanni XXII.
parte veneta. Va pure ricordata Però nel 1 33 insorse Mercenario 1

la venuta iti Fermo nel 1228 di da Monte Verde, fanatico ghibelli-


Giovanni di Brienne ultimo re di no, il quale sottomise Fermo che
Gerusalemme, e poscia quella di dominò per dieci anni sino alla sua
Baldovino li imperatore d'oriente uccisione ; ed allora di nuovo il
nel 1245, allorché portavasi al me- popolo proclamò la libertà, e ri-
morato concilio lionese. Nel secolo conobbe la sovranità del Papa. In-
XIII fondò Fermo la sua baro- di nel 1 348 incominciò a tiranneg-
nale giurisdizione, ricevendo per giar la patria il ghibellino Gentile
concessione de' Papi ed imperatori da Mogliano : sotto di lui rinnova-
sotto il suo dominio la principal ronsi le guerre cogli ascolani pel
parte delle terre e castelli che fu- dominio dei lidi marittimi ; i Ma-
rono poi a lei soggetti, non che latesta signori di Rimini prima im-
altri acquistandone a titolo onero- prigionarono Gentile, poi assedia-
so, o per spontanea sommissione. rono Fermo nel 1 353, che aiutata
Dopo la morte di Benedetto XI, dagli Ordelaffi signori di Forlì evitò
eletto in successore Clemente V, maggiori conseguenze. Frattanto vo-
questi stabilì la residenza papale in lendo Innocenzo VI ricuperare i

Avignone , il perchè i ghibellini domimi della Chiesa, da Avignone


rialzarono la testa, cui unironsi i spedì in Italia il celebre cardinal
(etmani; indi nel i3i6 assaltaro- Albornoz, al quale giurò sommis-
no ilrettore della Marca, allea- sione Gentile, venendo perciò di-
ronsi con Osimo e Recanati, e nel- chiarato gonfaloniere della Chiesa
la prima città sconfissero nel i323 romana. Indi con riprovevole per-
lecenti della Chiesa. Nel i326 s'im-
o fidiaribellossi ad essa nel i3t5,
padronirono di S. Elpidio, e facen- dopo es«ersi alleato cogli Ordelaffi
do strage de'guelfi, Giovanni XXII e i Malatesta. Il valoroso cardinale
dichiarò ribelli i fermani, promul- battè i Malatesta, e spedì suo ni-
gando contro di essi una crociata. pote Blasco Fernando ad assediar
per cui quelli del partito guelfo Gentile eh' erasi chiuso nella rocca
avevano indotti gli altri a ritorna- del Girone: gli assedianti avendo a-
re al dominio della santa Sede; perto la breccia, furono dai fer-
ma i ghibellini osimani penetraro- mani, disgustati di Gentile, accolli
no all'improvviso nella città, la po- con tripudio. Gentile ebbe salva la
a6 FER FER
vita, ma poi unendosi a' nemici tivainenle a quello della loro re-
della Chiesa a devastarne le terre, pubblica. Fermo successivamente
in un al figlio ebbero mozzata la provò gli effetti del lagrimevole e
testa, tornando Fermo alla sogge- lungo scisma, che divise i fedeli
zione del Pontefice. Non andò gua- dal 1378 al i4'7; più volte con
riche altro signore nel i36o fu forti somme fu costretta redimersi
dato a Fermo per la cessione che dalle prepotenti compagnie di av-
ne fece il cardinal Albornoz a Gio- venturieri armali, come di assoldar
vanni Visconti d'OIeggio, in com- truppe, per guardarsi dagli stessi
penso di avere restituito Bologna condottieri delle milizie papali, spes-
alla santa Sede . Mori dopo sei an- so traditori; ma nel i3c)o rico-
ni l'Oleggio, e per opera de' fio- nobbe la podestà di Andrea Toma-
rentini la città si ribellò nel ì3j5, celli rettore della Marca per Boni-
uccise il podestà, e riconosciuto per facio IX suo zio; poi venuta in
capo Rinaldo di Monte Verde, man- discordia con esso, lo combattè nel
dò aiuti agli ascolani pur essi ri- 1392, e nell'anno seguente chiese
bellati contro il rettore pontifìcio. ed ottenne di pacificarsi, pagando
Nel 1 377 Gregorio XI restituì in pena quattromila ducati al Pa-
a Roma la residenza pontifìcia, pa, il quale liberò la città per do-
mentre i fermani assalirono S. El- dici anni, con mero e misto impe-
pidio, e messolo a ferro e a fuoco ro. Intanto i Varani, signori di Ca-
gli presero la sagra Spina, che nel merino, guerreggiarono co' fermani
1272 Filippo IH l'Ardito re di pel possesso di vari castelli, massi-
Francia avea donata al b. Clemen- me Montegranaro. Antonio A-
di
te di Sant'Elpidio: reliquia che tut- cetifermano celebre giureconsulto
tora venerasi con gran divozione e prode militare, essendo gonfalo-
in Fermo. Indi si sottrassero fer- i niere di giustizia, s' insignorì della
mani dalla soggezione di Rinaldo, patria, chiamò in sostenimento il

terminando Urbano VI le loro conte di Carrara contro le genti


guerre cogli anconitani. Nel i38o della Chiesa, mentre per questa
decapitarono Rinaldo, la sua mo- Biordo da Perugia si mosse con
glie, i e
figli per averli tiranneg- undicimila cavalli. Nel i3o,6 una
giati n'esposero per terrore pub-
; fazione de' ghibellini saccheggiò la
blicamente le testej ed eressero una città, massime il ghetto degli ebrei.
colonna con epigrafe per rammen- A porre un termine a tanta anar-
tare a' posteri la liberazione della chia, cedendo Bonifacio IX alle
patria. Allora i fermani attesero a istanze di Fermo, nel i3o,7 inviò
consolidar la riacquistata libertà; a riprenderne possesso prima il vi-
compilarono gli statuti, cioè ebbe- ce rettore della Marca, e poscia il
ro il suo principio, giacche non si suddetto marchese Andrea Toma-
pubblicarono che nel i5o7 in Ve- celli, che ottenne dall'Aceti rinun-

nezia per cura di Marco Marcello, cia a qualunque diritto, colla ces-
essendone stato compilatore Paolo sione di Montegranaro sino a ter-
de Castro ; poscia restaurarono il za generazione. In mezzo a tante
Girone, e da Venezia chiamarono civili discordie per ben cinque vol-
Marco ed Andrea Zeno perchè ne te la peste afflisse Fermo dopo la

regolassero il governo, approssima- metà del secolo XIV, che per li-
FEU l'ER 27
tararsi dal contagio, invocando il to Alessandro V, gli successe Gio-
patrocinio della B. Vergine della vanni XXIII nel i4io mentre 5

Misericordia , in ventiquattro ore Gregorio XII essendosi pacificato


fabbricò una chiesa, nel luogo ove con Ladislao creò iegato della
,

poi nel seguente secolo fu edifica- Marca Angelo cardinal di s. Ste-


to il palazzo apostolico. Fu nel fano, e con lettera de' 18 novem-
secolo XIV che la curia generale bre avendo dato nuovamente il
fu stabilita in Fermo, contro di cui governo di Fermo al Migliorati,
indarno nel 1872 reclamarono pei" lo dichiarò generale dell' esercito

gelosia i maceratesi. ecclesiastico, con ordine che si u-


Divenuto Pontefice Innocenzo VII, nisse alle truppe di Aven-
Ladislao.
nel i4<>5 nominò marchese della Mar- do però questi nel 1412 abbando-
ca di Ancona, principe di Fermo, e nato Gregorio XII, per sottoporsi
capitano generale delle genti d' arme, a Giovanni XXI II, anche Migliorati
il nipote Lodovico Migliorati di Sul- ne segui l'esempio, ebbe ampliata
mona, valoroso, politico, ma cru- la sua autorità, venne fatto rettore

dele. Nel »4o6 fissò la sua resi- geuerale della Marca, e capitano
denza in Fermo, cui confermò i generale delle sue armi. Quindi il
diritti e i privilegi. Alleato de' fio- Migliorati dovè combattere con Ma-
rentini, battè i pisani, con una latesta costante difensore di Gre-
truppa di fermani. Morto lo zio, gorio XII, e collo Ladislao
stesso
Gregorio XII che il successe non eh' erasi inimicato con Giovanni
volle confermarlo, e spedì in vece XXIII, a segno che lo costrinse
il vescovo di Montefeltro a gover- nel i4'3 a fuggire da Roma. Tor-
nare le Marche; il perchè indi- nato Migliorati agli stipendi del te,
spettito il Migliorati volle sostener- questi mori nell'agosto i4'4- Adu-
si colla forza, unendosi al partito nato il concilio di Costanza per
ghibellino di Ladislao re di Nano* porre un termine allo scisma, il
li contro il Papa, il quale per le Migliorati dopo vari combattimen-
mene temendo il suo
del re, che ti sostenuti col Malatesta, si sotto-
emulo Lodovico d'Angiò seminava mise ai commissari del concilio,
discordie, avea deposto Migliorati che Io nominarono rettore della
dal governo della Marca. Succes- Marca, e capitano della lega con-
sero continue scorrerie d' ambo le tro il Malatesta nel 14' 5 con fe-
parti, ma
prevalendo il partito di lice successo, se non che una tre-

Ladislao, potè Migliorati continuar gua nell' anno seguente sospese le


nella signoria di Fermo, commet- che tei minarono affatto col
ostilità,
tendo però molti atti violenti ,
matrimonio contratto da Migliora-
fra'quali è la decapitazione di An- ti con una Malatesta nel i4'7j
tonio Aceti ragguardevole fermano, anno in cui coll'elezione di Marti-
e diGiannocchio Migliorati suo no V ebbe fine il tremendo scisma.
fratello. Nel i4°9 fu nel concilio ISel 1420 combattendo Miglio-
di Pisa deposto Gregorio XII, ed rati quale alleato de nuovi suoi pa-
invece eletto Alessandro V, il qua- renti a danno de'Visconti, fu impri-
le confermò nel potere Migliorati, gionato, e liberato nel 1421 restò
dichiarandolo vicario della Marca, di essi amico, come costante nell'e-
e principe di Fermo. Essendo inor- sercizio della signoria di Fermo, e
,

a8 FER FER
nell' ubbidienza alla «anta Sede; Marcile, fortificò Fermo, e comin-
aiutò nel 1^16 il rettore della Mar- ciò la guerra contro Eugenio IV,
ca a sottomettere Antonio Nufri che gli oppose Nicolò Piccinino,
oberasi impadronito di Sanseverino, fatto in stia vece gonfaloniere della
e morì in Fermo nel i4^8. Gen- Chiesa. Nel i44 2 essendosi Ripa-
tile suo figlio ch'era agli stipendi del transone ribellato in favore della
duca di Milano, corse in Fermo, e Chiesa^ lo Sforza con valido eserci-
si rinchiuse con suo fratello Fer- to lo prese e lo saccheggiò , e ne
mano nel Girone, deciso di conser- trasportò vasi sagri , campane , e
var il possesso della città. Il Papa suppellettili preziose , delle quali
Martino V gl'intimo l'evacuazione, ornaronsi le chiese di Fermo. Indi
ciò che eseguirono per accordo, es- nel i443 la città fu fortificata per
sendosi dichiarati i cittadini in fa- resistere al re Alfonso di Aragona,
vore della Chiesa, per la quale ne il quale col suo esercito di dieci-
prese possesso il rettore della Mar- mila uomini fu fugato da Alessan-
ca. Da quell'epoca sino al i433 dro Sforza che pel fratello difen-
Fermo rimase nell' ubbidienza al deva Fermo. Dopo altri avvenimen-
Pontefice, il quale loro mandò uno ti, ad esempio delle città marchia-
speciale rettore, confermandogli tutti ne, i fermani a' 24 novembre f44^
i privilegi che godevano; tra questi si rivoltarono contro gli Sforza, gri-
eravi il diritto di presidiare la fie- gando : viva la Chiesa e la libertà ;

ra che nel mese


maggio que' di di indi col cardinale Scarampi patriar-
Ripatransone tenevano presso la lo- ca d'Aquileia fissarono le condizioni
ro città. Frattanto Francesco Sforza del loro ritorno all' ubbidienza del-
avvicinandosi con potente esercito la santa Sede, salvo il libero go-
per occupar la Marea_, i fermani gli verno della loro città, diritti, e le i

si sottomisero, e ricevettero onora- loro leggi. Nel seguente anno il le-


tamente quel prode nel i434- Eu- gato cardinal Capranica costrinse
genio IV volendo distaccar lo Sfor- Alessandro ad abbandonare il Giro-
za dai Visconti, lo elevò al grado ne, mediante lo sborso di diecimila
di gonfaloniere della Chiesa, rettore fiorini, cessando così la signoria degli
della Marca, e vicario perpetuo di Sforza su Fermo. Allora i ferrnani
Fermo, sanando cosi per bisogno inviarono ambasciatori ad Eugenio
l' usurpazione. Ingratamente corri- IV per ottenere la conferma dei
spose Francesco, combattendo 1 Va- patti e condizioni mentovate, ed il

rani, facendo morire Baldassare di Papa gli approvò , mantenendo la

Ofilda luogotenente del Papa, per- città in pieno possesso del libero
chè avea tentato ucciderlo; abbrac- e sovrano governo del suo contado
ciò il partito di Angiò, e si mise in sotto un cardinal legato, siccome
guerra con Alfonso di Aragona ; si abbiamo dal Novaes nelle Vite dei
collegò co' veneti a danno dei Vi- Pontefici; e pel primo nominò il suo
sconti , i44° arbitro
e fatto nel nipote Francesco Condulmieri , cui
della pace, n'ebbe in premio la più tardi successero altri cardinali
mano di Bianca figlia ed erede del nipoti di Papi con titolo di gover-
duca di Milano, che gli portò in natori , finché Innocenzo XII aven-
dote la città di Cremona. Dichiarò do abolito il nepotismo prepose al
allora la moglie gq,vernatrice delle governo della città e stato di Fei -
FER FER 29
mo una congregazione cardinalizia, esso del dominio e delle guerre degli
col cardinal segretario di stato prò Sforza, si sottrasse dalla soggezione
tempore per prefetto Ma dipoi . di Fermo, che avendo esaurite le
Clemente XIII sopprimendo siffatta vie conciliative perchè tornasse a
congregazione, assoggettò il governo sottomettersi, nella sede vacante del
della città e territorio di Fermo alla i464 P er morte di Pio li, lo pre-
Congregazione della Consulla, e del sero ne diroccarono le
d' assalto,
Buon governo [Vedi), finche poi mura e portarono a Fermo gran
divenne Delegazione apostolica {Ve- numero di prigionieri. Paolo li ne
A pag. i5o e i5i
di). del volu- fu dolentissimo, e perdonò a' ferma-
me XVI del Dizionario è riporta- ni a patti che fra due mesi rista-
toquanto riguarda la Congregazione bilissero le mura, e rilasciassero i

Fermano, ed inoltre può leggersi prigioni, siccome prontamente fece-


la costituzione di Clemente XIII, ro. Insorta in pari tempo discordia
de'i3 ottobre 1761, Cum eae po- con Mogliano, perchè erasi sottratta
liores sint justitiae. « Quae regimen dal dominio fermano, nel i483
» politicum et economicum civita- gli ascolani presero a proteggerlo
» lis et status Firmarli, congrega- in un Monsampietrangeli
a che ,

» tionibus super consultationibus sta- perciò soggiacque a nuovi danni.


>» tus pontificii , et bonis regiminis Innocenzo Vili proibì ulteriori osti-
» addicitur ". Nel 1744 ° I 74^ fu lità, e condanuò Fermo all'ammen-

stampato in Fermo il Compendio da di mille scudi d' oro. Ad onta


storico del governo di Fermo j e di ciò i fermani fecero delle scor-
nel 1745 in Roma la Risposta delle rerie sui territorii ripani ed ascola-
comunità dello stato di Fermo al ni, i quali s' impadronirono d'Offi-
compendio islorico fallo s lampa re da, ciò che fu motivo di guerre tra i

da questa città nel 1 744- limitrofi luoghi ; assoldando i fer-


Dopo l'uscita degli Sforzeschi dal mani nel 1498 il celeberrimo An-
Girone, conoscendo i fermali che tal i drea Doria e il conte d' Urbino,
rocca era occasione e mezzo di tiran- perchè la città reggevasi colle pro-
nia, al modo che si disse la dirocca- prie leggi , esercitando i diritti di
rono ; indi a' 1 2 aprile 1 44-7 dal mero e misto impero, per cui tal-
nuovo Papa Nicolò V ebbero con- volta Papi raccomandarono talu-
i

fermate le loro immunità e prero- no gran consiglio, perchè fosse


al
gative, e pacificaronsi cogli ascolani eletto in podestà. Aiutarono fer- i

facendo seco loro alleanza. Quando mani Innocenzo Vili contro Boe-
Pio li stabilì la crociata navale colino de' Garzoni, che tentava di
contro il turco, Fermo contribuì dare Osimo al sultano Bajazet II,
tremila cinquecento scudi d'oro come per la presa di Leone Pilla-
pel mantenimento d'una nave per 10 di lui ambasciatore al sultano.
sei mesi, oltre una questua di grano In questo secolo per otto volte Fer-
ed orzo; ma l'avvenimento il più mo provò i mortiferi effetti della
rimarchevole degli ultimi anni del peste, nella prima delle quali peri-
secolo XV, e di funeste conseguenze rono undicimila cittadini. Nel pon-
pe' fermani, fu la guerra col castello tificato di Alessando VI Borgia, Li-
di Monsampietro degli Angeli , al- verolto od Oliverotto Uffreducci, avea
lora detto degli Agli. Profittando militato sotto alcuni chiari capita-
,

3n FER FER
ni, e sotto il figlio del Papa, Cesa- mentre assaltava la città, perciò pu-
re duca del Valentinois ,
quando nita con quattro giorni di saccheg-
concepì ed effettuò il progetto di gio ; mentre Petritoli amica dei
farsi tiranno della patria, che agli 8 Brancadoro fu incendiata da Carlo
gennaio i5o2 occupò per sorpresa, Baglione. Allora Leone X pel vice
dopo aver fatto strangolare i più legato della Marca, con ordine dei
rispettabili gentiluomini fermani, ed i4 agosto i 519, vietò ai rettori, ed
altribarbaramente massacrare an* alle comunità della provincia di
che a mezzo di sicari e del veleno. aiutare fermani nelle discordie ci-
i

Spaventata così la città, si dichiarò vili ; indi chiamò a Roma Bartolo-


«gli signore di Fermo, inviando al meo Brancadoro Lodovico Uffre-
e
Papa ambasciatori, coll'assicurazione ducci, e li pacificò. Non andò gua-
eh'ei la teneva come un vicario riche questi fece uccidere Bartolo-
dellasanta Sede. Indi Liverotto si meo, per cui la città dichiarò Lo-
unì a Cesare per rapire ai Varani dovico fellone, rompitor della pace
Camerino, e poi si confederò a suo e pubblico nemico ; ed il Papa ne
danno nella dieta celebrata alla Ma- comandò l'imprigionamento. Lodo-
gione ; ma Cesare con simulazione vico si abbandonò alla sorte delle
riguadagnò Liverotto per prender armi, saccheggiò Carnasciale, e pre-
Sinigaglia, ove lo fece strozzare, con se S. Benedetto, Servigliano e Fa-
vero giubilo di Fermo, ch'elesse lerone, meditando gettarsi su Fer-
per signore Cesare. Divenuto Papa mo, quando fu vinto ed ucciso dalle
Giulio li, il Borgia andò spogliato milizie pontificie, comandate dal ve-
di tutti dominii. Morto quel Pa-
i scovo di Chiusi Bonafede, che pa-
pa nel i5ì3, nella Sede vacante cificati i cittadini ridusse Fermo
Lodovico nipote di Liverotto pose alla primiera sudditanza alla santa
in campo le sue pretensioni , re- Sede. Nel 1840 il eh. De Minicis
cossi a Falerone donde era oriun- pubblicò nella distribuzione 49 del-
da la sua famiglia , e cominciò a l' Album la biografia di Lodovico
brigare per formarsi un partito Eufreducci signore di Fermo col- ,

donde ne fuggì quando Fermo spe- l' incisione del suo monumento se-
dì quattromila fanti per imprigio- polcrale che tiene il primo luogo
narlo. Alla elezione di Leone X, di fra quei che adornano questa città,
cui era stato paggio, per la prote- non meno per la bellezza del di-
zione che godeva della sua famiglia segno, che pel magistero del lavo-
Medici, ardimentoso Lodovico oc- ro; ricordando in essa alcuni fatti

cupò Fermo, cacciò i principali del- storici del Piceno e di Fermo che
la città, e fu dal popolo acclamato. ne' tre ricordati precedenti secoli
Nel i5i6 partì per la Francia con ebbero pure assai parte nei grandi
Giuliano de' Medici ambasciatore del avvenimenti della nostra Italia. La
Papa, ed allora molti banditi, coi biografia coli' incisione fu stampata
Brancadoro impadronirono della
s' anche a parte.
città . Momentanea
fu la calma che Nel pontificato di Clemente VII
gli procurò il vice legato di Leone e nel 533 rifuggironsi in Fer-
1

X, perchè Muzio Colonna favorì mo cinquanta abitanti di Monsam-


le loro macchinazioni, e ne restò pietro, ciò che produsse altre guer-
ucciso da un colpo d' artiglieria re contro quel castello che >cAU ,
,,, ,,

FER Fl.R 3r
Paolo III, obbligando gli ascolani nel i J49 Mogliano e Petritoli, ma a
che l'avevano occupato ili restituii lo cagione del vice legato Mignanelli
a Fermo, collo sborso di dodici- questi due castelli combatterono coi
mila ducati. Nel i536 il cardinal fermani. Nel i55o nel governo di
di Trani, legato della provincia Fermo, secondo il lodato Fracas-
per l'uccisioue fatta in Fermo di setti, avvenne il più essenziale cam-

certo Tafarano di Monsampielro biamento, giacché decretossi per


sottopose la città all' interdetto, ed pubblico consiglio di chiedere al
all'ammenda di diecimila ducati; Papa di aver per privilegio in go-
indi nel i53j tolsegli il castello vernatore il nipote o il più. pros-
che die al cardinal Cesarini. Tut- simo parente del Papa regnante
ta volta fermani Io
i riebbero da ciò che ottenne da Giulio III laon- :

Paolo III; ma h consiglio del le- de d' allora iu poi senza grandi
gato avendolo abbandonato gli abi- interruzioni, sino al pontificato d'In-
tanti, per dispetto i fermani lo di- nocenzo XII, fu Fermo dipenden-
roccarono in gran parte, perdendo te dal suo special governatore, che
quindi la benevolenza del Papa mandava un dottore, e più spesso
il quale comandò a suo figlio Pier un prelato luogotenente, a sostener
Luigi Farnese di trattar Fermo da le sue veci. Tralasciando di regi-
ribelle; e siccome la trovò disabi- strare le gare e discordie tra Fer-
tata, l'abbandonò al saccheggio del- mo e i suoi castelli, i fermani mi-
1 \ enne poscia il legato,
esercito. litarono in diverse guerresche spe-
richiamò cittadini con promessa
i dizioni ; e gravi danni soffrirono
di amnistia, ma pronunziò la sen- nel passaggio di eserciti francesi
tenza con cui dichiarò Fermo pri- e maggiori dalla peste, per cui e-
vata del suo stato, e d'ogni giu- ressero un tempio a s. Rocco , e
risdizione; vi lasciò un governato- un lazzaretto a Capodarco. Tali so-
re, ed un podestà a nome della no i principali avvenimenti del se-
Chiesa ; fece impiccare Troilo Ada- colo XVI per Fermo, cui vanno
mi imputato dell' uccisione di Ta- aggiunti quei gloriosi derivatigli dal
farano, e riprese possesso del tan- suo pastore cardinal Peretti, esal-
to contrastalo Monsampielro. Nel tato al trono papale nel 1 58 5 col
1 538 il Pontefice elesse il suo ni- nome di Sisto V, il quale confermò il
pote cardinal Ranuccio Farnese, in governo di Fermo, che allora ren-
governatore dello stato fermano deva quattro o cinque mila scu-
che mandò il suo luogotenente a di annui, a Giacomo Boncompa-
risiedere a Monte Ottone. Inutili gno, figlio del predecessore Grego-
furono le umiliazioni di Fermo, rio XII 1, che lo avea pur conferma-
solo nel i54? ottenne di essere to generale della Chiesa Il Bon- .

reintegrata per mediazione del car- compagno era stato fatto governa-
dinal Farnese, cui rimasero in feu- tore da Gregorio XIII nel i5y5;
do Mogliano e Petritoli: dovè però e gli successe nella carica il suo
Fermo pagar alla camera apostoli- zio Caesar Ot-
Boncompagno. V.
ca duemila scudi d'oro d'ammenda, tinellus, De Firmio Piceni urbe no-
e contentarsi che Monsampietro ri- bilissima elogium ad Sixtum J
manesse esente dalla sua giurisdi- Pont. Max.
zione. Restituì il cardinale ai fermani Ritornata stabilmente Fermo sot-
3?. FER FER
to l' intero dominio della santa Se- rasi rifugiato il governatore, e l'uc-
de, ebbero fine le discordie civili cise,dopo aver massacrato Barai li
Ira cittadini, e le guerre co' ca- suo amico e il suo maestro di ca-
stelli, ognuno rappresentando le sue sa. Indi certo Froscetta ne trasci-

ragioni legalmente, senza alterazio- nò il cadavere sulla piazza , die


ne della pubblica tranquillità go- ,
spogliato delle vesti rimase inse-
vernandola come si disse nipoti i polto sino alla notte, finché i cap-
o consanguinei dei Papi Clemen- . puccini lo tumularono nella chiesa
te Vili ne fece governatore il ni- di s. Maria dell'Umiltà. La città
pote cardinal Aldobrandino alla , spedì al cardinal Alessandro Mon-
cui venuta nel i6o4 un incendio talto, nipote di Sisto V, che tro-
distrusse preziose memorie dell'ar- vavasi a Sant'Elpidio perchè si re-

chivio. JNel 1621 Gregorio XV fe- casse in che fece pron-


Fermo, ciò
ce governatore Francesco Boncom- tamente, ottenendo che deposte le
pagno, figlio del suddetto Giacomo, armi i cittadini tornassero all'ordi-
ma poco durò, per essere fatto car- ne. Innocenzo X mandò a Fermo
dinale ; ed Urbano Vili nominò con amplissime facoltà monsignor
governatore suo nipote, il cele- Lorenzo Imperiali, il quale ivi già
bre cardinal Francesco Barberini. avea rappresentato il cardinal Bar-
Però nel seguente pontificato d'In- berini, con mille e duecento fanti,
nocenzo X, grave avvenimento tur- e trecento cavalli comandali dal
bò il godimento della pace. Nel conte David VVidmau. L'Imperiali
1648 gran parte de' cittadini di restituì la pace alla città colla pu-
Fermo, a tamburo battente, e a nizione di molti, meritando poi la

bandiere spiegate , si levarono a carica di governatore di Roma, e


tumulto, ed armati portaronsi dal la dignità cardinalizia. Molti rei

governatore monsignor Uberto Ma- erano fuggiti, un gentiluomo fu de-


ria Visconti milanese ebe gover- , capitato, e la sua testa fu collo-
nava la città pel cardinal Camillo cata in uno de' pilastri della piaz-
Panfili nipote del Papa. Cagio- za; cinque plebei furono impiccati;
ne del tumulto fu la carestia di il Froscetta trascinato a coda di
grani che più volte avea fatto am- cavallo; dodici ebbero la condanna
mutinar il popolo chiedendo pane : di galera; agli uni fu abbattuta la
questi non sentì più freno quando casa, agli altri confiscati i beni, e
vide che il prelato invece ne man- la città pagò duemila ducati pei
dava a Roma, togliendolo per for- danni recati al palazzo governati-
za ai proprietari ; anzi chiamò dei vo. Innocenzo X
usò piuttosto in-
soldati corsi, perchè proteggessero dulgenza, e n'ebbe parte, senza u-
la spedizione. Invano il prelato fu rnani riguardi il fermano Decio
,

scongiurato dai magistrati civici, e Azzolino poi cardinale. Alessandro


da altre persone a desistere da tal VII dichiarò governatore di Fer-
procedere; sordo a qualunque in- mo il nipote cardinal Flavio Chi-
sinuazione non rispose che con gi. Finalmente nel 1676 il Papa
disprezzo, e si ricusò di dare udien- Innocenzo XI rispose ai fermaui,
za al magistrato. Infuriato per tal che domandavano per governatore
modo il popolo saccheggiò il pa- il celebre cardinal Alderano Cibo
lazzo, penetrò nelle prigioni ov'e- suo segretario di slato, che voleva
FER FER 33
abolire il nepotismo, e che avreb- cademico, Fermo 692 ; Risposta 1

be in vece creata uua congrega- della città di Fermo alla scrittu-


zione particolare di prelati, uno dei ra fatta slampare a nome dei ca-
quali ne fosse , segretario con il stelli del suo contado contro il com-

promotore fiscale con voto consul- pendio istorico del governo di Fer-
tivo, con un avvocato relatore, e rara ; Majolino Bisaccioni, Istoria
presieduta dal cardinal segretario della guerra civile di Fermo, ex-
di stato, dalla quale verrebbe no- stat nella Storia delle guerre ci-

minato il prelato governatore di vili del medesimo, Bologna 17 53;


Fermo. Indi nel 1680, Alessandro Giorgio Marchesi, Della città di
Vili Oltoboni, elesse il cardinal Fermo, in cui soprattutto ragionasi
Pietro suo nipote in governatore delle nobili famiglie de' Brancado-
di Fermo ; ma
Innocenzo XII sta- ri e de' Nobili. Lo storico Fra-
bilì la congregazione fermana , a cassetti, a pag. 5 e seg. delle sue
cui spettava il governo pubblico Notizie storiche, riporta un erudito
ed economico della città, e il di- cenno sugli storici municipali da ,

ritto di grado di ap-


decidere in cui nella massima parte sono de-
pello le cause dello stato fermano, rivate quelle da lui egregiamente
la qual congregazione sebbene con- descritteci, citando per ultimo l'o-
fermata da Benedetto XIV nel puscolo del eh. Achille Gennarelli
i~46; il successore Clemente XIII intitolato : Marmi ottovirali editi ed
nel 1761 l'abolì, invano reclaman- inediti, e sopra alcuni monumenti
do Fermo. Le sue rimostranze non ed iscrizioni fermane, e i diversi
ebbero considerazione, e fu gover- articoli inseriti ne' giornali lettera-
nata da Roma come le altre città ri, ed opuscoli del eh. avv. Gae-
dello stato pontificio. L'ultimo pre- tano De Minicis. Nell'appendice poi
lato governatore della congregazio- ci dà i passi de' classici scrittori
ne fu Antonio Ripariti da Jesi; ed risguardanti Fermo , ed una rac-
il primo nominato direttamente dal colta delle sue iscrizioni.
Papa fu Benedetto Lopreste pa- Nel Piceno, e massime in Fer-
lermitano. Fermo provò gli effetti mo, sul declinare del primo secolo
politiciche posero a soqquadro gli di nostra era fu promulgata la lu-
ultimi anni del secolo passato, ed i ce del vangelo, principalmente dai
primi del corrente; fu capoluogo ss. Marone ed Apollinare, laonde
del dipartimento del Tronto, sotto al dire dell' Ughelli , Italia sagra
il governo de' francesi, e della suc- tom. II, pag. 678 e seg., 1' origine
ceduta delegazione apostolica. della sede vescovile risale al terzo
Oltre i citati autori, scrissero delle secolo, registrando per primo ve-
cosedi Fermo anche i seguenti: Frau- scovo s. Adriano, e per secondo s.

ciscusAdami, De rebus in n'aitale Alessandro ambidue martiri; ma a


Firmano, gestis fragmentum libri sentimento dell'arcivescovo Alessan-
duo, Romae 1 5g t ; Michele Cata- dro Borgia, Omel. IX, tom. II del ;

lani, Origini e antichità fermane, Catalani, De Eccl. Firm.; e del De


Fermo 1778; Giuseppe Colucci, Del- Minicis, Sarcofago crist. illust. pag.
le antichità picene. Fermo 1788; 23 e seg., non restando provato il
Francesco Maurizio Gontieri, Fer- vescovato di s. Adriano, che per lu
mo antico e moderno, discorso ac- sola testimonianza dell'Ottinelli nel-
\< r.. xxiv. 3
34 FEK FER
la succitata orazione , citato perciò secolo vi annovera Vittorino e ,

dall' Ughelli, non lo pongono i cri- Claudio che nel 35g fu segretario
tici nel novero de' vescovi fermani, del consiglio di Rimini, esclusi dal
e forse una monetina colla leggen- Catalani, De Ecclesia Firmana, che
da s. Hadrianus , e le parole de. nel principio del quinto secolo vuo-
Firmo, di cui parla il De Minicis, le edificata la cattedrale di Fermo.
potrà dare un qualche schiarimen- Ma 1'
Ughelli dopo s. Ciriaco dice
to su questo punto. Certo è che che furono vescovi Vittorino, Teo-
sotto Decio, acclamato imperatore dice, e Giusto che nell' anno 5oo
l'anno 249, g'^1 grandemente vi si assistette al concilio di Papa s. Sim-
professava il cristianesimo, e n' era maco. Non è nostro scopo riporta-
vescovo s. Alessandro che vuoisi re l' intera serie de' vescovi di que-
della patrizia famiglia Sinigardi, e sta illustre chiesa, quale si può ve-
perciò senza contrasto riconosciuto dere ne' suoi storici, nell' Ughelli, e

pel primo fermano pastore; e nella dopo di lui nelle annuali Notizie
persecuzione di quel principe, in- di Roma, non che nelle Notizie
sieme a settanta martiri, peri vit- storiche della città di Fermo del-
tima gloriosa di fermezza nel soste- l'encomiato Giuseppe Fracassetti ;

nere la fede di Gesù Cristo. A laonde ci limiteremo a nominare i


lui succedette s. Filippo, anch' e- vescovi degni di special menzione,
gli fermano ,
probabilmente eletto come le principali nozioni ecclesia-
ne' primordi dell' impero di Vale- stiche, potendosi pel di più consul-
riano, dal clero di Fermo col con- tare l'insigne opera del detto Ca-
senso del popolo ,
quindi risplen- talani, De, Ecclesia Fimi, e/usaue
dendo per santità di vita, e non cpiscopis et archiepiscopis.
cessando di propagare e rafferma- 11 vescovo Passivo meritò l'amici-
re il cristianesimo patì il martirio zia del Pontefices. Gregorio I il Ma-

sotto Valerio verso l'anno 257, ov- gno; promosse il culto di s. Savino
vero nella persecuzione di Aurelia- comprotettore di Fermo, ed a suo o-
no nel 272,, o in quel torno, nel- nore eresse un oratorio nel monte
la contrada detta di Pozzo Massi- Vissiano, che prese il nome del san-
ino presso Fermo, vicino alla pub- to. Benemerito assai fu il vescovo

blica strada che conduce a s. Ma- Lupo , perchè istituì le pubbliche


ria mare. Opina pertanto il lo-
a scuole nell' 826 , al modo che si
dato De Minicis, che i numerosi fe- disse; indi nel secolo decimo vie-
deli fermani , volendo conservare ne fatta menzione de' cardinali del-
particola r memoria del loro santo ve- la chiesa fermana , ossia de' cano-

scovo concittadino, gli abbiano eret- nici istituiti nel precedente secolo.
to un sarcofago marmoreo al modo Nel 1089 divenne vescovo Tom-
di quelli che operavansi in Roma; maso Azzolino, il primo che si no-
importante monumento che ammi- mini di questa illustre famiglia fer-
rasi nella metropolitana, e pel nomi- mana. Nel seguente secolo vesco- i

nato scrittore descritto eruditamen- vi di Fermo esercitarono atti di

te. Continua l' Ughelli a registrare signoria temporale ,


permettendo
per vescovo di Fermo nel terzo se- I' edificazione di vari castelli com-
colo s. Ciriaco successore del pre- presi nella diocesi , di cui furono
cedente, ed il Borgia nel quarto riconosciuti signori. Sotto il vescòr
FER FER 55
vato Ugo II nel 1214 si recò
di cittadino di Innocenzo VII, per so-
in Fermo s. Domenico fondatore spetto di aver avvelenato quel fcuo
dell' ordine de' predicatori , e colle predecessore : però contro di lui

case cedutegli da Giovanni Albcr- por tossi al concilio di Pisa, e fu ri-


tone di Paccarone fondò il con- conosciuto da Alessandro V, dan-
vento e la chiesa de' domenicani : dogli Papa Giovanni XXIII in
il

come sotto quello di Filippo II successore Francesco 111 non regi-


nel 1240 furono ricevuti in Fer- strato dall' Ughelli. Contemporanea-
mo i francescani , e fabbricata a mente in questo tempo di scisma,
loro magnifica chiesa e convento. Gregorio XII elesse prima Giovan-
L' libelli a pag. 701, non solo ri- ni da Venezia, poi Giovanni II,
porta alcune notizie biografiche del- quindi Giovanni III da Sera valle
la nobile famiglia Paccaroni, ma che fu al concilio di Costanza, ove
eziandio l' impronta del sigillo di per volere di alcuni cardinali -tra-
Stefano Paccaroni, come priore del dusse in latino la Divina Comme-
capitolo vaticano sotto Innocenzo dia di Dante. Al concilio costan-
IV, rappresentante s. Pietro remi- ziense pure Giovanni
intervenne
gante e nella parte inferiore lo
, IV de Firminibus, dato da Gio-
stemma gentilizio. Questo interes- vanni XXI li in successore a Fran-
sante sigillo di forma ovale, si cu- cesco III , e questi rimase vescovo
stodisce tuttora nell'archivio della all'elezione di Martino V, con che
basilica. Trista memoria lasciò di fu estinto il lungo e fatale scisma.
sé sul finir del secolo decimoter- Il cardinal Domenico Capranica
zo vescovo Gerardo. Dal i32d
il fu il primo vescovo decorato della
al 334 Fermo fu da Giovanni
1 sublime dignità cardinalizia, perso-
XXII privata della sede vescovile, naggio celebre, che fondando in Ro-
in pena della sua adesione allo ma il collegio di cui ne porta il
scismatico Lodovico di Baviera, ed nome, che al dire del suo biogra-
all'antipapa Nicolò V, che avea fo Catalani in origine si sarebbe
consacrato un suo francescano, per chiamato Collegium pauperum scho-
nome Vitale, in pseudo - vescovo larium sapientiae firmanae de ur-
fermano. Giacomo da Cingoli fatto be, ne mise a parte anco la città
vescovo nel 334 ° '335, sotto
1 di Fermo. Dell'alunno fermano che
Benedetto XII, fu il primo a chia- tuttora nomina per tal collegio l'ar-
marsi vescovo e principe di Fermo, civescovo di Fermo, lo dicemmo
e nel suo vescovato fu eretto l'o- superiormente. Sotto di lui predicò
spedale di s. Maria della Carità; ed inFermo s. Giacomo della Marca, che
il vescovo Bongiovanni nell' anno ebbe dal comune pe' minori osservan-
i35i consagrò
maggiore l'altare ti la chiesa di s. Martino in \ ara-
della restaurata ed ampliata cat- no ,
per fabbricarvi il convento.
tedrale. Aderendo Antonio de' Vec- L' Ughelli dice che dopo la morte
chi all'antipapa Clemente VII , fu del cardinale ne fu amministra-
deposto da Urbano VI , e poscia tore Enea Silvio Piccolomini, fatto
restituito al seggio episcopale da da Calisto III nel medesimo anno
Bonifacio IX: questo vescovo edi- cardinale, e che nel 1 458 il successe
ficò l'episcopio. Gregorio XII depose col nome di Pio II, il quale nomi-
il vescovo Leonardo de Phisicis eon- nò in vece Nicolò II Capranica ,
,

36 FER FER
che ottenne da Sisto IV la imme- in cui fu creato Pontefice col no-
diata soggezione della chiesa ferma- me di Pio III. Si crede da lui

mi alla santa Sede; e dopo di lui donato alla cattedrale il prezioso


resse la chiesa di Fermo il cardi- reliquiario della ss. Croce, e vi si

nal Angelo Capranica , che sotto conserva pure il Thesaurus


libro:
il detto Papa , Firmanam eccle- Ponlificuni et sacerdotum , che a
siali excmit a jurisdictione lega- lui appartenne. Sotto il vescovato
tortini apostolico rum, siccome scri- del cardinal Francesco Remolino
ve l' Ughelli. Tuttavolta va notato si stabilirono nella città le Clarisse;
che questo grave autore errò sul gli successe come amministratore il
vescovato o amministratorato di cardinal Giovanni Salviati ; e a
Enea Silvio Piccolomini, indi Pio questi il cardinal Nicola Gaddi ,

11, il quale non fu mai né vesco- sotto di cui i cappuccini vennero


vo , né amministratore di Fermo , collocati nel monistero di s. Savi-
com' è dimostrato dal Catalani, De no. Ebbe in successore nel 1 554
Eccl. Fimi. pag. 85. In oltre Si- l'erudito Lorenzo Lenti, amico del
sto IV prepose a questa sede Gi- Caro e del Varchi, e comandò l'ar-

rolamo Capranica, e nel i479 ^*'°" mata papale sotto Paolo IV.
vanni Battista Capranica, che nel S. Pio V nel i57i, a' 17 dicem-
dì delle ceneri i4^4 hi ucciso, e bre, dichiarò amministratore di Fer-
gittato dalla finestra di casa di mo il cardinal fr. Felice Peretti ,

Giambattista Adami, cioè dai figli che solo ne prese possesso nel '574,
di questi, ed altri parenti. Rimane e nel 1576 si portò in Falerone
alquanto dubbia la cagione di ta- per celebrarvi la processione del
le eccesso, narrandosi che il vesco- Corpus Domini, ed amministrarvi
vo fu trovato in mal punto. Que- ilsagramento della confermazione.
stoavvenimento recò grave distur- In un sigillo poi conservato nel
bo alla città, come può leggersi in museo De Minicis si dà il titolo a
Giampaolo Montani Cronac. ine- , Felice Episcopus Fir-
Peretti di
dit.; nelColucci, Antich. picene tom. mati, et Princeps ed avendo in se- ;

XXV, pag. io4; nel Catalani, De guito esercitato il ministero a mez-


Eccl. Finn, ad anno 1 4^4 > e nel- zo de' suoi vicari, per meglio at-
1' Ughelli citato a pag. 717, il qua- tendere dell' opere
alle correzioni
le però riporta l'iscrizione che po- di s. Ambrogio
che poi pubblicò ,

se al suo sepolcro il nipote di Pio rinunziò la chiesa fermana a Do-


II, Francesco cardinal Piccolomini, menico Pinelli , che poi divenu-
ove leggesi Presidi firmano dignis- to Sisto V esaltò al cardinalato.
simo. Sisto IV subito spedi a Fer- L' amorevole amministrazione del
mo un commissario, che ne bandi cardinal Peretti fu segnalata colla
gli uccisori , ne fece demolire le
e fondazione del seminario, con au-
case; ma furono pacifi-
nel i5o,4 mento del capitolo , con dotazione
cati i Capranica, gli Adami, e le della cappella musicale ec. Sotto il

altre famiglie complici del delitto. cardinal Pinelli , s. Filippo Neri


11 cardinal Francesco, vivente Giam- istituì in Fermo la casa dell' ora-
battista, era stato dichiaralo ammi- torio. Mentre n'era vescovo il bo-
nistratore della chiesa fermaua che lognese Sigismondo Zanneltini, vo-
continuò a governare sino al i5o3 leudo i fermani profittare della sin-
,

FER FER 37

golar benignità che avea per loro suo successore ebbe fama letteraria ;
Sisto V, gli esposero i motivi che e Giambattista Rinnuccini chiaro ,

la loro chiesa aspirar poteva ai l'o- per la legazione d' Irlanda ,


pro-
nore di essere elevata al grado di mosse il culto della B. Vergine di
chiesa metropolitana, sì per l'anti- s. Maria a mare. Dopo il cardinal

chità e nobiltà del luogo, che pe'ser- Carlo Gualtieri ne fu benefico ar-
\igi resi da'fermani alla santa Sede, civescovo il cardinal Giovanni Fran-
e per aver un Papa eh' era nato a cesco Ginnetti. Neil' arcivescovato
Grotta a mare nello stato e dio- del cardinal Baldassare Cenci, i si-

cesi di Fermo sebbene il di lui


, gnori della missione ebbero casa in
padre fos*e nativo di Montalto, per- Fermo ; ed in quello di Girolamo
ciò dal P;ipa eretta in vescovato. Mattei per un incendio fu ristau-
Considerando Sisto V i pregi ed rato seminario , fondato
il il mon-
antichità della chiesa fermana, e le te frumentario, ed istituito il con-
ragioni delle altre principali città vitto del Bambin Gesù per
don- le
del Piceno , di buon grado condi- zelle. L'arcivescovo Alessandro Bor-

scese alle istanze, ed a' 23 o 24 gia incrostò di 'marmi la facciata


maggio 1
589 , coll'autorità della e la torre della chiesa metropoli-
bolla linìversi Orbis, che si leg- tana, che pure arricchì di suppel-
ge nel Bull. Rom. toni. V, part. I, lettili, e ne illustrò la storia con
pag. 63, innalzò la chiesa e il ve- dottissime omelie. 11 cardinal Ur-
scovo di Fermo alla eminente di- bano Paracciani, fra i tanti benefì-
gnità metropolitana , assegnandole zi che fece alla diocesi , ampliò il

per suffraganee le chiese vescovili seminario, ordinò gli archivi, rifor-


di Macerata, Tolentino, Ripatranso- mò l'orfanotrofio ec. L'ospedale dei
ne, Montalto, e Sanseverino, col qual proietti da lui incominciato, lo com-
ordine sono notate nella bolla. Fu pì il successore Andrea Minucci, il

allora che i fermani mandarono ad quale ingrandì quello delle proiet-


effettoe compimento quanto avea- te, e riedificò la cattedrale. Il car-
no decretato per le grandi benefi- dinal Cesare Brancadoro fermano
cenze fatte alla loro università, col- per trentaquattro anni governò l'ar-
la statua metallica rappresentante cidiocesi ; fu benemerito delle scuo-
Sisto V, la quale riuscì con tutti le del seminario , e fondò la pia
que' pregi propri de' migliori lavo- casa degli orfanelli. Il regnante Pon-
ri Tuttora le medesi-
di tal sorta. tefice Gregorio XVI a' i5 febbraio
me sono soggette alla me-
chiese 1 838 trasferì dal vescovato di Mon-
tropolitana di Fermo se non che , tefiascone e Corneto Gabriele Fer-
il vescovo di Macerata lo è pure retti a questa metropolitana, nel
di Tolentino. All' arcivescovo Zan- qual anno lo creò cardinale, pub-
nettini successe nel i5o,5 il cardi- blicandolo nel seguente. Oltre quan-
nal Ottavio Bandini , sotto di cui to dicemmo di questo cardinale al
in Fermo fu fondato il collegio ai volume II, pag. 52 del Dizionario,
gesuiti, e stabilironsi i paolotti; ed in questo articolo, ne accenna-
come sotto l'arcivescovo Alessandro rono le benemerenze coll'arcidioce-
Strozza, molto stimalo da Enrico si, i tipografi Paccasassi, nella iscri-
IV re di Francia fecero il simile
, zione dedicatoria delle Notizie slo-
gli agostiniani scalzi. Pietro Dini riche del Fracassetti. Finalmente lo
38 FER FER
slesso Papa che regna, nel concisto- pini, i gesuiti, cappuccini, e i ben-
i

ro de' 27 gennaio 1842, dalle sud- fratelli. In quanto alle monache, esse
dette chiese di Montefiascone e Cor- sono le benedettine di s. Giuliano,
neto traslatò a questa metropoli- le Clarisse , le domenicane, le cap-
tana il cardinal Filippo de Angelis puccine, e le signore convittrici del
d'Ascoli, quindi colle venerate sue Bambin Gesù ; oltre due conser-
mani, nella sua cappella segreta del vatorii, diciassette sodalizi, e gli al-
palazzo vaticano, gl'impose il pallio tri pii stabilimenti summentovati.
arcivescovile. Già è in benedizione Da ultimo i confrati del sodali-
ilsuo nome, perchè padre amoro- zio di s. Maria del Pianto, a me-
so e benigno verso il suo gregge diazione del cardinal arcivescovo,
diletto; già si è procacciato 1' uni- e di monsignor Antonio Matteuc-
versale venerazione qual vigilante ci loro illustre concittadino, econo-
e prudente pastore : ha l'animo a- mo e segretario della congregazio-
dorno di provvido consiglio, vir- ne della reverenda fabbrica di s.

tù e scienza ; riunisce le preclare Pietro, e canonico vaticano , otten-


doli de' XV fermani cardinali pa- nero dal reverendissimo capitolo di
stori , e ne emula le magnanime questa basilica il pio donativo
gesta. della corona d'oro per l'antica e
La cattedrale di Fermo è dedi- venerata immagine della Beata Ver-
cata a Dio, ed in onore dell'assun- gine esistente nella loro chiesa sot-
zione in cielo di Maria Vergine. Il to il titolo di Madonna del Pian-
capitolo si compone di quattro di- to. Per eseguirsi il solenne rito
gnità, cioè dell'arcidiacono che è la della coronazione, la divota imma-
prima, dell'arciprete, del decano, e gine fu trasportata nella chiesa me-
del primicero ; di dodici canonici tropolitana a tal e (Tetto addobbata
compreso il teologo ed il peniten- con decorosa pompa ecclesiastica, e
ziere ; di quattordici prebendati o collocata sul maggior altare sotto
beneficiati, fra' quali quattro man- grandioso padiglione. Quindi il lo-
zionarii, oltre altri preti e chierici dato porporato a' io settembre i84-3
addetti al servigio del diviu culto. impose 1' aureo diadema sul capo
In essa venerasi il capo di s. Savi- della sagra immagine con commo-
no, e non ha cura parrocchiale ; i vente cerimonia, alla presenza d'in-
canonici sono decorati di abito pao- numerabili suoi diocesani, massime
nazzo, e di croce semplice; l'episco- de'fermani d'ogni ordine, tra' quali

pio è distante dalla cattedrale. In- monsignor Giovanni de' conti Sab-
oltre nella città sono vi nove par- bioni arcivescovo di Spoleto. Tut-
iocchie ; ed in tutte il fonte batte- ti gli spettatori con cristiana edifi-

simale: quella di s. Michele Arcan- cazione restarono penetrati da re-


gelo, che è collegiata, ha il capito- ligioso fervore e tenerezza divota,
lo composto di otto canonici, e di come è descritto nel supplimento
cinque beneficiati. Vi sono i reli- al nutn. 83 del Diario di Roma
giosi conventuali, domenicani, ago- di detto anno, in un alla solennis-
che in
stiniani, gli agostiniani scalzi, siraa processione, colla quale la co-
uh minori osservanti sono fuori
ai ronata immagine fu ricondotta al-
delle porte, e a poca distanza dalla la sua chiesa titolare, agli esercizi
città ; i signori della missione, i filip- di pietà ed orazioni che precedei-
FER FER 39
tero, accompagnarono, e seguirono città di Olinda e Recife del Brasi-
la funzione, e alle feste d' ogui ma- le. V. Olinda, città vescovile.
niera celebrate in tanto lieto avve- FERNANDEZ Luigi, Cardinale.
nimento. Per tale circostanza furo- Vedi Cokdova (de) Fernapìdez.
no composte, e poi pubblicate col- FERNANDEZ Pietro Maxriquez..
le stampe del Ciferri Inscriptio- : Cardinale. V. Maxriqvez.
nes in feslo B. M. V. ad lacry- FERNANDIoFERNANDEZ Pie-
rnas perdolentis aurea corona prae- tro, CVzrrfmtf/e.PietroFernandiFrias,
cinlae. Firmi latine editae ab An- ovvero de Frigidis, nacque in Ispagna
gelo Fazzinio vie. pot. fung. itali- da poveri ed oscuri parenti. Spiegato
ce ad paraphrasin redditae a Cct- però molto ingegno, e guadagna-
j etano de Minicis adv. tasi con destrezza la stima de'prin-
Il Fracassetti a pag. 106 ripor- cipi Errico e Giovanni, ottenne di
ta una tavola colla indicazione essere promosso alla chiesa di O-
della giurisdizione dell'arcidiocesi di sma. L'antipapa Clemente VII lo
Fermo. L' arcivescovo oltre 1'
am- creò suo cardinale col titolo di s.
ministrazione delle cose della sua Prassede ; ma ricondottosi poscia al-
arcidiocesi, ne giudica le cause ci- l' ecclesiastica unità, intervenne al
vili e criminali ecclesiastiche e di concilio di Pisa, ed ivi nel i-4°9 ul
misto foro in prima istanza, ed in ammesso tra i cardinali della santa
secondo grado quelle a lui porta- Chiesa. Sì trovò presente alla ele-
te in appello dai giudizii de'vesco- zione di Alessandro V, il quale lo
vi suoi surfraganei. Le civili sono riconobbe per tale , indi lo spedì
decise da un giudice singolare che suo legato in Roma. Essendo mor-
lia il titolo di uditore, o di vica- to però quel Pontefice, il Fernan-
rio generale : le criminali da un di si volse a Bologna per assistere
tribunale collegiale composto del al conclave in cui fu eletto Gio-
vicario generale, dell' uditore cri- vanni XXIII. Fu quindi conferma-
minale, e di un altro individuo to nella sua dignità di legato, e
scelto dall'arcivescovo. La mensa trasferito alla chiesa di Sabina;
ad ogni nuovo pastore è tassata ebbe anche la diguità di arciprete
ne'libri della camera apostolica in della basilica vaticana. Intervenne
fiorini seicento. V. Mich. Catala- al concilio di Costanza, e si trovò
11 us, De Ecclesia Firmano, ejusque nel numero degli elettori di Mar-
episcopis, et archiepiscopis, Com- tin^ V, dal quale ebbe l'incarico
mentarius, Firmi 1783, opera as- di legato apostolico in Venezia,
sai stimata. Vi è la Supplica del- per assolvere la repubblica dalle
la città di Fermo ad alcuni Eni. censure in cui era incorsa. In Ispa-
tigg. Cardinali sulle presenti ver- gna fondò il magnifico amniste-
tenze con monsignore Mimaci in- rò di Spergia a' religiosi geroni-
torno alla chiesa metropolitana, e miani e lo arricchì di una dote.
collegio Marziale, Villafranca 1782. Tuttavolta lasciò di sé infelice me-
In questa opera si descrive pure moria , per la sua vita dissoluta,
la forma dell'antico tempio. pel suo orgoglio, e per la sua ava-
FERNAMBUCO o PERNAM- rizia; laonde ad istanza de' grandi
Bl CO. Nome sotto del quale vie- della Spagna fu allontanato dalla
ne indicato il complesso delle due corte, e sequestrate dal fisco le sue
4o FER FER
grandi ricchezze. Morì in Firenze vennero nominati dalla scismatica
nel 1420, e trasferito in Ispagna, regina Elisabetta. Sotto Pio VI i ve-
fu sepolto nella metropolitana di scovi cattolici incominciarono la
Burgos. nuova serie, e quel Papa, con de-
FERNES (Fernen). Città con creto della sagra congregazione di
residenza vescovile d'Irlanda, nella Propaganda, ne fece vescovo nel
provincia di Leinster, o Lagenia, 1 785 Giacomo Caulfield della stes-
nella contea marittima di Wexford, sa diocesi, cui Pio VII gli die in
la cui città dello stesso nome fu coadiutore Patrizio Ryan della dio-
altra volta la capitale del regno cesidi Kildare, fatto da lui vesco-
d' Irlanda, o di Leinster. Fernes o vo in partibus infìdclium nel 804. 1

Fearnes , in latino Ferita e Fer- Commanville dice che nell' XI


nae, giace sulla riva destra del secolo la sede del vescovo venne
Bann. La cattedrale e il palazzo , trasferita a Wexford, città molto
vescovile sono degni di osservazio- ben fabbricata, con comodo porto,
ne vi si tengono fiere sei giorni
: avente un bel ponte sul fiume Sla-
dell'anno. Si crede che Fernes oc- ney, alla di cui imboccatura giace.
cupi il luogo dell' antica Menapia, Indi soggiugne che la sede nel
di cui Tolomeo fa menzione. Il re 1 600 venne unita a Laglin, con-
di Leinster avendo abbruciata la tinuando la residenza episcopale a
città nel 1166 fondovvi in espia- Wexford, sino a' nostri tempi. Si
zione un'abbazia, che ora è in ro- apprende però dal Catholic Dire-
vina, ed un castello nel quale ri- ctory, che attualmente il vescovo
tirossi con Dargorval moglie di di Fernes risiede in Enniscorthy,
O'Roisk principe di Bressiny, cir- altra città dell'Irlanda della stessa
costanza di cui profittarono i nor- provincia Lagenia, sul Slaney, ove
manni per fare la conquista del- hanno luogo otto annue fiere, a
l' Irlanda. Fernes fu saccheggiata cagione del considerabile commer-
dai ribelli nel 1798. cio de' commestibiliche ivi si fa :

La sede vescovile fu fondata dal- aveva questa città i privilegi di


l'apostolo dell' Irlanda san Patri- borgo prima dell'unione. Le recen-
zio, nell'anno 4^5, e sottoposta ti notizie ecclesiastiche del vescova-
alla metropolitana chiesa di Du- to di Fernes sono , che continua
blino , di cui è tuttora suffraga- lodevolmente a governare la dioce-
nea. Commanville la dice fonda- si , monsignor Giacomo Keating
ta neh" anno 53o; altri dicono succeduto per coadiutoria nel 1819,
che dei trentotto suoi vescovi a- essendone stato a ciò eletto a' 2 3
vanti ia riforma , i primi due fu- novembre del precedente anno. Il

rono s. Edano Mo- del 5g8 , e s. clero è formato di ventisei parro-


lingo che gli successe l'anno 632 . chi, e cinquanta vicari, essendo i

Dopo il vescovo Cillenio del 714 cattolici più di duecento dieci mila.
avvi una lunga lacuna, fino alla La diocesi ha trentasei parrocchie
metà del secolo IX, non essendo e molte cappelle ; seminario ve-
il

noti i di lui successori. Giovanni scovile è in Wexford. Il vescovo


di Evreux, decano di Fernes, che ed il clero vivono coi proventi par-
morì nel 1578, è l'ultimo de' ve- rocchiali, e con le pie oblazioni
scovi cattolici ; i di lui successori de' cattolici.
FER FER 4«
FERON1 o FERROSI Gil.sf.ite Si conosce un vescovo di questa
JVIaki.i, Cardinale. Giuseppe Maria città chiamato Acha, che fu ordi-
Feroni o Ferroui patrizio di Firen- nato nel 63c), come si ha dal p.
ze, dei marchesi del suo nome, na- Le Quien nel suo Oriens Christia-
to nel 1692, e cresciuto nelle buo- na» tom. II, pag. i5q3.
ne discipline presso il collegio de- FERRARA (Ferrarien). Città
mentino di Roma, ebbe da Clemen- con residenza arcivescovile, nello
te XI un canonicato nella basilica stato pontificio, capoluogo della
lateranense. In seguito passò ad al- provincia, e legazione apostolica del
tro canonicato nella basilica vati- suo nome, della quale daremo pri-
cana, e lodevolmente sostenne pa- ma un cenno istorico, come della
recchi uffizi, tra' quali il carico di sua posizione topografica. 11 Pole-
segretario della congregazione della sine di Rovigo, provincia del regno
immunità, ottenuto da Benedetto lombardo - veneto , segna a borea
XIII nel 1728, il quale volle ezian- il termine di questa cospicua pro-
dio consecrarlo arcivescovo di Da- vincia, che dal Po grande vie-
masco. Clemente XII, dieci anni ne divisa, il quale al nord -est si
dopo, lo trasferì al posto di asses- Diparte nel Po di fllaistra, ch'en-
sore del s. offizio e Benedetto , tra presso Venezia nell' Adriatico,

\1\, nel 1743, a quello di segre- e nel Po di Ariano, che si con-


tario della congregazione de' vescovi fonde col mare nel territorio fer-
e regolari.Questo Pontefice, nella rarese , e precisamente al porto di

promozione del 26 novembre 1753, Goro ; la spiaggia marittima ne


lo creò prete cardinale col titolo di cinge il Iato orientale ; al nord-est
s. Pancrazio, e lo ascrisse alle con- il Panaro qualche
la separa per
gregazioni del s. oftizio, di propa- tratto dal ducato di Modena, con-
ganda, dell'immunità, de' vescovi e finando il rimanente co brani del
regolari, colla protettola de'mona- ducato medesimo; ed territorii i

ci di Vallombrosa. Ebbe poi an- delle due legazioni bolognese e


che la prefettura della congrega- ravennate ne tracciano al sud ed
zione de'riti, e mori nel 1767 in al sud-ovest la linea di demarca-
Roma. Fu stimato da tutti per le zione. 11 canale di navigazione pres-
sue amabili qualità e specchiati co- so Ferrara, ed il canal Bianco, il

stumi , ai quali pregi univasi un canale di Cento, e il canale Bene-


vantaggioso aspetto. Fu sepolto nel- dettino agevolano le comunicazioni.
la chiesa di s. dove presso
Cecilia, Quel Cento ricevendo il Reno
di
l'altare della Maddalena s'erge un bolognese, assume il nome di Po
elegante avello col busto del cardi- di Primaro, ed accerchia da que-
nale, e un'onorevole iscrizione. Il sto lato le valli di Cornacchie) ,

Feroni fu quegli che fabbricò l'ame- mentre un altro canale rade le


na villa poco discosta dalla porta di valli stesse nel lato settentrionale,
s. Pancrazio di Roma. e dicesi Po di Volano. Un tratto
FEROZ SAPOR od AMBARA. di paese bagnato dal Senio
è e
Sede vescovile sotto il Mainano dei dal Santerno , che si uniscono al
giacohiti, situata sull'Eufrate a po- Po di Primaro, ed altri fossi e
ca distanzada Bagdad, secondo eanali vi affluiscono, essendo slati

V&bul(èda ) Tabul.geogntph. n. 272. artificiosamente praticati per mi-


$i FER FER
gliorarne generalmente
il terreno sino a Clemente Vili. Vi soggiace
paludoso. Tutta volta stagni sono i la comune di Pieve, o Pieve di
frequenti, ma si ricava da essi co- Cento, borgo o terra posta alla
pioso profitto colla pesca, colle sa- destra del Reno, nella quale vene-
line, e co' pascoli. La coltura del- rasi un' immagine assai divota del
le terre è lodevole, e ne'luoghi u- ss. Crocefisso; e la collegiata di s.

niidi e bassi vi prosperano le ca- Maria Assunta venne soppressa al-


nape e i lini. La legazione aposto- l'epoca del regno italico, nella qua-
lica di Ferrara, governata da un le in Cento fu pur distrutta quel-

cardinale legato , è divisa nei due la di s. Biagio. Ha poi nella comu-


distretti di Lugo, e com-
Ferrara e di nale amministrazione 1' appodiato
plessivamente contiene circa due- Casumaro, oltre alcuni villaggi. Di
cento quindicimila abitanti. Nel Cento abbiamo varie opere. Gio.
distretto di Ferrara, non compre- Francesco Erri, Dell'origine di Cen-
si gli appodiati soggetti al comune, to , e di sua pieve, ec. , Bologna
<: de'quali si parlerà poi , ne di- 1 769 Supplemento , Bologna 1770;
;

pendono i sette seguenti governi, Trattenimenti, Modena 1772; An-


di cui ne accenneremo le cose prin- notazioni Venezia
, 1772. Cre-
cipali. scimbeni Annotazioni storico-cri-
,

Cento (Centum). Città posta sul- tiche ec, Venezia 177 1. Francesco
la sinistra riva del Reno, ed alla Bagni, Succinta memoria dell'ac-
destra del canale, cui dà il proprio cademia de' Rinvigoriti,Bologna 6g4; 1

nome. È cinta da muraglie, ed ha Frammenti ec, Modena 1773. Mon-


oltre la chiesa collegiata, e il pa- teforli,Dissertazione ec, Venezia
lazzo municipale, parecchi privati 1771. Panni ni Compendiosi rag- ,

edilìzi qualche decoro. Non pri-


di guagli ec , e Degli insigni soggetti
ma dell'anno 80 1 si trovano me- di Cento, Bologna i655. Righetti
morie di questo luogo, benché sia Dandini, Le pitture di Cento, e le
assai più antico, essendo originata vite di vari incisori e pittori della

da cento capannucce fatte da' pe- stessa città, Ferrara 1788.


scatori di gamberi , che poi furono Porto Maggiore. Borgo posto nella
circondate da un profondo fosso. parte occidentale delle valli di Cornac-
Vuoisi che quivi il Reno si disper- chie, ed attraversato da un canale che
gesse nella stagnante Padusa, e che si confonde col medesimo stagno :

in queste foci si edificassero i caso- vi è la collegiata di s. Maria As-


lari e le capanne, che in processo sunta in cielo . Abbiamo notizie
di tempo formarono il ricco castel- di questo paese e della sua pieve
lo, che Benedetto XIV nel 1753 fino dal 9^5. La popolazione si
fece città , e decorò di privilegi. aumenta continuamente, ed è per-
I bolognesi ne dierono la signoria ciò che il paese riceve nuovi ab-
al proprio vescovo in compenso bellimenti. Con buona architettu-
delle decime ; Alessandro VI la die- ra sono stati innalzati il palazzo
de in dote a sua figlia Lucrezia comunale ed un teatro, come ven-
Borgia, quando sposò il duca Al- ne rinnovato il prospetto della col-
fonso 1 d'Este; Giulio II, e Leo- legiata. Ricava vantaggio dalla pe-
ne X la tolsero agli Estensi, che sca, e nel suo governo è la co-
poi la ricuperarono , e goderono mune di Ostellato , castello molto
, ,

FER FER 43
nominalo nell'istoria; coll'appodia- fundiarìo ec, Romae 1774? Appetì-
to Medelana. All' amministrazione dix ad dissertationem Amadesi ec.

comunale vanno congiunti gli ap- del p. ab. Giovanetti poi cardi-
podiati Masi-del-Torcllo, e Voghìe- nale. Francesco Bertoldi, Esame
va: ambedue hanno de'casali spar- storico-critico sopra il dominio del-
si all' intorno, fra'quali il secondo la chiesa di s. Nicolo collegiata
conta Voglienza , che per 1' o- e parrocchia di Argenta, Ferrara
pinione di alquanti storici fu già 1 791 ; Memorie i storiche di Argen-
illustre città vescovile, edificata dai ta, Ferrara 1787 ; Osservazioni
galli, e distrutta o dai goti o da- sopra due antichi marmi esistenti
gli unni. in Argenta, ed ora nel museo ar-

Argenta. Questo antichissimo bor- civescovile di Ravenna, Comacchio

go, da molti scrittori è chiamato 1783; e Storia della miracolosa


città; quello preesistente era però immagine di s. Maria della Cel-
alla destra del Po di Primaro, es- letta, Faenza pel Benedetti.

sendo l'odierno in riva dell'oppo- Comacchio. Città con residenza


sta parte, al sud-est delle valli di vescovile. V. Comacchio.
Comacchio. Fu
da Esu- edificato Codigoro (Caput Gauri). Borgo
peranzio arcivescovo di Ravenna, situato alla boreale estremità delle
e circondalo di mura nel 6o3 valli di Comacchio, in riva al Po
dall' esax ca Smaragdo. Poco lungi
-
di Volano. Si crede derivato il suo
è un sontuoso tempio fabbricato nome da una fossa, che unisce que-
nel 1610, e dedicato alla Madon- sto ramo del fiume al Po di Aria-
na della Celletta ; la collegiata è no, e che chiamossi Goro. Nelle
sagra a s. Nicola di Bari, ed a- rispettive foci poi trovami i porti
veva l'onore di essere concattedra- di Volano e di Goro, l'uno all'al-

le a Ravenna. Appartenne agli ar- tro prossimi, e distanti per sei le-
civescovi di quella metropolitana, e ghe al nord dal Po di Primaro;
dall'annuo tributo di argento che la bocca di Goro è l'ultimo odier-
alla mensa presentava , si crede a- no confine dello stato pontificio
verne desunto il nome. I ferraresi mentre nell' ultima demarcazione
prima l'occuparono sotto Alessan- fatta nel congresso di Vienna, sono
dro III; fu quasi distrutto dai bo- rimasti all' Austria alcuni brani di
lognesi nell'entrare del secolo XIII; territorio incorporato al vicino Po-
l'ebbero poi marchesi Estensi, e
i lesine di Rovigo. 11 proposto ec-

resolo alla chiesa di Ravenna, ne clesiastico è qui denominato Pom-


ottennero poi da Benedetto XII la posiano, dalla celebre abbazia di
investitura. Poco lungi, e sulla spon- Pomposa, situata su di questo suo-
da stessa di questo ramo del Po^ lo, ch'eraxiin insigne monistero di
erano i due magnifici luoghi di benedettini fondato prima dell'874>
delizia denominati
degli Estensi , abitato un tempo ancora da s. Pier
Boccaleone Consandolo, sono e : Damiani ; ora però di tanto esteso
principali appodiati di Argenta ,
fabbricato non restavi che la chiesa
Codijiumc Filo e s. Nicolò con , dedicala all'assunzione della B. Vergi-
Benvignante. Di Argenta abbiamo ne ove è dipinta la storia dell'antico e
Josephus Amadesius De comilatu , nuovo Testamento, con il pavimen-
Argentano ec.^ Romae 1 7 63; De jine to di mosaico, che nel vederlo Cle-
44 FER FER~
niente Vili, admiralus ah pulchra Utiàe, or di Mesola Magna. La
velustas. Oltre a ciò resla pur anco comunità Ariano fino dal 1280,
di
in piedi un piccolo chiostro, un certo Baldino Baldini nel i4°7 e
avanzo diove è dipinto
refettorio i43o, ed i Pendasi con altri in
s. Guido abbate, che per virtù di vari tempi ne riconoscevano in feu-
Dio cangiò l'acqua in prezioso vi- do o sotto altro titolo l'utile do-
no, ed un altissimo campanile. Al minio di alcune porzioni ragguar
Pomposa
presente è un villaggio, devoli della casa d'Este che n'era
come Mezzo Goro sotto Codigoro. padrona direttaria. Delle ragioni
De monasterio Pomposiano , e/'us- de' Pendasi poi afferma il Mura-
quc bibliotheca , exstat in Diar. I- tori, che nel i49° ne fece acquisto il
tal. Mabillonii. Nel 1781 in Ro- duca Ercole I , il quale insieme
ma il p. d. Placido Federici cas- co' suoi successori godette di quei
sinese, pubblicò : Rerum Pompo - boschi e spiagge abbondevolissime
sìanarum historia monumentis il- di cinghiali, cervi, daini, caprioli,
lustrata. V. il Lubinio, Abbatia- ed altri quadrupedi e volatili. Quin-
rum Italiae brevis nolìtia. Nel Mor- di verso1578 Alfonso II pel
il

bio, Storia dei municipi italiani comodo delle due caccie cominciò
(Ferrara e Pavia), Milano i836, l' accennato palazzo con quattro
Icggesi una breve ma interessante torri , ampie stalle, ed abitazioni
descrizione di questa abbazia cor- disposte in vaga siinetria, e gran
il

redata d' inediti documenti. recinto di mura del giro no-


di
Inoltre Codigoro contiene le comu- ve e più miglia. S'impiegarono
ni di Lago Santo, Migliaro, Massa cinque anni nel lavoro, a cui con-
Fiscaglia, che ha la collegiata dedi- tribuirono non pur l'erario ducale
cata a s. Pietro apostolo, e Mesola. con esorbitanti somme, ma le co-
Questo ultimo è un borgo posto munità della provincia, con uomi-
alla destra Ariano, e
del Po di ni e materiali : tal magnilico edi-
circondato all'intorno da paludosi lizio tuttora è in ottimo stato. Il
terreni che hanno un'estensione di medesimo storico a pag. 4'4 rac *
ventiquattro legbe, e che compon- conta che Alfonso II nel i5g2 di-
gono l'ampia e deliziosa tenuta. 11 morava con sfarzo alla Mesola, ove
Frizzi nelle sue dotte Memorie per si pescava in mare alla tratta, si

la storia di Ferrara tom. I, dice che cacciava co' cani nel bosco, a' cin-
Mesola fu anche detta Mensula, cioè ghiali, cervi ed altri quadrupedi,
piccola mensa. Soggiunge poi nel t. si godevano commedie recitate da-
IV, pag. 390, che Alfonso II d'Este gli istrioni, si suonava e cantava,
nel 1578 fece edificare il palazzo e si tenevano letterarie dispute ec.
di Mesola, probabilmente da Ga- In progresso la Mesola passò in
lasso Alghini di Carpi, celebre ar- proprietà alla casa d'Austria, non
chitetto; che giace tra il porto di per le ragioni ch'ereditò dalla du-
Goro e quel di Volano una spa- chessa di Modena Beatrice d'Este;
ziosa boscaglia sul lido del mare, ma per la vendita che ne fece nel
la quale, secondo le diverse sue 1759 ildi Modena France-
duca
parti, si trova indicata in istromen- sco III imperatore Francesco I,
all'
ti del 1
344 e del i43o, coi no- sotto del quale, come poi diremo,
mi or di Menstdae, or di Mao- migliorò il tenimento, e si aumen-
,

FER FER {fi

tò la popolazione ed il commer- la sesta parte dipoi si è suddivisa


cio. Dipoi il suo figlio Giuseppe II in molti altri proprietari. Dopo
imperatore non nell'aprile del 1787, alcuni anni passò in amministra-
come dissero alcuni, ma sibbene zione per volere di Leone XII a
nel 1785 nel di primo dicembre Carlo Allegri, il quale assicurò al
la vendè a Pio VI per novecento governo un' annua corrisposta di
mila scudi , non come pure altri scudi ponendolo poi
diciottomila ,

dicono per un milione di scudi; e in parte eguale sugli utili maggio-


siccome nella segreteria di stato ri che avessero potuto derivarne.
per suggellare l' atto di acquisto Finalmente nell'odierno pontificato,
non eravi un sigillo nella grandezza la Mesola dalla camera apostolica
del diametro eguale a quello impe- si vendette al celebre arcispedale
riale, fu adoperato quello partico- di s. Spirito in Sassia di Roma
lare di Pio VI della sua badia di nel commendatorato di monsignor
Subiaco, che avea ritenuta nel pon- Antonio Cioja, e n'è per il luogo pio
tificato. Delegato apostolico per que- attivo, intelligenteed onesto ammi-
sto acquisto fu il marchese Anto- nistratoreil cav. Raffaele Badini, por

nio Gnudi, allora tesoriere della le cui cure e per quelle del lodato
città e ducato di Ferrara. Acce- prelato floridissimi sono i risultali,
dettero poi al contratto di vendi- come V incremento. Confinano col-
ta Ferdinando d'Austria,
l'arciduca la Mesola i brani del pontificio
e la sua principessa Maria
sposa territorio ritenuti dall' Austria nel
Beatrice d'Este. Con questa com- congresso di Vienna: gli stagni, ai
pera il Papa riunì l' oggetto dei quali si dà il nome di Palli, si
territoriali prodotti alla tutela del- distinguono in salsi e dolci. Narra
la finanza, la quale dai porti di il eh. Castellano, che il cav. Li-
Volano e di Goro riceveva detri- notte ispettore direttore de' lavori
mento. Sul fluire del passato se- idraulici nazionali ne fece il più
colo ne entrarono in possesso gli lusinghiero rapporto, ed egli ne fa
invasori francesi, e trattandosi di un'importante descrizione, essendo
beni allodiali, ne eseguirono subi- gli abitanti sopra i quattromila.
to la vendita ad una compagnia Tale rapporto ha questo titolo :

di negozianti, e nel riparto cin- Rapporto fatto a monsignor teso-


que porzioni rimasero a Michel ,
riere generale ora cardinal Cristal-
la sesta al conte Galeazzo Arrigo- di, dal fu ispettore direttore de la-
ni, allora intendente delle finanze vori idraulici nazionali L. Linotte,
di Cremona. Ripristinato il gover- 1826 del la-
delle visite fatte nel
no pontificio, il provvido tesoriere tifondo Mesola spettante alla R.
Belisario Cristaldi, nel pontificato C. A., ed in amministrazione coin-
di Pio VII, l'anno 1822, combinò teressala a Carlo Allegri d' ordine
la ricompera delle cinque porzioni della S. AI. di Leone XII, Pesaro
per il prezzo di scudi centomila i83o.
in contanti, e trecentomila in con- Copparo. Borgo posto alla de-
solidati col più grande vantaggio. stra sponda d'una fossa, che uni-
Dicendo il Calindri che la com- sce il Po di Volano al Capo Bian-
pera costò scudi quattrocento ses- co, il quale si scarica poscia nel
sanlasette mila, ed aggiungiamo che Po di Aliano. Sono suoi appodia-
4(3 PER FER
ti Cotogna, Guardia Ferrarese, e i ne incominciarono l'edifica-
galli

Sabioncello , e vi ha all'intorno zione, che i romani poi ridussero


buon numero di casali, sei dei quali a castello col nome di Foro di Li-
sono uniti al suo comunale re- vio. Altri però non ne fanno tan-
cinto. to antica la sua erezione ; certo è
Bondeno. Borgo posto al con- che sorse dopo il discccamento di
fluente del Panaro, e del Po, che una parte della valle Padusa, e la
alcuni fanno derivare da Bondico- distruzione della Selva Litana. Un
mago descritto da Plinio, ed altri torrente oggi vi corre, che nel Po
dall'antica Padusa verso l'anno 700 di Primaro influisce. Ha la colle-
dell'era volgare. Nel 1108 la ce- giata dedicata a s. Francesco d'As-

lebre e benemerita contessa Matil- sisi,che prima però aveva per ti-
de, duchessa di Ferrara , lo cinse tolare s. Petronio; insigne è tal
di mura, il circondò di fosse, e chiesa, e di bella costruzione, senza
costruì munilissima rocca, le quali nominarvi le altre chiese minori.
opere vennero poi demolite da Al- Le vie sono regolari, e bene la-
fonso I duca di Ferrara, quando stricate. Oltre i pubblici edifici del-
lo ricuperò da Leone X. Rimase la magistratura comunale, di un
per metà distrutto nel sacco or- moderno teatro, e di un conve-
rendo di Odoardo li duca di Par- niente ospedale, anche fra i pri-
ma da
nel i(>43, essendo già sino vati ve ne sono degli eleganti, ed
Clemente Vili ritornato al primo alcuno sul gusto della moderna ar-
dominio della santa Sede. Nel 1808 chitettura. Merita menzione la piaz-
s' incominciarono i lavori idraulici ta destinata alla fiera che si tiene
per la immissione del Reno nel nel mese di settembre, la di cui
Panaro, mediante due botti sotter- celebrità si estende a tutto lo sta-
ranee, l'una delle quali sotto il Pa- to ecclesiastico. Viene inoltre de-
naro fu quasi compita, e dell'altra corata da grandiosi portici , che
si piantarono le fondamenta la , veggonsi a quell'epoca mutati in
quale opera sarebbe stata mirabi- ricchi fondachi, e graziose botte-
le, ed avrebbe assicurato lo scolo ghe, per cui riesce magnifico ed
delle acque stagnanti. Vi soggiace imponente un tal locale. Di que-
l'appodiato Stellata, ov' è la doga- sta fiera ne tratta il cav. Monti,
na di confine, una rinomata fah- nelle Notizie isloriche sulla origine
brica di stoviglie ordinarie, e dap- delle fiere. Primieramente narra
prima un forte nel confine man- l'origine della città ,
quindi dice
tovano co' casali Burana, e Pila- che circa l'anno 4^o Marco Emi-
stri, oltre sette villaggi. lio pro-console di Ravenna nomi-

Ecco i principali luoghi del di- nò Livio per primo pretore di Lu-
stretto di Lugo. go, e questi in considerazione della
Lugo (Lucus). Città posta fra il sua posizione , con autorizzazione
Senio ed il Santerno, in area che del senato, gli accordò il privile-
ab antico era assai palustre, e cin- gio della fiera e del mercato. Ri-
ta tutto all'intorno da boschi, on- partito l'impero romano, i goti
de trasse il nome, opinandosi che occuparono il castello di Lugo, che
ivi fosse un Luco, o tempio in o- faceva parte della Gallia togata ,

noie di Diana, nelle cui vicinanze rispettando il fòro perchè lo conob-


TER FER \-

bero atto al commercio, e da ri- col saccheggio ed incendio del pae-


trame sommo vantaggio. Distrutto se degno di altra sorte, avvenuto
da Narsete il goto dominio, suben- ai 7 del mese di luglio. Fra i suoi
trarono gli arcivescovi di Ravenna uomini illustri noteremo il cardi-
a dominar Lugo^ ed avendo a cuo- nal Francesco Bertazzoli, che me-
re il prosperamento dei lughesi ritò la stima, la benevolenza, I' a
ottennero dal Papa Giovanni IV micizia, e la fiducia dei Pontefici
la conferma del privilegio della Pio VII, Leone XII, e Pio Vili,
fiera franca, e del mercato setti- essendo legato con quello che re-
manale . Gli esarchi di Ravenna gna co' vincoli della più tenera •
ingrandirono il castello, e tornato reciproca amorevolezza il perchè ,

sotto gli arcivescovi di Ravenna fu in morte lo lasciò esecutore delle


insignito dinuove prerogative, con- sue testamentarie disposizioni, che
servandogli la fiera franca da ogni noi scrivemmo per la somma bon-
dazio e gabella, come fecero i prin- tà con cui ci riguardava quell' e-
cipi Estensi signori di Ferrara fin- semplar porporato. Così sono de-
ché signoreggiarono questo ducato. gni di special menzione Bartolo-
Quando Clemente Vili lo ricupe- meo Pucci, Vincenzo Zuccari e Giu-
rò alla sauta Sede fra le molte seppe Compagnoni. Di Lugo ab-
grazie concesse a Lugo, a' 4 agosto biamo queste opere Bartholomeus:

i5g8 confermò la fiera franca, ciò Baphius, Oratw de Lugi Flaini-


che pur fece Benedetto XIV a' 3 niae oppidì nobilitate ab eodt-m
aprile iy58. Varie epoche ebbe Lugi habita i564, Bononiae l564ì
questa fiera, finché Pio VII la sta- Girolamo Bonoli, Storia di Lugo
bilì dai 5 ai 3o settembre. Con- ed annessi, Faenza 1732; Rag-
chiude il Monti, che la fiera di Lu- guaglio sopra l'origine delle due
go per la sua antichissima istitu- chiese parrocchiali di Lugo, delle
zione, per la neutralità del luogo, loro prerogative , e delle liti che
pe' suoi immensi rapporti ed altre sono state tra li due cleri ascritti

prerogative può dirsi la prima dello alle medesime sino alFanno pre-
stato ecclesiastico, dopo la fiera di sente 1737, Faenza 1737. Abbia-
Sinigaglia. mo pure da Francesco Leopoldo
Lugo fu pure sotto il dominio Bertoldi, Notizie storiche dell'an-
de' bolognesi, e sotto la pontificia tica selva di Lugo, Ferrara i
794 J

protezione, ma venne poscia, come non che La censura e l'apologia


si disse, incorporata ai feudi del smentite in difesa delle suddette
ducato di Ferrera. Giulio II nel notizie, Ferrara 1 795 , e la Con-
i5ii la nominò città, e Pio VII ferma delV origine ed esistenza di
ciò confermò a' 24 luglio 1817. Lugo anteriore all'anno 1 170, Fer-
Nel 1797 partì da Lugo il segnale rara i8o3. Giovanni Francesco
della contro rivoluzione, che recò in Rambelli scrisse il Cenno stori-
principio molti danni alle truppe co del saccheggiamento di Lugo
repubblicane francesi ; ma dopo di del 796 Bologna
1 , 839. Divi- 1

essersi ricusate dai lughesi le pro- desi il distretto di Lugo ne' tre
poste amichevoli , ne avvenne la governi di Lugo, Bagnacavallo, e
sanguinosa battaglia data dal gè Massa-Lombarda soggiacciono poi
:

nenie Augerau, la quale terminò direttamente a Luso le comunità


48 FER FER
di Cotignoln eFusignano; prima par- santa famiglie lombarde di Man-
leremo di queste, poi dei due governi tova e Brescia , che fecero massa
di Bàgnacavallo e Massa-Lombarda. in questo sito nell'anno ii3"2, al-
Cotignoln. V. Faenza, alla quale lontanandosi dalla persecuzione di

un tempo appartenne. Federico II, queste ampliarono il


Fusignano. Borgo posto a sini- paese, ed in tale circostanza la Mas-
stra del Senio, e circondato da u- sa soltanto fu detta Massa di s.

bertose campagne, e da luoghi di Paolo. Nelle guerre delle fazioni


delizia è adorno il paese di belli
: de' guelfi e de' ghibellini passò al
edilizi. Fu fabbricato nel secolo senato di Bologna ; indi fu del ni-
XIII dai conti di Cunio ; e il du- pote di Eugenio IV, che la ven-
ca di Ferrara Borso d'Este ne fe- dette al marchese Nicolò III d'E-
ce dono ai conti Calcagnilo nobili ste. Dopo di ciò Francesco d'Este
ferrami in progresso ne furono
: generale di cavalleria dell'impera-
anche investiti Sassatelli ed i i tore Carlo V, crebbe il paese_, e
Vai ni potenti famiglie d'Imola. Ha vi coniò monete d'oro e di argen-
dato natali ai due geni Ange-
i to, alcune delle quali sono tuttora
lo Corelli per la musica, e Vin- custodite dalla confraternita del ss.

cenzo Monti per la poesia, le qua- Sagrameuto. Mori Francesco in


li arti per loro sfavillarono di nuo- Ferrara nel iS'j'ò, e volle essere
va e più viva luce. Giuseppe An- dai lombardi dimoranti in Massa
tonio Soriani ci diede le Notizie s. Paolo, trasferito in questo luo-
storiche di Famigliano, Lugo i8?.y. go e sepolto, per cui d' allora in
Bàgnacavallo (Ideili). poi fu detto Massa-Lombarda ;
Massa Lombarda. Borgo situato benché alcuni credono che tal de-
fra il Santerno ed il Corecchio in nominazione la prendesse piuttosto
prossimità del territorio bolognesi;. quando vi si portarono a stanziarvi
Di qua poco erano distanti gli sta- le dette sessanta famiglie. Nel de-
gni della Paciosa, ed una via sel- clinar del secolo XVI, in un al
ciata eravi da Imola condotta in- ducato Feria rese passò sotto Y im-
fino a Conselice, donde per barca mediato dominio della santa Sede;
passavano al Po, e quindi all' A- e nel 1796 la popolazione prese
driatico le merci : oggi i notevoli l'armi contro gl'invasori francesi,

prosciugamenti, e la migliore col- unendosi a quelia di Lugo, ma re-

tura hanno vantaggiato i possesso- stò immune dal disastro cui sog-
ri delle terre. Stava originariamen- giacque quellacittà. Massa -Lom-
te unito nella selva di Lugo, e fu barda ha molti e buoni fabbricati,
signoreggiato tempi dal- ne' primi discreto teatro, belli templi, e la
l' abbazia di Maria in Cosmedin
s. collegiata dedicata all' apostolo s.

allorché vi erano gli esarchi. Pas- Paolo. Comprende pure le comuni


sò quindi ai monaci benedettini di Conselice e di s. Agata. L'eti-
fuori di Ravenna, che lo tennero mologia del nome di Conselice deri-
fino al ii64j epoca in cui fu ce- va dalla via selciata che era in
duto ai conti di Cuneo e di Lugo queste campagne venendo da Imo-
da Federico I. Ritornò quindi ai la, costrutta in tempo di Emilio
benedettini, e da questi passò al console romano. Ambedue i luoghi
senato d' Imola. Rifugiatesi ses- hanno molti e buoni fabbricati.
.

FER FER %
Soggiacciono poi direttamente al fini nel secolo XVI ; de'suoi con-
comune di Ferrara gli appodiati fini verso Ostiglia ; del suo litto-

Baia a, Denon, Francolino, Mar- rale avanzato in mare di tempo io


rara , Quarlesana s. Martino ,
,
tempo ; sue paludi, polesini, tene,
Figarano Maiiiarda, e Ponte La- ville, loro origine ed etimologia.
goscuro, borgo posto fra il canale jXel tomo II poi tratta del territo-
Lavezzola, che comunica col Po rio ferrarese alzato dai fiumi, mi-
d'Ariano, ed il Po grande. Un ca- gliorato dai toscani, trascurato dai
nale che sotterraneamente riceve galli e dai romani ; delle vicende
le acque dell' altro canale renano del resto d' Italia ad esso favore-
di Cento, gli dà comunicazione con voli ; popolato da varie nazioni ;

Ferrara. JNel medesimo sito perchè terremoti in esso radi, e dei pro-
si passa il Po, vi è la dogana di venti che ne ritraeva la Chiesa
confine, e vi si pratica ragguarde- romana.
vole commercio col limitrofo re- Finalmente noteremo, che questa
gno lombardo- veneto. Della pro- legazione, che porta il nome del suo
vincia ferrarese ne tratta copio- capoluogo, formava un tempo i do-
samente Antonio Frizzi, nelle Me- mimi, ed i conquisti della gran con-
morie per la storia di Ferrara, tessa Matilde , e delle donazioni
Ferrara 1 791, tomi quattro: di amplissime da lei fatte alla Chiesa
poi il di lui figlio Gaetano pub- romana, la maggior parte del du-
blicò il V ed ultimo tomo nel cato di Ferrara, titolo che assunse
1809 m
Ferrara, dedicandolo ad allorché, come meglio diremo, il
Eugenio Napoleone viceré d' Italia. marchese Borso d'Este fu da Pao-
Il padre autore avea intitolata l'o- lo II creato duca di Ferrara. Il

pera ai savi del magistrato di Fer- ducato a cui era stata unita la
rara. Si può altresì consultare Giu- Romagnola, il Centese, e il Pieve-
seppe Manini Ferranti, Compendio se, era prima riguardato come feu-
della storia sagra e politica di do, di cui n' ebbero il dominio i

Ferrara, ivi 1808 in sei volumi. marchesi d'Este, cominciando da


Ivi nel tomo primo il Frizzi eru- A zzo IV, che fu il primo marche-
ditamente parla della sua situazio- se di Ferrara nel 11 96. Nelle tur-
ne geografica, delle acque che in bolenze italiche vi ebbero predo-
essa concorrono ; ch'era una volta minio i Torelli, possenti rivali degli
mare, e che poi fu palude ; della Estensi, da' quali ultimi però vennero
sua ampiezza, de' primi suoi abi- superati,aprendosi cosi il sentiero
tanti etruschi, galli, romani, veneti, alladurevole grandezza posteriore.
e della loro vita semplice; delle Verso la fine del 1097 morì Al-
sue isole, antichi piani, dell'inacces- fonso ultimo duca, e non aven-
II
sibilità una volta alle armate ; della do eredi maschi legittimi,
lasciato
sua fertilità, elevazione, coltura, e in conseguenza della donazione o
della salubrità di sua aria *, quando restituzione fatta dalla gran contes-
appartenne alla provincia della Ve- sa Matilde di tutte le sue terre
nezia antica ; delle antichità in es- alla santa Sede, il Pontefice Cle-
sa trovate; dell'antichità de' suoi mente Vili Aldobrandini avocò a
confini a occidente; delle sue di- sé questo ducato insieme al suo
visioni nel secolo XIV, de'suoi con- territorio, quale feudo papale, se-
vol. xxiv. 4
r,o FER FEB
parandolo da Modena e Beggio, ilRavennate, formato per ordine dì
fèudi imperiali rimasti dopo Alfon- Clemente XIII, Roma 1767; Scrit-
so li al duca Cesare e suoi suc- ture in materia del Reno per la
cessori. Da tal epoca rimase questo città di Ferrara, Roma 65
1 Im- 1 ;

ducato soggetto immediatamente al missione del Reno nel Po di Vo-


dominio della santa Sede, e go- lano a sollievo delle due provincie
vernato da un cardinale legato, ed di Bologna e Romagna senza real
il Baruffaldi ci diede la Cronologia pregiudizio di Ferrara, Lucca 1761,
de 'cardinali legati, i aitali hanno seconda edizione; Ragionamento per
avuto il governo della città di Fer- dimostrare, che la spesa di un nuo-
rara dalla devoluzione dello stato vo alveo , che conduca incassati
alla santa Sede sino al 1 7 1 8, che tutti i torrenti, canali, e scoli al
fu pubblicata colle stampe. Abbia- mare non e una spesa eccedente,
mo pure dal Bertoldi Quadro cro- : al comune potere, per liberare e
nologico storico dei diversi dominii assicurare dalle acque le provincie
ai quali e stala soggetta Ferrara, di Ravenna, di Bologna, e di Fer-
ivi 1 817 ; e la Serie degli eminen- raraj Bivellino, Discorso sul Reno,
fissimi e reverendissimi legati di e lettera intorno all'ammissione del
Ferrara, ivi 18 17. Il governo le- Reno in Po, Bologna 1 65 1 ; Accari-
gatizio durò sino al 1796, in cui sio Nicopolitano, Pensieri circa la
i francesi colla legge del più forte diversione del Reno, Ferrara i6q?.;
se ne impadronirono, essendo stato Bertoldi, Memorie del Po di Pri-
poscia per necessità col trattato di maro, Ferrara 1785; e dello stes-
Tolentino ceduto da Pio VI alla so Memorie per la storia del Re-
repubblica francese. Da quel pun- no, Ferrara 1807; ed una molti-
to, seguendo la sorte delle armi, il tudine de'piu. celebri idraulici fra i

Ferrarese ora fu unito alla repub- quali ricorderemo Valeriani , Ar-


blica Traspadana e Cisalpina, ora genvillier, Frisi , Santini , Jaquier
occupato dagli austriaci, poi com- e Le Soeur, Manfredi, e Bonati.
preso nel regno italico, di cui for- Ferrara o Ferrarla, grande e
mò maggior parte del diparti-
la bella città, già capitale del ducato
mento del basso Po, e parte di del suo nome, ed ora capoluogo
quello del Beno ; e finalmente nel della legazione apostolica, e resi-
1 815 fu restituito alla Sede apo- denza del cardinal legato, è posta
stolica, ad eccezione della parte si- in mezzo ad estese e feracissime
nistra del Po, che fu annessa al pianure, quantunque basse, fra quel
regno lombardo-veneto. Allora fu l'amo del fiume che dicesi Po di
da Pio VII ripristinata l'apostolica Volano, laddove in altri canali si

legazione, e il cardinal legato che suddivide, e l'alveo del Po grande.


tuttora la governa. È cinta regolarmente di forti mura

11 Cohellio nella sua Notitìa par- e bastioni, che ne rendono l'ester-

la delle diverse dominazioni di Fer- no aspetto imponente, ed una lar-


rara , e della provincia ferrarese. ga fossa per l' addietro ripiena di
Sulle acque poi sono a leg-
sue acqua ne accresce la tutela. Da
gersi Antonio Lecchi, Pia/10 per
: uno dei lati si eleva la fortezza
V inalveazione delle acque danneg- erettavi da Paolo V colla distru-
gianti il Bolognese, il Ferrarese, e zione di Castel Tedaldo, di Belve-
TER FER 5i
,<lere, e di altre deliziose case de- disegno dell'architetto' ferrarese Bia-
gli Estensi, e di quelli che accom- gio Rossetti, le rinnovò il coro.
pagnarono il duca Cesare a Mo- Nell'anno circa 1637 il vescovo
dena. Al presente è presidiata da- cardinal Magalotti colla direzione
gli austriaci per una particolare del ferrarese architetto Mazzarelli
convenzione segnata l'anno i8i5 imprese a proseguire le riforme al
al mentovato congresso di Vienna, presbiterio; quindi nel 1 7 1 1 il ve-
nella quale fu pure statuito che scovo cardinal Del Verme fece ri-
Comacchio avrebbe una guarnigio- costruire una terza parte del tem-
ne di austriaci. 11 disegno della pio, ed il cardinal Ruffo suo suc-
fortezza pentagono, è tracciato se- cessore fece compiere il rimanente,
condo le regole della militare ar- onde l'opera venne condotta a com-
chitettura ; ma essendosi abbando- pimento, e perciò della prima sua
nata, ed anche incominciata a de- forma non rimangono ora che il

molire sul finire del passato secolo, prospetto, parte dei fianchi esterio-
non è stata di poi che mediocre- ri, oltre al campanile. La dm vi
mente restaurata. La medesima è d' ordine a tre navate,
dorico,
regolarità si ravvisa nelle sue in- lunghe palmi romani 5o8, 9, 3;
terne vie spaziose, ed in gran par- la lunghezza è di palmi 169, s3,

te rettilinee. Sulla piazza della Pa- 2, esclusa la gì ossessa de' muri.


ce s'innalza in prospettiva il fron- Sembra che Guglielmo A delardo di
tone della chiesa metropolitana, il ricca e distinta famiglia ferrarese ne
di cui gotico disegno è abbastanza sia stato il generoso edificatore, e

decorato pei pregevolissimi lavori, forse certo Nicolò l' architetto e lo


com'è rimarchevole per il compli- scultore. Alessandro III nel giorno
cato compartimento delle sue par- dopo Pasqua del 1 1 77 ne consa-
ti lombarde e gotiche. I ferraresi crò l'altare maggiore. I marmi, le
la edificarono nel secolo XII, epoca pitture, ed i mausolei, tra' quali
di grandezza italiana, e da tre o primeggia quello del Papa Urbano
quattrocento navigli di diverse na- III, il quale prima era decorato

zioni si frequentava allora il por- di quattro colonne di marmo ros-


to di s. Luca, rivolgendo le sue so ch'ora adornano 1' altare de ss.

acque il Po a mezzogiorno, ed ef- Vincenzo e Margherita; e l'altro


fettuando così una felice positura di Girolamo Lilio, e Gregorio Gi-
a questa nobile terra. Riuscendo raldi, richiamano l'osservazione nel-
allora incomoda la situazione del- 1' interno, che ha la forma di croce

l' antica cattedrale di s. Giorgio, greca; come altresì principalmente


della faremo memoria in
quale è degno di ammirazione il fonte bat-
ultimo parlando della sede episco- tesimale. Sono rimarchevoli i fa-
pale, e perchè cominciò a domi- mosi libri corali in pergamena, o-
nare per tutto il mondo cristiano pera del XV secolo, pieni di pre-
il ragionevole costume di edificare giatissime miuiature nelle quali si

templi maestosi e grandi, vennero deliziano gli occhi degli intelligen-


i ferraresi ad innalzar nel 1 1 35 ti , e che forse non hanno pari
la cattedrale presente. L' interna nell'Europa, se si escludano quelli
sua magnificenza si serbò fino al esistenti nella pubblica libreria dei
1^9'S, in cui il duca Ercole I, col quali si parlerà. Il campanile vie-
i,

52 FER FER
ne da marmi bianchi e rossi in- sima chiesa di s. Andrea, che fu de-
crostato, ed è di elegante moderna gli agostiniani, nella cui tavola del-
forma, sebbene non ne sia condot- l'altaremaggiore vedesi il capola-
to a perfezione il lavoro. V. Lui- voro di Dosso Dossi. Nomineremo
gi Cosazza, Memorie sopra V im- ancora il tempio della Certosa, ed
portanza cronologica della chiesa altri fregiati tutti di eccellenti pit-
cattedrale di Ferrara , ivi i836; ture, soprattutto del Guercino, dei
nonché Della/acciaia del duomo di Dossi , e di Benvenuto Garofalo.
Ferrara, Roma i838. Il principio V. Cesare Barotti, Pitture e sculture
di sì maestosa torre, già dal po- che si trovano nelle chiese t luoghi
polo tanto desiderata, si deve al pubblici, e sobborghi della città di
marchese Nicolò III , che vi fece Ferrara, ivi 1770, con figure. Al-

gettare le fondamenta nel dì 1 la vaga chiesa della Certosa è an-


luglio dell'anno 14.12. U Cancellie- nesso il grandioso chiostro non ha
ri nelle sue Campane, pag. 86, guari convertito in cimiterio. Sì
parla dell'infelice tentativo fatto maestoso tempio fu edificato nel
dal tedesco Corrado d'innalzare 1498, come narra il Frizzi al tom.
su tal torre campanaria un orologio IV delle sue Memorie, nelle quali
fornito d' ingegnosi artifizi. Il pri- parla di tutte le chiese di Ferrara
mo orologio pubblico comparso in e dell' origine altresì de' religiosi e
Ferrara fu quello che nel i362 delle monache in essa stabilite. Il

fece collocare sopra una torre del citato Cancellieri, a pag. 22, fa me-
suo palazzo il marchese Nicolò II moria dell' iscrizione della campa-
il Zoppo. na di s. Bartolomeo de' cisterciensi
Non mancano Ferrara altri in di Ferrara, conosciuta sotto il no-
templi sontuosi, e per onorate me- me di Campana degli Speroni; dap-
morie venerandi. Si distinguono poiché un giorno passando a caval-
specialmente quelli di Domenico,
s. lo per quella parte la contessa Ma-
ove molti letterati insigni hanno la tilde (Vedi), udì il rauco e debo-
tomba , fra i quali Alessandro Sar- le suono di quella che allora ave-
di , il cardinal Giulio Canani , il vano. Quindi avendo interrogato i

Prisciano, e Celio Calcagnini; di monaci che l'erano venuti incontro


s. Benedetto, ove lungamente giac- per onorarla, perchè non ne faces-
que l'Ariosto; della Madonna della sero una migliore , risposero che
Pietà detta dei Teatini; di Pao- s. non potevano per mancanza di da-
lo de' Carmelitani; di s. Maria del naro: allora la pia e generosa prin-
Vado dei canonici lateranensi, ove cipessa si tolse i suoi speroni d'oro
sono sepolti gli Strozzi; di s. Fran- gioiellati, e li regalò all'abbate, il

cesco , che fu basilica de' minori quale col loro prezzo avendo fatta
conventuali, celebre pei dipinti dei fondere altra campana, per memo-
migliori pittori ferraresi, e special- ria fece incidervi la figuro d' uno
mente di Benvenuto da Garofalo sperone con analoghi versi. Ma re' An-
di Benvenuto l'Ortolano, del Carpi, tonio Guarini scrisse: Compendio
e dello Scarsellino. Quivi stanno se- istorico dell' origine , accrescimento
polti M.
Antimaco Sigismondo
A. , e prerogative delle, chiese e luoghi
Cantelmo, Ghiron Guido Villa, ed pii della città e diocesi di Ferra-
altri distinti personaggi. La vastis- ra, ivi 1621. Andrea Borsetti ci die-
FER FER SI
de Supplimento al Compendio
il levatoio, e questa è attualmente la
3
istorico di Marc Antonio Guarini, residenza del cardinale legato. Que-
in cui si contiene l'origine ed ac- sto palazzo che pur chiamasi il ca-
crescimento delle chiese di Ferra- stello ducale , è un edifizio celebre

ra sino al 1670, con altre memo- nei fasti estensi, per il compassio-
rie, Ferrara 1670. E da Giuseppe nevole fatto di Ugo e Parisina dei
Antenore Scalabrini si ha: Memo- Malatesta, per le vicende del gran
Ferrara,
rie istoriche delle chiese di Torquato Tasso, e per la sua strut-
e de' suoi borghi, Ferrara 1773. An- tura, e vista eminente, la quale do-
tonio Frizzi, Guida delforestiere per mina la sottoposta città. Fu Nico-
la città di Ferrara, ivi 1787. Gi- lò che nel i385 die principio
II

nevra Canonici , Due giorni in Fer- a questo palazzo , per procacciare


rara, ivi 18 ig. Francesco Avven- a sé ed ai successori un asilo an-
ti // servitore di piazza , guida
, nesso alla corte, a cui ricorrere, e
per Ferrara, ivi 1 838. per donde anco uscire di città se-
Al destro fianco del suddetto condo il bisogno. I diversi ampli e
campanile si estende la piazza di splendidi quartieri della città ridon-
s. Crispino o delle Erbe. La piazza dano di stimabili dipinti ; vanno
nuova oggi detta Ariostea è la più specialmente rammentati, il palaz-
vasta. Su di una grande colonna zo dell' arcivescovo ,
quello della
eh' esiste tuttora vedeasi la statua municipalità, quello dei Villa, detto
del Pontefice Alessandro VII, che di Diamante, perchè i marmi bian-

poi ne fu tolta :vi fu quindi eretta chi, co' quali compone la faccia-
si

la statua di Napoleone, e da ultimo ta ricca di bassirilievi, ne hanno la

quella marmorea di Lodovico Ario- figura. Questo palazzo venne edifi-

sto vi fu solennemente inaugurata. cato da Sigismondo d'Este nel 149^,


Ancora si ammira la casa di quel- quando il fratello suo Ercole I fe-

l' insigne- poeta, modeste ed ele- di ce l' addizione alla città di Ferra-
ganti forme, fatta da lui edificare ra; passò poscia ad Ercole II, da
aere proprio nella strada detta Mi- cui l'ebbe il cardinal Luigi di lui
rasole. Per le vicende politiche del figlio, che nel 1567 lo ridusse a

1 796 furono distrutte le due bel- quella magnificenza che trovasi al


lissime statue di bronzo del mar- presente. Successa la devoluzione
chese Nicolò III d'Este, e di Bor- dello stato, il duca di Modena Fran-
so d'Este primo duca di Ferrara, cesco I lo vendette a Guido Villa.
le quali erano ai lati della gran Nel 1808 morto a' 16 maggio Gui-
porta, ossia dell'arco che introduce do III Villa, uomo di singoiar pie-
nel cortile ducale di faccia al duo- tà, venne in possesso di varie fa-
mo. Quella equestre di Nicolò III miglie, le quali stipularono contrat-
J
fu gettata 1 anno 1 45> 1 ; l'altra di to colla comunità di Ferrara a' 3o
Borso sedente, con quattro pagget- settembre 1842. Divenuto il comu-
ti o geni alati all' intorno, venne ne proprietario di questo grandio-
formata l' anno 1 4^4> il tutto a so edifizio v' istituìX Ateneo civico
spese pubbliche. Al castello de' du- inaugurandolo all' odierno legato
chi grandiosamente innalzato in cardinal Giuseppe Ugolini. Quivi si
foggia di propugnacolo, munito di sono già traslocate la comunale pi-
quattro torri, dà accesso un ponte nacoteca istituitane! i836, la quale
14 FÉ R FER
J

occupa 1 appartamento nobile del dell'arte uniscono quello della storia,


palazzo; la scuola comunale d'or- perchè ci ricoi'dano i costumi di
nalo, ed altre classi di disegno fon- quella età, essendovi effigiati perso-
date nel 1820; la scuola teorico- naggi distinti e del popolo, uomi-
pratica territoriale d'agraria insti- ni e donne, cavalcate, caccie ed al-
mi ta con dispaccio della sagra con- tre feste, abiti d'ogni sorta, vedute,
gregazione degli studi de' 7 agosto animali, e quanto mai si può desi-

1842, ed aperta il 6 febbraio i843, derare. Accurate descrizioni di (me-


alla quale è stato assegnato per le sto importante palazzo, e di quelle
lezioni di orticoltura ilgrande orto pitture estesero Francesco Avventi,
annesso all' edilìzio. Tra poco vi sa- Camillo Laderchi, Giovanni Maria
ranno traslocate la scuola di vete- Bozzoli,ed attualmente Angelo Bor-
rinaria teorico-pratica fondata nel sari sta pubblicando una illustra-

1820, l'accademia medico-chirurgi- zione quanto elegante altrettanto


ca nata privatamente nel 1822, e erudita di quei dipinti colle rispet-
resa pubblica con approvazione go- tive tavole incise in rame. Il palaz-
vernativa nel 1837, e l'accademia zo Prosperi, che fu prima de' Ca-
degli Arìostei succeduta a quella stelli, e poscia de' Sacrati, dicesi dei
degl'Intrepidi nel i8o3, decaduta due leoni, dai due leoni di marmo
e risorta nel 1819 col nome di rosso che stanno lateralmente al-

scientifico-letteraria. Quivi pure è l'ingresso della porta: la cantona-


.slato attivato uno stabilimento lito- ta è scolpita con grazioso disegno,
grafico. e soprattutto la magnifica porta,
Vanno pure ricordati, il palazzo del costrutta d' ordine composito , con
Paradiso destinato agli studi t i due colonne scannellate, gradinate, e pog-
palazzi Bevilacqua, quello Costabili, giuolo sostenuto da putti, imposte
nel quale si custodisce una stupen- di marmo con medaglie, e masche-
da collezione di pitture della scuo- roni di bronzo, opere di Baldassa-
la ferrarese, ed una biblioteca ric- re Peruzzi. La misera umanità è
ca di manoscritti , di edizioni del sollevata dalle fisiche e mentali ma-
secolo XV, di Aldi, di Elzeviri, di lattie in ampio e ben mantenu-
Cominiani e di Bodoniani; e il pa- to spedale , ma serba la memoria
lazzo di Schifanoia detto ora della dell'ingiuria ivi fatta al Tasso. Il

Scandiana. Era questo una delle più teatro dinuova costruzione, presenta
belle e maestose fabbriche, ampliata molta eleganza e buon gusto si vuo- ;

dalla magnificenza di Borso d'Este, le che l'antico fosse il primo teatro


ma al presente è in grande deca- che si aprisse in Italia. Gli ebrei
dimento; riesce però oltremodo pre- vi hanno la sinagoga e sono rac- ,

gevole per le storiche idee che ris- chiusi, come nelle altre città pon-
veglia , e per la grandissima sala tificie, in separato quartiere, già
nelle cui pareti a settentrione e le- vi erano stabiliti nel 1275, e del
vante vi sono a fresco preziosissime loro antico cimiterio ne parla il

dipinture dei primi artisti ferrare- Frizzi tom. IV, pag. 3 18. Al
al
si vissuti nel secolo XV e forse nel tempo degli Estensi coinè diremo, ,

principio del secolo XVI. In esse si s'introdussero in Ferrara gli ebrei:


ravvisa il fare del Costa e del Tu- essendo dispersi per la città, dal
ra , e de'loro discepoli , al pregio cardinal legato Giacomo Serra fu-
FER FER 55
tono rinchiusi nel circondario ove conteggiò la moneta a lire di fer-

al presente si trovano ed il suo , raresi, lire di aquilini, e lire di bo-


successore cardinal Cennini formò lognini. In quell' anno poi, circa,
i capitoli del ghetto, pel regolamen- s' introdusse V uso della tanto rino-
to dell'università e circondario. Al- mata lira de' marchesini , moneta
tre notizie di loro si leggono nel- ideale composta di venti soldi, op-
1' interessantissimo Diario ferra- pure marchesini moneta reale d'ar-
rese. gento battuta da Nicolò li il Zop-
Il secolo XVI fu aureo per Fer- po nel t38i, da dodici ferrarmi
rara, né maggior lustro poteva spe- piccoli ossiano denari ferrarmi per
rare di quello di essere divenuta cadauno. Dal 1 382 circa comincios-
capitale illustre di tutti i domimi si a calcolare comunemente sulla
Estensi, e seggio della loro magni- lira de' marchesini, la quale al suo
fica corte: nohile asilo ai dotti, nascere equivaleva al valore di ot-
teatro di molti grandi avvenimen- tantacinque baiocchi e denari die-
ti, di torneamenti , e di tutto ciò ci, ma poi diminuì di tempo in
che si può vedere iti una corte o- tempo in valore per modo che al-

pulente, magnifica e brillante, che la sua abolizione del 1659 non fu


di frequente data sontuose e prin- valutata più di baiocchi dieciotto
cipesche feste e spettacoli. Nei bas- e denari due. V. Vincenzo Bellini,
si tempi in Ferrara celebra vansi Dell'antica lira ferrarese di mar-
alcune feste nelle quali eravi la chesini detta volgarmente Marche-
corsa donne, la prima delle
delle sana, dissertazione, Ferrara I754-
quali che raggiungeva la meta, ot- Delle monete diFerrara, trattato, ivi
teneva in premio da'magistrati drap- 1761; De monetis Ferrar iae, exst.
pi sciolti o foggiati a sopravveste mili- in Oper. de monel. Ital. : autore di
tine, corone, cavalli, sparvieri, galli, gran credito, ed assai interessante
o porchette : un
costume era
tale per la vera storia del Ferrarese. V.
pure in Modena ed in Pavia. Di inoltre Benedictus litterae a- XIV
tale corsa, e di altre di uomini, di postolicae, quibus nummularii , et
fanciulli, di cavalle, di cavalli, di campsores civitatis Ferrarien, a ter-
asini , e di altri spettacoli ne trat- lio ad secundum ordinem consilia-
ta il Frizzi nel tom. Ili, pag. i85 riorum dictae cwitalis transferuntur,
delle Memorie. Il diritto della zec- Romae 1758. Giuseppe Mayr, Gli
ca l'ebbe Ferrara dall'imperatore ultimi periodi della zecca dì Fer-
Federico ed il Muratori, ed il
I, rara, ivi i823; e dello stesso ab-
Bellini lo credono concesso col fa- biamo Monete e medaglie onorarie
:

moso diploma de' 23 maggio 1 164, ferraresi illustrate, Ferrara 1 843.


col quale accordò diversi privilegi Non riuscirà discaro fare qui men-
alla città y e la prima moneta co- zione dell'introduzione dell'utilissi-
niata fu il ferrarino, che fu pure ma arte della stampa in Ferrara.
la maggiore, essendo il danaro mi- Ciò avvenne 47 x P ei opera
nel 1
'

nore il bagalino. Usarono gli E- di certo Clemente Donato che pro-


sti'iisi, come gli altri principi, del veniva da Roma; ma non poten-
diritto di moneta ne' loro
battere dosi la sua stamperia sostenere col-
stati. In Ferrara dalla prima isti- le proprie forze, s' intraprese poco
tuzione della zecca sino al 382 si 1 dopo a sue spese da Andrea Gallo
56 FER FER
cittadino ferrarese, com'egli s'inti- autore, colla quale viene illustrata
tola, il quale apri la prima stam- la tipografia ferrarese.
peria in Ferrara come scrive il Ba- L' università che quivi fiorì ne
ruffaldi. Ma da ultimo il eh. sacer- accrebbe grandemente il lustro. Nel
dote d. Giuseppe Antonelli, nelle 1241 l'imperatore Federico II, se-
ìlicerche bibliografiche sulle edizio- condo l'Alberti per punire i bolo-
ni ferraresi del
seeolo XV
ha , gnesi a lui contrari, trasportò a
provato, che r4yi l'introdu-
nel Ferrara la celebre università, co-
zione della stampa in Ferrara si me altrove per simile motivo l'a-
deve attribuire ad Andrea Belforte veva trasportata altre volte. Ma
francese, poiché le esibizioni fatte al essendo allora Ferrara in mano dei
magistrato di Ferrara dal nomina- guelfi nemici di Federico II, e per
to Donato il 23 novembre i47°> altre ragioni che riporta il Frizzi
non vennero accolte attese le disav- nel tom. Ili, pag. 119 delle Me-
venture alle quali era andata sog- morie, non sembra ciò verosimile,
getta questa città. La prima opera ed all'anno 1220 aveva parlato di
che vide la luce con data certa è il certe scuole fanciullesche e gram-
Valerii Martialìs Epigrammata , maticali al più ch'erano in Ferra-
Ferrariae die secunda julii anno ra , e che la gioventù ferrarese
Domini MLXXI ommesse le cen- portavasi a Modena ove fioriva
tinaia CCCC, in 4-°; l a q ua l data è lo studio delle leggi, e forse di al-
così postaper essersi il libro termina- tre facoltà. All'anno 1264 s' legge
to di stampare il 2 luglio i47 x H - che sotto A zzo gran fau-
Novello,
lodato Antonelli pubblicò l' erudita tore de'poeti, Ferrara avea un pre-
sua opera in Ferrara nel i83i, ed gio equivalente all' università, cioè
ora ha pressoché condotto a termine le pubbliche scuole di legge, medi-
la storia della tipografìa degli stati cina, grammatica, e dialettica, le
Estensi del primo secolo della stam- quali due ultime facoltà, sanno gli
pa. Ma se il pregio della stampa eruditi, che una volta avevano ben
Ferrara l' ebbe comune ancor con più ampio e più nobile oggetto
altre piccole città italiane, quel ch'è che non hanno oggidì poiché o ,

tutto suo, o al più che divide con col titolo digrammatica o con ,

Mantova, è l'aver fino dal 1476 quello di belle arti comprendeva-


fatta vedere nel suo seno la prima no la lingua latina, la rettorica e
stamperia ebraica. Girolamo Baruf- la dialettica, e formavano il così
faldi Jun.,Della tipografia ferra- detto trivio conducente all'eloquen-
rese dall'anno i47 r a l i5oo, Sag- za, stendendosi insieme all'aritme-
gio letterario bibliografico, Ferrara geometria, musica, ed astro-
tica,

1777. Jo. Bernardus de Rossi, De nomia che si chiamavano il quadri'


typographia hebraco ferrariensi corti- vio, da cui si aveva adito alla fi-

mentarius historicus, quo ferrarien- losofia secondo che


la spiegazione
sis judaeorum editione hebraicae , ne dà Boezio, e il vescovo di Fer-
hìspanicae, lusitaniae recenserunt, rara Uguccione nella sua gramma-
et illustranlur, Parmae 1780. Nel- tica. Ai dottori di dette facoltà,
l'anno seguente, dalle stampe di nell'antico statuto ferrarese del
1 264,

Erlanga uscì una seconda edizione venne concesso il privilegio di non


arricchita di una lettera del suo andare alla guerra, con pubblica
s,

FER FER 57
decreto. Nel 1 297 le pubbliche fu di là per gratitudine trasporta-
scuole erano operte nel convento to a Ferrara il suo corpo pompo-
di s. Domenico. Mentre il marche- samente, sulle spalle de' lettori o
se Alberto Estense era vicario del- degli scolari dell'università, alla chie-
la Sede apostolica in Ferrara il , sa di s. Maria degli Angeli. Nel
munifico Pontefice Bonifacio IX, i4j3 i lettori erano cinquanta, ol-
concesse a Ferrara la grazia del- tre ai rettori, ed altri stipendiali.
l' erezione di uno studio generale Decaduta grandemente l'università,
od almo liceo, perchè sebbene sus- nel i55o, la duca Al-
restaurò il

sistessero i pubblici lettori delle fonso ed il palazzo del Para-


II,

menzionate scuole , non avevano diso divenne nel 1567 la residen-


quel credito e nobiltà che gli de- za dell'università.
riva dal grado di università pegli Ricuperato da Clemente Vili
analoghi regolamenti , e ciò con al pieno dominio della Chiesa ro-
bolla de' 4 marzo 1 3g 1 , impetra- mana il ducato di Ferrara, con
ta dalmarchese, e dal comune breve apostolico del 1602 accreb-
della città. Cos'i venne fondata la be i privilegi della sua università.
università di Ferrara sul modo V. Andrea Borsetti, Ferrante Bo-
stesso , e coi privilegi delle uni- leni Ferrantes, Historia almi Fer-

versità di Bologna e di Parigi, con rar iae gymnasìi, Ferrariae 1725.


licenza d'insegnarvisi qualunque fa- Girolamo Baruffaldi, col nome fin-
coltà sagra e profana, e di con- to di Giacomo Guarini, Ad Jerra-
cedervisi a chi ne sarà degno la riensis gymnasii historiam per Fer-
laurea dottorale per le mani del rantem Borsettam conscriplam sup-
vescovo pro-tempore a ciò deputa- plementum, et animadversiones, Bo-
to. I savi del comune lieti del pre- noniae l'j^Oj 1 74 1 Andrea Bor-
zioso privilegio dell'università, invi- setti, Adversus supplementum et a- ,

tarono a leggere in essa professori nimad\'ersìones Jacobi Guarini cri-


di chiaro, nome da parti estere, e tici personali in historiam almi
costituirono alle cattedre conve- ferrariensis gymnasii defensio, Ve-
nienti onorari. 11 marchese Nico- netiis 1747- Dipoi il Pontefice Cle-
lò IH nel 1402 fece riaprire le mente XIV nel 1771 con nuove
scuole dell'università, già chiuse per leggi, insigni prerogative, e cospi-
ragione di economia otto anni cue rendite fece risorgere la quasi
prima, e pose a leggervi molti ce- estinta università di Ferrara. Su
lebri forastieri. Nel i44 2 3 mar- di che va letta la Constitulio Cle-
chese Leonello Estense coli' elezio- mentis XIV ', qua almum studium
ne di sei riformatori, volle rifor- ferrariense no vis legibus insti tu ti

mata che trovavasi in


l'università , immunitatibiis restituilur, atque di-
disordine: furono chiamati più i stìnguitur, Romae
1771. Non che,
chiari dottori di ogni facoltà, ed Accademia a Clemen-
ferrariensis
emanate provvidenze per eccitare te XIV restituta. Acccdit oratio ha-

alla cultura la gioventù con ob- , hita IV nonas novembris ij'jì. in


bligarsi altresì i maestri e peda- solemni studiorum inslauratione
goghi de'fanciulli a riportare l'ap- Ferrariae 1772. Il ragguaglio bre-
provazione dell' università. Morto ve delle vicende dell'accademia lo
Leonello al palazzo dei Belriguardo scrisse monsignor Carlo Federici;
5$ VER FER
poi segue la costituzione pontificia di seconda classe. Il palazzo della
con nuove leggi ed immunità per università contiene una ricca biblio-
l'università; indi succede il breve teca con preziosi manoscritti di pa-
dispositivo per l'eredità di Alberto come di Ario-
recchi nostri classici,
Penna a favore dell'università, col- sto, Tasso, del Guarini e di
del
l'elenco de'riformatori e lettori pub- Cicognara; la cui sala di lettura è
blici; finalmente trovasi l'orazione decorata del nuovo mausoleo del-
del p. Gio. Luigi Buongiuochi pro- l'Ariosto. Avvi un gabinetto ar-
fessore della medesima. Memore il cheologico e di mineralogia, un or-
Papa Pio VI che nella sua gio- to botanico, ed il teatro anatomico,
ventù si era approfondato nelle e i gabinetti di fìsica e di chimica.
scienze più belle, ed aveva estese Il Frizzi nel tom. V, pag. 209, nar-
le sue cognizioni nella città di Fer- ra che il magistrato nel 1758 fe-
rara sotto la direzione dell'avvocato ce l'acquisto ben ragguardevole del
Gio. Carlo Bandi suo zio, che in qua- museo del sacerdote Vincenzo Bel-
lità di uditore assisteva il cardi- lini ferrarese, consistente in una se-
nal Ruffo legato; venendo quindi rie di medaglie italiane de' bassi
in cognizione che l' insigne univer- tempi così copiosa, che quasi pote-
sità ferrarese era in umiliante po- va dirsi completa ed unica. L'au-
sizione per mancanza di rendite tore temendo che con autori-altri

sufficienti al mantenimento de'pro- tà gliela chiedessero,perchè avea


fessori, e non potendo l'erario papa- incominciato a renderla nota colle
leaggravarsi più di tale spesa, perle sue riputatissime opere, la offri ge-
vive istanze del ferrarese monsignor nerosamente in dono alla comunità,
lliminaldi , stimò conveniente ac- la quale la ripose nell'università, e
crescere di un quattrino per libbra lui destinò perpetuo custode con
il dazio del sale, e che questo pro- conveniente onorario. L'esempio del
vento andasse in benefizio dell'uni- mosse l'abbate Carli a fare
Bellini
versità. V. la Cedala di moto pro- museo gratuitamente un
allo stesso
prio della Santità di N. S. Pio Pa- aumento di qualche centinaio di
pa VI, con cui si aumentano le sue preziose medaglie.Lo stesso an-
entrate, si prescrivono nuovi rego- che fece il ferrarese cardinale Pu-
lamenti e privilegi per la pontificia minaldi di quante monete , meda-
università di Ferrara, Roma 1778. glie e monumenti antichi di bron-
Francesco Leopoldo Bertoldi, Delle zo e di marmo capitarono in Ro-
medaglie e monete esistenti nel mu- ma in suo potere. Nella pubblica
seo dell' università di Ferrara, me- biblioteca si conservano fra le cose
moria antiquaria numismatica, Fer- preziose una serie di libri corali in
rara 1789. Il Frizzi nel t. I delle numero di dieciotto, i quali uguaglia-
Memorie, a pag. 226 e seg., riporta no nel merito quelli esistenti Bel
in parte gli antichi marmi eruditi duomo. V
ha opinione che le stu-
ed iscrizioni, raccolti nell' università. pende miniature delle quali vanno
Per le succennate politiche vicende, adorni, come pure quelle d' una
l'università decadde notabilmente, bibbia in quattro volumi in foglio
finche Leone XII colla nota bolla atlantico, sieno state eseguite da
Quod divina sapientia omnes docci, Cosimo Tura, e dalla sua scuola,
ravvivò l'università, e la dichiarò che rendono quelle pergamene am-
FBR IL il 59
mirate: dal colto viaggiatore, con- ebbe priucipio nel 1 746 ,
per la

tenendo gli avvenimenti registrati generosità di alcuni cittadini, dopo


nelle sagre carte. Girolamo Baruf- avere il magistrato piantato presso
faci Jun. ci diede il Commentario all' università il giardino botanico.
istorico della biblioteca pubblica Nel 1700 il medesimo magistrato
ferrarese, Ferrara 1782. V. anche comprò la scelta biblioteca del car-

Prospero Cavalieri, Notizie della dinal Bentivoglio ferrarese, e la unì


pubblica biblioteca di Ferrara, ivi a quella pubblica, in modo che al-

181 8: Vincenzo Cicognara, Ragio- lora contò circa seimila volumi,


namento !>nlla pubblica biblioteca che in breve crebbe di altri mille,
di Ferrara, Bologna i83i; V ale- finché se ne fece la solenne aper-
ri i, Osservazioni sopra la bibliote- tura e dedicazione nel 1753, nella
ca di Ferrara tradotte con aimo- cui circostanza si pubblicò colle
tazioni bibliografico - storiche del- stampe l'orazione latina, che reci-

Vab. Giuseppe Antonelli, Ferrara tò per essa Innocente


il p. Casto
i838. Il Frizzi tratta dell'antica Ansaldi domenicano. Successivamen-
biblioteca di Ferrara al toni. Ili, te la biblioteca pubblica divenne
pag. 45?}} ov e si dice che mar- il più copiosa e rispettabile pei nota-
chese Leonello protettore beneme- bili incrementi che ricevette. L'ab-
rito delle lettere, pose molta cura bate Carli nel 1758 gli lasciò in
in raccogliere antichi e preziosi legato molti e preziosi libri; così
codici, e Dell'averne arricchita la pro- pur fece il conte Giovanni Troni
pria biblioteca, col fondarne una nel 1760, ed in seguito Gio. An-
ancora separatamente nel convento drea Barotti. Indi nel 1772 gli
degli Angeli, a confronto delle qua- venne data la biblioteca del colle-
li uscì contemporaneamente quella gio di Ferrara della compagnia di
del convento di s. Paolo, numero- Gesù, coll'aggravio aggiuntovi d'u-
sa di più di settecento codici. Indi na penzione vitalizia a vantaggio
il Frizzi dice di altre biblioteche di due soggetti di quella compagnia;
nel tona. IV. Il celebre Celio Cal- e nel 1777 il comune, ed annuente
cagnai morendo nel 1 54 1 legò ,
il governo, per l'annuo censo sta-
per testamento ai domenicani tutti bilitogli ne accrebbe le rendite che
i suoi libri da convervarsi ad uso sin dal 1751 ritirava dall'appalto
pubblico, ed insieme scudi cinquan- de' vetri. Molti cittadini in più vol-
ta d'oro per le spese delle scansie, te furono larghi di donativi di li-

e catenelle da fermare i volumi bri , ed il cardinal Biminaldi nel


ai banchi, come si costumava al- 1780 gli die circa mille volumi
lora. Alfonso II nel idoo, eseguì di autori ferraresi, e nel 1782 di
in gran parte il vasto disegno da altri duemila delle più rare edi-
lui concepito tre anni prima quan- zioni. S'ingrandì poi notabilmente
do era Francia, di aggiungere
in nel 1798 pel trasporto fattovi di
alla Estense biblioteca, già accre- non pochi libri de'soppressi moni-
sciuta di preziosi codici da Leo- steri e conventi de' regolari, ceduti
nello, Boi so, ed Ercole I , tutti i a questo stabilimento dal governo,
libri fino a quel giorno stampali. che allora reggeva questa provin-
Ala la pubblica biblioteca ci dice cia. Per contribuire vieppiù al lu-
il Frizzi nel toni. V, pag. 202, che stro di questa biblioteca, il conte
j

òo FÉ a FER
Galeazzo Massari molto nel 1 838 vagliati j nel i56g i Partici j nel
legò ad essa la sua ricca raccolta nel 1570 gli Operosi, gli Eletti,
di libri moderni, né si devono o- e i così detti Ferraresi j nel 1571
mettersi i molti doni che di recen- gli Umili; nel 1574 i Mercuria-
te si sono fatti e si fanno da mon- li; nel 1575 gli Ardenti, ed i

signor Carlo Emmanuele Muzza- Costanti j nel 1576 gì' Indefessi


relli, e da monsignor can.
Mare- nel 1
579 i Concordi, e i Rinno-
scotti animo generoso de-
, al cui vali j nel i58r i Sereni j e nel
vesi la formazione del museo di i588 i Parteni. Alcune di queste
mineralogia, e l'aumento del mu- società ebbero per base la sola giu-
seo fisico. risprudenza, altre la filosofia, altre
Fiorì la anco per accade- città le belle lettere, altre tutte promi-
mie letterarie ed artistiche. Assai scuamente le liberali discipline. Al-
deve a Guarino la ferrarese lette- le medesime si aggiunsero quelle
ratura cooperandovi la protezione
, di musica stabilite neir arciconfra-»
che a' dotti accordò Boiso d' Este. ternita della morte l'anno iScp,
Sotto di loro, e verso l'anno
1460, e nella confraternita dello Spirito
sorse nella città l'accademia Benzia, Santo l'anno 1^97, come si può
una tra le prime che si comincias- intendere da ciò che di tutte è
sero ad usare in Italia, istituita slato colla possibile diligenza scrit-
nella casa dei Benzi, dal celebre to da Girolamo Baruffaldi Jun. col-
medico Ugone. Kenea cognata di le Notizie istoriche delle accademie
Francesco 1 re di Francia, e mo- letterarie ferraresi, Ferrara 1787.
glie del duca Ercole II, siccome Indi medesimo Frizzi nel tom.
il

di elevato ingegno , e coltissima, IV, pag. 43 parla di altre accade-


pel gran genio che aveva verso gli mie, come degli Spensierati, dell'oc*
uomini dotti, dopo il 1 53 x aprì cademia del palazzo ducale, degli
nelle sue stanze un' accademia di accademici Intrepidi, che aveano
lettere, la quale però in progresso per motto Premat dum imprimat.
:

se ad esse fece onore, non fu così Questa accademia rispettabile fu


alla cattolica religione. L' accade- istituita per esercizio di lettere ed
mia degli Elevali, che si adunava armi nel 1600 co' suoi statuti, e
in casa di Alberto Lollio, svanì nel vi recitò la prima orazione nel
1 54- 1morte del celebre Celio
alla 1601 il conte Guido Ubaldo Bo-
Calcagnili], uno degli istitutori di narelli. Dal pubblico gli furono
essa: fu supplita da quella de'JFY- assegnati scudi cento annui. Radu-
laretì, fondata l'anno i55o circa naronsi da principio nel teatro
dal cav. Alfonso di Teofilo Calca- presso la chiesa di s. Lorenzo; in-
gnine Il Frizzi nel tom. IV, pag. di nel i655 fu l'accademia risto-
420 osserva che fu mirabile lo sta- rata dal cardinal Pio vescovo di
to florido dell' università sotto Al- Ferrara, che gli aprì l'adito nella
fonso II, come l' entusiasmo e la casa di sua famiglia. Nel 1692 il

moltiplicazione nuove acca- delle cardinal Imperiali assegnò parte


demie o letterarie adunanze di Fer- della rendita di questa accademia
rara. V'erano nel i562 gli Affla- al mantenimento di due pubblici
ti, e gli Ascendenti j nel maestri di ballo e scherma ; ed in
1567 gli
Olimpici, i Tergemini, ed i Tra- ogni tempo vi furono aggregati i
FER FER 61
primi poeti e dotti d'Italia. Il car- scalchi, allora arcivescovo, acciò la

dinal legato Tommaso Arezzo nel conversazione fosse dichiarata ac-

1819 riformò l'accademia degli cademia, e con tal grado nel 1827

A riostei- Intrepidi. Dipoi sursero le l'approvò congregazione degli stu-


la

accademie chiamate , Eroica , de- di in un a'suoi regolamenti. Non an-

§Y Ingegnosi, de' Confusi, de' Tene- dò guari che alla nascente accade-
Irosi, e de Filenij e più tardi quel- mia i più distinti medici dell'Eu-
le de' Di/formati , la Pia de' Co- , ropa desiderarono di appartenervi.
stanti, e de Discordanti. Vi furo- Il magistrato ferrarese, conosciuta

no poscia quelle de'Morescanti, dei l'utilità dell'accademia e l'onore


Cigni o delle Muse, dell' Eridano che ne sarebbe derivato alla città
o del Carmelo, degli Applicati, dai lavori di essa, contribuì al suo
de' Velati, degli Arcadi colonia ro- incremento con annuo stipendio, e
mana ec. Fiorirono pure le acca- ampio locale per la
coll'accordare
demiche adunanze della Selva e sua residenza nel nuovo eretto a-
della Vigna, quelle degli Argonau- teneo civico ferrarese. Contribuì
ti e de' Villani, non che degli Ario- anche al migliore progresso di es-
stei. Ferrara emulò le più colte sa la congregazione provinciale, col-
città d'Italia per gli uomini illu- l' assegnare un annuo premio con
stri che vi ebbero i natali, educa- stabilita somma, per quella memo-
zione, protezione e soggiorno. L'ac- ria che verrà dal consesso accade-
cademia degli A riostei, dopo un de- mico creduta degna. Per le ulte-

cennio, nel 1 84 1 riprese attività e riori notizie si possono leggere gli

vigore essendone presidente il col- estrattiche vennero pubblicati col-


to e eh. marchese Tommaso Esten- le stampe di quanto si è operato

se Calcagnini. dagli accademici dall' anno 1827


L'accademia medico - chirurgica fino all' anno 1842.
ebbe origine nel 1822, allorquando Ferrara surse troppo tardi per
alcuni de' più filantropi medici fer- presentare una serie di quegli in-
raresi proposero ad altri de' loro vitti martiri, i quali collo spargi-
colleghi di radunarsi in alcune mento del loro sangue segnarono
sere determinate onde scambievol- vittoriosi i primi passi del cristia-
mente soccorrersi in tutto quello nesimo, ed è perciò che il nu-
che riguarda l' amenissima sciema mero de' suoi santi è ristretto, in
che professano. Piacque 1' idea, ed relazione a molte altre città della
il professore Alessandro Colla a ta- Italia., e di questi ricorderemo i
le oggetto offerse il primo la sua principali. Beatrice I d' Este nata
medesima abitazione, per cui av- di Azzo Vili, dopo di aver fon-
venne la prima adunanza nella se- dato un monistero di vergini, det-
ra de' 22 novembre dello slesso to di s. Giovanni Battista, sul mon-
anno. Conlinuaronsi le private li- te di Gemmola, ivi morì d'anni
moni, e vedendo che cresceva lo venti con gran fama di santità, per
zelo in tutti, pensarono di dar for- cui si venera col titolo di beata
ma e regolamento alle loro con- d'Este. Beatrice II figlia del mar-
versazioni, e ridursi in formale ac- chese Azzo IX, fondatrice del mo-
cademia. In fatti sul principio del nistero di s. Antonio Ferrara
di
1824 piegarono il cardinal Ode- dell'ordine di s. Benedetto. Questa
ftl FER FER
dopo aver dato il colmo alla sua ladini, il quale dopo essere stato
gloria colle virtù praticate di au- per sua divozione alla visita de'luo-
sterità, di penitenza, e di buon e- ghi santi di Palestina, incammina-
sempio, nell'età di trenladue anni to per Ferrara s' infermò grave-
morì santamente il di 8 gennaio del mente in Cotignola, dove morì il
1262. Il culto di questa beata primo dicembre 1428. Il di lui
venne canonicamente confermato cadavere incorrotto sta esposto alla
da Pio VI con decreto del 1776, pubblica venerazione nella chiesa
che accordò anche l' uffizio e la de'minori osservanti di quella ter-
messa propria. L'arciprete Girola- ra. Santa Caterina Vegri monaca
mo Baruffaldi ha scritto la vita di dell'ordine serafico di s. Francesco

s. Contardo d' Este, che rese assai nel secolo XV, nacque nel 1 4 3, 1

venerata la sua memoria colla san- e nel 1426 si condusse a Bologna


tità della vita, e coli' esempio la- onde fondare un nuovo monistero
sciato d'uno de' più illustri peni- della sua regola, nel quale menò
tenti del secolo XIII. Nacque dal santamente il restante di sua mor-
marchese Azzo IX nel 1249; ve- tale carriera, perciò viene detta di
stito in abito di penitenza, a tutti Bologna: ivi morì a'9 marzo i463,
incognito, si diede ad intraprendere venendo canonizzata da Clemente
a piedi il pellegrinaggio de' luoghi XI nel 17 12.
santi, ritornando da'quali, preso da Dal secolo XV fino al presente
gravissima malattia, morì in Broni, Ferrara conta i seguenti cardina-
terra del Piacentino. La fama del- li, oltre più di ottanta ferraresi tra
la sua santità ed i molti miracoli patriarchi, arcivescovi, e vescovi.
operati fecero sì che il Pontefice Pio II primo creò cardinale nel
per il

Paolo V confermò il culto che ab 1461 Bartolomeo Roverella. Ales-


immemorabile eragli stato accor- sandro VI fece cardinale nel i49^
dato, concedendo alla diocesi di Ippolito I d'Este. Paolo III nel
Piacenza la celebrazione della mes- i538 Ippolito II d'Este. Pio IV
sa propria. San Bonmercato mar- nel i56i Luigi d'Este. Gregorio
tire,secondo le antiche tradizioni XIII nel i583 Giulio Canano. Cle-
confermate dai Bollandisti , Ada mente Vili nel i5g9 Bonifacio Be-
Sanct. t. Ili del mese di giugno, vilacqua, e Alessandro d'Este; e nel
fu un illustre chierico della chiesa 1604 Pio Carlo Emmanuele di
di Ferrara, che nel giorno 18 di Savoia. Paolo V nel 1621 Guido
giugno subì il martirio per mano Bentivoglio. Gregorio XV nel 1621
di uno sgherro nella pubblica piaz- Francesco Sacrati. Urbano Vili
za di Ferrala. Girolamo Baruffaldi nel 1643 Carlo Rossetti. Innocen-
il giuniore ne scrisse la vita che zo X neli652 Giacomo Corradi,
venne stampata. Il beato Donato e nel i654 Pio Carlo di Savoia.
Brasavola, nato nel 1269, vestì l'a- Clemente XI 17 19 Cornelio
nel
bito di s. Francesco de'minori con- Bentivoglio. Benedetto XIV nel
ventuali, e pel dono della profezia 1743 Carlo Leopoldo Calcagnini.
venne acclamato beato subito dopo Pio VI nel 1776 Guido Calcagni-
la di lui morte, che seguì il ni, nel 1785 Giammaria Riminnl-
24
ottobre i353. Era pure minore di, e nel 1794 Aurelio Roverella.
conventuale il beato Antonio Bon- Pio VII nel 1823 Antonio Pai-
FER FLR 63
lotta piceno, ma nato in Fer- De Jatrophysicis ferrariensibus dis-
ra ra. serta tio, Bononiae 1691. Furono
Ferrara ebbe un numero straor- distinti Antonio Montecati-
filosofi

dinario di uomiui celebri in ugni no ; Cesare Cremouini ; Tommaso


ramo di scienze lettere ed arti. , Giannini ; Alfonso Gioia ; Lorenzo
Quelli die principalmente si distin- Altieri. Nelle matematiche ed idro-

sero nelle scienze sa^re Lo- sono statica si resero celebri Domenico
dovico Bigo Giovanni
Pittorio ; Maria Novara ; Giovanni Bianchi-
Canali; Girolamo Savonarola; Fran- ni ; Pietro Buono Avogadro ; Gio.
ceschino Visdomini Giovanni Ver- ;
Battista Riccioli ; Nicolò Cabeo ;

niti Andrea Baceria; Francesco


;
Luca Valeri; Gio. Battista Aleotti;
Silvestri ; Paolo Sacrati ; Lorenzo Romualdo Bcrtaglia ; Giovanni Be-
BaroUi; Anton Francesco Celiati; lletti ; Teodoro Bonati. Fra i filo-

Alfonso Muzzarelli ; Francesco Fi- logi, storici, biografi, ed antiquari


netti gesuita. Nella poesia, oratoria, sono a registrarsi Pellegrino Pri-
e grammatica primeggiarono An- sciano ; Gio. Battista Pigna ; Ga-
tonio dal Beccaio ; Agostino Becca- spare Sardi ; Celio Caleagnini ; Li-

ri Lodovico Carbone; Francesco


;
lio Gregorio Giraldi ; Daniello Baia-
Cieco; Matteo Maria Boiardo; Gio. toli ; Gio. Andrea Baro t ti ; Appia-
Battista Guarini I; Ercole Strozzi; no Bonafede ; Ferranto Ferranti
Tito Vespasiano; Lodovico Ario- Borselli ; Vincenzo Bellini ; Fran-
sto; Antonio Tibaldeo ; Cinzio Gio. cesco Leopoldo Bertoldi Luigi U- ;

Battista Giraldi ; Giovanni Battista ghi Antonio Frizzi Giuseppe Ma-


; ;

Guarini li ; Fulvio Testi Girola- ; nini; Leopoldo Cicognara.


mo Baruffa Idi I ; Alfonso Varano Questa città ebbe l'onore di es-
Lorenzo Rondinelli ; Onofrio Min sere egregiamente i-i vendicata dal
zoni Vincenzo Monti
; Giovanni ; Lanzi, per le lodi che tributa alla
Roverella; Francesco Alunno; Al sua scuola pittorica, la quale pre-
Berto Lollio ; Bartolomeo Ricci senta una bellissima schiera di uo-
Alberto Accarisio. I principali giù mini celebri fra i pittori. Ci limite-
reconsulti sono Lodovico Sardi remo a menzione de' seguenti.
far

Jacopino, e Gio. -Maria Riminaldi Galasso ; Cosimo Tura ; Lorenzo


Cosimo Pasetti ; Felino Sandeo Costa; Ercole Grandi ; Domenico
Marco Bruno Anguilla ; Gio. Bat Panetti; Benvenuto Tisi; Benvenu-
tista, e Giovanni Cefali ; Marc'Au to 1' Ortolano Dosso Dossi ; Maz- ;

relio Galvani Jacopo Emiliani


; zolino Sebastiano Filippi; Bartolo-
Giulio Cesare Cabeo; Ercole Pi meo Ramenghi ; Sigismondo Scar-
ganti ; Ercole Graziadei. Tra i me sella ; Carlo Bononi. Architetti fa-
dici ricorderemo Lodovico Bonac mosi furono Bartolino da Novara ;

cioli ; Giovanni Maliardo ; Antonio Giovanni da Ferrara ; Biagio Rosset-


Musa Brasavola ; Gio. Battista Ca- ti ; Alessandro Balbi; Alberto Schiat-

nani Giovanni Emiliani ; Arcan-


; ti ; Giovanni Battista Aleotti; Antonio

gelo Piccolomini ; Girolamo Brasa- Foschini. Primeggiarono tra gli scul-

vola ; Giuseppe Lanzoni ; Francesco tori, Luigi Anichini incisore di gem-


Maria Nigrisioli ; Antonio Testi; me; Antonio Marescotti, e Sperandio
Giovanni Tumiati; Antonio Cam- fonditori di bronzi; Pietro ed Alfon-
pana. Giuseppe Lanzoni ci ha dato so Lombardi; Girolamo Lombardi;
, .

