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e 3 7'3^é

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PlìlCELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, Al VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE Pili SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VCL. XLII.

IN VENEZIA
DALLA TIFOGIIAFIA EMILIANA
MDCCCXLVII.
,

DIZIONARIO
DI ERCDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

n
MAG MAG
JVLAGOJSZA (Moguntin). Città nette, e nella parte sud-ovest sei

con residenza vescovile del grandu- fortied un ridotto trincierato ; la


cato di Assia-Darmstadt, già capi- maggior parte di queste opere ha
tale dell' elettorato di Magonza ,
delle casematte. Dalla parte del nord
ora capoluogo della provincia del e al di là degli spalti, vari trincie-
Reno o dell'Assia Kenana e di un ramenti furono innalzati verso la
cantone. E situata questa conside- XVIII. Un bel pon-
fine del secolo
rabile città di Germania in posi- te di battelli lunghissimo, difeso da
zione incantevole, sulla riva sini- una testa di ponte, attraversa il

stra del Reno, un poco al di sotto Reno in prospetto della città , e


del confluente del Meno, in faccia mette capo a Cassel, capitale del-
alla sua foce ed alla città di Cas- l'Assia elettorale ; alquanto sopra
sel. Questa città fortificata che ap- evvi un'isola assai fortificata. Sul
partiene alla confederazione ger- Meno, ad un quarto di lega al di
manica, può dirsi la fortezza più sopra del suo confluente, e presso
formidabile dell'Alemagna. E fab- al villaggio di Costheim, evvi un
bricata quasi in forma di semi- altro ponte di battelli, altresì di-
circolo, parte in pianura e parte sul feso da una fortissima testa di pon-
pendio di una collina : ha dieci te. Tutte queste opere sono trop-
porte, cinque dal lato di terra e po eslese, mentre esigono una guar-
cinque dal lato del Reno ; da que- nigione di più che trentamila uo-
sta ultima parte le fortificazioni so- mini per loro difesa. Magonza ha
no semplici, ma dal lato di terra r interno aspetto non molto bello ;
sono eslese e complicate. All'estre- molte case sono vaste e grandi
mila sud evvi una cittadella ; a ma poche hanno una bella archi-
quella del nord vi sono due lu- tettura :tra le sue molte piazze
6 MAG MAG
primeggiano quella di GuHpml>ei'g Magonza, formano gli oggetti i piii

e la Verde. I principali edifizi so- importanti del suo commercio as-


s^ no Tniìtico palazzo elettorale, con- sai anche quello di
attivo, essendo
vertito in ospedale militare nel 1 793, transito e di navigazione del fiume
ed ora assai danneggiato; l'edifizio che procura molti benefìzi alla cit-
de*cavalieri dell'ordine teutonico, e tà, anche per godere la franchigia
l'arsenale, tutti situati dal lato del il suo porto. Conta circa trenta-
Reno, e che godono delle magni- mila abitanti, fra i quali si conta-
fiche vedute j i palazzi delle fami- no parecchie migliaia di ebrei. I
glie Stadion, Ostein, Bassenheim ed dintorni sono bellissimi e bene col-
Etz; il palazzo vescovile detto Mar- tivati; si vede ad Eichelstein, a po-
tinshurgj la cattedrale eretta nel ca distanza da Magonza, un mo-
secolo XII, vasto edifìzio, sormon- numento che si crede eretto in o-
tato da un'altissima cupola; la chie- nore di Druso, che vi morì di feb-
sa di s. Ignazio, di cui si ammira bre violenta o da una caduta di
l'architettura e le pitture della vol- cavallo , e non lunge presso Zahl-
ta ; la chiesa di s. Pietro, e l'anti- bach vedesi un acquedotto roma-
ca chiesa di s. Stefano, la cui bella no, ma in rovina.
torre offre una veduta assai pitto- L'elettorato di Magonza fu un
resca. Vi sono qua e là belle fon- antico stato di Germania nel cir-
tane, che adornano la città. In ge- £olo de^ Basso Reno, posseduto in
nerale, la maggior bellezza di Ma- sovranità dall'arcivescovo elettore
gonza consiste nelle magnifiche ve- di Magonza, uno de' tre elettori ec-
dute ch'essa presenta, quantunque clesiastici à&\X Impero (Vedi). Ave-
un poco limitate dal lato del sud va circa leghe quadrate di
4<'^6

e dell* ovest. Evvi sulle rive del* estensione, somministrando vini squi-
Reno un bel passeggio ed una sitij ottimi pascoli per nudrire mol-
strada ove sbarcano le merci; la to bestiame, saline, miniere di fer-
veduta di cui si gode dalla estre- ro, ec. Il suo territorio estende vasi
mità del ponte è in vero sorpren- sulle due rive del Reno, fra il Pa-
dente. Aveva Magonza una cele- stinato e Treveri, e si divideva in
bre università fondata, o secondo al- due parli, cioè il Rhingaw ed il

tri ristabilita dall'arcivescovo Thier- Bergstrasse: dominava su gran par-


ry o Teodorico d'Isenburg nel 1 477, te de'lerritorii della Velerà via e
e che venne soppressa nel 1790. della Franconia, non che sui paesi
In oggi vi è in vece un ginnasio, d'Eichsfeld e d'Erfurt. Questo pae-
un seminario, una scuola di me- se si trova oggi ripartito fra l' As-
dicina, una di veterinaria, una bi- sia-Darmstadt, il circolo bavarese
blioteca di circa centomila volumi, del Reno inferiore, la parte meri-
gabinetti di medaglie, di storia na- dionale del ducato di Nassau, l'As-
turale, di meccanica, un
fìsica e sia elettorale, e la provincia prus-
museo di antichità, ed una galle- siana di Sassonia. Non bisogna con-
ria di quadri. Possiede delle fab- fonderlo coli' arcivescovato di Ma-
briche di tessutij ed un'elegante ti- gonza, ch'era un po' meno consi-
pografia neir ospedale di s. Rocco : derabile. L'arcivescovo di Magonza,
1 vini di Francia e del Reno-, elevato a questa dignità per la li-

e così pure i prosciutti detti di bera elezione del grande suo ca-
,

MAG 7
pitolo, 6 per meglio dire eletlo dai questa città, siccome sede de* priu-
ventiquattro primi canonici, era ar- cipi elettori, avea le vie ingombre
cicancelliere dell'impero, decano per- di gente , le arti , le scienze e le
petuo del collegio degli elettori industrie fiorivano nel suo seno,
aveva la direzione esclusiva di tutte tutte le nazioni aveano vincoli com-
le deliberazioni degli slati, era guar- merciali con essa.
daarchivi e matricole dell'impero, Di Magonza gli antichi autori
aveva il diritto di convocare il col- fanno spesso menzione, e partico-
legio elettorale, e dirigere le assem- larmente Tolomeo, Tacito, s. Giy
blee generali e particolari, e presso rolamo, Ammiano Marcellino, E-
di esso tutti i deputati alla dieta ginardo, ec. Alcuni prendono la elir
dovevano far legittimare i loro po- mologia del suo nome da Magog,
teri prima di essere ammessi alle figlio di Japeto, da Maganzio troia-

-assemblee; il perchè più volte i no, e da certi Magi che con tri r
Pontefici loro diressero lettere e ri- buirono, dicesi, alla sua fondazione.
mostranze, avendone fatto menzio- Serrarlo, uno degli storici di Ma-
ne delle principali all' articolo £"• gonza, pensa forse più ragionevol-
lettori delromano impero
sacro mente degli altri, e come lo prova
(Fedi), dove parlammo di altro ri- Floro nella sua che sia stala
storia,
guardante l'elettore di Magonza ^ fondata, o almeno considerabilmen-
come delle sue prerogative e pre- te ingrandita dieci anni prima di
cedenza ; di che tenemmo pur pro- Gesù Cristo, da Nerone Claudio Dru-
posito all'articolo Imperatore che , so Germanico, genero dell'imperato-
coronava quando lacoronazione si re Augusto e fratello di Tiberio.
faceva fuori della metropolitana del- Altri dicono che Marco A grippa, uno
l' elettore arcivescovo di Colonia dei luogotenenti di Augusto, avea
(Fedi), ciocche poi si praticò al- posto un campo munito dove ora si

ternativamente con esso . Una volta innalza la per difendersi dai


città,

spettava all' arcivescovo di Magon- germani che scendevano dal monte


za coronare il re di Boemia, dirit- Jannus; e che poi il detto Druso
to che passò nel XIV secolo al- Germanico fabbricò nel luogo me-
l'arcivescovo di Praga, capitale del- desimo la fortezza Magonziaca .

la Boemia. S. Leone IX dichiarò Druso Germanico padre dell'altro


,

gli arcivescovi di Magonza legati celebre Germanico, mori presso


apostolici della Chiesa romana nel- Magonza, ove Augusto gli fece in-
le parti della Germania. Urbano nalzare un monumento il canale :

Vili nel i63o diede ai cardinali che Druso fece scavare per unire
ed ai tre elettori ecclesiastici, com- il Beno airissel, portò lungo tem-
preso il Maguntino, il titolo di E- po il nome di Fossa Drusìana.
mìnenza (Vedi). Come principe del- II p. d. Giuseppe Fuchs narra
l'impero prendeva dall'imperatore Vi^ Istoria antica di Magonza, che
r investitura del temporale gover- essendo Druso meritamente adora-
no. Questo arcivescovato sovrano to dall'armata e dai popoli, nel tras-
ebbe fine nel 1802, pei motivi e porto del cadavere da Magonza a
al modo che dicemmo all' articolo Roma tutte le città e colonie gli
Germania (Fedi). Capitale dell'e- celebrarono solenni esequie, ed in
lettorato era Magonza, ed allora persona incontrò a Pavia il con-
,

8 MAG MAG
voglio funebre lo stesso Augtisto si confuta il falso privilegio che si
che Tavea dichiarato suo successo- asserisce ottenuto da questa chiesa
re, il quale ordinò ch'entrasse in da Carlo Magno. Si dice non es-
Roma cogli onori consolari e trion- ser facile chi accordi all' autore
fali, perchè eragli stato decretato che la fondazione della chiesa di
il trionfo. E certo che i romani Magonza sia stata fatta nel primo
ne fecero una piazza di guerra ira- secolo dai discepoli degli apostoli
portante, onde contenere i popoli e molto meno gli si deve accorda-
della Germania, ed impedire che re, che fra i patti o sia trattati
venissero ad invadere una porzione della nazione germanica colla santa
della Gallia. Verso l'anno 70 del- Sede, vi sia quello che il papa A-
l'era cristiana la XXII legione ro- driano I, cioè verso l'anno 773,
mana, reduce dalla presa di Ge- concesse all'imperatore Carlo Ma-
rusalemme, pose stanza a Magonza, gno il gius eligendi Pontificem, et
e nel tempo stesso vi giunse il ve- ordinandi Sedem apoatoUcam^ col
scovo Crescenzio. Questa città chia- privilegio di dare l'investitura agli
mata Moguntiacuriiy Magontia, Mo- arcivescovi e vescovi di tutte le

giintia, Maguntia o Magotia dagli Provincie.Imperciocché a quell'e-


scrittori latini, May enee dai fran- poca Carlo Magno non solamente
cesi, e Mainz o Maynz dai tede- non era imperatóre , ma da poco
schi, stava nel paese dei vangioni. tempo succeduto al padre nel re-
Divenne la metropoli della Ger- gno de* franchi, non era mai ve-
mania superiore ossia della provin- nuto in Italia; né presso la santa
cia romana della prima Germania, Sede avea quei meriti personali che
ma le guerre continuate dei ro- acquistossi posteriormente, i quali
mani e dei germani molto nocque- tuttavia non gli fecero mai acqui-
ro alla sua prosperità; questi ulti- stare un privilegio, che col tempo
mi se ne impadronirono nel ^o6y avrebbe portato conseguenze fu-
e la conservarono sino al 49^> ^' nestissime per tutta la Chiesa. Né
poca in cui passò in potere dei di fatti si trova fra gli scrittori fran-
franchi, in uno stato di decadenza, cesi antichi e moderni chi abbia
dopo essere stata spesso rovinata preteso ciò, ancorché sommamente
dai batavi al tempo di Vespasiano, impegnati nel magnificare gli ac-
dai barbari sotto l'impero di Giu- quisiie le glorie di Carlo Magno.
liano, e dai vandali, alani e svevi A questi si attribuisce l'erezione in
verso l'anno f^\Z. Si dice che Ciò- Magonza d' un convento e di una
doveo dopo il suo battesimo l'ab- scuola.
bia arricchita di diverse chiese, che Fu questa città sotto il dominio
Dagoberto la riparò considerabil- dei re d'Austrasia dall' 843 sino al
mente, e che Carlo Magno la re- 1025. Neil' 872 un terremoto, la
staurò di nuovo, facendovi erigere danneggiò moltissimo , ed un in-
una chiesa metropolitana ed un cendio ne consumò una parte nel
ponte sul Reno. Nel supplemento 1080. Nel iio5 fecesi nel Natale
al Giornale ccdesìastico di Roma in Magonza una dieta di tutto il

del 1793, nelle osservazioni di G. regno tedesco, tanto numerosa che


H. contro gli Elementi di diruto da molti e molli anni non si era
canonico del p Filippo Hedderich, veduta una simile , intervenendovi
, ,

MAG MAG 9
cincjLiaiitaduc baroni, solo mancan- colo fece immortalare il suo nome
dovi Mof^no duca di Sassonia, im- Giovanni Gaensefleisch da Sorgen-
pedito per la grave sua età. Ivi loch, conosciuto meglio sotto il no-
sopraggiunti i legali di Pasquale me di Gattemberg, nativo di Ma-
li, cioè il vescovo d'Albano col Co- gonza, per r invenzione utilissima
stanziense, confermarono le scomu- dell'arie della stampa. Quantunque
niche già assai volte promulgate Strasburgo ed Harlem disputino
da tanti Papi contro Enrico IV. questo vanto, è però certo che i
Volendo perciò egli passare in Ma- primi libri stampati a caratteri -nio-
gonza, i principi per evitare i tu- bi li uscirono colla data di Magonza
multi dei volgo che lo favoriva circa i440j o secondo altri i45o.
il

controil figlio Enrico V, andaro- Guttemberg fu così chiamato dai


no ad incontrarlo ad Ingelheim, e magonzesi, dal nome del palazzo
lo indussero a confessare la propria eh' egli possedeva nella città. È ve-
colpa, ed a promettere soddisfazio- ro che a Strasburgo nel i438 fece
ne, consegnando le insegne impe- i primi saggi della grande scoperta
riali al figliuolo Enrico V, rinun- col mezzo dei caratteri mobili ; ma
ziandogli il regno. Gli arcivescovi fu a Magonza che l'arte portento-
dal secolo XI sino al 1 1 35 pos- sa perfezionò. Egli trovò che in
sedettero Magonza in sovranità as- vece de' caratteri fissi usati prima
soluta, sotto la dipendenza degl'im- di lui , valea meglio adoperare i

pei atori di Germania , onde dopo mobili, da lui detti tìpi^ e che egli
quel tempo divenne libeia e flori- fece di legno. Dopo di lui Giovan-
da. Nel 1160 l'imperatore Fede- ni Faust e Pietro Schaeffer di Gern-
rico I per vendicar la morte di sheim, piccola città posta a quat-
Arnoldo arcivescovo ,
perseguitò il tro leghe da Magonza , fecero dei
successore Corrado e fece abbatte- tipi di metallo. Questa invenzione
re le mura della città- Nel secolo coperta dal mistero sul nascere, non
XIII molte castella sorsero lungo tardò poi a spandersi nelle altre
il Reno sopra balze inaccessibili, e città alemanne, e si vide nel i 453
di là una turba di malfattori scen- per opera di Pfìster di Bamberga
deva a recar la strage nelle cam- venire in luce l' esemplare d' una
pagne de' dintorni. Allora alla voce Bibbia. Al padre della stampa al ,

di un borghese di Magonza, Ar- benefattore del mondo incivilito


noldo Saalman più di cento città , da ultimo la città di Magonza nella
si strinsero in lega ad esterminio sua vasta piazza eresse una statua
di que' banditi, ed unirono le forze scolpita dal celebre Thoiwaldsen.
per spianare gì' infesti loro nidi ; L'inaugurazione fu falla a' f4 a-
quindi prospero fu lo slato di Ma- gosto 1837 alla presenza di circa
gonza in quel secolo , e proseguì cinquantamila persone tripudianli,
sino al cominciar del secolo XIV. accorsevi da tulli i luoghi di Ger-
Fu a que' tempi che i canti dei mania. A pie della statua era un
minnesanger , trovatori alemanni torchio moderno e l' apparecchio
allegrarono le sue rive amcnissi- con cui Guttemberg avea fatto i
me. Nello scisma del concdiabolo suoi primi saggi ; prezioso avanzo
di Basilea, seguì Magonza le parli custodito nella biblioteca della cit-

della Chiesa romana. In questo se- tà . Coi caratteri fusi a pie del si-
,

IO MAG MAG
nmJacro si stamparono versi ana- comune la fede di Gesh Cristo non
loghi, ed air inaui];urazione che ne sia stata predicata in Magonia se
fecero i magistrali precedette l* uf- non dopo il terzo secolo, vi sono
fizio che celebrò il vescovo nella però degli autori i quaU preten-
cattedrale. dono che gli apostoli vi abbiano
Nel 1462 Magonza perdette la mandato alcuni loro discepoli , e che

sua libertà, per essersene impadro- questi abbiano fondato i tre vesco-
nito Adolfo conte di Nassau, in mo- vati di Magonza, di Treveri e di
do che da città imperiale divenne Colonia, che poi divennero arcive-
città di provincia. Però ritornò po- scovi ed elettori. Secondo taU sto-
scia sotto il dominio de* suoi arci- rici ecco nomi de' primi vescovi
i

vescovi elettori. Gli svedesi coman- di Magonza, che Commanville di-


dati da Gustavo Adolfo la presero ce soltanto incominciati nel 35o e
nel i63i ; ma avendola abbando- la sede originata nel 111 secolo. S.
nata, gl'imperiali la riprèsero nel Crescenzio, discepolo dell'apostolo
i635, restituendola all'elettore. I s. Paolo, fu mandato nelle Gallie
francesi l'occuparono nel1644 e nel verso l'anno 58, dove, come credesi
1688, ma il duca di Lorena Carlo da alcuni, fondò vescovati di Ma- i

IV la riprese dopò un ostinato as- gonza e di Vienna nel Delfinato :

sedio nel giorno 7 luglio 1689. Di soffrì il martirio verso l'anno 82,

poi il 11 agosto 179*2, i francesi regnando l'imperatore Traiano; la


80II0 il generale Gustine, se ne im- sua festa si celebra il 27 giugno.
padronirono, e ne aumentarono con- Suoi successori furono s. Martino,
8iderabilmente le fortificazioni. Fu s. Celso martire, s. Luca, s. Got-
ad essi tolta dai prussiani nel 22 tardo, s. Sofronio, ec. I primordi
luglio 1793, dopo un'ostinata di- della chiesa di Magonza furono pu-
fesa. Il 3i dicembre 1797 i Man- re illustrati da s. Ferruzio marti-
cesi la ripresero, e fu ad essi ce- re. Egli fiorì nel IV o V secolo
duta col trattalo di Luneville, e militò dapprima nelle truppe del-
divenne sotto l'impero il capoluo- l' impero, che avevano il loro quar-
go del dipartimento del Mont-Ton- tiere d'inverno a Magonza ; ma la-

uere. Nel 1801 l'arcivescovato fu sciò poscia quel servizio, per con-
soppresso col concordato; nel 1802, secrarsi più particolarmente a Gesù
come meglio diremo in ultimo, l'è- Cristo. Quegli che comandava in
leltoralo fu formato in diverso mo- Magonza, irritato da questa azione,
do; indi si formò nel 1806 a fa- lo fece rinchiudere, carico di cate-
vore dell'elettore di Magonza il gran- ne, in un castello situato al di là

ducato di Francfort, abolito poscia del Reno e che si crede essere quel-
nel i8i5, nello slesso tempo che lo che si chiama oggidì Casscl. Il
Magonza passò sotto [' Assia- Darm- santo vi morì in capo ad alcuni
stadt [redi). Nel 1825 questa piazza mesi, a cagione dei mali trattamenti
divenne fortezza della confederazio- che gli si erano fatti soffrire, e fu
ne germanica, ed una delle quattro sepolto nel castello in cui era mor-
della medesima , essendo la sua to, di«l prete Eugenio, il quale scris-

guarnigione composta di truppe se sulla sua tomba l' istoria com-


austriache ,
prussiane ed assiane. pendiata del suo ujurlirio. Le sue
Benché secondo l'opinione più reliquie furono trasferite poscia nel
1

MAG MAG II

monastero di Bleindenstat , lunge e confermò arcivescovo s. Bonifa-


una lega da Magonza, in cui fu cio, soggettando altresì ali* arcive-
eretto un capitolo di canonici. Pei scovo di Magonza tutti i vescovati
miracoli che diconsi da Dio ope- di Germania, in numero di dieciot-
rati a sua intercessione, ebbero gran- to, tanto di qua che di là dal Re-
dissima divozione a s. Ferruzio i no. Narra il Rinaldi, che nel 75
vescovi di Magonza s. Lullone, Ri- 8. Zaccaria dichiarò suffragane! del-
culfo, Aistulfo e Rabano. Il santo la metropolitana di Magonza i ve-
è nominato nel martirologio roma- scovati di Tongres, Colonia, Worms,
no a' 28 ottobre. Il vescovo di Ma- Spira e Troyes, e tutte le genti di

gonza Geroldo fu ucciso in una Germania, che il santo vescovo a-


battaglia che Carlo Martello diede vea convertite al cristianesimo colla
a' sassoni idolatri. Succedette a Ge- sua predicazione. 11 p. Mirco, in
roldo il di lui figlio Gervilio o Ger- Notitia episcop. registra a p. 2o3 i

vilione eletto vescovo Magonzadi seguenti vescovi suffraganei. Worms,


e di Worms dal medesimo Carlo. Ei bipoli o Wirtzburg, Spira , Eich-
Gervilio per vendicare la morte di stett, Strasburgo, Verden, Coirà,
suo padre invitò uno de' princi- Hildesheim, Paderbona, Costanza,
pali capi de' sassoni , col prelesto Halberstadt, Augusta e Bamberga,
di tenere una conferenza partico- avvertendo che la stona degli ar-
lare, e lo uccise di propria mano. civescovi diMagonza, Rerum Mo-
S. Bonifacio legalo della santa Se- guntiacarum^ la scrisse il p. Nicolò
de co' vescovi suoi colleghi celebrò Serario gesuita, il quale nel lib. I,

nel 74^ u» concilio per riparare cap. XXIII notò i molli vescovi
i gravi disordini di Germania, aiu- suffraganei di questa metropoli -.
tale
tato da Carlomanno e da Pipino opera fu pubblicala con annotazio-
principi cristianissimi. In esso fu de- ni da Giorgio Cristiano Giovanni,
posto Gervilio vescovo di Magonza, a Francfort sul Meno nel 1722.
d'ordine del Papa s. Zaccaria irri- Commanville non solo riporta i ve-
tato dal suo tradimento ed assas- scovati suffraganei, ma le sedi che
sinio, e quindi venne rinchiuso in a questi in processo di tempo si

un monastero. In suo luogo dai unirono. Altri vi aggiungono per


nominali principi fu sostituito nel suffraganea Utrecht, come dicemmo
vescovato di Magonza s. Bonifacio, alla biografia di s. Bonifacio. Di
il quale fino allora avea tenuto ge- queste sedi suffraganee ne trattam-
neralmente l'apostolato in Germa- mo pure all'articolo Germania, con
nia, senza però determinata sede. alile notizie analoghe.
Ed acciocché la sua dignità fosse Avendo s. Bonifacio commessa la
più eminente, i detti principi giu- cura di predicare agli idolatri a s.
dicarono essere bene che la chiesa Lullone o Lullo suo parente, dopo
di Magonza, la quale era ad un'al- averlo ordinato prete nel 'jSi lo
tra soggetta, cioè a Treveri, fosse mandò a Roma per consultare s.

