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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI ^JOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI,ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
CO.MPILAZIONE
GREGORIO XVI.
VOL. XXXYIH.
'
4
IN VENEZIA
DALLA IIPOGRAFIA EMILIANA
Mn CCCXLV I.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
LEO LEO
orrni
D sorla. cessori vi sono due santi fioriti
Alcuni autori pretendono essere dopo che il re Alfonso III nel
stata Leon fondata prima del re- 910 ristabiPi il vescovato, riconqui-
gno di Galba, mentre altri credo- stando la città e cacciandone i sa-
no clie lo sia stata dai romani i-aceni. I due santi vescovi sono,
sotto questo principe. Tolomeo di- s. Froilano benedettino, morto nel
ce che fu chiamata Legio seplima 1006, e s. Alvito egualmente mo-
Germanica, perchè vi si pose a naco benedettinoj morto nel 1062.
custodirlauna romana legione di Clemente XI con decreto de' 3o
tal nome; ma secondo altri si chia- maggio 1716, Bull. Rorn. t. Vili,
niava in vece Legio seplima Gè- p. ^"^f), fece porre nel martirologio
ììiina. Sembra che il nome
certo romano a' 5 ottobre, l'elogio di s.
Leon. Pio VII nel 1800 nominò mensa sono tassati ne' libri della ca-
vescovo Pietro Luigi Bianco della mera apostolica in fiorini i5oo, cor-
diocesi di Coria, e nel i8i4 Ignazio rispondenti a 25,000 ducati di ren-
Raimondo de Roda della diocesi di dita annua di moneta spagnuola ali-
, Lerida. Leone XII nel concistoro cjHÌbus pensionibus antiquis gradali.
de'27 settembie 1824 pieconizzò in
vescovo Gioacchino Abarca e Blacjue Concila di Leon.
della diocesi d' Hoesca, canonico di
Tarragona, che fu delegalo dalla Il primo concilio fu tenuto nel-
santa Sede, e segretario di stato e l'anno IO 12 sotto il regno di Al-
del dispaccio di grazia e giustizia, fonso V re di Leon, altri dicono
non che presidente del consiglio dei adunato per suo ordine ; ne resta-
V. Que-
ministri di sua maestà Carlo no sette canoni o statuii. Vi è det-
23 novem-
sto rispettabile prelato a' to che si comincierà ne' concilii dal
bre 1837 emanò da Estella una ce- giudicar le cause della Chiesa, poi
lebre lettera pastorale, diretta agli quelle del re, indi quelle del po-
abitanti delle provincia soggette alle polo. Questi concilii erano allora
armi del nominato sovrano. La sede assemblee, nelle quali trattavasi di
è vacante da molti anni. affari spirituali e temporali. Il pri-
La cattedrale è sacra a Dio sotto il mo statuto che risguarda la Chie-
titolo dell'Assunzione di Maria Ver- sa, ordinache gli affari ecclesiastici
gine in cielo. Il suo capitolo si com- saranno discussi ne' concilii. Il se-
pone di quattordici dignità, essendo condo è sui testamenti fatti in fa-
la prima quella del decano, di qua- vore della Chiesa. Il terzo concer-
ranta canonici comprese le due pre- ne la giurisdizione de' vescovi sui
bende teologale e penitenziaria, e di loro diocesani. Piegia t. XXV
Lab- ;
altri preti e chierici addetti alla di- bc t. IX; Arduino t. VI; Diz. de
vina ofliciatura. Prima il capitolo concila. .
LEO LEO
modo miracoloso ; è anche invo- ammesso nella piccola congregazio-
calo dalle femmine ne' dolori del ne formala nell'oratorio del padre
parto. Leggesi il suo nome nel Caravita, composta di dodici gio-
martirologio romano e in molli vani scelti tra i più fervorosi e ze-
altri. lanti, i quali si occupavano nello
LEONARDO (s.) di Vandreuve, spiegare il catechismo nelle chiese,
abbate. Nato nel paese di Tongres, e nell'andare i giorni festivi per la
lasciò la Dio
patria per servire a città in traccia di persone oziose
nella solitudine ritirandosi in un
, per condurle alle prediche. Nel
luogo deserto della diocesi di Mans, 1697 entrò nel convento di san
che si chinmava Vandreuve. Ivi Bonaventura dei minori osservan-
coli' aiuto di s. Iniiocenzio vescovo ti riformati, e pronunziò i suoi
di IMans, edificò un monastero, in voti, prendendo Leo- il nome di
cui raccolti molti discepoli, fu ob- nardo. Dopo la sua professione de-
bligato di assumerne
il governo. dicossi all'adempimento degli ob-
Calunniato dagl' invidiosi di sue blighi del proprio stato, alla let-
virtù, ordinò il re Clotario I die tura di libri spirituali, e all'eser-
fosse cacciato dal regno; ma sol- i cizio dell'orazione. La sua regola-
dati a ciò incaricati furono sì com- rità faceva l'ammirazione de' suoi
mossi dalla sua modestia e dai fratelli, la sua condotta serviva lo-
suoi discorsi che disingannarono il ro di esempio, e i suoi discorsi gli
re, il quale conosciuta la verità animavano alla pratica della virtù.
accordò la sua protezione a Leo- Allorché fu innalzato al sacerdozio
nardo, ed avrebbe punito i di lui si consacrò al bene spirituale del
accusatori, se egli stesso non aves- prossimo, ed ottimi effetti produce-
se intercesso grazia per essi. Si col- vano suoi sermoni ; ma non cor-
i
loca la sua morte nel 565 o Sro, rispondendo le sue forze fìsiche al-
e fu seppellito nel suo monastero. l'ardor del suo zelo, cadde perico-
Circa tre secoli dopo venne trasfe- losamente malato, perlocchè fu co-
rito il suo corpo neir abbazia di stretto per lo spazio di cinque an-
Corbignv che prese poscia il suo ni a limitar le sue cure alla pro-
nero da Dio operati per di lui in- lebrano la sua memoria, insieme a
tercessione; e Pio VI in detto quella di s. Paregorio, ai 18 di
convento nel 179^ vi promulgò febbraio.
il decreto della sua beatificazione, LEOiVE (s. ), martire. Nacque
la quale venne celebiata ai i4 circa l'anno 856 a Carentan nella
giugno 1796. Ci rimangono parec- bassa Normandia. Fu incaricato dal
chi scritti di questo santo missiona- Papa di fare una missione tra i
rio, e tra gli altri il Maiiualiz sacro baschi, i quali di origine cantabri,
e gli A^'verlinie.iiti utili ai confessori. essendo scacciati dalla patria, eran-
Una raccolta delle sue opere fu si stabiliti nella Biscaglia e nei de-
pubblicata Venezia nel 174^,
a serti della contrada di Labour fi-
tolo; Gesta, virtii e doni del b. Leo- si sia stalo vescovo di questa città.
,
LEO LEO II
Leggesì peraltro nella Gallia christ. eletto (mandatovi dal senato affine
lìova, che non ci furono vescovi di riunire gli animi discordi de'due
di Baiona, che si sappia, prima celebri generali dell'armata roma-
del 9B0; ma alcuni autori sosten- na Aezio ed Albino ), né dell'Asia,
gono che ve ne furono fino dal dove fu chiamato da Teodosio II
38 1. E però certo che s. Leone per presiedere al concilio Efesino,
fece ivi conoscere Gesù Cristo, e nellamaniera stessa che Sallustio
vi fondò una chiesa al nome della chiama sua antica patria la Spa-
Beata Vergine. Le sue apostoliche gna. Nacque verso la fine del re-
fatiche fecero fiorire la religione gno di ed ebbe per
Teodosio I,
sa, romano secondo alcuni, ma piìi fari più importanti, ne' pontificati
comunemente toscano. Tra quelli di s. Bonifacio I, di s. Celestino I
che lo dicono romano avvi Ques- e di s.IH, la cui innocenza vi-
Sisto
nello, dissert. i, De vita et rcb. gc- gorosamente difese innanzi all' im-
sl'ts s, Leonìs, coli' autorità di s. peratore Valentiniano III, contro le
Prospero in Chron. p. 748, ove calunnie di chi ne tentava la per-
chiama E.oma patria di s. Leone I, dita. Scuopri gli artifizi dell'ereti-
e di una lettera di questo mede- co vescovo di Eclana Giuliano
simo Pontefice, episl. 3i ad Pul- principale appoggio de' pelagiani.
cherìam, in cui sembra ch'egli ri- Indi fu mandato nelle Gallie per
conosca E.oma per sua patria. I riconciliare i due mentovati gene-
Ballerini ancora nel toni, li Oper. rali, e seppe pacificarli. Durante
s. Leonìs 899, più favorevoli si
p. questa legazione mori a' 28 mar-
mostrano a Roma, che alla To- zo 440 s. Sisto III, e benché as-
scana, parlando della di lui patria. sente a' 9 maggio s. Leone fu crea-
Lo fanno toscano, il Baronio all'an- to Pontefice. Appena tornato in
no 44o> tium. I il Pagi allo stes-
; Roma fece spiccare il suo talento
so anno, num. 3; il Papebrochio nel patetico sermone pronunziato
tlie 9 aprU. pag. 6, n. i-ì et in
1 1 ; nel giorno della sua consecrazione,
Conatu ad s. Lconeni p. i5i, n. i, del quale e della sua ordinazione
i quali dicono, che tanto s. Leo- è a vedersi il Zaccaria, Storia lelt.
11 LEO LEO
preservare il suo popolo dalla se- PriscilUnnistariim Pelagianornm ,
ciari quanto apparteneva alla sto- Colla mirabile e maestosa sua pre-
ria di queste eresie nel primo senza, santità ed eloquenza s. Leo-
tomo delle opere di s. Leone I, I abboccò con Attila a Gover-
si
che tutto intero si occupa in que- nolo, altri dicono ad Ambuleio sul
sto argomento, ed ha questo titolo: Blantovano, laddove il Mincio si
Extrcitaliones in iuii\<ersa s. Leo- scarica sul Po. Soavemente ne dis-
nia Magni opera perlinentes ad armò la collera , frenò la ferocia
ìvslorias hae resimi Maniclicorum j
del barbaro vincitore, il quale al-
LEO LEO i3
le persuasive del Papa diede fine de' vandali, allorché nel 4''^ con
alle ostilità e si ritirò di là del poderosa armata si portò all'assedio
Danubio, con promessa di far la di Roma. Sei miglia distante s.
pace_, mediante un tributo cbe pa- Leone I raggiunse il re, dal quale
gherebbe l'imperatore Valentiuiano soltanto ottenne che nel saiclieg-
III il
: Papa tornò in Pioma tra gio della città verrebbe rispar-
le benedizioni dei popoli. RafTaello miato il sangue e l'incendio, e la-
nelle camere del palazzo vaticano sciate intatte le tre basiliche , La-
rappresentò l'incontro di s. Leone teranense, Vaticana , ed Ostiense.
I con Attila, col suo inimitabile La chiesa d'Alessandria era afflit-
pennello; ed altrettanto fece col- ta per la fazione di Timoteo Elu-
lo scalpello nella basilica vaticana ro, che dopo lamorte del vescovo
il celebre Alessandro Algardi, nel- Marciano aveva occupata la sede
l'alto rilievo di marmo, che si ve- d'Alessandria, e voleva ristabilirvi
de nell'altare che eresse a questo l'eutichianismo ; il Papa se ne oc-
santo suo predecessore Innocenzo X. cupò con tutto lo zelo, ed ottenne
I due valentissimi artisti seguendo dall'imperatore Leone e dai me-
la tradizione rappresentarono s.
, tropolitani d'oriente che fosse cac-
Leone I preceduto in aria dai ss. ciato l'intruso.
Pietro e Paolo, che colle spade Tra le innumerabili determina-
sfoderate minacciando il re degli zioni di Leone I, si ha che di-
s.
XIV, De canon, ss. lib. IV, parte Tiraboschi nella Storia della lei-
II, cap. 23, n. 7 e seg., il quale ierat. ital. t. II, lib. IV, p. 335.
v'intervenne come promotore della San Leone I è il primo Papa
fede e canonico vaticano : questo di cui abbiamo una serie di opere,
Pontefice colla costituzione 4*^ > cioè novanlasei sermoni sulle prin-
Ballar. Bened. XI F, t. IV, p. 228, cipali feste dell'anno ; centoquaran-
onta di quanto dissero alcuni ere- Leone I contro gli errori di Eu-
tici e falsi cattolici, nemici giurati tiche furono da alcuni scrittori at-
della pontificia autorità, s. Leone tribuite a s. Piospero, che fu suo
I senza oltrepassare i limiti della cooperatore nel distruggere gli a-
giustizia e della santa prudenza, busi e le eresie de' priscillianisti e
seppe sostenere con gravità il suo dei peingiani, ma d. Ceillier nella
decoro, con fermezza d'animo i suoi Storia degli scrittori sacri, non con-
diritti, con invila costanza la sua fonde Io stile dell'uno e dell'altro;
nutorilà, unendo all' istcsso tempo ed abbenchè preferisca evidente-
la piacevolezza, l'amore, le paterne mente quello di s. Prospero, non
sollecitudini per accogliere i tra- toglie però a s. Leone I il nìcrito
vinti , animare i pusillanimi , e fu" delle sue opere contro ^eresiarca
rivedere gli erranti. Gio. Tritemio, d'oriente. In tutti gli scrini poi ili
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s. Leone I apparisce la bellezza stoire da pnnlifical de Leon te .1.
del suo spirito, colla solidità del Grand, che Innocenzo XI condan-
giudizio e colla grandezza del co- nò con bi-evc de'2(3 febbraio 1687.
raggio. Degno di occupar la prima Vacò la santa Sede sette mesi.
sede della Chiesa, ne fu l'ornamen- LEOlNE li (s), Papa LXXXH.
to per le eminenti qualità, che gli Figliuolo di Paolo ML-neo o Mene-
meritarono i gloriosi titoli di Tl/rtt- io di professione medico, nacque
gno e di Grande j la santità della secondo alcuni in Cedella neh' A-
sua \ita lo rese rispettabile alle bruzzo Ulteriore, nel luogo chia-
potenze della terra, e fu l'ammi- malo la Valle di Sicilia, e secon-
razione della Chiesa cattolica pel do altri, e forse meglio, nella dio-
suo zelo nel difendere la purezza cesi di Catania in Sicilia. l'rofcs-
della sua dottrina, nel far osserva- sato avendo tia i canonici regolati,
re i decreti de'suoi concili!, e nel divenne eloquente e insignemente
conservarne la disciplina. Le opere perito nella scienza delle divine
di s. Leone
furono tutte insieme
1 lettere, nel che gli fu di gran lu»
stampate in Parigi in tre volumi me ed aiuto la perfetta cognizione
nel 1675, con annotazioni e disser- che aveva delle lingue greca e la-
tazioni dal p. Pascasio Quesnello, lina. Ebbe eziandio molta capacità
e poi ristampate nel 1700 in Lio- nella musica, onde potè con tutta
ne di Francia in due tomi in fo- agevolezza riformare il canto della
glio, ma questa edizione è infetta salmodia e il concerto degli inni
dal veleno Quesnelliano. Per por- sacri, e fu insigne amatore de'po-
gerle un convenevole antidoto fu- verelli. Essendo stalo creato car-
rono fatte due edizioni in tempo dinale di santa romana Chiesa,
di Benedetto XIV, J'una dal p. fu eletto Pon-
dell'ordine de'preli,
Pietro Tommaso Cacciari carmeli- tefice i5 agosto del 682. Indi
a'
tano di singoiar erudizione, che venne consecrato secondo il con-
pubblicò colla stampa il primo to- sueto dai vescovi di Ostia e di
ìXìo nel 1751 e poi due altri to- Porto, e da quello di Velletri in
mi. La seconda dagli immortali luogo di quello di Albano cui ap-
fratelli Pietro e Girolamo Ballerini, parteneva, perchè allora si trovava
dottissimi sacerdoti veronesi, che questa chiesa priva del vescovo.
pubblicarono primo tomo in Ve-
il Con l'epistola ad Constant, imp.^
nezia nel 1755, dopo il quale an- presso Labbé, Concil. t. VI, p.
no seguirono i due altri tomi. Ab- iijG, confermò il VI concilio ge-
biamo la Fifa di s. Leone I e di nerale riunito contro i monoteli ti,
Attila Pagello di Dio, scritta da gli alti del quale furono portati
Gabriele Bertazzolo e stampata in in Roma dai legali, e s. Leone II
Mantova nel i6i4: fulvi riprodotta dal greco, come alferma Sigeberto,
dal Tassoni nel 1727. Leonis I vi- De script, eccl. cap. 59, li traspor-
tae conìpendiimi cum ejiis operibiis, tò nel latino, inviandone con sua
Lugduni i632. t9. Leonis I vìtae lettera una copia ai vescovi della
cowpendium, editiun ante tjnsdem Spagna. Con questa lettera ai ve-
opera, mss. nella libreria del Ge- scovi della Spagna, im'altra Leone
sù di Roma. Luigi Maimbourgh li ne mandò al reErvigio, la qua-
nel 1686 pubblicò io Parigi: Hi- le è registrala da Labbé nel t. VI,
iG LEO LEO
p. ii'ì'ì Condì., e in questa gli non si sa comprendere come il
cattoliche lettere del Papa Onorio di narra, ch'egli in età ancor tenera
I, al patriarca Sergio. Sostenne entrato nel palazzo pontificio per
l'onore della sua sede e la preemi- essere educato nella pietà e nelle
iienza contro l'arroganza dell'arci- lettere, fece tali progressi, che me-
vescovo di Ravenna ; laonde ad ritò di essere successivamente in-
istanza di S.Leone li, l'imperatore nalzato ai sacri ordini del suddia-
Costantino che morto
III ordinò, conato, del diaconato, e finalmente
l'arcivescovo di il nuova- Ravenna, a quello di cardinale prete del ti-
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eione il Cancellieri iacomiociò la chio lateratiense, per assistere alla
collezione delle relazioni de'solenni processione delle litanie maggiori ,
mana, s, Leone III gli mandò le portò nel monastero Albino ca-
chiavi di s. Pietro e Io stendardo meriere o camerlengo del Papa j
di Roma, insegne che lo l'endeva- con buona mano di armati e di
no obbligato a difendere il civile fedeli amici, cavò fuori s. Leone
e r ecclesiastico della Chiesa. F III , lo assicurò nella basilica va-
Chiavi. La deputazione spedita al ticana, dove si trovava Tabbate di
re dal Papa, ritornò in R.oma con Stavelo inviato di Carlo Magno, e
ricchi presenti. fece a Winigiso duca di
sapere
Quattro anni dopo scoppiò una Spoleto r infame avvenimento. Ir-
terribile cospirazione contro i gior- ritati i traditori di vedere libero
ni del Pontefice, della quale fa- il Papa, sfogarono la loro rabbia
per avventarsi contro il Papa, men- canto degli inni e dei cantici; ri-
tre usciva a cavallo dal palriar- cevendolo Gome vicario di Gesì»
VOL. XXXYUl,
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Cristo e sommo Pontefice. Al suo s. Leone III nella basilica vatica-
arrivo il numeroso esercito con di- na, asceso l'ambone, con si giustificò
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rouato Carlo Magno imperatore, gli togliere dal pubblico la stampa.
si prostra in atto quasi di doman- Comparve inoltre in Roma un o-
dargli perdono, in abiti pontificali puscolo dell'ab. Vertot tradotto in
colla tiara in testa : il trono del Pa- italiano, intitolato : Ricerche sulto-
pa il pittore lo collocò a sinistra, rigine grandezza temporale
della
quello dell' imperatore a destra, e de' Papi. Opuscolo pieno di mal-
questo collo scettro in mano riceve- talento e di frode, atto specialmen-
re gli omaggi de'vescovi delle chiese te ad ingannare i semplici; in cui
greca e latina, altri incensarlo dal- l'autore,dopo di aver detto quan-
l'altare, e persino genuflessi. Tale to di male il suo cuore corrotto
quadro fu dipinto dal fiammingo suggerivagli contro la cattedra apo-
Francesco Odevaere pensionato del- stolica ed i Pontefici romani, sos-
l'accademia di Francia che inol- , tiene l'adorazione di s. Leone 111
tre pose al suo lato un passo degli a Carlo Magno colla solita auto-
Annali ci' Italia del Muratori, in rità degli Annali de' franchi. A
cui si citano queste parole degli dissipare le sinistre impressioni del-
antichi annali de' franchi: A Pon- le persone poco accorte ed istruite,
ti/ice more antiquornm principimi lemaligne conseguenze dello scan-
cdoratus est, testo col quale l'ar- daloso quadro e sua stampa, a con-
tista si lusingava di potere rende- fondere i male intenzionati, a di-
re storico il suo quadro favoloso fendere r insulto che si fece alla
ed immaginario. Questo quadro religione e magnanimità dell'im-
\enne dipinto da Odevaere ne' mo- peratore Carlo, figlio obbediente e
menti piìi crudeli di Roma, della benemerito de'Papi, uno de'più ze-
prigionia cioè del Papa Pio VII, lanti difensori delia Chiesa, in cui sem-
della mutazione del governo , con pre sarà in benedizione la sua memo-
animo di presentarlo a Napoleone ria, il sacerdote romano monsig. An-
ria Tassoni uditore della sacra ro- cominciando dal descrivere i costu-
ta, e del p. Antonio Maria Gran- mi di Carlo Magno, dimostra ch'egli
di procuratore generale de' barna- non avrebbe mai permesso la pro-
biti. " Con un recente quadro ri- strazione, ancorché il Papa l'aves-
pi'odotto in rame, rappresentante il se voluta fare. Narra come nel 774
rnazia papale. Non si è fatto che cana, baciò e sali colle ginocchia
dare un eccitamento, un impulso, ogni gradino, e si presentò genu-
onde riandando gli antichi monu- flesso a' piedi di Adriano I a cui
menti e la storia, l'autorità ponti- donò città e ducati. Che alla
ficia vieppiù risplenda e risalti. Mon- morte di questo Papa lo pianse
signor Antonio Santelli vista l'in- amaramente, e con tenerezza fi-
decenza, animato da un santo ze- gliale compose un epitaffio in ver-
re, che lungi dall' essersi prostrato Leone III appena elevato alla cat-
III non si è altrimenti prostrato con lui si pose a mensa per l'isto-
a Callo Magno , dopo di averlo rarsi. Ma quando Carlo entrò in
'
incoronato, come si è, anni sono, Roma, il Papa 1' attese in abiti
falsamente rappresentato in un qua- pontificali sulle scale della basilica
dro, che fu esposto in E.oma alla vaticana ; e se il predecessore A-
pubblica vista, e che si è pure in- driano I dopo i teneri amplessi
LEO LEO 2r
con Carlo gli cede la destra, s. lennemenle protestò in 6, Pietro
Leoue III in vece sì conservò di non riconoscere altra dignità
in Egualmente alla de-
questa . al mondo superiore a quella del-
stra di Carlo il Papa si fece rap- la cattedra pontificia. La divo-
presentare nelle immagini che fe- zione di Carlo per la dignità pa-
ce eseguire in mosaico nella chie- pale, averla dimostrata con tanti
Leone III nel 798 eretto in me- fosse seguito da per tutto, ma ri-
tropoli Salisburgo, neir8o4 istituì spettava i concili che vietavano i
e finché visse altro non bramò che ridion cantra omnia mundi peri'
Roma e la cattedra di s. Pietro cula , Carolo Magno in munus
fosse celebre e venerata per tutto datum. Vacò la santa Sede dieci
il mondo per 1' ecclesiastica auto- giorni.
rità. Neir8i3 s. Leone III ristabi- LEONE IV (s), Papa CVI. Ro-
ìì la festa dell'Assunta, la quale si mano figlio di Ridolfo o Radoaldo,
celebrava fino da s. Sergio I; indi di famiglia illustre, da canonico
tieir8i5 venne scoperta altra con- regolare, come scrive il Ciacconio,
giura contro i giorni suoi: ne con- passò tra monaci benedettini, non
i
dannò i rei alla pena capitale, e già del monastero de' ss. Silvestro
spedì legati al nuovo imperatore e Martino a' Monti di Roma, ma
Lodovico I per informarlo del fat- veramente del monastero di s.
to. Per sollievo di varie afflizioni Martino ch'era contiguo alla vec-
che pativa, soleva celebrare ogni chia basilica vaticana , dove di-
giorno otto o nove volte la messa; venne perfettissimo religioso. Noa
altri dicono che ciò facesse quando solo fece profitto nella cognizione
la solennità della festa e la molti- delle lettere, ma nell'esercizio ezian-
tudine del popolo obbligava dirne dio delle cristiane virtù con edifi-
molte. Governò venti anni, cinque cazione di tutti. In fatti era uomo
mesi e sedici giorni. In tre ordinazio- di somma religione^ innocenza, u-
ni creò ventisei vescovi, trenta preti millà e dottrina, ed oltre a ciò
e dieci diaconi. Il Cardella registra fornito di tale e tanta prudenza,
otto cardinali nel pontificato di s. che come scrivono gli autori di
Leone III. Morì agli i r o 12 sua vita, imitava l'astuzia del ser-
giugno 8 i6j e fu sepolto nella ba- pente e la colom-
semplicità della
vaticana, venerandosi il suo cor-
silica ba. Venuto Gregorio
in cognizione
po sotto l'altare della Madonna del- IV della singoiar morigeratezza ed
la Colonna. Dipoi la congregazio- abilità del giovane monaco, lo
ne de'riti fece porre il suo nome trasse dal monastero, lo fece chie-
nel martirologio romano, celebran- rico, prendendolo al suo servizio
done la Chiesa a' 12 giugno la di nel palazzo lateranense. Dopo qual-
lui festa. Fu amatore e premiato- che tempo lo volle iniziare nel
re de' letterati, erudito , facondo, sacro ordine del suddiaconato, ed
affabile, mansueto e liberale. Edi- il suo successore Sergio II, mosso
ficò un ospedale pei pellegrini pres- e penetrato dalla fama di sue vir-
so detta basilica, con un pubblico tù, lo sollevò alla dignità di car-
bagno per comodo de' medesimi, dinale prete, e gli conferì per ti-
al quale poi furono aggiunte mol* tolo la chiesa de' ss. Quattro Co-
a4 LEO LEO
ronali. Appena morto questo Pon- Script, rer. Ital. t. II, p. 53 r, co-
tefice e non ancor seppellito, fu ronò nell'anno 85o imperatore Lo-
subito concordemente eletto in dovico II.
to Kranzio lib. V
Mctropolis cap. stregoni e malfattori che facevano
I, p. II 7, si meraviglia de' pochi penitenza, ed i matrimoni de' preti
mesi che TÌvevano Pontefici di i e loro piole. Governò Leone VII
que' tempi onde sospetta che il
, con somma mansuetudine, integri-
veleno fosse allora in grande uso. tà e singoiar zelo della ecclesiasti-
Sull'epoca del pontificato di Leone ca pace universale, tre anni, sei
VI, Flodoardo, De romanis Pontif. mesi e dieci giorni. Morì circa li
inter Script, rer. Ital. t. HI, par. ib luglio gBg, e fu sepolto nella
II, p. 324, riporta questi versi. basilica vaticana. Non vacò la san-
ta Chiesa, perchè subito gli suc-
Pro quo celsa Peiri Sextiis Leo cesse Stefano IX . Flodoardo che
regniina sximens, visse a suo tempo, loco citato, fa
Mensibiis haec sepietn servai, il seguente elogio di Leone VII, e
qidnisque diebits. con esso finisce il libro de' roma-
ni Pontefici.
LEONE VII, Papa CXXX. Ro-
mano figlio di Cristoforo, fu eletto Septimus exurgìt Leo, nec tamen
Papa contro sua voglia, e consecra- ista voluntas,
to prima de' 9 gennaio del 936, Nec curans, npicìs mundi nec
al dire di Flodoardo presso il Mu- celsa requireni,
ratori, Script, rer. Ital. tom. lil, Sola Dei c/nae sunt, alacri sub
par. II, pag.324. H p- Mabillon, pectore voh'en<!,
saec. V Benrd. p. 907, stimò che Culminarne evitans, oblata subi-
Leone VII fosse stato monaco be- re remitans.
28 LEO LEO
Eaptiis at erigiiur, dìgnusque ni- modestia e la sua dolcezza, quan-
tore probatur to per le grazie di cui natura i'a-
Regmims eximii, Petrique in se- vea fornito, e secondo alcuni fu
de loca tur. monaco benedettino. Diventò ca-
Sed mìnime assuetam linquit de- nonico della chiesa di Toul sotto
coramine curam, Erimanno successore di Bertoldo,
Deditus asslduis precibus , spe- ed in morte di Erimanno il clero
cxdamine celsus, ed il popolo l'elessero in sua vece
AJfLalu laetns, sapiens, atque ore di unanime voto, onde fu consa-
sereiius, etc. crato vescovo in età di ventiquat-
tro anni a' 9 settembre 1026, co-
LEONE Papa CXXXVL
Vili, me scrivono Sammartani, Gallia
i
sendo stato eletto nel precedente. Amò i poveri, donò loro i suoi
LEONE IX (s), Papa CLVIII. beni e li serviva personalmente.
Brunone conte di Dapsburgo, ove Prese l'abitudine di fare ogni anno
nacque nel 100^ ai 0.1 giugno, un pellegrinaggio a Roma, ov' era
luogo posto sulle frontiere della accompagnato talvolta da cinque-
Lorena, del Palatinato e dell'Alsa- cento persone. Dopo morte del
la
zia, figlio di Ugo conte di Enge- Papa Daraaso II, avvenuta agli 8
neheim castello Colmar nel-
presso agosto 1048, il clero e popolo ro-
l'Alsazia, cugino germano dell' inj- mano inviò legati all'imperatore
peratore Corrado II il Salico, e di Enrico III, perchè volesse indicar-
Gherardo di Alsazia duca dell'alta gli un soggetto che degnamente po-
Lorena da cui discese la casa di tesse occupare la Sede apostolica
Lorena, e parente dell' imperatore vacante. L' imperatore convocò a
Enrico III, dicendolo Cornerus }ia- Worms in assemblea i vescovi ed
tione alemanimm. L'abbate Grandi- i grandi del regno, e li richiese di
dier, niemo-
dietro la scorta delle consiglio alla domanda de' roma-
lie di Piivaz, Gherardo fu
dice che ni; e tutti con voto unanime di-
fratello maggiore di Brunone , ed chiararono che Brunone, il quale
essere lo stesso che Berardo o Be- da ventidue anni con zelo infati-
roldo, stipile della casa di Savoia. cabile governava la chiesa di Toul,
Vuoisi che Brunone discendesse da era il più atto a sostenere in quei
Etico duca d'Alsazia, che mori
I tempi l'arduo incarico di presiede-
verso il 6go , e che fu il ceppo re alla Chiesa di Dio. Partecipata
delle case di Zeringen-Bade, e di a Brunone la scelta, l'udì di mala
Habsburg- Austria. Sua madre ere- voglia, e chiese tre giorni per de-
de de' conti di Dapsburgo o Da- liberare, passandoli in orazioni. Vin-
bo, lo fece educare diligentemente, to dalle istanze de' grandi e del
aflidandolo nell'età di cinque anni clero, accettò colla espressa condi-
alle cure di Bertoldo vescovo di zione, che il clero e popolo roma-
Toul. Brunone divenne un prodi- no dovesse confermarlo, né siffatta
gio di scienza, un modello di pietà, elezione dell' imperatore non fosse
e si rese distinto tanto per la sua stimata e valutata che una sem-
LEO LEO 29
plice raccomandazione. Ritenne il unanimi di tutti. Generale fu l'ac-
rentemente alla saggia riserva con mana, economo della Sede aposto-
cui avea accettato, deponesse le lica, ed abbate di s. Paolo; e d'ai-
insegne pontifìcie , e si recasse a lora in poi Leone IX nulla in-
s.
non gli dava alcun diritto alla san- sacri canoni, da molti anni addie-
ta Sede di Pietro. Ildebrando gui- tro trascurati e nella memoria di
dato dal più sublime zelo per l'o- tutti quasi procurò ad ogni
estinti,
nore della Chiesa e del suo capo, passo di restaurare. A questo fine
non potendo soffrire di veder l'u- celebrò in Roma nello stesso anno
na e troppo influenzati dai
l'altro io49 un concilio dopo la dome-
principi, concepì il disegno di ren- nica in Albis, in cui furono con-
dere nuovamente indipendente dal- dannali principalmente i simonia-
la potestà civile l' ecclesiastica. A ci, e furono rinnovali gli antichi
riuscire algrande intento ed alla canoni. Alcun tempo dopo recossi
3o LEO LEO
pazioni che si commettevano con- nel settembre tornò a condannar
tro la chiesa di s. Arnolfo; indi r eresia di Berengario, come pure
passato in Germania, convocò un il libro del Corpo di Cristo di Gio-
concilio alla presenza dell'impera- vanni Scoto. Quindi nel io5i si
tore, in cuifurono disputate molte diresse in Germania, abboccandosi
cose conceruenti il bene generale coir imperatore in Augusta, e con
della Chiesa, massime l'estirpazione lui a' 2 febbraio celebrò la festa
della simonia, e sulla continenza della Purificazione , riconciliandosi
de' chierici. Ivi pei buoni uffizi del col ribelle arcivescovo di Ravenna.
Papa e de'principi, Enrico 111 ac- Restituitosi in Roma , nel concilio
cettò in grazia Goffredo di Lorena. che adunò dopo Pasqua, depose
Nel medesimo concilio s. Leone IX Gregorio vescovo di Vercelli adul-
dichiarò l'arcivescovo di Magonza tero e spergiuro, e fece nuovo de-
legato apostolico. Insieme coli' im- creto sulla continenza de' chierici.
peratore il Papa si trasferì in Co- Terminato il concilio, il santo Pa-
lonia a celebrare la festa de' ss. dre per Subiaco passò nella Pu-
Pietro e Paolo, e concesse all' ar- glia visitò Capua, Benevento,
: Mon-
civescovo que' singolari privilegi de; te Cassino e Salerno ,
procurando
scritti all'articolo Coloma. Ritor- far la pace coi normanni invasori
nando il Pontefice in Italia cele- dell' Italia meridionale, che da lun-
brò il Natale in Verona, e portossi go tempo impunemente devastava-
in Venezia a venerare il corpo di no. In Monte Cassino celebrò le
s. Marco di cui era divotissimo feste de' ss. Pietro e Paolo, ed as-
lasciandovi chiese di questo
alle solvette i beneventani dalla scomu-
stato ,quale fu ricevuto con
nel nica, che per tentata ribellione a-
sommo onore, molte indulgenze ed vea nell'anno precedente lanciato.
immunità. Essendo rientrato in Ro- Tornato il Papa in Roma si recò
ma nel io5o, nel concilio tenuto nel io52 per la terza volta in
in aprile condannò Berengario ca- Germania, per ottenere soccorsi con-
po de' sagramentari. Da Roma si tro i normanni, e per pacificare
portò il Pontefice
ponto per a Si l'imperatore con Andrea I re di
visitare la chiesa di s. Michele Ar- Ungheria, eh' egli avea scomunica-
cangelo nel Monte Galgano, ed in to per rifiutare l'autorità apostoli-
Monte Cassino celebrò la domeni- ca. Passando in Ratisbona il Papa
pose fine alle antiche liti tra i pa- sa romana con abbominevole orgo-
triarchi di Aquileia e di Grado. In glio. Spedì il Papa in Costantino-
bile insolenza i veri cattolici, i più città, imitando gli apostoli scosse-
fidi discepoli e seguaci di Pietro, ro la polvere dai loro calzari. La
chiamandoli azimiti, tanto più non città tumultuava , Michele si di-
avendo la Chiesa greca onde insu- chiarò pronto a convenire in un
perbire, e persistendo anzi nel ne- accomodamento colla Chiesa roma-
gar quella pura e semplice obbe- na, sicché r imperatore dovette ri-
dienza alle leggi di Cristo, di cui chiamare i legati ch'erano già giun-
la Chiesa romana è l'erede; essere ti a Selimbria. Ritornati costoro,
ormai tempo che i greci rientrasse- voleva il convocar una
patriarca
ro una volta in loro stessi e vedes- assemblea generale per farveli mal-
sero la trave negli occhi loro. In trattare dalla plebaglia a ciò aiz-
questa lettera il Pontefice si dif- zata; ma informato l' imperatore
fuse assai contro gli scritti del mo- della perfidia ,
proibì qualunque
naco Niceta di Costantinopoli il , congresso fuori della sua presenza,
quale aveva con mollo fiele spar- e licenziò i legati. Sdegnalo il pa-
lato della Sede apostolica e del triarca chiamò la plebe a rumore,
pane azimo, e sostenuto a spada il che fu cagione che l'imperatore
tratta il matrimonio de' sacerdoti : ordinasse una inquisizione contro
all'arrivare dei legati gli scritti di di lui, ne facesse svelare l'infamie,
lui furono arsi su quella pubblica ne cacciasse in bando i parenti e
piazza in presenza dell' imperatore gli amici. Tuttavolta dipoi il pa-
Costantino IX. Ma il patriarca non triarca scomunicò i legati del Papa,
volle ritrattare le proposizioni ere- e tolse il nome di esso dai sacri
tiche che avea sostenuto ne' suoi dittici, rinnovando così lo scisma
scritti, né venire a conferenza coi dell'iniquo Fozio, e la divisione
legatiromani, per lo che questi della Chiesa greca dalla latina.
pronunciarono in faccia al popolo Dicesi aver s. Leone IX deter-
la sentenza di scomunica contro minato che si cantasse il Gloria
di lui, e contro tutti coloro che in excelis Deo (Fedì) , in tutte
ricevessero dalle sue mani l'Euca- le messe, tranne quelle nominate a
ristia, lu questa bolla di scomuni- quell'articolo. Cominciò il primo a
ca contro Michele , si fa l'enume- contar nelle bolle, ma non sempre,
razione di tutte r eresie sostenute gli anni dell' Incarnazione, Il Car-
dal patriarca e dai settari di lui: della registra dieciselte e più car-
siciit dona ti s ine affìnnant , exce- dinali da lui creati. Fu s. Leone
pta graecorum ecclesia^ ecclesiatn IX ornalo delle più belle virtù, e
Christi et veruni sacrificiuin atqiie tra queste soleva tre volte la set-
baplisinum ex loto inimdo peiiisse: timana portarsi scalzo dal Latera-
sicut mcolailae , carnales nnplias no a s. Pietro di notte, accompa-
concedunt et defendunt sacri alla- gnato da tre chierici, che l'aiutava-
LEO LEO 33
iio alla recita delle orazioni. La sti ad di'em 19 aprilis p. 664,
vita che menò fu ansterissima; il giorno in cui la Chiesa ne celebra
suo corpo era sempre coperto di un la festa.
ni ; egli contò il tempo del suo dipinto dallo Spadarino, nel 1824
governo, non dalla benedizione o fu trasferito nel primo altare dal-
consecrazione, ma dalla coronazione, la parte sinistra della chiesa di s.
ciò che prima di lui facevasi dalla Caterina della rota , filiale della
consecrazione , come osserva Fran- medesima basilica, ora il detto al-
cesco Pagi, Breviar. gest. RR. PP. tare si chiama di s. Francesco di
t. I, 56i, n. 33. Dopo il suo
p. Asisi pel mosaico postovi , tratto
ritorno da Benevento, non mai gua- dall' originale del Domenichino ,
rito, ricadde infermo, e la malat- eh' è nella chiesa de' cappuccini.
tia gli tolse la facoltà di prendere Aggiungeremo, che il quadro di s.
grazie della sua famiglia, la qua- duca di Ferrara, non glielo per-
le dalle fazioni fu cacciata da Fi- misero. Nel tempo della seconda il
renze, all' autorità del gnnfaloniere Papa spedì il cardinale in Bologna
Piero suo fratello avendo la re- per legato, non che in Romagna
pubblica sostituito quella del gon- per legalo e governatore. JNella
faloniero perpetuo Pier Soderini. battaglia di Ravenna essendo alla
Il partito da Firenze a-
cardinale testa dell' esercito pontifìcio , agli
gli novembre, vioggiò allora in
1 1 11 aprile i5ii fu fatto prigionie-
Francia e in Germania, dopo es- ro da' francesi, e dato in custodia
sersi ritirato in Città di Castello, al cardinal Sanseverino ribelle di
ove i \ ilellii gli diedero onorevole Giulio II e legato dell'esercito fran-
asilo. Ovunque si procacciò ammi- cese, e solo gli fu resa la libertà
ratori ed amici : al cimi tempo visse quando i francesi sgombrarono il
anche in Genova presso sua sorella Milanese. Altri col Cardella narra-
Rladdalena Cibo. Anmuizialagli co- no che evase allorché fu arrestato
là neir agosto i5o3 la morte di ad un passo del Po detto la Stel-
Alessandro VI, fece ritorno in Ro- la o a Bassignana, pel valore di
ma, in cui assistè ai conclavi che un suo famigliare che tagliò la
ebbero luogo nel settembre ed ot- mano ed uccise quello che condii-
tobre del medesimo anno per le ceva il cavallo del cardinale. Pas-
elezioni di Pio 111 e Giulio II del- sato in Modena in casa Rangoni, vi
la Rovere. Colla famiglia di que- fu accolto benignamente e provvedu-
sti procurò riconciliarsi, dopo le to di vesti, denaro, cavalli e sitio dì
•vicende avvenute per la congiura vasellame d' argento. Portatosi a
de' Pazzi nel pontificalo di Sisto Firenze, con gran pompa e gloria
,
36 LEO LEO
\i entrò agli 1 1 settembre, ma po- pella,per opera principalmente dei
scia dicesila sua vita fu minac- più giovani, restò a pieni voti e-
ciala da una congiura, ch'ebbe la letto Pontefice in età di trentasette
sorte di scampare, restituendosi in anni, agli ii marzo i5i3, e prese
Roma, dopo aver dato saggio di il nome di Leone X. Siccome al-
grandezza d' animo per tante av- l'articolo Epoca, riportammo per-
venture. Frattanto a' 2 1 febbraio chè il giorno I I fu particolarmen-
i5i3 mori Giulio ed a'4 mar- li, te memorabile per questo Papa
zo entrarono in conclave venticin- qui produremo i versi co' quali
que cardinali per dargli il succes- venne ciò celebrato.
sore, di trentadue che vivevano.
