You are on page 1of 326

(^ S7^é>

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI ^JOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI,ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

CO.MPILAZIONE

Dl'X CAVALIlìRE GAETAÌNO MOROiM ROMANO


PIUMO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL. XXXYIH.

'
4

IN VENEZIA
DALLA IIPOGRAFIA EMILIANA
Mn CCCXLV I.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

LEO LEO

JLEON di spagna (Legionen). leggerezza della sua struttura, e


Città con residenza vescovile della per le sue grandi e giuste propor-
Spagna, capitale del regno e della zioni; le opere di .scultui'a sono
provincia del suo nome, situata in di un'estrema delicatezza, e gli or-
una valle assai ombreggiata, al namenti interni sono di una ric-
confluente del Torio e della Bor- chezza straordinaria. Contiene essa
nesga, che si passano ambedue so- le tombe di trentasette re e di un
pra un ponte, diciotto leghe di- imperatore, e le reliquie di molti
stante da Oviedo e sessantacinque santi. Si ammira pure il monaste-

da Madrid. E cinta di antiche mu- ro e la chiesa di s. Marco, ove


ra in gran parte distrutte, l'inter- vi è una bella biblioteca ; la chiesa
no però non è bello, benché abbia di s. Isidoro,, ove stanno le sepol-
ragguardevoli ;edilìzi che quelli ture di molti membri delle reali
sono in decadenza dimostrano quan- fiuniglie della Spagna ; la magnifi-
to un tempo la città fosse florida. ca cappella della chiesa del mona-
Possiede sei piazze pubbliche, quat- stero de'benedettini, e alcuni altii
tro delle quali adorne con belle fon- edilizi, come la casa concistoriale
tane : quella maggiore forma un di s. Marcello, ed i palazzi dei
quadrato in cui la unifoimità delle Luna e dei Guzman. Vi si vede
fabbriche è osservata, e dove prin- un palazzo Leone, co-
del re di
cipalmente è rimarchevole il palaz- strutto alla fine del secolo XII, ed
zo comunale. La cattedrale, uno oggi in gran parte occupato da
de'piìi preziosi monumenti della officine di lavoro. Tra gli ospedali
gotica architettura nella Spagna, è vi è pure quello degli esposti. Nel-
sopra ogni cosa osservabile per la le sue manifatture i guanti sono
6 LEO LEO
oggelli di gran commercio. E pa- di Leon fu Felice, dello dal clero
tria di «omini illustri, co-
diversi e confermato dai Papa s. Stefano
me del poeta Bernardino de Ro- I e da s. Cipriano, morendo nel
belledo, di Diego di Santisteban 3 12. Siccome detto Pontefice fu
y Osorio, e del cardinal de Lo- martirizzato 1' anno 260, bisogna
renzana. I dintorni ridenti ed a- dire che il vescovo Felice visse as-
meni olirono delle belle passeggiate sai, che altro Papa fu quello
e
e sono adorni di piantagioni di che lo confermò. Tra di lui suc- i

orrni
D sorla. cessori vi sono due santi fioriti
Alcuni autori pretendono essere dopo che il re Alfonso III nel
stata Leon fondata prima del re- 910 ristabiPi il vescovato, riconqui-
gno di Galba, mentre altri credo- stando la città e cacciandone i sa-
no clie lo sia stata dai romani i-aceni. I due santi vescovi sono,
sotto questo principe. Tolomeo di- s. Froilano benedettino, morto nel
ce che fu chiamata Legio seplima 1006, e s. Alvito egualmente mo-
Germanica, perchè vi si pose a naco benedettinoj morto nel 1062.
custodirlauna romana legione di Clemente XI con decreto de' 3o
tal nome; ma secondo altri si chia- maggio 1716, Bull. Rorn. t. Vili,
niava in vece Legio seplima Gè- p. ^"^f), fece porre nel martirologio
ììiina. Sembra che il nome
certo romano a' 5 ottobre, l'elogio di s.

di Leon siasi formato per corru- Frullano o Froilano, illustre nella


/ione di quello di Legio: fu anche [)ropagazione della vita monastica,
cliiatnata Septiina. E questa la Jiella carità verso i poveri, ed in
prima piazza importante che i altre virtù e miracoli. Inoltre Leon
cristiani ripresero sui mori, essen- ebbe molti distinti pastori, fra'qua-

do stata occupata da Pelagio prin- li nomineremo i seguenti. Francesco


«ipe goto nel 722. Egli la fece Sprata che fu nunzio pontificio in
fortificare innalzandovi un buon Ispagna, creato cardinale da Ales-
caslello per sua difesa. Divenne la Sandro VI, e morto in Roma nel
capitale del primo regno cristiano 1 5o4. Luigi d'Aragona marchese di
della Spagna, e fu per tre secoli Gerace, nipote di Ferdinando l re di
la residenza dei re di Leon, sino Aragona, crealo cardinale da Ales-
ai 1029, in cui fu questo regno Sandro VI, morto in R^oma nel i5 19.
unito a quello di Castiglia, dopo Sebastiano Ramirez inquisitore di
la morte di Berraondo HI ultimo Siviglia, presidente ed arcivescovo
re di Leone. dell'isola di s. Domingo, viceré del

La sede vescovile fu eretta nel Messico. Andrea Cuesta professore


III secolo, e secondo Commanville dell'università d'Alcalà, morto nel
verso l'anno 3o8, per cui alcuni dis- i564, dopo di avere assistito al con-
sero che fu uno
dei primi vescovati odio di Trento. Giovanni di Sam-
fondati Spagna, sotto
nella la millian professore dell' università di
metropoli di Braga; indi passò sot- Salamanca, che intervenne a detto
to la provincia ecclesiastica di Com- concilio e morì nel iSyS. D. Alfon-
postella, ed i sommi Pontefici la so Fernandez Velasco de Pontoia,
dichiararono esente, ed immediata- del collegio di Malaga, poscia mag-
mcntc soggetta alia santa Sede co- giore di s. Idelfonso dell'università
ruc lo è tuttora. Il primo vescovo d'Alcalù, doltore in teologia, profes-
LEO LEO
7
soie di filosofìa, canonico tl'Osma, nari.o con alunni, ed alcune confra-
Ciì nominato vescovo da Benedetto ternite. La diocesi è vasta, contiene
XIV nel 1753, e governò saviamen- circa milletrecento parrocchie, prov-
te questa chiesa. Pio VI nel 1777 vedute del sacro fonte, secondo l'ul-

da Città Rodrigo vi traslatò Gaetano tima proposizione concistoriale. Ad


Quadriliero della stessa diocesi di ogni nuovo vescovo i fruiti della

Leon. Pio VII nel 1800 nominò mensa sono tassati ne' libri della ca-
vescovo Pietro Luigi Bianco della mera apostolica in fiorini i5oo, cor-
diocesi di Coria, e nel i8i4 Ignazio rispondenti a 25,000 ducati di ren-
Raimondo de Roda della diocesi di dita annua di moneta spagnuola ali-
, Lerida. Leone XII nel concistoro cjHÌbus pensionibus antiquis gradali.
de'27 settembie 1824 pieconizzò in
vescovo Gioacchino Abarca e Blacjue Concila di Leon.
della diocesi d' Hoesca, canonico di
Tarragona, che fu delegalo dalla Il primo concilio fu tenuto nel-
santa Sede, e segretario di stato e l'anno IO 12 sotto il regno di Al-
del dispaccio di grazia e giustizia, fonso V re di Leon, altri dicono
non che presidente del consiglio dei adunato per suo ordine ; ne resta-
V. Que-
ministri di sua maestà Carlo no sette canoni o statuii. Vi è det-
23 novem-
sto rispettabile prelato a' to che si comincierà ne' concilii dal
bre 1837 emanò da Estella una ce- giudicar le cause della Chiesa, poi
lebre lettera pastorale, diretta agli quelle del re, indi quelle del po-
abitanti delle provincia soggette alle polo. Questi concilii erano allora
armi del nominato sovrano. La sede assemblee, nelle quali trattavasi di
è vacante da molti anni. affari spirituali e temporali. Il pri-
La cattedrale è sacra a Dio sotto il mo statuto che risguarda la Chie-
titolo dell'Assunzione di Maria Ver- sa, ordinache gli affari ecclesiastici
gine in cielo. Il suo capitolo si com- saranno discussi ne' concilii. Il se-
pone di quattordici dignità, essendo condo è sui testamenti fatti in fa-
la prima quella del decano, di qua- vore della Chiesa. Il terzo concer-
ranta canonici comprese le due pre- ne la giurisdizione de' vescovi sui
bende teologale e penitenziaria, e di loro diocesani. Piegia t. XXV
Lab- ;

altri preti e chierici addetti alla di- bc t. IX; Arduino t. VI; Diz. de
vina ofliciatura. Prima il capitolo concila. .

aveva undici dignità, ottantaquattro Il secondo fu celebrato nel logr,

canonici, di cuiil re era il primo, ed e vennero fatti molti regolamenti


il marchese d' Asterga il secondo, e sui riti e sugli uffizi della Chiesa.
venti prebendari. La cura della cat- Tra le altre cose fu risoluto, che
tedrale viene esercitata da un sacer- gli uffizi ecclesiastici sarebbero ce-
dote, ed ivi è il fonte battesimale. lebrati nella Spagna, secondo la re-
L' episcopio è annesso alla cattedra- gola di s. Isidoro; e che in avve-
le, anch'esso ampio e bello edifizio. nire gli scrittori o notai si servireb-
Oltre la cattedrale vi sono tre altre bero della scrittura gallese o gal-
parrocchie nella città, tutte munite lica in tutti gli alti ecclesiastici, in-

Da ultimo eranvi sei


del battislerio. vece della gotica usata allora in To-
monasteri e conventi di religiosi, e ledo. Labbé t. X ; Arduino t. VI ;

cinque monasteri di monache, semi- Diz. de concilii.


8 LEO LEO
LEON. V. S. PoL DE Leon. di essere richiamato alla corte , e
LEON DI NIGARA.GUA. P". Ni- desiderando di consacrarsi a Dio
caragua. interamente, parti di nascosto, e ri-

LEONA, Cardinale. Leona, che il tirossi nel territorio d'Orleans. Due


Baronio chiama Leone, monaco e leghe distante da questa città era-
abbate del monastero di s. Cle- vi il monastero di Micy quivi Leo- :

mente di Roma, da Pasquale li nardo fece professione sotto la di-


del 1009 fu creato cardinale dia- sciplina di s. Massimino, dopo la
cono di s. Vito. Confermò con giu- morte del quale, avvenuta nel Sto,
ramento quanto avea fatto il Papa passò nel Rerrì, ove convertì molti
in tempo di sua prigionia, in fa- idolatri. Quindi, giunto nel Limo-
vore di Enrico V imperatore, sul- sino, pose sua dimora nella fore-
l'affare delle investiture, morì
e sta di Pauvain, quattro leghe lungi
nel pontificato dello stesso Pasqua- da Limoges, e si fabbricò un orato-
•le H nel mese di febbraio, igno- rio in un luogo detto Nobiliac, No-
l'andosi l'anno. blac o Noblato. Visse molto tempo
LÉONARD (s.) Le Noblat, ZVb- affatto sconosciuto, esercitandosi nel-
liliacuni. Francia
Città dipar-
di , le austerità della penitenza, e non
timento dell'Alta Vienna, circonda- cibandosi che di erbe e frutti sal-
rio e capoluogo di cantone , nella vatici ; poscia si diede ad istruire
diocesi di Limoges. E in una si- i popoli di quel vicinato. Parecchi
tuazione elevata, presso la riva de- de' suoi uditori sentironsi animati
stra della Vienna, che vi si passa dal desiderio d'imitare la sua ma-
sopra un bel ponte. Ha dei bastio- niera di vivere , e ciò diede co-
ni da dove si scuopre un bel pae- minciamento ad un monastero che
saggio, ed è assai bene fabbricata, divenne poi celebre, e al quale fu
con chiesa architettata nel secolo posto il nome di s. Leonardo di
X: il commercio vi è considera- Noblac. 11 re compreso da somma
bile. Quantunque questa città non venerazione per questo santo , la
possieda alcun monumento che fìssi cui fama erasi per tutto sparsa a
l'epoca della sua fondazione, si cre- cagione de' suoi miracoli, gli fece
de però che debba la sua origine dono di una gran parte della fo-

a s. Leonardo parente di Clodoveo, I, resta, ov'egli viveva co' suoi di-


che ritirossi in vicinanza .di essa in scepoli. Pieno di opere buone, an-
una foresta. Nel 1290 vi fu tenu- dò s. Leonardo a riceverne in cie-
to un concilio sulle rendite eccle- lo la ricompensa a' 6 di novem-
siastiche.Marlene, Thesaur. t. IV. bre circa l'anno SSg. La maggior
LEONARDO (s.), romito nel parte delle sue reliquie è riposta
Limosino. Era un gentiluomo fran- nella chiesa che porta il suo nome
cese in grande onore nella corte di a Noblac. Egli è patrono di mol-
Clodoveo I. Convertito al cristia- le chiese in Francia : né era me-
nesimo da s. Remigio, rinunziò al no celebre il di lui culto in In-
mondo, e fu fedele imitatore delle ghilterra prima della pretesa ri-

virtù del suo maestro, di cui ri- forma. E particolarmente invocato


trasse specialmente il disinteresse ,
in favore de' prigionieri, pei quali
lo zelo e la carità. Predicò per aveva in vita una tenera carità ,

alcun tempo la fedo, ma temendo avendone liberati parecchi anche in


,

LEO LEO
modo miracoloso ; è anche invo- ammesso nella piccola congregazio-
calo dalle femmine ne' dolori del ne formala nell'oratorio del padre
parto. Leggesi il suo nome nel Caravita, composta di dodici gio-
martirologio romano e in molli vani scelti tra i più fervorosi e ze-
altri. lanti, i quali si occupavano nello
LEONARDO (s.) di Vandreuve, spiegare il catechismo nelle chiese,
abbate. Nato nel paese di Tongres, e nell'andare i giorni festivi per la
lasciò la Dio
patria per servire a città in traccia di persone oziose
nella solitudine ritirandosi in un
, per condurle alle prediche. Nel
luogo deserto della diocesi di Mans, 1697 entrò nel convento di san
che si chinmava Vandreuve. Ivi Bonaventura dei minori osservan-
coli' aiuto di s. Iniiocenzio vescovo ti riformati, e pronunziò i suoi
di IMans, edificò un monastero, in voti, prendendo Leo- il nome di
cui raccolti molti discepoli, fu ob- nardo. Dopo la sua professione de-
bligato di assumerne
il governo. dicossi all'adempimento degli ob-
Calunniato dagl' invidiosi di sue blighi del proprio stato, alla let-
virtù, ordinò il re Clotario I die tura di libri spirituali, e all'eser-
fosse cacciato dal regno; ma sol- i cizio dell'orazione. La sua regola-
dati a ciò incaricati furono sì com- rità faceva l'ammirazione de' suoi
mossi dalla sua modestia e dai fratelli, la sua condotta serviva lo-
suoi discorsi che disingannarono il ro di esempio, e i suoi discorsi gli
re, il quale conosciuta la verità animavano alla pratica della virtù.
accordò la sua protezione a Leo- Allorché fu innalzato al sacerdozio
nardo, ed avrebbe punito i di lui si consacrò al bene spirituale del
accusatori, se egli stesso non aves- prossimo, ed ottimi effetti produce-
se intercesso grazia per essi. Si col- vano suoi sermoni ; ma non cor-
i

loca la sua morte nel 565 o Sro, rispondendo le sue forze fìsiche al-
e fu seppellito nel suo monastero. l'ardor del suo zelo, cadde perico-
Circa tre secoli dopo venne trasfe- losamente malato, perlocchè fu co-
rito il suo corpo neir abbazia di stretto per lo spazio di cinque an-
Corbignv che prese poscia il suo ni a limitar le sue cure alla pro-

nome. E onorato nella diocesi di pria santificazione. Frattanto reca-


Mans a' 5 d' ottobre.
1 tosi al paese nativo, fece ivi cono-
LEONARDO (beato) di Porto- scete il pio esercizio della /' ia
Maurizio, al secolo Paolo Girola- Criicis. Ricuperata poi la sanità,
mo di Casa-Nuova. Nacque da o- si diede novellamente a travagliare
iiesti e pii genitori a'20 dicembre pel bene delle anime, e con tanto
1676 a Porto-Maurizio, nella dio- zelo che tutti meravigliavansi ch'e-
cesi di Albenga, sulla costa
Ge- di gli potesse reggere a tante fatiche,
nova, e sino dall' infanzia mostiò estenuato com'era dai digiuni, dal-
tale inclinazione per la pietà che le vigilie e dalle austerità. Le sue
pareva annunziare la futura sua moltiplici missioni l' obbligarono
santità. Giunto al decimo anno di a sconere gran parte d'Italia. Af-
sua età fu da un suo zio chiama- faticò dapprima per molto tempo
to a Roma, dove venne educato in Toscana, poscia fu chiamato a
dai gesuiti nel collegio romano. Le Pioina e nelle campagne circonvi-
sue virtù gli meritarono d" essere cine, mandato poscia a Genova e
IO LEO LEO
nella Cofsirn, e finalmente ritoi'nò nardo da Porto- Maurizio. Di que-
ancora negli stati della Cliiesa. in sta, di altra vita, delle sue opere,
mezzo alle sue apostoliche fatiche, e del suo corpo che si venera sot-
POH trascurava il santo missionario to l'altare maggiore della suddet-
la salute dell' anima sua. Si rin- ta chiesa, ne parlammo all' artico-
cliincleva sovente in una solitudine lo Francescano ordine, § Il Mi-
ove vivea per Iddio solo. Egli tenea nori riformali.
in grandissima stima il libro degli LEOlNE (s.), martire. Sofferse
Esercìzi spirituali di s. Ignazio, e a Pataro nella Licia, nel terzo se-
per estenderne 1" uso ottenne da colo, probabilmente sotto gl'impe-
Cosi ino III granduca di Toscana, ratori Valeriano e Gallieno, in oc-
ammiratore delle sue virtù, una casione di una festa che pagani i

casa nei dintorni di Firenze, nella celebravano in onore di Serapide.


quale radunava sovente fedeli che i Volendo egli andar a pregare sulla
desideravano di occuparsene. Pa- tomba di s. Paregorio, suo amico,
recchie confraternite dovettero a che avea di recente versato il san-
l^eonardo il loro increraento o la gue per la fede, fu preso e condot-
loro fondazione. Afììne di propa- to dinanzi al governatore di Licia,
gare la pratica della meditazione il quale dopo avergli fatto subire
sulla passione di Gesìi Cristo, da le interrogazioni ordinarie, e cru-
Benedetto XIV fece innalzare nel- deli battitture, non avendolo potu-
l'anliteatro di Vespasiano, ossia nel to indurre a sagrificare agi' idoli,
Colosseo, delle cappelline in cui so- di cui aveva spente e calpestate le
no rappresentati i patimenti del Ilici al cospetto del popolo, lo con-
Redentore, pel divoto esercizio del- dannò ad essere legato per un pie-
la Fia Crucis, In pili città insti- de e trascinato a traverso le roccia
tuì pure l'adorazione perpetua di e le pietre. Spirò pregando per i
Gesù santissimo Sacra-
Cristo nel suoi persecutori, ed il suo corpo
mento. IMorì finalmente in Roma, fu precipitato in una voragine pro-
nel convento del ritiro di san Bo- fondai, da dove fu in seguito tratto
naventura alla Polveriera, ai •26 no- ed onorevolmente sepolto dai fe-
vembre 1^/5 1. IMolti miracoli ven- deli. Tanto i greci che latini ce- i

nero da Dio operati per di lui in- lebrano la sua memoria, insieme a
tercessione; e Pio VI in detto quella di s. Paregorio, ai 18 di
convento nel 179^ vi promulgò febbraio.
il decreto della sua beatificazione, LEOiVE (s. ), martire. Nacque
la quale venne celebiata ai i4 circa l'anno 856 a Carentan nella
giugno 1796. Ci rimangono parec- bassa Normandia. Fu incaricato dal
chi scritti di questo santo missiona- Papa di fare una missione tra i

rio, e tra gli altri il Maiiualiz sacro baschi, i quali di origine cantabri,
e gli A^'verlinie.iiti utili ai confessori. essendo scacciati dalla patria, eran-
Una raccolta delle sue opere fu si stabiliti nella Biscaglia e nei de-
pubblicata Venezia nel 174^,
a serti della contrada di Labour fi-

in 2 volumi. 11 p. Giuseppe Rla- no Baiona. Leone, giunse a Ba-


a
ria da Masserano pubblicò in R.oma iona verso l'anno 900, co'suoi fra-
nel 1791 un libro che ha per ti- telli Gervasio ed Eleutero, e erede-

tolo; Gesta, virtii e doni del b. Leo- si sia stalo vescovo di questa città.
,

LEO LEO II

Leggesì peraltro nella Gallia christ. eletto (mandatovi dal senato affine
lìova, che non ci furono vescovi di riunire gli animi discordi de'due
di Baiona, che si sappia, prima celebri generali dell'armata roma-
del 9B0; ma alcuni autori sosten- na Aezio ed Albino ), né dell'Asia,
gono che ve ne furono fino dal dove fu chiamato da Teodosio II
38 1. E però certo che s. Leone per presiedere al concilio Efesino,
fece ivi conoscere Gesù Cristo, e nellamaniera stessa che Sallustio
vi fondò una chiesa al nome della chiama sua antica patria la Spa-
Beata Vergine. Le sue apostoliche gna. Nacque verso la fine del re-
fatiche fecero fiorire la religione gno di ed ebbe per
Teodosio I,

cristiana nel paese di Labour, nel- padre Quinziano. Fu educalo nella


le lande al Bordeaux,
disotto di via ecclesiastica, e coriispose ben
nella Biscaglia e nella Navarra. presto alle sollecite cure de' suoi
Egli fu martirizzato dai pirati con maestri con una condotta saggia,
suo fratello Gervasio, nel primo di studiosa e virtuosa, per cui venne
marzo, giorno in cui la sua festa ammesso al clericato , e benché
è notata ne' martirologi; ma non semplice accolito fu scelto per por-
si sa di qual anno. Le sue reliquie tare ai vescovi d' Africa le lettere
furono deposte nella cattedrale di della condanna di Pelagio e di
Baiona, ove è onorato come pro- Celestio, fotta dal Papa s. Zosimo,
tettore della diocesi. il quale, al dire del Novaes, lo creò
LEONE I(s.), Papa XLVII, chia- cardinale diacono. Ebbe parte do-
mato il lilcJgno, dottore della Chie- po questa epoca in tutti gli af-

sa, romano secondo alcuni, ma piìi fari più importanti, ne' pontificati
comunemente toscano. Tra quelli di s. Bonifacio I, di s. Celestino I
che lo dicono romano avvi Ques- e di s.IH, la cui innocenza vi-
Sisto
nello, dissert. i, De vita et rcb. gc- gorosamente difese innanzi all' im-
sl'ts s, Leonìs, coli' autorità di s. peratore Valentiniano III, contro le
Prospero in Chron. p. 748, ove calunnie di chi ne tentava la per-
chiama E.oma patria di s. Leone I, dita. Scuopri gli artifizi dell'ereti-
e di una lettera di questo mede- co vescovo di Eclana Giuliano
simo Pontefice, episl. 3i ad Pul- principale appoggio de' pelagiani.
cherìam, in cui sembra ch'egli ri- Indi fu mandato nelle Gallie per
conosca E.oma per sua patria. I riconciliare i due mentovati gene-
Ballerini ancora nel toni, li Oper. rali, e seppe pacificarli. Durante
s. Leonìs 899, più favorevoli si
p. questa legazione mori a' 28 mar-
mostrano a Roma, che alla To- zo 440 s. Sisto III, e benché as-
scana, parlando della di lui patria. sente a' 9 maggio s. Leone fu crea-
Lo fanno toscano, il Baronio all'an- to Pontefice. Appena tornato in
no 44o> tium. I il Pagi allo stes-
; Roma fece spiccare il suo talento
so anno, num. 3; il Papebrochio nel patetico sermone pronunziato
tlie 9 aprU. pag. 6, n. i-ì et in
1 1 ; nel giorno della sua consecrazione,
Conatu ad s. Lconeni p. i5i, n. i, del quale e della sua ordinazione
i quali dicono, che tanto s. Leo- è a vedersi il Zaccaria, Storia lelt.

ne I, quanto Prospero intesero


s. t. VII, p. 872. Del dono meravi-
di dire, ch'era d'Italia, non delle glioso nell'annunziare la divina pa-
Gallie, dove dimorava quando fu rola priucipalmcule fece uso per
,

11 LEO LEO
preservare il suo popolo dalla se- PriscilUnnistariim Pelagianornm ,

duzione, inciirizzaiidolo alla virlìi e atque Eutychianorum quns sum- ,

confortandolo nelle calamità che , mo studio et labore s. Pontifex


nel suo pontificato furono presso- evertit, atque damnavit , in sex
ché continue nell' Italia. Il di lui Romae lyai. Ma
libros dìstributae,
zelo fu ardente, ed incredibile la ciò che piìi d'ogni altra cosa se-
sua fermezza pel mantenimento gnalò questo Papa fu la vitto- ,

della disciplina ecclesiastica. Ghia ria da lui riportata dopo immensi


ino a sé i più dotti uomini , che travagli sopra 1' eresia di Eutiche.
allora fossero nella Chiesa, per va- Penetrato s. Leone I del più vivo
lersi del consiglio e dell'opera lo- dolore per 1' infelice riuscita del
ro, come rilevano i citati Balleri- concilio o Conciliabolo di Efeso
ni t. Il, pag. 4 '6. Avendo inteso (Fedi), nel quale quell' eresiarca
che in diversi luoghi, massime nel- trionfò nel 449> sollecitò ed otten-
la Mauritiana, erano stati elevati ne dall' imperatore Marciano la
nll'episcopalo per mezzo d' intrighi convocazione un concilio gene-
di
nomini indegni, colle sue lettere rale nel /{Si, che fu quello di
riuscì a togliere sì detestabili abu- Calcedonia (Fedi), la decisione del
si. Essendo poi stato deposto dalla quale fu espressa a tenore di quan-
sede di Besancon il vescovo Celi- to leggevasi scritto nella lettera di
donio, da s. Ilario vescovo d' Ar- s. Leone I a Flaviano santo ve-
les, ed avendo appellato al Papa, scovo di Costantinopoli , vilipeso
(]uesti adunato un concilio trovollo indegnamente nel detto conciliabo-
innocente e lo rimise nella sua se- lo. Commise a Giuliano vescovo
de. Il p. Sangallo, Gesta de^ Poni. di Coos di rappresentare le sue
t. IV, p. 271, rivendicò l'autorità veci presso l'imperatore Marciano,
di s. Leone I e della santa Sede per impedire la propagazione del-
sulle appellazioni contro Febronio, l'eresia nestoriana; ond'ebbero ori-
ed altri nemici di esse. gine i Nunzi apostolici (Vedi).
Con sommo studio e con in- JVeir anno l\^i Attila re degli
credibile vigilanza si applicò s. Leo- unni, che chiamava sé stesso fla-
ne I a condannare ed abbattere gello di Dio, dopo di aver sac-
le eresie de'manicliei in Roma, dei cheggiato molte città d'Italia, pa-
priscillianisli nella Spagna, dei pela- reva che si volesse dirigere a E.o-
giani e degli eutichiani, le quali sot- ma ove risiedeva il Pontefice. Que-
to il suo pontificato a grave peri- sti gli andò incontro con diversi
colo posero la religione, sì nell'oc- ecclesiastici e con due senatori,
cidente che nell'oriente. Con som- cioè Avieno uomo consolare , e
ma erudizione raccolse il p. Cac- Trige/.io prefetto del pretorio .

ciari quanto apparteneva alla sto- Colla mirabile e maestosa sua pre-
ria di queste eresie nel primo senza, santità ed eloquenza s. Leo-
tomo delle opere di s. Leone I, I abboccò con Attila a Gover-
si

che tutto intero si occupa in que- nolo, altri dicono ad Ambuleio sul
sto argomento, ed ha questo titolo: Blantovano, laddove il Mincio si
Extrcitaliones in iuii\<ersa s. Leo- scarica sul Po. Soavemente ne dis-
nia Magni opera perlinentes ad armò la collera , frenò la ferocia
ìvslorias hae resimi Maniclicorum j
del barbaro vincitore, il quale al-
LEO LEO i3
le persuasive del Papa diede fine de' vandali, allorché nel 4''^ con
alle ostilità e si ritirò di là del poderosa armata si portò all'assedio
Danubio, con promessa di far la di Roma. Sei miglia distante s.

pace_, mediante un tributo cbe pa- Leone I raggiunse il re, dal quale
gherebbe l'imperatore Valentiuiano soltanto ottenne che nel saiclieg-
III il
: Papa tornò in Pioma tra gio della città verrebbe rispar-
le benedizioni dei popoli. RafTaello miato il sangue e l'incendio, e la-

nelle camere del palazzo vaticano sciate intatte le tre basiliche , La-
rappresentò l'incontro di s. Leone teranense, Vaticana , ed Ostiense.
I con Attila, col suo inimitabile La chiesa d'Alessandria era afflit-
pennello; ed altrettanto fece col- ta per la fazione di Timoteo Elu-
lo scalpello nella basilica vaticana ro, che dopo lamorte del vescovo
il celebre Alessandro Algardi, nel- Marciano aveva occupata la sede
l'alto rilievo di marmo, che si ve- d'Alessandria, e voleva ristabilirvi
de nell'altare che eresse a questo l'eutichianismo ; il Papa se ne oc-
santo suo predecessore Innocenzo X. cupò con tutto lo zelo, ed ottenne
I due valentissimi artisti seguendo dall'imperatore Leone e dai me-
la tradizione rappresentarono s.
, tropolitani d'oriente che fosse cac-
Leone I preceduto in aria dai ss. ciato l'intruso.
Pietro e Paolo, che colle spade Tra le innumerabili determina-
sfoderate minacciando il re degli zioni di Leone I, si ha che di-
s.

unni, questi atterrito precipitosa- dkhiarò doversi allontanare dagli


mente retrocedette. Riconoscendo ufiizi ecclesiastici e dal nome sacer-
il Pontefice dalla protezione del dotale ,
quello che avesse sposa-
principe degli apostoli la liberazione to una vedova ; proibì 1' usu-
di Roma, fece fondere la statua di ra ai chierici ed ai laici ; vietò la
metallo di Giove Capitolino, e di confessione pubblica ; nel canone
essa ne formò la celebre immagine della messa aggiunse le parole
dello stesso principe degli apostoli, Sanclum sacrifìcium immaculatam
che si venei'a nella basilica vati- hostiam; riparòle basiliche Vatica-
cana. Altri attribuiscono la fusione na ed Ostiense, ed affidò la custo-
di tale statua, e formazione di
la dia de'corpi de' principi degli apo-
quella di s. Pietro a Costantino. stoli a suoi Cubicularii [Vedi) ;

Su questo punto e sulla venera- ed ebbe la consolazione di vedere


zione della statua di san Pietro, a'suoi giorni molti infedeli abbrac-
oltre quanto noi abbiamo detto ai ciare la fede, JVon è poi certo che
loro luoghi, sono a vedersi il Cancel- egli sia l'autore òqW Hanc igitur
lieri, Descrizione della basilica Vati- oblationem , dell'/fe missa est, del
cana, p. 4i> ed il Marangoni, Delle Benedicamiis Domino, e dell'incen-
cose gentilesche p. 68, ove dice che sare l'oblata. In quattro ordinazio-
avendo Leone l'Isaurico minacciato ni nel dicembre s. Leone I creò ,

di farla in pezzi, gli scrisse s. Gre- centotlantacinque vescovi, ottantu-


gorio II, che i popoli d'occidente no preti, dodici o trentuno diaco-
ne avrebbero fatta sanguinosa ven- ni. Governò venti anni e ventotto
detta. Non ebbe interamente egual giorni, e morì agli i i aprile del
successo l'altra ambasciata del Pon- 461, giorno in cui la Chiesa cele-
tefice $. Leone I a Genserico re bia la sua festa. Il p. ^angalJo
i4 LEO LEO
loco citato p. 4'^> quanto alla De script, eccles., lo chiama il Tul-
morte di s. Leone I, dice che la lio della facoltà ecclesiastica, 1' O-
più probabile opinione è che ino- moro della sacra teologia, l'Aristo-
risse ai io novembre; su di che tile delle ragioni della fede , il

può vedersi il p.Mabillon, Veter. Pietro dell'autorità apostolica, e il

Analect. t. Ili, p. 43o. Fu egli il Paolo del pergamo cristiano. E in


primo Pontefice seppellito , cioè fatti , ch'egli fosse uomo non solo
trasferito nella basilica di s. Pietro, nelle sacre carie, ma ancora nelle
come osserva Laerzio Cherubini, profane scienze profondamente ver-
Bull. Roni. t. I, p. I ; mentre al- sato, ne fanno fede le lettere e i
tri suoi predecessori erano stati sermoni che di lui abbiamo, nelle
sepolti ne' sotterranei accanto al quali oltre una giusta ed esatta
santo apostolo, ovvero sul portico. dottrina, vedesi una gravità ed una
Indi le sue reliquie furono quattro eloquenza non ordinaria, che in
volte trasferite in diversi luoghi, mezzo ancora ad uno stile che al-
che indicammo nel voi. XII, p. lora si usava non troppo terso e
294 del Dizionario. Dell' ultima talvolta oscuro, piace non ostante
ne fa distinta relazione Benedetto ed alletta assai, come esprimesi il

XIV, De canon, ss. lib. IV, parte Tiraboschi nella Storia della lei-

II, cap. 23, n. 7 e seg., il quale ierat. ital. t. II, lib. IV, p. 335.
v'intervenne come promotore della San Leone I è il primo Papa
fede e canonico vaticano : questo di cui abbiamo una serie di opere,
Pontefice colla costituzione 4*^ > cioè novanlasei sermoni sulle prin-
Ballar. Bened. XI F, t. IV, p. 228, cipali feste dell'anno ; centoquaran-

prescrisse a s, Leone I il rito di ta lettere, ed un codice sugli anti-


dottore della Chiesa. Su detta tras- chi canoni. Alcuni attribuiscono
lazione abbiamo da monsignor Ni- pure a s. Leone I il libro della
colò Fortiguerra l'Oratio in trans- vocazione de' gentili, ma sembra
lattone corporis s. Leonis Ma- piuttosto di sconosciuto autore. I

gni hahita in basilica Vaticana capitoli sulla grazia e sid libero


anno 1 7 5. Questa si legge nel
1 arbitrio sono del Pontefice s. Ce-
Ragguaglio della traslazione del lestino I, e la lettera a Deinetria-
corpo di s. Leone Blagno, di Lo- de è del medesimo autore della vo-
dovico Sergar di, Roma 1715, Ad cazione de'genlili. Le lettere di s,

onta di quanto dissero alcuni ere- Leone I contro gli errori di Eu-
tici e falsi cattolici, nemici giurati tiche furono da alcuni scrittori at-
della pontificia autorità, s. Leone tribuite a s. Piospero, che fu suo
I senza oltrepassare i limiti della cooperatore nel distruggere gli a-
giustizia e della santa prudenza, busi e le eresie de' priscillianisti e
seppe sostenere con gravità il suo dei peingiani, ma d. Ceillier nella
decoro, con fermezza d'animo i suoi Storia degli scrittori sacri, non con-
diritti, con invila costanza la sua fonde Io stile dell'uno e dell'altro;
nutorilà, unendo all' istcsso tempo ed abbenchè preferisca evidente-
la piacevolezza, l'amore, le paterne mente quello di s. Prospero, non
sollecitudini per accogliere i tra- toglie però a s. Leone I il nìcrito
vinti , animare i pusillanimi , e fu" delle sue opere contro ^eresiarca
rivedere gli erranti. Gio. Tritemio, d'oriente. In tutti gli scrini poi ili
LEO LEO i5
s. Leone I apparisce la bellezza stoire da pnnlifical de Leon te .1.

del suo spirito, colla solidità del Grand, che Innocenzo XI condan-
giudizio e colla grandezza del co- nò con bi-evc de'2(3 febbraio 1687.
raggio. Degno di occupar la prima Vacò la santa Sede sette mesi.
sede della Chiesa, ne fu l'ornamen- LEOlNE li (s), Papa LXXXH.
to per le eminenti qualità, che gli Figliuolo di Paolo ML-neo o Mene-
meritarono i gloriosi titoli di Tl/rtt- io di professione medico, nacque
gno e di Grande j la santità della secondo alcuni in Cedella neh' A-
sua \ita lo rese rispettabile alle bruzzo Ulteriore, nel luogo chia-
potenze della terra, e fu l'ammi- malo la Valle di Sicilia, e secon-
razione della Chiesa cattolica pel do altri, e forse meglio, nella dio-
suo zelo nel difendere la purezza cesi di Catania in Sicilia. l'rofcs-
della sua dottrina, nel far osserva- sato avendo tia i canonici regolati,
re i decreti de'suoi concili!, e nel divenne eloquente e insignemente
conservarne la disciplina. Le opere perito nella scienza delle divine
di s. Leone
furono tutte insieme
1 lettere, nel che gli fu di gran lu»
stampate in Parigi in tre volumi me ed aiuto la perfetta cognizione
nel 1675, con annotazioni e disser- che aveva delle lingue greca e la-
tazioni dal p. Pascasio Quesnello, lina. Ebbe eziandio molta capacità

e poi ristampate nel 1700 in Lio- nella musica, onde potè con tutta
ne di Francia in due tomi in fo- agevolezza riformare il canto della
glio, ma questa edizione è infetta salmodia e il concerto degli inni
dal veleno Quesnelliano. Per por- sacri, e fu insigne amatore de'po-
gerle un convenevole antidoto fu- verelli. Essendo stalo creato car-
rono fatte due edizioni in tempo dinale di santa romana Chiesa,
di Benedetto XIV, J'una dal p. fu eletto Pon-
dell'ordine de'preli,
Pietro Tommaso Cacciari carmeli- tefice i5 agosto del 682. Indi
a'
tano di singoiar erudizione, che venne consecrato secondo il con-
pubblicò colla stampa il primo to- sueto dai vescovi di Ostia e di
ìXìo nel 1751 e poi due altri to- Porto, e da quello di Velletri in
mi. La seconda dagli immortali luogo di quello di Albano cui ap-
fratelli Pietro e Girolamo Ballerini, parteneva, perchè allora si trovava
dottissimi sacerdoti veronesi, che questa chiesa priva del vescovo.
pubblicarono primo tomo in Ve-
il Con l'epistola ad Constant, imp.^
nezia nel 1755, dopo il quale an- presso Labbé, Concil. t. VI, p.
no seguirono i due altri tomi. Ab- iijG, confermò il VI concilio ge-
biamo la Fifa di s. Leone I e di nerale riunito contro i monoteli ti,
Attila Pagello di Dio, scritta da gli alti del quale furono portati
Gabriele Bertazzolo e stampata in in Roma dai legali, e s. Leone II
Mantova nel i6i4: fulvi riprodotta dal greco, come alferma Sigeberto,
dal Tassoni nel 1727. Leonis I vi- De script, eccl. cap. 59, li traspor-
tae conìpendiimi cum ejiis operibiis, tò nel latino, inviandone con sua
Lugduni i632. t9. Leonis I vìtae lettera una copia ai vescovi della
cowpendium, editiun ante tjnsdem Spagna. Con questa lettera ai ve-
opera, mss. nella libreria del Ge- scovi della Spagna, im'altra Leone
sù di Roma. Luigi Maimbourgh li ne mandò al reErvigio, la qua-
nel 1686 pubblicò io Parigi: Hi- le è registrala da Labbé nel t. VI,
iG LEO LEO
p. ii'ì'ì Condì., e in questa gli non si sa comprendere come il

dice il santo Pontefice: •» che O- Voigt, Storia di Papa Gregorio


norio avea consentito, che l'ini-
I FU, cap. IX, possa dire che Ai-
mncolala regola della tradizione stulfo figlio del conte di Calu, ca-
apostolica, da' suoi predecessori ri- stello del Wurtem borghese, venne
cevuta, fosse offesa e macchiata ". assunto al pontificato col nome di
Il Baronio stimò apocrife queste Leone 111, mentre il nome ancora
due lettere, ma per vere e legitti- non si soleva cambiare nell'esalta-
me le difese il p. Lupo : De sexlo zione al soglio papale. Da canoni-
syiiodo gener. diss. ult. 1. 111^ p. co regolare, passò poi tra' monaci
51. Il Turrecremata dice
cardinal benedettini al dire di Ciacconio.
che il concilio male interpretò le Ma il Cardella seguendo il p. Nar-

cattoliche lettere del Papa Onorio di narra, ch'egli in età ancor tenera
I, al patriarca Sergio. Sostenne entrato nel palazzo pontificio per
l'onore della sua sede e la preemi- essere educato nella pietà e nelle
iienza contro l'arroganza dell'arci- lettere, fece tali progressi, che me-
vescovo di Ravenna ; laonde ad ritò di essere successivamente in-
istanza di S.Leone li, l'imperatore nalzato ai sacri ordini del suddia-
Costantino che morto
III ordinò, conato, del diaconato, e finalmente
l'arcivescovo di il nuova- Ravenna, a quello di cardinale prete del ti-

mente eletto dovesse, secondo l'uso tolo di s. Susanna. D'illibati co-


antico, ordinarsi in Puoma. In una stumi, facondo nella favella, e
ordinazione a' i6 giugno il Papa molto versato così nella sacra co-
creò ventitre vescovi, nove preti e me nella profana erudizione, in-
tre diaconi. Il Cardella registra clinatissimo a ragionare o sentire
sette cardinali nel suo pontificato. ragionare di cose divine, e ad o-
Il Bergier dice che istituì il bacio rare coi monaci ed altri servi di
di pace nella messa, e l'aspersione Dio. Gran fautore delle dotte e
dell'acqua santa sul popolo. Go- letterate persone, da ogni parte
vernò dieci mesi e diecisette gior- con premi a sé le tirava, meravi-
ni, e morì ai 4 luglio del 683 : glioso piacere provando in ragio-
la Chiesa ne celebra la festa a' 28 nare con esse Visitava gl'infermi,.

giugno. Fu sepolto in s. Pietro, sovvenne con larga mano i mise-


ed il suo corpo si venera sotto rabili, consolò gli afflitti, e i tra-
l'altare della Co- Madonna della viati ridusse con cristiani ricordi
lonna. Ad una insigne dottrina ed ed eflicaci esortazioni nella via del-
eloquenza accoppiò rara prudenza ; l'eterna salute. Fu di natura be-
non trascurò nulla per ristabilire nigna e tardo all' ira, intrepido
dovunque la purezza della fede difensore dell'ecclesiastica immunità
cristiana e de'suoi costiuni ; i suoi e dell'onore di Dio. Dopo essere
benefizi lo resero caro a) popolo stato l'ornamento della Chiesa ro-
romano. Vacò la Chiesa romana mana, fu per universal consenso
undici mesi e veutidue giorni. a'26 dicembre del ygS eletto Pa-
LEONE IH (s.), Papa XCIX. pa e consecrato nel giorno seguen-
Nacque Roma
ed ebbe per pa-
in te. Dopo la consecrazione fu egli
dre Asupio, secondo l'opinione con- coronato ai gradini inferiori della

corde di tutti gli storici, laonde basilica vaticana, e da questa fun-


.

LEO LEO 17
eione il Cancellieri iacomiociò la chio lateratiense, per assistere alla
collezione delle relazioni de'solenni processione delle litanie maggiori ,

possessi presi alla basilica latera- nel giorno di s. Marco, recan-


nense dopo tal cerimonia dai som- dosi alla chiesa di s. Lorenzo in
mi Pontefici successori di s. Leone Lucina. Questi assassini lo mal-
IIL V. Possessi de' Pontefici. Per- trattarono con tante percosse che
venuta a Carlo Magno la notizia lo lasciarono mezzo morto, dopo
nell'elezione di s. Leone III, scrisse averlo acciecato e cavatagli la lin-

una ossequiosa lettera di rallegra- gua ( cioè avanti la Chiesa di s.

mento, per mezzo di Engelberto Sih'estro in Capile [Fedi), o avanti


abbate del monastero di s. Ricario, la confessione della medesima se-
implorando l'apostolica benedizione, condo il Severano, Memorie p. 486),
l'orazioni del Pontefice, 1' alleanza e posto nel monastero di s. Era-
della romana Sede, che prometteva smo come in un carcere, per met-
continuare a difendere, ed inoltre terlo in sicuro dal popolo. In que-
gii mandò dei doni provenienti sto luogo prodigiosamente i ss. Pie-
dalle spoglie conquistate sugli un- tro e Paolo lo risanarono nella
ni. Pregato il Papa da Carlo Ma- lingua e negli occhi. Alcuni scri-
gno di confermargli il titolo di vono che gì' iniqui soltanto si sfor-
patrizio romano, onde gli correva zarono di strappargli la lingua e
l'obbligo di difendere la Chiesa ro- gliocchi. Nella seguente notte si

mana, s, Leone III gli mandò le portò nel monastero Albino ca-
chiavi di s. Pietro e Io stendardo meriere o camerlengo del Papa j
di Roma, insegne che lo l'endeva- con buona mano di armati e di
no obbligato a difendere il civile fedeli amici, cavò fuori s. Leone
e r ecclesiastico della Chiesa. F III , lo assicurò nella basilica va-
Chiavi. La deputazione spedita al ticana, dove si trovava Tabbate di
re dal Papa, ritornò in R.oma con Stavelo inviato di Carlo Magno, e
ricchi presenti. fece a Winigiso duca di
sapere
Quattro anni dopo scoppiò una Spoleto r infame avvenimento. Ir-
terribile cospirazione contro i gior- ritati i traditori di vedere libero
ni del Pontefice, della quale fa- il Papa, sfogarono la loro rabbia

cemmo menzione in più analoghi col saccheggio del patriarchio e


luoghi. Pasquale primicerio e Cam- della casa d' Albino. Intanto con
polo saccellario o cappellano della un esercito giunse in Pioma Wi-
Chiesa romana, nipoti dell'imme- nigiso, condusse in salvo in un
diato predecessore Adriano I, sotto suo castello s. Leone III, il quale
ilcui pontificato aveano esercitato passò in FVancia a trovare Carlo
molta influenza in Roma, vedendo Magno che lo raggiunse in Pader-
di non poter esercitar più il pote- bona, dopo essere stato per ordine
re sugli affari, e sdegnati di non di questo incontrato da Gildivaldo
aver potuto succedere al loro zio, arcivescovo di Colonia e arcicap-
determinarono di disfarsi di s. Leo- pellano, dal conte Ascario, e da
ne III. Quindi nell'anno 799 ai lui slesso col figlio Pipino con ogni
i5 aprile spedirono gente armata maniera di venerazione , e tra il

per avventarsi contro il Papa, men- canto degli inni e dei cantici; ri-
tre usciva a cavallo dal palriar- cevendolo Gome vicario di Gesì»
VOL. XXXYUl,
i8 LEO LEO
Cristo e sommo Pontefice. Al suo s. Leone III nella basilica vatica-
arrivo il numeroso esercito con di- na, asceso l'ambone, con si giustificò

vozione si prostrò a terra , e gli suo giuramento, pronunziando quel-


domandò la benedizione apostolica. le parole riportate dal Severano a

Giunto s. Leone III al tempio col p. 549, e mettendosi sul capo la


re, intuonò 1* inno : Gloria in ex- croce ed il vangelo. Allora i ca-
celsisDeOf cui rispose tutto il cle- lunniatori e cospiratori furono con-
ro. Del miracolo operato dai prin- dannati a morte ed alla mutila-
cipi degli apostoli in s, Leone III zione delle membra : il Papa in-
si fa memoria nel Martirologio tercesse per essi, salvò loro la vita,

romano a' 12 giugno. Il Fleury, onde furono esiliati in Francia. In-


Hist. eccles. 45, all'anno 799,
lib. di nel giorno di Natale dell' 800,
sembra dubitarne, credendo che mal- essendo andato Carlo Magno ad a-
grado la crudeltà de' sicari non scoltare ed assistere la messa che
riuscì loro di cavargli la lingua e doveva celebrare nella basilica va-
gli occhi. Ma il Pagi nella vita di ticana il Papa, questi l'unse e co-
s. Leone IH, nel tom. II del Bre- ronò imperatore, rinnovando in lui
vìar.Rom. Pont.^ con fortissime ra- r impero d' occidente; indi unse, .

gioni lo dimostra, come da Ana- dichiarò e coronò re di Aquitania


stasio Bibliotecario viene racconta- Lodovico I, e re d' Italia Pipino,
to. Nella stessa guisa descrisse il ambedue figli di Carlo, al modo
fatto in versi Alcuino maestro di che dicemmo nel voi. XVII, pag.
Carlo MagnOj nel poema della par- 2 1 2 del Dizionario ed altrove, co-
tenza di s. Leone III, grave auto- me all' articolo Imperatore. L' A-
ritàche si può vedere presso il nastasio descrive le molte oblazio-
Duchesne, Script. Francar, t. II, ni ricchissime di oro, d'argento e

p. 196. di gemme preziose che Carlo fece


Dopo avere il Papa soggior- al Papa dopo la coronazione, giac-
nato in Francia, trattato onorifi- ché r ordine romano prescriveva
camente Carlo Magno da , fece qualche olìerta d'oro, ed aggiunge
Roma, ove entrò
ritorno in a' 29 che r imperatore pregò s. Leone
novembre dell'Boo come in trion- III a servirsi nelle processioni delle

fo, e al modo detto ad Ingressi litanie di una croce, ch'egli con


SOLENM IN Roma. Ivi pure
giunse questo fine donò alla basilica la-
Carlo Magno con grande accompa- teranense. Carlo Magno ritornò in
gnamento per sedare tumulti, e i Francia nell'aprile 801 dopo Pa-
promuovere la stima ed il decoro squa. Il sommo Raffaele nelle ca-
per la dignità pontificia, per lo che mere valicane dipinse il giuramen-
nel i5 dicembre vi convocò un'as- to di s. Leone III, e l'atto solen-
semblea di prelati e di nobiltà, di ne della coronazione di Carlo Ma-
vescovi italiani e francesij che può gno, che prostrato ai piedi del Pa-
dirsi concilio, a fine di esaminare pa riceve sul capo la corona.
le accuse fatte contro del Papa. Si espose al pubblico in Roma
Non essendosi presentato alcuno per l'anno 1810, nel convento della ss.

sostenerle, e protestando tutti i ve- Trinità de'Monti, un quadro rap-


scovi che non avrebbero mai ar- presentante s. Leone III nella chie-

dito giudicare la prima cattedra, sa di s. Pietro, che dopo aver co-


,

LEO LEO 19
rouato Carlo Magno imperatore, gli togliere dal pubblico la stampa.
si prostra in atto quasi di doman- Comparve inoltre in Roma un o-
dargli perdono, in abiti pontificali puscolo dell'ab. Vertot tradotto in
colla tiara in testa : il trono del Pa- italiano, intitolato : Ricerche sulto-
pa il pittore lo collocò a sinistra, rigine grandezza temporale
della
quello dell' imperatore a destra, e de' Papi. Opuscolo pieno di mal-
questo collo scettro in mano riceve- talento e di frode, atto specialmen-
re gli omaggi de'vescovi delle chiese te ad ingannare i semplici; in cui
greca e latina, altri incensarlo dal- l'autore,dopo di aver detto quan-
l'altare, e persino genuflessi. Tale to di male il suo cuore corrotto
quadro fu dipinto dal fiammingo suggerivagli contro la cattedra apo-
Francesco Odevaere pensionato del- stolica ed i Pontefici romani, sos-
l'accademia di Francia che inol- , tiene l'adorazione di s. Leone 111
tre pose al suo lato un passo degli a Carlo Magno colla solita auto-
Annali ci' Italia del Muratori, in rità degli Annali de' franchi. A
cui si citano queste parole degli dissipare le sinistre impressioni del-
antichi annali de' franchi: A Pon- le persone poco accorte ed istruite,
ti/ice more antiquornm principimi lemaligne conseguenze dello scan-
cdoratus est, testo col quale l'ar- daloso quadro e sua stampa, a con-
tista si lusingava di potere rende- fondere i male intenzionati, a di-
re storico il suo quadro favoloso fendere r insulto che si fece alla
ed immaginario. Questo quadro religione e magnanimità dell'im-
\enne dipinto da Odevaere ne' mo- peratore Carlo, figlio obbediente e
menti piìi crudeli di Roma, della benemerito de'Papi, uno de'più ze-
prigionia cioè del Papa Pio VII, lanti difensori delia Chiesa, in cui sem-
della mutazione del governo , con pre sarà in benedizione la sua memo-
animo di presentarlo a Napoleone ria, il sacerdote romano monsig. An-

nella pubblica esposizione di Pari- tonio Santelli dipoi e tuttora came-


gi. In un' epoca in cui si tentava riere d'onore di sua Santità, imprese
ad ogni costo l'oppressione del ro- a comporre una dissertazione per
mano Pontefice, sperava il pittore dimostrare che il Pontefice s. Leone
che tal soggetto esser dovesse gra- III non si prostrò a Carlo Magno
tissimo all' imperatore. In tale sup- dopo averlo coronato, in un agli
posto ne ordinò il disegno, e quin- argomenti che l' indole di s. Leo-
di r incisione al celebre Pinelli ne III era la più contraria a tale
onde appena avesse udito il gradi- prostrazione, e che Carlo Magno
mento di lui, ne avrebbe pubbli- giammai non 1' avrebbe permessa.
cato le stampe. Ma la cosa andò La dissertazione col rame o stampa
diversamente j Napoleone appena lo in discorso in fronte, dedicata al
guardò, disse che non voleva tali cardinal Carlo Opizzoni arcivesco-
soggetti , dopo averne appreso la vo di Bologna, il dotto e zelante
storia.Ignorando il pittore in Roma prelato la fece stampare nel 18 15
ciò che accadeva a Parigi, avea osato in Roma coi tipi De Romanis, e
esporre al pubblico la stampa del con questo titolo: Oltraggio fatto
suo quadro. Indignati i romani, e a Leone III ed a Carlo Magno
pieni di orrore per tale falsità, il ge- inun quadro ed una stampa e-
neral Miollis credette prudenza far sprirnenli l'adorazione del Ponteji-
20 LEO LEO
ce all'imperatore. Quanto piena- ciso in rame. Le ragioni che l'au-
menle monsignor Santelli raggiun- tore ne adduce, e la molta e re-
udiamolo dalle ap-
gesse lo scopo, condita erudizione colla quale le
provazioni premesse alla disserta- corrobora, portano l'assunto ad una
zione, provocate per ordine supe- evidenza, che non lascia desiderare
riore, di due personaggi illustri, pia
I .

cioè di monsignor Alessandro Ma- Inmonsignor Santelli, in-


fatti

ria Tassoni uditore della sacra ro- cominciando dal descrivere i costu-
ta, e del p. Antonio Maria Gran- mi di Carlo Magno, dimostra ch'egli
di procuratore generale de' barna- non avrebbe mai permesso la pro-
biti. " Con un recente quadro ri- strazione, ancorché il Papa l'aves-
pi'odotto in rame, rappresentante il se voluta fare. Narra come nel 774

PonteficeLeone III prostralo a giunto in Roma Carlo, appena vide


Carlo Magno dopo averlo incoro- la croce papale, discese da cavallo,

nato, credevasi avvilire la supie- si recò a piedi alla basilica vati-

rnazia papale. Non si è fatto che cana, baciò e sali colle ginocchia
dare un eccitamento, un impulso, ogni gradino, e si presentò genu-
onde riandando gli antichi monu- flesso a' piedi di Adriano I a cui
menti e la storia, l'autorità ponti- donò città e ducati. Che alla
ficia vieppiù risplenda e risalti. Mon- morte di questo Papa lo pianse
signor Antonio Santelli vista l'in- amaramente, e con tenerezza fi-
decenza, animato da un santo ze- gliale compose un epitaffio in ver-

lo, affinchè il pubblico non resti si latini. Riporta le solenni dimo-


illuso, ha intrapreso di dimostra- strazioni date dal principe a s.

re, che lungi dall' essersi prostrato Leone III appena elevato alla cat-

il Pontefice , ricevette egli stesso tedra di s. Pietro e nel suo arri-


dall' imperatore i maggiori contras- vo a Paderbona, tanto per la
segni di omaggio e di ossequio, ed sua sublime dignità, che per la
ha spiegato nel suo vero e genui- grande stima che faceva di lui.
no senso le parole di una cronaca, Quindi celebra l'animo del Pon-
a cui il pittore alludeva per soste- tefice pieno di generoso corag-
nere la favolosa invenzione, e l'as- gio e costante fortezza in mante-
sunto è provato con ragioni, ar- nere illesi i privilegi della Chie-
gomenti, fatti, che non hanno re- sa romana, e le prerogative del
plica e che vendicano a meravjgiia sommo Pontefice. Quando poi Car-
l'insulto e l'ingiuria ". Tale fu il lo Magno giunse in Roma , di-
giudizio del prelato , ecco quello ce che fu Noraentd
incontrato a
del religioso. « Ho letto d' ordine da s. Leone III, adoperando questi
superiore la bella dissertazione di un nobile contegno per la giusta ri-
monsignor Antonio Santelli , nella verenza che avea alla propria digni-
quale prese a provare, che Leone tà; che l'incontrò senza formalità, e

III non si è altrimenti prostrato con lui si pose a mensa per l'isto-
a Callo Magno , dopo di averlo rarsi. Ma quando Carlo entrò in
'
incoronato, come si è, anni sono, Roma, il Papa 1' attese in abiti
falsamente rappresentato in un qua- pontificali sulle scale della basilica
dro, che fu esposto in E.oma alla vaticana ; e se il predecessore A-
pubblica vista, e che si è pure in- driano I dopo i teneri amplessi
LEO LEO 2r
con Carlo gli cede la destra, s. lennemenle protestò in 6, Pietro
Leoue III in vece sì conservò di non riconoscere altra dignità
in Egualmente alla de-
questa . al mondo superiore a quella del-
stra di Carlo il Papa si fece rap- la cattedra pontificia. La divo-
presentare nelle immagini che fe- zione di Carlo per la dignità pa-
ce eseguire in mosaico nella chie- pale, averla dimostrata con tanti

sa di s. Susanna e nel Tricli- segni non equivoci di rispetto, e


nio, Riporta ancora altri monumen- difesa col valore delle sue pro-
ti, in cui il Pontefice tenne co- prie possenti armi, non che bene-
me doveva la precedenza sull'impe- ficata coi doni segnalati compartiti
ratore, come quello che con suprema ad Adriano I ed a s. Leone 111.
autorità apostolica trasferì su Car- Altrimenti questi non avrebbe mai
lo r impero d' occidente. Descrive fatto porre nel Triclinio al paro
coH'autorità di scrittori tedeschi, di Costantino la di lui effigie, quale
francesi, greci ed italiani, più an- inoltre si dipinse in diverse parti di
tichi, e del contemporaneo
Ana- Roma diadema di santo, e che
col
stasio che descrisse le cose più mi- in Aquisgrana fu rappresentato colla
nule, l'incoronazione ove non si chiesa in mano, non solo come
fa parola della favolosa prostrazio- fondatore di essa , ma come di-
ne, come non ne fece il francese fensore dell' universale. Osserva e-
Eginardo famigliare intrinseco di ziandio, che niuuo sebbene antico
Carlo e testimonio oculare della rituale _, dice che i vescovi o i
funzione, d'una cosa cioè clamoro- Pontefici si prostrassero ai sovrani
sa ed essenziale; avvertendo che prima o dopo la coronazione; ma
Eginardo non fu altrimenti l'au- invece in essi si leggono gli o-
tore degli annali de' franchi, non maggi profonda venerazione usati
di
meritando fede le cronache france- dai re ed imperatori coi Papi dopo
si che ciò asserirono per le ragio- tal funzione, facendo ad essi da staf-

ni che adduce. Spiega il verbo fieri, uffizio che rese a Stefano


adoro per riverire e salutare, quan- III re Pipino padre di Carlo.
il

do però non sia diretto alla di- Neil'Ordine romano composto ia


vinità, per cui l'allegato passo si parte dai ss. Leone I, Gelasio I,
dovrebbe necessariamente tradurre e Gregorio I, usato da s. Leone
cos'i : Dal Pontefice giusta il co- III nella coronazione di Carlo, non
stume degli antichi principi france- trovasi la prostrazione, ed è pela-

si fu salutato. Il Santelii riporta ci ò che Papa non la fece, come


il

tutti argomenti contrari alla


gli quello che mai introdusse abuso o
falsa prostrazione, ed onorevoli al- innovazione nella disciplina eccle-
lo stesso Carlo. Di questi ne ma- siastica. Finalmente il Santelii con
gnifica l'eroica umiltà, ed il cul- abbondanza di prove su tutti i pun-
to che gli lendono diverse na- ti , rigettata qualunque obbiezione
zionij mai vietalo dalla santa Se- che si possa addurre in contrario,
de; che se Carlo fosse stato un op- colle più convincenti ragioni trion-
pressore del sommo pastore della falmente conhiude, che s. Leone III
medesima, essa certamente l'avrebbe non si prostrò a Carlo Magno, e
proibito ; mentre il clero di Fran- meritare il quadro di Odevaere pel
cia venuto con lui io Roma, so- disonore che fa alla religione cat-
a« LEO LEO
tolìca ed all' augusto suo capo , e di ritornare Francia per cele-
in
perchè mancante di veracità isteri- brar con lui la festa del Natale.
ca, noncuranza ed obblio ( ed io Pai ito per quel regno, a s. Mau-
I

aggiungo severa riprovazione per rizio nel Vallese il Pontefice fu in-


lo scandalo dato )
, avendo esso contrato da Lodovico I primoge-
tentato di sacrificare l'onore, il de- nito di Carlo, e da questi in Rei ras
coro della Chiesa romana , nella con esultanza e divozione. Di là
lusinga di procacciarsi la protezio- insieme recaronsi a Soissons, indi
ne di una potestà secolare che la a Quiercy, dove, o meglio in Aquis-
conculcava. All'articolo Imperatore grana, celebrarono le feste Natali-
[Fedi) , citammo le leggi degli zie. Accompagnato poscia dallo stes-
antichi imperatori , che proibirono so augusto, il santo Padre passò
qualunque specie di adorazione che in Germania, dove falsamente di-
si volesse prestare alle loro statue cesi che canonizzasse s. Suidberto.
ed immagini.
altre Congedatosi il Papa da Carlo Ma-
Riprendendo il filo della biografia gno, carico di donativi, ed accom-
di s. Leone III, per cagione d'uno spa- pagnato da alcuni baroni del regno,
ventevole terremoto, che nell'ultimo fece ritorno in Roma, congedando
di aprile dell' 80 1 sobbissò parec- a Ravenna la nobile comitiva.
chie città d'Italia, e la basilica di Neir 8og s. Leone IH trasferì la
s. Paolo di Roma, dal Papa tosto sede vescovile Iriense alla città
riedificata , comandò che ne' tre di Compostella.Nel novembre di
giorni precedenti alla festa dell'A- detto anno l'imperatore adunò uà
scensione si cantassero in pubblica concilio, nel quale si trattò la que-
processione le litanie, le quali pel stione se lo Spirito Santo procede
medesimo motivo erano state isti- dal Figlio come dal Padre. Per deci-
tuite in Francia nel V secolo, cioè derla l'imperatore spedì vescovo il

]e Rogazioni [Vedi). Oltre a mol- di Worms Gorbia a


e l'abbate di
tissimi musaici e pitture con che consultare il Pontefice, col quale ì
ornò la città di Roma, vi fece più deputati ebbero una gran conferen-
finestre di vetro ornate di diversi za sulla parola Filioque, cantata
colori, così alla basilica lateranen- nel simbolo dalle chiese di Fran-
se, ciò che primo esem-
forse è il cia e di Spagna, non da quella di
pio dei vetri Avendo s.
dipinti. Roma. Papa desiderava che ciò
11

Leone III nel 798 eretto in me- fosse seguito da per tutto, ma ri-
tropoli Salisburgo, neir8o4 istituì spettava i concili che vietavano i

il vescovato di Mantova per la se- qualunque addizione al simbolo; e


guente causa. Essendosi in questo per mostrare il suo attaccamento
tempo scoperto in detta città una all'antichità, e non offendere la de-
spunga inzuppata del prezioso san- licatezza de' greci, fece appendere
gue di Gesù Cristo, Carlo Magno nella basilica vaticana due tavole
scrisse al Papa acciò volesse accer- di argento del novanta-
peso di
tarsene; il perchè s. Leone III si quattro libbre e mezza, nelle qua-
portò sul fine di novembre a Man- li fece incidere il simbolo com'era
tova, e verificata 1'
identicità della stato formato nel concilio di Co-
reliquia,ne die ragguaglio all'impe- stantinopoli, in una in latino, nel-
ratore, dimostrandogli il desiderio l'altra in greco. Ma i fiancesi per-
LEO LEO 23
slslellero nella loro opinione, e non te rendite da s. Pasquale I. Esen-
piegarono al prudente sentimento tò da tutti i tributi i pellegrini
del Papa che voleva evitar conle- inglesi che Roma, e
venivano in
sa co'greci, benché la sua creden- fu sommamente benemerito della
za fosse come quella del concilio. Chiesa. Abbiamo tredici lettere di
Carlo Magno dopo aver fatto il questo Papa nella raccolta de'con-
testamento e riportatane l'approva- cilii. Gli fu attribuita falsamente
zione de' primati del regno, volle un'opera evidentemente apocrifa ed
udire l'oracolo di s. Leone III; insignificante , intitolata Enchi- :

e finché visse altro non bramò che ridion cantra omnia mundi peri'
Roma e la cattedra di s. Pietro cula , Carolo Magno in munus
fosse celebre e venerata per tutto datum. Vacò la santa Sede dieci
il mondo per 1' ecclesiastica auto- giorni.
rità. Neir8i3 s. Leone III ristabi- LEONE IV (s), Papa CVI. Ro-
ìì la festa dell'Assunta, la quale si mano figlio di Ridolfo o Radoaldo,
celebrava fino da s. Sergio I; indi di famiglia illustre, da canonico
tieir8i5 venne scoperta altra con- regolare, come scrive il Ciacconio,
giura contro i giorni suoi: ne con- passò tra monaci benedettini, non
i

dannò i rei alla pena capitale, e già del monastero de' ss. Silvestro
spedì legati al nuovo imperatore e Martino a' Monti di Roma, ma
Lodovico I per informarlo del fat- veramente del monastero di s.
to. Per sollievo di varie afflizioni Martino ch'era contiguo alla vec-
che pativa, soleva celebrare ogni chia basilica vaticana , dove di-
giorno otto o nove volte la messa; venne perfettissimo religioso. Noa
altri dicono che ciò facesse quando solo fece profitto nella cognizione
la solennità della festa e la molti- delle lettere, ma nell'esercizio ezian-
tudine del popolo obbligava dirne dio delle cristiane virtù con edifi-
molte. Governò venti anni, cinque cazione di tutti. In fatti era uomo
mesi e sedici giorni. In tre ordinazio- di somma religione^ innocenza, u-
ni creò ventisei vescovi, trenta preti millà e dottrina, ed oltre a ciò
e dieci diaconi. Il Cardella registra fornito di tale e tanta prudenza,
otto cardinali nel pontificato di s. che come scrivono gli autori di
Leone III. Morì agli i r o 12 sua vita, imitava l'astuzia del ser-
giugno 8 i6j e fu sepolto nella ba- pente e la colom-
semplicità della
vaticana, venerandosi il suo cor-
silica ba. Venuto Gregorio
in cognizione
po sotto l'altare della Madonna del- IV della singoiar morigeratezza ed
la Colonna. Dipoi la congregazio- abilità del giovane monaco, lo
ne de'riti fece porre il suo nome trasse dal monastero, lo fece chie-
nel martirologio romano, celebran- rico, prendendolo al suo servizio
done la Chiesa a' 12 giugno la di nel palazzo lateranense. Dopo qual-
lui festa. Fu amatore e premiato- che tempo lo volle iniziare nel
re de' letterati, erudito , facondo, sacro ordine del suddiaconato, ed
affabile, mansueto e liberale. Edi- il suo successore Sergio II, mosso
ficò un ospedale pei pellegrini pres- e penetrato dalla fama di sue vir-
so detta basilica, con un pubblico tù, lo sollevò alla dignità di car-
bagno per comodo de' medesimi, dinale prete, e gli conferì per ti-

al quale poi furono aggiunte mol* tolo la chiesa de' ss. Quattro Co-
a4 LEO LEO
ronali. Appena morto questo Pon- Script, rer. Ital. t. II, p. 53 r, co-
tefice e non ancor seppellito, fu ronò nell'anno 85o imperatore Lo-
subito concordemente eletto in dovico II.

successore, cioè a' 27 gennaio del- Prima di questo tempo e nel-


l'847 ; ma non fu consecrato se r848 fondò Leonina [Vedi)^
la Città
non che agli 1 1 aprile, quando o borghi che sono prossimi alla
per paura de romani, che i sara- basilica vaticana, che s. Leone III
ceni venissero contro di Pioma, fu avea cominciato a circondare di
d'uopo eseguire questa consecra- mura e di bastioni : ciò fece s.

zione prima che arrivassero gli Leone IV per difendere la basilica


ambasciatori imperiali, che ad essa dalle incursioni de' saraceni. Aven-
allora doveano essere presenti. Col do questi saputo che il
barbari
segno della croce e coli' immagine Pontefice avea riccamente adornata
della Beata Vergine, che si venera la basilica ed altre chiese di Roma,
nella basilica Liljeriana, estinse un con un'armata navale si avviarono
furioso incendio che bruciava Ro- per predarle neir849> sbarcando ad
ma Bor-
in quella parie chiamata Ostia presso le foci del Tevere.
^o {^Vedi) j ne racconta lo stupen- Il santo Padre prima ristabilì e
do miracolo Anastasio Bibliotecario fortificò le mura della città, e poi
nella vita di questo Papa, e ne aiutato dai napoletani si parti egli
parlammo ancora nel voi. XIII, p. stesso con un esercito per Ostia,
249 del Dizionario. Per questo dove l'armata saracena fu disper-
avvenimento ordinò che la festa sa, distrutta e in parte fatta schia-
dell'Assunta si celebrasse per otto va ; vittoria che in un al memo-
giorni, in riconoscenza alla Beata rato incendio, mirabilmente dipin-
VerginCj per avere ottenuto colle se Raffaele nelle camere vaticane.
sue preghiere che appunto fosse Terminata neir852 la Città Leo-
estinto il fuoco nel giorno di tal nina, ove si racchiuse la basilica
festività. Egualmente colle sue o- di s. Pietro, e gli ospedali delle
razioni s. Leone IV ottenne che diverse nazioni che venivano a
sparisse un mortifero serpente, col Roma in pellegrinaggio, il Papa
veleno del quale erano perite mol- a' 27 giugno solennemente la de-
te persone in Roma ne parlammo : dicò, dopo avere con costante vi-»
pncora agli articoli Chiesa di s. gilanza assistito alla fabbrica, nulla
Lucia in Selce, e Lavanda dei curando l'intemperie del tempo. A
PIEDI. Scomunicò e depose Anasta- tale effetto s. Leone IV comandò
sio dal grado di cardinale prete che tutti i vescovi, preti, diaconi e
di s. perchè avea abban-
IMarcello, chierici della Chiesa romana, dopo
donato il suo titolo per cinque cantate le litanie ed il salterio, gi-
anni ; questo cardinale non si de- rassero seco insieme le mura, can-
ve confondere col Bibliotecario. tando inni e cantici spirituali, a
Fu s. Leone IV il primo Papa piedi nudi e con cenere in capo.
che cominciò a contare gli anni Ordinò pure che i cardinali faces^
del pontificato, su di che sono a ve- sero l'acqua benedetta, e nel pas-
dersi gli articoli Anno del Pontifi- sare aspergessero le muraglie, sulle
cato, Bolle ec. Secondo gli Annali quali il Pontefice, spargendo la-
Berliniani, appresso il Muratori, grime e sospirando, repitò tre Qx^-.
LEO LEO 25
zioni, che riporta il Rinaldi all'an- Tre volte questo Pontefice diede
no 852. La prima recitata sopra la città di Porto colle vigne, pra-
la porta che guarda verso s. Pel- ti, terreni e bestiami, ai corsi (che
legrino, incomincia con queste pa- erano stati costretti ad abbandonar
role, e fu composta dal Papa Deus, : r isola di Corsica per li frequenti
qui Apostolo tuo Petto colla tis sbarchi de* saraceni ) acciocché la
clavìbus. La seconda egli recitò so- guardassero dai nemici, avendo essi
pra la porticella che soprastava promesso obbedienza e fedeltà a
Castel s. Angeloj e principia così : lui e suoi successori. Infestando i

Deus, qui ab ipso Chrìstìanitatis. saraceni anche Sardegna,


l'isola di

La terza orazione cantò sopra la molti sardi l'abbandonarono e pro-


piccola porta di contro alla scuo- curarono stabilirsi altrove. 11 Papa
la de'sassoni : Praesta qnae.sumus concesse loro un borgo con chiesa
omnipotens. Dipoi s. Leone IV coi dedicata alla Madre di Dio, tren-
sacerdoti e con tutti i baroni di ta miglia lungi da Róma, onde il
Roma si recò processionalmente borgo prese il nome di Sardi,
nella chiesa di s. Pietro, ove reci- Vico Sardonum : alla chiesa oflrì
tando oiazioni e laudi, cantò la messa un calice con patena. Inoltre a s.
per la salute del popolo, e per la Leone IV si deve l'erezione della
conservazione e perpetuo stabili- città dì Leopoliin Tuscia, della qua-
mento della Città Leonina. Al dire le si parlò nel voi. XIII, p. 3oo e
dell'Anastasio, s. Leone IV fu pu- 3o I del Dizionario. Di questa cit-
re autore dell'orazione: Deus cui tà si può vedere il t. Ili, p. 197
dextra b. Petrum ambulanlem in delle Memorie istoriche di Bene-
fluctibus, la quale diede ai napole- vento del Borgia, il quale opina
tani, che a favore della Chiesa che Leopoli forse si chiamò anche
combattevano per mare i saraceni. JSeapolis o Città Nuova, lo che e-
Va però avvertito, che sebbene gli arguisce dal nome posterior-
queste orazioni furono attribuite a mente dato a Centocelle di Città
6. Leone IV, perchè egli in esse Vecchia oggi Civita Vecchia. Per
inserì alcune parole adattate alle opera di questo Papa si restaura-
circostanze di cui si è parlato, le rono le mura e le porte delle
quali poscia furono levate rima- antiche città di Orte e di Amelia.
nendo nella forma in cui oggi le Governò s. Leone IV otto anni,
diciamo; ma sono esse più antiche, tre mesi e sei giorni. In due or-
poiché si trovano nel Sacramenla- dinazioni creò sessantatre vescovi,
rio di s. Gregorio I, t. IH, pag. diecinove preti ed otto diaconi. II

ii3 e ii4 Oper. Il Labbé, Co«c//. Cardella riporta venticinque cardi-


t. Vili, p. i3 e 19 le riporta nali che vissero nel pontificato di
com'erano in tempo di s. Leone s. Leone IV, alcuni de'quali furono
IV. JNeila contrada de' Sassoni da lui creati. Morì nell' 855 a' 17
nella Città Leonina, edificò ezian- luglio, sotto il qual giorno fu il

dio la chiesa di s. Maria. Neir'854 suo nome registrato nel martirolo-


Etelvolfo re d' Inghilterra, avendo gio romano, e la chiesa ne cele-
fatto un pellegrinaggio a Roma, il bra la festa. Fu sepolto nella ba-
Papa lo accolse con grandi con- silica vaticana, ove sotto l'altare
trassegni di onore. della Madonna della Colonna si
iG LEO LEO
venera il suo corpo. Fu di singo- (Vedi), nella Campagna romana,
iar dottrina, consiglio e magniti- della quale parlammo anche all'arti-
cenza, che fece sperimentare anco colo Genzano, ed alcuni senza ragio-
alle chiese di Roma, Simile a s. ne lo dissero nato in Arezzo; fu mo-
Gregorio I che avea preso per naco benedettino nel monastero di
modello, si applicò sopra tutto ad Brandallo, poi cardinale, forse creato
istruire i pastori dei loro doveri. da Giovanni IX, perchè nel suo pon-
Pio, umile, amante della giustizia tificato figura fregiato di questa di-
e del popolo, beneficò i poveri, e gnità. Sette giorni dopo la morte
fu assiduo nelle orazioni e nelle di Benedetto IV, fu eletto Ponte-
vigilie. Delle molte lettere che fice a'28 ottobre del goS. Il cardi-

scrisse se ne conoscono due, che nal Cristoforo ambizioso suo fami-


pur si pongono in dubbio. Una gliare, abusando della troppa sua
è indirizzata a Prudenzio vescovo bontà, vedendolo incauto e poco
di Troyes, sulla consecrazione di abile al governo, lo fece subito ri-
un'abbazia per Ademaro e suoi re- nunziare e ritornare alla vita mo-
ligiosi ; l'altra è ai vescovi di Bre- nastica, o piuttosto lo cacciò ia
tagna che l'avevano consultato so- un carcere, come scrive il Sigonio,
pra molti articoli e particolarmen- usurpando il soglio pontificio. Leo-
te sui vescovi simoniaci. Tra que- ne V accorato di vedersi spogliato
sto Pontefice e il successore venne della suprema dignità, morì dopo
narrata l'impudente e ridicola fa- un mese e nove giorni da che vi
vola della papessa Giovanna [Vedi), era assunto. Fu sepolto nella basi-
JXell'accademia di religione cattoli- lica lateranense. L'invasore Cristo-
ca in Roma, de'5 giugno 1845, il foro a* 6 dicembre si fece ricono-
eh. Giampietro
p. Secchi della scere per Papa, cioè nella morte
compagnia di Gesù, professore di di Leone V, onde non vacò la
filologia greca e prefetto della bi- Sede.
blioteca nel collegio romano, nella LEONE VI,Papa CXXVII. Figlio
sua dissertazione presentò una Nuo- di Cristofororomano della famiglia
va difesa de romani Pontefici Be- Gemina, che poi fu detta Sangui-
nedetto III e Giovanni Vili, mio- gna. Questa antica famiglia roma-
vamente infamati colla favola della na, che diede il nome alla torre
papessa Giovanna dai nemici del- Sanguigna del suo palazzo, ed alla
la Chiesa cattolica. Un sunto di contrada presso la Chiesa dì s. A-
essa si legge nel voi. I, p. 1 15 della pollinare (Vedi), restò estinta io
serie seconda degli annali delle scien- Pantasilea Sanguigni, maritata a
ze religiose compilati dal prof. Ferdinando Torres cavaliere di s,

Giacomo Arrighi, e poscia ne' qua- Giacomo della Spada, il quale da


derni posteriori fu riportata per Malaga nel regno di Granata tra-
intero s\ bella difesa. Vacò la piantò la sua famiglia in Roma,
santa Chiesa un mese e dodici dov'ebbe principio il palazzo archi-
giorni, fino alla consecrazione di tettato da Pirro o Pietro Ligorio ia
Benedetto 17 luglio,
III, eletto a' piazza Navona, oggi dal proprietario
giorno della morte del predecessore. detto Lancellotti. Essendo Ferdinan-
LEONE V, Papa CXXI. Egli do incaricato d'affari nel regno di
nacque in Priapi, villa presso Ardea Napoli per Filippo II, presentò la
LEO LEO 27
cliinea Pio IV. Da Roma poi
a nedettlno. Fino dai primi giorni
passò la famiglia Torres nell'Aqui- del suo pontificalo chiamò in Ro-
la, avendo lasciato nella Spagna il ma s. Odone abbate di Clugny per
ramo primogenito ne'conti di Mi- riformare la monastica,
disciplina
raflores, ed un altro in Portogallo, riedificare in Paolo il monaste-
s.

estinto in principio del decorso se- ro che vi era anticamente, e per


colo, ne' Tisconti di Ponte di Lima. riconciliar Ugo re d'Italia con Al-
Leone VI in morte di Giovanni berico suo figliastro che qual prin-
X fu eletto Papa sul fine di giu- cipe signoreggiava in Roma, la
gno, o sul principio di luglio del quale per le loro discordie era con-
928. Governò con integrità e mo- tinuamente oppressa. Scrisse Leone
destia, pieno di zelo di riformare VII tre lettere piene di buone
la Chiesa, per quanto eia possibile massime; la prima ad Ugo duca
in quell'epoca deplorabile, e solle- di Francia e abbate di s. IMartino
cito di pacificare le turbolenze di di Tours, in cui sotto pena di
Italia. Mori circa i 3 febbraio scomunica proibì l' ingresso alle

929, e fu sepolto nella basilica va- donne nel suddetto monastero; la


ticana. 11 Cardella registra due seconda a Gerardo arcivescovo di
cardinali sotto questo pontificato. Lorch in Germania, al quale ac-
Pare che Sede apostolica sia slata
la cordò il pallio ; la terza ai vesco-
subito occupala da Stefano Vili. Il vi di Francia e di Germania, la
pontificato di Leone VI fu di soli quale è una risposta a molte que-
sette mesi e cinque giorni. Alber- stioni risguardanti gl'indovini, gli

to Kranzio lib. V
Mctropolis cap. stregoni e malfattori che facevano
I, p. II 7, si meraviglia de' pochi penitenza, ed i matrimoni de' preti
mesi che TÌvevano Pontefici di i e loro piole. Governò Leone VII
que' tempi onde sospetta che il
, con somma mansuetudine, integri-
veleno fosse allora in grande uso. tà e singoiar zelo della ecclesiasti-
Sull'epoca del pontificato di Leone ca pace universale, tre anni, sei
VI, Flodoardo, De romanis Pontif. mesi e dieci giorni. Morì circa li

inter Script, rer. Ital. t. HI, par. ib luglio gBg, e fu sepolto nella
II, p. 324, riporta questi versi. basilica vaticana. Non vacò la san-
ta Chiesa, perchè subito gli suc-
Pro quo celsa Peiri Sextiis Leo cesse Stefano IX . Flodoardo che
regniina sximens, visse a suo tempo, loco citato, fa
Mensibiis haec sepietn servai, il seguente elogio di Leone VII, e
qidnisque diebits. con esso finisce il libro de' roma-
ni Pontefici.
LEONE VII, Papa CXXX. Ro-
mano figlio di Cristoforo, fu eletto Septimus exurgìt Leo, nec tamen
Papa contro sua voglia, e consecra- ista voluntas,
to prima de' 9 gennaio del 936, Nec curans, npicìs mundi nec
al dire di Flodoardo presso il Mu- celsa requireni,
ratori, Script, rer. Ital. tom. lil, Sola Dei c/nae sunt, alacri sub
par. II, pag.324. H p- Mabillon, pectore voh'en<!,
saec. V Benrd. p. 907, stimò che Culminarne evitans, oblata subi-
Leone VII fosse stato monaco be- re remitans.
28 LEO LEO
Eaptiis at erigiiur, dìgnusque ni- modestia e la sua dolcezza, quan-
tore probatur to per le grazie di cui natura i'a-
Regmims eximii, Petrique in se- vea fornito, e secondo alcuni fu
de loca tur. monaco benedettino. Diventò ca-
Sed mìnime assuetam linquit de- nonico della chiesa di Toul sotto
coramine curam, Erimanno successore di Bertoldo,
Deditus asslduis precibus , spe- ed in morte di Erimanno il clero
cxdamine celsus, ed il popolo l'elessero in sua vece
AJfLalu laetns, sapiens, atque ore di unanime voto, onde fu consa-
sereiius, etc. crato vescovo in età di ventiquat-
tro anni a' 9 settembre 1026, co-
LEONE Papa CXXXVL
Vili, me scrivono Sammartani, Gallia
i

f^. Antipapa XVI, Giova:vmXXII, christ. t. Ili, p. 196. I suoi co-


Benedetto V, e Roma pel concilia- stumi, la sua carità, la sua con-
bolo da lui adunato nel 964, es- dotta corrisposero a tale scelta.

sendo stato eletto nel precedente. Amò i poveri, donò loro i suoi
LEONE IX (s), Papa CLVIII. beni e li serviva personalmente.
Brunone conte di Dapsburgo, ove Prese l'abitudine di fare ogni anno
nacque nel 100^ ai 0.1 giugno, un pellegrinaggio a Roma, ov' era
luogo posto sulle frontiere della accompagnato talvolta da cinque-
Lorena, del Palatinato e dell'Alsa- cento persone. Dopo morte del
la

zia, figlio di Ugo conte di Enge- Papa Daraaso II, avvenuta agli 8
neheim castello Colmar nel-
presso agosto 1048, il clero e popolo ro-
l'Alsazia, cugino germano dell' inj- mano inviò legati all'imperatore
peratore Corrado II il Salico, e di Enrico III, perchè volesse indicar-
Gherardo di Alsazia duca dell'alta gli un soggetto che degnamente po-
Lorena da cui discese la casa di tesse occupare la Sede apostolica
Lorena, e parente dell' imperatore vacante. L' imperatore convocò a
Enrico III, dicendolo Cornerus }ia- Worms in assemblea i vescovi ed
tione alemanimm. L'abbate Grandi- i grandi del regno, e li richiese di
dier, niemo-
dietro la scorta delle consiglio alla domanda de' roma-
lie di Piivaz, Gherardo fu
dice che ni; e tutti con voto unanime di-
fratello maggiore di Brunone , ed chiararono che Brunone, il quale
essere lo stesso che Berardo o Be- da ventidue anni con zelo infati-
roldo, stipile della casa di Savoia. cabile governava la chiesa di Toul,
Vuoisi che Brunone discendesse da era il più atto a sostenere in quei
Etico duca d'Alsazia, che mori
I tempi l'arduo incarico di presiede-
verso il 6go , e che fu il ceppo re alla Chiesa di Dio. Partecipata
delle case di Zeringen-Bade, e di a Brunone la scelta, l'udì di mala
Habsburg- Austria. Sua madre ere- voglia, e chiese tre giorni per de-
de de' conti di Dapsburgo o Da- liberare, passandoli in orazioni. Vin-
bo, lo fece educare diligentemente, to dalle istanze de' grandi e del
aflidandolo nell'età di cinque anni clero, accettò colla espressa condi-
alle cure di Bertoldo vescovo di zione, che il clero e popolo roma-
Toul. Brunone divenne un prodi- no dovesse confermarlo, né siffatta
gio di scienza, un modello di pietà, elezione dell' imperatore non fosse
e si rese distinto tanto per la sua stimata e valutata che una sem-
LEO LEO 29
plice raccomandazione. Ritenne il unanimi di tutti. Generale fu l'ac-

vescovato di Toni, destinandovi però clamazione con cui fu accolto il suo


a successore Odone de' principi di parlare, e per consiglio d'ildebran-
Svevia, indi parli alla volta di Ro- do venne secondo gli antichi
egli

ma a' 27 dicembre. Vestito da Pa- riti popolo e dal clero,


eletto dal
pa si portò prima a Clugny, ov' e- chiamato Leone IX, benedetto a' 2
ra priore Ildebrando, poi s. Gre- febbraio 1049, e solennemente in-
gorio VII [Vedi), e vi giunse il Ironizzato a' 12 dello stesso mese,
giorno di Natale. Brunone che te- Per tal modo fu dimostrato e sta-
neva già in gran conto l' eccelse bilito non avere l'imperatore la fa-
doti d'Ildebrando, trattandolo potè colta di eleggere Papa chi più gli
meglio apprezzarle, e giunse a la- piacesse. Grato ad Ildebrando lo
sciarsipersuadere da lui, che eoe- creò suddiacono della Chiesa ro-

rentemente alla saggia riserva con mana, economo della Sede aposto-
cui avea accettato, deponesse le lica, ed abbate di s. Paolo; e d'ai-
insegne pontifìcie , e si recasse a lora in poi Leone IX nulla in-
s.

Roma in abito da pellegrino, per traprese senza Ildebrando. Tutto il


così confermare ai i-omani che Ja suo pontificato fu un continuo viag-
semplice elezione dell' imperatore gio pel bene della Chiesa cui , i

non gli dava alcun diritto alla san- sacri canoni, da molti anni addie-
ta Sede di Pietro. Ildebrando gui- tro trascurati e nella memoria di
dato dal più sublime zelo per l'o- tutti quasi procurò ad ogni
estinti,

nore della Chiesa e del suo capo, passo di restaurare. A questo fine
non potendo soffrire di veder l'u- celebrò in Roma nello stesso anno
na e troppo influenzati dai
l'altro io49 un concilio dopo la dome-
principi, concepì il disegno di ren- nica in Albis, in cui furono con-
dere nuovamente indipendente dal- dannali principalmente i simonia-
la potestà civile l' ecclesiastica. A ci, e furono rinnovali gli antichi
riuscire algrande intento ed alla canoni. Alcun tempo dopo recossi

riforma dell' orbe cristiano, accom- il Papa presso l'imperatore, il qua-


pagnando Brunone a Roma, lo fece le a cagione di una differenza in-
pienamente entrare nelle sue viste, sorta fra lui e Goffredo il Barbuto

.sino a ricevere promessa da Bru- di Lorena, pel dominio della Lo-


none, che avrebbe seguito i di lui rena superiore, trovavasi nel Bei-
consigli salutari. gio, onde informarlo dello stato
Giunto Brunone Pioma con in d' Italia e dei bisogni della Chiesa.
Ildebrando, attraversò a piedi nu- Prima di arrivarvi, in passare per
di la città, e ritrovato il popolo ed Pavia il Pontefice celebrò un con-
il adunato a cantare inni di
clero cilio, per restaurare nella Lombar-
lode, si avanzò nel mezzo dell'as- dia la disciplina ecclesiastica. Un
semblea ed asceso il pulpito cosi altro ne tenne io Reinis nella ba-
parlò. L'elezione del clero e popolo silica di s. R.emigio, che consacrò;
romano essere la sola canonica, e concilio che celebrò ad onta degli
maggiore dei decreti di ogni altra ostacoli frapposti da Enrico 1 re
autorità, quindi essere pronto di di Francia; il numero de' congre-
ritornare in patria , se la propria gali fu grande, e si trattò fra le

elezione non ottenesse i suffragi altre cose delle ingiustizie ed usur-


,

3o LEO LEO
pazioni che si commettevano con- nel settembre tornò a condannar
tro la chiesa di s. Arnolfo; indi r eresia di Berengario, come pure
passato in Germania, convocò un il libro del Corpo di Cristo di Gio-
concilio alla presenza dell'impera- vanni Scoto. Quindi nel io5i si
tore, in cuifurono disputate molte diresse in Germania, abboccandosi
cose conceruenti il bene generale coir imperatore in Augusta, e con
della Chiesa, massime l'estirpazione lui a' 2 febbraio celebrò la festa
della simonia, e sulla continenza della Purificazione , riconciliandosi
de' chierici. Ivi pei buoni uffizi del col ribelle arcivescovo di Ravenna.
Papa e de'principi, Enrico 111 ac- Restituitosi in Roma , nel concilio
cettò in grazia Goffredo di Lorena. che adunò dopo Pasqua, depose
Nel medesimo concilio s. Leone IX Gregorio vescovo di Vercelli adul-
dichiarò l'arcivescovo di Magonza tero e spergiuro, e fece nuovo de-
legato apostolico. Insieme coli' im- creto sulla continenza de' chierici.
peratore il Papa si trasferì in Co- Terminato il concilio, il santo Pa-
lonia a celebrare la festa de' ss. dre per Subiaco passò nella Pu-
Pietro e Paolo, e concesse all' ar- glia visitò Capua, Benevento,
: Mon-
civescovo que' singolari privilegi de; te Cassino e Salerno ,
procurando
scritti all'articolo Coloma. Ritor- far la pace coi normanni invasori
nando il Pontefice in Italia cele- dell' Italia meridionale, che da lun-
brò il Natale in Verona, e portossi go tempo impunemente devastava-
in Venezia a venerare il corpo di no. In Monte Cassino celebrò le
s. Marco di cui era divotissimo feste de' ss. Pietro e Paolo, ed as-
lasciandovi chiese di questo
alle solvette i beneventani dalla scomu-
stato ,quale fu ricevuto con
nel nica, che per tentata ribellione a-
sommo onore, molte indulgenze ed vea nell'anno precedente lanciato.
immunità. Essendo rientrato in Ro- Tornato il Papa in Roma si recò
ma nel io5o, nel concilio tenuto nel io52 per la terza volta in
in aprile condannò Berengario ca- Germania, per ottenere soccorsi con-
po de' sagramentari. Da Roma si tro i normanni, e per pacificare
portò il Pontefice
ponto per a Si l'imperatore con Andrea I re di
visitare la chiesa di s. Michele Ar- Ungheria, eh' egli avea scomunica-
cangelo nel Monte Galgano, ed in to per rifiutare l'autorità apostoli-
Monte Cassino celebrò la domeni- ca. Passando in Ratisbona il Papa

ca Palme, concedendo agli


delle canonizzò i ss. Wolfango ed Erar-
abbati del monastero l'uso de* san- do vescovi di quella città. Nell'an-
dali ed altri ornamenti vescovili no stesso Padre ebbe ia
il santo
nelle principali feste. Subito dopo Worms abboccamento coll'iin-
altro
Pasqua si restituì in Roma, ove peratore, il quale mai fece lagnan-
adunato un concilio nel maggio, za per quanto erasi operato sul
"vi canonizzò s. Gerardo vescovo conto della sua elezione. Essendo
di Toul, colla costituzione Virtus Bamberga feudataria della Chiesa
dU'inae opantìonis, presso il Bull. romana, riserbandosi il Papa l' o-
Rom. t. I, p. i3 1. maggio della chinea, cambiò que-
Nello stesso anno io5o tornò s. sto feudo per l' intero possesso di
Leone IX in Francia, ed in Ver- Benevento signoria della santa Se-
celli, per dove passò, ia un concilio de, couveuendovi Enrico III. 11
LEO LEO 3i
Pontefice permise ai canonici di greci. Il santo Padre fece ritorno
Banibeiga l'uso della mitra, così a in Roma prima di Pasqua, che
quelli di Besancon, cioè al diacono cadde a' 3 aprile, e fu il primo
e suddiacono, ministranti al vesco- Papa che armò milizie proprie. In
vo. L' imperatore gli diede cinque- Benevento erasi ammalato grave-
cento valorosi tedeschi , coi quali mente ; migliorato alquanto, volle
prosegui il suo viaggio. Celebrò in celebrare pontificalmente a* 12 feb-
Amburgo la festa della Purifica- braio, anniversario della sua intro-
zione, e nellaquinquagesima era a nizzazione, quindi intraprese il viag-
Mantova, di dove partì sollecita- gio in lettiga. Si trattenne dodici
mente per sedizione contro de' suoi giorni a Monte Cassino, e l'abbate
domestici, mossa da alcuni cattivi Richero volle accompagnarlo. Nei
vescovi, timorosi della sua giusta io54 s. Leone IX confutò erudi-
severità ; indi si restituì in Roma tamente Michele Cerulario, patriar-
nella quaresima del io53. Dopo ca di Costantinopoli, il quale avea

Pasqua tenne un concilio, in cui scritto conti'o primato della Chie-


il

pose fine alle antiche liti tra i pa- sa romana con abbominevole orgo-
triarchi di Aquileia e di Grado. In glio. Spedì il Papa in Costantino-

questo anno il Pontefice canonizzò poli per conciliare la concordia i


s. Urlo monaco ed i suoi compa- suoi legati , che furono Federico
gni. Guastando i normanni la Pu- cardinale arcidiacono della Chiesa
glia e la Calabria, ed altre terre romana e cancelliere, poi Stefano
della Chiesa, ed ivi commettendo X, che si portò seco il fratello Gof-
molti disordini, s. Leone IX dopo fredo III duca di Lorena; Um-
aver celebrato il detto concilio, a- berto cardinal vescovo di Selva
dunò un esercito per frenar le loro Candida , e Pietro arcivescovo di
usurpazioni: i pugliesi, campani,
i Amalfi.
gli anconitani ed altri sudditi pon- Il Papa avea loro consegnato
tificii vennero a ordinarsi sotto i una lettera pel patriarca Michele,
vessilli di lui, e se ne fece capita- tutta eslratla dalla sacre scritture,
no egli stesso. Si venne a fiero colla quale dimostrò chiaramente
combattimento a' 28 giugno presso dovere regnare la pace e la con-
Civitella o Civitade, e benché il cordia fra coloro che fossero cri-
Papa restasse vinto dai normanni stiani non di nome, ma nel cuore;
che voleva scacciar dall'Italia, e essere l'orgoglio e la presunzione
prigioniero, i normanni comandati i precursori dell'anticristo; la Chie-
da Pioberto Guiscardo prostraronsi sa orientaleessere stata pur trop-
a' suoi piedi, e ne implorarono la po la madre di molte eresie che
benedizione ed il perdono. Quindi appena sorte furono sempre soffo-
condussero il Pontefice a Beneven- cate e distrutte dalla romana; e
to, dove restò sino a' 12 marzo poiché la Chiesa di Roma avea o-
io54, ed ivi egli diede nondime- gnora conservata la dottrina di
no le leggi ai vincitori. Questi da Cristo nella sua purezza, aver essa
persecutori divennero protettori del- il diritto di sorvegliar tutte le al-
la Chiesa, e furono dal Papa in- tre che soventi volte avevano er-
vestiti delle terre occupate, e di rato; provarlo quattro concilii ge-
altre che avrebbero conquistate sui nerali; i quali ispirati dallo Spirito
32 LEO LEO
Santo avevano dichiarato che la ris ministrìs : sicut valesti, hospi-
Santa sede di Roma era stata dal- tes suos castrant , ei non solurn
lo stesso Signor nostro Gesìi Cri- ad sed insuper ad e-
clericatuin
sto costituita capo di tutte le cliie- piscopatuni promovent. Ciò fatto ,
se di Dio ; dovere i fedeli della i legati si disposero a ripartire
Chiesa orientale cessare una vol- per Pioma col permesso dell'impe-
ta dallo schernire con intollera- ratore, e come furono fuori della *

bile insolenza i veri cattolici, i più città, imitando gli apostoli scosse-
fidi discepoli e seguaci di Pietro, ro la polvere dai loro calzari. La
chiamandoli azimiti, tanto più non città tumultuava , Michele si di-
avendo la Chiesa greca onde insu- chiarò pronto a convenire in un
perbire, e persistendo anzi nel ne- accomodamento colla Chiesa roma-
gar quella pura e semplice obbe- na, sicché r imperatore dovette ri-

dienza alle leggi di Cristo, di cui chiamare i legati ch'erano già giun-
la Chiesa romana è l'erede; essere ti a Selimbria. Ritornati costoro,
ormai tempo che i greci rientrasse- voleva il convocar una
patriarca
ro una volta in loro stessi e vedes- assemblea generale per farveli mal-
sero la trave negli occhi loro. In trattare dalla plebaglia a ciò aiz-
questa lettera il Pontefice si dif- zata; ma informato l' imperatore
fuse assai contro gli scritti del mo- della perfidia ,
proibì qualunque
naco Niceta di Costantinopoli il , congresso fuori della sua presenza,
quale aveva con mollo fiele spar- e licenziò i legati. Sdegnalo il pa-
lato della Sede apostolica e del triarca chiamò la plebe a rumore,
pane azimo, e sostenuto a spada il che fu cagione che l'imperatore
tratta il matrimonio de' sacerdoti : ordinasse una inquisizione contro
all'arrivare dei legati gli scritti di di lui, ne facesse svelare l'infamie,
lui furono arsi su quella pubblica ne cacciasse in bando i parenti e
piazza in presenza dell' imperatore gli amici. Tuttavolta dipoi il pa-
Costantino IX. Ma il patriarca non triarca scomunicò i legati del Papa,
volle ritrattare le proposizioni ere- e tolse il nome di esso dai sacri
tiche che avea sostenuto ne' suoi dittici, rinnovando così lo scisma
scritti, né venire a conferenza coi dell'iniquo Fozio, e la divisione
legatiromani, per lo che questi della Chiesa greca dalla latina.
pronunciarono in faccia al popolo Dicesi aver s. Leone IX deter-
la sentenza di scomunica contro minato che si cantasse il Gloria
di lui, e contro tutti coloro che in excelis Deo (Fedì) , in tutte
ricevessero dalle sue mani l'Euca- le messe, tranne quelle nominate a
ristia, lu questa bolla di scomuni- quell'articolo. Cominciò il primo a
ca contro Michele , si fa l'enume- contar nelle bolle, ma non sempre,
razione di tutte r eresie sostenute gli anni dell' Incarnazione, Il Car-
dal patriarca e dai settari di lui: della registra dieciselte e più car-
siciit dona ti s ine affìnnant , exce- dinali da lui creati. Fu s. Leone
pta graecorum ecclesia^ ecclesiatn IX ornalo delle più belle virtù, e
Christi et veruni sacrificiuin atqiie tra queste soleva tre volte la set-
baplisinum ex loto inimdo peiiisse: timana portarsi scalzo dal Latera-
sicut mcolailae , carnales nnplias no a s. Pietro di notte, accompa-
concedunt et defendunt sacri alla- gnato da tre chierici, che l'aiutava-
LEO LEO 33
iio alla recita delle orazioni. La sti ad di'em 19 aprilis p. 664,
vita che menò fu ansterissima; il giorno in cui la Chiesa ne celebra
suo corpo era sempre coperto di un la festa.

cilicio; dormiva iu terra sul tavo- Fu sepolto nella basilica vati-


lato, coperto di un semplice tap» cana presso r altare de' ss. An-
peto, adoperando un macigno per drea e Gregorio, come scrive il

guanciale. Di zelo ardente e viva- ISTovaes nella vita di questo Papa.


ce, di pietà tenera e solida, era IMa il Sidone e Martinetti dicono
che
attivo e laborioso a segno tale, che fu riposto nell'altare chiamalo
di cinquant'aiini incominciò ad im- de morti, per essere uno de' privi-
parare la lingua greca, per meglio legiali pei defunti, nell'antica basi-
poter confutare gli scritti de'greci lica presso la porta Piavenniana.
scismatici. In fatti fu il flagello Nella ricognizione del sacro corpo,
degli eretici, come fu il terrore Paolo V avendolo
trovato ancora
de' cattivi prelati , de' quali ne de- incorrotto, e lungo che giun-
così
pose un gran numero. Dipoi Vittore geva all'altezza di nove palmi, per
III scrisse dis, Leone IX, ch'egli opera del cardinal Cusenlino lo
era un uomo interamente aposto- trasferì con gran pompa a' 18 gen-
lico, nato di stirpe regia, fornito naro 1606 all' altare de' ss. Mar-
di sapienza, cospicuo in religione, ziale e Valeria della stessa basilica,
e pienamente erudito in ogni dot- come si legge nell'Aringhi, Roma
trina. Lib. HI Dialog., t. XVIII suhterranea lib. 2, cap. 8. JXote-
Biblioth. Patr. p. 854. Governò remo che siccome il quadro del-
cinque anni, due mesi e sette gior- l'altare dei detti santi limogesi ,

ni ; egli contò il tempo del suo dipinto dallo Spadarino, nel 1824
governo, non dalla benedizione o fu trasferito nel primo altare dal-
consecrazione, ma dalla coronazione, la parte sinistra della chiesa di s.

ciò che prima di lui facevasi dalla Caterina della rota , filiale della
consecrazione , come osserva Fran- medesima basilica, ora il detto al-
cesco Pagi, Breviar. gest. RR. PP. tare si chiama di s. Francesco di
t. I, 56i, n. 33. Dopo il suo
p. Asisi pel mosaico postovi , tratto
ritorno da Benevento, non mai gua- dall' originale del Domenichino ,
rito, ricadde infermo, e la malat- eh' è nella chiesa de' cappuccini.
tia gli tolse la facoltà di prendere Aggiungeremo, che il quadro di s.

cibi solidi. Avendo predetto il gior- Valeria e di s. Marziale fu poi


no della sua morte, nella vigilia si situato nello studio dei mosaici in
fece portare nella chiesa di s. Pie- Vaticano, e nella chiesa di s. Ca-
tro, dove passò a pregare gran terina vi fu sostituita una copia
parte del giorno. Rimessosi iu let- eseguita da Francesco Kech sotto
to, ascoltò la messa, ricevette gli la direzione del barone Camuccini.
ultimi sacramenti, e spirò senza Abbiamo di questo Pontefice al-
dolore, pieno di meriti e miracoli, cune omelie col nome antico di
in età di cinquantadue anni, a' 19 Brunone, vari piccoli trattati o di-
aprile io54, almodo narrato da Ot- scorsi, delle antifone, de'responsori,
tone diFrisinga, lib. VI, cap. 33, p. degli inni ed uflìzi di santi, vari
126; Wispeigense in Chroii. ad regolamenti di disciplina, con mol-
an. io54, p. 23o ; e dai Bollandi- te decretali e lettere che trovansi
voL. xxxvm. 3
34 LEO . LEO
liumìe nella raccolta de'concilii. lo il corso di sua vita. Luigi XI
Scrisse altresì la vita di s. Idul- re di Francia Io nominò ancor
fo, pubblicata nel Thesaurus anec- giovinetto ad un beneficio , e il
clot. del p. Martene. Scrissero la Novaes dice ad m\ arcivescovato.
vita di s. Leone IX, Agostino Bon- Innocenzo Vili che avea maritalo
tempi monaco d' Arras, in versi ;
il suo figlio Franceschetto Cibo
s. Biunone vescovo di Segni, inter alla di lui sorella Maddalena, nel-

Opera cjusdem^ Venetiis i65o; l'età di selle anni lo nominò pro-


Wirperto contemporaneo del santo lonotario apostolico , e giunto a
e suo famigliare, pubblicata dal- quella di quattordici anni, agli r i

l'Enschenio a' 19 aprile, la quale marzo i4^9 'o ^''^^ cardinale


illustrala dal p. Sirmondo uscì in diacono. Bensì il Pontefice volle
Parigi nel 1 6 1 5, e fu ancora il- che solo dopo tre anni dovesse
lustrala dal Barzio, Ach>ersarior. chiamarsi e procedere da cardinale,
lib. 4^, cap. 19. Si trova pure acciò prima compisse o s'inoltrasse
nella Storia letter. della Francia, negli studi, con libertà di tenere o
t. VII, scritta dai benedettini. Se rinunziare la dignità cardinalizia.
Benedetto IX morì
prima o nel Questa ritenendo, agli i marzo 1492 I

pontificato Leone IX, o se


di s. nel monastero di Fiesole solenne-
invase nuovamente la sede dopo mente Giovanni assunse le vesti
Ja morte di questi, ne traila il p. cardinalizie. Portatosi in Roma,
Sciommari, Noie alla vita di s. Innocenzo Vili gli conferì le al-

Bartolomeo IV abbate di Grotta- tre insegne, e per diaconia la chie-


ferrata, pag. 1 39 e seg. Vacò la Se- sa di s. Maria in Domnica, la qua-

de apostolica undici mesi e venti- le provò ben presto gli effetti di


cinque giorni. sua pia generosità, dappoiché es-
LEONE X,PapaCCXXVII. Gio- sendo prossima a rovina, splendi-
vanni de Medici nacque in Firenze damente la restaurò, indi ricevet-
agli 1 1 dicembre 147^ ^'^^ nobilissi- te i primi ordini sacri. La dolcez-
mi genitori Lorenzo de Medici il Ma- za e mansuetudine del suo carat-
gnifico fiorentino, e Chiara o Cla- tere, e mollo più la straordinaria
rice Orsini romana. La sua educa- sua liberalità lo resero universal-
zione corrispose all'opulenza ed allo mente amabile. Mecenate impegna-
splendore di sua famiglia, e fu aliì- tissimo de'ietterati, oltre l'estima-
data all'ateniese Demetrio Calcondi- zione in cui sempre li tenne, curò
la. Angelo Poliziano, Egineta e Bei-- ognora di soccorrerli e promoverli.
iiardo Dovizi di Bibbiena poi car- Egual premura ed amore mostrò
dinale. Questi primeggiavano tra pegli artisti, e pei giovanetti che
gliuomini più valenti del loro tem- davano indizio di talento e buona
po, e Giovanni si mostrò degno indole. Con le grazie del suo spirito,
di riceverne le lezioni, nelle lettere con l'amenità del suo fratto, e la
greche e Ialine. Fece negli studi la- varietà delle sue cognizioni si gua-
pidi progressi, massioiC sugli anli- dagnò TafFetto della nobiltà roma-
chi filosofi. Il fasto e gli onori in na. Osserva il Giovio, che quan-
mezzo a cui crebbero i suoi primi tunque si trovasse talvolta esausto
anni ,
gì' ispirarono quel lusso e di denaro, seppe con tale arte e
magnificenza, cui manifestò in lut- disinvoltura occultare il proprio
LEO LEO 3?
bisogno, the sembrava aspettasse IV, e col disegno di rialzare la
denari dal cielo. Jnnocenzo Vili propria. Il perchè si procurò l'a-
«elio stesso anno 1492 l'inviò le- micizia di Giulio II e del suo nipo-
gato nella provincia del Pnirinioiiio te favolilo cardinal Galeotto Fran-
di s. Pietro, quando perdr Lorenzo ciotti della Rovere, la cui morte
suo padre aV) apiile. Alloia aven- immatura nel 1 5o8 gli cagionò il

do bisogno la casa IMedici di u- pili vivo cordoglio.


na persona che ne sostenesse l'au- Intanto le sue viste politiche non
lorità, la fortuna e il decoro che 10 distraerono dai suoi lavori let-

godeva in Firenze, il Papa lo no- terari, nò soprattutto dal suo genio


minò legato a Intere di tutta la per la caccia, alla quale si abban-
Toscana. Tornato con questa di- donava con passione. Quando nel
gnità a Firenze, colmò di benefìzi i5o4 perde il suo fratello PierOj
gli amici di sua famiglia , e die le sue sostanze ne soffrirono, ma
testimonianze di riconoscenza a'suoi non perciò restò abbaltuto il suo
educatori, principalmente a Calcon' coraggio. Kel 1 5o6 avendo Giu-
dila. JNel declinar di luglio i^Ofi lio li ricuperato il dominio di Pe-

morì Innocenzo \ 111 ,


per cui il rugia, ne fece legalo il cardinale,
cardinale si portò in Roma, per as- e formò il disegno di riraellere
sistere al conclave in cui uscì e- i Medici in Firenze; ma le vicen-
letlo Alessandro VI. Een presto il de delle guerre per la lega di Cam-
cardinale restò involto nelle dis- bray, e poi contro francesi e il ì

grazie della sua famiglia, la qua- duca di Ferrara, non glielo per-
le dalle fazioni fu cacciata da Fi- misero. Nel tempo della seconda il
renze, all' autorità del gnnfaloniere Papa spedì il cardinale in Bologna
Piero suo fratello avendo la re- per legato, non che in Romagna
pubblica sostituito quella del gon- per legalo e governatore. JNella
faloniero perpetuo Pier Soderini. battaglia di Ravenna essendo alla
Il partito da Firenze a-
cardinale testa dell' esercito pontifìcio , agli
gli novembre, vioggiò allora in
1 1 11 aprile i5ii fu fatto prigionie-
Francia e in Germania, dopo es- ro da' francesi, e dato in custodia
sersi ritirato in Città di Castello, al cardinal Sanseverino ribelle di
ove i \ ilellii gli diedero onorevole Giulio II e legato dell'esercito fran-
asilo. Ovunque si procacciò ammi- cese, e solo gli fu resa la libertà
ratori ed amici : al cimi tempo visse quando i francesi sgombrarono il

anche in Genova presso sua sorella Milanese. Altri col Cardella narra-
Rladdalena Cibo. Anmuizialagli co- no che evase allorché fu arrestato
là neir agosto i5o3 la morte di ad un passo del Po detto la Stel-
Alessandro VI, fece ritorno in Ro- la o a Bassignana, pel valore di
ma, in cui assistè ai conclavi che un suo famigliare che tagliò la
ebbero luogo nel settembre ed ot- mano ed uccise quello che condii-
tobre del medesimo anno per le ceva il cavallo del cardinale. Pas-
elezioni di Pio 111 e Giulio II del- sato in Modena in casa Rangoni, vi
la Rovere. Colla famiglia di que- fu accolto benignamente e provvedu-
sti procurò riconciliarsi, dopo le to di vesti, denaro, cavalli e sitio dì
•vicende avvenute per la congiura vasellame d' argento. Portatosi a
de' Pazzi nel pontificalo di Sisto Firenze, con gran pompa e gloria
,

36 LEO LEO
\i entrò agli 1 1 settembre, ma po- pella,per opera principalmente dei
scia dicesila sua vita fu minac- più giovani, restò a pieni voti e-
ciala da una congiura, ch'ebbe la letto Pontefice in età di trentasette
sorte di scampare, restituendosi in anni, agli ii marzo i5i3, e prese
Roma, dopo aver dato saggio di il nome di Leone X. Siccome al-
grandezza d' animo per tante av- l'articolo Epoca, riportammo per-
venture. Frattanto a' 2 1 febbraio chè il giorno I I fu particolarmen-
i5i3 mori Giulio ed a'4 mar- li, te memorabile per questo Papa
zo entrarono in conclave venticin- qui produremo i versi co' quali
que cardinali per dargli il succes- venne ciò celebrato.
sore, di trentadue che vivevano.
Il cardinal Medici molestato da u- Undecima eduxit Leo te lux can-
na postema, per tagliarla fu chia- dida in or beni,
mato il chirurgo Giacomo di Brie- Et Patribus sacris addidit unde-
ra, secondo la Storia de conclavi, cima.
ma veramente da Brescia, il qua- Undecima exisli patriae conjlnibus
le dopo fatta l'operazione non po- exul,
tè uscire dal conclave, per coman- Ilostibus es saevis captiis in lui'

do del sacro collegio. Nel terzo decima.


giorno i custodi del conclave, se- Undecima exolvit nexus, et Gallica
condo le bolle pontifìcie, restrinse- vincla,
ro ad un sol piatto, unum ferculum, Naiivas sedes reddidit undecima.
il cibo d'ogni cardinale, onde co- Undecima e tantis Pastorem Cu-
stringerli alla sollecita elezione. In ria soluni
conclave si seppe come Parma e Te legit, et regnum firmai in wi'
Piacenza per opera degli spagnuoli decima.
eransi ribellate al duca di Milano. Undecimum vales numerwn cele-

A' IO marzo nella cappella di s. brate quotannis,


Nicolò e nel primo scrutinio di tal Carniinibus cultis lux sonet un-
giorno, il cardinal Alborense ebbe decima.
tredici voti, onde i suoi emuli im-
paurili cominciarono a pensare ai Leone X a'i5 marzo fu ordinato
casi loro. Nelle ore pomeridiane vi sacerdote, a' 17 fu consecrato ve-
furono gran pratiche in conclave scovo, ed a' 19 sabbato venne co-
ma segrete ; come ancora si abboc- ronato prima della domenica delle
carono i cardinali Medici e Raffae- Palme, onde poter celebrare con-
le Riario detto s. Giorgio nipote venientemente le funzioni della set-
di Sisto IV, e fu creduto che uno timana santa, tanto essendosi sta-
di loro sarebbe stato eletto ; indi bilito nel primo concistoro, tenuto

per tutto il conclave si pubblicò a'i4 marzo. Agli 11 aprile con


per Papa il cardinal Medici. Tutti solennissima pompa, non mai ve-
i cardinali gli andarono a baciare duta dopo i tempi de' goti j essen-
le mani ed a rallegrarsi nella sala, dovisi speso centomila scudi nel
e continuarono a far ciò per tutta solo apparato delle strade, ed al-
la notte nella di lui cella. Nella trettanti per essere distribuiti, pre-
mattina seguente adunati i cardi- se possesso della basilica latera-
nali per Io scrutinio in detta cap- nense , sullo stesso cavallo in cui
LEO LEO 37
un anno prima nello stesso giorno Fra le prime cure di Leone
era slato fatto prigioniero.In que- X , una fu quella di dare fine
sta cavalcata termine l'uso
ebbe al generale concilio Laterancnse V
de'paramenti sacri, ed in s. Gio- incominciato dal suo predecesso-
vanni le antiche cerimonie. Di que- l'e che descrivemmo all' artico-
,

sto possesso abbiamo le descrizioni lo Laterano. Fratlanlo i france-


del cerimoniere Paride de Grassis, si obbligati a sgombrare il Mila-
Paolo Giovio, Gio. Penni, dicendo- nese, aveano lascialo presidii nelle
ci Sebastiano di Branca de' Tellini cittadelle principali, per cui il re
che furono eretti sette archi trion- di Francia Luigi XII, calcolando
fali. Delle pretensioni alla tiara di sulla tregua conchiusa con Ferdi-
Massimiliano I, ne parlammo al nando V ve di Spagna e di Na-
\ol. XV, p. 285 del Dizionario. poli, sicuro della fedeltà dei vene-
Leone X prima di uscire dal con- ziani,passò le Alpi per combattere
clave avea già fatto suoi segretari Massimiliano Sforza duca di Mila-
i due celebri letterali Pietro Bem- no ch'era rientrato nel suo retag-
bo e Jacopo Sadoleto ; i due più gio. Leone X vide con dolore tali
eleganti scrillori latini che allora divisamenti, e malgrado le carezze
vivessero, e che poi Paolo III creò che il re di Francia avea fatte a
cardinali. Essendo andato Pompeo Giuliano de Medici, deliberò d'im-
Colonna a baciargli i piedi, il Pa- pedire tale invasione. Seguendo gli
pa perdonandogli le trame ribeili esempi del predecessore, si valse a
fatte nell'infeimità di Giulio li, tal uopo del soccorso degli svizzeri:
con singoiar umanità gli restituì i i 6 giugno i5i3 perde-
francesi a'
benefìzi, ed usò grandissima libera- rono la battaglia di Novara, e fu-
lità coi Colonnesi. Perdonò ancora rono obbligali a ripalriare. Rai-
ai congiurati, che avevano attenta- mondo Cardona s' impadronì di
to con Macchiavello a' suoi giorni. Genova, e Luigi XII fa cosi spo-
I suoi discorsi pieni di grazia, di gliato di quanto possedeva in Ita-
bontà e di eloquenza incantarono lia, mentre era molestalo da En-
i romani. Fin d'allora la sua mo- rico Vili l'e d'Inghilterra collegato
derazione lo fece mettere col suo del Papa. I veneziani battuti a
predecessore Giulio II nello stesso Vicenza, rimisero le loro contese
genere di parallelo, che il lione e all'arbitrio del capo della Chiesa.
l'agnello. Sotlo tali fausti auspicii Luigi XII oppresso dai disastri si
incominciò il suo glorioso pontifi- pacificò colla santa Sede, e fu as-
cato ; il suo governo è il quadro soluto dalle censure scagliale con-
di un secolo intero, al quale ebbe tro di lui da Giulio II. La gioia

il valilo d'imporre suo nome. Al-


il di Leone X fu accresciuta dalla
l'arlicolo però Giulio li parlammo vittoria riportala dai re d'Unghe-
del parallelo fallo dal dotto Fea ria e di Polonia sui turchi, dalla
tra Giulio II e Leone X, il quale felice scoperta di Vasco Gama, e
dice, che il primo avendo lasciato dalla solenne ambasceria di Em-
cinque milioni di ducati d'oro^ il raanuele re di Portogallo, per ot-
secondo polo largheggiare profusa- tenere da lui la donazione delle
nieule,e cunchiude che il secolo XVI terre conquistate dai navigatori
clovea portare il nome di Giulio li. portoghesi. I tre ambasciatori in
38 LEO LEO
nome del re di Portogallo presen- quelle tre potenze ; offri al re di
tarono al Pontefice doni preziosi Francia sua mediazione presso i
la

delle conquistate Indie orientali, cantoni elvetici, ma indarno però ;

fra' (jiiali eravi un elefante chia- ottenne che sposasse la sorella del
mato Annone, di singolari qualità, re d'Inghilterra. In tal guisa de-
che descrive l'Oldoino nelle Addi stramente dissipò una formidabile
zionl al Ciacconio, Vit.PP. t. 111, procella che stava per piombare
p. 378. L'elefante riuscì cos'i grato sull'Italia. Profittando di tale tran-
al Pontefice, che dovendolo perde- quillità, pensò a fermare in modo
re dopo due anni per un'angina, piìi durevole l'autorità della sua
a conforto del suo rammarico lo famiglia a Firenze. Sontuose feste
fece dipingere dal celeberrimo Raf- avvezzavano gli abitanti ai godi-
faele d'Urbino, colle misure delle menti del lusso, e disponevano gli
sue membra al naturale, presso la animi a piegare sotto il giogo di
torre della porta del palazzo vali- i.na casa che un tempo era loro
cano, ove lo fece seppellire con ele- stata cara per più di un titolo, li

gante epitaffio in nome del custode Papa nutriva ancora più alti dise-
del medesimo elefante , Giambatti- gni presedeva vicina la morte di
:

sta Braconi aquilano, riportato dal Ferdinando V, e destinava il re-


Cancellieri nella Siurìa de' possessi gno di Napoli a Giuliano de IMedi-
a p. 62. Ricevette Leone X i doni ci suo fratello, mentre Lorenzo suo

con magnifica pompa che descrive nipote sarebbe stato sovrano della
Paride de Grassis nel suo Diario Toscana. JVIii'ando Leone X a tali

mss. t. IV, p. g4j esistente ndll'ar- grandi avvenimenti, si ravvicinò a


chivio VcUicano, ed il Fabioni nel- Luigi XI 1, stimolandolo a fare un
la f^'iui di Leone X, p. 74- I" nuovo tentativo sul Milanese, quan-
contrassegno di stima verso il mo- do il principe fece temere prossima
narca portoghese, il Papa gli man- la sua morte. 11 Papa vide perciò
dò la rosa d'oro benedetta, insieme che non gli restava altro partito
collo stocco e cappello pur bene- che di difendere i suoi possedi-
detti celebrando siffatti avvenimen-
; menti in Lombardia. Con tale di-
ti con sontuose feste. segno tece l'acquisto di Modena,
JNel i5i4 il santo Padre spedì di cui la situazione legava la co-
legali ai moscoviti ed ai maroniti municazione coi dominii pontificii,
per trarli dallo scisma de'greci ; col e le città di Reggio, di Parma e
medesimo apostolico zelo procurò di Piacenza, poco prima restituite
con lettere di trarre gli abissini alla santa Sede. Intanto l'impera-
dai loro errori, e canonizzò s. Rru- tore Massimiliano I e Ferdinando
none. Luigi XII che non rinunziava Y spinsero con ardore i loro pre-
al ducato Milano, tentò di trattare
di parativi contro i veneziani, mentre
colla Svizzera. Tale disegno essen- i turchi avevano ottenuto colle ar-
dogli fallito, cercò di formare una mi alcuni vantaggi sui cristiani.

alleanza più stretta colle case d'Au- Sbigottito il Papa dalle tristi con-
stria e di Spugna, per una nuova seguenze che potevano nascere da
unione di famiglia. Leone pro- X tali incidenti, risolse di tentare o-
curò attraversare tale negozio, per gni cosa per ristabilire la pace,
jtupedire la divisione d'Italia fra almeno tra le potenze d'Italia. A
LEO LEO 39
tale effello inviò il Bembo a ne- portava le sue vedute più lontano
goziare co'veneziani suoi concitla- di loro, e che d'altronde conosceva
diiii, onde pcisiiaderli a fare dei meglio d'ogni altro i diritti della
sagiifizi all'imperatore e al re di tiara,non deliberò diversamente, e
Spagna, come a rinunziare all'al- prevenne saviamente le dure con-
leanza de'franeesi, ma senza succes- tingenze, nelle quali si era trovato
so. Luigi XII morì il primo del Alessandro VI attendendo in R.o-
i5i5, e Francesco I ereditò la sua ma il re Carlo VIII colla sua ar-
corona, ed progetti di rientrare
i mata. Fu il Papa il primo a met-
in Italia. Appoggiato ancor lui al- tersi in viaggio per Bologna, ac-
l'allenza della Vene- repubblica di compagnato da dieciotto cardinali,
zia, ritornato padrone di Genova, molti principi e da tutta la curia
dove la fazione dei Fregoso avea romana, lasciando in Pioma per
vinto quella de' Fieschi e degli legato il cardinal Soderini. Giunto
Adorni, si preparò a valicare le in Firenze a'3o novembre i5i5
Alpi. Leone X avrebbe voluto os- e visitata la tomba di suo padre,
servare la neutralità, ma fu obbli- s'avviò per Bologna preceduto dalla
gato di unirsi allo Sforza, ch'era ss. Eucaristia, ove fu ricevuto con
collegalo cogli svizzeri, con Massi- tutte le dimostrazioni di onore,
miliano I e Ferdinando V. Mal- quanto all'esteriore, ed in sostanza
grado tutti gli ostacoli, Francesco freddamente, perchè i bolognesi
1 penetrò in Italia, e la vittoria desideravano sempre l'antico loro
di Marignano rimise i francesi in governo. Fece incontrare il re dai
possesso di Milano, di Parma, di suoi legati , e fuori della città
Piacenza e della persona di Sforza, dal sacro collegio ; il re fu pre-
che fece al re cessione de'suoi sta- sentato a Leone X in concistoro,
ti e si ritirò in Francia. Leone e dopo avergli reso i suoi reli-
X sconcertato da tali sinistri, e giosi omaggi, gli fece i piìi grazio-
temendo di vedere invaso lo stato si complimenti. Il Pontefice, l'uo-
ecclesiastico, prese il partito di mo del suo secolo che si esprime-
trattare con Francesco I pel mezzo va il più nobilmente, e che si
del duca di Savoia Carlo III, di studiava di usar con tutti della
cui Giuliano de Medici avea spo- maniera più gentile, fece partico-
sata la sorella, zia del monarca larmente uso di questo talento iu
francese. Le negoziazioni incomin- un incontro, in cui la sua pulitez-
ciarono, obbligandosi il Papa di za serviva alla sua politica. Nella
levare la guarnigione da Parma e messa solenne che celebrò nel
da Piacenza, e di ritirarsi dalla le- giorno di s. Lucia, Francesco I gli

ga promettendo
; il re di difendere rese i soliti onori; il Papa comunicò
il Pontefice, il suo stalo, la casa molti della sua corte, altri assolse
Medici e la repubblica di Firenze; per la pubblica confessione che
indi si convenne d'un abboccamento fecero, al modo detto nel voi. XVI,
iu Bologna. p. io3 del Dizionario. Nei con-
I caidinali una delicatezza
per gresso si combinarono quelle cose
forse poco sensata, non approvaro- che tratta a lungo lo Spondano
no che il santo Padre andasse in- negli Annal. eccl. a detto anno,
contro al re ; ma Leone X che ed il Fabioni a p. 93 e seg. JNe
4o LEO LEO
furono le principali, la pace d'Ita- quale piombò sul Milanese ; Leone
lia famoso Concordato tra
e il X ordinò in pari tempo a Marco
Leone X e Francesco I {Vedi)^ Antonio Colonna di unire le mi-
con che venne abolita la pramma- lizie pontifìcie alle imperiali. Però
tica sanzione ; e siccome la bolla il generale francese Lautrec, gli
che sostituiva il concordato alla oppose un'invincibile lesistenza. Il
prammatica sanzione fu letta nel re di Francia non dubitò piìi
concilio di Lalerano , a queil' ar- d'esser tradito dal Papa ; questi
ticolo riparlammo del concordato, ciò non ostante fece dimostrazioni
come ai luoghi che vi possono a- di fedeltà al le, che parve prestar-
vere relazione. Al duca di Ferrara vi credenza : entrambi dissimularo-
fu restituitoModena e Reggio, e no, spiandosi reciprocamente.
al ducato di Milano allora occu- Nel i5i6 il Papa beatificò Fi-
pato dai francesi, Parma e Pia- lippo Benizi fiorentino, zelante pro-
cenza. Il Papa donò al re un ric- pagatore del suo ordine de' servi
chissimo reliquiario d'oro tempe- di Maria. Ad istanza di Emma-
stato di gemme, che racchiudeva nuele re di Portogallo concesse al-
un pezzetto della vera Croce. Fran- la diocesi diCoimbra che si cele-
cesco I passò a Milano, e Leone brasse ogni anno la memoria di s.

X ritornò in ove riseppe la Roma Elisabetta regina di quel reame.


morte di Giuliano suo fratello ; nei Con un breve approvò il culto dei
primi momenti del suo dolore si sette martiri francescani martiriz-
ritirò nell'aprile a Civitavecchia, zati in Ceuta , Daniele, Samuele,
e pocomancò che non fosse rapito Angelo, Donno, Leone, Nicolò ed
da una mano di barbareschi sbar- Ugolino. Dopo la morte di suo
cati sulle coste, ed ebbe tempo fratello, tutti gli affetti di Leone
appena di salvarsi in Roma. IXel X si riunirono sul nipote Lorenzo,
i5i5 Leone X dichiarò alcuni al quale destinò il ducato di Ur-
dubbi sulla regola di s. Chiara; bino. Francesco Maria della Ro-
eresse in metropoli il vescovato di vere nipote di Giulio n'era il II
Torino, ed in sede vescovile Bor- possessore, reo di aver congiurato
go s. Sepolcro. Intanto l'alleanza coi francesi contro lo zio, di aver
tra Francesco I e Leone in- X ucciso il cardinal Alidosio, de' quali
quietò r Austria e la Spagna, le delitti l'avea assolto in punto di
quali cercarono di fortificarsi con morte lo stesso zio, e di aver mal-
l'appoggio di Enrico Vili. 11 car- trattate le truppe della Chiesa nel-
dinal Wolsey, benché elevato alla le ultime occasioni. Il Papa, ben-
porpora da Leone X, persuase il ché avesse promesso al re di Fran-
suo padrone re d' Inghilterra di cia di perdonarlo lo scomunicò , ,

contrarre tal nuova alleanza, di fece marciare le sue milizie contro


cui la conclusione fu sospesa per di lui, e s' impadronì del ducato, di
essere morto nel gennaio i5i6 cui diede l' investitura a Lorenzo.
Ferdinando V. Allora Francesco I Nel seguente anno tentò il Rovere
•formò de' disegni sul regno di Na- di rientrare ne' suoi stati, ma fu
poli ma il Papa che temeva l'in-
; obbligato cedere al vincitore; tut-
grandimento de' francesi, cercò di tavolta fu liberato dalle censure, e
suscitargli contro Massimiliano !, il solo ebbe piccoli compensi. Questa
,

LEO LEO 4»
guerra esaun il tesoro pontifìcio, di lui protettore, malgrado i re-

ed il Pontefice fu assai criticalo clami di questo, fu arreslalo, e do-


come nana Boscoe. mezzo a
In po un regolare processo a' 6 luglio
tali cure di famiglia, Leone X avea fu decapitato segrelametile in Castel
gli occLi aperti sulla condotta del- s. Angelo nelle carceri , venendo
le altre corti. Ud\ con rammarico squartati il segretario ed il chi-

il trattato concliiuso in Koyon tra rurgo. Come consapevoli della con-


Fiancesco I ed il giovane arciduca giura furono accusali e falli pri-

Carlo divenuto re di Spagna poi ,


gioni quattro cardinali , cioè liia-
imperatore; procurò inutilmente riodecano del sacro collegio, Sauli,
un contro-trattato, perchè Massi- Volterrano fratello di Pietro Se-
miliano I accedette a quello di derini, e Adriano Castellense di s.