metropoli; onde senza indugio man- Zaccaria sopra parecchie questioni


darono un'ambasceria al Pontefice, importanti. Ritornato in Alemagna
itupelrando tal onore, che s. Zac- lo nominò suo successore, e con
caria cfjncesse nel 74? o nel 748 a}>provazione del re Pipino lo con-
o più tardi, e pel primo dichiarò sacrò arcivescovo di Magonza, con
1

12 MAG MAG
l'autorità del Papa Stefano li eletto e da lui fabbricala. In seguilo l'ar-
in , nel 753 o 753 ; rinunziando civescovo di Magonza aspirò alla
egli alla sede per occuparsi intie- primfizia su Treveri, ma Callisto H
ramente alla conversione degl'in- nel 1 1
9 annullò tal pretensione.
fedeli, eretici e scismatici, per cui Nell'elezione di Alessandro III in-
riportò la palma del martirio nel sorse nel II 59 l'antipapa Vittore
755. Nello spazio di trentaqualtro V, che r imperatore Federico I so-
anni che s. Lullone governò l'ar- stenne colle armi. Nel conciliabolo
cidiocesi, si mostrò degno della scel- tenuto contro Alessandro IH, tra i
ta fattane dal predecessore, e sti- vescovi di Germania che ne sotto-
mato eziandio pel suo sapere : fon- scrissero la condanna, vi fu Arnol-
dò le abbazie di Bleindestat e di do arcivescovo di Magonza, uno dei
Harsfeld, è ritiratosi nella seconda capi scismatici, di cui narra Corra-
y'ì mori al primo novembre 787', do vescovo nell'antica cronaca di
sebbene la sua festa si celebri ai Magonza Chronicon rerum Mo-
,

16 ottobre. Fra i successori di s. guniinarian, ch'essendo stato più


Lullo noteremo il maguntino Ra- volte inutilmente ammonito e ri-

bano Magnensio Mauro religioso be- preso delle sue fellonie, e special-
nedettino ed abbate di Fulda, uno mente da s. Ildegarda che gli pre-
de' più illustri scrittori del suo se- disse la vicina sua morte; in fatti
colo : occupò la sede di Magonza nella vigilia di s. Gio. Battista del
dall' 846 air 856. Gli succedette 1 160, portatosi Arnoldo da un suo
Carlo figlio di Pipino re d'Atpiita- castello ad un monastero presso le
nia, monaco dell'abbazia di Gorbia mura di Magonza, tutto il popolo
in Francia ,
personaggio assai di- cospirò contro di lui, incendiò il

stinto per la sua pietà e dottrina, e monastero, e fattine uscire i mo-


morì nell' 863. Alcuni scrittori pre- naci, mentre Arnoldo erasi confuso
tendono che l'arcivescovo di Ma- tra loro , fu riconosciuto ed ucci-
gonza venisse innalzato alla dignità so : il suo cadavere rimase tre gior-
di elettore del sacro romano im- ni nelle fosse della città, bersaglio
pelo nel 974i «na questa opinione agi' insulti. S' intruse nella sede Ri-
si ritiene erronea dai critici , che dolfo, e mentre recavasi a Roma
vogliono essere stata accordata sif- per ottenerla, terminò per istrada
fatta dignità dopo il X secolo. Il i rei suoi giorni. Allora il clero
p. Serario scrive che il primo ar- creò canonicamente arcivescovo Cor-
civescovo di Magonza elettore fu il rado Witeilespack de' conti palati-
b. Willegiso, da altri detto Willel- ni del Reno, parente dell'impera-
mo o Willikino, il quale nell'an- tore, il quale Corrado non avendo
no 1012 morì, dopo aver gover- riguardo a Federico I ed all'anti-
nato circa Irentasei anni questa ce- papa, si mantenne fedele ad Ales-
lebre chiesa, e di averla illustrata sandro IIJ, per cui grandi mali
grandemente colle esemplari rarissi- dovette sostenere. In premio di che
me sue virtù, e coU'eccelsa dignità Alessandro III nel ii63 in Tours
elettorale, che ottenne per se e lo creò cardinale, dicendosi alla sua
pei suoi successori in perpetuo, di biografia, come fu egli il primo
che si conserva memoria nella ba- vescovo senza controversia elevato
silica di b. Stefano ove fu sepolto, ai cardinalato, e forse il primo che
-

MAG MAG i3
ritenne più vescovati, móretido nel riale, la ruota vuoisi simbolo at-
1200 sotto il pontificato d' Inno- tribuito e conferniato dall'imperato-
cenzo IH (Vedi). A questo arti- re Enrico II il Santo, in memoria
colo si può vedere la parte che eb- della grande umiltà dell'arcivesco-
bero gli arcivescovi di Magonza vo Villegiso. \i fece imprimere
ne' grandi avvenimenti che segna anco il leone rampante, parie del
^ larono quel memorabile pontifi- suo stemma, e distintivo della sua
! caio. casa di Nassau. Lodovico fu inde-
L'arcivescovo Gerlaco di Nassau gno arcivescovo, dicendoci il Ciac-
nel 1292 usò gran arte ed indu- conio che morì arso e consunto
stria perchè fosse eletto imperato- da un fuoco scagliatosi dall'alto,
re Adolfo di Nassau suo congiun- neir atto eh' era occupato al ballo.
to, il quale insieme con sua moglie Bucelino poi negli Annali di Ger-
Imagina di Linpurg fu poi in mania^ racconta con maggior pro-
Aquisgrana coronato. Il Papa Cle- babilità, che mentre Lodovico trat-
mente VI depose l'arcivescovo En- tene vasi tra le allegrie di sontuo-
rico di Frinburg, perchè sostene- so banchetto e di amena danza,
va le parti dello scismatico Lodo- destatosi nella sala un incendio,
vico il Bavaro, e Ger- gli sostituì l'arcivescovo in fuggire precipitò
laco figlio del conte di Nassau di per una scala, e pochi giorni dopo
anni venti, ma maturo per scienza morì. Gli fu dato in successore
e costumi. Questi nell'anno appres- Adolfo di Nassau, che seguendo
so si trovò presente alla coronazio- l'antipapa Clemente VII, il legitti-
ne di Carlo IV eletto imperatore mo Urbano VI per guadagnarlo
de* romani, per la deposizione di nel 1 385 lo creò cardinale di- ,

Lodovico , come dimostrano gli gnità che ricusò, cessando di vive-


Annali della chiesa di Magonza^ re nel i3go. Continuando il fatale
pubblicati da fr. Pietro Merseo scisma a lacerare sino dal iSyS la
Cratepolio minorità in Colonia nel Chiesa, fu adunato nel i4i4 il

1642. Gerlaco visse poco, e mori celebre concilio di Costanza, inter-


nel giorno di s. Scolastica ad venendovi l'arcivescovo di Magon-
Ascaffemburgo nel iSyi, e fu za Corrado, collo splendido segui-
sepolto nel monastero di Erbach to di seicento cavalieri. CoH'ele-
Avendo gli arcivescovi elettori di zione fatta di Martino V nel 14^7»
Magonza il diritto di battere mo- ebbe termine il funesto scisma.
neta, Gerlaco contraffece il fiorino Nella descrizione fatta dal maestro
d' oro de' fiorentini, e per gran la di cerimonie Giovanni Burcardo,
divozione che avea a s. Giovanni del solenne possesso preso nel
Battista vi fece imprimere la sua
, 1484 da Innocenzo VIII, dopo il
figura: già ad onore del Precurso- gonfaloniere del popolo romano
re avea cambiato il titolo della » Dom. Bernardus de
K
" chiesa di
un
s. Michele, collocandovi
cavalcava.
Breindebach lune custos, et ca-
,

collegio di canonici. Negli stessi nonicus Mogunt., qui in Ur-


eccl.
fiorini Gerlaco fece imprimere la be erat prò coufermatione re-
ruota e l'aquila con una testa, verendissimi D. mei D. Bertoldi
antiche insegne della città di Ma- de Hennembeig electi Magunti-
,

gonza ; r aquila come città impe- nensis, qui nunc decanus ejusdem
i4 MAG MAG
ecclesiae, loco praeceptoris , si ve lotfore invitandolo ad emanare unn
procuratoris B. M. thoutonicorum, dichiarazione che dichiarasse falsa
in arniis, ut alter, mantellinam ha- tale imputazione, che pronta-ciò
bens^ de taffetano albo cum cin- mente eseguì l'arcivescovo. Allorché
ce nigra ante et retro, eqiium Benedetto XIV nel 1752 eresse
similem equilans de simili taffetà l'abbazia di Fulda in vescovato, lo
cuni magno pennone armorum or- assoggettò nei diritti metropolitani
dinis praedicti, ec ". all'arcivescovo di Magonza. Questo
Tra gli arcivescovi elettori di elettore nel 1754 fondò un' acca-
Magonza merita particolare memo- demia di scienze in Erfurt, città
ria il cardinale Alberto di Bran- de'suoi stati elettorali; e nel 1756
deburgo, cli'essendo pure arcivesco- fu fatto amministratore della chie-
vo Magdeburgo rilevò
di il Ciac- sa di Worms. Al medesimo eletto-
conio essere il primo tra i tedeschi re Giovanni, Clemente XIII a' 18
ch'ebbe due arcivescovati, e sicco- dicembre 1762, diresse il breve
me per promulgare le indulgenze Accepimus fralernitatis iuae, pres-
4i Leone X si servi de'domenicani, so il Bull. Rom. Continuatio l. II,
Martino Lutero prese motivo per p. 322, e si lagnò che le cause
apostatare e divenire infestissimo ere- ecclesiastiche e de'chierici sottopo-
siarca. LotarioFrancesco di Schou- neva al foro laicale, contro le pre-
born fatto arcivescovo ed elettore, scrizioni de' sacri canoni. Questo
contribuì scudi 2400 per le pit- Papa nel concistoro de* 22 agosto
ture de'dodici profeti, che Clemente 1763 preconizzò l'elettore Eme-
XI fece ritrarre colla spesa di scu- rico Giuseppe de Breidbach in
di 5700 nella basilica lateranense, Burresheim in arcivescovo di Ma-
onde il Papa ai 1^ ghigno 17 18 gonza, quindi a* i4 gennaio 1764
gli scrisse quel breve, eh' è ripor- gli spedì il breve, Cutn oh prae-
tato nel t. II, p. 665 deW Epist. darà, loco citato p. 436, col qua-
et Brev. Clem. XI, ringraziandolo le sanò il difetto che nell'elezione
della sua pia generosità. Nel 1750 di Giuseppe II re de'romani vi a-

Benedetto XIV venuto in cognizio- veano concorso alcuni elettori à-


ne che r arcivescovo elettore Gio. cattolici, come pure di non essersi
Federico Carlo d* Ostein nato in coronato Francesco I di lui padre.
Amorbach, già convittore nel col- Al medesimo arcivescovo Emerico,
legiodementino di Roma e da lui Clemente XIII ai i4 marzo 1764
preconizzato nel concistoro de*29 inviò il breve Prodiit haucl ita
luglio 1743, invitava i negozianti pridem veneficiis liber, loco citato
di professione protestante, per an- p. 4^'> riprovando il libro di Giu-
darsi a stabilire nella sua capitale stino Febbronio ossia Giovanni Ni-
ove avea fissate due promet- fiere, cola ò' Honlcim (Vedi), De stata
tendo loro non solo privilegi ed i Ecclesiae j et de legitima romani
esenzioni che godevano gli origi- Pontificis potestale, l'ammonì acciò
nari del paese, ma ancora il libe- non si propagasse per la sua ar-
ro esercizio della religione più e- ,
Pio VI nel concistoro dei
cidiocesi.
steso che negli altri luoghi dell'im- i3 marzo 1775 preconizzò in ar-
pero , ne' quali è permesso pel civescovo di Magonza ed ammini-
trattato di Westfalia ; scrisse all'e- stratore di Worms l'elettore Fé-
MAG MAG i5
derico Carlo Giuseppe d'Erthal di chiaro pure pel suo ingegno ed
Magonza ed ai 24 agosto 1781
; opere dotte, legato in amicizia coi
col brevePostqiiam Deo^ citato principali scienziati d'Europa. Con
Bull. Rom. Continiiatio t. VI, p. questa coadiutorla egli ebbe antici-
35a, a di lui istanza soppresse patamente la futura investitura del-
due monasteri di monache cisler* la sovranità elettorale : nello stesso
ciensì ed un monastero di monaci anno fu fatto coadiutore del ve-
dell'istesso ordine esistenti in Ma- scovo principe di Costanza, cui
gonza, applicandone le rendite al- era congiunto il titolo di principe
l'università degli studi della città. di Svevia, non che ebbe il vesco-
Avendo Pio VI inslituita la nun- vato di Erbipoli. Nella guerra che
ziatura di Baviera per le preghie- la repubblica francese mosse alla
re di quel duca elettore, fra quel- Germania, il Dalberg consigliò af-
li che contestarono vi fu mon-
la fidarne la dittatura all' arciduca
signor d'Erthal, il quale seguendo Carlo, e siccome non si eseguì
gli errori de' colleghi creò un tri- Topinamenlo, Bonaparte fece accet-
bunale per decidere le appellazioni tare all' Austria i preliminari di
che prima si giudicavano dal nun- Leoben e le impose il trattato di
zio di Colonia, indi entrò nella Campo Formio, riconoscendosi la
lega stravagante contro l'autorità riva sinistra del Reno come limite
pontificia, che produsse il concilia- della repubblica. Mediante la pace
ÌdoIo d' Ems (Fedi). Non mancò di Luneville, conchiusa a'9 febbra-
Pio VI di far sentire la sua indi- io 1801 tra la Francia, l'impera-
gnazione e voce apostolica all'elet- tore Francesco li e i principi del-
tore di Magonza, per cui questi l'impero, la riva sinistra del Reno,
pentito de' suoi trascorsi implorò già ceduta alla Francia, fu dalla
perdono, domandò le solite dispen- Germania acquistata. I due eletto-
se, rinnovò il commercio col nunzio ri ecclesiastici di Colonia e di Tre-
di Colonia, e chiedendo per coa- veri perdettero ogni sorta di so-
diutore il suo parente Carlo Teo- vranità ; ma Magonza,
l'elettore di
doro Antonio Maria Kamer di di cui molte provincie erano poste
Worms barone di Dalberg, nato in sulla riva destra, conservò la sua,
Herrnsheim, ma le Notìzie annua- benché con grandi sacrifizi ed al-
li di Roma dicono in Mannheim, cune indennizzazioni. Bisognò pri-
promise di lasciar tutto nello stato ma cedere Magonza alla Francia,
come prima del malaugui-ato con- e poscia disputare un incerto com-
gresso d'Ems. penso. 11 vecchio elettore d'Erthal
Pio VI a' IO marzo 1788 fece sopravvisse poco a quello smembra-
pertanto arcivescovo di Tarso in mento doloroso, ed il 25 luglio
paitibus Dalberg canonico e vi-
il 1802 il suo coadiutore Dalberg gli
cario generale
di Magonza, non successe.Però le Notizie annuali

P che coadiutore con futura succes-


sione all'arcivescovato di Magonza
di Roma 1801, registrano il Dal-
berg quale arcivescovo di Magonza,
ed all'amminislratorato di V^orms, e suffraganei Valentino Heimes
:

siccome personaggio nobilissimo ed di Hattenheim , fatto vescovo di


ammirato da Giuseppe li, da Ca- Audona in parlihus nel 1783 ; e
terina li e da tutta la Germania, di Erfurt e Turingia, Giovanni
t6 MAG MAG
Massimiliano de Haunold di Ma- dissimo, arcivescovo elettore, arci-
gonza, fallo vescovo d* Emmaus cancelliere dell'impero, metropolita-
in partihiis 1792. Noteremo
nel no e primate di Germania. Va-
che in conseguenza del concordato lentino Antonio de Schneid di Ma-
stipulato ai i5 luglio 1801 tra la gonza, fatto vescovo di Corico in
santa Sede e la Francia, Pio VII partibus nel 1779, essendo sulTra-
a' 29 novembre del medesimo an- ganeo dell'amministratore vescovo
no pubblicò la bolla Qui Chris ti di Ratisbona de Schrofenberg, che
Domini ,
presso il Bull. Roni. era pure vescovo di Frisinga, re-
ContinuatiOy t. XI, p. i^5y con la stò sulfraganeo dell'arcivescovo di
quale soppresse tutte le chiese ar- Ratisbona Dalberg. La giurisdizione
civescovili e vescovili de' dominii vescovile di questi dovea estender-
della repubblica francese, tra le si sopra tutte le parti delle antiche

quali Magonza, ed invece eresse diocesi soppresse di Magonza, Tre-


dieci metroj)olilane e cinquanta ve- vesi e Colonia, situate sopra la

scovati. Tra le metropolitane vi sponda dritta del Reno come pu-


,

fu Malines cui assegnò per suffra- re sulla diocesi di Salisburgo. La


ganee Magonza e Treveri dichiarate sua dignità elettorale era fondata
sedi vescovili. Quindi Pio VII ai nel principato di Aschaffemburgo,
7 agosto 1802 preconizzò in con- sulle città d'Erfurt e di Eichsfeld,
cistoro vescovo diMagonza Giu- territorii conservati dall'antico elet-
seppe Lodovico Colmar di Argen- torato, ai quali si aggiungevano le

tina, che governò la chiesa sino città imperiali di Ratisbona e di


al 18 19, verso la quale epoca mo- Wetzlar, l'una col titolo di prin-
rì, restando la sede vacante sino cipato, l'altra con quello di contea,
al 1829. Dunque tanto 1' Erthal e la casa di Compostela a Franc-
che il Dalberg cessarono d' essere fort, il 600,000
tutto valutato a
arcivescovo il primo, coadiutore fiorini d'entrata, che doveano esse-
il secondoj di Magonza, a' 29 no- re portati ad un miUone mediante
vembre 1801. il dazio del Reno. Benché le per-
Divenuto il Dalberg sovrano, dite dell' elettorato fossero grandi,
volle far decidere cosa fosse il suo sarebbero state anco più conside-
elettorato, e quali territorii l'avreb- rabili, anzi la sua sovranità eccle-
bero indennizzato per Magonza e siastica avrebbe probabilmente se-

per la riva sinistra del Reno, che guita la sorte di quelle di Treveri
la connivenza dell'imperatore avea e di Colonia, senza l'alta conside-
forzato il suo predecessore d'Ert- razione che tutte le potenze ave-
hal a cedere alla Francia. La de- vano personalmente per Dalberg.
putazione impero riunita a
dell* Nelle circostanze diffìciU in cui si

Batisbona, ch'ebbe compimento ai trovava la Germania, mezzo in-


in
2 5 febbraio i8o3, ristabilì l'elet- teiessi particolari sostituiti ovunque
torato. La sede arcivescovile di all'interesse generale, si amava di
Magonza con autorità di Pio VII vedere come presidente del corpo
venne trasferita a Ralisbona, e no- germanico un uomo di cui lumi i

minato il Dalberg nel concistoro ed il disinteresse erano conosciuti


del primo febbraio i8o5, e coi ed apprezzati da tutti partiti, e i

titoli di eminentissimo e rcvereu- proclamato pure dalle potenze stcs-


MAG MAG 17

se, la Prussia e r/\uslria. Dalberg cipato d'Aschaffemburgo, della con-


nel i8o4 recossi a Parigi, nello tea di V\^etzlar, dei principati di
stesso tempo che Pio VII vi si era Fulda, di Hanau e di mólte si-

recato, per la coronazione in'itn- gnorie contenenti in tutto 3oo,ooo


peratore di Napoleone, da cui eb- abitanti. Là sovranità del gran-
be dimostrazioni di stima. Nel ducato di Francfort fu dichia-
i8o5 si formò fael settembre la rata temporale, e la scelta fatta
terza coalizione continentale contro dal principe primate, nfel 1806,
la Francia, e Dalberg indirizzò un del cardinal Fesch zio di Napo-
fervido proclama a tutti gli stati leone, per siio Successore, fu an-
dell'impero, per impedire lo scio- nullata, ed il principe Eugenio
glimento dell' antico impero ger- Beauharnais, dichiarato successore
manico che vedeva prossimo, ciò del granducato per decreto impe-
"che Verifica lono la vittoria di Na- riale del I marzo 8 1 o però non
1 :

poleone ad Austerlitz, e la pace èssendo riuscito a Dalberg di at-


di Presburgo, non che la confede- tribuire il diritto di eleggere il

razione Renana. Continuò Dalberg successore all' antico capitolo me-


ad essere principe primate e prin- tropolitano, perchè estinguevasi suc-
cipe sovrano di Rdtisbona, Aschaf- cessivamente, ottenne che i gran-
femburgo, Francfort e Wetzlar, a duchi di Francfort avrebbero pa-
presiedere i due collegi creati col- gato ai metropolitani di Ratisbonsl
l'atlo federale, e particolarmente annui sessantamila fiorini. Come il

il primo collegio detto dei re, co- solo de'sovrani ecclesiastici conser-
me avea presieduto la dieta di vato da Napoleone , a questi fu
Ratisbona in qualità di arcicancel- Dalberg rìconoscentissimo. Al tem-
liere dell' impero. Sparito l'impero, po della triplice alleanza contro là
Dalberg a vantaggio della Germa- Francia , è tre settimane prima
nia, e per conservare la grande della battaglia di Lipsia, Dalberg
unità tedesca, voleva con altri prin- lasciò la sua residenza di Aschaf-
cipi tedeschi che Napoleone pren- femburgo per non trovarsi in mez-
desse il titolo d'imperatore d'occi- zo al tumulto, ad onta che gli
dente, ma la sagacia dèi secondo veniva promessa la conservazione
si contentò dell'imperatorato fran- degli stati se non partiva, o almeno
cese ; onde Dalberg sì diede a ben un equivalente sulla riva destra
governare i &\\oì sudditi, ma non del Reno. Fedele all'amico che di-
volle stabilire la sua residenza in veniva infelice, egli abdicò a' 3o
Fi-ancfort , temendo offehdere lo ottobre 181 3 al re di Baviera il
spirito d'indipendenza degli abitan- granducato di Francfort, a favore
ti. Una quinta coalizione continen- del successore principe Eugenio ge-
tale venne a turbare la sua pace, nero di quel monarca, dichiaran-
Ratisbona fu presa e ripresa, e per do contentarsi delle rendite del suo
la battaglia di Wagram e pace arcivescovato di Ratisbona, e vi si

di Vienna fu ceduta alla Baviera. recò a'5 gennaio 18 14 per pren-


Il principe primate fu indennizza- dervi possesso. Ivi restò alle cure
to col granducato di Francfort, religiose e scientifiche, morendo ai
che oltre questa città e il suo ter- IO febbraio 1817. Con lui ter-
ritorio, si trovò composto del prin- minò l'arcivescovato di Ratisbona,
VOL. XLII,
8

iS MAG MAG
che ritornò ad essere sede vescovi- tesimale, e la ciua d'anime -si e-

le, conferita a'6 aprile i8i8 a de sercita dai orni nati parroco e sa-
Wolf vescovo di Dorila in par- cellano. L' episcopio è un conve-
tìbiis. niente edifizio, poco distante dalla
Dopo la morie del vescovo di cattedrale ; il cimiterio resta fuo-
Magonza Colmar, Pio VII nel rior- ri della città. , 01l|-e la cattedrale
dinamento degli atfari religiosi di in Magonza sonovÌMji|tre (|u;ittro
Germania , istituendo nel 1821, chiese parrocchiali, munite del bat-
l'arcivescovato di Friburgo, ne di- ^^isterio, non che il seminario con
chiarò suffraganea Magonza, e lo alunni, l'ospedale, ed il monte di
è tuttora. Dopo lunga sede vacan- pietà. La diocesi è circoscritta ne|
te. Pio Vili nel concistoro de' 2 granducato contenendo d' Assia ,

settembre 1829 traslatò alla chie- diverse città, terre e castelli, cou
sa vescovile di Magonza
Giuseppe centoquarantollo parrocchie, e più
Vito Burg d'Ofifemburg diocesi di di 26,000 cattolici. Ogni nuovo ve-
Costanza, vescovo di Rodiopoli in scovo è tassalo ne' libri della ca-
partibus. Essendo questi morto nel mera apostolica in fiorini 348, es-
^
i833, il Papa Gregorio XVI nel con- sendo i frutti mensa circa
delia
cistoro de' 20 gennaio i834 preco- 8000 fiorini renani, non gravati
nizzò in successore Giacomo Hu- da pensioni.
inann d'Argentina, canonico decano
di Magonza e vicario capitolare Concini dì Magonza.
per dodici anni di questa chiesd,
siccome eletto dal capitolo e cano- Il primo fu tenuto l'anno 8i3
nici della cattedrale. Questi poco a' 9 giugno d'ordine di Carlo Ma-
visse, onde medesimi elettori pro-
i gno, che vi mandò quattro depu-
cedettero air elezione dell' odierno tali. L'arcivescovo di Colonia e
"vescovo monsignor Pietro Leopol- arcicappellano lldebaldo vi presie-
do Kaiser di Mulkeim diocesi di dette con trenta vescovi e venticin»
Magonza, che il medesimo Papa que abbati. Vi si lesse il vangelo,
Gregorio XVI preconizzò nel con- i canoni e diverse opere de'padri,
cistoro de' 6 aprile i835. La cat- fra le altre il pastorale di s, Gre-
tedrale fondata dall'arcivescovo b. gorio I, per trovare i mezzi di ri-