Il cardinal Medici molestato da u- Undecima eduxit Leo te lux can-
na postema, per tagliarla fu chia- dida in or beni,
mato il chirurgo Giacomo di Brie- Et Patribus sacris addidit unde-
ra, secondo la Storia de conclavi, cima.
ma veramente da Brescia, il qua- Undecima exisli patriae conjlnibus
le dopo fatta l'operazione non po- exul,
tè uscire dal conclave, per coman- Ilostibus es saevis captiis in lui'
fra' (jiiali eravi un elefante chia- ottenne che sposasse la sorella del
mato Annone, di singolari qualità, re d'Inghilterra. In tal guisa de-
che descrive l'Oldoino nelle Addi stramente dissipò una formidabile
zionl al Ciacconio, Vit.PP. t. 111, procella che stava per piombare
p. 378. L'elefante riuscì cos'i grato sull'Italia. Profittando di tale tran-
al Pontefice, che dovendolo perde- quillità, pensò a fermare in modo
re dopo due anni per un'angina, piìi durevole l'autorità della sua
a conforto del suo rammarico lo famiglia a Firenze. Sontuose feste
fece dipingere dal celeberrimo Raf- avvezzavano gli abitanti ai godi-
faele d'Urbino, colle misure delle menti del lusso, e disponevano gli
sue membra al naturale, presso la animi a piegare sotto il giogo di
torre della porta del palazzo vali- i.na casa che un tempo era loro
cano, ove lo fece seppellire con ele- stata cara per più di un titolo, li
gante epitaffio in nome del custode Papa nutriva ancora più alti dise-
del medesimo elefante , Giambatti- gni presedeva vicina la morte di
:
con magnifica pompa che descrive nipote sarebbe stato sovrano della
Paride de Grassis nel suo Diario Toscana. JVIii'ando Leone X a tali
alleanza più stretta colle case d'Au- Sbigottito il Papa dalle tristi con-
stria e di Spugna, per una nuova seguenze che potevano nascere da
unione di famiglia. Leone pro- X tali incidenti, risolse di tentare o-
curò attraversare tale negozio, per gni cosa per ristabilire la pace,
jtupedire la divisione d'Italia fra almeno tra le potenze d'Italia. A
LEO LEO 39
tale effello inviò il Bembo a ne- portava le sue vedute più lontano
goziare co'veneziani suoi concitla- di loro, e che d'altronde conosceva
diiii, onde pcisiiaderli a fare dei meglio d'ogni altro i diritti della
sagiifizi all'imperatore e al re di tiara,non deliberò diversamente, e
Spagna, come a rinunziare all'al- prevenne saviamente le dure con-
leanza de'franeesi, ma senza succes- tingenze, nelle quali si era trovato
so. Luigi XII morì il primo del Alessandro VI attendendo in R.o-
i5i5, e Francesco I ereditò la sua ma il re Carlo VIII colla sua ar-
corona, ed progetti di rientrare
i mata. Fu il Papa il primo a met-
in Italia. Appoggiato ancor lui al- tersi in viaggio per Bologna, ac-
l'allenza della Vene- repubblica di compagnato da dieciotto cardinali,
zia, ritornato padrone di Genova, molti principi e da tutta la curia
dove la fazione dei Fregoso avea romana, lasciando in Pioma per
vinto quella de' Fieschi e degli legato il cardinal Soderini. Giunto
Adorni, si preparò a valicare le in Firenze a'3o novembre i5i5
Alpi. Leone X avrebbe voluto os- e visitata la tomba di suo padre,
servare la neutralità, ma fu obbli- s'avviò per Bologna preceduto dalla
gato di unirsi allo Sforza, ch'era ss. Eucaristia, ove fu ricevuto con
collegalo cogli svizzeri, con Massi- tutte le dimostrazioni di onore,
miliano I e Ferdinando V. Mal- quanto all'esteriore, ed in sostanza
grado tutti gli ostacoli, Francesco freddamente, perchè i bolognesi
1 penetrò in Italia, e la vittoria desideravano sempre l'antico loro
di Marignano rimise i francesi in governo. Fece incontrare il re dai
possesso di Milano, di Parma, di suoi legati , e fuori della città
Piacenza e della persona di Sforza, dal sacro collegio ; il re fu pre-
che fece al re cessione de'suoi sta- sentato a Leone X in concistoro,
ti e si ritirò in Francia. Leone e dopo avergli reso i suoi reli-
X sconcertato da tali sinistri, e giosi omaggi, gli fece i piìi grazio-
temendo di vedere invaso lo stato si complimenti. Il Pontefice, l'uo-
ecclesiastico, prese il partito di mo del suo secolo che si esprime-
trattare con Francesco I pel mezzo va il più nobilmente, e che si
del duca di Savoia Carlo III, di studiava di usar con tutti della
cui Giuliano de Medici avea spo- maniera più gentile, fece partico-
sata la sorella, zia del monarca larmente uso di questo talento iu
francese. Le negoziazioni incomin- un incontro, in cui la sua pulitez-
ciarono, obbligandosi il Papa di za serviva alla sua politica. Nella
levare la guarnigione da Parma e messa solenne che celebrò nel
da Piacenza, e di ritirarsi dalla le- giorno di s. Lucia, Francesco I gli
ga promettendo
; il re di difendere rese i soliti onori; il Papa comunicò
il Pontefice, il suo stalo, la casa molti della sua corte, altri assolse
Medici e la repubblica di Firenze; per la pubblica confessione che
indi si convenne d'un abboccamento fecero, al modo detto nel voi. XVI,
iu Bologna. p. io3 del Dizionario. Nei con-
I caidinali una delicatezza
per gresso si combinarono quelle cose
forse poco sensata, non approvaro- che tratta a lungo lo Spondano
no che il santo Padre andasse in- negli Annal. eccl. a detto anno,
contro al re ; ma Leone X che ed il Fabioni a p. 93 e seg. JNe
4o LEO LEO
furono le principali, la pace d'Ita- quale piombò sul Milanese ; Leone
lia famoso Concordato tra
e il X ordinò in pari tempo a Marco
Leone X e Francesco I {Vedi)^ Antonio Colonna di unire le mi-
con che venne abolita la pramma- lizie pontifìcie alle imperiali. Però
tica sanzione ; e siccome la bolla il generale francese Lautrec, gli
che sostituiva il concordato alla oppose un'invincibile lesistenza. Il
prammatica sanzione fu letta nel re di Francia non dubitò piìi
concilio di Lalerano , a queil' ar- d'esser tradito dal Papa ; questi
ticolo riparlammo del concordato, ciò non ostante fece dimostrazioni
come ai luoghi che vi possono a- di fedeltà al le, che parve prestar-
vere relazione. Al duca di Ferrara vi credenza : entrambi dissimularo-
fu restituitoModena e Reggio, e no, spiandosi reciprocamente.
al ducato di Milano allora occu- Nel i5i6 il Papa beatificò Fi-
pato dai francesi, Parma e Pia- lippo Benizi fiorentino, zelante pro-
cenza. Il Papa donò al re un ric- pagatore del suo ordine de' servi
chissimo reliquiario d'oro tempe- di Maria. Ad istanza di Emma-
stato di gemme, che racchiudeva nuele re di Portogallo concesse al-
un pezzetto della vera Croce. Fran- la diocesi diCoimbra che si cele-
cesco I passò a Milano, e Leone brasse ogni anno la memoria di s.
LEO LEO 4»
guerra esaun il tesoro pontifìcio, di lui protettore, malgrado i re-
Koyon. JNel '5 17 poco mancò che Grisogouo. Tutti furono privali
celli, che serviva il di lui fratello circostanze poco amalo dai tredici
Borghese Petrucci, gì' insinuò di cardinali che componevano allora
porlo nella medicatura d'una fìsto- il sacro collegio, stabili di accre-
la, che Leone X da gran tempo scerlo con un numero grandissimo
soffriva nelle parti inferiori. Inter- di soggetti, da' quali si potesse a-
cettale le lettere che il cardinale speltare maggiore attaccamento alla
su questo esecrabile allentato dal sua persona. Laonde nel primo lu-
Lazio scriveva al suo segretario glio, in una sola promozione, creò
Antonio de' Nini sanese rimasto in trentuno cai'dinali, cosa non mai
Roma, fu scopeita la congiura. veduta né prima ne poi ( tranne
Tornato il cardinal Petrucci in la promozione che di altrettanti
corte , mediante il salvacondotto fece a' nostri giorni nel 1816 Pio
che il Pontefice gli avea promesso \'II, dieci de' quali però non pub-
e dato all'ambasciatore di S;n'"na blicò ma liseibò in petto), ed tb-
,
cardinalizi, istituì quello di s. Tom- tra loro ebbe perciò luogo momen-
maso in Parione, e diverse diaco- tanea concordia Francesco I resti-
;
uerale, e resero per sempre memo- Chiesa, ricorse alla pietà de' fedeli
labile questo pontificato. Tale bril- perchè contribuissero con limosina
laute epoca lii consecrata da un alla spesa necessaria, col premio delle
decreto solenne del magistrato ro- sante indulgenze. E siccome nella
mano, che commise al divino scal- Germania a promulgarle l'arcive-
pello di IMichelangelo Unonarroti scovo di Magonza si servì de' do-
l'erezionc d'una statua di marmo ; monicani a preferenza degli ago-
questa però r esegui malamente stiniani, un individuo de' secondi,
Giacomo del Duca, e si vede tut- l'inquieto e torbido Martino Lu-
tora nella sala dell' appartamento fero, prese il pretesto con iscagliarsi
de' conservatori in Campidoglio. JN'el con scandalose declamazioni ed ini-
i5i8 Leone X istituì l'anni versa- qui scritti contro le indulgenze, a
rio pe' cardinali defunti. Essendosi dar principio a' suoi perniciosissi-
adunati i principi di Germania nel- mi errori sulla grazia , il libero
la dieta di Augusta, per delibera- arbitrio, i sagramenli ec. , che il
LEO LEO 43
sino dal suo nascere fece grandi e dilazioni, e non restituì Parma e
liigriaievoli progressi massime in Piacenza. Allora Leone X si ri-
mo ed altre città della Marca, indi catarro presa nella sua villa Ma-
rivolse le sue armi contro il duca gliana , e disprezzata da' medici
di Ferrara Alfonso l. Nel iSai il appena tornalo da questa, morì il
Papa canonizzò s. Casimiro re di primo dicembre 1 52 i, verso le ore
Polonia, es. Leone vescovo, ed in- selle della notte, in età di qua-
citi e beatificò Marglicrita da Cor- rantasei anni non terminali, aven-
tona, Veronica di Bisnaco e Corra- do governato olt'anni, olio mesi e
do piacentino. Fermo il Pontefice venti giorni. IMorì non senza so-
lo III fu trasferito nel coro della tori del suo tempo, che lo dipin-
Chiesa di s. Maria sopra lìlinen'a gono di acuto ingegno e di singo-
(f celi), e collocato in magnifico lare facondia. Formato di buon'ora
deposito. Era di statura grande e alla grande arte di governare, Leo-
ben formato in tulle le parli, fuor- ne X non si mostrò da meno del
che nella testa eh' ebbe di spro- suo destino. La sua politica fu de-
porzionata grandezza ; soleva orna- stia, e la pose in opera per af-
le sue rendite eh' erano stale tla za e la felicità che godè Roma nel
lungo tempo rivolte ad altri usi. suo ponlilicato, per cui si aumen-
Vi chiamò professori da tutta l'Eu- tò notabilmente il ninnerò ih^gli
ropa: la teologia, il diritto cano- abitanti, che perciò furono fabbri-
nico, il civile, la medicina,
diritto cate molte case, massime nel Cam-
la morale, la logica, la
filosofia po di fiore. Poterono a ciò con-
rettorica, le matematiche ebbero tribuire le provvidenze de' prede-
cattedre riccamente dotate da lui. cessoii e perfino il clima felice <li
la lingua latina formò del pari la Delitiae Immani generis, Leo ma-
sua attenzione e le sue liberalità, xime, ter uni
così protesse le lingue orientali. I- Ut simul illuxere, interiere si-
stituì privilegi per gli studenti delle nini.
le une sottoposte alle altre GLO-VI buffonerie. Per altro sosteneva per-
che si leggono: Gloria, vita, saliis. fettamente lo scherzo, e se ne trae-
Il dotto monsignor Nicola Nicolai va con garbo. Fu inoltre tacciato
nell'opera intitolata Memorie, leg- : di parzialità e di ambizione.
gi ed osservazioni sulle campagne Eresse Leone X un ordine di
e sulV annona di Roma, tom. Ili, quattrocento cavalieri, che compra-
pag. 65 e seg. celebrò l'abbondan- vano il loro posto, e ne aveano
46 LEO LEO
(Inlln (lognnn la rendita di cento ]\Tonsignor Paolo Giovio scrisse la
scudi. Accrebbe il collegio de* cu- vita di questo Pontefice nel i ^4^5
biculari al numero di sessanta, e la quale dal Ialino fu trndolta in
degli scudieri al numero di cento volgare da Lodovico de Domeni-
quaranta. Rinnovò il battisterjo La- chi, e stampata in Firenze nel i55i :
ogni anno la camera apostolica pa- tomi, e col titolo: J^ila e pontifi'
gava quarantamila ducali d' oro. rato di Papa Leone X. Nel 182^
Quanto egli ebbe zelo e fece per la congregazione dell'indice de' li-
gli ordini religiosi è notato ai ri- bri proibiti pose tra questi tale ope-
s[)cttivi articoli. Non risparmiò né !'a, colle aiinolazioni e documenti
spese né cure per acquistare anti- inediti del conte Luigi Bossi. Molte
chi manoscritti e per procurare buone notizie riguardanti il ponti-
buone ed utili edizioni, massime ficato di Leone X trovanti in un
di Aldo Manuzio. Comprò per cin- latino dialogo di Raffaello Rrando-
queuìila zecchini un esemplare dei lino giunioredi Lippo fiorentino,
primi cinque libri di Tacito, che fattostampare nel 1753 in Venezia
furono tratti dall'abbazia di Cor- da Francesco Fogl lazzi, essendo in-
wei in Westfalia, e cui gli recò An- terlocutori il cartlinal Alessandro
gelo Arcomboldo. Ne allidò la stam- Farnese poi Paolo III, e Alberio
pa a Ceroaldoil giovane, con un bre- Pio conte di Caipi. Da ultimo l'ec-
ve che pronunziava contro ogni con- cellente storico cav. Audin, autore
traffazione la pena di scomunica di altri importanti lavori storici,
lalae sententìae , un'ammenda di nel 1844 li^ pubblicato in Parigi
duecento ducati e la confisca del- VLIisloire de Leon X etc. in due
l'opera. Uno stampatore impruden- volumi. Vacò la santa Chiesa un
te per nome JMinuziano incorse in mese e sette giorni.
tali pene e fu obbligato di transi- LEONE XI, Papa CCXLIT. Ales-
gere con Beroaldo. Leone com- X sandro Otiaviano de Medici dei
poneva assai bene in poesia; le principi d'Ottaiano, nacque in Fi-
sue lettere si leggono con piacere. renze nel i535, da Ottaviano de
Di lui abbiamo delle costituzioni e jMedici e da Francesca Salviati fi-
no. In Parigi nello stesso tempo si allorché contratta per la sua com-
pubblicarono colle stampe, Lacry- plessione delicata ed avanzata età
mae in obitii Cleinentis Vili, et un'infermità nel prender possesso,
gaudia in asswnptione Leoni s XI, fu poco dopo costretto per la feb-
da Giovanni Calvello e Y Orazio- ; bre a porsi in letto. Aggravando-
ne delle allegrezze per la creazio- si il male, e divenendo pericoloso,
ne di Leone XI, da Matteo Bac- tulli i cortigiani l'importunarono
cellini. a conferire il suo cappello cardi-
La prima cosa che fece Leo- nalizio al nipote, giovane di età,
vOL. xxxvni. 4
,
DO LEO LEO
ma ti' illibati costami, e da lui te- invanito, e per le belle sue quali-
neramente amato. Egli però si mo- tà, fu generalmente compianto.
strò in ciò tanto alieno, che facen- Venne sepolto nella basilica vati-
dogli eguali premure il confessore, cana, pronunziando ne' suoi fune-
lo licenziò perchè negli estremi rali l'elogio Pompeo Ugonio. Il
i6o5, quando appena contava ven- motto: sic fiondi, c^ax aggiungere-
tisei giorni di pontificato, e set- mo, che nel suo possesso i fioren-
tanta anni di età. Fu scritto da tini in principio della via de'Ban-
alcuni, fra' quali il cardinal Du Per- chi avendogli eretto per ordine di
von in una lettera al re di Fran- Pietro Strozzi un arco trionfale,
cia, e il Doglioni, che una rosa nella sommità vi era l'arma del
attossicata datagli nella funzione del Pontefice adornata con molti frut-
suo possesso gli avesse cagionato ti al naturale, sopra della quale
la morte; ma dal suo cadavere era un mazzo di rose, come im-
aperto si conobbe che la sua mor- presa usata da lui, col moto sic
te era stata naturale, come atte- fiondi, '\tt mezzo delle statue signi-
stano molti contemporanei
storici ficanti l'abbondanza e la fama.
riferiti dal Muratori, Annali d'Ita- Oltre i biografi delle vite dei Pon-
lia, ad an. i6o5. Leone XI fu di tefici, trovasi suo elogio nel
il toni.
presenza grave, ma grata; di co- Ili, p. 320 degli Elogi degli uo-
stumi e di virtù popolari ; liberale, mini illnstri toscani. Vacò la ro-
magnifico, affabile, politissimo nel mana Sede dieciolto giorni.
\eslire e nell' abitazione ; divoto LEONE XII, PapaCCLXII, chia-
senza poche lettere,
scrupoli; di mato prima Annibale della Genga,
ma amatore degli uomini eruditi; nacque nel castello della Genga, go-
grato a tutti pel candore del suo verno e diocesi di Fabriano, a'22
animo ingenuo, e nemico delle fin- agosto 17G0, dal conte Ilario, e
zioni sì nelle parole che nelle o- dalla contessa Maiia Luigia Peri-
pere. Nella sua famiglia domesti- berti di Fabriano. Della nobile ed
ca ebbe uomini dotti e letterati antica famiglia de' conti della Gen-
che facendogli onore, in certo mo- ga, signora del castello di tal no-
do e umanamente parlando, con- me ; della flimiglia Periberti, e
tribuirono alla sua elevazione. Ne- delle notizie di Annibale dalla na-
mico delle innovazionij confermò scita all'assunzione al pontificato,
le provvidenze de'suoi predecesso- ne trattammo all' articolo Genga
ri, come il governatore di Roma, Famiglia [Fedi). Laonde solo qui
cui raccomandò amministrare la diremo, che Annibale cavaliere ge-
giustizia senza l'estremo della se- rosolimitano, fatto successivamente
verità. Non avendolo l'esaltazione da Pio VI cameriere segreto pur-
LEO LEO 5i
tecipante, cauonico di s. Pietro, Ciò non gli impediva di applicare
prelato domestico, arcivescovo di con indefesso zelo all' esei'cizio dei
Tiro in partibiis, vescovo assistente suoi doveri, massime nella delicata
al soglio pontifìcio, e nunzio prima ed importante carica di vicario di
di Colonia al trattato del Reno, Roma. Intanto morì il magnanimo
in progresso fu incaricato di so- ed immortale Pio VII a'20 agosto
prainteiidere alle missioni dell' In- 1823, e dopo celebrati i funerali
ghilterra ed a quelle dell'Olanda ,
novendiali alla di lui grand'anima,
a fungere le veci del nunzio di i cardinali entrarono nel conclave
Baviera, oltre frequenti ed impor- ai 2 di settembre, il quale non al
tantissime commissioni rammentate Vaticano, ma nel palazzo apostoli-
al citato articolo. 11 successore Pio co del Quirinale per la prima
VII lo trasferì alla nunziatura volta ebbe luogo , ed al mo-
straordinaria della dieta di Ratis- do che ampiamente dicemmo al-
bona, incaricandolo poscia di por- l'articoloConclave [Vedi). È da
tarsi in diversi luoghi di Germa- avvertirsi che alla morte di Pio
nia, ed a Parigi per particolari com- VII il sagro collegio era composto
missioni, avendo sempre seco il di cinquantatre cardinali ,
quaran-
conte Tiberio Troni d' Imola per tanove de' quali si portarono al
uditore zelante, istruito, pieno di conclave; non v'intervennero car- i
palmenle in un' epoca che per le terzi del sagro collegio non com-
noie vicende tutto il governamenlo preso il candidato. Il sagio collegio
civile ricevette un nuovo impasto, nella maggior parte restò malcon-
derato, che continuasse collo stesso otto allo scrutinio e due all'accesso
mezzo del cardinal Consalvi il me- della sera. Si narra che il cardi-
desimo sistema di governo e di nal Castiglioni per l'eminenti sue
colitica ecclesiastica : tutti i cardi- qualità avrebbe goduto il favore
nali erano animati da mire saggie, anco del primo partito, non se si
pose gli occhi sul cardinal Antonio italiana, ossia del primo partito, a-
nella, già nunzio di Vienna, uomo pa- si all' elezione, e venendo da es-
della Genga, che lo spirito de'ro- sera ; quindi avendone raccolti tren-
mani designava per Pontefice nel- taquattro con quello del francese
in tallo venga, preghi che scelgasi all'altro partito, nella seguente mat-
il della Genga. 11 secondo compo- tina fu eletto Papa nello scrutinio,
sto d'italiani e stranieri era tutto nella cappella Paolina del Quirina-
propenso pel cardinal Francesco le. Inoltre in questo n'ebbero uno
Saverio Castiglioni di Cingoli, pe- i cardinali Somaglia decano. Pacca
nitenziere maggiore, che con petto sotto decano, e Bertazzoli; due n'eb-
sacerdotale erasi opposto al gover- bero i Arezzo e Rusconi,
cardinali
tre doti. A'21 settembre il cardi- nome di Pio VITI {Fedi). Qui
nal Albani in nome dell' Austria noteremo che i cardinali che in
die la Form ri le esclusione pel pon- questo conclave ebbero in ogni
gi, COSI de Gregorio; mentre Ca- zia. Portatosi Leone XII nella
54 LEO LEO
guila eiezione nella pei^son» del car- costume Leone XII osservò in tutto
dinal Annibale della Genga ch'erasi il suo pontificato con altrettanti
imposto il nome di Leone XII: alle convalescenti degli ospedali, e nel-
acclamazioni del popolo fecero eco r anno santo con dodici pellegrini,
le artiglierie di Castel s. Angelo, presi,cornei precedenti, dall' arci-
e tutte le campane diRoma. Welle confraternita della ss. Trinità dei
ore pomeridiane il Papa col tre- pellegrini. Più tardi l' arciconfra-
no nobile, avendo seco in carrozza ternita ne mandò sei soltanto, e gli
i cardinali Somaglia e Pacca, si altri sei li mandarono i parrochi
portò nella sagrestia della cappella di Roma alternativamente ; in man-
Sistina del Vaticano, passò ad essa canza degli uni o degli altri si pren-
vestito degli abiti sagri pontificali, devano i poveri delle pubbliche
e dai cardinali ricevette la secon- strade. Oltre i dodici individui era
da adorazione ; quindi in sedia ge- commensale un sacerdote stabile
statoria fu trasportato nella basi- mentre altro leggeva. Dopo il pran-
lica vaticana, dove dal sagro colle- zo ricevevano una medaglia di ot-
gio gli fu resa la terza dopo la , tone benedetta, e di argento quan-
quale per la prima volta dall'al- do li assisteva il Papa, giacché le
tare papale Leone XII compartì altre volte prestava assistenza alla
air immenso popolo l'apostolica be- mensa il prelato elemosiniere, ch'è
nedizione. Il Papa avea allora ses- sempre arcivescovo in partibus. Nel
santatre anni, e dichiarò di essere giorno precedente, nel cortile di
nato alla Genga feudo di sua casa, Belvedere, Leone XII fece distri-
rea si chiamò spolelinoje ritenne le buire un paolo ad ogni povero
prefetture delle congregazioni della che vi accorse; fece rilasciare tutti
sacra inquisizione, della visita ape- i pegni ch'erano al monte di pie-
stolica, e della concistoriale, secon- tà dal primo gennaio sino ai sette
do il costume de' suoi predecesso- paoli ; distribuì cento doti di scudi
ri. A' 5 ottobre ebbe luogo nella trenta l'una ad altrettante zitelle,
basilica medesima la solenne sua ed alle concorrenti che non erano
coronazione, preceduta dalla ceri- uscite al bussolo fece somministra-
monia del bruciamento della stop- l'e cinque scudi per cadauna; inol-
pa, e della celebrazione della mes- tre volle che si dispensassero co-
sa pontificale; il cardinal Ruffo pri- piosi biglietti per pane e carne alla
llo diacono impose capo di
sul classe indigente, e diminuì alcuni
Leone XII il triregno gran
nella dazi. Emanò
poscia diverse prov-
loggia di quel sontuoso tempio, videnze, che dimostrando la sua
dalla quale il Pontefice diede la giustizia fermezza e sollecitudine
,
LEO LEO 5^
Cazzoli, Vincenzo Martanl già suo carrozza dai cardinali Bardaxy spa-
conclavista, e Luigi Frezza poi car- gnuolo, e Clermont-Tonnerre fran-
dinale: il primo colla qualifica di cese ; intuonò il Te Deum, e col
coppiere, secondo di segretario
il ss. Sagramento die la benedizione.
ta. A' l'è ottobre si recò d'improv- cardinal Antonio Pallotta favorito
viso all'ospizio apostolico di s. Mi- dal cardinal Severoli, fu nominato
chele a Ripa, come poi fece in molti per la sua energia e zelo, legato a,
LEO LEO 5j
gati materie ecclesiastiche di
delle ne la chiesa de' ss. Apostoli pei so-
Roma, ed invocò la di lui genero- lenni funerali. In questo tempo vi-
sità a prò loro. IMa la gioia pro- sitarono la capitale del cristianesi-
vata dal cardinal Consalvi per si mo quattro piincipi reali, cioè i
nenti qualità. Finalmente a' i3 giu- cembre 1823 in cui fu tolta, ec.
gno prese il solenne possesso delia Il Papa amando la residenza del
LEO LEO 5:.)
Valicano, ad abitarlo
vi si portò ria INIaggiore, ed alla piazza Latc-
e per fama notissimi. In quanto ai alla testa del quale si pose il car-
deute delle scuderie papali col mae- tor, relativi all'apertura della sagra
stro delle medesime, le guardie no- intimata come dicemmo da
visita,
bili, i camerieri di onore del Pa- Leone XII per detto giorno. Do-
pa, sì di spada e cappa che in po aver dato il Papa termine alla
ubito paonazzo il capitano della , funzione colla sulenne benedizione
guardia svizzera, monsignor Ber- che comparti dalla gran loggia la-
iietti governatore di Roma avanti teranense al foltissimo popolo che
la croce pontifìcia sostenuta da mon- lo acclamava , in sedia gestatoria
signor crocifero pure a cavallo. In- ili trasportato nella camera de' pa-
di procedeva la carrozza nobile col lamenti o sagrestia della basilica,
Pontefice, e i cardinali Somaglia dove commise al cardinal Zurla vi-
e Pacca, col seguito delle guardie cario di Roma e presidente della
nubili, carabinieri, dragoni, carroz- sacra visita apostolica, il prosegui-
ze palatine e cardinalizie. Il tre- mento degli atti dell' apertura della
no in mezzo a
ed acclaman- folto medesima, il quale il cardinale ese-
te popolo percorse le vie che guì nella mattina seguente. Quindi
dal palazzo conduce a santa Ma- Leone XU parli dalla basilica, pas-
Go LEO LEO
sì) tra gli evviva di gioia dei ro- l'occhio ed il braccio del governo,
mani al Quirinale, donde fece ri- per condurre e mantenere i popo-
torno al palazzo vaticano. La me- li nell'abitudine dell' industria mo-
daglia coniata pel possesso, e di- rale della religione.
stribuita dal Ponlefìce sedente ia Leone XII portò quindi la sua
trono ai cardinali nella tribuna la- vigilanza persino alla celebrazione
teranense, facendo tal distribuzio- delle pontificie funzioni, accrescen-
ne le veci dell'antico presbiterio, fu done il decoro in diversi modi, e
incisa da G. Cerbara. Da uu lato col contegno esemplare ch'esigeva
rappresentò il Papa in mozzetla e da lutti quelli che vi avevano luo-
sloia, con l'epigrafe in giro: leo xii go, che sorvegliava col suo occhio
PONT. MAX. Ali. I. Nel rovescio il cali- linceo : nella cappella Sistina del
ce, il triregno, le chiavi, in significa- Vaticano fece fare una muta di
to tiella creazione, coronazione e pos- candellieri con sua croce, di me-
.vesso pontificio, insegne iliuniinatedai tallo inargentalo, ed ai penitenzie-
tali emblemi. Inoltre eravi questa i- zioni che celebra il Pontefice, do-
scrizione : EtECT. coROiv. poss. xxviii. nò a cadauno tre pianete di da-
V. XIII. SErX. OCT. JUN. MDCCCXXIII. masco con trine d'oro, una bian-
MDCccxxiv, corrispondenti alle tre ca, l'altra rossa, la terza paonazza.
«poche nominale. Esistendo nel lo- IN'el giovedì e venerdì santo rijiri-
cale degli antichi e pubblici gra- stinò i pranzi dei cardinali. In que-
nari a Termini, un deposito di sto tempo il re delle due Sicilie
mendicanti postovi da Pio Vii per Ferdinando I inviò a Roma il p.
liberare Roma dagli oziosi accat- Porta da Cuneo cappuccino ve- ,
toni, Leone XII pensò farne una scovo di Termopoli iti parlibus e
casa d'industria per dare lavoro suo confessore, per determinare il
ai poveri; a tale eifetto ne visitò governo pontificio a desistere sulla
il locale, e con un njoto- proprio questione dell'antico tributo della
stabili le cose per regolare lo sta- Cìiinea [Fedi), e relativa solenne
l)ilimento, <;he poi prese forme più protesta che il Papa faceva nel
stabili , ed ora è ia pia casa od giorno della festa di s. Pietro, co-
ospizio di s. Maria degli Angeli. me Ed il Ponte-
tuttora prosiegue.
Con piacere ricordò poi la memo- fice credettebene spedire a Napoli
rata e l'emanato moto-pro-
visita, il p. Lodovico Micara da Fiascati,
dimostinndo quanta parte a-
jtrio, cappuccino e predicatore apostoli-
xeano i poveri nel suo cuore ; anzi co, suo aulico amico, per chiedere
l)er conoscerne i loro veri bisogni, al re spiegazioni piri estese. In di-
e [irovvcdcie ponderatamente senza versi tempi Leone XII spedì per
disordine al grave argomento, cre- importanti affari in Baviera, Vien-
deva indis[)ensabile di ripristinare in na e Milano il conte Tiberio Tro-
i'ionia le auliche maestranze, ossia- ni già suo uditore in tutto il lun-
no Unwersiià arlistiche [Vedi). Pru- go tempo che amministrò gli affari
denti e vantaggiose istituzioni ch'e- ecclesiastici di gran parte della
gli avea veduto anche in Germa- Germania, ed in segno di ulìetto
nia giustamente riguardarsi come e di verace stima \o decorò dei
LEO LKO fu
nobilissimo ordine di Cristo, dichia- vescovo di IMenfì Abramo Cha-
randolo di esso cavaliere. Leone sciour di Taafa, alunno del collegio
XII incaricò il medesimo conte Urbano, il più grande impostole,
Troni dell'acquisto da Ini fatto in che poi ricevette la punizione che
Venezia, della sceltissima raccolta si meritava sagacemente lu dato
:
a cagione de' suoi talenti e fama per la venerazione che nutriva pel
eli' erasi procacciata, sebbene teo- i Papa, e per la protezione che spie-
logi romani sino d'allora facevano gò il console francese Drovetti, per-
gravi rimarchi alle sue opinioni e chè la congregazione di propagan-
dottrine breve fu la sua dimora
: da fide avea munito Chasciour d'u-
nell'alma città. Frattanto lo zelo na commendatizia dell' ambasciato-
del Papa per l'amministrazione del- re di Francia. Il p. Canestrari ri-
za, massime pei detenuti per de- signor Capraiio segretario della
biti che pagandoli li liberò; pre- congregazione di propaganda, che
miò il diligente servizio, minac- pel gran zelo della propagazio-
ciando i punì
trascurati : quindi ne della fede erasi illuso, e la-
ual Severoli, che vuoisi esercitasse mento. Dipoi Leone XII visitò
qualche influenza sull'animo del r Unii'ersità Romana [Fedi), ec-
Papa, onde si disse che d'allora in citò i professori a prestare con ze-
poi Leone XII si governò da sé. lo l'opera loro, aumentando il loro
Fece perciò prò datario il cardinal onorario : ivi istituì i due collegi
Pacca, camerlengo di s. Chiesa il filusollco e filologico , oltre il col-
^
LEO LEO 63
legio medico chirurgico da lui superba di contare ne' propri fa-
ampliato. Mentre poi una sera nel sti nove Papi degnarono che si
ta. Acciocché niuno penetrasse la co- celebri in Grecia per tanti prodi-
sa , dopo un'ora di notte, copren- gi d'arte simbolo
e d'ingegno, e
dosi capo con cappello nero ec-
il di que'venturosi successi che il suo
64 LEO LEO
(In; il secondo fu il p. Lodovico ne cristiana di Firenze, e Angetc»
Rlicara di Frascati minislro gene- d'Acri cappuccino; cose tutte che
rale de' cappuccini e predicatore narrammo al citato articolo Anno
apostolico, chenon pubblicò riser- Santo, ove pur dicemmo quali
bandolo in petto, al presente de- personaggi reali assisterono all' a-
cano del sacro collegio. Finalmen- pertura della porta santa ; e della
te a'24 dicembre Leone XII apri rosa d'oro benedetta donata alla
solennemente la porta santa della regina vedova di Sardegna Maria
basilica vaticana, e die incomincia- Teresa d'Este, a mezzo del prelato
nienlo al tanto contrastato giubi- lifag-^iordoriio (^Vedi). Incominciato
leo, colla massima tranquillità, ad l'anno santo sotto felicissimi auspicii,
onta dell' immenso numero degli ilPapa se ne compiacque con lo stesso
spettatori che portaronsi a vedere corpo diplomatico, allorché questo gli
l'apertura delle porte sante, delle presentò suoi omaggi
i al principio
quali parlammo nei voi. Vili, p. del nuovo anno i825; e ben avea
202 e seg., e XII, p. 201 e seg. ragione di dimostrarlo, come quel*
del Dizionario, compresa quella lo che pieno di fiducia nel divina
della basilica di s. Paolo, sebbene aiuto, ed animato dallo spirito a-
distrutta questa dal terribile incen- postolico, fermamente avea soste-
dio del luglio 1823. Terminata la nuto la celebrazione dell' universa-
funzione, Leone XI l colmo di pia le giubileo, contro i diversi calcoli
soddisfazione, nello spogliarsi dei timorosi di potenti A'25 politici,
e la regina delle due Sicilie; bea- marzo Leone XII pubblicò la boU
tificò solennemente
Giuliano di fr. la controia setta dei ^/«rtìrton (^e*
5. Agostino , Alfonso
francescano di) , riprovata anche dal predeces-
Rodriquez gesuita, Ippolito Galan- sore Pio VII nella bolla emanata
tini fondatore della congregazio- contro la sotta de' Carbonari {/'e.-
LEO LEO 65
di), facendo poi procedere cojilio vate nelle fondamenta delle porle
quelli che vi appartenevano. Qoin- sante, collocatevi nel i^J^- Per
di a' 2 1 di detto mese il Pa- la duchessa poi di Berry, nuora
pa nel concistoro de' vescovi fece del vedova del suo figlio, e
re,
la quarta promozione di due car- madre Enrico duca di Bordeaux,
di
dtnali ; cioè Gustavo Massimiliano diede all'ablegato due beilissinìi ca-
Giusto de'principi di Croy-Dulmen mei in agata rappresentanti il ss,
della diocesidi Cambray, grande Salvatore e s. Pietro, e due reli-
elemosiniere di Francia, arcivescovo quie, una delle quali consisteva in
di Rouenj ad istanza del re di un pezzetto del legno del presepio
Francia; e d. Mauro Cappellari di Betlemme, e l'altra in un pez-
di Belluno, abbate vicario generale zetto della tomba del santo apo-
de'camaldolesi, che riservò in petto, stolo.