Koyon. JNel '5 17 poco mancò che Grisogouo. Tutti furono privali

Leone X non cadesse vittima di della porpora e confiscali i loro


un'iniqua trama ordita contro la benefizi. liiario che implorò per-
sua vita. Il capo principale eia il dono per non averne dato avviso,
cardinal Alfonso Petrucci , offeso l'ottenne mediante la multa di cen-
dai Medici perchè l'avevano con tomila scudi, venendo assegnato il
due altri fratelli suoi esiliato da di lui palazzo per la Cancelleria
Siena, di cui Paudolfo loro padre, [Vedi). Sauli egualmente complice
poc' anzi morto, era signore, e pri- come consapevole della congiura,
vati delle ricchezze paterne. Or condannato pure a perpetua pri-
volendosi il cardinale vendicare nel- gione, ne fu liberato per cospicua
la sacra persona di Leone X, di somma di denaro, restando priva-
cui era stato uno de' piìi zelanti to di voce attiva e passiva ad ar-
promotori al papato ,
procurò di bitrio del Papa. Gli altri dna car-
ucciderlo di propria mano e sco- conseguirono il perdono pa-
dinali
pertamente, procurandosi l'appoggio gando ognuno dodicimila fiorini.
de' fautori del duca di Urbino de- Di tuttociò scrissero minutamente
posto. JVcn potendo effettuare il il Fabroni pag. ii5 e seg. e il ,

barbaro disegno, risolvette di ri- Guicciardini nella Storia d'Italia,


correre al veleno, e guadagnalo il hb. XIII, p. 467.
chirurgo del Papa Eatlista da \ er- Vedendosi Leone X
in queste

celli, che serviva il di lui fratello circostanze poco amalo dai tredici
Borghese Petrucci, gì' insinuò di cardinali che componevano allora
porlo nella medicatura d'una fìsto- il sacro collegio, stabili di accre-
la, che Leone X da gran tempo scerlo con un numero grandissimo
soffriva nelle parti inferiori. Inter- di soggetti, da' quali si potesse a-
cettale le lettere che il cardinale speltare maggiore attaccamento alla
su questo esecrabile allentato dal sua persona. Laonde nel primo lu-
Lazio scriveva al suo segretario glio, in una sola promozione, creò
Antonio de' Nini sanese rimasto in trentuno cai'dinali, cosa non mai
Roma, fu scopeita la congiura. veduta né prima ne poi ( tranne
Tornato il cardinal Petrucci in la promozione che di altrettanti
corte , mediante il salvacondotto fece a' nostri giorni nel 1816 Pio
che il Pontefice gli avea promesso \'II, dieci de' quali però non pub-
e dato all'ambasciatore di S;n'"na blicò ma liseibò in petto), ed tb-
,

ù,% LEO LEO


be cura di sceglierli Ira* suoi pa- levazione de' suoi parenti,
ottenne
lenii, amici, famigliari, ed anche per Lorenzo duca d'Urbino suo ni-
tra persone disliiile per merito, per potè la mano di IMaddalena de la
natali e per ricchezze, annoveran- Tour, del sangue reale di Fran-
dovi otto romani. Non essendo suf- eia: nelle nozze il re ed il Papa
licieiili pei cardinali preti i titoli rivaleggiarono in magnificenza e ,

cardinalizi, istituì quello di s. Tom- tra loro ebbe perciò luogo momen-
maso in Parione, e diverse diaco- tanea concordia Francesco I resti-
;

iiie temporaneamente dichiarò tito- luì IM(jdena a Leone X, e Reggio


li. Indi con una costituzione di- al duca di Ferrara, ed il Ponte-
chiaro, che soddisfarebbero al pre- fice rilasciò ai re le decime esatte
cetto della messa quelli che 1' a- per la crociata contro i turchi. Av-

scoltassero nelle de'mendi- chiese venimenti della più alta imporlan-


canti. Un lusso di spendere e di za agitarono quindi l'Europa in-
spleudore, in cui il buon gusto an- tiera. Volendo Leone X continua-
dò del pari colla magnilìcenza re la riedificazione sontuosa della
sparse l'agiatezza in tutte le clas- nuova basilica vaticana , incornili-
si di persone: la libertà del com- ciata dall'animo grande di Giulio
niercio, la prolezione accordata alle 11, e non essendo sufficiente per le
lettere ed alle arti, la saggezza del- immense spese il tesoro della ca-
1' amministrazione e la sicurtà del mera apostolica, ad esempio di al-
vi vere accrebbero la prosperità gè- tri Papi, come si disse all'articolo

uerale, e resero per sempre memo- Chiesa, ricorse alla pietà de' fedeli
labile questo pontificato. Tale bril- perchè contribuissero con limosina
laute epoca lii consecrata da un alla spesa necessaria, col premio delle
decreto solenne del magistrato ro- sante indulgenze. E siccome nella
mano, che commise al divino scal- Germania a promulgarle l'arcive-
pello di IMichelangelo Unonarroti scovo di Magonza si servì de' do-
l'erezionc d'una statua di marmo ; monicani a preferenza degli ago-
questa però r esegui malamente stiniani, un individuo de' secondi,
Giacomo del Duca, e si vede tut- l'inquieto e torbido Martino Lu-
tora nella sala dell' appartamento fero, prese il pretesto con iscagliarsi
de' conservatori in Campidoglio. JN'el con scandalose declamazioni ed ini-
i5i8 Leone X istituì l'anni versa- qui scritti contro le indulgenze, a
rio pe' cardinali defunti. Essendosi dar principio a' suoi perniciosissi-
adunati i principi di Germania nel- mi errori sulla grazia , il libero
la dieta di Augusta, per delibera- arbitrio, i sagramenli ec. , che il

re la guerra contro i turchi, per- Papa condannò con bolla e faceu-


chè Selim I vincitore della Persia do bruciare tutti gli empi suoi li-
e conquistatore dell'Egitto inquie- bri. Enrico Vili re d' Inghilterra
lava l'Europa sulla propria sicu- difese i sacramenti contro l' ere-
rezza. Il Papa spedi qualtio legati siarca,onde Leone X lo chiamò
u diversi sovrani per un'alleanza Difensore della feda {^Fedi): a Fe-
diliinsiva, e nella detta dieta fece dorico duca ed elettore di Sassonia
presentare a Massimiliano 1 lo stoc- che lo favoriva, regalò la rosa d'o-
co e berrettone benedetti. Conti- ra benedetta, pregandolo a porre
uuaudo poi ad occuparsi per l'è- un argine alla funesta eresia, che
,

LEO LEO 43
sino dal suo nascere fece grandi e dilazioni, e non restituì Parma e
liigriaievoli progressi massime in Piacenza. Allora Leone X si ri-

Germania. Luterani. /'''. volse a Carlo V e cohchiuse un


Altro avvenimento importante fu trattato agli eoa
8 maggio i 'j2 i ,

che l'arciduca Carlo d'Austria e re lo scopo di ripristinare Francesco

di Spagna, aspirando al titolo di Sforza nel ducato di Milano, di


re de' romani, ed all' invesliinra aiutarlo ad impadronirsi di Per-
del regno di Napoli, Leone X si rara, Parma e Piacenza ed assi- ,

rifiutò a tali domande dichiaran- curare diversi appannaggi ai IMc-


dole incompatibili. Massinìdiano dici, cioè al nipote Alessandro un
mori improvvisamente a' 22 gen- principato di dieclmda ducati di

naio iSig, Carlo non dissimulò rendila, e al cugino cardinal Giulio


le pretensioni all' impero, e Fran- de Medici una simile annua pensione
cesco I si presentò per competito- sull'arcivescovato di Toledo. Subi-
re. Il Papa sembra che propen- to le galeie pontificie ebliero or-

desse per l'elettore di Sassonia; ma dine di unirsi alla flolta imperia-


Carlo avendo fatto avvicinare un le, ed il Papa permise a Carlo V
esercito al luogo dell'elezione fu e- di conservare coli' impero il regno
letto col nome di Carlo V. Intanto di Napoli, accrescendogli l'annuo
un nuovo affanno domestico afflisse censo. L'esercito fiancese fu scon-

il Pontefice, morendo il nipote Lo- fitto in Lombardia dall'esercilo pa-

l'enzo ; Leone X dopo fatti alcuni pale ed imperiale, il quale ricupe-


provvedimenti per la Toscana, riu- rò alla Chiesa Parma e Piacenza,

nì il ducato d'Urbino agli stati della indi cacciò i francesi da IMilano,


santa Sede. Psel 5 q canonizzò 1 1 che con tutto il ducato si rese allo
s.Francesco di Paola e nel se- , Sforza, essendo legati apostolici i
guente anno approvò l'arciconfra- cardinali Schiner, e Giulio de Me-
ternita della carità pei poveri car- dici cugino del Papa, poi Clemeu-
cerati, ed eresse il monastero per te VII. Giunta in Roma questa
le donne convertile, sotto la regola notizia, Leone X vi fece grande
delle agostiniane. Duraiile l'anno allegrezza, in mezzo alla quale, do-
iSao l'Italia fu tranquilla, e Leo- po cinque giorni di apo|)lessia, al-

ne X ricuperò Perugia, prese Fer- tii dicono per febbre lenta e di

mo ed altre città della Marca, indi catarro presa nella sua villa Ma-
rivolse le sue armi contro il duca gliana , e disprezzata da' medici
di Ferrara Alfonso l. Nel iSai il appena tornalo da questa, morì il
Papa canonizzò s. Casimiro re di primo dicembre 1 52 i, verso le ore
Polonia, es. Leone vescovo, ed in- selle della notte, in età di qua-
citi e beatificò Marglicrita da Cor- rantasei anni non terminali, aven-
tona, Veronica di Bisnaco e Corra- do governato olt'anni, olio mesi e
do piacentino. Fermo il Pontefice venti giorni. IMorì non senza so-

di cacciar le potenze straniere dal- spetto di veleno, come può vedersi


l'Italia, persuase Francesco i a col- nel Sandini, Fit. PP. t. II, p. 628;
legarsi seco per espellere gli spa- neir Oldoino, Addit. in Ciacconio
giuiolidal regno di Napoli con , t. Ili, p. 23 1, che a lungo traila
molle promesse. Tuttavolla i! re col Giovio di questo sospetto, pei
mostrò poco fidarsi di lui, chicbu quale fu posto in prigione il cop-
44 LEO LEO
piere del Papa Barnabò Malaspi- n. 5. Il luogo più frequente del suo
na ,
messo in libertà per man-
poi traltenimetito della caccia era la
caMza di prove: il Piatti ancora villa JMagliana sul Tevere verso il

ne parla, e meglio il Fabroni a mare, e Cerveteri allora apparle-


p. 237. Fu sepolto nella basilica ncnte a suo cognato Francesclietlo
vaticana in sepolcro di lui poco Cibo. Nelle doti dell'animo viene
degno, ma poscia in tempo di Pao- egli commendato da tutti gli scrit-

lo III fu trasferito nel coro della tori del suo tempo, che lo dipin-
Chiesa di s. Maria sopra lìlinen'a gono di acuto ingegno e di singo-
(f celi), e collocato in magnifico lare facondia. Formato di buon'ora
deposito. Era di statura grande e alla grande arte di governare, Leo-
ben formato in tulle le parli, fuor- ne X non si mostrò da meno del
che nella testa eh' ebbe di spro- suo destino. La sua politica fu de-
porzionata grandezza ; soleva orna- stia, e la pose in opera per af-

re le dita con molti anelli ricchi francar l'Italia dagli stranieri, e


di preziose gemme. I lineamenti del per elevare la sua famiglia Medici
suo volto ci sono slati trasmessi che dicesi volesse investire di Par-
dal pennello di Ralfaele, ed è una ma e Piacenza. P^. Firenze e Me-
delle opere più belle di quel som- dici Famiglia. Prudente, magnani-
mo pittore. Questi lo rappresentò mo, benigno nel ricevere e pazien-
sedenle in mezzo ai due cardinali te I suoi coslumi
noi sentire tutti.
parenti cugino e nipote Giulio de furono castissimi, e li lodò lo stes-
3Iedici,poi Clemente VII, e Luigi so Lutero nell' insolentissimo libro,
de Pvossi prodatario, amato dal Pa- De lihertate Christiana, che dedicò
pa che in morte gli compose eie- al Papa: ciò non ostante Paolo
gante iscrizione: da ultimo questo Giovio ed altri li screditarono. Due
ritratto fu disegnato e stupenda- volte la settimana digiunava; nei
mente inciso dal valente artista mercoledì si asteneva dal mangiar
Samuele Jesi con plauso generale,
, carne, e nel venerdì si nudi iva di
In otto promozioni creò quaranta- semplici erbe e legumi, come scrisse
due cardinali. Natale Alessandro, /Z/^/. ecc/. t. Yllf,
Sembra incredibile la passione p. 34- Nel conferire i benefizi fu
che Leone X ebbe per la musica, pieno d' integrità. Nel promovere
di cuine conosceva perfettamente gli studi delle arti e delle lettere,
la teoria, e per la caccia nellaqua- e nel proteggere e premiare i Iel-
le si occupava tutto il tempo che terali, seguì Leone X il genio del-
poteva, massime nei mesi di set- la sua famiglia Medici. Nato nel
tembre ed ottobre, non polendo- seno dell'opulenza, questo Papa
sene dislaccare, se non che per fare aveane derivato il gusto sublime
concistoro o cappella papale. I suoi del bello, che può avere avuto i
oinamcnli pontificali erano della suoi eccessi, ma che produsse una
massima magnificenza. Nelle chiese felice rivoluzione nel suo secolo e
apparve sempre così serio e grave, particolarmente nelle arti : tulli con-
che nel decoro e maestà delle sa- vengono che a ({ueslo Pontefice va
ere funzioni superò tutti i suoi an- debitrice l'Italia del rinascimento
lecessori, come rilevò il Pallavici- delle belle Icllere. Reslamò 1' uni-
uo, [list, condì. Dici. lib. 1, cau. 2, vergila romana, alla quale l'eslilui
LEO LEO 4^?

le sue rendite eh' erano stale tla za e la felicità che godè Roma nel
lungo tempo rivolte ad altri usi. suo ponlilicato, per cui si aumen-
Vi chiamò professori da tutta l'Eu- tò notabilmente il ninnerò ih^gli
ropa: la teologia, il diritto cano- abitanti, che perciò furono fabbri-
nico, il civile, la medicina,
diritto cate molte case, massime nel Cam-
la morale, la logica, la
filosofia po di fiore. Poterono a ciò con-
rettorica, le matematiche ebbero tribuire le provvidenze de' prede-
cattedre riccamente dotate da lui. cessoii e perfino il clima felice <li

La lingua greca fu l'oggetto delle quelle stagioni, ma molto anche


sue prime cure a mezzo di Gio- deve attribuirsi alle provvidenze del
vanni Lascari, pel quale aprì sul gran Pontefice. Tra gli altri enco-
Quirinale un collegio al modo che mi, de' quali adornarono il di lui

descrive il Piodotà, t. III, p. i5?.j sepolcro i letterali inconsolabili di

ciò che accennammo all' articolo aver perduto sì gran protettore, vi

Collegio greco. Inoltre Leone X furono questi versi.


perfezionò pure la stampa greca :

la lingua latina formò del pari la Delitiae Immani generis, Leo ma-
sua attenzione e le sue liberalità, xime, ter uni
così protesse le lingue orientali. I- Ut simul illuxere, interiere si-
stituì privilegi per gli studenti delle nini.

scienze. La biblioteca sua partico-


lare la destinò alla patria, ove com- Della propensione ch'egli ebbe pel
mise a Michelangelo l'erezione del- celebre Agostino Chigi, ne trattam-
l'edifìzio; al medesimo commise ri- mo all'articolo Chigi Famiglia. Spes-
fabbricare in Firenze la chiesa di so avea assistente alla sua tavola il

s. Lorenzo. La biblioteca del Va- famoso poeta Camillo Querno che


ticano provò ancora le sue solle- improvvisamente recitava un'infi-
citudini. Questo palazzo fu deco- nità di versi sull'argomento che gli
rato dalle pitture di Raffaello nelle veniva dato. Dell'uso che avea Leo-
famose loggie, e nelle celeberrime ne X di sentire mentre era a tavo-
camere campeggiano gli em-
ove la silfalti improvvisatoli e dei buf-
blemi Leone X, cioè l'anello
di foni, non sempre castigati per ri-
col diamante simbolo della solidi- guardo ai costumi, onde nascevano
tà e della forza , e le tre piume, il le risate che i buoni non applau-
giogo unito all'anello colle lettere divano, ne trattano il Giovio a p.
N-SVAVE, la qual impresa unita i56, ed il Fabroni a p. iGo. Tal-
al giogo ed all'anello si legge : A- volta si abbandonava a conversa-
nulus nectit jiigum suave. Evvi an- zioni frivole, onde non pochi cen-
cora l'altro emblema della famiglia sori gli rimproverarono una ten-
Medici, espresso da queste lettere denza alquanto bizzarra per le

le une sottoposte alle altre GLO-VI buffonerie. Per altro sosteneva per-
che si leggono: Gloria, vita, saliis. fettamente lo scherzo, e se ne trae-
Il dotto monsignor Nicola Nicolai va con garbo. Fu inoltre tacciato
nell'opera intitolata Memorie, leg- : di parzialità e di ambizione.
gi ed osservazioni sulle campagne Eresse Leone X un ordine di
e sulV annona di Roma, tom. Ili, quattrocento cavalieri, che compra-
pag. 65 e seg. celebrò l'abbondan- vano il loro posto, e ne aveano
46 LEO LEO
(Inlln (lognnn la rendita di cento ]\Tonsignor Paolo Giovio scrisse la
scudi. Accrebbe il collegio de* cu- vita di questo Pontefice nel i ^4^5
biculari al numero di sessanta, e la quale dal Ialino fu trndolta in
degli scudieri al numero di cento volgare da Lodovico de Domeni-
quaranta. Rinnovò il battisterjo La- chi, e stampata in Firenze nel i55i :

toranense, ed in molli altri pub- in francese la pubblicò in Parigi


blici edifizi, come nel santuario di nel 1675 M. M. D. P. La scrisse
Loreto [Fedi), mostrò egli qual fosse ancora monsignor Angelo Fabroni :

la somma sua magnificenza, per la Leonis X P. 31.opud Flta, Pisis


quale e per le guerre che fece, fu auctorem excudebat Alexander Lan-
costretto a lasciare impegnale le dius 1797. Inoltre la scrisse Gu-
gioie ed altre cose preziose del te- glielmo Roscoe, che fu tradotta in
soro pontificio; oltre ad altri con- italiano e dal Sonzogno pubblica-
siderabili debiti, pe' frutti de'quali ta in Milano nel 18 6 in dieci r

ogni anno la camera apostolica pa- tomi, e col titolo: J^ila e pontifi'
gava quarantamila ducali d' oro. rato di Papa Leone X. Nel 182^
Quanto egli ebbe zelo e fece per la congregazione dell'indice de' li-

gli ordini religiosi è notato ai ri- bri proibiti pose tra questi tale ope-
s[)cttivi articoli. Non risparmiò né !'a, colle aiinolazioni e documenti
spese né cure per acquistare anti- inediti del conte Luigi Bossi. Molte
chi manoscritti e per procurare buone notizie riguardanti il ponti-
buone ed utili edizioni, massime ficato di Leone X trovanti in un
di Aldo Manuzio. Comprò per cin- latino dialogo di Raffaello Rrando-
queuìila zecchini un esemplare dei lino giunioredi Lippo fiorentino,
primi cinque libri di Tacito, che fattostampare nel 1753 in Venezia
furono tratti dall'abbazia di Cor- da Francesco Fogl lazzi, essendo in-
wei in Westfalia, e cui gli recò An- terlocutori il cartlinal Alessandro
gelo Arcomboldo. Ne allidò la stam- Farnese poi Paolo III, e Alberio
pa a Ceroaldoil giovane, con un bre- Pio conte di Caipi. Da ultimo l'ec-

ve che pronunziava contro ogni con- cellente storico cav. Audin, autore
traffazione la pena di scomunica di altri importanti lavori storici,
lalae sententìae , un'ammenda di nel 1844 li^ pubblicato in Parigi
duecento ducati e la confisca del- VLIisloire de Leon X etc. in due
l'opera. Uno stampatore impruden- volumi. Vacò la santa Chiesa un
te per nome JMinuziano incorse in mese e sette giorni.
tali pene e fu obbligato di transi- LEONE XI, Papa CCXLIT. Ales-
gere con Beroaldo. Leone com- X sandro Otiaviano de Medici dei
poneva assai bene in poesia; le principi d'Ottaiano, nacque in Fi-
sue lettere si leggono con piacere. renze nel i535, da Ottaviano de
Di lui abbiamo delle costituzioni e jMedici e da Francesca Salviati fi-

lettere in numero di ventitre, pub- glia de Medici sorella


di Lucrezia
blicate nel t, XIV de' concilii, e di Leone X. Fino dai primi suoi
molte altre negli annalisti e nel bol- anni si ujostrò Alessandro propenso
lano. Angelo Poliziano, slato mae- alla vita ecclesiastica, ma la madre
stro di Leone X, nel lib. Vili àc\' per impedire che si dedicasse ad
Y epìsl. ad Innocenzo Vili fa mi essa, lo introdusse nella corte di
magnifico elogio del suo discepolo. Cosimo I granduca di Toscana
LEO LEO 47
suo cugino, il quale lo vestì cava- lissinie ch'erano in delta cliicsa di
Jieie dell'ordine di s. Stefano. IMor- s.Agnese, cioè due di porta-santa e
ta la madje, hranioso di menare due di paonazzetto con centocjua-
\ita quieta e tranquilla e lontana ranta fine scanalatine per ciascuna,
dai tumulti e dallo strepito della come uniche fra quelle antiche con
corte, credè che fosse giunto il tale lavorazione. Venuto ciò in noti-
tempo porre ad esecuzione il
di zia del cardinale, senza (àrne dogliau-

suo pio disegno. Ordinatosi sacer- za, acquistò le colonne necessarie


dote ritirossi alla solitudine della per la cappella della IMinerva e
campagna, occupandosi nella pre- ne dono al Pontefice. Questi
fece
ghiera e nella meditazione della allora conobbe l'errore che si vo-
divina legge. 11 granduca cono- leva fargli couinietlere, onde ab-
sciute le sue virtù lo destinò ani- bracciando il cardinale, si cavò l'a-

basciatore a Pio V, e rimase


s. in nello dal dito con prezioso zafllro,
E.oma ad esercitare con fama di e regalandolo al cardinale viva-
straordinaria probità e saviezza l'of- mente lo non tanto per
ringraziò,
fizioper quindici anni. Gregorio le colonne, quanto per aver impe-
XIII nei 1073 lo fece vescovo di dito ch'egli togliesse alla chiesa di
Pistoia, nel i574 arcivescovo di s. Agnese le coloime sue.
Firenze, e a' 2 dicembre i583 lo Clemente Vili nel lOtjG l'inviò
creò cardinale prete del titolo dei Legato apostolico, con quel seguito
ss. Quirico e Giulitta, chiesa che descritto a quell'articolo, ad Eniico
ridusse nell'interno e nell'esterno IV re di Francia, che lo ricevette con
in miglior forma, ed ornò con di- straordinarie onoriHcenze, e piesso
verse pitture. Da qtiesto titolo pas- il quale dimorò due anni. Delle ge-
sò a quello di s, Prassede, in cui sta gloriose operate nella sua le-
nella navata grande fece dipingere gazione, ne trattano il Ciacconio,
alcuni de'più divoti misteri della f^it. PP. t. IV, p. 71, 576, e lo
passione di Cristo. Lo stesso fece Spondano, y4nn. ad an. 1096,
eccl.

nella chiesa di s. Pietro in Vincoli, iSqS, Egli fu spedito in Francia


altro suo titolo, e con la chiesa di per trattare con Enrico IV da po-
s. Agnese fuori delle mura, che co tempo liconosciuto dalla santa
ornò, risarcì e fece abbellire di Sede e con essa dopo l'abiiu-a del
pitture: il Novaes dice che fu an- calvinismo, riconciliato, i punti che
Cora titolare de' ss. Gio. e Paolo, i procuratori di lui avevano pro-
Di s. Agnese il cardinale era com- messo in Pioma, non che per ista-
niendatario, per cui Marc'Antonio bilire la pace tra lui e Filippo H
Valena nel suo Diario mss. narra re di Spagna, e tutto ottenne. En-
questo aneddoto. Clemente Vili rico IV con lettera degli 8 dicem-
Toleva ornare la cappella de'suoi bre 1596 ringraziò il Papa per
antenati, nella chiesa di s. Maria avergli mandalo un soggetto di
.sopra Minerva, in proporzione della tanta bontà, prudenza e propensio-
.sublime dignità in cui egli era, e ne alla sua persona e regno. JNel
della sua grandezza di animo. Gli giorno di Natale in Parigi ammi-
fu perciò suggerito dagli artisti nisti-ò al re l'Eucaristia, ed ammi-
applicati alla ricerca delle colonne se nella religione cattolica la prin-
occorrenti, di prenderne quattro bel- cipessa Carlotta Caterina de la
48 LEO LEO'
Tremouille col suo figlio principe egli poteva al pii^i vivere altri tre
di Coiiclé, che abbandonarono il mesi, come in fatti si verificò.
calvinisuio, ed ambedue comunicò Contro il cardinal Blandrata aper-
ai 9 gennaio, dopo aver celebrato tamente si dichiarò il cardinal
solennemente la messa ntlla catte- Farnese, come pure accadde nei
drale di Rouen, Reduce pieno di seguenti conclavi, in cui di nuovo
gloria dalla legazione,, Clemente si trattò di lui. Temendo quindi
Vili lo ricevè in Ferrara in con- il cardinal Aldobrandini, sempre
cistoro pubblico con somma onori- costante in favore del cardinale
ficenza, poscia lo nominò prefetto Baronio, non
essendo riuscito il
della congregazione de'vescovi e re- cardinal Zacchia, che tutti i cardi-
golari. Indi a'3o agosto 1600 lo nali creati dallo zio, e che ne se-
dichiarò vescovo di Albano, ed ai guivano la di lui autorità, potes-
17 giugno 1602 lo trasferì alla sero essere esclusi con pregiudizio
sede di Palestrina. Ammirato pel ancora de'seguenti conclavi, si la-
candore e gravità de'suoi costumi, sciò persuadere a convenire in uà
per l'ardente zelo per la cattolica terzo, cioè che non fosse del suo
religione, e per nobiltà e grandez- partito, né di quello del cardinal
za d'animo, intervenne ai conclavi Rlontalto nipote di Sisto V. Fu
per le elezioni di Sisto V, Urbano dunque proposto il cardinal de
VII, Gregorio XIV, Innocenzo IX Medici creatura di Gregorio XIII,
e Clemente Vili. e il cardinal Aldobrandini non Io
Dopo la morte di Clemente ricusò, perchè sebbene dicesi non
Vili, a'i4 marzo i6o5 entrarono Io volesse, credette che i sacri e-
in conclave sessantadue cardinali, lettori non vi sarebbero concorsi
dirigendo i sacri comizi il cardinal ad eleggerlo ; ma avendo Dio de-
Pietro Aldobraudini nipote del defun- stinato alla tiara il cardinal de
to. Eransi presi per candidati fvn gli Medici, fu col primo scrutinio alle
altri, i cardinali Zacchia, Blandrata due ore di notte del primo aprile
e de IMedici, mentre il cardinal i6o5, con suffragi aperti o sia per
Baronio ebbe l'esclusiva dal partito adorazione, eletto Papa, e prese il
della Spagna, perchè avea coope- nome di Leone XI. Questa digni-
l'alo all'assoluzione di Enrico IV, tà, al dire del Ciacconio, gli era
e per avere ne'suoi Annali scritto stata predetta da s. Maria Madda-
contro le pretensioni del tribunale lena de'Pazzi, e da s.Filippo Ne-
della monarchia di Sicilia ; tutta- ri, il quale un giorno gli disse :

volta egli in tutti i giorni negli voi sarete cardinale e Papa , ma


scrutini ebbe il maggior numero durerete poco. Dopo l'adorazione
devoti, dal partito del cardinal fu da tutti i cardinali accompagna-
Aldobrandini, cioè da venti sino to alla cella del cardinal Farnese,
a trentasette. Anche il ven. cardi- essendo la sua stala svaligiata. Ai
nal Bellarmino ebbe molti voti, e IO aprile, giorno di Pasqua, fu co-
nel primo scrutinio dieci. Vera- ronalo nella basilica vaticana, ed
mente il cardinal Aldobrandini ai 17 dello stesso mese, essendo
portava più di tutti il cardinal la domenica in Allns, si portò in
Zacchia, ma a cagione di sue in- lettiga aperta a prendere solenne
fermità i medici dichiararono, che possesso della basilica lateranense,
LEO LEO 49
della qual funzione ne fece la re- ne XI, si fu Io sgravio di al-

lazione il cerimoniere Mucanzio, in cuni tributi, imposti dal predeces-


bellissimo idioma latino, ed Ales- sore pel mantenimento delle trup-
sandro Macchia in italiano, presso pe, encomiando il cardinal Galli
il Cancellieri nella Storia dt posses- che di ciò l'avea pregato. Nello
si : quella del ]Mucanzio si legge stesso tempo avvertì i cardinali
ancora nel p. Gallico, Ada cae- che si astenessero dal supplicarlo
remon. p. ^01 ; l'altra del Macchia per tutto ciò che potesse ledere
fu stampata a parte in Roma nel la giustizia, o pregiudicare alla sua
i6o5 de Guglielmo Facciotto, con leputazione, dovendo invece da lui
questo titolo: Relazione del viaggio attendersi quanto ne' limiti dell'e-

fatto da N. S. P. Leone XI nel quità potesse concedersi : lo stesso

pigliare il possesso a s. Già. in inlimò a' suoi famigliari. Nel me-


Laterano^ con la descrizione degli desimo tempo, correndo l'opinione
apparati, archi, trionfi ed iscrizio- che la sua esaltazione non fosse
ni fatte, sì dal popolo romano, co- gradita agli spagnuoli, supponendolo
me dalla nazione fiorentina, segui- attaccato ai francesi, Leone XI nel
to il dì l'j aprile i6o5. Abbiamo ricevere al bacio del piede il mar-

inoltre, Relazione della solenne ca- chese di \ illena ambasciator^e del


valcala fìtta in Roma il dì 17 re di Spagna Filippo III, gli dis-
aprile 160 5 per l'andata di N. S. se : Scrivete al vostro re, eh' egli
Leone XI a pigliare il possesso in non ebbe mai, ne avrà in questa
s. Giovanni in Laterano, con le cattedra un amico maggiore di
iscrizioni ed epitaffi degli archi, noi, come si lesrse nellOldoino a
apparali, livree ^ ed altre cose oc- p. 372. Dichiarò penitenziere mag-
corse in essa, con una brei'e ag- giore il cardinal Cinzio Aldobran-
giunta delle feste fatte in Firenze, dini, datario il cardinal Arrigoni,
Roma e Firenze i6o5. Breve re- e tesoriere generale l'abbate Cap-
lazione dell'apparato e cavalcata poni. Distribuì a' cardinali poveri
fatta il giorno che la S. di JV. S. generose somme, ed ai conclavisti
Papa Leone XI andò a pigliare diecimila scudi d'oro, i consueti
il possesso a s. Gio. in Laterano privilegi, ed i benefizi che non sor-
ai 1 7 aprile, nella quale si de- passavano la reudita di duecento
scrive minutanieiìte gli archi, iscri- scudi, vacati dopo la morte di
zioni e livree fitte da diversi, rac- Clemente Vili. Aveva il buon
colta da Flavio Gualtieri da To- Pontefice quasi cominciato a ren-
lentino, e pubblicata da Alessan- dere sicure speranze chele belle
dro Zannetli all'arco di Camiglia- in lui romani concepite,
avevano i

no. In Parigi nello stesso tempo si allorché contratta per la sua com-
pubblicarono colle stampe, Lacry- plessione delicata ed avanzata età
mae in obitii Cleinentis Vili, et un'infermità nel prender possesso,
gaudia in asswnptione Leoni s XI, fu poco dopo costretto per la feb-
da Giovanni Calvello e Y Orazio- ; bre a porsi in letto. Aggravando-
ne delle allegrezze per la creazio- si il male, e divenendo pericoloso,
ne di Leone XI, da Matteo Bac- tulli i cortigiani l'importunarono
cellini. a conferire il suo cappello cardi-
La prima cosa che fece Leo- nalizio al nipote, giovane di età,
vOL. xxxvni. 4
,

DO LEO LEO
ma ti' illibati costami, e da lui te- invanito, e per le belle sue quali-
neramente amato. Egli però si mo- tà, fu generalmente compianto.
strò in ciò tanto alieno, che facen- Venne sepolto nella basilica vati-
dogli eguali premure il confessore, cana, pronunziando ne' suoi fune-
lo licenziò perchè negli estremi rali l'elogio Pompeo Ugonio. Il

momenti suggeriva più l'amo-


gli cardinal Roberto Ubaldini suo pro-
re de' suoi parenti, che quello del- nipote per sorella, nella stessa ba-
le cose eterne ; laonde gli sostituì silica presso la cappella del coro
il p. Pietro della Madonna della gli eresse un magnifico monumen-
Pegua carmelitano spagnuolo, nel- to di marmo, di cui si parlò nel
lemani del quale, dopo avere ri - voi. XII, p. 299 del Dizionario.
cevuto i sagramenti, rese il suo Decorandolo le statue della Fortezza
spirito al Creatore a' 27 aprile e dell'Abbondanza, colle rose e col

i6o5, quando appena contava ven- motto: sic fiondi, c^ax aggiungere-
tisei giorni di pontificato, e set- mo, che nel suo possesso i fioren-
tanta anni di età. Fu scritto da tini in principio della via de'Ban-
alcuni, fra' quali il cardinal Du Per- chi avendogli eretto per ordine di
von in una lettera al re di Fran- Pietro Strozzi un arco trionfale,

cia, e il Doglioni, che una rosa nella sommità vi era l'arma del
attossicata datagli nella funzione del Pontefice adornata con molti frut-
suo possesso gli avesse cagionato ti al naturale, sopra della quale
la morte; ma dal suo cadavere era un mazzo di rose, come im-
aperto si conobbe che la sua mor- presa usata da lui, col moto sic
te era stata naturale, come atte- fiondi, '\tt mezzo delle statue signi-
stano molti contemporanei
storici ficanti l'abbondanza e la fama.
riferiti dal Muratori, Annali d'Ita- Oltre i biografi delle vite dei Pon-
lia, ad an. i6o5. Leone XI fu di tefici, trovasi suo elogio nel
il toni.
presenza grave, ma grata; di co- Ili, p. 320 degli Elogi degli uo-
stumi e di virtù popolari ; liberale, mini illnstri toscani. Vacò la ro-
magnifico, affabile, politissimo nel mana Sede dieciolto giorni.
\eslire e nell' abitazione ; divoto LEONE XII, PapaCCLXII, chia-
senza poche lettere,
scrupoli; di mato prima Annibale della Genga,

ma amatore degli uomini eruditi; nacque nel castello della Genga, go-
grato a tutti pel candore del suo verno e diocesi di Fabriano, a'22
animo ingenuo, e nemico delle fin- agosto 17G0, dal conte Ilario, e
zioni sì nelle parole che nelle o- dalla contessa Maiia Luigia Peri-
pere. Nella sua famiglia domesti- berti di Fabriano. Della nobile ed
ca ebbe uomini dotti e letterati antica famiglia de' conti della Gen-
che facendogli onore, in certo mo- ga, signora del castello di tal no-
do e umanamente parlando, con- me ; della flimiglia Periberti, e
tribuirono alla sua elevazione. Ne- delle notizie di Annibale dalla na-
mico delle innovazionij confermò scita all'assunzione al pontificato,
le provvidenze de'suoi predecesso- ne trattammo all' articolo Genga
ri, come il governatore di Roma, Famiglia [Fedi). Laonde solo qui
cui raccomandò amministrare la diremo, che Annibale cavaliere ge-
giustizia senza l'estremo della se- rosolimitano, fatto successivamente
verità. Non avendolo l'esaltazione da Pio VI cameriere segreto pur-
LEO LEO 5i
tecipante, cauonico di s. Pietro, Ciò non gli impediva di applicare
prelato domestico, arcivescovo di con indefesso zelo all' esei'cizio dei
Tiro in partibiis, vescovo assistente suoi doveri, massime nella delicata
al soglio pontifìcio, e nunzio prima ed importante carica di vicario di
di Colonia al trattato del Reno, Roma. Intanto morì il magnanimo
in progresso fu incaricato di so- ed immortale Pio VII a'20 agosto
prainteiidere alle missioni dell' In- 1823, e dopo celebrati i funerali
ghilterra ed a quelle dell'Olanda ,
novendiali alla di lui grand'anima,
a fungere le veci del nunzio di i cardinali entrarono nel conclave
Baviera, oltre frequenti ed impor- ai 2 di settembre, il quale non al
tantissime commissioni rammentate Vaticano, ma nel palazzo apostoli-
al citato articolo. 11 successore Pio co del Quirinale per la prima
VII lo trasferì alla nunziatura volta ebbe luogo , ed al mo-
straordinaria della dieta di Ratis- do che ampiamente dicemmo al-
bona, incaricandolo poscia di por- l'articoloConclave [Vedi). È da
tarsi in diversi luoghi di Germa- avvertirsi che alla morte di Pio
nia, ed a Parigi per particolari com- VII il sagro collegio era composto
missioni, avendo sempre seco il di cinquantatre cardinali ,
quaran-
conte Tiberio Troni d' Imola per tanove de' quali si portarono al
uditore zelante, istruito, pieno di conclave; non v'intervennero car- i

esperienza ed affettuoso : nel conci- dinali Spinucci arcivescovo di Be-


storo degli 8 marzo 1816 lo creò nevento, de Beausset arcivescovo
cardinale dell'ordine dei preti e ve- di Parigi, Ridolfo Ranieri arcive-
scovo di Senigallia , conferendogli scovo d'Olmiitz, e de Cunha pa-
poscia per titolo la chiesa di s. Ma- triarca di Lisbona.
ria in Trastevere, dipoi lo promosse Gli animi dei cardinali rivolti
al vicariato di Roma, con l'arciprelu- a dare un degno successore a Pio
va della patriarcale basilica di s. Ma- VII, erano divisi nelle opinioni sulla
ria Maggiore. La robusta sua sa- persona da scegliersi a tanta su-
lute aveva soilerto delle alterazioni, blime dignità, ed in tempi cala-
onde il nobile ed avvenente suo mitosi, dappoiché l'Europa non era
volto divenne scolorito ed emaciato; interamente tranquilla, ed in molti
tuttavolta la sua bella e dignitosa luoghi i nemici dell'ordine conti-
presenza, l'alta sua statura, le soa- nuavano le loro prave macchina-
vi sue maniere, il tratto disinvolto zioni contro la religione ed i troni.
ed insieme dignitoso, lo rendevano Gli uni desideravano veder spenta
grave e venerabile neli' aspetto. Il la somma autorità esercitata nel
suo temperamento vigoroso, man- pontificato del defunto dal celebre
tenuto dall' esercizio della caccia, e beuemeiito cardinal Ercole Con-
in cui fu abile, divenne nel cardi- salvi segretario di stato, quale
al
nalato cagionevole e debole, per alcuni rimproveravano di aver te-
cui alcun tempo dimorò in vari nuti lontani dal potere molti car-
luoghi Spoleto e di Fabriano,
di non che altri, e
dinali di merito,
e risiedendo in Roma fece frequen- non pochi uomini capaci di gover-
te uso dei bagni di Acquasanta nare, e dotti nelle scienze ecclesia-
nel locale di tal nome, e di rado stiche; quelli che lo difendono di-
intervenne alla pontificie cappelle. cono che il cardinal Consalvi ebbe
52 LEO LEO
buone ragioni a tenere tale conte- che avendo avuto venlisei voli negli
gno, per riflesso di varie circostan- scrutinii della mattina, temeva che

ze che a ciò lo costrinsero, e per nella sera otterrebbe il ninnerò


la massima che dalla più ristretta de' voti suflìciente per l'elezione, che

circoscrizione del potere, ne deri- allora dovevano essere trentalre,


vasse ordine e vantaggio, princi- corrispondente al numero di due

palmenle in un' epoca che per le terzi del sagro collegio non com-
noie vicende tutto il governamenlo preso il candidato. Il sagio collegio
civile ricevette un nuovo impasto, nella maggior parte restò malcon-

e per bisognò essere


l'ecclesiastico tento per tale colpo, ed il cardi-
indulgenti, e convenire in più con- nale Castiglioni che i cardinali
cordati con diversi sovrani. Non stranieri eiano impegnati di esal-

pochi cardinali favorivano l'idea di tare, in vece dei dieciotto voti

eleggere un Papa prudente e mo- raccolti al mattino, n'ebbe solo

derato, che continuasse collo stesso otto allo scrutinio e due all'accesso

mezzo del cardinal Consalvi il me- della sera. Si narra che il cardi-
desimo sistema di governo e di nal Castiglioni per l'eminenti sue
colitica ecclesiastica : tutti i cardi- qualità avrebbe goduto il favore
nali erano animati da mire saggie, anco del primo partito, non se si

religiose, zelanti ed onorevoli, quan- fosse dichiarato ammiratore ed a-

tunque diverse. 11 sagro collegio mico riconoscente del cardinale


diviso principalmente in due par- Consalvi.

titi, il primo composto d' italiani I cardinali della parte inclusiva

pose gli occhi sul cardinal Antonio italiana, ossia del primo partito, a-

Gabriele Severoli di Faenza, arcive- vendo consultato il cardinal Seve-

scovo, vescovo di Viterbo e Tosca- roli escluso, su chi poteva proceder-

nella, già nunzio di Vienna, uomo pa- si all' elezione, e venendo da es-

cifico, cui qualcuno attribuiva nella so indicato il cardinal della Gengn,

sua profonda religione e zelo eccle- fu accettato d'unanime consenso, e


siastico, un carattere severo a que- : nella mattina de'27 settembre eb-
sto partito apparteneva il cardinale be soli dodici voti, e tredici Va

della Genga, che lo spirito de'ro- sera ; quindi avendone raccolti tren-
mani designava per Pontefice nel- taquattro con quello del francese

la strofetta Chi vuol che l'ordine


:
cardinal Clermont, che apparteneva

in tallo venga, preghi che scelgasi all'altro partito, nella seguente mat-
il della Genga. 11 secondo compo- tina fu eletto Papa nello scrutinio,

sto d'italiani e stranieri era tutto nella cappella Paolina del Quirina-
propenso pel cardinal Francesco le. Inoltre in questo n'ebbero uno
Saverio Castiglioni di Cingoli, pe- i cardinali Somaglia decano. Pacca
nitenziere maggiore, che con petto sotto decano, e Bertazzoli; due n'eb-
sacerdotale erasi opposto al gover- bero i Arezzo e Rusconi,
cardinali

no straniero, e distinguevasi per ed otto il cardinal Castiglioni che


acume di mente, dottrina ed al- nel seguente conclave fu Papa col

tre doti. A'21 settembre il cardi- nome di Pio VITI {Fedi). Qui
nal Albani in nome dell' Austria noteremo che i cardinali che in
die la Form ri le esclusione pel pon- questo conclave ebbero in ogni

tificalo al cardinal Severoli, per- scrutinio i voti, furono Somagha,


LEO LEO 53
clie giunse ad averne dodici, Pacca pili comunemente suole prendersi

cJie n'ebbe sino a cinque, Arezzo dall'elettOj massime se dal defunto


che fu onorato sino a sette suffra- ha ricevuto la dignità cardinali-

gi, COSI de Gregorio; mentre Ca- zia. Portatosi Leone XII nella

valchini ne ricevette sino a nove, contigua sagrestia per deporre la

oltre i cardinali della Genga, Se- croccia e gli abiti cardinalizi, e

veroli e Castiglioni. Tra i cardi- prendere coll'assistenza dei maestri


nali che furono talvolta nominati delle cerimonie i pontifìcii usuali,
con voti, sono a rammentarsi Ca- fu di questi rivestito dai suoi fa-

selliche n'ebbe sino a cinque, e migliari, cioè dai suoi conclavisti


Rusconi che ne ricevette anche Vincenzo Mariani nobile di Spo-
otto : meno il primo giorno il car- leto maestro di camera, e JNicola

dinal Uertazzoli fu distinto sempre Mocavini di Eonciglione cameriere,


con voti, i quali però non supera- nonché da \ incenzo Petrilli di
rono tre. Da questa indicazione si Piieti servo o baiulo diede ad es- :

può prendere un' idea , su chi si aiuto anche il sacerdote d.


principalmente il sacro collegio ten- Paolo Pericoli conclavista del car-
ne di mira per la grande opera dinal Guerrieri amico dell' eletto,
dell'elezione. questa cano-Seguita cui serviva la messa, ed al presen-
nicamente nella rispettabile persona te cameriere segreto soprannumera-
del cardinale Annibale della Gen- rio, e canonico Libeiiano, per be-
ga, con quelle formalità che de- neficenza del Papa che regna. Ve-
scrivemmo all'articolo Elezione dei stito coi detti abiti, Leone XII

sonimi Pontefici [Fedi), fu inter- ritornò nella cappella Paolina, ove


rogato se accettava: commosso il assiso nella sedia papale ricevette
cardinale eletto, non senza lagrime dai quarantotto cardinali riuniti

rammentò ai cardinali la mal fer- in conclave la prima adorazione


ma sua salute, e che eleggevano di obbedienza.
un cadavere. Interrotlo da mol^ Appena il cardinal Somaglia pei
ti cardinali con incoraggimenti e primo, come decano, baciò il pie-
persuasioni, accettò il pontificato, de, la mano, e ricevette l'amples-
prendendo il nome di Leone XII, so, fu da Leone XU dichiarato se-
per la divozione che nutriva per gretario di slato; pel secondo fece
san Leone I il JMagno. Rivolse l'adorazione il cardinal Pacca, che
quindi cortesi parole al cardinal qual camerlengo di santa Chiesa mi-
Castiglioni , dichiarandogli essere se l'anello piscatorio al dito del Pa-
malcontento, che non si fosse ef- pa, il quale perchè vi fosse inciso
fettuato il desiderio di Pio VII il proprio nome, lo consegnò a
che designava il Castiglioni per monsignor Giuseppe Zucche prefet-
successore col nome di Pio \1II, to dei cerimonieri pontifìcii; quin-
e soggiunse, ch'essendo egli pie- di gli prestarono l'adorazione tut-

no d' infermità aviebbe a presto ti gli altri cardinali. Dopo di aver-


lui lasciato il luogo, siccome veri- la allo stesso Pontefice resa il car-
fìcossi dopo la sua morte. Per ta- dinal Fabrizio Ruffo primo dell'or-
li riflessi vuoisi che Leone XII dine dei diaconi, questi col di lui

preferisse il nome che assunse a permesso dalla loggia del palazzo


quello del predecesiore, il quale Quirinale annunziò al popolo la se-
,

54 LEO LEO
guila eiezione nella pei^son» del car- costume Leone XII osservò in tutto
dinal Annibale della Genga ch'erasi il suo pontificato con altrettanti
imposto il nome di Leone XII: alle convalescenti degli ospedali, e nel-
acclamazioni del popolo fecero eco r anno santo con dodici pellegrini,
le artiglierie di Castel s. Angelo, presi,cornei precedenti, dall' arci-
e tutte le campane diRoma. Welle confraternita della ss. Trinità dei
ore pomeridiane il Papa col tre- pellegrini. Più tardi l' arciconfra-
no nobile, avendo seco in carrozza ternita ne mandò sei soltanto, e gli
i cardinali Somaglia e Pacca, si altri sei li mandarono i parrochi
portò nella sagrestia della cappella di Roma alternativamente ; in man-
Sistina del Vaticano, passò ad essa canza degli uni o degli altri si pren-
vestito degli abiti sagri pontificali, devano i poveri delle pubbliche
e dai cardinali ricevette la secon- strade. Oltre i dodici individui era
da adorazione ; quindi in sedia ge- commensale un sacerdote stabile
statoria fu trasportato nella basi- mentre altro leggeva. Dopo il pran-
lica vaticana, dove dal sagro colle- zo ricevevano una medaglia di ot-
gio gli fu resa la terza dopo la , tone benedetta, e di argento quan-
quale per la prima volta dall'al- do li assisteva il Papa, giacché le
tare papale Leone XII compartì altre volte prestava assistenza alla
air immenso popolo l'apostolica be- mensa il prelato elemosiniere, ch'è
nedizione. Il Papa avea allora ses- sempre arcivescovo in partibus. Nel
santatre anni, e dichiarò di essere giorno precedente, nel cortile di
nato alla Genga feudo di sua casa, Belvedere, Leone XII fece distri-
rea si chiamò spolelinoje ritenne le buire un paolo ad ogni povero
prefetture delle congregazioni della che vi accorse; fece rilasciare tutti
sacra inquisizione, della visita ape- i pegni ch'erano al monte di pie-
stolica, e della concistoriale, secon- tà dal primo gennaio sino ai sette
do il costume de' suoi predecesso- paoli ; distribuì cento doti di scudi
ri. A' 5 ottobre ebbe luogo nella trenta l'una ad altrettante zitelle,
basilica medesima la solenne sua ed alle concorrenti che non erano
coronazione, preceduta dalla ceri- uscite al bussolo fece somministra-
monia del bruciamento della stop- l'e cinque scudi per cadauna; inol-
pa, e della celebrazione della mes- tre volle che si dispensassero co-
sa pontificale; il cardinal Ruffo pri- piosi biglietti per pane e carne alla
llo diacono impose capo di
sul classe indigente, e diminuì alcuni
Leone XII il triregno gran
nella dazi. Emanò
poscia diverse prov-
loggia di quel sontuoso tempio, videnze, che dimostrando la sua
dalla quale il Pontefice diede la giustizia fermezza e sollecitudine
,

papale benedizione con indulgenza paterna, riempirono i popoli delle


plenaria. Questo giorno Leone XII pili liete speranze.
lo segnalò col rinnovare il pio co- Leone XII conferì al cardinal
stume introdotto da Gregorio I s. Severoli la carica di pro-datario, e
il Magno, e seguito da altri Pon- confermò in quella di pro-segre-
tefici, di alimentare dodici poveri tario de' memoriali il cardinal Gal-
nel palazzo apostolico ogni giorno, leflì: per camerieri segreti parteci-
che di fri quente men-
egli serviva a panti dichiarò i monsignori Gio-
sa colle proprie sue mani. Questo vanni Soglia ora cardi uale, Carlo
,

LEO LEO 5^
Cazzoli, Vincenzo Martanl già suo carrozza dai cardinali Bardaxy spa-
conclavista, e Luigi Frezza poi car- gnuolo, e Clermont-Tonnerre fran-
dinale: il primo colla qualifica di cese ; intuonò il Te Deum, e col
coppiere, secondo di segretario
il ss. Sagramento die la benedizione.

d'ambasciata, il terzo con quella di Nelle chiese di s. Luigi de' france-


guardaroba Nominò primo aiu-
. si, ed in quelle di s. Giacomo e di
tante di camera, Nicola Mocavini s. Maria di Mon serra lo si fecero
già suo cameriere conclavista, con- altri rendimenti di grazie a Dio,
fermando per secondo, giusta il co- ed alla prima v'intervenne il Pa-
stume, Giuseppe Moiraghi, già pri- pa, mentre Spagna
il ministro di
mo di Pio VII. Il suo caudatario iu Roma Vargas celebrò il
cav.
d. Luigi Fausti lo confermò nel- lieto avvenimento con splendide fe-
l'ufliziOj facendolo cappellano segre- ste, e dispensa di generose limo-
to, e tale dichiarò pure d. Vin- sine.

cenzo Conti già suo segretario il : Le prime cure di Leone XII


novero degli altri famigliari di Leo- furono dirette all' estirpazione dei
ne XII si legge nelle annuali malviventi nelle provincie di Ma-
JSoiizie di Roma del i824- Con- rittima e Campagna, che descrivem-
cesse solili diecimila scudi d' oro
i mo all'articolo Frosinone ( Fedi)j
ai conclavisti, coi consueti privile- e per le disposizioni prese sugli
gi, ed ai conclavisti ecclesiastici israeliti, massime di Roma, ne trat-

l'annua pensione di scudi quaran- tammo all'articolo Ebrei [Vedi). 11

ta. A' l'è ottobre si recò d'improv- cardinal Antonio Pallotta favorito
viso all'ospizio apostolico di s. Mi- dal cardinal Severoli, fu nominato
chele a Ripa, come poi fece in molti per la sua energia e zelo, legato a,

pubblici stabilimenti,, per renderne lalcre contro la malvivenza, come


il servigio più attivo e vigilante : governatore delle provincie di Ma-
volle vedere ogni parte di quel rittima e Campagna; disgraziata-
grandioso ospizio, non eccettuate le mente misure prese furono disap-
le

cucine e le dispense, e prese i più provale, ed i cardinali Pacca e de


minuti ragguagli sull'andamento di Gregorio s'interposero per la sua
esso ospizio. Nel primo concistoro rinunzia. Nei primordi del pontifi-
de' 27 novembre ringraziò il sagro cato istituì la congregazione di sta-
collegio di sua
Pochi esaltazione. to composta di cardinali dei loro
giorni dopo la coronazione di Leo- tre ordini, ma non ebbe lunga du-
ne XII, giunse in Pioma la notizia rata; dappoi fece vicario di Roma
che le armi francesi comandate dal il cardinal d. Placido Zurla. In-
delfino Luigi duca d' Angouleme tanto il Papa cadde gravemente
avevano represso i ribelli spagnuo- infermo, si tenne per certa la sua
li, riportate diverse vittorie, e li- morte , e nella vigilia di Natale
beralo Ferdinando VII re di Spa- prese dalle mani del cardinal Gal-
gna: il Papa sebbene non avesse leffi il ss. Viatico; la sua guari-
preso ancora possesso della basilica gione prodigiosa si attribuisce in-
lateranense, si recò in quel tempio teramente alle orazioni del ven.
a rendere grazie a Dio, insieme al Vincenzo Maria Strambi, già ve-
sagro collegio, essendo tali trionfi scovo di Macerata e Tolentino
utili alla religione, accompagnato iu della congregazione de' passionisi),
56 LEO LEO
che siccome antico e tenero amico che Pio VII era stato mille volte feli-
del Pontefice, questi avea chiama- ce di possedere un sì grande mi-
to in Roma, e data abitazione nistro, ma che la medesima buona
presso di lui nello stesso palazzo sorte non poteva essere a lui co-
Quirinale, ov'era restato dopo la mune, e che avrebbero in seguito
sua elezione. Il servo di Dio offrì lavorato spesso insieme. Dal canto
Ja sua persona e vita al Signore, suo il cardinal Consalvi fu conten-
invece di quella del capo della tissimo dell'accoglienza e delle con-
Chiesa, fu esaudito prontamente, e fidenze del Pontefice, il quale nulla
dopo otto giorni morì, come am- disse sulle mortificazioni da lui ri-
piamente è dimostrato nel cap. XII cevute allorché il predecessore l'in-
della Fila del ven. servo di Dio viò a Parigi, mentre il cardinale
monsignor Fince.nzo Mafia Stram- già vi si trovava accreditato pres-
bi,del p. Ignazio del Costato di so tutti i sovrani ivi allora riuni-
Gesù, lloma i844- '^ Papa gli die- ti. Il colloquio fu della piii alta
de in successore al vescovato il importanza per le interrogazioni che
conte Francesco Teloni di Treia, Leone XII fece al cardinale, su
già suo vicario generale in quello molti rilevanti argomenti, e per le
di Senigallia. franche e sapienti risposte del car-
Appena Leone XII migliorò, si dinale. Si narra che il cardinale
accinse con tutto l'impegno e mi- avvertisse dover la segreteria di sta-
rabile attività alle cure del mondo to scrivere poco e bene; procurare
cattolico; ed a chi talvolta il con- l'aumento dell' intima amicizia del
sigliava di pi endere qualche sollie- re di Francia, che tante prove avea
vo e riposo, soleva rispondere, che già date al Papa di affezione, par-
la vita è breve, e che conviene ticolarmente a vantaggio de' catto-
usar bene il tempo e profittarne. lici d'oriente; parlò sull'ospitalità
In seguito per le istanze del re di da darsi alla fannglia Bonaparte,
Francia nominò amministratore del- per la quale le corti Borboniche
la diocesi di Lione, che il cardi- erano contrarie, altre favorevoli per
nal Fesch non volle rinunziare, le parentele; della celebrazione del
monsignor Giovanni de Pins ve- giubileo universale; sui vescovati
scovo di Limoges. Quindi volle ve- dell'America meridionale, concilian-
dere il cardinal Consalvi che al- do i doveri del pontificato con l'a-
lontanato dagli affari, con la cari- micizia personale che il re di Spa-
ca di segretario de" brevi, stava in gna aveva per lui ; usare sulla Rus-
Porto d'Anzo per curare la logo- sia una perenne vigilanza per le
rata sua salute egli prontamente
: idee di riunione de' greci e de' la-
si portò dal Pontefice die tratle- tini, mentre il ravvicinamento della
nendolo un'ora, lo consultò su molti Chiesa greca alla latina tornerebbe
e gravi affari, sì politici che reli- utilissimo alla Russia, e compireb-
giosi. Leone XII si trovò soddisfat- be l'incivilimento di quel vasto
tissimo delle risposte di quel gran- impero; sperare che l'emancipa-
d'uomo, gli offrì la carica di pre- zione de' cattolici nell' Inghilterra,
fetto della congregazione di propa- per la quale tanto avea faticato in
ganda y/f/cj dichiarandosi lieto per Londra, si effettuerebbe nel di lui
l'accettazione; giunse pure a dirgli pontificato ; fece elogio degl' impig-
,

LEO LEO 5j
gati materie ecclesiastiche di
delle ne la chiesa de' ss. Apostoli pei so-
Roma, ed invocò la di lui genero- lenni funerali. In questo tempo vi-
sità a prò loro. IMa la gioia pro- sitarono la capitale del cristianesi-
vata dal cardinal Consalvi per si mo quattro piincipi reali, cioè i

solenne benevola dimostrazione di figli dei re di Svezia, di Prussia,


un Papa che doveva riguardare di Baviera e de' Paesi-Bassi, tre dei
alieno da lui, gli cagionò un rad- quali oggi sono altrettanti re. A'3
doppiamento di febbre, e portò agli maggio 1824 Leone XII pubblicò
estremi la preziosa di lui vita: in la consueta enciclica, che sogliono
questo penoso stalo avvisato dal mandare a tutto il coipo episco-
cav. Italinski ministro di Russia pale 1 romani Pontefici dopo la
presso la santa Sede, che l' impe- loro assunzione al pontificato. Nel
ratore Alessandro I avea l' inten- medesimo giorno tenne il Papa con-
zione di visitare Roma, il cardinal cistoro de' vescovi, e fece in esso
pregò il ministro ad annunziar su- la sua prima promozione di car-
bito la notizia al Papa. Questi pe- dinali, cioè Gio. Ballista Bussi ro-
rò mentr'era convalescente e de- mano uditore della camera, e Bo-
bole, fu estremamente addolorato naventura Gazola di Piacenza, mi-
dal sapere in pari tempo essere il nor riformato, vescovo di Monte-
cardinale agli estremi della vita fiascone e Corneto; indi a' 17 del-
come ancora la propria sorella Cate- lo mese restituì all' inclita
stesso
rina IMongalli da lui dichiarata prin- compagnia di Gesù il Collegio ro-
cipessa e teneramente amata. 11 car- mano [P'edi), ed istituendo il Col^
dinal Consalvi morì a' 24. gennaio Icgio de' Nobili (Vedi)^ ne aflldò
1024, e fu onorato dalle lagrime la cura ai medesimi gesuiti. Già
di Leone XII, da quelle dell" im- Leone XII avendo ripreso le sue
menso numero de' suoi ammirato- forze fisiche, il suo zelo instancabile
ri, dal silenzio de' suoi nemici, e non conosceva più né limiti, né
dal dispiacere dell'intera Roma. /^.
requie ad utilità della Chiesa uni-
CossALVi Ercole, Cardinale. 11 car- versale e dello stato pontificio, mi-
dinal Albani fu nominato alla sua gliorandone l'amministrazione eoa
carica di segretario de' brevi pon- riforme concepite con rettissime in-
tificii. Le guardie nobili i^Vedi)^ tenzioni. R.Ì formò le spese del pa-
ebbero nuova organizzazione bene^ lazzo apostolico, ed aumentò gli o-
fica e regolare. norari di alcuni della Famiglia
Concordato Ira Pio VII e
Il pontificia, al modo che dicemmo
Giorgio re d'Annover [Vedi), ven- in quell'articolo; e con eroica gè-»
ne stipulato a' 6 marzo 1824 da nerosità limitò i pi'oventi devoluti
Leone XII col barone di Reden , al mantenimento di sua sacra per-
per l'ordinamento cattolico del re- sona. A' 27 maggio pubblicò la
gno d'Annover. A' i3 di detto bolla per celebrare V Anno santo
mese morì in Roma Maria Luigia XX [Vedi), dopo aver superato gli
già regina d'Etruria, infanta di Spa- ostacoli, eprovveduto alle cose, se-
gna, duchessa di Lucca, compianta condo tempi ; questa pubblicazio-
i

per le sue virtù a tutti note in ne riempì il cristianesimo di reli-


R.oraa per la lunga residenza fat- giosa consolazione, ed romani di i

tavi, ed il Papa pose a disposizio? divoto entusiasmo. Ai 3i poi dello


58 LEO LEO
slesso mese Leone XII emanò una basilica lateranense: di questa fun-
bolla, diretta al clero e popolo ro- zione ne trattai al voi. VIII, p. i 7 i
mano, con la quale pubblicò la vi- e seg. del Dizionario. Qui dirò
sita apostolica di tulle le chiese e delle cose principali di quella di
luoghi pii di Roma, e ch'egli stes- Leone XII, che desumerò da una
so avrebbe aperto nella basilica la- dettagliata descrizione che a quel-
terauense il giorno del suo posses- 1 epoca feci, avendo onorata la fun-
so, dichiarandosene prefetto, e no- zione di sua presenza il corpo di-
minandone presidente il cardinal plomatico, il duca Carlo Augusto
Zurla vicario di Roma. Inoltre il di BrunsAvick, oltre molti ragguar-
Papa invitò i patroni delle chiese devoli personaggi.
e luoghi pii a restaurarli ed ab- Avendo Leone XII stabilito re-
bellirli, e con diverse chiese e luo- carsi a prendere possesso della pa-
ghi pii fu egli che concorse alle triarcale basilica lateranense nelle
spese, massime con l'antica sua chie- ore pomeridiane de! giorno in cui
bd arcipretale della basilica Libe- correva la festa della ss. Trinità,
riana, per gl'importanti restauri ad esempio dei suoi predecessori
che vi eseguì, e pel magnifico fon- emanò diverse beneficenze in pre-
ie battesimale che vi eresse, e poi cedenza. Fece pertanto distribuire
benedì, come abbiamo detto nel dall' elemosineria apostolica copio-
\ol, XII, p. 126 del Dizionario. sissima quantità di pane ai pove-
in quanto alle beneficenze pratica- ri ; dalla tesoreria cento doti di
te da Leone XII con altre chiese, scudi trenta 1' una a zitelle , che
solo ci limiteremo dire quanto fece avessero il partito pronto per ma-
alla patriarcale basilica lateranen- li tarsi, e fossero prive di altre do-
se. Fece restaurare tutti i mosaici, ti ; dal vicariato cento sussidii o-
tanto del batlistcrio di s. Giovan- gnuno di scudi dieci per ecclesia-
ni in Fonte, quanto quelli della stici poveri, per l'acquisto di libri
basilica. Fece un parato sacro in sacri ; dal monte di pietà la resti-
quai lo, paonazzo, di lama d' oro. tuzione degli oggetti impegnati non
Diede i cristalli per le finestre , e eccedenli i paoli cinque; condonò
scudi seimila pei restauri del tem- tutte le multe di bollo e registro,
pio, per cui in tutto spese circa e le incorse per successioni, ben-
ventiquattromila scudi. Dipoi Leone ché eccedenti in complesso scudi
XII ollenne da Carlo X re ili Fran- centomila; altrettanto ordinò per
cia a favore del capitolo lateranen- altre multe di qualunque ramo e
se l'annua pensione di ventiquattro valore, riguardanti il pontifìcio era-
mila franchi in compenso della , rio, ti anne le tasse dovutegli ec. ;

perduta abbazia di Clairac; però lilialmente condonò l' intero debito


dopo la rivoluzione di Francia del che avevano col medesimo erario
i83o il non ne ha più
capitolo le comunità delle delegazioni apo-

fruito. Per Romagna,


la quiete di stoliche di Ancona, Macerata, Fer-
il Pontefice nominò legalo di Ra- mo, Ascoli, Camerino, Pesaro e Ur-
venna il cardinal Agostino Riva- bino, per la non completa leva dei
lula, personaggio fornito di emi- sali dal gennaio 182 a tutto di- 1

nenti qualità. Finalmente a' i3 giu- cembre 1823 in cui fu tolta, ec.
gno prese il solenne possesso delia Il Papa amando la residenza del
LEO LEO 5:.)

Valicano, ad abitarlo
vi si portò ria INIaggiore, ed alla piazza Latc-

a' 7 ebbe per quell'iin-


maggio ; ciò lanense.
nienso palazzo ed annessi magnidoi In questa Leone XII ricevette

stabilimenti felici conseguenze, per- dal Paluzzo Altieri se-


principe d.
chè vi si ristabib la residenza pon- nature di Pioma furmalmente l' o-
tificia, vi restò Leone XII finché maggio delle proteste di fcdeltà ed
visse, e poscia ne imitò l' esempio obbedienza del senato e popolo
il regnante Gregorio XVI, somma- romano. Alla porta principale della
mente benemerito del palazzo, degli basilica smontò il Papa dalla car-
stabilimenti e di quelli accresciuti rozza, e fu ricevuto da quel clero,

e per fama notissimi. In quanto ai alla testa del quale si pose il car-

grandi vantaggi che ne derivarono dinal delia Somaglia suo arciprete,


da questa ripristinata residenza nel quindi ebbero luogo tutte le con-
Vaticano, ed ai suoi sontuosi con- suete cerimonie sagre. Le parole
tigui per grandiosi ri-
slal)ili(nenli del senatore, la risposta del Pon-
slauried abbellimenti, ne parlere- tefice, l'orazione del cardinal So-
mo all'articolo Palazzo apostolico maglia, le quattro iscrizioni com-
vaticano; mentre di quelli che ne ])Oste da Francesco Cancellieri , e
provennero al Borgo e Città Leo- collocate in vari luoghi della ba-
nina, lo dicemmo a quegli articoli. silica,si leggono nel immero 48
Il possesso dunque di Leone XII del Diario di Roma. Mentre il Pa-
fu da lui in questo modo.
preso pa era nella cappella del ss. Cro-
Allo sparo del cannone, e ad ore cefisso a venerare, coi cardinali e
vent'una di detto giorno, uscì dal gli altri che hanno luogo nelle cap-
palazzo Quirinale il treno, giacché pelle pontificie, la ss. Eucaristia de-
ivi dopo la cappella erasi portato corosamente esposta ; e terminatosi
il Papa dal Vaticano. Precedevano dai cappellani cantori l' inno Te
i pontificii dragoni ed i carabinie- Deiim j il cardinal arciprete nel
ri pontificii, e seguivano pine a ca- lato dell'epistola cantò i versetti

vallo , il battistrada, il soprainlen- e l'orazione. Deus omnium vìsila-

deute delle scuderie papali col mae- tor, relativi all'apertura della sagra
stro delle medesime, le guardie no- intimata come dicemmo da
visita,

bili, i camerieri di onore del Pa- Leone XII per detto giorno. Do-
pa, sì di spada e cappa che in po aver dato il Papa termine alla
ubito paonazzo il capitano della , funzione colla sulenne benedizione
guardia svizzera, monsignor Ber- che comparti dalla gran loggia la-
iietti governatore di Roma avanti teranense al foltissimo popolo che
la croce pontifìcia sostenuta da mon- lo acclamava , in sedia gestatoria
signor crocifero pure a cavallo. In- ili trasportato nella camera de' pa-
di procedeva la carrozza nobile col lamenti o sagrestia della basilica,
Pontefice, e i cardinali Somaglia dove commise al cardinal Zurla vi-
e Pacca, col seguito delle guardie cario di Roma e presidente della
nubili, carabinieri, dragoni, carroz- sacra visita apostolica, il prosegui-
ze palatine e cardinalizie. Il tre- mento degli atti dell' apertura della
no in mezzo a
ed acclaman- folto medesima, il quale il cardinale ese-
te popolo percorse le vie che guì nella mattina seguente. Quindi
dal palazzo conduce a santa Ma- Leone XU parli dalla basilica, pas-
Go LEO LEO
sì) tra gli evviva di gioia dei ro- l'occhio ed il braccio del governo,
mani al Quirinale, donde fece ri- per condurre e mantenere i popo-
torno al palazzo vaticano. La me- li nell'abitudine dell' industria mo-
daglia coniata pel possesso, e di- rale della religione.
stribuita dal Ponlefìce sedente ia Leone XII portò quindi la sua
trono ai cardinali nella tribuna la- vigilanza persino alla celebrazione
teranense, facendo tal distribuzio- delle pontificie funzioni, accrescen-
ne le veci dell'antico presbiterio, fu done il decoro in diversi modi, e
incisa da G. Cerbara. Da uu lato col contegno esemplare ch'esigeva
rappresentò il Papa in mozzetla e da lutti quelli che vi avevano luo-
sloia, con l'epigrafe in giro: leo xii go, che sorvegliava col suo occhio
PONT. MAX. Ali. I. Nel rovescio il cali- linceo : nella cappella Sistina del
ce, il triregno, le chiavi, in significa- Vaticano fece fare una muta di
to tiella creazione, coronazione e pos- candellieri con sua croce, di me-
.vesso pontificio, insegne iliuniinatedai tallo inargentalo, ed ai penitenzie-

raggi dell'occhio Iriiingolare, simbolo ri vaticani che intervengono ai


,

dell'eterna Sapienza, che sovrastava pontificali ed altre principali l'un-

tali emblemi. Inoltre eravi questa i- zioni che celebra il Pontefice, do-
scrizione : EtECT. coROiv. poss. xxviii. nò a cadauno tre pianete di da-
V. XIII. SErX. OCT. JUN. MDCCCXXIII. masco con trine d'oro, una bian-
MDCccxxiv, corrispondenti alle tre ca, l'altra rossa, la terza paonazza.
«poche nominale. Esistendo nel lo- IN'el giovedì e venerdì santo rijiri-

cale degli antichi e pubblici gra- stinò i pranzi dei cardinali. In que-
nari a Termini, un deposito di sto tempo il re delle due Sicilie
mendicanti postovi da Pio Vii per Ferdinando I inviò a Roma il p.
liberare Roma dagli oziosi accat- Porta da Cuneo cappuccino ve- ,

toni, Leone XII pensò farne una scovo di Termopoli iti parlibus e
casa d'industria per dare lavoro suo confessore, per determinare il
ai poveri; a tale eifetto ne visitò governo pontificio a desistere sulla
il locale, e con un njoto- proprio questione dell'antico tributo della
stabili le cose per regolare lo sta- Cìiinea [Fedi), e relativa solenne
l)ilimento, <;he poi prese forme più protesta che il Papa faceva nel
stabili , ed ora è ia pia casa od giorno della festa di s. Pietro, co-
ospizio di s. Maria degli Angeli. me Ed il Ponte-
tuttora prosiegue.
Con piacere ricordò poi la memo- fice credettebene spedire a Napoli
rata e l'emanato moto-pro-
visita, il p. Lodovico Micara da Fiascati,
dimostinndo quanta parte a-
jtrio, cappuccino e predicatore apostoli-
xeano i poveri nel suo cuore ; anzi co, suo aulico amico, per chiedere
l)er conoscerne i loro veri bisogni, al re spiegazioni piri estese. In di-
e [irovvcdcie ponderatamente senza versi tempi Leone XII spedì per
disordine al grave argomento, cre- importanti affari in Baviera, Vien-
deva indis[)ensabile di ripristinare in na e Milano il conte Tiberio Tro-
i'ionia le auliche maestranze, ossia- ni già suo uditore in tutto il lun-
no Unwersiià arlistiche [Vedi). Pru- go tempo che amministrò gli affari
denti e vantaggiose istituzioni ch'e- ecclesiastici di gran parte della
gli avea veduto anche in Germa- Germania, ed in segno di ulìetto
nia giustamente riguardarsi come e di verace stima \o decorò dei
LEO LKO fu
nobilissimo ordine di Cristo, dichia- vescovo di IMenfì Abramo Cha-
randolo di esso cavaliere. Leone sciour di Taafa, alunno del collegio
XII incaricò il medesimo conte Urbano, il più grande impostole,
Troni dell'acquisto da Ini fatto in che poi ricevette la punizione che
Venezia, della sceltissima raccolta si meritava sagacemente lu dato
:

contenente le più squisite edizioni a lui per compagno il degno ed


delle opere risguardanti le belle accorto p. Luigi Canestrari de' mi-
arti, già di proprietà del conte Ci- nimi paolotti, il quale discoperto
cognara, raccolta che il Papa riunì l'inganno, operò in modo che l'in-

alla biblioteca vaticana. degno vescovo non evitasse il castigo.

In quest' epoca l'abbate La Men- Allorché Chasciour airivò in Egit-

nais fu presentato a Leone XII, ed to il Mehcmet-Alì voleva


viceré
al cardinal Somaglia, il quale di- punire il suo intrigo con Dirlo mo-
mostrò qualche propensione per lui, rire, e solo lo abbandonò all'esilio

a cagione de' suoi talenti e fama per la venerazione che nutriva pel
eli' erasi procacciata, sebbene teo- i Papa, e per la protezione che spie-
logi romani sino d'allora facevano gò il console francese Drovetti, per-
gravi rimarchi alle sue opinioni e chè la congregazione di propagan-
dottrine breve fu la sua dimora
: da fide avea munito Chasciour d'u-
nell'alma città. Frattanto lo zelo na commendatizia dell' ambasciato-
del Papa per l'amministrazione del- re di Francia. Il p. Canestrari ri-

la giustizia, la sua salutare severità, e condusse l'impostore in Roma, il


la vigilanza che portava su di tutto, quale dopo accurato processo fu
sempre più gli procacciò l'amore formalmente degradato, e condan-
del popolo ; visitò di persona ed nato a perpetua prigione ; il p. Ca-
all'improvviso anche le prigioni, nestrari nel seguente anno fu pre-
per osservare il loro trattamento e miato col vescovato di Montalto
fargli sperimentare tratti di clemen- che ottimamente governa e mon- ;

za, massime pei detenuti per de- signor Capraiio segretario della
biti che pagandoli li liberò; pre- congregazione di propaganda, che
miò il diligente servizio, minac- pel gran zelo della propagazio-
ciando i punì
trascurati : quindi ne della fede erasi illuso, e la-

l'appaltatore delle con la milizie, sciato sorprendere dall'impostore,


multa di mille quattrocento novan- ad onta dei conforti che ricevette
tasei scudi, pel cattivo pane che dal Pontefice, restò dal grave dis-
somministrava loro, e che un sol- piacere sconcertato nella salute. Nel-
dato avea dato allo stesso Papa, lo stesso mese di agosto Leone XII
che perciò fu da lui ricompensato, dare nelle principali piazze di
fece
e la multa venne divisa tra i dan- Roma le sante missioni per pre-
neggiati. Leone XII riceveva con parare i romani a degnamente ce-
piacere le informazioni ed i consi- lebrare l'anno santo; egli interveu'
gli che potevano istruirlo per pu- ne ad alcuna di dette prediche, e
nire, premiare e provvedere. Il suo nell'ultimo giorno pertossi alla mis-
scrittoio era perciò pieno d'avvisi, sione che facevasi in piazza Navo-
di querele, di denunzie e di pa- na ; l'udì dal balcone dell'apparta-
reri. Nella cappella Sistina il dì mento abitato dal ministro russo
primo d'agosto il Papa consacrò cav, Italinski , e da esso balcone
62 LEO LEO
hened'i il follo popolo. Ai 27 set- cardinal Gulefli, e segretario dei
tembre dell' islesso anno 1824 Leo- memoriali il cardinal Guerrieri. A.
ne XH, dopo aver nel concistoro voler impedire le frequenti liti, i
provveduto a vari vescovati, fece ferimenti, le uccisioni, e lo scialac-
la seconda promozione di tre car- quo prodotto dagli intemperanti
dinali, elle furono Carlo Gaetano : bevitori di vino, il Papa fece por-
Gaysruk di ClangenfLirt arcivesco- re alle pubbliche bettole venditrici
TO di Milano; Patrizio da Silva di solo vino alcuni cancelletti di
romitano di s. Agostino, di Leira, legno, acciò il popolo si provvedes-
arcivescovo d'Evora; e Carlo Fer- se del vino, ma non vi si fermas-
rerò della Marmora di Torino, già se a gozzovigliare a danno della
vescovo di Saluzzo. pi-opria famiglia e salute, ed a
Le insurrezioni dei sudditi di prender lite pel giuoco funesto
Spagna essendosi consolidate nel- delle passatelle, fomite di tanti
l'America, governo di Colombia
il ammazzamenti. Il popolo basso
inviò a Pioma Ignazio Texada, in- mormorò, i saggi benedirono il
caricato di chiedere al Papa dei provvedimento; e la fermezza di
•vescovi e de' vicari apostolici. Il Leone XII vinse ogni ostacolo, e
cav. Vargas divenuto marchese fece rispettare i suoi ordini : le
della Costanza, domandò a Leone felici conseguenze di questi , ed i
XII, che Texada fosse rimandato vantaggi che ne derivarono, piena-
da Pioma. II Texada adottò qual- mente giustificarono la misura pre-
che prudente temperamento, ed il sa, ad onta delle critiche che mol-
Vargas nell'anniversario della co- li temperamento. Se-
fecero a tal
ronazione del Pontefice, alla testa gui quindi 1' ordinamento cattolico
del corpo diplomatico pronunziò della Polonia e della P>.ussia, me-
fdla sua presenza una tenera e fi- diante una convenzione, per le

liale allocuzione ;Leone XII


cui bolle degli arcivescovati e vesco-
rispose, ch'era commosso dai voti vati in punto di tasse ; e nel set-
delle corti, ed assicurolle che niu- tembre il Pontefice istituì la Con-
iia potea dubitare del suo zelo gregazione degli studi i^Vedi), no-
pei più solidi vantaggi del cristia- minandone prefetto il cardinal
nesimo e per la pace universale. Bertazzoli. Quindi dichiarò visitato-
In questo tempo pianse Leone ri apostolici delle pontificie univer-
XII la morte di Luigi XVIII re sità di Perugia, Camerino, Mace-
di Francia, e si consolò deli'assiui- rala e Ferme, il p. abbate d.
zione al trono del di lui fralcllo Mauro Cappellari camaldolese, e
il conte d' Artois, che prese il no- l' avvocato concistoriale Teodoro
me di Carlo X; poscia nella cap- Fusconi , e gli inviò alle mede-
pella pontificia suffragò l' anima sime università per riordinarne e
del defunto. Morì ancora il caidi- migliorarne metodi dell'insegna-
i

ual Severoli, che vuoisi esercitasse mento. Dipoi Leone XII visitò
qualche influenza sull'animo del r Unii'ersità Romana [Fedi), ec-
Papa, onde si disse che d'allora in citò i professori a prestare con ze-
poi Leone XII si governò da sé. lo l'opera loro, aumentando il loro
Fece perciò prò datario il cardinal onorario : ivi istituì i due collegi
Pacca, camerlengo di s. Chiesa il filusollco e filologico , oltre il col-
^

LEO LEO 63
legio medico chirurgico da lui superba di contare ne' propri fa-

ampliato. Mentre poi una sera nel sti nove Papi degnarono che si

palazzo Massimi all' Araceli, resi- velare sotto pastoral denominazio-


denza del cardinal Bertazzoli pre- ne la doppia maestà di monarca,
fetto della congregazione degli studi, promulgò che Leone XII sarebbe
alla presenza dei cardinali compo- conosciuto, onorato e venerato tra
nenti medesima, tenevasi un
la gli arcadi, sotto la pastorale deno-

esperimento dell'istruzione che ri- minazione di Leopistate Cecropio


cevono in Roma i sordo-muli , il cioè di Leone capo de fedeli, poS'
Papa divisò di farvi un'improvvisa- sedilore delle campagne di Alene

ta. Acciocché niuno penetrasse la co- celebri in Grecia per tanti prodi-
sa , dopo un'ora di notte, copren- gi d'arte simbolo
e d'ingegno, e
dosi capo con cappello nero ec-
il di que'venturosi successi che il suo

clesiastico, ed in compagnia dei gran senno andava maturando a


camerieri segreti i monsignori Al- prò delle buone lettere, delle utili
tieri e Barbolani, con la carrozza scienze, del moral costume, della
del primo si portò nelle camere santa religione. Indi il custode a-
del cardinal Bertazzoli. Non è a vendo invitato i pastori a far
potersi ridire qual piacevole sor- plauso al Pontefice, pel primo il

presa recasse ai cardinali e agli cardinal Pedicini disse un ragiona-


altri l'inaspettata di lui comparsa, mento, in cui si parla della fami-
e quanta consolazione ed incorag- glia della Genga, e delle notizie
gimento die agl'infelici sordo- muti, di Leone XII dalla nascita sino
sia con tale alto, sia col dono di a quel punlo.
alcune medaglie d'argento che di- Con la lettera apostolica Su-
spensò loro, sia con le beneficenze per universani soppresse alcune Par-
di cui fu poscia largo. Monsignor rocchie di Roma {Vedi), altre ne e-
Altieri , ora cardinale e pro-segre- resse. A' 2 1 di quest'anno
ottobre
tario de'memoriali,con lodevole di- 1824 si portò a Castel Gandolfo, vi-
•visamento, a memoria perenne del sitò la chiesa principale^ indi passò
ricevuto onore, e dello zelo di Leone ai cappuccini di AlbanOj e nel loro
XII per tal classe di persone, dal refettorio gli ammise a mensa col
pittoreromano cav. Conca fece rap- p. Micara loro ministro generale,
presentare in un quadro il punto monsignor Nicolai , e diversi indi-
in cui il Papa ascende nella sua vidui di sua corte, ritornando ifB

carrozza ; il quale quadro si vede Roma la sera. Leone XII fece


nel di lui palazzo di Roma. Alla pubblicare il moto-proprio sulla
celebre accademia d' Arcadia accordò riforma dell' amministrazione pub-
Leone XII la promoteca Capitolina, blica, della processura civile^ e
onde tenervi le più solenni adunan- delle tasse giudiziarie; lavoro di
ze. Già quest' accademia ne avea esperti e dotti giureconsulti , che
celebrato l'esaltazione al pontifica- incontrò l'aggradimento del popolo.
to con opuscolo pubblicato con le A'20 dicembre il Papa in conci-
stampe del Salviucci, ove si legge storo creò vari vescovi, e fece la
l'acclamazione di monsignor Loreto terza promozione di due cardinali,
Santucci custode generale d' Arca- il primo fu Pietro Inquanzo Kibe-
dia, il quale per andar l'accademia ra spagQuolo, arcivescovo di Tole-
3

64 LEO LEO
(In; il secondo fu il p. Lodovico ne cristiana di Firenze, e Angetc»
Rlicara di Frascati minislro gene- d'Acri cappuccino; cose tutte che
rale de' cappuccini e predicatore narrammo al citato articolo Anno
apostolico, chenon pubblicò riser- Santo, ove pur dicemmo quali
bandolo in petto, al presente de- personaggi reali assisterono all' a-
cano del sacro collegio. Finalmen- pertura della porta santa ; e della
te a'24 dicembre Leone XII apri rosa d'oro benedetta donata alla
solennemente la porta santa della regina vedova di Sardegna Maria
basilica vaticana, e die incomincia- Teresa d'Este, a mezzo del prelato
nienlo al tanto contrastato giubi- lifag-^iordoriio (^Vedi). Incominciato
leo, colla massima tranquillità, ad l'anno santo sotto felicissimi auspicii,
onta dell' immenso numero degli ilPapa se ne compiacque con lo stesso
spettatori che portaronsi a vedere corpo diplomatico, allorché questo gli
l'apertura delle porte sante, delle presentò suoi omaggi
i al principio
quali parlammo nei voi. Vili, p. del nuovo anno i825; e ben avea
202 e seg., e XII, p. 201 e seg. ragione di dimostrarlo, come quel*
del Dizionario, compresa quella lo che pieno di fiducia nel divina
della basilica di s. Paolo, sebbene aiuto, ed animato dallo spirito a-
distrutta questa dal terribile incen- postolico, fermamente avea soste-
dio del luglio 1823. Terminata la nuto la celebrazione dell' universa-
funzione, Leone XI l colmo di pia le giubileo, contro i diversi calcoli
soddisfazione, nello spogliarsi dei timorosi di potenti A'25 politici,

paramenti pontificali si lodava del gennaio 1825 Leone XII pubblicò


i)uon ordine com'erano procedute l'enciclica diretta a tutto il corpo
le cose, coi cardinali diaconi assi- episcopale, acciò invitassero i fedeli
slenti, ed allora uno di questi, a concorrere alla riedificazione deU
l'affettuoso e lepido cardinal Vido- la basilica di s. Paolo, per la qua-
ni, graziosamente rispose Santo
: le il Pontefice assegnò vistose an-
Padre, unallra volta saremo piìt nue somme, ed istituì una com*
pratici j con che venne a fare al missione speciale; il tutto può leg'
Papa ed a sé l'augurio di vivere gersi al voi.219 e seg., ed
XII, p.
almeno altri venticinque anni, es- al voi. XVI,
272 del Dizionario.
p.
sendo tale il periodo intermediario Il Papa non mancò posteriormente
dalla celebrazione di un anno san- di visitare i lavori della risorgente
to all'altro, sebbene nel 1800 non né mancò d'incoraggire la
basilica,
erasi potuto celebrare a cagione commissione alla sua voce le offerte
;

delle vicende politiche. per la nuova chiesa dell' apostolo


Nell'anno santo Leone XII die delle genti affluirono da tutte le
splendido esempio di pietà nelle parti ; 1' Austria, 1' Olanda e la
opere in cui si esercitò, e di ge- Francia, particolarmente, ed insie-
nerosità ed amorevolezza con cui me ai loro sovrani si distinsero
accolse i forestieri, fra' quali il re nelle generose obblazioni. A' 1

e la regina delle due Sicilie; bea- marzo Leone XII pubblicò la boU
tificò solennemente
Giuliano di fr. la controia setta dei ^/«rtìrton (^e*
5. Agostino , Alfonso
francescano di) , riprovata anche dal predeces-
Rodriquez gesuita, Ippolito Galan- sore Pio VII nella bolla emanata
tini fondatore della congregazio- contro la sotta de' Carbonari {/'e.-
LEO LEO 65
di), facendo poi procedere cojilio vate nelle fondamenta delle porle
quelli che vi appartenevano. Qoin- sante, collocatevi nel i^J^- Per
di a' 2 1 di detto mese il Pa- la duchessa poi di Berry, nuora
pa nel concistoro de' vescovi fece del vedova del suo figlio, e
re,
la quarta promozione di due car- madre Enrico duca di Bordeaux,
di
dtnali ; cioè Gustavo Massimiliano diede all'ablegato due beilissinìi ca-
Giusto de'principi di Croy-Dulmen mei in agata rappresentanti il ss,
della diocesidi Cambray, grande Salvatore e s. Pietro, e due reli-
elemosiniere di Francia, arcivescovo quie, una delle quali consisteva in
di Rouenj ad istanza del re di un pezzetto del legno del presepio
Francia; e d. Mauro Cappellari di Betlemme, e l'altra in un pez-

di Belluno, abbate vicario generale zetto della tomba del santo apo-
de'camaldolesi, che riservò in petto, stolo.
ed al presente regnante Pontefice Concordato fra Pio VII
Nel
Gregorio XVI. A premiare il valore, e Massimiliano Giuseppe re di
la moderazione, ed altre virtìi del Baviera (Vedi), quel Papa avea
duca d'Angouléine Luigi delfino di concesso al principe regnante e
Francia, e figlio del re^ qual be- successori cattolici, l'indulto di no-
nemerito generalissimo dell'armata minare agli arcivescovati e vesco-
francese che liberò in Ispagna Fer- vati; ed inoltre che il re avrebbe
dinando VII, e ristabilì la sua anche il gius di nominare ai deca-
autorità e l'ordine in quel regno, nati e canonicati ne' sei mesi detti
Leone XII in segno di solenne apostolici, mentre che per tre de-
soddisfazione gli spedi lo Stocco e gli altri sei mesi le elezioni dove-
berrettone henedelli [Vedi), che vano essere fatte dagli arcivescovi
soglionsi benedire dai Papi nella o vescovi, e pel resto del tempo
notte di Natale, ma da lui bene- da'capitoli. Ma una posteriore boi-
delti nella sua cappella segreta ai la dello stesso Pio VII del primo
3 maggio, giorno sagro all'Invenzìo- aprile i8i8 dichiarò, che i decani
ne della Croce; insegne che i ro- e canonici eletti dal re e dai capi-
mani Pontefici hanno sempre do- ioli dovrebbero rivolgersi, nei pri-
nato ai principi benemeriti della mi mesi dopo l'elezione, al Pa-
sei
Chiesa. Siccome monsignor Lodo- pa per ottenere l'instituzione cano-
vico Ancaiani parente di Leone XII nica. Quindi il re domandò a Pio
e figlio del castellano o comandan- VII che tale instituzione si potes-
te di Castel s. Angelo, fu dal Papa se in vece dare dagli arcivescovi
dichiarato ablegalo apostolico per e vescovi ; e siccome ciò non ven-
portare a Parigi la berretta caldina- ne ultimato in quel pontificato, il
lizia pel cardinale Croy, così Tinca- re rinnovate le istanze a Leone
ricò anche della presentazione dello XII ,
questi, memore di essere
stocco e berrettone al delfino, per stato presso di lui nunzio apostoli-
la cui moglie la delfina Maria co, di buon grado annuì alla do-
Teresa figlia di Luigi XVI, Leone manda, concedendo il privilegio
XII consegnò al prelato per dono personale agli arcivescovi e vescovi
lo stesso martello d'argento da lui bavari, di confermare le elezioni
adoperato nella apertura della por- del re e dei capitoli, dovendo poi
la santa, e quattro medaglie tro- i loro successori domandare alla
VOL. xxxviii. 5
,

66 LEO LEO
santa Sedo confeima dell'accor-
Id tarono per quanto andiamo a nar-
dalo privilegio. Durante la celebra- rare. Un giorno il Papa fece sa-
zione dell' anno santo, importanti pere al cardinale, che a momenti
notizie giunsero a Leone XII sulle lo sarebbe andato a visitare. Il

persecuzioni che infierivano nella cardinale era in quel dì più che


Cina da cinque anni ; e che valo- in altro tormentalo dai suoi mali,
rosi campioni affrontavano i peri- vestilo in tutta confidenza, e pel
coli e la morie, per maggiormente suo vivere ritirato privo della pro-
diffondere le \erità del vangelo; e pria corte; in somma non Irovos-
Roma ammirò da vicino le virtù si in istato di ricevere convenien-
arcivescovo di Parigi, monsi-
dell' temente il sommo Pontefice. In
gnor Giacinto de Quelen, che Leo- tanta angustia scrisse al maggior-
ne XII fece alloggiare nel Semina- domo che gli avea notificalo la
rio Romano {Fedi), da lui stabi- cosa, che ringraziasse il Papa, e
lito presso la chiesa di s. Apolli- gli rappresentasse la situazione che
nare, nell'antico locale del collegio gli impediva accettare un tanto
germanico-ungarico ; ricolmò di fi- onore. Oltre a ciò nella sera stes-
nezze il prelato e nel partire be-
, sa il cardinale chiamò a sé mon-
nedi Parigi, nella cui diocesi con- signor Mario Malici segretario del-
tasi circa un milione d' uomini la congregazione del buon governo,
nella persona del suo degno arci- ora cardinale, ed istantemente lo
vescovo che gli avea implorato pregò recarsi nel d\ seguente dal
l'apostolica benedizione. Non solo Pontefice a rendergli nuove, vive
Leone XII nel detto locale stabiPi ed umili azioni di grazie, ed a
il seminario romano, ma perchè fargli le più rispettose scuse pel cu-
fosse sotto gli occhi del cardinal mulo delle circostanze che non gli
vicario, assegnò a questi l'abitazio- permisero ricevere lanla consolazio-
ne, che prima godeva il cardinal ne. Il Papa ne restò persuaso ; laonde
prefetto del buon governo, pur di è tutto falso quanto in argomento
ragione dell'antico memorato col- si divulgò,perchè discendemmo a
il

legio, nel quale la diede pure a questi particolari ad onore di Leo-


monsignor vice-gerente, ed agli uf- ne XII e del cardinal Cavalchini.
fizi del vicariato. Perchè poi il Aggravandosi a questi il male,
prefetto del buon governo godesse spontaneamente dipoi rinunziò alla
il beneficio dell' abitazione, prima carica, ed il Papa tardò ad accet-
gli slabiPi un indennizzo, poi gliela tarla, finché persuaso di sua impo-

assegnò nel palazzo della Cancelle- tenza, la conferì al cardinal Dandini.


ria apostolica [Fedi): questa mi- Intanto contro de' turchi scop-
sura dispiacque al cardinal France- piò l'insurrezione de'greci, che dai
sco Guidobono Cavalchini, che il saggi fu per la religione cattolica
medesimo Leone XII avea fatto tenuta cosa pregiudizievole. Essen-
prefetto. Il cardinale soffriva mollo do l'Olanda agitata dalle turbolen-
di nervi e di stranguria che gli ze che vi suscitava una riunione
impedivano di andare persino in di persone, conosciuta sotto il no-
carrozza, e di conversare. Questo me di piccola Leone XII
Chiesa,
sistema di ritiratezza diede luogo diresse a' 17 agosto 1825 un bre-
a molte dicerie, le quali si aumea- ve ai fedeli dell'Olanda, nel quale
LEO LEO 67
deplorava la Chiesa callolica tur- le inquietudini
che provava per
bata ancora dallo scisma d'Utieclit : un affare sì importante, e che non
Guglielmo Vet osava appellarsi poteva riguardare con indifferenza
vescovo di Devenlei-j ed avea no- l'attuale condizione della Chiesa
tificalo al Papa la sua elezione; ne'possedimenti spagnuoli in Ame-
ma Leone XII la dichiarò nulla, e rica ; le diocesi erano prive di
la sua consacrazione illegitlima e sa- vescovi ed i , fedeli con alte grida

crilega. Nello stesso tempo il Belgio chiedevano pastori. Il Papa deside-


provò delle commozioni religiose, rando conservare una perfetta ar-
perchè il re de' Paesi Bassi Gugliel- monia col re di Spagna, pel mo-
mo I avea decretato la soppressio- mento non avea creduto bene di
ne de* seminari vescovili, e l'istitu- annuire a sì giusti voti ; ma era
zione in Lovanio di un collegio suo preciso dovere d'impegnare il
filosofico, il quale avrebbe facil- governo spagnuolo a fare sforzi
mente aperto l'adito alle dottrine efficaci per ricondurre le colonie
protestanti. Subito Leone XII fece sotto la sua autorità, od a pren-
un fortissimo reclamo al governo dere almeno deteiminazioni tali,
per mezzo del cav. Reinhold , in- che la Sede apostolica potesse eleg-
viato straordinario e ministro ple- gere i vescovi per le sedi vacanti.
nipotenziario presso la santa Sede, Intanto oltre i dazi diminuiti in
dichiarando agli ordinari del Bel- principio del pontificato, come l'a-

gio di tenersi puramente passivi, bolizione dell'appalto delle poIVeri,


se il governo fosse proceduto alla l'abolizione della fida, l'abolizione
esecuzione de' decreti. Allora era vice- della tassa dei geometri, ed altro
superiore delle missioni di Olanda da lui fatto successivamente, Leone
monsignor Luigi Ciamberlani. L'ar- XII ordinò che Ja tassa e censo
civescovo di Malines monsignor urbano sui fondi fossero diminuiti
Francesco de' piincipi di Mean , di un quarto, tanto in Pioma quan-
dopo aver scritto una lettera di to in tutto lo stato , malgrado
vivi rechimi, si ritirò in una delle 1 aumento delle pigioni ; ad onta
sue terre presso Liegi j per non es- di tutto ciò, e delle spese dell'an-
sere testimonio di determinazioni no santo, il Papa incaricò l'ottimo
cos^ desolanti. In mezzo ad una e sagaci.ssimo tesoriere geneiale mon-
opposizione sì viva e sì giusta , il signor Cristaldi, di porre in riser-
collegio filosofico si aprì il gioino va una somma sufficiente per for-
1
7 ottobre. F'iìi tardi il Belgio mare il nucleo di un tesoro dello
rinnovò quanto avea fatto sotto stato, come sapientemente avea fat-
Giuseppe II, sposse il giogo, e si to V, onde nei bisogni ia
Sisto
eresse in regno indipendente. santa Sede non si trovasse costret-
Non obliando Leone XII le ne- ta ricorrere ad altri con sagrifizi.
goziazioni intavolate a favore della Giunto finalmente il dì 24 dicem-
religione, per una corri-istabilive bre, Leone XII die compimento
spondenza tra Sede e lela santa all'anno santo, con la chiusura
colonie spagnuole, massime colle della porta santa della basilica va-
repubbliche di Colombia e del ticana, e consuete cerimonie; quin-
Messico, credette suo dovere di di nel seguente giorno pubblicò la
rappresentare al governo spagnuolo bolla, con la quale estese il bene-
68 LEO LEO
ficio del giubileo a tutti i paesi zione delle figlie della Carità clj'eb-
della cristianità, insieme ad un'en- bero principio in Verona. Col mo-
ciclica diretta ai patriarchi, prima- to-proprio de' 17 febbraio iS'afì il
tij arcivescovi e vescovi , ciò che Ponlellce eresse la congregazione
approvarono tutti i governi. Più di vigilanza, per vegliare sui pub-
tardi r intrepido e zelante Vuariu blici impiegati, punire i colpevoli,
parroco di Ginevra, ebbe il corag- e premiare gli onesti e i beneme-
gio di pubblicarvi la bolla del riti. Ne dichiarò prefello il cardi-
giubileo, onde i cattolici profìlta- nal segretario di stato, e membri
rono delle grazie spirituali della i cardinali prefelli, oltre il cardi-
Sede apostolica; e abbate Mac- 1' nal camerlengo di s. Chiesa, della
carlhy vi si portò a predicare con segnatura, e del buon governo, ed
ubertoso fruito. A quest'epoca il Pa- il presidente del censo; nonché i

pa restò assai afflitto per l'inattesa prelati uditore della camera, go-
tnorte di Alessandro 1 imperatore vernatore di Roma, tesoriere ge-
di Russia. Il primo gennaio 1826 nerale, segretario di consulta, udi-
Leone XII ricevetto il corpo di- tore del Papa, ed un prelato segre-
plomatico, e lo accolse con parli- tario ; destinando tre oflìciali della
colari attestati di estimazione ; gli segreteria di stalo al disbrigo de-
espresse il suo paterno gaudio pel gli affari di questa congregazione,
felice esito del celebrato giubileo, A' 27 febbraio 1826 Leone XII
non senza fargli osservare, che istituì la commissione de'sussidii,
quelle persone, le quali si erano con chirografo diretto al cardinal
prime mostrate contrarie, a-
sulle Tommaso Riario Sforza, che di-
\evano finito col dichiararsene in- chiaro presidente, come dicemmo
teramente favorevoli; e per ultimo all'articolo Elemosineria apostolica
soggiunse protestarsi ben contento [Fedi). Dipoi a* i3 marzo Leone
e soddisfatto del concorso de'prin- XII tenne concistoro di vescovi,
cipi, e che Dio aveva fatto il re- e fece la quinta promozione di due
sto. Quindi a'5 gennaio Leone XII cardinali, pubblicandone prima due
istituì una deputazione centrale altri che avea anteriormente creali
sugli Ospedali di Roma [Vedi), e riservali in petto, cioè fr. Lo-
Aveva già intrapresa la visita per- dovico Micara , e il p. d. Mauro
sonale, sempre improvvisa, de' me- Cappellari sullodati. Gli altri due
desimi, volendo conoscere ogni cir- furono Francesco Saverio di Cieu-
coslanza dell' assistenza e cura de- fuegos-y-Jove-Llanos di Oviedo, ar-
gli infermi, gustando persino i ci- civescovo di Siviglia, e Gio. Bal-
bi e bevande pei' loro preparate ; lista Maria Anna Antonio de Latil
onde rendere più assidua e cari- di Frejus, arcivescovo di Reims, ad
tatevole l'assistenza di quello di s. istanza del re Carlo X che avea ,

Giovanni destinato alle donne, ap- solennemente coronato e consagra-


provò l'istituto delle ubiate speda- to. Nell'allocuzione che il Papa ia
bere delle sorelle della Carità ivi tal concistoi'o pronunziò al sacro
stabilito, come si disse al voi. X, collegio, e tra i giusti elogi che
p. 36 del Dizionario. Anzi nella fece di ognuno de' quattro novelli
seguente pagina diciamo pure che cardinali, ecco come si espresse pel
Leone XII coulbrmò la congrega- cardinal Cappellari che ora vene-
,

LEO LEO 69
viatro sulla catledia tli s. Pielio una chiesa suo paese alla pub-
del
col nome
(li Gregorio XVI. « Que- blica venerazione. Dopo avere Leo-
5> ragguardevole a>sai per in-
sii, ne XII nel concistoro de' 3 luglio
» nocenza e gravità di costumi ; 1826 fatto arcivescovo di Raven-
» dottissimo specialmente nelle ma- na monsignor Chiarissimo Falco-
» terie ecclesiastiche, sì numerose nieri Mellini, e vescovo di Viterbo
» e lunghe fatiche pei" l'apostolica e Toscanella monsignor Gaspare
» Sede sostenne, che quanto sen- Bernardo Pianetti, ambedue li con-
" 7a prendere riposo valorosa- sagrò nella chiesa di s. Maria de-
« mente e con sommo applauso gli Angeli il Papa che regna creò
:

" per la stessa apostolica Sede egli poi due prelati cardinali.
i

" operò, col premio del car-


jVoi Col mezzo del principe d. Ca-
" diualato giudicammo ricompen- millo Borghese il Papa inviò in
>' sare. Impmocchè a quelli sol- dono re di Francia un magni-
al

" tanto le dignità ecclesiastiche ci fico musaico lavorato dal tedesco


« siamo proposti di conferire , i Chech nello stabilimento de' mu-
« quali risplendano per lode di saici in Vaticano, rappresentante lo
» pietà e di dottrina ; e con que- scudo d'Achille, montato sopra un
» sta e non con altra carriera al piedistallo di bronzo dorato di un
>>conseguimento delle medesime si disegno grandioso, il cui costo si
» saranno aperta la strada ", In fece ascendere a più di sedicimila
quanto all'elogio fatto dal Papa al scudi. La composizione del musai-
audin;il Micara, lo riportammo al- co fu divisa dal valente artefice in
l'articolo Frascati [P'edi). Frattan- dodici quadretti, ove sotto i dodici
to le processioni del giubileo fa- segni del zodiaco, maestrevolmente
cevansi per tutta l'Europa, col zelo figurò altrettanti de' principali fatti
più lodevole, con religiosa magni- narrati da Omero. Con questo no-
iìcenza, e con generale edificazio- bile e donativo Leone XII
ricco
ne, onde guadagnarsi i tesori della volle dare a Carlo X un saggio
Chiesa aperti e sparsi dal magna- tiolla sua tenera riconoscenza ,
per
nimo Leone Xlf. Assunto al trono la benevola protezione conceduta
imperiale di Russia il regnante JNi- dal re ai bastimenti del dominio
colò I, fratello del defunto, il Papa pontificio, contro i pirati degli stati
stimò conveniente d'inviare a Pie- barbareschi. Indi fece riattivare la
troburgo con la qualifica di am- causa per la beatificazione della
basciatore , monsignor Tommaso ven. Maria Clotilde sorella del re.
Cernetti governatore di Pioma, per E qui noteremo che il re di Fran-
felicitare nuovo monarca. In
il cia gradì sommamente il sontuoso
(jiieslo tempo PLoma vide un capo donativo, e poscia inviò al Papa
irochese <:hiamato Teoracaron, ac- alcuni bellissimi arazzi della fab-
compagnato da un ecclesiastico : brica di Gobelins , e vari super-
Leone XII lo ricevette con distin- bi oggetti di porcellana della ma-
zione lo ammise nella cappella
, nifattura di Sevres. Gli arazzi rap-
pontificia spettatore delle sacre fun- presentano s. Pvemigio vescovo, s.
zioni, e nel punto di sua parten- Stefano vicino ad essere lapidato,
za gli fece vari doiiati\i, fra i quali e la Beata Vergine col Bambino
uu corpo santo, da collocarsi in cuuloruala da angeli ; in questo ul-
70 LEO LEO
timo arazzo, vuoisi che le figure VII; bensì Leone XII acquistò per
rappresentino altretlanli ritraili del- la biblioteca valicana la preziosa e
la famiglia di Carlo X. I due pri- copiosa biblioteca del conte Cico-
mi arazzi sono nell'apparlamento gnara, tutta relativa ad oggetti di
pontifìcio del Quirinale ; il terzo belle arti ed antiquaria ; come
nel casino di Pio IV, del giardino neppure è vero che per la me-
vaticano. Gli oggetti poi di porcel- desima biblioteca e neppure pel
lana furono, un orologio a pendolo collegio urbano acquistasse dal ce-
di sorprendente lavoro, con fondo lebre sinografo Antonio Marlucci
di porcellana, coi quadranti dipin- la numerosa e compita sua libreria
ti, rappresentanti le tre principa- cinese con ventinovemila tipi cinesi,
li epoche dell'orologeria ; due va- oltre molti papiri egizi.
si di mediocre gran-
porcellana di Intanto più confidenziali si rin-
dezza detti per fiori, col fondo co- novarono le amichevoli relazioni
lor lapislazzuli e con ornamenti
, tra la santa Sede e l' imperiai ca-
d' oro , avente inoltre ognuno un sa d'Austria ; e nel passaggio per
quadro ovale colorato rappresen- Roma di diversi reggimenti austria-
tante scene di giuocarelli infantili; ci che portavansi a Napoli per rin-
ed un vaso di porcellana detto e- forzare l'esercito di occupazione, o
trusco da galleria, di una dimen- che tornavano dopo essere stati
.

sione straordinaria, il più grande cambiati da altri corpi, al deside-


di tutti quelli sino alloi'a fabbricati, rio di ricevere l'apostolica benedi-
perchè alto un metro e venti cen- zione, benignamente corrispose Leo-
timetri, col fondo color lapislazzuli, ne XII ognora, benché malaticcio,
con ricca guarnizione di metallo affacciandosi o ad una finestra delle
dorato, avente sulla fascia di mez- camere da lui abitate, o ad una
zo dipinti vari mazzi di fiori. Il di quelle del cortile vasto di Bel-
Pontefice non si potè saziare di vedere, nel quale e sulla piazza di
ammirare sì stupendi capolavori ed ; s. Pietro bellamente si schieravano
all'abbate Feliciauo cav, Scarpellini, i reggimenti, con le loro armoniose
che fu incaricato vegliare sulla ri- bande musicali. Più tardi recla-
composizione de' pezzi, fece tras- mando r Austria alla santa Sede
poi-tare il di lui pregevole gabi- una somma assai rilevante per al-
netto di fisica nel Campidoglio, in cuni pagamenti da essa sostenuti
imo de' locali più elevati , cui si a favore delle provincie pontificie,
aggiunse pòi un osservatorio astro- innanzi che queste fossero state re-
nomico. Dicemmo già all'articolo stituite, ebbe luogo una transazio-
Biblioteca Valicana (presso la qua- ne. L'Austria si mostrò facile e ge-

le il Papa avea ripristinata la stam- nerosa, e si contentò di soli cin-


peria), che ad essa fece dono Leo- quantamila scudi, pagabili in cin-
ne XII dell'orologio e de' tre vasi, quanta rate mensili. La Dalmazia
ilcui valore si fa ascendere quasi contava undici vescovi, i quali, a
a cinquantamila franchi. E qui no- motivo delle scarse rendite delle
teremo, che non è vero che il Papa loro sedi, conducevano una vita
abbia donato a detta bil>lioleca una meschina l' Austria
: domandò a
rnccolta di scrittori antichi ed altra Leone XII che questi vescovi fos-
di classici, ciò che area fallo Pio sero ridotti a cinque, ed il Papa
LEO LEO 71
che si riducessero a sei.
contliscese ed ovunque si portasse pei suoi slu-
Anche con l'Inghilterra, dopo le di . In questo tempo il magistero
spiegazioni fatte in Roma a lord dell'inclitoordine gerosolimitano,
IJarrowby, ristabilì regolare cor- rappresentato dal luogotenente Bu-
rispondenza fra la corte e le au- sca, ottenne dal Pontefice di trasfe-
torità ecclesiastiche riconosciute dal rirsi da Catania [Fedi) in Ferrara,
Papa in quel regno. Fu allora che ove si fermò co'suoi cavalieri. L'im-
sembrò opportuno all' instancabile peratore Nicolò I fu incoronato a
zelo del vigile Leone XII, di far Mosca a' 3 settembre, e monsignor
dire qualche cosa nella gran Bre- Bernetti ch'era stato ricevuto da
tagna, anche per la bocca de' vi- quel monarca con gran distinzione ,

cari apostolici, che si sapeva essere assistette alla solenne cerimonia.


il bersaglio di triste calunnie. Le Ai 2 ottobre Leone XII le-

rappresentanze de* vescovi cattolici, ce nel concistoro de' vescovi la


e le querele dei fedeli dirette ai sesta promozione cardinalizia di
loro connazionali, produssero un ec- dieci cardinali, sei dei quali riser-
cellente effetto sullo spirito di al- bò in petto, pubblicandoli poscia
cuni pari del parlamento d'Inghil- nel concistoro de'5 dicembre 828 ;
1 1

terra, e d'ini gran numero di mem- quelli che pubblicò in questo li


bri della camera de' comuni. Dalla accenneremo ecco i dieci cardinali
:

fermezza spiegata dal Pontefice nel secondo l'ordine di loro creazione.


biasimare apertamente la condotta Alessandro de R.udnay-et-Divek Ui-
del governo de' Paesi Bassi, che falu di Szent, arcivescovo di Stri-
obliava i riguardi dovuti ai catto- gonia. Pietro Caprano romano, ar-
lici del Belgio, il re Guglielmo 1 civescovo d'Iconio, segretario della
venne colpito dall'effetto che avea sacra congregazione di propaganda
ciò prodotto in Brusselles, a Lo- fide. Giacomo Giustiniani romano,
vanio ed a Gand, laonde giudicò arcivescovo di Tiro, nunzio di Ma-
a proposito d' inviare a Roma il drid. Vincenzo Macchi della diocesi
conte di Celles per gradevoli spie- di Montefiascone, arcivescovo di
gazioni ; ed allorquando egli fu am- Nisibi, nunzio di Parigi. Giacomo
messo alla prima udienza del Papa Filippo Fransoni di Genova, ar-
restò incantato delle sue maniere ,
civescovo di Nazianzo , nunzio di
franchezza di eloquio, e ben si av- Lisbona, che pubblicò coi due nunzi
vide ch'era principe conoscitore del piecedenli. Francesco Maria Ma-
mondo, esperto e coraggioso. Il con- razza ni Visconti di Piacenza, mag-
te ritornò al suo re con una lette- giordomo. Benedetto Barberini ro-
ra del Pontefice, cui pel gradimen- mano, maestro di camera. Gio. An-
to il principe rispose nei termini i tonio Benvenuti della diocesi di Si-
più rispettosi, come avrebbe fatto nigaglia, delegato apostolico straor-
qualunque sovrano cattolico. Dipoi dinario di Fresinone. Tommaso
arrivò in Roma nuovamente il ce- Bernetti di Fermo, governatore di
lebre Clinmpollion giuniore Leone ; Roma ed ambasciatore in Russia,
XII lo rivide con piacere, ed ordi- che pure pubblicò. Belisario Crislal-
nò alla congregazione di propagan- di romano, tesoriere generale. Quin -

da fide di raccomandale l' illustre di Leone XII fece bibliotecario di


scienziato nell' Egitto, nella Siria ,
£. Chiesa il cardinale Somaglici; e
, ,

7» LEO LEO
prefetto generale della congregazio- arcivescovo di Efeso, e suo elemo-
ne di propaganda y?rfe e sua stam- siniere segreto, intervenendo il Pa-
peria il cardinal Cappellari. E sic- pa pranzo che fu fatto nel mo-
al
come stabiTi al prefetto di propa- nastero della Chiesa di s. Gregorio
ganda l'abitazione nel collegio ur- {^Vedi), per la di lui consagrazione,
bano, recandosi Leone XII a dispen- come meglio a quell' articolo,
dissi
sare i premi agli alunni di esso in cui notai aver Leone XII con-
visitò l'abitazione che stava ridu- ferita la commenda delle tre con-
cendosi convenientemente, di che tigue cappelle al capitolo Liberiano.
ne trattammo all'articolo Collegio Intanto il Papa con moto-proprio
Urbano ove pur dicemmo
{^Fedi), de' i4 novembre 1826 istituì una
della pubblica conclusione che l'a- commissione sui Conser\'alorii di
lunno Paolo Cullen (ora rettore Roma [Vedi). A' i5 dello stesso
del collegio irlandese e cameriere mese il clero anglicano si riunì nel-
d'onore del Papa ) dedicò a Leo- la chiesa di Paolo di Londra,
s.

ne XII, il quale ivi si recò ad u- ove il dottor Monck decano di Pe-


dirla. Indi a'26 dello stesso mese terboroug, predicando in latino, a-
di ottobre il Papa diede un pranzo cremente inveì contro cattolici, i

agli alunni di detto collegio a villa per impedirne la tanto bramata


Altieri, si degno assidersi a mensa, e emancipazione l'assemblea con que-
:

vi ammise pure i cardinali Ber- sta convocazione non avea risulta-


tazzoli che amava, Cappellari e Ria- mento positivo, ma voile con essa
rio prefetto dell' economia di pro- provare il diritto che avea di riu-
paganda. Della conclusione poi che nirsi ad ogni nuovo parlamento.
gli dedicò Camillo de Pietro ( al Nel medesimo novembre uno stra-
presente arcivescovo di Berito ed ripamento dell'Aniene recò immensi
internunzio straordinario e delegato danni a Ti\'oli {^Fedi)j il Papa ac-
apostolico in Portogallo ) nella corse per le convenienti riparazio-
chiesa di s. Apollinare, ove egual- ni, e poscia inaspettatamente ne
mente Leone XII si recò, ne parlam- visitò le lavorazioni.
mo all'articolo Conclusione [Fedi). Leone XII approvò la congrega-
Da ciò si noti l'operosità del Pon- zione de'preti secolari, detta degli O-
tefice, e quanto faceva per la pro- blati della B. Vergine Maria {yedi)j
tezione degli studi, e per animare ed ebbe la paterna soddisfazione
gli alunni banditori «lei vangelo, d'ammettereal baciodel piede mari- i

in ogni parte del mondo. Indi Leo- che fatti schiavi delle
nai pontificii,
ne XII dichiarò nunzi, monsignor potenze barbaresche di Algeri, erano
Luigi Lambruschini arcivescovo di stati liberati per istanza del re dì
Genova, di Parigi; monsignor Fran- Francia. Essendo ritornato dall'Aia
cesco Tiberi arcivescovo di Atene, in Roma il conte di Celles con la
già uditore di rota, di Madrid ; e qualifica di ambasciatore straordi-
monsignor Alessandro Giustiniani nario e plenipotenziario per con-
arcivescovo di Petra, di Lisbona: chiudere un concordato religioso, nel I
dall'uditorato di rota promosse alla quale gl'interessi dei belgi e degli
carica di governatore di Roma olandesi cattolici si accordassero
monsignor Marco- y-Catalan. Mon- con quelli del re de' Paesi Bassi
signor Giovanni Soglia lo nominò che doveva avere dei riguardi alle
,

Li:o LEO 73
pretensioni della vecchia Olanda ,
Cesco Burdett fece una proposta in
egli condusse per referendario e favore de'cattolici, riguardante l;i

consigliere ambasciata Giovanni


d' loro emancipazione. Jn appresso
Germain, non che il marchese A- lord Elliot prommziò un discordo
lessandro de Trazegnies in qualità nel quale d'avverso ch'era al cat-
di addetto alla medesinna, venendo tolicismo, comparve invece propen-
confermato il precedente segretario so, dopo aver maturamente esami-
della legazione Carlo Serruys. Ade- nalo Quindi il direttore
l'affare.

rendo Leone XII ai voti dell'am- del Copley combattè la


registro
basciatore, nello stesso novembre proposta di sir Burdett; ma Plun-
1826 dichiarò il cardinal Cappel- kett rintuzzò i di lui argomenti ,

lari plenipotenziario per combinare ed allora Peel segretario di slato


un concordato col re de' Paesi Bas- per gli aifari interni, che in ap-
si, colla coadiuvazione di monsi- presso fu favorevole ai cattolici

gnor Francesco Capaccini sosti- parlò con molta vivacità, accusan-


tuto de' brevi, presidente e visita- do i cattolici d' idolatria. Invece
tore apostolico della pia casa d'in- Brougham perorò in vantaggio dei
dustria fondala dal Papa, il quale cattolici, ma contro di essi dichia-
in molli gravi affari si serviva del rossi Goulburn. Soggiunse il segre-
dotto prelato, che avea goduto la tario di stato Canning, ch'era stato
fiducia e la stima del cardinal Con- in E.oma sotto Pio VII e il car-
salvi : dovevano pure essere con- dinal Consalvi, ed aveva ricevuto
sultati monsignori Nasalli e Ma-
i giuste spiegazioni, e conosciuto le

zio, ed il canonico Belli, poi car- intenzioni saggie ambi- e leali di

dinali. V. Co^fCORDATO TRA LeOXE due. La proposizione di sir Bur-


XII E Guglielmo I re de' Paesi dett ad altro non tendeva se non
Bassi. A' 22 dicembre 1826 Leo- a dichiarare che lo stato dell'Ir-
ne XII approvò gli statuti e la so- landa e dei reclamava l'at-
cattolici
cietà delle dame del Sacro Cuore tenzione della camera: si passò alla
{^T'edi). Queste religiose furono po- votazione e si ebbero 272 voti fa-
scia stabilite in Pioma presso le vorevoli per la proposizione, e 276
Chiese della ss. Trinità de Monù, contro, per cui la causa de' catto-
e delle ss. Ruffìna e Seconda (^Fe- lici fu rovinata per soli quattro
di). A' 27 gennaio 1827 giunse in voti, almeno per allora. Della cro-
l'ioma il cardinal Bernetti , che a- ce apparsa in Francia nel villag-
vendo supplicato il Pontefice di gio diMigné a' 17 dicembre 1826;
dispensarlo di accettare la dignità dei due brevi emanati su di essa
cardinalizia, non erasi fermalo a da Leone XII, de' 18 aprile e 17
Parigi per riceverne la berretta , agosto 1827, e della croce d'oro
com'era stato disposto; ma Leone donata da lui al villaggio, sene
XII non accettò la rinunzia , ed parla al volume XVIII, p. 227 del
egli stesso gli impose colle solite Dizionario.
cerimonie la berretta rossa, e tutta Nel concistoro de' 2 1 maggio
Roma di ciò fu lieta. Frattanto nel 1827 Leone XII partecipò al sa-
parlamento d' Inghilterra, dopo la cro collegio, che l'arcivescovato di
leltura di parecchie suppliche in Friburgo [Vedi), istituito con quat-
favore e contro i cattolici, sir Fran- tro suffraganei da Pio VII, avea
7't
LEO LEO
ricevjilo coinpinienlo e pieno effet- ma In notizia della battaglia rli

to, sia nelle rendile assegnate ai Navarino, in cui la fiotta turco-


vescovi, che per quelle disposte pel- egizia venne distrutta ; questa vit-

le cottedrali, seminari e parrochi ,


toria favoriva gì' interessi della
provvedendo intanto ai pastori di Francia, non quelli della Russia e
Friburgo e Limhurgo. Quindi pro- dell'Inghilterra; ne fu poi conse-
teslù, che non potendo senza col- guenza r istituzione del regno di
pa lasciare ancora vedove diverse Grecia (^P'edi), ma senza felici ri-
chiese d' America, a riparare le sultati pei cattolici, come diciamo
conseguenti calamità, nominava i a quell'articolo. Intorno a quest'e-
vescovi per le sedi vacanti di poca un decreto dell' imperatore
Cuenca, Quito, Renezuela, s. INIar- d'Austria Francesco I die maggior
la, s. Fede, Antiochia, ec. La cor- consistenza agi' istituti de' gesuiti,
te di Madrid vedendo con dispia- ch'eransi aperti ne'suoi stati. A'rxc)

cere queste ultime determinazioni oltobie 1827 il Papa recossi a

del Papa, sebbene da dodici anni Monte Porzio, e desinò nel luogo
gli spagnuoli non dominavano più di villeggiatura del Collegio Ingle-
ni que luoghi, temporeggiava di ri- se : di ciò ne parliamo anche al-
cevere il nuovo nunzio monsignor l'articolo Frascati. Indi a' 2 r di-
Tiberi. In questo mentre il re di cembre Leone XII pubblicò il
Spagna Ferdinando VH mandò moto- proprio sulla amministrazione
in ambasciatore straordinario e pubblica, ed il riparto territoriale
ministro plenipotenziario il cav. dello stato ecclesiastico, di cui te-

Gomez Labrador, una delle prime nemmo proposito all' articolo De-
persone della diplomazia spagnuo- legazioni E LEGAZIONI APOSTOLICHE
la, ed il cardmal Cappellari fu DELIO STATO PONTIFICIO.
nominato dal Papa a trattare con Nel gennaio 1828 essendo stati

lui. Nel concistoro de' vescovi dei pi'oscritti gli armeni cattolici sta-
•^5 giugno, Leone XIT annunziò biliti in Coslaiilìnopoli [Vedi), al
la morte di Giovanni VI impera- modo che dicemmo in quell'artico-

tore del Brasile, re di Portogallo lo, per cui quasi quindicimila ar-
e degli Algarvi, dichiarando la sua meni furono ol)bligati a ritirarsi

determinazione di volergli far cele- in Asia, tranne alcuni che si na-


brare le consuete esequie nella scosero, e passarono in Grecia,
cappella papale ; indi fece la setti- l'animo paterno di Leone XII
ma promozione cardinalizia, crean- ne fu profondamente amareggiato.
do cardinale Ignazio Nasalli di Quindi ordinò di ricorrere al pa-
l'arma, arcivescovo di Ciro, già trocinio della Beata Vergine con
nunzio presso la confederazione El- una novena. Questa si fece nella
vetica, e Gioacchino Gio. Saverio chiesa del collegio Urbano di pro-

Isoard decano della rota.


d'Aix , paganda fide con l'intervento del
Due giorni dopo il Papa provò il cardinal Cappellari prefetto genera-
dispiacere di sentire la morte del le della congregazione di propagan-
orientali
\
cav. llalinski ministro di Russia, da, e di tutti i prelati :

per l'ottima intelligenza che pas- nell'ultimo giorno vi si recarono


sava con quel saggio diplcjmalico. riiniora i cardinali della congrega-
Ycr>o quc-to tempo giunse in Ho- zione, ed il Papa, compartendo la
LEO LEO 7^
benedizione col ss. Sacranienlo il no contro; ed in favore peroraro-
cnrdinal Cappellnri. Il re di Sar- no lord Wellesley fratello di detto
degna Carlo Felice inviò in Roma duca, ed il duca di Sussex. Ma la
il cav. di Colobiano (del quale par- proposta fu respmta alla maggioran-
lammo ancora nel voi. XXVll, p. za di 182 voti, contio 137. Frat-
I 66 del Dizionario ed altrove), per tanto il Papa nel dì della Pentecoste
una missione straordinaria, die Leo- fece celebrare la solenne beatificazio-

ne XII fece trattare ai cardinali Ber- ne di Maria Vittoria Fornari S Ira-


tazzoli eCappellari, nonché a mon- ta, fondatrice delle monache della ss.

signor Sala. In virtù di tali accordi Annunziata dette turchine ù celesti.


il re restituì agl'istituti ecclesiastici Il cardinal Giulio della Somaglia
il resto di tutti i beni che il go- decano del sagro collegio e segre-

verno imperiale francese aveva riu- tario di stato, essendo vicino a com-
niti al dominio dello stato. Ver- pire 84 anni di sua età, e per la
so lo stesso tempo il re di Bavie- sua salute di molto alterata, pre-
ra Luigi regnante ristabilì ne' suoi gò Leone XII ad esonerarlo dalla
slati alcuni monasteri di benedet- carica : il Papa accolse benigna-
tini, erano stati soppressi in
eh' mente le sue brame, e nominò se-
gran parte da suo padre. Il con- gretario di stato il cardinal Ber-
cordato pel ristabilimento del ve- netti, che avea nominato legato
scovato di Basilea venne rigettato apostolico a Ravenna, senza che
dal cantone di Argovia, ma lo ra- ancora vi si fosse recalo; quindi
tificarono gli altri cantoni interes- a' 17 giugno il cardinal Bernetti
sali di Soleure, Lucerna e Zug. incominciò a fungere il supremo
Kel maggio 1828 sir Burdelt, ministero. Nel giorno precedente
benché non più appoggiato da Can- erano state pubblicate in Parigi le
ning defunto, fece alla camera dei regie ordinanze, con le quali ven-
comuni di Londia la proposta sul- nero ristrette le facoltà al corpo
l'emancipazione de' cattolici, pei episcopale sulle nuove scuole spe-
quali con grave eIo([uenza appog- ciali per gli affari ecclesiastici, giù
giò la domanda Brougham, ma concesse dal re defunto Luigi XVIU,
Peel si dichiarò contro di loro; ad istanza del metlesimo corpo e ;

allora lord Guglielmo Paget, che perciò si venivano a sopprimere


sino a quel punto aveva votato una quantità di scuole tenute dai
contro i cattolici, meglio infoimato gesuiti, che per tal modo erano
volò in favore, e Grani membro colpiti d'un biasimo immeritato. I
del ministero pronunziò un lungo vescovi che avevano chiamato nel-
ragionamento a vantaggio della le loro diocesi i gesuiti, reclamaro-
proposta. Passando la camera dei no costantemente contro questa de-
comuni ai voti, 272 di essi furo- terminazione, ma non furono ascol-
no favorevoli, e 2G6 contrari. Pro- tati ; diecimila padri di flmìiglia,

seguendo le trattative per l'eman- alle cui case tornarono i loro figli

cipazione de' cattolici, alla camera senza istruzione, inutilmente anche


dei pari la sorte del bill non fu essi alzarono le loro querele. Car-
prospera ; diversi arcivescovi della lo X domandò consiglio a Leone
cl»iesa anglicana, lord Colchester, XII, cui furono rimessi i reclami
ed il duca di AYcllingtou parlaro- de" vescovi francesi, e i relativi do-
r6 LEO LEO
dimenìi. Per malasorte era allora monsignor del Drago; maestro di
il Papa alquanto alterato nella camera monsignor de Simoni ; e
salute, nonché tutto preoccupato segretario di propaganda monsignor
da molti argomenti d' inquietudine Castracane, tutti poi creati cardi-
c di timore che da tutti: parti na- nali dal Papa che regna, tranne
sccvano, per lo stato delle cose re- il penultimo creato da Pio Vili. 11
ligiose nella Prussia, nell'Inghilter- gran Pontefice era giunto al tra-
ra, ove la grand'opera dell'emanci- monto di sua vita, né gli liiancò
pazione de' cattolici non consuma- qualche interno presentimento, co-
vasi, nel Belgio particolarmente e me si espresse con qualcuno, e
nelle Russie. Il Papa tuttavia si dopo la sua morte fu trovata sul
abbandonò alla previdenza ed alla di lui tavolino la modesta iscrizio-

saggezza del re; quindi nell'otto- ne sepolcrale, che riportammo al


bre emanò un breve col quale ri- citato articolo Genoa, insieme a
spose alle rimostranze della dieta quella che da arcivescovo erasi fat-

Elveticii, relativamente ai matrimo- ta per la sua sepoltura nella chie-


iii contraiti a Roma dagli svizzeri, sa di Monticelli sua abbazia. Le
i quali COSI eludevano le leggi del- sagre funzioni della solennità del
la loro patria. Il Pontefice dichia- Natale 1828 senza incomodo le

rò ch'egli avea il diritto di ammi- celebrò come negli anni precedeo-


lìistrare il sagramento del matri- li ; cioè il vespero pontificale, il

ruouio ai cattolici di tutti i paesi, mattutino, assistette alla messa dei-


che però allorquando il matrimo- la notte di Natale, la celebrò bas-
nio potrà essere differito senza pre- sa nella chiesa di sani' Anasta-
giudicare la morale, si esigerà la sia, secondo l'antico uso de'Pon-
presentazione dei necessari docu- tefici, e poi la solenne nella ha-
nienti. silica di santa Maria Maggiore.
Nel concistoro de' i5 dicembre Nel seguente gennaio 1829 la ve-
1828, dopo avere Leone XII pre- glia notturna, ad onta del laudano
conizzato nuovi vescovi, pubblicò
i che soleva prendere per dormire,
cardinali i prelati R^udnay, Capra- si aumentò sensibilmente; tutta vol-
no, INJarazzani, Barberini, Benvenu- ta godeva di un sufllciente stato
ti e Crislaldi, riserbati già in pet- di potendo eseguire a' 2
salute,
to ; indi creò e pubblicò cardinali febbraio lunga funzione della
la
Anton-Domenico Gamberini d'Imo- candelora, ma volle consegnare al
la, vescovo d'Orvieto; e Gio. Fran- prelato maggiordomo l'anello pre-
cesco Marco-y-Catalan della diocesi zioso che i Papi sogliono usare
di Saragozza, governatore di Roma, ([uando celebrano solennemente, e
Questa fu l'ottava ed ultima prò- da noi descritto all'articolo Anello
mozione cardinalizia di Leone XII, de'Papi o Pontificale, nel timore
che nel suo pontificato creò venti- che potesse smarrirsi nel suo pynto
cinque cardinali. Conseguenza di estremo. Intanto monsignor Patrizio
questo concistoro fu la noiuina di Curtis arcivescovo d'Armach, e gli
varie cariche; diremo le primarie, altri vescovi cattolici d' Inghilterra
F'ece governatore di Roma monsi- raddoppiavano il loro zelo ed ini-
guor Cappelletti; tesoriere generale pegno pel bill di emancipazione
aiouiigiior Malici ; maggiordomo iii favore dei cattolici, e la ses-
LEO LEO 7-
sione del pailamento dovea aprir- alquanto diminuita, e sorgere qual-
si a' 5 fiibbiaio; ina ne' segieli <li che speranza, por essere stato feli-
Dio era stabilito cbe Leone XII cemente siringato dal Sisco; ma il
non dovesse godere della paterna miglioramento fu effimero. 11 dot-
gioia e consolazione di sentire il tore Poggioli visitò il Papa, secon-
cattolicismo emancipato in Inghil- do il solito a lui stabilito, nella so-
terra prima di morire, giacché fu la domenica, che era il terzo o
accettato a'2 3 febbraio: questa leg- quarto giorno del male; quindi
ge pose a livello i cattolici con non ebbe piìi accesso nella came-
gli altri sudditi dell' Inghilterra, gli ra del Pontefice, e solo per coman-
assolvè dalle pene e dalle gravezze do del cardipal segretario di stalo
the pesavano sopra di loro, gua- restò sempre in anticamera, e dormi-
rentì loro r eguaglianza de' diritti va in una stanza vicina, senza però che
politici, e stabili che non \i sarà venisse giammai interpellato sulU»
alcun velo per le relazioni colla san- grave infermità del Papa. Nella stessa
ta Sede. I Wellington e
ministri domenica verso sera il male imp»r-
PeeI, che avevano da prima com- versò di nuovo, laonde nel seguen-
battuta tale misura, ne assicuraro- te mattino aumentandosi sempre
no questa adempimento
volta 1' . più il pericolo, il Pontefice chiese
A' 18 gennaio era morto il cardinal da sé medesimo il ss. Viatico, che
Marazzani già maggiordomo del Pa- gli fu tosto amministrato da mon-
pa, che avea pubblicato cardinale signor Alberto Barbolani, suo came-
tientatre [giorni avanti: questo fu riere segreto; e poco dipoi volle
l'unico cardinale da lui creato che che monsignor arcivescovo Soglia
morì nel suo pontificato, nel qua- gli amministrasse pure l'estrema un-

le erano morti dieciotto altri di zione, rispondendo con edificante


Pio VII suo predecessore, compre- pietà e coraggiosa rassegna/ione
so uno di Pio VI. alle preghiere che la Chiesa usa per
A'5 febbraio Leone XII per la scala tal sagramento. Il cardinal Bernetti,
segreta, dalle sue stanze si recò in come segretario di stato, partecipò
quelle del cardinal Bernetti infermo il grave pericolo di vita in cui tro-
di podagra. Nella sera cominciò a vavasi il Pontefice al cardinal So-
sentire i primi dolori d'una stran- raaglia decano, ed al cardinal Zur-
guria, ed male essendosi aggrava-
il la vicario, non che al corpo di-
lo, il chirurgo Filippo Todini che plomatico. Il cardinal vicario im-
godeva la confidenza del Papa fece mediatamente fece esporre il ss.
quanto prescrive l'arte; ma Leone Sacramento nelle basiliche Lalera-
XII ch'era stato sovente il medico nense, Vaticana e Liberiana, ed oi--

di sé stesso, volle subito il suo dinò a tutto il clero la recita del-


confessore d. Giovanni Santini. Du- l'orazione Pro infìniw Pondfìce
:

rante la notte il male si aumenti), morii proxirno j ed in pari tenq^o


onde furono chiamati non l'archia- furono sospesi in B.oma tutti i pub-
tro pontificio dottore Michelangelo blici spettacoli. Nella mattina dei
Poggioli, ma solo i chirurghi Giu- nove il cardinal decano per im suo
seppe Sisco e Speroni. INondiraeno gentiluomo partecipò a tutto il sa-
ne'giorni6 e 7 la malattia andò cro collegio l'uifausta notizia, ed al-
peggiorando ; nel giorno 8 sembrò lora i cardinali in abito si recaro-
78 LEO LEO
no nelle pontificie camere per in- do giorno delle esequie novendiali,
formarsi della preziosa salute del il cadavere del Pontefice alla pre-
capo della Chiesa, e si traltenneio senza de'cardinali da lui creati fu
alquanto se avesse voluto vederli, collocato dentro le solite casse, e
poscia si restituirono alle proprie le- poscia rimossa quella di Pio VII,
sidenze. Nella stessa sera il cardinal fu posta nella nicchia sopra la por-
Castiglioni entrò nella camera del- ta della cantoria del coro della ba-
l'augusto infermo e 1' assistette se- silica vaticana. Nel nono ed ultimo
condo i doveri della sua carica di giorno de'novendiali, dopo la mes-
penitenziere maggiore, mentre il sa celebrata dal cardinal Odescalchi,
Pontefice che sino allora era stato alla quale assistette il re di Bavie-
costantemente presente a sé stesso, ra nel più stretto incognito, e pri-
cadde in un profondo sopore ,
ma delle cinque solenni assoluzioni
prestandogli gli ultimi uffizi fino intorno al tumulo grande, monsi-
allo spirare il dottore Poggioli, do- gnor Angelo Mai primo custode
po cioè la partenza de' chirurghi, della basilica vaticana, vestito di
attribuendo la voce pubblica al cappa sah sul pergamo a cornu e-
Todi ni il peggioramento del vene- vangelii della cappella del coro della
rando infermo. Sul far del giorno medesima basilica, e pronunziò in
il cardinal Odcscalchi, per far ri- latino la funebre orazione, essendo
posare il cardinal Castiglioni, suben- stato a ciò scelto dal sagro collegio,
trò nell'assistenza ; e dopo lunga e la quale con nota dottrina dipin-
la

placida agonia, fra le lagrime e la se al vivo con grave eloquenza i


desolazione di tutti gli astanti, nel principali tratti del pontificato di
martedì mattina io febbraio 1829, Leone XII. Il tumulo grande o ca-
ad ore quindici e tre quarti, Leo- tafalco, intorno al quale negli ul-
ne XII rendette V ultimo respiro, timi tre giorni de'novendiali si fan-
nell' età d'anni sessantotto, cinque no le cinque solenni pontificali as-
mesi ed otto giorni, e di pontificato soluzionij fu innalzato in mezzo alla
anni cinque, mesi quattro e gior- navata maggiore di detta basilica,
ni tredici. A cagione dell'inatteso con disegno del cav. Giuseppe Va-
e rapido corso del morbo da cui ladier, e gli ornali e le figure del-
fu condotto il Pontefice in brevissi- lo scultore Adamo Tadolini. Que-
mo tempo tomba, non mancò
alla sto magnifico catafalco consisteva
chi avvisasse ad una causa violen- in una grandiosa piramide egiziana,
ta, il che per noi non vuoisi qui e ne' quattro angoli eravi dipinto
né ammettere né escludere; riferen- il ritratto del Papa defunto, il suo
do solo come illeso abitualmente stemma gentilizio, quello della re-
ei si fosse da ogni malore uretrale verenda camera apostolica, ed il

e vescicale, in modo che negli stessi triregno colle chiavi incrociate. Nel-
abituali e croniciincomodi ed ac- la cima sorgeva la gigantesca sta-
cessi ebbe sempre ed
emorroidali tua della Religione: nella parte del-
in ogni tempo ad emettere le sue la principale prospettiva, in grandez-

acque spedite, limpide ed abbon- za naturale, eranvi le statue simbol-


danti. leK£;ianti la Carità e la Giustizia,
Dopo le consuete cerimonie e con un genio accanto ali urna de-
funebri pompe, nella sera del secon- corata di panneggio eoa sopravi
,,

LEO LEO 79
duo cuscini e pioporzionalo triregno scalini. A pie di questi nelle quat-

ed iscrizione, figiirando come rac- tro laterali estremitii, e precisamen-


chiudesse le ceneri dciraiignslo ile- te sotto i candelabri, furono po-
funto. iVelia parie opposta poi ven- sti quattro tappeti con altrettanti

nero dipinti molti emblemi sacri, sgabelli pei cardinali che ne'predet-
con due fame personificate e pian- ti ultimi tre giorni, in un al ce-

genti, e soUo con pitture a chia- lebrante fecero le memorate asso-


ro-scuro venne rappresentalo l'ac- luzioni, sedendo il celebrante da-
crescimento delle cattedre nell' ar- vanti alla cappella del coro, luo-
chiginnasio romano. Dai lati late- go ove i cardinali, i prelati ec, ce-

rali, corrispondenti a rimpctto del- lebrarono i novendiali funerali. Del-


le cappelle del coro e del ss. Sa- l'umile sepolcro decretato da Leo-
cramento, si leggevano quattro iscri- ne XII vivente innanzi la cappella
zioni latine di Girolamo Amali di s. Leone I Magno, ne parlammo
scrittore in lingua greca della biblio- all'articolo Ge.vga, come del monu-
teca vaticana, nelle quali egli lie- mento di gratitudine eretto nella
pilogò i fasti del breve, ma glorio- basilica vaticana, a spese particola-
.sopontificato di Leone XII, enco- ri del regnante Gregorio XVI.
miando principalmente sì nella i- Leone XII, il cui nome solo è
scrizione minore, e con piìi diffu- gloria, sostenne con magnanimitìi
sione nelle quattro mentovate, la la grandezza di questo nome mae-
somma di lui religione e pietà stoso per le gesta degli undici Pon-
quanto fece per la più spedita e ret- tefici che precedentemente l'aveva-
ta giustizia, la sua liberali là e prov- no portato; nelle quali se ne in-
vida sollecitudine nel governo, e la contrano diverse confoimi a quelle
costanza del suo animo, instancabile ed al carattere di Leone XII, sic-

nell'esercizio de'suoi doveri ad onta come zelantissimo dell'apostolico mi-


di sua inferma salute, virtù tutte nistero, di sveglialo ingegno, corag-
che eminentemente adornarono s\ gioso e franco. Se E.oma fosse sta-
gran Pontefice. Queste iscrizioni ta minacciata da qualche nemico,
sono riportate nell'opuscolo di mon- esli dub-
sarebbesi mostrato senza
signor Giuseppe Baraldi, intitolato bio un altro Leone IV. Il perchè
s.

Leone XII e Pio Vili, e nel- la perdita di un tanto Pontefice fu


l'edizione che nel 1829 ne fe- giustamente compianta non solo da
ce in Venezia Giuseppe Battaggia quelli di cui fu egli ancora prin-
si leggono con la versione in ita- cipe e padre, ma
da tutto l' orbe
liano del eh. dottore Paravia, no- cattolico, e dalla maggior parte dei
me come quello del Baraldi alle sovrani, come dichiararono nelle let-
lettere carissimo. urna con
Sotto 1'
tere al sacro collegio, ed a voce
pittura a chiaro-scuro venne figu- per mezzo dei loro ambasciatori e
rata r apertura della porta santa. ministri, sì in forma pubblica che
Quattro magnifici candelabri soste- particolare; e pianse l'intera Chie-
nenti ognuno copioso numero di sa, essendo benemerito della religio-
candele, aventi in cima una faccella, ne e della società. Però con la sua
adornarono la bella e sontuosa pi- vita non è stala spenta la sua me-
ramide che posava sopra analoga moria; la fama non può morire.
base, e circondata da un ordine di Dopo il pontificato di Pio VII,
;

8o LEO LEO
torno la alla santa Setle la calma, ma Leone XII ripetè le proteste
Leone XII nel breve suo regno si de'suoi antecessori contro queste il-

mostrò tutto inteso a rimettere le lecite assemblee, e contro le loro


cose di Roma e dei suoi domini i, prave intenzioni ; laonde discoprì
in quello stato, nel quale non ave- novelle trame, che osavano attenta-
vano potuto mantenersi tra le pas- re all'autorità de'principi legittimi,
sate vicende, con quelle provviden- ed aveano altri tenebrosi scopi .

ze e modificazioni proporzionate ai Condannò pure le società bibliche;


tempi ed ai bisogni dei popoli ; e mentre le sue allocuzioni, bolle ed
ad esservi coadiuvato fece scelta di encicliche saranno sempre monu-
egregi ministri, esaltando al car- menti per lui gloriosi, siccome ze-
dinalato personaggi d' un merito lante conservatore del culto divino
distinto, virtuosi e dotti, i quali e della disciplina ecclesiastica.
aumentarono il lustro del sagro Promosse Leone XII buoni stu- i

collegio. IMalgrado la sua debole di, protesse le artied suoi cultori i ;

salute, si può dire che governò fu sostegno dei poveri, degli infer-
sempre da sé stesso, occupandosi mi e de'prigionieri : principe fru-
del dettaglio d'ogni cosa ; dichiarò gale e modesto, e pieno d'integrità,
aperta guerra agli abusi, cercò d'ap- fu alieno dal nepotismo e dall' in-
plicare una salutare riforma ai di- grandimento de' suoi parenti ; e fu
versi rami della pubblica ammini- dalla morte rapito quando nella
strazione, s\ civile che criminale, vastità di sua mente molte cose
tanto sul giudiziale che sull'econo- andava disponendo per il bene del-
mico, ed ecco perchè alcune suede- la Chiesa, non meno che per la
terminazioni furono biasimate. Dap- prosperità dei sudditi. Studiò inge-
poiché essendo perfettamente irre- gnosamente l'abbellimento tanto di
prensibile riguardo alle cose religio- Roma che dello stato nelle strade
se, al dire di alcuni volle forse per pubbliche, negli arsenali di Ancona
rispetto alle cose amministrative es- e Civitavecchia, ed in altre opere da
sere piìi corrivo di quello che si lui intraprese pel maggior decoro
convenisse, spintovi dall'ardente bra- estrinseco della dominante e dello
ma che avea di fare il bene e la stato. In Roma edificò il Porto Leo-
felicità de' sudditi. L' umiltà sua, nino ( Vedi), per vantaggio della
come osserva il lodato monsignor regione di Trastevere e della città
liaraldi, gli fece talvolta esclamare Leonina. Nel palazzo di Papa Giu-
quando ammetteva alcuno al bacio lio stabilì una scuola e collegio
del piede: non ì)iihi, sed Petro veterinario, dove venivano raccolti
la sua mansuetudine e dolce con- da tutte le provi ncie dello stato
versare consolava e rapiva chi avea dei giovani abili a dedicarsi a questa
l'onore di trattarlo e visitarlo, co- utilissima scienza : ivi erano istrui-

me ampiamente dimostra il beneme- ti nell'anatomia, nella zoologia, nella


rito suo principale biografo cav. patologia e nella mascalcia. Lo sta-

Artaud di Montor già incaricato bilimento era sorvegliato da abile


d' alFuri per Francia a Pioma
la direttore ed assistito da valenti pro-
nel suo Varie società
pontificato. fessori, ed il tutto era regolato a
segrete minacciavano turbare la pa- norma dei più famosi collegi ve-
ce e la tranquillità di^ll' Europa ; terinari di Europa. Nelle Notizie del
LEO LEO 8t
giorno di Roma
1842, nu-
del al rono collocali quattro leoni di mar-
mero 49 si legge l'elogio del pro- mo di stile egizio, i quali gilta-
fessor Luigi Metaià, che Leone XII no acqua nelle sottoposte vasche
prescelse al magistero della veteri- rotonde: del vicino Monte Pincio
naria in detto stabilimento, conser- ( Fedi), pubblica e deliziosa passeg-
vandogli nell'università la cattedra giata, Leone XII fu benemerito del
di zoologia; ma nel pontificato di suo abbellimento, come di altri luo-
Pio Vili il collegio fu soppresso, e ghi di Roma, di che trattiamo ai
le cattedre furono incorporate nella rispellivi articoli. Di quanto poi fe-
nominata università. Il macello pub- ce in vantaggio della città e san-
blico in Roma, per incolumità della tuario di Loreto^ l'ho detto in
per ordine di Leone XII edi-
città, fu queir articolo.
ficato a porta Flaminia detta del Per maestà e decoro del Ponte-
Popolo, dal lato del fiume Teve- fice, allorché si reca in alcune se

re, a forma dei migliori di altri lennilà con treno nobile e pubblico,
luoghi. In questo edifizio volle sta- Leone XII fece fare la sontuosa e
bilito un locale per la mattazione ricca carrozza di cui parlammo al

di tulli gli animali, le di cui cai''- volume X, p. 119 del Dizionario^


ni servono ad uso pubblico, onde la quale nell'odierno pontificalo ha
così venissero tolti i pericoli ed il ricevuto dei ragionevoli migliora-
disordine che derivava dai ma- menti, acciò meglio corrispondesse
celli privati. Questo vasto edifi- alla sua onorevole destinazione. Nel-
zio fu eseguito con disegno del- la serie dei conii delle medaglie pon-
l'architetto cav. Gio. Battista Mar- tificie esistenti nella zecca papale,
tinetti, ed il locale è capace della vi sono pure quelli del pontificato
mattazione contemporanea di più di Leone XII. Oltre i conii delle sue
centinaia di bestie, ed è fornito di cinque medaglie che si dispensano
tanta copia d' acqua corrente da nel giovedì santo a quelli che fanno
provvedere all'istante alla nettezza le veci degli apostoli, ed oltre la
del luogo vari sopraintendenti di-
: suddescritla del possesso, e quella
rigono l'utile stabilimento, alcuni che descrivemmo all'articolo Genga,
de'quali invigilano alla bontà delle vi sono i conii delle medaglie coll'ef-
carni, che non vengono introdotte figie dell'arcangelo s. Michele, col
in città se non sono giudicate salu- mollo : Prospere Procede . . Ex . Re-
bri, e si trasportano ai macelli col GNA,anch'essa allusiva all'incoronazio-
mezzo di carri coperti, venendo co- ne e possesso; con l'eftigie di s. Pietro,
sì rimosso il fetore che prima era e l'epigrafe: Ut .Thesauros Aiv- .

in essi, e nocivo alla pubblica sa- m . Sanctiobis . Tecum Aperiam .


,

nità. Leone XII dichiarò direttore coniata per apertura della porta
l'

sopraintendente dello stabilimento santa; col molto Benemerenti, per


di mattazione o pubblico macello, premiare i benemeriti delle arti,
il lodato professore Metaxà. Inol- scienze ed utilità pubblica; colle
tre Leone XII fece lastricare la parole Agademiis
: Archigvmnasii . .

Piazza del Popolo [Fedi), rimosse Romani, di premiazione dell'univer-


r antica fontana ed in vece in- , sità romana; con incisione rappre-
torno all' obelisco eresse una gra- sentante la funzione dell' apertura
dinala quadrata, ai cui angoli fu- della porta saota^ e le parole : Ja»
VCL. xxxvui.
,

82 LEO LEO
jfUAs . CoELi . ApERUtT; coii la fi- vaj l'altra spetta alla nobile fami-
gura della religione radiata sedente glia Lepri, distinta col nome di Cec-
sul globo, e 1' epigrafe Sedet Su- : . chignola vecchia , e già fu pioprie-
per Universum
. Anno Jubilaei . . . tà dei due Cecchigno-
Cenci. Delle
MDCCcxxv ; con l'incisione che rap- le monsignor Nicola Maria
tratta
presenta il Papa che chiude la por- Nicolai nel t. I, p. i83 e i85 del-
ta santa, e l'iscrizione: Et Clau- . le sue dotte Memorie, l^ggj^ ^^ os-

siT Mscccxxv; con l'epigrafe: Au-


. servazioni sulle campagne e sull'an-
DITORIBUS. ArCHIGYMNASU ROMANI, . nona di Roma. La Cecchignola
medaglia di premiazione; con l'inci- Priorato resta cinque miglia fuori
sione in cui si vede il Pontefice vi- della porta di s. Sebastiano, a destra
sitare l'arcispedale di s. Spirito, e della strada denominata del Divi-
la leggenda: Infirmus . Eram . Et . no Amore, l'antica via Ardeati-
VisiTASTis . Me; col disegno del na. Il nome di Cecchignola de-
nuovo battisterio Liberiano, ed il riva da Cicomola, leggendosi nella
motto Baptisterio Liberiano E-
: . . bolla di Onorio HI del 1217 a
KECTO Dedicato; con la figura del-
. favore de'monaci di s. Alessio di
la Religione, medaglia incisa ad o- Roma, riferita dal Nerini, De tempio
nore del Papa dall'alunno dell'ospi- et coenobio ec. 229 e 5i5, che
pag.
zio apostolico Davilli, coU'epigrafe : questi possedevano duas pedicus
In Forti
. Turris In Tua . Fi- . . . terrae in Piliotti, vel Cicomola. A
de PoRTioR Orcis. Tutte queste
. . quell'epoca pertanto apparteneva in
medaglie hanno nel rovescio l' efH- parte a quel monastero. In un altro
gie di Leone XII, o in raozzelta istromento riportato pure dal Ne-
e stola, o in piviale e triregno. In rini, e pertinente all'anno 1 349 ^'

quanto alla medaglia grande conia- legge come confine di un casale


ta per la congregazione degli studi denominato Schiaci il casale nnod

se nepuò leggere la descrizione nel vocalur la Cicognola. Allora appar-


volume XVI, pag. 276 del Dizio- teneva tutto al monastero predetto,
Ilario. poiché da un documento del iSyj
Finalmente diremo che Leone si raccoglie, che Bartolommeo ab-
XII non fece mai villeggiatura, so- bate di s. Alessio die in affitto a
lo recossi nei luoghi suindicati sen- Nucco di Pietro Gibelli tertiam
za pernottarvi; fu bensì solito tal- partem ciijusdani casalis dicti ma-
volta recarsi alla Cecchignola a naslerii quod vocatur la Cicogniola.
pranzo, con qualche famigliare o La Cecchignola Priorato, luogo de-
ministro, il perchè ne daremo un lizioso con lago, essendo proprietà
cenno. La Cecchignola detta pure del priorato gerosolimitano di Ro-
Piliotti, Cicomola , e Cicognola, è ma, da Leone XII fu riacquistato
nome di due tenute dell'agro ro-
il alla camera apostolica che un tem-
mano confinanti fra loro; la pri- po n'era stata signora. In seguito
ma appartiene oggi al principe d. come luogo opportuno alla caccia
Alessandro Torlonia, ed un tempo fu notabilmente migliorato da Leo-
fu del priorato gerosolimitano di ne XII, che ed ingrandì
restaurò
Roma, indi del palazzo apostolico, il casale già costrutto da Paolo V.
e questa suol designarsi coll'aggiun- Ed in occasione de' lavori da lui

to di Priorato^ o Cecchignola nuO' ordinati, si trovarono le tracce del


,

LEO LEO 83
pavimento clell'antica via Ardealina, Patavii typis Seminari! 1840. Que-
pavimenti di musaico , ruderi di sta opera viene giustamente loda-
sepolcri, molli dolii di terra cotta ta per la grazia e per la forza
ec, indizio di un'antica villa in que- di una latinità elegante ed ener-
sto luogo. Pio Vili avendo fatto gica; e le finezze di spirito famiglia-
restaurare il palazzo di Castel Gan- ri a Tacilo vi sono impiegale eoa
dolfo, luogo della villeggiatura pon- ingegno, oltre altri pregi. La san-
tificia, ivi fece trasportare dalla Cec- ta Sede vacò cinquanta giorni.
chignoia parte del mobilio e stam- LEONE, Pontefice finto. Corra-
pe incise, con cui Leone XII a- do Alberstadense nel suo Cronico,
\ea abbellito il casino della Cecchi- e "Vincenzo nel suo Specul. Just.

gnola. Nelle noie vicende del i83i lib. i4 > dicono che al Papa san
avendo la camera apostolica dovu- Felice II , che patì il martirio
to alienare diverse possidenze, ven- a' novembre dell' anno
22 365,
dette la Cecchignola Priorato alla successe un Pontefice della eretica
nobile famiglia Torlonia, ed il re- sella degli ariani, chiamato Leo-
stante del mobilio e slampe incise ne, che poi morì precisamente co-
che vi avea collocale Leone XII, le me l'eresiarca Ario; la qual co-
fece il regnante Pontefice traspor- sa non credono improbabile i Cen-
tare al palazzo pontificio di Castel turiatori di Maddeburgo. Ma non.
Gandolfo : ma il quadro della cap- facendone menzione né s. Girolamo,
pella della Cecchignola dipinto dal ne s. Agostino, né s. Oliato, né Teo-
Muziani, e rappresentante s. Fran- doreto, né Ruffino, né finalmente
cesco d' Asisi , fu trasferito nella altri e moderni scrittori
antichi
chiesa di s. Sebastiano fuori le mu- sembra manifesto che sia interamen-
ru di Roma, e collocato nella cappel- te fittizio ed immaginalo il Ponte-
la a mano manca dopo l'ingresso, in fice Leone, ed una vera favola. A
sostituzione ad un s. Carlo Borro- questa assegna qualche origine il
meo, perchè essendo ora la chiesa in ven. cardinal Bellarmino, De Rom.
custodia dei minori osservanti, era Pont. cap. II.

bene che vi fosse una cappella sa- LEONE, Cardinale. V. S. Leo-


cra al loro fondatore s. Francesco. ne I Papa.
Per altre notizie del Pontefice Leo- LEONE, Cardinale. V.S. Leo-
ne XII si possono leggere i Diari ne II Papa.
di Roma e le Notizie del giorno LEONE, Cardinale. Leone car-
pubblicate nel suo pontificalo, gli dinale prete del titolo di s. Dama-
autori ed opuscoli citali in questo so, intervenne al concilio del Papa s.
articolo ed in quello di Genoa Fa- Zaccaria,lenulo nell'anno 743 o 'j/\5.

miglia, ì relativi articoli del Dizio- LEONE, Cardinale. Leone car-


nario, e la dotta opera del canoni- dinale prete del titolo di s. Ana-
co di Padova e protonotario apo- stasia fu al concilio del 743 o 74^,
slolico d. Antonio Nodari, da lui celebrato in Roma dal Pontefice s.

stesso donatami con onorevole epi- Zaccaria.


grafe, ed intitolata Vitae Pontifi- : LEONE, Cardinale. Leone car-
ciini Ronianorum Pii VI, Pii VII, dinale vescovo d'Albano solloscris-
Leonis XII^ Pii Vili, addito com- se il concilio celebrato dal Papa s.

mentariolo de Gregorio XVI ec.j Paolo I nel 761.