Willigisio, quasi bruciata nell'assedio stabilire la disciplina della Chiesti.

del 1793, e restaurata dai vescovi Gli abbati ed i monaci lessero le


e capitolo, è un edifizio ampio e lettere di s. Benedetto. I conti , i

di solida struttura , sotto l'invoca- giudici ed altri laici esaminarono


EÌone di s. Martino vescovo e con- le leggi, e resero giustizia a quelli
fessore. Il capitolo si compone del- che vi si presentarono. Vi si fece-

la dignità del decano, di sei ca- ro cinquantacinque canoni: vi si

nonici capitolari, compresi il teo- dichiarò che si osserverebbero i

logo ed il penitenziere, di quattro decreti di Leone I, di non bat-


s.

prebendali, de'quali due sono pre- tezzare che a Pasqua ed alla Pen-
ti, e due uno parroco, l'altro sa- tecoste, ed altri canoni sulla fede
udiano o tesoriere oltre dodici , e disciplina. Diz. de' concila ; Regia
sacerdoti addetti al divino servigio. l. XXj Labbé t. VII; Arduino
Kella cattedrale vi è il fonte bat- t. IV.
MAG MAG (9
sepondo fa hell'S^S o 829
Il ossia concilio nazionale di Alcma
per ordine di Lodovico I il Pio. gna, tenuto ad Aribon di Magonza,
GaU, christ. l. IH, p. GSy. nel quale si corressero molti dis-
II neH'847 riunito
Icrzo c©ncilio ordini, ma non potè separare Ot-
in seltembre per volere di Lodo- tone conte di liarmestein da Ir-

tìoo II re di Germana^, e presi€- mengarda ,


quantunque il conte
d«to da Rabano Mauro ai^jivesco- avesse promesso di lasciarla. Diz.
vo di Magonza, co4i dodici vescovi de coìic.j Regia t. XXV; Labbé t.
e parecchi abbati, priacipalmente IX; Arduino t. VI.
per rimediare alle usurpazioni dei Il decimo nel 1028, ovvero in
Jjeni ecclesiastici. Vi si fecero Iren- un luogo vicino a Magonza, chia-
t'uno canoni relativi a diversi pun- mato Gcizletense. Un uomo accu-
ii di fède, ai diritti ed alla disci- sato dell'assassinio del conte Sige-
plina del clero. Ibidem p. 638. fredo fu provato colla prova del
li quarto uell' 848 in ottobre, ferro caldo. Ibidem.
contro il monaco Godescalco. Que- Il decimoprimo nel 1049, tenu-
sti vi piesentò uno scritto sulle due to dal Papa s. Leone IX alla pre-
predestinazioni, riprendendo Raba- senza dell'imperatore Enrico IH il

no, e fu condannato. Rabano rac- Nero, coir intervento di circa qua-


comandò ad Incmaro di rinserrare ranta Vi si proibì la si-
vescovi.
cjuel religioso. Diz. deconciliìj Ar- monia ed matrimonio de' preti;
il

duino l. V. dichiarando s. Leone IX legati a-


li quinto neirS^tx sopra la di- postolici gli arcivescovi di Magon*
sdpiina. Regia t. XXI; Labbé t. za. Ibidem.
Vili; Arduino t. V. Il decimosecondo nel io55 da
Il sesto neirSSy pei diritti del- Ildebrando poi s. Gregorio VII,
la Chiesa. Regia t. XXII; Labbc che vi designò Pontefice Vittore II
t. VII. già vescovo di Eichstett. Arduino
11 settimo neir 858. Gali, christ. t. VI.
t. HI, p. 638. Il decimoterzo si adunò nel 1069
L'ottavo neir 888, composto di dal cardinal legato s. Pier Damia-
Ire Provincie, e dei tre arcivesco- ni, che in nome del Papa Alessan-
"vi di Magonza, Colonia e Treveri. dro II proibì all'imperatore En-
IVella prefazione di questo conci- rico IV di ripudiare Berta, ch'era
lio, i vescovi attribuiscono le pub- due anni che avea sposata. Diz.
bliche calamità ai loix) peccati, par- de* conc.j Arduino t. VI.
ticolarmente alla interruzione dei Il decimoquarto nel 1071 a'i5
concilii, e fanno la descrizione dello agosto festa dell'Assunta. Fu tenu-
stato lagrimevole della Chiesa. Vi to in proposito di Carlo canonico
si fecero ventisei canoni, tratti la di Magdebmgo , che il clero di
maggior parte dai concilii preceden- Costanza ricusava di avere per ve-
ti, sostenendovisi
diritti della Chie-
i scovOj come accusato di simonia e
sa, punti di liturgia e di di-
vari di sacrilegio. Dopo molti contrasti,
ritto canonico. Diz. de cono.; Re- Carlo rimise l'anello e il pastorale
gia t. XXIV; Labbé t. IX; Ardui- tra le mani di Enrico IV, dicendo
no t. VI. che secondo il decreto del Papa
il uono fu adunato nel i023, s. Celestino I, egli non voleva es-
20 MAG MAG
sere vescovo di quelli clic noi vo- di Magonza, perché
l'arcivescovato
levano. Diz. de
Regia t. colie. ; avea sempre seguite le sue parti
XXV; Labbc t. IX; Arduino t. VI. contro quelle della Chiesa roma-
Il decimoquinto nel 1075 per na, e quale pertinacissimo difenso-
pubblicarvi il concilio tenuto in re dello scisma. Mori due anni
Boma da s. Gregorio VII nel 1074 dopo nel suo peccato, chiamandosi
contro i preti concubinari. Fu te- dai cattolici i seguaci dello scisma
nuto da Sigefredo arcivescovo di per ignominia Vecelini, a cagione
Magonza, assistito dal vescovo di del loro fanatico capo Vecilione .

Coirà legato della santa Sede, per Questi presiedette al conciliabolo


far eseguire l'ordine del Papa, che di Magonza, osando scomunicare
ingiungeva all'arcivescovo, sotto pe- quelli della comunione di s. Gre-
na di deposizione, di obbligar tut- gorio VII, e privando delle sedi i
ti i preti della provincia a rinun- vescovi cattolici. Diz. de' conc.j Re-
ziar subito alle loro mogli, ovvero gia t. XXVI; Labbé t. X; Ardui-
al ministero dell'altare. I chierici no t. VI.
uscirono in tale trasporto contro Il decimottavo nel 1106, adu-
di lui, che si vide in procinto di nato dopo la morte di Enrico IV,
essere ucciso, e fu obbligato ad ab- dai vescovi e principi di Germania,
bandonar questo aliare, e lasciare a preghiera de' quali Pasquale li
a s. Gregorio VII la cura di ese- dalla Francia ov' erasi ritirato passò
guirlo. Diz. de conc.j Reg. t. XXV; in Italia. Novaes, Stona de^ Ponte'
Labbé t. X; Arduino t. VI. fici, p. 299.
t. II,

Il decimosesto nel 1076^ non decimonono nel ii3i, contro


Il

riconosciuto perchè tenuto contro Brunone vescovo di Strasburgo,


s. Gregorio VII. Ibidem. che accusato di essersi intruso in
Il decimosetlimo nel 1080 o questa sedcj vi rimise la sua di-
io85, egualmente non riconosciuto gnità tra le mani di Matteo lega-
perchè tenuto dagli scismatici, tre to del Papa Innocenzo II. Pagi, e
settimane dopo di quello di Qued- Diz. de cane.
limburgo che li aveva condannati, Il ventesimo nel iii5 in dicem-
in presenza ed a favore di Enrico bre. Vi si fecero quattordici cano-
IV, e dei pseudo-legati dell'antipa- ni contro r incontinenza de' chieri-
pa Clemente III, il quale fu rico- ci e la simonia. Gallia christ. t.

nosciuto per legittimo, e vi si con- HI, p.690.


fermò la pretesa deposizione di s. Il venlesimoprimo nel i233 con-
Gregorio VII. Sembra piuttosto ce- tro certi eretici, specie di manichei
lebrato nel io85, perchè in que- o albigesi, detti stadinghi da Sta-
st'anno si celebrò il concilio di den città di Germania. 11 dottor
Quintilineburgo, chiaramente lo
e Corrado di Mar purgo, che avea
dice il Rinaldi a tale anno, nar- dato due croci a quelli che vollero
rando che Vecilione dopo la mor- prendere le armi contro gli eretici,
te di Sigefredo nel 1084 avea oc* fu da questi ucciso reduce dal pre-
cupato la sede dì Magonza; poi- sente concilio e la sua morte ne
;

ché Vecilioue essendo chierico e diede occasione ad un altro che si


fuggiasco dal suo vescovo d'Hal- celebrò lo stesso anno o nel 12^4
berstadt, Enrico IV lo premiò col- u Magouza, e che (u il ventesimo-
MAG MAG lì
gecondo, dove quelli eh' erano so- Treveri e Magonza, di tre altri

spetti di eresia furono assoluti, e gli vescovi di Alemagna, degli amba-


omicidi di Corrado mandarono al sciatori dell'imperatore Alberto II,

Papa per ottenerne l'assoluzione. dell'arcivescovo di Tours e del ve-


Diz. deconc.j Regia t. XXVIII; scovo di Troyes, degli ambasciato-
Labbé t. XI; Arduino t. VII. ri del re di Francia, del vescovo
Il ventesimoterzo nel 1261 , te- di Cuenca, degli ambasciatori del
nuto dall'arcivescovo di Magonza re di Castiglia, del duca di Mila-
per àoddisflue all'ordine del Pon- no e di diversi principi della Ger-
tefice e disporsi a resistere ai tar- mania; alcuni de* quali non aveano
tari che facevano terribili scorrerie. mandato veruno al concilio gene-
Vi si fecero ancora molti regola- rale di Ferrara o Firenze. I de-
menti utili sull'aumento del divin putati del concilio di Basilea, di-
servigio e la riforma del clero: tra venuto conciliabolo, non vollero
gli venne disposto, che un
altri mai convenire di soprassedere dal
prete quale tenesse in casa una
il processo contro Eugenio IV , ne
concubina, sarebbe sospeso di pie- della mutazione sul luogo nel con-
no diritto; e s'egli celebrasse in cilio. L'assemblea di Magonza ri-

quello stato, sarebbe cacciato dalla cevette i decreti, toltone quelli fat-

diocesi. Diz. de cono. ti contro il Papa. Diz. de' conc;


Il ventesiraoquarto nel i3io a- Regia t. XXXII; Labbé, t. XIII;
gli 1 1 maggio, adunalo da Pietro Arduino t. IX.
arcivescovo di Magonza. Vi si fece 11 ventesimottavo nel i538 con-
un compendio de' precedenti conci- tro gli eretici. Laurentius Surius
lii, e vi si trattò d'ordine del Pa- in Comment.
pa Clemente V l'affare de' cavalie- ventesimonono nel i549, ^^®
Il

ri templari. Si tennero lo stesso fu Magonza, ed


l'ultimo concilio di
anno molti altri concilii o assem- il trentesimoquinto secondo quelli
blee sopra lo stesso argomento, on- che tanti ne noverano sopra la ,

de furono bruciati molti templari fede, i costumi e la disciplina .

a Parigi ed a Senlis, niuno dei Sebastiano Hansenstein, arcivescovo


quali confessò i delitti di cui li ed elettore di Magonza, coi depu-
voleva rei Filippo IV re di Fran- tati dei vescovi di sua provincia
cia.Tutlavolta altri concilii li di- e i principali del suo clero, lo ce-
chiararono innocenti , e vuoisi an- lebrò. Il prelato dice nel suo de-
cora da questo di Magonza. Diz. creto di convocazione del concilio,
de conc.j Labbé t. XI; Arduino t. che in que' tempi ne' quali trionfa
VII. l'empietà, non vuole essere accu-
11 ventesimoquinto nel 14^0 sato di negligenza, che anzi vuol
sopra la disciplina. Serario, Hist. raddoppiare la sua sollecitudine pa-
Maguntina. storale per difendere il suo popolo
Il ventesimosesto nel 142 3. Lab- contro le stragi dell'eresia, e per
bé t. XII. formare i suoi costumi. In questo
11 ventesimosetlimo ovvero piut- concilio si fecero dei decreti intor-
tosto assemblea nel 1489 nel me- no alla fede e alla riforma , i

se di marzo, composta di un car- primi contengono quarantaselte ar-


dinale, degli arcivescovi di Colonia, ticoli. Dopo la esposizione della fc»
j2 MAG MAG
de della Chiesa inlotno il lulslero giuni e con altre buone opei'e ,«

delia ss. Triiiitù) e secondo tre i che traggono ne più né meno la


simboli, degli apostoli, di Nicea e- loro eftivacia dal merito delia pas-
di s. Atanasio, vi si dice che l'uo- sione di Gesù CriiSto. Quanto alle
mo è stalo creato colla giustizia e ceremonie .nuole cIk; si ritengano
colia grazia, ma colia libertà colia: quelle eh' eccitano i popoli a pen-
quale poteva fare il bene ed il nna-, sai^ a Dio, come quelle de' sagra-
le. Vi si parla poi della cadutiti menti, delté» chiese , degli altari,
dciruomo e di sua giusti Hcazioue;' delle immagini, degli abiti sacri,
lù si dice che questa giustiOcazione' ec. A questo proposito proibisce di
viene dalla grazia di Dio, ch'è da- espor nelle chiese immagini che
ta prima qualunque meritò) che
di spirino piuttosto la vanità che la
questa giustificazione si fa quando pietà; e pei' prevenire ogni super-
l'uomo riceve dallo Spirito Santo stizione, ingiunge ai curati,che se
con la fede la carità e la speran- concoiresse popolo a qualche im-
il

za, doni ch'essendo in h«i perma- magine, ovvero statua di santo, a


nenti non solamente Io fanno re- cui vedranno che si attribuisca
putare e chiamar giusto ma lo , qualche cosa di divino, facciano su-
rendono efifettivamente tale; che la bito levare l'immagine o statua, e
carità che giustifica dev'essere ac- se ne n)etta invece un'altra diver-
compagnata dalle opere buone, del- sa, dopo aver consultato però va-
le quali la grazia è la sorgente e lenti teologi, affinchè il popolo non
il che con questa grazia
principio ; creda che Dio, ne i santi facciano
i comandamenti di Dio diventano quello ch'è loro raccomandato per
possibili, non secondo l'infermità mezzo quell'immagine, che al-
di
della natura, che abbiamo comune trimenti non farebbero. Parla poi
cogli altri uomini, ma secondo la il concilio de' pellegrinaggi di divo-
grazia di Gesù Cristo, che i giu- zione, e del culto de' santi, dell'o-
stificati hanno ricevuto. Il concilio razione pei defunti, e della leg-
stabilisce la dottrina de' sacramenti, ge pel digiuno . I secondi decreti
e decide contro gli eretici, che non hanno per oggetto la riforma dei
«ono semplici ceremonie, ma segni costumi, contengono cinquanta-
e
efficaci della grazia che conferisco- selte capitoh, che sono gli stessi di
no per divina virtù a chi li rice- quelli del concilio di Colonia del
Te con buone disposizioni. Il con- i536. Quel che ci è di più ri-
cilio tratta poi d'ogni sacramento marchevole si è i.° Che si vuole :

in particolare. Intorno alla peniten- che monaci apostati, che rientre-


i

za dice, che per soddisfazione non ranno nel loro dovere e ritorne-
si deve intendere quella che can- ranno ai loro monasteri, sieno trat-
cella la colpa del peccato, e libera tati con dolcezza e umanità. 2.° Si
dall'eterna penaj il che succede per proibisce alle religiose di uscir dal
la soia propiziazione di Gesù Cri- monastero senza grave necessità, e
sto; ma quella alla qv»ale noi sia- con permissione espressa del vesco-
mo sottomessi, e che ci rimette la vo. 3.° Si proibisce la predica e
dena temporale, che rimane dopo r amministrazione de' sagramenti
hd remissione della colpa, e quale nelle cappelle de' castelli. Si rinno-
$i adeippie colle elemosino, coi di- va il decreto di Basilea intorno
MAG MAG 23
agli scomunicati non dertunztali. Nel 1060 fu Maguelo-
restituita a
Dìz. de'conc.j Regia t. XXXVj ne, e nel 12 i5 Innocenzo IH do-
Labbé t. XIV; Arduino t. IX. nò al vescovo la contea di Ma-
MAGRI Domenico. Nacque in guelone e di Substantion, confisca-
Malta, fu prete dell* ora lo ri a, ca- ta al stK> signore come eretico al-
nonico della cattedrale di Viterbo, bigese. primo vescovo
Boezio è il

e consultore della sacra congrega- di Maguelone, di cui si hanno no-


zione dell'indice, morendo nel 1672. tizie certe: sottoscrisse egli, per mez-

E autore: i.° del Hìerolejcicon o zo di Genesio suo arcidiacono , il

Dizionario sacro • liturgico che fu terzo concilio di Toledo nel 589,


«tampato in Roma nel 1667 in e nello slesso anno quello di Nar-
foglio, e se ne fecero diverse edi-» bona. I di lui successori tennero la
zioni , essendo la sesta quella di loro sede a Maguelone fino a Gu-
Bologna 1765 in due tomi. 1° Dt glielmo VlIIPellicier che nel i529 ,

un trattato delle contraddizioni ap- trasferì la sede del vescovato a


parenti della sacra Scrittura, sotto il Montpellier (Vedi)^ ciò che appro-
titolo : Contradicliones apparentes vò in seguito Paolo IH con bolla
sacrae Scriptiirae, di cui la migliore de' 27 marzo i536, colla quale
edizione è quella di Parigi del furono secolarizzati i canonici re-
i685, aumentata della metà da golari di Maguelone, e la cattedra-

Giacomo le Fevre arcidiacono di le di Montpellier prese il nome di


Lisieux. 3." Notizia de vocaboli s. Pietro, titolare di quella di Ma-
ecclesiastici j eoo la dichiarazione guelone. Innocenzo VI nel i352
delle cerimonie ed origini de' riti
, creò cardinale suo nipote Aldoiuo
il

sacri, voci barbare e frasi usate d'Albert o Albret, e vescovo di Ma-


€la' santi padri , concilii e scrittori guelone, col qual nome il cardinale
Bologna 1682. Le sue
ecclesiastici, fondò un collegio in Tolosa, e Marti-
«pere liturgiche sono stimate per no V nel i4iB conferì questa chiesa
la copia dell'erudizione. al b. Lodovico Alamand, che creò
MAGUELONE o MAGUELON- poi cardinale dopo averlo promosso
NE, Magalona. Antica città vesco- all'arcivescovato d'Arles. Pietro Ga-
vile di Francia nella Bassa Lin- riel scrisse la Serie de' vescovi di
guadoca, ora piccolo villaggio dello Maguelone. 11 motivo che indusse
stesso nome, nelle vicinanze della Guglielmo Vili alla traslazione del-
laguna o stagno Maguelonne for- la sede, fu perchè i vescovi di Ma-
mato dal Mediterraneo^ nel dipar- guelone non erano sicuri dalle con-
timento dell'Herault, città che fu tinue incursioni de' pirati mori e
distrutta nel 735 da Carlo Mar- saraceni, che vi facevano frequenti
tello, visitala da Urbano II sul
poi discese. Al presente Maguelone ha
fine di giugno 1096, trattenendo- poche case di pescatori, essendo
visi cinque giorni. La sede vesco- colmo il suo porto, ed in rovina il
vile al dire di Commanville fu isti- suo castello. Furono tenuti in Ma-
tuita r anno 44^ sotto la metro- guelone due concilii il primo nel :

poli di iVai'bona. Allorché la città 909, nel quale Arnoldo arcivescovo


venne rovinata , la sede vescovile di Narbona, e dieci altri vescovi
fu trasferita a Substantion , borgo accordarono l' assoluzione e la be-
distante una lega da Montpellier. nedizione al conte Sinuario ed alla
24 MÀI MAI
sua Famiglia eli' erano slati scoQiu- a[>rì e chiuse d'ordine del Papa la
nicali. Questo concilio è lo slesso porla saula della basilica Liberia-
clic alcuni sciiltori dicono di Jon- na. Fece con beneplacito apostolico
quiéres, eh' è un piccolo luogo del nel 1667 dono ai domenicani ir-
territorio di Maguelone. Labbd t. landesi della chiesa di s. Clemente
IX, e Baluzio. Il secondo concilio di cui era abbate commendatario,

fu tenuto nel 1220. Gallia christ. onde ivi gli fu eretta marmorea
t. VI, p. 763. iscrizione di gratitudine, che gran-
MAHUSA D'ARJUNA. Città ve- de fu ne' religiosi, mentre abitan-
scovile del paese de' garmei , dio- do prima nel convento di s. Sisto,
cesi de* caldei. Ebbe per vescovi, a cagione dell'aria malsana, erano
Simeone cui si attribuisce una tra- costretti nell'estate ritirarsi in A-
duzione della cronaca d'Eusebio in nagui. Una simile donazione fece
lingua siriaca, e fiorì vevso il 600 j
della chiesa di s. Pancrazio ai car-
e Schaduna che abiurò il nesto- melitani scalzi, afBqchè vi mante-
rianismo e fece professione di fede nessero un convitto di giovani re-
ortodossa , sotto il cattolico Sub- ligiosi,che istruiti per le missioni
Mar- A ma. Oriens christ. t- H, p. potessero propagare e mantenere la
l32Q, fede ne' paesi degl' infedeli. Quan-
MAIDALGHINI oMALDACCHI- tunque fosse a tutti noto per lo
NI Francesco, Cardinale. Francesco scarso suo talento e poca capacità,
Maidalchini o Maldacchini nobile tuttavia la sua mirabile affabilità e
di Viterbo, nato nel i63o , nipote dolcezza, l'amore che avea perla
della famosa d. Olimpia Maidal- verità, odiando la menzogna, ed il

ehini cognata d'Innocenzo X (Ve- costante afietto pegli amici , con-


(?/), il quale avendo dichiaralo prin- trabbilanciarono la sua insufficienza.
cipato Martino feudo di d. O-
s. Essendosi portato due volte in Fran-
limpia , ed abbazia la chiesa , ne cia, fu sempre bene accolto, e con
fece abbate Francesco, quindi ca- sommo onore trattato da Luigi XIV.
nonico di s. Pietro, ed in età di Volle passare nell'ordine de'preli, on-
diciassette anni, a'7 ottobre 1647, de conseguì successivamente il titolo
con stupore generale per essere il- di s. Lorenzo in Lucina, non senza
letterato, lo creò cardinale diaco- difficoltà oppostagli da Innocenzo
no, conferendogli per diaconia la XI ch'era slato da lui coronato;
chiesa di Adriano^ che permutò
s. perchè ricercandosi in lui per tal
con quella di s. Maria in Via La- titolo il carattere sacerdotale, egli
ta, quando divenne primo diacono. lo aveva ricevuto da un vescovo,
Nel medesimo anno Innocenzo X, come esercitante i pontificali nel-
non contento di aver conferito due l'abbazia di s. Martino ove avea
anni prima il priorato di Capqa al giurisdizione quasi episcopale; e pe-
cardinal Pamphilj suo nipote, della rò avea stimato che ciò che potea
religione di Malta, diede la . com- permettere ai sudditi dell'abbazia,
menda di Parma a Sforza Maidal- potesse abilitarsi da sé stesso onde
chini , bambino appena nato, ed essere promosso al sacerdozio. Ma
altro nipote di d. Olimpia. In as- in Ptoma non fu approvato l'ope-
senza del cardinal Antonio Barbe- rato del cardinale, considerandosi
rini, nell'anno del giubileo i65q, che come immediatamente soggetto
,,