64 FER FER
ed Andrea Ferreri. Se fioriva gran- si, Ferrara1804. Ughi, Pinacothe-
demente in Ferrara nel secolo XVI ca brevis nonnullorum ferrariensium
la poesia, non deve recar maravi- illuslrium, Ferrariae 1807. Conti-
glia se anco la musica di lei so- nuazione delle memorie storiche dei
rella fosse assai coltivata. Grande ferraresi, Ferrara 1 8 1 1
letterati

è il numero de' musicanti ,


per cui Girolamo Baruffaldi giuniore, Fa-
basterà qui il ricordare Tommaso scicolo in continuazione delle me-
Bambusi ; Alessandro Mitteville ; morie storiche de letterati ferraresi
Luzzasco Luzzaschi ; Lodovico Ago- de' due. Barolii, con prefazione del cav.
stini; Paolo Isinardi; Francesco ed Leopoldo Cicognara, Ferrara 1810.
Alfonso dalle Viole; Sulpizio Tom- Non si può condurre a remotis-
besi; Girolamo Frescobaldi; Ales- simi tempi la costruzione dell'odier-
sio Prati; e Briccio Petrucci. Ce- na Ferrara, senza dare ricetto a fa-
lebri matrone furono Isotta Alba- vole. L' opinione più probabile si
vesani ; Vittoria Piissimi; Tullia è che sul finire del secolo sesto dai
d'Aragona; Fulvia Olimpia Mora- circostanti luoghi v' incominciassero
ti ; Barbara Cavalletti ; s. Caterina a stanziare gli abitanti, costruendo
Vegri ; Elena Riccoboni Balletti ; piccolo villaggio alla destra del fiu-
Isabella d'Este; Angela Scacerni me , e precisamente ove gli Olive-

Prosperi e Costanza Monti Perti-


; tani ebbero di poi un moniste ro,
care Scrissero sugli uomini distin- e la chiesa dedicata a s. Giorgio.
ti di Ferrara, Giovanni Andrea, e Quivi da alcuni si credette fosse sta-
Lorenzo Barotti, Memorie storiche to il Forum Alieni costruitovi dai
de letterati ferraresi , Ferrara 1793. romani nella espulsione de' galli.
Agostino Superbi apparato degli
, Molte furono le opinioni sulle ori-
nomini illustri di Ferrara, ivi 1620. gini di Ferrara, credendo diversi
Antonio Libanori, Ferrara d'oro che venga da Ferat nipote di Noè;
imbrunito divisa in tre parli 3 che altri che fosse principiata all'epoca

contiene le vite ed elogi de' cardi- della rovina di Aquileia dai popo-
nali, patriarchi, vescovi, prelati, e li fuggiti per le stragi di Attila re
religiosifamosissimi nativi di atte- degli unni, innalzandovi rozze abi-
sta città, con l'arme delle loro fa- tazioni aumentate poi; altri che
miglie, e la dichiarazione delle me- anno 4 2 ^, ovvero nel
nascesse nell'
desime , non che de' vescovi della 675; altri dal detto Foro d'Alie-
J
s. Chiesa di Ferrara, e de più fa- no o da un castello che vi era di
mosi scrittori, Ferrara i665, 1667, antica costruzione; che le mura
e 1674. Girolamo Baruffaldi I, De nel 585 fossero erette dall' esarca
poeti? ferrariensibus, Ferrariae 1 698. Smaragdo per ordine dell'impera-
Borsetti, Almi ferrariensi gymna- tore d'oriente Maurizio, indi am-
sii hisloria. Cesare Cittadella, Ca- pliata da Agilulfo re de' longobar-
talogo islorico de' pittori , scultori di secolo VI, o nei
negli ultimi del
ec. ferraresi, e delle opere loro, con primi del seguente. Si racconta an-
in fine una noia esalta delle più cora che gli sbandali cittadini del-
celebri pitture della chiesa di Fer- la distrutta città di Voghenza, Vi-
rara, tom. IV con figure, Ferra- covenliae, ne aumentarono la po-
ra 1782. Luigi Ughi, Dizionario polazione, e che fu dichiarata città
storico degli uomini illustri ferrare- l'anno 66 1 o nel 685, quando vi
,

FER FER 65
fu trasferita quella sede vescovile ,
dall'esarca Smaragdo , oppur da
che si disse poi Ferra rio la, e su Giovanni la città, il vescovato, e i

nuovo ed ampio disegno fosse rie- vescovi di Voghenza. E conchiude


dificata a più riprese dalla sinistra che prima della metà del secolo
parte del V. Gabriele Si-
fiume. Vili non è stato possibile d'incon-
meoni Commentari sopra le te-
, trare il nome di Ferrara in mo-
trarchie di Venezia , Milano , e numenti sinceri , e storie autore-
Ferrara, Venezia 546 ; e Giovan- 1 voli.
ni Battista Minzoni, Riflessioni sul- I longobardi alla metà del re-
la memoria pubblicata da Giovan- gno di Luitprando non avevano di-
ni Battista Passeri intorno ad una latate le loro invasioni sino all' E-
lapide trovata in Voghenza nel sarcato {Vedi), alla Peulapoli, ossia
Ferrarese Vanno 1761, Venezia Marca d'Ancona, e al ducato ro-
1 780.Nuove osservazioni sopra mano; quando verso l'anno 728,
altre due memorie del Passeri, Vuna mentre Leone I l'Isaurico impera-
intorno a due Vercelli della re- tore greco, coll'empio suo fanatismo
gione Padana, l'altra sul sito del- perseguitava il culto delle sagre
l' antichissimo Forum
dove Alieni immagini , ed il Papa s. Gregorio
si crede stabilita Ferrara, Venezia II, Luitprando ne trasse vantaggio

1780. Giuseppe Manini 3 Discussio- rompendo i suoi confini. Invase


ne accademica su l'antico vescova- l'esarcato, prese Ravenna colla cit-
to diVoghenza, Ferrara 1795. tà di Classe, Bologna, la Pentapo-
Dello stesso, Voghenza villaggio del li, ed altri luoghi ch'erano rimasti
Ferrarese un tempo città, Ferrara sotto il vacillante dominio de' gre-
1810. Ughi, L'antico e moderno ci. Ma dopo un anno probabilmen-
parere intorno alla situazione del te gli esarchi col favore di una
foro di Alieno posti ad esame, Fer- flotta de' veneziani fin da quei ,

rara 1806. Ma il Frizzi nel tom. giorni formidabili , ricuperarono


II, pag. i3, parlando prime
delle Ravenna, e anche qualche al-
forse
notizie certe di Ferrara, e del suo tro luogo, non però Cesena, Imo-
ducato sotto gli esarchi , i longo- la e Bologna. I longobardi condotti

bardi, e i Pontefici romani, riget- da Luitprando nel 743, e da Ra-


ta quanto sull' origine di Ferrara schis nel 749 vollero ripigliarsi il

di favoloso o di falso fu scritto da perduto, ma li arrestò l'interposi-


molti, tanto di profano che di sa- zione del Papa s. Zaccaria, sotto
gro, avanti al secolo Vili. Ed è del quale l'esarcato erasi posto nel-
perciò che rigetta per fondatori Cro- la protezione della Sede apostolica,
mazio e Ferrato figliuoli di Noè per cui gli storici da tale epoca in-

Dardano re degli euganei , Ferra- cominciarono a contar su di esso


ra fanciulla troiana, Manto capita- il dominio temporale de' Papi. Nel

no di Antenore, ed altri. Così non 752, ovvero nel precedente, Astol-


ritiene vera la bolla di s. Vitalia- fo occupò di nuovo Ravenna e la
no, né vero ciò che si disse del Pentapoli portò le sue conquiste
,

Forum Alieni, del Forum Arii, sino all'Istria, e vessò più de' suoi
del Vicus Magnus, della Massa antecessori il ducato romano che
Babilonica, delle Feriae nundinum si era dato ai Pontefici vivente s.

di Ferrara, delle mura innalzale Gregorio 1 1 , non che i paesi che


vol. xxiv. 5
.

66 FER FER
rimanevano ancora in Italia all' im- stituzione delle terre ritenute. Con-
peratore d' oriente. Fuggì perciò seguito 1' intento appena resi ito»

Eutichio ultimo esarca, e la sua Faenza e il ducato di Ferrara. V.


dignità si estinse. da un Intanto Bernardi» Sacclms , Bononiae et.
documento di Astolfo del 753 o Ferrariae incrementa sub Ecclesìa
^54 si rileva che Ferrara già esi- romana, exstat in Tlies. Graev. ant.
steva , che portava forma e titolo et Just. Ital. tom. III.

di città, e che in tutti gli accen- Desiderio ingratamente non ces-


nati avvenimenti era compresa, co- sò di commettere ostilità nella Pen-
me una parte dell'esarcato. tapoli , e tentò riprendere Raven-
Vedendo il Pontefice Stefano II na , il perchè s. Paolo I nel 758
detto III, che Astolfo non cessava si trovò in necessità di ricorrere al
di fare strage ne* suoi dominii, nel re Pipino. Dalle lettere di questo
754 si portò in Francia, invocan- Papa, e da quelle di Stefano III
do l'aiuto del re Pipino, il qua- sembra confermarsi titolo di du- il

le disceso in Italia costrinse A- cato che già godeva Ferrara per ,

stolfo a restituire l' esarcato alla essere governata da un duca il ,

Chiesa romana ,
per cui il Papa primo de' quali probabilmente vi
concesse l'amministrazione dell'esar- fu preposto dall'esarca Longino che
cato diRavenna all'arcivescovo Ser- fu il primo esarca, nominato l'an-
gio, ed della città. Nel
ai tribuni no 5^8 , e perciò la fondazione di
registro che Cencio Camera-
fece Ferrara sarebbe più antica dell'ac-
rio de' proventi della Chiesa roma- cennata epoca; ed inoltre ch'era
na, come lo pubblicarono il Mu- città di qualche distinzione per es-
ratori ed il Cenni, si legge che nel sere governata dal proprio duca ,

pontificato di Stefano II detto Ili titolo che allora equivaleva a quel-

appartenevano al patrimonio della lo di governatore. Divenuto Pon-

chiesa : Ravenna Comadium . . tefice Adriano I nel 772, Deside-

et omnis ducatus Ferrariae . V. rio Fa-


invase di nuovo civitatem
Borgia, Memorie (storiche tom. I, ventiam dncatum Ferrariae seti
et

pag. 18, ove concorda l'Anastasio Comacchium de exarcatu Raven-


bibliotecario con Cencio, sul domi- nae con molti altri luoghi; ma A-
nio della santa Sede, su Cornac- driano I invocò le armi di Carlo
chie e su Ferrara , ed il Rinaldi Magno, che imprigionò Desiderio
all'anno 756, num. 5, aggiunge che colla moglie Ansa, die fine al re-
Stefano III mandò un suo ministro, gno longobardico, e rese alla Chie-

e prese le città che il novello re De- sa le usm*pate terre, tornando così


siderio si era obbligato di restituire, Ferrara ed altre città all' ubbidien-
cioè Faenza, e tutto il ducato di za del Pontefice, meno la tempo-
Ferrara. È da sapersi che Astolfo ranea appropriazione che fece di
erasi ritenuto , o aveva di nuovo Comacchio, del ducato di Ferrara,
occupato il ducato di Ferrara ; ma e di altri luoghi Leone arcivesco-
essendo morto nel 756 quel re, vo di Ravenna. Nel marzo del 928
Desiderio comandante de' longobar- Ugo re d' Italia passò per Ferrara,
di nella Toscana, implorò la pro- che taluno crede in quell'infelice
tezione di Stefano III per succeder- secolo, in cui il dominio de' Papi
lo nel trono, promettendogli la re- poco era rispettato, appartenesse a
,
,

PEI FER 67
«juel principe. A questo secolo !a Gli successe il marchese Bonifacio,
storia parla solo di alcuni possedi- nato da lui e da Gisla sua moglie,
tori di ampi terreni ferraresi, il piìi tanto nelle ampie ricchezze, che
opulento essendo Almerico, una par- nelle paterne giurisdizioni. Ampliò
te del quale egli trasmise ad Ober- i domimi, e dopo morte di Ri-
la
to conte, che forse al dir di alcu- chelda sua piissima moglie, nel
no diede origine alla casa d'Este. io36 sposò con Beatrice figlia
si

Dai documenti del g5i trovasi me- di Federico duca della Lorena su-
moria per la prima volta della cit- periore, che gli recò in dote assai
tà di Ferrara, esistente già di qua beni di là dai monti, ed anche in
dal Po. Dal o,5o, al 984 sono ri- Italia. Da questo matrimonio nac-
portate le notizie di alcuni duchi que Matilde la gran contessa, fem-
conti, consoli, ed altri di-giudici, mina insigne, della quale il potere
stinti personaggi di Ferrara del se- e riempiono la storia dei
le azioni
colo X; non che le prime notizie suoi tempi. Lucca , Mantova , e
del suo comune, come della venu- Ferrara si disputarono Y onore di
ta dell' imperatore Ottone I, più averla veduta nascere. Ma il luo-
volte, massime a'22 marzo 970, in go stabile della residenza del di
Ferrara che come Carlo Magno
, lui padre Bonifacio, e della sua
e Lodovico I confermò alla santa famiglia , dalla storia si tace. Si-
Sede il dominio del Ferrarese. gnore, com'egli era della Toscana,
Il Pontefice Giovanni detto XV di Ferrara e di Mantova, padro-
X~\ I. per la stretta amicizia che ne di tante ville, terre e castelli,
aveva con Tedaldo bisavolo od a- e di una gran parte de' territorii
vo della gran contessa Matilde, gli di Modena e di Reggio, e di più
die in feudo ducale, trasmissibile ai immerso nelle principali vicende
successori, il dominio di Ferrara ;
di Lombardia, or qua or là va-
ed il citato Borgia, a pag. io, ri- gante, né mai fermo lungamente
porta la testimonianza del monaco in un luogo , negli ultimi anni
Donizzone di Canossa che fiorì nel di sua vita Bonifacio soleva riti-
secolo XI. Ciò accadde probabil- rarsi alcuni giorni nella solitudine
mente dopo il 984 , con annuo di Pomposa per rassettar la pro-
censo da pagarsi alla romana Chie- pria coscienza. Morì nel io52, for-
sa ed abbiamo che Tedaldo si-
, se vittima della gelosia, che della
gnore di Ferrara edificò un ca- sua possanza e ricchezza aveva Io
stello nella città , dal suo nome imperatore Enrico III. Della sua au-
chiamato Castel Tedaldo j e fondò torità e beni ne usò molto a pro-
e di molti beni dotò il celebre mo- fitto de' popoli, delle chiese, e dei
nistero di s. Benedetto, appellato monisteri ; ma
pure ne abusò, e me-
di Polirone, perchè situato in un ritò dal contemporaneo Ermanno
piano che allora costituiva un'isola Contratto il titolo di tiranno. Sebbene
formata dal Po, e da un suo ramo il dominio di Ferrara gli fosse per-
detto Larione, che poi fu compre- venuto come a successore di Te-
so nel ducato di Mantova. Tedal- daldo , che 1' ebbe per concessione
do mori nel 1012, e fu sepolto in pontificia, pure sempre si mostrò del
Canossa castello del Reggiano, ote partito regio ed imperiale; però
teneva Y ordinaria sua residenza. all' età sua -non era incompatibile
68 FER FER
l'aver feudo della Chiesa, e pollar del peso annesso del militare ser-
divozione all'impero., come lo di- vigio. Gotifredo il Barbalo s'ingran-
venne dopo la sua morte. Per lai dì Enrico IV,
nella fanciullezza di
ragione i ferraresi facilmente si e molto di più nel io5j per l'e-
confusero coi sudditi del reame i- saltazione del cardinal Giuniano di
talico, e per tal ragione , fra le Lorena, suo fratello, al pontificato
altre, gl'imperatori anche dopo le col nome di Stefano IX detto X,
restituzioni e conferme fatte dei ch'ebbe in animo per sino d'innal-
propri stati alla Chiesa, riguardaro- zarlo al trono d' Italia. Dopo la
no come proprie queste provi ncie, morte di Stefano X insorse l'anti-
accordarono agli arcivescovi di Ra- papa Benedetto X, a cacciar il
venna, quasi come duchi e conti, quale ne venne commessa l'impre-
il temporale dominio dell'esarcato, sa dalla corte imperiale a Goti-
sparsero in esse privilegi, vi spedi- fredo ; e siccome questi dopo la
rono messi, ne trassero contribu- morte del Papa Nicolò II contro
zioni, e vi esercitarono altri simi- quella difese i romani e l' eletto
li atti sovrani. Alessandro II, e questo anche con-
Grandi sconvolgimenti produsse tro Riccardo principe di Capua in-
la morte di Bonifacio nella sua vasore di alcune terre del ducato
famiglia: oltre a Beatrice sua mo- romano, sembra impossibile che
glie, lasciò Federico, Matilde e Gotifredo vedesse con indifferenza,
Beatrice suoi figliuoli in età tene- e in un con lui la santa Sede, la
ra, e la seconda di sei anni, che sottrazione di Ferrara al loro do-
fu l'unica che sopravvisse, mentre minio, mentre agevole sarebbe sta-
il fratello e la sorella fra tre an- to il ricuperarla. Tuttavolla si sa
ni morirono. La vedova sposò Go- che Enrico III facendo delle osti-
ffredo duca di Lorena detto il lità contro la famiglia di Matilde,

Barbato, e promise Matilde in ispo- considerò Ferrara come propria, e


sa al di lui figlio Gotifredo il Gob- protesse i ferraresi, che nel io55
bo. Con tali matrimoni, e collo spe- avvi indizio che onorasse di sua
cioso titolo di amministrazione ven- presenza come avvi indizio che
,

ne il primo a procacciarsi il do- salvo alcun diritto di vassallaggio,


minio degli stati, e del pingue pa- di appellazioni, e d' imposte, non
trimonio della madre e della fan- impedisse l'imperatore alla città di
ciulla. Gotifredo senza contrasti con- reggersi nel rimanente col proprio
servò il dominio di Toscana, ed magistrato municipale. Certo è che
altri luoghi ; ma i ferraresi per al- i ferraresi, come altri popoli d'Ita-
quanti anni non riconobbero la lia de'bassi tempi, abbandonati tal-

contessa Matilde per loro signora, volta a sé stessi ed esposti alle


non credendosi comprese le femmi- scorrerie od alle potenti fazioni, si
ne nella concessione di Giovanni avvidero proprie forze, ed
delle
XVI, come ancora per non avere ammaestrati dalla necessità ne u-
dato Corrado il Salico norma al- sarono , senza aspettar suono di
le consuetudini feudali che più tar- tromba che gliene facesse invito,
di; sebbene mai per leggi o con- o condottiero che li guidasse. Al-
suetudini furono le donne capaci tra volta furono sottomessi da qual-
di feudi, siccome credute incapaci che potente, si riebbero, seguirono
FER FER 69
il partito più vantaggioso, entra- nuato però, né pacifico sempre fu
rono in confederazioni , e si diero- il dominio di Matilde; e Nonan-
no a reggere a chi reputarono più tola, Lucca , Mantova e Ferrara
a proposito ; né realmente cessò le diedero affanno colle loro ribel-
ne' ferraresi ogni apparenza di re- lioni, e le due ultime città special-
pubblica, se non quando gli Esten- mente ben tardi gli si riconcilia-
si, al dominio de'quali avevano da rono. Fra i castelli di Matilde da
principio inclinato per genio, fu- s. Gregorio VII visitati, nel 1077
rono loro costituiti vicari della si nomina pure Ficarolo, oggi ter-
santa Sede. ra, allora castello del Ferrarese sul

In un documento del io83 per Po. Intanto Matilde nel costante


la prima volta si apprendono i no- impegno per il Pontefice contro gli
mi di tre famiglie ferraresi, cioè scismatici, ebbe bisogno di un rin-
gli Aldigieri, i Torelli ossia de'Sa- forzo per far equilibrio a'suoi po-
linguerria, e la Marchesella detta tenti avversari. Papa Urbano II
degli Adelardi, le quali fatte po- nel 1089 gli propose o comandò
tenti nel tempo appunto della li- che sposasse Guelfo duca di V
bertà, erano quelle che tra le al- Baviera, della famiglia diramata
tre traevano seco, e dividevano in dallo stesso ceppo che l'Estense, e
vari partiti, le altre del popolo. grande scudo de' cattolici in Ger-
Morì Gotifredo il vecchio nel 1070, mania, ed ella vi acconsentì al
indi nel 1076 Beatrice, e Golifredo modo che si disse al di lei artico-
il marito di Matilde, marito di lo. Quindi il prode duca umiliò gli

solo titolonon in effetto . Matilde scismatici di Lombardia, mentre


inclinò sempre ai Pontefici , Goti- Enrico IV immensi danni e varie
fredo il Gobbo all' opposto partito, sconfitte portò ai molti beni ed ai
nelle famose vertenze tra il sacer- pochi soldati di Matilde. Questa
dozio e l' impero. Grande autorità conoscendo le mire del consorte,
ella ebbe in Italia, e forse più che fece da lui divorzio; e profittando
qualunque de'suoi antenati: posse- dell' avvilimento in cui era caduto

dè il marchesato di Toscana, Mo- l' imperatore e il suo partito, ricu-

dena, Reggio, Parma, e poi Man- però il perduto, avente presso di


tova e Ferrara con castelli ed al- sé per concertare le imprese il car-
lodi d'altra sorte in gran numero, dinal Bernardo legato di Pasquale
de'quali poi fu libéralissima dispen- II. Nell'autunno del noi Matilde
sitrice ancor vivente a chiese e con armata composta di toscani,
monisteri. Sono troppo celebri le romani e lombardi e co' navigli ,

donazioni gran parte del


che di de'ravennati e veneti cinse d' asse-
suo patrimonio essa fece a s. Gre- dio Ferrara per mare e per terra,
gorio VII, ed a Pasquale li, che come a detto anno narra il Rinal-
tanto accrebbero le scissure tra di. Non essendo l' imperatore in
l' impero, e la santa Sede di cui caso di sostenerli, i ferraresi si ar-
fu sempre valida sostenitrice anche resero; e dal soccorso dato dai ve-
colle armi, siccome tutto notammo neziani alla contessa ebbero origi-
a' rispettivi articoli del Dizionario, ne le immunità che es-
e i diritti

donazioni di cui ella sinché visse si goderono in Ferrara per molti


godè l' utile dominio. Non conti- secoli. Si racconta pure che Matib
5.

70 VER FER
de ai segno di gratitudine ai ve- le divisioni del popolo, il novero
neti fece nella città fabbricare, e delle famiglie più polenti , come
loro donò una chiesa dedicata a de' Torelli o Salinguerra, e degli
s. Marco. Morì Matilde nel 1 1 1 Adelardi o Marcheselli, ed altri, col-

dopo aver contratto amicizia con le analoghe notizie e del modo ,

Enrico V, e ricuperato Mantova, e come fu da loro signoreggiala la


gli stati alienatisi nello scisma. In patria. Mentre erano sopite le ni-
quanto alla donazione fatta de' suoi mistà tra i Papi e gì' imperatori ,

domimi alla santa Sede, si osserva che fu eletto Federico I, che nell' idea
i beni allodiali del Ferrarese li die al- di restituire all' impero 1' antico
l'abbazia di Nonantola coll'autoriz- splendore, pose in scompiglio l'Ita-
zazione pontificia, perchè col pre- lia e la Germania. Calò nel 1 1 54

cedente atto non polca più dispor- in Italia, e nel suo ritorno che vi

ne; quanto al dominio della città fece nel 11 58 intimò a diverse città,

e del contado feudo della Chiesa ro- fra le quali Ferrara , di spedirgli
mana, sembra inutile la di lei do- truppe, e fu ubbidito mentre la ,

nazione , mentre già esso doveva città era diretta dai Salinguerra di
ricader di ragione dopo la morte parte imperiale , e perciò contra-
di lei alla Chiesa medesima per ria agli Adelardi. Quando Federi-
mancanza di successione. co I volle dai ferraresi ostaggi , si

Dopo la morte di Matilde, con- i mostrarono confidando


resistenti,
soli, il comune, e una certa forma nelle impenetrabili paludi che il Po
di governo nazionale delle cose pub- le formava all' intorno ; ma le sol-

bliche fu conservata in Ferrara datesche imperiali, superati i natu-


Avverte il Muratori , che allorché rali ostacoli, tolsero quaranta ostag-
s' incontra nelle città d' Italia il no- gi dalla città , che suo malgrado
me di consoli, è una prova ch'es- chinò capo all'imperatore. Inu-
il

se erano libere. A quel tempo e- tilmente il Papa Adriano IV a


rano pure in Ferrara le dignità mezzo de' suoi legati protestò con-
de' capitani, giacché le città italiane tro i lesi diritti , e fra le istanze
avevano tre ordini nel popolo : il fatte pe'suoi cardinali legati, quel-
primo de' capitani, il secondo de' val- la vi fu, de possessionibus Eccle-
vassori, il terzo della plebe, da cia- siae Romanae restituendis y et iri-

scuno de' quali traevano i consoli. butis Ferrariae, Massae, Ficarolu _,

Enrico V s' impossessò di gran par- totius terrae comitìssae Matìldis ee.,

te de' beni di Matilde , e dopo la mentre venendo eletto Alessandro


sua morte il Papa Onorio II creò III, l'imperatore prese a protegge-
marchese e duca, ed investi di tale re l'antipapa Vittore IV, onci' ebbe
eredità un Alberto o Engclberlo ; origineil funesto e lungo scisma ,

ma non pare eh' egli esercitasse so- ed ebbero pur origine per Federico I

pra di essa alcun dominio. Dal 1 1 33 i podestà e la zecca di Ferrara.


al il 3g le principali notizie di Fer- Alessandro III scomunicò Federico I,

rara sono l'edificazione della nuo- e i popoli si divisero nel seguire le

va chiesa cattedrale a sinistra del loro parti; e nella famosa lega lom-
Po, e l' immediata dipendenza del barda contro il secondo vi entrò
vescovo dal Pontefice romano; in- pure Ferrara , concorrendovi anco
di dal 1139 al n45 sono notate con navi armate. Dall'apparato di
FÉ II FER 71
tante formidabili fune intimorito, insieme a Venezia, ove perfettamen-
nel 1 1 68 Federico I si ritirò in te segui la tanto sospirata riconci-
Germania, quando la lega in ono- liazione tra il sacerdozio e l' impe-
re del legittimo Papa edificò una ro. Ferrara, al pari delle altre cit-

città, e gì' impose il suo nome chia- tà della lega, rimase in propria
mandola Alessandria detta dai ne- balìa, tenendo un podestà a presie-
mici della Paglia. In tal modo Fer- dere il repubblicana governo, a cui
rara si trovò libera più di prima, veniva scelta persona di nobiltà co-
uè altro da lei esigette Alessandro spicua. Il podestà però divenne un
HI che lo star ad esso unita con- mero giudice ordinario d'ambe le
tro il comune nemico. Durò Fer- materie civili e criminali quando i

rara in questo stato fino a che si ferraresi si dierono agli Estensi, e


diede alla casa d' Este, la quale ri- terminato il loro dominio, la sua
conobbe questa città dalla santa Se- giurisdizione fu divisa ne' due luo-
de. Glorioso fu pei ferraresi il soc- gotenenti della legazione apostolica.
corso che diedero ,
per volete di Sino dal ii5g Adriano IV, come
Guglielmo Marchesello, e in unio- si è detto, avea fatto rappresentan-
ne ad Aldiuda coutessa di Berti- ze a Federico I , affinchè rendesse
noro, all'assediata Ancona, liberan- alla Sede apostolica le ragioni oc-
dola dalle armi imperiali e venete cupate nel Ferrarese; nelle condi-
che l'avevano ridotta agli estremi. in A-
zioni poi della pace stabilita
Nel 1 176 ie squadre imperiali fu- nagni nel 1176, rimase inclusa una
rono totalmente sconfitte dalla le- tal restituzione^ consistente in vari
ga lombarda, e d' indi in poi det- diritti di esigere tributi non solo
tarono in certo modo la legge a ecclesiastici, ma secolari, e sovrani
Federico I, che fu il primo a chie- ancora, non ostante la libertà dal
dere pace, mandando perciò messi popolo goduta di governarsi da sé
ai Anagni ad Alessandro III, il medesimo. Non si curò Ferrara di
quale volendo salvare le convenien- essere compresa nella pace che Fe-
ze della lega e delle altre parti in- derico I die in Costanza nel 11 83
teressate! fu stabilito uu congresso a molte città, per non obbligarsi a
in Ferrara , ove il Papa invitò i veruna attiuenza al regno italico,
deputati della società. Egli vi giun- forse a ciò consigliata dai ministri
se da \enezia con pomposo segui- Malcontento Papa Urba-
pontificii.
to di galee e di nobiltà , a' 17 a- no III di Federico I e di Enrico
prile 1177, nella domenica di Pas- VI suo figlio, si disponeva in Ve-
sione, essendo vescovo di Ferrara rona a scomunicarlo, ma supplica-
Presbiterino. In questa città Ales- to dai veronesi a non procedere a
sandro III emanò vari brevi, e coi tal passo nella loro città, nel 1187
rettori della società, gli ambascia- si portò in vece a Ferrara con ani-
tori di Venezia, e il comune coi mo di eseguir qui più liberamente
consoli, venue con giuramento sta- la sua risoluzione, come città stac-
bilita la libera navigazione del Po cata dall impero, e fedele a! Pon-
alle altre nazioni ,
queste promet- tefice. Agli 8 ottobre era in Fer-
tendo altrettanto ai ierraresi. Final- rara, quando o pe' disgusti ricevu-
mente si conchiuse che il Papa e ti dai nominati principi , o per la

l'imperatore si dovessero trovare conquista fatta da Saladino di Gc-


-

72 FER FER
msalemme, infermò per soverchia rido delle antiche ed illustri fami-
afllizione, ed assistito dal b. cardi- glie di Ferrara, ivi 1678^ Rac-
nal Enrico di Castel Marsiaco, -mo- colta delle armi de' nobili ferra-
ri 19 o 20 ottobre, al dire del
a' resi, Ferrara 1690. Abbiamo anche
Papebrochio, in Propylaeo par. 2, altra Cronologia ed istoria de' giu-
pag. 3o. I ferraresi gli celebrarono dici della città di Ferrara, ivi
solenni esequie per sette giorni con- 1688. Guglielmo III, siccome quel-
tinui, e fu tumulato dietro l'alta- lo cui stava a cuore il bene di
re maggiore, d'onde nel i3o5 fu sua patria ,
per tentare di estin-
trasferito ad onorevole mausoleo di guere le antiche discordie, e con-
marmo, il quale venendo demolito ciliare insieme il proprio partito
nei primi del secolo XVIII, resta- con quello de' Torelli , destinò la
vi la sola iscrizione in cui è sba- nipote Marchesella, ultimo rampollo
gliato l'anno della morte, dicendosi della nobile famiglia Adelardi o
avvenuta nel 1 1 85. Immediatamen- Marcheselli, in isposa al figlio di To-
te dopo la morte del Papa, venti rello. Morto Guglielmo, il suo par-
sei cardinali che trovavansi in Fer- tito mal soffrendo tanta prosperità
rara salutarono successore il detto ne' Torelli unitosi al nemico di
,

b. Enrico; ma egli modestamente questi, Pietro Traversarlo potente


li ed invece procurò che
ringraziò, in Ravenna, deliberò d' impedirla,
venisse eletto a' 20 o 21 ottobre, e rapita fanciulla, la consegnò
la
secondo il citato Papebrochio , il che dominava in Este,
alla famiglia
cardinale Alberto di Morra nobile e che per nobiltà, per ricchezze e
beneventano, che prese il nome di per valore era riputatissima, e ca-
Gregorio Vili, e fu consagrato ai pace di difenderla da chiunque a-
25 ottobre. Dimorava ancora in vesse osato di contrastargliela. Vi-
Ferrara il nuovo Pontefice li ir di vevano allora molti Estensi maschi,
novembre, indi partì per Bologna onde fu accordata sposa ad uno di
ov'era a' 19 di tal mese. essi, che non Obizzo, ma piuttosto

Dopo aver il Frizzi nel tom. II ,


Azzo o Azzolino si chiamava, come
pag. 2 1 1 e seg. parlato delle antiche pure opina il MuratoVi. Inoltre s'in-
forme del governo del comune di tese con questo matrimonio di chia-
Ferrara, de' suoi consoli, giudici, mare in Ferrara un' altra potente
consiglieri, savi e giudici de' savi, in- famiglia , la quale mettendosi alla
comincia il t. Ili col descrivere l'estin- testa de' clienti de' Marcheselli, ab-
zione dei Marcheselli o Adelardi, e lo bassasse i Torelli. Tuttavolta non
stabilimento degli Estensi in Ferrara, mancano sostenitori che Marchesel-
le gesta de' quali toccheremo com- la premorisse al matrimonio, e che
pendiosamente, massime per ciò che ciò non ostante gli Estensi si usur-
riguarda la santa Sede, dicendo del- passero la di lei roba. Qui va da-
le sole cose principali. Marchesella ta qualche contezza dell' origine e
fu l'erede della pingue eredità de- nobiltà dell' inclita famiglia d'Este,
gli Adelardi, e la superstite di sì che tanta connessione ha colla sto-
preclara famiglia. V. Alfonso Ma- ria di Ferrara, della qualepur par-
resti, Cronologia ed istoria de' capi lammo agli articoli Baviera, Brun-
e giudici de savi di Ferrara, ivi swich,Enrico il LEONEedaltri, seguen-
168 3; Teatro genealogico edisto- do il lodato Frizzi che prese giù-
,

FER FER 73
stameute per guida il Muratori. Ab- scriptores. Pompeo Litla, Famiglie
biamo una folla di storici che de- illustri italiane, della famiglia d'Este.

scrissero le notizie della casa d'Este, In que' secoli iu cui le provin-

essendo li principali i seguenti : cie d' Italia erano governate da


Berni, Degli eroi della casa d'Este) duchi, conti e marchesi, fu la To-
ch'ebbero il dominio in Ferrara, 1 640. scana e la città di Lucca sottopo-
Cariola, Ritratti de' principi d'Este sta ad un Bonifacio duca dell' una
ignori di Ferrara , con t'aggiunta e conte dell'altra, vivente all'anno
de' loro fatti più memorabili ridot- 811. A lui successe un altro Bo-
ti sommario, Ferrara 62 1 Ven-
in 1 . nifacio suo figlio, conte e duca del-
turini, Commentarli de Atestinorum la Toscana, e prefetto della Corsi-
principimi calamitatibus, Lugduni ca, di cui si hanno memorie nel-
1 755. Domenichi, Commentario del- T anno 829 circa ; indi 1' uno do-
le cose di Ferrara, e de' principi po l'altro due Adalberti marchesi
iVEste di M. G. B. Giraldi, ag- e duchi pur di Toscana dall' 847
J
giuntavi la vita di Alfonso d Este circa fino al 917, e finalmente un
di Ferrara , descritta dal Giovio, Guido coll'istesso titolo, morto ver-
Venezia «597. Gyraldius Chintius^ so il 93o, tutti d'una stessa linea
De Ferrarla et Atestinis principi- discendenti. Or da sì illustre fami-
bus commenta rioluni ex Lilii Gre- glia per congetture assai forti si per-
gorii Gyraldi epitome deductum, suade Muratori che traesse ori-
il

Ferrariae i556. Pigna, Storia dei gine la famiglia d'Este. Quindi da


principi d'Este, Ferrara 1570, e quel Guido deduce con ordine suc-
Venezia 1572. Ragioni della sere- cessivo un Adalberto marchese d'I-
nissima casa d'Este sopra Ferra- talia, vivente nel 94°, e d' origine
ra confermate e difese in risposta lombarda. com'egli s'intitola, co'suoi
al dominio temporale della Sede discendenti, e due Oberti l'uno ap-
apostolica, 1714- Risposta per la pellalo anche Obizzo marchese d'I-
camera apostolica alle scritture talia, conte del sagro palazzo, viven-
pubblicate per parte del duca di te nel 972, autore anco , secondo
Modena senza luogo ed autore, le piìt gagliarde congetture, delle due
i643. Ristretto delle ragioni, che nobilissime Malaspina , e
famiglie
la casa d' Este ha con la camera de' Pallavicini, e Willa marito di
apostolica con le risposte di Roma, di Bonifacio ricco e potente mar-
e controrisposte del serenissimo duca chese di Spoleto; l'altro marchese
di Modena: questa controversia per similmente d' Italia, e noto fino al
Comacchio, Lugo, Cento ec. e du- ioi4- Ne fa poscia discendere due
calo di Ferrara ebbe principio nel Alberti Azzi , il primo marchese
643. Marquis d'Est et de Ferrara,
1 d'Italia e conte verso il 1029, il
nella Genèal. hisloriq., Paris 1736. secondo marchese d' Italia , conte
lVlaiti, Annales Eslenses ab anno della Lunigiana , signore d' Este
1 Sop ad 1409, con alcune aggiun- Rovigo ec, morto nel 1097. Que-
te ab anno \\5o ad i5i5. Tran- sti viene costituito stipite comune
nesa, Ferrarla excerpta ex annali- delledue dominanti case de' duchi
bus principimi Estensium ab anno di Brunswich e di Modena, ed eb-

1409 ad 4^4> pubblicate dal Mu-


1 be due mogli Cunegonda tedesca,
ratori nell'opera, Rerum italicarum e Garsenda francese. Da Cunegon-
,

74 FÉ IV FER
da ebbe mi Guelfo che successe monti Euganei , assai ben fabbri-
alle ragioni materne di tal fami- cato, ed attraversato da mi canale
glia , trasferì in Germania il suo navigabile, ramo del Bacchigliene
ramo Estense , fu creato duca di e del Frassine che costeggia da
Baviera, e vi fondò la ducale, elet- Este a Padova, in deliziosissima si-

torale e reale casa di Brunswick, tuazione, con amenissime


colline
ed ebbe in figlio Guelfo secondo coperte di palazzi. Secondo qualche
marito della contessa Matilde. Gar- autore fu colonia greca, apparten-
senda de' principi del Maine die al ne alla romana tribù Romilia fu :

marito un Ugo, genero di Roberto distrutto da Attila nel 4^2 , e ri-


Guiscardo, e cognato dell'impera- fabbricato dai longobardi in ispazio
tore Costantino, la cui discendenza assai più ristretto , avendo prima
terminò nel i 1 64 ; un altro figlio (piatirò miglia di giro. Nel 1776
partorì Garsenda ad Albertazzo, e Isidoro Alessi pubblicò: Ricerche
si chiamò Folco, da cui fu conti- delle antichità di Este, opera eru-
nuata la famiglia d'Este, che onorò dita ed interessante, perchè tratta
tanto, ed onora eminentemente l'I- del luogo che die il nome all' illu-

talia anco al presente. V. Lodovi- stre regnante casa Estense, al cui


co Antonio Muratori, Delle alichi- augusto capo è dedicato questo mio
tà Estensi ed italiane, trattato, p. I, Dizionario), essa comparisce in do-
in Modena nella stamperia ducale minio del medesimo Albertazzo nel-
17^7, p. II, ivi 1740 ; e Dissert. la conferma che nel 1 1 77 lece ai
sopra le antichità italiane, disser- suoi figli Ugo e Folco il re di Ger-
tazione XLII, tom. II, pag. 576 e mania Enrico VI. Senza nomina-
seg., ove dice che anco prima del re altre analoghe testimonianze sul
1000 gli Estensi erano chiamati dominio d' Este, e d' altri cir-
ìuarchesi senza sapersi in qual
, costanti luoghi degli Estensi , solo
marca avessero signoreggiato, laon- nomineremo il precetto di Federi-
de fu preso per titolo caratteristico co imposto nel 1220 al comune
II,

della loro antichissima casa. di Padova, affinchè non molestasse


Il Polesine di Rovigo ed altri Azzo d'Este nelle sue giurisdizioni
fondi nella Sculdascia o Scodosia d'Este ed altre molle ville all'intor-
porzione del territorio d' Este , e no, e l'investilura che il medesimo
dell'odierno di Montagnana, appar- imperatore diede ad Azzo d'Az- figlio
tenenti ad Ugo il grande marche- zo marchese tanto di Este che di
se di Toscana, discendente del re Calaone, Cero, Baone, Rovigo, Adria,
d'Italia Ugo, verso il 1002 per via Ariano ce, con ampia giurisdizione.
di matrimonio si trasferirono negli Non così presto però questa fami-
Estensi. Con Monselice si pretende glia fu intitolala Estense, o da Este:
che andasse unito Este, e in Alber- ciò si attribuisce al secolo XII, quan-
tazzo di Albertazzo si hanno indi- do incominciò l'uso de' cognomi in
zii che passasse pur la Corte di So- Italia, per distinguer meglio le
Jesiua comprendente più ville oggi schiatte; e Io conservò quando la
soggette ad Este. In quanto però famiglia passò a risiedere in Fer-
alla terra d'Este (Ateste, ora castel- rara ed in Modena. In Ferrara si-

lo del regno lombardo-veneto , ca- no dal 187 vi 1 si fermò ad abita-


poluogo di distretto, a' piedi dei re Obizzo figlio di Folco nel Da-
.

FEU FER 7^
lazzo de' Mareheselli : non però dal- calo di Ferrara, e gli die facoltà di
l'acquisto delle possidenze di que- iuserire nell'arme Estense le chia-
sti, le sue possidenze nel Ferrarese vi pontificie (forse come i più anti-
ebbero principio, giacché molti ed chi vicari della santa Sede), sopra
ampi poderi vi ebbero assai prima le quali poi fu aggiunto il trire-
gli Estensi , i quali uniti a quelli gno. Vari furono in oltre gli or-
de' Mareheselli, per ragione del pa- namenti significanti esteriori, come
trimonio di essi divenne fa miglia collane, trofei militari, i quali fu-
ferrarese la Estense, per cui Obiz- rono temporanei secondo i tempi
zo di Folco fu tosto costituito ca- e persone, così dicasi di alcune
le

pitano. Il Frizzi a pag. io del tom. imprese adottate talora da qualche


Ili riporta l'albero genealogico del- Estense per particolari ragioni e
la famiglia d' Este , e lo stemma circostanze.
gentilizio. Originario stemma di All'anno 1189 incominciano le
questa casa fu un'aquila d'argento notizie di Salinguerra II figlio di
ad ali raccolte in campo azzurro Torello, ed anco quelle del mar-
colore che qualificò gli Estensi per chese Azzo o Azzolino Estense, ca-
guelfi seguaci del partito del Papa, pi della repubblica ferrarese, che
al quale ordinariamente furono at co' loro partiti prestavano ossequio
tacca ti ; essendo quello de' ghibellini all' imperatore Enrico VI ,
quando
il rosso come aderenti all' impera- questi nel 1191 liberò Ferrara dal
tore. Nel i43 1 Carlo VII re di bando imperiale a l'avea con- cui
Francia concesse al marchese Ni- dannata Federico suo padre, per I

colò III e successori, il privilegio non avere accettato l' accordo di


d'inquartar l'arme della corona di Costanza ; la rimise nella sua gra-
Francia, cioè tre gigli d'oro, due zia, gli concesse i diritti e consue-
sopra ed uno sotto, in campo azzur- tudini anteriormente godute con ,

ro dentellato, o sia orlato di den- certe riserve e condizioni. Nel 1204.


tatura o merli, i quali si usarono le pubbliche e dichiarate ostilità

poi sempre d'argento. Federico 111 fra gli Estensi ed i Torelli o Sa-
imperatore, nel 1^02 dichiarò in linguerra, che si trassero dietro l'in-
Ferrara duca di Modena e Reggio, nalzamento de' primi , e la distru-
e conte di Rovigo il marchese zione prendono da
degli ultimi,
Borso co' suoi successori, nell'inve- questi tempi cominciamento però :

stitura che gli rinnovò di quelle è da premettersi ch'essendo venu-


città, e vi aggiunse il dono dell'a- to a morte nel 1197 Enrico VI,
quila nera bicipite imperiale, che fece prima molte disposizioni ten-
gli Estensi usarono poi raccolta co- denti a risarcir la Chiesa di (pian-
ronata d'oro in campo d'oro, ed to era stata da lui e suoi ante-
oltre a ciò gli diede un' aquila bi- cessori spogliata ; ma esse furono
cipite perpendicolarmente divisa me- occultate daMarcuardo suo mini-
tà di color nero in campo d'oro, stro da lui fatto duca di Raven-
,

e metà d' argento in campo azzin- na e marchese d'Ancona. Salito al


io in segno della contea di Rovi- pontificato il grand' Innocenzo III,
go, la quale ignorasi quando si usò tutta la cura si diede per rimette-
e quando si lasciò. Nel 1 47 1 Sisto re il devastato patrimonio di s. Pie-
IV rinnovò al duca Ercole I il du- tro, giovandosi della vacanza del
,

70 FER FER
l'impero, contrastalo da Filippo di ne, ed ebbe la gloria di richiamar
Svevia, e da Ottone IV duca d'Aqui- la pace tra i ferraresi.

lania nato da guelfi Estensi du-


, Vissero da principio in qualche
chi di Sassonia, Baviera , e Brun- apparente concordia Azzolino, e Sa-
swick. Ricuperò Innocenzo III la linguerra II, finché visse Enrico
maggior parte de' pontificii domi- VI che proteggeva entrambi; ma
mi, ed il Rinaldi scrisse all'anno mancato cotal freno, le cose muta-
1206 che autorizzò Azzolino a do- rono aspetto, non potendo Salin-
minare in Ferrara, il che varreb- guerra dimenticar la sposa Mar-
be quanto un'investitura di questo chesella, e più la sua eredità per-
stato. Cerio è che Azzolino fu poi duta. L'Estense per nobiltà e pa-
il primo fra gli Estensi ad essere rentela cospicuo per ampiezza di ,

dal popolo ferrarese eletto signo- patrimonio dovizioso, magnifico e


re, ed esercitar quivi dominio con liberale per natura e per politica,
intelligenza e buona armonia del donando largamente e dispensando
Papa. Nondimeno va notato, che investiture de' beni ereditari de' Mar-
la prima incontrastabile investitu- cheselli, seppe coltivare con profit-
ra deve portarsi all'anno i33i. In- to più nobili, e li ebbe presto in
i

di Innocenzo III si die a ricupe- maggior numero nel suo partito.


rale l'eredità della contessa Matil- Salinguerra all'opposto pieno di ar-
de, ed a sostener nelle pretensioni dire e di popolare costume , con
all'impero Ottone IV de' duchi di doni e promesse guadagnò egli pu-
Baviera e Sassonia. Allora in Ger- re ammirazione e 1' amor della
l'

mania ed in Italia la fazione av- plebe. Nel 1204 i ferraresi fecero


versa ai Papi , o che aveva genio nuovi trattati coi veneziani, ed in-
per la prosperità di Filippo e del- vece di continuare il comune a no-
la sua casa di Svevia, cominciò si minare due giudici ferraresi alle
a chiamare ghibellina da un luogo cause dei veneti dimoranti in Fer-
di quella famiglia; mentre quelli rara , come a Venezia facevasi pei
che preferivano l'innalzamento del- ferraresi, venneche un vis-stabilito
la casa di Baviera e rispettavano , domino veneto stabilisse in Ferra-
l'autorità ecclesiastica e i Papi, s'in- ra il suo tribunale , ciò che durò
titolarono guelfi, dal nome di Guel- per più secoli. Nel i2o5 Azzolino
fo assai frequente in essa. Tale se- riuscì di nuovo podestà di Ferra-
condo i più fu l' origine funesta ra ; per l' altra parte Salinguerra
delle due orribili fazioni de' guelfi ottenne la podesteria di Modena.
che per più secoli inon-
e ghibellini, Quindi Azzolino fu fatto podestà
darono di sangue tutta l' Italia. Si- di Mantova e di Verona , laonde
no dal tempo di Matilde erano in profittando della sua lontananza
Ferrara le tracce di questi partili, Salinguerra cacciò da Ferrara i

e le due famiglie de' Marcheselli o guelfi, e assunse il comando della


Adelardi, e de' Torelli o Salinguer- città. Innocenzo III chiamò ribel-
ra le alimentavano. La Estense ve- lione tal procedere, e scrisse gravi
nula in luogo della prima avvivò i lagnanze, e rimproverò il comune
guelfi per qualche tempo, ma col di Ferrara. Unitosi Salinguerra ad
trionfar de' ghibellini finalmente fe- Eccelino li da Romano, signore di
ce svanire ogni perniciosa divisio- Verona, fu sconfitto in due batta-
2 5

FEK FER 77
glie campali da Azzolino, il quale derenti di Ottone IV. Ebbe le po-
alla morte di Filippo di Svevia fu desterie di Verona, di Mantova e
da Innocenzo III fatto marchese di di Ferrara. con Salin-
Si pacificò
Ancona , e pel di lui favore , per guerra, convenendo che prendereb-
quello del vescovo Uguccione, e be da lui l' investitura de' beni e
per l'affezione del popolo ferrarese feudi derivati dalla casa d'Este,
fu egli e il suo erede nel 1208 giurandogli fedeltà come al suo fra-
creato signore e governatore per- tello Azzo Novello, e che si gover-
petuo di Ferrara. Abbattuto Salin- nasse Ferrara e vi si ponesse un
guerra si rifugiò in Modena, e per podestà di comune accordo. Nel
esser questa in amicizia coi ferraresi, 1 2 1 3 la repubblica di Padova in-
si ritirò al castello di Ponte Duce. vase il territorio Estense, e se Io
Lungi dal narrare fatti particola- i assoggettò, per cui la casa d'Este
ri di Ferrara , le sue alleanze e fu costretta a farsi ascrivere a quel-
guerre, ci limiteremo a continuare la cittadinanza. Cedendo poi alle
l' indicazione delle cose principali. istanze d'Innocenzo III diedesi a ri-
Intanto Ottone IV portatosi in Italia, cuperar la Marca d'Ancona, e da Fe-
indi in Roma a prender la corona derico II fu fatto vicario regio, e
imperiale, ed in Ferrara nel 1210, legato di tutta la Puglia. Ciò de-
per politica e parentela ebbe ri- terminò Salinguerra a rinunziar il
guardi ad Azzolino, che procurò giurò fedeltà al
partito ghibellino,
pacificare con Eccelino , ed anco Papa , e con annuo censo s' ebbe
con Salinguerra che invocato ave- in investitura una notabile porzio-
vano l' imperiai protezione. Ad on- ne de' beni della contessa Matilde.
ta de' giuramenti fatti, Ottone IV Con sospetto di veleno nel 1 1

in Ferrara come in altre terre del- mori Aldobrandino e gli successe ,

la Chiesa affettò sovranità, e si Azzo Novello, che con Salinguerra


permise atti arbitrari, elettrizzando Il dominò in Ferrara, dandogli il
i ghibellini ; cose tutte che provoca- Papa Onorio III l'investitura del-
rono i rimproveri e la scomunica la Marca Guarniera o di Ancona.

d' Innocenzo III, anco perchè face- Divenuto Federico II imperatore, pa-
va guerra al fanciullo Federico II cificò i modenesi con Ferrara, e co-
re di Sicilia, figlio di Enrico VI, mandò a' padovani di ripristinar
nel quale vedeva un futuro emu- Azzo Novello nelle sue giurisdizio-
lo alla sua dignità. ni d' Este che gli confermò colle
,

Nel 121 1 Azzo ossia Azzolino molte sue pertinenze. Sopraffatti i


supplicò il Pontefice della facoltà guelfi nella minorità del marchese,
di edificare in Ferrara un castello, ripresero ardire nella sua maggio-
se pur non fosse il Castel Tedaldo rità , sopraffecero gli emuli , ed
restaurato, a freno de' nemici della incendiarono l' abitazione di Salin-
Sede apostolica ; indi prestò dei guerra. Tuttavolta poco dopo gli
servigi a che se ne
Federico II , animi si quietarono, poi successero
mostrò grato. Mori nel 1212 Az- nuove zuffe colla peggio de' guelfi,
zolino, e gli successe nel governo e la morte di Tisolino da Campo-
della famiglia e degli stati Aldo- sampiero nobilissimo cittadino di
brandino suo figlio, occupando An- Padova, poscia vendicato dal fratel-
cona i conti di Celano ed altri a- lo Giacomo al castello della Fiat-
p8 FER FER
la nel \'>,if\; rimanendo predomi- guerra furono allontanati, ripren-
nante Ferrara Salinguerra, men-
in dendo preponderanza Azzo No-
la
tre A zzo Novello stabilì l'ordinaria vello, che nel \">.f\o. fu dal popolo
sua dimora in Este, godendo il ti- eletto podestà per tempo illimitato.
tolo di marchese della Marca d'An- Innocenzo IV lo dichiarò difensore
cona 3 non il possesso , titolo che della Chiesa, e gli promise protezio-
poi seguitarono a portare molti ne contro Federico II. Indi nel
Estensi. Nel i23o gravi rotture per r
1 morì in Ferrara beatrice
r>J\ )

la navigazione del Po accaddero Estense già regina d'Ungheria, la-


coi veneti, ai quali i ferraresi col- sciando il suo figlio Stefano che a-
la loro flotta tolsero alcuni legni, vea partorito al re Andrea, al cui
e terminò con reciproci accordi. mantenimento aveva provveduto il

Sotto Gregorio IX, mentre Salin- Pontefice, che nel concilio di Lio-
guerra si accostò al partito impe- ne scomunicò e depose Y impera-
e mentre la repubblica di Fer-
riale, tore. Molti fuorusciti seguaci de' Sa-
rara si prestava alle mire del Pon- linguerra, volendo nuocere alla pa-
tefice, sebbene la città fu data nel- tria, vennero presi ed uccisi in Fer-
le mani dell'imperatore dal Salin- rara. Nel 1249 Eccelino III occupò
guerra, ed egli vi si portò nel i9,3g, Este ed altri castelli, mentre il Pa-
Federico 11 fu scomunicato dal Papa pa da Lione lo fulminava di sco-
anco per aver alienato Ferrala dal- munica come eretico. Morto nel
la Chiesa, venendo pure pubblicata I25r Federico II, determinò Inno-
una crociata contro di lui. Allora cenzo IV di fare ritorno in Italia,
molti si ribellarono a Federico II, e animando per tutto i guelfi pas-
fra' quali Azzo Novello, che fu per- sò a Mantova, e da s. Benedetto di
ciò condannato al bando imperia- Folirone, scendendo per il Po, pri-
le, e ricuperò Esle e i suoi castelli; ma de' 4 ottobre giunse a Ferra-
indi in un al Pontefice, ai veneti, ra, e dopo aver predicato il dì del-
ai bolognesi, e ad altri popoli mar- la Francesco nel duomo,
festa di s.

ciò su Ferrara per distruggere la si portò, a Bologna ov'era il gior-

potenza di Salinguerra, e nel 10,4° no 8 di quel mese. In questo


a mezzo di una flotta di navi ar- tempo viveva immerso in profonda
mate di torri, all'uso di que' tem- afflizione Azzo Novello per la mor-
pi. Dopo quattro mesi di ostinato te dell'unico figlio Rinaldo, accadu-
assedio si venne agli accordi , ma ta in Puglia, ove quale ostaggio
poi per tradimento Salinguerra fu l'avea trasportato Federico II, non
arrestato, e condotto a Venezia, ove senza sospetto di veleno, e con lui
sinché visse ebbe onorevole tratta- la moglie Adelasia dalla quale non

mento, e morte splendido fune-


in ebbe prole. Lasciò egli però i]\u-
rale e sepoltura. Così ebbe fine il figli avuti da una nobil donzella
capo de' ghibellini in Ferrara, rivale pugliese, cioè Obizzo e Costanza, i

perpetuo degli Estensi celebre per , quali all' avo colle necessarie cau-
valore ed avvedutezza. Restituita la tele furono condotti , e legittimati
città di
Ferrara ai guelfi , variò dal Papa e dall'imperatore. Seb-
quivi il pubblico sistema; e com' è bene Azzo continuasse a domina-
naturale i seguaci degli Estensi vi re in Ferrara , egli dimise la po-
ritornarono, e i partigiani di Salin- desteria perchè primari del pò-
,
i
FER FER 79
polo amarono investirne persona e- della Rotta, dell'ordine benedettino,
stera, cioè cedette la sola ammini- le cui religiose passarono poscia
strazione giudiziaria , e in luogo al monistero di s. Antonio , del
degli emolumenti che godeva, gli quale fu fondatrice. Fu quindi dal
vennero assegnate annualmente tre- popolo proclamato Obizzo signore
mila lire di ferrarmi, e di quando di Ferrara, edil podestà in nome

in quando s'imposero a suo pro- del medesimo popolo dichiarò O-


fìtto certe tasse al popolo, che non bizzo e il suo erede gubernator et
lasciò di mormorare della novità, ben- rector , et generali* et perpetuai
ché ciò fosse approvato da Inno- dominus cìvitatis Ferrariae et di-
cenzo IV. strictus con illimitata e pienissima
Divenuto Papa Alessandro IV, autorità.Urbano IV contempora-
vedendo Eccelino sempre più im- neamente fece una circolare al do-
merso negli eccessi e inaudite cru- ge di Venezia ai podestà, e capi-
deltà , combinò a combatterlo un tani di parte guelfa delle "vicine
esercito de'crociati, che sotto Pado- città, raccomandando Obizzo col ,

va ebbe a duce Azzo Novello, che proporlo anche a capitano e difen-


nel 1257 ricuperò E*te Cerro, , sore di quelle parti contro i nemi-
Calaone e Monselice: nel i25q fi- ci della Anche in questa
Chiesa.
nalmente fu imprigionato Eccelino occasione, se non concorse espres-
e poco dopo esalò l'anima feroce. samente la santa Sede con una
Legato de' crociati fu il ferrarese formale investitura prestò almeno ,

Filippo , arcivescovo di Ravenna. un tacito assenso al dominio degli


Nel 1261 Salinguerra III e Rizzar- Estensi in Ferrara. Aldigerio Fon-
do colla loro madre Sofia, furono tana che avea concorso al ricono-
da Azzo riammessi in Ferrara, com- scimento di Obizzo, qual ministro
mosso nel vederli flagellarsi di- di esso per sei anni fu V arbitro
nanzi a lui : ma questa introduzio- e il direttore delle cose ( della fa-
ne della vedova e de' figli di Sa- miglia Fontana ne tratta il Ga-
linguerra II ridestò le antiche tur- murrini) allora Obizzo imponeva
:

bolenze. Tultavolta Ferrara all'om- le leggi , ma col consiglio e consen-


bra degli Estensi, d'ordinario uma- so de' sapienti ; s' intimavano esse
ni e graditi ai Pontefici supremi al popolo radunato a suon di cam-
signori del Ferrarese , riposava in pana nella piazza, e dal popolo
grembo alla pace , e cresceva di stesso venivano espressamente o ta-
giorno in giorno in lustro e ric- citamente accettate. Intanto il gio-
chezza ; ed
marchese Azzo No-
il vinetto Obizzo diede assai presta
vello senza dubbio fu uno de'prin- incominciamento alle guerresche sue
cipali autori di tanto bene, e mo- imprese contro ghibellini e in i ,

rì nel1264, venendo compianto favore di Carlo I d'Angiò investi-


e lodato anche dalla fazione dei to da Clemente IV del regno di
Salinguerra. Lasciò erede univer- Puglia e Sicilia il quale re poi ,

sale il nipote Obizzo , che sposò aspirò al dominio di tutta l'Italia.


Jacopina Fieschi nipote d'Innocen- Nel 1269 il pubblico si determi-
zo IV e di Adriano V. Fra le fi- nò di avere un corpo scelto e sta-
glie di Azzo vi fu la beata Bea- bile di truppa composto di otto-
,

trice d'Este monaca in s. Stefano cento pedoni per la guardia oidi-


8o FER FER
naria della città e del marchese. gnato per vicario, con centocin-
Vedendo il Pontefice Gregorio X quanta cavalieri per prendere pos-
che Carlo I mal corrispondeva ai sesso di Modena, e poi accompa-
grandi benefizi ricevuti dalla san- gnato dal podestà Ferrara vi si
di
ta Sede, fece eleggere in re dei portò egli stesso con numeroso
romani nel 1273 Rodolfo d'Habs- corteggio a' 23 gennaio 1289, e
bourg , progenitore della glorio- colla maggior solennità vi fu pro-
sa casa d'Austria, che fece le più clamato egli co' suoi discendenti
ampie dichiarazioni in favore del- perpetuo signore, dando il secon-
la Sede apostolica, e fra queste la dogenito Aldobrandino in isposo
conferma delle sue ragioni e do- ad Alda Rangoni.
minio sopra i suoi stati e segnata- Morì Obizzo nel i2g3 lascian-
mente sopra l' esarcato. Ciò non do tre figli Azzo , Aldobrandino e
ostante trovandosi questo sino da Francesco, e due femmine Beatri-
Ottone IV in gran parte in mano ce e Maddalena, e tutti nel suo
degli imperiali, v'inviò suo gover- testamento nominò egualmente e-
natore il conte di Fùrstemberg, redi legittimi, o naturali; ma ap-
e due vicari che esigettero il giu- pena esalò il suo spirito, Azzo
ramento di fedeltà al romano im- primogenito nato della Fieschi fu
pero e all'eletto re; e ad Obizzo dal popolo ferrarese con pubblico
fu conceduta nuova investitura di decreto riconosciuto solo signore,
Este, del contado di Rovigo, d'A- come già eletto sino dal 1264 '""
dria e di Ariano. tal giura- Ma sieme col padre: altrettanto si fece
mento, come la rinnovata investi- in Modena e Reggio. Malcontento
tura debbono considerarsi per atti Aldobrandino si pose sotto la pro-
di protezione, anzi il Papa Nicolò tezione de'padovani, che invasero
HI riebbe da Rodolfo l'esarcato e diruparono Este Cerro e Ca- ,

e nominatamente Ferrara, il tutto laone, quindi seguì un accordo con


confermando gli elettori del sagro vantaggio degli aggressori. Nel 1295
romano impero. Nel 1 28 1 Clemen- scoppiò la guerra co' bolognesi, per-
za figlia di Rodolfo, che andava chè Azzo aspirava in un ai parmi-
a sposare Carlo Martello figlio di giani di dominarli non potendo ,

Carlo re di Sicilia, onorò di sua impedirlo la mediazione di Boni-


presenza Ferrara. Indi nel 1288 facio VIII. Noi non intendiamo
il popolo di Modena per non ve- riportare le frequenti guerre, al-
dersi ridotto al nulla dalle discor- leanze ed accordi, che di frequen-
die intestine dei Boschetti,
Guido- ti Ferrara e gli Estensi ebbero
ni, Rangoni, Savignani, Grassoni principalmente coi circostanti luo-
ec, conobbe il bene del soggiace- ghi e popoli, limitandoci per l'im-
re alla moderata autorità di un periosa brevità del nostro scopo,
solo. Si portarono a Ferrara a'i5 di solo accennare le cose più cla-
dicembre il vescovo e vari depu- morose ed importanti , lasciando
tati di quel pubblico , e col pre- interamente le dubbie. Per la care-
sentar le chiavi della loro città stia prodotta dalla guerra e dall'u-
al marchese Obizzo la sottomisero niversale inondazione del Po, nac-
alla sua perpetua signoria. Obizzo que forse la determinazione dei
vi spedì il conte Anello suo co- comacchiesi di assoggettarsi al mar-
,

FER FER 81
chese nel 1297, e fu subito Co- Meaux, ambi suoi cappellani, i

niaceli io soccorsa di grano. Segui quali col titolo di legati aposto-


la pace co'bolognesi nel 1299 per lici recaronsi in Ravenna, ove si
1' influenza dell' autorità di detto portò Francesco per guadagnarne
Papa, e del comune di Firenze. il favore. Ivi si concertò il piano
Non fu lungo il riposo a cagione per cacciar Fresco da Ferrara, e
dei Visconti signori di Milano, con- si adunò una potente armata sot-
tro dei marciò Obizzo con
quali to il comando di Lombardo da
poderoso esercito di ferraresi ed Polenta dominatore in Ravenna
altri suoi sudditi ; ma la pace e la aumentata dai seguaci di France-
parentela contratta tutto sopì tra sco, e dei fuorusciti fontanesi. Ma
i due più potenti principi di que- Fresco non trovandosi
grado in
sta parte superiore d'Italia. Nel di resistere si ritirò nel Castel Te-
i3oi fu arso il corpo di Armanno daldo, trattò co'veueziani, cede lo-
Pungilupo eretico, che il volgo ve- ro ogni ragione che credeva di a-
nerava per santo. Nel i3o5 Azzo vere su Ferrara, e ad essi conse-
prese in seconda moglie Beatrice gnò il castello col ponte, la torre
figlia di Carlo II re di Napoli, il che lo guardava di là dal Po, e
quale die in feudo al genero la tutto il borgo superiore, i quali
contea d' Andria. Approssimandosi luoghi subito furono fortificati dai
il fine di Azzo, attese le discordie veneti, come agognando
quelli che
che aveva co' fratelli, istituì erede di estendersi sulla terraferma da ,

e successore Folco fi-negli stati gran tempo aspiravano al dominio


glio legittimo di Fresco suo figliuo- di Ferrara. Fresco si ritirò a Ve-
lo naturale; però a mediazione di nezia, mantenuto da quel pubblico.
autorevoli persone, pacificatosi coi Come il popolo s'avvide che il suo
Azzo li dichiarò suoi eredi,
fratelli, castello eia in mano degli esteri,
annullando il precedente atto, e aprì spontaneamente le porte della
morì nel 3o8 I ferraresi tutta-
1 . città ai legati apostolici, i quali vi
via riconobbero Folco, e perchè entrarono con tutto l'esercito. Gri-
nato da pochi mesi, deputarono in davasi per le vie viva il marcite- :

tutore Fresco suo padre, e succes- se Francesco , perchè tutti si per-


sero aspre guerre co' fratelli e ni- suadevano che fosse suo il trionfo,
poti del defunto, massime con Fran- ma egli si affannava a far sì che
Questo domandò aiuto a Cle-
cesco. dicessero: viva la s. Romana Chie-
mente V, il quale aveva stabilita sa. Indi il marchese cede il pro-
la residenza pontifìcia in Francia, prio palazzo ai legati, ciò che con-
ove si trovava quando fu eletto. fermò tutti nel supporre un pre-
Il Papa volendo profittare dell'oc- cedente accordo. Si unirono alle
casione, concepì il disegno di ridur- genti della Chiesa i bolognesi, i

re Ferrara
immediato suo do-all' padovani, i mantovani, i veronesi
minio, come avevano fatto diver- forse più per profittarne, che per
si predecessori di altre sì di Romagna favorire alcuna come
delle parti,
che di altrove. A tale effetto inviò dimostrò il pronto abbandono che
in Italia suo nipote Arnaldo dei
il ne fecero. I legati prima di entra-
signori di Pelegrue abbate Tutelen- re in Ferrara ammonirono i ve-
se, ed Onofrio de' Trebi dorano di neti di non prender parte per Fre-
VOL. XXIV. 6
85 FETI FER
soo; ne trattarono con quelli (.mu- repubblica di Venezia per sua par-
si in Castel Tedaldo, Arnaldo si te mandò una flotta nel Po, che
portò a Venezia, ma tutto inutil- ai 28 agosto a Francolino dovette
mente. Finalmente avendo vene- i ponte di navi incale-
arrestarsi, pel
ti arrestata la roba e la famiglia nate marchese France-
difeso dal
del vescovo di Cervia, i legati nel- sco, mentre questo dall'altro lato
la più ampia forma fulminarono assaltavasi dai veneti di Castel Te-
la scomunica contro quella nazio- daldo, che perciò lasciarono indi-
ne, con sentenza emanata in Fer- feso dalla parte esteriore. Allora
rara il giorno 25 ottobre dell'an- i bolognesi e i ferraresi gli die-
no 1 3o8. rono l'assalto, e dopo un fiero
Mentre i veneziani ricorsero di- conflittos'impadronirono di tutto,
rettamente a Clemente V, conti- passando a fil di spada la guarni-
nuando le stragi nella città, i fer- gione del castello, e morirono cir-
raresi fecero un accordo coi vene- ca seimila tra ferraresi e nemici,
ti, cui lasciarono i luoghi occupati, con l'acquisto gran bottino per
di
franchigiaai fuorusciti, e che ri- parte de' vincitori, oltre duecento
prenderebbono per podestà un ve- navi venete e la fuga di quelle
neziano, e ciò senza il concerto della flotta. Libera Ferrara dai ve-
de' legati,che anzi il Papa da Avi- neti, dispensò il legato Pelegrue
gnone a' 27 marzo 3oo, rinnovò 1 nuove indulgenze a chi avea mili-
la scomunica con forme le più ter- tato per la Chiesa, i quali si restitui-
ribili, per cui immenso fu il danno rono alle patrie carichi di spoglie.
che ne risentirono non solo i veneti Il marchese Francesco che si a-
in Italia, ma in Francia, ed altrove; spettava la restituzione di Ferrara
così la concordia tra i ferraresi e i restò deluso: la ritenne il legalo
veneziani presto svanì, non poten- a nome della Chiesa, ed il comune
do sussistere tra due fiere in una questa riconobbe ed ossequiò qual
stessa* tana, e reciproci assalti, uc- sovrana assoluta: per cui elesse il
cisioni e rovine si succedettero. In- podestà e capitani, e fece altri
i

tanto Clemente V avendo esaltato atti di piena giurisdizione, giacché


alla dignità cardinalizia Pelegrue, la sentenza di Clemente V fu prò
e non cedendo i veneti alla sco- reeuperatìone civitatis Ferrariae ac
munica, come facendosi in Ferra- communitatis , et dislriclus ejus quae
ra maggiori i mali, gli ordinò di ad Romanam Ecclesiam in spiri-
prendere ogni più efficace espedien- tualibus et temporalihus pertìncre
te per rimediarvi. Il legato da dignoscitur, con facoltà di espeller-
Bologna si recò a Ferrara con ot- ne chiunque ne fosse stato eletto
to mila combattenti tra fanti e al governo, e d'intimare al popolo
cavalli , e quivi pubblicò una cro- di non più procedere in avvenire
ciata contro i veneziani, con am- a simili elezioni. Inoltre presso il

plissime indulgenze per chi vi si Rinaldi, che tutte queste cose rac-
Appena se ne sparse
fosse ascritto. conta, esiste documento in cui il

la fama, che da tutte parli con- Papa dice, che incoia? tamtn civi-

corsero truppe armate sotto gli tatis, comitatus et terriloi ii pnicdi-


stendardi della Chiesa, guidate mol- ctorum /ani longis retro tempori-
te dai vescovi ed altri prelati. La bus sub diversorum ac sibi sub/ti*
FER FER 83
gantium poteiitia constitulì, reginii- maro no signore di Ferrara. Il Car-
nis eorum matris et dominae Ec- dinale Pelegrue subito da Bologna
clesiae videlicet praelibalae, id fa- mandò rinforzo a'suoi; accorsero
ciente malitìa temporis, dulcedinem pure da Rovigo marchese Fran- il

non gustarunt. cesco, co'nipoti Rinaldo ed Obizzo


Nel j3io i ferraresi spedirono figli di Aldobrandino, e si unirono

in Avignone un'ambasceria per giu- all' altro legato Onofrio ch'era ri-

rare fedeltà al sommo Pontefice, masto in Ferrara. Salinguerra fug-


ed in pieno concistoro confessarono gì, ottanta ostaggi si dierono dai
essere la città di Ferrara di asso- ferraresi ad interposizione de' do-
luto dominio della romana Chiesa, menicani ; le genti venute da Bo-
e che se i marchesi d' Este l'ave- logna commisero saccheggi ed uc-
vano prima assoggettata al loro • cisioni, non risparmiando chiese o
dominio , ciò era stato per forza monisteri , o trenta-
e ventotto
non per giustizia; onde avendo al- sei complici m
Castel Tedaldo fu-
cuni chiamati in soccorso i vene- rono condannati alle forche: in
ziani per liberarsi da tal giogo, seguito ebbero luogo proscrizioni
quelli aspirando dominio
poi al e confische. Portandosi in Italia
della città, li avevano ridotti a som- Enrico VII, subito Salinguerra III
ma miseria, per lo che ricorreva- fece un nuovo tentativo, che fu re-
no al sommo Pontefice loro legit- presso dal marchese Francesco e ,

timo ed antico signore, al quale nuli' altro di lui ci dice la storia.

soggettavano beni e persone. Cle- Ma nel i3i2 i catalani ossiano gua-


mente V col consenso de'cardinali, sconi che avevano in custodia Fer-
li accolse come fedeli vassalli, e in rara, sapendo che Francesco aspi-
perpetua memoria di tuttociò fece rava a cacciarli per impadronir-
una bolla, in cui mostrava che sene, l'uccisero colle pugnalate: al-

Ferrara era stata del dominio del- cuni ferraresi furono esiliati, altri

la santa Sede prima che Carlo Ma- fuggirono, ed altri te minarono i

gno venisse in di lei soccorso, per loro giorni sul patibolo. Si vuole
liberarla dalla tirannide di Deside- che Francesco fosse innocente, giac-
rio re de'longobardi. Tuttavolta in ché il suo nome fu assoluto, e re-
Ferrara eranvi due altri partiti, stituiti i beni ai di lui figli Ber-
uno favorevole agli Estensi, l'altro toldo ed Azzo nel i3i3. In que-
a Salinguerra III per l'assoluta e sto anno finalmente veneziani ot- i

piena libertà, come


nemi- ghibellini tennero da Clemente V l'assolu-
ci sì della Chiesa che di casa d'E- zione, con bolla de'aG gennaio, ed
ste. Questi ultimi sperando nella aboliti i patti stipulati con Fresco,
calata di Enrico VII in Italia, nel con alcune modificazioni il Papa
luglio assalirono il palazzo mag- ratificò gli antichi loro privilegi
giore degli Estensi, ed insieme ad sulla navigazione del Po, e sul pos-
altre loro fabbriche lo consegnarono sedere beni stabili nel Ferrarese. V.
alle fiamme, saccheggiando le case Matteo Villani lib. 8, cap. io3,
de' guelfi, e commettendo orrido ed il Bzovio all'anno 1 309, nume-
macello. In fine giunsero a mette- ro 1.
re Salinguerra HI sopra un sasso Riguardando Clemente V Rober-
ch'era dinanzi al duomo, e lo accia- to il Saggio re di Napoli come il
84 FER FER
miglior sostegno de' guelfi, sino dal zioni ricevè Rinaldo , Obizzo , ed
i3io per guardarsi da Enrico VII, A zzo figlio di Francesco, da loro
lo deputò vicario in Romagna, e nel chiamati. Fu preso Castel Tedaldo
1 312 gli governo Ferrara
die in e distrutto, ed i guasconi trucidati
con annuo censo; ed il re qui po- a furor di popolo; ed a' i5 agosto
se a suo vicario Inglinolfo o Acle- Rinaldo, Obizzo, Nicolò I, ed i cu-
nolfo di Aquino , al cui arrivo ne gini A zzo e Bertoldo furono dal
partirono i ministri pontificii nel- popolo proclamati signori , ed a
l'aprile i3i2. Morto nel 1 3 1 4 Cle- memoria perpetua vennero istituite
mente V, successe lunga sede vacan- feste anniversarie per celebrare il

te, nel qual tempo si scuoprì e principio e termine della rivoluzio-


punì la trama ordita da Francesco ne. Come ricevettero l'avviso di sì

Menabuoi ed altri ghibellini furo- ; strepitosa novità il re Roberto , e


no riattate le mura della città e , il Papa Giovanni XXII è facile
nel i3i6 Caterina sorella di Fede- l' immaginarlo. Ma il re occupalo
rico d'Austria re de' romani onorò in tante guerre non potè rivolger
Ferrara di sua presenza , perchè le sue forze a questa parte; men-
andava a sposare Carlo primogeni- tre il Pontefice dichiarò ribelli ed
to del re Roberto , per cui il go- infami quei ferraresi che ave-
vernatore regio fece grandi feste. vano avuto parte in quella es-
Narra il Rinaldi all'anno i 3 7, che 1 pulsione , li privò de' feudi , e li

il nuovo Papa Giovanni XXII or- sottomise ad altre pene gravissime,


dinò al re Roberto di dare il go- ordinando che specialmente s' inti-
verno della Romagna e di Ferra- masse contro gli Estensi. Il Rinal-
ra a Guido di Tresi nunzio aposto- di scrive che li percosse di scomu-
lico, e richiamare i suoi ministri nica nel mese di settembre , qua-
e guarnigione di Ferrara che ren- lora non avessero mandato a lui
devano malcontenti i ferraresi. In ambasciatori per trattare la loro
questi ne odiavano il presidio
fatti causa Intanto il vescovo di Fer-
.

de' catalani o guasconi per la so- rara Guido, a' 29 novembre rin-
perchieria fatta al marchese Fran- novò a' tre fratelli Estensi e ad ,

cesco da loro amato, come pesante Azzo e Bertoldo l' investitura di


e duro riusciva loro il governo dei tutti i feudi antichi che ricono-
ministri del re. Sostenevasi la casa sceva la casa di Este dal vescovo
d'Este da Aldobrandino che stan- di Ferrara, ciò che prova non es-
do in Bologna e cieco, non ingeri- sersi effettuata la scomunica ; giu-
vasi negli affari , e da' suoi figli rarono allora gli Estensi fedeltà al
Rinaldo, Obizzo, che altri chiama- vescovo contro chiunque , excepto
no Opizzone , e Nicolò I, oltread contro, domino Papam ; ed Azzo
alcuni altri che in privato viveva- di Francesco mori nel 1 3 18 senza
no in Este. Neil* acerbità della lo- discendenza.
ro situazione i ferraresi concepi- La scomunica ebbe effetto, ed il
rono il piano di fare ritorno agli Papa destinò rettori in Ferrara sì
Estensi , mentre per 1' uccisione di nel temporale come nello spiritua-
un Bocchimpani il popolo si solle- le i vescovi di Bologna e di Arez-
vò, tolse a' guasconi le torri delle zo, al dire del Rinaldi ; ma piutto-
porte della città, e fra le acclauia- sto Almerico da Castel Lucio poi
, ,

FER FER 85
arcivescovo di Ravenna e cardina- s,tensi facevano le loro pratiche di
le, Bernardo vescovo d'Arras, e pacificazione, e gli fu permesso man-
Uberto vescovo di Bologna, che il dar ad Avignone; ed il
deputati
Papa raccomandò alle città guelfe. Papa ponderate saggiamente le di-
Gli Estensi promisero di restituire scolpe, avendo in considerazione le
alla Sede apostolica Ferrara, e di benemerenze di casa d' Esle , la
non più. intitolarsene signori, ed sciolse dalle censure, la dichiarò
Aldobrandino per quaranta mila esente dall' imputazioni dategli in
fiorini d'oro vendè al Papa i suoi materia di fede, ed accordò il vi-
contadi di Ferrara e Ravenna, men- cariato di Ferrara ai tre fratelli
tre i suoi figli ad onta delle me- Estensi con giurisdizione tempora-
morate promesse si mostrarono ri- le mero e misto impero sotto
, ,

soluti mantenersi in Ferrara, e


di l'annuo canone di dieci mila fio-
riconoscerla dalla Chiesa per annuo rini d'oro. Argenta fu dagli Esten-
censo. 11 Pontefice però fece pro- si restituita alla Chiesa, cui il Papa
seguire il processo a loro danno concesse la nomina di tutti i cano-
come scomunicati e ribelli , ed an- nicati delle collegiate di Ferrara
co macchiali di eresia. 11 vescovo, i ma fu loro inculcato di lasciar il

chierici, e i frati partirono perciò titolo diAncona. Nel


marchesi d'
da Ferrara. Intanto gli Estensi nel i33a pel cardinal legato Poggetto
i323 si con Lodovico
collegarono si effettuò agli Estensi l'investitura
il Bavaro nemico di Giovanni XXII, di Ferrara per un decennio colle ,

il quale pubblicò contro di loro mallevadorie de' comuni di Firen-


una terribile crociata pei motivi ze, d'Adria, e di Comacchio, non-
che descrive il Frizzi a pag. i45 ché di alcuni signori e mercanti
del tom. III. Aldobrandino mori ferraresi con tutte le solennità.
nel i326, nel quale anno la comu- 11 cardinal Bertrando legato apo-
ne eresse nella piazza maggiore il stolico, abusando del potere rivolse
gran palazzo della Ragione, per re- nel 1 333 le sue poderose armi con-

sidenza de' giudici e de' notari ; più tro il Ferrarese, e a danno degli
volte questo sontuoso edilìzio ven- Estensi, per cui seguirono serii fatti
ne poscia i-istaurato dai magistrati, d'armi, morti, e prigionie d'illu-
ed al presente serve per residenza stri personaggi , e stragi di ambe
de' tribunali. A tal fine siccome le parti , colla peggio dell' esercito
1 edilìzio trovavasi in cattivo stato, legatizio. Tra i motivi che si ad-
il comune a mezzo dell' architetto ducono per sì fatta condotta del
Giovanni Tosi lo fece di nuovo l'i- cardinale , che tentò per sorpresa
staurare, conservandogli le forme l'occupazione di Ferrara è il fa- ,

gotiche dell'antico disegno, corri- vorire le mire di Giovanni re di


spondenti a quelle della facciata Boemia calato in Italia e che la ,

esterna della cattedrale, e della re- città Mantova si


di sottomettesse
sidenza del comune, fabbricati che alla Chiesa. Nel i335 gli Estensi a
sono nella medesima piazza. Ab- loro spese trattarono in tutto lo
bandonato Lodovico dagli stessi ghi- stato un Maiorca
figlio del re di ;

bellini, e sospeso l'interdetto a Fer- Nicolò I sposò Beatrice Gonzaga, ed


rara, vi ritornò il clero secolare e il bellicoso Rinaldo suo fratello ces-

regolare nel i328, mentre gli E- sò di vivere, rimanendo Nicolò I ,


,

86 FER FER
ed Obizzo al dominio dello stato Ferrara per altri nove anni colla
cui nel i336 aggiunsero Modena, pensione di dieci mila fiorini d'oro
che da trent'anni la famiglia n'era annui, previo il pagamento di qua-
rimasta priva. Nel seguente anno rantacinque mila fiorini di debito
fu costretto Obizzo dai veneziani decorso, e con diverse altre condi-
ad unirsi loro contro gli Scaligeri zioni. Il vescovo di Bologna Bel-
suoi amici, facendone premure an- tramino fu incaricato dell'atto for-
che Benedetto XII, alle quali prin- male, consegnò cinque chiavi delle
cipalmente cede nel riflesso di ri- porte della città ad Obizzo, e ri-
conciliarsi colla santa Sede per a- cevette il giuramento di fedeltà. In
ver contribuito alla rovina del le- detto anno Obizzo comprò per set-
gato, e per veder rinnovata l'inve- tanta mila fiorini dai Correggi la
stitura di Ferrara, essendo prossimo città di Parma , e quando recossi
lo spirar del decennio; laonde fu a prenderne possesso a' 24 di no-
conchiusa una formidabile lega con- vembre, fu dal popolo proclamato
tro Mastino della Scala, dal quale signore perpetuo co' suoi eredi. Ma
poi i fiorentini acquistarono la cit- Filippino Gonzaga amareggiato per
tà di Lucca a mediazione di Obiz- tale acquisto, fece man bassa sulle
zo. Ciò fu cagione di guerra coi genti del marchese , allorché Spa-
pisani, e nel iS^i mori Bertoldo triava , ed Obizzo fu fortunato di
Estense figlio di Francesco. Dopo rifugiarsi in Parma. Quivi lasciò
la famosa sconfitta del cardinal Ber- governatore il cugino Francesco, e
trando, i fratelli Estensi cessarono per lungo giro sul Modenese Obiz-
dal pagamento dell' annuo censo zo si restituì salvo in Ferrara. *A1
alla Chiesa per l' investitura di Fer- tradimento del Gonzaga successe
rara, pretendendo di ritenerselo a la dichiarazione di guerra piom-
,

risarcimento de' danni sofferti per bando sul Ferrarese che saccheg-
cagione di quella guerra. Il mar- giò e devastò. L' insurrezione di
chese Obizzo col secondar la corte Parma fu repressa da Francesco,
di Avignone erasi fatto strada ad come fu respinta da lui la tentata
una riconciliazione, ed a nome del invasione di Lucchino Visconti. In-
fratello Nicolò I domandò a Cle- tanto Obizzo trattò magnificamen-
mente VI nel i343 la rinnovazio- te in Ferrara Umberto delfino di
ne dell'investitura spirata nel pre- Vienna di Francia, ed a mediazio-
cedente anno, ciò che pur fece in ne del Papa e di altri si fece la
favore degli Estensi il comune di pace cedendo Parma a
, Lucchino
Ferrara, offrendo la propria garan- Visconti mediante rimborso, e la
zia tanto pel censo passato, quan- cessione di alcuni castelli a Nicolò
to Tutto si combinò
pel futuro. ,
ed Alberto figli di Obizzo. Nel 347 1

ma la santa Sede volle la malle- questi accordò a Lodovico re d'Un-


vadoria anche delle comuni di Mo- gheria il passaggio di sua armata,
dena , Comacchio , Adria soggette , colla quale andava in Napoli a pu-
agli Estensi, di quella di Firenze, nire l'uccisione del fratello Andrea,
come di parecchi ferraresi. Mentre attribuita principalmente alla mo-
nel 1 344 moriva Nicolò I, il Papa glie Giovanna I, e splendidamente
accordava a lui ed al fratello Obiz- lo ricevè pure al ritorno siccome ,

zo 1' investitura del vicariato di praticarono sempre gli Estensi co-


FER FER 87
gli ospiti ragguardevoli. In detto lo. Francesco e Rinaldo Estensi
anno Obizzo perdette Lippa Ario- nati legittimi eransi ribellati, per-
sti,che avea sposata dopo la mor- chè figli di Obizzo non lo furo-
i

te della prima moglie Pepoli ma , no che sul punto della morte di


solo avanti del punto estremo. La Lippa Ariosti loro madre, mentre
nobile famiglia Ariosti bolognese credevano essi di succedere allo
si stabilì in Ferrara , e fiorì per zio. Aldobrandino si armò per ri-

molti uomini illustri, massime per batterne gli sforzi, come del Mala-
Bonifacio fratello di Lippa, il qua- testa ed altri del loro partito, sen-
le col suo senno ed autorità so- za progressi notabili. Nel 1 355 ca-
stenne i principi Estensi suoi ni- lò in Italia Carlo IV re de' roma-
poti j nonché per l'Omero italia- ni , che Aldobrandino inchinò a
no l'immortale Lodovico Ario- Padova, venendo trattato sempre
sto. Dal medesimo Antonio Frizzi a mensa, ed ebbe pure rinnovati
si hanno le Memorie storiche del- i privilegi, e le investiture impe-
la nobile famiglia Ariosti di Fer- riali di casa d' Este, concedendo-
rara, exstat nel tom. Ili della Race, gli il re anco quella di Modena.
ferrarese degli opusc. scien. leti, Passando per Ferrara Anna figlia
stamp., ivi 1774- L'anno i35o del- del duca di Polonia, che andava
l' uni versai giubileo i popoli della a sposare Carlo IV l' Estense la ,

Romagna quasi tutti si ribellarono trattò magnificamente sino ai con-


a Clemente VI, che domandò aiu- fini. Nel i356 morì Folco fratello

to che avcale doman-


ad Obizzo , di Aldobrandino; questi si unì al
data la rinnovazione dell' investitu- cardinal Alboruoz legato d' Inno-
ra, che fu prorogata per altri die- cenzo VI, e da lui spedito in Ita-
ci anni, compresi di lui figli Al- i lia a ricuperare gli usurpati do-
dobrandino, Nicolò, Folco, Ugo ed mimi della santa Sede. A media-
Alberto, atto ch'ebbe luogo nel zione di Carlo IV nel 1 358 seguì
i 35Nell'anno seguente Obizzo
1 . la concordia tra diversi signori bel-
morì da tutti amaramente compian- ligeranti, e vi fu compreso Fran-
to , colla gloria di aver estinto i cesco Estense colla ricupera de'con-
partili , che prima laceravano la fiscali suoi beni; non tornò piò in
patria. Ferrara, si stabilì in Este, ove la
Il giorno dopo la morte del sua linea si estinse. Nel i36i In-
marchese si radunò il popolo nel nocenzo VI prorogò l'investitura
palazzo degli Estensi ove fu ac- , di altri sette anni ad Aldobrandi-
clamato signor di Ferrara il mar- no, Nicolò, Ugo ed Alberto; ma
chese Aldobrandino primogenito, in quell'anno morì Aldobrandino,
che nel principio non ebbe gover- buon principe, e amato general-
no tranquillo, a cagione de' paren- mente. Rimasero di lui i figli O-
ti die aspiravano al potere; men- bizzo, Nicolò e Verde; il succes-
tre Modena accettò il dominio di sore però nel vicariato fu Nicolò
lui e de' fratelli. Clemente VI vol- Il detto lo Zoppo, per averlo così
le che Aldobrandino co' fratelli ra- reso la podagra, fratello del defun-
tificassero il giuramento di vassal- to e come compreso nell'investitu-
laggio del padre loro, in mano dei ra. Prima sua cura fu l'impetrare

nunzi pontificii, siccome tu esegui- dall' imperatore Carlo IV le in-


,,

88 FER FER
vestiture di Rovigo e di Modena nò di portarsi in Roma, e Nico-
per se, e per Ugo ed Alberto suoi lò II prima
splendidamen-
trattò
non che per il detto Obiz-
fratelli, te in Modena alcuni cardinali che
zo suo nipote; e furono concedu- per la via di terra seguivano il
te. Il cardinal Albornoz indusse i Pontefice, e giunto questo a Viter-
bolognesi a restituire all'Estense bo si condusse ad ossequirlo, ve-
Nonantola e Bazano , anche per le nendo ricevuto con istraordinaria
somme a lui imprestate da Aldo- amorevolezza, ed ivi fu stabilitala
brandino, ed in Ferrara fece una memorata lega. Tornato in Ferra-
solenne lega con vari potentati, ra marchese alloggiò nel suo pa-
il

contro Bernabò Visconti signore di lazzo Amadeo VI conte di Savo-


Milano. Il marchese Nicolò II, do- ia, e poi l'accompagnò a Viterbo,

po di aver contribuito la sua por- trovando il Papa che con magni-


zione di truppe, fortificò i confini fico corteggio s'avviava per Ro-
del Ferrarese, e fabbricò la Roc- ma. La guardia di sua persona fu
ca possente, che dalla sua forma commessa al marchese, ed al Ro-
in un alla villa prese poi il nome berti da Reggio maresciallo delle
di Stellata: ma una guerra più truppe ferraresi Il conte di Sa- .

micidiale fece all' Italia in quell'an- voia,con Brasco marchese d' An-
no la peste. cona, addestrarono il cavallo del
Divenuto Pontefice Urbano V Papa; Ridolfo Varano signore di
tentò di vincere Bernabò anche Camerino portò il gonfalone della
colle armi spirituali della scomu- Chiesa, e le chiavi sopra il capo
nica, sebbene la sconfitta ch'eb- d' Urbano V, e Malalesta Unghe-
be dai collegati servi ad avvilir- ro signore di Rimini comandò le
lo , da cui derivò la salvezza di genti d' arme pontificie. Con si
Bologna , e degli altri stati del- maestoso apparato a' 16 ottobre
la Chiesa, e fu fatta la pace, solo entrò in Roma la nobilissima co-
frastornata dai terremoti, e dalle mitiva, e se ne andò a s. Pietro,
rotte del Po. Nel i366 Nicolò II ove il Papa appena smontato, or-
con nobile accompagnamento, per dinò all'Estense che in onore dei
divozione si portò in Roma, e po- ss. apostoli creasse dodici cavalie-
scia passò in Avignone, ove temen- ri a sperone d'oro; onde stando il
do per lo stato di Modena la fe- marchese sulla porta della basilica
de dubbia di Bernabò, conchiuse conferì subito quell'onore a sei
con Urbano V, e cogli ambascia- italiani,ed a sei tedeschi, e pel
tori de' principi, una lega per la primo al suo maresciallo Roberti.
comune difesa, e per liberar l'Italia Il marchese per alcuni giorni ten-

dai masnadieri. Ma per tenere in ne la guardia della piazza di s.


fieno il Visconti, e liberar l' Ita- Pietro , e finalmente carico di se-
lia da tanti disordini, fu fatto ri- gnalati onori si restituì a Ferrara.
flettere al Papa eh' era d' uopo Quivi accolse il cardinal Angelico
restituir la residenza pontificia in fratello di Urbano V , e legato di
Roma, e ciò principalmente a con- Bologna, coi principi della lega
siglio dell'Estense. Le locuste de- tutti Nicolò II trattandoli colla splen-
solarono il Ferrarese, come i grilli. didezza e magnanimità tutta pro-
Finalmente Urbano V si determi- pria degli Estensi Intanto il Pa-
FER FER 89
pa in premio di tante dimostra- modamento. Stabilita così la cal-
zioni, a' 3 aprile i368 spedì al ma all'Italia, l'imperatore colla
marchese un breve, in cui facendo moglie passarono a Bologna, don-
menzioue della principal comparsa de andò a levarli Nicolò II, e nel-
da lui fatta nell' ingresso di Roma, la solenne cavalcata con cui a' 14

concedette a lui, ad Ugo, e ad febbraio 1369 entrarono in Fer-


Aldobrandino od Alberto suoi fra- rara, il marchese con Malatesta
telli, non che ai loro discendenti Unghero addestrò il cavallo di Car-
maschi per linea maschile in infi- lo IV, mentre Ugo ed Alberto
nito, il privilegio privativo rispet- marchesi suoi fratelli tennero la
to a tutt' altri, fuori die ai re, di briglia di quello dell' imperatrice.

precedere col loro seguito la per- Ugo morì nel i3yo con generale
sona del Papa, qualora si trovasse- dispiacere,anche di Francesco Pe-
ro ad una simile solenne entrata, trarca, pel quale il defunto avea
e inoltre la facoltà di spiegar sol- grande amorevolezza. Avendo Car-
tanto le bandiere proprie, e di lo IV tolta Lucca ai pisani, vole-

custodire per tutto quel giorno la va cederla agli Estensi, ma ciò non
piazza vicina all'abitazione ove an- si effettuò Macchinando sempre
.

dasse a posare sua Santità. Bernabò d'ingoiar l'Italia, col Pa-


Incominciarono le ostilità con pa ed altri signori si venne a nuo-
Bernabò, che sul Po presso Bor- va confederazione contro di lui; ma
goforte battè e disperse la flotta non felici successi, e il ritorno di
ferrarese. In quel mentre Carlo IV Urbano V in Avignone consiglia-
con gran seguito fece alto a Co- rono la pace, che fu come le pre-
negliano , ove Nicolò II corse ad cedenti di corta durata, ed il Fer-
inchinarlo, e l'imperatrice fu in- rarese fu danneggiato dai Visconti,
contrata a Ficarolo dal marchese come Modenese, e nella batta-
il

Ugo, ove pur giunse Carlo IV. glia diReggio de' 2 giugno 1372,
Ivi si fece la massa delle truppe essendo Pontefice Gregorio XI, i
collegate, che arrivarono al nume- collegati furono dispersi, indi suc-
ro di trenta a cinquanta mila com- cessero diversi fatti con diversa for-
battenti; e prima d' intraprendere tuna. In questo anno Nicolò II e
la guerra il cardinal legato pub- suo fratello Alberto od Aldobran-
blicò la crociata contro i Viscon- dino ebbero da Gregorio XI nuova
ti,che riuscì inutile perchè venne conferma pel vicariato di Ferrara:
guadagnato l' imperatore col dena- il censo rimase qual era prima,
ro di cui penuriava; ebbe luogo ma l'investitura fu a vita de' mar-
una tregua, e il licenziamento di chesi, e ciò con nuovo esempio.
sue truppe, passando quel princi- Gli ambasciatori degli Estensi man-
pe in Roma. Immense furono le dati perciò a Bologna confessaro-
spese degli Estensi per tanti inu- no al cardinal legato Pietro Bitu-
tili accampamenti, e passaggi di ricense o dallo Stagno, con pubbli-
personaggi, fra' quali va noverato il co istromento, che la città di Fer-

re di Cipro Pietro I. I collegati rara col suo territorio appartene-


ben si avvidero della poca dispo- va alla Sede apostolica obbligan- ,

sizione di Carlo IV di assisterli, il dosi all'annuo pagamento di dicci


perchè acconsentirono ad un acco- mila fiorini d' oro, e al inameni-
,

9° FER FER
incuto di cento cavalieri pel ser- sostenne noto lungo e lagrime-
il

vizio del Papa, nello spazio di set- vole scisma eh' ehbe le più terri-

tanta miglia. Così il Rinaldi al- bili conseguenze Bagnacavallo e .

l'anno i^ya, num. 3, 4- Cotignola nel 1 per la prima


1 38
Continuando le guerre coi Vi- volta divennero ragioni degli E-
sconti, i fiorentini temendo che Gre- stensi, che nelP anno seguente fu-
gorio XI volesse loro togliere Prato, rono afflitti dalla peste, mentre in

slimolarono alla ribellione i sudditi Milano morì Francesco d' Este, la-

della Chiesa, facendo lega con Giovan- sciando suo erede, e la vana spe-
na I regina di Napoli, coi Visconti, ed ranza di signoreggiare in Ferra-
altri, e hen presto ottanta tra città ra ad Azzo suo figlio. Nell'anno
e fortezze si sottrassero dal domi- 1 385 malcontento il popolo ferra-
nio papale. L' arcivescovo di Ra- rese per le gravezze che gli E-
venna Pileo di Prata, non aven- stensi eransi trovali in necessità di

do forze da contener le sue castel- gravarlo, gridando mor-


si ribellò

la die Lugo ai marchesi Nicolò


,
te a Tommaso di Tortona giudice

ed Alberto, e ad Obizzo lor nipote, de' savi, che ne reputava autore e

coli' annua pensione di cinquecento consigliere, il quale ad onta del-

fiorini d'oro, tutto approvando da l' interposizione degli Estensi fu


Avignone Gregorio XI Questi .
fatto ed i gabellieri e
a pezzi ,

fulminò di scomunica collegali, i gli uffizi loro furono grandemen-


massime i fiorentini e i sollevati, te malmenati. I marchesi si rego-

inviando in di una
Italia alla testa larono con disinvoltura e pruden-
armata di brettoni, il famoso car- za, e poco a poco fecero ribassa-

dinal Roberto di Ginevra, poi anti- re le gabelle, non senza far segre-
papa Clemente VII; ma la ferocia ta inquisizione de' principali auto-
de'soldati e del legato inasprì mag- ri del tumulto; indi con occhio an-
giormente popoli. Intanto il Papa
i
tiveggente Nicolò II incominciò ad
vinti tutti gli ostacoli partì dalla Pro- edificare il castello ora abitato dai
venza, e a' 7 gennaio 1 377 mae-
1
cardinali legati ,
per residenza ed
stosamente entrò in Roma, rista- asilo de' marchesi , facendovi pian-
bilendovi la pontificia residenza. tar delle artiglierie. Il popolo rima-

11 bisogno di pagare i soldati co- se atterrito, ed allora furono seve-


strinse il legalo a portarsi a Fer- ramente puniti capi della rivol- i

rara, ove vendè Faenza per qua- ta.Bernabò morì in prigione per ,

rantamila fiorini a Nicolò li, che opera del nipote Gio. Galeazzo che
poco ne godè, perchè Astorgio alleossi cogli Estensi, e Nicolò li

Manfredi, coli' aiuto di Rernabò e terminò i suoi giorni a" 26 mar-


de' fiorentini, se ne rese padrone. zo 1 388, e con tal compianto che
Morto nel 1 378 Gregorio XI gli celebrandosi nel dì seguente il suo
fu dato in legittimo successore Ur- funerale, benché venerdì santo, tut-

bano VI; ma poco dopo insorse te le campane della città e dei

il pseudo - papa Clemente VII borghi suonarono a morto e gli ,

che sebbene fòsse grande amico storici colmarono la sua memoria


di Nicolò II ,
questi restò nel- de' maggiori elogi. Rimase il do-
1' ubbidienza del vero Pontefice. Lo minio degli stati Estensi al suo fra-
antipapa passò in Avignone e vi tello marchese Alberto, che alcuni
FER FER gì
pur chiamarono Aldobrandino, già prese per apostolico privilegio nel-
compreso nell' investitura del 1872; l' investitura che rinnovò al padre;
e ne prese solenne possesso cou prese provvidenza sui beni eccle-
cavalcata a' 28 marzo, entrando siastici che passassero in mano dei
nel duomo ad ore 22, ove si can- secolari , ed eresse in università
tò messa solenne ad onta dell' ora pontifìcia lo studio di Ferrara, sic-
tarda. Cospirando Obizzo suo ni- come dicemmo di sopra , e donò
pote contro la vita ed il potere di ad Alberto la rosa d' oro benedet-
lui, lo fece decapitare in un alla ta. Carico di tanti onori e. benefi-

madre, e del pari furono severa- zi partì da Roma il marchese, e


mente puniti i congiurati. Gio. Ga- con lui tripudianti ne furono i

leazzo restituì Este ed il suo terri- ferraresi; ricevendo il marchese


torio ad Alberto, che i padovani festevole accoglienza e doni a Fi-
centosetlantacinque anni prima ave- renze ed a Bologna venendo ce-
,

vano tolto alla famiglia, ma a titolo lebrato a Ferrara suo ritorno


il

di feudo , dovendo seguire le sue quale lieto avvenimento, che fu


guerre, anco contro i veneti suoi ami- seguito dall' erezione di nobili e-
ci; ma preferendo il marchese la difìzi a spese del marchese. Il po-
pace, si sciolse dall'alleanza, e re- polo ferrarese per gratitudine eres-
stò neutrale. se ad Alberto una statua di mar-
Correndo l'anno 1390 il mar- mo, rappresentandolo coli' abito pe-
chese per divozione intraprese il viag- nitente cui si portò in Roma, e in
gio di Roma con decoroso seguito, tal modo pure
il rappresentarono
tutti vestili in abito di penitenza cioè nella medaglia che fecero coniare
di panno berrettino con bordone so- a suo onore. Avvicinandosi il suo
pra, e dello erano
stesso colore fine, stando Alberto in letto, a' 24
tinte le lancie delle guardie sti- luglio i3g3, chiamò a sé Nicolò
pendiariej le bandiere, i pennon- suo figlio d' anni dieci, e lo creò
celli, e tutt' altro, giacché era un cavaliere, dandogli secondo la con-
pellegrinaggio pio per lucrare le sueta cerimonia due leggieri schiaf-
indulgenze dell'anno santo conces- fi nelle guancie, quindi due ca-
se da Bonifacio IX, e perciò non valieri gli strinsero gli speroni d'oro
sembra probabile che ciò avvenis- e gli cinsero la spada. Fece poscia
se nell' anno seguente come alcuni testamento , e lasciò erede Nicolò
scrissero. Alberto fu incontrato al de' beni dello stato, e perchè si

modo che dicemmo al volume II, prevedevano al fanciullo contrasti


pag. 109 del Dizionario j ed accol- nel dominio per parte di Azzo E-
to benignamente dal Papa, poi lo stense nato da Francesco, e da una
fece accompagnare ai preparati al- Visconti, e perciò spalleggiato da
loggi. Nel di seguente il marche- Gio Galeazzo, si prese il saggio
.

se, e i principali suoi cavalieri fu- consiglio di farlo riconoscere dai


rono ammessi all' ouore di pranza- sudditi, vivente ancora il padre,
re con Bonifacio IX, che gli con- ciò che fu fatto con solennità, apren-
cesse tutte le grazie che gli do- dosi le carceri del comune e del
mandarono: condonò ad Alberto i castello. Si spedì alle potenze ami-
censi non pagati per Ferrara; le- che, acciocché mandassero rinforzi
gittimò Nicolò suo figlio, che eom- di truppe, e mentre queste giunsero
9i FER FER
a* 3o luglio spirò il marchese, ed so lo spìrito di rivolta, né le se-
il popolo dopo di avere assistito ai dizioni, porgendo alimento a tanto
suoi funerali nella solita chiesa di fuoco il Visconti che aveva conse-
s. Francesco, radunò nel corti-
si guito il titolo di duca da Vence-

le di corte ed acclamò Nicolò III slao re de' romani. Nicolò III si

suo signore , cui il comune gli sposò con Gigliuola da Carrara fi-

rimise il bastone del comando. glia del signore di Padova Fran-


Azzo subito profittando de'nu- cesco Novello, e coi collegati so-
merosi suoi partigiani, volle soste- stenne aspra guerra col Visconti.
nere le proprie ragioni procuran- Azzo non lasciò di tendere insidie,
dosi alleanze, mentre nel i3g4 e dalla prigione di Faenza passò
Bonifacio IX rinnovò l'investitura a quella de' veneziani che lo man-
di Ferrara a Nicolò III per tutta la darono a Candia, obbligandosi Ni-
vita di lui, coli' annuo censo di die- colò III pagar alla repubblica tremila
cimila fiorini di camera, oltre a cen- fiorini d'oro annui ciò avvenne nel :

to uomini stipendiati in caso di bi- i4°° in cui ebbe pur luogo la pa-
sógno in servigio della santa Sede. ce tra il duca di Milano, e i col-
Intanto i tutori e il consiglio del legati. 11 marchese si portò a Mi-

giovine marchese fortificarono Fer- lano a trovare Gio. Galeazzo , che


rara, e i luoghi di pertinenza del poco dopo mori, dando così la sua
loro signore, spiando le mosse del casa un gran crollo. Allora Boni»
pretendente; ma
per tante spese facio IX s' avvisò essere tempo di
essendo esausto Terrario, anche per ricuperare Bologna, e i luoghi u-
le condonazioni usale dal defunto surpati dal Visconti alla Chiesa, fe-
con diverse comunità, bisognò im- ce lega con alcuni potentati, nomi-
pegnare varie terre: le prigioni si nò legato il cardinal Cossa, poi
riempirono di ribelli, e molti fu- Giovanni XKIII, fece chiedere al-
rono puniti coli 'estremo supplizio, l' Estense i soccorsi dovuti come
alternandosi tuttavia le congiure vassallo della Sede apostolica, an-
contro Azzo, e contro Nicolò III. zi deputò capitano generale in
lo

Dopo vari combattimenti , il con- tal impresa. Giunto a Ferrara il

siglio contro ad Azzo un


inviò legato, il marchese gli presentò le
corpo di truppe, affidandone il co- chiavi della città, e sotto il bal-
mando ad Astorgio Manfredi, che dacchino fu portato al palazzo del
a Portomaggiore sbaragliò i ri- Paradiso. Si concertò ivi il piano
belli e fece prigioniere lo stesso delle operazioni e per meglio gua-
Azzo. Il vincitore fu ricevuto in dagnar Nicolò III, il cardinale gli
Ferrara dal popolo con vive ac- promise la restituzione di Nonan-
clamazioni, ed Azzo fu mandato tola e Bazano, date in pegno ai
in Faenza sotto la custodia del con- bolognesi, gli diminuì il censo che
te Corrado, che lo aveva arrestato, pagava alla camera apostolica, gli
venendo premiato Astorgio, e quel- assegnò l' annuo stipendio di dodi-
li che avevano cooperato alla vit- cimila fiorini pel generalato, oltre
toria, e puniti ribelli che resta-
i alle promesse di assisterlo a ricu-
rono prigionieri, con tutto il rigo- perare Beggio e Parma.
re,dandosi agli altri il bando per- Partì l' esercito per Bologna, e
petuo. Ciò non pertanto non ces- dopo alcuni fatti d'armi, la vedo-
FER FER 93
va di Visconti restituì alla Chiesa che tutto reggeva in quel pontìG-
Bologna, Perugia ed Assisi. 11 le- cato, e teneva molta stima Ni- in
gato non mantenne le promesse, colò III, chiamarono per
questi
e nacque perciò rottura coll'Esten- conferire sulla occupazione di For-
se, il quale si unì al suocero con- limpopoli e Forlì fatta da Giorgio
tro Milano, per cui ebbe nemici Ordelaffi ed ebbe in dono dal
,

anche i veneziani contrari al Car- Pontefice la rosa d'oro benedetta.


rarese; ed il marchese si distinse Morì in Bologna Alessandro V, ed
per "valore e prodezze nelle suc- ivi a' 17 maggio di detto anno gli
cessive azioni guerresche. I veneti fu dato in successore il Cossa che
piombarono sul Ferrarese, ed in- prese il nome di Giovanni XXIII.
cendiarono Comacchio, ed il mar- Nelle turbolenze della Chiesa ecci-
chese con più maturo consiglio nel tate da Ladislao re di Napoli, dai
i4o5 piegò alla pace, anche nel ribelli di Romagna, e dai deposti
timore che Azzo faceva accordi col Gregorio XII, e Benedetto XIII,
cardinal legato per cedergli Mode- giudicò Giovanni XXIII di di-
na, se l'avesse messo in possesso di chiarare capitano generale il fer-
Ferrara col solito censo. Le condi- rarese Uguccione Contrario, già ge-
zioni dell'accordo le riporta il Friz- nerale maresciallo della Chiesa. In
zi al tom. Ili, pag. 388. Il Car- Bologna la notte del s. Natale, al-
rarese andò nelie furie vedendosi la celebrazione della sua messa in
abbandonato dal genero, ed i vene- s. Anastasia, il Papa fece cantar
ti acquistarono Padova, terminan- l'epistola ad Uguccione, gli confe-
do quella possente famiglia nella rì la detta eminente dignità, gli
nobile Papafava. Nel i4o8 l'Esten- consegnò il gonfalone della Chie-
se accolse in Ferrara Alfonso che sa, col comando di mille lancie
fu poi re di Portogallo, chiamato e di mille fanti, aggiungendo il

l'africano per le vittorie riportate dono di un cappello ornalo di per-


sui mori. Mentre regnava Grego- le, e di una ricca spada. Siccome
rio XII, e sosteneva lo scisma l'an- Sforza Attendolo era passato agli
tipapa Benedetto XIII , i cardinali stipendi di Nicolò III , tra gli al-
de'due collegi si riunirono in con- tri premi di cui fu largo ai ser-
cilio a Pisa per deporli, e nell'an- vigi da lui ricevuti, ed anco in i-

no 1409 in vece elessero Alessan- sconto di quanto gli doveva, gli ce-
dro V. Tra principi che inviaro-
i de Cotignola sua patria, che Gio-
no ambasciatori al concilio, vi fu vanni XXI li poi eresse in contea,
Nicolò III, il quale in questo tem- e ne investì esso Sforza, Francesco
po conquistò Parma e Reggio. ed altri suoi figli per l'annua ri-
Non è facile a descrivere le feste cognizione d' uno sparviero. Passa-
sagre e profane celebrate in Fer- to il Papa a risiedere nel 4- 1 1 1

rara per sì giulive occasioni. Tra in Roma, Bologna si ribellò, come


quelli che riconobbero Alessandro fece Forlì che si die ali Estense, il

V ,
va noverato
marchese che il quale con intelligenza del Papa la
andò sino a Pianoro ad ossequiar- cede al mentovato Ordelaffi. Appro-
lo, quando nel gennaio i4'o il fittò di tale lontananza di Giovan-
Papa si recò a Bologna. Quivi ni XXI II Carlo Malatesta signore
Alessandro V, e il cardinal Cossa di Riiuini, grande e costante fan-
,

94 FER FER
tore Gregorio XII occupando
di , scomunica dell'antipapa Benedetto
vari castelli; finalmente il mar- XIII, l'eroica rinunzia
Grego- di
chese riebbe Nonantola, e tolse al rio XII, coll'elezione di Martino V
Pallavicino Borgo s. Donnino, at- che seguì agli il novembre 14.17,
tribuendogli alcuni l'erezione della mentre la peste infuriava in Fer-
università in Parma. Nel i4i3 rara, e forse ne fece vittima la mo-
venne divozione a Nicolò III di glie del marchese, che invece si sposò
imprendere il pellegrinaggio di Ge- con Parigina figlia di Malatesta dei
rusalemme, lasciando Uguccione al Mala testi di Rimini. Tolto lo scisma
governo de' suoi stati, ove ritornò alla Chiesa,Martino V da Mantova
felicemente, ricusando le vantaggio- agli8 febbraio i4*9 passò in Ferra-
se offerte del re di Napoli , che ra, ove fece il solenne ingresso,
voleva guadagnarlo. Reduce Gio- venendo accolto con sommo onore
vanni XXIII da una conferenza con da Nicolò III. E probabile che il
Sigismondo re de' romani, per ce- Papa gli accordasse qualche dimi-
lebrar il concilio di Costanza, onde nuzione del censo sul vicariato, ed
por fine al calami toso scisma, a' 1 8 feb- il marchese s' interpose pei ribelli
braio 1 pomposamente entrò in
4- • 4- bolognesi. Stando in Ferrara Mar-
Ferrara, cavalcando un cavallo bianco tino V ordinò che si dassero al
addestralo dal marchese e da Uguc- duca di Baviera trenta mila scudi
cione. Dal duomo il Papa si recò d'oro, per la custodia e prigionia
al palazzo d'Este a piedi, servendo- del Cossa già Giovanni XXIII; e
lo Nicolò III in figura di cauda- nel dì stesso o nel seguente il Pa-
tario. Passati sei giorni il Pontefi- pa proseguì il suo viaggio per Fi-
ce s'avviò a Bologna, mentre l'E- renze. Nel i4?o l'Estense cede al
stense intraprese la visita de' san- duca di Milano Parma, e ritenne
tuari di Loreto e di Compostella, Reggio colla giunta di ventotto mi-
ovvero di s. Antonio del Delfinato. la fiorini d'oro. Nell'anno seguente
In Piemonte fu a tradimento ar- Argenta col suo territorio, fu data
restato da Manfredo del Carretto in stabile vicariato agli Estensi dal-
marchese di Ceva, e bisognò ob- l' arcivescovo di Ravenna, con al-
bligarsi al pagamento di undici cune condizioni, e I' approvazione
mila ducati per la liberazione; ma del cardinal legato di Bologna. Fa-
sopraggiunto il conte Amadeo di tale l'anno ì/^-ì.5 per Nicolò
fu
Savoia, Nicolò III eroicamente si III: aveva egli Ugo figlio natura-
interpose per 1' infame Manfredo, le nato da Stella dell' Assassino o

senza pagar nulla; il castello fu Tolomei di Siena, di bell'aspetto


spianato , il castellano perde la e di amabili costumi, quale ben- il

testa, ed il marchese ritornò fra ché da lui teneramente amato


suoi con general tripudio. con ripugnanza era trattato dalla
Al concilio di Costanza, che fu matrigna Parisina. A vincere tale
il principale avvenimento del se- avversione il marchese volle che
colo XV, tra gli ambasciatori dei ambedue facessero assieme un viag-
principi, ve ne furono due dell'E- gio, donde ne nacque un estremo
stense: esso incominciò a'5novem- reciproco amore. Avendo ciò sco-
bre i4>4 e terminò dopo la de-
?
perto il marchese dopo formale ,

posizione di Giovanni XXI li, la processo, ambedue furono condan-


FER l'Eli 9
~>

nati a morie, né Uguccione , né to pure da Stella, ed uno de' suoi


alili riuscirono con lagrime e pru- naturali, e come il maggiore di essi,

denti osservazioni rimuovere l'ira in mancanza di legittimi, lo destinò


inflessibile di Nicolò III. Nelle pri- suo successore, e per moglie gli die
gioni dunque del castello , che so- Margherita Gonzaga, e n'era ben
no quelle terribili che si vedono degno siccome allevato nelle armi
sotto la stanza detla dell'Aurora, da Braccio da Montone e dedito ,

a pie della torre de'leoni sul prin- alle lettere a segno, che poi rac-
cipio della Giovecca, la notte del colse corniole ,
gemme intagliate,

21 maggio fu decapitato Ugo, e medaglie, e pitture donde ebb<r


poi Parisina, la quale ad ogni pas- principio la famosa galleria Esten-
so credeva morire in un traboc- se. Per terza moglie Nicolò 111 spo-
chetto: domandò che fosse avve- sò Rizzarda figlia del marchese di
nuto di Ugo, e le fu riposto che Saluzzo, senza che ne risentisse

era già morto; allora l'appassiona- pregiudizio Leonello se nascessero


ta donna esclamò: adesso né io maschi. Mentre celebravasi il con-
vorrei più vivere. 11 marchese ve- cilio di Basilea, nel i433 l'impe-
gliò tutta quella tetra notte, e pas- ratore Sigismondo si portò in Ro-

seggiando chiese una volta al ca- ma per essere incoronato da Eu-


pitano del castello se Ugo era an- genio IV, e nel ritorno in Ger-
cor morto, ed egli rispose si. Al- mania giunse per acqua a Ferra-
lora diede nelle più disperate furie ra. Il marchese l' incontrò ad Ar-

ed esclamò fa ch'io pure sia mor-


: genta a' 9 settembre, ed a' i3 Si-
togiacche ho precipitata tal riso- gismondo dichiarò cavalieri cinque
luzione contro il mio Ugo. Quindi figliuoli dell'Estense, cioè Leonello,
rodendo co'denti una bacchetta che Borso e Folco naturali, ed Ercole
teneva nelle mani, passò il resto e Sigismondo legittimi, l'ultimo dei
della notte in sospiri e pianto, chia- quali avea alzato al sagro fonte
mando spesso il suo caro Ugo. L'a- come di recente nato. Prima di
mor paterno vinse, sebbene troppo partire l'imperatore rinnovò al mar-
tardi, la più funesta delle passioni! chese le investiture imperiali dello
Tuttavolta a sua giustificazione, ne Polesine di Rovigo, ed altri feudi
avvisò del fatto tutte le corti di nobili del Modenese, Reggiano ec,
Italia. comprendendovi gran parte di ca-
Nel 1426 Nicolò III ebbe dal- e terre della Garfagnana, che
stelli

la repubblica di Venezia le inse- si erano all'Estense dati spontanea-


gne, e il bastone del comando per mente. Intanto il marchese colla
la guerra contro il duca di Mila- sua prudente neutralità, e per 1 opi-
no ; ma l'Estense si fece rappre- nione che godeva faceva lieti sudditi i

sentare da Nanne Strozzi suo ge- del mantenimento della pace: quin-
nerale, con un corpo di ferraresi, di nel i434 pubblicò una pram-
che vi perde la vita la guerra non ; matica sud' immodesto vestire del-
fu ili lunga durata, e dopo di a- le donne, e die principio al pa-
ver perduto il milanese ottanta lazzo di Belriguardo, che poi di-
fortezze si fece la pace. Nel i4 2 9 venne una delle più magnifiche
Nicolò 111 fece legittimare da Mar* delizie d'Italia. Se fu insigne van-
tino \ il suo figlio Leonello, na- to di Nicolò 111 il dar norma col-
,

9G FER FER
la sua prudenza ed autorità ai ga- tuna quella
Ferrara, anche a
di
binetti d' Italia , noi fu meno in cagione dell'affezione singolare che
proteggere la Chiesa , e i diritti per lui aveva l'Estense. A ciò si
del pontificato. La storia del cele- unirono i riflessi dell'ampiezza, del-
bre concilio generale tenuto in la quiete, dell' abbondanza de' vi-
Ferrara, che ove
poi dal luogo veri, e di altre particolari favore-
terminò fu detto fiorentino, ne combinate in que-
voli circostanze
somministra la più luminosa prova. sta che determinarono Euge-
città,

Allorché Eugenio IV vide im- nio IV ad intimarvi nel 1 4^7 un


pugnata la suprema sua autorità generale concilio,con disposizione
nel concilio di Basilea ch'ebbe le- del primo ottobre. Dalla parte sua
gittimo principio nel 1 43 i, delibe- Nicolò III a' 14 novembre emanò
rò di convocarne un altro in Ita- un chirografo col quale accordò
lia per opporlo ad esso, ovvero per l'adunanza la sua città, con-
trasferirne la convocazione altrove. cedendo passaporto , salvacondotti
Scrisse a questo effetto alle uni- esenzioni di gabelle , sicurezze , ed
versità di Francia, di Spagna, di assistenza per le abitazioni e vet-
Alemagna, di Polonia, d'Italia, e tovaglie a chi v'intervenisse. Giun-
d'Inghilterra, per
impegnarle a se intanto a Ferrara a' 7 gennaio
mandarvi principali membri. Con-
i i438 il piissimo cardinal Nicolò
temporaneamente il Papa provò la Albergati vescovo di Bologna, de-
consolazione di vedere a' suoi piedi stinato dal Papa a presiedervi colla
gli ambasciatori di Giovanni IV dignità di legato; e siccome molti
che altri dicono VII Paleologo im- prelati latini fino al numero di
peratore d'Oriente e di Giuseppe , quaranta e più vi comparvero in
patriarca di Costantinopoli ,
per egual tempo, così agli gen- 8010
chiedere la riunione della Chiesa naio si diede principio alla prima
greca colla latina, tanto da esso sessione nella cattedrale di s. Gior-
bramata, giacché sino dal secolo gio, previa una processione, e mes-
IX per gli errori di Fozio, e per sa dello Spirito Santo celebrata dal
altri rimaneva disgiunta, e per im- vescovo di Ferrara Giovanni Ta-
petrare nel tempo stesso i più va- velli da Tossignano, lodato per su-
lidi soccorsi contro i formidabili ot- blimi virtù e santità di vita, che
tomani, l'impero greco
da' quali v' intervenne insieme ad alcuni ca-

sino d'allora veniva minacciato del- nonici e beneficiati , e fu prescelto


l'estremo eccidio. Profittò Eugenio con altri de' più dotti padri a sten-
IV di quella occasione, e da Fi- derne i decreti preliminari. Dei
renze ove risiedeva per le insidie ferraresi oltre a questi, ed al ve-
di Alfonso V d'Aragona e dei ro- scovo Boiardi , vi fu l' arcivescovo
mani, nel i436 si trasferì a Bolo- di Ravenna Perondoli il vescovo ,

gna. Ivi convenne nella venuta del- di Modena Mainenti, molti teolo-
l' imperatore greco, del suo patriar- gi, interpreti, elettori dell'universi-
ca, e prelati orientali al nuovo con- tà, come fi*. Agostino da Ferrara
cilio, e superate molte opposizioni dell'ordine de' minori, e fr. Paolo
dell'altro di Basilea, giudicò fra le dell'ordine de' servi. Altri dicono
molte città proposte per tenervi che 1'
apertura del concilio la fece
l'augusta adunanza, la più oppor- il cardinal Giuliano Cesarmi.
,

FER FER 97
Nella prima sessione vi si di- andarono pei primi ad incontrarlo,
chiarò, che il sommo Pontefice a- ed allora verisimilmente Leonello
vendo trasferito il Ba-
concilio di gli recitò quelle due orazioni latine

silea a Ferrara, questa traslazione cotanto dagli scrittofi lodate, e per


era canonica, e quindi che il con- cui il Pontefice gli donò un cap-
cilio generale di Ferrara era legit- pello ornato d' oro e di gemme.
timamente adunato. Va però no- Dopo tre giorni di residenza a s.