84 LEO LEO
hEO^'E, Cardinale. V. S. Leo- LEONE, Cardinale. Leone car-
ne HI Papa. dinale vescovo d'Ostia sottoscrisse
LEONE, Cardinale. V. S. Leo- un diploma di Giovanni XIII in
ne IV Papa. data del 969, e diretto a Gandol-
LEONE, Cardinale. Le one car- fo primo arcivescovo di Benevento.

dinale prete del titolo di s. Ceci- LEONE, Cardinale. Leone car-


lia fu al concilio tenuto in Roma dinale prete del titolo de' ss. Gio.
da Leone IV neU'SSS.
s. e Paolo fiorì nel pontificato di Be-
LEONE, Cardinale. Leone pre- nedetto VII del 975.
te cardinale del titolo di s. Loren- LEONE, Cardinale. Leone car-
zo intervenne neir853 al concilio dinale prete di s. Nereo sottoscrìs-

romano di s. Leone IV. Fu lega- se nel 998 la bolla di Giovanni


to apostolico alla corte dell'impe- XVI, colla quale canonizzò s, U-
ratore di Costantinopoli in favore dalrico.

di s, Ignazio , e contro 1' intruso LEONE, Cardinale. Leone car-


Fozio. dinale prete di s. Sisto appose la
LEONE, Cardinale. Leone car- sua sottoscrizione alla bolla di Gio-
dinale prete di s. Ciriaco fu al con- vanni XVI, con la quale nel 993
cilio tenuto da s, Leone IV l'aa- canonizzò s. Udalrico.
no 853. LEONE, Cardinale. Leone car-
LEONE, Cardinale. Leone car- dinale prete de' ss. Giovanni e Pao-
dinale vescovo di Selva Candida, lo sottoscrisse ad una bolla di Be-
registrato tra i cardinali di s. Leo- nedetto Vili del IO £2, in favore
ne IV. dell'abbazia di s. Ruffillo di For-
LEONE, Cardinale. Leone car- limpopoli.
dinale vescovo di Sabina interven- LEONE, Cardinale. Leone car-
ne al concilio dell' 872 celebralo dinale diacono fiorì nel pontificato

da Giovanni VIII, e sottoscrisse al di Benedetto IX eletto nel io33.


commonitorio consegnato ai legati LEONE, Cardinale. Leone car-
apostolici ad oggetto di restituire dinale diacono sottoscrisse un pri-

l'empio Fozio alla cattedra patriar- vilegio accordato nel io44 da Be-
cale di Costantinopoli. nedetto IX al patriarca di Grado.
LEONE, Cardinale. Leone car- LEONE, Cardinale. Leone car-

dinale diacono intervenne al sino- dinale prete del titolo di s. Loren-


do romano dell' 872, celebrato da zo in Lucina, ed arciprete della

Giovanni Vili. santa romana Chiesa, fiorito sotto


LEONE, Cardinale. V. Leone V s, Leone IX del 1049, abbandonò
Papa. il Papa s. Gregorio VII, per se-
LEONE, Cardinale. Leone car- guire l'antipapa Clemente III ; laon-

dinale prete di s, Balbina , fu al de condannato e degradato dalla


concilio che il Papa Giovanni XII sua dignità, morì decrepito ed o-
tenne nel 964. stinato nello scisma, nel pontificato

LEONE, Cardinale. Leone car- di Urbano II.

dinale prete del titolo di s. Croce LEONE, Cardinale. Leone car-


in Gerusalemme sottoscrisse alla dinale prete del titolo di s. Loren-
bolla dell'antipapa Leone Vili del zo in Damaso fiorì nel pontificato
964. di s. Leone IX del 1049, e tre»
LEO LEO 85
vossi presente al concilio celebrato to, insieme con Anastasio poi car-
da Nicolò II nel loSg, come alla dinale, per istabilire la pace coi nor-
solenne dedicazione della basilica manni , dove si trattenne finché
di Monte Cassino fatta da Alessan- le cose furono accomodate e quel-
dro li. la città ridotta alla obbedienza del
LEONE, Cardinale. Leone car- Papa. Morì nel pontificato di Pa-
dinale diacono di s. Maria in Cos- squale II.

medin, fiorito nel pontificato di A- LEONE, Cardinale. Leone o Lee-


lessandroll, è il primo, secondo il na abbate casauriense fu da Ales-
Ciacconio, che dall'officio di arci- sandro HI a'21 marzo 1 170 crea-
diacono fosse decorato della cari- to cardinale diacono in Verdi, ove
ca di camerlengo di santa romana nella chiesa di s. Erasmo se ne
Chiesa, che allora era pure teso- scolpì in marmo la memoria.
riere della medesima. E vero che LEONE NUOVO NEL MESSI-
in una bolla spedita da Stefano CO. V. LlNARES.
X a favore della chiesa d' Arezzo LEONE, Ordine equestre. Que-
nel loSy si legge: Scriptum per sto ordine militare lo istituì nel-
manus Gregorii notarti et came- l'anno 1080 Enguerrando I signo-
rarii s. Sedis apostolicaej ma que- re di Coucy, in memoria di un
sto Gregorio non era cardinale. Sot- feroce leone eh' egli aveva ucciso
toscrisse una bolla da Alessandro nella foresta di Coucy, perchè fa-
li nel 1062 spedita da Anagni, ed ceva terribilissime stragi. Istituì in-

a lui si ribellò per giltarsi al par- oltre delle feste di ringraziamento,


lilo dell'antipapa Clemente III. da doversi rinnovare ognianno ;

LEONE, Cardinale. Leone car- ed i fondatoli dell'abbazia di Nou-


dinale prete del titolo di s. Mar- gent, eh' erano della casa di Cou-
co, registrato tra i cardinali di A- cy, obbligarono l' abbate di quel
lessaiidro li che mori nell'anno monastero ad offrire del pane e
1073. delle torte al signore di Coucy
LEONE, Cardinale. Leone car- nella corte, ov'era collocata l'effi-

dinale diacono di s. Maria in Cos- gie del leone. Questo omaggio ve-
medin, si legge tra quelli di A- niva fatto con delle prescrizioni
lessandro II, il cui pontificato finì bizzarre, proprie de' bassi tempi, e
nel 1073. rinnova'vasi nelle feste di Natale, di
LEONE, Cardinale. Leone car- Pasqua e di s. Giovanni Battista.
dinale prete fiorì nel pontificato di Lallovette che scrisse nel 1576 la
s. Gregorio VII eletto nel 1073. storia genealogica delia casa di
Alcuni lo dicono creato cardinale Coucy, dice che quest'ordine ven-
diacono da Alessandro II, e che s. ne rinnovato da Enguerrando li
Gregorio VII lo trasferì all'ordine nel secolo XIII, sul cominciare del
dei preti. A lui si ribellò per aderire regno di s. Luigi IX re di Fran-
allo scismatico Clemeule III falso cia; e che anzi, secondo il p. He-
Pontefice. lyot, è forse assai più probabile
LEONE, Cardinale. Leone car- che Enguerrando II sia stato il
dinale vescovo d'Albano, creato da vero istitutore di questo ordine, i
Pasquale II del 1099, fu spedito di cui cavalieri portavano per in-
p Benevento col carattere di lega- segna equestre una medaglia d'o-
se LEO LEO
ro, in cui era rappresentata la fi- 26 dicembre 1812, gior-
rente, a'
gura di un leone. no onomastico della sua sposa Ste-
LEONE D'ORO d' Assia - Cas- fani;!, fondò quest'ordine militare
SEL, Ordine equestre. Lo istituì Fe- e cavalleresco, ed in memoria de-
derico II landgravio d'Assia - Cas- gli antichi e potenti duchi di Zah-
sel a'i4 agosto 1770. Sino al 18 16 ringen da cui discendeva gliene die-
l'ordine formava una sola classe, i de il nome. Formò gli statuti e di-

cui membri prendevano il titolo e vise l'ordine in tre classi : la pri-


grado di cavaliere. Oltre i princi- ma gran croci, la seconda di
di
pi del sangue, i quali dalla nasci- commendatori, la terza di cavalie-
ta n'erano fregiati , tra gì' impie- ri semplici. La decorazione formasi
gati civili e militari non potevano da una croce nel cui centro vi è
portarne la croce che quelli che il leone stemma dei Zahringen,
appartenevano alla prima classe. In leggendosi in giro il motto Fi'cr ; I
detto anno 18 16 l'elettore d'As- Ehre und PVahrheif, cioè per l'o-
sia-Cassel Guglielmo I, volendo ri- nore e la verità. La decorazione
compensare i servigi resigli dalle ha il nastro di seta ondata di co-
persone impiegate d'una classe in- lor verde, e con orli di color di
feriore, estese l'ordine, e vi aggiunse arancio. Inoltre il granduca Fede-
all'unica classe altre tre classi. Al- rico nell'anno i8i5 istituì ancora
lora i membri della prima classe, una medaglia d'onore per que' sud-
lasciato il titolo di cavaliere, pre- diti che avessero bene meritato del-
sero quello di gran croce. Le nuo- la patria e del principato , tanto
ve classi vennero divise in com- impieghi civili,
nell'esercizio degli
mendatori di prima e seconda clas- quanto per gesta militari durante
se e in cavalieri. Pei gran croci le sanguinose vicende che desola-
restarono in vigore gli antichi sta- rono l'Europa dal i8i3 al 18 15.
tuti. Quanto agi' impiegati fu sta- Questa decorazione, se concessa
bilito, che gli assiani di seconda agi' impiegati civili, pende da un
classe possono ricevere la croce di nastro nero con una lista di color
commendatore di prima classe; quel- di arancio; se data ai militari, il

li della terza classehanno la cro- nastro è rosso con le strisce tra-


ce di commendatore di seconda versali bianche, con orli neri.
classe. La decorazione di quest'or- LEONE de' Paesi Bassi, Ordine
dine consiste in una croce collo equestre. Il re de'Paesi Bassi Gu-
scudo, entro cui è il leone inse- glielmo I, dopo avere istituito un
gna d'Assia, coir epigrafe intorno: ordine cavalleresco che dal pro-
VIKTUTE ET FIDELITATE ; il naStrO di prio nome chiamò Guglielmo, on-
seta al quale si appende la deco- de premiare i prodi e fedeli mili-
razione è di colore sanguigno. tari, volle a' 26 settembre i8i5
LEONE Zahrixgex, Ordine
DI fondarne altro col titolo del Leone
equestre. Ebbe per istitutore il gran- per premio del merito civile. Lo
duca di Baden Carlo Federico. Vo- divise in tre distinte classi, vàie a
lendo questo principe premiare i dire, di gran croci, di commenda-
suoi sudditi che fedelmente lo a- tori e di cavalieri. La croce del-
veano servito nelle vicende politii l'ordine è d'oro, di forma ottago-
che dei primi anni del secolo cor- na, smaltata in bianco: sulla faccia
LEO LEO 87
dello scudo ewi la figura del leo- loro che vi entravano, per man-
ne, e nel rovescio l'iscrizione: vir- tenersi nella modestia a' sacri luo-
Tus NOBiLiTAT. 11 iiastro della de- ghi dovuta. Quindi è che siccome
corazione è di seta color violetta, il leone dai gentili fu tenuto per
eoa orli color d'arancio; però i simbolo di diversi elfetti naturali,
gran croci portano inoltre una pia- o del sole o della terra, e figu-

stra, e i corameudatori una croce rati nelle loro cose sacre, così i

ricamala in oro, sulla parte sini- cristiani, come di un simbolo in-


stra dell'abito. In seguito all'ordi- differente, non hanno avuto diffi-

ne del Leone pel merito civile, coltà di servirsene, sì nelle sacre


venne aggiunto un certo numero immagini come ne' templi. Questo
di fratelli., quali portano una me-
i u';o la Chiesa sembra averlo preso

daglia simile allo scudo della cro- più dalla sacra Scrittura che dal
ce : essi godono l' annua pensione gentilesimo, il quale forse anch'es-
di duecento fiorini, metà della qua- so lo tolse da egual fonte, per cui
le alla loro morte finiscono le ve- vediamo le figure de' leoni impie-
dove de' medesimi. gate nel tempio e nel trono di
LEONE. Animale fiaroca che Salomone. Similmente tra i quat-
per la sua forza è detto il re de- tro misleriosi animali mostrati da
gli animali. Gli autori sacri ne Dio al profeta Ezechiele, e poi
parlano sovente, anche in via di all'apostolo s. Giovanni, vi fu an-
similitudine. Il leone di Giuda è che il leone, onde la Chiesa appli-
Gesù Cristo sortito dalla tribù di cò le effigie de' quattro simbolici
Giuda, che vinse la morte, il mon- animali per esprimere i quattro e-
do, il demonio. In Grecia il leo- vangelisti, ed i quattro suoi prin-

ne era consaci'ato al Sole, in E- cipali dottori; figurando tra primi i

gitto a Vulcano, in altri luoghi in quella del leone san Marco, ed


alla dea Cibele, come in Roma, il massimo de' dottori s. Girolamo
fingendo i poeti che i leoni tiras- nei secondi. Il p. Mamachi t. I,

sero ad essa il carro, figurando p. 191, De coslumi deprìmi cri-


nella dea la terra, nei leoni l'a- stiani^ dice ch'essi dipingendo e
gricoltura. I gentili lo tennero per scolpendo leoni, denotavano la for-
i

simbolo della virtù divina, ed in tezza con cui dovevano sopporta-


Egitto gli furono dedicati templi, re qualunque patimento per Ge-
ed una città chiamata Leopolea sù Cristo , o la vigilanza che fa
ovvero LenlopoU. Gli orientali so- d' uopo usare per non cadere
levano tenere i leoni all' ingresso nel peccato, o il nostro Reden-
de' loro templi, massime di quelli tore chiamato nelle sacre lettere,

dedicali al Sole, 'come vendicatore Leone della tribù di Giuda. Poscia


degli spergiuri e di altre scelleratez- i cristiani senza badare al costume
ze, acciò in que' luoghi sacri non de'gentili, ma solo a'simboli che si
sicommettessero da alcuno. I ro- riconoscono nelle immagini de'leo-
mani costumarono altrettanto, po- ni, usò di collocare le statue dei
nendo le statue de' leoni alle por- medesimi in maniere nelle
varie
te de' templi, taiif/uam divinorum chiese. Narra il Baronio, che in Car-

custodes j affinchè il loro aspetto tagine, convertito il tempio della


servisse di fieno e di timore a co- Dea celeste in chiesa, si giudicò per
88 LEO LEO
una gran quel leone
vittoria, che angoli di prospetto de'due amboni
sul quale sedeva quel falso simula- nella chiesa di s. Pancrazio; due
cro, stasse sotto la cattedra del ve- leoni sono alle porte delie chiese
scovo, e da essa il vangelo si pro- di s. Lorenzo ss. Gio.
in Lucina, de'
mulgasse. Aggiunge, essersi intro- e Paolo, di Saba, e due avanti
s.

dotto nella Chiesa la consuetudine alla cappella della Beata Vergine


che ne'postergali delle sedie de' ve- nella chiesa di s, Bartolomeo all'I-
scovi si scolpissero! leoni, per deno- sola, i quali anticamente erano alla
tare che la superbia del mondo è porta della chiesa. Due sono nella
opposta alla dottrina di Cristo, ed chiesa di s. Maria in Candelora in
ancora la fierezza del demonio in Banchi, della quale parlammo al voi.
quella del leone, che però fu sog- XXVI, p. 2 3o del Dizionario, ed
giogato dalla virtù della Croce, Ec- in altre chiese gran leoni si due
dunque perchè
;
!
co nelle sedie di vedono avanti maggiore la porta
molte antiche cattedrali si vedono di s. Salvatore in Lauro, e due a
effigiati i leoni, ed in Roma somi- quella laterale. Due teste grandi
glianti figure sono nelle tribune di leone sono affisse sopra gli ar-
e sedie di marmo di alcune chiese chitravi del portico della diaconia
e basiliche, che servirono antica- di Giorgio in Velabro^ e sopra
s.

mente ai Pontefici, a' vescovi, ed ai quella di s. Giovanni avanti porta


loro titolari. Altri leoni scolpiti si Latina. Que'simulacri di leoni che
vedono ne' piedistalli de'candellieri sono alle porte delle chiese, e che
sì degli altari come de' cerei pa- alcuni tengono fra le zampe un'i-
squalij e delle colonne che sosten- strice o altro un animale, ovvero
gono i pochi amboni superstiti o uomo o bambino, sembrano opere
pulpiti, variamente effigiati ,come gotiche piuttosto che de'gentili. E»
nelle chiese di s. Maria in Cosme- giziani e di granito bigio sono quel-
din, di s, Balbina, di s. Pietro in li ch'erano avanti la chiesa di s.

Vincoli, ed in altre chiese. Maria ad Martyres o Panteon, ivi


Soprattutto poi gli antichi fedeli forse collocati da M, Agrippa, lascia-
collocarono i simulacri de'leoni alle tivi dal Papa s. Bonifacio IV al-
porte delle chiese, con più giusto e lorché la ridusse in sacro tempio,
diretto fine di quello che facessero trasferiti da Sisto V alla sua fonte
i gentili, affinchè tacitamente ricor- Felice a Termini, e dal regnante
dassero a'fedeliil timore del giu- Gregorio XVI nel museo Egizio da
sto sdegno di Dio, se alcima irri» lui fondato in Vaticano, di che ne
verenza in que'Iuoghi sacri si com- parlammo al voi. XXV, p. 167 del
mettesse. Molte chiese antiche di Dizionario, insieme ai due leoni
Roma hanno conservato questo co- eh' erano anticamente nella porta
stume, vedendosi due leoni interi maggiore della basilica lateranensej
fuori delle porte della patriarcale e dal medesimo Sisto V trasporta-
basilica di s, Lorenzo presso il cam- ti a detto fonte. Dei due memorati
po Yerano; uno intero in un an- leoni egizi lavorati in Menfi e for-
golo fuori del portico della basi- se rappresentanti il dio Mophta Ni-
lica de' ss. Xil Apostoli, mancan- lotico del Pantheon, eruditamente
do r altro dalla parte opposta. ne scrisse il p. Rircher in Oedipo
Quattro mezzi leoni adox'uauo gli Aegypt. t. \\\,synlag. i3, e. a. Due
LEO LEO 89
leoni di pietra di basai le ed egiziana, Sellimia, Severina e Basso, soste-

sono nel principio della salita del nuto da quattro leoni, i quali han-
Campidoglio^ al quale articolo se ne no nelle branche la croce, ed una
fece menzione, dicendosi che dalla bambina, la quale in uno di essi
porta della chiesa di s. Stefano del sta rita in piedi colle mani alzate
Cacco de'silvestrini, ivi li fece si- verso il capo, e negli altri giace
tuare Pio IV. Nella chiesa di s. distesa in terra. La bambina egli

Tommaso a' Cenci, giuspatronato la prende per simbolo della reli-

delia fomiglia Cenci-Bolognetti, la gione cristiana nascente; quanto ai


mensa dell'altare maggiore è soste- leoni dimostra l' antichissimo uso
nuta da due grossi marmi in forma di far sostenere i sepolcri dai leo-
di piedistalli scolpiti con intagli di- ni, tanto dagli egizi, ebrei, greci,
Tersi, che nel prospetto figurano romani e cristiani, non solo per
due teste di leoni, colle corna di ornamento, ma come simbolo di
montone, barbe lunghe di capra, vigilante custode. Può il leone a-
con due ali stese. Pompeo Ugonio, vente con sé una bambina rappre-
delle Stazioni dì Roma a p. 28, os- sentare più significati , come la
serva che siccome il leone ha la pro- mansuetudine, se la persona è im-
prietà che quando veglia tiene gli belle di sua natura ; il simbolo
occhi chiusi, e quando dorme li della maestà o quello della magna-
tiene aperti e sfavillanti come fuo- nimità e fortezza. In Italia inoltre
co, è il vero simbolo del vigilante si vedono leoni avanti alle antiche

e fedele custode, e perciò con ra- Genova, a Parma, a Pia-


chiese, a
gione posto alla custodia dei sacri cenza, Ferrara, ad
a Verona, a
templi sì de'gentili che de' cristia- Ancona, e in altri luoghi come a
ni. Il padre Lupi t. I delle sue Dis- Monza ed a Modena. Entrando in
sertazioni p. 40) citando il Ciampi- questa ultima cattedrale, a destra
nij discorre de'leoni di marmo posti ed a sinistra si vede un uomo rag-
nelle antiche chiese de'cristiani, o- gruppato sopra un leone sostenen-
pinando essere appartenuti al tem- te una colonna sulle sue spalle, e
pio d' Iside quelli che decoravano vuoisi simbolo della religione, base
il Pantheon, e di marmo ad ope- della ragione umana che ci dà la
ra greca quelli eh' erano avanti la forza per sopportare le tribolazioni.
porta lateranense del gran portico Quanto ai leoni che sottostanno
o patriarchio. Il Marangoni dotta- alle colonne della facciata della
mente traila de'leoni rappresenta- medesima cattedrale di Modena,
ti in islatue alle porte e nelle chie- tenenti un agnello sotto le loro
se, nella sua erudita opera Delle zampe anteriori, si dicono imma-
cose gentilesche profane traspor-
e gine del forte che sostiene il debo-
tate ad uso e ad ornamento delle le o dell'innocenza, protetta dalla
chiese. Inoltre le statue de'leoni si religione, poiché gli agnelli non
posero anche sui sepolcri o presso compariscono spaventati né mal-
i medesimi. trattali. JNel medio evo solevasi a-
Il Santini, /Memorie di Tolenti- vanti la porta principale de'templi
no p. 60, descrive il sarcofago di rendere giustizia, ed ivi erano le
marmo bianco di Tolentino, dove arti pubblicate ed autorizzale. Per-
è riposto il corpo de' ss. Caterve, tanto si legge nelle antiche carie
f)o LEO LEO
di quel lempo la formola: Domi- persecuzione contro i cristiani, au-
no nostro sedente inter leones, che rizzata dall'imperatore Severo nel-
indica il luogo in cui sedeva il l'anno 202 , infieriva in Alessan-
signore feudale sopra la scalinata dria, Leonida fu preso e messo in
in mezzo ai leoni. Anche fuori d'I- prigione per ordine di Leto go-
talia molti ediBzi sacri sono ador- vernatore d'Egitto ; e perseverando
nali colle figure ili leoni, con di- fermamente nella fede , fu decapi-
versi emjjlemi e significati. tato. Alcuni credettero che
s. Leo-

LEONESSA, Ordine equestre. I nida fosse stato insignito della di-


cavalieri o compagnia della leones- gnità episcopale. E onorata la sua
.sa, equites laenae, laenae societas, memoria ai 22 d'aprile.
ebbe origine dalle turbolenze e LEONISTA o LIONISTA. No-
dalle guerre sanguinose cagionate me dato sopra tutto in Germania
nel regno diNapoli, dalle due fa- agli eretici che chiaraaronsi in Fran-
zioni che seguivano nel declinar cia poveri di Lione: questi sono
del secolo XIV e ne' primi anni gli stessi che i valdesi, chiamati leo-

del secolo XV, Ladislao figlio di nisli o lionisti, perchè ebbero pi'in-

Carlo III Durazzo, e Luigi IId'An- cipio nella città di Lione.


giò per l'adozione fatta da Gio- LEONORIO (s.), vescovo regio-
vanna I di Luigi I d'Angiò. Vi nario in Bretagna. Uscito di un'il-
furono pertanto molti gentiluomi- lustre famiglia, abbracciò lo stato
ni di quelli che si erano dichia- monastico nel paese di Galles, do-
rati per la casa d'Angiò, che pre- po essere stato allevato sotto la
sero per divisa un arcolaio d' oro, disciplina di s. Iltuto. Passato in
che portavano sul braccio sinistro Francia , di cui la provincia di
in fondo rosso, come meglio si dis- Domnonea faceva parte, fondò un
se all'articolo Arcolaio. I gentiluo- monastero tra il fiume Rance e
mini poi che parteggiavano per d'Arguenon, avendogli Giona, con-
Margherita vedova di Carlo IH e te del paese, donato il terreno ne-
pel figlio Ladislao, adottarono per cessario. Il re Childeberto lo ave-

impresa una leonessa d'argento, va in grande estimazione per le

la quale aveva i piedi legati, quale sue virtù, ed invitollo colle più
portavano in petto pendente da un pressanti inchieste a venirlo tro-
nastro, qualificandosi per cavalieri. vare a Parigi : il santo si arrese,
11 p. Bonanni nel Catalogo degli e vi fu accolto con venerazione.
ordini equestri, a pag. LXVII ri- Al suo ritorno intese la morte fu-
porta la figura del cavaliere della nesta di Giona suo protettore, da
leonessa,ma lo confonde con quel- Conomoro spogliato del principato
supponendolo con-
lo dell'arcolaio, e della vita. Egli accolse e protes-
trario a Margherita e Ladislao. se Indualto, figlio dello sventura-
LEONIDA (s.), marfire. Filosofo to conte ; e senza temere lo sde-
cristiano, nativo di Alessandria, e- gno dell'usurpatore, si adoperò
gualtnente versalo nelle scienze sa- presso il re pel di lui ristabilimen-
cre e profane. Fu
padre di sette to nel paterno dominio. Non si sa
figliuoli, il maggiore de' quali fii l'epoca della morte di s. Leonorio.
il grande Origene, che educò egli Il suo corpo fu trasferito in una
stesso con cura speciale. Mentre la chiesa presso a s. Malo, che portò
LEO LEO 9'
)ioscia il suo nome. La sua festa è nell'anno 4^8 dell'era nostra se ne
celebrata al primo di luglio, e quel- impadronirono i maomettani d'A-
la della sua traslazione ai 1 3 d'ot- frica, dai quali fu poi liberata. La
lobre. sede vescovile fu eretta nel III seco-
LEONTINI o LENTINI, Leonti- lo, sotto la metropoli di Monreale.
ni seu Leonlium. Città vescovile an- S. Neofito è il primo vescovo co-
tichissima del regno delle due Si- nosciuto, che ne occupava la sede
cilie, Val
nella di Noto presso la l'anno258 circa; a lui successe s.
riva del fiume Lisso influente del Tra di lui successori no-
Piodippo. i

Teria, o fiume Leonardo, di-


di s. mineremo s. Luciano, che nel 689
stante venti leghe da Siracusa, ca- assistette al concilio Lateranense, e
poluogo di cantone della provincia Costanzo che fu al secondo conci-
della Valle Minore di Siracusa. lio di Nicea nell' anno 707. Dopo

Si dice edificata dai calcidesi, es- questa epoca non si conoscono più
sendo gli edifici moderni di buon altri vescovi di Leontini. F'. Rocco
gusto, tutti quasi eretti dopo il Pirro, Sicilia sacra lib. II, pag,
teiremoto dell'anno 1693 che ro- 44'-
vinò la città. Possiede diverse chie- LEONTOPOLI. Sede vescovile
je, ed in quella de' cappuccini so- di Egitto nella seconda Augustamui-
novi due tavole dipinte dal Tin- ca, sotto il patriarca di Alessandria,
toretto e dal Bassano. I campi leon- eretta nel quinto secolo, che poi
tini fra il Teria e l'Erice sono famo- divenne metropoli ed ebbe seguen- i

si per la loro ubertà: il suo terre- ti dieci vescovati per suffraganei: A-

no èuno dei più fertili della Si- treus, Heliopoli o Matarea, Bu-
cilia. Questa antica città di origine basta o Basta, Carbetus o Phar-
greca,, portò secondo Diodoro il betus, Babylon, Scena Mandrorum,
nenie di Xulhia,o almeno così chia- Thoum, Antithoum, Scia, ed A-
mavasi il piccolo paese ove fu e- rabias. Questa città fu chiamata
dificata, e che sembra aver appar- città de' Leoni ,
Leonuni civitas ,

tenuto agli antichi lestrigoni di a- e Tolomeo la colloca tra il fiu-


tletiche forme. Dionisio discacciò me Attribite e quello di Busiri-
gli abitanti, ed obbligoUi ad accre- de, cioè tra la parte superiore del
scere la popolazione di Siracusa, ramo Pelusiaco ed il Phathmetico.
mentre munì Leontini, collocando- Secondo alcuni, Leontopoli corri-
vi un presidio di truppe scelte. La sponde al Tel-Essahe degli arabi, che
diede poi come stipendio ai soldati significa collina del Leone. Quattro
mercenari, ed i successivi domina- vescovi si conoscono di Leontopoli:
riguardarono sem-
tori di Siracusa la Ischirione che sottoscrisse alia lega-
pre come un suo antemurale. Go- zione di Eugenio diacono della chie-
dè il municipale reggimento, tran- sa di Amila, a s. Atanasio, in fa-
ne il tempo che soggiacque alla vore del loro vescovo ; Metrodoro
tirannia di Falaride d' Agrigento. che fu al concilio di Efeso; Gennaro
Nell'anno 214 avanti Gesù Cri- che nel concilio di Calcedonia non
sto fu presa dai romani, indi nel volle sottoscrivere la condanna di
4H8 vi nacque Gorgia nelle sto-
: Dioscoro e Teodoro che assistè al
;

rie delle guerre tra' romani e car- i quinto concilio generale e fu uno
lagiuesi è molto nominata. Di poi di quelli deputati ad invitarvi il Va,-
, ,

9^ LEO LEO
pa Vigilio. Oriens chrìst. tom. II, to pose un monastero che divenne
p. 554. poi celebre. S. Leonzio di Frejus
LEONTOPOLT. Sede vescovile si annovera fra i vescovi delle Gal-
di Isauria nella diocesi di Antio- lie, a cui Papi s, Bonifazio I e s. Ce-
i

chia, sotto la metropoli di Seleu- lestino I scrissero per affari impor-

cia, alla città della quale si vuole tanti. Mori circa l'anno 4^2, ed è

che r imperatore Leone gli dasse onorato il i.° dicembre. Gli è stalo
il proprio nome. Dalla legge 4>/"' dato talvolta il titolo di martire, e
ris graec. rom. p. 227, pare che fu eziandio confuso con Leonzio
fosse eretta in metropoli dall'im- d' Arles e con altri vescovi dello
peratore Marciano. Ne furono ve- stesso nome.
scovi Zaccaria che sottoscrisse il LEONZIO II (s.), vescovo di
VI ed i canoni
concilio generale Bordeaux. Uscito d' uno dei più il-

in Trullo; e Giovanni insieme ad lustri casati d'Aquitania, militò in

alcuni altri vescovi, portò querela sua gioventù nella guerra contro i
contro Fozio innanzi al Pontefice visigoti, in Ispagna e nella Gallia
iSlefano V detto VI. Oriens christ. Narbonese. Sposò Placidina, la qua-
t. II, p. 102 1. Leontopoli , Leon- le contava tra' suoi maggiori s. Si-

topolitan, città vescovile di Bitinia, donio e l'imperatore Avito. L'in-


è un titolo vescovile in parlihus tegrità della sua condotta, la pu-
che conferisce la santa Sede, sotto rità de' suoi costumi, il suo amore

la metropoli pure in partibiis di alla giustizia e alla pietà , le sue


Elenopoli. Portò questo titolo Gioac- limosine, lo fecero giudicar meri-
chino da Maria di Nazareth
s. tevole dell'episcopato ; laonde il clero
della diocesi di Porto in Portogal- ed il Bordeaux lo elessero
popolo di

lo, da Pio VII nel concistoro dei a loro pastore dopo la morte di s.
23 agosto 18 ic) traslato alla chie- Leonzio I detto il Vecchio, verso
sa vescovile di s. Lodovico di Ma- l'anno 541. D'allora in poi non ris-
ragna no. guardò egli Placidina che quale so-
LEONZIA (s.), martire. Sofferse rella; ed impiegò i suoi considerabili
il martirio in Africa, sotto Unne- beni a costruire e a dotare un gran
rico re de' vandali, nell'anno 4^4j numero di chiese. Assistette al se-
in compagnia di s, Dionisia, s. Dati- condo ed a! terzo concilio di Pa-
va, s. Terzio, s. Emiliano, s. Boni- rigi, tenuti negli anni 55 1 e 557-
facio, s. Maiorico ed altri. Il marti- Ne radunò egli pure uno della sua
rologio romano ne fa menzione provincia a Saintes nel 565, e mo-
sotto il giorno 6 di dicembre. ri circa questo leni pò. È onorato
LEONZIO (s.), vescovo di Fre- a Bordeaux ai i5 di novembre;
jns nella Provenza. Nacque a Ni- ma non si trova il suo nome nei
iiies nella Linguadoca, ed ebbe a martirologi.
fratello s. Castore vescovo di Apt. LEONZIO , Cardinale. Leonzio
Innalzato all'episcopato, si distinse prete cardinale del titolo di s. Su-
per le più esimie virtù. Indusse s. sanna, fu uno de' cardinali che tro-
Onoralo, suo amico, il quale vo- vossi nel 761 al concilio celebralo
leva menare vita solitaria, a stan- dal Pontefice s. Paolo I.

ziare nella sua diocesi, e gli asse- LEONZIO, Cardinale. Leonzio


gnò l' isola di Lerino, ove Onora- cardinale dell' ordine de' diaconi
LEO LEO 93
intervenne al concilio clie tenne ebbe diciotto figli, di cui sette mori-
in Roma s. Leone IV nelT 8^3. rono in fresca età, gli altri resero
LEOPEPtTO, Cardinale. Leoper- chiari i loro nomi per virtìi e gran-
to cardinale vescovo di Palestrina, diosi fatti, distinguendosi fra essi
io maggio 1067 una
sottoscrisse a' il celebre Ottone vescovo di Fri-
bolla spedita da Alessandro II, a singa . Nel 1127 Leopoldo fon-
favore del celebre monastero di dò il monastero della santa Croce
Monte Cassino. Fu amico di s. Pier dell'ordine de' cistcrciensi, presso il

Damiani, e si recò in Germania ad castello di Kalnperg, ove faceva


accompagnare l'imperatrice Agne- sua residenza ; poscia di concerto
se madre di Enrico IV. Mori nel colla pia sua consorte altro ne un
pontificato di Alessandro II , che fondò di canonici regolari col ti-
pare Io avesse fatto cardinale. tolo di Nostra Signora di Neu-
LEOPOLDO quarto di que- (s.), bourg, due leghe lungi da Vien-
sto nome soprannominato il P/o,
e na. Allorché Stefano II re d' Un-
marchese d'Austria, figlio di Leo- gheria entrò a mano armata nel-
poldo III, e di Ita figlia dell' im- l'Austria, Leopoldo gli mosse con-
peratore Enrico III. Coltivò in gio- tro colle sue truppe, e gli diede
vinezza la sua mente collo studio campale battaglia. Gli ungheresi
delle scienze; ma maggior premu- tornarono qualche anno dopo; ma
ra si diede di prepararsi una bea- la loro armata fu sconfitta dal
ta eternità, mortificando le sue pas- marchese d'Austria per modo, ch'es-
sioni e i suoi sensi, rinunziando ai si non ne poterono che colla fuga

diletti del mondo, nutrendo l'ani- salvare gli avanzi. Alla morte del-
ma sua coll'orazione, versando lar- l' imperatore Enrico V, avvenuta
ghe limosine in seno ai poveri , e nel 125, molti elettori volevano
I

praticando ogni maniera di opere innalzare Leopoldo alla dignità im-


buone. Morto il suo genitore nel periale; ma restò eletto Lotario II
1096, mentr'egli era ancor molto duca di Sassonia, al quale Leopol-
giovine, si tenne maggiormente in do rimase fedele, ed accompagnollo
obbligo di procurare la felicità dei in Italia. Finalmente dopo un re-
suoi sudditi , di cui riguardavasi gno glorioso morì della morte dei
piuttosto padre che sovrano. Il suo giusti, ai i5 novembre 11 36, e
palazzo divenne la sede della vir- fu sepolto nel monastero di Neu-
tù, della giustizia, della beneficen- bourg. Avendo Iddio glorificato il
za. Essendosi accesa una guerra suo servo con molti miracoli, il

civile tra l'imperatore Enrico IV Papa Innocenzo Vili lo canonizzò


scomunicato dal Papa , ed il suo fi- nel i485. La sua festa è notata
glioEnrico V, Leopoldo credette di nel martirologio romano il i5 di
poter prendere la difesa di que- novembre, ed in altri trovasi quel-
st'ultimo ; ma sembra che dopo si la della sua traslazione ai i5 di
pentisse di questo contegno, e lo febbraio.
espiasse con una severa penitenza. LEOPOLDO, Ordine equestre
Nel 1 106 sposò Agnese figlia dello d'Austria. Allorchéla Francia nei
stessoimperatore Enrico IV, e ve- primi anni del secolo corrente do-
dova di Federico duca di Svevia, minava in gran parte l'Europa,
principessa degna di lui, dalla quale l'augusta casa d'Austria più volte
1

94 LEO LEO
dovette gnerieggiare cogli eserciti siste in una croce o stella a otto
fiancesi, ed
capo di essa 1' im-
il raggi smaltati in rosso, con intor-
pera loie Francesco I, con mirabile no un filetto bianco. Sulla faccia
accorgimento, non ommise cosa al- della croce sono incise le lettere
cuna per mantenere ne' sudditi la inizialiF. I. A. cioè Franciscus :

fedeltà e l'allezione. Considerando Iinperalor Austriaca ed in giro ev-


che l'ordine di s. Stefano era stato vi l'epigrafe : otegritati et merito.
eretto dopo
metà del la secolo pre- Nel rovescio poi vi è il motto e-

cedente per compensare il merito gualmente inciso, dell'imperatore


civile de' nobili , sino dal 1808 Leopoldo II: opes regum corda sub-
r imperatore medesimo per le con- DiTORU-vf. La croce si appende dal
tingenze in cui si trovava, saggia- lato sinistro del petto, per un na-
mente divisò di fondarne altro per stro di seta di colore rosso con liste
le classi inferiori, senza l'aiuto del- bianche ed orli turchini. A rendere
le quali quello de' nobili non era memorabile il giorno dell' istituzio-
sulìiciente. L' intendimento fu il ne di questo ordine cavalleresco,,
creare una rimunerazione onorifi- l'imperatore Francesco 1 decretò
ca, la quale avesse per iscopo te- che per l'ordine fosse festa solen-
nere i cittadini perseveranti nella ne, per la quale stabi b la dome-
difesa della patria libertà, contro nica dopo r Epifania. A meglio
chi pretendeva privameli colla pre- estendere il benefizio del nuovo or-
ponderanza delle armi. Dipoi pose dine, venne statuito che chiunque
ad effetto il concepito disegno nel nell'atto di ricevere la gran croce
celebrare matrimonio con
il suo non avesse ancora la dignità di con-
l'arciduchessa d'Austria Luigia, sigliere intimo, tosto l'ottenesse, e
cioè due giorni dopo le celebrate gralisj che i commendatori, se ne
nozze; ed in onore dell' imperato- facessero istanza, ricevessero senza
re Leopoldo II suo padre, lo chia- tassa il titolo e grado di barone;
mò r ordine di Leopoldo. Gli sta- e che ai cavalieri semplici, ricercan-
tuii di esso furono pubblicati a' 1
4 dola, si conferisse loro la nobiltà
luglio 1808,
ove si legge essere ereditaria.
l'ordine istituito espressamente per LEOPOLDO, Ordine ec/ncstre
premiare coloro cbe in guerra si del Belgio. Dopo l'istituzione del
distinsero per valore, ed eziandio regno del Belgio (Fedi), venne so-
quelli che avessero dato prove so- lennemente inaugurato per primo
lenni di attaccamento al governo re il regnante Leopoldo I di Sas-
ed alla famiglia d'Austria. In que- sonia-Coburgo, a'';i4 luglio i83i.
sto ordine sono tre classi differen- Conoscendo questo monarca saggio
ti, destinate tanto pei soldati quan- ed illuminato, quanto vantaggioso
to pei cittadini, secondo i diversi fosse accattivarsi l'animo de' sud-
gradi di merito. La prima classe diti, stabib premiare con onorifi-
si compone di gran croci, la se- cenza equestre quelli che meglio
conda di commendatori, la terza avessero servito al bene del regno
di semplici cavalieri ; a tutte e tre Belgico; per cui un anno dopo la
possono appartenervi i meritevoli, sua elevazione al trono, agli 1

senza distinzione alcuna di nascila luglio i832, fondò questo ordine


o di religione. La decorazione con- militare e cavalleresco, cui impose
,

LEO LEO cv7

il proprio nome di Leopoldo, dan- arcivescovi chiamata ancora Leo-


dogli analogbi statuti. In essi ven- polcl, ed in polacco Tavciw^ in la-

ne che il re sarebbe sem-


stabilito, tino Leopolis. Città dell'antica Po-
pre il gran maestro dell'ordine; che lonia, in passalo capitale della Lo-
l'ordine verrebbe diviso in milita- domiria o della Russia Rossa nella
re ed in civile, ed ognuno in quat- piccola Polonia, ed ora capitale
tro differenti classi e gradi, cioè della Galizia o Galiizia o Galicia
di gran croci, di commendatori austriaca, capoluogo del circondario
di uffiziali e di cavalieri semplici. del suo nome. La Galiizia e Lo-
Dai medesimi statuii risulta anco- domiria è uno degli stati della mo-
ra, che ogni soldato di un grado narchia austriaca, ed il primo con
inferiore a quello di uffiziale, uni- titolo di regno: il carattere de-
tamente all'ordine, riceve una pen- gli abitanti differisce generalmente
sione annua di cento franchi pen- : di poco da quello de'polacchi. Quan-
sione che cessa allorquando il sol- tunque il governo austriaco abbia
dato giunge al grado di uffiziale abolita quivi sino dal 1782 la ser-

nel corpo militare cui appartiene. vitù, pure le proprietà territoria-


La decorazione dell'ordine consiste li essendo tutte fra le mani della
in una croce di argento smaltata nobiltà, il galliziano ignobile poco
in bianco, nella forma quasi simi- s'interessa del commercio che ab-
le a quella dell' ordine gerosolimi- bandona agli ebrei. Esiste nelle
tano, i cui quattro spicchi o rag- sue montagne, verso le frontiere
gi sono legati da una corona di dell'Ungheria, una razza d'uomini
quercia. In un lato della croce chiamati goralì, che per le fattez-
evvi uno scudo smaltato in nero ze, pel carattere indipendente e
con orlo rosso, ed ivi tra due cer- per le loro abitudini si distinguo-
chi d'oro sono alcuni fregi, ed in no dagli abitanti delle pianure e
mezzo si vede la cifra del re ; riconoscono un capo: si credono
mentre nel rovescio nel centro del- discendenti de'sauromati, tribù che
lo scudo vi è il leone belgico co- ritirossi in Europa, cacciatavi dalle
ronato, e tra i due cerchi l'epi- armi di Mitridate, circa 80 anni
grafe : l' uniox fait la force. La prima della nostra era. La Galli-
croce è sovrastata da una corona, zia, prima chiamata Halicz, è la
e si appende ad un nastro di se- Lodomiria anticamente detta Wo-
ta ondata di colore amaranto. Va lodimir o Vladimir, che nel me-
notato, che gran croci oltre la
i dio evo erano due ducati indipen-
descritta decorazione portano una li. Dal secolo XII fino verso la
piastra, e commendatori una cro-
i fine del XIV questi ducati fecero
ce. Il marchio distintivo de' sol- parte del regno d'Ungheria; nel
dati sono due spade che sostengo- 1874 passarono alla Polonia col
no la corona della croce dell'or- mezzo di un matrimonio ; ma re i

dine. I gran croci ed i commen- d'Ungheria ne conservarono il titolo


datori nello scudo della piastra e eli stemmi. Al momenlo della divi-
portano le spade che sormontano sione della Polonia nel 1772, Maria
a croce. Teresa d' Austria si fece restituire
LEOPOLI oLEMBERG {Leo- questi ducali , coi quali formò il
polien). Città con residenza di tre retino di Galiizia e Lodomiria ;
96 LEO LEO
nella seconda divisione della Po- te ricondusse l'ordine nel regno e
lonia nel 1795 l'impero austriaco la calma negli animi, e si occupa
aumentò questo regno di molti del suo mantenimento con analoghe
possedimenti polacchi, ma la Lo- organizzazioni e modificazioni ,
per
domiria sembra essere stata distac- migliorare la condizione del popolo
cata, non portando presentemente sulle giurisdizioni patrimoniali dei
questo regno che il solo nome di signori e possidenti.
Gallizia ; fu esso diviso in Gallizia Questa grande e ben fabbrica-
orientale ed occidentale. Nel 1809 ta città giace presso molti ruscelli,
r Austria dovendo cedere al re di che si riuniscono onde formare il
Sassonia, in conseguenza del trat- PelteWj affluente del Bug. E di-
tato di Tilsit, una gran parte della stante centotrenta leghe da Vien-
sua porzione della Polonia, la par- na e sessantotto da Cracovia, E
te più considerabile di tale cessio- sede di un arcivescovo latino^ di
ne, composta di quasi tutta la Gal- un arcivescovo di rito armeno, e
lizia occidentale, entrò allora a for- di un arcivescovo di rito greco ru-
mare il gran ducato di Varsavia ; teno: dei due ultimi se ne parle-
quindi è oggidì compresa nel re- rà ne' due seguenti articoli. Vi ri-
gno di Polonia, ed il restante della siedono ancora le principali auto-
Gallizia forma attualmente il re- rità civili e militari della Gallizia,
gno nome. Il regno di
di questo del suo generale comando milita-
Gallizia ha un governatore che ri- re e del tribunale di appello. E
siede nella capitale. Nel 1817 ri- cinta da quattro grandissimi sob-
cevette una costituzione ed un go- borghi chiamati Halicz, Krakau,
verno rappresentativo; gli stati sono Zolkiew e Brody, che s'innalzano
composti di deputati del clero, dei per un dolce declivio sulla som-
nobili, dei cavalieri e delle città mità di ridenti alture, tutte coper-
reali : questi deputati ricevono un te di belli giardini, e di chiese,
trattamento fìsso dal governo. Leo- monasteri e superbi edifizi, che per
poli ossia Lemberg sede della die- per la loro varietà offrono un col-
ta, è la che mandi de-
sola città po d'occhio amenissimo. La città
putali agli stati. Nei primi mesi propriamente detta è piccola, non
del corrente anno scoppiò in Gal- contenendo forse al di là di tre-
lizia una rivoluzione, e si solievò cento abitazioni. I suoi antichi ba-
pure Cracovia che le truppe delle stioni sono convertiti in deliziosi
tre potenze protettrici subito sop- passeggi. Ha ancora due castelli,
pressero. Quella della Gallizia pro- uno nell'interno, l'altro fuori del-
vocata da alcuni nobili polacchi, la città, sopra una montagna. In
fu repressa con grande spargimento generale la città, edificala in pie-
di sangue e massacri, dai paesani tra, ha molte strade larghe e be-
addetti alla gleba e divisi in di- ne lastricate. Vi si osserva nel cen-
verse bande , i quali reclamarono tro una bella piazza, in cui stan-
l'abolizione delle prestazioni perso- no il palazzo comunale, la prigio-
nali eduna riforma delle leggi e- ne ed una cisterna a ciascun la-

conomiche che reggono al presen- to. Gli altri pubblici edifizi sono
te le proprietà di questa nazione. la cattedrale cattolica, con cupole
11 provvido governo immediataraen- e torri assai alte; il palazzo del-
LEO LEO 97
l'arcivescovo armeno, che per la sua lontana al sud trovasi nel piccolo
elegante architettura ed elevata si- villaggio di Winika la magnifica
tuazione è uno de' più belli orna- fabbrica imperiale del tabacco. Fu
menti della città; un gran nume- questa città presa da Casimiro III
io di chiese per le diverse comu- detto il Grande, re di Polonia, nel
nioni nove conventi, uno de'qua-
;
1340, e dipoi assediata da Chmi-
capo de' cosacchi 1' anno
li, quello de'domenicani, possiede nieski ,

una bella chiesa eretta sul model- 1648. Nel i636 si difese corag-
lo di quella di s. Carlo di Vien- giosamente contro i russi; ma nel
na, e rinchiude mausoleo della
il 1671 i turchi la misero a contri-
madre dei conti Borowski o Bor- buzione. Carlo XII re di Svezia
kuski, opera del celebre Torwald- la prese di assalto nel 1704, e vi

sen;due sinagoghe, le quali hanno fece incoronare re di Polonia Sta-


un rabino superiore per gli ebrei, nislao Leczinski, nativo della città,
non che cinque ospedali. L'istru- che per le sue virtù fu detto il

zione pubblica vi conta una uni- Benefico. Nel 1773, al tempo del-
versità fondata nel 1782, un gin- lo smembramento della Polonia,
nasio, una scuola principale ed , Leopoli col suo palatinato passò
altre luterane ed ebree. Dal 1827 sotto dominio austriaco. Nel
il

s'incominciò a stabilire un museo 1781, a nove leghe di distanza,


nazionale ed una pubblica biblio- si scMopri un'abbondante miniera
teca, che Leopoli o Lemberg deve di zolfo.

in gran parte alia liberalità del La sede arcivescovile fu eretta di


conte Questa città è
Ossolinski. rito latinonel 1362 dal Pontefice
più commerciante che manifattu- Urbano V, indi Gregorio XI nel
riera ; vi sono però alcune fabbri- 1375 la trasferì ad Halicia, ove fu
che di panni e tessuti di cotone, eretta in metropoli; ma poscia po-
i

buone tintorie, conciatoi , ec. La lacchi la fecero ritornare a Leopoli


sua posizione le apre varie impor- nel i4'4> conservando la dignità
tanti relazioni Odessa ed altri
con metropolitica. Ebbe a sulFraganee le
porti russi del Mar-Nero, e fa in sedi episcopali di rito latino di Ha-
qualche modo questa città il fon • licia che si riunì a Leopoli nel se-
daco del commercio di questi por- colo XV, Premislia, Chelma, Kio-
ti con Vienna e l'interno della via, Wolodimiria e Caminiec. Al
Germania. Vi si tengono delle fie- presente Leopoli ha due vescovati
re considerabili, in cui i russi por- suffraganei, cioè di Premislia e di
tano pelli e pelliccerie, che cam- Tarnovia. Nell'anno i556 Luigi Lip-
biano con merci dell'Austria. Ar- pomano vescovo di Verona e lega-
riva pure dalla Moldavia molto to apostolico di s. Pio V in Polo-
bestiame cornuto, con cui si prov- nia, tenne un concilio provinciale
vedono l'Austria e la Slesia. Col a Leopoli, in cui fu pubblicata una
mezzo di questa città, la Polonia formola di fede compresa in tren-
e la Gallizia spediscono i loro grani tasei articoli. Mansi, Siippl. cle'con-
ad Odessa. Conta più di 52jOOO cilii t. V, p. 797. Fra gli arcivesco-
abitanti, de' quali 5,ooo sono e-
1 vi latini che occuparono la sede
brei; vi sono pure molti armeni di Leopoli noteremo Gedeone, che
e greci, ed anche de'turchi. Poco sottoscrisse la lettera sinodale di Mi-
VOL. XXXVIII,
7
(,8 LEO LEO
chele meliopolitano del rito greco trasferito il precedente a Gorizia,
ruteno à\ Kiovia ( Fedi), al Ponte- preconizzò rultimo arci vescovo Fran-
fice Clemente Vili per la riunio- cesco di Paola Pischtek di Polo-
ne. Arsene assistette al concilio che zich Praga
arcidiocesi ch'era di ,

Partenio tenne in Moldavia, per vescovo di Tarnovia, ed il quale


condannare gli errori di Cirillo Lu- morì il primo febbraio i84^> la-
caris, settario calvmista. Costantino sciando di sé benefica memoria : al

Ziclinski dal 1698 al 17 io: egli ab- presente la sede è vacante.


brarciò il partito di Stanislao Lec- La cattedrale, magnifico e vasto

zinski che incoronò re di Polonia edifìzio di architettura gotica, è


nel l'joS, e venne da quel principe dedicata a Dio, sotto il titolo del-

nominato a Clemente XI arcivesco- la Beala Vergine assunta in cielo.


TO di Gnesna; in seguito fu fatto 11 capitolo si costituisce di quattro

prigioniero dal re Augusto li, e dignità, delle quali è la prima il

mandato a Roma, dove diventò e- preposto ; sei sono i canonici capi-


lemosiniere di Maria Casiraira de tolari, dieci i canonici onorari , ed
la Grange d'Arquien regina vedo- oltre ad essi sonovi quattro vicari,
va di Giovanni HI re di Polonia. ed altri preti cooperatori e chierici
Essendo ritornato alla sua antica addetti al divino servizio. Nella cat-
sede di Leopoli, cadde nelle mani tedrale vi è la cura d' anime, che
de'russi, e mori in prigione a Mo- si esercita da un canonico e dai no-
sca nel 17 IO. Gli successe nel me- minati vicari, ed il fonte battesima-
desimo anno Giovanni Skarbeck, già le. Tra le reliquie si venera il
vescovo di Livonia. Sotto di lui corpo del b. Giacomo di Strepar
Clemente XllI colla costituzione arcivescovo di Halitz, che morto
Jn supereininentìs, del primo apri- santamente in Leopoli nel i4ri,e
le 1759, presso il Bull. Roni. Con- sepolto nella chiesa di s. Croce, l'ar-

nnuatìo, tom. XI, p. 1 i i, confer- civescovo Ferdinando Kicki lo tras-


mò l'erezione della università, sot- portò nella metropolitana. Il pa-
to la direzione de' gesuiti, coi pri- lazzo arcivescovile, ampio e splen-
vilegi di quella di Cracovia. Allor dido, non è molto lungi dalla cat-
che nel 1
778 Leopoli passò sotto l'im- tedrale. Oltre questo, nella città e-
peratore Giuseppe II, n'era arcivesco- sistono altre otto chiese parrocchiali
vo Venceslao Sieiakowski, traslato che hanno il sacro battisterio, quat-
da Clemente XIII nel 1760 da Pre- tro conventi di religiosi, tre mona-
mislia. Gli successero, nel 1780 steri dimonache, alcune confrater-
Ferdinando Kicki per coadiutoria ; nite, monte di pietà, e seminario
Gaetano Ignazio Kicki per coadiu- con più di cento chierici. L'arcidio-

toria da Solca in pariihiis;


traslato cesi si estende per una metà del
nel i8i5 Andrea Luigi Arckwicz; regno di Galizia, contiene cento-
a questi il regnante Papa Gregorio novant'una parrocchie, più città,
XVI diede in successore a'28 giu- castelli e luoghi. Ogni nuovo arci-

gno 1834 monsignor Francesco Sa- vescovo è tassato nei libri della came-
verio de' principi di Luschin, Iras- ra apostolica in fiorini cento, corri-
lalandolo da Trento. Di poi il me- spondenti ai fruiti della mensa, qua-
desimo Pontefice, nel concistoro del li ascendono a circa sedicimila fiorini
primo febbraio i836, dopo aver d'argento di quelle parti all'anno.
LEO LEO 99
LEOPOLI ( Leopolien Armeno- la totale estinzione io questi anni

rum ). Arcivescovato di rito arme- di oppressione per parte di quel


no la cui sede dell' arcivescovo è governo. L' arcivescovo armeno di

in Leopoli [Vedi), capitale del re- Leopoli non avea che scudi cin-
gno di Galizia. Gli armeni furono quanta di provenienti da
rendita
chiamati nella Russia, nella Galizia, un censo, e duecento annui
scudi
e Lodomiria o Uladimiria dai princi- gli erano somministrali dalla sacra
pi di quei luoghi, perchè fossero loro congregazione di propaganda fide.
di aiuto nelle guerre che sostenevano. L' imperatore d'Austria Francesco
Finite queste, e concessa loro la liber- I, come re di avendo ot-
Galizia,

tà o di rimanere ivio di ritorna- tenuto da nomina a


Pio VII la

re alla patria, molti si fermarono questo arci vescovato, ne dotò l'or-


in Galizia, Moldavia, Vallachia, e dinario prò tempore con tremila
ciò avvenne nel secolo IX, Erano annui fiorini, la scelta però del-
da principio cattolici, e dipendeva- l'arcivescovo procede così. 11 clero
no dal che risiedeva in
patriarca armeno di Leopoli elegge tre sog-
Armenia. Caduto questo nello scis- getti, dei quali 1' imperatore ne
ma vi trasse seco anche gli armeni nomina uno in arcivescovo. Il re-
di Polonia. Nell'anno 1620 Nicolò sto non si allontana dalle leggi
Torossovicz fu consecrato dal pa- canoniche, per la via di propagan*

triarca di Ezmiazin ( Vedi ) arci- òa fide, come solevasi praticare per


vescovo di Leopoli simoniacamente, lo innanzi, dappoiché il breve e-
e per fini puramente umani nel uianato a' 19 settembre 18 19 da
i635 abiurò gli errori, e fu segui- Pio VII, volle salvi i diritti della
to dal clero e dal popolo, non medesima congregazione di propa-
senza però oppositori, che emigra- ganda f,de. Ecco il novero degli
rono piuttosto che riconciliarsi col- arcivescovi armeni di Leopoli, do-
la Chiesa romana. Sebbene la con- po che Leopoli col suo palatinalo
versione non avesse un fine retto nel 1773, all'epoca dello smembra-
.sotto tutti i riguardi, pure sortì mento della Polonia, passò sotto il
un buon effetto, essendo questi ar- dominio austriaco. Giacomo Ago-
meni sempre rimasti cattolici, quan- stinovicz nato in Leopoli, succedu-
tunque non senza vicende piene to per coadiutoria nel 1/52, era
(li pericoli e d'interesse. 11 detto arcivescovo a tale avvenimento; a-
arcivescovo venne in Roma nel veva per coadiutore con futura
medesimo anno i635, fece la so- successione Giacomo Tumanowicz
lenne professione di fede, e da Ur- di Stanislopoli diocesi di Leopoli,
bano YIII riportò grazie e favori. fatto vescovo di Camaco in parti-
La giurisdizione dell'arcivescovo ar- bus nel che successe al pre-
1
77 I,

meno di Leopoli si estendeva su cedente nel 1784- Giovanni Simo-


tutti gli armeni di Polonia, della nowicz fatto arcivescovo a' 12 set-
Lituania, della Moldavia, Vallachia tembre 1800. Gaetano Varteresse-
e Crimea. Aveva in questa parte vicz di Leopoli, fatto arcivescovo
del regno diecisetle parrocchie, ma a' 21 febbraio dell'anno 1820.
nella divisione di questo, sette pas- Al presente lo è monsignor Sa-
sarono sotto il dominio de'mosco- muele StefanoAvicz, fatto arcivesco-
,. vili, e si sono potute salvare dal- vo a' i3 marzo i832. Questo ar-
loo LEO LEO
civescovato non ha vescovi suffra- tra della fede, e supremo ammi-
ganei. nistratore della Chiesa medesima.
La chiesa delle monache arme- La popolazione armena della Ga-
ne tiene anche il luogo di catte- lizia ascende ad ottomila, sei mila
drale. L'arcivescovo ha dieci par- de' quali, e cattolici, sono in Leo-
rocchie nella Galizia, sette delle poli. Oggi dipende ancora da que-
quali hanno le chiese di solido ma sto arcivescovato, oltre la Galizia,
terialcj le altre sono di legno. Il anche la provincia di Bukovina,
capitolo si compone di quattro ca- che formava parte della Moldavia.
nonici; sono quattro vicari, e
vi Giace tra la Galizia, la Transil-
quattro giovani sacerdoti attendo- vania e la Moldavia; Ischernowitz:
no a reudei'si idonei nella cura del- è il capoluogo, con 34oo abitanti.
le anime. Le dette monache arme- I cattolici armeni sono numerosi
ne hanno monastero, e seguono nella città di Czernovich, e non
la regola di s. Benedetto. Esse sen- mancano in Soczavia. Questa ulti-
za mancare alla propria santifica- ma città mancando di chiesa di
zione istruiscono nella pietà e nei rito armeno, i divini uffici si eser-
lavori un numero grande di fan- citano nelle chiese Ialine. In Czer-
ciulle. Esisteva un collegio
Leo- in novich è stata di fresco terminata
poli per educarvi la gioventù di una chiesa e dichiarata parrocchia.
rito armeno, ed era comune anche Vi erano ultimamente due padri
ai ruteni, ma ne parleremo per mechitaristi di Vienna che vi spe-
ultimo, essendo stato soppresso dal di monsignor Aristace arcivescovo
governo nel 1784: non è vero che di Cesarea in parlibus, superiore
oggi questo collegio in qualche par- di quella congregazione, sotto l'im-
te esista presso i monaci armeni mediata dipendenza dell'ordinario
mechitaristi di Vienna. Vi è un armeno secondo un de-
di Leopoli,
monte di pietà della sorte capita- creto imperiale approvato nel 1882
le di scudi ventimila d'oro, fon- dal Papa regnante Gregorio XVI.
dato coi pii legati dei fedeli, am- Inoltre l'imperatore d'Austria as-
ministrati dai laici non sempre co- segnò una pensione ai monaci me-
scienziosi in trattare questi affari. chitaristi di Vienna, ai quali fu
L'arcivescovo fa elogio del suo po- commessa la conversione degli ar-
polo,il quale si mostra molto alie- meni scismatici che si , trovano
no da tante mancanze comuni ad sparsi in questa provincia. Al pre-
altre nazioni. Ignorante è il popo- sente questi monaci avendo rinun-
lo scismatico, ma niente piìi istruito ziato a tale diritto, non lo go-
è suo clero, che alti-onde non
il dono più.
si mostra tanto alieno dai cattoli- Il collegio di Leopoli fu eretto
ci; anzi medesimi scismatici spes-
i dalla sacra congregazione di pro-
so intervengono alle funzioni delle paganda nel i665. Fu da princi-
chiese cattoliche, e non senza con- pio fondato per i soli giovani ec-
versioni ed abiure. Ma già è noto clesiastici armeno. Furono
di rito
che gli armeni scismatici, se non questi dieci, e dovevano chiamarsi
conoscono il Papa per capo della dall' .Armenia Maggiore, ed erano
Chiesa di Gesìi Cristo, ne'loro libri mantenuti ad un annuo assegno
liturgici lo riconoscono come pie- della sacra congregazione. Erano
LEO LEO lor
affidali alla cura de' religiosi teati- di studi . Non era rilornala in
ni sotto la dipendenza di Roma : Vienna la risposta della santa Se-
il priuio rettore fu il celebre p. de dissenziente, e già il governo
Galano. Si cominciavano a sentire di Galizia avea soppresso il col-
gli effetti favorevoli di questa fon- legio, essendosene impadronito nei
dazione, quando si portò il rifles- 1784, non che confiscato beni mo-
so sui bisogni de' ruteni venuti po- bili ed immobili: il collegio fu in-

co prima all'unione della Chiesa di destinato per l'alloggio delle mi-


cattolica. Quindi s'ideò un nuovo lizie. Si voleva trasferire il collegio
collegio per questi, e si diede prin- in Kaminiek, ma senza restituzio-
cipio alla fondazione impedita dal- ne de' suoi fondi, poiché il gover-
la guerra. Nel 1709 entrarono due no avea applicato i beni alla cas-
ruteni nel collegio armeno, man- sa di religione, nulla valutando i

tenuti parimenti a spese della sacra reclami della sacra congregazione


cougicgazione. Con duemila fiorini di propaganda contro un simile
somn)iuistrali dal nunzio di Polo- spoglio. Non fu che nel 1790 che
nia monsig. Pignattelli poi cardinale, venne restituito il collegio, e nel
e con diveise somme date dalia 1796 la villa di Dublany; ma
congregazione, si acquistò pel man- quanto altro mì avea, fu incame-
tenimento degli alunni ruteni dai rato e soppresso. Anche nella ter-
religiosi di s. Giovanni di Dio il ra di Morozow avea per ragione
villaggio Dublany. Crebbero nel d' ipoteca la sacra congregazione
collegio altri sei alunni ruteni, a dei diritti, ma questa terra era nei
spese della medesima congregazio- dominii russi : era anche suo il lo-
ne, allo zelo della quale si deve cale de' gesuiti donato dal re di
attribuire se i vescovi ruteni di Polonia in Raminiek ; era sua la
Leopoli, di Luck e di Premislia biblioteca del collegio di Leopoli
assegnarono dei fondi pel mante- trasportata in quella città, ma tut-
nimento di alcuni alunni delle lo- to fu tolto. Nel i8o4 la sacra con-
ro diocesi. Nel 1724 il p. Radana- giegazione decretò di vendere al
scki rettore ottenne in dono dal real governo austriaco il collegio, ven-
principe Sobieski un eminente lo- dila che non ebbe effetto che nel
cale per la fabbrica del collegioj 1824 al fisco regio imperiale, pel
che non fu reso abitabile in par- valore di quarantamila fiorini di
te che nel ly^ì. La sacra con- carta, equivalenti a sedicimila fio-
gregazione non cessò mai di man- rini di buon argento. La sacra con-
dar sussidi al nascente stabilimen- gregazione desiderosa d' impiegare
to, da cui traeva operai evangelici questa somma pel fine che si era-
per le missioni armene non meno no proposto, cioè per l'educazione
che per le rutene. Seguita la di- dei giovani ruteni ed armeni, In-
visione della Polonia, ed essendo nocenzo XI, i cardinali Pignatlelli
passato Leopoli sotto il governo e Grimaldi, non che la duchessa
austriaco di Giuseppe II, sicomin- di Buglione, ed alcuni signori po-
ciò a perturbare il sistema stabili- lacchi, tutti benemeriti di questa
to, volendosi far passare gli alunni pia fondazione, incontrò infinite
ruteni ed armeni in ampio locale diflicoltà contro l'esportazione del
destinato ad un sistema generale denaro; e le difficoltà furono alla
,

,o2 LEO LEO


fine superate, essendosi depositato Inoltre all'arcivescovato di Leopoli
in Vienna quanto doveva il go- furono riuniti i titoli arcivescovili
verno, in compenso di quanto spet- di Halicia e di Kamenec [Fedì).
tava al collegio. Non è vero che Questa erezione di Leopoli in me-
si applicassero le somme al mona- tropoli fu fatta perchè i sudditi
stero dei monaci mechitaristi di austriaci non dipendessero dai ve-
Vienna, perchè considerati come scovi ruteni residenti fuori dei do-
missionari esteri, e perciò non sog- minii austriaci. Dipoi il vescovo di
getti alle leggi ecclesiastiche au- Chelma e Belzi fu dichiarato sog-
striache, ai quali, al dire di quelli getto immediatamente alla santa
che asserivano la cosa, incombeva Sede; Chelma per un tempo fii

l'obbligo di educare giovani arme- pure suffraganea della metropoli di


ni e ruteni in un numero pro- Posnania. Allorché nel lyyS Leo-
porzionato alla rendita , sotto la poli col palatinato del suo nome
dipendenza del nunzio apostolico, fu smembrato dall'antico regno di
al quale i religiosi sarebbero stati Polonia, e passò sotto il dominio au-
tenuti di rendere ragione, per poi striaco regnando l'imperatore Giu-

rendere conto alla congregazione seppe II, era vescovo di rito greco-
di propaganda fide a cui il colle- ruteno di Leopoli e di Kamenec
gio appartiene nella sua integrità. Leone Lodovico Szeptychi basilia-
Non esiste ne ha mai esistito il no della diocesi di Premislia, fatto
detto collegio presso i mechitaristi vescovo nel i
749 e coadiutore del
viennesi. suo metropolitano a' 20 dicembre
LEOPOLT, HALTCU e KAME- 1762. Ne furono di lui successori,
NEC {Leopolien, Halicien et Carne- nel 178-2 Pietro Bielonski ; nel
ceri riuheni rilus). Arcivescovati u- 1799 in vescovo di Leopoli, Hali-
niti di rito greco-ruteno, la cui se- cia e Kamenec uniti, nella Galizia
de dell' arcivescovo è in Leopoli Polono-Austriaca, Nicolò Skorodyn-
[P'edi), capitale del regno di Ga- ski della Galizia orientale. Primo
lizia. La sede vescovile greco-rute- arcivescovo poi di Leopoli, Halicia
na di Leopoli fu eretta nel secolo e Kamenec uniti di rito greco- ru-
XIII; il vescovo di Leopoli venne teno, fu fatto l'odierno monsigno-
all'unione quasi un secolo dopo de- re Michele Lewicki di Pokucia
gli altri vescovi ruteni, che come traslato da Premislia agli 8 mar-
si disse all'articolo Kiovìa [Vedi), zo 18 16, per breve di Pio VII e-
di cui era suffraganeo, essi rientra- raanato a mezzo della sacra con-
rono nella comunione cattolica sotto gregazione propaganda Jide. A
di

Clemente Vili. Nel 1807 agli 8 questo prelato li r5 luglio i84i


marzo il Papa Pio VII, colla bolla il regnante Gregorio XVI dichiarò
III universali Ecclesia, elevò la se- in concistoro ausiliare e vescovo di
de vescovile di Leopoli di rito gre- Poinpeiopoli in partibus monsignor
co-ruteno al grado arcivescovile e Gregorio Jacliimowicz di Podber-
metropolitico, assegnandogli per snf- ge arcidiocesi di Leopoli, per eser-
fraganee le sedi vescovili di Chel- citare i poiitiiìcali e le funzioni
ina e Belzi unite non che Pre- , sacre.
ruislia, la quale riunì i titoli ve- L'esimio e zelantissimo metropoli-
scovili di Saml)oria e Sanodiia. tano dei greci imiti ruteni, che in
LEO LEP io3
gran numero abitano la Galizia, par- Leopoli comune agli armeni ed ai

te dell' antica Polonia, monsignor greco-ruteni ne parlammo al pre-


Michele Lewicki, a' io marzo i84i cedente articolo. La popolazione ru-
indirizzò loro una lettera enciclica tena del regno di Galizia di rito

che incomincia colle parole Priina- cattolico si fa ascendere a più di


tuin Ecrlcsiae catìiolicae esse dii'i- due milioni.
nae insdtntionis. Con essa conforta LEPANTO, Naupaclus. Città ar-
i greci uniti ruteni a perseverare civescovile della Grecia nella Li-

fermi nella loro divozione ed ob- vadia, sulla costa settentrionale del
bedienza alla suprema Sede apo- golfo del suo nome presso al suo
stolica di Pietro, Gli avvenimenti ingresso, chiamata pure Ainahakht
religiosi eh' ebbero luogo non è , o Enebachle. Giace sul declivio di
guari tempo, in uno stato confi- una collina di forma conica, distan-
nante colla Galizia, danno un'al- te trentotto leghe da Atene, e qua-
tissima importanza a questo pre- ranta da Jannina. Considerata co-
zioso documento, che può leggersi me già facente parte dell' impero
nel voi. Xir, p. 439 e seg. degli turco, fu il capoluogo di un san-
Annali delle scienze religiose, che giacato. Cinta di alte mura in cat-
si pubblicano in Roma. Nel voi. tivo slato, ha due sobborghi, una
XV de' medesimi Annali si ripor- fortezza posta sopra un' altura, ed
ta a p. 1)5 il breve Perlaliim ad un piccolo castello i-ovinoso. L'at-
nos est exempluni , del Papa Gre- tacco di questa piazza era assai dif-
gorio XVI, die 17 julii 1841, di- ficile prima dell'uso del cannone.
retto al rispettabile arcivescovo Le- Nel i4o8 obbediva all'imperatore
wicki, encomiandolo per l'encicli- di Costantinopoli, ma Emmanuele
ca e per la sua unità cattolica. la cedette a' veneziani, dai quali
Comunicando il prelato a' suoi dio- fu posta in tale stato di difesa che
cesani tal breve pontificio, lo ac- i turchi nel i^'j^ furono costretti
compagnò con quella bella lettera di allontanarsi dopo quattro e più
che si legge a p. 104 degli stessi mesi di ostinato assedio, e dopo aver
y^/mfl//, scritta agli i i ottobre 1841, perduto più di trentamila uomini.
dabamus Leopolì ad ccclesiani no- Nel 149S Baiazetto II la prese però
strani archicalhedraleni s. Magni ai veneziani. L'ammiraglio Grima-

inartyris Georgiì. Fra le cliiese di ni padre del cardinale Griniani


questo arcivescovato, no lineremo Dontenico [Vedi), fu perciò con-
quelle dell'Assunzione della B. Ver- dannato in prigione, nella quale
gine, e di s. Onofrio con monastero con memorabile esempio volle se-
spettante alla confraternita Stauro- guirlo il figlio. Presso il golfo di
pigiana. Uno dei Ire ospedali di Lepanto e presso ad Azio, luogo
Leopoli ha una scuola che spetta celebratissimo per la battaglia che
alla detta confraternita, che ab im- impero del mondo
decise dell' tra
memorabili non è soggetta alla giu- Marcantonio ed Augusto, a' 7 ot-
risdizione deir(jrdinario se non nel- tobre 1 571 l'armata cristiana del-
lo spirituale. La mensa arcivesco- la triplice àllean/a di s. Pio V, cogli
vile ha di rendita in beni stabili spagnuoli e veneti, nel navale com-
'scudi i5oo. L'arcivescovo abita uu battimento benedetto dal legato a-
palazzo magnifico. Del collegio di poslolicu Giorgio Odescalchi, lipor-
io4 LEP LEP
tò contro vSelim li imperatore dei vanni del 1266; ed N di
turchi quella strepitosa vittoria di cui è fatta menzione nella lettera
cui parlammo iu lauti articoli del degli orientali scritta al Papa Gre-
Dizionario, massime a Costantino^ gorio X, e nella risposta che loro
poli ed Ingressi solenni in Roma. fece il Papa. Oriens christ. t. II,

Quanto a Lepanto fu ripresa dai pag. 198. Ebbe altresì Lepanto i

veneziani nel 1687, indi la resti- suoi vescovi latini, cioè R.ostagno
tuirono ai turchi nel 1699 in con- Candela dell'ordine de' predicatori
seguenza della pace di CarioAvitz, nel 1237; Giovanni nel i345;
dopo per altro aver demolito il ca- Eustachio d'Ancona de' frati mi-
stello di Romelia. Gli antichi greci nori; Ermanno nel i366; ed An-
avevano in NaupacLus quattro cele- tonio Maria Pallavicini, il quale ac-
bri templi dedicati a Venere, Net- compagnò nel 173 i il cardinal Pie-
tuno, Esculapio e Diana. Servì un tro Ottoboni mentre faceva la vi-
tempo di ritirata agli etolii nemici sita della patriarcale basilica late-
de' romani, e poscia divenne uu ranense di cui era arciprete, a' 7
luogo di rifugio a diversi corsari, ottobre. Oriens christ. t. Ili, p= 994-
per cui le fu dato il nome di pic- Al presente Lepanto, Naupacten, è
colo Algeri. In oggi Lepanto fa un titolo arcivescovile in partibus
parte del nuovo regno di Grecia, che conferisce la santa Sede con ,

ed appartiene alla sezione della un titolo vescovile in partibus per


Grecia occidentale, dipendendo da suifraganeo, cioè Calidon.
Missolongi, che n' è il capoluogo. LEPTINES o LETINES o LE-
Naupaclus o Lepanto nel V se- STINES o LIPTINES o LISTINES,
colo divenne sede vescovile dell'e- ed oggi L'ESTINES-AU-MONT.
sarcato di Macedonia, nel IX me- Villaggio dei Paesi Bassi nella pro-
tropoli, nel XIII esarcato dell' E- vincia di Hainaut, diocesi di Cam-
tolia.Nel secolo la residenza XV bray, presso Binche. Eravi un pa- »
del metropolitano passò ad Arta o lazzo dei re di Francia della pri-
Larta nell' Epiro. Larta però fu ma stirpe. Ivi furono tenuti due
fatta essa pure metropoli, e venne- concilii. Il primo nel 743 sotto
ro ad essa uniti anche i diritti me- Carlomanno re di Francia, e si fe-

tropolitani della chiesa di Nicopoli, cero quattro canoni sulla regola di


capitale dell'antico Epiro. La me- s. Benedetto, sui beni ecclesiastici,

tropoli di Lepanto ebbe i seguenti sui matrimoni illeciti, e contro su-


nove suffraganei Nicopoli, Leuca,: perstizioni pagane si accordarono :

Phenica Corfù, Ragusi, Yentza,


, delle rendite ecclesiastiche al re
Aiton o Calydou, Acheloo e Do- per le spese della guerra contro
done. Si conoscono dieci vescovi Aldeberto eretico. Vi presiedette s.

che occuparono la sede di Lepan- Bonifacio, ed i vescovi, i conti, i

to, di cui il primo fu Callicrate governatori vi promisero di osser-


che intervenne al primo concilio vare il concilio di Germania ; tut-
di Efeso, cui succedette Ireneo, che to il clero si sottomise agli anti-
fu al concilio di Calcedonia. Gli chi canoni. Gli abbati ed monaci i

altri vescovi furono Antonio N. . .


;
riceverono la regola di Benedet- s.

Basilio del ii56; N dei 11 85; to. Vi si dice, che a motivo delle
Giovanni del 1229; Xero ; Gio- guerre presenti, il principe pren-
LER LER io5
deih per un certo lempo una por- di segnatura. Appena eletto Bene-
zione dei beni di chiesa , a titolo detto Xlil, ricoidevole delle sue
di prestito e di censo, per prov- belle qualità, lo fece suo maestro
vedere al mantenimento delle sue di camera e dopo due anni segre-
truppe ; a condizione di pagare o- tario di stato ed arcivescovo di
gni anno alla Chiesa un soldo del Nazianzo, creandolo a' 9 dicembre
Talore di dodici denari, vale a di- 1726 cardinale prete del titolo dei
re venticinque soldi della moneta ss. Gio. e Paolo, donde poi passò
di F'rancia. Reg. t. XVII; Labbé a quello di s. Pietro in Vincoli.
t. VI; Arduino t. III. Il secondo Lo ascrisse a tutte le congregazio-
fu tenuto nel 736 sopra la disci- ni cardinalizie, colla piotettoria
plina. Ibidem. Tuttavolla il p. Pa- de' canonici regolari lateranensi. Mo-
gi in Critic. ad an. 74^> "• '2, i3, rì in Roma 20 marzo 1757
ai

ha dimostrato che questi due con- d'anni ottantadue non compiti, con
ciliinon sono propriamente che un infinito rammarico de' poveri, le
solo, tenuto nel 74? e non nel 743, miserie de' quali trovavano presso
sotto Carlomanno re di Francia ,
di lui tenera compassione e gene-
e sotto s. Bonifacio legato della roso sovvenimento. Le sue ceneri
santa Sede, come provato
viene furono collocate nel centro della
dalla lettera IX del Papa s. Zac- chiesa titolare di s. Pietro in Vin-
caria al medesimo s. Bonifacio. Man- coli, sotto una semplice lapide, col-
si, Sappi, 600. t. I, p. le insegne cardinalizie ed il solo
LERCARI Nicola Maria, Cardi- suo nome. Dipoi il suo degno ni-
nale. Nicola Maria Lercari sortì la pote Giovanni Lercari arcivescovo
sua origine da una delle più cospicue di Genova, nella cappella gentilizia
famiglie di Genova ma nacq uè ai , di loro casa, nel battisterìo lale-
c) novembre 1675 in Taggia nella ranense, gli eresse un elegante mo-
diocesi di Albenga. Condotto a Ro- numento, ove al destro lato collo-
ma nel 1 686 nella tenera età di cò il di lui busto di marmo in atto
undici anni, dopo avere con suc- di orare genuflesso, con magnifico
cesso applicato agli .studi , fu da elogio. Questo cardinale dopo ave-
Innocenzo XII nel 1699 fatto re- re ricevuto Benedetto XIII nel suo
ferendario di segnatura, e da Cle- palazzo in Albano, da lui fabbri-
mente XI nel 1701 impiegato nel cato, generosamente lo lasciò per
governo delle città di Todi e poi uso perpetuo dei cardinali vescovi
di Benevento , dove la specchiata di Albano.
sua integrità e religione gli gua- LERIDA (Illcrden). Città con
dagnò la grazia dell' arcivescovo residenza vescovile della Spagna
cardinal Orsini, poi Benedetto XIII. nella Catalogna, capoluogo della
Da Benevento fu trasferito al go- provincia del suo nome , distante
verno di Camerino, e lichiamalo trentaquattro leghe da Barcellona
a Pv.oma ebbe luogo tra ponenti i e venticinque da Saragozza. Giace
di dopo alcuni mesi fu
consulta, e in fertilissimo territorio, sulla riva
di nuovo destinato al governo del- destra della Segra o Sicori, che si
le città di Ancona, di Civitavec- attraversa sopra un bel ponte di
chia e di Perugia; indi restituitosi pietra di sette archi, ed è celebre
in Roma fu ammesso tra i votauti perchè di cesi che prima portava
io6 LER LER
arene d'oro. Una parte di questa contro i romani, furono le vittime
città è fabbricata in forma di an- di questi due popoli. Nelle vici-

lltealro, sul pendio di un'alta mon- nanze di questa città Scipione ri-

tagna, sulla cui sommità vedesi una portò una segnalata vittoria sopra
cittadella; il restante si estende lun- Annone, generale cartaginese, l'an-
go la Segra, sino al piede d'un'al- no di Roma 537, e Giulio Cesare
tura su cui è situato il forte Gar- vi sconfisse Afranio e Petreio luo-
den. Lerida è una delle più im- gotenenti Pompeo, V anno 705
di
portanti piazze di guerra della Ca- di Roma, dopo averla conquistata.
talogna ; ha buoni baluardi bastio- I romani le diedero il titolo di cit-

nati, e dal lato del nord-ovest fosse tà municipale, e sotto il dominio


piene d'acqua. Eccettuata la strada de' goti cadde nella decadenza del
che r attraversa nella parte bassa, romano impero. Caduta in potere
che ha un quarto di lega di lun- dei mori nel 716 della nostra era,
ghezza, tutte le altre sono piccole venne conquistata sui medesimi da
e tortuose. Le più belle case sono R.aimondo Berengario re d'Aragona
nella riviera, ove si osserva una nel I 49) 6 divenne quindi per
1

bella strada lungo l'acqua. Il solo qualche secolo la residenza dei re


edilizio che fissar possa l'attenzio- d'Aragona. I francesi se ne impa-
ne è la magnifica cattedrale; vi si dronirono durante la rivolta de' ca-
vedono pure sulla collina del forte talani, ma gli spagnuoli la ripre-
gli avanzi dell'antico palazzo dei sero, e sconfissero il corpo di trup-
re di Aragona. Avvi un ospizio, pe del maresciiillo de la Mothe nel
un ospedale militare, un collegio i644- Enrico di Lorena conte d'Har-
e degli ameni passeggi. Celebre era court fu obbligato di levarne l'as-

l'anticasua università che a' tempi sedio nel 1646, e così pure Luigi
di Adriano VI era insigne , come di Borbone, II di nome e principe
rilevasi dall'opera del suo famiglia- di Condé, nel 1647. Filippo duca

re Ortiz. Calisto III già canonico d'Orleans, comandante dell'arma-


di Lerida, fatto dall' antipapa Be- ta di Filippo V re di Spagna, la

nedetto XIII canonico della catte- prese di assalto nel giorno 1 1 no-
drale, avea nella medesima uni- vembre 1707, dopo sei settimane
versità ricevuto il grado di dottore, di assedio, e la fece saccheggiare,
ed ivi era stato professore di leg- avendo preso il partito dell'arcidu-
ge. Anche
s. Vincenzo Ferreri as- ca Carlo d'Austria poi imperatore.
sunse grado di dottore nell' in-
il Cadde in potere de' francesi il i\
signe università di Lerida, la quale maggio 18 IO, e nel iSiS aprì le
fu poi soppressa nel 1717, ed uni- sue porte ai francesi ed alle trup-
ta a quella di Cervcra da Filippo pe reali spagnuole.
V re di Spagna. La sede vescovile fu eretta verso
Lerida è l' antica Herdan capi- l'anno 600, secondo Commanville ,

tale del paese degli ilergeli. Lungo altri dicono nel III secolo e fatta
tempo prima dell' invasione de' ro- sulFiaganea della metropoli di Tar-
mani ebbe dei principi particolari, ragona di cui lo è tuttora. Fino
gli ultimi de' quali Mundonio ed dall'anno 269 viene nominato s.
Indibilis, avendo alternativamente Licerio o Glicerio in vescovo di Le-
preso parte contro i cartaginesi e rida : intli si trovano altri vescovi
LER LER 107
clie sottoscrissero a diversi concilii sono altre quattro parrocchie, in
/ino al 716, nel quale anno i mori due delle quali vi è il battisterio;
s'impadronirono di questa città. Fu e vi è pure il seminario. Ogni nuo-
allorache vescovi di Lerida sta-
i vo vescovo è tassato ne' libri della
bilirono la loro sede a Roda sui camera apostolica i5oo asseritur
confini della Catalogna, dove fuvvi ad praesens ascendere ad 3oo,ooo
fabbricato in seguito un monaste- circiter regalhun moneta e de Vel-
ro pei canonici di s. Agostino. iVel lori nuncupatae pensionibus gra-
I
149 poi, che come dicemmo la vati.

città fu conquistata dal re d' Ara-


gona, scacciandovi gì' infedeli, i suoi Concilii di Lerida.
vescovi abbandonarono la sede di
Roda e ritornarono a Lerida. Nel Il primo concilio fu tenuto nel
secolo corrente furono vescovi Gi- 5i4 o 524 sotto Teodorico, com-
rolamo Maria de Torres della dio- posto di otto vescovi, che vi fece-
cesi di Pamplona, fatto vescovo da ro sedici canoni, il primo de' quali
Pio VI nel 1783. Emmanuele de ordina, che quelli che servono al-
Villar traslato da Titopoli in par- l'altare si astengano di versar san-
tibiix da Pio VII nel 18 16. Simo- gue umano, sotto qualsivoglia pre-
ne Antonio a Reateria-y-Reyes del- testo, anche di difendere una città
la diocesi di Santander, nominato assediata, sotto pena di due anni
dal detto Papa nel 1819. Paolo di penitenza e di non essere mai
Colmenares monaco benedettino del- promo-ssi a gradi maggiori. Da que-
la diocesi di Calahorra, fatto ve- sto canone apparisce che la neces-
scovo da Leone XII nel 1824. Il sità di difendersi dalle incursioni
regnante Papa Gregorio XVI, per dei barbari faceva insensibilmente
morte del precedente, nel concisto- dimenticare ai chierici l'antica dol-
ro de' i5 aprile i833 preconizzò cezza ecclesiastica. R^egia t. I; Lab-
in vescovo Giuliano Alonso dell'or- bé t. IV; Arduino t. II; Diz. dei
dine premonstratense della diocesi conc.
di Zamora. In (juesto tempo la Il secondo concilio ebbe luogo
sede è vacante. nel 546 sopra la disciplina eccle-
La cattedrale, vasto edifizio, è sa- siastica. Aguirre t. III.
cra a Dio, e sotto il titolo della Il terzo nell'anno 1229. Aguir-
Beata Vergine assunta in cielo. Il re t. III.
capitolo si costituisce di sei dignità, Il quarto concilio si tenne nel
delle quali è prima il decano, di I246 per la riconciliazione di Gia-
venticjuattro canonici comprese le como I l'C d'Aragona, che avea fat-
prebende del teologo e del peni- to mozzare la lingua al vescovo di
tenziere, di trentalre beneficiati, e Girona, perchè avea scritto al Pa-
di altri pcrzionari e cappellani in- pa Innocenzo IV contro di lui; ma
servienti all'ufSziatura ecclesiastica. avendo quel principe confessato pub-
JN'ella cattedrale, di fonte battesima- blicamente il suo delitto, fu assolto
le munita, vi è la cura d' anime ;
dal Pontefice e prosciolto dalla sco-
non lungi da essa sorge l'episco- munica. Aguirre t. Ili ; Arduino
pio ,
palazzo di ottima struttma. t.VII ; Mariana lib. XIII, e. 6.
Oltre la cattedrale nella città vi Il quinto concilio si celebrò nel
io8 LER LER
12^7 pei privilegi de' vescovi. A- luogo vago e dilettevole, pieno di
guirre t. III. fontane, coperto di erbe, smaltato
LERliXS o LERINO, Congrega- di (lori, piacevoli egualmente alla

zione di monaci. Prese il nome da Vista che all'odorato. Ma gli spa-


una delle due isole del suo nome, gnuoli tagliarono le foreste di pi-
ove fu il celebre monastero che ni, che formavano una gralissiraa
sussisteva sul finire del passato se- ombra contro gli ardori del sole,

colo. Lerins sono due isole del ma- e che la natura avea disposti in
re Mediterraneo sulla costa della viali, al termine de' quali s'incon-
Provenza, poco distanti l'uiia dal- travano degli oralorii fabbricati in
l'altra, e situate in faccia a Can- onore dei santi abbati o monaci
ne e verso Antibo. Alcuni geografi dell' isola. I turchi sempre la ri-

ne parlano sotto il nome di Pla- spettarono, e mai vi discesero, quan-


nasia e di Lero, altri sotto quello tunque ciò fosse loro agevolissimo.
di Lero e Larina. Lero è la più Gettando s. Onorato fonda- i

grande delle isole, chiamata in oggi menti di Lerins avea convenuto


s. Margherita; Planasia o Larina con Leonzio vescovo di Frejus, sot-
è minore, detta di s. Onorato
l'isola to la du'ezione del quale era allo-
perchè questo santo vi fondò il ra queir isola, che i chierici ed i

detto monastero nel 3^5 o nel sacerdoti sarebbero ordinali dal so-
391 o nel 4 IO- Il santo cacciò dal- lo vescovo, o da colui al quale egli
l' isola serpenti che la rendeva-
i ne avrebbe data la permissione, e
no deserta, e procurovvi una fonte ch'egli solo conferirebbe la sacra
di acqua dolce; poi fu nominato cresima, ma
monaci lai-
che tulli i

arcivescovo d'Arles. Questa solitu- ci sarebbero sotto la dipendenza


dine fu per molti secoli il semi- degli abbati da loro eletti. Mal-
nario de' vescovi della Provenza e grado questa convenzione, il vesco-
delle Provincie vicine. Diede alla vo Teodoro avendo preteso una
Chiesa dodici arcivescovi, altrettanti giurisdizione assoluta su tutto il

vescovi, dieci abbati, quattro monaci monastero, Ravennio arcivescovo


messi nel numero de'santi confessori, d' Arles convocò un concilio ove le ^

con una infinità di martiri, senza questioni furono pacificale , obbli- I


parlare di un grandissimo numero gandosi Teodoro a quanto avea
di monaci illusili. Ennodio chiamò convenuto Leonzio. La regola che
l'isola, la nndrice de'xanlij e Sido- seguivano in origine i monaci di
nio Apollinare ne parla vantaggio- Lerins si congettura che fosse di
samente, cHiiamandola Planasia, In- s. Macario, in seguito osservarono
sula plana. Le isole di Lerins htui- quella di s. Benedetto, cioè verso
110 provato diverse vicende. Molte il IX secolo, quando ncll' 8 7 1
il

volle furono saccheggiate dai cor- concilio d' Aquisgrana 1' impo.se a
sari. Gli spagnuoli le sorpresero nel tulli i monasteri, ovvero solamente
settembre i635 e ne furono espulsi quando s. Odilone abbate di Clu-
nel maggio iGSy ; ma ne' due an- ny venne incaricato della direzio-
ni che le dominarono desolarono il ne questa abbazia nel 997. Cer-
di
santo luogo, di cui s. Eucherio ci to è che nel 66 1 i monaci di Le-
ha lasciala una amenissima descri- rins elessero per loro abbate Ai-
zione. Ce lo ha dipinto come un guUu tnouaco di Fleury ,
quello
LKR LER 109
stesso che avea portato in Francia fìnatmente Agostino Grimaldi ve-
le reliquie di s. Bcnedello; laonde scovo di Grasse, essendone abbate
pare che un uomo così attaccato nel i5o5, lo assoggettò alla con-
a quel santo, senza dubbio avrà gregazione dei benedettini della ri-

proposto la sua regola a quelli che si forma di Monte Cassino e di s.

soggettarono alla sua direzione. Que- Giustina di Padova, che ne prese


sto pio abbate soffrì le persecuzio- possesso l'anno i5i5; ciò appro-
ni di alcuni furibondi monaci e , vando il Papa Leone X, ed il re
con alcuni del suo partito ebbe di Francia Francesco L Dopo que-
tagliala la lingua e cavati gli oc- st'epoca gli abbati non furono piìi
chi : questi furono i primi martiri perpetui, e abbazia divenne com-
1

di Lerins, il di cui sangue consoli- menda. Vi furono stabiliti monaci i

dò maggiormente la riforma. La della congregazione di s. Mauro


riputazione di santità eh' ebbero i nel i638, unione che poco durò.
successori di s. Aigulfo, attirò nel- Tutta r isola era sotto la dipen-
r isola un numero prodigioso di denza del monastero. Gallia Chri-
persone che andavano ad impara- stiana t. Ili, p. 189 e seg. 11 p.
I

re la perfezione sotto la loro di- Bonnani nel Catalogo degli ordini


rezione, e dicesi che la comunità religiosi par. I, ce ne dà la figura a
fu composta di più di cinquecento p. CXXIV, dice che l'abito de' mo-
religiosi, quando i saraceni invase- naci lirinensi era nero, della forma
ro l'isola negli anni 780 e ySi. di quello de' greci, con piccolo cap-
S. Forcarlo che n' era abbate, pre- puccio, e che di essi scrissero il

vedendo tal disastro, ebbe cura di Choppino nel suo Monasticon, il

far ritirare in Italia trentasei gio- Surio nel tom. V, il Mireo nella
vani religiosi, che
e sedici fanciulli Cronica, ed il Baronio.
si educavano monastero; tutto
nel LERO o LEROS, Leria. Sede
il restante fu massacrato dagli in- vescovile nell' isola del suo nome,
fedeli, a riserva del vecchio Eleu- nell'esarcato d'Asia, sotto la metro-
terio, per essersi nascosto, che poi di- poli di Rodi, eretta nel IX secolo,
venne abbate, e di quattro giova- e chiamata anche Larosa. Leros
ni monaci che fuggirono nel bosco, isola dell'Arcipelago, presso la co-
donde tornarono a Lerins, Vi fu- sta d'Anatolia nel mare Egeo, una
rono diversi priorati tanto in Plan- delle Cicladi, è considerabile per
cia, che in Italia ed in Catalogna suo doppio porto, e
il per l'aloe
dipendenti dall'abbate di Lerins, che vi cresce. Coperta di monta-
e i di cui priori dovevano tro- gne assai alte, vi sono molte api
varsi ai capitoli generali. Eranvi che danno un miele eccellente. Fu
altresì dei monasteri di donne che patria di diversi uomini illustri,
ne dipendevano, come quello di come di Patroclo, ed era una an-
Tarascona, ch'era rimasto sotto la tica colonia di milesii, che ave-
giurisdizione dell'abbate, ed anco vano una grande riputazione di
uno di canonici regolari. 11 mo- probità. L'isola rinchiude una cit-

nastero di Lerins dipendeva da tà dello stesso nome, situata sulla


principio dall'abbazia eli Cluny ; fu costa orientale, sul pendio d'una
soggettato in seguito a quella di s. montagna, fra due porti. E do-
\iltore di Marsiglia nel i366) e minata da un castello fortificato
.

I IO LES LES
in rovina, già eretto dai genove- tivo di molti ruscelli e fontane
si. Si osserva sulla costa settentrio- che trovansi ne'suoi dintorni, e che
nale il porto Parlhein, che può gli abitanti del paese chiamano
contenere una squadra, e cli'è las escourres. Fu la città assai im-
ben difeso dalla piccola isola Ar- portante nelle guerre di religione,
cangelo, posta innanzi al suo in- e nel 1569 il conte di Montgom-
gresso. La sede vescovile di Lero mery la prese e ne saccheggiò le
ebbe per vescovi, Giovanni che si chiese. Vi si coltiva molto il lino.
trovò quinto concilio generale; Ser-
al La sede vescovile fu fondata nel
gio che intervenne al settimo ; Giu- V secolo, e fatta suffraganea pri-
seppe all'ottavo; e Calisto che sede- ma d'Elusa o ElusaCj che unitasi
va sul finire del VI secolo. Orieiis nell'VIlI secolo ad Auch, lo diven-
christ. 956. Al presente Lero,
1. 1, p. ne questa metropolitana. Il pri-
di
LereH) è un titolo vescovile in par- mo vescovo di Lescar o Benarnuni
tibus, sotto l'arcivescovato pure in fu san Giuliano, ordinato vescovo
pardhus di Rodi, che conferisce la di Bearn da Leonzio arcivescovo
santa Sede. Ne furono ultimi a di Treveri in principio del V se- I

portarlo Emmanuele de Schimen- colo. Gli successe s. Galattorio, il

ski di Breslavia, fatto da Pio VI quale assistette al concilio d' Agde


a' 18 dicembre 1797, non che suf- nel 5o6. Rovinata nell' 84^ Bearn,
fraganeo di Uladislavia, morto nel dice Commanville che il vescovo
182 5; e monsignor Vincenzo An- si ritiròa Morlano, borgo distan-
novazzi di Civitavecchia fatto a' 3 te quattro leghe. Nel seguente se-
luglio 1826 da Leone XII, e suf- colo avendo Guglielmo duca di
fraga neo di Porto, s. Piullìna e Ci- Guascogna , come dicemmo, rifab-
vilavecchia , indi nel i838 dal bricata la città col nome di Lescar,
Papa regnante Gregorio XVI tras- fu ripristinata la sede vescovile nel-
lalato ad Anagni che paternamen- la nuova città, e poscia Sancio suo
te governa. figlio ristabilì l' antica cattedrale
LESBO, r. Metelino. dedicata alla Beata Vergine. Cin-
LESCAR . Città vescovile di quantuno furono i vescovi di Le-
Francia nel Bearn, capoluogo di scar, dall'epoca dell' istituzione di
cantone del dipartimento dei Ba^si- questo vescovato sino alla soppres-
Pirenei, situata sopra una collina, sione; la maggior parte di essi si

distante duecento leghe da Parigi, distinsero per religione, dottrina e


presso la riva destra del Gave di zelo nel governo della diocesi
Pau. Alcuni autori credono che que- L'ultimo vescovo fu Marc' Anton io
sta città sia stata fondata verso de Noè della diocesi di Rochelle,
l'anno 1000 ^e^r- colle rovine di fatto vescovo da Clemente XIII ai
nensiuni Civitas^ come la chiama- 16 maggio 1763, dimissionario nel
rono latini, poscia Lascura Bcne-
i 1S02 quando Pio VII pel concor-
harniim, indi Benaniensium iirbs : dalo soppresse la sede, morendo
questa città l'avevano distrutta i nel medesimo anno a Troyes, alla
normani neir84'>. Altri dicono che cui sede il Papa lo avea traslata-
Guglielmo Sancio duca di Gua- to da pochi giorni. Il vescovo di
.scogna la rifcdjbricò nel 980 e pre- Lescar era presidente degli stati di
se alloia il nome di Lesrar, a nio- Bearn,. primo consigliere del par-
1

LES LES 1 1

Jatnenlo tli Pau, e primo barone tentrione e che la domina. Il

di Learn. Il capitolo della calle- porto scavato nel iSgy è spazioso,


diale coruponcvasi di sedici cano- profondo e perfettamente difeso
,

nici e di oUo prebendati. JXella da roccie esso è cinto di buona


;

città eravi un collegio di barnabi- muraglia ed ha due ingressi, ciò


ti, e nella diocesi conlavansi due- che permette di giungervi con ven-
cento quaranta parroccliie. ti diversi, per cui quantunque non
LESINA (Pharen). Città con vi si faccia un commercio,
esleso
residenza vescovile in Dalmazia, vengono ivi per allro ad ancorar-
sulla costa dell' isola del suo no- si moltissimi navigli, che qui aspet-
me, huigi dieci leghe da Spala- tano il tempo favorevole. Nel 1 353
tro, posta parte in monte e parte fu questa città saccheggiata dai ge-
in una valle ristretta, il cui piano novesi, nel i5oo i turchi 1' attac-
forma la sua piazza e parte del carono, ma il generale veneto Pe-
molo. È il capoluogo dell' isola saro gli sconfìsse. Nel 1571 fu
Lesina o Liesina Pliaros Fini- , , presa la città dal corsaro Ulaza-
rà o Pharia del mare Adriatico, li, ma non tardò a ritornare in
d'aria salubre e dolce; l'isola fu potere dei veneziani, dopo il qual
eretta in repubblica da una colo- tempo seguì i destini della Dal-
nia di parli, indi passò sotto il mazia.
dominio degli antichi re d' Illiiia, La sede vescovile da un' arci-
nel 584 sotto quello devoniani, i pretura ch'era sotto la diocesi di
quali nelle guenc con Filippo re Spalatro, un arcivescovo di Piago-
di Macedonia più volte distrussero si nel ii4o l'eresse coli' autorità
la città. Passò in seguilo con al- del Pontefice Eugenio III in sede
tre isole in potere de' narenlini a vescovile, altri dicono nel 5o, i 1

cui fu tolta dal doge veneto Pie- ciò che confermò nel 1198 Inno-
tro Orseolo li nel 997, finché di- cenzo HI, sotto la metropoli di
venuta proprietà di signori parti- Spalatro, donde passò suffraganea
colari,uno di questi, Aliota Cape- di quella di Zara, come Io è tut-
na, nel 1424 'a cedette alla re- tora. Ne furono ultimi vescovi An-
pubblica di Venezia, alla quale se- gelo Pietro Galli di Corfù, fiuto
condo, altri l'isola si diede spon- vescovo da Pio VII nel 1801. Do-
taneamente nel i4'2i. Quanto alla po alcuni anni di sede vacante il
città di Lesina, la situazione è de- medesimo Papa dichiarò vescovo
liziosa, mentre le sue case disposte Giovanni Scacoz di Traù nel 1822.
in forma di anfiteatro gli danno Per sua morte il Papa che regna
un aspetto bello, sebbene sieno Gregorio XVI, nel concistoro de'2 i
nella maggior parte in cattivo sla- febbraio iSSg, trasferì dalla sede
to. Il palazzo del governatore ,
di Sebenico a questa di Lesina
quello del vescovo, la cattedrale, l'odierno vescovo monsignor Filip-
e molte altre chiese sono degne di po Bordini di Scardona. La cat-
essere osservate. Questa città è mu- tedrale, moderno edifizio, è sacra
nita di un castello fortificato in fi- a Dio sotto r invocazione di san
gura circolare, eretto dagli spagnuo- Stefano 1 Papa e martire. Il ca-
li, sulla sommità di un pietroso pitolo si compone di due dignità,
ed erto monte,, che sorge a sct- la prima delle quali è l'arciprete,
ìli LES LES
di sei canonici comprese le prebende rale, e vi un cappel-
teneva pure
del teologo e del penitenziere, aiu- lano. Il 1627 la
terremoto del
tati nelle sacre funzioni da cinque distrusse quasi intieramente, e non
preti e tre chierici. Nella catte- vi restò che un piccolo villaggio
drale vi è il fonte battesimale e che trovasi presso il golfo di Ro-
la cura delle anime, di cui è par- dia, sul pescoso lago di Lesina, che
roco l'arciprete: tra le reliquie che è Pantanus Incus di Plinio, chia-
il

in essa si venerano^ vi è il corpo mato anche Salso o Salpe, il qua-


di s. Prospero martire, patrono di le si estende sui contorni di s.

tutta l'isola. Presso la cattedrale Nicandro e di s. Paolo, e non è


è il palazzo vescovile. Oltre la cat- diviso dall'Adriatico, in cui sboc-
tedrale in città non vi sono altre ca, che mediante una lingua di
chiese parrocchiali o collegiate; vi terra bassa e ristretta. La sede
è un convento di religiosi, un mo- vescovile di Lesina vuoisi eretta
nastero di monache, una confra- nel secolo X, ma il primo vescovo
ternita, un ospedale; ma il monte di di cui si ha notizia fu Nicolò ca-
pietà ed il seminario, secondo la nonico di Benevento, sotto la cui
proposizione concistoriale per l'at- metropoli era la sede, ed il qua-
tuale vescovo, si desideravano. Am- le nell'anno 1254. Gli suc-
fiorì
pia è la diocesi, compresa in cir- cessero,Perono che nel i265 pose
ca centottanta miglia di paese, la prima pietra nella chiesa di s.
comprendendovi pure qua- tre isole, Maria di Valle Verde; Lorenzo nel
li sono quelle di Lesina, Brazza e i343; Guglielmo, morto nel i348;
Lissa. Ad ogni nuovo vescovo la fr. Alberto francescano, in detto
mensa è tassata ne'libri della can- anno traslato da Nicomedia da
celleria apostolica in fiorini qua- Clemente VI; fr. Andrea de Cal-
rantuno, ascendenti i frutti annui viiiis francescano nel i35i, e quelli
della medesima in fiorini 9700 che registra 1' Ughelli nell' Italia
delle monete di quel luogo. sacra t. Vili, p. 309. Tra que-
LESINA o LESIRIA. Città ve- sti faremo menzione di Francesco

scovile del regno delle due Sicilie, de'couti Titignani da Todi cistcr-
nella provincia di Capitanata, di- ciense, fatto vescovo nel 1400.
stretto di s. Severo da cui è di- Nicolò de'Tartagli cistcrciense, no-
stante sessanta miglia, sulla riva di minato da Gregorio XI l nel i4o9>
un lago cui dà il nome. Sta alle mentre dimorava in Gaeta. Dopo
radici aquilonari del Monte Gar- di lui nel 14519 Pio II uni que-
gano, e dicesi fondata dai cristia- sta chiesa alla metropolitana di
ni pescatori di Lesina isola della Benevento, ma dipoi nel 1472
Dalmazia. Fu distrutta e più vol- tornò a dividersi, e Sisto IV vi

te desolata dai saraceni, e poi nominò in vescovo fr. Tommaso


dagli abitanti di nuovo riedificata. di Bitonto, cui successero, nel
La regina Margherita madre di 1482 Masello de Auria napoleta-
Ladislao re di Napoli, la donò al- no; nel i5o7 Francesco Nomeci-
la chiesa ed al monastero della si nel i526 fr. Luca Matteo Ca-
;

ss. Annunziata di Napoli, con lutti racciolo carmelitano; nel medesimo


i suoi diritti nel i4'i> '^ quale anno tV. Jacopo mantovano dei
vi esercitò il suo dominio tempo- predicatori; e nel i538 mor"i il
LES LET 113
successore Antonio Pannella napo- il Papa erasi portalo in Francia
letano. 11 Sarnelli nelle sue Memo- per implorar l'aiuto del re Filip-
rie p. 11^ dice che ultimo ve-
1' po I contro r imperatore Enrico
scovo fu Orazio Greco di Troia V. Mansi, Sappi, t. II, p. 237.
in Puglia, eletto a' 1 8 febbraio iSTi LETARDO (s.), vescovo. Seguì
da Giulio IH, che nel i556 fu in Inghilterra la regina Berta, fi-

vicario generale dell' aicivescovo di glia di Caroberto I re di Parigi,


Benevento Giovanni della Casa : destinata sposa ad Etelberto il più
intervenne al concilio di Trento possente dei sovrani dell'Eptarchia,
sotto Pio IV, e nel sinodo provin- circa lametà del sesto secolo, in qua-
ciale del cardinal arcivescovo Sa- lità suo limosiniero e direttore,
di
velli, celebrato agli i i aprile 1567. ed adoperossi zelantemente per as-
Verso questo tempo la sede fu sodarla sempre piìi nelle cristiane
soppressa,, e di nuovo riunita alla virtù. pagani edificati della vita
I

metropoli di Benevento, divenendo esemplare e dei discorsi del vene-


arcipretura. rando prelato, lasciarono a poco a
LESINGI Erardo, Cardinale. poco le loro superstizioni; e lo stes-
Erardo Lesingi della diocesi di so Etelberto sentiva diminuire la sua
Langres, decano e poi vescovo di avversione per la religione professa-

Auxerre, essendosi trasferito a Ro- ta dalla regina sua moglie, per cui
ma per difendere i diritti della in appresso, fattosi anch'egli segua-
sua chiesa contro il conte d' Au- ce dell'evangelo, divenne santo. In
xerre, da Giovanni XXI, secondo tal guisa i semi del cristianesimo
il Ciacconio, o da Nicolò 111, se- che Letardo gettò nel regno di Kent,
condo il Cardella^ nel 1276 o apparecchiarono le vie al santo mis-
1277 fu creato cardinal vescovo sionario Agostino. Fu seppellito sot-
di Palestrina. Prima di essere fre- to la porta maggiore dell'antica chie-
giato di questa dignità recitò una sa di s. Martino, ov'egli celebrava
orazione alla presenza di s. Luigi i divini misteri per la regina Ber-
IX re di Francia, onde persua- ta. Onoravasi per lo addietro a
derlo ad obbligare gli scomunicati Cantorbery; e nella chiesa abbazia-
a chiedere 1' assoluzione della sco- le di s. Agostino si custodivano le
munica, prima che terminasse l'an- sue reliquie che si portavano alla
no dacché era stata lanciata. Morì processione delle Rogazioni. Veniva
nel 1277 o 1278 in Roma, e fu invocato massimamente in tempo
sepolto nella basilica di s. Stefano, di siccità, e spesso si provarono i

senza alcuna memoria, nella tom- prosperi effetti della sua intercessio-
ba di Guido di Mellotto eh' era ne. Alcuni moderni hanno preteso
slato suo predecessore nel vescovato. che s. Letardo fosse vescovo di Sen-
LESTAT. Luogo della diocesi lis; ma è più verosimile ch'ei fos-
di Cambray, ove il Pontefice Pa- sevescovo regionario, e forse anche
squale II nel 1107 tenne un con- non fu consacrato vescovo che quan-
cilio, assicurando al vescovo di do passò in Inghilterra colla regi-
Verdun il possesso de' beni con na. La sua festa è segnata a' 24
franchigia assoluta, sotto pena del- febbraio.
la scomunica contro chi lo mole- LETO (s.). Nacque nel Beni e
Stasse in avvenire per tale motivo, passò i primi aoni della sua infau-
voi. XXXVIII^ ^.»,.....«.,.^

^>^iù^\
ii4 LET LET
7.ia a gtinrtlare la greggia di suo città pel suolo, pel clima, pei co-
nadie. Eiili'ò giovanelto in un mo- stumi e per l'indole de' suoi abi-
nastero, dal quale uscì in appresso tanti, doveva concorrere alla sua
pel desiderio maggior perfezione,
di politica libertà ,
quale mantenne
e passò in quello di Micy presso sino al 1075. Fu allora che sulla
Orleans. Strinse amicizia con s. A- cresta del colle, come luogo atto
\ito, e tutti e due si ritirarono in a fortificarsi ed a rendeisi inespu-
una solitudine della Sologna. Essen- gnabile, gli abitanti alzarono il suo
do s. Avito tornato a Micy, s. Leto rinomato castello, che cangiò il
andò ad abitare nel bosco d'inatoi- luogo da villeggiatura in piazza di
re, detto poscia Foresta alle loggie, guerra. Quindi letterani uniti in i

nella Reauce. 11 concetto di santità armi agli amalfitani pugnarono


di cui egli godeva trasse a lui pa- accanitamente contro i surrenlini,
recchi solitari di somma pietà. La e successivamente contro i pisani,
sua morte si crede avvenuta circa i siculi, e quindi contro gli stessi

l'anno 534. Costruitasi una cappella amalfitani, con che debilitarono le


nel luogo della sua tomba, vi si loro forze, laonde non poterono
formò in seguito un villaggio assai poscia resistere Lo-all' imperatore
considerabile, che prese il uome tario li, ed Rugge-
al normanno
di s. Lié o s. Leto. Le sue reli- ro 1. Già letterani sino dalla me-
i

quie sono nella collegiata di Plu- tà del secolo XI cooperarono co-


viers, nella diocesi d'Orleans. E men- gli amalfitani a fondare iu Geru-

zionato ai 5 di novembre ; ma non salemme un ospedale, che poscia fu


è certo ch'egli fosse prete, quantun- culla al nobilissimo e potente or-
que gli si dia questo mar- nome nel dine gerosolimitano. Il detto ca-
tirologio d' Usuardo e nel romano. stello di Lettera è noto per uno
LETTERA o LETTERE, Let- de' più validi forti della contrada,
teranum. Città vescovile delle due perchè elevasi sulla vetta d' un
Sicilie, nella provincia del Principa' colle che s' innalza a picco sulle
to Citeriore, distretto di Castella ma- pianure d'Angri. Difeso natural-
re, in amena ed ubertosa valle, di- mente dai monti, più da altri pic-

stante cinque miglia da Nocera dei coli presidii che stavano iu poca
Pagani e da Castellamare. Fu
tre distanza, guarnito di torri e di
fabbricata dai romani, e cosi ap- mura validissime, non poteva non
pellala dalle lettere che il senato essere che difficile ad essere pre-
romano inviò a Lucio Siila, il qua- so. Ma ora esso è rovinato, e ben-
le iu tempo della guerra italica si ché la torre sia priva di merli
era accampalo nelle alture; per la supera tuttavia in altezza palmi
sua deliziosissima posizione e per centosessanta. Le tre torri che so-
la temperatura del suo cielo, ven- no agli altri angoli sono minori
tie scelta dai dominatori dei mon- assai in grandezza, e trovaosi ia
do a luogo di riposo e di sollievo, sufficiente stato. Una di esse è tut-
come attestano i diversi monu- ta vuota, chiamandosi la Torre del
menti e le iscrizioni superstiti. Al- grano, per le vettovaglie che ivi si M
loichè sorse la repubblica di A- custodivano negli assedi. I creduli 1
malfì altro destino si preparò a del luogo bonariamente ritengo-
Lettera, che come sorella a quella no che sia abitata dalle favolose
LET LET it5
l'Ili*', le quali, essi dicono, lianno di Roma, creato nel t44' ^^ ^^'^"

un libro, ov'è registrala la vita genio IV; Andrea Curiali nobile


die menano gli uomini, non die di Sorrento, eletto nel i5o3 da A-
il nome di ciascuno, con altri li- lessandro VI, intervenne al conci-
dicoli racconti, dettati dallo spa- lio generale Lateranense V ; Gio.
vento con cui riguardano il luogo. Antonio Pandosio nobile di Cosen-
Lettere, Lettenun, Lycterae, fu za, dichiarato nel 1^47 da Paolo
erelta in sede vescovile dal Papa III, fu al concilio di Trento, loda-
Giovanni XV detto XVI nel 98-, to per mirabile dottrina, onde scris-
quando eresse Amalfi in metropoli di .<e sulla predestinazione, della gra-
cui la fece sufiraganea. L'antica cat- zia, del libero arbitiio, del vero
tedrale di s. Andrea apostolo caden- corpo e sangue di Gesù Cristo; gli
do in rovina ed essendo troppo lon- successe nel i562 Sebastiano Lec-
tana dalla dimora degli abitanti, il cavella greco, insigne teologo dome-
Pontefice s. Pio V accordò al vesco- nicano, traslato da Naxia: ancor lui
vo Bartolomeo Ferri di Lugo do- intervenne al concilio di Trento;
menicano il permesso di fabbricar- morì Pioma nel i566, e fu se-
in
ne altra, sotto il titolo della Assun- polto in s. Maria sopra Minerva,
zione della Beata Vergine detta del Clemente Vili nel 1599 fece ve-
Popolo; indi nel i57o autorizzò il scovo fr. Francesco Bruschi di Sezze
vescovo Filippo Fasio Capponi pa- dotto minore conventuale, morto
lermitano di trasferire nella nuova nel i625; fu sepolto in patria nel-,
cattedrale il capitolo e le sante re- la chiesa di s. Bartolomeo, A que-

liquie. Era ufficiata da dieci cano- sti Gregorio XV diede per coadiu-
nici, di cui quattro erano dignita- tore Andrea Caputo nobilissimo na-
ri. Nella cattedrale la cura di ani- poletano, encomiato per dottrina ed
me veniva disimpegnata da un sa- erudizione, fatto perciò vescovo di
cerdote scelto dal capitolo; la dio- Costanza in partibus ; egli di suo
cesi era piccola, dappoiché non con- peculio rifabbricò il palazzo vesco-
teneva che la città e due borghi. vile, abbellì la cattediale, cui pure
Il primo vescovo di Lettere fu Ste- donò molte suppellettili sacre. Gli
fano ordinato dall'arcivescovo di A- successe per volere d' Innocenzo X
malfi Leone I, nel pontificato di nel i65o Onofrio Ponte napoleta-
Giovanni XVI, verso 1' anno 994- no, sotto il quale le rendite del sop-
S'ignorano successori fino al vesco-
i presso convento di s. Maria Annun-
vo Pietro, che ne occupava la se- ziata degli agostiniani, e quelle di
de nel II 18; nel 1169 gli succes- s.Maria Belvedere in Pimonte furo-
se altro Pietro; il vescovo Giovan- no applicate all'erezione del semina-
ni nel 1179 intervenne al concilio rio. Questa fu effettuata da Antonio
generale Lateranense 111, celebrato Molinari genovese che nel 1676 gli
da Alessandro 111. Meritano tra i successe, il quale consecrò la nuo-
vescovi di Lettere special menzione va cattedrale nell'anno 1696. Inol-
i seguenti Giacomo fatto nel
: :ì86 i treornò e riparò la chiesa di san
da Onorio IV; Giovanni di Pisa Leone in Graniano, nel quale luo-
domenicano insigne, nominato da go morì e fu trasportato nella cat-
Bonifacio IX nel 1892; Antonio tedrale. Il suo successore Giovanni
arciprete di s. Maria ad Martyves Anacleto Citi patrizio di Rossano, nel
ii6 LET LET
1706 riparò ed ornò la cattedrale Noè, fecero due colonne nelle qua-
rovinala dal terremoto, ed eresse li lasciarono scritte e scolpite tutte
dai fondamenti la torre campanaria. le arti, ed egli afferma di averne
Nel 1709 fu fatto vescovo il teati- veduta una in Siria. Filone Ebreo
no Domenico Gagliani napoletano le attribuisce ad Abramo, altri a Mo-

de' marchesi Pompilii, benemerito sè autore della legge scritta sulle

della cattedrale e dell'episcopio, e tavole col dito di Dio; altri dicono


per altre cose. Domenico Galisi no- che ne furono inventori i fenici!,

bile napoletano, fatto vescovo nel gli egiziani, ec. Crinito dice che Abra-
17 18 da Clemente XI, è l'ultirao mo inventò le lettere siriache e le

della serie dell'Ughelli, iLalia sacra caldaiche; Mosè l'ebraiche; i fenieii

t. VII, p. 270, la cui continuazio- le proprie che comunicarono poscia


ne si legge nelle annuali Notizie ai greci; Iside le egiziane; Nicostrato
di Roma. INIentre n' era vescovo quelle de'latiui ; Ultìla quelle dei
Bernardo della Torre di Capo di goti. Gli egizi ed i fenicii si sono
Monte, traslato da Marsico JNuovo per lungo tempo disputata la glo-
da Pio VI nel 1797, il Papa Pio ria di avere inventati i caratteri al-
VII nel 18 18 colle lettere De iiti- fabetici, ed ignorasi a quale di que-
liori Dominìcae, soppresse la sede sti popoli debba con maggior ra-

vescovile di Lettere, e l'unì a quel- gione attribuirsi. Credesi che l'Eu-


la di Castellnmare ( f^edi). ropa ignorasse i caratteri della scrit-
LETTERA Litem. Carattere
, tura sino all'anno 2620 del mou-
dell'alfabeto; figura di cui un po- do, in cui Cadmo, che
qua- fiori

polo si serve per signitìcare qualche ranta anni passando


dopo Mosè,
cosa, e la di cui unione fa conosce- dalla Fenicia nella Grecia, comuni-
re i pensieri degli uni e degli altri. cò ai greci la cognizione delle lettere,
Le lettere dell'alfabeto furono im- cognizione che Evandro dopo due-
maginate per conservare le espres- cento anni trasmise ai latini. Fino ai

sioni de' diversi suoni che si for- tempi di Plinio lutti i popoli cono-
luano parlando, e secondo Rollin sciuti si servivano dei caratteri gre-
la loro funzione è quella di farle ci ma in ; appresso l' alfabeto ro-
passare fedelmente al leggitore, co- mano ebbe a prevalere, ed è quello
me un deposilo che loro è confida- che oggidì si applica a quasi tutte
to. La primaria invenzione delle le lingue europee. Il Buonarroti os-
lettere si attribuisce a Dio, il qua- serva che nelle iscrizioni latine an-
le allorché diede all'uomo la ragio- tiche, vi sono mischiate lettere ed

ne e l'uso della parola, gì' insegnò intere parole scritte cou lettere gre-
pure il segreto di esprimere i suoi che. F'. gli articoli Lingua, Stampa,
pensieri per mezzo della scrittura. e tutti quelli che sono relativi a
Altri in vece danno il vanto d'in- questo argomento. Atenodoro Filip-
ventori delle lettere ad Adamo, ov- po stoico, grande amico di Augu-
vero a Noè, al dire di s. Agostino, sto che lo fece precettore di Tibe-

ch'è di opinione che come istruito rio,lo consigliò a contare le venti-

nelle arti meccaniche, scrivesse cou quattro lettere dell'alfabeto, prima


caratteri alfabetici; Giuseppe Ebreo di seguire i moti della sua collera.

conferma questa opinione, giacché Erodoto Attico, figliuolo di Attico

narra che i figliuoli di Set, nato da prefetto di tutta l'Asia sotto Nerva
LET LET 117
imperatore, ebbe un figliuolo cosi vocali nello scrivere, e si contenta-
inetto, che non poteva mai appren- vano di aspirarle nella pronunzia. I

dere dell'alfabeto suo pa-


le lettere : greci convertirono queste aspirazioni
dre pensò di dargli ventiquattro in vocali che rappresentarono con
schiavi, ciascun de'quali aveva una appositi segni nella scrittura un an- :

lettera dell'alfabeto dipinta sul pet- tico storico ne attribuì l'invenzione


to. A forza di vederli e di chia- a Lino precettore di Orfeo, di Ta-
marli, quell'imbecille conobbe l'al- miri e di Ercole. Nel secolo XVI
fabeto, ed imparò a leggere. il Trissino paragonando la nostra
La parola alfabeto è composta di pronunzia colla scrittura , giudicò
Alpha e Beta, nomi delle prime che quest' ultima fosse difettosa e
due lettere dell' alfabeto greco. La mancasse di lettere ad esprimere
parola alfabeto significa il cata- tuttii suoni; quindi propose di ag-
logo delle lettere usate da un po- giungere nell'alfabeto italiano tre
polo per rappresentare i suoni ele- altre lettere greche, come pure la
mentari della lingua ch'egli parla. /e i' consonanti ; anche il Tolomei
Si attribuisce, come dicemmo, ai fe- tentò aggiungere altre lettere
di
nicii, agli egizi ed anco agli assi- a quelle proposte dal Trissi-
già
rii l'invenzione de' caratteri alfabe- no, ma furono queste innovazio-
tici. L'uso delie lettere esisteva nel- ni gagliardamente impugnate e ,

l'Arabia avanti epoca di Giobbe, l' rimasero senza eflètto ad eccezione


contemporaneo di Giacobbe nipote della 7 e v consonanti, che il nostro
di Abramo; poiché nella provincia alfabeto ritenne e delle quali va
di Canaan v' era una città, molto debitore al Trissino. I caratteri alfa-
prima di Giosuè, chiamata Dahir, betici presentando ad un tempo e i
la quale in origine chiamavasi Ca- nomi delle cose,
e il loro numero,
rialh'Sepher, vale a dire Ciuà del- e le date degli avvenimenti, e le idee
le lettere. Platone dice positivamen- degli nomini, diventarono ben pre-
te che Thaut fu il primo in Egitto sto mistici segni agli occhi di coloro
che distinse le lettere in vocali, e medesimi che gli avevano inventati.
consonanti, in mute e in liquide. I caldei, i sirii, gli egizi attribuirono
L'arte di rappresentare le parole qualche cosa di divino alla combi-
col mezzo di caratteri alfabetici non nazione delle lettere ed alla manie-
si propagò se non che assai lenta- ra di pronunziarle. Alcune analoghe
mente nelle diverse regioni del mon- erudizioni si leggono nel Cancellie-
do: tranne gli egiziani ed alcuni po- ri, Descrizione della setlimana san-
poli dell'Asia, le altre nazioni igno- tó, in nota alle Lamentazioni. Il Sar-
rarono per molli secoli questa arte nelli nelle sue Lettere eccl. nel toni.
così utile. Gli storici piìi antichi si Vili, scrisse la lett. XVIII: Del si-
accordarono nel dire che Cadmo fu gnificato de' nomi e delle Jigure di
il primo che portasse in Grecia la alcune lettere dell' alfabeto. Il me-
cognizione de'segni alfabetici, ma il desimo ne! tom. IX, lett. XXX:
suo alfabeto non conteneva che die- Enoch come scrisse il suo libro de-
cisette lettere : Palamede alla guer- gli Egregori, parla delle lettere e-
ra di Troia, ne aggiunse altre quat- bree come le prime del mondo, per-
tro. I come la più parte dei
fenicii, chè derivate dalle assirie, siriache
popoli orientali, non seguavano le e fenicie. Nel tom. IV, lett. Il;
,

ii8 LET LET


Degli inventori delle lettere , indi spada con allusione alla guerra che
della stampa, dopo aver notato che fece ai cinque re: ha in mano la
le lettere ebree che ora sono in uso, squadra e le seste per aver insegna-
sono dette assirie come insegnano gli to le matematiche agli egiziani, co-
ebrei, riporta le iscrizioni che agli in- me vuole Giuseppe, o perchè da
ventori delle lettere da Sisto V fatti alcuni venne reputato come perito
dipingere nella biblioteca vaticana, il nella scoltura. Sul suo capo è l'al-

medesimo Papa fece porre sotto le fi- fabeto siriaco e sotto i piedi l'epi-
gure, che andiamo ad accennare an- grafe: Abraham syras, et chaldaicas
che coll'autorità del Taja, Descrizio- litleras invenit. Nella terza faccia è
ne del palazzo vaticano p. 432 e seg. dipinto Mosè colle tavole della legge
Negli otto pilastri che reggono la posate su due fibri; e perchè Eu-
volta della gran sala della biblioteca sebio lo dice anch'egli inventore del-
sono dipinti in sette di essi e ne' quat- l'alfabeto ebraico antico, questo si

tro lati di ognuno gl'inventori tutti vede sopra di lui, e sotto i piedi la
dei caratteri delle varie lingue, quali i scritta: Moyses antiquas hebraicas
Ciuatteri veggonsi formati entro una littcras invenit. Si vede nella quar-
cartella per di sopra a ciascuna figu- ta faccia Esdra in abiti sacerdotali,
ra. Il pilastro ultimo attaccato agli coir alfabeto ebraico odierno e la
archi a dritta dell' ingresso contiene iscrizione Esdras novas Hebraeo-
:

l'immagine di G. C. coli' iscrizione : rum litteras invenit. La prima fac-


Jesus Christus,suninms magister,coe- cia del secondo pilastro ha un' Iside,
leslts doctrinae auctor; nel secondo da s. Agostino creduta inventrice
lato vi è l'effigie del Papa s. Silvestro dell'alfabeto egizio, che le sta sopra,
I coll'epigrafe : Chrisli l'icariiisj nel avendo sotto queste parole Isis re- :

terzo vede la figura dell'imperatore


si gina aegyptiaruni litieraruni i/i«
Costantino Magno, col motto; Fidei ventrix. Nella seconda faccia si ve-
defensor. Nel pilastro che rimane a de Mercurio, creduto inventore dei
dritta dell'ingresso evvi l'effigie di A- geroglifici egiziani; suini è un al-
damo riguardato come l'inventore fabeto, che si vuole usato già in
delle antiche lettere ebraiche, confor- Egitto, e sotto leggesi: Mercurius
me si esprime da questa iscrizione A- : Tlioyt Acgyptiis sacras litteras con-
dani, divinitus edoctus, prinius scien- scripsitj è figurato nella terza faccia
tiaruni et Utleraruni inventarj la figu- Ercole egizio, tenuto inventore delle
ra è cinta di pelli e con una zappa in lettere frigie, come afferma l'iscrizio-

mano. Nel primo pilastro isolato veg- ne Hercules Aegyptius phrigias litte-
:

gonsi nella faccia che guarda le fine- ras conscripsitj a' piedi di Ercole è un
stre a sinistra due figli di Set, che fe-
i fanciullo, alludente al racconto di E-
cero due colonne, una di mattoni cot- rodoto, cioè che un bambino educa-
ti, l'altra di mattoni crudi ed empi- to senza mai udire a parlare, da sé
ronle di volumi per salvarli dall'acqua pronunziasse una parola frigia, si-

e dal fuoco. Sopra è l'alfabeto ebrai- gnificante il pane; per di sopra è


co antico, e sotto leggesi Filii Seth : l'alfabeto di quella lingua. L'ulti-
colnmiiis duabus rerum coelestium ma faccia ha 1' effigie di Menone
disciplinani inscribwit. La secon- stimato anch' egli trovatore delle
da faccia del pilastro medesimo rap- lettere egizie, che gli stanno im-
presenta Àbramo, il quale cinge la presse sopra, avendo per di sotto
LET LET HO
le Meinnon Phoroneus ne'
pillole : strade, della virtù o del vizio, che
qualts litteras in Aegyplo iinrnU. V uomo prende dopo la fanciullex-
La prima fat^cia del terzo pilastro za. Nella terza faccia è Epicarmo
ha Cecrope re d'Atene tiene nel- ; poeta, da alcuni credulo inventore
la destra un giogo, come simbolo di due lettere greche, colla scritta:
della fede coniugale, perchè viene Epicharmiis Siciilus dnas f^niecai
creduto istitutore del matrimonio addidit liUeras. Nella quarta si
tra 'suoi popoli, da lui ridotti dal vede Simonide colla lira, il quale
vivere selvaggio al civile, per cui trovò lettere, e sotto ha
quattro
gli sta presso un satiro mezz'uomo le Simonides Melicus qua-
parole :

e mezzo bestia ; per di sopra è tuor graecary.ni Ihterarum inveri'


l'alfabeto, di cui lo fa inventore tor. 11 quinto pilastro ha nella
l'iscrizione che segue, quantunque prima faccia l'effigie di Nicoslrata
si pretende che non trovasse più Carraenla madre di Evandro, che
che sedici o diecisette lettere: si vuole invenlrice dell'alfabeto
Cecrops Diphyes^ primus Aihenien- latino A, B, C, D, E, F, G, H,
siimi rex graecarum lillerarum
,
I, L, /!/, N, O, P, Q, R, S, T,
auclorj nella seconda faccia è di- f^, conforme dice la iscrizione:
pinto Fenice, avente sul capo l'ai- Nicostrala Carmenta latinaruni Ut'
fabeto fenicio, e sotto ai piedi si teraruni invenlrixj nella seconda
legge: Phoenix litteras Phoenìcibus è Evandro inventore di alcune
tradiditj sulla terza è effigiato Cad- lettere sul capo notale, e sotto
mo, colle parole: Cadnius Phoeni- lui si legge: E\>ander Cannentae
cis frater litteras sexdecim in fìlius Aborigines litteras docuit j
Graeciani intulit; nella quarta si nella terza si scorge Claudio im-
osserva Lino tebano colla sua li- peratore, che trovò tre lettere, due
ra ; per di sotto è scritto : Linus delle quali andarono in disuso,
Thebanus liiieranint graecarum in- per cui sopra ha solo l'
F , e sot-
ventor. La prima faccia del quar- lo l' epigrafe : Claudius inip. tres
to pilastro contiene l'effigie di Pa- novas litteras adinvenil; nella (piar-
lamede in armi, sotto cui è l'epi- ta vedesi Demarato corintio col-
grafe : Palamedes, bello Trojano^ V alfabeto etrusco e l' iscrizione , :

graecis litteris IIII adjecit. La se- Demaratus Corinlhius etruscarnrn


conda ha Pitagora inventore del- litteranwi aiictor. Il sesto pilastro
l' Y ; egli sta in atto d' intimar contiene nella prima faccia Ulfila
silenzio, ed ha presso una stadera vescovi de'goti che trovò le lettere
allusiva a quel suo detto con cui di cui quella nazione fece uso, co-
insegnava moderazione, cioè
la : me si ha dall' iscrizione : Ulphilas
Stateram ne excedas ; la iscrizio- episcopus Golìioruin litteras iiwe-
ne poi da piedi dice Pjthagoras : nitj nella seconda si osserva s. Gio-
Y lilLeram ad mnanae vitae exent- vanni Crisostomo, autore dell'alfa-
plum invenit; perchè il piede di belo armeno, conforme rilevasi dal-

questa lettera mostra, come si pre- le parole: Joan.Chrysosl. lilte-


*$".

tende, la fanciullezza che va sem- ramni armenicaruni aurlor ; la


pre diritta nella sua semplicità, e terza ha l* effigie di s. Girolamo,
il dividersi in due linee una stret- come inventore delle lettere illiri-

ta, l'altra larga, significa le due che, colla scritta: S. Hieronynnis


120 LET LET
liuerarum iUyricarum iaventor; nel- se non che quelli che istruìll era-
la quarta è s. Cirillo vescovo degli no nelle lettere, e da questo prin-
schiayoni che trovò altre lettere illi- cipio estendendosi le umane co-
riche egli ha sotto il motto
: S. : gnizioni, venne l'uso di non am-
Cyrillus aliarum iUyricarum Ut' mettere a certe cariche se non
tcrarum aucior. V. l'articolo Lin- che i graduati in qualche scienza
gua, ove si parla ancora della o in qualche facoltà. Ma nelU
scrittura e linguaggio dello stato Cina il nome di letterati si d^
denominazione di
pontificio, e della ancora ad una setta che si sta*
ciascun alfabeto e storia di alcuno bili in quel paese verso 1' annq
di essi. i4oo dell'era volgare, e della qua-
LETTERA DOMENICALE, Liù- le certo Confut-Zee viene riguar-
ter a Dominicalis . Le lettere dome- dato come il fondatore, se pure
nicali sono quelle che servono a non si è fatta qualche confusione
denotare la Domenica (J^edi), nel nei nomi, e non si è attribuita a
Calendario (Fedi), e propriamente questo nuovo settario una porzione
quelle per le quali è stato inven- dei donimi dell'antichissimo Confu-
tato il periodo solare, y. Ciclo, cio. Il nome di letterati negli stati
e Indizione. inciviliti dell'Europa si dà general-
LETTERATO, Lileratus, literis mente alle persone istrutte ^ e a
cxcuàus, eruditus. Scienziato, che quelle che oltre lo studio delle,

ha lettere, che studia di lettere. Dai lingue e delle lettere propriamen-


nostri più antichi scrittori si rileva te dette, hanno con altri studi col-
che letterato era ne' più antichi tivati i talenti loro, cosicché si con-
tempi chi era istruito nelle lettere, fondono sovente i nomi p i titoli

e più attendeva a leggere i hbri, di letterato, di scienziato, di dotto


che non a qualunque altra opere^ ec. Sovente però il nome di lette-

manuale , come dai claustrali ri- rato annunzia una persona versata
chiedevasi ; ma in appresso si este- in ogni genere di letteratura e
se il significato di quel vocabolo, fornita di buon gusto, e sotto que-
si applicò anco
disse alcuno letterato, e
alle
anche lette-
scienze, e si sto aspetto
si
si è spesso abusato e
abusa di quel titolo. I letterati
^
H
ralissimo in teologia, il che giusti- sono una delle porzioni più ama-
fica la spiegazione data nei nostri bili, stimabili ed utili della socie-
vocaljolari, ove si traduce il lette- tà ; riescono di lusti o, decoro e or-
rato per iscienzialo. I cinesi, come namento alle nazioni ; la loro vita
forse facevano anche gl'italiani più è dedicata all'amore scientifico e
antichi, danno il nome di lettera- letterario. I loro buoni studi e le
li a coloro che sanno leggere e loro scoperte danno vigore ed au-
non si
scrivere nella loro lingua; e mento alla cosa pubblica, al costu-
può giungere alla carica, alla di- me, alla religione, alla prosperità
gnità di mandarino senza essere dei popoli. Se taluno sfugge alla
jiconosciuto come letterato. Que- miseria, rare volte isfugge all' in-

sto avveniva anche in vari paesi vidia e al livore degl' ignoranti e


dell'Europa ne'bassi tempi, perchè degli sfaccendali, i quali quando non
alle cariche più cospicue e più possono fare altro, tentano dimi-
imporlauli non potevano ascendere nuirne il merito intrinseco col giun-
LET LET 121
gere talvolta a mettere in forse i cae 1726. Fu ristampato il libro
parti del loro ingegno e dei libe- ad Amsterdam nel 1 747 cuni no-
rali doni di Dio, massime se im tis varioruni; e se ne hanno altre
letterato trae origine da mediocre edizioni. Lo scopo dell' autore è di
(condizione, o non abbia fatto i re- additare le astuzie e
che gli artifizi

golari studii. Essi però vogliono usano i falsi usurpare


dotti per
ignorare i tanti esempi che abbia- una riputazione di cui sono inde-
mo di coloro, che senza educa- gni. 11 medesimo Mencke, chiama-

zione scientifica, pure con costante to pure Menchenio, fece una rac-
alacrità, fatica e indefessa applica- colta ben curiosa ed istruttiva sulle
zione pervennero a prendere posto calamità de' letterati e la stampò
fra i più chiari letterati, e si ele- in Lipsia sua patria, col titolo :

varono alla gloria delle lettere, ra- Analecla de calanutate literatoruni,


gionevolmente con maggior lode e dove ancora -inserì il trattato del
henemerenza di chi le apprese per bellunese Pietro Valeriano Bolza-
principio e comodamente, per cui ni. Sulla infelicità de' letterali. Be-
sono segno dell'ammirazione dei nedetto Menzioi costretto per in-
saggi e degli imparziali. vidia di emigrare da Firenze, ve-
Ji Sarnelli nel tom. Ili, pag. rificandosi in lui r antico prover-
1 1 4 delle Lttt. eccl. narra che bio Nenio propheta in patria sua,
:

Cicerone nel lib. Ili, De orato- si Roma ove mori cano-


ritirò in
re fa menzione delle seguenti ac- nico di s. Angelo in Pescheria e
claaiazionij che si praticavano coi professore sostituto di belle lettere
letterati e cogli oratori: Bene prae- neir università della Sapienza, do-
clare , belle ,
festive : non polest po avere sperimentato la protezione
melius. Ed Orazio nell'Arte poetica: della regina di Svezia Cristina. Egli
Pulcre, bene, recte. Persio, Euge. è autore del trattato : De invidia
Plutarco, Center, ingeniose, floride, hominis lilerali. Il Cancellieri a p.
in opusc. De audit.j biasima però 5o delle sue Dissertazioni cita
quelle ch'egli chiama voci forestie- l'opera di Michele Lilienlal : Oh-
re, come è quella divine, che pas- sen>at. de nianuuni eruditaruni ele-
sa dall'applauso all'adulazione. In- gantia, inter Stlecta historica et
oltre il Sarnelli t. I, p. 29, osser- litteraria. Regiom. et Lipsiae i 7 1
9.
va che pessimi chiama il diritto Da tale dissertazione ove è il ca-
canonico que' prelati, che avendo la talogo de' calligrafi letterali regi-
fortuna di avere sacerdoti virtuosi strati per nazione, avvertì Girola-
e dotti presso di loro, li uegligen- mo Tarlarotti in una lettera in-
tano se poveri. Nel tomo X poi torno all'eloquenza italiana di mon-
riporta la lett. Sui scrittori XV : signor Fontanini, inserita nel XXXI II

moderni che si approfittano degli degli opuscoli del p. Calogerà ,

antichi, come cosa ragionevole, a- parlando della necessità di scrivere


vendo pure gli antichi pigliate da bene, nominando alcuni gran lette-
altri quelle dottrine e concelti dei rati, ebbero bel carattere, e
eh'
quali si sono serviti. Giovanni Bur- sforzandosidi provare che tal pre-
ckard Mencke è autore delle dis^ gio dovrebbe essere proprio di cia-
sertazioni intitolate De charlatane- scheduno e particolarmente del-
,

ria eruduorum declaniatione, Lu- l'uomo dotto e civile, e non dei


123 LET LET
soli segietari, copisti eamanuensi, mire; si strigavano delle faccende
benché corra il proveibio, che gli e negozi temporali e domestici,
uomini di riguardo e i letterati come anche dai ptibblici maneggi,
scrivono male. Quanto poi pregiu- e tanto pertinacemente studiava-
dichi la mancanza di questo pre- no, che mettevano a pericolo la
gio, di cui dolevano di essere
si sanità e la vita; laddove oggidì si
sfornili Erasmo
e Budeo, per la dà solamente quel tempo allo stu-
perpetuità delle opere che lasciano dio, che avanza alle ricreazioni, ed
i letterati, per essere alcuni mss. agli spassi, all'ambizione ed all'a-

d* uomini dottissimi ininlellegibili, varizia, onde non è meraviglia se


si perdettero preziose opere. non sono pari a quelli che to-
11 p. Menochio nelle sue Stuore talmente erano posti nell' imparare
o traltaiimenù eruditi, tom. II, cen- e studiare, lasciata da parte ogni
turia VII, cap. LXXII discorre: altra cura, e qualsivoglia altro ne-
Se siano vere le ragioni che alcu- gozio. Avevano gli ateniesi fatto

ni apportano per mostrare che og- un editto che niun megarese, sot-
gidì pochi riescono gran letterati. to pena della vita, fosse ardito di
Egli pubblicò l'opera nel 1689, e entrare nella loro città. Eucli-
dice così. » Spesse volte si odono de eh' era cittadino di Megara,
lamenti d'uomini eruditi e d'inge- e che prima di quell'ordine tan-
gno, i quali deplorano 1' infelicità to severo avea cominciato a fre-
de'lempi nostri, perchè non essen- quentare la scuola di Socrate, non
do ora gì' ingegni meno abili ad voleva perdere le lezioni che avea
imparare le scienze degli antichi, incominciato ad udire, né essere
e vedendosi che in altre professio- privo de' profittevoli congressi col
che in quella delle lettere, non
iì\^ suo maestro , all' imbrunir dun-
mancano di quelli che fanno se- que delia sera, in abito di donna,
gnalata riuscita, come nella pittu- col capo coperto di veli, se ne ve-
ra, scoltura, architettura, arte mi- niva in Alene, e la mattina per
litare, e simili, ad ogni modo po- tempo all'isfesso modo mascheralo
chissimi sono quelli che nelle scien- si riconduceva alla patria ; tanta
ze liberali arrivino a qualche emi- era la stima eh' egli faceva della
nenza, ed adeguino la gloria degli . dottrina di Socrate, e tanto gran-
antichi filosofi, istorici, teologi, ma- de era il desiderio di apprenderla,
tematici, medici, legisti. Facilmen- che non istimava il pericolo della
te quelliche cos'i discorrono si vita, ne la lunghezza del viaggio di

accordano in dire, che quelli che quaranta miglia. »» ^. Lettere


oggidì si applicano allo studio del- BELLE.
le lettere non usano tanta diligenza Nel 1769 fu stampata in Na-
ed assiduità nell'iniparare come gli poli un'opera di Antonio Genovesi
antichi, che però non è da mera- intitolata: Lettere accademiche sul-
vigliarsi se minore è il profitto la questione se sieno pi ìi felici gli i-

di quelli de'quali l'industria non è gnoranti, che i scienziati. Fu ri-

eguale. Gli antichi iufianimati dal stampala in Venezia nel 177^1 e


desiderio di sapere, non si davano ne fu dato un breve giudizio nel-
ai piaceri, erano parchi e castigati le Effemeridi leti, di Roma ntun.
nel mangiare, nel bere e nel dor- I, del 1773. Dello spacco del-
LET LET 123
la croce che fanno gì' illcllera- per la potenza del marchese di To-

ti che non eanno scrivere, in ve- scana divenne Papa Stefano VII,
ce di sottoscrizione, ne parlammo ignorante delle sacie Scrittine. Be-
al voi. XVIIF, p. 245 e 246 del nedetto X antipapa, eletto nel io5ii
Dizionario, h' imperatore Licinio per opera di alcuni signori roma-
abborr'i talmente le lettere che le ni, era tanto illelteiato, che s. Pier

chiamava veleno e peste della re- Damiani protestò che lo avrebbe


pubblica; l'imperatore Giuliano l'A- liconosciuto, se avesse spii-g;iio un
postata le proibì ai figli dei cristia- sol verso ó* qualuncjue omelia. An-
ni, acciocché non avessero sì po- che tra i cardinali si noverano de-

tente arme contro i pagani; e Mi- gli illetterati, ed alcuni parenti dei
chele Baldo le vietò ai giovani, af- Pontefici; ma ciò non può stare al
finchè non sapessero più di lui. confronto di tante centinaia di dot-
Giunsero tuttavia al supremo sovra- tissimi e santissimi cardinali che
no potere molti illetterati, massime fiorirono in tutte le epoche, aven-
se fortunati o valorosi conquistatori, done riportato cognomi de' prin- i

di cui ne sono piene le istorie. Si è X,


cipali al voi. 24 e 2ì del Di- p.
in fatti disputato da molti aiitoii, zionario. Furono di poche lettere,
se siano da preferirsi le armi alle come si può leggere alle loro bio-
lettere, con le dissertazioni che ri- grafie, cardinali Sisto Giara della
i

porta il Cancellieri nelle sue Dis- Rovere, Ipnocenzo del Monte, An-
sertazioni epistolari a p. 8 ; ma d. drea Perelli, Giambattista Deti, Ja-
Sebastiano Ciampi nelle sue Me- copo Sannesi, Antonio Giori, Fran-
morie di rnesser Cina da Pistoia, cesco Maidalchini ed Enrico de la
p. 116, dimostra che spesso mi- i Grange, per non dire di qualche
litari sì sono creduti assai onorati di altro. Essi però nella maggior par-
poter intrecciare ai loro allori di te furono fregiati di altre belle
Marte, anche la laurea dottorale, qualità. Immenso poi è il numero
licitato p. Menochio nel t. I, centu- dei Pontefici protettori de' letterati,
ria I, cap. LXXIX tratta : Del det- che alla santità di vita, ed alla ma-
to del Savio, Eccles. e. 6; Melior gnanimità delle azioni, congiunsero
est sapientia, quain arma bellica; profonda dottrina, e presero luogo
e se più. nobili e pili degne sieno essi medesimi fra letterati; anzi si è i

le armi le lettere. Conchiude e- osservato che alcuni Papi alla loie


ruditamente, che la professione del- mediocre letteratura supplirono con
le lettere è più degna di quella proteggere le lettere e con altre eccel-
delle armi. Il secolo X fu per la se doti, virtù, equità e buon senso, e
santa Chiesa il più funesto e il più disimpegnarono con lode la subli-
infelice per rozzezza, ignoranza e me rappresentanza di capo della
malvagità, dunque non deve recare Chiesa e di sovrano. I romani Pon-
meraviglia se essendo la maggior tefici dunque non solo furono sem-
parte del clero illetterato, tale pu- pre munifici protettori de' letterati
re fu alcuno de' Pontefici di quel- e delle scienze, ma queste eglino
l'epoca lagrimevole, eletti talvolta stessi professarono, al modo che
dalla potenza delle fazioni; in quei audiamo ad accennare.
tempi non minore era l' ignoranza Il principe degli apostoli e pri-
de' laici, tranne ben pochi. IN'ell'ygG mo Pontefice s. Pietro, per ia scieu-
124 LET LET
za ricevuta dallo Spinto Santo , e Leone IV, di singoiar dottrina, con-
per aver il primo predicato l'evan- siglio e magnificenza ; nell' 858 s.

gelica dottrina a Roma, capitale Nicolò I il Magno , ornato di


allora del mondo conosciuto, ed sapere e magnifico nelle sue azio-
ora del cristianesimo, si deve pri- ni. Il Papa Formoso dell'Sgi era
mieramente porre nel novero dei profondo nelle scienze divine ed
Papi dotti che andiamo a registra- umane. D' una rara erudizione fu
re. Eruditissimo fu il Pontefice s. Gregorio V del 996. Silvestro II
Dionisio fiorito l'anno- 261. Con del 999, insigne filosofo, matemati-
abbondanza di dottrina governò s. co egregio, fu versato pure in al-
Anastasio I del SgS.Di grande in- tre scienze. Fornito di sapienza e
gegno fu s. Innocenzo I del ^oi. pienamente erudito in ogni dot-
Dottore principale della Chiesa e trina fu s. Leone IX del 1049- H
sommamente dotto fu s. Leone I magnanimo difensore della libertà
il Magno del 44^, il quale chia- ed immunità ecclesiastica s. Grego-
mò a sé tutti i pili dotti uomini rio VII del 1073, fu eloquentissi-
che allora fossero nella Chiesa. Il mo, profondo nella giurisprudenza
Papa s. Ilario del 461, per l'amo- ecclesiastica! e nelle sante scritture.
re alle scienze, pose due biblioteche Eugenio III del i i45 fu beneme-
nella basilica lateranense. Nel 533 fu rito del diritto canonico, amatore
eletto s. Giovanni II, chiamato Mer- degli studiosi e premiatore de'dotti.
curio per la sua eloquenza. Crea- Gli successe nel 1 153 Anastasio IV
to nel 535 s. Agapito I, meritò versatissimo nel gius civile e ca-
l'elogio di eruditissimo delle rego- nonico. Nel I i59 divenne Papa A-
le ecclesiastiche. Dottore della Chie- lessandro III d'una letteratura cui
sa e fecondatore di essa per le sue giunsero pochi de' suoi predecesso-
dotte opere, ^, fu s. Gregorio I il ri da cento anni addietro. Nel 1 198
Maglio 590. Nel 657 fu crea-
del fu creato Pontefice Innocenzo III
to s. Vitaliano, che viene parago- versato in ogni scienza, massime
nato pel sapere ai piìi illustri Pa- nella ragione civile e canonica , a-
pi. D' insigne dottrina ed eloquen- vendo singoiar facondia, acutissimo
za, peritissimo nella musica sacra, in2;e2;no e felice memoria. Gli sue-
viene lodato s. Leone II del 682. cesse Onorio III, già maestro di Fe-
Di somma dottrina fu s. Gregorio derico II imperatore, di rara dot-
li del 715 come uno de' pili dot-
; trina, conosciuto anche sotto il no-
ti del suo tempo venne tenuto il me di Cencio Camerario. Grego-
successore s. Gregorio III. Anasta- rio IX del 1227 fornito di pene-
sio Bibliotecario assai commendò s. trante ingegno, ed istruito in ogni
Zaccaria del 741 per scienza e mu- ramo di sapere e nelle arti libe-
nificenza. Stefano III detto IV del rali, fiume di eloquenza, beneme-
768 era erudito nelle divine scrit- rito della collezione delle decretali.
ture e dotto nelle ecclesiastiche tra- Nel 1243 fiori Innocenzo IV, pro-
dizioni. Amatore e premiatore dei fondo giureconsulto, e monarca del-
letterati,
Leone
erudito
del
795. Neil' 827 fiorì
III
e facondo fu s. le
te
divine ed
IV del 1265
umane
fu
leggi.
chiamato
Clemen-
pa-
1
Gregorio IV, ornato di gran dot- dre del diritto. Bonifacio Vili del
trina ed eloquenza ; neh' 847 s. 1294, famoso giureconsulto, pi'ofon-
LET LET 125
do letterato, compilò il VI libro va dire, " esser meglio aver nemico
delle decretali, e fu intrepido di- un esercito armato, che un poeta
fensor della Chiesa. Di Benedetto XI o oratore irato, mentre l' esercito
del i3o3 non si seppe decidere coll'esercito si respinge, ma Io stile

se fosse o più scienziato o più san- di quegli con ninna cosa si oppri-
to. Giovanni XXII del i3i6 fu di me ". Nel 144? f^i elevato alla
vasta scienza, eloquente e di acuto cattedra apostolica Nicolò V, gran-
ingegno. Clemente VI del 1842 de amatore delle belle lettere e dei
accoppiò al profondo sapere una letterati eh' egli tenne e trattò quali
prodigiosa memoria. Gli successe nel parenti, meritò lode ancora per le
j352 Innocenzo VI, peritissimo nei sue magnifiche idee ad incremen-
canoni e nelle leggi, favori gene- to delle belle arti, e pel suo uni-
rosamente i letterati, molti ne pro- versale sapere. Come egli cooperò
mosse e beneficò, che le dicendo al risorgimento delle lettere in Ita-
dignità ecclesiastiche non erano pre- lia , accogliendo generosamente i
fiiio della nascita ma della virtù. dotti greci fuggiti da Costantino-
IJi bano V del i 36^ professore in- poli, lo dicemmo agli articoli Eru-
signe de' canoni, fu gran protetto- dizione e Grecia. Gli successe nel
re delle lettere e de' letterati. Gre- 1455 Calisto III, dottissimo nelle
gorio XI 1870 applicò molto
del leggi canoniche e civili, laonde nel-
agli studi massime delle leggi, dei la sua ottuagenaria età , citava i

canoni e della teologia onde fu , testi con mirabile prontezza. Dopo


reputato uno de' più scienziati del di lui nel 14^8 fiorì Pioli, savio
suo secolo, ed ebbe lode di mece- leggista e molto ammaestrato nelle
nate de' letterati. Nel 1878 gli suc- lettere profane, eloquentissimo, pro-
cesse Urbano VI, che nelle decre- fondo erudito ed amatore de' let-
tali ebbe stima di egregio dottore, terati. Sisto IV del 1^7 ì, profes-
e tu benevolo co' letterati. sore di filosofia e teologia, venne
Alessandro V del 1409 nella fi- chiamato teologo acutissimo ed o-
losofia e teologia fu chiamato dot- ratore egregio ; possedeva in grado
tore refulgido, come fu grande o- eminente la filosofia, il talento della
ratore. Eccellente nelle scienze e facilità di scrivere, e fu eziandio
mollo erudito venne riguardato
, dotto nelle lingue: benemerito del-
Martino V del i4i7- ^'i successe la biblioteca vaticana, lo fu pure
nel i43i Eugenio IV, insigne nelle degli scienziati. Leone X eletto nel
cognizioni storiche, benefattore del- i5i3j versato nelle scientifiche co-
l' università romana , e protettore gnizioni, nelpromuovere gli studi
de' letterali. Egli nel rimunerare delle arti e delle lettere, nel pro-
gli eruditi diceva, che non solo si teggere e premiale i letterati seguì
doveva amare la loro erudizione, il genio della sua famiglia Medici,
ma ancora si doveva temere la e die il proprio nome al suo secolo.
loro indignazione, poiché non so- Paolo III del 1 534 apprese in gio-
gliono essere impunemente offesi ,
ventù egregiamente le lettere gre-
e sono armati di quelle armi, che che e latine, onde divenne pro-
difficilmente si possono scausare. In fondo nelle cose divine ed umane;
ciò Eugenio IV abbracciava il sen- conversava spesso con eccellenti fi-
timento di Platone, il quale sole- losofi e teologi, e fu mecenate degli
,

17.6 LET LET


soienziali. Dolio ed eloquente fu di umane or di storia ec-
lettere,
Giulio III del i55o; e più di lui or di scienze sacre. Cle-
clesiastica,
il successore Marcello IIdel i555, mente XI del 1700, d'ingegno acu-
il quale si distinse in molte scien- to e memoria tenace, perito nelle
2e e in diversi esercizi meccanici. lingue greca e latina, uno de' più
Paolo IV del i555, non solo fu eruditi della sua epoca, dotto, elo-
versato nello studio delle lingue e quente, ammirò gli scienziati ed in
delle belle lettere, ma fu splendi- mille guise gli onorò e provvide.
do protettore di quelli che le pro- Benedetto XIV del 1740, eruditissi-
fessavano. Pio IV del iSSg ebbe mo e profondo letterato, dotato di
lode di eloquente, ed ornato di vasta dottrina come si ravvisa nelle
tenace memoria ; elevò al cardina- sue opere; quindi corrispondente
lato uomini dottissimi e letterati fu la di lui munificenza cogli eru-
insigni. Gregorio XIII del 1572, diti, coi letterati, che fecero a gara
^' indole nata per le scienze, in in dedicare ad un tanto conosci-
queste e nella giurisprudenza di- tore e mecenate le loro opere. Il

venne profondo , e dei letterati fu dettaglio delle egregie doli de' Pon-
magnanimo proteggitore. Nel i585 tefici qui lodati, e di quelli non
gli successe Sisto V, dotto nelle belle mentovati, benché dotti e protei- i

lettere e nell' eloquenza, beneficò ì tori delle lettere e de' letterati , è


letterati. Clemente Vili del iSgi, riportato alle loro biografie o re-
di vasta mente, favorì generosa- lativi articoli. A questi ed a quelle
mente i letterati , fra' quali egli sono notate le qualità dotte, e le

ebbe un posto distinto. Gregorio beneficenze profuse cogli scienziati ,

XV del 1621, profondo giurecon- dai degni successori di Benedetto


sulto, gli scienziati furono le sue de- XIV.
lizie. Urbano Vili che nel i6z3 Essendo la memoria la facoltìi

gli successe, ornato di vivissimo in- per quale senza l'azione imme-
la
gegno, dottrina, e di non volgare diata delle cose esterne tornano al-
letteratura, fu
co' letterati. Tra
liberale
questi
e munifico
è noveralo
l'animo
migliante
le sensazioni, in
a quello in che
modo
furono
so»
^
^
Alessandro VII del 1655, siccome generate già da esse cose , e tor-
istruito in tutte le scienze, di mi- nano all'animo le idee in addie-
rabile eloquenza , e di vasta eru- tro concepite ; la memoria adun-
dizione : promosse tutte le scienze que è l'ornamento più bello de' let-
ed i coltivatori delle medesime terali, ed è tanto maggiore ed utile,
e nutrì il progetto di fondare quanto è più viva, felice, tenace e
in Roma un collegio di uomini vasta, siccome la cosa più essenzia-
nell'ecclesiastica erudizione più il- le delle sciente e dell'erudizione.
lustri che avesse l'Europa, e di Ausonio avvertì, che ci dimentichia-
mantenerli ivi agiatamente a van- mo per lo più delle cose , con la
taggio della Chiesa universale, e stessa velocità con cui le leggiamo;
poscia premiarli con ragguardevoli e chiamò dono divino l'esimia me-
dignità. Dopo aver desinato, Ales- moria dell'oratore Tiberio Vittore M
sandro VII godeva di passare qual- Minervio. Seneca osservò, che fra- «
che tempo coi più dotti del suo gilè è la memoria, e che non può
tempo il) eruditi ragionamenti, or bastare al gran numero delle cose
,

LET LET 177


che l'opprime, restando cancellale H divcnnd .^memorali, con un ap-
io idee delle cose antiche dalle pendice delle bihliolecìie degli scrit-

uuove. Quindi sono stali serapi-e lori sopra gli eruditi precoci, la
ammirati e tenuti in sommo pie- memoria artificiale, Varie di tra-
gio tulli quelli che hanno la gran scegliere e di notare, ce. Ripoite-
sorte, e veramente invidiabile, di es- renio dunque qui appresso breve-
sere dotali di singoiar memoria, mente que'Ietterali che furono di-
Rilevò Tertulliano, essere stata a sliìiti e privilegiati dalla natura,
ragione chiamata da Platone, la della mirabile potenza dell'anima,
salute de' sensi e dell' intelletto; vera ed unica tesoriera delle cose
come da Plinio fu detta il bene apprese , la preziosa memoria dei-

più necessario della vita, e da Ci- le cose e delle scienze apprese,


cerone il tesoro di tutte le cose. Benedetto Accolti aretino ripetè
Né men giustamente pronunziò Gas- l' allocuzione di un ambasciatore
siodoro, essere un gran vantaggio del ré d' Ungheria ai fiorentini.

il non conoscere il difetto della Ad esso fu consimile Bernardo Ac-


dimeuticanza; ed accostarsi pei'ciò colti pure d'Arezzo, di cui scrisse

in certo modo alla divinità, chiun- Pietro Cortesi, De hominibus docli.t

que può aver sempre presenti alla p.5^: niemoriani tanluni crai vec'
niente le cose passate. Soleva dir borunt et rerum, ut omnia, quae
Socrate, che le lettere inventate uuquani legerat, meminisset: anche
per aiuto della memoria, somma- il Filelfo nel lib. 28 delle sue Lei-
mente le avevano pregiudicato. Poi- tere chiamò la sua memoria piut-
chè gli uomini per l' addietro a- tosto divina, che umana. Teo-
scollando qualche bella sentenea, dette celebre oratore di Sicilia

non potendo scriverla ne' libri, la discepolo di Platone e di Aristo-


scrivevano per dir così e la scoi- tile , si ricordava di un poema
pivano nella memoria , la quale benché letto una sola volta. Car-
corroborata da questo continuo e- mide recitava gli scrini altrui come
sercizio, conservava ciò che appren- li avesse letti. Cinea legato di Pir-
deva r intelletto, ch'è la potenza ro a Roma, salutò a nome tutti t

dell'anima colla quale l' uomo è senatori ed i plebei nel giorno se-
atto a conoscere le correlazioni del- guente al suo arrivo. Scepsio Me-
le idee, e quelle che le idee han- trodoro rammenlavasi di tuttociò
no coi fatti. Trovate poi le lettere, che udiva Ortensio si ricorda-
.

fidandosi de' non si sono più


libri, va di tutti i suoi scritti e pen-
impegnati a custodire le scienze sieri, e di tuttociò che avevano
nella mente. Così non esercitando- detto i suoi avversari. Cassio Seve-
sì come prima la memoria, la co- ro vedendo condannati i suoi li-
gnizione delle cose è divenuta me- bri alle fiamme, disse che ritenen-
no estesa, e l'uomo sa meno, per- doli tutti in mente, per toglierne
che non sa quello che può rite- la memoria bisognava bruciare an-
nere a memoria. L' eruditissimo ch'esso, dappoiché ciò che impres-
Francesco Cancellieri nel 18 15 so nell'animo non può levarsi se
pubblicò colle stampe in Roma : non si leva anco la vita. Carnea-
Dissertnzione intorno agli uomini de riteneva scolpita in mente, co-
dotati di gran memoria^ ed a quel- me nella cera, 1' idea di tutte le
.