MAI MA I i5
al Pontefice, benché fosse abbate Ppitou vi aveano un castello; uno
ordinario, senza la pontificia facol- di essi, Guglielmo IV, vi fondò in
tà non poteva farsi promuovere agli onore di s. Pietro un' abbazia di
ordini sacri, pel requisito essenziale benedettini, insieme ad Adomalda
che si richiede della capacità, e o Emma duchessa d'Aquitania sua
della testimoniale o dimissoriale del moglie nel oo3 , fondazione che
i

proprio superiore ; quindi non po- nel 1007 o 1009 confermò il Pa-
tendo ninno dar testimonianza di pa Sergio IV. Questa abbazia fu
sè medesimo, non bastava che il eretta in vescovato nel 1 3 1 7 dal
cardinale fòsse ordinario e quasi Papa Giovanni XXII, che conservò
vescovo nella sua abbazia ,
perchè regolare il capitolo della cattedra-
altro carattere più sublime lo as- le, sottoponendola qual sufFraganea
soggettava al vescovo della prima all'arcivescovo di Tolosa, al dire del
sede. Contuttociò, godendo egli la Novaes, ma in vero di Bordeaux,
protezione del re di Francia, a di togliendola però dalla diocesi di
lui interposizione venne sanala da Poitiers. Il primo de' suoi vescovi
ogni difetto siffatta ordinazione. Do- fu Goffredo Ponvrelle ultimo ab-
po essere intervenuto a sei conclavi, bate di s. Pietro di Maillezay, con-
in uno ventidue
de' quali ottenne secralo nel medesimo anno, morto
voti, quanto narra Gre-
se è vero nel i333. Però secondo Cheny
gorio Leti, trasferitosi a Nettuno Archiep. et episc. Galliae, i primi
per respirare l'aria marittima e vescovi furono Benedetto e Ro-
salubre, vi lasciò la vita nel 1700 berto, terzo Goffredo. Gregorio XI
d'anni settanta, e cinquantatre di fece vescovo Pietro di Turejo o
cardinalato. Trasportato il cadave- Thurey, che seguendo poi le parti
re in Viterbo, ebbe sepoltura in s. dell'antipapa Clemente VII, fu da
Maria de'Gradi, nella tomba dei suoi questi creato nel 1 385 anticardi-
antenati, con breve epitafijo. Della uaìe, dipoi riconosciuto per cardi-
semplicità esagerata di questo cardina- nale da Alessandro V nel 1409.
le di cui si raccontano tanti aneddoti, Nel 14B5 Innocenzo Vili fece ve-
di altre sue notizie, dell'averne d. scovo Federico Sanseverino napo-
Olimpia promosso l'esaltazione al- letano, che creò cardinale nel 14^95
lorché il figlio rinunziò la porpo- ribellatosi a Giulio II fu deposto
ra, e dell'averselo ritirato in casa indi Leone X. Que-
reintegrato da
per dominarlo, e ricevere gli omag- sto Papa nel i5i7 nominò vesco-
gi della curia e corte romana ne , vo il cardinale Pietro Accolti d'A-
tratta il Cancellieri nel suo Merca- rezzo, che mori nel i532. Vi fio-
to a ^. 107 e 108; e ne Possessi rirono tre vescovi della famiglia
p. 291. d'Escoubleau. Urbano Vili nel
o MAILLEZAIZ, i63i secolarizzò il capitolo, ed In-
IMAILLEZAY
Malliacuvi Pictonum. Città vesco- nocenzo X trasferì nel 1648 la
vile di Francia, dipartimento della sede vescovile alla Roclwlle (P'edi)^
Vandea, capoluogo di cantone, in lasciando solamente nell'antica cat-
un'isola formata da paludi e dal- tedrale alcuni ecclesiastici con un
l'Antisc, sulla riva sinistra di questa parroco. L'ultimo vescovo di Mail-
riviera, e perciò in aria non sana. lezay, ed il primo vescovo di llo-

In questa piccola città i conti di chelle fu Giacomo Raoul o Rodolfo


aG MA I MAI
di Nantes. Questa città fu per qual- minore, nominato nel ii!^5 da A-
che lenjpo in potere de' pretesi ri- lessandro IV , e Giacomo agosti-
formati nel XVI secolo. niano, che nel 1274 assistette al
MAILLYFrancesco, Cardinale. generale concilio di Lione II. Orienx
Francesco tle' marchesi Mailly fran- chrÌMf. t. Ili, p, 903.
cese, di una antichissinwt famiglia MAINARDO o MAGINARDO,
della IMcardi;), oKenule nella uni- Cardinale. Mainardo o Maginardo
"versità della Sorbona le insegne di nacque di nobilissima prosapia nel-
dottore, fu dichiarato elemosiniere la provincia di Campagna, ed a-
del re di Francia Luigi XIV, e nel vendo professato la regola di s.
169S provveduto delle abbazie Ma- Benedetto in Montecassino, divenne
scianense e di Flavigny. i\el 1697 eccellente nelle umane e divine let-
fu [)romosso da Innocenzo Xli ad tere; per lo che non solo ottenne
istanza del re airarcivescovato d'Ar- nel suo ordine i più cospicui gra-
les, nomina regia fu
dal quale per di, ma dalla santa Sede con altri

trasferito 1710 da Clemente


nel personaggi fu adoperato in impor-
XI a quello di Ueims. Nel mede- tanti e gelosi impieghi. In riguar-
simo anno presiedè ad un'assem- do ai suoi meriti s. Leone IX del
blea straordinaria del clero gallica- 1049 ^° *^*'^^ prete cardinale; Ste-
no, raccolta in Parigi. Per rimu- fano X lo fece bibliotecario e vi-

nerarlo dello zelo fet-vido mostra- cecancelliere di s. Chiesa, ed Ales-


to per la dilatazione della cattolica sandro Il vescovo di Selva Candida.
fede, e per la disciplina ecclesiasti- Quest'ultimo nel 1067, in un al
ca, Clemente XI a' 19 novembre cardinal Minuto, gli affidò la lega^
17 19 Io creò cardinale dell'ordine zione di Milano, per sradicarvi la
de' preti. Il re di Francia Luigi simonia e l'eresia de'nicolaiti, e per
XV n'ebbe gran piacere, e colle comporvi le gravi discordie e tur-
sue mani impose la gì' berretta bolenze ch'erano tra il clero e il

cardinalizia, nominandolo in tal cir- popolo assai rilassato ne' costumi.


costanza alla ricca abbazia di s. Tutto si ottenne mercè la pruden-
.Stefano di Gaen. Però passati ap- za e destrezza usata, pubblicando
pena due anni, mori in Pieims nel savi e prudenti statuti, che dallo
1721 d'anni sessantatre, ed ebbe storico Arnolfo furono riprodotti
^j)oltura in quella metropolitana. con questo titolo: Constitationes
MAINA, Hippola. Sede vescovi- quas legatìs sadis apostolicae medio'
le di Grecia, nel Peloponneso, pro- lanensibus observandas praescripse-
vincia di Laconia, nel paese dei runt. Inoltre Stefano X od Alessan-
niainoli in Morea, sotto la metro- dro Il lo deputò alla legazione di
poli di Corinto, o come diceGom- Costantinopoli, insieme con Deside-
jiianvìlle sufFraganea di Monemba rio e Stefano cardinali , affine di
sia o Napoli di Malvasia, eretta nel procurare l'unione della chiesa gre-
IX secolo , al presente chiamata ca colla latina, la quale però non
Brazzo di Maina. Si crede
abbia ebbe effetto. Ricolmo di buone e
succeduto all'antica LeucUa o Leu- sante operazioni mori nel 1072, e
ctrutiiy famosa per la sconfitta dei fu lodato da piìi scrittori.
lacedemoni, falla da Epaminonda. MAlNARDOoGHERARDO, CW-
!Ne furono vescovi riainerio fìate dinaie. Maiuardo a Gherardo frau-
MAt MAI 27
abbate cistcrciense di Ponti-
cjese, dipoi che ad occuparsi degli eser-
gny, uomo grande ed erudito in cizi della contemplazione e della
tutte le scienze, e assai destro nel penitenza. Tuttavia fu obbligato, ad
trattare e condurre a buon esito rstat^za di Ugo Capeto re di Fran-
gii affari in vantaggio delia Clìiesa, cia, d' imprendere un viaggio alla
si rese talmente grato e accetto al badia di s. Dionigi presso a Pari-
Papa Clemente Ilf, die nei settem- gi, per mettervi una riforma ; ma
bre I 188 io creò cartlinaie e ve- cammin facendo cadde malato , e
scovo di Paiestrina, cliiesa da lui morì agli 1 1 di maggio del gg4
occupata prima del pontificato. Mo- nel monastero di Souvignì, venen-
rì nell'anno stesso, a' 19 maggio, do seppellito nella chiesa di s. Pie-
come scrive il Petrini nelle Meni. tro. Il re Ugo Capeto ne onorò i
Preiiesline. funerali della sua presenza, e fece
MAIOLO (s.), abbate di Cium. ricchidoni al suo sepolcro, sul qua-
JVato in Avignone di nobile fami- le venne innalzato un altare. S.
glia verso l'anno go6, perduti i Maiolo è nominato a dello giorno
suoi genitori si trasferì a Macon , nel martirologio romano.
ove vescovo Bernone gli die la
il MAIORICO (s.), martire in A-
tonsura e lo fece canonico della frica, sotto Unnerico re de' vandali,
cattedrale. Si recò poscia a Lione verso la fine del V secolo. Dopo
per istudiarvi filosofia, e ritornalo essere slato testimonio della crudele
a Macon diedesi con grande ardo- flagellazione di s. Dionisia sua ma-
i*e alla teologia, quindi gli fu con- dre, fortificato dalie e esortazioni
ferita la dignità d'arcidiacono. Ri- dall'esempio di con co-
lei. sofferse
masto vacante l'arcivescovato di stanza le piti inumane torture, dan-
Bcsanzone, Maiolo fu eletto ad oc- do la vita per la lede. Esso è ono-
cuparlo ; ma egli ricusò d'accettar- ralo nel martirologio romano a' 6
lo, e si ritirò a Cluni, ove fece dicembre, insieme con sua madre
professione circa il g4^- P^^' '^ ^"^ ed altri invitti confessori di Cristo
belle qualità l'abbate Aimardo lo che furono compagni del loro mar-
nominò bibliotecario ed apocrisa- tirio in quella persecuzione.
rio, e nel g48 lo designò suo suc- MAIRONI o MARIONI Gherar-
cessore. Fino al g65, in cui mori do, Cardinale. Gherardo Maironi o
l'abbate Aimardo, governò Maiolo Marioni nobile di Gubbio, che al-
l'abbazia come coadiutore, acqui- tri dissero della famiglia Crescenzi,
standosi per le sue virtìi e capa- nel ii5o fu da Eugenio III crea-
cità la stima e il rispetto di tutti to cardinale prete del titolo di s.

i principi del suo tempo. L'impe- Stefano alMonte Celio, indi lega-
ratore Ottone il Grande metteva to in Germania per la causa di
in lui tutta la confidenza, e gli die- Guitniaro arcivescovo di Magde-
de una ispezione generale sopra burgo, donde però senza nulla con-
tutti i monasteri de* suoi stati ; ne cludere fu costretto ritornare in
minor credito godette presso l'im- Roma, ma nel viaggio morì nel
peratrice Adelaide e suo figlio Ot- II 57, dopo essere intervenuto alle
tone II, che riuscì di riconciliare elezioni di s. Anastasio IV e di A-
fra loro. Nel ggi si scelse a coa- driano IV.
diutore s. Odilone, e non pensò MAIROSIO Raimondo, Cardinal

i
7

28 MA I MAJ
l(f. Raimondo Mairosio di Avilha- osservabili sono quelle di Pollenza
110 o Amilhano, diocesi di Rodez e di Alcudia, e quella di Palma,
in Francia , eccellente dottore in Quest'isola è attraversata dal nord-
jus, meritò di essere promosso nel est al sud-ovest da una catena assai
j 4^4 Martino V al vescovato
tla alta di montagne: non ha nessun
di s. Papoul, da cui nell'anno ap- corso d'acqua considerabile, ma ab-
presso fu trasferito a quello di Cliar- bonda di sorgenti, che vi formano
lics , medesimo Papa
e dal nel un'infinità di ruscelli; clima è il

maggio o giugno 14^6 creato car- vario generalmente però dolce e


,

«linale prete del titolo di s. Pras- sano. Trovansi molti raaimi di co-
sede, dignità che potè godere ap- lori diversi, e le montagne rinchiu-

pena un anno, morendo in Roma dono oro ed argento. Quasi tutto


nel i4^7' La detta chiesa titola- il commercio si fa a Palma che
re ne accolse le spoglie, che furono n' è il capoluogo, Si crede che in
riposte in una tomba, sopra cui quest' isola cominciasse o praticata
leggesi breve epitaffio, che viven- fosse per qualche tempo quella fab-
do erasi da sé medesimo compo- bricazione di stoviglie e di altre
sto. opere figuline verniciate, che ab-
MAIXENT (s. ), Maxenlìum o bracciata e coltivata dagl' italiani
Sanctus Maxeiilius. Città di Fran- nei secoli XV e XVI, fu poi cono-
dipartimento del-
cia del Poitou, nel sciuta specialmente in Faenza (Ve-
le due Sevre, capoluogo di due can- di)y seppure veramente ebbe o-?
ivi

toni, sul pendio di una collina, rigine, e nei dintorni, sotto il no-

presso la riva destra della Sevre me di maiolica o anche di terra


JViortese, circondata di ameni pas- invetriata, tratto essendosi secondo
seggi, nella diocesi di Poitiers. Deve alcuni il primo nome da quest'isola

la sua origine a Maixent o Mas-


s. medesima, donde forse se n'era por-
senzio, cbe al tempo del re Clo- tato il gusto e il metodo di com-
doveo 1 abitava un romitaggio nel posizione in Italia. Si dice che in
luogo che occupa presentemente. Faenza s incominciò a fabbricare
Vi si formò un'abbazia di bene- la maiolica nel 1299, e dal suo

dettini nel 5o7, che popolossi ra- nome fu chiamata Fayence. Ma-
pidamente; ma nel 1082 molto iorca contiene due città principali
soffrì da un incendio durante le e trentadue villaggi. Evvi una uni-
guerre di religione e della Vandea. versità reale, un tempo chiamata
JVel 1075 vi fu tenuto un concilio Luliana,d^\ celebre Raimondo Lullo
contro Berengario, nel pontilìcalo cbe quivi nacque. Clemente X colla
di s. Gregorio VII e regnando Fi- costituzione Exponi nobis, de' 1

lippo 1. Labbé t. X; Arduino t. VJ. aprile 1673, presso il Bull. Roni,


. MAJORCA (31(t/oricai). \ esco- t. VII, p. 127, commise al vesco-
vato il cui vescovo risiede a Pal- vo di Majorca la facoltà di erigere
7iìn i^Vedi). Majorca , Majorica o un'altra imiversità con diversi pri-
Mallorca, Balearis major ^ Insula vilegi. Vi è pure una società eco-
major, come la piìi grande delle nomica con scuola di matematica,
isole Raleari, nel Mediterraneo, al- molle biblioteche e diverse stam-
l'est della Spagna da cui dipende, perie. Le chiese, i monasteri ed i
piovincia di Palma. Le baie più conventi, rinchiudono molti quadri
MAJ MA J 29
dei grandi maestri delle scuole ita- zioni arabe. Giacomo o Jayme I
liana, francese, fiamminga e spa- fn il primo che all'assalto della ca-
gnuola. I maiorchini sono in ge- pitale dell' isola , montando sulle
nerale piccoli, una ben fatti, di muraglie s* impadronì della piazza.
tinta olivastra, assai allegri, buoni II secondogenito del re Giacomo
marinai, buoni soldati, umani ed o Jayme I fratello del re Pietro
,

ospitalieri. Il linguaggio piti usato HI, cioè Giacomo I, nel 1276 alla
è il catalano, mescolato con l'ara- morte del padre, ed i suoi discendenti
bo, o a meglio dire la lingua pro- furono dichiarali sovrani e re di
venzale; imitando nelle vestimenla Majorica e delle isole Baleari, ma
i costumi greci. I cartaginesi per feudatari della corona d'Aragona :

conquistare le isole Baleari, mossero quando il re di Francia entrò in


guerra alla colonia fenicia che vi Catalogna per la parte del Rossi-
"
stanziava , e divisarono di racco- glione, Giacomo 1 re di Majorca ,

gliere ivi le loro forze per gittarsi fratello di Pietro ITI, si vide im-
nella penisola ispanica. potente a contrastargli il passaggio,
II console Quinto Cecilio Me- per cui si unì poscia ai francesi nel
tello fondò in questa isola le città 1285, anno in cui morì Pietro 111,

di Palma e di PoUenza, e vi man- e gli successe il figlio Alfonso 111.

dò cinquemila romani come colo- Questi disgustato dello zio Giaco-


nia; coi pretesto di spegnere la pi- mo I re di Majorca per la sua
rateria , cercò di guarentire con defezione, lo spogliò del regno; quin-
quelle dominio della Spagna, e
il di passò da Majorca ad Iviza e se
le aggregò alla provincia Tarra- ne impossessò morì poi nel 1291,
:

gonese. Quindi le flotte e gli eser- e la corona d'Aragona passò al suo


citi romani mossero sovente da fratello Giacomo o Jayme II che
quelle stazioni a danno degl' iberi era re di Sicilia e figlio di Co-
non meno che de' gaulesi, traendo stanza figlia del re Manfredi : a
profìtto dalla vantaggiosa posizione. Giacomo I re di Majorca successe
La vandalica invasione cagionò alle Sancio, ed a questi il nipote Gia-
Baleari il primo mutamento poli- como II. Intanto Giacomo figlio

tico verso il V secolo, nella deca- del re di Majorca Giacomo li e


denza dell' impero, i quali barbari suo primogenito professò nell'ordi-
furono costretti cedere alle armi ne di s. Francesco verso il 1299:
de' saraceni, ond'ebbe origine il re- Sancia moglie del re di Napoli Ro-
gno moro di Majorca, al quale do- berto era sua sorella. Altro figlio
po il giro di più secoli, menarono di Giacomo II, cioè Filippo, entrò
ripetuti colpi i pisani ed i cristia- nel terzo ordine; voleva istituire
ni monarchi di Spagna. Gli ara- una riforma,ma non gli fu per-
gonesi ed i castigliani nel 1229 messo.Quanto a Giacomo visse e
sotto Giacomo I re d'Aragona, ed morì santamente nel i3o4} onde
il nipote di questi Alfonso III le gli scrittori dell'ordine gli danno il
tolsero per sempre in un alle ailre titolo di beato. Morì il red'Ara-
isole Baleari ai saraceni , restando gona nel 1827 ed occupò il trono
quindi in poi in potere degli spa- Alfonso IV di lui figlio; morendo
gnuoli, trovandosi ancora molte an- questi nel
1 336, gli successe il pri-
tichità romane, ed alcune iscri- mogenito Pietro IV.
.

3o MAJ MAJ
Nell'anno 1 3^4 Oiaconio II or- il Rossiglione e la Cerdagna. In-
dinò in lingua provenzale una spe- seguito in Rossiglione, non essendo
cie eli codice o legf^i palatine ,
in grado di difendersi, T infelice
per i' interna polizia del suo pa- Giacomo IV si rese al cogtiato a
lazzo; con questo codiceGiacomo discrezione, onde venne spogliato
li voile regolare minutamente i di tutto, e dipoi fece intitilrnente
doveri di tutti gli individui ad- de' tentativi per ricuperare il re-
detti al suo servigio. Gli succes- gno. Altri storici poi racc<Mitano
se Giacomo III , il quale diede che quando Pietro IV fece prigio-
sua figlia in moglie a Pietro IV, ne Giacomo IV, lo lece rindiiude-
« questi la sorella al di lui figlio re in una gabbia di feriH3 dove
Giacomo IV detto da alciini V: passò tredici anni ; quindi i suoi fe-

tutta volta Pietro IV volle impa- deli servi avendo uccise le guardie
dronirsi delle Baleari e del regno di lo liberarono nel i362. Giacomo
JNJajorca. Il Papa Clemente VI nel IV si recò io Francia dove speia-
I 342 si affaticò per pacificare i due va di ricuperare alnieno le ci>iiiee

16, a* quali s|>edì legato il cardinal della Cerdagna e del Bossi^lioue;


Andrea di Firenze; ma essendo n)a invece gli fu olferto la mano
morto in Perpignano, il Pontefice di Giovanna I regina di iVapoli ,

lìuminò legato il cardinal Bertran- famosa per le sue avventure e bel-


do d'Alby, che ottenne una tregua. lezza, restata vedova in quell'anno
I*erò andò guari che riuscì
noji del secondo marito. Giacomo IV
nei 1343 a Pietro IV non solo di la sposò contentandosi del titolo di
spogliar del regno Giacomo III, ma duca di Calabria, e non di quello di
di farlo, secondo alcuni, pure suo re. Ma si senti ben presto umilia-
prigioniero. Questi ricorse al pa- to, e conobbe ch'era il suddito, e
trocinio di Clemente VI , il quale sovente il testimonio delle galante-
pose in opera ogni promessa, mas- rie di sua moglie, che dicesi lo te-
sime nel i3^5 perchè fusse libe- nesse carcerato per sei mesi. Passò
rato e reintegrato, ma per allora Giacomo IV in Castiglia a chiede-
senza effetto. Avendo Giacomo III re soccorso al re Pietro il Crudele,
pili volte tentato invano di ricu- che invece lo rinchiuse nella for-
perare i suoi dominii, fu ucciso ai tezza di Burgos, e pel suo riscatto
23 ottobre i349 '"^ battaglia, men* ricevette da Giovanna I settantamila
tre faceva uno sbarco in Majorca, fiorini. Raddoppiando le sventure
e suo figlio Giacomo IV che com- in Giacomo IV il coraggio, ricon-
batteva a' suoi fianchi fu grave- quistò nel iSyi la Cerdagna e il
mente ferito e fatto prigioniero Rossiglione, e mentre procurava far
Altri storici narrano che Pietro IV dei tentativi sull'Aragona, mori in
"volendo spogliare d cognato de' suoi Soria nel gennaio i375. D'allora
stati, cioè di Majorca e del Rossi- in poi riguardarono le Baleari
si

glione, per pretesto di guerra gli fe- come una dipendenza della coro-
ce rapire la moglie, e poi se ne im- na aragonese, né più vennero com-
padronì quasi seaza combattere ; gli plessivamente sottratte al dominio
prese Majorca, e siccome feudatario spagnuolo, salvo qualche particola-
lo dichiarò piivo del regno e di re aggressione a taluna di esse nel-
tutte le sue possessioni, compreso le guerresche vicende. JNella nuova
MAJ MAJ 3r
ammiuislraliva divisione della Spa- VI. Questo Papa nel 1496 pro-
gna, dalla metropoli ha desunto mosse al vescovato Antonio di Ro-
l'intero Arcipelago l'intitolazioue di cas, cancelliere del re Ferdinando

provincia di Palma. V e della regina Isabella I. Giulio


La religione cristiana fu predi- Il i5io fece vescovo Lorenzo
nel
cata in Majorca ed in tutta la Spa- Campeggi bolognese, che Leone X
gna contemporaneamente. Quando nel i5i7 creò cardinale. Nel 558 1