ed al presente regnante Pontefice Concordato fra Pio VII
Nel
Gregorio XVI. A premiare il valore, e Massimiliano Giuseppe re di
la moderazione, ed altre virtìi del Baviera (Vedi), quel Papa avea
duca d'Angouléine Luigi delfino di concesso al principe regnante e
Francia, e figlio del re^ qual be- successori cattolici, l'indulto di no-
nemerito generalissimo dell'armata minare agli arcivescovati e vesco-
francese che liberò in Ispagna Fer- vati; ed inoltre che il re avrebbe
dinando VII, e ristabilì la sua anche il gius di nominare ai deca-
autorità e l'ordine in quel regno, nati e canonicati ne' sei mesi detti
Leone XII in segno di solenne apostolici, mentre che per tre de-
soddisfazione gli spedi lo Stocco e gli altri sei mesi le elezioni dove-
berrettone henedelli [Vedi), che vano essere fatte dagli arcivescovi
soglionsi benedire dai Papi nella o vescovi, e pel resto del tempo
notte di Natale, ma da lui bene- da'capitoli. Ma una posteriore boi-
delti nella sua cappella segreta ai la dello stesso Pio VII del primo
3 maggio, giorno sagro all'Invenzìo- aprile i8i8 dichiarò, che i decani
ne della Croce; insegne che i ro- e canonici eletti dal re e dai capi-
mani Pontefici hanno sempre do- ioli dovrebbero rivolgersi, nei pri-
nato ai principi benemeriti della mi mesi dopo l'elezione, al Pa-
sei
Chiesa. Siccome monsignor Lodo- pa per ottenere l'instituzione cano-
vico Ancaiani parente di Leone XII nica. Quindi il re domandò a Pio
e figlio del castellano o comandan- VII che tale instituzione si potes-
te di Castel s. Angelo, fu dal Papa se in vece dare dagli arcivescovi
dichiarato ablegalo apostolico per e vescovi ; e siccome ciò non ven-
portare a Parigi la berretta caldina- ne ultimato in quel pontificato, il
lizia pel cardinale Croy, così Tinca- re rinnovate le istanze a Leone
ricò anche della presentazione dello XII ,
questi, memore di essere
stocco e berrettone al delfino, per stato presso di lui nunzio apostoli-
la cui moglie la delfina Maria co, di buon grado annuì alla do-
Teresa figlia di Luigi XVI, Leone manda, concedendo il privilegio
XII consegnò al prelato per dono personale agli arcivescovi e vescovi
lo stesso martello d'argento da lui bavari, di confermare le elezioni
adoperato nella apertura della por- del re e dei capitoli, dovendo poi
la santa, e quattro medaglie tro- i loro successori domandare alla
VOL. xxxviii. 5
,
66 LEO LEO
santa Sedo confeima dell'accor-
Id tarono per quanto andiamo a nar-
dalo privilegio. Durante la celebra- rare. Un giorno il Papa fece sa-
zione dell' anno santo, importanti pere al cardinale, che a momenti
notizie giunsero a Leone XII sulle lo sarebbe andato a visitare. Il
pa restò assai afflitto per l'inattesa prelati uditore della camera, go-
tnorte di Alessandro 1 imperatore vernatore di Roma, tesoriere ge-
di Russia. Il primo gennaio 1826 nerale, segretario di consulta, udi-
Leone XII ricevetto il corpo di- tore del Papa, ed un prelato segre-
plomatico, e lo accolse con parli- tario ; destinando tre oflìciali della
colari attestati di estimazione ; gli segreteria di stalo al disbrigo de-
espresse il suo paterno gaudio pel gli affari di questa congregazione,
felice esito del celebrato giubileo, A' 27 febbraio 1826 Leone XII
non senza fargli osservare, che istituì la commissione de'sussidii,
quelle persone, le quali si erano con chirografo diretto al cardinal
prime mostrate contrarie, a-
sulle Tommaso Riario Sforza, che di-
\evano finito col dichiararsene in- chiaro presidente, come dicemmo
teramente favorevoli; e per ultimo all'articolo Elemosineria apostolica
soggiunse protestarsi ben contento [Fedi). Dipoi a* i3 marzo Leone
e soddisfatto del concorso de'prin- XII tenne concistoro di vescovi,
cipi, e che Dio aveva fatto il re- e fece la quinta promozione di due
sto. Quindi a'5 gennaio Leone XII cardinali, pubblicandone prima due
istituì una deputazione centrale altri che avea anteriormente creali
sugli Ospedali di Roma [Vedi), e riservali in petto, cioè fr. Lo-
Aveva già intrapresa la visita per- dovico Micara , e il p. d. Mauro
sonale, sempre improvvisa, de' me- Cappellari sullodati. Gli altri due
desimi, volendo conoscere ogni cir- furono Francesco Saverio di Cieu-
coslanza dell' assistenza e cura de- fuegos-y-Jove-Llanos di Oviedo, ar-
gli infermi, gustando persino i ci- civescovo di Siviglia, e Gio. Bal-
bi e bevande pei' loro preparate ; lista Maria Anna Antonio de Latil
onde rendere più assidua e cari- di Frejus, arcivescovo di Reims, ad
tatevole l'assistenza di quello di s. istanza del re Carlo X che avea ,
LEO LEO 69
viatro sulla catledia tli s. Pielio una chiesa suo paese alla pub-
del
col nome
(li Gregorio XVI. « Que- blica venerazione. Dopo avere Leo-
5> ragguardevole a>sai per in-
sii, ne XII nel concistoro de' 3 luglio
» nocenza e gravità di costumi ; 1826 fatto arcivescovo di Raven-
» dottissimo specialmente nelle ma- na monsignor Chiarissimo Falco-
» terie ecclesiastiche, sì numerose nieri Mellini, e vescovo di Viterbo
» e lunghe fatiche pei" l'apostolica e Toscanella monsignor Gaspare
» Sede sostenne, che quanto sen- Bernardo Pianetti, ambedue li con-
" 7a prendere riposo valorosa- sagrò nella chiesa di s. Maria de-
« mente e con sommo applauso gli Angeli il Papa che regna creò
:
" per la stessa apostolica Sede egli poi due prelati cardinali.
i
7» LEO LEO
prefetto generale della congregazio- arcivescovo di Efeso, e suo elemo-
ne di propaganda y?rfe e sua stam- siniere segreto, intervenendo il Pa-
peria il cardinal Cappellari. E sic- pa pranzo che fu fatto nel mo-
al
come stabiTi al prefetto di propa- nastero della Chiesa di s. Gregorio
ganda l'abitazione nel collegio ur- {^Vedi), per la di lui consagrazione,
bano, recandosi Leone XII a dispen- come meglio a quell' articolo,
dissi
sare i premi agli alunni di esso in cui notai aver Leone XII con-
visitò l'abitazione che stava ridu- ferita la commenda delle tre con-
cendosi convenientemente, di che tigue cappelle al capitolo Liberiano.
ne trattammo all'articolo Collegio Intanto il Papa con moto-proprio
Urbano ove pur dicemmo
{^Fedi), de' i4 novembre 1826 istituì una
della pubblica conclusione che l'a- commissione sui Conser\'alorii di
lunno Paolo Cullen (ora rettore Roma [Vedi). A' i5 dello stesso
del collegio irlandese e cameriere mese il clero anglicano si riunì nel-
d'onore del Papa ) dedicò a Leo- la chiesa di Paolo di Londra,
s.
in ogni parte del mondo. Indi Leo- che fatti schiavi delle
nai pontificii,
ne XII dichiarò nunzi, monsignor potenze barbaresche di Algeri, erano
Luigi Lambruschini arcivescovo di stati liberati per istanza del re dì
Genova, di Parigi; monsignor Fran- Francia. Essendo ritornato dall'Aia
cesco Tiberi arcivescovo di Atene, in Roma il conte di Celles con la
già uditore di rota, di Madrid ; e qualifica di ambasciatore straordi-
monsignor Alessandro Giustiniani nario e plenipotenziario per con-
arcivescovo di Petra, di Lisbona: chiudere un concordato religioso, nel I
dall'uditorato di rota promosse alla quale gl'interessi dei belgi e degli
carica di governatore di Roma olandesi cattolici si accordassero
monsignor Marco- y-Catalan. Mon- con quelli del re de' Paesi Bassi
signor Giovanni Soglia lo nominò che doveva avere dei riguardi alle
,
Li:o LEO 73
pretensioni della vecchia Olanda ,
Cesco Burdett fece una proposta in
egli condusse per referendario e favore de'cattolici, riguardante l;i
del Papa, sebbene da dodici anni Monte Porzio, e desinò nel luogo
gli spagnuoli non dominavano più di villeggiatura del Collegio Ingle-
ni que luoghi, temporeggiava di ri- se : di ciò ne parliamo anche al-
cevere il nuovo nunzio monsignor l'articolo Frascati. Indi a' 2 r di-
Tiberi. In questo mentre il re di cembre Leone XII pubblicò il
Spagna Ferdinando VH mandò moto- proprio sulla amministrazione
in ambasciatore straordinario e pubblica, ed il riparto territoriale
ministro plenipotenziario il cav. dello stato ecclesiastico, di cui te-
Gomez Labrador, una delle prime nemmo proposito all' articolo De-
persone della diplomazia spagnuo- legazioni E LEGAZIONI APOSTOLICHE
la, ed il cardmal Cappellari fu DELIO STATO PONTIFICIO.
nominato dal Papa a trattare con Nel gennaio 1828 essendo stati
lui. Nel concistoro de' vescovi dei pi'oscritti gli armeni cattolici sta-
•^5 giugno, Leone XIT annunziò biliti in Coslaiilìnopoli [Vedi), al
la morte di Giovanni VI impera- modo che dicemmo in quell'artico-
tore del Brasile, re di Portogallo lo, per cui quasi quindicimila ar-
e degli Algarvi, dichiarando la sua meni furono ol)bligati a ritirarsi
verno imperiale francese aveva riu- tario di stato, essendo vicino a com-
niti al dominio dello stato. Ver- pire 84 anni di sua età, e per la
so lo stesso tempo il re di Bavie- sua salute di molto alterata, pre-
ra Luigi regnante ristabilì ne' suoi gò Leone XII ad esonerarlo dalla
slati alcuni monasteri di benedet- carica : il Papa accolse benigna-
tini, erano stati soppressi in
eh' mente le sue brame, e nominò se-
gran parte da suo padre. Il con- gretario di stato il cardinal Ber-
cordato pel ristabilimento del ve- netti, che avea nominato legato
scovato di Basilea venne rigettato apostolico a Ravenna, senza che
dal cantone di Argovia, ma lo ra- ancora vi si fosse recalo; quindi
tificarono gli altri cantoni interes- a' 17 giugno il cardinal Bernetti
sali di Soleure, Lucerna e Zug. incominciò a fungere il supremo
Kel maggio 1828 sir Burdelt, ministero. Nel giorno precedente
benché non più appoggiato da Can- erano state pubblicate in Parigi le
ning defunto, fece alla camera dei regie ordinanze, con le quali ven-
comuni di Londia la proposta sul- nero ristrette le facoltà al corpo
l'emancipazione de' cattolici, pei episcopale sulle nuove scuole spe-
quali con grave eIo([uenza appog- ciali per gli affari ecclesiastici, giù
giò la domanda Brougham, ma concesse dal re defunto Luigi XVIU,
Peel si dichiarò contro di loro; ad istanza del metlesimo corpo e ;
seguendo le trattative per l'eman- alle cui case tornarono i loro figli
e vescicale, in modo che negli stessi triregno colle chiavi incrociate. Nel-
abituali e croniciincomodi ed ac- la cima sorgeva la gigantesca sta-
cessi ebbe sempre ed
emorroidali tua della Religione: nella parte del-
in ogni tempo ad emettere le sue la principale prospettiva, in grandez-
LEO LEO 79
duo cuscini e pioporzionalo triregno scalini. A pie di questi nelle quat-
nero dipinti molti emblemi sacri, sgabelli pei cardinali che ne'predet-
con due fame personificate e pian- ti ultimi tre giorni, in un al ce-
8o LEO LEO
torno la alla santa Setle la calma, ma Leone XII ripetè le proteste
Leone XII nel breve suo regno si de'suoi antecessori contro queste il-
salute, si può dire che governò fu sostegno dei poveri, degli infer-
sempre da sé stesso, occupandosi mi e de'prigionieri : principe fru-
del dettaglio d'ogni cosa ; dichiarò gale e modesto, e pieno d'integrità,
aperta guerra agli abusi, cercò d'ap- fu alieno dal nepotismo e dall' in-
plicare una salutare riforma ai di- grandimento de' suoi parenti ; e fu
versi rami della pubblica ammini- dalla morte rapito quando nella
strazione, s\ civile che criminale, vastità di sua mente molte cose
tanto sul giudiziale che sull'econo- andava disponendo per il bene del-
mico, ed ecco perchè alcune suede- la Chiesa, non meno che per la
terminazioni furono biasimate. Dap- prosperità dei sudditi. Studiò inge-
poiché essendo perfettamente irre- gnosamente l'abbellimento tanto di
prensibile riguardo alle cose religio- Roma che dello stato nelle strade
se, al dire di alcuni volle forse per pubbliche, negli arsenali di Ancona
rispetto alle cose amministrative es- e Civitavecchia, ed in altre opere da
sere piìi corrivo di quello che si lui intraprese pel maggior decoro
convenisse, spintovi dall'ardente bra- estrinseco della dominante e dello
ma che avea di fare il bene e la stato. In Roma edificò il Porto Leo-
felicità de' sudditi. L' umiltà sua, nino ( Vedi), per vantaggio della
come osserva il lodato monsignor regione di Trastevere e della città
liaraldi, gli fece talvolta esclamare Leonina. Nel palazzo di Papa Giu-
quando ammetteva alcuno al bacio lio stabilì una scuola e collegio
del piede: non ì)iihi, sed Petro veterinario, dove venivano raccolti
la sua mansuetudine e dolce con- da tutte le provi ncie dello stato
versare consolava e rapiva chi avea dei giovani abili a dedicarsi a questa
l'onore di trattarlo e visitarlo, co- utilissima scienza : ivi erano istrui-
re, a forma dei migliori di altri lennilà con treno nobile e pubblico,
luoghi. In questo edifizio volle sta- Leone XII fece fare la sontuosa e
bilito un locale per la mattazione ricca carrozza di cui parlammo al
nità. Leone XII dichiarò direttore coniata per apertura della porta
l'
82 LEO LEO
jfUAs . CoELi . ApERUtT; coii la fi- vaj l'altra spetta alla nobile fami-
gura della religione radiata sedente glia Lepri, distinta col nome di Cec-
sul globo, e 1' epigrafe Sedet Su- : . chignola vecchia , e già fu pioprie-
per Universum
. Anno Jubilaei . . . tà dei due Cecchigno-
Cenci. Delle
MDCCcxxv ; con l'incisione che rap- le monsignor Nicola Maria
tratta
presenta il Papa che chiude la por- Nicolai nel t. I, p. i83 e i85 del-
ta santa, e l'iscrizione: Et Clau- . le sue dotte Memorie, l^ggj^ ^^ os-
LEO LEO 83
pavimento clell'antica via Ardealina, Patavii typis Seminari! 1840. Que-
pavimenti di musaico , ruderi di sta opera viene giustamente loda-
sepolcri, molli dolii di terra cotta ta per la grazia e per la forza
ec, indizio di un'antica villa in que- di una latinità elegante ed ener-
sto luogo. Pio Vili avendo fatto gica; e le finezze di spirito famiglia-
restaurare il palazzo di Castel Gan- ri a Tacilo vi sono impiegale eoa
dolfo, luogo della villeggiatura pon- ingegno, oltre altri pregi. La san-
tificia, ivi fece trasportare dalla Cec- ta Sede vacò cinquanta giorni.
chignoia parte del mobilio e stam- LEONE, Pontefice finto. Corra-
pe incise, con cui Leone XII a- do Alberstadense nel suo Cronico,
\ea abbellito il casino della Cecchi- e "Vincenzo nel suo Specul. Just.
gnola. Nelle noie vicende del i83i lib. i4 > dicono che al Papa san
avendo la camera apostolica dovu- Felice II , che patì il martirio
to alienare diverse possidenze, ven- a' novembre dell' anno
22 365,
dette la Cecchignola Priorato alla successe un Pontefice della eretica
nobile famiglia Torlonia, ed il re- sella degli ariani, chiamato Leo-
stante del mobilio e slampe incise ne, che poi morì precisamente co-
che vi avea collocale Leone XII, le me l'eresiarca Ario; la qual co-
fece il regnante Pontefice traspor- sa non credono improbabile i Cen-
tare al palazzo pontificio di Castel turiatori di Maddeburgo. Ma non.
Gandolfo : ma il quadro della cap- facendone menzione né s. Girolamo,
pella della Cecchignola dipinto dal ne s. Agostino, né s. Oliato, né Teo-
Muziani, e rappresentante s. Fran- doreto, né Ruffino, né finalmente
cesco d' Asisi , fu trasferito nella altri e moderni scrittori
antichi
chiesa di s. Sebastiano fuori le mu- sembra manifesto che sia interamen-
ru di Roma, e collocato nella cappel- te fittizio ed immaginalo il Ponte-
la a mano manca dopo l'ingresso, in fice Leone, ed una vera favola. A
sostituzione ad un s. Carlo Borro- questa assegna qualche origine il
meo, perchè essendo ora la chiesa in ven. cardinal Bellarmino, De Rom.
custodia dei minori osservanti, era Pont. cap. II.
l'empio Fozio alla cattedra patriar- vilegio accordato nel io44 da Be-
cale di Costantinopoli. nedetto IX al patriarca di Grado.
LEONE, Cardinale. Leone car- LEONE, Cardinale. Leone car-
dinale diacono di s. Maria in Cos- gie del leone. Questo omaggio ve-
medin, si legge tra quelli di A- niva fatto con delle prescrizioni
lessandro II, il cui pontificato finì bizzarre, proprie de' bassi tempi, e
nel 1073. rinnova'vasi nelle feste di Natale, di
LEONE, Cardinale. Leone car- Pasqua e di s. Giovanni Battista.
dinale prete fiorì nel pontificato di Lallovette che scrisse nel 1576 la
s. Gregorio VII eletto nel 1073. storia genealogica delia casa di
Alcuni lo dicono creato cardinale Coucy, dice che quest'ordine ven-
diacono da Alessandro II, e che s. ne rinnovato da Enguerrando li
Gregorio VII lo trasferì all'ordine nel secolo XIII, sul cominciare del
dei preti. A lui si ribellò per aderire regno di s. Luigi IX re di Fran-
allo scismatico Clemeule III falso cia; e che anzi, secondo il p. He-
Pontefice. lyot, è forse assai più probabile
LEONE, Cardinale. Leone car- che Enguerrando II sia stato il
dinale vescovo d'Albano, creato da vero istitutore di questo ordine, i
Pasquale II del 1099, fu spedito di cui cavalieri portavano per in-
p Benevento col carattere di lega- segna equestre una medaglia d'o-
se LEO LEO
ro, in cui era rappresentata la fi- 26 dicembre 1812, gior-
rente, a'
gura di un leone. no onomastico della sua sposa Ste-
LEONE D'ORO d' Assia - Cas- fani;!, fondò quest'ordine militare
SEL, Ordine equestre. Lo istituì Fe- e cavalleresco, ed in memoria de-
derico II landgravio d'Assia - Cas- gli antichi e potenti duchi di Zah-
sel a'i4 agosto 1770. Sino al 18 16 ringen da cui discendeva gliene die-
l'ordine formava una sola classe, i de il nome. Formò gli statuti e di-
stra, e i corameudatori una croce rati nelle loro cose sacre, così i
daglia simile allo scudo della cro- più dalla sacra Scrittura che dal
ce : essi godono l' annua pensione gentilesimo, il quale forse anch'es-
di duecento fiorini, metà della qua- so lo tolse da egual fonte, per cui
le alla loro morte finiscono le ve- vediamo le figure de' leoni impie-
dove de' medesimi. gate nel tempio e nel trono di
LEONE. Animale fiaroca che Salomone. Similmente tra i quat-
per la sua forza è detto il re de- tro misleriosi animali mostrati da
gli animali. Gli autori sacri ne Dio al profeta Ezechiele, e poi
parlano sovente, anche in via di all'apostolo s. Giovanni, vi fu an-
similitudine. Il leone di Giuda è che il leone, onde la Chiesa appli-
Gesù Cristo sortito dalla tribù di cò le effigie de' quattro simbolici
Giuda, che vinse la morte, il mon- animali per esprimere i quattro e-
do, il demonio. In Grecia il leo- vangelisti, ed i quattro suoi prin-
sono nel principio della salita del nuto da quattro leoni, i quali han-
Campidoglio^ al quale articolo se ne no nelle branche la croce, ed una
fece menzione, dicendosi che dalla bambina, la quale in uno di essi
porta della chiesa di s. Stefano del sta rita in piedi colle mani alzate
Cacco de'silvestrini, ivi li fece si- verso il capo, e negli altri giace
tuare Pio IV. Nella chiesa di s. distesa in terra. La bambina egli
del secolo XV, Ladislao figlio di nisli o lionisti, perchè ebbero pi'in-
la quale aveva i piedi legati, quale sue virtù, ed invitollo colle più
portavano in petto pendente da un pressanti inchieste a venirlo tro-
nastro, qualificandosi per cavalieri. vare a Parigi : il santo si arrese,
11 p. Bonanni nel Catalogo degli e vi fu accolto con venerazione.
ordini equestri, a pag. LXVII ri- Al suo ritorno intese la morte fu-
porta la figura del cavaliere della nesta di Giona suo protettore, da
leonessa,ma lo confonde con quel- Conomoro spogliato del principato
supponendolo con-
lo dell'arcolaio, e della vita. Egli accolse e protes-
trario a Margherita e Ladislao. se Indualto, figlio dello sventura-
LEONIDA (s.), marfire. Filosofo to conte ; e senza temere lo sde-
cristiano, nativo di Alessandria, e- gno dell'usurpatore, si adoperò
gualtnente versalo nelle scienze sa- presso il re pel di lui ristabilimen-
cre e profane. Fu
padre di sette to nel paterno dominio. Non si sa
figliuoli, il maggiore de' quali fii l'epoca della morte di s. Leonorio.
il grande Origene, che educò egli Il suo corpo fu trasferito in una
stesso con cura speciale. Mentre la chiesa presso a s. Malo, che portò
LEO LEO 9'
)ioscia il suo nome. La sua festa è nell'anno 4^8 dell'era nostra se ne
celebrata al primo di luglio, e quel- impadronirono i maomettani d'A-
la della sua traslazione ai 1 3 d'ot- frica, dai quali fu poi liberata. La
lobre. sede vescovile fu eretta nel III seco-
LEONTINI o LENTINI, Leonti- lo, sotto la metropoli di Monreale.
ni seu Leonlium. Città vescovile an- S. Neofito è il primo vescovo co-
tichissima del regno delle due Si- nosciuto, che ne occupava la sede
cilie, Val
nella di Noto presso la l'anno258 circa; a lui successe s.
riva del fiume Lisso influente del Tra di lui successori no-
Piodippo. i
Si dice edificata dai calcidesi, es- questa epoca non si conoscono più
sendo gli edifici moderni di buon altri vescovi di Leontini. F'. Rocco
gusto, tutti quasi eretti dopo il Pirro, Sicilia sacra lib. II, pag,
teiremoto dell'anno 1693 che ro- 44'-
vinò la città. Possiede diverse chie- LEONTOPOLI. Sede vescovile
je, ed in quella de' cappuccini so- di Egitto nella seconda Augustamui-
novi due tavole dipinte dal Tin- ca, sotto il patriarca di Alessandria,
toretto e dal Bassano. I campi leon- eretta nel quinto secolo, che poi
tini fra il Teria e l'Erice sono famo- divenne metropoli ed ebbe seguen- i
no èuno dei più fertili della Si- treus, Heliopoli o Matarea, Bu-
cilia. Questa antica città di origine basta o Basta, Carbetus o Phar-
greca,, portò secondo Diodoro il betus, Babylon, Scena Mandrorum,
nenie di Xulhia,o almeno così chia- Thoum, Antithoum, Scia, ed A-
mavasi il piccolo paese ove fu e- rabias. Questa città fu chiamata
dificata, e che sembra aver appar- città de' Leoni ,
Leonuni civitas ,
rie delle guerre tra' romani e car- i quinto concilio generale e fu uno
lagiuesi è molto nominata. Di poi di quelli deputati ad invitarvi il Va,-
, ,
9^ LEO LEO
pa Vigilio. Oriens chrìst. tom. II, to pose un monastero che divenne
p. 554. poi celebre. S. Leonzio di Frejus
LEONTOPOLT. Sede vescovile si annovera fra i vescovi delle Gal-
di Isauria nella diocesi di Antio- lie, a cui Papi s, Bonifazio I e s. Ce-
i
cia, alla città della quale si vuole tanti. Mori circa l'anno 4^2, ed è
che r imperatore Leone gli dasse onorato il i.° dicembre. Gli è stalo
il proprio nome. Dalla legge 4>/"' dato talvolta il titolo di martire, e
ris graec. rom. p. 227, pare che fu eziandio confuso con Leonzio
fosse eretta in metropoli dall'im- d' Arles e con altri vescovi dello
peratore Marciano. Ne furono ve- stesso nome.
scovi Zaccaria che sottoscrisse il LEONZIO II (s.), vescovo di
VI ed i canoni
concilio generale Bordeaux. Uscito d' uno dei più il-
alcuni altri vescovi, portò querela sua gioventù nella guerra contro i
contro Fozio innanzi al Pontefice visigoti, in Ispagna e nella Gallia
iSlefano V detto VI. Oriens christ. Narbonese. Sposò Placidina, la qua-
t. II, p. 102 1. Leontopoli , Leon- le contava tra' suoi maggiori s. Si-
lo, da Pio VII nel concistoro dei a loro pastore dopo la morte di s.
23 agosto 18 ic) traslato alla chie- Leonzio I detto il Vecchio, verso
sa vescovile di s. Lodovico di Ma- l'anno 541. D'allora in poi non ris-
ragna no. guardò egli Placidina che quale so-
LEONZIA (s.), martire. Sofferse rella; ed impiegò i suoi considerabili
il martirio in Africa, sotto Unne- beni a costruire e a dotare un gran
rico re de' vandali, nell'anno 4^4j numero di chiese. Assistette al se-
in compagnia di s, Dionisia, s. Dati- condo ed a! terzo concilio di Pa-
va, s. Terzio, s. Emiliano, s. Boni- rigi, tenuti negli anni 55 1 e 557-
facio, s. Maiorico ed altri. Il marti- Ne radunò egli pure uno della sua
rologio romano ne fa menzione provincia a Saintes nel 565, e mo-
sotto il giorno 6 di dicembre. ri circa questo leni pò. È onorato
LEONZIO (s.), vescovo di Fre- a Bordeaux ai i5 di novembre;
jns nella Provenza. Nacque a Ni- ma non si trova il suo nome nei
iiies nella Linguadoca, ed ebbe a martirologi.
fratello s. Castore vescovo di Apt. LEONZIO , Cardinale. Leonzio
Innalzato all'episcopato, si distinse prete cardinale del titolo di s. Su-
per le più esimie virtù. Indusse s. sanna, fu uno de' cardinali che tro-
Onoralo, suo amico, il quale vo- vossi nel 761 al concilio celebralo
leva menare vita solitaria, a stan- dal Pontefice s. Paolo I.
diletti del mondo, nutrendo l'ani- salvare gli avanzi. Alla morte del-
ma sua coll'orazione, versando lar- l' imperatore Enrico V, avvenuta
ghe limosine in seno ai poveri , e nel 125, molti elettori volevano
I
94 LEO LEO
dovette gnerieggiare cogli eserciti siste in una croce o stella a otto
fiancesi, ed
capo di essa 1' im-
il raggi smaltati in rosso, con intor-
pera loie Francesco I, con mirabile no un filetto bianco. Sulla faccia
accorgimento, non ommise cosa al- della croce sono incise le lettere
cuna per mantenere ne' sudditi la inizialiF. I. A. cioè Franciscus :
conomiche che reggono al presen- to. Gli altri pubblici edifizi sono
te le proprietà di questa nazione. la cattedrale cattolica, con cupole
11 provvido governo immediataraen- e torri assai alte; il palazzo del-
LEO LEO 97
l'arcivescovo armeno, che per la sua lontana al sud trovasi nel piccolo
elegante architettura ed elevata si- villaggio di Winika la magnifica
tuazione è uno de' più belli orna- fabbrica imperiale del tabacco. Fu
menti della città; un gran nume- questa città presa da Casimiro III
io di chiese per le diverse comu- detto il Grande, re di Polonia, nel
nioni nove conventi, uno de'qua-
;
1340, e dipoi assediata da Chmi-
capo de' cosacchi 1' anno
li, quello de'domenicani, possiede nieski ,
una bella chiesa eretta sul model- 1648. Nel i636 si difese corag-
lo di quella di s. Carlo di Vien- giosamente contro i russi; ma nel
na, e rinchiude mausoleo della
il 1671 i turchi la misero a contri-
madre dei conti Borowski o Bor- buzione. Carlo XII re di Svezia
kuski, opera del celebre Torwald- la prese di assalto nel 1704, e vi
zione pubblica vi conta una uni- Benefico. Nel 1773, al tempo del-
versità fondata nel 1782, un gin- lo smembramento della Polonia,
nasio, una scuola principale ed , Leopoli col suo palatinato passò
altre luterane ed ebree. Dal 1827 sotto dominio austriaco. Nel
il
gno 1834 monsignor Francesco Sa- vescovo è tassato nei libri della came-
verio de' principi di Luschin, Iras- ra apostolica in fiorini cento, corri-
lalandolo da Trento. Di poi il me- spondenti ai fruiti della mensa, qua-
desimo Pontefice, nel concistoro del li ascendono a circa sedicimila fiorini
primo febbraio i836, dopo aver d'argento di quelle parti all'anno.
LEO LEO 99
LEOPOLI ( Leopolien Armeno- la totale estinzione io questi anni
in Leopoli [Vedi), capitale del re- Leopoli non avea che scudi cin-
gno di Galizia. Gli armeni furono quanta di provenienti da
rendita
chiamati nella Russia, nella Galizia, un censo, e duecento annui
scudi
e Lodomiria o Uladimiria dai princi- gli erano somministrali dalla sacra
pi di quei luoghi, perchè fossero loro congregazione di propaganda fide.
di aiuto nelle guerre che sostenevano. L' imperatore d'Austria Francesco
Finite queste, e concessa loro la liber- I, come re di avendo ot-
Galizia,
rendere conto alla congregazione seppe II, era vescovo di rito greco-
di propaganda fide a cui il colle- ruteno di Leopoli e di Kamenec
gio appartiene nella sua integrità. Leone Lodovico Szeptychi basilia-
Non esiste ne ha mai esistito il no della diocesi di Premislia, fatto
detto collegio presso i mechitaristi vescovo nel i
749 e coadiutore del
viennesi. suo metropolitano a' 20 dicembre
LEOPOLT, HALTCU e KAME- 1762. Ne furono di lui successori,
NEC {Leopolien, Halicien et Carne- nel 178-2 Pietro Bielonski ; nel
ceri riuheni rilus). Arcivescovati u- 1799 in vescovo di Leopoli, Hali-
niti di rito greco-ruteno, la cui se- cia e Kamenec uniti, nella Galizia
de dell' arcivescovo è in Leopoli Polono-Austriaca, Nicolò Skorodyn-
[P'edi), capitale del regno di Ga- ski della Galizia orientale. Primo
lizia. La sede vescovile greco-rute- arcivescovo poi di Leopoli, Halicia
na di Leopoli fu eretta nel secolo e Kamenec uniti di rito greco- ru-
XIII; il vescovo di Leopoli venne teno, fu fatto l'odierno monsigno-
all'unione quasi un secolo dopo de- re Michele Lewicki di Pokucia
gli altri vescovi ruteni, che come traslato da Premislia agli 8 mar-
si disse all'articolo Kiovìa [Vedi), zo 18 16, per breve di Pio VII e-
di cui era suffraganeo, essi rientra- raanato a mezzo della sacra con-
rono nella comunione cattolica sotto gregazione propaganda Jide. A
di
fermi nella loro divozione ed ob- vadia, sulla costa settentrionale del
bedienza alla suprema Sede apo- golfo del suo nome presso al suo
stolica di Pietro, Gli avvenimenti ingresso, chiamata pure Ainahakht
religiosi eh' ebbero luogo non è , o Enebachle. Giace sul declivio di
guari tempo, in uno stato confi- una collina di forma conica, distan-
nante colla Galizia, danno un'al- te trentotto leghe da Atene, e qua-
tissima importanza a questo pre- ranta da Jannina. Considerata co-
zioso documento, che può leggersi me già facente parte dell' impero
nel voi. Xir, p. 439 e seg. degli turco, fu il capoluogo di un san-
Annali delle scienze religiose, che giacato. Cinta di alte mura in cat-
si pubblicano in Roma. Nel voi. tivo slato, ha due sobborghi, una
XV de' medesimi Annali si ripor- fortezza posta sopra un' altura, ed
ta a p. 1)5 il breve Perlaliim ad un piccolo castello i-ovinoso. L'at-
nos est exempluni , del Papa Gre- tacco di questa piazza era assai dif-
gorio XVI, die 17 julii 1841, di- ficile prima dell'uso del cannone.
retto al rispettabile arcivescovo Le- Nel i4o8 obbediva all'imperatore
wicki, encomiandolo per l'encicli- di Costantinopoli, ma Emmanuele
ca e per la sua unità cattolica. la cedette a' veneziani, dai quali
Comunicando il prelato a' suoi dio- fu posta in tale stato di difesa che
cesani tal breve pontificio, lo ac- i turchi nel i^'j^ furono costretti
compagnò con quella bella lettera di allontanarsi dopo quattro e più
che si legge a p. 104 degli stessi mesi di ostinato assedio, e dopo aver
y^/mfl//, scritta agli i i ottobre 1841, perduto più di trentamila uomini.
dabamus Leopolì ad ccclesiani no- Nel 149S Baiazetto II la prese però
strani archicalhedraleni s. Magni ai veneziani. L'ammiraglio Grima-
veneziani nel 1687, indi la resti- suoi vescovi latini, cioè R.ostagno
tuirono ai turchi nel 1699 in con- Candela dell'ordine de' predicatori
seguenza della pace di CarioAvitz, nel 1237; Giovanni nel i345;
dopo per altro aver demolito il ca- Eustachio d'Ancona de' frati mi-
stello di Romelia. Gli antichi greci nori; Ermanno nel i366; ed An-
avevano in NaupacLus quattro cele- tonio Maria Pallavicini, il quale ac-
bri templi dedicati a Venere, Net- compagnò nel 173 i il cardinal Pie-
tuno, Esculapio e Diana. Servì un tro Ottoboni mentre faceva la vi-
tempo di ritirata agli etolii nemici sita della patriarcale basilica late-
de' romani, e poscia divenne uu ranense di cui era arciprete, a' 7
luogo di rifugio a diversi corsari, ottobre. Oriens christ. t. Ili, p= 994-
per cui le fu dato il nome di pic- Al presente Lepanto, Naupacten, è
colo Algeri. In oggi Lepanto fa un titolo arcivescovile in partibus
parte del nuovo regno di Grecia, che conferisce la santa Sede con ,
Basilio del ii56; N dei 11 85; to. Vi si dice, che a motivo delle
Giovanni del 1229; Xero ; Gio- guerre presenti, il principe pren-
LER LER io5
deih per un certo lempo una por- di segnatura. Appena eletto Bene-
zione dei beni di chiesa , a titolo detto Xlil, ricoidevole delle sue
di prestito e di censo, per prov- belle qualità, lo fece suo maestro
vedere al mantenimento delle sue di camera e dopo due anni segre-
truppe ; a condizione di pagare o- tario di stato ed arcivescovo di
gni anno alla Chiesa un soldo del Nazianzo, creandolo a' 9 dicembre
Talore di dodici denari, vale a di- 1726 cardinale prete del titolo dei
re venticinque soldi della moneta ss. Gio. e Paolo, donde poi passò
di F'rancia. Reg. t. XVII; Labbé a quello di s. Pietro in Vincoli.
t. VI; Arduino t. III. Il secondo Lo ascrisse a tutte le congregazio-
fu tenuto nel 736 sopra la disci- ni cardinalizie, colla piotettoria
plina. Ibidem. Tuttavolla il p. Pa- de' canonici regolari lateranensi. Mo-
gi in Critic. ad an. 74^> "• '2, i3, rì in Roma 20 marzo 1757
ai
ha dimostrato che questi due con- d'anni ottantadue non compiti, con
ciliinon sono propriamente che un infinito rammarico de' poveri, le
solo, tenuto nel 74? e non nel 743, miserie de' quali trovavano presso
sotto Carlomanno re di Francia ,
di lui tenera compassione e gene-
e sotto s. Bonifacio legato della roso sovvenimento. Le sue ceneri
santa Sede, come provato
viene furono collocate nel centro della
dalla lettera IX del Papa s. Zac- chiesa titolare di s. Pietro in Vin-
caria al medesimo s. Bonifacio. Man- coli, sotto una semplice lapide, col-
si, Sappi, 600. t. I, p. le insegne cardinalizie ed il solo
LERCARI Nicola Maria, Cardi- suo nome. Dipoi il suo degno ni-
nale. Nicola Maria Lercari sortì la pote Giovanni Lercari arcivescovo
sua origine da una delle più cospicue di Genova, nella cappella gentilizia
famiglie di Genova ma nacq uè ai , di loro casa, nel battisterìo lale-
c) novembre 1675 in Taggia nella ranense, gli eresse un elegante mo-
diocesi di Albenga. Condotto a Ro- numento, ove al destro lato collo-
ma nel 1 686 nella tenera età di cò il di lui busto di marmo in atto
undici anni, dopo avere con suc- di orare genuflesso, con magnifico
cesso applicato agli .studi , fu da elogio. Questo cardinale dopo ave-
Innocenzo XII nel 1699 fatto re- re ricevuto Benedetto XIII nel suo
ferendario di segnatura, e da Cle- palazzo in Albano, da lui fabbri-
mente XI nel 1701 impiegato nel cato, generosamente lo lasciò per
governo delle città di Todi e poi uso perpetuo dei cardinali vescovi
di Benevento , dove la specchiata di Albano.
sua integrità e religione gli gua- LERIDA (Illcrden). Città con
dagnò la grazia dell' arcivescovo residenza vescovile della Spagna
cardinal Orsini, poi Benedetto XIII. nella Catalogna, capoluogo della
Da Benevento fu trasferito al go- provincia del suo nome , distante
verno di Camerino, e lichiamalo trentaquattro leghe da Barcellona
a Pv.oma ebbe luogo tra ponenti i e venticinque da Saragozza. Giace
di dopo alcuni mesi fu
consulta, e in fertilissimo territorio, sulla riva
di nuovo destinato al governo del- destra della Segra o Sicori, che si
le città di Ancona, di Civitavec- attraversa sopra un bel ponte di
chia e di Perugia; indi restituitosi pietra di sette archi, ed è celebre
in Roma fu ammesso tra i votauti perchè di cesi che prima portava
io6 LER LER
arene d'oro. Una parte di questa contro i romani, furono le vittime
città è fabbricata in forma di an- di questi due popoli. Nelle vici-
lltealro, sul pendio di un'alta mon- nanze di questa città Scipione ri-
tagna, sulla cui sommità vedesi una portò una segnalata vittoria sopra
cittadella; il restante si estende lun- Annone, generale cartaginese, l'an-
go la Segra, sino al piede d'un'al- no di Roma 537, e Giulio Cesare
tura su cui è situato il forte Gar- vi sconfisse Afranio e Petreio luo-
den. Lerida è una delle più im- gotenenti Pompeo, V anno 705
di
portanti piazze di guerra della Ca- di Roma, dopo averla conquistata.
talogna ; ha buoni baluardi bastio- I romani le diedero il titolo di cit-
l'anticasua università che a' tempi sedio nel 1646, e così pure Luigi
di Adriano VI era insigne , come di Borbone, II di nome e principe
rilevasi dall'opera del suo famiglia- di Condé, nel 1647. Filippo duca
nedetto XIII canonico della catte- prese di assalto nel giorno 1 1 no-
drale, avea nella medesima uni- vembre 1707, dopo sei settimane
versità ricevuto il grado di dottore, di assedio, e la fece saccheggiare,
ed ivi era stato professore di leg- avendo preso il partito dell'arcidu-
ge. Anche
s. Vincenzo Ferreri as- ca Carlo d'Austria poi imperatore.
sunse grado di dottore nell' in-
il Cadde in potere de' francesi il i\
signe università di Lerida, la quale maggio 18 IO, e nel iSiS aprì le
fu poi soppressa nel 1717, ed uni- sue porte ai francesi ed alle trup-
ta a quella di Cervcra da Filippo pe reali spagnuole.