128 LET LET


cose. Cesare dava udienza,
Giulio tiere che udiva. Suora Anselmi
leggeva, e dettava a più persone domenicana di s. Maria Nuova di
in un tempo. Ciro nominava ad Bologna, ebbe in dono dalla na-
uno ad uno tutti i suoi soldati tura tanta felicità di memoria, che
Scipione salutava i suoi soldati a dopo tre mesi e più d'avere ascol-
nome. L'imperatore Adriano, dot- tate le prediche , le poneva esalta-
tissimo, ed amante delle lettere, mente in carta. Prospero Podia-
rammentavasi i nomi di tutti i no perugino teneva a memoria i
suoi soldati, de' negozi trattati, e primi due o tre versi di tremila
de'luoghi sapeva a
visitati. Esdra libri da lui acquistati ed Antonio
;

memoria tutta la legge. Girola- IVIario avea il soprannome delia


mo Aleandro, dotato di prodigiosa memoria, al pari di Francesco Vit-
memoria, recitava a mente le co- torio ,
perchè possedeva a mente
se lette molti
anni addietro. IMu- quindicimila passi di diversi auto-
^
tio Pignattelli giovane di trent'anni, ri. Fu s. Padova d'u-
Antonio di *
in Napoli, ad imitazione di Giulio na memoria così stabile, che non
Cesare, dettava a più cancellieri in si dimenticava giammai di tutto
un tratto; ed una volta tra le quello che una volta avea appre* fl

altre scrivendo egli medesimo, det- so. Il p. Paolo Ardizzoni genovese,


tò a venticinque in diversi lin- benché cieco, citava le parole e
guaggi, alla presenza di grandi si- fino i versi degli autori appresi
gnori, che ne restarono stupiti. Il a memoria mirabil foi'za di que-
;

p. Serafino da Vicenza cappucci- sta non distratta dalla folla degli


no, recitava e trascriveva le pre- oggetti, che si affacciano per gli
diche udite, senza commettere il occhi. Luigia Aubery marchesa di
minimo sbaglio; si racconta ch'e- Chambre! , imparò a mente la
gli non a tre copisti, come si nar- Bibbia. Benedetto Averani di luci-
ra di Giulio Cesare, né a sette do intelletto , citava a memoria
come si è scritto di Origene, ma tutti gli autori da lui letti.An-
sino al numero di dieciotto ama- drea Barbazza giureconsulto sici-

nuensi, dettava al tempo stesso di- liano citava nelle dispute centinaia
verse e disparate materie, in lin- di ragioni e di argomenti. Pietro
gua latina e volgare, in verso ed degli Angeli detto Bargeo, di dieci
in prosa su argomenti e-
quegli anni sapeva a mente tutte le co-
ziandio, che gli venivano sommini- struzioni greche. Il p. Daniello
strati dai circostanti. V. Lingue. Bartoli gesuita, costretto di getta-
Leandro Alberti chiamò Gregorio re in mare le sue prediche, com-
Amaseo uomo d' alto ingegno, e pi in Palermo il suo quaresimale
ad ogni generazione di dottrina ritenuto a memoria. Filippo Beroal-
disposto; onde quasi d'ogni scienza do fu chiamato biblioteca vivente,
talmente parlava, che ciascuno rima- altri disse essere una ricca botte-
neva stupefatto per la gran me- ga ma nonben disposta. Il cardi-
moria che in lui si ritrovava. Fran- nal Giovanni Bona fu dotato di
cesco d' Andrea famoso avvocato una mostruosa memoria. France-
napoletano, qualificato per un ful- sco Bordoni fu chiamato bibliote-
mine e prodigio di eloquenza^ in ca, da vivo e dopo morte, per le
età tenera ripeteva le prediche in- opere stampate. Il cardinal Dome-
LET LET 129
nico Capranica si ricordava di tiit- conclusioni. Girolamo Magio com-
tociò che avea letto in duemila pose in carcere il trattato de Tin-
volumi. linnahiilis, citandovi circa duecento
Clemente VI per una ferita ri- autori senza sbagliare. Antonio Ma-
portata in capo, migliorò tanto gliabecchi fu chiamato biblioteca
nella memoria che parve cosa pro- animata archivio vivente, museo
,

digiosa, poiché non poteva piìi di- ambulante, heh'O libroruni: il p.


menticarsi tutto quel che leggeva, Finardi trovò nelle Anlo- parole
ancorché lo desiderasse. Gio. Cot- niiisMagliahtchius , l'anagramma
ta da Legnago fu di altissimo in- Is iinus hibliotheca magna. Inol-
gegno e di stupenda memoria. Ja- tre furono coniate quattro me-
copo Critonio scozzese, fornito di daglie in suo onore; ma per non
pronta memoria, ripeteva qualun- interrompere la lettura, si asten-
que predica ed orazione da lui u- ne dal notare che leggeva, eciò
dita : egli disputò col celebre Ja- perciò non lasciò verun' opera no-
copo Mazzoni, eh' erasi fissato in tabile 11 padre Nicolò Male-
.

mente più luoghi


dieciottomila e branche per una caduta da ca-
di autori. Gio. Battista Egnazio vallo acquistò una gran memoria,
narrava fedelmente tuttociò che a- di cui sembrava privo del tutto in
vea letto ed udito. Gio. Battista gioventù, onde sviluppò suo acu- il

Guarino fu d'una memoria incre- to e sottile ingegno. Lodovico An-


dibile,ed occupavasi in una conti- tonio Muratori fu dotato di una
nua lettura. Porcio Latrone si ri- gran memoria. Francesco Paniga-
cordava di tutte le sue declama- rola vescovo d'Asti non sapeva co-
zioni, e tesseva la storiadi qua- sa fosse oblivione; suo padre aven-
lunque eroe che si nominava. Ip- dogli promesso di regalargli tante
pio ripeteva tutti i vocaboli una monete per quanti testi imparava
volta uditi. Plinio nel decantare a mente, fu costretto a rompere
la venuta in Roma d'Iseo dalla Gre- l'accordo per non impoverire. L'a-
cia, qual retore insigne, dice che gostiniano p. Onofrio Panvinio i-

era di portentosa memoria, che gnorò solo che non volle sa-
ciò
dopo di aver parlato all'improvvi- pere. Pico della Mirandola^ chiama-
so per lungo tempo, ritornava da to la fenice del suo secolo, e dallo
capo ripetendo esattamente ogni Scaligero mostro senza vizio, sape-
ancorché piccola parola de'suoi di- va ripetere le parole di due pagine
scorsi. Giusto Lipsie era pronto intere, anche in ordine retrogrado;
ad esporre il petto ad un pugnale nell'età di ventiquattro anni ten-
se nel recitar gli annali di Tacito ne una disputa di novecento con-
avesse commesso vino sbaglio : con- clusioni o questioni in Roma, trat-
sigliò di leggere prima di prender te dagli autori latini ,
greci e-
sonno, per esercizio del'a memoria. braici e caldei sopi'a le scienze, per
11 p. Francesco Macedo francesca- difenderle; obbligandosi di pagare
no vantavasi di non conoscere obli- il viaggio e a chiunque
le spese
vione, e di trascrivere tutte le o- voleva venire ad argomentargli cen-
pere de' santi padri- senza vederle: tra. 11 p. Luca Ramires francescano,
sostenne in Roma per tre giorni, per la portentosa memoria fu chia-
? e per otto in Venezia ogni genere di mato con anagramma : Res mira}
VOI. XXXVIII, 9
i3o LET LET
dappoiché per tre giorni conlinui in (e di Plafone e di Aristide. Il

età tli treutaduc anni pubblicamente dotto Alessio Simmaco Mazzocchi


sostenne tutta la dottrina (Icll'ange- perdette ir)teramente la memoria;
lico s. Tommaso, dopo aver difeso la perdo pure il summenfovato Ja-
nell'anno precedente quella del dot- copo Mazzoni. Filippo Decio si ri-
tissimo Scoto. Giuseppe Scaligero dusse smemorato. Il p. Guido Gran-
Tu di rara memoria. Seneca reci- di camaldolese, dottissimo letterato
tava duemila nomi coli' ordine ed autore di quarantaquattro vo-
con cui avea uditi, e più ver-
gii lumi, a stento si ricordava delle
si dall' ultimo fino al primo. TI persone a lui più famigliari. Carlo

cardinal Guglielmo Sirleto, di sin- Linneo, che gli svedesi chiamarono


goiar dottrina e memoria, per non alias Deus, già di eccellente me-
perdeie tempo a notare non die alla moria, giunse a dimenticarsi il
luce che poche cose. Gio. Dome- nome delle proprie figliuole e do-
nico Tedeschi compose in carcere mestici. L'oratore Messala Corvino
trecento sonetti, li ritenne a men- arrivò ad obliare il proprio nome;
te e poi li scrisse dopo la sua li- altrettantoavvenne ad Orbilio. Ei-
berazione. Fr. Tommaso agosti- mogene famoso retore, nell'età di
niano inglese sapeva a mente le ventiquattro anni obliò quanto sa-
opere di Scoto. Alfonso Tostato peva, onde fu detto vecchio nella
vescovo ó.' Avila, di stupenda me- sua gioventù, e fanciullo nella sua
moria, visse quarant'anni ne'qua- vecchiezza. Il cav. Serpetri per u-
li compose tredici Volumi di opere. na malcurata ferita perde la me-
Filippo Valentin! riteneva a mente moria, questa riacquistò nel riaprir-
tuttociò che leggeva, e cavalcando la e medicarla bene. Toi-quato
col cardinal Gasparo Contarini, gli Tasso teneva a mente tre o quat- ±
raccontava le storie ecclesiastiche e trocento stanze ; divenuto smemo-
profane come le leggesse. Apostolo rato fece uso di alcune pillole 11 . I
Zeno fu fornito di prodigiosa me- famoso Giorgio Trapesunzio andava *
moria. per Roma lacero e pezzente, senza più
Come vi furono molti fenome- ricordarsi di nulla, L' eloquentissi-
ni e prodigi di natura sulla mera- mo conventuale p. Gio.
oratore ^
vigliosa memoria, principale dote Carlo Vipera divenne smemorato.
che si ricerca in un letterato, anzi Jacopo Blarlini modenese di sette

necessaria ed indispensabile , cos\ anni sostenne una pubblica dispula


non pochi fenomeni abbiamo sul- in diverse scienze, ma poi disim-
r argomento contrario di averla parò ogni cosa. Si è osservato che
perduta e di smemorati famosi. comunemente i flinciulli, i quali
Artemidoro grammatico, per lo spa- troppo presto cominciano a dare
vento che gli cagionò un cocco- prova di sliaordinario ingegno, o
drillo in cui a caso avea inciam- sono da immatura morte rapiti, o
palo, obliò del tutto le lettere. col crescere degli anni divengono
Bamba la me-
re de'visigoti perde quasi stupidi ed insensati, come se
moria per un veleno. Francesco fosse quello uno forzo che la na-

Barbaro si dimenticò intieramente tura non può sostenere lunga-


della lingua greca di cui era pe- mente. Trattarono de doclis prac-
ritissimo e vi avea tradotto le yi' cocibus, Baillet, Rorlholt, Schulte-
LET LET i3r

10 o Wolfio. Plutarco nel suo au- dei romani Pontefici, che chiamansi
reo opuscolo De sanitaic luenda, più comunemente. Bolle, Brevi,
dimostra che la giustizia individua- Costituzioni, Encicliche, Rescriltiy

le comanda ai letterati la conser- delle quali se ne tratta a delti ar-


vazione delia salute, essendo tra le ticoli, ed a lutti quelli che vi

cause primarie che guastano la hanno relazione, laonde si posso-


salute de'letterati: la mancanza del no anche consultare gli articoli, Can-
moto; le perdite del sonno; e la celleria Apostolica, Dateria Apo-
intensa applicazione della mente. stolica , Penitenzieeia Apostoli-
Marsilio Ficino scrisse: De vita sa- ca, Diploma ed altri. Numerose,
na, seu de cura valetudinìs contin, come vedremo , furono antica-
cjin lileratiirae studio incumhiint. mente le lettere apostoliche, cano-
11 riempio ci diede De togatorum : niche, ecclesiastiche, ed era neces-
de valetudine curanda , opera eru- sariauna tale precauzione special-
ditissima. Gregorio Horstio è au- mente nei primi secoli, ossia nel
tore: De tuenda sanitate studioso- tempo delle persecuzioni, quando
rum. In Venezia nel 1762 si pub- era pericoloso fidarsi dei forestieri,
blicò l'encomiata opera del dottore ì quali avrebbero potuto farsi cre-
Giuseppe Antonio Pujati, intitola- dere cristiani, senza che veramente
ta Della preservazione della sa-
: lo fossero, ossia per non comuni-
lute de' letterali e della gente ap- care cogli eretici, ossia finalmente
plicata a vita sedentaria. Abbiamo per non essere ingannati dagli uo-
di Staickins: De doctonini vita mini che falsamente si avrebbero
privata, Halae 1760/ e di Bottner : attribuiti i privilegi del chiericato.
Disp. de eruditis studioruni intem- Anche al presente si usa di non
perie mortem sibi accellerantibus, permettere ad un sacerdote estra-
[.ipsiae 1761. Non mancano esem- neo celebrar la messa od altra
pi di anche per
longevità lette- i funzione, senon è munito di un
rati, che vissero con temperamen- exeat o di un attcstato del suo ve-
to robusto, seguendo salutari pre- scovo o ordinario, quando almeno
cetti, e ne trattano le seguenti o- non sia altronde sufficientemente
pere. Specimen
bihliot. eruditorwn conosciuto, I concilii ed i Papi
longaevorum, Lipsiae 1730. Epi- pubblicarono utilissime provvidenze
stola de longaeviSi Helmestadiae sulle lettere apostoliche, canoniche
i664- Schediasma conlinens deca- ed ecclesiastiche. Il Rinaldi parla
devi virorum, <jid semisaecidum delle diverse specie di siffatte let-

fere lahoribus scholastici vacarunt, tere, che i vescovi solevano sug-


Misenae 17 io. De vita longa era- gellare coir anello, e scriverle in
ditorum, Jenae 1707. Dissertatio tavolette d'avorio, in carte e talvol-
hist. phìlosophica de senio erudi- ta in pergamena. L'ufficio di por-
torum, Lipsiae 1711. De erudids tare le lettere ecclesiastiche fu af-
mortuis anno 81 climaterico ma- fidato ai Cursori [Vedi). Le lettere
ximo aelatis, Rostochii 1707. apostoliche in fatti, perchè ven-
LETTERE APOSTOLICHE, o gano più facilmente a notizia di
CANONICHE o ECCLESIASTI- lutti, né alcuno possa addune l'i-

CHE, ec. Le lettere apostoliche, gnoranza di esse, i Papi sogliono


litlerae apostolicae, sono le lettere decretare, giusta il costume, che
i32 LET LET
i cursori apostolici o pontifìcii le fosse ricevuto senza presentare al
pubblichioo alle porte della basili- popolo le lettere apostoliche chia-
ca di s. Pietro, della cancelleria mate Formate [Vedi), colle quali
apostolica, della curia generale in- significavansi l' unità della fede e
nocenziana, e nella piazza di Cam- ilmutuo amore fra il capo e le
po di fiore di Roma, e ne riman- membra.
ghino ivi affìssi gli esemplari e : Di varie sorte di lettere si ser-
che le medesime per tal modo vi la Chiesa anche nei primi tem-
pubblicate abbiano la piena forza pi. Oltre le già dette formate, se
presso tutti cui si riferiscono, come ne dispensavano altre chiamate cO'
se fossero state personalmente in- municatorie o ecclesiastiche o ca-
timate. Inoltre l'ufficio di portare le noniche, che pur davansi a'vescovj
lettere appartenne ai lettori ed ai che ritornavano alla loro giurisdi-
suddiaconi, e da s. Cipriano nel- zione, e servivano ancora per viep•^
l'epist. 25 si ha non essere lecito più rassodare l'unitàdella fede, e
mandar lettere ecclesiastiche se non lo scambievole amore tra il pasto-
per ecclesiastici, re ed il popolo ; con esse il me-
I Papi scrivevano pure in pas- tropolitano notificava al clero ed
sato tre sorta di lettere risguar- al popolo di qualche diocesi la

danti i benefizi, di cui se ne ri- consecrazione da lui eseguita del


servavano la collazione: le prime loro pastore. Altre lettere denorai-
erano lettere monitorie di non navansi pacifiche e comunicalorie,
conferire quei benefizi le seconde ; che accordavansi a' pellegrini, per
lettere preceltorialì o precettive, far nota la sincerità della loro fe-

per obbligare gli ordinari, sotto de cattolica e ch'erano nella co-


una pena qualunque, a non confe- munione della Chiesa. Commenda-
rire quei benefizi ; le terze erano tizieerano quelle che servivano ai
le esecutorie f per punire la con- medesimi pellegrini per il loro via-
tumacia degli ordinari, che aveva- tico ; inoltre colle commendatizie
no conferito od annullato Ja loro raccomandavansi coloro che ne era-
collazione; delle quali lettere trat- no muniti, acciò conseguissero quan-
ta il Fleury. Le epistole de'Papi si- to nelle stesse lettere era esposto.
no a quelle di s. Siricio eletto nel Sino dai primi secoli della Chiesa
385, da vai-i critici come supposi- i cristiani con queste lettere, che
tizie vengono impugnate, ma non da Lattanzio sono chiamate /idei
perciò perdono la loro autorità, tesserae, e da Tertulliano contes-
come citate dai santi padii e dai serationes hospitalitatis, erano co-
sacri canoni. Delle lettere ponti- me fratelli accolti dagli altri cri-

ficie fino a s. Siricio se ne parla stiani. Le commendatizie si dissero


all'articolo Decretali, ove l'enume- ancora simboliche, viaticae e con
rammo, trattando delle collezioni voce greca syslaticae. Chiamaronsi
delle lettere pontificie. Sopra di lettere de' cattivi quelle che i ve-

che è a vedersi monsignor Bortoli : scovi solevano scrivere pel riscatto

Instit. jur.can., Ansugii 1749- H degli schiavi. Dimissorie ( Vedi ),

Papa s. Sisto I del 182 determinò si denominarono quelle colte quali

che niun vescovo chiamato a Ro- il chierico faceva conoscere eh' era
ma e ritornato al vescovato, vi uscito dalla diocesi col permesso
LET LET i33
«Jet suo prelato, e di queste avea torie quelle che davansi nel tempo
ancor bisogno il vescovo uscendo della persecuzione dai cristiani ri-

dalla propria giurisdizione : il con- tenuti in prigione per Gesù Cristo,

cilio di Trento le chiamò reveren- con cui raccomandavano ai vescovi


due. Diversi hanno creduto che i caduti ed i sottoposti alla peni-
tra le pnncipali lettere essendo sta- tenza canonica, cioè quelli che do-
te le dimissorie e le formate, molte po i tormenti o per timore di es-
altre fossero comprese sotto la loro si avevano rinegata la fede; e ser-

specie. Le lettere commonitorie o vivano perchè fossero ammessi alla


memoriali servivano ad istruzio- penitenza : dell'interposizione dei
ne de'legati apostolici, per adera- confessori o martiri della fede, co-
pieie le ingiunte commissioni. Si- me dell'abuso che ne provenne, ne
nodali o sinodiche appeilavansi parlammo agli articoli Indulgenza e
quelle che si davano dai sinodi a Lassi. Le lettere penitenziali furono
diversi, dette ancora tractaloriae j nei bassi tempi in uso frequente,
lettere invitatorie analoghe alle quali compartivansi q que'peniten-
sinodiche, furono quelle lettere che ti,che muniti delle lettere del pro-
spedivansi dal Papa ai vescovi im- prio vescovo si recavano a Roma
mediatamente soggetti alla santa per adempirvi la penitenza canoni-
Sede, per invitarli a venire in Ro- ca loro imposta ; nel ritorno alle
ma all'anniversario di loro elezione, loio diocesi si consegnavano ad es-

nella quale occasione si soleva ce- si queste lettere penitenziali, colle

lebrare un sinodo. Se il vescovo quali venivano raccomandati alla

invitato non avesse per legittima pietà de'fedeli pei necessari sussidi
cagione potuto prestarsi all' invito, del viaggio, apostoliche quelle che
il Papa intesa la medesima ne lo davansi dai sommi Pontefici per
dispensava con altra lettera deno- apostolica autorità, delle quali ve
minata excusatoria. Inoltre le let- n'erano, come ve ne sono, di più
tere trattatone servivano ai pri- sorte e di sopra notate, cioè co-
mati per chiamare ai concilii i ve- stituzioni, brevi, bolle, encicliche, e
scovi suffìaganei ; col medesimo lettere apostoliche propriamente
nome si chiamarono pur quelle dette.Le lettere apostoliche si e-
colle quali i vescovi rendevano manano per la condanna di qual-
conto agli altri vescovi di ciò che che errore, per la collazione d* un
si era da essi operato intorno a benefizio, per concedere una di-
qualche affare di rilievo. Altre let- spensa, per assoluzioni da censure,
tere, quando dispensavansi a tutti i ed altro. Anticamente lettere brevi
fedeli, dicevansi encicliche cioè cir- furono dette quelle carte, nelle
colari; e cattoliche quando si diri- quali erano descritti beni eccle- i

gevano a tutte le chiese. Decretali siastici, poi dette coramemoratorii,

quelle de'romani Pontefici, colle inventarli o registri. S, Cipriano


quali rispondevano a diversi con- fa menzione di certe lettere che
sulti o prescrivevano ciò che si do- dicevansi cleriche, le quali davansi
veva fare o tralasciare. Pastorali dal clero in tempo di sede vacante.
(Vedi) quelle che davanti dai ve- Quelle poi che non erano notate
scovi per istruzione del proprio con pubblico titolo di comunicazio-
gregge. Confessorie o conunenda- ne o altri segni pubblici, chiama-
,

i34 LET LEI


vansi prh'ate e commonitorie, cioè dovevano recarsi a Costantinopoli.
non avevano i simboli della pace, Nel secolo ottavo la significazione
di salute e benedizione; dappoiché del kM-mine commonitorio o Moni-
queste lettere i vescovi cattolici le in- torio [f^edi) cominciò ad estender-
dirizzavano agli eretici, agli scismati- si non solamente alle citazioni giu-
ci ed ai pagani. Lettere rogatorie ridiche sotto pena di scomunica,
erano quelle che scrivevano i po- ma alle stesse sentenze di scomu-
poli al romano Pontefice, dopo la nica e di anatema; queste ultime
canonica elezione de'loro vescovi però furono più frequentemente
supplicandolo a volerli confermare chiamate litterae o decreta exconi-
e consecrare : questa sorte di let- municationis. Ne' tempi successivi
tere furono dette anco suggesLiae, le lettere commendatizie di cui
cioè istanza o testimoniale. Lettere parlammo di sopra, furono eslese
vocalorie si dissero quelle colle ad altri oggetti, e compartite non
quali il Papa al clero e popolo di solamente dai vescovi e dagli ab-
come metropo-
quelle diocesi a lui bati, ma da altre persone ancora,
litanoimmediatamente soggette, in- e da inferiori altresì a superiori di-
timava di condurre a Roma il rette. Se per qualche grave infortu-
nuovo da loro eletto vescovo per nio un monastero od una famiglia
essere consecrato : consimile uso te- era ridotta ad estrema miseria;
nevano i metropolitani riguardo al con lettera commendatizia di au-
clero e popolo delle diocesi loro torevole personaggio, colla quale
dipendenti e suffiaganeej con lette- tutti fedeli a prestar soccorso ve-
i

re vocatorie. In seguito vocalorie nivano esortati, soccorso spesse vol-


hanno significato quelle lettere più te in effetto ne ottenevano. Se bra-
forzose, colle quali a taluno inti- mava un ecclesiastico di essere
mavasi di dover comparire avanti ammesso al clero di altra dioce-
quel a cui
tribunale era stato si, od un monaco di passare stabil-
chiamato. Sinonimi a quello di mente ad altro monastero con ;

vocatorie sono i termini di citato- lettera commendatizia, quegli del


rie, di requisitorie, e di commoni- suo vescovo, questo del suo abbate,
torie, applicati a tali lettere. Tutta- ne riportava 1' intento. Paschales
volta anticamente litterae coinmo- erano quelle lettere che scriveva
nitoriae, o commonitoria rescripta il patriarca d'Alessandria avvisando
hanno dinotato una lettera, o di l'epoca in cui cadeva la solennità
comando, o di esecuzione di ciò della Pasqua. Solevano inoltre i

che in essa ingiungevasi. Anche per prelati della Chiesa con scambievo-
semplice istruzione data ai nunzi le carità scriversi tra di loro nelle
od ai deputati, si è alcune volte feste solenni, e questa sorte di
adoperato questo stesso vocabolo ; lettere erano chiamate sacre, come
cos'i non altro che istruzioni con- si legge in s. Cirillo Alessandrino
Icngonsi in quel commonitorio, di e in Teodoreto. Delle lettere fe-
cui il Papa s. Celestino I incaricò stive o òacre con cui gli antichi
i legali da lui spedili al concilio cristiani si auguravano bene nelle
generale di Efeso nel 43 e ; e l'al- solennità, ne trattammo in diversi
tro del concilio romano ai legali articoli, alcuni de'quali sono citati
del Pontefice Giovanni Vili, che all'articolo Lettere epistolari.
,,

LET LET i35


Parlammo altiove sulle formole rio I I\Lngno, Domino gloriosissimo
do' Fonteflci nelle loro lettere apo- nlque praecellenlissìnio jiUo Edil-
sloliche, come al voi. V, pag. 65 herto angloruni regi Gregorius ,
:

del Dizionario, Saluleni et aposto- termina l'epistola, incolunten ex-


licani benedictionem, ed all'articolo cellentiani l'estrani gratia superna
Bolla, quella di Grcgorius seiviis cuslodiat. Domine fdi. In altra
scn'orum Dei. Questa adottò san scritta al vescovo d'Arles, Reve-
Gregorio I per rintuzzar la tra- rendissimo et sanctissiino fratri
cotanza di Giovanni Digiunatore, Elherio coepiscopo, Gregorius ser-
clie si arrogava il titolo di vesco- VHS scn'oruni Deij nel fine. Deus
vo universale : nel declinar del se- te incolumen custodiat, reverendis-

colo X volevano alcuni vescovi u- sime frater. S. Martino I, Domi-


Siire nelle lettere la medesima for- no piissimo et serenissimo victon\
mula , ma restò solo al romano triumphalori fiUo, diligenti Denni
Pontefice. Quanto al saluto ponti- et Dominwn nostrum Jesum Ckri-
fìcio con cui si annunzia la grazia, stum, Constanti Marti-Augusto^
s. Pietro lo praticò nelle sue let- nus episcopus servus servoruni Dei;
tere, così s. Paolo e s. Giovanni, finale, piissimnm Domini impera-
come riporta il Rinaldi all'anno toreni superna grada custodiat, et

4), num. 28. Laonde s'introdusse omnium genlium cercives ci sno-


ad esempio degli apostoli nelle let- dai. Giovanni VII, Dominis emi-
tere apostoliche, annunziandosi la nentissimis Etelredo regi Mercio-
grazia insieme con la benedizione. Lo rum, et Alfridi regi Decrorum et

stesso Piinaldi all'anno 849,0. i3 Berniciorum, Joannes Papa. Altri


e 19, avverte che le lettere pon- Pontefici il loro nome fecero pre-
tificie debbonsi ricevere con rive- cedere , allorché la dignità delle
renza, dappoiché i disprezzatori di persone non esigeva altrimenti .

cs<ie furono puniti da Dio, ciò che Il Papa s. Sergio I incomincia una
egli racconta. Sulla direzione, ag- sua lettera, Sergius gratta Dei
giungeremo le seguenti erudizioni. Pontfex Romanus Heroni Lingo-
Papa s, Simmaco scrivendo ai ve- num praesuli ; s. Zaccaria Zac- ,

scovi delle Galiie pospose il suo charias urbis Romae episcopus ser^
nome : Dilectissiinis fralribus uni- vus servorum Dei. Giovanni XVIIl
vcrsis episcopis per Gallias con- in una sua bolla così comincia
sistcnlihus, Syrninacus ; e così fece Johannes gratia Dei Romanae se-
scrivendo, Dilectissinio atque ca- dis episcopus salutem carissimam
rissimo fratri Laurentio Mediola- cum benedictionc apostolica; in al-
ncnsis ecclesìae archiepiscopo, Syni- tra, Johannes sanctae caiholicae
maciis episcopus in Domino sala- et apostolicae Ecclesiae apostohcus
teni j così scrisse san Damaso I, praesul. Benedetto Vili dava corain-
Dileclissimo fratri Acholio, Dania- ciamento colle seguenti espressioni :

siis. S. Leone I Magno, Gloriosis- Benedictus servus servorum Dei san-


simo et clementi ssimo Thcodosio ctae universalis Ecclesiae benedi-
Angu<;to, Leo episcopus et sancta ctionem ex parte Dei omnipotentis
synodus Roniae colicela ; Vigilio, et b. Petri apostolorum principis, et
Gloriosissimo et clemcnlissimo fi- mea, rpiipraesulatunijicct indigniis,
Ho JustinianOi Figiliusj s. Grego- tenere videor apostolicae sedis.
i36 LET LET
Ecco poi alcuni formolari di a p. 5i e seg. Agli articoli de' ti-

lettere sciitte ai Papi. L' impe- toli onorifici, e ad altri analoghi,


latore a san Leone II : Fla^'ius riportammo diverse formole ed in-
ConsLantinus fidelis in Jesit Chri- anche di lettere scritte
titolazioni,
òlo Deo imperator Leoni sanctis- dai Papi a principi acattolici ed infe-
sirno et beatissimo archiepiscopo ve- deli. F. Indizione, ove tlicesi quando
teris et clarissiniae urbis Roinae ,
s'incominciarono a porre nelle lettere
et oecunienico Papae j finale, Deus apostoliche o bolle. Della formola
te in miilia tempora custodiat, san- Bene valete, ne parlammo nel voi.
dissime et beatissime Pater. Fedi XX, p. 99 del Dizionario ed al-
Imperatore. II concilio africano al trove; in detto luogo si parla pu-
Pontefice Teodoro I , Domino bea- re della data, del Datunt e deU
tissimo, apostolico culmine sublima- VActum, oltre l'articolo Data (Fe^
to^ Patri Palruni Theodoro Papae, di). Al voi. XXVi, p. 37 1 del
et summo omnium praesulum Pon- Dizionario riportammo la tremen-
tifici. Un patriarca de' quattro mag- da lettera scritta da Stefano IV a
giori soleva dirigere le sue lettere Berta regina di Francia. F. Bol-
al Papa con queste espressioni. San- LARIO.
tissimo, et beatissimo fratri, et com- Per ordine di Carlo Magno fu
ministro, Domino Cons tantino, Joan- fatta una raccolta di novantanove
nes indignus episcopus in Domino sa-r lettere de'Ponlefici s. Gregorio III,
lutem. 11 primate dell'Africa intitola? s. Zaccaria, Stefano III, s. Paolo
va le sue Domino beatissimo, devo-
: I, Stefano IV, Adriano I, e del-
tissimo j et honorabili sancto fratri l' antipapa Costantino; scritte a
Teodoro Papae, Fictor. Un vesco- Carlo Martello, a Pipino, a Caiv
vo del 74o scrivea Reverentissimo : loraanno, ed allo stesso Carlo Ma-r
patri, dilectissimo Domino, cum ti- gno, sulle cose temporali della Se-
more et tremore venerando magi- de apostolica, raccolta che fu chia»
Siro apostolico honoris privilegio mata Codice Carolino. Questo fu
praedito, ponlijicatus infula apo- pubblicato dal gesuita Jacopo Gret-
stolicae sedis sublimato Zacchariae, sero in Ingolstadt, per confondere
Bonijacius exiguus servus vester, le calunnie de'centuriatori di Mag-
licet indignw! et ultimus , tamen deburgo contro il dominio tempo-
legatus germanicus devotissìmus ,
rale de' romani Pontefici, e poi e-
optabileni in Christo imniarcescibilis gregiamente illustrato da d. Gae-
caritatis salutem.E da osservarsi, tano Cenni. Adriano I mentre era
che l'imperatore Marciano pospo- in Roma Carlo Magno gli pre-
neva il suo nome a quello del Pa- sentò una raccolta di canoni sinor
pa, e che i quattro maggiori pa- dali e di lettere pontificie, la qua-
triarchi e il primate dell' Africa le trovasi nel Canisio in Antiquis
scrivendo al Papa gli univano agli lectionibus t. II, part. I, p. 36 1 ;

altri titoli quello di Dominus (^Fe- nel Labbé, Concil. t. VI, p. i8oo;
di); ma non cosi i Papi quando e nell'Arduino t. Ili, p. 2o33 : di
loro dirigevano lettere. Tali formo- essa tratta il p. Coustant, in prae-
le ed esempli sono riportati dal fat. ad epist. Rom. Pont. par. 2, §
dotto monsignor Marino Marini 8, n. 128. Giovanni XXII avvertì
nella sua Diplomatica pontifìcia Filippo V re di Fraqcia, a leggere
LET LET 187
ee}i stesso le lettere del Papa, dei re sìs j neo non tractatu de executO'
e dei principi, riponendole quindi in ribiis lilleraraninì remissorialiuni
in luogo sicuro. Clemente XII con- in ordine ad processus prò ss. ca-
siderando che molte concessioni e- nonizatione, una cimi praxi, suis
ransi fatte nel ponti Hcato dell'im- locis apprime acconiodalus. Venetiis
mediato predecessore Benedetto XIII 1736. Cardinal Vincenzo Petra,
senza le consuete formalità, e ta- Conimentaria ad constitiiliones a-
lune senza notizia di quel buon posto licas seu hiillas singiilas sum-
Pontefice, colla costituzione Roma- moruni Pontijiciini in biiUario ro-
mix Ponlifex, de'3o marzo 1732, mano contenentas seciindiini col-
presso il Bull. Rorn. t. XIII, p. lectioneni Cherubini. Venetiis 1741»
217, abrogò, moderò e ridusse a Gaetano Cenni, Dissertalio de a-
termini del diritto comune , del niilo piscatorio, et variis diploma^

concilio di Trento e delle pontifi- tuni inscriptionihus, t. I Diss. po-


cie costituzioni, dodici lettere apo- stimi. i3i. Doni. Georg. Andreae
stoliche dal medesimo Benedetto Wilii, Specimen de anulo pisca-
XI lì concesse ai regolari e mendi- toris, Altoif 1786, cum Mantissa
canti. Ecco le costituzioni in di- breviuniPapaliimi tahiilarii Norini-
scorso. Paterna, de io dicembre bergensis. Filippo Badosse, De bul-
\'j'ì5. Ratio apostolici ininisteriì, del lis, et de brevioribus litteris apO"
maggio 1726. Singnlaris dcvotio^ stolicis, dissertationeni historico ca^
de'5 luglio 1726. Exponi nobis, de- nonicani. R.omae 1798. Pompeo
gli 8 agosto. Vilae, del primo set- Sarnelli, Lett. ecclesiastiche t. I,
tembre. Libenlcr, del primo genna- lett. I, Delle lettere ecclesiastiche.
io 1727. Loca sancta, del 3 mar- Gerardo Rodolfo, De literis cano-f
zo. Elx quo sedes, del primo apri- »7c/\y, Coloniae 1572, Giovanni Ca-
le. Summa decet, dello stesso mese. bassuzio, Dissertalio de literis for-
Preliosus, de' 26 maggio. Le spie- matis, nella sua Nolit. conci lior. p.
gazioni, de'28 settembre 1728, e 276, Lugduni 1670J e nelle IVotil.

del marzo 1729. Exponi nobis, ecclesiast. p. 32, Lugduni i68oj


ed In sede, de' 21 e 26 marzo e nel t. I, p. 233, De disciplina
1729. Dei diversi uffiziali delle populi Dei. Enrico Dodwello^ Dis-
lettere apostoliche se ne parla agli sertatio de literar. ecclesiaslicar .

articoli Abbreviatori, Cancelieria, characteribus, nelle sue Disserta^


Dateria, Segretari, Scrittori, ec. tion. Cyprian. p. 17. Osonii 1684.
All'articolo Pvegio exequatur, par- Francesco Bernardino Ferrari, De
leremo perchè s'introdusse. Il Plet- antiquo epistolaruni genere, libri
lemberg, Notìtia congregalionum, a tres, Mediolani 161 3; e curante G.

p. 486, nel trattare delle lettere Theodoro Megero, Heimstadii 1678.


apostoliche, dice de' lalsilìcatori di Giaogaspero Thorspecken, Disser-
esse. Sulle lettere apostoliche si talio de literis canonicis ex onini
possono consultare i seguenti autori. aritiqiiitate tani sacra qiiani pro-
D. Thomae de Rosa, Traclalus fana. VVitembergae 1731. Gian-
de executoribus lilleranini apo- ri dolfo Kiesling, Dissertatio de sta-

slolicarwn tam gratiae, quani ju- bili primitivae ccclesiae ope lilera-
ituiae. Clini addilionibus ad r/tia- riini systalicaruni et formatariim
libet capita seorsini alias impres- commerciis in ecclesia Christi usi-
i38 LET LET
talis, earimifjiie usti, origine, conti- più che Toro eletto e finissimo;
nualione et dijferentia , Stadae ella è più pregevole di tutte le

1682. Erniano Ugone, De prima ricchezze, e le cose più stimate


scnbendi origine cap. 1 3. Filippo non possono mettersi in paragone
Priori, De literis canonicis disscr- con essa, la quale ha nella destra
tatto, cimi appendice de Tractoriis mano la lunga vita, nella sinistra
et Synodicis. Pniisiis 1675. Gar- le ricchezze e la gloria; le vie di
nier nel t. I Conimonitor Marii lei sono vie belle, ed in tutti i suoi
Alercatoris cap. I. Noris nel t. sentieri è la pace; essa è l'albero
IV Oper. in Jppend. ad Histor. della vita per quelli che l'abbrac-
Donatistar. lect. 4> ^'^^' ciano, ed è beato chi al suo seno
P-
LETTERE BELLE. La lette- la stringe ". Difficilmente si trove-
lalura è la scienza delle belle let- rà un autore profano, il quale ab-
tere, chiamandosi Letterati (Fedi), bia fatto un più pomposo elogio
quelli che le coltivano e professa- della filosofia. Esso è ripetuto cen-
no. Il Bergier nel suo Dizionario to volte nel libro della Sapienza
enciclopedico prova all'articolo Let- e nell'Ecclesiastico, essendo un'esor-
tere Belle che a queste riuscì
,
tazione continua allo studio. I me-
sommamente utile la religione cri- desimi autori sacri avvertono che
stiana, ciò che andiamo colla sua altresì la sapienza è un dono del
autorità a riportare. Scrive dunque, cielo. Se r Ecclesiaste nel cap. l e
che molti nemici del cristianesimo II, sembra far poco conto dello
osarono di sostenere che il mera- studio e delle cognizioni umane,
viglioso e felice stabilimento di es- è perchè non considerava egli se

so recò danno gravissimo alla col- non l'abuso che ne fanno lamag-
tura ed al progresso delie lettere, gior parte di quelli che le hanno a-
però basta la più leggiera tintura cquistate. Daniele al cap. 12, v. 3,
dell'istoria per chiaramente dimo- dice. » Quelli che hanno la scien-

strare r ingiustizia e la falsità di za, rifulgeranno come la luce del


questo rimprovero. Senza il cristia- firmamento ; e quelli che insegna-
nesimo tutta l'Europa sarebbe im- no a molti la giustizia, come stelle
mersa nella stessa barbarie in cui per l'intiera eternità ". Quel pro-
trovansi l'Asia e l'Africa. Prima feta per le sue cognizioni meritò
di esporre comprovanti ta-
i fatti il favole e la confidenza dei re
le asserzione, sarà bene esaminare di Babilonia, e servì utilmente la

l'idea che libri snnti danno dello


i sua nazione. Gesù Cristo dice, che
studio e delle cognizioni umane. ogni scriba istruito ossia dotto ,

Gli autori sacri come i profani pel regno de' cieli è simile ad
compresero sotto il nome di sapienza un padre di famiglia, il quale
tulle le cognizioni utili e dilette- tiene in ordine e preparato tutto
voli . M Felice l'uomo, dice Salo- quello che può venire a bisogno
mone neProv. e. 2, v. i3 e seg., per la sua casa, come si legge in
che si procurò la sapienza con che s. Matteo cap. i3, v. 52. Quando
La moltiplicato le sue cognizioni, scelse degl' ignoranti per predicare
ed è ricco di prudenza ; l'acquisto la sua dottrina, volle dimostrare
della sapienza vale più dell'acqui- che non avea bisogno di alctni soc-
sto dell' argento, ed i frulli di lei corso umano promise loro un lu-
:
LET LET 139
wc soprannaturale, ed i doni dello scro celebre colla fama delle loro
,S[)inlo Santo. Eyli medesimo face- lezioni. s. Atana-
Nel quarto secolo
va meravigliare gli ebrei, per la sio, s. Gregorio Nazian-
Basilio, s.

dottrina delle sue lezioni, abben- zeno, s. Gregorio Nisseno, Arnobio,


cliè non avesse egli fatto alcuno e Lattanzio furono considerati come
studio : »» e ne stupivano i giudei e i più grandi oratori, ed i migliori
dicevano; come mai costui sa di scrittori del loro secolo. Il quinto

lettere imparato? »
senza avere secolo fu ancora più fertile di gran-
come scrive s. Giovanni e. 7, v. di uomini, che nessun autore genti-
i5. Allorquando 1' apostolo tlelle le contemporaneo potè eguagliarli.

genti s. Paolo sprezzò la filosotla L'imperatore Giuliano l'Apostata, ge-


e le scienze de'greci, dimostrò l'a- loso della gloria che spandevano sul
buso che ne avevano fatto i filo- crescente cristianesimo i talenti dei
sofi; rilevò il disegno che avea la suoi dottori, proibì ai cristiani di fre-
provvidenza effettuato servendosi di quentare le scuole e d'insegnare le

alcuni uomini illetterati per con- lettere, tirannia che restò senza effet-
fondere i sapienti; ma allorquando to per l'infelice morte di quel prin-
alcuni tentarono deprimere il me- cipe. Raccomandarono lo studio del-
rito de'suoi discorsi, fece osservare egualmente che quello della
le lettere^

loro, che quantunque rozzo nel sacra Scrittura, i santi Clemente A-


parlare non lo era nella scienza, lessandrino, Girolamo e Basilio Ma-
nella seconda epistola ai corintii e. gno. I lumi sparsi in Europa nel V
II, V. 6, Altrove lo stesso aposto- secolo, in cui fiorì il Papa s. Leone
lo dice che fa di che un mestieri I Magno, senza dubbio si sarebbe-
vescovo sia capace d'insegnare, e ro accresciuti progressivamente, se
colla sua epistola prima a Timoteo, una subitanea e fatale rivoluzione
e. 3, v. 2, i3, iG, suo discepolo, non ne avesse cangiata la faccia. Or-
lo esorta e leggere, studiare ed i- de innumerevoli di barbari, sortiti
struire gli altri. principalmente dalle foreste del set-
In tal modo il cristianesimo si- tentrione , devastarono successiva
no dal suo nascimento, ben alieno mente l'Europa e l'Asia, distrusse-
dall'allontanare i suoi seguaci dalla ro monumenti
i delle scienze e
coltura delle lettere e delle scienze, delle artij sparsero dappertutto la
somministrava loro un nuovo mo- desolazione ; le loro devastazioni
tivo di applicarvisi, la necessità cioè continuarono per diversi secoli, e
di confutare ed il deside-
i filosofi^ non cessarono del tutto se non
rio di convertirli. Nel secondo secolo quando il cristianesimo fu stabi-
s. Giustino, Taziano, Atenagora, lito nel settentrione. La nostra
lumia, ed altri scrittori ecclesiasti- santa religione avrebbe dovuto soc-
ci, le di cui opere sono perdute ;
combere sotto colpi così terribi-
nel terzo secolo s. Clemente Alessan- li, se il suo divino fondatore non
drino, Origene ed i suoi discepoli l'avesse sostenuta, formando nel suo
dimostrarono nei loro scritti di aver seno istesso que'mezzi con cui in
cognizioni estesissime in fatto di fi- seguito si ripaiò il male. Per sottrar-
lu->olìa e di storia; rimpiazzarono si alle violenze e devastazioni degli
essi uella scuola d'Alessandria Pau- stranieri invasori, moltissime perso-
leiiio ed Ammonio Sacca, e la rc- ne abbracciarono la vita munasti-
i4o LET LET
ca : divisero il loro tempo fra ii bitità, e perchè i servi non avevano
Javoro delle proprie mani, lo studio la Questa è
libertà di applicarvisi.
e la preghiera ; essi custodirono e la prima sorgente dei e privilegi
copiarono i libri che ancora sussi- della giurisdizione temporale e del-
stevano monaco era stato il dottis-
: le prerogative accordate al clero;
simo Papa s. Gregorio I 3Iagno, era esso diventato il rifugio de'po-
fiorito nel sesto secolo, e monaci poli nei tempi disastrosi. All'epoca
furono molli illustri, dotti e santi delle fondazioni delle università, tut-
suoi successori. D'altra parte gli ec- te le cattedre furono occupate da
clesiastici obbligali dal loro stato allo ecclesiastici : quegli stabilimenti furo-
studio, conservarono qualche tintura no considerali come alti di reli-
delle scienze; il nome di ecclesiastico gione che doveva usi fare sotto l'au-
e di Chierico ( Vedi) diventò sinoni- torità del capo della Chiesa, siccome
mo di quello di letterato, e quello dice il medesimo Bergier. Egli in-
ili Laico (^Vedi), di non addottri- oltre rimarca, che quando vedesi
nato, indotto, privo di scienza. La un Gerson, cancelliere della chie-
lingua latina, sebbene molto deca- sa di Parigi, prender cura per ca-
duta dalla sua antica purezza, con- rità delle piccole scuole, compren-
eervossi nell'uffizio divino e nei li- desi che la religione sola può ispi-

bri ecclesiastici, divenne il linguag- rare un simile zelo per l'istruzione


i^io della chiesa: vi furono sempre degli ignoranti: gli antichi padri ne
delle scuole nel recinto delle chie- aveano dato l'esempio, ma non si
se e de'monasteri. Soggiunge il Ber- trovano siffatti modelli tra i filosofi,
gier, che dovremo adunque noi pen- né vi saranno imitatori tra i nostri
sare di quei critici moderni, i qua- avversari moderni. La poesia nella
li scrissero che il latino era stato sua origine era stata consecrata a
guastato e reso barbaro dalla reli- celebrare la divinità; nei secoli barba-
|.;ione, quasi che fosse stata la re- ri essa ritornò alla sua primiera de-
ligione che provocò la venuta dei stinazione : gli inni ed i cantici fe-
barbari e consigliò di mischiare la cero sempre parte del servigio di-
loro lingua corrotta col puro lin- vino. Nelle assemblee della nazione,
guaggio del Lazio (Fedi)! Altri in presenza del sovi-ano e dei vas-
ti lagnarono perchè la maggior par- salli, i vescovi e gli abbati erano le
te dei nostri sludi e la maggior par- sole persone capaci di parlare, per-
te delle noslre istituzioni nei bassi chè erano essi obbligati dal loro
tempi presero un' aria monastica. stalo di tenere al popolo dei discor-
Laonde è prova di fatto, che gli si di religione. I sermoni di Fulber-
ecclesiastici ed i monaci hanno ve- to e di Ivone di Chartres, quelli di
ramente salvato dal naufragio le let- s. Anselmo e di s. Bernardo, non sono
tere e le scienze. Gli ecclesiastici fu- eloquenti come quelli di s. Basilio
rono obbligati di studiare il diritto e di s. Gio. Crisostomo; vi si scor-
romano e la medicina ; essi trova- gono però dei tratti di genio ed un
ronsi soli capaci d' insegnarli, per- grande uso della sacra Scrittura,
che i nobili, dati interamente alla sorgente divina che somministra o-
professione delle armi, spingevano gnora l'elevatezza de'pensieri, la vi-
la loro stupidezza fino a considera- vacità de'sentimenti, la nobiltà delle
re lo studio come un segno d'igno- espressioni.
,

LET L li T I 4
A Roma particolarmente gli sliv zione. Fu perfino tentalo di scre-
di si sostennefo e si rianimarono per ditare il mirabile zelo de'missionari
cura de'sommi Pontefici, il novero che vanno a predicare il vangelo
de'più dotti de'quali lo riportammo agi' infedeli; eppure i missionari
all'articolo Letterato. E da Roma hanno contribuito più di tutti i

che Carlo Magno chiamo dei mae- viaggiatori a flirci conoscere le na-
stri per ristabilire la coltura delle zioni più lontane da noi. Così per
lettere nel suo impero: Alenino dal una stupida ostinazione gl'increduli
quale egli prese lezione avea studia- rimproverano al cristianesimo soc- i

lo in Roma. Ora la religione man- corsi che loro ha somministrato per


teneva un legame necessario tra la estendere le loro cognizioni. Dicono
Sede apostolica e tutte le chiese del- essi che in vece di spingere gli uo-
la cristianità. Le gelosie, l'andjizio- mini allo studio della natura, del-
ne, il genio oppressore dei piccoli la morale, della legislazione, della
principi, che tenevano in ischiavilù politica , il cristianesimo non li

l'Europa, avrebbeio troncato qua- tiene occupati se non che di di-


lunque commercio fra i suoi abitan- spute di religione, il Bergier ri-

ti, se la religione non avesse con- sponde loro, che senza tali dispute
servato fra essi la comunicazione ed gli uomini sarebbero incapaci di
i rapporti di società. In oggi ancora attendere a qualunque siasi spe-
l'ignoranza presuntuosa, col fastoso cie di studio , quindi allatto simi-
nome declama contro la
di filosofia, li ai bruti. La
filosofia nella sua
dominazione temporale dei Papi; non culla incominciò colle ricerche sulla
vede essa che ciò non fu solamen- causa prima, sul governo della prov-
te un effetto necessario delle circo- videnzaj sulla nntiua e sul destino
stanze, ma uno de'mezzi che ci sal- dell'uomo; che essi citino un solo
varono dalla barbarie, com'è pro- popolo senza religione che abbia
vato in tanti articoli. Lagnasi per fatto degli studi? Le nazioni che non
la quantità delle pie fondazioni, e sono cristiane hanno esse fitto mag-
si dimentica che per alcuni secoli giori progressi di noi nelle cogni-
questo fu il solo mezzo possibile per zioni che vantano sì altamente i

sollevare gì' infelici . Scandalizzasi nostri avversari ? Dacché essi me-


per la ricchezza de'monasteri, per- desimi cessarono dall'essere cristia-
chè ignorasi o si vuole ignorare ch'es- ni, hanno essi perfezionato d'assai la
si furono per -molti secoli il solo morale e la legislazione? Ecco una
asilo de'poveri. Si esagerano le fu- serie difatti contro i quali non po-
neste conseguenze delle crociate, ta- tranno mai sostenersi le foro con-
cendosene i vantaggi, dappoiché da getture e frivoli ragionamenti. ( po-
tal epoca ebbe incouiinciamento la poli che non furono mai cristiani
libertà civile, il commercio, come sono ancora pressoché barbari ; essi
da tale epoca s'incominciò a repri- sonosi tutti inciviliti dacché abbrac-
mere la formidabile possanza dei ciarono il cristianesimo : questa e-
maomettani. Si mettono in ridico- sperienza è più che per surtlciente
lo le dispule insorte tra l'impero provare il nostro argomento. Allor-
ed il sacerdozio; ma quelle ci co- ché Costantinopoli nel i/^^i3 fu pre-
strinsero a consultare l'antichità^ ed sa da Maometto II, il Papa Nicolò
a riacquistare il gusto per l'erudi- V in R.oma, ed Medici in Firen- i
ì.\7. LET LET
ze accolsero con distinzione i lette- relln; in fine aggiungevano alcune
rati ed eruditi che aveano abhnn- parole semplicemente di pulitezza o
donato la metropoli dell'impero gre- cortesia, clic nella lingua loro signi-
co. In diverse altre parti d'Italia an- ficavano auguri di salute, di gioia e
cora, ad esempio del Papa, essi e di prosperità. Riguardato si sareb-
le loro lettere trovarono una gen- he quale scortesia ed insulto l'oh-
tile accoglienza, laonde le belle let- hlio di questa formola o l' aftet-
lere greche e latine risorsero priu- tazione di non apporla alle lette-
cipalmente per la munificenza pon- re. Gli spartani scrivevano le let-
tilicia. Paolo II, gran protettore dei tere loro sopra strisele di perga-
letterati di buoni costumi, nel 14^58 mena, e le avvolgevano o le roto-
ebbe la compiacenza di vedere in lavano sopra un cilindro di legno,
Roma introdotta l'utilissima arte del- indi le chiudevano con filo nero,
la stampa. Leone X, l'onore del suo sul quale applicavano il sigillo. Tan-
secolo, concorse potentemente alla to corte però erano le loro lettere,
restain-azione delle belle lettere, non che la brevità delle medesime passa-
meno che delle belle arti, per il ta era in proverbio, seppure questo
genio della sua famiglia Medici, non li feri vasi piuttosto alla conci-
e pel gusto sid)lime del bello da sione de'Ioro detti, che nominata fu
cui era animato, quale produsse una laconismo. Si dice ch'essi non avesse-
felice rivohizione nel suo secolo. Nel ro Sif;illi [P^erli) particolari, ma
nostro meraviglioso le lettere e le che pigliassero quello che loro pia-
arti grandemente fioriscono. ce va , o quello che veniva loro
LETTERE EPlSTOL.ARI.Scrlt- nelle mani, e d'ordinario servi-
ture che si mandano agli assenti o vansi per quell'oggetto degli anelli
per negozi o per ragguagli, o per di ferro ch'essi portavano alle di-
altri molivi; queste furono dette ta. I romani imitarono piuttosto
talvolta Epistole o Lettere miaxwe. gli ateniesi nella formola g(Miera-
L'uso di scrivere queste lettere è le ch'essi adoperavano nelle loro
tanto antico quanto quello della lettere. Ponevano essi nel titolo i

scrittura. E facile l'immaginarsi che loro nomi e le loro qualità^ e


trovata avendo gli uomini l'arte di quindi soggiungevano il nome eia
scrivere i loro pensieri, ne abbiano qualità di quello a cui scrivevano,
tosto approfittato per comunicarli aggiungendo d'ordinario la parola
a persone assenti o anche lontane, di salutazione, che equivaleva al
Nel libro VI dell'Iliade si legge che saluto o all'augurio di salute. Ma
Bellerofonte portò una lettera di allorché essi scrivevano a un con-
Pretore d'Argo a lobata re della sole, aun dittatore, o a qualunque
Licia. Pretendono molti eruditi, che altra che si trovasse iu
persona
le lettere o le epistole presso i greci carica distinta, osservavano il co-
ed i romani avessero al pari delle stumc di porre in prima in capo
nostre una formola generale e qua- alla lettera il nome e la qualità di
si uniforme. I greci cominciavano quello cui la lettera era diretta,
col porre in ca[)0 alle loro lettere e questo avanti il nome e le qua-
li proprio nome o quello dello seri- lità loro. All'opposto allorché un
vente, e in seguilo ponevano quello dittatore o un console o un pre-
della persona cui la lettera era di- lore scriveva a persone infeiiori,
LET LET 145
cominciava sempre col l'apporre il gnore, che loro si dava nelle let-

suo nome e la sua qualilà e tut- ; tere ad essi dirette, ni;i mostraro-
te generalmente le lettere de'roma- no piacere che a' loro nomi si u-

ni terminavansi colla formola T^a- nissero gli epiteli di magnifico, di


le, cioè coU'augurio di salute, sen- massimo, di augusto, di ottimo, ec.

za l'aggiunta di alcun altro com- I principali titoli onorifici, antichi


plimento. 11 p. Menocbio nel tora. e model Ili, hanno articoli ne] Dizio-

Ili, p. 5o8 delle sue Sluore trat- nario. Nel corpo stesso della lettera
ta nel cap. XCIX: De' saluti usa- si adoperarono spesso i termini, di
ti dagli antichi nel principio delle tua clemenza, tua pietà, tua ma-
lettere^ laonde riporteremo due for- gnificenza, ed altri simili. Per mez-
inole. Se state bene, mi rallegro, zo di nuova introduzione
questa
io sto bene. Platone a Dione pre- di formole a quel tempo in-
sino
ga buon successo de' suoi negozi. audite, avvenne che sotto gì' im-
Per la maggior parte scritte era- peratori si perdette il nobile stile

no quelle lettere sul papiro foi*- ,


epistolare de' romani , conservalo
mato da una foglia della pianta nel periodo della repubblica, e più
che portava quel nome e che cre- non si conobbe sotto gì' imperato-

sceva più abbondantemente nel- ri altro stile che quello della vil-
r Egitto. I romani le piegavano tà e dell' adulazione, f^. Lettere
semplicemente o le rotolavano o APOSTOtlCHE ,
CA^'0^ICHE EB ECCLE-
le avvolgevano in modo che tutte SIASTICHE.
rimanessero legate con un filo, al Pompeo Sarnelli nelle sue eru-
quale applicavano una specie di ditissime LeW^re ecclesiastiche t. II,

cera per imprimervi il sigillo a un p. T, osserva che lo scrivere lette-


dipresso come noi facciamo colla re ad altro oggetto non fu in-
cera lacca. Per aprire quindi una ventato che a far piesenti due
lettera era d'uopo tagliare il filo. assenti, e trattar fra loro o delle
Le lettere de' duchi o comandanti cose domestiche, o di quello che
degli eserciti, scritte al
senato per alla giornata va succedendo. E ve-
affari importanza
d' erano sem- , ro però che questo si è pure ado-
pre sigillate con doppio sigillo, e perato per cose dottrinali, come s.

quelle colle quali annunziavano Girolamo scrisse a IMarcelIa. f-pi~


una vittoria erano circondate di slolare offlciwn estj de re familia-
rami d'alloro. Quelli che volevano ri, aut de quotidiana conversatione
risparmiar la carta, che in R.oma aliquid scribercj et quodamniodo
doveva esser carissima, scrivevano ahsentis inter se praesentes fieri,
sopra tavolette intonacate di cera, cium mutuo quid aut K'elint, aut
e le spedivano coperte e sigillate; gestuni sit, nuncìant : licci inter-
di modo che quegli a cui era di- cium confahulationis tale conviviuni
retta la lettera, dopo di averla let- doctrinae quoque sale condintur. Il
ta cancellava colla estremità roton- medesimo Sarnelli nel t. IV, lett.

da dello stile i caratteii che vi e- I, discorre suH' Uso delle lettere


rano impressi, e rimandava la ri- jììissive non esser coetaneo a quel-
sposta scritta su le tavoletteme- lo dello scrivere •
e di altre lettere
desime. I successori di Augusto non appartenenti alla r.loria ecclesia-
si contentarono del titolo di si- stica. Egli dunque chiama utile e
i44 LET LET
giocondo il commercio delle lettere lat, cui sili ( ut in rhetoricis Ci'
missive, che i greci e latini chia- cero ait) rifu ferino vìctuni quaere-
marono Epislolae, da epìstello che bant, ante chartae, et membrana-
significa mandare. L'utilità è accen- rum usum, aul in dolatis e li-

nata da Cicerone, Q. Fratri lib. I. gno aut in corticibus


codicillis,

Jllud, qiiod est epislolae proprium, arborum mutuo epistolarum allo-


ut is, ad queni scribitur, de his quia missilabant ; linde et porti-
rebusj qiias ignorai, cerlior fiat, tores earuni tabellarios, et scripto-
praelennitlenduni esse non puto. res a libris arborum librarios vo-
La giocondità è espressa da Seneca cavere. Ai fanciulli ancora si da-
lib, I, ep. 40' "^^ imagines nohis vano queste tavolette acciocché
amicorum absentium fucundae sunt, imparassero l'abecedario, e si usava-
quae viemoriam renovanl, et desi- no fino dai tempi di Plauto pia ;

deriurn absentiae falso, atque ina- tardi si usarono le tavolette di


ni solatio levant : quanto jucundio- avorio, nelle quali col lapis si no-
res sunt lilerae, quae vera amici tavano le cose e poi si cancella-
absenlis vestigia, veras notas af- vano. Dipoi si venne alle membra-
ferunt. Da principio, dice il Sar- ne fatte di pelli d' animali, colle
nelli, si scrisse nelle pietre nude quali possono annoverarsi quelle
o ne' mattoni formati di creta o che diciamo pergamene, delle qua-
cotti, come si legge de'figli di Selh, li al dir di Plinio fu inventore
e della legge data a Mosè in due Eumene re di Pergamo : tuttavol-
tavole di anche nelle
pietra, ed ta sembrano più antiche, perchè
lastre di piombo come si vede in il Pentateuco di Mosè era scritto
Giob 19; indi si usò di scri-
cap. in somiglianti membrane. Quali
vere sulle foglie, che i greci chia- carte pergamene solevano commet-
mavano phylla, onde le pagine dei tersi l'una coll'altra, e poi al mo-
libri si chiamano da essi e da do che si fa delle tele dai tessito-
noi fogli. Dalle foglie si passò a ri, voltate sopra un cilindro, come
scrivere nelle sottili e interiori era scritto il Pentateuco, e queslo
corleccie degli alberi, che in latino dicevasi Volumen dall' involtarsi.
si chiamano propriamente libri. Finalmente, secondo Plinio lib.

Ul piano 1. librorum, ff. de legib. I 3, e. II, s'introdusse l'uso della


chiama gli alberi, tilia, phylira, e carta a tempo di Alessandro il

papyro. Si adoperarono ancora ta- Grande. Quindi il Sarnelli parla


volette sottili, e di queste si fecero delle lettere missive ossiano episto^
libri, com'era quello ritrovato nel le della sacra Scrittura, delle qua-
sepolcro di s. Barnaba : libri hujus li non se ne incomincia a parlare
iabellae erant ihyinis lignis coni- che ne'libri de'E.e, essendo stata
positae, presso il Surio t. III. la prima quella che Davide diede

Forse a quel tempo sarà stato l'u- ad Uria, ritenendosi favola dei
so di mandar lettere, mentre ta- greci quella di sopra memorata di
hellarii si chiamano i Corrieri Bellerofonte. Carta siAll'articolo
(Vedi), che portano lettere; di parla piu'e dei papiri, e di que-
che scrisse s. Girolamo nell'epist. sti anco all'articolo Diploma. Vedi
ad Nitiam; Rudes illi Iialiae ho- Poste PONTIFICIE, ove si tratta delle

^ Tììines quos Cascos Ennius nppel- poste delle lettere) diceiidos.i a


LET LET t45
Corrieri anche come portano le ?.. al beneficio, 3. al ringrazia-
letterele colombe. mento. Sotto questi tre generi so-
Francesco Paiisi nelle Islruzio- no poi contenute molte specie Io-

ni per la gioi'entli impiegala nel- io subordinate, come al domanda-


In segreteria, nel t. I, par. Il : re si appartiene la raccomanda-
Generi delle lettere, dice che qua- zione, in cui si domanda alcuna
si niuno degli scrittori si accorda in cosa pei nostri amici e dipendenti;
questa divisione ; quei che la pren- la introduzione in cui si domanda
dono dalle diverse materie e da l'amicizia del corrispondente; la
pressoché infiniti argomenti ch'esse scusa, dove si chiede d'averci per
trattano, non si ricordano del iscusati, specialmente quando non
precetto Platonico nell' insegnare si concede ciò che ci viene do-
le discipline, di non fermarsi nei mandato ; la querela ha per fine
singolari. Libanio, il più antico di il lamentarsi, il notificare i misfatti,
tutti, le divide in quaranta specie, ed ancora il richiedere la ripristina-

npn già ventuna, come dice l'Eri- zione dell' amicizia ; la credenziale
treo, e per lo più inettissime, poi- domanda che si abbia fede ad una
che vi pone fra le altre Vamiche- persona, che noi mandiamo, ec, e
vole, l'allegorica, 1' apologetica, la cosi discorrendo di altre specie, nelle
dottrinale, ec. Altri ne contano ot- quali la sostanza si riduce al do-
tanta, altri passano il centinaio: più mandare. Al beneficare e compia-
discreti, benché non più utili, sono cere appartiene l'offerta, il dono,
quelli, che tutte le lettere riduco- l'avviso, in cui si fa un piacere o
no con Bartolomeo Zucchi ai tre un benefizio all'amico a cui si avvi-
generi oratorii, ovvero le distin- sa^ cosa che giova o diletta; la
guono in necessarie, utili e dilet- visita, l' augurio, la lode, la dedi-
tevoli.Sembra, che per fare una ca, ringraziamento, la condo'
il

giusta divisione debba questa de- glianza , la giustificazione nella


.sumersi dall' intrinseca sostanza quale si disinganna la persona, e
della lettera.Qualunque commer- gli si dà il bene di conoscere la
ciò epistolare altro non contiene verità, ed ogni altra specie in cui
se non che cose buone o male, che si fa al corrispondente o benefizio
appartengono o a chi scrive o a chi si o piacere. Il ringraziamento con-
scrive: questa dunque è la loro in- tiene tante specie di ringraziare,
trinseca sostanza e la materia. Ora quante sono le specie de' bene-
quanto alle cose buone che trat- fizi che si ricevono. Circa le cose
tasi nelle lettere, o si desiderano, male, o se ne chiede l'allontana-
o si concedono, o si ricevono. Chi mento, e ciò appartiene alla do-
le desidera prega e domanda ; chi manda, o si allontanano dall'ami-
le concede le dà per compiacere co, il che appartiene al beneficio j
e far benefizio chi le riceve ne ; e questo produce all' amico stesso
mostra gradimento e riconoscenza, il ringraziamento. Questi tre gene-
Ecco dunque che la sostanza del- ri per maggior brevità il Parisi li

le lettere può riduisi a questi tre i iduce a due, cioè al negozio e al


generi, cioè al pregare, al conce- complimento, giacché a questi due
dere, al ringraziare ; che è lo si riducono anche tutte le specie
slesso che dire: i. alla domanda, de'lre generi, e questa stessa divi-
vor,. xxxviii. IO
i46 LET LET
sione approvata da molti e
fu segreterie. Delle lettere di buone
specialmente da Aldo Manuzio, Le feste ne parlammo in diversi hio-
familiari debbono anch'esse ridur- ghi, come nel voi. XXIV, p. 226
si a questi medesimi generi. del Dizionario. Nel voi. XXllI
Quanto al cerimoniale interno poi, a p. i54 e i55, non solo
ed esterno delle lettere, avverte il trattammo delle mancie, del com-
medesimo Parisi, che le formalità piimenlo ed augurio delle buone
che si usano nelle lettere, servono feste, delle strenne e degli autori
a distinguere un ceto dall'altro, e che di queste scrissero, ma citam-
a determinare in certo modo la mo gh altri articoli in cui sonovi
distanza o disparità relativa tra altre l'elative notizie. 11 p. Meno-
chi le scrive e quello a cui si chio nelle Stiiore t. Ili, scrisse :

scrivono ; fe sono come testimo- Dell'uso degli antichi di dare le

nianze e segni esterni di quel che mancie in certe occasioni, e di


in opinione comune noi siamo pregare le buone feste, essendosi
rapporto agli altri. La materia di usalo anco dagli antichi cristiani
queste formalità viene sommini- di scriversi scambievolmente lette-

strata dall'uso comune, dalle con- re nelle solennità, con augurarsi


suetudini delle nazioni, da un ta- le buone feste, e questo per amo-
cito accordo tra le corti de'princi- revolezza e carità cristiana, Dell'o-
pi o da qualche legge de' medesi- rigine delle mancie e delle stren-
rai. L'usanza principalmente è quel- ne, altre notizie possono leggere
si

la che nelle lettere prescrive i se- in Alberto Cassio, Corso delle


gni, presceglie le parole, ne fissa acque t. II, p. 210 e seg. Verso
e varia ad arbitrio l'ordine, la il 1820 pel primo d'ogni anno
quantità, il valore e il significato, si sono cominciate a pubblicare
ed assegna ad un ceto il proprio collestampe alcune strenne o ai-
distintivo, acciò sappia ognuno ap- manacchi lellerarii, ad imitazione
pigliarsia quella classe di formole di certe operette inglesi che so-
che conviene al suo grado, rap- glionsi pubblicare al primo dei-
porto al grado di nascita, di fa- l'anno, o meglio vuoisi piuttosto
colta e d'impiego di coloro cui si italiana invenzione, passata inFran-
deve scrivere. Talvolta alcuno si eia e in Inghilterra, Di là ripalria-
astiene dallo scrivere a qualche rono in Italia le strenne, piene di
personaggio che pretende un lito- galanteria talvolta pericolosa, e po-
lo singolare, volendo negare un che volte istruttive e morali, piìi
trattamento che comunemente a o meno ornate con isplendidezza
quello si accorda a persone d'in- : tipografica. Fra quelle che meri-
geguo non mancano modi e forme, tano menzione nella categoria del-
per evitar con decoro le diflicollà le strenne isloriche, citeremo : La
che s'incontrano nel superficiale. Strenna Picena per l'anno 184(5,
Inoltre il Parisi non solo nella compilata da Francesco Papalini,
sua opera tratta magistralmente Loreto presso i fratelli Rossi 18451.
l'argomento epistolare, ed anche Neil' anno lygS in Venezia
con erudizione, ma nel t. I, p. si pubblicò la Raccolta di lette-

121 e seg. riporta una scelta bi- re capricciose, dell'Albergali e del


bhoteca epistolare per uso delle Zacchiroli. Il Sarnelli nel t. \ I,
LET LET i47
delle Leti. eccl. ci dà la XXXI : ilmemoriale che gli fu dnto per-
Delle lettere o memorìali senza no- chè evitasse la congiura, forse non
me, o con nome fìnto, ovvero sup- avrebbe perduto impero e vita,
poste. Sopra queste scritture anoni- tenendo in mano la polizza che
rne e cieche, ne diede la regola che doveva illuminarlo. Così Archia
si deve tenere e 1' insegnamento per la ricupera della foi te/za di
Innocenzo 111 nel e. Inquìsitionis Cadmo, fu col presidio tagliato a
de accusationibus. Nec petilioneni pezzi per non aver voluto leggere
eoriim, ani libellum infamalionis la scrìtta da Atene, che lo
lettera
corrigunt in occulto, procedendunt avvertiva del tradimento. Quindi
est ad inquisilionem super contenlis il Kicolio nelle sue lucubrazioni,
ibidem criniinibus faciendam. Già De injuriis tit. IV, n. 5, scrisse.
s. Bernardo avea scritto ad Eu- Denique notandum, quod quando
genio III nel lib. IV De conside- conlra aliquem mitlunlur ad siipe-
ratione, doversi tenere per sospet- riorem ali qui libelli, si ve litterae
ti quelli che ricusano di parlare sine subscriptione inittentis, quaè
svelatamente : Et liane velini gene- vulgo dicuntur memorìalia sine no-
ralem libi constiluas regulam, ut o- mine, per se sola non merenda'
mnem, qui palam veretur dicere, aliquam /idem. Non tamen negligi
suspectum habeas. E la ragione la penitus debentj cunt aliquod ma-
riporta s, Gregorio Ij 5, q. i qui- gni momenti continent ; sed super
dam. Quia quisquis veraciler lo- eorum materia diligens ìnformatio
quitur, semetipsuni innotescere non capi. Il Papa s. Pio V nel iSj?,
debet formidare. Di tal sorte di colla costituzione 198, Romanus
gente non ne niancaj sì perchè Ponlifex, rinnovò tutte le antiche
l'invidia è sempre opposta al me- pene contro gli autori e copisti
rito della perchè i cattivi
virtù, e di libelli, lettere anonime e avvisi
agitati dallo maligno ti-
spirito segreti.
rano la pielia, o che colpiscano o LETTICARI. Chierici che nella
no: chi mostrerà di non farne chiesa greca erano incaricati di
caso, farà cessare gl'inutili latrati. portare i corpi morti , sopra una
Se poi lettere
tali cieche o con bara chiamata lectuni o lectica, e
nome contengono
fìnto cose di seppellirli.
gian momento, ma sono invero- LETTIGA o LETTICA, Lecti-
simili pei falsi contrassegni, non ca. Arnese da far viaggio, portato
se ne deve fare caso; omnia scire, per lo più da due muli, sedia
non omnia exequi, disse Tacito chiusa portatile. Dicesi pure Por-
nella vita di Agricola. L'imperatore tantina, voce oggi usata per tutta
Basilio ammonì il figlio, di non Italia, quasi sedia portatile che anco
dare orecchio ai cattivi rapporti dicesi bussola, portata per Io meno
della calunnia; altrimenti, dice A- da due uomini a modo che si por-
niano, chi sarebbe innocente se tano le lettiche. Si dice quindi, che
bastasse l'essere accusato? Ma se coloro che portano le genti iu
gli scritti anonimi contengono cose seggetta si domandano portantini
gravi verosimili con giusti contras- o seggeltieri. Il nome di lettiga
segni, tali lettere non vanno dis- tratto dal latino lectica, crede.si
prezzate. Se Giulio Cesare legtjeva derivato dalla parola lectns, letto,
i48 LET LET
perchè probabilmente vi aveva se erano sostenute sopra due stan-
un origliere o un materasso come ghe da due muli, e sembra che
in un letto. Il Gouget crede che più comunemente riserbate fossero
l'invenzione delle lettiche non sia alle donne di condizione. Gredesi
tanto antica come quella dei carri che la lettiga propriamente detta
e dei carpenti, de' quali parlammo fosse più comunemente aperta,
all'articolo Carrozza [Vedi): egli benché ve ne avessero ancora di
è d'avviso che quella invenzione chiuse. Queste lettighe fatte ad
possa attribuirsi alla mollezza, con- uso degli uomini, e delle quali le
seguenza ordinaria del lusso. Tut- donne ancora si servirono in ap-
tavolta r uso di farsi portare in presso, portate erano da schiavi,
lettighe o in altre specie somiglian- e la differenza delle condizioni
ti di portantineo di vetture, ere- delle persone veniva indicata dal
desi avereavuto luogo presso i numero de' portatori che talvolta
babilonesi. Da qualche passo di giungevano sino ad otto ; questi
Cicerone e di un antico mterprete però probabilmente servivano di
di Giovenale sembra potersi rac- ricambio e sotteutravano gli uni
cogliere, che l'invenzione delle let- agli altri. Alcuni ritengono che le
tighe portate da uomini o da ca- basterne de'romani abbiano data l'i-
valli fosse dovuta ai re della Bi- dea alle nostre lettighe portate da
tinia. Svetonio presso Dione Cas- muli ; e dalle lettighe de' romani
sio narra che le lettighe furono vuoisi che traggano parimente l'o-
introdotte in Roma a tempo di rigine le nostre sedie coperte e
Giulio Cesare, e per vederle da chiuse con vetri portate da uomini.
tutte le parti accorrevano genti. Biondo da Forh nella sua Roma
In pochissimo tempo se ne ac- trionfante p. 352, ci descrive la for-

crebbe tanto l'uso che fu d'uopo ma delle lettighe degli antichi ro-
vietarle. Sotto Tiberio si vedeva- mani in questo modo. »5 La let-
no schiavi che si facevano portare tica fu molto usata dagli antichi,
a vicenda da altri schiavi inferio- così uomini come donne nobili, la
ri. Nel regno di Alessandro Seve- cui forma si vede in Roma in
ro le lettighe in gran parte di- molti luoghi scolpita, e noi qui la
minuirono, perchè a queste sot- descriveremo. Ella fu prima mol-
tentrarono i carpenti e le veltiue to simile al feretro o letto de'mor-
portate dalle mule. Queste lettighe, ti, che suole essere portato da die-
chiamate anche vetture, furono in ci o dodici uomini alla sepoltura ;

appresso in uso tra romani che


i ma essa ebbe di sotto tre piedi in

ne avevano di due sorta, le une modo seco affissi, che ivi si sospen-
portate dai muli, che nominavan- deva tutta la lettiga alta di terra
si baslernaej le altre portate da per cammino, quando quelli che la
uomini, e queste propriamente dai portavano volevano pigliare un po-
Ialini erano dette lecticae. Le pri- co di fiato e sentire meno affanno:
me ossia le basterne erano d'ordi- fu anco coperta di sopra di certi
nario dorate e munite di vetri ai veli per difendere chi era dentro
due lati, secondo alcuni, altri non dalla polvere, dal sole e dal vento;
ammettono tali vetri, non essendo e vi erano talvolta veli così densi
credibile che allora vi fossero. Es- che né freddo uè pioggia vi potè-
LET LET i49
ra penefiare; e chi v'era dentro o discendere le scale: ora l'uso è me-
itoteva a sua voglia aprirla o tut- no comune, tranne i Pontefici che
*
fa o parte facilmente; e benché sogliono adoperarla talvolta nel pro-
per lo più non vi solesse andare prio palazzo nell'ascendere o discen-
più che lina persona, ella ne capi- dere le scalcj e più raramente se
va nondimeno due, come dice Sve- recansi altrove. Le loro lettighe
lonio. Nerone assai spesso andò pub- o sono sedie coperte
portantine
blicamente in una leltica insieme con due stanghe laterali, quali con
con hi madre. Era la lettica por- cinte di pelle sono portate dai se-
tala da dodici servi ; essendo il diari, domestici stabili del palazzo
viaggio lungo, si cambiavano per apostolico e dei Papi. Sono coper-
strada nitri dodici, perchè a vicen- te di seta di damasco rosso ed or-
da si riposassero e fossero più fre- nate con trine e frangio pur di
sclii e piìi atti a sostenere una seta di tal con bollette di
colore,
lunga fatica : a questo modo si ottone. Lateralmente hanno due
andava lungo e presto, ed assai
di cristalli che si possono abbassare,
quieto e riposatamente ; ma egli si oltre quello dello sportello eh' è
usò la leltica più spesso per la nel davanti; il cielo o copertura
città e per il contado, che per lun- è levatore , alzandosi nell' entrare
go viaggio e che fosse portata
; ed uscire, seppure non voglia u-
da molli in ispalla, ne fa Sene- sarsi. La lettiga o portantina no-
ca menzione in più luoghi, riden- bile è di velluto sì nell'esterno
dosi di coloro che si lasciavano che nell' interno, però le tendine
così delicatamente portare in ispal- ed i cuscini sono di nobiltà cre-
la nelle lettighe. Ulpiano chiama misi. Questa lettiga è dello stesso
lettica ri que'servi che portano la essendo ornata
dip.jipo e delle altre,
lettiga Domiziano vietò
in collo. con trine e frangie d' oro, ed altre
che le donne impudiche andassero guarnizioni, quasi come la sedia ge-
in lettica. Non solamente i roma- statoria, essendovi nel cielo in rica-
ni, ma gli esterni anche di qualche mo lo Spirito Santo raggiante. Nel
dignità usarono la lettica, come M. palazzo apostolico evvi inoltre una
Tullio accenna scrivendo ad Atti- lettiga o portantina , della forma
".
co disile descritte, coperta di pelle ne-
Innocenzo IV nel dare il cap- la e foderata di seta damascala,
pello rosso ai cardinali , coman- trine e frangie di colore paonazzo.
dò loro di andare per la città a Questa i Pontefici benignamente
Cm'allo [Pedi), essendo essi soliti pongono a disposizione di qualche
incedere per umiltà a piedi. Se- cardinale o prelato, che gl'inco-
guitarono i cardinali di andare per moda ascendere
o discendere le
la città a cavallo o in lettiga fino scale, ed è egualmente portata dai
alla metà i5oo, quando
circa del sediari pontificii. In mancanza di
si vide in Italia la prima carrozza, alcuno di essi, suppliscono i pala-
la quale dappoi cominciarono ad frenieri pontificii; così se la lettiga
usare anche cardinali, adoperando i serve Papa. Il cadavere del
pel
essi eziandio sino agli ultimi ieva- Pontefice che muore nel palazzo
]ii, come i signori laici e le signore Quirinale, si trasporta al Vatica-
le lettighe, se impotenti ad ascendere no in portantina o lettiga, portata
l'^o LET LET
dij due mule bianche, al modo lato in Ancona, tutta volta si fece
deito al voi. Vili, p. 187 del condurre in portantina sulla spi;«g-
Dizionario. Di alcune antiche let- già del mare per veder l'ingresso
lighe del palazzo apostolico , ne nel porto della veneta flotta. Dopo
parlammo al XXIII, p. 89.
voi. la morte di Alessandro VI, Cesare
All'articolo Cavallerizzo maggiore Borgia duca Valentino part\ da
DEL Papa dicemmo che a lui spet- Roma, e in portantina o lettiga si

ta la cura della portantina o letti- portò a Narra il


Nepi. Varillas,
ga pontificia, aprirla, chiuderla, e che il cardinal de Medici poi Leo-
vegliare che sia portata con sicu- ne X, si recò al conclave in lettiga.

rezza: in di lui assenza supplisce II primo Papa che si recò in let-

il foriere maggiore. Ora passiamo tiga dal Vaticano al Laterano nel-


a riportare alcune altre erudizioni la solenne cavalcata del possesso,
sulle lettighe, dovendo supplire il fu Paolo IV del 1555. Nel 1 566
dettaglio agli articoli analoghi, ed vi si portò in anco s. Pio
lettiga

ja quello di Treni. V, che la fece fermare per un quarto


Innocenzo IV volendo celebrare d'ora avanti la chiesa del Gesù per
in Lione il concilio generale, si parlare con s. Francesco Borgia
ammalò in Genova, e per consi- generale de' gesuiti SS. D. futi
:

glio de'medici passò nella abbazia ddatus in lectica. Nel iSya Cre-
di Sestri; ma invece la sua salu- goiio XIII andò a cavallo e nel
te deteriorò. Nondimeno dispose di ritorno fece uso della lettiga : a-
Irasferirsi a Lione, se non a cavai- scendit lecticani dìniissisque car-
lo, per lettiga, non volendo recar- dinalihus rediit ad paladum per re-
visi per mare per la noia del viag- g'onem Traiistiberii/i . Nel i 585
gio, e temendo i partigiani di Fé- Sisto V andò a cavallo alia basi-
derico II suo nemico. Si fece dun- lica lateranense, ed in lettiga pas-
que trasportare in lettiga a Savona, so poscia alla sua vigna a s. Ma-
indi alla Stella; e parte a cavallo, ria Maggiore, ove rimase sino alla

parte in lettiga, Susa


per vali- , sera, ritornando al palazzo apo-
cando le Alpi giunse a Lione il 2 stolico,in lecdcas cum fanalihus
dicembre 1-244. Urbano IV essen- cerne albne accensis. Fa S\?,\.o Vii
do nel 1264 in Todi, in lettiga primo Papa che morendo nel 1590
si portò Perugia , ove mori
in al Quirinale, il suo corpo fu per-

dali' infermità che lo avea re- tato in lettiga al Vaticano. Nel


so debole in Todi. Il celebre e possesso preso da Gregorio XIV
benemerito cardinal Egidio Al- nel 1590, dopo il praefectus sia-
bornoz morì in Viterbo nel 1367: è«//, venivano portate, leclicae tres
il suo cadavere posto in lettiga si Sanctitatis siiae^ duae holoserico
trasportò in Ispagna, onde Urba- rubeo^ et tenia panno simililer, et
no V concesse a quelli che per un aureis cordulis, et frangiis orna-
tratto di strada ne conducevano la lae. Gregorio XIV cavalcò nell'an-
lettiga, l'indulgenza dell'anno santo data, ma nel ritorno al palazzo
i35o. Pio II partendo da Roma vaticano ascese la lettiga ,
con-
per Ancona 1464, in lettiga
nel tornato da quaranta paggi, in un a
.siportò a Ponte Molle ove s'im- diversi nobili romani, chi^ sostene-

|>arcò sul Tevere, Essendosi qmmjj- vano lorcie di cera accese : inuHie
LET LET t5;i

lo accompagnavano alcuni cardinali auro ìnterlextOy cum insignìs Pa-


ed il magistrato romano. Nel pos- pae oblevatis , quorum antilena, et

sesso d' Innocenzo IX del iSgi, poslilena cum frontali ex puro


dopo i famigliari de' cardinali, i argento deaurato. Un'altra relazione
cavallie le mule del Papa, suc- dice che nel possesso d' Innocenzo

cedevano due lecticae Papae, una X una lettiga di velluto rosso guar-
cum stabulariìs, qui eas marni du- nita d'oro e con sua arme seguiva
ctbant, et maghler stabuli apud le chinee ; clie il Papa era in let-
eos equitans. 11 Pontefice cavalcò, tiga scoperta davanti , e la presa
ma dopo la funzione in lettiga si del cielo fatta di velluto rosso,

fortò a visitare la scala santa, ed guarnita d'oro con arme del Pon-
i suo antico titolo de* ss. Quattro, tefice, quale era dentro con cap-
il

peceduto dalla croce portata da pello da cardinale; indi dopo i ve-


ur suo cappellano ; indi per la scovi seguivano tre lettighe di vel-
via di Trastevere al palazzo apo- luto e damasco guarnite d' oro.
stol'cocon molti prelati e fami- Di sua cognata la famosa d. Olim-
gliai\ L'anno iSga prese possesso pia Maidalchini, abbiamo ch'essa
a caxallo Clemente Vili: dopo il soffrendo di podagra usava la let-

maestio di stalla e le chinee ,


tiga per Roma, e negli ultimi gior-
venivaro due lettighe di Nostro ni della vita Innocenzo con
d' X
Signore, una di velluto, l'altra di camere del Pa-
e?sa portavasi nelle
panno, portate da quattro muli. pa, pesando di più la lettiga quan-
Dopo la finzione, ripresa la moz- do ritornava a casa pel denaro che
retta, la sto'a ed il cappello, mon- portava via.
tò in lettiga, e licenziò i cardinali. Di Alessandro VII del t655 si

Visitò la scala santa, e poi in let- legge, che lo precedevano tre let-

tiga si recò al Quirinale, accom- tighe nobilissime, essendo più ric-

pagnato dalla sua corte, da alcuni ca quella in cui egli sedeva. Cle-
cardinali, e da molti gentiluomini mente IX nel 1667 piese posses-
romani. Nel i6o5 pel possesso di so : precedeva
lo la sua lettiga di

Leone XI si videro tre lettighe, velluto cremesino ornata di trine


oltre quella aperta in cui si pose e frangie d' oro, seguendo a piedi
il Papa si meli' andata, che nel ri- di questa il maestro di stalla. Egli
torno. Nel medesimo anno prese incedeva in mozzetta e stola con
possesso cavalcando una chmea Pao- cappello pontificale di velluto cre-
lo V : nel corteggio dopo le chi- mesino, in lettiga aperta di vellu-
nee si portarono due lettighe, una to rosso guarnita d'oro, foderata di
nuova di velluto cremesino guarni- damasco cremesino, e bollettata di
ta tutta d'oro, l'altra di velluto borchie dorate, camminandole ap-
rosso più semplice. Nel 1621 Gre- presso un palafreniere coH'ombrel-
gorio XV in lettiga portossi al lo di damasco cremesino trinalo
possesso, oltre quelle che andarono d'oro. Lo seguiva altra lettiga: do-
al solilo luogo ; altrettanto praticò po la funzione, in lettiga coperta
Urbano Vili nel 1623; ed Inno- si portò al Quirinale. Clemente
cenzo X nel 1644 con tre lettighe, X nel possesso che prese nel 1670
oltre quella aperta ov'egli sedeva fu preceduto dalla lettiga : in quel-

portata a duobus muUs serico^ et la scoperta egli si assise, e lo se-


1*^2 LET LÉT
guì altra lettiga ; poscia in lettiga Io, ed al Quirinale in sedia a ma-
coperta fece ritorno al Quirinale; no, col corteggio a cavallo con :

così fece nel 1676 Innocenzo XI, questa sedia a mano talvolta Pa- i

che però ritornò al Vaticano; ed pi si portarono alle cappelle pon-


altrettanto praticò nel 1689 Ales- tificie fuori de' palazzi apostolici.
sandro Vili, passando dopo il pos- Nel 1780 Clemente XII recandosi
sesso al Quirinale. Nel 1691 In- al Laterano pel possesso, ascese
nocenzo XII fece lo stesso in lut- in sedia di velluto scoperta, intar-
to, solo viene notato che lo segui- siata di ricami, trine e frangia
vano immediatamente i seggellieri d'oro, portata nelle stanghe da dut
portando una sedia di velluto cre- nobili cavalli frigioni l)ianchi ric-

mesino trinata d'oro. Ritornando camente guarniti ne' finimenti e


egli in lettiga nel 1692 da Civi- gualdrappe; altri dicono in letti-

tavecchia in Roma, lungi due mi- ga scoperta bellissima con sopra -

glia fu incontrato dai poveri, da cielo di velluto ricamato, seppure


lui tenuti per figli, i quali leva- le sedie a mano non furono si-

rono dalle mani dei palafrenieri nonimi di lettighe scoperte. Al


la lettiga, e vollero essi condurla Quirinale si portò insedia a mano,
fra le più commoventi acclamazio- secondo il Diario di Roma. Bene-
ni. Nel 1701 Clemente XI a ca- detto XIV nel 1741 si portò al
vallo prese il possesso, seguito dal- Laterano in sedia sulle stsnghe di
la sedia e lettiga scoperta, tornan- due cavalli frigioni. ed al Quirinale
do al Vaticano in carrozza con nel ritorno in carrozza, jfel posses-
due cardinali : questa è la prima so di Clemente XllI del 1758, si

volta che ne' possessi si parla di legge che la lettiga coperta del
carrozze pontificie ; ma va tultavol- Papa incedeva dopo la chinea, se-
ta avvertito, che già circa la me- guita dal maestro ; il Pon- di stalla
tà del secolo XVII in poi si leg- tefice precedendo dopo di
cavalcò,
ge genericamente che chiudevasi lui e degli aiutanti di camera, la
la cavalcata con grandissima quan- sedia scoperta portata da due gene-
tità di cocchi e carrozze. Innocen- rosi cavalli, e la sedia a mano por-
zo XIII nel 1721 prese possesso tata dai scolari pontificii. Prima
in lettiga, incedendo
dopo gli aiu- de' cavalleg^ieri procedeva la car-
camera a cavallo, il cavallo
tanti di rozza di Nostro Signore coperta di
che avrebbe dovuto cavalcare il velluto cremisi con trine, frangie
Pontefice, la sua sedia e l;i lettiga e ricami d'oro, dentro e fuori, li-

scoperta, e prima de' cavalleggieii rata da sei superbissimi cavalli


la nobilissima carrozza di Nostro frigioni bianchi. Nel possesso di
Signore col tiro a sei, nella quale Clemente XIV nel 1769 procede-
poi ascese Innocenzo XIII recan- va la consueta lettiga coperta, ed
dosi al Quirinale. Essendo egli egli cavalcò, seguito dalla sedia sco-
pinguissimo, quando dovette recarsi perta con due nobili cavalli ,

alla sua villa Catena ed al suo e la sedia a mano coi sediari


feudo di Poli ^ vi si portò in let- pontificii, oltre la carrozza nobile
tiga, come si disse all'articolo Con- tirata da sei nobili cavalli frigioni
ti Famiglia. Benedetto XIII nel bianchi. Nello scendere il Campi-
1724 si recò al Lateiano a caval- doglio fu gittato a terra dal cu-
LET LET i53
vallo, onde entrò in lettiga aper- moda giacitura, cioè le foglie, la
ta, e dopo la funzione recossi in car- paglia, e<l altre materie souiigliau-
rozza al Quirinale. JNell'anno lyy^ ti, giacché queste formarono sino
pel possesso di Pio \I precedeva da principio i ietti sui quali gli
la lettiga coperta, cavalcando egli uomini si adagiavano. Presso gli
un bel cavallo bianco, e seguendo- spartani piimi letti furono fatti
i

lo altro cavallo di riserva nobil- di canne. Omero fa giacere i suoi


mente bardato, la sedia scoperta eroi sopra pelli d'animali guernite
portata da due cavalli bianchi, la del loro pelo. Welle armate i gre-
sedia coperta coi sediari j e la ci coricavansi sopra pelli stese sulla
carrozza nobile tirata da sei ca- nuda terra ; queste coprivansi di
valli bianchi. 11 possesso preso da tappeti o di altre stoffe^ che te-
Pio VII nel 1801 fu l'ultimo in nevano luogo di materassi, e al
cui fu portata la portali na o let- di sopra collocavano alcune coper-
tiga da sei sediari, dopo gli aiu- te. 1 romani dormirono per lungo
tanti di camera a cavallo, nice- tempo solamente sulla paglia e sulle
dendo il Papa iu carrozza, come foglie secche degli alberi, e non fa
fecero i di lui successori. JN'elle se non che l'esempio delle nazioni
altre solenni cavalcate per le cap- ch'essiavevano vinte e soggiogate,
pelle della ss. Annunziata, di s. che in epoca posteriore li lendet-
Filippo, della iValivilà, e di s. Car- te piìj delicati, e li animò a mag-
lo, dopo le chinee incedevano due giori ricerche di mollezza nella
lettighe di velluto cremisi trinate giacitura. 11 lusso e la magnifi-
d'oro, portate da due mule bian- cenza comparvero allora nei letti
che, con coperte rosse trinate d'o- come iu tutte le altre masserizie,
ro, col maestro di stalla il Papa : adoperandosi materassi di lana di
cavalcava, o andava in sedia sco Mileto, e di piume morbidissime.
perla, e nel primo caso appresso gli Si fecero letti di legni preziosi,
aiutanti di camera veniva la sedia ornati d'avorio e di lamine d'oro
papale scoperta, portata da due mu- e d'argento. A questi letti servi-
le con finimenti di velluto cremi- vano di coperte le pelliccie piti
si e ricami d'oro, non che la se- fine e le stoffe più preziose ; il

dia a mano coperta di velluto cre- popolo però, e la plebe piìi comu-
misi, detta portantina. Per ultimo ne, la notte copri vasi cogli abiti
veniva la carrozza nobile tirata da che portava il giorno. Nei più
sei cavalli Queste Caval-
bianchi. antichi tempi della Grecia, in mol-
cate (Predi') terminarono col pon- te parti di oriente e tra gli ebrei
tificalo di Pio \I. si sedeva intorno alle mense sopra
LETTO, Cubile, Lecliis. Arnese letti.Questo costume vuoisi origi-
nel quale si dorme. Festo deriva nato dopo essersi adottato l'uso
il vocabolo latino leclus dal quale di bagnarsi prima di prendere ci-
viene il nostro letto, dal verbo bo, e fu imitato dai romani e da
pure latino legere, preso nel signi- altre nazioni ; ed anche ne'letti da
ficato di raccogliere o ammassare, tavola crebbe in progresso il lus-
perchè si raccoglievano e si am- so. Tra le persone più agiate si
nniccliiavano da principio le cose tendevano baldacchini al di sopra
colle quali compouevasi una co- dei letti e delle mense, a fine d'im-
I?^ LET LET
pedìre che la polvere della sofHtta Camera dei paramenti ( Vedi), spe-
non cadesse sulla mensa e sui cie di sagrestia ove il Papa si ve-
convitati. 1 romani ebbero i letti' ste degli abiti sacri nelle funzioni
sterni o conviti solenni a'qiiali in- che celebra od assiste. Custode di
vitavano gli Dei, ponendo le loro questa tavola come della camera
immagini sui letti apparecchiati de'paramenti è il p. sotto-sagrista,
io un tempio intorno alla mensa. come quello che al modo che di-
11 Ietto nuziale presso i romani cemmo al voi. XXV, p. io5 del
disponevasi dalla novella sposa, Dizionario, G col prelato sacrista, cu-
pel quale si mostrò il maggiore stode delle cappelle e suppellettili
rispetto, conservandosi religiosa- pontificie. dunque prepara su
Egli
mente durante la vita della sposa tale tavola paramenti ed ornamen-
i

per la quale era stato disposto j e ti che deve assumere il Papa. Di-

se dopo la di lei morte lo sposo cesi letto de' paramenti perchè fa

rimaritavasi, se ne doveva disporre le veci dell' antico letto su cui i


un altro interamente nuovo. Tra Pontefici si riposavano ne'lunghi tra*

i cristiani eravi anticamente l'uso gitti che facevano a piedi o a ca-


in alcune diocesi, particolarmente vallo nelle diverse chiese e basili-
francesi, come in quella di Rouen, che di Roma, come si narrò all'ar-
di andare dopo
mezzodì ovvero ticolo Cappelle Pontificie, non cha
verso sera a benedire il letto nu- nelle Processioni ( P'edi)jed è per-
ziale in presenza degli sposi. 11 ciò che tuttora sotto la tovaglia vi
sacerdote in cotta e stola accom- è un materasso basso. Avanti il
pagnato da un chierico, aspergeva letto de'paramenti nei banchi della
coU'acqua santa il letto nuziale quadratura prendono luogo per or-
e gli sposi, dicendo Asperges me : dine i cardinali colle cappe o coi
ec, e recitando l'orazione Visita me pai'amenti sacri, cioè nelle sagrestie
ec. Benediva poscia del pane e delle chiese o basiliche di R.oma, e
del vino, e presentava ilpane nella gran camera de'paramenti al
stesso inzuppato nel vino agli sposi, Vaticano; dappoiché nelle sagrestie
come al fine della messa. Nella contigue alle cappelle Sistina del
sacra Scrittura il letto fu preso Vaticano, e Paolina del Quirina-
pel simbolo dell'eterno riposo, e le ,
per la loro piccolezza essen-
letto fu detto anche il sepolcro. do state fatte solo pei celebran-
Sul letto in cui si espongono i ti, l'assistenza de' cardinali non ha
cadaveri, V. Funerali. All'articolo luogo nella detta camera, recando-
Pranzi parlasi del convito solen- si subito in cappella appena giungo-
ne che anticamente facevano i no al palazzo. Siccome anticamente
Papi nel Triclinio ove sedevasi in i Papi in tutte le cappelle de'pa-
banchi in forma di letti, che il lazzi apostolici recavansi propriamen-
Se velano chiama leltis terni. te nelle camere de'paramenti a ve-
LETTO DE'PARAMEiNTI. Ta- stirsi, quella del Vaticano era l'ac-
vola grande ed alta, con materas- cennata presso la sala ducale, quel-
so basso, coperta di drappo di da- la del Quirinale eia la camera ove
masco gran tovaglia di
losso con al presente si trattengono i busso-
tela bianca, avendo un tappeto sul lanti. E da queste due camere dei
pavimento. Questa tavola i>ta nella paraintiili in sedia portavansi in cap-.
LET LET i55
pell«, precednli dai cardinali, che di seta bianca, glielo impone il car-
in ambedue prendevano luogo nel- dinal primo diacono. Inoltre questi
la quadratura de'banchi. Il Ponte- prende dal decano della rota la mi-
fice portatosi in dette sagrestie, o tra o il triregno, quali pure era-
altre camere de'para menti, dopo a- no sul letto, e ne copre il capo del
Ter deposto il cappello, e la stola Pontefice. 11 prefetto delle cerimo-
se la porta , e presa la veste di nie consegna due lembi anteriori
i

«età chiamata la Falda ( Fedi), della falda ai due prolonotari aposto-


passa nella camera de'paramenti, a lici, e quelli del piviale ai due car-

detta tavola o letto de'paramenti, dinali diaconi. Allora il Papa parte


dove si trovano primi due cardi- i dal letto de'paramenti, e si avvia per
nali diaconi, ed accanto ad essi il il luogo della funzione. Dopo di que-
secondo e terzo uditori di rota, co- sta il Pontefice ritorna nella came-
me cappellani pontifìcii. Ivi il Pa- ra de'paramenti, viene spogliato de-
pa depone sul letto dei paramenti gli ornamenti ed abiti sacri al let-
la mezzetta, indi si mette l'amitto to de'paramenti, ove vengono de-
ed il camice. Allora l'uditore di ro- posti, ricevendoli il p. sotto-sagrista,
ta, che porta croce pontificia, con
la ed ivi riprende
mozzetta e la la
questa si reca innanzi al Ponte- stola, passando a deporre la falda
fice, il quale si cinge col cingolo, nella contigua camera. Su questo
ed il primo cardinal diacono gl'im- punto va letto quanto di relativo
pone la stola. I paramenti preceden- dicemmo al voi. Vili, p. 244 ^
temente dal p. sotto-sagrista conse- 253, ed altrove. Ivi a p. 279 di-
gnati ai prelati votanti di segnatu- cemmo pure delle due palme gran-
ra ed altri, questi si schierano alla di benedette che collo stemma del
Papa, e genuflessi succes-
sinistra del Papa prò tempore, dalla domenica
sivamente li presentano al primo delle palme sino all' Ascensione, si

cardinal diacono, che coU'aiuto del tengono sul letto de'paramenti.


secondo ne veste il Pontefice al- : Nel tom. I, p, 254, De secre-
trettanto si pratica nello spogliarlo. tariis christianorum, il Cancellieri
Intanto il prefetto delle cerimonie illustrò l'antico uso dei Pontefici di
dice: Extra, alla cui formola ed lavarsi i piedi, appena erano giun-
invito, premessa la genuflessione al ti nel secretano o sacristia, e della
Pontefice, i membri appartenenti al- derivazione del nome di letto che
la camera segreta, e la prelatura si dà anche al presente alla gran
processionalmente si avvia alla cap- tavola della stanza de' paramenti.
pella o luogo della funzione; ge- Essendo dunque soliti i Papi di
nuflessione che r uditore di rota, andare a piedi scalzi alle chie-
non fa a cagione della croce, la se della città dove cadevano le fun-
quale prima di partire viene salu- zioni da celebrarsi, fuori che per
tata dal Papa. Il solo piviale, che l'Esaltazione della Croce, ne veniva
dicesi pure manto pontificio, restato per necessità il bisogno di lavarsi i

sul letto dei paramenti, viene po- piedi che dovevano imbrattarsi, o
sto sulle spalle del Papa dai nomi- dal fango o dalla polvere. Quindi
nali uditori di rota, mentre il for- fu introdotto l'uso che ne'secretari
male posto sopra un piatto d' ar- o sacrestie delle chiese e in altri
gento doralo, coperto con un velo sili vi fosse un letto, in cui il Papa,
.

l'ir, LET LET


per lo più avanzato in età, potes- tur Cortina, et quìescil ledo ihi n
se riposarsi dal viaggio e tarsi que- schoLa virgnnim praedicto modo a-
sta lavanda. Ce ne assicurano le te- piato. Di più nel codice vaticano
stimnnianze del canonico Benedetto 47 3i prodotto dal p. Gallico, A-
e di Camerario
Cencio lìoriti nel ctn caeiein. p. 179, si avverte, che
secolo XII. Il primo al n. Sy, p. sunt necessaria prò persona Pon-
146, descrivendo il viaggio che Fa- tificis pecten et tobalea circumpo-
ceva il Papa dal Laterano fino alla nenda collo ejus quando pectinatur
basilica vaticana nelle litanie mag- Conchiude il Cancellieri che sebbe-
giori, dice: Quum aiUeni venerit an- ne da gran tempo sia cessalo que-
te S. fli. Novani, in praeparato le- sto uso, nondimeno si è ritenuta

€',to Doniìnus Pontifex qiiie- l'antica denominazione di letto dei

scit. Subdiaconus incipit qiiinque paramenti.


formarn letaniam , eo ordine, quo All'articolo Flabelli [ Vedi ) ab-
priwijUsque ad lectuin ante s. Mar- biamo detto ch'essi servirono per
cum, uhi Doniinus se pausai, sìcul refrigerare l'aria ne'tempi caldi, e
in primo. Deinde inci- nel tempo in cui i Papi soleva-
pit iriformcm letaniam, usque ad no andare scalzi, vestiti di pesan-

leclum Ponte Adriano


in ti vesti sacerdotali, che perciò vi

Incipit simplicem letaniam usque ad era l'uso nelle diverse stazioni ove
lectum canctari ante s. Maria in sifermavano, di tener pronta l'acqua
yiris,ari infine cortinae. Il secondo, calda, per mondarsi piedi dalle i

n. 64, p- 2o3, si esprime in questo sozzure, adoperandosi ancora il pet-


inodo. Quuni D. Papa venerit cum line per ripulire i capelli dalla polve-
processionibus ad ecclesiam s. Cle- re.K. Lwanda de'piedi e Pettine. Il
mentis, ibi quiescil in ledo, super- niappularius era un ufficiale che por-
posilo lapete,etherbis circumquaque tava il baldacchino sul capo del Papa
positis, qiiae tamen /iunt a cleiicis nelle festività maggiori, ed inoltre
fjusdcm ecclesiae s. Clemenlis. Post- avea cura di rasciugare colla tovaglia

quam vero quieverit, surgens vadit i piedi del Papa, quando terminava
praedido modo usque ad eccle- quelle processioni nelle quali avea

siam s. Marine Novae : ubi, duni camminato scalzo, perchè lavati i

predido modo quiescil, unus de scho- piedi erano da questo ministro ra-

la crucis cantal letaniam. Sur- sciugati, come abbiamo dal Macri,


,gens pergit praedicto modo usque Not. de' voc. ecclesiastici. Il Ber-
ad ecclesiam s. Marci, ubi, sicut nini, // tribunale della Rota pag.
superius scriptum est, requiescit, et 7, dice che il cubiculo, del quale
poslqiiam pausaverit, surgit , et si trattò all'articolo Cubiculario ed
memoralo modo incedit usque ad altrove, significò il medesimo che
locum, qui Parion nuncupatur , . . cappellate cuppella era quella dove
Ibi autem D. Papa praedido mo- sopra un alto letto detto dall'anti-
do quiescil, et post quietem incedit, chità ihalamus, conservavansi per
sicut prius praeniissuni est, usque ordme disposti gli abiti sacri del
ad Poiitem s, Pdri; ibique mo- Pontefice, quando di essi egli si ve-

do praelibalo quiescil j et ab ilio stiva per uscirne alle pubbliche fun-


loco surgens, praetaxato modo in- zioni, o delle processioni o delle

cedit usque ad locum, qui dici- messo, ed ivi i cubiculari od udì-


LET LET 1^7
toii di rota vestivano e spogliava- dani paratani ad ablucndos pedes
no l'api dello sacre vestiinenUi,
i ipsius. Indi il Bonanni racconta co-
appartenendo anticamente loro la me a piedi scalzi Steiano III por-
cura di conservarle e disporle. V. tò l' inimagine del ss. Salvatore,
\ ESTr Pontificie. Parlando il Bo- mentre Aistuifo re dei longobardi
nanni nella Gerarchia ecch'S p. . incrudeliva contro i doniinii della
389 dell'uso dei Pontefici di anda- Chiesa; Gregorio IK allorché Fede-
re scalzi per la visita delle chiese rico II minacciava Roma; e Leone
e delle stazioni, massime nelle pub- X mentre Selim 1 imperatore dei
bliche calamità, con processioni di- turchi preparava formidabile guerra
vote per muovere il popolo a pe- ai cristiani.

nitenza, riferisce quanto il p. JNIabil- LETTORE, r. Lettura.


lon riporta ne'suoi commentari agli LETTORE o LETTORATO.
ordini romani a p. 10.5: Ad sia- Chierico investito d'uno de'quattro
tiones quas jejunii diebus frequen- ordini minori, essendo il lettorato
tnhant Ponlijìces, non raro excalcea- il secondo di detti Antica-
ordini.
lì procedehant, aliis vero solemnio- mente i lettori erano alcuni giovani
ribiis ponipis equo albo vehi sole- che si allevavano per farli entrare nel
hanl. Tale racconto, osserva il Bo- clero, servivano di segretari ai ve-
nanni, apparisce •vero in molti ce- scovi ed ai preti, ed in tale guisa
rimoniali antichi, e lasciando tutti istruivansi leggendo e scrivendo sotto
gli altri riporta ciò che si legge nel di essi ;
perciò si scelsero quei che
rituale di Cencio cardinale nel cap. sembravano i pivi adattati allo stu-
V, n. li; Sciendum quod Dominus dio e che in seguito potevano es-
Papa in omnibus processìonibus, in sere innalzati al sacerdozio: tutta-
quibus pedes vadit, pedibus discal- via molti restavano lettori in tut-
ceatis incedil, una tanluni excepla to il corso della -vita. La maggior
in exaltalione s. Crucis ; e nel cap. parte dei critici opinano che solo
Vili, al n. i5, trattando della sta- nel terzo secolo sia stato stabili-
zione di s. Sabina nei mercoledì to r ordine e 1' ufficio dei letto-
delle ceneri, quando il Papa proces- ri, e che Tertulliano sia stalo il pri-
sionai mente vi si trasferiva dalla mo a parlarne. 11 padre Menard
chiesa di s. Anastasia, dice praece- per provare che questo ordine è più
dentibus in ordine suo, cioè le per- antico, cita la lettera ìi di s. 1-
sone del clero, Dominus Papa nu- gnazio ai fedeli di Antiochia, e. 12;
di s pedibus cum psalmodia sequi- lettera però che si crede supposta.
tur processìoneni. Che perciò in que- La funzione dei lettori fu sempre
ste occasioni, quando giungeva alla necessaria nella Chiesa, poiché vi si

chiesa determinata, entrava in sa- lessero sempre le scritture dell'an-


grestia, ove alcuni ministri deputa- tico e nuovo Testamento, sia nella
ti erano pronti con acqua calda per messa che nell'uffizio notturno. Vi
lavare ipiedi di lui, come soggiun- si leggevano gli atti de'martiri, le
ge il medesimo cardinale poi Onorio omelie de'padri, come si fa ancora
III, nel luogo citato. Cumque intra- colle lezioni; era cosa naturale pre-
vrrit ecclesiani intrat secretariuni, ferire per questo uffizio uomini che
et mappulariorum, et cubiculario- avessero la voce più sonora, il tuo-
rum schola habet ibi aquam cali- no più aggradevole, la pronunzia
i58 LET LET
più chiara degli altri. Il Bingliam, *ono nella messa avanti l'epistola.
Orìgin. eccl. 1, III, e. 5,
29, t. II, p. f^. Lezioni e Profezie.
osserva che nella chiesa di Alessan- Nella Chiesa greca i lettori era- i

dria si permetteva ai laici anche no ordinati colla imposizione delle ^


catecumeni di leggere in pubblico mani ; ma questa cerimonia non si
la ma sembra che
Scrittura sacra; osservò riguardo ad essi nella Chie-
questa permissione non fosse in uso sa latina . Nella messa dei greci il

nelle altre chiese, ed osserva che o- lettore legge tuttora l'epistola. Bal-
ra i diaconi, ora sacerdoti, talvol- i samone chiamò il lettore, semplice
ta i vescovi, eseguissero questa fun- prete. 11 Macri nella Notizia de^voc.
zione, non essendo certo che sia sta- eccl. denomina il lettore greco Anci-
ta proibita a quelli tra' che n'e-
laici gnosta, ed Anngnosdcuni la lettura o
rano capaci. I lettori avevano l'in- lezione. 11 quarto concilio di Car-
combenza di custodire o co-
i libri tagine ordinò che il vescovo dasse
dici sacri, per cui erano esposti a la Bibbia in mano del lettore al-
molte molestie nel tempo delle la presenza popolo dicendo-
del
persecuzioni. Ai lettori fu anche gli: « Prendi questo libro e sii
dato l'uffizio di cursori, e di portare lettore della parola di Dio; se
le lettere ecclesiastiche. La formola fedelmente eseguisci il tuo ministero,
della loro ordinazione, che si legge avrai parte con quelli che ammi-
nel PontificaleRomamtm, de ordi- nistrano la parola di Dio ". Le
natione lectonim, indica che devo- persone più ragguardevoli si reca-
no leggere per quello che predica, rono ad onore di esercitare questo
cantare le lezioni, benedire il pane uffizio: l'imperatore Giuliano e il suo
e i frutti nuovi. 11 vescovo gli fratello Gallo in età giovanile fu>
esorta a leggere fedelmente e pra- rono ordinati lettori nella chiesa di
ticare ciò che leggono, e li novera Nicomedia. Colla Noi'ella 1x3 di
tra quelli che ministrano la pa- Giustiniano I fu proibito di pren-
rola di Dio. Siccome anticamente dere per lettori que'giovani che non
in alcuni luoghi, come in Africa, aveano dieciott'anni, perchè prima
apparteneva ad essi leggere l'episto- aveano esercitato l' uffizio fanciulli
la nella messa, e sul pulpito, tribu- di sette e otto anni, che i loro geni-
nale o ambone l'evangelio; s. Ci- tori di buon'ora avevano destinato
priano giudicava che un tale uffizio alla chiesa, affinchè per mezzo di
non ad altri più convenisse che ai un continuo studio si rendessero
confessori, avevano patito per
i quali capaci delle più difficili funzioni del
la fede, ep. 33, 34; poiché aveva- santo ministero. Dal concilio calce-
no confermato col loro esempio le donese pare che in alcune chiese vi
verità che leggeva no al popolo, dopo fosse l'arci-lettore o archi-lettore ,

aver colla stessa voce intrepidamen- come vi fu 1' arci-accolito, il VII


te confessato ai tiranni le divine concilio generale permise agli abbati
verità. Sebbene al presente il sud- che sono preti e che furono bene-
diacono canti l'epistola, non è asso- detti dal vescovo, d'imporre le ma-
lutamente cessato 1' uffizio dei let- ni ad alcuni dei loro religiosi per
tori : essi sono destinati ancora a farli lettori. Il Sarnelli XII
nel t.

cantare le lezioni dei mattutini e delle Lett . eccL, lett. XVI, Della po-
le profezie, che quuiclie volta si leg- testà che si dà al lettore di bene-
LET LET tSg
dire il pane e i frutti nuovi, con- lib. I, cap. De nia^istr. S. Pula-
chiude che il lettore secondo il suo tii Apostolici. Anticamente il p.
ordine, ha la potestà di benedire Maestro del sacro palazzo apo-
ii pane e i frulli nuovi, e deve be- stolico [Vedi), approvava let- i

nedirli con fare il segno delia ero- tori delle scienze che s'insegnava-
ce colla mano. V. Chardon, Storia no dentro il medesimo palazzo ove
de' sacramenti t. Ili, cap. II, dei era l'università romana. Ma Leone
ministri inferiori della Chiesa. No- X credette meglio trasferire tali
teremo per ultimo, che nei primi scuole nell' edilìzio della Sapienza
secoli uomini di matura età, ed o Università Romana [Vedi), ed
insigni per virtù e dottrina erano allora i lettori del palazzo, diveu-
promossi all'ordine del leltorato, ma nero lettori della Sapienza. Il cita-
nei secoli posteriori lo si vide eser- to p. F'ontana, a p. 189 termina il

citato da giovani di poca età. Vi fu- suo dire sui lettori del palazzo a-
rono poi le Scìtolae leclorum, nelle postolico così. » Dalle quali cose
quali gli individui, che vi erano ad- tutte manifesto apparisce, che vi fu
detti, si applicavano non solo alla nel sacro palazzo apostolico una
lezione de' santi libri, ma ad ap- università e scuola, nelle f(uali i let-
prenderne altresì Tinlelligenza. tori ed i baccellieri ordinari e straor-
LETTOPiI DEL SACRO PALAZ- dinari e i biblici insegnavano ; che
eo APOSTOLICO. Istituite le scuo- ivi pigliavano pel p. maestro del
si

le nel palazzo apostolico, lectores sacro palazzo apostolico che presie-


tacri palata furono detti i lettori deva a quella università , i gradi
delle scienze che ivi s'insegnavano: del magistero, ed alle risoluzioni e
fra questi fiorirono molti illustri decisioni del quale tutti i lettori
uomini, per santità, dottrina e di- dell'università si rimettevano. I quali
gnità ecclesiastiche. Nel declinare lettori non debbonsi confondere coi
del secolo XllI esercitarono l' uffi- maestri del sacro palazzo apostoli-
zio di lettori i minori francescani, co, dappoiché chiaramente si vede,
cioè quelli che registrammo nel che in quegli slessi tempi ne' quali
Tol. XXVI, p. 84 del Dizionario, i mentovali lettori insegnavano nel
tra' quali furono creati cardi-
tre sacro palazzo, erano pure nell'apo-
nali. Lo furono ancora e non mae- stolica curia i maestri del sacro pa-
stri del sacro palazzo i domenica- lazzo. Sivede dunque che gli scrit-
ni, b. Alberto IMagno, il dottore tori ingannati da certa tal quale
della Chiesa s. Tommaso d'Aquino, similitudinej confusero i lettori del
ed il b. Ambrogio Sansedoni. Cle- sacro palazzo coi maeslri del sacro
mente VI nel i35o creò cardina- palazzo, giacché questo nobilissimo
le Giovanni de Molin domenicano, magistero istituito da s. Domenico,
generale del suo ordine, già da lui tuttora esiste nel suo illustre ordine".
fatto Del i347 lettore del sacro LETTURA^ Leclio. Il leggere.
palazzo apostolico. I lettori e bac- Lettore dicesi il leggitore che leg-
cellieri domenicani del sacro palaz- gè, ovvero il professore che inse-
zo apostolico sono riportati dal p. glia le scienze, le belle arti, ec.
Fontana, Syll. magi.slr. S. P. Jpost. V. Università'. Della lettura del-
a pag. 183 e seg. 11 p. Catalani le lezioni dell'uffizio divino, V.
traila dei lettori domenicani, nel Lezioni. Leltore da tavola chiama-
,

i6o LET LET


si nelle comunità quello il quale durre opere eccellenti ; ad essa si
legge (1 mante il pranzo e la cena ; deve il numero infinito d' insigni
su di che sono a vedersi gli arti- scrittori e di uomini scienziati che
coli Banchetti e Convito. Presso hanno arricchito più o meno i se-
ì greci ed i romani eravi nel- coli. I caratteri dipingono la pa-
le grandi case un domestico de- rola e parlano agli occhi. Ora
stinato a leggere durante i pasti passiamo a dire di alcuni gran-
e specialmente cena. durante la di amatori della lettura , oltre
Eravi parimente un domestico let- quelli che registrammo all'articolo
tore, forse qualche schiavo o qual- Letterato [Vedi), forniti di prodi-
che liberto, nelle case de' privati giosa memoria, come di quelli che
cittadini, nelle quali facevasi pom- divennero smemorati. Calisto III
pa di buon gusto e di amore per non ostante la sua grave età e le
le lettere. Talvolta il padrone del- cure del pontificato, tutto il tem-
la casa o il padre di famiglia pi- po che poteva disporre l'impiega-
gliavasi la briga di leggere ; l'im- va alla lettura, o almeno si face-
peratore Severo, per esempio, leg- va leggere da altri. 11 cardinal
geva sovente egli slesso ne'convili Gozio Battaglini dottissimo, era
famigliari. I greci stabilirono de- dotato di una memoria cos\ tena-
glianagnosti, che poscia applica- ce, che le cose lette una volta
rono o destinarono ai loro teatri, mai più le dimenticava. Benedetto
affinchè leggessero in essi pubbli- XI II oltre lo studio della sacra
camente le opere de'poeti. Gli a- Scrittura e de'concilii, lesse inte-
nagnosli de' greci e i lettori dei ramente per ventiquattro volte
romani avevano maestri apposita- gli annali ecclesiastici del Baronio.
mente destinati, che loro insegna- Francesco da Narni udendo una
vano a leggere bene e corretta- sola volta leggere due gran carte
mente, e questi chiamavansi dai la- d'un libro non prima da esso
tini praelectores. In Francia la sentite, il tutto speditamente reci-
lettura in tavola già era stabilita tava come
se avesse avuto il li-

«ella tavola dei re sotto Carlo bro davanti ed essendogli repli-


;

Magno, dappoiché l'antico costume cato, cominciando dall'ultima pa-


de'greci e de' romani si propagò rola, addietro ritornando alla pri-
in Italia, in Europa, e in altre re- ma, recitava il medesimo. Plinio il

gioni. giovane, anche andando a caccia


La lettura ha per fine l' impa- notava ciò che leggeva, mentre
lare, l' istruirsi cou e il dilettarsi , aspettava al varco le fiere: egli e
l'acquisto delle cognizioni che sono Plinio suo zio furono chiamati
contenute ne' libri essa è più ne- : divoratori di libri, per cui si fece-
cessaria che le nozioni delle regole ro ammirare per la loro immensa
e de' metodi per apprendere le erudizione. Il p. Antonio Carac-
scienze. La lettura ha grande in- cioli notava ciò che leggeva o sen-
fluenza sulla primaria istruzione; tiva d'interessante, relativo a' suoi
essa è il più solido niilriuiento dello studi. Oggidì la smania della let-
spirito, e la sorgente delle più bel- tura è giunta tanto oltre, che in
le cognizioni. Risveglia il genio alcuni luoghi si è incominciato ad
inliamma l' entusiasmo, e fa pro- introdurre piccole librerie nelle
1

LET LET 16.


carrozze. V, Libbi, e per le disci- ra gloria. Con la lettura si cambia-
pline sulla lettura de'libri proibiti, no le ore noiose in altrettante de-
I,\Dit:E de'libri proibiti. liziosissime, ed a fronte di dispia-
Nel i836 coi tipi del Mancini, cevoli circostanze ci fa gustare qual-
fu stampata la Prolusione sulla let- che piacere. Colui che ama la let-
tura considerata nel doppio aspet- tura non è mai solo, benché fosse
to dell' utilità e del piacere, del nella più remota solitudine ; essa è
prof, e p. m. fr. Tommaso M. Bor- fonte inesausta di dolci consolazio-
getti domenicano. In questa bella ni. Disse Seneca: senza il soccorso
dissertazione enumerò i vantaggi delle lettere, 1' ozio del ritiro è una
della lettura, e le regole colle quali specie di morte, ed è come la tom-
si può raccoglierne i frutti
soltanto ba d' un uomo vivente. L' amore
Primieramente dice che la
preziosi. dello studio è la passione che in
lettura ha per iscopo il divertimen- noi vive quanto noi slessi, e pro-
to o l'istruzione: nel primo caso lungandoci l'esistenza intellettuale
è la sorgente de' piaceri lusinghie- col farci ricchi di nuove idee, e ri^
ri, dolci ed onesti della vita; nel chiamando nella mente quelle già
secondo è la fonte di tutte le co- acquistate, riesce meno pesante la
gnizioni, quindi considera la lettura vecchiezza e le infermità, distraen-
nel doppio aspetto dell'utililà e del do le idee importune e accompa-
piacere. Il fanciullo ne ritrae immen- gnando di pace gli ultimi suoi mo-
so profitto, pei vantaggi che ne deri- menti. Nei disagi della vita la lel^
vano sia nelle cognizioni che acqui- tura è il ristoro più dolce, come
.sfa, sia nello sviluppo dello spirito è il balsamo più efficace per le fe-
e del buon senso, sia per appren- rite dell' anima. La buona scelta
dere le scienze. I grandi uomini però delle letture è importante per
fecero vedere innanzi tempo un gu- tutte r età fuvvi un tempo nel
:

sto particolare per la lettura: que- quale la penuria de' libri era il
sta scuote da una specie di letargo principale ostacolo che si opponeva
i talenti, ne manifesta le differenti ai progressi del sapere e alle inda-
qualità, e gli sprona a ricerche for- gini del genio; ora la loro molti-
se non tentate sino allora. Quanti plicità è altrettanto nociva. Diceva
genii non sarebbero per sempre re- un fdosofo Leggete
gli antichi con
:

stati sepolti per così dire nelle mi- rispetto, ed


moderni senza invi-
i

niere, se la lettura de' classici, degli dia; ed' altro filosofo: vi sono cer-
storici, e d' ogni specie di libri di tuni quali credono d' imparare
i

erudizione non avesse fatto loro nel breve spazio di un giorno, ciò
sviluppare 1' ingegno di cui loro che un altro ha pensato in venti
era slato largo Iddio autore di tut- anni. Vi sono alcuni che leggono
to? La lettura quindi aumenta i non pel fine lodevole d'istruirsi j
talenti , li mette in azione , ingen- ma bensì per quello di criticare,
tilisce, ed in certo modo supplisce giudicando senza appello le opere
alla sterilità dello spirito con isco- che non sanno comprendere, e ten-
prire in esso dei tesori. La lettura tando deprimere il merito altrui ^

presentandoci di grandi esempi, de- suppongono con tal mezzo conse-


sta la nostra emulazione, ed innal- guire quel rango che ricusano di
za r anima colia bellezza della ve- dare agli altri. La meta delle let*
Vot, xxxvm. 1
,

i62 LEU LEU


ture non deve vana osten- essere LEUCA o LEUCE. Sede ve-
tazione di sapere, ma deve aver scovile della provincia di Tracia,
per fine, che il frutto debba con- neir esarcato del suo nome, sotto
vertirsi in virtù. Disse Plutarco : la metropoli di Filippopoli, fu e-

Io fo più stima dell' ape che estrae retta nel IX secolo. Simeone suo
da vari fiori il miele che della , vescovo assistè al concilio di Fozio,
donna che ne fa degli eleganti nel pontificato di Giovanni VIII.
mazzetti. In somma il discorso del Oriens christ. t. I , p. 1167.
lodato religioso è pieno d' istruzio- LEUCA. Sede vescovile dell'i-

ne, di consigli morali, e di saggie sola di Cipro sotto la metropoli


e dotte osservazioni ; riprovando di Candia, come abbiamo dal Mi-
giustamente la lettura de' romanzi reo, Nolida epìscopatuum p. 182.
pei loro perniciosi effetti, quella di Il Baudrand Novunt lexicon
nel
tanti frivoli e insipidi libri da cui geographiciim, dice che Leuca fu
è inondato il nostro secolo, e quel- città vescovile nell'isola di Cipro,
la deplorabile dei libri di liberti- di cui Lucano scrisse nel lib. V:
naggio , che alterando i costumi Antiquusque Taras secretaque lit-
conducono alla perdita della reli- tera Leucae. Ma Commanvilje e
gione. Termina la prolusione con Terzi non ne fanno menzione. Le
ripetere le parole del gran Bossuet: proposizioni concistoriali così espri-
Studiate, leggete; per quanto spazio monsi : Leuca insula Cypri cù'itas
abbiate, o crediate di aver supera- episcopalis, nota etiani in aciis

to, ve ne resta ancora. Quali sie- conciliorum, eo quod sub infide-


no i limili dell' ingegno umano non liuin polestate nianeat e/'us status
è dato a noi di conoscere. Rilevasi non est referendus. Al presente
solo, che l'acquisto maggiore delle Leuca, Leucen, è un titolo vesco-
cognizioni apre sempre un'ulterio- vile in partibus, sotto l'arcivescova-

re carriera a trascorrere, avendo in to pure in partibus di Candia,


questo pure voluto Iddio marcare che conferisce la santa Sede. Ne
in certo modo sul nostro spirito furono per ultimo insigniti Stani-
un'idea della sua infinità. slao Zarnowicki ; Filippo de An-
LEUCA o LEUCADIA. Città gelis d'Ascoli, fatto da Leone XII
vescovile antichissima nel regno nel concistoro de'3 luglio 1826,
delle due Sicilie, nel paese dei non che vicario e visitatore apo-
salenlini, nella provincia di Terra stolico di Forlì, indi nunzio della
d'Otranto, distretto d' A lessano, ora Svizzera, ed arcivescovo di Carta-
borgo amenissima situazione. E
di gine nel i83o, e dal Papa che
celebre per un santuario chiamato regna creato cardinale ed arcive-
la Madonna di Fiuisterra. La sua scovo di Fermo. Lo stesso Gre-
sede vescovile eretta nel secolo X, gorio XVI fece vescovo di Leuca
chiamata di s. Maria di Leuca, suf- l'odierno vescovo di Killaloe mon-
fraganea dell'arcivescovo d'Otranto, signor Patrizio Kennedy, e nel
fu trasferita ad Alessano. Italia concistoro degli 8 luglio 1889 no-
sacra t. X, pag. 121. Ivi si dice minò allo stesso titolo monsignoi
che fu vescovo di Leuca Goffredo, Domenico Angelini di Ascoli, e
che nel 1282 fu trasferito al ve- suffraganeo di Sabina^ indi Ui pro-
scovato d' Ugento. mosse al commissarialo della santa
LEU LEU i63
Casa di Loreto, carica che funge passione amorosa. In somma l'an-
tuttora. ticaLeuca, un miglio distante dal
LEUCA,LEUCADE o LEUGA- mare, si vuole rimpiazzata in oggi
DIA. Sede vescovile del primo E- da s. Maura. 11 nome di Leuca
piro ueir esarcato di Macedonia , o Leucade non trovasi nelle anti-
in una piccola isola sulla costa che Notizie, nemmeno in quella di
deli' Albania. Eravi in quest'isola Jerocle. La Notizia che si attri-
una città, cui Strabone dà pure il buisce all' imperatore Leone ne fa
nome di Nerilo, e la quale fu se- menzione come di un arcivescovato.
de vescovile nella provincia del- Anche Commanville , che la dice
l'antico Epiro, diocesi dell' Illiria eretta sotto la metropoli di Le-
orientale, metropoli di
sotto la panto, attesta che poi divenne nel
INicopoli. Leucadia o Leucasy chia- IX secolo arcivescovato onorario.
mata s. Marta, è una delle isole Il prim9» vescovo
che si conosca
jonie nel naare del suo nome, pres- di Leucadia fu Giovanni che assi-
so la costa del sangiacato turco di stette al concilio del patriarca Si-
Jannina^ ed è quella appunto che sinnio nel 997. Tra i suoi succes-
dagli antichi greci fu chiamata Ne- sori vi fu Natanaele che portossi
,

rilis , cosi detta dal nome della a Roma per chiedere la comunio-
città di Nerito, una delle principa- ne al sommo Pontefice, verso la
li, poi dai greci e dai latini appel- metà del secolo XVII. Dopo di
lata Leucadia. In appresso l'isola lui sono notati Alipo,
Antimo, ed
acquistò il nome di s. Maura, a Eugenio che sedeva verso il 1720.
cagione di un monastero con chie- Oriens chrìst. t. II, p. iSi.
sa onore di tale santa.
erettavi in LEUCIO (s.), martire. Sofferse
Dopo la decadenza delle repubbli- molti tormenti e diede la vita per
che greche, l' isola cadde sotto il la fede, ad Apollonia in Frigiaj
dominio de'romani^ mentre era dei durante la persecuzione di Decio,
corciresi.- Dominata dagl'imperatori circa la metà del terzo secolo. È
d' oriente, ebbe in seguito i suoi menzionato nel martirologio roma-
propri principi, finché nel i479 no sotto il giorno 28 gennaio, in-
gl'isolani la consegnarono a Mao- sieme ai ss. Tirso e Callinico, che
metto IL I veneti poco la posse- furono suoi compagni nel mar-
dettero, indi si liempì degli ebrei tirio.

espulsi dalla Spagna da Ferdinando LEUCOSIA. r. NicosiA.