Giacomo 1 nel 1229 entrò nella divenne vescovo Diego di Arnedo,


città di Palma, vi fece celebrare la cappellano del re Filippo U, e vi-
santa messa in una moschea, ch'è sitatore generale del regno di Spa-
in oggi la chiesa parrocchiale di s. gna. Simone Bansa domenicano era
Michele. La sede vescovile di Ma- provinciale di Terrasanta, quando
jorca ebbe origine nel VI secolo, e fu eletto vescovo
1607. Neinel
fatta suiTraganea della metropoli di 1642 lo fu Tommaso de Roca
Valenza, come lo è tuttora. Nel Mora generale de' domenicani. Nel
i23o Gregorio IX ristabilì il ve- l'jSo Benedetto XIV preconizzò
scovato colla residenza del vescovo vescovo Lorenzo Despuig di Palma,
in Palma. La chiesa di Barcellona cappellano d'onore di d. Filippo di
si oppose, ma fu fatto un accordo Borbone. Pio VI a* 3o aprile 1782
che il d'Aragona avrebbe
re la pri- eresse in sede vescovile Ivizache
ma nomina del vescovo, ed il ca- apparteneva alla diocesi di Major-
pitolo di Barcellona le seguenti. U ca, e la bolla IntffahUis Dei be-
primo vescovo Majorca fu Bai-
di nigaitas, viene riportata nel Bull,
mondo Torcila domenicano, eletto Rom. Continuatio t. VI, p. 49'-
nel 1240 : incominciò la fabbrica Lo stesso Papa a' 2 3 luglio 1795
della cattedrale di Palma , fondò istituì la sede vescovile di xMinori-
diversi benefizi, e mori nel giugno ca, dismembrandola da Majorca col-
del 1266. Fra i di lui successori la bolla Ineffabilis Dei benignitas
si contano molti prelati distinti per super universam terram, presso il
pietà, per zelo e per dottrina, co- t. IX, p. 542 dello stesso Bull.
me lo furono nel 1 3o4 Guglielmo Già Pio VI nel 1794 avea nomi-
di Villanova , nel i3i8 Guido nato vescovo di Majorca Bernardo
Tremen o Terrena generale dei Nadal di Soller diocesi di Major-
carmelitani , e Pietro de Cima fran- ca, cui successero, nel 18 19 Pietro
cescano nel iByy. Egidio Sanchez Gonzalez Valleso di Soto diocesi
de Mugnoz nel i425 fu col nome di Calahorra, preconizzato da Pio
di Clemente Vili dato in succes- VII; ed Antonio Perez de Trias
sore alTantipapa Benedetto XII 1 ; della villa di Valdeobbas diocesi di
rinunziò il 6
pseudo- pontifica lo a' 2 Cuenca, per dimissione del prede-
luglio 1429, onde in premio Mar- cessore, dichiaralo vescovo da Leone
tino V lo fece vescovo di Major- XII nel concistoro de' 27 giugno
ca. Nel 144? divenne vescovo Gio- 1825.
vanni Garcia domenicano. Innocen- La cattedrale esistente in Palma
zo Vili nel 1490 dichiarò ammi- è un edifìzio di magnifica struttu-
nistratore di Majorca il cardinal ra, e sacra all'Assunzione di Maria
Roderico Borgia, che nel 1492 lo Vergine in cielo. 11 capitolo si com-
successe col nome di Alessandro pone di sci dignità^ la maggiore delie
32 MAJ MAJ
quali è l'arci diacono, di venlidiie tri avversari al concilio dì Calce-
canonici colle prebende del teolo- donia. Majuma porto d'Ascalona era
go e del penitenziere, e di cento da questa poco distante e quasi
qnnrantasei beneficiati , oltre altri un'altra città. Orìms christ, t. II,
preti e chierici addetti all'iiftìziatu- p. 602.
ra. JNella cattedrale vi è il batti- MAJUMA DI GAZA. Sede ve-
steri© e molte sacre reliquie , es- scovile della prima Palestina, sotto
sendo aflldata la cura d'anime della il di Gerusalemme
patriarcato e
parrocchia a quattro sacerdoti vi- la metropoli di Cesarea, eretta nel
cari. Prima il capitolo si compone- secolo V, dopo che la religione cri-
va di cinque dignità, quattro pre- stiana vi fu stabilita a' tempi del-
posti, ventiquattro canonici, e tre- l'imperatore Costantino, che l'eres-
cento altri benefizi ecclesiastici. Il se in città e le diede il nome di
palazzo vescovile è poco distante Constantia, da Costanzo suo figlio.
dalla cattedrale. Oltre la cattedra- Sotto il medesimo arcivescovato vi
le nella città vi sono altre sei chie- fu la sede di Salton Constantiani'
se parrocchiali col fonte battesima- ces, ma eretta nel XII secolo. Ma-
le, tra le quali quella di Miche-
s. juma era il porto di Gaza, da essa
le, antica moschea, di leggera ed lunge venti stadi. Ne furono ve-
ardila architettura; tredici conventi scovi,Zenone di cui il martirologio
di religiosi, undici monasteri di mo- romano fa menzione a' 18 settembre
nache, e diverse confraternite. La ed a'26 dicembre; fiorì nel IV ed
diocesi è ampia, ed ha sessanta par- al principio del V secolo, e visse
rocchie. Ogni nuovo vescovo è tas- quasi cent'anni; Paoliano assistette
salo ne' libri della cancelleria apo- al primo concilio d'Efeso nel ^3i;
stolica in fiorini 1200, ascendendo Paolo partigiano Dioscoro sot-
di
i frutti della mensa a circa 22,000 toscrisse alla deposizione di s. Fla-
scudi romani, gravati di alcune pen- viano nel 449 ^^ brigandaggio dì
sioni. Attualmente la sede è va- Efeso; Procopio sottoscrisse la let-
cante. tera sinodale di Giovanni patriar-
MAJORITI o MAJORISTI. E- ca di Gerusalemme, a Giovanni
retici così nominati da Giorgio Ma-^ patriarca di Costantinopoli contro
jor, uno de' discepoli di Lutero, i Severo Monofisita nel 5 18; e Co-
quali erroneamente sostenevano che simo, al quale s. Giovanni Dama-
anco i fanciulli non potevano essere sceno dedicò il suo trattato della
salvi senza buone opere. dialettica,sedeva alla metà dell'ot-
MAJUMA D'ASCALONA. Sede tavo secolo. Oriens christ. t. II, p.
•vescovile della prima Palestina, sot- 622.
to il patriarcato di Gerusalemme M AKLESFEILD o MARSFELD
e la metropoli di Cesarea , eretta Guglielmo, Cardinale. Guglielmo
nel V secolo, forse lo stesso che Maklesfeild o Marsfeld nacque di
Anledona o Daron (Vedi). Stefa- nobilissimo lignaggio inglese inCan-
no suo vescovo nel 5 8 sottoscrisse 1 torbery o Conventry, nella contea
la lettera sinodale di Giovanni pa- di Warwick. Fece i suoi studi a Pa-
triarca di Gerusalemme, a Giovan- rigi, e fu addottorato nell'universi-
ni patriarca di Costantinopoli ,
per tà di Oxford, dove fu professore
la condanna di Severo e degli al- per molto tempo con successo, e
.

MAL MAL 33
col nome di dottore inclito. Vesti- Je romano, a'2r mnr70 11 88 me-
tosi de' domenicani
tleir alìito si , ritò di essere creato cardinale dia-
distinse non meno per la pruden- cono da Clemente 111, che per
za e santità di vita, ehe nelle fa- diaconia gli conferì la chiesa di s.

coltà leologiclie e filosolìche, essen- Teodoro. Intervenne nel 1191 ai


do stalo tmo de' più abili e zelanti comizi di Celestino 111 , e mori
discepoli di s. Tommaso d'Aquino, nel suo pontificato, dopo aver sot-
Enrico di Gand
ch'egli difese contro toscritto alcune sue bolle, come di
e contro Guglielmo de la Mare. Clemente III.

Benedetto XI a' 8 dicembre i3o3 1 MALABRANCA FRANGIPANI


lo creò cardinale prete, e gli con- Latino, Cardinale. V. Frangi-
ferì il titolo di s. Sabina, rima- pani.
nendo incerto se morisse prima o MALACCA (Malacen). Città
poco dopo ricevuta la notizia di con residenza vescovile dell' Indie
sua promozione, in Lovanio, ov- orientali, sulla costa sud-ovest del-
vero in Londra ov'ebbe sepoltura. la penisola del suo nome, nel pae-
Altri dicono in Lovanio e tumula- se di Malacca, a 3oo leghe sud da
to nella chiesa de' frati del suo or- Siam sullo stretto di Malacca, al-

dine.Abbiamo di lui Postillae in : l'imboccatura d'una piccola rivie-


sacram Bibliam. In evangeliiwi de ra che in parte la cinge. Essa ap-
virginibus. Quaesliones de angelis. partiene agi' inglesi. Ha due sob-
Quaesliones ordinariae contra Hen- borghi, ed è difesa da un forte
riciim de G
andavo in quibus im- ove risiede il governatore; le stra-
pugnai s. Thomani de Acjuinoj de sono la maggior parte larghe e
contra corruploreni s. Thomae. De belle, e molte case vedonsi fabbri-
uni tate fonnarum. De compara- cate in pietra. Vi è una buona
tìone staluum. Orationes ad de- rada pei grossi navigli, ed il pic-
rum. Varia probleniata. colo porto che offre la riviera non
MALABARI o MALABARICI è accessibile che ai battelli. Al
Cristiani malabari o cristiani di s. presente il commercio è meno atti-

Tommaso. Se ne tratta, in un al vo che un tempo, dappoiché mol-


Malabar, all' articolo Indie Orien- ti navigli europei preferiscono l'i-

tali, nel voi. XXXIV del Dizio- sola del principe di Galles, ove
nario ^ massime alle p. i85, 192, trovano maggior varietà di arti-

200, e principalmente a p. 201, coli di asportazione. Il clima è a-


202, 2o3, 204, 2o5, più 208. meno e salubre; conta più di
Sulla disputa de'riti malabarici, si dodicimila abitanti, compresi gli

possono vedere le p. 2 1 o e seg. europei, i cinesi, i malesi, i mori,


212, 21 3, 23o_, 236. Del paese i persiani, i bengalesi e gli arme-
del Malabar, suo vicariato aposto- ni, quali tutti professano libera-
lico chiamato pure di Verapoli,
, mente il loro culto. I dintorni,
si possono leggere le p. 240, 241, interrotti da colline e da valli,
242, 243 e 260. sono fertili, ma coltivati con poca
MALABARICI RITL F. Ma- cura. La penisola di Malacca, se-
LABARI. condo alcuni, è la Chersoneso d'o-
MALA BRANCA Giovanni, Car- ro degli antichi , e fu per lungo
dinale. Giovanni Malabranca nobi- tempo interamente soggetta al re-
VOL. XLII. 3
34 MAL MAL
gno Siam, al qiinle piìt non
di co i fedeli. Tullavolla ebbe questa
limane die la provincia tli Ligor. <hiesa i suoi vesi;ovi sino ai nostri
La città di Malacca ùi fondata nel giorni. Nelle annuali Notizie di
1252 da un principe malese, clic Roma si legge che Benedetto XIV
fu scacciato dai suoi stati da un nel 174^ ^ece vescovo di Malacca
sovrano di Java. I porlogliesi sot- fr. Michele de Bnlhoens domeni-
to Aibuqueique, s' impadronirono cano, nato in Aveiro diocesi di
della città nel i5ii, ed essa di- Coimbra; per sua morte, lo slesso
>enne uno de' loro principali sta- Papa nel 1748 preconizzò vescovo
bilimenti, e la chiave del loro com- fr. Gerardo da s. Giuseppe do-
mercio nei mari al di là dell'In- menicano, di Cacilchos diocesi di
die. Nel i6o5 gli olandesi col soc- Lisbona. Pio VI nell'anno 1782
corso del sovrano d'ihor, assedia- nominò vescovo fr. Alessandro del*
rono Malacca, ma furono allora co- la Sacra Famiglia minore osservan-
stretti di rinunziare alla impresa ; te riformato, di Fàyal diocesi di
però nel 1641 se ne resero pa- Angra, che poscia traslatò alla chie-
droni, dopo un assedio di più di sa di Angola. Dopo lunga sede
cinque mesi, e dopo una resistenza vacante Pio VII nel i8o4 dichia-
ostinata. Gli inglesi la tolsero lo- rò vescovo fr. Francesco da s. Da-

ro nel 1795, ma la colonia del- maso Guimaracs, minore osservan-


l'isola del principe di Galles ne di- te di Guimaraes diocesi di Braga:

minuì molto la sua importanza; al- forse morì nel 1818, non essendo
la pace del 181 4 la restituirono stalo più nominato, ed ancora la
ai Paesi-Bassi, i quali la cedettero sede è vacante. La cattedrale è
all'Inghilterra nel 1823. dedicata all'Aimunziazione della Bea*
Convertita l'India orientale alla ta Vergine.
cattolica fede dal gesuita s. Francesco Nella proposizione concistoriale
Saverio, e propagata dai suoi com- dell'ultimo vescovo, ecco lo sta-
pagni e successoli correligiosi, il lo di questo vescovato. Nella cit-

Pontefice Paolo IV ad istanza di tà non vi era più cattedrale ,

Giovanni HI re di Portogallo e- Ile vi risiedeva più il vescovo, che


resse Malacca in sede vescovile, in vece risiedeva neh' isola Timor
dichiarandola suffraganea della me- appartenente al Portogallo e di-
tropoli di Goa, della quale è tut- stante dalla città di Malacca circa
tora, mediante la bolla Pro excel- trenta giorni. Neil' isola eravi una
lenti j de'4 lebbraio iSSy. La dio- chiesa dove il vescovo celebrava
cesi fu costituita dalla penisola i divini uffizi co' suoi preti e coi
del suo nome fino alla Cina, per missionari, con un solo panoco. In
coadiuvare l'ordinario di Goa. Eb- Malacca poi eravi una sola chie-
be il suo capitolo, ed religiosi i sa parrocchiale con fonte battesi-
domenicani e gesuiti erano coa- male, fuori cioè della città, essen-
diutori nell'esercizio dello spiritua- done parroco un domenicano. Am-
le ministero, fiorendovi la religio- plissima era la diocesi, comprenden-
ne. Ma occupala dagli olandesi nel do parte del regno di Pegù, e più
1641, distrutto e disperso il clero, isole, fra le quali quelle di Solor
€ morto il vescovo ne intesero , e Timor. Ogni nuovo vescovo nei
iin gravissimo inevitabile danno an- libri delia camera apostolica era
MAL MAL 35
tassato di 333 fiorini , con 2,000 MALACHIA (s.), arcivescovo di
crociati portoghesi di rendita pel Armagli. Nacque nella medesima
vescovo, che pagavano dal regio
si città, da genitori illustri e virtuo-
erario, e corrispondenti a mille si , e fu posto sotto la disciplina
scudi romani. Noteremo che Ti- di maestri commendevoli per la lo-
mor è una grande isola nella par- ro pietà. Egli era dolce, umile,
te orientale dell'Arcipelago della modesto; ammiravasi la sua tem-
Sondci, tra l'oceano Indiano ed il peranza, il suo amore per la mor-
mare delle Molucche, e vi si rac- tificazione, il suo allontanamento
coglie in abbondanza la cera. Il da tuttociò che suol essere di
dominio è diviso tra gli olandesi trastullo nell'infanzia, per modo
e i portoghesi, avendo i primi la che superava tutti i condiscepoli
sede del governo nel porto di Con- pei progressi suoi, e per virtii an-
cordia di Cupang , ed a Dielly da'va innanzi anche agli stessi mae-
i secondi. paganesimo è la re-
Il stri. Risoluto di consacrarsi intie-
ligione di Timor, sebbene la mag- ramente al servigio del Signore, si
gior parte e principi pretendono
i pose sotto la condotta d' Imario,
di essere cristiani. che menava vita da rinchiuso ia
La nomina del vescovo, per di- una celletta vicina alla chiesa di
ritto di fondazione, fu concessa da Armagh, e ch'era in gran concetto
Paolo IV a Sebastiano re di Por- di santità. In età di venticinque
togallo e successori, ma infra an- anni fu ordinato sacerdote, e Tar-
ìiiim. Siccome per la vastità della civescovo Celso lo elesse suo vica-
diocesi fu fondato il vescovato di rio a predicare la parola di Dio
Coccino , e questo non bastando, al suo popolo, e lo incaricò di a-
neppur quello di Meliapor, Inno- doperarsi ad estirpare gli abusi
cenzo XII nominò de' vicari aposto- invecchiati che aveano sfigurato
liei, ad onta delle pretensioni del la faccia della chiesa d'Irlanda,
vescovo di Malacca, per cui il Pa- Malachia esegui la commissione im-
pa gli dilesse un breve, come fece postagli con buon successo pari
all'arcivescovo di Goa (Fedi). Il al suo zelo; fece vari regolamenti
Papa Gregorio XVI col breve per l'osservanza della disciplina ec-
Multapraeclain de 1^ Siglile i838, clesiastica; ristabilì in tutte le chie-
per la salute spirituale de'popoli in- se della diocesi l'offizio canonicale;
diani avendo eretto alcuni vica- inculcò la fiequenza de'sacramentì,
riati apostolici , provvisoriamente e pose anche ordine perchè i ma-
trasse dalla giurisdizione di Goa tri moni fossero celebrati secondo
la diocesi di Malacca, e provviso- le regole della Chiesa. Temendo
riamente l'affidò al vicario apo- nullaraeno di non essere versato
stolicomonsignor Paolo Courvezy, abbastanza nella cognizione de'sacri
vescovo di Bidua m partibus. Del- canoni, onde eseguire il disegno
la penisola di Malacca, e del vi- della riforma che già avea conce-
cariato Siam, o sia
apostolico di pilo riguardo alla disciplina, atten-
di Malacca, ne parlammo ad In- ne il permesso di passare qualche
DIE ORIENTALI, nel voi. XXXIV del anno presso Malchi vescovo di Li-

Dizionarìo, principalmente alle p. smore, che era in gran concetto


25o, 25 1 e 257. di santità e dottrina. Ritornato ia
36 MAL MAL
patria, ristabilì l'abbazia di Ban- dio altri regolamenti assai uJili, a
gor, le cui rendite erano possedu- si recò a Roma per farli confer-
te da un di lui zio, e governolla mare dal Papa, dal quale propo-
per qualche tempo con edificante nevasi ancora di ottenere il pallio
regolarità. Appena toccati i trenta per la sede d' Armagh e per mi'al-
anni fu eletto vescovo di Connor. tra sede metropolitana. Trovandosi
Questa dignità, che accettò per in Francia, visitò 1' abbazia di
obbedienza, gli costò immensi tra- Chiaravalle, ove fece conoscenza
vagli, giacché i popoli affidati alla con s. Bernardo, che gli pose gian-
sua cura erano insozzati nei vizi dissimo affetto e venerazione. Ar-
più vergognosi, ne erano cristia- rivato a Roma fu ben accolto dal
ni che di nome; ma col suo Papa Innocenzo II, che confermò

zelo , e colla cooperazione di al- tutto quello ch'egli aveva fallo in


cuni fervorosi pastori che chiamò Irlanda, lo fece suo legalo in quel-
a parte di sue fatiche, sbandì la l'isola, e gli promise il pallio ; ma
superstizione e* l'ignoranza, e vi gli negò assolutamente la permis-
fece rifiorire la pietà. Alcun tem- sione ch'egli chiedeva di consacrar-
po dopo essendo stata presa e si agli esercizi della penitenza nel-
saccheggiata Connor, Ma-
la citlà di l'abbazia di Chiaravalle. Ritornan-
lachia, accompagnato da centoven- do d'Italia ripassò per quest'abba-
ti de' suoi discepoli, si ritirò a zia, e vi lasciò quattro de' suoi
Munster, e vi fabbricò il mona- compagni, che dopo aver ivi fatto
stero d'Ibrac. Mentre egli gover- professione tornarono in Irlanda
nava in pace la sua comunità, e vi fondarono il monastero di
Celso arcivescovo di Armagh ven- Mellifont. Sì arrese alle preghiere
ne a morire, disegnando Malachia che gli fece il re Davide di pas-
per suo successore. Esso però non sare in Iscozia, per rendere la sa-
restò pacifico possessore di quella lute al suo figlio Enrico pericolo-
sede che nel ii33, in cui fu ri- samente ammalato
, e lo guarì
conosciuto solo legittimo metropo- spruzzandolo con l'acqua benedetta.
htano d'hlanda. Tosto ch'egli eb- Reduce in Irlanda , adempì con
be sottratto la sua chiesa dall'op- zelo e molto frutto le commissioni
pressione, e ristabilito il buon or- di cui il Papa avealo incaricato,
dine e la disciplina, rinunziò nelle e tennevi molti sinodi, nei quali
mani di Gelasio l'arcivescovato, che fece vari regolamenti a correggere
non avea accettato che a questa gli abusi. Accrebbe la magnificen-
condizione, per tornare alla sua za del culto esteriore, fece ftibbri-
prima sede. Egli divise in due par- care a Bangor una chiesa di pie-
ti questa diocesi; lasciò Connor al tra, e ri sta uro la cattedrale di
vescovo da lui stabilito, e ritenne Down. Sempre animato dal de-
per se la diocesi di Down, ch'era siderio di rimettere nel suo primo
più piccola e più povera. Vi sta- splendore la chiesa d'Irlanda, deli-
bilì una comunità di canonici re- bem di ripassare in Francia per
golari, ai quali egli si univa per vedervi Eugenio III ch'era venuto
attendere all'orazione e alla medi- in quel regno. Ma essendo Papa il

tazione, per quanto glielo permet- tornato a Roma prima dell' arrivo
tevano i suoi doveri. Fece ezian- di Malachia in Francia, esso si re-
MAL MAL 37
C(> Ghiaia valle nell'ottobre
a del ne felice ed amena, gode di un
1148: ivi cadde ammalato, e mo clima dolce e sano, e di un cie-
lì santamente il 1 novembre sus- lo sereno ; ha al sud il mare, al-
seguente, in età di cinquantaquat- l'ovest una pianura deliziosa di sei
tro anni. S. Bernardo recitò il suo leghe d'estensione, celebre per la
panegirico e ne scrisse la vita, in sua fecondità straordinaria, ed al
cui riferisce molti miracoli coi qua- nord ed all' est alte montagne, le

li Iddio rese piìi splendida la sua cui sommità talora sono coperte
apostolica missione ; ma la sua vi- di neve. Malaga è di forma circo-
ta, dice il santo padre, fu il mag- lare, cinta da un doppio muro,
giore de'suoi miracoli. S. Malachia da torri maestose con
fortificato
(u canonizzalo con una bolla di nove porte, e circondata da tre
Clen)ente III o Clemente iV, nel sobborghi. La piazza Mayor è or-
terzo anno del suo pontificato, la nata di una fontana di marmo di
quale è indirizzata al capitolo ge- bellissima esecuzione, dedicata dalla
nerale de' cistcrciensi. La sua festa repubblica di Genova a Carlo I,

si celebra a'3 novembre, ed ai 18 ossia Carlo V imperatore. Le case


maggio quella della sua traslazione sono quasi tutte altissime, e vi so-
ad Avignone, Falsamente gli si at- no alcuni edifìzi degni d' osserva-
tribuiscono le famose Profezie dei zione. La cattedrale è magnifica,
Pontefici [Fedì). poiché ha la facciala adorna di
MALAGA [Malacìlan). Città con colonne di marmo a colori diversi;
residenza vescovile della Spagna, r interno è diviso in tre grandi
capoluogo di provincia, nella Gra- navale, sostenute da pilastri ac-
nata, dalla quale è distante ven- coppiati a colonne corintie; vi si

tidue leghe e trent'otto da Cadice, distingue la cappella detta dell'In-


posta sul Mediterraneo in fondo carnazione, ricca di marmi di co-
della profonda baia del suo nome, lori variati e di ben eseguite scol-
all'imboccatuia del Guadalmedina. due superbi mausolei,
ture, oltre di
E pure residenza di un governato- l'uno di mar-
alabastro, l'altro di
re civile e militare^ di un inten- mo; rinchiude uno le spoglie di
dente di polizia, di un comandante Giuseppe di Molina, uno de' ve-
del genio, di un luogotenente del scovi benefattori di questa città ;

re e di un aiutante maggiore, di la torre della chiesa è alta più di


un capitano del porto e di un i5o piedi. L'episcopio è di otti-
amministratore principale delle fi- mo gusto; la dogana è spaziosa
nanze, dogane, poste e lotterie. e di un disegno nobile. Si osserva
Evvi un alcade maggiore per l'am- pure il teatro, e la bella pubblica
ministrazione della giustizia, delle passeggiata di Alameda, posta pres-
giunte di sanila e di fortificazioni so il porto, e adorna di eleganti
e difese, e di una guarnigione che edifìzi, non che decorala di statue
somministra i distaccamenti ai tre e di fontane. Vi sono cinque ospe-
presidii africani di Melilla , Penon dali, de' quali due uno militare,
de Velez ed AIhucemas. Vi è pu- orfanotrofi, una scuo-
un collegio,
re un deposilo di uomini condan- la di medicina e chirurgia, una di
nali ad essere deportati nei pre- pilotaggio una società economi-
,