tato, che dopo 1' arrivo de' greci Antonio, Eugenio IV a' 27 gen-
nessun prelato , né dottore passò naio fece il suo ingresso nella cit-
da Basilea a Ferrara, e che gli am- tà, un baldacchino fatto co-
sotto
basciatori tanto dell' imperatore Si- struir comune colla maggior
dal
gismondo, che dei re e degli altri magnificenza e sopra un cavallo
,

principi che vi erano dinanzi, vi alla cui briglia destra stavano in


restarono tutti, e che il re di Fran- piedi il Antonio dalla Pace
cav.
cia Carlo VII proibì che ni uno dei inviato di Giovanni II re di Ca-
suoi sudditi passasse a Ferrara, col stiglia, e il marchese Nicolò III

pretesto di assistere al concilio. In alla sinistra. Lo precedettero il cle-


una parola la Francia, la Spagna, ro ferrarese, e i padri del concilio
e gli altri aderivano al con-
stati tutti a cavallo vestiti di cappa, e
cilio di Basilea perchè non cre-
, lo condussero alla chiesa cattedra-
dendolo divenuto conciliabolo, lo le, ov' egli recitò alcune preci; in-
ritenevano in vece ecumenico e per- di seduto in cattedra fece pronun-
ciò lo rispettavano. Divisando Euge- ciare dal vescovo di Forlì una bre-
nio IV di portarsi in persona al ve esortazione, e quindi si trasferì
concilio di Ferrara, stabili prima al palazzo del marchese dirimpet-
in Bologna coi procuratori dell'E- to alla chiesa. Siccome il Papa pa-
stense alcuni capitoli a' 16 gennaio, tiva di podagra , il comune avea
i quali in sostanza contenevano : fatto costruire un ponte di tavole
che il marchese e i ferraresi avreb- con dolce salita coperta di panni,
bero per vero Papa riconosciuto, la quale partendo dalla porta del
difeso, e nella loro città ricevuto tempio, terminava alla loggia an-
co' suoi cardinali e famigliari Eu- teriore del palazzo per cui in quel-
;

genio IV; che avrebbero ad essi, e la ed in altre occasioni potè il Pa-


agli imperatori, se vi fossero capi- pa aver comunicazione con il tem-
tali, somministrate le abitazioni gra- pio senza l' incomodo dèlie scale.
tuitamente, e lasciate passare le robe Agli 8 e io febbraio nella cappella
di vitto e vestito senza gabella, e di quel palazzo Eugenio IV tenne
che l'abitazione e persona del Papa due congregazioni di tutti padri, i

verrebbe affidata alle fedeli guar- e ai i5 intervenne in duomo alla


die ferraresi a preferenza delle pon- seconda sessione.
tificie. Eugenio IV partì da Bo- Nella seconda sessione il Papa
logna a' 2 3 gennaio con numeroso vi presiedette alla testa di circa
accompagnamento di cardinali, pre- settantadue vescovi, e pronunziò un
lati e cortigiani, e giunse il gior- decreto contro i padri basileesi. L'im-
no dopo in nave per il Po al mo- peratore greco col patriarca di Co-
nistero di s. Antonio. Il giovinetto stantinopoli, con Demetrio fratello
marchese Leonello , ed Uguccione di quel monarca e despota di Mo-
vol. xxiv. 7
98 FER FER
rea, cogli ambasciatori di vari so- lo tutti i cardinali, e molti de'pre-
vrani dell'Asia, e molti patriarchi, lati che si trovavano in Ferrara, e
arcivescovi, vescovi, e abbati della fu condotto a cavallo fino all'ap-
greca credenza ( che alcuni dicono partamento del Papa per una scala
ascendere a settecento persone, fra praticabile ai cavalli. Smontò l'im-
le quali ventuno prelati, Marco ar- peratore alle stanze del Papa, che
civescovo d'Efeso, e molte dotte gli si fece incontro, e mentre quel-

persone ), era approdato a Venezia lo voleva piegar le ginocchia, Eu-

sino dagli 8 febbraio sopra la flot- genio IV non glielo permise; indi
ta veneta che per gli uffizi del Pa- lo baciò, gli porse a baciar la ma-
pa era andata a Costantinopoli, a- no, e lo fece sedere alla sinistra. I

vendo rifiutata l' imperatore 1' al- cardinali, inchinatisi all'imperatore,


tra che il concilio di Basilea a fine sedettero inferiormente: dopo bre-
di tirarlo a sé vi aveva mandata. ve colloquio, l'imperatore alsuono
In Venezia ebbe alloggio nel pa- de' musicali strumenti fu accom-
lazzo Estense, ove fu complimen- pagnato all'alloggio preparatogli nel
tato a nome del Papa dal cardi- palazzo del Paradiso. Il rimanente
nal Albergati, da Nicolò III, e da del seguito imperiale continuò il
Ambrogio camaldolese. In pari tem- viaggio per Bondeno, e il despota
po T imperatore e il patriarca di- entrò in palazzo per altra via, do-
ressero ad Eugenio IV cinque am- po se n'andò al palazzo di Schifa-
basciatori. Venuto il mese di mar- noia, pure degli Estensi.
zo s'imbarcò di nuovo l'impera- Il patriarca greco assai grave
tore con circa cinquecento persone, per età, e preso da podagra era
e ai 3 pervenne a Francolino. Ivi rimasto a Venezia un mese dopo, :

sitrovò a riceverlo in nome del e più, spedi due suoi ecclesiastici


Papa un cardinale con cinquanta per ambasciatori al Papa, indi in
cavalieri dicompagnia; nel dì se- nave li seguitò. A Francolino il
guente s' incamminò alla città per marchese gli mandò incontro un
la via di Lagoscuro con una parte naviglio che sorprese i greci per la
di comitiva provveduta dal
sua bellezza e magnificenza. Vi entrò
marchese di centocinquanta caval- il patriarca col clero suo , e per
li. Premeva egli un gran destriero Bondeno fu condotto alla ripa di-
bruno, coperto -li porpora e d'oro, rimpetto la porta di s. Romano.
cui reggevano il f"eno i primari no- Gli uscirono ad incontrarlo il mar-
bili della corte iNrrarese . Nicolò chese con due suoi figli, quasi tutti
III, con Leonello e Boiso suoi fi- gli arcivescovi, i vescovi, e i cor-
gli ,era presso il monarca, il qua- tigiani del Papa ; ma egli dopo es-

le veniva coperto da io ombrello sersi fatto molto aspettare, fece sa-

color celeste, ed aveva ,ion lungi pere che voleva essere ricevuto an-
un ton gual-
altro cavallo bianco che dai cardinali. Per accordare
drappe a ricami d'oro, eie espri- questo cerimoniale, a cui si prestò
mevano fra le altre cose 1; aquile volentieri buon Pontefice per
il

imperiali. In mezzo a folfo popo- non guastare per un piccolo inci-


lo, e fra musicali stromeru giunse dente un massimo affare , passò
Y imperatore vicino alla porta di s. molto tempo, onde dovettero i gre-
Biagio. Di là uscirono 'A incontrar- ci dormire una notte nelle navi.
FER FER 99
La mattina degli 8
marzo, ol- di cessione dello Spirito Santo, a.*
tre ai nominati, uscirono quattro L'addizione FiUoque fatta al sìm-
cardinali, dice lo storico greco, ma bolo. 3.° Il purgatorio, e lo stato
furono i due soli ultimi cardinali delle anime avanti il giudizio. 4-°

diaconi; e incontratisi nel patriarca L' uso degli azzimi nei santi miste-
che veniva, senza farsi vicendevol- ri. 5.° L'autorità della santa Se-
mente di cappello, ne darsi o ren- de, e primato del Papa. Quindi
il

dersi saluto, gli fecero sapere stret- si trattò del cerimoniale da osser-
tamente il motivo della loro com- varsi allorché si fossero i greci e
parsa, dicendo il cardinal Prospe- i latini trovati insieme : lunghe
ro Colonna, come più antico Re- : discussioni produsse l'orientale sus-
verendissime Pater, Dominus no- siego, ma in fine si convenne.
ster Papa misit nos 3 ut associare- La prima sessione tenuta nel
mus paternitatem vestram : e pre- duomo che fu la terza di questo
,

solo in mezzo col gran seguito, concilio, uniti i greci coi latini, fu
tutti sopra cavalli e muli provve- a' g di aprile. L' ordine delle sedi
duti dal marchese furono condotti fu cosi disposto : la destra della
al palazzo apostolico. Sedeva il Pa- chiesa e dell'altare fu data ai lati-
pa co' suoi cardinali a destra nel ni, tra' quali era il Papa , e la si-
suo gabinetto. Al comparirgli da- nistra ai greci. Il trono papale sor-
vanti il. patriarca, riferisce l'autor geva quattro passi lungi dall'altare,
greco, che si trovò in piedi, e il e appresso inferiormente quello del-
patriarca lo baciò nelle gote : de- l' imperatore occidentale, o sia d'Al-
gli altri greci alcuni baciarongli la berto II re de' romani, succeduto in

mano sedente, altri gli s'inchina- quell'anno a Sigismondo , che mai


rono soltanto profondamente. Il pa- però non venne, e dietro a questi
triarca fu posto a sedere a sinistra le sedie proporzionate pei cardina-
del Papa ; brevissimo fu il loro li , arcivescovi , vescovi , abbati, ed
ragionamento , terminato il quale altri,secondo la loro anzianità di
il patriarca venne guidato all'al- grado nove erano i cardinali, tra
:

bergo preparatogli in casa de' Ro- il primo e il secondo cardinal ve-

berti, e furono distribuiti gli altri scovo sedeva il patriarca di Grado.


greci in varie abitazioni. Intanto A Papa a sinistra era
rincontro del
l'imperatore greco mostrò desiderio assiso monarca greco, e a destra
il

che al concilio fossero invitati gli di lui più umilmente ed in uno


altri principi cristiani; ma il Papa sgabello il despota di Morea ; a si-
gli fece riflettere che le discordie nistra e di fronte al primo cardi-
tra loro renderebbero impossibile nale si vedeva la sede del patriar-
l'unirli in un istesso luogo, pure ca di Costantinopoli , che per ca-
per compiacerlo spedi lettere circo- gion della podagra non comparve,
lari e nunzi in varie parti, onde e in seguito quelle degli altri gre-
portarsi a Ferrara per cooperare ci , cioè ne' quattro sgabelli presso
alla riunione dell'oriente coli' occi- il patriarca presero luogo l'arcive-
dente. Avanti prima
di tener la scovo di Eraclea procu latore del
sessione co' greci, fu convenuto de- patriarca di Alessandria, l'arcivesco-
gli articoli che doveansi esaminare vo -di Efeso procuratore del pa-
nel concilio. i.° Intorno alla prò- triarca d' Antiochia , l' arcivescovo
ioo FER FER
Monembasiense procuratore del pa- decidersi, a
fine, cominciandosi
tal

triarca di Gerusalemme, indi altri a' 4 giugno, due volte alla settima-
sedici arcivescovi, dopo quali suc- i na si radunarono nella chiesa di
cedevano sei crociferi della chiesa s. Francesco ove , lasciato prima
di Costantinopoli, cosi detti perchè libero l' ingresso a chiunque , sì
portavano sopra al cappello una grande era il concorso , che fu
croce, e per ultimo una venerabi- d'uopo in progresso disputare a
le comitiva di monaci. Lungo sa- porte chiuse. Alcune conferenze an-
rebbe il riferire le altre minute cor si tennero nell'anticamera del
particolarità che resero sorprenden- patriarca, affinchè dal letto, ove la
te quella rispettabile ed augusta podagra il tratteneva, potesse ascol-
assemblea : null'altro si fece allora tarle. Si resero poi pubbliche nel-
di notabile che dichiarare concor- la cappella del palazzo del Papa,
demente la legittimità ed univer- tormentato anch' egli dalla poda-
salità di quel concilio. Vi si di- gra, ove si trovò pure 1*
imperatore
chiarò per tanto che il concilio d'oriente. In questo tempo scrisse
ecumenico era aperto a Ferrara, e Eugenio IV a' i5 giugno al prete
siassegnarono quattro mesi per in- Janni, re ed imperatore d'Etiopia,
tervenirvi a tutti quelli che erano una lettera col titolo: Carissimo in
invitati; e come
non tali industrie Chris to Jilio Joanni praesbyte.ro
trasse a Ferrara maggior numero regi ac imperatori Ethiopiae illu-
di soggetti, ne restarono poscia sor- stri, ec, nella quale dandogli par-

presi i greci, ignorando senza dub- te del concilio , e del motivo che
bio che i re e gli altri principi fa- lo faceva celebrare, l'invitò ad in-
cevano allora tutti gli sforzi per viarvi egli pure alcuni suoi vescovi
accordar i padri del conciliabolo ben istruiti di lor credenza, per
di Basilea con EugenioIV, e che farne un rincontro colla cattolica
per questo credevano di non do- romana, e di rettificarla in caso di
ver mandar nessuno a Ferrara. Si discrepanza fra loro, promettendogli
esaminò in detta sessione di accor- validi soccorsi per cacciar dall'Egit-
do co' greci la questione se il sen- to i saraceni suoi nemici. Indi si

timento della Chiesa latina intorno venne a celebrar la II sessione. Il

alla processione dello Spirito Santo vescovo di Rodi fece un discorso


fosse ortodosso; e se con fondamen- sopra i vantaggi della pace, il qua-
to si fosse aggiunto la particella le occupò tutta la sessione. Nel-
Filioque al simbolo , per dichiara- la III e IV Co-
sessione Andrea di
re ch'egli procedeva dal Figlio. losso parlando pei latini, disse che
Per secondare i greci si dovet- egli pregava i greci , che se gli
tero differire a quattro mesi le al- scappava qualche espressione un
tre sessioni , a fine di attendersi i po' dura , l'attribuissero piuttosto
lontani già invitati. Non si spese all'argomento della disputa che al-
però sì lungo tempo inutilmente : le persone che disputavano. La IV
si destinarono dodici eccellenti teo- passò in discorsi vaghi tra Marcan-
logi per cadauna parte, dice il gre- tonio di Efeso, e Andrea di Rodi.
co scrittore, ovvero sedici secondo Nella V
sessione fu esposto qual
il latino, affinchè preparassero frat- fosse la fede de' trecento dicciotto
tanto privatamente le materie da padri che componevano il concilio
,

FER FER xor


Niceno, e fu Ietto il loro simbolo, sione il cardinal Giuliano Cesari-
e le definizioni del concilio Calce- ni, ch'era stato presidente del con-
donese, e del VI generale. I latini cilio Basileese sinché fu ecumenico,
produssero un ms. che assicura- fece delle osservazioni sodissime so-
rono essere antichissimo del II con- pra la proibizione fatta dal conci-
cilio Niceno, il VII generale, dove lio di che bisogna-
Efeso, e disse
sostenevano che si trovasse, che lo va ridursi a un punto più essenzia-
SpiritoSanto procedeva dal Figliuo- le , vale a dire , al sentimento dei
lo. Nella VI sessione Andrea di latini intorno dello Spirito Santo.
Rodi vedere con un lungo di-
fece - Imperciocché, se questo dogma è
scorso, che quel che i greci pre- vero, egli dice, si è dunque po-
*•

tendevano, che fosse un'aggiunta, » tuto metterlo nel simbolo per


non era né addizione, né mutazio- » ispiegare un mistero, che si è
ne , ma una semplice spiegazione »» voluto impugnare ". Il vescovo
di ciò eh' è contenuto nel princi- di Forlì appoggiò lo stesso argo-
pio, da cui si deduce una necessa- mento e sostenne , che non sola-
,

ria illazione ; il che provò egli colle mente non v'era nessuna legge che
testimonianze de' padri greci, e tra proibisse di aggiungere al simbolo
gli altri Giovanni Grisostomo,
di s. qualche spiegazione ; ma che non
il quale dice, che il Figliuolo pos- poteva nemmeno esservi chi tal
siede tutto ciò eh' è del Padre, tol- divieto facesse alla Chiesa; che que-
tane la paternità. Nella VII sessio- sta proibizione risguardava i soli
ne lo stesso vescovo continuò a privati, che di propria autorità vo-
parlare della stessa materia, e rispo- lessero fare queste aggiunte. Nel-
se alle autorità allegate da Marco la XI sessione il medesimo vescovo
d'Efeso: mostrò egli che quando i osservò, che ciò che avea dato mo-
concili proibiscono di esibire a tivo a' padri d'Efeso di farque-
quelli che abbracciano il cristiane- sto divieto , era il falso simbolo
simo una fede diversa da quella de' nestoriani, condannato già dal
eh' è proposta nel simbolo , non concilio che quel concilio non so-
;

proibiscono d' insegnare più chia- lamente proibiva di aggiungere pa-


ramente la stessa fede che in quel- rola a nessun simbolo , ma di far
lo è compresa ; e che il II conci- anco nuove sposizioni di fede , e
lio generale, chiamato di Costanti- quindi che se questa proibizione
,

nopoli avea aggiunto al simbolo


, dovesse estendersi alla Chiesa, e al
Niceno molte parole, e questo per concilio, ne seguirebbe che la Chie-
ispiegare contro i novelli eretici sa non potesse più fare una nuo-
certe verità di fede che non erano va esposizione di fede. Nelle ses-
espresse tanto distintamente. sioni XII, XIII, XIV, e XV, si

Neil' VIII e IX, Bessarione di disputò sopra lo stesso argomento:


Nicea parlò -pei greci , ed insistette i però persistettero in doman-
latini
sempre su questo argomento, che dare, che si esaminasse il fondo
non era vietato di spiegar la fede, della quistione, e che qualora fosse
ma ch'era proibito benM d'inseri- stata messa in chiaro , essere evi-
re nel simbolo delle spiegazioni, e dente che lo Spirito Santo proce-
che il III concilio generale di Efe- deva dalla persona del Figliuolo
so lo aveva divietato. Nella X ses- ci resterebbe nel simbolo l'addizio-
1,

102 FER FER


ne, che se non si potesse dire che bcro state pronte due galee pel lo-
egli ne procedesse , sarebbe tolta ro ritorno in oriente. A sì forti
l'aggiunta. Ma i greci si ostinavano stimoli e a quelli della peste, che
a domandare, che si cominciasse a già avea rapito Dionigi vescovo di
recidere dal simbolo 1' addizione Sardica, cessarono tutte le difficol-
Filioque prima di esaminare il fon- tà, e fu allora celebrata la quarta
do della quistione, e quindi le par- solenne sessione nella cattedrale
ti non poterono convenire. Delle eh' è 1' ultima memorata. Agli 1

menzionate quindici sessioni, le tre gennaio i43o,


furono sborsati ai
solenni erano state tenute nella greci gli assegnamenti sospesi, spe-
cattedrale, e le altre dodici nell'ap- dironsi ventun mila fiorini a Co-
partamento del Pontefice. stantinopoli , e si fornirono i greci
Nella XVI ed ultima sessione, stessi dell'occorrente pel viaggio di
il Papa propose all' imperatore di Toscana. Il Papa ai 16 si ritirò di
trasferire il concilio a Firenze, per- nuovo a s. Antonio, ivi nel dì se-
chè la spesa necessaria per mante- guente celebrò la messa di sua fe-
nere tanti greci, e per continuarlo sta, e si pose in nave, mentre per

a Ferrara era onerosa a lui, e per- Finale, Modena e Frignano per-


chè i greci cominciavano ad anno- venne a Firenze, sotto la fida scor-
iarsi in questa città, quindi dacché ta di Nicolò III, e delle milizie fer-
gli ultimi v'ebbero acconsentito, si raresi. V. Basilea, e Firenze.
pubblicò questa traslazione a' io' Frattanto l'Estense avea ricupe-
gennaio i43cj. Altri dicono che la rato le Polesine di Rovigo, che
peste sopravvenuta in Ferrara fece però inondò l'Adige con due gran-
risolvere Eugenio IV di trasporta- di rotte. Volendo il duca di Mila-
re a Firenze la continuazione del no riposarsi nella sua senile età,
concilio, nel qual caso i fiorentini per la somma fiducia che avea iu
avrebbono somministrato il da- Nicolò III, lo pregò a fargli da vi-
naro di cui abbisognava. Altro mo- cario, ond' egli lasciando Leonello
tivo della risoluzione del Papa , si al governo di Ferrara passò a quel-
fu il Imo-
vedersi invase Bologna, lo di Milano con titolo di gover-
la , Ravenna dal duca di
Forlì e natore. Mentre prosperava i suoi
Milano Filippo Maria Visconti, e amministrati, è fama che gli fosse
perciò non sicuro, siccome circon- propinato per gelosia il veleno, e
dato dai nemici, comandati da Ni- morì in quella città a' 26 dicem-
colò Piccinino generale del duca. bre 1 4-4 ! > coll'elogio di essere sta-
A conturbarono i
quell' avviso si to uno de più gloriosi principi del-
greci , e mostrarono desiderio di l' inclita casa d'Este, e solo taccia-
terminar l' affare ad ogni patto in to d' incontinenza : il suo corpo fu
Ferrara; ma il Papa cominciò a portato a Ferrara, e sepolto pove-
sospendere loro le pensioni, e nel- ramente siccome aveva ordinato.
lo stesso tempo promise , che se Leonello succedette al padre negli
fossero passati a Firenze non solo stati, giacché Eugenio IV avea ap-
si sarebbero esse sborsate ma a- , provato il disposto di Martino V, ed
vrebbe inviata altra somma a Co- avealo investito durante sua vita del
stantinopoli per mettere quella cri- vicariato di Ferrara, per mille fio-
pitale in istalo di difesa, e sarcb- rini all'unno. Il marchese dichiarò
FER FER io3
successori, prima Leonello, poi Lguccione Contrario ministro, vi-
Boiso suoi naturali, indi Ercole e cario ed arbitro del governo di
Sigismondo legittimi posponendo ,
Nicolò III e di Leonello, giacché
questi per la loro tenera età, e da lui pendè più volte la sorte di
per non rinnovare nella casa d'E- Ferrara, non che d' Italia. In egual
ste il proprio esempio della neces- tempo Camilla figlia di Nicolò 111,
sità de' tutori, e quindi il pericolo sposò Ridolfo Varano signore di
di tante rovinose conseguenze, quan- Camerino, il cui figlio Ercole pel
te ne aveva egli sperimentate. Lguc- primo stabifi. in Ferrara la sua
cione da Milano portò in Ferrara cospicua famiglia. Sebbene lo sta-
il triste annunzio, onde il giudice to politico d' Italia fosse allora il

de' savi avendo adunato il consiglio, più torbido, Leonello col proprio
e posto Leonello a sedere in luogo senno, e con quel di Borso si man-
eminente, il Perondoli arcivescovo tenne neutrale, non die mai pas-
di Ravenna, come uno de'più rag- so in fallo, e divenne come il pa-
guardevoli cittadini, gli consegnò dre, punto d' unione degli altri
il

il bastone del comando, il vescovo principi. Divenuto Papa Nicolò V,


di Ferrara Giovanni, col giudice richiamò all' ubbidienza Ferrara ,
de' savi gli posero la berretta in che subito si mostrò divota alla
capo, indi cia-cuno gli prestò giu- Chiesa; e morto il duca di Mila-
ramento , come il fratello Borso no, Leonello giovò allo Sforza di
lece prestale a quei di Modena e Cotignola, che avea sposato la di
di Reggio. Il duca di Milano Fi- lui figlia ed unica erede Bianca, il
lippo Maria Visconti rinnovò con quale divenne signore di Milano.
Leonello i capitoli di alleanza con- Leonello dopo di avere riportata
tratta col defunto, e altrettanto fe- da Nicolò V la rinnovazione d'in-
cero le repubbliche di Venezia e vestitura delle decime apostoliche
di Fireuze ; di più il duca chiamò ne'suoi stati, morì nel 1 45o. Non
Borso suo figlio adottivo, colla suc- fu mai principe più desiderato e
dominio di Novara, ciò
cessione al pianto di questo, essendo giusto,
che non ebbe effetto. Leonello co- affabile, generoso, ed amantissimo
me d'indole bella e generosa, lo- del bene de' sudditi. Nel suo pa-
devole anco per amor fraterno, ce- lazzo eresse con singoiar magnifi-
dette a Borso alcuni dominii. quin- cenza una cappella, e vi collocò io
di sposòMaria figlia naturale pri- suo servigio una compagnia di mu-
mogenita di Alfonso V re di Ara- sici francesi. Sopra tutto fu enco-
gona e Sicilia. Rizzarda da Saluz- miato per aver coltivato le lettere,
zo sdegnata di veder piefeiiti i massime la poesia, e grandemente
bastardi a'suoi figli legittimi, lascia- protetto i letterati anche stranieri,
ti questi a Ferrara ripatriò; ma per il perchè fu assai celebrato, e gli
politica i loro fratelli, col motivo si consagrarono diverse medaglie
di educazione, li mandarono nella onorarie.
corte di Alfonso. Nel 144" a & istan- Leonello lasciò oltre un figlio
za del comune, Leonello fece de- naturale nomato Francesco, un le-
cretare leggi contro il rovinoso e gittimo per nome Nicolò, al quale
indecente lusso delle donne; e nel- i ferraresi credevano dovuta la suc-
l'anno seguente mori il benemerito cessione dello stato, mentre altri
**>4 FER FER
propendevano per Ercole e Sigis- di Bartolomeo Pendaglia con Mar-
mondo figli legittimi di Nicolò 111; gherita Costabili, essendo allora il

ma a cagione della loro giovanile palazzo Pendaglia considerato il più


età tutti si dichiararono per Borso, bello di Ferrara, che poi divenne
di mirabil senno, di probità singo- s. Margherita. Qui
conservatorio di
lare, amato dal popolo, e stimato noteremo che Bartolomeo Penda-
universalmente, e destinato dal pa- glia ci die un opuscolo stampato in
dre successore di Leonello. Il po- Ferrara nel i563 con questo tito-
polo l'acclamò ad onta di sua ri- lo: Canti quattro in lode della sua

pugnanza, ed allora cangiò l'abito prosapia. Quindi Federico III e-


lugubre nel principesco ; indi Mo- resse Modena e Reggio in feudi
dena, Reggio, e gli altri dominii dell' impero, e ne creò Borso pri-
Estensi seguirono l'esempio di Fer- mo duca, non che conte di Rovi-
rara, e l'orso subito profuse a tut- go con cerimoniale sfarzoso e bril-
ti le sue beneficenze. A'i4 novem- lante :a ciò fu mosso l' imperato-
bre Nicolò V
con breve d' investi- re dal suo segretario Enea Silvio
tura convalidò in Borso e ne' suoi Piccolomini, poi Pio II, parente di
figliuoli il vicariato e signoria di Borso per la famiglia Tolomei, in
Ferrara, per l'annuo censo alla ca- riflesso dell' ampiezza del dominio,
mera apostolica di cinquecento fio- delle virtù, e della magnificenza
rini d' oro ; e con altri brevi gli cui fu trattato dall'Estense; ne de-
confermò in vita i feudi di Massa- scrive la bella e decorosissima fun-
Lombarda, Roncadello, Zeppa, Scan- zione il Frizzi nel tom.
diligente
tamantelli, e s. Agata per una lib- IV, pag. 19 delle sue Memorie per
bra di argento puro, non che Ba- la storia di Ferrara. L' istromen-
gnacavallo, Barbiano, Cunio e Za- to di tal creazione lo pubblicò Mu-
gonara, coli' annuo censo di cento ratori Antich. Estensi, cap. 9, non
fiorini d' oro. Sotto Borso l' isola meno che l'altro distinto d'inve-
di s. Antonio fu compresa nella stitura imperiale a Borso ed a'suoi
città, e si prosegui alacremente il eredi, e legittimi discendenti ma-
gran campanile del duomo. Nel schi primogeniti, o mancanza,
in
i4^2 Borso ricevette in Ferrara ad un collaterale da nominarsi da
F imperatore Federico III, che in esso dentro di un decennio, del
compagnia del duca Alberto suo ducato di Modena e Reggio, e
fratello, di Ladislao suo nipote re luoghi annesi, con titolo di princi-
di Ungheria e di Boemia, di ven- pe del sagro romano impero, e
tidue vescovi, molti baroni, e de- duca, con suprema giurisdizione, e
coroso seguito portavasi in Roma coll'uso dell' aquila imperiale nello
a ricevere da Nicolò V la corona slemma, per l'annuo feudo di quat-
d'Italia, e l'imperiale. Federico III tro mila oro di ducati
fiorini d'
ricevette sontuosi regali, e la pre- veneti. Sono qui comprese la Gar-
sentazione delle chiavi della città. fagnana, e molti luoghi del terri-
A' 9 maggio l'imperatore reduce torio lucchese, parmigiano, e tor-
da Roma vi fece ritorno, trovan- tonese, la contea di Rovigo, e quel
dosi a riceverlo quasi tutti gli am- che è notabile Argenta, s. Alberto,
basciatori di tutti i principi d' Ita- la Riviera di Filo, Comacchio, e il
lia. Onorò singolarmente le nozze Porto di Primaro, sui quali ultimi
FER FÉ 11 io5
luoghi ha sempre impugnato ogni suo baldacchino, e dopo avere o-
diritto imperiale la Sede apostoli- rato, benedetto il popolo, e pub-
ca, come si può vedere al citato blicata l' indulgenza , fu condotto
articoloComacchio. Sul porto di ad alloggiare in corte per una sa-
Primaro sono a vedersi gii autori lita simile a quella costruita per
che di esso scrissero, noverati nel- Eugenio IV, passando i cardinali
la Bibliografia dello slato pontificio a diversi palazzi privati. Ne' molti
a pag. i47> e nel Supplemento a giorni che Pio II restò in Ferra-

pag. 33. Quanto alla pensione fu ra, più volte fu alla cattedrale ove
diminuita ad istanza dello stesso assistè ai divini uffizi cantati dai
Dorso, e poi abolita affatto. Partì suoi cantori ; e nel dì del Corpus
Federico III da Ferrala a' 9 mag- Domini, portato sopra il suo seg-
1

gio, ed in Venezia alloggiò al pa- gio, accompagnò la funzione ; in


J
lazzo Estense. Borso dopo ricevute fine a a5 maggio, celebrata la
le ambascerie di congratulazioni da messa in duomo, e data la bene»
quasi tutti i principi d'Italia, si dizione al popolo da una loggia
fece vedere ai due nuovi suoi du- del palazzo Estense, partì per Man-
cati, che non è a dire con quali tova ne' bucintori del duca, da cui
affettuose e cordiali onorificenze fu fu accompagnato sino ad Ostiglia.
ricevuto dai modenesi e dai reg- Sostenne Borso tutte le spese non
giani. Così gli stati Estensi gode- solo del Pontefice, ma dei princi-
vano pace, e fiorivano, mentre il pi ed ambasciatori che in Ferra-
resto dell'Italia rimbombava dal fra- ra concorsero con sfarzosi corteggi.
gor delle armi, senza che Borso In questa occasione chiese Borso a
per la sua saggia neutralità ne ri- Pio II di essere creato anche duca
sentisse : fu egli che pel primo nel- di Ferrara, di cui a' 12 gennaio
la zecca ferrarese battè moneta eragli stala rinnovata l' investitura,
d'oro, e la prima fu il ducato fer- ed in oltre di essere liberato dal
rarese. censo annuo alla Sede apostolica ;
Conquistata da Maometto II nel- la seconda proposizione non piac-
l'anno i453 Costantinopoli, il Pon- que, e la prima fu differita. Tut-
tefice Nicolò V, e il successor Ca- tavia Pio II Borso in più
distinse
listo III fecero di tutto per porre modi, e quando entrò in Ferrara
un argine alle conquiste ottomane. portato in sedia dai suoi palafre-
Ma Pio li intimato un general nieri, essendo a piedi duca e a
il

congresso a Mantova, vi si portò lui vicino, gli comandò monta- di


nel i4^9- Ai 16 maggio pervenne re a cavallo. D'altronde Borso in-
in barca a Ferrara, accompagnato viò ambasciatore al congresso Ga-
da dodici cardinali, e da mille cin- rone suo fratello abbate di Nonan-
quecento guardie a cavallo. IN'el dì tola, ed esibì per la guerra tre-
seguente da s. Antonio fece l' in- cento mila fiorini d' oro. Di ritor-
gresso in città con grande solenni- no da Mantova il Papa in nave
tà, onorato dal duca e principi di ripassò sotto le mura di Ferrara
casa d' Este, da altri signori, dalla a' 17 gennaio 1460; lo trattenne
nobiltà, clero, e primari ferraresi. Borso in Castelnuovo un giorno
Giunto il Papa al duomo, fu tol- solo, indi lo servì fino ai confini
to e diviso al solito dalla plebe il del Bolognese; ma quello che rese
io6 PER FER
vanno il congresso fu la guerra in- e Teofilo che propagò la famiglia, e
sorta tra il re di Napoli Ferdinan- che per l'egregie sue qualità di-
do I, e i baroni del regno seguaci venne il più caro tra i famigliari
del partito angioino. Ercole fratel- di Borso. Questi lo creò cavaliere
lo del duca era divenuto in quel- a speron d'oro, indi suo gentiluo-
la non men grazioso e no-
corte mo di camera, socio, e commen-
bile, che prode nel maneggio delle sale, cioè maestro di camera gli :

armi, ond'era chiamato il cavalier donò le castalderie o tenute di Ben-


senza paura. Malcontento del re vegnante e di Bellombra «/palaz-
seguì il partito del suo emulo Gio- zi in esse edificati
; e lo investì a
vanni d'Angiò ch'era unito ai ba- titolo di feudo nobile giurisdiziona-
roni del regno, e nella strepitosa le, co'suoi discendenti maschi legit-
battaglia del Sarno , affrontò lo timi in perpetuo, de' castelli di
Cau-
stesso re per imprigionarlo, ma gli riago, diMaranello e di Fusigna-
rimase in pugno un brano di sua no. Tuttociò fece il duca la notte
veste, che conservò per gloria. Nel di Natale del i465 duomo, e
in
i46i Borso die principio alla ma- tornato al palazzo vi aggiunse con
gnifica ed ampia Certosa, che di- diploma a parte le più ampie esen-
venne vino de'principali ornamenti zioni e privilegi. Nel 1468 l'im-
di Ferrara ; e nel 1 463 ricevè di- peratore Federico III portandosi a
mostrazioni di stima dal soldano Roma fu di passaggio per Ferra-
di Babilonia, e dal re di Tunisi ra, e vi ritornò nell'anno seguen-
cui era giunta lafama di sue ge- te, sempre magnificamente trattato
sta. Nel medesimo anno richiamò da Borso : dispensò l' imperatore
dal regno di Napoli Ercole e Si- molti titoli e privilegi a diversi
gismondo che fece governatori con ferraresi, massime a 'Teofilo Cal-
amplissime facoltà, il primo di Mo- cagnini. Per la congiura che Pii i

dena, il secondo di Reggio. signori di Carpi tesero nel 1469


Lapeste in detto anno esercitò contro di Borso, si rese immorta-
il maggior furore, per cui l'univer- le Ercole d'Este, perchè ad onta
sità fu trasferita a Rovigo. Nel della signoria di Ferrara, e delle
1464 contribuì il duca due galee più lusinghiere promesse che gli si
a Pio II, nella crociata che im- fecero, se voleva farne parte, non
prendeva contro turchi ; ma mor-
i solo abborrì tal misfatto, ma si-

to in Ancona il Papa sul punto mulando di acconsentirvi scuoprì


di partire colla flotta, i legni dei tutto al fratello, volle in mani le
collegati fecero ritorno alle loro prove del tradimento, e ne seguì
patrie. In questo tempo esercitò il memorabile punizione. Mentre Pao-
duca un tratto di sua munificenza lo II faceva guerra ai signori di

colla nobile famiglia Calcagnini Rimini, Maometto II il primo im-


ferrarese, oriunda di Germania. Da peratore de'turchi, estendeva le sue
essa uscirono parecchi uomini il- conquiste, laonde pensò meglio a
lustri, altri ebbero uffizi e cariche pacificar con Borso i principi ita-
nella corte degli Estensi: Eleonora liani, per poscia opporli al conqui-
che sposò un Nicolò d'Este ; ed Al- nemico del nome cristiano.
statore,
fonso che si congiunse in matrimo- Quindi riconoscendo Paolo II nel
nio con Laura di Rinaldo d' Este; duca un principe di esteso domi-
I ER FEB 107
nio, di gran senno, e benemerito Paolo II creato cavaliere di s. Pie-
della Chiesa, manifestò a' cardinali tro col dargli la spada uuda in
in un concistoro la sua intenzione mano, cui gli cinse Tommaso Pa-
di cambiargli il titolo di -vicario leologo despota della Morea e fra-
in quello di duca di Ferrara. Bor- tello dell' ultimo imperatore greco,
so di ciò avvertito e invitato a mentre Napoleone Orsini generale
Roma, consegnando governo ad il di s. Chiesa, e Costanzo figlio di
Ercole, Sigismondo e Rinaldo suoi Alessandro Sforza signor di Pesaro
fratelli ec. fra le lagrime di con- gli calzarono gli sproni. Fatto l'of-

solazione de' suoi ferraresi parti ai fertorio due cardinali lo presenta-


i3 marzo i^ji con decorosissimo rono di nuovo al Papa che lo
seguito, ed accompagnamento di ammise al bacio della pace. In se-
gran signori per la capitale del guito preceduto dai due arcivesco-
mondo cattolico , ove da Cesena vi, e seguito da Alberto suo fra-
sino a Roma d' ordine del Papa tello, da Teofilo Calcagnini, e da-
l'accompagnò l'arcivescovo di Spa- gli altri del suo corteggio, baciò
latro, governatore della Marca di ed abbracciò tutti cardinali. Poi- i

Ancona, e tesoriere della camera, ché fu compiuta la comunione,


supplendo a tutte le spese. All'en- Borso die l'acqua alle mani al Pa-
trare ed all'uscire dalle città, Bor- pa, e allora fu che questi lo creò
so gettava monete d'argento al po- duca di Ferrara con facoltà di te-
polo. stare, e dispor del ducato. Reci-
Approssimandosi a Roma fu in- tando Paolo II la forinola, contem-
contrato dalle famiglie del Pa- poraneamente gli porse 1' abito du-
pa, de' cardinali e degli ambascia- cale, cioè un manto di brocca-
tori ivi residenti, ed in perso- to d' soppannato di vai con
oro
na dai cardinali Zeno nipote del un bavaro alto, ed una berret-
Papa, e Gonzaga, i quali presolo ta a cupola e ad orecchie pen-
in mezzo, nel di primo di aprile denti, ornata di molte gemme e
1 47 ' 1° introdussero a' piedi di singolarmente di un balascio di
Paolo II. Questi dopo la più be- mirabil bellezza, le quali tutte con
nigna accoglienza trattenne Borso altre assai aveva poco prima re-
nel proprio palazzo di s. Marco, e galato Borso stesso al Pontefice.
fece a spese della camera ricovrar Inoltre questi gli porse nella destra
gli altri in vari luoghi. Cadde la una verga d'oro, e al collo una
solennità di Pasqua a' 14 di quel collana parimenti oro sparsa di
d'
mese, e in tal giorno inviatosi il pietre preziose. Al fine della mes-
Pontefice a s. Pietro, Borso in abi- sa, fatti dal Papa alcuni cavalieri,
to lungo fino a' piedi di drappo e data a Borso la benedizione, fu
d'oro cremesino gli sostenne die-
,
questi accompagnato da tutti i car-
tro il lembo del piviale. Nella gran dinali alle sue stanze. Nel susse-
messa allorché fu cantata l'epistola, guente lunedi, Borso accompagnò
Borso fu condotto dagli arcivescovi in abito ducale il Papa a s. Pie-
di Milano e di Candia avanti al tro, e nella sagra funzione sedette
Papa, ed ivi fece il giuramento di tra il cardinal di s. Maria in Por-
fedeltà. Si cantarono in seguito le tico, e quello di s. Lucia. Com-
litanie , e queste terminate, fu da piuta la messa il Papa pronunziò
ioS FER FER
IVIogio di Borso, e della gloriosa dtestìnis lib. 8, ad an. 1 47 » , pag.
stirpe Estense, quindi i due cardi- 6, 7; Muratori, De antupiitali-
il

nali Maria in Portico, e di


di s. bus Atesùnis par. II, cap. g, pag.
Monferrato guidarono il duca al 7.7.3 ; il Quirini, Vindiciae Pauli
soglio, e qui Paolo II gli clonò la IT, cap. IV; ed il Ciacconio, Vit.
rosa d'oro benedetta tempestata di Pontìf. Già nuove di quanto ac-
/e

gemme del valore di cinquecento cadde in Roma erano giunte pri-


ducati d'oro. Ei la rimise in mano ma a Ferrara , e s' erano quivi
del Pontefice, ma gli fu da esso fatte pubbliche allegrezze, quando
riconsegnata all' uscir del tempio ;
Borso ai 1 8 di maggio, incontrato
onde con essa in mano, preceduto alla villa di s. Nicola dal fratello
da quindici cardinali, e spalleggia- Ercole, e da folla grande di popo-
to dal cardinal vice-cancelliere, e lo rientrò in città, e potè ciascun

dal cardinal Mantova, cavalcò


di che volle, baciargli la mano a rad-
per Roma fino a s. Marco, ove gli doppiar la pubblica letizia. Aveva
fu fatto godere un lautissimo con- Borso sofferto nel viaggio, che fece
vito. sempre a cavallo, dicendo che il
Altri onori e distinzioni ricevet- cocchio era per le donne e pei
te duca nel suo soggiorno di un
il fanciulli, laonde ammalò e fece te-

mese circa in Roma. Di una gran mere di se a' 26 maggio, e mori


caccia data a suo riguardo, raccon- non a'27 di questo mese,
ai 19 ma
ta il Bellini, Monete di Ferrara di agosto, mentre erano i partiti si

pag. i ?.8, se ne perpetuò la me- posti in allarme, chi tenendo per


moria in una medaglia di bronzo. Nicolò figlio legittimo del bastardo
Vi fu anche una sfarzosa giostra Leonello, chi per Ercole figlio le-
nella quale combatterono ferra- i gittimo di Nicolò III. Le lodi di
resi divisi in due squadre: de'giuo- Borso non si possono in poche li-
ehi poi che si solennizzarono dal nee racchiudere formò la felicità :

popolo romano, e d'altro ne trat- de' sudditi, onde poi si disse per
ta Michele Cannesio in Vita Pali- proverbio : non e più il tempo di
li If, pag. g5. Se fu il Papa cosi Borso. Vestiva d'ordinario di broc-
munifico con Borso, è facile im- cato o tela d' oro , e portava una
maginare quanto lo fosse il duca collana del valore di settantamila
verso la corte pontifìcia, dicendosi ducati : piena di lusso era la sua
che impiegò quattro mila ducati corte, tenendo nella scuderia circa
in mancie. Dopo un colloquio se- settecento cavalli. Assai spese nell'e-
greto col Papa di quattro ore, ric- rigere fàbbriche , e grandemente
co di privilegi e grazie spirituali protesse, premiò, e fece amplissime
(il Novaes t. V, p. 73g aggiunge, donazioni in favore di chi fedel-
che i regali fatti dal Papa al duca mente lo serviva, e per quelli che
nel valore superarono
mila otto meritarono la sua grazia e rico-

scudi), si Ferrara,
avviò verso noscenza, ricolmandoli pure di pri-
scortato e provveduto, come prima, Di tanta liberalità godettero
vilegi.

a spese della camera apostolica per non poca parte anche i letterati,
tutto lo stato ecclesiastico, pel qua- e fu tenuto per uno de' maggiori
le passando visitò il santuario di mecenati delle lettere , che pure
Loreto. V. il Pigna, De principibus coltivò. Non pigliò moglie per non
FER FER 109
perturbare ad Ercole suo fratello to rispetto a Massa-Lombarda, B_on-
il legittimo diritto di succedergli. cadello, Zeppa, Scantamantello, s.
Ercole dunque nelle solite for- Agata, Bar-
Bagnacavallo, Cunio,
me fu salutato signore di Ferrara, biano, e Zagonara, e colla facoltà
e con pubblica cavalcata per la di usar nello stemma, come si è
città fu condotto alla cattedrale, detto, le chiavi pontificie. Intanto
scortato da due mila provigionati rappacificatisi Ferdinando I re di
cbe portavano banderuole in ni ano Napoli col duca, die a questi in
coli' insegna del diamante legato in isposa la sua primogenita Eleono-
un anello, propria di Ercole I. Giu- ra, colla dote di ottantamila du-
rò sull'altare l'osservanza della giu- cati, ed in passando la sposa per
stizia, e l'amor del popolo, e rice- Roma, Sisto IV, e il cardinal Pie-
vette dal giudice, da' savi, e dagli tro Riario suo nipote fecero tale

ordini della città lo scettro d'oro, sfarzoso accoglimento, e gli dierono


e il giuramento di fedeltà; quindi sì stupendi spettacoli che destaro-
mandò ambasciatori al Papa Sisto no la più alta meraviglia, e sem-
IV per omaggio ubbidenziale. A brarono incredibili a tutta l'Eu-
Nicolò d'Este cb' erasi rifugiato in ropa quando se ne sparse la de-
Mantova, in segno di generoso per- scrizione. La unione che
stretta ,

dono Ercole 1 spedì i lugubri pan- passava tra Sisto IV , e Ferdinan-


ni, ma inutilmente; indi il du- do I die motivo ad una lega che
ca si die a beneficare il comune per cauzione gli contrapposero i
ed popolo ; confermò a Sigis-
il veneti, i fiorentini, il duca di Mi-
mondo suo fratello la luogotenenza lano, e quello di Ferrara, nel i^j5.
di Reggio, ed a Teofilo Calcagnini Questo contegno di Ercole I sem-
le cariche cbe teneva presso Borso. bra che non dispiacesse né al Pa-
All' altro fratello Alberto che per pa, né al re, giacché il primo nel
lui erasi• adoperato coi ferrare- i4y6, mentre nella cattedrale cele-
si,donò il palazzo di Schifanoia bravasi messa solenne, gli fece pre-
con vane tenute e terre ; indi sentare da monsignor Pasi faenti-
perdonò ai suoi contrari, ed inco- no un cappello di seta adorno di
minciò a palesare le sue passioni perle, ed una preziosa spada men- ;

per i viaggi, per le fabbriche che tre il re gli spedì l'ordine cavalle-
spesso faceva e distruggeva, e per gli resco di Arminio da lui istituito.

spettacoli. Rizzarda da Saluzzo, ve- In detto anno la duchessa die alla


dendo il proprio figlio signore di luce un maschio che fu chiamato
Ferrara, a questa città fece ritorno. Alfonso, per memoria del celebre
Nel i4"72 Sisto IV concesse la rin- bisavo della sposa, e ne furono pa-
novazione d'investitura ad Ercole drini le repubbliche veneta, e fio-
I, col titolo di ducato per esso, i rentina. Nicolò di Leonello non a-
figliuoli, e i nipoti legittimi e na- vea mai deposta la speranza di sa-
turali di retta linea fino alla terza lire alla signoria di suo padre, co-
generazione, col censo annuo di me nato legittimo da illegittimo.
sette mila fiorini di camera, ri- Fomentato dal cognato Lodovico II
spetto a Ferrara, salva la ritenzio- marchese di Mantova e dal duca ,

ne di mille fiorini a titolo di pro- di Milano, profittando che Ercole I


5
vigione, e di una libbra di argen- stava a Belriguardo ; s introdusse
no FÉ R FER
armata mano in Ferrara , e alla repubblica Questa però
fiorentina.
puerpera Eleonora, in camicia, col contrappose Bona duchessa di Mi-
neonato principe, e le bambine Isa- lano, il re di Francia, i veneziani.
bella e Beatrice, gli riuscì di fug- il Benti voglio predominante in Bo-
gir dal palazzo Estense per la via logna, l'Estense, i IVlalatesta, ed
coperta fatta dal duca nel castel- altri; onde i collegati elessero ca-
lo, ov' era in guardia il cognato pitano generale duca Ercole il I,

Sigismondo, ed Alberto rifugiato. collo stipendio annuo in tempo di


Indi questi due dopo alzato i ponti pace di quarantamila scudi, e di
montarono a cavallo, e raunarono sessantamila in tempo di guerra.
gente che unissi a quella raccolta Fu meraviglia di vedere il duca
dall'altro fratello Rinaldo, e gri- contro il suocero, e si vuol ciò de-
dando i trombettieri Diamante, Dia- rivato dal veleno che questi vole-
mante , insegna del duca, assaliro- va propinargli. Per la massima del-
no i veleschi seguaci di Nicolò , i l' equilibrio già in uso, diversi po-
quali furono parte morti e parte tentati s'indussero alla guerra per la
fugati , ed in una palude presso crescente potenza dei Riari e dei
Bondeno Nicolò fu preso. Ercole I Rovereschi parenti di Sisto IV. Il

appena saputo il trambusto corse duca parti colla sua gente per Fi-
a raccoglier gente, ma entrò nella renze, lasciando il governo nelle
città quando era tutto terminato, mani della duchessa Eleonora la ,

e co' fidi fratelli portossi a ringra- quale egregiamente lo esercitò.


ziar Dio. I principali ribelli furono il Papa scomunicò la
Allora le-
impiccati, e nel castello furono de- ga, ed il re di Napoli rimandò a
capitati Nicolò^ ed un Azzo d'Este; Ferrara Alberto d' Este, insinuan-
il primo fu sepolto cogli onori del- dogli di porre in iscompiglio la cit-
la famiglia a s. Francesco nell' ar- tà ; ma egli saggiamente andò tut-
ca rossa, sepolcro degli Estensi. Al- to a raccontare al fratello, che l'al-

berto per gravi sospetti fu esiliato loggiò nel proprio palazzo eh' era
a Napoli, e confiscato il palazzo e quello de' Pazzi , da dove lo man-
le possessioni. Di queste, e di pri- dò a Castelnuovo di Tortona, men-
vilegi il duca invece arricchì Lo- tre Eleonora avea dato alla luce il

dovico Fiaschi della nobile famiglia terzo figlio Ippolito, essendo stato il

oriunda di Milano, e detta anche secondo Ferdinando o Ferrante.


de' Mori, avendolo dichiarato suo Dopo varie guerresche vicende fu
compagno, o maestro di camera, e fatta la pace, e nel 1480 la du-
cavaliere; gli donò 1' elegante e chessa die alla luce Sigismondo. I
bel palazzo presso s. Giustina, che più tempi del governo Esten-
felici

avea confiscato a Matteo dall'Erbe se furono per Ferrara quelli di


milanese, per essere stato uno deVe- Leonello di Borso , e di Ercole I
,

leschi,ed onorò le di lui nozze sino al 1 48 1, dopo la qual epo-


con Margherita Perondoli. La pace ca alla pace, all'opulenza, e ad o-
d'Italia nel 1478 fu turbata dalla gni nobile coltura, nonché ai conti-
congiura de' Pazzi in Firenze: ne nui deliziosi e magnifici spettacoli
fu conseguenza la guerra dal Papa, e divertimenti, succedettero gli or-
dal re di Napoli, dal duca d'Urbi- ribili disastri d'una delle più fu-
no , e dai sanesi mossa contro la renti guerre, cioè di quella veneta,
, ,

fé a FEU in
pei conseguenze fatali ai ferra-
le mici del duca fecero capitano ge-
resi, ed alla casa d'Este. Il tribu- nerale del loro esercito il valoroso
nale veneto del visdomino in Fer- Federico duca di Urbino. Finalmen-
rara, per controversie giurisdiziona- te a' 2 maggio 1482 il senato ve-
li, spesso fu argomento di disgusto neto dichiarò con pubblico decreto
tra i due governi; ma esso crebbe la guerra ad Ercole I, quindi i ve-
dopo maritaggio di Ercole I con
il neti presero Adria e Comacchio,
Eleonora figlia di un loro nemico, mentre dalla parte di Romagna il

mentre può aggiungere con al-


si loro alleato Malatesta .dovette limi-
cuni storici, che aspirando sempre tarsi alle devastazioni. Il duca sul-
la repubblica al dominio di Fer- le prime liberò Ficarolo, antemu-
rara avea divisato dare al duca rale di Ferrara, di essere superato,
una gentildonna veneziaua forse , con strage de' nemici, e si pose in
per ereditarne un giorno le ragio- grado di trattenere la flotta veneta ri-
ni, come avevano fatto medesimi i tirata a Ravale ; tutta volta ai ripetu-
veneti col re di Cipro Giacomo. ti assalti il castello di Ficarolo cad-
Quindi rinnovandosi punti di di- i de in potere del generale Roberto da

scordia, ed essendo maggiori le dif- Sanseverino capitano de' veneti, cosi


ficoltà di sedarle, nel i&n
Ercole I fu pure espugnato Rovigo capitale
soppresse 1' esenzioni che pretende- del Polesine, onde i circostanti luo-
vano goder i veneti abitanti in Fer- ghi vennero agevolmente in potere
rara e sobborghi, anzi avvi chi crede del nemico.
che nel 1 47^ il duca si dichiarò di Comacchio fu ripresa dai suoi
non voler più ricevere il visdomi- abitanti, ed il duca non poteva ri-

no, né di ricevere più il sale dai ve- cevere soccorsi dal re di Napoli suo
neti, giacché nel Ferrarese se ne principale alleato, perchè l'armata
aveva a buon mercato. Terminò di condotta dal suo figlio Alfonso duca
rompere la reciproca armonia, quan- di Calabria, composta di quat-
e
do alcuni fanti della repubblica in- tromila cavalli, dopo avergli im-
seguirono in Ferrara un faentino pedito il conte Riario d'avanzarsi
colpevole di delitto, per non dire era stata interamente battuta a
di altre cose finanziarie, e persino Velletri da Roberto Malatesta, co-
di lesa giurisdizione ecclesiastica mandante delle milizie papali. In
per cui si ritirò a Venezia il vis- Ferrara mori il duca di Urbino
domino. Nel punto che speravasi generale della lega , la quale poco
una riconciliazione Girolamo Riario. soccorreva Ercole I, e gli fu sosti-
per l'autorità che gli concedeva lo tuito Sforza Visconte milanese, ri-
zio SistoIV compose in Venezia , putato militare. Intanto in Ro-
una lega contro Lodovico il .Moro ma morì il Malatesta, e in Ferra-
reggente di Milano , ed Ercole I ,
ra la peste e la fame accresceva le
perché questi era amico dei Medici sciagure, oltre la grave malattia in
nemici del Papa, e perchè Girolamo cui cadde il duca, ma la duches-
ai dominii d'Imola e di Forlì ne vo- sa con eroica intrepidezza assunse
leva aggiungere altri. Incomincia- il governo, bene assistita dal Revi-

rono i veneti sui confini del Pole- lacqua giudice de' savi. Della fa-
sine di Rovigo a ledere i diritti miglia Revi'acqua, oltre il Frizzi e
del duca nel 1481, mentre gli a- lo Zazzera ne trattano altri auto-
,

ii2 FER FER


ri, fra' quali Valerio Seta nella Ge- tra il Papa da un lato e il re di
nealogia della famiglia Bevilacqua, Napoli dall'altro co' suoi alleati, e di
ed aggiunta sino ai tempi nostri più riuscì a condurre Sisto IV nel-
da F. agostino Superbi , Ferrara la lega contro la repubblica di
1626. Nel 1606 ivi il Seta aveva Venezia , ciò che con gran tripu-
pubblicato il Compendio istorìco di dio de' ferraresi fu notificato nel
questa nobile famiglia. 11 citato dicembre 1482. Da Pietro Cyrneo
Frizzi ne ba trattato ancbe a par- abbiamo Commentarla de bello
te, nelle Memorie storiche ec., Par- ferrariensi ab anno 1482 usque ad
ma 1779. Il furore marziale vene- annum i4<H» exstat inter Rerum
to si rallentò per le perdite fatte, Muratori, tom. XXI.
italicar. script.
e per le difese cbe l'Estense oppose. Sanuto Marino, Commentari della
Però non andò guari cbe il San- guerra di Ferrara tra li veneziani
severino pose di nuovo lo spaven- ed il duca Ercole d'Este nel 482, 1

to a Ferrara coll'avvicinarsi sino a Venezia 1829. La


guerra tra fer-
Confortino. popolo suonò le cam-
11 raresi e veneziani nel 1482, Fer-
pane per contro i nemici ;
uscir rara i843. Questo è un poemetto
ma il Bevilacqua <on eloquente storico d'autore vivente nel secolo
ragionamento lo persuase a tratte- XV, con annotazioni dell'ab. Anto-
nersi alla più sicura difesa delle nelli sullodato.
mura. La duchessa mandò in sal- Sisto IV spedi un vescovo a Ve-
vo i figli a Modena, e fece convo- nezia ad intimar alla repubblica di
car il magistrato , ed ogni ordine desistere dalle ostilità, e di rende-
del popolo. Ad alta voce espose re l'occupato, colla minaccia della
le compassionevoli circostanze del scomunica ciò fu inteso con repu-
:

consorte, i meriti della casa d' Este, gnante sorpresa , ed in vece i ve-
le conseguenze d' un cangiamento neti di arrendersi, raddoppiarono il
di principe, in una parola infiam- fervore per proseguir la guerra
mò tutti per modo, che unanime mentre giunse in Ferrara il cardi-
fu il Diamante, Diamante ,
gridò : nal Gonzaga legato di Bologna e
difesa 3 : o casa d' Este o
difesa dell'esarcato, per assistere il duca
morte. Indi fu distribuito il popo- d' ordine del Pontefice , e poscia
lo sulle mura dalla parie del ne- Alfonso duca di Calabria con rag-
mico, da Rinaldo fratello naturale guardevole armata, il conte di Pit-
del duca; ma i veneti non si avan- tigliano generale de' fiorentini , e
zarono, limitandosi a saccheggiare Virginio Orsini generale del Papa
e malmenare le circostanti ville, con buon numero di cavalleria e
mentre nella città arrivavano ga- fanteria. Ristabilitosi Ercole I , re-
gliardi soccorsi degli alleati, si ac- se Ferrara pressoché imprendibile,
crescevano le fortificazioni, e s'im- e munitissima di viveri e di mu-
plorava il divino aiuto. Riuscì fi- nizioni, rendendosi perciò inutili gli
nalmente agli ambasciatori de' col- ulteriori tentativi del nemico. In-
legati di scuotere il sacro collegio tanto a' 2.5 maggio si pronunziò la

sul pericolo che Ferrara cadesse scomunica contro la repubblica ve-


nell'estero dominio, come di vin- neta con una lunga forinola, che poi
cere con promesse il conte Girolamo fu stampata in Roma nel 1606.
Riario, laonde fu conchiusa la pace Contemporaneo fu il diversivo del
,

FER FER n3
duca di Milano, e del marchese di teatrale italiana ricevette nobile in-
Mantova di attaccare i veneziani in cremento, massime in Ferrara ; ed
quelle parti. Nel Ferrarese il duca ilduca fu benemerito della poesia
riportò qualche vantaggio, ma mag- drammatica. Portandosi il duca a
giore fa quello degli alleati nelle s.Giacomo di Galizia per iscioglie-
parti superiori. Dopo alcuni tenta- re un voto, ciò spiacque a diversi
tivi pace Sisto IV rinnovò la
di gabinetti sospettando qualche trat-
scomunica contro i veneziani, e i tato,laonde a Milano ricevette or-
loro aderenti pesava a tutti la : dine da Innocenzo VIII di retroce-
guerra, ed ognuno ne bramava il dere, commutandogli il voto nella
fine.A' 7 agosto 1484 fu conchiu- visita della basilica vaticana. Ubbi-
sa la pace , restituendosi tutto al dì duca , ed entrò
il in Roma ai

duca, meno le Polesine di Rovigo, 22 maggio 1487; e ne' i3 giorni


e ripristinandosi in Ferrara le pre- che vi si trattenne fu servito a spe-
rogative godute dai veneziani. Al- se della camera apostolica, riportò
l'annunzio di questa pace, Sisto I\ la rinnovazione dell' investitura del
essendo infermo, gli si aggravò dal ducato di Ferrara, e pacificò diver-
dispiacere il male, che ne mori ai si potentati col Papa, il quale sod-

1 3 agosto. Il nuovo Pontefice In- disfatto dell'ubbidienza di Ercole I


nocenzo VIII, vedendo che i vene- gli concesse altre grazie, e riconob-
7Ìaiii oltre le Polesine di Rovigo be ildi lui figlio Ippolito per ar-
ritenevano Adria, ed alcuni luoghi civescovo di Strigonia ,
per nomi-
del territorio ferrarese, e perciò di na cognato del duca Mat-
fatta dal
ragione della Chiesa, sospese la sot- tia re d' Ungheria , ad onta della

toscrizione della pace. Tuttavolta tenera età del principino. Dedito il


Ercole I per le promesse di alcu- duca a frequenti viaggi, e a dispen-
ni collegati fece pubblicar la pace diosi spettacoli, le cose del gover-
nella sua capitale, che fu ricevuta no non camminavano troppo bene;
con universal mormorazione. Alber- omicidii , ingiustizie , ed estorsioni
to ripatriò, e in premio di essersi n'erano le principali conseguenze
ricusato di unirsi a' nemici, s'ebbe e le spese delle doli per le sorelle
il perdono, comoda provvigione, e e fighe costrinsero il duca ad im-
il palazzo Pasini poi de' Bentivo- porre una gravissima tassa sui sud-
glio. La guerra, la fame, e la pe- diti. Eletto Alessandro VI Borgia

ste, si vuole che costasse al Feria- nel i4<P> il duca gli spedì a ren-
rese centomila persone, e cinquan- dergli omaggio il primogenito Al-
tamila trecento e più case. L'uni- fonso con altri ambasciatori. In que-
versità si riaprì, e il veneto visdo- st'anno in Ferrara s' introdusse il
mino ripigliò Ferrara le sue
in giuoco del lotto, che allora diceva-
funzioni , avendo Innocenzo Vili si ventura, e per essere stati espul-
assoluta la repubblica veneziana si dalla Spagna gli ebrei, si accreb-
dalle censure. bero quelli che vi erano, ed ebbe
Ercole I mandò ambasciatori a origine nelle loro scuole quella di-
fare omaggio al Pontefice, e restò stinta col nome di spagnuola, co-
neutrale, ammaestrato dal passato, me poi si dissero portoghesi quelli
nella guerra tra lui, e il re di Na- venuti dal Portogallo. Intanto il

poli. In questo tempo la poesia duca sfogavasi senza freno iu eri-


VOL. XXIV, 8
,

n4 FER FER
gere cooperando in questo
edifizi , peto dovè deplorare la perdita di
tempo all' unione dell' abbazia di molti de' suoi.
Pomposa co' benedettini dì s. Giu- Nel 1496 per morte del vesco-
stina di Padova . Penuriando in vo, il duca amò che si dasse a
Ferrara le case a proporzione de- successore il figlio cardinal Ippoli-
gli abitanti, credendo che
Ercole I to, ma Alessandro VI a sì
invece
sempre più dovessero aumentarsi pingue benefizio vi destinò suo ni-
nel i497 prese la grande risolu- pote cardinal Giovanni Borgia. Er-
zione di ampliare la città a più cole I s' impossessò delle entrate
del doppio, a seconda della descri- della mensa, ciò che fu cagione
zione che ne fa il Frizzi tom. IV, dell' interdetto mandato dal Papa
pag. i5a, e dice che ciò riuscì gra- alla città e che gli ecclesiastici dai
ve a tutti i sudditi, mentre a pag. 6 di settembre, sino agli 1 1 giugno
i5q parla della salubrità dell'aria dell' anno dopo si astennero d' in-
e della fertilità delle campagne pro- tervenir alla cattedrale, ed alle al-
curata col disseccare, e col rimove- ed ai fu-
tre chiese ai divini uffizi
re le paludi tanto dal duca, che nerali. A
Carlo Vili successe Lo-
dal suo predecessore Borso. Riuscì dovico XII, il quale vinto Lodovi-
a Lodovico il Moro duca di Mila- co il Moro, conquistò il ducato di
no, di fare entrare nella lega che Milano, nella cui città entrò trion-
avea fatto col Papa e co' veneti il fante a' 6 ottobre i499> co" Er-
duca Ercole I, ma senza esposizio- cole I al fianco, e promise in iscrit-
ne, mentre Ippolito venne creato to ad ogni evento la sua protezio-
cardinale, e mentre agli ir ottobre ne alla casa d'Este, per cui i fer-

i493 moriva la duchessa Eleono- raresi divennero più che prima


ra, che meritò i più grandi elogi portati pei francesi. Quindi il re
dai letterali , ch'essa beneficò in volendo pur conquistare il regno
modo singolare. di Napoli, per rendersi amico Ales-
Alla venuta in Italia di Carlo sandro VI, dichiarò il di ini diletto
Vili re di Francia per la conqui- figlio Cesare Borgia duca di Va-

sta del regno di Napoli, essendo lentinois nel Delfìnato, indi gli spe-
morto Ferdinando I, e successogli Al- dì molta soldatesca, per procacciarsi
fonso cui erano uniti Alessandro VI il principato di Romagna. Soldatesca
e i fiorentini, il duca di Milano, se- che passando pegli stati Estensi, ben-
guendo Carlo VIII nominò suo ché amici, vi commise insopportabili
luogotenente nel ducato Ercole I ,
iniquità, massime in Argenta, in
per la sua neutralità. Ma per la Bondeno, ed in s. Agata. Cesare oc-
lega che fu fatta contro il re di cupò Imola, Forlì, Cesena, ed altri
Francia , questi precipitosamente luoghi, sospendendo i suoi progres-
rientrò nel suo regno ,
perdendo si 1' abbandono de' francesi , a cui
quello di Napoli ricuperato da Fer- Lodovico avea ritolto Milano. In
dinando II figlio di Alfonso. Si aprì questo tempo gli Estensi divenne-
il passaggioCarlo Vili nella pia- ro signori della metà dì Carpi, re-
nura del Taro
colla nota strepi- stando l'altra ai Pii. Ma imprigio-
tosa battaglia, con sagrifizio di gran nato e vinto Lodovico dai france-
parte del suo esercito, e del ricco si, questi tornarono a favorire Ce-
bottino fatto in Italia, la quale sare Borgia che spogliò delle loro

..*
4

FEIi FER n5
città i feudatari di Romagna, e del- Cunio, e Zagonara, dalla terza ge-
la Marca, e ne fu preservato il nerazione a cui solo era prima con-
Ferrarese all' ombra della Francia. ceduta, ad omnes praefati Hercn-
Tuttavolta volendo il Papa mag- lis ducis descendentes in -perpe-
giormente nobilitare la sua famiglia, tuimi, con l'ordine però di primo-
divisò di dare in moglie al vedovo genitura; indi confermò loro il tito-

Alfonso erede di Ercole I la pro- lo diduchi di Ferrara, nel cui du-


pria figlia, la famosa Lucrezia Bor- cato restarono cosi per la prima
gia, che in olio anni era stata mo- volta inclusi i luoghi qui mentova-
glie di tre mariti. Essa allora avea ti,che prima venivano dati per inve-
venticinque anni, assai bella, e di mol- stitura a parte ; poi ridusse il cen-
lo spirito, ed era stata investita dal so di questo feudo dai quattromila
padre delle signorie di Sermoneta, ducati annui, a soli cento fiorini fin-

Bassiano, Ninfa, Cisterna , ed altre ché fossero vissuti Ercole I ed Al-


terre, tolto il tutto alla casa Cae- fonso, ed i maschi che fossero nati da
tani , non che dichiarata govei na- Lucrezia sua moglie , dopo i quali
trice di Spoleti anzi dovendo il; pei successivi chiamati doveva cre-
Pontefice Alessandro VI nell'anno scere fino a mille fiorini soltanto.
1 5o i partir da Roma per far guer- In seguito con moto-proprio Ales-
ra ai Colonnesi , la lasciò nel pro- sandro VI approvò la cessione fatta
prio appartamento al governo se- nel 1 2 * dall'arcivescovo di Raven-
colare della capitale. Sulle prime na al marchese IN'icolò III, e le suc-
Ercole I ed Alfonso vi ripugnarono, cessive investiture delle terre di Ar-
ma a cagione dei potenti mediato- genta.
ri, e nel riflesso di fatali conseguen- Le nozze furono celebrate con
ze, per volere della Francia vi ac- quello sfarzo da le parti che ambe
consentirono. Allora il Papa conces- la compiacenza del Pontefice, eia
se loro la riduzione del censo, e magnificenza del duca potevan pro-
1'ampliazione dell' investitura di durre, tulto descritto dal Frizzi a
Ferrara, la donazione di Cento, e pag. 1 89 e seg., in un al grandio-
della Pieve di Cento, e la dote di so equipaggio, e nobile cavalcata
ventimila ducati in oro e gemme, colla quale fu presa la sposa in
e di centomila in contanti, pel gran- Roma, alla testa della quale era-
de amore che portava alla figlia. no il cardinale, e gli altri fratelli

Ciò stabilito il Papa annunziò al di Alfonso: furono incontrati da


concistoro il matrimonio a' 4 set- Cesare Borgia, dai cardinali, e dagli
tembre i5oi, col continuo scarico ambasciatori, venendo agli Esten-
delle bombarde di Castel s. Angelo, si dato albergo nel palazzo apo-
e a' 2 settembre si pubblicò in Fer- cardinale ebbe dal Papa
stolico. Il
rara a suon di trombe e di campa- iu dono un palazzo in Roma, e
ne. Il Papa con bolla sottoscritta poi lo nominò all' arcivescovato di
da ventitre cardinali esaltò i meri- Capua d. Ferrante sposò Lucre-
;

ti di Ercole J, e gli estese l'investi- zia a nome di suo fratello, pre-


tura del vicariato, e di quello di senti il Papa e i cardinali. Nei
Massa-Lombarda, Conselice, Ronca- primi di gennaio 1D02, tutti par-
della, Zeppa, Scantamantello, Ba- tirono da Roma colla sposa, la qua-
guacavallo Saulagata Barbiauo
, , ,
le portava seco un valore di cento di-
,

n6 FER FE U
ciassetle mila ducati in gioie non rarese il primo la die per
Carri:
comprese nella dote, ed un pro- morta; il secondo la guarì. Nel
porzionato corredo di vestiti ed al- i5o3 Ercole 1 dovette cedere alla
tro. Il cardinal di Cosenza legato, amicizia colla corte di Francia, e
il duca Valentino, il cardinal Bor- prender parte nella guerra che so-
gia, e diversi altri signori, e gran steneva nel regno di Napoli cogli
numero di familiari formarono lo spaglinoli e nel Milanese con tre
,

accompagnamento di Lucrezia, che cantoni svizzeri. A' 18 agosto morì


in un al ferrarese formava una Alessandro VI, e successe il cam-
comitiva di seicento persone , le biamento di scena per l' insaziabile
quali per tutto Io stato furono trat- Cesare Borgia, e il termine delle
tate a spese dalla camera aposto- sue iniquità sollevandosi tutti
, i

lica. Incontrata la sposa da Alfon- luoghi da lui con iniqui mezzi oc-
so e dal duca, il primo restò in- cupati. Il nuovo Papa Pio III, Pic-

cantato della sua avvenenza , indi colomini, fece vescovo di Ferrara il

a' i febbraio, segui in Ferrara la cardinal Ippolito, seguendo le di-


solenne entrata, incedendo Lucrezia sposizioni del predecessore; ma do-
sotto baldacchino in mezzo al coiv po pochi giorni morì, e gli succes-
sorte, e al suocero, in modo il più se Giulio II. Questi si pose in a-
splendido e festevole, che lungo sa- nimo di ricuperare alla Chiesa ciò
rebbe a riportare, come le feste e che aveale usurpato Cesare Borgia,
gli spettacoli che ebbero luogo, con che per salvezza erasi rifugiato a
incredibile sfarzo e spesa, alla qua- modo di prigione in Castel s. An-
le dovettero concorrere i sudditi gelo, ed anco quanto altri sotto

Estensi. Reciproci e molteplici furo- qualunque titolo avessero occupato.


no i regali; il redi Francia donò Intanto disperando i ministri del
ad Ercole I la terra di Cotignola duca Valentino in Romagna di con-
già della casa Sforzale il Papa rega- servargli le rocche ad essi affidate,
lò per un vescovo l'Estense Alfonso tentarono salvargli i suoi tesori, col-
di ricca berretta ducale, che gli fu l' inviarli alla sorellain Ferrara,
posta con solennità induomo, con- ma i bolognesi predarono; e co-
li

cedendo per quell' anno a' ferraresi sì spogliato il duca Valentino di


una proroga al carnevale, e come ogni indegno acquisto, tradotto ad
scrive il Frizzi, sino alla domenica una carcere nella Spagna, e di là

lactare. Abbiamo da Nicolò Cagnolo, fuggito, mentre militava sotto il


la Relazione dell'ingresso in Ferrara suo cognato re di Na varrà restò
di Lucrezia Borgia sposa d'Alfonso ucciso.
d? Estefioìogaa. 1 84 1 ,
pubblicata per La guerra di Lodovico XII re
cura dell'abbate Giuseppe Antonel- di Francia, con Ferdinando V re
li. Per 1' eccidio che Cesare Borgia di Spagna, terminò col restare a
fece della famiglia nobilissima Vara- questi il regno di Napoli. Vuoisi
no signora di Camerino, essa in det- che allora Lodovico XII meditasse
to anno si trapiantò in Ferrara. compensarsi sui veneziani, al mo-
Cadde gravemente malata Lucrezia do che poi stabilì nella famigerata
per un aborto, ed il Papa gli mandò lega di Cambrai; e non straniero
il proprio medico vescovo di Ve- a tale scopo fu il viaggio intrapre-
nosa, benché fosse curata dal fer- so da Alfonso a Parigi, a Biusselles
FER FER 117
ed in Inghilterra. Nei primi del massime delle artiglierie, delle ma-
i5o5 passò all' altra vita Ercole I, nifatture d'acciaio, e nel dipinge-
di cui fanno ampio elogio gli stori- re le maioliche, divenne in esse ec-
ci, per la sua pietà addimostrata cellente . Trattando sempre fami-
nelle chiese e monasteri da lui liarmente cogli artefici, non si rego-
fondati, nell'assistenza a' divini uf- lava con quel contegno proprio
fici, nella lavanda che faceva di della sua dignità, mentre il fratel-
centinaia di poveri nella settimana lo Ferrante educato nella fastosa
santa ec. ; pel suo coraggio nelle corte di Napoli concepì il reo di-
imprese militari; per la sontuosità segno di usurpare il potere. Face-
delle cnccie e di altri spettacoli; va a ciò ostacolo il temuto cardi-
per l'amore ch'ebbe pei sudditi; nal che col fratello duca
Ippolito,
per la munificenza usata co' suoi eia legato con particolare affetto,
famigliari ed amici, non con titoli per cui deliberò di disfarsi d'am-
vani e sterili pergamene, ma con bedue, profittando dell' accecamen-
belli palazzi e pingui possessioni ; to prodotto dal cardinale all' altro
pel favore accordato al commercio, fratello Giulio, pe' motivi che nar-
alle artied all'agricoltura; per la sua ra il Frizzi al tom. IV, pag. 206.
magnificenza, e per la protezione che Più volte Ferrante, d' accordo col-
accordò agli uomini di lettere, che lo sdegnato Giulio, tramò congiure
egli pure amò e coltivò; per diversi per uccidere gli altri due loro fra-
atti di clemenza, e per altre egre- telli, finché il cardinale se ne av-
gie qualità. Nel dì stesso di sua vide, avvertendone il duca. Tutti
morte si portò il giudice de' savi i complici perderono la testa, e fu-
in Castello, e colle cerimonie con- rono squartati. Ferrante e Giulio
suete presentò al duca Alfonso I il mentre aveano salito il palco nel-
bastone e la spada, ed il popolo la corte del castello per essergli
lo riconobbe per suo signore Il . troncato il capo, impietositosi il

duca si portò con nobile cavalca- bel cuore del duca, fece loro gra-
ta in mezzo al vescovo cardinal Ip- zia, commutandogli la pena in per-
polito, e al visdomino de' veneti, ed petua carcere separata , e i beni
i\i (ccc al primo il solito giura- loro confiscati li donò a"* suoi fa-
mento. L'esaltazione di Alfonso I, migliari. Dal pericolo evitato, Al-
fu seguita da una catena non in- fonso I prese una saggia lezione,
terrotta di tristi avvenimenti, es- cangiò affatto contegno, e tutto si

sendo primo una general carestia,


il dedicò agi' interessi dello stato.
cui successe una mortalità epidemica. Molestando i veneziani il Ferra-
La duchessa Lucrezia ritiratasi a rese, fermo Giulio II di ricupera-
Rovigo di nuovo abortì, e l' uni- re i dominii della Chiesa, intimò
versità si chiuse, intimandosi ferie ad essi la restituzione di Ravenna,
ai tribunali. I danni del terremo- e degli altri luoghi da loro occu-
to, le spese del passaggio di trup- pati, mentre il duca si die a ri-
pe e i precedenti disastri obbliga- sarcire le fortificazioni di Ferrara.
rono il duca ad imporre tasse che Nel i5o6 Giulio II in persona si
produsse malcontento. Dedito il nuo- portò a Perugia, e la tolse a Gio.
vo duca alle arti meccaniche del Paolo Baglioue, ed assediata Bolo-
torno, della fonderia dei metalli, gna la tolse a Giovanni lì Ben-
-
ri8 FER FER
tivoglio; dovendo il duca di Fer- veneti a Ghlaradadda, quindi com-
rara come vassallo prestar soccorsi parve in scena il duca di Ferrara,
al Papa; e più tardi il cardinal Ip- dopo aver licenziato il visdomino
polito debellò sul Panaro il Benti- veneziano Francesco Doro, die fu
voglio che andava a tentar la ri- l'ultimo residente nella città per la

cupera di Bologna Nei primi del . repubblica; mentre nella Romagna


i5o8 Alfonso I grandemente con- Francesco Maria della Rovere du-
corse alla benefica istituzione del ca di Urbino , e nipote del Papa
monte di pietà in Ferrara, ed ai qual generale della Chiesa era com-
4 aprile Lucrezia die alla luce il parso con un esercito; ma non fu
primogenito, che fu Ercole II . La d'uopo di usarne, perchè i veneti
repubblica di Venezia colla formi- ubbidirono al pontificio monitorio,
dabile sua potenza avendo ingelo- cedendo senza contrasto i luoghi di
sito i gabinetti di Europa, fu age- Romagna. Le armi spagnuole ed
vole ai re Spagna,
di Francia, di imperiali nel regno di Napoli e in
ed all'imperatore l'unirsi col Pa- lombardia ebbero pure felice suc-
pa nella massima di piombar sui cesso. Volendo allora Alfonso I ri-

veneti per rivendicar ciascuno quan- cuperar le Polesine di Rovigo, tro-


to a loro aveangli tolto, e diminuir- vandosi in armi da quindicimila
ne la possanza , il perchè fu sti- uomini, gli fu facile il ricupero, in-
pulata dalle parti una lega in Cam- sieme ad Este e Monselice, oltre
brai, lasciandovi luogo ad entrarvi Rovigo i due primi luoghi poco
:

al marchese di Mantova, e ai du- dopo andarono perduti, mentre Lu-


chi di Savoia e di Ferrara, al qua- crezia dava alla luce Ippolito poi car-
le Giulio II per mezzo del vesco- dinale. L' imperatore Massimiliano
vo d' Adria nel duomo gli avea dopo aver rinnovato ad Alfonso I

fatto dono della rosa d' oro bene- le antiche investiture d'Fste e di
detta. A ciò aggiunse Giulio II la Montagnana, collo sborso di qua-
promessa della restituzione delle rantamila ducati , fece ritorno in
Polesine di Rovigo, l'abolizione del Germania.
visdomino veneto in Ferrara, e la I veneziani 6i chiamarono adon-
liberazione degli antichi patti col- tati pel contegno del duca di Fer-
la repubblica; di altrettanto lo assi- rara, per cui formalmente gl'inti-

curò Lodovico XII re di Francia. marono la guerra. Alfonso I allo-

Alfonso I non attendendo all'esem- ra vide il turbine che gli sovra-


pio del genitore, dall' esca restò sa- stava, richiamò le forze dal Pole-
grifìcato, perchè s' invischiò tra fie- sine, eimpiegò alla difesa del
le

ri disastri, e dal Papa venne di- Ferrarese, onde le Polesine venne-


chiarato gonfaloniere della Chiesa ro occupate dai veneti, che fecero
inviandogliene lo stendardo , che avanzare pel Po la loro flotta, che
colle dovute solennità gli venne pre- sulle prime affrontarono il duca e
sentato nel duomo. Nell'aprile del il cardinale, e questi con molta in-
i5og Giulio II intimò ai venezia- telligenza e valore, qualità che a-
ni di dimettere le città della Ro- vea in altri fatti d'armi addimo-
magna, sotto pena di scomunica. I strato.Comacchio fu preso e sac-
francesi intanto aprirono la cam- cheggiato, quando Alfonso I spedì
pagna, colla celebre sconfitta dei per soccorsi al Papa il celebre poe-
FER FER 119
ta Lodovico Ariosto, e n'ebbe pur fatta pace conchiusa senza sua in-
di Francia, e d'altre parti, per cui telligenza, ne l'assenso de'confede-
col cardinale raddoppiarono i loro rati; ma il Papa non prendendo ciò
sforzi, riportando gloriosa vittoria in considerazione, procurò di stac-
sulla flotta veneta scompigliata e di- cargli l'imperatore, di concertargli
strutta, colla perdita di circa quat- contro l' Inghilterra , e i genovesi,
tromila uomini , e questa fu la e a danno del duca di Milano
famosa battaglia della Policella. I strinse lega cogli svizzeri. Tuttavol-
veneziani con uno de' più illustri ta i francesi, gl'imperiali, e i fer-
esempi di loro connaturale saga- raresi mossero contro i veneti le lo-
cità e prudenza, deluserole mag- ro forze, e restituirono al duca le

giori potenze d'Europa congiurate Polesine di Rovigo. In questo men-


ad annientarli Compresero che
. tre Giulio li intimò ad Alfonso
Giulio II era il loro più potente I, che, come feudatario e gonfalo-
contrario, si umiliarono a lui, e do- niere della Chiesa, desistesse di mo-
mandarono pace, e l'assoluzione della lestare i veneziani amici della Chie-
scomunica. Considerando il Papa che sa stessa, di separarsi dai francesi,
il suo nella Romagna era stato ricu- di non fabbricare sale in Comac-
perato, e che lo stesso aveano ottenu- chio in pregiudizio delle saline di
to i principali collegati, il pericolo Cervia ritornate alla Chiesa, com'e-
cui esponevasi l' Italia, con l' in- ragli vietato quando esse stavano
grandimento di altri principi, e la sotto i veneziani. 11 duca per di-
perdita che si faceva colla repub- verse ragioni non vi aderì, ricu-
blica di un valido antemurale con- perando frattanto anche Este e
tro i i5io mo-
turchi, nel febbraio Monselice.
strandosi padre comune capitolò Venuto il giorno di s. Pietro,
colla repubblica per la pace. Su di ricusò il Papa di ricevere il pa-
che può consultarsi Ippolito d'E- gamento del feudo che gli fece al
ste, Storia della vittoria del duca solito presentare il duca, uè volle
Alfonso sopra V armata navale dei ascoltar rimostranze , indi intimò
veneziani^ Ferrara, Selli da Carpi al cardinal Ippolito di separarsi dal
i5io; questa operetta tradotta in fratello e di portarsi in Roma, ma
latino da Celio Calcagnine trovasi in vece Parma. Da qui
passò a
a pag. 4$4 delle di lui opere, ebbero principio le lunghe ed a-
stampate a Basilea i544- Tra le spre guerre tra Giulio II, e il du-

condizioni che riguardano Ferrara, ca, che licenziandosi dal campo fran-
fu dichiarata libera la navigazione cese ed imperiale pensò a premu-
per l'Adriatico Chie-ai sudditi della nirsi dalle future contingenze, tol-
sa ed ai ferraresi, più tolto e di se alcuni dazi per affezionarsi il

il tribunale del visdoraino in Fer- popolo, e sospese la fabbricazione


rara, come città dell'alto dominio del sale in Comacchio per guada-
della Chiesa, e aboliti gli antichi gnarsi cuore del Papa. Questi in
il

patti fra i veneziani e i ferraresi, vece ordinò al duca di Urbino di


che furono sorgente di continue marciare colle milizie pontificie, che
discordie, ma del Po-
ripromesso s'impadronirono delle principali ter-
lesine non se ne fece motto. Lo- re del Ferrarese; e non volendosi
dovico XII si chiamò offeso di sì il duca separare dai francesi risol-
,

lao FER FER


vette difendersi a tutto potere, in- ragioni dell'impero, i papalini gli

vocando l' aiuto di Lodovico XII, cedettero Modena a condizione elio


che gli mandò più, di diciassette non la dasse al duca. Vedendo
mila combattenti. A'9 agosto i5io questi che Giulio II voleva avan-
Giulio II scomunicò il duca di Fer- zarsi contro la città, arringò il po-
rara, lo dichiarò decaduto dal du- polo, animandolo alla difesa, laonde
cato, e lo privò del gonfalone di tutti, e persino i frati e i preti si

s. Chiesa. 11 duca di Urbino col portarono a fortificar le mura della


cardinal legato di Bologna occu- città. Differì il Papa d'inoltrarsi, e
parono Modena, e la rocca di Lu- in vece rivolse le sue forze ad as-
go, mentre i veneti alleati del Pa- sediar la forte città di Mirandola,
pa ripresero le Polesine di Rovi- difesa dai francesi, stimolato dal ce-
go ed altri luoghi. Dopo la pre- lebre letterato Gio. Francesco Pico
sa di Carpi, ed altri luoghi, il che n'era stato cacciato dal fratel-
duca d'Urbino occupò Bondeno, lo colla presenza del Papa, che
:

ed avanzossi verso Ferrara, nel- agiva come un valoroso generale,


l'atto che i veneti spinsero una flot- siccome è noto a tutti, la piazza
ta a Francolino.Resa pubblica la cadde ne' primi di gennaio i5ii.
scomunica in Ferrara si chiusero i La consegnò al detto Gio. Fran-
sagri templi, cessarono i divini of- cesco, e ritornò a Bologna, donde
fici, tacquero le campane, e i mor- per sicurezza passò in Ravenna ;
ti si seppellirono in luogo profano. indi inviò il vescovo di Carinola con
Ferdinando V
re di Spagna ab- un esercito alla Bastia, ma calan-
bandonò la lega, e si uni a Giu- do all'improvviso il duca lo sba-
lio II, che volendo ad ogni costo i ragliò compiutamente, senza che
francesi fuori di Italia, passò a Bo- Giulio II restasse punto smarrito.
logna Allora riuscì ad Alfonso I
. Bologna fu presa da' francesi, e
d' impadronirsi d'Adria, di Rovigo siccome il cardinal legato Alidosio
e del Polesine; e i veneziani alle- ne incolpava il duca di Urbino
stita altra flotta, invitarono qua- questi l'uccise, onde il Papa tutto
lunque privato a farne parte, pro- amareggiato ritornò in Roma. Al-
mettendogli il conquistato, e si di- lora Alfonso I riprese Cento, Lu-
vise in tre parti pel Po, ma senza go, e il resto della Romagna fer-
successo. Però i veneti avendo da- rarese, come fecero i francesi della
ta una rotta ai francesi invasero Mirandola, indi Carpi e le Pole-
nuovamente il Polesine. Lodovico sine di Rovigo caddero nelle forze
XII volle continuare la guerra con ferraresi. Il re di Francia tuttavia
più rigore, il perchè inoltrandosi i ordinò al Triulzio maresciallo di
francesi nel Modenese, l'infermo Giu- Francia suo generale, che astenen-
lio II s'indusse a trattar con loro la dosi dal molestargli stati della Chie-
pace : accertato però del soccorso del sa, cogl' imperiali continuasse la
re di Spagna insano, enon volle più guerra a danno de' veneti. Giulio
trattare la concordia, fulminando li intanto depose alcuni cardinali
un monitorio di scomunica contro scismatici,che avevano osato con-
i ad
francesi, se avessero continuato vocare un conciliabolo a Pisa, ed in
aiutare duca di Ferrara. Intanto
il vece intimò il concilio generale la-
l'imperatore avendo fatto valere le teranense V, e fermo nel cacciar
FER FER i2t
dall' Italia i francesi , come di an- uccisioni, uscirono per disperazione
nichilare duca di Ferrara, unì
il in campo aperto seguendo l'esem-
alla lega Enrico Vili re d'Inghil- pio di Fabrizio Colonna. Quivi ri-

terra. I veneti rientrarono nelle Po- cominciò la battaglia con. tal fu-
lesine, e l'esercito pontificio sotto rore, che poche ad essa possouo
il comando Giovanni
del cardinal paragonarsi, ed Alfonso I si dipor-
de' Medici, poi Leone X, e del tò valorosamente, giacché dopo cir-

general Fabrizio Colonna riprese ca sei ore di arrabbiato combatti-


l'offensiva nel i5ì2, ma non gli mento, la vittoria si dichiarò pei
riuscì prendere Bologna ad onta ,
francesi, e al duca di Ferrara se
che Ira papalini e spagnuoli fosse ne diede merito principale. Fra
il

composto di ventimila uomini. In- l'ima e l'altra parte si contarono


di i francesi colle artigliere di Al- circa dieciottomila morti, con molti
fonso I si diressero ad assediar Ra- uflìziali, e lo stesso Fois. con ram-

venna, che difesa da Marc' Anton io marico de* francesi. Fabrizio Co-
Colonna vigorosamente, mille e cin- lonna si diede al duca con patto
quecento nemici vi restarono ucci- di non essere consegnato a' fran-
si, per gli aiuti dati al Colonnese cesi. Terminata la battaglia il du-
dal viceré di Xapoli Raimondo Car- ca intimò la resa alla città di Ra-
dona, e dal cardinal de'Medici col venna che fu accordata, e contro
resto dell'esercito pontifìcio e spa- i patti soggiacque al sacco il più,

guuolo, oltre la morte di Sciatti- iniquo e crudele, non risparmian-


gliene della casa di Coligny. Allo- dosi le chiese e i monisteri. Il car-
ra Gastone di Foix governatore di dinal de'Medici dovette lavila al
Milano, per mancanza di viveri si coraggio d' un suo famigliare, che
vide costretto a battersi, ed affi- con un fendente tagliò la mano
dandosi al suo straordinario ardi- di quello che aveva afferrato le
re collocò nella sua vanguardia il redini del cavallo turco che caval-
duca di Ferrara colle sue artiglie- cava, per farlo prigioniero, salvan-
rie, e seguitato dal cardinal Fede- dosi a Modena. Conseguenza della
rico Sanseverino legato del conci- vittoria si fu, che molte città del

liabolo di Pisa, nello stesso giorno Papa in Romagna si dierono ai


di Pasqua andò ad attaccare il ne- vincitori, non profittarono
i quali
mico. Il Cardona fermo ne' ripari, di essa pel loro numero diminui-
si difese con tal valore, che il Foix, to, e per mancanza di generale. In
massimamente perchè le artiglierie tanta prosperità chi non avrebbe
ferraresi miravano troppo alto, era presagito a Lodovico XII pieno
già per cedere. Avvedutosene Al- trionfo, e ad Alfonso I una lunga
fonso I, levò le artiglierie dalla sicurezza e riposo? Ma già dall'In-
froute, un giro andò ad
e fatto ghilterra, dalla Spagna e dagli sviz-
appostarle ad un fianco, ed alla zeri ad istanza di Giulio li e dei
coda de' nemici in luoghi opportu- veneziani minacciava la Francia,
si

nissimi, e di là dirigendole alle gam- e il ducato di Milano. Massimilia-


be di essi , li obbligò a stendersi no erasi distaccato dalla lega di
col petto a terra. In sì fatta po- Cambiai , ed il Papa col re di
sizione non potendo i medesimi com- Spagna ricomposero l'esercito di
battere, anzi soffrendo numerose Romagna, ciò che costrinse i fran-
,,

122 FER FER


cesi a partir da essa ed accorrere penso esibì la città di Asti. Ve-
alla difesa del Milanese, ed Alfon- dendosi il duca mal sicuro in Ro-
so I ad accrescere le fortificazioni ma, e che l'esercito pontificio con-
della sua capitale. A cagione delle tinuava le conquiste, col favore dei
esorbitanti spese della guerra, di- Colonnesi con pena gli riuscì di
minuì ilduca quelle della corte, fuggire travestito or da cacciatore,
pigliò denaro a frutto, impegnò le or da frate, or da famiglio nell'ar-
cose preziose, le gioie di Lucrezia, mata che Prospero Colonna con-
gli argenti di tavola, supplendo col- duceva in Lombardia. Pervenne il-
le maioliche fabbricate e dipinte di leso a Ferrara, e trovò che solo
sua mano. I francesi perderono il Argenta e Comacchio erangli ri-
Milanese, e Parma e Piacenza; le maste de' suoi dominii. Allora Giu-
quali città eransi date al Papa lio II raddoppiò il mezzo delle ar-

quando il duca di Urbino nel mag- mi per conquistare il duca chia- ,

gio avendo ricuperato l'alta Roma- mò il cardinal in Roma, mentre gli


gna rientrò nel Ferrarese e in Bo- spagnuoli raffreddandosi fu colto
logna per cui i Ben ti voglio per
,
dalla morte a' 2 1 febbraio 1 5 1
3,
sempre si ritirarono in Ferrara, es- restando Alfonso I così liberato da
sendo Annibale marito di Lucre- ogni timore, ricuperando pronta-
zia figlia di Ercole I, sorella di Al- mente vari luoghi. L'assunzione al
fonso I. V. il Sansovino, Orìgine pontificato del cardinal de' Medici
e fatti delle famiglie illustri d'I- che prese il nome di Leone rad- X
talia, Della famiglia Benlivogli. Ri- doppiò le contentezze e le speran-
mase dunque Alfonso I tra due ze del duca. Come vassallo della
fuochi,
il Papa da un lato, i ve- Chiesa spedì subito a tributargli
neti dall'altro ; la sua rovina era omaggio e a chiedere la liberazio-
imminente, e la sola magnanimità ne dall'interdetto alcuni ambascia-
che lo distingueva potè salvarlo. tori, i quali furono ben accolti, ed
Grato Fabrizio Colonna dell'amo- anco pei Bentivogli impetrarono
revole suo trattamento qual pri- l'assoluzione dalle censure. Avendo
gioniero, e della sua liberazione, si il Papa esternato desiderio di ve-
offri di riconciliarlo con Giulio II, der presente alla sua coronazione
il quale fece sospendere le sue ar- Alfonso I, questi si recò in Roma
mi, e permise che Alfonso I si por- con bella compagnia ; e nella gran
tasse in Roma a trattar la pace solennità agli 1 1 aprile addestrò il

lasciando al governo di Ferrara il cavallo del Pontefice, cioè quello


cardinal Ippolito. In pieno conci- cui un anno prima nel
stesso in
storo il duca chiese perdono a Giu- medesimo giorno era stato fatto
lio II della passala condotta, gli prigioniero, ed in abito ducale por-
furono sospese le censure, e si de- tò lo stendardo della Chiesa come
putarono sei cardinali a concertar suo gonfaloniere, benché di quella
una composizione. Essa non ebbe dignità lo avesse spogliato Giulio II.

effetto perchè il Papa voleva il Il Cancellieri nella Storia de' pos-


ducato di Ferrara devoluto alla sessi, parlando di questo di Leone
santa Sede ed ogni altro feudo
, X, racconta che il duca montò sul
deHa Chiesa, qual pena legittima cavallo del Papa, lo cavalcò per
di ribelliouej e solo a grazioso corn- provarlo alquanti passi, e poi smou-


,

FER FER ia3


tato tenne la staffa a Leone X, gli che offrisse il duca la restituzione
assettò i paramenti, condusse per al Papa della somma sborsata e ,

alcun tratto il cavallo, e passò a certo compenso di spese: Parma e


prender luogo tra i due ultimi car- Piacenza furono riunite al Milane-
dinali diaconi vestiti de' sagri pa- se. "Nel i5i6 la duchessa partorì
ramenti, cioè Sigismondo di Man- Francesco, e il cardinale concepì
tova, ed Alfonso di Siena. A' 27 l' idea di far scrivere la storia di

aprile pieno di lusinghe il duca Ferrara, e di casa d'Este, dando-


partì per Ferrara, restando in Ro- ne l' a Celio Calcagnini
incarico
ma il cardinal Ippolito suo fratello ma non si hanno prove che l'ef-
con sontuosa corte, per giovare ai fettuasse: Peregrino Prisciani con

di lui negozi. immensa ne avea preparati


fatica

Intanto si collegarono i fran- i materiali. Nel io 18 morì Lucre-


cesi coi veneziani, i quali conces- zia Borgia d'anni quarant' uno per
sero al duca una tregua , men- un aborto , e fu sotterrata nella

tre l' Italia continuò ad essere dal- chiesa interna del Corpus Domini.
la guerra travagliata. Alfonso I L'amarono egualmente il marito
estraneo ad essa, si diede a fabbri- e i sudditi per le graziose sue ma-
car la delizia di Belvedere, che niere, e per la pietà alla quale la-
molti scrittori credettero che riu- sciate le mondane pompe cfrasi de-
scisse senza paragone. Leone X, nel dicata : in essa soprattutto spiccava
1 5 1 4- assolvette il duca e suoi ade- la liberalità verso i poveri ed i

renti dalle censure, annullò la con- letterati, impiegava la mattina in


fisca di Ferrara fatta da Giulio II, orazioni, e la sera invitava le gen-
approvò la riduzione del censo ac- tildonne in più, partite ad eserci-

cordata da Alessandro VI pel vi- tarsi a vicenda nel ricamo, in cui


cariato, pose il duca nell' intero riusciva più. che eccellente. Quin-
suo diritto sopra Cento e Pieve, lo di divenne imperatore Carlo re V
prese co' suoi successori sotto la di Napoli e di Spagna, e sovrano
protezione della Sede apostolica, e de' Paesi-Bassi ; mentre il cardinal
gli promise restituirgli Reggio, pre- Ippolito rinunziò al nipote di egual
via la rinunzia di Alfonso I sulle nome e d'anni dieci il pingue arci-
saline di Comacchio, che fu effet- vescovato di Milano, riservandose-
tuata; ma Modena fu venduta al Pa- ne l'entrate finché viveva. Narrano
pa dall'imperatore Massimiliano che parecchi storici che Leone X se-
ì'avea in suo potere, per quaranta gretamente non fosse amico degli
mila ducati d'oro. Ciò addolorò l'a- Estensi, e che bramando dare alla
nimo del duca, perchè dal mede- sua famiglia Medici Ferrara e gli
simo imperatore eragli stata con- altri luoghi, lasciò sempre inadem-

fermata l'investitura di Modena. pite le promesse fatte ad Alfonso


Leone X tuttavolta promise al car- I, che anzi fu in qualche pericolo

dinal d' Este, che l' avrebbe resti- di vedersi occupata la capitale dal
tuita, ne avesse conse-
tosto che vescovo di Ventimiglia Fregoso, o
guito il possesso. Eguali speranze da Uberto Gambara. Nel i520
ebbe in Milano da Francesco I re terminò i suoi giorni in Ferrara il
di Francia, che avea riconquistato cardinal Ippolito ; e neh' anno se-

quel ducato^ ma senza effetto^ bcu- guente vedendo Alfonso I gli ar-
-

124 FER FER


rnamenti di Leone X, e scopren- volle togliergli l'aderenza co' vene-
done le mire, e l'eccidio che di lui ziani e coli' Estense, il quale per
si meditava, die di piglio alle ar- procacciarsi la protezione imperia-
mi, mentre l'esercito pontifìcio per le , senza disgustare
Francesco I,
maggior danno del duca riprese promise di non procedere mai con-
Parma e Piacenza, e cacciati i Iran- tro Carlo V, e di accordare allo
cesida Milano, fu dato a France- sue milizie il passo ne' propri stati,
sco Maria Sforza. Ma nel declinar ed ebbe in vece promessa che
la
del i52i Leone X dopo aver man- gli sarebbe reso Modenae Reggio
dato l' interdetto a Ferrara mori, collo sborso di cento cinquanta mi-
e subito il duca ricuperò alcuni la scudi d'oro. Indi il duca permi-
luoghi da ultimo occupali dalle se ai bolognesi che mettessero l'al-
sue armi, come il duca di Urbino veo del Reno sotto a Cento. Vo-
riprese suo stato. Eletto in suc-
il lendo Adriano VI ricuperare Ri-
cessore Adriano VI, sebbene dimo- mini dai Malatesta, ordinò ad Al-
rante nella Spagna, subito Alfonso fonso I di mandarvi le lassate mi-
I gl'invio un ambasciatore per pre- lizie, che colle aggiunte artiglierie
stargli omaggio, informarlo di sua facilitarono la spedizione, ma non an-
causa, e chieder giustizia, che il dò guari che il Papa a'i4 settembre
nuovo Papa promise di fare. Nel i5i3 cessò di vivere, e il duca ri-
mese di luglio sospese al duca ed cuperò Reggio, mentre in Roma fu
a Ferrara Y interdetto, onde si ri- creato Clemente VII Medici, cugino
presero nella città l' ecclesiastiche di Leone X ed antico nemico dell'E-
funzioni. Adriano VI in
Giunto stense, a cui domandò la restituzione
Roma vi si portò pure Ercole pri- di Reggio, ed ingelosito della gran-
mogenito del duca e benché di , dezza di Carlo V, segretamente si
soli quattordici anni, davanti al Pon- attaccò a Francesco I. Questi nel
tefice ed al sagro collegio recitò i5i5 fu dagl'imperiali fatto pri-
una perorazione in favore del pa- gione a Pavia, e sebbene il duca
dre nella lìngua latina che posse- per secondare il genio del Ponte-
deva perfettamente, con tanto spi- fice lo avesse soccorso , ai 29 giu-
rito che sorprese, e venne in sin- gno Clemente VII ricusò il cen-
goiar modo accarezzato. Di poi riu- so di Ferrara. Intanto nel i5i(j
scì agli ambasciatori Estensi di ot- successe in Cagnach la santa lega.
tenere l'assoluzione de' precedenti fra il Papa, i veneziani, i fiorenti-
interdetti, la conferma in Alfonso ni, i re d' Inghilterra e di Fran-
I e successori dell' investitura di cia, e lo Sforza per abbassar l'im-
Ferrara ne' termini di quella di periai possanza, gareggiando le par-
Alessandro VI, e che ogni anno il ti nel trarre al loro partito Alfon-
duca somministrerebbe al Papa cen- so I. Il Papa gli offrì il comando
to armati a cavallo, metà balestrie- di sue armate, la restituzione di
ri e metà archibugieri per sei mesi Modena, la sicurezza di ciò che
a spese del duca, e che questi non possedeva; e Carlo V offersegli pu-
farebbe mai più. sale in Cornac le il comando delle sue armi in
chio. Italia, la protezione de' suoi stati,
L' imperatore Carlo V per ab- e le nozze di Margherita sua na-
battere meglio i francesi in Italia, turale col primogenito Ercole. Sul-
,

FER FER ii5


le prime il duca si accostò al Pa- dabile esercito comandato da Odet-
pa, poscia passò dalla parte dell'im- to di Foix signore di Lautrec. In-
peratore, che lo dichiarò capitano vitato dal cardinal Cibo, e dagli
generale, gli promise ammetterlo ambasciatori Alfonso I ad unirsi
in tutte le leghe, di riconciliarlo alla lega, collaminaccia di dichia-
col Papa, rinnovandogli l' investi- rargli guerra, vedendosi in pericolo,
tura degli che riconosceva dal-
stati con pena cedette, facendo ciò co-
l'impero; indili duca ricusò altri noscere all' ambasciatore di Carlo
patti vantaggiosi offertigli da Cle- V residente in Ferrara. Si promi-
mente VII. Penuriando di viveri se al duca l'investitura di Ferra-
e denaro il duca di Borhone, il ra, e di altri luoghi a nome del
principe Filiberto di Oranges, il Papa, senza sborso alcuno ; l'abo-
marchese del Vasto, e Giorgio Fran- lizione delle precedenti convenzio-
sperg, generali imperiali sparsi nella ni sopra il sale di Comacchio , e
Lombardia, si accordarono di pro- la libertà di fabbricarne a suo pia-
cacciarsene negli stati della Chiesa e cere, purché noi mandasse ne' do-
di Firenze. Vuole il Guicciardini mimi de' confederati contro loro
che allora Alfonso I per liberarsi voglia ; la rinunzia del Papa ad
dalle contribuzioni , ad un tempo ogni pretesa su Modena, Reggio e
stesso abbattere chi cercava la sua Castel di Novi, e sopra il rimbor-
oppressione, consigliasse il general so dello speso da Leone X per la
cesareo a portarsi a saziar la sua compra di que' luoghi; il cappello
brama fin dentro Roma. Al contra- cardinalizio e il vescovato di Mo-
rio il Muratori accerta che invi- dena al suo figlio Ippolito ; la re-
tato Alfonso I dal Borbone a se- stituzione di Cotignola , allora in
guirlo in Toscana, se ne scusò, e potere de' veneti, e de' palazzi E-
che solo trattò della metà di Car- stensi di Venezia e di Firenze;
pi cedutagli dall'imperatore, per- le nozze di Renea figlia di Lodo-
chè confiscata ad Alberto Pio ri- vico XII col primogenito Ercole ;
belle all' impero, ed eterno noce- la mallevadoria della ritenzione del-
volissimo nemico degli Estensi. Il la conseguita metà di Carpi ; pri-
Borbone prosegui il suo viaggio vilegi, ed onori senza fine. In vece
per Roma; nell'assalto cadde mor- il duca si obbligò contribuire alla
to , ma sottentrò al comando del- lega cento corazze, e seimila scudi
l' esercito il principe d'Oranges, ed d'oro ad ogni mese per un seme-
a' 6 maggio la capitale del cristia- stre. Il tutto fu approvato in di-
nesimo fu presa ed orrendamente cembre, mentre Clemente VII fug-
saccheggiata, rifugiandosi il Papa gì da Castel s. Angelo ad Orvieto,
coi cardinali in Castel s. Angelo. ove il duca spedì un ambasciatore
Tra quelli che profittarono dell[av- a far le sue congratulazioni, indi ne
venimento fuvvi il duca che s' im- inviò un altro perchè risiedesse pres-
padronì di Finale e di Modena so di lui. Ma il Papa px-otestandosi
mentre i veneti presero Ravenna debitore di sua salvezza, non alla
e Cervia, dicendo conservarle al lega, ma ai sagrifizi fatti di grandi
Papa. somme, ed al rischio della fuga e
La lega santa si rafforzò, e Fran- di averpromesso nella capitolazio-
cesco I spedi in Italia un formi- ne dì non essere più contrario a
, ,

ia6 FEll FER


Carlo V, negò di approvare il con- santa Sede. Nò men dolorosa riu-
cordato di Ferrara, persuaso che scì alduca la pace che a' 5 ago-
il duca losse stato l'istigatore del sto i52g ilre di Francia stabilì
Borbone al sacco funesto di Roma. coll'istessoimperatore; lasciandosi
Ciò non dispiacque gran fatto ad tuttavia luogo di entrarvi ai ve-
Alfonso I restando libero di adem- neti, fiorentini e ad Alfonso I. ,

piere allo stipulato, e sperò con- Per tal modo rinnovaronsi gli e-
servarsi la grazia di Carlo V cui sempi di quelle leghe , al fin delle
avea mandato le sue giustificazio- quali il sagrifizio è de' collegati mi-
ni. Nell'Italia intanto nel i528 si nori. In questo tempo portandosi
rinnovarono gli orrori della guerra. Carlo V
Bologna per abboccarsi
in
Sulle prime i francesi prevalsero col Papa, il duca lo fece trattare
ma tolto Lautrec dalla peste, che magnifìcentissimamente in Reggio
in un alla fame desolava gl'italiani, ed in Modena ove si portò ad os-
la fortuna cangiò loro faccia : la sequiarlo, e tanto fece con lui e
peste rapì al Ferrarese più di ven- co' suoi ministri che gli riuscì di
timila persone,mentre il duca man- guadagnarli, e l'imperatore promi-
dò ad matrimonio di Re-
effetto il se la sua mediazione con Clemen-
nea cognata di Francesco I, ed il te VII e sino ai confini di Bolo-
;

suo figlio Ercole ebbe in dote due- gna l'Estense fu sempre al fianco
cento cinquantamila scudi d'oro, di Carlo V, indi per ammollire il

proporzionato corredo, il ducato di Papa fece rinunziare ad Ercole il


Chartres, per cui ne prese il titolo, generalato de' fiorentini. Il risulta-
e fu pur dichiarato visconte di Caen, to del congresso di Bologna si fu,
Follese e Bajusa. Il suocero spedi per parlare di quanto appartiene
a Pienea in Parigi, ove celebraron- al nostro proposito , che si rista-

si gli sponsali, un regalo di gioie bilisse in Milano il duca France-


del valore di centomila scudi d'oro. sco Maria Sforza con investitura
Quando i fiorentini intesero la imperiale; che i veneziani restituis-
prigionia di Clemente VII, licenzia- sero all' imperatole 1' occupato da
rono i Medici, e riassunsero il go- essi nel regno di Napoli, e al Pa-

verno democratico, eleggendo per pa Ravenna e Cervia ; e che fos-


capitano generale Ercole, che si fe- se lega perpetua tra il Papa, l'im-
ce da altri rappresentare. Quindi peratore, il re d'Ungheria, i ve-
Clemente VII strinse pace e con- neziani, i duchi di Milano e di
federazione con Carlo V, ciò che Savoia, e i marchesi di Mantova
al vivo ferì Alfonso I, perchè il e Monferrato, con abilitarvi il du-
secondo promise al primo la ma- ca di Ferrara a prendervi luogo
no di Margherita d'Austria ad A- qualora però fossero le sue verten-
lessandro de' Medici, e la restitu- ze col Papa composte, punto che
zione di Modena, Reggio e Ru incontrò maggiori difficoltà d' ogni
biera senza pregiudizio delle parti, altro, per motivi che si leggono
i

e con essi luoghi Cervia e Raven- nel tomo IV, pag. 291 del dotto
na tenute dai veneti. Inoltre Carlo e accurato Frizzi ; né fu concesso
V promise al Papa aiuto affine di ad Alfonso I di trovarsi presente
levar il ducato di Ferrara all'E- alle coronazioni che fece Clemente
stense considerato come ribelle della VII su Carlo V in Bologna. Tut-
9

FER FER 17-


tavolta riuscì all'imperatore che nel fosse assoluto dalla restituzione che
marzo i53o il Papa permettesse da lui pretendeva il Papa di Reg-
al duca di portarsi a loro. Dopo gio, Rubiena e Cotignola, e da
lunghe dispute si venne ad un ogni altra richiesta a lui fatta che ;

compromesso sulle vicendevoli pre- si osservasse nel resto la conven-


tese di Modena, Reggio, Rubiera, zione del ID24 fra il Papa e il
Ferrara e Cotignola nel giudizio duca. Ne giunse la fausta nuova a
di Carlo V, ed intanto che questi Ferrara a' 3 maggio: furono fatti

fosse il depositario di Modena. Ivi pubblici ringraziamenti a Dio, in-


si portò l' imperatore , e il duca di ilduca ricevuto il laudo spedi
gliene fece la consegna, indi l' ac- all' imperatore un ambasciatore per
compagnò a Mantova ove dichiarò ringraziarlo vivissimamente. Inviò
duca quel marchese, ed ottenne per in pari tempo in Roma Ghellino
centomila ducati d' oro l' investi- vescovo di Comacchio, che a' 1

tura di Carpi, negata sebbene ri- giugno fece l'atto di umiliazione


chiesta dal Papa ad Alberto Pio, col Papa, prostrato a' suoi piedi, e
che poscia mori privato in Parigi. venne al duca accordato e a' suoi
V. Giovanni Boscharini, Piae stir- aderenti il perdono, purché fossero
pis procerum elogia his lorica, Fer- salvi diritti della santa Sede, ed
i

rariae 1672. Giorgio Marchesi, La osservasse Alfonso 1 i doveri di


galleria dell' onore ec. della città buon vassallo. Rinnovate poscia le

di Ferrara, ove si dà conto delle formalità in concistoro, il Ghellino


famiglie dei Pii. richiese l'investitura di Ferrara nei
Frattanto nel castello di Mode- termini prescritti nel laudo. Allora
na dai rappresentanti delle parti il Pontefice in altro tuono rispose,

s' incominciò il processo per rischia- che non aveva accettato, né accet-
rar i fatti e le ragioni del Papa e terebbe giammai il laudo finché
del duca; e quando fu terminato fosse vissuto. Dopo questa disgusto-
si spedì all'imperatore. In Gand, sa risposta seppe il duca che in
nel primo aprile i53r, Carlo V vari luoghi si radunavano armati
pubblicò il laudo o decisione della per restituir Carpi ad Alberto Pio,
gran lite, la quale conteneva in onde il duca guarnì colle sue fa-
sostanza: che Alfonso I fra due mose e tremende artiglierie le mu-
mesi chiedesse perdono al Pontefi- ra di Ferrara, Modena, Reggio e
ce d'ogni commessa mancanza che ; Carpi, ciò che fece cangiar pensie-
pagasse annualmente settemila du- ro a chi proponevasi aggredirlo.
cati d'oro alla camera apostolica a Frattanto Carlo Y fece consegnare
titolo di censo per il ducato di Modena duca ; Renea avendo
al
Ferrara, in luogo del tenue censo partorito Anna, il duca pregò Cle-
impostogli da Alessandro VI; che mente VII di tenerla al sagro fon-
se ne dovesse a lui rinnovare l'in- te, e non seppe negarglielo ; ma
vestitura pagando egli per
, essa in vece d' Ippolito d'Este, fece ve-
centomila ducati simili dentro un scovo di Modena Giovanni Moro-
anno; che Modena rimanesse in de- ne , mentre Carlo V dichiarò du-
posito all'imperatore fino all'adem- ca di Firenze Alessandro de' Me-
pito pagamento, indi si rendesse dici.
liberamente al duca; che questi Alfonso I per far cosa grata al
, ,

128 FER FER


Papa od all'imperatore, nel i532 tre molte, per cui fu degno de' più
spedì un corpo di truppe contro i alti encomi. Dal giudice de' savi
turchi die minacciavano l'Unghe- nel dì seguente fu inaugurato il
ria; ma Clemente VII nella pub- primogenito del defunto Ercole II,
blicazione della bolla In Corna mentre al padre si die sepoltura
Domini, espressamente vi comprese nella chiesa interna del Corpus
il duca di Ferrara come usurpato- Domini. Il nuovo duca a mezzo
re alla chiesa di Modena e Reg- del suo ambasciatore in Roma co-
gio, ed alle lagnanze dell'impera- minciò a far pratiche perchè si

tore si rispose con parole evasive. accettasse laudo di il Carlo V, e


Nel dicembre il duca accolse splen- per terminarle vi si portò a' g ot-
didamente iti Modena Callo V , tobre i535, Dicendo la solenne en-
che passò in Bologna per un se- trata alcuni giorni dopo. Gli furo-
condo congresso con Clemente VII. no dati sette cardinali per trattare,
In esso a' 27 febbraio restò con- ma insorsero gravi difficoltà. Sen-
chiusa la lega tra Papa, l'impe-
il tendo il duca giunto in Napoli Car-
ratore, il re di Ungheria, il duca lo V, andò ad inchinarlo, e ne
di Milano, i genovesi, i sauesi, ed riportò la rinnovazione dell'inve-
i lucchesi per conservare la quiete stiture imperiali di casa d' Este
d'Italia, ed invitatovi Alfonso se I mentre Renea die alla luce Lu-
ne scusò per le pendenti vertenze. crezia. La duchessa benché saggia,
La scusa produsse il desiderato ef- pia e dotta prevaricò nelle massi-
fetto, giacché Carlo V se non potè me religiose. Si dedicò al prestigio
indurre il Papa ad accettar il lau- dell'astrologia ancora in voga, e
do, ottenne parola di non far al- volle istudiar teologia dal più ce-
cun passo con tra il duca per die- lebre novatore che infestasse a quel
ciotlo mesi, purché il duca entras- tempo l'Europa, Giovanni Calvino,
se nella lega, ciò che fece. In que- che sotto altro nome era occulto
sto anno mori in Ferrara il cele- nella sua corte, il quale presto la
berrimo poeta Lodovico Ariosto; imbevcrò delle pestilenti sue dot-
poscia Renea partorì a' 22 novem- trine. L'inquisizione lo scuoprì, ma
bre Alfonso li. Mentre stava per gli riuscì fuggire a Ginevra, come
terminar la tregua, la morte di fuggirono gli altri prevaricatori fran-
Clemente VII, avvenuta a' 25 set- cesi Renea come figlia
della corte.
tembre 1 534 , tolse il duca d'in- di Lodovico XII, più facilmente
quietudine, e gli successe Paolo III cadde nell'orrore, pel mal umore
Farnese, con grande suo piacere che aveva contro la santa Sede;
ch'ebbe termine colla vita nel dì ma il marito acerbamente la ri-
ultimo ottobre. L' acume , la de- prese, e l' indusse a ripigliar le
strezza, la probità, il bel cuore, la pratiche della cattolica credenza.
giustizia, la clemenza, il coraggio ,
Nel i536 si portò in Roma Car-
la perizia nelle armi, la fortezza lo V, ed oltre a' suoi interessi trat-
nelle avversità, massime nelle di- tò quelli di Ercole II, sebbene sen-
verse congiure ed inondazioni , ac- za conclusione. Chiamato l'impera-
compagnarono la vita di questo tore a succedere al ducato di Mi-
principe, fornito di altre belle qua- lano, si risvegliarono in Francesco
lità di sopra rammentale, e di al- 1 le antiche pretensioni; ma gh.e-
FER FER 129
sempi de! padre e dell'avo furono tottantamila ducati simili per pre-
al duca di ammaestramento a non teso compenso di danni, e soddisfa-
seguire in casi simili alcun par- cimento di condanne alle quali fos-
tito, e nel caso presente fu facile s' egli tenuto, e di ricevere ad uno

a disimpegnarsi come cognato del stabilito prezzo della camera ven-


re, e feudatario di Carlo V . Indi timila sacchi di sale ogni anno, ri-
ebbe in Romagna una conferenza mettendosi le parti, quanto al ri-
con Pier Luigi Farnese figlio di manente, all'investitura di Alessan-
Paolo III, e gonfaloniere della Chie- dro VI , ed ai capitoli di Adriano
sa. 11 rimettere l'erario lasciato e- VI, senza farsi il minimo cenno
sausto da Alfonso I, ed il riparare del laudo di Carlo V, derivato dal
ai disordini interni dello stato, fu compromesso di Clemente VII, che
dal duca giudicato di maggior pro- si pretese invalido per mancanza di

fitto che il rnercar gloria militare. consenso per parte del sagro col-
All'antico pregiudizio del duello, legio. Il tutto fu dalle parti veri-
per la falsa idea dell'onore caval- ficato, e corroborato con pontificia
leresco avevano prestato fomento bolla, indi Paolo III creò cardinale
gli Estensi col l'accordar a chiun- Ippolito d' Este del duca
fratello
que campo aperto in Ferrara. Ma ed arcivescovo di Milano. Nel i54o
Ercole 11 abolì tale abuso, come mori in prigione lo sventurato Fer-
il far la battaglinola i fanciulli. rante d' Este indi Ercole II in.
,

Frattanto 19 giugno i537 Re-


a' Copparo edificò una delizia con
nea partorì Eleonora ; mentre con- vasto palazzo. Il duca si recò a
tinuandosi in Roma le trattative Peschiera ed a Lucca per osse-
il duca vi spedi il fratello Fran- quiare Carlo V, ed incontrandosi
cesco a fine di perfezionarle, ed in due volte con Cosimo I duca di
Ferrara ne giunse il favorevole an- Firenze, Ercole II si prese la drit-
nunzio della convenzione stipulata ta, ed ebbe la precedenza quando

tra Paolo III, ed Ercole II nel gen- l' imperatore si lavò le mani, per

naio i539, quando la corte tripu- cui di tutto volle che se ne faces-
diava per dato Renea alla
aver se rogito, ciò che dispiacque a Co-
luce Luigi. Condotto il Papa alla simo I, ed ebbe origine la fiera
pace universale, e mosso dalle me- lite di precedenza. Nel i543 por-

diazioni di Carlo V, di Francesco tandosi Paolo III a Busseto, passò


I, della repubblica di Venezia, e per Modena e per Reggio trattato
del suo nipote Farnesecardinal a spese del duca, e per suo invito
camerlengo, promise di rinvestir il recossi in Ferrara per un nobilis-
duca e suoi discendenti maschi le- simo bucintoro. A Bondeno entrò
gittimi e naturali per linea di pri- in carrozza col duca, pernottò al-
mogenitura, finché ve ne fossero l'isola di Belvedere, ed a' 22 a-
stati, del ducato di Ferrara, e del- prile fece il Papa il suo ingresso
le sue pertinenze, coll'annuo censo in Ferrara, con un seguito di cir-
di settemila ducati d' oro in oro , ca tremila persone , tra le quali
del valore d'uno scudo d'oro e di circa venti cardinali, quaranta ve-
dieci quattrini per ciascun ducato, scovi, e molti ambasciatori di prin-
e il duca promise in più termini cipi. Alla porta di s. Giorgio, il

sborsar alla camera apostolica cen- duca in un bacile d'oro gli pie-
VOL. XXIV.
,

i3o FER FER


sento le chiavi della città, gli ba- genitore, anco nel timore che Car-
ciò i piedi, e gli recitò un'orazio- lo Vlo giudicasse parziale della
ne. Il Papa lo benedì, e lo baciò Francia, essendo sempre guardingo
in fronte, indi portato su maesto- dal dare sospetti. Continuando Re-
sa sedia, e sotto nobilissimo bal- nea segretamente a seguir 1'
eresia,
dacchino, preceduto dal duca a pie- perchè troppo temeva il marito, ge-
di, a cui egli però comandò che losissimo di conservar la cattolica
salisse a cavallo, e passando sotto religione ne' suoi stati, ai tempi in
cinque archi festivi, entrò in duo- cui il calvinismo e il luteranismo
mo, apparato coi tappeti o arazzi faceva progressi il duca
, venne a
ducali, quattro de' quali si valuta- discoprire , che gran numero dei
vano sessantamila scudi d'oro. Pao- primi di lei famigliari erano infet-
lo III fu alloggiato in castello, ed ti di tali errori, e diede loro il ban-
il seguito nelle case de' privati; e do. Allora la duchessa mostrandosi
poscia il dì 24, dedicato a s. Gior- disgustata si ritirò nel palazzo E-
gio protettore di Ferrara, celebrò stense di Consandalo; ma nel can-
pontificalmente la messa nella cat- giar stanza non cangiò il cuore
tedrale, ove donò la rosa d'oro, lo continuando occulte corrispondenze
stocco e il cappello benedetti al col suo Calvino, e facendo alunni
duca. Finalmente dopo quattro gior- nella vicina terra di Argenta. Fi-
ni di Papa partì
permanenza , il nalmente il duca, vinto ogni riguar-
per Bologna regalando Renea di un do, la fece trasportare nella stan-
diamante, e di un flore pur di za del cavallo, dell'antico palazzo
diamanti di grandissimo valore, ol- d' Este,con due sole donne, men-
tre altri diversi generosi doni di- tre le figlie vennero custodite
tre
stribuiti alla corte. Poscia il duca nel monistero del Corpus Domini.
tornò a trattar Paolo III, quan- Renea astutamente si finse conver-
do passando pe' suoi stati, fece ri- tita, e rientrò in grazia del mari-
torno a Busseto per abboccarsi con to, che gli riconsegnò le figlie. In
Carlo V. questo tempo il duca si riconciliò
Nel i544 ebbe origine il primo col figlio Alfonso, che dopo essersi
conservatorio di zitelle in Ferra- trovato in diverse azioni nella guer-
ra, e nel i5^6il duca ampliò il ra di Fiandra si restituì in Ferrara.
circuito Modena, ove essendovi
di Eletto nel 1 555 Marcello II, il du-

nel i548 vi capitò il già re di Tu- ca portò a Roma con solenne


si

nisi Muleasse che pur recossi a


, cavalcata per fargli omaggio, ma a
Ferrara ospitato dal medesimo du- cagione di sua morte attese l' ele-
ca. Nel settembre i549 scoppiò in zione del successore, che fu Paolo 1 V,
Ferrara violenta pestilenza , e si per adempire un tal debito come
arrestò il male con provvidenze ri- vassallo della santa Sede. Ne'due con-
gorose ; e per morte di Paolo III, clavi il fratello cardinal Ippolito
gli successe Giulio 411, che Ercole II fu vicino al pontificato contrasta-
andò in Roma a venerare. Bramo- togli dagl'imperiali, perchè racco-
so Alfonso, principe ereditario, di mandato dalla Francia di cui era
militare, fuggì in Francia, ove fu protettore. Dopo la peste che afflis-

fatto capitano con pingue pensione; se Ferrara, l'Italia fu sossopia [.el-

ma ciò dispiacque estremamente al la leea contralta da l'aolo IV col


FER FER i3i
re di Francia Enrico II, contro Fi- Ercole II fu riconciliato cogli spa-
lippo II re di Spagna figlio di Cal- gnuoli , e tutto si restituirono le
lo V. Vinto Ercole II dalle minac- parti quanto avevano occupato, in-
ele del Papa, e dalle preghiere del di ebbe luogo lo sposalizio di Lu-
cognato duca di Guisa, fu obbliga- crezia figlia di Cosimo I con Al-
to ad allontanarsi dal suo sistema fonso primogenito del duca , che
di pace, e die il suo nome alla le- poco dopo partì per Parigi lascian-
ga, coll'appannaggio e grado di ca- do la sposa a Firenze.
pitano generale , di luogotenente Dopo breve malattia a' 3 otto-
generale del re in Italia, e la ces- bre iòooy mori Ercole II: le sue
sione di Cremona conquistata che lodi di cuisono piene le carte non
fosse, dovendo intanto prestare al possono essere più giuste. Pruden-
re di Francia settecentoventi mila te, pio, colto, generoso, introdusse
tornesi. Prevenne intanto i colle- in Ferrara l'arte di fabbricar gli
gati il duca d'Alba vice-re di Na- arazzi uso di Fiandra
all' e l'ab- ,

poli per Filippo II, per invadere al- bellì in modo che per lui conservò il
cune città pontificie nel i55y. Pao- vanto di una delle più colte e più
lo IV pel suo cameriere conte Ales- belle città d'Italia. Rimasero di
sandro Sacrati rimise ad Ercole II Ercole II figliuoli legittimi e natu-
uno stocco riccamente guarnito, ed rali Alfonso II, Luigi, Anna, Lu-
un cappello di velluto nero , inse- crezia,ed Eleonora, oltre ad altra
gne del generalato, di cui solenne- Lucrezia naturale, monaca alcuni :

mente l' investi nel duomo il car- dicono anche un Cesare naturale
dinal legato Caraffa nipote del Pa- detto Trotti. Alla morte del duca
pa , e reduce da Venezia. Indi il il cardinal Ippolito era in concla-
duca cominciò a fortificare Ferra- ve, ed Alfonso II principe eredita-
ra, ed assoldò gente , il perchè fu rio trovavasi col fratello Luigi a
costretto d' imporre gravezze , e di Parigi. Assunse il governo la du-
appropriarsi le rendite dell'univer- chessa Renea, e spedì l'avviso del
sità che fu chiusa; questa fu l'u- caso funesto al figlio Alfonso, che
nica occasione che il buon duca partì dalla Francia con l'annua
dovette aggravare i sudditi. Consi- pensione di ventimila scudi d'oro,
gliato il duca dai veneziani neutra- e giunse a Ferrara incognito a' 20
li, non fece gran cosa, scuoprendo novembre. Incominciò il suo gover-
le mire de' collegati, limitandosi a no con magnanima azione, pemen-
poche imprese, ed a fornir di aiu- do in libertà Giulio d' Este fratel-
ti i francesi e i papalini, scusan- lo di Alfonso I, che da cinquanta-
dosi per una congiura intentata trè anni era prigione nel castello,
contro la sua vita, di non partire ove, come dicemmo, era morto Fer-
da' suoi stati, insieme a motivi di rante suo fratello. Il giubilo di
salute ed altro. Allora il Papa ve- Giulio , e T applauso dei pubblico
dendo mancare anche 1' appoggio fu immenso; Giulio morì poi ai
della Francia conchiuse onorevole 24 mano i56i. Alfonso II ricevet-
pace, lasciando esposto il duca per- te lo scettro dal giudice de' savi.
chè non compreso ma dopo alcu- ; Subito inviò al nuovo Papa Pio IV
ni fatti d' armi, per la mediazione un ambasciatore , acciocché unitosi
dei veneti , e del duca Cosimo I, coli' ambasciatore ordinario in Ro-
i3 2 FER FER
ma gli facessero omaggio, impetras- le morì la duchessa Lucrezia, che
sero in unione del cardinal Ippo- poco gradita era al marito pei dis-
lito e di altri il cardinalato pel sapori tra le case d'Este, e Medici,
fratello Luigi; indi dovessero con- massime per la dispula di prece-
chiudere un cambio di quel piccolo denza. Da quel punto sì fatte ga-
tratto di territorio ravennate che sta re vennero in moda anco tra gli
a sinistra della foce di Primaro, ambasciatori esteri , in quasi tutte
con altro terreno a destra, onde poter le corti di Europa, e dierono per-
munire di argini il primo a difesa sino disturbi al concilio di Trento.
delle valli di Comacchio, il che non La Francia, Paolo III ed altri ave-
si vide mai ottenuto, perchè in ra- vano dato la preferenza all' amba-
gion politica non avrà mai voluto sciatore ferrarese sul fiorentino;
il Papa privarsi del dominio di ma poi quel Papa die la prece-
ambe quelle sponde che lo costi- denza a quel di Cosimo I. Indi Fi-
tuivano padrone di tutta la foce lippo If, e l'imperatore Ferdinando I

del fiume ; in fine l'accomandasse- dierono precedenza al ferrarese,


la

ro il gran negozio delle acque bo- e il secondo avocò a sé la causa ,


lognesi in cui ebbe già mano Pio IV, mentre Pio IV la voleva decidere
quando come cardinale Gio. Angelo lui, ed intanto nelle pubbliche fun-
de' Medici ne fu incaricato da Paolo zioni in Roma , 1' ambasciatore di
III. Alla clemenza successe nel nuovo Ferrara per evitare contestazioni si

duca 1' amore delle scienze , riaprì fingeva incomodato. Sotto Massimi-
1' università , accrebbe la biblioteca liano II riuscì al duca di Ferrara
Estense, e protesse A' i4 i dotti. nel i568 di trasportar la causa da
febbraio i56o fece il solenne in- Roma a Vienna; ma s. Pio V final-
gresso in Ferrara la duchessa Lu- mente, tutto propenso per Cosimo I,
crezia de' Medici, indi nell'aprile il nel 1569 Io dichiarò gran duca di
duca volle portarsi a baciar il pie- Toscana, e gli concedette persino la
de a Pio IV: questi fece doglianze corona reale , intendendo per tal
perchè Renea si mostrava pertinace guisa di decider tacitamente.
negli errori di religione, perchè
il Nel i562 il terremoto, le inon-
tornato Alfonso II in Ferrara inli- dazioni, la fame, e la siccità fla-

mò alla madre o di cangiar sistema, gellarono in un al morbo epide-


odi allontanarsi. Renea elesse il se- mico il Ferrarese. La generosità
condo partito, e con una corte di di Alfonso II non fu minore di
trecento persone si ritirò nel suo quella di Borso e di Ercole I in
castello ora città di Montargis nel- rimunerare con ragguardevoli doni
l'Orleanese, che divenne il rifugio in contante, in possessioni, ed in
degli ugonotti, che tenevano in ri- altro molti suoi cortigiani. Nel
volta reame. Nel i56i regnò in
il i564 Alfonso II si portò a Lione
Ferrara una crudel carestia, ed ai da Carlo IX re di Francia per rea-
26 febbraio il fratello del duca lizzar il suo credito di un milione
Luigi fu da Pio IV creato cardi- e mezzo d'oro, ma non riportò che
nale. Non ostante tal flagello nel- promesse; indi s'incominciò la bo-
la città fu corte bandita per tre nificazione delle Polesine di s. Gio.
giorni , con due tornei esprimenti Battista,ed a cagione dell'estenuato
fatti romanzeschi ; ma a' 2 1 apri- erario Estense il duca aumentò le
FER FER i33
pubbliche gramezze, ciò che dimi- sposò Francesco Maria della Rove-
nuì l'amor de'ferraresi verso il prin- re primogenito del duca di Urbino.
cipe, ove in passato fra i popoli La sposa colla sorella di Alfonso
d' Italiaerano notati per singolari II Eleonora si salvarono per prodi-
in quella virtù. Alfonso II sposò gio dal terremoto, giacché Eleo-
l'avvenente Barbara sorella dell'im- nora, donna coltissima e di molto
peratore Massimiliano II, colla dote spirito, per certo affettato stoicismo
di centomila fiorini del Reno, ed vantava di non temer punto la
a' 5 dicembre i565 la duchessa morte, e non voleva colla sorella
fece la sua solenne entrata in Fer- muoversi dal suo appartamento
rara , cui seguirono splendidissime presso il castello; crescendo il pe-
feste. Verso questo tempo il gran ricolo appena uscite le principes-
Torquato Tasso entrò nella corte se rovinò ed uccise tre fa-
il tetto
del duca col titolo di gentiluomo; migliari. ampiezza delle stra-
All'
venne provveduto di tutto, e non de e de' giardini riconobbe il popo-
gli s' impose obbligo alcuno, affin- lo la sua salvezza , alla quale ac-
chè potesse attender con comodo correndo il duca, il medesimo po-
a' suoi studi, e specialmente al poe- polo gli restituì in parte la sua af-
ma della Gerusalemme liberata ,
fezione. Tal flagello si ripetè per
già incominciato da più. anni. Il nove mesi quasi ogni giorno , e
suo padre Bernardo era stato se- qualche volta ne' successivi anni,
gretario di Renea, poi passò nella cessando del tutto nel i5gi: non
corte del cardinal Ippolito lì , indi si mancò di ricorrere al divino a-
del duca di Mantova con egual iuto ; in quanto poi alla rovina
qualifica, avendo prima fatto entra- delle fabbriche non è possibile far-
re in grazia della corte di Ferra- ne la descrizione.
ra il Torquato. Massimiliano
figlio duca nel 1573 si avviò in
Il
li nel i566 invitò il cognato ad Germania per congratularsi coll'im-
aiutarlo contro i turchi , onde il peratore suo cognato, dell'elezione
duca si portò in Ungheria colle sue di Ridolfo suo primogenito in re
truppe, e non potè recarsi inRo- de' romani nel quale anno morì,

ma a baciar i piedi al nuovo Pon- la buona duchessa Barbara, che fu


tefice s. Pio V, inviandole in vece seguita dal cardinal Ippolito morto
lo zio Francesco. Al campo impe- in Roma. La singoiar attitudine ai
riale Alfonso II per la sua magni- negozi di gabinetto, il genio straor-
ficenza e lusso superò ogni altro dinario, unito alla liberalità verso
principe, e recò stupore: però si i letterati , e la magnificenza cui
fatto lusso, che pur dovevano se- non ebbe pari, diedero all'immor-
guire i suoi gentiluomini, era ca- talità il nome del defunto, detto il

gione ne' ferraresi di malcontento , cardinal di Ferrara, a distinzione


perchè rovinava le famiglie, e le di Luigi detto il cardinal d' Este:
costringeva a vendere le possessio- fu egli che edificò la famosa villa
ni, ed a far Nel i56o, Car-
debiti. d' Este in Tivoli, tuttora dell' au-
lo arciduca d'Austria fu in Ferra- gusta famiglia Estense. Nel i5y3
ra a trovar la sorella , ed ebbero Alfonso II andò a Roma per adem-
luogo diverse feste. Neil' anno se- piere con Gregorio XIII i doveri di
guente Lucrezia sorella del duca vassallo ; e nell' anno seguente pas-
,

i34 FÉ 11 FER
so ad Innspiuck a far visita all'ar- nella vita di lui che sono baie gli
ciduca d'Austria, lasciando il gover- arditi suoi amori con Eleonora d'E-
no a sua sorella Eleonora, ed indi ste , per i quali si è creduto che
prese il titolo di altezza in vece meritasse la prigione. Alfonso II
dell' eccellenza,usando anche il se- procurò in più modi sollevarlo, ma
renissimo, titoli che dappoi assun- inutilmente, e Torquato fuggì da
se anche qualche altro principe d'I- Ferrara nel luglio 1577. Vi ritor-
talia. Vacato il trono elettivo di nò ben accolto, e poi scomparve ,
Polonia, Alfonso li vagheggiò d'oc- dopo aver detto parole sconvene-
cuparlo , per cui fece delle prati- voli contro la corte.
che co' magnati elettori , ma pre- Mancava duca di prole , spe-
il

valse il Battori principe di Tran- rò di ritraila da un terzo matri-


silvania. Enrico III re di Francia, monio, sposando Margherita Gon-
il cardinal Boncompagni nipote del zaga figlia del duca di Mantova.
Papa e , duchi di Savoia e di
i Ritornando il Tasso a corte pro-
Mantova onorarono di loro presen- ruppe pubblicamente in maledizio-
za Ferrara, per non nominare al- ni contro il duca, e i suoi cortigia-

trigrandi personaggi, tutti trattati ni, laonde Alfonso II pensò di far-


con sovrana magnificenza. Nel i5j5 lo curare facendolo rinchiudere
,

mori Renea, la corte prese il bru- nell'ospedale di s. Anna. Nel i58o


no , ma non gli celebrò funerale passò per la seconda volta per Fer-
siccome pertinace nell' eresia. Ma- rara il cardinal s. Carlo Borromeo,
terie di nuovi disgusti al popolo e il duca per fargli cosa grata so-
diedero gli editti del 1577 intorno spese i divertimenti carnevaleschi ;

alle caccie, e le sproporzionate pe- indi il male catarrale del castrone


ne de' contravventori. Intanto Tas- infierì nella città, che nel seguente
so colla vivacità e colla nobiltà dei anno perde la principessa Eleono-
versi tutti sorprendeva, e si guada- ra, che visse virtuosamente e riti-
gnò un luogo distinto nelle grazie rata. Ella protesse al pari della so-
del suo signore, e delle principesse rella Lucrezia il Tasso, il quale la
sorelle Lucrezia ed Eleonora. La ritrasse poi sotto il nome di Sofro-
gloria letteraria, e il favore de'gran- nia nella Gerusalemme. Piansero i
di non gli mancò, ma i suoi amo- poeti la sua morte, con varie poe-
ri per Lucrezia Bendedei , e per sie alla cui raccolta fu dato il ti-