V re di Spagna. La sede vescovile fu eretta verso
Lerida è l' antica Herdan capi- l'anno 600, secondo Commanville ,
tale del paese degli ilergeli. Lungo altri dicono nel III secolo e fatta
tempo prima dell' invasione de' ro- sulFiaganea della metropoli di Tar-
mani ebbe dei principi particolari, ragona di cui lo è tuttora. Fino
gli ultimi de' quali Mundonio ed dall'anno 269 viene nominato s.
Indibilis, avendo alternativamente Licerio o Glicerio in vescovo di Le-
preso parte contro i cartaginesi e rida : intli si trovano altri vescovi
LER LER 107
clie sottoscrissero a diversi concilii sono altre quattro parrocchie, in
/ino al 716, nel quale anno i mori due delle quali vi è il battisterio;
s'impadronirono di questa città. Fu e vi è pure il seminario. Ogni nuo-
allorache vescovi di Lerida sta-
i vo vescovo è tassato ne' libri della
bilirono la loro sede a Roda sui camera apostolica i5oo asseritur
confini della Catalogna, dove fuvvi ad praesens ascendere ad 3oo,ooo
fabbricato in seguito un monaste- circiter regalhun moneta e de Vel-
ro pei canonici di s. Agostino. iVel lori nuncupatae pensionibus gra-
I
149 poi, che come dicemmo la vati.
colo. Lerins sono due isole del ma- e che la natura avea disposti in
re Mediterraneo sulla costa della viali, al termine de' quali s'incon-
Provenza, poco distanti l'uiia dal- travano degli oralorii fabbricati in
l'altra, e situate in faccia a Can- onore dei santi abbati o monaci
ne e verso Antibo. Alcuni geografi dell' isola. I turchi sempre la ri-
detto monastero nel 3^5 o nel sacerdoti sarebbero ordinali dal so-
391 o nel 4 IO- Il santo cacciò dal- lo vescovo, o da colui al quale egli
l' isola serpenti che la rendeva-
i ne avrebbe data la permissione, e
no deserta, e procurovvi una fonte ch'egli solo conferirebbe la sacra
di acqua dolce; poi fu nominato cresima, ma
monaci lai-
che tulli i
volle furono saccheggiate dai cor- concilio d' Aquisgrana 1' impo.se a
sari. Gli spagnuoli le sorpresero nel tulli i monasteri, ovvero solamente
settembre i635 e ne furono espulsi quando s. Odilone abbate di Clu-
nel maggio iGSy ; ma ne' due an- ny venne incaricato della direzio-
ni che le dominarono desolarono il ne questa abbazia nel 997. Cer-
di
santo luogo, di cui s. Eucherio ci to è che nel 66 1 i monaci di Le-
ha lasciala una amenissima descri- rins elessero per loro abbate Ai-
zione. Ce lo ha dipinto come un guUu tnouaco di Fleury ,
quello
LKR LER 109
stesso che avea portato in Francia fìnatmente Agostino Grimaldi ve-
le reliquie di s. Bcnedello; laonde scovo di Grasse, essendone abbate
pare che un uomo così attaccato nel i5o5, lo assoggettò alla con-
a quel santo, senza dubbio avrà gregazione dei benedettini della ri-
far ritirare in Italia trentasei gio- Surio nel tom. V, il Mireo nella
vani religiosi, che
e sedici fanciulli Cronica, ed il Baronio.
si educavano monastero; tutto
nel LERO o LEROS, Leria. Sede
il restante fu massacrato dagli in- vescovile nell' isola del suo nome,
fedeli, a riserva del vecchio Eleu- nell'esarcato d'Asia, sotto la metro-
terio, per essersi nascosto, che poi di- poli di Rodi, eretta nel IX secolo,
venne abbate, e di quattro giova- e chiamata anche Larosa. Leros
ni monaci che fuggirono nel bosco, isola dell'Arcipelago, presso la co-
donde tornarono a Lerins, Vi fu- sta d'Anatolia nel mare Egeo, una
rono diversi priorati tanto in Plan- delle Cicladi, è considerabile per
cia, che in Italia ed in Catalogna suo doppio porto, e
il per l'aloe
dipendenti dall'abbate di Lerins, che vi cresce. Coperta di monta-
e i di cui priori dovevano tro- gne assai alte, vi sono molte api
varsi ai capitoli generali. Eranvi che danno un miele eccellente. Fu
altresì dei monasteri di donne che patria di diversi uomini illustri,
ne dipendevano, come quello di come di Patroclo, ed era una an-
Tarascona, ch'era rimasto sotto la tica colonia di milesii, che ave-
giurisdizione dell'abbate, ed anco vano una grande riputazione di
uno di canonici regolari. 11 mo- probità. L'isola rinchiude una cit-
I IO LES LES
in rovina, già eretto dai genove- tivo di molti ruscelli e fontane
si. Si osserva sulla costa settentrio- che trovansi ne'suoi dintorni, e che
nale il porto Parlhein, che può gli abitanti del paese chiamano
contenere una squadra, e cli'è las escourres. Fu la città assai im-
ben difeso dalla piccola isola Ar- portante nelle guerre di religione,
cangelo, posta innanzi al suo in- e nel 1569 il conte di Montgom-
gresso. La sede vescovile di Lero mery la prese e ne saccheggiò le
ebbe per vescovi, Giovanni che si chiese. Vi si coltiva molto il lino.
trovò quinto concilio generale; Ser-
al La sede vescovile fu fondata nel
gio che intervenne al settimo ; Giu- V secolo, e fatta suffraganea pri-
seppe all'ottavo; e Calisto che sede- ma d'Elusa o ElusaCj che unitasi
va sul finire del VI secolo. Orieiis nell'VIlI secolo ad Auch, lo diven-
christ. 956. Al presente Lero,
1. 1, p. ne questa metropolitana. Il pri-
di
LereH) è un titolo vescovile in par- mo vescovo di Lescar o Benarnuni
tibus, sotto l'arcivescovato pure in fu san Giuliano, ordinato vescovo
pardhus di Rodi, che conferisce la di Bearn da Leonzio arcivescovo
santa Sede. Ne furono ultimi a di Treveri in principio del V se- I
LES LES 1 1
cui fu tolta dal doge veneto Pie- ciò che confermò nel 1198 Inno-
tro Orseolo li nel 997, finché di- cenzo HI, sotto la metropoli di
venuta proprietà di signori parti- Spalatro, donde passò suffraganea
colari,uno di questi, Aliota Cape- di quella di Zara, come Io è tut-
na, nel 1424 'a cedette alla re- tora. Ne furono ultimi vescovi An-
pubblica di Venezia, alla quale se- gelo Pietro Galli di Corfù, fiuto
condo, altri l'isola si diede spon- vescovo da Pio VII nel 1801. Do-
taneamente nel i4'2i. Quanto alla po alcuni anni di sede vacante il
città di Lesina, la situazione è de- medesimo Papa dichiarò vescovo
liziosa, mentre le sue case disposte Giovanni Scacoz di Traù nel 1822.
in forma di anfiteatro gli danno Per sua morte il Papa che regna
un aspetto bello, sebbene sieno Gregorio XVI, nel concistoro de'2 i
nella maggior parte in cattivo sla- febbraio iSSg, trasferì dalla sede
to. Il palazzo del governatore ,
di Sebenico a questa di Lesina
quello del vescovo, la cattedrale, l'odierno vescovo monsignor Filip-
e molte altre chiese sono degne di po Bordini di Scardona. La cat-
essere osservate. Questa città è mu- tedrale, moderno edifizio, è sacra
nita di un castello fortificato in fi- a Dio sotto r invocazione di san
gura circolare, eretto dagli spagnuo- Stefano 1 Papa e martire. Il ca-
li, sulla sommità di un pietroso pitolo si compone di due dignità,
ed erto monte,, che sorge a sct- la prima delle quali è l'arciprete,
ìli LES LES
di sei canonici comprese le prebende rale, e vi un cappel-
teneva pure
del teologo e del penitenziere, aiu- lano. Il 1627 la
terremoto del
tati nelle sacre funzioni da cinque distrusse quasi intieramente, e non
preti e tre chierici. Nella catte- vi restò che un piccolo villaggio
drale vi è il fonte battesimale e che trovasi presso il golfo di Ro-
la cura delle anime, di cui è par- dia, sul pescoso lago di Lesina, che
roco l'arciprete: tra le reliquie che è Pantanus Incus di Plinio, chia-
il
scovile del regno delle due Sicilie, de'couti Titignani da Todi cistcr-
nella provincia di Capitanata, di- ciense, fatto vescovo nel 1400.
stretto di s. Severo da cui è di- Nicolò de'Tartagli cistcrciense, no-
stante sessanta miglia, sulla riva di minato da Gregorio XI l nel i4o9>
un lago cui dà il nome. Sta alle mentre dimorava in Gaeta. Dopo
radici aquilonari del Monte Gar- di lui nel 14519 Pio II uni que-
gano, e dicesi fondata dai cristia- sta chiesa alla metropolitana di
ni pescatori di Lesina isola della Benevento, ma dipoi nel 1472
Dalmazia. Fu distrutta e più vol- tornò a dividersi, e Sisto IV vi
Auxerre, essendosi trasferito a Ro- ta dalla regina sua moglie, per cui
ma per difendere i diritti della in appresso, fattosi anch'egli segua-
sua chiesa contro il conte d' Au- ce dell'evangelo, divenne santo. In
xerre, da Giovanni XXI, secondo tal guisa i semi del cristianesimo
il Ciacconio, o da Nicolò 111, se- che Letardo gettò nel regno di Kent,
condo il Cardella^ nel 1276 o apparecchiarono le vie al santo mis-
1277 fu creato cardinal vescovo sionario Agostino. Fu seppellito sot-
di Palestrina. Prima di essere fre- to la porta maggiore dell'antica chie-
giato di questa dignità recitò una sa di s. Martino, ov'egli celebrava
orazione alla presenza di s. Luigi i divini misteri per la regina Ber-
IX re di Francia, onde persua- ta. Onoravasi per lo addietro a
derlo ad obbligare gli scomunicati Cantorbery; e nella chiesa abbazia-
a chiedere 1' assoluzione della sco- le di s. Agostino si custodivano le
munica, prima che terminasse l'an- sue reliquie che si portavano alla
no dacché era stata lanciata. Morì processione delle Rogazioni. Veniva
nel 1277 o 1278 in Roma, e fu invocato massimamente in tempo
sepolto nella basilica di s. Stefano, di siccità, e spesso si provarono i
senza alcuna memoria, nella tom- prosperi effetti della sua intercessio-
ba di Guido di Mellotto eh' era ne. Alcuni moderni hanno preteso
slato suo predecessore nel vescovato. che s. Letardo fosse vescovo di Sen-
LESTAT. Luogo della diocesi lis; ma è più verosimile ch'ei fos-
di Cambray, ove il Pontefice Pa- sevescovo regionario, e forse anche
squale II nel 1107 tenne un con- non fu consacrato vescovo che quan-
cilio, assicurando al vescovo di do passò in Inghilterra colla regi-
Verdun il possesso de' beni con na. La sua festa è segnata a' 24
franchigia assoluta, sotto pena del- febbraio.
la scomunica contro chi lo mole- LETO (s.). Nacque nel Beni e
Stasse in avvenire per tale motivo, passò i primi aoni della sua infau-
voi. XXXVIII^ ^.»,.....«.,.^
^>^iù^\
ii4 LET LET
7.ia a gtinrtlare la greggia di suo città pel suolo, pel clima, pei co-
nadie. Eiili'ò giovanelto in un mo- stumi e per l'indole de' suoi abi-
nastero, dal quale uscì in appresso tanti, doveva concorrere alla sua
pel desiderio maggior perfezione,
di politica libertà ,
quale mantenne
e passò in quello di Micy presso sino al 1075. Fu allora che sulla
Orleans. Strinse amicizia con s. A- cresta del colle, come luogo atto
\ito, e tutti e due si ritirarono in a fortificarsi ed a rendeisi inespu-
una solitudine della Sologna. Essen- gnabile, gli abitanti alzarono il suo
do s. Avito tornato a Micy, s. Leto rinomato castello, che cangiò il
andò ad abitare nel bosco d'inatoi- luogo da villeggiatura in piazza di
re, detto poscia Foresta alle loggie, guerra. Quindi letterani uniti in i
stante cinque miglia da Nocera dei coli presidii che stavano iu poca
Pagani e da Castellamare. Fu
tre distanza, guarnito di torri e di
fabbricata dai romani, e cosi ap- mura validissime, non poteva non
pellala dalle lettere che il senato essere che difficile ad essere pre-
romano inviò a Lucio Siila, il qua- so. Ma ora esso è rovinato, e ben-
le iu tempo della guerra italica si ché la torre sia priva di merli
era accampalo nelle alture; per la supera tuttavia in altezza palmi
sua deliziosissima posizione e per centosessanta. Le tre torri che so-
la temperatura del suo cielo, ven- no agli altri angoli sono minori
tie scelta dai dominatori dei mon- assai in grandezza, e trovaosi ia
do a luogo di riposo e di sollievo, sufficiente stato. Una di esse è tut-
come attestano i diversi monu- ta vuota, chiamandosi la Torre del
menti e le iscrizioni superstiti. Al- grano, per le vettovaglie che ivi si M
loichè sorse la repubblica di A- custodivano negli assedi. I creduli 1
malfì altro destino si preparò a del luogo bonariamente ritengo-
Lettera, che come sorella a quella no che sia abitata dalle favolose
LET LET it5
l'Ili*', le quali, essi dicono, lianno di Roma, creato nel t44' ^^ ^^'^"
liquie. Era ufficiata da dieci cano- sti Gregorio XV diede per coadiu-
nici, di cui quattro erano dignita- tore Andrea Caputo nobilissimo na-
ri. Nella cattedrale la cura di ani- poletano, encomiato per dottrina ed
me veniva disimpegnata da un sa- erudizione, fatto perciò vescovo di
cerdote scelto dal capitolo; la dio- Costanza in partibus ; egli di suo
cesi era piccola, dappoiché non con- peculio rifabbricò il palazzo vesco-
teneva che la città e due borghi. vile, abbellì la cattediale, cui pure
Il primo vescovo di Lettere fu Ste- donò molte suppellettili sacre. Gli
fano ordinato dall'arcivescovo di A- successe per volere d' Innocenzo X
malfi Leone I, nel pontificato di nel i65o Onofrio Ponte napoleta-
Giovanni XVI, verso 1' anno 994- no, sotto il quale le rendite del sop-
S'ignorano successori fino al vesco-
i presso convento di s. Maria Annun-
vo Pietro, che ne occupava la se- ziata degli agostiniani, e quelle di
de nel II 18; nel 1169 gli succes- s.Maria Belvedere in Pimonte furo-
se altro Pietro; il vescovo Giovan- no applicate all'erezione del semina-
ni nel 1179 intervenne al concilio rio. Questa fu effettuata da Antonio
generale Lateranense 111, celebrato Molinari genovese che nel 1676 gli
da Alessandro 111. Meritano tra i successe, il quale consecrò la nuo-
vescovi di Lettere special menzione va cattedrale nell'anno 1696. Inol-
i seguenti Giacomo fatto nel
: :ì86 i treornò e riparò la chiesa di san
da Onorio IV; Giovanni di Pisa Leone in Graniano, nel quale luo-
domenicano insigne, nominato da go morì e fu trasportato nella cat-
Bonifacio IX nel 1892; Antonio tedrale. Il suo successore Giovanni
arciprete di s. Maria ad Martyves Anacleto Citi patrizio di Rossano, nel
ii6 LET LET
1706 riparò ed ornò la cattedrale Noè, fecero due colonne nelle qua-
rovinala dal terremoto, ed eresse li lasciarono scritte e scolpite tutte
dai fondamenti la torre campanaria. le arti, ed egli afferma di averne
Nel 1709 fu fatto vescovo il teati- veduta una in Siria. Filone Ebreo
no Domenico Gagliani napoletano le attribuisce ad Abramo, altri a Mo-
bile napoletano, fatto vescovo nel gli egiziani, ec. Crinito dice che Abra-
17 18 da Clemente XI, è l'ultirao mo inventò le lettere siriache e le
sioni de' diversi suoni che si for- tempi di Plinio lutti i popoli cono-
luano parlando, e secondo Rollin sciuti si servivano dei caratteri gre-
la loro funzione è quella di farle ci ma in ; appresso l' alfabeto ro-
passare fedelmente al leggitore, co- mano ebbe a prevalere, ed è quello
me un deposilo che loro è confida- che oggidì si applica a quasi tutte
to. La primaria invenzione delle le lingue europee. Il Buonarroti os-
lettere si attribuisce a Dio, il qua- serva che nelle iscrizioni latine an-
le allorché diede all'uomo la ragio- tiche, vi sono mischiate lettere ed
ne e l'uso della parola, gì' insegnò intere parole scritte cou lettere gre-
pure il segreto di esprimere i suoi che. F'. gli articoli Lingua, Stampa,
pensieri per mezzo della scrittura. e tutti quelli che sono relativi a
Altri in vece danno il vanto d'in- questo argomento. Atenodoro Filip-
ventori delle lettere ad Adamo, ov- po stoico, grande amico di Augu-
vero a Noè, al dire di s. Agostino, sto che lo fece precettore di Tibe-
narra che i figliuoli di Set, nato da prefetto di tutta l'Asia sotto Nerva
LET LET 117
imperatore, ebbe un figliuolo cosi vocali nello scrivere, e si contenta-
inetto, che non poteva mai appren- vano di aspirarle nella pronunzia. I
medesimo Papa fece porre sotto le fi- fabeto siriaco e sotto i piedi l'epi-
gure, che andiamo ad accennare an- grafe: Abraham syras, et chaldaicas
che coll'autorità del Taja, Descrizio- litleras invenit. Nella terza faccia è
ne del palazzo vaticano p. 432 e seg. dipinto Mosè colle tavole della legge
Negli otto pilastri che reggono la posate su due fibri; e perchè Eu-
volta della gran sala della biblioteca sebio lo dice anch'egli inventore del-
sono dipinti in sette di essi e ne' quat- l'alfabeto ebraico antico, questo si
tro lati di ognuno gl'inventori tutti vede sopra di lui, e sotto i piedi la
dei caratteri delle varie lingue, quali i scritta: Moyses antiquas hebraicas
Ciuatteri veggonsi formati entro una littcras invenit. Si vede nella quar-
cartella per di sopra a ciascuna figu- ta faccia Esdra in abiti sacerdotali,
ra. Il pilastro ultimo attaccato agli coir alfabeto ebraico odierno e la
archi a dritta dell' ingresso contiene iscrizione Esdras novas Hebraeo-
:
mano. Nel primo pilastro isolato veg- ne Hercules Aegyptius phrigias litte-
:
gonsi nella faccia che guarda le fine- ras conscripsitj a' piedi di Ercole è un
stre a sinistra due figli di Set, che fe-
i fanciullo, alludente al racconto di E-
cero due colonne, una di mattoni cot- rodoto, cioè che un bambino educa-
ti, l'altra di mattoni crudi ed empi- to senza mai udire a parlare, da sé
ronle di volumi per salvarli dall'acqua pronunziasse una parola frigia, si-
manuale , come dai claustrali ri- rato annunzia una persona versata
chiedevasi ; ma in appresso si este- in ogni genere di letteratura e
se il significato di quel vocabolo, fornita di buon gusto, e sotto que-
si applicò anco
disse alcuno letterato, e
alle
anche lette-
scienze, e si sto aspetto
si
si è spesso abusato e
abusa di quel titolo. I letterati
^
H
ralissimo in teologia, il che giusti- sono una delle porzioni più ama-
fica la spiegazione data nei nostri bili, stimabili ed utili della socie-
vocaljolari, ove si traduce il lette- tà ; riescono di lusti o, decoro e or-
rato per iscienzialo. I cinesi, come namento alle nazioni ; la loro vita
forse facevano anche gl'italiani più è dedicata all'amore scientifico e
antichi, danno il nome di lettera- letterario. I loro buoni studi e le
li a coloro che sanno leggere e loro scoperte danno vigore ed au-
non si
scrivere nella loro lingua; e mento alla cosa pubblica, al costu-
può giungere alla carica, alla di- me, alla religione, alla prosperità
gnità di mandarino senza essere dei popoli. Se taluno sfugge alla
jiconosciuto come letterato. Que- miseria, rare volte isfugge all' in-
zione scientifica, pure con costante to pure Menchenio, fece una rac-
alacrità, fatica e indefessa applica- colta ben curiosa ed istruttiva sulle
zione pervennero a prendere posto calamità de' letterati e la stampò
fra i più chiari letterati, e si ele- in Lipsia sua patria, col titolo :
ni apportano per mostrare che og- un editto che niun megarese, sot-
gidì pochi riescono gran letterati. to pena della vita, fosse ardito di
Egli pubblicò l'opera nel 1689, e entrare nella loro città. Eucli-
dice così. » Spesse volte si odono de eh' era cittadino di Megara,
lamenti d'uomini eruditi e d'inge- e che prima di quell'ordine tan-
gno, i quali deplorano 1' infelicità to severo avea cominciato a fre-
de'lempi nostri, perchè non essen- quentare la scuola di Socrate, non
do ora gì' ingegni meno abili ad voleva perdere le lezioni che avea
imparare le scienze degli antichi, incominciato ad udire, né essere
e vedendosi che in altre professio- privo de' profittevoli congressi col
che in quella delle lettere, non
iì\^ suo maestro , all' imbrunir dun-
mancano di quelli che fanno se- que delia sera, in abito di donna,
gnalata riuscita, come nella pittu- col capo coperto di veli, se ne ve-
ra, scoltura, architettura, arte mi- niva in Alene, e la mattina per
litare, e simili, ad ogni modo po- tempo all'isfesso modo mascheralo
chissimi sono quelli che nelle scien- si riconduceva alla patria ; tanta
ze liberali arrivino a qualche emi- era la stima eh' egli faceva della
nenza, ed adeguino la gloria degli . dottrina di Socrate, e tanto gran-
antichi filosofi, istorici, teologi, ma- de era il desiderio di apprenderla,
tematici, medici, legisti. Facilmen- che non istimava il pericolo della
te quelliche cos'i discorrono si vita, ne la lunghezza del viaggio di
ti che non eanno scrivere, in ve- scana divenne Papa Stefano VII,
ce di sottoscrizione, ne parlammo ignorante delle sacie Scrittine. Be-
al voi. XVIIF, p. 245 e 246 del nedetto X antipapa, eletto nel io5ii
Dizionario, h' imperatore Licinio per opera di alcuni signori roma-
abborr'i talmente le lettere che le ni, era tanto illelteiato, che s. Pier
tente arme contro i pagani; e Mi- gli illetterati, ed alcuni parenti dei
chele Baldo le vietò ai giovani, af- Pontefici; ma ciò non può stare al
finchè non sapessero più di lui. confronto di tante centinaia di dot-
Giunsero tuttavia al supremo sovra- tissimi e santissimi cardinali che
no potere molti illetterati, massime fiorirono in tutte le epoche, aven-
se fortunati o valorosi conquistatori, done riportato cognomi de' prin- i
porta il Cancellieri nelle sue Dis- Rovere, Ipnocenzo del Monte, An-
sertazioni epistolari a p. 8 ; ma d. drea Perelli, Giambattista Deti, Ja-
Sebastiano Ciampi nelle sue Me- copo Sannesi, Antonio Giori, Fran-
morie di rnesser Cina da Pistoia, cesco Maidalchini ed Enrico de la
p. 116, dimostra che spesso mi- i Grange, per non dire di qualche
litari sì sono creduti assai onorati di altro. Essi però nella maggior par-
poter intrecciare ai loro allori di te furono fregiati di altre belle
Marte, anche la laurea dottorale, qualità. Immenso poi è il numero
licitato p. Menochio nel t. I, centu- dei Pontefici protettori de' letterati,
ria I, cap. LXXIX tratta : Del det- che alla santità di vita, ed alla ma-
to del Savio, Eccles. e. 6; Melior gnanimità delle azioni, congiunsero
est sapientia, quain arma bellica; profonda dottrina, e presero luogo
e se più. nobili e pili degne sieno essi medesimi fra letterati; anzi si è i
se fosse o più scienziato o più san- di quegli con ninna cosa si oppri-
to. Giovanni XXII del i3i6 fu di me ". Nel 144? f^i elevato alla
vasta scienza, eloquente e di acuto cattedra apostolica Nicolò V, gran-
ingegno. Clemente VI del 1842 de amatore delle belle lettere e dei
accoppiò al profondo sapere una letterati eh' egli tenne e trattò quali
prodigiosa memoria. Gli successe nel parenti, meritò lode ancora per le
j352 Innocenzo VI, peritissimo nei sue magnifiche idee ad incremen-
canoni e nelle leggi, favori gene- to delle belle arti, e pel suo uni-
rosamente i letterati, molti ne pro- versale sapere. Come egli cooperò
mosse e beneficò, che le dicendo al risorgimento delle lettere in Ita-
dignità ecclesiastiche non erano pre- lia , accogliendo generosamente i
fiiio della nascita ma della virtù. dotti greci fuggiti da Costantino-
IJi bano V del i 36^ professore in- poli, lo dicemmo agli articoli Eru-
signe de' canoni, fu gran protetto- dizione e Grecia. Gli successe nel
re delle lettere e de' letterati. Gre- 1455 Calisto III, dottissimo nelle
gorio XI 1870 applicò molto
del leggi canoniche e civili, laonde nel-
agli studi massime delle leggi, dei la sua ottuagenaria età , citava i
venne profondo , e dei letterati fu dettaglio delle egregie doli de' Pon-
magnanimo proteggitore. Nel i585 tefici qui lodati, e di quelli non
gli successe Sisto V, dotto nelle belle mentovati, benché dotti e protei- i
gli successe, ornato di vivissimo in- per quale senza l'azione imme-
la
gegno, dottrina, e di non volgare diata delle cose esterne tornano al-
letteratura, fu
co' letterati. Tra
liberale
questi
e munifico
è noveralo
l'animo
migliante
le sensazioni, in
a quello in che
modo
furono
so»
^
^
Alessandro VII del 1655, siccome generate già da esse cose , e tor-
istruito in tutte le scienze, di mi- nano all'animo le idee in addie-
rabile eloquenza , e di vasta eru- tro concepite ; la memoria adun-
dizione : promosse tutte le scienze que è l'ornamento più bello de' let-
ed i coltivatori delle medesime terali, ed è tanto maggiore ed utile,
e nutrì il progetto di fondare quanto è più viva, felice, tenace e
in Roma un collegio di uomini vasta, siccome la cosa più essenzia-
nell'ecclesiastica erudizione più il- le delle sciente e dell'erudizione.
lustri che avesse l'Europa, e di Ausonio avvertì, che ci dimentichia-
mantenerli ivi agiatamente a van- mo per lo più delle cose , con la
taggio della Chiesa universale, e stessa velocità con cui le leggiamo;
poscia premiarli con ragguardevoli e chiamò dono divino l'esimia me-
dignità. Dopo aver desinato, Ales- moria dell'oratore Tiberio Vittore M
sandro VII godeva di passare qual- Minervio. Seneca osservò, che fra- «
che tempo coi più dotti del suo gilè è la memoria, e che non può
tempo il) eruditi ragionamenti, or bastare al gran numero delle cose
,
uuove. Quindi sono stali serapi-e lori sopra gli eruditi precoci, la
ammirati e tenuti in sommo pie- memoria artificiale, Varie di tra-
gio tulli quelli che hanno la gran scegliere e di notare, ce. Ripoite-
sorte, e veramente invidiabile, di es- renio dunque qui appresso breve-
sere dotali di singoiar memoria, mente que'Ietterali che furono di-
Rilevò Tertulliano, essere stata a sliìiti e privilegiati dalla natura,
ragione chiamata da Platone, la della mirabile potenza dell'anima,
salute de' sensi e dell' intelletto; vera ed unica tesoriera delle cose
come da Plinio fu detta il bene apprese , la preziosa memoria dei-
que può aver sempre presenti alla p.5^: niemoriani tanluni crai vec'
niente le cose passate. Soleva dir borunt et rerum, ut omnia, quae
Socrate, che le lettere inventate uuquani legerat, meminisset: anche
per aiuto della memoria, somma- il Filelfo nel lib. 28 delle sue Lei-
mente le avevano pregiudicato. Poi- tere chiamò la sua memoria piut-
chè gli uomini per l' addietro a- tosto divina, che umana. Teo-
scollando qualche bella sentenea, dette celebre oratore di Sicilia
dell'anima colla quale l' uomo è senatori ed i plebei nel giorno se-
atto a conoscere le correlazioni del- guente al suo arrivo. Scepsio Me-
le idee, e quelle che le idee han- trodoro rammenlavasi di tuttociò
no coi fatti. Trovate poi le lettere, che udiva Ortensio si ricorda-
.
nuensi, dettava al tempo stesso di- liano citava nelle dispute centinaia
verse e disparate materie, in lin- di ragioni e di argomenti. Pietro
gua latina e volgare, in verso ed degli Angeli detto Bargeo, di dieci
in prosa su argomenti e-
quegli anni sapeva a mente tutte le co-
ziandio, che gli venivano sommini- struzioni greche. Il p. Daniello
strati dai circostanti. V. Lingue. Bartoli gesuita, costretto di getta-
Leandro Alberti chiamò Gregorio re in mare le sue prediche, com-
Amaseo uomo d' alto ingegno, e pi in Palermo il suo quaresimale
ad ogni generazione di dottrina ritenuto a memoria. Filippo Beroal-
disposto; onde quasi d'ogni scienza do fu chiamato biblioteca vivente,
talmente parlava, che ciascuno rima- altri disse essere una ricca botte-
neva stupefatto per la gran me- ga ma nonben disposta. Il cardi-
moria che in lui si ritrovava. Fran- nal Giovanni Bona fu dotato di
cesco d' Andrea famoso avvocato una mostruosa memoria. France-
napoletano, qualificato per un ful- sco Bordoni fu chiamato bibliote-
mine e prodigio di eloquenza^ in ca, da vivo e dopo morte, per le
età tenera ripeteva le prediche in- opere stampate. Il cardinal Dome-
LET LET 129
nico Capranica si ricordava di tiit- conclusioni. Girolamo Magio com-
tociò che avea letto in duemila pose in carcere il trattato de Tin-
volumi. linnahiilis, citandovi circa duecento
Clemente VI per una ferita ri- autori senza sbagliare. Antonio Ma-
portata in capo, migliorò tanto gliabecchi fu chiamato biblioteca
nella memoria che parve cosa pro- animata archivio vivente, museo
,
era di portentosa memoria, che gnorò solo che non volle sa-
ciò
dopo di aver parlato all'improvvi- pere. Pico della Mirandola^ chiama-
so per lungo tempo, ritornava da to la fenice del suo secolo, e dallo
capo ripetendo esattamente ogni Scaligero mostro senza vizio, sape-
ancorché piccola parola de'suoi di- va ripetere le parole di due pagine
scorsi. Giusto Lipsie era pronto intere, anche in ordine retrogrado;
ad esporre il petto ad un pugnale nell'età di ventiquattro anni ten-
se nel recitar gli annali di Tacito ne una disputa di novecento con-
avesse commesso vino sbaglio : con- clusioni o questioni in Roma, trat-
sigliò di leggere prima di prender te dagli autori latini ,
greci e-
sonno, per esercizio del'a memoria. braici e caldei sopi'a le scienze, per
11 p. Francesco Macedo francesca- difenderle; obbligandosi di pagare
no vantavasi di non conoscere obli- il viaggio e a chiunque
le spese
vione, e di trascrivere tutte le o- voleva venire ad argomentargli cen-
pere de' santi padri- senza vederle: tra. 11 p. Luca Ramires francescano,
sostenne in Roma per tre giorni, per la portentosa memoria fu chia-
? e per otto in Venezia ogni genere di mato con anagramma : Res mira}
VOI. XXXVIII, 9
i3o LET LET
dappoiché per tre giorni conlinui in (e di Plafone e di Aristide. Il
10 o Wolfio. Plutarco nel suo au- dei romani Pontefici, che chiamansi
reo opuscolo De sanitaic luenda, più comunemente. Bolle, Brevi,
dimostra che la giustizia individua- Costituzioni, Encicliche, Rescriltiy
che niun vescovo chiamato a Ro- il chierico faceva conoscere eh' era
ma e ritornato al vescovato, vi uscito dalla diocesi col permesso
LET LET i33
«Jet suo prelato, e di queste avea torie quelle che davansi nel tempo
ancor bisogno il vescovo uscendo della persecuzione dai cristiani ri-
invitato non avesse per legittima pietà de'fedeli pei necessari sussidi
cagione potuto prestarsi all' invito, del viaggio, apostoliche quelle che
il Papa intesa la medesima ne lo davansi dai sommi Pontefici per
dispensava con altra lettera deno- apostolica autorità, delle quali ve
minata excusatoria. Inoltre le let- n'erano, come ve ne sono, di più
tere trattatone servivano ai pri- sorte e di sopra notate, cioè co-
mati per chiamare ai concilii i ve- stituzioni, brevi, bolle, encicliche, e
scovi suffìaganei ; col medesimo lettere apostoliche propriamente
nome si chiamarono pur quelle dette.Le lettere apostoliche si e-
colle quali i vescovi rendevano manano per la condanna di qual-
conto agli altri vescovi di ciò che che errore, per la collazione d* un
si era da essi operato intorno a benefizio, per concedere una di-
qualche affare di rilievo. Altre let- spensa, per assoluzioni da censure,
tere, quando dispensavansi a tutti i ed altro. Anticamente lettere brevi
fedeli, dicevansi encicliche cioè cir- furono dette quelle carte, nelle
colari; e cattoliche quando si diri- quali erano descritti beni eccle- i
che in essa ingiungevasi. Anche per prelati della Chiesa con scambievo-
semplice istruzione data ai nunzi le carità scriversi tra di loro nelle
od ai deputati, si è alcune volte feste solenni, e questa sorte di
adoperato questo stesso vocabolo ; lettere erano chiamate sacre, come
cos'i non altro che istruzioni con- si legge in s. Cirillo Alessandrino
Icngonsi in quel commonitorio, di e in Teodoreto. Delle lettere fe-
cui il Papa s. Celestino I incaricò stive o òacre con cui gli antichi
i legali da lui spedili al concilio cristiani si auguravano bene nelle
generale di Efeso nel 43 e ; e l'al- solennità, ne trattammo in diversi
tro del concilio romano ai legali articoli, alcuni de'quali sono citati
del Pontefice Giovanni Vili, che all'articolo Lettere epistolari.