:>idii. Questa città, in una situazio- ca ed altri slabih menti. 11 com-


38 MAL INI A L
mercio , r^uanlunque adesso privo la sua architettura, galleria di qui»
delle sue relazioni coli' America ine- dri, e vasti e bei giardini con get-
ridionnlc, è ancora considerabile, ti d'acqua. All'ovest della olila si

principalmente coli' Ingliillerra, O- vede un magnifico ponte acquedot-


landa, Amburgo ed Italia ; è di to, chiamato Mo-
oltre l'acfjuedotto
poco conto colla Francia. Consiste lina dalbenemerito costruttore (che
principalmente nel vino rinomato provvede la città di acque abbon-
di Malaga e di Ximenez : nella danti), che servirà a passare il

provincia vi si raccolgono più di Guadaijorce, ed a condurre a Ma-


trenta specie d'uva, con cui si fan- laga le acque della Sierra di Mijis
no quasi tre milioni di arrobe di col mezzo dell'acquedotto di Chur-
vino. Il porto offre un sicuro asi- riana.
lo contro i forti venti dell'est, che Si crede che i fenicii sieno stali
dominano all'ingresso dello stretto i fondatori di questa città, lun^o
di Gibilterra; grande e co-
esso è tempo prima della nascita di Ge-
modo, e dopo che si pervenne a sù Ciisto. Strabene, Plinio ed al-
sbarazzare l'ingresso dal banco sab- tri autori ne fanno di ciò menzio-
bioso che avrebbe finito a chiuder- ne, aggiungendo anzi il primo cho
lo del tutto, può ricevere anche le venne il nome dalla parola fé-,
una ventina di vascelli di linea di nicia malacliy che vuol dire sala-
alto bordo , e quattrocento legni re, perchè quivi facevasi un graa
mercantili; ma
o sia che il suolo trattico di pesce e carne salala.
si sollevi, o sia che il mare si ri- Deve essere stala molto ragguarde-
tiri, Malaga teme di rimanere un vole sotto romani, giudicando-
i

giorno senza porto. Vi si costrusse- si dagli avanzi dei superstiti n»a.


ro due piccoli moli , fra il gran numenti. Sopra un* altura all'est

molo in cui evvi un bel faro, e ove sta il castello moresco in ro-
la riviera Guadalmedina, distante vina, chiamato Gibrnlfaro, si tro-
l'uno dall'altro circa tremila tese: varono i rimasugli di capitelli e
un castello fortificato costruito da- intere colonne di marmo , che si

gli arabi sulla punta di una rupe, credono avere appartenuto ad uu


e molte batterie lo difendono. Il tempio fabbricato dai romani ; sca-
(anale del porto è a lumi mobili vando nel 17B9 fondamenti del- i

per guida de'naviganti durante la la dogana si scuoprì un gran nu-

notte. Tra i suoi uomini illustri mero di avanzi dì monumenti e


nomineremo d. Luigi Giuseppe di scolture, e specialmente una
Velasquez de Velasco, poeta ed bella statua di marmo bianco che
istorico. Gli abitanti ascendono a si prese per impe-
quella di una
circa 60,000, e sono attivi, indu- ratrice. La
occupa presso a
città
striosi, e di costumi dolci ; le don- poco lo stesso luogo dove sorgeva
ne passano per le più avvenenti l'antica Malaca. Questa città fu
della Spagna. I dintorni di Mala- tolta e ripresa ai mori dal re
ga sono coperti di belle case di Ferdinando V nel i4'^7* dopo una
campagna, di ameni giardini e di lunga ostinata resistenza ; e la ca-
luoghi di delizia. La casa dei con- duta di Malaga in potere de'cri-
ti di Villaleazar, chiamata El Re- stiani fu foriera della presa di
tiro, merita di essere osservata per Granata e suo regno, colla quale
MAL MAL 39
rimase nelle Spagne dislriilfa l'a- vacante. La cattedrale, splendido
raba possanza, ch'era durata circa e solido edifizio, è sotto il titolo
700 anni. I francesi se ne impa- dell'Annunziazione di Maria Vergi-
dionirono nel 18 io, e non l'ab- ne. Il capitolo si compone di otto
bandonarono che alla fine del 18 12. dignità, la prima delle quali è il

JNegii anni i8o3 e i8o4 questa decano, di dodici canonici colle pre-
città molto sofferse dalla febbre bende teologale e penitenziaria ,

gialla, flagello che quivi ricompar- di altrettanti beneficiati chiamati


ve anche nel 181 3 e 1821 ; ma porzionari, e di altri preti e chie-
una maggior vigilanza e cure più rici addetti al divino servizio. Nel-
attive lo rendettero allora meno la cattedrale vi è il fonte battesi-
funesto. male, essendo affidata la cura del-
La sede vescovile fu eretta nel le anime all'arciprete. Il magnifico
IV secolo, e dichiarata sotto la palazzo vescovile è prossimo alla
metropoli di Granata, quando que- cattedrale. Oltre di questa nella cit-
sta nel 1493 fu a tal grado ele- tà sonovi altre tre primarie chiese
vata da Alessandro VI, che nello parrocchiali, tutte suffraganee della
stesso tempo ripristinò il vescovato cattedrale, munite ognuna del bat-
di Malaga. Dipoi fu fatta suffVaga- tisterio. Vi sono ancora diveisi
nea dell'arcivescovo di Siviglia, co- monasteri e conventi di religiosi
me lo è ancora. Tra i suoi vesco- e di monache, alcune confraternite,
vi vi fu il celebre cardinal Albe- il seminario con circa sessanta a-
roni, consecrato da Benedetto XIII ;
lunni. La diocesi è ampia e con-
ma rinunziò nel dì seguente colla tenente molti luoghi. Ogni nuovo
pensione di duemila doppie. Gli ul- vescovo è tassato ne' libri della
timi vescovi di Malaga sono seguen- i cancelleria apostolica in fioiini 2 5oo,
ti.Emmanuele Ferrer-y-Figueredo in proporzione alla rendita della
di Granata, traslatato nel 785 da 1 mensa, ch'è di 60,000 reali chiamali
Zamora dal Papa Pio VI. Vincenzo di Vellon, gravata però di pensioni.
de la Madrid di Potes diocesi di MALAMOCCO, Mcthamaucum
Leon, fatto vescovo da Pio VII o Medoacus portus. Città vescovile
nel 1800 . Idelfonso Canedo et un tempo, ed ora borgo del re-
VigiI di Grullos diocesi d'Oviedo, gno lombardo-veneto, provincia e
da detto Papa preconizzalo nel distretto di Venezia, in un'isola al
1814. Emmanuele Martinez del- sud, più di due leghe distante da
l'ordine de' mercedari di Caldas Venezia, alla metà di una lunga
diocesi di da
Compostella, eletto e stretta lingua di terra rinchiusa
Leone XII nel i82 5. Questo Pon- fra l'Adriatico e le lagune, e tut-
tefice nel 1828 vi traslatò da Pa- ta coperta di fertili ortaglie, che
lencia Gio. Francesco Martinez Ca- danno eccellenti erbaggi e fra gli
stillon di Saragozza. 11 Pontefice altri prodotti squisiti meloni. Vi
Gregorio XVI nel concistoro de'29 erano tre chiese, una delle quali è
luglio i833 preconizzò in vescovo la parrocchia sussistente, e le sue
Giuseppe Gomez-y-Navar del ter- auliche e belle abitazioni ora più
l'ordine di s. Francesco, nato in non esistono. Alla estremità meri-
Antequera, definitore generale del dionale dell'isola stessa v'è il por-
suo ordine. Al presente la sede è to che prende il nome di por-
4o MAL MAL,
to di Malamocco uiìo de'cinque
, tà dello scorso secolo, sul progetto
porti che danno ingresso nelle la- del celebre Bernardino Zeiidrirri, co-
gune di Venezia, il migliore e il munemente dcnomiiiali Murazzi, e
solo praticabile dai legni di gros- che principiano oltre il porto di
sa essendo difeso da due
portala, Malamocco presso la chiesa di Pe-
torti. 11 canale per cui comuni- lestrina, seguitando (ino all'altro
ca con Venezia era stato chiuso porto di Cbioggiii ed olire quello.
nell'anno 1877 da grossi navi- Queste potenti barriere riparano
gli ripieni di pietre, che i vene- Venezia dai ribocchi e dalle onde
ziani vi avevano sommersi onde del mare. Elètto nel [800 Pio VII
arrestare i genovesi, nella famosa in Venezia, volendo poi recarsi per
guerra di Chioggia, eh' ebbe quel mare a Pesaro, a' 5 giugno s'im-
felice successo, che descrivemmo barcò sull'imperiale fregata la Bel-
nel voi. XXVIII, pag. 3o5 del Di- lona ; ma non essendo favorevoli i

zionario . V odierno Malamocco venti, dovè trattenersi alcuni giorni


incominciossi ad abitare nel XII al canale così detto Spignon. Andò
secolo, quando fu inghiottito dal su piccolo legno per suo diporto ad
mare il vecchio Malamocco, già osservare i sorprendenti murazzi di
residenza nel 74^ dei dogi del Pelestrina , ed ai g s' imbarcò nel-
principato veneto, e di un vescovo. la lancia della fregata col suo seguilo,
Ma quanto all'antico Malamocco, e si portò a Malamocco, ove fu rice-

cominciò ad essere abitato verso vuto alla riva dal nob. Zuanne Minio
la metà del V secolo dell* era giudice, dai deputali della comuni-
nostra, quando le popolazioni di tà ed altri pubblici impiegati, e
Aitino, di Padova e di Este fug- dall'arciprete e clero di quella chie-
girono le stragi de' barbari, ed i sa arcipretale. Fra le acclamazioni
furori dì Attila; quindi venne in- degli abitanti, il suono delle cam-
grandito nel Vii secolo. Malamoc- pane e il rimbombo de' cannoni,
co fu poscia rovinato dai franchi passò a visitar detta chiesa, quia-
neir 809, distrutto dal fuoco nel di il monastero delie monache a-
iio5, ed intieramente inghiottito gostiniane, che allora esisteva. Di
dal mare, in conseguenza d'un ter- là partito si trasferì alla canonica
remoto nel I I r, od anche prima.
I dell'arciprete, ove ammise tutti i no-
Fu allora, al dire dello storico Via- minati ed altri al bacio del piede.
nolli, che si rifabbricò colà presso in S'incamminò poscia alla chiesa del-
sito più eminente l' odierno Mala- la Beata Vergine di Marina, si-
mocco o Meta ma UGO, erigendo visi tuata in poca distanza, poscia si
la chiesa parrocchiale sotto il titolo imbarcò per restituirsi a bordo
di s. Maria Assunta. Questo luo- della fregata. Tre giorni il Ponte-
go è rimarcabile anco per i suoi fice si trattenne nel porto di Ma-
lidiche r arte seppe difende- lamocco, prima di riprender ma-
re dalla violenza del mare me- re. Tanto narra il Cancellieri nella'
diante grossi argini di terra, rive- Storia de' possessi, p. /[(jS.
stiti di pietra. Questa barriera ar- Allorché il regnante imperatore
tifiziale è diversa dai gran muri Ferdinando I, e l'imperatrice Ma-
di Pelestrina a guisa di argini, dal riaAnna onorarono Venezia nel
senato veneto edilicati circa la me- i838 di loro augusta presenza, al
MAL MAL 4i
i3 ollobre si recarono al porlo di te Francesco V
duca di Modena.
Miilamocco, seguiti dagli aiciduchi, Seguì la decorosa ceremonia, tra
dalle arciduchesse , e dalla corte mille voci di letizia e di gratitu-
imperiale. Avendo Timperatore or- dine, e tra lo strepilo delle arti-
dinato la bramata costruzione d'una glierie. Il tutto si racconta con
grande marmorea diga lunga metri diffusione dal benemerito patrio
2 I 22, colla spesa di oltre tre milioni ìstorico il eh. cav. Fabio Muli-
di lire austriache, a vantaggio del por- nelli, negli Annali delle provincie
to, per ridurlo a maggiore profon- venete^ a p. 4'^9 ^ seg.
dità e per togliere gli ostacoli che La sede vescovile di Malsmocco
lo facevano difficile ai legni mercan- ebbe origine nel 638. Aveva Ro-
tili carichi, e mantenerne il passag- tari re de'longobardi ordinato che
gio costantemente agevole e sicuro in ciascuna città vescovile vi fossero
ad utilità marina e del com-
della due vescovi, uno per i cattolici, l'al-
mercio, cangiando così il porto di tro per gli ariani. Berguardo, che
Venezia in uno de'più sicuri e mi- altri chiamano Tricidio, vescovo di
gliori del Mediterraneo, con immen- Padova, per non comunicare con uq
si vantaggi altresì dell'insigne città, vescovo ariano, abbandonò la sua
della quale opera se ne ottennero chiesa e ritirossi a Malamocco, ove
ormai felicissimi risultamenli, vol- stabilì nel 638 la sede vescovile,
le in detto giorno degnarsi por- coll'approvazione del sommo Pon-
re la prima pietra a tal grandiosa tefice. Questo nuovo vescovato fu
mole. 11 vescovo di Chioggia Anto- dichiarato suffraganeo del patriar-
nio Savorin assistito da due canoni- cato di ma dopo l'incen-
Gradoj
ci e dall' arcidiacono arciprete di dio iio5 venne la sede di
del
Malamocco, solennemente benedì la Malamocco trasferita a Chioggia.
prima pietra della diga, nel cui in- Il primo vescovo di Malamocco fu

cavo furono indi dall'imperatore col- il nominato Berguardo. Non si co-


locate la medaglia monumentale noscono i nomi de'suoi successori
coniata per memoria dell' avveni- per più di due secoli, cioè fino a
mento, sette monete d'oro e d'ar- Felice, il quale colla bolla, Quani
gento del regno lombardo-veneto ingrati et inhiirnani, data kal. de-
coniate in quell' anno, e la copia cembris 876, fu interdetto da Gio-
contenente il rogito di questa cere- vanni VITI per aver mancalo di
monia, sottoscritta da lui stesso, dal- rispello al patriarca di Grado suo
l'imperatrice, dagli arciduchi, e dai metropolitano. Leone successe a
ministri di stato. Quindi Ferdinan- Felice neir877, e ad esso Giovan-
do I pose la prima pietra nella ni Vili scrisse la lettera Ifniver-
radice della diga con tre colpi di sale tandenij sul concilio di Ba-
martello, colpi che furono ripetuti venna. Indi furono vescovi, Dome-
dall' imperatrice, due ne diede l'ar- nico arcidiacono della cattedrale
ciduca Francesco Carlo, ed uno di Malamocco, eletto nel 916, che
gli altri nove arciduchi, fra' ^uali dal doge Orso Particiaco o Parlecipa-
il vicciè del regno lombardo ve- * zio 11 fu spedito a Simone re de'bul-
neto Giuseppe Ranieri, il defunto gari per liberare il proprio figlio dal-

duca di Modena Francesco IV di la prigionia; Pietro che fiorì nel 960


gloriosa riaicmbrauza, ed d reguau. ed inlervenue al concilio di Kaveu-
4^1 MAL MAL
DB nel 967; Leone che sedeva in glolo, ma Enrico è il suo vero no-
questa calledia verso l'anno ioo5; me, e Ilio; il secondo fu Fe-
del
Doinciiico prete ddla chiesa olivo- lice, il terzo Domenico, il quarto
Jense, fu acclamalo vescovo dal Giovanni Faletro che viveva nel
clero e dal popolo nel 1046. En- 1162, il quinto Marino Ruibolo,
rico Giancarolo del 1060 definiti- che nel i 1
79 intervenne al conci-
vamente cedette alla chiesa parroc- lio gene4ale lateranense 111 aduna-
chiale di s. Maria Formosa di Vene- to da Alessandro HI Nel 11 83
zia una terra ed un orlo posti nel sito era vescovo Araldo: a questi il
dtttlo Celesti ina, nel dogado di Do- Papa Innocenzo 111 commise la

menico Contarini. Pei narrali disa- cognizione d' una causa dei canonici
stri dell'incendio e terremoto, o con- della cattedrale di Ferrara. L* XI
cussione di terra che produsse la vescovo fu Uberto abbate de'cisler-
inondazione di Malamocco, Enrico ciensi di Brondolo, consecralo dal
con permesso del principe e sena- patriarca di Grado nel 1284, in
lo veneto trasportò in Chioggia luogo di quelli che avea eletto il

(^edi) le reliquie cioè il corpo di capitolo, diviso in partiti. In sua


6. Pedice martire ed il .capo di s. morte invase la cattedra Leonardo
Fortunato ed altre, non che la &q- Faletro, ma Onorio IV nel 1287
de vescovile circa Tanno 1107, do- vi sostituì Stefano Besoni plebano
))o avere eretto in chiesa arcipre- di s. Samuele di Venezia. Nel i3i4
IhIc la chiesa di s. Maria del nuovo divenne vescovo il dottissimo do-
Malamocco, con arciprete per la cu- menicano fr. Ottonello, a cui nel
ra d'anime, e per memoria dell'an- i322 diede Giovanni XXll per suc-
tica sede_, conservandogli il titolo e cessore Andrea della nobile fami-
i diritti di arcidiacono del capitolo glia de' Dottori di Padova, che nel

di Chioggia. Slellmo Badoario Tu 1337 fu elevato a patriarca di


eletto nel 1107, e prestò il giura- Grado. Nel i375 fu fatto vescovo
mento di fedeltà nelle mani di Nicola Foscarini nobile veneto, cui
Giovanni Gradenigo patriarca di successe nel 1394 Silvestro, sotto
Grado, approvando i romani Pon- del quale s' incominciò la fabbrica
tefici la traslazione della sede ve- di una chiesa dedicata ai ss. Mat-
scovile a Chioggia, che pare pro- teo apostolo, Martino vescovo ed
priamente stabilita nel 11 io. Que- Antonio abbate. Benedetto Manfre-
sta è la serie de' vescovi di Mala- di canonico di Chioggia e cittadino
mocco che riportano i continuatori di essa, venne eletto nel \^i^', in-
dell' Ughelli, Italia sacra, tom. X, di succeduto dal concittadino Pa-
p. 1 3 [ e seg. Nel tom. V poi del- squalino Centoferri nel 1^11^ go-
la stessa opera a p. r343 e seg. vernando trentasei anni. Bernardo
egliprodusse la serie de' vescovi di Veneriodi P/rano vescovo nel 1487,
Chioggia successori, ed in supple- al cui tempo cominciò a risplende-

mento a quell'articolo ne indiche- re per miracoli un'immagine della


remo qui alcuni, ed altri merite- Beata Vergine situata nel littorale
"voli di menzione. presso la città, onde colle limosino
primo vescovo di Chioggia fu
Ji de' fedeli nel i5iv5 fu edificata la

Domenico, o Enrico come altri lo chiesa in cui si venera. 11 successore


cbiamauo, Grancarolo o Granca- Giovanni Tagliacozzi di Piraao, nel
, 5

MAL MAL 43
1 53.^ celebrò il sinodo per vantaggio capitolare e decano della cattedra-
<lt;l clero, ciò die pnr fece Alberto le ; compì gli abbellimenti di que-
Pasquali che nel r54i occupò il sta, e lasciò pii legati e memoria
suo luogo. Fr. Giacomo Naclanti onorata. Nel i66g fu fatto vesco-
fiorentino domenicano intervenne al vo Antonio Baldo veneto de'soma-
concilio di Trento^ lodato per mol- sebi, esimio teologo, che consagrò
te ragioni. Altro domenicano fu fr. la cattedrale e fece il magnifico
Marco Medici patrizio veronese pulpito. Stefano Rosata diocesano
faJto da Gregorio XI li
vescovo di Peleslrina, vescovo nel 1684, no-
nel iSyS, che qual teologo del ve- bilitò il coro de'canonici con bei
scovo di Ceneda si era recato al sedili e marmoreo pavimento^ eres-
concilio di Trento. Dopo di lui lo se due sarcofaghi, e fece l'orologio
stesso Papa nel i584 nominò a de- alla torre campanaria. Nel i6g6
gno successore Gabiiele Fiamma gli successe Antonio Grassi di Chiog-
vèneto, generale de' canonici rego- gia, degno pronipote de* lodati ve-
lari lateranensi, eloquentissimo ora- scovi e decano della cattedrale; or-
tore. Divotissimo della Beata Ver- nato delle più belle qualità_, aman*
gine, nel suo vescovato, ne
breve te de'poveri, lasciò beneficenze al
compì e magnificamente omo il tem- seminario. Clemente XI nel 171
pio, situato al lido del mare, che vi trasferì dalla chiesa di Tine
poi consacrò; egli è autore di quel- Giovanni Soffietti nobile di SciOj
le opere che registra 1' CJghelli. Nel chierico regolare minore, col quale
i585 Sisto V dichiarò vescovo fr. termina il catalogo dell' Ughelli
Massimiliano Beniamo di Godogno proseguito dalle annuali Notizie di
minor conventuale, dotto in ogni Roma. Gli ultimi vescovi di Chiog-
scienza, anch'egii stato con riputa- gia furono: nel 1795 Domenico
zione al concilio Tridentino. Il ve- Sceri man domenicano veneto, iras-
scovo Lorenzo Prezzato del i6or, lato da Caorle; nel 807 Giusep- 1

zelante propugnatore dell'immunità pe Maria Peruzzi canonico rego-


ecclesiastica^ eresse nella cattedrale lare veneto , traslato da Caor-
la dignità di arciprete, ed in essa le ; nel 1819 Giuseppe Manfrin
a sue spese edificò la cantoria. Bre- Provvedi veneto; nel i83o An-
vissimo fu il vescovato di fr. An- tonio Savorin di Torriglia dio»
f;elo Baroni domenicano veneto, in- cesi di Padova. Il Papa Grego-
signe dottore in teologia, succeden^ rio XVI nel concistoro de'34 gen-
dogli nel 1602 Bartolomeo Carto- naio 842, dichiarò vescovo l'at-
1

lari nobile veronese, lodato per le tuale monsignor Giacomo de' conti
sue virtù. Altro eccellente vescovo Foretti di Padova, di cui era ca-
fu Pietro Paolo Milotti vicentino, nonico decano della cattedrale.
generale de' canonici di s. Giorgio MALCO Dormiente (s.). F. Don-
in Alga, che nel 1619 fu sostitui- MiENTf (i sette ss.).