V. Diventata l'isola nido di pirati, LEUFREDO (s.), abbate dell;t
nel 1684 il veneto Morosini l'oc- Croce in Normandia. Nacque di
cupò, onde la repubblica di Ve- cospicua famiglia nel territorio di
nezia solo nel 17 15 la restituì ai Evreux, e compiti gli studi a
turchi. B'inalmente soggiacque ai Chaitres fece ritorno alla patria,
destini di Corfù e delle altre isole ove fabbricò un oratorio di cui fu
jonie. L'isola era celebre pel tem- vietato r ingresso alle donne. Si
pio di Apollo, e per la rocca di diede intieramente alla pratica del-
Leucade curvata sopra mare, da il le opere buone, particolarmente
cui gli amanti, tra'quali la famo- alla istruzione de' fanciulli e al sol-
sa Saffo, si lanciavano nel mare lievo de' poveri. Desiderando me-
colla lusinga di guarire dalla loro nare vita piìi perfetta, si allontanò
1
,.

i64 LEU LEV


dalla patria per porsi sotto la gui- e dritte. Possiede dodici chiese, «-
da di un certo Bertrando, solita- na delle quali rinchiude le tombe
rio per esimia santità rinomato, dei principi Grange. Vi
d' si os-
che dimorava a Cailly nella dio- serva il palazzo comunale, l'arse-
cesi di P\.ouen, e poco dopo prese nale, la borsa, la casa di correzio-
l'abito nel monastero di s. Sido- ne, il palazzo del principe d'Oran-
nio recentemente fondato nel pae- ge, e diversi stabilimenti d' istru-
se di Caux. Ad insinuazione di s. zione e di beneficenza, non che di
Ansberto arcivescovo di Rouen industria, massime delle rinomate
che assai lo stimava, ritornò nella tele. Tra gli uomini illustri che
sua patria per moltiplicarvi il nu- vi nacquero, nomineremo lo storico
mero dei veri servi di Dio. Fer- W^insennio Leuwarden non . era
matosi due leghe distante da E- anticamente che un borgo, e s'in-

vreux, in riva al fiume Euro, nello cominciò a cingerlo di muro nel


stesso luogo in cui s. Audoeno I 190. Ad istanza di Filippo II

aveva eretto una croce in i-icor- re di Spagna, Paolo IV a' 12 mag-


danzar di una che glien'era apparsa gio iSSg v'istituì la sede vesco-
splendentissima, vi edificò una cap- vile, sotto la metropoli d'Utrecht,
pella, e poscia un monastero con nel territorio di dieci terre, per
una chiesa in onor della Croce, settantadue miglia di lunghezza e
degli apostoli Audoeno
e di s. quaranta di larghezza. Assegnò tre-
Governò per quaraut'anni quel mo- mila ducali d'oro dalie decime, e
nastero, rendendosi assai riguarde- mille cinquecento ducati dal me-
vole pel suo amore all'orazione, al- desimo sovrano assegnati, cui diede
le veglie e al digiuno, e per la il diritto di nominare alla chiesa.
sua bontà verso i suoi religiosi, Ma per le note vicende dell'insur-
non meno che pel suo impegno rezione scoppiata nelle Fiandre po-
nel mantenervi l'osservanza. Mori co dopo, la sede vescovile restò
nel 738, e fu seppellito nella chie- come soppressa.
sa di s. Paolo, che avea fatta edi- LEVATRICE, Obstetrix. Quella
ficare egli stesso ; ma poscia fu donna che assiste alla femmina
trasferito in quella della Croce, e partoriente, e raccoglie il parto. È
di là a s. Germano dei Prati a assai probabile che ne' tempi più
Parigi. S. Leufredo è menzionato antichi le femmine partorisseio
nel martirologio romano il dì 2 da loro come fanno tuttora le
,

di giugno. donne de'selvaggi; esse non allen-


LEUWARDEN, LEEWARDEN, devano che il soccorso di una ma-
o LEWARDEN, Leovardia. Città no straniera venisse a facilitar loro
vescovile dei Paesi Bassi, capoluo- quella naturale operazione. Le ri-

go della provincia di Frisia, di flessioni che si fecero in seguito


circondario e di cantone, suU'Ee. sui diversi accidenti ai quali tro-
È sede dell'autorità della provincia, vavansi alle volte esposte le donne
ed è cinta da un bastione in ter- soprapparto, persuasero della neces-
ra, preceduto da una fossa, ed in- sità di ridurre a metodo una prati-

tersecata da un gran numero di ca della quale importantissime era-


canali fiancheggiali d'alberi; assai no le conseguenze; quindi si sa che

bene fabbricata, con strade larghe anco nei tempi antichi erasi trova-
LEV LEV i65
ta i'arfe di assistere ai paiti. La parte di quelle Osvaldo, e di s.

jwofessixjne delle levalrici è uua sono ancora a Berg-san-Winock.


delle più importanti della società, Elleno sono state onorate da un
avendo per oggetto la conservazio- gran numero di miracoli, massime
ii,e della vita, e perchè l'imperizia nella loro traslazione. La chiesa
di può talvolta cagionare la
esse brita:mica onorava s. Levina il dì
morte di due persone, cioè della 24 di luglio.
madre e del figlio o figlia. Tali LKVIS Filippo , Cardinale. Fi-
in)portanti considerazioni e molte lippo Levis de' baroni di Quelci e
altre hanno promosso in ciascuno di Cousan, di nazione francese, do-
stato ben governato dei regolamen- po aver ottenuto il vescovato di
ti, i quali permettono l'esercizio di Agde nella Linguadoca , fu trasfe-
(jiiesta professione a quelle donne ritoalla metropolitana d' Auch in
soltanto la cui capacità è ricono- Guascogna, e da Pio II nel 1462
sciuta. La sacra Scrittura racco- o i463 a quella di Arles. Per la
mandò la memoria delle levatrici sua singoiar probità e chiarezza del
di Egitto, perchè nulla curando sangue Sisto IV ai 7 maggio i^jS
gli ordini crudeli del re Faraone, io creò cardinale prete del titolo
ebbero il coraggio di salvar mol- de' ss. Marcellino e Pietro. Mori
ti figli maschi degli ebrei. 1 con- in Roma dopo due anni nel \^j5
cili i prescrissero tre cose relativa- in eia di quaranta anni. Fu sepol-
mente alle levatrici : i." che doves- to nella basilica Liberiana, ove sul-
sero ottenere un attestato di catto- la porta santa gli fu eretto un
licità, o dal parroco o dal vescovo; magnifico avello, rappresentandosi
2." che sarebbero elleno approvate il cardinale giacente, con onorevole
dal vescovo o dal suo vicario; 3." epitaffio.Nella chiesa di s. Giorgio
eh' era loro dovere di procurarsi in Velabro, dal lato sinistro del-
almeno due testimoni , i quali assi- l'altare maggiore, si vede una lapi-
stessero al che esse in
battesimo, de in forma ovale la quale sup- ,

caso di bisogno amministravano, ed pone che il cardinale sia sepolto


i quali potevano essere interrogati in quel tempio.
dal parroco, quando il bambino LEVITI. Ebrei discendenti della
o la bambina veniva portato alla tribù di chiamata da
Levi, così
chiesa. I medesimi concilii ordina- Levi Giacobbe e di Lia, e
figlio di
rono ai parrochi d' invigilare alla principalmente quelli ch'erano im-
istruzione delle levatrici, sull'ammi- piegati negli uffici più intimi del
nistrazione del battesimo. tempio, per distinguerli dai sacer-
LEVINA (s.), martire. Vergine doti discendenti da Aronne, i qua-
bretona, che ricevette la corona li erano pure della stessa tribù
del martirio sotto i sassoni, prima per via di Caath , ma impiegati
che questi popoli si fossero con- nelle più elevate funzioni del tem-
vertiti alla corpo fu
fede. Il suo pio. Dio scelse i leviti, in vece dei
per molto tempo custodito a Sea- primogeniti di tutto Israele, in ser-
ford, presso Lewes, nel paese di vigio del suo tabernacolo e del suo
Sussex. Nel io58 le sue reliquie tempio, per le funzioni del cullo
furono portate in Fiandra con quel- divino. Erano essi incaricali di
le di s, Ideberga vergine, ed una farvi la guardia di notte e di gior-
j66 lev LEY
no, e di portarvi tutte le cose ne- ver avuta per essa una particolar
cessarie, sotto la direzione de' sacer- predilezione con pregiudizio delle
doti, cui essi davano la decima del- altre tribù. Mosè viene difeso dal
le decime medesime, che Dio avea Bergier e da altri,ed i suoi di-
loro accordato per la propria sus- scendenti non erano che semplici
sistenza su tutte le granaglie, sulle leviti.

frutta o dappoiché
sugli animali ; LEVRIERE, Orrfwe equestre. Nel-
essi non possedevano alcuno stabile, l'anno i4i6 molti /ignori del du-
tranne quarantotto città assegnate cato di Bar si unirono e formarono
a loro dimora in tutte le tribù, una societàj la di cui insegna eia
con alcuni campi, pascoli e giardi- un cane levriere con un collare a-
ni all'intorno. Quando i leviti ser- vente l'epigrafe: Toni un, tutto
vivano nel tempio, si pascevano del- uno. Essi promisero di amarsi vi-
le offerte ed oblazioni fattevi ser- : cendevolmente , di mantenere la
vivano per turno e in ciascuna loro parola, di difendere quel qua-
settimana come i sacerdoti. Prin- lunque de' suoi compagni contro
cipiavano la settimana col gior- r altrui maldicenza, e di renderlo
no di sabbato, e la terminavano in tempo di ciò avvertito. O-
pari
nel giorno medesimo della setti- gni anno eleggevano tra di loro
mana seguente. Non vestivano abi- un re, e si adunavano per le loro
ti diversi da quelli degli altri i- assemblee nel mese di novembre
sraeliti, finché Agrippa re de'giu- nel giorno di s. Martino, e nel
dei permise loro di portare la mese di aprile il giorno di s. Gior-
tunica di lino nel tempio come i gio. Se qualcuno avea commesso
sacerdoti, cioè sei anni prima che qualche mancamentone veniva ,

il tempio fosse distrutto dai roma- ripi'eso dal re, e da cinque o sei
ni. I leviti corrispondevano a un altri della società. Chi mancava
di prezzo ai nosti'i diaconi, per cui alle assemblee senza legittimo im-
Prudenzio nell'inno in onore di s. pedimento, pagava una marca di
Lorenzo martire arcidiacono ro- argento. Nella compagnia le accet-
mano, lo chiamò Levita suhliinis tazioui de' cavalieri si facevano dal
gradiis, ed altri lo appellarono ar- ve, da otto o dieci de'più qualifi-
chi lei'ùa. Dalla enumerazione che cali, oltre il consenso del duca dj
Salomone fece de'leviti dall'età di Bar, che prometteva di proteggerli
venti anni, se ne trovarono tren- con tutte le sue forze. Se alcuno
tottomila capaci di servire ne : de'cavalieri era offeso, dovea invo-
destinò ventiquattromila al mini- car la giustizia del duca, o di quel
stero quotidiano sotto i sacerdoti ] signore nello stato del quale si tro-
seimila pe^' essere giudici inferiori vava ed in caso di ne-
l'offensore,
nelle città, e decidere le cose ap- gativa I cavalieri erano tenuti pren-
partenenti alla religione^ ma non derne le difese. Helyot t. VIU, p,
di grande importanza; quattromila 353.
per essere portinai ed aver cura de- LEYRA. Luogo della Navarra
gli ornamenti del tempio ; e il re- nella Spagna, nove leghe lungi da
sto per fare l' uffizio di cantoi i. Pamplona , celebre pel monistero
lissendo Mosè della tribù di Le- ed abbazia di s. Salvator di Leira
vi, gl'increduli lo accusarono di a- o Lcyra dell'ordine cistcrciense,
LEZ LEZ 167
presso la riva destra dell'Aragona, rito semplice, tre sole lezioni si

La chiesa è osservabile pei suoi hanno al due o


mattutinu , e
ornamenti, e per essere stato il almeno una di esse è sempre
luogo di sepoltura per molti re di presa dalla scrittura occorrente. An-
Navarra : il monastero godeva pri- ticamenle quando l'olllcio era sem-
ma considerabili rendite. In que- pre ad un incirca il nostro feria-
sto luogo vi si tennero due concilii. le, la memoria de' santi che ca-
li primo nel 1022 intorno ai pri- desse in quel dì si celebrava colla
vilegi della medesima abbazia di s. semplice commemorazione, a un di
Salvatore. Il secondo nel 1070 sullo prezzo come attualmente si pratica
stesso argomento. Aguirre t. Ili ; pei santi che diconsi semplici, quan-
Mabillou , Aniial. s. Bcned. t, V, do cadono in una feria eccettuata
p. 3 1 . che fa omettere la loro lezione
LEZIONE, Lectìo. Ciò che leg- propria, lasciando la commemora-
gesi o nella messa, che altrimenti zione solamente. Egli è da avver-
chiamasi epistola, o nell' uffizio di- tirsi come provvidamente la Chiesa
vino. Viene chiamata lezione^ per- in occasione di queste ferie ha ri-
cliè si legge e non si canta; tutto tenuto una viva forma dell' anti-
al più vi si dà una leggiera in^ chissirao rito dell'officio, acciò gli
flessione di voce, come avverte il ecclesiastici tanto in di tanto si

Wacri, Not. de vocab. eccl. Per vedessero rimessa dinanzi agli oc-
trovare l' origine di queste lezio- chi la rispettabile pratica de'mag-
ni chefanno nella liturgia
si giori, e si stringesse sempre quel-
crisiiana non è d'uopo risalire al- lo spirito di unità, che incatena
l'uso della sinagoga. Senza dubbio tutti i secoli della Chiesa. Il ven.
gli apostoli non ebbero bisogno di cardinal Tommasi, per una special
un tale esempio per esortare i fé- divozione all'antico rito, avea otte-
deli a leggere nelle loro assemblee nuto particolar indulto dalla santa
i libri santi. Per fare queste lezio- Sede, di recitar sempre l'ofticio ia
ni fu stabilito l'ordine ùc Lettori tal modo.
(F''edi). Le dopo i salmi,
lezioni^ Nel giorno poi della domenica,
occupano maggior spazio del
il che tutti i fedeli si adunavano
breviario, e sono per la massima alla chiesa, l'officio è stato sempre
parte cavate dalle divine scritture, più lungo, con più salmi, più le-
e quindi di ispirazione immediata zioni, ec. quasi doppio degli altri
dello Spirito Santo. Esse si leggono giorni. L'odierno officio domenica-
ai mattutino soltanto. L'uffizio fé- le, con tre notturni e nove lezioni,

riale che conserva più espressamen- ne serba l'immagine. Simile anti-


le l'antica forma e rito, ne ha so- camente si recitava 1' officio nelle
le tre , che sempre si pigliano solennità del Signore, nelle quali,
dalla Scrittura dell* antico e del come nella domenica, popolo il

nuovo Testamento; e nelle ferie era tenuto di convenire ad synU'


più solenni , nelle quali si leg- xitii. Quindi tale officio si disse
gono dal vangelo
aggiunge , vi si similmente doppio. Per alcuni se-
l'omelia di un santo padre che ne coli non si celebrò la memoria di
inteipreta il testo. Anche quando altri santi fuorché de'martiri. Di
l'offizio è di un qualche santo di quelli che oggi diciamo confessori,
i68 LEZ LEZ
s'inserivano i nomi ne'sacri Dìttici materie, mediante la sacra con^re-
(Fedi), e si leggevano in tempo gazione de'riti, appartengono al di
della liturgia. Si cominciò in prò- lei esame ed approvazione, da
gresso a farne memoria anche nel- chiunque sieno composte, le lezioni
l'officio, lo che avvenne forse però o leggende che s'inseriscono nel-
più tardi, co'nomi delle vergini e l'uffizio de'nuovi santi. Il Durando,
delle vedove, ec. siccome erano E nel Rntionak cap. 3, n. 43, lib. V,
destinati espressamente de' chierici prova l'antichissimo uso delle le-
e in ispecie de'diaconi, che raccoglie- zioni, adducendo le testimonianze
vano e sceivevano gli atti del di Cassiano, De coenob. inslit. lib.
martirio, di chi lo soffi-iva in seno 2, cap. 6. Anche
ne fa Sigiberto
della cattolica fede e per lei; laon- memoria all'anno 807, e Agoberto
de tali atti a comune eccitamento al cap. 29 de correct. Antiphona-.
ed edificazione si leggevano al pò- ''"• Col titolo similmente di lezio-

polo in tempo ch'era adunato alla "' si chiamavano altre volte i

chiesa.Cessate che furono le per- Capitoli [Fedi), che tuttora si re-


secuzioni, in mancanza di nuovi, citano a prima ed altre ore mi-
si andò ripetendo la lettura degli nori, come anche alle laudi del
atti antichi, e questa cominciò a mattutino, e distinguevano dalle
si

far parte dell' officio divino nelle alfie colf aggiunto di Lcctiones
memorie de' martiri. Nel concilio breves. Di esse che ordinariamente
di Laodicea, circa 1' anno 366, si sono prese allo stesso modo dalla
fa menzione di tale uso ; e s. A- Scrittura, parla in alcune lettere
gostino nel serm. 2 di s. Stefano, il
P-
d. Ermanno Schenk, e il ven.
ile parla come di cosa già comu- cardinal Toramasi nel t. IV della
uemente introdotta. Comechè poi sue opere. Qui è da notarsi che 1«
a similitudine di tali festive com- lezioni della Scrittura, incoinin-
uiemorazioni de'martiri, s'introdus- ciando dalla Genesi, il di cui
sero in seguito, come si è detto, principio si pone nella domenica
quelle de'confessori e delle vergini, di settuagesima, si vanno distri-
così a somiglianza degli atti del buendo negli ofllci dell'anno iu
martirio de'primi,si pensò natu- modo, che qualche parte se ne
Talmente a distendere una sue- venga a leggero di ogni libro dei-
cinta leggenda e autentica delle l'antico Testamento e del nuovo :

virtuose gesta di questi ; quindi le di qui è, che i principii de' libri


lezioni proprie de' santi. Quelle santi, se siansi dovuto ommetterli,
che abbiamo di s. Ambrogio, di si trasferiscono in altro giorno,
s. Agostino e di altri padri che II libro delle lezioni, detto Le^
spesso nelle loro opere si trovano zionario, lectionariuni, leciionarius
col titolo di Serniunes in natali liber, contiene le lezioni che si
ss. NN. ci possono servire di e- leggono nell'uffizio divino. Antica-
sempio. Alcune se ne trovano già mente chiamavansi lezionarii i li-

inserite nell'ufficio de'santi più


an- bri che contenevano non solo le
tichi e ne' posteriori tempi, spe-
; lezioni, ma anche l'epistole e gli
cialniente dopo che la Chiesa ro- evangeli che si dovevano cantare
matia incominciò a dare un ordine in coro nel decorso dell'anno. Nar-
vieppiù autentico e (isso a queste ra ilMacri, che le lezioni del bre-
LEZ LEZ 169
viario furono raccolte da s. Giro- non VIdiacono fa lo stesso il
è il

lamo per ordine del Papa s. Da- sacerdote. Questa cerimonia si pra-
rnaso J, formandone un intero li- tica ancora nella Chiesa ambrosia-

bio che si chiamò Leclionariuni o na, dove ad alta voce prima di


Comes Hitronymi. Le vile dei
.V. cominciare la lezione si dice si- :

santi che si leggono nel secondo lenlium hahcle. Inoltre anticamente


iiotturno, furono raccolte o com- prima della lezione segnavansi gli
poste da Paolo Diacono e da U- uditori col segno della croce, scri-
SLiardo per ordine di Carlo Magno. vendo s. Isidoro, loco citato cap,
Quelle però che si leggono in og- X: Clini leclio legitur, facto sileu'
gi sono slate corrette dai cardinali tio, acque audiatur a cunclis^ navi
Baronio e Bellarmino per ordine et si lune sitperveniat quisque, cuni
di Clemente Vili. Le lezioni del leclio celebratur, adoret Deuni, et
venerdì santo si leggono senza ti- pr esigua ta fronte, aure ni soUicite
tolo, perchè la Chiesa è priva del accomodet. La lezione udivasi
suo capo Gesù Cristo, e neppure stando seduti, come si fa anche
nel sabbato santo, perchè Cristo oggi : i greci però stanno in piedi
non è ancor comparso agli aposto- quando leggono le lezioni del nuo-
li, come osservano Gemm. lib. 3, vo Testamento e siedono a quella
Gap. 89, e Buperto lib. 7, cap. 9; del vecchio. Amalar. , De eccles,
ovvero, secondo Alcuino, per di- off. lib. 3, cap. IO. Le dodici le-
notare la cecità de'catecumeni non zioni del sabbato santo si leggevano
ancora illuminati col santo battesi- in greco ed in latmo, per denota-
mo. Terminate le lezioni si trala- re l'unione delle due chiese, come
sciano pure nel triduo della setti- dicemmo al voi. IX, p. 5 e 6 del
mana santa le parole, che soglio- Dizionario ; ciò che fu praticato
no mai sempre inginocchioni
dirsi in Boma nel secolo passato sotto
per domandar perdono delle colpe Benedetto XIII. Il Bodotà, Del-
o mancamenti commessi nel legge- lorigine del rito greco in Italia
te : Tu aiiteni Domine miserere lib. XVI: Del rito delle
HI, cap.
iiobis j e ciò in segno di mestizia, greche lezioni nelle funzioni eccle-
per cui ancora si tralasciano nel- siastiche latine nelle chiese d'Ita-
l'uffizio de'morti. In alcune chiese lia, e delle lezioni latine nello
in questo ultimo uffizio, in vece messe e solennità greche, ci dà
delle dette parole, si dice : Beati importanti erudizioni.
morluif qui in Domino moriuntur. Delle lezioni che si cantano la
Anticamente prima che si inco- notte del Natale nella cappella
minciasse a leggere le lezioni, il pontificia, di quella che canta il

diacono avvertiva che si tacesse, Papa ed i cardinali, e della quin-


per attendere alle divine parole, ta che cantava l'imperatore o al-
come si ha da s. Agostino, De tro principe nella benedizione del-
civit. Dei lib. 22, cap. 8 ; e da lo iV/ocfO e berrettone (Fedi), eia
s. Isidoro, De eccl. off. lib. i. settima nel mattutino il medesimo
Questo rito viene osservato dalla imperatore se in cappella era pre-
Chiesa greca, perchè prima di co- sente, ne parlammo a detto voi.
minciar la lezione il diacono dice p. 107 e seg. j in oltre si possono
^d aita voce: attendamiis j e se vedere gli articoli, Imperatore e

I
i-n LIB LIB
JUBE DOMNE BENEDICERE. V. Ange- cesse neliSga; Giovanni II no-
lo Rocca, Oper. t. I, p. 219; De minalo dopo una lunga sede va-
precatione, cjua lectiones in macu- cante da Calisto III nel i455;
lino praeveninius, nec non de fi- Giovanni IH del i465; Gutterio o
ne, quo eas concludimuSj hoc est: Gonterio di Quinnones domenica-
Juiìe Donine benedicere. Tu au- no, fatto da Sisto IV nel 1477;
teia Domine miserere nobis. Dea Alfonso da s. Cipriano spagnuolo
graiìas. Veggasi inoltre il Barbosa, del medesimo ordine, nominato da
De signif. myst. cap. IX, de lecdo' Alessandro VI nel 1492; Antonio
nibus. Pompeo Sanie! li nelle Lelt. Gard pure domenicano, eletto dal-
eccl. t. IX, lett. XVII, n. 5, par- lo stesso Pontefice nel luglio i5o2.
lando delle lezioni dell'unìcio dei Oriens christ. t. Ili, p. 493-
morti, perchè prese dal libro di LIBANO. 7^. Monte Libano.
Giobbe, riporta le parole di Dionisio LIBELL ATICO, Libellaticus. Nel-
Cartusiano merito lectiones prò
: la primitiva Chiesa, e principal-
dffunctis Job suniptae
snnt j qui mente sotto Decio, si diede il no-
de generali resurreclione prae cae- me di libellatici a quei cristiani
teris prophetis valicinatus est. Dei che per timore di perdere i loro
diversi riti sulla recita delle lezio- beni, cariche e vita, ottenevano dei
ni, scrisse un dotto articolo il oh. biglietti o certificati dai magistrati
d. Giovanni Diclich nel suo Dizio- pagani, che loro servivano di at-
nario sacro liturgico , alla parola testali per giustificare che avevano
Lezioni. Grande è poi la diligen- obbedito agli editti degl'imperato-
za e circospezione della Chiesa nel- ri, ed impedire così che venissero
l'esaminare ed approvare le lezio- nuovamente molestati sulla loro
ni dei santi, che sono inserite nel religione. Sia che questi libellatici
suo breviario. E pure perchè in- non rinunziassero poi al cristiane-
volgono storie di puri fattij la sus- simo, come lo pretendono i Cea-
sistenza de'quali dipende dalla fe- turiatori di Magdeburgo, e Tille-
de umana, la Chiesa non si arrose inont, t. Ili, p. 3 18, 702, sia che vi
in ciò r infallibilità, lascia la liber- rinunziassero in secreto davanti i
tà ai critici di discuterli, né con- magistrati, o da loro stessi andan-
sidera per suoi avversari quelli che do a o per mezzo di
trovarli,
talvolta la sentono diversamente persone mandate da loro come
da lei, come scrisse il Macchietta sostiene il Baronio all'an. 2o5, n. 4,
nel suo commeiilaiio del divino ed all'an. aSS, n. 6j in tutti i modi è
olllcio al cap. 17. Molto di più cei'to che il loro errore era sempre
su questo proposito si può vedere grandissimo, tanto in un caso, quan-
in Benedetto XIV, De canonizat. to neir altro, e la Chiesa aveva
ss. iib. 4j P- 2, cap. i3, n. 8. ragione di non ammetterli alla
LIBA Ni. Sede vescovile nella sua comunione, se non dopo lun-
provincia e sotto la metropoli di ghe prove, giacché dai loro bi-
Cizico neir esarcato d'Asia, se pu- glietti risultando che avevano sa-
re non viene chiamata con altro crificato agli idoli , dovevano per
nome. Diversi vescovi latini ne conseguenza essere trattati co-
occuparono la sede, cioè Giacomo; me idolatri, quando anche essi

Giovanni I agostiniano che gli suc- non avessero idolatrato. 11 nome


,

LIB LIB 171


(Il libeìlalici dato a questi vili, guadagnarli colle promesse, furono
ro'Iardi ed indegni cristiani, deriva rinchiusi in una oscura prigione
deli biglietti che ricevevano , det- carichi di catene . Poscia per ordi-
ti in latino libelli, libellus. Fedi ne del re furono messi in un bat-
Lassi. Si disse poi ancora libello tello ripieno di
fascine secche, e
quella lettera o biglietto, di cui legati sopra di esse per abbruciar-
parlammo agli articoli I.\dulge.\za li ; ma il fuoco che si tentò di ap-
o Lettere ecclesiastiche, che i piccarvi a diverse riprese, si estin-
martiri o i confessori davano nei se maisempre. 11 tiranno trasporta-
tempi delle persecuzioni ai cri- to da rabbia li fece moi'ire a col-
stiani caduti in fallo, col quale pi di remo; furono gettati io
indi
supplicavano i vescovi di rimetter mare i loro corpi, che vennero dal-
Icjio con indulgenza una parte le onde respinti verso la sponda. I

della penifenza canonica dovuta al cattolici diedero ad essi onorevole


loro peccato. Questi libelli produ- sepoltura nel monastero di Bignè.
cevano due sorta di effetti, a quel- Si colloca il loro martirio all'anno
li ch'erano in salute procuravano la 483, e la loro festa si celebra ai
remissione d'una parte di tal pe- 17 di agosto.
nitenza, ed a quelli ch'erano mo- LIBERAZIONE, Ordine equestre.
ribondi, procuravano loro la ricon- Lo istituì nel 1736 Teodoro re di
ciliazione in punto di morte, seb- Corsica [Vedi), per celebrare la
bene non l'avessero domandata in libertà che godeva l' dopo
isola, es-
vita, altrimenti sarebbero morti sere stata sottratta dal dominio dei
privi di questa grazia, come lo genovesi. Stabih che il re ne do-
prova il p. Morino lib. q, cap. 24. vesse essere il gran maestro ; ai ca-
F. il Macri in Libetlatici. valieri un abito di colore
diede
LIBERA ME DOMINE. Respon- azzurro, con una croce o stella sul
sorio maggiore dell' uffizio de' de- petto smaltata in -oro, e sopra ad
funti. Abbiamo un libro con que- essa l'effigie della giustizia, sotto la
sto Esposizione o breve Irat-
titolo : quale eravi un triangolo d' oro
la'o del responsorio maggiore delti colla lettera T iniziale del suo no-
defonti. Libera me Domine, Paler- me. Dichiarò i cavalieri nobili di
mo per Giovanni Matteo Manda prima classe, coi titoli d'illustrissi-
i566. mi e di eccellenza , ed esenti da
LIBERATO (s), martire. Era ogni querela in giustizia criminale,
abbate di un monastero nella Bi- tranne i delitti di lesa maestà. Ad
zacena in Africa poco lungi dal essi destinò il comando delle navi
Capso. Al tempo di Unnerico re da guerra, ed il governo delle for-
de' vandali, gran fautore dell'aria- tezze e piazze di presidio. Eccet-
nesimo, e fiero persecutore de'cat- tuati i genovesi, dispose che nell'or-
tolici,fu preso con altri sei fervo- dine si potesseroammettere stra-
rosi s ervi di Dio, che si trovarouo nieri di qualunque nazione e reli-
111 quel monastero,
erano i quali gione, coir obbligo di sborsare mil-
Bonifacio diacono, Servo e Rustico le scudi, pe' quali avrebbero un frut-
suddiaconi, Rogato, Settimo e Mas- to del dieci per cento. Inoltre il

simo monaci. C^ondotti tutti a Car- re Teodoro diede all' ordine della
tagine, e adoperati inutili sforzi per Liberazione ^ che altri chiamarono
,

173 LIB LIB


Peliherazione , i suoi statuti clie Qninlylis. Questa iscrizione trovasi
prescrivevano ad ogni cavaliere la nel campo di un antichissimo qua-
quotidiana recita del salmo: In te dro ad olio rappresentante il santo
Domine speravi j e dell'orazione, Pontefice alla grandezza del vero,
Deus noster refugiutn et virtusj che seduto in atto di dare la benedi-
ogni cavaliere fosse tenuto a servi- zione, ilqual ritratto è ora proprie-
re il re a qualunque chiamata; che tà dell' antica e nobile famiglia
niuno potesse entrare al servigio di romana De Cinque, detta ancora
altri principi senza licenza del re, Qtiintiac, de Quinaiie, Qiiintilf, nel-
te La forntiola con cui Teodoro la quale si estinse la famiglia Quin-
creò i cavalieri è la seguente: » Io tili, con essersi sposala Sabina An-
vi fo cavaliere del nobile ordine giola ultima superstite di essa, con
della Lil^erazione. Da noi solo do- Paolo III De Cinque a' 14 aprile
vete sodrire di essere toccato tre 1689, come dall'albero genealogi-
Tolte colla spada nuda, e voi ci sa- co della famiglia De Cinque, pro-
rete obbediente in ogni cosa fino dotto air epoca della compilazione
alla morte ; giuratemi fede ed o- del processo, per essere ammessa
maggio sopra V evangelo. " I cava- la medesima nelle sessanta famiglie
lieri nella messa dovevano tener la romane coscritte. Tuttora la fami-
spada nuda, mentre il sacerdote glia De Cinque possiede il fìdeco-
leggeva il vangelo, per essere pron- misso della famiglia Quintilj. Il

ti alla difesa. L' ordine svan\ come Papa s. Silvestro I lo creò diaco-
il regno del fondatore, con breve no cardinale, indi per morte del
durala. Pontefice s. Giulio I, agli 8 mag-
LIBERI. Eretici della specie de- gio dell'anno 352 fu creato suo
gli anabattisti del secolo XVI, che successore, con di lui renitenza,
non riconoscendo alcuna potestà ,
come egli stesso scrisse nell' episC.

scuotevano il giogo di ogni gover- 2 a Costanzo imperatore, presso il

no sia ecclesiastico sia secolare. , Labbé t. Concil. p. 746; e


Il Con-
Tenevano donne in comune, chia- stant, Epist. roni. Pont. t. I, p.
niavano unione spirituale i matri- 425, n. 3. Dicesi avere ordinato,
moni incestuosi contratti tra fra- che ne'giotni di digiuno tulli si a-
tello e sorella , e proibivano alle stenessero di trattare le liti, ripren-
donne di obbedire ai loro mariti dendo insieme quelli che nella qua-
quando non erano della loro setta. resima esigessero dai debitori i loro
Si pretendevano impeccabili dopo crediti e che ne' medesimi giorni
;

il battesimo, perchè secondo essi la si astenessero dall' uso dello stato


carne sola peccava, e in questo si coniugale , end' ebbe principio il

chiamarono uomini divinizzati. tempo in cui è vietato di celebra-


LIBERI MURATORI. F. Mu- re le nozze. I vescovi ariani e se-
riTORI. mi-ariani non ebbero appena inte-
LIBERIO (s.),PapaXXXVII. Fi- sa la sua elezione, che gli manda-
gliuolo di Angusto romano, da al- rono un libello o scritto ingiurio-
cuni creduto della nobilissiuìa fami- so e dillamatorio contro s. Atana-
Sanctus Liberiiis Papa
glia Savelli. sio patriarca di Alessandria. Il Pa-
Primus Natione Italus Patria Ro- pa riunì subito un concilio a Ro-
nianns De Stirpe Nobilissima De ma, e mandò all'imperatore Co-
LIB LIF. .73
stanze, Vincenzo vescovo di Capiia, un'altra da Eusebio eunuco, uiiu
e poscia Lucifero vescovo di Ca- de' primi ministri dell'imperatore.
gliari come suoi legati, pregandolo Trovandosi il buon Pontefice in
di far tenere perciò un concilio. esilio, nel 357 si cel<;brò un conci-
L'imperatore in fatti ne tenne uno lio Sirmio per condannare Fo-
in
ad Arles, altro in Milano ma in , tino vescovo della città, il quale
ambedue s. Atanasio fu condanna- col suo maestro Paolo di Samosa-
to. Tentalo indarno il Papa di ab- ta sosteneva che Cristo non era
,

bandonarne la causa o di condan- Dio, ma puro uomo fatta dunque :

narloj fu costretto nel 355 di pas- in esso dagli ariani una forcnola di
sare in Milano, condotto con vio- fede, dicono alcuni che s. Liberio
lenza dall' imperatore, innanzi al annoiato dui suo esilio, vinto dai
quale colla medesima foltezza d'a- disagi due anni, dolente nel ve-
di
nimo ripugnò alla condanna del dere invasa la sede pontificia da s.
santo , sì perchè conosceva la sua Felice II (f^edi), che perciò alcu-
innocenza, e l'astio degli ariani ni chiamarono antipapa, e finaltnen-
contro di lui, come ancora perchè te intimorito dalle continue minac-
nel condannarlo una ferita
dava ce di morte , acconsentì alla coti-
incurabile al concilio Niceno di , danna di sant' Atanasio, sottosci i-

cui s. Atanasio era il più zelante vendola nel 357, ^ comunicò cogli
difensore, come dimostra Goffredo ariani approvando la formola di Fe-
Hermant nella sua vita che pub- de da loro fatta artificiosamente in
blicò a Parigi nel 167 1, la quale Sirmio. Quelli che tanto credette-
contiene la storia generale della ro, seguirono il Baronio, il quale
Chiesa di questi tempi. Pretese Co- però nel tom. Ili, AnnaL eccles.
stanzo di fare arrendere s. Liberio an. 357, n. 4' 3 dice di questa ca-
col minacciargli l'esilio, ma il Pa- duta : gita praestanlior, ac verior
pa rispose a lui : »> Ho dato già historia, nulla invenir i potest j Na-
l'ultimo addio a' fratelli che stan- tale Alessandro, Saec. IF, dissert.
no in Roma ; più mi cale delle 32; Tillemont, tom. VI, p. 772, e
leggi ecclesiastiche, che del soggior- la comune credenza di tanti secoli
no di quella città ", come narrano passati. Molti ciitici però moderni
Teodoreto , Hist. eccl. lib. 2, cap. dimostrano essere ciò fulsissimo.
16; ed il citato Constant, p. 4^9, Piimierameute con dotta ilisserta-
u. 5. Onde irritatosi l' imperatore zione, stampata in Parigi nel 1733,
ordinò subito che il Pontefice fos- col titolo DisserLation critique sur
se rilegato in Berea nella Tracia, le Pape Libere, dimostrò i! primo
per non avere voluto sottoscrivere fra tutti l'eruditissimo Pietro la

la condanna di s. Atanasio. Prima Corgne canonico della cattedrale di


di partire l'imperatore gli fece pre- Soissons, la falsità della caduta di
sentare per le spese del viaggio ot- s. Liberio; la qiial sentenza fece
tocento scudi romani, che il Pon- sostenere nel 1727 il p. Filippo
tefice rifiutò, dicendo che se ne ser- f'ebei lettore nel collegio romano,
visse pel mantenimento de'suoi sol- e per essa si dichiarò il cardinale
dati, e per contentare 1'
avidità dei Orsi nel t. VI della sua Storia ec-
suoi ministri; così rifiutò una som- clesiastica stampato nel 1751. Al-
ma esibitagli dall' imperatrice , ed trettanto fecero i Ballerini , i Boi-
,,

174 LIB LIB


landisti , ed ii p. Lazzeri con una cresciuti esemplari del martii'oiogio
dissertazione piena di convincente Rabano.
d' Usuardo, e in (juello di
forza, degna di lui e di essere pub- Quindi si vegga con quale impru-
blicata a vantaggio della critica. denza lo scismatico Bennone accu-
Ancora il Zaccaria nel t. I delle sasse s. Gregorio VII, quasi che
sue Dissertazioni latine, tratta nel- per confessare l' eresia avesse egli
la dissert. Vili de conimentitio Li- il primo istituito la festa di Papa
berii lapsu. Nel 1778 il p. Gio- Liberio. Il Baillet scorge un tratto
safatte Massari chierico della Ma- di accortezza e di sana prudenza
dre di Dio, pubblicò in Roma col- nel Baronio, perchè nel suo mar-
le stampe del Salvioni una Disser- tirologio tralasciò Liberio. Ma sen-
tazione storicocrilica sopra il con- za fare su ciò alcun mistero, il

di Sirniio, e sopra la favolosa


cilio JNovaes dice che il Baronio lo tra-
caduta di s. Liberio Papa, e di lasciò, perchè non eravi nel puro
Oslo il grande i>escoi>o di Cordova. e genuino martirologio di Usuardo;
Nelle Effemeridi letterarie di Ro- e questi l'ommise perchè noi trovò
ma di tale anno, a png. 385 e in quello di Adone, e questi non lo
393, non solo si loda la disserta- segnò nel suo rnartirologio, perchè
zione del p. Massari, ma se ne non r avrà trovato nel piccolo mar-
dà erudito conto. Il solo oralo- tirologio romano, di cui confessa di
riano veronese p. Girolamo da Pra- essersene assai aiutato. Certamente
to, nella sua applaudita edizione di se il martirologio romano del R^os-
Sulpicio Severo, t. II, p. 2 i4, mosse weido è quello del quale parla A-
difficoltà contro il Corgne ,
primo done, in esso manca Liberio, ma vi
difensore di s. Liberio ; ma quegli manca siccome vi mancano Cleto, E-
non cambiò mai di sentimento varisto, ed altri Pontefici santi. Per
pronto a farlo come si protestava, altro i ss. Basilio, Epifanio, Siricio
quando con sodezza di prove e con ed Ambrogio, chiamano Liberio
spirito di pace gli si facesse cono- Pontefice di beata, di santa e di
scere suo errore. Quegli slessi poi
il venerabile memoria.
che accordano la caduta di que- Nel 357 r imperatore Costanzo
sto Papa, difendono a forza di ra- entrò trionfante in Roma, dove nel
gioni, ch'egli non però offese espres- gran circo s' innalzò un obelisco.
samente la fede cattolica, tra'quali Le matrone romane si presentaro-
è a vedersi il p. Sangallo, Gest. t. no a lui, ed istantemente lo pre-
Ili, p. 523 e seg.; anzi se pur fosse garono di restituire Liberio alla sua
vera la pretesa debolezza di lui sede ai quali
, uffizi V imperatore
egli r avrebbe poi scancellata con non ebbe il coraggio di negarlo
quella esemplare condotta, che gli a quelle illustri dame, come ripor-
meritò il titolo di santo in diversi tano Teodoreto nel lib. 2, cap. 17,
martirologi. In quello di s. Girola- e Niceforo nel lib. g, cap. 35. Tor-
mo ad diem Vili kal. oclobr. ; ne- nato il Papa in Roma, si radunò
gli antichi additamenti al martiro- in Rimiui nel 359 "" concilio di
logio di Beda ; in quello di Wan- quattrocento e più vescovi, de'qua-
dalberto ; ne'sinassari; ne' menci dei li ottanta erano ariani. In questo
greci sotto il giorno 27 agosto; nel concilio cominciato bene e termi-
martirologio di Floro ; in più ac- nalo pessimamente, come scrisse s.
LIB LIB 175
Ambrogio nell' epist. 2 i
, § 1 5, i ve- costretto nascondersi ne' suburbani
scovi che da piÌDCÌpio aveano con- cimiteri, ne' quali dimoiò fino alla
fennata la professione di fede del preziosa sua morte. Edificò e con-
Niceno, e condannato colla scomu- sacrò la Cliiesa di s. Maria Mag-
nica Ursacio e Valente co' loro so- giore (Fedi), che per lui prese il

ci ariani, poscia vinti dalla violen- nome di basilica Liberiana , come


za dell'imperatore Costanzo, ed in- tuttora si chiama, nel luogo cioè ove
gannati dai raggiri de' vescovi a- cadde miracolosamente la neve ai
riani , . sottoscrissero la formola 5 agosto. In due ordinazioni s. Li-
del concilio di Sirmio, nella quale berio creò diecinove vescovi, diciot-
era nascosto il dolo loro, onde con- to preti e cinque diaconi. Governò
sentirono nell'abolizione delle paro- quindici anni, quattro mesi ed un
le sostanza e consostanziale, come giorno. Morì a' 9 settembre del
osservano i Maurini in s. Anibrog. 367, e fu sepolto nel cimiterio di
lib. I, de fide cap. 18, § 122. So- Priscilla nella via Salara. Tra le
pra il concilio di E.imiui, celebrato lettere che sono attribuite a s. Li-
nel 359, due anni dopo la pretesa berio, nomineremo una ad Osio
sottoscrizione o come volgarmente sulla caduta di Vincenzo da Capua;
si chiama caduta di Pupa Liberio, una all'imperatore Costanzo; tre
scrisse lo stesso Corgne la Disser- ad Eusebio di Vercelli ; una ai
tation critique et théologique sur le confessori esiliati ; una agli orien-
concile de Rimini etc , J^aris cliez tali, dopo che ebbe luogo la con-
Lusseux 1732. Opera ricca di cri- danna di s. Atanasio; una ad Ur-
tica e di sacia erudizione. Del sud- sacio, a Valente ed a Germi nio ; una
detto p. Massari si ha la Disser- a Vincenzo da Capua; una ai vesco-
tazione storico- critica sopra il con- vi d' Italia dopo il concilio di Rimi-
cilio di Rimini , nella Raccolta di ni ed una che Eustachio e gli al-
;

dissertazioni ecclesiastiche del Zac- tri deputati de' vescovi d' oriente
caria t. Xn, dissert. VIIj p. 169. presentarono sinodo di Tiane.
al
Pvoma 1795. Dopo il detto conci- Abbiamo da Mart. Larroguano, Dis-
lio, pressato s. Liberio dall' impe- sertatio de Plotino et de Liberio
ratore a i-atificare questa liaudo- Pontijìcc romano, Genova 1670.
lenta sottoscrizione de' vescovi, non Vacò la santa Sede sei giorni.
solo vi ripugnò, ma anzi la fulmi- hmY.mO , Cardinale. F. Li-
nò colla scomunica, come si ha da BERio Papa.
(s.),

s. Siricio neW ad Himerium


epist. LIBERTI. F. Schiavi.
Tarraconenseni apud Labbeum ,
LIBERTINI. Eretici che insor-
Concil. t. II, p. 883 et io 18. Veg- sero dopo il 1325 in Olanda, nel
gasi su questo punto il Baronie ad Brabante, ed in altri luoghi delle
an. 359, n. 49; il p. Petavio, Tlieo- Fiandre. Si dilatarono nella Fran-
log. dogmat. t. Il, lib. 4, cap. 5, cia, e ve ne furono a Parigi ed
§ 4 ; '1 Bellarmino, De eccles. mi- a Ginevra, non che a Rouen. I
Ut. cap. 16; e Natale Alessandro, loro capi furono un .sarto per no-
Histor. eccl. saec. IF, dissert. 33. me Zuantino o Quintino di Pi-
Per questa scomunica s, Liberio dal cardia, e certo Chopin suo disce-
medesimo Costanzo fu cacciato nuo- polo. Asserivano che vi è il solo
Tamenfe da Pioma, per cui venne spirito di Dio ditluso per ogni luo-
176 LIB LIB
go, che è, e che vive in tulle le te la Libia, chiamata Beied-Genef-
creature; che l'anima nostra non va. La Libia citeriore o esteriore,
è questo spinto di Dio, e che al di sopra dell' Egitto, lungo IìJ

muore col corpo; che il peccato è riva sinistra del Nilo, estendevasi
tìiente, e che consiste soltanto nel- fino all'Etiopia, e comprendeva
la opinione, poiché Dio fa tutto il tutto il Biledulgerid o Nuraidia, e 1
bene e tutto male; che il para-
il la Barberia. Però prendeva qual-
si
^

diso è un' illusione , e V inferno che volta la Libia esteriore in una


una chimera inventata dai teologi. maniera piìi ristretta e più pro-
Affermavano che i politici inventa- pria, e allora stava fia 1' Africii

rono la religione per tenere po- i propria e l'Egitto, e corrisponde* J

poli nell'obbedienza^ che la rige- va al regno e deserto di Barca, .

nerazione spirituale consiste nel di- rinchiudendo la Marraarica, la Ci-


struggere i rimorsi della" coscienza; renaica, e la Libia esteriore ancora
la penitenza nel sostenere che non più propriamente della, che con-
si verun male; che è permes-
fece giungeva l'Egitto, e che formò po-
so ed anco espediente fingere in scia la parte orientale del regno e
materia di religione, ed accomo- deserto di Barca. Secondo s. Gi-
darsi indifferentemente a tutte le rolamo la Libia prese il suo nome
sette. A tuttociò aggiungevano del- da Laabim figliuolo di Misraim.
le bestemmie contro Gesù Cristo. Necon re di Egitto, secondo Ero-
I loro orribili sentimenti fece dare doto, fu il primo che mandò dei
a questi eretici e fanatici il nome fenicii alla scoperta delle coste del-
di libertini. I loro errori in molti la Libia; questi partirono dal ma-
articoli sono que' medesimi degl'in- re Eritreo, navigarono verso il

creduli e libertini de' nostri giorni. mare del sud, fecero il giro della
Nel capii. 6 poi degli Atti Ap. è Libia , e ritornarono in Egitto , e
citata una sinagoga di Gerusalem- con talmezzo fu conosciuta la Li*
me , che portava il nome di li- bia. Secondo il medesimo Erodoto,
bertini. era la Libia abitata da quattro na-
LIBIA , Libya. Nome che si zioni,due delle quali indigene e
diede anticamente a tutta l' Afri- le altre straniere : le prime erano
ca, ma che si restrinse in appres- i libii e gli etiopi, e le seconde i

so a quella porzione dell' Africa fenicii ed i greci. Si attribuisce al-


che sta a ponente, e che ha al- l' evangelista s. Marco la predica-
l' oriente l'Etiopia, a mezzodì l'O- zione della fede cristiana nella Li*
ceano Etiopico, a ponente 1' Atlan- bia. Tre provincie ecclesiastiche eb-
tico, ed a settentrione il mare Me- be la Libia nel patriarcato d'Ales-
diterraneo. Dividevasi anticamente sandria. La provincia della Libia
in due parli generali la Libia in- : Marinarica, con Dardanida o Dai''
terna od ulteriore, eh' era a mez- nis per metropoli, e selle sedi ve-
zodì e comprendeva il Zuara, la scovili sulFraganee. Oriens chnst.
Negrizia e la Guinea, estendendosi t. II, p. 63 1. La Libia Pentapoli,
dal monte Atlante fino al fiume con Cirene per metropoli, e tredi-
Niger in quelle orribili solitudini ci sedi vescovili sulfraganee. Oriens

chiamate poscia il deserto di Saha- chvist. t. II, p. 617. La provincia


ra o Zaara, ciò eh' è propriamen- della Libia Tripolitana uel patriar-
LIB 177
càto Alessandrino, con tre sedi ve- vano gli antichi greci e romani,
scovili. Comman\ille, Hist. de toiis avevano ancora libri di cui si vol-
les arcliev. p.298 e 294. gevano i fogli, come si fa al pre-
LIBIA o LIVIA. V. LivrA. sente, e questi doveano essere coni'
LIBOPiIO (s.), quarto vescovo pacti cioè legati, del che gli antichi
di Mans. Nacque nelle Galiie da Dittici{Fedi) forniscono un'idea.
illustre famiglia , ed abbracciò lo Nei dittici consolari dunque vuoisi
stato ecclesiastico. Le sue virtù e rintracciare la vera origine delle le-

il suo sapere trassero su di lui tutti gature de'libri presso gli antichi, i

gli sguardi quindi tutti ;


suffragi i quali dittici si accomunarono po-
si riunirono in suo favore quando scia anche alle chiese. I dittici e-
si dovette nel 348 dare un pastore rano tavolette d'avorio, di legno, o
alla chiesa di Mans. Egli si mostrò di altre materie, ai quali si aggiun-
indefesso nell'esercizio delle sue e- sero in tempi posteriori, ornamenti
piscopali funzioni. Amante del ri- metallici ; e queste tavolette, a gui-
tiro e deir orazione, vi accoppiava sa delle coperte o dei cartoni dei
lunghe veglie e rigorosi digiuni. Il nostri libri , servivano anticamente
suo amore pei poveri lo rendeva pei magistrati e pei ministri del
santamente prodigo nella dispensa culto, onde inserirvi e racchiudervi
delle sue limosine. Fondò molte i diversi fogli volanti contenenti gli
chiese, e le provvide abbondante- oggetti che riferire dovevano nel-
mente di tutto il bisognevole alla le sedute de'magistrati, e più tar-
celebrazione del servigio divino. Mo- di i salmi e le preci della Chiesa.
rì verso l'anno 897, e le sue reli- Que' dittici erano sovente ornati di
quie furono neir 836 trasportate a scolture e di bassorilievi sovente ,

Paderbona , che lo elesse a patro- ancora con lettere, con pietre pre-
no. Celebrasi la sua festa a' 2 3 di ziose e con cammei; e questi por-
luglio. gono l'idea dei volumi e delle le-
LIBRAIO. Mercante che stampa gature dei medesimi, fatte in modo
o vende de'libri, typographus, biblio- che aprire si potessero e volgere a
pola, librariiis: anche il legatore piacere fogli contenuti. In Atene
i

di libri si chiama libraio. I greci i librai avevano officine pubbliche,


avevano degli scrittori il cui mestie- nelle quali d'ordinario riunivansi le
re consisteva nel copiare libri, e persone istruite, perchè ivi legge-
questi chiamavansi bibliografi., altri vansi i libri nuovi, e se ne porta-
che pingevano le nomina-
lettere va giudizio. I romani avevano nu-
•vansi calligrafi^ e avevano al-
vi merosi copisti di libri, ch'essi chia-
tresì librai che vendevano i libri, mavano pure
librari, ed avevano
e questi detti furono da'greci in che gli spacciavano , e
venditori
prima, poscia dai latini bibliopolae. questi detti erano bibliopolae; essi
Questi ultimi alimentavano o paga- avevano inoltre schiavi assai periti
vano scribi o copisti per trascrive- per incollare i fogli, e questi di-
re i libri ch'essi vendevano. Quan- cevansi glutinatores, e forse non so-
to alla legatura de'librij e dell'ar- lamente componevano e formavano
te di legarli, oltre alcuni libri i rotoli, ma potevano anche legare
scritti ne'rotoli pergamene, fo- di i libri formati di diversi fogli stac-
glie e corteccie d'alberi, che ave- cati. Ai tempi della repubblica, le
VOL. xxxviu. 12
178 LIB LIB
persone agiate avevano nelle case nere dovette languire, finché si trat-
loro molti copisti, amanuensi o se- tò di sole copie di manoscritti, e

gielarij eh' erano per la maggior finché non fu inventata la Stampa


parte schiavi o liberti, e questi e- (redi). Dicono tuttavia francesi i

rano incaricati di trascrivere e mol- che avanti quell' epoca vi avevano


tiplicare le copie de' nuovi mano- librai giurati dell'università di Pa-

scritti. Non fu tuttavia se non che rigi, i quali facevano trascrivere i

sotto l'impero d'Augusto, che i li- manoscritti e ne portavano le copie


brai detti bibliopolae, furono intro- ai deputali delle diverse facoltà, af-
dotti in Pioma, e allora soltanto vi finchè le opere fossero rivedute e
si videro botteghe piene di libri; approvate avanti che si esponessero
esse erano d'ordinario collocate in- alla pubblica vendita. Quelle edi-

torno ai pilastri de' templi, agli e- zioni essendo un lavoro


il frutto di

difici pubblici, e più frequenti e- lungo non potevano es-


e penoso,
rano nelle piazze di Roma. A quei sere molto numerose di esemplari,
pilastri si affiggevano non sola- per cui i libri erano assai rari e
mente i titoli deìibri nuovi o alcuni carissimi di prezzo, onde per 1 ac-
nuovi |crilti, ma ancora le domande quisto si stipulava un contratto a-
degli oggetti che si erano perduti; i vanti il nolaro. Uno di questi fu
libtai attaccavano alle loro porte i conchiuso nel i332 tra Gerardo di
frontespizi de'libri che ponevano in Monlagu avvocato dal parlamento,
vendita, affinchè i dotti, gli eruditi ed un libraio nominato Goffiedo
e gli Smatori delle lettere vedessero di Saint-Leger per un libio intito-
i libri di cui loro conveniva l'ac- lato: Speciduni historiale in consue-

quisto. A questo si riferisce il det- tudines Parisienses. Prima assai di


to di Orazio, che i versi mediocri quest'epoca e in quella di Gugliel-
tolleratinon erano dagli Dei, da- .
mo I il Conquistatore, che fiorì do-
gli uomini e ne pure dalle stesse po la metà XI, del secolo
libri i

colonne, da quelle cioè alle quali erano tanto rari, che una collezio-
affiggevansi i titoli de' libri. Dice il ne di omelie fu comprata al prezzo
Muratori, che negli antichi secoli, di duecento montoni, e di un car-

oltre a coloro che per uso proprio ro di frumento. Lo slesso avvenne


copiavano libri, scritti alloia a
i
anco in Italia, ove libri che si tra- i

penna, vi furono anche librarii e scrivevano, e massime le copie de-


scribae, chiamati anche anliquarii gli autori classici , si vendeva-
da Cassiodoro, Isidoro ed altri, che no ad un prezzo assai elevalo, co-

per guadagno trascrivevano le ope- sicché i letterati si dolevano so-

re altrui, dettando uno nel mede- vente di non avere le somme ne-
simo tempo a molti scrittori. Vi cessarie per r acquisto di un libro

furono copisti diligenti, ma ancora di abbisognavano; numerose


cui

ignoranti, che nel trascrivere i li- tutta volta erano in proporzione le

bri commissero errori, e storpiaro- copie de'classici ; e gì' italiani non


no le parole e i sensi. Sull'antica solo abbondavano di calligrafi, al-

legatura de' libri può vedersi il cuni de'quali erano eccellenti nell'ar-
Buonarroti, Osservazioni sui vetri te loro, ma altresì di miniatori ,

antichi p. 93. che quei adornavano di fregi,


libri

U commercio però de'libri in ge- di iniziali ed anche di miniature


, ,,

LIB LIB 179


nobilissime, e in questo modo ne ac- rileva il bisogno che si ebbe di
crescevano di molto il prezzo. I mo- preservale dall'oblio e dall'ingiurie
naci ancora e gli altri clausltali nei de' tempi le storie de* popoli , le

bassi tempi, e persino le donne e convenzioni sociali, le leggi di sta-


principalmente le monache, si oc- to , le osservazioni astronomiche
cupavano nel trascrivere i codici gì' inni in lode del nume, che fu-
delle opere più ricercate; e que- rono prime e le successive oc-
le
sta circostanza portò di conseguen- cupazioni degli uomini di tutte le
za cbc non solo si conservasse- età, e mostra le prime materie de-
ro alcune gran pregio,
opere di stinate a tal uopo dalla umana in-
che senza di questo sarebbero sta- dustria nelle lastre di pietra e di
te perdute, ma ancora che si mol- metallo, nelle tavole incerate, nel-
tiplicassero le copie de' libri mi- l'avorio ed in altre simili cose, atte
gliori, e queste servissero all'uso di a ricevere l' incisione di alcuni se-
chi bramava istruirsi nelle buone gni esprimenti le idee e i senti-
lettere. Non solamente in que'tempi, menti degli uomini, e la proprietà
cioè avanti l'invenzione della stam- delle cose. La nazione egiziana è
pa e il secolo XV, ma ancora al- quella che presenta le prime for-
l'epoca dell'invenzione medesima, e me di tali monumenti, per cui delle
tie'due secoli successivi^ i librai e- passate cose restò istrutta la po-
rano talvolta letterati, ed anche po- sterità. Siccome ai primi segui con-
tevano appellarsi col nome di dot- sistenti in geroglifici successero i

ti. Essi portavano in Francia il no- caratteri, o sieno le lettere, ripu-


me di clercs Uhrairs e siccome , tate figliuole di Cadmo, così alle
facevano parte del corpo dell' uni- succennate dure materie successe il

versità, godevano de' suoi privilegi. papiro, pianta indigena dell'Egitto,


11 canonico Angelo Batlaglini re- e la membrana che da Pergamo
citò in tioma nel 1786 nella ge- città dell'Asia, ove cominciò ad
nerale adunanza d'Arcadia la Dis- usarsi, acquistò il nome di perga-
seriazione accademica sul commer- mena. Ed ecco che per mezzo di
cio moderni librai.
degli antichi e queste facili invenzioni si apri la

Fu stampata in Roma nel 1787 via alla conservazione delle cose


dal Zempel per Venanzio ISIonal- e quindi al commercio di questi
dini mercante di libri, ed un risliet- nuovi prodotti sì della mente, co-
to di essa si legge nelle Effemeri- me della mano degli uomini, pres-
di letterarie di Boma de' 2 1 lu- so gli egizi, i fenicii, gli ebrei, i

glio1787: di questo ristretto da- caldei, gli arabi, i persiani ed altri


remo un cenno per 1' importanza popoli di oriente, fra i quali pote-
dell'argomento, sebbene dovremo rono poi sorgere accademie, colle-»

toccare delle cose già narrate al- gi e scuole, e dai quali passò indi
trove. Ivi si dice avere su questo la coltura con più felice successo
argomento riempito un vuoto, poi- ai greci, agli etruschi, ai latini e
ché niun letterato sino allora avea agli altri popoli di occidente. Men-
parlato del commercio librario, ra- tre gli egizi sdegnarono in princi-
mo non indifierenlé della pubblica pio ogni alleanza e commercio co-
industria. Rimonta egli alle prime gli esteri, e gli antichi ebrei furo-
età della civilizzazione dell' uocno no gelosi di non aver nulla di co-
,

i8o Llli LIB


mune cogli altri a preservazione loraeo vietasse l'uscitadel papiro
dell' idolatria ; in vece i fenici!, co- dal regno, e fosse Eumene
suo
me più degli altri popoli dediti al costretto ad aver ricorso il primo
traffico, alle arti ed alle scienze alla pergamena, sebbene su di ciò
furono primi a somministrare
i non sieno abbastanza concordi le
di buon' ora qualche idea di let- opinioni degli eruditi. Onora la
terario commercio cogli stranieri. munificenza di Tolomeo l'acquisto
Furono essi che ai greci dierono fatto de' libri sacri degli ebrei tras-
non pochi lumi e gli ammaestra- portati in greco dai settanta inter-
rono nell'uso della pergamena e preti, e di quelli altresì delle altre
della scrittura alfabetica. Perciò nazioni, che pur volle tradotti in
Sanconiatone di Berito, riconosciu- greco ; siccome fu una sua gloria
to pel più antico scrittore dopo l'acquistata biblioteca d' Aristotile,
Mosè, il quale componeva le anti- ch'era stata da lui arricchita delle
chità del suo paese circa gli anni opere di Spensi ppo filosofo, ed ia
del mondo iSóo, potè per bene- seguito posseduta e ampliata da
fìcio di Gerorabalo sacerdote valersi Teofrasto e da Oeleo , e l'aver
de' libri conservati nel tempio, non conseguito pur anche d'agli ateniesi

che degli annali delle città vicine. gli autografi delle tragedie di So-
I progressi, che i greci fecero in focle, di Euripide e di Eschilo.
seguito, superarono di gran lunga Dall'erezione pertanto di queste ed
gli aiuti esterni, e prepararono que- altre biblioteche si deve natural-
sti il secolo e l'opere di Omero, mente arguire un gran numero di
giacché senza opere antecedenti, seb- copisti e di librari, e perciò un am-
bene non del tutto perfette, che pio commercio librario presso gre- i

servissero come d' esemplare , non ci. Il Battaglini ciò comprova con

potevano sorgere l'Iliade e l'Odis- riportare vari fatti particolari, i quali


sea. Quindi Pisistrato tiranno di servono tutti a mostrare il pregio
Atene, che fiorì 55o anni avanti in cui erano i codici manoscritti
la nostra era, gran cura si prese presso i greci, ed il valore che loro
di far trascrivere ed unire i versi conciliava la brama di possederli.
di Omero, in seguito di aver già In appresso si trasfuse ne' romani
aperta a pubblico comodo nella sua la coltura de* greci, ed insieme l'im-
patria una biblioteca, la quale ac- pegno di conseguire le opere dei

cresciuta di continuo fu quindi da grandi scrittori. Paolo Emilio, Lu-


Serse trasportata in Persia, e dopo cullo e Siila non solo si resero ce-
varie vicende da Seleuco Nicàno- lebri pei trofei militari, ma anco-
re ai primi padroni restituita. Cre- ra per le numerose raccolte di li-

sciuto il desiderio di aver le poesie bri che recarono a Roma, e per


d'Omero, il guadagno de' greci co- cui ivi sorsero le prime bibliote-
piatori divenne grandissimo, quan- che. La prima biblioteca pubblica
do salito sul trono d' Alessandria però si deve ad Asinio Poilione,
Tolomeo Filadelfo e su quello di sebbene a tal beneficio avesse già
Pergamo Eumene, s'accese in essi meditato Giulio Cesare; quindi due
i' impegno formare ampie bi-
di ne furono aperte in lloma da Au-
blioteche, sino al punto di sorgere gusto, quella cioè unita al tempio
fi-a loro emulazione tale, che To- di Apollo, l'altra contigua al tea-
LIB LIB i8i

tro di Marcello, detta Ottavia dal la rovina della capitale d'oriente


nome di sua sorella. L'autore parla formò il risorgimento delle lettere

delle pubbliche botteghe de* libri e delle arti nelle regioni nostre
venali, che si videro aperte in Ro- di occidente, mediante il ricovero
ma al tempo de' primi imperato- che in esse presero tanti greci esuli,
ri, e de' liberti specialmente impie- che anco prima dell'ultima cata-
gati a copiare le opere dei classici strofe, loro annunciata dai primi

autori. Narra pertanto ad un tem- felici successi degli ottomani, ven-

po stesso tutte le particolarità che nero in Italia seco recando la loro


trova registrate negli antichi scrit- dottrina e la loro coltura, e co-

tori, comprovano pur susse-


e che municandola ai loro ospiti. Del ge-
guentemente l' impegno di aver li- nio di questi comparvero adorni il

bri, ed il commercio de'medesimi, Petrarca ed il Boccaccio, e da que-


non che le diligenze usa.te nel col- sti incominciò la ricerca de' codici
lazionarli dopo d'essere stati tra- entro le polverose biblioteche, e
scritti, nomi di vari antichi ne-
i l'acquisto di nuovi, ed il loro ge-
gozianti librari, i luoghi principali nio si pjopagò indi sino a' tempi
di Homa, ove le loro botteghe c- di Lorenzo de Medici e di Nicolò
rano piìi frequenti, ed altre cose V , che furono gì' incettatori più
al suo argomento spettanti. Dalla munifici de'codici mss., ed invase
capitale del mondo passa a vedere anche grandemente alcuni privati
lo slak) delle provincie su questo cittadini de' loro tempi, quali fu-
particoiaie, e mostra come fu cu- rono Marsilio Ficino, Angelo Po-
ra non meno de' privati, che dei liziano, Francesco Filelfo, Giovan-
principi, de' vescovi, delle chiese e ni Tortelli, Lorenzo Valla, Enea
de' monasteri l'avere libri di vario Silvio Piccolomini, il cardinal Bes-
genere. JNota in seguito le vicende sarione ed altri molti, che de' co-
dell'impero romano, e dietro le dici si servirono pei loro usi, e li

medesime segna le vicende delle preservarono insieme per essere


lettere e de' libri, e ci guida per 1 oggetto delle prime e susseguenti
entro allo slesso buio de' secoli più imprese tipografiche. Per mezzo di
tenebrosi, mostrandoci insieme co- queste belle ed erudite indagini ,

inq»in mezzo alla universale cor- l'autore parla de' tempi dell'inven-
ruttela non mancarono coltivatori zione della stampa che fu origine
di studi nella corte in ispecie dei d'un nuovo commercio e di un
romani Pontefici, e nelle case dei nuovo ordine di cose, com'è la
U)onaci, ai quali soprattutto siamo propiietà di tutti i gran ritrovati.
debitori della conservazione delle Proseguendo la storia del commer-
antiche opere e de' più preziosi cio librario relativamente al prez-
monumenti. In mezzo a questa qua- zo degli antichi volumi, ci presenta
si generale depravazione non si rare e curiose notizie, e termina
scorda de' greci, presso i quali ri- col trarre dall'antica storia libraria
mase florido il commercio librario, alcuni lumi ed avvertimenti utili
ed esisterono pubbliche biblio-
le pei mercanti di libri, con chiarezza
teche, fino a tanto che dalla fero- e precisione, che da loro adottati
cia musulmana non fu presa e sog- sarebbero capaci di restituire
al suo
giogala Coslautinopoli, Ma appunto primiero splendore una professione
i82 LIB LIB
cos\ utile e così decorosa , e far sciuta; onde nel visitare la di hù
rinascere in Roma i Giunti, i Ma- stamperia ducale di Parma, mon-
nuzi ed altri, che riunendo l'arte sieur poi Luigi XVIII, disse eh' e-
tipografica al commercio librario ra la prima stamperia del mon-
furono l'onore delle lettere e la de- do. Tra gli faremo
italiani viventi
lizia de* letterati. Tra le opere utili onorevole memoria del cav. Giusep-
ai librari, come agli amatori dei pe Antonelli libraio, tipografo, cal-
libri ed a* letterati, citeremo : iV"o«- cografo, litografo e fonditore, pel suo
vcau Dìctionnaire portati/ de biblio- grandioso e premiato stabilimento
graphie.,par Fr. Ign. Fournier, Pa- di Venezia. Della confraternita e
ris 1809. chiesa che hanno i librai in Ro-
Riguardo all'erudizione de'librai, ma, ne parlammo al voi. XI, p. 296
basta per gl'italiani citare il nome di del Dizionario. Quanto riguarda
Aldo Manuzio di Bassiano nel du- la revisione e approvazione de'libri,
calo di Sermoneta dello stato pon- se ne tratta all'articolo Maestro del
tificio, uomo dottissimo, a cui van- sacro palazzo apostolico (^Fedi).
no debitrici le lettere della pubbli- LIBR.ERIA, Libraria, Bibliotheca,
cazione della maggior parte de'clas- Luogo dove sono di molti libri, e
sici greci, latini e italiani. V. Libro gli stessi libri insieme raccolti. Se-
e Libreria. Nel secolo XVI si ese- condo il Martinetti, Collezione clas^
guirono magnifiche legature di li- sica t. II, p. ;ìoo, fu Osiraandia re _

bri in Italia, nella Germania, ed della razza antichissima de'Faraoni


altrove, massime in pelle di porco, di Egitto, che ere Jesi contempo-
che per la sua densità riceve l'im- raneo di Abramo, il primo collet-
pressione di bellissime figure e di tore dei codici di lingua sacra (co-
bassi rilievi di ricca composizio- sì egliprecisamente esprimesi ), ed
ne. Sovente si arricchirono le le- il primo che ordinasse una biblio-
gature de' libri di arpioni e fer- teca, da cui tanto diletto ritraeva,
magli d'oro, di argento, di bronzo, che secondo Diodoro Siculo vi fe-
lavorati col maggior artifizio e tal- ce scolpire l'epitaffio: oìedicina a-
volta anche arricchiti di figure e di ninii , ovvero rernedium animi .

caratteri. Ricchissime pure furono Tuttavolta abbiamo da Henric.


lelegature in velluto con trine d'o- Bonik : De eruditis sine lib^'is ,

ro e con ricami ; e quelle con no- esercitatio historica, Lipsia. Le li-

bilissima tartaruga in vece di car- brerie sono il mezzo più adatto


toni, con ornamenti d'oro e d'ar- a promovere gli studi. Di quelle
gento, cammei e nielli. Anche a'no- antiche più celebri ne parlam-
stii giorni l'arte di legare variamen- mo all'articolo Biblioteca [Fedi),
te e riccamente i libri è giunta ad non che all'articolo Libraio, e

un alto grado ed elegan-


di perfezione ad altri relativi. Di quelle che
za. Ad Aldo si può associare il no- tuttora sussistono e delle moder-
me di Giambattista Bodoni da Sa- ne , se degne di speciale men»
luzzo, allievo della tipografia di pro- zioiie, a'ioro luoghi non si manca
paganda fide, uno de' più celebri accennarle. Delle principali Biblio-
stampatori del secolo XVI li, perchè teche di Roma [Fedi), come della

recò l'arte tipografica ad una per- Faticaiia, e delle biblioteche Al-


lezioue fino a «iuel tempo scouo- hani, Aleasaadrina, Angelica, Ara-
LIB LIB i83
celitana Barberini, Casanatense,
, side, cui superiormente apponeva-
Chigiana , Corsini, Lancisiana , iì la seguente epigrafe.
yallicdliana, oltre quanto acceu-
numnio ai loro articoli, se ne par- Sì queni sancta tenet meditan-
la a quelli analoghi. Un trattato di da in lege voluntas,
Biblioihegrafia e delle pubbliche e Hic poterli residens sacris inten-
{nivale celebri librerie di Roma, dere libris.
nel 1698 ce lo diede Carlo Bar-
tolomeo Piazza nel suo Eustvolo- Quanto alle librerie o bibliote-
gio romano, nel tratt. XIII. 11 p. che di alcuni insigni templi dei
Menocliio nel t. II delle Sluore, cristiani, sì in oriente che in occi-
centuria VII, cap. LXXVI erudi- dente, sino dal principio del cri-
tamente (ratio: Delle famose libre- stianesimo, ebbero i vescovi nelle
rie degli antichi, e di alcune ce- loro chiese particolari biblioteche
lebri moderne. Altrettanto fece il per conservare le opere di dotti
Sarnelli, Lettere ecclesiastiche t. VI, cattolici, l'interpretazioni delle san-
lett. I. Delubri e delle librerie. Il te scritture, gli atti de' martiri, i

Cancellieri poi nella Dissertazione fasti delle chiese stesse ec, anzi per
intorno agli uomini dotati di gran tale oggetto aveano appositi ama-
memoria, registrò alcune librerie nuensi. La non solo chia-
libreria fu
private perite per incendio. Dicem- mata Bihliotheca, ma Scriniuni, Ta-
mo altrove che i primitivi cristia- bularium, Archiviurn , Librarium,
ni ebbero appositi luoghi per con- e Sacrarium; talvolta fu promi-
servare e custodire i libri. Essi li scuamente chiamata Biblioteca o
tenevano denti o armadi nelle chie- Archivio ( f^edì ) ; come si disse
se ove riponevano sacri libri, o in i Bibliotecario [Fedi), o Archivista
istanze separate e nelle biblioteche [Vedi), Cancelliere e Vice- Cancel-
destinate a tale effetto ; indi nei liere [Vedi); che in origine hanno
tempi posteriori lì collocarono nei un solo significato. La più antica
segretari, i quali erano le due biblioteca che si conosca in orien-
stanze laterali all' altare ; in alili te fu quella di Gerusalemme, for-
luoghi il codice degli evangeli si mata da s. Alessandro; s. Panfilo
conservava sull'altare medesimo, il completò quella di Cesarea inco-
che si continuò anche nei tempi minciata da Giulio AfricanOj nella
più bassi, a similitudine delle scrit- quale erano trentamila volumi in :

tole del vecchio Testamento, con- questa biblioteca con sommo van-
servate nel Sanata sanctoruni. Da taggio studiarono lo storico Euse-
una lettera di s. Paolino di Nola bio, e il dottore s. Girolamo. Vuoi-
scritta a Severo, siraccoglie che i si che la famosa biblioteca di Co-
libri liturgici si conservavano nel stantinopoli, situata presso la basi-
segretario , dai greci distinto col lica di s. Sofia, fosse incominciata
nome di Diaconico bemale e po- da Costantino il Grande ; essa fu
steiiormente metalorlo, per deno- immensamente da Teo- arricchita
tare che i libri liturgici occupava- dosio II, per cui a suo tempo con-
no una parte solamente del mag- tava centomila volumi ; indi venne
gior diaconico e dell'intero segreta- aumentata di altri ventimila volu-
rio, cioè la parte sinistra dell' ab- mi, e j'crl in una popolare sedi-
,

i84 LIB LIB


zione sotto V impero di Basilisco pera dell' intelletto, sia in prosa
e Zenone. Anche iu Alessandria vi che in verso, abbastanza estesa per
rurono delle libreiie appartenenti riempirne un volume. Essendo una
ai templi cristiani, e s. Atanasio delle maniere di scrivere degli an-
riprese gli ariani perchè aveauo tichi quella di pingere, delineando
bruciati i libri delle chiese. Nell'A- le lettere sulla corteccia di certi
frica esisteva una biblioteca in alberi, tal corteccia o membrana
Cirta contigua al tempio, ed altra chiamarono in latino liber^ iu e-
simile ad Ippona. Di quelle di braico sepher, ed in greco biblos;
Roma, delle Lateranensi, delle Va- come libro si appella anche oggi-
ticane ne parlammo ai citati arti- dì dai botanici la parte più inter-
coli. Antichissimo e colla Chiesa na della corteccia stessa, di cui eoa
incominciò si può dire 1' archivio le reiterate apposizioni forma
si

romano ; s. Ilario fondò le due bi- il legno, eh' è la parte più dura
blioteche Lateranensi, e forse vi fu nella quale distinguesi l' alburno. Il

pure una terza biblioteca Lateranen- Dacier nelle note ad Orazio, dice
6e. Oltre queste nel pontificato di che il libro è propriamente la cor-
s. Gregorio I in Roma probabil- teccia interna dell'albero, e che gli

mente ve n erano delle altre. Il antichi colla punta di un ago sepa-


Papa s. Zaccaria ampliò quella e- ravano o dividevano quella cor-
retta presso la basilica vaticana, teccia in piccoli fogli o strisele

anzi il Cancellieri , De secretarìis, ch'essi chiamavano tilias o phyli-


è di parere che la biblioteca Va- ras, sulle quali scrivevano. E per-
ticana esistesse prima nell'antichis- chè si rotolavano tali corteccia per
simo secretario, indi nel nuovo, e trasportarle più facilmente, questi
poscia venne trasferita nel secreta- furono detti voluinen^ volu-
rotoli
rium magnum del medesimo tem- me, nome che fu dato anche ai
pio. Questa biblioteca perì per le rotoli carta e di pergamena.
di
vicende d'incendii e saccheggi, e Dice Marangoni nella Istoria p.
il

come la Lateranense una gran 162, che fu costume degli antichi


parte di essa si potè preservare di scrivere le cose più brevi in
da tante vicende. Laonde la bi- alcune membrane lunghe a guisa
blioteca ora esistente nel palazzo a- di fasce, le quali piegar si potes-
postolico vaticano, si formò in par- sero ravvolgendole, e da questo
te coi libri delle biblioteche delle ravvolgimento a guisa di un ro-
basiliche lateranense e vaticana. Di- tolo, appellate furono volumi. Se
versi Pontefici proibirono di leva- poscia le materie fossero state mol-
le libri dalle biblioteche, sotto pe- to prolisse e lunghe, scrivevansi
na di scomunica; i principi seco- in foglimembranacei, e questi uniti
lari eziandio vietarono l'estrazione e legati insieme si chiamavano li-
di libri dalle librerie, decretando bri; e più anticamente quando seri-

pene afflittive. veasi sulle corteccia di alberi, da


LIBRO, Liber. Quantità di fo- queste si appellavano codici. Nel-
gli cuciti insieme, o scritti, o stam- V arte libraria libro, volume e
,

pati, o bianchi ch'essi si sieno : e si tomo sono ora sinonimi, e presi pro-
piglia ancora per 1' opera scrittavi. miscuamente, come insegna nel i>uo ^
Si definisce il libro, anche per o- Lessico il Forcellini alle due parole
LIB LIB iSò;

Tontits e P^olumen. S\ sciisse pure antichità, di ricercare un appoggio


sulle foglie di palina e sulle solti- di potenti mecenati. 1 p(jemi di
Ji corteccie degli alberi, come del Omero sono forse i più antichi
liglio , del frassino e dell' olmo; tra tutti i libri profani che sono
come ancora si adoperò il legno, giunti fino a noi, e come tali ri-

il mattone, la pietra, il piombo, il guardavansi a' teuqji di Sesto Em-


rame ed altre materie per incider- pirico, sebbene gli autori greci
vi ciò cbe si voleva trasmettere facciano menzione di settanta libri
alla posterità, f^. Libraio, Carta, e circa anteriori agli omerici, tra i

Lettera. quali si annoverano Er- i libri di


Si pretende che il libro più mete, di Orfeo, di Dafne, di Ora,
antico sia quello di Enoch, che di Lino, di Museo, di Palamede,
dicesi citato nel!' epistola canonica di Zoroaslro, ec. Ma della maggior
di s. Giuda; ma siccome viene dai parte di questi libri non rimane
critici tenuto tale libro come sup- alcun frammento che dir si possa
posto o almeno apocrifo, altri os- autentico, e così pure avviene dei
servano che s. Giuda lo avrà for- poeti ciclici, intorno ai quali si è
se citato sulla scorta di una tra- lungamente scritto, senza che tut-
dizione orale, dappoiché quel libro tavia possano ritenersi come genui-
non esisteva piìi ne'primi secoli ni i passi che si sono pubblicati
cristiani, benché molti libri certa- di questi scrittori. In progresso di
mente apocrifi si spacciassero in tempo s'introdusse l'arte di legare
que'tempi sotto il titolo di libro i come
libri, di copiarli, di che
di Enoch. Veramente Giuda
s. parlammo all' articolo Libraio, Il

non cita il libro di Enoch^ ma luogo per custodire i libii, lu det-


solamente riporta un sentimento to Biblioteca, e quello per le scrit-
di Enoch tradizionale. Nulla dun- ture Archivio {^f^tdi): i custodi
que può asserirsi con fondamento della prima furono detti Bibliote-
sulla prima origine dei libri; e di cari, quelli del secondo /irchivisù
tutti quelli ch'esistono, i libri di (P'edi). Molti secoli avanti l'inven-
Mosè sono incontrastabilmente i zione della Stampa [Fedi), che tan-
più antichi. Invano si è voluto to ha moltiplicato i libri da non
confutare la loro antichità, e pro- più potersi calcolare, s'incominciò
durre qualche storia che pretende- a proibire la Lettura (^Fedi) di
vasi scritta anteriormente. Il Mar- alcuni mss. e alcuni altri furono
tinetti nei t. I, pag. 36 della Col- dati alle fiamme. Questo dicesi avr
lezione classica, parlando di Be- venuto anche presso greci ed i i

roso Caldeo, che al dire di Stefa- romani. Ad Atene si proibirono le


no di Bisanzio compose de ornili- opere di Protagora, e se ne ab-
genis rebus lib. XLII, narra che bruciarono col!' assistenza di un
dedicò una sua opera al re Seleu- pubblico banditore tutti gli esem-
co JNicanore, che cominciò a re- plari che si poterono ritrovare. In
gnare 6i anni dopo la morte di Roma parimenti il senato fece
Alessandro, ed osserva quanto sia bruciare i libii di Numa secondo
remoto lo stile delle dediche dei re di Roma , trovati nel suo se-
libri, e quanto i letterati abbiano polcro, peichè dicevansi in aperto
tendenza fin dalla più venerabile contrasto colla religione dello sta-
,

i86 LIB LIB


to. Per deereto del senato furono Papa s. Innocenzo I del ^07. de-
pure bruciati altri libri, come terminò quali gieno i libri che
quello di Cicerone De natura : debbonsi ricevere nel canone delle
ìfeorum^ ovveio De dmnoùone, sacre scritture: il giudizio de'libri,
siccome contrario a quelle cose cioè quali sieno agiografi e quali
ch'egli avea insegnato degli Dei. apocrifi, appartiene alla Chiesa per
Siccome poi il popolo romano era pratica antichissima, come attesta
oltremodo superstizioso, e i libri Tertulliano, De pud. e. io. Il

degli astrologi lo mantenevano in concilio di Efeso nel 4^1 ottenne


questa disposizione perniciosa, il dall'imperatore Teodosio II che i

senato fece sovente sopprimere libri di Nestorio sarebbero brucia-


quelle opere, e l'esecuzione spetta- ti ; e s. Leone I fece bruciare i

va al pretore. Narrasi che Augu- libri manicheideiin ciascun se- :

sto facesse abbruciare ad un trat- colo si rinnovarono quelle rigorose


to piix di ventimila esemplari di procedure contro gli scrìtti degli
scritti astrologici. Egli condannò eretici. Ma di questo argomento
pure alle fiamme il libro del poe- se ne tratta all'articolo Indice dei
ta Labieno ; quello vera-
satirico LIBRI PROIBITI. Monsignor Giacinto
mente il primo libro che si
fu Pippi vescovo di Chiusi e Pienza,
giudicasse degno di condanna, e lesse in questa cattedrale una O-
lo stesso Augusto promulgò una melia sui cattivi libri, che meritò
legge contro tutti i libri di quel stamparsi in Siena nel i833 da
geuete. Sotto Tiberio il senato Onoralo Porri. In ogni tempo e
condannò alle fiamme gli scritti da tutti cattolici si è obbedito
i

dello storico Cremuzio Cordo; co- alla Chiesa, che per l'autorità ri-
si pure Antioco Epifane fece bru- cevuta da Dio ha il diritto di
ciare i libri 'degli ebrei, e nei pri- giudic re delle cose appartenenti
mi secoli dell'era volgare furono alla fede e alla morale, sotto il

tratlali egualmente e distrutti col quale termine morale si compren-


fuoco de' cristiani. Eusebio
i libri de anche la soggezione alle legit^
riferisceche nell'anno 3o2 Diocle- tiine podestà, comandata dal van-
ziano fece bruciare in egual modo gelo : così pure nella Chiesa si è
i libri de'crisliani e le sacre scrit- riconosciuta altresì 1' autorità di
ture o sia la Bibbia. Di questa gli condannare e proibire que'libri che
slessi ebrei ne avevano interdetto tendono ad otfe.ndere e depravare
ai giovani alcune parti. la fede e la morale, autoiità che
Dopo che la religione cristiana la chiesa ha esercitato fino dalla
fu stabilita ed approvati^ con de- sua nascita. Il numero ognor cre-
creto degl'imperatori, il clero in- scente de'libri irreligiosi ed immo-
coniiiiciò ad esercitare lo slesso llali che si divulgano per ogni
£;eiiere di proscrizione contro i li- parte, la soverchia libertà con cui
bri che non si accordavano coi si dà loro hbero corso in vari sta-
donimi ricevuti. Furono quindi li Europa, ed
di perniciosissimi i

dannali al fuoco i libri di Ario, eliciti che ne risentono giornal-


e Costantino Magno minacciò la mente la religione e la società
pena di morte a coloro che na- mossero il p. Giuseppe Noto as-
.ccondissero alcuno di fjue'libri. Il si-steule generale delle scuole pie,
LIB LIB 187
a comporre nii'criulita ed eloqiien- Sarnelli nella sua prima lettela
te disseilazioiie, che recitò nell'ac- parla dell'uso antico di mandare
cademia cattolica in Roma a' 23 al Papa i libri prima che si pub-
giugno 1837. Con essa prese a blicassero, per cui s. JNicolò I del-
provare quanto convenga alla pò- l'858 biasimò Giovanni Scolo che
desta civile l'interdire i libri che avendo tradotto dal greco in lati-
s'interdicono dalla Chiesa, ponendo no l'opera di s. Dionisio l'areo-
in piena luce le molte ragioni per pngita, dei divini nomi e degli
cui la podestà civile è obbligata a divulgò senza a-
ordini celesti, la
vietare la circolazione de' libri in- verla prima, secondo il costume,
terdetti dalla Chiesa, e fece toccar sottoposta al Pontefice. Sui libri il

con che se a ciò non è


mano, Sarnelli riporta molle utili erudi-
bastante di muoverla né la legge zioni.

eterna dell'ordine stabilito da Dio, Altre importanti erudizioni sui


né la premura per tutto ciò che libri si leggono nelle Sluore del p.
riguarda la religione, né la neces- Menochio, ne' seguenti argomenti.
sita di serbare intatto il costume Perchè Gesù Cristo non compose
dei popoli, ve la dovrebbe almeno libri. Se la moltitudine de' libri sia

eccitare il proprio interesse e il utile al mondo. Libri da chi la


proprio decoro; giacché i governi, prima volta stampati; devono ri-
qualora volessero accomodarsi alle vedersi prima che si stampino; i
pazze forme de'novatori, col lasciar disonesti ed eretici debbonsi incen-
serpeggiare impunemente gli scritti diare; dei conti tenuti dagli anti-
licenziosi, sarebbero i primi nemi- chi. La custodia dei libri sacri nella

ci della pubblica tranquillità, e primitiva Chiesa fu affidata ai Lel-


alìietterebbero l'universale corruzio- tori {^Vedi). Furono chiamati Ira-
ne ; e sarebbe al certo la massima dilori ^ come si disse all'articolo
delle vergogne, che l'empietà pu- Lassi, que' cristiani che davano i
nita dai gentili in Atene, trovasse libri sacri ai gentili; maggiore pe-
a' giorni nostri nei depositari della rò ed infinito fu il numero di quei
pubblica autorità, e seguaci del cristiani che q ciò si rifiutarono ,

vangelo, chi dorma, chi dissimuli, perciò martirizzati. Ma Gregorio


s.

chi ammutolisca intorno alla di- Nazianzeno vendette i libri per aiu-
vulgazione delle più strane e sov- lare i poveri. Quel libro o volu-
vertitrici opinioni. Inoltre il dis- me che si vede in mano al Salva-
serente additò i! modo di dirigere tore nelle sue immagini rappre- ,

la stampa al decoro della religione senta i misteri principali della fede


e al bene dello stato, col suggerì- in esso succintamente raccolti, si-

re che in vece dei deliri politici gnifìcando comunemente il libro i

e morali degli uomini, si facciano santi evangeli : questo libro talvol-


uscire alla pubblica luce tanti ri- ta è aperto colle parole ne' due fò-
trovati delle arti e delle scienze, gli : Ego sani lux mundi, Ego sum
e tanti pregiati lavori de'genii be- via, veritas et vita, o pure altre si-

nemeriti dell'umanità, che giacciono mili, su di che può vedeisi d Ciarn-


sepolti e dimenticati nelle biblio- pini, f^et. moniin. t. Il, cap. XVI.
teche. Tanto si legge nel numero 11 Buonarroti parlando del Salva-
58 del Diario di Roma ibSy. 11 ture quando tiene nella destra il
8,^ Lir. LIB
libro aperto, dice che non tanto esteriori per ornamenti d'avorio.
Io tiene in segno della nuova leg- Ai lezionari si facevano le lettere
ge di grazia da lui stabilita e pio- iniziali in oro, e nell'esteriore si
niiiigata,quanto ancora perchè al- arricchivano con ornati d'oro, con
rAgiiello immacolato data fu la fa- intagli di avorio e pietre preziose.
coltà di aprire il libro dille pro- I libri degli evangeli e de' sacra-
flszie della legge antica iu esso a- menti ricoprirono d'oro e di pie-
si

deuipiule, e degli occulti misteri dal tre pre7Ìose disposte con eleganza.
medesimo a tutte le genti e nazio- Libri di tal genere talvolta si cu- :

ni palesati. Il Dontti de' Dittici stodirono in cassette d' oro e den- \

p. 217, scrive che anticamente fi- tro preziose coperture. I libri spi-
guravansi gli apostoli con un libro rituali sono particolarmente quelli
volume iu mano , sigiiificandosi che trattano della vita spirituale o
con ciò le opere canoniche lascia- cristiana, che eccitano alla divozio-
teci dai medesimi, o la libera fa- ne, che servono alla meditazione. Il

coltà che ricevettero da Gesù Cri- libro Diurno contiene l'uffizio di-
sto di predicare il santo vangelo. vino, ed il libro Pontificale v sacri
1 libri sacri e canonici sono quelli riti, per non dire di altri libri dei
che la Chiesa riconosce ed ammet- quali parlasi a' loro articoli. Sicco-
te a far parte della Scrittura. P^. me il vocabolo libro si applicò non
Bibbia e Canoni. 1 libri della Chie- solo alle opere scritte o stampate,
sa o liturgici sono quelli che ser- ma anche ai diversi registri che si
vono alla celebrazione del divino tengono ne'pubblici archivi, di per-
uffizio come gli Antifonari, i Gra- sone, di spese, di rendite o di al-
duali, i Messali, i Ltzionari, i Dit- tri oggetti ; così si sono variati
tici, quelli degli Evangeli, dell'-E- straordinariamente quei i titoli di
pisiole, de' Sagramenti, delle Se- libri, ed alcuni sono divenuti sotto
quenze, ec, di cui parliamo ai lo- diversi nomi, monumenti storici, o
ro articoli. I libri troparii conten- diplomatici, o amministrativi. In
gono versetti che si cantavano
i multi stati si è adottato la deno-
immediatamente avanti l'introito, minazione di gran libro, in quello
come un preludio di esso, oppure sul quale si scrivono le rendite
frammischiavansi al medesimo, una pubbliche o anco il debito pubbli-
parie del coro cantando l' introito, co. Celebre fu presso i veneti re-
l'altrasimultaneamente il tiopo. V. pubblicani il libro d'oro, nel quale
Titopus. E qui. noteremo, che Fran- si registravano i nobili facenti par-
cescantonio Mondelli, nella sua De- te della veneta aristocrazia. In di-
cadi^ di eccl. dissert., scrisse la IX: verse città il registro araldico del-
Sopra la decorosa custodia in che la nobiltà ad essa aggregata ezian-
tene<>ansi i sacri libri, e la pompa dio chiamasi libro d'oro. Leggio
con cui al popolo leggevasi massi- (fedi) è ristrumento sul quale
mamente il vangelo, i libri litur- tiensi il libro per cantare i divini
gicisi ornarono e custodirono in uilizi. Nel descrivere le sacre fun-
più modi. Gli antifonarii si distin- zioni si è notato chi deve sostene-
guevano ordinariamente per la per- re i libri. Al Papa dicemmo che
gamena color ceruleo o rosso, pei lo sostengono nei pontificali il car-
caratteri di argento , e nelle parti dinal wscovo assistente in piviale,
LIB LIB iSf)

e nelle altre funzioni un patriar- lifìcio accordarono e tuttora dichia-


ca, o arcivescovo o vescovo assi- rano diritto proprietario le opere
stente al soglio, in piviale o in di scienze, lettere ed arti a nonna
cappa, in piedi se Papa sta ritto,
il dell'editto 23 settembre i8a6. Mol-
ed in ginocchio quando l^apa il liprovidi governi negli ultimi anni,
siede. Incombe ai cardinali diaconi per giusto tratto di equità, gua-
assistenti voltare i fogli, supplendo rentirono ai rispettivi autori le Io-
sa non lo fanno il prefetto delle ro opere letterarie ed artistiche
cerimonie pontifìcie. Questo ed altri pubblicate nei loro dominii, -vie-
libri , come quello del celebrante, tando ristampe e le contralTa-
le
dell'epistola e del vangelo, si cuo- zioni. E siccome le corti d'Austria e
prono con drappi del colore cor- di Sardegna aveano stipulato ima
rente. Dell'imposizione del libro convenzione tra loro per tali gua-
degli evangeli sul capo nelle ordi- rentigie, invitarono il regnante Pa-
uazioni de' vescovi , ne tratta il pa Gregorio XVI ad accedere alla
Chardon, Storia de sacramenti, t. convenzione pei suoi stati, 1q che
6i. Martino Giorgio Christ-
III, p. mezzo del cardinal
volonlieri fece a
gau nel Programma de duplici li- Lambruschini segretario di slato, il
brorum dote, in Jo. Gotti. Bider- quale a' 20 novembre 1840 pub-
manni, Seleclis scholaslicis, Numb. blicò la convenzione utilissima e

1745, dice che sono la prefazione di vero incoraggiamento agli auto-


e le note la terza dote dei libri
; ri di opere, mediante notificazione,
è Vindice [Fedi) delle cose più LIBURJNIA. Antica provincia dei-
notabili.Francesco Vettori, il car- 1' lllirio lungo il mare Adriatico,
dinal Garampi
, Gaetano Marini, dall' Arsia ove terminava l'Istria,
Francesco Cancellieri e Tari altri sino alla Cerca, un tempo Titius,
illustri autori, per raddoppiare l'u- che la divideva dalla Dalmazia ;

tililà degl'indici delle loro opere, una linea dalle sorgenti dell'Arsia
vi hanno inserito, con ordine alfa- a quelle di Kulp la separava al
betico, a guisa df appendice, altre nord dalla Pannonia, da cui era
utili notizie. Chr. Liberii ci ha da- pure divisa all'occidente da una
to un'opera con questo titolo: De catena montuosa che estendevasi
scribendis, legendis et aestimandis sino alla sorgente dell' Onn. Si no-
librix, Ultrajecti i58i. minano diversi popoli antichi che
Quanto alla proprietà letteraria abitarono la Liburnia, più con-
i

dei libri e delle opere, solevano i siderabili chiamati i japidi occu-


sovrani concederla agli autori, edi- pavano tutte le coste dell' Arsia si-
tori o stampatori, a tempo deter- no al Tedan ; gli altri erano men- i

minato come un privilegio, quindi tori, ^V ismani, gli enchelei, brii- i

moltissimi sono gli esempi di Pa- ni, i peliceli, i lacinii, gli stulpii, i

pi che concessero agli autoii, edi- bornislì, gli olbonnesi od arhonne-


tori e stampatori un privilegio di si. Alcuni di questi popoli più non
dieci anni per la stampa dei libri sussistevano allorché Augusto con-
od altro che pubblicavano, minac- quistò la Liburnia. Si crede cou
ciando la scomunica ai contrad'at- fondamento che sia stata per qual-
tori. In seguilo i cardinali camer- che tempo soggetta ai re dell'Uli-
len^lii di s. Chiesa nello stato pon- ria, come è certo che questa prò-
,

I go L B I Lic a
TÌncla era indipendente quando il penetrati in Italia (Vedi), dalla S
regno dell'Illiria o della Dalmazia parte settentrionale, verso il secolo
fu distrutto. I romani ne acquista- XV^ avanti Gesù Cristo. Si stabi-
rono alcune piazze sulle coste, pri- lirono fra le Alpi e l'Alhesis, po-
ma che Augusto incominciasse a scia passarono dall' altro lato del
regnare, poiché parlasi della flotta Po, ed allontanandosi dalle pianu-
liburnica di Pompeo; ma questo re paludose che stavano all'imboc-
principe l'assoggettò interamente, catura di questo fiume, si estesero
inviando una colonia a Zara. Allo- lungo il mare, essendo stali ripul-

la Scardona divenne capitale della sati verso l'estremità d'Italia, ove


provincia, tenendo in essa la loro formarono i loro principali stabili-
giurisdizione i magistrati romani. menti. I liburnii fissati in Italia si

La Liburnia fece sempre parte della divisero ne' tre rami di apuli, pae-
provincia della Dalmazia. I goti, diculi o paedidi o peucetii, e cala-
gli unni e gli avari vi cagionaro- i/ri. Il paese da loro abitato si

no de' guasti nella decadenza del- chiamò Apulia dai romani, e Ja-
l' impero, dicendosi anche che que- pygia dai greci. Le liburnidi isole,
sti ultimi vi si stabilirono al tem- sono quelle del mare Adriatico lun-
po dell'imperatore Maurizio; ma go la Liburnia , e cingono la co-
i bulgari lo avevano fitto prima sta orientale del golfo di Venezia,
di essi, se si presta fede a qualche lungo la costa di Croazia.
autore slavo, che dice esservi en- LlCAOiNIA. Piccola provincia
trala una truppa di questi barba- dell'Asia minore, secondo Strabo-
ri sotto il regno di Giustiniano I ne, e parte della Cappadocia al

nel 540, ed avervi ucciso il ge- mezzodì della Cilicia, da cui è se-

nerale Acume uno , di nazione, parata dal monte Tauro, tra 1' I-
che comandava pei romani. Il 1' Armenia mi-
vi sauria a ponente e
nome di maurovalusi che questi nore a levante. Iconio [Vedi) n'è
autori istessi danno agli antichi a- la metropoli. Furono apostoli della
bitanti, e che secondo essi signifi- Licaonia s. Paolo e s. Barnaba. AI
ca latini nerij sembra ad alcuno tempo del concilio di Nicea la Li-
avvicinarsi molto al nome di mor- caonia non formava che una sola
lacchi, che è quello che si dà an- provincia colla Pisidia, ma vennero
co adesso agli abitanti di una por- divisepoco dopo, dando Antiochia
zione della Liburnia. Pare che bul- i per metropoli alla Pisidia. Teodo-
gari e gli avari non abbiano goduto sio II nel V secolo staccò alcune
lungo tempo della loro conquista, sedi vescovili dalla Licaonia per for-
poiché sotto il regno di Eraclio mare una parte della Nuova-Licia.
verso l'anno 620, croati ne di- i Alcune Notizie gli danno un nume-
strussero una parte, ed obbligaro- ro maggiore di sedi, altre minori.
no l'altra ad assoggettarsi ad essi. LICENZIATO. Grado scientifico

La Liburnia chiamata allora Dal- che conferiscono le università j in-

mazia [Vedi), cangiando di nome feriore al dottorato, benché per ta-


prese quello di Croazia [Vedi). I le altre volte pigliavasi in Italia,

liburna, una delle tre nazioni pro- liccnzialus, laurea donatns. Licen-
venienti dagli illirici, sono verisi- ziato chiamasi colui, che ha ottenu-
luilmente i primi popoli che sieiio to il grado della licenza o licenzia-
LIC LIC ìc,x

tarei, per conseguire il quale in di- Sulda osserva che il nome di liceo
rillo canonico, in diritto civile, in derivava originariamente da un
filologia, in fdosofia, in teologia, in tenf)pio fabbricato in quel luogo e

medicina, in farmacia ec. bisogna consecrato ad Apollo Liceone; di-


aver studiato il tenjpo prescritto dai cono altri invece che portici, i i

regolamenti delle diverse tiniversilà. quali facevano parie del liceo, era-
In alcune università, specialmente no innalzati da certo Lieo
slati

oltramontane, il vocabolo di licen- figliuolo d'Apollo; l'opinione però


za significava talvolta il corso in- più generalmente ricevuta era che
tero degli studi, al fine del quale si quell'edifizio cominciato da Pisi-
otteneva il grado di licenziato, e co- strato fosse stato compiuto da Peri-
sì chiamossi talora anche il grado eie. In quel luogo trova vansi non
stesso. L'origine di questo vocabo- solamente portici, ma anche viali
i

lo deriva dal sistema introdotto d'alberi piantati alternativamente, o


anticamente nelle scuole, che coloro come dicesi, in quinconce, nei quali
i quali soddisfatto avevano all' ob- i filosofi passeggiando, disputavano
bligazione imposta da Giustiniano intorno a varie questioni, e di l.ì

I, di conisacrarsi per quattro anni venne che peripatetica o Jìloaofia


allo studio delle leggi, dicevansi ot- del liceo nominossi la filosofia di
tenere licenza, cioè permesso di ri- Aristotile. Molti stabilimenti mo-
tiravsi grado però
dalle scuole. Il derni d'istruzione furono nominati
detto licenza, con qiie-
si qualifica licei, ad esempio di quell' antica
sto nome, perchè la persona che lo scuola famosa ; i francesi special-
ottiene, conseguisce con quell'alto mente nei primi anni della rivo-
la libertà di leggere e di insegna- luzione diedero il nome di liceo
re pubblicamente , il che non ac- ad un luogo in cui riunivasi a
corda vasi nella maggior parte delle Parigi una società scelta di perso-
Uni^'ersilà (l'edi) ad un semplice ne, che si dedicavano alla coUi-
Baccelliere (^P'edi). Il Nicolio iici vazione delle lettere e delle belle
FZo^co// dichiara cosa sono i licen- arti; in quel primo stabilimento
ziati, verbo Doctor. » Licentiati di- si davano pubbliche lezioni e vi si

cuntur ad effectum , ut potianlur facevano letture pubbliche di me-


privilegiis licentiatorum , non illi
,
morie, di dissertazioni, o di altre
qui a lectoribus, vel aliis doctoribus produzioni scientifiche. Le prin-
examinali, et appi-obati sunt, sed cipali scuole della Francia pi-
qui sunt approbati in examine pu- gliarono quindi il nome di licei,

blico (
quod privatum appellatur, e così pure lo pigliarono molti
quia nullus admittitur ibi praeter stabilimenti d'istruzione in Italia,

examinatoreSj et examinandos), sed e questi lo conservano tuttora ,


nondum consecuti sunt insigna do- mentre all'epoca del ristabilimento
ctoratus. " Vedi Dottore. della monarchia in Francia tor-
LICEO. Luogo pubblico di let- narono in più luoghi gli antichi
telarli esercizi, ed è anche nome nomi di Scuole e di Collegi [Ve-
di una scuola celebre o di im' ac- di). All'articolo Collegi di Roma,
cademia in Atene, dove Aristotile parlammo di quelli ch'erano o che
spiegava la sua filosofia. Da quella vi sono ancora nell'alma città, men-
veune il nome ai nostri licei, e Ire all'articolo Liegi (^
Vedi ), di-
e

192 LI LIC
ceoimo del Collegio Lwgp.ie, od ni- Lugo, Macerata, Matelica, Perugia,
l'niticolo Malinc.i (Fedi) , óe\ mio- Pesaro, Rieti, Terni, Tolentino,
no Collegio Belgico da idtimo in Norcia, Rimini e Vetralla. Anli-
Roma eretto. I collegi del resto del- camente era un luogo pubblico
lo slato pontificio sono nelle seguen- d'istruzione in R.oma chiamato l'ye-
ti città. Bologna due, cioè il colle- teneo , eretto dall'imperatore A-
gio Jacobs, ed il collegio di s. Luigi; driano l'anno i35, per servire di
Fano, il collegio Nolfi; Lugo, il uditorio ai dotti, eda quelli che
collegio Trisi; Ronciglione, Velie- volevano leggere le opere loro in
ti i , Marino, Benevento, Urbino, presenza di molti individui. Servi-
Ferentino, Loreto, Spello, Ferrara, va eziandio di collegio, e vi si
A latri. Camerino, Fermo, Faenza, tenevano pubbliche scuole. Si ere-
Città di Castello, Cento, ed Orvie- de che Adriano così lo appellasse
to. I collegi convitti sono quelli dal greco nome di Minerva, per-
di Ravenna, Terracina , Perugia, che era giusto che un edifizio de-
ed il collegio convitto Campana di stinato al convegno dei dotti por-
Osimo. tasse il nome della dea delle scien-
11 ginnasio poi è una specie ze. Un ateneo simile, formato a
di scuola ove anticamente si e- Lione dall'imperatore Caligola, fu
sei-citavano i giovani nelle ginna- celebre per la dottrina dei maestri
stiche e negli studi. Oggi si usa che vi tennero scuola, e per i
quel vocabolo in generale come premi istituitivi da quel principe,
sinonimo di scuole o di luoghi do- Questo titolo fu poscia esteso alle
ve sono scuole, I nostri antichi accademie destinate all' insegnamen-
scrittori pongono insieme il gin- to delle scienze e delle lingue, ai
nasio e la palestra. I greci ed i collegi, alle biblioteche, ed alle
romani indicavano col nome di dotte società, come è l'ateneo di
ginnasio l' edifizio pubblico, in cui Brescia, quello di Treviso, quello
i giovani si esercitavano nella lot- di F'orli, ec. Di quest' ultimo ne
ta e in tutti i giuochi opportuni parlai al voi. XXV, p. 2o3 e 2o5
per dare al corpo pieghevolezza, del Dizionario. Avendo, secondo il

leggerezza e vigore. INudi erano mio costume, mandato l'articolo


coloro che si occupavano in que- che scrissi su Forlì ai magistrati
gli esercizi, e da questo trasse la di tale città, per la revisione ed
sua origine il nome di ginnasio, approvazione del medesimo, uno
che viene dal vocabolo greco indi- d' essi m' impose dichiarare che
cante la nudità. Chiamasi archi- l'ateneo e le accodemie in esso
ginnasio V Uuii'ersilà [Fedi) j VU- esistenti furono soppresse nel i83r,
niversità Romana ( Fedi) ,
pie- precisamente colle parole che si
cisamente si nomina l' archiginna- leggono a p. 2o5, col. 2, linee
sio romano della Sapienza. 1 gin- 2 5, 26, 27, 28, 29; laonde per
nasi dello stato pontificio sono i tanta autorità, a me non restava
.seguenti, cioè esistenti nelle città che l'obbedire. A gloria però del
che nomineremo. Ancona, Ascoli, vero, tali aggiunte parole non si

Bagnacavallo, Cesena, Città di Ca- debbono valutare, dappoiché la sa-


slelio, Faenza, Foligno, Foili, Fos- era congregazione degli studi ,
per
sombrone, Gubbio, Jesi, Imola, prudenziali viste, a detta epoca, con
LIC LIO 193
Suo decreto uon soppresse, ma so- loro antichità e bellezza. La cat-
spese e pose ÌQ quiescenza non , tedrale di Lichfield, sebbene abbia
solo l'ateneo forlivese (già da lei sofferto non piccoli danni nelle
approvato), ma tutte le accademie guerre civili, e molto abbia pur
dello stato pontificio, alcune delle sofferto dall' affluenza dell'atmosfe-
quali sono state riattivate. Questa ra e del tempo, a causa della na-
rettificazione a mia discolpa verso tura della pietra, pure è d' una
l'illustre città la ritenni indispen- gran bellezza. Sontuoso è il pro-
sabile , non meno per la stoiica spetto esterno ; originalmente era
verità, che in ossequio al lustro anco ricca di statue entro taber-
dell'ateneo medesimo, che vanta nacoli, ed i tre portici di quel la-
ascritti rispettabili ed
personaggi , to sono profusamente adorni di
il fiore degli ingegni Dei
italiani. scolture ; le finestre di vetri colo-
principali licei, ginnasi, accademie rati sono d' una splendidezza senza
ed atenei, se ne là eziandio parti- pari. Vi sono poi tre spire, di cui
colare menzione negli articoli dei la centrale giunge all'altezza di
luoghi ove esistono, f'. Accademie. 180 piedi. La città possiede inol-
Alcune di quelle dello stato pon- tre alcuni templi pei presbiterianL
tificioessendo state approvate dal- ed i calvinisti, una cappella ed
la sacra congregazione degli studi un seminario cattolico, un ospizio
dopo stampa dell' articolo, non
la pei' le vecchie vedove o le figlie
potei menzione
farne come per , nubili degli anglicani, ed un tea-
esempio l'accademia Tuscolana che tro. Lichfield ha una società filo-
istituita in Frascati nel primo mag- sofica, ed una scuola privilegiata
gio 1842, fu approvata da detta di belle lettere, della quale fecero
congregazione a' 28 gennaio 184?. parte Addisson, Woolaston , Ash-
LICHFIELD, Lichfddia. Città mole, Garrick, Johnson. Vi si os-
vescovile d'Inghilterra, contea, la serva il palazzo comunale che rin-
seconda di quella di Stafiord, nel- chiude la prigione; un bel merca-
l'antico regno di Mercia, a poca to; l'ospedale di s. Giovanni che
distanza dal canale di Wirley-:et- si distmgueva pe' suoi numerosi
Essington. Occupa una vasta esten- cammini di singoiar costruzione; la
sione, ed è irregolarmente fabbri- chiesa di s. Michele, vecchio edi-
cata. Vi sono quattro chiese par- fìzio sormontato da un'alta torre,
rocchiali, delle quali la più osser- e che rinchiude molti monumenti;
vabile è la maestosa cattedrale di e la fontana di s. Cead, le cui
gotica struttura, dedicata a Dio in acque hanno alcune proprietà me-
onore della Beala Vergine e di s. dicinali. Le sue manifatture rende
Ceaddo o Ciddo uno de' suoi ve- considerabile il commercio; nomina
scovi. Questo mirabile edifizio, in* due membri al parlamento.
comincialo anno 637, fu termi-
l' La sede vescovile fu eretta ver-
nato nel secolo XIII. Rimarchevo- so l'anno 669, secondo Comman-
le è il monumento del vescovo ville, ma nell'Anglia sacra si legge
Hyder, così il bellissimo coro, ed che Duima o Diurna fu consacra-
il Bambino dormente, stupendo to vescovo di Lichfield in princi-
lavoro di Chantrey. Altri monu- pio del 656, e morì nel 658 : era
.
meDli sono pure interessanti per la scozzese, e vescovo pure di Liodis-
YQL. XXXVIIl. i3
J94 LIC LIC
farne e delle provincie vicine. La ce di quello dei padri. Non si co-
sede fu falla sullraganea della nie- noscono che Ire re della Licia,
tiopoli di Cantorbeiy; quindi nel prima che Creso soggiogasse il

681 fu divisa in Uè. Fu tenuto paese.


un concilio in questa città nel LlCjVIDO, Lychnidus. Sede ve-
785, per l'elezione di un arcivesco- scovile della Macedonia o dell'Jl-
vo. Anglic. t. I. Dopo la morie liria orientale. V. Acrida.

del vescovo Wulsi od Ulfì. avve- LICOPOLI, Lycopolis. Città ve-


nuta nel io53, il suo successore scovile dell'Egitto , al settentrione
Leofviuo trasferì la residenza a di Scholp, così chiamata dai greci,
Covenlry nel 11 83, dove il conte cioè città de lupi, perchè fabbrica*
Ereford mise dei monaci nel mo- ta in memoria di quelli che scac-
nastero di Covenlry, in cui eranvi ciarono gli etiopi, e che persegui-
piima delle religiose : ai monaci tarono sino ad Elefantide , Tali
poi vennero sostituiti dei canonici lupi dicesi differenti dall' animale
dal vescovo Ugo di IVonaul nel i 1 88. di tal nome, chiamandosi in Egit-
L'ultimo vescovo di Lichfield e di to piovonsch , e dagli arabi ibn-
Coventry fu Raoul o Rodolfo Bone, aova a motivo del suo lugubre e
consecrato nel 1 554, che morì nel spaventevole ulalare. Io persiano
1 559 dopo di essere stato spogliato chiamasi schakal, ed ha per istin-
del suo vescovato per non aver vo- to di cercare e divorare J cadave-
luto prestare giuramento di fedeltà ri, ecco perchè viene spesso rap-
alla regina Elisabetta gran propa- presentato ne' monumenti egiziani,
gatrice dello scisma. Egli era stalo massime sulle casse di mummie, e
prof*essore di teologia nel collegio sulle pitture di queste. Vuoisi che
di s. Giovanni dell' università di uno di questi animali si nudrisse
Cambridge ; conosceva benissimo nel tempio principale della città .

ìa lingua ebraica che avea insegna- Fu patria del monaco Giovanni,


to per qualche tempo a Parigi, celebre per le sue profezie, che fio-
LICIA, Lycìa. Provincia eccle- rì sotto Teodosio il Grande.
siastica eretta dall'imperatore Teo- La sede di Licopoli nella prima
dosio II, e formala con alcune cit- Tebaide, del patriarcato di Ales-
tà della Licaouia e della Pisidia, sandria, sotto la metropoli di An-
differente dall' antica Licia di cui tinoe , eretta nel IV secolo, fu poi
parla Plinio. La provincia di Li- anche sede d'un vescovo copto. Ab-
cia ebbe Mira per metropoli, e fu e- biamo daW Orienschrist, t. II, p. 102,
sarcato di Licia , con trentasette i seguenti vescovi di Licopoli, Ales-
sedi vescovili per suffraganee. Que- sandro che sedeva nel declinar del
sta provincia era nell'esarcato d'A- terzo secolo, autore di un tratta-
sia. La Licia propriamente detta to contro manichei. Melezio fa-
i

è una regione marittima dell'Asia moso scismatico che occupando la

minore sul Mediterraneo, i cui a- seconda sede del patriarcato, con-


bilauti sono originari di Creta, e sideravasi come 1' arcivescovo di
presero il nome di iicii da Lycus tutta la Tebaide. Egli era di Te-
figliuolo di Pandione. Un tempo be, e la sua causa fu trattata nel
furono dediti alla pirateria, e pren- primo concilio generale di JNicea
devano il nome delle madii in ve- l'anno 325, in cui venne determi-
..

LID LID 195


nato , che Melezio restasse scnra glia distante da Joppe verso l'occi-
giurisdizione vescovile in Licopoli, dente, e trenta da Gerusalemme.
e che gli ordinati da hn rimanes- Fu città ragguardevole per l'eccel-
sero soggetti al patriarca alessan- lenza delle fàbbriche, non che per
drino. Il vescovo Volnsiano as- la feracità del suolo. Reduci giu- i

sistette al concilio di Nicea. N. . . dei di Babilonia, l'occuparono i be-


giacobita ordinalo dal patriarca gia- niamiti. tempo de'Maccabei era
Al
cohita Sanuzio li ,
pagando una considerabile, e fu una delle tre
grossa somma di denaro, la qnal città che Demetrio re di Siiia
cosa inorridì talmente gli abitanti tolse ai samaritani onde darla agli
di Licopoli, che gl'interdissero l'in- ebrei. Divenne poscia una toparchia
gresso nella città per tre anni in- distinta da Samaria. Fu la città
tieri, laondesempre in un restò abbruciata al principio della guer-
villaggio vicino. Antonio giacobita ra de'giudei contro i romani, da
sedeva nel 1086. Giovanni 1 gia- Cestio Gallo, il quale al suo in-
cobita fu pure vescovo di Licopoli. gresso non vi trovò che cinquanta
Giovanni 11 giacobita ricevette gra- abitanti che fece tutti uccidere.
ziosamente il p. Vansleb, come di- Fu qualche tempo dopo rifabbri-
ce questi nella sua relazione d'E- cata; quindi dopo la rovina di Ge-
gitto, stampata a Parigi nel 1677. rusalemme, gli ebrei stabilirono a
Al presente Licopoli, Lycopolien, è Lidda un' accademia, ove professò
un titolo vescovile in partibus sot- per alcun tempo- il famoso Aki-
to il patriarcato pure in partibus ba. Fu illustrata dalle frequenti
di Alei.sandria. Per ultimo ne fu- visite del principe degli apostoli s.

rono insigniti, Jovino Bystrzycki^ Pietro, che vi fondò la chiesa,


e dopo monsignor Antonio Holt- convertendo tutti gli abitanti. Ivi
greven della diocesi di Paderbona risuscitò Tabita, e restituì la salu-
canonico della cattedrale, fatto nel te al paralitico Enea. In questa
concistoro de' 22 giugno i843 dal città san Giorgio di Cappadocia
Papa regnante Gregorio XVIj che nella persecuzione di Diocleziano
inoltre lo deputò sufifraganeo al ve- patì glorioso martirio. A di lui o-
scovo di Paderbona Riccardo Dam- nore T imperatore Giustiniano I vi
mers, e tuttora funge l'uffizio. eresse un sontuoso tempio, che poi
LICOSTOMIO , Lycostomium abbellì e dotò di rendite Edoar-
Sede vescovile della provincia di do 111 re d'Inghilterra, quando i-

Macedonia, nella diocesi dell' llli- stitu\ l'ordine nobilissimo ed eque-


ria orientale , sotto la metropoli stre diGiorgio o della Giarret'
s.

di Tessalonica, chiamata pure Tes- tiera. Nel tempio


si venerava il
sala- Tcmpe. Perebio o Ferebio suo suo corpo che sotto i re latini fu
vescovo intervenne al concilio di diviso in più parti, e se ne mandò
Efeso. Oritns chn'st. t. 11, p. 102. a Roma, a Genova, a Parigi, ed al-
LIDDA o DIOSPOLIS, Lydda. trove. Perciò Lidda fu anche chia-
Città vescovile della Palestina, nel- mata Città di s. Giorgio. Un vescovo
la parte occidentale della tribù di greco risiede appresso al di lui se-
Efraim, non lungi dal mare di polcro, cioè agli avanzi del suo tem-
Siria, fra Anlipatris al settentrione pio, nel borgo di Rama o Ramu-
e Kicopolis al mezzodì, dieci nà- la, che occupa il luogo dell'antica
igG LID LID
Lidda. Quanto alla sede vescovi- mente è di Diospoli o Lidda. Vi
le , narra Commanville eh' essa si trovarono quattordici vescovi,
appartenne alla prima Palestina ,
e Pelagiocomparve dinanzi al
nel patriarcato di Gerusalemme ,
concilio. Eroe e LazzaVo non v'in-
sotto la metropoli di Cesarea, eret- tervennero, né v'era chi scoprisse
ta nel IV secolo. Però secondo il il reo senso de' libri di Pelagio ;

Terzi, Siria sacra, p. i5o, il suo che anzi per lo contrario era sos-
primo vescovo fu Zana discepolo tenuto da Giovanni di Gerusa-
degli apostoli ; indi nel concilio Ni- lemme. Fu letta la memoria di
ceno v'intervenne il vescovo Aelio, Eroe e di Lazzaro, nella quale
e nel primo di Costantinopoli Dio- avevano inserite in gran parte le
nisio. La lettera sinodica all'impe- proposizioni di Pelagio, e tra le
ratore Leone, Enea,la sottoscrisse altre queste. » I fanciulli senza es-
cui successe Eustazio. L' Oriens sere battezzali hanno la vita eter-
chrisl. t. Ili, pag. i syS, riporta na, quantunque non entrino nel
che tredici vescovi ebbero la sede regno de' cieli ; la grazia non è
in Diospoli o Lidda , e quattro necessaria per ogni opera buona
vescovi latini in Lidda o Rama. in particolare; il libero arbitrio
La sede vescovile pei latini fu e- basta colla legge e colla dottrina ;

retta tempo delle crociale, anzi


al la grazia è data secondo i meriti
Commanville scrive che nel secolo nostri,e dipende dalla volontà
XII fu fatta arcivescovato onorario. dell'uomo". Pelagio confessò che
Al presente Lidda, Lydden, è un una parte di queste proposizioni era-
titolo vescovile in partibus, sotto no sue ma non nel senso che le
,

r arcivescovo pure in parlibus di prendevano i suoi accusatoti, pre-


Cesarea, che conferisce la santa tendendo egli di averle intese in
Sede. Ma quel che rese questa vui modo non contrario alla fede;
città più celebre ancora sotto il e si sbrigò dalle obbiezioni che
nome di Diospoli, Diospolitaniwi, se gli fecero, o coli' astenersi dal
fu il concilio che vi fu tenuto nel rispondere o con affettare d'im-

4 5 contro Pelagio.
I brogliare gli oppositori con una
Eroe d' Arles e Lazzaro d'Alx farragine di parole confuse, e eoa
vescovi delle Gallie, scacciati dalle certi sofismi che in fatti abbaglia-
loro sedi in occasione delle tur- vano. Che sia così, può vedersi in
bolenze eccitate dalla irruzione dei s. Agostino, il quale riferisce le
barbari, avendo denunziato Pelagio parole dei vescovi e di Pelagio,
come eretico dinanzi ai vescovi di lenendo gli atti originali del con-
Palestina, e questa denunzia aven- cilio, che gli erano stati spediti.
doli renduti celebii, compilarono Finalmente non essendosi trovato
un memoriale degli errori di tale nessuno, che potesse sostenere le
eresiarca, nel quale sostenevano accuse prodotte contro Pelagio, e
che Pelagio fosse reo, tratto in non potendo quei vescovi esami-
parte dalle opere dello stesso Pe- nar i libri ch'erano scritti in lati-
lagio, parte da quelle di Celestio. no, giudicarono dei sentimenti di
Questo affare fu portato davanti Pelagio da quanto egli diceva, e
al concilio, che s. Agostino chia- prestarono fede alle sue parole; e
ma di Palestina , ma che real* quindi, essendosi ingannati, perchè
LID LID 197
erano uomini, lo credeltero cattoli- per la risurrezione diGesù Cri-
co. Poiché ebbe egli dichiarato di sto. Labbé tom. II ; Arduino t. I ;
seguire in tutto e per tutto la Baluzio in Collect. j Diz. de coti-
dottrina della Chiesa cattolica, e a- cilii.

nateraatizzato tuttociò ch'eravi con- LIDIA, Lydia. Provincia del-


trario, i padri lo riconobbero uni- l'Asia minore, i cui confini erano
to alla comunione della Chiesa. Ma a settentrione la Misia ; a levante
quantunque Pelagio traesse vantag- la Frigia; a mezzodì il Meandro,
gio da questo concilio, pubblicando che la divideva dalia Caria, In e-
che i quattordici vescovi aveano poca lontanissima confinava colla
approvalo suoi sentimenti, s. A-
i Ionia, avente per capitale Sardi
gostino dice che que' vescovi, che o Sardes, poco distante dal monte
egli chiama santi e cattolici, as- Tmolo. Tolomeo contò nella Lidia
solvendo la persona di Pelagio, tredici città; la Notizia di Leone
han condannato la sua eresia, per- il Sapiente registrò ventisette ve-
chè quegli che n' era il capo la scovati ; quella di Jerocle ventitre;
condannò egli medesimo per non Commanville dice che la Lidia
essere condannato; ch'eglino
avevano era sotto 1' esarcatoche d' Asia,
assolto un uomo che negava l'ere- avea Sardi per metropoli, poi tra-
sia, ma che non vi aveano mai sferita a Filadelfia con ventotto sedi
assolto r eresia. In questa guisa vescovili sulTraganee. La Lidia è
Pelagio ingannò i vescovi^ e l'as- dominio della porta ottomana. Il
soluzione da loro ricevuta non regno di Lidia sotto il nome di
fece altro che renderlo più teme- Moeonìa si formò con diverse pro-
rario. In appresso fu esposto, che vincie dell'Asia minore, e non va
Celestio diceva che il peccato di confuso con questa provincia ec-
Adamo non avea recato nocumento clesiastica. Il regno
di Lidia contò
che a lui solo, e non agli altri tre dinastie di che successiva-
re,
uomini; che i bambini nascono mente in essa regnarono.
.nello stalo medesimo in cui era LIDORIO (s.), vescovo di Tours.
Adamo avariti la sua caduta ; e Nacque nella stessa città, e nel-
non volea egli coulèssare che il l'anno 337 ad occupare
fu scelto
peccato di Adamo passasse in lo- quella sede, che dalla morte di
ro; che oltre a questi due capi, s, Gaziano suo primo vescovo, era

era inoltre stato accusato presso i rimasta senza pastore. Riferisce s,


padri di Cartagine, di tenere: i.° Gregorio di Tours, ch'egli fu uiì
Che Adamo fosse stato creato vescovo di singolare pietà, e ve-
mortale, e dovea morire,
ch'egli ramente animalo dallo spirito de-
tanto peccando che non peccando. gli apostoli. Fabbricò la prima
1° Che la legge conduceva al chiesa nella sua città episcopale ;

regno <le'cieli al pari del vangelo; e dopo aver guadagnato un nume-


che prima della venuta di Gesù roso popolo a Gesù Cristo, mori
Cristo v'erano stati degli uomini nel 371. Le sue reliquie finoiio
che non avevano peccato; essere in processo di tempo collocate nel-
falso che gli uomini morissero per la cattedrale, ed è onorato ai ij
la morte e la prevaricazione di di settembre.
Adamoj e che tutti risuscilaskero LID WIN A (beata). Nacque nel
rgS LIE LIE
i38o a Schiedham o Squldam in le dell'ordine de' preti. Dopo essere
Olanda, mostrò fin dalla sua ado- stato il bersaglio dell'avversa for-
lescenza una tenera divozione alla tuna in ancora in mor-
vita, lo fu
Madre di Dio, e in età di dodici te, che per mezzo di veleno lo tolse
anni fece il voto di sua virginità. dal mondo nel i4'9 "el castello
Tribolata da continue infermità, il di Sporo, senza titolo cardinalizio,
suo confessore la confortò a medi- per non essersi mai recato in Ro-
tare di spesso la passione di Ge- ma a prenderlo, negli otto anni
sù Cristo. Lidwina obbedì, e pre- che visse nella dignità.
se tanto piacere in questo santo LIEGI {^Leodieiì). Città con re-
esercizio, che dividendolo in sette sidenza vescovile nel regno del
punti, per corrispondere alle sette Belgio, antica città di Alemagna
ore canoniche della Chiesa, passa- e delle Fiandre, altre volte impe-
va in esso i giorni e le notti. Per riale, capoluogo della provincia
silfatta guisa trovò tanta consola- del suo nome, già capitale dello
zione nelle sue pene, che lungi stato sovrano vescovile di Liegi,
dal volerne essere liberata, prega- avente ora una popolazione di set-
va Iddio di accrescerle anche più, tantamila abitanti. E distante cin-
purché le facesse la grazia di sof- que leghe da Maestricht e dieci-
ferirle con pazienza, e vi aggiun- nove da Brusselles, in una valle
geva alcune altre mortificazioni amenissima, al piede del monte di
volontarie. Amorosissima verso i s. Walburgo, al confluente della
poveri, assistevali in tutto ciò che IMosa e dell'Ourthe, che vi for-
era in suo potere, e dopo la mor- marono molte isole. E residenza
te de'suoi genitori distribuì loro delle autorità civili e militari della
tutti i beni che ne avea ereditato. provincia. Evvi un arsenale, uno
Queste e tanto altre di lei virtù stabilimento pei sordo-muti, una
furono ricompensate col dono dei borsa, una camera di commercio,
miracoli e di molte rivelazioni. e diverse fabbriche. L'università,
Finalmente dopo un martirio di fondata nel 1817, comprende un
trentott'anni, ai i4 aprile i433 anfiteatroanatomico ed un giar-
passò all'eterna beatitudine. Tom- dino botanico. Vi è pure un se-
maso da KLempis , che scrisse il minario; un collegio diretto dai
compendio della sua vita, riferi- gesuiti ; una accademia di pittura,
sce parecchi miracoli di cui era scoltura e architettura ; una scuo-
stato testimonio di veduta. Ella è la speciale di miniere, di arti e
onorala ai i4 d'aprile. di manifatture; un collegio reale;
LIECHTENSTEIN Roseo Gior- una libera società di emulazione
gio, Cardinale, Roseo Giorgio per le scienze naturali; una scuola
Liechtenstein, nato in Kicolosburgh di mutuo insegnamento, ed altri

castello d'Austria, o come ad altri stabilimenti. un tempo mol-


Liegi
piace nella città di Como, da pre- to fortificata e con una cittadella
vosto della cattedrale di Vienna, situata sulla montagna di s. Wal-
nel 1 390 fu fatto vescovo e prin- burgo, non ha presentemente che
cipe di Trento. 11 Papa Giovanni due opere esterne, ma è difesa al
XXII 1 nel sabbato delle tempora nord da una vasta cittadella, di
a' 6 giugno 14 II lo creò cardina- recente costrutta sul luogo dell'an-
LIE LIE 199
tira. Ila tliecl sobborghi e si divi- lazzo vescovile, il cui cortile è cir-

de in qualtro sezioni, essendo sta- condato da un peristilio formalo


ta un tempo divisa in due parli : da colonnati semi-gotici , l'arsenale,
In città vecchia o alta, che si e- l'università, ed il nuovo teatro co-

slende sul declivio della montagna slruilo sul modello dell'Odeon di


di s. Walburgo, sulla riva sinistra Parigi. Merita speciale menzione
della Mosa; e la città nuova o l'orologio della cattedrale con olio
bassa, che comprende i quartieri campane maggiori e dodici mino-
dell'Isola e d'Oltre Mesa. Dieciset- ri per battere le ore. Per muove-
te ponti, ha' quali si dislingue re la più grande vi vogliono ven-
quello delle arcale, riuniscono le tiquattrouomini essendo imper- ,

diverse paili della città, e belle nala fra due gran ruote, che sono
strade lungo l'acqua, alcune fian- cinte da due grosse funi, a cui
cheggiale anche di viali d'alberi, sono attaccate altre ventiquattro
seguono una porzione del corso corde ; dodici uomini le tirano
della riviera. Le strade sono in in alto da una parie , ed al-

generale anguste. Il passaggio della tri dodici dall' altra al basso, per
Cornamusa è molto ameno e de- formare un concerto musicale.
Vi si contano dodici piazze
lizioso. Queste campane sotto descritte
pubbliche; quella del mercato che dal Rocca, che ne produce anche
possiede una bella fontana, può l'incisione, nel t. I, Opere, de Cam-

dirsi la principale, e si trova di panis ; da Giorgio Braunio in t.


prospetto al pubblico palazzo, va- Ili, p. II e 12 Cii>itatum ; e dal
sto edificio, ma
poco gusto e di Cancellieri, Delle campane p. 3i
di genere pesante, che rinchiude e 79-
la pubblica biblioteca. La grande Liegi un tempo capitale di un
e massiccia caltediale eretta nel- governo e piincipato ecclesiastico
rVIII secolo da s. Uberto, sul luo- dello stesso nome, il cui vescovo prin-
go slesso in cui s. Lamberto ve- cipe dell' impero e sovrano di detto
scovo di Maeslricht aveva sofferto stato era aulicamente suffraganeo
il martirio, e dove fu trasportato di Colonia, rinchiudeva una quan-
il suo corpo, fu saccheggiata nel tità di chiese, abbazie e conventi,
1
794 nell'invasione francese, e le che furono dai francesi in parte sop-
campace vennero fuse. Con lode- pressi. La industria è quivi flori-
vole divisamento se ne legge la sua dissima, e si esercita nelle fucine ed
storia e la descrizione de' suoi mo- in belle fabbriche di armi, cannoni,
numenti per cura del barone Sa- orologi, lanificii, merletti ec. Tutti
verio Van-Den-Sleen de Jehay, il questi prodotti, unitamente a quel-
quale nel 1846 in Liegi, coi tipi di li dei dintorni, principalmente del
Dessain, ci diede con diverse inci- vino, danno moto ad un allivo com-
sioni l'importante libro: Essai hi' mercio, chela navigazione della Mo-
slorique sur L'ancienne cathédrale sa facilita singolarmente, facendo
de s. Lambert à Liège, et sur son comunicar Liegi con la Francia e
chapilre de chanoines • tréfonciers. le Provincie settentrionali del regno.
Sono assai poco osservabili gli altri Questa città è patria di moltissimi
pubblici monumenti, Iranne però la nomini distinti, e fra gli altri di s.
bella chiesa di s. Paolo ; il vasto pa- Uberto originario d'Aquitania, e se-
200 LTE LIE
concio alcuni primo suo vescovo; de- con cinque coorti comandate da Col-
gli incisori Warin, Lairesse e Na- ta e da SabiiiOjCome narra GiulioCe-
talis; di Raniiequin, autore della sare ne'suoi commentari. Secondo
macchina di Mariy; del celebre com- qualche scrittore fa fabbricata da un
positore musica Gretry, ec. I
di certo Ambiorix principe gallo, men-
dintorni sono fertili e ben coltiva- zionato anche da Cesare. E però più
ti. Presso Liegi ewi la miniera di universale opinione che prima di
carbon fossile o fossa di Ceaujonc, s. Lamberto che pervenne al vesco-

celebre pel sacrifizio di Golliu che vato nel 658, e le diede una mag-
•vi fu inghiottito il 28 febbraio 1812. giore estensione, Liegi non fosse
L'antico paese di Liegi era abitato che un piccolo borgo. Questa città
dagli ebnroni e dai coiidrusi di cui molto soifiì nel IX secolo dalle in-
parla Cesare; piìi lardi divenne un cursioni dei normanni; e nel i 106 vi
principato, ed il ne
vescovo di Liegi mori Enrico IV imperatore di Ger-
divenne sovrano. Faceva parte del ìuania ( Vedi). Trovandosi il Pon-
circolo di Westfaiia e rinchiudeva tefice Innocenzo II in Francia, a
sette piccole contrade; cioè la Cam- cagione dello scisma dell'antipapa A«
pina liegese, la Hazbaye, le contee nacleto II, nel ii3i passò in Liegi
di Hornes e di Looz, ed i paesi di ove fu visitato dall'imperatore Lo-
Condroz, di Franchimont e di Sta- tario II coH'iinperatricii sua sposa.
Telot. Confinava al nord col Bra- L'imperatore uscì incontro al Pa-
bante e la Gueldria; all'est coi du- pa avanti la cattedrale, addestrò il
cati di Limburgo e di Julieis ; al di lui cavallo e l'aiutò a discender-
sud col ducato di Lussemburgo e ne. Di poi Lotario II domandò il

le Ardenne; ed all' ovest col Bra- ristabilimento delle Investilure ec-


bante e la contea di Namur. La ctesiasliche ( Vedi ), ma il Ponte-
sua estensione calcolavasi a circa fice coraggiosamente si rifiutò, e s.

ottantotto leghe di lunghezza, con Bernardo persuase il principe a de-


poche di larghezza, avendo una po- sistere dalla domanda ; bensì gli

polazione di duecentovenlimila a- promise di coronarlo in Roma colle


bitanti. I francesi che al principio insegne imperiali, se si obbligava
della rivoluzione s'impadronirono di difendere la Chiesa e conservare i

questo paese e lo riunirono alla Fran- dominii della santa Sede, ciò che
cia, nel 1795 lo divisero fra i di- cesare promise. Innocenzo II cele-
partimenti della Mosa inferiore, del- brò in Liegi un concilio a'22 mar-
l'Ourthe, e di Sambra e Mosa. Nel zo, lo presiedette alla presenza de-
i8i4 fece parte nuovo regno
del gli imperiali coniugi, e coU'inter-
de'Paesi Bassi, e nel i83 fu il Lie-
t vento di molti vescovi Ottone ve- :

gese compreso nel novello regno scovo di Alberstadt deposto da O-


del Belgio {Vedi). norio II dalla sua sede, ivi fu ri-
La città di Liegi o Luik, in te- stabilito da Innocenzo li, che vi trat-

desco Liìllich, ed in latino Leodi- tò pure la causa dell' antipapa, dis-


ca, Leodìnm, Leodicuni e Legict, prezzalo dalla Germania che ri- ,

pretesero alcuni autori che le sia conobbe la di lui legittimità. Lab-


venuto il nome di Legia a cagione bé t. X; Arduino t. VI; Diz. dei
di una It^^ione romana che fu scon- concila. Da Liegi il Papa passò ai
fìtta dagli abitanti del paese insieme 19 aprile all'abbazia di s. Dionisio»
LIE LIE 101
ccomialalosi dall' impeiatore. En- Francia, s'impadronì di Liegi a'3o
rico duca tli Biabante prese questa ottobre 1468, facendovi i soldati
città a'3 maggio iii-ì, e la sac- inaudile stragi. Gli abitanti fidati

cheggiò per sei giorni, commetten- nel di aveano pensato


festivo non
do crudeltà e non risparmiando le a difendersi, [ler cui quarantamila
cose sacre, costringendo gli abitanti liegesi dice il Munsteio che peri-
a giuiare fedeltà al suo alleato Ot- rono, oltre le donne gittate nella
tone IV eh' era divenuto nemico Mosa. Dopo questo ci uticle avveni-
della santa Sede. Il vescovo di Lie- mento i liegesi conservarono sem-
gi Ugo, e SilFrido arcivescovo di pre un odio implacabile contro chi
Magonza , legato apostolico, sco- n'era stato cagione, specialmente con-
municarono Enrico in un sinodo tro la casa di Borgogna. Dopo di-
diocesano. Il Papa Innocenzo III verse ribellioni de' borghesi contro
sdegnato col duca pel suo operato, i loro vescovi , sempre solfocale
gli ordinò di reintegrare il vescovo colla forza, Liegi cadde nel 16 34
di Liegi de' gravi danni recaligli, in potere de'francesi, che la prese-
ma egli in vece coll'esercito si por- ro anche nel 1701. Scacciati questi
tò nuovamente ad opprimerlo. Al- da"Ii austriaci e dai loro alleati
loi-a il vescovo pieno di riducia in- nel 1702, difesa contro i fran-
vocò il patrocinio della Beata Ver- cesi nel 1705 dal celebre Marlbo-
gine e di s. Lamberto, e benedet- rough ,
restituita al suo vescovo
to l'esercito che oppose al nemico, pel trattato di Baden , rientrò sot-
riportò a'i3 ollobie 121 3 compiu- to il dominio dell'Austria che ne
to trionfo con manifesto aiuto del prese possesso alla 1790.
fine del
cielo, essendo molto assai maggiori I francesi se ne impadronirono nel
le forze di Enrico. 1792, e di nuovo nel 1794 dopo
L' elezione de' vescovi cagionò essere stata evacuata dagli austria-
in Liegi de' grandi disordini nel ci, che ripresa l'avevano nel 1793,
secolo XV. Giovanni di Baviera e che ritirati dopo la battaglia di
governava da molto tempo la chie- Fleurus, abbruciarono una por-
vi

sa di Liegi, quaiituncpie non fosse zione de'sobborghi. RiunitaalUi Fran-


ecclesiastico. I liegesi gli fecero la cia, di cui fece parte sino al 18 14
guerra assediandolo in Maestricht. come capoluogo del dipartimento
Giovanni di Bor"o"na lo venne a dell'Ourlhe, seguì i destini del suo
liberare ; uccise trentaseiinila lie- nuovo signore il re d Olanda, di-
gesi una battaglia l'anno i^OQj
in venuto re de'Paesi- Cassi, finché fu
obbligò gli altri ad assoggeltcìrsi, ed incorporata nel regno del belgio.
entrò poscia nella città, ove fece La sede vescovile di Liegi vuoi-
gittar nella Mosa i più colpevoli fra si fondata nell' oliavo secolo sotto
i rivoltosi : la citlà però si ristabi- la metropoli di Colonia, donde poi
W ben presto. Carlo il Ttnierario fu assoggettata a quella di Malines
duca di Borgogna, mirando alla di cui lo è tuttora. La prima sede
rovina non poterono am-
di Liegi, di questo vescovato era nella città
mansirlo né Onofrio vescovo di di Tongres dove fu fon- ( Vedi),
Tricarico nunzio apostolico, né Lo- data, come piamente credesi, da s.
dovico vescovo della città Unitosi IMaterno discepolo di s. Pietro, nel-
il duca colle forze di Luigi XI re di l'anno 97 di Gesù Cristo. Essendo
,

20^ LIE LIE


poi questa città slata distrutta da- dicono che questa sede restò vacan-
gli unni, il vescovo s. Servato ne te sette anni, dopo la morte di Ser-
trasferì la sede vescovile a Mae- vato. Di lui successore fu s. Agrico-
strioht verso l'anno 383, Commanvil- lao, quindi Ursicino. Dopo diversi
le dice nel 49*^> dove la cattedra- altri Teodo-
vescovi, lo divenne s.

le era la chiesa della Beata Ver- ro o Teodardo, che nel 668 ebbe
gine: altri registrano all'anno /\.5o in successore s. Lamberto suo di-
la distruzione degli unni. Finalmen- scepolo ; questo però venne caccia-
te il vescovo s. Uberto la traspor- to dalla sua sede da Faramondo,
tò a Liegi verso l'anno 709 0718, ma ritornatovi nel 681, fu assassi-
conservando però sempre il titolo nato da Dodone domestico di Pi-
di Tongres, che sopravvisse alla sua pino nel 708. Gii successe s. Uber-
rovina, e non avendo preso quello to discepolo di tal santo martire,
di Liegi che nel 961 sotto il ve- il quale trasportò la sede a Liegi,
scovo Eberardo, come altri voglio- e collocò il corpo del medesimo s.

no Eraclio. Veramente quanto ai Lamberto nella chiesa de'ss. Cosma


vescovi di Liegi, vi è molta diffi- e Damiano, di cui ne fece la cat-
coltà nel poter fissare la successione tedrale: s. Uberto
continuò con
dei primi di essi. Tutti gli scritto- grandissimo zelo a procurare la di-
ri che parlano de' vescovi di Ton- struzione dell'idolatria nella sua dio-
gres o Liegi ne incominciano la se- cesi e mori nel 727.
riedopo l'ottavo secolo. Quando s. INello scisma sotto l'imperatore
Materno fu ntandato da s. Pietro Federico I, per opera di questi fu
con s. Eucario a Treveri, non era eletto successore all'antipapa Vitto-
allora che un semplice suddiacono; re IV detto V, il pseudo-pontefi-
fatto poscia sacerdote, venne da s. ce Pasquale III, che a' 26 aprile
Eucario medesimo ordinato vescovo I 164 fu consecrato da Enrico ve-
di Tongres, ed occupò quella sede scovo di Liegi. Al vescovo Raoul
per quarant'anni. Suoi successori nel 1191 successe s. Alberto dei
furono s. Navito, s. Marcello, s. conti di Lovanio, fratello del duca
Metropolo, s. Severino, s. Fiorenzo, della Bassa-Lorena, arcidiacono del-
s. Martino, s. Massimino e s. Va- la cattedrale, eletto di comun con-
lentino : si pretende però che tutti i senso dal popolo e clero di Liegi
suddetti vescovi siansi reciprocamen- pel candore de' suoi costumi. Ma
te succeduti ai vescovati di Treveri, essendo per violenza dell' impera-
Colonia e Tongres ; ma che dopo tore Enrico VI stato intruso nella
la morte di Valentino, ciascuna di sede Lotario prevosto di Bonna
quelle sedi vescovili abbia avuto il Alberto intraprese affatto sconosciu-
suo vescovo particolare. Servato o to, non senza rischio della propria
Servazio fu vescovo di Tongres ed vita, il viaggio di Roma, dove trat-

assistette al concilio di Sardica nel tò la sua causa avanti Celestino III,


347, ed a quello di Rimiui nel 359, il quale preso dalle rare sue qua-
dove si distinse pel suo zelo contro gli lità, non solo lo confermò nella di
ariani : lasciatosi in seguito ingannare lui canonica elezione , rigettando
da quegli eretici, sottoscrisse la loro l'usurpatore, ma volle pure nel
professione di fède. Gli scrittori del- 1192 o 1193 crearlo cardinale.
ia storia del vescovato di Liegi Indi gli conferì il diaconato nel
[
LIE LTE 3o3
Sabbafo delle quattro tempora fli lio in Liegi da Corrado legato delia
Peutecoste, colla facoltà di tinsi or- santa Sede, contro Federico conte
dinare dall' arcivescovo di Pieitns, d' Issemburgo, ed i suoi fiatelli i

nel caso che il suo nielropolitano vescovi di Munsfer ed Osnabruck,


Brunone arcivescovo di Colonia, per l'uccisione di s. Engeiberto ar-
negato avesse di prestarsi a questo civescovo di Colonia e martire. Lab-
ufiicio ; e nella sua partenza da Ro- bé tom. X ; Arduino lotu. VII.
ma gli regalò il Papa un anello Erardo della Marck de' principi
d'oro e due mitre di gran valore. di Sedan, già canonico di Liegi, in-
Avendo l'imperatore per tuttociò di vescovo di Chartres crealo ,

concepito gran sdegno, impugnò le cardinale nel i520 da Leone X,


armi contro parenti del cardinale,
i venne eletto vescovo di Liegi d'u-
mentre otto cavalieri tedeschi, forse nanime consenso del capitolo. Ghe-
da lui provocati o per fargli cosa rardo di Groesbech o Grousbroek
grata e vendicar il preteso affron- principe e vescovo di Liegi nel
to, con tredici pugnalate uccisero i564, e nel iSyS fatto cardinale
il cardinale in Reims a' ^4 novem- da Gregorio XIII. L'ultimo cardi-
bre 1193, poco dopo di avere ri- nale vescovo di Liegi fu Gio-
cevuto l'episcopale consecrazione dal vanni Teodoro di Baviera, fratel-
cardinal Guglielnao Albimano: il lo dell'imperatore Carlo VII, ve-
santo predisse la sua morte, e spi- scovo di Ratisbona, ed amministra-
rando pregò pe' suoi persecutori. Il tore di Frisinga, nel 1 743 creato
di lui corpo nel 161 3 fu trasferi- cardinale da Benedetto XIV, il qua-
to a Brusselles ove lo portarono , le nell'anno seguente colla ritenzio^
sulle proprie spalle Alberto arci- ne delle dette due chiese, lo pre-
duca d'Austria ed il nunzio Guido conizzò vescovo di Liegi , e mori
Bentivoglio poi cardinale. Paolo V nel 1763. La serie dei vescovi di
gli concesse il culto di martire, es- Liegi si legge sino al mentovato
sendo il suo nome registrato nel cardinale nella Gallia christ. t. Ili;
martirologio romano a* 2 i novena» e nella Storia ecclesiastica d' Ale-
bre. Ne scrissero le gesta Egidio di magna, t. I. I successori sino ad
Liegi e il p. Nicolò Orano trance- oggidì, sono riportati nelle annuali
scano di Liegi : ne parlammo an- Notizie di Roma. L' ultimo vesco-
cora agli articoli s. Alberto, e Lo- vo che fu principe sovrano dello
BENA Alberto, cardinale. stato di Liegi, fu Francesco Anto-
Colla mediazione del duca di Lore- nio Maria Costantino de' conti di
na, fu eletto dopo s. Alberto, ^Simone MeanBeaurieux di Salve diocesi di
dei duchi di Limburgo, che avendo a Liegi, da Pio VI traslato da Ippo
competitore Alberto di Curque, am- iti partibus, nel concistoro de' 24
bedue si portarono a Roma dove settembre 1792. 11 medesimo Pa-
Celestino HI creò cardinale il pri- pa nell'istesso anno gli diede in suf-
mo, ma dopo pochi giorni mori fraganeo Antonio Casimiro de Sto-
con sospetto di veleno. Nel conci- ckhem de Heers di Liegi, facendolo
lio generale Lateranense IF (Fedi) vescovo in partibus di Canopo. II
dicemmo come il vescovo di Liegi primo vescovo poi di Liegi senza
v'intervenne vestito in diversi mo- dominio temporale fu Gio-
l'antico
di. Nel 1226 fu tenuto un couci- vanni Zoepllel di Argentina, fatto
,

204 LIE LIE


da Pio VII iScz. Al
a' 3 giugno neriamo sugli altari. Questo Papa
presente lo è monsignor Cornelio mentre celebrava il concilio di Lio'
Biccardo Antonio Van-Bommel di ne [Fedi) depose T indegno e reo
Leyden nell'Olanda, fatto successo- vescovo Enrico, che avea osato pre-
re al precedente da Pio Vili, nel sentarglisi vestito prima da mar-
concistoro de' i8 maggio 1829- chese di Francimonte e poi da ,

11 principe vescovo di Liegi ve- conte di Mura. A suo dileggio fu-


niva eletto dal suo ricco ed illustre rono composti questi vei-si.

capitolo di nobili canonici. F. De-


stain nel lySS dipinse le insegne Qui fuit ante comes, dux, mar'
gentilizie de' principali nobili ca- cliio, praexul et abbas
nonici, col loro nome, cognome e De ihalanio Papae laiiliinimodo
titoli ,
quale pittura venne incisa presbjter exit.
colla pianta topografica della città,
ed in mezzo l'effigie dell'ultimo ve- Dipoi il pessimo Enrico uccise Gio-
scovo principe, sovrastata dalla sua vanni nipote del re di Francia, che
arme, ed in alto la Beata Vergine Gregorio X
gli avea dato in suc-
Maria, ed i tre santi vescovi pa- cessore. quarto fu Adriano Flo-
Il

troni della città. Faremo qui men- renzi o Florentz d' Utrecht, fatto
zione di alcuni personaggi e dignitari cardinale nel iSiy da Leone X,
del capitolo di Liegi. Il primo è canonico di Liegi nel 1021, crea-
Giuniano Federico de' duchi di Lo- to Papa a' 9 gennaio i522, e ri-
rena, arcidiacono di Liegi, che s. tenendo il nome si chiamò A-
Leone IX passando per questa cit- driano VI. Gli altri canonici del
tà condusse s^co e creò cardinale, capitolo di Liegi innalzati al car-
poscia meritò di essere eletto nel dinalato furono i ed il
seguenti,
loSy Pontefice col nome di Ste- primo di essi fu Giovanni E-
fano IX detto X. Il secondo è Ja- gidj detto il cardinal di Liegi ,
copo Pantaleone di Trojes arcidia- perchè stato prevosto di questa
cono di Liegi, che fu deputato dal chiesa, innalzato al cardinalato nel
suo capitolo ad intervenire al con- i4o5 da Innocenzo V^ll, poscia se-
cilio generale di Lione ; e ben- I polto nella cattedrale di Liegi. Quan-
ché non fosse ornato della dignità
o to agli riporteremo i soli no-
altri

cardinalizia fu eletto Papa nel 1261 mi e cognomi, le cui notizie sono


col nome di Vi batto IF {^Vedi). alle loro biografìe, e per l'epoca
Questi fece propagare per tutta la dell'esaltazione alla dignità cardi-
Chiesa la festa del Corpus Domi- naliziapremetteremo gli anni. 1467
ni i^Vtdi), che oiigiiiala in Liegi, Oliviero Carata. i493 Giamianto-
come dicemmo al citalo articolo, i5o5 Fazio Santo-
nio Sangiorgi.
era stata presciitla nella diocesi dal rio. i5ii Antonio Ciocchi del
vescovo Roberto, nel concilio cele- Monte. i522 Guglielmo Enchen-
bralo nel •246. il terzo è Teo-
1 voer. 1534 Alessandro Farnese.
baldo Visconti di Piacenza arci- , i536 Girolamo Aieandri. i537
diacono di Liegi, che sebbene non Giovaimi Alvarez. ì5^5 Ranuccio
fosse cardinale, nel 1271 fu esal- Farnese. 548 Carlo di Borbone
1

talo al pontificato col nome di Gre- Vendome. i557 Vitellozzo de' Vi-
gorio X (Fedi), col quale lo ve- lellozzi. i56i Antonio Perrenol di
1 .