Eleonora Sanvitali, e soprattutto il tolo di Lagrime ec. quando furono


carattere sospettoso, e la tetra ma- stampate. Proseguendo il duca le
linconia che abitualmente l'agitava fortificazionidi Ferrara , per tali
lo strascinarono per una carriera lavori scrisse Orazio della Rena
infelicissima: molti nemici ebbe in che Ferrara e Padova erano dive-
Ferrara, e in corte, il cui numero nute le più forti città d'Italia; e
era ingrandito dalla sua fantasia che la prima con un presidio di
fervida, che lo fece credere in dis- dieciottomila persone, avrebbe po-

grazia del duca, perseguitato dall'in- tuto resistere a qualunque assedio.


quisizione , ed avvelenato, ad onta Intanto Alfonso zio del duca con-
delle ragioni che gli amici si affa- chiuse il matrimonio del suo figlio
ticarono portargli per liberarlo dal- d. Cesare, con Virginia de' Medici
la fissazione.* Fa vedere il Serassi figlia del gran duca Cosimo I, col-
,

FER FER i35


la Jote di centomila scudi d'oro, (occhio , salito in fama per valore
effettuandosi il matrimonio a' 6 militare.
febbraio i586. Dovendo poi Alfon- A sciogliere un voto al santua-
so II spedire a Roma un ambascia- rio di Loreto, visi portò nel i58g
complimento al nuo-
tore pel solito Alfonso II. Vedendosi senza prole
vo pontefice Sisto V, scelse lo stes- cominciò a riflettere seriamente sul-
so d. Cesare. Procurò il duca di la scelta di un successore. E da
sollevare il Tasso , che fu visitato premettersi che dopo l'investitura
da molti persouaggi, che apposita- conceduta, come si disse, da Paolo
mente recaronsi a Ferrara, e per III al duca Ercole II l'anno i53g,
interposizione di vari principi , di ristretta ai soli discendenti suoi le-
Sisto V, e imperatore Ridolfo,
dell' gittimi e naturali, stabilirono per
essendo il sublime poeta migliorato via di bolle i Pontefici s. Pio V
nel morale, lo lasciò
fisico e nel nel 1067, Gregorio XIII nel 1571,
in libertà consegnandolo al princi- e Sisto V nel i586, che in avveni-
pe ereditario di Mantova nel lu- re le città, terre e castella dalla Se-
glio di detto anno. In Mantova de apostolica concedute in feudo,
trovò cortesie ed onori quanti ne se avvenisse caso di linea estinta
meritava, ma nauseato di quel sog- degli investiti, avessero a devolve-
giorno andò vagando per molte re né più si potessero ad altri
,

città, ed in fine mori in Roma nel concedere. Mancata dunque che


i5g5 nel convento di s. Onofrio, fosse in Alfonso II la linea di Er-
nella cui chiesa è sepolto, ed ora cole II, si prevedeva che la santa
il eh. scultore cav. Giuseppe Fabris Sede in vigore di quelle bolle a-
è avanzato nel compiere un mar- vrebbe dichiarato devoluto a lei il
moreo mausoleo, che in suo onore ducato di Ferrara. Rimanevano
vuoisi ivi eretto. Un sensato ed e- bensì vegete due altre linee Esten-
i udito articolo sulla prigionia del si, quella cioè di Sigismondo di
Tasso neir ospedale di s. Anna, asi- Nicolò III che fu detta de' marche-
lo destinato ai poveri infermi, ed si di s. Martino in Rio , e quella
anco alla custodia de' pazzi e fre- di Alfonso nato da Alfonso
e da I

netici, e delle cause che gli fecero Laura ad Al-


di rara beltà, insieme
soffrire tante sventure , si legge in fonsino, in istato libero, il primo
quello che il eh. Celestino Masetti de' quali ebbe dal padre Montec-
inserì nel tomo IV dell'Album, di- chio castello del Reggiano, che poi
stribuz. 2. In detto anno a' 3o di- fu eretto in marchesato, ed il se-
cembre terminò pure i suoi giorni condo ebbe la signoria di Castel
il cardinal Luigi d'Este, zelante Nuovo fra Reggio e Brescello. Fu-
della religione , munifico coi lette- rono questi due figli naturali di
rati , e prodigo co' poveri. Colla Alfonso I, al dire del Muratori le-
speranza che non andò fallita di gittimati dal cardinal Gbo con
riempire quel vuoto, Alessandro privilegio imperiale e pontificio, e
d' Este fratello di d. Cesare, a' 7 a- nel testamento Alfonso I legittimol-
prile dell'anno i587 prese l'abito li, coni' egli si esprime, di se solu-
clericale; ma questi due fratelli il di to ttuna soluta. Oltre a ciò non
primo novembre perdettero il loro mancano scrittori che affermauo
genitore Alfonso marchese di Mon- che Alfonso ed Alfonsino divenis-
,

i36 FER FER


sero legittimati dal matrimonio di bidienza Filippo di Sigismondo
Alfonso con Laura, seguito nel
I d'Este marchese di s. Martino, ma-
i534 poco prima ch'egli morisse; rito della sorella del duca di Sa-
ma autori parimenti di chiaro no- voia, e fratello di Sigismonda d'E-
me hanno impugnato il fatto, e ste vedova del barone Paolo Sfon-
quindi ne risultò una lunga dispu- drati fratello del Papa Per tal .

ta, che per le conseguenze che da cagione il duca in quella circostan-


essa si facevano dipendere, fu una za chiamò a Ferrara il marchese
delle più strepitose tra le storiche Filippo , Io ammise ai segreti del
e le comesi può appren-
politiche, suo gabinetto, e gli diede negozi
dere dai voluminosissimi scritti pub- da trattarsi in quella ambasceria
blicati sopra di essa , il di cui ca- fra' quali il procurare il cardinala-
talogo voleva riportare il Frizzi nel to al giovanetto Alessandro d' Este
tomo V delle sue Memorie per la fratello di d. Cesare marchese di
storia di Ferrara, e poi noi oltre al- Montecchio, e l'altro più importan-
le succitate opere , e a quelle che te della successione al ducato di
citeremo, parlammo delle ragioni Ferrara, giacché al duca venivano
prò e contra, cóme delle analoghe sempre meno le speranze di prole.
scritture , all' articolo Comacchio. Aveva egli più che sufficienti indi-
Ma comunque potessero le linee dizi dell' ottime disposizioni di quel
de' marchesi di s. Martino, e di Pontefice, ed uno fu che nella con-
Mon lecchi o pretendere come prete- ferma che Gregorio XIV colla bol-
sero poi di avere ragioni derivate da la Romanus Ponti/ex
a' 19 , data
più antiche investiture , e di non dicembre, fece delle precedenti bol-
aver avuta parte nella transazione le di s. Pio V, Gregorio XUI, e
fatta da Paolo HI cqn Ercole II pri- Sisto V, dichiarò che le medesime
mogenito di Alfonso I, ciò non o- non si dovessero intendere estese
stante sulla scelta del successore il a' feudi non ancor devoluti se u- ,

duca Alfonso II voleva andar più na evidente utilità della Chiesa


sicuro, e troncar le radici ad ogni lo consigliasse. Intanto Alfonso II
futuro contrasto, il perchè mandò nel 1 59 1 ad istanza del Papa
nel i58g il suo segretario Monte- estirpò certi banditi che infestava-
catino a Sisto a fine di procu- V no il Ferrarese ed altri luoghi ;

rare un'investitura per persona da per guadagnarne l'affetto fece ogni


nominarsi da esso duca , ma non possibile cortesia alla vedova co-
venne concessa. gnata Gregorio XIV, quando
di
Nel i5c)o l'Italia fu desolata da passò per Ferrara nel condursi a
una tremenda carestia, ed il Fer- Roma, oltre altre cose per raggiun-
rarese e gli altri domimi Estensi gerne lo scopo che sembrava propi-
provarono gli effetti della pruden- zio. Ed
è perciò che il duca di-
za e generosità di Alfonso II. Man- cendo di portarsi ai santuari di
cato a' viventi Sisto V, e poco do- Loreto e di Assisi, passò con ma-
po il Urbano VII,
suo successore gnifico corteggio in Roma , ove il

salì sulla veneranda cattedra di s. marchese Filippo operava lentamen-


Pietro Gregorio XIV della nobile te. Fu incontrato da molti cardi-
famiglia milanese Sfondrati. Spedì nali e principi romani, e fu con-
il duca a rendergli omaggio ed ub- dotto ad alloggiare nel palazzo
4,

FER FER i3 7
slesso del Papa a t. Marco con , La sua lusinga era nomi-
che tal
una guardia di cinquanta alabar- na cadesse in Filippo d'Este mar-
dieri : questa lo accompagnava per chese di san Martino, parente della
Roma , contro il solito in casi si- famiglia Sfondrati, e raccomandato
mili, col seguito di dodici palafre- dal re di Spagna , e dal duca di
nieri pontifìcii , e di molte carroz- Savoia suo cognato; ma Alfonso II
ze, che talora arrivarono a cento; nel segreto del suo cuore mirava
ed ebbe da tutti il titolo di altez- a d. Cesare suo cugino, in favo-
za, fuori che dall'ambasciatore di re di cui gran duca di
stava il

Spagna. A' 12 agosto e qualche altra Toscana Ferdinando suo cognato,


volta ancora pranzò solo col Papa che assai potente presso i cardina-
ad una tavola separata, ed a' i5 li, muoveva ogni pietra per impe-
nella cappella dell'Assunzione della dire la nomina del marchese di
B. Vergine, che dal Papa si tenne s. Martino. Fece anche il duca di
nella chiesa d'Aracoeli, sedette fra Ferrara offerte di ragguardevoli
i due ultimi cardinali diaconi. Si compensi alla Sede apostolica, ma
venne poscia al grande affare , pel non furono dai cardinali accettate,
quale il Pontefice nel concistoro dei mentre morì Gregorio XIV nella
diciannove deputò una congregazione notte de' i4 ottobre. 11 duca che
di tredici cardinali ad esaminare se abbattuto nelle speranze si era già
il caso di Alfonso li fosse compre- pervenne a' 16
ritirato a Caprarola,
so nella bolla di s. Pio V. Ke ri- a Ferrara, ove gli si accrebbe il
cercò anco il parere del tribunale malcontento nel sentir eletto Inno-
della rota, e dall' una e dall'altra cenzo IX Facchinetti di Bologna
u ebbe risposta affermativa. Propo- ch'era stato uno de' tredici cardi-
se allora il dubbio : se per cagione nali contrari all' investitura. E ben
di evidente o necessità po-
utilità manifestò il nuovo Pontefice gli
tesse il Papa concedere in feudo i stessi sentimenti, allorquando a'
beni della Chiesa , e la risposta fu novembre confermò la bolla di s.
parimenti affermativa , ma colla Pio V, e rivocò la dichiarazione di
condizione che tal necessità o van- Gregorio XIV. Parve però un rag-
taggio apparisse. Chiese inoltre , se gio benigno ad Alfonso II la rapi-
a provar questa, l'asserzione del da mancanza d' Innocenzo IX e ,

Pontefice bastasse, e fu involuta la l'esaltazione del cardinal Ippolito


risposta fra molte distinzioni. 11 Pa- Aldobrandino nato in Fano, ed
pa a liberarsene, di autorità asso- oriundo di Firenze, avvenuta a' 3o
luta in altro concistoro dichiarò il gennaio \5qi, col nome di Clemen-
caso del duca non compreso nella te Vili. Imperciocché sebbene que-
bolla Piana, ed ordinò l'estensione sti fosse stato delia medesima con-
della bolla d' investitura. gregazione, nacque lusinga che po-
Pareva il negozio ridotto a buon tesse avere qualche riguardo alla
termine, quando due gravi difficol- casa d' Este benemerita di sua fa-

tà gli si attraversarono. duca non


11 miglia, perchè il di lui padre Sil-
era contento di un moto-proprio vestro, celebre giureconsulto, era sta-
semplice, e non sottoscritto dai car- to uditore del cardinal Ippolito II,
dinali, e il Papa desiderava che il consigliere del duca Ercole li, ed
successore si uomiuasse fin d'allora. uditore generale in Ferrara al car-
,

,38 FER FER


dirmi Accolti arcivescovo di Raven- Napoli , mentre Ippolita altra di
na ed abbate commendatario di
,
lui sorella si congiunse in matri-
s. Bartolo. In Ferrara furono edu- monio con Federico Pico principe
cali suoi figliuoli Ippolito che sa-
i della Mirandola indi a' 27 marzo:

lì al pontificato, Tommaso che ser- a d. Cesare nacque Luigi che poi


vì in corte al nominato cardinal divenne generale de' veneziani. Sem-
d' Este , Elisabetta che fu madre pre Alfonso II tenendo rivolto 1' a-
del cardinal Cinzio Passeri Aldo- nimo a d. Cesare, già destinato suo
brandini, Giovanni che fu laurea- erede, lo ammise ai segreti del ga-
to nell'università ferrarese poi car- binetto, indi riportò dall' impera-

dinale, Pietro che divenne avvoca- tore Rodolfo II con diploma degli
to concistoriale, ed intimo segreta- 8 agosto, l' investitura di Modena,
rio di Paolo III. Tali lusinghe e Reggio, Carpi, Este e Rovigo a se-

speranze sparirono, quando Clemen- conda delle antiche, e per persona


te Vili a' i4 febbraio confermò da nominarsi, sborsando perciò più
colla costituzione Ad Romani Pon- di trecentomila scudi all' impera-

tificis, presso il Bull. Rom. tom. V ,


tore che ne aveva bisogno per la
par. pag. 334, ' a bolla di s. Pio
I, guerra contro il turco, premiando
V, e rivocò di nuovo la dichiara- decorosamente chi vi aveva coo-
zione di Gregorio XIV. Ad onta perato, e ringraziando il re di Spa-
di questo non potè a meno Alfon- gna che in ciò l'avea protetto. Fi-
so 11 d'inviargli il consueto omag- nalmente Alfonso II fece testamen-
gio per mezzo di d. Cesare suo cu- to a' 17 luglio i5g5, nominando
gino , senza che questi facesse pa- suo successore ed erede in man-
rola dell'affare. Allora il duca po- canza di figliuoli propri d. Cesare
se in dimenticanza
grave nego- il d'Este. Per tanti segni di predi-
zio, e non pensò che a procacciar- lezione avendo la città cominciato
si continui piaceri , che il lodato a corteggiar d. Cesare, il duca cu-
Frizzi descrive nel tom. IV, a pag. gino gl'intimo d'incedere più di-
4' 3 e seg., con corti bandite, giuo- messo, e gli prescrisse i gentiluomi-
chi, spettacoli, musiche di suoni e ni di compagnia. Nel i5qj Alfon-
canti, danze, cavalcate, caccie, di- so li cadde infermo, indi convocò
vertimenti ginnastici^ tornei, giostre, i nobili, e principali cittadini, fece
festini, commedie, mascherate, di- aprite iltestamento e pubblicò l'e-
spute letterarie ,
gite alle diverse rede ; ed il Laderchi come primo
ville e suono e
delizie ducali : il ministro vi aggiunse un' esortazio-
il canto giunse al fanatismo, per ne a quel consesso a conservarsi
cui dame e semplici donne, nobi- fedele alla casa d'Este, ed a rico-
li e plebei cantavano e suonava- noscere d. Cesare per suo principe;
no, e molti per eccellenza a segno il che seguito, al declinar del gior-
che il genio armonico si trasfuse no 27 il duca rese l'anima al crea-
fino ne' monasteri di monache, ed tore. Copiosi furono gli encomii
alcuno disse che Ferrara era dive- che giustamente si resero ad Al-
nuta un teatro musicale. fonso li, quinto ed ultimo duca di

Nel i5o,4 Eleonora sorella di Ferrara. Geloso custode dell'eredi-


d. Cesare sposò Carlo Gesualdo taria religione cattolica, non la per-
principe di Venosa nel regno di donò a Renea sua madre, ed ebbe
FER FER i3 9
Jotle di pio ,
perchè favori le fon- al suon di tromba fu applaudilo
dazioni di vari orfanotrofi, dispen- colle pubbliche acclamazioni. Egli
sò dotazioni ,
prese cura degli or- per primo suo atto inviò il fra-
fani, e represse gli abusi de' tutori. tello Alessandro a pigliar in suo
Fu temperante nel vitto, e ne' co- nome possesso di Modena e Reg-
stumi casto ; si distinse per acutez- gio. Indi a'29 ottobre il magistra-
za di mente, e per maturità di to si recò in castello, e coll'usate
consiglio; nello splendor della cor- cerimonie presentò lo stocco e lo
te superò i predecessori , massime scettro al nuovo priucipe, che po-
ne' trattamenti coi forestieri. Ince- scia recossi al duomo in cavalcata,
deva sempre con numeroso corteg- ove fu benedetto dal vescovo Fon-
gio, e sceglieva pel suo servigio e tana, e dalla pubblica rappresen-
per l'ambascierie belle persone. Suf- tanza ricevè il giuramento di fe-
ficientemente colto, possedeva una deltà.Nel giorno dopo Cesare in-
naturale eloquenza, essendo giudice viò la partecipazione del suo esal-
competente nell' architettura mili- tamento per mezzo di ambasciato-
tare. Amava sopra tutto beneficare ri a quasi tutte le corti d'Europa.

le persone di lettere, delle quali se- Intanto Clemente Vili informato


guitò Ferrara ad essere all'età sua minutamente di quanto accadeva
dolce ricetto. Alfonso II fu bello, e in Ferrara per fide corrisponden-
robusto di corpo ; mirabile nello ze, e per vari ferraresi ch'erano
sguardo , iesprimevano
suoi occhi nella sua corte, il primo de'quali
il sentimento dell'animo; maestoso era il maggiordomo Tassoni, e se-
nel portamento , fu di affabili ma- guendo i principii di Giulio II, e
niere , e di amena conversazione. di altri suoi predecessori di ricu-
Fra i difetti principalmente
suoi perare alla vacanza gli antichi stati
gli rimproverato l' accresci-
viene infeudati dalla Chiesa, e ritenendo
mento de' dazi, e d'altri pesi , che che Cesare d' Este non avesse giu-
al dir del Muratori disgustò i sud- sto titolo di succedere a quello
diti cogli Estensi ; cosi viene accu- di Ferrara, si accinse tosto ad e-
sato di soverchia ambizione del pro- spellerlo dal ducato. Nel concisto-
prio merito , d' invidia all' altrui ro de' 2 novembre tutti i cardina-
grandezza, d' iracondia, e di nutri- li applaudirono la sua risoluzione,
re risentimento. Con Alfonso II ter- meno il cardinale Sfondrato paren-
minò in Ferrara il dominio dell'in- te degli Estensi. Indi giunse in
clita casa d'Este, e quanto a'suoi Roma l'ambasciatore di Cesare ,

principidebba il Ferrarese, si po- notificò al Papa lamorte di Al-


trà dedurre da quanto compendio- fonso II, e lo supplicò a riconoscere
samente riunimmo in questo articolo, Cesare per successore ducato
nel
e dai tanti suoi storici. di Ferrara; ma Clemente Vili ri-
Mancato il duca, il conte Ca- spose che d. Cesare Jasciasse im-
millo Rondinelli giudice de' savi mediatamente lo stato, altrimenti
provvide alla sicurezza della città, sarebbe stato trattato da usurpa-
e lettosi testamento del defunto
il tore, punito colle censure, e cac-
egli decretò che l'erede d. Cesare ciato dalla forza. L' ambasciatore
fosse riconosciuto per duca di Fer- conte Girolamo Gigltoli volle insi-
rara, il che notificato al popolo stere perchè almeno fosse prima
140 FER FER
discusso ulteriormente quel punto, ragioni, comunque fossero di quel-
e fu prima si con-
replicato che le che poteva avere anche l'altra

segnasse Ferrara alla Sede aposto- linea Estense, allora sussistente, dei
lica, e poi si producessero quante marchesi di s. Martino. Cesare si
ragioni si pretendesse avere sopra determinò di voler sostenere le pro-
di e in questi risoluti termi-
essa, prie. Coll'appoggio dunque del car-
ni l'inviato ebbe congedo. Dichia- dinal Tarugi , e dell' ambasciatore
rò poscia il Papa formalmente nel della repubblica di Venezia , alla
dì 4 devoluto il ducato di Fer- quale stava a cuore il tener lou-
rara alla Chiesa, intimò a Cesare tano dal proprio confine il Papa,
la dimissione sotto pena di scomu- principe più potente dell'Estense,
nica, e gli assegnò quindici giorni a e d'impedire che si eccitassero tur-
comparire in Roma, a produrre in bolenze capaci di tirar armi stra-
persona le sue prelese. Il monito- niere in Italia, fece proporre a
rio si affisse tosto a' luoghi pubbli- Clemente Vili: che la controver-
ci in Roma , e fu spedito e pub- sia si rimettesse al giudizio di
blicato in seguito in Bologna ed qualche sovrano, o di qualche tri-
in Cervia. Partirono nel tempo bunale confidente; che si sospen-
stesso da Roma tre prelati col ti- desse intanto la scomunica; che si

tolo di nunzi apostolici straordi- fosse accresciuto il censo di Ferra-


nari, destinati a portarsi divisamen- ra , anche al doppio del solito;
te a diverse corti cattoliche per che fosse ceduta alla santa Sede
informarle dell'avvenuto, e si ordi- la Romagna ferrarese, con Cento,
nò una sollecita recluta di milizie Pieve, Comacchio, e altra porzione
sì nello stato che fuori. degli stati Estensi, oppure che di
I comacchiesi alla voce sparsa essa ne facesse Cesare un feudo
del monitorio in Cer-
pubblicato in di Gio. Francesco Al-
favore
via, si levarono contro il governato- dobrandino nipote del Papa; che
re ducale; altrettanto accadde in Cesare oltre a ciò sbottasse al Pa-
Cento. Cesare intanto non si sgo- pa una somma, non però maggiore
mentò, sapendo di essere compreso di cinquecentomila scudi ; che per
nelF investitura di Alessandro VI ultimo si stabilisse matrimonio tra
ad omnes descendentes di Ercole una figlia di Gio. Francesco sud-
I suo proavo ; credeva tolta di detto e il primogenito di Cesare.
mezzo abbastanza l'apposta fellonia, Ma Clemente Vili immobile dis-
e la confìsca fulminata da Giulio se di non voler giudici sopra di
11, e da Leone X contro Alfonso lui, e di non essere per dar ascollo
I suo avo, per mezzo del laudo di a proposizioni se prima non gli

Carlo V, e della transazione fra veniva consegnata Ferrara. Tolta


Ercole li, e Paolo III; intendeva adunque per tal modo a Cesare o-
poi che questa non potesse nuoce- gni speranza della negoziazione , e-
re a lui parente trasversale di Er- gli si determinò a resistere, ed a
cole II, e non concorso colla sua premunirti, benché l'erario fosse e-
linea in quella transazione; si per- sauslo, ed un numeroso partito di
suadeva provare la le-
iti fine di ferraresi bramasse di cangiar pa-
gittimità de natali del proprio ge- drone, per gli accennati malcon-
nitore Alfonso. Per tutte queste tenti ravvivati dall'editto sulle cac-
FER FER 141
eie, e da Cesare rinnovato. Questi la città, e diede severi ordini per-
non pertanto proseguì le fortifica- chè non fosse introdotto alcun do-
zioni, aumentò j presidii de'Iuoglii cumento dell'emanate censure, con-
forti , rendendo con tal apparato tando su di estraneo soccorso. Ma
manifesta la sua intenzione di op- Clemente Vili di vasta mente, ve-
porsi al Pontefice , il quale in ve- nerato e temuto, avea ben saputo
ce affrettò 1' allestimento del suo guadagnar il favore o l'indifferen-
esercito, a cui concorse con denaro za de' gabinetti in questo affare;
e gente tutto lo stato , e chiamò Ridolfo II era minacciato da'turchi,
ad unirvisi dodicimila fanti , e ed Enrico IV re di Francia era
mille cavalli , che avea spediti in disposto di difendere i diritti della
Ungheria sotto Aldobrandino suo Sede apostolica colle armi, il che
nipote, ed in un mese potè met- però la prudenza del Papa non
tere in armi circa trentacinquemi- credè accettare. Filippo II re di
la uomini. Il generale cui affidò Spagna si mostrò indifferente, e la
l'esercito con due brevi segnati li repubblica veneta poco fece: il gran
8 novembre, fu il cardinal Pietro duca di Toscana, e i duchi di Ur-
Aldobrandino suo nipote, giovane bino e di Savoia non vi presero
di ventisei anni, il quale ponendo- parte. Intanto scomunica ovun-
la

si in viario coi caoitani e coll'e- que si pubblicava, ed una congiu-


sercito, prese alloggio in Faenza. ra s'intentò contro Cesare, che già
Fu veduto intanto il 12 novembre ne avea scoperta altra. In tal fran-
affisso alle porte del duomo, né si gente Cesare domandò consiglio al
seppe per qual mano ,
1' interdetto suo teologo p. Palma gesuita, che
pontifìcio, ma fu tosto da alcuni le- lo persuase ad evitar una guerra
vato. con evidente pericolo , di temer
Per fuggire le inquietudini e i gli effetti delle ecclesiastiche cen-
pericoli, Eleonora si ritirò in Na- sure, e serbarsi in pace il ducato
poli presso al marito, e Marghe- di Modena e Reggio, ed a rimet-
rita vedova di Alfonso II si ritirò tere al favore del tempo le sue ra-
a Mantova. 11 cardinale si avan- gioni. A tali saggi suggerimenti
zò coli' esercito, e nacque qualche Cesare si attenne, ed inviò la du-
scaramuccia, mentre Cesare lusin- chessa d'Urbino Lucrezia sorella di
gandosi di pacifica composizione, Alfonso II a Faenza, per concerta-
spedì in Roma a' dicembre il
23 re col cardinal Aldobrandino un
conte Ercole Rondinelli con una accordo men dannoso che fosse pos-
supplica riportata dal Fausti ni. Ma sibile: tale scelta non fu lodata,
in quel giorno stesso Clemente Vili perchè Lucrezia era nemica di
avea già in s. Pietro pubblicata Cesare. Ad onta del rigore, la sco-
la scomunica colle maggiori solen- munica fu consegnata al vescovo
nità, e colle più ampie forinole. di Ferrara, il quale a' 3i dicem-
Allora i comacchiesi di nuovo ri- bre i5g7 la pubblicò senza timore
bellaronsi, intanto che Cesare co- nel duomo, e fece affiggere alla por-
noscendo di aver circa trentamila ta maggiore. Lucrezia giunse al
uomini in Ferrara atti alle armi, cardinal Aldobrandino, e lo trovò
scelse dodici nobili che chiamò , col cardinal Bandini legato di Ro-
caporioni, pei diversi quartieri del- magna datogli per assistente. Si
,

^!K 1 FER FER


vuole che Lucrezia d' Este avesse sue pertinenze di Cento, e della
istruzione di salvare almeno la Pieve, e de' luoghi di Romagna. Che
Romagna ferrarese, e l'artiglierie, sua Santità piglia sotto la prote-
l'ima come allodi della casa d'E- zione della Sede apostolica d. Ce-
ste acquistati col proprio denaro, sare e i suoi successori, e non la-

l' altre come costrutte in maggior scierà molestare i suoi stati impe-
parte da Alfonso I di sua mano riali. Che sia permesso a d. Cesa-
e col proprio erario, mentre si di- re mandar fuori di Ferrara tutte
ce che il cardinale aveva inten- le gioie, ori, argenti, ed altre cose
zioni moderate. preziose, i sali, i grani, le biade,
L'armistizio, la spedizione in le farine, e i mobili e semoventi,
Faenza del principe Alfonso figlio ed altrettanto a chi lo seguirà ;

di Cesare d'anni sette in qualità che le carte e le scritture sarebbe-


di ostaggio, e la deposizione da far- ro separate, e date alle parli quel-
si da Cesare nelle mani del ma- le che gli appartenessero, e le
gistrato di Ferrara dell' insegne del artiglierie e munizioni esistenti in
ducato ferrarese, furono i capitoli Ferrara ed altri luoghi si divide-
preliminari . In esecuzione di ciò rebbero tra le parti. Che a d Ce- .

Cesare licenziò gli operai delle o- sare e successori rimanessero tutti


perazioni, a' q gennaio rinunziò i beni allodiali, con privilegio di
al magistrato i simboli della si- immunità, e volendoli comprare la
gnoria che da lui aveva ricevuti camera apostolica se gli diano a
e spedi il figlio a Bologna; men- giusto prezzo. Che d Cesare possa .

tre Clemente Vili a suppliche del- riscuotere tutti i crediti che si tro-
la città di Ferrara compresa nella verà avere in Ferrara, e ne' luoghi
scomunica, facoltizzò il cardinal ni- che si lascieranno: rimangono a lui
pote di assolvere que' ferraresi che e successori il gius patronato della
si fossero staccati dal partito di preposilura di Pomposa, e quello
Cesare, e l' interdetto fu sospeso a della Pieve di Bondeno. Che sua
a tutto il mese di gennaio. La co- Santità faccia dare a d. Cesare tut-
pia della concordia che si veniva te le possessioni delle lame del
concertando in Faenza si dovette Carpigiano colle loro case ed edili-
più. volte portare a Ferrara per- zi. Che la camera apostolica dia
chè Cesare fece de' cangiamenti; in- ogni anno a d. Cesare e suoi ere-
fine concordati quindici capitoli da
i di quindicimila sacchi di sale nei
ambe le parti, Clemente Vili con magazzini di Cervia pel medesimo
breve de' io gennaio autorizzò il prezzo e misura che dava ad Al-
cardinale ad accettarli, il che seguì il fonso li, e che pel Po e ducato
1 2 o 1 3 con solenne istromento sti- ferrarese lo possa trasportar via
pulato in Faenza. I capitoli li riporta senza pagamento di dazio. Che d.
il Frizzi, nel tom. V, p. 12 e seg., Cesare ritenga i gradi, prerogative
de' quali contenteremo darne un
si e preeminenze per grazia speciale,
sunto. Che
d. Cesare sia assoluto che avevano i principi d' Este
in forma amplissima da tutte le mentre possedevano il ducato di
censure in un ai suoi successori e Ferrara. Che per li beni precariati
aderenti, rilasciando però il pos- della badia di Nonantola, sua Sali-
sesso del ducato di Ferrara colle tila si degni concedere alla città di
,

FER FER .43


Modena, e a quei Nonanlola di chiusa la pace tra Clemente VIII
conforme alla Bonifaciana, o alme- e Cesare d'Este in Faenza , pure
no conceda poterli appropriare come si legge nell' Album del 1843, pag.
liberali della detta badia al cinque 289 un erudito articolo su Sola-
per cento a stima de' periti. Che rolo (di cui parleremo all'articolo
in grazia di d. Cesare il Papa fac- Ravenna, Fedi), castello di Roma-
cia Carpi città. Che il cardinal Al- gna, del dotto e eh. professore Igna-
dobrandino né altri per la sede zio Montanari, in cui egli dice, che
apostolica possa entrare in Ferra- Lucrezia duchessa d'Urbino, man-
ra prima del 29 presente mese, dataria di Cesare Estense duca di
e che le sue robe rimaste gli Ferrara, trattò la cessione di quel-
si manderanno. Che il cardinale la città al pontefice coi cardinali
ed altri per la Sede apostolica Aldobraudini e Bandini legati di
dopo il detto termine entrino in Fer- Clemente VIII in Solarolo; ed ag-
rara pacificamente, e provveda che giunge, che se deve darsi credenza
niuno ne riceva danno. Che quel- a voce che ancor si mantiene, l'at-
li che seguiranno d. Cesare pos- to di cessione fu scritto sotto le
sino godere in un agli eredi, be- mura a un moschetto, so-
tiro di
ni mobili , ed immobili come se pra un ponticello che ancora man-
abitassero in Ferrara ec. ec. V. tiene il nome di ponte degli atti.
Convenzioni e capitoli fatti nella Non si deve inoltre tacere , che il
restituzione del ducato di Ferrara più recente faentino che compilò la
Ira N. S. ed. Cesare df Este al- storia patria, cioè il eh. Bartolomeo
ti i3 gennaio i5g8 in Faenza, Righi nei lodati suoi Annali della cit-

Bologna e Cesena 1598; Gaspare tà diFaenza, all'anno 1598, narra


Sardi oltre le Historie ferraresi, che d. Lucrezia in recarsi a Faen-
Ferrara i556, ci ha pur dato, il za per la convenzione in discorso
Libro, delle storie ferraresi aggiun- fu molto onorevolmente accolta dai
tivi di più quattro libri del dott. due cardinali , che con numerosa
Faustini sino alla devoluzione del comitiva di cavalli l' incontrarono
ducato di Ferrara alla santa Sede, fino a Solarolo; e che ricevuta in
Ferrara 1646. Il suo continuatore città (Faenza) dagli anziani e dal
fu il detto Agostino Faustini, che rimanente dell'esercito papale, ven-
ci die \' Aggiunte alla Storia di ne pomposamente al pubblico pa-
Ferrara, libri IV, co' quali giunge lazzo; quivi, continua l'annalista, a'dì
appunto alla devoluzione del ducato i3 gennaio 098 fu conclusa e pub-
alla santa Sede. Il Blavio tratta del blicata la pace, intorno a che eb-
ducato di Ferrara, nel suo Thea- bero luogo in Faenza due iscrizio-
trum orbis terrarum , come nel ni, l'uua nella facciata della catte-
Thealrum civitatum. Giovanni Ghi- drale a cura di monsignor vescovo
ni, Defensio /unum Sedis apostoli- De Grassi, e l'altra nella sala mag-
cae prò responsione ad manifestum giore del pubblico palazzo per ope-
pubblicatimi ex parte ducis Mu- ra del governatore.
tinae super praelensa occupa tione Adempito ch'ebbe Lucrezia alla
ducalus Ferrariae. sua legazione si restituì a Ferrara,
Qui però noteremo, che sebbene ed il cardinale da Faenza andò
gli storici affermino essere stata con- a Bologna. A Cesare fu di con-
,

i44 TER FER


forto Ir rinnovazione dell'investi- tra, scortato da seicento cavalleg-
tura, che gli fece l'imperatore Ri- gieri, duecento archibugieri a ca-
dolfo IT, di Modena, Reggio, ed vallo, e trecento soldati di fante-
altri luoghi che la sua casa rico- ria, senza levar mai gli umidi oc-
nosceva dall'impero. A' 17 gennaio chi da una lettera che leggeva, at-
giunsero in Ferrara monsignor Mat- traversando il giardino detto del
teucci arcivescovo di Raglisi per padiglione, si avviò verso la por-
la divisione delle scritture , e Ma- ta degli Angeli, ed ivi rammen-
rio Farnese generale delle artiglie- tandosi de' carcerati delle prigioni
rie pontificie per la divisione del- del castello, e di quelle comuni
le artiglierie e munizioni da guer- del podestà sotto il palazzo del-
ra: queste in numero di settanta- la Ragione , mandò a liberar-
due stavano nel magazzino, e fu- li, meno uno reo di enormissimi
rono divise a sorte e in peso e- misfatti.Dato questo ultimo coman-
guale. V'erano tra loro quattro can- do Cesare s' incamminò pel suo du-
noni famosi allora e per la gran- cato di Modena, seguito dal suo se-
dezza e per l'artefice che fu Al- gretario di stato Laderchi. Al du-
fonso I, appellati il gran diavolo ca fu mandato in Modena il figlio
ed il terremoto che toccarono al Alfonso da Bologna, dove il duca
Papa, e la regina e lo spazzacam- di Poli Lotario Conti n'era stato
pagna che rimasero al duca di il custode.
Modena. In quello stesso giorno Appena fu partito Cesare da Fer-
Clemente Vili spedi bolla sotto- rara i due notali che fecero il ro-
scritta da tutti i cardinali, colla gito della convenzione faentina, la

quale ratificò la convenzione, rivo- presentarono al magistrato della


cò affatto la scomunica, e deputò città, e gli notificarono l'assoluzio-
il cardinal nipote a prendere pos- ne pronunziata dal cardinal legato
sesso di Ferrara a nome della santa della scomunica che aveva sospesa.
Sede. Vari altri brevi fino a do- Il magistrato che aveva spedito
dici dal Papa si emanarono poi, fino dal giorno 17 alcuni amba-
dichiarando lo stesso nipote legato sciatori a Bologna a far compli-
a Intere del ducato di Ferrara mento a nome del pubblico al
con amplissime facoltà. Cesare spe- cardinale, altri ne deputò in que-
dilo a Modena il suo archivio pri- sta occasione a portargli i pubbli-
vato e prezioso , e celebre tanto ci ringraziamenti. Dagli uni e da-
per l'uso che ne fece poi il dottis- gli altri accompagnato, mosse final-
simo Muratori nell'illustrare le an- mente lo stesso legato nel giorno
tichità de'bassi tempi, e la sua non 19 gennaio 1598 alla volta di
men pregevole museo,
biblioteca, e il Ferrara , preceduto e seguitato da
colle artiglierie e i mobili di sua dodicimila cavalli, e ottomila fan-
pertinenza, nel dì 28 gennaio en- ti . Giunto al confine ferrarese
trò nella cattedrale ove 1' arcive- fece alcuni alti possessorii per ro-
scovo Matteucci celebrando la mes- gito de' mentovati notali; ed alla
sa lo ribenedì. Passò poscia nel vista di Castel Tedaldo il magi-
castello, e di là preceduto dalla strato col corteggio del collegio dei
moglie e figliuoli, e dalla corte in dottori, e de' corpi delle arti gli

numerose carrozze, egli soloinun'al- conseguo le chiavi delle porte della


FER FER 145
città e delle prigioni. Egli salì so- e i3i. Sei ambasciatori inviò il

pra una superba chinea, e sotto magistrato a Roma, a prestar o-


un baldacchino sostenuto da ven- maggio al nuovo immediato sovra-
tiquattro giovani cittadini in vaga no. Intanto il legato chiamò a sé
divisa, entrò per quella porta, den- il diritto antichissimo statutario del
tro la quale si trovò incontro il magistrato di eleggere il proprio
vescovo con l'uno e l'altro clero, podestà, lasciando la scelta del vi-
e passando per le vie adorne di cario al magistrato; presto restò
tre archi trionfali e di tappeti, abolita la carica del podestà e dei
fra il suono di molti strumenti, giudici subalterni, e come si disse
e lo strepito delle artiglierie delle vennero introdotti i luogotenenti;
mura, entrò nella cattedrale, fece ed a' 7 febbraio prestò il magistra-
gettare al popolo dalla loggia che to a nome del popolo il giuramen-
pn quella porta maggiore to di fedeltà al nuovo sovrano.
duecento scudi in piastre, e in fi- Non solo Clemente Vili
colla bol-
ne si ricovrò nel castello. I detti la Sanctissimus , data 19 gennaio
sostenitori del baldacchino furono 1598, Bull. Rom. tom. V, par.
creati cavalieri aurati , date loro II, pag. ao5, dichiarò formalmente

due medaglie allusive all'acquisto di il ducato di Ferrara ricaduto alla


Ferrara, l'una d' oro, l'altra di ar- sauta Sede, come soggetto alla co-
gento, e gli fu assegnato alloggio stituzione di s. Pio V di non alie-
e pensione di scudi dieci mensili, nare i beni della Chiesa, ma lo
qualora si fossero portati ad abi- consegnò perpetuamente al patroci-
tare in Roma. Si fecero per tre nio dei ss. apostoli Pietro e Pao-
notti continue pubbliche illumina- lo mediante la bolla medesima.
zioni dai cittadini. La relazione di La duchessa di Urbino Lucrezia
questa entrata fu stampata in Ro- mori a' ia febbraio, senza che si
ma dalla tipografìa camerale l'an- fòsse effettuato il conferimento del
no stes-*> Nel secondo gior-
1 5t)8. titolo di duchessa di Bertinoro pro-
no si accrebbe
peso del pane,
il messogli. Istituì suo erede univer-
si spiegarono alle quattro torri del sale il cardinal Aldobrandino, tras-
castello gli stendardi del Papa, e curando il proprio cugino duca di
fu permesso col carnovale l' uso Modena, ed il marito duca d'Ur-
della maschera, in quell'anno non bino, egualmente da lei abboniti.
ancor permessa. Fu sollecito il le- Alla che fece il duca di
perdita
gato di spedire diversi prelati a pren- Modena pingue eredità, si
di sì

dere possesso de' principali luoghi unirono le pretese che gli promos-
del ducato, come di Comacchìo, se contro il cardinale, ch'ebbe in
fìondeno , Cento, Pieve, Ragnaca- compenso diecimila scudi sui cre-
valio, ec Nel solennizzare l' anni-: diti diFrancia, e sessantamila scu-
versano della coronazione di Cle- di in tanti beni nel Ferrarese. In
mente Vili riformò gli antichi da- pari tempo Auna Estense, altra so-
zi molti minorandone tino alla
, rella di Alfonso II ,
già duchessa
metà meno, molti togliendoli affat- di Guisa ed allora di Nemours,
to; di altri dazi soppressi, e del prelese i beni e credili della casa
nuovo sistema di finanza , il Friz- d'Este in Francia, importanti un
zi ne tratta al tomoli, pag. a3i milione e mezzo d oro , ed il par-
vot. xuv. 10
i46 FER FER
lamento di Parigi decise in SUO fa- molti nobili ferraresi , ma per la
vore. Oltre ad un legato a Intere, penuria degli alloggi dovettero fer-
destinò il Papa al governo della marsi a Ravenna. A Rimini Cle-
provincia di Ferrara un prelato mente Vili ricevette gli ossequi del
con titolo di vice- legato, ed il pri- duca di Modena, e di Alessandro
mo fu monsignor Alessandro Cen- suo fratello, e li tenne alla sua ta-
turioni arcivescovo di Genova; in- vola; ed a Ravenna gli baciarono
di furono pubblicati i bandi gene- il piede i mentovati ferraresi , fa-
rali sopra materie criminali, e
le cendo loro il Papa le migliori ac-
la costituzione di riforma del foro coglienze, e promise ricompense ed
civile, il tutto colle stampe. Ma la avanzamenti ai ferraresi nella cor-
compiacenza di Clemente Vili per te di Roma, ed intanto fece cava-
l' incruento acquisto di Ferrara non lieri alcuni deputati della Roma-
era completa se non veniva a ve- gna ferrarese avanzarono
, che si

derla, ed a mettervi l'ordine in per- colà a prestargli omaggio per quel- :

sona. Egli annunziò dunque agli la parte Clemente Vili entrò nel

i febbraio in concistoro la sua


i Ferrarese tra i viva e i festeggia-
determinazione d' intraprendere con meli li dei tripudiane suoi novelli
gran seguilo questo viaggio, in cui sudditi.
varie altre ragioni politiche notò il Nella villa di s. Nicolò gli fu
cardinal d'Ossat nel tom. Ili delle incontro il vice-legato con altri fer-
sue Lettere. Comunque fosse, la ri- raresi, ed a' 6 maggio il ss. Sagra -
soluzione del Papa non piacque a mento accompagnato dal sagrista
parecchi cardinali , sì per le spese fr. Angelo Rocca agostiniano, che
e gì' incomodi particolari eh' erano di questo viaggio ci die minuta
per sostenere accompagnarlo,
nell' descrizione pervenne alla chiesa
,

come pel della camera


dispendio suburbana di s. Giorgio, incontra-
apostolica stessa ; ma niuno aperta- to con lumi processionalmente dal
mente si oppose. Mentre il gran se- clero. A quel monistero di Olive-
guito ed equipaggio si allestiva, il tani giunse il Papa nella sera se-
Papa dichiarò uditore di rota mon- guente, ed ivi prese riposo nella
signor Sacrati ferrarese, indi inviò a notte. Nella mattina degli 8 cele-
Ferrara, ove giunsero a' 1 4 marzo, brò la messa , e dopo il pranzo si
i monsign. Tassoni ferrarese, e Mal- pose sotto una loggia nobilmente
vasia bolognese in qualità di forieri eretta sulla piazza; allora il magi-
a preparare l'occorrente per la sua strato uscì dalla porta s. Giorgio,
venuta. In fine preceduto dalla ss. e per mano del giudice de' savi gli
Eucaristia (V. Eucaristia che pre- consegnò le chiavi della città; com-
cede i Papi ne' viaggi ove pure ,
piuta la qual cerimonia assunse il

si dice di quella del presente con Papa gli abili pontificali ed il tri-
analoghe notizie, cioè a pag. 169 regno , e cominciò il suo maesto-
del voi. XXII del Dizionario), il sissimo ingresso per detta porta, e
Papa uscì da Roma li 12 aprile, coli' ordine seguente. Prima di tut-
ivi con sommi poteri il
lasciando ti precedettero ottantacinque muli
cardinal Innico Avalos d* Aragona. con rosse gualdrappe; indi due cor-
Il cardinal Aldobrandino gli si por- rieri; quattro compagnie di lancie-
tò incontro sino a Macerata con ri e archibugieri; i cavai leggieri
FER FER li-
del Papa; i mazzieri de' cardinali nei banco de' cardinali qui avreb-
a cavallo colle valigie de' padroni. bero dovuto cavalcare. Incedevano
e loro famiglie; i curiali laici , il quindi ventisette cardinali sopra
barbiere e sartore del Papa, con mule; monsignor tesoriere che get-
dodici palafrenieri con altrettante tava danaro da ogni canto di stra-
cbinee bianche a mano nobilmente da; un palafreniere colle chiavi
guarnite, col maestro di stalla; sei della città; trenta paggi ferraresi
trombetti; i caudatari de' cardinali ;
riccamente vestiti. Il sommo Pon-
gli Papa con vesti ros-
scudieri del tefice in sedia gestatoria portato da
se ;camerieri extra muros colle
i otto palafrenieri sotto un baldac-
vesti rosse; due aiutanti di came- chino che sostenevano i dottori le-
ra del Papa con due valigie di vel- gisti, e medici della città, fra due

luto rosso; tre avvocati concisto- ale numerose di guardie svizzere;


riali col procuratore fiscale, e i se- il maestro di camera del Papa con
gretari con cappucci paonazzi; i cu- due camerieri segreti, cioè il cop-
biculari apostolici del collegio par- piere e il segretario d' ambasciata ;
tecipanti; i cappellani segreti del il medico, il caudatario, e gli aiu-

Papa; i nobili ferraresi e forestie- tanti di camera del Papa pure a


ri camerieri di onore e segreti
; i cavallo. Noteremo che il p. Gatti-
del Papa, quattro de' quali porta- co, Ada caeremonialia, pars se-
vano cappelli pontificali; i segre-
i cunda, pag. 193, De itinere Cle-
tari apostolici; gli abbreviatoli; gli mentis FUI
Ferrariam versus, et
accoliti; i chierici di camera; gli de ejus reditu ad urbem, ec, dice
uditori di rota nell'abito loro ne- che i cardinali cavalcarono dopo il

gro, con rocchetto e mantelletta; i Papa colle cappe e cappelli rossi,

suddiaconi apostolici con vesti pao- sopra le mule pontificalmente or-


nazze e rocchetto; i baroni, titola- nate.In fine cavalcavano un gran
ti, principi, duchi, marchesi, con- mimerò di prelati con mantelloni,
ti; l'ambasciatore di Bologna solo; cappelli, e nude pontificalmente or-
gli ambasciatori di Francia, Venezia nate , fra' quali quaranta fra pa-
e Savoia del pari; altri sei trombet- triarchi, arcivescovi e vescovi, pri-
ti; i principi del soglio pontifìcio; ma quelli vestiti in pontificale ,

il vescovo col clero di Ferrara a poi gli altri ; indi i protonotari


piedi; i mazzieri pontificii a caval- apostolici , i referendari di segna-
lo; i maestri delle cerimonie; due tura, ed altri togati. Per le vie
maestri ostiari rubea; il cro- virgo, della Ghiaia, di s. Pietro, del Sa-
cifero del Papa suddiacono aposto- raceno, di s. Francesco, della Gio-
lico in abito pontificale colla croce; vecca, e per la piazza del duomo
due chierici della cappella con lan- il Papa pervenne in questo. Quan-
ternoni accesi, e venti di essi con to sfoggiassero i ferraresi nell'ador-
accompagnando il ss.
torcie accese na re le loro case lungo le nomi-
Sagramento portato sotto baldac- nate strade con tappeti , arazzi,
chino da una bianca chinea, le cui pitture ed archi può ciascuno im-
aste sostenevano otto preti con cot- maginarlo. Dalla cattedrale Clemen-
ta; monsignor sagrista colla ferula te \ III passò al castello, e il nu-
in mano, e i monaci di s. Gior- meroso corteggio fu distribuito fra
gio ; i principi che sogliono sedere le migliori abitazioni.
i48 FER FER
Per Ire notti fu illuminata tuffa la rinnovarsi però ad ogni tre anni,
città, ma nella seconda a cagione di composto di cento cittadini , nel
un fuoco artificiale festivo, acceso da quale ripose generale rappresen-
la

un bombardiere anconitano papalino tanza del popolo. Lo divise in Ire


sulla torre del castello della Mar- ordini: nel primo circoscritto a ven-
chesana, ove al presente sta l'oro- tisette luoghi, pose altrettanti no-
logio pubblico , rimase essa nella bili scelti da quelle famiglie che
estremità tutta consunta dalle fiam- poterono allora somministrare in-
me. Accorsero i ferraresi alla solita dividui per l'età e prudenza capa-
chiamata della campana , e i no- ci di reggere i pubblici negozi: volle
bili singolarmente a cavallo con che ad ogni rinnovazione fosse riser-
armi bianche secondo l'uso di quei vata a sé ed a'suoi successori la lo-
tempi, e gli artigiani come prescri- ro elezione, sebbene poi aggiungen-
ve lo statuto di Ferrara: si mise- dovene egli stesso nel 1601 aldi
ro armi pure
in le scorte militari cinque, ed i Pontefici che vennero
del Papa, e tutta la città fu piena dopo fino a Clemente XII, altri
di spavento. Il sospetto di una sol- ventotto, ascendessero fino a ses-
levazione consigliò il Pontefice nel santa, e fossero confermati di trien-
bisbiglio senza attendere schiarimen- nio in triennio finché vivessero e
ti di fuggire a piedi con pochi fa- sino a che il durò
consiglio. Nel
migliari fuori del castello, e andò secondo ordine collocò cinquantacin-
al palazzo del vescovo. Ivi tutti que altri soggetti indistintamente
dormivano , e se vegliava alcuno nobili ed onorati cittadini
, e ne ,

era preso da egual timore, onde lasciò la rinnovazione triennale al


per quanto si bussasse , mai fu consiglio medesimo. Compose l'or-
aperta la porta. Allora Clemente dine terzo di dieciotto tra mercan-
Vili per la scala del cortile duca- canli ed artefici, de' quali lasciò sin
le salì all'appartamento della de- da principio la nomina agli stessi

funta duchessa d'Urbino, dove rag- corpi delle arti, che limitò a quel-
giuntolo il cardinal legato, lo in- le de' Setaioli, drappieri, mereiai,
formò della vera cagione del disor- banchieri, aromatari, fabbri, ed ore-
dine, e gli rese la calma, aiutando fici , sebbene poi i banchieri nel
poi con limosine le famiglie di quel- 1 7^7 ne fossero levali, coli' essere
li ch'erano periti per l'incendio, resi capaci dell'ordine secondo.
i una messa.
quali suffragò con Colla stessa costituzione Clemen-
Nello spazio di sei mesi e mez- te Vili istituì un magistrato de-
zo circa di sua dimora in Ferrara, cemvirale da annualmente
trarsi

il Papa si applicò principalmente dai consiglieri medesimi , dal loro


a stabilire nuovo ordine di gover- corpo; uno cioè dal primo ordine
no, avendo in vista, da quel grafi- coli' aulico titolo di giudice de' sa-
d* uomo eh' egli era, il passato, la vi, sette dal secondo e due dal ter-
magnifica corte Estense, le preva- zo col titolo parimenti usalo in
lenti passioni, e calcolò pure l'am- addietro di savi. Fra questi corpi
bizione, gli onori e l'interesse dei divise le facoltà di provvedere ai

feria resi. Colla costituzione detta bisogni pubblici, con subordinazio-


Centumvirale, pubblicata a' i5 giu- ne però a' cardinali legati, senza la

gno, creò un consiglio stabile da intelligenza e l'approvazione dei


FER FER i49
quali in sostanza nulla si lasciasse rea il ferrarese Trotti, e in quello
eseguire. Ivi aggiunse ancora varie de' 3 1 luglio accettò la rinunzia
entrate all'erario della comunità, le del cardinalato da Alberto arcidu-
quali furono calcolate a ventisei- ca d'Austria; in altro fece vescovo
mila scudi. Dichiarò ancora inclu- d'Alife il ferrarese Gavazzi il se-
se uel ducato e legazione di Fer- niore, francescano conventuale. A' 19
rara la città di Cotnacehio, e le agosto Clemente \1II in lettica ac-
terre di Cento, di Pieve e della compagnato da sette cardinali e da
Romagna bassa. La costituzione molli nobili ferraresi, si fece portare
Centumvirale produsse mirabilmen- alla delizia Estense di Behiguardo,
te gli sperati effetti : ogni ordine donde a'24 recatosi a celebrar la mes-
del popolo si trovò interessato nel- sa a Voghiera, si restituì alla città.

le elezioni de' propri rappresentan- Ai 2 3 settembre fece una gita alla


ti e ministri pubblici, nel maneg- Mesola , e di là a Comacchio, cui
gio del pubblico patrimonio nel , accordò privilegi, gli donò tre di
regolamento dell'annona, dell'uni- quelle valli camerali, colFobbligo di
versità, de' fiumi, e nell'esercizio di provvedere quattro prebende della
altri che prima era serbato
diritti, cattedrale, e di sovvenir l'ordina-
in gran parte al duca: cosi fu prov- rio. Tra le sagre funzioni che si

veduto alla vanità di molti, e le videro in Ferrara nella dimoia del


immagini e lagionameuti de' tempi Papa, oltre la frequenza della chie-
Esteusi a poco a poco svanirono sa di s. Cristoforo de' baslardini, le
dalla mente de' ferraresi. Maggior- più.solenni furono cinque, in cui
mente assodò la loro affezione al con solennità vi presero parte tutta
nuovo sovrauo, e specialmente dei la corte e curia romana numero-
nobili e facoltosi, la conferma che sissima.
fece Clemente \ 111 di tutti gli an- La prima fu per la pace con-
tichi loro privilegi, ed esenzioni di clusa tra la Francia e la Spagna
pubblici pesi personali, reali, mi- a sua cooperazione ,
per cui Cle-
sti ampliandoli anche ad al-
ec. , mente \IH dopo aver detto messa
cune famiglie benemerite della san- bassa nella cattedrale, intuonò il

ta Sede. L' argomento delle acque Te Deum. Vi ritornò il seguente


e de'lìumi, che da settanta anni te- giorno cou maestosissima proces-
neva i ferraresi in discordia co' vi- sione dal convento di s. Francesco,
cini bolognesi e ravennati, fu preso vestito pontificalmente e in sedia
dal Papa in considerazione al mo- gestatoria, indi assistè alla gran
do che descrive il più volte citato messa, ascoltò analoga orazione, e
Frizzi a pag. 27 e seg. del tomo V. fece vescovo d'Adria Girolamo dei
In mezzo a si gravi occupazioni, conti di Porzia. La seconda fu per
Clemente Vili nella dimora in la solennità Corpus Domini,
del
Ferrara ricevè i complimenti degli nella quale il Pontefice benché po-
ambasciatori de'principi, come dei dagroso, a piedi nudi portò il ss.
principi sovrani che enumera il Sagramento nella processione, sotto
'
Frizzi a pag. 29, i quali vi si re- una dirottissima pioggia. La terza
carono con splendido corteggio. Ten- fu quando a' 29 gnigno ilduca
ne ivi il Papa anche concistori, di Sessa, ambasciatore di Spagna
creando in uno vescovo di Baguo- a Roma, dal palazzo de' Diamanti
, ,

i5o FÉ II FER
o v'era alloggiato portò ad offri-
si partenza; e fatta la rassegna degli
re al Papa il tributo consueto della abitanti di Ferrara, furono trovati
chinea pel regno di Napoli ; ma senza gli ecclesiastici, i forastieri,
essendo Clemente Vili in letto per ed altri circa quarantaduemila per-
la podagra, in duomo ne fece le sone, mentre gli ecclesiastici, e gli
veci il cardinal Verona. Nella
di ebrei ascendevano ad ottomila. Cle-
stessa chiesa seguì la quarta fun- mente Vili raccomandò al consi-
zione a' 4 ottobre , pel sontuoso
i glio centumvirale la fedeltà e la
funerale del defunto Filippo II re quiete, annunziandogli il suo vicino
di Spagna. Ultima e maggiore di ritorno in Roma, che fu stabilito
ogni altra solennità fu la celebra- pel giorno 27. Disceso in quel dì
zione de'- due matrimoni, l'uno di il Papa alla benedì il
cattedrale,
Filippo III re di Spagna con Mar- popolo, e per la via Cento si di
gherita d' Austria, l'altro di Alber- diresse per Bologna con tutta la
to d'Austria già cardinale con Isa- corte romana la porta di Castel
:

bella figlia del defunto Filippo II. Tedaldo, donde il Papa uscì, venne
Non vennero a Ferrara il re e la tosto chiusa per sempre fino a che
sorella, ma furono rappresentati fu smantellato quel castello. Al go-
l'uno dall'arciduca Alberto, l'altra verno della legazione in luogo del
dal duca di Sessa. L'arciduca pro- cardinal Aldobrandino, che ritenne
veniente da Vienna colla nipote bensì la dignità e titolo di legato,
Margherita, avea un seguito di ma ne fu quasi sempre assente
quattromila persone fra militari rimase col titolo di collegato il car-
ministri, donne, e servi, e per la dinal Francesco Blandrata de' conti
porta degli Angeli fecero il loro di s. Giorgio. Di questo viaggio
pubblico ingresso con pompa sor- ne fanno la descrizione il Vittorelli
prendente, e coli' intervento di die- nelle Addizioni al Ciacconio, tom.
cinove cardinali vestiti di colore IV, col. 256 e seg. ; il Piatti nella
paonazzo, molti prelati, ambascia- Storia de Pontefici, tom. XII, pag.
tori ec. Pranzarono col Papa, ad 25 e seg. ; la Lettera che raggua-
una mensa per altro diversa, ed glia l'entrata in Ferrara di Cle-
a' i5 novembre seguirono i due mente Vili, Roma 1 598 ; ed I-
sponsali per mano di Clemente sabella Cervoni Orazione sopra
,

Vili, ed ebbero luogo diverse fe- V impresa di Ferrara dedicata a


ste, partendo da Ferrara ai 18. Il Clemente Vili 3 Bologna 1598.
Novaes aggiunge nella vita di Cle- Abbiamo pure da Domenico An-
mente Vili, ch'egli donò la rosa cajani, De Ferrarla sub Fcclesiae
d'oro benedetta a Margherita ar- Rom. ditione feliciter recepta, ora-
ciduchessa d'Austria, e che ivi in tio, Romae i5gg.
concistoro pubblico e con distin- Giunto Clemente Vili in Roma
zione ricevè il cardinal de' Medici, con grande applauso de' romani
che poi il successe col nome di per sì lieto avvenimento a' 20 di-
Leone XI, reduce di Francia, che cembre, volle che della felice im-
nella pace di Vervins avea pacifi- presa di Ferrara si rinnovasse ogni
cata colla Spagna. Diede finalmen- anno la rimembranza nel giorno
te il Papa gli ordini perchè si dell'ingresso del cardinal Aldobran-
preparasse l'occorrente per la sua dino nella città, con messa solenne,
,

FER FER r5
t
1

visita e offerte de' conservatori, prio- V, per lo che nel centro della piaz-
re de' caporioni, e senatore di Ro- za d'armi gli fu eretta una statua
ma alla Chiesa di s. Eustachio colossale di marmo, poi decapila
(Fedi), con altre offerte alla Chie- ta, rovesciata, e sepolta neh' inva-
sa di s. Maria d Aracoeli (Vedi),
' sione francese del 1796. A quel
e con un corso di cavalli nel car- Pontefice per aver condotto a ter-
novale. Oltre quanto in proposito mine la fortezza, gli furono conia-
dicemmo ai due citati articoli, si te due medaglie, e sotto Urbano
può leggere nel p. Casimiro da Vili ne' torbidi di guerra si ag-
Roma, a pag. 4^7, Memorie ec, di giunsero le mezze lune che copro-
s. Maria in Aracoeli, l'offerta ad no le cortine. II JVovaes dice che
essa decretata per l' universale al- questa fortezza costò due milioui
legrezza sentita in Roma per la ri- d'oro.
cupera di Ferrara , che anzi nel Il nuovo ordine di governo del-
calice d' argento d'offerta si doves- la provincia ferrarese ,
portò seco
sero coli' insegne del popolo roma- la riforma ancora del metodo nel-
no scolpir le parole : ob ferrabiam la pubblica economia. Finché visse
recuperatasi. Inoltre nel palazzo del Clemente Vili non cessò di dispen-
Campidoglioil senato romano col- sar grazie ai ferraresi. Con breve
locò amemoria dell' avvenimento del primo marzo 1599 accordò lo-
una marmorea iscrizione. Aveva il ro la prerogativa di tenere in Ro-
cardinal Aldobrandino appostati al- ma un ambasciatore ordinario, che
cuni cannoni sopra i tre baluardi aveva luogo nella cappella pontifi-
di Alfonso li a mezzodì, rivolgen- cia, e in ogni altra funzione a cui
doli contro la città ; ma Clemente intervenissero gli ambasciatori del-

Vili volendo rendere sicuro que- le corone. E perchè quello che vi


sto ricuperato dominio, perchè me- aveva con egual privilegio la città
glio fòsse guardato, ordinò nel par- di Bologna, mosse tosto pretese di
tire che si fabbricasse una compiu- precedenza, fu deciso che il primo
ta e regolare fortezza. Si diede luogo nelle funzioni lo avessero
dunque principio all'edilizio nella questi due a vicenda. Si pose to-
quaresima del 1^99, nell'angolo sto io possesso dell'onorifico diritto
della città fra mezzogiorno ed oc- Ferrara, col l'eleggere il conte Gi-
cidente, dov' era Castel Tedaldo, e rolamo Giglioli, e col sostituirglie-
fu quindi destinata alla rovina una ne senza interruzione altri venti-
delle più fabbricate e popolose por- sette, che realmente risiedettero,
zioni della città, risarcendosi dan- i ed esercitarono la carica nella cor-
ni a quelli che ne avevano soffer- te romana metà circa del
sino alla
to. La pianta pentagona si stese secolo XVIII, nel qual tempo a solo
parte dentro, parte fuori della cit- motivo di volontaria economia ne
tà, ma nove anni il com-
richiese furono sospese le elezioni , e fu
pimento del lavoro. De' luoghi de- supplito con un provvisionale re-
moliti ne là il novero il Frizzi sidente, finché terminò ancor que-
loco citato, pag. 36, comprensiva- sto, quando Bologna di no-
cessò
mente a diverse chiese, delizie, ed minai l'ambasciatore. L' ultimo re-
il famoso Castel Tedaldo. Prose- sidente interino, in tutto il ponti-
guendosi i baluardi sino sotto Paolo ficato di Pio VI fu monsignor Clau-
3

i5a FER FER


dio Tedeschi. Il Cancellieri ne' suoi un albero genealogico di essa ap-
Possessi, parla dell'ambasciatore di parisce che Lippo, Giovanni, e Bat-
Ferrara a pag. 209, 210 e 281; tista Muzzarelli verso il i/^ti di-
e noi in vari luoghi del Diziona- ramarono la loro famiglia in Fer-

rio, massime nel volume V ,


pag. rara, ove ebbe tosto e conserva al
3 02. Nel Diario Ferrarese non so- presente luogo tra le patrizie, ed
lo è riportata l'istituzione ed in- ha prodotti uomini assai chiari per
terruzione dell'ambasciatore di Fer- dignità, per valore, e per lettere,
rara in Roma, ma evvi il novero nelle quali da ultimo cotanto si
di tutti gli ambasciatori e residen- distinse il canonico Alfonso, autore
ti presso di essa. Sotto il pontifi- di famigerate opere, ed il conte
cato di Leone XII fu ripristinata Gaetano di cui si hanno alle stam-
una rappresentanza della provincia pe eleganti poesie.
di Ferrara , e la prima persona Un benefizio di gran conseguen-
che l'assunse ebbe il titolo di de- za apportò a Ferrara l'erezione che
putato, nel quale ufficio fu nomi- fece il Papa Clemente "Vili del tri-
nato monsignor Carlo Emmanuele bunale della rota, composto di cin-
Muzzarelli. Nella promozione de' que uditori da pagarsi dalla ca-
marzo Clemente Vili creò due fer- mera apostolica, con quella giuris-
raresi cardinali, cioè Ronifazio Be- dizione che si contiene nella co-
vilacqua patriarca di Costantino- stituzione che Clemente Vili pub-
poli, ed Alessandro d'Este fratello blicò in forma di breve a' 29 mag-
del duca di Modena. Inoltre Cle- gio. Questo rispettabile tribunale
mente Vili concesse alla città di esistette sino agli ultimi anni del
Ferrara la singolare ed onorevole secolo decorso , e compone vasi di
prerogativa, che nel celebre e be- cinque avvocati uditori, de' quali
nemerito tribunale della sagra ro- l'uno per turno era pretore l'ul- :

mana rota, sempre vi fosse un po- timo eletto entrava nel terzo anno
sto pei ferraresi, come si dirà me- del quinquennio e proseguiva a
,

glio all'articolo Rota


Uditori di tutto il secondo anno del nuovo
{Vedi). Al presente meritamente è quinquennio. Il pretore della rota
uditore di rota ferrarese monsignor avea la precedenza su tutti gli al-

Carlo Emmanuele de' conti Muz- tri giudici della città e ducato; ed
zarelli, il cui nome è splendido e- era giudice di seconda istanza di
logio nella repubblica letteraria. 11 tutte le cause de' secolari della pro-
Frizzi nel tom. Ili delle sue Me- vincia. L'intiera rota era giudico
morie, nelle annotazioni all' albero di terza ed ulteriore istanza ; le
della famiglia Estense, pag. 25, n. cause si decidevano per pluralità
2 3, dice che una Bianca di Gu- di voti, ed il ponente non votava
rone Estense fu maritata nel i573 se non in caso di parità per diri-
al nobile Annibale Muzzarelli fer- merla. V. Erectio et constilutionex
rarese; che la famiglia Muzzarelli almae Rotae Ferrariae , ejusque
è antica e originaria di Bologna, ducatus auditorii a Clemente Vili
e nelle fazioni di quella città, e promnlgatae , Ferrariae 1^99. Con-
nelle pubbliche cariche di quel co- sdii centumviralis magìstralus de-
mune viene molte volte nominata. cemvirum et Rotae auditorii Fer-
Aggiungo il chiaro storico, che da rariae instilutioj a Clementi Vili
FER FER i"J3

P. pracscripta , cui sitbjunguntur Cennini de'Salamandri ; indi il ter-


diplomala varii generis, Ferrarne remoto afflisse il Ferrarese) e orren-
jbo4- Con breve de' 12 giugno damente la terra di Argenta. Con-
ìlioo Clemente Vili confermò i tinuando le vertenze della Valtel-
privilegi dell'università, ed accreb- lina, Urbano Vili armò un corpo
be quelli tle' professori e degli sco- di truppe e destinò loro per piazza
lari. Aveva il Papa dichiarato il d' arme la città di Ferrara sotto
giudizio della rota ferrarese inap- il comando del nipote d. Taddeo
pellabile,ad eludere i cavilli in- Barberini generale. Decretò quel
sorti con breve de' 14 ottobre
, Papa per via di un breve de' 17
1600, e poi da Urbano Vili con novembre 1620, che il luogo oc-
breve de' io marzo 1625, in più cupato allora fra gli avvocati con-
chiari termini si proibirono le ap- cistoriali dal conte Antonio Mon-
pellazioni in Roma, così nelle cau- tecatino, dovesse sempre in avve-
se criminali, che nelle civili, eccet- nire conferirsi ad un ferrarese, che
tuate però le camerali e le eccle- il magistrato aveva da nominare;
siastiche. Indi diedero a che fare ma questa nomina non fu sempre
multo al nuovo governo pontifi- libera, e spesso si prevenne con
cio il Po glande, e il Po di Pri- rinunzie degli avvocati attuali a
maro; e persino le milizie ferra- determinali soggetti prima delle va-
resi ebbero da Clemente Vili pri- canze del posto,
e senza che ne
vilegi. avesse notizia, o lo potesse impe-
Paolo V confermò legato il car- dire il magistrato. Attualmente è
dinal Aldobrandino , e collegato il avvocato concistoriale di Ferrara il
cardinal Blandrata, indi fece legato degno e rispettabile conte Tom-
nel 1606 il cardinal Orazio Spino- maso cav. Gnoli ferrarese decano
la, e nel 161 5 il cardinal Giaco- del suo collegio, coadiutore dell'av-
mo Serra. Gregorio XV nel creare vocato de' poveri, ed avvocato del-
cardinale il ferrarese Sacrati,, il pri- l' inclito popolo romano. Nel 1627
mo uditore di rota dopo la con- Urbano Vili fece legato il cardinal
cessione diClemente Vili elevalo Giulio Sacchetti, e nel 1629 per la
alla porpora , nell' uditorato gli successione degli stati di Mantova
surrogò monsignor Merlini forlivc e Monferrato aumentò il presidio
se cittadino di Ferrara per privi- di Ferrara; indi la peste desolò il

legio. Molte grazie e privilegi ac- Ferrarese. Per la nomina del cardi-
cuidò Gregorio XV
a'ferraresi, ol- nal Antonio Barberini nipote del
tre la conterma di quelli dispensati Papa in legato a Lilere nelle tre
da Clemente Vili e Paolo V; elesse Provincie di Ferrara , Bologna e
un generale delle truppe residente in Romagna, il cardinal Sacchetti di-
Ferrara, ed alla tortezza prepose venne collegato, cui successe nel
per primo castellano il cav. Sci- i63i col titolo di legato il cardi-
pione Anzidei di Perugia, e riunì nal Giovanni Battista Pallolta. Nel
in Ferrara delle truppe per le guer- i634 Urbano V 111 conferì la lega-
re della Valtellina. Urbano Vili zione al cardinale Stefano Durazzo,
nel 1623 dichiarò legato il cardi- e nel 1637 al cardinal Ciriaco Roc-
nal Ippolito Aldobrandino, cui poi ci, nel quale anno rimase preda del
fu sostituito il cardinal Francesco fuoco uno de' più rari musei che
,

1
54 f i«: r FER
fossero allora in Europa, si pel nu- che di nuovo nel 1641 fu fatto il

mero, come per la preziosità delle cardinal Barberini legato delle tre
pitture eccellenti, delle medaglie, e provincie col richiamo del cardinal
monete antiche, de' bronzi e marmi Ginnetti.
eruditi, degli originali disegni e ma- Andato a vuoto a Francesco I

noscritti d* illustri pittori e scrit- duca di Modena il meditato colpo


tori , e di ogni altra classe di ri- di mano sopra Ferrara , si rivolse
cercate anticaglie, che Roberto Ca- ai Fece stendere in for-
maneggi.
nonici nobile ferrarese con molto ma di manifesto le ragioni che pre-
discernimento e a proprie spese tendeva di avere sopra questa pro-
avea riunito in sua casa, e tra- vincia, e sopra gli antichi allodiali
mandato agli eredi. Nel i63o, il di sua casa passati alla camera apo-
cardinal Matteo Ginnetti fu fatto stolica, e lo fece spargere in varie
legato da Orbano Vili. Intanto corti; principalmente spedi a pro-
Ira questo Papa, e il duca di Par- moverle a Roma il marchese di
ma Odoardo Farnese feudatario Guilia suo maggiordomo , ma non
della Chiesa, sovrano di Parma e ne riportò risposte concludenti. Il

Piacenza scoppiò la guerra. Nota- cardinal Barberini domandò di


bile fu il numero de' ferraresi che passare colla truppa sino al Par-
si angolarono nelle milizie papali, e migiano onde comprendesse che
,

i confini del Ferrarese andarono Urbano Vili non solo era in gra-
muniti. Il duca di Parma con tre- do di difendere Ferrara, ma di ri-
mila cavalli e entrò nello stato, cuperare Parma e Piacenza dopo :

giunse sino ad Acquapendente con alcune scritture si pose all' affare


tal sfrenata soldatesca , che ovun- silenzio. Nel 1 643 il duca Farnese,
que spargeva il terrore, ne da que- che si poteva considerare collegato
sto andò esente Roma, e in modo co' veneti, saccheggiò orrendamente
che il Papa ritirassi al Vaticano Bondeno, per la codardia del fran-
per essere pronto al bisogno di ri- cese Valencé maestro di campo pon-
fugiarsi in Castel s. Angelo. Per tificio, che avea forze da imporre
tali trambusti, e perchè in Ferra- al nemico, come dell'altro codar-
ra eravi debole guarnigione, Fran- do Muricone napolitano, coman-
cesco I duca di Modena trovandosi dante la guarnigione di Bondeno,
armato per sì latte vicende si av- , perciò decapitato. Indi il Farnese
visò che quello fosse un momento con un corpo di truppe veneziane
propizio per ricuperare ciò che ave- prese la fortezza della Stellata di-
va perduto Cesare suo avo. Se ne venendo padrone del Ferrarese da
avvide il cardinale Ginnetti legato, quella parte, ed i veneti avanzaro-
prese opportune provvidenze, e di- no le loro conquiste, manometten-
scopertosi tutto, il duca cangiò di- do nemici
i circostanti territorii,
i

visamente. Nel i643 avendo Urba- massime Codigoro e il Cesenatico.


no Vili armato poderoso esercito Per lare un diversivo papalini in- i

per affrontare il Farnese, questi si vasero alcuni luoghi del Parmigia-


ritirò per Modena ne' suoi stati no e del duca di Modena, che in
dopo aver soggiogato Orvieto. L'in- cento modi agiva come fosse stato
segni esercito papalino temendo
I
altro collegllo del Farnese, il per-
per Rologua e per Ferrara, il per- chè questi co' veneti volevano fare
FER FER i55
altrettanto sul Bolognese, però non gistralo romano, cavalcò
Ascanio d.
gli riuscì , anzi i papalini riporta- Pio di Savoia, ambasciatore presso
rono dei vantaggi, ma a Nonanto- la santa Sede della città di Ferra-

la furono respinti, passando poi in ra , al quale il defunto Pontefice


vece a depredare le Polesine di Ro- erasi esternato con sensi di grati-
vigo, per cui i veneti inutilmente tudine e promesse di beneficenze
tentarono di unire a loro i duchi pe' mali sofferti dal Ferrarese. An-
di Modena e di Parma per com- zi va qui notato che Urbano Vili
battere 1' inimico comune. Nella accordò al magistrato la nomina
Toscana, nel Bolognese, e nel Mo- semestrale de' governatori, che fa-

denese pure lungamente si conti- cevasi dalla sagra consulta , dei


nuò con grande ardore a com- luoghi principali della provincia ,

battere, sebbene con vicendevole che poi furono cangiati in mi-


fortuna; ma col i644 venne la pa- nori.
ce che tulli bramavano, massi- Innocenzo X nel 1646 mandò
me il Papa , che sebbene in età legato in Ferrara il cardinal Bene-
decrepita contornato da parenti, e detto Odescalchi, che nel 1676 di-
dai loro partigiani, fu capace di venne Papa col nome d'Innocenzo
poter vedere nel loro vero aspetto XI. Intanto continuando per tutto
le cose, quali a lui le rappresentò lo stato l'armamento per la guer-
il cardinal Bichi , il quale come ra che si riaccese col duca di Par-
plenipotenziario della Francia non ma, e che produsse Fincameraruen-
temeva riguardi , ne si potè chiù- to di Castro e Ronciglione , non
dergli l'accesso al Papa, che ven- che l'atterramento del primo, sul
ne a conoscere che immensa rovi- Ferrarese come sul Bolognese si
na portava allo stato ecclesiastico mandarono milizie pontifìcie. Nel
la guerra, specialmente al Ferrare- i65i il cardinal Odescalchi fu con-
se, e da quante menti inesperte era sagrato vescovo di Novara nel duo-
regolata, sacrificando intere popò- mo, e lo successe nella legazione il

lozioni. La pace fu dal cardinal cardinal Alderano Cibo, cui Inno-


Donghi conchiusa a Venezia a' 3i cenzo X nel i654 gli die a succes-
marzo, in conseguenza di che Bon- sore il Giovanni Battista
cardinal
deno e la fortezza della Stellata fu- Spada. Nel i655 divenne Papa A-
rono dal Farnese restituiti al Papa, lessandro VII Chigi, che dal 1629
e questi rilasciò Castro e Ronciglio- al 1 634 eia stalo vice-legato di Fcr-
ne al duca di Parma : i forti eret- rara, per cui ad essa si mostrò bo-
ti nei confini dai papalini, dai ve- nefìco. In questo tempo la celebre
neti, e dal duca di Modena si do- regina di Svezia Cristina passò per
vettero distruggere. In detto anno Ferrara nel condursi a Roma, e fu
il cardinal Giovanni Stefano Don- ricevuta con tutti gli onori. Qui av-
ghi fu dato legato a Ferrara, men- vertiremo, che se si dovessero regi-
tre poco dopo mori Urbano VIII ,
strare quanto riguarda l'altare delie
e per la morte del cardinale Ben- acque del Po, del Reno, di altri fiu-
livoglio ferrarese restò agevolata mi e torrenti, usdressimo dal nostro
F elezione d' Innocenzo X Parnphi- compendioso scopo, e di assai si di-
ly, nel possesso del quale, dopo gli lungheressimo. Suppliscano in parte
uditoli di rota , ed avanti al ma- le opere citate, e le taule altre che
,,

i56 FER FER


sopra s\ grave punto furono stam- ce che segui poi a Pisa a' in feb-
pate. Calcolandosi a cento mila scu- braio 1 664 , cora' erasi fatto nella
di annui che Alessan-
il sollievo, precedente de' Pirenei, s'innestò an-
dro "VII portò alle pubbliche casse co l'affare delle pretese su Comac-
ferraresi in più. modi, il magistra- chio di Alfonso IV duca di Mode-
to nel 1659 gli decretò un pubbli- na. Si stabilì dunque, che quella
co monumento di gratitudine, nel- città colle sue valli rimanesse alla
l'erezione di una statua di bronzo camera apostolica ; che questa si
sedente e più grande del naturale, addossasse il monte Estense, già for-

la quale fu collocata nella piazza mato in Roma a carico de' duchi


davanti al duomo, sopra un gran di Modena ascendente allora fra
,

piedistallo ornato d' inscrizioni in capitale e frutti non pagati a tre-


tavole di bronzo. Però nel 1675 la cento cinquantamila scudi; che si-

statua fu trasferita sulla piazza nuo- milmente il Papa sborsasse al du-


va, e poi nel 1796 i furibondi re- ca di Modena quarantamila scudi
pubblicani la spezzarono con quel- ovvero gli cedesse come appunto ,

le di Borso e di Nicolò III d'Este. fece, un palazzo in Roma; che di


Mentre n'era legato il cardinal Lo- più confermasse alla casa d' Este i
renzo Imperiali abolì la lira mar- giuspatronati dell' abbazia di Pom-
chesina, ideale moneta ch'ebbe ori- Bonde-
posa, e dell' arciprelura di
gine nel i386, e prescrisse invece no ; duca di Mode-
che in fine il

a cagione dell' ulteriore suo nota- na rinunciasse a qualunque altra


bile decrescimento, il conteggiare a pretesa contro la camera apostoli-
scudi, baiocchi e denari romani: di ca. Ma il Papa fece poiuna pro-
questo argomento ne tratta a pie- testa nella quale impugnando l'ac-
no il Bellini. Al cardinal Lorenzo cordo di Pisa, disse di esservi sla-
Imperiali fatto legato nel 1657, fu to indotto dalla violenza delle cir-
dato in successore il cardinal Gia- costanze, che minacciavano pregiu-
como Fransoni nel 1 660 ; indi nel dizi alla religione, e guerra all'Ita-
1662 Alessandro VII fece senatore lia. Anche il duca di Modena si

di Roma il conte Giulio Cesare dimostrò malcontento, mostrandosi


Nigrelli ferrarese, che nell' anno enormemente leso nella convenzio-
precedente avea terminato il corso ne, dappoiché la camera apostolica
di sua ambasceria ordinaria per la traeva dalle pesche comacchiesi
patria in Roma ; ed in lui il Papa quarantamila scudi annui. Nel i6G5
cangiò ne' senatori il titolo d'illu- divenne legato il cardinal Girola-
strissimo in eccellenza, che in quel- mo Buonvisi ; e nel 1667 gli suc-
l'età era giustamente dato con mol- cesse il cardinal Nereo Corsini fio-
ta parsimonia. Nelle differenze in- rentino. Clemente X nel 1670 fece
sorte tra Alessandro VII, e il re legato il cardinal Nicola Acciaino-
di Francia Luigi XIV , che colla li ; e poi nel 1673 conferì eguale
legge del più forte invase Avigno- incarico al cardinal Sigismondo Chi-
ne e il contado Venosino, dominii gi nipote di Alessandro VII ; indi
della sanla Sede in Provenza, non nel 1676 al cardinal Galeazzo Ma-
mancò il Papa di far allestire un'ar- rescotti, sotto del quale e nel pon-
mata per guarnire Bondeno ed al- tificato d' Innocenzo XI ferraresi i

tri luoghi del Ferrarese. Nella pa- furono afflitti dalle inondazioni
FER FER iJ-
massime del Reno, da carestia, e naldo, che nel 169^ ei
-
a successo a
da mortalità d'uomini e di bovi. Francesco II, fuggi a Rologna. Do-
Nel 1680 per la seconda volta fu po diverse violazioni di confini , e
latto legato il cardinal Nicola Ac- depredazioni de' suoi sudditi vitti-
ciainoli. Alessandro Vili nel 1690 me delle parti belligeranti , nel
gli die in successore il cardinal Giu- 1704 Clemente XI vedendo che il

seppe Renato Imperiali. Innocenzo suo stato diveniva il teatro della


Xll tolse a Ferrara una gabella, guerra non sua, prese il tuono di
e vedendo parecchie armate in Lom- sovrano e a mezzo del cardinal
,

bardia aumentò per ogni buon fi- Astalli fece intimar ai generali del-
ne il presidio della città. Nel 1696 le parti che partissero dal Ferra-
tu promosso a questa legazione il rese, altrimenti avrebbe fatto uso
cardinal Ferdinando d'Adda, e nel della scomunica, e delle proprie ar-

1699 vi fu surrogato il cardinal mi. Tutto fu promesso, quasi nul-


Fulvio Astalli, nel qual anno il la eseguito ; anzi ad onta della neu-
Papa pei timori della guerra spedi tralità Clemente XI, ritenendolo
di

in Ferrara altra truppa. gì' imperiali loro male affetto e fa-

Coli' elezione di Clemente XI vorevole ai gallo-ispani perchè a ,

nel 1700, per la morte di Carlo II Ficarolo il general Paolucci coi pa-
re di Spagna ebbe principio la fu- palini era stato costretto dai fran-
nesta guerra di successione di quel- cesi ad unirsi a loro, contro di lui

la monarchia fra Luigi XIV che si all' esaltazione di Giu-


rivolsero
sosteneva il testamento del defun- seppe Ciò a Vienna fu preso per
I.

to in favore del duca d'Angiò suo tradimento, e il Papa stesso non


nipote, poi re Filippo V, e l'im- ne dubitò, per cui lo fece arresta-
peratore Leopoldo per le ragio-
I re in un agli altri capi; ma poi si

ni dell'arciduca Carlo suo figlio, conobbe essere stato piuttosto in-


poi imperatore Carlo VI , le cui considerato che malizioso il loro
conseguenze le provò il Ferrare- procedimento, pel processo che fe-
se più di qualunque altra parte cegli il tesoriere generale monsi-

dello stato Siccome di


pontifìcio. gnor Lorenzo Corsini, poi Clemen-
ciò ne trattammo al volume XV ,
te XII, mandato dal Papa per tali

pag. 36 e seg. del Dizionario, mas- emergenze a Ferrara. Morto Leo-


sime per ciò che riguarda Comac- poldo I gli successe il figlio impe-
chio, anche de' seguenti pontificati, ratore Giuseppe I, che dimostrando
così qui ci limiteremo ad un cen- del mal umore colla corte di Ro-
no delle cose più principali. Le ma, ne richiamò l'ambasciatore, fa-
corti di Madrid e di Parigi trasse- cendo altrettanto il Pontefice del
ro dal loro partito i duchi di Man- suo nunzio di Vienna ; mentre i
tova e di Savoia e questo fecero , fiumi portarono ai ferraresi grandi
generalissimo dell'armata d'Italia, calamità, sebbene maestri, anche a
mentre l'imperatore oppose loro il giudicio degli esteri, nell' infrenare
celebre principe Eugenio di Savo- i fiumi, benché inferiori a tutti di
ia, le cui truppe subito danneggia- situazione, che è quanto dire con-
rono diversi territorii del Ferrare- dannati dalla natura a sostenere
se, occupando gallo-ispani Reg-
i unito il carico di tante acque su-
gio e Modena, per cui il duca Ri- periori.
i58 FER FER
Nel 1706 la prosperità ritornò crebbe per violazioni di diritto sul
nelle armi austriache né più. da , ducato di Parma e Piacenza, e sul
loro si divise fino al terminar del- regno di Napoli ; i ministri di quel-
la guerra. Inviandosi i tedeschi nel le di Parigi e di Madrid eccitaro-
1706 pel Ferrarese a Torino, sac- no con minacce e promesse Cle-
cheggiarono case e chiese per dove mente XI a prendere qualche ener-
passarono , e ne' quartieri d' inver- gica misura, ed inutilmente i car-
no dovette soffrire il peso di allog- dinali Colloredo ed Acciaiuoli fecero
giare la cavalleria, e i soldati non conoscere non essere caso quello
solo pretesero colla forza il vitto da procedere colle brusche, trattar-
per loro e pei cavalli, ma anco le si di contrasto col più forte, essere
vestimenta ; tutto in somma era priva la santa Sede di sufficienti
trattamento da nemico, sehhene ufficiali e soldati, poter mancare i

non vi fosse guerra dichiarata. Man- decantati soccorsi, come si verificò,


dò il Papa a Milano dal principe non esservi danaro sufficiente a sos-
Fugenio l'abbate Riviera per un tenere una guerra, e doversi ten-
procedere sì aspro con potenza neu- tare tutte le vie possibili de' trat-
trale , e riuscì nel febbraio 1707 tati e delle interposizioni. Comin-
di ottenerepromessa di ritiro di ciarono dunque nel maggio 1708
truppe, e di compensi pei danni a ricomparire dalla parte del Mo-
sofferti. Però in Roma ed in Vien- denese nel Ferrarese gli imperiali,
na fu disapprovato l'accordo, e poi colla scusa di procurarsi sussisten-
dopo qualche tempo ratificato. In- za, ma con altre mire. Continuava
tanto per (juello fatto tra gli au- la casa d' Este a nudi-ire la spe-
striacied i borbonici , i primi ac- ranza di riacquistare il ducato di
quistarono ducato di Milano, e
il Ferrara, e il duca di Modena Ri-
allora e per sempre, a cagione di naldo cognato dell' imperatore e
essere stati fautori della Francia e suo aderente nella guerra ,
giudi-
della Spagna^ benché feudatari del- cando propizia l'occasione, implorò
l' impero, perdendo Ferdinando Gon- la di lui protezione, e per conse-
zaga ì\ suo principato di Castiglione, guirla si studiò di persuadere Giu-
e Francesco Picoil suo ducato della seppe I che la città di Comacchio
mirandola, che fu venduto al du- colle feconde sue paludi, che frut-
ca di Modena Rinaldo e Ferdi- , tava allora alla camera apostolica
nando Carlo Gonzaga il suo ducato annui scudi trentaduemila, fosse di
di Mantova. Agli acquisti fatti in antichissimo sovrano diritto dell'im-
Italia, l'imperatore desiderò unire pero, da cui gli Estensi, e non dal-
il regno di Napoli che si teneva la santa Sede l'avevano avuta in
dai francesi e dagli spagnuoli per feudo, e che Clemente Vili non
Filippo V. Mentre si domandava al per altro la facesse sua che per ,

Papa il passaggio per gli stati del- averla confusa col ducato di Fer-
la Chiesa, il conte Daun destinato rara; conquistata che fosse dall'im-
all'impresa se lo prese anticipata- peratore , si credeva il duca quasi
mente, mentre nel dicembre 1707 certo di riportarne da lui l'inve-
i\i latto legato di Ferrara il cardi- stitura tenne la corte di Vienna
:

nal Lorenzo Casoni. Il fermento 1' invito, e non tardò a profittarne.


tra le corti di Vienna e di Roma I nominali tedeschi comandali
FER FER 09
da A al mai od e da Boneval $ av- mano, le quali se non valsero in-
viarono alle valli di Comacchio teramente a far decidere con pace
chiedendo pane e vino, e passaggio ilpunto controverso, giovarono al-
per Trieste, ed in vece entrarono meno alla letteratura co'molli no-
nella città in aspetto di conqui- velli lumi che sparsero sulla tene-
statori a bandiere spiegate, ed a brosa storia degli infimi tempi; ed
tamburo battente, e con editto dei all'articolo Comacchio è riportalo
3i mastio
co il conte di Valmarod il novero di tali opere. Del guer-
dichiarò di aver preso possesso di resco apparato del Papa non ebbe
Comacchio e delle sue valli a no- gran timore Giuseppe I, ma bensì
me dell imperatore, a cui fece in delle moleste conseguenze che po-
seguito che giurassero fedeltà i teva produrre. Prese per unissi ma
pubblici rappresentanti; e nello spa- di non entrar in guerra aperta col
zio di due settimane
occuparono si Papa, ma solo di stringerlo in cir-
Ostellato, Argenta, Vaccolino, Lon- costanze che dovesse essere il pri-

gaslrino, Codigoro, s. Giovanni mo a chiedere di concordarsi. Il

detto s. Zango, Massafiscaglia, Mi- Pontefice mandò ottomila uomini


gliaio, Portomaggiore, Filo, s. Bia- a Ferrara delle sue recenti reclu-
gio, e s. Alberto, benché non ap- te, continuò l' armamento, perchè
partenessero queste terre e ville non si fidava delle pacifiche inten-
al distretto di Comacchio. Altissi- zioni dell'imperatore, risoluto di

me querele contro siffatta sorpre- non lasciar per lo stato


passare
sa Papa a A ienna
fece giungere il armi straniere, e di sgombrarlo da
in più risultalo. Vo-
guise, senza quelle che vi erano entrate. In-
lendo quindi Clemente XI far pra- tanto i banditi e contrabbandieri
va delle sue armi temporali ingros- della provincia di Romagna infe-

sò i presidii dello slato, mise in starono i tedeschi, e molti ne ta-


piedi un' armata di ventimila uo- gliarono a pezzi. Ma Ostellato fu
mini sotto il comando del conte distrutto e massacrato dal nemico,
Luigi Ferdinando M arsigli, che i per cui le terre de' dintorni, come
politici nou giudicarono a propo- Codigoro, Massafiscaglia ed altre,

sito. Ferrara e Faenza si destina- procurarono comprarsi la quiete


rono piazze d'armi. Quindi Roma dal general Boneval. Bondeno fu
impugnò un'arma più a lei fami- preso e saccheggiato ad onta delta
liare delle spade e de'cauiiuni, nel gloriosa dilèsa che ne fece il co-
maneggio della quale ebbe sempre lonnello Francesco Maria Medici di
iiunieiosi ed abili professori, e fu Camerino, che in premio ebbe la
la Monsignor Giusto Fon-
penna. carica perpetua di governatore del-
tanini, e monsignor Lorenzo Zac- ie armi di Ferrara.
cagna preselo a difendere con mol- Seguitò la sorte di Bondeno il

ta forza l'aito dominio della Sede forte della Stellata , ed il barone


apostolica in Comacchio. Lodovico di Regal pubblicò un editto in tuo-
Antonio Muratori, con altrettanto no di governatore della provincia
impegno prese a dimostrarlo spet- di Ferrara in nome dell'imperato-
tante a)!' impero. i\e uscirono per- re, e tempo la notte
nello stesso
ciò da ambe le parti assai stima- de* 4 novembre 1708 cominciò a
bili scritture a stampa e scritte a cingere di largo blocco la città ,
1lSo FER FER
mentre il general Daun oon sei- concernenti il risarcimento al Papa
mila cavalli avea occupato Cento, de' danni sofferti, del trattamento
bloccato il forteCibano, entrando regio per l' arciduca Carlo, senza
in Bologna con bandiere spiegate pregiudizio degli spaglinoli e fran-
e tamburo battente, e in tal modo cesi, i cui ministri inutilmente pro-
proseguì sino a Jesi. Tratlavasi la testarono. 11 duca di Modena non
pace in Roma, ma la frastornava rimase punto contento dell'accordo,
la Francia con promesse e minac- ed incominciatasi la discussione di
ce. Conobbe ilPapa cbe v'era ne- sue pretese su Ferrara e Comac-
cessità in Ferrara di un esperto e chio, mai se ne vide il fine. Fer-
non dipendente direttore degli affari rara fu lasciata libera, ma il Bo-
della guerra, ed elesse perciò col neval esercitò in Comacchio, nelle
titolo di generale Anton Domenico città e ville occupate all'intorno
Balhiani piemontese, il qual ripu- delle valli un pieno dominio, e poi
tato militare, vestito da villano po- ribellandosi al suo sovrano, rinegò
tè entrar nella città, cbe ben pre- il cattolicismo e divenne bassi» tur-
sto ebbe rovinati borghi di i s. co. Nel 17 io il cardinal Tomma-
Luca e di s. Giorgio, e si sentì in- so Ruffo fu preposto alla legazio-
timare tre volte la resa, sebbene ne di Ferrara, e con esempio nuo-
l'istruzioni di Vienna erano di non vo anche a quella di Ravenna.
impegnarsi colla forza nel conqui- Nel 171 1 sembrava sicura la re-
sto. Mentre ciò accadeva nel Fer- stituzione di Comacchio alla Sede
rarese, l'esercito germanico di Je- apostolica, salvo il diritto dell'im-
si teneva i romani in agitazione, pero, per non ci la qual causa
e già il Papa pensava a ritirarsi convenne Clemente XI. Seguì la
in Castel s. Angelo, oppure fare morte di Giuseppe I, gli successe
una gita in Avignone, quando la Carlo VI, e il negozio restò sospe-
pace fu sottoscritta a' i5 gennaio so per molti anni.
1709. Le condizioni furono che il Nel 1714 divenne legato il car-
Papa avrebbe ridotto tutte le trup- dinal Giulio Piazza ; enei 1
7 18 per
pe dello stato a cinquemila tra sospetto di parzialità del Papa ver-
cavalli e fanti , com' erano prima so i francesi egli spagnuoli, Carlo VI
della guerra; che avrebbe levati i ruppe buona armonia con Roma,
la

presidii posti in quell'occasione; che nel qual anno il cardinal Giovan-


le truppe alemanne sarebbero u- ni Patrizi ebbe la legazione. Dive-
scite dallo stato ecclesiastico, salvo nuto Papa Innocenzo XIII nel
il passaggio al regno di Napoli; che 1722, die all'imperatore Carlo VI
le pretese dell'Estense si sarebbero la tanto contrastata investitura dei
giudicate in Roma
da una congre- regni di Napoli e Sicilia, de' quali
gazione in forma giudiziaria; che il monarca n' era in possesso, me-
le imperiali, riguardo a Comacchio, diante il consueto tributo, e si di-

Parma e Piacenza, si sarebbero di- venne alla ricupera di Comacchio


scusse estragiudizialmcnte coll'am- dietro diverse condizioni, la cui e-
basciatore Saint-Prie ; cbe Comac- secuzione restò nel 1724 sospesa
chio fino a ragione decisa sarebbe per la morte del Pontelìce, cui gli
rimasto in potere de' tedeschi sen- : successe Benedetto XIII. Sotto di
za nominare altri articoli segreti questi ebbe dunque termine l'affa-
1

FER FER 161


re di Cornacchie», mediante accordo Divenuto Carlo infante di Spagna
col quale non s'intese tolta o ag- re di Napoli, e duca di Toscana,
giunta alle parti contraenti, ne alla e di Parma e Piacenza, per la pa-
casa d'Este ragione alcuna a quel- ce seguita l' imperatore e la
tra
le che avessero avute sopra quella Francia questo ducato con quello
città e sue valli prima che fosse di Milano fu ceduto all'Austria, e
in potere dell'imperatore; che tali quello di Toscana a d. Francesco
ragioni si dovessero in seguito di- già duca di Lorena e di Bar, i cui
scutere e decidere; che la came- dominii erano Fran-stati uniti alla

ra apostolica seguita la restituzio- cia, giacché era morto il grandu-


ne di Comacchio dovesse rilasciare ca Gio. Gastone de' Medici privo
a quella di Vienna i quattordici affatto di discendenza. Non com-
mila scudi depositati in Ferrara, portando il re di Spagna Filippo
a fine di pareggiar qualunque pre- V che al suo figlio fossero tolti
tesa della stessa camera imperiale i ducati di Toscana, e di Parma
sopra quelle valli, appalti, ripara- e Piacenza, venne a guerreggiare
zioni, ed altro fatto a loro van- coli' imperatore per cui lo stato,

taggio; e che tornassero al Papa le pontificio fu inondato di truppe.


artiglierie che prima, e
vi aveva Si ordinò da Roma ai legati di ne-
nel 1725 Comacchio fu consegna- gar ad esse foraggi e viveri ciò ,

to a monsignor Fabrizio Serbello- che eseguendo il solo legato di Fer-


ni vice-legato di Ferrara Mentre
. rara, il Ferrarese soggiacque lun-
il cardinal Patrizi con nuovo esem- gamente a discrezione della solda-
pio fungeva il terzo triennio della tesca austriaca, che commise sac-
legazione, mori in Ferrara nel cheggi e violenze continue.
1727. Egli fu il primo legato che Nel 1788 fu ricevuta con tutti
lasciò le sue ossa in questa città, gli onori in Ferrara Maria Amalia
ed ebbe in successore lo stesso ve- figliadel re di Polonia, che an-
scovo cardinal Tommaso Ruffo, già dava a Napoli sposa del re Carlo.
legato della medesima, che tenne Nel conclave per l'elezione di Be-
splendidissima corte, ov' erano ca- nedetto XIV fi*. Bonaventura da
valieri gerosolimitani, mori, e suo- Ferrara cappuccino di cognome ,

natori d'istromenti da fiato: siffat- Barberini al secolo, uomo di vir-


ta munificenza 1' esercitò pure coi tù singolari , e di non mediocre
poveri. Nel 1780 salì al pontifica- dottrina ,
già generale del suo or-
to Clemente XII, il quale fece il dine e da ventidue anni predica-
nuovo legato nella persona del car- tore del palazzo apostolico, riportò
dinal Alessandro Aldobrandino. Nuo- nove voti pel pontificato, con raro
va cagione di guerra e di sciagu- esempio come notammo altrove.
,

re pullulò pel Ferrarese nel 733, 1 Benedetto XIV nel 1740 si deter-
per la successione del regno di Po- minò a nominare legato di Fer-
lonia , sostenendone i pretendenti rara il cardinal Rainiero d' Elei
varie potenze, laonde ebbero luo- che aveva rinunziato a lui questo
go passaggi di truppe, e qualche arcivescovato, il quale venne confe-
conflitto. A' i4 agosto 1734 mori rito al lodato p. Barberini. L' e-
il cardinal Aldobrandino, succedu- stinzione della linea maschile della
to dal cardinal Agapito Mosca. nobilissima casa d'Austria, avvenu-
vol. xxiv. 1
r62 FER FER
la fino dal giorno 20 ottobre 1740 1' Italia da truppe straniere. Nel
per la morte dell'imperatore Carlo 1751 intraprese la sua legazione
VI, fu l'annunzio di nuova guer- il cardinal Gio. Battista Barni, e
ra all' Europa, perchè alla di lui vi morì a' 25 gennaio 1754. Fu
eredità ed Maria
all' unica figlia destinato a succedergli il cardinal
Teresa regina d'Ungheria e di Boe- Gio. Francesco Banchieri. V. il

mia, e moglie del suddetto France- Trattato fra la santa Sede, e sua
sco granduca di Toscana, fecero maestà l'imperatrice regina sopra
guerra Federico III re di Prussia, lo stabilimento de limiti, ed altre
Carlo Alberto elettore di Baviera, controversie privale miste, vertenti
e Lodovico XV
re di Francia, non fra il Mantovano e il Ferrarese,
che Spagna Filippo V, per Mantova 1757.
il re di
ricuperare i ducati di Milano, di La laguna di Comacchio^ rino-
Parma e Piacenza. In tal modo si mata tanto per l'ubertà e squisi-
vide di nuovo esposto il Ferrarese tezza di sua pesca, e costituita dal-
al passaggio sempre rovinoso delle la natura agli abitatori delle iso-

truppe, e ad altre non calcolabili lette sparse per essa in luogo di


conseguenze, tenendo le parti degli territorio, soleva da più secoli con-
spagnuoli Francesco III duca di cedersi in locazione da chi domi-
Modena, la quale fu occupata dai nava in Ferrara a profitto della
,

savoiardi nel mese di giugno. Nel camera fiscale. Avvegnaché ren-


1743 si ristabilirono i confini tra desse agli Estensi cinquantaduemi-
i torri toni Bologna e Ferrara
di la scudi del valore antico, pure
stabiliti nel 1^79; ed il terremoto deteriorata per varie cagioni sul
fece non pochi danni alla città. principio del secolo XV III non ne
Nel 1744 il cardinal Marcello Cre- dava che ventimila circa de' cor-
scenzi successe al migliore delega- renti, e nel 1749 si dovè conce-
ti, il cardinal d' Elei, e poi diven- derla all'appaltatore Carlo Ambro-
ne arcivescovo di Ferrara stessa, gio Lepri milanese per soli dieci-
quando a sua vece venne fatto le- mila settecento ventiquattro. Si po-
gato il cardinal Camillo Paolucci. se in animo il Lepri di renderla
A' 29 giugno del 1748 Benedetto più. fertile per via di lavori dispen-

XIV con applauso de'ferraresi pub- diosi, e di nuovi artifizi, e vi riu-

blicò la bolla pel commercio libe- scì a meraviglia in due novenni


ro delle che
provincie pontificie, di sua condotta. A maggior gua-
essendo stata poi sospesa, nel pon- dagno poi la camera apostolica nel
tificato di Pio VII si ripristinò. 1755, e negli anni dopo, obbligò
Neil' anno seguente si rinnovò lo con autorità assoluta quella comu-
stabilimento de' confini veneti e nità, e que' privati che possedevano

papalini, ed ebbe luogo la pace le porzioni di essa laguna, anzi le

universale, restando assicurati alla paludi ancora non pescabili , ma


casa di Borbone lo stato di Parma solo produttrici di canne e pasco-
e Piacenza, coi reami di Napoli e lo di bovi, e di adiacenza del Po-
Sicilia, ed alla casa di Lorena di- lesine di s. Giorgio , a cederle al-

venuta austriaca , i ducati di Mi- la medesima camera a titolo di valli

lano e di Mantova, e il gran du- da nasse , o da terra ,


giacché tali

cato di Toscana: così restò libera porzioni restavano anticamente divi-


FER FER i63
se dalle valli camerali per mezzo di principio di questo articolo ; ma
argini, detti Cavallaro di s. Lon- nel 1759 il duca di Modena Fran-
gino, e del Mantello ; ma logori i cesco III la vendette all'imperatore
medesimi dal tempo, e dalle per- Francesco I, il quale a mezzo del
cosse delle acque in burrasca, fino suo residente in Ferrara, consiglie-
dal i6o3 più non apparivano. E re e questore Joannon de Saint-
siccome esse valli erano il ricetta- Laurent lorenese suo amministra-
colo delle acque dolci di quel Po- tore, introdusse co' vasti suoilumi
lesine, cos'i la temperatura che na- in quella amena solitudine alcune
sceva delle acque dolci colle salse arti e manifatture , ed innalzovvi
rendeva più fecondo e insieme più nel 1778 una chiesa, che poi stral-
squisito il loro pesce, e di più ciata nel 1787 dalla cura di A-
traeva a sé il pesce della laguna riano, divenne parrocchia, e cosi
della camera, che non era divisa rese quel luogo popolato e alquan-
fuorché da linee di pali fìtti nell'ac- to mercantile e commerciale.
qua. Aumentati per tal guisa agli Nel 1761 Clemente XIII fece
appaltatori i vantaggi, si potè nel legato di Ferrara l'arcivescovo del-
1772 locare la laguna di Cornac- la medesima cardinal Crescenzi, già
chie per annui cinquantacinquemi- altra volta legato, e tenne la le-
la scudi, nel 1781 per sessantami- gazione altri cinque anni, come
la, e nel 1790 per sessantaunmila grande amico del Papa. Indi no-
duecento sessantuno , oltre ai pesi, minò successore nel 1766 il car-
regali, e condizioni non poche di dinal Nicolò Serra , che nel me-
gran rilevanza, in prò della came- desimo anno passò all'altro mon-
ra e del suo ministero. Avendo do, venendo eletto in suo luogo il
il ducato di Ferrara molti privile- cardinal Girolamo Spinola, che
gi per 1' estrazione del frumento ,
stava terminando la legazione di
Benedetto XIV volle esaminarli, e Bologna. Nel 1768 il duca di Mo-
a questo fine mandò in quella città dena incominciò a far segreti pre-
due deputati, i quali avendo rac- parativi per tentai* la ricupera di
colti detti privilegi, li presentarono Ferrara; ma Clemente XIII ne ac-
alla camera, ed il Papa colla bolla crebbe i presidii, e col mezzo del-
Circutnspecla, data a' 22 gennaio l' imperatrice Maria Teresa fece
1754, ne confermò alcuni, altri li cangiar pensiero al duca. V. la Re-
restrinse, principalmeute quelli che lazione del cardinal Conti visita-
ad alcuni particolari famiglie era- tore delle acque delle provincie di
no concessi, non solo pei beni che Bologna, Ferrara e Romagna a
di presente godevano ma anche , Clemente XIII, Roma 1764. Nel
per gli altri da acquistarsi. Cle- 1769 divenne Papa Clemente XIV,
mente XIII accordò la proroga di indi a' 29 maggio passò per Fer-
altro triennio al cardinal Banchie- rara, reduce da Roma, l'imperatore
ri nella legazione. Fra gli allodiali Giuseppe II avendo preso il titolo di
beni che nel i5o,8 furono ricono- conte di Falchenstein. Sotto il nuo-
sciuti di pertinenza della casa d'E- vo Pontefice, e per lo zelo del fer-
ste nel Ferrarese, aveva il primo rarese monsignor Riminaldi, l'uni-
luogo la Mesola, vasta tenuta di versità, come si disse, fu riforma-
cui si è data breve coutezza in ta con nuove leggi, prerogative e
]G4 FER FER
vendite; quindi nel 1772 fu no- preparato. VI die pronta ri-
Pio
minato legato il cardinale Scipione sposta accettando la gentile offerta.
Borghese. Nel 1775 fu sublimato Nel dì seguente, ch'era la (piatta
al triregno Pio VI che confermò domenica di quaresima, il Papa
il legato in questa legazione, e nel- assistè alla messa nella cappella in-
1' anno 1777 fece arcivescovo di terna del convento, ed alle ore do-
Ferrara monsignor Alessandro Mat- dici salutato da cento cinquanta
tei romano. Nell'anno seguente eb- tiri di cannone partì da Ferrara,
be la legazione il cardinal Fran- servito dal cardinal legato sino a
cesco Caraffa, ch'era stato già vi- Ponte Lagoscuro alla riva del Po.
ce-legato dal1748 al 1754. Nel- Ivi ascese il bucintoro preparato
l'anno 1782 a' 27 gennaio passò nobilmente, vi ammise alcuni dei
per Ferrara Paolo Petrowitz, allo- principali del suo seguito, passando
ra granduca ereditario delle Rus- il rimanente nelle altre barche, e ad

sie, con Maria di Wùrtenberg sua un'ora di notte sbarcò a Chioggia.


moglie, sotto il privato nome di Dipoi partito Pio VI da Vien-
conti del Nord. Avendo stabilito na, e dopo essere stato a Venezia,
Pio VI di recarsi in detto anno a pernottò a' 19 maggio a Padova,
Vienna dall' imperatore Giuseppe e quindi nel dì seguente giunto a
II, parti da Roma a' 27 febbraio; Canaro confine dello stato veneto, si

a' 7 marzo giunse a Bologna, da trovarono ivi a riceverlo il cardinal


dove per la via di Cento giunse Delle Lanze per commissione del
ai 9 a Ferrara. Nel Diario che re di Sardegna, che in partire da
di questo viaggio fece monsignor Ponte Lagoscuro l'avea fatto osse-
Dini prefetto delle cerimonie pon- quiare dal suo ciamberlano conte
tificie, e pubblicato nel medesimo Bianchi non che il cardinal Ca-
,

anno stampe, si legge quanto


colle raffa legato di Ferrara, scortato dai
segue. Pio VI giunse a Ferrara ad cavalleggieri della legazione. Alle
ore 22, e scese dalla carrozza alla ore 23 giunse il Papa nella città,
porta della chiesa di s. Domenico, salutato da una triplice salva di
ricevuto dal cardinal Caraffa lega- artiglieria, ed al convento di s. Do-

to, da monsignor Mattei arcive- menico fu ricevuto dal cardinal


scovo , e dal tesoriere marchese Boncompagno legato di Bologna,
Antonio Gnudi, non che dal clero, da monsignor Mattei arcivescovo,
magistrato, e nobiltà, ricevendo la da d. Abbondio Rezzonico senato-

benedizione col ss. Sagrameli to dal re di Roma, e dalla nobiltà ferra-


p. priore de' religiosi domenicani. rese. In questo alloggio nella sera
Passato ad alloggiare nel contiguo ammise all'udienza i nominati per-
convento, ammise all' udienza e al sonaggi , ed altri distinti signori,
bacio del piede tutti i nominati mentre la città si vide, come nella
personaggi ed individui. In questo sera seguente, tutta splendidamente
tempo giunse da Vienna una guar- illuminata. Martedì 21 maggio l'io
dia nobile imperiale ungherese, con VI celebrò messa nell'annessa chiesa
lettera di Giuseppe 11, in cui fra di s. Domenico, ornata con magni-

le altre cose pregava il Papa a pren- ficenza, indi nella sagristia ammise
dere alloggio nella sua capitale den- al bacio del piede le dame. Accom-

tro il palazzo imperiale a tal fine pagnato poi dai nominati cardìna*
FER FER i65
li. senatore, corte pontificia e no- fece F imposizione della berretta
biltà, scortato dalle guardie a pie- rossa al novello cardinale. Qui no-
di ed a cavallo, il Papa si portò a teremo che nel numero 7-4 del
visitare la cattedrale, ove alla por- Diario di Roma si dice che la ri-
ta lo ricevette monsignor arcive- serva in petto del cardinalato di
scovo ed il suo clero: da dove es- Mattei, fu nel concistoro de' 2 3 giu-
sendo asceso nel palazzo arcivesco- gno 1777. Indi Pio VI prendendo
vile, ivi ammise al bacio del piede seco iu carrozza i cardinali Caraf-
tutto il capitolo, molti ecclesiastici fa Boncompagno, partì da Fer-
e
e regolari , e nobiltà , dando poi rara per Sammartina e per Bolo-
dalla loggia corrispondente sulla gna , ed in Imola die il cappello
piazza la benedizione al numeroso cardinalizio, Fanello e il titolo al
popolo. Passato dipoi al vicino ca- cardinal Mattei.
stello, residenza del cardinale lega- La gran tenuta della Mesola fu
to, ivi ancora il Pontefice si com- acquistata da Pio VI per la came-
piacque di ammettere al bacio del ra apostolica, ed alla legazione se-
piede altra nobiltà , e dalla gran gnalata e memorabile del cardinal
loggia magnificamente ornala die- Caraffa , nel 1 786 Pio VI gli die
de altra benedizione al popolo. Ser- il cardinal Ferdinando Spinelli. Nei
vito quindi di carrozza a sei ca- giorni 6, 7 e 8 aprile 1791 si eb-
valli dal cardinal legato, con que- bero in Ferrara Ferdinando IV ìe
sti e col cardinal Delle Lanze lece di Napoli con la regina Maria Cri-
ritorno ai convento di s. Domeni- stina sua moglie, e Luigia Maria
co , ove con tutti i contrassegni loro figlia; e Pietro Leopoldo im-
di c.emenza ammise ali udienza il peratore, co' principi suoi figli, cioè
magistrato della città, i professori Ferdinando granduca Toscana, di
dell'uni versila e molti individui del Alessandro e Carlo arciduchi. Scop-
clero secolare e regolare. tVel gior- piata era in questo tempo la trop-
no medesimo Pio VI fece intende- po famosa malaugurata rivolu-
e
re con particolare avviso a' cardi- zione in Francia, donde ne venne
nali Delle Lanze, Boncompagno e la nuova forma di costituzione de-

Caraffa, che nella mattina seguen- mocratica , la quale in quel regno


te nella sagrestia della metropoli- proclamata li 22 settembre 1702
tana avrebbe tenuto il concistoro diede incominciamento all'era re-
segreto. In fatti vi si recò alle ore pubblicana francese; avvenimento
i3, e con particolare allocuzione strepitoso le cui tremende e disgra-
significò ai cardinali che intendeva ziate conseguenze ancora deploria-
dichiarare e pubblicare cardinale mo. Primo effetto che ne provò
di s. Chiesa monsignor Alessandro F Italia e lo stato ecclesiastico fu il
Mattei arcivescovo di Ferrara, che gran numero de' secolari ed eccle-
(

a\ea già creato cardinale e r siasticiche per non aver giurato,


vato in petto sino dai 12 luglio dovettero ivi cercarsi un asilo. In-
1779, * utn interpose il consueto tauto nel 1795 fu preposto alla
decreto. Compito l'atto concistoria- ferrarese legazione il cardinal Fran-
le, il Papa passò nella chiesa , \i cesco Piguattelli . Rapidissimi pro-
ascoltò la messa , e ritornando in gressi facea quindi la rivoluzione
^stid , culle cousuete formalità francese, e dilatandosi era già uscita
166 FER FER
in molte armate divisa dai propri nella non aveva che un
fortezza
confini ; s'era inoltrata a portar l'al- tenuissimo presidio, e mancava di
bero simbolico dell'effimera libertà istruzioni per farsi rispettare. Giun-
nelle Fiandre austriache , e nella ti che furono alla presenza del ge-

Olanda; avea oltrepassato i Pirenei, nerale in capo Napoleone Bonapar-


e varcato il Reno erasi affacciata te, fu intimato al cardinale e al ca-

alle Alpi Cozie. Sforzate le porte stellano di non far più ritorno a
d' Italia , ed occupato il Piemonte, Ferrara, onde uno dopo qualche
1'

gli altri popoli italiani cominciaro- giorno fu lasciato partire per Ro-
no a temere di loro sorte; ed il ma, e l'altro dichiarato prigioniero
Papa non potè dubitare che i suoi di guerra, ebbe poi facoltà di ri-
stati sarebbero soggetti alle comu- tirarsi sulla parola alla sua patria.
ni vicende. Non ostante tentò, ben- Il solo giudice de' savi fu riman-
ché senza profitto, la via di qual- dato immediatamente a Ferrara,
che trattato e maneggio onde sal- con ordine di preparare alloggi e
var i sudditi dall'imminente procel- viveri ad un corpo di truppa fran-
la; mentre i legati di Bologna e cese destinato per questa città, e di
di Ferrara vedendo le due provin- imporre al consiglio il giuramento
ole per le prime esposte, presero di fedeltà ed ubbidienza alla re-
quegli espedienti che giudicarono pubblica francese, a nome della
migliori Quando agli 8 maggio
. quale il generale in capo promise
1796 comparve in Ferrara Erco- salvezza alla religione, alla vita, ed
le III Rinaldo duca di Modena, il alla proprietà delle persone. Nel Dia-
quale inviato prima per il Po a rio Ferrarese è riportato l' elenco
Venezia il ragguardevole suo teso- dei castellani della fortezza , come
ro, correva in compagnia di due dei prelati vice-legati, e de' cardi-
principali suoi ministri a mettersi nali legati.
in salvo in quella capitale, giacché Al ritorno in Ferrara del giu-
i commissari francesi in Eeggio ed dice de' savi , sul far della notte
in Modena aveano intimato una monsignor vice-legato partì per Ro-
contribuzione a que' popoli. Final- ma, mentre la soldatesca del presidio
mente a' 18 giugno una colonna della città
, della fortezza di Co- ,

di francesi entrò a Bologna, e ne macchio e della Stellata prese la


armò la piazza, venendo licenziato fuga. Rimasta per tal guisa Ferra-
quel cardinal legato Vincenti con ra senza governo, e senza forza ar-
tutto il ministero. Indi a' 1 1 giu- mata, meno i birri , il magistrato
gno un uffiziale francese recò let- s' incaricò di vegliare al buon or-
tere del suo generale al cardinal dine sino all'arrivo de' francesi. Nel
legato , al giudice de' savi, ed al giorno 11 i centumvirali consiglie-
castellano della fortezza, nelle qua- ri presero 1' accennato giuramento
li col più ristretto e risoluto laco- colla clausola promessa dal gene-
nismo intimava loro , che si tro- rale, il che poi fecero gli altri cor-
vassero sul mezzogiorno in Bolo- pi municipali, i giudici, i ministri,
gna, ad intendere la volontà del e l'uno e l'altro clero pei loro rap-
medesimo generale. Per prudenza presentanti. Ricevuto eh' ebbe Na-
il cardinale vi si recò col giudice poleone in Bologna il documento
de' savi e col castellano, il quale dell'atto consigliare, nel dì 25 fece
FER FER 167
uiarciaie per Ferrara dodici dragoni, pubblica indipendente. I direttori
e circa cinquecento uomini di fan- di essa credendosi autorizzati a fer-
teria, i quali occuparono le porte, ia riconoscere per tale dalle poten-
la piazza di s. Crespino, e la for- ze, ebbero l' impudenza di spedire
tezza , ed agli stemmi del Papa si a Roma un opportu-
ministro coli'

sostituirono gli emblemi della li- ne perchè fosse ricono-


credenziali,
bertà francese , spiegandosi il ves- sciuta da Pio \ I come potenza in-
sillorepubblicano a tre colori, ros- dipendente, e fu obbligato riguar-
so, bianco ed azzurro. Tuttavolta darla per tale; in contraccambio in-
avendo poi voluto Lugo e Cotigno- viò quindi un suo pontificio rap-
la opporre resistenza al nemico, fu- presentante colla qualifica d' invia-
rono segno di stragi, di saccheggio, to della santa Sede, nella persona
d' incendi ed altre rovine vera- del maggior Bussi , divenendo il

mente deplorabili. Intanto Pio VI Ferrarese il dipartimento del bas-


vedendo che non si potevano ar- so Po.
restare le vittoriose armi francesi, Non mancando di pretesti i fran-
eh' era inutile resistere ad una for- cesi per compiere l' intera occupa-
za che 1' opinione e le circostanze zione dello stato pontificio, e ilde-
mostravano invincibile, a* iZ giu- tronizzamento di Pio VI , questi
gno medesimo 1 796 fece conchiu- volendo esaurire l' obbligo di so-
dere un armistizio , i cui articoli vrano, oppose la forza alle loro ul-
sebbene gravosi ed umilianti, fu- teriori esigenze ; ma siccome più
rono nondimeno creduti indispen- potenti e forti, facile fu il superar-

sabili da Pio VI, e dalla sua con- la a Faenza (Vedi), seguendo im-
gregazione cardinalizia di stato di mediatamente 1' invasione del resto
piena ratifica. Oltre la perdita e dello stato. Allora Pio VI costret-
sagrifizio digran parte de* suoi stati, to da imperiosa necessità doman-
cioè della legazione di Bologna, di dò la pace, coli' influente mediazio-
questa di Ferrara, e della città di ne del cardinal Mattei arcivescovo
Faenza, ed oltre alla richiesta pur di Ferrara, assai stimato dal for-
umiliante di dover chiedere scusa al tunato Napoleone ,
conquistatore
direttorio di Parigi per la morte del onde dessa fu conchiusa e sotto-
francese Basville , trucidato in Ro- scritta a' 19 febbraio 1797 a To-
ma dal popolo
per le sue gravis- lentino, dovendo il Pontefice sotto-
sime provocazioni rivoluzionarie, porsi ad incredibili privazioni e
dovè Pio VI anche soggiacere ad sommi sagrifizi, come a rinunzia-
altre dure obbligazioni. Indi a' 9 re formalmente i suoi sovrani diritti
luglio Bonaparte riunì in una sola sopra Avignone, il contado Veno-
le due repubbliche da sé prima sino , e sopra le tre legazioni di
formate Cispadana e Traspadana,
, Bologna, di Ferrara e di Roma-
poscia regno d' Italia , di cui poi gna. Il cardinal Mattei come il
fu coronato re nel i8o5; e per primo de' plenipotenziari pontificii,
meglio sistemarla, e maggiormente sottoscrisse accordo contenuto in
1'

ingrandirla, vi fece riunire le le- ventisei articoli che si ledono nel


gazioni Ferrara e di Bologna,
di Beccattini, Storia di Pio VI, tom.
come pure l'Emilia ed altri popo- IV, pag. 69 e seg. Ciò non per-
li, proclamando cosi la nuova re- tanto nell'anno seguente i repub-
,

168 FÉ li FER
blicani francesi, profittando della di Ancona. Nel mese di marzo
uccisione del general Duphot, ef- 1 800 , e nel conclave di Venezia
fettuarono l' intera invasione dello venne eletto il Pontefice Pio VII;
ed a'20 febbraio
stato della Chiesa, ma dopo la memorabile battaglia
1798 fecero prigioniero Pio VI, e di Marengo gli austriaci dovendo
lo portarono in Francia, morendo ritirarsi dietro la linea del Mincio,
in Valenza nell'agosto 1799. i francesi d' un tratto divennero si-
Ma ritornando a Ferrara e sua gnori di Genova, Savona, Coni, Ce-
provincia, essa soggiacque a tutti gli va , Torino , Tortona, Alessandria ,
onori che vi commisero repub- i Milano, Pizzighetlone, Arona, della
blicani con ruberie, imposizioni, e Liguria, del Piemonte, e della re-
proscrizione di qualunque culto re- pubblica Cisalpina, per cui i pa-
ligioso, persecuzione degli ecclesia- triotti partigiani della repubblica
stici , non che alla coscrizione o di nuovo eressero gli alberi della
leve d'uomini per l'esercito fran- libertà nel Ferrarese.
cese, per cui molti giovani prefe- Dopo aver fatto il Ferrarese
rirono l'abbandono della patria, parte regno italico, debellato
del
che far parte di sanguinose guer- dalle potenze alleate Napoleone
re. Nell'aprile 1799 però incomin- Bonaparte, il Ferrarese nel 1814
ciarono le ostilità tra gli austriaci fu occupato dagli austriaci ed in ,

e i gallo-cisalpini ne' dintorni di forza del celebre congresso di Vien-


Verona, e siili' Adige, ove i secon- na del 181 5 desso colle altre le-

di furono vinti, e i vincitori en- gazioni fu restituito al pieno do-


trarono in Milano; indi altre cit- minio della santa Sede, ed a Pio
tà e luoghi della Lombardia cad- VII. Questo Pontefice nel 1800 era
dero in potere degli austriaci o stato reintegrato de' suoi domimi ad
de' russi ad esso loro collegati, e eccettuazione delle legazioni e di
combattenti in modo che nel Fer- altre provincie, che descrivemmo al
rarese si riteneva prossima la ve- volume XIX, pag. 206 del Dizio-
nuta degli austro-russi ; giacché ave- nario; ma avendo gì' imperiali fran-
vano occupato Reggio e Modena cesi occupato medesimi di nuovo, i

cacciandone i gallo cisalpini. Allora nel 1809 l'avevano imprigionato e


i francesi per cattivarsi la benevo- condotto in tal modo in varie par-
lenza del popolo ripristinarono il ti, finché nel 1814 riebbe lo stato,

pubblico esercizio del culto religio- e fece ritorno gloriosamente in


so, mentre non tardarono gli au- Roma. Qui va notato che nella re-
stro-russiad impadronirsi del Fer- stituzione della provincia di Fer-
rarese, del Lughese, e del Rave- rara, come superiormente si disse,

gnano territorio nel mese di mag- quella parte che a lei spettava,
gio, colle solite conseguenze che posta sulla riva sinistra del Po
portano le truppe, sebbene vanti- restò all'Austria; e si convenne
no di liberare i popoli dall'altrui che quella potenza tenesse guarni-
oppressione. Il presidio cisalpino di gione nella fortezza di Ferrara, ed
Lugo affrontò gli austriaci, ma fu in Comacchio. Il cardinal Consalvi
ed intanto a' 3o luglio
sbaragliato, a' 5 luglio 18 5 partecipò
1 in no-
Mantova cadde in potere dei me- me di Pio VII alle legazioni il de-
desimi austriaci, cui segui la presa creto di restituzione del congresso
FER FER 169
alla santa Sede; indi a' 18 dello raudosi in tali luoghi che a' 3 del-

stesso mese il barone Stefanini le lo stesso mese era in Roma stato


rimise nelle mani dei delegati apo- eletto in sommo Pontefice il re-
stolici. Neil' anno seguente Pio "VII gnante Gregorio XVI.
delle tre provincie di Ferrara, Ra- In Ferrara monsignor Mangelli
venna o Romagna, e Bologna for- fu forzato a partire, e si scelse un
mò tre legazioni , al modo che governo provvisorio, di cui fecero
dicesi all' articolo Delegazioni apo- parte alcuni probi cittadini . Indi
stoliche (Vedi) , e per quarta fece si organizzò la guardia civica, e
Forlì: ivi quanto
è pure riportato fra gli alti tumultuari di quell'e-
riguarda il riparto, e la forma di poca infelice, non è da tacersi la
governamento sì di Leone XII, che espulsione de' benemeriti gesuiti dal
del regnante Gregorio XVI. A le- loro collegio, di cui era degno ret-
gato di Ferrara Pio VII vi prepo- tore il p . Giovanni Perrone, che
se il cardinal Tommaso Arezzo, e poi si è reso tanto celebre coli' o-
per vice-legato monsignor Alessan- pera sulla teologia, della quale già
dro Giustiniani poi cardinale; e si hanno diverse edizioni e tradu-
Leone XII il confermò nella lega- zioni in più lingue; ma i gesuiti
zione, nel qual tempo si stabilì in col ripristinameuto del governo le-
Ferrara la residenza dell'ordine e- gittimo, con plauso de' buoni, fu-
questre gerosolimitano, trasferitovi rono reintegrati del collegio. Anche
da Catania nell'agosto 1826. Po- il resto della provincia ferrarese si

scia questo nobilissimo ordine nel rivoluzionò per opera di alcuni,


luglio i834 fissò la sua residenza ovvero si adattò al nuovo ordine
in Roma nella persona del suoba- di cose. Fu breve però questa ri-

lio luogotenente del magistero fra voluzione di alcune provincie dello


Carlo Candida eletto dal Papa, e stato pontificio, ed in Ferrara durò
deprimali membri dell'ordine. Pio meno che nelle altre tre legazioni.
Vili nel i83o die in successore al La santa Sede invocò il braccio
cardinal Arezzo il cardinal Dome- delle armate austriache , le quali
nico De Simone; facendo vice-le- prima di avanzarsi nelle altre le-
gato monsignor Fabio Asquini, avan- gazioni, occuparono Ferrara, nella
ti che il primo lasciasse la lega- cui fortezza già erano in guarni-
zione. Intanto essendo in detto an- gione pel trattato di Vienna In- .

no 3o novembre morto il Papa,


a' tanto il cardinal Bernetti segreta-
il cardinal De Simone si portò in rio di stato, a mezzo del generale
Roma al conclave, laonde il sagro in capo delle truppe tedesche ba-
collegio inviò in Ferrara per pro- rone Frimont, ordinò a monsignor
legato monsignor Paolo Mangelli Asquini eh' era ancora in Udine,
Orsi, al presente cardinale, ritiran- di partire subito per Ferrara on-
dosi monsignor Asquini ad Udine de prendere le redini del governo
sua patria con permesso del sagro della provincia nella qualità di vi-
collegio. Durante la pro-legazione ce-legato, mentre le truppe austria-
scoppiò la rivoluzione in Bologna, che avrebbero occupato la città,
che si propagò in diverse provin- ciocché si verificò a' 6 marzo, co-
cie dello stato ecclesiastico , e in mandate dal tenente maresciallo
Ferrara a' 7 febbraio i83i, iguo- principe di Benlheim, che prese al-
,

lyo FER FER


loggio nel castello. 11 prelato giun- sero ciascheduna da sé col mezzo
se nella città la sera seguente, e di un pro-legato, e di una congre-
all' indomani si cantò nella catte- gazione governativa, gli uni e le al-

drale il solenne Te Deum in rio* tre nominati dal Papa. In Ferra-


graziameuto a Dio del ristabilimen- ra assunse perciò il titolo di pro-
to del governo pontificio, e della legato monsignor Asquini, e con
elezione nuovo Pontefice, ciò
del tal dignità e titolo la governò sino
che non potè prima aver luogo per circa alla metà del i836: le altre
la seguita rivoluzione. V interven- legazioni ebbero per pro-legali tre
nero l' arcivescovo monsignor Fi- signori secolari , dopo aver Ferrara
lonardi , il principe di Bentheim, spedito a Roma, come fecero le altre
il vice-legato , e le autorità. JNfel Provincie e luoghi insorti, deputa-
breve intervallo che corse tra la zioni a promettere al regnante Pon-
occupazione di Ferrara dalle forze tefice fedeltà e sommissione. Il per-
austriache, e l' arrivo del prelato, chè il Papa fece pubblicare il ce-
alcuni cittadini coti intelligenza del lebre editto sui sedotti e sui se-
comandante, in nome del Papa as- duttori, mentre
ambasciatore di
1'

sunsero il governo, chiamandosi Francia presso la santa Sede pub-


reggenza pontificia della città e blicò una nota, negando per parte
provincia di Ferrara . Frattanto il della Francia la protezione vanta-
presidente del governo provvisorio ta dai ribelli. Avendo ilgoverno
di Bologna, e delle così dette pro- pontificio accresciuto notabilmente
vincie unite italiane, fece una spe- la truppa di linea, gli austriaci do-
cie di protesta per l' occupazione po alcuni mesi che occupavano le

di Ferrara fatta dagli austriaci. legazioni, si ritirarono, stabilendosi


Il giorno 21 marzo il barone in pari tempo nelle medesime le-
Frimont principe di Antrodoco , gazioni d'ordine del Papa le guar-
fece il -suo ingresso in Bologna al- die civiche. Intanto fu istituita la
le ore dodici meridiane; e le trup- legazione di Urbino e Pesaro, co-
pe che si trovavano in Ferrara me la legazione di Velletri nell'an-
col principe diBentheim ancor esse no seguente; divenendo così sei le
marciarono. I ribelli abbandonaro- pontificie legazioni. Si pubblicò l'e-
no la città e fuggirono verso An- ditto sull'ordinamento delle comu-
cona, conducendo seco loro come nità e delle provincie. Camerino
in ostaggio il cardinal Benvenuti Ascoli, Rieti e Civitavecchia furo-
legato a Intere. Tutto ciò produs- no ristabilite in delegazioni : indi
se che V intera provincia di Ferra- fu pure pubblicatoregolamento il

ra si sottopose al legittimo gover- legislativo per l' ordinamento giu-


no Gregorio XVI. Allora il car-
di diziario, cioè il regolamento orga-
dinal Opizzoni arcivescovo di Bo- nico dei tribunali di Roma, e del-
logna fu dichiarato dal Papa lega- lo stato; le prescrizioni per le cau-
to a Intere delle quattro legazioni, se del fisco, per le cause ecclesia-
e monsignor Asquini come vice-le- stiche, che debbono giu-
pei giudici
gato governò Ferrara sotto la sua dicarle; ed il regolamento organi-
dipendenza. Verso il mese di giu- co di procedura criminale e di pro-
gno cessò il cardinale nella lega- cedura civile. Fu ripristinato il tri-
zionea lettere, e le legazioni si res- bunale di appello in Macerata ; e
FER FÉ II 171
siccome Bologna si oppose agli ul- Pesaro il cardinal Ugo Pietro Spi-
timi regolamenti, venne punita. La nola s continuando nelle rispettive
ritirata delletruppe tedesche, segui- legazioni i prò- legati secolari, cioè
ta nel mese di luglio, fu dannosa in Bologna il conte Cesare Alessan-
alle legazioni , dappoiché nelle tre dro Scarselli, in Forlì il marchese
legazioni di Bologna, Ravenna e Paolucci de Calboli, ed in Raven-
Forlì, e nella Romagnola soggetta na il cav. Gio. Battista Codronchi
alla legazione di Ferrara ebbero Ceccoli mentre in Ferrara conti-
,

luogo delle sedizioni, e quasi una nuò ad essere pro-legalo monsignor


nuova rivoluzione, sebbene paten- Asquini. Fu in quest'anno che la
temente non si fosse dichiarato de- segreteria di stato fu divisa in due
stituitoil governo pontificio. segreterie, l'una propriamente det-
Nel i832 essendosi concentrate ta segreteria di stato, l'altra segre-
le truppe pontificie ai confini del- teria per gli affari di stalo interni,
le quattro legazioni, ebbero ordine e ad ambedue si die un cardinale
di marciare nelle medesime, onde per segretario. Nel 1 834 ne " e le-
porre termine ai disordini delle le- gazioni furono istituiti i volontari
gazioni. Il cardinal Albani legato pontificii, specie di corpi di guar-
di Urbino e Pesaro fu dal Papa die civiche, e s'incominciò a pub-
nominato commissario apostolico blicare la raccolta delle leggi e di-
straordinario delle quattro legazio- sposizioni di pubblica amministra-
ni di Bologna, Ferrara, Ravenna e zione. Nel i835 venne pubblicata
Forlì, quindi colle medesime trup- la nuova tariffa delle monete, e se-
pe incominciò suo ingresso da
il guì la coniazione di tutte le mo-
Forlì. Ivi nacque grave trambusto, nete in proporzione decimale nel-
il perchè il cardinal commissario le zecche di Roma e Bologna il :

si vide costretto di richiamare le cardinal Vincenzo Macchi successe


truppe austriache a coadiuvare le nel commissariato al cardinal Spi-
papali. Quelle tanto dalla parte di nola.
Modena, che di Ferrara ove eran- Ritornando a Ferrara monsi- ,

si concentrate , entrarono nelle le- gnor Asquini fu fatto delegato apo-


gazioni , e così venne dato riordi- stolico di Ancona , succedendogli
namento alle cose pubbliche. Ciò nella monsignor An-
pro-legazione
non pertanto venendo Ancona agi- ton Maria Cagiano de Azevedo.
tata da molti ostinati ribelli, a' 2 1 Monsignor Asquini durante il suo
giugno contro questi fu pubblicata governo in Ferrara, mediante pie
la scomunica maggiore; laonde di- elargizioni, fu il principal fondato-
poi vi rientrò il delegato pontificio re della casa di ricovero
ed in-
nella persona di monsignor Gaspa- dustria per le che pri-
fanciulle
re Grasselli ni, mentre venne posto ve di mezzi di sussistenza o ab- ,

in esecuzione nuovo regolamento


il bandonate dai parenti, facilmen-
sui delitti e sulle pene. Nel com- te cadevano nei lacci del mon-
missariato delle legazioni era suc- do. Prima si prese una casa a fit-
cessomonsignor Giacomo Brignole to ,
poi alla partenza de' membri
ora cardinale, quando nel 833 fu 1 dell'ordine gerosolimitano per Ro-
latto commissario straordinario pel ma , il Pontefice concesse allo sta-
governo delle legazioni al di là di bilimento il convento o locale di
,

i
72 FER FER
s. Gio. Battista che spettava al no- co in Ferrara il cardinal Giu-
minato ordine equestre. Vi fu sta- seppe Ugolini, che meritò di esse-
bilito a presidente il preside pio re confermato dopo il primo trien-
tempore della provincia, a vice-pre- nio, ed attualmente con zelo e pru-
sidente il gonfaloniere, ed alcuni denza governa la legazione. Oltre
cittadini in deputati al suo gover- i citati storici, scrissero la storia di
namelo; e già numerose sono le Ferrara i seguenti scrittori.
fanciulle ricovra te, perchè fiorisce. Girolamo Baruffa Idi il seniore,
Fra suoi insigni benefattori no-
i Dell' istoria di Ferrara libri IX ,

mineremo a cagione di onore il dall'anno i655 sino al 17003 Fer-


marchese Alessandro Fiaschi, ed il rara 1700. Gio. Vincenzo Bonomi,
cav. Silvestro Camerini che forma- De sita, aauisy aere, et morbis etri'

no parte de' superiori deputali del deiniis Ferrariae disscrtatio, Ferra-


medesimo, ed eziandio il beneme- riae 1781. Pirro Ligorio, Dell' an-
rito prelato pro-legato, a cui fu tichità diFerrara, Venezia 1675.
«•etto nello stabilimento una rico- Questa opera venne tradotta in la-
noscente marmorea ed
iscrizione, tino e per errore attribuita ad
,

un busto di marmo opera dell' e- Alfonso Cagnaccini con questo ti-


gregio scultore Francesco Vidoni tolo : Fragmenlum historicum anli-
di cui ne riporta l' incisione come quitalis urbis Ferrariae , exstat in
l' iscrizione, e 1' origine dello stabi- Graev. Thes. antiq. et hist. Ital.
limento, l' Album nel tom. IV, di- tom. VII, p. 1, 1676. Chronichon
stribuz. II, mediante l'articolo scrit- Ferraiiense ab orìgine Ferrariae
to dal eh. Giuseppe Maria Bozoli. adanno 1264, exstat inter Rerum
Nella stessa pro-legazione di mon- ital. script., tom. VIII. Compen-
signor Asquini ebbe luogo l'erezio- diosa descrizione dello stato di Fer-
ne della statua colossale di Lodo- rara, ivi 663. Lettera di un fer-
1

vico Ariosto nella piazza per lui rarese ad un suo amico in corre-
delta Ariostea , scolpita in marmo zione di alcuni suoi errori conte-
dal lodato Vidoni , che ci rappre- nuti nella storia di Ferrara di Gi-
sentò il gran poeta come inspira- rolamo Baruffaldi, Padova 1713.
to dalle muse : nella colonna che Gio. Battista Minzoni, Riflessioni
gli serve di base fu incisa questa sulla memoria pubblicata dal Pas-
iscrizione : a Lodovico Ariosto la seri intornouna lapide trovala in
patria. Finalmente a' i5 luglio Voghenza nel Ferrarese tanno 1671,
i836 fu dal Papa sciolto il com- Venezia 1780. Dominicus Tuscus,
missariato di Bologna, e ristabili- De Ferrariae civitatis, et ej'us sla-

to nelle legazioni di Bologna, Fer- tutis etc. in conci. Praet. ut Jur.


rara , Ravenna e Forlì il governo L. F. Giuseppe Bartoli, Stato di tut-
dei cardinali legati. Dopo poco più. te l'entrate e spese della città dì
di un anno che monsignor Cagiano Ferrara, colla spiegazione, dell ori-
amministrava la provincia, fu pro- gine di ciascuno de' membri, Fer-
mosso a segretario di consulla, e ri- rara 1712. Antonio Musa Brasavo-
mise il governo nelle mani del car- la. Opuscula varia h. e. de coena

dinal Gabriele della Genga arcive- et prandio, de temperie aeris Fer-

scovo di Ferrara ; quindi Grego- rariens. commentario, in prognosti-


rio XVI dichiarò legato aposloli- ca etc. , liguri i5J5. 11 Baruffai-

\
FER FER i
73
di ci die il Commentario dell'iscri- zie concesse all'abbellimento della
zione eretta nello studio di Ferra- città, commercio, con appro-
ed al

ra in memoria di Antonio Afusa vazione di nuovi canali e naviga-


Brasatoli, in cui si tratta della zione; condonazioni e concessioni al
famiglia Brasatoli. Alberto Pen- comune; pronti e paterni soccorsi
na, Descrizione compendiosa dello nelle calamità ed inondazioni re-
stato di Ferrara, ivi i663. Giu- centi ; distinzioni ed onori compar-

seppe Mani ni, Compendio della titi alle persone di parecchi tra i

storia sagra e politica di Ferra- suoi gonfalonieri al dimetter degli


ra. Degli storici ferraresi ne trat- uffici j conferma de' privilegi specia-

ta il Frizzi nel tom. I delle sue lissimi accordati ai professori della


Memorie a pag. XII. Del sigillo di sua celebre università; facoltà co-
Ferrara ne parla il Muratori al muni con le università di prima
tom. II, pag. ^i5 delle sue Disser- classe, ai collegi di questa ; istitu-

tazioni. zione di una scuola speciale idrau-


Finalmente noteremo, che la cit- lica, graziosamente restituita alla

tà di Ferrara ha per protettore città, che in queste discipline e ma-


un cardinale, essendo l'odierno il terie tanto in ogni tempo si distin-

cardinal Giacomo Filippo Fransoni se; una scuola agraria per ultimo
di Genova per cui va letto l'opu- esercitata nella città capo di un
scolo intitolato : Prose e rime de- territorio eminentemente agricola ,

gli accademici A ri os tei, lette nel- per tacere di tanti altri benefizi ed
la solenne adunanza del 1 3 giugno onorificenze.
1 84 1 ì assumendo il prolettorato Non si può stabilire con sicu-
della città di Ferrara t eminenlis- rezza l'epoca dell'origine della se-
simo cardinal Giacomo Filippo de vescovile di Ferrara, come del-
Fransoni, Ferrara 1841, tipografia la predicazione del vangelo nel Fer-
di Gaetano, Bresciani. INel suppli- rarese. Che Ferrara, dacché prese
mento al mini, 66 del Dia? io di forma e grado di città, non ricono-

Roma del 1S42 si legge non solo la scesse altro culto religioso fuorché
descrizione delle feste fatte in Fer- il cristiano, sembra cosa da non met-
rara per il nuovo cardinal protet- tersi in dubbio. Sorla bensì questa
tore , e quelle per la conferma di città in tempo incerto, ma tuttavia
legato per altro triennio al cardi- con tutta la probabilità comparsa so-
nal Ugolini ; ma sono enumerate lo ne'bassi secoli, trovò con tutta la

le beneficenze accordale dal regnan- verosimiglianza dissipala in queste


te Gregorio XVI alla città e pro- contrade affatto la gentilesca super-
vincia di Ferrara. Ivi si fa memo- stizione, che vi aveva dominato
ria della sedia accordata ai giure- sotto i romani, e seguitò la religio-
consulti ferraresi nel tribunale di ne di Gesti Cristo, che siccome lo
appello di Bologna , dei cui giu- era in Ravenna in Bologna in , ,

dizi formano tanta parte gì' inte- Comacchio , e nelle altre città al-
ressi privati del vasto e fertile ter- l' intorno più antiche di lei , così
ritorio ferrarese; le opere pubbli- in queste paludi doveva essere sta-
che e sontuose approvate , incorag- ta per tempo introdotta. Quindi
gite ed aiutate; autorizzate ed aper- troppo giusta e ragionevole è sta-
te strade e ponti; agevolato, e gra- ta <[uv.ìl' Apologia in difesa dell'ori-
174 FER FER
gine della città di Ferrara nata divozione de' ferraresi. Di poi i ss.
cristiana di religione, e non idola- Pietro, Pàolo, e Romano al pari
tra come pretende il dottor Ber- di s. Giorgio furono noverati fra i
nardo Tanucci, di Girolamo Baruf- protettori di Ferrara.
faldi il seniore, exstat nel tona. VI Quanti hanno parlato di Voghen-
degli Opuscoli del Calogerà stani p. za, villaggio posto nel centro del
del 1732. E
un mero effetto del- Polesine di s. da
Giorgio, lungi
la voracità del tempo, come si e- Ferrara a levante dieci miglia, tan-
sprime il Frizzi nel tom. V, pag. ti 1' hanno chiamato in latino or
265, se non restano al giorno pre- per volerlo nobilitare Vicus Aven-
sente indizii e prove della vera re- tinus, e Vicus Egonum, ora per re-
ligione tra i ferraresi stabilita, più lazione di antiche carte Vicohaben-
antichi dell'anno 858. Del 928 poi tia e Ficoventia, e 1' hanno talora
ci si manifesta una chiesa al mar- con certezza, e talvolta con aspetto
tire s. Giorgio consagrata , ed una di grande probabilità asserito città
casa ad essa unita, le quali poi in- un tempo, e sede di un antico ve-
numerabili documenti posteriori af- scovato. Le due prime denomina-
fermano che furono l' una la cat- zioni, dice il Frizzi nel tom. I, pag.
tedrale, l'altra l'abitazione del ve- 182, non si provano; le seconde
scovo. Parlando il Frizzi nel luogo col titolo di città e coli' onorevo-
citato", dell'antichità del culto dei le prerogativa della sede vescovile,
ferraresi a'ss. Giorgio e Maurelio, di- colla solita sua profonda erudizio-
ce che per 1' avvocazia di s. Giorgio ne, e piena cognizione storica di
fu sempre dai ferraresi distinto il ciò che riguarda Ferrara, impren-
giorno dalla Chiesa dedicato a que- de ad esaminare, per cui noi solo
sto santo. Appresso s. Giorgio ve- ci limiteremo a qualche cenno del

nerano i ferraresi per loro com- molto eh' egli narra Egli sostiene .

protettore s. Maurelio: di lui, fuori che siamo mancanti di prove, che


dell'antico culto, e della dignità Voghenzr. essendo divenuta molto
sua vescovile ferrarese, nulla si sa popolosa meritasse nel IV secolo di
con sufficiente certezza , ad onta essere dichiarata città, e fatta sede
che varie leggende furono date di di un vescovo dal Papa s. Silve-
lui alle stampe. Può forse aver s. stro I, ad onta che lo affermino
Maurelio governata la chiesa di parecchi storici ferraresi, il Rossi,
Ferrara fra il vescovo Costantino l'Ughelli, il Ciampini, l'Amadesi, ed
dell' 861, e Viatore dell' 869, o il Mani ni, il primo de' quali ebbe
tra questi e Martino del q55 , o gran parte all'errore. Dappoiché di-

tra Martino e Leone del 970 o , ce essere intervenuto al concilio Ia-


tra Leone e Gregorio del 998, o teranense del 649 un Johannes Fi-
prima d' Ingone del io io, o di cohabentinus, dal medesimo storico
Rolando del io3i, e cosi di qual- chiamato suffraganeo di Ravenna,
che altro di quell' oscurissimo se- mentre gli atti sinceri di quel con-
colo. Ecco dunque , soggiunge il cilio portano scritto un Johannes
Frizzi , senza la supposta necessità Fico Sabincnsis ; così è manifesto
di una cattedra in Voghenza, sal- l' impegno del Rossi di far compa-
vato Maurelio la sua sede epi-
s. , rire suffiaganeo di Ravenna il ve-
scopale in Ferrara , e la pubblica scovo di Ferrara cui Voghenza ap-
.