to da Pasquale Grassi di Chioggia, MALCO(s.), V. Prisco (s.).


raart.
che rifabbricò la cattedrale e fu MALCONCI NI
Grisogono, Car-
zelante della disciplina ecclesiastica, dinale. Grisogono o Costantino Mal-
11 di lui fratello Francesco nel condini da Pasquale 11 del 1099
,

1640 occupò la cattedra, essendo tu creato cardinale diacono di san


Stato suo vicario generale e poi Nicolò ÌQ Carcere, trovossi presen-
44 MAL MAL
le ai comizi di Gelasio II e Cali- gesuiti di Roma e di Rouen. La
sto II, il primo tìe'quali lo decorò principale delle sue opere stampa-
il«;lle cariche di cancelliere e biblio- te è il Commentario sui quattro
tecario della sunta romana Chiesa, evangeli, eccellente lavoro. Com-
che esercitò ancora nel pontifica- mentario sui profeti di Geremia,
to del successore , sotto il quale Baruch^ Ezechiele e Daniele, colla
sembra che morisse, per cui il Car- spiegazione del salmo 109. Trat-
della non conviene col Torrigio che tato della fede. Commentari sui
lo dice intervenuto ai comizi di principali libri dell'antico Testa-
Celestino IL mento. Degli "angeli e dei demoni.
MALDONATO o MALDONA- Trattati sui sagramenti; ma i ge-
DO Giovanni. Nacque a Las Casas suiti nel catalogo degli scrittori della
de la Reina, piccolo villaggio di società non convengono pienamente
Spagna. In Salamanca fece i suoi che siano del p. Maldonato. Lette-
sludi sotto il domenicano Solo ed re e discorsi ed altri trattati . Il

il gesuita Solet, e quindi egli v'in- Liher hebraicaruni lectionum, le

segnò la lingua greca, la filosofia dispule sul mistero della Trinità,


e la teologia, e recatosi in Roma un libro sulle cerimonie in gene-
entrò nella compagnia di Gesù nel rale e su quelle della messa in
i562. Nell'anno seguente passò a particolare, e molle altre opere, so-
Parigi e v'insegnò filosofia con una no mss. che lasciò. Maldonato fu
i

riputazione straordinaria e grandis- molto versato nella letteratura pro-


simo concorso di scolari. Gli stessi fana, de* padri e de' teologi ; cono-
protestanti per meraviglia si por- sceva bene il greco, l'ebraico, il
tavano ad udirlo, ed egli ebbe la latino, I protestanti ancora, sebbe-
sorte di convertirne molti, così a ne uno de' loro più potenti oppo-
Poitiers, a Bourges, Lorena ed in sitori, resero giustizia al me-
suo
altrove. Ritornato a Pangi vi con- rito, e Casaubono lo chiamò ho-
tinuò le sue lezioni di teologia, ed miiitni docLum, et siiie controver-
ebbe a soflrire opposizioni per par- sia acerrimi ingenii. Abbiamo in-

te dell' università e della facoltà Martino Codognat


oltre di ; Suni-
teologica, che l'accusarono di eresia mula Joannis Maldonati, cuilibet
perchè sosteneva non essere di fe- sacerdoti confessiones poenitentiam
de che la Beata Vergine fosse sta- audienti scita perulilis. Ma la con-
ta concepita senza peccalo : Vedi gregazione dell'indice con decreto
Concezione Immacolata. Pietro di de' 16 dicembre i6o5 dichiarò:
Gondy vescovo di Parigi pronun- Quae tante n falso Joanni Maldo'
ciò una sentenza d' assoluzione in nato tribuitnr.
suo favore il 17 gennaio iSyS. MALEBRANCHE Nicola. Nac-
Maldonato ritirossi a Bourges, da que in i638, ed ivi en-
Parigi nel
dove recossi a Roma, chiamatovi trò nella congregazione dell' orato-
da Gregorio XIll, per ivi attende- rio nel 1660. Applicossi prima al-
re all'edizione della Bibbia greca lo studio delle lingue e della sto-
dei settanta. Ivi morì nel i583 ria, poscia a quello della filosofìa,
lasciando molte opere, delle quali e pubblicò nel 1678 il primo vo-
alcune furono stampate in seguito, lume dell'opera intitolata : La ri-

e le altre mss. limasero presso i cerca della vcrilài Quest'opera fece


,

MAL MAL /p
conoscere la forza del suo genio, e MALEDIZIONE, Tmpeecaìione ,

gli acquistò fama di uno de* più MaledictiOj ImprecaiiOj Execratio.


gran filosofi del suo secolo. Nel Augurio, desiderio che si fa contro
1617 pubblicò le sue conversazioni alcuno perchè gli succeda qualche
cristiane, e un dialogo dove tratta male, o contro se medesimo, ed an-
in modo facile e intelligibile delle che pregare il male a danno di
sublimi verità della religione. Egli chicchessia. La parola maledizione
si dedicò poscia alle questioni sulla ha tre sensi mandare il male
:

grazia, pretendendo di mettere in prenunziare il male, pregare o sia


accordo le discrepanze dei teologi augurare il male. Dio pronunciò
sopra tale argomento. Arnaud at- sino dal principio del mondo la sua
taccò vivamente il sistema del p. maledizione contro il serpente che
Malebranche, e questi scrisse varie sedusse Eva, e contro la terra. Noè
difese. Di lui abbiamo ancora un maledisse Canaan suo nipote. Mosè
trattato di morale, ed un altro ordinò agl'israeliti di pronunziare
sull'amor di Dio; alcuni tratteni- maledizioni contro i violatori della
menti sulla metafisica e sulla re- legge. Dio promise ad Àbramo che
ligione, ed altri sulla morale ; me- quelli che lo avessero benedetto,
ditazioni cristiane e metafìsiche ;
sarebbero stati benedetti ; e male-
meditazioni per disporsi all'umilia detti quelli che avessero ardito di
ed alla penitenza, con alcune con- maledirlo. In alcuni luoghi della
siderazioni di pietà per tutti i gior- Scrittura sacra, e in particolare nel
ni della settimana ; dialogo tra un Deuteronomio, si leggono terribili

cristiano ed un filosofo cinese sulla maledizioni e minaccie, ordinate ad


natura di Dio, ed altre opeie. atterrire il popolo, perchè non tias-
Morì ai i3 ottobre 1715. La gredisse la divina legge, e non in-

profonda ed altre belle


dottrina corresse nel gravissimo peccato del-
qualità sono le lodi che gli danno l' idolatria. Nel libro de' Numeri si
j suoi biografi. Però lìeWIndex libr. accumulano maledizioni sopra l'ac-
prohib. sono registrate le seguenti qua della gelosia, le quali poi ve-
sue opere. Traile de la nature et nivano a cadere sulla donna che
de la grace. Idem derniere édit'wii : avesse commesso adulterio. Giosuè
aiigmentée de plusieurs éclaircisse- maledisse colui che rifabbricherà
mens. Lettres touchant celles de Gerico. Gesù Cristo maledì la pian-
M.r Arnauld. Défense de Vaucteur ta di fico, perchè cercandone i frutti
de la Recherche de la virile coni re non trovò che foglie, e subito si

Vaccusation, de M.r de la P'ille. seccò.Sapeva egli bene che era


Lettres à un de ses amisj dans Ics la stagione in cui invece del
quelles il répoud aux Eéflexious frutto non poteva trovare che fron-
philosophiques et iJiéologiques de de; ma con tale azione volle ac-
M.r Arnauld sur le Traile de la cennare misteriosamente la ripro-
nature et de la grace. De in qui- vazione della sinagoga e del popolo
renda ventate libri seXj in quibus ebreo, che non avea i frutti che
mentis humanae natura disquiri- doveva possedere, di fede sincera ed
tur. Entretiens sur la metaphysi- incorrotta, e di opere buone. La
que et sur la religion. Traile de maledizione dipende soltanto da Dio,
morale^ première panie. ucl senso di mandare il male, e se
,

46 MAL MAL
in tal senso la pronunziò Geremia sone che meritano una particolare
quando disse: Malediclus homo (fui venerazione , come superiori , o i

confidit in hominem la pronunziò co- (piando esse producono scandalo


inè sacerdote e ministro immedia- come quelle dei padri e delle ma-
lo di Dio, e si protestò innanzi dri che le insegnano ai figli col lo-
haec dìcil Domiiius. Elia maledl ro esen)pio, O allorché esse sono
quelli ch'erano andati per catturar- accompagnate da notabili escande-
lo, ed Eliseo i fanciulli che lo de- scenze. Fuori di queste circostanze
ridevano, ed ebbe il suo efletto e ed altre simili, la maledizione non
fu giusta, perchè derivò ex fusto è che peccato veniale, e spesso è
perchè l'ingiuria fat-
religioni^ zelo, aftalto innocente. Dagli antichi scrit-
ta ai due profeti redundabat iti tori si raccoglie, che vi avevano
Deuin. La maledizione non è dun- maledizioni che potevano in alcun
que sempre illecita, né un peccato caso le leggi gittare o applicare
per se medesima, ma diventa tale alle persone. In appresso la male-
in ragione dell' oggetto, del fine o dizione pigliossi ancora in Italia
delle altre circostanze che l'accom- per mala influenza, e talora per
pagnano. Pronunciare delle male- esorcismo contro il demonio. Gli
dizioni contro Dio, o contro le crea- anatemi e le maledizioni lanciate
ture, qualunque esse sieno, in quan- per legge contro quelli che osava-
to che sono l'opera di Dio, è un no violare i pattio gli articoli di
peccato mortale e una bestemmia. cui si era convenuto ne' pubblici
Pronunciarne di considerabili con- trattati, trovausi sino nella più re-
tro sé stesso, o contro il prossimo, mota F. Esorcismo, A-
antichità.
coll'intenzione che avvenga il ma- N ATEMA, Bestemmia, Magia. Il Me-
le notabile che auguriamo a noi nochio nel t. II, p. Syy delle Stao'
medesimi o aglipure unaltri, è re dichiara : quanto si debba te-
peccato mortale. Ma se il male che mere la maledizione del padre e
si desidera non è considerabile o , della madre
provandolo con un
,

se essendolo, non si ha intenzione notabile esempio riferito da s. Ago-


che avvenga, ovvero se si proferi- stino.
sce la maledizione per ischerzo sol- I pagani stessi avevano ricorso
tanto, o con precipitazione, e senza alle maledizioni per impedire la

una sufficiente deliberazione, il pec- violazione delle tombe, o anche


cato allora non è che veniale. Lo l'infrazione de' palli o de* trattali.
stesso avviene quando si maledi- I romani solevano scagliare delle
cono delle creature irragionevoli, maledizioni contro i cadaveri dei
senza che queste maledizioni pos- scellerati , allorché li giudicavano
sano essere di pregiudizio al pros- per le loro nefande azioni in odio
simo; ma se esse gli apportano un agli Dei; dichiaravano infame e fu-
pregiudizio considerabile, come quan- nesta per sempre la loro memoria,
do si augura la morte di un ca* ed auguravano alle anime loro l'e-
vallo o l'incendio di una casa, al- terno bando dagli elisi, le perpe^
lora divengono mortali. Così dicasi tue pene, e le interminabili tortu-
quando le maledizioni, benché sol- re dell'Erebo. Perciò pregavano i

tanto verbali, e senza intenzione giudici infernali che li condannassero


che si verifichino, cadono sopra per- ad sedes iuipias, cioè ad abitare nel-
MAL MAL 47
J' inferno tra i malvagi. La tbrmola anatemi degeneravano in semplici
di questa solenne inaprecazione era formole , che si dicevano di stile
la seguente : Terìam matrem vosqiie della curia. Quel carattere credesi
Deos inferos precamiiì\ ut N. N. ad ancor più fortemente impresso nel-
sedes impìas damnetis. Gli ebrei le scomuniche dall' YIII al IX se-

maledicendo, spargevano all'aria o colo ; e si riconosce sensibilmente


scuotevano la polvere. Delle male- che le cagioni degli anatemi anda-
dizioni gli antichi cristiani ne fe- vano ravvicinandosi maggiormen-
cero grandissimo uso, e per la mag- te alle forme invariabili che poi
gior parte ne presero le formole furono stabilite ne' secoli XI e
ne' libri santi. Quelle maledizioni XII. Le maledizioni veggonsi nel
o imprecazioni erano ordinariamen- modo più terribile accumulate le

te terminate colla parola fìat o con une su le altre sino a s. Gre-


queJla di amen più volte ripetuta. gorio VII ( Vedi), che in grim
Col tempo però degenerarono quel- parte le soppresse. Delle benedizio-
le maledizioni , o si canibiarono ni date dai Pontefici contro le cose
nelle Scomwnche ( Vedi) che non nocive, ne parlammo nel voi. V, p.
solamente a cagione delle circostan- 77 del Dizionario.
ze de' tempi scagliarono in qual- Riporteremo qualche formola di
che secolo alcun Papa e i vescovi, maledizione, estratta dal Mabillon,
ma ancora alcuni monaci, e persi- De re diplomatica, cap. Vili, n.
no alcuni laici credevansi in diritto 12 e 17; cap. IX, n. 9; dal Ba-
di lanciarle contro coloro che at- ronio, Annal. eccl. t. XII ; e dal
taccavano i loro possedimenti o i Rinaldi, Annal. eccl. t. II; delle
documenti loro. Siffatte maledizio- quali servironsi promiscuamente i

ni, imprecazioni e minaccie si rin- Papi, i vescovi, gli abbati ed prin- i

vengono nelle bolle de' Papi a di- cipi , sebbene con quell' iscambio
fesa de* privilegi e delle proprietà di espressioni eh' esigeano la quali-
de* monasteri, de' conventi e delle tà del delitto e delle persone, e le
chiese , non che a sostegno ed a circostanze più o meno aggravanti.
tutela dei diritti pontificii. Il Ri- Si possono consultare anche in pro-
naldi all'anno 5 14, num. 24, parla posito le formole di Marcolfo lil>.
delle maledizioni e benedizioni di II, riportate dal Baluzio nel t. Il,

s. Remigio verso i re di Francia Capitidaria regum Francorum; e


buoni e cattivi. I greci non fecero il Diurno de' Pontefici romani.- I
meno uso delle maledizioni che i Regesti delle bolle di Urbano VI
latini, e se ne trovano frequenti gli del 1378, e dell'antipapa Clemen-
esempi ne' loro atti pubblici e pri- te VII insorto contro di lui, pre-
vati. Nei primi secoli Papi nelle i sentano tali maledizioni dell'uno con-
loro bolle, nei privilegi che accor- tro l'altro scambievolmente scaglia-
davano, o nelle grazie che conce- te che n'ebbe ad altamente gri-
,

devano, fecero uso d' imprecazioni dare il Muratori, riprovando quel-


contro coloro che vi si opporreb- l'uso comune a que' tempi del la-
bero, e di benedizioni per coloro grimevole e grande scisma d'occi-
che avrebbero favoreggiati i loro dente, e agii antecedenti, e così po-
disegni. Si vede però nel VI seco- co conforme alla carità e ai senti-
lo, o almeno nel YJI, che quegli menti di mansuetudine, che ci sono
-,.

4B MAL MAL
inculcati dal nostro Redentore. Che postolorum auctoritate decernimus,
che ne sia, a terrore degl' invasori nulli quoquo modo licere au-
delle proprietà ecclesiastiche, e dei ferre, ncque quo(juo modo aliena-
falsari e corrompitori de* diplomi re usurpare, ac fraudare. Si
e delle bolle, e contro i conculca- quis aulem, etc sciat se Do-
tori delle leggi civili ed ecclesiasti- mini nostri Jesu Christi atque b.
che, Fulminavano anatemi, s'im-
si Petri principis apostolorum aucto-
precavano maledizioni, si minaccia- ritate, insolubili anathematis vin-
va il giudizio di Dio subito da Da- colo innodatum esse,et a regno
tan, Core ed Abiron ingoiati vivi Dei alienatum contrarios sibi sen-
:

dalla terra; e ad incutere maggior tiens omnes eosdem sanctos mar-


spavento, aggiungevasi dovessero a- tyres, et confessores , et virgines
ver essi parte nell'eterna dannazio- Christi, et cum ipsis ante tribunal
ne, cum Satana ejusque pompisj et Dei omnipotentis in tremenda exa-
proditote Juda. Papa s. Grego-
Il minis die judicii debeat cum eisdem
rio 1 Magno del Sgo, nella costi- sanctis facere rationes. Ipsum enim
tuzione o privilegio conceduto al- judicare peto, qui est retri butor o-
l'ospedale di Aulun, scriveva : « Si mnium, prò cujus laude haec nos
quis vero regum, sacerdotum, ju- constituisse dignoscimus, ut iram
dicum, personarumque saecularium suae polentiae omnibus hujus no-
liane constitutionis paginam agno- stri apostolici consti luti transgres
scens, contra eam venire tenta ve- sionibus inferat, et insanabili ultio-
rit, potestatis honorisque sui di- nis vulnere percutiat cunctos, qui
gnitate careat, reumque se divino praedictum nostrum monasterium
judicio existere de perpetrata ini- laedere, vel quidquam ex omni-
quitate cognoscat .... Et nisi di- bus ei pertinentibus abstollere prae-
gna poenitentia illicite acta defle- sumpserint; ut sit vita eorum la-
"verit,a sacratissimo corpore et san- boriosa, et pessima, nimisque lu-
guine Dei et Domini nostri Re- gubris ; atque languentes deficiant,
demptoris Jesu Christi alienus fiat, et suorum minime consequantur
atque in aeterno examine districtae nisi veniam delictorum,
resipuerint
ultioni subjaceat". Il Pontefice s. sententiam sumentes Ananiae et
Paolo I del 757 nella costituzione Saphyrae, qui mendacii noxae, in-
o privilegio a favore del monaste- septi ante pedes apostolorum ex-
ro de' ss. Pontefici Stefano I mar- piraverunt. Gontingatque eis sicut
tire, e Silvestro I confessore, pro- Dalhan et Abiron, quosaperiens ter-
nunciò minacce e inQisse terribili ra OS suum, vivos deglutì vi t. Et
anatemi. Questo documento è ri- cum diabolo ejusque atrocissimis et
portato dalBaronio, loco citato, p. teterrimis pompis, atque cum Juda
659. *> Unde et sub terrìbilis et traditore Domini nostri Jesu Chri-
tremenda futura cavemus die ad- sti, et omnibus impiis deputati in
ventus magni Domini nostri Jesu tartareo igne, et inextinguibili in-
Christi, in qua judicaturus vivos et cendio, et in voragine chaos de-
mortuos, et saeculum per ignem, mersi cremenlur in aeternum
,
'

etiam et maximis sub anathemalis Gregorio IX del 1227, nell' epist.


interdictionibus, Domini nostri Je- 46 riportata dal Rinaldi, t. Il, p.
su Christi, et b. Petri principis a- II, pronunziò scomunica ed anate-
MAL MAL 49
ma contro vari eretici e Federico so. Gli ebrei caricavano di impre-
Il imperatore >* ex parte Dei omni- cazioni il becco Azazel avanti di
polentis Palris, et Filii, et Spiritus mandarlo nel deserto, ove doveva
Sanati, auctorilate quoque beatorum essere precipitato Questo becco .

apostolorum Petri et Pauli et no- chiamato pure capro-emissario met-


stra ". . . . Altri esenapì si possono tevasi in libertà nel giorno della
leggere in molti articoli di questo solenne Espiazione ( Vedi) presso
Dizionario^ nelle biografìe de' Pa- gli ebrei. Alcuni interpreti pensaro-

pi, come di s. Gregorio VII, In- no che Azazel o Azael fosse il no-
nocenzo IH, Innocenzo IV, ec. E me del demonio, e che rilasciato
sono poi Soliti Pontefici di prov- i il capro nel modo detto al citato
vedere alla conservazione delle loro articolo, riputavasi dato in potere
bolle, e alla esecuzione delle gra- del nemico di nostra eterna salute.
zie e privilegi accordati colla se- Secondo il comandamento di Mosè,
guente formola, che dà termine alle una donna accusata dal marito d'in-
stesse bolle. *» Nulli ergo omnino fedeltà, beveva dell'acqua detta di
hominuni liceat hanc paginam no- gelosia, sulla quale il sacerdote avea
strae ( concessionis, confìrmationis) da prima pronunziato alcune im-
infringere, vel ausu temerario con-
ei precazioni. I greci vendica vansi so-
traire. Si quis autem hoc attem- vente per mezzo d'imprecazioni dei
ptare praesumpserit, indignationem loro tiranni o dei nemici dello stato.
omnipotenlis Dei, et bb. Petri et Alcibiade subì quella pena per aver
Pauli apostolorum ejus se noverit mutilato le statue di Mercurio e
incursurum ". profanati i misteri di Cerere. 11 se-
Imprecazione, dalla parola latina nato di Atene decretò imprecazioni
imprecor^ si prende qualche volta contro Pisistrato, sotto
il cui giogo
in buon senso nella Scrittura, pei la repubblicaavea dovuto gemere
buoni augui*ii ed i voti favorevoli, per qualche tempo. Cosi gli Anfi-
raa pili di sovente pei cattivi. Le zioni per mezzo di una violenta
imprecazioni sparse ne'iibri sacri de- imprecazione contro medesimi, essi

^ -vono intendersi in uno de' quattro che equivalere poteva ad un giu-


significati che seguono, aftinché non ramento, obbligaronsi d' impedire
* -siano contrarie all'amore del pros- la coltivazione delle terre dei circi
simo. 11 primo significato è di con- e degli acragallidi, i quali spogliato
siderarle tome predizioni di ciò che avevano il tempio di Delfo. Nelle
deve accadere. Il secondo è di pren- imprecazioni, le furie e le altre di-
derle come augurii della conveKj-io- vinità che presiedevano alla vendet-
ne dei cattivi, per mezzo de'castighi ta, erano con preferenza invocale,
e delle che loro
afflizioni salutari ed i colpevoli che ad esse erano
si desiderano, locchè è permesso. Nel stati addetti con voto, sbanditi era-
terzo significato esprimono lo zelo no dalla società. Essi non parteci-
per la divina giustizia contro i pec- pavano più alle aspersioni, ne più
catori indurili ; e nel quarto non potevano fare ne' templi alcuna li-

già l'odio, ma l'orrore pei loro bazione. Espulsi dalla loro patria,
peccati. L'origine deMe imprecazio- proscritto era il loro nome anco
ni tempi più rimoli, e la
risale ai dopo la morte, a meno che otte-
credulità de^popoli ne autorizzò Tu- nuta non avessero una riabililaziot
VOI,. XLH.
5n MAI. ^\ AL
ne, la 4u;We consisteva nel sacri- orrende, con fanatismo lurono ùxl"
fizio di alcune vittime in ono- te anco da alfic ri.izif.ni.