LIE LIE 20>


Granvela. 1607 Maurizio di Sa- e bel monumento di architettura
voia. i652 Federico d'Assia. i66g gotica ; diversi monasteri di mo-
Emmanuele de La Tour. 1 67 nache, fra le quali ve ne sono di
Bernardo de Caden, 1706 Cristia- s. Benedetto; una casa di liguorini,
no Augusto di Sassonia. Inoltre il le scuole e convitti dei fratelli
capitolo ebbe diversi elettori del delle scuole cristiane delti della
sacro romano impero, come Erne- carità, quattro ospedali, due orfa-
sto de' duchi di Baviera elettore notrofi, il seminario ed il monte
ed arcivescovo di Colonia, principe di Amplissima è la diocesi
pietà.
e vescovodi Liegi Adolfo con- . perchè comprende le due provincie
te von Holsade-Scliawenbiirg Ster- di Liegi e di Limburgo, ove sono
tieberg, elettore ed arcivescovo di novecento sessantadue luoghi. Ogni
Colonia. Ferdinando di Baviera nuovo vescovo è tassato ne' libii
piincipe e vescovo di Liegi, arci- della camera apostolica in fiorini
vescovo ed elettore di Colonia. I\Ias- 372, costituendosi le sue rendite
similiano di Eaviera-Leuchtenberg, in annui franchi tredicimila. Ora
arcivescovo ed elettore di Colonia, passeremo a dire del collegio lie-

principe e vescovo di Liegi. Giu- gese eretto in Roma pei liegesi.

seppe Clemente di Baviera, arcive- L'ospizio d'Archis o collegio lie-

scovo ed elettore di Colonia, vesco- gese in Boma venne istituito per


vo e principe di Liegi. disposizione testamentaria di Lam-
Il Papa Clemente XI nel 17 i3 berto d'Archis, depositata negli atti di
impegnò Filippo V re di Spagna in Amico A binante notaro capitolino,
favore del capitolo di Liegi, acciò li IO aprile 1697, e pubblicala pei
togliesse dalle mani degli olandesi medesimi a' 25 aprile 1699. Co-
le fortezze di Liegi e di Hiiyensen, stretto il fondatore ad abbandona-
ch'essi tenevano munite dal loro re la sua patria, per le devasta-
presidio militare. Al presente il ca- zioni cui in que'tempi andava lut-
pitolo di Liegi si compone di tre togiorno soggetta, si recò in Ro-
dignità, la maggiore delle quali è il ma, e vi esercitò per più di cia-
decano, di dieci canonici, e di altri quanl'anni l'officio di spedizioniere
preti e chierici addetti all' ullizia- della dateria apostolica,, con che
tura. La cattedrale, di gotica strut- ebbe campo di formarsi una co-
tura, è sotto la triplice invocazione spicua fortuna. Migliorata in tal
della Beata Vergine Assunta in guisa la sua condizione, si sentì
cielo, della conversione di s. Paolo animato da sentimenti di carità
apostolo, e di s. Lamberto vesco- verso gl'infelici suoi connazionali,
vo e martire patrono della dio- che perseguitali nella patria cerca-
cesi. [Nella cattedrale si venerano vano parimenti asilo nella curia ro-
molte reliquie, tra le quali il cor- mana, e pensò di facilitare ad essi
po del medesimo s. Lamberto il modo di rendersi abili a pro-
L' episcopio è un poco distante cacciarsi nella medesima quegli stes-
dalla cattedrale. Nella città oltre si mezzi di sussistenza, di cui tro-
la cattedrale vi sono venticinque vavasi egli abbondantemente forni-
altre chiese parrocchiali munite del to. A questo fine dispose di sue
fonte sacro, fra le quali si distin- sostanze per l'apertura di un ospi-
gue quella di s. Giacomo, antico zio iu cui potessero ricovrarsi, ed
2o6 LIE LIG
gratuitamente alloggio, letto,
averft di annue pensioni alcuni giovani
lume e fuoco per cinque anni, che dalla provincia di Liegi si so-
tie' quali imparando la lingua ro- no lecati in Roma agli studi. At-
mana, ed applicandosi alla curia, tualmente la protettoria di tal fon-
potevano procurarsi, com'egli avea dazione trovasi afiìdata al cardinal
fatto, il modo di vivere comoda- piefelto pro-tempore della sacra con-
mente. In detto ospizio dovevano gregazione degli studi, a ciò desti-
riceversi coloro soltanto che parla- nato con dispaccio della segreteria di
vano la lingua vallogallica, ed a- stato degli 11 dicembre i834; le
vevano sortito i natali nel raggio pensioni sono determinate in nume-
di cinque leghe dalla città di Liegi, ro di quattro, e nelle somme di an-
pieferendosi ad ogni altro i parenti nui scudi duecento quaranta per
del testatore, dipoi gli originari di ciascuna, ed i giovani da ammet-
JMillemorte, ed in terzo luogo quel- tersi alla fruizione delle medesime
li della parrocchia di s. Uberto co- debbono applicarsi, giusta la dispo-
gl'isbani, esclusi però gli olttamo- sizione testamentaria, agli studi di
sani. Kel 1712 la sacra congrega- sacra teologia o di legge. Della
zione del concilio, presso la propo- benefica disposizione d' Arohis, ne
sta degli amministratori, sanzionò tratta Ridolfino Venuti, Roma mo-
che il detto ospizio venisse conver- derna p. 6G8.
tito in collegio, ed approvò le re- LIGNITZ Veìvceslao, Cardinale.
gole con cui doveva governarsi. V. Segna Venceslao.
Gli alunni che in esso ricevevaiisi LIGUORINI. ^. Ss. Redewtore,
erano scelti fra i giovani de'Iuoghi Congregazione religiosa.
prescritti dal testatore, e venivano LIGURIA. Contrada d' Italia,
mantenuti interamente a spese del che faceva anticamente parte della
collegio per cinque anni, dopo i Gollia Cisalpina, ed anzi una delle
quali dovevano sortirne per dar sue Provincie e che diede il suo
luogo agli altri che domandavano nome al mare Ligustico. Si crede
di esservi ammessi, e in detto quin- che traesse il proprio nome da
quennio applicavansi allo studio Ligur figlio di Fetonte l'egiziano,
delle leggi e de' sacri canoni. Così che venne ad abitare questa por-
prosegui tal benefica istituzione fin- zione d' Italia molto prima che si
che governo pontificio potè
il tu- sentisse parlare dei greci, dell'At-
telare la retta amministrazione col- tica e dell' Arcadia. Altri dicono
l'assoggettarla a speciali visite, tut- che per liguri propriamente inlen-
te le volte che tal misura rende- donsi quelli che abitarono tra il
\asi necessaria , e col provvederla Varo e la IMagra, e da cui un
di cardinali protettori. Soppressa tal paese fu detto Liguria. Poiché
però nell'invasione francese, e per- oltre a questi vi sono stati i Hgii-
duti nella medesima la maggior ri montani , e denominarono le
parte de' suoi beni, non fu piti Alpi liguri. Il nome di liguri lo
possibile di riattivarla alloichè i fan derivare Eustazio e Stefano
domiiiii della santa Sede furono dal fiume Ligur. Ma la Loira, in-
restituiti al loro legittimo sovrano, tesa da essi nel nome Ligur, nien-
e coi pochi beni rimasti i cardi- te ha di comune colla Liguria. Pao-
nali protettori hanno sovvenuto lo diacono crede che la parola
5

LIG LIG 207


Ligures venga da legere legumina, vio Fiacco compirono di sottomet-

di cui abbonda quella provìncia. terli. La Liguria seconda compren-


Se fosse vera ropinioiie di Eusta- deva una parte dei paesi conosciu-
zio, cha dà ai liguii per autore un ti sotto il nome di Piemonte, Mon-
certo Ligure fratello di Albione, ferrato e Milanese come dicono ,

come lo dice Tzetze lib. VII, ii AntoninOj Paolo diacono ed altri


quale Ligure si oppose ad Ercole antichi autori. La Liguria formò
allorché andò in cerca de' bovi di poscia il paese dipendente dalla
Gerione, sarebbe ancor più cara repubblica di Genova, al quale
la derivazione nome. Si
del loro articolo meglio parlammo compen-
divideva in Liguria marittima e diosamente della Liguria. Questa
montuosa. La prima, che compren- regione, come le altre d Italia, sog-
deva altresì molte città della Pro- giacque alle irruzioni barbariche
venza, fu poscia rinchiusa fra il massime de' goti e de' longobardi.
Varo e la Magra, e chiamossi All'articolo Genova dicemmo pure
volgarmente riviera di Genova. La della repubblica ligure ,
contrada
seconda si estendeva fino al Po d'Italia lungo il mare che occu-
ed all'Arno, e comprendeva moki pava il paese dell'antica repubbli-
popoli che resistettero ai romani, ca di Genova, e confinava al nord
fra i quali più rinomati erano,
i col ducato di Parma e col Pie-
secondo Plinio, gli oxubii, salii ed i monte, all' est Modenese, ed
col
i decerili. Il nome di liguri, po- all'ovest col dipartimento francese
poli della Gallia Cisalpina, deri- delle Alpi marittime. Dividevasi ia
va dal greco, e furono anche det- sei giurisdizioni , che formavano
ti ligustini. Avevano una grande u- quarantasette cantoni, ed aveva una
niformilà di costumi coi gaulesi, estensione di cinquantatre leghe di
ma era una nazione di versa e di lunghezza dall' ovest all' est , sopra
altra origine celtica. Che 1' origine dieciotto di larghezza, contando u-
sia celtica, secondo il sentimento ua superficie di duecento sessanla-
più comune, lo afferma ancora il selte leghe quadrate. Fu organiz-
Cluverio, sebbene Erodoto li faccia zata nel 1797 dai francesi repub-
discesi dai ligi, popoli della Colchi- blicani, il suo governo consiste-
ed
de ocome altri dicono dell'Albania, va in un senato presieduto da un
e Sesto Pompeo li voglia origina- doge a vita. Nel i8o5 la repub-
ti dai siculi. I liguri si estesero blica ligure fu incorporata all'im-
soprattutto in Italia , nella parte pero francese, di cui formò il di-
corrispondente allo stato di Genova partimento degli Apennini, di Ge-
e al di là verso il nord. Alcuni nova e di Montenotte. Nel 181
autori lì divisero in liguri capellu- questo territorio fu accordato al re

ti e montanari; abitavano i primi di Sardegna, e forma oggidì quasi


le coste del mare, e gli altri l'A- la totalità della divisione di Ge-
pennino e le Alpi, Furono questi nova.
popoli vinti dal console romano L'evangelo fu promulgato nella
Q. Opiraio, che vendicò il torto Liguria dall' apostolo s. Barnaba,
da loro fatto ai marsigliesi loro al- verso la metà del primo secolo
leati, saccheggiandone anche la città. dell'era cristiana ; egli eresse la se-

Prima M.Emilio Scauro, e poi Ful- de episcopale di Milano, costituì


2o8 LIG LIG
Tari vescovi nella Liguria, e distese Teobaldo, della famiglia Gri-
in molti e vari luoghi la fede di maldi, al dire del eh. sacerdote
Gesù Ciisto, come attesta anche il Giambattista Semeria , Storia ec'
Rinaldi all'anno 5 12, n. 5i. Ezian- clesiastica di Genova e della Li'
dio apostoli della Liguria, come più guria dai (empi apostolici sino al-
particolarmente lo furono di Geno- l'anno i838. Urbano 11 lo creò
va, sono considerati i ss. Nazario cardinale prete di s. Maria Nuova
e Celso. Altro zelante e beneme- nel 1088: il Cardella però che noi
rito apostolo della Liguiia, nel se- seguiamo. Memorie storiche de'car-
condo secolo, fu s. Calìinìero vesco- dinali, non dichiara la patria di
vo di Milano e per non dire di
; Teobaldo.
altri, nel quarto secolo, Marcellino Guido, della famiglia Grimaldi,
poi vescovo di Embrun nel Del- secondo il Semeria fatto cardinale ,

Cnato , Vincenzo e Donnino a- prete di s. Balbina da Pasquale li


fricaui propagarono ne' liguri alpi- nel 1099.
giani, ed in altre contrade il cri- o Uldarico Cibo, se-
Alberico
stianesimo. Nel sesto secolo, tra i condo il Semeria ed il Ciacconio,
pingui patrimoni che possedeva la ma Tomacelli e napoletano al dire
santa Sede, si nominano quelli del- del Cardella, dichiaralo cardinale
la Liguria e Jlpi Cozie: a
delle prete de' ss. Giovanni e Paolo da
ciascuno di questi patrimoni dai Onorio li nel 11240 iii5.
romani Pontefici si dava un di- Gerardo, della famiglia Grillo,
stinto amministratore, col nome di secondo il Semeria fatto cardinal ,

difensoreo rettore, che soleva es- diacono di in Domaica


s. Maria
sere uno de' primari chierici della da Innocenzo II nel 11 34.
chiesa romana. Le antiche sedi epi- Oberto della famiglia Grillo,
,

scopali della Liguria sono: Geno- secondo il Semeria, che il Cardel-


va fatta metropoli da Innocenzo la chiama Ubeito, creato cardinale
II nel secolo XII, Ftìidmiglia, Al- prete di s. Prisca da Adriano IV
benga, Noli, Nizza, Sai'oiia,Bnigna- nel I i54 o 1 159.
to, Luni-Sarzana, Bobbio ec. Dei Gotlifredo o Goffredo Pisano, -
santi, beati, e servidi Dio liguri e di antica e nobile famiglia geno- M
genovesi ; degl' istitutori di ordini vese, secondo il Semeria, e dal
e congregazioni regolari di Genova Cardella chiamato Goffredo Gae-
e della Liguria, ne trattammo al- tani da Pisa, crealo cardinale dia-
l'articolo Genova, ove riportammo cono de'ss. Sergio e Bacco da In-
i cardinali genovesi, ed i Papi li- nocenzo IV nel 1252 o laSS.
guri e genovesi. Qui appresso no- Tommaso Parentucelli di Sar-
teremo i Papi ed i cardinali li- zana , fatto nel i44S cardinale
guri, e quelli creduli, oriundi di da Eugenio IV, e nel i447 P^p^
Genova, e quelli della Liguria. Nicolo V.
S. Euiichiano da Luni eletto Pa- Filippo Calandrini di Sarzana,
pa l'anno 275. fratello uterino di Nicolò V, e da
Aratore ligure o genovese, altri lui creato cardinale prete di s. Lo-
lo vogliono di Milano o di Brescia, renzo in Lucina nel i44^'
il Pontefice Vigilio lo creò cardi- Pietro Riario come lo chiama
,

nale nel 540. il Semeria, o Francesco della Ro-


LIG LIG 209
vere, come lo nomina il Caidella, Ferdinando Maria Saluzzo nato
di Albisoia presso Savona, creato in Napoli, annoverato dal Seraeria
cardinale da Paolo li nel 14^7 5 tra i cardinali liguri e genovesi:
Papa Sisto IV nel i^ji. Pio VII lo fece cardinale prete di
Giuliano della Rovere di Albi- s. Anastasia nel 1801.
sola, fatto cardinale dallo zio Sisto Filippo Casoni di Sarzana, fatto
IV nel i^'ji, poi nel i5o3 Papa cardinale prete di s. Maria degli
Giulio II. Angeli da Pio VII nel 1802.
Girolamo Basso della Rovere di Giuseppe Spina di Sarzana, fit-

Albisoia, creato cardinale prete di to da Pio VII nel 1802 cardinale


s. Balbina dallo zio Sisto IV nel prete di s. Agnese fuori le mura.
1477. Giorgio Doria Pamphilj nato in
RalTaeie Sansoni-Riario di Savo- Roma, perchè oriundo di Genova
na, fatto cardinale diacono di s. dal Semeria posto tra i cardinali
Giorgio da Sisto IV suo zio nel liguri e genovesi Pio VII lo fece
:

147 7- cardinale prete di s. Cecilia nel


Clemente Grosso della Rovere 18 16.
di Savona, creato cardinale prete Tommaso Riario Sforza nato iu
de'ss. XII Apostoli dallo zio Giulio Napoli, noverato dal Semeria tra
li nel i5o3. i cardinali liguri e genovesi, per-
Leonardo Grosso della Rovere che la sua famiglia proviene da
di Savona, fratello del precedente, Savona: Pio VII lo fece cardinale
fatto cardinale prete de' ss. XII diacono di s. Maria in Domnica
Apostoli da Giulio II suo zio nel nel 1828; al presente è primo dia-
i5o5. cono di s. Maria in Via Lata, e
Antonio Ferrerò o Ferrerie di camerlengo di s. Chiesa.
Savona, creato cardinale prete di Giacomo Giustiniani nato in
s. Vitale nel i5o5da Giulio II. Roma, siccome di famiglia oriunda
Vincenzo Costaguti romano, e genovese dal Semeria registrato tra
perchè oriundo di Genova regi- i cardinali liguri e genovesi Leo- :

strato dal Semeria tra cardina- i ne XII lo fece cardinale prete dei
li liguri e genovesi: Libano Vili ss. Marcellino e Pietro nel 1826.
nel 1643 lo creò cardinale diaco- Francesco Serra de' duchi di
no diMaria in Portico. Per
s. Cassano nato in Napoli, arcivesco-
questa medesima ragione noi vi vo di Capua, perchè oriundo di
aggiungeremo Giambattista Costa- (ieuova il Seraeria lo pose tra i
guti romano, che Alessandro Vili cardinali liguri e genovesi : il re-
fece cardinale nel 1690. gnante Papa Gregorio XVI nel
Alderano Cibo de' principi di i83i lo creò cardinale prete dei
Massa e Carrara, perchè oriundo ss. XII Apostoli,

di Genova annoverato dal Seraeria Giuseppe Antonio Zacchia nato


tra i cardinali liguri e genovesi : nel castello di Vezzano, diocesi di
Innocenzo X nel 1 645 lo fece car- Luni-Sarzana, da Gregorio XVI
dinaie prete di s. Pudenziana. creato cardinal diacono di s. Ni-
Lorenzo Casoni di Sarzana, fatto cola in Carcere nel i844-
cardinale prete di s. Bernardo nel Inoltre il Semeria dice, che
iro6 da Clemente XI. Fautore de* iSag'gi cronologici , o
VCL. XXX vili. 14
L

2io ' LI L IL
sia Genova nelle sue antichità ri- Lorenzo, in ed
progresso prese
cercata, Genova I74^> tl'avviso <- quello deiriles, Tnsulae, e finalmen-
che Innocenzo IV nel ìi'j'ì cavò te l'altro deir//<», onde poi fu del-
cardinale Giovanni Spinola, e Ni- ta Lilla. Fu chiamata Ile perchè
colò IV nel i?,88 creò cardinale le due o tre isole, sulle quali
Simeone Spinola. Di ambedue l'a- questo borgo era situato, si tro-
curalissimo Cardella non ne fa varono riunite in una sola. In
parola. Qui avvertiremo che nel questa città furono tenuti due
voi. XXVIIf, p. 282 del Diziona- concili!, il primo nel f25i da
rio, cioè nella serie de'cardinaii Giovanni di Baux arcivescovo di
genovesi, sono occorsi questi eirori Arles co'suoi sulhaganei, e furono
di stampa: all'anno ì 585 Pinelli fatti tredici canoni di disciplina.
è scritto col G; all'anno 1602 è Reg. t. XXVIIl; Labbé t. XI;
riportato Giuseppe Kenato Impe- Arduino t. VII. Il secondo conci-
riali che deve collocarsi al 690 1 lio fu tenuto nel 1288 : in esso
in luogo di Lorenzo Imperiali, il vennero confermati i tredici cano-
quale spetta al luogo del prece- ni del concilio precedente, e ve ne
dente. Ai nostri giorni il Carbone furono aggiunti cinque altri. Lab-
pubblicò il Compendio della sto- bé t. XI ; Arduino t. VII.
ria Ligure, dall' origine sino al LILIBEA o LILIBEO, TJly-
i8i4> due tomi. Da ultimo il
in baeuìu. Città vescovile ed antica di
eh. canonico Palemone Luigi Dima Sicilia, nella sua parte occidenta-
lia pubblicato l'utile ed interessante le, sud del Drepanuni, e presso
al

Serie cronologica degli arcivescovi al capo del suo nome, il quale


e vescovi degli stati del re di chiamasi ancora capo Boco o Li-
Sardrgna, ove sono erudite notizie libeo, che resta in opposizione al-

anco intorno alle chiese della Li- l'imboccatura del porto di Carta-
guria. gine. Lilibea era nel luogo o pres-
LILLA, LILLE, ovvero I/e, Ilcs, so l'odierna Marsala, la quale alla
o Isle. Francia del di-
Città di bellezza del suo antico portodeve
partimento di Valchiusa, circonda- il suo nome, che in arabo signifi-
rio e capoluogo di cantone, nel ca porto di Dio, ed è celebre pei
contado Venaissino in l'rovenza. suoi vini. Si ignora il preciso
Appartenne alla provincia eccle- tempo della fondazione di Lilibea,
siastica d'Arles, sotto la diocesi di sapendosi che si chiamò anco
Cavaillon. È situata presso il cam- Ilelvia- Colonia, ch'era fortissima,
mino che conduce alla fontana di e che n'erano padroni i cartaginesi
Valchiusa, in una situazione deli" nella prima guerra punica. I ro-
ziosa, sopra un'isola formata dalla mani tennero assediata per più
la

Sorga. Questa piccola città nella di cinque anni ; finché venne loro
sua origine non era che un casale consegnata colla pace nell'anno di
abitato da pochi pescatori, ove ven- Eoma 5ir. Vi si stabilirono allo-
re a rifugiarsi un gran numero ra i romani, e Tito Livio dice
di abitanti dei borglii vicini, per che vi mantenevano una guarni-
sottrarsi alle ruberie di moltissimi gione di diecimila soldati. Una
malandrini. Quivi costrnssero un flotta cartaginese fu battuta avanti
borgo che portò il nome di s. questa piazza nell' aiuio 535. La
LIL LIM 21 r

sede vescovile fu surfragnnea tlella di Normandia e re d'Inghilterra.


metropoli di PalerniOj poi fu uni- Guglielmo arcivescovo di Piouen,
ta a Mazzaia. IS'cU'anno 3oo del- vi presiedette alla testa dei vesco-
l'era cristiana n' era vescovo saa vi ed abbati di Normandia e fu- ;

Gregorio. Altri vescovi furono rono fatti vari regolamenti di di-


Pasquaunino, che presiedette al sciplina ecclesiastica. Il primo è
concilio generale di Calcedonia nel per mantenere la tregua di Dio,
4^1) come legato del Papa s. Leo- coll'autorità de'vescovi e de'signo-
ne I ; Teodoro nel 5c)3 ; Dccio ri. Tra gli altri vi è detto, che
nel 5c){] ; Elia che sottoscrisse al qualora si dia ai monaci una
concilio Laterano nel 649 ; e
di chiesa, si faccia senza discapito
Teofane che fu al secondo concilio del .sacerdote e del servigio della
di JNicea nel 787. In Lilibea vi chiesa ; ed i monaci avranno di-
fu piu'e la sede vescovile d'un ritto di presentare al vescovo un
vescovo greco, sulTraganeo del me- sacerdote idoneo. Labbé t. X ;

tropolita greco di Siracusa. Pirro, Arduino t. VI; Dizionario dei


Sicilia sacra t. II, p. 447- cono, j Bessin in Concil. Norman.
LILLEBOXXE o ISLEBOx\>'E, LIIMA (Linian). Città con resi-
Jidiohona, Islebona. Città di Fran- denza arcivescovile nell' America
cia, nel dipartimento della Senna meridionale, un tempo Ciiidad
inferiore, circondario, capoluogo di de los Reyes, città dei re, capi-
cantone, nella diocesi di Rouen. E tale della repubblica del Perù,
in una amena posizione, sulla capoluogo dell' intendenza o di-
Bolbec, all' una valle
ingresso di partimento del suo nome e della
deliziosa. Vi si osserva un castello provincia chiamata Cercado di
gotico in rovina, costrutto da Gu- Lima, sotto la dominazione spa-
glielmo l il Conquistatore, che gouola. E posta nella bella e de-
spesso vi risiedette. Lillebonne era liziosa valle della Rimac, a due
l'antica capitale del paese di Caux leghe imboccatura di questa
dall'
e dei Caldi, popoli della Celtica. riviera nel grande Oceano equi-
Fu considerabile sotto i romani, noziale, a trenta leghe al sud di
che le aveano dato il nome di Quito. La situazione di questa cit-
Juliohona, probabilmente in onore tà ,
più di seicento piedi al di
di Giulio Cesare, L' itinerario di sopra del livello del mare, è del-
Antonino ricorda tre strade romane le più deliziose e sane, quantun-
che partivano dalla città. Negli sca- que sotto una temperatura caldis-
j vi trovaronsi importanti anticaglie, sima. L' aspetto ch'ella presenta
massime d'un tempio sacro a Bac- dalla parte di Callao, è invero
co. Sotto duchi di Normandia,
i incantatore. Vi si arriva per un
Lillebonne riprese qualche splen- gran viale fiancheggiato da due
dore. Furono tenuti quivi due magnifiche fila d'alberi, presso dei
concilii. 11 primo nel 1066 avanti quali stanno pubblici passeggi ab-
la spedizione di Guglielmo 1 il belliti da fiori ed arboscelli ver-
Bastardo in Inghilterra. Bessin in deggianti ; questa via chiamasi A-
Concil. Norman. 11 secondo con- lameda. Da luuge si scuoprono le
cilio fu tenuto nel 1080 in pre- cupole elevate di molti monu-
senza di detto Guglielmo I duca menti, i campanili delle chiese, e
212 LIM LIM
gli altri edifizi della cllth, che una fama di bronzo che getta
maestosamente s'innalzano ad una acqua dalla sua tiomba, e da otta
grande altezza; in fondo di questo leoni che fanno scaturire aitres't

viale sta il principale ingresso, dell'acqua dalle loro gole ; la gran-


formato di un arco di trionfo, ma diosa cattedrale ed il palaz'io dei-
in rovina. Lima ha quasi la figu- l'arcivescovo, bellissimi edilizi co-
re di un triangolo, la cui base si strutti in gran parte in pietra,
prolunga sulla riva sinistra della adornano il lato orientale della
riviera per lo spazio di 1920 tese, piazza; dalla parte nord evvi
del
e la cui altezza è di 1080 tese, il palazzo del governo, ove siedo-
Una muraglia in mattoni, fiancheg- no le co)'ti di giustizia, una por-

giala di trentaquatlro bastioni sen- zione del quale fu rovesciata dal


za piatta forma né vani, la circon- terremoto del 1687; ali' ovest sta
da, ed ha dieci porte, tre delle il palazzo pubblico, eretto quasi
quali cieche cioè chiuse, essendo sul gusto cinese, e la prigione; il

osservabile per architettura quella lato del sud è fornito di abitazio-


che chiamasi de Maravillas. Al- ni particolari in pietra, adorne di
Y estremità sud-est trovasi la for- eleganti portici,

tezza di s. Caterina, ove sono le Oltre la cattedralej il cui inter-


caserme dell'arliglieiia, il deposito no è d'una ricchezza straordinaria,
militare e 1' arsenale ; sulla riva ^i sono adesso in Lima cinque ai-

destra del Riraac evvi sobborgo il tre chiese parrocchiali, tutte mu-
di s. Lazzaro, al quale si giunge «ile del battisterio e riccamente
per un ponte di pietra largo ed ornate, fra le quali osservasi quel-
elegante. Le strade di Lima, come la di s. Pietro, la cui architettura
quelle del sobborgo, sono parallele è di buono stile; quella del Sacra-
e tagliate ad angoli retti; esse rio; il santuario di s. Rosa di
formano vari quadrati di abitazio- Lima protettrice della città e del
ni, ciascuno de'quali ha circa 4^0 Perù, non che di tutta l'America,
piedi da ogni bto. Le strade sono delle isole Filippine e dell'Indie ;

bene lastricate, ornate di marcia- quella di s. Domenico ; quella di s.

piedi. Le case in generale, quasi Francesco, e quella della Mercede,


simili tutte, non hanno che un Un oggetto di curiosità è la piccola
solo piano con isporto; esse sono chiesa costrutta da Pizzarro istesso,
assai bene fabbricate in mattoni, e che non fu ancora del tutto ro-
od in legno e dipinte all' esterno vinata dai diversi terremoti. Gli
a colore di pietra, onde sembrano stabilimenti religiosi sono numero-
marmoree, avendo un cortile e si tuttora, contandovisi sette con-
spesso un giardino al di dietro; i venti e monasteri pei religiosi, e

tetti sono piatti e coperti di latta circa quattordici monasteri di mo-


o di gesso percliè non piove qua- nache, non
comprese le case di
si mai; le case quasi tutte hanno pietà chiamate casas de exercLcio,
l'acqua dalla riviera. In mezzo ove le donne del mondo vanno a
della città evvi la gran piazza di passare tre o quattro settimane,
forma quadrata, ove mer- si tiene il verso il tempo di Pasqua. Per la

cato, il cui centro è occupato da maggior parie questi conventi so-


una superba fontana ornata da no grandissimi e di bella archi-
LIM LIM 3i3
tettora, quello specialmente dei ve nel suo porto naviganti tVogni
{Vancescani o della ss. Concezione nazione. Lima fu considerala la
occupa un ottavo circa delia città, città pitidell'America meri-
ricca
e forma esso solo come una pie- dionale. I costumi sono piuttosto
cola città. Gli altri pubblici edifi- liberi, e vi è molto lusso nelle
zi più degni di osservazione sono vesti ed in altro. I dintorni sono
la zecca, stabilita nel 1 565 ; il coperti di case di campagna,
palazzo un tempo dell'inquisizione, gianìiui deliziosi ed ortaglie . Il

quivi stabilita nel 1569; il luogo suolo quantunque sabbioso vi pro-


di ritiro per gli ecclesiastici seco- duce irutti squisiti, ricche raccolte,
lari, ed il collegio un tempo dei ed eccellenti vini ; i fiori vegetano
gesuiti, ora in ospizio
trasformato in tutto l'anno,
pegli Sonovi altri sette
esposti . Questa città fu fondata al prin-
ospedali, essendoli più vasto quel- cipio del i535 da Francesco Piz-
lo di sani' Andrea ; il Pantheon zairo conquistatore del Perù, sotto
o cimiterio costruito nel suburbio; Carlo V imperatore e re di Spa-
no teatro, ed un vasto circo di gna, e fu chiamala da prima Ciu-
legno ove si danno i combatti- dad de los Reyes, perchè dicesi che
menti dei lori. Evvi una universi- i suoi primi abitanti vennero a sta-
ta sotto il titolo di s. IMarco, fon- nel giorno dell'Epifania o
bilirvisi
data da Carlo V i549, con
nel dei Prese poscia il nome di
re.

molti privilegi, confermati dal Pa- Rimar, di cui gli spagnuoli fecero
pa Paolo III, avendola s. Pio V per corruzione Liniac, e poi quel-
incorporata nel 1072 a quella di Io di Lima. Essa si aumentò ed
Salamanca, perchè godesse le me- abbellì in poco tempo, ma i terribili
desime prerogative. Vi sono an- terremoti che provò in varie epo-
che molli altri stabilimenti d'istru- che paralizzarono la sua prosperità;
zione, come i collegi di s. Carlo, il primo accadde nel i582, ed in
della Libertà, di s. Torribio, del- piogiesso ne sentì più di venti, tra
l'Indipendenza, e di s. Tommaso, i più terribili de' quali contansi
oltre alcuni istituti per leducazio- quelli degli anni i 586, i63o, i655
ne delle donzelle. I collegi hanno e 1764; ma i più disastrosi furono
biblioteche ben fornite, e princi- quelli dell'ottobre16 19, in cui più
palmente la biblioteca pubblica di cinquecento case furono distrut-
che possiede manoscritti interes- te, e le altre danneggiate; del 17
santi, ed un deposito idrografico, giugno 1678, che rovinò gran par-
Lima sempre l'emporio di quasi
fu te della città; quello del 1687 ia
tutto Perù, ed il centro del
il cui furono quasi interamente de-
commercio fra l'Asia, l'Europa e moliti i pubblici edifizi; quello del
l'America; questo estero commer- 28 ottobre 1746, per cui in quat-
cio si fa col mezzo di Callao, pie- tro o cinque minuti non restarono
cola città che si riguarda come il in piedi che pochissime case, es-
suo porto, e che si trova a due sendo state rovinate del tutto set-
leghe all'ovest. Dal 1783 fino al- tantaquattro chiese e conventi, il

l'epoca della rivoluzione questa palazzo del vice-re, l'udienza reale,


città fece un gran commercio di- i tribunali, gli ospedali e tutti gli
retto colla Spagna ; oggi essa rice- edifizi più solidi e più elevati de-
1
2i4 LIM LIM
gli altri. Tante rovine però fu- stanza dell'imperatore Carlo V: di
rono al più presto riparate, innal- poi furono fatte suffiaganee di que-
zandosi tutti gli edilizi e le case sta metropolitana le sedi vescovili
più basse di quello che lo fossero di C'iiaraagna, Cusco, Arequipa,
per Io passato ; ma un nuovo ter- TruxillOj Quito, s. Giacomo del
ribile terremoto, quello del 3o Chili, Concezione del Chili, e
ss.

marzo 1828, rovesciò la maggior Panama. Al presente la metropoli


parte de' pubblici edifizi e delle di Lima ha per suffraganei i ve-
case, e cagionò gravi danni a lut- scovati di Arequipa, Cusco, Guama-
to il restante ; più di mille indi- gna ed Ayacucho, Truxillo, Cuen-
vidui periiono in una catastrofe s"i ca, Quito, Panama, Guayaquil, e
spaventosa. Lima fu il teatro della di Maynas che nel i843 per la re-
maggior parte de'grandi avvenimen- sidenza gli fu sostituita Chachapo-
ti che produssero l'indipendenza del yas. Nel 1840 s. Giacomo del Chi-
Perù. 11 generale San- Marti no vin- , li fu eretta in arcivescovato e gli fu
citoi-e delle truppe realiste spagnuo- data per suffraganea la sede vescovi-
le, vi fece il suo ingresso il giorno 2 1 le della ss. Concezione del Chili :

luglio 182 I, proclamandovi la indi- in tal modo ambedue furono sot-


pendenza del paese il 28 dello stesso tratte dalla giurisdizione meh'opo-
mese: nell'anno precedente la vit- lilica dell' arcivescovo di Lima. Il

toria navale riportata dai chiliani primo arcivescovo di Lima fu Gi-


nella rada di Callao, avea agevo- rolamo Loaysa di Truxillo domeni-
lato r indipendenza. Nel 1823 il cano, nominato nel iSjS da Gre-
generale realista Canterac, rientran- gorio XIII. Gli successe s. Turribio

do in Lima vi commise i maggio- Alfonso ]\Iagrovegio o Magroveio


ri eccessi per quindici giorni, ma di IMaiorica, uomo distinto per san-
fu poscia obbligalo di ritirarsi. On- tità e dottrina, che amministrò la
de formarsi un' idea dell'opulenza cresima a novecentomila persone, fra
in cui era questa città, narrano i le quali s. Rosa di Lima, non)e che
geografi che nel 1682, nella circo- allora il santo gl'impose cambiandolo
stanza dell' ingresso in Linia del pel battesimale di Elisabetta mori :

duca della Piata, viceré spagnuolo, nel 1 Sauna visitando l'arcidio-


609 in
i mercatanti fecero lastricar le due cesi, ed il suo corpo venne trasferi-
strade per ove passar doveva, tut- to in Lima. Furono suoi successo-
te di verghe di argento, del valore ri Bortolomeo Lobo, Gonzalvo d'O-
di più che quattrocento milioni. campo, Ferdinando d'Alias, e Pie-
Quanto agli abitanti, gli spagnuoli tro di Billiamgomez, canonico di
non formano di più della ventesima Siviglia, eletto arcivescovo nel 1640.
parte ; il resto è composto di creo- La serie degli arcivescovi di Lima,
li, negri, schiavi, numerosi quanto da Francesco Escandron di Madrid,
i bianchi, e di gente di ogni colore. dei teatini, che Benedetto XIII tra-
La sede arcivescovile è la più slL'ri dal vescovato della ss. Conce-

antica di tutta l'America meridio- zione del Chili a quello di Lima


nale, giacche s. Domingo è nell'Ame- ove mori nel \']^o, si legge nelle
rica sellentrionale, e fu eretta nel annuali Notizie di Roma sino al-
Jji3. Questa di Lima la istituì nel l'odierno. Per morte di Bartolomeo
l546 il Pontefice Paolo IH, ad i- Maria de las Ileras Novario della
LIM LIM 2i5
(Viocesl di Siviglia, da Ca-
traslalo ci, patene, e pissidi d'oro e di ar-
sco nel 1806, il Papa regnante Gre- gento massiccio, non che ricchi a
gorio XVI nel 1834 preconizzò in profusione di pietre rarissime. Pic-
arcivescovo Gioigio de Benavente coli uccelli vivi, chiusi in gabbie,
di Goje, e per di lui morte nel con- sono comunemente appesi all' al-
cistoro de' I 3 luglio 1840 gli die- tare maggiore, ed uniscono il loro
de in successore l'arcivescovo mon- dolce gorgheggio ai maestosi con-
signor Francesco di Sales de Ar- centi dell'organo e dei sacri canti
rida di Lima, giù minore osservan- del culto. Nelle grandi solennità il

te e vicario capitolare. 11 medesi- servigio divino vi è celebrato con


mo Pontefice sino dal primo febbra- una pompa di cui è appena possibile
io i836 dichiarò ausiliare di questo formarsene un'idea, e ch'è un nul-
arcivescovato monsignor Francesco la in confronto di ciò che si prati-

Saverio Luna Pizzarro di Arequipa, ca al ]Messico ed a Puebla. L'arci-


facendolo vescovo di Alalia in par- diocesi è amplissima, comprenden-
tibui, quindi nel concistoro de' 24 dosi tra i fiumi e i monti molte
aprile i845 lo traslatò a questa città. Ogni arcivescovo è tassalo nei
chiesa, e n'è l'attuale arcivescovo. libri della camera apostolica in fio-
La cattedrale, di magnifica strut- rini trentatre, ascendendo le ren-
tura, è dedicata a Dio sotto il ti- dite a scudi seimila.
tolo di Giovanni Evangelista: vi
s.

è il batlisterio e la cura d'anime, Concila di Lima.


quale è amministrata da tre preti
parrochi. In essa fia le reliquie si II primo fu tenuto nel iddi ai
Tenera corpo di
il s. Torribio ar- 4 ottobre.
civescovo e patrono di Lima. Il ca- Il secondo si adunò ai 2 mai-zo

pitolo si compone di cinque digni- 1567.


tà, essendo la prima il decano, di Il terzo ebbe luogo nel 108 3,
sette canonici comprese le prebende adunato dall'arcivescovo s. Torribio
del teologo e del penitenziere, di pel regolamento della disciplina e
otto beneficiati con sufficiente con- la riforma dei costumi. Vennero
grua, e di molli cappellani curali ed quindi pubblicati i decreti e cano-
altri pieti e chierici inservienti al- ni relativi nel 16 4- Il p. Giuseppe
1

l'ecclesiastica ufllziatura. 11 palazzo Acosta gesuita ne tratta nel lib. II


arcivescovile , elegante edifizio , è De IVoviss., e. 2.
annesso alla metropolitana. Oltre i LIMBO, Linibus. I teologi in-
summenlovati pii stabilimenti, vi è tendono per limbo due diversi luo-
il seminario cogli alunni, e diver- ghi sotterranei. Il primo è quello iu
Le chiese di questa
se confraternite. cui le anime de'patriarchi, de'pro-
metropoli sono particolarmente ri- feti,de'giusti tutti dell'antica allean-
marcabili per le immense ricchezze za o Testamento, morti nella fe-
prodigate in loro adornamento dalla de del futuro Salvatore e nella ca-
pietà de' fedeli ; si può dire senza rità, sicure della loro liberazione
esagerazione, che molte di esse so- e della beata gloria celeste riposa-
no coperte d'oro e d' argento; di vano quietamente e senza dolore,
altissimi candelabri, di statue gran- aspettando il compimento dell'ope-
di come il vero, di vasi sacri, cali- ra dell'umana redenzione, e che non
2i6 LIM LIM
potevano entrare in paradiso e nel discese Gesù Cristo; non segue pe-
cielo, prima che Gesù Cristo con la rò che tutti sieno stati nello stesso
sua risurrezione e ascensione ne apris- luogo, molto meno che tutti abbia-
se le porte,dove non poteva entrar no sofferto gli stessi tormenti. Nel-
nessuno prima di lui. Questo luo- la sera del
venerdì santo 1846,
go chiamasi nella sacra Scrittura se- per la solenne adunanza d'Arcadia
no di Abratnoj e questo è propria- iu R.oraa, monsignor Antonio Cioja,
mente quell'inferno dove l'anima di commendatore emerito di s. Spiri-
Gesù Cristo discese dopo la morte to, reggente della cancelleria ec.
e si trattenne fino alla sua risur- tolse ad argomento della [)rosa, la
rezione, per consolare quei santi, discesa di Gesù Cristo ali' inferno.
per annunziare il fine della loro Con bella erudizione e con viva-
schiavitù, e assicurarli che gli a- cissime poetiche immagini riferen-
x'iebbe condotti seco in trionfo nel do il pieno ed esatto adempimento
cielo. Zaccaria, IX, 1 1 : e tu stesso, di tuttociò che i profeti aveono
mediante il sangue del tuo Testa- vaticinato intorno al venturo Mes-
mento, hai fatto uscire i tuoi ch'e- sia, addimostrò come 1' Uomo-Dio
rano prigionieri. Secondo l'opinione dopo di essere sulla croce spirato,
di s. Agostino, epist. i64, cap. 2, vincitore della colpa e della mor-
n. 3, Gesù Cristo in questa sua di- te, si presentasse in terribile aspet-
scesa liberò dai tormenti del pur- to ai demonii, che lo riconobbero
gatorio anche quelle anime, che se- pelVerbo divino rivestito di carne
condo la sua sapienza e giustizia umana e come : dipoi passando a
giudicò degne di essere liberate. Si rallegrare di sua sospirata presenzéi
chiamò questo limbo il seno di A- le anime de' santi padri nel lim-
bramo, perchè Abramo fu il più bo, le conducesse con esso lui in
accetto a Dio fra tutti gli altri pa- trionfo, e della sua beatifica visione
triarchi, e costituito altresì padre di le rendesse perpetuamente felici. Nel-
tutti i credenti ; di maniera che co- la parabola del ricco empio, s. Lu-
loro i quali imitano la sua fede e ca e. 16, v. 26, dicesi che tra il
la sua obbedienza vei'so Dio, dicesi luogo o v'era no Abiamo e Lazzaro,
che riposano nel seno di Abramo, e quello in cui pativa l'empio ric-
cioè nel luogo in cui riposava egli co, eravi un immenso vuoto che im-
medesimo prima, ed in quello in pediva poter passare da un luogo
cui riposa ancora in oggi cogli al- all'altro. Anche padri hanno avu- i

tri santi. Non si legge il nome di to la cura di distinguere espressa-


limbo, uè nella sacra Scrittura, ne mente queste due parti degli inferi.
negli antichi padri, ma soltanto quel- Vedi Petavio, Dogni. teolog. tora.
lo d'inferni, inferi, i luoghi bassi. 4. 2 , p. 1. i3, e. 18, § 5. Questo
Dicesi nel simbolo, che Gesù Cristo primo luogo chiamasi ancora limbus
descendit ad inferos s. Paolo, Eph. ; palruni.
e. 4j V. 9, dice che Gesù Cristo di- Il secondo luogo, che chiamasi
scese nelle parli inferiori della ter- limbo o limbus puerorum, è quello in
ra. Nella stessa maniera si sono e- cui vanno bambini morti senza
i

spressi tutti i padri. In questo sen- battesimo, non possono en-


i quali
so è vero il dire che i buoni e i trare nel cielo a motivo del pecca-
malvagi erano agl'inferi quando vi to originale. Pensano alcuni teologi
LIM LIM 217
die fanciulli
i morii senza batte- rebbe che averlo per mezzo della
simo sieno nel limbo o nello stes- scienza divinamente infusa. Ma que-
so luogo dove le anime de'patriar- sta non può ottenersi da quelle a-
chi attendevano la venuta di Gesù nime, le quali, attesa la macchia
Cristo: ma questa congettura non abituale del peccato originale, sono,
può accoidai'si sentimento di s.
col giusta le parole di s. Paolo agli e-
Agostino e degli altri padri, qua- i fesini, e. II, v. 3, per nalura figli

li sostennero contro gli eretici pe- dell'ira, e rimangono abitualmente


lagiani, clie tra il soggiorno dei bea- in uno stalo di avversione negativa
ti e quello dei dannati non vi è a Dio, come esprimesi il Bellarmi-
alcun luogo di mezzo pei fanciulli; no. Fino a qual punto Dio faccia
per altro poco importa, dice il Ber- conoscere a quelle anime la gran«
gier, in qua) luogo sieno questi fan- dezza del bene di cui son privale
ciulli, purché non sollrano il casti- per sempre, e fino a qual grado
go e i supplizi de'reprobi. Deve te- sollVano pene per tal privazione, di.
nersi per lede cattolica, che i fan- cono i teologi essere questo un se-
ciulli che muoiono senza il battesi- greto per noi. Secondo il loro opi-
mo, sono assolutamente privati per- namenlo, creder possiamo a ragio-
petuamente della celeste e della na- ne che ne siano assaissimo meno
turai beatitudine ; così il ven. Bellar- afflitte di quelle che ne sono pri-
mino, Conlroi'. t.W, cap. 4) della ve per colpa personale. Parimente
perdila della grazia e slato di peccato, se le anime di quei fanciulli vada-
j. V, cap. 2 ; così il concilio di Firen- no anche soggette a pene di senso,
ze, Decrct. d'unione. La dannazione come quella del fuoco, o sieno que-
di essi certamente consiste nella pri- ste più o meno intense, dichiarano
vazione della beatifica visione di Dio, i teologi che la Chiesa non lo ha
della beatitudine soprannaturale, di deciso, che ciascuno si
e peroiette
ciò che propriamente dicesi paradi- attenga a quella opinione che gli
so. La Chiesa ha sempre intese co- sembra più plausibile. Molli santi
si queste parole di Gesù Cristo: padri, con s. Tommaso dislint. Sg,
Chi non rinascerà per mezzo dci- q. 2, art. i ; e molti celebri scrit-
Vacqua e dello Spirilo Santo, non tori,con Innocenzo III, lib. Ili de'
può entrare nel regno dei cieli, s. crei.,lit. de bciplis., cap. majores
;
Giovanni e. HI, v. 6. A tal priva- Benedetto XIV, Defestis, lib. 1, cap.
zione, che si dice pena di danno, va 8, n. 12; e Bossuet lelt. 201 ad
di conseguenza quella della beatitu- Innocenzo XII, tengono la sentenza
dine naturale. La beatitudine natu- negativa che è la più comune. An-
rale dell'anima imporla il perfezio- che s. Agostino, benché alcuni ab-
namento dell'intelletto, per cui si biano creduto che opinasse per la
rende capace di aver perfetta cogni- pena del senso, esprime sentenza
zione di tutte le verità naturali e spe- dalla quale si può dedurre ch'egli
cialmente di Dio, come autore del- s'indusse a teiler l'opinione negati-
la naturo, onde a lui stia natu- va, dicendo nel lib. V, cap. 8 con-
lalmente unita la volontà. Non po- tro Giuliano. Chi dubiterà die i
lendo le anime de'bandjini con- fanciulli non haltezzati sieno per es-
seguire questo perfezionamento per sere in una dannazione piìi leggie'
^la di studio e di fatica, non reste- ra di tutte ? Benché io non fwssa
2.8 LIM L 1 M
definire quale e quanta sarà, non re delle anime, fu consecralo nel
ardisco iiero dire che ad essi tor- linguaggio de' teologi dopo s. Tom-
ni meglio il non avere esistenza, che maso. Limbo è messo come l' orlo
averla nello stalo in cui sono. o l'appendice dell'inferno, limbus
W godimento della beatifica vi- infcrorum, dal Du Cange nel Glos-
sione di Dio, da cui procede anclie sario. Il Macri, Not. de' voc. eccL,
il [)eifezionamenfo delle facoltà spi- dice che limbus era quel pezzetto
lilnali, non è dovuto certamente di drappo che solevasi cucire nella
ad alcun uomo per rngione di sua parte anteriore e posteriore del ca-
iinttu-a, ma è una liberalità del mice, ed anco nell'estremità delle
tutto misericordiosa di Dio, raeri- maniche, usanza che si osserva an-
lalaci da Gesù Cripto. Chi pel so- cora nelle chiese romana, gallica-
lo peccato di origine, attesa la na , ambrosiana ed altre, ed ia
iniMicanza del battesimo, ne resta molli ordini e congregazioni reli-
privo, soffre veramente la perdita giose.
di un bene immenso, ma dalla LIMBURGO Cardina-
Simone,
parte di Dio non riceve alcuna le. Simone de' duchi di Limburgo,
ingiustizia. Conchiudono teologi, i denominato di Lorena da Egidio
che la censura che si volesse por- di Valledoro, giovanetto di spec-
tare su questa massima , non sa- chiata onestà di costumi, dopo l'uc-
rebbe a buona ragione contro la cisione di s. Alberto vescovo di
Chiesa che la ritiene e la inse- Liegi, fu colla mediazione del duca
gna, ma ricaderebbe sopra Dio che di Lorena eletto alla sede di Lie-
r ha rivelala. V. il Sarnelli, Lett. gi. Se non che insorgendo a com»
crei. tom. Ili, lett. XLltl, Del pelilore Alberto di Curque, che
peccato originale ; e de' bambini ancor esso avea riportato a suo
che muoiono con esso. Sul limbo favore alcuni voti dal capitolo, né
de' fanciulli, e dilTerenti opinioni potendo convenire amichevolmente
sullo stato di essi, si può consul- sul possesso di sì illustre cattedra
tare il Bernini, Istoria di tutte Ve- e principato, per consiglio di En-
resie, secoloV, cap. I. Da ultimo rico duca di Lovauio si portarono
Pio VI nella condanna delle pro- entrambi in Pioma per attenderne
posizioni contenute mgli atti e de- la decisione dal Papa Celestino III.
cieti del concilio di Pistoia, di- Mentre si esaminava la causa, il

chiarò falsa, temeraria , ingiuriosa Pontefice nel ngS creò cardinale


alle scuole caltoliche, la sentenza diacono Simone; ma dopo pochi
della pena di quelli che muoiono giorni, sorpreso da violenta malat-
col solo peccato originale. J^. gli tia, non senza sospetto di veleno
Battesimo, Inferivo e Pur-
articoli, e con estrenìo dolore de'suoi, mo-
gatolo. Della massima cattolica rì in Roma, ed ebbe sepoltura
sullo stalo degl'infedeli dopo la nella basilica lateranense onore-
morte ; e qual sia il senso di que- volmente.
sta massima cattolica fuori della ; LIMBURGO (Limburgen). Città
vera Chiesa non vi è salute, se ne con residenza vescovile nel ducato
traila agli articoli Infedele e Set- di Nassau, capoluogo di bnliaggio,
tario. Del resto il nome di limbo, nella provincia Renana superiore,
per indicare il soggiorno parlicola- sulla riva sinistra del Lahn, che
LIM LIM 219
vi si passa sopra un ponte di pie- gio 1827 dichiarò primo vescovo
tra, un poco al di solto del con- di Limburgo, Giacomo Brand di
fluente dell' Ems, a sette leghe e Fleimbucheuthal diocesi di Erbi-
mezza da Coblenlz. E murata ed poli. In sua morte il regnante Pa-

ha tre sobborghi, la cattedrale, tre pa Giegorio XVI a' 3o settembre


ah re chiese, un ospedale e la zec- 1834 gli diede per successore Gio-
ca ducale di Nassau. Questa città vanni Guglielmo Baasch di Stein-
ebbe anticamente i suoi signori bach diocesi di Lindjurgo; e per
particolari, ma estinti nel 14*^43 questi nel concistoro de' 2 3 maggio
passò allora sotto il dominio del- 1842, l'attuale vescovo monsignor
l'arcivescovo ed elettore di Tre- Pietro Giuseppe Blum d' lladama-
vori, e seguì i destini della pro- ria diocesi di Liudiurgo, già par-
vincia di Limburg o Liaibuigo: roco di Oberbiechen, e come i

parte del baliaggio di Limbingo precedenti eletto dal capitolo e ca-


fu signoreggialo dal landgravio di nonici della cattedrale. Questa è
Darmstadt. JNel i8o3 la città per un magnifico edilizio di solida strut-
la secolarizzazione dell' elettorato tura : è dedicata a Dio sotto l' in-
ecclesiastico di Treveri, fu ceduta vocazione di s. Giorgio martire, pa-
alla casa di Nassau-Nassau, e nel trono della città e della diocesi. Il
1816 per eredità passò alla casa capitolo si compone della dignità
Nassau-Weilburg che attualmente del decano, di cinque canonici, di
gode di tutto il ducalo. 11 capo due vicari, e di altri preti e chie-
della famiglia che governa il du- rici inservienti al divino servigio.
cato di Nassau fu Otto, signore di Nella cattedrale vi è il fonie bat-
Laurenburg, che viveva nel seco- tesimale, e per uno de' canonici si

lo X, e che ottenne per matrimo- esercita la cura delle anime. Noti


nio la contea di Nassau con quelle distante si trova l' episcopio, am-
di Gueldiia e Zutphen ; un rauio pio, solido e beli' edifi/io. Oltre
di questa casa possedette lo statol- la cattedrale, che prima era chie-
deralo in Olanda, e regna presen- sa collegiata, nella città non vi so-
temente nei Paesi-Bassi. Nel 1806 no altre chiese parrocchiali. Avvi
il paese di Nassau, che entrò nella una confraternita, ed il .seminario
confederazione del Reno, ricevette cogli alunni. La diocesi è alquanto
iltitolo di ducato. La città di Lim- grande, contenente centotrcnlaquat-
burgo contiene cinquecento case e tro parrocchie : si estende oltre i

circa tremila abitanti. 11 baliaggio doniinii del ducato di Nassau, so-


di Limburgo è situato quasi nel pia la città libera di Francfort;
centro del ducato. Quanto al vi- nel ducato sicontano 161, 535 cat-
carialo apostolico di Lindiiu-go è tolici. 11 vescovo fa parte della
a vedersi l' articolo Olanda. lomraissione che regola gli studi ;
La sede vescovile fu eretta dal oltre suo nominato seminario, il
il

Pontefice Pio VII a' 16 agosto quale è bene dotato , esiste sotto
1821, coir autorità della bolla: la sua direzione la facoltà teologi-
Pi ovida sohrsque Romanorum Poti- ca dell' università di Marbuig, nel-
tìf/ciini , dichiarandola sutìiaganea r elettorato d' Assia. Ogni nuovo
della metropoli di Friburgo. Leo- vescovo è tassato nei libri della
ne Xll nel coucisloro de' 2 mo":- I camera apostolica in fiorini 332 ,
L IM %
coinspondenli all'annua rendila Jl liere della città; gli edifizi pubblici

seimila fiorini di quelle parti, i sono belli, e fra gli altri sono i -.

(inali si calcolano equivalenti a principali la cattedrale, il palazzo


fecddi romani 28T0. vescovile e la dogana : i due primi
LlMEiNA, LIMENAE o LIME- fiono potere dei protestanti. Li-
in

^Ul'OLlS. Sede vescovile della Pi- merick possiede quattro chiese prote-
sidia, nella diocesi ed esarcato d'A- stanti, otto cattoliche, una presbite-
sia, sotto la metropoli d'Antiochia, riana, una ed uà
pei metodisti,

eiella nel V secolo, secondo Com- luogo di cullo pei quakeri. Avvi
manville. Ma già Vannio suo ve- pure una vasta caserma per l' in-
scovo lo troviamo intervenuto al fanteria e la cavalleria, una bi-

concilio di Nicea. Fausto, altro ve- blioteca ed un


pubblica teatro,

scovo, fu al primo di Costantinopoli; Vi sono molti stabili menti di pub-


Musonio a quello di Calcedonia ;
blica istruzione e di carità , ed
35astino sottoscrisse la lettera dei alcune fabbriche: è questo l'em-
vescovi di sua provincia all' impe- porio de' grani de' circostanti ricchi
ratore Leone ; Patrizio si recò al paesi; il commercio vi è conside-
concilio in Trullo Arsene a quel-
; rabile, e viene facilitato dal fiume.
lo di Fozio j e Michele sedeva nel I dintorni veggonsi coperti di de-
1 iqy. Orieiìs chrisl. t. I, p. io5-2. liziose case di campagna.
LIMEIUCK {Limeviceii). Città Limerick o Litnrick, ed anche
con residenza vescovile dell' Irlanda, Lough-Meai^ Labenis^ Limericuin,
nella provincia di Munster, capo- era un tempo importante piazza
luogo di cantone e di un piccolo di guerra gli inglesi la conquista-
;

teiritorio chiamato contea di Lime- lono nel 1174» e le truppe del


rick è distante quaranta leghe da
;
parlamento comandate da Ireton,
Dublino, e diecinove da Cork, sul- genero di Cromwell , la presero
lo Shannon , a venti leghe dalla nel i6m dopo un assedio ed una
sua imboccatura nell' Atlantico. E vigorosissima resistenza. Il re Gu-
sede di due vescovati, 1' uno cat- glielmo III , avendo intimato a
tolico, l'altro protestante, e resi- Boisseiau suo governatore di ren-
denza d' un governatore militare. dere questa piazza, ed avendo ri-

Questa città, la tei za dell'Irlanda cevuta una ferma negativa rispo-

sotto il rapporto dell' importanza sta, vi mise l'assedio nel 1690,


e delia popolazione, ha più d'una ma fu costretto di ritirarsi ; l'anno
lega di circuito, ed è composta di seguente, il generale Ginkle conte
tre grandi quartieri che sono
, : di Albione, la obbligò a capitola-

liish-town, Eiiglish-town, e New- re, accordato avendo al generale


f own-Pery : i due primi sono i più d'Usson, comandante francese, le

antichi; il secondo, situato nell' iso- condizioni più vantaggiose per esso,
la del Ile, formata dal fiume, era per la guarnigione, e per quelle
vm tempo benissimo fortificato. Le delle altre piazze che volessero
case sono erette in un modo re- ritirarsi in Francia ; una tale ca-

golare, e vi sono comodi passeggi pitolazione, chiamata gli articoli

lungo il fiume. Newtown, che lord di Limerick, e la riduzione di

I^ery fece costruire fra Irish-town questa piazza, fu si può dire il

e lo Shannon, è il più bel quar- fine della guerra d'Irlanda, ^


I.IM LIM }>i
La sede vescovile fu eretta se- LTMINA APOSTOLORUM. L-
condo Commanville nel VII secolo, basiliche de' principi degli apostoli
sotto la metropoli di Cashell, di s. Pietro e s. Paolo, Vaticana ed
cui tuttora è sulFraganea. Verso la Ostiense; i due loro sepolcri detii

fine del secolo XII vi si unì la trofei degli apostoli, le Confessioni


sede vescovile d'Iniscale, Laudiniinn degli Apostoli, i sacri li/nini o li-

de insula Calai, la quale era sta- viinari degli Apostoli, i limini A-


ta fondata 1' anno 570. La serie postolici, le sacre memorie . Il vo-
de'vescovi del secolo passato e del cabolo di sacri limini, giusta il sen-
corrente sono registrati nelle an- timento degli scrittori ecclesiastici,

nuali Notizie di Roma. Diremo di significa un luogo a Dio special-

quegli ultimj del secolo passato, e mente dedicato, vale a dire la chie-
di quelli del secolo corrente. Cle- sa, siccome lo dimostra il Baronie
mente XIII nel 1767 fece ^ escovo nelle sue noie al martirologio ro-
Dionisio Conway della medesima mano a* 18 novembre. Adunque
diocesi, a cui Pio VI nel 1792 la visita de' sacri limini de' gloriosi

diede in coadiutore Giovanni Young apostoli s. Pietro e s. Paolo, altro


di Liraerick, che gli successe nel non esprime che un di voto e re-

1796. Pio VII a' 4 ottobre del ligioso accesso a' loro templi eretti
i8i4 fece vescovo Carlo Tuohy, in Roma, ove i loro corpi pla-
al quale Leone XII a' 3i settem- cidamente riposano. 11 vocalxjlo di
bre 1825 assegnò per coadiutore limini in vece di tempio , trae la

e col titolo di vescovo in partibus sua origine dalla costumanza degli


di Myrina monsignor Giovanni antichi cristiani, i quali prima di en-

Eyan, che succedette nel i83r e trare nel tempio si prostravano al-

governa la diocesi. Vi è un capi- la soglia, la veneravano, la bacia-


tolo senza rendita, circa trenta vanOj e quivi offrivano ai santi a-

preti, gli agostiniani, i domenicani postoli le primizie della loro divo-


ed i francescani, i quali hanno zione. Abbiamo una chiara testi-

case in Limerick. Vi sono inoltre monianza dal fatto di Sidonio A-


due case di monache, le quali pollinare, il quale asserisce nel lib.

hanno cura dell' educazione delle 1, epist. ad Heron., che prima di


donzelle; cioè quelle della Presen- entrare dentro le mura della cit-

tazione e quelle delle sorelle della tà di Roma, dappoiché al suo tem-


Misericordia; altre scuole pei cat- po la basilicaVaticana non era
tolici , alcune dirette dai fratelli sfata cinta mura, e compresa
di
della dottrina cristiana : essendo gli nella Città Leonina [Fedi), fece
stabilimenti di pubblica istruzione il suo divoto trattenimento alla so-
conauni agli abitanti di qualunque glia della basilica, ove all'improv-
culto, I proventi delle parroccliie, viso si trovò libero da quella in-
e le obblazioni de'fedeli manten- fermità da cui era travagliato. Nar-
gono il clero. La popolazione di ra il Severano, che non solo i ro-
Limerick supera i 60,000 abitan- mani, ma
anche da lontane regioni,
ti, 5^,000 de'quali sono cattolici. gì' infermi si facevano condurre alla

In tutta la diocesi i cattolici sono tomba di s. Pietro, avanti la qua-


piìi 276,000,
di con quaranta le ottenevano la guarigione, venen-

parrocdiie e molte cappelle. do talvolta premiata la loro fede


Oli LIM LIM
in viaggio, e prima d'arrivarvi. Tn alla basilica di s. Martino, per ^ìn-
un canone del concilio Lateianense giila. se proslernehat limìna. Pi u-
tenuto nel i i io, si proibisce l'in- denzio nell'inno di s. Lorenzo ecco

gresso in liminn ecclesianiin , cioè come si espresse : Ipsa et senatus


entro le porle delie chiese , come lumina, (fuondam luperci, etfland-
comunemente intendesi di signifi- nes, Àpostoloruni , ac viarlyruni
care con fjueslo vocabolo, benché exosculantur limina. E per desiare
talvolta siasi con esso volalo indi- forse la divozione e la riverenza
care r inlerioie santuario, o la con- verso il primo ingresso delle basi-
fessione de' santi martiri. Il p. Me- liche, fu costume di mettere nelle
iiochio nelle sue Stttore t, II, p. stesse porte delle chiese alcune sa-
267, cap. LXI: Per guai cosa le cre reliquie, del quale rito ne fa
pethgìiiiazioni a Roma ad cuore menzione Lodovico Pio impera-
I

dt ss. Pietro e Paolo si dicono far' tore, nella sua costituzione che ag-
si ad limiìia apostoloriim , riporta giunse alle leggi saliche: Sì in atrio
le seguenti erudizieni. Quelli che ecclesiae, cujus porta reliquiis san-
si recano a Pioma per divozione ctoruin consecrnta est, hujusmodi
onde visitare i sacri depositi dei homicidiuni perpelratuin fuerit. Per
principi degli apostoli, sino dalla questo medesimo rispetto si orna-
più veneranda antichità comune- va r ingresso de' templi, laonde s.

mente si dice che vengono ad li- Paolino scrisse in natali tertio di


mina aposloloruni , e 1' usò Clau- s. Felice: Aurea nunc niveis ornan-
diano in quel veiso Per cineres : tur linnna velis; e poscia; Limina
Pauli, per cani limina Peiri. Tale ceratis adolentur odora papyris.
modo di dire pare che abbia fon- Nel sesto natale poi scrisse ; Pulcra
damento dall'antico costume di tegendis vela fcrant foribus seu ,

quelli che venivano in Pvoma a ve- puro splendida lino, sive coloratis
nerare i detti sepolcri, o di quelli texiuni fucata figuris : hi laeves
di altri santi altrove, i quali pri- tilulo lento poliant argento, sanctaqj
ma dell' ingresso nella basilica o praejixis obducant limina laninis.
chiesa baciavano per alto di rive- Si trova però , che anco senza la
renza il limitare della porla; al santità delle reliquie era costume
qual rito alluse Fortunato, che par- di ornarsi i templi di veli, festoni
lando della basilica di Ravenna e cose simili, il che facevano i

disse : ylpollinarìs predasi Uiiiina eenlili onore delle loro deità, e


in
lamie fusiis Inuni siipplex. S. Gio- gli ebrei in onore del vero Dio,
vanni Crisostomo nell' omelia 3o, dicendosi nel libro I, e. 4> ^7 *^^'

sopra la seconda epistola di s. Pao- Maccabei : et ornaveruntfacieni tem-


la ad Corint. dice: Templi veslibula pli coronis aureis, et scutulis. Per
et aditimi osciilamiir, ciiin alii^ alios corone d' oro forse si deve inten-
osculamur. Al non cernis qiioniam dere corone di fiondi ornate d'oro,
homines etiam liisce templi vesti- perchè ordinariamente si solevano
hulis osciduni fì};nnt, partini incli- adornare i templi di verdura, co-
nato capite, partini manti tenenles, me si fa anco oggidì, ciò che di-
alcpie ori manuiii admo^'entes ? 11 cemmo meglio agli articoli Corona,
citato Fortunato ractonla della re- Frojvdi e Fiori. Finalmente osser-
gina s. Radegonda , che portandosi va il p. Menochio, ch'essendo ca-
LliM LIM 223
diita la slalua ilei dio Dagon in fiori , come si disse all' articolo
pezzi sopra le soglie del suo lem- Fcncstrella (Fedi). In progressi
piOj per la presenza dell'arca del di tempo oltre l'altare che a mo-
Testamento, i di lui superstiziosi sa- do di coperchio posava sulla Cry-
cerdoti d'allora in poi per rive- pta, se ne costruì altro ancora in
renza neir entrare nel tempio non questa. Gli altari e confessioni del-
posero più il piede sul limitare le basiliche di s. Pietro e di s.

o soglia, quale trapassavano con Paolo di Roma, fino dalla più re-
allungare il passo, onde non cal- mota antichità, furono chiamati sa-
pestare il luogo santificato dal lo- cri limina e Umilia Apostolorum:
ro idolo. vennero edificati sulle cryptae, iu
Il Macri al vocabolo Limma, queste eziandìo si eresse pure altro
dice che questi sono i due limi- altare, ed ebbero le fenestrelle. Di
nari, superiore ed inferiore, cioè questi altari o confessioni sotto i
quella parte di muro che termina quali si venerano i corpi dei prin-
la porta dalla parte di sopra, e cipi degli apostoli, della anticliissi-
quella calchiamo co' piedi ; i
che ma e costante divozione de' fedeli
quali liminari anticamente erano per quanto può riguardare
essi, e di

in tanta venerazione dei gentili, questi trofei del cristianesimo, ne


che vi avevano assegnato un dio parlammo agli articoli Chiksa di
detto linienlino per custode, onde s. Pietro in Vaticano, e Chiesa
i forestieri venendo o partendo DI s. Paolo nella via Ostiense,
salutavano iitrumque lìnieii, onde oltre quanto di tale venerazione
Plauto disse, limen superimi inft- dicemmo in tanti luoghi. E rubri-
rumque salve, simili et vale. In ca che chiunque del clero delle
tutte le basiliche tanto di oriente dette basiliche, e della Lateranense
quanto di occidente, si formaro- per le sacre teste dei ss. Pietro e
no una specie di sotterranei cu- Paolo che sono nel ciborio che so-
biculi, ove si riposero le veneran- vrasta la confessione, passa avanti
de reliquie de'martirl; furono le agli altari maggiori e papali di
tombe medesimi martìri questi
dei dette confessioni, ivi genufletta. Pas-
luoghi sacri, e sopra ad esse si ce- sandosi poi avanti le confessioni
lebrò sempre 1' ostia di salute, se- dagli altri tre lati, cioè da quelli
condo l'antico costume. Tali luo- laterali, e da quello dell' abside,
ghi sotterranei furono chiamati essendo le confessioni isolate, si fa
Crj'plae e Confessio, perchè ivi ap- la semplice riverenza. Che tanto
punto riposavano i confessori in- debbono pur fare lutti i fedeli,
vitti della fede. F". Confessione. Si inclusive al sommo Pontefice, lo di-
chiamarono dagli antichi Cataracta, cemmo al voi. XXIX, p. 2 I del
Confcssionia, Billicum , Foramen, Dizionario. Anticamente quelli che
Fentstrella quelle piccole aperture custodivano ed assistevano alla con-
che facevansi agli altari ed alle fessione della chiesa di s. Pietro,
Cryptae o Confessioni, per vene- formavano un collegio, un corpo,
rale le ossa de'martiri sepolte nel- chiamato ne'bassi tempi Scuola, col
l' inferiore Crypta , dalle quali si suo priore. Di ciò parlammo allar-
calavano V Incenso [Vedi), i veli, lìco\o 31ansiona rio \f''edi). Con bella
i brandei, le chiavi benedette, ed i erudizione si tratta di tali uiiuisUi
224 LIM LIM
nell'opera del cardinal Borgia intito- gnano medesimo, in decretali lib.
lata: Vaticana Conjessio beali Pedi II, n. 62, che rigorosamente par-
principis apostolorum chronologicis landò, con questo vocabolo altro
tani velerumquam recentioruin seri- non debba inteudersi che le chie-
plorum tesiimoniis inlustrala, Rotnae se materiali erette in Roma in o-

1776. 11 Sindone nella sua opera nore de'ss. apostoli Pietro e Paolo.
Allariiun sac. bas. Vaticanae, a Passando ora a parlare della

p. i32 tratta de sacra beati Petri venerazione prestata fino dai tem-
Conftssione, cap. XXV. Da Sisto pi i più rimoti ai sacri limiiii

IV in poi la custodia dell' altare delle basiliche Vaticana ed Ostien-


papale di s. Pietro spetta al cano- se, dedicate ai principi degli apo-
nico Altarista [Fedi). La Conse- stoli e della visita de'sacri liraini
orazione del Pontefice [Vedi), se- ingiunta a'vescovi, incomincieremo
condo l'istituzione di s. Gregorio I, dalla venerazione ai medesimi li-
si fa sull'altare di s. Pietro quan- : mini, e dall'affluenza de'divoti cri-
do il Papa in questa basilica vuol stiaiii da tutte le provincie del
consecrare vescovo qualche cardina- mondo innanzi ad essi,
a pregare
le o prelato, celebra la funzione in che visitaronr)sempre con un pre-
alcuna cappella della medesima chic- sente, in omaggio della loro reli-
sa, come si può vedere all'articolo giosa divozione. Molte sono le o-
Vescovi. Tutlavolta il regnante Pon- pere che trattano di questo punto,
tefice Gregorio XVI nel 1844 agli e tra gli altri il Severano nelle

1 1 febbraio consacrò sull' altare di Memorie sacre delle sette chiese


san Pietro in vescovi i cardinali di Romaj il Piazza wtW Ejftmeri-
Castracane, Polidori , Cagiano e de vaticana^ pei pregi ecclesiasti-
Clarelli ; il primo in vescovo di ci di ogni giorno, e nelsuo San-
Palestrina, il secondo di Tarso in tiiario o Menologio romano j e la
parlibus, il terzo di Senigallia, il maggior parte degli scrittori della
quarto di Montefiascone e Corneto. basilica Vaticana, il cui novero si

]\on è poi molto propria, volendo- legge a p. 2o5 e seg. della De-
si parlare giusta il rito dell'antica scrizione della sacrosanta basilica
disciplina della Chiesa, l'interpreta- Vaticana, Roma 1828 pel Pucci-
zione di che col nome di
quelli nelli. 11 dottore s. Giovanni Cri-
limini degli apostoli intendono la sostomo nel libro intitolato Qnod :

sede apostolica ed il sommo Pon- Christus sii Deus, t. I^ p. 570,


tefice. Van Espen, part. I, tit. i5, n. 9, scrisse: In regia Urbe Ro-
n. 17, fonda questo suo sentimen- ma, niissis alìis omnibus, ad se-

io nella opinione del Fagnano, pulcra piscatoris, et tentorioruni


giudicandola favorevole al suo si- opifìciis accurrunt imperatores, con-
stema. Ma egli non distingue in sules, esercituum duces. Il p. Pie-
qual tempo ed in qual proposi- tro Lazzeri, nella Disquisitione de
io il Fagnano intenda col nome di sacra vetcrum christianonun roma-
sacri limini il sommo pastore della na peregrinatione, prova con varie
Chiesa universale. Se però si con- testimonianze contemporanee, alle

Sideri il vero significato de'limini pag. ^2, 58, 72, che fino dal se-
apostolici secondo il sentimento de- sto secolo era invalso l'uso della pe-
gli antichi canoni, confessa il Fa- nitenza de' eacri pellegrinaggi per
LIM LIM 225
la redenzione de'peccati. Ma il p. tare di s. Pietro le sue armi, la
Mabillon, saec. IV Bened.^ p. 677, corona d'oro ed una croce di ar-
illustrando un passo della vita di gento. Quando Pipino re di Fran-
s. Walfrido, ne assegnò i' introdu- cia ricuperò a Stefano III le terre
zione al secolo settimo, avendone usurpale da Aistulfo re de' longo-
ricavalOj che jani tnni erat per- bardi, e ne donò altre alla Sede
suasuin, indulgenline gratiam con- apostolica, mandò le chiavi di esse
tìgere his, qui leligionis caussa ad a Roma, e le fece porre sul sepol-
limina apostolonim peregrinabantur. cro di s. Pietro , in signum veri et
Anche il monaco Hartmanno nella perpetui dominii. Stefano IV ripro-
vita di s. Wiborada, presso i Bol- vando con lettera il maritaggio del
landisti a' 3 maggio, narra essere figlio di Desiderio re de' longobar-
stata da lei allegata la stessa ragio- di, colla figlia di Pipino, pose la
ne addotta dal re di Danimarca lettera sulla confessione di s. Pietro
e d'Inghilterra Canuto li, per ove celebrò la messa, e pe' suoi le-
condursi a Roma in pellegrinaggio gati fece intimare, che chi avesse
nel 1027 sotto il pontificato di Gio- operato contro ilcontenuto di essa,
vanni XX : questo re nella lettera era allacciato dalla scomunica, e
scritta agli inglesi, presso Malmes- dal regno di Dio escluso. Quattro
bury lib. Il, e. 11, disse loro: Notifico volte Carlo Magno si recò in Ro-
vobis noviler me Romani, ora-
iisse ma, ad vola persolvenda, et oran-
timi prò redemplìone peccatorum dum profecluni est. Allorché egli
meorum. La badessa Eangytli nel- restituì alla Chiesa romana i domi-
Y epist. 38 a san Bonifacio gli nii occupati dai longobardi, e fece
disse: facere volumus,
no'.iim libi le note donazioni con che ampliò
frater Bonifacì, quod multimi tem- il principato del romano Pontefice,
poris Jluxit, ex quo desideriiim ne lasciò 1' autentico documento sul-
habuimuSj siciit plurimi noscunt ex l'altare di s. Pietro, e giurò di
necessariis nostris, et cognatìs, sive mantenere l'atto. A questo principe
alienìs, quo quondam orbis domi- s. Leone III mandò lo Stendardo
nani Romani peteremus, et ibi pec- e le Chiavi di s. Pietro [Vedi), le
catorum nostrorum veniam impe- quali benedette, piene di reliquie e
traremus. Costantino Papa nel 709 della limatura delle Catene di s.
all'altare di s. Pietro ricevè la pro- Pietro [Vedi), dopo essere state sul-
fessione monastica di Coenredo re la di lui tomba, i Papi solevano
dei merciori, e di Offa re de' sassoni donarle ai principi benemeriti del-
orientali, che rinunziato il regno la Chiesa. Avanti questa tomba saa
eransi perciò portati in Roma. Leone III unse e coronò l'impera-
Sotto s. Gregorio lì vi giunse pu- tore d'occidente Carlo Magno, rin-
re Ina re de' sassoni occidentali a novando così l'impero occidentale.
fare altrettanto, rendendo tributario All'articolo Imperatore e Corona-
alla Chiesa romana il suo regno, zione degl' imperatori [Vedi), si di-
mediante l'annuo censo del Denaro chiara che tal funzione deve farsi
dis. Pietro[Fedi). Riuscì a detto Papa e fu fatta presso l'altare del prin-
di piegar l'animo di Luitpraudo re cipe degli apostoli, nella quale ba-
de' longobardi, che minacciava l'ec- silica ha pure luogo la Coronazio-
cidio di Roma, di cousecrare all'ai- ne de' sommi Pontefici [Vedi). Noa
VOL. XXXVIII. i5
7.16 LIM LIM
solo gl'imperatori, ma anco i re, prodotto lutti i passi, in cui ha
furono coronati nella basilica va- trovato indicato soltanto limina bU'
ticana, e s"! gli uni che gli altri silica b. Petri. E noto che chiun-
lasciai'ono sulla tomba magnifici que, sino dalla più remota antichità, J

presenti. Altri principi non poten- veniva a Roma alla visita de' sa- '

do venire di persona ai sacri limi- cri limini, andava a detta basilica,


ni, supplirono con lettere, con am- ed a quella dell'apostolo delle genti
bascerie e con preziosi donativi. s. Paolo. Venanzio Onorio Fortu- |
Narra il Donesmondi nella Istoria nato, che dichiara di avere ricevu-
di Mantova, t. I, p. 224, che la ta una grazia da s. Martino prima

gran contessa Matilde portatasi in dell'anno 56o, nomina precisamen-


Roma nel 1082, dopo aver fatta te la basilica di s. Paolo, parlan-
divotamente orazione a Dio nella do della frequenza de' suoi tempi
chiesa di s. Pietro, con gran rive- alla visita di que' sacri limini, non
renza offrì colle pioprie mani so- meno de' vaticani, ne'suoi versi De
pra r altare di lui, la carta scritta parta Firginis, toni. Il, p. lyS; ove
della donazione, ch'ella spontanea- dice, qiios recipil sacra porta Pe-
mente fece di tutto il suo sfato a tri, quos Janna Pauli. Onde il p.
santa Chiesa. Solevanoquelli ch'erano Lazzeri s' ingannò opponendosi al

calunniati di eresie o altri delitti, giu- giusto parere del p. Teodorico Rui-
stificarsi nella chiesa di s. Pietro con nart nelle note a s. Gregorio di
emettere giuramento sulla confessio- Tours. Poiché s. Gregorio I, 1. 2,
ne: gli spergiuri piìi volle provarono epist. 74 ad Eiisehiutn vescovo di
la divina punizione. Il vescovo di Tessa Ionica, scrisse: Lator praesen-
]\'arni s. Cassio ebbe tanta divozione tium TheodoruSj ecclesiae veslrae
al principe degli apostoli , che dopo lettor, ad ss. Àpostolorimi limina
fatto vescovo, continuò ogni anno veniens Si auteni rursas ad
a recarsi in Roma per la festa di orationeni htic ad sanctos /éposto-
s. Pietro : questo esempio fu imita- los venire volueril. B neW epist. 35,
to da altri vescovi, ed al presente 1. 1 2 ad Desiderium vescovo di
suole effettuarsi da quello di No- Vienna :Pancratins lator praesen-
cera. 11 Papa s. Leone IX dal La- tinnì, ut asserii diaconus, Aposto-
terano tre volte la settimana e a lorunt se liininibus repraesentans, a
piedi scalzi si recava nella basilica nobis noscitur petiisse, ut euni fra-
vaticana, ove si fece portare prima ternitatis veslrae deherenius specia-
di morire, e spirò avanti la confes- liter commendare. L'autore della
sione. Innanzi a questa volle essere vita di s. Romano scrive: che pe-
sepolto Pio VI, secondo il divoto tiit ab episcopo suo licentiani da-
costume de' primi Pontefici , che ri, in Romaniani { non Romagna,
vennero tumulati presso il corpo di ma bensì i paesi che contenevano
s. Pietro. il distretto e le vicinanze di Roma)
Per altro non deve credersi, che transnieare , ubi piis precibus ad
per la visita de' sacri limini s' in- limina ss. Petri et Pauli, et eaete-
tendesse indicata la sola basilica di rortini sanctoruni precibus vacaret.
s. Pietro, come sostiene il p. Laz- Paolo Diacono, De rebus longob. e.
zeri citato, Of" liininihus apostolonini 4, narra che Tlieudo Bajerioruni
pag. 27, avendo perciò raccolto e . genti s duXf or alionis causa, Romani

I
LIM LIM a 27
ad hb. Apostolorum vestigia venil. ficaio di s. Simmaco del 49^, il

Così Wiliibaldo, biografo di s. Bo- (|uale come abbiamo dal Breviario


nifacio aposlolo della Germania ,
Parisiense de' 27 agosto, eum do-
presso il p. Mal/illon, saec. HI Be- mani invilavit, excepit humanissì-
lied, riferisce: Literis edam com- me, et palii dignitate honestavit. S.
mendali tiis ad Umilia Apostolortim, Amando vescovo di TrajettOj nel-
Romam venire tenlavit. S. Audoeno l'anno 627, venne ad limina bb.
vescovo Rotomagense, venuto in Ro- Aposloloruni Petri et Pauli, come
ma per visitare i corpi de' ss. Apo- leggesi in Bollando.
stoli, con molti doni per offrirli a Il Ciampini, Vet. monim. t. I, e.

s. Pietio mentre avanti


, la confes- 22 ,
2o5, riportando
p. versi i

sione faceva orazione bagnando con che Giovanni Vili fece incidere nel-
lacrime il pavimento, esclamò con la porta di s. Paolo, riferisce i due
gran spirito : Exullahnnt sancii in seguenti. Hanc proceres ìntrale, se-
gloria, e sentì rispondersi dai me- nes, j avenesque togati, plibsque sa-
desimi: Laetahiintur in cubilihus crata Dei limina sacra petens. Tra
suis. Il Papa s. Nicolò I deir858 VEpist. summ. Pont. RomaeiSgi,
lìeW epist. Q.O, Carolo glorioso regi p. 296 si trovano
, queste parole
maj'ori, l'esorta ad beatissima ss. scritte dallo stesso Papa ad impe-
Apostolorum prìncipunt Petri et ratorem et imperatricem Apostolo-
Pauli confugere limina. In altra e- rum fautoruni veslrorum limina.
pistola di s. Nicolò I si dice, diim Epist. 1 5, p. 1 5. Gesilberto epi-
de iiniversis mundi partibus creden- scopo Cartensi, ad limina aposto-
tiitm agmina principimi apostolo- lorum Petri et Pauli, per longa
rum liminibus properant; e più dif- itinerum spatia prò ipsius delieti
fusamente nell'ottava ad Michaeltnt abolì tione venire curavit, petere stu-
imp. : tanta millia hominum prote- demus, ut prò amore Dei, et eoruni
clioni et intercessioni bb. Apostolo- ad sacratissimas ecclesias venit; e dì
rum prìncipunt, Petrì et Pauli, ex nuovo allo stesso vescovo ep. 2 5, p.
omnibus Jìnibus terrae properantium 3o8. SS. apostolorum Petri et Pau-
sese quoiidie conferunt, et usane in li ad limina properare. Inoltre nel-

fìnemvita e suae a pud eorum li mi- Tep. 27. Carolo imp. p. 3i4: apo-
na semel mansura proponunt, ut stolorum adiisse limen ab
praeter quo vas e coelo sub-
illud, ipsa b. Petri apostoli patroni vestri
missum, in quo cunctoruni ostensa confessione. Di più nell' ep. 180 al
sunt eidem b. Petro horum omnium vescovo Anselmo p. ^1^, ad limi-
rectori animantium genera, catlioU- na bb. Petri ac Pauli aposfolorunt
cam signat ecclesiam, et etiam ipsa principum. E nell'ep. 247, Sfeuto
sola romanorum urbs, apud quam pulchio corniti p. 469 : ad limina
ejusdem Apostoli corporalìs prae- ss. apostolorum Petri et Pauli. Nel-
sentia sedulo veneratur, ipsius vasis la lettera colla quale Martino IV
cunctas dignoscatur in se contine- esenta l'abbate del monastero Ce-
re universorum animalinm {quae sariense, Bajacen. dioecesis, ut nari
homines intelligunlur spiritaliter) na- leneatur basilicae principis aposto-
tiones. S. Cesareo vescovo d'Arles, lorum limina visitare. Ingolfo mo-
oltre i ss. Ireneo ed Ilario, Limina naco croynlandense essendo venuto
Jpostolorum peliil, sotto il ponti- in Roma da Gerusalemme con altri
238 LI IVI LIM
inglesi io5i, notificò a' suoi
nel gli autori citati da Benedetto XIV
concittadini, secondo che riferisce il nel t. Ili, p. 65 e 218 del Bull.;
Gale, Rerum Jnglican. t. II, p. 74, ed il Cancellieri nella Lettera so-
che ss. apostoloruni Petri et Pauli pra la visita de' sacri limini delle
liniina et copiosissima ss. mariy- basiliche Vaticana ed Ostiense, Ro-
rum monumenta per omnes siatio- ma 182 1 presso il Salviucci.
nes osculati sumus. Racconta l'Us- Quanto alla visita de'sacri" limi-
pergense presso il Baronie, all' an- ni ingiunta ai cardinali, ai vesco-
no 1 1 16, n. 6, che Pasquale II his, vi, ai vicari apostolici, benché noa
qui propter concilium et animaruni insigniti di dignità vescovile, ma
suaruni remedium, apostolorum li- che abbiano amministrazione di
mina visitarent, qui de capitalibus chiese; ed agli abbati, preposti,
poenitentiam agerent, quadraginta priori secolari e regolari che han-
dieruni poenitentiam indulsit; come no giurisdizione quasi vescovile, e
notò pure l'Amortj De origine, prò- territorio separato cioè nullius dioe-
gressu, valore ac fructu indulgen- cesis di prima classe, incominciere-
tiaruni p. 178. Gregorio IX accor- mo da quanto la santa Sede pre-
dò a tutti coloro che avrebbono vi- scrisse neirVIII secolo. Il Papa s.
sitata la nuova basilica da lui eret- Zaccaria nel concilio romano del
ta in Asisi ad onore di s. Fran- 743, col can. 4. pubblicò un de-
cesco, le stesse indulgenze che si creto con cui obbligò tutti i ve-
lucravano da quelli che andavano scovi all'ordinazione della Sede a-
alla visita de' sacri limini de' ss. A- postolica subordinati, acciocché
postoli, come si legge nelle bolle debbano negl'idi di maggio, o co-
Mirificans misericordia, e Speravi- me altri leggono, circa gli idi di
nius hacienus. Eonifacio Vili ve- questo mese, presentarsi in Roma
dendo che alia fine del secolo XIII alla visita de'limini de'ss. Apostoli.
Teniva in Roraa grandissimo e Questa medesima costituzione è
straordinario numero di pellegrini, inserita nel decreto di Graziano,
per la tradizione che venerandovi in Decret. dist. 98, sebbene essa
i corpi de' principi degli apostoli si attribuisce in primo luogo al
ogni cento anni, si guadagnava l'in- Pontefice s. Anacleto del io3, il

dulgenza plenaria , ristabilì questa quale terminò e dedicò il tempio


pia consuetudine, assegnando il nu- o oratorio, che sul sepolcro del
mero delle visite alle basiliche di principe degli apostoli avea comin-
s. Pietro e di
s. Paolo per lucrar- ciato mentre era prete. I critici
la. Clemente VI poi vi aggiunse la non convenendo che s. Anacleto
visita della basilica Lateranense , e ordinasse ai vescovi, che ogni an-
Gregorio XI quella della basilica no venissero in Roma ad liniina
Liberiana, f^. Anxo santo. Sulla ve- Apostolorum j ed attribuendo l'o-
nerazione prestata dai fedeli ai sa- rigine di tal decreto a s. Zaccaria,
cri limini delle basiliche Vaticana si possono leggere il Labbe', Con-
ed Ostiense, si possono inoltre con- dì, t. VII; il Bull, basii. Fatic.
sultare : il p. Giacomo Gretsero, De t. I, p. 1 1 ; il p. Catalani, Coni-
sacris peregrinationibuSj t. IV, lib. vient. in Pont. Rom. tom. I, De
2 ; il p. Gio. Crisostomo Trom- consecr. episcop. tit. i3, § 9, n. 9.
belli, De culla sancLorum t. I, p. 2; Il Fagnano inerendo al sentimento

à
LIM LIM 229
di GrazianOj non solo vi riconosce gè, ed il motivo ragionevolissimo
l'autorità di s. Anacleto, ma crede in cui essa era fondata, giacché
inoltre, che questa legge sia stata aggiunge s. Gregorio I : ut ei, ex
stabilita medesimi apostoli
dai : cuj'us largitale pastores sunt, gra-
quasi che anco nel primo secolo tiaruni actiones solvanl. Il carat-
della Chiesa si trovasse già eretto tere e r autorità episcopale, cosi
iltempio in cui non solo i fedeli, richiedono; e ragion vuole, che
ma ancora vescovi si trasferissero,
i siccome dal principe degli aposto-
come avvenne in quello edificato li, capo e primo Pontefice della
dall'imperatore Costantino il Gran- Chiesa di Gesù Cristo, si comuni-
de. Dice il decreto di s. Zaccaria : ca à'vescovi la giurisdizione che
Juxta sanclorum patrum et cano- godono di padri e di pastori, co-
nutn statuta, omnes episcopi, qui sìdebbono nel giorno festivo di
hujus Àposiolicae sedis ordinalioni questo santo presentarsi al di lui
subj'acebunt, qui propinqui sunt, sepolcro per contrassegno d' osse-
annue idibus maii sanctoruni prìn- quio, e insieme di ringraziamento.
cipuni aposloloruni Petri et Pauli Quindi non è meraviglia se i ze-
liminìbus praesententur . Dunque lanti Pontefici e padri della Chie-
si rileva da questo decreto ch'esso sa, al rigore del precetto da essi
non fu una legge introdotta circa stabilito, hanno poi aggiunta ai
la mela dell'ottavo secolo in cui vescovi una nuova legge più pre-
fiori s. Zaccaria, ma era già stata cisa e più particolare, con obbli-
prescritta ne' tempi e canoni an- garli a farne solenne promessa, ed
tecedenti. Il Pontefice s. Gregorio a registrarla di pioprio carattere,
I, in più luoghi delle sue lettere dando connuova sicurezzaciò
fa menzione di una somigliante della loro obbedienza. Questo atto
obbligazione, la quale astringeva i di nuova obbligazione fu chiama-
vescovi a portarsi in Pioma per to chirografo.
celebrarvi il giorno natalizio del- Gli antichi rituali non solo fan-
l'apostolo s. Pietro ; ma special- no menzione di questo chirografo,
rnente in quella scritta a Pie- ma eziandio ne riferiscono il te-
tro suddiacono, nella quale cosi nore, ed i capi delle promesse che
parla, presso il citato Bull. Val. in esso si contenevano. Uno di
p. 4- '^i ^os (intende i vescovi) questi, che si legge in Diurn. Rom.
convenire necesse est, in h. Petri Pont. tit.
7 , era il seguente. Pro-
apostoloruni principis nataleni con- mitto me eliani ad nataleni Apo-
veniant. Potrebbe alcuno credere, stolorwn, si nulla necessitas inipe-
che questo comando tragga la sua dieritjannis singulis venturum.
origine da questo Papa ; ma con- Questa obbligazione é uniforme al
viene credeilo molto più antico, costume introdotto nella Chiesa,
poiché s. Paolino sino dal quarto prima ancora dell'epoca di s. Gre-
secolo chiama questo costume non gorio I, come si é detto. Anche
già nuovo e recente, ma solenne, s. mentovato decreto
Zaccaria nel
vale a dire comunemente osserva- parla del chirografo, e dopo aver
to, e perciò da lungo tempo in- proposta a' vescovi la necessità
trodotto. Dal che si raccoglie l'an- della visita de'sacri limini da far>i
tichissima istituzione di questa leg- ogni anno, parlando di que'vesco-
23o LIM LIM
vi che abitano in lontani paesi, rocche o fosse determinata questa
soggiunge Qui vero de longinguo,
: visita nella festa di s. Pietro, ov-
fiixta chirographuin siiurn inipleant. vero senza limitazione di giorno
Siccome la legge che da questo fosse prescritta dentro il corso
Pontefice si prescrive è ristretta dell'anno, il rito è il medesimo, e
alla visita de' limini generalmente, la venerazione dovuta alle basiliche
senza determinare, o il giorno fe- de'ss. Apostoli non ha ricevuto al-
stivo di s. Pietro, o altro tempo, cun detrimento, quanto alla so-
può credersi che il chirografo di stanza, non ostante che nella cir-

pui egli fa menzione, abbia corre- costanza del tempo abbia per po-
lazione a questo precetto. In fatti co variato la disciplina.
la formola della promessa registra- Con qual rigore ed esattezza sia
ta nel secondo libro delle decreta- sfato osservato il decreto di s.

li,che deve giurarsi dal vescovo Zaccaria, lo dimostra una lettera


in proposito della visita de' limini, del zelante Pontefice san Grego-
è adattata non solo allo spirito, rio VII scritta all' arcivescovo di
ma anche alla lettera del decreto Piouen presso il lib. lX,epist. i. Egli
di s. Zaccaria, essendo concepito lo rimprovera acremente per ave-
cosV. Apostoloruni Umilia singulis x'e omessa la visita de'sacri limini,

annis aut per me, ant per certuni e rinnova il rimprovero anche
nuncinni visitabo. Dal che facilmen- contro di lui sulTraganei rei del
i

te s'intende che questo Pontefice medesimo mancamento. Gli esorta


esentò dalla visita personale i ve- tutti ad emendare la colpa, ed
scovi concedendo loro
piii rimotij intima loro pene gravissime, qual-
la facoltà di poter soddisfare a ora in avvenire ricadano in tali
questa obbligazione anco col mez- mancanze. Da ciò che do-
rilevasi
zo altrui. Dalla varietà de'chiro- po trecent'anni il decreto di s. Zac-

grafi, e dalla diversità de'termini caria era in pieno vigore, ed i


co'quali parlano s. Gregorio I e vescovi fuori d'Italia erano tenuti
5. Zaccaria ,
può congetturarsi che ad esattamente osservarlo. Neil' e-
il precetto ingiunto ai vescovi di pist. 74 poi che s. Gregorio VII
venire a Roma in occasione della scrisse a Demetrio re de' russi, ed
festa di s. Pietro, siasi cangiato nel- alla regina sua sposa, gli disse :

la visita da farsi ogni


de'limini Filma vester liniina aposloloruni
anno, senza determinazione di tem- visitans ad nos venit j et quadre-
po, lasciandosi all'arbitrio de' vesco- gnum illud dono s. Petri per ma-
vi eleggersi nel corso dell' anno nus nostras vellet obtinere, eident
quel tempo, ch'essi giudicato aves- b. Pelro apostoloruni princìpi de-
sero più opportuno. Questo senti- bita Jidelilale exhibita devotis pre-
mento non
espressione della quale
solo concilia la diversa
si sono ser-
cibus posiulavit.
pio uso ne' secoli
Pare che questo
successivi fosse
^
vili i romani Pontefici, e la va- dai vescovi trascurato, lo che mos-
rietà de' chirografi co' quali i ve- se il Papa Sisto V a pubblicare
scovi hanno confermate le loro la bolla Romanus Pontifex, de'20
promesse; ma inoltredimostra es- dicembre i585, Bull. Rem. t. IV,
sere antichissima 1' osservanza di par. IV, p. 173. In essa si dolse
visitare i limini apostolici. Impe- della mancanza di alcuni vescovi

i
1

LIM LIM 23
nel visitare i sacri limini, ed a- la slessa visita colla suddetta in-
scrisse a questo inconveniente, co- dividuale proporzione ogni tanti

me ad una delle principali cagio- anni. Inoltre Sisto V comandò,


ni, quelle molte calamità e disav- che ciascim vescovo nell'essere con-
venture, dalle quali era allora op- secrato, o nel ricevere il pullio se
presso il cristianesimo. Quindi per sono arcivescovi, dovesse giurare
richiamare alla primiera osservanza l'osservanza di questa bolla, e ri-
una materia di tanto rilievo, sta- chiamando in vigore gli antichi
bilì die tutti i vescovi dei mondo chirografi, impose gravi pene ai

cattolico sieno tenuti alla visita trasgressori, come la sospensione


de'sacri limini o sepolcri de' ss, dell'ingresso nella chiesa, e (juella
Pietro e Paolo, ed a prestare ob- della amministrazione spirituale e

bedienza al vicario vivente in ter- temporale, non che del godimento


ra di Gesù Cristo ; però moderan- de'frutti. Veggasi l^annalista Spon-
do gli antichi canoni determinò dano all'anno i585; e Sidone e
con qualche distinzione e propor- Martinetti, Della sacr. basilica dì
zione, secondo la lontananza o vi- s. Pietro, lib. I, p. 107. Questa
cinanza da Roma, il tempo in cui bolla non ha in mira unicamente
dovevano recarvisi. Ai più vicini la venuta de' vescovi in Roma a
prescrisse il termine di tre anni, prestare obbedienza al sommo Pon-
agli altri di quattro, di cinque e tefice, ma dal contesto rilevasi es-
anco di dieci anni, quando la lo- sere stata in primo luogo inculca-
ro residenza fosse nelle più rimote ta la visita de' templi materiali
parti dei mondo. Cioè ai vescovi de'principi degli apostoli. Il Fa-
d'Italia e delle isole adiacenti, or- gnano giudica essere stato prescrit-
dinò Sisto V che dovessero com- to ai vescovi l'accesso in Roma
parire ognuno in Roma il terzo per tre cagioni, cioè per visitare i

anno, non dopo la loro ordinazio- sacri limini, per prestar ossequio
ne o possesso, ma sibbene dal ed obbedienza al Papa, e per in-
giorno in cui fu emanata questa formarlo altresì dello stato delle
bolla; che dalla Germania, dalla loro chiese e diocesi. Va osserva-
Francia, dalla Spagna, dall'Unghe- to che allorquando sette Pontefici
ria, dall'Inghilterra, e dalle altre risiederono io Avignone, i vescovi
Provincie diEuropa, di qua dal della Francia principalmente non
mare Germanico e Baltico, .e da cessarono di portarsi in Roma
a
tutte le isole del mare Mediterra- venerare i sacri limini. Dai regi-
neo, dovessero venire nel quarto stri dell'archivio apostolico si ha
anno che dalle più remote regio-
; una lettera d'Innocenzo VI, colla
ni d'Europa, dai lidi dell' Africa, quale raccomandò ai canonici va-
di qua dai continente del nuovo ticani Raimondo vescovo di Ro-
mondo o America, dovessero por- dez, che portavasi in Roma per
tarsi nell'anno quinto; che dall'A- visitar i limini del principe degli
sia e dalle altre regioni orientali, apostoli, acciò fosse benignamente
meridionali , occidentali e setten- licevuto e cortesemente trattato.
trionali, e da tutto il rimanente Sisto V a' 3 dello stesso mese di
del mondo, giungessero in Roma dicembre i585 avea pubblicato al-
nell'anno decimo, replicando tutti tra bolla, PostquatUj loco citato, p.
, ,

s3a LIM LIM


279, in cui dispose ottime provvi- D. N., ne illos obslringat; «ed po-
denze riguardanti cardinali ; tra i tius benigne declaret non teneri hu-
esse ordinò che i prelati asijjnti da jusmodi onus subire, cum sitit quo-
Roma si debbano creare cardinali tidie in conspectu Sanctitatis suae ".
con l'espressa condizione, che sie- Ma Paolo Vche allora regnava
no tutti obbligati dentro l'anno di come si legge al lib. XIX de' me-
recarsi in Roma per visitare i santi moriali, presso detta congregazione,
limini dei beati Apostoli, e che a- pag. 887, non volle emanare questa
vanti di ricevere il berrettino ros- dichiarazione; » sed dìxit, ne vel-
so, dovessero giurare il prescritto ie se illis id oneris imponere si alias

dalla bolla e quindi eseguirlo, al- non teneantur, verum expedire, si-

trimenti si stimino privati della di- bique piacere ut et ipsi constitu-


gnità cardinalizia. Prima di pubbli- tiouem observent ". Clemente XI
care tale bolla voleva Sisto V pri- con suo breve, Epist. Brev. t. II,
vare del cardinalato Giorgio Dra- p. 176, avvisò nel 17 12 il patriar-
scovizio per non essersi portato in ca de' caldei, che i vescovi esistenti
Roma entro Tanno, ad onta delle nelle parti degli infedeli non erano
preghiere dell' imperatore Rodolfo obbligati per la bolla di Sisto V
JI, che supplicò il Papa di dilazio- a visitare personalmente i sacri li-

ne per aver bisogno dell'opera del mini, ma


potevano supplirvi per
cardinale, come viceré d'Ungheria: un procuratore da essi deputato,
iTienlre il cardinale nel i58B si com' egli lo esortava a fare con ,

avviava a Roma per umiliarsi ai inviare pel medesimo alla congre-


sacri limini e prendere il cappello gazione di propaganda fide lo stato
cardinalizio, morì in Presburgo. Do- spirituale della sua chiesa. Clemen-
po la pubblicazione della bolla Si- te XII nella sua costituzione. Pa-
sto V voleva egualmente deporre storale, qf/icium, al § 9 , dichiarò
dalla dignità di cardinale Giovan- essere tenuti anche i cardinali ve-
ni Mendoza spagnuolo, se il sacro scovi suburbicari alla osservanza
collegio non avesse fatto conside- della bolla di Sisto V, » nec non re-

rare al Pontefice, che il termine lationem status earumdem ecclesia-


di un anno si poteva intendere, rurt» et dioecesium, quibus praesunt fl
non dalla creazione ma dal giura- ipsi Pontifici juxta constitutionem
mento del nuovo cardinale quin- ;
sa. me. Sixli P. V praedecessoris
di spedi un corriere a Giovanni quoque nostri, quae incipit Roma'
iniòrmandolo della pontificia deter- nus Pontiffx, exhibire ". Benedetto
niinazione, onde il cardinale si re- XlII introdusse la benedizione dei
cò prontamente in Roma. Intorno sacri PalLii [Fedi), dopo il vespero
ai cardinali suburbicari, nella con- pontificale per la festa de' ss. Pie-
gregazione del concilio si agitò la tro e Paolo nella basilica vaticana;
questione, se fossero tenuti a visi- e Benedetto XI V determinò il rito
tare i sacri limini e presentare al di tenerli in detta chiesa avanti la
sommo Pontefice la relazione dello tomba del principe degli apostoli
stalo delle chiese alla pastorale lo- sotto la custodia del prefetto delle mk
ro cura aflldate , laonde la sacra ceremouie pontificie (/^. Maestro
congregazione a' 16 gennaio i6i6 DELLE CEREMONIE PONTIFICIE), C del
lescrissc. » Agendum esse cum Ss.mo canonico AUarisla, al modo del-
,

LIM LIM 233


to al suo articolo. Lo stesso Be- e vicari apostolici insigniti di ca-
netìetto XIV nel 1740 a' 28 no- rattere vescovile, tutti soggetti alla
vembre, colle bolle Qitod sancta sacra Congregazione di propaganda
Sardicensis , presso il suo Bolla- Jide i^Vedi), sono pure essi tenuti
rio lom. I, pag. ig, e Ad san- a fare la visita ad liniina de- : si

cta, pure de' 2 3 novembre, Bull. vono però da questa eccettuare i


Maga. t. XVI, p. II, non solo con- soli vescovi orientali, giacché i pa-
fermò la bolla di Sisto V con pre- triarchi sono obbligati di recarsi
cetto di sospensione a tutti quei ogni decennio a Pioma per tale vi-
•vescovi che non si portavano nei sita, ma sono ad essa suppliti per
tempi determinali ad liniina apo- mezzo del loro procuratore. Hanno
slolorum ma estese questa visita
, quindi l'obbligo di mandare le re-
a tutti gii abbati, priori ,
preposti lazioni dello stato delle loro diocesi
secolari e regolari, e prelati che luoghi di loro giurisdizione, noo
hanno giurisdizione quasi vescovile solo i suddetti patriarchi, arcive-
e territorio separato con giurisdi- scovi, vescovi e vicari apostolici
zione, comprensivamente ai vicari non però i vescovi orientali, ma
apostolici : prescrisse la visita di ti'e ancora i prefetti delle rispettive
in tre anni ai prelati d'Italia, e di missioni, chi ogni anno e chi ogni
cinque in cinque anni ai prelati cinque anni, a seconda delle loro
oltramontani. Dispose ancora, che distanze da Roma. Rilasciano l'at-
in questa visita dovessero rendere testato della visita fatta alle due
conto esatto dello stato spirituale patriarcali basiliche di s. Pietro e
e temporale delle loro diocesi, e del di s. Paolo, nella prima il canoni-

gregge alla loro cura commesso, co altarista, nella seconda l'abbate


per ricevere le istruzioni di cui a- benedettino, o per esso il suo vi-
vesserò bisogno, e della relazione cario. P'. L' Amydeno, De pielate
delle loro chiese ne prescrisse la romana p. 146, cap. II. De iuni-
formola, come meglio dicemmo al- niini Aposloloruin, aliarumque ec-
l' articolo Congregazione del con- clt'siariwi perenni, et sedala visita'
cilio, deputata ad esaminare tali iione.
relazioni, a vegliare sull'adempi- LIMININO (s.), martire. Soffer-
mento della visita eoa ad liiiìina, se inAlvergna, con molti altri con-
facoltà di dispensare o prorogare fessori di Cristo, verso l'anno 01,66.

secondo i casi. La detta formola 1 suoi atti, che esistevano ai tempi

era stala già prescritta dal concilio di s. Gregorio di Tours, non sono
romano del lyaS, e riportata nel- pervenuti sino a noi. La sua festa
l'appendice del medesimo concilio. è posta ai 29 di marzOj e quella
Noteremo, che secondo la costitu- della traslazione delle sue reliquie
zione di Benedetto XIV, i vescovi ai 1 3 di maggio.
che hanno l'amministrazione di più LIMIRA, Lymira. Sede vesco-
diocesi devono fare la relazione del- vile della provincia di Licia, nel-
lo stato d'ognuna, e fare la visita l'esarcato d'Asia, sotto la metropoli
de' sacri limini tante volte quante di Mira, eretta nel V secolo. Era
sono le chiese che governano, an- Limira sul fiu-
situata la città di
corché sieno cardinali e cardinali , me Limira o Limiro da cui prese
suburbicaii. Quanto poi ai vescovi il nome. Molle Notizie fanno men-
234 LIM LIM
zione di questa città, nella quale due cantoni sulla riva destra della
morì Caio Cesare ritornando dal- Vienna, distante venti leghe da
l'oriente in Italia. Furono vescovi Poitiers e settantasei da Pari£;i. È
di Limira, Diatimo di cui parla s. residenza di una corte reale, di tri-
Basilio nell'epist. 43 ad Anfiloco bunali di prima istanza e commer-
d'Iconio; Lupicinio che assistette al cio.Vi sono pure le direzioni del
primo concilio generale di Costan- demanio delle contribuzioni, la
,

tinopoli Stefano che fu al conci-


; conservazione delle ipoteche, la ca-
lio di Calcedonia , e sottoscrisse la mera consultiva di manifatture, la
lettera della sua provincia all' im- società i-eale di agricoltura, scienze
peratore Leone ; Teodoro che tro- ed arti, l'università, il collegio rea-
vossi al quinto concilio generale; le Questa gran città è
e la zecca.
Leone al settimo, e Niceforo a quel- eretta sopra una collina, da dove
lo di Fozio. Oriens christ. t. I, p. si gode di una vista deliziosa sul
972. Limira, Lymiren, al presente corso sinuoso della Vienna e sul
è un titolo vescovile in parlibusj suo delizioso vallone. Vi si osser-
sotto 1 arcivescovato pure in parti- vano ancora molte strade strette
bus di Mira, che conferisce la san- e ripide, piccole piazze, e case in
ta Sede. Il Pupa regnante Grego- legno partendo dal primo piano,
rio XVI a' 28 luglio 1837 fece le più antiche sono di pietra,
vescovo di Limira o Limirense, e colle facciate all' inglese e le fine-
coadiutore del vicario apostolico del stre ad arco appuntito; ma da un
distretto orientale di Scozia, mon- altro lato strade nuove larghe ,

signor Giacomo Gillis. e a dritta linea , nuovi baluardi,


LIMNEO (s.), solitario, discepo- una bella piazza, quella di Orsey
lo di s. Talassio, ambedue contem- formata suU' antico anfiteatro, al-
poranei di Teodoreto vescovo di cune belle case e fontane numerose
Ciro, nella cui diocesi viveano. S. cangiarono del tutto l' aspetto che
Talassio dimorava in una caverna tempo addietro offriva questa cit-
appartata , occultando agli occhi tà antica. Vi si ammira il pub-
degli uomini la sua santità. Li- blico palazzo, èdifizio moderno,
ni neo si rese celebre per avere l'episcopio co' suoi belli giardini ^k
operato molte guarigioni miracolo- sulle rive della Vienna, e la cat- ^"
se. Esso venne spesso assalito da tedrale, uno de'bei monumenti di
violenti coliche e da altre infermi- gotica architettura del secolo XIII.
tà che sofferiva con eroica pazien- Limoges possiede molti ospedali e
ta, senza impiegare per liberarsene bagni pubblici, un circolo lettera-
alcun soccorso. Non lasciava entra- rio, un teatro , tre biblioteche
re nel suo recinto che Teodoreto pubbliche, una borsa, una scuola
suo vescovo, non parlando mai agli di disegno ed una di commercio,
altri che da una finestra. La me- un gabinetto di fisica, un monte
moria di questi due santi solitari di pietà, una casa centrale di de-
è onorata a' 22 di febbraio. tenzione con officine di lavoro,
LIMOGES (Lemovicen). Città un museo di storia naturale e di
con residenza vescovile in Francia, antichità, un conservatorio di og-
capoluogo del dipartimento del- getti d'arti e meccanica, un se-
l'Alta-Vienna, di circondario e di menzaio reale, e molte società di
LIM LIM 235
beneficenza. Sonovi molle fabbri- menti di questa epoca ; i suoi an-
che, massime di l'oicellana, la lichi templi, le arene ed i bastioni
quale ivi per la prima volta fu scomparvero del tutto, non restan-
fabbricata in Francia. La posizione do ben conservato che un bello
di Limoges, cui fauno capo diverse acquedotto sotterraneo, che forni-
principali strade, rende il suo sce abbondantemente la fontana
commercio assai importante. E pa- di Aigoultne, situata ne! luogo
tiia di Clemente \l, d' Innocenzo più allo della città. Sidonio A-
VI, di Urbano V, o almeno oriun- pollinare dice che molto sofferse
do, di Gregorio XI, di diversi car- dalle guerre in tempi diversi. Nel
dinali, del p. Onorato di s. Ma- quinto secolo Limoges cadde in
ria caririelitano scalzo, dolio scrit- potere de'visigoti, quindi de'fran-
tore, del ministro di sialo Silhouet- chi, che la saccheggiarono. In pro-
te, di La Pieine autore de'mi- gresso cangiò sì spesso di padrone,
gliori stabilimenti di polizia a Pa- e fu tante volte devastata sino
rigi, del poeta Dorai, di Enrico all'anno i36o, epoca della sua
Fr.mcesco d'Aguesseau celebre cau- cessione agli inglesi pel trattato
celliere di Francia, di Marmon- di Bretigny , che sembra quasi
tei dell' accademia francese, e di impossibile abbia dessa resistilo a
altri illustri personaggi e venera- tante sciagure. Fu riacquistata alla
bili servi di Dio. Francia nel 1871 da Bertrando
Questa città capitale dell'antico du Guesclin, indi cadde in potere
Limosino, è antichissima. Sembra es- del principe di Galles che la pre-
sere stata la città principale dei /fmo- se d'assalto pochi anni dopo. la
vidi, popolo gaulese, che abitava seguito i francesi se ne impadro-
questa contrada all'arrivo di Giulio nirono di nuovo, e venne riunita
Cesare, pretendendo alcuni che sia definitivamente alla corona di Fi'an-
stata fabbricata appunto da un eia sotto Carlo V. La città di
principe della Gallia, che le diede Limoges ebbe anche dei visconti
il suo nome: egli la trovò grande ereditari, come lo erano del Li-
e popolosa. Tolomeo gli dà per mosino, e che sono menzionati in
antico nome gaulese quello di diverse cai te del secolo IX. Nel
Jiastialuniy ma questo fu cangiato gennaio i8i4, allorquando il Pa-
sotto i romani nell'altro di Augii- pa Pio VII, sotto il nome di ve-
slorilum, e più tardi prese quelli scovo d'Imola, si portò da Fon-
ài Lemovicitm, Lemovica, Lemovici- tainebleau a Savona, da Orleans
na, o Lemovìx, da cui derivò poscia proseguì il cammino per la Ferté,

ilpiù moderno nome di Limoges. la Motte, Saibris ivi ripiegò il :

Esistono ancora alcuni monumen- passo verso Limoges, e circa do-


ti comprovanti che questa città dici miglia distante dalla città, in
sia di origine gaulese, e fra gli un luogo così detto la Casa rossa,
altri un sotterraneo di 4^7 '^s<^ i' Pontefice rinvenne il clero, e
di lunghezza, che incominciando monsignor Maria Gianfìlippo du
nel luogo ove fu costrutto Tanfi- Bourg di Tolosa, che nel 1802
teatro, termina alla Vienna. Fu avea fatto vescovo di Limoges, il
assai florida sotto i romani, ma quale genuflesso protestò la invio-
conservo pochi avanzi dei monu- labile sua fedeltà verso la santa
7

236 LIM LIM


Sede, ed esclamò: Tu es Petrus, nel 1822 Paolo Gaston de
Gio.
et super liane petrarn aedificaho Pins di Castres, traslato da Beziers;
Ecclesia ni nieam, et portae inferi nel 1825
Prospero Tournefort
non praevalebunt adversus eam. Avignone, fatto ai
della diocesi di
Il Papa rispose: est de fide, e be- 2 r marzo da Leone XII. Per sua
nedì il vescovo, il clero ed i li- morte, il Papa che regna Grego-
mosini. rio XVI, nel concistoro de' 1

La sede vescovile di Limoges fu giugno 1844 pi'econizzò l'attuale


eretta nel secondo o terzo secolo, vescovo monsignor Bernardo Buis-
e fatta suffraganea della metropoli sas di Tolosa, già canonico arcipre-
di Bordeaux, di cui lo è tuttora. te di quella metropolitana. Prima
Il primo vescovo di Limoges fu il vescovo di Limoges era signore
s. Marziale, apostolo dell' Aquita- delle castellanie di Alezat. In tem-
ria, che fu spedito da Roma nel- po di sede vacante il visconte di
le Gallie a predicarvi il vangelo Comborn percepiva le rendite di
verso l'anno 25o. Nel pontificato quelle castellanie, e ne faceva am-
di Giovanni XIX detto XX in- ministrare la giustizia, senza che
sorse la controversia fra i liinoge- vi fosse luogo a diritto di regalia.
si e i parigini, se s. Marziale do- La chiesa cattedrale è dedicata a
vesse chiamarsi soltanto confessore, Dio sotto l'invocazione di s. Stefa-
come contendevano i primi, o a- no protomartire. Il capitolo si
postolo come volevano i secondi. Il compone di otto canonici, senza
Papa colla costituzione Ad pasio- dignità: nelle feste gli alunni del
ralein, presso il Bull. Rom. t. 1, seminario sono inservienti alla

p. 340, e nella Raccolta de'concilii divina offiziatura. Prima il capito-


del Coleti, t. XI, col. 554^, decise lo aveva tre dignità, veutotto ca-
a favore de' parigini, ed inoltre nonici, e dieciotto semi-prebendati.
fabbricò un bell'altare nella basi- Il canonico arciprete è il parroco
lica vaticana a s. Marziale. Suc- della cattedrale, ove è il battiste-
cessero a s. Marziale, s. Aureliano, rio. Il palazzo vescovileè annesso
Ebulo, Attico, Ermogeniano, s. alla cattedrale, ed è un ampio e-
Sacerdote, Adelfio,
però della Gallia
ec.
Christiana,
Gli autori
di-
difìzio. Nella città vi sono inoltre
tre altre chiese parrocchiali muni- I
cono che non si può asserire nul- te del sacro fonte, diverse case
la di certo relativamente a questi religiose e confraternite; l'ospedale,
primi vescovi di Limoges. Si no- il monte di pietà, un gran semi-
mina anche Dativo qiial sesto ve- nario, essendovene altro piccolo
scovo di Limoges, che venne de- nella diocesi. Questa comprende i
posto dopo diecinove anni di ve- dipartimenti dell' Alta Vienna e
scovato, in tempo della persecuzio- della Creuse. In passato compren-
ne di Diocleziano. Pvelia GaWa deva pilli di seicento parrocchie ;

Christiana è riportata la serie dei in oggi non ne conta che cinquan-


vescovi di Limoges, e nelle an- tacinque, con trecentoventolto chie-
nuali Notizie di Roma sono regi- se sussidiarie e trentasei vicariati.
strati i vescovi del secolo passato Prima nel 1789 conteneva altresì
e del corrente. Il nominato vesco- tredici capitoli e ventotto abbazie:
vo du Bours ebbe a successori : in Limoges eranvi quattro abba-
LIM LIM 237
zie, cioè di s. Marziale, occupata condo la tradizione del paese Io
dai benedettini ; di s. Agostino faceva discendente dalla stirpe di
della congregazione di s, IVJauro ; Abramo, parente di s. Pietro e
di s. Martino egualmente di be- di s. Stefano, e lo diceva ordinato
nedettini; e i' abbazia detta della vescovo da Gesù Cristo. Questa
Regola, che apparteneva alle mo- storia era stata composta sotto il
nache benedettine, fondate da Lo- nome di Aureliano suo discepolo,
dovico I Pio. Ad ogni nuovo ve- e in oggi è riconosciuta del tutto
scovo i frutti della mensa sono apocrifa. Vennero poi fatti dei
tassati nei libri della camera apo- regolamenti sulla disciplina eccle-
stolica in fiorini 370. siastica. Fu stabilita, come in al-
tri, la tregua di Dio. Dicesi che
Concini di Limoges. quelli che non vollero sottomet-
lervisi furono percossi dall'infermi-
II primo fu tenuto neir848, e tà degli ardenti, vale a dire di
venne in esso accordata la regola un fuoco che divorava loro le vi-

ai canonici secolari di s. Marziale, scere. Vi pronunziò una scoaut-


si

Arduino t. II. nioa terribile contro quelli che


Il secondo nel C)q4- "O" conservassero la pace e la
Il terzo nel 1028 o icìg. Vi giustizia, come prescriveva il con-
fu deciso che s. Marziale fosse a- cilio. Diz. de concilii j Reg. t. XXY ;

postolo. DIz. de' concila. Labbé t. IX; Arduino t. VI.