FER FER i
75
partiene. Inoltre il fatto della rovi- to s. Bartolo, con autorizzazione dei
na di Voghenza e della traslazione vescovo di Ferrara Viatore del-
di quel vescovato a s. Giorgio fu l' monaci benedettini. So-
8-69, pei
da vari scrittori creduto, ingannati no pure qui da riferirsi le prime
da una celebre bolla favolosa attri- notizie dell'altro celebre monastero
buita al Pontefice s. Vitaliano del ferrarese detto di Pompusa, di cui
637, che pubblicò l'Ughellio parlan- parlammo di sopra e nel citato vo-
do de' vescovi di Ferrara, sulla lume del Dizionario, a pag. ^.5
fede del quale noi al volume XV, Egli è situato nella parte inferiore
pag. 43 del Dizionario, credemmo del Polesine di s. Gio. Battista,
all' esistenza del seggio vescovile di ove una volta era un'isola trian-
Voghenza o Vigovenza, non che per golare,formata in un lato dal Po
quanto si legge neh' annalista Ri- di Volano, in un altro dal Po di
naldi all' anno 669, num. 1 . Vedi Goro, e nel terzo dal mare. Chi e
il Muratori, Dissert. sopra le antichi- quando il fondasse non si sa; solo
tà italiane, dissert. 64, pag.
372, è noto che fin dall' anno 874 esi-
il quale parla del preteso Marino steva, come rilevasi da una lettera
vescovo di Voghenza, e primo ve- di Papa Giovanni Vili all'impera-
scovo de'ferraresi, allorché fu tras- tore Lodovico II, ed esistente nel-
portata la sede a Ferrara, o Fer- la regione Comacchiese. Di poi tal
rariola,che anco s' intitola, con po- monastero si rese celebre fra i pri-
co favorevole nome in vero, Mas- mi d' Italia per i tanti anacoreti
sa Babilonica. Tal bolla la citaro- benedettini che vi abitarono, per le
no in buona fede per vera diver- sue ricchezze, privilegi, giurisdizioni,
siPapi, mentre altri la tralasciaro- magnifiche fabbriche, e pitture;
no iucominciando da Alessandro III. pei fatti storici e miracolosi ivi ac-
Il Guarini, il Libanori, il Maresta e caduti, pel suo prezioso archivio, e
I' Ughellio giunsero a darci il cata- per le beneficenze di cui fu ricol-
logo di dodici vescovi di Voghen- mato dagli Estensi. All'anno io4o
za, edManini seguito
il da Fran- il Frizzi parla del vescovo Rolando
cesco Leopoldo Bertoldi ne' Vesco- e della cautela che usò in sotto-
vi ed arcivescovi di Ferrara, ivi scriversi senza inciampare nella pre-
1818, ne esibisce quindici. promossa dagli
tesa, forse fin d'allora
Le memorie certe de' vescovi di arcivescovi diRavenna, di avere a
Ferrara incominciano, come affer- suffraganeo anco il vescovo di Fer-
ma il tom. II, p. 2 4, da
Frizzi rara. Pasquale II con una bolla del
Costantino vescovo dell'858, avver- 1 106, diretta al vescovo Landolfo,
tendo, che non per questo la sede confermò i privilegi della chiesa di
vescovile di Ferrara non possa es- Ferrara, fra i quali si è presa la
sere di una molto più
istituzione più antica prova dell' immediata di-
antica ; ed in fatto, secondo quello pendenza di questo vescovato dal
che riporta il Manini, il primo ve- Papa, la quale fu confermata con
scovo di s. Giorgio traspadano sa- altre bolle dai romani Pontefici:
rebbe stato Marino che visse nel nella bolla di Pasquale II sono
607. Contemporanea è l'altra no- pure enumerati i fondi del patri-
tizia della fondazione del suburba- monio della chiesa di Ferrara. II

no monastero di s. Bartolomeo det- nominato Landolfo intervenne al


i
7 6 FER FER
primo concilio lateranense generale però supporre sbaglio, ove non o-
del Quattro anni dopo la
ii23. stante tali espressioni, il vescovato
edificazione dellanuova chiesa cat- di Ferrara si colloca dal primo
tedrale, rimanendo in mano di al- tra i suffraganei di Ravenna, e dal
cuni canonici, questa sede episcopale secondo sotto la metropoli di Mi-
venne in forma solenne assicurata lano. Imperciocché, quanto all'es-
dell'antico suo pregio d'indipen- sere egli sempre stato esente dal-
denza dall'arcivescovo di Ravenna, la soggezione di Ravenna, il mo-
e d'immediata soggezione alla Se- stra ciò che si è detto, e ciò che
de apostolica, per bolla d' Innocen- si quando parleremo del con-
dirà
zo li, data in Laterano a' 22 aprile cilio romano del 17^5; e quanto
Ti 39, sottoscritta da ventitre car- al non aver mai avuto dipenden-
dinali. E siccome Gualtieri arcive- za da Milano, il prova non tanto
scovo di Ravenna pretendeva con- la protesta che intorno a ciò fece
sagrare il successore di Landolfo in Roma nel i565 il vescovo di
defunto, che i ferraresi avevano do- Ferrai-a Rossetti contro le pretese
mandato al Papa, questi consagrò promosse da s. Carlo Rorromeo
in vescovo di Ferrara Griffone car- arcivescovo di Milano ,
quanto la
dinale del titolo di s. Pudenziana, espressione del Provinciale Eccle-
ed arciprete di s. Pietro. Mentre siarum della cancelleria aposto-
Amalo era vescovo di Ferrara, A- lica, ove si trova descritta la me-

lessandro III con bolla data inRe- tropoli di Milano co' suoi sulfraga-
nevento a' 18 aprile 1169, confer- nei sino al i56j, ma con queste
mò ai vescovo di Ferrara gli an- parole in fine: Placentinum Ferra-
tichi privilegi, diritti, e consuetu- riensem exemptos. Il terzo documen-
dini con vari ospitali, e vi si par- to contiene i diritti e proventi
la de' curati che il solo vescovo della Chiesa romana nel Ferrare-
avea diritto di deputare alle chie- se. Della giurisdizione del vescovo
se inferiori, e di rimuoverneli.Non di Ferrara, come de' beni che go-
avevano però queste chiese il bat- devano in Trecenta, Massa, Mela-
tistero, che solo stava nella cat- ra e Rovina, nel Comacchiese, nel
tedrale di s. Giorgio, e nella chie- Rolognese e nel Modenese, ne trat-
sa di s. Maria in Vado fin da ta medesimo Frizzi alle pag. 71,
il

quando fu destinata in sussidio del- 72, 109 e 2o3. Nel 1189 il Pa-
la cattedrale antica, la quale rima- pa Clemente III ad esempio di
neva oltre il Po a s. Giorgio, laon- cinque suoi predecessori, confermò
de anco al presente sole tali due a Stefano vescovo di Ferrara la
chiese hanno il fonte battesimale. dipendenza immediata di questa
In alcuni documenti, che il Friz- chiesa dai romani Pontefici, e tut-
zi riporta all'anno 1181, in uno ti gli altri suoi diritti e privilegi.
T
si dice che il vescovo di Ferrara j\ el tom. Ili, pag. 27 del Frizzi
è uno fra quelli che ad consecra- è riportata l' enumerazione delle
fionem Romani Pontificis speciali- chiese soggette in quel tempo ai
ter pettinati; in altro si pone il vescovi di Ferrara, oltre a quella
medesimo vescovo fra quelli sub dille città componenti la loro dio-
Romano Ponti/ice, qui non suiti in cesi, ed alcuni luoghi anche col-
alterius provincia comlìtuli. Risogna la giurisdizione temporale. A Ste-
,

FER FER 177


fimo verso l'anno 1190 successe Gregorio X nel 12 ^4 Tenne di-
Ugo o Uguccione pisano, eccellen- chiarato legato diLombardia nel :

te professore di giurispruden7a 1281 sostenne una fiera traversia,


nella quale ebbe a discepolo Gio. venendo privato del vescovato ma :

Lottarlo Conti poscia Innocenzo III, Martino IV a mezzo dell'arcidia-


il quale poi onorò molto e si ser- cono del capitolo il ripose nella
vì del suo maestro, presso il qua- sua sede, e ne cacciò l' intruso. Gli
le occorse che Azzolino Estense successe nel 1290 Federico de' con-
nel 1208 fosse creato in un al suo ti di s. Martino, e già vescovo di
erede signore perpetuo di Ferrara : Ivrea, il quale esaurì diverse delega-
fu benemerito anco per le previ- zioni pontificie per Bonifacio Vili,
denze da lui provocate contro gli che in di lui morte nel i3o3 gli
eretici patarini sive gazaros dimo- sostituìOttobono dal Carretto dei
ranti in Ferrara. Gli successe nel marchesi del Finale; ma avendo
vescovato Rolando, perchè il b. rinunciato prima del possesso, Be-
Giordano Forzate benedettino per nedetto XI nel i3o4 gli surrogò
umiltà non volle accettarlo. A Ro- fr. Guido dal Cappello de' conti di
lando alcuni storici fanno succeder Montebello di Vicenza, del suo an-
Gravadino o Gravendino nel 1236. tico ordine domenicano. Morì in
Il vescovo Filippo Fontana nobile Bologna per l'interdetto cui era
ferrarese o toscano fu il primo che stata condannata Ferrara, e nel-
venne a degli atti ostili contro Sa- l'anno stesso 1 332, in cui Giovan-
Iin"uerra li dominatore in Ferra- ni XXII gli avea dato per coa-
ra, e nel gennaio 1240 con gente diutore Guido di Filippo da Bai-
armala si portò ad occupare due i sio reggiano, già vescovo di Rimi-
castelli di Bergantino e di Ronde- ni. INel breve di elezione del Bai-

no: nel 1246 Innocenzo IV con ti- sio, dice il Papa al popolo e alla

tolo di legato lo inviò con ampie università o sia comune di Ferra-


facoltà e mollo denaro al nuovo ra a cui lo dirige, che essendo
re de' romani Enrico per sostener- morto in Bologna poco prima
lo, indi fu trasferito alla sede ar- Guido vescovo di questa chiesa im-
civescovile di Ravenna. INel 1252 mediatamente soggetta alla santa
fa eletto a succedergli Giovanni Sede, ed avendo lo stesso Pontefi-
Quirini dopo di
patrizio veneto, e ce in passato riservate a sé le provi-
lui nel 1258 divenne vescovo il giouidi tutti gli arcivescovati e ve-
b. Alberto Pandoni bresciano. Al- scovati delle terre spettanti alla Chie-
berto ebbe delegazioni apostoliche, sa romana per un tempo a suo be-
ed a' suoi tempi segui il principio neplacito, fissato però ad altri due
dello strepitoso processo contro il anni soltanto dalle calende di gen-
famoso eretico Pungilupo morì : naio dell'anno suo XIV, cioè del
con fama di santità, ond' è che il 1329 in avvenire, così, poiché du-
popolo intitolò lui beato, e vene- rante tale riserva era vacata la
rò le sue ossa, che or si conservano chiesa di Ferrara, né altri ch'egli
nella chiesa di s. Giorgio sotto slesso aveva diritto ìlio, vice di
all' altare della cappella al lato provvederla, vi trasferiva Guido ve-
dell'epistola dell'altare maggiore. scovo di Rimini, uomo di virtù e
Guglielmo vescovo di Ferrara da e meriti segnalati. Da questo do-
vol. xxiv. 12
i
7» FÉ II FER
cumento resta confermalo il dirit- Nella sede ferrarese Bonifacio
to che avevano i ferraresi di eleg- IX in detto anno vi pose Pietro
gere e nominare il proprio vescovo. Bojardi figlio di Selvatico signor
Il Baisio nell' aprile portò a Fer-
si di Rubiera, che lasciò per tal ca-
rara e vi fu ricevuto con grande gione quella di Modena, indi nel
onore: ancor egli abitò talvolta a 1 43o o 43 1 rinunziò questa di
1

Bologna, ove i vescovi di Ferrara Ferrara nelle mani di Martino V.


avevano propria abitazione . Mori 11 marchese Nicolò III^ e il popo-

nel i34g in Ferrara, e fu sepolto lo di Ferrara proposero tre sog-


nella cattedrale: Clemente VI gli getti per la successione, uno de' quali
sostituì Filippo d' Antella genti- fu s. Bernardino da Siena, che in
luomo fiorentino, cappellano pon- quel tempo erasi portato a predicare
tificio, e preposito della chiesa di in Ferrara, che costantemente per
Firenze, di cui fu eletto arcive- umiltà si rifiutò, e gli altri due non
scovo nell'anno i356. 11 vescovo furono accettati. Intanto Eugenio IV
di Como Bernardo il successe nel- avendo destinato Fantino Dandolo
lo stesso anno, cui verso il 1872 nobile veneto, canonista riputatis-
gli fu deputato in economo il car- simo e protonolario apostolico in

dinal Pietro di Stagno vescovo di legato in Bologna, il marchese gli

Ostia e camerlengo di santa Chie- raccomandò due persone pel ve-


sa. A Bernardo, Gregorio XI die scovato,mentre il legato per spon-
per successore nel 1377 Aldo- taneo consiglio propose al Papa il
brandino Estense figlio di Rinaldo, b. Giovanni da Tossi gnano d'Imo-
traslato dalla chiesa di Modena, ed la, della famiglia Tavelli, già reli-
ebbe lode di buon vescovo. Gli fu gioso gesuato, pel consiglio del qua-
dato da Urbano VI nel i3»2 in le vuoisi che Gregorio XII rinun-
successore 1111 secondo Guido da ziasse al triregno nel concilio di
Baisio reggiano, che già l'aveva Costanza. Trovavasi alla sua ele-
succeduto al vescovato di Modena. zione superiore del convento di s.
Vacata la sede di Ferrara il detto Girolamo de' gesuati in Ferrara
Papa vi prepose a pastore Tom- quando Nicolò III gliene recò l'av-
maso de' Marcapesei bolognese, ab- viso, e vi fu bisogno del comando
bate di Nonantola. Passato egli a del Papa acciò accettasse. Dopo a-
miglior vita, il marchese Alberto vere intrapresa la visita apostolica
Estense impetrò nel i3g3 il vesco- della diocesi , comprendendo in

vato per Nicolò Roberti suo co- essa con facoltà apostolica anche
gnato, giovinetto figlio di Cabrino, i regolari, e dopo avere celebrato
la cui consagrazione segui con pom- un sinodo diocesano , il Tavel-
pa e splendidezza straordinaria. li nell'anno 1 433 si portò al con-
-Nella congiura ordita nel i4oo con- cilio di Basilea. Ma vedendo che
tro il marchese Nicolò III d' Este il Papa disapprovava gli atti con-
si tenne per complice anche il ve- ciliari, avendo per otto mesi soste-

scovo Roberti, per cui con decreto nuta la causa di lui se ne partì.

apostolico restò privo della digni- Nel 1439 pel dispregio e calunnie
tà : l'Ughelli dice che nell'anno cui il Tavelli fu posto presso il

seguente ebbe un altro vescovato, popolo da un malvagio cappellano


.senza nominar quale. del marchese Nicolò III, se n' an-
FER FER 179
dò a Firenze da Eugenio IV, al ficili negoziazioni per la Sede apo-
quale l'Estense pentito di aver con- stolica con grande reputazione ,

tribuito a quella partenza ricorse quando Sisto IV nel i474 '° de-
per riaverlo. Ma il Papa assai ri- stinava governatore di Perugia mo-
sentito rimproverò lui e i ferraresi ri in Monte Oliveto ; indi per cu-
come indegni di avere un si lu- ra de' suoi fratelli venne
il suo cor-

minoso specchio della militante Chie- po trasferito Ferrara e ripo-


in ,

sa, e protestò di volerlo serba- sto nella chiesa suburbana di sau


re qual prezioso monile presso Giorgio, essendo scultore del ma-
di sé nel tesoro della religione. gnifico mausoleo Ambrogio da Mi-
Allora il marchese andò a Firenze, lano.
e gli riuscì di ricondurre il vesco- Sisto IV destinò immediatamen-
vo al du-
suo gregge, ciò che altri te questo vescovato al suo nipote
bitano per l'apologia sublime, che Bartolomeo della Rovere savonese
dopo la morte del vescovo trovos- francescano, e patriarca di Gerusa-
si nel saccone di paglia ove dor- lemme, o d'Antiochia: morì in Bo-
miva. Il b. Giovanni fu presente logna nel i494> e d il suo corpo
al concilio generale che Eugenio fu trasportato in s. Giorgio fuori
IV celebrò in Ferrara, e dipoi a- di Ferrara. I libri corali scritti iu
gli 8 luglio i446 terminò la sua pergamena e miniati che si con-
esemplarissima vita, e fu sepolto servano nella cattedrale furono o-
nella detta chiesa di s. Girolamo. perali in gran parte mentre questi
Ebbe tosto dal popolo il titolo di reggeva la chiesa di Ferrara. Il

beato, ed suo culto sempre fu


il Zaccaria non ebbe difficoltà di an-
continuato. In suo luogo fu posto teporli ai tanto rinomali di Sie-
Francesco dal Legname canonico na. Km è vero che tali corali sie-
e gentiluomo di Padova, e came- no dono del cardinal della Rove-
riere segreto di Eugenio IV; reci- rella ; ma che furono eseguiti a
i tò 1' orazione funebre pel marche- spese del capitolo di Ferrara, lo
se Leonello d' Este, ma o per vo- dimostrano le ricevute che esistono
lersi impacciar nelle cose del go- nell'archivio capitolare, le quali fra
verno, o per la questione de' pesi non molto saranno pubblicate colla
pubblici, Borso dEste lo condusse slampa e con annotazioni artisti-
seco in castello per metterlo in che. Il duca Alfonso I bramava
salvo da ogni insulto, onde il Pa- che il pingue benefizio fosse con-
pa Calisto III lo rimosse, trasferen- ferito al figlio, cardinal Ippolito I,

dolo alle chiese di Feltre e Bel- ma il Papa Alessandro \ l lo con-


luno. Dopo due anni di sede va- ferì al cardinal Giovanni Borgia
cante, Pio II conferì questa chie- suo nipote nel i49"7s e questi mai
sa nel 1460 a Lorenzo Roverelli comparve in Ferrara sotto di lui :

ferrarese oriundo di Rovigo, cano- alcuni scrissero che Alessandro A I


nico di Ferrara, datario e mediro concesse a' ferraresi 1' indulto pei
del Papa, il perchè stette qua-i latticini nelle vigilie di tutto fan-
sempre a lui appresso, e sostenne no in perpetuo. Pio 111 nel 1 5o3
negativamente la questione di rei- conferì il vescovato al cardinal Ip-
terare V Estrema Unzione [Vedi). polito d Este, che Alessandro \ I

Impiegato questo vescovo in dif- uvea già destinato amministratore


6

i8o FER FER


perpetuo del vescovato di Ferrara Roma a giustificarsi ; ne riuscì
in spirituale e temporale , e nel- trionfalmente innocente, per cui
l'assenza delduca Alfonso I fece Gregorio XIII lo dichiarò prelato
in Ferrara le sue veci, e mori nel domestico, lo che confermò Sisto
i5io. Qui noteremo che alle bio- V. Ciò non ostante la sua grave
grafie dei cardinali sono riportate età, e le sofferte tribolazioni gli
quelle de' cardinali vescovi di Fer- resero necessario un coadiutore:
rara , de' cardinali Estensi , e dei questi duca Alfonso II procurò
il

cardinali ferraresi. Leone X gli die che fr. Francesco Panigarola


fosse
in successore il proprio nipote car- nobile milanese minore osservante,
dinal Giovanni Salviati, non atten- e predicatore di tanto merito nel-
dendo alle istanze fattegli dal du- la conversione degli eretici, che fu

ca in favore del cardinal Ippolito stimato un prodigio. Sisto V lo


II d'Este, quindi lasciò di vivere consagrò vescovo di Nicopoli in par-
nel i553. Gli successe il cardinal tibus iiifidelium. Il cardinal Luigi
Luigi d'Este, con pubbliche feste gli assegnò una pensione, il duca
in tutte le chiese, che durarono lo provvide di sagri arredi, e di
tre giorni: per ragione però della mobili, e pensava di procurargli
sua incapace età, Giulio III gli de- il cardinalato, quando caduto di
putò due amministratori, nell' ec- sua grazia fu improvvisamente esi-

clesiastico il Rossetti vescovo di liato da tutti gli stati Estensi a'

Comacchio, e nel temporale il con- novembre i586; forse per aver


te Nicolò Estense Tassoni, e nel mosso secreto trattato col cardinal
terminar del i586 terminarono de' Medici per succedere al Leoni
pure i suoi gloriosi giorni : ma si- nel vescovato : il duca probabil-
no dal i563 eragli succeduto il mente avea egual intenzione ma ,

detto Alfonso Rossetti, il quale con voleva, che da lui si riconoscesse


fama di ottimo pastore morì nel il benefizio. Nel i5o,o il duca pro-

1^77, con riserva dell'annua pen- curò coadiutore al Leoni , e suc-


sione di scudi seimila al cardinal cessore con titolo in parlìbus di
Luigi: peso cui soggiacque il suc- vescovo di Sicopoli,Giovanni da
cessore Paolo Leoni nobile pado- Villa Fontana del Modenese, già
vano, arciprete di Carpi, ed auto- vicario della badia di Nonantola
re stimabile di opera legale stam- per s. Carlo Borromeo, suo vica-
pala. Due proteste d'indipendenza rio generale in Milano e cano- ,

dalla sede di Ravenna abbiamo s\ nico di quella metropolitana , e


del Rossetti, che del Leoni. Egli poco dopo morì il Leoni a' 7
impose a' i4 dicembre i583 la agosto.
berretta cardinalizia nella catte- Nel 1
597 essendo morto Alfon-
drale al celebre ferrarese cardinal so li duca di Ferrara, il suo cu-
Canano. Questo buon pastore in gino d. Cesare si portò al duomo
esecuzione del concilio Trento di ove fu benedetto dal vescovo Gio-
fondò nel 1 584 nell'antico moni- vanni Fontana, indi questi trovossi
stero e spedale di s. Giustina il alla ricupera che la santa Sede fe-
seminario pei chierici. Alcune ca- ce della provincia ferrarese, e rice-
lunnie tutlavolta il costrinsero nel vette Clemente Vili in Ferrara.
i583 e nel 1 586 a portarsi in Morì questo vescovo a* 5 luglio
,, 1

FER FER 181


16 il nella villa di Contrapò; il Iasione d'immunità ecclesiastica nel-
suo governo non fu placido, né la chiesa di s. Marco di Fossano-
gradito per eccessivo rigore; pub- va ; l'altra toccava la giurisdizio-
blicò nel i5gi un sinodo, che an- ne, che al giudice de' savi conce-
dò poi corretto, come lesivo de' di- deva lo statuto di Ferrara sopra
ritti del clero. Ad onta delle sue gli ebrei. Nel i636 intraprese pel
stravaganze viene lodato come ge- primo la riedificazione della catte-
neroso co' poveri, pio, vigilante, ed drale, che per l'antichità di cinque
infaticabile.Instituì le due preben- secoli si trovava in istato minac-
de canonicali nella cattedrale pel ,
cevole ; ma non ne rifece che il
teologo e pel penitenziere; e l'al- presbiterio, perchè a' 19 settem-
tare de' ss. Ambrogio e Geminia- bre 1637 passò all'altra vita, ed
no nel duomo, nel quale la pala Urbano Vili lo fece succedere dal
dipinta dal celebre ferrarese Scar- di lui nipote Francesco Maria Mac-
sellino, serba nel secondo di quei chiavelli fiorentino nel i638, com-
due santi l' effigie del fondatore. mendevole per l'elevatezza d'ingegno
Restaurò questa ed altre chiese, e pietà singolare con cui aveva eser-
restituì a tutte la decenza, e fu citato l'uditorato di rota, e la nun-
il suo cadavere posto nel sepolcro, ziatura di Colonia. Indi a' iG dicem-
che si era vivente fino dal 1608 bre 1641 il Papa lo creò cardinale,
preparato a pie del riferito altare. e morì giovane in Ferrara a' 2
Nel 1 61 1 Paolo V conferì il ve- novembre i653, con lode di zelante
scovato al cardinal Gio. Battista pastore, amabile e cortese. Dopo
Leni romano suo nipote ; nel se- una lunga sede vacante, Alessan-
guente anno si portò a Ferrara dro VII fece vescovo di sua pa-
visitò la diocesi, tenne un sinodo, tria il cardinal Carlo Pio di Sa-
e nell'ottobre fece ritorno in Ro- voia. Qui noteremo che la casa Pio
ma, movendo grave lite a' cittadini aggiunse al coguome quello di Sa-
ch'erano stati investiti delle deci- voia, dopo che Alberto Pio de' si-
me ecclesiastiche, per cui introitò gnori di Carpi, che fiorì alla me-
ventimila ducati di camera per tà del secolo XV
e nel i-i^o, P ei
"

l'accordo fatto nel 1619. Fu qua- meriti militari lo riportò in dono dal
si sempre assente dalla diocesi duca di Savoia Luigi, conservato
nel 1625 inviò a Ferrara ad eser- poi ne' suoi posteri. Fu consagra-
citare le funzioni pastorali il ca- to il 5 settembre i655 nella cat-
maldolese Lodovico Pasolini di Ra- tedrale dal cardinal legato Gio.
venna, e vescovo di Segni, coll'an- Battista Spada, e dai vescovi di
nua provvisione di ottocento scu- Mautova e Comacchio fu buon :

di: il Leni mori in Roma nel dì vescovo, amante della patria, e ge-
7 di novembre 1627, e venne se- neroso protettore de' letterati ; ma
polto nella basilica lateranense. Per fatto protettore dell'impero, nel
di lui morte Urbano Vili nel 1628 1662 rinunziò la sede e si ritirò
conferì il vescovato al cardinal Lo- in Roma, ove morì decano del sa-
renzo Magalotti fiorentino, fratello gro collegio nel 1689. Alessandro
di sua cognata Costanza. Non solo VII gli sostituì il cardinal Stefano
col legato, ma col magistrato ebbe Donghi patrizio genovese, già le-
controversie :
1' una fu per la vio- gato di Ferrara, e vescovo d'Imo-
ift FFR FER
la, che morì in Roma nel 16G9, di naie ricorrendo a Benedetto XIII,
ov' erasi portato pel conclave. il «piale in Roma avea aperto il

Clemente IX fece vescovo il car- concilio provinciale, ad esso com-


dinal Carlo Cerri romano, che noti mise questa causa. Il concilio delegò

si recò Ferrara che nel 1673


a una particola!- congregazione, che
dopo aver compita la legazione di a'2 1 maggio coll'approvazione del
Urbino: portatosi in Roma pel con- Papa, decise che la chiesa di Ferrara
clave, vi mori a' i5 maggio 1690, era immune da qualunque metropo-
per cui Alessandro Vili assegnò litica soggezione, e che dipendeva
novemila scudi cioè la metà Hi
, immediatamente dal sommo Pon-
questa mensa, per provvista del suo tefice. Tuttavolta nel seguente pon-
nipote cardinal Pietro Ottoboni, da tificatodi Clemente XII tentando

ciò nacque che rifiutò il vescovato monsignor Crispi arcivescovo di Ra-


il cardinal Marcello Durazzo quan- venna di rimettere in piedi la già
do gli fu offerto , e rimase Ferra- decisa lite intorno alle pretensioni
ra sei anni senza pastore. Inno- sue sul jus metropolitico sopra il

cenzo XII nel 1696 lo conferì al vescovato di Ferrara , il cardinal


cardinal Domenico Tarugi nato in Ruffo a mettersi al sicuro per sem-
Ferrara: co' primi saggi che diede pre, impetrò da Clemente XII la
fece sperare vigilante ed esemplar amplissima bolla, Paterna, data ai
governo, quando la morte il rapì 27 1735, Bull. Rom., tom.
luglio
a' 27 febbraio del medesimo anno. XIV, 38, colla quale egli ed
pag.
A' 1.5 gennaio 1697 Innocenzo Xll i suoi successori vennero innalza-
nominò vescovo Fabrizio Paolucci ti al grado arcivescovile, in con-

di 22 luglio creò car-


Forlì, che a' siderazione che allora la diocesi
dinale; ma
1701 rinunziò la
nel in cento parrocchie abbracciava
sede a Clemente XI che lo nominò centomila anime, e la rendita an-
segretario di stato , ed in vece gli nua della mensa ascendeva a quat-
nominò in successore il cardinal tordicimila scudi. Non è a tacersi,
Taddeo Luigi dal Verme piacenti- che fin dal tempo di Gregorio XIII,
no, già ottimo vescovo di Fano e e di Sisto V aveva chiesto Io stes-
d' Imola. Si mostrò uno de' più de- so il duca Alfonso II, ed era anche
gni pastori, che reggessero la chie- riuscito di conseguirlo , ma forse
sa di Ferrara, e mori agli 1 1 gen- perchè si voleva di più levare alla
naio 17 17. Da detto Papa gli fu chiesa di Ravenna suoi suffraga-
i

surrogato il cardinal Tommaso Ruf- nei di Modena Reggio e Comac-


,

fo napoletano ,
già legato di Fer- chio, colla chiesa di Carpi, rimase
rara. Sotto di lui si estinse nel la cosa senza esecuzione : il cardi-
1725 la gran lite tante volte su- nal Ruffo però fu contento del so-
scitata dagli arcivescovi di Raven- lo titolo e grado senza suffraganei,
na contro i vescovi di Ferrara, per e l'ottenne. Volendo il cardinal ri-

la pretesa degli uni , che la sede tirarsi in Roma nel 1738 rinun-
di Ferrara fosse suffraganea a quel- ziò l'arcivescovato a Clemente XII,
la di Ravenna, e degli altri, che contentandosi di una pensione di
fosse immediatamente soggetta alla quattromila scudi, e della nomina
Sede apostolica, il perchè erano na- ai benefizi , dopo aver trasferito il

ti diversi inconvenienti. Ma il car- seminario al palazzo di Borgo nuo-


FER Fi^R iS3
vo, fornito di ulteriori entrate, ac- colle femmine, con pie e benefiche
crescendo i maestri e gli alunni, e istituzioni. Questi morì nel 1 74^

facendo del luogo di s. Giustina, lasciando opinione di santità sin-

o v'era il seminario, un conservato- golare. Un altro ferrarese gli die-


rio di zitelle. Niuno seppe meglio de il Papa per successore in Gi-
regolare gli ecclesiastici, e scegliere rolamo conte Crispi, già arcidiaco-
i parrochi più del cardinal Ruffo: no ed arciprete della cattedrale,
non vi fu quasi chiesa che non arcivescovo di Ravenna, e patriarca
fosse da lui riparata, e provvedu- in parlibus di Alessandria, quello
ta del bisognevole. Nella villa di istesso che avea mosso la gran lite
Voghenza innalzò una nuova abi- sulla soggezione di Ferrara a Ra-
tazione per suo uso e dei succes- venna. Con attività straordinaria
sori; rinnovò il grandioso episcopio egli governò questa sua nuova chie-
di Ferrara e ridusse a miglior, sa, e molte sagre funzioni v'intro-
forma quello episcopale di Sabbion- dusse; ed a suo intuito molli cor-
cello.Siccome poi il cardinal Dal e regolari, alcune u-
pi ecclesiastici
Verme aveva lasciato incompleto niversità delle arti, il magistrato
per due delle tre parti il gran tem- della città, ed altri assunsero la spesa
pio cattedrale, egli lo perfezionò per abbellire la metropolitana con
e lo consagrò nel 1728 a' i5 set- trentasei statue, parte di gesso, par-
tembre, giorno anniversario di sua te di marmo.
nascita morendo vescovo d' Ostia
; A proprie spese fece i due belli

e Velletri, e decano del sagro col- angeli che sostengono i pili dell'ac-

legio nel 1753, lasciando in legato qua benedetta: la morte gli im-
preziosi arredi a questa sua anti- pedi 1' esecuzione di altri lodevoli
ca chiesa. divisamene operando alcuni can-
,

Clemente XII gli die un succes- giamenti nelle parrocchie sia nel
sore, il quale se non fu magnifico numero, che nei confini. Lasciò di
perchè non era ricco, divenne pe- vivere a'24 luglio 1 7 4^> dichiaran-
rò luminoso esempio d'ogni episco- do erede la cattedrale, che perciò
pale virtù, qual si fu il cardinal ebbe molte sagre preziose suppellet-
Raniero d'Elei sanese. Mentre go- ed insigni reliquie. Le sue deci-
tili,

vernava questa metropolitana, nel sioni rotali, e le sue opere, massi-


1740 fu eletto Benedetto XIV, ed me l'ascetiche, provano la sua pie-
a questi il cardinale la rinunziò tà e coltura . Fu da Benedetto
trovandosi mancante di mezzi per XIV tolto dalla legazione di Fer-
soccorrere i poveri , e di premiar ra, e trasportato a' 22 agosto a
co'benefizi i degni ecclesiastici, per questo seggio arcivescovile il car-
le riserve fattesi dal cardinal Ruf- dinal Marcello Crescenzi romano,
fo ; ma il Papa in compenso lo il quale figurò meglio nel governo

fece legato, conferendo l'arcivesco- ecclesiastico, che nel legatizio. Ai


vato al ferrarese p. Bonaventura 24 agosto 1768, egli pagò l'uma-
Barberini cappuccino, di cui par- no tributo, avendo amato tenera-
lammo superiormente , ed ambe- mente ferraresi, che sovvenne lar-
i

due fecero a gara per beneficar la gamente con limosi ne: molte chiese
diocesi e la provincia, massime il pur soccorse, altre innalzò di nuo-
legato coi maschi, e l'arcivescovo vo. Assiduo nelle sagre fuuzioni,
i84 FER FER
come negli esercizi di pietà, mo- cessero i seguenti arcivescovi. Pio
desto , esemplare , ameno , disin- VII nel concistoro de' 24 agosto
volto, tutto a tutti fu assai pianto. 1807 fece arci vescovo Paolo Pa-
Clemente XIII che l'amava, volle trizio Fava Ghislieri di Bologna
clic colla mensa si pagassero suoi i nato in Piacenza; ed in quello dei
debiti. Clemente XIV tolse la ve- io marzo 1823 il cardinal Carlo
dovanza a questa chiesa dandogli Odescalchi romano, che rinunzian-
a' i5 marzo 1773 in pastore il do porpora morì santamente
alla
cardinale Bernardino Giraud romano, nella compagnia di Gesù. Leone
la qual seconda dignità però fu pub- XII in luogo dell' Odescalchi, che
blicata nel concistoro de' 19 apri- bramò ritornare in Roma, nel con-
le. Non inclinato alle cure pasto- cistoro de'3 luglio 1826 prepose
vi

rali, poco stette in Ferrara, ed e- a pastore il suo elemosiniere Filip-


letto nel 1775 Pio VI lo ritenne po Filonardi romano, arcivescovo
nel palazzo apostolico per pro-udi- di Atene, uomo veramente aposto-
tore. Bramando egli rinunziar la lico;ed in sua morte il regnante
sede, ingenuamente confessò il suo Papa Gregorio XVI nel concisto-
carattere non pienamente unifor- ro de'23 giugno i834, dal titolo
mato ai rigidi doveri dell' episco- arcivescovile di Berito, trasferì a
pato, il perchè Pio VI a' 17 feb- questa metropolitana Gabriele della
braio 1777 preconizzò arcivescovo Genga Sermattei di Assisi, degno
Alessandro Maltei romano, ammi- nipote di Leone XII che dipoi ,

rato per l' illibatezza de' costumi, nel primo febbraio 836 esaltò al 1

pel suo contegno tutto pio ed ec- cardinalato. Alcun tempo funse e-
clesiastico; laonde meritò di esse- gregiamente anche l'uffìzio di le-
re creato, e riservato in petto car- gato, e nel concistoro de'3o genna-
dinale nel 1779- Quindi allorquan- io i843 ebbe meritamente a suc-
do nel 1782 Pio VI onorò di sua cessore nell'arcivescovato l'odierno
presenza Ferrara, il pubblicò car- pio, dotto e zelante pastore il cardi-
dinale al modo narrato, converten- nale Ignazio Giovanni Cadolini di
do perciò la sagrestia della catte- Cremona, che nella cappella segreta
drale in aula concistoriale. Sotto il pontifìcia del palazzo vaticano, ri-

suo vescovato accaddero quelle tri- cevette il sagro pallio dalle mani
ste vicende politiche, le quali sog- del sommo
Pontefice. Antonio Li-
gettarono il Ferrarese al dominio banori ha dato nella parte li
ci

straniero, che ricordammo di sopra. della sua Ferrara d'oro imbrunito


Nel concordato conchiuso tra Pio le vite e gli elogi di tulli i vesco-
VII e la repubblica italiana, ven- vi della s. Chiesa di Ferrara, s la ti 1
-

ne stabilito che le chiese vescovili paté ivi Lorenzo Ba-


nel 1667.
di Mantova, di Comacchio, di A- roni, Serie de'vescovi ed arcivesco-
dria, e di Verona dalla parte del- vi di Ferrara, ivi 1781, continua-
la repubblica italiana saranno suffra- ta dalle Notizie di Roma. V. l'U-
ganee dell'arcivescovato di Ferra- ghelli, Italia sacra tomo II, pag.
ra ; ma collo scioglimento del re- 5i3 e seg., ed ilManini nel Com-
gno italico, Ferrara senza
restò pendio della storia sagra e poli-
Btiflraganei come prima. Al cardi- tica di Ferrara.
nal Mattei degnissimo pastore sue- Dagli annuali Diari ferraresi si
FER FER i85
apprendono veridiche ed erudite me appresso. Le monache agosti-
notizie del governo secolare ed ec- niane dei monisteri di s. Vito di ,

clesiastico città e ducato,


della s. Agostino, e di Lucia
s le be- ,

principalmente su quanto andiamo nedettine in s. Antonio abbate, ed


ad accennare della sola città di in s. Silvestro; le canonichesse la»
Ferrara. Oltre tutto ciò che riguar- teranensi in delle Grazie;
s. Maria
da il capitolo e il clero secolare, le cappuccine in s. Chiara; le car-
parla degli agostiniani della con- melitane in s. Gabriele le carme- ;

gregazione di Lomhardia in s. Au- litane scalze in s. Teresa; le do-


drea; degli agostiniani scalzi di s. menicane in s. Caterina da Siena,
Giuseppe; dei benedettini cassinesi in s. Monica, in s. Caterina marti-
in s. Benedetto; dei canonici rego- re, ed in s. B.occo; le filippine di
lati lateranensi in s. Gio. Battista; s. Orsola; le s. Ber-
francescane in
dei canonici regolari di s. Salvato- nardino, in Guglielmo, in s. Ma-
s.

re in Ferrara, in s. Maria in Va- ria Maddalena, e del Corpus Do-


do; dei cisterciensi ne' borghi ins. mini', le servite di Cabianca in s.

Bartolo; dei certosini in s. Cristo- Maria Concetta; oltre le terziarie


foro; dei carmelitani della con- francescane, conventuali, e servite.
gregazione di Mantova in s. Paolo; Ecco poi il numero de' conserva-
dei carmelitani scalzi in s. Girola- torii secondo il citato Diario, sen-
mo; dei cappuccini in s. Maurelio; za enumerar quelli del ducato. Il

dei domenicani in s. Maria degli conservatorio di s. Agnese, di s.

Angeli; dei domenicani di stretta Apollinare , di s. Barbara, di s.

osservanza in s. Domenico; dei Giustina, di s. Margherita, e di s.

francescani minori conventuali in Maria della Rosa. Gli ospedali che


s. Francesco ; dei francescani mi- ivi sono registrati, hanno la deno-
nori osservanti in s. Spirito; dei minazione di s. Anna, de' Battuti
francescani del terzo ordine in s. Bianchi, de' Mendicanti, degli Oria"
Apollonia; dei minimi di Fran-
s. ni, degli Esposti, delle povere ve-
cesco di Paola in s. Croce; dei dove, de' pellegrini, e l'ospedaletto
fdippini in s. Stefano; dei giro- di s. Lazzaro. Numeroso è il re-
lauiini del b. Pietro da Pisa in s. gistro delle confraternite, onde ci
Maria della Bosa; dei ministri de- limiteremo a ricordar quelle della
gli infermi, o crociferi della Ma- morte, e delle scuole cristiane. I
donnina; dei missionari di s. Vin- pii luoghi che leggonsi nel Diario,
cenzo de Paolis alla missione; de- sono la casa de' catecumeni, 1 ope-
gli Olivetani in s. Francesca ; degli ra pia della dottrina cristiana, le

Olivetani de' borghi in s. Giorgio; limosine dotali, il reclusorio di s.

de' serviti in s. Maria; de'soma- Maria del Soccorso, e 1' opera pia
sclii in s. Nicolò; dei teatini in de' carcerati. Nel novero delle con-
s. Maria della pietà; de' frati del- gregazioni sono a ricordarsi quelle
la penitenza di Gesù. Nazareno in dell' ahbondanza, la criminale, quel-
s. Croce; de' fratelli francesi delle la dei pupilli, quella sulle strade,
scuole cristiane, e de' gesuiti nella quella della sanità, e quella dei
loro chiesa e collegio. Le mona- lavorieri. Nella categoria de' colle-
che e i monisteri di Ferrara, nel gi, oltre le arti collegiali di Fer-
Diario ferrarese sono noverali co- rara, noteremo i collegi degli avvo-
i86 FER FER
cuti, de' dottori, de' teologi, de'dot- La chiesa cattedrale e metropo-
tori di jus canonico civile, di fi- litana, alla santa Sede immediata-
losofia e medicina, de'procuratori, e mente soggetta, è dedicata a Dio
de' notari. Oltre il tribunal della sotto l' invocazione dei ss. Giorgio
inquisizione, della rota, ed altri, e Ma urei io martiri, i quali come
eiavi quello di segnatura, del qua- dicemmo sono pure i patroni del-
le ecco ciò che si legge nel Diario la ed a quanto pur si disse
città,
ferrarese. Ha la città e il duca- sul magnifico
ed ottimo edifìzio
to di Ferrara due tribunali egual- nulla aggiungiamo per brevità. Il
mente supremi, e fra loro indipen- capitolo si compone di tre digni-
denti, di segnatura di giustizia col- tà, la maggiore delle quali è l'ar-

le identifìcbe facoltà della segna- ciprete, di tredici canonici colle


tura di Roma. Presiede all'uno il prebende del teologo e del peni-
forma pubblica,
cardinal legato in tenziere, di vent' otto beneficiati, dì
avendo a destra monsignor vicele- nove mansionari!, compreso il mae-
gato, ed il pretore della rota, ed stro di cerimonie, e di altri preti
a sinistra l'uditore di camera. Pre- e cheriei addetti all' udiziatura. Nel
siede all'altro monsignor vicelegato Diario ferrarese sono registrate 1^

in mantelletta, cui assiste a sini- dignità dell'arciprete, del preposito,


stra il suo uditore di camera. Vi dell'arcidiacono, del primi cero, del
si propongono dai procuratori di custode, del tesoriere, e del decano.
collegio coli' ordine di anzianità le Sette erano i canonici dell' ordine
cause che decidonsi da chi vi pre- presbiterale compreso il penitenzie-
siede. Conosce questo supremo tri- re: tre i canonici dell'ordine dia-
bunale non il merito delle cause, conale ; e quattro i canonici dell'or-
ma il solo ordine giudiziario, per dine suddiaconale, oltre i canoni-
circoscrivere gli atti nulli, purgar ci coadiutori e i soprannumerari. I

gli attentati, rigettar le appellazio- raansionarii, quattro sono registra-


ni, commettere le cause. È bensì ti del primo ordine, due del se-
giudice sul merito per i privilegia- condo, ed altrettanti del terzo o
ti che sono compresi nella /. Unic. suddiaconale; il collegio de'benefi-
cod. Quando I/nper. se variano a ciati era composto di quarantasei-
questo tribunale ; come lo è bene te individui, oltre tre maestri di
anche de' curiali nelle cause passive, cerimonie. La cura d' anime an-
in forza della nota bolla di Euge- nessa alla cattedrale si esercita dal-
nio IV. I giorni ne' quali si tene- l' arciprete, assistito da due cappel-
va questo tribunale erano descrit- lani curati a sua elezione. Ivi è il

ti mede-
nel calendario curiale del fonte battesimale, varie insigni re-
simo Diario ferrarese, eh' ebbe fi- lique, e corpi santi. L'episcopio è
ne col secolo passato, come pure prossimo alla metropolitana , ed è
lo ebbero la maggior parte delle un ampio e conveniente edifìzio.
cose in esso registrate. Finalmente Nella città oltre la cattedrale, so-
nel Diario si leggeva la nota del- novi altre otto chiese parrocchiali,
le famiglie Ferrara , il
nobili di in una delle quali soltanto vi è il

consiglio il novero
centumvirale, battisterio, come già si disse. Al
dei giudici, e delle milizie del Fer- presente cinque sono i monisteri e
i arese come del presidio della città. conventi dei religiosi, cioè di San*
,

FER FER 187


to Spirito de' minori osservanti, di da nobile e vetusta famiglia.
o Re-
s. Maurelio de' cappuccini, di s. catosi a Roma nella sua gioventù,
Giuseppe degli agostiniani scalzi, di si applicò allo studio della legge
s. Domenico dell'ordine de' predi- e fu ammesso alla corte del cardi-
catori, di f . Girolamo de' carmeli- nale Rodrigo Borgia, pel qual mez-
tani scalzi. I padri della compagnia zo ottenne alcuni benefizi ecclesia-
di Gesù hanno casa professa con stici e un canonicato nella catte-
scuole, e i signori della missione drale di Bologna. In seguito ritor-
conservano un vasto fabbricato. E nato in Roma, si occupò negli uf-
sei i monisteri di monache, che fici di cancelleria , in qualità di
sono di sant' Antonio abbate, be- scrittore e sollecitatore delle lette-
nedettine cassinesi ; di s. Vito, mo- re apostoliche, e da questo impie-
nistero di agostiniane ; del Corpus go fu eletto uno de' dodici abbre-
Domini, monache Clarisse; di s. viatori. Esaltato al soglio pontifi-
Chiara cappuccine; di s. Maria dei cio il Borgia col nome di Ales-
Servi le orsoline; di s. Teresa le sandro VI , Ferrari fu nominato
carmelitane scalze. Avvi un picco- datario, reggente della cancelleria,
lo monastero delle terziarie, dirette e nel i497 "vescovo di Modena. Lo
dai minori osservanti: mentre i stesso Pontefice a' 28 settembre
conservatorii sono quelli pei maschi i5oo lo creò cardinale di s. Gri-
de' mendicanti, e dei trovatelli ;
per sogono, e nel 1D01 arcivescovo di
le femmine quelli di s. Giustina, di Capua. Mori di veleno propinatogli
s. Barbara, di s. Apollinare, di s. dal suo cameriere Pinzoni l'anno
Pietro delle mendicanti, di s. Cri- 1002, e dalla basilica vaticana fu-
stoforo delle bastardine, di s. Ma- rono le di lui ossa trasferite nella
ria della Consolazione per le peni- cattedrale di Modena. Scrive il Car-
tenti, e di s. Margherita da Cor- della, che il duca Valentino, della
tona per le puerpere. Vi è una cui rapacità era stato fautore, fosse
casa di catecumeni, e due ospeda- il principale movente della di lui
letti per dodici povere vedove im- morte, invogliato dalla somma di
potenti. Il collegio delle zitelle con ottanta e più mila scudi d'oro, che
educandato presso s. Maria della tenea presso di sé. L' eredità fu ap-
Rosa, è diretto dalla marchesa Gi- plicata al fisco, senza attendersi ai
nevra Canonici. Oltre a ciò vi so- reclami di suo fratello, a cui per
no altri pii stabilimenti, sodalizi ,
compenso fu dato il vescovato di
ospedali, monte di pietà, seminario Modena. Quantunque si possa lo-
con alunni ec. Ampia è la diocesi, dare la esattezza di questo por-
contenente ottantaquattro parroc- porato nel disunpegnare le sue man-
chie. La mensa ad ogni nuovo ar- sioni ,
pure non si può esentarlo
civescovo è tassata ne' libri della dalla taccia di avarizia , cosa che
cancelleria apostolica in fiorini mil- gli mosse contro persino la collera
le e trecento ,
proporzionatamente di Alessandro VI.
alle rendite. FERRARI Tommaso Maria, Car-
FERRARI o FERRERI Gio- dinale. Tommaso Maria, nel batte-
vani Bvttista, Cardinale. Gio- simo nominato Pieragostino Ferra-
vanni Battila Ferrari o Ferreri ri, nacque nel 1647 da mediocre
nacque in Modena l'anno i/pi, famiglia in Casalnuovo , presso O-
,

188 FER FER


tranto. Spiegò sino dalla gioventù cardinale, gli accordò tutta la sup-
i più. fervorosi sentimenti di reli- pellettile del suo antecessore, e sup-
gione, in età di quindici anni sol- plì ancora alle spese. Nel tempo
tanto vestì l'abito di s. Domenico. stesso ebbe il Ferrari commissione
Egli principiava la sua carriera di supplire alle veci di predicatore
quando, rapiti a' viventi due suoi apostolico, e in tale occasione con-
fratelli, venne fortemente tentato a ferì la laurea di teologia all' im-
lasciare la religione; ma inaltera- mortale Prospero Lambertini, del-
bile nel fermato proposito, rinun- la qual cosa quel grande uomo ne
ziò ben di voglia a quanto se gli Iacea spesso menzione, aggiungendo
promettea di agi e di ricchezze. le più distinte laudi alla somma
Compiuti con somma riputazione i di lui dottrina. Innocenzo XII, assun-
suoi studi , fu mandato in Roma : al soglio pontificale, a' 12 dicembre
ivi il generale dell'ordine, il p. 1 6g5 lo creò prete cardinale del ti-

Roccaberti lo sottopose a rigidissi- tolo Clemente, prefetto della


di s.

mo esame, e conobbe tosto la pro- congregazione dell' indice, protettore


fondità della dottrina che possedea, de' ministri degl'infermi; lo ascris-
specialmente in riguardo alla iSb/;i- se ancora alle altre primarie con-
ìiia di s. Tommaso. Lo spedì per- gregazioni, e gli fece un dono del-
tanto nel convento di s. Tommaso la argenteria di cui se ne serviva
di Napoli, dove per alcuni anni in- prima del pontificato. La vita del
segnò le filosofiche facoltà , e nel novello cardinale, non fu però can-
1677, dopo una
di aver sostenuta giata per sì eccelse dignità. Egli
pubblica conclusione ebbe laurea, celebrava la messa ogni giorno e
di dottore , e fu annoveralo fra i con grande commozione di affetti;
maestri della sua religione. Nell'an- ogni mese amministrava la comu-
no poi i685 venne destinato in Bo- nione a' suoi familiari, e il giorno
logna qual lettore di teologia. Men- prima li chiamava tutti a sé per
tre però con plauso universale cuo- istruirli de' loro doveri di religio-
pria quella cattedra , non cessava ne ; la sera, dopo la recita del ro-
dallo esercitarsi nelle virtù proprie sarioj impartiva loro la benedizio-
del religioso, non uscendo di casa ne, e poi li rimandava alle proprie
che stretto dalla necessità, ed osser- case. suo letto era quello di un
11

vando sempre un rigoroso silenzio. rigido penitente, la sua veste di la-


11 legato d'allora il cardinal Pigriat- na inferiore, e l'abito cardinalizio
telli, dipoi Papa Innocenzo XII, lo del panno il più mediocre. Si nar-
volle a suo intimo amico, e molto ra eziandio che avvertito del prez-
gli fu di vantaggio nel prosegui- zo della sua veste talare se ne
,

mento della sua carriera. Nel 1688, rammaricasse come di una spesa
resosi vacante il posto di maestro eccessiva , e non volesse poi can-
del sacro palazzo , il Papa infor- giarla più per lo spazio di diciotto
mato del preclarissimo di lui in- anni. Digiunava spesso in pane ed
gegno e singolare pietà , lo volle acqua, e si astenne sempre dalle
innalzare a quella carica; ma non carni, tranne gli ultimi aìini della
avendo il danaro per supplire alle sua vita, ma pel comando assolu-
necessarie spese , il' tesoriere Giu- to de' medici. La mattina si alza-
seppe Renato Imperiali, che fu poi va per tempo e preudca per solita
FER FER 189
colazione una tazza di acqua di ci- leggi in Roma, e così meritossi la
coria amarissima. La sua tavola universale stima che Pio IV nel , ,

poi era spoglia d' ogni prezioso or- 1062, lo promosse al vescovato di
namento, e non fu mai visto usa- Amelia. Nove anni però dopo di
re che arnesi assai poveri. Parlava un felicissimo reggimento, lo rinun-
di sé con molta disistima, e sapea ziò nelle mani del Pontefice, e tor-
umiliarsi dinanzi alle virtù degli natosi a Roma, fu eletto vicario e
altri.Se dovea correggere il suo , canonico della basilica vaticana ,

labbro spirava tutta la mansuetu- prefetto della fabbrica, reggente di


dine; se punire, vi accompagnava cancelleria , e presidente della se-

sempre i sentimenti di fratellevole gnatura di grazia. Esercitò questi


carità. Era facile nell' ammettere uffici sotto il pontificato di nove
all' udienza, nudriva gran compas- Papi successivi , e tal era la sua
sione pe' poveri, soccorreva le ver- speriei)7a ed avvedutezza , che i
ginelle indigenti, ed impartiva ge- voti di lui venivano ricercati an-
nerose limosine specialmente alle che da luoghi lontani. Paolo agli V
famiglie decadute. Vegliava con as- 11 settembre 1606 lo creò prete
sidua cura sulle chiese delle sue cardinale della S. R. C; ma due
badie, le provvide e le ristaurò in mesi circa dopo, cessò di vivere in
gran parte; né mai permise che Roma l'anno 1606. La spoglia mor-
sulle fabbriche di sua proprietà o tale fu trasferita in Amelia nella
sulle suppellettili vi si apponesse il cattedrale, dove fu eretto un magni-
suo stemma gentilizio. Ebbe corri- fico epitaffio. 11 Ferratini fabbri-
spondenza co' principi Leopoldo I, cò in Roma un
grande palazzo dal
Giuseppe I, Carlo VI, con Augu- quale prese anche il nome la vi-
sto re di Polonia e con Giovan- cina contrada , detta poi Fratina,
ni V re di Portogallo , i quali divenuto poi 1' edifizio del collegio
tutti aveano di lui un'altissima sti- urbano, come dicesi al volume XIV,
ma. Predisse più volte iltempo pag. 216 e 217 del Dizionario.
della sua morte, e infatti come l'a- FERRE (le) Giovami, Cardi-
vea annunziato, spirò nel bacio del nale. Vedi Fabr?, Cardinale.
Signore l'anno 17 16, pianto di cuo- FERREOLO (s.). Dopo aver
reda ciascuno de' buoni. Fu sepol- servito l'impero qual tribuno mi-
to nel mezzo della chiesa di s. Sa- litare, vivea a Vieuna, nelle Gallie,
bina, lasciata da lui erede univer- professando occultamente la reli-

sale de'suoi beni. 11 p. Daniello Con- gione cristiana. Indispettito il go-


cilia, nella vita che scrisse in Iali- vernatore Crispino per non vedere
no del cardinale Tommaso Maria Ferreolo a prender parte alle ce-
Ferrari) e stampata in Roma dal rimonie del suo culto , volle esa-
Rarbiellini nel 1754, narra alcuni minarlo , e trovatolo fermamente
fatti prodigiosi avvenuti per inter- risoluto di lasciare piuttosto la vi-
cessione di lui; così pure tesse l'e- ta che la religione, lo fece battere,
lenco delle sue opere manoscritte. caricar di catene e condurre in
FERRATI ìM Bartolomeo, Car- prigione. Nel terzo giorno del suo
dinole. Bartolomeo Ferratini, di imprigionamento, Ferreolo si trovò
ricca famiglia di Amelia, si dedicò miracolosa mente sciolto dalle sue
dai più verdi anui allo studio delle catene, e vedendo la prigione a-
igo FER FER
perta e le addormentate,
guardie pò. I loro corpi furono scoperti
se ne fuggì- Passato il Frodano a il 5 settembre dell'anno 370 in
nuoto, e arrivato al fiume Geres, una grotta coperta di legno, mille
fu raggiunto da quelli che gli fu- e cinquecento piedi lungi dalla cit-
rono spedili dietro, i quali legatolo tà per cui nel martirologio attri-
;

colle mani dietro il dorso, sei me- buito a s. Girolamo è posta a que-
narono seco, e non potendo frenare sto dì la loro fèsta, sebbene ab-
il loro furore, invece di ricondurlo biano sofferto il 16 di giugno. La
a Vienna gli tagliarono la testa sul- tradizione della chiesa di Besanzo-
Rodano. Ciò avvenne ver-
le rive del ne prova che s. Ferreolo ne è sta-
so l'anno 3o4- Le sue reliquie to il primo suo vescovo.
furono trasportate a Vienna nel FERRERI Guglielmo Cardi- ,

474» ove s Mamerto aveagli fatto


- nale. V. Ferrier.
costruire una chiesa. La sua fe- FERRERI Antonio, Cardinale.
sta è assegnata a' 1 8 settembre. V. Ferrerio.
Vi sono due altri santi dello FERRERI Gianstefano, Cardi-
stesso nome. Uno fu vescovo di nale. Gianstefano Ferreri , de' si-

Limoges intervenne al secondo


; gnori di Galvanico, nacque l'anno
concilio di Macon, che fu nazio- i473 nel castello di Bugella, feu-
nale, ed è nominato nel martiro- do della sua famiglia, nella diocesi
logio di Francia a' 18 settembre. di Vercelli. Fu abbate commen-
L'altro, nato nel 52 1 nella Gallia datario di s. Maria di Slaffarda e
Narbonese, fu vescovo di Uzes; in- di s. Stefano di Vercelli , e nel
nocentemente esiliato, ritornò alla 1499 da Alessandro VI ve-
fu eletto
sua diocesi verso il 558. Morì nel scovo di questa città, dove celebrò
ventottesimo anno del suo episco- anche un sinodo con notabile uti-
pato, e lasciò una regola monasti- lità dell'ecclesiastica disciplina. Nel

ca stampata nella raccolta di Ol- i5o2 passò al vescovato di Bolo-


stenio. La sua festa è notata a' 3 gna, e nel i5o9, per elezione di
gennaio; ma il suo nome non si Giulio II, alla sede d'Ivrea. Die-
trova in alcun martirologio. de commissione a Paride Grassi ,

FERREOLO o Fepruzio, e Fer- vescovo di Pesaro, di scrivere un


ruzione(ss.). Questi santi furono trattato sul ceremoniale de' cardi-
mandati da s. Ireneo a Besanzo- nali. Sostenne la carica di uditore
ne per annunziarvi la fede di Ge- di rota, e mentre fungea quest'uf-
sù Cristo, circa l'anno 180. 11 loro fìzio venne ascritto al sacro col-
martirio si colloca nel 21 1 0212. legio da Alessandro VI, col titolo
Essi avevano una messa propria in di s. Vitale, e pubblicato poi nel
un messale del quinto secolo, e la i5o2, nella vigilia di s. Pietro, alla
loro leggenda riferisce che furono presenza de' cardinali assieme rac-
dapprima flagellati per comanda- coltisipei primi vesperi di quella
mento di Claudio, presidente del- solennità. Cessò di vivere nel i520,
la provincia Sequanese ; che fu lo- ed ebbe sepolcro nella sua patria,
ro mozzata la lingua, e che si con- nella chiesa di s. Sebastiano dei
ficcarono loro delle lesine nelle canonici regolari. Nella basilica poi
giunture così dei piedi come delle di s. Clemente si legge il suo epi
inani, e dei grandi chiodi nel ca- tatuo, nel quale vengono ricorda
FEK FER Kj.

te le distinte virtù del porporato, Piemonte, la scelta de' quali volle


e la profonda dottrina, e vasta eru- che spettar dovesse agli eredi di
dizione che lo rese uno de' lumi- sua famiglia. Tre furono i con-
nari del suo tempo. clavi ne' quali il Ferreri diede il

FERRERI Bonifacio, Cardinole. suo voto, cioè di Adriano VI, Cle-


Bonifacio Ferreri, savoiardo di Ver- mente VII, e Paolo III. Mori nel
celli, fratello del cardinal Gianstefa- i543, universalmente compianto
no, uomo di acuto discernimento, per l'ottime di lui qualità, che splen-
e di grande ingegno ,
per cui fu didamente l'adornavano, massime
arricchito nel 1 499 cn molte e pin- la pietà encomiata pure da Leone
gui ahbazie, e tra le altre quella X. Trasferito il suo cadavere a
di s. Benigno di Frultuaria, indi Bugella, feudo di sua casa, nella
fu eletto da AlessandroVI, a vesco- diocesi di Vercelli, ivi rimase se-
vo d'Ivica, dove restaurò dai fon- polto nella chiesa di s. Sebastiano
damenti tre castelli di quella chie- nella tomba de' suoi antenati.
sa, poscia fu fatto amministratore FERPiERI Filiberto, Cardina-
di Nizza, il cui episcopio notabil- le. Filiberto Ferreri, della famiglia
mente accrebbe. In seguito da Giu- de' marchesi di Romagnano , fra-

lio li, nel i5o9, trasferito alla sede tello del cardinal Pierfraucesco, e
di Vercelli, Leone X nel primo lu- nipote de' due cardinali Gianstefa-
glio j 5 1 7 lo creò prete cardinale no e Bonifacio, e zio del cardinal
de' ss. Nereo ed Achilleo, e nel 53y 1 Guido, uomo di profonda scienza
Paolo III gli conferì il vescovato di e di esimia pietà, ebbe dapprima
Porto. Intervenne al concilio late- tre pingui abbadie e nel i5i8 ,

ranense, e mentre da Vercelli si da Leone X venne promosso al


conduceva a Roma pel conclave, vescovado d'Ivrea, e spedilo nun-
narra il Cardella nel tom. IV del- zio al duca di Savoia. Paolo III
le Memorie storiche de cardinali, avuto riguardo a'meriti di lui, agli
a pag. 22, che fu arrestato per 8 aprile i54p lo creò cardinale col
ordine di Francesco Sforza duca di titolo di s. Vitale. Mori dopo cin-
Milano, a cui il sagro collegio fece que mesi nello stesso i54p,j e tra-
intendere per mezzo del suo am- sferito in Biella, fu sepolto nella
basciatore in Roma, che se non a- tomba della sua famiglia.
vesse sul momento rimesso in libertà FERRERI Piepfp.a^cfsco, Car-
il collega Ferreri, ne avrebbe pre- dinale. Pierfraucesco Ferreri, nac-
so conveniente e giusta snddisfazio- que in V eicelli, l'anno i5ot). Dap-
ne, e per questo motivo fu prolun- prima fu abbate di s. Stefano di
gato per otto giorni l'ingresso dei Vercelli e di Pinarolo, e nel 1 536
cardinali in conclave. Dal medesi- eletto vescovo della sua patria.
mo Paolo III fu decoralo della Resse quella chiesa con somma sa-
legazione di Vicenza nel caso che si pienza, uomo com'era egli per o-
fosse tenuto il concilio generale in gni virtù, chiarissimo; vi fondò
quella città, e poi nel i54o di nove benefizi, risiamo da' fonda-
quella di Bologna , dove fondò il menti il palazzo episcopale, eresse
collegio detto dal suo cognome dei il seminario, e molte altre opere
Ferreri, per mantenere agli studi vi fece per cui il suo nome de-
i giovani nobili , ma poveri , del v'essere sempre di cara memoria
icp FER FER
a' suoi concittadini. Fece fabbrica- la chiesa: fabbricò l'abitazione pei
re eziandio la chiesa di s. Anto- chierici del seminario, già comin-
nio pei disciplinanti, e quelle di s. ciato dallo zio , e lo accrebbe di
Agata e di s. Margherita ad uso rendite; ristaurò con immensa spe-
delle monache, le quali passarono sa la contigua chiesa di s. Pietro ;

dalla campagna in città. Venne die fine ad una vecchia lite assai
destinato alla vice-legazione di Bo- molesta ai vescovi ed al capitolo;
logna, nel tempo in cui era ivi fece lavorare con buon gusto i se-
legato il cardinal Bonifacio suo zio; si dili del coro, e ne assegnò una ren-

recò al concilio di Trento, e scrisse dila perchè avessero compimento.


un diario di questo gran concilio, Trasferì anche le monache dalla
il quale si conserva nella Vatica- campagna alla città, e a quelle di
na. Paolo IV lo disegnò compa- Biella vi fabbricò il convento, e
gno del cardinal Carlo Caraffa nel- concesse loro la metà de' frutti di
la legazione delle Fiandre e Pio ,
s. Maria del Piano e dello speda-
IV gli commise la nunziatura del le. Unì le monache di s. Pietro
senato veneto, nel qual tempo ai martire a quelle di s. Margherita,
26 febbraio i56i lo creò prete perchè vi fosse luogo a quelle di
cardinale di san Cesario. Nell'an- Leuta; diede nuova forma alla chie-
no i562 fece rinunzia della sua sa de' ss. Pietro e Barnaba , e vi

cbiesa a favore di Guido di lui istituì ancora le scuole della dot-


nipote, e compì la mortale carrie- trina cristiana. Celebrò un sinodo
ra in Roma, nell'anno i566, nella per la riforma dell'ecclesiastica di-
fresca età di cinquantasette anni. Le sciplina ; istituì due collegi , uno
di lui spoglieebbero sepolcro nella pei gesuiti, che introdusse in Ver-
basilica Liberiana, dove sopra la celli l'anno i58i, l'altro pei sedici

porla santa si vede in marmo il beneficiati addetti alla chiesa di s.

suo busto, con una iscrizione po- Eusebio. Fatta rinunzia di quella
stavi dal cardinal Guido suo ni- chiesa, ottenne l'abbazia di No-
pote. nantola, che resse con eguale sa-
FERRERT Guido Cardinale. , pienza e zelo pure condusse a
: ivi

Guido Ferreri, figlio di Maddale- fine l'arca di marmo


che tuttora
na Borromeo, sorella di s. Carlo, adorna l'aitar maggiore della chie-
nacque in Vercelli l'anno \5Zj. sa abbaziale, e visitò personalmen-
Crebbe sotto la disciplina del car- te le chiese soggette, lasciando in

dinal Pierfrancesco suo zio, e in ogni luogo il bell'esempio della sua


breve corse la carriera degli studi specchiata virtù. Avea conceputo
con un progresso così rapido, che benanche il pensiero di unire in-
tosto si attrasse la considerazione sieme i monaci benedettini del Pie-
degli uomini valenti nelle lettere e monte, che viveano erranti, e dar
nelle scienze. Ebbe sei pingui ab- loro la regola dei monaci riforma-
bazie, tra le quali quella di s. Be- li, e istituirvi un'accademia per la
nigno di Fruttuaria , e nel i5G2 loro istruzione e pel bene eziandio
venne promosso al vescovado di della chiesa di Francia, che allora
Vercelli, per rinunzia del cardina- venia turbata dal continuo infestar
le suo zio. Molti e cospicui furono degli eretici; ma tal disegno, co-
i benefizi eh' egli compartì a qnel- mechè utile assai, non gli venne
,
,

FER FER J93


fatto di mandarlo ad effetto. In- Due anni dopo fu trasferito alla

tervenne al concilio di Trento, e chiesa di Vercelli, e gli furono ac-


dopo fu incaricato della nunziatu- cordate contemporaneamente tre

ra al senato veneto, ed a' 12 mar- pingui abbazie, una delle quali non
io i565 creato da Pio IV prete potè mai possedere per causa di
cardinale, benché assente, di s. Eufe- alcune controversie insorte tra quel
mia. S. Carlo fu quegli che nella sovrano e il Papa Clemente XII.
metropolitana di Milano lo vestì Venne ascritto alle congregazioni
delle insegne cardinalizie, e lo eb- del s. offizio, dei vescovi e regolari,
be a compagno nel suo primo pro- della disciplina, della immunità e
vinciale concilio; fu quindi desti- dei riti. Morì in Vercelli l'anno
nato assieme con lui ad accom- 1742, con lode di zelante e solle-
pagnare in Italia le sorelle dell'im- citopastore, ed ebbe sepolcro in
peratore Massimiliano d' Austria. quella cattedrale.
Gregorio XIII
deputò alla cor-
lo FERRERI O A.\to.\io, Cardina-
rezione del decreto di Graziano le.Antonio Ferrerio, nacque di po-
cosa ch'egli eseguì con molta di- vera famiglia in Savona, ed otten-
ligenza, e dipoi lo spedì legato del- ne nella sua gioventù la protezio-
la Romagna , e anche di Spoleti ne del cardinale Giuliano della Ro-
secondo quello che scrive il Cor- vere, che fu poi Papa Giulio II.
bellini. Cessò di vivere in Roma Questo Pontefice, nel 1 5o4> lo eles-
l'anno i585, rapito da una bre- se vescovo di Noli, e lo trasferì di
vissima malattia di sei ore, nell'età poi alla chiesa di Gubbio , dalla
di 4°" anni, e venti di cardinalato. quale passò alla sede di Perugia.
Ebbe il sepolcro nella basilica Li- Venne quindi decorato della pre-
beriana, e sopra la porta santa si fettura del palazzo apostolico, crea-
vede la sua figura in marmo, con to cardinale nel concistoro del pri-
una iscrizione di sommo elogio. mo dicembre i5o5, col titolo di
FERRERI Vivono Maria, Car- s. quantunque ripugnasse il
Vitale,
dìnale. \ incenzo Maria Ferreri da sacro collegio pei molti vizi che
Nizza, nacque l'anno 1681. Pro- in lui discopriva, e specialmente per
fessò fino dagli anni verdi nell' or- l'arroganza e doppiezza di carattere.
dine de' predicatori, e rapidamente Ebbe la carica di pro-datario., e la
si avanzò nel sapere e nella pietà. legazione di Perugia, nonché quel-
Fu dapprima lettore nella sua re- la di Bologna, ottenuta da lui col
ligione, e poscia ebbe una cattedra mezzo dei più scaltri artifizi. Ma
di teologia nell'università di Tori- tali furono le tirannie, le crudeltà,
no. Il marchese di Ormea, suo af- le ingiustizie commesse in quest'ul-
fine, gli ottenne dal re di Sarde- tima città, che il Pontefice lo fece
gna, nel '727, la nomina al ve- chiudere in Castel s. Angelo, e lo
scovado di Alessandria della Paglia, multò di ventimila scudi. Da quel
che fu poi confermata da Benedet- castello però venne trasferito nel
to XIII; e quindi gì' impetrò la convento di s. Onofrio sul Gianicolo,
sacra porpora, ch'ebbe dallo stesso dove oppresso dalla confusione mo-
Pontefice 6 luglio 1729, col ti-
a' rì l' anno 5o8. Fu sepolto nella
1

tolo di s. Clemente donde poi , chiesa di s. Agostino senza alcuna


passò a quello di s. Maria in ^ ia. funebre cereraonia.
VOL. XXIV. i3
,

i94 FER FER


FERRERÒ della Marmora Te- poi fu associato al collegio di bel-
resio, Cardinale. Teresio Maria le lettere e filosofia , illustrato dai
Carlo Vittorio nacque in Torino li pp. Ansaldi e Beccaria. Dedito allo
i5 ottobre 1757: furono suoi ge- stato ecclesiastico, nel 1781 ascese
nitori marchese Ignazio luogote-
il al sacerdozio, indi il re Vittorio
nente generale nelle regie armate Amadeo HI lo ammise tra i suoi
di Emanuele IH re di Sardegna, e ed avendolo
elemosinieri di corte ,

Cristina San-Martino d'Aglié mar- nel 1796 proposto a Pio VI per


chesa di s. Germano, degna dama la sede vescovile di Casale in Mon-
di onore della principessa di Pie- ferrato, con sua virtuosa ripugnan-
monte, la ven. Clotilde di Francia. za ne ricevette in Roma l' episco-
La famiglia del padre, illustre as- pale consagrazione. Mentre da ze-

sai, discendeva da quei Ferreri che lante pastore del diletto suo greg-
nel i5i 7 erano dalla principesca ge impiegava ogni suo pensiero e
famiglia Fieschi, sovrani conti di cura a di lui vantaggio, ad onta del-

Lavagna , chiamati alla successione la delicata sua complessione e dif-


del principato di Masserano e Cre- ficoltà nel camminare , il di lui
valcore quale essendo apparte-
(il cuore restò acerbamente trafitto dai

nuto al dominio della santa Sede, sanguinosi rivolgimenti di Francia


se ne tratta all'articolo Sovranità' che allora turbavano l' Europa ;

Pontificia )
, colla sostituzione ai quindi nel 1 798 dal torrente de-
discendenti del pronipote Filiberto vastatore fu pure invaso il Piemon-
da essi adottato , successione che te , crollò la monarchia sabauda
dopo 3 16 anni a' nostri giorni in venne manomesso ogni ordine di co-
questa linea aveva luogo , di quei se, ed il Pontefice Pio VI fu ingiu-

Ferreri che in tanti nobili modi, e stamente spogliato del regno e del-
con gloriosi fatti illustrarono nelle la libertà, per cui esule prigioniero
storie italiane il proprio nome, e nell'esser condotto in Francia at-
dierono al sagro collegio i cardi- traversò la città di Casale, e le ter-
nali che descrivemmo compendiosa- re della diocesi di Teresio. Questi
mente avanti questi cenni biogra- si recò ad incontrare il supremo
fici. Con tali esempli domestici al- gerarca a s. Germano, lo accolse

levato e cresciuto Teresio, fece pro- nell'episcopio con ogni maniera di


gressi nei buoni studi in guisa che profonda venerazione, indi lo ac-

nel 1779 ricevette dall'università compagnò in Torino, e nel sepa-


di Torino la laurea di dottore in rarsi da lui provò indicibile dolore.

jus canonico e civile. Pel suo in- Disputavansi in quel tempo il Pie-

gegno, e per le gentili maniere ven- monte francesi ed austriaci, quan-


ne dai condiscepoli eletto nell'anno do alcune bombe lanciate dai pri-
seguente rettore di tale università: mi in Casale furono causa che si le-
e qui va notato, che solevasi allo- vasse il popolo a tumulto, minaccio-
ra insignire con simile dignità uno so e furente contro di essi. In pre-
dei giovani più distinti per nobiltà mio dell'aver Teresio sedato la som-
e scienza , e questo era poi riguar- mossa colla sua autorità ed amo-
dato qual principe dell'ateneo , es- revoli parole, con iniqui modi fu
sendo l'elezione libera, e dipen- dai francesi condotto a piedi nella
dendo dal voto degli eguali; dap- cittadella di Alessandria. Qui non
FER FER 193
finirono le loro persecuzioni con- Saluzzo unite. Finalmente oppresso
tro il pio vescovo: più volte dopo da lunghe e continue infermità, che
l' insigne vittoria armi fran- delle gli rendevano assai difficile l'eser-

cesi li i5 giugno 1800 riportata cizio del pastoral ministero, otten-


sugli austriaci a Marengo, fu dal ne dal Papa Leone XII di rinun-
ministro di polizia francese chia- ziare. In premio de' lunghi servigi

malo a Torino a discolparsi delle resi da lui alla Chiesa ed allo sta-

gravi accuse contro di lui apposte, to, gli venne conferita l'antica e
ma ne riuscì innocente, intanto che pingue abbazia di s. Benigno di
la sua salute vieppiù affievolitasi. Fruttuaria, e lo stesso Leone XII
Succeduta a tanti trambusti la cal- nel concistoro de'27 settembre 1824
ma , rivolgevasi Teresio a rimar- lo creò cardinale dell' ordine dei
ginare le ferite recate ai suoi dio- preti , rimettendogliene la notizia
cesani ,
quando nel concistoro te- in un al berrettino cardinalizio ,

nuto da Pio VII il primo


in Parici per la guardia nobile conte Gae-
febbraio i8o5, per la nuova circo- tano Dionisi , e la berretta car-
scrizione delle diocesi di Piemonte, dinalizia a mezzo dell' ablegato
già fatta con pontificia bolla del monsignor Pietro Giuseppe Bar-
primo giugno i8o3, e successivo barono, figlio del conte allora mi-
decreto de'23 febbraio i8o5, dal nistro sardo di Roma. Nell'anno
cardinal Caprara legalo a Intere, seguente il re di Sardegna Car-
fu dal Papa traslato al regime del- lo Felice conferì al nostro cardi-
le diocesi unite di Saluzzo e Pi- nale il supremo ordine dell'An-
nerolo , alle quali ben presto fece nunziata, di cui era già cancelliere
sperimentare la sua paterna solle- fino dal 1823. In sì eminente gra-
citudine. Quanto e quale poi fos- do si accrebbe la sua generosa ca-
se l' impegno in favore degli op- rità; ma nell'autunno del
recatosi
pressi primari membri della santa 183 1 alla sua abbazia di
s. Beni-
Sede, ben lo mostrò nel rendere guo già altre volte posseduta da di-
meno dura la condizione del car- versi cardinali e prelati del suo ca-
dinal Pacca ( il quale ne fa men- sato, fra 'quali dal celebre cardinal
zione nelle sue Memorie stori- Bonifacio da Sebastiano e Ferdi-
,

che, parte li, cap. II, pag. 1 68 ),


nando de'Ferreri che vi coniarono
e di altri prelati romani rinchiusi non poche monete (come si legge
prepotentemente nel forte di Fe- nel eh. conte Litta, Famiglie cele-
nestrelle, posto nella sua diocesi. Ri- bri italiane, in Ferrerò di Biella),
stabilito nel Piemonte dopo il 1814 fu sorpreso da mortale infermità,
l'ordine antico di cose, il re Vit- ed 3o dicembre morì, venendo
ai
torio Emanuele, lo creò gran cro- esposto e sepolto nella chiesa ab-
ce dell'ordine de' ss. Maurizio e Laz- baziale dis. Benigno, senza essersi

zaro; riordinate poscia per pontifi- potuto recare in Roma a ricevere


lìcia bolla del 18 17 nello stalo pri- il titolo e cappello cardinalizio, ne
mitivo le diocesi, il vescovo Teresio intervenire ai due conclavi ch'eb-
spontaneamente rinunziò alla dioce- bero luogo lui vivente. La sua mor«
si di Pinerolo, e all'amministrazione te dispiacque particolarmente a chi
di vari luoghi già spettanti ad anti- ne conosceva l'esimie doti, e la
che diocesi, e allora alla sua di dottrina ed erudizione. Egli senza
i
96 FER FER
trascurare i propri doveri, si eser- famigliare, fu eletto da Pio II
citò nelle amene lettere e nelle uditore di rota, uffizio che sosten-
gravi scienze; la storia patria, la ne assai bene; e nel 1464, dal
araldica , la numismatica , furono medesimo Paolo lì, vescovo di Tar-
principalmente l'obbietto de' suoi ragona nel regno di Aragona. Ven-
studi. Molti ne avea pur fatto in- ne destinato eziandio commissario
torno alle monete dei tempi di apostolico in Magonza , nell' Ale-
mezzo, e di quelle sopra tutto che magna, per comporre una lite di
uscirono dalle zecche delle repub- molto rilievo e tranquillare gli a-
bliche , dei marchesi , dei conti e nimi che s' erano piuttosto agi-
signori di molti feudi in Piemon- tati. Dopo di tutto ciò da Sisto
te. Intera fu la serie per esso or- IV, nel concistoro de' 18 dicembre
dinata monete fatte coniare
delle 1476, fu creato prete cardinale
in Massarano e Crevalcore dai , di s. Sisto, e protettore dell'ordine
marchesi indi principi di que' luo- de*' predicatori. Va però avvertito
ghi, e si può dire compiuti i mate- che Paolo II nel concistoro de' 16
riali, che con assidue cure di ol- dicembre 1468 avea creato segre-
tre trent'anni era riuscito a poter tamente il Ferrici cardinale, con
raccogliere nell' intendimento che altri tre che però non pubblicò
,

avessero col tempo a servire per mai; sebbene avea obbligato il sa-
]a compilazione di una storia di gro collegio a riconoscerli per tali

quel principato. Molte sono altresì in sua morte se non gli avesse pub-
le carte raccolte concernenti allo blicati, non furono riconosciuti per

scudo e alla zecca di Desana (su tali, nemmeno dal successore di Si-
di che è a vedersi il Gazzera, Me- sto IV che però creò poi il Fer-
,

morie storiche dei conti di Desana). rici, e due dei nominati tre, esclu-
Sì onorevoli studi gli avevano pro- dendone 1' arcivescovo di Strigo-
curato l'amicizia e la stima d'il- nia. Il nostro cardinale compian-
lustri letterati, in ispecie dell'eru- to da tutti, cessò di vivere in Ro-
dito cav. di Priocca ministro ple- ma ,
l'anno 1 477 5 e fu deposto
nipotenziario del re di Sardegna in nel chiostro di s. Maria sopra Mi-
Boma negli ultimi anni del decorso nerva , in un avello lavorato con
secolo, del celebre monetografo con- gusto antico, avente la statua del
te Viani, e del cav. Ciampi, che al cardinale stesa stili' urna in abiti
nostro cardinale, prima che fosse pontificali. Il carattere del Ferrici
fatto vescovo , intitolò le pregiate era assai dolce; manieroso di trat-
sue notizie della vita letteraria e to , officioso co' principi , e molto
degli scritti numismatici del Viani. prudente nel rispondere a' consigli.

FERRICI Pietro, Cardinale. Pie- I sommi Pontefici del suo tempo


tro Ferrici di Coraentana o Concen- 1' aveano in alta estimazione, e lo
lana, castello della Catalogna, ebbe i consideravano come l'uomo di gran
natali nel 1 4' 3. Corse con l'elice pro- valore nel maneggio de' più diffici-
fitto gli studi nell'università di Bo- li affari, laonde fu tenuto da tut-

logna, ed uscitone laureato in am- ti il più oflicioso e diligente car-


be le leggi, si recò a Roma. Ivi, dinale del suo tempo. I principi
col favore del cardinal Barbo poi ancora l'amavano, e se ne serviva-
Pontefice Paolo II, di cui era stato no di lui nelle cose di grande in lo-
,

FER FER 197


resse. Il Muraioli, nell'opera degli le donne che da loro domandavano
scrittori delle cose d' Italia , toui. soccorso. Il diritto di eleggere i

Ili, pag. 2, fa anch' egli degna cavalieri ne'posti vacanti, si appar-


menzione del cardinale Ferrici. teneva al consiglio, ma l'ordine eb-
FEHRIER oFERRERI Gugliel- be corta durata. V. l'Heliot, Storia

mo, Cardinale. Guglielmo Ferrier, degli ordini religiosi, tomo Vili, p.55.
ovvero Ferrai nacque in Proven- ,
FERRO, di Ferro,
ossia Croce
za, oppure nella Spagna, come vuo- Ordine equestre. Federico Gugliel-
le l'Aubery. Fu prevosto della chie- mo III re di Prussia, ritirandosi
sa cattedrale di Maniglia, e da s. nel 181 3 dall'alleanza di Napoleo-
Celestino V nel settembre del 294 i ne, e in vece strigneudola colla
creato prete cardinale del titolo di Russia, e colle altre potenze éon-
s. Clemente. Lo stesso Pontefice Io tro la Francia , riflettendo , che
spedi legato in Francia per finire le nelle inevitabili battaglie cui au-
discordie insorte tra il re cristia- davansi a guerreggiare faceva d'uo-
nissimo, il re di Aragona, e Carlo po di mantener vivo il coraggio
conte di Alencon e Valesia. Dalle e la fedeltà ne' suoi soldati, con
Gallie passò nella Spagna per ri- sagace divisamento istituì l'ordine
cevere l' investitura de' regni di Va- cavalleresco Croce di Ferro
della
lenza e di Aragona a nome del re a' io marzo
perchè servisse di
,

Giacomo. Mori in Perpignano nel premio a' valorosi ed ai leali. Cogli


1293, e fu sepolto nella chiesa dei statuti lo compose di tre classi

frati minori. cioè di gran croci, di cavalieri di


FERRO D'ORO, e Ferro d'ar- prima classe, e di cavalieri di se-
gento , Ordine equestre . Isella conda niuno però può esse-
classe;
chiesa di Nostra Signora di Pari- re cavaliere di prima classe, se pri-
gi, l'anno i4'4> Giovanni duca di ma non lo è stato della seconda.
Borbone figlio di Luigi II istituì La decorazione consiste in una cro-
l'ordine cavalleresco de'cavalieri del ce di ferro sormontata da una co-
ferro d' oro, e degli scudieri del rolla, e sospesa ad un nastro ne-
ferro d'argento. Compose l'ordine ro con orlo bianco pei militari ;
di soli sedici gentiluomini , parte essendo bianco con orlo nero pei
cavalieri, e parte scudieri, onde se- decorati civili. Lo stesso re Fede-
gnalarsi coi fatti d'arme e per rico Guglielmo III nel 1806, già
acquistar la gloria. Tanto il duca aveva decretato pei soldati il pre-
che i cavalieri obbligaronsi a por- mio militare d'un segnale di onor
tare in domeniche alla
tutte le militare, consistente in un nastro
gamba da prigio-
sinistra un ferro color di perla con orlo rosso per
niere pendente da una catena ; in gl'insigniti di prima classe, e per
caso di dimenticanza pagavano quat- quelli di seconda un nastro nero
tro soldi d'argento ai poveri. Il con orlo bianco. Di più nel 18 io
KITQ de'cavalieri era d'oro, e quel- avea distribuito un altro segnale
lo degli scudieri d'argento. Giura- di onore civile che consisteva in un
vano di amarsi come fratelli, di nastro bianco con orlo arancio; in-
difendere il loro onore, e di pro- di nel 1814 decretò una medaglia
cacciarsi vicendevolmente del bene, civile con nastro biauco con orli
come di battersi specialmente per neri ed arancio, pei sudditi che
198 FER PER
nel precedente anno si erano di- FERRUZIO (•.).
Fioriva nel quar-
stinti con sagrifizi fatti pel re e to o quinto secolo, militò dappri-
per la patria; finalmente nello stes- ma nelle truppe dell'impero, che
so anno 18 1 4 stabilì Federico aveano il loro quartiere a Magon-
Guglielmo III altra medaglia di za ; ma lasciò poscia quel servigio
onore militare a ricompensa dei per consecrarsi affatto a Gesù Cri-
soldati che valorosamente combat- sto. Il suo comandante, irritato, Io
terono nelle guerre degli alleati, fece rinchiudere, carico di catene,
sostenute nel 181 3 e 1814 contro in un castello al di là del Rena,
la Francia. nel quale a cagione dei mali trat-
FERRO ELMO, Ordine equestre. tamenti che se gli fecero soffrire,
L'ordine militare dell' Elmo di ferro in capo ad alcuni mesi morì. Di-
fu istituito nel i8i4> dal grandu- cesi che la santità di Ferruzio fu
ca ed elettore di Assia- Cassel Gu- attestata da molti miracoli, ed è
glielmo I, per perpetuare la me- nominato nel martirologio romano
moria del suo ritorno al possesso ai 28 di ottobre.
de'paterni domimi di cui n'era sta- FERRUZIOo Ferreolo (s.). V.
to spogliato dal conquistatore fran- Ferreolo e Ferruzione (ss.).
cese Napoleone, per aver conserva- FERULA. Verga o scettro sen-
to fedeltà supremo capo dei
al za dominio, e da alcuni confuso
principi della Germania. Cogli sta- col bacolo, o pastorale vescovile.
tuti venne stabilito che l'ordine fos- Nel dizionario delle Origini si cer-
se limitato solamente ai tempi di ca quella di questo vocabolo, e si
guerra, e fu diviso in tre deferenti dice che nella più remota antichi-
classi, cioè in gran croci, in cava- tà, si faceva uso di canne di feru-
lieri di prima classe, e in cavalieri la per trasportare il fuoco da un
di seconda classe. ancora decre-Fu luogo all'altro, perchè vi si con-
tato che per conseguire la decora- servava perfettamente, e il midollo
zione di prima classe , bisognava non si consumava se non che a
appartenere alla seconda, e che la poco a poco, senza punto danneg-
gran croce dovevasi concedere a giare la corteccia, per la qual cosa
quegli ofìiziali generali che avesse- questa, priva di midollo, poteva in
ro comandato le truppe assiane in qaalche modo assomigliarsi alla
battaglia campale, e avessero ripor- canna. Indisi parla delie ferule usa-
tato vittoria, presa o difesa una te in Sicilia e in alcuni luoghi del-
fortezza considerabile. La decora- la Francia, delle ferule mitologiche
zione dell'ordine dell'Elmo di ferro di Prometeo, di Bacco ec. , e che
consiste inuna croce, la quale so- la ferula per la sua leggerezza e
spesa ad un nastro rosso con orlo flessibilità divenne anche strumen-
turchino si porta dalla parte sini- to di correzione per i fanciulli, e
stra del petto. Guglielmo II, poi- quindi si applicò talvolta come at-
ché nel 1821 successe nel gran tributo o segnale di autorità ai
ducato, ricordevole de' grandi ser- maestri ed agli istitutori. Al pre-
vigi prestati da' suoi sudditi nelle sente la ferula si usa dal cardina-
ultime guerre, istituì una medaglia le primo diacono di santa romana
per quelli che presero parte nelle Chiesa, cioè un piccolo bastone ili

campagne del 181 4 e i8i5. legno ricoperto di velluto rosso, ed


,

FER FER 199


ornalo di argento, come insegna di processione delle candele e delle
autorità insegna che gli antichi
, palme, come noteremo parlando di
rituali concedevano al primicero quelle funzioni.
della scuola de' cantori, secondo lo L' uso della ferula trovasi negli
stabilimento fattone dal Pontefice antichi ceremoniali di parecchie
Stefano III detto' IV, il quale al chiese, ne' quali si rileva essere sta-
medesimo primicero concesse la pre- ta questa ferula o bastone ornata
rogativa di tenere un bastone in di argento, o in altro modo, ed
mano nelle funzioni e messe che anche chiamata verga e baculetto.
cantavansi nella basilica di s. Pie- Nella metropolitana di Milano vi
tro, e nella stessa forma assistere erano dieci ecclesiastici riguardati
presso l'altare, ove si celebrava. come capi d' ordine , ciascuno dei
Nelle processioni, come in quella quali portava in mano una verga
della solenne coronazione del som- detta appunto ferula ornata di ,

mo Pontefice, cioè quando il Papa cuoio in cima ed in fondo, la cui


ha terminato di assistere all'ora di forma si trova in vari monumenti
terza nella cappella Clementina del- cristiani, uno dei quali si vede in
la basilica vaticana, si avvia all'al- un marmo della chiesa di s. Ma-
tare papale, dà segno al movimen- ria in Bertrade di quella città. I
to della processione il cardinal pri- capi dei nominati dieci ordini sta-
mo diacono, stringendo colla mano vano nel coro, altri fuori di esso :

destra la ferula , e dicendo con i primi erano l'arciprete, l'arcidia-


voce intelligibile: Procedamus in cono, il primicero dei suddiaconi,
pace, a cui risponde il coro:In il primicero di tutto il clero, os-
nomine Christi. Amen. Indi dopo sia il primicero dei decumani, il

avere il Papa recitate sull' aitar primicero dei notari, quello dei
papale le collette, il medesimo car- lettori capo dei maestri delle
, il

dinale primo diacouo colla ferula scuole mazeconici o mazza-


, detti
in manOj cogli uditori di rota, co- conici, ed il cimiliarca, che aveva
gli avvocati concistoriali, ed altri, sotto di sé i custodi della chiesa.
processionalmente si porta alla con- Gli altri due fuori del coro, erano
fessione dei principi degli apostoli il maestro della scuola di s. Am-
pel canto e recita delle orazioni brogio, detta dei vecchioni e del-
e litanie di cui si parla al volume le vecchione, ed il visconte, il qua-
\ III ,
pag. 167 del Dizionario le era laico e regolava i laici. An-
mentre nel seguente volume , a zi va notato, che i sacerdoti della
p;ig. 53, si dice come il cardinale città Milano nel secolo XI por-
di
primo diacono presiede al defila- tavano dito un anello, ed in
in
mento ed ordine della processione mano una verga polita, che in ci-
del Corpus Domini colla ferula in ma era rotonda, e nell'estremità
linaio, vestito di dalmatica, e colla era chiusa iu una lamina, che ter-
mitra in testa. La formula Proce- minava con una punta: singolar-
ihimus in pace è molto antica, ed mente però questo divenne un or-
osserva il Catalani, Rit. Rom. tomo namento e distintivo dei cento de-
lì, p. 174 e 179, che si usava in cumani appellati perciò Cento ver-
tutte le processioni. II cardinal pri- ghe ( Cenluin ferulae ). Di altri in-
mo diacono la dice anche per la dividui e dignitari del clero di di-
aoo FÉ II FER
verse chiese, che usavano la verga da lui creato cardinale, ove dice,
ferula, o Bacolo ed anche Bacchet- che sedendo il Papa nel Laterano:
ta (Fedi) di argento o altra ma- » Prior basilicae s. Laurentii dat
teria, ne tratta il Macri nella No- » ei ferulam, quae est signum cor-
tizia dei vocab. eccl. , alla parola » rectionis et regiminis ". Nel libro
BacitUis. Il Sarnelli nelle sue Me- delle sagre cerimonie pubblicato in
morie, a pag. 4 2 , avverte che ha tempo di Leone X da Cristoforo
spiegato la parola fenda pel baco- Marcello, capo 3, ove si tratta
al
Io pastorale, non perchè sia quello della coronazione del Pontefice, si
curvo nella cima, come si usa dai fa menzione della stessa cerimonia,
vescovi ma un bastone dritto e
, dicendosi che mentre siede il Papa
nodoso che suole avere in cima
, » Prior ecclesiae lateranensis acce-
un globetto colla crocetta , il cui » dit, et genuflexa dat Pontifici fe-
uso è rimasto som-presso il solo » rulam in inanimi, in signum cor-
mo Pontefice, che non adoperando » rectionis et regiminis ". Che tale
bacolo pastorale curvo, quando bi- uso fosse nel secolo , apparisce X
sogna usa la detta ferula, come, se da quanto è riportato nella vita di
consegrasse una chiesa, per iscrive- Benedetto V , cioè che avendo sa-
re l'alfabeto e l'abbecedario, ed in puto l' Ottone I essere
imperatore
cose simili. Ma
Bonanni nel il p. slato eletto Benedetto V nel 964,
suo erudito trattato della Gerar- dopo la morte di Giovanni XII,
chia ecclesiastica, pag. 252, cap. andò a Roma con l'esercito, e l'as-
LXI, Se il sommo Ponte/ice usi il sediò, e restituì nella dignità Leo-
pastorale, narra quanto segue. ne VIII intruso ed avendo radu- ,

Sebbene non si adoperi dal Pa- nato un conciliabolo, Leone » pon-


pa il pastorale della forma usata » tificale pallium abstuiit Benedicto
dai vescovi, fu per lo spazio di pa- » Papae ferii la tnque ex. ejus ma-
,

recchi secoli usato un bastone, chia- « nu ablatam in frusta confregi t",


mato dagli antichi rituali ferula, e come si legge nel Ciacconio. Lo stes-
questo in segno della giurisdizione so fatto racconta Luitprando con
pontifìcia. Tale rito si descrive nel- queste parole : » Post haec pallium
l' ordine di Cencio camerlengo, il > sibi abstuiit ,
quod simul eum
quale fu poi Onorio III, scritto nel > pontificali ferula, quam maini a-
pontificato di Celestino III nel de- gitabat, domino Papae Leoni red-
clinar del secolo XII. Ivi al num. » didit, quam ferulam idem Papa
79 si legge : « Electus sedet ad de- > fregit, et fractam populum osten-
alxleram in sede porphiretica, ubi . dit".
» prior basilicae s. Laurentii de Pa- Fu talvolta questa ferula chia-
« latio dat ei ferulam, quae est si- mata scettro pontificale come si ,

» gnum regiminis et correctionis"; ha dalla vita di Pasquale II, che


e poi soggiunge: » cum ipsa feru- eletto Papa nel 1099, e condotto
» la, et clavibus accedit ad alte- a s. Giovanni in Laterano » ibi
>* rapo sedem, et tunc reddit eidem » sceptrum pontificami manibus ge-
» priori tara ferulam, quam eliara « rens, ea loca, quae solis Pontifi-
» ipsas claves ". Lo stesso ritosi ac- » cibus adjudicata suut invisit ".
cenna al § 20 del Rituale di Caje- Così scrisse il citato Ciacconio, rac-
tano , uipote di Bonifacio Vili, e contando la cavalcata del Papa al-
,, ,, ,

FER FER 201


la basilica lateranense. Conchiude il rito di presentare la ferula al nuo-
Boriarmi che l'uso della ferula pre- vo Papa cessò con molti di essi

scritto dagli antichi rituali, non si benché riferiti nel libro delle ceri-
usa più da loro, ignorandosi il tem- monie pubblicato in tempo di Leo-
po ed i motivi della cessazione ne X, cioè nel secolo XVI. E seb-
dandosi al Papa, quando incorona- bene con 1' uso della ferula si da-
to si trasferisce con solenne pompa va ad intendere anche la podestà
alla basilica lateranense pel posses- temporale del sommo Pontefice,
so, le sole chiavi in segno della su- che perciò il Bullengero con ragio-
prema autorità conferitagli da Dio ne affermò, che il Papa come usa
di aprire e chiudere 1' erario de' te- la corona d'oro « ita et sceptrum
sori celesti, su di che meglio è con- » aureum merito gestare potest "
sultare 1' articolo Chiavi pontificie. e la ferula era equivalente allo scet-
Tuttavolta indagarne il
si studiò tro, il quale dagli antichi si usava

•vero tempo monsignor Ciampini della medesima forma ( V. Croce


nell'erudita dissertazione su questa pontificia e Scettro ), dicendo il

materia pubblicata nel 1690. In Fivizzani che se ora il Papa non


essa prendendo in considerazione usa più l'insegna della ferula, usa
l'immagine di Gelasio 11 del 1 1 18, bensì la croce astata indicativa del-
prodotta dal Alacri alla parola Mi- la suprema dignità, onde con essa
tra, la quale tiene nella destra un si supplisce a qualunque insegna
bastone terminato nella cima da un mentre non mancano nelle solenni
globo, e in secondo luogo le paro- funzioni altre insegne di mazze e
le d'Innocenzo III del 11 98, il bastoni, e di verghe tutte indicati-
quale affermò che il romano Pon- ve della potestà e giurisdizione pon-
tefice non usava bastone, citando tificale.

la glosa cap. De sacra unctione, in 11 Garampi nell' Illustra-


dotto
verbo Jllisticam, ove si dice » Ro- : zione un antico sigillo della
di
» manus Pontifex non utitur bacu- Garfagnana, parlando della funzio-
» lo quia potestatetn a solo Deo ne del possesso del Papa , secondo
» recipit " ; e ne deduce la conclu- i citati Ordini romani, dice che la
sione , che nel tempo di circa ot- ferula non può esser la cambuta o
tanta anni che passò tra i due
, pastorale vescovile , come crede il

Papi, potesse esser cessato l'uso del- Papebrochio, Propyl. JMaji, pag.
la ferula. 11 Bonanni riflette che 32i, essendoché cambuta seti ba-
essendo la parola baculus equivo- cillo pastorali non utuntur stimmi
ca, e potendosi intendere per essa Pontifices , nec episcopi cardinales
l'uso del pastorale, e non ferula, in romana curia, come asserisce il

stima che tal conseguenza possa es- cardinal Cajetano Stefaneschi, Mus.
ser fallace, e perciò aderì più vo- Italie, tom. II, pag. 288, e assai
lentieri alla riflessione che il Ciam- prima di lui avvertirono Innocen-
pini fa a carte i3, dicendo che sic- zo 111, De Missa lib. I, cap. 62, e
come nel secolo XVII nei diari nel corpo canonico, al titolo De sa-
pontificii non si fa menzione alcu- cra unctione, s. Tommaso d'Aqui-
na di molti riti praticati nella ele- no, quaest. 3, dist. 24, lib. 4 •&«-
zione del Papa precedentemente, e tent., e il Durando, Rat. dh>. offic. ,
prescritti ne' rituali antichi , così il lib. Ili, cap. i5. A houle di così
,,

202 FÉ II FER
espresse testimonianze dalle quali del pastorale, quando al loro tem-
apparisce non essersi dai romani po istesso, e dopo ancora, si usò
Pontefici avuto 1' uso del Pastora- la ferula nel solenne possesso del
le, Gambuta, o Bastone che ado- patriarchio. Pertanto noi leggiamo,
prasi dagli alivi vescovi, sonovi pe- che allorquando per opera di Ot-
rò stati degli eruditi di gran nome, tone I e di Leone Vili antipapa
i quali hanno sostenuto il contra- radunossi nell'anno 964 un oonci-
rio. Ciò determinò il Garampi a lio di vescovi nel Laterano per ,

restringere i loro argomenti , e a degradare l' infelice ma vero Papa


farvi brevi riflessioni, per poi con- Benedetto V, che fattosi venire ve-
chiudere se l' immagine di Gelasio stito pontificalmente, per fare l'in-

li nel codice vaticano ci rappre- degna funzione con maggior solen-


senti un simile pastorale; e gli uni nità, gli fu tolta di dosso la stola,
e le altre qui appresso andiamo a la pianeta e il pallio, e che final-

riportare in analogia di quanto si mente gli presero la ferula ponti-


è detto. L' Altaserra adunque sul ficale, che Leone Vili ruppe, e co-
libro 1, tit. V delle Decretali; mons. si mostrò al popolo. Siffatta feru-
Ciampini nella disseriazione An la, dice il Garampi, non fu che
Ponti/ex summus bacillo pastorali quella del temporal possesso : im-
utatur j il p. Catalani, Caerem. perciocché riguardo agli ornamenti
Rovi. Eecl. tom. I, pag. 102, e for- sagri, cioè alla stola, alla pianeta
se anche monsig. Giorgi , Liturg. ed al niun vilipendio fu lo-
pallio,
Boni. Pont. tom. I, pag. 1 35, ad- ro usato, perchè appunto erano sa-
dussero varie antiche testimonian- gre insegne; ma quando si venne
ze della ferula, che davasi al Papa alla ferula pontificale , eh' era si-

nell'atto del possesso del patriar- guani regiminis et correctionis, cioè


chio lateranense, di cui parlano gli segno di giurisdizione temporale
Thdini romani del XIII e XIV se- e che pochi giórni prima Benedet-
colo, e quindi alcuni di essi volle- to V l'aveva ricevuta, questa si de-
ro conchiudere che i romani Pon- rise , si spezzò , e si mostrò al po-
tefici anticamente facessero uso del polo per dispregio: iniqua irrive-
pastorale, come tutti gli altri vescovi. renza che 1' antipapa con quegli
Ma conveniva distinguere, continua scismatici , i quali affettavano zelo
il Garampi, questa
ferula, che servi- per l'onore di Dio e della sua Chie-
va solamente per segnale di pos- sa, né ardita , né tollerata in ve-
sesso temporale, in sigiami regimi' rini conto avrebbero, se la ferula
nis et correctionis, e che perciò da- fosse stata un sagro pontificale or-
vasi al Papa insieme colle chiavi namento. Negli atti del pur men-
del patriarchio, dal pastorale eh' è tovato Pasquale II si legge, che ri-
sagro ornamento de' vescovi nelle cevuta la ferula nel suo possesso
ecclesiastiche funzioni. In fatti bi- andava girando con essa per tutto
sogna ben credere che una tale di- il patriarchio: » Locatus in utris-

stinzione si facesse da Innocenzo III, >> (pie curulibus , data sibi ferula
da s. Tommaso, dal Durando, e dal » in maini, per celerà palati i loca
cardinale Stefaneschi citati, i quali » solis Bomanis Pontificibus desti-
a sì chiare note asserirono non » nata, jam dominus, vel sedens
avere i Papi avuto giammai 1' uso « vel transieus, electiouis nioduiu
,

FES FES 2o3


>•> implevit". Onde che dovendosi pur madre di numerosa figliuolan-
a Benedetto V togliere il possesso za, che il fratello Napoleone pose

del medesimo patriarchio, fu fatto su tanti troni reali, cioè di Napoli,


comparire colla ferula in mano, di Spagna, di Milano, di Westfa-
colla quale aveva pochi giorni
vi lia e di Olanda, facendo gran du-

urina esercitata padronanza , per chessa di Toscana compreso Lucca


torgliela poi e spezzargliela con sua la propria sorella Lisa, maritando

maggior vergogna. Anche i princi- l'altra Paolina al principe Borghe-


pi e signori laici , nel dare i pos- se governatore del dipartimento al
sessi delle cose, e le investiture, di qua delle Alpi. Giuseppe dopo
anche delle chiese e benefizi ec- aver fatto nella sua patria gli studi
clesiastici , solevano darle per vìr- elementari, fu mandato dai suoi
gam, ovvero per baculum. Lo stes- parenti al seminario di Elix in Pro-
so facevano i romani Pontefici, sen- venza per compierli. Sortito di là
za che tale istrumento da loro usa- ripatriò, ed accaduta in allora la

to possa dirsi un sagro pastorale morte dello zio arcidiacono della


come non lo era presso i laici. Be- cattedrale di Aiaccio, venne a lui
nedetto Vili del io 12, dopo di a- conferita questa dignità. Sollecitato
ver aggiudicato all'abbate di Farfa dal genio di conoscere la capitale
il castello di Bucciniauo, sul quale del mondo cattolico, si recò nel
erasi agitata lunga lite contro Cre- continente, e percorse tutta la To-
scenzio , lo investi del medesimo scana, quindi pertossi a Roma, ove
per virgam. Leggesi anche di Sil- si trattenne vari mesi, solendo cele-
vestro li, che nel iooi investì s. brare la messa nella chiesa di s.