,,
cs<ie furono puniti da Dio, ciò che Il Papa s. Sergio I incomincia una
egli racconta. Sulla direzione, ag- sua lettera, Sergius gratta Dei
giungeremo le seguenti erudizioni. Pontfex Romanus Heroni Lingo-
Papa s, Simmaco scrivendo ai ve- num praesuli ; s. Zaccaria Zac- ,
scovi delle Galiie pospose il suo charias urbis Romae episcopus ser^
nome : Dilectissiinis fralribus uni- vus servorum Dei. Giovanni XVIIl
vcrsis episcopis per Gallias con- in una sua bolla così comincia
sistcnlihus, Syrninacus ; e così fece Johannes gratia Dei Romanae se-
scrivendo, Dilectissinio atque ca- dis episcopus salutem carissimam
rissimo fratri Laurentio Mediola- cum benedictionc apostolica; in al-
ncnsis ecclesìae archiepiscopo, Syni- tra, Johannes sanctae caiholicae
maciis episcopus in Domino sala- et apostolicae Ecclesiae apostohcus
teni j così scrisse san Damaso I, praesul. Benedetto Vili dava corain-
Dileclissimo fratri Acholio, Dania- ciamento colle seguenti espressioni :
altri titoli quello di Dominus (^Fe- nel Labbé, Concil. t. VI, p. i8oo;
di); ma non cosi i Papi quando e nell'Arduino t. Ili, p. 2o33 : di
loro dirigevano lettere. Tali formo- essa tratta il p. Coustant, in prae-
le ed esempli sono riportati dal fat. ad epist. Rom. Pont. par. 2, §
dotto monsignor Marino Marini 8, n. 128. Giovanni XXII avvertì
nella sua Diplomatica pontifìcia Filippo V re di Fraqcia, a leggere
LET LET 187
ee}i stesso le lettere del Papa, dei re sìs j neo non tractatu de executO'
e dei principi, riponendole quindi in ribiis lilleraraninì remissorialiuni
in luogo sicuro. Clemente XII con- in ordine ad processus prò ss. ca-
siderando che molte concessioni e- nonizatione, una cimi praxi, suis
ransi fatte nel ponti Hcato dell'im- locis apprime acconiodalus. Venetiis
mediato predecessore Benedetto XIII 1736. Cardinal Vincenzo Petra,
senza le consuete formalità, e ta- Conimentaria ad constitiiliones a-
lune senza notizia di quel buon posto licas seu hiillas singiilas sum-
Pontefice, colla costituzione Roma- moruni Pontijiciini in biiUario ro-
mix Ponlifex, de'3o marzo 1732, mano contenentas seciindiini col-
presso il Bull. Rorn. t. XIII, p. lectioneni Cherubini. Venetiis 1741»
217, abrogò, moderò e ridusse a Gaetano Cenni, Dissertalio de a-
termini del diritto comune , del niilo piscatorio, et variis diploma^
slolicarwn tam gratiae, quani ju- bili primitivae ccclesiae ope lilera-
ituiae. Clini addilionibus ad r/tia- riini systalicaruni et formatariim
libet capita seorsini alias impres- commerciis in ecclesia Christi usi-
i38 LET LET
talis, earimifjiie usti, origine, conti- più che Toro eletto e finissimo;
nualione et dijferentia , Stadae ella è più pregevole di tutte le
so recò danno gravissimo alla col- non l'abuso che ne fanno lamag-
tura ed al progresso delie lettere, gior parte di quelli che le hanno a-
però basta la più leggiera tintura cquistate. Daniele al cap. 12, v. 3,
dell'istoria per chiaramente dimo- dice. » Quelli che hanno la scien-
Gli autori sacri come i profani pel regno de' cieli è simile ad
compresero sotto il nome di sapienza un padre di famiglia, il quale
tulle le cognizioni utili e dilette- tiene in ordine e preparato tutto
voli . M Felice l'uomo, dice Salo- quello che può venire a bisogno
mone neProv. e. 2, v. i3 e seg., per la sua casa, come si legge in
che si procurò la sapienza con che s. Matteo cap. i3, v. 52. Quando
La moltiplicato le sue cognizioni, scelse degl' ignoranti per predicare
ed è ricco di prudenza ; l'acquisto la sua dottrina, volle dimostrare
della sapienza vale più dell'acqui- che non avea bisogno di alctni soc-
sto dell' argento, ed i frulli di lei corso umano promise loro un lu-
:
LET LET 139
wc soprannaturale, ed i doni dello scro celebre colla fama delle loro
,S[)inlo Santo. Eyli medesimo face- lezioni. s. Atana-
Nel quarto secolo
va meravigliare gli ebrei, per la sio, s. Gregorio Nazian-
Basilio, s.
lettere imparato? »
senza avere secolo fu ancora più fertile di gran-
come scrive s. Giovanni e. 7, v. di uomini, che nessun autore genti-
i5. Allorquando 1' apostolo tlelle le contemporaneo potè eguagliarli.
alcuni uomini illetterati per con- lettere, tirannia che restò senza effet-
fondere i sapienti; ma allorquando to per l'infelice morte di quel prin-
alcuni tentarono deprimere il me- cipe. Raccomandarono lo studio del-
rito de'suoi discorsi, fece osservare egualmente che quello della
le lettere^
LET L li T I 4
A Roma particolarmente gli sliv zione. Fu perfino tentalo di scre-
di si sostennefo e si rianimarono per ditare il mirabile zelo de'missionari
cura de'sommi Pontefici, il novero che vanno a predicare il vangelo
de'più dotti de'quali lo riportammo agi' infedeli; eppure i missionari
all'articolo Letterato. E da Roma hanno contribuito più di tutti i
che Carlo Magno chiamo dei mae- viaggiatori a flirci conoscere le na-
stri per ristabilire la coltura delle zioni più lontane da noi. Così per
lettere nel suo impero: Alenino dal una stupida ostinazione gl'increduli
quale egli prese lezione avea studia- rimproverano al cristianesimo soc- i
ti, se la religione non avesse con- sponde loro, che senza tali dispute
servato fra essi la comunicazione ed gli uomini sarebbero incapaci di
i rapporti di società. In oggi ancora attendere a qualunque siasi spe-
l'ignoranza presuntuosa, col fastoso cie di studio , quindi allatto simi-
nome declama contro la
di filosofia, li ai bruti. La
filosofia nella sua
dominazione temporale dei Papi; non culla incominciò colle ricerche sulla
vede essa che ciò non fu solamen- causa prima, sul governo della prov-
te un effetto necessario delle circo- videnzaj sulla nntiua e sul destino
stanze, ma uno de'mezzi che ci sal- dell'uomo; che essi citino un solo
varono dalla barbarie, com'è pro- popolo senza religione che abbia
vato in tanti articoli. Lagnasi per fatto degli studi? Le nazioni che non
la quantità delle pie fondazioni, e sono cristiane hanno esse fitto mag-
si dimentica che per alcuni secoli giori progressi di noi nelle cogni-
questo fu il solo mezzo possibile per zioni che vantano sì altamente i
suo nome e la sua qualilà e tut- ; tere ad essi dirette, ni;i mostraro-
te generalmente le lettere de'roma- no piacere che a' loro nomi si u-
Ili, p. 5o8 delle sue Sluore trat- nario. Nel corpo stesso della lettera
ta nel cap. XCIX: De' saluti usa- si adoperarono spesso i termini, di
ti dagli antichi nel principio delle tua clemenza, tua pietà, tua ma-
lettere^ laonde riporteremo due for- gnificenza, ed altri simili. Per mez-
inole. Se state bene, mi rallegro, zo di nuova introduzione
questa
io sto bene. Platone a Dione pre- di formole a quel tempo in-
sino
ga buon successo de' suoi negozi. audite, avvenne che sotto gì' im-
Per la maggior parte scritte era- peratori si perdette il nobile stile
sceva più abbondantemente nel- ri altro stile che quello della vil-
r Egitto. I romani le piegavano tà e dell' adulazione, f^. Lettere
semplicemente o le rotolavano o APOSTOtlCHE ,
CA^'0^ICHE EB ECCLE-
le avvolgevano in modo che tutte SIASTICHE.
rimanessero legate con un filo, al Pompeo Sarnelli nelle sue eru-
quale applicavano una specie di ditissime LeW^re ecclesiastiche t. II,
Forse a quel tempo sarà stato l'u- ad Uria, ritenendosi favola dei
so di mandar lettere, mentre ta- greci quella di sopra memorata di
hellarii si chiamano i Corrieri Bellerofonte. Carta siAll'articolo
(Vedi), che portano lettere; di parla piu'e dei papiri, e di que-
che scrisse s. Girolamo nell'epist. sti anco all'articolo Diploma. Vedi
ad Nitiam; Rudes illi Iialiae ho- Poste PONTIFICIE, ove si tratta delle
npn già ventuna, come dice l'Eri- zione dell' amicizia ; la credenziale
treo, e per lo più inettissime, poi- domanda che si abbia fede ad una
che vi pone fra le altre Vamiche- persona, che noi mandiamo, ec, e
vole, l'allegorica, 1' apologetica, la cosi discorrendo di altre specie, nelle
dottrinale, ec. Altri ne contano ot- quali la sostanza si riduce al do-
tanta, altri passano il centinaio: più mandare. Al beneficare e compia-
discreti, benché non più utili, sono cere appartiene l'offerta, il dono,
quelli, che tutte le lettere riduco- l'avviso, in cui si fa un piacere o
no con Bartolomeo Zucchi ai tre un benefizio all'amico a cui si avvi-
generi oratorii, ovvero le distin- sa^ cosa che giova o diletta; la
guono in necessarie, utili e dilet- visita, l' augurio, la lode, la dedi-
tevoli.Sembra, che per fare una ca, ringraziamento, la condo'
il
crebbe tanto l'uso che fu d'uopo ma delle lettighe degli antichi ro-
vietarle. Sotto Tiberio si vedeva- mani in questo modo. »5 La let-
no schiavi che si facevano portare tica fu molto usata dagli antichi,
a vicenda da altri schiavi inferio- così uomini come donne nobili, la
ri. Nel regno di Alessandro Seve- cui forma si vede in Roma in
ro le lettighe in gran parte di- molti luoghi scolpita, e noi qui la
minuirono, perchè a queste sot- descriveremo. Ella fu prima mol-
tentrarono i carpenti e le veltiue to simile al feretro o letto de'mor-
portate dalle mule. Queste lettighe, ti, che suole essere portato da die-
chiamate anche vetture, furono in ci o dodici uomini alla sepoltura ;
ne avevano di due sorta, le une modo seco affissi, che ivi si sospen-
portate dai muli, che nominavan- deva tutta la lettiga alta di terra
si baslernaej le altre portate da per cammino, quando quelli che la
uomini, e queste propriamente dai portavano volevano pigliare un po-
Ialini erano dette lecticae. Le pri- co di fiato e sentire meno affanno:
me ossia le basterne erano d'ordi- fu anco coperta di sopra di certi
nario dorate e munite di vetri ai veli per difendere chi era dentro
due lati, secondo alcuni, altri non dalla polvere, dal sole e dal vento;
ammettono tali vetri, non essendo e vi erano talvolta veli così densi
credibile che allora vi fossero. Es- che né freddo uè pioggia vi potè-
LET LET i49
ra penefiare; e chi v'era dentro o discendere le scale: ora l'uso è me-
itoteva a sua voglia aprirla o tut- no comune, tranne i Pontefici che
*
fa o parte facilmente; e benché sogliono adoperarla talvolta nel pro-
per lo più non vi solesse andare prio palazzo nell'ascendere o discen-
più che lina persona, ella ne capi- dere le scalcj e più raramente se
va nondimeno due, come dice Sve- recansi altrove. Le loro lettighe
lonio. Nerone assai spesso andò pub- o sono sedie coperte
portantine
blicamente in una leltica insieme con due stanghe laterali, quali con
con hi madre. Era la lettica por- cinte di pelle sono portate dai se-
tala da dodici servi ; essendo il diari, domestici stabili del palazzo
viaggio lungo, si cambiavano per apostolico e dei Papi. Sono coper-
strada nitri dodici, perchè a vicen- te di seta di damasco rosso ed or-
da si riposassero e fossero più fre- nate con trine e frangio pur di
sclii e piìi atti a sostenere una seta di tal con bollette di
colore,
lunga fatica : a questo modo si ottone. Lateralmente hanno due
andava lungo e presto, ed assai
di cristalli che si possono abbassare,
quieto e riposatamente ; ma egli si oltre quello dello sportello eh' è
usò la leltica più spesso per la nel davanti; il cielo o copertura
città e per il contado, che per lun- è levatore , alzandosi nell' entrare
go viaggio e che fosse portata
; ed uscire, seppure non voglia u-
da molli in ispalla, ne fa Sene- sarsi. La lettiga o portantina no-
ca menzione in più luoghi, riden- bile è di velluto sì nell'esterno
dosi di coloro che si lasciavano che nell' interno, però le tendine
così delicatamente portare in ispal- ed i cuscini sono di nobiltà cre-
la nelle lettighe. Ulpiano chiama misi. Questa lettiga è dello stesso
lettica ri que'servi che portano la essendo ornata
dip.jipo e delle altre,
lettiga Domiziano vietò
in collo. con trine e frangie d' oro, ed altre
che le donne impudiche andassero guarnizioni, quasi come la sedia ge-
in lettica. Non solamente i roma- statoria, essendovi nel cielo in rica-
ni, ma gli esterni anche di qualche mo lo Spirito Santo raggiante. Nel
dignità usarono la lettica, come M. palazzo apostolico evvi inoltre una
Tullio accenna scrivendo ad Atti- lettiga o portantina , della forma
".
co disile descritte, coperta di pelle ne-
Innocenzo IV nel dare il cap- la e foderata di seta damascala,
pello rosso ai cardinali , coman- trine e frangie di colore paonazzo.
dò loro di andare per la città a Questa i Pontefici benignamente
Cm'allo [Pedi), essendo essi soliti pongono a disposizione di qualche
incedere per umiltà a piedi. Se- cardinale o prelato, che gl'inco-
guitarono i cardinali di andare per moda ascendere
o discendere le
la città a cavallo o in lettiga fino scale, ed è egualmente portata dai
alla metà i5oo, quando
circa del sediari pontificii. In mancanza di
si vide in Italia la prima carrozza, alcuno di essi, suppliscono i pala-
la quale dappoi cominciarono ad frenieri pontificii; così se la lettiga
usare anche cardinali, adoperando i serve Papa. Il cadavere del
pel
essi eziandio sino agli ultimi ieva- Pontefice che muore nel palazzo
]ii, come i signori laici e le signore Quirinale, si trasporta al Vatica-
le lettighe, se impotenti ad ascendere no in portantina o lettiga, portata
l'^o LET LET
dij due mule bianche, al modo lato in Ancona, tutta volta si fece
deito al voi. Vili, p. 187 del condurre in portantina sulla spi;«g-
Dizionario. Di alcune antiche let- già del mare per veder l'ingresso
lighe del palazzo apostolico , ne nel porto della veneta flotta. Dopo
parlammo al XXIII, p. 89.
voi. la morte di Alessandro VI, Cesare
All'articolo Cavallerizzo maggiore Borgia duca Valentino part\ da
DEL Papa dicemmo che a lui spet- Roma, e in portantina o lettiga si
glio de'medici passò nella abbazia ddatus in lectica. Nel iSya Cre-
di Sestri; ma invece la sua salu- goiio XIII andò a cavallo e nel
te deteriorò. Nondimeno dispose di ritorno fece uso della lettiga : a-
Irasferirsi a Lione, se non a cavai- scendit lecticani dìniissisque car-
lo, per lettiga, non volendo recar- dinalihus rediit ad paladum per re-
visi per mare per la noia del viag- g'onem Traiistiberii/i . Nel i 585
gio, e temendo i partigiani di Fé- Sisto V andò a cavallo alia basi-
derico II suo nemico. Si fece dun- lica lateranense, ed in lettiga pas-
que trasportare in lettiga a Savona, so poscia alla sua vigna a s. Ma-
indi alla Stella; e parte a cavallo, ria Maggiore, ove rimase sino alla
|>arcò sul Tevere, Essendosi qmmjj- vano lorcie di cera accese : inuHie
LET LET t5;i
cedevano due lecticae Papae, una X una lettiga di velluto rosso guar-
cum stabulariìs, qui eas marni du- nita d'oro e con sua arme seguiva
ctbant, et maghler stabuli apud le chinee ; clie il Papa era in let-
eos equitans. 11 Pontefice cavalcò, tiga scoperta davanti , e la presa
ma dopo la funzione in lettiga si del cielo fatta di velluto rosso,
fortò a visitare la scala santa, ed guarnita d'oro con arme del Pon-
i suo antico titolo de* ss. Quattro, tefice, quale era dentro con cap-
il
Visitò la scala santa, e poi in let- legge, che lo precedevano tre let-
pagnato dalla sua corte, da alcuni ca quella in cui egli sedeva. Cle-
cardinali, e da molti gentiluomini mente IX nel 1667 piese posses-
romani. Nel i6o5 pel possesso di so : precedeva
lo la sua lettiga di
così fece nel 1676 Innocenzo XI, questa sedia a mano talvolta Pa- i
volta che ne' possessi si parla di legge che la lettiga coperta del
carrozze pontificie ; ma va tultavol- Papa incedeva dopo la chinea, se-
ta avvertito, che già circa la me- guita dal maestro ; il Pon- di stalla
tà del secolo XVII in poi si leg- tefice precedendo dopo di
cavalcò,
ge genericamente che chiudevasi lui e degli aiutanti di camera, la
la cavalcata con grandissima quan- sedia scoperta portata da due gene-
tità di cocchi e carrozze. Innocen- rosi cavalli, e la sedia a mano por-
zo XIII nel 1721 prese possesso tata dai scolari pontificii. Prima
in lettiga, incedendo
dopo gli aiu- de' cavalleg^ieri procedeva la car-
camera a cavallo, il cavallo
tanti di rozza di Nostro Signore coperta di
che avrebbe dovuto cavalcare il velluto cremisi con trine, frangie
Pontefice, la sua sedia e l;i lettiga e ricami d'oro, dentro e fuori, li-
dia a mano coperta di velluto cre- popolo però, e la plebe piìi comu-
misi, detta portantina. Per ultimo ne, la notte copri vasi cogli abiti
veniva la carrozza nobile tirata da che portava il giorno. Nei più
sei cavalli Queste Caval-
bianchi. antichi tempi della Grecia, in mol-
cate (Predi') terminarono col pon- te parti di oriente e tra gli ebrei
tificalo di Pio \I. si sedeva intorno alle mense sopra
LETTO, Cubile, Lecliis. Arnese letti.Questo costume vuoisi origi-
nel quale si dorme. Festo deriva nato dopo essersi adottato l'uso
il vocabolo latino leclus dal quale di bagnarsi prima di prendere ci-
viene il nostro letto, dal verbo bo, e fu imitato dai romani e da
pure latino legere, preso nel signi- altre nazioni ; ed anche ne'letti da
ficato di raccogliere o ammassare, tavola crebbe in progresso il lus-
perchè si raccoglievano e si am- so. Tra le persone più agiate si
nniccliiavano da principio le cose tendevano baldacchini al di sopra
colle quali compouevasi una co- dei letti e delle mense, a fine d'im-
I?^ LET LET
pedìre che la polvere della sofHtta Camera dei paramenti ( Vedi), spe-
non cadesse sulla mensa e sui cie di sagrestia ove il Papa si ve-
convitati. 1 romani ebbero i letti' ste degli abiti sacri nelle funzioni
sterni o conviti solenni a'qiiali in- che celebra od assiste. Custode di
vitavano gli Dei, ponendo le loro questa tavola come della camera
immagini sui letti apparecchiati de'paramenti è il p. sotto-sagrista,
io un tempio intorno alla mensa. come quello che al modo che di-
11 Ietto nuziale presso i romani cemmo al voi. XXV, p. io5 del
disponevasi dalla novella sposa, Dizionario, G col prelato sacrista, cu-
pel quale si mostrò il maggiore stode delle cappelle e suppellettili
rispetto, conservandosi religiosa- pontificie. dunque prepara su
Egli
mente durante la vita della sposa tale tavola paramenti ed ornamen-
i
per la quale era stato disposto j e ti che deve assumere il Papa. Di-
sul letto dei paramenti, viene po- piedi che dovevano imbrattarsi, o
sto sulle spalle del Papa dai nomi- dal fango o dalla polvere. Quindi
nali uditori di rota, mentre il for- fu introdotto l'uso che ne'secretari
male posto sopra un piatto d' ar- o sacrestie delle chiese e in altri
gento doralo, coperto con un velo sili vi fosse un letto, in cui il Papa,
.
Incipit simplicem letaniam usque ad era l'uso nelle diverse stazioni ove
lectum canctari ante s. Maria in sifermavano, di tener pronta l'acqua
yiris,ari infine cortinae. Il secondo, calda, per mondarsi piedi dalle i
quam vero quieverit, surgens vadit i piedi del Papa, quando terminava
praedido modo usque ad eccle- quelle processioni nelle quali avea
predido modo quiescil, unus de scho- piedi erano da questo ministro ra-
nelle altre chiese, ed osserva che o- lettore legge tuttora l'epistola. Bal-
ra i diaconi, ora sacerdoti, talvol- i samone chiamò il lettore, semplice
ta i vescovi, eseguissero questa fun- prete. 11 Macri nella Notizia de^voc.
zione, non essendo certo che sia sta- eccl. denomina il lettore greco Anci-
ta proibita a quelli tra' che n'e-
laici gnosta, ed Anngnosdcuni la lettura o
rano capaci. I lettori avevano l'in- lezione. 11 quarto concilio di Car-
combenza di custodire o co-
i libri tagine ordinò che il vescovo dasse
dici sacri, per cui erano esposti a la Bibbia in mano del lettore al-
molte molestie nel tempo delle la presenza popolo dicendo-
del
persecuzioni. Ai lettori fu anche gli: « Prendi questo libro e sii
dato l'uffizio di cursori, e di portare lettore della parola di Dio; se
le lettere ecclesiastiche. La formola fedelmente eseguisci il tuo ministero,
della loro ordinazione, che si legge avrai parte con quelli che ammi-
nel PontificaleRomamtm, de ordi- nistrano la parola di Dio ". Le
natione lectonim, indica che devo- persone più ragguardevoli si reca-
no leggere per quello che predica, rono ad onore di esercitare questo
cantare le lezioni, benedire il pane uffizio: l'imperatore Giuliano e il suo
e i frutti nuovi. 11 vescovo gli fratello Gallo in età giovanile fu>
esorta a leggere fedelmente e pra- rono ordinati lettori nella chiesa di
ticare ciò che leggono, e li novera Nicomedia. Colla Noi'ella 1x3 di
tra quelli che ministrano la pa- Giustiniano I fu proibito di pren-
rola di Dio. Siccome anticamente dere per lettori que'giovani che non
in alcuni luoghi, come in Africa, aveano dieciott'anni, perchè prima
apparteneva ad essi leggere l'episto- aveano esercitato l' uffizio fanciulli
la nella messa, e sul pulpito, tribu- di sette e otto anni, che i loro geni-
nale o ambone l'evangelio; s. Ci- tori di buon'ora avevano destinato
priano giudicava che un tale uffizio alla chiesa, affinchè per mezzo di
non ad altri più convenisse che ai un continuo studio si rendessero
confessori, avevano patito per
i quali capaci delle più difficili funzioni del
la fede, ep. 33, 34; poiché aveva- santo ministero. Dal concilio calce-
no confermato col loro esempio le donese pare che in alcune chiese vi
verità che leggeva no al popolo, dopo fosse l'arci-lettore o archi-lettore ,
cantare le lezioni dei mattutini e delle Lett . eccL, lett. XVI, Della po-
le profezie, che quuiclie volta si leg- testà che si dà al lettore di bene-
LET LET tSg
dire il pane e i frutti nuovi, con- lib. I, cap. De nia^istr. S. Pula-
chiude che il lettore secondo il suo tii Apostolici. Anticamente il p.
ordine, ha la potestà di benedire Maestro del sacro palazzo apo-
ii pane e i frulli nuovi, e deve be- stolico [Vedi), approvava let- i
nedirli con fare il segno delia ero- tori delle scienze che s'insegnava-
ce colla mano. V. Chardon, Storia no dentro il medesimo palazzo ove
de' sacramenti t. Ili, cap. II, dei era l'università romana. Ma Leone
ministri inferiori della Chiesa. No- X credette meglio trasferire tali
teremo per ultimo, che nei primi scuole nell' edilìzio della Sapienza
secoli uomini di matura età, ed o Università Romana [Vedi), ed
insigni per virtù e dottrina erano allora i lettori del palazzo, diveu-
promossi all'ordine del leltorato, ma nero lettori della Sapienza. Il cita-
nei secoli posteriori lo si vide eser- to p. F'ontana, a p. 189 termina il
citato da giovani di poca età. Vi fu- suo dire sui lettori del palazzo a-
rono poi le Scìtolae leclorum, nelle postolico così. » Dalle quali cose
quali gli individui, che vi erano ad- tutte manifesto apparisce, che vi fu
detti, si applicavano non solo alla nel sacro palazzo apostolico una
lezione de' santi libri, ma ad ap- università e scuola, nelle f(uali i let-
prenderne altresì Tinlelligenza. tori ed i baccellieri ordinari e straor-
LETTOPiI DEL SACRO PALAZ- dinari e i biblici insegnavano ; che
eo APOSTOLICO. Istituite le scuo- ivi pigliavano pel p. maestro del
si
sto particolare per la lettura: que- quale la penuria de' libri era il
sta scuote da una specie di letargo principale ostacolo che si opponeva
i talenti, ne manifesta le differenti ai progressi del sapere e alle inda-
qualità, e gli sprona a ricerche for- gini del genio; ora la loro molti-
se non tentate sino allora. Quanti plicità è altrettanto nociva. Diceva
genii non sarebbero per sempre re- un fdosofo Leggete
gli antichi con
:
niere, se la lettura de' classici, degli dia; ed' altro filosofo: vi sono cer-
storici, e d' ogni specie di libri di tuni quali credono d' imparare
i
erudizione non avesse fatto loro nel breve spazio di un giorno, ciò
sviluppare 1' ingegno di cui loro che un altro ha pensato in venti
era slato largo Iddio autore di tut- anni. Vi sono alcuni che leggono
to? La lettura quindi aumenta i non pel fine lodevole d'istruirsi j
talenti , li mette in azione , ingen- ma bensì per quello di criticare,
tilisce, ed in certo modo supplisce giudicando senza appello le opere
alla sterilità dello spirito con isco- che non sanno comprendere, e ten-
prire in esso dei tesori. La lettura tando deprimere il merito altrui ^
Io fo più stima dell' ape che estrae retta nel IX secolo. Simeone suo
da vari fiori il miele che della , vescovo assistè al concilio di Fozio,
donna che ne fa degli eleganti nel pontificato di Giovanni VIII.
mazzetti. In somma il discorso del Oriens christ. t. I , p. 1167.
lodato religioso è pieno d' istruzio- LEUCA. Sede vescovile dell'i-
rilis , cosi detta dal nome della a Roma per chiedere la comunio-
città di Nerito, una delle principa- ne al sommo Pontefice, verso la
li, poi dai greci e dai latini appel- metà del secolo XVII. Dopo di
lata Leucadia. In appresso l'isola lui sono notati Alipo,
Antimo, ed
acquistò il nome di s. Maura, a Eugenio che sedeva verso il 1720.
cagione di un monastero con chie- Oriens chrìst. t. II, p. iSi.
sa onore di tale santa.
erettavi in LEUCIO (s.), martire. Sofferse
Dopo la decadenza delle repubbli- molti tormenti e diede la vita per
che greche, l' isola cadde sotto il la fede, ad Apollonia in Frigiaj
dominio de'romani^ mentre era dei durante la persecuzione di Decio,
corciresi.- Dominata dagl'imperatori circa la metà del terzo secolo. È
d' oriente, ebbe in seguito i suoi menzionato nel martirologio roma-
propri principi, finché nel i479 no sotto il giorno 28 gennaio, in-
gl'isolani la consegnarono a Mao- sieme ai ss. Tirso e Callinico, che
metto IL I veneti poco la posse- furono suoi compagni nel mar-
dettero, indi si liempì degli ebrei tirio.
bene fabbricata, con strade larghe anco nei tempi antichi erasi trova-
LEV LEV i65
ta i'arfe di assistere ai paiti. La parte di quelle Osvaldo, e di s.
frutta o dappoiché
sugli animali ; LEVRIERE, Orrfwe equestre. Nel-
essi non possedevano alcuno stabile, l'anno i4i6 molti /ignori del du-
tranne quarantotto città assegnate cato di Bar si unirono e formarono
a loro dimora in tutte le tribù, una societàj la di cui insegna eia
con alcuni campi, pascoli e giardi- un cane levriere con un collare a-
ni all'intorno. Quando i leviti ser- vente l'epigrafe: Toni un, tutto
vivano nel tempio, si pascevano del- uno. Essi promisero di amarsi vi-
le offerte ed oblazioni fattevi ser- : cendevolmente , di mantenere la
vivano per turno e in ciascuna loro parola, di difendere quel qua-
settimana come i sacerdoti. Prin- lunque de' suoi compagni contro
cipiavano la settimana col gior- r altrui maldicenza, e di renderlo
no di sabbato, e la terminavano in tempo di ciò avvertito. O-
pari
nel giorno medesimo della setti- gni anno eleggevano tra di loro
mana seguente. Non vestivano abi- un re, e si adunavano per le loro
ti diversi da quelli degli altri i- assemblee nel mese di novembre
sraeliti, finché Agrippa re de'giu- nel giorno di s. Martino, e nel
dei permise loro di portare la mese di aprile il giorno di s. Gior-
tunica di lino nel tempio come i gio. Se qualcuno avea commesso
sacerdoti, cioè sei anni prima che qualche mancamentone veniva ,
il tempio fosse distrutto dai roma- ripi'eso dal re, e da cinque o sei
ni. I leviti corrispondevano a un altri della società. Chi mancava
di prezzo ai nosti'i diaconi, per cui alle assemblee senza legittimo im-
Prudenzio nell'inno in onore di s. pedimento, pagava una marca di
Lorenzo martire arcidiacono ro- argento. Nella compagnia le accet-
mano, lo chiamò Levita suhliinis tazioui de' cavalieri si facevano dal
gradiis, ed altri lo appellarono ar- ve, da otto o dieci de'più qualifi-
chi lei'ùa. Dalla enumerazione che cali, oltre il consenso del duca dj
Salomone fece de'leviti dall'età di Bar, che prometteva di proteggerli
venti anni, se ne trovarono tren- con tutte le sue forze. Se alcuno
tottomila capaci di servire ne : de'cavalieri era offeso, dovea invo-
destinò ventiquattromila al mini- car la giustizia del duca, o di quel
stero quotidiano sotto i sacerdoti ] signore nello stato del quale si tro-
seimila pe^' essere giudici inferiori vava ed in caso di ne-
l'offensore,
nelle città, e decidere le cose ap- gativa I cavalieri erano tenuti pren-
partenenti alla religione^ ma non derne le difese. Helyot t. VIU, p,
di grande importanza; quattromila 353.
per essere portinai ed aver cura de- LEYRA. Luogo della Navarra
gli ornamenti del tempio ; e il re- nella Spagna, nove leghe lungi da
sto per fare l' uffizio di cantoi i. Pamplona , celebre pel monistero
lissendo Mosè della tribù di Le- ed abbazia di s. Salvator di Leira
vi, gl'increduli lo accusarono di a- o Lcyra dell'ordine cistcrciense,
LEZ LEZ 167
presso la riva destra dell'Aragona, rito semplice, tre sole lezioni si
Wacri, Not. de vocab. eccl. Per vedessero rimessa dinanzi agli oc-
trovare l' origine di queste lezio- chi la rispettabile pratica de'mag-
ni chefanno nella liturgia
si giori, e si stringesse sempre quel-
crisiiana non è d'uopo risalire al- lo spirito di unità, che incatena
l'uso della sinagoga. Senza dubbio tutti i secoli della Chiesa. Il ven.
gli apostoli non ebbero bisogno di cardinal Tommasi, per una special
un tale esempio per esortare i fé- divozione all'antico rito, avea otte-
deli a leggere nelle loro assemblee nuto particolar indulto dalla santa
i libri santi. Per fare queste lezio- Sede, di recitar sempre l'ofticio ia
ni fu stabilito l'ordine ùc Lettori tal modo.
(F''edi). Le dopo i salmi,
lezioni^ Nel giorno poi della domenica,
occupano maggior spazio del
il che tutti i fedeli si adunavano
breviario, e sono per la massima alla chiesa, l'officio è stato sempre
parte cavate dalle divine scritture, più lungo, con più salmi, più le-
e quindi di ispirazione immediata zioni, ec. quasi doppio degli altri
dello Spirito Santo. Esse si leggono giorni. L'odierno officio domenica-
ai mattutino soltanto. L'uffizio fé- le, con tre notturni e nove lezioni,
far parte dell' officio divino nelle alfie colf aggiunto di Lcctiones
memorie de' martiri. Nel concilio breves. Di esse che ordinariamente
di Laodicea, circa 1' anno 366, si sono prese allo stesso modo dalla
fa menzione di tale uso ; e s. A- Scrittura, parla in alcune lettere
gostino nel serm. 2 di s. Stefano, il
P-
d. Ermanno Schenk, e il ven.
ile parla come di cosa già comu- cardinal Toramasi nel t. IV della
uemente introdotta. Comechè poi sue opere. Qui è da notarsi che 1«
a similitudine di tali festive com- lezioni della Scrittura, incoinin-
uiemorazioni de'martiri, s'introdus- ciando dalla Genesi, il di cui
sero in seguito, come si è detto, principio si pone nella domenica
quelle de'confessori e delle vergini, di settuagesima, si vanno distri-
così a somiglianza degli atti del buendo negli ofllci dell'anno iu
martirio de'primi,si pensò natu- modo, che qualche parte se ne
Talmente a distendere una sue- venga a leggero di ogni libro dei-
cinta leggenda e autentica delle l'antico Testamento e del nuovo :
lamo per ordine del Papa s. Da- sacerdote. Questa cerimonia si pra-
rnaso J, formandone un intero li- tica ancora nella Chiesa ambrosia-
I
i-n LIB LIB
JUBE DOMNE BENEDICERE. V. Ange- cesse neliSga; Giovanni II no-
lo Rocca, Oper. t. I, p. 219; De minalo dopo una lunga sede va-
precatione, cjua lectiones in macu- cante da Calisto III nel i455;
lino praeveninius, nec non de fi- Giovanni IH del i465; Gutterio o
ne, quo eas concludimuSj hoc est: Gonterio di Quinnones domenica-
Juiìe Donine benedicere. Tu au- no, fatto da Sisto IV nel 1477;
teia Domine miserere nobis. Dea Alfonso da s. Cipriano spagnuolo
graiìas. Veggasi inoltre il Barbosa, del medesimo ordine, nominato da
De signif. myst. cap. IX, de lecdo' Alessandro VI nel 1492; Antonio
nibus. Pompeo Sanie! li nelle Lelt. Gard pure domenicano, eletto dal-
eccl. t. IX, lett. XVII, n. 5, par- lo stesso Pontefice nel luglio i5o2.
lando delle lezioni dell'unìcio dei Oriens christ. t. Ili, p. 493-
morti, perchè prese dal libro di LIBANO. 7^. Monte Libano.
Giobbe, riporta le parole di Dionisio LIBELL ATICO, Libellaticus. Nel-
Cartusiano merito lectiones prò
: la primitiva Chiesa, e principal-
dffunctis Job suniptae
snnt j qui mente sotto Decio, si diede il no-
de generali resurreclione prae cae- me di libellatici a quei cristiani
teris prophetis valicinatus est. Dei che per timore di perdere i loro
diversi riti sulla recita delle lezio- beni, cariche e vita, ottenevano dei
ni, scrisse un dotto articolo il oh. biglietti o certificati dai magistrati
d. Giovanni Diclich nel suo Dizio- pagani, che loro servivano di at-
nario sacro liturgico , alla parola testali per giustificare che avevano
Lezioni. Grande è poi la diligen- obbedito agli editti degl'imperato-
za e circospezione della Chiesa nel- ri, ed impedire così che venissero
l'esaminare ed approvare le lezio- nuovamente molestati sulla loro
ni dei santi, che sono inserite nel religione. Sia che questi libellatici
suo breviario. E pure perchè in- non rinunziassero poi al cristiane-
volgono storie di puri fattij la sus- simo, come lo pretendono i Cea-
sistenza de'quali dipende dalla fe- turiatori di Magdeburgo, e Tille-
de umana, la Chiesa non si arrose inont, t. Ili, p. 3 18, 702, sia che vi
in ciò r infallibilità, lascia la liber- rinunziassero in secreto davanti i
tà ai critici di discuterli, né con- magistrati, o da loro stessi andan-
sidera per suoi avversari quelli che do a o per mezzo di
trovarli,
talvolta la sentono diversamente persone mandate da loro come
da lei, come scrisse il Macchietta sostiene il Baronio all'an. 2o5, n. 4,
nel suo commeiilaiio del divino ed all'an. aSS, n. 6j in tutti i modi è
olllcio al cap. 17. Molto di più cei'to che il loro errore era sempre
su questo proposito si può vedere grandissimo, tanto in un caso, quan-
in Benedetto XIV, De canonizat. to neir altro, e la Chiesa aveva
ss. iib. 4j P- 2, cap. i3, n. 8. ragione di non ammetterli alla
LIBA Ni. Sede vescovile nella sua comunione, se non dopo lun-
provincia e sotto la metropoli di ghe prove, giacché dai loro bi-
Cizico neir esarcato d'Asia, se pu- glietti risultando che avevano sa-
re non viene chiamata con altro crificato agli idoli , dovevano per
nome. Diversi vescovi latini ne conseguenza essere trattati co-
occuparono la sede, cioè Giacomo; me idolatri, quando anche essi
simo monaci. C^ondotti tutti a Car- re Teodoro diede all' ordine della
tagine, e adoperati inutili sforzi per Liberazione ^ che altri chiamarono
,
ti alla difesa. L' ordine svan\ come Papa s. Silvestro I lo creò diaco-
il regno del fondatore, con breve no cardinale, indi per morte del
durala. Pontefice s. Giulio I, agli 8 mag-
LIBERI. Eretici della specie de- gio dell'anno 352 fu creato suo
gli anabattisti del secolo XVI, che successore, con di lui renitenza,
non riconoscendo alcuna potestà ,
come egli stesso scrisse nell' episC.
narloj fu costretto nel 355 di pas- in esso dagli ariani una forcnola di
sare in Milano, condotto con vio- fede, dicono alcuni che s. Liberio
lenza dall' imperatore, innanzi al annoiato dui suo esilio, vinto dai
quale colla medesima foltezza d'a- disagi due anni, dolente nel ve-
di
nimo ripugnò alla condanna del dere invasa la sede pontificia da s.
santo , sì perchè conosceva la sua Felice II (f^edi), che perciò alcu-
innocenza, e l'astio degli ariani ni chiamarono antipapa, e finaltnen-
contro di lui, come ancora perchè te intimorito dalle continue minac-
nel condannarlo una ferita
dava ce di morte , acconsentì alla coti-
incurabile al concilio Niceno di , danna di sant' Atanasio, sottosci i-
cui s. Atanasio era il più zelante vendola nel 357, ^ comunicò cogli
difensore, come dimostra Goffredo ariani approvando la formola di Fe-
Hermant nella sua vita che pub- de da loro fatta artificiosamente in
blicò a Parigi nel 167 1, la quale Sirmio. Quelli che tanto credette-
contiene la storia generale della ro, seguirono il Baronio, il quale
Chiesa di questi tempi. Pretese Co- però nel tom. Ili, AnnaL eccles.
stanzo di fare arrendere s. Liberio an. 357, n. 4' 3 dice di questa ca-
col minacciargli l'esilio, ma il Pa- duta : gita praestanlior, ac verior
pa rispose a lui : »> Ho dato già historia, nulla invenir i potest j Na-
l'ultimo addio a' fratelli che stan- tale Alessandro, Saec. IF, dissert.
no in Roma ; più mi cale delle 32; Tillemont, tom. VI, p. 772, e
leggi ecclesiastiche, che del soggior- la comune credenza di tanti secoli
no di quella città ", come narrano passati. Molti ciitici però moderni
Teodoreto , Hist. eccl. lib. 2, cap. dimostrano essere ciò fulsissimo.
16; ed il citato Constant, p. 4^9, Piimierameute con dotta ilisserta-
u. 5. Onde irritatosi l' imperatore zione, stampata in Parigi nel 1733,
ordinò subito che il Pontefice fos- col titolo DisserLation critique sur
se rilegato in Berea nella Tracia, le Pape Libere, dimostrò i! primo
per non avere voluto sottoscrivere fra tutti l'eruditissimo Pietro la
dissertazioni ecclesiastiche del Zac- tri deputati de' vescovi d' oriente
caria t. Xn, dissert. VIIj p. 169. presentarono sinodo di Tiane.
al
Pvoma 1795. Dopo il detto conci- Abbiamo da Mart. Larroguano, Dis-
lio, pressato s. Liberio dall' impe- sertatio de Plotino et de Liberio
ratore a i-atificare questa liaudo- Pontijìcc romano, Genova 1670.
lenta sottoscrizione de' vescovi, non Vacò la santa Sede sei giorni.
solo vi ripugnò, ma anzi la fulmi- hmY.mO , Cardinale. F. Li-
nò colla scomunica, come si ha da BERio Papa.