Il quarto nel io3i, a' 18 no- 11 quinto concilio ebbe luogo
vembre. Lo presiedette Aimone nel io52 sopra l'ordinazione d'un
arcivescovo di Lione, assistito da vescovo. Labbé t. IX.
nove vescovi. Vi si agitò la que- Il sesto neliogS, convocato dal

stione, come nel piecedente, se do- Papa Urbano li, che a'3o novem-
vevasi dare a s. Marziale vescovo bre da Clermont era partito per
di Limoges il titolo di apostolo, Limoges. Ivi pure il Pontefice
ovvero semplicemente quello di trattò della crociata contro i sa-
confessorej e confermato il
fugli raceni, e depose dal vescovato il

titolo di apostolo dato già a quel vescovo , accusato e convinto di


santo dai limosini. Si citarono gli più delitti. Labbé t. X ; Arduino
atti di s. Marziale, ch'erano igno- t. VI.
ti sino al secolo X, e dai critici II settimo nel 1182, presieduto
riguardati come apocrifi, ma in dal cardinal Enrico, legato della
quei tempi credevano verissimi,
si santa Stde a Limoges.
Niente meno essi dicevano che s. LIMOSA NI. Città piccola e ve-
Marziale era stato battezzato da scovile nel regno delle due Sicilie,
s. Pietro, e ch'egli avea ricevuto nella provincia del Sannio, sulla
lo Spirilo Santo insieme cogli riva sinistra del Biferno, distante
apostoli nella Pentecoste, mentre trenta miglia da Benevento. Ha due
nella sua vita composta da s. chiese, due conventi di religiosi,

Gregorio di Tours, è detto che ed un ospedale. Fu anticamente


fiorì verso l'anno 2 5o. Il fonda- sede d'un vescovo, che poi fu u-
mento dell' opinione dell'apostola- nita alla metropoli di Benevento
to era una certa storia, che se- di cui era sulfragauea. L' Ughelli
238 LIN LIN
ntW Italia sacra t. X, p. \^^^ re- Icglie alnord di Messico, e novan-
gislradue vescovi : Gregorio mo- ta da Durango.
naco Monte Cassino,
di clie sedeva La sede vescovile, ad istanza di
nel Ilio; ed Ugiisio del ii32. Callo III re di Spagna, fu eretta
Pompeo Sarnelli nelle Memorie da Pio VI nel 1777, nella pro-
degli arcÌK'escovi di Bene^'ento, dice vincia allora di Maracaibo, collo
cbe la città di Limosani fu foiula- smembramento dell'arcivescovato di
ta dalla nobile famiglia Fantasia s. Fede, e del vescovato di Carac-
beneventana. Conferma cbe la se- cas o s. Giacomo di Benezuela,
de era suffiaganea di Benevento, » quali erano troppo estesi. La se-
e cb'ebbe due nominati vescovi;
i de la dichiarò suffraganea della
il secondo però lo cbiama Ugo- met|'opoli del Messico, di cui lo è
ne. Dice cbe al governo spiri- ancora. Per primo vescovo, Pio
tuale delle anime successe un ar- VI preconizzò nel concistoro de'28
ciprete. settembre 1778, fr. Antonio di
LIMOSINA, Eleenio^yna. V. E- Gesù da Sacedon nella diocesi di
lEMosiivA, Elemosiniere, Elemosi- Cuenca, minore osservante scalzo,
niere DEL Papa, e Poveri. il quale ebbe seguenti successori.
i

LINARES o LEONE NUOVO Nel 1782 fr. Raffaele Giuseppe


(De Linares). Città con residenza Verger minore osservante di San-
vescovile nell'America settentriona- taiiy diocesi di Majorica. Nel 1791
le, nello slato del Nuovo-Leone, del- Andrea Ambrogio de Llanos -y-
la confederazione Messicana. È una Valdes di Xeres diocesi di Guada-
piccola città, posta in arido terre- laxara. Nel 1801 Primo Feliciano
no non lungi dalla sinistra riva Marin di Tamaron diocesi di Burgos.
del Tigre, ove stanziano principal- Nel 18 17 Giuseppe Ignazio de A-
mente possessori
i di numerose ranciva di Lequicizio diocesi di
mandrie di bestiami, attesa la co- Calahorra. Il Papa regnante Gre-
modità dei pingui pascoli vicini. gorio XVI nel concistoro de' 28
Contiene più di duemila abitanti, febbraio i83i preconizzò vescovo
ed è distante diecisette le°be dal monsignor Giuseppe di Gesù de
capoluogo dello stato, cioè Monte Bealunzeran minore riformato; e
Rey. Questa città di non grande per sua rinunzia in quello dei 3o
estensione, ma molto regolnimente gennaio i843 dichiarò a succe-
fabbricata, giace in riva al Tigre. dergli l'odierno monsignor Salva-
Fu fondata nel i -'>99, ed ivi ven- tore Apodaca di Guadalxara, già
ne eretta la cattedrale, e due cbie- pai'roco.
se di elegante aicliitettura, oltre La cattedrale, di antica strutta*
r edifizio del seminario. Nei din- ra, è nella città di Monte-Rey; ivi
torni trovansi miniere d'oro, d'ar- è la parrocchia, amministrata da
gento e di piombo. Il suo com- un prete deputato, ed il battisterio.
mercio si va progressivamente ac- Il capitolo si compone di tre di-
crescendo, e vi risiede la corte di gnità, la prima delle quali è il

giustizia per gli stati di Nuovo- decano, di alcuni canonici , e dì


Leon, di Cohabuila e di Tamau- venti ecclesiastici pel divino servi-
lipas. Conta più di undicimila a- gio. L' episcopio è contiguo alla
bitanti, ed è distante centosettanta cattedrale. Nella città vi sono due
LIN LIN 23r)

conventi di francescani , uno cioè rìecollinitm, antichissima città, offre


<l'o.sservanti, l' altro di cappuccini, una gran quantità di vestigia di
l'ospedale ed il seminario con cir- monumenti sassoni normanni ,
e
ca trenta alunni. Vastissima è la che attestano il suo remoto splen-
diocesi, che si estende per mille dore. Vi si osservano ancora gli

cinquecento leghe quadrate, e con- avanzi del castello fortificalo, che


tiene più luoghi , e trecentomi- Guglielmo I il Conquistatore vi fe-

la abitanti. Ogni nuovo vescovo è ce costruire; questa città era allo-


tassato ne' libri della camera apo- ra una delle più ricche e popo-
stolica in fiorini trentatre, ascen- lose dell' Inghilterra. Molto soffiì
dendo le rendite della mensa a nelle guerre civili. E anche cono-
circa ventimila scudi. sciuta nelle storie per essere stata
LINCOLN, Lincolnia. Città ve- la dimora di qualche re di Mer-
scovile d' Inghilterra , capoluogo cia , e perchè i bretoni sotto il

della contea di Lincoln-Shire, divi- loro re Arturo discacciarono i sas-

sione di Lindsey, distante quaranta- soni. Tronside


vi scacciò pure i
tre leghe da Londra , bellamente danesi, che avevano saccheggiata.
1'

situata sulla sommità di una ripi- JNelle sue vicinanze l'anno i i4o
da collina , alla riva sinistra del avvenne una battaglia fra la im-
Witham. In generale non è ben peratrice Matilde, ed il re Stefano,
fabbricata, tranne alcune belle ca- che fu allora fatto prigioniero. En-
se. Questa città, divisa in alta e rico III ebbe una più prospera sor-
in ha una superba cattedra-
bassa, te allorché s' impadronì di Lincoln
le posta sopra un' eminenza, ed il 19 maggio 1217, quantunque
undici altre chiese ; un gran nu- gli stati del regno la difendessero,
mero di cappelle pei cattolici, e sotto il comando del principe Lui-
pei ballisti indipendenti, i calvini- gi, che si vide obbligato di ritirar-
sti ed i metodisti ; molte scuole, si a Londra, e poco tempo dopo in

un teatro, ed un bel silo per le Francia. Fu patria di diversi uo-


corse di cavalli. Si osserva soprat- mini illustri come di s. Ugo di
,

tutto la cattedrale , ediflzio fonda- Lincoln martire.


lo nel 1086, poi rifabbricalo nel Remigio vescovo di Dorchester,
I ^83; essa è sormontata da tre torri, trasferì quivi la sua sede vescovile
una delle quali s'innalza a trecen- verso Tantio 1000, epoca che Com-
to piedi prima della pretesa ri-
: manville protrae al lO'jS ; indi vi
forma era una delle più icche chie- 1 fabbricò la cattedrale , dedicandola
se de! regno. Possiede ancora una alla Beata Vergine ed a tutti i
ricca biblioteca, una bella prigione santi, la quale venne poscia ma-
della contea ed altra della città, gnificamente rifabbricata nell'anno
un ospedale della contea vantag- II23, dal vescovo Alessandro, che
giosamente situato, ed un arsenale. ne aumentò anche le prebende.
II commercio, benché favorito da Prima della pretesa riforma la
vari corsi d' acqua navigabili, che chiesa vescovile di Lincoln, suffia-
, aprono facili comunicazioni col ma- ganea della metropoli di Cantorbe-
re del nord e col Treni, è poco ry, era una delle più ricche d'In-
importante. ghilterra. 11 primo vescovo fu il
Lincoln, Lindum, Lincolnia^ Liti- nominato Remigio, già monaco di
24o LIN LIN
Feschamps, che oltre la cattedrale Ltngadopia o Lincopin. Città ve-
edificò due monasteri. Fra i suoi scovile della Svezia nell'Ostrogozia,
successori si distinsero particolar- la cui sede fu eretta nelI'VIil se-
mente il memorato Alessandro ,
colo sotto la metropoli d' Upsala.
che fu vescovo dal i23 al i i47 i • Il primo vescovo si vuole che fos-
fu inviato a Roma due volte, dove se s. Eriberto che predicò la fede
si distinse per la sua saviezza e nella regione nell'anno 716. Ni-
dottrina. Il Papa lo nominò suo cola Anglico, legato del Pontefice
legato in Inghilterra , dove tenne Eugenio III, vi celebrò un concilio
un concilio per la riforma dei co- nel I 148, per erigere il vescovato
stumi. Roberto di Chesney, suc- di Lunden in arcivescovato. Lahbé
cessore di Alessandro, fondò il prio- t. IX Arduino t. VI.
;

rato di s. Caterina presso Londra, LINDA NOGuglielmo. Nacque


e mori nel i 167. S. Ugo o tigo- a Dordrecht in Olanda nel i5i5',
ne, già priore della certosa di Wi- fece i suoi studi a Lovanio, dove
lliam, che Enrico II re d' Inghil- fu licenziato in teologia nel i552,
terra nel 1186 fece eleggere in dopo essere stato a Parigi a per-
"vescovo dal decano e capitolo del- fezionarsi nello studio della lingua
la morì nel 1200 a
cattedrale: greca ed ebraica. Dipoi fu per tre
Londra, mentre stavasi per aprire anni professore di sacra Scrittura
un concilio a Lincoln, ove fu por- a Dilingen, ed in seguito inquisi-
tato il suo corpo, ed Onorio 111 tore delia fede contro gli eretici
lo canonizzò nel 1220. Roberto nell'Olanda e nella Frisia. Filippo
Grout-Head, o grossa testa, celebre II lo nominò al vescovato di Ru-
per la sua erudizione e per le al- remonda, dal quale nel i588 fu
tre qualità del suo spirito, nominato trasferito a quello di Gand, e mori
vescovo nel i2 35, mori nel i2 53. in detto anno a'4 novembre nell'età
Riccardo Flemming eletto nel i4^o, di sessantatre anni. Fu uno dei
fece abbruciare nel (4^5 il cor- più insigni prelati e dei più abili
po dell' eresiarca VViclef indi nel , scrittori del secolo XVI, essendo
i43o fondò nell'università d' Ox- pur tenuto per uno de'controversi-
ford il collegio di Lincoln. Giovan- sti di primo ordine. Egli era dot-

ni Russel vescovo dal 1480 al to in antiquaria , in teologia, ia


1490 , si distinse assai per pietà, morale; versato nella lettura dei
saviezza, erudizione ed esperienza
, padri e de'concilii; avea inoltre
negli affari. Guglielmo Smith dal elevato ingegno, forza di ragiona-
1495Ì al i5i3; fondò un ospedale mento, e stile vibrato. Abbiamo di
per dieci poveri, ed una scuola per lui le seguenti opere, i. Panoplia
l'istruzione de' fanciulli. Tommaso evangelica. 2. Tre libri intorno al-
Watson o Wtitston , dottore in la miglior maniera d' interpretare
teologia , consecrato vescovo nel la sacra Scrittura. 3. Tre libri di
iSSy; ma poco dopo
fu scacciato Stromati in difésa del concilio di
per ordine del parlamento d' lu- Trento, 4- ^1 dialogo intitolato:
ghilterra, per aver costantemente Dubitantius, sull' origine delle sette
ricusato di acconsentire alla sedi- del suo tempo. 5. Dialogo sulla
cente riforma. tranquillità dell' anima. 6. Della
LINCOPING o LINDROEPING, vera Chiesa contro quelli di Vit-
LIN LIN 24'
tenaberga, 7. Apologetico per la ebbe anche il titolo di citta. Si ve-
concordia della Chiesa cattolica con- dono in vicinanza le rovine di un
tro la confessione Augustana. 8. monastero fondato dal re Oswaldo
La concoidia discordante, e confu- nel 635, che ne fece la sede del
tazione della pretesa concordia dei vescovato di Lindisfarne sotto la

luterani e sacramentari, g. Sul metropoli di York. Il monasteio


voto della continenza, e sul celiba- divenne celebre , ma avendolo di-
to de' preti, io. Difesa della pre- strutto i danesi, la sede vescovile
senza reale del Corpo vivo di Cri- fu trasferita a Durhara. Sulla ba-
sto nell'Eucaristia. 11. L'aquilone ia dell'isola evvi un piccolo porto,
mistico. 1 2. Esortazione agli olan- e sopra una montagna assai scosce-
desi per richiamarli alla Chiesa. sa si trova un castello fortificato

i3. Uno scritto sulla fuga degl'idoli, con una guarnigione. Essendo l' i-
e contro i nuovi dommi evangelici. sola stata anticamente il soggior-
i4- Confutazione della confessione no di molti santi ed illustri mo-
di Anversa, e l'apologia di questo naci e solitari, le venne perciò il
scritto in fiammingo. i5. Un trat- nome che porta presentemente, il
tato contro chi mangia carne in quale significa Isola santa.
quaresima. 16. Laberinto cristiano; LINGUA, lingua. Membro eh' tt

catechismo ; metodo pei* confessar- nella bocca, ed uno degli strumen-


si ; lo specchio sacerdotale ; l'anti- ti del formare la voce e del par-
co salterio purgato dagli errori, e lare. Idioma, linguaggio, favella. La

illustrato col testo ebraico. 17. voce si qualifica per quel suono
Parafrasi dei trenta primi salmi, prodotto colla bocca, e modulato
dei sette salmi penitenziali, e del dalla lingua per manifestare ed e-
salmo CXVIIL 18. Costituzioni spriraere qualche affetto, parola,
sinodali ; discorso contro le srego- vocabolo, suono di stromento da fia-
latezze del clero. 19. Molti ser- to, ec. De Cerando, nel suo li-
moni, ed altre opere inedite. bro Dei segni e dell' arie di pen-
LINDiSFARNE o LLNDIFFARN, sare^ richiama l'attenzione de'leggi-
Lindisfarnia . Isola e sede vesco- tori su quella mirabile facoltà che

le del mare del nord, chiamata l'uomo possiede di produrre o d'i-


pure Holy-Island, sulla costa o- mitare tutti suoni che vengono
i

rientale dell'Inghilterra. Dipende da a colpire il suo orecchio, e su quella


quella porzione della contea di Dur- ch'egli ha di udire e di discernere
ham, che si chiama Island-Shire, e tutti i suoni ch'escono dalla sua boc-
che trovasi rinchiusa fra la contea ca. Allorché, dic'egli, si studiano le

di Northuroberland ed il territo- intime relazioni stabilite tra l'orga-


rio di BerAvick. E vicino tanto al- no della voce e quello dell' udito,
la costa, che i cavalli e le vettu- e si osserva la corrispondenza delle
re possono passarvi a bassa ma- leggi alle quali que'due organi so-
rea. Un ruscello chiamato Lindis no sommessi, non si può trat-
stati

che scorre verso il sud, la fece tenersi dal credere o dall' immagi-
chiamare un tempo col nome di nare che la natura gli abbia spe-
Lì'ndisfarne. Il principale villaggio cialmente destinati a divenir il mez-
sta sulla costa sud-ovest; fu un zo ordinario di quelle comunicazio-
tempo molto più considerabile, ed ni sociali che esercitare debbono un
VOI. xxxvin. 16
,

242 LTN LIN


I
sì grande uffizio nello sviluppameli- essere slato da principio somma- I
to delle nostre facollà inlellelliiaii. mente rozzo, sterile ed equivoco,
Il vantaggio che ha l' orecchio di cosicché gli uomini dovevano tro-
non essere abitualmente distratto varsi continuamente imbarazzati per
ed occupalo, come lo è la vista, da- farsi intendere gli uni dagli altri,
gli oggetti che ne circondano, il van- qualora ad essi presentavasi qualche
taggio che ha la voce di poter emet- nuova idea o qualche caso straor-
tere i suoi suoni, senza farci ab- dinario. Ma la natura li condusse
bandonare i nostri ordinari la- a prevenire que' difetti, aggiungen-
da noi alcu-
vori, e senza esigere do alle parole segniconvenevoli e
no sforzo o alcun apparato ester- significativi. In conseguenza la con-

no; quella varietà quasi infinita versazione nei primi secoli del mon-
di modificazioni, di cui trovansi do forse fu sostenuta da un discor-
suscettibili i suoni; il piacere che so frammischiato di parole e di a-
quasi sempre accompagna le im- zioni.L'uso ed il costume, come ac-
pressioni cagionano in noi ;
che cade nella maggior parte delle altre
quella facilità che noi abbiamo di cose della vita umana, cangiarono
farci intendere da quelli che non col lasso del tempo in ornamento
possono vederci ; mille circostanze di quello che dovuto era alla sola ne-
questa natura dovettero determinare cessità; ma la pratica dovette an-
la preferenza che in tutti tempi e in i cora per lungo tempo sussistere
tutti i paesi fu data all' arfe della dopo che cessata era la neces-
parola per la comunicazione ordi- sità ; e questo singolarmente do-
naria de' pensieri. La parola e 1'
u- vette aver luogo tra gli orientali, il

dito non sarebbero stati per noi di di cui carattere naturalmente si ac-
presso che alcuna utilità, se conse- comodava ad una forma di conver-
crate non l'avessimo a produrre e a sazione, che esercitava fortemente la
riconoscere i segni del pensiero e del loro vivacità col movimento, e la
discorso; rivestili l'uno e l'allro appagava sovente con una rappre-
di questo uffizio, lasciano gli altri sentazione perpetua d'immagini sen-
nostri sensi liberi di occuparsi nel- sibili. La sacra Scrittura ci som-
le loro vtTfrpOrtanti funzioni. In que- ministra più esempi di questa sorte
sto modo mentre l'occhio e il tat- di conversazioni e di discorsi espres-
to osservano e studiano, l'udito e la si per mezzo di azioni, e n'è piena
parola raccolgono gli avvisi che deb- altresì l' All'articolo O-
antichità.
bono dirigerli, e trasmettono le i- spizio DELLAMadonna degli Angeli,
struzioni che hanno raccolte. Men- parleremo dello stabilimento uma-
tre quelli ci pongono in relazione nissimo de'sordo-muti.
colla natura materiale e fisica Inoltre la parola //«g-Mrjj prenden-
questi formano la catena che ci dosi per la lingua materiale che è l'or-
imisce alla natura morale ed in- gano del parlare, o per il linguaggio
telligente, idea che ci è stata otti- che si parla, si disputa molto sulla
mamente espressa in alcune allego- lingua presa in questo secondo senso,
rie degli antichi. Warburton dice, vale a dire per il linguaggio. Avvi
che se giudicar si dee dai monu- una lingua naturale all'uomo? Dio
menti degli antichi e dalla natu- è egli l'autore della prima lingua,
ra della cosa, il linguaggio deve e la diede egli ad Adamo per iiifu-
LIN LIN 243
sione? Questa lingua sussiste ancora, fu preso uno cui si fece quanto
e quale è ilessa ? Da che provenne la si potè per insegnargli a parlare, ma
moltiplicità delle lingue, e quante se senza alcun successo, quantunque!
ne furmarono alla confusione di Ea- medici afferniassero non aver egli
bele? L'uomo ha certi suoni, certi se- alcun difetto nella lingua. L'uomo
gni, certi movimenti naturali per in- non ha dunque una lingua natura-
dicare la gioia, il piacere, il dolore, i le, e bisogna riconoscere Dio non so-

dcsiderii e le altre passioni, ma non lamente qual creatore dell'universo


ha lingua nalin-ale. Se gli uomini a- che egli con un tratto della sua on-
vessero una lingua che loro fosse nipotenza tolse dal nulla, ma come
naturale, tulli la parlerebbero, od l'autore altresì della lingua del pri-
ahneno essi avrebbero una grande mo uomo, che egli creò in uno
inclinazione e grandi disposizioni stato perfetto ed atto per conseguen-
a parlare, e ne resterebbero mol- za ad esprimere tosto i propri pen-
te tracce fra i diversi popoli del sieii e le proprie sensazioni. La
mondo : i fanciulli abbandonati , Scrittura lo indica bastantemente,
esposti, sordi ,
parlerebbero una mostrandoci Adamo che parla col-
siffatta lingua. Tultociò è smen- la suacompagna Eva, e che asse-
tito dall' esperienza ; si tralasci di gna nomi a tutte le cose, in un
parlare ad un bambino, egli non tempo in cui non avea potuto aver
parlerà mai alcuna lingua cono* l'agio di formare una lingua. Dio
sciuta o sconosciuta. II Sarnelli nel stesso parlò ad Adamo cui presen-
t. X delle LcU. eccl. ci dà la lelt. tò gli animali acciò li chiamasse
XXXVII: Del clono delle lingue, e con un nome dunque Dio è l'au-;

se il nato sordo possa imparare a tore del linguaggio. Le speculazio-


pai Racconta con Erodoto l'è-
lare. ni de'moderni filosofi sul modo on-
sperimento che Psammetico re di de gli uomini poterono formailo,
Egitto fece con due fanciulli, che non solo sono contrarie al rispetto
non trattando con veruno, pronun- dovuto alla rivelazione, ma sono un
ziarono la parola frigia beccos, che composto di visioni, che Lattanzio
avevano imparata dal belar delle già confutava nel IV secolo, Divin.
pecore loro nutrici. Ed Meno-
il p. inslit. I. 6, e. io. Basta aver buon
chio che riporta il medesimo fat- senso, dic'egli, per conoscere che non
to, dice esser ciò conforme alla dot- vi furono mai uomini usciti dall'in-
trina di Aristotile, il quale nel prò- fanzia e che fossero uniti senza a-
blema 27, sez, II, tiene che nessun ver l'uso della parola: Dio che non
bambino proferisca voce articolata, voleva che l'uomo fosse un bruto,
se non ad imitazione di quelle vo- si degnò di parlargli e d'istruirlo
ci che sono entrale pegli orec-
gli al momento stesso che lo creò,
chi. Si narra, che Melabdin Eche- Ma quale era mai la prima lin-
bas re dell' Indoslan, avendo fatto gua che Dio diede ad Adamo? (jo-
allevare lungi dal consorzio degli rope Becan, x\q\\' Origin. Antnerp. \.

uomini un fanciullo, questo rimase 5, p.SSg, sostiene seriamente che era


sempre privo della facoltà di par- la fiamminga ; e quasi tutte le lin-
lare. Nel 1661 in Polonia si rin- gue di oriente aspirano a questo o-
vennero due fanciulli novenni in nore. Ma la maggior parte de'cri-
mezzo ad un branco di orsi ; ne tici danno la preferenza all'ebraica,
244 LIN LIN
benché molti fra di essi credono un tratto fatto dimenticare a tutti

nello stesso tempo che questa lin- gli uomini la loro propria lingua,
gua, quale noi la vediamo presen- per darne ad essi delle altre affatto
temente nella Bibbia, e quale era nuove; o se confondendo le loro i- ;

al tempo di Mosè, non è la lingua dee egli abbia posto nelle loro boc-
primitiva nella sua purezza. Le lin- che diversi dialetti della prima lin-
gue orientali in molta parte sono gua, che rimase intatta m alcune
derivate dall'ebraica, ed i pivi anti- famiglie soltanto ; o finalmente se

chi libri del mondo sono stati scrit- Dio avendo permesso che entrasse
ti nella medesima lingua. La sua la discordia fra gli uomini, e che

concisione, semplicità, energia, mae- quelli si separassero, la loro sepa-


stà, e l'etimologia dei nomi de'pri- razione abbia causato il cambia-
mi uomini che trovansi naturalmen- mento della lingua, in conseguenza

te in questa lingua; i nomi di ani- della lontananza de' luoghi e della


mali che sono significativi nella lin- mancanza di commercio. Queste di-

gua ebraica, e che indicano la na- verse opinioni hanno ciascuna i loro
tura, la proprietà degli animali stes- sostenitori, ma l'ultima ripugna al-

si, tutti questi caratteri riuniti for- le parole della Scrittura. Quanto
mano un' opinione favorevolissi- al numero delle lingue che forma-
ma per la sua preminenza e per ronsi all'atto della confusione di Ba-
la sua eccellenza. La moltiplici- bele, nulla vi è di più incerto. Mol-
tà delle lingue provenne dalla con- ti fra gli antichi le fanno ammon-
fusione di Babele, cioè dalla con- tare a settanta, altri a settantadue,
fusione della lingua degli uomini che altri a seltantacinque ; s. Paciano
edificavano per ordine di Nembrod vescovo di Barcellona ne annovera
figlio di Chus la torre, per garan- centoventi; ma vi sono alcuni che
tirsi da un nuovo diluvio univer- appena ne contano venti, altri do-
sale, e mettersi anche in posizione dici, ed altri, che non sono da se-

di vendicare contro Dio stesso la guirsi, le riducono a tre. Eusebio

morte dei suoi antenati causata dal Scaligero ed altri dicono che la
diluvio, al dire di GiosefFo, Aiiliquit. confusione delle lingue accadde nel-
1. I, e. 5. La Scrittura dice soltan- l'anno i8oo circa del mondo e
to, che gli uomini per rendere il 22o4 anni prima della nascita di
loro nome famoso, vollero erigere Gesù Cristo ; da questo fatto ebbe
una città, ed una torre la cui som- principio la divisione ed origine delle
mità si elevasse fino al cielo; che nazioni. Lo sviluppo e divisione del-
il Signore conoscendo il loro dise- le genti può vedersi con iscelta e-

gno, confuse la loro lingua, e fu- rudizioue presso il p. Kircher ge-


rono costretti a disperdersi ed ab- suita, nella tavola cronografica. Tur-
bandonare la loro impresa. Genesi ris Bahel, sect. HI, p. Ili, cap. XIII,
XI, 4^ ^> ^' ^^- ^^^' discrepanza lib. II, fino al XVII inclusi vamente.

di opinioni intorno al modo con Il Martinetti, Collezione classica


cui avvenne siffatta famosa confusio- delle anlichità ec. t. I, p. 3o4,
ne, in cui gli uomini non poteva- coli' autorità del p. Kircher dichia-
no più intendersi fra di loro, e sul ra inesatti i cronologi che lo han-
numero che vi si for-
delle lingue no preceduto , e pone il fatto
marono. Si dubita se Dio abbia ad dellci confusione degli idiomi, negli
LIN LIN 245
iìjnni del mondo igSi, dell'età di « Hi sunt filli Cham in cognationi-

Noè 876, e dopo 276. il diluvio bus et linguis et generationibus,


jl p. Kircher gran
propone la terrisque et genlibus suis ". Il p.
questione, in qual modo accadde Kircher, quanto al numero delle
la confusione delle lingue, se per lingue ispirate, dopo varie opinio-
istantanea moltiplicazione, o per ni dottamente esaminate, opina che
divisione di famiglie, e dopo aver fossero settantadue, anche per l'au-
riferito molti pareri, soggiunge. torità de'padri, fra'quali di s. Pro-
Vico br^viter, inductani pvinium di' spero d' Aquitania che disse In. :

i'iuiUis omnibus fami liis oblivia-


in eunideni nunieruni fere onines anti-
ncni nadvae linguae, idest hebrai- qui conveniunt. Il p. Kircher ne dà
cae, praelerquain in Heber et PhU' ragione, e fa l'analisi di tali lingue
Icg, in quibus illa inviolala per- con isquisita erudizione. Nota il
viansit , tuni insertam infasamque citato Sarnelli, che la lingua ebrai-
jìOi'am linguani omnibus Janiiliis, ca di Abramo restò nel solo Eber
prout olini infusa fuerat Adamo e ne'suoi posteri, insieme colla vera
et uxori ejusy adeo ut Ulani non fede, religione e pietà; negli altri
fìiinus haberent in promplu, quam rimasero gli stessi elementi della
si cani cuni nutricis lacte didicis- prima lingua, ma altrimenti com-
sent. Cii'ca il modo e l'esecuzione, jjinali, eh' è propriamente l'effetto
può dirsi che gli angeli vi abhia- della confusione. Aggiunge, che in
po contribui|.o, come quelli che questa confusione, Iddio fece di
sono stati sovente i ministri delia nuovo le lingue matrici solamente
divina giustizia; laonde secondo O- e le infuse agli uomini, e da que-
jigene poterono gli angeli contri- ste poi sono derivate le altre. Gos»
buire a questo mediante
castigo r ebraica fu madre della siriaca,
l'ordine che suppouesi ingiunto da caldaica ed araba; la latina della
Dio. Venite, descmdanius, et con- italiana , della vallaca , francese,
fundamu^ ibi linguapi eprum. Di spagnuola; la greca della dorica,
questo parere è s. Epifanio. Non è ionica, eolica ed attica ; la schia-
poi riceyuta opinione , secondo il vona della polacca, boema, russa ;
il Martinetti, che le lingue fossero la germanica dell'elvetica, sassone,
moltiplicate senz'ordine, e tra per- inglese ; la tartarica della turchesca,
sone di una stessa famiglia e tri- sarcomanìca ; e l'abissina dell'etio-
bbi; poiché la comune opinione si pica, sabea, ec. Il p. Menochio
è, che Dio provvidentissimo distri- nelle sue Stuore, centuria III, trat-
buì le lingue secondo le famiglie ta al cap. LXXI : Quante lingue
e le cognazioni, non già qhe dalla fossero introdotte di nuovo in queir
casuale unione di persone che in- la confusione dei fabbricatori della
tendessero la stessa lingua, nasces- torre di Babel. Su questo punto si

sero nuove famiglie. E ciò inse- possono consultare il p. Calmet nella


gna Mosè quando tratta de' figli dissertazione sulla confusione delle
di Jafet, dicendo. « Ab bis divisae lingue; e Penaver nella raccolta di
5unt insulae gentium in regionibus osservazioni antiche sull'origine del-
guis, unusquisque secundum lin- le lingue. Nel voi. XII degli An-
guam suam et familias suas in na- nali delle scienze religiose di mons.
|ionibus suis ". Così dei figli di Cham, de Luca, a p. 171 è riparlala la
246 LIN LliX
Disseriazione sopra l'epoca della di Cristo ec. stampate nel 1778,
prima origine Un-
e varietà delle il quale scrisse contro Domenico
^tie del dottor Giambernardo de Dlutliiti, che dopo il Vossio che
Rossi contro Vitringa. ne .ivea detto alcuna cosa contro
Meuochio inoltre, nella cen-
Il p. Ricard Simon, ch'erasi assunto di
turiaVII discorre al cap. VII : dimostrare nella sua opera: De
Che lingua parlano i beali nel Christo graece loquente ec. 1 7 67,
paradiso. Riportando le diverse o« die il linguaggio nativo di Cristo
pinioni, gli uni dicono la lingua e degli apostoli fu greco, ossia el-
greca; altri la latina che si usa lenistico, cioè greco misto talvol-
nel culto de'divini ufiici nella Chie- ta di Confutando le
Siro-caldaico.
sa militante , nella maggior parte rngioni del il de Rossi
Diodati,
d'Europa, nelle Indie tanto orien- dimostra nella dissertazione I, che
tali che occidentali ed in alcune , dall'età degli Assamonei sino a quel-
parti dell'Asia e dell'Africa; altri la di Cristo, regnò nella Palestina
la lingua ebraica. Il medesimo p. il linguaggio siro-caldeo, né potè
Menochio nella centuria IV di- questo mutarsi nei greco: 1. per-
chiara al cap. XXVIII: Che lingua chè non furono mai nella Pale-
parleranno li beali nel cielo, e che stina introdotte tali e tante e per

lingua parlò Cristo in terra, e par- sì lungo tempo colonie greche, che
ticolarmente se in qualche occa- vi potessero render comune e pa-
sione parlò in lingua latina. Anche trio il greco linguaggio; 2. perchè
in questo capitolo riporta testimo- nella Palestina fu grande lo stabi-
nianze ed erudizieni in favore del- limento e concorso degli ebrei cal-
le lingue greca, latina ed ebraica. daizzanti; 3. perchè palestini erano i

Quanto al dubbio se Gesù Cristo tenacissimi nel conservare il proprio

abbia talvolta parlato latino, pro- idioma perchè anzi gli ebrei
; 4-
va quanto i romani erano tenaci palestini avevano grande avversione
nel parlare la lingua latina ancor- al greco ; 5. all'opposto nudrivano

ché sapessero lu greca, ciò che di- una grande affezione e stima al
cemmo ancor noi all'articolo La- caldeo ed al siriaco; 6. finalmen-
zio, parlando dell'idioma latino. E te perchè grande si era la did'e-
siccome al tempo della predicazione l'enza del greco dal siro-caldeo ,

del Redentore, in Gerusalemme ove poca l'affinità. Che se in quella


molto egli conversò eranvi molti stagione alcuni re greci dominaro-
soldati romani, e la corte di Pila- no in Palestina, domina ora pure
to presidente della Giudea, slima in molle cillà d'Italia l'imperatore A
probabile che Gesù parlasse o ri- d'Austria, e gl'italiani conservano »
spondesse ad alcuni di essi colla patria la lingua italica. Se alcuni
lingua latina. Il p. ab. Biagi ca- de'palestini in quell' età scrissero
maldolese, annotatore del Bergier, in greco, anche molti italiani scri-
nell'articolo: Lingua di Cristo e vono in latino ed altre lingue. Se
degli Jpostoli, dice che la que- gli ebrei ellenisti e greci, abitanti
stione
dagli
agitata su questa materia principalmente fuori della Giudea, M
eruditi, la crede terminata avevano di que'tempi incominciato
ila Giambernardo de Rossi colle a leggere la versione dei settanta;
JPisserlazioni della lingua propria gli altri ebrei però continuamente
LIN LIN 247
si querelavaDO che i loro codici cioè nella lingua allora nativa «le-
ebraici veri ed incorrotti non fos- gli ebrei. Per la lingua che parla-
sero letti dagli ebrei. Gli ebrei va Gesù Cristo, quando cìrcuibat
palestini erano alTezionatissiaii al docens.... et praedicans regnimi
lesto loro ebreo, né troppo amare coelorum, ecco quel che scrive il
potevano la versione dei settanta p. Perrone gesuita, Praelect. theO'
da quello talora discorde. £ apocri- log. t. VI, p. 186, tract. De Eucha-
fo il libeicolo attribuito a s. Tom- ristia. Quid si adderelut Chrisluru
niaso, ove comparisce Zaccheo mae- Doininum minime lingua syra (co-
slro di scuola che insegna a Gesù me ammette monsignor Weiseman
fanciullo r alfabeto greco ; ed in nelle sue Horae syriacae) aut sy
un codice arabico di Sike si dice rochnldaica usuni pecu- esse, sed
altrettanto. Questa narrazione fu Ilari dialecto hierosolymitana min.'
iuteipolata in un codice da un ara- cupata, quae eadeni est cuni lin-
bo, the finse essere dal maestro inse- gua rabbinica.'* Rem porro ita se
guata la sua lingua araba a Cristo, habere patet ex, etc ut o-
II nome di questi era l'ebraico stendit ci. Drach in opera: Inscri-
Messia, quelli degli apostoli sono ptions hebra'ùjuCy 2. edit., Romae
tutti presso che ebrei o siro-caldei. i83i. Questa dissertazione fu tra-
Sulle parole siro-caldee , ebree e dotta in italiano, ed inserita nel
caldee dette da Gesù, a lungo ra- tora. II del testo della Bibbia di
gìona il de Rossi contro Diodati. Milano.
Cristo parlò in lingua ebraica, os- Il dono delle lingue è una gra-
sia siro caldea, quando prodigiosa* zia che Dio comparle ad un indi-
mente converti l'Apostolo; citò più viduo, quando gli dà per miracolo
volte de' testi dell'antico Testamen- e senza bisogno di studio la cono-
to, non giusta la versione greca scenza e l' uso di una lingua che
dei settanta, ma giusta l'originale egli nun sa ; in maniera che esso
ebraico. Le ragioni però che mos- o l' intende o la parla, ovvero la
sero gli evangelisti a scrivere in intende e la parla nel tempo istes-

greco, essendo allora vastissima la so. Lo Spirito Santo discendendo


nazione greca, consigliarono i me- sugli apostoli nel giorno di Pen-
desimi a citare i testi del vecchio lecoste, loro accordò dono delle
il

Testamento secondo i settanta. Mol- lingue che si sparse sopra un gran


ti scrittori attestano scritto in si- numero di altri fedeli, e che sus-
ro-caldeo il vangelo di s. Matteo, sisteva ancora nella Chiesa a' tem-
quindi non è meraviglia se il tra- pi di s. Ireneo, come egli attesta
dottore greco v' abbia tolte le e- nel lib. V, e. 6. Nel di della Pen-
spressioni caldaico -sire. S. Girola- lecoste, una delle tre principali fe-
nio però chiaramente dice, che s. ste dell'anno, celebriamo la discesa
Matteo nel citare i testi del vec- miracolosa dello Spiwto Santo sopra
caio Testamento usò sempre del gli apostoli e discepoli, cioè quan-
testo ebraico; ed il de Rossi ne do nel cenacolo in forma di tante
porta gli esempi. S. Paolo per di- lingue di fuoco si posò sopra cia-
fendere sé stesso accusato dagli e- scuno di quelli che ivi erano pre-
brei palestini di grecismo, rispose senti, e celebriamo la promulgazio-
loro in ebraico o in siro-caldaico, ne dell'evangelio e lo stabilimento
248 LIN LIN
della legge di Gesù disio. Lo Spi- miraculo Pentecostali t. II; Dissero
lilo Santo apparve sotto la forma talionuni in loca quaedam novi Te-
di tante lingue di fuoco, per figura stamenti ^ Amstelodarai lySa; e
dei lume che ricevettero apo-
gli Gottofredo Tilio, Dissert. de lin-
slolij e che sparsero poscia per guis ignitis, t. II, ibid. 43o, n. 17,
tutto il mondo, di quello zelo, di mostrano che il dono delle lingue
quel!' intrepido coraggio che vesti- ha dovuto essere assai frequente tra
rono essi e tramandarono agli ere- i primi discepoli degli apostoli. In
di del loro apostolato. Questo se- castigo della superbia degli uomini
gno miracoloso delle lingue di fuo- nella torre di Babele, la confusio-
co fu eziandio una figura sensibile ne delle lingue li disperse. 11 dono
del dono delle lingue, in grazia del delle lingue all'atto della pubbli-
quale gli apostoli facevansi inten- cazione della nuova legge ha ser-
dere dalle genti di tutte le nazio- vito ad unire tutte le nazioni sotto
ni, con cui avevano a trattare, l'impero della legge di grazia, e
Queste lingue erano spartite, il rappresentare tutto in uno la loro
che significava la diversità dei lin- unione, mercè la carità, come è
guaggi. Sant'Agostino, lib. 19 De detto in Daniele: Tulle le lingue
civit. Dei, cap. 7, e parecchi altri serviranno il Signore. VII, i4- ^•
interpreti dicono che gli apostoli s. Gregorio I, oniel. 3o in Evang.j
intendevano e parlavano tutte le ed il p. MenochiOj t. II , centuria
lingue iu virtù del dono sovran- Y, cap. XXVII: Del dono delle
naturale che ricevettero allora, al- lingue che ebbero gli apostoli. Di-
meno in certi tempi e secondo il chiara che alcuni hanno stimato,
bisogno. S. Paolo, i. Carini. XIV, che questo dono delle lingue con-
ringruzia Dio che gli ha dato di sistesse che parlando gli apostoli
parlar la lingua di quelli che egli la propria lingua fossero da tutti
ha convertito. conchiudono
Alcuni intesi così leggiamo nelle vite dei
:

dai versetti 8, 9, del secondo io santi, che s. Vincenzo Ferreri pre-


capo degli Atti degli apostoli, che dicando nella sua lingua spagnuo-
quando essi parlavano in ebreo, eia- la, era inleso dai francesi, fìammin-

scuno dei loro uditori gì' intendes- gin, inglesi ed italiani; s. Antonio
se nella propria lingua. Può essere di Padova predicando alla presen-
che ora l'uno, ora l'altro di questi za del Pontefice, era parimente da
miracoli accompagnasse la loro pre- quelli di diverse nazioni inteso; s.

dicazione, secondo il richiedevano Bernardino da Siena nel concilio


le Ma né l'uno né l'ai-
circostanze. generale di Firenze, nelle prediche
tro sembra essere stato costante e era inteso da tutti i padri che lo
perpetuo perocché sovente gli a-
; componevano di varie nazioni; non
postoli adoperavano degli interpre- che greci ed orientali. Iddio cornu-
tiper iscrivere le loro lettere. Sem- nicò il dono delle lingue a s. Fi'an-
bra almeno certo, che in caso di cesco Saverio apostolo delle Indie
necessità parlassero e si facessero orientali Questo ultimo santo ,
.

intendere in tutte le lingue. F. s. con pochissimo studio apprese me-


Tonitnaso 2. 2, qnest. 176, art. i. ravigliosamente il giapponese, e
I dotti criticiGiovanni
protestanti, con naturalezza singolare vi pre-

Cristoforo Ilarumberg, Dissert. de dicava ; senza che avesse studia-


LIN LIN 249
to il cinese, pel dono permanente cullare al popolo le cose che ha il

delle lingue, predicò in quell' idio- maggiore interesse di conoscere, di


ma ai mercanti della Cina che in obbligarlo a lodare Dio senza nien-
gran numero trafficavano nel Giap- te intendere di ciò che si dice. Non
pone; e quello che riuscì più sor- si può negare che al tempo degli
prendente fu che soddisfece con
,
apostoli e nei primi secoli il ser-
una sola risposta ad un gran nu- vigio divino nella maggior parte
mero di persone che lo inten-oga- delle chiese si facesse in lingua
vano nello stesso tempo sopra ma- volgare, cioè in quella lingua che
terie tutte diverse, e bene spesso volgarmente si favellava, vale a di-
diametralmente opposte. Con tutto re in siriaco in tutta l'estensione
ciò osserva il p. INlenochio, che non della Palestina e della Siria, in
si può dubitare che gli apostoli greco nelle altre provincie dell' A-
non parlassero tutte le lingue, per- sia e dell'Europa. Vi è anco mo-
chè altrimenti il miracolo sarebbe presumere che nell'Egitto
tivo di
slato piuttosto negli uditori , che quando si usava il greco nella città
negli apostoli, come bene argomen- di Alessandria, si celebrasse in copto
ta Gregorio Nazianzeno nell'ora-
s. nelle altre chiese di questa regio-
zione 44j oltre che il sacro testo ne : però non si sa precisamente
degli AUi assai chiaramente lo si- in qual tempo abbia cominciata
gnifica mentre dice nel cap. 2
, : questa diversità. Inutilmente Bin-
Coeperunt loqui variis linguis, va- gham si prese gran pena per pro-
rie e diverse da quelle della loro vare il fatto generale, poiché non
patria; il che anco si ricava dalla è contrastato da alcuno. Orig. ec-
interpretazione siriaca, ove si legge: cles. 1. i3,sono però
e. 4- ^I^ ^i

Loquehontur lingua et lingua. 11 alcune eccezioni che non si devo-


medesimo dono di parlar le lingue no tacere. Quando s. Paolo per-
ebbe s. Paolo , il quale scrisse ai tossi a pi'edicare nell'Arabia, è forse
Corinti utW episl. i, cap. i4, 'B: certo che vi abbia celebrato la li-

Gralìas ago Dea meo, quod omnium turgia in arabo Sebbene il cristia- ?

veslrurn lingua loquor. Conchiude nesimo abbia durato almeno quat-


il p. Menochio, non sembrargli im- trocento anni in questa parte del
probabile che gli apostoli sapesse- mondo, non vi è in tutta l'anti-
ro solamente quelle lingue, alle chità vestigio alcuno di una litur-
quali erano destinati dallo Spirito gia araba. Durò meno lungo tem-
Santo, acciocché ivi con maggior po nella Persia, né mai si udì par-
facilità pubblicassero 1' evangelio. lare di servigio divino fatto in lin-
Yi è una gran disputa Ira i cat- gua persiana. Al tempo di s. Ago-
tolici e i protestanti, se sia uso lo- stino la lingua punica era ancora
devole od un abuso celebrare l'uf- la sola che fosse in lesa da una
fizio divino e la liturgia in una buona parte dei cristiani dell'Afri-
lìngua che non è intesa dal popolo. ca, lo sappiamo dagli scritti di lui j
Questo è uno de' principali rim- però non si parlò mai di tradurre

proveri che i controversisti etero- in questa lingua le orazioni della


dossi fecero alla Chiesa romana ; liturgia. Quando il cristianesimo
l'accusano di avere in ciò cambiato penetrò nelle Gallie, il latino non
l'uso della Chiesa primitiva, di oc- era piìi la lingua volgare del pò-
,

25o LIN LIN


nolo, come il francese non Io è semani, Biblloih. orient. tom. IV,
al presente nelle provincie distanti e. 7, § 12. Dunque tutti questi po-
dalla capitale ; niullo meno lo era poli sono obbligati di studiare per
presso gli spagnuoli ,
gì' inglesi e intendere il linguaggio della loro
gli altri popoli del nord ; tuttavia liturgia, come noi siamo costretti
in tulio r occidente celebrossi co- apprendere il latino. Fu un' ingiu-
stantemente la liturgia in latino. stizia de' protestanti il rimprovera-
Dunque non è universalmente vero re alla sola Chiesa romana una con-
che nei primi seculi il servigio di- dotta eguale a quella di tutte le
vino sia slato fatto iu lingua vol- altre società cristiane; ma i pretesi
gare ,
poiché le tre lingue , nelle riformatori non si istruirono abba-
quali da principio è slato celebrato, stanza, per giudicare con fonduiueu-
non erano volgari iu una gran par- to di ciò che è bene o male.
ie del mondo cristiano. Nel pro- Avrebbero avuto qualche ragio-
gresso de' tempi, quando la mesco- ne di querelarsi, se la Chiesa avesse
lanza de' popoli cambiò le lingue deciso doversi assolutamente cele-
e moltiplicò air infinito i linguag- brare il divino uffizio in una lin-
gi, sia nell'oriente, sia nell'occiden- gua ignota al popolo ma in vece ;

te, la Chresa non si assoggettò a di far ciò, non escluse alcuna lingua,
tutte queste variazioni , conservò anzi permise l' introduzione d' una
costantemente nell'uffizio divino le nuova lingua nel divino servìgio,
stesse lingue, nelle quali da prin- quando credette che ciò fosse ne-
cipio era stato celebrato, e tale cessario per agevolare la conver-
condotta fu sapientissima. Perchè i sione di tutto un popolo. Perciò la
protestanti lessero the i greci ce- liturgia è stata celebrata non solo
lebrano il loro uffizio in greco, i in greco, latino e siriaco sino dal
sirii in siriaco, gli egiziani in copto, tempo degli apostoli, ma anche da
pensarono che queste lingue fossero tempo antico in copto nel quarto ;

ancora popolari, come lo erano uà secolo quando si compì la conver-


tempo in quelle regioni; questo è sione degli etiopi e armeni
degli
un errore sciocco. Il greco volgare fu tradotta ed in ar-
in etiopico
d'oggid'i diversifica dal greco let- meno ; nel quinto fu scritta in que-
terale: la lingua volgare dei sirii ste sei lingue. Nel nono e decimo
non è il siriaco, ma l'arabo che fu tradotta in illirico per quei della
&i parla anco fra i cristiani di E- Moravia o della Russia, e fu loro
gitto. L'etiopico è quasi interamen- permesso celebrare in questa lin-
te perduto presso gli abissini per gua. Ma quando si cambiarono
una nuova legge che un re di stir- tutti questi linguaggi, hanno con-
pe straniera v'introdusse; l'arme- servala la liturgia come era, ciò
no moderno non è più quello in che fu ben fatto. E necessaria l'u-
cui è siala scritta la liturgia ar- nità del linguaggio per conservare
mena; la liturgia siriaca fu portala una più unione e comuni-
stretta
presso gì' indiani dalla costa del cazione di dottrina più facile fra
Malabar, che non hanno avuto le dilferenti chiese del mondo, e

giammai l'uso di questa lingua; per renderle più fedelmente attac-


dessa è iu uso presso i nestoriani cate al centro della unità caltolica.
the non la iuleudouo più. F. i'As- Che le diverse società protestanti

1
LIN LIN 25i
le quali niente liaiino Ira loro tori. La necessità di apprendere la
(li comune, non abbiano procuralo lingua della Chiesa, conservò in
di conservare nel divino servigio tutto l'occidente la cognizione del
uno stesso linguaggio, ciò non sor- bilino. Se fra noi bastasse inten-
prende ; ma la cosa e diversa per dere la lingua volgare per la ce-
Il Chiesa cattolica. Se i greci ed lebia/.ione dei divini uffizi, bea
i latini avessero avuto una stessa presto più d'uno limiterebbe la sua
lingua, non sarebbe stato tanto fa- scienza a saper leggere.
cile a Fozio ed ai suoi partigiani E necessario che i ministri del-
di trascinare nello scisma tutta la la Chiesa intendano e parlino la
Chiesa greca, attribuendo alia Chie- lingua della diocesi e delle parroc-
sa romana degli errori e degli abu- chie, nelle quali devono provvede-
si di cui non fu mai rea. Subito re ai bisogni spirituali dei popo-
che un protestante è fuori delia li confidati alle loro cure. Il Pon-
sua patria, non può più aver parte tefice Innocenzo HI , convinto di

nel culto ptibljlico; il cattolico non questa necessità, fece emanare nel
è fuori del suo paese in nessuna concilio generale Lateraueuse IV ,

delle chiese latine. Dicesi che la tenuto 12 15, un decreto il


nel
premura dei Papi per introdurre quale ordinava che i vescovi no-
in ogni luogo la liturgia romaua, niinerebbero dei pastori capaci di
era etfettu della loro ambizione e istruire il loro gregge, secondo i loro
della brama di dominare; ma in riti e la loro lingua od idioma. JVoa
fatti loro zelo per la
fu elFetto del essendo però eseguito con sufficiente
cattolicità che è carattere della
, zelo quel decreto apostolico, molti
vera Chiesa, ed inolile tenacemente principi vi rimediarono ne'loro sta-
vollero conservate le liturgie e gl'i- ti. 11 Papa Eugenio IV conoscen-
diomi di non poche nazioni, come do esso pure la necessità che i par-
può vedersi ai relativi articoli ove rocchiani dovessero intendere la
parlasi dei riti delie medesime. La lingua o r idioma dei loro curati,
lingua dotta intesa soltanto dagli pubblicò la regola 20 di cancelle-
uomini istruiti, ispira più rispetto ria : De idioniate, concepita ne' se-
che il linguaggio popolare. Sem- guenti termini, llem voluit, quod
brerebbero ridicoli la maggior parte si contingat ipsuni alicui personae
de' nostri misteri , espressi in un de paroi Inali ecclesia vel quo vis
linguaggio troppo famigliare. La alio beneficio exeicitium curae ani-
instabilità delle lingue viventi pro- marurn parochiaaoruin cjuornodolibeL
durrebbe necessariamente del cangia- habente providere, nisi ipsa persona
mento nelle formule del culto di- intelligat, et intclligtùiliter loqui sciai
vino e dell ammiiii^tnizione dei sa- idioma loci ubi ecclesia vel beue-^
cramenti; queste trequeuli alterazio ficiuni hujusniodi consistita provisiay
ni ne prudurrebliero infallibilmen- seu mandalum , et gralia, desuper
te anche ntlla dultrina, poiché que- quoad parochiulcf/i ecclesiam, vel
ste foruìule sono
una professione benefìciuni huj'usniodi, nullius sint
di iìsde. Se ne vide la prima presso roboris, vel ìuonienli. Questa rego-
j protestanti , la cui credenza al la De idiotnale, ha luogo soltanto
[)i esente è diversissima da quella relativamente ai benefizi in cura
che predicarono i primi riforma- d'anime, ed il Poulefice può, quaa-
252 LIN LIi\
do nella sua saviezza lo ere- vina Istiluzlone, il togliere al sem-
tÌA , derogarvi; avvertendo che la plicopopolo la consolazione di con-
derogazione sia espressa , come giungere la sua voce a quella di
scrive il Gomez in liane reg. ,
tutta la Chiesa ; cona'egli preterì-
12, i4' Non è vero che coll'uso deva che accadesse per cagione del-
d'una lingua morta i fedeli si tro- la lingua liturgica al popolo igno-
vino privati della cognizione di ta. Nel sinodo di Pistoia del 178^,
ciò che si contiene nella liturgia; ove si parla dell'orazione § 24>
la Chiesa invece d' impedire loro si è baldanzosamente la
ripetuta
questa cognizione, raccomanda ai proposizione di Quesoello con una
suoi ministri spiegare al popolo le sola mutazione: cioè ove Quesnello
diverse parti del santo sacrifizio, disse divina istituzione, nel sino-
e il senso delle pubbliche preghie- do si dice divino consiglio ^ e con
re: ella comandò così nello stes- tuttociò la proposiziope sinodale,
so decreto del concilio di Trento, intesa dell'uso d' introdurve lìngua
« Sebbene la messa contenga un volgare pelle preci liturgiche, si

gran soggetto d'istruzione pel co- è da Pio VI colla bolla Aneto-


niune dei fedeli, tuttavia padr| i reni Fidei meritata la censura
,

non giudicarono espediente che fos- di falsa, temeraria^ perturbatila

se celebrata in lingua volgare. Per dell'ordine prescritto per la cele'


questo, senza allontanarsi dall' uso brazione de' misteri, e facilmente
antico di ciascuna chiesa, approva- produttrice di molti mali. Vedi
lo da quella di Roma, eh' è la la dissertazione di d. Giuseppe Fer-
niadre e il capo di tutte le chiese, rari arciprete di s. Leopardo di
e perchè non manchi il pane del- Mantova, pubblicata nel Suppl. al
|a parola di Dio alle pecorelle di giornale ecel. di Roma dell'anno
Gesù Cristo, il santo concilio or- ^797» p- 219, qon questo titolo;
dina a tutti i pastori, e a tutti intorno al leggersi in lingua voU
quelli che hanno la cura delle a- gare le divine scritture. Finalmente
ifime, che spesso fra la celebrazione non è vero che quando il popolo
delle messe, o da loro medesimi, ypisce voce a quella dei
la sua
o per altri espongano qualche co- ministri della Chiesa in pn^ lingua
ga di quelle che leggonsi nella mes- pbe non gli è famigliare, non sap-
sa,e fra le altre dichiarino quelle pia assolutanaente quello che dice;
che spettano a questo santissimo almeno sa confusamente il senso
sagrifizio, nei giorni di domenica delle orazioni che fa, e ciò basta
specialmente e festivi ". Sess. 2-2 ,
per nutrire la sua fede e la sua
e. 8. Alcuni altri coucilii parti- pietà. E
importantissimo l'osserva-
colari ordinarono io stesso, pè vi è re che pelle pubbliche preghiere è
,'vlcun pastore che non si creda ol)- la Chiesa medesima che otfre a
bligato di soddislhre pienamente 4 Dio l'adorqziope e le supplicazione
questo dovere. ip nome de! popolo, di modo che
Nella bolla Unigenitus di Cle- basta esservi presenti e unirsi alle

niente XI, fu condannata la prò- sue intenzioni, per fare con lei una
posizione 86 di Quesnello, con cui preghiera eccellente, anche senzt^
egli scrisse essere un uso contra- l'intelligenza delle parole. Fecero
rio ^Ua prassi apostolica e alla di- gran rumore i coutroveisisti prqte-
, ,

LIN
stanti sul passo in cui s. Paolo di- lete ? Perchè non riconoscete piut-
ce, Corint. I , e. i4> v- 19- " Se tosto l'onore dell'antichità nel lin-
io prego in una lingua che non guaggio di cui si serve la Chiesa ro-
intendo, è vero clic prega il mio mana? Avvezza allo stile, alle c-
cuore, ma sono senza frutto il mio spressioni, allo spirito de padri .tii-

spirito, e il mio intelletto .... Vo- tichi che riguarda per suoi maestri,
glio piuttosto dire nella Chiesa cin- ella gode di aver tuttora in bocci),
que parole che intendo, per istruir- e di conservare illibate le preghie-
ne ancora gli altri, anziché dirne re, le collette, le litiugie, le messe
diecimila in una lingua ignota ". che i grandi Pontefici s. Leone I,

Ma la lingua di cui si serve la s. Gelasio I, s. Gregorio I profe-


Chiesa nelle sue preghiere non è rivano al sacro altare, son già die-
assolutamente ignota neppure al ci o dodici secoli. Già vi abbiamo
popolo; poiché colle lezioni de'pa- avvertito che il concilio di Tren-
slori, e colle traduzioni della li- to ha pensato alla vostra istruzione :

turgia, il semplice fedele viene suf- noi vi abbiamo data un'esposizione


ficientemente istruito di ciò che si della dottrina cattolica, la spie-
dice. Non era lo stesso quando un gazione di tutti i misteri, un ofiicio
cristiano, dotato soprannaturalmen- dove sono in volgare le più comu-
te del dono delle lingue, parlava ni preghiere della Chiesa, e se ciò
nella chiesa, e diceva alcune ora- non basta siamo pronti a darvi in
zioni private, senza che alcuno lo iscritto ed a viva voce la lettura
potesse capire; questo è 1'
abuso e lo spirito di tutte le preghie-
che s. Paolo voleva riformare re ecclesiastiche, parola per paro-
bramando per l'utilità de' fedeli, la. Riconoscete adunque che i vo-
che fossero da essi spiegate e in- stri ministri coi loro vani lamenti
terpretate. Non veggiamo eh' egli non pensano che a muovere lite
stesso che converti gli arabi abbia alla Chiesa nascostamente, e non
fatto per essi la liturgia nella loro cercando che un' occasione di rom-
lingua. Questo è in sostanza lo perla coi loro amici e coi loro
spirito della Chiesa anche attual- fratelli, la pace e la carità non è
mente. Vieta ella 1' uso della lin- con essi ". Si può inoltre consul-
gua volgare nelle sacre funzioni, tare la Dìssert. sulle liturgie del
ma ha comandato a tutti quelli Renaudot p. 4^ la Spiegaz. della ;

che hanno cura di anime di spie- mes.m di Le Brun t. VII, p. i^;


gare al popolo ciò che appartiene e la Dissert. o trattato sull'uso di
al santo sacrificio della messa, e celebrare il servigio divino in una
permette la traduzione degli ufiizi lingua non volgare, del p. d'Ante-
divini, perchè con la intelligenza court. E per conto dell'idioma la-
delle parole il popolo possa ac- tino, quanto dicemmo all' articolo
compagnare i ministri che li ce- Lazio.
lebrano. Tutta la precedente dot- I romani Pontefici furono an-
trina viene riepilogata dalle seguen- cora benemeriti dello studio delle
ti parole che il celebre Bossuet lingue orientali e di altri idiomi
scriveva ai dissenzienti, instruct. I. sia per la propagazione e mante-
Pastorelle sur les proniesses de l'E- nimento della fede, che per l'incre-
giise, n. 42. " Di che mai vi do- mento degli studi e vantaggio del-
9/74 LÌN LIN
le scienze ; come ancora per il tlinb Clemente V. R-innovò In cer-
tiihiiiiale della penitenza nell'isH- to modo il vigore di questa legge
tiiiie religiosi penitenzieri, periti Paolo V, particolarmente fra' re-
nelle principali lingue ne'più cele- golari con la costituzione i53
,

bri santuari cl(-l mondo, ov' è più de'3i luglio 16 IO, Bull. Rom. t.
fiequente 1' accesso di diverse na- V, par. V, p. 898. Lo Spondano
zioni. Di cpiesti ne parleremo al- a detto anno n. 9 riferisce Ut :

l'articolo Peivitenzieri. Nel 1287 in cujuslibi't ordinis , et inslituti


per ordine del Papa Onorio IV si regulan'uni studiis omnibus, essent
cominciarono ad insegnare nell'u- linguarum hebraicae^ grecae, et
niversità di Parigi, in cui egli a- lalinae, iti majorìbus et celebriorì-
vea studiato, la lingua arabica ed Ims etiani arabicae doclores. Per
altre orientali, necessarie per istrui- allettarli a questo studio, volle il

re nella fede i saraceni e gli sci- Pontefice, che al conseguimento dei


smatici dell'oriente. Considerando il gradi negli ordini e congiegazioiii
Pontefice Clemente V ch'era ne- religiose, fossero preferiti coloro
cessaria e vantaggiosa allo studio che nella perizia delle lingue si

della teologia la cognizione delle sarebbero distinti. Il Rodotà nel lib.


lingue greca ed ebraica, nel con- II, p. i5c). Dell'origine del rito
ciliogenerale di Vienna del i3ii greco, osserva in fatti, che gli
promulgò il celebre decreto, Cle- espositori ed i controversisti di
meni, de magiatris e. i , col qua- chiaro ed illustre nome, sono sta-
le prescrisse che nelle più celebri ti per lo più prodotti dagli ordini
accademie ossia università di Eu- regolari, fra i quali lo studio del-
ropa, cioè in Roma, Bologna, Pa- le lingue più costantemente si col-
rigi, Oxford e Salamanca, si eri- tiva, e col frequente esercizio pren-
gessero cattedre di professori per de anche aumento maggiore. Coa
l'insegnamento delle lingue greca, documenti comprovano ciò, Mel-
ebraica, arabica e caldaica, per chior Cano, nel capit. de lingua-
ammaestramento della gioventù in rum hebraìcae, et grecae ìitilita-
detti linguaggi, e per l'intelligenza te, De locis tlieol. lib. 2, e. i5; il

de'testi de' sacri libri e di quelli padre Mabillon, De studiis mona-


degli antichi padri : Illiiis cuj'us stici s, p. 3, e. I I, n. 2 ; il padre
vicem in terrìs, licei ini merilì, gerì- Bernardo Lamy r\e\[' y4pparato Bi-
mus, imilantes exemplnm, qui per blico, lib. 2 e 3, cap. Vili ; ed il

universum mundnm ad evangeli- Salvini nel 5S de'suol discorsi ac-


zanduni aposlolos missurus , in cademici tom. I. Tale fu ancora
omni lingiiarum genere esse voluit il sentimento di s. Agostino, De
erudilos^ viris catholicis notitiani docl. christ. io: Et la-
I. 2, cap.
linguarum hahentihus, quibus utun- tinae quidem linguae homines, quos
tur vìfìdeles praecipue abundare mine instruendos suscepimus,duabus
san ciani affvcianius Ecclesiani, qui aliis ad Scripturarum divinarum co-
infideles ipsos sciant et valeant gnitionem kabent opus. Hebraica
sanctis ìnstitutis instniere, Chrisli ' scilicet, et graeca: ut ad exempla-
colarumque collegio per doctrinam ria praecedentia recurratur j si
christianae fidei, ac susceptioneni quani dubilationem atlulerit latino-
bapdsnii aggregare^ etc. Tanto or- rum interpretum infinita varietas.
LTN LIN s?":

I medesimi Pontefici hnnno isfi- men grnnde lin luogo nella dn-
tuilo in Roma la Congregazione menica dopo 1' Epifanin e nel di
per la correzione (felibri della rhic' appresso, cioè la Jexla delle lingue,
sa orientale [Vedi), per la revi-. come vogliono chiamarla gli eslra-

sione e correzione de'lihri liturgici nei, ossia quelle accarlemie elio

di alcune nazioni orientali. In Ro- descrivemmo ai due citati articoli


ma fra i collegi delle diverse na- Coltegio Urcwo, ed Epifamx.
zioni, si distingue quello della Questo è un esercizio di sacra poe-
congregazione di propaganda fide, sia datovi dagli alunni in qu^ran-

cioè il Collegio Urlmno (Vedi), ove ta e più favelle, una diversa dal-
si ricevono alunni di tutte le na- l'altra, e tutte in un istesso luogo

zioni, meno quelle che hanno se- alla presenza d'un cospicuo udito-

minari o collegi nazionali, tranne rio di tutte le nazioni, celebranti


qualche caso particolare, per eser- in vari metri il mistero dell'Epi-
citare sublime ministero dell' a-
il fania. Nell'accademico esercizio gli

postdato per tutto il mondo. In spettatori, per quanto sieno dotti


detto collegio oltre il parlarsi quei nelle lingue antiche e moderne,
linguaggi che notammo al suo ar- veggono umiliato il loro amor
ticolo, ed oltre le cattedre per le proprio : essi applaudono ad ogni
scienze, ve ne sono per le lingue alunno, ma nessuno di loro può
ebraica, siriaca, arabica, armena, dire di averli tutti compresi; ap-
cinese, greca, latina, ec. Nell'istesso plaudono perchè colpiti dalla no-
articolo parlammo della sua celebre ^ità degli accenti, e dalla varietà
stamperia, famosa per la copia e dell'atteggiamento ed espressione
qualità di caratteri di quasi tutte dei declamatori. Ma uno degli
le lingue, e perciò ivi sono opere astanti vi ha, a cui non è stra-

stampate pressoché in tutti gli i- niera nessuna di quelle molte liu-


diomi, laonde ne facciamo menzio- gue, per ispecial dono celeste: que-
ne ai luoghi rispettivi. Nella chic- sti è il cardinal Giuseppe Mezzo-
sa del collegio Urbano si celebra fante bolognese, membro della
con gran solennità la festa dell'^- congregazione di propaganda fide,
pifania [Fedi), ed ivi in tal gior- vero prodigio di natura, il quale
no si ammira uno spettacolo che più di tutti porge attento orecchio
invano si cercherebbe altrove. Sa- a que'poetici componimenti ; indi
cerdoti diversi per nazioni e per colla stessa prontezza il cardinale
costumi, vestiticon abiti sacri dif- volge il suo discorso a ciascuno
ferenti nella forma e nel colore, nella propria lingua, sia etiope,
recarsi a celebrare la messa con egiziano, cinese, indiano, caldeo,
arredi diversi, e consecrare quali siriaco, arabo, armeno, greco, illi-

nel pane azimo, quali nel fermen- rico, e a qualunque altro. Nell'ul-
tato, con va li riti e linguaggi. Nel tima accademia, tenuta in detta e-
medesimo tempio s'innalza a Dio poca nel corrente anno, si è senti-
la medesima preghiera in diverse to parlare per la prima volta la

favelle, intuonate quando da voci lingua dei selvaggi dell'Oregon. Tale


alte e sonore, quando da fioche siè il bello spettacolo, che forma
ed aspre, a seconda dell' indole e parte de'trionfi della Chiesa roma-
dei linguaggio. Uno spettacolo non na, che presenta l'alma Roma,
256 LIN LIN
destinata mai sempre ad essere derivato dallo scito-celtico, ha for-
grande, e sotto i Cesari e sotto i mato : il meso gotico, l'aoglo-sas-
Papi. Nelle sue biblioteche sono sone, il frisone. Dall' anglo sas-
codici e libri in tutte le lingue, sone si è formato: l'inglese, che
di un pregio inestimabile. Parlan- trovasi misto di danese e delle
do delle celebri biblioteche e li- lingue romane e normanna ; il bas-
brerie, si fa menzione se hanno so- scozzese,che è meno dell'inglese
tali pregi. misto di lingua romana. Ha pure
Malgrado il numero prodigioso formato il belgico, chiamato antica-
delle diverse lingue che parlano i mente fiammingo, ora l'olandese,
differenti popoli che coprono il 11 dialetto moderno della Svizzera,
globo, e la confusione che la me- eh' è quello che ha maggiormente
scolanza delle nazioni portare do- conservata relazione coli' antico te-
vette negli idiomi di cui esse si desco ; il franco- teutonico o il bas-
servono, alcuni eruditi hanno ten- so sassone: dalla mescolanza di
tato di riferire tutti gl'idiomi co- queste due lingue è derivato il

nosciuti ad alcune lingue madri, moderno tedesco. L'antico tedesco


Nel numero di questi infaticabili e il franco-teutonico non esistono
investigatori , il francese Latour più che nelle vecchie scritture, co-
d'Auvergne ci diede le seguenti me pure il meso-gotico e l'anglo-
nozioni sull'origine e discendenza sassone ; V antico frisone esiste
delle lingue. I dotti piìi istrutti tuttora nelle pianure della Frisia,
nel meccanismo delle lingue, tra i 3." Della lingua scito-celtica o
quali massime il celebre Tankato gallese. Lo scito-celtico o il vec-
scrittore olandese, riconoscono tre chio gallese, che esiste tuttora nel-
lingue madri di quelle dell' Euro- la sua forma originale neh' antica
pa, cioè la Ciinhrica, la Teutonica Armorica o Bassa-Bretagna, come
e la Celtica j ma que'dotti prova- pure nella provincia di Galles nel-
no nello stesso tempo con gran 1' Inghilterra ;
quella lingua affine
numero di esempi, che si può ri- della ciinhrica ha pure dato origi-
condurle tutte alla stessa radice, ne all'ergo o irlandese e scozzese
e riconoscono la lingua scito-celtl- delle montagne, l' irlandese e la
ca o gallese, come il principio o lingua slava. Nelle parti più orien-
il tronco di tutte le altre lingue, tali dell'Europa domina la lingua
I. Della lingua cinibrica . La slava, e vi è stata portata ne'pri-
lingua cimbrica o runica, figlia mi secoli della nostra era dagli
della lingua scito-celtica, ha for- sciti. Essa comprende la lingua
mato: il danese- gotico o l'antico russa, la dalmatina, la croata, la
danese ; Io scano-gotico, lo svevo- serviana, la carnica, l'illirica, la

gotico, o il vecchio svedese ; il polonese, la boema e la vandala.


danese e Io svedese moderno so- Si trovano pure in questa parte
no misti di alcun poco di tedesco. dell'Europa quattro specie di lin-
Ha pure formato il norvegiano e gue, che differiscono interamente
l'irlandese; queste due lingue sono dalle altre. i.° Quelle della Litua-
le meno imbastardite, i." Della nia e della Livonia, le quali han-
lingua tedesca o teutonica. L'an- no una grande relazione tra di
tico teutonico o l'antico tedesco, loro e sono mescolate di alcune
LIN LIN 25^7

parole slave. ">.." Quelle dell'Estonia, me da popolazioni assai


regioni, e
della Finlandia e della Lapponia: numerose. Si deve somma lode a
si ravvisalo in queste tre lingue coloro che coltivando le proprie,
delle parole cimbriclie e tedesche. fanno profondo studio altresì delle
3." L'ungherese. 4-" La tartara, lettere antiche, e in quelle lingue
la turca. Si crede che queste due morte scrivendo si esercitano; il

lingue conservino delle ti-acce del* che poco aggiunger può al no-
se
l'antico scito. Ma la più nobile me loro, molto però contribuisce
lingua di questa parte d'Europa è a conservarle in venerazione e con-
la greca, la quale benchò alterata, sigliarne lo studio. Né perchè mor-
e non più pina e bella come te si dicono tali lingue, creder si

l'antica, tuttavolta mantiene la me- deve, che con qualche parte per
moria di quel celebre idioma su- avventura della retta pronunzia,
periore a tutte le altre lingue morto ne sia il valore. Morto è
dotte. Ebbe questo diversi coltissi- per coloro, ai quali manca studio
mi dialetti, e molte parole del- ed ingegno capace di penetrare, sic-
l'eolico passarono nella lingua del come de'nostri, così lo spirito de-
Lazio sino da' tempi vetusti, e si gli Le opere però
antichi scrittori.
formò con altri idiomi indigeni la di questi come
quelli durano
di

bella lingua latina, che anche in ancora e in gran copia ; e come


oggi è la lingua universale dei la lingua scritta de'classici non è,

dotti. Questa trasportata in diver- ne presso gli uni né presso gli

si paesi, ha formato gl'idiomi ro- altri, la favella popolare del volgo,


n3ani, come : i
." l'italiano, il porto- così perì ben questa con poco
ghese, lo spagnuolo : in queste tre danno, secondo alcuni, per ciò che
lingue si sono introdotte di molte spetta alle lingue antiche. Ma la
parole gotiche ; le due ultime si lingua di que'dolli, una in tutte le
trovano miste di arabo o more- infinite loro opere, vive in tutta
sco; 2.° il grisone, il francese, il sar- la forza quanto vive quella
sua,
do; la lingua francese composta in de'classici moderni. Quanto al nu-
parte di latino e di celtico, contiene mero delle lingue, secondo Fran-
pure molte parole franco- teutoni- cesco Cherubini, il quale pubblicò
che. Più precise notizie sulla de- in Milano nel 1824 un prospetto
rivazione delle principali lingue si di tutte le lingue note, in Europa
possono leggere agli analoghi arti- si parlano cinquecentottantaselte
coli, ove citiamo pure le opere re- lingue; novecentottantasette in A-
lative. sia ; duecentosettansei in Africa;
Lingue morte diconsi il greco milleduecentoquattordici in Ameri-
letterale, il latino e la maggior ca. Le lingue perdute secondo questo
I parte delle lingue orientali, come prospetto sarebbero centosessanta-
l'ebraico, il caldaico, il siriaco, il quattro. Da
venne pubbli-
ultimo
copto in Egitto, il sanscritico nel- cata da un autore russo un'opera
le Indie orientali ec. Ma non è sulle lingue conosciute e i loro
così dell'arabo, e di molte altre differenti dialetti da que-
; rilevasi
lingue dell'oriente, come dell'india- sta, che in Asia esistono novecen-
no, del malabarico, del cinese, ec, tòtrentasette lingue e dialetti ; in
che si parlano tuttora in vastissi- Europa cinquecentottanlasette ; ia
VOl. XXXVIII. 17
7.5S LIN LIN
Africa duecentottantasei , ed in lo deve greco linguaggio, e che
al

America milledueccntosessantaquat- fante prese auge, die cumaiii ed i

tro. II eh. Gabriele Calindri nel- altri popoli soggetti alla repiibbli-

l'imporlanle Saggio slalisdco-stori- ca, impetrarono dal senato romano


co del pontificio slato , Perugia di lasciare l'avita favella, per usare

1829, tit. XIII, Eticologift, arlic. di quella latina; ma nel 58i cir-
I, linguaggio e scrittura, dice che ca cessò di essere in Italia la lin-

in Europa soltanto sono cinque- gua del volgo, come altrettanto fu


cenlottantasette i dialetti , che in Francia nell'S 'T, su di che può l

partono tutti dalle tre lingue ma- leggeisi l'articolo Francia. Questa
drij cioè la cimbrica, la teuto- nostra lingua nel secolo XIV giun-
nica e la celtica, come abbiamo se al sommo della bellezza, ma nel
detto di sopra ; che nel sojo Da- seguente perde alquanto, e solo nel
ghestan, provincia della Russia eu- principio del secolo XVI riprese il

ropea, si parlano circa trecento suo ardore. Strabene asserisce, che


lingue; in tutto il globo poi sono il linguaggio dai nostri avi usato,
tremila e sessantaquattro tali lin- sente dello siile egizio e del greco:
gue, secondo
Adelung. Il Balbi di fatti l'etrusca favella era Tanti-
meglio le ed aumenta,
distingue ca greca alterata e corrotta. Con-
dicendo che sono ottocentosessanla "viene ancora avvertire, che ora sot-
le lingue, e cinquemila i dialetti to la lingua meramente italiana
mondo. Ci sembra op-
cogniti nel intendesi la latina e la romana, e
portuno qui appresso riportare sotto la lingua pretta italiana vuol-
quanto il lodalo Calindri scrive si significare la toscana, e per essa
sul linguaggio e scrittura dello la sanese. Il Muratori nelle sue
stato pontificio, oltre quanto sulla Dissertazioni sopra le cntichità ila-
lingua italiana dicemmo all'artico- liane, massime nella XXXIII, Del-
io Ìtalia. ; come pure quanto dice l'origine o sia dell" etimologia delle
sulla denominazione di ciascun al- voci italiane, dice che secondo al-
fabeto, e storia di alcuni di essi, cuni le lingue arabica e germani-
Dell'origine delle lettere e degli ca sono le più ricche di voci delle
alfabeti, ne parlammo all' articolo altre lingue, e più di esse la greca;
Lettera. che tutte e tre hanno dato molte
L'etrusca o loscanica favella, det- voci alia lingua italiana; e che la
ta idioma italiano, è quella usata lingua latina è madre dell' italiana,

dagli abitanti dello stato pontificio, la quale fu perciò anco appellata


i quali trovandosi stazionati nel se- lingua latina; che cominciò a co-
no dell'Italia, riconoscono in ciò noscersi sotto i re longobardi, spe-
gli stessi principii dell' idioma del- cialmente nelle antiche carte. So-
r Italia tutta. Com' è parlata co- pra l'origine della lingua volgare
sì è scritta dagli indigeni, e tan- o italiana il num. 17 àcW Àlbum
to dal ceto nobile e colto che iSSg ci diede un'erudita lettera

dal prescindendo da al-


plebeo; del eh. Gaetano Lenzi. Questi di-
cune corruzioni del popolo basso, chiara essere imbarazzante la que-
e dai dialetti propri di varie prò- stione dell'origine delle lingue, per
vincie. Surse poi la particolare lingua la diversità de' pareri de' letterali,
latina delta del Lazio, la quale mol- non essendo mancati di quelli che
L 1 1\ LIN 259
hnnno sostenuto die nessuna delle nuovi galli. Che poi la lingua ita-
antiche lingue più viva al mondo, liana abbia molto ereditato dal la-

ed hanno procurato di far vedere tino ed ancora dal greco, non è da


a quali vicende soggiaccia ogni lin- porsi in dubbio, per I' uso grande
guaggio nel corso di non molte età, che si è fatto e si fa tuttora di
sino a divenire un altro. Quanto quelle due lingue presso di noi. Per
alla lingua italiana, sulla questione la qual cosa ora è ben diversa
di sua origine, si è sempre soste- dalla vetusta volgare, iniperciocchè
nuto dai dotti che derivi dalla la- non solamente a poco a poco andò
lina guasta e corrotta per la ve- deponendo le antiche barbare for-
nuta dei barbari in Italia; ma al me, ma sorsero tre geni singolari,
dire di tale scrittore si sono in- cioè Dante, Petrarca e Boccaccio,
gannati, poiché egli dimostra che che la dirozzarono totalmente , ed
viene dalla gallico-germanica, lin- in seguito altri chiari e distinti in-
gua italica de' primi tempi, e co- gegni r hanno abbellita in guisa
mune allora a tutta quanta la no- eh' è divenuta la lingua la più
stra nazione. Da questa nelle di- dolce, la più armoniosa, e la più
verse Provincie d' Italia si furma- bella di quante mai sieno.
rnno poi vari dialetti e varie lin- Passando ora alla scrittura, è
gue. In Roma stessa, che popolossi quasi impossibile di rintracciare nel
da principio di gente collettizia, buio di tanti secoli l'origine dell.»
non avevano lutti la medesima lin- scrittura donde avvenga, osservan-
gua, ma varia a tenore delle pro- do discordi tanti eruditi nell'accor-
vi ncie o de' luoghi a cui quei pri- dare questo onore chi agli assirii;
mi abitatori appartenevano. Au- chi a Cadmo figlio di Agenore re
mentatasi dipoi la città coU'unione di Fenicia, creduto quello che istruì
de' popoli convicini, massime de' la- i greci neli' alfabeto fenicio nel
tini, la lingua comune de' romani 1494 ovvero i5i9 prima dell'era
divenne quella del Lazio; e questa volgare; chi ai caldei; chi ai ca-
lingua hilina o aborigenesca che , nanei ; chi a Cecrope ; chi ai cine-
viene dalla ligustica circompadana, si; chi agli ebrei o feuicii circon-
i quali popoli andarono colà ad vicini , nel quale loro carattere è
abitare, ebbe quattro differenti età, scritto il Pentateuco samaritano ,

e poi fu abbellita col nascere delle codice di tanto anteriore a Cadmo


lettere a[)presso i romani. Ma gli fenicio, perchè il più antiio che si

antichi germani e più i galli in conosca ; chi agli egizi ; chi ad


gran numero reiteratamente ciano Ercole; chi agli etiopi; chi agli
già venuti nella nostra bella peni- etruschi ; chi al settentrione euro-
sola, e quivi stanziavano da mol- peo ; chi all'arcade Evandro; chi
tissimi anni, prima che i romani si ai fenicii, pei quali opina ancora
dilatassero per l'Italia, e divenisse- Fabricy ; chi a Getro; chi ai greci:
ro di essa i dominatori. 11 linguac- chi a ìVicostrata ; chi ai pelasgi ov-
gin adunque della maggior parie vero aoni ; chi agli sciti ; chi a
degli italiani era ancora quello dei Tagete anteriore ad Evandro ed
galli, che fu già il primo secondo Omero ; Platone dice Thaut coeta-
il Lanzi, e che tornossi a rinvigo- neo di Mosè , che in Egitto pd
rire coir intervento in Italia di primo distinse le vocali dalle rou-
26o LIJN' LIN
sonanti, e che però l'alfabeto tc- è da notarsi che ogni lettera cou*
iiisse dai sirii che il dettarono ai sonante modifica la sua forma se-
fenicii , i quali vi cambiarono la condo la vocale con cui si unisce,
forma delle lettere. Ma per non siccome l'alfabeto etiopico con più
andare più lungo,
a è la piìli proprietà si chiama sillabario. Die-
comune opinione che tal gloria ciselte lettere ha l'etrusco, benché se-
si debba ai fenicii abitatori del- concio i vari pareri ne abbia venti-
l'Egitto, che l'insegnarono ai gre- quattro, ed ancora ventisei, essen-
ci, in allora anch' essi popolo roz- dovi già tredici alfabeti fatti fin
zo, quale non fu illuminato che
il qui su di questa lingua e lutti
dagli egiziani; ma questi pure lo varianti. Nella lingua dei grigioni
cambiarono in progresso, come di- vi sono molte vestigie della lingua
versificarono il primitivo dialetto. etrusca. Sedici il fenicio. Si vuo-
Ciò viene ad essere però conforme le che sia il fenicio della slessa o-
al detto da Diodoro Siculo, da rigine del samaritano; credesi an-
Ferraio, da Neutono, e da Pana- cora che dall'alfabeto fenicio sortis-
iotti Kodrika, per non citare altri. sero il greco ed il Ialino, tranne
Quei fenicii di cui qui si parla so- pochi cambiamenti. Ventitre il fran-
no quelli che originarono dall'an- cese. Questa lingua si è talmente
tichissima e celebre città di Si- generalizzata che un immenso nu-
done , ond' è che ogni ragione mero di opere è scritto in france-
vuole che da essi noi riconoscia- sCj ed ovunque si viaggia trovasi ,

mo la scrittura , e forse ancora il chi la conosce, ed è divenuta di- ]


linguaggio.Ecco adunque che an- plomatica ,
per cui è necessaria
diamo a riportare il promesso cen- quanto la lingua latina. Quaranta
no del numero delle lettere conte- il Ventiquattro il greco.
giorgiano.
nute nei vari alfabeti più cogniti La lingua greca conta più di ven-
del globo, con alcune analoghe no- tisette secoli che è nota; la pre-
zioni. sente però è mollo distante dai
Ventotto lettere ha 1' alfabeto primordi. L'antica lingua greca è
arabico; ventidue il caldeo; ot- detta ellenica, e la moderna ro-
tanta e più mila il cinese, e que- maica, e questa differisce assai da
ste non sono lettere, ma altrettan- quella. L' alfabeto copto de'secoli
te cifre ridotte a duecento quattordi- cristiani è preso dal greco, ma vi
ci chiavi; trentadue il coptico; venti- furono aggiunte altre lettere pei*

due l'ebraico. Un gran numero non esprimere suoni propri che non ha
ancora determinato l'egiziano, che il greco. Bernardo di Montfaucoo _
ha tre generi di scrittura; cioè il ha scritto eruditamente della lin-
demolieo, ossia popolare, che anco gua greca. Cinquantadue lettere con-
dicesi encorico o epislolagrafico, il ta l'alfabeto indiano sansorilico, il

jeratico ossia sacerdotale, e il ge- qualeèdiramato in cinque linguaggi,


roglifico, che si divide in figura- suddivisi in più dialetti, le cui cin-
tivoj fonetico, cioè esprimente suo- quantadue lettere sono uiiite a più
ni, e simbolico. Salt ne aggiunse miiiliaia di ses'ni e di ahbreviatu-
altri

no
omofoni, cioè d'uno slesso suo-
cogli altri fonetici. Duecentodue
re sillabiche.
cioè l'araba,
Le
la
lingue semitiche,
caldea, l'ebraica, la
^
^
lettere ha l'alfabeto etiopico, ma samaritana, la siriaca, e inoltre la
.

LIN 26f
turca e la persiana, sogliono per Volseno poi Bolsena nel lerapio
r ordinario scriversi con sole con- della dea Norzia. Tali chiodi alcu-
sonanti, usando punti o segni in ni erano fìssi ed altri mobili, e
cambio delle vocali. Qiiarantnsei servivano per numerare gli anni,
l'indostano; ventiquattro l'inglese; le famiglie ed i giorni.

ventuna 1' italiano ,


quante volte Pompeo Sarnelli nel t. IX delle
si tolgano V j, il k^ \'
x e V y, le Lett. eccl.,\eiL XLVIII: Quanto sia
quali quattro lettere non sono mol- gioi'evole la perizia di varie lingue,

to usale nell'idioma italiano. Ven- riprodusse in gran parte ciò che


tuna il latino, benché siavi chi il p. Menochio scrisse nelle Sluore,

lo faccia di ventidue. Trentadue il centuria VII, cap, LIX: Quanto


russo ; trentuna il persiano ; ven- si debba stimare l'aver cognizione
tidue il samaritano, che Credasi di varie lingue. Dato prima qui
nato col fenicio aifidjelo; venlidue appresso un sunto di quanto di-
il siriaco. Otto dialetti provengono cono ambedue, accenneremo poscia
dallo slavo o illirico, ii quale ha i nomi e i pregi di qualche poli-
tienlolto lettere. Allrettanle ne glotto, di quelli cioè che possedet-
conta r armeno. La lingua latina tero la cognizione di più lingue.
ha varie parole simili alle illiriche. Sonovi stali alcuni principi o pre-
Trentatre lettere il turchesco. Chi sidi, molto gelosi e solleciti che i
sopra i riportati alfabeti volesse più cittadini loro soggetti non imparas-
estese cognizioni, consulti Buttman, sero lingue straniere, temendo che
Champollion il giovane, Young, con lo studio di idiomi forastieri
Rircher, Rosegarten, Martini, Pey- non s'introducesse ancora il modo
l'on, Seyffarth, e Spohn. Vi è di vivere ed i costumi di altre
qualche fondamento per supporre nazioni, poco coi loro confacenti
che le prime lettere gotiche si co- Su di ciò prese provvidenze JXe-
noscessero nel 386 dell'era volga- hemia coi dopo il suo ri-
giudei
re ; e le prime cifre arabiche nel torno Gerusalemme. L'impera-
in
ICS IO dell'epoca anteriore alla ri- tore Claudio avendo fatto cittadi-
portata.L'imperatore Claudio nel- no romano uno di Licia, lo pri-
l'anno 47 dell' era cristiana aveva vò di tale onore quando conobbe
aggiunto tre lettere all'alfabeto la- che ignorava la lingua latina, cui
tino; ma dopo la sua morte anda- i romani preferivano a qualunque
rono in disuso nuovamente. Le no- altro linguaggio, pel timore che
ve prime cifre numeriche furono ri- introducesse in Roma il linguaggio
trovale dagl' indiani che le inse- ed i costumi diversi dai romani.
gnarono agli arabi, e questi a noi, L'imperalor Severo nato in Afri-
e di proprio gli arabi trovarono ca, rimandò in questa regione la
lo zero, ed inventarono 1'
algebra. propria sorella ch'era venuta io
1 numeri romani poi ebbero ori- Roma, perchè barbaramente par-
gine da certi chiodi metallici che lava il latino. Ciò non pertanto
ogni anno nel settembre si confic- non si può negare, che l'avere
cavano dai romani, come dicemmo cognizione di varie lingue fu uti-
altrove, nelle paieti del tempio di lissimo in molte occasioni, e sem-
Giove Capitolino o Massimo in Ro- pre di ornamento a chi le possie-
Bia , come altrettanto seguiva a de. La cognizione delle diveise
262 L N 1 LIX
specie di lingue, viene dall'aposto- versati nella conoscenza di più i-

lo enunierala fra i doni dello Spi- diomi.


rito Santo. Quanto utile sia la 11 Pontefice s. Leone IX fornito
cognizione delle lingue ai principi, di sapienza ed erudito, nell'età di
perchè i sudditi amano di più cinquanta anni cominciò ad istruir-
«]iie! sovrano che intende il loro si nella lingua gi:eca ,
pei- meglio
linguaggio, lo si vede in Isaia, e. 33, poler confutare gli scrini de'greci
V. 19, il quale per atterrire j giu- scismatici, siccome fece. Nicolò te-
dei, fra le altre cose di cui li mi- desco fu creato caidinale da Lucio
nacciò, vi comprese la differenza lì, siccome dolio nelle lingue gre-
del linguaggio. E nel IV libro dei ca ed ebraica , le quali sono utili

Re, e. i8, V. 26, sapendo Rasbace agii studi. L' imperatore Federico
quanto importa la somiglianza del- 11 parlava con eleganza il Ialino,
la lingua per guadagnarsi la be- il francese, lo spagnuolo , l'italiano,
nevolenza del popolo , acciocché il turco e l'alemanno, non che sa-
più volentieri accettassero gli ebrei peva il greco letterale ed il vol-
r impero di Sennacherib, sebbene gare. L'imperatore Carlo IV colla
fosse invitato a parlare in siriaco, bolla d'oro sull'elezione degl'impe-
clamavit lingua judaìca. Fu co- lori, comandò che ai figli degli e-
slume dei re di Persia, che gli e- letlori del sacro romano impero
ditti loro, che per diverse provin- s'insegnassero nella puerizia le lin-
cie dovevano pubblicarsi, fossero gue latina, italiana e schiavona, re-
scritti nella lingua particolare di putandole necessarie. Il Papa Sisto
quella provincia alla quale s'invia- IV, di gran dottrina ed ingegno,
vano, come abbiamo dal libro di lo fu ancora nella cognizione delle
Ester, e. I, V. 22. Ennio si gloriava lingue. Versatissimo in molte di
di sapeie tre lingue, cioè la lati- queste fu pure Giovanni Pico si-
na, la greca e l'osca, e perciò di- gnore della Mirandola, che lo Sca-
ceva avere tre cuori . Rlilrida- ligerochiamò mostro senza vizio.
te re di Ponto e di Bitinia sape- Carlo Vili re di Francia non sep-
va venlidue lingue, onde non avea pe che tre parole latine, e suo
bisogno d'interprete, quando a'suoi padre non volle che ne imparasse
sudditi di varie nazioni dava udien- di vantaggio; ma di questo difetto
za, perchè intendeva le lingue loro, se ne accorse quando montò sul
e nel medesimo idioma dava loro trono , dappoiché essendo privo
le risposte. Di Cleopatra regina di del soccorso delle lettere, fu co-
Egitto scrive Plutarco, che sapeva stretto regnare a gusto di altri ;

la lingua degli arabi, de'siri, de' per- tuttavia desiderò sapere qualche
siani, degli ebrei e degli etiopi, cosa di più, onde si fece tradurre
il che era di glande ornamento in francese l'elica, l'economica e la

a quella regina. Amalasunta figlia politica di Aristotile; tanto asse»


di Teodorico re degli ostrogoti, al risce Emilio suo biografo. Al ci-

dire del Sabellio, possedeva tulle talo articolo Letterato, parlammo


le lingue delle nazioni che ave- eziandio di alcuno di quelli di po-
vano commercio co'romani. All'ar- che lettere, e di quelli che dive-
ticolo Letterato parlammo di al- nuli smemorati dimenticarono \\\->

cuni romani poliglotti, e di altri tcramenle la scienza delle lingue»


LIN LIN 263
Alcuni scrissero che 1* imperatore improvvisava con
nell'italiana in cui
Carlo V studiò le belle lettere sotto eloquenza il suo successore Paolo
:

ilmagistero di Adriano Fiorenzi, IV in gioventù con successo si ap-


che fu poi Adriano VI ; che sapeva plicò allo studio delle lingue lati-
favellare ottimamente diverse lin- na, ebraica e greca, nelle quali fe-
gue, anzi tutte quelle soggette ai ce tanto progresso che parlava coi
6U0 impero; ma il Sarnelli nella greci e cogli ebrei, come fosse uno
citata lettera, dice che il pi incipe di loro nazione. 11 cardinal Anto-
in gioventù ebbe poca applicazione nio Penenot di Granvela era col-
alle lettere, per cui Adriano suo to nelle lingue , sette delle quali
precettore vedendolo alieno dall'i ni- parlava con incredibile facondia, e
parare la lingua latina, gli disse simile a Giulio Cesare impiegava
che un giorno se ne pentirebbe. ad un tempo cinque segretari, det-
Ciò si verificò quando l'imperato- tando loro delle lettere in diverse
re passando per Genova, non potè lingue. 11 cardinal Silvio Antoniani
rispondere che per interprete all'o- di dodici anni improvvisava mera-

razione che gli fece in latino quella vigliosamente sulla lira veisi greci,
signoria. Aggiunge il Sarnelli che di latini e toscani. Il caitlinal Silve-
Carlo V si disse, che parlava con Dio stro Aldubrandini pronipote di Cle-
alla spagnuola, co 'domestici all'ita- mente Vili possedeva la scienza
liana, colle donne alla francese, e di molte lingue. Il cardinal Vin-
quando era in collera alla tedesca, cenzo Costaguti, dotto ed eloquente,
Nella corte di Carlo V fiorirono ebbe la cognizione di diverse lingue.
nello studio delle lingue, Agrippa 11 celebre gesuita padre Atana-
Cornelio Enrico di JNettensheim ,
sio Kircher parlava e scriveva io
Mariangelo Accursio napoletano, ventiquattro lingue diverse. La re-
Claudio Arezzo di Siracusa, ec. 11 gina Cristina di Svezia soleva di-
cardinal Girolamo Aleandri fu lettarsi di scrivere de' motti arguti
profondo nella cognizione delle lin- e delle sentenze ne'margini de'iibri
gue greca ed orientali, massime che leggeva, nelle lingue in cui e-
dell'ebraica, e in questa fu si va- rano scritti, giacche essa ne posse-
lente, che fu creduto figlio di e- deva undici, cioè la svezzese, la la-
breo. Il cardinal Alessandro Cam- tina, la greca, l'ebraica, la caldea,
peggi fu peritissimo nelle lingue. l'arabica, la francese, la spagnuola,
Nella corte del cardinal Ippolito la tedesca , la polacca e l'italiana,

de Medici nipote di Leone X e benché per l' ordinario se ne cre-


cugino di Clemente VII, erano de di avanzo per ogni donna an-
trecento persone letterate d' ogni che una sola. 11 cardinal Giambat-
nazione, onde talvolta si parlavano tista Tolomei, di rara dottrina, fu

fino a venti diversi linguaggi. Il profondo nelle lingue orientali, del-


cardinal Egidio Canisio fu dotto le quali possedeva la perfetta co-
nelle lingue greca, ebraica, arabica, gnizione di nove diverse. 11 celebre
caldaica, turca e persiana ; pel suo caidinal Giaciuto Sigismondo Ger-
profondo sapere fu chiamato lume dil studiò le lingue antiche e mo-
chiarissimo del suo secolo. 11 Papa derne, laonde divenne perfetto nella
Marcello lì dottissimo, lo fu pure greca, nella latina, nella (rance.se

uelle lingue latina e greca^ come e ucirilaliuud ; colla sua eminente


7

264 LIN LIN


dottrina compose quel gran nume- vantaggio de'forastieri l'ecclesiaslico
ro di opere, che notammo alla sua ministero, l' indusse a cercare di
biografia. Il cardinal Michelangelo rendersi famigliari i linguaggi più
Luchi cassinese dotto nelle lin-, astrusi, e più volte ha affermato
gue orientali, lasciò alla biblioteca che ciò ha contribuito ad aumen-
Vaticana 74 opere in greco e 119 tare il numero delle lingue da es-
in latino mss., ed avea il progetto so coltivate. Molti vi sono oggidì
di pubblicare una nuova Bibbia che si applicano con grande onore
poliglotta in trenta volumi, al modo allo studio degl'idiomi, ed in ogni
che meglio diremo alla sua biogra- nazione si hanno poliglotti ragguar-
fìa, li cardinal Giacomo Giustiniani devoli in maggior numero che nel»
possedè non solo le lingue moder- le passale età; né è meraviglia,
ne, inglese, francese, spagnuola, ma essendo oggidì divenuta più facile
ben anche le dotte e orientali, co- la comunicazione colle estere nazio-
me la greca, la araba e latina, 1' ni ancorché più remote, e venendo
r ebraica. Ora passiamo a fare ogni anno alla luce gran copia di
onorata e distinta menzione del libri d' esotica erudizione.
sullodato meraviglioso poliglotto, Daremo termine a questo arti-
di cui non solo si onora Ro- colo col riportare alcune erudizio-
ma, Bologna sua patria, ed Italia ni propriamente sopra la lingua
tutta, ma l'ammi-
eziandio forma membro. Fra i moltiplici supplizi
razione delle civili nazioni anche le cui soggiacquero i martiri, vi fu
più lontane e più remote da noi. pure la recisione della lingua, su
Questi è l'illustre cardinal Giusep- di che si possono consultare. De
pe Mezzofante, che ben a ragione lingua praecisa, Bibl. Britannica
il provvido Papa che regna Gre- t. V, p. 1 1 ; Ruinart, Hist. per-
gorio XVI, prima lo fece prelato sec. Fand.j il Zaccaria, La reli-
e primo custode della biblioteca gione cristiana provata da un sol
Vaticana, quindi accrebbe il lustro fatto de'cattolici, che parlarono in
del sacro collegio col crearlo car- Tipasa neW Africa anche dopo
dinale, conferendogli opportunamen- troncala la lingua^ nel t. XVII
te le cospicue cariche di prefetto delle sue Dissert. eccles. p. 175;
delle sacre congregazioni degli stu- ed il Carpentier nel suo Glossario^
di, e della correzione de'libri della in Spingere. Il Rinaldi negli Ati-
chiesa orientale. Questo venerando nali ecclesiastici ci dà varie no-
porporato si è acquistala la noti- tizie riguardanti la lingua; cioè
zia di circa cinquanta lingue; cioè della lingua d'un giovane che sa
le principali Europa, le loro
di la tagliò coi denti e la spulò in
affini e quelle da loro derivale; faccia d' una rea femmina ; che
le più illustri delle vaste regioni senza essa per virtù di Dio parla-
dell'Asia; ha pure cercato di co- rono Eusebio confessore, ed altri

noscerne alcune dell'Africa e del confessori di Cristo ; che anche


nuovo continente. Egli ha ancora senza lingua parlarotm i cristiani
procurato di bene informarsi della nella persecuzione dei persiani ;

letteratura , e dei migliori autori così i ss. Massimo, Anastasio e


d'ogni lingua da lui appresa. Il Lcodegario martiri; che s. Pie-
»uo pio desiderio di esercitare in tro vescovo di Damasco e marti-

1
LIN LIN 265
re, celebrò la messa senza linguo, ed il p. Sangallo nel t. Ili, p. 26
e coD voce più distinta e sonora delle Gesta dé'Pont. Alcuni sup-
che per lo innanzi; che un mu- pongono che la famiglia Mauri sia
tolo senza lingua raccomandando- la stessa che la Morosina di Ve-
si a s. Leone IX parlò. Alla bio- nezia, ovvero la Morigia di Milano,
grafia di s. Leone HI abbiamo come congettura il Guarnacci, Fi-
detto se ricuperò col patrocinio tae Ponti/., nella vita del cardinal
dei principi degli apostoli la lin- Giacomo Antonio Morigia. Lino
gua; in quella di Clemente Vili, essendo nell'età di ventidue anni,
che piegò Dio nella sua elezione fu mandato allo studio di Roma,
che gli facesse divenire arida la ove abitò da Q. Fabio suo ami-
lingua prima di daie il suo consen- co, finché divenne seguace del
so, se avesse dovuto la sua esaltazio- principe degli apostoli e primo
ne recar danno alla cristianità ; ed sommo Pontefice s. Pietro, che
a quelle de'ss.Antonio di Padova l'inviò a predicare in Francia,
e GiovanniJVepomuceno, che le quindi fatto vescovo di Besanzone.
loro lingue tuttora si conservano Su questo punto si può consultare
non solo intiere, ma freschissime. Giaiigiacoioo Chifflet nell'elogio s.
L'antipapa Maignulfo fini misera- Lini Papae et archipraesuli Vesun-
mente la vita, colla lingua corrosa tionensis, che sta in P'esuntionense
co' propri denti. All'articolo Be- Imperiali, par. 2, Lugduni 16 18.
sTE.MMiA dicemmo che leggi civili Tornato Lino a Roma, fu dal me-
decretarono la mutilazione della desimo s. Pietro dichiarato suo
lingua a chi bestemmiava il sa- coadiutore per le sacre funzioni
crosanto nome di Dio e che s. ; delle chiese di Roma, come dice
Luigi IX re di Fi ancia comandò il Beda in Histor. abatum PVer»
che ai bestemmiatori venisse pas- mutensiuni , o sia suo vicario nel
sata la lingua con ferro rovente tempo de'viaggi che il santo apo-

per mano del carnefice. Noteremo stolo fece fuori di Roma. I cano-
per ultimo, che monsignor Ales- nici regolari, poscia di s. Agostino,
sandro Lazzarini in due volumi che venerano s. Pietro per loro
stampò in Roma nel iSaS: Sul- fondatore^ contano s. Lino fra i

ranlichilà dell'uso della lettera R. loro alunni, ma dell'una e del-


][ Casolini poi ci diede in tre vo- l'altra cosa ne sia fede appresso
lumi : Panegirici per ciascun gior- gli autori che ciò riferiscono. Fu
no del mese Mariano, e quelli eletto s. Lino in Pontefice alli 3o
senza la lettera R. 11 libro del- giugno dell'anno 69, cioè nel dì
l'AveroIdo pubblicato nel 1700 coi seguente al glorioso martirio di s.

litolo Le scelte pitture di Bre-


: Pietro. Nicolò de Piove, citato dal
scia, è pure singolare per essere p. Sangallo, dice che s. Lino ag-

scritto senza la parola che. giunse il Communicantes (J^edi),


LINO (s.), Papa II. Nacque in al sacrifizio della messa, la quale
Volterra, antica città della To- allora si componeva della conse-
scana, e fu figlio di Ercolano crazione e dell'orazione domenica-
dell'illustre famiglia de'Mauri, co- le. Ordinò s. Lino, secondo il pre-
me vuole Giovanni Palazzi, l'ite cetto dello stesso s. Pietro, che le
4(' Pontefici^ nella vita di s. Lino \
femmine uou polessei'o entrare m
266 LIN LIN
chiesa col capo scoperto, secondo il nella biblioteca Barberina di Ro-
cosluDoe delle pagane. Scotuunicò ma. Alcuni alt-li credono che il

i nieuandiiani, i quali avendo per medesimo s. Lino abbia estesa


maestro Menandro samaritano, di- parimenti la storia della disputa
scepolo di Simone mago^ sostene- avuta da s. Pietro contro Simon
vano essere stato il mondo creato Mago, e scritto molte lettere e
dagli angeli non da Dio, e difen- decreti, ma dai critici sono anche
devano gli errori de'nicolaiti, che questi stimati apocrifi. La sua fe-

pretendevano essere tutte le cose sta si celebra a l'i settembre, ed


di comune uso, comprese le fem- il Piazza nel suo Einerologio di
mine. A s. Lino comunemente si Roma, dice che le sue reliquie
attribuisce l'istituzione del Pallio sono pure nella cappella di s. Sil-

Pontificale [Fedi) j altri la riferi- vestro nella chiesa de'ss. Quattro.


scono al Papa s. Marco. Governò La santa Sede non vacò.
undici anni, due mesi e ventitre LINOA o LINOE. Sede vescovi-
giorni. In due ordinazioni falle ia le della seconda Bitinia, nell'esar-

dicembre, creò quindici vescovi e cato e diocesi di Ponto, sotto la me-


dieciotlo preti. Patì per ordine di tropoli di INicea, eretta nel VI se-

Saturnino, la cui figliuola avea colo. Ne furono vescovi Anastasio


liberato dalle vessazioni dei demo- che sottoscrisse il canone in Trullo j
iiii, a'sS settembre dell'anno 80. Leone che fu al VII concilio gene-
La provata sua bontà lo rese gra- rale Basilio che trovossi al conci-
;

to al popolo. Fu sepolto nel Va- lio di Fozio, dopo


la morte di s.

ticano, ed il Tonigio lo trovò Ignazio; e che fu al me-


Cirillo

nelle sacre grotte vaticane, vicino desimo concilio. Oriens christ. t. I,


al santo apostolo . Laonde non p. 557.
sembra quanto il Platina,
vero LINTERNO, Linlerniwi. Città
I\azio, lllescas , e Caccino presso antica e vescovile del regno delle
l'Oldoino col. 86 in Ciaconium, due Sicilie nella Campania o Terra
Fit. Poni., scrissero che il cor- di Lavoro, alla imboccatura della
po di san Lino fosse stato da riviera Clanis, ed in vicinanza del
Gregorio vescovo d'Ostia portato lago chiamato Lintenia paliis da
nella sua chiesa di s. Lorenzo. Stazio, a cagione del quale Silio I-
Wella Biblioh'va de padri si tro- talico chiama la città Linlernuni
vano due libri allribuiti a s. Li- Slagnosiini. Decantala da Ciccione,
no, scritti in gieco, ne' quali de- fu disliuUa da Genserico re dei van-
bcrivesi la passione de'ss. Pietro e dali 4^5. In seguito si eresse
nel
Paulo ; ma i critici li credono nel luogo una torre, chiamata 7or-
suppositizii, perchè sparsi di molti re di Patria, dal vicino nominato
errori e contaminati delle eresie lago di Pallia, oggi villaggio di Vi-
de'uìanichei. Il citato Chifflet non- co Pantano. 11 silo fu memorabile
dimeno ci assicura, che in Eesan- per un vicino podere de'Scipioni, e
zone si conservano puri, e Loren- perchè dicesi che vi sia morto Pu-
zo de la Barre dolloie della Sor- blioCornelio Scipione V Africano, ove
bona li corredò di scolii, e gl'inserì «rasi ritirato come in una specie

nella sua Storia criiliana. Trovan- «Il esilio volontario. Fu aiKioia il

si (incoru mss., secondo il JNovues, luogo nuumatu pei che aulicaiueu-


L N l 267
le fu fecde vescovile sollo la me- che. Lintz è uno dei principali em-
tropoli di Napoli, poscia liunila nel porii per le falci della Sliria. Il suo
VI secolo a Nola, secondo Com- commercio è favorito dal Danubio
niaii\ille. F. l'U^^hclli, lUilia sacra che le apre facili comunicazioni col-

t. X, p. 122, la Baviera, il paese al disotto del-


LINTZ (Lincieii). Città con re- l'Ens e r Ungheria. La esecuzione
sidenza vescovile nell'aicidncalo di del progetto della riunione del Da-
Austria, capoluogo del paese al di nubio e dell'Elba col mezzo di un

so['ra dell'Ens, il cui governatore canale, che da Lintz andrebbe a


generale risiede in questa città, che raggiungere la Moldau, affluente del-
è ancora il capoluogo del ciiconda- l'ultimo di questi fiumi, non può che
rio di Hausruck, posta sulla riva de- rendere il suo commercio ognor più
sila del Danubio, che la divide dal florido ed interessante. Dall'altro la-
sobborgo di Ufra, al quale è con- to del Danubio l'occhio è ricrealo
giunta mediante un ponte di legno di da un gran numero di belle case

Hoo piedi di lunghezza, essendo distan- di campagna, e di terreni coltivati.

te più ili quindici leghe da Passavia, Lintz o Linz si crede che oc-
da Vienna. Si divide
e treiitacinque cupi il luogo dell'antica Lentia o
in vecchia e nuova ciltà, ed ha tre Aredata . 1 conti di Kyrnberg ne
sobborghi. La prima parte non con- furono i primi possessori dei quali
siste che in una sola strada assai faccia menzione la storia. Questa
lunga, che si estende dal sud al città durante la guerra dell'alta-Au-
nord, e rinchiude il castello arci- stria oppose una viva resistenza a

ducale eretto sopra un'altura, da do- Fadinger che venne ad assediarla alla
ve si scopre da lunge una campa- testa dei paesani, onde disfarsi del
gna ridente ed amena. Si osserva governatore lierberstorf, che la sua
nella città nuova una bella piazza tirannia reso aveva odioso. Fu ripre-
ornala di una colonna di marino sa il 23 gennaio 174'^ ^^^ gran-
e di due fontane sormontate dalle duca di Toscana, sull' elettore di
statue di Giove e di Nettuno il ; Baviera ed francesi che se n'erano
i

palazzo pubblico, quello in cui si impadroniti \\ 2 ottobre preceden-


tiene la dieta, la chiesa di s. Igna- te. 11 Papa Pio VI che nel 1783
zio ed il palazzo vescovile. Le stra- si era portato a Vienna dall'impera-
Je in generale sono larghe e ben tore Giuseppe II, parfi per Moìk, in-

distribuite; e le case, quasi tutte al- signe monastero de' benedettini, da


le, sono belle ben fabbricate. Que-
e dove passò a quello di s. Floriano
sta città contiene una biblioteca pub- de'canonici lateranensi, e il martedì
blica, un istituto pei sordi e muti, 24 aprile partì alla volta di Lintz,
un liceo che possiede una bibliote- ove fu ricevuto colla più singo-
ca di circa ventiduemila volumi, lare solennità e dimostrazioni di
una scuola normale e delle arti, una giubilo , col suono di tulle le cam-
del genio, ed un magnifico teatro. pane della città, e salutato collo spa-
Evvi una famosa manifattura im- ro dell'artiglieria. Sua Santità disce-
periale di panni, stoffe di lana, te- se dalla cariozza al palazzo della cit-
Je dipinte e tappeti, nella quale so- tà, ove si trovò ad incontrarlo il
no occupali circa q'ual Ironiiia in- carilinal Leopoldo de Firmian ve-
dividui. \ i souo ^nuc alUe fabbri' scovo di Passavia, il presidente del
5-

268 LIN LIO


governo e lulto il corpo della nobiltà 2-'ìgingno 1827 nominò l'odierno
delia stessa città ivi adunato forraal- vescovo monsignor Gregorio Tom-
menfe. Asceso il s. Padreal superiore maso Ziegler dell'ordine di s. Be-
appartamento sort\ nella loggia co- nedetto, nato inRirkheim diocesi di
perta da nobile baldaccbino e ma- Augusta, traslatandolo da Tarnovia.
gnificamente addobbata, corrispon- La cattedrale, di ampia ed elegan-
dente alla gran piazza ov'era nume- te struttura, è dedicata a Dio sottp
roso corpo di truppa, e diede all'ini il titolo della Beata Vergine assun-
inenso popolo che la riempiva l'a- ta in cielo. Il capitolo si compone
postolica benedizione. Quindi Pio di Ire dignità, la maggiore delle qua-

Vi ammise al bacio del piede un li è il prevosto, di sette canonici, e


gran numero di dame e nubili, ed di altri preti e chierici addetti al-
accompagnato alla carrozza dal car- la divina uflìciatura. Nella catte-
dinale e dagli altri, continuò il suo drale avvi la cura parrocchiale ed
viaggio per Vels, e pel castello di il battisterio. L'episcopio, grande e
Ried ove pernottò. A Lintz nel solida fabbrica, esiste in uno de'luo-
1800 un violento incendio vi ca- glii suburbaiii. Inoltre nella città

gionò gravi danni, e distrusse il ca- sonovi altre cinque chiese pairocchia-
stello e il palazzo pubblico. Nel li, due monasteri di monache, tre

1801 e nel 1809 i francesi se ne conventi di religiosi, il seminario


impadronirono di nuovo, poscia ri- con alunni e due ospedali. Prima
tornò al dominio dell' imperatore in Lintz esisteva pure un collegio
d'Austria. capace di trenta alunni, chiamati
La sede vescovile ad istanza del- dalla Germania settentrionale, e dai
l' imperatore Giuseppe li, l'eresse regni di Norvegia, Svezia e Dani-
Pio VI nel 1784 a' 29 gennaio, marca, per abilitaisi a quelle mis-
colla bollaRomanus Ponlifex, pres- sioni, e perciò dipendente dalla con-
so il Bull. Rom. Contimialio to- gregazione di propaganda Jide, ma
mo VII, pag. 247, per la porzione fu soppresso da Giuseppe li. Ogni

dell'Austria superiore, ch'era com- vescovo è tassato ne'libri della ca-


presa nella diocesi di Passavia, di- mera apostolica in fiorini 44-^) ^P''"
chiarandola sulFraganea della metro- rispondenti all'annua rendita della
poli di Vienna. Il medesimo Papa mensa vescovile, che ascende a set-
nel concistoro de' 1
4 febbraio 1785 temila fiorini circa.
ne fece primo vescovo Ernesto Gio- LIONE [ Liigditnen). Città con
vanni Nepomuceno d'Heibeslein na- residenza arcivescovde, grande, bel-
to in Vienna, e traslato da Eu- la, antica e popolosa ; la più im-
carpia in parlibns. Ad esso a* 1 portante della Francia dopo Parigi,
dicembre 1788 diede in successore capoluogo de! dipartimento del Ro-
Giuseppe Antonio Gali di VS'^eile- dano, di circondario e di sei can-
stndt diocesi di Spira, ch'ebbe lun- toni, già c;ipitale del Lionese, Lyon,'
go vescovato. Per sua morte, Pio nnis. antica provincia della parte o-
VII a' 19 dicembre i8r4 preconizzò rientale della Francia. Questa pro-
vescovo di Lintz, Sigismondo di Ro- vincia dividevasi in tre parti: il

lìenvrart di Cilleia nella Stiria, dio- Lionese proprio, ove si trovava il

cesi di Gorizia; per la morte del piccolo paese chiamato Franco-Lio-


quale Leone XII ne! concistoro dei nese, avente Neuville per capoluogo;
LIO LIO 269
il Bosoicseo Beaujolais, ed il Fore/.e. della IV direzione delle foreste ma-
Questa contrada tu anlicaineiile a - rittime, della VII divisione di pon-
bilata dai scgusi o segiisiaiìi, e fu- ti ed argini ; sede di una corte rea-
rono sotto la dipendenza degli Editi le, da cui dipendono i dipartimen-
o di quelli di Autun sino all'impe- ti dell'Ain, della Loira e del Ro-
ro di Augusto che li rese liberi, dano, di una corte d'assise, di tri-

del regno di Fd p- bunali di prima istanza e com-


I ^'egli annali

po, ed allioA'ej il Lionese è chia- mercio, di un consiglio


di
di periti,

mato Pagus Ldgdiiiiensì'x. Era com- d'una camera di commercio, di luia


preso nella provincia romana di direzione delle contribuzioni dirette e
Ptirna Lionese, e alla caduta del- indirette, del registro e de'demani,di
l'inipero passò al regno di Borgo- una conservazione delle ipoteche, di
gna. Più tardi il Lionese proprio eb- unaricettoria principale delle dogane,
be i suoi conti particolari, poi fu di una direzione delle poste, d'una fab-
soggetto alla sovranità degli arci- brica reale di tabacchi, d'una delle
vescovi di Lione, ed in fine restò cinque lotterie reali eli Francia, pri-
riunito alla corona sotto Filippo IV ma della loro soppressione nel i836,
W Bello nel iSoy. 11 Bosolese do- di una zecca contrassegnata dalla
po avere avuto i suoi signori, ed letteraD, d'una raffineria reale di
il Foreze i suoi conti, furono riu- polvere, e di una università, cioè
niti alla corona sotto Francesco L accademia, la cui giurisdizione ab-
Sovente i conti del Foreze furono braccia i dipartimenti dell'Ain, del-
i signori stessi di Lione; 1' ultimo la Loira e del Rodano.
fu il famoso Carlo contestabile di La città è municipalmente ri-
Bourbon, ucciso nel i52'j sotto le partita in divisioni del nord, del
mura di Roma. Di questo paese si mezzodì, e dell' ovest ^ suddivise
formarono dipartimenti del Ro-
i in ventisei quartieri : vi sono cin-
dano e della Loira. Da Lione al- que circondari di riscossione del-
tresì prese nonie il gran golfo Gal' le contribuzioni dirette. La mag-
liciis siniis, che comprende tutta la gior parte della città trovasi rin-
parte marittima dell' internamento chiusa fra la riva destra del Roda-
del Mediterraneo, nella Fiancia me- no e la sinistra della Saona, e si

ridionale, dai paraggi di Anlibo fi- estende parte sul piano elevato, e
no a Perpignano. 11 golfo di Lione parte sui fianchi dell' altura di s.

si chiama pure Sinus Leonis im- Giusto, e di quella di Fourvieres,


propriamente, dappoiché deriva dal- che sospinge verso la riviera la roc-
la sensibile agitazione delle sue ac- cia pittoresca di Pierre Seise o Pier-
que, di cui si assomiglia la violen- re Ancise, un tempo coronala da
za al furor di un leone. I prin- un gotico castello ; un muro rin-
cipali polli sopra questo golfo so- chiude all' ovest questa ultima por-
no quelli di Tolone, Marsiglia, zione di Lione. Alcuni avanzi di for-
Celle, Agde e Collioure. Lione, tificazioni ne cingono al nord la

Lyon , è posta in un territorio parte principale; il passeggio chia-


ameno, distante cento undici leghe mato corso del mezzodì, marca la sua
da Parigi, ventisette da Grenoble^ estremità meiidionale, e la divide
e sessanta da Torino. E il capoluo- dalla penisola Perrache, che forma
go della XIX divisione militare, e un triangolo allungalo, la cui base
270 LIO LIO
riposa sopra Lione, e la sommila ti, diversi dai nove nominati, e. .so-

tocca il confluente del Rodano e no di legno , di pietra e di fer-


della Saona questa è l'antica iso-
: ro. Quivi da per lutto rimane
si

la Mogniat, di cui l'architetto Per- sorpresi dal colpo d'occhio impo-


rache fece una penisola nel 1776, nente degli edilizi, dal quadro a-
volgendo altrove, mediante un lun- nimato di una felice navigazione,
go argine, il corso del Rodano, e dalla bella pianura del DeKlnato.
respingendo per quasi una mezza L'interno della città ha case vec-
lega la congiunzione della Saona. chie e solide. Fra le strade la Mer-
Alla destia di questa vi sono i sob- cerie, ch'è nel centro, è limarche-
borghi di s. Ireneo, di s. Giusto, e vole pel gran commercio: nella stra-
di s. Giorgio o Quarantena. Sulla da G rene Ite ebbero luogo numero-
destra del Ptodano si estende il sob- se giostre, sotto i regni di Filippo
boigo La Guillotiere, che forma col IV,' Carlo VII, Carlo Vili e Lui-
bel quartiere dei Biotteaux una cit- gi XII. La più bella delle sue cin-
tà particolare. Dal lato del nord quantasei piazze è quella di Luigi
evvi Croce-rossa piantata sul pia-
la XIV Grande, o di Bellecour, li-
il

no elevato e sui fianchi d'una col- na delle più magnifiche d'Europa:


lina, e nuovamente eretta in città; in mezzo s'innalza la statua eqtie-
essa comprenile il sobborgo di s. stre di tale re, fatta da Lemof, in
Chiara sulla liva destra del Roda- luogo di quella insigne di Girardon
no, e quello di Seriu sulla sinistra distrutta dalla rivoluzione, il cui pie-
della Saona. Sulla riva destra di distallo era adorno da due super-
quest'ultima riviera si allunga il bi gruppi di bronzo rappresentanti
sobborgo di Yaize, che costituisce il R.odano e la Saona, che furono
un comune a parte. trasportali nel palazzo pubblico.
La penisola Perrache può essere Nella piazza Confort è il palazzo
considerata come un nuovo quar- della prefettura, in quella de'france- È
tieie destinato a diventare una scani una colonna colla statua d' ti-
città industriosa, la cui importanza rania, in quella de' Terreaux il pa-
deve aumentale la ricchezza di Lio- lazzo comunale. Fra tutti gli edi-
ne. iS'el centro della penisola si co- fìzi di Lione devesi contare pel pri-
slrusse un locale circolare,
che of- mo il palazzo pubblico, monumen-
frirà un porto sicuro e comodo per to supeibo che si distingue per la
l'imbarco e sbarco delle merci. Il magnificenza della sua scala, della
Rodano co' suoi repentini accresci- grande sala, e del vasto cortile, e j
menti e grandi straripamenti ha per la nobiltà ed eleganza della sua ^
cagionato spesso dei guasti fune- facciata, dal cui mezzo si slancia ar-
sti, fia i quali si possono ricor- ditamente la torre dell'orologio. Il

dare quelli del 18 12, 1825, e quel- palazzo fu alquanto danneggialo da


lo accaduto anni addietio. Tre pon- un incendio a' [4 luglio i8o3. Que-
ti attraversano il fiume. La Saona, sto edilizio nel suo genere è uno
le cui acque quiete contrastano col de'più belli d'Europa ; esso fu co-
corso impetuoso del Rodano, è at- strutto dal 1646 al i655, sotto la
traversata da .sei ponti. Lione ha tre direzione di Simon Maupin. 11 pa*
linee di strade lungo l'acqua e so- lazzo del commercio e delle arti,
no intersecale da diciassette bei pon- antica abbazia di s. Pietro, è un al-
LIO LIO 271
Irò edifizio osservabile che forma edifici gotici della Francia, ed os-

uno dei gran lati della piazza dei servabile particolarmente per la fac-
Terreaiix. Vi si stabiPi una scuoia ciata, opera di Fìldjerto Delorme,
reale gratuita di disegno; corsi di per la sua magnifica volta, e per
anatou)ia applicata alla pittura e gli ornamenti del suo coro ; la

scoltura, di chimica applicata alle chiesa di s. Giusto, edifizio moder-


arti e alla medicina, di geometria no che si distingue pel buon gu-
pratica, di fìsica esperimentale, e di sto e la eleganza della sua costru-
storia naturale; la istituzione di La zione; la chiesa del collegio ove si

IMartiniere per le arti e mestieri; un rimarca una assai bella navata ed


museo di quadri; un gabinetto di un ornato interno di marmo; il
medaglie ed antichità, ove soprattutto monumento religioso innalzalo ai

si distinguono superbi mosaici : un Brotteaux in memoria dei lionesi

museo lapidario; una gallerìa di che perirono durante l' assedio del
antiche figure in un gabi-
gesso; 1793, ed il soggiorno del troppo
netto di storia naturale; un depo- famoso Collot-d' Herbois agente del
sito di macchine meccaniche per la tiranno Piobespierre; il tempio dei
tabbiicazione delle stoffe di seta ; u- protestanti^ stabilito nell' edifizio

na biblioteca, ed in fine la sala costruito da Soufflot per la vecchia


della borsa . Nello stesso edifizio borsa. La cattedrale di s. Giovan-
hanno la loro sede le dotte società ni Battista è un grand' edifizio di
esistenti in Lione, e gli iillìzi della gotica architettura, ove è una del-
camera del commercio. 11 palazzo le piìi grandi campane,
la merìdia-

della prefettura stabilito nell'an- naj e vede un famoso orologio,


si

tico convento de' domenicani, con- oggi dissestato, che soiprende per
serva ancora le traccie della sua la sua complicazione, e che segna-

vecchia destinazione, malgrado i va il corso del sole, le fasi lunari,


grandi lavori che vi furono ese- gli anni, i mesi, i giorni, le ore,
guitij e non è osservabile nell'e- i minuti secondi, tutti i santi del
sterno che per la estensione de- calendario, ec. : lo celebrò anco il

gli edifizi ; dietro a questo palazzo Cancellieri nelle sue Campane. Il

SI trova un bel giardino, il solo un palazzo arcivescovile contìguo alla

poco vasto ch'esista nell'interno del- cattedrale è nn ampio edifizio, ma


la città. neir esteriore non presenta niente
Fra gli altri pubblici monumen- di bello. Vanno pure rammentati
ti di Lione si devono nominare il il palazzo di giustizia, le vaste pri-
grande ospedale o 1' Hólel-Dieu, la gioni nella parte orientale della
cui immensa facciala, opera di Souf- penisola; due teatri, il grande nuo-
flot, è sormontata da una cupola vamente costrutto sul luogo di un
equilaterale, e che sì estende mae- altro ch'era opera di Soufflot, ed
stosamente sulla strada lungo il il teatro de' Celestini. Bello è il

Rodano; l' ospedale della Cai ita passeggio, che porta il nome di
destinato all' infanzia abbandonata galleria dell' Argue; la torre Pi-
ed alla vecchiezza povera ed in- trat, destinata a servire di osser-
ferma ; la chiesa de' certosini sor- vatorio, sul colle che domina la

montata da una bella cupola; la città al nord, essendo pervenut;i


chiesa di s. Nizier, uno de' più beili ad una grande elevazione crollò
,

^73 LIO LIO


nel 1828, onde venne ricostruita. i,5oo manoscritti. Lione possiede
Lione presenta molte antichità, mas- una facoltà una scuola
teologica,
sime sulla collina di Fourvieres, secondaria di medicina, una scuola
ove la chiesa della Madonna di reale veterinaria e di economia ru-
Fourvieres sta nel sito dell'antico rale; un'accademia reale delle scien-
Forum Trajani, e dove la casa ze, belle lettere ed arti; una società
delle anticaglie, ospedale de' pazzi reale di agricoltura, storia naturale
e de' sifilitici, è eretta sulle rovine ed arti utili ; una medi-
società di
d'un palazzo degli imperatori ro- cina, una di farmacia o chimica
mani. Si osservano begli avanzi di applicata alla tintura, una di giu-
acquedotti in vicinanza della chiesa risprudenza, una società linneana,
di s. Ireneo, nel sobborgo di que- una biblica protestante, una di
sto nome; alcune vestigie di un lettura ed incoraggiamento per
teatro nel recinto dei minimi, e r industria, una cassa di rispar-
serbatoi sotterranei chiamati bagni mio e di prestito una , società di
romani in quello delle orsoline. Vi carità materna, tre ospizi ; un di-
si trovano in quantità medaglie, spensatoio stabilito col mezzo di
monete e vasi antichi,molte fi- soscrizioni, una direzione generale
gure di marmo e bronzo, lacrima- delle levatrici, un istituto di sordo-
toi elampade sepolcrali, molti se- muli, un comitato di vaccinazione,
polcri, e così pure i guasti dell'in- un gran numero di società di soc-
cendio, quivi accaduto sotto Nero- corsi mutui, e due prigioni civili.
ne. La chiesa di Ainay olTie qual- I pretesi riformati hanno una chie-

che rimasuglio d' un famoso tem- sa concistoriale ed una sinagoga


,

pio d'Augusto; quattro pilastri i gli ebrei. Immensi sono l' industria

di granito che sostengono la cu- e il commercio di Lione, e le stoffe


pola di questa chiesa provengono di seta rinomate per la solidità
da due colonne che fiancheggiava- della tintura ed buon gusto del il

no isolatamente l' altare del tem- disegno, ne formano la base prin-


pio. Si scopersero nel giardino bo- cipale. Vi si fabbricano pure altre
tanico gli avanzi di una vasta nau- stoffe, ed anche d'oro e d'argento,
machia. Sull'alto della collina di galloni e ricami ; la filatura dell'o-
Fourvieres sta il cimiterio genera- ro è eseguita con perfezione : tali

le di Lione, stabilito nel 1808 e sono i più importanti prodotti che


detto di Levasse numerose pian-
; questa regina del commercio della
tagioni e bei monumenti funebri Francia orientale spande in tutte
Io decorano. I suoi piincipali pas- le parti del mondo. Essa consuma
seggi sono quelli di Bellecour, il una gran porzione delle sete rac-
giardino botanico, Borbo- il corso colte in Francia, ed impiega altresì
ne, il corso di Herbouville; ed i molta seta che ritrae dall'Italia.
Brotteaux al di là del Rodano. Numerosissime perciò ne sono le
Una delle più importanti biblio- fabbriche: dicesi ascendere a 4o,ooo
teche di Francia è stabilita nell'e- i telai per la tessitura della seta
difizio del collegio reale, sotto il che occupano 80,000 artigiani. L'ar-
nome di biblioteca della cittii; es- te libraria e la stampa e molte ,

sa rinchiude circa q2,ooc volumi, altre manifatture, sono pure rami


nel cui numero vi sono più di della sua industria e negoziato: le
, ,

LIO LIO 27"'

lipogralle lionesi sono stale sempre Gros de Boze, i Terasson, l'abbate


in onore, e copiosissimi i fondachi Rossut, Rlontucla, Guido Papa dot-

dei librai. Fra gli stabilimenti pro- to consigliere, il poeta Vergier


pri a favorire il commercio lione- Mercier S. Leger, l'abbate Morel-
se, conviene citare la così detta let, e LeDiontey il meccanico Tru- ;

Condizione delle sete, edifizio ove chet, il chirurgo Pouteau na- , i

i negozianti sono obbligati di de- turalisti Antoine, Bernardo e Giu-

porre per un certo tempo le loro seppe de Jussieu, Rozier e Bourge-


sete, onde togliere l'umidità che han- lai; l'architetto Filiberto Delorme;
no potuto contrarre; il deposilo gli Coysevox, Chabry, Ni-
scultori

franco delle derrate coloniali , e cola e Guglielmo Coustou, Chinard,


quello de' sali. suoIn una parola il Lemot ;
gl'incisori Audran e An-
commercio abbraccia tutto ciò che dier des Rochers ; i pittori Stella,

la più colta popolazione può abbi- de Boissieu, Vivien ; gli stampato-


sognare. Le sue strade e i corsi flu- ri de Tournes, Gryphe, Baibou e
viali favoriscono le sue immense Anisson il caucellieie de Bellievre,
;

relazioni commercio. La popo-


di il ministro Fleurieu il marescial- ,

lazione della città e de' sobborghi lo Suchet, Camillo Jordan; il mag-

si calcola che superi

bitanti. Ivi
i 190,000 a-
il clima è dolce e sa-
no
gior generale Martin che lasciò un
legato di due milioni alla città di

no, quantunque soggetto a nebbie; Lione per una scuola di arti e


le campagne vicine sono fertili e mestieri ; i viaggiatori Poivre e Son-
ben coltivate, sparse di belle case nerat.
di con vedute variale e pit-
delizia, Non si accordano gli storici sul-

toresche. I lionesi sono laboriosi l'epoca della fondazione di questa


saggi ed esatti ne' loro impegni. Il città : gli uni la fanno risalire a
lusso è moderato, per cui le for- 220 anni avanti dell'era nostra, e
tune sono quivi più che in altri l'attribuiscono ad una colonia di
luoghi solidamente stabilite. Un Rodi, scacciata dalla Provenza dai
banco fu stabilito nel i835 col focesi stabiliti a Marsiglia, e con-
capitale di due milioni di franchi; dotta da un certo Momoro o Mor-
altro fino dal 1 553 e di somma mag- mo principe gaulese, che il volo di
giore ne aveva istituito il cardinal una quantità di corvi decise a sce-
Francesco di Tournon arcivescovo gliere questa situazione, onde edi-
di Lione. I baluardi da cui ulti- ticarvi una città circostanza che ,

rnamente fu circondata la città, e le avrebbe dato il nome di Liigduii,


gì' importanti lavori che vi si fece- Lugiulunnni o Liigdununt^ che in
ro, devono annoverare fra le
farla lingua celtica significa montagna di
piazze forti del regno. Lione non con'ij altri l'attribuiscono a Lucio
solo è una città essenzialmente com- INIunazio Plauco console, che vi si

merciante, ma in essa si coltivano stabilì circa quarant'aniii prima di


assai le scienze, le belle arti e le Gesù Cristo , coi vieimiesi stati
lettere. Fra numerosi uomini ce-
i scacciati dalla loro città dagli al-
lebri ch'essa produsse, citeremo fra lobrogi, e che Lugdunnni
dicono
gli scrittori Sidonio Apollinare che significava collina lunga o collina
fion nel V
secolo, Carlo e Giacomo alta, perchè edificata sull'erta di
Spon , Duchoul , il p. INIenestrier ,
una collina presso al confluente del
voi. xxxvui. 18
0.74 LIO LIO
Rodano e della Saona; ìd fiue pre- indegne della pubblica Juct- veni-
teodono alcuni che Plance non fe- vano con eguale pubblicità c;i ocel-
re che fabbricare una nuova città late e distrutte. Istituì ancora Ca-
presso di quella già costrutta dai ligola diversi giuochi consistenti in
greci. Checché ne sia, Giulio Cesa- danze, corse di cavalli, esercizi mi-
re non ne fa menzione ne' suoi litali, comballiinenti di gladiatori
commentari, e si può supporre che ec, che divennero famosi posciii sotto
se esisteva anche prima di Fian- il nome di giuochi gaulesi. L' im-
co, doveva essere assai poco consi- peratore Claudio, quivi nato l'an-
derabile. Assicurano nitri autori che no di Roma 744» egualmente che
quivi i druidi vi avevano tenute il suo fratello Germanico, innal-
le loro assemblee, e che i fenicii ed zolla da un municipio eh' era at ,

i erano stabiliti prima dei


greci vi si grado di colonia romana, e ordinò
romani, conducendovi delle colonie. che prendesse il nome di Colonia
Questa città s' itigrandì in progres- Claudia Augusta, al quale si ag-
so sollecitamentf, divenne ben pre- giunse quello di Copia; avendo a-
sto la principale dei segasi, e dal- vuto pure nomi di Abbondanza,
i

l' alto della collina di Fourvieres, per essere stata il granaio di tutte
Forum vetus, secondo altri Forum le Gallie; di Grande, e felice città,
Veneris, su cui sembra fosse pian- secondo Erodiauo; d'Illustre me-
tata in origine, si estese rapida- tropoli, secondo Tolomeo per es- ,

tnente sino alla riva della Saona, sere capo di una porzione delle
e sull'opposto colle. Augusto, che Gallie, chiamandola Sidouio Apol-
vi dimorò tre anni, ne fece la ca- linare RhodanusiUy come la pinna
pitale della Celtica, che prese al- e pili bella città che vi fosse sul
lora il nome di Lionese, e che pri- Rodano.
ma divisa due Lionesi lo fu
in , Il suo stato di splendore non
poscia in cinque la piima delle , fu di lunga durata, mentre cento
quali aveva questa ci Uà per me- anni dopo la sua fondazione, que-
tropoli. Colmata di benefizi dallo sta città fu distrutta in una sola
stesso Augusto, le sessanta nazioni notte, da un orribile e slraoidina-
de' galli v'innalzarono in suo ono- rio incendio, del quale forse non
re quel famoso tempio al confluen- trovasi un simile esempio ne^jli an-
te della Saona e del Rodano, i cui nali della storia. Ristabilita solle-

sacerdoti furono chiamati Sodales citamente, ma nel piano, per le cu-


Augustales. Fu
da quel tempo con- re ed a spese di Kerone, in poco
siderata questa città come il ba- tempo trovossi in caso di conten-
luardo dei romani al di qua delle derla con Vienna, che abbi'acciato
Alpi, ed Agrippa fece da essa par- avea partito di Galba contro Vi-
il

tire le strade militari della Gallia. telilo.Traiano ordinò la fondazio-


L' imperatore Claudio Caligola vi ne del mercato, che porta il suo
fondò una celebre accademia chia- nome. Forum Trajani, un altare
mala ateneo, che fiorì nell'eloquen- fu eretto ad Antonino Pio, sull'at-
za latina e greca, non che per l'e- tuale piazza di s. Giovanni. Le
mulazione: vinti erano costretti
i persecuzioni contro i cristiani in-

a premiare e commendare con pub- cominciarono a Lione sotto ìMarco


blico elogio i vinciteli, e le opere Aurelio. Ristabilita ben presto nel
LIO LIO sy')

%uo primo splendore, fu saccheggia- arcivescovo Burcardo fratello di Ro-


ta , ed in parie abbruciata per dolfo ; da questa epoca hanno ori-
ordine di Severo nel 197, onde gine i di sovranità che gli
diritti

vendicarM degli abitanti di Lione, arcivescovi esercitarono per sì lun-


che avevano dato ricovero ad Al- go tempo sulla città, prima come
bino suo nemico, dopo la battaglia feudatari dell' impero, poscia conie
guadagnala su di esso da questo indipendenti, in virtù tli una con-
imperatore; ma si rialzò insensibil- cessione di Federico I re di Bor-
mente sotto il regno di Costanti- gogna emanata a' 18 novembre
,

no. La beila basilica dei Maccabei iiSy, e per l'acquisto che fecero
fu il primo edifizio monumentale dei diritti rivendicati dai conti di
che il crislianesimo vi abbia innal- Forez. Alla fine del secolo XII eb-
zato : puco dopo, alcune orde di be origine a Lione la setta dei vo-
popoli barbari la posero a saccheg- cìesi o valdesi^ di cui Pietro di
gio. Aliorchè nel V secolo le Gal- Vaud o Valdo, ricco mercatante
lie furono invase da queste nazio- della città, fu il primo sciagurato
ni, Lione fu presa dai borgognoni, promotore. Gli eretici valdesi fu-
il cui re di venne feudatario di Clo- rono anche chiamati Lio- po^'eri di

doveo 1 sul fine dello slesso secolo. ne. Al principio del secolo XIII i
I figli di Clodoveo I distrussero cittadini si sollevarono contro la
questo stato dei borgognoni, e si giurisdizione ecclesiastica, e crea-
resero padroni di Lione, acquistan- rono un governo municipale o con-
done così re franchi il possesso
i solato, del quale le prime assem-
nel VI secolo. Nel 583 una inon- blee si tennero nel iiiS; da ciò
dazione della Sauna e del Rodano risultarono fra i cittadini ed i ca-
distrusse la metà circa della città, nonici delle continue ostilità , che
che la peste avea travagliato an- durarono sino ai primi anni del
tecedentemente. Esposta alle incur- seguente secolo.
sioni dei tedeschi, dei goti, ed in Innocenzo IF [Vedi), per porsi
fine de' saraceni, i templi ed altri in salvo dalie persecuzioni di Fe-
suoi monumenti che ancora le ri- derico II, passò nel I244 '" Fran-
manevano, scou) parvero sotto il fer- cia, dopo essere stato a Genova sua
ro di questi ultimi noli \ HI secolo, patria, ed accompagnato dai car-
Carlo Magno per altro non rilar- dinali e prelati, entrò soleimemen-
dò a farla lialzare prontamente da te in Lione a' 2 dicembre, dove
una gran parte delle sue rovine. da! clero e dal popolo fu accolto
Più tardi L'one divenne la capitale con indicibile allegrezza. Poco dopo
del regno di Borgogna Cisjurana o il Papa intimò per l'anno seguente
di Piovcnza, lasciala in legato da il concilio generale da tenersi nella
Lotario J a Carlo il minore de' suoi stessa città di Lione, cui egli pre-
figli. ]\el 954 il le di Fiancia Lo- siedette. In esso depose Federico II,

tniio li cede questa città per dote e promosse l'elezione in re de' ro-
di sua sorella Matilde a Coriado
, mani di Enrico landgravio di Tu-
il Pacifico re della Borgogna Traiis- ringia. Dimorando in Lione Inno-
jniana. Dopo la uìorle di Rodolfo cenzo IV celebrò ivi le pontificie
III, figlio Corrado, Lione passò
di funzioni, ed esercitò molti supremi
sotto la potenza (enipnrale del suo atti del suo apostolico ministei-o ,
, ,

ire LIO LIO


massime Norvegia col
col re di , presiedette al concilio, celebrò di-
duca di Russia, cou approvar l'or- verse sacre funzioni , ed assistette
dine de' silvestrini con prendere , ai solenni funerali del cardinal s,

provvidenza sui riti degli schia vo- Bonaventura, di cui facemmo cen-
lli, con canonizzare ss. Edmondo i no nel voi. XXVI, p. 8t del Di-
e Guglielmo vescovo, ec. Grato il zionario. Ivi Gregorio X creò car*
Pontefice di aver dimorato quasi dinali il suo nipote Giovanni Vi-
sette anni nel monastero dei ca- sconti, e Teobaldo da Ceccano. Ter-
nonici di s. Giusto, gli donò la rosa minato il concilio il Papa parti ,

d'oro benedetta, ed egual donativo da Lione per l' Italia a' 6 maggio
fece a Raimondo conte
di Proven- 1275. Memorabile eziandio fu per
za, avea visitato il Papa in
che Lione la presenza di Clemente V
Lione. Essendo morto Federico II, [Fedi), eletto Papa a' 5 giugno
tisolvette Innocenzo IV di ritor- i3o5; mentre trovavasi al suo ar-
nare in Italia ed in Roma sua se- civescovato di Bordeaux; dappoi-
de. A dimostrare la sua gratitu- ché, come meglio si è detto alla
dine verso i re di. Francia , con- sua biografia, si portò in Lione al
cesse dieci giorni d' indulgenza a fine d'agosto, facendosi solennemen-
chi pregasse per la loro felicità te coronare nella chiesa di s. Giu-
concessione tramandataci nelle ope- sto a' i4 novembre, corteggiato da
re di s. Tommaso d'Aquino, e la molti sovrani. La funzione fu da
cui memoria è scolpita con una diverse sciagure funestata, cadde il

speciale iscrizione in tutte le chiese Papa nella strada Gourgouillon


nazionali di Francia in Roma. Do- cadde il triregno, vi morirono ba-
po aver celebrato la messa nel roni e piincipi, altri restarono fe-
giorno di Pasqua 12^1, e desina- riti. Trovandosi il Papa in Lione
lo in pubblico nel detto monaste- a' i5 dicembre i3o5 creò dieci

ro di s. Giusto, Innocenzo IV partì cardinali tutti francesi , a riserva


da Lione fra il plauso dei lionesi, di un inglese; quindi stabilì la re-
che affettuosamente ribenedì se- , sidenza pontificia in Francia ,
pas-
guito da Guglielmo d'Olanda nuo- sando poi ad abitare in Avignone
vo re de' romani, dai cardinali, dai [Vedi), ove rimasero anche sei suc-
prelati ed altri di sua corte, rice- cessori. Nel primo febbraio 1 3o6

vendo per tutti i luoghi ove passò in Lione Clemente V emanò la ce-
le più ossequiose dimostrazioni di lebre bolla Meruit, in difesa del cle-
venerazione. Non andò guari che ro, e riguardante Bonifacio VIII e
Lione fu nuovamente onorata dalla Filippo IV; e poscia fece ritorno
presenza del sommo Pontefice e dal- a Bordeaux.
l' augusta assemblea di altro con- Continuando le ostilità fra i

cilio generale. Avendo questo inti» cittadini e i canonici di Lione,


Tnato Gregorio X (P^edi), pel 1274 Filippo IV il Bello re di Francia
in Lione, vi si recò nel precedente nel i3i2 fece rientrare la città

novembre, e vi giunse a' 2 i detto. di Lione sotto il dominio dei re


Fu accolto con gran festa per es- di Francia, mediante una transa-
sere egli stato canonico di Lione, zione coll'arcivescovo Pietro di Sa-
e per quei motivi che dicemmo voia, a cui si lasciò per altro una
alla sua biografia. Questo Papa giurisdizione sopia parte della cil-
LIO LIO 277
là. Il consolalo conservò un potere fratello di Luigi X re di Francia,
giudiziario, e nel XVI II secolo a cui successe col nome di Filippo

formava ancora un tribunale co- V, li foi-zò a portarsi in Lione, e


nosciuto e rispettato in tutta l'I^iu- ad entrare in conclave nel conven-
ropa pe'suoi lumi e pel suo spi- to de'domenicani a'28 giugno i3i6
rito di giustizia. Aveva incontrato Ivi fu agosto Giovanni
eletto a' 7
qualche cangiamento nel i5g3 al XXII quale a'5 settem-
{Vedi), il

passaggio per questa città del re bre si fece coronare in Lione, don-
Enrico IV, avendo già Carlo Vili de parti per Avignone in barca
accordato nel 149^ a' suoi mem- nel fine di settembre, arrivando
bri il privilegio di nobiltà, confer- alla sua residenza a' 2 ottobre.
mato poscia dagli altri re suoi Quando Giulio 11 i5io
nel si ri-

successori. Questo tribunale cono- tirò dalla lega di Cambray, i fran-


sciuto sotto il nome di Giudici cesi ne furono talmente disgustati,
della conservazione, aveva la ispe- che il re Lui"i XII sedusse alcuni
zione della polizia delle fiere, ed cardinali spagnuoli e francesi a
una giurisdizione che abbracciava ribellarsi al Papa. Essi cospirarono
tutte le contestazioni tra' francesi di deporre Giulio II nel concilia-
e stranieri, ne' mercati fatti a Lio- bolo di Pisa, indi venendo espulsi
ne. Sul fine del secolo XI II pa- passarono a Milano, e per essere
recchi italiani fuggendo le persecu- ancora ivi scacciati si trasferirono
zioni e le sanguinose contese dei a Lione, onde Giulio II fulminò
guelfi e ghibellini, vennero a ri- contro la città l'interdetto, e con-
cercare una nuova patria in que- vocò il concilio generale Latera-
sta industriosa città ; si disse che nense V. 11 di lui successore Leo-
eglino inventassero l'uso delle let- ne X nel i5i3 si pacificò col
tere di cambio, e nei secoli seguen- re, ed assolse francesi dalle cen-
i

ti una folla di negozianti della sure ecclesiastiche.


nazione istessa vi attirarono il Un gran numero di negozianti
commercio della banca. Qui no- tedeschi e svizzeri in progresso di
teremo che l'origine delle lettere tempo si portarono a stabilirsi in
di cambio si attribuisce agli ebrei, Lione. Questa città molto solFiì

e che gl'italiani e i negozianti di durante le guerre di religione sul


Amsterdam furono i primi che declinar del secolo XV 1, ed pro-
i

le introdussero in Francia, per cui testanti la presero nel i562. Pro-


Luigi XI ne fece menzione nell'e- vò più volte gli effetti funesti
ditto promulgò
che nel 1462, della peste, massime nel 1628. Il

confermando privilegi delle fiere


i marchese di Cinq-Mars favorito di
di Lione. Ritornando all'epoca del Luigi XllI e rivale del cardinal
Papa Clemente V, egli morì a'20 Richelieu, per essersi mischiato ne-
aprile i3(4 in Roquemaure, ed i gli affari di Gastone d' Orleans
cardinali si rinchiusero in conclave fratello del re, fu decapitato a
in Carpentrasso per eleggere il Lione sulla piazza dei Terreaux ai
successore. Per un incendio dovet- 12 settembre 1642. Egual suppli-
tero fuggire, e dispersi passarono zio pafi dopo di lui l'intimo suo
ju veigognoso riposo più di due amico Francesco Augusto de Thoii
anni. Ma Filippo conte di Poiticrs, primogenito dell' illustre storico,
ij8 LIO LIO
imputato di aver avuto parte al piazza Bellecour soprattutto fu in
trattiito fatto colla Spagna da Ga- breve ingombra di rovine e rot-
stone. Nei secoli XVII e XVIII tami ; le teste cadevano in gran
la città di Lione incominciò a ri- numero giornalmente sotto ima
fiorire, ma la rivoluzione le portò guillottina permanente, ma come
iiu colpo funesto. Esacerbati per essa serviva con troppa lentezza
le vessazioni de'membri giacobini la rabbia sanguinosa dei carnefici,
del club centrale diretto dall'infa- vi fu sostituita una batteria di
me Challier, i lionesi insorsero con- cannoni c;irichi a mitragli». Più
tro »la loro municipalità terrorista, di seimila persone perirono duran-
e giunsero a strapparle l'autorità te e dopo questo memorabile as-
nella notte del 29 al 3o maggio sedio, nel quale fu incendialo ed
lygS. La convenzione nazionale interamente distrutto il suo famo-
fece tosto marciare contro Lione so arsenale Saona.
situato sulla
un'armata di 60,000 soldati. Ab- Lione immersa nella miseria e nel
bandonata alle sole sue forze la lutto, la sua popolazione venne
città intraprese una coraggiosa di- decimata colla perdita altresì di
fesa, innalzò dei trincieramenti, molti uomini illustri le sue ma- ;

accordando il comando delia piaz- nifatture abbandonate, distrutti di-


za al bravo Precy, e col solo soc- versi monumenti, rammenterà con
corso di una debole artiglieria, e orrore epoca sì fatale. La città ri-
di una guardia nazionale poco cevette il nome di Cominie fatto
numerosa, seppe valorosamente re- libero, Co/nmune affranchie, e lo
spingere tutti gli sfoi-zi degli asse- conservò sino al 7 novembre 1794»
dianti. Invano questi ebbero ri- in cui un decreto le restituì quello
corso al bombardamento; provaro- di Lione.
no diversi rovesci, il più memora- In questa città fu convocala, il

bile de'quali fu quello della peni- 3o dicembre


1801, la consulta
sola Perrache il 29 settembre. Fi- straordinaria che gittò le basi del-
nalmente per r assoluta mancanza la nominando-
repubblica italiana,
de'viveri, i lionesi rinunziaiono al- ne Napoleone a suo primo presi-
la difesa della loro sgraziata città, dente. iVel i8o4 Lione fu dopo
dopo sessantatre giorni distretto as- cinque secoli circa nuovamente o-
sedio, incominciato giorno 7 agosto;
il norata dalla presenza del Sommo
i più risoluti procurarono di fuggi- Pontefice, cioè da Pio VII, che da
re^ ma inseguiti dalla cavalleria Tioma si recò a Parigi per incoro-

repubblicana, furono uccisi la mag- nare r imperatore Napoleone, con


gior parte. Collol d'Herbois, ed il decoroso seguito, ed accompagnato
suo compagno Couthon, questi due da diversi cardinali. Incontralo dai
entrarono al-
làmigerati carnefici, de Bayane e Fesch arci-
cardiniili

lora in Lione con estesi poteri del vescovo di Lione, e da altri per»
feroce Robespierre, e per un de- sonaggi ragguardevoli, giunse Pio
creto della Convenzione fecero in- VII la sera de' 18 novembre ai

cominciare la demolizione della ponte di Beauvoisin, e nel dì se-

città, seguita dallo spoglio delle guente parli per Lione incontrato
famiglie più doviziose, e da una lungi i\i\& miglia da molti signori,
blraue orribile de'suoi abitanti. La da due grossi distaccamenti di dr^'
,

LIO LIO 279


goni e di cacciatori a cavallo, e da ^ià avea esclamato Colui di cui era
tutto il clero in al)ito, con le au- vicario in terra, e li accoglieva con
torilà civili e municipali della cit- tenere/za paterna. Ai 21 novem-
tà,che dopo aver ossequiato il bie VII partì per Iloanne,
Pio
Papa, rimontati nelle loro carrozze, lasciando in Lione gravemente in-
Io precederono nella città. Il po- fermo il dotto cardinal Stefano Bor-
polo tutto in festevole movimento gia, che morendo ai 23 fu sepol-
accolse il capo della Chiesa collo to nella metropolitana. Nei nume-
più vive acclamazioni. I ponti sul ri loi e io3 del Diario di Roma
Rodano e sulla Saoiia erano, come si legge la relazione della malattia
le sponde, tutti coperti, di pòpolo. e morte del porporato, i solenni
All'ingresso in Lione le artigliane funerali che furono celebrati
gli

fecero molte salve al Pontefice, che nella metropolitana, ove pronunziò


discese alla cattedrale, ove fu rice- l'elogio il canonico Bonnevie (tut-

vuto Sotto ricco baldacchino, tra le tora vivente, e decano di anziani-


fila della nobiltà vestita di nero tà di quel venerando capitolo), quan-
e con torcie accese in mano, men- to la ne deplorò la perdita,
città

tre vaghi fanciulli gittavano fiori e come il cuoie e le viscere furo-


nel passaggio del Santo
Padre. Il no deposte nella cappella di s. Mi-
cardinal Fesch intuonò il Tantiwi chele. P»educe da Parigi, Pio VII
e cui ss. Sagramento prece-
t^i'go, a' 16 aprile arrivò a Lione dopo
dentemente esposto comparti la be- che n'era partito Napoleone, venen-
nedizione. Quindi Pio VII fra il do accolto con ogni onorificenza
suono delle campane e delle trom- come la prima volta. I cardinali
be ascese le scale del contiguo e- ricevettero il Pontefice sulla porla
piscopio, ove dalla gran loggia be- della cattedrale insieme al clero, ed
nedì solennemente l'immensa popo- in essa il cardinal arcivescovo Fesch
lazione, tutta tripudiante per reli- diede la benedizione col ss. Sagra-
gioso sentimento. JXel dì seguente mento. Asceso il Papa nella loggia
il Papa ascoltò la messa nella me- de! palazzo "benedì affettuosamente
Ij'opolitana, indi in trono ammise la divola moltitudine. I giovani
al bacio del piede, il clero, ma-
i lionesi formando la guardia d' o-
gistrali, la nobiltà, e molti del po- nore del santo Padre, l'incontra-
polo. Dipoi coi cardinali Antonelli rono e fecero il servigio del pa-
e Fesch visitò l' ospedale principa- lazzo.Durante la sua dimora in
le col più accompagna-
splendido Lione, il Papa riaprì con solenne
mento. L'arcivescovo tiatiò il Pon- rito la chiesa di Fourvieres, cele-
tefice con gran magnificenza , e bre per la divozione de'lionesi e
nella città si manifestò la pietà dei de'circostanti luoghi. A' 17 dello
iiancesi con sensibili segni di di- stesso mese si condusse in nobilis-
vozione. Ogni ceto di persone ac- sima barca a veder l'isola che re-
corse in folla a gittarsi ai piedi sta in mezzo al Rodano, distante
del Santo Padre, il quale atfati- due miglia dalla città: il Rodano
cato dal viaggio e dal ricevere tan- fu coperto di barche, e le sponde
te dimostrazioni di venerazione di popolo fesleggiante, ciò che pre-
ripetè più volte : lasciate almeno sentò uno ipeltacolo meraviglioso
aviicinare i piccoli ragazzi, come e commovente. Ai 18 Pio VII si
5

38o LIO LIO


concUisse nella grtin piazza, e cl.illa talia s. Potimo passò nelle Gallie,
logijia della casa del maiies, diede e si stabilì in Lione, città allora del-
la solenne benedizione al popolo, le più ragguardevoli. Vi annunziò
che avea preso posto dalia matti- Gesìi Cristo, con felice riuscita, e
na, sebbene la funzione era stata in breve vi fece una gran quanti-
notificata per le ore quattro po- tà di cristiani, de'quali e di Lione
meridiane. JVella mattina del 20, egli fu il primo vescovo. Comman-
dopo di avere ascoltato la messa ville pone il principio della sede
e ricevuto gli omaggi delle auto- vescovile di Lione all' anno 1 79.
rilà, tra molte salve di artiglieria Era aiutato s. Potimo nelle sue
e vivissime acclamazioni, Pio
VII funzioni ecclesiastiche dal santo pre-
partì da Lione scortato da nume- teLeneo, che s. Policarpo avea
rosa truppa di usseri a cavallo, mandato dall' Asia. La chiesa di
arrivando la sera a Chambery. Nel Lione era composta in gran par-
governo imperiale Lione risorse, e te di greci venuti dallo stesso pae-
loinò ad essere florida ed opulen- se. Il desiderio di ampliare il re-
te. Ma nel 18 i4, alla decadenza di gno di Gesù Cristo aveali senza
Napoleone, la città fu il teatro di dubbio tratti fra i galli; nel tempo
molte azioni sanguinose tra fran- i stesso che i compagni di s. Poti-
cesi e le truppe alleate. Nel 181 mo si affaticavano in Vienna , la
ricevette Napoleone, al suo ritorno qual chiesa, fondata da s. Crescenzio,
dall'isola dell' Elba. Nella restau- abbisognava di pronto soccorso. I
razione de'Borboni Lione toccò l'a- luminosi progressi fatti dalla paro-
pice della sua felicità ; se non die la di Dio attrassero l'attenzione, e
oltre il cambiamento di governo ben presto eccitarono l'invidia de-
nel i83o, le sanguinose sollevazio- gli idolatri, che deliberarono di e-
ni del novembre i83o, e dell'apri- stirpare il nome cristiano, mentre
le 1834, arrestarono i progressi la persecuzione erasi peralcun
della sua industria e del suo com- tratto sospesa, dopo la vittoria che
mercio. Dopo però l'agitazione di Marc'Aurelio aveva ottenuto per le
tali epoche ì' una e l'altro riprese- preghiere de'cristiani della legione
ro un nuovo e brillante slancio, miletina, detta poi legione fulminan-
e quei vantaggi che per la felice sua te. Non aspettavano i pagani che
posizione non gli possono essere un'occasione, onde palesarsi con pro^
mai tolti. fìtto, quando i giuochi che si ce-
La fede cristiana fu predicata in lebravano Lione ogni cinque an-
in
Lione da s. Potimo o Potino, che fu ni, la somministrarono. Si cominciò
mandato nelle Gallie dalla santa dal rendere odiosi i cristiani, attri-
Sede verso la metà del secondo buendo loro i delitti piìi abbomi-
secolo, con una illustre schiera di nevoli ;
quindi fu loro proibito di
ministri evangelici. S. Potimo era entrare nei pubblici edilizi, e nelle
stato discepolo di s. Policarpo ve- case eziandio particolari, eccettuate
scovo, e compagno nel viaggio che solamente le loro. Vennero accom-
questi fece in Roma nel pontifica- pagnate queste oppressioni da cru-
to- di s. Aniceto del 167; ma il delissimi oltraggi. Insultavansi i fe-
Bercastel dice che questo viaggio deli in qualunque luogo, si batte-
ebbe luogo nell'anno 08. Dall'I- vano inumanamente e venivano ,
LIO LIO 281
saccheggiati i loro fondi e le loro l'Asia sulla celebrazione della Pasqua,
robe. Ma siccome tutta la loro di- consegnando la lettera al santo pre-
fesa consisteva bontà e nella nella te Ireneo. Consultato l' imperatore
pazienza, i loro nemici li condus- Marc' Aurelio dal governatore, che
sero innanzi a' tribunali. Quelli che contegno dovea tenersi co' cristia-
furono interrogati intorno alla re- ni prigioni, tutti furono dannati
ligione, la confessarono con corag- a morte, e fra i martiri prese
gio ; per cui vennero chiusi in una pur luogo Alessandro medico fri-
stretta prigione fino alla venuta del gio. Tra tante vittime illustri vi
presidente della provincia , che si fu pure Ponlico, giovine di quindi-
stava attendendo. Appena gli furo- ci anni ; i martiri furono quaran-
no condotti innanzi, li fece tormen- totto, fra 'quali parecchi erano cit-
tare per solo sospetto che fossero tadini di Vienna. Questi ed altri
veri i delitti loro imputati. Ne sono i santi martiri di Lione, dei
prese le difese Epagato, giovine quali si riparlerà nella biografia di
pieno di zelo e talento, ma inter- s. Potino, così chiamati, perchè
rogato se fosse cristiano, e risposto questa città fu il teatro de'loro pa-
di sì, fu messo nel numero degli timenti. Furono pur detti marti' i

altri confessori . Si trovarono però ri di Aisnay perchè si giltarono


,

alcuni fratelli timidi , che con la le loro ceneri nel Rodano vicino
loro caduta scandalezzarono e rattri- al luogo chiamato allora Ateneo. Mi-
starono quel santo drappello; al- racolosamente si ricuperarono parte
tri in vece sottentrarono valorosa- delle loro ceneri, che furono de»
mente nella lizza. Scatenossi la rab- poste sotto r altare della chiesa,
bia del popolo, e del giudice prin- che portava ab antico il nome degli
cipalmente, contro diacono San- il Apostoli di Lione.
to, il neofìto Maturo, Attalo, ed una Subilo dopo la morte di s. Poti-
giovine schiava nominata Biandina, no la Lione nell'anno
chiesa di
la quale inutilmente fu provocata 177 scelse per suo vescovo il pre-
con tormenti a denigrare i cristia- te Ireneo, che si meritò la stima
ni. Santo fu pure tormentato inu- dei primi dottori della Chiesa,
tilmente; certa Biblide ch'era ca- massime di s. Agostino, che di
duta tornò a confessaisi cristia- continuo ricorreva ai di lui scritti
na; molti perirono sotto la tortura. per usarne contro gli eretici. Mai
Fu preso il santo vescovo Potimo fu ad alcun pastore necessario
ottuagenario, o meglio nonagenario il talento e le sublimi virtia co-
ed infermo, che pegli strapazzi rice- me a s. Ireneo. La procella che a-
vuti esalò lo spirito in prigione. vea rovinato la greggia, di cui e-
Maturo, Santo, Attalo e Biandina gli intraprendeva il governo, non
furono condannati alle fiere, e ad era che apparentemente cessata, e
aitri tormenti. Altri sat^i prigio- ben presto ricomparve. Epipodio
nieri convertirono gli apostati, scris- di Lione, ed Alessandro greco nuo-
sero ai cristiani dell'Asia, da cui vamente resero celebre la chiesa
molti di essi erano originari, con- di Lione col loro martirio. Mar-
tro l'eresia di Montano, ed al Pa- cello fu altro glorioso martire. T
pa s. Eleutero a fine d'impegnar- corpi dei due primi, con quello
lo a tranquillare le proviucie del- di s. Ireneo, furono riposti sotto
a8a LIO LIO
l'altaie della chiesa di s. Giovan- menzione di alcuni. Verso l'anno
ni. S. Ireneo ridusse alla fede col- 35o fu innalzato alla sede di Lio-
le sue predicazioni quasi lutto il ne s. Giusto che morì nel 890;
paese ; e governò, secondo Eusebio, gli successe s.Albino che fondò la
le chiese delle Gallie, cioè delle chiesa di s. Stefano oggi cattedra-
Provincie vicine alla Ncubonese. le; nel 4f2 fiori s. Martino; nel
Nel resto delle Gallie il vangelo 420 s. Antioco; nel 4^4 s. Elpi-
fu promulgato nel III da
secolo, dio, cui successe s. Sicario, Nessu-
s. Dionisio e dai suoi compagni. no dopo s. Ireneo fece tanto ono-
V. PARANOIA , e Gallia. Severo re alla chiesa di Lione come s.