Bernardo vescovo d'Hildesheim del- Luigi de' Francesi. Scoppiata la ri-

l'abbazia gaudesemense, con dargli voluzione in Francia (Fedi), e ve-


in mano apostolicatn ferulatn, cioè dendo egli la Corsica (Fedi) di-
Ja solita ferula o verga dell'inve- laniata dai due parliti francese ed
stiture. Sulla ferula consegnata al inglese, stimò prudente di ripatria-
Papa nel possesso, erudite notizie re. A misura pertanto che ingi-
riunì il Cancellieri nella Storia dei gantiva la rivoluzione iu Francia
possessi , nonché il Novaes nel to- ingigantivano del pari in Corsica
mo II delle sue Disseriazioni a le persecuzioni fra i due partiti.
pag. 129 e seg. , ed il Sarnelli nel- In questo stato di cose tutta la
le sue Lettere ecclesiastiche. famiglia Fesch, in un a Giuseppe,
FESCH Giuseppe, Cardinale. Giu- fu costretta ad emigrare dirigendo-
seppe Fesch, nacque in Aiaccio ai si a Parigi, ove Girolamo Bonapar-
3 gennaio 1 763, da nobile genitore te, marito di Letizia sua sorella, si
svizzero di Basilea chiamato Rodolfo, trovava come membro dell' assem-
nome comune nella famiglia Fesch, blea generale deputato dalla Cor-
ed ebbe per sorella uterina Leti- sica. I funesti periodi della rivolu-
zia Ramolini, che sposatasi al corso zione giunti al suo colmo e ridot-
Girolamo Bonaparte, fu madre di te le oneste persone a tremare, e
Napoleone Bonaparte, poi imperato- più di tutti gli ecclesiastici di ogni
re de' francesi, per cui conferì alla ceto, il nostro Giuseppe profittan-
madre il titolo di madama. £ qui do della circostanza che il suo ni-
noteremo che madama Letizia, fu pote Napoleone fu dichiarato dal
ao4 FES FES
direttorio di Parigi generale in ca- Dopo non molto tempo il car-
po dell'armala d'Italia, lo seguì dinal Fesch fu inviato a Roma
sempre nella retroguardia ov' era con la rappresentanza di ministro
posto lo stato maggiore. Disciolto plenipotenziario della Francia pres-
il direttorio, e riordinate le cose so la santa Sede. In questa quali-
alla meglio, tra le quali il ripristi- fica precedette Pio VII nel "viag-

namento del culto cattolico, passa- gio, quando nel 1 8o4 Sl portò a
rono delle trattative colla santa Se- Parigi per coronare l' imperatore
de per mandarlo a compimento. Napoleone; quando il Papa ri-
e
In quest'epoca da Pio VII fu fatto tornò in Roma, il medesimo car-
arcivescovo di Lione nel concistoro dinale in nome dell'imperatore ni-
de' 4 agosto 1802, dignità che mai pote, fu incaricato presentargli quei
volle rinunziare quando i Borboni donativi di cui parlammo al voi.
ritornarono sul trono di Francia ,
XVII, pag. 227 del Dizionario.
per cui la santa Sede vi nominò Mentre disimpegnava la sua diplo-
un amministratore apostolico per matica missione in Roma, avendo
governare l'arcidiocesi, non volen- la sua corte stabilito di rappresen-
do il governo reale riconoscerlo co- tare a Pio VII esigenze politiche
me arcivescovo. Il medesimo Pio e religiose, non credette opportuno
VII nel concistoro dei 17 giugno che le trattasse un cardinale, e il
i8o3 lo creò cardinale dell'ordine richiamò a Parigi. Accaduta in se-
de' preti, rimettendogli in Parigi guito, nel luglio del1809, la de-
la notizia col berrettino cardinali- portazione di Pio VII per cornan-
zio, per mezzo della guardia no- do di Napoleone, che ne avea fatti
bile pontifìcia d. Lorenzo de' prin- occupare ingiustamente e con pre-
cipi Giustiniani, il quale in pari potenza gli stati , ognuno conosce
tempo fece altrettanto in Parigi le vicende che l'accompagnarono,

cogli altri novelli cardinali, Belloy tra le quali è da rimarcarsi la


arcivescovo della città, e Boisgelin convocazione di un concilio di ve-
arcivescovo di Tours. Inoltre il scovi a Parigi , celebrato a Ver-
Papa gli trasmise la berretta car- sailles, per decidere sopra le ma-
dinalizia per monsignor Giorgio Do- terie ecclesiastiche, e sugli affari
na, poi anch'egli cardinale, il qua- che vertevano con Pio VII. Divisi
le la portò eziandio ai due nomi- i padri del concilio ne' loro dibat-
nati cardinali non che al cardinal timenti, alcuni tennero per la su-
Cambacères arcivescovo di Roucu. premazia del Papa , tra' quali il

Jl cardinale Fesch poi ebbe in ti- nostro cardinale, altri per la li-

tolo la chiesa di s. Maria della bertà della chiesa e clero gallica-


Vittoria^ che ritenne sino alla mor- no. primi non avendo incontra-
I

te in commenda, la qua) chiesa di- to l'approvazione del governo, sciol-


venne per lui tale, quando dive- to che fu, invece di andare a Pa-
nuto il più antico cardinale prete rigi se ne tornarono alle loro sedi.
che fosse in Roma, e facendone le Ecclissala la fortuna di Napoleone
funzioni, fu da Pio VII nominato Bona parte, fu deposto dall' impero
titolare della chiesa di s. Lorenzo nel 8 4, e mandato
1
1
all'isola del-
in Lucina, siccome titolo che si suo- l'Elba, che gli fu concessa in so-
le conferire al cardinal primo prete. vranità, per cui i fratelli e la so-
,

FES FES ao^


rellavennero espulsi dai troni che cardinale in Roma , si regolò con
occupavano, ne' quali \i ritornaro- saggia prudenza; fece parte delle
no legittimi principi, come Pio
i congregazioni cardinalizie della con-
VII a Roma, e Luigi XVIII a Pa- cistoriale, de' vescovi e regolari, del
rigi. Però il cardinale seguì Napo- concilio, di propaganda fide, e del-
leone nell'isola dell'Elba in Tosca- la cerimoniale, e fu protettore del-
na, ed ivi dimorò fino all' epoca le arciconfraternite di s. Maria del-
de' cento giorni, cioè alla compar- l'orazione, della morte, e della ss.

sa di Napoleone in Francia , ove Assunta in s. Maria de' Miracoli


ancora regnò per tale spazio di non che del collegio Ghislieri, del-
tempo. In questa circostanza il car- le congregazioni basiliane del ss.

dinale accompagnando madama Le- Salvatore, e s. Giovanni in Soairo


tizia a Parigi, ivi restò nella detta de' greci melchiti, delle monache
epoca, finché vinto Napoleone dal- passioniste di Corneto, della ven.
le potenze alleate, nella famosa compagnia di s. Lorenzo in Lucina,
battaglia di Waterloo, il cardinale e del monastero di Fognano nella
con passaporto de' sovrani alleati diocesi di Faenza, per la fabbrica
tornò in Roma, e Napoleone fu re- del quale donò seimila scudi. Fu
legato all' isola di s. Elena in A- pure direttore perpetuo dell' arci-
frica, dove morì a' 5 ma^erio 1821. confraternita degli Amanti di Gesù
Se vogliamo osservare la con- e Maria detta la Via Crucis nel
dotta del cardinale all'epoca che Colosseo presso il foro romano. In-
il nipote, e fortunato conquistato- tervenne ai conclavi per le elezio-
re, era nel massimo di sua formi- ni Leone XII
di di Pio Vili , e,

dabile potenza e splendida gran- di Gregorio XVI. Finalmente do-


dezza, il suo contegno fu lodevole po lunga e penosa malattia con ,

e veramente ecclesiastico. Profittò settantasei anni di età e trentasei


del contatto coli' imperatore, e del- di cardinalato, morì a' [3 maggio
la stima e benevolenza che avea 1839. Le sue esequie furono deco-
per lui, in promovere e protegge- rosamente celebrate nella chiesa di
re il ristabilimento in Francia del s. Lorenzo in Lucina suo titolo
culto cattolico, contrariato ad ogni cardinalizio, e poscia il suo cada-
passo dal ministero^ che dovette vere, come dicemmo al citalo vo-
affrontare con gravi amarezze per lume del Dizionario, a pag. i55,
riuscire nell'intento. Amava tene- e giusta la sua disposizione , fu
ramente l'imperatore, null'ostante trasportato nella chiesa delle mo-
gli si opponeva a visiera calata nache passioniste di Corneto, pres-
quando scorgeva compromessi i di- so quello della sorella madama Le-
ritti inconcussi del Papa. La sua tizia,luogo per ambidue di tem-
fermezza nel concilio sunnominato poranea sepoltura.
ne forma una solenne prova. Per Finalmente a voler far menzio-
contribuire poi al bene del nipote, ne delle principali disposizioni te-
tanto fisico che religioso, da Roma stamentarie del cardinale, va pri-
spedì a sue spese a Sant' Elena il ma fatto cenno della celebratasi ma
professore chirurgo Antonmarchi, e galleria di quadri di cui era pos-
i due sacerdoti Vignoli e Bonavi- sessore. All'epoca repubblicana l'im-
ta, tutti e tre corsi. Dimorando il periose circostanze della tremenda
,,

206 FES FES


rivoluzione avendo costretto all'e- parti, il cardinale ne ordinò un in-
migrazione un' immensa quantità vestimento da servire per l'istru-
«li trovarono nel-
nobili famiglie, si zione e dotazione dei discendenti
la necessità di vendere ciò die a- d'ambo i sessi delle linee Bona-
vevano, massime le cose mobili, parte. Sopra la prima porzione dal
non esclusi gli articoli di belle ar- medesimo cardinale riserbatasi, de-
ti, di modo che a que' tempi Pa- ve contarsi il trattamento del gran-
rigi rigurgitava di siffatti oggetti de stabilimento degli studi da esso
e di gran pregio. Cessato il terro- già fabbricato in vita nella città
rismo, ogni giorno si vendevano di Aiaccio in vantaggio di quegli
quadri alla pubblica auzione, e fu abitanti; questo fabbricato per la
allora che il cardinale potè acqui- sua mole e bellezza sarebbe degno
stare i capo-lavori fiamminghi, che di qualunque capitale. Eziandio gra-
tanto distinsero la sua collezione. vò la prima parte di franchi cen-
Dipoi in Italia acquistò i Raffaeli, tomila, riservali a fine di costrui-
i Giuli Romani, gli Albani, i Do- re un piccolo tempio , il quale è
menichini, i Tiziani, i Guidi, i Cor- già in costruzione, a contatto dello
reggi , i beati Angelici da Fieso- stabilimento degli studi, e per ser-
le, ec. ec. Si om mette la menzione vire di sepolcro a lui, a' suoi, ed
di altri interessanti dipinti sì della altresì per l'uffiziatura degli eccle-
scuola francese che dell'antica ita- siastici dello stabilimento. Alle mo-
liana, come Massaccio ed altri, per nache passioniste di Corneto, ove
evitare una lunga ed inutile no- come si disse è depositato il pro-
menclatura di autori. Avendo isti- prio cadavere, e quello della so-
tuito per suo erede universale il rella provvisoriamente, come loro
suo nipote Giuseppe Bonaparte con- protettore lasciò in legato scudi
te di Survillers, il primo de' super- cinquemila, già soddisfatto perchè
stiti fratelli di Napoleone, gravan- a carico dell'erede sui beni indi-
dolo però di molti e forti legati pendenti dalla galleria de' quadri ;
ordinò in pari tempo per testa- così pure fu soddisfatto altro lega-
mento la vendita della collezione to di scudi cinquecento a favore
di quadri, coli' obbligo di divider- dell'arciconfralernita degli Amanti
sene il prodotto in cinque parti e- di Gesù, e Maria. In rapporto poi
guali, riservando la prima per l'a- alla sua famiglia domestica di per-
dempimento de' pii legati all'este- sonale servigio, beneficò il cardi-
ro. La seconda parte prescrisse che nale sei individui della medesima
si dividesse in quattro porzioni e- con pensione vitalizia, e pei rima-
guali a' superstiti nipoti , cioè al nenti nove individui che compone-
nominato Giuseppe già re di Spa- vano il restante della famiglia di
gna, d'altronde erede universale di ruolo, pose a disposizione degli e-
tutti gli effetti liberi, a Luciano secutori testamentari scudi mille da
principe di Canino, vale a dire ai dividerli a loro, secondo il tempo
suoi figli essendo già morto, a Lui- del servigio prestato, non meno di
gi già re diOlanda, ora conte di scudi cinquanta per cadauno, uè
s. Leu, ed a Girolamo già re di più di scudi duecento.
Westfàlia, al presente principe di FESCINO (s.).Fu abbate del ino-
Monlbrt. In quanto alle altre tre nistero di Fonre, vHlóggio della
,

FES FES IO'


contea di Meath, e lo governò san- teremo che delle feste degli ado-
tamente. Ivi è ouorato con parti- ratori del vero Dio. Tultavolta, ge-
colar divozione. Morì nel 664 per nericamente parlando, l'oggetto ge-
1' orribile pestilenza che devastò nerale di tutte le feste è stato
l' Irlanda. Molte chiese e parecchi quello di riunire gli uomini , di
villaggi di quel regno portano il suo accostumarli a fraternizzare , di
nome. La sua festa 61 celebra a' 20 metterli alla portata d' istruirsi e
di gennaio. di aiutarsi scambievolmente: tutte
FESSE. Sede vescovile nella JVu- le ceremonie del culto divino con-

midia, nell'Africa occidentale, sot- correvano a questo scopo essenzia-


to la metropoli di Cirta Julia. Fes- le. Il popolo ammassato nelle gran-

se, Fessen, chiamasi pure Fesser- di città, non sente più questo van-
ta, e nelle Notizie di africa si taggio ; ma esso sussiste ancora
trova al numero 12. Al presente nelle campagne, massime ne' pae-
è un titolo vescovile in partibns si di montagna , nelle foreste ec.

che conferisce la santa Sede, sotto Le famiglie disperse in quelle so-


la metropoli pure in partibus di litudini non possono riunirsi, ve-
Cirta. Il regnante Pontefice a* 28 dersi, frequentarsi se non nei gior-
di maggio 1839 fece vescovo di ni di festa, eh' è quasi il maggior
Fesse, e vicario apostolico di E- legame di società che pò 11 no
esse
gitto e dell'Arabia monsignor Per- avere: le feste per conseguenza so-
petuo Guasco dell'ordine de' mino- no loro sempre state necessarie.
ri osservanti, del cui zelo parlam- Così il Bergier, Dizion. enciclop.,
mo al volume XXI, pag. i38 e seg. alla parola Festa.
FESTA (Festux). Giorno solen- Le feste dell'antica legge furono
ne festivo, nel quale l'uomo si astie- ordinate da Dio medesimo: i.° in
ne dal lavoro, stabilito dalla Chie- memoria dei principali miracoli di
sa in onore di Dio o di un santo, sua misericordia verso il popolo
durante il quale si deve attendere suo; 2. affine che gl'israeliti, in
ai divini uffizi, e al modo di san- favore de' quali aveali operati, ne
tificarlo.Ma in origine era voca- venissero istruiti più perfettamente;
bolo che indicava un giorno di riu- 3.° perchè avendoli essi sempre
nione ; mohadiin, feste in ebraico davanti alla mente, ne serbassero
signitica i giorni in cui gli ebrei perenne memoria di gratitudine e
riunivansi per lodare Dio; in que- ringraziamento ; 4-° acciocché ecci-
sto senso le feste sono necessarie tassero nei loro cuori le disposizio-
del pari che leadunanze di reli- ni necessarie per ritrarne fruiti ab-
gione, ed un popolo non ebbe mai bondanti. Le feste della legge di
culto pubblico, senza che le feste grazia debbonsi celebrare con tanta
ne abbiano fatto parte. Chiamossi maggior pietà e fervore, quanto i

talvolta festa il giubilo o l'alle- misteri onorati in questi santi giorni


grezza, il solazzo, il piacere, o il sorpassano infinitamente quelli della
luogo dove si festeggia, e anche legge antica, i quali sebbene fossero
uno spettacolo e un apparato. Del- sublimi, tuttavolta non vi si scopre
le, più famigerate feste di tal na- altro che immagini ed ombre dei
tura, se ne parla in molti articoli nuovi misteri che a quelli sono succe-
del Dizionario; in questo non trat- duti. i\V giorni consagrati alla loro
2o8 FES FES
rimembranza, tutti i fedeli sparsi nedì quel giorno, e lo santificò, e
per la terra uniscono in corpo ed volle che fosse consagrato al suo
in ispirito le loro preci e sagrifizi culto. Benché la storia sagra non
di adorazione e grazie a' piedi de- ci testifichi espressamente che i pa-
gli altari. Nelle fèste in onore dei Inarchi abbiano lasciato di lavora-
suoi misteri Gesù Cristo "versa so- re il giorno di gabbato, il citato
pia di noi i tesori della sua gra- patto della Genesi basta per farce-
zia, meritataci colla sua morte a lo supporre , come dice il Bergier.
misura della purezza dei nostri cuo- Nell'Esodo capo XX, v. 8, Dio
ri, e delle altre disposizioni che ce minacciò trasgressori dell' osser-
i

ne rendono degni; questa è la ra- vanza del sabbato dicendo: Ricor-


sone per cui la Chiesa istituì le dati di santificar il giorno di sab-
Vigilie (Vedi) delle feste principa- baio, mentre quando si tratta di
li dell' anno. Non possiamo fare al- altri punti di legge , egli ce ne
cuna cosa che più. dia gloria al fece un semplice comando, o una
santo nome di Dio, né che a lui semplice proibizione Voi non ado- :

sia maggiormente accetta, del riu- rercte Jalsi Dei; voi non animaz-
ione in ispiri to gli omaggi della no- zere.lv.. Ma in questo comandamen-

stra gratitudine, l' incenso delle no- to egli tiene un linguaggio affatto
stre orazioni, il tributo delle nostre diverso, e non si contenta solo di
limosine, in una parola tutti i senti- comandare o proibire, ma sveglia
menti, e tutte le opere nostre a tutti tutta l'attenzione del suo popolo
quegli onori e tutta quella gloria dicendogli: Sovvengati del mio eo-
che Dio riceve dai fedeli suoi ser- mandamento se hai a cuore la glo-
vi sparsi su tutta la terra, che for- ria del mio nome. Leggesi nel sai-
mano la Chiesa militante, e dagli mo io3, v. 19, che Dio ha crea-
angeli e dai santi, che formano la to la luna per notare i giorni di
sua Chiesa trionfante su in cielo, riunione: ferii Umani in mohad://:,
Questa santa unione è senza dub- d'altronde s'apprende dalla storia
bio perpetua, e sempre ristretta dai profana, che la costumanza di riu-
vincoli dalla carità per cui tutti i n'irsi alle neomenie o nuove lune,
membri vivi di Gesù Cristo, o co- fu comune a quasi tutti i popoli ;

ronati od aspiranti alla gloria, so- così neomenie stabilite da Mose


le

no fatti un solo e medesimo cor- non sembrano essere state un isti-


po tra loro e con Gesù Cristo lo- tuzione nuova, come non lo era
10 capo tuttavia si rafforza e rin-
: quella del sabbato. Dio per bocca
novasi per certa maniera nei gior- di quel legislatore disse neh' Eso-
ni santi, perciocché in essi riunendosi do XX, 8 e 9 al suo popolo: Ri-
i fedeli, e conversando col cielo, si cordati di santificare il giorno di
fa un paradiso di tutta la terra, e sabbaio. Lavorerai negli altri sei

le due Chiese formano come una giorni, ma io voglio per me il set-

medesima Chiesa. timo. Siccome tutti i tempi e tut-


La prima fèsta da Dio istituita ti i giorni sono di Dio, così tutti
v. il sabbato, il settimo giorno in debbon esser consagrati al suo ser-
eni fu terminata 1' opera della crea- vigio. Il real profèta nel salmo 73,
zione. JNelle sagre carte e nella parlando di Dio, ecco come si e-

Gen. e. Il, v. 3 si legge che Iddio be- sprime: Egli ha fatto il giorno e
FES FES 209
la notte, la luce e le tenebre, il vole, infestus ciò che è dannoso e
tempo e le stagioni. Egli ancora disgustoso. Mosè parlando delle fe-
comandò nell'antica legge al suo ste ebraiche dice agl'israeliti nel
popolo di offerirgli sagrifizio la mat- Levitico e nel Deuteronomio : f'oi
tina e la sera ; ma la speciale be- farete festa dinnanzi al Signor Dio
nedizione colla quale egli ha di- vostro. Delle feste Mosè ne parlò
stinto in fra gli altri il settimo pochissimo, avendo conservato il

giorno, il suo riposo con cui lo ha cerimoniale de' patriarchi, in quel-


consagrato, i fatti gloriosi di cui lo lo da lui prescritto agli ebrei. La
ha onorato, e il precetto di cui lo sola delle suddette feste che sia
ha accompagnato, lo rendono un stata consagrata al dolore ed alla
giorno più santo e più glorioso al tristezza fu il giorno dell' espiazio-

suo nome degli altri. ne, di cui parla il Levitico e. i3,


Nella Genesi, cap. 35, Giacobbe v. 27. Ridette il mentovato Ber-
celebra una specie di festa all'occa- gieiv, che nello stesso cristianesimo
sione di un favore ch'egli aveva i più santi personaggi furono d'av-
ricevuto da Dio. Riunì tutta la sua viso, che il digiuno e le mortifica-
famiglia, ed ordinò a tutti di cam- zioni non devono aver luogo nei
biare le loro vesti, di purificarti, giorni di festa; che conviene inve-
di portargli tutti gì' idoli e tutti i ce fare un festino, cioè un ban-
segni del culto degli dei stranieri, ed chetto più sontuoso del solito. In-
egli li sotterrò sotto il terebinto di di soggiugne che le antiche feste

là Sichem, quindi an-


della città di furono consagrate a regolare e san-
dò a Luza
cognominata Bethel,, tificare i lavori dell' agricoltura, a
nella terra di Canaan, ed ivi edi- ringraziare il creatore de suoi doni.
ficò un altare, ed a quel luogo po- I patriarchi offrirono de'sagritizi
se il Casa di Dio. E sic-
nome di pei benefizi ricevuti da Dio , non
come erano sempre se-
i sagrifìzi mai per far palese le loro aftlizioni.
guiti da un banchetto comune, il Noè salvato dal diluvio , Abramo
giorno destinato per un sacrifizio ricolmo delle promesse e delle be-
solenne era per i patriarchi un nedizioni di Dio, Isacco sicuro del-
giorno di t'osta. Pensò un moderno la medesima protezione, Giacobbe
autore che le feste, ossiano le adu- felicemente ritornato dalla Mesopo-
nanze religiose dei primi uomini, fos- tamia, e salvato dalla collera del
sero consegrate alla tristezza, a pian- suo fratello Esaù, innalzarono de-
gere i flagelli della natura , e soprat- gli altari e benedirono il Signore,
tutto il diluvio universale; ma sem- come si apprende nei libri santi, e
bra che egli non abbia considerato in più luoghi della Genesi.
che i banchetti, il canto, la danza fe- JVello stabilimento delle feste de-
cero parte del culto delle divinità gli ebrei, Mosè seguì lo spirito dei
di tutte le nazioni. L'uomo afflitto patriarchi, che è quello dell'isti-
vuole esser solo, ama la solitudine tuzione divina. Oltre il sabbato e
per piangere, non è già la tristez- le neomenie, stabilì egli tre glan-
za che riunisce gli uomini, ben- ma di che avevano rapporto non
teste,

sì la gioia ed il gaudio. Presso i solamente colla agricoltura ma ,

latini i vocaboliytwfrjs, festivus signi- eziandio a tre gran benefizi del


ficavano ciò eh' è propizio e piace- Signore di cui bisognava conservar
voi.. XXIV. 14
2 1o FE S FES
la memoria. La festa Pasqua
di Nelle feste del cristianesimo si tro-
nel mese delle nuove biade in me- va lo stesso spirito, lo stesso ogget-
moria della sortita di Egitto, e to, la medesima utilità delle feste
della liberazione dei primogeniti de- degli Di quelle che questi
ebrei.
gli ebrei; la Pentecoste ossia la al presente celebrano, come della
fèsta delle Settimane, per servire festa del sabbato, della festa delle
di monumento alla pubblicazione calende, della solennità della Pasqua
della legge sul monte Sinai : cele- degli azzimi, della festa delle Set-
bravasi avanti d' incominciare la timane o Pentecoste, della festa
raccolta delle messi, e vi si offri- delle Espiazioni, di quella dei Ta-
vano le primizie; la festa dei Ta- bernacoli ovvero delle Capanne, del-
bernacoli dopo la vendemmia, in le Encenie, delle Sorti o del Purim,
memoria della dimora degl'israeliti e di altre feste, ne tratta Paolo
nel deserto. Dovevano essi celebrar- Medici, De" riti e costumi degli ebrei,
le non solo colla loro famiglia, e noi in parecchi articoli del Di-
ma ammettervi i poveri e gli stra- zionario.
nieri. La festa delle Trombe , e Il Bergier all'articolo Feste dei
quella delle Espiazioni cadevano cristiani, divide 1' argomento in
nella luna di settembre, come an- nove punti: sublime di
i.° spirito
che quella dei Tabernacoli. La sag- esse, e dimostrazioni de' fatti evan-

gezza e quelle feste sono


l'utilità di gelici; 2. feste de 'martiri; 3." ob-
chiarissime, indipendentemente dal- biezioni di Beausobre contro di
le lezioni di morale che davano queste , e risposte ;
4° autorità
esse agli ebrei, erano monumenti della Chiesa per lo stabilimento di
irrefragabili dei fatti sui quali era esse, difesa dalle difficoltà de' pro-
fondata la religione ebraica, monu- testanti ;
5.° feste de' confessori di-
menti che ne hanno perpetuata la fese dalla calunnia degl' increduli ;

memoria e la certezza in tutti i


6.° necessità delle feste; 7. ragio-
secoli. GÌ' increduli, per ischivarne ne dell'aumento di queste; 8.' del-
le conseguenze, dicono che una fe- la loro diminuzione; 9." santifica-
sta non è sempre la prova certa zione delle medesime. Lungi dallo
della realtà di un avvenimento, e svolgere tutti i punti, compendio-
che troviamo presso i greci e i samente diremo solo di alcuni, con
romani delle feste stabilite in me- qualche altra analoga erudizione.
moria di molti fatti assolutamente Non solamente gli apostoli hanno
favolosi. Ma le feste dei pagani non istituito delle feste, poiché i primi
risalivano, come quelle dei giudei, fedeli ne hanno celebrato ; ma le

alla data stessa degli avvenimenti, resero più auguste delle antiche,
non erano state stabilite, né osser- fondandole sopra motivi più su-
vate dai testimoni oculari dei fatti blimi. NeHa religion primitiva il
di cui richiamano la memoria. principale oggetto delle feste era

Nelle solennità giudaiche non vi d' inculcare agli uomini l'idea di

erano la licenza e i disordini che un soloDio creatore e governato-


regnavano nelle feste dei pagani, re del mondo, padre e benefattore
che invece di contribuire alla pu- delle sue creature; nella religione
lita de'costumi , sembravano espres- ebraica erano esse destinate a ri-

samente stabilite per corromperli. svegliare la memoria di un solo


FES ¥LS 211
Dio legislatore , signore supremo, sione (Vedi) : tutte che fu-
feste

protettore speciale del suo popolo;. rono stabilite subito dopo che ta-
nel cristianesimo le feste ci mo- li avvenimenti erano accaduti, al-

strano un Dio salvatore e santifì- la presenza, e colla testimonianza


catore degli uomini , del quale di migliaia di uomini , citandone
tutti i disegni tendono alla nostra molte il p. Mamachi a pag. 326.
eterna salute. Niente serve meglio Agli apostoli si attribuisce l'istitu-
che le feste a indicarci l' oggetto zione di alcune feste della beata
diretto del culto religioso nelle tre Vergine Maria. Il Piazza nel suo
epoche successive della rivelazione. Emerologio di Roma, toni. I, pag.
Dopo l' estinzione del paganesimo 2, Dell'origine delle feste, dice che
e dell'idolatria , non fu più neces- gli apostoli nell'istituire le feste in
sario di continuare a celebrare il onor del Signore e della Madonna,
sabbato ed il riposo del settimo essendo state abrogate le cerimonie
giorno in memoria della creazione. della legge mosaica, stimarono spe-
La credenza di un solo Dio crea- diente di non scostarsi molto dagli
tore non poteva più perdersi; ma ebrei nel celebrare la Pasqua e la

fu importantissimo di consagrare con Pentecoste, in modo che ritenendo-


un monumento eterno la memoria si i loro nomi, non si facesse mol-
di un miracolo, che ha fondato ta novità ne' riti della nascente re-
il cristianesimo, della risurrezione ligione cristiana, e in qualche mo-
cioè di Gesù Cristo, la cui memo- do si adombrassero quelli degli
ria si nella domenica che
celebrò ebrei, come fra gli altri afferma
nuovo Testamento è chia-
ne'libri del Tertulliano. Per non convenir poi
mata prima del sabbato, cioè pri- coi gentili, che chiamavano i loro
mo giorno dopo il sabbato, come giorni più solenni col nome di Fe-
osserva i! p. Mamachi nel tomo rie (Vedi), chiamarono con tal no-
I, pag. 3 18 de' Costumi de primitivi me i giorni di lavoro e di secola-
cristiani. Questo grande avveni- ri come attestano Orige-
faccende,
mento è un articolo della nostra ne e Girolamo. JVou ammetten-
s.

fede, egli è contenuto nel simbolo; do però il digiuno nella domenica,


non si può essere cristiano senza come tutta dedicata al culto divino,
crederlo. Così fino dall'origine del si chiamò perciò il lunedì feria se-
cristianesimo la domenica fu il gior- cunda, e susseguentemente gli altri
no stabilito in cui si radunavano ijiorni della settimana ecclesiastica.
i cristiani, e cantavano gì' inni a Si cominciò pure fin dai primi tem-
Gesù Cristo come Dio, e prende- pi del cristianesimo a celebrare la
vano il cibo eucaristico, perchè la festa dei Martiri (Vedi). Pei pri-
domenica fu celebrata dagli apo- mitivi cristiani la morte di un
stoli, e chiamata il giorno citi Si- martire era per essi una vittoria,
gnore. V. Domenica, e Pasqua. Co- e per la religione un trionfo; il

sì dicasi della festa della Penteco- sangue del testimonio cementava


ste (Vedi), in memoria della di- l'edilìzio della Chiesa, solennizza va-
scesa dello Spirito Santo sugli apo- si giorno della sua morte, cele*
il

stoli; di quella del Natale (Ve- brando sulla sua tomba i santi mi-
lli) , o nascita di Gesù Cristo ; suri, e dove i fedeli riuniti raccen-
dell' Epifania (Fedi); dell' Asceti- devano la loro fede, ed animavano
o. 12 FES FES
maggiormente il loro coraggio col ed i santi , delle quali parleremo
suo esempio eroico. In principio in seguito.
del secondo secolo dell'era cristia- Il Marangoni, Delle, cose genti-
na, apparisce ciò dagli atti del mar- lesche e profane trasportate ad uso
tirio di s. Ignazio e di s. Policar- e ad ornamento delle chiese , al
po, e non è a dubitarsi che non cap. XXIX discorre se nella cele-
siasi praticato egualmente a Roma brazione delle feste de' nostri santi
subito dopo il martirio di s. Pie- sia alcuna cosa derivata dal genti-
tro e di s. Paolo. La testimonian- lesimo. Convenendo che l' origine
za infatti degli apostoli e de'loro delle feste in generale proviene dal-
discepoli , sigillata col loro sangue, la divina legge data da Dio a Mosè
era troppo preziosa per non met- sul monte Sinai, non si trova però
terla continuamente sotto gli occhi l'istituzione di alcun giorno di fe-

de'fedeli. Quasi direbbesi che fu sta ,


per celebrare in esso la me-
allora preveduto, che coli' andar moria di alcuno di que' santi pa-
dei secoli gì' increduli avrebbero triarchi e profeti , e neppur dello
spinto l' audacia per fino a conte- stesso Mosè, che fu così caro a Dio;
starne le conseguenze. Il Macri nel- la cagione di ciò, al dire de' santi
la Notizia dei vocab. eccles., alla padri, fu perchè essendo il popolo
parola Feslus, la spiega per gior- ebreo inclinatissimo all'idolatria,
no onore di qualche san-
festivo in lo avrebbero adorato come loro
to,o altra solennità, detto ancora Dio, ed offertegli vittime e sagrifi-
Natale o Natalizio, giacché Ter- zi. Ma essendo venuto il tempo di
tulliano nel lib. 6 De coron. milit., grazia , col lume della fede recato
ciò perchè in tal giorno i
spiega al mondo dal Figliuolo di Dio , e
santi nacquero alla vita immorta- con esso dissipate le tenebre del-
le ed eterna ed aggiunge che ; l' ignoranza, conveniva alia maestà
furono senza dubbio le feste intro- e grandezza divina , che dagli uo-
dotte dagli apostoli, come pure at- mini ancora si onorassero i suoi
testa l'annalista Baronio, e poi ac- servi con un culto assai in-
fedeli

cresciute dagli uomini apostolici; feriore a quello che a Dio è do-


e che nei primi secoli non si ce- vuto, e specialmente di coloro che
lebravano, oltre quelle de' misteri per suo amore diedero la loro vita,
di Gesù Cristo, se non che le fe- e che per la sua gloria inaffiarono
ste dei martiri, e così la prima col loro sangue la di hù santa fe-
fu in onore del protomartire s. Ste- de, e la propagarono con tante fati-
fano. che e sudori, e che si offrissero uni-
Dal fin qui detto adunque ne camente a Dio sagri fizi non ad ,

consegue, che le feste istituite e ce- essi, ma in memoria di essi, ad in-

lebrate dalla Chiesa cattolica si di- tercessione dei quali egli concede
vidono in due grandi classi perfet- le grazie alla Chiesa ed a' suoi fi-
tamente distinte: i.° quelle che han- gliuoli. Questo rito però di solen-
no rapporto alla dottrina religiosa nizzare coi giorni festivi la memo-
medesima, e al dogma, celebrando- ria di uomini morti, molto prima
ne i misteri che ne fanno parte; della legge di grazia, inventato fu
a. quelle che hanno per oggetto ed introdotto nel gentilesimo dal
di onorare i martiri , i confessori demonio. Dappoiché non contento
,,

FES FES ai3


di aver favoleggiati alcuni dei ce- maggiormente detestarle, basta dare
lesti, prosegui a persuadere gli uo- un' occhiata agli antichi calendari
mini di collocare fra gli dei alcu- de' romani; e quanto alle tante in-
ni uomini morti, credendo che fos- ventate dai greci, agli autori che
se ai una virtù
loro sepolcri unita diffusamente ne hanno trattato
divina e celeste. Fra il numero di cioèil Fasoldo il Castellano, e il
,

questi i greci riposero Bacco Er- , Meursio nel tomo VII delle Anti-
cole, Esculapio, A polli ne; gli egizi chità greche.
Oro, Iside, Osiride, ed altri. Quali Essendo pertanto tutte queste
deità, quasi infinite per tutto il tenebre del gentilesimo manifestate
mondoj furono anche ricevute e a- colla comparsa del Sole di giusti-
dorate dai romani, i quali inoltre zia Gesù Cristo, e dissipate colla
inventarono un altro rito di collo- luce del santo evangelo , si com-
care fra gli dei i più scellerati loro piacque Iddio d' introdurre nella
principi ed imperatori. Oltre a que- Chiesa una sorte di feste molto più
sta gran turha di deità, istituì il oneste e convenevoli di quelle del
gentilesimo solennissime feste , sta- gentilesimo, e veramente sante, che
bilite in giorni speciali , e le cele- sono quelle degli amici e servi
bravano con pompa di lumi , di suoi ,
quali furono ne' principii
ohblazioni , di sagrifizi e di giuo- quelle de' santi martiri, le cui fe-

chi , con lautezza di conviti e di ste furono istituite per oscurare le


mangiamenti , dispensando
anche profane de' gentili, e per abbatter-
alla plebe diversi donativi;dimo- le co' riti opposti e contrari alle
doché cosa più splendida non po- medesime, co' quali più si manife-
teva desiderarsi , e per l' allegrezza, stasse profanità ed oscenità di
la
e per gli spettacoli, e per la dis- esse. Fu
però in certa maniera ne-
solutezza.Celebra vansi nel mese di cessario, che i prelati della prima
dicembre le feste saturnali in ono- Chiesa co'novelli convertiti dal gen-
re di Saturno, che duravano sette tilesimo alla cristiana fede, in al-
giorni con banchetti e donativi ;
cune cose, le quali per nulla ripu-
due volte l'anno la festa di Palla- gnavano alla santità delle feste, fos-
de o Minerva ; e di quella che sero alquanto indulgenti, affine di
chia ma nui Quincjitateria , perchè allettare maggiormente i gentili stes-
durava cinque giorni ne fa me- , si ad abbracciarla. Erano questi av-
moria Ovidio nel 5 e 6 lib. de Fa- vezzi alla pompa delle loro feste
sti. Cosa però più licenziosa delle alle allegrezze e tripudii , co' quali
feste in onore di Bacco dette bac- si celebravano, e ciò appunto era
canali, desiderare non potevasi dal- loro un ostacolo ad abbracciare la
la cieca ed i lupercali,
gentilità; religione cristiana , non essendo e-
feste introdotte onore di Pane, in gliuo capaci d' innalzare la mente
non potevano esser più lascive, an- ed il pensiero alle cose spirituali e
dando i sacerdoti di quest' idolo celesti. Onde i vescovi permisero
nudi per Roma, con atteggiamenti che nel celebrarsi le feste de' mar-
contrari all' onestà verso le matro- tiri , avessero nuovi
i convertiti
ne e donne gravide. Infinite per- qualche divertimento e diletto e ,

tanto furono le feste istituite dal de- spezialmente cou i con vili pubblici
monio, e chi bramasse conoscerle per e popolari , ed un onesto tratteni-
214 frÈS l'Es
mento, lo che s. Gregorio Nisseno giuochi equestri, non in onore di
commendò come hen praticato da Augusto, ma bensì perchè in tal
s. Gregorio Taumaturgo. E questa giorno era stato consagrato a Mar-
permissione a' novelli neofiti era te il di lui tempio; ma dissipato
conforme alla regola dell'apostolo che fu il gentilesimo, le allegrezze
s. Paolo data a' Corinti , I, e. 3. profane di quel giorno furono tras-
La stessa pratica prescrisse s. Gre- ferite in onor delle catene di s. Pie-
gorio I a s. Agostino, acciò la pra- tro, poiché in esso fu consagrata
InghiU
ticasse nella conversione dell' la chiesa col titolo de' medesimi
terra, permettendo a' nuovi conver- Vincoli sull'Esquilino. Ebbero i gcn-
titi di celebrare con allegrezza e tili il costume di far merca-
i loro
coi conviti le feste de' santi mar- ti e le fiere in occasione de' pub-
tiri e che nella dedicazione delle
,
blici concorsi di popoli forestieri a
chiese, o nel natale de' martiri, qualche solennità; perciò gli anti-
de' quali vi si ponevano le reliquie, chi cristiani lasciarono correre i

si facessero attorno medesime


le mercati e le fiere per utile del
chiese tabernacoli di rami di albe- commercio , il che è cosa antica ,

ri, e con religiosi conviti celebrassero -attestandolo i ss. Basilio Magno, e


la solennità. Dall' adornarsi i tem- Gregorio di Tours ed , altri. Fin
pli de' gentili con festive froncli ,
qui il dotto Marangoni. V . Mar-
fiori , chiome d' alberi e pampini , tiri.

delle viti, ne passò 1' uso alle chie- Gli stessi motivi che hanno fat-

se de' cristiani , come osserva Sar- to stabilire le feste dei martiri ,

nelli. Dagli antichi fu chiamata portarono i popoli , nel prosegui-


feslum epularum la festa della cat- mento de' secoli, ad onorare la me-
tedra di s. Pietro, nel qual giorno moria de' Confessori (Fedi), cioè
i cristiani, massime dell'Africa, so- dei Santi (Vedi), che senza aver
levano fare in chiesa solennissimi sofferto il martirio, hanno edificata
banchetti, de' quali ragiona s. Ago- la Chiesa colle loro virtù. Riflette
stino nel lib. 6, cap. 2 Confess. ,
il Bergier, che il loro esempio non
costume introdotto tra i cristiani è in favore del cristianesimo vina
dalla gentilità, perciocché in tal prova così forte come il testimo-
giorno solevano collocare i cibi sul- nio de' martiri ; ma dimostra alme-
le come narra
sepolture de' morti, no che la morale del vangelo non
il Macri.V. Agape, Conviti. Il è impraticabile, poiché coli' aiuto
citato Baronio tratta eruditamente della grazia i santi l' hanno segui-
questa materia all'anno 4^, num. ta ed osservata esattamente. E co-

87 e seg., ed in vari altri luoghi, sa naturale che il popolo abbia


mostrando di più. con ragioni, che onorato con preferenza santi che i

quando anche i primi fedeli alcun hanno vissuto nel luogo dov' esso
rito o cerimonia avessero ricevuto dimora, le cui azioni gli sono più
da' gentili , ninna deformità può note, le cui ceneri vede cogli oc-
esserne seguita dal convertirsi in o- chi propri , il cui sepolcro può fà-

nore de'santi martiri, come prova cilmente visitare. S. Martino è il

s. Girolamo contro Vigilanzio. So- primo confessore di cui si abbia


levano i gentili nelle calende del fatto la festa nella Chiesa occideu-
mese di agosto celebrare alcuni tale, tutte le Gallie risuonarono dello
, ,

FES FES a.-;

splendore delle di lui virtù e mi- gorio IV dedicò a tutti i santi. Al-
racoli. A solennizzare le feste dei tri dicono che s. Gregorio III nel
confessori , dice il cardinal Bellar- 73 1 consagrò una cappella nella
mino, Controv. lib. I, C ap. 5, che chiesa di s. Pietro a tutti i santi ,

si die principio nel concilio di Ma- e che da quel tempo se ne celebrò


gonza 1' anno 8 3 in cui s. Leo- 1 ,
la festa in Roma; e che prima
ne III, con pubblica solennità, e della dedicazione Pantheon si del
con l' assistenza di Carlo Masno celebrava nel maggio la primo di
imperatore, e di molti cardinali e festa di tutti gli apostoli. In quan-
vescovi canonizzò con gran celebri- to ai martiri , vedendo il pio im-
tà e concorso di popolo infinito peratore Teodosio li con quanta
s. Suiberto; ma qual santo propria- venerazione ne' primi secoli della
mente sia stato il primo canonizza- Chiesa si osservavano ovunque dai
to, lo si dice all'articolo Caxo.-sizza- fedeli le feste de' martiri, per tut-
zio.-ve, ove pur dicesi della festa che to l' impero ordinò che tali giorni
Pontefice stabilisce al canonizza-
il non fossero profanati con giuochi
to, e il rito. Le feste che in origi- o spettacoli pubblici di gladiatori ,

ne erano locali , a poco a poco si di giuochi circensi ec. , sotto gravi


sono in progresso dilatate, e sono pene. Il Rinaldi all'anno 4^9 n a'*-
divenute generali. La distinzione ra come l' imperatore Leone il gio-
che passa tra il beato e il santo vane vietasse gli spettacoli nelle
è notata agli articoli Beato e Bea- feste.
tificazioxe (Fedi). La voce del In generale le feste sono neces-
popolo, la sua divozione canonizza- sarie, per quanto si è detto, e per
rono ne' primi tempi i personaggi ciò che scrive il Bergier : essendo
le cui virtù ammirava ; ma perchè necessario che il popolo abbia una
la Chiesa non ha tempo di poter religione , dunque sono necessarie
solennizzare la festività di ciascun le festività. In quanto al potere
santo , ordinò il Papa s. Bonifacio della Chiesa nella istituzione delle
IV che si celebrasse in Roma nel feste, essa lo ha come lo aveva la
primo giorno di novembre la festa sinagoga che istituì diverse feste
,

in onore di tutti i santi martiri dopo la pubblicazione della legge,


nel qual giorno la Chiesa soleva come la festa delle Sorti o Purim,
digiunare^ come nota Isidoro; poi quella della morte di Oloferne
s. Gregorio IV la propagò per tut- quella della dedicazione del tempio
to l'occidente, come lasciò scritto dei Maccabei che osservò anche ,

Sigeberto nella sua cronaca l'anno Gesù Cristo. D'altronde, come si è


835. Dai greci si festeggia la solen- detto, essendo certo che la Chiesa
nità di tutti i santi nella prima ha stabilito delle feste in onore de-
domenica dopo Pentecoste, nel qual gli apostoli e dei martiri fino dai
giorno i latini celebrano la festa primi tempi , essa ha il medesimo
della ss. Trinità. La festa di tutti potere in oggi, come allora. Sareb-
i santi ebbe origine dalla dedica- be una cosa singolare, che la Chie-
zione che fece s. Bonifacio IV del non avesse la stessa auto-
sa cristiana
Pantheon, già sagro a tutti gli dei rità che la chiesa giudaica per re-
de' pagani, alla Beata Vergine e a golare il suo Culto {Vedi) e la sua
tutti santi martiri, che poi s. Gre-
i Disciplina (Vedi). Per non dire di
ai6 FES FES
altri esempi, qui noteremo, che In- cilmente licenza di lavorare nei
nocenzo X col breve Cum nuper, giorni di festa ; ed essendo neces-
de' 6 ottobre i(»53, Bull. Rom., sità concedino tale licenza gratis,
tom. VI, par. Ili, pag. 260, an- senza alcun pagamento , come de-
nullò il decreto col quale il senato cretarono le congregazioni dell' im-
di Milano comandava nel ducato munità a' 20 settembre 1639, e
di osservarsi di precetto la festa di quella del concilio il primo mag-
s. Domenico, dicendo il Papa che gio 1 635. Nel 1 31 7 Giovanni XXII

soltanto alla giurisdizione ecclesia- esortò il re di Francia Filippo V


stica appartiene comandare eil , di astenersi dal conversare nel tem-
l'abolire i come pure
giorni festivi, po che assisteva ai divini uffizi, e
dimostrano canonisti, Fagiano in
i a non permettere che i tribunali
cap. Conqueslus, num. 58, De fossero aperti ne' giorni di festa, e
fé-
riisj Anacleto, ad titul. decretai. che in questa non lavorassero nep-
De feriis, tit. 2, § r, num. 3; To- pure i barbieri. Si può dispensare
massini, De festis, lib. 1, cap. 17, dalla osservanza delle feste ezian-
num. 1 7, Per la stes-
e molti altri. dio dal vicario foraneo, e non dal-
sa ragione Innocenzo XII con bre- l' arciprete o parroco, se non che
ve del primo settembre 1693, Ro- in assenza del vescovo , come de-
manus Ponti/ex, loco citato, t. IX, cretò la congregazione de' vescovi
pag. 365, annullò ancora il decre- il 2 agosto i594j s'intende posta
to del governatore di Cremona, che una legittima e ragionevole causa.
prescriveva la slessa festa di s. Do- Questa congregazione a' 8 marzo 1

menico fra quelle di precetto. II i58i avea già decretato, che non
concilio di Trento non fece altro si deve celebrare una festa in un
che confermare l'uso antico, qualo- medesimo giorno in due chiese vi-
ra decise, che le feste comandate cine; ma la più inferiore dovrà
da un vescovo nella sua diocesi de- stabilire un altro giorno.
vono essere osservate da tutti, an- Non è vero che i vescovi abbia-
che da quelli che non sono suoi no a bella posta ordinato e mol-
sudditi. Sess. 25, e. 12. Però per tiplicate le feste; se ne aumentò il

il decreto emanato dalla congrega- numero non solo per la pietà lo-
zione de' riti agli 8 aprile 1628, cale dei popoli, ma anco pel biso-
i ancorché abbiano la fa-
vescovi, gno di riposo. Ne' tempi infelici
coltà Dejure communi, in e. I, dist. 3, della servitù feudale, il popolo non
De consecr., non possono più ag- lavorava per sé , ma pe' suoi pa-
giungere feste de' santi al Calen- droni, onde procurò di moltiplica-
dario (Vedi)) senza licenza della re i giorni di riposo. Questi era-
Sede apostolica. Anzi non possono no tanti momenti sottratti alla cru-
più. ordinare feste di precetto, ec- deltà ed all'estorsione dei nobili,
cetto una per ciascuna città o ca- alle devastazioni di una guerra in-
stello del santo protettore, ed un'al- testina e continua: le ostilità erano
tra per tutto regno o provincia,
il sospese nei giorni di festa ; e per
come decretò Urbano Vili nel 1642 questa stessa ragione si stabilì la

colla bolla che incomincia Univer- così detta tregua di Dio o del Si-
sa per oròem , colla quale ordinò gnore, della quale qui ci permette-
ai prelati, che non concedino fa- remo un cenno.
,,

FES FES 217


IVel secolo XI quando i grandi esterna, la quale in diverse manie-
non cessavano di farsi la guerra re interessa il cristianesimo , v' ha
tra di loro né conoscevano altra
, d' uopo di legittima autorità per
via che le armi per vendicare le introdurle. La Chiesa diretta dal
loro ingiurie reali od immaginarie, pubblico bene della cristiana socie-
i vescovi cercarono un mezzo di tà, maturamente consulta ed esa-
fermare questo assassinio che ren- mina, massime a mezzo della Con-
deva popoli infelici. Fu ordinato
i gregazionede' Riti ( Fedì) le ra- ,

in molti concili sotto pena di sco- gioni d'introdurre nuove festività,


munica a tutti i signori e cavalie- il concedere ai regni, provincie
ri, che cessassero tutte le ostilità città e luoghi un santo per protet-
dal mercoledì sera della settimana tore, e la celebrazione del rito. Il

santa sino al lunedi seguente, e p. ab. Biagi nelle giunte al Bergier


in tempo dell' avvento, e della qua- ricorda quante feste non ha voluto
resima. In tal guisa si ottenne pei permettere la Chiesa romana, per-
popoli qualche tempo di riposo e chè dopo un ponderato esame non
sicurezza, che fu chiamato Tregua le giudicò opportune allo spirito
di Dio o del Signore. Oltre tanti della cristianità.
concili , i più zelanti predicatori Nel pontificato di Urbano Vili
dellaTregua di Dio , furono san erano accresciute le feste di pre-
Oddone abbate di Cluny é il p. , cetto e di divozione per le dioce-
Riccardo abbate di Vannes, cui si si a tal segno, a cagione delle fre-

unirono i più. santi personaggi che quenti domande delle popolazioni


allora vivevano, tanto nel clero, che pochi giorni liberi restavano
che tra i laici; e l'applicazione con a' poveri per guadagnarsi il vitto
cui molti virtuosi sovrani si affati- colle loro fatiche. A. lui ricorsero
carono in questa buona opera con- molti vescovi perchè desse su ciò
tribuì assai a far loro decretare opportuna provvidenza ed egli col- ,

un culto dopo la loro morte. A la bolla Universa per orbem , dei


riserva poi delle feste dei nostri 1 3 settembre 1 642 , che si legge
misteri, che sono le più antiche, e nel Bull. Rorn. tom. VI, par. Il,
in poco numero, tutte le altre pri- pag. 34i , avendo prima sentito il

ma furono celebrate dal popolo, parere della congregazione de' riti,


senza che fosse eccitato dal clero : tolse ed abolì molte feste, in mol-
elleno propagarono di paese in
si te delle quali alcuni più nei pas-
paese, da un luogo all'altro; quan- satempi che negli atti di religione
do furono stabilite dall'uso, Pon- i si occupavano, e quindi stabilì per

tefici ed i vescovi formarono delle giorni festivi di precetto in tutte


leggi per regolarne la santificazione, la Chiesa, le domeniche, la Nativi-
e bandire gli abusi. Non si può tà di Cristo, la Circoncisione, l'E-
mettere in pratica il progetto di pifania, la Pasqua con due giorni
rendere uniformi in ogni luogo il seguenti , la Pentecoste con due
numero e la solennità delle feste. giorni appresso, l'Ascensione, il

E chiaro che non tutte le fèste Corpo di Cristo, l'Invenzione del-


de' cristiani possono avere una me- la s. Croce, la Purificazione, l'An-
desima antichità: essendo questa nunziazionc, l'Assunzione, la Nati-
istituzione un aliare di disciplina vità di Maria Vergine, la Dedica-
,

a 18 FES FES
zione di s. Michele , la Natività di lungo tempo si occupò sulla con-
s. Giovanni Battista, i giorni de' ss. troversia già eccitata della diminu-
Pietro e Pàolo, di s. Andrea, di s. zione di queste feste di precetto
Giovanni evangelista, di s. Tommaso, da Urbano Vili prescritte. Avea
de' ss. Filippo e Giacomo, di s. Bar- egli composta e pubblicata una
tolomeo, di Sé Matteo, de' ss. Simo- Dissertazione, che si legge nella
ne e Giuda, di s. Mattia, de' ss. In- citata opera De
canon, lib. IV ,
nocenti, di s. Lorenzo, di s. Silve- par. II, cap. 16 della seconda e
stro, di s. Giuseppe, di s. Anna, di seguente edizione , nella quale si
tutti i santi, e di uno solamente esaminava alcuni modi di estingue-
de' ss. protettori principali de' re- re diverse di queste feste, le quali
gni, provincie, città e castelli , alle colla loro moltiplicità non ispira-
quali feste aggiunse di poi Clemen- vano ai cristiani, raen fervorosi de-
te XI, la festa della Concezione di gli antichi, tutta quella attenzione
Maria , colla costituzione Cominis- che dovrebbero avere per santifi-
si nobis de' 6 dicembre 1708 ,
carle degnamente, e nello stesso
Bull. Rom. tom. X, par. I, pag. 3 06. tempo toglievano il mezzo a' pove-
Pubblicata che fu la bolla di Ur- ri, che col loro sudore provvedono

bano Vili , molti vescovi doman- alla propria sussistenza, come i pa-
darono alla santa Sede, se le uni- dri del concilio diTarragona ave-
versità e comunità delle città e de- vano scritto ai 12 dicembre 1727
gli altri luoghi fossero tenute, non a Benedetto XIIF, implorando da
ostante tale costituzione, ad osser- lui rimedio a questi inconvenienti.
vare di precetto che quelle feste , La lettera dei padri, come la ri-
dalle medesime si erano per voto sposta di Benedetto XIII , sono ri-

particolare introdotte. Rispose la portate nella citata dissertazione.


congregazione de' riti con decreto Per silFatta diminuzione gli veniva-
de' ig aprile i643, che per dispo- no ancor dirette molte istanze dal
sizione della mentovata bolla, era- re delle due Sicilie, che personal-
no solamente obbligate all'osservan- mente gliele rinnovò neh' abboc-
za di queste feste le persone che camento avuto con esso in Roma
ne avevano fatto il voto. Urbano nel 1744dagli arcivescovi di Na-
5

Vili lodò ed approvò questa riso- poli Taranto , dal vescovo di


e di
luzione, e dichiarò ch'egli con quel- Bamberga, e dal re di Spagna Fi-
la legge, aveva avuto intenzione di lippo V, insieme con molti vescovi
abolire le feste di voto, in quauto del suo regno. Con queste suppli-
alla forza di precetto, e di ridurle che Benedetto XIV non si rispar-
alla maniera delle feste di divozio- miò alla fatica , e però dopo aver
ne, riserbando l'obbligo a ragione pubblicato la mentovata Disserta'
del contratto personale, per vigore zione, e dopo aver tollerato per un
del voto proveniente soltanto alle tempo, a motivo di prudente con-
persone che lo fecero, come abbia- dotta, alla fine coi principi i della
mo dal Lambertini , De serv. Dei medesima, per sì grave questione
beatif. lib. IV, par. Il, cap. i5, domandò in iscritto il parere di
num. 14. quaranta uomini dotti , de' quali
Divenuto Pontefice il Lamberti- trentalre affermavano utile e ne-
ili col nome di Benedetto XIV, per cessaria la diminuzione delle feste
FES FES 219
di aggiungendo quindici
precetto , ni, si era accesa una veemente
di essi che sua Santità lo dovea
, contesa tra il celebre Muratori,
fare rem una Imlla generale per che avea pubblicato a Lucca un
tutta la Chiesa, mentre dieciotto libro nel quale sosteneva la dimi-
erano di sentimento che Benedetto nuzione delle feste, ed il cardinal
XIV dovesse aspettare le suppliche Quirini, che con altra sua scrittu-
de' vescovi per le rispettive diocesi, ra vi si opponeva, intitolala : La
e in vigore di queste risolvere se- moltiplicità de' giorni festivi, che
condo la necessità e le ragioni dei oggidì si osservano di precetto,
supplicanti. autorizzata da tutti i sommi Pon-
A quest'ultimo parere si appog- tefici da duecentoventicinque anni
giò Benedetto XIV, e perciò ad in qua, cioè da Clemente Vili,
istanza de' vescovi accordava egli a Benedetto XIV,
o con decreti da
l'indulto, che nelle loro diocesi si loro pubblicati, con le pratiche
potesse lavorare in alcuni giorni in esecuzione de' medesimi mante-
testivi,nominando quelli che nella nute, o finalmente con gì' indulti
concessione non erano inclusi, do- concessi in questi ultimi tempi ,
po che avrebbero assistito alla Brescia, e Venezia 17+8. Rorna-
messa, dalla quale non li dispen- norum Ponlificum Urbani Vili
sava. Quindi è che dall'anno i"74 2 successorum concors senlentia de non.
al 1748 avea Benedetto XIV con- imminuendo festorum dierum nu-
cesso quest'indulto, ne' regni del- mero, quem idem Urbanus Vili
la Spagna per le città e diocesi di praehabitis sujfragiis cardinalium,
Ceula, Siviglia, Mondonedo, Mala- et theologorum perpetuo valitura
ga Vagliadolid , Salamanca, Jaca,
, constitutione praescripsit , Brixiae
Calahorra Olivares, Compostella,
, 1748. Onde Benedetto XIV colla
Placencia, Joy, Guadix
Huesca , , costituzione Non multis, de' 14 no-
Tervel, Balbastro, Tarragona, Sara- vembre 1748, presso il Bull. Bened.
gozza, Pamplona, Albarazan, Ovie- XIV, tom. II, pag. 5ii, vietò sot-
do, Jodella, Fitero, Cadice e Ba- to pena di scomunica riserbata al
dajoz. In Fiandra la città e dioce- sommo Pontefice, lo stampare per
si d' Ypri. In Sardegna la città e l'avvenire qualunque scrittura, o
diocesi di Cagliari. In Polonia le favorevole o contraria alla ridu-
città e diocesi di Cracovia, Vilna, zione delle feste di precetto, già
Posnania e Vladiskma. In Germa- da Urbano Vili prescritte, ed in
nia le città e diocesi di Liegi e Basi- tal guisa cessò la letteraria conte-
lea. In Sicilia le città e diocesi di sa fra i mentovati famosi scrittori.
Siracusa, Patti, Girgenti e Cefalo. Abbiamo la Raccolta di scritture
Nello stato ecclesiastico le città e sulla diminuzione delle feste, Luc-
diocesi di Fermo,
Moutal- Ascoli, ca 1752.
to, Bipatransone, Ferentino, Sezze, Sulla diminuzione delle feste il
Terrari na e Piperno. In Toscana p. Tomassino nel suo Trattato del-
le città e diocesi di Pienza, Massa le feste, e il p. Biccardo nella sua

di Siena,Montalciuo, Chiusi, Gros- Analisi dei concili citarono su tal


seto e Soana. Nel contado di Niz- proposito i concili provinciali di
za la cittì» e diocesi di Nizza. Frat- Sens del 1324, di Bourges del
tanto non senza scandalo di alcu- i520, di Bordeaux del 168 3.
220 FES FES
Dopo le provvidenze di Benedetto Dio le ha istituite: però va notato
XIV, nel 1772 Clemente XIV che nei primi secoli alcune chiese
emanò una bolla per la riduzione contavano il principio della dome-
delle feste negli stati della Baviera, nica e delle feste dalla sera ante-
ed un'altra per quelli della repub- cedente , altre dai primi vesperi ;

blica di Venezia. Nello stesso anno alcune ne ponevano il fine alla


il vescovo di Posnania nella Polo- sera altre le osservavano sino al
,

nia volle fare questa riforma nella mattino del lunedì. Il concilio di
sua diocesi, ma i popoli si solle- Compiègne, tenuto Grego- sotto s.

varono, e s'impegnarono a cele- rio IV nell'833, » Che dichiara:


brare le feste con maggiore pom- » tutte le domeniche saranno os-
pa e splendore. Nel pontificato » servate nel modo più religioso
di Pio VI dal vescovo di Pistoia « dalla sera precedente, sino alla
Kicci, e dai suoi teologi, fu de- » sera del giorno istesso, e che ogui
cretato nel conciliabolo tenuto in »* opera servile sarà sospesa in
quella città: « Che 1' istituzione »» tutto questo tratto di tempo ".
>> delle nuove feste fu una con- Papa Alessandro III in un canone
« seguenza della inosservanza delle sulle feste, ordinò che si osservas-
» antiche, e della falsa idea della sero punto le usanze dei
su tal
•• natura e degli oggetti delle me- luoghi. In conseguenza di questo
>y Ma contro sì false ri-
desiine". decreto, come osserva Gonzales, in
forme, Pio VI nella bolla Aitato- cap. O/nnes, littera De ferìis, le
rem fulei, al num. LXXIII carat- domeniche e le feste in tutta l'Eu-
terizzò siffatte proposizioni, come ropa già da lungo tempo comin-
ben si meritavano, per false, teme- ciano e finiscono a mezza notte,
rarie, scandalose, ingiuriose alla e la slessa regola è tenuta pei gior-
Chiesa, favorevoli alle maldicenze ni di digiuno. Avanti lo stabili-
degli eretici contro i giorni festivi mento del cristianesimo i romani
che si celebrano nella Chiesa. Il cominciavano e finivano le loro
medesimo Pio VI, a cagione delle ferie, e giorni di festa alla mezza
vicende de' tempi, soppresse l'ob- notte, usanza che fu ritenuta nel-
bligo del precetto della messa, e l'impero greco. I francesi stende-
la festività nei giorni sagri ai san- vano il giorno del Signore da una
ti dieci apostoli, restando la solen- sera all'altra, come fu ordinalo
nità dei principi di essi, nelle se- sotto Carlo Magno. Gli ebrei con-
conde e terze feste di Pasqua e tavano la loro festa dell'espiazione,
di Pentecoste, nel dì dell'Invenzione i loro sabbati, e gli altri giorni fe-

della croce, di s. Anna, di s. Lo- stivi dall'una sera all'altra, e chia-


renzo arcidiacono, di s. Stefano mavano sera quell'ora in cui co-
protomartire, dei ss. Innocenti, di minciavano a farsi vedere le stelle.
s. Silvestro I Papa, di s. Miche- Ad imitazione degli ebrei, in mol-
le e di s. Giuseppe: queste due ul- ti luoghi si cominciarono le feste
time furono poi rimesse dal suc- coi primi vesperi, e si finivano
cessore Pio VII. In quanto alla dopo secondi F esperi [Fedi).
i

santificazione delle feste, oltre quan- Le opere poi dalle quali fa d'uo-
to si è detto, si deve primieramen- po astenersi per santificare la do-
te rammentare i motivi per cui menica e le altre feste, sono le ope-
FES FES ili
re servili. Diconsi pure servili quelle stre interne disposizioni, a contem-
che si esercitano dai servi, dagli plare le opere dell' infinita carità
artigiani e dai mercenari, sia che di Dio cheha redenti, e a riem-
ci

si esercitano gratis, o per salario, pirci delle sante verità che ci ha


o per ricreazione tali sono le arti : rivelato, i quali esercizi tutti sono
meccaniche, come lavorare, potar i più adatti a riformare i nostri
le vigne o fare altri lavori di a- cuori, ed a purificare i nostri af-

gricoltura, cucire ec. ec. di che , fetti, insiememente accom-


e sono
ampiamente se ne parla dai trat- pagnati da tale diletto, che avanza
tatisti di questo argomento, tra i di lunga mano quello dei sensi. In
quali il p. Albano Butler, Delle fe- Roma ed altrove perchè alcuni ,

ste mobili pag. 36, cap. IV, Della bottegai, cui è permesso spacciare
maniera di osservare le feste. Per le loro merci, e lavorare, per be-
santificare le feste tutti i fedeli che nigna tolleranza della Chiesa, pos-
hanno 1' uso della ragione sono ob- sino santificare le feste coll'assi^te-
bligati, sotto pena di peccato mor- re ai divini alcune ore del
uffici,

tale, di ascoltare la messa ne' gior- mattino ed altre del giorno deb-
ni di festa e di domenica: questo bono le botteghe chiudersi colla ,

obbligo è fondato sopra un grande distinzione che debbono restarvi


numero di concili, sull'uso univer- chiuse più lungo tempo nelle so-
sale, Devesi assistere al sermo-
ec. lennità maggiori.
ne ed ai vesperi, ma questo obbli- Le principali feste della Chiesa,
go non è si stretto come quello sono: i.° quelle che sono diretta-
della messa, perchè i concili non mente istituite in onore di Dio, e
lo ordinarono egualmente quello : di Gesù Cristo, come la Trinità,
d'Aix del i583 non si serve che la Natività di Nostro Signore, Pa-
della parola convenit , quando ne squa ec.
, a." quelle che sono isti-
parla. Devonsi fedeli esercitare nei i tuite in onore della Beata Vergine;
giorni festivi in opere di pietà, co- 3.° quelle che sono istituite in o-
me sono la lettura di libri divoti, nore degli apostoli, dei martiri ec.
le preci , le opere di misericordia , Le quattro feste solenni sono Pa-
le limosine ec. ec. Parlando il p. squa, Pentecoste, tutti santi, ed i

Butler dell'osservanza e santificazio- il Natale. Festa doppia è una fe-


ne delle feste, dice che questi gior- sta più solenne di un' altra, nelle
ni ci danno tutta l'opportunità di quali raddoppiaci le antifone. V.
poter attendere agli esercizi della Doppio. Feste semi-doppie sono quel-
vita interna, alla pratica delle virtù le dove non si raddoppiano le an-
cristiane, e ci porgono tutti i mezzi tifone. V. A.\TiFO\E. In alcuni bre-
per assicurare la nostra salute e- viari sonovi delle fèste triple, nelle

terna; perciocché oltre alle grazie quali si dice tre volte l'antifona
e ai beni spirituali, che noi venia- del Magnificat. Questo uso di rad-
mo a trarre dai santi uffizi ,
pos- doppiare o triplicare le antifone
siamo anche impiegare la maggior può dirsi quasi perduto a' nostri
parte di questo santo tempo che giorni.Festa mobile è una festa
ci rimane a raccoglierci nella soli- che non cade sempre nel medesi-
tudine, a rientrare nel fóndo del mo giorno del mese, come la fe-
nostro cuore, a disaminare le no- sta di Pasqua , e le altre che ne
-

222 FES FES


dipendono notate nei calendari. Del- fetta glorificazione de' santi, quan-
le feste mobili si parla al volume to all'anima ed al corpo; laonde
VI, pag. ì.5i del Dizionario, solo nelle feste del Signore la Chiesa
qui aggiungeremo che nel calenda- non suole celebrare l'ottavo gior-
no si distinguono alcune feste ino- no, poiché nell'ottava della Nativi-
bili, che non cadono sempre nello tà si celebra la Circoncisione, in
stesso giorno del mese, come sono quella dell'Epifania si fa del Bat-
la Pasqua, l'Ascensione, la Pente- tesimo; la Pasqua e la Penteco-
coste, la Trinità, la fèsta del Cor- sle terminano nel sabbaio; l'Ascen-
pus Domini. Il giorno in cui cele- sione solamente ha l'ottava per-
itasi la festa di Pasqua, dà rego- fetta, perchè in essa si manifesta la

la a tutte le altre feste. Le feste gloria ultimata dall'umanità di Ge-


lino mobili ritornano sempre nello su Cristo. La Chiesa greca oggidì
stesso giorno delmese; così la Cir- non celebra ottave, sebbene anli-
concisione cade sempre il primo di camenle lo faceva, da cui avendo
gennaio, l'Epifania li 6, la Puri ricevuto il suo rito l'ambrogiana
ficazione a' 2 febbraio ec. Vi sono celebra solamente quella dell' Epi-
delle feste ordinate dalla Chiesa, fania, diPasqua, di Pentecoste, e
ed altre le quali non sono se non del Corpus Domini. Benedetto XIV
di semplice divozione del popolo, per accrescere maggiormente in Ro-
secoudo i luoghi. Così vi sono del- ma il culto dei principi degli apu-
le semi-feste o mezze feste, nelle stoli i ss. Pietro e Paolo, ordinò
quali è permesso di lavorare dopo che la loro festa ivi si celebrasse
avere ascoltato la s. messa. Cina- solennemente per otto giorni e in
inansi finalmente feste di precetto altrettante chiese con solenne pon-
tutle quelle in cui avvi l'obbligo di tifìcale, al modo che dicemmo nel

astenersi dalle opere servili, di a- volume IX, pag. i49 e seg. del
scollare la s. messa , e di santifi- Dizionario. Il regnante Pontefice
carie; e feste levale o di divozio- Gregorio XVI dal i84> ha inco-
ile quelle soppresse da Pio VI, e minciato ad intervenire nel secon-
da altri Pontefici, nelle quali però do giorno di detta ottava, al pon-
Ia Chiesa continua a celebrarne l'uf- tificale che si celebra nella basili-

fiziatura come prima della loro ca di s. Paolo, assistendovi in tro-

soppressione. 11 Garampi nelle sue no, vestito di mozzetta e stola.

Memorie ecclesiastiche, tratta a pag. Le feste adquandolibitum poi,


206 delle feste di IX lezioni, le vengono impedite da un giorno di do-
quali se cadevano in tempo di qual- menica, o da qualche giorno delle
che digiuno regolare, esentavano i feste mobili non si debbono trasfe-

monaci dal digiuno, siccome anche rire, avendo così decretato la con-

i penitenti. Chiamasi poi ottava grega/.ione de' riti a' 20 dicembre


la propagazione dell' istessa solen- 1673, ma ommettere affatto, co-
nità per otto giorni ebbe origine : me prescrisse anche Clemente X.
dalla legge mosaica, com' è scritto E siccome alcuni sostenevano che
nel Levilico, e praticò Salomone si possono trasferire se cadono nel-
nella dedicazione del tempio. Nella le festività de' santi, così la con-
l.hiesa incominciò l'uso per tradì- gregazione mentovata, confermali
zione apostolica, e significa la per- dolo pure Innocenzo XI , a' 24
FES FES 223
giugno 1682 estese il decreto e- lari, e delle feste. Gli antichi cri-

ziaudio alle ottave e giorni nata- stiani, ed anche molti degli odier-
lizi de' santi, clie de praecepto si ni, s' imposero i nomi delle stesse

debbono celebrare per indulto apo- feste, Epiphanius ab Epiphania ;


stolico in qualche religione o dio- Nalalis a Natale ; Paschasius a Pa-
cesi : cosicché le feste ad libitum, schate; Sanctes a festo omnium
che occorrono fra qualche otta- Sanctorum. V. il Vettori Diss. piti*
va o in qualche festa univer-
,
lologica. Le feste che con tanta
sale o particolare di qualche dio- maestà, decoro e magnificenza ec-
cesi ed ordine, non si possono ce- clesiastica si celebrano dal sommo
lebrare in quel giorno, ne trasfe- Pontefice, sono descritte all' artico-
rire, eccettuate quelle che godono lo Cappelle pontificie. Si possono
di un qualche speciale privilegio, consultare gli articoli Cerimonie ,

ma si debbono om mettere. ÌN'el qual Riti, ed altri a questo relativi.


decreto si aggiunge ancora, che se E noto come i cristiani in alcu-
le dette feste cadono in quel gior- ni luoghi, massime in Francia, ce-
no, nel quale si dovrebbe riporre lebrarono feste con cerimonie as-
qualche festa trasferita, allora sa- surde ed indecenti molte chie-
in
rebbe libero di recitare gli uffizi se ne' secoli d' ignoranza le quali
,

ad libitum, e trasferire in un gior- erano profanazioni anziché atti di


no non impedito l'uffizio traslato. religione; in origine introdotte cou
Così ancora, -
om messo l'uffizio con- semplicità , e poi con addizioni ri-

cesso una Tolta alla settimana, ed dicole e scandalose, ne provocaro-


al mese, si potrà recitare quello no la proibizione. Tali furono le
ad libitum, che occorre. E al con- feste dei re di cui parlammo al vo-

trario, occorrendo 1' uffizio proprio lume XXI, pag. 3o2 del Diziona-
semidoppio dell'ordine in uno stes- rio , in cui eleggevasi un re della,
so giorno coli' uffizio doppio ad li- fava, in occasione della festa del-
bitum, non è permesso di trasferire l'Epifania.La festa degli asini o
quello dell'ordine per quello che è giumenti, cerimonia che sembrando
doppio ad libitum, siccome prescris- formata di giudei e di gentili si

se la congregazione de' riti a' 2 faceva altre volte a Rouen nella


dicembre 1 684. Si deve poi nota- cattedrale il giorno di Natale : essa
re che talvolta vi sono speciali di- consisteva in una processione di ec-
chiarazioni, e rispettive concessioni clesiastici che facevasi dopo il canto
fatte particolarmente dalla santa di terza, i quali rappresentavano i

Sede di recitare tali uffizi ad libi- profeti dell' antico Testamento che
tum, e in allora i detti uffizi non avevano predetto la nascita del
si comprendono tra gli altri pure Messia. Ciascuno di essi recitava
ad libitum , che non si debbono una profezia che riguardava il Mes-
trasferire. Altre erudizioni sulle fe- sia e perchè fra di loro compari-
;

ste si possono leggere neh' annali- va Balaam, montato su di un'asi-


sta Rinaldi, e nel Supplemento del na , davasi a questa cerimonia il

giornale ecclesiastico di Roma, al- nome di festa degli asini. Questa


l'anno 1791, pag. 12 e seg., ed si celebrava anche in diversi villag-
all'anno 1796, pag. 14.1, ove si gi delle Fiandre; ed a Beauvais
tratta delle chiese e dei santi tito- a' 1
\ gennaio. Ivi si sceglieva una
2*4 fes FES
delle più belle giovani per rappre- sta con mangiare, bere, e bagordi
sentar la 13. Vergine , e questa si di grida e gioia licenziosa. Anche
faceva salire sopra un asino ricca- di questa si legge in Bergier la de-
mente bardato , e le si faceva te- scrizione come ancora nel citato
,

nere tra Je braccia i\n bellissimo l)u Cauge, in Thiers nel suo Trat-
bambino. In questo stato la fan- tato de' giuochi , nel tomo 1 della
ciulla seguita dal vescovo e dal Storia di Bretagna a pag. 586, e
clero recavasi in processione dalla per non dire di altri in Tillot, che
chiesa cattedrale di Beauvais alla nel passato secolo scrisse un erudito
parrocchia di s. Stefano. Entrava opuscolo sulla festa dei pazzi, che
col suo asino nel santuario, ed ivi in Italia era poco conosciuta, ben-
collocavasi a lato del vangelo. Co- ché alcune leste somiglianti si cele-
minciava quindi la messa, e tutto brassero, non però dagli ecclesiasti-
quello che il coro cantava termi- , ci, ne'giorni di Carnevale (Vedi).
nava con una imitazione studiata Un ramo della festa de'pazzi sem-
della voce dell'asino. La prosa che bra che sia stata quella che cele-
si cantava era metà latina, metà bravasi nel dì degli Innocenti, un a-
francese, e tutta versava su le lodi vanzo della quale se ne ravvisò in
dellebuone qualità dell' asino. La Francia, ove in alcune cattedrali si
medesima festa con altrettanta pom- soleva fare officiare in quel giorno
pa, e con maggior indecenza si ce- i fanciulli del coro. Celebravasi la
lebrava nella chiesa di Anturi. V . il festa degli Innocenti eziandio in
])u Cange nel suo Glossario latino, qualche monastero della Provenza,
ed il Bergier, ove ali articolo Festa presso a poco come le dette feste
de giumenti il suo annotatore ce ne de'pazzi delle cattedrali e delle
dà la descrizione. collegiate. Ne hanno trattato il

La festa dei pazzi , di cui abbia- Nandè una lettera a Gassendi, e


in
mo parlato in altri luoghi del Di- il nominato Thiers. Fu appellata
zionario, in Francia si chiamò al- ancora festa delle colende, festa
tresì la festa dei sottodiaconi. Essa dei fuochi, e festa de' suddiaconi.
era una dimostrazione di gioia pie- Questa pure non si potè estingue-
na di empietà, di bullonerie, d' in- re che con grandi sforzi dei Papi,
decenze e di sacrilegi), che chie- i dei vescovi, e de' concili.
rici, suddiaconi, e
i medesimi sa- i Non si devono giustificare né scu-
cerdoti facevano in qualche chiesa sare questi riprovevoli abusi , ma
durante il divino ufficio, in un gior- giova rintracciarne l'origine, che
no tra il santo Natale e la festa risale alle gravezze cui soggiaceva-
dell'Epifania, e particolarmente nel no i popoli sotto il feudalismo, i

primo giorno dell' anno, per cui si quali cercando sollievo ne' giorni
chiamò pure la festa delle, calta- festivi, pe' motivi che accennam-
de. Fra le stravaganze usitate in mo , e non avendo altro sollie-

tale festa, è la più rimarchevole vo e distrazione che nelle adu-


quella di eleggere un abbate, o vesco- nanze cristiane , fu loro permes-
vo de'pazzi, con molte curiose par- so mischiarvi un poco di allegrez-
colarità sacro-profane registrate nel za, e sospendere perqualche mo-
cerimoniale ms. della chiesa di Vi- mento il sentimento della loro mi-
\icrs del i365. Terminava la fe- seria, di che eziandio se ne parla
FES FES 225
agli articoli Famigliare, e Feudi ne parla all'articolo Canonizzazio-
(Fedi). Gli ecclesiastici in poco nu- ne [Vedi), § VI, principalmente al-
mero, senza prevederne le conse- le pag. 3o6 e 3o7 del VII volu-
guenze, vi acconsentirono per condi- me del Dizionario. Né deve tacersi
scendenza e per commiserazione, che anticamente quando il Papa
ma ne nacquero indecenze ed abu- nella mattina di Natale entrava nel
si. La stessa ragione fece immagi- presbiteriodella basilica Liberiana
nare la rappresentazione de'misteri, per celebrare solennemente la mes-
miscuglio materiale di pietà e di sa, gli veniva presentata una can-
ridicolo, che poi come le feste si na con cerino acceso, con cui ac-
dovette bandire. Altri dicono che cendeva della stoppa , eh' era sui
la causa che avea fatto istituire le capitelli delle colonne, per rappre-
feste de' pagani in tempi ignorantis- sentare la fine del mondo, che sa-
simi, fece suggerire al popolo quel- rà cagionata da una pioggia di fuo-
le che si introdussero nel cristiane- co. Per ultimo passiamo ora a far
simo. Alcuni ignorando l'epoca cer- parola delle feste di famiglia.
ta in cui cominciarono sì fatte fe- E un'antica e rispettabile isti-
ste, che si risolvettero in una spe- tuzione quella delle feste di fami-
cie di rappresentazione scenica , le glia, perchè coltiva e ravviva le
riguardarono forse come uno dei affezioni domestiche, e talvolta dà
primi principii della drammatica. occasione di riconciliazione alle fa-
Più erano tali feste ridicole, più migliari dissensioni. Oltre il primo
ancora si studiava di renderle pom- giorno dell'anno, e delle principali
pose e magnifiche, per imporre al solennità, festa comune a tutte le
volgo che le rispettava. I vescovi famiglie è il principio d'anno co-
impiegarono lungo tempo le pene me stagione, in cui tutti si felici-

ecclesiastiche, per togliere queste tano reciprocamente di poter con-


sacrileghe commedie; ma alla fine tinuare insieme il viaggio della vi-
fu necessario ad un pieno effetto ta. Ciascuna famiglia ha le sue fe-
d'invocare 1' autorità del Papa, dei ste particolari da celebrare, come
principi, e in Francia del parla- sono gli anniversari della nascita,
mento, e così ebbero fine queste del matrimonio, e del nome dei
scandalose invenzioni. Di alcuni membri che la compongono. Nel
profani spettacoli, che in occasione primo rango delle feste domestiche
di qualche festività ebhero luogo e famigliari alcuni collocano quel-
nelle chiese, ne dammo un cenno le del giorno onomastico di ciascun
nel volume XIV, pag. 289 del Di- capo e di ciascun membro della
zionario, e in altri luoghi del me- famiglia. Non è questo soltanto
desimo. All'articolo Fiori (Fedi), uno de' segni più possenti contro
si parla di quelli che si gettavano l'invasione de' freddi argomenti, de-
dall' alto in alcune chiese in qual- gli aridi precetti dell' incredulità,

che festività, anche con uccelletti. ma è altresì un legame di più


Degli uccelli, tortore, colombe che fra parenti e parenti, e talvolta
otfrivansi al Papa per oblazione al- altresì una specie di eredità tras-
la solenne canonizzazione di qual- messa dall'avo al padre, dal padre
che santo, abbandonandosi al volo al figlio, dal figlio ai pronipoti ec.
nella chiesa in cui celebravasi, se Si legge analogamente nel Dizio-
voi. xxiv.
,

226 FES FEU


nano delle orìgini, che uso antico gomenlo religioso che pubblicò coi
era in Italia, almeno ne'secoli XV tipi del collegio Urbano nel 1 83 5,
e XVI, di augurarsi reciprocamen- il IV è l' Apologia delle feste, ove
te le buone feste nella vigilia del- tratta della loro convenienza , del-
le grandi solennità, o nel giorno le feste ebraiche , egizie , fenicie ,

onomastico di alcun grande. Que- persiane, greche, romane, maomet-


sto uso passò dall'Italia in Francia, tane, indiane; non che delle feste
e si nota nel Dizionario francese de' cristiani greci, ed orientali, di
delle origini, che ancora mantene- quelle delle sette acattoliche, e del-
vasi quell'usanza a'tempi di Luigi le feste dei cattolici, conchiudendo
XIV, come tuttora molti costumano che se l'empietà stoltamente deride
di visitare gli amici loro, o i loro le feste, la religione saviamente le
protettori la vigilia o anche il gior- comanda ed osserva.
no della festa del santo, di cui FEUDO. Sorta di diritto che
quelli portano il nome. Si prati- soleva in altri tempi concedersi ad
cava anche questa specie di ceri- alcuno per benevolenza sopra al-
moniale o di complimento avanti cuna possessione immobile, o qual-
le feste del Natale, e quindi la ce- che equivalente, sotto molte riser-
lebre madama di Sevigné scrive- ve e condizioni, dal principe padro-
va a sua figlia: io vi auguro le ne diretto con -ritenersi il sovra-
,

buone feste j e si soggiunge nel ci- no dominio ed obbligare il feuda-


tato Dizionario , che questo uso tario alla fedeltà ed al servigio
si è mantenuto nella Provenza, se nobile, ovvero di un censo con al-
pure non è comune ancora in tut- tre riserve di pesi e pene. Il feu-
ta la Francia, come lo è in Italia, do entra nella categoria di quei
massime nello stato pontificio, e contratti che ad alie-
riferisconsi
principalmente in Roma. V. Anno, nazioni, e forma un feu-
quando si

Anniversario, Nome, e il citato ar- do che riferisca a Chiesa vengono


ticolo Famigliare, ove si parla del- diminuiti i beni della medesima
le strenne, delle buone feste, del ed è perciò che nel diritto cano-
buon ferragosto ec. Si legge poi nico se ne tiene proposito. La voce
nel Rinaldi all'anno 263, num. feudo Isidoro la fa derivare da foe-
i4, che non solo i primitivi fede- dere, cioè trattato od alleanza fatta
li ovunque si trovassero celebra- col sovrano ; Cujacio dalla fedeltà
vano le feste dei martiri; ma che o che riconoscono
sia fede, e quelli

introdussero la lodevole consuetu- dal padrone una cosa con diritto


dine di salutarsi reciprocamente, feudale chiamansi feudi; altri da
pregandosi da Dio prosperevoli le voci germaniche o sassoni: avvi
feste, il che non solo «/presenti taluno che ha creduto che dal ver-
facevano, ma eziandio cogli assen- bo infeduciare, che si legge nelle
ti per lettere, che festive chia- più antiche carte d'Italia, sia pro-
mavano, molte delle quali si tro- venuto quello d' infeudare; ma il
vano in Teodoreto, e scritte in di- Muratori dimostrò che infiduciare
verse sagre feste. Ai citati autori presso gli antichi altro non signi-
si può aggiugnere che il dottissimo ficò se non impegnare o sia dare

prelato Angelo Mai, ora amplissi- in pegno.


mo cardinale, tra i Discorsi eli ar- Si definisce altresì il feudo un
FEU FEU 227
gius di godere ed usufruttuare li- si pagasse qualche cosa in riguar-
no stabile, o un diritto a tempo, do al diretto dominio inclinerebbe
o in perpetuo coli' obbligo e giu- in parte all' enfiteusi, e manchereb-
ramento di fedeltà, e di qualche be da quella del feudo. Il feudo
servizio a favore del concedente: una volta dovea farsi sulle cose im-
l'oggetto e l'origine principale del- mobili, in seguito anco sulle mo-
l'istituzione del feudo si fu di a- bili , come fenda camerae , feudo,
ver persone, che prestassero assi- cavenae , che sono costituiti con
stenza al sovrano, e difesa allo sta- moneta sopra l'erario del sovrano:
to. Il Borghini crede che la voce e sotto nome di cosa non solo si

di feudo sia derivata da fio, che comprende il feudo su tutto quello


importa pagamento o censo, che è che può ad esso essere coerente, co-
forse quello appunto che i legisti me le fabbriche, le vigne, gli al-
, chiamarono feudo. più autore- I beri che si considerano come im-
voli giureconsulti fanno derivare mobili, e parte del feudo stesso,
questa voce dalla parola fruendo, ed anche servitù. Il feudo si distin-
cioè roba immobile che da talu- gue dall' usufrutto semplice, che è
no si dà a godere (fruendo) ad una servitù per la quale si trasfe-
un altro, acciò questi presti a quel- risce l'utile dominio, ed è un di-
lo fedeltà ed ossequio. V . Dua- ritto personale, che si estingue col-
ren, Commentar, in consuetud. feud. la persona dell'usufruttuario; men-
cap. I, n. i. E siccome l'origine trechè nel feudo passa agli eredi
dei feudi èed assai oscurissima maschi ed anche alle femmine, se
incerta, quindi pose in grande im- queste nominatamente sono consi-
barazzo la giurisprudenza feudale derate nell'investitura: nel feudo
nello stabilire delle regole generali, si trasferisce il dominio utile, e co-
com' è difficile il volerne dare si è vietato alienare la cosa, e dar-
un' idea giusta , ed in pari tempo la in nuovo feudo. Il feudo si fa
succinta. Dicesi feudale ciò che ap- coli'onere di fedeltà, e facendosi
partiene a feudo : un signore feu- questo, ovvero appoggiato al giu-
dale, mancandogli di fede e di o- ramento, non sarebbe propriamen-
maggio il suo vassallo , faceva suoi te feudo, ancorché non sia di so-
i frutti durante il tempo del se- stanza feudo , perchè questo
nel
questro feudale. Chiamandosi feuda- onere può rimettersi. Differisce an-
tario, vassallo colui che teneva a ti- cora dall'enfiteusi, ed il vassallo o
omaggio una signo-
tolo di fedeltà ed feudatario non può senza il con-
un diritto in feudo dipendente
ria, senso del feudante impegnare il
da un signore dominante feudista : feudo, mentre l' enfiteuta ciò può
chiamasi quel giureconsulto , che fare del fondo enfiteutico , sia con
tratta de' feudi. V. Vassallo. cessione sia con altro patto , senza
Differisce il feudo dalla locazio- lesione del padrone a cui la cosa
ne e dall' enfiteusi, nei quali si enfiteutica è obbligata. La donna
concede l'uso della cosa dietro una nel feudo è esclusa, meno che sia
pensione ed annuo canone nel : espressamente menzionata, perchè
feudo ne l'ima né l' altro si paga, la donna non è egualmente all'uo-
ma soltanto si presta ossequio e ser- mo atta a prestare il personale ser-
vigio personale : che se nel feudo vigio ed ossequio neh' enfiteusi : il
2^8 FEU FEU
feudatario non è tenuto a prestare intuito della Chiesa, per i quali il

ossequio e servigio al padrone se chierico è considerato come il lai-


non richiesto; l'enfiteuta è tenuto co. 11 vassallo rimane privo del
allo stabilito tempo
pagare il di feudo se commettesse un'azione di
censo o canone in contemplazione fellonia, cioè contraria agli obbli-
del diretto dominio; il feudatario ghi assunti. Ciò però si verifica nei
può abdicare il feudo non còni , feudi veri e retti, cioè concessi col-
l'enfiteuta. Quello poi che ha libe- la condizione di militare e difendere
ra l'amministrazione delle cose sue, il padrone, e di fedeltà; non ne-
non esclusa la femmina, può dare gli impropri, cioè in quelli assog-
in feudo. gettati ad un semplice pagamento, e
E proibito all'ecclesiastico dare che vengono regolati come gli altri
in feudo i beni di Chiesa ; e facen- beni liberi ed allodiali. Per lo sta-
dolo occorre il beneplacito aposto- to pontificio il Papa Pio VII ordi-
lico, altrimenti è nullo, perchè il nò alcune disposizioni sulle giuris-
dare in feudo equivale ad alienare, dizioni feudali e baronali col moto-
e Pio IV scomunicò tutti persua- i proprio de' 6 luglio 1816, tit. I,
sori e mediatori che infeudavano i art. 19 e seg., concedendo facoltà
beni ecclesiastici, e neppure ai ve- ai baroni di rinunziare ai diritti

scovi è permesso dare in feudo il feudali , riservando i titoli appog-


diritto delle decime; però questa giatiai fondi che sf possedevano.
prescrizione ha eccezione ne' seguen- Pel primo ne diede buon esempio
ti casi. Se Ih cosa della Chiesa è il contestabile d. Filippo Colonna,
solita darsi in feudo, seguita la mor- il quale rinunziò alle giurisdizioni
te del feudatario, o in altro modo che la sua famiglia avea sopra ven-
ritornato il feudo alla Chiesa, quan- tisette feudi nello stato ecclesiasti-
do vi sia l' utilità della medesima co ; altrettanto in pari tempo fece
può darsi, e non è di obice il giu- il marchese Andosilla pel feudo di
ramento prestato di non infeuda- Borghetto.
re inconsulto il romano Pontefice, Mentre Pio VII accordava diver-
mentre un tal giuramento s'inten- se attribuzioni, prerogative ed ono-
de riferibile a quelle cose, che mai rificenze a quelliche conservarono
non sono state solite infeudarsi. Se i diritti baronali venne loro pre-
,

illecitamente il vassallo avesse alie- scritto di doversi assoggettare alle


nato il fondo, subito è ipso j'ure spese inerenti , cioè l' emolumento
decaduto laonde può il prelato
, al governatore, al cancelliere, e agli
dare il fondo ad altro , anche al altri membri componenti la giudi-
figlio e consanguineo del medesimo catura de' luoghi baronali, i primi
feudatario decaduto. 11 feudo della de' quali devono essere approvati
Chiesa così alienato, se non potes- dal superiore governo. Quindi aven-
se facilmente ricuperarsi, può ad un do ricorso al Papa alcuni ministri
laico piò potente e risoluto conce- de' feudi perchè o gli si tardava
dersi, acciò lo ricuperi per la Chie- negava il pagamento dell'onorario,
sa, e da questa sia riconosciuto per e sapendo che alcuni cancellieri e-
feudatario. può senza
Il chierico sercitavano l' uffizio senza di esso,
dubbio infeudare propri beni, e i con discapito de' sudditi, a 16 no-
quelli che può avere acquistati ad vembre 18 17 emanò un editto col
FEO FEU 229
quale prescrisse, che ogni barone buita l'invenzione ai longobardi, di-
depositasse nella cassa del pubblico cendo che nell'anno 584 il loro re
erario, non più tardi del giorno a5 Antarico confermò i duchi nei du-
di ciascun mese^ la somma ai loro cati, col pagamento della metà di
impiegati dovuta, mentre il gover- loro rendite, e del peso del servi-
no obbligavasi soddisfarli. Si ebbe gio, detto poi feudale. Altri hanno
pure riguardo alla forza armata, e cercato un'idea degli obblighi di
si giudicò il maggiore o minore nu- un vassallo rispetto al suo signore
mero di soldati da inviarsi ne' feu- nell'unione che passava tra il pro-
di per la pubblica tranquillità, ob- tettore ed il suo cliente; e molti
bligando i baroni a versar nel pon- per rinvenirne il cominciamento
tilicio erario anticipatamente le som- 1'hanno cercato sino nelle antichi-
me da erogarsi a tale uso. Ecco tà romane, pretendendo di scuo-
i nove feudi che al presente sono prire un' immagine dei feudi nel-
nello stato ponlificio con esercizio la distribuzione che facevano gl'ioi-

di giurisdizione. Manziana, e Mon- peratori di alcune terre a com-


te Romano dell'arcispedale di s. Spi- pagnie veteraue di soldati con
,

rito , di barone il prelato


cui è coudizione di prendere le armi in
commendatore prò tempore: Soria- difesa dei confini dell'impero. In
no della famiglia Albani; Braccia- fatti,secondo tutte le apparenze,
no della famiglia Torlonia; Gallica- altro non erano i feudi nella loro
no della famiglia Rospigliosi Cori, ; prima origine; ma in progresso di
Magliano, \ itorchiano e Barbera- tempo però cangiarono natura, e
no del senato e popolo romano. Nel vi furono annessi dei diritti, che
voi. Ili della Raccolta delle leggi prima non v'erano. Veramente al-
del i834, a p. 63, è riportata l'ap- cuni pensano che quelle distribu-
plicazione delle regole di procedura zioni di terre erano benefizi e non
criminale ai giudizi dei detti quat- feudi, e che tra gli uni e gli altri

tro feudi del popolo romano in- eravi differenza, giacché il benefi-
nanzi al suo rispettivo magistrato, zio non aveva annessa la fedeltà e
L'ultimo esempio dell'esecuzione l'omaggio, o verun altro diritto
della sentenza capitale eseguita in feudale, ma neppure era esso ere-
un feudo dello stato pontificio è ditario; né va taciuto che alla fi-
dei 1772 nel pontificato di Clemen- ne molli benefizi furono eretti in
te XIV. Nel numero 8344 del Dia- feudi e dare in beneficiutn signi-
,

rio di Roma di quell'anno si legge, fico propriamente l' infeudare. Nel-


che fu dal Papa permesso al duca la storia di Francia la parola feu-

Sforza Cesarini di poter fare ese- do si trova sotto Ugo Capeto e ,

guire nel suo feudo Genzano


di Carlo il Semplice che regnava nel
la sentenza di morte ad un reo secolo X ; quindi è probabile che
colpevole di più delitti capitali. i benefizi cominciassero allora in
Francia a chiamarsi feudi come ,

Origine dei feudi, ed erudizioni quelli che già erano divenuti ere-
che li riguardano. ditari mentre coloro che li pos-
,

sedevano esigevano dai loro infe-


Quanto all'origine e prima istitu- riori fedeltà ed omaggio. Tuttavol-

zione de'feudi, alcuni ne hanuo attri- ta uon si può precisare il tempo


. ,

2 3o FEU FEU
in cui accaddero queste mutazioni possedimento di un feudo diventò
Passarono i feudi prima ai soli fi- una prova di nobiltà; ma la ne-
gli maschi, poscia ai collaterali, in cessità a cui trovaronsi ridotti i

appresso alle figliuole; e insensibil- gentiluomini a' tempi delle crocia-


mente i principi permisero ai loro te, di vendere i feudi loro per fa-
vassalli vendere anche i beni
di re il viaggio di Terra Santa , fu
infeudati, mediante un certo dirit- un'occasione per coloro che
felice
to che ad essi doveva pagarsi affi- non erano nobili, e di questa ap-
ne di ottenere il loro consenso. Nel- profittarono per procurarsi il pos-
la medesima Francia i gran signo- sedimento delle terre feudali. Fi-
ri, dopo avere usurpato la proprie- lippo III l'Ardito re di Francia, nel
tà dei loro benefizi sotto gli ulti- 1275 permise a qualunque classe
mi re della seconda stirpe, s' impa- di persone di possedere feudi, col-
dronirono anche della giurisdizione, la però che all'erario
condizione
e si fecero dei sudditi, in maniera pubblico pagherebbero una data
che ciascuno nell'estensione del pro- somma; e nel 1579 il re Enrico 111
prio terreno si sollevò quasi all'es- vedendo l'abuso ch'erosi introdotto
sere di sovrano. La donazione poi nell'assegnamento de' feudi, dichia-
dei fèudi alla nobiltà, per ricom- rò, che questi in avvenire più non
pensa di servigi prestati, incominciò avrebbero fatta prova di nobiltà
ivi sotto Carlo Martello , e perve- né accordata questa qualità ad al-
nuto al trono Ugo Capeto non osò cuno. Inoltre in Francia chiama-
di opporsi a quelle usurpazioni , e vansi feudi episcopali o presbite- ,

le tollerò. V. Francia. riali, i beni ecclesiastici che i signo-


I signori e feudatari ai quali i re ri laici avevano occupato al tem-
fatte avevano concessioni di beni e po degli ultimi re della seconda
signorie, ne fecero di simili ad al- stirpe; cosi erano detti feudi di
cuni gentiluomini inferiori ; questi divozione o di pielà gli stati me-
ne fecero a vicenda ad altri subal- desimi posseduti da' sovrani, per-
terni, e di là nacquero i feudi me- chè conceduti loro da Dio e pre- ,

diati o i feudi secondari, che i fran- stavano quindi il loro omaggio col
cesi nominarono arriere-fiefs. Que- pagare un tributo di cera o simili
ste concessioni però facevansi sem- alle chiese; poteva il vescovo con-
pre coll'obbligo imposto del servi- cedere ad altri i feudi restituiti al-
gio militare, e per questo si osser- la Chiesa, ma non poteva stabilir-
va, che quando ne' secoli antichi i ne de' nuovi, dare cioè a titolo di
signori o primi feudatari guerreg-
i feudo altri fondi del vescovato.
giavano a vicenda gli uni cogli al- L'origine de'feudi in Inghilterra
tri, i loro vassalli erano tenuti a si riferisce ad Alessandro Severo,
seguirli ed a condurre seco loro
, come quello che fece alzare una
que' vassalli secondari o i loro su- muraglia dov'è al presente Cumber-
balterni. Dopo l'incremento straor- land, per impedire le scorrerie dei
dinario de' feudi ed il compiuto pitti; ma qualche tempo dopo a-

loro stabilimento, coloro che li pos- vendo trascurate quelle fortificazio-


sedevano, ottennero che feudi stes- i ni donò le terre conquistate sopra
si non sarebbero accordati se non i nemici ai suoi capitani e soldati,
che a persone nobili, cosicché il che Lampridio chiama Limitata
1

VÌA' FEU 23
diucs cou condizione che
et milites, di feudo s' incominciò adoperare
servissero anche i loro eredi, e che quattro secoli dopo che essi già esi-

le tene non passassero in persone stevano. Alcuni fanno risalire l'o-

private.Dipoi in Inghilterra si rigine de' feudi in Italia nell'inter-


chiamavano thanes , che significa regno tra la morte di Clefi e l'as-
ufficiale o graduato, tutti coloro sunzione al trono di Autari, cioè
che dipendevano da alcuno per le in tempo del governo dei trenta
terre che possedevano ; e quelli che Duchi {Vedi), che divisero l'Italia
dipendevano immediatamente dalla in grandi feudi nei dieci anni del
corona erano thanes del re. Davasi loro reggimento aristocratico; laon-
il titolo di grandi thanes ai duchi, de all'esaltazione di Autari ritenne-
agli aldermani e generalmente a , ro l'amministrazione de' loro posse-
tutti quelli che tenevano a feudo dimenti, cosi cominciando il sistema
delle terre, dei castelli, e delle si- feudale. Tuttavolta il Cassio nella
gnorie, per le quali dovevano al Vita di s. Silvia, a pag. o,3, dice
re l' omaggio ed il servizio milita- che l'uso dei feudi secondo la più.
re o civile; in tempo di guerra corauue opinione , fu introdotto
erano obbligati di condurre o di dai longobardi , e probabilmente
far condurre all' armata del prin- dal re Rotario che regnò dall'an-
cipe un certo numero di uomini no 638 al 654, ° da Luitprando
ti' arme per ciascun feudo lo che , dal 712 sino al 744» i quali pro-
appellavasi Knights fee, da Knight, mulgarono molte leggi; ed aggiun-
cavaliere, e fee, merce- stipendio, ge che solamente verso 1' anno
de. I messa erano
thanes della 1 1 1 5 le costituzioni feudali furono
quelli che dipendevano dalla Chie- raccolte, scritte, e pubblicate dal-
sa per thanes mezzani s'intende-
;
l'approvato Uberto da Orto con-
vano coloro che ricevevano dal re sole diMilano e dal suo collega
,

qualche piccolo feudo, oppure che Gerardo JVegro Catapisto, le qua-


ricevevano dai gran thanes una li costituzioni successivamente fu-
parte de' loro feudi reali. I nor- rono introdotte in Roma. A pag.
manni diedero loro il nome di io3 narra il Cassio i motivi pei
vassalli secondari
ed alle loro , quali di molti
feudi goduti dai
terre quello di feudi secondari j monaci Subiaco , o per fatto
di
quelli che possedevano alcune ter- loro proprio, o per altrui cagione,
re di questi ultimi chiamavansi ne dispose la santa Sede, ora do-
piccoli tìianes, e non erano ripu- nandoli agli ordini religiosi più
tati gentiluomo Ogni thane aveva bisognosi, ora infeudandoli per be-
diritto di disporre delle sue terre, nemerenza a nobili cavalieri, come
le quali alla sua morte passavano dopo l'introduzione delle feudali
per successione al di lui erede, ma costituzioni siprendevano la liber-
sempre col l'obbligo di rendere l'o- tà di fare abusivamente gli stessi
maggio ed il servigio; queste ter- monaci, essendo diritto della mae-
re appellavansi blokland o blocland, stà del sovrano la concessione dei
cioè libera tenuta o potere. feudi, perchè come dicemmo esige-
In Italia sembra che la voce va giuramento di fedeltà, e rico-
feudo non si trovasse prima del mil- gnizione in diretto signore dai feu-
le, giacché il nome propriamente datari, I trattatisti dell' agro ro-
2 32 FEU FEU
mano rilevano che il feudalismo so che vassallus, o come taluno
cominciò a migliorare in parte la dice feudatario.
condizione de'suoi vasti campi; dap- In Italia si divisero i feudi in
poiché i baroni stretti ne'loro ca- nobili, e non nobili, in dominanti^
stelli, posti in luoghi alti e difesi, e serventi, in gentili, borsali ec.
diedero origine al rinnovellamento Era vi altresì feudo di cavalle-
il

dell'agricoltura anche delle monta- ria, il quale consisteva in una si-


gne; dipoi la pianura restò abban- gnoria o superiore giustizia, che
donata, e spesso deserta ancora impegnava il possessore a seguita-
dalle feroci guerre, nelle quali si re il suo signore feudale all' eser-
laceravano fra loro. Monsignor Ste- cito in equipaggio di cavaliere ar-
fano Borgia nella sua Breve storia mato di tutto punto II Muratori
discorre a pag. i5 dell'uso della nelle Dissertazioni sopra le anti-
parola feudo, posteriore al secolo chità italiane, dissert. XI, trattan-
IX, ma non perciò la cosa per es- do de' beni allodiali, de'vassi, vas-
sa significata ha avuto origine nel salli, benefizi, feudi, ec. discorre se
secoloX, giacché fa osservare che il feudo è lo stesso che benefizio,
dapprima la voce latina benejìciiini indi ecco quanto dice sulle di-
era adattala a spiegare la medesi- verse sorta di feudi.Anticamente i
ma cosa, e di questa voce hanno gran signori tanto ecclesiastici che
anche dopo usato i buoni scritto- secolari, avevano sotto di sé vas-
ri a denotar feudo , come l'altra salli nohili, che pel servigio mi-
benefìciarus a significare il vassal- litare godevano qualche castello,
lo. Esistevano pertanto i feudi ,
corte o villa; ma siccome tutti gli
continua prima che si
il Borgia, uffizi della loro corte solevano go-
desse loro un tal nome, e se la dere con titolo di feudo qualche
voce feudo è posteriore, res tamen podere, o qualche determinata ren-
ispa ante nomen erat, come delle dita assegnata a quell'uffizio, per-
parrocchie diceva s. Agostino, Traet. ciò i fornai, i fabbri, i porti nari, i

in Johati. Le memorie dei feudi in marescalchi, i cuochi, i cantinieri,


Italia del secolo XI sono parecchie; i sartori e gli altri della famiglia
né solamente si diedero poderi in degli arcivescovi di Milano, prin-
feudo, ma s' introdusse ancora l'uso cipi una volta a ricchissimi, tutti

in Italia di concedere con questo ti- proporzione del grado loro usu-
tolo le castella, le marche, e du- i fruttuavano qualche feudo, come
cati. Il Borgia nella sua Breve i- consta da una memoria del mede-
storia del dominio temporale del- simo Muratori pubblicata colle stam-
la Sede apostolica , tratta come pe. Che un egual costume si os-
il regno delle due Sicilie è un ve- servasse nella corte della rinoma-
ro feudo di essa. Pei feudi della ta contessa Matilde, si può appren-

santa Sede, V. Stati tributari della dere dal suo testamento riferito
Sede apostolica. Cos'i all'esempio dal p. Bacchiai nella Storia del
dei re, anche i duchi, marchesi, monistero di Poltrone. Ma sopra
conti, vescovi, abbati si procaccia- gli altri in questa magnificenza si

vano dei vassalli col dare ad essi distinsero una volta i patriarchi di
in feudo terre e castella : Homo Aquileia, siccome prelati e princi-
e miles alicttjus, significava lo stes- pi che dopo il romano Pontefice
s

FEO FEO" a33


ebbero maggior potenza in Italia. i truffatori, ed altri rei, che cade-
Da un opuscolo pubblicato dal Mu- vano in delitti nella giurisdizione
ratori compariscono tre sorta di di questi magnati.
feudi da loro conferiti, cioè Beiti 11 citato Borgia nella sua ope-
o Legali, dì Abitanza, e Ministe- ra intitolata Difesa del dominio
:

riali: fra gli ultimi, tutti spettan- temporale della santa Sede parla ,

ti alla famiglia di esso patriarca, dei feudi nati dalla consuetudine, e


si contano i fornai, gli scudellari, non da legge scritta qual na-
; di
i facchini , i corrieri, i sartori , i tura fossero i feudi nei tempi, nei
muratori, i lettighieri, i condutto- quali non avevano ricevuto la for-
ri de bagagli, i falegnami, i man- ma dagli imperatori germanici ;

ganatori ec. Eranvi ancora i mi- consuetudine de'feudi de'longobar-


nisteriali nobili, come gonfalonieri, di leggi di Federico
; I circa i feu-
camerieri, coppieri, scalchi ec: ta- di ; de'feudi oblati; che dalla de-
li erano i costumi de'vecchi tempi. posizione nas^e la devoluzione an-
I diritti, i privilegi e gli obbli- che nei regni, che hanno nesso
ghi feudali variarono secondo i feudale; la qualità di feudo è
paesi e le diverse epoche; quindi campalibile con il sommo e re-
gli statuti e le costumanze conten- gio impero; può talvolta il padro-
gono delle disposizioni ben diffe- ne del feudo concedere la seconda
renti, e talvolta anche' opposte le investitura in pregiudizio della pri-
une alle altre. Degli abusi del ma; il padrone del feudo è il giu-
feudalismo, e delle prepotenze u- dice privativo delle controversie
sate dai feudatari co' loro soggetti sul feudo; come il padrone per-
se ne parla in diversi articoli del da il dominio, per non aver di-
Dizionario j mentre a quello delle feso il feudo; falso che il padrone
Investiture (Pedi), si dice delle in- e il vassallo sieno di egual rango,
vestiture dei feudi. Gerardo Lodo- possano farsi guerra , e decadere
vico Boemero trattò del diritto di scambievolmente dai rispettivi di-
tener la campana nei feudi, nel ritti sul fendo ec. ec. Fra gli scrit-

suo Programma de feudo cam- tori poi che trattarono dei feudi
panario, Gottingae 1755, et in ejus noteremo i seguenti. Hotmanni ,

Observat. jur. feud. n. 7. Anti- De feudis eommentalio, Coloniae


camente i palazzi dei nobili ave- 1 574- Monacho, Tractat. de Tecla
vano delle torri, cui poi vennero feudorum interpretatione. Rossentall,
sostituite le loggie e i porticati. Tract. et synopsis totius furi» feu-
Altro segno dei baroni, massime dali'! . De Iseroia, Super uubus
in Francia ed in Germania, erano feudorum. Struvii , Obseri-ationes
le forche patibolari, che ordinaria- feudales , Francofurti 1681. De
mente esistevano in tutte le terre Gregorio, Tract. de concessione
de'signori feudatari. Inoltre vi era feudi, Mogli ti tiae 1600. Chokier,
pure nell' ingresso de' palazzi baro- De advocatiis feudalibus, Coloniae
nali, e di altri titolati, o sul mu- 1 624. Feltman, Tractatus de feudi y
ro, o sopra un piedritto incastrata Groningae 16-1. ltterius, De feu-
una grossa catena, con una colla- dis imperii commentatio mei/iodi-
na di ferro, con la quale mette- ca, Fiatici «furti 168 5. Struvii, Ju-
vansi, come alla berlina, i ladri, rispnidentia feudalis, Jenae 1727-
,

2 34 FEV FEV
Jo. Andreac Georgii, Repetitiones sull'epistole di s. Paolo, e sull'epi-
fondale» consil. Schilteri, Institu- stole canoniche ; 4-° una Disserta-
tiones furi* feudalis cura Heinecii zione sopra le tre Maddalene, in
animad., Berolini 1 74 2 - Osserva- cui si pose a dimostrare che Ma-
zioni e dissertazioni varie sopra ria Maddalena, di cui si parla nel
il diritto feudale, concernenti l'i- capitolo ottavo di s. Luca , e la

storia e le opinioni di Antonio femmina peccatrice ricordata nel


da Pratoveechio celebre giurecon- capo settimo dello stesso evangeli-
sulto del secolo XV e riformatore sta, e Maria sorella di Lazzaro so-
de feudi, Livorno 1769. Belli, De no tre differenti donne. Prima per
feudi* commentarius Romae 1792' ,
altro della sua morte ritrattò tale
FEVRE (le) Jacopo, cognomi- opinione col suo opuscoletto De
nato Stapulensis dal villaggio d'E- duplici et unica Maddalena.
taples, luogo della sua nascita, ch'è FEVRE (le) Jacopo, nato a
un piccolo borgo di Picardia, fu Coutances in Normandia, andò a
uno de'primi a far rivivere nell'u- studiare nella Sorbona, dove fece
niversità di Parigi il buon gusto splendida mostra della sua dottri-
de' veri studi, e fu autore d' un na e dell'ingegno. Subito ch'egli
gran numero di opere teologiche ebbe ricevuta la laurea dottorale,
e filosofiche. Morì Nerae nel
a l' arcivescovo di Bourges l' elesse

i53G, ove la regina Margherita di per suo vicario maggiore, ove spic-
]Va varrà aveagli dato asilo contro i cò a meraviglia il suo zelo , pru-
suoi nemici, i quali lo ritenevano denza e dottrina. Mori in grande
fautore delle novità di Lutero. Ma- estimazione di uomo dotto e pio
crin amico pubblicò la sua
suo a Parigi 17 16. Abbiamo di
nel
biografia dopo morto, ove Io di- lui 1.0 Nuova conferenza con un
:

pinge come un uomo che aveva ministro circa le cause della sepa-
reso omaggio alla religione catto- razione dei protestanti j 2.0 Raccol-
morendo
lica, coli' invocazione del ta di quanto fu fatto prò e con-
nome di Gesù Cristo, e tranquilla- tra i protestanti in Francia j 3.o
mente. Hubert, autore forse chime- Istruzione per confermare i nuovi

rico, ci Fèvre come un


descrive convertiti nella fede della Chiesa;
protestante. Quando
la Sorbona lo 4-° Storia critica contro le disser-
accusò in qualche maniera dopo tazioni sulla storia ecclesiastica del
morto, non registrò però le sue o- padre Alessandro; 5.° una con-
pere fra quelle degli eretici, ma fa (azione del giornale storico della
solamente fra quelle di certi teo- assemblea di Sorbona intitolata ,

logi cattolici che essa credeva aver Anligiornale delle assemblee di Sor-
errato in molti punti, e che per bonaj 6.0 Accordo delle apparenti
questo erano giustamente sospetti. contraddizioni della sagra Scrittu-
Francesco I lo diede a precettore ra; 7. Intrattenimenti a" Eudosso
del suo terzogenito Carlo, morto e d' Eucaristo suW arianesimo, e
duca d'Orleans. Le principali sue sulla storia degH iconoclasti j 8.0
opere sono: 1 .0 un Salterio a cinque Motivi invincibili per convincere
colonne; 2.0 una versione francese quelli della religione pretesa rifor-
della Bibbia ; 3.o alcuni Commen- mata j 9.0 alcuni scritti a favore
tari latini sui salmi , sui vangeli de' Molivi invincibili contro Amai-
F A
I FI A i33
do , il quale s'era opposto a molti parte meridionale de' Paesi-Bassi, la
passi di quelli, ec ec quale potrebbesi dividere, secondo
FIACR10 (s.). Irlandese d'illu- le lingue che ivi si parlano, in

stre famiglia, il quale sprezzando i Fiandra Fiamminga, ed in Fian-


beni di questa terra, lasciò la pa- dra Valona, perchè si favella in
tria e passò in Francia per vivere un idioma, che è un dialetto del-
nella solitudine. Arrivato a Meaux la lingua francese. Questo ricco e
andò a visitare il santo vescovo celebre paese ha avuto differente
Farone, il quale indicogli un luo- estensione in diversi secoli. Antica-
go a Breuil nella Brie. Ivi
solitario mente chiamatasi Fiandra il terri-
si fabbricò una cella con un ora- torio, di Bruges, perchè s. Audeno,
torio in onore della Madre di Dio, il quale nella vita di s. Edwige
e coltivando un orticello traeva vita pel primo ha fatto menzione nel
austeri «ima e contemplativa. Fece settimo secolo di questo paese di
edificare a qualche distanza dalia Fiandra, lo distingue dai territori!
sua cella una specie di spedale per di Gand e di Courtray , rimar-
ricovrarvi i forestieri ed i poveri candovi un municipio, ch'egli no-
cui serviva egli stesso, dividendo il mina Flandrense. In seguito que-
frutto delle sue fatiche, e renden- sto luogo della Fiandra fu appel-
do loro talvolta la sanità coll'ein- lato Bruzzia ovvero Bruges, a ca-
cacia delle sue orazioni. Osservava gione delle paludi in cui è situato.
rigorosamente la regola di s. Co- Fu la Fiandria di confini ristretta
lombano, non permettendo alle don- anche sotto il regno di Carlo il
ne l'ingresso nel suo romitaggio; Calvo nell'anno 862 o 863, e da lui
anche oggidì per rispetto alla sua istituita ed eretta in contea, col ti-
memoria le donne non entrano tolo di conte in favore di Baldo-
nel luogo in cui dimorava, né nel- vino detto Braccio di ferro, qua- il

la cappella in cui fu seppellito, e le aveva permoglie Giuditta fi-


Anna d'Austria regina di Francia, glia di tal re di Francia, e vedo-
essendovi andata in pellegrinaggio, va del re d'Inghilterra Etelvulfo.
con te n tossi di fare la sua preghie- Qui va notato , che dopo molte
ra alla porta del di lui oratorio. rivoluzioni che la fecero indipen-
Questa santo anacoreta passò al- dente, e soggetta alla corona di
l'eterna gloria a' 3o di agosto Ter- Francia, fu riunita al ducato di
so 670, e in tal giorno è fe-
il Borgogna nel 1 363, e passò poscia,
steggiato da santa Chiesa. Fu sep- come andiamo a dire, sotto il do-
pellito nel suo oratorio , e la sua minio della Spagna. La serie dei
tomba divenne celebre per mira- conti di Fiandra continuò fino a
coli e per affluenza di <Lvoti. 2Vel Filippo IV il Bello che succedette
1 568 furono trasportate a Meaui a sua madre Ilaria essendo anco-
parte delie sue reliquie. Egli è il ra in tenera età. Divenuto mag-
patrono della Brie, ed è assai ono- giore sposò nel 1496 Giovanna
rato in Francia, dove vi sono mol- figlia ed erede di Ferdinando V
le chiese a lui dedicate. il Cattolico re d'Aragona, e d'Isa-

FIANDRA (Flandria). Antica e bella regina di Castiglia : nel 1 J04


grande provincia prima dei Paesi- salì sul trono di Castiglia, e mori

Bassi, ora del regno Belgico o nel i5o6. Ebbe successore nel g'>-
1 ,

236 FI A FIA
verno della Fiandra e dei Paesi- Filippo . l482
Bassi, ii suo figlio primogenito Carlo V. i5o6
Cario, che fu in seguito re di Spa-
gna ed imperatore col nome di La Fiandra verso il princi-
Carlo V. Da questa epoca la Fian- pio del secolo XV III era divi-
dra coi Paesi Bassi fece parte del- sa in tre parti, cioè in Fian-
la monarchia spagnuola fino alla dra francese, in Fiandra austriaca
pace di Utrecht nel 1 7 1
3, quin- od imperiale, e in Fiandra olan-
di passò sotto il dominio del ramo dese: la prima formò nel 1790 il
austriaco di Germania, eccettuata dipartimento del Nord, e le due
Ja Olanda, o le selle provi ncie li- altre conquistate pochi anni dopo
nde, che nel i5j<) si governarono dai francesi , furono ripartite nel
in repuhblica. 179T, fra i dipartimenti della Lys
e della Schelda che formarono ,

essi medesimi alla pace del 1 8 4- 1

Ecco la serie de' conti di Fiandra. la provincia della Fiandra occi-


dentale, della orientale, ed. una
parte di quella di Zelanda , nel
Baldovino I 862 nuovo regno dei Paesi-Bassi. Il re-
Baldovino li 879 gnante re del Belgio Leopoldo I,

Arnoldo I e Baldovino III. 9.8 ha conferito il titolo di conte di


Baldovino IV q«9 Fiandra al suo figliosecondogeni-
Baldovino V o36 to Filippo, nato nel 1837. Final-
Baldovino VI 067 mente dopo il settembre i83o la
Arnoldo IN 070 Fiandra fa parte della monarchia
Boberto I 07 1 del Belgio (Vedi),
separandosi dal
Roberto li 093 regno dei Paesi- Bassi, e dell'Olan-
Baldovino VII 1 1 da (Predi').

Carlo I "9 La Fiandra si divide in Fian-


Guglielmo Clilon 1
27 dra orientale, e in Fiandra occi-
Tierrico 128 dentale. La provincia della Fian-
Filippo 168 dra orientale dividesi ne' quattro
Margherita e Baldovino distretti di Gand , Dendermonda,
Vili •9 1 Oudenarde, ed Ecloo: Gand (Ve-
Baldovino IX •94 di), città vescovile n'è la capitale;
Giovanna, Ferrando e Tom- Dendermonda è città fortificata
maso 206 al confluente Dender Oude- del ;

Margherita II 244 narde o Audenarde sulla Schelda,


Guido 280 è celebre pel combattimento ivi
Roberto IH 3o5 avvenuto nel 1708 tra francesi i

Luigi 1 322 comandati dal duca di Borgogna, e


Luigi li 346 l' armala confederata sotto gli or-
Margherita, Filippo. 38; dini del principe Eugenio, che ri-
Giovanni Senza-paura . 4o5 portò una vittoria completa ; Ecloo
Filippo il Buono. 4'9 è una piccola città. Avvi anche
Carlo 467 Alost, antichissima città, che in
Maria 477 principio ebbe i conti suoi parli-
FI A FI A a3 7
colali signori, e nel fine del seco- ne accrebbero il patrio lustro col-
lo XII passò nel dominio di quei le loro gesta. Cambray (f t*fr\ cit-
di Fiandra, e fu poi capitale del- tà illustre, già capitale del Cam-
l' austriaca provincia fiamminga : bresis, metropolitana ,
poi -

giace sulle sponde del Dender. La vescovile, e da ultimo dal regnan-


provincia della Fiandra occidenta- te Pontefice Gregorio XVI resti-

le, confinante colla Fiandra orien- tuita alla dignità metropolitana,


tale, e con quella meridionale che adornandogli per suffragane* la

appartiene alla Francia ( cioè la chiesa vescovile d'Arras : e nel con-


Fiandra francese che comprende cistoro de'24 gennaio 1842 vi di-
i vari conquisti fatti dalla Fran- chiarò arcivescovo monsignor Pie-
cia nel secolo XVII sui Paesi -Bas- tro Girami di Clermont. Douay
si austriaci, e precisamente sull'am- granile e forte città in riva alla
pio territorio fiammingo, su quel- Scarpa; il suo collegio o univer-
lo dell'Hainault, non che il duca- sità si acquistò molta celebrità.
to di Cambresis racchiusi nel di- , Hazebrouck città leggiadramente
partimento del Nord), avente Bru- costruita in riva al fiume Borra.
ges \J'ct!i), città vescovile, per ca- Dunkerque con
città marittima ,

Ostenda forte, città sul mar


pitale; una rada che è forse la più bella
germanico, rinomata pe'suoi anti- ili Europa, sul!' oceano germanico,
chi propugnacoli; Ypres, città sul ed un magnifico porto assai fre-
fiume Ypeile , e Courtray antica quentato. Valenciennes città forte
e ragguardevole città, famosa pei già capitale dell' Hainault francese,
suoi merletti : sotto le sue mura e da qui principia la navigazione
nel i3o2 fu combattuta la celebre dello Schelda , che vi scorre nel
battaglia perchè
degli speroni, i mezzo.
fiamminghi comandanti da Gio- Si vuole che s. Vittorio, e s.
vanni conte di Namur, e da Gu- Fusciano sieno stati primi che i

glielmo di Juliers, avendo rotta abbiano predicato il vangelo nella


1' armata francese, trovarono nel Fiandra occidentale nel tu
campo circa quattro mila speroni colo; altri dicono che mentre s.

d'oro. La Fiandra francese poi di- Pietro abitava presso la chiesi .li

videsi nei sette distretti di Lilla s. Pudeaziana in Roma, inviò \-


prefettura , Avesnes , Cambra y ,
ristobolo nella Fiandra a ha oda-
Douay, Hazebrouck, Duokerque, e vi la fede. Ma ricaduto il popolo
A ali nciennes, ed in essa pur sono nell'idolatria s. Antimondo vescovo
Chaleau-Canibrcsis, Condè s. A- , di Terovanne ristabilì la fède
inand, Cassel , e Gravelines. Lilla cattolica verso l'anno 5oi), appro-
considerevole città, ha la cittadel- fittandosi della che Clodo- vittoria
la di s. Salvatore, opera classica veo, primo re di Plan- cristiano
di Vauban; rinomato è il terribile cia, riportò sopra Regnacario pi iti-

bombardamento che nel 1 793 ne ci pe o governatore del paese ha


fecero gli austriaci, i quali però la Somma, l' Escaut, e l'Oceano.
furono costretti ad abbandonarne Anche Medardo di nazione fran-
s.

l'assedio. Avesnes piccola ed antica cese* vescovo di Noyon e di Tour-


città , i cui conti, già signori di Bay, spinto dallo stesso zelo, con-
Olanda, Zelanda, e dell'Hainault tinuò a farvi dc'gran progressi nel
238 FI A FIA
55o gettando a terra tutti gl'ido- T 7, dice che la Fiandra die sei

li, ed i templi de'falsi dei, e fab- cardinali al senato apostolico, uno


bricandovi molte chiese. Tutto il de' quali il cardinal Adriano Flo-
popolo però non era ancora con- renzi nel \5ii divenne Papa col
vertito cento anni dopo, avendovi nome di Adriano VI gli altri cin- ;

s. Eulogio, vescovo di Noyon, bat- que cardinali sono Guido nel 3 1 1 1

tezzati pagani verso 1' anno


molti che ricusò a Clemente V la digni-
646. Fermossi pure per qualche tà, Guglielmo Echenvoer, Tomma-
tempo nel luogo dov'è al presente so Filippo di Alsazia, Gio. Goes-
Dunkerque, che ritrovò popolato sen, e Gio. Gualtiero Slusio.
da un numero grande di pescato- Nel rione Vili s. Eustachio è
ri, ed altra povera gente, per u- in Roma la chiesa di s. Giuliano
so de' quali edificar fece una pic- de' fiamminghi , detto de' Cesarini
cola cappella che dedicò a s. Pie- dal vicino palazzo. Si vuole dal
tro. Tuttavolta si legge nel Piaz- citato Piazza che fosse eretta nel
za nel suo Eusevologio romano, pontificato di s. Gregorio II dalla
tratt. II, cap. II, dello spedale di nazione fiamminga che la dedicò a
s. Giuliano de* fiamminghi ai Ce- s. Giuliano detto il povero; e
sarini, che la Fiandra fu di nuo- quindi vi aggiunse pei connaziona-
vo convertita sotto il Papa s. Gre- li un contiguo ospedale ed ospi-
gorio li, che nel y 1 3 vi mandò zio, ch'era governato da un sodalizio;
s. Bonifacio che la ricondusse tut- alloggiando anche i pellegrini del-
ta alle verità della fede, per cui le altre limitrofe provincie; però
s. Gregorio II volle battezzare nel- le donne le ospitava in una casa
la basilica vaticana que' fiammin- casa vicina a Camposanto presso
ghi convertiti che portavansi in la basilica vaticana. L'alloggio che
Roma. Dopo quel tempo la Fian- si dava ai pellegrini era per tre
dra fu sempre cattolica fino al giorni, e se malati venivano cura-
XVI secolo, in cui le perniciose ti. Sotto il pontificato di Urbano
eresie Calvino
di e di Lutero II, nel 1094, passando per Roma
disgraziatamente vi s'intrusero col il conte di Fiandra Roberto, che
commercio de'forastieri , non ostan- recavasi co'suoi alla crociata di Pa-
te gli editti rigorosi di Carlo V, lestina, restaurò, e dotò di rendi-
e del suo figlio Filippo II. Quan- te il pio luogo. In progresso di
to allo spirituale dipendeva questa tempo avendo la chiesa grande-
provincia dal vescovo di Terovan- mente sofferto, nel 1675 la na-
ne, ma essendo stata- questa città zione la ridusse a sue spese nello
distrutta i553 per ordine di
nel stato in cui trovasi. Ma pel tenue
Carlo V, e non potendosi più rie- numero de' pellegrini ed infermi
dificare in forza del trattato del che vi si ricevevano, riuscendo gra-
castello Cambresis, nel i55g il voso al pio luogo di tenere l'oc-
suo vescovato fu diviso in quello corrente pronto, l'ospizio e l'ospe-
di Boulogne, di Saint-Omer, e di dale fu chiuso, ed in vece ten-
Ypres, avendovi in seguito qualche gono due letti all' ospedale de'be-
parte anche il vescovo di Tour- nefratelli , e danno una limosina
nay. Cardella nelle Memorie i-
Il ai pellegrini nazionali. Al presente
storiche de'cardinali tom. IX, pag. la chiesa è posseduta dai belgi,
,
. .

FID FID 239


ed è adornata di mediocri pitture. luoghi da loro conquistati, e per-
Vi si vede un bel deposito della ciò anche nello stato pontificio
contessa di Celles, scolpito da Mat- Ma ritornato in questo Papa Pio
teo Resseles di Maestrich, il qua- VII ripristinò i fìdecommessi col mo-
le mori in Roma nel 1 834- La fe- to-proprio del 6 luglio 1816, pre-
sta del santo vi si celebra a' scrivendo alcune regole per la nuo-
27
febbraio: ed il Panciroli nei Te- va creazione de'medesimi, come si

sori nascosti di Roma ,


parla a legge nel paragrafo i35 e seg.
pag. 384 dei diversi s. Giuliani. del titolo IV, Disposizioni legisla-
FICO. Sede vescovile della Mau- tive.

ritiana di Sititi , nell' Africa occi- IVel regolamento legislativo e


dentale, sotto metropoli di Si-
la giudiziario per gli affari civili, e-
tifi; si riconoscono due suoi ve- manato con moto-proprio del re-
scovi : Felice che intervenne nel gnante Papa Gregorio XVI , dei
4i 1 alla conferenza di Cartagine, io novembre 834 '' 1 > titolo V
ed Abo del 4^4 sotto il re Cn- tratta delle leggi concernenti i fì-

n eri co. decommessi nei dominii della santa


FIDANZA Bonaventura, Cardi- Sede, e prescrive che chiunque :

nale. V. Bonaventura (s.). abbia la libera facoltà di disporre


FIDANZIO, Cardinale. Fidanzio delle sue sostanze, potrà creare
ebbe nel 1192 o nel 1 ic)3 da Ce- fìdecommessi, primogeniture, mag-
lestino HI la dignità cardinalizia giorati,ed altre sostituzioni fide-
con il titolo presbiterale di s. Mar- commessarie, dividile o individue,
cello, e si esercitò per qualche tem- tanto per atto fra vivi, quanto
po nella legazione della Gallia Ci- ancora per testamento, od altro
salpina. Celebrò, nel iiq3, i di- atto di ultima volontà. Non po-
vini misteri nella chiesa di Verona, tranno gravarsi dell'onere del fì-

e in quella occasione recitò un'ele- decommesso, maggiorato, primoge-


gante orazione. Morì nel 1 1 97, o nitura, od altra sostituzione, che i

come altri vogliono nel iiq8. beni immobili della qualità e na-
F1DECOMMESSO, o FIDE- tura di quelli sui quali è lecito
COMMISSO Fideieommissum ) ( di contrarre ed inscrivere la ipo-
Chiamasi tuttociò che è affidato teca, sia che esistano in patrimo-
all'altrui fede. Il fìdecommesso è li- nio, sia debbano acquistarsi
che
na donazione obliqua ed indiretta, per tale anche dopo la
effetto ,

colla quale un testatore lascia tut- morte dell'istitutore, quando esso


ta od una parte di una succes- lo abbia ordinato, salva però la
sione o di un legato ad una per- disposizione seguente. E permesso
sona, sotto condizione ch'essa re- di sottoporre al peso della restitu-
stituirà quella o quel successione zione, in aggiunta, e come appen-
legato ad un'altra determinata per- dici ai immobili costituenti
beni
sona, giusta 1' intenzione del testa- la eredità fìdecommessaria o pri-
tore. I fìdecommessi, che sono mol- mogeniale: 1.0 le raccolte di statue,
to in uso nel diritto romano, era- di pitture, di monumenti antichi,
no odiosi nel diritto francese, e di stromenti o macchine di fìsica,

Io divennero in molte nazioni. I d'astronomia, d'anatomia, i gabi-


medesimi francesi li soppressero nei netti di storia naturale, le biblio-
a4<) FID FID
teche, e generalmente le collezioni se n'insignorì e vi pose un presi-
d' oggetti che riguardano scienze, dio romano , riunendo parte del
o arti liberali j 2.0 un capitale di suo territorio a quello diRoma.
gioie, gemme, oro o argento la- Sotto Tulio Ostilio, nel movimento
vorato, o di altri oggetti preziosi, de'veienti, si rivoltò ancora questa
i quali oggetti, argento, oro e gem- città, ma vinta di nuovo, ne venne-
me non potranno assoggettarsi al ro puniti gli autori, ritornando
peso della restituzione se non ab- colonia romana. Inquieti sempre i

biano un valore che superi i tre fidenati, tentarono porsi in libertà


mila scudi. Le altre anologhe leg- nel regno di Anco Marzio, il qua-
gi sono riportate nello stesso re- le se ne impadronì, scavando un
golamento, e nella Raccolta del- cunicolo dentro le rupi di lufa,
le leggi dello stato pontificio, co- sulle quali era fondala; egli la die
me dell'abolizione dei fidecommissi in preda al saccheggio, punì i ri-

nelle provincie di seconda ricupe- belli, e vi pose forte presidio. Suc-


ra , e dichiarazione della somma cessivamente tornarono a ribellarsi,
occorrente onde siano riammessi e Tarquinio Prisco
sotto la città
nelle provincie di prima ricupera; fu occupata dagli etruschi, i quali
delle regole sull' iscrizione e can- vi fecero una specie di piazza d'ar-
cellamento dei vincoli fidecoinmis- mi. Vinti questi, severamente ven-
sari, e loro pubblicità; la dispo- nero castigati fidenati, che poi
i

sizione sull' ipoteca ed iscrizione dei sedotti da Sesto Tarquinio prese-


fidecommissi; le regole sulla varia- ro le armi insieme a tutti sabi- i

zione de'loro vincoli; il moto-pro- ni in favore della famiglia reale, e


prio di Leone XII che dà facol- •>
fecero di Fidene il centro della
tà di comprendere nel vincolo fi- guerra contro la novella repub-
decommissario le gioie^ gli ori, gli blica romana. La città fu presa,
argenti lavorati, ed altri oggetti limitandosi i romani a punire i rei
preziosi ec. ec. della ribellione, dividendo a'soldati
FIDENE (Fidenae), o Castel le terre confiscate. Mediante gli
Giubileo. Città vescovile del Lazio aiuti della lega latina i fuorusciti
già esistente sopra i colli dirupati cacciarono il romano presidio, indi
a destra della via Salaria, circa non tardarono a soggiacere al do-
cinque miglia fuori della porta o- minio de' romani. Nell'anno 3i5di
dierna, passato il casale di Villa Roma i fidenati strinsero lega co-
Spada, sopra il colle isolato di Ca- gli etruschi ad insinuazione di Lar-
stel Giubileo, in guisa che la via te re de'veienti, passando ardita-
Salaria la traversava. In origine mente l'Aniene colf esercito colle-
Fidena forse fu un avamposto de- gato; ma Lucio Sergio
il console
gli etruschi-veienti, il quale coloniz- avendolo posto ebbe l'o- in rotta,
zato poi da Latino Silvio re di nore di essere cognominato il Fi-
Alba, fu risguardato qual colonia denale ; indi nell'anno 3 17 i ro-
albana. La sua situazione sul Te- mani penetrarono nella città per
vere, e la fertilità delle terre adia- mezzo di un cunicolo della rocca,
centi ne fecero presto una città e poscia vi ristabilirono la colonia
cospicua, grande, e popolata fino romana. Nel 327 i fidenati, alleati
dui tempi di Romolo. Questo re perpetui de'veienti, di nuovo fecero
FES FES 241
guerra a Roma, che vi spedì a vescovo di Fidene Geronzio, che
combatterli il dittatore Mamerco assistèal concilio romano l' anno
Emilio, il quale rotto e debellato 5o2 nel pontificato di s. Simmaco ;
il nemico , abbandonò al saccheg- ed il vescovo Giustino sedeva sul-
gio la città , la distrusse, e i cit- la cattedra di Fidene neh' anno
tadini superstiti furono venduti al- 680, in cui intervenne al concilio
l'incanto ; cosi finì la primitiva romano celebrato dal Pontefice s.

Fidene. Agatone. Commanviìle dice che il

Rimasta la città deserta, a ca- vescovato di Fidene, nel vicariato


gione dell'opportunità del sito sem- romano, fu eretto nel quiuto se-
pre vi si mantenne un piccolo nu- colo.V. Sperandio, Sabina sagra e
mero di abitanti, e Strabone la profana, pag. 4 1 e ^o*
enumera fra le antiche città dei Dopo quell' epoca non si fa più.
contorni di Roma, che sussisteva- menzione di Fidene, forse abban-
no a'suoi giorni. Quindi circa lo donata per le scorrerie de' longo-
stesso tempo cominciò a ripopolar- bardi, che afflissero e devastarono
si, come avvenne di Veio, di Ga- interamente i contorni di Roma.
bioj di Labico ec. ; ed infatti sotto Indi nel secolo XIII sul suo anti-
Tiberio l'anno 780 di Roma vi co sito surse un castello chiamato
fu data una
festa che riuscì fata- Monte Angelo, il quale apparte-
s.

le a coloro che v'intervennero. Un neva al monistero di s. Ciriaco, del


certo Attilio vi volle dare giuochi quale parlammo all'articolo Chiesa
gladiatori! ed a
venali, tal uopo di s. Maria in via Lata (Vedi). Si
costrusse un anfiteatro di legno, se- disse che per essersi acquistato nel
condo l' uso di que' tempi, come i3oo il castello dal capitolo di s.

lo avevano Capua, Pola, ed altre Pietro , col danaro raccolto nel


città. Ma essendo stato costrutto giubileo, da Bonifacio
ripristinato
per mancanza di mezzi con poca Vili fosse denominato Castel Giu-
solidità, nel più bello dello spetta- bileo ; ma da un documento del
colo crollò tutto intiero, colla secolo XIV, esistente neh' archivio
morte, o mutilazione di circa cin- del capitolo, si rileva che essendo
quantamila persone di ogni età, venuto il tenimento in potere del-
sesso e condizione, secondo Tacito, la romana famiglia Giubileo ne
e ventimila al dire di Svetonio. A trasse il nome, indi ne passò la
quell' epoca pertanto sembra che proprietà sotto Nicolò V ai frati

incominciasse ad essere di nuovo di s. Paolo primo eremita di s. Ste-


una specie di città, con senato, fano a Monte Celio, dai quali nel
con dittatore ec. Come città la 1458 per tremila ducati d'oro l'ac-
ricorda Anastasio Bibliotecario nel- quistò di nuovo lo stesso capitolo
la vita di Silvestro I, dicendo che di Pietro in Valicano, che oggi
s.