(s.),
muore col corpo; che il peccato è riva sinistra del Nilo, estendevasi
tìiente, e che consiste soltanto nel- fino all'Etiopia, e comprendeva
la opinione, poiché Dio fa tutto il tutto il Biledulgerid o Nuraidia, e 1
bene e tutto male; che il para-
il la Barberia. Però prendeva qual-
si
^
creduli e libertini de' nostri giorni. mare del sud, fecero il giro della
Nel capii. 6 poi degli Atti Ap. è Libia , e ritornarono in Egitto , e
citata una sinagoga di Gerusalem- con talmezzo fu conosciuta la Li*
me , che portava il nome di li- bia. Secondo il medesimo Erodoto,
bertini. era la Libia abitata da quattro na-
LIBIA , Libya. Nome che si zioni,due delle quali indigene e
diede anticamente a tutta l' Afri- le altre straniere : le prime erano
ca, ma che si restrinse in appres- i libii e gli etiopi, e le seconde i
il suo sapere trassero su di lui tutti gature de'libri presso gli antichi, i
Paderbona , che lo elesse a patro- ancora con lettere, con pietre pre-
no. Celebrasi la sua festa a' 2 3 di ziose e con cammei; e questi por-
luglio. gono l'idea dei volumi e delle le-
LIBRAIO. Mercante che stampa gature dei medesimi, fatte in modo
o vende de'libri, typographus, biblio- che aprire si potessero e volgere a
pola, librariiis: anche il legatore piacere fogli contenuti. In Atene
i
colonne, da quelle cioè alle quali erano tanto rari, che una collezio-
affiggevansi i titoli de' libri. Dice il ne di omelie fu comprata al prezzo
Muratori, che negli antichi secoli, di duecento montoni, e di un car-
re altrui, dettando uno nel mede- vente di non avere le somme ne-
simo tempo a molti scrittori. Vi cessarie per r acquisto di un libro
legatura de' libri può vedersi il cuni de'quali erano eccellenti nell'ar-
Buonarroti, Osservazioni sui vetri te loro, ma altresì di miniatori ,
toccare delle cose già narrate al- gi e scuole, e dai quali passò indi
trove. Ivi si dice avere su questo la coltura con più felice successo
argomento riempito un vuoto, poi- ai greci, agli etruschi, ai latini e
ché niun letterato sino allora avea agli altri popoli di occidente. Men-
parlato del commercio librario, ra- tre gli egizi sdegnarono in princi-
mo non indifierenlé della pubblica pio ogni alleanza e commercio co-
industria. Rimonta egli alle prime gli esteri, e gli antichi ebrei furo-
età della civilizzazione dell' uocno no gelosi di non aver nulla di co-
,
che degli annali delle città vicine. gli autografi delle tragedie di So-
I progressi, che i greci fecero in focle, di Euripide e di Eschilo.
seguito, superarono di gran lunga Dall'erezione pertanto di queste ed
gli aiuti esterni, e prepararono que- altre biblioteche si deve natural-
sti il secolo e l'opere di Omero, mente arguire un gran numero di
giacché senza opere antecedenti, seb- copisti e di librari, e perciò un am-
bene non del tutto perfette, che pio commercio librario presso gre- i
servissero come d' esemplare , non ci. Il Battaglini ciò comprova con
delle pubbliche botteghe de* libri e delle arti nelle regioni nostre
venali, che si videro aperte in Ro- di occidente, mediante il ricovero
ma al tempo de' primi imperato- che in esse presero tanti greci esuli,
ri, e de' liberti specialmente impie- che anco prima dell'ultima cata-
gati a copiare le opere dei classici strofe, loro annunciata dai primi
inq»in mezzo alla universale cor- l'autore parla de' tempi dell'inven-
ruttela non mancarono coltivatori zione della stampa che fu origine
di studi nella corte in ispecie dei d'un nuovo commercio e di un
romani Pontefici, e nelle case dei nuovo ordine di cose, com'è la
U)onaci, ai quali soprattutto siamo propiietà di tutti i gran ritrovati.
debitori della conservazione delle Proseguendo la storia del commer-
antiche opere e de' più preziosi cio librario relativamente al prez-
monumenti. In mezzo a questa qua- zo degli antichi volumi, ci presenta
si generale depravazione non si rare e curiose notizie, e termina
scorda de' greci, presso i quali ri- col trarre dall'antica storia libraria
mase florido il commercio librario, alcuni lumi ed avvertimenti utili
ed esisterono pubbliche biblio-
le pei mercanti di libri, con chiarezza
teche, fino a tanto che dalla fero- e precisione, che da loro adottati
cia musulmana non fu presa e sog- sarebbero capaci di restituire
al suo
giogala Coslautinopoli, Ma appunto primiero splendore una professione
i82 LIB LIB
cos\ utile e così decorosa , e far sciuta; onde nel visitare la di hù
rinascere in Roma i Giunti, i Ma- stamperia ducale di Parma, mon-
nuzi ed altri, che riunendo l'arte sieur poi Luigi XVIII, disse eh' e-
tipografica al commercio librario ra la prima stamperia del mon-
furono l'onore delle lettere e la de- do. Tra gli faremo
italiani viventi
lizia de* letterati. Tra le opere utili onorevole memoria del cav. Giusep-
ai librari, come agli amatori dei pe Antonelli libraio, tipografo, cal-
libri ed a* letterati, citeremo : iV"o«- cografo, litografo e fonditore, pel suo
vcau Dìctionnaire portati/ de biblio- grandioso e premiato stabilimento
graphie.,par Fr. Ign. Fournier, Pa- di Venezia. Della confraternita e
ris 1809. chiesa che hanno i librai in Ro-
Riguardo all'erudizione de'librai, ma, ne parlammo al voi. XI, p. 296
basta per gl'italiani citare il nome di del Dizionario. Quanto riguarda
Aldo Manuzio di Bassiano nel du- la revisione e approvazione de'libri,
calo di Sermoneta dello stato pon- se ne tratta all'articolo Maestro del
tificio, uomo dottissimo, a cui van- sacro palazzo apostolico (^Fedi).
no debitrici le lettere della pubbli- LIBR.ERIA, Libraria, Bibliotheca,
cazione della maggior parte de'clas- Luogo dove sono di molti libri, e
sici greci, latini e italiani. V. Libro gli stessi libri insieme raccolti. Se-
e Libreria. Nel secolo XVI si ese- condo il Martinetti, Collezione clas^
guirono magnifiche legature di li- sica t. II, p. ;ìoo, fu Osiraandia re _
Cancellieri poi nella Dissertazione fasti delle chiese stesse ec, anzi per
intorno agli uomini dotati di gran tale oggetto aveano appositi ama-
memoria, registrò alcune librerie nuensi. La non solo chia-
libreria fu
private perite per incendio. Dicem- mata Bihliotheca, ma Scriniuni, Ta-
mo altrove che i primitivi cristia- bularium, Archiviurn , Librarium,
ni ebbero appositi luoghi per con- e Sacrarium; talvolta fu promi-
servare e custodire i libri. Essi li scuamente chiamata Biblioteca o
tenevano denti o armadi nelle chie- Archivio ( f^edì ) ; come si disse
se ove riponevano sacri libri, o in i Bibliotecario [Fedi), o Archivista
istanze separate e nelle biblioteche [Vedi), Cancelliere e Vice- Cancel-
destinate a tale effetto ; indi nei liere [Vedi); che in origine hanno
tempi posteriori lì collocarono nei un solo significato. La più antica
segretari, i quali erano le due biblioteca che si conosca in orien-
stanze laterali all' altare ; in alili te fu quella di Gerusalemme, for-
luoghi il codice degli evangeli si mata da s. Alessandro; s. Panfilo
conservava sull'altare medesimo, il completò quella di Cesarea inco-
che si continuò anche nei tempi minciata da Giulio AfricanOj nella
più bassi, a similitudine delle scrit- quale erano trentamila volumi in :
tole del vecchio Testamento, con- questa biblioteca con sommo van-
servate nel Sanata sanctoruni. Da taggio studiarono lo storico Euse-
una lettera di s. Paolino di Nola bio, e il dottore s. Girolamo. Vuoi-
scritta a Severo, siraccoglie che i si che la famosa biblioteca di Co-
libri liturgici si conservavano nel stantinopoli, situata presso la basi-
segretario , dai greci distinto col lica di s. Sofia, fosse incominciata
nome di Diaconico bemale e po- da Costantino il Grande ; essa fu
steiiormente metalorlo, per deno- immensamente da Teo- arricchita
tare che i libri liturgici occupava- dosio II, per cui a suo tempo con-
no una parte solamente del mag- tava centomila volumi ; indi venne
gior diaconico e dell'intero segreta- aumentata di altri ventimila volu-
rio, cioè la parte sinistra dell' ab- mi, e j'crl in una popolare sedi-
,
romano ; s. Ilario fondò le due bi- il legno, eh' è la parte più dura
blioteche Lateranensi, e forse vi fu nella quale distinguesi l' alburno. Il
pure una terza biblioteca Lateranen- Dacier nelle note ad Orazio, dice
6e. Oltre queste nel pontificato di che il libro è propriamente la cor-
s. Gregorio I in Roma probabil- teccia interna dell'albero, e che gli
pati, o bianchi ch'essi si sieno : e si tomo sono ora sinonimi, e presi pro-
piglia ancora per 1' opera scrittavi. miscuamente, come insegna nel i>uo ^
Si definisce il libro, anche per o- Lessico il Forcellini alle due parole
LIB LIB iSò;
dello storico Cremuzio Cordo; co- alla Chiesa, che per l'autorità ri-
si pure Antioco Epifane fece bru- cevuta da Dio ha il diritto di
ciare i libri 'degli ebrei, e nei pri- giudic re delle cose appartenenti
mi secoli dell'era volgare furono alla fede e alla morale, sotto il
chi ammutolisca intorno alla di- Nazianzeno vendette i libri per aiu-
vulgazione delle più strane e sov- lare i poveri. Quel libro o volu-
vertitrici opinioni. Inoltre il dis- me che si vede in mano al Salva-
serente additò i! modo di dirigere tore nelle sue immagini rappre- ,
deuipiule, e degli occulti misteri dal tre pre7Ìose disposte con eleganza.
medesimo a tutte le genti e nazio- Libri di tal genere talvolta si cu- :
p. 217, scrive che anticamente fi- tro preziose coperture. I libri spi-
guravansi gli apostoli con un libro rituali sono particolarmente quelli
volume iu mano , sigiiificandosi che trattano della vita spirituale o
con ciò le opere canoniche lascia- cristiana, che eccitano alla divozio-
teci dai medesimi, o la libera fa- ne, che servono alla meditazione. Il
coltà che ricevettero da Gesù Cri- libro Diurno contiene l'uffizio di-
sto di predicare il santo vangelo. vino, ed il libro Pontificale v sacri
1 libri sacri e canonici sono quelli riti, per non dire di altri libri dei
che la Chiesa riconosce ed ammet- quali parlasi a' loro articoli. Sicco-
te a far parte della Scrittura. P^. me il vocabolo libro si applicò non
Bibbia e Canoni. 1 libri della Chie- solo alle opere scritte o stampate,
sa o liturgici sono quelli che ser- ma anche ai diversi registri che si
vono alla celebrazione del divino tengono ne'pubblici archivi, di per-
uffizio come gli Antifonari, i Gra- sone, di spese, di rendite o di al-
duali, i Messali, i Ltzionari, i Dit- tri oggetti ; così si sono variati
tici, quelli degli Evangeli, dell'-E- straordinariamente quei i titoli di
pisiole, de' Sagramenti, delle Se- libri, ed alcuni sono divenuti sotto
quenze, ec, di cui parliamo ai lo- diversi nomi, monumenti storici, o
ro articoli. I libri troparii conten- diplomatici, o amministrativi. In
gono versetti che si cantavano
i multi stati si è adottato la deno-
immediatamente avanti l'introito, minazione di gran libro, in quello
come un preludio di esso, oppure sul quale si scrivono le rendite
frammischiavansi al medesimo, una pubbliche o anco il debito pubbli-
parie del coro cantando l' introito, co. Celebre fu presso i veneti re-
l'altrasimultaneamente il tiopo. V. pubblicani il libro d'oro, nel quale
Titopus. E qui. noteremo, che Fran- si registravano i nobili facenti par-
cescantonio Mondelli, nella sua De- te della veneta aristocrazia. In di-
cadi^ di eccl. dissert., scrisse la IX: verse città il registro araldico del-
Sopra la decorosa custodia in che la nobiltà ad essa aggregata ezian-
tene<>ansi i sacri libri, e la pompa dio chiamasi libro d'oro. Leggio
con cui al popolo leggevasi massi- (fedi) è ristrumento sul quale
mamente il vangelo, i libri litur- tiensi il libro per cantare i divini
gicisi ornarono e custodirono in uilizi. Nel descrivere le sacre fun-
più modi. Gli antifonarii si distin- zioni si è notato chi deve sostene-
guevano ordinariamente per la per- re i libri. Al Papa dicemmo che
gamena color ceruleo o rosso, pei lo sostengono nei pontificali il car-
caratteri di argento , e nelle parti dinal wscovo assistente in piviale,
LIB LIB iSf)
tililà degl'indici delle loro opere, una linea dalle sorgenti dell'Arsia
vi hanno inserito, con ordine alfa- a quelle di Kulp la separava al
betico, a guisa df appendice, altre nord dalla Pannonia, da cui era
utili notizie. Chr. Liberii ci ha da- pure divisa all'occidente da una
to un'opera con questo titolo: De catena montuosa che estendevasi
scribendis, legendis et aestimandis sino alla sorgente dell' Onn. Si no-
librix, Ultrajecti i58i. minano diversi popoli antichi che
Quanto alla proprietà letteraria abitarono la Liburnia, più con-
i
moltissimi sono gli esempi di Pa- ni, i peliceli, i lacinii, gli stulpii, i
I go L B I Lic a
TÌncla era indipendente quando il penetrati in Italia (Vedi), dalla S
regno dell'Illiria o della Dalmazia parte settentrionale, verso il secolo
fu distrutto. I romani ne acquista- XV^ avanti Gesù Cristo. Si stabi-
rono alcune piazze sulle coste, pri- lirono fra le Alpi e l'Alhesis, po-
ma che Augusto incominciasse a scia passarono dall' altro lato del
regnare, poiché parlasi della flotta Po, ed allontanandosi dalle pianu-
liburnica di Pompeo; ma questo re paludose che stavano all'imboc-
principe l'assoggettò interamente, catura di questo fiume, si estesero
inviando una colonia a Zara. Allo- lungo il mare, essendo stali ripul-
La Liburnia fece sempre parte della divisero ne' tre rami di apuli, pae-
provincia della Dalmazia. I goti, diculi o paedidi o peucetii, e cala-
gli unni e gli avari vi cagionaro- i/ri. Il paese da loro abitato si
no de' guasti nella decadenza del- chiamò Apulia dai romani, e Ja-
l' impero, dicendosi anche che que- pygia dai greci. Le liburnidi isole,
sti ultimi vi si stabilirono al tem- sono quelle del mare Adriatico lun-
po dell'imperatore Maurizio; ma go la Liburnia , e cingono la co-
i bulgari lo avevano fitto prima sta orientale del golfo di Venezia,
di essi, se si presta fede a qualche lungo la costa di Croazia.
autore slavo, che dice esservi en- LlCAOiNIA. Piccola provincia
trala una truppa di questi barba- dell'Asia minore, secondo Strabo-
ri sotto il regno di Giustiniano I ne, e parte della Cappadocia al
nel 540, ed avervi ucciso il ge- mezzodì della Cilicia, da cui è se-
nerale Acume uno , di nazione, parata dal monte Tauro, tra 1' I-
che comandava pei romani. Il 1' Armenia mi-
vi sauria a ponente e
nome di maurovalusi che questi nore a levante. Iconio [Vedi) n'è
autori istessi danno agli antichi a- la metropoli. Furono apostoli della
bitanti, e che secondo essi signifi- Licaonia s. Paolo e s. Barnaba. AI
ca latini nerij sembra ad alcuno tempo del concilio di Nicea la Li-
avvicinarsi molto al nome di mor- caonia non formava che una sola
lacchi, che è quello che si dà an- provincia colla Pisidia, ma vennero
co adesso agli abitanti di una por- divisepoco dopo, dando Antiochia
zione della Liburnia. Pare che bul- i per metropoli alla Pisidia. Teodo-
gari e gli avari non abbiano goduto sio II nel V secolo staccò alcune
lungo tempo della loro conquista, sedi vescovili dalla Licaonia per for-
poiché sotto il regno di Eraclio mare una parte della Nuova-Licia.
verso l'anno 620, croati ne di- i Alcune Notizie gli danno un nume-
strussero una parte, ed obbligaro- ro maggiore di sedi, altre minori.
no l'altra ad assoggettarsi ad essi. LICENZIATO. Grado scientifico
liburna, una delle tre nazioni pro- liccnzialus, laurea donatns. Licen-
venienti dagli illirici, sono verisi- ziato chiamasi colui, che ha ottenu-
luilmente i primi popoli che sieiio to il grado della licenza o licenzia-
LIC LIC ìc,x
tarei, per conseguire il quale in di- Sulda osserva che il nome di liceo
rillo canonico, in diritto civile, in derivava originariamente da un
filologia, in fdosofia, in teologia, in tenf)pio fabbricato in quel luogo e
regolamenti delle diverse tiniversilà. quali facevano parie del liceo, era-
In alcune università, specialmente no innalzati da certo Lieo
slati
blico (
quod privatum appellatur, e così pure lo pigliarono molti
quia nullus admittitur ibi praeter stabilimenti d'istruzione in Italia,
192 LI LIC
ceoimo del Collegio Lwgp.ie, od ni- Lugo, Macerata, Matelica, Perugia,
l'niticolo Malinc.i (Fedi) , óe\ mio- Pesaro, Rieti, Terni, Tolentino,
no Collegio Belgico da idtimo in Norcia, Rimini e Vetralla. Anli-
Roma eretto. I collegi del resto del- camente era un luogo pubblico
lo slato pontificio sono nelle seguen- d'istruzione in R.oma chiamato l'ye-
ti città. Bologna due, cioè il colle- teneo , eretto dall'imperatore A-
gio Jacobs, ed il collegio di s. Luigi; driano l'anno i35, per servire di
Fano, il collegio Nolfi; Lugo, il uditorio ai dotti, eda quelli che
collegio Trisi; Ronciglione, Velie- volevano leggere le opere loro in
ti i , Marino, Benevento, Urbino, presenza di molti individui. Servi-
Ferentino, Loreto, Spello, Ferrara, va eziandio di collegio, e vi si
A latri. Camerino, Fermo, Faenza, tenevano pubbliche scuole. Si ere-
Città di Castello, Cento, ed Orvie- de che Adriano così lo appellasse
to. I collegi convitti sono quelli dal greco nome di Minerva, per-
di Ravenna, Terracina , Perugia, che era giusto che un edifizio de-
ed il collegio convitto Campana di stinato al convegno dei dotti por-
Osimo. tasse il nome della dea delle scien-
11 ginnasio poi è una specie ze. Un ateneo simile, formato a
di scuola ove anticamente si e- Lione dall'imperatore Caligola, fu
sei-citavano i giovani nelle ginna- celebre per la dottrina dei maestri
stiche e negli studi. Oggi si usa che vi tennero scuola, e per i
quel vocabolo in generale come premi istituitivi da quel principe,
sinonimo di scuole o di luoghi do- Questo titolo fu poscia esteso alle
ve sono scuole, I nostri antichi accademie destinate all' insegnamen-
scrittori pongono insieme il gin- to delle scienze e delle lingue, ai
nasio e la palestra. I greci ed i collegi, alle biblioteche, ed alle
romani indicavano col nome di dotte società, come è l'ateneo di
ginnasio l' edifizio pubblico, in cui Brescia, quello di Treviso, quello
i giovani si esercitavano nella lot- di F'orli, ec. Di quest' ultimo ne
ta e in tutti i giuochi opportuni parlai al voi. XXV, p. 2o3 e 2o5
per dare al corpo pieghevolezza, del Dizionario. Avendo, secondo il
Terzi, Siria sacra, p. i5o, il suo che anzi per lo contrario era sos-
primo vescovo fu Zana discepolo tenuto da Giovanni di Gerusa-
degli apostoli ; indi nel concilio Ni- lemme. Fu letta la memoria di
ceno v'intervenne il vescovo Aelio, Eroe e di Lazzaro, nella quale
e nel primo di Costantinopoli Dio- avevano inserite in gran parte le
nisio. La lettera sinodica all'impe- proposizioni di Pelagio, e tra le
ratore Leone, Enea,la sottoscrisse altre queste. » I fanciulli senza es-
cui successe Eustazio. L' Oriens sere battezzali hanno la vita eter-
chrisl. t. Ili, pag. i syS, riporta na, quantunque non entrino nel
che tredici vescovi ebbero la sede regno de' cieli ; la grazia non è
in Diospoli o Lidda , e quattro necessaria per ogni opera buona
vescovi latini in Lidda o Rama. in particolare; il libero arbitrio
La sede vescovile pei latini fu e- basta colla legge e colla dottrina ;
4 5 contro Pelagio.
I brogliare gli oppositori con una
Eroe d' Arles e Lazzaro d'Alx farragine di parole confuse, e eoa
vescovi delle Gallie, scacciati dalle certi sofismi che in fatti abbaglia-
loro sedi in occasione delle tur- vano. Che sia così, può vedersi in
bolenze eccitate dalla irruzione dei s. Agostino, il quale riferisce le
barbari, avendo denunziato Pelagio parole dei vescovi e di Pelagio,
come eretico dinanzi ai vescovi di lenendo gli atti originali del con-
Palestina, e questa denunzia aven- cilio, che gli erano stati spediti.
doli renduti celebii, compilarono Finalmente non essendosi trovato
un memoriale degli errori di tale nessuno, che potesse sostenere le
eresiarca, nel quale sostenevano accuse prodotte contro Pelagio, e
che Pelagio fosse reo, tratto in non potendo quei vescovi esami-
parte dalle opere dello stesso Pe- nar i libri ch'erano scritti in lati-
lagio, parte da quelle di Celestio. no, giudicarono dei sentimenti di
Questo affare fu portato davanti Pelagio da quanto egli diceva, e
al concilio, che s. Agostino chia- prestarono fede alle sue parole; e
ma di Palestina , ma che real* quindi, essendosi ingannati, perchè
LID LID 197
erano uomini, lo credeltero cattoli- per la risurrezione diGesù Cri-
co. Poiché ebbe egli dichiarato di sto. Labbé tom. II ; Arduino t. I ;
seguire in tutto e per tutto la Baluzio in Collect. j Diz. de coti-
dottrina della Chiesa cattolica, e a- cilii.
diverse paili della città, e belle nala fra due gran ruote, che sono
strade lungo l'acqua, alcune fian- cinte da due grosse funi, a cui
cheggiale anche di viali d'alberi, sono attaccate altre ventiquattro
seguono una porzione del corso corde ; dodici uomini le tirano
della riviera. Le strade sono in in alto da una parie , ed al-
generale anguste. Il passaggio della tri dodici dall' altra al basso, per
Cornamusa è molto ameno e de- formare un concerto musicale.
Vi si contano dodici piazze
lizioso. Queste campane sotto descritte
pubbliche; quella del mercato che dal Rocca, che ne produce anche
possiede una bella fontana, può l'incisione, nel t. I, Opere, de Cam-
celebre pel sacrifizio di Golliu che vato nel 658, e le diede una mag-
•vi fu inghiottito il 28 febbraio 1812. giore estensione, Liegi non fosse
L'antico paese di Liegi era abitato che un piccolo borgo. Questa città
dagli ebnroni e dai coiidrusi di cui molto soifiì nel IX secolo dalle in-
parla Cesare; piìi lardi divenne un cursioni dei normanni; e nel i 106 vi
principato, ed il ne
vescovo di Liegi mori Enrico IV imperatore di Ger-
divenne sovrano. Faceva parte del ìuania ( Vedi). Trovandosi il Pon-
circolo di Westfaiia e rinchiudeva tefice Innocenzo II in Francia, a
sette piccole contrade; cioè la Cam- cagione dello scisma dell'antipapa A«
pina liegese, la Hazbaye, le contee nacleto II, nel ii3i passò in Liegi
di Hornes e di Looz, ed i paesi di ove fu visitato dall'imperatore Lo-
Condroz, di Franchimont e di Sta- tario II coH'iinperatricii sua sposa.
Telot. Confinava al nord col Bra- L'imperatore uscì incontro al Pa-
bante e la Gueldria; all'est coi du- pa avanti la cattedrale, addestrò il
cati di Limburgo e di Julieis ; al di lui cavallo e l'aiutò a discender-
sud col ducato di Lussemburgo e ne. Di poi Lotario II domandò il
questo paese e lo riunirono alla Fran- dominii della santa Sede, ciò che
cia, nel 1795 lo divisero fra i di- cesare promise. Innocenzo II cele-
partimenti della Mosa inferiore, del- brò in Liegi un concilio a'22 mar-
l'Ourthe, e di Sambra e Mosa. Nel zo, lo presiedette alla presenza de-
i8i4 fece parte nuovo regno
del gli imperiali coniugi, e coU'inter-
de'Paesi Bassi, e nel i83 fu il Lie-
t vento di molti vescovi Ottone ve- :
le era la chiesa della Beata Ver- ro o Teodardo, che nel 668 ebbe
gine: altri registrano all'anno /\.5o in successore s. Lamberto suo di-
la distruzione degli unni. Finalmen- scepolo ; questo però venne caccia-
te il vescovo s. Uberto la traspor- to dalla sua sede da Faramondo,
tò a Liegi verso l'anno 709 0718, ma ritornatovi nel 681, fu assassi-
conservando però sempre il titolo nato da Dodone domestico di Pi-
di Tongres, che sopravvisse alla sua pino nel 708. Gii successe s. Uber-
rovina, e non avendo preso quello to discepolo di tal santo martire,
di Liegi che nel 961 sotto il ve- il quale trasportò la sede a Liegi,
scovo Eberardo, come altri voglio- e collocò il corpo del medesimo s.
troni della città. Faremo qui men- renzi o Florentz d' Utrecht, fatto
zione di alcuni personaggi e dignitari cardinale nel iSiy da Leone X,
del capitolo di Liegi. Il primo è canonico di Liegi nel 1021, crea-
Giuniano Federico de' duchi di Lo- to Papa a' 9 gennaio i522, e ri-
rena, arcidiacono di Liegi, che s. tenendo il nome si chiamò A-
Leone IX passando per questa cit- driano VI. Gli altri canonici del
tà condusse s^co e creò cardinale, capitolo di Liegi innalzati al car-
poscia meritò di essere eletto nel dinalato furono i ed il
seguenti,
loSy Pontefice col nome di Ste- primo di essi fu Giovanni E-
fano IX detto X. Il secondo è Ja- gidj detto il cardinal di Liegi ,
copo Pantaleone di Trojes arcidia- perchè stato prevosto di questa
cono di Liegi, che fu deputato dal chiesa, innalzato al cardinalato nel
suo capitolo ad intervenire al con- i4o5 da Innocenzo V^ll, poscia se-
cilio generale di Lione ; e ben- I polto nella cattedrale di Liegi. Quan-
ché non fosse ornato della dignità
o to agli riporteremo i soli no-
altri
talo al pontificato col nome di Gre- Vendome. i557 Vitellozzo de' Vi-
gorio X (Fedi), col quale lo ve- lellozzi. i56i Antonio Perrenol di
1 .
strato dal Semeria tra cardina- i ne XII lo fece cardinale prete dei
li liguri e genovesi: Libano Vili ss. Marcellino e Pietro nel 1826.
nel 1643 lo creò cardinale diaco- Francesco Serra de' duchi di
no diMaria in Portico. Per
s. Cassano nato in Napoli, arcivesco-
questa medesima ragione noi vi vo di Capua, perchè oriundo di
aggiungeremo Giambattista Costa- (ieuova il Seraeria lo pose tra i
guti romano, che Alessandro Vili cardinali liguri e genovesi : il re-
fece cardinale nel 1690. gnante Papa Gregorio XVI nel
Alderano Cibo de' principi di i83i lo creò cardinale prete dei
Massa e Carrara, perchè oriundo ss. XII Apostoli,
2io ' LI L IL
sia Genova nelle sue antichità ri- Lorenzo, in ed
progresso prese
cercata, Genova I74^> tl'avviso <- quello deiriles, Tnsulae, e finalmen-
che Innocenzo IV nel ìi'j'ì cavò te l'altro deir//<», onde poi fu del-
cardinale Giovanni Spinola, e Ni- ta Lilla. Fu chiamata Ile perchè
colò IV nel i?,88 creò cardinale le due o tre isole, sulle quali
Simeone Spinola. Di ambedue l'a- questo borgo era situato, si tro-
curalissimo Cardella non ne fa varono riunite in una sola. In
parola. Qui avvertiremo che nel questa città furono tenuti due
voi. XXVIIf, p. 282 del Diziona- concili!, il primo nel f25i da
rio, cioè nella serie de'cardinaii Giovanni di Baux arcivescovo di
genovesi, sono occorsi questi eirori Arles co'suoi sulhaganei, e furono
di stampa: all'anno ì 585 Pinelli fatti tredici canoni di disciplina.
è scritto col G; all'anno 1602 è Reg. t. XXVIIl; Labbé t. XI;
riportato Giuseppe Kenato Impe- Arduino t. VII. Il secondo conci-
riali che deve collocarsi al 690 1 lio fu tenuto nel 1288 : in esso
in luogo di Lorenzo Imperiali, il vennero confermati i tredici cano-
quale spetta al luogo del prece- ni del concilio precedente, e ve ne
dente. Ai nostri giorni il Carbone furono aggiunti cinque altri. Lab-
pubblicò il Compendio della sto- bé t. XI ; Arduino t. VII.
ria Ligure, dall' origine sino al LILIBEA o LILIBEO, TJly-
i8i4> due tomi. Da ultimo il
in baeuìu. Città vescovile ed antica di
eh. canonico Palemone Luigi Dima Sicilia, nella sua parte occidenta-
lia pubblicato l'utile ed interessante le, sud del Drepanuni, e presso
al
anco intorno alle chiese della Li- l'imboccatura del porto di Carta-
guria. gine. Lilibea era nel luogo o pres-
LILLA, LILLE, ovvero I/e, Ilcs, so l'odierna Marsala, la quale alla
o Isle. Francia del di-
Città di bellezza del suo antico portodeve
partimento di Valchiusa, circonda- il suo nome, che in arabo signifi-
rio e capoluogo di cantone, nel ca porto di Dio, ed è celebre pei
contado Venaissino in l'rovenza. suoi vini. Si ignora il preciso
Appartenne alla provincia eccle- tempo della fondazione di Lilibea,
siastica d'Arles, sotto la diocesi di sapendosi che si chiamò anco
Cavaillon. È situata presso il cam- Ilelvia- Colonia, ch'era fortissima,
mino che conduce alla fontana di e che n'erano padroni i cartaginesi
Valchiusa, in una situazione deli" nella prima guerra punica. I ro-
ziosa, sopra un'isola formata dalla mani tennero assediata per più
la
Sorga. Questa piccola città nella di cinque anni ; finché venne loro
sua origine non era che un casale consegnata colla pace nell'anno di
abitato da pochi pescatori, ove ven- Eoma 5ir. Vi si stabilirono allo-
re a rifugiarsi un gran numero ra i romani, e Tito Livio dice
di abitanti dei borglii vicini, per che vi mantenevano una guarni-
sottrarsi alle ruberie di moltissimi gione di diecimila soldati. Una
malandrini. Quivi costrnssero un flotta cartaginese fu battuta avanti
borgo che portò il nome di s. questa piazza nell' aiuio 535. La
LIL LIM 21 r
destra del Riraac evvi sobborgo il tre chiese parrocchiali, tutte mu-
di s. Lazzaro, al quale si giunge «ile del battisterio e riccamente
per un ponte di pietra largo ed ornate, fra le quali osservasi quel-
elegante. Le strade di Lima, come la di s. Pietro, la cui architettura
quelle del sobborgo, sono parallele è di buono stile; quella del Sacra-
e tagliate ad angoli retti; esse rio; il santuario di s. Rosa di
formano vari quadrati di abitazio- Lima protettrice della città e del
ni, ciascuno de'quali ha circa 4^0 Perù, non che di tutta l'America,
piedi da ogni bto. Le strade sono delle isole Filippine e dell'Indie ;
molti privilegi, confermati dal Pa- Rimar, di cui gli spagnuoli fecero
pa Paolo III, avendola s. Pio V per corruzione Liniac, e poi quel-
incorporata nel 1072 a quella di Io di Lima. Essa si aumentò ed
Salamanca, perchè godesse le me- abbellì in poco tempo, ma i terribili
desime prerogative. Vi sono an- terremoti che provò in varie epo-
che molli altri stabilimenti d'istru- che paralizzarono la sua prosperità;
zione, come i collegi di s. Carlo, il primo accadde nel i582, ed in
della Libertà, di s. Torribio, del- piogiesso ne sentì più di venti, tra
l'Indipendenza, e di s. Tommaso, i più terribili de' quali contansi
oltre alcuni istituti per leducazio- quelli degli anni i 586, i63o, i655
ne delle donzelle. I collegi hanno e 1764; ma i più disastrosi furono
biblioteche ben fornite, e princi- quelli dell'ottobre16 19, in cui più
palmente la biblioteca pubblica di cinquecento case furono distrut-
che possiede manoscritti interes- te, e le altre danneggiate; del 17
santi, ed un deposito idrografico, giugno 1678, che rovinò gran par-
Lima sempre l'emporio di quasi
fu te della città; quello del 1687 ia
tutto Perù, ed il centro del
il cui furono quasi interamente de-
commercio fra l'Asia, l'Europa e moliti i pubblici edifizi; quello del
l'America; questo estero commer- 28 ottobre 1746, per cui in quat-
cio si fa col mezzo di Callao, pie- tro o cinque minuti non restarono
cola città che si riguarda come il in piedi che pochissime case, es-
suo porto, e che si trova a due sendo state rovinate del tutto set-
leghe all'ovest. Dal 1783 fino al- tantaquattro chiese e conventi, il
Pontefice Pio VII a' 16 agosto quale è bene dotato , esiste sotto
1821, coir autorità della bolla: la sua direzione la facoltà teologi-
Pi ovida sohrsque Romanorum Poti- ca dell' università di Marbuig, nel-
tìf/ciini , dichiarandola sutìiaganea r elettorato d' Assia. Ogni nuovo
della metropoli di Friburgo. Leo- vescovo è tassato nei libri della
ne Xll nel coucisloro de' 2 mo":- I camera apostolica in fiorini 332 ,
L IM %
coinspondenli all'annua rendila Jl liere della città; gli edifizi pubblici
seimila fiorini di quelle parti, i sono belli, e fra gli altri sono i -.
^Ul'OLlS. Sede vescovile della Pi- merick possiede quattro chiese prote-
sidia, nella diocesi ed esarcato d'A- stanti, otto cattoliche, una presbite-
sia, sotto la metropoli d'Antiochia, riana, una ed uà
pei metodisti,
eiella nel V secolo, secondo Com- luogo di cullo pei quakeri. Avvi
manville. Ma già Vannio suo ve- pure una vasta caserma per l' in-
scovo lo troviamo intervenuto al fanteria e la cavalleria, una bi-
antichi; il secondo, situato nell' iso- condizioni più vantaggiose per esso,
la del Ile, formata dal fiume, era per la guarnigione, e per quelle
vm tempo benissimo fortificato. Le delle altre piazze che volessero
case sono erette in un modo re- ritirarsi in Francia ; una tale ca-
quegli ultimj del secolo passato, e mente dedicato, vale a dire la chie-
di quelli del secolo corrente. Cle- sa, siccome lo dimostra il Baronie
mente XIII nel 1767 fece ^ escovo nelle sue noie al martirologio ro-
Dionisio Conway della medesima mano a* 18 novembre. Adunque
diocesi, a cui Pio VI nel 1792 la visita de' sacri limini de' gloriosi
1796. Pio VII a' 4 ottobre del ligioso accesso a' loro templi eretti
i8i4 fece vescovo Carlo Tuohy, in Roma, ove i loro corpi pla-
al quale Leone XII a' 3i settem- cidamente riposano. 11 vocalxjlo di
bre 1825 assegnò per coadiutore limini in vece di tempio , trae la
Eyan, che succedette nel i83r e trare nel tempio si prostravano al-
dt ss. Pietro e Paolo si dicono far' tore, nella sua costituzione che ag-
si ad limiìia apostoloriim , riporta giunse alle leggi saliche: Sì in atrio
le seguenti erudizieni. Quelli che ecclesiae, cujus porta reliquiis san-
si recano a Pioma per divozione ctoruin consecrnta est, hujusmodi
onde visitare i sacri depositi dei homicidiuni perpelratuin fuerit. Per
principi degli apostoli, sino dalla questo medesimo rispetto si orna-
più veneranda antichità comune- va r ingresso de' templi, laonde s.
quelli che venivano in Pvoma a ve- puro splendida lino, sive coloratis
nerare i detti sepolcri, o di quelli texiuni fucata figuris : hi laeves
di altri santi altrove, i quali pri- tilulo lento poliant argento, sanctaqj
ma dell' ingresso nella basilica o praejixis obducant limina laninis.
chiesa baciavano per alto di rive- Si trova però , che anco senza la
renza il limitare della porla; al santità delle reliquie era costume
qual rito alluse Fortunato, che par- di ornarsi i templi di veli, festoni
lando della basilica di Ravenna e cose simili, il che facevano i
o soglia, quale trapassavano con Paolo di Roma, fino dalla più re-
allungare il passo, onde non cal- mota antichità, furono chiamati sa-
pestare il luogo santificato dal lo- cri limina e Umilia Apostolorum:
ro idolo. vennero edificati sulle cryptae, iu
Il Macri al vocabolo Limma, queste eziandìo si eresse pure altro
dice che questi sono i due limi- altare, ed ebbero le fenestrelle. Di
nari, superiore ed inferiore, cioè questi altari o confessioni sotto i
quella parte di muro che termina quali si venerano i corpi dei prin-
la porta dalla parte di sopra, e cipi degli apostoli, della anticliissi-
quella calchiamo co' piedi ; i
che ma e costante divozione de' fedeli
quali liminari anticamente erano per quanto può riguardare
essi, e di
1776. 11 Sindone nella sua opera nore de'ss. apostoli Pietro e Paolo.