ch'era stato governatore di Lione, Eucherio, che nel 4^4 f" fatto
divenuto imperatore, e ricordevole vescovo ; sì attribuisce a lui la
dello stalo florido di questa chiesa, fondazione di molte chiese di Lio-
nell'inveire contro i cristiani, si ne e di altri pii stabilimenti. Do-
tiene che dasse ordini particolari po il 45^0 gli successe s. Vera no ;

a danno dei lionesi. In questa nel 470 s. Paziente, il cui zelo


persecuzione s. Ireneo soffri il mar- non si restrinse alla provincia di
tirio, insieme ad una innumerevo- cui era metropolitano, ma abbrac-
le mollitudme di cristiani, e secon- ciò tutta la Gallia. Dopo il 4^0
do l'epitaffio che leggesi nella sua fiorì s. Africano; nel 494 *• Ru-
chiesa in Lione, eisi furono dieci- stico; nel 49 "^ *• Stefiino; indi s.

iiovemila, dappoiché s. Ireneo a- Lupicino; poscia s, Vivenziolo ver-


veva convertito quasi tutti gli a- so ÌI497J s. Lupo nel 526; s. Sa-
bitanti di Lione, per le cui vie cerdote del 549, cui successe il

scorse a ruscelli il sangue. Ciò av- nipote s. JNicezio nel 55 1 e mori


\enne nel 202 o forse nel 208 : nel 573. S. Enemondo finì la fab-
il Florio scrisse, De martyribus brica di s. Pietro, e vi pose una
LugdunensibuSy Lunoniae 779. Ter- 1
comunità di vergini, indi terminò
zo vescovo di Lione fu s. Zacca- di vivere nel 657. Dopo di lui fu
ria, cui successe s. Helius o Elia, fatto vescovo s. Genesio; poscia fu
indi s. Faustino, alle cui istanze eletto s. Lamberto che morì nel
s. Cipriano pregò il Papa s. Ste- 688. Neil' 81 5 fiorì s. Agobardo;
fano I a deporre dal vescovato di verso r85Q s.Remigio dottissimo,
Arles Marciano, che sì era unito a cui successe neir869 s. Aureliano.
JNovaziano, che come primo anti- Burcardo figlio dell'impei atore Cor-
papa era stato cagione del primo rado 1 divenne vescovo nel 979,
scisma nella Chieda, e che quindi gli e fu sotto di lui e verso l'anno
susliluisse allro vescovo. Lungo sa- 1082 ch'ebbe origine il dominio
rebbe il riportare la serie de' ve- temporale degli arcivescovi di Lio-
scovi ed arcivescovi di Lione, ne. Clemente Ailardo o Alinardo
quale può leggersi nella Gallici abbate di s. Benigno di Dijon
cknsliana, ed in Giovanni Chenu, fu dal clero eletto arcivescovo, e
/irchii'piscopoi Hill, et episcoporum confermalo dal Papa Gregorio VI
Galltae chronologica hisloria. Quel- nel 104^. Essendo morto a' 9 ot-
la poi del passato e del corrente tobre 1047 '^ Pontefice Clemente
secolo si legge nelle ann((ali JYo- 11, romani speduono legali al-
1

tizie di lìoinn j fuiemo cUaiquc 1 inipeialoie Enrico Hi poi pai te-


LIO LIO i83
cipargli lille nolizia. Lo Irovaiono me la prima e la più antica del-
il) Folate» nella Sassonia, e nello le Gallie. S. Potino e s. Ireneo,
sleiso lenipo gì' in!«ìnuarono che successori dei discepoli degli apo-
proponesse per successore l'arcive- stoli ne gettarono le fondamenta,
scovo di Lione Ailardo, degnissiirio ed ha essa la gloria di essere sta-
delia sublime dignità ponlilìcia. ta bagnata col sangue di più di
Enrico 111 vi acconsentì di buon ventimila martiri. iVarra Comman-
grado, ma l'arcivescovo ricusò di ville che i prelati lionesi vantano
accettare il pontificato, per cui (u di aver portato il nome di pa-

invece eletto Damaso II, die go- triarchi nel VI secolo, ma che i

vernando ventitre giorni gli successe suoi arcivescovi non esercitarono


8. Leone IX. Però il citato Chenu mai alcuna primazia sino a'tempi di
t'cco come narra quest'avvenimen- s.Gregorio A 11, che egli dice essere
to. » Post m or lem Damasi II Pa- stato canonico di questa chiesa, il

pae, anno 049 romani pelierunt


1 (juale dichiarò gli arcivescovi pri-
ab imperatore Henrico, ut in ejus mati delle quattro provincie Lio-
locum hinc Alinardus, quem pro- nesi nel 1079. Aggiunge che Piouen
pler eloquentiam et coniilatem non se ne risenti perchè soggetta
multum amabant, substituerelur. ad altro signore temporale, ma
Sed cum nimis tardarci, Leo IX che Tours e Sens reclamarono for-
electus fuit, qui mox Romae con- temente, ed ebbero luogo lunghe
cilium celebravi!, et ad illud Ali- dispute, nelle quali essendosi posti
nardum vocavit, quem penes se a mediatori i re di Francia, otten-
semper delinuit, et secum in A- nero dagli arcivescovi di Lione
puliani duxit, ut legati munere nel I 3 I 2 la cessione della sovra-
fungeretur, et mediator esset pa- nità, lasciandogliene l'utile dominio,
cis inter sanctam Sedeui et nor- e riconoscendo la loro primazia
mannos. Alteri concilio itidem Ro- su Tours e Sens. In fatti l'arci-
ruae liabito inlerfuit, et ibidem vescovo di Lione assunse sino agli
veneno obiit 4 1^'d. augusti, anno ultimi tempi il titolo di primate
jo52". In che consistesse poi in delle Gallie, estendendo la sua
tale epoca l'influenza iuiperiale, e primazia sugli arcivescovi di Sens,
<jual valore avesse, lo dicemmo a- Tours e Parigi. Gli arcivescovi
gli Elezione de' Pontefici,
articoli di Sens Rouen avevano già
e di
s. Gregorio VII, e s. Leone IX. da lungo tempo ricusato di cono-
Gebnino o Giboino lialello di Ar- scerla, quando per un decreto del
taldo conte di Lione, cui il Papa consiglio, de' o maggio 1702, ven- 1

s. Gregorio VII coufcrniò la di- ne accordato all' arcivescovo di


gnità di primate delle Gallie nel Rouen di non riconoscere altro su-
J076 o nel 1079: dictsi che l'ar- periore immediato, fuorché il som-

civescovato ili eretto nel Xll se- mo Pontefice. tempo di sede


In
tolo; ma sembra che prmia di vacante il vescovo di Aulun, con-
tal teuìpo godesse tale dignità, siderato pro-trono, avea l'ammini-
come prima conferma di s.
della sli azione dello S{)irituale, e godeva
Gregorio VII godeva il diritto delle rendite dell' arcivescovato ,

pi iniaziale, dappoiché questa cliic>a ma quando era vacante la sede di


viene giusliunenle considerala CO- Autuii, l'arcivescovo di Lione ave-
284 LIO LIO
va la amministrazione spiri-
sola Savoia ,
per cui Gregorio X nel
tuale della diocesi. La metropoli 1273 fece arcivescovo Pietro Ta-
di Lione ha cinque sedi vescovili rantasia, ma non si sa di certo se
siiffraganee, cioè Autun, Langres, fosse consecrato, come avvertono i

Dijon, s. Claude, e Grenoble. An- Sammartani , Gallia christ. t. I,


ticamente erano pure quelle di
lo p. 45o, ed i
pp. Quietif ed Echard,
Macon, Chalons sur Saone.
e De scriptor. domenic. tom. I, p.
IMorendo s. Gregorio VII in Sa- 35o, avendolo poco dopo rinun-
lerno a' 25 maggio o85, tre gior- i ziato per essere stato creato cardi-

ni prima di spirare esorlò i cardi- nale vescovo d' Ostia. Allora Gre-
nali, che ne lo aveano pregato, ad gorio X nel 1274 fece arcivescovo
cleafsere in successore o il cardinale di Lione Aymaro cluniacense. Pie-
OD
Ottone vescovo d' Ostia, o il cardi- tro, per la morte di Gregorio X ,
nal arcivescovo di Lione Ugo di Die, nel 1276 fu eletto Papa col no-

o il cardinal Desiderio; e siccome i me d' Innocenzo V, dopo avere as-


due primi erano assenti, così rac- sistito al concilio generale Lionese

comandò più vivamente il terzo II insieme al successore Aymaro.


eh' era piesente. Ugo era stato JNicolò IV nel 1289 fece arcivesco-

creato cardinale da Alessandro II, vo Berardo de Got, che Celestino


e fu il primo arcivescovo fregiato V creò cardinale e Bonifacio VIII
di questa dignità : tutti i cardina- nominò legato in Francia; il di lui

li arcivescovi di Lione, ed i santi, fratello fu Clemente V, il quale


se posti nel martirologio, e che ne allorché si portò in Lione per es-
traiti il Biitler, hanno biografie in servi coronato, n'era arcivescovo
questo Dizionario, Ugo compreso Lodovico de Villars eh' eresse in
d'ambizione, vedendo eletto Desi- collegiata la chiesa di s. Nicezio
derio col nome di Vittore III , si con dieciotto canonici. Nel i3o8
gitlò al partito dell' antipapa, ven- gli successe Pietro III di Savoia
ne deposto, e poscia ripristinato da che si trovò arcivescovo quando in
Uibano li nella dignità. La prima- Lione fu eletto Giovanni XXII.
zia di Lione fu pure confermata da Ne! 1342 Clemente VI creò car-
Pasquale II, nell'arcivescovo Um- dinale Guido de Boulogne parente
Jjaldo ; e Celestino II confermò la del re Giovanni I. Nel gran scisma
primazia sopra gli arcivescovi di d' occidente Giovanni de Thalam o

Rouen, Tours e Sens, mentre era Talaru lionese, arcivescovo della


arcivescovo Amedeo I. Es'^endo ar- patria, fu fatto dall'antipapa Cle-
civescovo Eraclio de Rlontboissier, mente VII pseudo-cardinale, come
r imperatore Federico 1 come re dicemmo al voi. Ili, p. 2i8 del
di Boigogna con diploma de'iS
, Dizionario: a lui Martino V rin-

novembre ii^y, riconobbe la so- novò i privilegi di primate; e poi-


vranità degli arcivescovi di Lione ché gli ebrei nel 1 3 1 i erano stati

sulla città e provincia , con titolo espulsi dall'arcivescovo Filippo di


di conti. Filippo di Savoia fu fat- Savoia, egli intraprese 1' atterra-
to arcivescovo da Innocenzo IV mento della loro sinagoga in Tre-
nel 1246, ed intervenne- al conci- voux città diocesana. Carlo di Bor-
lio generale Lionese 1; nel 1268 bone, da canonico di Lione, nell età

divenne conte di Borgogna e di di undici anni, ebbe in commenda


3

LIO LIO 28 1:

nel i46G questa cliiesa da Paolo nel concistoro del primo marzo
11, crealo cardinale da Sisto IV : I 84 I creò cardinale dell' ordine dei
eresse d.ii fondaiiienti il palazzo ar- preti j col titolo della ss. Trinità
civescovile, ed ima cappella nella al Monte che
Pincio. Fra i prelaii
cattedrale ove fu sepolto. Il cardi- occuparono la sede primaziale di
nal Andrea d" Espinay nel ifOO Lione vi furono i santi e cardi-
Alessandro VI lo fece arcivescovo nali che nominammo, quìndici tiali
di Lione. Il cardinal Giovanni di principi, e la maggior parte degli
Lorena nel iSSj Paolo III lo altri di grandi ed illustri Hìtniglir;

prepose a questa chiesa. Il cardi- mi Pontefice, e due disegnati per


nal Ippolito d' Este nel iSSg suc- la medesima dignità; più di quin-
cesse al precedente. dici legali apostolici, vari minislri
Ecco la serie degli arcivescovi di stato, molti grandi elemosinieri
di Lione delle annuali IVotizie di Francia, diversi luogotenenti dfl
di Roma. Carlo Francesco de Chas- re, ambasciatori, ec.

teauneuf de Rochebonne Iraslalo Forse non vi è altra città nel mon-


da jNoyon nell' anno lySi. Car- do, dopo Roma e Parigi, in cui si

dinal Pietro Guerin de Tencin tras- parli con tanto vantaggio anche nelle
lato da Ambrun nel 1740. Anto- parti più rimote^ ed eziandio nell'iso-
nio Malvin de INIontazet fatto nel le selvaggie di cui è sparsa l'Oceania,
1758. Ivo Alessandro de Marbeuff quanto poiché nacque in
di Lione;
traslalo da Autun nel 1788, mor- essa la pia e benemerita opera della
to a Lubecca nel 1799- Giuseppe Propagazione della fede. Questa re-
Fesch nominato a' 4 agosto 1802^ ligiosa associazione con preghiere
e creato cardinale nel i8o3 da Pio ed elemosine si propose di sovve-
VII, che inoltre a lui e successo- nire i fedeli, ebbe il suo principio
ri conferì il titolo arcivescovile di Lione nel 1822, dove tanti ra-
in
Vienna, PJ^ella detronizzazione del pidamente si unirono ad associarsi.
suo nipote JNapoleone non volen-
, Di là passò in Avignone ed in al-
do rinunziar la sede , non gli fu tre città della Francia. Stavano al-
permesso di ritornarvi, ed egli con- la testa dell'opera ecclesiastici in-
tinuò ad intitolarsi arcivescovo di signi per pietà e dottrina, e per
\ ienna e di Lione sino alla mor- tiaterna carità, ed il grande elemo-
te che avvenne nel 1889 a' 1 siniere Francia ne assunse
di la
maggio. Lui vivente Leone Xll a'3 presidenza. Benedetta dal cielo si

maggio 1824 fece arcivescovo d'A- diffuse colla rapidità della luce;
masia in parlibus ed amministra- navigò la Manica, e andò a stabi-
tore della chiesa di Lione Gio. Pao- lirsi nelle isole Britanniche; pasi-ò

lo Gaston de Pins traslato da Li- la Mosa, il Reno, le Alpi, il Bel-


moges. Il regnante Pontefice Gre- gio, l'Olanda, la Germania, l'Ita-
gorio XVI, nel concistoro de' 27 lia, anzi i paesi settentrionali; quin-
aprile 1840, dal vescovato di Le- di la Romania, l'Algeria, le Bor-
Puy trasferì a questa metropolita- boniche, e le Indie orientali ed oc-
na l'odierno zelante arcivescovo di cidentali pure l'accolsero; e dalle
Lione e di Vienna, Lodovico Gia- più rimofe parti della terra, e dal-
como Maurizio de Bonald, nato in le divise da noi terre oceaniche ri-

Milhau diocesi di Rhodez, che poi tornano alla Francia le benedi-


9.86 L O I LIO
/ioni de' popoli, e di que' sacri mi- leslierai, ed i baccellieri erano gli
nistri che vi bandiscono il vange- altri conti, e questi tre ordini fa-
lo. Questa pia opera fonda missio- cevano il numero di trenladue.
ni, innalza santuari,
provvede dei Tutti questi canonici avevano il
sacri arredi mantiene sacri mi- , i titolo di conti , e dovevano pro-
nistri, somministra viatici, erige col- var la loro nobiltà per (|ualtro
legi ; ond' è che i vescovi dell' or- generazioni, tanto dalla parte del
be cattolico l'esaltano con alte lo- padre, che da quella della ma-
di ; inoltre meritò che i romani dre. Eranvi piti di trentadue al-
Pontefici r approvassero, e le con- tri benefiziali , e circa settantadue
cedessero indulgenze e privilegi. Il sacerdoti non benefiziati, con molli
Papa che legna, come dicemmo al chierici, ec; ed il re di Francia era
suo articolo, nel 1840 eccitò fe- i canonico onorario. In oggi il capi-
deli a contribuir limosine alla pia tolo della metropolitana di Lione
associazione, in onore della quale è composto di dieci canonici titola-

fece coniare una medaglia monu- ri, fra' quali il decano ed il peni-
mentale. tenziere ; di molti canonici onorari,
La chiesa metropolitana e catte- di cappellani, e di circa cinquanta
drale , è dedicata a Dio in onore pueri de choro addetti al servigio
di s. Giovanni Battista , essendo divino. Pio VII concesse 1' uso della
prima intitolata a s. Stefano. Que- mitra nelle solenni funzioni a lut-
sto ampio edifizio di gotica strut- ti i canonici della cattedrale di
tura ,
si compone delie tre chiese Lione. Oltre la cattedrale, nella cit-
di s. Giovanni Battista, di s. Ste- tà vi sono altre sedici chiese pai'-

fano, e di s. Croce: è vasta, bella rocchiali munite del battislerio ;


di-

e ben illuminata. Anlicameiite in versi monasteri e comunità reli-

<]uesla chiesa non si faceva musica, giose di donne , non che conventi
né e'ravi organo; non usavano li- si di reliijiose ; diverse confraternite,
bri , e lutto cantavasi a memoria. un gran seminario contenente ciic i

Tra le insigni reliquie che ivi si 25o alunni per lo studio della teo-
venerano, nomineremo il cuore di logia, oltre altri cinque in diversi
s. \'inceiizo de' Paoli , ed il coipo luoghi della diocesi : avvi 1' ospe-
di Esuperio martire che
s. il me- dale ed il monte di pietà. L' arci-
desimo Gregorio XVI donò all'ope- diocesi di Lione che conteneva sel-

ra della propagazione della lede. tecentosei parrocchie , e centotren-


Ivi è il fonte battesimale, e la cu- taquattro chiese succursali , conta
ra delle anime si funge da un par- in oggi cinquecenlosessanla par-
roco vicario. Prima il capitolo era rocchie, tra le quali settanta dette
diviso in tre corpi, e ciascun corpo di prima e seconda classe , e piìi
in tre ordini. Il corpo de'canonit-i, duecento quarantatre vicariati. Vi
detti conti , era diviso in dignità , sono altresì due diverse congrega-
in ospiti o forestiera!, e baccellieri. zioni religiose di nomini e di don-
Le dignità eiano nove, il decano, ne, cioè i fratelli della carità di s.

r arcidiacono, il precenlure, il can- Giovanni di Dio, che hanno la cu-


tore, il cameriere, il sagrestano, il ra del vasto loro ospedale dei de-
custode maggiore , il pievoslo e il menti, ed i Maristi per le missio-
mae.slro del coro. Gli ospiti e (o- ni estere principalmente dell'Ocea-
LIO LIO 987
nia ; le sorelle di s. Carlo, e quel- Il quinto nel 49^- La ritratta-

le di s. Giuseppe. Scuole gratuite, zione di Lucido prete, die rinun-


servigio caritatevole iieqii ospedali, ziò a' suoi errori denunziali al con-

e soccorso nelle case private: tale cilio d'Arles, vi fu letta ed appro-


è Io scopo di que>te due pie vala. Diz. eie cane.
istituzioni. Eranvi poi in Lione le Il sesto nel 5o t . Fu piuttosto
collegiate di s. Giusto, s. Paolo, s. una conferenza de' cattolici cogli
Tommaso di Fourvières , e s. ]Ni- ariani, che un concilio. Fu tenuto
cetio ;
quattro abbazie ed altret- alla presenza del le Gondcbaldo ,

tanti priorati, due o tre seminari, anch'esso ariano. Gli ariani furono
dieci congregazioni laiclie, cinque convinti di errore da s. Avito <U
compagnie di penitenti , due colle- Vienna, e parecchi si convertirono;
gi di gesuiti, cinquanta case reli- ma il re, quantunque amasse i cat-
giose, fra le quali distinguevansi tolici, restò indurato, per cui leg-
quelle de' doinenicatii, die vi face- gesi di questa conferenza : •» quia
vano pubblica scuola di filosofia e Pater eum non traxerat, non po-
di teologia fino dal I236. L' arci- tuit venire ad Filium , ut veritas.

iliocesi di Lione è vasta e com- ,


impleatur : non est volentis nec lie-

prende i dipartimenti del Rodano stinantis, sed miserentis Dei ". Diz.
e della Loira : l'arcivescovo è as- de conc.
.sistito da Ire vicari generali. Ogni 11 settimo nel 5 16. Baluzio.
nuovo arcivescovo è tassalo nei li- L'ottavo nel 5 17, fu cotnposto
bri della caraeia apostolica in fio- dall'arcivescovo di Lione s Viven-
rini cinquecento. ziolo da dieci vescovi ; venne
, e
in condannato certo Stefano,
esso
Concila di Lione. per aver contratto un matrimonio
incestuoso con sua cugina Palladia.
Il primo fu tenuto l'anno 197 Furono altresì falli sei statuti sulla
da s. Ireneo, con tredici prelati disciplina e sopra altre materie ec-
delle Gallie; fu in esso confermato clesiastiche. Reg. t. X Labbé
; t. I V ;

il decreto fatto per la celebrazione Arduino t. II.


della festa di Pasqua nella prinir» Il nono nel 566 o 367, nel re-
domenica, dopo il XI V^ giorno del- gno di Gontrano figlio di Clotario,
la luna di marzo. Il vescovo s. I- dagli arcivescovi di Lione edi Vien-
reneo scrisse al Papa s. Vittore I na del Delfinalo. Qu;ittordici ve-
a non escludere dalla comunione scovi, otto presenti e sei per de-
gli asiatici quartodecimani. Baluzio putati, vi fecero sei canoni. Il pri-
in CoUcclio. mo ordina che le difìerenze tra i

secondo concilio nel 199, liu-


Il vescovi di una slessa provincia ,

nito dal niedesimo s. Ireneo, cern- verranno giudicate dal metropolita-


irò i valentiniani e gli allri ei eti- no; il secondo risguarda la vali-
ci del suo tempo. La Lande p. 12. dità delle donazioni falle alle chie-
Il anno
terzo neir 460. Labbé se ; gli altri quattro canoni sono
t. IV, ex Sirmondo. relativi alla disciplina ecclesiastica ,

quarto nel /\.j5 contro pre-


Il i alla liturgia, ec. Inoltre vi si sco-
destinaziani. Rcg. t. IX; Labbé t. municarono quelli che volessero ri-

IV; Arduuio t. II. durre in servitù le persone libere.


, ,

a8S LIO LIO


Reg. t. XII; Labbé t. V; Arclni- Francia. Vi fu deposto un arcive-
co t. IH. scovo simoniaco, e molti vescovi ac-
Il decimo nel 5'jo per la pace e cusandosi della medesima colpa, ri-

per la conservazione delia Chiesa. nunziarono volontariamente le loro


Ibidem. sedi. Reg. t. XXV; Labbé t. IX;
L'undecimo nel 5^5, che piut- Arduino t. VI.
tosto vuoisi assemblea di stati. Pie- Il vigesiraoprimo nel «079 o
tro diacono, fratello di s. Gregorio 1080. In esso Ugo di Die cardi-
di Tours, giustificossi dell'assassi- nal arcivescovo di Lione e legato
nio di Silvestro eletto vescovo di della santa Sede, confermò la sen-
Langres, falsamente imputatogli. 1- tenza che deponeva Manasse arcive-
bidem e Lenglet. scovo di Reims. Ivi.
Il duodecimo nell'anno 58 1, o Il vigesimosecondo nel 1098.

583, o 586, o 587, che si conta Il vigesimoterzo nel 1099.

pel terzo sotto Gontrano. Prisco Il vigesimoquarto nel 1126.


vescovo di Lione vi presiedette, e Il vigesiraoquinto nell'anno I245,

vi assisterono otto vescovi con do- e fu il primo concilio generale di


dici deputati degli assenti. Si trattò Lione. Venne adunato e presieduto
delia negligenza de' vescovi, per cui dal Pontefice Innocenzo IF [Fedi),
furono fatti sei canoni, in uno dei principalmente per provvedere con-
quali venne loro proibito di cele- tro r imperatore Federico II nemi-
brare fuori delle loro chiese nelle co della Chiesa. Il Papa Gregorio
solennità di Natale e di Pasqua IX (Fedi) avea scomunicato Fe-
toltone i casi d'infermila, o per derico II, deposto dalla dignità im-
comando del re. Ivi. periale, assolto i sudditi dal giura-
Il decimoterzo fu celebrato nel- mento di e solennemente
fedeltà,
r8i4j ove Agobardo fu eletto ve- scomunicato nel giovedì santo. Di-
scovo della città. Arduino t. II. versi motivi aveano indotto quel
decimoquarto neir828.
Il Pontefice a sì rigorose misure, fra
Il decimoquinto nell'Sag. i quali perchè offendeva gli ecclesia-

Il decimoseslo neir846- stici, ledeva i diritti della Chiesa, e


Il decimosettimo nell' 848 , ove contro il voto non andava in soccor-
venne assolto Godelcario prete. Ar- so di Terrasanta. Questa famosa e
duino t. II. lagrimevole differenza, narrata ai ci-

Il decimottavo nel 1020. Storia tati articoli ed a quelli relativi

de' vescovi ci' Auxerre. rovinò per sempre la casa impe-


il decimonono nel io34- Si ten- riale degli Hohenstauffen di Svevia,
nero in quest'anno molti concilii in ridusse la Germania per circa tren-
questa provincia pel ristabilimento t'anni ed immerse l'I-
in anarchia,
della pace, per la fede, per indur- talia in un abisso di sciagure. Ri-

re popoli a riconoscere la bontà


i soluto Innocenzo IV a porre un
diDio e distoglierli dai delitti, colla rimedio agli estremi mali che op-
rimembranza de' passati mali. Pagi primevano la Chiesa, determinò di

a detto anno. celebrare quel concilio generale, che


Il vigesimo nel io55, tenuto da Gregorio IX avea intimato in Ro-
Ildebrando poi s. Gregorio YII, ma, e V imperatore impedito col-
qual legato di Papa Vittore II iu r imprigionare chi vi si portava.
,

LIO LIO 289


Fuggendo le trame di Federico II, Innocenzo IV conoscendo per espe-
il Papa si ritirò in Genova, e poi rienza che Federico li mai effettuò
in Francia, arrivando in Lione ai le promesse, ancorché fatte con giu-

2 dicennbre \i/\^. Ivi stabili cele- ramento, rigettò tali offerte.


brare il concilio, e con lettera cir- La prima sessione ebbe luogo
colare nel d'i della festa di s. Gio- a' 28 giugno 1245. Il sommo Pon-

vanni lo intimò per l'anno seguen- tefìce avendo alla destra l'impera-
te; vi chiamò pure i re e gli altri tore Baldovino II, ed alla sini-

principi, e vi citò particolarraente stra alquanti principi secolari, fece


Federico li. Al tempo prefìsso volle un eloquente discorso, i cui prin-
aprirlo, quantunque il re di Fran- cipali punti furono lo sregolamen-
cia s. Luigi IX bramasse una di- to e la dissensione dei prelati e
lazione, Enrico III re d'Inghilter- dei popoli, r insolenza de' saraceni,
ra proibisse a' suoi prelati d'inter- lo scisma de' greci, le crudeltà dei
venirvi, e l'imperatore non cessasse tartari, persecuzione che Fede-
la

dal protestarvi contro. Trovaronsi rico II avea fatto al suo prede-


non pertanto al concilio Baldovino cessore Gregorio IX, aggiungendo
li imperatore latino di Costantino- che quel principe era eretico e
poli , Raimondo conte di Tolosa, sacrilego questi dichiarò Innocen-
:

diversi cardinali, i patriarchi latini zo IV essere lutti dolori che cir-


di Costantinopoli, di Antiochia e condavano ed affliggevano il suo
di Aquileia, centoquaranta vescovi animo. Taddeo di Svezia parlò pei
ed arcivescovi di tutte le nazioni suo signore, e tentò di mostrare
molti procuratori de' prelati assenti, che Federico II non era più ob-
e i deputali dei capitoli ; l'abbate di bligato a mantenere le sue pro-
s. Albano in Inghilterra vi mandò messe , avendo il Papa mancato
un suo monaco , intervennero gli alla parola che gli aveva data, e
ambasciatori d' Inghilterra, di Fran- si sforzò di confutare l' accusa di
cia, di Giacomo Aragona, I re di eresia. Nella seconda sessione a' 5
oltre i procuratori di Federico II. luglio, alcuni vescovi parlarono con
Alla biografìa di Gregorio X dicem- calore contro Federico 11^ ma fu
mo che essendo egli arcidiacono di risposto con foi"za alle loro accuse.
Liegi, fu da Filippo arcivescovo di Nella terza sessione a' 17 luglio, il

Lione adoperato per fare i preparativi Papa ordinò, coli' approvazione del
per la celebrazione del concilio. Nella concilio, che in avvenire si celebras-
congregazione preliminare Taddeo se l'ottava alla festa della Natività
di Svezia, ambasciatore imperiale e della Beata Vergine, Si lessero di-
uomo assai ingegnoso, si studiò di ciassette articoli di regolamento, la
difendere la causa del suo princi- maggior parte riguardanti la pro-
pe, oflVi al Papa , che presiedette cedura giudiziaria. Il Papa ordinò
al concilio, in nome del suo sovra- che si procurerebbero aiuti all'im-
no di essere pronto di opporsi alle pero di Costantinopoli, e che vi si

corse dei tartari, non che ai co- impiegherebbe la metà della ren-
rasmani, ai saraceni, ed agli altri dita di tutti i benefìzi. 1 deputati
nemici della Chiesa ; e di andare d' Inghilterra si lagnarono delle
a sue spese in Palesfìna per libe- esazioni della corte di Roma, a
rarla dal giogo degl'infedeli. Ma nome di tutto il regno. Nella loro
voi,. XXXVITI. 19
390 Lio LIO
lelleia di higuanze senza giusto ti- pero, e dai reami di Sicilia e di
l<ilo, si diceva, che i predecessori Gerusalemme, che dichiarò vacanti,
d'Innocenzo IV ^olendo arriccliire ed assolvette dal giuramento tutti co-
gli ecclesiastici italiani, il cui nu- loro che gli avevano giurato fe-
mero era divenuto eccedente, ave- deltà, minacciando di scomunica
Aano dato loro delle cure delle chiunque gli avesse dato aiuto o
(juidì non prendevano nessuna sol- consiglio. 1 delitti di Federico II

lecitudine, né quanto alla condot- espressi nella sentenza sono lo sper-


ta delle anime, né per la difesa giuro, il sacrilegio, l'eresia e la fel-
de'iuonasteri dai quali dipendevano; lonia, per cui fu pure scomunica-
che non soddistaccvano al debito to, avendo i suoi procuratori am-
né della elemosina;
dell' ospilalilU , plificalo i meriti suoi e negato gli
che procuravano solamente di rac- errori commessi. La formola della
toglieie le rendile, e di portai le sentenza pronunziata da Innocenzo
fuori del regno con pregiudizio IV, ed il modo come i padri la
degli inglesi , i quali in vece do- approvarono, lo riportammo alla
rrebbero possedere tali benefizi ;
biografia di quel Papa.Aveva Tad-
in una parola che i chierici ita- deo promesso che l'imperatore sa-
liani traevano dall' Inghilterra piìi rebbe venuto a difendersi nel con-
di sessantamila marche di aigen- cilio, quando non sapeva addurre
to ; che il legato Martino invialo più altie ragioni; ma Federico II
dal Papa, voleva disporre inoltre non comparve, né d Pontefice era
di altri benefizi simili, riservan- SI poco prudente di attenderlo, co-
doli a disposizione della santa Sede noscendone il carattere violento e
quando venissero a vacare ; ch'egli barbaro.
estorceva dai religiosi delle tasse Nel concilio si trattò inollre
eccessive, e scagliava scomuniche della riforma del costume e della
o interdetti contro coloro che si disci[)lina ecclesiastica; della crocia-
opponevano a' suoi tentativi; che ta per la Palestina, per la quale
non potevano persuadersi eh* egli fu eletto generale s. Luigi IX re di
operasse a quel modo per coman- Francia ; determinossi il cappello
do d'Innocenzo IV, supplicavano rosso ai cardinali, che il Papa in-

])ertanto sua Santità a rimediarvi. vitò ad andare a cavallo, mentre


11 Papa rispose che questo ailaie per umiltà e moderazione incedeva-
esigeva una matura deliberazione. no a piedi non correggendosi San-
;

Ideila quarta sessione Taddeo di cio II re di Portogallo, ad istanza


Svezia dichiarò, che se il Pontefice de' magnati del regno di questo ,

voleva procedere contro l'impera- fu privato, e vi fu sostituito il suo


tore Federico li, egli appellavasi fratello; un vescovo di Palestina e-
al Papa futuro ed al concilio ge- spose lo slato infelice di quella
nerale, piùducendo una dichiara- provincia, abbandonala a sé slessn

zione dell'imperatore, che chiama- dal cognato e luogotenente di Fe-


va il concdio giudice incompetente derico li ; un vescovo lombardo de-
e parziale. Al che rispondendo il plorò i progressi de'patarini, eresia
Pontefice, che il concilio era gene- oìtremodo dilatata in Anche
Italia,

rale, pronunziò sentenza di depo- lo scisma de' greci fuargomento


sizione contro Federico li dall'ira- ti allato in questo concilio, in uà
LIO LIO 29r
alla uiiiniic della Chiesn Inìiria con angelici sciilli alla censura della
roiierifalf. Diccisette furono i ca- Chiesa. Universale fu il dispiacerò
roiii falli, e ri-guaiflanti il diritto ppr tanta perdita, ed il Pontefice
canonico, i rescritti della curia ro- versò copiose lagrime. Inleivcnnero
mana, le elezioni, ie piocediire, le al concilio qtiindici cai'dinalì, i pa-
scomuniche, le usure, la condanna triarchi latini di Costantinopoli
e
delle eresie, ec. Alcuni negarono di Antiochia , cinquecento tra pri-
che tutte le accennate cose fossero mati, aicivescovi e vescovi, altri

trattate in questo concilio, su di dicono .settanta arcivescovi e cin-


che si può leggere l'articolo Lione, quecento vescovi ; il Labhé dice
confutato dal p. Biagi, del Dizio- più di settecento, fra' quali trenta
vario del Bergier, difendendo il domenicani ; sessanta o settanta ab-
Biagi l'operato del Ponleficej e di- bati, e più di mille altri prelati
pingendo qua! fosse Federico II, e inferiori. V intervennero pure gii

lo stato delle cose, con forza di ambasciatori di Michele Paleologo


ragioni e di fatti. Forse alcuni con- imperatore d'oriente, di Rodolfo di
fusero le cose operate da Innocen- Habsburg re de'romani, di Filippo
zo IV mentre era in Lione, come III re di Francia, di Carlo I re
ti aliate nel concilio. Reg. t. XXVIII; di Sicilia, di Odoardo 111 re d'In-
LaLbé t. XI ; Arduino t. VII ; ghilterra, di Abagam re de'tarlari,
Diz. dt'conc. e di molti altri principi ; i gran
11 vigesimosesto dell'anno iiy^, maestri dei tempiali e degli ospi-
e fu il secondo concilio generale talieri o gerosolimitani, e i depu-
di Lione. Venne adunato e presie- tati dei capitoli, ond' è questo il

duto dal b. Gregorio X [Fedi), già più numeroso di tutti gli altri con-
canonico di Lione, prircipalnieufe cilii, e la più copiosa adunanza che
per la riunione dei greci alla Chie- siasi formala nella Chiesa. Il Pon-
sa cattolica, per la crociata di Ter- tefice deputò per la custodia e
rasanta, e per la riforma della cura del concilio l'arcivescovo di
disciplina ecclesiastica. Il Papa lo Lione A di maro o Ai maro, ed alla
inlimò nel primo aprile 1272, al guardia della città numerosa solda-
modo narrato alla citata biografia, tesca ; mentre il le di Francia a-
ove pur dicemmo come fu ricevu- vea incaricato il suo parente ca-
to a Lione quando vi giunse ai valiere Iniberto di Belloloco, a ve-
21 novembre 1278, e ciò che ivi gliare con diverse compagnie sulla
operò. Gregorio pure al X invitò sicurezza Papa e de'cardinali.
del
concilio s. Tommaso d'Aquino, ac- In questo tempo ed avanti la ter-
ciocché con s. Bonaventura, già za domenica dopo Pasqua si por-
colieghi dfc'suoi studi nell'universi- tò in Lione Giacomo I re d' A-
tà di Parigi, confutassero gli erro- lagona. Una lega lunge dalla città
ri de'greci, dichiarando al primo fu incontrato da tulli i cardinali,
di portar seco il libro contro di essi dal gran maestro de'cavalieri tem-
da lui scritto per ordine di Urba- plari , da Giovanni e Guglielmo
no IV; ma s. Tommaso partendo di Bossiglione deputati alla guar-
da Napoli per Lione, morì a'7 raar- dia e governo da mol- della città,
70 nel monastero di Fossa Nuova, ti prelati e signori, non che da
assoggettando con umiltà i suoi tutta la corte romana. Giunto il re
agi LIO LIO
al palazzo del Papa, fu da questo mezzo della gran nave sedevano
ricevulo affettuosamente , dopo a- Pantaleone patriarca di Costanti-
\ergli il re baciato i piedi. Giaco- nopoli, e Opizzo patriarca d'An-
mo rimase così compreso di ve-
I tiochia ; e nelle altrebande al
nerazione per Gregorio Xj che lato destro del Papa cinque car-
pieno di compunzione gli fece la dinali vescovi suburbicari, fra' quali
sua confessione generale. A'2 mag- Pietro di Tarantasia poi Innocenzo
gio 1274, essendo tutto all'ordine V, e s. Bonaventura cui il Pon-
per la celebrazione del concilio, il tefice avea commesso regolamen-
il

Pontefice ingiunse a tutti i prelati to del concilio, il perchè dipoi


e cappellani suoi un digiuno di Sisto IV nella bolla della di lui
tre giorni, quindi lunedi 7 maggio canonizzazione disse che questo san-
ebbe luogo la prima sessione. Il to presiedette al concilio : dal lato
Papa dall' episcopio nella matti- sinistro sedevano tre cardinali pre-
na calò nella contigua cattedrale ti. Dietro ai cardinali da una
di s. Giovanni, dove con ogni de- parte e dall'altra sedevano tutti i

coro nella nave maggiore erano primati, arcivescovi e vescovi, gli

apparecchiate tutte le cose neces- abbati, i priori, ed altri prelati del-


sarie e le sedie, essendo stato eret- le chiese , come
ed altri prevosti
to nel coro il trono pontificio. Fat- deputati dei capitoli ; sedevano es-
ta Gregorio X orazione avanti l'al- si senza differenza di luoghi, aven-

tare si pose a sedere in mezzo a do il Papa ordinato che senza ,

due cardinali diaconi ; e per esse- pregiudizio delle loro chiese se-
re giorno di digiuno fece cantare desserocome ed ove potevano.
le ore di terza e sesta. Dopo le Rimanevano poi da basso molti ca-
quali un
suddiacono lo calzò di valieri templari col gran maestro,
sandali, mentre i cappellani che e gli ospitalari, e gli ambasciatori
circondavano il trono recitarono i dei sovrani e dei principi. I can-
consueti salmi. 11 Papa lavatosi le toriintuonarono l'antifona ; Exaudi
mani, e vestito dal diacono e sud- nos Domine, la quale finita, sua
diacono de'paramenti di color bian- Santità levandosi in piedi disse :

co, per essere il tempo pasquale, Oremus, il cardinale Ottobono sog-


assunse pure il pallio. Indi prece- giunse : y7ea:w geni b US , ed il cardi-
dendo la croce pontificia, salì Gre- nal Giacomo Savelli diacono di
gorio X sul pulpito maestosamen- s. Maria in Cosmedin poi Onorio
te apparato ed assiso sul faldi-
, IV: Levate. Dipoi immediatamen-
storio, ebbe ad assistenti un cardi- te il Papa cantò ad alta voce la
nale prete il primo diacono, ed
, orazione^ che si legge nel pontifi-
altri quattro cardinali diaconi : il cale, indi un cappellano intuonò le

primo diacono era il cardinale litanie, stando Gregorio X, i car-


Ottobono Fieschi nipote d' Inno- dinali e i prelati genuflessi e sen-
cenzo IV, poi Papa Adriano V. za mitre. Terminate che furono,
Presso il soglio sedeva il re d'A- sua Beatitudine alzossi di nuovo,
ragona, assistito da diversi cappel- dicendo: Oremus. Allora rispose il
ni o uditori di sua Santità in cot- cardinal Giacomo: flexis genibus,
ta. Sedendo il Pontefice , benedì ed il cardinal Goffredo di Alatri
tutti i prelati ed il concilio. JNel diacono di s. Giorgio disse Leva-
LIO LIO 293
le. Il Pontefice seguitò a dire nel gòrlo X
occupò in negozi e con-
si

medesimo tono, che detto avea la ferenze pel bene della Chiesa. I pre-
prima, un'altra orazione. Indi dal lati gli rappresentarono gì' innume-

cardinal Ottobono, previa la rive- rabili disordini e scandali ch'erano


renza al Papa, e ricevuta da esso nella Chiesa, s"ì per colpa de' chie-
la benedizione, si cantò l'evangelo rici che de' laici. Dimostrò Grego-
dì s. Luca: Desigtiavìt Dominus rio X il suo affetto per la chiesa
el alias septuaginta duos. E ciò di Liegi, di cui era stato arcidiaco-
finito, essendo sua Santità in piedi no, con iscrivere energicamente al
e senza mitra, con voce sonora duca del Brabante, acciò non oc-
intuonò il Veni Creator Spiritus, cupasse la villa di s. Trudone di
proseguendo 1* inno sino al fine, ragione di detta chiesa. Ammoni
accompagnato da tutti quelli del ancora Enrico vescovo di Liegi a
concilio con gran divozione. Quindi riscuotersi dai suoi scandalosi por-
tornato il Papa a sedere, e i pre- tamenti , con immenso danno del
Iati e gli altri ai luoghi loro, inco- gregge. Indi concesse privilegi al-
minciò il Pontefice a sermoneggia- l'ordine cistcrciense, ed all'abbazia
re, prendendo per tema le parole della ss. Trinità della Cava , con-
di Cristo Desiderio desideravi hoc
: fermando le prerogative che gode-
Pascha manducare vobiscum, ante- vano. Nel dì dell'Ascensione dichia-
quam paliar , aggiungendo, ante- rò incorsa nella scomunica e nel-
quam moriar etc. Ed al suo pro- r interdetto Genova, perchè confe-
posito egregiamente adattandole, por- deratasi contro r inibizione pontifi-
tò nel fine del discorso i motivi, cia coi pavesi, già seguaci di Fe-
e l'ardente desiderio dell'animo suo, derico II. In questo tempo partì
con tutte le cagioni che l'aveano da Lione il re d' Aragona, perchè
indotto a congregare il concilio, e ilPapa si ricusò coronarlo, se pri-
le cose che in esso si avevano a ma non pagava alla Chiesa il tri-

deliberare, cioè di porgere valido buto promesso dal re suo padre


aiuto ai cristiani per la conquista Pietro II. Con soavi maniere il
dei luoghi di Terrasanta, di far Papa ottenne dai vescovi e dagli
r unione della Chiesa greca colla abbati una decima delle l'endite
Ialina, e di riformare i costumi ecclesiastiche per sei anni in tutto
di tutto il cristianesimo. In tal mo- il cristianesimo, in soccorso de' cri-
do si celebrò la prima sessione, stiani della Palestina. La seconda
tacendo il Pontefice intimare per sessione si tenne a' 18 maggio,
un altro determinato giorno la se- nella quale si osservò il medesimo
conda. Indi tornò al luogo ove si cerimoniale praticato nella prima,
era vestito , depose i paramenti tranne il digiuno ed il sermone :

pontificali, 8 disse nona, restituen- altri assisterono il Pontefice, di-


dosi poi alla sua residenza. 11 re verso fu il vangelo, così le orazio-
d'Aragona per complesso di
\xx\ ni. Si pubblicarono delle costitu-
cose religiose, maestose e gravi, zioni spettanti alla fede, e vennero
restò penetrato di profonda vene- licenziati tutti i procuratori de'ca-
razione. pitoli, gli abbati e priori a' quali
Neir intervallo di tempo che tra- non era conceduto l'uso della mi-
scorse alla seconda sessione , Gre- tra, toltone quelli che furono es-
204 LIO LIO
pressauienle cliìamatì al concilio. clesiastico : furono altresì prescritte
Jljedesi altresì licenza agli altri pre- le sportule ed salarli, come il modo
i

lati inferiori ancorché mitrali. Io di proferire le scomuniche. Indi


(jiiesto mentre durando le contese Gregorio X concesse ai padri del
sulle pretensioni all' impero di Al- concilio di potersi sollevare non più
fonso X re di Castiglia, e di Otto- lungi da sei leghe da Lione, ed at-
caro re di Boemia, benché il Papa tendendosi l'arrivo de' greci non
avesse i-iconosciuto Rodolfo coro- fu determinata l'epoca per la quar-
nato in Aquisgrana, Gregorio X ri- ta sessione.
iìiilando le proteste del primo e i Poco
dopo giunsero lettere di
ricchissimi doni del secondo, udite Grecia dai nunzi apostolici, che il

le nuove ragioni del procuratore Papa tripudiante fece leggere da


del terzo, a' 6 giugno ricevè in s. Bonaventura ai padri nel luogo
concistoro il solenne giuramento di del concilio, dopo che questo car-
obbedienza e fedeltà dasfli amba- dinale pronunziò un dotto discorso,
sciatori e procuratore di Rodolfo, perchè annunziavano 1' imminente
che a nome di questi promisero arrivo degli ambasciatori e princi-
di confermare e mantenere pri- i ]>i o senatori greci. In falli questi
vilegi Chiesa romana concessi
alla vi giunsero a' 24 giugno, incontrati
dai precedenti imperatori. A' dai
7 giu- prelati, dalla famiglia pontifì-
gno si celebrò la terza sessione pra- cia, dal vice-cancelliere e dalle fa-
ticandosi nel cerimoniale quanto ab- miglie de' cardinali, ed accompa-
biamo detto delle precedenti. Vi si gnati dal Pontefice che li ricevette
pubblicarono dodici costituzioni in- in una gran sala, ammettendoli al
tuino alla elezione de' vescovi, ab- bacio di pace con paterna tenerez-
bati e canonici, ed alle ordinazio- za. Essi presentarono le lettere im-
ni Tra le altre cose
de' chierici. periali sigillale con bolle d'oro, e
esse prescrissero. i,"Che quelli che quelle de' prelati delle chiese orien-
si oppongono alle elezioni ovvero , tali. Lasciala da parte la contro-
ne appellano, esprimeraiuio nell'at- versia che sopra l'impero era tra
to di appello tutti i molivi della Paleologo e Filippo figlio
]\Iichele
loro opposizione, né saranno più di Baldovino li e genero del re
ammessi a proporne altri. 2." Che di Sicilia, chiesero supplichevoli di
nel partaggio della elezione, se i essere ammessi nel seno della san-
due terzi sono da una parte, l'al- ta Chiesa romana, con ob- totale
lio terzo non sarà ammesso ad bedienza e riconoscimento del pri-
opporre contro l'elezione, ne contro mato Sede apostolica, secondo
della
l'eletto. 3.° Quantunque gli appelli la regola fede proposta da
della
delle elezioni debbano essere por- Gregorio X. Indi principi e glii

tati alla santa Sede, come cause ambasciatori fuiono onoratamente


maggiori, tuttavia se l'appello in- condotti da molti prelati e signori
terposto fuori di giudizio è frivolo negli appartamenti preparati son-
non sarà portato alla santa Sede. tuosamente dal Papa. Questi, chia-
4- Gli avvocati e i procuratori da- mati poi a sé i greci, li volle pre-
ranno giuiamento di non sostene- sentiad una lunga disputa che si
re se non le cause giuste, e lo rin- tenne dai latini coi dotti di loro
noveranno ogni anno pel foro ec- nazione intorno alla processione del-
LIO LIO i9>
lo Spirito Santo; dove cliiarltisi fi- trare; indi ordinò ai cursori che
lialmente i greci su qnesl' articolo, intimassero la quarta sessione pei 6
confessarono la nostra vera creden- luglio.

za, egualmente procedere Io Spiri- In questa sessione gli ambascia-


lo Santo dal Padre e dal Figliuo- tori dell' imperatore d' oriente se-

lo, e si ridussero fra gli applausi derono dopo i cardinali. Il cardi-


nll' unione colla Chiesa latina. INella nal di Tarantasia fece un bel dis-

festa de' ss. Pietro e Paolo il Papa corso ai padri, dopo il quale il Pa-
cantò solennemente la messa nella pa prese la parola e ripetè i mo-
cattedrale, con l'assistenza di lutti tivi pe' quidi avea convocato il con-
i padri venuti al concilio. L'episto- cilio,e che greci venivano all'ob-
i

la e l'cvangelo furono cantati in bedienza della Chiesa romana sen-


latino ed in greco, facendo s. Bona- za domandar niente di temporale,
ventura un erudito sermone. Finito avendone T imperatore riconosciuto
questo, i greci ed i latini cantaro- il primato, ed il Papa capo della
no il simbolo della fede ; pei Ialini Chiesa universale, le cui lettere e
cantarono cardinali vescovi
i fa- , quelle de' prelati d'oriente fece leg-
cendo da coro canonici di Lione; i gere, compresa la professione di
pei greci cantarono Germano pa- {'tàc Michele Paleologo, ch'era
di
triarca di Costantinopoli Teofane , quella mandatagli da Clemente IV.
metropolitano di Nicea, gli arcive- Indi l'ambasciator greco e gran lo-
scovi greci di Calabria, e due pe- gotela Giorgio Acropolito professò
nitenzieri pontificii, Morbecca do- e giurò che l'imperatore con tutto
menicano e Giovanni di Costanti- il suo imperio teneva la stessa fe-
nopoli francescano, che sapevano la de romana che si era letta nel con-
lingua greca. Quando essi arriva- cilio, e che quella avrebbero sem-

rono alle parole : qui ex Potre Fi- pre inviolabilmente mantenuta , e


lioque procedit, tre volte ad alta ciò detto sottoscrisse la professione
voce le ripeterono. A questa so- di fede, anche in nome di trenta-
lenne professione di fede, seguiro- otto vescovi greci terminò ; indi si

no inni festosi di lode, che il pa- la quarta sessione intuonando il


triarca e gli arcivescovi greci can- Papa il Te Deum lauilamus. Se-
tai'ono a Gregorio X. Questi frat- guirono altre orazioni, e si rinnovò
tanto fece molti atti pontifìcii, fra da tutti la professione di fede iu
i quali confermò le immunità ed e- latino ed in Credo in
greco col
senzioni che godeva Pisa anco in umitn Dermi, recitandosi due volte,
Gerusalemme; e venuto da Liegi {fili ex palre filioque procedi! j sim-

l'indegno vescovo Enrico, per le bolo che in greco cantò il patriar-


querele che la città rinnovò contro ca Germano. Allora Gregorio X
la sua rea condotta, il Papa lo dichiarò al concilio, qualmente il
depose dalla dignità episcopale, e re de' tartari avea inviato amba-
finìmiseramente i suoi giorni. Tol- sciatori con lettere, che fece leg-
se r abbazia di s. Paolo fuori le gere, essendo presenti gli amba-
mura a Federico, e depose il car- sciatori, con gran gaudio di tutto
dinal Riccardo Àiinibaldi. Giunti in ilconsesso. Caduto gravemente in-
Lione gli ambasciatori del re dei fermo il cardinale s. Bonaventura,
tartari, Gregorio X lì fece incon- con universale cordoglio morì a' «4^
,

2g6 LIO LIO


luglio. Papa disse che la Chiesa
Il se ne lessero altre tredici. La pri-
avea fatto una deplorabile perdita, ma fulminò la scomunica di pieno
ed oltre i solennissimi funerali fatti diritto contro coloro che avevano
al cardinale, coraandò a tutti i pre- promesso di prendere, di uccidere,
lati e sacerdoti, che in ogni parte di molestare nella persona o nelle
del mondo dovessero celebrare due sostanze un giudice ecclesiastico
messe, una per l'illustre defunto, per aver pronunziato qualche cen-
l'altra per quelli che intervenendo sura contro i re, i principi, i loro
al concilio fossero morti. Istruiti i uffiziali o qualsivoglia altra perso-
tre ambasciatori tartari delle cose na. Venne proibito sotto le stesse
della fede, il Papa li fece vestire pene a chiunque di qualsiasi di-
di scarlatto, e solennemente battez- gnità, di usurpare sopra le chiese
zare dal cardinal di Tarantasia. il diritto di regalia, per impadro-
La quinta sessione si celebrò a' i6 nirsi de' beni della chiesa vacante,
luglio. Rammentandosi Gregorio X e quelli eh' erano in possesso di
della lunga sede vacante che pre- questi diritti furono esortati di non
cedette la sua esaltazione, ordinò abusarne. Le altre costituzioni con-
utilissime leggi per evitarla, e diede tengono diversi canoni contro i bi-
ottime provvidenze per l' elezione gami sopra il rispetto dovuto
; alle
canonica e sollecita de' Papi, e per chiese; contro gli usurai manifesti,
la celebrazione del Conclave , al a' quali si vietò di dare l' assolu-
cjuale articolo tutto riportammo zione e la sepoltura ecclesiastica.
anche con commenti. Pri-
illustrato Si prescrissero eziandio canoni per
ma di promulgare questa costitu- l'elezioni e provvisioni delle chiese
zione nel concilio, per pubblica u- inferiori, e delle dignità e benefizi
tililà e quiete di santa Chiesa ,
ecclesiastici. Vietossi ai canonici ed
perchè alcuni cardinali non erano altri di nascondere l'immagine del-
ad essa favorevoli pel suo rigore, la Beata Vergine e quelle de' santi,
e perchè non più in luogo aperto per rappresaglia contro i laici che
ma in conclave serrato dovevano non volevano soddisfare le chiese,
procedere all'elezione del Pontefice, perla qual cosa cessavano ancora dal
Gregorio X ne fece fare sette co- celebrare i divini uffizi con grave
pie, e chiamati a sé i prelati se- scandalo.
condo le nazioni e provincie, la fece La sesta ed ultima sessione eb-
da essi sottoscrivere ed apporvi i be luogo a' 17 luglio. Il Papa vi

loro sigilli. La prima


da tutti lo fu si recò vestito pontificalmente , e
i prelati d' Italia compreso Ottone fece leggere le due costituzioni
arcivescovo di Milano ; la seconda Religionurn diversitateni , e Cunt
dai prelati di Spagna ; da
la terza Sacrosancta; la prima per impedire
«juelli di Francia; la quarta da la moltitudine e le nuove regole
quei di Germania; la quinta dai degli ordini religiosi, benché aves-
vescovi inglesi ; la sesta dai pa- se approvato quello de' celestini in
triarchi di Costantinopoli, di An- Lione, ove si portò il fondatore poi
tiochia e di Grado; la settima da- s. Celestino V, edamasse e favorisse
gli abbati e generali degli ordini quelli di s. Domenico e di s. Fran-
cistercieiise, cluniacense e premon- cesco ; quindi estinse quello detto
itratense. Dopo questa costituzione de' penitenti di s. Maria Maddale-
LIO Li O 297
na che professavano la regola di s. bono, Recedamus in pace, il Pa-
Benedetto, istituita da certo Bol- pa concesse licenza a' vescovi e pre-
drano, e ricusò di approvarne al- lati di ritornare ciascuno alle pro-
cuni altri. Poscia il Papa disse dal prie case. Si tratteime tultavolta
pulpito, che quanto alla terza cau- Gregorio X
Lione sino a'6 mag-
in

sa della convocazione del concilio, gio del susseguente anno, occupato


ch'era la riforma de' costumi, sei sempre nel suo apostolico ministe-
prelati correggessero sé stessi, non ro. Scrisse ai prelati della Grecia,
sarebbe necessario di far decreti all'imperatore e ad Andronico suo
per riforma; ch'egli si stupiva,
la primogenito, dando a tutti raggua-
come loro che menavano
tanti di glio del felicissimo successo della
scorretta vita, non si emendassero, concordia e unione celebrata tra
e dichiarò che se noi facessero, lo essi e la Chiesa latina con indici-
farebbe egli stesso con gran severi- bile letizia di tutto il sacrosanto
tà ; soggiungendo che i prelati, cou concilio. Provvide quindi di ottimi
lo scandalo che davano, erano ca- pastori le chiese vacanti, e quella
gione delia rovina di tutto il mon- di Liegi con Giovanni vescovo Tor-
do. Promise di rimediare molti al- nacense nipote del re di Francia ,

tri che non si era potuto


abusi, il scrivendone l'accomandazioni al ca-
eseguire per la moltitudine degli pitolo, clero, duchi, conti e baroni
affari. Si parlò poi nel concilio di Liegi e luoghi soggetti. Reg.
dell' affare di Terrasanta ,
per la tom.XXVIII; Labbé tom. XI, col.
quale era stata stabilita la sacra 2626; Arduino t. \1I, col. 6cj^ e
guerra, e per mantenerla le deci- 698 Tolomeo da Lucca, Hist. eccl.
;

me per sei anni ; ed il Pontefice lib. XXI II, cap. 3, iiiler Script,
aggiunse di aver determinato di rer. Ital. tora. XI, p. i 166; Bo-
tornar a visitare la Palestina, ed nucci. Istoria del b. Gregorio X,
ivi morirvi per unirsi a quel Dio, p. 160 e seg.; e Diz. de conc.
che essendovi volontariamente mor- Il vigesimosettimo concilio fu
to per noi, v' era divenuto la no- adunato in Lione nel 1299, il

stra risurrezione e salute, checiò Lenglet dice nel 1297, contro i

mosse a lagrimare il venerando principi che mettevano imposizioni


consesso. Del rimanente le costitu- sul clero. Reg. tom. XXVIII ; Gal-
zioni pubblicate in questo concilio, lia christ. tora. IV, p. ^o'ò; Lab-
e delle quali il Papa ne fece fare bé tom. XI, ma lo crede supposto.
una raccolta, compongono trentuno Il medesimo Lenglet ne registra
che furono poi inseriti nel
articolij altro nel 1292, sulla disciplina.
Secondo alcu-
sesto delle decretali. Il vigesimottavo nel 1876.
ni Gregorio X
condannò in questo Il vigesimonono nel i424> con-
concilio i flagellanti ; e prescris- tro alcuni impostori. Rinaldi a ta-
se l'inclinazione del
capo nel pro- le anno.
nunziare il ss. nome di Gesù, Il trentesimo nel i5ir. Gallia
Terminata la sessione ed il conci- christ. tora. Ili, p. 368.
lio, dopo di aver cantato la solita Il trentesiinoprimo ed ultimo
orazione, Gregorio X diede solen- fu tenuto nel 1027, contro l'ere-
nemente a tutti la benedizione apo- siarca Lutero, sulla disciplina, e
stolica, e dicendo il cardinal Otto- per accordare al re di Francia uu
2f)8 LIP LIP
sussidio onde poter liberare gli diale che primeggia tra i suoi e-
ostaggi mandati in Ispagna per la difìci , un bel palazzo vescovile,
liberazione di Francesco I, cioè i diversi conventi, ed un ospedale. 11
di lui figli. Marlene, Thesaur. to- commercio vi è importante, fìicili-

mo IV. tato dal porto. I dintorni sono be-


LIPARI [Llparen). Città con ne coltivati , e coperti in parte
residenza vescovile del regno delle di giardini ; fra montagne
le sue
t\uG Sicilie, nella valle Minore di aride e nude, è osservabile il mon-
Messina, capoluogo d' un cantone te Guardia. Vi sono sorgenti mine-
composto dell'arcipelago delle Li- rà li j e si trovano alcune antichità.

pari, sulla costa orientale dell'iso- Vanta Lipari l'antichità più ri-
la nome. Lipari, Aeoliae
del suo mota, e la si vuole anti-troiana, e
o Vulcanìae Insulae, gruppo di che ricevesse il nome dal suo fon-
nove isole del mare Tirreno, delle datore, dopo il quale regnandovi
quali sono sette le principali, tro- Eolo, al vagante Ulisse generosa
vandosi al sud quella die ne porta ospitalità avesse accordato. I gnidi,
il nome, sparsa di montagne con che dalla Caria giunsero nella pri-
snolo fertile ; la città di Lipari ma olimpiade navigando al Lili-
sulla costa est n' è il luogo prin- beo, e fabbricarono Mozia, discac-
cipale ed il capoluogo del gruppo. ciali poscia dai fenicii, ripararono
In queste isole osservansi molte in Lipari, ed accomunati agi' indige-
curiosità naturali, ma sono soggette ni vi si stabilirono. Si distinsero
a frequenti terremoti, e quello spe- nel commercio, nella nautica e nel
cialmente del 5 febbraio 1783 vi valor militare. Si collegarono coi
cagionò grandi rovine. Come vul- siracusani nella guerra contro Ale-
caniche, pel fuoco abbondante che ne. Imilcone occupò Lipari militar-
dalle medesime eruttò e scaturisce mente coi cartaginesi, e v' impose
ancora, vennero dagli antichi rap- r enorme contribuzione di trenta
presentate per la dimora di Vul- talenti. La prima vittoria navale
cano e dei Ciclopi, ed il soggior- romana fu liportala da Duillio
no di Eolo re de' venti, e perciò contro i cartaginesi in queste acque,
furono chiamate co' loro nomi, ed rienemerito de'romani fu Timasiteo
anche con cjiicUi di Plolae, Hcphe- di Lipari, che salvò i legati cadu-
siine e Liparae, dicendosi eolici i ti in mano de'corsari, e ne scortò
loro monti. Omero ci parlò sol- il viaggio, ricevendone ampio gui-
tanto d' un' isola Eolia, la quale a derdone. Venne in potere di Ro-
suo tempo si credeva fluttuante, seb- ma per mezzo dei consoli Lucio
bene da una grande mura-
fosse cinta Cecilio, e Caio Furio, deducendovisi
glia bronzo inespugnabile per le
di quindi una colonia. Roberto I re
inaccessibili balze che le facevano di Napoli s'impadronì di questa cit-

controscarpa. La città di Lipari, o tà nel i34o. Dal famoso corsaro


Lupara o Meligum's, posta in un I3arbarossa fu nel i544 saccheggia-
sito eminente e scosceso, ma in ta e quasi distrutta interamente,
clima puro, salubre ed ameno, ha fece schiavi gli abitanti e li con-
un forte in buono slato e ben mu- dusse in Africa ; laonde ne deve
nito con comoda baia. Non molto la riedificazione e ri popolazione al-

ben fabbricata, ha peiò una catte- l' imperatore Carlo V.


LIP LIP 299
La sede vescovile fu erclla nei data inPiperno a' 18 ottobre, e
rrirai secoli del ciisliaiiesimo, e sottoscritta da sei anti-cardinali ;
latta snfiìaganea della ineliopoli contemporaneamente fu intruso per
di Messina di cui lo è fuUoia. vescovo l'abbate di esse Giovan-
?fe (il primo vescovo s. Agatone ni II. Questi fu deposto dal Pon-

che sedeva verso l'anno 2')4 ,


"ve- tefice Innocenzo li nel iiSg, nel
nendo peispguilato da Diomede pre- concilio generale Lateranense li.

f(;llo di Po77.iìoIi sotto l'imperato- Indi Eugenio III nominò vescovo


re Dccio. (ili successe Agostino che delle due sedi di Patti e di Li-
inteiveiine al concilio romano sot- pari Gilberto monaco benedettino.
to Pajia s. vSin)maco. Il terrò ve- Gli successe Stefano che Lucio III
scovo fu Agatone II, nel cui tempo nel II 85 assoggettò al metropo-
si portò neir isola s. Calogero di litano di Messina, e fra i di lui

Coslantinopoli. Essendo desolata la successori nomineremo fr. Bartolo-


città, il Papa s. Gregorio 1 nel meo Varello domenicano, eletto nel
592 ne afiklò il governo a Pao- 1^52 dal raccomandato
capitolo, e
lino vescovo di Taiuania nella Ca- ad IV; Pandolfo del
Innocenzo
labria. Mei 59^ ebbe di nuovo il 1286, che morto in Pioma, fu se-
vescovo, ma se ne ignora il nome. polto nella chiesa di s. Agata alla
Pellegrino fu al concilio Lafera- Suburra Giovanni canonico di s.
;

iiense Martino I nel 649-


di s. Maria Maggiore, fatto nel i3o3da
Basilio fu al secondo concilio ge- Benedetto XI; il beato Pietro Tom-
nerale di Nicea, succeduto ad un masi carmelitano, nominato da In-
anonimo. Samuele intervenne al fal- nocenzo VI nel 1354, poi legato
.so concilio di Fozio neir879. ^*^^' apostolico e patriarca di Costanti-
V occupazione de' saraceni la sede nopoli. Nel 1372 fu elevato a que-
vescovile restò senza vescovo (ino sta sede fr. Ubertino di Corleone
al ii5o circa, se pure greci i francescano, prTidente e dottissimo.
non la ripristinarono in questo L' antipapa Benedetto XIII nel
tempo con uno del loro rito: cer- 1 392 dichiarò vescovo di Lipari
to è che Lipari ebbe un vescovo e di Patti il francescano Giovanni
greco suffraganeo dell' arcivescovo de Caussa. Nel iSgy il Pontefice
greco di Siracusa. Frattanto Pviigge- Bonifacio IX fece vescovo di Lipa-
ro normanno conte di Sicilia, nel ri e di Patti Fiancesco Gatlola, sotto
1088 (ondò un'abbazia di monaci il quale con le costituzioni ^pO'
benedettini scilo 1' invocazione di stolatiis ojjiciuni, de' 16 aprile o
san Bartolomeo, per la salute del- maggio 1399; e Dudum ex cerlis
l' anima sua e remissionede'pec- cnu.iis, 6 id. julii, sciolse l'unione
cati, ciò che confermò il Papa Ui'- delle due chiese, ripristinò loro i

l)ano II nell'anno 1091. Dipoi l'ab» separati ed a ciascuna


vescovati,
bazia fu nel 1094 unita a quella diede il proprio vescovo a Lipari :

di Patti che avea fondata il me- lasciò Francesco; di Patti nominò


desimo Ruggero. Queste due ab- vescovo Francesco Hermemir ca-
bazie governale da un istesso ab- talano, personaggio rispettabile.
bate vennero erette in vescovato Francesco Gatlola essendo morto
nel secolo XII dall'antipapa Ana- ne! i4oo, gli successe Antonio ar-
cleto Il con pseudo-bolla del i3i. i cidiacono della cattedrale, quindi
3oo LIP LIP
noteremo i vescovi di Lipari suc- Romanus Pontìfex. Giuseppe ab-
cessori, degni di particolare memo- bellì e beneficò la sua chiesa. In-
ria. Bartolomeo di Salerno, fatto nocenzo X
nel i65o fece vescovo
Tescovo nel i432 da Eugenio IV, Benedetto di Gerace parroco di s.
governò lungamente. Giulio II nel Maria di Campo Carico in Roma,
i5o6 vi traslatò dalla chiesa di ove morendo nel 1660 fu sepolto
Rapolla Francesco, che Leone X nella chiesa di s. Agata alla Su-
nel i5i4 trasferì a Viesti. Grego- burra. Nel i663 divenne vescovo
rio Magalotti eletto da Clemente Francesco Arata siciliano, affabile,

VII nel i532, Governatore di Ro- integerrimo ed amante de'poveri ;

ma [Vedi), al quale articolo ri- gli successe il teatino Gaetano Ca-


portammo le sue notizie nella se- stillo nobile palermitano, insigne
rie di tali prelati da noi formata. per le mente e del
doti della
Baldo Ferratini di Amelia, nomina- cuore. Altro teatino fu Girolamo
to nel i534 da Clemente VII, de- Ventimiglia palermitano, letterato ;

gno di eterna ricordanza sotto di : in morte di Innocenzo XII recitò


lui Ariodeno Barbarossa pose al- al sacro collegio l'orazione de eli-

l'estremo eccidio la città, indi nel gendo, e mori in Roma nella casa
i558 Paolo IV lo trasferì alla di de'suoi correligiosi in s. Andrea
lui patria. Antonio Giustiniani di della Valle, Nel 17 io gli successe
Scio, arcivescovo di Nazianzo, chia- Nicola Maria Tedeschi nobile di
ro pel suo intervento al concilio Catania, cassinese e segretario dei
di Trento, traslato a questa chiesa riti esame de' vescovi, nomi-
e dell'
da Pio IV nel i564. A degno nato da Clemente XI che confer-
successore s. Pio V elesse nel iSyi mò l'esenzione della chiesa di Li-
Pietro Cancellieri Nel di Pistoia. pari. Con questo vescovo l'Ughelli
i58o Gregorio XIII nominò Pao- termina la serie de' vescovi, Italia
lo Bellarditi, personaggio letterato sacra t. I, p. 771 j quale serie
e virtuoso. Fr. Alfonso Vitali mi- viene continuata sino ad oggi dalle
nore osservante spagnuolo, divenne annuali Notizie di Roma. Nel se-
vescovo nel i5g9, lodato per esse- colo corrente furono vescovi, nel
re acerrimo difensore dell' eccle- 1807 Silvestro Todaro di Messi-
siastica giurisdizione ; accrebbe e na de' minori; nel 18 18 Carlo
ristorò il convento de'cappuccini Maria Lenzi palermitano, delle
di Calabria, e nella vigna della scuole pie dopo lunga sede va-
;

mensa eresse un nobile edilìzio, cante il regnante Papa Gregorio


quale venne ampliato dal successo- XVI fece vescovo nel i83i Gio-
re fr. Alberto Caccamo domenica- vanni Portelli di Lipari, cui diede
no diPalermo, ove nella chiesa di per successore nel 1839 monsignor
s. Maria della Vittoria fabbricò Gio. Maria Visconte Proto di Me-
un bel monumento e vi fu sepolto lazzo, benedettino cassinese, il qua-
nel 1622. Urbano Vili nel 1627 le venendo dal medesimo Ponte-
nel nominarne vescovo Giuseppe fice traslatato alla chiesa di Cefa-
Candidi siracusano, tolse la sede li! che governa, nel concistoro dei
vescovile dalla giurisdizione di Mes- 22 luglio 1844 preconizzò l'odier-
sina, e la dichiarò immediatamente no vescovo monsignor Bonaventura
soggetta alla santa Sede colla bolla Atanasio di Lucerà.
LIP LIP 3oi
La cattedrale, situata nel castel- ecclesiastica, fu successivamente fat-
lo, Dio sotto l'invoca-
è sacra a to vescovo di Modena, coadiutore
zione Bartolomeo apostolo.
di s. di quello di Verona, e poi vesco-
La cura delle anime è a/ìidata ad vo di Bergamo. Fu incaricato di
uno de'canonici secondari ; vi è il diverse ambascerie, come nel Por-
fonte battesimale, e tra le reliquie togallo ed altrove, e si distinse
insigni che ivi si venerano, avvi nel concilio di Trento, di cui fa
il legno della ss. Croce, ed un di- uno de'tre presidenti sotto Giulio
Io pollice del medesimo santo a- IH. Nel i556 Paolo IV lo spedi
postolo patrono della città. !1 ca- nunzio in Polonia, indi lo nominò
pitolo si compone di quattro di- suo segretario. Queste moltiplici
gnità, essendone la maggiore l'ar- occupazioni e dignità non gl'im-
cidiaconato, di quattordici canonici pedirono di scrivere le seguenti
che si dicono primari, comprese opere, fino alla morte che avven-
le prebende di teologo e peniten- ne a'i5 agosto i55g. Ecco le sue
ziere, di altrettanti beneficiati, opere. i.° E.accolta delle vite dei
chiamati canonici secondari, e di santi, ed atti de'martiri con note,
altri sacerdoti ed ecclesiastici de- in otto volumi, Venezia i555. 2."

stinati alla divina uflìziatura. Il Catene de'Padii sulla Genesi Pa- ,

vescovo per sua abitazione ha due rigi i546; suir Esodo, ivi nel
case, una in città vicina alla cat- i555; e sui primi dieci Salmi,
tedrale, l'altra in luogo suburbano Roma i58o. 3. Esposizione del
ove fa l'ordinaria residenza a ca- Simbolo e dell'orazione Domeni-
gione del cattivo slato cui si tro- cale, Venezia i568. 4-° Conferma
va al presente la prima. Oltre la di tutti i domnii cattolici, Vene-
cattedrale, nella città vi è un'altra zia i555. 5." Aggiunte al Prato
chiesa parrocchiale, due conventi spirituale di Giovanni Mosco Pa- ,

di religiosi, otto confraternite, l'o- rigi 1610. 6." Costituzioni sinoda-


spedale e il monte di pietà, man- li. 7.° Sermoni sui santi.

candosi ora del seminario. La dio- LIPPSTADT o LIPPA, Lipsia-


cesi si estende nell'isola di Lipari, diuni, Lippia. Città di Germania
ed in altre cinque isole adiacenti. che si trova parte negli stati prussia-
Ogni nuovo vescovo è tassato nei ni della provincia di Weslfalia, reg-
libri della camera apostolica in genza, distante più di otto leghe
fiorini cinquanta, corrispondenti a da Arensbeig, ov'è capoluogo di
j 3 1 7 oncie delle monete del rea- circolo ; e parte nel principato di
me, pari a circa tremila scudi ro- Lippa Detmold, balinggio di Lip-
mani, penxìonem lanieri perpetua perode, sulla Lippe che l'attraver-
scutorum similiuni septigenio rum sa. Essa è fortificata, e le sue
triginta quinque ejusdem calhedra- strade sono regolari e ben fabbri-
lis favore gravali. cate. Sembra sia stata fondata
LIPPOINIAINO Luigi. Nacque in nel secolo XI 1, quantunque alcuni
Venezia, e pel felice suo ingegno la credono la Luppia di Tolomeo.
e dottrina si acquistò una gran Molto soffrì da quattro incendi.
riputazione nel secolo XVI. Dotto Fu un tempo libera, imperiale ed
nelle lingue, nella Scrittura, nei anseatica. Le truppe combinate di
padri, nella teologia, e nella stona Spagna e di Neuburg la presero
3o2 LIP LIP
rei 1629.; indi i francesi se ne l'uso che devesi fare della propri.!
impadronirono nel i6yf) e nel ragione nei tempi critici. Quindi
1757; tentarono riprenderla nel sono false le accuse de'proteslanfi
1759, ma battuti a ÌNlinden, furo- ch'egli fosse incostante in materia
no obbligati abbandonare il pro- di religione, almeno quanto all'e-
getto. In questo luogo fuiono te- steriore. Giusto Lipsio fu uno dei
nuti due concilii. Il primo nell'an- piìi dottiuomini e de' più giudi-
no 780 per erigere vescovati nella ziosi critici del suo tempo.

Sassonia. Reg. XVIII


t. Labbé ; LIFSKI Gt Mvx ALESSANDRO, Car-
t. VI. Il secondo nel 782 sopra dinale. Giannalessandro de' conti
la disciplina. Ivi. Lipski, nacque a' 5 giugno 1690 i

LIPSIO Giusto . Nacque in in Rirzkavvia nella Polonia. la


Iscli, \illaggio presso Bru<seiles, ai età giovanile si portò in Roma
18 ottobre fS/^j. In questa città per applicare nel seminario roma-
apprese primi rudimenti de'suoi
i no alla scienza de' canoni, donde
sludi j indi d'anni dodici passò in passato in Parigi, compì felice-
Colonia, dove in poco tempo im- mente il corso de'suoi studi nel-
parò il greco e la filosofia; di die- l'università de'la Sorbona ; indi
cinove si recò in Lovanio a prose- percorse le principali città di Fran-
guire i suoi studi, dove il cardi- cia, di Geruiania e d'Italia, ondi?
nal Granvela lo nominò segreta- si restituì alla patria assai erudito,
rio suo per le lettere latine. Dopo e possessore di cinque diversi idio-
aver accompagnato questo cardinale mi. Ivi olile all'insigne prepositu-
in Italia, nel 1572 fu nominato ra Choczkense di giuspalronato di
professore di storia a Jena. Tor- sua nobilissima casa, fu provvedu-
nato a Lovanio vi fu addottorato to ed arricchito del primiceriato
nel 1576, e ritiratosi in Leida per della chiesa di Gnesna , e fatto
tredici anni v' insegnò la storia. custode della real chiesa di Var-
Restituitosi in Lovanio insegnò le savia, prevosto della cattedrale di
belle lettere con riputazione, fino Posnania, e parroco Fraustadiense;
alla sua morte che segui a' 2 3 non che abbate di Chiaratotub.i
marzo 1606. Egli compose un dell'ordine ci>terciense, e fregiato
gran numero di opere che furono della prepositura Mechoviense, col-
stampale in Amsterdam nel 1609 la presidenza del supremo tribu-
in sei volumi. La maggior parte nale di lutto il regno, e colla ca-
di esse riguardano argomenti di rica di consigliere e cancelliere
letteratura e di critica ; pochissi- dell'arcivescovo di Gnesna. Acqui-
me essendo quelle di materie ec- statasi la grazia di Augusto 11 re
clesiastiche, come il suo importan- di Polonia, fu eletto pro-cancellie-
te, erudito ed esatto trattato sulla re del regno, e promosso al ve-
Croce, uno sulla Madonna di Hall, scovato di Lucko, che portava
uno su quella di ftlontaigu ed , seco annessa la dignità di senatore
un opuscoletlo sulla religione De : di Polonia. Poco prima della
ima religione advcrsus dialogisiai/i. morte del re fu trasferito alla
Abbiamo altresì di Giusto Lipsio chiesa di Cracovia, e perciò duca
no trattato sulla costanza, opera di Severia , ed in mancanza del
filosofica sui mali pubblici, e sul- primate e di alui, cui di ragione
LIS 3o^
^1 appaileiieva, fece nel 1734 la min. Sia sulla riva destra del Ta-
funzione di consecrare solennemen- go, nel luogo ove questo fiume,
te nella calteilrale il nuovo re nello scorrere da levante a ponen-
Angusto 111 e la regina. Avendo te,dopo aver formato il lago det-
fiatlanlo c(>n mirabile saviezza e to mare della Paglia, si lestringe

prudenza cont[)osle e quielate le onde gittaisi ben presto nell Oceano


dillerenze che ardevano Ira i ma- Atlantico, cioè (juattro leghe lungi
gnali ed i palatini del regno, ad da Lisbona, la quale è distante
istanza di detto re, la cui elezione da novantasei a cento leghe da
il prcliilo avea promosso, Clemen- Madrid. La città edificata sopra

te Xn a' 20 dicembre lySy lo molte colline o sette monti ia

creò cardinale dell'ordine de'preti. forma di semicircolo, presenta uà


Filialmente dopo avere licusato la vaghissimo anfiteatro, i cui contor-
dignità di primate olFertagli spon- ni coperti di magnifici conventi,
taneamente dal re, e fatto sì che case di campagna bellissime, olive-

per la pace del regno fossero re- ti e giardini ameni, formano un in-

stituiti i beni patrimoniali al già sieme incantatore. La bella pro-


re Stanislao Lesczynski, mori in spettiva che olirono i numerosi
Kieke sua residenza a'20 febbraio navigli ancorati nel vasto specchio

74(^5 universalmente compianto, di


I d'acqua che forma il fiume, e l'in-
anni cinquantasei, e fu sepolto nel- sieme degli edifìzi, delle alte torri
la sua cattedrale con onorevolissi- e dei moli di Lisbona, dominata
ma iscrizione. anche da montagne cariche di
LIRBA, Lyiha. Sede vescovile ricche piantagioni, non si può pa-
della prima Panifilia nell'esarcato ragonare che air aspetto delizioso
d'Asia, setto la metropoli di Side, di Costantinopoli; egli è gran
eretta nel IV secolo. Ne furono danno che il suo interno diminui-
vescovi Zenzio che intervenne al sca una parte di questa aggradevo-
concilio di iXicea ; Caio che fu al le impressione. Le antiche porte
primo concilio di Costantinopoli ;
di Lisbona fino al 1375 furono
e Tauriano che fu al primo di dodici. Accresciuta in quel tempo
Efeso. Oiiens christ. l. I, p. 1 009. la città, le porte comprese le por-
LlSBOiNA {Lisbonen). Città con ticelle giunsero al numero di tren-
residenza patriaicale, maestosa ca- ladue. Le porte attuali sono po-
pitale del regno di Portogallo, ca- chissime, cioè s. Apollonia, Arco
poluogo della provincia dell'Estre- del cieco, s. Sebastiano da Pedrei-
niadura portoghese e di comarca ;
ra^ Alcantra epoche altre. Lisbo-
residenza del soviano, della corte, na è presentemente una città a-
delle camere de'pari e de'deputati perta, più non scorgendovisi che
del regno, che ivi si radunano, alcuni rimasugli delle sue vecchie
delle supreme magistrature, e dei mura. L'antica ed ampia cittadella
rappresentanti diplomatici, in un o castello, situata sulla più alta
al prelato nunzio apostolico. Di- collina di s. Giorgio, non serve
verse sono stale le opinioni riguar- in alcun modo di difesa. Questa
do alla sua latitudine, per cui di- città si divide in tre parti : Alfa-
cesi stare dalla linea equinoziale ma, Bairro-Alto, e Mouraria, sud-
Terso il nord 38 gr. ^1 o 4B divise in dodici quartieri, che su-
3o4 LIS LIS
no: Alfamn, Anclaluz, Bairro-Alto, nita di botteghe eleganti e di bel
Castello, s. Caterina, Limoeiro, calle ; il lato nord era in parte
Mocambo, Mouraria, Remolaies, formato dell' antico palazzo della
Ribeii-a, Rocio, e Rua-Nova. Vi si inquisizione, occupato poi dagli
contano 35 1 strade principali, più uffizi dei ministri di stato, quindi
di sessanta piazze e circa quaran- venne demolito e nello stesso luo-
mila abitazioni. Si osserva un
tasei go è stato fabbricato un teatro, il
sorprendente contrasto fra la par- quale si è aperto nel i845. Le al-
te antica che sfuggi al terremoto tre piazze meritevoli di ricordo,
dell'anno i 755, e la porzione eret- sono Figueira, ove si
quelle
di
ta dopo questa epoca fatale. In tiene mercato degli erbaggi, di
il

generale le case sono di legno, ma s. Paolo, di Caes de Sodre sopra


rivestite di pietre bianchissime in uno de' moli, das Amoreiras, di
qualche parte all'esterno. Gl'incen- Alegria, di s. Chiara e di s. An-
di sono quivi frequenti, ma poco na. A queste si può aggiungere il
dannosi, perchè provvidamente le giardino pubblico ch'è piccolo e
macchine o pompe per estinguerli, monotono. Veramente s. Chiara
sono sparse in gran numero nei e s. Anna non sono piazze, ma
diversi quartieri. La piazza del chiamansi campì. Nel primo di
commercio è la più bella e gran- essi si trova il palazzo del mar-
de di Lisbona; essa è quadrata, chese di Lavradio, quello del Cor-
Lagnata al sud dal Tago, e fian- des, e quello del conte di Barba-
cheggiata negli altri tre lati da cena, e poco distante quello dei
begli edifìzi adorni di portici, co- conti di Rezende, 1' ospedale di
me sono la dogana, l'edifizio delle marina, ed il monastero delle
Indie, la intendenza della marina, francescane di perpetua adorazio-
la biblioteca reale, ed altri stabili- ne, fondato dall'infanta d. Marian-
menti ; i lati del nord-ovest non na figlia del re Giuseppe I. La
sono pur anco totalmente finiti ; prima istitutrice di questa regola
il centro è ornato della statua e- fu Maria del Costato, essendone la
questre in bronzo di Giuseppe I, casa primaria quella di Lourical.
eretta sotto il ministero del famoso Lisbona racchiude copioso nu-
marchese di Pombal^ che vi avea mero di chiese, cappelle, conventi,
collocato il suo ritratto nel piedi- monasteri, ed ospedali che si fan-
stallo, cancellatovi dall'odio popo- no giungere al numero di tredici
lare, sotto il regno di Maria I : e ben tenuti. Le chiese di Lisbo-
a tale ritratto fu sostituita una na, comprese quelle della comarca,
nave colle vele gonfie, allusiva al si fanno ascendere forse a 35o ;

commercio marillimo del regno, prima della soppressione i conventi


ma ultimamente vi fu rimesso il e monasteri erano ottantotto, e le
ritratto come prima. Da questa parrocchie quarantotto nella sola Lis-
piazza comunica con quella di
si bona. Vi sono inoltre cinque teatri
liccio,mediante tre strade della e due circhi pei combattimenti del
maggior bellezza ; questa piazza, toro e gli esercizi di equitazione.
molto più piccola che quella del Ad eccezione dell' acquidotto di
Commercio, figura un lungo qua- Agoa-Livre, non evvi un edifizio
drato, ed è quasi interamente lor- che dir si possa un capo d'opera
LIS LIS 3oT
di aichileltura ma ; molli sorpren- delle più belle della città. Essa è
dono per la loro estensione e pei degli italiani, e monsignor nunzio
luio ornamenti; alcuni hanno del- vi offizia ed esercita i pontificali,
le parliveramenle belle. ìù pri- sedendovi in trono, ad onta delle
mieramente osservabile la cattedra- questioni che su ciò mosseio i pa-
le, che domina uno desuoi colli, triarchi. jNel numero i3 delle TVb-
chiamata la basilica di s. Maria tizie del giorno eli Roma del i84'3j
Maggiore, di un'antica costruzione, si legge, come monsignor di Pie-
ma restaurata alla moderna dopo tro arcivescovo di Berito a'i feb-
il 1755; e la chiesa di s. Piocco, braio pontificò in detta chiesa la
la cui superba cappella di s. Gio- solenne messa, per l'anniversario
vanni Battista, a coriiu evangelii, dell' esaltazione di Papa Gregorio
come meglio diremo, fu tiasporta- XVI; che vi assisterono i pari, i

ta da Roma, ove Giovanni V l'a- deputati, una gran parte della no-
vea fatta costruire, per onorare il biltà e della cittadinanza di Lisbo-
santo del suo nome, essendo l'an- na, non che il principe Leopoldo
tica disadorna. La chiesa del con- di Sassonia-Coburgo fratello del
vento del sacro Cuore di Gesù, re. Questo e la regina erano rappre-
appartenente al convento di E- sentati dal conte di Penafiel gen-
strella , è l'edificio piìi vasto ed tiluomo di camera, e dal visconte
il più bello che sia stato costrutto di Campanabam aiutante di campo
a Lisbona dopo il 1^55; esso è del re. Al palazzo poi della nun-
sormontato da una cupola di una ziatura ebbe luogo nella stessa se-
ardita esecuzione, e racchiude il ra un gran ricevimento con ban-
mausoleo della regina Maria I chetto, al quale intervennero il

fondatrice di questa chiesa. La nominato principe, l' infanta d. An-


chiesa del convento di Belem, e- na di Gesù, il nuovo cardinal pa-
dificata magnificamente dal re Em- triarca di Lisbona, e molti vescovi
manuele. La chiesa di s. Engrazia che ivi si trovavano.
martire portoghese, altro fabbrica- Il più bel monumento di Lis-
to assai vasto, tutto di pietra, con bona è il detto acquidotto Agoa-
bella cupola. Sì può ricordare an- Livre, che può essere messo a
che la chiesa Antonio per
di s. confronto con tutlociò che produs-
la sua architettura ed interni or- se di più vantato in questo gene-
namenti; quella di s. Vincenzo de re r antichità. Si divide in due
Fora, così detta per essere stata rami, il primo dei quali, uno dei
fondata fuori del primo circuito di più lodati modelli dell'architettura,
Lisbona ; e la chiesa dei Martiri o termina al nord della città, e
di s. Maria delle Grazie, fabbrica- l'altro di architettura romana, al
ta sul luogo ove Alfonso I diede nord-ovest. Costrutto nel 1 743
l'ultimo colpo ai mori impadro- tutto di marmo bianco, ha 268
nendosi di Lisbona, e la cui sa- piedi d'altezza, 2400 di lunghezza,
grestia contiene il mausoleo di 107 di larghezza, e si compone
Al/onso Albuquerque, vice-re del- di trentaciuque archi: porla l'ac-
l' Indie. Merita ancora menzione la qua dalla collina Canessas, lontana
chiesa di s. Maria di Loreto o di dalla città circa tre leghe dalla
Nostra Signora degli italiani, una parte settentrionale, ed alimenta
VOI. XXXVJU. 20
3o6 LIS LIS
Irentaquallro fontane pubbliche. per non nommarne altri. Gli sta-
La sua costruzione è tanto solida bilimenti per lo studio delle scien-
e bene intesa, che non soffrì al- ze e delle arti sono numerosi, ed
cun danno nel terremoto del hanno prodotto alcuni personaggi
1755. Gli altri osservabili edifizi distinti. I principali sono l'accade-
sono il palazzo reale di Ajuda, mia delle scienze, fondata nel
la quantunque
cui architettura, re- 1779 dal. duca di Alafoens; quella
golare, non è esente da difetti : iu detta della marina, fondata nel-
questo palazzo era la patriarcale, l'epoca stessa ; quella delle guar-
ma ora la chiesa non solo è stata die marine, nel 1782; quella delle
abbandonata, ma è anche quasi fortificazioni, nel 1790; gli archivi
del lutto demolita. Il piccolo pa- militari, o deposito carte; il colle-
lazzo reale di Bemposta, quello gio reale de' nobili ( il collegio
das Necessidades ; i conventi di s. reale militare anni addietro rima-
Vincenzo, dos Grilos, da Graca, s. se bruciato); le scuole di com-
Giovanni Evangelista, del Gesù, mercio, di disegno, di archiietlura,
dos Paulistas, di s. Francisco, di di scoltura, di fisica, di chimica,
Belem, di s. Bento o Benito ove di chirurgia e di medicina ; un
stanno gli archivi reali, e quello istituto pei sordi-muti ; le scuole
di Tombo, che ha una scuola di dette del convento di s. Vincenzo,
diplomazia. Si può nominare pur ove s'insegna la morale,
teologia
anco il teatro reale di s. Carlo la filosofia, la geometria
fisica, la
per r opera italiana, l'arsenale di ec. ; gli stabilimenti di Alfama, del
marina^ quello dell'armata, la zec- Rocio, di Bairro-Alto, per la ret-

ca, quello che rinchiude scuole di torica, filosofìa, lingua greca e la-

fisica e chimica, diversi tribunali, tina ec. ; si contano in Lisbona


la real fonderia di cannoni, il col- molte biblioteche ; quella del re,
legio della nobiltà con una bellis- la più considerabile, contiene otlan-
sima cavallerizza, la manifattura taoinquemila volumi ; l'altra del-
reale di seta, la corderia, h stam- l'acaidemia delle scienze, dodicimi-
peria reale, i vasti ospedali della la ; le altre stanno nei conventi,
marina e di s. Giuseppe, il palaz- o annesse ai diversi stabilimenti
zo del gran cacciatore, ov'è stabi- d'istruzione. Evvi presso a Lisbo-
lita l'amministrazione delle poste, il na un gabinetto di storia naturale
palazzo di Calhariz, occupato da a Belem pure belle colle-
; e così
molte accademie e dal deposito zioni di medaglie, ed un giardino
di guerra, e la prigione chiamata botanico ; l'accademia delle scienze
LiinoeirOy antica residenza reale. possiede un gabinetto di storia
Alcuni edifizi particolari, deco- naturale, uno di medaglie, un os-
rati del nome di palazzo, meritano servatorio, ec. Quantunque questa
pure di essere ricordati, e fra gli città abbia una società d'incorag-
altri quelli dei marchesi di Pal- gimento per l'industria portoghe-
mella, di Niza, di Borba, di Ca- se, le sono nu-
manifatture non
stello-Melhor, PombaI, di 01-
di merose ; le principali sono quelle
hao, dei duchi di Cadaval e di di armi bianche e da fuoco, stof-
AlafoenSj del conte da Ponte, e fe, galloni d'oro e d'ai genio, por-
quelli di Quintella e di Ratlao cellana, maiolica, stoviglie, tabac-
LIS LIS 3o7
co, ec. Se le manifatture uon fe- gna, colla Francia, coli' America,
cero glandi progressi a Lisboua, ec. Vi sono perciò case di com-
le sue commerciali relazioni al mercio in gran numero, e più di
contrario presero un considerabile centocinquanta straniere gli affa- :

accrescimenlo ; questa città fanon ri di banco vi sono considerabili.

solo quasi tutto il commercio del- La temperatura di Lisbona è


le colonie portoghesi, ma ancora assai costante, l'inverno vi è umido,
quasi tre quinti di quello di tutto ma il freddo poco intenso ed i ghiac-
ilregno coU'estero, Il suo porto, ci sono quasi sconosciuti essendo ,

uno de'migliori d' Europa, non è, generalmente il clima nelle diverse


propriamente parlando, che un stagioni buono e dolce. L' aria è
vasto sicurissimo ancoraggio for- generalmente sana ; pevb i terre-
mato dal Tago; ina sebbene si moti gli furono motto funesti, pro-
dice del Tago quell'acqua che vandosene spesso qualche scossa più
bagna le rive di questa città, quel o meno forte, quando ad un au-
fiume o nou ci arriva, ovvero tunno assai secco, succedono im-
quand'aqche ci arrivi è molto mediatamente le pioggie abbondan-
mescolata la sua acqua con quella del ti. Fra gli uomini celebri di cui

mare che vi entra. Il porto è largo Lisbona è patria, citeremo il poeta


in questa situazione un terzo di Camoens, il giureconsulto Antonio
lega ha due ingressi, uno al nord
: di Govea, il viaggiatore Girol, il
e l'altro al sud della città può ; gesuita Lobo, il rabino Isacco A-
dirsi al coperto di tutti i venti, barbanel, Antonio Veira, s. Marti-
e contiene vascelli di guerra di no vescovo di Braga, s. Antonio det-
alio. bordo. La baia è capevole di to di Padova, il Pontefice Giovanni
molle flotte, abbracciando il baci- XXI, molti cardinali, prelati, illu-
no del porto cinque leghe da s. stri religiosi, ec. La popolazione di
Benito a Cascaes ; molti e ben questa città, eh' è la più vasta, di
muniti proteggono
baloardi ne tutte le Spagne, supera d'assai i

l'ingresso, alquanto reso malagevo- trecento diecimila individui. L'esten-


le dagli scogli e dai banchi di sab- sione di Lisbona si può calcolare
bia. Quivi veleggiano navi d'ogni circa otto miglia, i sob- compresi
nazione. Tutta la costa vicina borghi che formano una continua-
presenta un facile approdo, ed è zione della città. La sua configu-
protetta da numerose batterie, e razione poi, osservandola dalla par-
dai forti di Cascaes e di s. Giu- te opposta al Tago, è la vessica di
liano, in faccia al quale, in mezzo un pesce, come si legge in una
all'ingresso del Tago, s'innalza la descrizione in latino. Diversi con-
torre di Bugio, di una formidabi- torni di questa città sono deliziosi.
le difesa. Presso al porto sono ba- Belem, Bethleeni, splendidissimo bor-
cini e cantieri da costruzione. Le go sulla destra sponda del Tago, è
asportazioni da questa città consisto- degno della regia munificenza del
no in diversi generi del Brasile e re Emmanuele che ne fu il fon-
prodotti del regno. Lisbona fa con datore verso il principio del XVI
l'Inghilterra cambi continui di mer- secolo. Nel sovrano palazzo è rac-
ci ; commercia pure coli' Irlanda, colta ogni sorta di delizie, e tutto
colle regioni del nord, colla Spa- il lusso vedesi dispiegato nel raae-
,

3o8 LIS LIS


sloso tempio, che destinato a rac- sono irregolari, ma di beltà appa-
chiudere le tombe monarchi
de' renza, quantunque erette in diverse
portoghesi, fa vaga pompa de' mar- volte; sono ameni i giardini e bello
mi più preziosi negli adorni mau- è il parco. Cintra, borgo giosso e
solei, ricchi di colonne e figure; ivi rinomato assai, posto sul declivio
si tumulano anco principi della i della montagna del suo nome. È
famiglia reale d'ambo i ^essi. Que- assai bene edificato, e per la salu-

sta chiesa è dedicata alla Beata brità della sua purissima aria molli
Vergine ed è in forma di croce. abitanti di Lisbona, e molti mem-
Superba mole è pure il monaste- bri del corpo diplomatico vi van-
ro e la chiesa magnifica de'giro- no a passare la bella stagione, go-
Jamini, per la singolarità della sua dendovi un clima delizioso. Vi sono
architettura, arditezza delle volle, quattro chiese, molle case di cam-
bellezza e larghezza del chiostro pagna ed un antico castello reale
distribuzione e vastità delle sue di gotica o moresca architettura.
parti interne, e pe' suoi giardini e Le pitture di una delle sue sale
fontane. La grande e qua-
torre rappresentano stemmi de' no-
gli

drata, chiamatapure di Belem ,


bili portoghesi. Quivi
nacque nel
che s'innalza sulle sponde del Ta- i43o, e morì nel i^Si Alfonso V
go, viene riguardala come l'ante- re di Portogallo; e qui pure vi

murale e la cittadella di Lisbona: morì prigione Alfonso VI a' 12


essa ha una piattaforma, ed è prov- settembre i683. Nel 1808 a' 22
veduta di numerosa artiglieria ser- ; agosto il general Junot, poi fatto

ve anco a prigione di stato. In Be- da Napoleone duca d'Abrantes, se-


lem evvi un ospizio pei poveri gen- gnò in questo borgo un trattato
tiluomini, che impiegarono la loro per r evacuazione dal Portogallo
gioventù nel servigio reale. Benifi- dell'armata francese. Caldas, borgo
ca, altro bel borgo posto in vici- distinto pei celebrati suoi I>agni sul-

nanza del gran acquidotto d'Agoas- furei, che vi attirano vantaggiosa-


Livres, sparso all' intorno di casini mente l'affluenza de' forastieri. Con-
deliziosi. Dappresso evvi il villag- tiene una chiesa, un ospedale ed

gio di Campolide, cioè Campo del- una fabbrica di maiolica. Mafra,


la lite, luogo che fu il teatro d'u- ragguardevole luogo ch'eterno mo-
na battaglia fra ed
gli spagnuoli numento presenta della grandiosa
i portoghesi sotto il re Ferdinan- profusione e delleniinente pietà del
do nel secolo XIV. Caxias, reale re Giovanni V, per di cui opera
castello, di cui sono principale or- fu edificata una chiesa ed un mo-
namento vasti amenissimi giar-
i nastero, onde compire il voto chs
dini, donde le varie specie di li- fatto avea al momento della na-
moni, cedri ed aranci bellissimi, a scita del principe ereditario, che
vedersi, spandono la più soave fra- diflicilmente può essere sorpassato
granza. QueluZj villaggio e castello in sontuosità ed ampiezza. IP '.;a-
reale posto in una valle solinga. stello, la chiesa ed il monastero
Apparteneva alla casa dell' Infan- sono dovuti al iodato re, al talen-
tado, ma dopo l' incendio del pa- to d'un architetto straniero, ed al>-
lazzo d'Ajuda è stato il soggiorno belliti da pittori e da scultori di

ordinario della corte. Le Trtlibriche varie nazioni, e formano il pjù ma-


,

LIS LIS 3o9


gnifìco monumento del Poitogallo. Irepassò lo stretto di Gibilterra
Lungi quatti'o leghe dalla foce del ed Erodoto asserisce parimenti che
Tiigo, ove le montagne di Cintra i focesi furono i primi che impre-

6i abbassano verso il mare, sorge sero lunghe navigazioni, tanti secoli


maestoso il palazzo di Mafia, ove dopo la rovina di Troia. Avvi an-
(Giovanni VI colla corte reale so- cora un'altra opinione un jxtco più
vente passava spesso a deliziarvisi ; ardita, quella cioè che fa fondato-
alla regia dimora è contiguo un re della città Elisa figlio di Tavaa
estesissimo parco , bei giardini e pronipote di Noè: n'è autore Gio-
luogo riservato per la caccia, chia- vanni Goropio medico del Brabante.
mato Tapada. L'erezione del
la I primi abitatori della città di Lis-
palazzo di Mafra creò fra porto- i bona furono i turdoli antichi, dai
ghesi r arte di lavorare la pietra quali derivarono i moderni abitanti
con una rara perfezione, e fu ca- dell' Andalusia, ed i turditani sugli
gione della scoperta di bellissimi algarvi. Furono celebri i nomi di
marmi nei monti di Cintra e nelle Cesai on, Viriato e Cancheno. Au-
cave di Peropinheiro. Fra questi gusto popolò quasi interamente
la

marmi si ammirano soprattutto le romani, e ricevette poco


di cittadini
colonne di rosso e nero, che ador- dopo il titolo di città municipale;
nano i principali altari della chiesa, piìi non rimane degli antichi ro-
la cui grandezza però non corri- mani monumenti, che gli avanzi di
sponde all' esterna mole quadrata. un teatro, scoperto alla fine del-
IN'el vestibolo e nel!' interno sono l'ultimo secolo in una strada vicino
distribuite cinquanta statue di mar- allacattedrale. Questa antica città,
mo di Carrara, alcune delle quali che in origine s'mnalzò in una a-
sono di perfetta esecuzione. Il re menissima collina, in progresso di
di Portogallo Giovanni W, padre tempo dilatatasi, nel principio del
dell' imperatore d. Pedro e del re secolo XVI giunse a racchiuderne
d. IVlichele, abitava il palazzo di cinque, ed ora ne novera sette nel
Mafra prima di partire pel Brasile. suo ampio recinto, onde Cadaval
Il convento racchiude una bella Gravio la chiamò Acropolis y fa-
biblioteca, ed è adorno di belli e cendo di sé nobile, maestosa e pit-
vasti giardini. toresca mostra. Gli alani assedia-
Alcuni autori pretesero che Lis- rono primi questa popolosa me-
i

bona sia stata fondata da Ulisse, e tropoli nel comincia mento del se-
che portasse in origine il nome di colo quinto, e gli abitanti mal atti
Ulissypo o Utissypone; è tuttavia a difendersi cercarono a forza d'o-
certo che prima di divenire colo- ro di cattivarsi la benevolenza dei
nia romana sotto il nome di Fe- nuovi venuti a signoreggiarli dopo
licilas Julia, o Giulia, con cui volle i romani. In progresso di tempo,
«lecorarla Giulio Cesare, essa si chia- molte sono state le invasioni de'di-
mava Olisipo o Olissipo. Forse de- versi popoli, le quali molto distur-
ve la sua origine ai fenicii, ma la barono la tranquillità del paese;
storia della sua fondazione è assai ma la costanza ed il coraggio dei
dubbiosa. Sebbene si attribuisce ad portoghesi superarono tutte le dif-
Ulisse,un cosmografo insigne dice ficoltà. I mori s'impadronirono di
che questo capitano greco non ci* Lisbona nell'anno 716. Ordegno
,,

3io LIS LIS


IH re di Leone e delle Asturie se 1640, il duca di Braganra fu pro-
ne rese padrone e la fece smantel- clamato in Lisbona re di Porto-
lare dopo la raetà del secolo X. gallo, col nome di Giovanni IV.
Fu appena rifabbricata che mori i Già sino dal principio del secolo
la ripresero. D. Enrico padre di XVI il re EiTimanuele fece di Lis-
Alfonso I, primo re di Portogallo, bona la sua residenza, ed il porto
nel principio del secolo XII la tolse divenne il centro delle marittime
ai mori, ma
ben presto dopo cadde spedizioni de' suoi stati ; da questa
di nuovo Essendo
in loro potere. epoca principalmente ha origine la
allora il tempo delle crociate, Al- prosperità di questa città, che senza
fonso I ne formò una, onde toglie- dubbio sarebbe molto accresciuta
re questa città dalle mani degl'in- se non fosse stata vittima di molti
fedeli ; quindi nel 1 145 con una terremoti; dopo quello del i53o,
numerosa flotta di fiamminghi, in- il più funesto di tutti fu quello
glesi, tedeschi, Alfonso I entrò nel del primo novembre i'j55 , che
Tago, attaccò i mori e tolse loro distrusse la maggior parte della
Lisbona. Possessore di essa, Alfon- città, atterrando circa seimila case,
so I popolò di cristiani e la fece
la e fece perire circa ventimila per-
capitale del suo regno di Portogal- sone; altri dicono trentamila. Dopo
lo [Fedi], in luogo di Coimbra che tal tremendo disastro fu costruita
lo era stato fino allora. Noteremo la magnifica città nuova , con vie
che il suddetto d. Enrico era un spaziose. Nel 1807 un'armata fran-
gran signore, che non si sa preci- cese capitanata da Junot, s' impa-
samente a qual nazione appartenes- dronì di Lisbona a'3o novembre,
se, poiché diverse sono state le opi- e quivi seppe resistere per qualche
nioni su tal proposito. Ad esso fu tempo alle forze combinate anglo-
data per isposa d. Teresa figlia di portoghesi. Dopo l'evacuazione dei
Alfonso VI re di Castiglia e di francesi ,
gì' inglesi posero questa
Leone, la quale ebbe in dote il Por- città al sicuro da* colpi di mano
togallo e si chiamò regina : il loro mediante linee che innalzarono so-
figlio d. Alfonso Henriquez fu il pra una continuazione di alture a
primo re di Portogallo,
acclamato circa cinque leghe di distanza; que-
nel campo Nel XIV
di Ourique. ste salvarono in fatti la città nel
secolo il re Ferdinando cinse que- 1809, minacciata per ordine di Na-
sta città di mura, guernite di set- poleone da un'armata francese sot-
tantasette torri. Enrico II re di Ca- to il comando de! maresciallo Mas-
stiglia e di Leone, trovandola sprov- sena. Le agitazioni che le vicende
vista di difesa, la prese nel iSyS. politiche del Portogallo le cagiona-
Rientrala in progresso in potere rono negli ultimi tempi, pregiudi-
de' portoghesi^ essi la ritennero sino carono molto all' incremento e pro-
a che il duca d' Alba , dopo la sperità del suo commercio.
battaglia di Alcantara, la fece pas- La sede vescovile fu eretta in
sare sotto dominio spagnuolo re-
il Lisbona ne' primi tempi del cri-
gnando Filippo II. Il severo duca stianesimo , e s. Mansos romano,
fece man
bassa sui partigiani di d. discepolo di s. Giacomo apostolo,
Antonio priore di Grato. Infine, in fu il primo vescovo di Lisbona, e
conseguenza della rivoluzione del soffrì il martirio ad Evora suo :
LIS LIS 3ii
successore fu il martire f.enesio. nel 1 199 fatta suffraganea di Com-
Tuttavolta sono vescovi dubbi di postella. Ad istanza del re Giovan-
Lisbona s. Mansos, che vuoisi fio- niI, e con bolla de' io novembre

rilo nell'anno 36, un anonimo, 1394, dal Papa Bonifacio IX fu


Filippo Filoteo del 92, s. Pietro I tolta dalla giurisdizione di Compo-
del 166, s. Pietro li del 2i3, Gior- stella ed eretta in arcivescovato,
gio del 260, Pietro IH del 297, venendogli assegnate per suffraga-
s. Gens, Gennaro del 3oo , Pota- nee le sedi vescovili di Coimbra,
mio del 356, Antonio del 373, a cui era unita, Eminium e Leiria,
IVeobridio del ^3o, Giulio del 46 f, ovvero Lamego, Guarda, Silves ed
Azulano, Giovanni del 5oo, Eolo Evora, la quale ultima ben presto
del 536, e Nestoriano del 578. Ec- fu tolta con breve del 1396, ema-
co poi la serie dei vescovi certi. nato dallo stesso Bonifacio IX. Ne
589 6ro Goma, 633 Vi-
Paolo, fu primo arcivescovo il suddetto
riaco, 646 Neofrido, 656 Cesario, Giovanni Anes, cui successero: i4o3
666 Teodorico, 683 Ara, 688 Lan- Giovanni Esteves d'Azambuja car-
derico. Restò vacante la sede ve- dinale, i4'4 Dìpgo Alvares, 1424
scovile sotto il dominio de' sarace- Pietro di Noronlia, i453 Jacopo
ni, e solo nel 11 4" fu ripristinata cardinale, i^5g Alfonso Nogueira,
con Gilberto, ch'ebbe i seguenti 1464 Giorgio da Costa cardinale,
successori sotto i re portoghesi. i5oi Martino da Costa, i52 3 Al-
1167 Alvaro, 1186 Soeiro, 12 io fonso infante di Portogallo cardi-
Soeiro Yiegas, i233 Payo, 1240 nale, i54o Ferdinando de Vascon-
Ayres Vasques, 1244 Matteo, 1259 cellos e Meneses, i564 Enrico car-
Stefano Anes, 1284 Domenico lar- dinale e poi re, 1570 Giorgio d'Al-
do, 1289 Giovanni Martins, i3ii meida 586 Michele de Castro ,
, 1

Stefìino If, i322 Gondisalvo Pe- 1627 Alfonso Furtado, i633 Gio-
reira, i3^6 Gio. Alfonso, 1342 Va- vanni Emanuele, i636 Roderico da
sco IMartins, i344 Stefano IH, i354 Cunha 1669 Antonio Mendoza ,
,

Teobaldo, i356 Reginaldo, i359 1676 Luigi di Souza cardinale,


Lorenzo Rodrigues, i365 Pietro 1703 Giovanni di Souza. Questi
Gomes, 1370 Ferdinando, 1371 sono gli arcivescovi di Lisbona.
Vasco IF, 1371 Agapito, i38i Gio- In progresso di tempo alla se-
vanni d'Aix, i383 Martino, i383 de arcivescovile Lisbona furono di
Giovanni Anes. sottoposte diverse chiese, ed anche
Certo è, quanto all'origine ed an- delle isole del mare Atlantico, del-
tichità della sede vescovile, che nel l'Africa, dell'Etiopia, della Guinea
quinto secolo eravi il vescovato di e del Brasile, sino al numero di
Lisbona sotto la metropoli di Me- undici vescovati suffraganei, i quali
nda, la quale nel secolo XII fu ecco come li enumerò d. Gio. Carlo
trasferita a Compostella. La sede Stadel nel suo Compendium geo-
vescovile di Lisbona restò soppres- graphiae eccles. stampalo nel 171 3,
sa quando
maomettani mori s'im-
i Coimbra, Porlalegre, Elvas, Leiria,
padronirono della città nell' anno Funchal, Angra, Congo, s. Giaco-
716, quindi venne ristabilita nel mo di Capo Verde, s. Tommaso,
I i47, quando Alfonso 1 tolse dalle Baia di tutti i santi , ec, Altrel-
mani degl' infedeli Lisbona, poscia tanto si legge nel p. Mirco, Notitia
3[2 LIS LIS
episcop.,stampato nel i6i3, a pag. che fu anco re di Portogallo , ed
191, se non che vi aggiunge Ceu- altii sei cardinali, dicendo il me-
ta. Lo Stadel dice che l'arcivesco- desimo JVovaes con quarantamila
vo di Lisbona godeva quarantamila scudi di mensa arcivescovile. Nel
ducati di rendita, e nell'arcidiocesi secolo passato le rendite della pa-
pranvi quaranta parrocchie, trecento triarcale, delle chiese e de'benefizi,
chierici, venti monasteri con 2 365 superavano il mezzo milione c\\

monaci, dieciotto monasteri di mo- scudi romani.


nache con i83o religiose. Com- 11 Pontefice Clemente XI , gra-
manville, Histoire de tous les ar- to ai soccorsi ricevuti in uomi-
chev., parlando delle sedi vescovili ni e vascelli contro i turchi dai
d'Africa sutFraganee dell'arcivesco- portoghesi, ad istanza del re di
vato di Lisbona, registra queste Portogallo Giovanni V, nell'an-
sedi nel 1700. Ceuta, Tanger, An- no 1708 eresse in collegiata la re-
gra, Funchal, Ribera nell' isola di gia cappella del palazzo di Lisbo»
Capo Verde , s. Thomè , Loanda na, prima in onore di s. Tomma-
sulla costa d'Angola, e s. Salvato- so apostolo, poi dedicata alla Bea-
re capitale del Congo. Roderico da ta Vergine assunta in cielo, nellj|
Cunha arcivescovo di Braga, trasfe- quale il re avea destinato nume-
rito a Lisbona, nel i636 pubblicò rose e rioche prebende. Costituì il

la serie de' vescovi ed arcivescovi capitolo composto della dignità del


di Lisbona , e la storia ecclesiàsti- decano colla rendila di duecento-
ca. Tra gli arcivescovi di Lisbona, sessantasei ducati d' oro, di altre
come si è notato, molti furono car- cinque dignità, di dieciotto cano-
dinali, le cui notizie riportiamo al- nici colla rendita di duecento du-
le loro biografie, come dei cardi- cati d' oro, e di dodici beneficiati
nali patriarchi di cui andiamo a colla rendita di cento ducati d'oro.
parlare. Questa chiesa dalla sua Dipoi il medesimo Papa a' 19 ago-
erezione conta trentatre o come altri sto 17 16 um alla collegiata la ren-
scrissero trentasette vescovi sino a Bo- dita di tre parrocchie di regio pa-
nifacio IX, che secondo il portoghese tronato nelle diocesi di Braganza e
iVovaes nel i 393 (mentre Marianna, di Lamego, col disposto dalla co-
Bzovio, Mirco ed altri la dicono stituzione In supremo, presso i\

elevata al grado metropolitano nel Bull. Roni. iota. XI, p. II, p. 77. Ma
1390) l'eresse in arcivescovato, essendo tuttociò ancor poco ai di-
onde sino a Tommaso d' Almeyda segni del pio e magnanimo re Gio-
portoghese de' conti d'Avintes e vanni V, il Papa Clemente XI
Lavradio, nato in Lisbona da una coir autorità della bolla In supre-
signora della nobile famiglia dei mo apostolaUis solio, loco citato
conti d'Arcos agli 11 settembre p. 87, per esaudire le sue preghie-
1670, che come diremo fu il pri- re, eresse la regia collegiata della
mo patriarca, ebbe venti e secon- Beala Vergine assunta in cielo ii^

do altri ventiquattro arcivescovi, dei chiesa cattedrale metropolitana e


_,

quali furono di Por- due infanti patriarcale ; e per benevolenza e


togallo, cioè Jacopo fat-
i cardinali stima verso il religioso monarca,
to da Nicolò V nel i453, ed En- emanò la bolla a' 22 ottobre 171^,
rico nominato da Pio IV nel i564) siccome giorno annivers^v'O delU
,

LIS LIS 3rl


<ìi lui nascila. Biamarono i mini- fia le quali quelle di procuratore
siri portoghesi, cioè l'ainbasciato- del regio erario, di proto- cancel-
re, e i due ministri ordinario e liere di tutto regno e di presi-
il

straordinario piesso la santa Sede, dente dell' ecclesiastico dipartimen-


che per maggior solennità fòsse tal to, ed era eziandio stato vescovo
bolla non già sigillata col piombo di Lamego, laonde pure dichia-
fu
secondo lo stile ordinario, ma ben- ralo cappellano maggiore. L' Ot-
sì con venne perciò
r oro, onde tieri nella Storia dell' Europa, t.

chiamala la bolla d'oro. Dividendo VII, p. 118, tratta a lungo dell'e-


Clemente XI la città di Lisbona rezione di questo patriarcato. No-
in due metropoli e parti, assegnò ta r Alberti nelle sue Cattedrali
la Lisbona occidentale nuovo
al d' Europa, che per la spedizione
patriarca, colla residenza nella me- delle bolle del nuovo patriarca e
desima, e la giurisdizione di cap- patriarcato si pagarono alla date-
pellano maggiore della cappella ria apostolica venticinquemila scudi
leale, e lasciò laLisbona orientale d' oro.

sotto l'antica cattediale metropo- Per maggiormente condecorare


litana, e sotto l'arcivescovo: prese la nuova patriarcale , Clemente
il Papa questo temperamento per XI concesse al patriarca di Lis-
togliere la deformità di creare e bona i privilegi che godeva il pa-
riconosceredue arcivescovi del me- triarca di Venezia, e l'uso dell'a-
desimo rito e lingua in una istes- bito rosso come gli arcivescovi di
sa città. Assegnò all'antico arci- Salisburgo, cogli onori di legalo a
vescovo per sutfraganee le chiese latere j dappoiché gli diede facoltà
vescovili di Guarda, Portalegre, s. per tutti i regni del Portogallo e
Giacomo di Capo Verde, s. Tom- di Algarvia di procedere colla cro-
maso, e s. Salvatore di Congo. Al ce astata, di portare il rocchetto
nuovo patriarca sottomise i vesco- scoperto, alzar baldacchino, far pon-
vi di Leiria, Lamego, Funchal ed tificali, dar pubbliche benedizioni,
Angra. Il tal modo la città e l'an- ed anche l' indulgenze, come suole
tica arcidiocesi di Lisbona furono e può fare il nunzio apostolico.
separate in due diocesi, e furonvi Trovandosi il patriarca nella dio-
due prelati nella medesima città, cesi di altro vescovo o arcivescovo,
il patriarca e l'arcivescovo, seb- eziandio nelle proprie chiese, a
bene restò in appresso solo il pa- quello concesse la precedenza, e or-
triarca, con autorità di fare tutte dinò che in presenza di lui i pre-
le sacre funzioni nel real palazzo ,
lati non potessero esercitare alcuna
con preminenza sopra tulli i gran- pubblica funzione di giurisdizione
di delia corte, e sopra tutti gli onore o potestà, come appunto se
arcivescovie vescovi del regno , ne devono astenere avanti il legato
Quindi nel concistoro de' 7 dicem- apostolico. Noteremo che i preti,
bre 1716 traslatò dalla chiesa di ossiano i cappellani che apparten-
Poito il prelato Tommaso d'Al- gono alla famiglia del patriarca,
meyda, e lo fece primo patriaica vestono l'abito di mantellone, co-
di Lisbona. Egli avea esercitato con me i camerieri segreti del Papa.
integrità e giustizia le più rispet- Al capitolo poi il Papa accordò
tabili e gelose cariche della corte, l'abito prelatizio^ col rocchetto ?
,

3i4 LIS LIS


c;ippa magna rossacome i canonici ma promozione delie corone do-
di Pisa, e la mitra come i cauo- vrebbe essere nominato dal re me-
nici Benevento e
di di altre me- desimo. In tal modo Clemente XII
tropolitane. Quindi a' 12 marzo moderò le pretensioni di Giovan-
J717 Clemente XI colla coslitu- ni V, il quale rimase soddisfatto

r/ione Ineffabili, loco citato p. 108, del preso temperamento. Indi per
vi aggiunse la concessione di parte nuove istanze del re, Clemente XII
dell'abito cardinalizio, cioè la sot- con la costituzione Religiosa, loco
tana rossa a' ventiquattro principali citato p. 207, agli 8 febbraio 1788,
canonici; l'abito prelatizio paonaz- gli concesse che le quarte parti
zo a settantadue altri canonici ; e delle rendite delle chiese di Por-
la cappa magna violacea, colle pel- togallo, applicate già dai Pontefici
li di armellino nell' inverno, e col- Clemente XI ed Innocenzo XIII per
la fodera di seta rossa nell' estate, dote della patriarcale di Lisbona,
ai benefiziati della medesima. Non si ampliassero alle terze parti di
sembrò tuttavia al gran Giovan- dette rendite, sicché a duecenlo-
ni V, die la sua straordinaria ma- tientaduemila cinquecento sessanta-
gnificenza fossepienamente degna sei ducati d'oro, che costituivano
di lui, seda Clemente XI non ot- le .
quarte parti dei benefizi alla
teneva che il patriarca di Lisbona patriarcale già applicale, si aggiun-
fosse cardinale nato al momento sero altri trentatremila cenlotren-
che fosse assunto al patriarcato ;
tasette ducati simili, ch'era la ter-

ma per quanto egli pregasse istan- za parte de' frutti delle medesime
temente di questa grazia il santo chiese o benefizi del regno. Inoltre
Padre, mai questi vi acconsent"i Clemente XII per abbondare in
per riguardo all' autorità del nun- benevolenza verso il re Giovanni V,
zio apostolico di Lisbona, e alla ge- con bolla degli 8 marzo dell'anno
rarchia della Chiesa. Più tardi il stesso, Cìrcumspecta, loco citato p.
re desiderò ancora che il nunzio 2 1 9, concesse ad esso e suoi succes-
di Lisbona fosse al termine della sori il diritto di nominare le digni-
sua nunziatura creato cardinale, tà, canonicati e benefizi della chie-
dilferenza che accomodò Clemen- sa ancora orientale, poiché l'avea
te XII. Questi nel concistoro dei già Clemente XI concesso per la
10 dicembre 1787 creò cardinale chiesa occidentale o sia patriarcale.
dell' ordine de' preti il patriarca di I canonici di questa seconda, Cle-
Lisbona Tommaso Almeyda, a-
d' mente XII con la costituzione In.'
Tendo a' 1 7 dello stesso mese già signem, loco citato p. 229, data
emanato la costituzione Jnler, pres- a' 22 marzo 1738, gli ornò mag-
so il Bull. Roni. t. XIV, p. 204, giormente col privilegio di celebra-
per terminare le questioni col re, re ogni giorno una messa un'ora
ed accordato che il patriarca di prima dell'aurora e una dopo il
Lisbona fosse per l' avvenire per- mezzodì nelle cappelle delle loro
petuamente promosso al cardinala- case, coir assistenza di essi o della
to, ma però nel primo concistoro loro famiglia. Con altra bolla de'6
seguente a quello in cui era stato dicembre. Ad sacrosnnctum, loco
preconizzato il patriarca, e in luo- citato 333, die la facoltà al pa-
p.

go di quel cardinale, che nella pri- triarca di formare un nuovo calen-


LIS LIS 3i5
flario della sua chiesa, già prescrit- gliaia di persone, e distribuì co-
to da Clemente XI, e da Innocen- piosissinre limosine a' poveri. Do-
zo Xlll, che poi fu stampato a Ro- po essere stato elevato alla sacra
ma da Benedetto XIV,
corretto porpora, fece costruire un palazzo
Abbiamo piùvolte nominato il in s. Antonio di Tojal, ed un altro
cardinal d'Almeyda della famiglia in Marvilla, non che il monastero e
in oggi conosciuta sotto il titolo chiesa delle monache trinitarie di
di marchesi di Lavradio, essendo Campolide. Spese molto in quella
egli stato pel primo insignito della de'signori della missione di s.

sublime dignità di patriarca di Vincenzo de Paoli; nell' erezione


Lisbona, e per averlo solo accen- della nuova parrocchia di s. Isa-
nato nella biografia, perchè cadde bella, dando per tal fine il suo
nel primo volume alquanto com- vasellame d'argento, contentando-
pendioso, ci sia permesso qui sup- si di servirsene di altro di un
plirvi colle principali sue notizie. metallo più inferiore. Conchiude il

Fin dai primi suoi anni dimostrò Castro, che la generosità, clemen-
l'Almeyda tale inclinazione per le za, giustizia, religione, carità ed
scienze che divenne celebre fra i altre virtù di questo cardinale, es-
più studiosi suoi contemporanei. sendo tante, non si trovano parole
Dottorato nell'università di Coim- adatte per esprimerle.
bra ne' Siicri canoni, fu fatto de- Il Papa Benedetto XIV per
putato del 6. ofEzio in Lisbona soddisfare alle suppliche del re
nel 1695, entrando quindi nel Giovanni V, a'i3 dicembre 1740»
tribunale della cosi detta Rtlacao al modo che narra l'Oltieri, colla
nella città di Porto, dopo il solito bolla Salvalorìs nostri, riunì in
rigoroso esame de jure aperto nel una le due chiese, soppresse l'ar-
COSI detto Deseriìbargo do Paco. civescovato orientale di Lisbona,
In appresso venne a Lisbona, do- restando la sola chiesa patriarcale.
ve servì come magistrato, e come Dichiarò Benedetto XIV suSraga-
parroco nella chiesa di s. Lorenzo, nee del patriarcato di Lisbona,
adempiendo con grande esaltezza le chiese di Leiria, Lamego, Guar-
tanto gl'impieghi di magistratura, da e Porfalegre; e le oltremarine
quanto quello della sua chiesa. di Funchal, Angra, Grao, Para
Clemente XI ni'l 1706 ad istanza e Maranhao. Il re di Portogallo
del re lo fece pe'suoi meriti vesco- Giovanni V con la spesa di cin-
'vo di Lamego, donde nel 1709 qnecentomila scudi fece edificare
lo trasferì alla sede di Porto, ed in Roma una sontuosa cappella
ivi nel seguente nmio celebrò un con altare di preziosi marmi an-
sinodo diocesano. Cionoscenrlo il re tichi, in onore diGiovanni Bat-
s.

Giovanni V esseie il più degno tista, il cui quadro in musaico,


prelato del Porlognllo, ottenne <\;\ presso dipinto del INIasucci, lo
Clemente XI che venisse traslerilo rappresenta in alto di battezzare
alia nuova patriarcale di Lisbona, Gesù Cristo: ne furono architetti
laonde prese solenne possesso con Salvi e Vanvitelli. Benedetto XIV
gran pompa, dalla poita di s. An- a'i5 dicembre 1744) P^'' 1^ P'^
tonio sino alla patriarcale. Subito istanze del re, si portò solenne-
amministrò la cresima a più mi- mente a benedire la cappella, e
3i6 LIS LIS
consacrar l'altare nella cbiesa na- Mendoza di Lisbona , che a' 7
zionale diAntonino, ove fu
s. del seguente aprile creò cardinale;
collocata nei vano dell'altare mag- indi nominò di lui sulfraganeo
giore; vi celebrò la messa e lo Antonio Gaetano Maciel Calheiros
dichiarò pontifìcio, con quei pri- delia diocesi di Braga, che nel
vilegi che notammo nel voi. 1, ]). 1780 avea fatto arcivescovo di La-
281, e voi. Vili, p. 99 del Di- cedemonia in parlihus. Pio Vii ai
zionario. Il re gradi tanto l'ope- 23 agosto 1819 dichiarò patriarca
rato del Pontefice, che gli donò Carlo de Cunha di Lisbona, che
duecentomila scudi indi ; giunta poi a' 27 settembre creò cardinale:
in Lisbona la cappella e l'altare, a questi Leone XII assegnò in
la fece collocare nella chiesa di sulfraganeo Antonio Giuseppe Fer-
s. Rocco de'gesiiiti, essendo delle reira de Souza della diocesi di
dimensioni dell'antica, sacra al me- Braganza, che nel 18^4 fece ar-
desimo santo ; tale cappella si civescovo di Lacedemonia in par-
tiene coperta nel suo ingresso da tibns, indi continuò
ad esserlo col
una gran tenda, e solo nelle gran- seguente. Leone XII a' i3 marzo
di solennità si Quindi il
scuopre. 1826 traslatò dalla chiesa arcive-
Pontefice a' 3174^, con
1 agosto scovile di Evora a questo patriar-
la costituzione Singularem volupla- cato, Patrizio da Silva eremitano
lem, approvò e confermò de- i di s. Agostino, di Leiria^ che nel
creti fatti dal cardinal patriarca, 1824 avea creato cardinale. Il Pa-
per la sua chiesa e diocesi. Il pa regnante Gregorio XVI nel
cardinale d' Almeyda primo pa- concistoro de'3 aprile i843 preco-
triarca di Lisbona mori in questa nizzò in patriarca fr. Francesco
cillà nel 1753, o meglio a' 27 Sarai va da s. Lodovico dell'arci-
fe!)braio 1754, e fu sepolto nella diocesi di Braga, già vescovo di
detta chiesa di s. Rocco della ca- Dliria in parlibus e coadiutore
sa professa della compagnia di con futura successione del vesco-
Gesù, vicino all' altare maggiore. vo di Coimbra; indi in quello dei
Riporteremo qui appresso la serie 19 giugno lo creò cardinale.
fle'patriarchi suoi successori. Be- Ecco lo stato della chiesa patriar-
nedetto XIV a'20 maggio 1754 cale di Lisbona all'esaltazione di det-
dichiarò patriarca Giuseppe Ma- to patriarca, secondo la proposizio-
iioel d'Attalaja di Lisbona, già da ne concistoriale. Esso fu presentato
lui creato carciumle fino dal 1747- alla santa Sede a' 12 dicembre
C'-lemente XUI a 9.8 maggio 1759 1 84'2 per questa chiesa dalla re-
preconizzò patriarca Francesco de gnante Maria li regina del l^orto-
iSaldanha di Lisbona, che Benedet- gallo e degli Algarvi. La cappella
to XIV avea creato cardinale nel regia era decorata con titolo e gra-
1756. Pio VI nel primo marzo do di chiesa patriarcale. La chiesa
1779 dichiarò patiiarca Ferdinan- di s. Maria
Maggiore basilica e
do de Sou7a e Silva di Lisbona, collegiata è un tempio antichissimo
che avea cieato caidinale nel pre- di gotica struttura, insignita da an-

cedente anno. 11 medesimo Pio tico tempo della dignità di catte-


VI a' IO marzo 1788 preconizzò drale, e da Bonifacio IX elevata
pylriarca Giuseppe Francesco de a metiopolilana. Il patriarcato l\a
LIS LIS 317
otto chiese vescovili per suffraganee, tisetle monasteri di monache, mol-
cioè Laniego, Leiiia, Portalegre, ti conservatorii per le donzelle, col-
Castel Branco, Guarda, Fuiidial, Aii- legi pei giovani , coiilraternite, e
gra e s. Giacomo Capo verde.
di case pie di benedci istituti per l'e-

11 capitolo anticamente si compone- ducazione de" fanciulli poveri. La


va di venti dignità o capitolari diocesi è amplissima e contenente
principali, le quali venivano scelte luoghi e città cospicui, con tre-
dalle famiglie più nobili del regno, cento parrocchie. La mensa è tas-
aventi ognuno circa scudi seimila sata ne'libii della camera apostoli-
d'annua rendita, anzi i primi cin- ca in fiorini duemila, corrisponden-
que avevano di piìi, e molto piìi ti alle sue rendite, che ascendono a
il decano; di sellantadue prelati circa annui romani dodici-
scudi
con più di scudi duemila di ren- mila, quah pagano dal pubblico
si

dita; di venti canonici con mil- erario. Nel grossissimo borgo di San-
le scudi per cadauno; di settanta tarer/i, quattordici leghe distante d.)

beneficiati, e di altii preti addetti Lisbona, è il magnifico seminario


al culto divino, come cap[)ellani, pei chierici . Questo luogo posto
musici, dodici confessori ed ullicia- nella provincia di Estremadiira, sul-
li secolari. Gio. Battista de Castro lasommità e sul pendio d'un alta

nella sua mappa sul Portogallo, in montagna alla destra del Tago, si

Lisbona registrò 4' parrocchie; 62 divide in tre parti, cioè Mara villa,
conventi, ospizi e collegi; 35 mo- Ribeira e Alfange, essendo la piì;

nasteri e conservatorii; 78 chiese deliziosa quella chiamata Maravilla,


collegiate, seminari, romitori e spe- pel suo bel punto di vista. E as-
dali; 7.3 parrocchie nella comarca sai ben fabbricato, con molti begli
fuori della città, e nella stessa co- edifizi : la sua vantaggiosa situazio-
marca 2 3 conventi e monasteri. Al ne rende iuìportante sotto 1' a-
lo
presente, per essere slate le altre spetto militare, sebbene non abbia
soppresse, due sono le dignità prin- regolari fortificazioni. Vi sono chie-
cipali, otto i prelati, ed altri ca- se, monasteri, conventi e pii stabi-
nonici, beneficiati, ministri eccle- limenti. Nel 174? ^' fu istituita una
siastici inservienti all' iiliiziatui a . accademia di storia e di archeolo-
La cura delle anime nella ba- gia. Attivo è il suo commercio con
silica parrocchiale di s. Maria Mag- Lisbona, ed occupa il prin)o posto
giore, ov'è il fonte battesimale, è nell'assemblea delle cortes; ha con-
amministrata da un parroco retto- torni fertili e ben coltivati. Anti-
re. Fra le insigni reliquie che nel- chissimo è quésto luogo, e chiaimi-
la medesima si venerano, vi è il le- vasi Scalobis prima dei romani, i

gno della ss. Croce, ed il corpo di quali gli diedero il soprannome di


s. Vincenzo niartire. Il palazzo pa- Praesidium JuUum, e vi fiìcero pas-
triarcale è nel monastero di s, Vin- sar la via cheandava da Merida a
cenzo, alquanto distante dalla ba- Lisbona. 11 suo nome attuale è di
silica di s. Maria Maggiore. In Lis- origine araba ;. altri lo dicono de-
bona vi sono trentotto chiese par- rivato da s. Irene, che vi soffri il

rocchiali, tutte munite del sacro t'un- martirio. Ai roniani lo tolsero i go-
te, oltre la collegiata di Bonjpo>ta ti, ed a questi i mori, i quali fù-
insignita di eguale preroguliva; vcu- rouo sforzali renderlo ad Alfonso i
,

3i8 LIS LIS


nel I i47- ^' «e Alfonso III lo po- 24 novembre 184^, traslatò a que-
polò di cristiani, e nel 1254 gli sta sede patriarcale, restata vacan-
confen grandi privilegi che lo fe- te nelmaggio dell' istesso anno per
cero prosperare ; fissandovi allora morte del cardinal Sarai va, l'odier-
i re di Portogallo la loro residenza no Guglielmo Heariques de Car-
sino a Giovanni I re del i385 che valho di Coimbra, già vescovo di
la trasferì a Lisbona, perchè ci il Leiria , indi nel concistoro de' 19
permettemmo questo cenno. gennaio 184^) lo erto cardinale.
Il Pontefice Gregorio XVI nel Al medesimo diede in suffraganeo
1843, quinto idus uoverabris, ema- monsignor Emmanuele Benedetto
nò la bolla Quartwis aequo Apo-
: Rodriguez della diocesi di Porto,
stolico solleciiudiiiis , riguardante della congregazione de' canonici re-
questo patriarcato. Con questa bol- golari di Giovanni Evangelista,
s.

la il Papa autorizzò il patriarca col titolo vescovo in partibus di


di
cardinal Sarai va a riunire le due Metelino. Il Papa spedi a Lisbona
chiese principali di Lisbona, cioè la la sua guardia nobile d, Eugenio
patriarcale e la collegiata in una de' principi Ruspoli , colia notizia
sola ,
per sede e cattedra del pa- della seguita promozione ed il ber-
triarcato ; e di formare con intel- rettino rosso al nuovo cardinale, e
ligenza della regina di Portogallo destinò monsignor Lorenzo Barili
un nuovo capitolo composto di ven- suo cameriere di onore, ed uditore
tiquattro canonici, fra' quali sei della nunziatura di Lisbona ad ,

soltanto dignitari, vale a dire per ablegato pontificio per la tradizio-


primo il decano, poi il cantore, l'ar- ne della berretta rossa , che nella
ciprete, l'arcidiacono, il tesoriere chiesa reale di Belem a' i5 feb-
maggiore, ed il maestro di scuola; braio impose sulla testa del cardi-
di dieciotto beneficiati titolari, e di nale de Carvaiho la regnante re-
quindici cappellani cantori. Inoltre gina Maria II, col seguente cere-
Gregorio XVI con detta bolla di- moniale. In detto giorno recaronsi
sciolse e soppresse l' antico capito- alla chiesacon carrozze di corte
lo, ed al nuovo confermò tutte le accompagnati da uno squadrone di
prerogative e singoli privilegi go- lancieri, il cardinale e l' ablega-
duti dal precedente ; dispose pure to, ed in altra la guardia nobile
che se i membri del capitolo disciol- col console generale pontificio. La
to non ammessi nel
fossero stati regina si assise in trono, aven-
nuovo, venisse provveduto al loro do accanto il re d. Ferdinando
congruo mantenimento. Con la bol- di Saxe-Cobourg e Gotha, ed due i

la poi Quae olioi a sunitnis Pontifi- primi loro figli. In varie tribu-
calibus, idibus januarii i844> '1 ne erano il corpo diplomatico, i

Papa Gregorio XVI tolse dalla giu- pari ed i deputali del regno, i mi-
risdizione metropolitana di s. Sal- nistri, ed i più ragguardevoli per-
vatore del Brasile le sedi vescovili sonaggi del clero, della corte e del-
di s. Tommaso in Africa, e di An- la città. Premesse le solite allocu-
gola o Angora pure in Africa , e zioni, la regina ricevette la berret-
le sottopose al patriarca di Lis- ta dall' ablegato e dignitosamente
bona . Finalmente il medesimo la impose al cardinal patriarca ,

Gregorio XVI , nel concistoro dei quindi si cantò uà solenne Te


,

LIS LIS 3r9


Deuni. Dopo la funzione la regina tenuta una casa spettante alle mo-
fece servire nel cotiliguo reale ap- nache del Santus con annuo cano-
partamento una lauta colazione ne. Ma poiché un tal peso non
nella quale eoo essa a
sedettero conveniva allo stato povero che
mensa quarantaquattro ragguarde- professano i cappuccini , il re di
voli personaggi, fra' quali il cardi- Portogallo, a cui era di mollo gra-
nale, monsignor di Pietro iuter- dimento che i cappuccini avessero
uunzio straordinario e delegato a- ivi ricovero , si obbligò a pagar
postolico , i' abiegato e la guardia lui il canone. L'oggetto di questa
nobile. Nella sera monsignor di fondazione fu che vi si potessero
Pietro diede un pranzo diplomati* fermare i missionari dell' ordine
co in uniforme di quaranta coper- destinati al Congo, Angola e Bra-
te : questo prelato fece gli auguri sile, per apprendere la lingua por-
a sua maestà Fedelissima, il mi- toghese; che ivi si potessero riave-
nistro degli affari esteri li fece al re dalle infermità coloro che ritor-
santo Padre, ed il presidente dei navano da quelle missioni oppressi
ministri al cardinal patriarca. La dagli anni e dalle fatiche in un'a-
regina nominò l' abiegato commen- ria talvolta insopportabile agli eu-
datore dell' ordine della Concezio- ropei. Ivi vivevano in pace il ri-

ne, e la guardia nobile di quello manente della loro vita, ammini-


di Cristo. strando i sagramenti a molti di-
Lisbona è stata sempre un mez- voti portoghesi, presso i quali era-
zo pei sommi Pontefici e per la , no in molta venerazione sotto la

congregazione di propaganda Jide, giurisdizione di un prefetto dell'or-


per trattare il bene della religione dine. Insorse poi grave controver-
cattolica nei paesi di dominio por- sia tra i cappuccini della provincia
toghese sparsi pel mondo perchè ,
di Genova, e tra quelli delle altre
lo zelo e la pietà dei monarchi Provincie d' Italia , a chi spettasse
del Portogallo, prestò sempre aiu- la proprietà dell' ospizio , il re de-
to alla santa Sede per stabilire il cise tosto la lite dicendo, che era
cristianesimo nei loro doniiuii di di suo patronato e sua proprietà,
Asia, ed America. Laonde
Africa e ciò fu nel lySa. In Lisbona e-
qui faremo menzione dei collegi sisteva una piccola casa, in ciii si
ed ospizi istituiti in Lisbona ed in istruivano sopra gli articoli di no-
alcuni luoghi del regno, per s\ in- stra religione i convertiti dalia set-
teressante e religioso argomento, ed ta maomettana, sotto la direzione
anche nazionale. Incomincieremo de' gesuiti. Un' egual casa trova va-
dagli ospizi. Sì trovavano in Lis- si nell'Alentejo, ed una nella città

bona due ospizi, uno de' quali di di Oporto. Questi ospizi e queste
proprietà francese. Ebbe la fonda- case, come tutti gli altri pii stabi-
zione per fine di dare gli aiuti limenti, perirono nelle ultime poli-
spirituali a que' francesi, che vi ri- tiche vicende. Passiamo ora a dire
chiamasse il commercio o l'amore dei collegi stranieri di Lisbona.
di viaggiare. L' altro ospizio detto Del collegio inglese di Lisbona fou-
di s. Apollonia era dei cappuccini dato nel i632 da d. Pietro Ca-
ed ebbe principio nel 1693.
italiani, tiuho Fidalgo d'illustre famiglia, ir»

Riconoiceadoseue la necessità, fuut- sollievo della religione muluicuau


Sio LIS LIS
in Inghilterra [Vedi), ne parlam- ci,fondato da Benedetto XIV nel
mo a queir articolo: la sua chiesa lySo: ebbe nel 1785 tutti i privilegi
è dedicata ai ss. apostoli Pietro e che erano stati accordati ai coUeai
Paolo. Dei collegi irlandesi di Lis- del Varatojo e di Brancannes e agli
bona, uno detto di s. Patrizio sotto altri Spagna da Innocenzo XI
di
la cura de' gesuiti, ne trattammo e da Clemente XI. Nel monte di
?AVaviìco\o Irlanda [Vedi). Anche i s. Maria Maddalena nella città di
domenicani irlandesi v' hanno il Braga, fu eretto altro collegio o
collegio del ss. Rosario, per le seminario di missioni, e fu affida-
missioni dell'Irlanda e della Scozia to ai francescani alcantarini ; il

e di qualche isola dell'America. II merito di questa fondazione si


Papa Innocenzo XI, che avea ap- deve al clero e popolo di quella
provato alcuni collegi di missioni città, o meglio al p. Fr. Antonio
nella Spagna, due ne fondò anche di Gesìi già missionario ne! colle-
nel Portogallo ; cioè uno in Brau- gio e seminario di Vinhaes, simile
cannes, l'altro nel convento di s. a quelli del Varatojo, di Bran-
Antonio del Varatojo diocesi di cannes e di Mosanfrio. Leone XII
Lisbona. Questi collegi ebbero i nel 1828 a' 2 3 maggio, con la
loro privilegi, come si legge nella costituzione Ex quo aelernae sa-
bolla del fondatore. Ex injuncto lutis, accordò a detto collegio tut-
nobis, de' 2 3 novembre 1679. ^'* ti i privilegi, colle condizioni ri-
Vinhaes diocesi di Braganza, vi fu chieste da Innocenzo XI per quello
altro collegio di missionari apostoli- del Varatojo.

FINE DEL VOLUME TRIGE.SIMOTTAVO.


i
BX 841 .n67 1840
sncR
Moroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storie o-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

You might also like