1 imperatore Costantino donò alla ancora lo possiede. Nel pontificato


chiesa di s. Agnese tutte le terre d' Innocenzo VII si risvegliarono in
circa civitatem Fidrnas. Anzi nei Roma le fazioni de'ghibellini e dei
primi secoli del cristianesimo fu di guelfi, capi de' primi essendo i Co-
tale importanza ch'ebbe sede vesco- lonuesi ed i Savelli, de'secondi Pao-
vile, e dall'Lghelli nel tomo X, p. lo Orsini, per cui si sollevò la cit-

97 dell' Italia sacra, si ricorda il tà, ed il Papa rifugiossi iu Viter-


VOL. XXIV. 16
^\i F1D FTE
bo. A' 4 ma o8'° '4°^ l'Orsini coi reprimendo gli abusi. Trionfò colla
romani del suo partito si portò a sua bontà e co'suoi benefìzi di al-
bombardare castel Giubileo, occu- cune persone maligne che tenta-
pato dalle bande mercenarie, e rono di nuocergli. Fini di vivere
trasportò poi in Roma come tro- verso il principio del regno dei
feo le campane del castello , che quattro figli o un di Clotario I,

portò nel palazzo papale, ed una poco più tardi, e la sua morte è
fu data alla chiesa d'Araceli, che notata ai 16 di maggio nei mar-
poi si ruppe. Quando Pio li nel tirologi che portano il nome di s.

i4^4 s'imbarcò Ponte Molle sul


a Girolamo. Il suo corpo fu traspor-
Tevere, per recarsi in Ancona alla tato nell'abbazia di Moutier-le-Cel-
testa della crociata ,
passò la pri - le, vicina a Troyes, ove pretende-
ma notte in castel Giubileo. E si che l'abbiano sempre conservato
siccome questo sotto Sisto IV era fino al presente.

affittato alla contessa Riario mo- FIERE


(Nundinae). Luoghi pub-
glie di Girolamo suo nipote nella , blicidove i mercanti si riuniscono
guerra che il Papa avea col re di per vendere le loro merci. Questo
Napoli, il castello nel 1482 fu pre- vocabolo fiera ha origine da fo-
so e saccheggiato ; sacco che rin- rum, piazza pubblica, ed è sinoni-
novò popolo nel 1484 alla mor-
il mo di Mercato (Vedi), come tut-

te del Pontefice. V. A. Nibby, Ana- tora per alcuni rapporti fiera e


lisi della carta de' dintorni di Ro- mercato è lo stesso. Altri aggiun-

ma, pag. 5i e seg. gono che il vocabolo fiera deriva

FIDOLAMA o FIDOLMA. Se- dal latino forensis o forum, che ap-


de vescovile della Mauritiana Ce- punto significa mercato, ovvero se-
sariana, nell'Africa occidentale, sot- condo il Du Cange, dal latino fe-
to la metropoli di Giulia Cesarea. ria, che significa festa, cessazione

FIDOLO (s.). Nacque a Cler- dal lavoro. Il Dizionario delle ori-


mont, da una delle distinte case gini definisce la fiera il mercato
l'Alvernia, sul principio del secolo libero, come voce derivante da Fe-
VI. Fu in sua gioventù fatto pri- ria [Vedi), giacché ne'giorni feria-

gioniero di guerra e condotto in li precisamente soleva tenersi quel-


Sciampagna, ove fu riscattato da la specie di mercato; dice ancora
sant' Aventino, il quale conduce- che alcuni nostri antichi scrittori

va vita solitaria nei contorni di definiscono la fiera , concorso di

Troyes. Ammesso nel numero dei molti, da molte bande in alcun luo-
discepoli di questo santo, fece ra- go, per vendere o comperare con

pidi progressi nella perfezione, per- franchigia ed esenzione di gabella


chè prendeva ad esempio i più che dura alquanti giorni, essendo
fervorosi della comunità. Le sue differente dal mercato pel maggior

austerità arrivarono a tanto, che numero di venditori e compratori


passava la quaresima senza quasi e per 1' esenzioni daziarie di cui

mai prender cibo. Eletto da san- godono le fiere. Il cav. Gioacchino


t'Aventino prima priore e poi ab- Monti, nel suo opuscolo delle Noti-
bate del suo monistero , egli lo zie istoriche sull'origine delle fiere
governò con dolcezza e rigore ad dello stato ecclesiastico, Roma 1828,
un tempo, incoraggiando i deboli e parlando a pag. 24 dell'origine
FIE F1E 2+3
delle fiere, dice che la prossimità rono correre i mercati e le fiere
di certe feste, la scadenza di uso per utilità del commercio, attestan-
ne' pagani enti, ogni sorta di solenni- dolo molti santi padri come cosa
tà periodiche hanno fissato sempre antica. Tuttavolta il concilio di Car-
l'epoche della loro celebrazione; e tagine celebrato l'anno 398, col ca-
che sebbene la fiera è sinonimo di none XLVIII vuole che si privino
mercato, essa per altro presenta l'i- del loro ufficio i chierici che vanno
dea di un concorso più numeroso alle fiere senza bisogno. Abbiamo
e più solenne, e per conseguenza da Cassiodoro, 1. 8, Var. ep. iv'/.,
più raro. che Atalarico re de' goti punì alcuni
Il dotto Marangoni , Delle cose contadini, che avevano rubate le
gentilesche, pag. parlando del-
i io, merci ad alcuni negozianti che
le fiere e mercati permessi nelle andavano alla fiera, che soleva far-
solennità di alcuni santi, narra che si nel natale di s. Cipriano nella
l'antichissima origine l'abbiamo da- Calabria, cioè presso Diano o Te-
gli ebrei, e se ne fa menzione nel- giano. Queste fiere pertanto come
la sagra Scrittura. Ezechiele al cap. cose civili, e molto utili al pubbli-
46, v. 11, nel descrivere vari sa- co commercio, furono lasciate cor-
grifizi da farsi in alcuni templi, rere dai superiori in occasione di
ecco come si esprime et in ?wn-: qualche solennità che celebrasi in
dinis, et in wlemnitatìbus erit sa- alcun luogo, prolungandole per tut-
crìficìum Ephi per vitulum, et Ephi ta l'ottava, e talvolta per quindi-
per arietem. Da quanto però fece ci giorni e più o meno; e perchè
Gesù Cristo, come abbiamo dal il giorno stesso in cui cade la fie-
vangelo di s. Matteo, 21, e di
e. ra non si piofanasse, ma si santi-
s. Luca, e. 11, si raccoglie che gli ficasse colla divozione, fu stabilito
ebrei non contenti di fare tali che in esso o altra festa occorren-
mercati fuori del tempio, gli ave- te, non si espongano pubblicamen-
vano anco in esso introdotti, pro- te le merci, come costumavasi pri-
fanandolo empiamente; perciò il ma di fare nella fiera dell'Ascen-
Signore, a fine di vendicare il dis- sione in Venezia, e di s. Antonio
pregio del tempio, come ne scrive s. in Padova, ed altrove , ove dura-
Giovanni, e. 2, v. i5: Cumfecisset no quindici giorni dopo le feste.

quarti flagellimi de funicellis omnes Fu dato il nome di


talvolta
ejecit de tempio, oves quoque, et messa alle fiere perchè tenevano ,

boves , et nummulariorum effudit ne' giorni festivi dove il popolo,

«ter, mensas subvertit. Quindi il


et accorrerà in folla per ascollare la
Marangoni racconta come pure i santa messa; per cui alcuni cre-
gentili ebbero il costume di fare dettero da ciò una probabile ori-
i loro mercati e le fiere in occa- gine alle fiere. Quando eranvi le
sione di pubblici concorsi di po- reliquie di un santo in un dato
poli forastieri a qualche solennità; luogo , il popolo vi accorreva per
perciò osserva che gli antichi cri- onorarle nel giorno di sua festa;
stiani, siccome non abbonirono, in e siccome il concorso era grande,
occasione delle feste natalizie dei cosi vi andavano anche moltissime
martiri, di fare i conviti al popo- persone, le quali portavano seco
lo che vi concorreva, cos'i lascia- tuttociò che è necessario per vi-
244 FIE PIE
vere, e l'esponevano in vendita vi- presso i perchè anch'essi
cristiani,
cino alle chiese. Ne venne quindi cominciarono a tenere queste pub-
il nome di feria o di festa, e bliche adunanze pel traffico nei
quello di messa che fu talvolta da- giorni feriali di qualche santo, e
to alle fiere, perchè non tenevansi sino nelle domeniche; costume per
che in occasione della festa, e per- altro poco lodevole, che non si è
chè si ascoltava la santa messa, mai potuto sminuire, non che
che n' era la principale e la più sradicare in Italia. Oltre ad alcu-
solenne azione. Gli ahusi che s'in- ni concili, anche Carlo Magno nel-
trodussero ben tosto in quelle fe- la legge i4o fra le longobardiche,
ste obbligarono le autorità eccle- affinchè non
pregiudicasse alla
si

siastiche e secolari o a sopprime- , venerazione della domenica, ordinò,


re le feste medesime, o a proibire ut mercala et piacila a comitibus
che vi si tenessero in tale occa- ilio die prohìberentur. Cos'i Lodo-
sione fiere o mercati. Benedetto vico II imperatore nella giunta II
XIV colla costituzione Ab eo tem- alle leggi longobardiche, comandò,

pore, data 5 novembre 174^,


a' ut omnis homo nullas audeat opc-
Bull.. Maga. toni. XVI, p. 220, raliones , mercationesque peragerc,
diretta a' vescovi dello stato eccle- praeter in cibalibus rebus prò itine-
siastico, dopo avere eruditamente rantibus. Quindi il medesimo Mu-
trattato delle fiere, cioè di quelle ratori riporta vari esempi della ce-
che si fanno di rado, e di merci lebrazione delle fiere, con altre ana-
ricche, e dei mercati che si fanno loghe ed erudite notizie. La più an-
ogni settimana colle cose minute tica fiera in Francia è quella detta
per le necessità giornaliere, e del- Laudi, la quale secondo le crona-
la divozione similmente con cui che del IX secolo fu stabilita in
si devono celebrare i giorni festi- Aquisgrana da Carlo Magno, e tra-
vi, la diminuzione de' quali, come sferita da Carlo il Calvo a s. Dio-
abbiamo detto all' articolo Festa nigio. Delle principali fiere di Eu-
{Vedi), Urbano VII! riserbò alla ropa e di America, il Monti ne
Sede apostolica, esortò con grande fa menzione a pag. 1 1 e seg. E-
impegno detti prelati a levare le gli ci fa osservare che
provvide le

fiere nei giorni festivi, od almeno leggi e misure de' cardinali camer-
di prescrivere la chiusura delle lenghi di s. Chiesa, e lo zelo ed
botteghe prima di pranzo e qual- intelligenza de' prelati tesorieri in
che tempo dopo, nelle ore cioè secondarle, non lasciarono di pen-
in cui celebratisi i divini uffici. sare, che il pubblico ed il com-
11 Muratori parla delle fiere ch'e- mercio avessero un facile esito delle
rano in uso ancora nei secoli bar- industrie nazionali, e stabilirono
barici , nella XXX delle Disser- perciò nello stato pontifìcio de'luo-
tazioni sopra le antichità italia- ghi centrali, dove in diversi tem-
ne. Discorrendo dunque de' mercati pi dell'anno colla celebrazione di
e della mercatura de'secoli rozzi, una fiera potessero avere un pron-
dice rapporto alle Nundine o Fiere to e sicuro smercio, somministran-
o mercati più. solenni stabiliti da- do cosi il comodo a quelle popo-
gli antichi in uno o più giorni lazioni, che lontane dalla capitale
fissi dell'anno, che seguitò tal nome e pur talvolta dalle città provin-
FIE FIE *45
ciali dello stato, non possono con bralissima di Senigallia o Sinigaglia,
alcuno commerciare direttamente, delle quali tutte eruditamente ne trat-
e che si affaticano nell' anno alla ta il lodato Monti, che fu per molti
coltura de'campi, alle piccole bas- anni direttore generale delle fiere
se manifatture, per venderle e con- dello stato pontificio, nel citato o-
cambiarle con altri generi, anche puscolo ove discorre della utilità
di estera provenienza, di loro uso delle medesime, dei privilegi ad
e bisogno, ciò che non avrebbero esseindividualmente accordati dai
potuto ottenere senza grave loro sommi Pontefici, del giorno e du-
dispendio ed incomodo , se perso- rata della loro celebrazione ec. Ne
nalmente, o per mezzo de' loro a- va taciuto che due altre fiere an-
genti avessero dovuto vendere od cora di qualche considerazione in
acquistare. /''.Dogane pontificie. addietro si facevano a Recanati,
Tali viste ebbero quasi tutti i e a Farfa; ma nella prima, per-
sovrani d'Italia e d'Europa, che chè cadendo in gennaio, tempo as-
ammisero e protessero nei loro sai rigido in quel luogo, spesso ri-

slati le fiere ed i giornalieri mer- coperto di neve, a poco a poco


cati per facilitare le vendite delle venne a cessare il concorso de'coro-
manifatture nazionali, per cambiar- pratori e venditori ; l'altra per es-
le colle estere, per provvedere con sere quasi distrutto il locale dove
facili mezzi al pubblico bisogno. si celebrava, si sono abbandonate
Conobbero, che rilasciando alquan- da molto tempo. Le principali fie-

to di rigore de' loro diritti, veniva- re delle città e luoghi dello sta-
no più compensati dall'accrescimen- to ecclesiastico sono indicate a'ri-
to del commercio, del consumo, e spettivi luoghi, dal eh. Castellano
che avrebbero veduto in breve nel suo Specchio geografico, o sia
tempo molte loro città arricchite, lo stato pontificio, e dal eh. Calin-
ingrandite ed abbellite colla con- dri, nel Saggio statistico storico del
cessione delle fiere e mercati pri- pontificio stato. Delle leggi poi ge-
vilegiati. I mercati che in gran nu- nerali e parziali , regolamenti e
mero sotto nome di fiera sono nel- provvidenze sulle fiere de'dominii
l'anno fissati, nelle circostanze me- della santa Sede, massime della
morate, in moltissime città e luo- fiera di Sinigaglia {Vedi) s se ne
ghi dello stato ecclesiastico, della ha una raccolta in quella delle
brevissima durata di un giorno o Leggi e disposizioni di pubblica
due, nei quali il maggior commer- amministrazione , riportandosi al
cio è di bestiami, colla riunione voi. II, pag. 61 del i834, la
di pochi mereiai vaganti, non go- riattivazione, trasferimenti , limita-
dono che la sola esenzione dei da- zioni e nuove concessioni di fiere
zi comunitativi, e non presentano nei diversi comuni dello stato pa-
alcun soggetto di special menzio- pale, concesse dal cardinal camer-
ne. Interessanti notizie però ci lengo, coli 'approvazione del Ponte-
porgono le altre, che franche, o fice. Monsignor Paolo Vergani com-

col privilegio dell' assegna si cele- pilò il libro intitolato: Della im-
brano in Ascoli, in Cesena, in portanza, e dei pregi del nuovo
Faenza, in Fermo, in Lugo, in Ra- sistema di finanza dello stalo pon-
venna, in Viterbo, e quella cele- tificio, Roma i8i4; ed ileav. Gioac-
246 F E I i i E
chino Mouli, Manuale di legge Federico I della contea di
Lavagna,
organica ossia istruzione ad uso avevano ceduto la medesima, ritenen-
degli impiegali delle dogane dello done il titolo, ed ebbero in ricompen-
stato ecclesiastico, Roma i832. Nel- sa annuo pecuniario censo, franchi-
le annuali Notizie di Roma, per gia perpetua , ed altri privilegi e
ordine alfabetico sono riportate le prerogative. I Fieschi furono inol-
fiere principali dello stato ponti- tre vicari perpetui dell'imperio, per
ficio. concessione di Guglielmo di Bavie-
FIESCHI. Famiglia nobilissima ra conte di Olanda e re de' roma-
ed antichissima una delle quattri»
, ni nel 1249, insieme al privilegio
principali di Genova. Essa discende di battere moneta il Vettori nel :

secondo alcuni dalla casa ducale di suo Fiorino d'oro illustralo, a pag.
Borgogna , la quale ebbe per ceppo 261 e 263 riporta le notizie del-
la reale di Francia. Altri con Paolo le monete intagliate di Lodovico e
Panza, che scrisse la vita d'Inno- Luca Fieschi , conti di Lavagna ,

cenzo IV, vogliono che tre principi coli' incisioni di due monete, ove
della sovrana casa di Baviera passa- da un lato si veggono i loro ri-
ti cominciamen-
fossero in Italia nel tratti col nome in giro, e nel ro-
to del secolo XI, e che avendo avu- vescio Leone martire sedente e
s.

ta l'incombenza di conservare il fi- colla palma in mano, e l'aquila


sco imperiale, furono denominati del parte dello stemma de' Fieschi.
Fisco, Fiesco, poscia Fieschi. Uno di Parlando il Federici nel Trat-
essi chiamato Urea passò in Ispagna, tato della famiglia Fiesca, a pag.
il secondo die 1' origine alla nobile 1 7 e seg., dell'arme, cognome e ci-

famiglia degli Obizi, ed il terzo no- miero della famiglia Fiesca, dice
mato Roboaldo rimase in Italia, vi che ammettendosi l' origine stabile
si stabilì, e comprò dai genovesi la de' cognomi ed arme gentilizie dal-
contea di Lavagna negli Apennini, l' imperatore Federico I, secondo
ricca di miniere di lavagna nera, il parere di alcuni, quel principe
donde ne trasse il nome. Roboaldo per conoscere meglio e segnalare i
inoltre acquistò altri stati in nume- propri seguaci e fautori, dagli al-
ro di centoquindici fra terre e ca- tri a lui contrari, concesse le im-
stella, e con molto coraggio e va- prese gentilizie ereditarie, restando
lore servi nel 1 060 i genovesi contro loro ereditario anche il cognome ac-
i pisani, e nel 1068 comandando an- cidentale che per lo più era per-
cora le loro truppe in qualità di ge- sonale, o preso dalle terre che si
nerale, ebbe da essi particolari privi- possedevano, ec. L' imperatore a-
legi, ad altri giammai per l'addietro vendo conceduto gli stemmi con va-
concessi. Per molti secoli i signori dei ri colori o corpi d'animali, secon-
Fieschi furono non meno conti sovra- do le divise e beneplacito che cre-
ni di Lavagna, che signori di molti deva accordare. In tal modo quelli
altri feudi in Italia, mentre nel 1276 che non seguivano la parte impe-
Nicolò Fieschi vendè alla repubbli- riale furono in certo modo obbli-
ca di Genova cinquantuno tra ter- gati ad adottare insegne stabili e
re e castella. Già sino dal 1 198 i colori diversi per farsi conoscere
Fieschi, che quarant'anni prima e- per guelfi seguaci del Papa, usan-
rano stati investiti dall' imperatore do l'aquila rossa principalmente,
,

FIE FJ li 247
mentre gì' imperiali o ghibellini viva il gatto, alludendo al cimiero
usavano per istemma l'aquila ne- loro, nel quale si legge il motto :

ra questa distinzione la si ebbe


: sedens ago, simbolo della sapienza
pure per le sbarre o liste, insegna operatrice più con l'intelletto, che
riputata dagli scrittori araldici e con le azioni. Sovrasta inoltre allo
dei blasoni, per la più antica, come stemma dei Fieschi l' insegna an-
più semplice d'ogni altra ; la di- tichissima della romana
Chiesa ,

stinzione consisteva, che gl'impe- consistente nel padiglione fra due


riali o ghibellini ponevano nelle chiavi incrociate.
loro targhe le sbarre o liste dritte Goderono i Fieschi il marescialla-
e perpendicolari, i papalini o guel- to di Francia', datogli dal res. Luigi
fi le ponevano a traverso. La fa- IX, il generalato de'milanesij illuogo-
miglia Fieschi usando appunto del- tenentato supremo della repubblica
l' aquila imperiale con due teste, di Genova, il vice-regnato di Na-
porta nel campo tre sbarre a tra- poli pel re Renato d' Angiò e la ,

verso, che in tal modo rivolse per preminenza di sedere il maggior na-
la ribellione dell' imperatore Fede- to sopra gli anziani di Genova ap-
rico II, Innocenzo IV di
contro presso il doge, per decreto di quel
loro famiglia, essendo le tre sbar- senato emanato nel i438. Antonio
re concesse da Federico I azzurre Fiesco figlio di Benedetto ebbe dal-
in argento, come colori a lui assai l' imperatore Carlo IV, insieme ai
grati. Fu in questa circostanza che suoi fratelli, il privilegio di creare

il Federici opina che la famiglia conti palatini, e di battere mone-


Fiesca da ghibellini si fecero capi te, venne dichiarato consigliere per-
dei guelfi, e fa notare che i Fie- petuo dell'imperatore, e con fran-
schi ad onta dei loro nobilissimi chigia perpetua delle sue terre nel
parentati con case sovrane , mai 1 369, concessioni che confermò poi
variarono l'antico stemma, i colori l' imperatore Sigismondo. Lodovico
azzurro e bianco, ed il cimiero, Fiesco figlio del magnifico Antonio
perchè questo anticamente non era fu investito dei nobilissimi feudi di
concesso usarsi per istemma che da Masserano e di Crevacour, ed a-
poche primarie famiglie. Il ramo nalogamente a quanto fu praticato
Fieschi de' signori Savignone
di dai suoi maggiori, e confermato da
usò sempre il gatto ed il ramo
, diversi imperatori, fece battere mo-
dei Torriglia il dragone, ambedue nete d'oro e d'argento e altro me-
animali significanti parte guelfa tallo, con la di lui effigie ed iscri-
perchè gatti quasi cati sono sim-
i zione.
bolo della casa di Baviera che in Questa illustre e celebre fami-
Germania si tiene che fosse il ca- glias' imparentò con molte case so-

po della fazione guelfa, e forse l'o- vrane di primo rango, come colle
rigine delnome guelfo, ed il dra- famiglie di Savoia, di Este, di Mon-
gone fu preso particolarmente dai ferrato, Visconti, Gonzaga, Corsini,
Pontefici pei loro seguaci, a diffe- ed altre: un ramo di questa fami-
renza dell'aquila imperiale. Si os- glia è quella dei Ravaschieri. Eb-
serva inoltre dal Federici che in
, be due Pontefici romani, molti car-
occasione di vittorie o acclamazio- dinali di santa Chiesa, più di quat-
ni popolari pei Fieschi, si diceva trocentosei tra arcivescovi, vescovi
, ,

248 FIE FIE


e protonotari apostolici che concor- e dopo essere stato a visitare il san-
sero al lustro di Roma e della tuario di Compostella, convocò in
santa Sede; non che diversi gene- Londra un copioso concilio di ve-
rali e valorosi guerrieri, letterati, ed scovi di Scozia e d'Irlanda, ed ivi
altri di cui molti scrittori parlano die la croce a Odoardo ed Edmon-
con elogio. I due Papi sono Innocen- do figli del re Enrico III per la
zo IV, e Adriano V. Sinibaldo Fie- spedizione di Terra Santa, in favo-
schi, figlio di Ugone Fiesco prefet- re della quale stabilì la pace tra il

to del fisco imperiale, fu da Gre- re di Sicilia Carlo I d'Angiò, e la

gorio IX fatto cardinale nelP anno repubblica di Genova. Sul colle


1227, quindi col nome d'Inno- Esquilino di Roma, e presso la ba-
cenzo IV nell'anno 1^43 fu creato silica di s. Maria Mag-
Liberiana
Pontefice: dotato delle più belle giore, fondò un monistero di sagre
virtù, fu dottissimo nella giurispru- vergini dell'ordine di s. Damiano,
denza , e però chiamato padre del che dedicò all'apostolo sant'Andrea,
diritto, e monarca delle divine ed e dopo essere intervenuto ai sagri
umane V. Innocenzo IV. Be-
leggi. comizi per Alessandro IV, Urbano
nevolo coi parenti , ad ornamento IV, Clemente IV, Gregorio X , ed
del sagro collegio vi ammise due Innocenzo V, nel 1276 fu subli-
nipoti: nel 1244 Guglielmo Fie- mato al pontificato, e prese il no-
schi ( Vedi) diacono cardinale di
, me di Adriano V, in memoria del
s. Eustachio; e nel 1253 Ottobono santo cui era dedicata la sua dia-
Fieschi, figlio di Tedisio, diacono conia. V. Adriano V.
cardinale di s. Adriano, protetto- Gli altri cardinali sono : Luca
re dell'ordine de' servi di Maria, Fieschi (Fedi), nipote di Adriano
ed arciprete della basilica Liberia- V, da Bonifacio Vili nel 1298 crea-
na; il per mezzo delle ar-
quale to diacono cardinale di s. Maria io
mi dei genovesi e dei guelfi restituì Via Lata. Giovanni Fieschi (Vedi),
alla libertà Tommaso Amadeo , e fatto cardinale da Gregorio XI nel
Lodovico figliuoli del principe Tom- 1375. Lodovico Fieschi (Vedi), dia-
maso Fieschi ingiustamente impri- cono cardinale di s. Adriano, fatto
gionati. Dopo la legazione d'Inghil- da Urbano VI nel 1 38 1 Giorgio .

terra Urbano IV lo incaricò della Fieschi (Vedi), promosso da Euge-


prefettura di Perugia, e delle circo- nio IV nel i439 a cardinale prete
stanti dove pubblicò la cro-
terre, di s. Anastasia. Nicolò Fieschi (Ve-
ciata contro Manfredi ed altri ne- , di), fratello di s. Caterina Fieschi
mici della Chiesa. Clemente IV lo Adorno detta anche Caterinetta
rispedì in Inghilterra per legato creato prete cardinale di s. Prisca
colla qual dignità celebrò i concili da Alessandro VI nell'anno i5o3.
di Vestminster e di Nortampton ,
Lorenzo Fieschi (Vedi), arcivescovo
contro conte di Lyncester e suoi
il di Genova sua patria, da Clemen-
fautori, scomunicando Gilberto con- te XI nel 1706 fatto cardinale pre-
te di Glocester , uno de' principali te di s. Maria della Pace. Il regnan-
ribelli d' Inghilterra. Sottopose la te Pontefice Gregorio XVI, dopo
città di Londra e i luoghi vicini aver meritevolmente promosso mon-
all' interdetto j ed eccitò gl'inglesi a signor Adriano Fieschi, nato in Ge-
prendere le armi contro i saraceni, nova de* conti di Lavagna e s. Va-
F1E FI E *49
lentino, già delegato apostolico di Fieschi unitamente ai Grimaldi, al-
varie provincie pontificie, a suo tra famiglia nobilissima ed una del-
maestro di camera , e quindi alla le quattro primarie di Genova, co-
cospicua carica di suo maggiordo- me la Doria e la Spinola, si uniro-
mo prefetto dei sagri palazzi apo- no al partito guelfo, mentre i Do-
stolici, nel concistoro dei 23 giu- ria e' gli Spinola tennero le parti
gno lo creò cardinale, e poi in de' ghibellini. La loro rivalità susci-
quello de' 14 settembre 1 838 Io tò frequenti guerre nella repubblica
pubblicò, conferendogli per diaco- di Genova dall' XI secolo fino al
nia la chiesa di santa Maria in anno 54?» in cui
1 riuscita a male
Portico, donde poi passò a quella la congiura di Gio. Luigi Fieschi
di s. Maria ad Martyres. Qui pe- conte Lavagna (nel littorale di
di
rò noteremo cbe il Federici a pag. Luni un lungo tratto di paese
vi è

44 narra che Ottobono Fieseo,


, detto Fieschi appunto perchè da
,

figlio di Gio. Luigi il Grande, ve- lungo tempo appartiene ai conti Fie-
scovo di Mondovi e prelato di gran schi di Lavagna) contro Doria, fu i

splendore, meritò di essere eletto obbligato il ramo maggiore di essa


cardinale da Giulio II, per cui ri- famiglia di abbandonare Genova e
cevè questi i ringraziamenti dagli passare in Francia, rimanendo in pa-
ambasciatori della repubblica di tria il ramo cadetto; la congiura di
Genova; ma la morte impedì ad Gio. Luigi tendeva a disfarsi del
Ottobono fruire della dignità car- celebre ammiraglio Andrea Doria, e
dinalizia. Quindi a pag. 67 parla del suo nipote Giannettino coman-
d'un Nicolò Fieseo detto cardinale, dante le galere della flotta genove-
conte di Lavagna, ambasciatore al se, e al dire di alcuni, farsi sovra-
re d'Aragona nel 1827, indi al no Genova, con l'espulsione o l'e-
di
re di Cipro, ed al re Roberto per sterminio della nobiltà, ciò che me-
la pace che si conchiuse coi ghi- glio diremo in appresso. Il Fie-

bellini nel 33 1 Ma cresce la gloria


1 . schi si co 11 ego con Pier Luigi Far-
di questa famiglia, coll'aver prodot- nese duca di Parma, ed in un a
to il beato Bonifacio Fieschi dell'or- certo Gio. Battista Verrina, ed ai
dine de' predicatori, morto nel 294, 1 suoi fratelli Ottobono e Girolamo
e s. Caterina di Genova (Fedi), fi- Fieschi, la notte del 1 gennaio i547
glia di Giacomo Fieschi già viceré tentò di effettuare il suo disegno con
di Napoli , e di Franceschetta fi- molti congiurati. In principio la tra-

gliuola di Sigismondo di Negro, e ma ebbe buon successo, Giannetti-


moglie di Giuliano Adorno ; non no Doria fu trucidato, mentre An-
che la beata Tommasa Fieschi, imi- drea scampò colla fuga, entrò quin-
tatrice di s. Caterina , monaca do- di il Fieschi per sorpresa nel por-
menicana nel monistero di s. Sil- to, ma montando egli per un pon-
vestro di Genova dopo
morte la te angusto sul suo vascello cadde ,

del marito, che terminò santamente in mare; le armi pesanti, delle qua-
i suoi giorni nel i534- S.Caterina li era coperto, andare il fecero im-
lasciòdue libri di Dialoghi che di- mediatamente a fondo, senza che i
mostrano il suo ardente amore ver- compagni se ne avvedessero, e restò
so Dio. morto. Mancando i congiurati di
In progresso di tempo i potenti direzione e di guida, si raffredda-
%5q F1E FI E
rono, restarono perplessi, e nel far- Acceso sempre di ardore guelfo,
si giorno si ritirarono a Montobbio e intrepido sostenitore dell'onore e
per trattare col senato, il quale in- degli interessi della Sede apostoli-
vece li imprigionò, e molti fece mo- ca, mal solfriva che Andrea Doria
rire con differenti supplizi. Il palaz- fosse entrato in odiose gare anche
zo del Fi eschi fu spianato, e la sua personali col Pontefice Paolo HI,
famiglia bandita da Genova sino al- e che in fine per vendicare le

la quinta generazione, onde spoglia- ingiurie sue proprie si fosse teme-


la de' beni si rifugiò nel detto re- rariamente impadronito delle ga-
gno di Francia. Dopo cento qua- lere Papa, e le avesse tra-
del
rant'anni di esilio, ad istanza del dotte prigioniere in Genova, e seb-
re Luigi XIV, nel i685 i Fieschi bene dopo pochi giorni restituite,
ritornarono in Genova, e furono non si crede che fosse sopito an-
reintegrali nelle loro possidenze già cora l'ardore suo vendicativo, ma
interamente confiscate. La storia vi fosse spinto da sagace intendi-
della congiura di Fieschi è stata mento per non accendere una fiam-
scritta in italiano da Agostino Ma- ma che non si sarebbe per avven-
scardi, e stampata in Anversa nel tura estinta senza lo spargimento

1629: il Fontenay la tradusse in di gran sangue. Questi avvenimen-


francese, e cosi fu pubblicata a Pa- ti sommariamente enunciati furono
rigi nel1639. la vera cagione della famosa con-
Il Mascardi che ha scritto la sto- giura del conte Gio. Luigi de' Fie-
ria della Congiura de' Fieschi nel schi, attesoché la potenza del Do-
1629, e che si mostra avverso e ria , e di suo nipote Giannettino
sospetto al conte Gio. Luigi de' (poi figlio adottivo), di natura fe-
Fieschi o Fiesco ) non lascia di
( , roce, faceva presagire al conte, e
riferire inonore della verità che ai molti suoi aderenti nobili e po-
il Giannettino Doria era orgoglio- polari un assoluto potere a danno
so, e che nella sua naturale alte- della patria. Rifletteva nella eleva-
rezza erasi insuperbito per la glo- tezza delle sue idee , e colla forza
ria dello zio, ne curava di acqui- dell'animo suo ardito e intrapren-
starsi colla cortesia gli animi, ne dente, che nelle città libere arreca
per la ostentazione delle sue forze sovente un incredibil danno alle

la benevolenza della sua patria, cose pubbliche maggioranza di la

ed era perciò in odio della fazio- alcuni cittadini eminenti, quantun-


ne popolare, nonché della gioven- que virtuosi e discreti. Non sem-
tù, nobile, che lo seguiva mossa bra dunque, al dire dello stesso
dalle illusioni di un utile che po- Mascardi, che il conte di Lavagna
teva dalla sua potenza sperare, ma volesse farsi sovrano di Genova col-
non lo amava sinceramente per le la espulsione o l' esterminio della
sue maniere fastose. Ben anche col nobiltà, anzi desideroso di restitui-
conte Gio. Luigi usava termini con- re alla repubblica l'antica libertà
tumaci e alteri, da' quali questi irri- e l'usata dolcezza del suo governo,
tato volle far credere non aver bi- esclamava nel cimento: o capitano
sogno di lui colla compra che fece o soldato che mi vogliale per la
di quattro galere dal duca di Pia- mia parte vi seguo se mi precor-
cenza, e Culla riunione di altre forze. rete, seguitemi se vi precorro.
^ F1E FIE a5i
Prima di questo tempo due i fratelli FIESCHI Sinibìldo, Cardinale.
Ibleto e Giovanni Fieschi ebbero nel F. Iwocenzo IV, Papa.
secolo XV molta parte nelle guerre FIESCHI Guglielmo, Cardinale.
civili tra gli Adorni ed i Fregosi, mas- Guglielmo Fieschi , genovese dei
sime sotto Paolo Fregoso arcivescovo conti di Lavagna, nipote di Inno-
e doge Genova, in pareccbie ripre-
di cenzo IV, dal quale a' 28 maggio
se dal 1462
al 1468, il quale es- 1244 fa creato in Roma cardina-
sendo stato creato cardinale da Si- le dell'ordine de' diaconi, ed ebbe
sto IV, lo costrinsero poscia di ri- la diaconia di s. Eustachio. Sos-
nunziare al potere, e di ritirarsi in tenne la legazione della provin-
Roma. Va pure qui notato che ai cia del Patrimonio, di Bologna, e
24 novembre 658 la famiglia Fie-
1 anche del regno di Sicilia per af-

schi donò alla santa Sede il prin- frontare il tiranno ^Manfredi, che
cipato di Masserano, ed il marche- volea usurparsi il possesso. In que-

sato di Crevacour, ciò che ricevette sto ebbe ordine di pas-


iucontro
Alessandro VII col disposto della sare nella Puglia seguito da una
costituzione Cum sicut, che si legge forte armata, e di prendere a no-
nel Bull. Rom. tom. VI, par. Y, p. 1. me della Chiesa , se la necessità
Abbiamo un Flavio Fieschi nato lo domandasse , alcune somme a
in Cosenza, della famiglia oriunda titolo di prestito; cosi pure di pre-
da Genova, che fiori circa il X\ li valersi delle rendite di quelle chie-
secolo, il quale scrisse diverse opere se che fossero vacanti, ovvero i cui
riportate in buona parte da Miche- rettori si fossero rifiutati dal pre-
le Giustiniani negli Scrittori liguri. stargli omaggio ; di togliere i bene-
Federico Federici ci ha dato la Ge- fizi a quegli ecclesiastici, e i fondi
nealogia o Trattalo della famiglia delle chiese posseduti in enfiteusi
Fiesca, stampato in Genova per a quei laici, che avessero favorite
Giovanni Malia Faroni. Pompi- le azioni del Manfredi. Ma il tiran-
lio Totti, nel Ritratto di Roma mo- no sbaragliato l'esercito pontificio
derna, p. 228, dice che il palaz- e occupata Foggia, costrinse il car-
zo del duca di Sora nipote di dinale a ritirarsi precipitosamente
Gregorio XIII, che diede il nome in Napoli. Uno scrittore anonimo,
alla piazza presso di quella a s.Ma- che fa menzione delle di lui lega-
ria in Vallicella, era dei Fieschi con- zioni, dice che il cardinale se ne
ti di Lavagna, del quale scrisse l'Al- abusasse della sua autorità ; ma sif-

Et domus cum Turri de


bertino: » fatta testimonianza è verosimilmen-
apud Puteum Album ,
» Flisco, te riguardata falsa. Fu il Fieschi
« quam Urbanus Lavaniae comes protettore de' servi di Maria , dei
» fundavit, postremo vero a >ico- romitani di s. Agostino, i quali ri-
« lao Lavaniae coruite card, de Fli- chiamò anche ad una regola mi-
» sco ampliata est, ac variis pictu- gliore di vita. Accompagnò il Pon-
» vis decorata". 11 citato Federici tefice nel viaggio di Francia, e vi-

dà per fondatore di questo gran sitò in di lui compagnia s. Chiara


palazzo, il celebre cardinal Nicolò ormai prossima alla morte. Fon-
Fiesco, che morendo nel i524 Io dò Lavagna un monistero pel-
in
lasciò alla sua famiglia vincolato le monache, ed uno pei frati di s.

per fidecomoiesso perpetuo. Francesco Morì in Roma nel


.
252 FIE FIE
,1256., e fu sepolto nella patriarca- di Maria Vergine, con una colle-

le basilica di s. Lorenzo fuoi«i delle giata di dodici canonici, un decano,


mura, inun monumento antichissi- otto cappellani, e quattro cherici,

mo al manco lato della porta mag- pei quali tutti vi una pin-
stabilì

giore. que rendita. Benedetto XII gli con-


FIESCHI Ottobono, Cardinale. ferì l' arcidiaconato della chiesa di

V. Adriano V, Papa. Costanza. Morì in Avignone nel


FIESCHI Luca, Cardinale. Lu- i336. Le sue spoglie mortali fu-
ca Fieschi, genovese , de' conti di rono portate a Genova, e deposte
Lavagna, nipote di Adriano V, nel nella chiesa di s. Lorenzo con un
dicembre 1 2g5 fu creato cardinal magnifico mausoleo.
diacono di s. Maria in Via Lata da FIESCHI Giovanni, Cardinale.
Bonifacio Vili. Fu il solo de' por- Giovanni Fieschi, patrizio genovese,
porati che nella prigionia di quel uomo di singolare ingegno e di ge-
Pontefice eccitasse il popolo di A-
, nio marziale , ottenne nel 1 348 il

nagni alle armi per liberarlo dal vescovato di Vercelli ; ma quel di


francese Nogaret, e da' Colonnesi. Milano colle sue milizie volendo
Ebbe da Clemente V la commissio- invadere i diritti della sua chiesa,
ne di recarsi presso l'imperatore En- egli marciò contro di essi alla te-
rico VII, col carattere di legato a sta di numerose armate, e ripor-
latere, assieme con altri quattro tò replicate vittorie. Urbano VI,
cardinali : assisti in Roma alla di lui circa il 1 379, lo creò prete car-
coronazione, e lo segui nel suo viag- dinale R. C. Ebbe però
della S.
gio d'Italia per mantenere quei sen- nel suo vescovato molte inimicizie
timenti di pace che avea concepiti per parte de' principi da lui qual-
pel Pontefice. Sostenne ancora con che volta eziandio molestati, e
merito illustre parecchie altre lega- quindi va notato che già Urbano
zioni, e specialmente presso i re di V gli avea proibito di guerreg-
Francia e d'Inghilterra, come anche giare contro il marchese di Monfer-
in Iscozia ed Irlanda per tranquilla- rato. Proteggeva ancora Barnabò
re la ribellione insorta per causa Visconti, e perciò prima di tal Pon-
diRoberto Brusio, che scosso il gio- tefice il predecessore Innocenzo VI
go di Odoardo I, avea invaso quei vietò assolutamente a' di lui dioce-
regni. Ritornato in Italia s'impiegò sani di aiutare quel principe, il qua-
a ristabilire la pace tra l'Inghilter- le assediava alcuni castelli della san-
ra e la Sicilia. Die in prestito alle ta Sede. Della sua potenza, quan-
repubblica di Genova una conside- do ancora era vescovo, abbiamo
rabile somma di danaro, e ne ri- un monumento di Gregorio XI,
cevè per cauzione un catino d' me- il quale gli scrisse una lettera in
sti mabil prezzo, che fu poi ricupe- cui lo invitava a prestar l'opera
rato,pagando la repubblica i frutti sua ad un ragguardevol soggetto,
del danaro al cardinale. Nel suo da lui spedito in quei luoghi pe-
testamento lasciò sue eredi le pie gl' interessi della Chiesa, e insieme
istituzioni, parte però in Genova, e lo commendava per tutte le sue
parte nella sua contea di Lavagna. imprese e specialmente per la vit-
Lasciò anche una somma per la toria riportata sopra i nemici del-
fondazione di una chiesa in onore la chiesa presso s. Germano. Gl'in-
F1E FIE 2j3
timava però, sotto pena scomu- di a Carlo VI re di Francia, di quel-
nica, di sciogliere qualunque con- la di Napoli e di Sicilia, con amplis-
federazione che avesse contro il se- sime facoltà per restituire il buon
nato di Genova. Fu carcerato da ordine. Nel 1421 si fece oblato di
quei di Vercelli per un anno cir- s. Benedetto, e non molto dopo eb-
ca, e posto in libertà soltanto per be la legazione alla repubblica di
le istanze del sommo Pontefice. Genova. Accadde la di lui morte in
Compì la sua carriera mortale nel Boma l'anno i4"23, e fu sepolto
i384. nella metropolitana di Genova.
F1ESCHI Lodovico Cardinale. , FIESCHI Giorgio, Cardinale.
Lodovico Fieschi della principesca , Giorgio Fieschi, genovese, nel 1 433
famiglia di Genova, uditore di ro- era vescovo di Mariana nella Cor-
ta, nel i384 ebbe da Urbano \I sica. Tre anni dopo fu traslatato
il vescovato di Vercelli e poco , alla chiesa di Genova, e ad istan-
dopo nel mese di dicembre la sa- za di Tommaso Fregoso , doge di
gra porpora cardinalizia colla dia- quella repubblica, a' 18 dicembre
conia di s. Adriano , ritenendo 1439 fu da Eugenio IV creato prete
l'amministrazione del vescovato a cardinale di s. Anastasia, e legato
beneplacito apostolico. Liberò quel nella Liguria. Nel 1 4-53 senza es-
Pontefice Nocera
dall' assedio di sere decano del sagro collegio eb-
de' Pagani, e col mezzo di Jacopo be il vescovato di Ostia e Velie-
Fieschi, arcivescovo di Genova, lo tri , e qualche anno prima le chie-
fece trasportare in quella città, ac- se di Noli e di Albenga, ma soltan-
compagnato da dieci galere. Fu di- to come commenda. Mancò a' vi-
chiarato da Bonifacio IX presi- vi in Boma agli 1 1 ottobre nel
dente della provincia di Marittima 1 4-6 1 , e fu trasportato il suo ca-
e Campagna , e in questa occasione davere e seppellito nella cattedra-
tolseAnagni ai scismatici. Fu pro- le di Genova, nella sua cappella di
mosso da Giovanni XXUI all' arci- s\ Giorgio, con magnifico mausoleo.
vescovado di Carpentrasso , e im- Va notato, che il Federici nel Trat-
piegato nella legazioni di Ravenna, tato della famiglia Fiesca, lo dice
Bologna e Ferrara. Ci duole poi decano del sagro collegio, ma fu
il dover ricordare che un uomo , corretto da Cardella nel tom. Ili,
tanto benemerito della santa Se- pag. 7 5 delle Memorie istoriche dei
de mentre era legato in Genova
, cardinali.
abbia per un tempo aderito co'suoi FIESCHI Nicolò, Cardinale. Ni-
concittadini all' antipapa Benedetto colò Fieschi, di Genova, fratello di
XIII per le insinuazioni degli am- s. Caterina Fieschi, uomo d' insi-
basciatori francesi. Però nel conci- gne pietà e di profondo sapere, fu
lio di Pisa ebbe luogo tra i le- spedito dalla sua repubblica amba-
gittimi cardinali, quantunque In- sciatore al re di Francia. Nel i49°
nocenzo VII lo avesse prima spo- avea già ricevuta la chiesa di Agde;
gliato di quella dignità. Si tro- ma nel 1496 venne trasferito al
vò presente anche al concilio di Co- vescovado di Frejus,
per istanza
stanza, e fu anzi nel novero degli di quel principe , il quale avea
elettori di Martino V. Fu incarica- conceputa per lui un' altissima sti-
to da questo Papa della legazione ma, e gli ottenne ancora nel i5o3
,

254 l^ 1 ^ FIE
a'3o maggio da Alessandro VI, di sempre il linguaggio della verità
essere dichiarato cardinale dell'or- anche alla presenza de' grandi, sen-
dine de'preti, con il titolo cardi- za timore di sorta ; e dove si trat-
nalizio di santa Prisca. Alessandro tava di difendere qualche innocen-
VI accordandogli questa eminente te oppresso, egli non da vasi quiete
dignità , lo stabilì eziandio legato fino che la causa giusta non avesse
presso di Francesco I e della re- appagati i suoi diritti . Sì dice an-
pubblica di Genova. Non deve ta- cora, che si opponesse alla elezione
cersi che il Federici dichiara che di Giulio vedea trop-
II, perchè lo
questo cardinale ebbe il titolo di po Spiegò poi
inclinato alla guerra.
s. Nicolò tra le Immagini. Ebbe molto zelo ancora nel regime spi-
in seguito da Giulio II l' abbazia rituale delle sue chiese, ed anzi in
di Grandemont coli' arcivescova- Frejus avea celebrato un sinodo per
do di Ambrun ; e nell'anno i5i6, la riforma dell'ecclesiastica discipli-
da Leone X, il governo della chie- na. Le di lui spoglie mortali fu-
sa di Umbriatico, nel regno di Na- ron deposte in Roma nella chiesa
poli; ma dopo averla ritenuta per di s. Maria del Popolo.
pochi giorni , la rinunziò con re- FIESCHI Lorenzo Cardinale. ,

gresso giusta l' abuso di quei tem- Lorenzo Fieschi, della nobilissima
pi. Allora fu eletto arcivescovo di famiglia di Genova ebbe i natali ,

Ravenna, dove accrebbe il numero nel 1642. Chiamato a Roma dal


de' canonici che furono poi sop-
, cardinal Franzoni suo congiunto,
pressi dal cardinal Pietro Aldobran- venne impiegato nella vicelegazione
dini ; e due anni dopo venne tra- di Urbino , e per lo spazio di circa
sferito alla chiesa di Tolone. Trat- vent'anni, nei governi delle prin-
tandosi della canonizzazione di s. cipali città dello stato ecclesiasti-
Francesco di Paola, il cardinal Nico- co. Ebbe anche la carica di se-
lò fu uno ad istituirne
dei delegati gretario della congregazione de'riti,
la causa ed esaminarne il processo; e nel 1690 fu assunto in un alla
e in quest' occasione per difendere vicelegazione ed all' arcivescovato
i diritti della Chiesa, non dubitò di Avignone, dove fondò provvi-
d' incorrere la ed disapprovazione damente il seminario. Clemente XI
anche lo sdegno d' alcuni personag- poi nel 1704 lo inviò nunzio stra-
gi d' alta importanza. Pochi mesi ordinario presso del re cristianissi-
prima della sua morte dimise il , mo Luigi XIV, per conciliare la
primo titolo cardinalizio, e assun- pace tra i sovrani di Europa nella
se il governo delle chiese di Ostia guerra della successione di Spagna,
e Vellelri; nel i524, a' i4 di giu- e l'anno dopo lo trasferì alla chie-
gno lasciò questo misero esilio, pian-
, sa di Genova, e nel concistoro dei
to da ciascuno de' suoi. Era egli d'in- 17 maggio 1706 lo creò prete car-
tegerrimo carattere , e narrasi che dinale di s. Maria della Pace. Go-
nel conclave di Leone X, consiglia- vernò la sua diocesi santamente pel
to a guadagnarsi col danaro pocbi i corso di quattro lustri, ed ivi pure
voti che gli mancavano per essere nell'età di ottantaquattro anni com-
sommo Pontefice, rigettasse da sé pì il corso dei giorni suoi nel primo
con fiera indignazione coloro, che maggio 1726. Ebbe sepolcro in
tentavano il suo candore. Parlava quella metropolitana , nella cappella
,,

FI E F E I 1 *)
T

di s. Giorgio, nella tomba della sua sua piazza è il seminario, e Tesi-


famiglia. si ente cattedrale si riconosce opera
FIESOLE (Fesulan). Città ve- de' bassi tempi ; ma laddove tra-

scovile nel gran ducato di Tosca- ghettasi su di un bel ponte d'una


na, tre miglia circa distante da Fi- sola arcata il torrente Mugnone
renze, la qual metropoli
secondo , vedesi la badia, che fu il duomo

la più probabile opinione, avva- primitivo, posseduto poscia dai ca-


lorata assai da quei versi di Dan- nonici lateranensi, avendovi il vec-
te nel e. XV dell'Inferno : « Ma quel- chio Cosimo nel i4^6 fatto erige-
l'ingrato popolo maligno ", nacque re la grandiosa chiesa ceduta sotto
da Fiesole, e certamente Firenze si il granduca Leopoldo all' arcivesco-
ingrandì dopo la distruzione di Fie- vo di Fùenze, mentre co' suoi co-
sole, ora appena borgo con seggio dici e preziosi manoscritti venne
episcopale. Fiesole, città antichissi- arricchita la biblioteca Mediceo-
ma, chiamata Fesulae o Fesula ed Laurenziana. Vi è tuttora la chie-
anche Feslolae, come è scritto in sa, ed il soppresso convento di s.
un diploma di Carlo Riagno che Domenico, ricco di pregevoli affre-
sembra dell'anno 774, e nel libro schi, e gli avanzi della rocca fieso-
Comnientariornm Cyriaci Anconi- lana sono abitati dai minori rifor-
tani nova fragtnenta, Pisauri 1763, mati.
fu una delle dodici città principali Ma di questa celebre abbazia
degli etruschi. È certo che Fiesole ci permetteremo un più dettaglia-
fu una nobilissima città etnisca ,
to cenno, come quella che primeg-
ma non è egualmente certo che gia per la sua magnificenza in Fie-
fosse una delle dodici città etni- sole, come pei grandi uomini che
sche, o capitali; e
cioè principali l'abitarono, fra' quali Gio. Pico del-
se Io afferma l'Ammirato, Biondo, la Mirandola. L' edifìcio maestosa-
Flavio, il Demstero ed altri, lo ne- mente s'innalza sulla volta di una
ga il Cellurio sulla fede de' più an- collina, che sovrasta a Firenze, oc-
tichi autori, ed il Cluverio, ed al- cupando il luogo dell'antica catte-
tri. Si sa essere stata già notata la drale della città, la quale nel 1028

differenza di città etnisca, da città il vescovo Jacopo Bavaro di là tras-

delle dodici etrusche. Le sue mu- portò sulla cima del e ad monte,
ra, come si può da pochi
rilevare essa sostituì monaci benedettini,
i

resti, furono costruite senza cemen- cambiando la denominazione de'ss.


to , di macigni cioè sovrapposti l'un Pietro e Romolo, in quella dei ss.
l'altro, come le etrusche costruzio- Romolo e Bartolomeo. I più no-
• ni dette ciclopediche. E situata in bili cittadini di Firenze contribui-
luogo elevato, che domina tutta rono al ben essere del monistero.
Firenze, ed il corso del fiume Ar- Di poi essendosi ne' monaci intie-
no; facendo testimonianza degli an- pidito l'antico spirito religioso, ven-
tichi suoi pregi le camere sotter- nero nel 1 4^9 l'inaossi da Euge-
ranee credute avanzi delle terme, nio IV, che nell'anno seguente vi
o dell'anfiteatro, l'Ipogeo, o cimi- sostituì i canonici regolari latera-
tero, l'avanzo di un acquedotto, e nensi. Allora fu che Cosimo de' Me-
le medaglie o monete consolari ro- dici il Vecchio per l'amore che por-
mane da ultimo rinvenute. Nella lava a don Timoteo da Verona, ca-
,

2)6 FIE FIE


• ionico (li tal congregazione ed ec- architettura di Michelozzo, cioè la
cellente predicatore , rifabbricò la prima per ordine Cosimo I Pa-
di

chiesa e il monistcro coli' opera del dre della patria, seconda pel fi-
la

celebre Brtinellesco, cotanto lodata glio di questi Giovanni de' Medi-


dal Vasari, il quale asserisce che ci . IVatolino regia villa eretta dal
Cosimo vi spendesse centomila scu- granduca Francesco I, era singolare
di. Indi il pio signore donò al mo- pei magnifici giuochi idraulici, al-

nistero molte possessioni, e lo ar- trove dopo tale esempio imitati : al


ricchì di scelta biblioteca di cento- presente è quasi abbandonata, ed
novantasei codici. Jn progresso di il palazzo, disegno del Buontalenti,
tempo il monistero decadde, e nel fu da molto tempo demolito: no-
1778 fu disciolta l'abbazia, e data teremo però che Pralolino sebbe-
per uso di villa agli arcivescovi di ne da molti odierni geografi è po-
Firenze, trasportandosi i manoscrit- sto nelle adiacenze di Fiesole, in
ti alla nominala Laurenziana di fatto non sussiste. La villa de' Me-
Firenze. Ma nel 18 io gli invasori dici conserva la memoria di quelle
francesi la spogliarono d'ogni mo- di Pico, di Poliziano, e di tanti altri
bile; se non
che nel 18 15 mi- letterati attirativi dalla sovrana mu-
gliorò condizione per disposizioni nificenza. Va rammentata la bella
governative; fu arricchita delle ac- chiesa e la bella villa di s. Ansa-
que di cui penuriava, e fu ornata no, giù per il monte di Fiesole, a
di deliziosi giardini; mentre il cav. destra di chi vi sale venendo da
Inghirami, chiaro per le sue opere, Firenze. Quell'oratorio e quella vil-

per istampare le sue produzioni la furono elegantemente ripristina-


vi aggiunse una tipografìa e cal- te dal celebre canonico Angelo M.
cografia da lui diretta, e tanto me- Mandi ni fìesolano. L'amenità del si-

ritamente conosciuta sotto il nome to, l'adiacente giardino, le elegan-

di Poligrafia Fiesolana. tissime iscrizioni greche e latine, e


Oggi però Fiesole può dirsi ap- più tante opere di Luca della Rob-
pena un villaggio, uè vi è che un bia, e di altri sommi artisti in pla-

podestà minore suburbano, un gon- stica, in scoltura, in pittura, e in


faloniere, e la cancelleria commu- disegno che ivi si trovano per spe-
tativa: sempre però è ragguarde- sa, opera e diligenza del sullodato
vole per l'amenità de* ridenti din- canonico, richiedono che sia visi-
torni che vi abbelliscono la colli- tato dai dotti e dai dilettanti quel
na è posta. Fra le molte ville
ov' luogo, che ora per disposizione del
si rimarcano il Poggio Gherardo ,
medesimo Bandini è abitazione e
come il recesso ove il Boccaccio prebenda un canonico della fie-
d'
trasse a novelleggiare; l'antica villa solana cattedrale. V. Moisii Tra-
reale di Careggi o Campo Regio, montani, Descriptio ecclesiae et vil-
oggi villa Orsi, tomba di Lorenzo la e s. Ansani prope Fesulas, Ve-
il Magnifico, e culla dell'antica ac- netiis, 1798. Dopo il ponte alla
cademia Platonica fondata da Mar- Badia, degli avanzi di un antico for-
silio Ficino, e trasportata poi nella te si è formato il gran palazzo Sal-
villa Mozzi, ove si doveva eseguire viati poi Borghese, e non lungi è
il primo tentativo della congiura il villaggio di Lastra, ove Dante
de' Pazzi : ambedue costruite con ed altri due mila esuli bianchi
FIE FIE 257
mossero con aguato nel i3o4 per bra più certo il dirsi che Fiesole
sorprendere la capitale. E nella un tempo molestasse e inquietasse
contrada di s. Donato in Polvero- Firenze. E impossibile poi il de-
sa, nel i 187 tuonò la voce di Ghe- terminare quando furono vinti i

rardo arcivescovo di Ravennaj le- fìesolani, e trasportati in Firenze.


gato del Pontefice Clemente III ,
I critici dicono essere una follia
che eccitò i toscani ad arrollarsi l'asserzione del Malaspina ,mentre
alla seconda crociata di Palestina. che risulta da Giovanni Villani nel-
Fiesole dicesi edificata dai lidii la sua cronaca lib. IV, e da cento
condotti da Tirreno verso l' anno altri, che ripeterono le sue paro-
2o5o avanti Gesù. Cristo. Quindi le, cioè che nel 6 luglio del 4 10
divenne il centro della dottrina au- i fiorentini entraronoin Fiesole per
gurale degli etruschi, il perchè Ro- sorpresa col pretesto di andarvi alla
ma v' inviava gli alunni ad appren- festa di s. Romolo , e che ne di-
dere i misteriosi riti. Il sedizioso strussero la città, senza però poter-
Catilina quando vide le sue con- ne prendere la rocca. Si ha inoltre
giure scoperte e sventate, elesse che nel 1028, come si rileva da car-
questo luogo per suo ritiro , né ta di Jacopo Bavaro vescovo e signo-
mancò di darvi sino agli estremi re di Fiesole, riportata dall' UghelJi,
le prove del più disperato corag- Fiesole era tuttavia in essere ed in
gio. Ben più gloriosa però è la ri- fiore. Uopo è pertanto credere al
membranza della vittoria compiuta, Lami che nell'VlII delle sue lezio-
che Stilicone supremo comandante ni, Dell'antichità toscane, e prima
degli eserciti dell' imperatore Ono- in una sua lettera al dottor Pietro
rio, opportunamente secondato dai Foggini, inseritanelle sue Novelle
fìesolani, in ottobre dell'anno 4o5, letterarie tom.VIII, dimostra che
seppe ottenere col rinchiudere fra quantunque vi fossero da lungo
le gole di queimonti un esercito tempo nimicizie tra Firenze e Fie-
di cento mila goti, dove vennero sole , e fosse anche dai fiorentini
sconfitti ed il loro capo Radaga-
, assalita Fiesole nel 11 25, e sman-
sio ucciso. Fiesole aveva un tempo tellate le mura e la fortezza, e ro-
devastata la città di Firenze; ma i vinata qualche casa, pure i fìesola-
fiorentini alla loro volta atterraro- ni rimasero allora nella loro città
no la città di Fiesole nel 11 io, come prima, cosicché non mai fu-
traendo i fìesolani ad abitar Firen- rono trasportati in Firenze i fìeso-
ze, ed incorporandoli cosi alla loro lani ma incominciarono da quel-
,

repubblica. Altri registrano la presa l'epocai più ricchi a scendere volon-

e distruzione di Fiesole operata dai tariamente in Firenze, e così a poco a


fiorentini all'anno 1 25, e d'allo- 1 poco abbandonata Fiesole nel secolo
ra in poi i suoi abitatori, quasi in- XIV, dopo la ritirata del vescovo
teramente nella nuova città domi- stesso, si vede quella città distrutta
natrice trasferitisi, con quei citta- e desolata, quasi com' è in oggi.
dini si confusero. Nella storia degli ordini religiosi
Che Fiesole aveva un tempo de- è nota la congregazione di Fiesole,
vastato Firenze, si asserisce pure da eh era un corpo di frati mendi-
Bartolomeo Cerretani nella sua sto- canti ed eremiti di s. Girolamo, per-
ria fiorentina mss., tultavolta sem- ciò detta de' gerolamiti o Giro-
VOL. xxiv. '7
a 78 F e I FI E
lamini (Fedi), ed istituita dal bea* principe dt^gli apostoli s. Pietro di
to Carlo dei conti Guidi di Monte cui era discepolo, per cui ne di-
Granelli di Bagno, nella Romagna venne il primo vescovo e il pro-
toscana, che ritirassi in una solitudi- tettore della città. Che s. Romolo
ne nel mezzo de'monli fiesolani verso sia stato vescovo di Fiesole non
l'anno i386 con alcune altre per- vi ha chi lo neghi, ma ch'ei fosse
sone divote, che cominciarono sotto discepolo di s. Pietro, e da lui in-
Ja sua direzione quest'ordine, per viato a predicare ai fiesolani, quan-
cui in seguito questo monistero fu tunque sia asserito dal Villani, ed
dichiarato capo dell'ordine e resi- anche da s. Antouino, e nel mar-
denza del generale , finché restò tirologio romano, è però asseveran-
soppresso nel 1668 da Clemente IX. temente impugnato dai dotti con-
Le reliquie del corpo del fondatore, tinuatori degli atti de' santi del
morto in Venezia nel i4'7> furo- Bollando, dal p. Matnachi, dal Fog-
no trasferite nel convento di Fie- gini, dal Biancucci, dal Lami. Ed
sole, ma dopo la soppressione del- è da notarsi che nella diocesi ili
l'ordine Tennero trasportate a Fi- Fiesole soltanto si leggono le lezio-
renze, e riposano venerate nella ce- ni e l'orazione propria di s. Ro-
lebre compagnia detta la Buca di molo, mentre in tutte le altre dio-
s. Girolamo. Il monistero di Fie- cesi , anche in quella di Firenze,
sole servi poi coi beni per fondare della quale si vuole pure da alcu-
un' abbazia che soleva conferirsi ad ni che fosse vescovo lo stesso san
un prelato toscano. Questa abbazia Romolo, tutto l'uffizio è del comu-
o piuttosto commenda abbaziale si ne. Cosicché né può asserirsi che
estinse coli' ultimo commendatario Fiesole abbracciasse la fede fin dal
conte abbate Pietro Bardi; e dai primo secolo della Chiesa, né che
suoi eredi fu venduto il luogo al s. Romolo ne fosse il suo primo
cav. priore Leopoldo Ricasoli che vescovo. Onde sembra più plausi-
lo possiede tuttora avendolo restau- bile il parere di quelli, che al ter-
rato insieme colla chiesa, della qua- zo o al quinto secolo attribuiscono
le egli ha accresciuto le varie pit- 1' origine della sede vescovile di Fie-
ture che l'adornano col quadro di sole, tanto più perchè non si rin-
s. Girolamo, opera bellissima del vengono sino al sesto secolo i suoi
celebre professore Sabatelli. Il cav. vescovi. Infatti solo dopo s. Romo-
Angelo Maria Bandini nelle sue Let- lo si trova nominato nell'anno 536
tere stampate in Firenze nel 1776, Rustico, che fu legato del Pontefi-
nella XII ricerca ed illustra l' an- ce s. Agapito I al concilio di Co-
tica e moderna situazione della cit- stantinopoli , contro il patriarca
tà di Fiesole e suoi contorni. 11 Anastasio che negava due nature
regnante granduca con moto-pro- in Gesù San Lato fu vesco-
Cristo.
prio de' 3o novembre 1 838 reinte- vo l'anno 570; poi è nominato san
grò Fiesole nelle sue antiche pre- Alessandro, che ottenne da Autari
rogative di città nobile; quindi è re de' longobardi grandi privilegi
che si concede il sovrano diploma per la sua chiesa. San Romano go-
di nobiltà. vernò questa chiesa dal 582 al 590;
La fede fu predicata in Fiesole Teobaldo fu vescovo nel 7 5 il 1 ,

da s. Romolo che vi fu spedito dal quale fu eletto arbitro, e compar-


FJE F E I 2 59

ve almeno come testimonio in una che Giulio li commenda


die in al car-

causa vertente tra i vescovi sanese dinal Arcimboldo amministratore di


ed aretino; Donato scozzese di na- Fiesole. Descrivendo poi la chiesa dice
scita, fu vescovo nell' 816, cui suc- che ha cinque cappelle compreso
cessero prelati, molti dei quali per l'altare maggiore, ov' è il quadro
pietà e dottrina distinti , registrati dell'Assunzione di Maria Vergine.
dall' Ughelli, Italia sacra tom. Ili, Nella cappella dedicata alla sua
pag. 2 i o e seg. Natività si venera il corpo di san
Non tale però fu quel Regem- Giulio senatore romano, rinvenuto
baldo, delle cui sregolatezze ci par- nel cimiterio di Calepodio, e da
la s. Pier Damiano nell'opuscolo, Urbano VIII donato al vescovo Lo-
Gratissimus, c/i8, scritto nel io5i, renzo della Robbia suo affine. Fi-
e neppure il vescovo Rinieri dila- nalmente il padre Richa riporta le

pidatore della sua chiesa, e de'suoi iscrizioni de' monumenti sepolcrali,


Leni, terre e feudi che abbando- che sono nella chiesa, e le pon-
nò in mano de' laici, onde Onorio tificie bolle riguardanti la mede-
III nel 12 18 vi prese severa prov- sima e i vescovi di Fiesole.
videnza, ed alla morte dell' inde- Innocenzo VI nel i352, o come
gno pastore, gli die invece l'otti- altri dicono Clemente VI nel 349 1

mo Ildebrando da Lucca, il quale fece vescovo di Fiesole sani' An-


dovette lottare coi polenti usur- drea Corsini carmelitano , morto
patori dei beni, come protetti dal a' 6 gennaio 1
37
4'- il suo corpo
comune Mentre n'era
di Firenze. fu trasportato nell' anno seguente
vescovo Ildebrando da Lucca il , dalla cattedrale di Fiesole , alla
Pontefice Gregorio IX nel 1228 chiesa del suo ordine in Firenze,
concesse ai vescovi di Fiesole la ove nel i683 fu trovato incor-
chiesa di s. Maria in Campo in rotto . Gli successe nel vescovato
Firenze; nel qual recinto dipoi il di lui fratello Neri Corsini, che
Urbano VIII permise ad essi di per le sue virtù meri tossi il titolo

esercitarvi ogni atto giurisdiziona- di beato, morendo santamente nel


le , come si fossero nella propria 1377 a' i4 novembre. Nel 1389
diocesi. Il gesuita p. Richa nelle divenne vescovo di Fiesole fr. Gia-
Notìzie ìstoriehe delle chiese fio- como Altoviti domenicano, insigne
rentine, nel tomo VII, pag. 171 teologo. Indi lo fu il bealo Luca
e 177 tratta della chiesa di s. Mansoli vicario generale degli umi-
Maria in Campo, che vuoisi fab- liati, creato cardinale nel 1408 da
bricata circa l'anno mille; ed ag- Gregorio XI I, morto a' ^settem-
giunge che Gregorio IX obbligò bre 1 4 1 Alessandro
1 vi pre-
• V
il comuneFirenze di fabbri-
di pose ad amministratore il cardinal
care accanto a s. Maria in Campo Antonio Gaetani patriarca d'Aqui-
il palazzo per l'abitazione de'vescovi leia. Sotto il suo successore Lindo

di Fiesole, i quali poi nel 1259 de Guidotli, Martino V romano


ebbero da Alessandro IV il pri- Pontefice eresse Firenze in metro-
vilegio di tenere ivi la curia e poli, e tra i vescovati suffragane!
il tribunale per le cose di loro vi dichiarò questo di Fiesole, ch'era
diocesi ; che fu già parrocchia con allora immediatamente soggetto alla
rcttoie. e prebenda di un canonicato cauta Sede, e tuttora e sulfracaneo
,

260 FIE FIE


di Firenze. Dopo la morte del sori quei vescovi che nota il ci-
vescovo fi*. Guglielmo Becchio, ge- tato Ughelli, e quelli che si leg-
nerale dottissimo degli agostiniani, gono nelle annuali Notizie di Roma.
nel amministratore
1480 fu fatto Solo però noteremo che essendo
il cardinal Giovanni Arcimboldi nel 1684 arcivescovo di Firenze
arcivescovo di Milano, che rinun- Antonio Morigia , ed il vescovo
ziò nell'anno seguente in favore di Fiesole Filippo Neri degli Al-
di Roberto Folcili, il quale nella toviti, e dispiacendo al primo le
cattedrale eresse una cappella in tante pubbliche funzioni episcopali
onore del Corpo di Cristo, e nel che solennemente esercitavansi dai
i5o4 ebbe a successore il nipote vescovi di Fiesole, non solo nella
Guglielmo Folchi. A fr. Angelo de chiesa di s. Maria in Campo, ma
Cattanei da Diacceto, nel 1570 gli per le vie della parrocchia me-
successe il nipote Francesco, che desima ,
principiarono le formali
pose le venerande ossa di s. Ales- giuridiche inibizioni della curia ar-
sandro vescovo in urna marmorea, civescovile, in maniera che por-
e quelle di s. Romolo in più. de- tata la lite alla decisione della
cente ed ornalo luogo , ed in s. santa Sede, venne abolita la cura
Maria in Campo restaurò la cap- parrocchiale di s. Maria in Campo,
pella di s. Giacomo ; fece di nuovo che restò aggregata a quella del
il monastero delle monache, e l'o- duomo , e sospese le processioni
spedale pei poveri infermi. Barto- solite, eccettuate quelle dei sinodi
lomeo Lanfredini fu fatto vescovo in caso che si avessero a cele-
nel i6o5, ed essendo assai caro brare in detta chiesa, il cui giro
alla casa Medici congiunse in ma- dovrebbe farsi nel recinto della
trimonio Cosimo II con Madda- piazzetta della chiesa . Nel conci-
lena d'Austria, e nel 16 14 fu storo de' 3o gennaio 1 843 il re-
sepolto in s. Maria in Campo gnante Papa Gregorio XVI dichiarò
nella qual chiesa fu pure nel i633 vescovo di Fiesole monsignor Vin-
tumulato il vescovo Tommaso Xi- cenzo Menchi di Firenze, trasla-
menes originario di Lisbona. Ur- tandolo dalla chiesa vescovile di
bano Vili nel 1634 trasportò dalla Pescia.
sede di Cortona a questa di Fie- La cattedrale di Fiesole è de-
sole il suo parente Lorenzo Rob- dicata a Dio in onore del primo
bia, che morì nel i645 e fu se- vescovo e patrono s. Romolo mar-
polto in s. Maria in Campo ; sotto tire, il suo cor-
venerandosi quivi
questo vescovo Urbano Vili ac- po. Questo tempio è di disegno
cordò al vescovo di Fiesole, nella gotico, mentre quello di s. Ales-
sua residenza di Firenze e pei pro- sandro vescovo, di magnifica strut-
pri diocesani, la licenza di ordinare, tura, ha sedici colonne di cipollino
ed il libero esercizio di sua giurisdi- di Egitto con variati capitelli, che
zione, colla celebrazione dei divini sono probabilmente avanzi di qual-
uffizi ; concessione che fece in perpe- che antico tempio etrusco. 11 ca-
tuo, comprendendovi la sua parroc- pitolo si compone della dignità del
chia. Dopo di Innocenzo X vi
lui prevosto, di dieci canonici colle

prepose al seggio vescovile Roberto due prebende di teologo e peni-


Strozzi, il quale ebbe per succes- tenziere, e di altri preti e chic-
FIG FIG 261
rici per la divina ufficiatura. Qui figli del demonio sono che coloifo
noteremo col Garampi nelleMemo- seguono le massime, e quel-
di lui

rie ecclesiastiche, pag. 266 che


, le del mondo. Dassi pure il nome
s. Zenobio stabi Ti nella chiesa di di figli ai discendenti di un uomo;
Fiesole un numero di ca-
certo egualmente dicesi figli delle noz-
nonici, che nell'anno 966 provvide ze, o del matrimonio, i frutti d/
di congruo sostentamento affinchè un legittimo matrimonio; e quelli
Domino serviant sedulas orationes che sono nati illegittimamente, fuori
cum studiosis offìciis diebus ac noeti' cioè del matrimonio, diconsi figli na-
bus nelle chiese di s. Romolo e di s. turali o bastardi, e figli adulterini
Alessandro donando loro la chiesa
; sono quelli di cui il padre o la
di s. Maria della medesima città, aftin- madre erano già maritati altrove e
ché ivi i detti canonici , unusquisque non insieme. Figli postumi sono i
veniant et iti ipsamansione de- nati dopo la morte del padre ; e
scendant, et cibuin sumere valeant, figliastri chiamansi figliuoli del
i

et cum refecti fuerint, laudes Deo marito, avuti d'altra moglie, o del-
reftrant. La cura delle anime del- la moglie d'altro marito. Figli di
la parrocchia spetta
al capitolo che famiglia sono quelli che vivono
la disimpeguare da un curato
fa ancora sotto la paterna potestà. Fi-
amovibile; non ha fonte battesi- gli emancipati sono quelli che più

male, ma vi è nella prossima chiesa non sono sotto la paterna pote-


di s. Alessandro. Due sono gli epi- stà ; figli adottivi quelli che ven-
scopii del vescovo di Fiesole, uno gono adottati ; e figliazione dicesi
presso la cattedrale, l'altro con la discendenza di padre in figlio, e
sua chiesa annessa, come si disse, i diversi gradi di una genealogia.
è in Firenze per privilegio apo- Figli esposti sono i bastardi, spu-
stolico. In Fiesole sono solo i vi ri, orfani, o trovatelli : o
figlioccio
religiosi summentovati di s. France- figlioccia, nome tratto da Jìliolus e
sco. La mensa vescovile ad osni Jiliola, colui o colei eh' è stata te-
nuovo vescovo paga di tasse alla nuta al fonte battesimale, od alla
cancelleria apostolica fiorini duecen- cresima, rapporto al padrino, o alla
tonove. madrina da cui è stata tenuta. V.
FIGLIE DELLA CARITÀ', Fi- Comparatico. Tanto gli ebrei quanto
glie di Dio, Figlie del Calvario. i greci ed i latini davano ai loro
Religiose per lo più ospitaliere, co- servitori ed ai loro schiavi il no-
ni' erano quelle di Font-Evrauld me di pueri. V. Uomo, Doxjta, e
(
T'edi), e come sono quelle di s. Vergile, Padre, e Madre. 11 p.
Vincenzo de Paolis di cui parlam- Menochio nelle eruditissime sue
mo al volume X, p. 35 del Dizio- Stuore, in molti capitoli tratta dei
nario, mentre delle Figlie del Cal- figli con vari argomenti. I romani
vario se ne tratta al volume VI, Pontefici più volte adottarono i
pag. 272. principi per figli, come pure della
FIGLIO, FIGLIA, FIGLIAZIO- romana Chiesa, come si può ve-
NE. Figlio, filius od anche pucr, dere agli articoli Difensore della
Fanciullo [Vedi). La sagra Scrit- Chiesa, e Patrizio.
tura dà spesse volte il nome di L' imperatore Costantino Pogo-
figli ai discepoli di Gesù Cristo. I nato per la venerazione che por-
,

afo FIG FIG


Ijivà a s. benedetto II gli mandò •
mnus Papa ter, si vidi habere
nell'anno 684 ' e chiome de' capel- » pacem cur/i Ecclesia, eoi/ue ter

Ji de' suoi figli Giustiniano II ed « res ponderile Volo, Domnus Pa-


Eraclio; ciò che in quel tempo si- » pa dicit, et ego do libi pacem si-

gnificava consegnarglili per figliuo- » cut Chrislus dedit discipulis suis;


li, e chi li riceveva tenersi per pa- » osculaturque frontem ej'us ac men-
dre. V. il Raronio anno 684, n- 7, » funi ( rasus enim esse debet ) et

e Paolo diacono, De geslis longo- » ambas genas, postremo os. Tunc


bardorum lib. VI, cap. 53. Delle « surgens Domnus Papa ter quae-
adozioni praticate dai Pontefici, co- » rit ab eo si vult esse FILIUS
me fecero di Pipino Stefano III, e » ECCLESI/E, quo ter rispondente,
di Carlo Magno Adriano I, per « Volo, Domnus Papa dicit, et ego
non dire di altri principi, ne parla « te recipio, ut FILIUM ECCLE-
Niccola Alemanni, De lateranensi- » SI/E, et mittit eum sub manto,
peetm Papae ".
bus parietìnis come , si può appren- » et ille osculalur
dere dalle voci dell' Indice Ado- : Altri esempi di eguali filiazioni so-
plandi filium Ecclesiae Romanae no i due seguenti. I! Pontefice Gio-
formula j Adoplandi ritus in bapli- vanni Vili nell'anno 878 venendo
smo ; Adoplandi ritti» per capillos ; ricondotto a Roma dal conte Roso-
Adoptari a Ponlificibus Romanis ne, fratello dell'imperatrice Richil-
qui solebanlj Adoplado fìliovwn per de moglie di Carlo II il Calvo,
armaj Carolus Magnus filius Ec- poi re d'Arles e di Provenza, fu
clesiae Romanae air dicilur; dir perciò da lui adottato per figlio

filius adoplivusj Pipinus filium a- e per difensore del suo stato. Nel-
doplat Paulus I; Pipinus filius a- l'anno 891 Papa Stefano V det-
doptivus Stephani III, ec. Dei prin- to VI coronò imperatore Guido
cipi franchi adottati dai sommi Pon- duca di Spoleto, suo figlio adotti-
tefici per parla pure
figli, se ne vo. Scrivendo il Papa s. Felice II
Francia [Vedi). Ecco il
all'articolo detto III del /±83 all'imperatore
cerimoniale e il rito che si usava d'oriente Zenone, fu il primo Pon-
dai Papi nell'adottate per figli lo- tefice a chiamar l'imperatore col
ro, e della romana Chiesa gì' im- titolo di Figliuolo. E noto che i

peratori, i re franchi, ed altri prin- sovrani cattolici si sottoscrivono nel-


cipi, di Cencio Camerlingo presso il le lettere che indirizzano al Papa
medesimo Alemanni a pag. i55. «hbidientissimo o affezionatissimo
Nel crearsi tali principi patrizi ro- figlio. Del titolo poi di figlio pri-
mani e difensoi'i della Chiesa, che mogenito della Chiesa, dato dai Pon-
loro portava l'obbligo di sostenere tefici ai re di Francia, se ne trat-

e difendere i diritti della santa ta all'articolo Cristianissimo [Vedi)


Sede e della città di Roma, pre- ed altrove. Nelle biografie de'Pon-
stavano analogo giuramento, e quin- tefici si riportano le adozioni per
di pur venivano dal Papa adotta- nipoti, ed all'articolo Pamphily quella
ti figli e della Sede apo-
per loro che fece Innocenzo X di monsignor
stolica. » In vestihulo enim tem- Astalli, per sola affezione, dandogli
» pli Vaticani antequam ad inau- il cognome, la propria arma, la
qua-
» gurationis celebritatem Caesar in- lifica, le prerogative e le rendite di
* grcdialur Quacrit ab co Do-
: cardinal nipote.
F1G F L 1 263
Dice il Bergier che nello stile fedeli che sono m grembo della
della Scrittura sagra, come nel lin- religione cattolica : si dà questo
guaggio ordinario, si distinguono nome uomini dabbene per di-
agli
facilmente molte specie di filiazio- stinzione dei cattivi. Figli di Dio si
ne, quella cioè di sangue, quella dicono inoltre i grandi, i potenti, i

di alleanza o di adozione stabilita giudici della terra, così denominati


colle leggi, e quella di affezione, perchè sono i luogotenenti di Dio,
secondo la natura del soggetto di e i depositari della sua autorità
cui si parla, quindi ne dà le spie- in terra. Figli di Dio furono an-
gazioni come le difese. Dicesi fi- che detti gli israeliti per opposizio-
liazione, anche figuratamente delle ne ai gentili. iVel nuovo Testamen-
chiese, le quali dipendono in alcu- to i detti fedeli o cristiani sono co-
ni luoghi le une dalle altre per di- munemente chiamati figliuoli di
ritto di patronato o di fondazione, Dio, in virtù della loro adozione.
come per aggregazione alla parte- Figlio dell' Uomo o Figliuolo
cipazione de' privilegi ,
grazie ed dell' Uomo significa specialmente
indulgenze : per cui dicesi chiesa Gesù Cristo, non perchè s'intenda
figliti, o chiesa filiale per fonda- di dire ch'egli ha un uomo per
zione o per aggregazione di figliuo- padre, giacché egli nacque per o-
lanza. Com pure de' monisteri, dei pera dello Spirito Santo; ma è
conventi, delle abbazie, degli ordi- soltanto per testificare, eh' egli è
ni e congregazioni religiose, anche pure veramente uomo , del pari
di famiglie laiche, o solo di alcun che se fosse nato alla maniex^a de-
individuo di esse. Figlie quindi o gli altri uomini. Perciò i padri
filialierano e sono dette tali chie- della Chiesa si sono serviti di que-
se, od abbazie ec, ed religiosi di i sta espressione per provare agli
certi ordini sono anch'essi chiama- eretici che il Figliuolo di Dio, fa-
ti figli dei monisteri, delle provi ri- cendosi uomo aveva preso una
,

de' da cui dipendono, o delle case carne reale non una carne im-
e
religiose ove fecero professione di maginaria ed apparente, che egli
loro vocazione. Sulle aggregazioni era veramente nato, morto e ri-
delle Arciconfraternite è a vedersi suscitato, e che aveva egli soffer-
quell'articolo, non che Confrater- to non solamente iu apparenza, ma
nite. anche in realtà. Inoltre figlio del-
FIGLIUOLO DI DIO. Il Verbo l'uomo significa molte volte l'uo-
di Dio, la seconda persona della mo semplicemente; e cosi nel plu-
ss. Trinità, Gesù Cristo redentore rale figli degli uomini sono me- i

nostro. Figli di Dio significano gli desimi uomini. Talvolta però sot-
angeli, in un senso meno proprio, to questa denominazione s'intendo-
e più esteso, perchè sono essi sem- no gli empi ed i peccatori, e ciò
pre in cielo vicino a Dio, non al- in opposizione a coloro che nella
trimenti che i fanciulli presso il sagra Scrittura chiamansi figli di
loro padre. Figli di Dio si dicono Dio.
anche gli eletti ed i beati, perchè FILACE. Sede vescovile della
essi sono considerati, amati, e trat- Bizacena, nell'Africa occidentale, sot-
tati da Dio come suoi propri figli. to la metropoli d'Adraraito.
Per figli di Dio pure s'intendono i FILADELFIA , o ALLAH-
2 64 FIL FIL
SHEHR o Città di Dio. Città ar- gnità sino dal nono secolo. Essa
civescovile dell'Asia nella Natòlia, ottenne anche tutti i diritti me-
sul declivio di tre o quattro colli- tropolitani della chiesa di Sardi,
ne a piede del monte Tmolus, ove dopo la distruzione di questa città
si gode una bellissima veduta per fatta da Tamerlano re dei tartari
Ju pianura più bassa. È città con- nel secolo XV. Il metropolitano di
siderabile della Lidia, anzi antica- Filadelfia aveva la sua residenza
mente era la seconda di questa pro- in Venezia, sul finire del seco-
vincia, ed è tuttora considerabile lo XV, e nel XVII, ma dipoi
minore, per es-
fra quelle dell'Asia stabilì la sua sede in Costanti-
sere molto commerciante: le mu- nopoli. Tuttavolta i greci vi han-
ra rovinose die la circondano at- no un vescovo ed alcune chiese,
testano sua passata importanza.
la essendo la principale quella dedi-
Fiorì anche sotto l'impero de'gre- cata alla Beata Vergine. primo
Il

ci, e più d'ogni altra città dell'A- vescovo di Filadelfia fu Lucio or-
sia minore resistette ai turchi, ai dinato da s. Paolo, il quale ne fa
quali poi si sottomise a vantaggio- menzione neh" epistola ai romani
se condizioni, e senza meritarlo cap. 16, v. ai; tra i successori
gli diedero il nome di bella città. di Lucio vanno rammentati: Miche-
Abbiamo dal Rinaldi all'anno 353, 1 le, che fu metropolitano di Fila-

num. 20, che filadelfi vedendosi


i delfia, e che viveva al tempo di s.
stretti dai turchi, mandarono due Niceforo patriarca di Costantinopo-
ambasciatori in Avignone al Papa li ; Macario soprannominato Cri-
Innocenzo VI ed offrirono alla
, socefalo, che fiorì sotto l'imperatore
santa Sede il loro principato. In- Manuele Paleologo, e Leone Allazio
nocenzo VI li ricevè in concistoro, ne parla come di un prelato assai
e disse loro che quanto prima la dotto; Gabriele Severo, che tenne
Sede apostolica gli avrebbe soccor- la sua residenza nel 1578, e nel
si, ma
che pensassero prima a ri- i6i4: si distinse in pietà e scien-
nunziare allo scisma de* greci, e za, scrisse contro gli errori dei
ritornare nel grembo della Chiesa calvinisti in greco ed in latino
cattolica. opere che furono nel 167 1 pub-
Filadelfia è una delle sette cit- blicate in Parigi da Riccardo Si-
tà di cui parla Giovanni evan-
s. mon, ma la sua principale opera
gelista nell'Apocalisse, e che gli a- è quella sui sagramenti, che il ce-
postoli illuminarono colla fede di lebre Crisanto patriarca di Geru-
Gesù Cristo. Nel primo secolo vi salemme fece stampare alla fine
fu eretta la sede vescovile nell'e- del suo volume De Ecclesiae offi-
sarcato d' Asia, sotto la metropoli ciis } in Tergovrisck nella Valachia.
di Sardi (Fedi). Quindi venne e- L'arcivescovo Macario III, nel 1721
levata in metropoli, con ventotto sedeva in Costantinopoli. V. il p.
vescovi per suffragane!, nel secolo Le Quien, Oriens Christ. tom. I,

XIII, come si legge in Comnian- pag. 868. Al presente Filadelfia,


ville. Sembra però da una lettera Philadelpia, è un titolo vescovile
di Niceforo patriarca di Costanti- in partibus sotto la metropoli pu-
nopoli, diretta al Pontefice s. Leo- re in partibus di Bostra. Da ultimo
ne III, che godesse di quella di- il regnante Papa Gregorio XVI,
FIL FIL a65
a' 6 marzo i838, fece coadiutore e quando nella Palestina v' ebbe
del vicario apostolico di Madras una divisione sotto il nome di De-
nell'Indie orientali monsignor Giu- capo, o le dieci città, Filadelfia vi

seppe Carew, quindi gli conferì que- fu compresa. Il Terzi nella Siria
sto titolo di Filadelfia, e col me- sagra, pag. aggiunge che fu
109,
desimo a' 16 novembre 1840 lo pur chiamata Astarle., e che venne
Inalato al vicariato apostolico di ritenuta per la seconda città della
Calcutta. Siria, ed un tempo era assai mu-
FILADELFIA. Sede episcopale nita. Nell'anno 242 vi fu tenuto

dell'Asia, nella provincia d' Isauria, un concilio contro gli errori di


nella diocesi d' Antiochia sotto la ,
Berillo vescovo di Bostra , come
metropoli di Seleucia la cui ere- , abbiamo dal Labbé , e dall' Ar-
zione risale al quinto secolo. Tolo- duino nel tom. I. Si conoscono
meo la pone nell' interno della Ci- quattro vescovi che vi ebbero sede:
liciaaspera ossia montuosa, fra Do- Cirione, che intervenne al concilio
miziopoli e Seleucia aspera sul Ca- Kiceno; Eulogio, il quale si trovò
lycadnns, a poca distanza all'ovest a quello di Calcedonia, ed ivi fu
da Olla. Il Terzi nella Siria sa- qualificato come vescovo della me-
gra dice che Filadelfia fu pur chia- tropoli di Filadelfia, lo che prova
mata Giotape, diversa da Gio- che questa chiesa godeva in allo-
tapata di Palestina , ed è po- ra la dignità metropolitica; il ter-
sta quasi in riva al mare, presso zo fu Giovanni, cui il Papa s. Mar-
il fiume Piramo. L' Oriens Christ. tino I ordinò di rappresentarlo in
nel tom, II , pag. 1022 registra tutte le funzioni ecclesiastiche del-
quattro vescovi che vi ebbero sede, l'oriente, e di provvedere di ve-
cioè Ipsisto, Megalio, Atanasio e scovi, di sacerdoti, di diaconi ec. }
Stefano. Il Terzi nomina un Am- tutte le chiese soggette alla sede
miano, che si sottoscrisse all'episto- d'Antiochia e di Gerusalemme. Fu
le sinodiche dirette all'imperatore Giovanni incaricato di tal commis-
Leone, facendo il simile Atanasio. sione a motivo de' sempre crescen-
FILADELFIA. Città vescovile ti progressi che allora faceva in
dell' Asia, della seconda provincia quelle contrade l'eresia de' mono-
di Arabia nella diocesi di Geru-
, teliti. Fozio è il nome del quarto
salemme, sotto la metropoli di Bo- vescovo di Filadelfia. Oriens Christ.
stra, la cui fondazione secondo Com- tom. II, pag. 862. Attualmente
manville deve riportarsi al quin- Filadelfia d'Arabia, Philadelphien,
to secolo. Plinio e Tolomeo la met- è un titolo arcivescovile in partibus
tono nella Siria, nelle montagne di infìdelium, che conferiscono i ro-
Galaad, verso la sorgente dell' Ar- mani Pontefici, ed ha per suffra-
non: il suo nome orientale a' tem- ganeo l'altro titolo in partibus di
pi di s. Girolamo era Rabatanama Mennith.
di Arabia, o Rabbat-Ammon. Fu FILADELFIA ( Philadelphien ).

la celebre capitale degli ammoniti, Ciltà con residenza vescovile negli


che Davidde assediò e prese; quin- Stati-Uniti di America, già capitale
di Tolomeo Filadelfo re di Egitto per lungo tempo dello slato di
gli diede il nome di Filadelfia. Og Pensilvania, ed ora capoluogo del-
re degli ammoniti vi fece residenza, la contea del suo nome, cioè dopo
,

2 G6 FIL FIL
la costruzione di Harrisburgo. Que- famoso Washington. Meravigliosa è
sta bellissima città ebbe nome Fi- la macchina idraulica chiamata wa-

ladelfia, che significa amicizia fra- terworks, colla quale dallo Schuyl-
terna, dal famoso Guglielmo Penn, kill si trae l'acqua occorrente agli
il fondatore della repubblica Pen- usi di questa popolosa
città: da
silvana, che la costruì nel i683 una gran vasca presso il fiume, le
su quell' area istessa , nella quale acque passano per mezzo di una
egli sottoun antico albero di ro- tromba in ampio acquedotto late-
vere radunò i selvaggi indiani rizio, che percorre un miglio, e le

per trattar con essi dell' acquisto, guida al più elevato punto centra-
ossia divisione delle terre; memo- le, giacché agisce la macchina col-

rando avvenimento che il cele- la forza di quaranta cavalli. Una


bre West rappresentò in un bel vasca di sessanta piedi raccoglie le
quadro, pubblicato in fronte del- acque nella sommità, e dal bel
l' Atlante americano - settentrionale mezzo d' essa sorge una torre ro-
di Lerouge nel 1778. Elevasi dessa tonda, alta sessanta piedi, dalla ci-
sopra vasta, elevata e deliziosa pia- ma con altra tromba
della quale
nura lungo la destra riva del De- l'acqua si dirama in adatti canali
laware, nella parte più. stretta del- di legno, che circolano per tutti i
la penisola formata da quel fiume quartieri, e colla modica spesa di
e dallo Schuylkill, non lungi dal lo- sei dollari al giorno, se ne distri-

ro confluente; laonde quando la buiscono più di quattro milioni di


città sarà del tutto compita, si esten- boccali.
derà dall'uno all'altro de' due fiu- Sono pure ragguardevoli edifizi
mi. La sua lunghezza è di quasi il palazzo dello slato, ove sedette
una lega, ed in poca minore lar- il congresso americano, che ai 4
gura sono tracciate dieciotto vie pa- luglio 1776 dichiarò la indipen-
rallele, die uè intersecano altre se- denza degli Stati-Uniti, e quindi vi
dici ad angoli retti. Tutte sono am- proseguì le sue adunanze sino alla
pie, ben lastricate , e munite di sua traslazione nel 1800 alla città
marciapiedi ; ma la maggiore, che federale di Washington, tranne una
giustamente dicesi via larga, si esten- parte degli anni 1777 e 1778 in
de dall'uno all'altro lato per due- che fu occupata truppe in-
dalle
cento piedi. Sorprendente è l'aspet- glesi ; il palazzo municipale, la cut
to delle case e palazzi, costruite le magistratura ha copiosissime rendi-
une con mattoni in regolare dise- te, e vince in ricchezza forse tutte
gno, e sufficiente elevatezza, inve- le altre dappoiché l'o-
dell'Unione,
stiti questi di marmo bianco che pulente banchiere Stefano Gerard
con facilità si estrae dalle cave vi- lasciò alla medesima il pingue le-
cine, con ornati portoni, ed ameni gato di sedici milioni di dollari.
viali di acacie ,
platani e pioppi Ivi si ammira una ricca collezione
non senza spessi vaghissimi giardi- di storia americana ; la
naturale
ni, ed un foltissimo e lungo bosco, banca degli Stati-Uniti, che si re-
che costeggia le sponde del Dela- puta la miglior mole che nell' A-
ware per tutta la sua lunghezza. merica siasi costruita, di fini mar-
Fra le frequenti piazze primeggia mi bianchi, sul modello del cele-
(lucila ov' è la statua equestre del bre Partenone di Atene; la banca
FIL FIL a6 7
di Gerard, la banca di Pensilvania, centoquaranta pezzi
Il di canone.

il mercato, Y ateneo, la zecca, uni- bel ponte in legno sullo Schuylkill


co stabilimento di tal genere negli a pie della strada del mercato si
Stati-Uniti, eretto nell'anno 1793, fonda su tre archi, e quel di mez-
ed ora in più maestosa e splendi- zo ha un' apertura di 90 piedi 1

da foggia ricostruito; la loggia, ov'è inglesi, e di i5o i laterali, onde


annessa una ricca sala per le pub- percorre 49° piedi su 4 2 di l ar "
bliche feste; l'università, l'accade- ghezza. Portentoso pure è l' altro
mia delle belle arti , la biblioteca ponte in legno, un miglio al di
comunale , il palazzo della società sopra, che offre l' arco più ampio
filosofica, ed il teatro posto nella di questa specie, il quale giunge
strada di Chesunt. Fra i numerosi più di 34o piedi. Cospicuo è il
stabilimenti di carità, meritano di- commercio d' esportazione di tutti

stinta menzione la casa penitenzia- i prodotti sì naturali, che industria-


ria, che serve di prigione, e 1' o- li della Pensilvania : soprattutto però
spedale di marina. Ridonda di sta- è vivo commercio libraio, e for-
il

bilimenti scientifico-letterari, e di se non ha pari, mentre le tipogra-


pubblica istruzione. Oltre la men- fie sono più di cinquanta, ^el
tovata società filosofica, vi esistono 1793 comparve in Filadelfia per
le società di medicina, di agricol- la prima Tolta la terribile malat-
tura, di scienze naturali, d' inco- tia contagiosa, eh' ebbe nome di
raggicuento per le invenzioni mec- febbre gialla. Razze miste di an-
caniche, e la Linneana. L' univer- glo-americani, d' inglesi, di france-
sità è celebrata, e primeggia nella si, di tedeschi, di scozzesi, d' irlan-
facoltà medica. Di un gran colle- desi, di svizzeri, di spagnuoli, d' i-

gio pensilvano ordinò la costruzio- taliani, di creoli delle vicine re-


ne morendo Gerard , designando- gioni, e dio mulatti com-
negri
vi per legato due milioni di dollari ; pongono la ora
popolazione, che
ed oltre l'accademia di belle arti ascende a circa cento settanta mila
avvi altresì una raccolta di quadri persone, mentre la sua marina
e statue, l'ateneo menzionato, tre mercantile sorpassa le centomila
pubbliche biblioteche, la maggiore tonnellate. Si possono citare fra i
delle quali conta più di trenta mi- dotti nati od abitanti a Filadelfia
la volumi, il museo di PeeI, ove YV. Seuil per la geografia, B. West
tra gli altri peregrini monumenti nella pittura. Bertrand nella bo-
J.

ve uno scheletro intero di Mam- tanica, Francesco Hopkinson nella


moli th del peso di mille libre, l'os- musica , Rittenhouse nella astro-
servatorio ed il giardino botanico nomia, il celebre Franklin, sebbe-
di Bai-tram. '
ne nato a Boston , il capitano Da-
Arcuato, vasto e comodissimo allo vies vero inventore del quadrante,
sbarco lungo la riva
delle merci Horris e Filzimmann, che porta-
praticabile è il porto di Filadelfia, rono al più alto grado di perfe-
ove sorge un grandioso arsenale, zione le conoscenze commerciali.
nel quale malgrado la poca pro- Non solo in Filadelfia vi risiede
fondità del Dela Avare venne costrui- un vescovo cattolico, di cui andia-
to il maggior vascello anglo-ameri- mo a parlare, ma vi dimoia an-
cano la Pensilvania, armato di che un vescovo protestante.
268 FIL FIL
La sede vescovile di Filadelfia diocesi ascendono a cento mila
fu eretta nel 1808 dal sommo circa.
Pontefice Pio VII, e fatta suffra- Ecco gli stabilimenti ecclesiastici,
ganea della metropolitana di Bal- e di educazione. Seminario diocesa-
timora. Sino all'anno corrente la no di s. Carlo Borromeo, diretto da
diocesi comprendeva i due stati di preti della congregazione della mis-
Pcnsilvania Delaware, colla
e di sione, con trentatre seminaristi : que-
parte occidentale New-Jersey. del sto seminario ebbe un'esistenza legale
Il regnante Pontefice Gregorio XVI nel 1 838. Scuole pei giovanetti due,
annuendo alla supplica del quin- cioè collegio di s. Maria in Wil-
to concilio provinciale di Baltimo- mington, e scuola di s. Giuseppe
ra, tenuto in maggio dell' anno in Filadelfia tenuta dai gesuiti.
i843, ed approvando il consiglio Ordini religiosi e congregazioni in
della sagra congregazione di pro- Filadelfia : agostiniani in s. Agosti-
paganda fide ha eretto una nuova no, e preti della congregazione
sede vescovile nella città di Pittis- della missione al seminario. Mo-
burg [/'celi), nella Pensilvania oc- nasteri o case religiose : le sorelle
cidentale, dismembrando sì vasta della Carità ne hanno sei, orfano-
provincia dalla diocesi di Filadel- trofio di s. Giuseppe in Filadelfia,
fia che comprendeva finora total- con sei sorelle, cento orfanelle, e
mente memorato estesissimo sta-
il due scuole esterne ; orfanotrofio di
to; quindi nominò a primo vesco- s. Giovanni in Filadelfia, otto so-
vo monsignor Miche-
di Pittisburg relle, sessanta orfani, cento fanciul-
le O'Connor irlandese, già alunno le nelle scuole esterne, più una
del collegio Urbano , nella qual scuola due volte la settimana per
chiesa ricevette l'episcopale consa- le giovanette che stanno al servi-
grazione, non che presidente del gio ; scuola gratuita di s. Maria in
seminario di Filadelfia. Lo stato Filadelfia, tre sorelle^ cento ragaz-
della diocesi di Filadelfia avanti ze , una scuola per le serve ; edu-
la detta dismembrazione era il se- candato, e scuola esterna di s. Pie-
guente. 11 vescovo era ed è monsignor tro in Wilmington : evvi annesso
Francesco Patrizio Renrick di Du- un orfanotrofio con scuola gratui-
blino, che per coadjutoria lo di- ta; orfanotrofio e scuola di s. Pao-
venne nel 184*2, avendo lasciato il lo in Pittisburg, quattro sorelle, ven-
titolo vescovile di Arata in parti- ti orfanelle, centoventicinque ester-
bus. La chiesa cattedrale di Fila- ne; scuola gratuita in Pottsville,
delfia è dedicata a Dio, in onore con tre sorelle. Le religiose del
della Beata Vergine Maria, e le sagro cuore hanno un educandato,
altre principali della città sono ed il noviziato di Conwago. Asso-
sotto il titolo di s. Giuseppe de'ge- ciazioni di carità per vari oggetti,
suiti, s. Agostino degli agostiniani, dieci. Società della temperanza in
la ss. Trinità pei tedeschi s. Gio- , Filadelfia, ed in varie parti della
vanni evangelista, e s. Michele; in diocesi. Sei librerie in Filadelfia
tutta la diocesi, comprese le nomi- per la circolazione de' buoni libri,
nale, le chiese e le cappelle ascen- che si danno ad imprestito ; altre
devano a novanlatre, con sessanta in Pittisburg, Pottsville , ec. Le
sacerdoti. I cattolici in tutta la chiese hanno i fabbricieri ; il ve-
,

FIG FIG 269


scovo e il clero -vivono delle obla- poi uno degli elettori di Martino
zioni de'fedeli, e degli assegnamenti V. Questo Pontefice lo spedì in
che loro destinano i fabbricieri. Francia per mantenere quel regno
FILARGI o FILARGO Pietro, in unione colla Chiesa romana ; ed
Cardinale. V. Alessandro V Papa. egli così fortemente inveì contro la
FI LA STERI O ovvero FI L ASTRO libertà della chiesa gallicana, che
Guglielmo, Cardinale. Guglielmo Fi- il re Carlo VI sdegnatosi , lo co-
lasterio _,di mediocre ed onesta fami- strinse a fuggire dal regno. Ricu-
glia, nacque nel i34^ nella diocesi però poi la grazia di questo prin-
di Mans, nelle Gallie. Fornito di ec- cipe, e restituitosi a Roma, fu de-
cellenti doti di spirito, riuscì a me- corato dell'arcipretura della basili-
raviglia nello studio delle leggi ca lateranense. Morì in quella cit-

delle matematiche, e specialmente tà nel 14^8, nell'età d'anni ottan-


della lingua greca. Fu dapprima ta, coli' elogio di sublime inge-
decano nel collegio di s. Sinforia- gno , e fornito di rara lettera-
no, quindi canonico di quella chie- tura ed ebbe sepolcro nella chie-
;

sa, e poscia decano nella metropo- sa s. Grisogono, di cui era am-


di
litana di Reims, dove accrebbe la ministratore, e presso della quale
biblioteca di rari codici, fondò una aveva fabbricato un palazzo, che
cattedra di teologia , e vi compar- poi fu vittima delle fiamme.
ti non pochi altri benefizii. Nel FILASTRIO (s.). Alcuni lodi-
1409 venne trascelto a vicario del- cono spagnuolo, altri italiano, ma
l' arcivescovo Simone di Cramaud, non si conosce né il luogo, né il
che reggea quella chiesa ; e molto tempo della sua nascita. Dedicatosi
in tale impiego si accrebbe la fa- allo stato, ecclesiastico, scorse quasi
ma di lui. Però nell'assemblea del tutte le provincie dell'impero per
clero tenuta in Parigi, oscurò non comhattere gli ebrei , i pagani gli ,

poco suo nome, aderendo al par-


il e principalmente gli
eretici, ariani.
tito di Benedetto XI II, e mostran- Egli prese cura della chiesa di Mi-
dosi poco favorevole al re ed alle lano prima che s. Ambrogio ne fos-
prerogative della chiesa di Fran- se eletto a vescovo, e sostenne vi-
cia. Nondimeno fu assunto all'ar- gorosamente le parti degli ortodossi
civescovato di Aix nella Proven- contro l'ariano Aussenzio, che si as-
za , secondo che pensa il Ber-
e, sumeva il titolo di vescovo di quella
nini, ebbe anche in seguito la ca- città. Quindi passò a Brescia, ove
rica di uditore di rota. Giovanni trovò gente che quantunque rozza,
XX111 a' 6 giugno i4»i lo creò mostrava tuttavia sommo desiderio
cardinale diacono di s. Maria Nuova, di essere istrutta; di che egli sep-

dalla quale diaconia scrivono alcuni pe approfittare, ed ebbe la conso-


che passasse di poi all'ordine de'pre- lazione di vedere i suoi travagli
ti, e perciò al titolo di s. Marco. Inter- coronali del più felice successo. Fat-
venne al concilio di Costanza, e nella to vescovo di Brescia, egli superò
decima sessione fu destinato, in com- sé stesso nell'esercizio del suo mi-
pagnia del cardinale Giordano Or- nistero, e questa sua dignità ag-
sini commissario presso Giovanni
, giunse maggior forza ed autorità
XXJII. Nella sessione trigesimaquar- agii sforzi del suo zelo. La sua
ta fece un sermone a' padri ; e fu profonda umiltà faceva vieppiù ri-
j.'jo FIL FIL
splendere Je sue virtù, e la dol- ebrei per meglio osservarla, e per
cezza, era in lui sì nativa, che non evitare il pericolo d' infrangerla.
rispondea alle ingiurie che coi be- La maggior parte degli ebrei mo-
nefizi, né mai die a conoscere il derni portano ancora di queste fi-

minimo moto di collera. La sua latterie, chiamano Zizis, ed


ch'essi
carità e la sua pazienza gli gua- abusando malamente del significa-
dagnarono tutti i cuori. La gloria to del vocabolo, si persuadono che
di Dio era l' unico obbietto a cui sieno amuleti , o preservativi con-
mirava ogni sua azione, nò ad al- tro qualunque pericolo particolar- ,

tri beni agognava che a quelli del mente contro il maligno spirito.
cielo. Niente accordava egli alle in- Questa superstizione degli ebrei non
clinazioni della natura, tanto stac- di rado fu rinnovata da alcuni cri-
cato era da sé stesso. Tutte le sue stiani, i quali hanno immaginato, che
reudite erano spese a sollievo dei certe parole scritte sulla pergamena,
poveri, né assisteva soltanto quelli ovvero sopra un
incise sulle medaglie,
che trovavansi ridotti ad estrema pezzo di qualunque, pos-
metallo
indigenza., ma soccorreva eziandio sano essere un preservativo od un
quelli che aveano sofferto ne' loro rimedio contro le malattie, o l'al-
affari sconci rovinosi. S. Filastrio tro- trui malignità. I padri della Chiesa
vossi al concilio di Aquileia nell'anno ed i vescovi nei concili, hanno più
38 1 , e morì, credesi, nel 388. La- volte condannato questo abuso. Tal-
sciò un Catalogo delle eresie, che volta la parola iilatteria significò
fu più volte stampato, e che tro- un reliquiario, come trovasi in Gio-
vasi in tutte le biblioteche dei pa- vanni diacono: Phylacteria tenui
dri, da composto per premunire
lui argento fabricala, vilique panno de
il suo gregge da ogni pericolo in collo suspensa. Dei {datteri ne par-
materia di lede, ed alcuni hanno lammo pure nel volume XVIII,
preteso che egli avesse composto il pag. 249 del Dizionario, ove pur
simbolo che dicesi di s. Atanasio. dicemmo, che fìlatterio si chiamò
S. Gaudenzio che fu suo discepolo anche la croce pettorale de' vescovi,
gli successe nella sede di Brescia, che con reliquie portano appesa al
e celebrò ogni anno la festa del suo collo. San Girolamo chiama Pietà-
santo maestro, assegnata ai 18 di ciola certe tavolette, sulle quali ve-
luglio, recitandone il panegirico. nivano registrate le cose notabili,
FILATTERIE, o FILATELIE. forse a somiglianza delle tavolette
Termine derivante dal greco , che orientali, che solevano impiastrare
significa guardie o preservativi, cu- di gesso , e poscia scrivervi sopra ,

stodire o preservare. Queste sono e cancellarne anche^ quando voglio-


fascie di pergamena su cui gli e- no, le lettere rimastevi, costuman-
brei scrivevano certi versetti della do pure d' insegnare sulle medesi-
Scrittura sagra, principalmente ca- me l'alfabeto ai fanciulli.
vati dal decalogo, eh' essi portava- FILE o FILA. Sede vescovile
no sulla fronte, sul petto, e sulle della seconda Tebaide, nel patriar-
braccia, alfine di eccitarsi a custo- cato alessandrino , sotto la metro-
dire attentamente la legge di Dio, poli di Tolemaide, la cui erezione
e guardarsi dal trasgredirla : ciò risale al quarto secolo. Uno de' suoi
facevano i più devoti e fervorosi Acscovi chiamato Marco assistette
,

FIL FIL 2-1


al concilio che s. Atanasio tenne in tori, li rimproverò aspramente che
Alessandria, dopo la morte dell' im- tentassero renderlo infedele al suo
peratore Costanzo nell'anno 362, Dio per una compiacenza vigliacca.
come si legge nell' Oriens Christ. Le parole di Filoromo provocaro-
toni. Il, pag. 6i4> no l' ira del consesso per cui fu ,

FILE A e FILOROMO (ss.). Fi- condannato anch'egli a perdere la


lea nacque a Thmuis in Egitto, di testa insieme con Filea; e condot-
nobile e ricca famiglia
, e divenne ti entrambi al luogo del supplizio,
ragguardevole pel suo sapere e per furono decapitati. Ciò avvenne tra
la sua eloquenza. Entrato nella re- gli anni 3o6 e 3 12. 11 nome di
ligione di Cristo, fu eletto vescovo questi due santi trovasi negli anti-
di Thmuis; ma la persecuzione dei chi martirologi , e la loro memo-
successori di Diocleziano , strappò ria è celebrata a' 4 febbraio.
questo buon pastore dal suo greg- FILEMONE (s.). Ricco borghe-
ge, e fu condotto nelle prigioni di se di Colossi in Frigia, che fu con-
Alessandria. Da colà indirizzò una vertito da s. Paolo o da Epafra di
lettera a quei delsuo vescovato, con lui discepolo. Egli si avanzò pre-
la quale li confortava e li esortava stamente nelle cristiane virtù, e la
alla perseveranza, narrando gli spie- sua casa, in cui sembra si tenesse
tati tormenti che ivi facevansi soffrire l'assemblea dei fedeli , divenne co-
a quegli invitti confessori della fede me una chiesa perla pietà di quelli
diGesù Cristo, alcuui de' quali spi- che la componevano, e per gli eser-
ravano fra lemani di que' crudeli cizi di religione che vi si pratica-

carnefici. Il governatore Culciano vano. Onesimo, schiavo di Filemo-


preso d'ammirazione pel santo ve- ne, non si valse dei buoni esempi
scovo, cercava in ogni maniera di che avea sotto gli occhi, e giunse
salvarlo, e per intenerirlo gli mo- persino a derubare il suo padro-
strava lo stato compassionevole di ne, e fuggirsene a Roma. Quivi tro-
sua moglie e de' suoi parenti, che vò s. Paolo, che vi era prigionie-
erano spettatori di quella scena ; ro la prima volta, il quale lo ac-
ma né il dolore de' suoi, né le sol- colseamorevolmente, lo convertì e
lecitazioni del governatore, dei giu- lo battezzò. Egli avrebbe deside-
dici, degli altri ministri della giu- rato di ritenerlo presso di sé, che
stizia , e dello stesso luogotenente molto lo avrebbe giovato nella cir-

dell' imperatore, i quali assieme coi costanza in cui si trovava; ma pen-


parenti di Filea si prostrarono per- sò di non doverlo fare senza il

fino a' suoi piedi, scongiurandolo consenso di quello cui apparteneva.


aver pietà della sua desolata fami- Perciò rimandò Onesimo a File-
glia, valsero a smuovere l' eroica mone con una lettera ad esso di-
fermezza di lui. Eravi tra circo- i retta. L'apostolo in questa lettera
stanti un certo Filoromo, tesoriere loda la fede, la carità, la liberali-
dell' imperatore in Alessandria e , tà di Filemone verso tutti i fede-
che giudicava in quella città i pio- li ; gli protesta il suo affetto, gli

cessi de' più ragguardevoli per- dà il titolo di fratello, e gli dice


sonaggi. Questi maravigliato del- die è stato il consolatore e bene-
la costanza di Filea, e pieno d'in- fattore di tutti i santi che si son
dignazione contro i di lui persecu- trovati nell'afflizione; chiama pure
,,

273 FIL FIL


Appia, moglie di Filemone, sua nò con Fece edi-
esito felicissimo.
cara sorella, a cagione della sua ficare a Pavilly un altro monistero
fede e della sua virtù. Finalmen- per le zitelle. Nel 674 fu costretto
te lo prega con tenere ed eloquen- di recarsi alla corte, ed ebbe il co-
ti parole di perdonare ad Onest- raggio di rimproverare ad Ebroi-
ino, raddolcisce colle sue espressio- no, prefetto del palazzo, le sue in-
ni il delitto di lui, e fa valere i giustizie e i suoi delitti. Costui pei*
servigiche questi gli aveva ren- vendicarsi eccitò contro di lui al-
duto. Filemone accordò la libertà cuni ecclesiastici della diocesi di
ad Onesimo, perdonogli il suo fal- Roano i quali Jo dipinsero a s.
,

lo, e lo rimandò a Roma a servi- Audoeno con sì neri colori che ,

re s. Paolo, che fece di lui un de- quel prelato credendo alle loro ac-
gno cooperatore del vangelo. Le cuse lo fece porre in prigione. Po-
costituzioni apostoliche fanno s. Fi- co dopo, riconosciuta la sua inno-
lemone vescovo di Colossi ; ma i cenza, fu posto in libertà, ed egli
calendari greci dicono ch'egli fu ritirossi nella diocesi di Poitiers
apostolo e primo vescovo di Gaza dove fondò il monistero di Noir-
in Palestina. Di là ritornò a Co- moutier e il priorato di Quincey.
lossidove soffri il martirio. Il suo Per le preghiere di s. Audoeno, che
nome è marcato ne' martirologi, in gli restituì l'antica amicizia, ritornò
un a quello di s. Appia, a' 22 di a Jumiège nel 681, ove avrebbe
novembre. potuto terminare in pace suoi gior- i

FILEMONE (s.), martire. V. ni; ma amò meglio ritirarsi a Noir-


Apollonio (s.). moutier, la cui solitudine favoriva
FILIBERTO (•.). Nacque nel ter- maggiormente la sua tendenza alla
ritorio di Eause in Guascogna , è contemplazione, ed ivi mori ai 20
fu allevato sotto la sorveglianza di d'agosto del 684- La sua festa si
Filibaldo suo padre, il quale rice- celebra il giorno della sua morte.
vuti gli ordini sacri, era divenu- FILIPPA DI MARERIA (beata).
to vescovo di Aire. Di vent' anni Nata da nobili ed opulenti genito-
abbandonò la corte di Clotario II, ri , ebbe la fortuna di conoscere
dove era stato mandato, e fecesi nella sua giovinezza e di udire s.

monaco nell'abbazia di Rebais, fon- Francesco il quale gì' inspirò sì


,

data da s. Audoeno, per gli esem- grande disprezzo del mondo e delle
pi ed i consigli del quale s' era sue vanità , che risolse di separar-
staccato dal mondo. Successo poi sene interamente. Superate le diffi-

a s. Agilo nel governo di quel mo- coltà che la sua famiglia opponeva
nistero, lo lasciò per l'indocilità di alla di lei vocazione, ritirossi sopra il

alcuni monaci. Ritiratosi Nor- in monte di Marena, presso alla sua


mandia, nel 654, fondò un moni- città natia, nella diocesi di Rieti
stero in un luogo donatogli dal re per vivervi con alcune compagne
Clodoveo li e dalla regina Batilde nella pratica della penitenza. Edi-
nella foresta di Jumiège; vi stabi- ficatagli da suo fratello una casa
le la più esatta regolarità , ed eb- in vicinanza alla chiesa del luogo,
be la consolazione di vedere rac- Filippa vi pose la regola di s. Chia-
sua novella comunità fi-
colti nella ra , e ne fu badessa. L'infelice sta-
no a novecento religiosi, che gover- lo dei peccatori la commoveva as-
, ,

FIL FIL 2-3


sai vivamente, e per ricondurli a di antichi monumenti, e di un an-
Dio non risparmiava né orazioni, fiteatro. In oggi la città di Filippi

uè austerità, né esortazioni. La sua è dominata dai turchi, che la chia-


morte, di cui aveva predetto il mano Filibah. La città acquistò
momento , avvenne a' 1 3 febbraio pure ne' fasti della Chiesa rinoman-
1^36, ed ai 16 dello stesso me- za, per avervi l'apostolo delle genti
se si celebra la sua festa nell'ordine s. Paolo predicata la fede, e stabi-
di s. Francesco, essendo stato ap- litovi il seggio vescovile, al modo
provato il culto di questa beata che racconta il Rodotà, Dell' origi-
dal Papa Pio VII. ne del rito greco in Italia, toni.
FILIPPI. Città arcivescovile della Ili, pag. 4j trattovi per celeste vi-

seconda Macedonia nell' esarcato sione, in compagnia di Timoteo,


del suo nome , secondo le notizie di Sila, e di s. Luca. Insegnarono
ecclesiastiche. Filippi, Philippi , o al popolo gli articoli principali della
Filibah, città della Macedonia , od cristiana credenza, e i punti più
almeno in quella parte conquistata sostanziali della disciplina e morale
all' oriente della Tracia, a poca di- evangelica.San Paolo vi costituì
stanza dal monte Pangaeus, in vici- primo vescovo Epafrodito e coi ,

nanza del mare Egeo, nella parte suoi compagni partì per Amfìpoli
orientale della pianura del suo no- per Apollonia e per Tessalonica. ,

me, presso al golfo della Contessa. Con qual fermezza e costanza abbia-
Il suo primo nome fu Crenides no poi perseverato nella fede i filip-

cioè a dire la ciltà delle fontane ,


pensi ed i macedoni
quale af- , e
a cagione delle vene d' acqua che fetto ed amore serbarono verso s.
sortivano alla base della collina su Paolo, chiaramente si raccoglie dal-
cui era situata. Fu poscia chiama- le sue lettere, la prima volta che
to Datus, e secondo altri Thasus, fu posto in prigione verso l'anno 62.
dai thasi che l'avevano fabbrica- L' apostolo testifica a questi fedeli
ta. Presa dal re Filippo, padre di la più tenera riconoscenza, perchè
Alessandro Magno, l'abbellì, la for-: lo provvidero due volte del biso-
tifico, e gli diede il proprio nome, gnevole quando soggiornava in Tes-
pei- cui divenne più grande, e flo- saglia, ed i macedoni gli avevano
ridissima. In venne con-
seguito mandato denaro in Corinto; testi-

quistata dai romani, che vi de- fica ancora più ardente zelo per
il

dussero una colonia; indi diven- la loro salute ; si consola del loro

ne celebre per la battaglia e vitto- coraggio a patire per Gesù Cristo,


ria riportatavi nei dintorni da Ot- e delle loro buone opere, gli eccita
taviano Augusto e da Marc' Anto- alla confidenza ed al gaudio. Que-
nio contro Bruto e Cassio uccisori sta lettera s. Paolo la mandò ai
di Giulio Celare, quarantadue an- filippensi per Epafrodito loro ve-
ni avanti Gesù Cristo ;avvenimen- scovo ; quindi i filippensi scrissero
to che ebbe per conseguenza il una lettera a s. Policarpo per pre-
termine definitivo della repubblica garlo di voler comunicar loro le

romana, e 1' istituzione poscia del- lettere che aveva ricevuto da s. I-

l'impero. Di questa città più non guazio, e tutte le altre del mede-
rimane che un miserabile villaggio, simo santo che potesse egli avere.
vedeudovisi però ancora gli avanzi Veggasi il Rinaldi all' anno 5g,
VOL. XXIV. 18
,

274 FIL FIL


mim. 8, ove parla della legazione egualmente colle proprie mani gli
di Epafrodito, che Paolo chiamò s. impose il pallio: vi sono molte let-
apostolo dei filippensi, ed all'an- tere di questo Pontefice, indirizzate
no fio, num. i , ove riporta gli al medesimo prelato. V. il p. Le
avvertimenti di s.Paolo ai filippen- Quicn, Orietta Christ. tom. Ili,
si acciò si guardino dagli eretici pag. 1046, il quale ci dà la noti-
nemici della croce di Cristo, che zia di diciolto vescovi che occupa-
insegnavano non essere stato vera- rono la sede di Filippi. Il primo,

remente crocefisso. All' anno poi come si disse, fu Epafrodito ordi-


5 r , num. 67, racconta quanto in nato da s. Paolo, il secondo Erasto
Filippi patissero s. Paolo e Sila nominato negli atti degli apostoli,
flagellati e malmenati dai magistra- e nella seconda epistola a Timo-
ti che non volevano altri riti ed teo : quanto ai loro successori , di
osservanza di leggi che le romane, cui l'ultimo fu Agapio od Agapito
cui la città era tenuta seguire co- nell'anno 1740, veggasi il medesi-
me colonia; ed al num. 72 rac- mo Oriens Christianus tom. II,

conta la miracolosa liberazione di pag. 66.


s. Paolo e di Sila nel terremoto , Al presente Filippi, Fhilippen, è
che aprì la porta del carcere , e un titolo arcivescovile in parlibns,
della caduta delle loro catene, co- che conferiscono i sommi Pontefi-
me della conversione del carceriere ci, con tre titoli vescovili pure in
e sua famiglia. partibus per suffraganei, cioè Ab-
Nei primi tempi la chiesa di dera, Cesaropoli , e Lorima. Gli
Filippi fu suffragarla di Tessaloni- ultimi arcivescovi di Filippi sono,
ca, ma poscia nel IX secolo fu monsignor Giovanni Musi che Leo-
eretta in metropoli della seconda ne XII nel i8s5 traslatò alla chie-
Macedonia, coi seguenti vescova- sa residenziale di Città di Castello;
ti per suffraganei. Drama, che nel monsignor Costantino Patrizi, (atto
secolo XIII divenne arcivescovato, dal medesimo Papa nel concistoro
e nel secolo XV si uni a Filippi ;
de'i5 decembre 828, il quale dal 1

Napoli o Cristopoli che nel XIII regnante Gregorio XVI fu pubbli-


secolo fu unita a Drama ; Serra cato cardinale in quello degli 1 1

che nel IX secolo divenne arcive- luglio i836, ed attualmente vicario


scovato; Zichne che nel secolo XIII di Roma; e monsignor Francesco
fu eretta in chiesa arcivescovile ;
Yillardell, dell'ordine de' minori
Lemno che nel IX secolo fu eleva- osservanti di s. Francesco , dallo
ta ad egual grado ; Metenico che stesso Gregorio XVI dichiarato ar-
salì a simile onore nel XIII seco- civesco di Filippi, e vicario aposto-
lo ; Alectriopoli, Theoria, Cesaro- lico di Aleppo agli 8 marzo 1839.
poli, Polistilio, Belicea, e Smolena. FILIPPINE. Isole del mare del-
Essendosi latini impadroniti di
i l'India nell'Oceania occidentale, al
Filippi nei primi anni del secolo sud-est dell' Asia. Questo ampio
XIII, vi stabilirono un arcivescova- arcipelago è il più boreale della
to latino di loro comunione ; e Gu- Malesia, uno de' più vasti e più
glielmo eletto vescovo di Nazoresca, considerevoli degli arcipelaghi che si
vi fu trasferito nel 1212 da Papa conoscano, si estende dal 5" 3o ,
Innocenzo III, che Io consagrò, ed sino al 20° io° lat. N., trovando-
FIL FIL 2-5
ti fra il io5° ed il n5° lat. E. rotti dal cataclisma. Sebbene gli abi-

<lel meridiano di Roma. Confina tanti godi no tutti i vantaggi del


al nord coli' isola chinese di For- cerchio tropico, non ne risentono i
mosa, all'ovest colla costa dell'im- grandi calori, e dopo le pioggie
pero Birmanno, all'est colla Micro- ordinarie da magsrio a settembre
nesia, ed al sud coll'arcipelago delle sviluppasi la stagione più fiorente e
Mollicene. Si disse già arcipelago di deliziosa, vedendosi bella la campa-
s. Lazzaro, e componesi di moltis- gna per la più rigogliosa vegeta-
sime isole di grandezza differente, zione, al pari delle feconde coste
e poco fra loro distanti i

isola : del Coromandel , e del Malabar
di Lusson con Manilla (Fedi) sede sul continente vicino. I fiumi nelle
arcivescovile da cui dipendono le
, loro sabbie trascinano pagliuccie di
tre sedi vescovili che nomineremo, oro ; le Filippine hanno miniere di
due delle quali sono nella stessa questo metallo, e di ferro. Gli abi-
isola di Lusson, Caceres (Fedi), tanti sono maomettani, o pagani ;
o Nova-Caceres , e Segovia (Fedi), ma negli stabilimenti spagnuoli si

o >ova -Segovia gruppo delle : 2. professa la religione cattolica.


Babuyanes; 3.° gruppo di Bachi; Le Filippine furono scoperte da
4-° gruppo di Bissayes, con Zebù^ Ferdinando Magellano portoghese
Cehù, o Nome di Gesù (Fedi), se- nel i520, il quale fu trucidato
de vescovile; 5° gruppo delle Ca- nell' isola Matan, dopo aver sot-
di
lamianes ;
6.° isola di Mindanao : tomessa quella di Zebù, e credesi
7. gruppo di Solù o Sulù ; 8.° iso- dalle stesse sue genti, per la sover-
la di Palawan. Si sono sempre di- chia asprezza del suo carattere, ma
stinte dieci isole più rimarchevoli s'ignora quale fondamento abbia si

per grandezza, ed altre dieci di ingiurioso sospetto. Un solo vascel-


qualche importanza ; ma ve ne ha lo della sua squadra tornò iu Eu-
un numero assai maggiore, che non ropa per il Capo di Buona Spe-
meritano menzione, e molte anche ranza, e fu quella la prima volta
senza nome. Attualmente sono tut- che si compiere il giro
venne a
te sotto la dominazione spagnuo- del globo. Gli spagnuoli però vi si
la, quale però in molti luoghi
la stabilirono soltanto nel 1 564» ed
è debole, e di niuna conseguenza allora le chiamarono Filippine dal
pei nativi: il loro viceré fa la sua loro re Filippo II in quel tempo
ordinaria residenza a Manilla. I regnante. Credono alcuni, che fosse-
frequenti vulcani in attività, le cal- ro le Barusse indicate da Tolomeo.
de sorgenti di acque termali., gli Nel 1639 gli abitanti intimoriti dal
spessi terremoti, i violenti uragani numero sempre crescente dei chinesi,
testificano delle cause degli squar- che venivano ad abitare quest'iso-
ciamenti che queste terre hanno la, approfittarono del primo pre-
sofferto e soffrono tuttora, forman- testo offertosi per intimar loro la
dovisi nuove lagune, cospicue fen- guerra , e li uccisero quasi tutti.
diture, ed ostruzione di canali fra L'isola di 1762
Manilla fu nel
1'una e l'altra isola. Moltissimi fiu- presa dagli inglesi, e restituita due
mi inaffiano ogni contrada, dal che anni dopo. Da circa due secoli, al-
nasce la congettura che fossero essi cuni pirati di Magindanao e di Su-
corsi d'acqua continentali, inter- lù infestano le coste delle Filippi-
i76 FIL FIL
ne, senza che sia permesso ai na- Miu'rée. I gesuiti delle Filippine
turali di respingere i loro attac- stabilironouna missione in questo
chi, temendo gli spagnuoli di la- arcipelago. L'isola di Pauloq odi
sciar loro le armi in mano. Que- s. Giovanni è una delle più occi-
ste isole Filippine dopo la scoperta dentali delle nuove Filippine, e la
di altre isole presero il nome di più vicina alle antiche ; fu scoper-
Filippine vecchie. ta nel 17 io. Il Terzi nella Siria
Le altre isole sono le Filippine sagra, puhblicata nel 1695, a pag.
nuove, o isole di Pallos, nel mare 3 ci dà notizie civili e religiose
1 i

dell' Indie, ove formano un consi- delle Filippine e de' suoi missio-
derabile e bello arcipelago, situato nari e sedi vescovili, narrando che
fra le Molucche, le Filippine anti- il p. Antonino Ventimiglia teatino,
che, e le Marianne, così dagli spa- nel secolo XVII vi s'introdusse con
gnuoli chiamate, in memoria della ubertoso frutto.
Joro regina Maria Anna. E qui no- FILIPPINE, Monache oliate. In
teremo che le isole Marianne dette Roma vi è un monistero di reli-

pure dei Ladroni, furono così chia- giose chiamate Filippine, perchè vi-
mate quando le discoperse il Magel- vono sotto il patrocinio di s. Filip-
lano, per significar l' inclinazione di po Neri fondatore de' preti della
quelle genti. Nel secolo XVII era congregazione dell'oratorio, chia-
riuscito al p. Serafino Vittores ge- mati volgarmente Filippini [Fedi),
suita di stabilirvi una missione che scelto da esse per loro protettore.
divenne fiorente ; ma fu poi mar- Ebbero origine da un buon cristia-
tirizzato con due compagni , onde no nominato Rutilio Brandi guan-
gli altri se ne partirono. Le Fi- taio, il quale da Siena sua patria
lippine nuove, o isole di Pallos, fu- essendosi stabilito in Roma, quivi
rono scoperte nel principio dello ebbe la ventura di porsi sotto la
scorso secolo dagli insulari non lon- direzione di s. Filippo, ed imbe-
tani, imbarcatisi per ripatriare, e verato del suo spirito, dopo la beala
spinti dalla forza del vento alla morte di lui si applicò a porre sulla
punta dell'isola di Samar, una delle retta via la gioventù traviata, ed a
più orientali delle Filippine. Se ne mantenere in essa que'che la batte-
contano secondo alcuni ottantaset- vano. Insieme al suo amico Antonio
te, comprese tra la linea ed il tro- Vela di Vicenza, Rutilio incominciò
pico di Cancro, estremamente po- ad istruire nella pietà i giovanetti
polate, ma di un difficilissimo ap- bisognosi di educazione, che radu-
prodo a cagione del violento flus- navano in ogni giorno ad ore de-
so e riflusso che vi diflìculta la na- terminate. Vedendo il buon Ruti-
vigazione. Altri non ne contano che lio, che poco era il frutto che rac-
trentadue, fra le quali tre sole non coglieva, se ne afflisse, e caldamen-
sono popolate. Gli abitanti per l'e- te raccomandossi a s. Filippo, che
stremo calore che vi domina van- in una visione gli fece conoscere,
no quasi affatto nudi. Ogni isola che dovea lasciar cura dei gio-la
ubbidisce al suo capo, eh' è sogget- vanetti, e in vece intraprender
to ad un sovrano di tu Ite, che se- quella delle fanciulle. Manifestò Ru-
condo alcuni abita nell' isola di Fe- tilio la visione al Vela, e nel 1620

lli o Fayo, che altri chiamano la avendo scelto alcune donzelle pò-
,

FIL FIL 277


vere di buoni costumi, e figlie di rare Dio, si radunavano in una
genitori onorati, le collocarono in chiesa fuori di porta Angelica, det-
mia casa contigua all' oratorio del- ta di s. Giovanni de'Spinelli. Quin-
la confraternita delle cinque pia- di si eressero in compagnia, e si
ghe, posto a strada Giulia, nel rio- posero sotto la protezione di s.

ne Regola, sotto la presidenza di Gio. Battista, in ossequio della sua


matura e pia donna, per ammae- dimora nel deserto. Nominarono
strarle nella pietà e nei lavori ma- governatore perpetuo Rutilio Bran-
nuali propri del sesso. Ottennero di, indi si riunirono prima nella
di aprire una finestra corrisponden- chiesa dei ss. Simone e Giuda, poi
te all'interno della chiesa dell'ora- in quella di s. Biagio della Fossa,
torio, per ascoltare la santa mes- finché Rutilio a proprie spese fab-
sa senza uscire di casa. Qui però bricò la detta chiesa ed oratorio, e
noteremo che questa chiesa sotto vi stabili la congregazione verso l'an-
il pontificato di Paolo V venne no 1617; indi Paolo V l'eresse
edificata dallo stesso Rutilio Bran- canonicamente in confraternita, ed
di, come oratorio per la confrater- approvò le sue costituzioni e sta-
nita delle cinque piaghe del Re- tuti. Non usano sacco i conflati,
dentore, delle quali era molto di- perchè è loro vietato, e senza di
voto, e fu dedicata a s. Trofìmo esso possono associare i cadaveri di
avvocato contro la gotta; poscia fu quelli che appartengono al soda-
dedicata a s. Filippo Neri, per cui lizio.

ora è sotto il suo nome, ed è l'u- Nella detta casa le fanciulle es-
nica che in Roma è a lui solo sa- sendo cresciute di numero, furono
gra. 11 quadro del santo titolare è trasferite colla direttrice in altra
una copia di quello di Guido Re- abitazione chiamata de' Massaini
ni ; il s. Trofìmo lo dipinse Filip- posta sopra la chiavica presso la
po Zucchetti in atto di sanare i chiesa di santa Lucia della chia-
podagrosi ed il ss. Crocefisso in
: vica, nello stesso rione della Re-
rilievo è lavoro de' bassi tempi ,
gola. Da
qui passarono ad abi-
trasportato in questa chiesa dalle tare in una casa contigua al pa-
sagre grotte vaticane. Nell'oratorio lazzo Incoronati, pure nel medesi-
il Salvatore impiagato, sostenuto mo rione, lascialo loro per testa-
da un angelo si attribuisce a Fe- mento da Francesco Radice, ed a
derico Zuccari. Ai 26 maggio vi cui fu poi dato il nome di con-
si celebra la festa del santo titola- servatorio, destinandosi alcune zi-
re Filippo Neri, ed ai 27 gennaio telle più anziane in aiuto della di-
quella di s. Severo fanciullo mar- rettrice per la direzione della casa.
tire, il di cui corpo ivi si venera. Volendosi assegnare alle regolatri-
AI presente questa chiesa è in cura ci un abito che le distinguesse, ri-

dei medesimi con fra ti del nominato corse Rutilio con orazioni a s. Fi-
sodalizio, di cui tratta Cario Bar- lippo, che gli apparve di nuovo
tolomeo Piazza, nelle Opere pie di con una monaca vestita di nero,
Róma a pag. 739 e seg., laonde non con un o cotta bianca
rocchetto
riuscirà discaro qui un breve cenno. sopra la nera cinta da un
veste
Volendo alcuni pii fiorentini eser- cordone bianco ed una croce ne-
,

citarsi in opere virtuose , ed ono- ra in petto, luuga uu palmo circa,


27 8 FIL FIL
con soggolo quadrato, col capo co- Vidinan oriundo tedesco, ina nato
perto da velo bianco, e da velo in Venezia, a cui per sua morte
nero, al modo con cui ce ne dà la nel 1660 fu sostituito il cardinal
figura il p. Bonanni nel Catalogo Giulio Rospigliosi di Pistoia , che
degli ordini religiosi, parte secon- elevato nel 1667 al pontificato col
da, pag. LXXXII, Delle monache nome di Clemente IX, cedette la
dette Filippine. Allora con licenza protettoria al suo nipote cardinal
di monsignor vicegerente furono Giacomo Rospigliosi, il quale trasfe-
così vestite ventiquattro zitelle scel- rìle monache filippine dal palaz-
te fra quelle del conservatorio , e zo Incoronati a s. Lucia della chia-
fecero nelle mani del confessore le vica, alla chiesa e convento de' ss.

semplici promesse di perseverare Gio. e Paolo a Monte Celio nel


nella castiià e nella ubbidienza, le rione Campitelli. Qui le religiose
quali poi hanno proseguito a fare dimorarono sino 1672, epoca inal

tutte quelle che entrano in questo cui le monache


terzo ordine del
istituto. Una delle ventiquattro fu di s. Francesco, dimoranti nel mo-
eletta cominciarono quin-
priora, e nistero di s. Croce , situato sul
di a chiamarsi monache di s. Fi- monte Citorio nel rione Colonna,
lippo, e Filippine. Ma a cagione essendo stale trasferite a quello di
della partenza da Roma di Anto- s. Bernardino da Siena alla Subur-
nio Vela, e della morte di Rutilio, ra, medesimo cardinal Giacomo
il

avvenuta nel febbraio 1 634, P ie " Rospigliosi comprò per le filippine


sero la soprai n tendenza del conser- il monistero di Monte Citorio, in
vatorio cinque oneste persone, pre- cui abitarono sino al 1695, nel
gate all'effetto da Rutilio prima di quale anno fu questo incorporato
morire, e confermate quindi nel- nella fabbrica della curia Innocen-
l'uffizio dal vicegerente monsignor ziana. Parlando il Piazza nel suo
Giambattista con l'autorità
Altieri, Eusevologio romano, trattato IV,
apostolica di Urbano Vili, che as- capo XII, Delle povere zitelle di s.
segnò loro la regola di s. Agosti- Filippo Neri ec, dice che la chie-
no. Il fratello di tal Pontefice, il sa delle francescane Monte Ci- di
cardinal Barberini del titolo di s. torio era stata i3oo,
eretta nel
Onofrio, assegnò alle monache un che desse avendo formato due ca-
legato mensile di scudi venticinque se, una intitolata alla Croce, l'altra
per l'acquisto di lana, stoppa, fi- alla Concezione, furono da s. Pio
lo, ec, acciò sempre fossero appli- V unite, obbligando le monache
cate ne' lavori femminili. alla professione solenne; ma dive-
Ai delti cinque deputati furono nute le filippine proprietarie del
poi aggiunti altri quattro, de' quali luogo, dedicarono la chiesa a s. Fi-
uno fu l'avvocato Onorati, che a- lippo Neri. Indi racconta lo scopo
vendo nel 1647 assunta la prela- del pio istituto, allora numeroso
tura, fu dai colleghi dichiarato lo- di cento zitelle, e di venli mona-
ro capo, il perchè d'allora in poi che, le quali vi restarono sino alla
sempre vi è stato il deputato pre- detta incorporazione. Ed è perciò
lato. Indi nel i0/j9 Innocenzo X che furono costrette le filippine a
assegnò al conservatorio per primo restituirsi all'antica abitazione 3cl
protettore il cardinal Cristofaro palazzo Incoronati ; ma finalmente
F1L F1L 2-9
essendo loro protettore il cardinal giovinette per educande ; sono di-
Camillo Cibo, fu dato principio ad rette dal proprio confessore ,
prete
un nuovo inonistero, situato vicino secolare , e dal cardinal protet-
alla basilica Liberiana di s. Maria tore.