Allariiun sac. bas. Vaticanae, a Passando ora a parlare della
p. i32 tratta de sacra beati Petri venerazione prestata fino dai tem-
Conftssione, cap. XXV. Da Sisto pi i più rimoti ai sacri limiiii
]\on è poi molto propria, volendo- legge a p. 2o5 e seg. della De-
si parlare giusta il rito dell'antica scrizione della sacrosanta basilica
disciplina della Chiesa, l'interpreta- Vaticana, Roma 1828 pel Pucci-
zione di che col nome di
quelli nelli. 11 dottore s. Giovanni Cri-
limini degli apostoli intendono la sostomo nel libro intitolato Qnod :
Sideri il vero significato de'limini pag. ^2, 58, 72, che fino dal se-
apostolici secondo il sentimento de- sto secolo era invalso l'uso della pe-
gli antichi canoni, confessa il Fa- nitenza de' eacri pellegrinaggi per
LIM LIM 225
la redenzione de'peccati. Ma il p. tare di s. Pietro le sue armi, la
Mabillon, saec. IV Bened.^ p. 677, corona d'oro ed una croce di ar-
illustrando un passo della vita di gento. Quando Pipino re di Fran-
s. Walfrido, ne assegnò i' introdu- cia ricuperò a Stefano III le terre
zione al secolo settimo, avendone usurpale da Aistulfo re de' longo-
ricavalOj che jani tnni erat per- bardi, e ne donò altre alla Sede
suasuin, indulgenline gratiam con- apostolica, mandò le chiavi di esse
tìgere his, qui leligionis caussa ad a Roma, e le fece porre sul sepol-
limina apostolonim peregrinabantur. cro di s. Pietro , in signum veri et
Anche il monaco Hartmanno nella perpetui dominii. Stefano IV ripro-
vita di s. Wiborada, presso i Bol- vando con lettera il maritaggio del
landisti a' 3 maggio, narra essere figlio di Desiderio re de' longobar-
stata da lei allegata la stessa ragio- di, colla figlia di Pipino, pose la
ne addotta dal re di Danimarca lettera sulla confessione di s. Pietro
e d'Inghilterra Canuto li, per ove celebrò la messa, e pe' suoi le-
condursi a Roma in pellegrinaggio gati fece intimare, che chi avesse
nel 1027 sotto il pontificato di Gio- operato contro ilcontenuto di essa,
vanni XX : questo re nella lettera era allacciato dalla scomunica, e
scritta agli inglesi, presso Malmes- dal regno di Dio escluso. Quattro
bury lib. Il, e. 11, disse loro: Notifico volte Carlo Magno si recò in Ro-
vobis noviler me Romani, ora-
iisse ma, ad vola persolvenda, et oran-
timi prò redemplìone peccatorum dum profecluni est. Allorché egli
meorum. La badessa Eangytli nel- restituì alla Chiesa romana i domi-
Y epist. 38 a san Bonifacio gli nii occupati dai longobardi, e fece
disse: facere volumus,
no'.iim libi le note donazioni con che ampliò
frater Bonifacì, quod multimi tem- il principato del romano Pontefice,
poris Jluxit, ex quo desideriiim ne lasciò 1' autentico documento sul-
habuimuSj siciit plurimi noscunt ex l'altare di s. Pietro, e giurò di
necessariis nostris, et cognatìs, sive mantenere l'atto. A questo principe
alienìs, quo quondam orbis domi- s. Leone III mandò lo Stendardo
nani Romani peteremus, et ibi pec- e le Chiavi di s. Pietro [Vedi), le
catorum nostrorum veniam impe- quali benedette, piene di reliquie e
traremus. Costantino Papa nel 709 della limatura delle Catene di s.
all'altare di s. Pietro ricevè la pro- Pietro [Vedi), dopo essere state sul-
fessione monastica di Coenredo re la di lui tomba, i Papi solevano
dei merciori, e di Offa re de' sassoni donarle ai principi benemeriti del-
orientali, che rinunziato il regno la Chiesa. Avanti questa tomba saa
eransi perciò portati in Roma. Leone III unse e coronò l'impera-
Sotto s. Gregorio lì vi giunse pu- tore d'occidente Carlo Magno, rin-
re Ina re de' sassoni occidentali a novando così l'impero occidentale.
fare altrettanto, rendendo tributario All'articolo Imperatore e Corona-
alla Chiesa romana il suo regno, zione degl' imperatori [Vedi), si di-
mediante l'annuo censo del Denaro chiara che tal funzione deve farsi
dis. Pietro[Fedi). Riuscì a detto Papa e fu fatta presso l'altare del prin-
di piegar l'animo di Luitpraudo re cipe degli apostoli, nella quale ba-
de' longobardi, che minacciava l'ec- silica ha pure luogo la Coronazio-
cidio di Roma, di cousecrare all'ai- ne de' sommi Pontefici [Vedi). Noa
VOL. XXXVIII. i5
7.16 LIM LIM
solo gl'imperatori, ma anco i re, prodotto lutti i passi, in cui ha
furono coronati nella basilica va- trovato indicato soltanto limina bU'
ticana, e s"! gli uni che gli altri silica b. Petri. E noto che chiun-
lasciai'ono sulla tomba magnifici que, sino dalla più remota antichità, J
presenti. Altri principi non poten- veniva a Roma alla visita de' sa- '
calunniati di eresie o altri delitti, giu- giusto parere del p. Teodorico Rui-
stificarsi nella chiesa di s. Pietro con nart nelle note a s. Gregorio di
emettere giuramento sulla confessio- Tours. Poiché s. Gregorio I, 1. 2,
ne: gli spergiuri piìi volle provarono epist. 74 ad Eiisehiutn vescovo di
la divina punizione. Il vescovo di Tessa Ionica, scrisse: Lator praesen-
]\'arni s. Cassio ebbe tanta divozione tium TheodoruSj ecclesiae veslrae
al principe degli apostoli , che dopo lettor, ad ss. Àpostolorimi limina
fatto vescovo, continuò ogni anno veniens Si auteni rursas ad
a recarsi in Roma per la festa di orationeni htic ad sanctos /éposto-
s. Pietro : questo esempio fu imita- los venire volueril. B neW epist. 35,
to da altri vescovi, ed al presente 1. 1 2 ad Desiderium vescovo di
suole effettuarsi da quello di No- Vienna :Pancratins lator praesen-
cera. 11 Papa s. Leone IX dal La- tinnì, ut asserii diaconus, Aposto-
terano tre volte la settimana e a lorunt se liininibus repraesentans, a
piedi scalzi si recava nella basilica nobis noscitur petiisse, ut euni fra-
vaticana, ove si fece portare prima ternitatis veslrae deherenius specia-
di morire, e spirò avanti la confes- liter commendare. L'autore della
sione. Innanzi a questa volle essere vita di s. Romano scrive: che pe-
sepolto Pio VI, secondo il divoto tiit ab episcopo suo licentiani da-
costume de' primi Pontefici , che ri, in Romaniani { non Romagna,
vennero tumulati presso il corpo di ma bensì i paesi che contenevano
s. Pietro. il distretto e le vicinanze di Roma)
Per altro non deve credersi, che transnieare , ubi piis precibus ad
per la visita de' sacri limini s' in- limina ss. Petri et Pauli, et eaete-
tendesse indicata la sola basilica di rortini sanctoruni precibus vacaret.
s. Pietro, come sostiene il p. Laz- Paolo Diacono, De rebus longob. e.
zeri citato, Of" liininihus apostolonini 4, narra che Tlieudo Bajerioruni
pag. 27, avendo perciò raccolto e . genti s duXf or alionis causa, Romani
I
LIM LIM a 27
ad hb. Apostolorum vestigia venil. ficaio di s. Simmaco del 49^, il
sione faceva orazione bagnando con che Giovanni Vili fece incidere nel-
lacrime il pavimento, esclamò con la porta di s. Paolo, riferisce i due
gran spirito : Exullahnnt sancii in seguenti. Hanc proceres ìntrale, se-
gloria, e sentì rispondersi dai me- nes, j avenesque togati, plibsque sa-
desimi: Laetahiintur in cubilihus crata Dei limina sacra petens. Tra
suis. Il Papa s. Nicolò I deir858 VEpist. summ. Pont. RomaeiSgi,
lìeW epist. Q.O, Carolo glorioso regi p. 296 si trovano
, queste parole
maj'ori, l'esorta ad beatissima ss. scritte dallo stesso Papa ad impe-
Apostolorum prìncipunt Petri et ratorem et imperatricem Apostolo-
Pauli confugere limina. In altra e- rum fautoruni veslrorum limina.
pistola di s. Nicolò I si dice, diim Epist. 1 5, p. 1 5. Gesilberto epi-
de iiniversis mundi partibus creden- scopo Cartensi, ad limina aposto-
tiitm agmina principimi apostolo- lorum Petri et Pauli, per longa
rum liminibus properant; e più dif- itinerum spatia prò ipsius delieti
fusamente nell'ottava ad Michaeltnt abolì tione venire curavit, petere stu-
imp. : tanta millia hominum prote- demus, ut prò amore Dei, et eoruni
clioni et intercessioni bb. Apostolo- ad sacratissimas ecclesias venit; e dì
rum prìncipunt, Petrì et Pauli, ex nuovo allo stesso vescovo ep. 2 5, p.
omnibus Jìnibus terrae properantium 3o8. SS. apostolorum Petri et Pau-
sese quoiidie conferunt, et usane in li ad limina properare. Inoltre nel-
fìnemvita e suae a pud eorum li mi- Tep. 27. Carolo imp. p. 3i4: apo-
na semel mansura proponunt, ut stolorum adiisse limen ab
praeter quo vas e coelo sub-
illud, ipsa b. Petri apostoli patroni vestri
missum, in quo cunctoruni ostensa confessione. Di più nell' ep. 180 al
sunt eidem b. Petro horum omnium vescovo Anselmo p. ^1^, ad limi-
rectori animantium genera, catlioU- na bb. Petri ac Pauli aposfolorunt
cam signat ecclesiam, et etiam ipsa principum. E nell'ep. 247, Sfeuto
sola romanorum urbs, apud quam pulchio corniti p. 469 : ad limina
ejusdem Apostoli corporalìs prae- ss. apostolorum Petri et Pauli. Nel-
sentia sedulo veneratur, ipsius vasis la lettera colla quale Martino IV
cunctas dignoscatur in se contine- esenta l'abbate del monastero Ce-
re universorum animalinm {quae sariense, Bajacen. dioecesis, ut nari
homines intelligunlur spiritaliter) na- leneatur basilicae principis aposto-
tiones. S. Cesareo vescovo d'Arles, lorum limina visitare. Ingolfo mo-
oltre i ss. Ireneo ed Ilario, Limina naco croynlandense essendo venuto
Jpostolorum peliil, sotto il ponti- in Roma da Gerusalemme con altri
238 LI IVI LIM
inglesi io5i, notificò a' suoi
nel gli autori citati da Benedetto XIV
concittadini, secondo che riferisce il nel t. Ili, p. 65 e 218 del Bull.;
Gale, Rerum Jnglican. t. II, p. 74, ed il Cancellieri nella Lettera so-
che ss. apostoloruni Petri et Pauli pra la visita de' sacri limini delle
liniina et copiosissima ss. mariy- basiliche Vaticana ed Ostiense, Ro-
rum monumenta per omnes siatio- ma 182 1 presso il Salviucci.
nes osculati sumus. Racconta l'Us- Quanto alla visita de'sacri" limi-
pergense presso il Baronie, all' an- ni ingiunta ai cardinali, ai vesco-
no 1 1 16, n. 6, che Pasquale II his, vi, ai vicari apostolici, benché noa
qui propter concilium et animaruni insigniti di dignità vescovile, ma
suaruni remedium, apostolorum li- che abbiano amministrazione di
mina visitarent, qui de capitalibus chiese; ed agli abbati, preposti,
poenitentiam agerent, quadraginta priori secolari e regolari che han-
dieruni poenitentiam indulsit; come no giurisdizione quasi vescovile, e
notò pure l'Amortj De origine, prò- territorio separato cioè nullius dioe-
gressu, valore ac fructu indulgen- cesis di prima classe, incominciere-
tiaruni p. 178. Gregorio IX accor- mo da quanto la santa Sede pre-
dò a tutti coloro che avrebbono vi- scrisse neirVIII secolo. Il Papa s.
sitata la nuova basilica da lui eret- Zaccaria nel concilio romano del
ta in Asisi ad onore di s. Fran- 743, col can. 4. pubblicò un de-
cesco, le stesse indulgenze che si creto con cui obbligò tutti i ve-
lucravano da quelli che andavano scovi all'ordinazione della Sede a-
alla visita de' sacri limini de' ss. A- postolica subordinati, acciocché
postoli, come si legge nelle bolle debbano negl'idi di maggio, o co-
Mirificans misericordia, e Speravi- me altri leggono, circa gli idi di
nius hacienus. Eonifacio Vili ve- questo mese, presentarsi in Roma
dendo che alia fine del secolo XIII alla visita de'limini de'ss. Apostoli.
Teniva in Roraa grandissimo e Questa medesima costituzione è
straordinario numero di pellegrini, inserita nel decreto di Graziano,
per la tradizione che venerandovi in Decret. dist. 98, sebbene essa
i corpi de' principi degli apostoli si attribuisce in primo luogo al
ogni cento anni, si guadagnava l'in- Pontefice s. Anacleto del io3, il
à
LIM LIM 229
di GrazianOj non solo vi riconosce gè, ed il motivo ragionevolissimo
l'autorità di s. Anacleto, ma crede in cui essa era fondata, giacché
inoltre, che questa legge sia stata aggiunge s. Gregorio I : ut ei, ex
stabilita medesimi apostoli
dai : cuj'us largitale pastores sunt, gra-
quasi che anco nel primo secolo tiaruni actiones solvanl. Il carat-
della Chiesa si trovasse già eretto tere e r autorità episcopale, cosi
iltempio in cui non solo i fedeli, richiedono; e ragion vuole, che
ma ancora vescovi si trasferissero,
i siccome dal principe degli aposto-
come avvenne in quello edificato li, capo e primo Pontefice della
dall'imperatore Costantino il Gran- Chiesa di Gesù Cristo, si comuni-
de. Dice il decreto di s. Zaccaria : ca à'vescovi la giurisdizione che
Juxta sanclorum patrum et cano- godono di padri e di pastori, co-
nutn statuta, omnes episcopi, qui sìdebbono nel giorno festivo di
hujus Àposiolicae sedis ordinalioni questo santo presentarsi al di lui
subj'acebunt, qui propinqui sunt, sepolcro per contrassegno d' osse-
annue idibus maii sanctoruni prìn- quio, e insieme di ringraziamento.
cipuni aposloloruni Petri et Pauli Quindi non è meraviglia se i ze-
liminìbus praesententur . Dunque lanti Pontefici e padri della Chie-
si rileva da questo decreto ch'esso sa, al rigore del precetto da essi
non fu una legge introdotta circa stabilito, hanno poi aggiunta ai
la mela dell'ottavo secolo in cui vescovi una nuova legge più pre-
fiori s. Zaccaria, ma era già stata cisa e più particolare, con obbli-
prescritta ne' tempi e canoni an- garli a farne solenne promessa, ed
tecedenti. Il Pontefice s. Gregorio a registrarla di pioprio carattere,
I, in più luoghi delle sue lettere dando connuova sicurezzaciò
fa menzione di una somigliante della loro obbedienza. Questo atto
obbligazione, la quale astringeva i di nuova obbligazione fu chiama-
vescovi a portarsi in Pioma per to chirografo.
celebrarvi il giorno natalizio del- Gli antichi rituali non solo fan-
l'apostolo s. Pietro ; ma special- no menzione di questo chirografo,
rnente in quella scritta a Pie- ma eziandio ne riferiscono il te-
tro suddiacono, nella quale cosi nore, ed i capi delle promesse che
parla, presso il citato Bull. Val. in esso si contenevano. Uno di
p. 4- '^i ^os (intende i vescovi) questi, che si legge in Diurn. Rom.
convenire necesse est, in h. Petri Pont. tit.
7 , era il seguente. Pro-
apostoloruni principis nataleni con- mitto me eliani ad nataleni Apo-
veniant. Potrebbe alcuno credere, stolorwn, si nulla necessitas inipe-
che questo comando tragga la sua dieritjannis singulis venturum.
origine da questo Papa ; ma con- Questa obbligazione é uniforme al
viene credeilo molto più antico, costume introdotto nella Chiesa,
poiché s. Paolino sino dal quarto prima ancora dell'epoca di s. Gre-
secolo chiama questo costume non gorio I, come si é detto. Anche
già nuovo e recente, ma solenne, s. mentovato decreto
Zaccaria nel
vale a dire comunemente osserva- parla del chirografo, e dopo aver
to, e perciò da lungo tempo in- proposta a' vescovi la necessità
trodotto. Dal che si raccoglie l'an- della visita de'sacri limini da far>i
tichissima istituzione di questa leg- ogni anno, parlando di que'vesco-
23o LIM LIM
vi che abitano in lontani paesi, rocche o fosse determinata questa
soggiunge Qui vero de longinguo,
: visita nella festa di s. Pietro, ov-
fiixta chirographuin siiurn inipleant. vero senza limitazione di giorno
Siccome la legge che da questo fosse prescritta dentro il corso
Pontefice si prescrive è ristretta dell'anno, il rito è il medesimo, e
alla visita de' limini generalmente, la venerazione dovuta alle basiliche
senza determinare, o il giorno fe- de'ss. Apostoli non ha ricevuto al-
stivo di s. Pietro, o altro tempo, cun detrimento, quanto alla so-
può credersi che il chirografo di stanza, non ostante che nella cir-
pui egli fa menzione, abbia corre- costanza del tempo abbia per po-
lazione a questo precetto. In fatti co variato la disciplina.
la formola della promessa registra- Con qual rigore ed esattezza sia
ta nel secondo libro delle decreta- sfato osservato il decreto di s.
annis aut per me, ant per certuni e rinnova il rimprovero anche
nuncinni visitabo. Dal che facilmen- contro di lui sulTraganei rei del
i
i
1
LIM LIM 23
nel visitare i sacri limini, ed a- la slessa visita colla suddetta in-
scrisse a questo inconveniente, co- dividuale proporzione ogni tanti
anno, non dopo la loro ordinazio- sacri limini, per prestar ossequio
ne o possesso, ma sibbene dal ed obbedienza al Papa, e per in-
giorno in cui fu emanata questa formarlo altresì dello stato delle
bolla; che dalla Germania, dalla loro chiese e diocesi. Va osserva-
Francia, dalla Spagna, dall'Unghe- to che allorquando sette Pontefici
ria, dall'Inghilterra, e dalle altre risiederono io Avignone, i vescovi
Provincie diEuropa, di qua dal della Francia principalmente non
mare Germanico e Baltico, .e da cessarono di portarsi in Roma
a
tutte le isole del mare Mediterra- venerare i sacri limini. Dai regi-
neo, dovessero venire nel quarto stri dell'archivio apostolico si ha
anno che dalle più remote regio-
; una lettera d'Innocenzo VI, colla
ni d'Europa, dai lidi dell' Africa, quale raccomandò ai canonici va-
di qua dai continente del nuovo ticani Raimondo vescovo di Ro-
mondo o America, dovessero por- dez, che portavasi in Roma per
tarsi nell'anno quinto; che dall'A- visitar i limini del principe degli
sia e dalle altre regioni orientali, apostoli, acciò fosse benignamente
meridionali , occidentali e setten- licevuto e cortesemente trattato.
trionali, e da tutto il rimanente Sisto V a' 3 dello stesso mese di
del mondo, giungessero in Roma dicembre i585 avea pubblicato al-
nell'anno decimo, replicando tutti tra bolla, PostquatUj loco citato, p.
, ,
dalla bolla e quindi eseguirlo, al- non teneantur, verum expedire, si-
era stala già prescritta dal concilio di s. Gregorio di Tours, non sono
romano del lyaS, e riportata nel- pervenuti sino a noi. La sua festa
l'appendice del medesimo concilio. è posta ai 29 di marzOj e quella
Noteremo, che secondo la costitu- della traslazione delle sue reliquie
zione di Benedetto XIV, i vescovi ai 1 3 di maggio.
che hanno l'amministrazione di più LIMIRA, Lymira. Sede vesco-
diocesi devono fare la relazione del- vile della provincia di Licia, nel-
lo stato d'ognuna, e fare la visita l'esarcato d'Asia, sotto la metropoli
de' sacri limini tante volte quante di Mira, eretta nel V secolo. Era
sono le chiese che governano, an- Limira sul fiu-
situata la città di
corché sieno cardinali e cardinali , me Limira o Limiro da cui prese
suburbicaii. Quanto poi ai vescovi il nome. Molle Notizie fanno men-
234 LIM LIM
zione di questa città, nella quale due cantoni sulla riva destra della
morì Caio Cesare ritornando dal- Vienna, distante venti leghe da
l'oriente in Italia. Furono vescovi Poitiers e settantasei da Pari£;i. È
di Limira, Diatimo di cui parla s. residenza di una corte reale, di tri-
Basilio nell'epist. 43 ad Anfiloco bunali di prima istanza e commer-
d'Iconio; Lupicinio che assistette al cio.Vi sono pure le direzioni del
primo concilio generale di Costan- demanio delle contribuzioni, la
,
stione, come nel piecedente, se do- Papa Urbano li, che a'3o novem-
vevasi dare a s. Marziale vescovo bre da Clermont era partito per
di Limoges il titolo di apostolo, Limoges. Ivi pure il Pontefice
ovvero semplicemente quello di trattò della crociata contro i sa-
confessorej e confermato il
fugli raceni, e depose dal vescovato il
situata sulla sommità di una ripi- JNelle sue vicinanze l'anno i i4o
da collina , alla riva sinistra del avvenne una battaglia fra la im-
Witham. In generale non è ben peratrice Matilde, ed il re Stefano,
fabbricata, tranne alcune belle ca- che fu allora fatto prigioniero. En-
se. Questa città, divisa in alta e rico III ebbe una più prospera sor-
in ha una superba cattedra-
bassa, te allorché s' impadronì di Lincoln
le posta sopra un' eminenza, ed il 19 maggio 1217, quantunque
undici altre chiese ; un gran nu- gli stati del regno la difendessero,
mero di cappelle pei cattolici, e sotto il comando del principe Lui-
pei ballisti indipendenti, i calvini- gi, che si vide obbligato di ritirar-
sti ed i metodisti ; molte scuole, si a Londra, e poco tempo dopo in
i3. Uno scritto sulla fuga degl'idoli, con una guarnigione. Essendo l' i-
e contro i nuovi dommi evangelici. sola stata anticamente il soggior-
i4- Confutazione della confessione no di molti santi ed illustri mo-
di Anversa, e l'apologia di questo naci e solitari, le venne perciò il
scritto in fiammingo. i5. Un trat- nome che porta presentemente, il
tato contro chi mangia carne in quale significa Isola santa.
quaresima. 16. Laberinto cristiano; LINGUA, lingua. Membro eh' tt
illustrato col testo ebraico. 17. voce si qualifica per quel suono
Parafrasi dei trenta primi salmi, prodotto colla bocca, e modulato
dei sette salmi penitenziali, e del dalla lingua per manifestare ed e-
salmo CXVIIL 18. Costituzioni spriraere qualche affetto, parola,
sinodali ; discorso contro le srego- vocabolo, suono di stromento da fia-
latezze del clero. 19. Molti ser- to, ec. De Cerando, nel suo li-
moni, ed altre opere inedite. bro Dei segni e dell' arie di pen-
LINDiSFARNE o LLNDIFFARN, sare^ richiama l'attenzione de'leggi-
Lindisfarnia . Isola e sede vesco- tori su quella mirabile facoltà che
che scorre verso il sud, la fece tenersi dal credere o dall' immagi-
chiamare un tempo col nome di nare che la natura gli abbia spe-
Lì'ndisfarne. Il principale villaggio cialmente destinati a divenir il mez-
sta sulla costa sud-ovest; fu un zo ordinario di quelle comunicazio-
tempo molto più considerabile, ed ni sociali che esercitare debbono un
VOI. xxxvin. 16
,
no; quella varietà quasi infinita versazione nei primi secoli del mon-
di modificazioni, di cui trovansi do forse fu sostenuta da un discor-
suscettibili i suoni; il piacere che so frammischiato di parole e di a-
quasi sempre accompagna le im- zioni.L'uso ed il costume, come ac-
pressioni cagionano in noi ;
che cade nella maggior parte delle altre
quella facilità che noi abbiamo di cose della vita umana, cangiarono
farci intendere da quelli che non col lasso del tempo in ornamento
possono vederci ; mille circostanze di quello che dovuto era alla sola ne-
questa natura dovettero determinare cessità; ma la pratica dovette an-
la preferenza che in tutti tempi e in i cora per lungo tempo sussistere
tutti i paesi fu data all' arfe della dopo che cessata era la neces-
parola per la comunicazione ordi- sità ; e questo singolarmente do-
naria de' pensieri. La parola e 1'
u- vette aver luogo tra gli orientali, il
dito non sarebbero stati per noi di di cui carattere naturalmente si ac-
presso che alcuna utilità, se conse- comodava ad una forma di conver-
crate non l'avessimo a produrre e a sazione, che esercitava fortemente la
riconoscere i segni del pensiero e del loro vivacità col movimento, e la
discorso; rivestili l'uno e l'allro appagava sovente con una rappre-
di questo uffizio, lasciano gli altri sentazione perpetua d'immagini sen-
nostri sensi liberi di occuparsi nel- sibili. La sacra Scrittura ci som-
le loro vtTfrpOrtanti funzioni. In que- ministra più esempi di questa sorte
sto modo mentre l'occhio e il tat- di conversazioni e di discorsi espres-
to osservano e studiano, l'udito e la si per mezzo di azioni, e n'è piena
parola raccolgono gli avvisi che deb- altresì l' All'articolo O-
antichità.
bono dirigerli, e trasmettono le i- spizio DELLAMadonna degli Angeli,
struzioni che hanno raccolte. Men- parleremo dello stabilimento uma-
tre quelli ci pongono in relazione nissimo de'sordo-muti.
colla natura materiale e fisica Inoltre la parola //«g-Mrjj prenden-
questi formano la catena che ci dosi per la lingua materiale che è l'or-
imisce alla natura morale ed in- gano del parlare, o per il linguaggio
telligente, idea che ci è stata otti- che si parla, si disputa molto sulla
mamente espressa in alcune allego- lingua presa in questo secondo senso,
rie degli antichi. Warburton dice, vale a dire per il linguaggio. Avvi
che se giudicar si dee dai monu- una lingua naturale all'uomo? Dio
menti degli antichi e dalla natu- è egli l'autore della prima lingua,
ra della cosa, il linguaggio deve e la diede egli ad Adamo per iiifu-
LIN LIN 243
sione? Questa lingua sussiste ancora, fu preso uno cui si fece quanto
e quale è ilessa ? Da che provenne la si potè per insegnargli a parlare, ma
moltiplicità delle lingue, e quante se senza alcun successo, quantunque!
ne furmarono alla confusione di Ea- medici afferniassero non aver egli
bele? L'uomo ha certi suoni, certi se- alcun difetto nella lingua. L'uomo
gni, certi movimenti naturali per in- non ha dunque una lingua natura-
dicare la gioia, il piacere, il dolore, i le, e bisogna riconoscere Dio non so-
nello stesso tempo che questa lin- gli uomini la loro propria lingua,
gua, quale noi la vediamo presen- per darne ad essi delle altre affatto
temente nella Bibbia, e quale era nuove; o se confondendo le loro i- ;
al tempo di Mosè, non è la lingua dee egli abbia posto nelle loro boc-
primitiva nella sua purezza. Le lin- che diversi dialetti della prima lin-
gue orientali in molta parte sono gua, che rimase intatta m alcune
derivate dall'ebraica, ed i pivi anti- famiglie soltanto ; o finalmente se
chi libri del mondo sono stati scrit- Dio avendo permesso che entrasse
ti nella medesima lingua. La sua la discordia fra gli uomini, e che
gua ebraica, e che indicano la na- verse opinioni hanno ciascuna i loro
tura, la proprietà degli animali stes- sostenitori, ma l'ultima ripugna al-
si, tutti questi caratteri riuniti for- le parole della Scrittura. Quanto
mano un' opinione favorevolissi- al numero delle lingue che forma-
ma per la sua preminenza e per ronsi all'atto della confusione di Ba-
la sua eccellenza. La moltiplici- bele, nulla vi è di più incerto. Mol-
tà delle lingue provenne dalla con- ti fra gli antichi le fanno ammon-
fusione di Babele, cioè dalla con- tare a settanta, altri a settantadue,
fusione della lingua degli uomini che altri a seltantacinque ; s. Paciano
edificavano per ordine di Nembrod vescovo di Barcellona ne annovera
figlio di Chus la torre, per garan- centoventi; ma vi sono alcuni che
tirsi da un nuovo diluvio univer- appena ne contano venti, altri do-
sale, e mettersi anche in posizione dici, ed altri, che non sono da se-
morte dei suoi antenati causata dal Scaligero ed altri dicono che la
diluvio, al dire di GiosefFo, Aiiliquit. confusione delle lingue accadde nel-
1. I, e. 5. La Scrittura dice soltan- l'anno i8oo circa del mondo e
to, che gli uomini per rendere il 22o4 anni prima della nascita di
loro nome famoso, vollero erigere Gesù Cristo ; da questo fatto ebbe
una città, ed una torre la cui som- principio la divisione ed origine delle
mità si elevasse fino al cielo; che nazioni. Lo sviluppo e divisione del-
il Signore conoscendo il loro dise- le genti può vedersi con iscelta e-
lingua parlò Cristo in terra, e par- sì lungo tempo colonie greche, che
ticolarmente se in qualche occa- vi potessero render comune e pa-
sione parlò in lingua latina. Anche trio il greco linguaggio; 2. perchè
in questo capitolo riporta testimo- nella Palestina fu grande lo stabi-
nianze ed erudizieni in favore del- limento e concorso degli ebrei cal-
le lingue greca, latina ed ebraica. daizzanti; 3. perchè palestini erano i
abbia talvolta parlato latino, pro- idioma perchè anzi gli ebrei
; 4-
va quanto i romani erano tenaci palestini avevano grande avversione
nel parlare la lingua latina ancor- al greco ; 5. all'opposto nudrivano
ché sapessero lu greca, ciò che di- una grande affezione e stima al
cemmo ancor noi all'articolo La- caldeo ed al siriaco; 6. finalmen-
zio, parlando dell'idioma latino. E te perchè grande si era la did'e-
siccome al tempo della predicazione l'enza del greco dal siro-caldeo ,
scuno dei loro uditori gì' intendes- gin, inglesi ed italiani; s. Antonio
se nella propria lingua. Può essere di Padova predicando alla presen-
che ora l'uno, ora l'altro di questi za del Pontefice, era parimente da
miracoli accompagnasse la loro pre- quelli di diverse nazioni inteso; s.
Gralìas ago Dea meo, quod omnium turgia in arabo Sebbene il cristia- ?
te, la Chresa non si assoggettò a di far ciò, non escluse alcuna lingua,
tutte queste variazioni , conservò anzi permise l' introduzione d' una
costantemente nell'uffizio divino le nuova lingua nel divino servìgio,
stesse lingue, nelle quali da prin- quando credette che ciò fosse ne-
cipio era stato celebrato, e tale cessario per agevolare la conver-
condotta fu sapientissima. Perchè i sione di tutto un popolo. Perciò la
protestanti lessero the i greci ce- liturgia è stata celebrata non solo
lebrano il loro uffizio in greco, i in greco, latino e siriaco sino dal
sirii in siriaco, gli egiziani in copto, tempo degli apostoli, ma anche da
pensarono che queste lingue fossero tempo antico in copto nel quarto ;
1
LIN LIN 25i
le quali niente liaiino Ira loro tori. La necessità di apprendere la
(li comune, non abbiano procuralo lingua della Chiesa, conservò in
di conservare nel divino servigio tutto l'occidente la cognizione del
uno stesso linguaggio, ciò non sor- bilino. Se fra noi bastasse inten-
prende ; ma la cosa e diversa per dere la lingua volgare per la ce-
Il Chiesa cattolica. Se i greci ed lebia/.ione dei divini uffizi, bea
i latini avessero avuto una stessa presto più d'uno limiterebbe la sua
lingua, non sarebbe stato tanto fa- scienza a saper leggere.
cile a Fozio ed ai suoi partigiani E necessario che i ministri del-
di trascinare nello scisma tutta la la Chiesa intendano e parlino la
Chiesa greca, attribuendo alia Chie- lingua della diocesi e delle parroc-
sa romana degli errori e degli abu- chie, nelle quali devono provvede-
si di cui non fu mai rea. Subito re ai bisogni spirituali dei popo-
che un protestante è fuori delia li confidati alle loro cure. Il Pon-
sua patria, non può più aver parte tefice Innocenzo HI , convinto di
nel culto ptibljlico; il cattolico non questa necessità, fece emanare nel
è fuori del suo paese in nessuna concilio generale Lateraueuse IV ,
niente XI, fu condannata la prò- sue intenzioni, per fare con lei una
posizione 86 di Quesnello, con cui preghiera eccellente, anche senzt^
egli scrisse essere un uso contra- l'intelligenza delle parole. Fecero
rio ^Ua prassi apostolica e alla di- gran rumore i coutroveisisti prqte-
, ,
LIN
stanti sul passo in cui s. Paolo di- lete ? Perchè non riconoscete piut-
ce, Corint. I , e. i4> v- 19- " Se tosto l'onore dell'antichità nel lin-
io prego in una lingua che non guaggio di cui si serve la Chiesa ro-
intendo, è vero clic prega il mio mana? Avvezza allo stile, alle c-
cuore, ma sono senza frutto il mio spressioni, allo spirito de padri .tii-
spirito, e il mio intelletto .... Vo- tichi che riguarda per suoi maestri,
glio piuttosto dire nella Chiesa cin- ella gode di aver tuttora in bocci),
que parole che intendo, per istruir- e di conservare illibate le preghie-
ne ancora gli altri, anziché dirne re, le collette, le litiugie, le messe
diecimila in una lingua ignota ". che i grandi Pontefici s. Leone I,
bri santuari cl(-l mondo, ov' è più de'3i luglio 16 IO, Bull. Rom. t.
fiequente 1' accesso di diverse na- V, par. V, p. 898. Lo Spondano
zioni. Di cpiesti ne parleremo al- a detto anno n. 9 riferisce Ut :
I medesimi Pontefici hnnno isfi- men grnnde lin luogo nella dn-
tuilo in Roma la Congregazione menica dopo 1' Epifanin e nel di
per la correzione (felibri della rhic' appresso, cioè la Jexla delle lingue,
sa orientale [Vedi), per la revi-. come vogliono chiamarla gli eslra-
cioè il Collegio Urlmno (Vedi), ove ta e più favelle, una diversa dal-
si ricevono alunni di tutte le na- l'altra, e tutte in un istesso luogo
zioni, meno quelle che hanno se- alla presenza d'un cospicuo udito-
nel pane azimo, quali nel fermen- rico, e a qualunque altro. Nell'ul-
tato, con va li riti e linguaggi. Nel tima accademia, tenuta in detta e-
medesimo tempio s'innalza a Dio poca nel corrente anno, si è senti-
la medesima preghiera in diverse to parlare per la prima volta la
lingue conservino delle ti-acce del* che poco aggiunger può al no-
se
l'antico scito. Ma la più nobile me loro, molto però contribuisce
lingua di questa parte d'Europa è a conservarle in venerazione e con-
la greca, la quale benchò alterata, sigliarne lo studio. Né perchè mor-
e non più pina e bella come te si dicono tali lingue, creder si
l'antica, tuttavolta mantiene la me- deve, che con qualche parte per
moria di quel celebre idioma su- avventura della retta pronunzia,
periore a tutte le altre lingue morto ne sia il valore. Morto è
dotte. Ebbe questo diversi coltissi- per coloro, ai quali manca studio
mi dialetti, e molte parole del- ed ingegno capace di penetrare, sic-
l'eolico passarono nella lingua del come de'nostri, così lo spirito de-
Lazio sino da' tempi vetusti, e si gli Le opere però
antichi scrittori.
formò con altri idiomi indigeni la di questi come
quelli durano
di
tro. II eh. Gabriele Calindri nel- altri popoli soggetti alla repiibbli-
1829, tit. XIII, Eticologift, arlic. di quella latina; ma nel 58i cir-
I, linguaggio e scrittura, dice che ca cessò di essere in Italia la lin-
partono tutti dalle tre lingue ma- leggeisi l'articolo Francia. Questa
drij cioè la cimbrica, la teuto- nostra lingua nel secolo XIV giun-
nica e la celtica, come abbiamo se al sommo della bellezza, ma nel
detto di sopra ; che nel sojo Da- seguente perde alquanto, e solo nel
ghestan, provincia della Russia eu- principio del secolo XVI riprese il
due l'ebraico. Un gran numero non esprimere suoni propri che non ha
ancora determinato l'egiziano, che il greco. Bernardo di Montfaucoo _
ha tre generi di scrittura; cioè il ha scritto eruditamente della lin-
demolieo, ossia popolare, che anco gua greca. Cinquantadue lettere con-
dicesi encorico o epislolagrafico, il ta l'alfabeto indiano sansorilico, il
no
omofoni, cioè d'uno slesso suo-
cogli altri fonetici. Duecentodue
re sillabiche.
cioè l'araba,
Le
la
lingue semitiche,
caldea, l'ebraica, la
^
^
lettere ha l'alfabeto etiopico, ma samaritana, la siriaca, e inoltre la
.
LIN 26f
turca e la persiana, sogliono per Volseno poi Bolsena nel lerapio
r ordinario scriversi con sole con- della dea Norzia. Tali chiodi alcu-
sonanti, usando punti o segni in ni erano fìssi ed altri mobili, e
cambio delle vocali. Qiiarantnsei servivano per numerare gli anni,
l'indostano; ventiquattro l'inglese; le famiglie ed i giorni.
Re, e. i8, V. 26, sapendo Rasbace agii studi. L' imperatore Federico
quanto importa la somiglianza del- 11 parlava con eleganza il Ialino,
la lingua per guadagnarsi la be- il francese, lo spagnuolo , l'italiano,
nevolenza del popolo , acciocché il turco e l'alemanno, non che sa-
più volentieri accettassero gli ebrei peva il greco letterale ed il vol-
r impero di Sennacherib, sebbene gare. L'imperatore Carlo IV colla
fosse invitato a parlare in siriaco, bolla d'oro sull'elezione degl'impe-
clamavit lingua judaìca. Fu co- lori, comandò che ai figli degli e-
slume dei re di Persia, che gli e- letlori del sacro romano impero
ditti loro, che per diverse provin- s'insegnassero nella puerizia le lin-
cie dovevano pubblicarsi, fossero gue latina, italiana e schiavona, re-
scritti nella lingua particolare di putandole necessarie. Il Papa Sisto
quella provincia alla quale s'invia- IV, di gran dottrina ed ingegno,
vano, come abbiamo dal libro di lo fu ancora nella cognizione delle
Ester, e. I, V. 22. Ennio si gloriava lingue. Versatissimo in molte di
di sapeie tre lingue, cioè la lati- queste fu pure Giovanni Pico si-
na, la greca e l'osca, e perciò di- gnore della Mirandola, che lo Sca-
ceva avere tre cuori . Rlilrida- ligerochiamò mostro senza vizio.
te re di Ponto e di Bitinia sape- Carlo Vili re di Francia non sep-
va venlidue lingue, onde non avea pe che tre parole latine, e suo
bisogno d'interprete, quando a'suoi padre non volle che ne imparasse
sudditi di varie nazioni dava udien- di vantaggio; ma di questo difetto
za, perchè intendeva le lingue loro, se ne accorse quando montò sul
e nel medesimo idioma dava loro trono , dappoiché essendo privo
le risposte. Di Cleopatra regina di del soccorso delle lettere, fu co-
Egitto scrive Plutarco, che sapeva stretto regnare a gusto di altri ;
la lingua degli arabi, de'siri, de' per- tuttavia desiderò sapere qualche
siani, degli ebrei e degli etiopi, cosa di più, onde si fece tradurre
il che era di glande ornamento in francese l'elica, l'economica e la
razione che gli fece in latino quella vigliosamente sulla lira veisi greci,
signoria. Aggiunge il Sarnelli che di latini e toscani. Il caitlinal Silve-
Carlo V si disse, che parlava con Dio stro Aldubrandini pronipote di Cle-
alla spagnuola, co 'domestici all'ita- mente Vili possedeva la scienza
liana, colle donne alla francese, e di molte lingue. Il cardinal Vin-
quando era in collera alla tedesca, cenzo Costaguti, dotto ed eloquente,
Nella corte di Carlo V fiorirono ebbe la cognizione di diverse lingue.
nello studio delle lingue, Agrippa 11 celebre gesuita padre Atana-
Cornelio Enrico di JNettensheim ,
sio Kircher parlava e scriveva io
Mariangelo Accursio napoletano, ventiquattro lingue diverse. La re-
Claudio Arezzo di Siracusa, ec. 11 gina Cristina di Svezia soleva di-
cardinal Girolamo Aleandri fu lettarsi di scrivere de' motti arguti
profondo nella cognizione delle lin- e delle sentenze ne'margini de'iibri
gue greca ed orientali, massime che leggeva, nelle lingue in cui e-
dell'ebraica, e in questa fu si va- rano scritti, giacche essa ne posse-
lente, che fu creduto figlio di e- deva undici, cioè la svezzese, la la-
breo. Il cardinal Alessandro Cam- tina, la greca, l'ebraica, la caldea,
peggi fu peritissimo nelle lingue. l'arabica, la francese, la spagnuola,
Nella corte del cardinal Ippolito la tedesca , la polacca e l'italiana,
1
LIN LIN 265
re, celebrò la messa senza linguo, ed il p. Sangallo nel t. Ili, p. 26
e coD voce più distinta e sonora delle Gesta dé'Pont. Alcuni sup-
che per lo innanzi; che un mu- pongono che la famiglia Mauri sia
tolo senza lingua raccomandando- la stessa che la Morosina di Ve-
si a s. Leone IX parlò. Alla bio- nezia, ovvero la Morigia di Milano,
grafia di s. Leone HI abbiamo come congettura il Guarnacci, Fi-
detto se ricuperò col patrocinio tae Ponti/., nella vita del cardinal
dei principi degli apostoli la lin- Giacomo Antonio Morigia. Lino
gua; in quella di Clemente Vili, essendo nell'età di ventidue anni,
che piegò Dio nella sua elezione fu mandato allo studio di Roma,
che gli facesse divenire arida la ove abitò da Q. Fabio suo ami-
lingua prima di daie il suo consen- co, finché divenne seguace del
so, se avesse dovuto la sua esaltazio- principe degli apostoli e primo
ne recar danno alla cristianità ; ed sommo Pontefice s. Pietro, che
a quelle de'ss.Antonio di Padova l'inviò a predicare in Francia,
e GiovanniJVepomuceno, che le quindi fatto vescovo di Besanzone.
loro lingue tuttora si conservano Su questo punto si può consultare
non solo intiere, ma freschissime. Giaiigiacoioo Chifflet nell'elogio s.
L'antipapa Maignulfo fini misera- Lini Papae et archipraesuli Vesun-
mente la vita, colla lingua corrosa tionensis, che sta in P'esuntionense
co' propri denti. All'articolo Be- Imperiali, par. 2, Lugduni 16 18.
sTE.MMiA dicemmo che leggi civili Tornato Lino a Roma, fu dal me-
decretarono la mutilazione della desimo s. Pietro dichiarato suo
lingua a chi bestemmiava il sa- coadiutore per le sacre funzioni
crosanto nome di Dio e che s. ; delle chiese di Roma, come dice
Luigi IX re di Fi ancia comandò il Beda in Histor. abatum PVer»
che ai bestemmiatori venisse pas- mutensiuni , o sia suo vicario nel
sata la lingua con ferro rovente tempo de'viaggi che il santo apo-
per mano del carnefice. Noteremo stolo fece fuori di Roma. I cano-
per ultimo, che monsignor Ales- nici regolari, poscia di s. Agostino,
sandro Lazzarini in due volumi che venerano s. Pietro per loro
stampò in Roma nel iSaS: Sul- fondatore^ contano s. Lino fra i
te più ili quindici leghe da Passavia, Lintz o Linz si crede che oc-
da Vienna. Si divide
e treiitacinque cupi il luogo dell'antica Lentia o
in vecchia e nuova ciltà, ed ha tre Aredata . 1 conti di Kyrnberg ne
sobborghi. La prima parte non con- furono i primi possessori dei quali
siste che in una sola strada assai faccia menzione la storia. Questa
lunga, che si estende dal sud al città durante la guerra dell'alta-Au-
nord, e rinchiude il castello arci- stria oppose una viva resistenza a
ducale eretto sopra un'altura, da do- Fadinger che venne ad assediarla alla
ve si scopre da lunge una campa- testa dei paesani, onde disfarsi del
gna ridente ed amena. Si osserva governatore lierberstorf, che la sua
nella città nuova una bella piazza tirannia reso aveva odioso. Fu ripre-
ornala di una colonna di marino sa il 23 gennaio 174'^ ^^^ gran-
e di due fontane sormontate dalle duca di Toscana, sull' elettore di
statue di Giove e di Nettuno il ; Baviera ed francesi che se n'erano
i
gionò gravi danni, e distrusse il ca- sonovi altre cinque chiese pairocchia-
stello e il palazzo pubblico. Nel li, due monasteri di monache, tre
ridionale, dai paraggi di Anlibo fi- estende parte sul piano elevato, e
no a Perpignano. 11 golfo di Lione parte sui fianchi dell' altura di s.
uno dei gran lati della piazza dei servabile particolarmente per la fac-
Terreaiix. Vi si stabiPi una scuoia ciata, opera di Fìldjerto Delorme,
reale gratuita di disegno; corsi di per la sua magnifica volta, e per
anatou)ia applicata alla pittura e gli ornamenti del suo coro ; la
museo lapidario; una gallerìa di che perirono durante l' assedio del
antiche figure in un gabi-
gesso; 1793, ed il soggiorno del troppo
netto di storia naturale; un depo- famoso Collot-d' Herbois agente del
sito di macchine meccaniche per la tiranno Piobespierre; il tempio dei
tabbiicazione delle stoffe di seta ; u- protestanti^ stabilito nell' edifizio
tico convento de' domenicani, con- oggi dissestato, che soiprende per
serva ancora le traccie della sua la sua complicazione, e che segna-
Rodano; l' ospedale della Cai ita passeggio, che porta il nome di
destinato all' infanzia abbandonata galleria dell' Argue; la torre Pi-
ed alla vecchiezza povera ed in- trat, destinata a servire di osser-
ferma ; la chiesa de' certosini sor- vatorio, sul colle che domina la
pio d'Augusto; quattro pilastri i gli ebrei. Immensi sono l' industria
bitanti. Ivi
i 190,000 a-
il clima è dolce e sa-
no
gior generale Martin che lasciò un
legato di due milioni alla città di
l' alto della collina di Fourvieres, per essere stata il granaio di tutte
Forum vetus, secondo altri Forum le Gallie; di Grande, e felice città,
Veneris, su cui sembra fosse pian- secondo Erodiauo; d'Illustre me-
tata in origine, si estese rapida- tropoli, secondo Tolomeo per es- ,
tnente sino alla riva della Saona, sere capo di una porzione delle
e sull'opposto colle. Augusto, che Gallie, chiamandola Sidouio Apol-
vi dimorò tre anni, ne fece la ca- linare RhodanusiUy come la pinna
pitale della Celtica, che prese al- e pili bella città che vi fosse sul
lora il nome di Lionese, e che pri- Rodano.
ma divisa due Lionesi lo fu
in , Il suo stato di splendore non
poscia in cinque la piima delle , fu di lunga durata, mentre cento
quali aveva questa ci Uà per me- anni dopo la sua fondazione, que-
tropoli. Colmata di benefizi dallo sta città fu distrutta in una sola
stesso Augusto, le sessanta nazioni notte, da un orribile e slraoidina-
de' galli v'innalzarono in suo ono- rio incendio, del quale forse non
re quel famoso tempio al confluen- trovasi un simile esempio ne^jli an-
te della Saona e del Rodano, i cui nali della storia. Ristabilita solle-
no. La beila basilica dei Maccabei iiSy, e per l'acquisto che fecero
fu il primo edifizio monumentale dei diritti rivendicati dai conti di
che il crislianesimo vi abbia innal- Forez. Alla fine del secolo XII eb-
zato : puco dopo, alcune orde di be origine a Lione la setta dei vo-
popoli barbari la posero a saccheg- cìesi o valdesi^ di cui Pietro di
gio. Aliorchè nel V secolo le Gal- Vaud o Valdo, ricco mercatante
lie furono invase da queste nazio- della città, fu il primo sciagurato
ni, Lione fu presa dai borgognoni, promotore. Gli eretici valdesi fu-
il cui re di venne feudatario di Clo- rono anche chiamati Lio- po^'eri di
doveo 1 sul fine dello slesso secolo. ne. Al principio del secolo XIII i
I figli di Clodoveo I distrussero cittadini si sollevarono contro la
questo stato dei borgognoni, e si giurisdizione ecclesiastica, e crea-
resero padroni di Lione, acquistan- rono un governo municipale o con-
done così re franchi il possesso
i solato, del quale le prime assem-
nel VI secolo. Nel 583 una inon- blee si tennero nel iiiS; da ciò
dazione della Sauna e del Rodano risultarono fra i cittadini ed i ca-
distrusse la metà circa della città, nonici delle continue ostilità , che
che la peste avea travagliato an- durarono sino ai primi anni del
tecedentemente. Esposta alle incur- seguente secolo.
sioni dei tedeschi, dei goti, ed in Innocenzo IF [Vedi), per porsi
fine de' saraceni, i templi ed altri in salvo dalie persecuzioni di Fe-
suoi monumenti che ancora le ri- derico II, passò nel I244 '" Fran-
manevano, scou) parvero sotto il fer- cia, dopo essere stato a Genova sua
ro di questi ultimi noli \ HI secolo, patria, ed accompagnato dai car-
Carlo Magno per altro non rilar- dinali e prelati, entrò soleimemen-
dò a farla lialzare prontamente da te in Lione a' 2 dicembre, dove
una gran parte delle sue rovine. da! clero e dal popolo fu accolto
Più tardi L'one divenne la capitale con indicibile allegrezza. Poco dopo
del regno di Borgogna Cisjurana o il Papa intimò per l'anno seguente
di Piovcnza, lasciala in legato da il concilio generale da tenersi nella
Lotario J a Carlo il minore de' suoi stessa città di Lione, cui egli pre-
figli. ]\el 954 il le di Fiancia Lo- siedette. In esso depose Federico II,
tniio li cede questa città per dote e promosse l'elezione in re de' ro-
di sua sorella Matilde a Coriado
, mani di Enrico landgravio di Tu-
il Pacifico re della Borgogna Traiis- ringia. Dimorando in Lione Inno-
jniana. Dopo la uìorle di Rodolfo cenzo IV celebrò ivi le pontificie
III, figlio Corrado, Lione passò
di funzioni, ed esercitò molti supremi
sotto la potenza (enipnrale del suo atti del suo apostolico ministei-o ,
, ,
provvidenza sui riti degli schia vo- Bonaventura, di cui facemmo cen-
lli, con canonizzare ss. Edmondo i no nel voi. XXVI, p. 8t del Di-
e Guglielmo vescovo, ec. Grato il zionario. Ivi Gregorio X creò car*
Pontefice di aver dimorato quasi dinali il suo nipote Giovanni Vi-
sette anni nel monastero dei ca- sconti, e Teobaldo da Ceccano. Ter-
nonici di s. Giusto, gli donò la rosa minato il concilio il Papa parti ,
d'oro benedetta, ed egual donativo da Lione per l' Italia a' 6 maggio
fece a Raimondo conte
di Proven- 1275. Memorabile eziandio fu per
za, avea visitato il Papa in
che Lione la presenza di Clemente V
Lione. Essendo morto Federico II, [Fedi), eletto Papa a' 5 giugno
tisolvette Innocenzo IV di ritor- i3o5; mentre trovavasi al suo ar-
nare in Italia ed in Roma sua se- civescovato di Bordeaux; dappoi-
de. A dimostrare la sua gratitu- ché, come meglio si è detto alla
dine verso i re di. Francia , con- sua biografia, si portò in Lione al
cesse dieci giorni d' indulgenza a fine d'agosto, facendosi solennemen-
chi pregasse per la loro felicità te coronare nella chiesa di s. Giu-
concessione tramandataci nelle ope- sto a' i4 novembre, corteggiato da
re di s. Tommaso d'Aquino, e la molti sovrani. La funzione fu da
cui memoria è scolpita con una diverse sciagure funestata, cadde il
vendo per tutti i luoghi ove passò in Lione Clemente V emanò la ce-
le più ossequiose dimostrazioni di lebre bolla Meruit, in difesa del cle-
venerazione. Non andò guari che ro, e riguardante Bonifacio VIII e
Lione fu nuovamente onorata dalla Filippo IV; e poscia fece ritorno
presenza del sommo Pontefice e dal- a Bordeaux.
l' augusta assemblea di altro con- Continuando le ostilità fra i
passaggio per questa città del re bre si fece coronare in Lione, don-
Enrico IV, avendo già Carlo Vili de parti per Avignone in barca
accordato nel 149^ a' suoi mem- nel fine di settembre, arrivando
bri il privilegio di nobiltà, confer- alla sua residenza a' 2 ottobre.
mato poscia dagli altri re suoi Quando Giulio 11 i5io
nel si ri-
lora in Lione con estesi poteri del vescovo di Lione, e da altri per»
feroce Robespierre, e per un de- sonaggi ragguardevoli, giunse Pio
creto della Convenzione fecero in- VII la sera de' 18 novembre ai
città, seguita dallo spoglio delle guente parli per Lione incontrato
famiglie più doviziose, e da una lungi i\i\& miglia da molti signori,
blraue orribile de'suoi abitanti. La da due grossi distaccamenti di dr^'
,
alcuni fratelli timidi , che con la le loro ceneri nel Rodano vicino
loro caduta scandalezzarono e rattri- al luogo chiamato allora Ateneo. Mi-
starono quel santo drappello; al- racolosamente si ricuperarono parte
tri in vece sottentrarono valorosa- delle loro ceneri, che furono de»
mente nella lizza. Scatenossi la rab- poste sotto r altare della chiesa,
bia del popolo, e del giudice prin- che portava ab antico il nome degli
cipalmente, contro diacono San- il Apostoli di Lione.
to, il neofìto Maturo, Attalo, ed una Subilo dopo la morte di s. Poti-
giovine schiava nominata Biandina, no la Lione nell'anno
chiesa di
la quale inutilmente fu provocata 177 scelse per suo vescovo il pre-
con tormenti a denigrare i cristia- te Ireneo, che si meritò la stima
ni. Santo fu pure tormentato inu- dei primi dottori della Chiesa,
tilmente; certa Biblide ch'era ca- massime di s. Agostino, che di
duta tornò a confessaisi cristia- continuo ricorreva ai di lui scritti
na; molti perirono sotto la tortura. per usarne contro gli eretici. Mai
Fu preso il santo vescovo Potimo fu ad alcun pastore necessario
ottuagenario, o meglio nonagenario il talento e le sublimi virtia co-
ed infermo, che pegli strapazzi rice- me a s. Ireneo. La procella che a-
vuti esalò lo spirito in prigione. vea rovinato la greggia, di cui e-
Maturo, Santo, Attalo e Biandina gli intraprendeva il governo, non
furono condannati alle fiere, e ad era che apparentemente cessata, e
aitri tormenti. Altri sat^i prigio- ben presto ricomparve. Epipodio
nieri convertirono gli apostati, scris- di Lione, ed Alessandro greco nuo-
sero ai cristiani dell'Asia, da cui vamente resero celebre la chiesa
molti di essi erano originari, con- di Lione col loro martirio. Mar-
tro l'eresia di Montano, ed al Pa- cello fu altro glorioso martire. T
pa s. Eleutero a fine d'impegnar- corpi dei due primi, con quello
lo a tranquillare le proviucie del- di s. Ireneo, furono riposti sotto
a8a LIO LIO
l'altaie della chiesa di s. Giovan- menzione di alcuni. Verso l'anno
ni. S. Ireneo ridusse alla fede col- 35o fu innalzato alla sede di Lio-
le sue predicazioni quasi lutto il ne s. Giusto che morì nel 890;
paese ; e governò, secondo Eusebio, gli successe s.Albino che fondò la
le chiese delle Gallie, cioè delle chiesa di s. Stefano oggi cattedra-
Provincie vicine alla Ncubonese. le; nel 4f2 fiori s. Martino; nel
Nel resto delle Gallie il vangelo 420 s. Antioco; nel 4^4 s. Elpi-
fu promulgato nel III da
secolo, dio, cui successe s. Sicario, Nessu-
s. Dionisio e dai suoi compagni. no dopo s. Ireneo fece tanto ono-
V. PARANOIA , e Gallia. Severo re alla chiesa di Lione come s.
ch'era stato governatore di Lione, Eucherio, che nel 4^4 f" fatto
divenuto imperatore, e ricordevole vescovo ; sì attribuisce a lui la
dello stalo florido di questa chiesa, fondazione di molte chiese di Lio-
nell'inveire contro i cristiani, si ne e di altri pii stabilimenti. Do-
tiene che dasse ordini particolari po il 45^0 gli successe s. Vera no ;
invece eletto Damaso II, die go- triarchi nel VI secolo, ma che i
ni prima di spirare esorlò i cardi- nale vescovo d' Ostia. Allora Gre-
nali, che ne lo aveano pregato, ad gorio X nel 1274 fece arcivescovo
cleafsere in successore o il cardinale di Lione Aymaro cluniacense. Pie-
OD
Ottone vescovo d' Ostia, o il cardi- tro, per la morte di Gregorio X ,
nal arcivescovo di Lione Ugo di Die, nel 1276 fu eletto Papa col no-
LIO LIO 28 1:
nel i46G questa cliiesa da Paolo nel concistoro del primo marzo
11, crealo cardinale da Sisto IV : I 84 I creò cardinale dell' ordine dei
eresse d.ii fondaiiienti il palazzo ar- preti j col titolo della ss. Trinità
civescovile, ed ima cappella nella al Monte che
Pincio. Fra i prelaii
cattedrale ove fu sepolto. Il cardi- occuparono la sede primaziale di
nal Andrea d" Espinay nel ifOO Lione vi furono i santi e cardi-
Alessandro VI lo fece arcivescovo nali che nominammo, quìndici tiali
di Lione. Il cardinal Giovanni di principi, e la maggior parte degli
Lorena nel iSSj Paolo III lo altri di grandi ed illustri Hìtniglir;
dinal Pietro Guerin de Tencin tras- parli con tanto vantaggio anche nelle
lato da Ambrun nel 1740. Anto- parti più rimote^ ed eziandio nell'iso-
nio Malvin de INIontazet fatto nel le selvaggie di cui è sparsa l'Oceania,
1758. Ivo Alessandro de Marbeuff quanto poiché nacque in
di Lione;
traslalo da Autun nel 1788, mor- essa la pia e benemerita opera della
to a Lubecca nel 1799- Giuseppe Propagazione della fede. Questa re-
Fesch nominato a' 4 agosto 1802^ ligiosa associazione con preghiere
e creato cardinale nel i8o3 da Pio ed elemosine si propose di sovve-
VII, che inoltre a lui e successo- nire i fedeli, ebbe il suo principio
ri conferì il titolo arcivescovile di Lione nel 1822, dove tanti ra-
in
Vienna, PJ^ella detronizzazione del pidamente si unirono ad associarsi.
suo nipote JNapoleone non volen-
, Di là passò in Avignone ed in al-
do rinunziar la sede , non gli fu tre città della Francia. Stavano al-
permesso di ritornarvi, ed egli con- la testa dell'opera ecclesiastici in-
tinuò ad intitolarsi arcivescovo di signi per pietà e dottrina, e per
\ ienna e di Lione sino alla mor- tiaterna carità, ed il grande elemo-
te che avvenne nel 1889 a' 1 siniere Francia ne assunse
di la
maggio. Lui vivente Leone Xll a'3 presidenza. Benedetta dal cielo si
maggio 1824 fece arcivescovo d'A- diffuse colla rapidità della luce;
masia in parlibus ed amministra- navigò la Manica, e andò a stabi-
tore della chiesa di Lione Gio. Pao- lirsi nelle isole Britanniche; pasi-ò
fece coniare una medaglia monu- ri, fra' quali il decano ed il peni-
mentale. tenziere ; di molti canonici onorari,
La chiesa metropolitana e catte- di cappellani, e di circa cinquanta
drale , è dedicata a Dio in onore pueri de choro addetti al servigio
di s. Giovanni Battista , essendo divino. Pio VII concesse 1' uso della
prima intitolata a s. Stefano. Que- mitra nelle solenni funzioni a lut-
sto ampio edifizio di gotica strut- ti i canonici della cattedrale di
tura ,
si compone delie tre chiese Lione. Oltre la cattedrale, nella cit-
di s. Giovanni Battista, di s. Ste- tà vi sono altre sedici chiese pai'-
<]uesla chiesa non si faceva musica, giose di donne , non che conventi
né e'ravi organo; non usavano li- si di reliijiose ; diverse confraternite,
bri , e lutto cantavasi a memoria. un gran seminario contenente ciic i
Tra le insigni reliquie che ivi si 25o alunni per lo studio della teo-
venerano, nomineremo il cuore di logia, oltre altri cinque in diversi
s. \'inceiizo de' Paoli , ed il coipo luoghi della diocesi : avvi 1' ospe-
di Esuperio martire che
s. il me- dale ed il monte di pietà. L' arci-
desimo Gregorio XVI donò all'ope- diocesi di Lione che conteneva sel-
tanti priorati, due o tre seminari, anch'esso ariano. Gli ariani furono
dieci congregazioni laiclie, cinque convinti di errore da s. Avito <U
compagnie di penitenti , due colle- Vienna, e parecchi si convertirono;
gi di gesuiti, cinquanta case reli- ma il re, quantunque amasse i cat-
giose, fra le quali distinguevansi tolici, restò indurato, per cui leg-
quelle de' doinenicatii, die vi face- gesi di questa conferenza : •» quia
vano pubblica scuola di filosofia e Pater eum non traxerat, non po-
di teologia fino dal I236. L' arci- tuit venire ad Filium , ut veritas.
prende i dipartimenti del Rodano stinantis, sed miserentis Dei ". Diz.
e della Loira : l'arcivescovo è as- de conc.
.sistito da Ire vicari generali. Ogni 11 settimo nel 5 16. Baluzio.
nuovo arcivescovo è tassalo nei li- L'ottavo nel 5 17, fu cotnposto
bri della caraeia apostolica in fio- dall'arcivescovo di Lione s Viven-
rini cinquecento. ziolo da dieci vescovi ; venne
, e
in condannato certo Stefano,
esso
Concila di Lione. per aver contratto un matrimonio
incestuoso con sua cugina Palladia.
Il primo fu tenuto l'anno 197 Furono altresì falli sei statuti sulla
da s. Ireneo, con tredici prelati disciplina e sopra altre materie ec-
delle Gallie; fu in esso confermato clesiastiche. Reg. t. X Labbé
; t. I V ;
vanni lo intimò per l'anno seguen- tefìce avendo alla destra l'impera-
te; vi chiamò pure i re e gli altri tore Baldovino II, ed alla sini-
Lione adoperato per fare i preparativi Papa ordinò, coli' approvazione del
per la celebrazione del concilio. Nella concilio, che in avvenire si celebras-
congregazione preliminare Taddeo se l'ottava alla festa della Natività
di Svezia, ambasciatore imperiale e della Beata Vergine, Si lessero di-
uomo assai ingegnoso, si studiò di ciassette articoli di regolamento, la
difendere la causa del suo princi- maggior parte riguardanti la pro-
pe, oflVi al Papa , che presiedette cedura giudiziaria. Il Papa ordinò
al concilio, in nome del suo sovra- che si procurerebbero aiuti all'im-
no di essere pronto di opporsi alle pero di Costantinopoli, e che vi si
corse dei tartari, non che ai co- impiegherebbe la metà della ren-
rasmani, ai saraceni, ed agli altri dita di tutti i benefìzi. 1 deputati
nemici della Chiesa ; e di andare d' Inghilterra si lagnarono delle
a sue spese in Palesfìna per libe- esazioni della corte di Roma, a
rarla dal giogo degl'infedeli. Ma nome di tutto il regno. Nella loro
voi,. XXXVITI. 19
390 Lio LIO
lelleia di higuanze senza giusto ti- pero, e dai reami di Sicilia e di
l<ilo, si diceva, che i predecessori Gerusalemme, che dichiarò vacanti,
d'Innocenzo IV ^olendo arriccliire ed assolvette dal giuramento tutti co-
gli ecclesiastici italiani, il cui nu- loro che gli avevano giurato fe-
mero era divenuto eccedente, ave- deltà, minacciando di scomunica
Aano dato loro delle cure delle chiunque gli avesse dato aiuto o
(juidì non prendevano nessuna sol- consiglio. 1 delitti di Federico II
duto dal b. Gregorio X [Fedi), già più numeroso di tutti gli altri con-
canonico di Lione, prircipalnieufe cilii, e la più copiosa adunanza che
per la riunione dei greci alla Chie- siasi formala nella Chiesa. Il Pon-
sa cattolica, per la crociata di Ter- tefice deputò per la custodia e
rasanta, e per la riforma della cura del concilio l'arcivescovo di
disciplina ecclesiastica. Il Papa lo Lione A di maro o Ai maro, ed alla
inlimò nel primo aprile 1272, al guardia della città numerosa solda-
modo narrato alla citata biografia, tesca ; mentre il le di Francia a-
ove pur dicemmo come fu ricevu- vea incaricato il suo parente ca-
to a Lione quando vi giunse ai valiere Iniberto di Belloloco, a ve-
21 novembre 1278, e ciò che ivi gliare con diverse compagnie sulla
operò. Gregorio pure al X invitò sicurezza Papa e de'cardinali.
del
concilio s. Tommaso d'Aquino, ac- In questo tempo ed avanti la ter-
ciocché con s. Bonaventura, già za domenica dopo Pasqua si por-
colieghi dfc'suoi studi nell'universi- tò in Lione Giacomo I re d' A-
tà di Parigi, confutassero gli erro- lagona. Una lega lunge dalla città
ri de'greci, dichiarando al primo fu incontrato da tulli i cardinali,
di portar seco il libro contro di essi dal gran maestro de'cavalieri tem-
da lui scritto per ordine di Urba- plari , da Giovanni e Guglielmo
no IV; ma s. Tommaso partendo di Bossiglione deputati alla guar-
da Napoli per Lione, morì a'7 raar- dia e governo da mol- della città,
70 nel monastero di Fossa Nuova, ti prelati e signori, non che da
assoggettando con umiltà i suoi tutta la corte romana. Giunto il re
agi LIO LIO
al palazzo del Papa, fu da questo mezzo della gran nave sedevano
ricevulo affettuosamente , dopo a- Pantaleone patriarca di Costanti-
\ergli il re baciato i piedi. Giaco- nopoli, e Opizzo patriarca d'An-
mo rimase così compreso di ve-
I tiochia ; e nelle altrebande al
nerazione per Gregorio Xj che lato destro del Papa cinque car-
pieno di compunzione gli fece la dinali vescovi suburbicari, fra' quali
sua confessione generale. A'2 mag- Pietro di Tarantasia poi Innocenzo
gio 1274, essendo tutto all'ordine V, e s. Bonaventura cui il Pon-
per la celebrazione del concilio, il tefice avea commesso regolamen-
il
due cardinali diaconi ; e per esse- pregiudizio delle loro chiese se-
re giorno di digiuno fece cantare desserocome ed ove potevano.
le ore di terza e sesta. Dopo le Rimanevano poi da basso molti ca-
quali un
suddiacono lo calzò di valieri templari col gran maestro,
sandali, mentre i cappellani che e gli ospitalari, e gli ambasciatori
circondavano il trono recitarono i dei sovrani e dei principi. I can-
consueti salmi. 11 Papa lavatosi le toriintuonarono l'antifona ; Exaudi
mani, e vestito dal diacono e sud- nos Domine, la quale finita, sua
diacono de'paramenti di color bian- Santità levandosi in piedi disse :
medesimo tono, che detto avea la ferenze pel bene della Chiesa. I pre-
prima, un'altra orazione. Indi dal lati gli rappresentarono gì' innume-
festa de' ss. Pietro e Paolo il Papa corso ai padri, dopo il quale il Pa-
cantò solennemente la messa nella pa prese la parola e ripetè i mo-
cattedrale, con l'assistenza di lutti tivi pe' quidi avea convocato il con-
i padri venuti al concilio. L'episto- cilio,e che greci venivano all'ob-
i
me per sei anni ; ed il Pontefice lib. XXI II, cap. 3, iiiler Script,
aggiunse di aver determinato di rer. Ital. tora. XI, p. i 166; Bo-
tornar a visitare la Palestina, ed nucci. Istoria del b. Gregorio X,
ivi morirvi per unirsi a quel Dio, p. 160 e seg.; e Diz. de conc.
che essendovi volontariamente mor- Il vigesimosettimo concilio fu
to per noi, v' era divenuto la no- adunato in Lione nel 1299, il
pari, sulla costa orientale dell'iso- Vanta Lipari l'antichità più ri-
la nome. Lipari, Aeoliae
del suo mota, e la si vuole anti-troiana, e
o Vulcanìae Insulae, gruppo di che ricevesse il nome dal suo fon-
nove isole del mare Tirreno, delle datore, dopo il quale regnandovi
quali sono sette le principali, tro- Eolo, al vagante Ulisse generosa
vandosi al sud quella die ne porta ospitalità avesse accordato. I gnidi,
il nome, sparsa di montagne con che dalla Caria giunsero nella pri-
snolo fertile ; la città di Lipari ma olimpiade navigando al Lili-
sulla costa est n' è il luogo prin- beo, e fabbricarono Mozia, discac-
cipale ed il capoluogo del gruppo. ciali poscia dai fenicii, ripararono
In queste isole osservansi molte in Lipari, ed accomunati agi' indige-
curiosità naturali, ma sono soggette ni vi si stabilirono. Si distinsero
a frequenti terremoti, e quello spe- nel commercio, nella nautica e nel
cialmente del 5 febbraio 1783 vi valor militare. Si collegarono coi
cagionò grandi rovine. Come vul- siracusani nella guerra contro Ale-
caniche, pel fuoco abbondante che ne. Imilcone occupò Lipari militar-
dalle medesime eruttò e scaturisce mente coi cartaginesi, e v' impose
ancora, vennero dagli antichi rap- r enorme contribuzione di trenta
presentate per la dimora di Vul- talenti. La prima vittoria navale
cano e dei Ciclopi, ed il soggior- romana fu liportala da Duillio
no di Eolo re de' venti, e perciò contro i cartaginesi in queste acque,
furono chiamate co' loro nomi, ed rienemerito de'romani fu Timasiteo
anche con cjiicUi di Plolae, Hcphe- di Lipari, che salvò i legati cadu-
siine e Liparae, dicendosi eolici i ti in mano de'corsari, e ne scortò
loro monti. Omero ci parlò sol- il viaggio, ricevendone ampio gui-
tanto d' un' isola Eolia, la quale a derdone. Venne in potere di Ro-
suo tempo si credeva fluttuante, seb- ma per mezzo dei consoli Lucio
bene da una grande mura-
fosse cinta Cecilio, e Caio Furio, deducendovisi
glia bronzo inespugnabile per le
di quindi una colonia. Roberto I re
inaccessibili balze che le facevano di Napoli s'impadronì di questa cit-
l'estremo eccidio la città, indi nel gendo, e mori in Roma nella casa
i558 Paolo IV lo trasferì alla di de'suoi correligiosi in s. Andrea
lui patria. Antonio Giustiniani di della Valle, Nel 17 io gli successe
Scio, arcivescovo di Nazianzo, chia- Nicola Maria Tedeschi nobile di
ro pel suo intervento al concilio Catania, cassinese e segretario dei
di Trento, traslato a questa chiesa riti esame de' vescovi, nomi-
e dell'
da Pio IV nel i564. A degno nato da Clemente XI che confer-
successore s. Pio V elesse nel iSyi mò l'esenzione della chiesa di Li-
Pietro Cancellieri Nel di Pistoia. pari. Con questo vescovo l'Ughelli
i58o Gregorio XIII nominò Pao- termina la serie de' vescovi, Italia
lo Bellarditi, personaggio letterato sacra t. I, p. 771 j quale serie
e virtuoso. Fr. Alfonso Vitali mi- viene continuata sino ad oggi dalle
nore osservante spagnuolo, divenne annuali Notizie di Roma. Nel se-
vescovo nel i5g9, lodato per esse- colo corrente furono vescovi, nel
re acerrimo difensore dell' eccle- 1807 Silvestro Todaro di Messi-
siastica giurisdizione ; accrebbe e na de' minori; nel 18 18 Carlo
ristorò il convento de'cappuccini Maria Lenzi palermitano, delle
di Calabria, e nella vigna della scuole pie dopo lunga sede va-
;
vescovo per sua abitazione ha due rigi i546; suir Esodo, ivi nel
case, una in città vicina alla cat- i555; e sui primi dieci Salmi,
tedrale, l'altra in luogo suburbano Roma i58o. 3. Esposizione del
ove fa l'ordinaria residenza a ca- Simbolo e dell'orazione Domeni-
gione del cattivo slato cui si tro- cale, Venezia i568. 4-° Conferma
va al presente la prima. Oltre la di tutti i domnii cattolici, Vene-
cattedrale, nella città vi è un'altra zia i555. 5." Aggiunte al Prato
chiesa parrocchiale, due conventi spirituale di Giovanni Mosco Pa- ,
per la pace del regno fossero re- ti e giardini ameni, formano un in-
ta da Roma, ove Giovanni V l'a- deputati, una gran parte della no-
vea fatta costruire, per onorare il biltà e della cittadinanza di Lisbo-
santo del suo nome, essendo l'an- na, non che il principe Leopoldo
tica disadorna. La chiesa del con- di Sassonia-Coburgo fratello del
vento del sacro Cuore di Gesù, re. Questo e la regina erano rappre-
appartenente al convento di E- sentati dal conte di Penafiel gen-
strella , è l'edificio piìi vasto ed tiluomo di camera, e dal visconte
il più bello che sia stato costrutto di Campanabam aiutante di campo
a Lisbona dopo il 1^55; esso è del re. Al palazzo poi della nun-
sormontato da una cupola di una ziatura ebbe luogo nella stessa se-
ardita esecuzione, e racchiude il ra un gran ricevimento con ban-
mausoleo della regina Maria I chetto, al quale intervennero il
ca, quello che rinchiude scuole di torica, filosofìa, lingua greca e la-
sta chiesa è dedicata alla Beata brità della sua purissima aria molli
Vergine ed è in forma di croce. abitanti di Lisbona, e molti mem-
Superba mole è pure il monaste- bri del corpo diplomatico vi van-
ro e la chiesa magnifica de'giro- no a passare la bella stagione, go-
Jamini, per la singolarità della sua dendovi un clima delizioso. Vi sono
architettura, arditezza delle volle, quattro chiese, molle case di cam-
bellezza e larghezza del chiostro pagna ed un antico castello reale
distribuzione e vastità delle sue di gotica o moresca architettura.
parti interne, e pe' suoi giardini e Le pitture di una delle sue sale
fontane. La grande e qua-
torre rappresentano stemmi de' no-
gli
bona sia stata fondata da Ulisse, e tropoli nel comincia mento del se-
che portasse in origine il nome di colo quinto, e gli abitanti mal atti
Ulissypo o Utissypone; è tuttavia a difendersi cercarono a forza d'o-
certo che prima di divenire colo- ro di cattivarsi la benevolenza dei
nia romana sotto il nome di Fe- nuovi venuti a signoreggiarli dopo
licilas Julia, o Giulia, con cui volle i romani. In progresso di tempo,
«lecorarla Giulio Cesare, essa si chia- molte sono state le invasioni de'di-
mava Olisipo o Olissipo. Forse de- versi popoli, le quali molto distur-
ve la sua origine ai fenicii, ma la barono la tranquillità del paese;
storia della sua fondazione è assai ma la costanza ed il coraggio dei
dubbiosa. Sebbene si attribuisce ad portoghesi superarono tutte le dif-
Ulisse,un cosmografo insigne dice ficoltà. I mori s'impadronirono di
che questo capitano greco non ci* Lisbona nell'anno 716. Ordegno
,,
Stefìino If, i322 Gondisalvo Pe- 1627 Alfonso Furtado, i633 Gio-
reira, i3^6 Gio. Alfonso, 1342 Va- vanni Emanuele, i636 Roderico da
sco IMartins, i344 Stefano IH, i354 Cunha 1669 Antonio Mendoza ,
,
elevata al grado metropolitano nel Bull. Roni. iota. XI, p. II, p. 77. Ma
1390) l'eresse in arcivescovato, essendo tuttociò ancor poco ai di-
onde sino a Tommaso d' Almeyda segni del pio e magnanimo re Gio-
portoghese de' conti d'Avintes e vanni V, il Papa Clemente XI
Lavradio, nato in Lisbona da una coir autorità della bolla In supre-
signora della nobile famiglia dei mo apostolaUis solio, loco citato
conti d'Arcos agli 11 settembre p. 87, per esaudire le sue preghie-
1670, che come diremo fu il pri- re, eresse la regia collegiata della
mo patriarca, ebbe venti e secon- Beala Vergine assunta in cielo ii^
r/ione Ineffabili, loco citato p. 108, del preso temperamento. Indi per
vi aggiunse la concessione di parte nuove istanze del re, Clemente XII
dell'abito cardinalizio, cioè la sot- con la costituzione Religiosa, loco
tana rossa a' ventiquattro principali citato p. 207, agli 8 febbraio 1788,
canonici; l'abito prelatizio paonaz- gli concesse che le quarte parti
zo a settantadue altri canonici ; e delle rendite delle chiese di Por-
la cappa magna violacea, colle pel- togallo, applicate già dai Pontefici
li di armellino nell' inverno, e col- Clemente XI ed Innocenzo XIII per
la fodera di seta rossa nell' estate, dote della patriarcale di Lisbona,
ai benefiziati della medesima. Non si ampliassero alle terze parti di
sembrò tuttavia al gran Giovan- dette rendite, sicché a duecenlo-
ni V, die la sua straordinaria ma- tientaduemila cinquecento sessanta-
gnificenza fossepienamente degna sei ducati d'oro, che costituivano
di lui, seda Clemente XI non ot- le .
quarte parti dei benefizi alla
teneva che il patriarca di Lisbona patriarcale già applicale, si aggiun-
fosse cardinale nato al momento sero altri trentatremila cenlotren-
che fosse assunto al patriarcato ;
tasette ducati simili, ch'era la ter-
ma per quanto egli pregasse istan- za parte de' frutti delle medesime
temente di questa grazia il santo chiese o benefizi del regno. Inoltre
Padre, mai questi vi acconsent"i Clemente XII per abbondare in
per riguardo all' autorità del nun- benevolenza verso il re Giovanni V,
zio apostolico di Lisbona, e alla ge- con bolla degli 8 marzo dell'anno
rarchia della Chiesa. Più tardi il stesso, Cìrcumspecta, loco citato p.
re desiderò ancora che il nunzio 2 1 9, concesse ad esso e suoi succes-
di Lisbona fosse al termine della sori il diritto di nominare le digni-
sua nunziatura creato cardinale, tà, canonicati e benefizi della chie-
dilferenza che accomodò Clemen- sa ancora orientale, poiché l'avea
te XII. Questi nel concistoro dei già Clemente XI concesso per la
10 dicembre 1787 creò cardinale chiesa occidentale o sia patriarcale.
dell' ordine de' preti il patriarca di I canonici di questa seconda, Cle-
Lisbona Tommaso Almeyda, a-
d' mente XII con la costituzione In.'
Tendo a' 1 7 dello stesso mese già signem, loco citato p. 229, data
emanato la costituzione Jnler, pres- a' 22 marzo 1738, gli ornò mag-
so il Bull. Roni. t. XIV, p. 204, giormente col privilegio di celebra-
per terminare le questioni col re, re ogni giorno una messa un'ora
ed accordato che il patriarca di prima dell'aurora e una dopo il
Lisbona fosse per l' avvenire per- mezzodì nelle cappelle delle loro
petuamente promosso al cardinala- case, coir assistenza di essi o della
to, ma però nel primo concistoro loro famiglia. Con altra bolla de'6
seguente a quello in cui era stato dicembre. Ad sacrosnnctum, loco
preconizzato il patriarca, e in luo- citato 333, die la facoltà al pa-
p.
Fin dai primi suoi anni dimostrò Castro, che la generosità, clemen-
l'Almeyda tale inclinazione per le za, giustizia, religione, carità ed
scienze che divenne celebre fra i altre virtù di questo cardinale, es-
più studiosi suoi contemporanei. sendo tante, non si trovano parole
Dottorato nell'università di Coim- adatte per esprimerle.
bra ne' Siicri canoni, fu fatto de- Il Papa Benedetto XIV per
putato del 6. ofEzio in Lisbona soddisfare alle suppliche del re
nel 1695, entrando quindi nel Giovanni V, a'i3 dicembre 1740»
tribunale della cosi detta Rtlacao al modo che narra l'Oltieri, colla
nella città di Porto, dopo il solito bolla Salvalorìs nostri, riunì in
rigoroso esame de jure aperto nel una le due chiese, soppresse l'ar-
COSI detto Deseriìbargo do Paco. civescovato orientale di Lisbona,
In appresso venne a Lisbona, do- restando la sola chiesa patriarcale.
ve servì come magistrato, e come Dichiarò Benedetto XIV suSraga-
parroco nella chiesa di s. Lorenzo, nee del patriarcato di Lisbona,
adempiendo con grande esaltezza le chiese di Leiria, Lamego, Guar-
tanto gl'impieghi di magistratura, da e Porfalegre; e le oltremarine
quanto quello della sua chiesa. di Funchal, Angra, Grao, Para
Clemente XI ni'l 1706 ad istanza e Maranhao. Il re di Portogallo
del re lo fece pe'suoi meriti vesco- Giovanni V con la spesa di cin-
'vo di Lamego, donde nel 1709 qnecentomila scudi fece edificare
lo trasferì alla sede di Porto, ed in Roma una sontuosa cappella
ivi nel seguente nmio celebrò un con altare di preziosi marmi an-
sinodo diocesano. Cionoscenrlo il re tichi, in onore diGiovanni Bat-
s.
dita; di venti canonici con mil- erario. Nel grossissimo borgo di San-
le scudi per cadauno; di settanta tarer/i, quattordici leghe distante d.)
nella sua mappa sul Portogallo, in montagna alla destra del Tago, si
Lisbona registrò 4' parrocchie; 62 divide in tre parti, cioè Mara villa,
conventi, ospizi e collegi; 35 mo- Ribeira e Alfange, essendo la piì;
rocchiali, tutte munite del sacro t'un- martirio. Ai roniani lo tolsero i go-
te, oltre la collegiata di Bonjpo>ta ti, ed a questi i mori, i quali fù-
insignita di eguale preroguliva; vcu- rouo sforzali renderlo ad Alfonso i
,
la poi Quae olioi a sunitnis Pontifi- primi loro figli. In varie tribu-
calibus, idibus januarii i844> '1 ne erano il corpo diplomatico, i
Papa Gregorio XVI tolse dalla giu- pari ed i deputali del regno, i mi-
risdizione metropolitana di s. Sal- nistri, ed i più ragguardevoli per-
vatore del Brasile le sedi vescovili sonaggi del clero, della corte e del-
di s. Tommaso in Africa, e di An- la città. Premesse le solite allocu-
gola o Angora pure in Africa , e zioni, la regina ricevette la berret-
le sottopose al patriarca di Lis- ta dall' ablegato e dignitosamente
bona . Finalmente il medesimo la impose al cardinal patriarca ,
bona due ospizi, uno de' quali di di Oporto. Questi ospizi e queste
proprietà francese. Ebbe la fonda- case, come tutti gli altri pii stabi-
zione per fine di dare gli aiuti limenti, perirono nelle ultime poli-
spirituali a que' francesi, che vi ri- tiche vicende. Passiamo ora a dire
chiamasse il commercio o l'amore dei collegi stranieri di Lisbona.
di viaggiare. L' altro ospizio detto Del collegio inglese di Lisbona fou-
di s. Apollonia era dei cappuccini dato nel i632 da d. Pietro Ca-
ed ebbe principio nel 1693.
italiani, tiuho Fidalgo d'illustre famiglia, ir»
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storie o-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)