Maggiore, nella via Paolina nel , Le loro regole e costituzioni non


rione Monti, ov'era un casino della obbligano a colpa alcuna, né mor-
famiglia Sforza. L'edilìzio fu inco- tale né veniale, sebbene sono esor-
minciato con molta magnificenza, tate ad osservarle: fu Benedetto
poi rimasto imperfetto per avere XIV che approvò la loro regola. Si
il cardinal Cibo rinunziato alla adunano in coro per la recita del-
protettoria. Tuttavolta nel 1739 le l' uffizio delle piaghe del Redentore,

religiose si trasferirono alla nuova e poi delle quattro ore canoniche;


fabbrica da esse ridotta ed acco- dopo le quali sono tenute alla re-

modata nel miglior modo, essen- cita di cinque Pater ed Ave alla di-

done allora protettore il cardinale vina Provvidenza, all'orazione men-


Marcello Passeri, nel pontificato di tale, prendendone i punti dalla vi-
Clemente XII, cbe mentre era car- ta di Gesù Cristo ne' giorni comu-
dinale Lorenzo Corsini aveva te- ni, nelle domeuiche dal vangelo cor-
nuto la protettoria delle oblate fi- rente, e nelle feste de' santi princi-
lippine, e n'era stato benefattore. pali dalle loro vite. Ad ora debita
Moltissimi sono stati i sussidi debbono dire in coro vespero e
somministrati dalla pietà de'fedeli a compieta, poscia cinque Pater ed
queste oblate, le quali gravate dalle Ave a s. Filippo Neri colla sua ora-
spese per la fabbrica del monaste- zione, e ad ora competente recitar
ro, non furono in grado di tenere prima di cena in coro il mattutino
fanciulle secondo la primitiva isti- e le laudi, ed in fine sette Pater
tuzione, se non in iscarso numero. ed Ave in onore di s. Giuseppe, le
Non avendo ancor cbiesa pubblica litanie della Madouna, e la Salve

( bencliè al dire di Ridolfìno Ve- Regina. Di altre orazioni e pie ope-


nuti, Roma moderna toni. I, pag. re sembra superfluo qui farne men-
99, ne furono gettate le fondamen- zione. 11 citato Piazza tratta delle
ta), in quella interna dedicata a s. filippine, anche nelle Opere pie di
Filippo Neri recitano ogni giorno Roma a pag. 1 83. Il p. Heliot nel
1' uffizio divino, vi ascoltano la s. tom. IV, cap. 46, Storia degli or-
messa, e fauno altri divoti esercizi. dini religiosi, parla delle Filippine,
Da ultimo, e nella domenica a' 4 monache o zitelle de' sette dolori
settembre 1842, l'odierno protetto- della Beata Vergine, e così chiama-
re di queste oblate, cardinal Giaco- te perchè fondate da s. Filippo Be-
mo Briguole, assistito da numero- nizzi, uno dei sette fondatori del-
so clero, consagrò solennemente la l' ordine de' serviti. Ma delle mo-
cbiesa con gran consolazione di tut- nache oblate filippine di cui è
te le religiose. Questa chiesa che argomento questo articolo, fuori di
rimane sotto il monastero non è Roma non esistono altri monasteri
grande, ha però tre altari compre- uniti ad esso, ma oblate filippine
so il maggiore, è decente, e tutta ne sono in vari luoghi, come a Fi-
di muro dipinto a stiano. Al pre- renze, a Foligno ed altrove.
sciite le monache hanno alcune FILIPPINI, O Co.VGREG AZIONE DEL-
280 FIL FIL
ì! Obatorto ni s. Filippo Neri. Que- alcuni luoghi del Dizionario, come
sto gran santo, nato in Firenze da nel voi. a pag. 3o6 e 307, e
II,

Francesco Neri, e da Lucrezia Sol- nel voi. XXI, a pag. 24 e 7.5. V.


di, adolescente venne in Roma, do- s. Filippo Neri.

po di essere stato due anni in s. Lungamente si esercitò s. Filip-


Germano presso il proprio zio, alla po da secolare in questi atti di ca-
cui pingue eredità rinunziò. In Ro- rità, ma nel i55i, essendo nell'e-
ma terminò i suoi studi abitando tà di trentasei anni, prese i primi
la casa di certo Galeotto Caccia ordini sagri nella Chiesa di s. Tom-
gentiluomo fiorentino, la quale tut- maso in Parìone {Vedi), tranne
tora esiste contigua alla chiesa di il diaconato, il quale lo ricevè nel-
s. Eustachio, e nella via della Do- la basilica lateranense. Fu il ve-
gana vecchia, come eruditamente scovo di Sebaste Giovanni Lunelli,
ne scrive il eh. cav. Andrea Belli, che l'ordinò sacerdote, coll'autori-
nel numero 43 del Diario di Ro- tà del vicario di Giulio III, Filip-
ma del Avendo
i843. s. Filippo po Archinto. Poco tempo dopo, es-
sortito un'anima tutta dolcezza e sendo stato ammesso fra i sacerdo-
mansuetudine, divulgatasi la fama ti che ufficiavano la chiesa della
di sua rara virtù, presto divenne arciconfraternitadella Carità, che
l'oggetto della venerazione ed am- da s. Girolamo prende il nome,
mirazione universale della città. Tut- andò ad abitare nella casa conti-
to dedito alla visita degli ospedali, gua alla medesima, nella quale es-
e delle sette chiese, a cui si por- si dimoravano, ma vivendo ognu-
tava ogni giorno, passava anche no da sé. Eranvi allora oltre Per-
parte della notte in oraresopra i siano Rosa suo confessore, altri de-
che so-
sepolcri dei santi martiri, gnissimi soggetti per santità e dot-
no nel celebre cimiterio o cata- trina, i quali
si occupavano inde-
combe di Calisto, contiguo alla fessamente al giovamento spiritua-
chiesa di s. Sebastiano fuori le le dei prossimi. Contento s. Fi-
mura . Neil' anno i548 insieme lippo della sola camera ricusò al- ,

con Persiano Rosa suo confessore, cun emolumento, che solevano gli
istituì nella chiesa di s. Salvatore altri ricevere dai deputati della sud-
in Campo una compagnia di perso- detta arciconfraternita
, e consa-
ne pie, quale nel i55o fu dal
la grandosi tutto anch'egli al servigio
santo impiegata nel raccogliere i di questa chiesa, si applicò ad a-
pellegrini privi di alloggio, eh' e- scoltare le confessioni, e poscia a-
ransi recati in Roma a lucrare vendo introdotto l'uso delle con-
l'indulgenza dell'universale giubi- ferenze spirituali nella sua camera,
leo. Indi nel i558 Paolo IV gli che apriva indifferentemente a tut-
diede la chiesa di s. Benedetto in ti, e divenuta essa in poco tempo

;4 renula, che poi rifabbricata fu de- angusta pel gran numero delle
dicata alla ss. Trinità de'PelIegrini. persone che v'intervenivano, nel
Di questa celebralissima e beneme- i558 trasferì le conferenze in un
rita arciconfraternita , del suo isti- luogo spazioso che ottenne dai me-
tuto di alloggiare i pellegrini, e nel desimi deputati dell' Arciconfrater-
contiguo ospizio ed ospedale trat- nita di s. Girolamo della Carità
tarvi i convalescenti, se ne parla in (Vedi), sopra lu siesta chiesa si-
,

F1L FIL 28 e

tuato. Molti uomini per nascita, no gì' infermi con tanta pietà e
per dottrina e per pietà insigni carità, che servivano di generale
tra'quali il Baronio, frequentavano edificazione.
questo oratorio, il quale volle il In certi giorni dell' anno, mas-
santo che stasse aperto ogni sera sime nel carnovale, radunava quan-
tanto nell'estate che nell'inverno, e ta gente poteva per condurla alla

che oltre le conferenze ed altri visita delle Sette Chiese (Vedi),


esercizi , vi si facesse mezz' ora allontanandola così dai pericoli del
di orazione colla recita in fine mondo; tale divozione, coll'ordine
delle litanie della Madonna nelle stabilito dal santo, tuttora si os-
domeniche, martedì, giovedì e sab- serva nel giovedì del carnovale dai
bati , e negli altri giorni avesse filippini : sehbene stante le passate
luogo la Aveva il santo
disciplina. vicende, e la perdita del locale ove
scelto per suoi compagni acciò , si faceva la refezione alle turbe,
l'aiutassero, Francesco Maria Ta- con minor celebrità, e con minor
rugi allora secolare , che poi co- numero di concorrenti. Non man-
me il Baronio fu creato cardinale, carono maligni che incolparono il

e Gio. Battista Modio medico rino- santo come autore di combriccole


mato, e loro unì dipoi Antonio Succi pericolose, come novatore ec, le
ed il Baronio, che si affaticavano con mormorazioni provocarono il vi-

più calore degli altri insieme con esso cario del Papa di chiamarlo, di
per la salute delle anime nell'ora- rimproverarlo, proibendogli di con-
torio, del quale variò dopo qual- fessare, come di predicare senza
che tempo l'ordine sino allora te- licenza, minacciandogli il carcere
nuto. Intanto che compagni si i se avesse continuato a condii r se-
radunavano, s. Filippo faceva leg- co compagni, e tenere con essi a-
gere un lihro spirituale; indi quel- dunanze. Con molta umiltà e som-
lo che presiedeva interrogava due missione rispose il santo per giu-
o tre degli astanti sopra la lezio- stificarsi, ma inutilmente perchè fu
ne ascoltata, ed in fine ricapitolan- dal vicario licenziato, e ne fu con-
do il santo le loro risposte, con- seguenza che molte persone anche
cludeva con analoga riflessione, che ecclesiastiche, ritennero s. Filippo
inducesse gli uditori al disprezzo per un ambizioso. Umiliando Dio
delle cose del mondo, all' esercizio i suoi servi per maggiormente e-
delle all'amore di Dio,
ed
virtù, saltarli, breve fece conoscere la
in
di cui ardeva
il suo bel cuore. di lui gli fu permesso di
santità, e
Si discorreva ancora della storia proseguire i suoi esercizi con mag-
ecclesiastica , e si terminava col gior gloria e riputazione di pri-
cauto di alcune preci a gloria di ma. I fiorentini che nel 1488 a-
Dio, ed inni sagri e divoti. A que- vevano fatto erigere in Boma u-
sti esercizi altri ne aggiunse, come na chiesa per la loro nazione, sot-
la visita degli spedali, dividendo to il titolo di s. Giovanni Battista,
per questo i suoi in tre schiere, e della Pietà de'fìorentini, che poi
che nel principio furono in picco- divenne arciconfraternita, lo pre-
lo numero di venticinque a tren- garono di assumere nel i5(>4 il
ta, mandandole ai tre principali governo della medesima, e di vo-
spedali di Roma, ov' essi assiste vu- ltila ulliziare e ripugnando a ciò
:
282 FIL FIL
il santo, fu obbligalo d' obbedire to colla licenza di Papa Gregorio
dal comando di Pio IV, cbe poi XIII, passò nel i5j^. a fare i suoi
assistette in morte, col di lui ni- consueti esercizi, e ad abitare insie-
pote cardinale s. Carlo Borromeo, me con essi presso alla chiesa dei
Andarono pertanto a dimorare nel- fiorentini, dove appositamente fu
la cbiesa dei fiorentini tre disce- eretto uno spazioso oratorio. Cre-
poli di s. Filippo, cioè Baronio, scendo ogni giorno il numero de-
Fedeli , e Bordino, da lui fatti gli individui della congregazione, il

promovere agli ordini sagri, ai santo fondatore e compagni risol-


i

quali si unirono Tarugi, e Velli vettero di formarsi una casa di loro


die fu il primo superiore della assoluta proprietà, per potersi eser-
congregazione dell'oratorio dopo s. citare più liberamente nei loro mi-
Filippo. Il Piazza nel suo Meno- nisteri. Furono offerte due
loro
logio romano , a pag. 254, raccon- chiese, quella di Maria in Mon-
s.

ta che in questo luogo il doltis- ticelli, e quella di s. Maria in Val-


simo Baronio si esercitò ne' mini- licella che per ultimo descriveremo,
steri bassi della cucina, ed altri e questa fu prescelta con consiglio
più vili per segno di umiltà, on- del Papa, perchè quantunque più
de lasciò scritto sopra il camino piccola dell'altra, era più comoda
di tale luogo, per disprezzo di sé per la situazione. Essendo parroc-
stesso, queste parole: Caesar Ba- chia, dessa gli fu ceduta dal parro-
ronius coquus perpeMius. In questo co mediante vitalizia pensione , ed
tempo fu da s. Filippo dato prin- il santo vi mandò ad ufficiarla Ger-
cipio al convitto, e s'introdussero mano Fedeli, e Gio. Antonio Lucci,
alcune costituzioni di comun con- Qualche tempo dopo vi gettarono
senso per cura del santo, alle qua- i fondamenti della chiesa magnig-
li tutti di buongrado si assogget- ca che ammiriamo, ed in cui s'in-
tarono; e poiché s. Filippo segui- cominciarono a celebrare i divini
lo a dimorare in s. Girolamo del- uffizi nel i577, ea allora fu vera- *

la Carità, dopo avere accettata la mente eretta la congregazione dei-


cura della chiesa de' fiorentini, da l'oratorio con apostolica autorità, e
questa i suoi discepoli si portava- si principiarono a porre in pratica

no a trovarlo tre volte al giorno le costituzioni approvate due anni


per essere da lui regolati e diret- prima dal santo per la sua con-
ti in tutto. Dell' arciconfraternita gregazione, le quali costituzioni, co-
e pio istituto di Girolamo della s. me si disse, sino dal principio del
Carità, è a vedersi il volume II, convitto di s. Giovanni de' fìorenti-
pag. 3oi e il volume IX, pag.
, ni erano state introdotte, e per
267, 268 e 269 del Dizionario, consuetudine dai padri ricevute e
Della chiesa ed arciconfraternita praticate fin qui. La congregazione
poi di s. Giovanni de' Fiorentini nell'anno medesimo fu approvata
oltie al detto volume II, pag. da Gregorio XIII, che prestò an-
297 del Dizionario, se ne tratta torà il suo consenso di trasferire
eli articolo Firenze [Vedi). 1' oratorio di s. Giovanni de' fio»
Biusccndo incomodo a questi di- reatini a s. Maria dilla Valliceli*,
sccpoli 1' andare sì frequentemente delta volgarmente la chiesa Nuova*
all' oratorio di s. Girolamo, il san- In questa s. Filippo variò l'ordine
F LI F!L 283
de' suoi primi esercizi, poiché in essendo morto già il santo, la con-
vece delie conferenze, volle che vi gregazione ordinò che il preposito
si làce^se ogni giorno, meno i sab- si potesse confermare nella carica
bati, una lezione spirituale, e poi per tutto quel tempo che fos<e sta-
quattro sermoni, e che in fine si to giudicato spediente, cioè tornan-
cantassero alcuni inni e preci pel- do ad eleggerlo triennio per trien-
le necessità della Chiesa cattolica. nio. Sebbene sul principio furono
Nell'istesso anno ^77 s. Filippo, unite alla casa di Roma quelle di
che ancora dimorava in s. Girola- Napoli, di s. Severino, e di Lancia-
mo ove si era conservato la came- no, ed allora il preposito di ciascu-
ra, e dove fece ritorno allorché da na di esse dicevasi rettore per di-
s. Giovanni de' fiorentini passarono stinguerlo dal preposito generale;
i padri in s. Maria in ^ alliccila, in seguito sidipen-
sciolse questa
per non essere reputato fondatore, denza, e si stette strettamente al
fu dai suoi eletto superiore della decreto accennato. Inoltre prescris-
nuova casa, a cui per obbedire al se s. Filippo a' suoi discepoli e fi-

Papa che glielo comandò, si trasfe- gli un tenore di vita per-


spirituali
rì nel i583, essendo il dì sagro a fettamente conforme a quello che
s. Cecilia, e poi nel i588 si uniro- l' apostolo s. Paolo diede ai primi
no ivi con lui tutti i preti che for- cristiani; prescrisse poi nelle costi-
mavano la congregazione dell' ora- tuzioni, che nella congregazione non
torio di Roma. 11 Piazza nell' Fu- si facessero voti di sorte alcuna,
sevologio romano, trattato III, cap. volendo che quelli che vi entrava-
X, Dell' oratorio Gregoriano ovvero no, fossero legati dai soli vincoli di
di s. Filippo Neri a s. Maria in carità, in maniera che se alcuno
Vallicella detta la chiesa Nuova, avesse bramato di uscirne per ab-
narra come seguì il trasferimento dei bracciare anche lo stato religioso,
filippinida s. Girolamo alla Val- ne avesse di ciò piena libertà. Laon-
licella dicendo che il sauto per
, de i preti dell'oratorio, che in
mortificazione di se slesso e de'suoi, venerazione del loro istitutore fu-
fece dai discepoli trasportare come rono chiamati Filippini, sono pre-
in processione le masserizie più co- ti e chierici secolari, che vivono iu
muni, cioè padelle, palette, pentole comuue, con 1' esercizio dell' orazio-
ec. Stabilito così bene l' istituto, si ne, della parola di Dio, e di altri
estese subito in varie città d' Italia, pii esercizi, e quindi prese nome di
nelle quali furono fondale diverse Congregazione dell' Oratorio : il ci-
case, laonde nel 1587 il fondatole tato Piazza enumera e descrive le
fu eletto preposito generale perpe- belle opere in cui si esercitano i

tuo di tutta la congregazione. Que- filippini , massime negli oratoria


sta perpetuità però nel governo fu ov' è escluso 1' accesso alle donne,
accordata solamente a s. Filippo a cui Sisto V, al dire del Panciroli,
a riguardo de' suoi grandi meriti e ed altri Pontefici, concessero molte
delle sue virtù, poiché era stato indulgenze. Prescrisse pure il santo
decretato che tali superiori non du- regolamenti intorno all' ordine dei
rassero nell' uffizio che per tre an- capitoli da tenersi dalla con.
ni, né potessero essere confermati /ione, da cui ordinò che fossero
che per tre altri, sebbene nel 1 ujò espulsi i diaub'>edieuti, e quei che
1 3

a84 FU- F1L


CO* loro cattivi esempi fossero occa- il quale ne sostenne il peso per sei
sione agli altri di cadere ; e che la anni rapo ai quali fu creato
, in

casa di Roma non dovesse assume- cardinale da Clemente Vili. Intan-


re il governo di alcun' altra casa; to s. Filippo sempre più si die al-
e perciò formandoti nelle altre città la pratica delle virtù, ìinchè a mez-
simili congregazioni, ognuna si re- zanotte venendo il 26 maggio i5q5,
golerà da sé, e separatamente, in in età di otlantatlue anni circa, vo-
guisa di tanti corpi uno separato lò la sua anima in paradiso. Infi-
dall'altro. Circa l'elezione del su- nito fu il popolo accorso a vene-
periore, che si fa a pluralità di vo- rare suo corpo, e pei di lui me-
il

ti de' deputali, assistenti, ed altri riti Iddio operò i più stupendi mi-
ministri delle case, vedere
si può racoli, sì vivente che dopo morto.

quanto si riporta dal Dizionario de- Clemente Vili perciò fece formare
gli ordini regolari , all' articolo O- subito i processi, e Paolo V a' 2
r atomo. Quivi noteremo che della aprile del i6i5 lo beatificò, per-
congregazione de' sacerdoti di s. Gi- mettendo che in suo onore si reci-
rolamo, se ne parla all'articolo s. tasse V uflizio e la messa.
Gregorio
Girolamo [Vedi). XV a' )2 marzo 1622 solennemen-

Le frequenti infermità impeden- te lo canonizzò, pubblicandone il


do a s. Filippo di comparire in successore Urbano Vili la corri-
pubblico, Gregorio XIV
gli permi- spondente bolla Ralioni congruit ,
se nel i5gi di celebrare la messa die6 augusti 1623, nel giorno stes-
in una cappella privata accanto al- so che fu creato Pontefice Bull. ,

la sua camera, dov'egli vedendosi Rom. tom. V, par. V, pag. i23.


in libertà di sfogare la sua divo- Tale canonizzazione fu celebrata
zione, senza essere di aggravio agli colla coniazione di una medaglia ,

astanti, abbandonava alla medi-


si che nella serie dei conii pontificii
tazione anche per due ore di con- sta sotto il numero 181. Clemen-
tinuo, che passavano tra il Domi- te IX di poi comandò agli 8 giu-
ne non suni dignus, e la comunio- gno 1669 che in tutta la Chiesa
ne onde chi serviva la messa lo
, se ne celebrasse la memoria con
lasciava per tal tratto di tempo, e rito doppio, mentre sino allora si

tornava per assisterlo al rimanente, faceva semidoppio. Benedetto \ 1 1

li medesimo Papa lo dispensò dal essendo stato ad intercessione di


recitare l'uilizio divino, permetten- s. Filippo liberato in Benevento ,

dogli di sostituirvi la lecita della quando era arcivescovo, dalla ro-


corona, della quale dispensa si ser- vina del terremoto del 1688, e in
vi nelle sole infermità. Gregorio due circostanze, ordinò che
altre
XIV voleva crearlo cardinale, ma la festa di questo santo fosse in

il santo costantemente si rifiutò, lioma e suo distretto osservata di


benché gli avesse predetto il pon- precetto, e col digiuno nella sua
tificato. Finalmente desideroso il vigilia, e che nella chiesa di s. Ma-
santo di menar vita privata per ria in Vallicella, ove decorosamente
prepararsi alla morte, di cui gli fu venerasi il suo corpo, nel medesimo
annunzialo il momento in una ce- giorno della festa si celebrasse cap-
leste visione, rinunziò la prepositu- pella papale colf intervento del Pon-
ra che fu conlaila al Barouio, il tefice, de' cardinali, e di tutti quel-
FIL FIL 285
li che hanno luogo in cappella come era divotissimo della basilica
pontificia. La festa e la cappella di s Pietro; le pie adunanze pres-
tuttora si celebra, non la vigilia. I so la chiesa di s. Onofrio sul mon-
Papi vi si recavano in solenne ca- te Gianicolo ;
1' arciconfraternita e
valcata, ed ora vi accedono col tre- grande ospizio della ss. Trinità
no nobile, al modo che descrivem- de' Pellegrini, ove poi perchè i pel-
mo nel volume Vili, pag. 1 55 del legrini e i convalescenti fossero nel-
Dizionario. Abbiamo la Narrazio- lo spirituale meglio assistiti , nel
ne de prodigi operati dal glorioso 1675 vi fu fondata la congregazio-
s. Filippo Neri nella persona del- ne de' sacerdoti, secondo l'idea di
l' eminentissimo cardinal Orsini ar- s. Filippo, con regole, direzione e
civescovo di Benevento, in occasio- stabilimento del p. Mariano Socci-
ne che rimase sotto le rovine delle no prete dell' oratorio, della qua-
sue stanze nel terremoto che distrus- le trattano il p. Bona-nni nel Ca-
J
se quella città a 5 giugno 1 668 ,
talogo degli ordini religiosi, parte
Napoli. Icon mentis 3 et cordis Be- 111, pag. XIII, ed il Piazza nelle
ned. XIII exhibens narrationem Opere pie di Roma, tarati. X, cap.
suae vilae , et miraculorum , eptae XXV , con approvazione d' Inno-
Deus edidit gravihus in pericul'S cenzo XII ; e per non dire di al-
versanti^ depreca t ione s. Philippi tro , dobbiamo a s. Filippo l'utile
Neri opitidatus, Francofurti 1725. e piacevole istituzione dell' oratorio
11 benemerito fondatole della notturno, in cui si cantano con mu-

congregazione dell' oratorio, s. Fi- sica componimenti. 11 mede-


sagri
lippo, fu amicissimo del cardinale simo p. Bonanni nella parte I del
s. Cailo Borromeo arcivescovo di nominato Catalogo, pag. XLVI, ci
Milano, e splendore del sagro col- dà la figura di un filippino che è
legio; di s. Ignazio fondatore della vestito, siccome prescrisse il santo
veneranda compagnia di Gesù e , fondatore, come i sacerdoti secola-
di s. Felice da Canta lice gloria del- ri del suo tempo , cioè mantello ,

l'ordine de' cappuccini , e meritò sottana, e fascia di lana nera, men-


pel magnanimo suo cuore, tutto da quello dei sacerdoti
tre differisce
ardente di carila del prossimo, e moderni, perchè questi variarono il
per quanto fece alla capitale del vestiario antico. Quindi il medesi-
cristianesimo , il glorioso titolo di mo p. Bonanni celebra la congre-
apostolo di Roma, la quale nutre gazione de' filippini , di cui dice
per lui tenerissima divozione. Ben averne scritto Ippolito Maracci ,

ciò si addiceva alle sue soavi at- A uberto Mireo, il cardinal De Lu-
trattive che gli guadagnarono il ca, Antonio Gallonio; ed aggiunge
cuore di tutti, ed alle sue belle i- che ad esempio di s. Filippo,
stituzioni che tuttora fioriscono, Pietro di Berulle, poi cardina-
quali sono i pii oratorii , le visite le, fondò un simile istituto in Fran-
agli ospedali per l' assistenza degli cia sotto il regno di Luigi XIII, e
infermi ; la visita delle sette chiese col nome di Oratorio di Gesù o
e delle sagre catacombe, che a te- preti dell' oratorio di Francia {Ve-
stimonianza del Severano nei ses- di), che fu approvato da Paolo V,
santa anni che il santo visse in Ro- ad istanza di Enrico arcivescovo di
ma visitava di giorno e di notte, Parigi, e di Maria de' Medici regi-
286 FIL FIL
na di Francia. Noi però noteremo, nitri che in ogni tempo sono in
che l' istituto del cardinal di Be- essa fioriti, anche nelle missioni. E
rulle non solo differisce nel nome sebbene in questa esemplare con-
dalla congregazione dell' oratorio ,
gregazione non si facciano come ,

ina le sue costituzioni sono total- notammo, voti di sorte alcuna, ed


mente diverse da quella, onde non i suoi membri sieno preti secolari
deve essere annoverato fra le con- che possono uscirne quando loro
gregazioni da s. Filippo fondate. piace, pure vivono in comune, e
Nel Ceylan vi è una numerosa con- praticano nelle loro utilissime e
gregazione dell'oratorio di s. Filip- numerose case quanto si fa dalle
po: questi sono filippini portoghe- famiglie religiose, con pari esattez-
si ivi fìssati. Su tutte le congrega- za e decoro, particolarmente nelle
zioni padre Marcia-
filippine il chiese. Quella de' ss. Nereo ed Achil-
ni dell'oratorio di Napoli scris- leo, titolo cardinalizio, fu data ai
se un'opera in sei tomi in foglio. filippini da Clemente Vili nel 1597,
Altre notizie sui filippini si leg- ni modo che dicemmo all' articolo
gono nelle diverse vite del loro Chiesa de' ss. Nereo ed Achilleo
santo fondatore, stampate con va- (Vedi); indi Paolo V confermò
rie ed idiomi dal 1600 in
edizioni questa congregazione nel i6r2 col-
poi come quella del p. Antonio
, l'autorità della bolla, Clini dilcrti
Gallonio filippino, la quale è pu- fdii praeposilus et prcsbyteroi'iinr
re riportata colle note del p. Pa- congregationis Oralorii s. Maria de
pehrochio ne' Bollandisti, Act. ss. Vallicella de Urbe, ed insieme ap-
lom. VI, p. 463 a 5?-4) do-
ftlaji, provò e confermò le sue regole.
ve un'altra ve n' è del p. Girola- Quando Benedetto XIV nel 17^0
mo Barnahei, superiore o preposi- eresse quattro accademie, quella
to dell'oratorio di Roma. La scris- sulla sacra Scrittura ed erudizione
se ancora il p. Pietro Jacopo Bac- ecclesiastica, la stabili nella casa nella
ci di Arezzo, prete anch'esso del- chiesa Nuova. Della Biblioteca Valli-
l'oratorio, di cui se ne hanno mol- celliana^Fedi) esistente in questa ca-
te edizioni, essendo l'ultima quel- quanto dicemmo a quell'ar-
sa, oltre
la eseguita in Roma nel 18 1 8, ar- ticolo, aggiungeremo, che il
qui
ricchita di quaranta bei rami rap- Piazza nel suo Eusevologio roma-
presentanti le gesta del santo. Des- no, tratt. XIII, cap. XI, trattando
sa fu accresciuta dal p. Giacomo della biblioteca Vallicelliana , dice
Bicci domenicano. Ve ne sono pure che venne fondata da s. Filippo a
del p. Domenico Pannonio filippi- vantaggio di coloro che attendeva-
no, Vita di s. Filippo Neri apo- no alle discipline ecclesiastiche , e
stolo di Roma, "Venezia 1727 , e che ne fu primo deputalo Giove-
di M. Valenzuola Vita
Gabriele , nale Ancina discepolo del medesi-
di Filippo Neri, Roma 1734.
s. mo santo, e poi vescovo di Saluz-
Dopo la morte di s. Filippo la zo per comando di Clemente Vili.
sua congregazione continuò a fare La biblioteca progressivamente si
ulterioriprogressi, ed a propagarsi accrebbe con molti e preziosi libri
per opera di molti grandi uomini dal portoghese Achille Stazio, e da
già compagni del santo , e prose- quegli altri benemeriti che nomina
gui a farne dappoi per mezzo di il Piazza, oltre di quelli che furono
FIL FIL 287
aggiunti posteriormente, per cui di- ultimi anni di sua vita si ritirò di

venne famigerata non solo pel nu- nuovo nella congregazione. Inoltre
mero e qualità de' libri a stampa, Clemente Vili nell'anzidetto anno,
ma eziandio per quello de' mano- e nello stesso concistoro esaltò al
scritti. In essa si tolse a custodire cardinalato Cesare Baronio di So-
anche la privata libreria di s. Fi- ra, che passato in Roma erasi po-
lippo , in separata scansia. I libri sto sotto la protezione di s. Filippo
degni di special menzione della bi- nella sua congregazione, in cui per
blioteca Vallicelliana di cui ono- , comando del santo intraprese l'im-
rata menzione ne fa pure il p. Ma- mortale opera degli Alinoli ecclesia-
billon, sono un antichissimo codi- stici, per la quale si acquistò il titolo

ce mss. che contiene gli atti de- di padre della storia Ecclesiastica.
gli apostoli; l'epistole canoniche 11 Baronio, dopo aver per trenta
coli' Apocalisse in caratteri quadra- anni predicato indefessamente nella
ti ; un codice della Bibbia , dono chiesa di s. Giovanni de' Fiorenti-

del portoghese Stazio, e dedicato ni, di s. Girolamo della Carità, e


da Alcuino a Carlo Magno; un della Vallicella, fu creato cardinale
codice di Beda del circolo lunare, de' ss. Nereo ed Achilleo ad onta
e delle sei età del mondo un bre- ; della sua ripugnanza, colla quale ri-
ve martirologio sottratto all'incen- cusò poi il pontificato, a cui trenta-
dio della biblioteca di Lione; Y Or- due cardinali lo volevano esaltare.
da Romanus del IX secolo, ed al- Innocenzo X nel 1646 fece cardi-
tri non pochi codici di somma im- nale col titolo di s. Onofrio, Ora-
portanza. Va notato che tutti gli zio Giustiniani genovese, prete del-
armadi vennero elegantemente ese- l'oratorio, fatto nel i632 custode
guiti dal rinomato Taddeo Lnndi- della libreria Vaticana, dove com-
ni fiorentino, fratello laico de' me- pilò la storia del concilio Fioren-
desimi filippini. tino, il quale in Carbognano eres-
Questa congregazione diede sem- se la prima chiesa in onore di s.
pre uomini commendevoli per il Filippo Neri. Da Innocenzo XI fu
loro sapere e per le loro virtù. fatto cardinale Leandro Colloredo,
Quelli che la compongono si dedi- delia congregazione dell' oratorio

cano conforme al loro istituto alla romana, i cui meriti e cariche si

spirituale educazione della gioven- possono vedere in questo Diziona-


tù , e alle laboriose funzioni del rio, come quelli degli altri cardi-
santo ministero, in cui sono utilis- nali filippini, alle rispettive bio-
simi alla Chiesa. Non solo la con- grafie. Gregorio XVI regnante Pon-
gregazione diede celebri scrittori, e nel concistoro de' 29 luglio
tefice,
soggetti chiari per santità di vita, i833 creò cardinale l'arcivescovo
ma anche diversi amplissimi cardi- di Napoli Filippo Giudice Carac-
nali e zelanti vescovi. Clemente ciolo napolitano, già della congre-
Vili nel i5q6 creò cardinal Fran- gazione dell'oratorio di Napoli, e
cesco Maria Tarugi di Montepul- di recente passato a miglior vita. 11

ciano, nipote di Giulio III, e pa- cardinal Luigi Belluga fondò in


rente di Marcello II, compagno di Cordova una casa ai filippini, io
s. Filippo nella fondazione della cui si fece ricevere, e per più an-
congregazione dell'oratorio; negli ni vi fu superiore prima che fosse
288 FIL FIL
fallo vescovo e cardinale da Cle- la volgarmente la chiesa Nuova,
mente XI. Oltre ai cardinali la e,
e. della contigua casa ed orato-
congregazione dell'oratorio ha da- no dei filippini.
to alla Chiesa molti pastori, e in
quella di Roma molti furono i Nel rione IV Parione, in una
soggetti ragguardevoli per merito piccola valle presso il monte Gior-
e dottrina, che vennero elevati dai dano, eravi una piccola chiesa de-
sommi Pontefici al grado vescovi- dicata alla B. Vergine Maria, ed
le, e ciò sino a questi ultimi tempi, a s. Gregorio 1 Papa, con parroc-
essendo stato arcivescovo di Urbino chia. Era chiamata comunemente
Ignazio Ranaldi, il quale da Leone s. Maria in P alliccila dal luogo
'

XI 1, da grandemente stima-
cui era basso e piano, ed anche del poz-
to, fu spedilo in Sardegna visitato- zo bianco, per un pozzo con gli or-
re apostolico de'regolari ed era , li di marmo bianco ch'era innanzi
stato, come si disse, disegnato car- alla chiesa, la cui bocca poscia fu
dinale, al che non pervenne per- trasportata nella vigna de' filippini
chè la morte troncò i suoi giorni; a s. Onofrio sul monte Ventoso,
e Felice Tiheri vescovo di Sulmo- eh' è una parte del Gianicolo. Pre-
na fatto da Pio VII. Fra i filip- se poi il nome di chiesa Nuova
pini poi che si distinsero colla pub- da quella magnificamente si
che
blicazione di opere dotte, rammen- fabbricò sul luogo dell'antica, cui
teremo Tommaso
Bozio ; Odorico si conservò il titolo di s. Maria e

Rinaldi, continuatore e compendia- s. Gregorio I. Presso la chiesa e-


tore del Baronio ; Giovanni La- ravi un monastero di monache,
derchi, altro continuatore del Ba- chiamato di s. Elisabetta, che fu
ronio ; Giovanni Severano, autore demolito per erigervi nell' area la
delle Memorie sagre delle sette casa ed oratorio contiguo. Pudolfi-
chiese di Roma ;
Giuseppe Bian- no Venuti, nella Roma moderna,
chini veronese, eletto da Benedetto tom. I, par. II, pag. 4$8 e seg.,
XIV segretario dell'accademia de'Iet- dice che l'antica chiesa era stata
terati da esso eretta in chiesa Nuo- eretta dal medesimo s. Gregorio I
va ; i Micheli, ed i Masini ambe- il Magno. S. Filippo ottenne la pic-

due scrittori commendevoli' ; gli cola chiesa nel i5y5 da Gregorio


Alberici, e i Saccarelli, i quali XIII per la sua congregazione,
hanno dato opere alla luce, che perchè vedeva crescerne gl'indivi-
meritano la cornuti lode , ed altri dui, come la frequenza de' fedeli
molti. Al presente poi gloria e de- nell'oratorio; indi coi denari som-
coro di questa congregazione è il ministrali dal cardinal Pier Dona-
p. Agostino Theiner di Breslavia, to Cesi, e da monsignor Cesi ve-
celebre per le sue opere, e desti- scovo di Todi suo fratello, fu de-
nato dalla congregazione alla con- molita, anche perchè minacciava
tinuazione degli Annali ecclesiasti- rovina, ed ai 17 settembre i5j5 si
ci del Baronio, in che si occupa die principio alla nuova, sopprimen-
con impegno. dosi l'annessa cura parrocchiale, che
si divise fra le parrocchie limitro-
Notizie della chiesa di s. Maria, fe, come nota Bovio nella Pietà
il

e s. Gregorio in Valliccila, det- trionfante, o basilica di s. Lorenzo


,

F1L F1L 189


in Damaso, di cui la chiesa era anno vuole che pure ivi s'incomin-
filiale, a pag. 160. medesimo,
Il ciassero dai filippini i ragionamen-
ed il Piazza nel suo a
flltnologio ti e sermoni al popolo, secondo il

pag. 3oo, dicono che il santo ne loro istituto; indi cominciarono i

stabilì della nuova la larghezza e la padri ad abitare nella contigua


lunghezza, e che la prima pietra casa, ove s. Filippo si portò nel
solennemente la pose ne'fondamen- i583, terminandovi i suoi giorni
ti monsignore Alessandro de'Medici nel i5g5. Compito l'edifìzio, il

arcivescovo di Firenze, poscia car- detto cardinal Alessandro de'Medi-


dinale, e Papa col nome di Leone ci consagrò solennemente la chie-
XI, secondo le predizioni di s. Fi- sa in onore della Natività della B.
da quando era
lippo, fattegli sino Vergine, e di s. Gregorio I, a' 23
ambasciatore Toscana a s. Pio
di maggio i5gg. L'interno ornato con
V, che pure aveagli vaticinato che disegno di Francesco Borromini
regnerebbe poco, laonde ebbe soli ha tre navate le pareti di quella
:

ventisei giorni di pontificato. Va di mezzo furono ancor di più ab-


qui notato, che cavandosi le fon- bellite e nobilitate per l'anno san-
damenta, dieci palmi sotto terra to 1700 dai filippini, i quali vi

si rinvenne un muro antico largo fecero eseguire diverse storie del-

altrettanti palmi, e lungo più assai l'antico e nuovo Testamento, entro


della distrutta chiesa, per cui ac- ovati sostenuti da figure di stucco,
corsovi il santo allorché l'architet- dipinte da Baldi, Ghezzi, Seiter,
to Matteo da Città di
Giovanni Passeri e Parodi. La volta della
Castello disegnava i fondamenti per nave principale fu dipinta a fresco
le mura della nuova, per tre vol- da Pietro Berrettini di Cortona, il
te l'obbligò a tirare più in dietro quale vi espresse il miracolo di
il filo, senza ebe niuno conoscesse Maria Vergine, avvenuto nella edi-

poco o molto l'estensione di quel ficazione della chiesa al santo fon-


muro, per lo che sopra di esso datore, alla cui intercessione la sos-
venne* innalzato tutto il lato del tenne mentre stava per rovinare ;
novello tempio dalla parte degli il medesimo artista colorì anche la
evangeli. Martino Lunghi il vecchio cupola , i peducci di essa , e la

eresse l'interno; ma questo che tribuna dell' aitar maggiore. Le


ha forma di croce latina riuscì o- pitture della cupola rappresentano
scuro, ed anche più oscure riusci- Gesù Cristo, il quale per far ve-
rono le cappelle sfondate. La fac- dere a Dio Padre quanto ha ope-
ciala l'innalzò l'architetto Fausto rato per noi, gli mostra gì' istro-
Piiighesi da Monte Pulciano, se- menti della sua passione. I lavori
guendo il disegno del Lunghi, con di stucco, come angeli, puttini, ed
due ordini di architettura di pila- ornati sì della volta che della na-
stri corinti e composti, e con ric- vata grande., nella crociera, e nel-
chezza e grandiosità, somministran- la tribuna per la maggior parte
do delle somme pel compimento messi a oro , furono egregiamente
della fabbrica Gregorio XIII. eseguili da Cosimo Fancelli, e da
11 Piazza dice che s' iucominciò Ercole Ferrata. Nella prima cap-
ad uffiziarla nel 1577, nella do- pella a mano destra è un Croce-
menica di settuagesima, nel qual fisso colla B. Vergine, s. Giovanni
vol. xxiv. *9
290 FIL FIL
e la Maddalena a piedi, bell'opera simo, ed adorno di quattro prege-
di Scipione Pulzone di Gaeta. Den- voli colonne tutte di un pezzo di
tro la seguente cappella era la ce- giallo antico, e non di porta san-
lebratissima tavola di Michelange- ta come scrissero alcuni, con capi-
lo da Caravaggio, rappresentante telli e basi dorate sul marmo, non
un Cristo deposto dalla croce, nel- di bronzo dorato come altri opinaro-
l'atto d'esser portato al sepolcro, no. Il divoto quadro di mezzo, che

che al presente sta nella galleria rappresenta molti angeli che adorano
Vaticana, ed in sua vece evvi la la miracolosa immagine della Ma-
copia di Michele Reck. La terza donna ed Bambino, è lodata o-
il

cappella dedicata all'Ascensione del pera di Pietro Paolo Rubens ta- :

Salvatore ha un bellissimo quadro le immagine della Beata Vergine,


di Girolamo Muziano; nella quar- è la copia dell'antica e prodigiosa,
ta Vincenzo Fiammingo dipinse che venerava nella chiesa vecchia,
si

con grazia la discesa dello Spirito di cui il Bovio a pag. 160, e il


Santo; nella quinta vi è l'Assunta Panciroli a pag. 598, narrano che
d'Aurelio Lomi. Sull'altare della stava nella prima cappella dalla
crociera, passata la porta di fianco, parte sinistra, e che percossa in
il cav. d'Arpino vi dipinse la co- fronte con unda un bestem-
sasso
ronazione della B. Vergine; le due miatore, gettò qualche goccia di
statue de' ss. Giovanni Battista, e sangue. Questa medesima immagi-
Giovanni evangelista sono scolture ne fu veduta da s. Filippo sostene-
di Flaminio Vacca. La cappella re la trave del tetto della chiesa,
che segue, posta sotto l' organo, di che altrimenti sarebbe caduto, co-
proprietà della famiglia Spada, fu me è dipinto da Pietro da Corto-
eretta con architettura di Carlo na nella menzionata volta: il capi-
Rainaldi, e poscia decorata di belli tolo vaticano coronò con corona d'oro
marmi, e di dieci colonne di gial- l'immagine della Madonna, e quella
lo brecciato, sui disegni del cav. del divin Figlio, cioè l'immagine
Fontana. 11 quadro dell'altare è antica che sta sotto a quella co-
pregiata pittura di Carlo Maratta, piata dal Rubens, la quale si scuo-
che vi effigiò i ss. Carlo Borromeo pre alla pubblica venerazione sol-
ed Ignazio Lojola, che invocano la tanto nelle principali solennità. 11

Beatissima Vergine i due quadri


: crocefisso di legno che si vede di
laterali sono dello Scaramuccia e sopra, è intaglio di Guglielmo Bar-
del Bonatti. In questa cappella nel- tolot francese; il ricco e nobile
la mattina della festa di s. Filippo ciborio di metallo, dorato fu fatto
vi si espone decorosamente il ss. con disegno di Ciro Ferri romano,
Sagramento , ed il Pontefice nel il cui gettito è come di due ange-
recarsi ad assistere alla cappella li laterali in adorazione, di bronzo,
papale, maggiore
in cui all'altare del Benincasa da Gubbio: i due
pontifica messa un cardinale
la quadri laterali furono condotti dal
prete, accompagnato dal sagro col- medesimo Rubens; quello a dritta
legio, e dal solito corteggio, vi si rappresenta i ss. Gregorio I, Mau-
porta in sedia gestatoria co' flabelli ro e Papia martiri; l'altro a sini-
a venerarlo. stra esprime i ss. Nereo ed Achil-
L'altare maggiore è maestosis- leo. In questo altare Benedetto
FIL FIL 291
XIII nel1724, come si legge nel La cappella contigua della cro-
numero 1082 del Diario di Roma ciera ha per quadro un gentil di-
di quell'anno, coli' assistenza di due pinto di Federico Barocci di Urbi-
cardinali vescovi, e del sagro col- no, in cui rappresentò la Presen-
legio in cappa e rocchetto vi con- tazione al tempio della B. Vergi-
sacrò in arcivescovo d' Àmbrun ne: Giovanni Antonio Pai acca di
monsignor Pietro Guerin di Tencin, Valsoldo, scolpì in marmo le due
che il successore Clemente XII creò statue de' ss. Pietro e Paolo. Entro
cardinale de' ss. Nereo ed Achilleo: la cappella seguente, dopo la por-
ed il Pontefice Pio VI a cui pia- ta della sagrestia, il Passignani vi
ceva molto questo altare, più vol- dipinse l'Annunziata. 11 quadro del-
te per la festa di s. Filippo vi ce- la cappella che viene appresso fa
lebrò la messa Ietta. Nel medesimo dipinto dallo stesso Barocci: esso
altare lo stesso Benedetto XIII ten- ci rappresenta la Visitazione di s.

ne nel 1728 la prima cappella pa- Elisabetta , e si narra che desso


pale a' 26 maggio, festa di s. Fi- ispirasse tanta divozione a s. Filip-
lippo Neri. La nobilissima e ricca po, che di continuo orava in que-
cappella di questo santo resta dalla sta I tre compartimenti
cappella.
parte del vangelo dell'altare mag- della sono buone pitture a
volta
giore, sotto l'organo , venerandosi olio di Carlo Saraceni veneto. La
il di lui corpo sotto l'altare. 11 ce- quarta cappella ha per quadro la
lebre Guido Reni con mirabile ar- Natività di Gesù, e passa per la
te dipinse il quadro del sauto, che migliore opera di Durante Alberti :

ispira divozione; ma siccome fu le tre sante dipinte ad olio sullo


trasportato nelle sale della conti- stucco nella volta sono del mento-
gua casa, ebbe surrogata una dili- vato Pioncalli. Nella, quinta cappel-
gente copia in mosaico. Le istoriet- la evvi l'adorazione de' Magi, fran-
te di s. Filippo furono condotte co lavoro di Cesare Nebbia. L'ul-
con garbo dal cav. Cristoforo Ron- tima cappella contiene la Presenta-
calli detto il Pomarancio: la cap- zione di Gesù al tempio, opera del
pella è incrostala tutta di finissimi cav. d' Arpino , eh' è pure autore
marmi e di pietre preziose^ ed as- dei tre santi che sono effigiati sul-
saifrequentata dal popolo, divotis- la volta. nominate cap-
Tutte le
simo del santo , come lo è della pelle furono erette da diverse no-
chiesa, pel decoro ecclesiastico con bili famiglie , e sono ragguardevoli
cui è uffiziata dai filippini , con anche marmi ed ornamenti che
pei
cappella fissa di musica alla guisa contengono. La maestosa sagrestia
delle basiliche. Alcuni pontefici nel di questa chiesa fu architettata da
di della festa, nella cappella intima Paolo Marucelli; l'Algardi stupen-
del medesimo santo vi celebrarono damente scolpì la statua del s. Fi-
privatamente la santa messa; altri lippo con abiti sacerdotali eh' è sul-
ve l'ascoltarono dopo di avere as- l'altare, il medesimo scolpì il busto
sistito a quella pontificata nell'altare di bronzo di Gregorio XV , collo-
maggiore da un cardinale. Veggasi cato sopra la porta. Il quadro che

Corollarium de sacellis s. Phiitppi prima stava in alto con Maria Ver-


Ncrii, in appendix ejus vitae 3 in gine in una gloria d'angeli, era pit-
tom. VI Bolland., pag. 852. tura di Gio. Domenico Cerrini pc-
292 FIL FIL
rugino; ed il lodato Berrettini nel- esercizi sopraindicati, co' fratelli se-
la volta magistralmente dipinse colari dell'oratorio, e chiunque al-
un angelo colla croce, con putti tro, essendo pubblico; e nelle sere
che sorreggono gl'istromenti della di tutte le feste di precetto da
passione di Gesù. Cristo. Dal cor- quella d'Ognissanti sino alla dome-
ridoio che sta fra la sagrestia e la nica delle l'alme inclusive, hanno
chiesa, si passa alla cappellina po- luogo i cosi detti oratorii in mu-
sta dietro l'altare di s. Filippo, fat- sica, che in sostanza sono drammi
ta ornare da Giulio Donati avvo- di sagro soggetto posti in musica
cato concistoriale. Nella volta della dai piti rinomati maestri, ed ese-
camera che s'incontra prima di en- guiti con orchestra dai migliori
in un quadro di Francesco
Jtiarvi, professori di Roma. Mentre ci ri-
Tornioli di Siena, è rappresentato il serbiamo parlare all'articolo Musi-
santo rapito in estasi. Il qua- ca sacra (Predi') dell'origine degli
dro poi sull'altare della detta cap- Oratorii de filippini e del titolo ed
pella ove il santo celebrava, assai altro che riguarda gli Oratorii in
riputato, ed esprimente s. Filippo, musica, non vuoisi però qui tace-
vuoisi che sia del Guercino. Indi re, che a s. Filippo debbesi l' in-
per una scala a chiocciola si ascende venzione degli oratorii, cioè di quei
alla stanza abitata già dal santo, sagri poemi drammatici, che furo-
ove sono molte preziose reliquie di no poi a perfezione condotti dallo
lui, ed oggetti di suo domestico uso, Stampiglio, da Apostolo Zeno e
mobili ec, nella prima camera la più di tutti dall' immortale Mela-
volta è abbellita da un eccellente stasio. Essi non furono in princi-
affresco del medesimo Berrettini. pio che inni e laudi, le quali do-
Sono uniti alla chiesa l'oratorio e po i sermoni soliti recitarsi nel-
l'abitazione de' filippini : di queste l'oratorio de' filippini si facevano
due grandiose fabbriche, che in con musica da lui cantare
iscelta
un alla chiesa formano una gran- ad una o più voci, per allettare la
de isola, fu architetto il cav. Fran- gioventù, ed allontarla da' passa-
cesco Borromini. Il severo Milizia tempi mondani. Queste lodi divi-
chiama stravagante la facciata ester- devansi in due parti, una delle qua-
na dell' oratorio ammirando però , li precedeva il sermone, l'altra Io
il meccanismo delle solidissime sue seguiva. Ma non riuscendo esse, di-
volte , e lodando 1' abitazione dei ce il Quadri copiatore del Cre-
filippini siccome fabbricata con mol- scimbeni, d'intiera soddisfazione
to giudizio. Nell'interno dell'ora- agli ascoltanti, per essere diverse
torio nella volta famosa, lunga pal- fra loro, o non esservi connessio-
mi ottantatre e cinquantatre larga, ne di una parte coll'altra, fu intro-
è dipinta una gloria di angeli; il dotto l'uso di cantarvi qualche storia
quadro dell'altare con l'Assunta e o avvenimento della sagra Scrittu-
s. Cecilia lo dipinse il cav. Vanni ; ra. Questo sistema essendosi di an-
e la statua di stucco rappresentan- no in anno migliorato ed accre-
te s. Filippo, posta incontro al pul- sciuto, diede propriamente l'essere
pito, è di Michele Maglia borgo- agli oratorii. Tali cantate furono
gnone. In questo luogo i filippini dette Oratorii.di s. Filippo, e sic-
si radunano ogni sera a fare i pii come questo santo conosceva il ve-
F1L FIL 2 93

ro spirito del cristianesimo, per- santo, al bacio del piede il pre-


chè ne compieva i doveri, mo- posito con tutti i padri della ca-
strò col suo esempio, che la mu- sa, che come lo ricevono nello
sica e la poesia anziché essere scendere della carrozza, così lo ac-
dannevoli riescono utilissime, ove compagnano quando la risale. Nel-

sieno cristianamente adoperate. Seb- la gran sala dell'ampia casa si am-


bene egli rinunziasse all'esercizio mira una deposizione della croce,
della poesia negli anni piìi adulti, unico dipiuto che abbia operato
fu nondimeno lontano dalcon-
così il Borromino; e la biblioteca resta
dannarne che la ripose in-
l'uso, sulla maravigliosa volta. Neil' in-
sieme alla musica tra i primi ca- terno sono due
dell' edilìzio vi

pi del suo istituto, praticandola giardini, uno de' quali ben grande
egli, ed ordinando che fosse dai con doppi portici, e logge soste-
suoi seguaci praticata. Il sistema nute da un solo ordine composto,
poi che si pratica e sempre si è ciò che rende più magnifica la
praticato negli oratorii in musica fabbrica con lode del Borromini.
della chiesa Nuova, è il seguente. Dalla parte della piazza dei ri-

Alle ore 24 comincia l'orazione; gattieri si osserva l'altra facciata


alla mezza si cantano coli' organo della casa, sopra la quale è una
dai musici le litanie lauretaue, col- torre con l' immagine della madre
la Salve Regina, e vi si aggiungono di Dio, e 1' orologio, egualmente
alcune preci. Queste finite, ascen- architetture del Borromino, di cui
de sulla cattedra un giovinetto di parla il Cancellieri a pag. 166 del-
tenera appartenente allo
età, ed le sue Campane , ove a pag. ifo
stesso oratorio, e fa un sermonci- cita la Memoria fisica sopra il ful-
no analogo al giorno della corren- mine caduto su questa casa a' 26
te festa, imparato a memoria . novembre 1781, di Filippo Luigi
Quindi ha principio la musica Gilii. Questo orologio in Roma
dell'oratorio colla sua sinfonia. Fi- è rinomato per 1' esattezza con cui
nita la prima parte ascende sulla segna le ore. Ivi sono pure celebri
medesima cattedra un padre fi- le campane di questa chiesa per il

lippino, e vi fa un sermone grave, loro bel suono armonioso, per la


clic dura circa mezz'ora. Poi se- divozione che ha il popolo in sentir-
gue la seconda parte della musica. le suonare nei temporali e nelle
Tutto ha fine colla recita di tre tempeste, e per dare segno del- il

Pater ed Ave: la funzione suole l' ora di notte un quarto prima .

terminare circa le ore tre di not- Ciò avviene per dare il segno del
te, dandosene il segno col suono termine dell' oratorio, che quando
della campana. non vi è musica termina a tre
Tornando al luogo dell'oratorio, quarti di notte, così serve invece
quivi cardinali attendono il Papa
i di suonare all' ora, ed anticipa un
nel dì della festa di s. Filippo; e quarto. Quando poi vi è la musica,
giuntovi assume all' altare i para- allora suona al finir di essa, che
menti sagri, e dopo la funzio- per lo più è alle ore tre della not-
ne li depone, ammettendo allora, te, siccome dicemmo di sopra. Fi-
quando non ascolta la messa letta nalmente noteremo che osmi anno
all'alt. ire della cappella intima del il magistrato romano fa a questa
20,4 FIL FIL
chiesa l' offerta di un calice con no seguito nel deserto, si rivolse a
coppa di argento, per la festa di s. Filippo, chiedendogli, per provar la
Filippo ; che avanti la chiesa apri- sua fede, come si sarebbe potuto
rono i filippini col beneplacito di provvedere ai bisogni di tanta gen-
Urbano Vili la spaziosa via che te. Poco prima della passione del
conduce a quella degli orefici ; che Salvatore, desiderando alcuni gen»
un'altra simile ne fecero sotto Cle- ti lì di vederlo, si rivolsero a Filip-
mente X a mano sinistra della po, quale insieme con s. Andrea
il

chiesa con disegno del Rainaldi ; e procurò loro questa soddisfazione.


che nel 1750 ricuoprirono di mar- Gesù Cristo nell'ultima cena pro-
mi il pavimento della chiesa, come mise agli apostoli di far ad essi
pur fecero nel 1 834 di quello del- conoscere suo Padre celeste più
il

la sagrestia, la quale possiede ric- chiaramente, e Filippo mosso dalla


chi parati, suppellettili, ed arredi gioia esclamò: » Signore, mostra-
sagri, Abbiamo poi di Francesco teci vostro Padre, e questo ci ba-

Ijorromini, Opus architee tonicutn sta ". Ma Gesù per inculcare ai


ex exemplaribus petkum orato- , suoi apostoli la credenza della sua
riunì nempe 3 aedesque romanae divinità, gli rispose che vedendo il
RR. PP. Congregationis Oratorii s. Figlio, vedevano anche il Padre.
Philippi Ncrii, addili* scenographia , Dopo la discesa dello Spirito San-
geomelricis proportionìbus , ichno- to, partiti gli apostoli dalla Giudea,
graphia, prospeclibus integri.?, obli- si dispersero in varie parti del mon-
quis, interioribus, ac extemìs par- do per diffondere la luce del van-
timi lineamentis. Acceda totius ae- gelo, e s. Filippo andò a predicare

dificii descriptio, ac ratio ipso Bor- nelledue Frigie. Credesi ch'egli sia
romino auctore, Romae 1725. giunto ad un' età molto avanzata,
FILIPPO (s.), apostolo. Nacque a e che sia morto a Gerapoli, dopo
Betsaida in Galilea. Gesù Cristo lo aver avuto qualche tempo a disce-
chiamò presso di sé subito dopo di polo Policarpo, il quale si convertì
s.

s. Pietro e di s. Andrea, ed egli circa l'anno 80 di G. C. Gerapoli


ch'era istrutto dalla legge e dai esperimento gli effetti della prote-
profeti a riconosere in G. C. il zione del santo apostolo, pei con-
Messia, tuttoché legato in matrimo- tinui miracoli che operavansi in
nio, non tardò un istante a seguir- virtù delle di lui reliquie. La vi-
lo, e divenne uno de'suoi piìi ze- sione nella quale egli con s. Gio-
lanti discepoli. Poco appresso Filip- vanni evangelista, promise a Teo-
po condusse il suo amico Natanae- dosio il Grande, nel 30,4, la vitto-
le al Salvatore., persuaso che lo ri- ria che riportò sul tiranno Euge-
conoscerebbe per figliuolo di Dio, nio, contribuì molto ad accrescere
come avvenne; e trovossi alle nozze il suo culto nell'impero romano.
di Cana, ove Gesù era stato invi- JVel 56o fu in Roma dedicata una
tato co' suoi discepoli. Verso l'an- chiesa ai ss. Filippo e Giacomo,
no 3 1 dell'era volgare fu designa- ove dicesi che vi sia il corpo del
to apostolo, e scorgesi dal vange- nostro santo, e nel 1204 fu por-
lo ch'ei fu molto caro al suo di- lato a Firenze da Costantinopoli un
vino maestro. Volendo Gesù nutri- braccio di lui. La sua festa è ce-
re cinquemila persone che lo avea- lebrata il primo di maggio, insieme
,

FIL FIL 20,5

con quella di s. Giacomo apostolo, tello converso nell' ordine dei ser-
e gli orientali lo onorano ai 14 eli vili, e prese l'abito nella cappel-
novembre. la dell'Annunziazione, vicina ad u-
FILIPPO (s.). Uno de' primi sette na delle porte di Firenze, ove
diacoui o ministri scelti dagli apo- Bonfilio Monaldi, superiore di quel-
stoli in loro aiuto, essendosi mol- 1' ordine, avea fondato un piccolo
to accresciuto il numero dei fedeli. convento. Agli 8 settembre 1233
S. Filippo fu eccellente nella pre- professò i suoi voti, e fu mandato
dicazione del vangelo ,
per cui ne- al convento di Monte Seuario
gli atti degli apostoli viene distin- per esservi occupato nei lavori del-
to col nome di T'angelista. Portò la campagna. Tutto dedito all'o-

la luce della fede ai popoli di Sa- razione e al raccoglimento, cerca-


maria, ove confermando con lumi- va nascondere il suo sapere ad o-
nosi miracoli la dotti ina che pre- gnuuo, ma venne riconosciuto; e
dicava, confuse l' impostore Simone i suoi superiori volendo farlo ri-
detto il Mago, e fece moltissime splendere lo obbligarono di rice-
conversioni. Sulla via che daGeru- vere gli ordini sacri, e ne otten-
salemme conduce a Gaza trovò l'eu- nero la dispensa dal Papa. Non
nuco tesoriere della regina Canda- guari dopo fu fatto definitore e
ce, e lo convertì alla fede di G. C, assistente del generale, e nel 1267
poscia lo istrusse nella religione e divenne generale egli stesso. Fatto
lo battezzò. L'eunuco se ne andò consapevole che i cardinali raduna-
al suo paese, e propagò la abbrac- ti a Viterbo, dopo la morte di
ciata credenza, per cui venne da- Clemente IV, disegnavano innal-
gli abissini riguardato come loro zarlo alla sede pontificia , fuggì
apostolo. V. Etiopia. S. Filippo poi sui monti con un religioso del suo
annunciò il vangelo in Azoto, e in ordine, e rimase nascosto fino
vi
tutte le città per le quali passò, fin- all'elezione diGregorio X. In quel
ché giunse a Cesarea. Quivi, nell'an- ritiro raddoppiò le sue austerità,
no 58, alloggiò in sua casa s. Pao- e diedesi unicamente alla contem-
lo, e probabilmente morì. La sua plazione, vivendo di sole erbe sec-
festa è assegnata a' 6 di giugno. che e di acqua. Ripieno di santo
FILIPPO BEMZZI (s). Nacque zelo, lasciò il suo deserto, e andò
in Firenze da nobile famiglia, e a predicare in molti luoghi d'I-
terminati in patria gli studi d'u- talia; poi nominato un vicario
manità si recò a Parigi per istu- che governasse 1' ordine in suo luo-
diarvi medicina, affine di prati- go, partì con due de'suoi religiosi
carla per ispirito di carità, e fu coli' idea di una estesa missione.
istrutto da Galeno. Richiamalo a Predicò con incredibile successo
Firenze da' suoi genitori continuò in Avignone, a Tolosa, a Parigi
gli stessi studi, e prese il grado e in altre città della Francia, in
di dottore. Dopo aver passato qual- Fiandra, in Frisia, in Sassonia,
che tempo pregando fervorosa- Dell'altaAlemagua. Nel 1274 ten-
mente il Siguore che gli facesse ue a Borgo il capitolo generale
conoscere lo stato di vita che do- del suo ordine, e recossi al secon-
veva abbracciare per adempiere la do concilio generale di Lione, ove
sua divina volontà, entrò qual fra» ottenne la confenna del suo or-
,

296 FIL FIL


dine, del quale n'ebbe il generala- fezione, e nulla curando le ricchez-
to per tutta la vita, tuttoché egli ze, lasciò lo zio nell'anno i533, e
avessebramato di rinunziarvi. O- recossi a Roma. Ivi attese alla edu-
vunque passava facea sentire la cazione dei figli di Galeotto Cac-
divina parola. In Pistoia, in Forlì cia, gentiluomo fiorentino, ed ap-
e in altri luogbi, non senza in- plicossi in pari tempo alla filosofia
correre gravi pericoli , e soffrire e alle sagre lettere con grande pro-
insulti ed anche percosse, pacificò fitto. Poscia si dedicò allo studio
le malaugurate fazioni de'guelfi e della Scrittura e dei Padri, ed in bre-
de' ghibellini che laceravano allora ve ne divenne assai erudito. I più
l'Italia. Sempre inteso alla santi- venivano a consul-
celebri professori
ficazione dei suoi religiosi , e a tarlo, ed il Baronio confessa d'esse-
mantenere in essi la regolar di- re stato da lui giovato di consigli e
sciplina , sentendosi ornai vicino d'aiuti nella sua grand' opera degli
al suo fine, intraprese la visita dei annali della Chiesa, la qual testi-

suoi conventi. Arrivato a Todi, an- monianza ci può dare un' idea delle
dò a prostrarsi dinanzi all'altare vaste cognizioni di s. Filippo Ne-
della "Vergine santa, vi pregò con ri. Sennonché per l' ardente desi-
grande fervore j e disse: Questo sa- derio di stringersi perfettamente a
rà per sempre il luogo del mio Gesù Cristo, rinunziò allo studio
riposo. L'indomani fece un com- delle lettere, e vendè i suoi libri

movente discorso sopra la gloria dispensandone il prezzo a' poveri.


de'beati. Nel giorno dell'Assunzio- Questa carità crebbe tanto in lui,
ne fu preso da una ardentissima che Dio lo fece degno che un an-
febbre, e in quello dell' ottava di gelo in forma di povero gli doman-
questa festa morì contemplando dasse la limosina ; e mentre una
affettuosamente il Crocifisso, ch'egli notte portava ai poveri il pane,
chiamava il suo libro. Clemente cadde in una fossa, donde egual-
X lo solennemente nel
canonizzò mente da un angelo fu tratto fuo-
J 67 1 ; ma la bolla di sua cano- ri sano e salvo. Di null'altro oc-
nizzazione non fu pubblicata che cupato che di Dio, elevossi a Lui
nel 1724 da Benedetto XIII, e la colla più sublime orazione, e tale
sua festa venne assegnata a' 2,3 di era la foga delle dolcezze che pro-
agosto. vava in questo esercizio, che for-
FILIPPO NERI (s.). Nacque a se sarebbe morto in qualche ac-
Firenze nel i5i5 da Francesco cesso di quella gioia, se Iddio non
Neri o dei Neri, avvocato, e da gli avesse temperate in tali circo-
Lucrezia Soldi, ambedue di ricche stanze le sue consolazioni. Egli ce-
famiglie della Toscana. Ancor fan- lava per umiltà le grazie straor-
ciullo si manifestò in lui tutte quel- dinarie che riceveva, mortificava-
le virtù per le quali eminentemen- si con penitenze e macerazioni, ser«

te rifulse. Finito il corso d'umani- viva e confortava gl'infermi , cer-


tà fu mandato a suo zio in san cava ogni mezzo di guadagnare a-
Germano, vicino a Monte Cassino, nime a Dio, ed ottenne ancor lai-
il quale, presogli amore, l'ave- co la conversione di molti pecca-
va designato suo erede; ma Fi- tori. Nel 1048, assistito dal suo
lippo sentendosi chiamato alla per- confessore Persiano Rosa e da quat-
FIL ni, 297
lordici altre pie persone, stabilì nel- ni, non solo toglieva le anime dal
la chiesa di s. Salvatore in Cam- peccato, ma le guidava alla perfe-
po una confraternita di carità per zione, e le rassodava nella perse-
ricovrare, servire ed istruire i ma- veranza. La sua ardente carità lo
lati, i pellegrini, i convalescenti avrebbe spinto a passare nelle In-
che non aveauo dove ripare; e coi die; ma quelli che consultò in tal
suoi discorsi e cogli esercizi s-piri- proposito lo persuasero di fermarsi
luali che vi facea praticare otten- in Roma, ove Dio gli aveva pre-
ne grandissimi frutti. Questa poscia parata sì abbondante messe da co-
divenne l'arciconfraternita della san- gliere. Fu allora eh' egli cominciò
tissima Trinità de' pellegrini, con ricevere nella sua camera tutti quel-
ospedale ed ospizio. Oltre a ciò pro- li che voleano consultarlo, ed ivi
digava le sue cure anche agi' infe- faceva ogni giorno delle istruzioni
lici erano sparsi per la città. La
cb' famigliari che producevano gran
sua grande umiltà lo avrebbe fatto frutto. Ma l' invidia non potè sof-
restar laico tutta la vita, se il suo frire più a lungo lo splendore delle
confessore non l'avesse costretto ad sue virtù si cominciò a schernire
:

entrare nel chiericato, per servire le sue azioni, a denigrare la sua


più utilmente la Chiesa. Nel i55i fama, fu calunniato, incolpato di
fu ordinato sacerdote, in età di superbia, e spacciato per un ipo-
trentasei anni e ritirassi,nella crita che si traeva dietro la gente
comunità de' preti che ufficiavano per far pompa di sé. Il vicario di
la chiesa di s. Girolamo della Cari- Roma, tratto in inganno, gli proi-
tà , ove diminuì alcun poco le bì di ascoltare le confessioni per
sue austerità, ed attese sempre con quindici giorni, e di predicare sino
maggior fervore alle sue divozioni. a nuovo ordine, minacciandolo an-
Nella celebrazione del divin saqri- che della prigione se non si cor-
fieio era spesso rapito fuori di sé, reggeva. San Filippo sostenne con
e fu veduto alcune volte il suo cor- pazienza e senza mover lamento
po alzarsi da terra, mentre il suo tutte queste mortificazioni, offren-
volto parea tutto raggiato di luce. dole a Dio, e rallegrandosi di po-
Incaricato da' suoi superiori di ascol- ter patire per lui. A' suoi superio-
tare le confessioni de' fedeli, pas- ri modestamente rispose che era
sava sovente le intere giornate nel pronto a obbedire; a' sarcasmi dei
confessionale , ed occupa vasi con suoi nemici oppose la serenità e la
tanto zelo in questa parte impor- dolcezza, per cui uno
ne di essi
tante del santo suo ministero, che restò tanto commosso, che cangia-
spesso tralasciava a tal uopo qual- to proposito prese a difenderlo, e
che sua divozione ,
persuaso che menò dappoi vita edificante. Per
fosse più. utile l'attendere alla san- la stessa ragione anche il princi-
tificazione del prossimo. Cercava pale autore de' suoi dispiaceri ven-
tutte le maniere per convertire a ne a chiedergli perdono a' suoi pie-
Dio i peccatori più induriti; ad di; e Filippo lo abbracciò con te-
essi rivolgeva principalmente le sue nerezza, e lo accolse nel numero
cure, e col fervore delle sue ora- de' suoi figliuoli spirituali. Ricono-
zioni, colla forza de' suoi discorsi, sciuta da' suoi superiori la sua in-
colla dolcezza delle sue esortazio- nocenza, fu lasciato in libertà di
2 98 FIL Fi L
usare tutti que' mezzi che la di meo e da altri insigni personaggi.
lui prudenza gli suggeriva per con- Abborrì gli onori e le ecclesiasli-
vertire i peccatori , e la sua ca- ebe dignità, anche primarie, più
mera fu frequentata da' primari volte offertegli dai Pontefici. Col-
della città. La carità di Filippo non to sul termine di sua vita da
conobbe allora più. limiti. Aiutalo una febbre pericolosa, risanò mi-
da alcuni preti e giovani ecclesia- racolosamente in un'estasi per la
stici, zelanti della santiiìcazione del- celeste visione di Maria Vergine:
le anime, fondò la congregazione cosa attestata con giuramento dal
dell'oratorio in Roma. V. Filip- Galloni e dai quattro medici ivi
pini, al quale articolo si riportano presenti. S. Filippo oltre il dono
i principali e più interessanti trat- dei miracoli , ebbe anche quello
ti della vita del santo. Nell'anno della profezia , e le sue predizioni
1 564 il santo presentò alle ordinazio- furono avverate, come viene testi-

ni sacre i suoi giovani ecelesiastici,fra ficato dal Baronio, e da altre per-


quali era il celebre Cesare Baronio, sone degne di fede. Più malati pros-
li riiuù in un corpo, diede loro de- simi a morte restituì alla sanità,
gli statuti, e volle che vivessero in e da morte a vita come fu in Pao-
comunità , senza però legarsi con lo Massimi nel i583. Predisse anche
voto. Dovevano adoperarsi a pre- l'ora della sua morte, la attese con
dicare, ad istruire gì' ignoranti e , anzietà, e placidamente rese a Dio
ad insegnare principii della dot-
i il suo spirito, dopo aver ricevuto
trina cristiana. La regola ordinava, col più vivo fervore i ss. sagramenti,
che la prepositura dovesse durare la notte venendo il 26 di maggio del
tre anni; ma Filippo, contro sua 1595, in età d'oltre ottant'anni. Se-
voglia, la esercitò fino al \^^, e zionato il di lui corpo, se gli scoprì la
si elesse a successore il Baronio. rottura di due coste , cagionatagli
Papa Gregorio XIII approvò nel dalla dilatazione del cuore per le

i5j5 la congregazione di s. Filip- violenti ch'ebbe a pro-


palpitazioni
po ( die poscia fu confermata da vare nelle sue estasi. Il cuore e le
Paolo V iiell' anno 1612), e gli viscere furono sepolte nel luogo
donò la cliiesa di s. Maria in Valli- che serviva alla sepoltura degli ora-
cella, clic fu rifabbricata e perciò toriani, e il suo corpo fu posto in
detta chiesa Nuova. Il santo ne una cassa, e sett'anni dopo ritro-
prese possesso nel i583, e prima vato ancora incorrotto. Molti mi-
di morire ebbe la consolazione di racoli furono operati sulla sua tom-
veder stabilita la sua congregazio- ba, e fu canonizzato nel 1622 da
ne a Firenze, a Napoli, a San Se- Gregorio XV. La
sua congregazio-
verino, a Palermo, a Lucca, a Fer- ne coli' opera dello scultore Gio.
rara, a Thonon ed altrove. Egli, Battista Maini, nella nave maggio-
che per amore della povertà volle re della basilica gli eresse una sta-
vivere in una totale privazione dei tua di marmo, tra i fondatori de-
beni del mondo, fu per le sue esi- gli ordini e congregazioni religiose.
mie virtù stimato ed amato dai FILIPPO (s.). Vescovo di E-
sommi Pontefici Pio IV, s. Pio V, raclea , insigne sue virtù,
per le
Gregorio XIII, Gregorio XIV e e per la prudenza colla quale go-
Clemente Vili, da s. Carlo Borro- vernò la sua chiesa nei tempi bui-
,,

FIL FIL 299


rascosi della persecuzione di Dio- martirio accadde nell'anno 3o4, e
cleziano. Fra i molti discepoli che sono nominati nei martirologi sot-

egli formò per propagare la reli- to il giorno 22 ottobre.


gione, si distinsero il prete Seve- FILIPPO (s.). Vescovo di Gor-
ro ed il diacono Ermete , i quali tina in Candia nel secondo secolo,
furono compagni
nel suo marti- il quale si distinse pel zelo nel gua-
rio. ed Ermete, dopo a-
Filippo rentire la sua chiesa dal furore dei
\er con coraggiosa fermezza sofferto gentili e dalle insidie degli eretici.

replicati tormenti, furono trascinati Egli scrisse un'opera contra l' ere-
per la città legati pei piedi, poscia siarca Marcione, la quale, al dir
tutti laceri e insanguinati chiusi in degli antichi, era eccellente, ma
una oscura e malsana prigione. Si che non giunse fino a noi. II mar-
imprigionò pure il prete Severo, il tirologio romano moderno fa men-
quale si era da principio nascosto, zione di questo santo vescovo il

ma per una celeste ispirazione era- giorno 1 1 d'aprile.


si poi presentato agl'idolatri da sé FILIPPO, Antipapa. V. Anti-
stesso. I tre martiri soffrirono gli papa XI, ed il voi. XIII, pag. 73
orrori di quel carcere per sette del Dizionario.
mesi ,
quindi ne furono tratti per FILIPPO, Cardinale. Filippo è
essere condotti ad Adrianopoli , do- riportato dal Cardella tra i cardinali
ve li chiusero in una casa, infino della S. R. C, col titolo presbiterale
alla venuta del governatore Giusti- di s. Marco. Il di lui nome si trova
no. Costui tentando indurre Filip- fra quelli che assisterono al conci-
po a sagrificare agli idoli , lo fece lio celebrato da s. Paolo I Papa
battere con verghe si crudelmente, 1' anno 761.
che tutto il suo corpo ne fu lace- FILIPPO, Cardinale. V. Fi-
rato , e gli si vedeano perfino le lippo Antipapa.
viscere. Poiché fu rimesso in pri- FILIPPOPOLI. Città arcivesco-
gione comparve Ermete, il quale vile, già capitale della Tracia, della
attestò di esser cristiano fin dall'in- Turchia europea, nella Romelia,
fanzia. Gli officiali della corte do- eretta sopra due alture, che secon-
mandarono grazia per lui ,
per- do ogni apparenza servivano un
chè conoscevano
essi lo , e perchè tempo di fortificazioni , cioè sulla
essendo stato decurione di Eraclea, sponda meridionale Ebro. Sen- dell'

avea loro fatto del bene in diver- za mura è situata sul Maritza che
se occasioni ma fu egli pure ri-
: vi forma un' isola ; ed è mal fab-

condotto in prigione. Dopo tre gior- bricata sebbene antica città ed un


,

ni Giustino li fece comparire di tempo considerabile, dappoiché di-


nuovo al suo tribunale e non a- ,
cesi fondata dal re di Macedonia Fi-

vendo potuto vincere la loro co- lippo, padre di Alessandro il Grande;


stanza, li condannò ad essere abbru- ma il Rinaldi coll'autorità di Euse-
ciati e così consumarono il loro
,
bio, dice che 1' imperatore romano
sagrilìzio, lodando Iddio e ringra- Filippo, nell'anno 249 dell' era cri-

ziandolo che aveali fatti degni di stiana , e quarto del suo impero
patire per la sua gloria. Tre gior- edificò nella Tracia una città, che

ni appresso anche il prete Severo dal suo nome fece chiamare Filip-
fu condotto al supplizio. Il loro popoli. 1 turchi se ne impadronirono
1

3oo FIL FIL


nel 1 36o. Avanti il terremoto del di pace, e di osservanza delle ec-
18 1 8, che quasi interamente la di- clesiastiche leggi, mentre eglino de-
strusse , era la sede di un arcive- testavano e violavano tutti i cano-
scovo greco suffragarlo di Costan- ni. Vi rinnovarono le calunnie con-
tinopoli , e di un sangiaccato , con- tro s. Atanasio tante volte confu-
tando trentamila abitanti , moschee, tate , e quelle contro
Marcello di
bagni e fabbriche ragguardevoli. Ancira, Asclepas di Gaza, e s. Pao-
Filippopoli, Filiba, divenne sede lo di Costantinopoli ; e vi pronun-
vescovile nel primo secolo, metro- ziarono anatema contro s. Giulio I
poli nel quinto secolo di tutta la Papa, Osio, e Massimiano di Tre-
s.

diocesi di Tracia, prima che que- veri. La lettera termina con un


sta dignità fosse trasferita ad Era- simbolo di fede che sembra vizia-
clea, divenendo nel secolo decimo- to per l'omissione della parola con-
quinto esarcato di tutta la Tracia, sostanziale, ciò che bastava per ri-
con quindici sedi vescovili per suf- gettarla, essendoviil simbolo di Nicea.

fraganee. Nicopoli, che nel nono se- Diz. de' concili, e Fabricius. L'O-
colo divenne arcivescovato, Beroe, rieri* Christ, tom. I , pag. 1 56 re-

Lititza, Diocleziauopoli, Sebastopo- gistra ventisette vescovi di Filippo-


li , Diospoli , Agatonice , Solitari ,
poli , de' quali Erma fu il primo,
Dramitza, Blepti, Costanza Gioan-
, ed è quello cui parla l' apostolo
niza , Leuca , Belicea , e Bucuba. s.Paolo nella sua epistola ai ro-
Gli ariani e gli eusebiani, essendo- mani; gli atti de' santi ne fanno
si separali nel concilio di Sardica, menzione a' g maggio. Fra i suc-
riunironsi in Filippopoli, e scrisse- cessori di Erma, si distinsero Mi-
ro ai vescovi d'Africa contro s. A- chele, quale ricevette a Filippo-
il

tanasio, e gli altri vescovi cattoli- poli Corrado V


imperatore di Ger-
ci, ch'essi avevano già condannati mania, quando nel i 1 47 andava in
prima, e che erano stati assoluti oriente alla testa di un' armata di
dal concilio di Sardica. Questo fu crociati per la santaguerra; Dio-
un conciliabolo , di cui eccone un nigi che fu il primo vescovo di
sunto. questa città dopo la presa di Co-
Nell'anno 347 S u eusebiani che stantinopoli fatta da Maometto 11;
occupavano la maggior parte delle e Neofito che fu a Parigi nel r
fa i

sedi vescovili d'oriente, si unirono per conoscere personalmente Luigi


in questa città in conciliabolo per XIV re di Francia.
opporsi al concilio di Sardica, te- FILIPPOPOLI. Sede vescovile
nulo nel medesimo anno dai cat- della prima provincia della Frigia
tolici. Pretesero di dare ad inten- Pacaziana, sotto la metropoli di Lao-
dere, che la loro assemblea era il dicea nella diocesi ed esarcato di
,

vero concilio di Sardica. In questo Asia, la cui erezione risale al quin-


conciliabolo procurarono di spar- to secolo, al dire di Coni man ville.
gere il loro veleno con una lettera Non conoscono che i due vesco-
si

circolare a tutti i vescovi, per dar vi Taziano ed Adrea che la go-


così qualche colore al rifiuto di vernassero, secondochè registra V O-
unirsi agli occidentali, ed infamare ricns Christ. tom I, pag. 821.
i loro nemici colle più nere calun- FILIPPOPOLI. Città episcopale
nie. Nella lettera non si parla che della seconda provincia d' Arabia ,
i,

FIL FIL 3o
prima nella diocesi d'Antiochia, poi quando venne eletto Pontefice l'O-
solto il patriarcato di Gerusalem- descalchi col nome d' Innocen-
me, eretta nel quinto secolo sotto zo XI ,
ricusò costantemente di
la metropoli di Bostra. Il Tei zi presentarsi a lui per ottenerne un
nella Siria sagra, pag. i \i, dice qualche impiego onorifico, siccome
che fu edificata sui confini di Pe- rifiutòanche sotto Innocenzo XII
tra , o sia Chrac metropoli della un canonicato della vaticana, e il
provincia, e che negli atti del con- posto di votante della segnatura.
cilio di Calcedonia vedesi sottoscrit- Innocenzo XII però volle con e-
to Ormisda vescovo di Filippopo- spresso comando che accettasse la
li. Si vuole cheavendo dato na- i carica di sotto-datario, nel quale mi-
tali all'imperatore Filippo ,
questi nistero rifiutò per sé e pei suoi
la elevò al grado di città, se pure qualunque beneficio ; e l'obbligò a
non sia piuttosto Filippopoli di Tra- ricevere un canonicato nella basi-
cia, Oriens Christ. t. 862.
II, p. lica lateranense, e l'ufficio di suo
FILIPPUCCI Gabeiello, Cardi- uditore, ed anche di consultore del-
nale. Gabriello Fiiippucci di Ma- la penitenzieria. Fu surrogato an-
cerata,nacque nel 1 63 r . La di lui cora al posto di segretario de' me-
gioventù riuscì modello di saggez- moriali ,
quando temporaneamente si

za e di cristiana pietà, cosicché fi- trasferì in Firenze il cardinal Goz-


no d'allora si dovettero formare zadini , ed ebbe amplissima facol-
giudizi di quella virtù, così bella tà di risolvere e decretare ne' ca-
clie poi coronò la sua vita. Recos- si a suo arbitrio senza partecipa-
si a Roma colla protezione de'car- zione del Papa, il quale avea in
dinalt Pallotta e Odescalchi per lui riposta la sua confidenza , ed
Studiare la pratica del foro , ma anzi avea stabilito di crearlo car-
dovette da dì là volgersi nuova- dinale ; cosa che poi non ebbe luo-
mente a Macerata pel contagio che go a cagione della morte del Pon-
sterminava le contrade di Roma. tefice. Ma Clemente XI , appena
\ ioino alla patria si trattenne più cominciò a reggere la Chiesa , lo
diquaranta giorni in una villa sub- elesse votante di segnatura con or-
urbana, ed ivi scelta di propria dine preciso di accettare l' inca-
volontà una vecchia stanza, fu in rico, e quindi nel 1706 lo elevò
pericolo di rimanerne ucciso dalle alla dignità cardinalizia nel conci-
rovine che all'improvviso di notte storo de' 17 maggio. Il Fiiippucci
caddero in un colla stanza. Cessa- però avea avuta novella della sua
to però il contagio, si ricondusse promozione prima del concistoro,
a Roma, e guidato dal celebre car- e fermo ne' suoi principi! di umil-
dinale De Luca allora avvocato, si
, tà,consegnò nelle mani del cardi-
occupò nel trattare le cause della nal Ma rescotti suo amico, un me-
curia romana. Essendo mancato il moriale di rinunzia , affinchè lo
di lui fratello maggiore, riuscì va- presentasse al Papa neh' atto che
no, ogni mezzo impiegato dagli a- fosse per nominarlo. Lettosi infat-
mici e dalla famiglia per indurlo, ti nel concistoro quel memoriale
ad ammogliarsi , che avea già da non vi fu chi non rimanesse pro-
qualche tempo consegrato al Si- fondamente penetrato dai toccan-
guore il virginale suo giglio. E ti sentimenti, ch'egli vi esponea sul-
, ,

3o2 FIL F1L


la propria indegnità e sulla man- glie mortali degli abitisuddiacona-
canza delle Pa-
richieste virtù. 11 li , secondo il suo ordine, furono
pa nondimeno volle consumare la esposte nella chiesa di s. Ignazio
elezione ed assegnatogli un tem-
, dove concorse un popolo innume-
po determinato a deliberare, im- rabile, che non pago di venerare
piegò il p. Casini, predicatore apo- quel corpo, se ne portò con sé ben
stolico, e poi cardinale, perchè ri- anco parte delle vesti. Si costruì poi
movesse la di lui costanza. Ma nul- da suo nipote un elegante mauso-
la valsero le persuasioni e i con- leo nella tribuna della basilica la-
sigli ; che anzi temendo egli viep- teranese, ed ivi dopo nove anni fu
più di doverne accettare la dignità collocato, rimanendo ancora le car-
per espresso comando del Papa ni flessibili e affatto incorrotte. La
fu sorpreso cosi di dolore, che in vita di questo pio prelato, scritta
breve ammalò e fu quasi agli e- dal Crescimbeni, fu pubblicata in
slremi di vita. Allora Clemente XI Ptoma nel 1724- Abbiamo pure
dopo aver fatto esaminar le ragio- l' Oralìo in funere ec, a Josepho
ni addotte dal virtuoso Filippucci Stanislao Monti, Romae 1706.
da tredici cardinali deputati, cre- FILOGONIO (s.) Fu prima
dette di non tentar più. un' umil- ammirato nel foro per la sua elo-
tà per siffatta maniera eroica e , quenza , e più ancora per la sua
nel concistoro de' 7 giugno dichiarò integrità e santità di vita. Dopo la
vacante il cappello cardinalizio: in- morte di s. Vitale, avvenuta nel 3 8, 1

di gli assegnò mille scudi d' oro fu eletto vescovo di Antiochia, seb-
per aver più comodo a far limo- bene non avesse passato nel clero
sine. E quando si presentarono a il tempo stabilito dai canoni. Al-
lui gli Macerata per tri-
oratori di lorché s. Alessandro di Alessandria
butargli omaggi di ringrazia-
gli condannò l'empietà di Ario, man-
mento per la promozione del lo- dò la sentenza a s. Filogonio, il
ro concittadino, rispose che pun- quale prese con calore la difesa
to non si non vederlo
dolessero di della cattolica fede. Questo santo
cardinale, perchè forse un giorno lo vescovo meritò il glorioso titolo di
avrebbero venerato come santo so- confessore duranti le persecuzioni
pra gli altari, e allora fece un ma- fatte da Massimino e da Licinio ,
gnifico elogio delle di lui eminenti e morì nel 323, l'anno quinto del
virtù. Ma poco sopravvisse il Filip- suo episcopato. Si celebrava la sua
pucci a quest'alto magnanimo, che festa ad Antiochia li 20 dicembre
nell'anno stesso 1 706 a' 2 1 luglio spi- dell'anno 386, giorno in cui s. Gio-
rò santamente nel Signore, ed ebbe vanni Crisostomo pronunziò il suo
sepolcro nella tomba de' canonici del- panegirico, lodando il suo zelo e
la sua basilica, siccome aveva ordi- la saggezza del suo governo per
nato. Le di lui esequie furono quel- cui fiorì la chiesa di Antiochia nel
le di un santo. Veramente egli a- tempo del suo episcopato.
vea prescritto a' suoi eredi 3 sotto FILOLOGIA. Scienza che com-
pena di decadere dalla eredità, di prende la cognizione delle lingue,
tumularlo privatamente; ma il Pa- della storia, della poesia, della elo-
pa volle che si derogasse a que- quenza, e di tutta quanta l'archeo-
st'ordine; e quindi vestite le spo- logia. Filologia sagra è quella par-
FIL FIL 3o3
te della critica, che occupa prin- si canonicato nella basilica Liberiana.
cipalmente Dell'esaminare le paro- Seguì quel cardinale in tutte le sue
le e l'espressioni del testo sagro e venne ascritto fra
legazioni, e quindi
delle versioni, a giudicarne secon- i canonici della ^ aticana, e spedito
do le regole della grammatica, del- colla qualifica di ablegato apostolico
la rettorica , della poesia e della alla corte di Madrid, per recare le
logica. I protestanti si affaticarono fasce benedette all'infante che allora
molto su tal genere ; essi se ne aveva sortito i natali. Il re di Spa-
gloriano, ed il Bergier se ne com- gna in quell' incontro lo nominò
piace. La filologia sacra del Glas- all'arcivescovado di Salerno; ma
sio, dotto luterano, passa per una egli volle dispensarsene con bel-
delle migliori opere di questo ge- lo esempio di vera umiltà. Nar-
nere. Senza dubbio , soggiunge il rasi di lui, che interrogato da Ur-
medesimo Bergier, questo modo di bano Vili se pensava di poter
studiare la Scrittura è utile per giugnere alla diguità cardinalizia,
molti riguardi , ma è soggetto a rispondesse che se avesse avuto ri-

grandi inconvenienti. Il Rolliti pub- guardo grandezza di Sua San-


alla
blicò la storia della filologia degli tità avrebbe potuto ancora sperar-
antichi ; il Vorstio nella sua filolo- lo, ma
mirava la mancanza dei
se
gia sagra spiega tutte le frasi ebrai- meriti suoinon se lo avrebbe nep-
che, che trovansi nel nuovo Testa- pure immaginato. Ma il fatto riu-
mento; e il Tilladet in una dis- scì ben diversamente dalla di lui

sertazione trattò diverse materie di aspettazione, poiché il Papa ammi-


religione e di filologia. Filologo rando assai tanta virtù, nel 1641
poi in greco significa amatore del- lo destinò alla chiesa arcivescovile
la storia e d ogni maniera di Eni' di Napoli, e insieme nel concistoro
rudizione (Vedi), dal vocabolo de' io luglio, altri dicono 16 di-
philos, amatore e logos , parola,
,
cembre , lo creò cardinale dell'or-
trattato. dine de' preti , conferendogli po-
FILOMARIXI Aldino, Cardina- scia in titolo la chiesa di s. Ma-
le. Ascanio Filomarini sortì alla luce ria in Araceli. Tale promozione,
in Napoli, ovvero nel suo feudo di quanto fu gradita al sacro collegio,
Clama, presso Benevento, come vo- altrettanto dispiacque all'umile can-
gliono alcuni, l'anno i583. Studiò didato, il quale sulle prime credeva
Dell'università di quella capitale, che si volesse piuttosto fur giuoco
ed avutane la laurea in giurispru- di lui. Ma dovendo poi soggettarsi
denza recossi a Roma in compa- alla pontificia volontà, si recò na-
gnia di Ladislao d' Aquino, che fu scostamente in Napoli per evitare
poi cardinale, e visse con lui fin- gli onori che venivano apparecchiati

ché la morte lo rapì da' viventi. pel suo ricevimento e ne assunse ,

In seguito divenne familiare del immediatamente lo spirituale gover-


card. Barberini, il quale sendo sta- no. Consecrò la cattedrale nel 1644.
to eletto Pontefice col nome di Ur- e 1' arricchì di sagre suppellettili ,

bano Vili, lo fece suo cameriere l'istaurò la chiesa del Carmine e la


d' onore, e poi lo destinò maestro fornì di arredi pel prezzo di set-
di camera del card. Francesco Bar- temila scudi , consecrò e abbellì
berini di lui nipote, e gli assegnò un quella de' teatini a cui v'aggiunse
,

?o4 FJL F1L


uuu cappella in onore di M. V. ristodemo, Marino, Sisinnio , ed
Annunziata, e rifabbricò quasi dal- Enti mio.
le fondamenta il palazzo episco- FILOMELIA. Sede vescovile del-
pale. Sotto il di lui regime ac- la seconda Frigia Salutare, nel-
caddero alcune sollevazioni in Na- l' esercato d' Asia, sotto la metro-
poli, e in tali occasioni ben si vide poli di Amorium, la cui erezione
lo zelo del buon arcivescovo sempre risale al nono secolo, come abbia-
vigilante e premuroso pel bene dei mo da Commanville. Filomelia
suoi, anebe a risebio de* propri Philornelicn, al presente è un tito-
giorni ; anzi ben due volte vi sti- lo vescovile in partibus nella Ma-
pulò delle capitolazioni tra il vice- gna Frigia, che conferiscono i som-
rè ed il popolo, onde le quistioni mi Pontefici, ed è suffraganeo della
furono totalmente sedate. Nel i656 metropolitana di Sinna egualmente
insorse un fiero contagio ebe spar- in partibus iufideliuni.
se la desolazione per quelle contra- FILOMENA (s.). Mancano do-
de, e allora il cardinale , saggio cumenti per descrivere la vita di
emulatore dei Borromei, fu veduto questa santa, il nome della quale
accorrere tra gli appestati, e por- rimase ignorato fino all'anno 1802,
gere a questi conforto, a quelli sus- in cui a' 25 di maggio, nella cata-
sidio, e tergere le lagrime de' fi- comba romana in via Salaria, chia-
gliuoli, e provvedere le sconsolate mata il cimiterio di Priscilla, si sco-
spose, e farsi tutto di tutti ; cosic- perse una lapide di terra cotta, col-
ché Innocenzo consapevole di X, l' iscrizione impressa a cinabro : lv-
tanta virtù, non dubitò di propor- mena pax tecvm fi. Questa lapide cre-
lo agli altri vescovi , qual vero duta a prima vista di un sol pezzo, la
esemplare e modello. Cessò di vive- si riconobbe in fatto di tre, e l'artista

re nel 1666, e fu sepolto nella sua che posela in opera, o per l'oscurità
cattedrale. Era il Filomarini di un del luogo, o per la sua imperizia
talento distinto per governare, as- nel leggere, pose per ultimo il pez-
sai accorto nel maneggiare i più. zo che dovea essere il primo, per
difficili affari, non che sollecito nel cui ne risultò un' iscrizione scon-
rimetterne la spedizione per tempo, nessa ed informe. Ricomposti però
e zelante dell'immunità ecclesiastica i pezzi com' esser dovevano si lesse :

e della causa di Dio. Affabile cogli pax tecvm filvmena. Sopra la stessa
inferiori, pietoso dei poveri , com- lapide vedeansi disegnati gì' istro-
passionevole degli afflitti, si era gua- menti indicanti il martirio della
dagnato T animo di ciascheduno. santa , cioè tre frecce una specie ,

FILOIYIELIA. Città vescovile del- di staffile, una palma, ec, non che
la diocesi d'Asia, nella provincia di una specie di giglio ed un' ancora,
Pisidia, sotto 1' arcivescovato d'An- emblemi della sua virginità ed in-
tiochia, Antokia. La sua erezione nocenza , e della sua fortezza nel
risale al quinto secolo. Al presente sollrire il martirio. Dalla semplicità
i turchi la chiamano Jggial-Fela- dell' iscrizione e dalla forma anti-
nos. V Oriens Christ. nel tom. I, gotica delle sue lettere si deduce
pag. 10G0, registra i seguenti set- che la santa spargesse il suo san-
te vescovi di Filomelia nella Pisi- gue per la fede di Gesù Cristo fra
dia : Teosebio, Paolo, Marciano, A- il terzo e il quarto secolo, e prò-
,

FIL FIL 3o5


Inabilmente sotto Diocleziano e Mas- gnore ha operato in favore della
simiano; e dagl'istromenti del suo santa martire Filomena, è la me-
martirio rilevasi che fu flagellata ravigliosa rapidità colla quale si è
colle verghe di ferro chiamate scor- propagato il suo culto. Simile alla
pioni, pesta dagli staffili piombati, luce che in pochi istanti percorre
straziata sui triboli , uccisa a colpi lo spazio immenso dal cielo alla
di frecce. Sollevata la lapide appar- terra, il nome di s. Filomena, spe-
vero le ossa della gloriosa martire, cialmente dopo il sudore miracoloso
col di lei cranio, nella mascella su- (e ben comprovato ) che si vide,
periore del quale esistevano anco- nel 1823, sopra una delle sue sta-
ra i suoi bellissimi denti, e vicino a tue eretta nella chiesa di Mugna-
questo trovossi un'ampolla ovale di no, in pochi anni si è esteso fino
vetro tinta del suo sangue annerito agli ultimi confini della terra. I li-

dal tempo. I medici chiamati al- bri che parlano de' suoi miracoli
l'esame di quello scheletro conven- le immagini che la rappresentano,
nero che la santa vergine non po- sono state portate da zelanti mis-
teva avere più di quattordici anni sionari nella Cina, nel Giappone,
quando sostenne il martirio. Questi ed in altri stabilimenti cattolici del-
preziosi avanzi furono devotamen- l' Asia e dell' America. Neil' Euro-
te raccolti, e colle debite cerimo- pa il suo culto va estendendosi o-
nie portati nella sala del tesoro gni giorno maggiormente, non solo
i8o5 furono essi
delle reliquie. Nel nelle campagne e nelle borgate, ma
donati a monsignor Bartolomeo de ancora nelle città le più illustri e
Cesare eletto vescovo di Potenza, le più popolate, incominciando da
recatosi in Roma per farsi consa- Roma capitale del cristianesimo. I

grare, il quale li cede al sacerdo- vecchi ed i giovani, i pastori insie-


te don Francesco di Lucia che , me alle pecorelle loro, si uniscono
avealo accompagnato per procurar- per onorarla. Alla loro testa si ve-
si in tale incontro corpo di un il dono cardinali, arcivescovi, vesco-
qualche santo martire perla sua chie- vi, capi d'ordini religiosi, ed eccle-
sa di Nostra Signora delle Grazie di siastici commendevoli per la loro
Mugnano del Cardinale. Quivi tras- dignità, pel loro sapere, e per le

portato il sacro deposito a' io agosto loro virtù. Dall'alto del pulpito
dello stesso anno , fu con grande gli oratori i più eloquenti pubbli-
solennità ricevuto, e ben presto cano la sua gloria, e tutti i fedeli,
quella città divenne illustre per la che la conoscono, soprattutto nel
immensa copia di prodigi che Id- regno di Napoli e nei paesi cir-
dio operava ad intercessione di que- convicini, le danno ad una voce il
sta santa, alla quale dalla pietà dei nome di Taumaturga. Un gran
fedeli una maestosa e ric-
fu eretta numero di vescovi hanno ordinato
chissima cappella. Leone XII a' 4 che si rendesse alla santa , nelle
agosto 1827 donò a questa cappella loro diocesi, un culto pubblico ; e
la sopraddetta lapide, che sotto Pio il loro clero con indulto apostolico
"VII era stata collocata fra le la- del regnante Gregorio XVI, ne di-
pidi cristiane del Vaticano. ce la messa , e ne recita 1' uffizio.

Il miracolo senza dubbio il più Molti sono i libri storici e divoti


grande di tutti quelli che il Si- pubblicati in onore di s. Filome-
VOL. XXIV. 20
,, ,

3o6 FIL FIL


na, perciò mi limiterò solo a citare Misericordia dì Venezia sì è sta-
quelli che posseggo. Relazione, iste- bilita tal divozione, dal zelante e
rica della traslazione del sagro benemerito abbate mitrato monsi-
corpo di s. Filomena vergine e gnor Pietro Pianton prelato do-
martire, da Roma a Mugnano del mestico e protonolario apostolico
Cardinale, scritta dal sacerdote d. autore del libro, che fu stampato
Francesco di Lucia gran divoto e dal Cordella in Venezia nel i835,
custode del corpo della santa, quar- dopo essere stato il prelato di per-
ta edizione del i83i, compendiata sona a venerare in Mugnano la
da un divoto della medesima, vo- santa, ed essersi di tuttociò che la
lumi tre in sedicesimo , Pesaro riguarda pienamente istruito. Inol-
presso Annesio Nobili i83ì-i833- tre il p. Stanislao Gatteschi delle
i834; Elogio sagro in onore di s. scuole pie ci ha dato le Memorie
Filomena V. M. del sacerdote Bar- intorno al martirio e culto del-
tolomeo Fortunati, Spoleto 1 834 la vergine santa Filomena , Firen-
presso Bossi e Bassoni ; La Tati- ze 1834.
matnrga del XIX secolo, o s. Fi- FILONARDI Ennio, Cardinale.
lomena V. M., traduzione dal fran- Ennio Filonardi , nato in Bauco,
cese del dottore Gaetano Panini piccolo castello degli Ernici, nella
Modena i836 per G. Vincenzi; diocesi di Veroli nel regno di Napoli,
Relazione islorica, ec. di d. Fran- die principio alla sua carriera col-
cesco di Lucia coli' aggiunta ec. l'essere ammesso tra i famigliari di
sesta edizione, tre volumi in dodi- Innocenzo Vili ; cosa ch'egli si a-
cesimo , notabilmente corretta ed vea ben meritata co'suoi progressi
Na-
accresciuta dallo stesso autore, nelle scienze e nelle virtù. Alessan-
poli i836 dai torchi di Saverio dro VI gli conferì, nel 1503, il

Giordano; Dissertazione sulla la- vescovato di Veroli, e Giulio II


pide sepolcrale di s. Filomena ver- l'abbazia di Casamari, indi la vice-
gine e martire con le animadver- legazione di Bologna e il governo di
sioni critiche sulle di lei memorie Imola , dove si distinse per somma
riferite dal sacerdote d. Francesco destrezza e prudenza. Leone X lo
de Lucia, e compilate da monsi- inviò nunzio presso gli svizzeri ,

gnor d. Giuseppe de Poveda, del da lui stretti in lega col Pontefi-


sacerdote d. Sebastiano Santucci ro- ce per la sicurezza della libertà
mano, Roma 1837 dalla tipogra- della Chiesa, e quindi fu molto
fìa delle belle arti; La guerriera encomiato dal Papa in pubblico
di Dio contro il secolo decimono- concistoro, ed esaltato qual intre-
no, ossia Orazione panegirica con pido difensore dell' ecclesiastica li-

divote preghiere a s. Filomena, del bertà. Adriano VI, e Clemente


sacerdote d. Ferdinando Angelici VII lo confermarono in quella le-
rettore abbaziale della parrocchia gazione, riconoscendo quanto utile
di s.Antonio di Matelica, Pesaro ciò tornava alla Chiesa. Ivi si a-
i834 per Annesio Nobili; Cenni d operò a tutto potere per salvare
sul martirio e sid culto della ver- la maggior parte del corpo elveti-
gine s. Filomena con alcune pre- co dall'infezione dell' eresia, e su-
ghiere, pubblicati in occasione che però con intrepida fermezza tutti

veli' abbaziale dì s. Maria della quegli ostacoli che sa in tali in-


FIL FIL 3o 7
conili suggerire il genio dell'erro- lui ascritto alle congregazioni de' ve-
re. Paolo IH ricompensarevolle scovi e regolari, del buon governo e
tanti meriti di lui,promosse e lo della consulta, ritenendo il gover-
alla prefettura di Castel sani' An- no diAvignone. Egli è il solo
gelo, e poscia a' 22 dicembre del cardinale, che col titolo di vice-
i536 lo creò prete cardinale di legato abbia presieduto alla lega-
s. Angelo, e nel i538 gli conferì zione di Avignone. Scrivono alcu-
la chiesa di Montefeltro nella Pio- ni che monsignor Ennio suo zio,
magna. In quel torno di tempo eb- assessore del santo offizio, stret-
be anche la legazione delle truppe to amico del Papa , come prelato
pontificie contro il duca di Urbino, di gran dottrina e probità di vita,
nella guerra del ducato di Cumu- il quale per 1' avanzata sua età
lino, e quindi di quella di Parma desiderava di ritirarsi, ottenesse la
e Piacenza. Nel i546 cangiò il porpora cardinalizia pel degno ni-
suo titolo col vescovato di Albano, pote. Era amantissimo della cac-
e morì circa tre anni dopo in Ro- cia, e volendo pure continuarla an-
ma, nel tempo di sede vacante. che ne più cocenti soli della sta-
Trasferito a "Veroli, fu sepolto nel- te, fu preso da febbre così vio-
la chiesa di s. Sebastiano con una lenta, che in breve spirò lasciando
iscrizione assai lunga , postavi dai di se la riputazione di rara pruden-
suoi nipoti Antonio vescovo di Ve- za ed integrità. La sua morte accad-
roli, e Saturno. La chiesa catte- de in Roma nel 1622, e trasferito
drale di Veroli venne ristorata dal nella patria, ebbe sepolcro nella
nostro cardinale; vi rinnovò l'ai- tomba della sua famiglia.
tar maggiore ornandolo di ric- FILONE d'Alessandria. Ebreo
che colonne; vi eresse ancora dap- di nazione, fiorì nel primo secolo
presso un bel portico dal quale si della Chiesa, sotto l'impero di Clau-
potessero mostrare le sante reli- dio Nerone. Era di stirpe sacer-
quie in certi giorni dell' anno, e dotale, e fratello a Lisimaco prin-
ridusse ancora a miglior forma il cipe della sinagoga d Alessandria.
palazzo episcopale. Compose varie opere, delle quali
F1LONARDI Filippo, Cardinale. solo ci rimane la sua Cosmopoe-
Filippo Filonardi, nacque in Bau- tica, ossia trattato della creazione
co nella diocesi di Veroli, l'anno del mondo; la Storia, oasieno i

i582. Ricevuta la laurea di dot- fatti dell' antico Testamento ; il

tore nell'università di Pisa, si re- Corpo legale, cioè i suoi trattati


cò in Roma, dove Paolo V, nel concernenti la legge. Neil' ultima
1608, gli conferì il vescovato di edizione poi di queste opere, stam-
Aquino, vacato per morte di suo pata in Inghilterra nel I74 2 > ri-

2Ì0Flaminio, e poco dopo il go- trovami due trattati dello stesso


verno della città di Fermo. Nel 16 io Filone fino allora inediti : uno sul-
lo stesso Pontefice lo trasferì in Avi- la discendenza di Caino, tratto dal-
gnone, essendone arcivescovo lo zio la biblioteca vaticana, il secondo
Paolo Emilio, colla carica di vice- sopra i tre comandamenti
ultimi
legato, e l'anno dipoi, nel conci- del decalogo, estratto da un ma-
storo de' 17 agosto, lo creò cardinale noscritto della biblioteca Bodle-
di s. Maria del Popolo, e fu indi da jana. Sono in generale quest' ope-
3o8 FIL FIL
re ripiene di pensieri morali e dì de esse vennero a rischiarare la
continue allegorie sopra le storie Grecia e l' Occidente, a collegarsi
della Bibbia. col cristianesimo, a fiorire con es-
FJLOROMO (s.). V. Fiiea (s.). so, poi a perdersi nel medio evo

FILOSOFI, FILOSOFIA. I no- nei campi aridi della filosofia sco-


mi di filosofi e di filosofia derivano lastica , finché lo spirito umano
dal greco philos, amico, e sophia, svegliato per così dire da un lungo
sapienza. Giusta tale origine di sonno, scosse finalmente il giogo del-
questo termine, oltre l'amore e l'autorità , e riaccesse la fiaccola
l'amicizia della sapienza, significa delle scienze ,che probabilmente
pure il nome filosofìa la scienza più non cesseranno d' illuminare
delle cose divine ed umane, e le il mondo; ed ogni nuova scoperta
cagioni ond'esse derivano. Ebbe la e perfezionamento delle precedenti,
da Pitagora un tal nome.
filosofia che si fanno nel secolo corrente,
In quattro parti gli an fichi filo- gli fanno confermare l'epiteto di

sofi solevano dividerla , tre delle secolo meraviglioso. Gli studi e le


quali sono la logica, la metafisica fatiche degli antichi vennero mano
e l' che abbraccia pure la
etica , mano preparando la età in cui
politica, le quali propriamente ap- siamo a tante belle scoperte, come
partengono all'animo; e la quarta al perfezionamento di tanti filoso-
ossia la fisica unitamente alle ma- fici sistemi. Fanno torto a sé stessi
tematiche comprende tutte le scien- coloro che spregiano il moderno
ze, che si aggirano intorno la co- per apprezzare l'antico, o sprezza-
gnizione de'corpi. La coltura e l'a- no l'antico per apprezzare il mo-
more delle scienze in Grecia co- derno. Certo è che in tutte l'età
minciò a fiorire 600 anni avanti fu sempre manifesta 1' ineffabile
l'era nostra cristiana. Alcuni gran- sapienza e potenza divina, nell' in-
di scrittori dividono tutta la sto- gegno e nelle opere dell' uomo.
ria della filosofìa in cinque periodi, Bergier all'articolo Filosofo e
Il

i quali corrispondono alle sue prin- Filosofia, dice che gli antichi sos-
cipali rivoluzioni. Il primo comincia tenevano che la filosofia è la scien-

dall' origine della filosofia sino a za delle cose divine ed umane, ed


Socrate ; il secondo da Socrate aggiunge che con ciò gli si faceva
sino al trasferimento della filoso- troppo onore, dappoiché giammai i
fìa greca in Egitto e in Roma; filosofi privi dell'aiuto della rivela-
il terzo dalla scuola d'Alessandria zione conobbero né la natura di-
si stende sino alla caduta dell'im- vina, né la natura umana ; nessu-
pero d' occidente ; il quarto passa no dei loro sistemi fu senza erro-
da tal caduta sino al rinascimento re; tutta la loro scienza si è l'i-

delle lettere; ed il quinto periodo dotta a disputare, ed a dubitare.


finalmente è compreso dal risor- Miglior filosofia non trovasi di quel-
gimento delle lettere sino alla fine la che ammirasi nei libri sagri di
del secolo XVI II. Uno spettacolo Giobbe e della Sapienza ; giacché
curioso agli occhi dei dotti forma non si trovano, sia nelle opere de-
la tradizione di tutte quelle an- gli antichi che in quelle dei mo-
tiche dottrine trasmesse dall'alta derni, lezioni più ad insegna-
atte
Asia alla Persia e all' Egitto, don- re la vera sapienza a coloro che
FIL FIM 3o 9
desiderano di metterla in pratica. notizie sui filosofi, massime paga-
11 dottore ed apostolo delle genti ni e cristiani.
s. Paolo si scaglia in molti luoghi F1LOTEO (s.). V. Ipparco (s.).

della sagra Scrittura contro la fi- FIMBRI Felice, Cardinale. V.


losofìa pagana, sempre in opposi- Felice III detto IV, Papa.
zione colla sapienza di Gesù Cristo, FlMES (Fimae). Città di Fran-
e contro la vera religione. Fu più c ia in Sciampagna, del dipartimen-
volte disputato se i filosofi pagani to della Marna, nella diocesi di
abbiano attinto alle sagre carte Reims : anche chiamata Fismes,
fu
ciò che trovasi di giusto nei loro e Fines Remo rum, ed è capo-luo-
sentimenti ; le autorità dei padri go di cantone, al ^ confluente della
sono le une per l'affermativa, le Vela e dell' Ardre. E patria di Fran-
altre per la negativa. Sembra però cesco Vely, e di A. Lecouvreur ce-
che alcuni di quei filosofi non ab- lebre attrice. In questa città furono
biano copiato nulla dai libri sacri, celebrati due concili nella chiesa
e che quanto si trova di sassrio di s. Mauro martire. Questi conci-
nei loro potendo venir in
scritti, li sono conosciuti colla denomina-
mente a qualunque persona di buon zione Fismes o Finibus o ad Fi-
senso, senza aver bisogno di copia- nes a pud sanctam Ma crani.
re le cose medesime dalle opere Il primo vi fu tenuto nell'anno
altrui, non si può concludere nulla 887, a' 2 aprile, presiedendo Incma-
a favore di coloro, i quali sosten- ro arcivescovo di Reims. Furono
gono che gli autori greci hanno in esso stabiliti otto articoli che
letto ed imitato gli ebrei. Un' al- sono riguardati piuttosto esortazioni
tra questione insorge pure sulla che canoni. Nel primo viene riferi-
salute o la dannazione di quei fi- to il bel passo del Papa s. Gelasio
losofi. Essendo però indubitabile I, sulla distinzione del potere ec-
che senza una fede almeno impli- clesiastico, e del potere secolare. Il
cita al Salvatore, non si può in al- terzo contiene un avvertimento da-
cun tempo acquistare l'eterna bea- to al re Luigi III, perchè conservi
titudine, come non si può ottenere l'onore ed i beni delle chiese e
coi cattivi costumi ; cosi sembra, mantenga l'autorità de' vescovi. E
che non trovandosi nei detti filo- a sapersi che in questo concilio si
sofi, né la fede al Redentore, ne presentò un decreto di elezione del
costumi irreprensibili, la loro re- clero e del popolo, a favore del
probazione non possa essere dubbia. chierico Odoacre, al vescovato di
Finalmente è da notarsi, che i sa- Beauvais, e che era protetto dalla
gri scrittori greci chiamarono tal- corte. Ma quello fu giudicato in-
volta col nome di filosofìa l' isti- degno dal furono depu-
concilio, e
tuto monastico, e che in alcune tati vescovi a detto re con lettera
chiese quell' individuo che appella- contenente la causa del rifiuto, e
tasi filosofo, era investito d'una che dimandava la libertà dell'ele-
dignità canonicale, e forse fu an- zioni. La corte se ne offese, ma
cora sinonimo di Scoliaste o mae- Incmaro ricevette una lettera dal
stro delle scuole. Negli indici ra- re, colla quale si mostrò disposto a
gionati degli annali ecclesiastici del seguire i suoi consigli ; ma lo pre-
Rinaldi, sono riunite molte erudite gava che di suo consenso potesse
3.o FIN F N1

conferire quel vescovato a Odoncre egli e che era a


stato fondatore,
suo servo. Si deve inoltre osserva- ponente di Cork. S. Finbaro è ri-
re che la libertà delle elezioni era cordato dalla Chiesa il 25 settem-
stata ristabilita sotto Luigi il Man- bre.
sueto. Il quarto ordina che i mo- FINCHAL o FINCREY. Città di
nasteri di uomini e di donne sieno Inghilterra nella diocesi di Durham,
visitati dai vescovi e dai commis- lungi centosessanta miglia daCan-
sari del re, i quali dovranno sten- torbery ; Finchala o Fìncenhala.
dere una memoria sullo stato dei In questa città si tennero due con-
luoghi. cili: il primo nell' anno 788 da
Il secondo concilio vi fu riunito Eambaldo od Echembaldo, arcive-
l'anno g35 contro gli usurpatori scovo di Yorck, contro le irruzio-
dei beni della Chiesa, e contro ni dei danesi. Il secondo concilio

quelli che devastavano i luoghi celebrassi nel799, anch' esso pre-


santi. Esso fu riunito dall'arcive- sieduto da Echembaldo di Yorck,
scovo di Reims Artaldo, e vi assi- e vi si ordinò lo stabilimento del-
stettero altri sei vescovi. Diziona- l' anno di disciplina, dell' osservan-
rio de concili j Regia tom. XXV; za dei canoni, della celebrazione
Labbé tom. IX; ed Arduino to- della Pasqua. Furono altresì ac-
mo VI. cettati i cinque concili generali.
FINBARO (s.), detto da alcuni s. Diz. dei concili j Regia tom. XX;
Arro o s. Barroco. Nacque nella Labbé tomo VIII; ed Arduino
Gonnacia in Irlanda nel sesto seco- tom. IV.
lo, e fu allevato nel monistero di FINGARO (s.), chiamato in
Lough-Eirc, ove si recavano tutti Bretagna s. Guignero. Figlio di un
quelli che amavano istruirsi nelle re di Irlanda, essendo stato scac-
scienze e nella virtù. Il concorsovi ciato da suo padre per essersi fat-
era tanto grande, che se ne popo- to cristiano, s' imbarcò alla volta
lò in poco tempo il deserto in cui dell' Armorica, ove ebbe buona ac-
era situato; e di là ebbe origine coglienza. Morto suo padre, pochi
la città di Cork. Alcuni autori, fi- anni appresso, ritornò in patria ;

dati a un manoscritto della biblio- ma poco vi stette. Imbarcatosi con


teca del re della gran Bretagna a alcuni altri cristiani, approdarono
Londra, attribuiscono a s. Finbaro, nella Cornovaglia armoricana, e si
detto anche Lochano, una lettera fermarono in luoghi solitari, prati-
che tratta delle cerimonie del bat- candovi gli esercizi della vita asce-
tesimo, che fu stampata tra le o- conformemente a ciò che ave-
tica,

pere di Alcuino. Egli fu il pri- vano udito da s. Patrizio. Secondo


mo vescovo di Cork, ne tenne la gli atti de' nostri santi, essi furono
sede diecisett'anni, e mori a Cloy- trucidati da un principe bretone,
ne, quindici miglia lungi da quel- chiamato Teodorico, l'anno circa
la città. Il suo corpo fu posto nella 455. La Fingaro si so-
festa di s.

cattedrale; poi fu trasferito, e lun- lennizza a' 14 dicembre nella dio-


go tempo custodito nella chiesa che cesi di Vannes, ed è onorato ezian-
porta ancora il nome di lui. Ve- dia nella diocesi di Leone.
deasi il suo romitaggio in un mo- FINI Francesco Antonio, Car-
nistero del quale si credea esser dinale. Francesco Antonio Fini, di
FIN F X i 3 1 1

oscura famiglia, nacque in Miner- vere con s. Davidde, s. Gilda e s.

vino, nel regno di Napoli, nell'an- Catmaele. Ritornato trent' anni do-
no 1669. In età di dieci anni po nella sua patria, vi ravvivò colla
cominciò a servire il cardinale Orsi- sua scienza e le sue virtù lo spi-

ni arcivescovo di Benevento, il quale rito di pietà che andava declinando.


vedute in lui delle doti eccellenti,, Egli si servi dei mezzi più efficaci
lo fece suo aiutante di studio, e per mantenere il frutto delle sue
poi gli conferì una mansioneria, fatiche apostoliche, e fondò in di-
quindi un canonicato in Beneven- versi luoghi scuole e monisteri In
to. Lo fece anche primicerio, arci- appresso fu consagrato vescovo di
prete, visitatore della diocesi, vicario Clonard, ove avea stabilita la sua
delle monache e suo maestro di scuola da cui usciro-
principale ,

camera.; e nel 1722 gli ottenne no molti santi commendabili pel


dal Portefice Innocenzo XIII il loro sapere, fra' quali i due Riera-
vescovato di Avellino. Divenuto il ni, Colomkillo o Colombo, Colom-

cardinal Orsini Papa col nome di bo figlio di Cremtaino, e i due


Benedetto XIII, lo volle a suo mae- Brendani. monistero ch'egli avea
Il

stro di camera, quindi lo creò e fatto edificarea Clonard divenne


riservò in petto cardinale, e nel celebre, e vi si portava gente da tut-
1728 lo pubblicò prete cardinale te le parti per educarvisi nelle
nel concistoro de' 2 6 gennaio, con- scienze e nella pietà. Egli amava
ferendogli in titolo la chiesa di s. teneramente la sua greggia, fatica-
Maria in Via, dal quale titolo pas- va con zelo indefesso per la sal-
sò a s. Maria in Trastevere. Fu vezza delle anime, e non vivea che
anche uditore santissimo , ed anzi di pane, di erbe e di acqua; dor-
coperse questo posto sino alla morte miva sulla nuda terra, e una pie-
di BenedettoXIlI. Allora vennecalun- Ira gli serviva di guanciale. Morì,
niato come reo d'alcuni delitti, e di secondo gli annali d'innisfallen cita-
avere abusato di quel Pontefice; ma ti da Usserio, neli' anno 552, ai
istituita un'apposita commissione da 1 2 dicembre, e in tal giorno viene
Clemente XII per esaminare tal cau- festeggiato.
sa, il Fini fu dichiarato innocente. FINIANO (s.). Nacque in Irlan-
Però volle egli rassegnare nelle ma- da sul cominciare del sesto secolo.
ni di Benedetto XIV tutti i bene- Dopo aver fatto diversi viaggi per
fizi che gli erano stati accordati, e cercare i mezzi di perfezionarsi nel-
ritirossi in Napoli, dove menando le vie della salute, ritornò in pa-
una vita esemplare mori l' anno tria, e vi fondò il monastero di
1743, compianto specialmente dai Maghbile ; poscia fu innalzato al-
poverelli. l' episcopato. Celebrasi la sua festa
FINIANO (s). Nacque nella pro- il io settembre, ed è onorato co-
vincia di Leinster, e fu uno dei più me patrono principale dell' Ulster
illustri vescovi d' Irlanda dopo s. in Irlanda. Di più non dice di que-
Patrizio, ai discepoli del quale do- sto santo il Butler, di cui ci servia-

vette la conoscenza della cristiana mo per ricavare i compendiati e bre-


religione. Desideroso di perfezionar- vi cenni delle biografie dei princi-
si nella virtù ,
passò nel paese di pali santi , martiri, beati ec.
Galles, dove ebbe la fortuna di vi- FINIANO (s.). Era della fami-
3i2 FIN FIN
glia de' re diMunster, fu discepolo confraternita del ss. Sagramento, in

di s. Brendano, e fiorì verso la s. Maria ad Martyres. Dopo una


metà del sesto secolo. Sofferse con vita tranquilla, encomiato per bel-
eroica pazienza i dolori di una le qualità, ebbe la disgrazia di rup-
crudele malattia, da cui gli venne persi la rotella del ginoccbio, men-
il soprannome di Leproso. Fondò tre nella cappella pontificia, ascen-
i monasteri di Innisfallen, di Ard- deva gli scalini del trono per ren-
finaan e di Cluainmore Madoc ; e dere la consueta ubbidienza a Pio
fu seppellito in quest' ultimo. Col- VI; cui successe una cronica infer-
gan mette la sua morte ai 2 di mità ed inappetenza
con- che lo
febbraio, ma dice che si faceva la dusse al sepolcro, onde munito di
sua festa ai 16 di marzo nei mo- tutti i sagramenti , un colpo apo-
nasteri di cui egli era stato il fon- pletico troncò la sua esistenza, e
datore. morì nella notte del giovedì ve-
F1NOCCHIETTI Raniero, Car- nendo il venerdì 11 ottobre 1793
dinale. Raniero Finocchietti patri- d'anni 79. Le sue esequie furono
zio pisano, nacque da nobile fami- celebrate nella sua chiesa parro-
glia in Livorno a' 20 gennaio 17 i5. chiale Andrea delle Fratte,
di s.

Avendo mostrato amore allo stato cantando messa il cardinale An-


la

ecclesiastico , corrispondenti ne fu- tici; dipoi fu trasportato alla sua

rono gli studi, terminati i quali si diaconia, e sepolto in luogo distin-


offri al servigio della santa Sede, to avanti la cappella del ss. Sagra-
ponendosi in prelatura. A cagione mento. Nel seguente giorno i mo-
delle sue cognizioni fu posto go- naci di Monte Vergine, che allora
vernatore in varie città dello stato avevano in cura la chiesa di san-
pontificio , e da Clemente XIV fu t'Agata, gli fecero un decoroso fu-
fatto della città di Macerata. Pio VI nerale. Giovanni Laurent!
Il p.
lo dichiarò chierico di camera, e nella Storia della diaconia cardi-
gli conferì la prefettura degli ar- nalizia di s. Agata, a pag. LXX,
chivi di tutto lo stato ecclesiastico, riporta l' iscrizione marmorea che
quindi lo promosse alla cospicua gli eresse il nipote Giacomo, figlio

carica di uditore generale della re- di Giovanni cav. di s. Stefano; ed


verenda camera apostolica. A pre- a pag. L XXX IX un cenno bio-
miarne i meriti lo creò cardinale grafico del cardinale.
nel concistoro de' 1 6 dicembre 1782, FINTANO (s.). Viveva in Irlan-
riserbandolo in petto, e poscia lo da nel sesto secolo, e fu abbate di
pubblicò in quello de' 17 dicembre Ednech in Lagenia. Ebbe a disce-

1787 dell'ordine de' diaconi, con- polo s. Congallo, fondatore dell'ab-


ferendogli la chiesa di s. Angelo in bazia di Benchor, e maestro di san
Pescaria per diaconia cardinalizia, Colombano. La sua festa si celebra
la quale a' 3o marzo 1789 dimi- il dì 17 febbraio.
se, ed andò a quella di s. Agata FINTANO (s.), detto Munnu.
alla Suburra . Lo annoverò alle Discendente della illustre famiglia
sagre congregazioni de' vescovi e re- di Neil, abbandonò il mondo nella
golari, della consulta, dell'immu- sua giovinezza. Voleva consecrarsi
ta ecclesiastica, e del buon gover- a Dio nel monistero di Hy, sotto
no, dandolo in protettore all' arci - il governo di s. Colombo; ma uon
.

FIO FIO 3i3


gli venne fatto di effettuare il suo prima dai gentili , e poi dai cri-
disegno. Morto s. Colombo, ritor- stiani, dice che i fiori erano dedi-
nò in Irlanda } e fondò un moni- cati alle ninfe, e alla dea Flora.
stero al mezzodì della provincia di 11 fiore fu pure dato per segno
Leinster, che dal suo nome fu chia- ad una delle stagioni, che rappre-
mato Teach-Munnu. Le sue virtù, senta la primavera; e qui notere-
i miracoli, ed il numero de' suoi mo che colle stagioni rappresenta-
fervorosi discepoli resero celebre il te nei sepolcri , i pittori vollero
suo nome. Gli annali di Tigernake esprimere la risurrezione, qual sim-
collocano la sua morte ai 21 di bolo di cui si servirono i santi pa-
ottobre del 634 e^ tal giorno >' m dri per una riprova della medesi-
è ricordato dai la Chiesa. Egli è ma. Nel capo XXXI I ove tratta
menzionato nell'antico breviario de- delle corone gentilesche , osserva
gli scoti, sotto il nome di s. Mun- che i festoni sono corone sciolte,
do abbate. e che i fiori nella sagra Scrittura
FIORENZA (s.). V. Tiberio (s.). sono simbolo delle virtù, ed è per-
FIORENZI o FLORENZI Adria- ciò che aspersi di essi ne vediamo
no, Cardinale. V. Adriano VI, Papa. que'sagri libri, in cui mirabilmen-
FIORENZO (s.). Nacque nelle te si ravvisa la grandezza e la
Gallie, e lasciòil suo paese per an- magnificenza divina. Pertanto i pri-
dare a vivere con s. Martino di mi cristiani, senza nota di super-
Tours, che ordinollo prete circa la stizione coronavano i loro defunti
fine del quarto secolo. Dopo aver e sopra de'cadaveri spargevano fio-
predicato il vangelo nel Poitou, si ri. Tuttora si costuma di portare
ritirò sulla montagna di Glonne, al sepolcro, e di seppellire i cor-
verso i confini della diocesi di Nan- pi delle donne vergini, specialmen-
tes e di Angers, per menarvi vita te religiose, colle corone di fiori
solitaria.La sua santità avendo ivi in capo, e co'fiori d'intorno, e ciò
attirato molti imitatori, ebbe prin- anche si pratica con quelle perso-
cipio il monistero conosciuto col ne che muoiono in concetto di san-
nome di s. Fiorenzo il vecchio tità, e lo stesso ancora co'fanciulli
Egli è patrono della città di Roye, che partono da questa vita coll'in-
ove si venera una parte delle sue nocenza battesimale. Se cadaveri i

reliquie, ed è onorato ai 22 set- che si sogliono coronare di fiori,


tembre. nel portarsi alla chiesa per la ce-
FIORI. Sono le più belle parti lebrazione dell'esequie occorre l'ac-
vaghe pro-
delle piante. I fiori sono chiuderli nella cassa , la coro-
duzioni della natura, che riunisco- na di fiori si pone su di essa. E
no il doppio vantaggio di diletta- quanto all' imporre le corone di
re l' occhio, e di lusingare anche fiori ai sepolcri, ne abbiamo chia-
l'odorato. I fiori artificiali e finti re testimonianze in quelli degli
erano uso in Atene, e nell'anti-
in antichi cimiteri di Roma, ivi fre-
ca Roma. Il Marangoni, Delle co- quentemente troviamo tanto ai
le
se gentilesche e profane trasporta- sepolcri dei martiri quanto di mol-
te ad uso e adornamento delle tissimi che non hanno segno al-
chiese, parlando al capo LXX1I di cuno di martirio, ora scolpite nei
alcuni simboli delle piante UMti marmi, ora delineate nella calcina,
3i4 FIO FIO
e spesso in bocca alle colombe, e si paragona a' fiori del campo, ed
talvolta effigiate ne' vetri cimite- al giglio delle con valli. La stessa

riali. Lachiama i ss. Inno-


chiesa Chiesa si fa sentire: Fulcite me
centi uccisi da Erode col titolo , floribus , stipate me
malis; flores
di fiori e rose; ed essa ci rappre- apparuerunt in terra nostra; dile-
senta i martiri sepolti sotto l'alta- ctus meus pascitur inter Mia. Nel
re colle palme in mano, e le co- cap. 7 descrivesi il diletto, che di-
rone in capo. Prudenzio ci fa ve- scende nel giardino, ut pescato r in
dere , che la fede dopo avere ab- hortis, et Mia Buonar-
colligat. Il

battuta l'idolatria, corona i suoi roti nelle sopra i


Osservazioni
martiri co' fiori , cioè li rimunera vasi antichi di vetro, dice che tal-
con quella specie di onore, eh' è il volta il fiore col monogramma di
sommo. V. Sepolcri, ove parlasi Cristo sui sepolcri , simboleggiò il
ancora de' fiori pei sepolcri dei gen- medesimo Cristo. La divina Sa-
tili, delle ghirlande poste nel fere- pienza istessa vuole, che i giu-
tro, dell'erbe odorose, e de' fiori sti sieno come la rosa piantata
mescolati colle ceneri, e di quelli spar- presso le acque, e che rendano fio-

si per onorare i defunti. ri a somiglianza del giglio. Da ciò


Il nobile costume di ornar le chiese, è chiaro che la Chiesa dalla divi-
e decorare i santuari con corone e na Scrittura prese l'uso di ornare
fiori non può dirsi derivato in noi i suoi altari, le sagre immagini, i
dall'uso gentilesco, ma bensì dalla sepolcri de' martiri ed altri santi,
divina Scrittura, perchè Dio coman- e de' suoi figli defunti con fama
dò a Mosè nell'Esodo, cap. i5 e di giusti e virtuosi, e che veggen-
e.3g, che adornasse l'arca con di- do fino dal suo principio profana-
Terse aureole, ch'erano piccole co- to da' gentili l'uso delle corone di
rone, e con queste coronate di bis- fiori, volle contrapporre a sì gran-

so ne decorasse le mitre d'Aronne de abuso, col trasportare l' adorna-


e de'suoi figliuoli , e che adornasse mento de' fiori, alla maggior glo-
il candelabro con gigli frapposti ad ria di quello che gli ha creati. V.
altri ornamenti. Salomone nel 1. 3 Corone e Ghirlande.
de' Re, cap. 7, fece nel tempio la- Il medesimo Buonarroti a pag.
vorare molte corone frapposte a 189 parla de' fiori che solevansi
lioni, bovi e cherubini, e nel lib. 1 spargere sopra i sepolcri dagli an-
de' Maccabei, e.4> è detto: Orna- tichi cristiani, per cui fu assegna-

verunt faciem templi coronis au- to pei medesimi un rosaio; e che


reis, et scululis ; ed in quello del- talvolta vi seminavano sopra mas-
l'Apocalisse, che i ventiquattro se- sime delle malve e degli asfodilli,
niori portavano corone in capo, e e ponevano radiche di fiori : spe-
poscia le deponevano innanzi al cialmente spargevano fiori sui se-

trono dell'Agnello; e finalmente nel polcri de' fanciulli , ed anche delle


libro della Cantica lo Spirito San- erbe odorose. Laonde come si ve-
to figura la Chiesa e l'anima, de- de in alcune iscrizioni , con affet-

scrivendo i suoi ornamenti, fra que- tuoso e poetico trasporto , gli au-
sti i più vaghi sembrano essere i tori di esse desideravano e suppo-
fiori, volendo che il suo letto sia nevano , che i fiori spaisi vi do-
lutto sparso di fiori; ed egli stesso vessero rinascere , e che le ceneri
,

FIO FIO 3i5


istesse si convertissero in fiori per- si fa una processione, in cui il cle-

chè abbellissero perpetuamente il ro porta fiori in mano ; mentre il

sepolcro e fiorissero ogni anno


, gettito de' fiori nelle processioni, e
nella loro stagione. Anzi talvolta i nelle feste vuoisi derivato da quel-
sepolcri furono eretti nei giardini li che i gentili spargevano sui lo-
tra i fiori, ed in altri luoghi deli- ro defunti, che i cristiani pratica-
ziosi ed ameni, come negli orti ; e rono in vece coi loro medesimi
tale doveva essere anco l'uso degli martiri, massime nel trasferimento
ebrei. I componimenti necrologici delle loro reliquie. Tanto pratica-
che si fanno da sensibili persone vasi al tempo di s. Agostino , che
in versi ed in prosa per alcun de- racconta il miracolo operato da
funto distinto, e meritevole di elo- Dio ,
per aversi una donna cieca
gi, spesso s'intitolano: Fiori spar- posto sugli occhi i fiori che ave-
si sulla tomba che accoglie le cene- vano toccate le reliquie di s. Ste-
ri del leggiadro e amabile giovi- fano, per cui ricuperò la vista. Ce-
netto 2V. N. nel primo anniversa-
, lebre è l' infiorata che per la pro-
rio di sua morte alla cara sua me- cessione del Corpus Domini, e con
moria consacrati, come fece il mio disegni si fa in Gemano (Vedi).
amorevole amico caTalier Luigi Rig- L' annalista Rinaldi all'anno 55 ,

gi, allorché nel primo anniversario num. 1 1, riporta, come i fiori po-
della morte del mio dilettissimo fi- sti sull'arca delle reliquie de' santi,
glio Gregorio , volle dedicarmi la per virtù operarono mira-
divina
copiosa raccolta che di talicompo- coli. Iche sono stati avanti
fiori

nimenti o fiori (freschi per le mie alle reliquie, o sante immagini, an-
lagrime e per quelle dell'amicizia) che oggidì dai buoni fedeli sono
pubblicò in Roma con decoroso li- ricercati con divozione ; ed all'ai>
bro uscito dai nitidi tipi del Sal- ticolo Corfìi (Vedi), dicemmo che
viucci ; morte deplorata in più so- gli ebrei ad ogni nuovo arcivescovo
lenni modi e in altri luoghi di
, solennemente portavano in proces-
questo mio Dizionario, come nel sione la Bibbia, che ricuoprivano di
volume XXII, a pag. 289 e 290. fiori, i quali venivano raccolti dal-

Inoltre il Marangoni narra che le donne ebree, serbandoli in seno


in Napoli facevasi una processione per venerazione. Dello spargimento
in onore della traslazione del cor- de' fiori e rami verdeggianti di al-
po di s. Gennaro, nominata la pro- bero che facevasi nei primi tempi
cessione de' preti inghirlandati, per- dalla pietà de' fedeli ne' sagri luo-
chè in essa i sacerdoti portavano ghi, e intorno alle venerande me*
in capo una ghirlanda di fiori. L'o- morie de' martiri , ne parla ezian-
rigine di questa
cerimonia antica dio il Buonarroti citato, a pag. io3,
risale a quella colla quale dai po- dicendo che Girolamo riferisce
s.

poli si ricevevano i corpi e le re- che il santo prete Nepoziano ador-


liquie dei martiri, cioè con fiori in nava con fiori e rami e pampini
mano ; e perchè i sacerdoti tene- le muraglie della sua basilica; e
vano impedita la destra tenendo la s.Gregorio Turonese scrive di s.
fiaccola accesa, portavano i fiori in Severino prete, che abbelliva pa-
capo, cui poscia fu sostituito ador- rimenti le mura della sua chiesa
nare le croci di fiori. In Salerno di gigli. E perchè i fiori sono al-
3.6 FIO FIO
tresì considerali come simbolo dei Koenisgrannus De antìqw'tate et ,

doni dello Spirito Santo, nella so- usti Bethulae Pentecostalis ,frodium-
lennità delle Pentecoste se ne span- que sacrarum universae , Rilon.
dono per le chiese, facendoli get- 1 7 1 7. Samuel Schurzfleischius, De
tare e cadere dall'alto. rifu spargateli flores, Vittembergae
Si trovano memorie assai anti- 1691. Joh. Nicolai, De Phillobolia
che del rito di spargere i fiori dal- setiflorum, et ramorum sparsione
l' alto de' sagri templi. Nell'ordine in sacri*, et civilibus rebus usitatis-
XI del canonico Benedetto, scritto sima; accessit Jo. Cunr. Dieterici,
avanti il ii43, e pubblicato dal Dissertano de sparsione florum ,
Mabillon j nel tom. Il del Museo Francofurti 1698. Dei fioriche
Ital. pag. i48j leggesi, che Domi- dall' alto si gettano nella basilica
nica de Rosa, statto ad s. M. Ro- Liberiana a' 5 agosto, se ne parla
tundam, ubi Pontifex debet canta- nel volume IX, pag. i43 del Di-
re missarn, et in predicalione di- zionario , e ciò in memoria della
cere de Advenlus Spiritus S., quia neve, che prodigiosamente cadde,
de altitudine templi mittuntur rosae, nel luogo ove sorge quella magni-
in figura ej'usdetn Spiritus S. Vuoi- fica basilica, a' 5 agosto. La pia
si che ciò fosse pure in memoria antica notizia che si ha dello spar-
dei fiori che in tal giorno si di- gimento di tali fiori per figurare i
spensavano ai canonici in coro. Del- fiocchi neve caduta, è di No-
della
la benedizione
che fa il Pontefice vidio , Fracco
che pubblicò nel
della Rosa d'oro (Fedi), che tal- i547 suoi Fasti sagri, mentre
i

volta secondo l'antico uso porta in si sa che la festa di s. Maria ad


mano, e delle analoghe erudizioni, ISives con messa propria si cele-

V. Du
se ne discorre a quelf articolo. brava già nel XIV secolo. Il Dona-
Cange , in D ominica
post Ascen- ti ne' suoi Dittici, a pag. 174*
sionem, ed in Nebula, ove riporta nel raccontar le feste che face-
che nell' ordinario della chiesa di vano gli ateniesi alla nascita di
Roano si prescrive, che mentre si un figlio, dice che ponevano sopra
canta il Veni Creator, si gettino la porta delle loro case, per segno
dall'alto delle foglie di quercia, e si di allegria, ramoscelli di alberi fron-
facciano cadere delle fiamme di fuo- zuti. Anche i romani ed altri po-
co: ed inoltre al Gloria in excel- poli costumarono nelle solennità, e
sis si lasci libero il volo a buon in occasione di prospero avveni-
numero di uccelletti, con fiorellini mento, ornare di fiori, di ghirlan-
legati con dei nastri leggiadramente de e di verzure le loro case ed i

alle loro zampette. In un altro del- loro templi. Il mirto, il lauro e la


la chiesa di Lisieux del secolo XIII mortella, siccome piante odorifere
si ordina che alla processione si ac- e sempre verdeggianti, sono prefe-
cendano le stoppie, e che al Ky- rite alle altre nello spargimento che
rie si spargano de' fiori. Così nel- se ne fa nelle festività e processio-
la basilica lateranense , in questa ni ne' luoghi ov' esse si celebrano.
solennità, sparge vansi delle rose per Nella domenica delle Palme [Fe-
tutta la chiesa. F. Eleuterio AI- di), anticamente si benedicevano
bergoni, Discorso sopra la Pasqua anche i fiori, leggendosi negli sta-
rosata 3 Panna 1604. Andrea Lud. tuti di Laufranco, cap. 1, § 4 P°~
:
è

FIO FIO 217


stea accedens abbas, aut sacerdos FIORIANI o FLORIANI, da al-
benedicat palmas, et flores, elfron- cuni detti anche Floriniani. Ereti-
des j e nel libro degli usi Beccensi: ci del secondo secolo , seguaci di
Ponatur lapetum ante altare, et de- Fiorino o Fiorino, sacerdote asia-
super eie. flores , et frondest et pal- tico, poscia prete della Chiesa ro-
mae, quas benedicit sacerdos. Ed mana, il quale fu dal Papa s. Eleu-
è perciò che quando si discoperse, terio degradato del sacerdozio uni-
essendo domenica
la delle l'alme tamente ad un certo Blasto, per-
del i5i3, l'immenso paese eh' chè sosteneva l'empia asserzione di
presso del Messico, gli fu imposto Simon Mago e di Carpocrate, che
il nome di Florida. Dei fluii che Dio fosse la causa del male. Dal
in alcuni luoghi si ponevano intor- qual principio deducendo poi ab-
no al cereo pasquale, è a vedersi bominevoli conseguenze traboccò ,

il Cancellieri a pag. 264 e 270 nelle sozzure de' gnostici, onde gno-
della Settimana Santa. Questi nel- stici floriani furono anco denomi-
la Storia de' possessi de' Pontefici, nati i suoi seguaci. S. Ireneo, pas-
parla di quelli sparsi in tal solenni- sando da Roma, confutò a viva vo-
tà, massime per Gregorio XI, e ce l'eresia di Fiorino, e quindi la
per Gregorio XII. Si possono ador- combattè in una
che gli in-
lettera
nare gli altari con fiori veri, o fìn- Della monarchia
dirizzò, intitolata :

ti secondo la qualità della stagione, dell unità di principio; e che


tra i candellieri ec. Nelle chiese Dìo non è fautore del male. Al-
delle monache francescane, non che cuni accusavano anche Fiorino di
dei cappuccini, ed altri religiosi di aver sostenuto che Maria madre
ambo i sessi, si sogliono porre nel- di Gesù Cristo non era stata ver-
le chiese i vasi colle piante de'fiori, gine nel suo parto, e di aver ne-
e colle piante di erbe odorifere. gata la risurrezione e il giudizio.
Per segno di festa è antico il co- 1 suoi seguaci poi caddero nel pa-
stume di donare ove si celebra rami ganesimo, nel giudaismo e nelle
o massi di fiori anche fìnti; questi più infami dissolutezze. Questi ere-
si dispensano a'cardinali dai con- tici furono condannati in un con-

frati dell' arciconfraternita del ss. cilio tenutosi in Roma sotto il Pa-
Crocefisso per la cappella che si pa s. Vittore nel 198, in un al-
celebra in s. Marcello; mentre a tro concilio delle Gallie sotto s.

loro per la festa e cappella cardi- Ireneo, allora vescovo di Lione, e


nalizia di s. Pietro martire, sono in uno d'Arabia. Filastro parla di
dispensati fiori o rami finti di uli- certi eretici chiamati floriani, ch'e-
vo benedetto, come meglio dicesi gli dice essere un ramo dei carpo-
al volume IX, pag. 1 38 e i4-5 del craziani.
Dizionario.

FINE DEL VOLUME VIGES1MOQUARTO


<P
286024 XX
BX 841 .M67 1840
SMCR
Horoni, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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