re degli che invocati si c-


dei, MALEFl/JO. Ulnlcflcìum, fasci,
rario nelle imprecazioni, implo- num^ fnscmntio. 1) malefizio è una
rando il loro soccoi'so; ma da que- superslizìone ed una sporie di Ma-
sta grazia erano totalmente esclusi gia (
Fedi), per n»e7Zo delia quale si
i parricidi, gli omicidi e gli assas- procura del mnle al prossimo nella
sini. Dalla Grecia passò r8:so delle sua persona o nelle sue sostanze,
imprecazioni pubbliche anche a'ro- impiegando il soi^oorso «lei Demo-
mani; furono introdotte a Ro-
esse nio Fedi); Vi .sono due sorta di
(

ma sino dal piincipio della repub- nmlefiy.i; V uno serve ad infondere


blica, e vi si mantennero in uso si- l'amor profano, l'altro a nuocere al
no alla fine. A^ulerio Pubblicola con- prossimo procurandogli la inorfe, la
sacrò agli dei infernali la vita e i Oìalattia, o altri spiacevoli avveni-

beni di chiunque aspirasse alla so- menti. Entrambi questi malefizi so-
vranità. Crasso avendo fatto aggra- no peccati mortali di loro natura,
dire a Pompeo il disegno che con- giacche sono contrari alla giustizia
cepito avea d'invadere la regione ed alla religione a motivo del pat-
dei parli, malgrado la resistenza demonio. Ne segue perciò, che
to col

opposta dai pontefici, il tribuno non si possono mai as.solvere quelli


Ateio collocò nel suo passaggio che se ne servono, a meno ch'essi
un braciere con carboni ardenti, abbiano troncato ogni commercio
sul quale gettò alcimi profumi, pro- col demonio, e abbruciati i titoli

nunziando al tempo istesso una e gl'istromenli della loro colpevole


spaventevole imprecazione. Le im- arte. È permesso per dissipare un
precazioni degne
tuttavia, che piti malefizio d'impiegare rimedi na- i

furono di osservazione, e che mag- turali, come i semplici e cose simi-


f^iormente alimentarono la credu- li, ed i rimedi soprannaturali, co-
il là dei popoli, furono quelle dei me la confessione, comunione, l'ac-

padri contro i loro figliuoli. Quel- qua benedetta , le reliquie, i segni


la di Edipo riuscì troppo fune- della croce,ec; ma non è permes-
sta a Eteocle e Polinice per poter so domandare ad un fattucchiere
essere scordata; e noto è che quel- Mago o Stréga ( Fedi) la distru- ^

la diTeseo costò la vita ad Ippolito zione di un malefizio, giacche que*


ed a Teseo stesso. Le imprecazioni sto sarebbe un Cvooperare ad una
furono adoperate anche fra i galli; azione intrinsecamente cattiva; cioè
ma il pronunziarle non appartene- a 11 'it» vocazione espressa o tacrta del
-va se non clve ai druidi , e la dis- demonio per distruggeie il malefi-
obbedienza alle loro decisioni era, zio. Si può soltanto cliiedergli che

al dire di Cesare, il caso piìi fre- distrugga il malefizio con un mezzo


quente in cui le imprecazioni si a- lecito. Si possono anche abbrucia-
doperavano. Vi furono ancora ese- re i segni del malefizio, come cor-
crazioni contro i violatoli de' se- doncini, immagini, capelli, ec; an-
polcri, usate negli epilalli sì genti- zi si è in obbligo di farlo, perchè
leschi che cristiani, e ne parla il ciò è necessario onde rompere ogni
Fabretti, Inscr. XI li, cap. 2. Otu- patto col demonio, e per impedir-
ranicnU {Fedi) ed imprecazioni gli di nuocere, mcutre questa distra-
UAL MAL 5c
rione de' segni del malefi/io nun cune antipatiche, puerilmente si
porta seco alcun commercio col de- credono portare pregiudizio e nuo-
monio, f . Esorcismo. Il deliUo cere ; così gì' invidiosi , i maldi-
del malefÌ7Ìo pigliossi sovente per centi, e sififatta genie si erede pro-
malia onde si disse maiofìcialo un
,
vocatrice di disgrazie e di feno-
ammalialo, e malefico colui che cre- meni: danno certamente lo recano
devasi poter nuocere altrui con ar- se le loro calunnie trovano cre-
ti diaboliche. Malia, sono propria- denza . Da alcuno si chiamano
mente l^^arole magiche, cui si at- jellalori, e jellatura gì' ignoti a-
tribuisce la virtù di produne ef- genli de' loro malefici influssi. A
fetti meravigliosi e soprannaturali : questi si vuole attribuire il po-
però la malia è distinta dall'incan- tere di altra versare le cose di
tesimo, perchè rpiesto si faceva col chi prendono a jattare, producen-
canto e coli' aiuto del demonio, do sconcerti e pregiudizievoli con-
benché spesso si è confuso l'una col- seguenze. Quelli che credono al-
l'altro. Dicesi fascinazione il male la danno
superstiziosa jellatura le
de' piccoli fanciulli, che proviene una gran potenza, la chiamano fa-
dal vedere oggetti a loro spavente- tale ed orrenda, e ne stabiliscono
voli, che altjiu)enti si dice male moki distintivi per evitarla e pre-
d' occhio , e pigliasi anclie per ogni servarsene. Diversi autori ne scris-
sorte di malia, a che assai ere- sero a favore, come Nicola Vallet-
devatio un tempo e meno oggi- ta alla sua Cicalata sul fascino
dì le donnicciuole. Nel Diziona- detto volgarmente jcttatiira, il qua-
710 ntilologìco, air articolo y^Jfa- le divise la jellatura in patente
scinatnento si legge , che le don- ed occulta, morale e fìsica. In Na-
ne more che abitano nel deserto poli stampò si tale libro, ed ivi
di Zara in Africa, s'immaginano pure nel 1788 si stampò di Fio-
che sienvi delle persone il di cui renio Salaminio, Capricci sulla
semplice sguardo nuoca ai loro jcttatiira. Questi ed altri insegna-
fanciulli, cagioniloro la morte o no i tanti preservativi contro la jet-
qualche pericolosa malattia. Questa latura, chiamano parajettatu-
e li

idea superstiziosa, famigliare agli re, quasi altrettanti parafulmini. Ta-


antichi romani, trovasi ancora in li pretesi preservativi .sono princi-
Europa presso i moderni. 11 dotto palmente l'erbe artemisia, la mille
cav. Michele Ardili stampò in Na- foglie, l'ortica, là ruta; i ri tagfi del-
poli nel 182 5: Il fascino e Va- le unghie incorporate colla cera ;

mulelo dfgli antichi. i nocciuoli del dattilo; il diamante


Gli scrillori moderni si sforzano legato sulla carne al braccio sini-
togliere qualunque credito ai ma- stro ; il mostrare i denti; il canto;
lefizi o agli incantesimi, e dichiara- e forse più di tutti il corno, per
^^ no falsissimo che l'occhio, ed il cui questo espone nelle case, nel-
si

^i male occhio o cattivo occhio, ed le botteghe, si porla in dosso negli


occhio malefico sia stalo antica- ornamenti, quindi si fanno le cor-
menle riguardato da tutti come na colle dita indice e piccolo, ov-
l'organo del malefizio. Sotto l'em- vero si pone il pollice ritto ^otto
blema dell'occhio s'intendono cer- l'indice. I savi e gli ecclesiastici
te persone che rilenendosi da al- non mancarono colla voce e co-
52 MAL MAL
gli scrini di riprovare il potere della chezze. I demonografi contano mol-
jettatura^ e quello dei supposti pre- te altre specie di fascinazione, come
dicendo essere veramente
servativi, i filtri, le legature; gl'incantesimi
umiliante per un cristiano, e de- che si danno
una bevanda o in
in
gradante per qualunque persona una vivanda, quelli che si fanno
civilizzata, e molto più in questo per mezzo del fiiUo o della insuf-
decantato secolo di lumi, il conti- flazione ossia trasmissione del pro-
nuare a credervi e seguire tante prio fiato in altrui, ec; delle qua-
follie. li però si dice che la maggior par-
Tra le diverse specie di malefl- te debbono riferirsi ai veleni, cioè
lì avvi anco la legatura o l'incan- all' azione naturale di alcune so-
tesimo dei maritati; è questo un stanze velenose. 11 filtro propria-
inalefìzio con cui si pretende che mente d'una malia o fattura
dicesi
s'impedisca altrui la consumazione fatta per via di beveraggio, o altra
del matrimonio. Anche il p. Le droga, che si supponeva ne'tempi
Brun , nella sua Storia crìtica del- d'ignoranza avere virtù d' indurre
ie pratiche superstiziose , dice che ad amare.
\i fossero dei fascinatori de 'matri- MALESECo MALOSICCO Gui-
moni. La Chiesa l'ha sempre ripro- DO, Cardinale. Guido de Mal esce
vato, dal che ne deriva che tutti o Malosicco o Malassiete, feudo
ì prescrivono preghiere e
rituali della nobilissima sua casa, nella
benedizioni contro questa sorte di diocesi di Toul, o come altri di-
malefìzi, e fulminano anatema con- cono de' signori o Ca-
di Chaliis
tro quelli che li fanno. I soli mezzi stroluce, consanguineo del Papa Gre-
permessi per distruggere la legatura gorio XI, dottore in gius canonico,
o l'incantamento dei maritati, sono uomo per virtù e dottrina chiaris-
l'uso dei sacramenti della penitenza simo , fu arcidiacono di Corbara
e dell'Eucaristia, le preghiere, i di- nella chiesa di JVarbona, accolito
giuni, gli esorcismi, e simili. La e cappellano pontificio, nel 187 (

Chiesa inoltre vietò 1'


uso degli A- fatto vescovo di Lode ve, donde
miileti (J^edi) che gli antichi re- nell'anno seguente fu successiva-
putavano preservativo contro le ma- mente trasferito alle chiese di Bé-
lattie e i malefìzi ; come pure proi- ziers e di Poitiers coll'amministra-
bì le Filalterie { Fedi). Si sparse- zione ciré ne ottenne. Inoltre il

ro nel Levante ed anche sulle co- medesimo Papa a' 2 dicembre 1

ste dell'Adriatico alcune femmine 1875 lo creò cardinale prete del


greche, reputate dagl'ignoranti ma- titolo di s. Croce in Gerusalemme.
liarde, le qualicon erbe secche, e Nello scisma dell'antipapa Clemen-
con una specie di filatterii o stri- te VII ne seguì le parti abbando*
sele di pergamene scritte con ca- nando Urbano VI. 11 pseudo Pon-
ratteri greci, vantavansi di operare tefice lo spedì in Inghilterra al re
cose straordinarie, e specialmente Riccardo II, a fine di guadagnarlo
di eccitare e mantenere passioni al suo partito, ma indarno, e poi
amorose, cosiccbè l'amante non po- nelle Fiandre e nel Biabante, fa-
tesse abbandonare la donna amata, cendolo nel i383 vescovo di Pa«
finche trova vasi nella sfera d* azione lestrina. Neil' autipontificato di Be-
di quelle fattucchierie e simili scioc- nedetto XIII, ravvedutosi dell'erro-
MAL MAL 53
re, si concìiisse nel 14^9 al con- ed un vasto edifizio chiamalo il

cilio di Pisa , cui presiedè come Beguinage, il quale serve di asilo a


il cardinale più antico, essendo quasi 5oo vedove o vecchie fem-
stalo riconosciuto nelle dignità, ciò mine. Malines possiede un collegio,
che pur fece Alessandro V ivi e- un'accademia di disegno e pittura,
letto, all'elezione del quale concor- una società di belle arti, ed altri
se. JVel medesimo anno fu fatto scientifici stabilimenti. A' 4 novem-
vescovo di Agde, e Giovanni XXIII bre 1834 si fece l'apertura solenne
lo spedi legato nelle Gailie, ciò che della nuova università cattolica di
nega il Mori vecchissimo
Baluzio. Malines, con celebrazione di messa
in Parigi nel i4ii o i4'2, e ri- nella cattedrale ^ in cui dopo l'e-
mase sepolto nella chiesa de'dome- vangelo il rettore dell' università
nicani, con una magnifica e lun- De Rara pronunziò in latino ana-
ga iscrizione, la quale fìssa l'epo- logo discorso; dipoi nel i835 l'u-
oa della morte al i/^ii, al dir del niversità fu trasferita a Lovanio,
Ciacconio, che poi la stabilì nel della quale terremo parola all'ar-
i4'2. ticolo Università'. Vi sono nella
MALINES (niecJdinen). Cìtih con città molte fabbriche, massime di
residenza arcivescovile del regno del merletti rinomatissimi graa e di
Delgio, nella provincia di Anversa, prezzo, di trine, stoffe di lana, da-
dalla quale è distante cinque leghe maschi, tappeti, tele dipinte ec. Coi
e dalla capitale Brusselles quattro, mezzo della Dyle, ove la marea si
capoluogo di circondario e di can- fa sentire sino ad una lega al di
tone, in una pianura fertile, sulla sopra di Malines, questa città ri-
Dyle o Tyle, che la divide in d^je ceve navigli assai grandi , e fa un
parti, e sul canale di Lovanio. E commercio attivissimo. È patria di
sede di un tribunale di prima istan- molti uomini illustri, come di Gio-
za, e residenza di un comandante vanni Boi e Michele Coxie pittori;
di piazza di terza classe. Assai be- di Roberto Dodoens botanico e me-
ne fabbricata, in generale però vi dico degli imperatori Massimiliano
si osserva un gusto antico. Le stra- Il e Rodolfo II; del giureconsulto
de sono larghe e ben lastricate, e Wan-der-Zype, meglio conosciuto,
r uso di dipingere le case dà loro col nome latino di Zypaeus j e
un'aria di freschezza e di politez- dell' elegante scrittore Cristoforo
t:a. La piazza d'armi e quella del Longueil. Questa città nomina cin-
mercato sono spaziose e regolar- que membri agli stati della pro-
mente fài)!MÌcate. Sì osserva tra i vincia, e conta più di 20,000 abi-
pubblici edilizi la cattedrale, la cui tanti.
torre ha 348 piedi di altezza e rin- JVon si conosce in un modo pre-
chiude un campanile con uno stu- ciso l'epoca della fondazione di Ma-
pendo concerto campane; la chie-
di lines,che fu chiamata nelle antiche'
s<ì della Madonna di Hanswyck; cronache Malinae, Maglinia e Me-
tjuella del così detto Beguinage ; la chlinia, ed in fiammingo Meche-
fu chiesa de' gesuiti; il palazzo ve- len. Sembra essere stata nel VI
scovile e quello della città; l'arse- secolo capoluogo di una signoria
il

nale in cui evvi una fonderia di can- che Pipino re di Francia diede nel
noni; il convento de' francescani, 754 al conte Adone suo parente ;

\
,

^4 MAL MAL
che i vescovi di Liegi la possecles \nmonle dai francesi
nel 1792, la
seio in seguilo , e che fosse loro perdettero nel 1793, e vi rientra-
confermalo un tal possesso nel 910 rono nel 1794- H governo frafjce-
da Cario ìli il Seni plica. Ebhe so- se fece distri»ggcre le forliiicnzioni
vrani particolari sino al 1 336 in nel 1804 e divenne sotto l'impe-
cui si mise in libertà, e dopo aver ro il capoluogo di ini circondario
appartenuto a diversi altri principi, r\A dipartimento disile Due^ethes.
passò nella casa Borgogna nel
di ]N'(*l iSi4 fece p.ute del ,iegno dei
1462 pel matrimonio di Marghe- Paesi-Bassi, e Hnahnente nel i83[
rita di Brabanle con Filippo l'Ar- fu compresa nel nuovo regno del
dilo ; ma Filippo il Buono la di- Belgio.
vise dai suoi altri dominii, per far- Il vangelo fu predicalo a Mali-
lìe una delle XVII provincia dei nes da s. Ronioldo, che associossi
Paesi-Bassi. Malines non era nel alle fatiche apostoliche s. AYillibror-
secolo IX che una riunione di ca- do, e fu consagrato vescovo regio-
panne e di casolari, presso cui esi- nario, cioè senza sede stabile. Egli
steva un monastero ove s. Romol- era anglo sassone, non scozzese, ed
do o Romboldo solhì il martirio, ni più allevato iti qualche mona-
e che fu dotato in seguito da Not- stero Ira gli scozzesi d' Irlanda, per
ger vescovo di Liegi. Dopo essere cui alcuni lo credettero vescovo di
stata distrutta dai '
normanni nel- Dublino. Fondò in Malines un mo-
V 884, questa città fu rifabbricata nastero , che divenne in seguito
neir 897 e cinta di bastioni nel una collegiata sotto la sua invoca-
930. Soffrì molli incendi , il più zione, perchè vi fu deposto il suo
terribile de* quali occasionato dalla corpo dopo il martirio dal conte
folgore che cadde sopra un ma- Adone onde Malines lo
, ritiene
gazzino di polvere, fu quello del come patrono ed apostolo. Tale
1546, per cui provò perdite gra- chiesa restò dipendente all'arcive-
vissime, e rimasero morte o ferite scovato di C>ambray sino al 15^9,
più di 800 persone. Fu anche, dan- benché Malines appartenesse alla
neggiata per gli straripamenti della diocesi di Liegi. Ad istanza di Fi-
Dyle, e molto più per la peste ad lippo li re di Spagna, sovrano delle
epoche diversa e principalmente ne- F'iaiidre, il Pontefice Paolo IV colla
gli anni 1182, i3i5, i4oo, i438, bolla Super Ec-
Universas orìns
1578, 1598. Gli spagnuoli la sac- clesins, de' 10maggio 1659, Bull.
cheggiarono nel 1572, onde punir- Rom. t. IV, par. I, p. 359, eresse
la del suo attaccamento al princi- la chiesa di Malines in metropoli-
pe d' Grange, e lo fu anche nel tana, e per diocesi assegnò diecisetto
1578 dalle truppe dello stesso prin- terre, con un territorio lungo ses-
cipe, e nel i58o dai colonnelli in- santatre miglia, e trenta largo, e
glesi Norris Tympel.
ed Oliviero per mensa annui ducati d'oro cin-
Dopo essere «tata abbandonata dai quemila dalle decime, e tremila da
francesi, si arrese a Marlborough somministrarsi dai re di Spagna
n^l 1706; i francesi la ripresero ai quali concesse la nomina del-
nel 1746, e la resero all' Austria l'arcivescovo. Per suffraganei sta-
nei 1748,
conseguenza del trat-
in bilì i vescovati di Ruremonda, Bois-
tato di Aquisgrana. Ripresa nuo- le-Duc, Anversa, Bruges, Gand, ed
MAL 5S
Ypres, divenendo poi primate dei ministero, prendendo ad esempio
Paesi- Bassi. primo arcivescovo
11 lo zelo de' primi apostoli della fe-
di Malines celebre Antonio
fu il morì nel 1689. All'arcive-
de, e
Pei'ienot Granvela, nominato nel scovo Lamberto Guglielmo scrisse
i56o, che nel i56i creò cardina- Clemente XI nel lyoS, lodandolo
le Pio IV, chiesa the abdicò nel per lo zelo che mostrava contro il
i582. Suo successore fu Giovanni giansenismo; quindi nel 1707 or-
Hauchin, le cui dolci ed affabili «ua- dinò air arcivescovo ed ai suffra-
niere lo resero caro a tutta l'arci- gane, che sotto gravi pene ordi-
diocesi ; soffrì pazientemente ogni nassero ai superiori ecclesiastici se-
violenza usala contro di lui dai ne- colari e regolari di non riceven*
mici della religione cattolica, dopo ne' luoghi sacri ed immuni per lo
che i Paesi Eassi si ribellarono a spazio di un anno soldati
i diser-
Filippo né trascurò inai
li, dò- i tori ed i rei di qualunque delitto;
veli diun buon pastore, morendo ingiuiizione che prorogò poi ad un
nel 1589. Gli successe il cardinal altro anno, ciò che rinnovò ancora.
Guglielmo Alano o Alain, uomo Al medesimo arcivescovo Clemente
di raro merito e di ardentissimo XI nel 1708 diresse le sue lodi, e
zelo per la religione, che Sisto V con apostolica fermezza lo difese
tenne presso di se lioma per
in contro il consiglio del Brabante, il

giovarsi de' suoi consigli, e moiì quale avea con pubblico editto pre-
nel i594- Era slato designato per so a proteggere il sacerdote Wand-
terzo arcivescovo di Malines Levino Nesse giansenista refrattario, che dal
Torrentius Van der Beken di Gand prelato era slato scomunicalo, e dal
arcidiacono del Brabaiile, vicario Papa dichiaralo incorso nelle cen-
generule del vescovo principe di sure ecclesiastiche, annullaìido quan-
Liegi, secondo vescovo di Anversa, to erasi operato dal consiglio con-
nella cui cattedrale è sepolto , es- tro r autorità dell'arcivescovo.
sendo morto a Brusselles a' 25 a- Clemente XI nel 17 16 fece ar-
prile iSga. Egli fondò il collegio civescovo di Malines Tommaso Fi-
de'gesuiti presso Lovanio, e sosten- lippo d'Alsazia, de' conti di Bous-
ne l'uflizio ambasciatore pel ve-
di su principi di Chiaiay, che nel i 7 19
scovo di Liegi, siccome chiaro pei creò cardinale; governò l' arcidio-
suoi meriti. Tra i di lui successori cesi con vero zelo ed esemplare pie-
nomineremo, Mattia Van den Hove, tà, e morì nel i'j5(). Maria Tere-
consagrato nel iSqG, prelato di- sa imperatrice regina nominò suc-
stinto pei suoi lunji, per la sua li- cessore Giovanni Enrico Franckem-
beralità e per aver ristabilitala berg, e Clemente XIII lo preconiz-
disciplina ecclesiastica e regolare, zò nel concistoro de' 28 maggio
terminando di vivere nel màggio 1759: governò con gran pruden-
1620. Giacomo Boonen, encomiato za, affabilità e disinteresse, onde si
per le sue virtù e per la carità cattivò l'ammirazione de' suoi dio-
verso ipoveri, che morì nel i655. cesani, per cui Pio VI nel 1778
Alfonso di Berghes, dell' illustre fa- lo creò cardinale. Nel Ball, de
miglia de' duchi di Brabante, con- Prop. fiele, t.IV, pag. 267, si ri-

sagralo nel 1671, nulla trascurò porta la risposta che Pio VI ai


per adempiere ai doveri del suo i3 lugho 1782 diresse al cardi-
9 , ,

tè MAL MAL
naie sui matrimoni misti, che ri- sua morte Gregorio XVI nel con-
prova, come avea fatto col suo pre- cistoro de' 24 liibbraio i83i pie
decessore Benedetto XIV; tultavol- cgnizzò V attuale arcivescovo En-
ta prescrive i modi come potranno gelberto Sterckx di Ophem diocesi
permettersi. Alla biografia del car- di Malines, professore di teologia
dinale narrammo le rimostranze da nel seminario, canonico della me-
lui fatte a Giuseppe II sulle rifor- tropolitana e parroco, non che vi-
me religiose introdotte ne' Paesi- cario generale del predecessore. Di-
Bassi, per cui scoppiò quella rivo- poi in quello de* i3 settembre i838
luzione di cui facemmo parola an- il Papa lo creò cardinale dell'ordi-
che all'articolo Germania. Il cair- ne de' preti, conferendogli per ti-

dinale si ritirò nel territorio olan- tolo la chiesa di s. Bartolomeo al-


dese per ben due volte, e dai fran- l'Isola, essendosi perciò portato in
cesi fu deportato ad Emmerick Roma. Nell'allocuzione, Cuni in ho-
rtientre l'arcidiocesi molto solhì. Ri- noribus Inbuendis , dal Pontefice
nunziò l'arcivescovato nel 1801, e pronunziata nel crearlo cardinale
morì nel 1804. Pel concordato da encomiò gì' insigni suoi meriti e le
Pio VII conchiuso colla Francia benemerenze verso la chiesa belgi-
nel 180 1, ebbe luogo una nuova ca, sia per Io zelo pei sani studi,
circoscrizione di diocesi mediante , sia per la salute delle anime, non
la bolla Qui Christi Domìni, de* che pel fiorentissimp suo seminario
2
novembre 1801, Bull. Rom. Con- e pei luoghi d' istruzione de* poveri
tinuatio XI, p. 24^-
t. Confermò d'arabo i sessi, per aver cooperato
la dignità metropolitana di Maii- alla ripristinazione dell'università di
nes, e dichiarò suffraganei i vesco- Lovanio, per la sua pietà, dottri-
"vati di TournayGand, Namur,
, na, prudenza, mansuetudine, e fi-

Liegi, Aquisgrana, Treveri e Ma- nalmente per godere l'estimazione


gonza, i due ultimi già sedi arci- del clero, del popolo e del re del
vescovili ed elettori del sacro ro- Belgio.
mano impero. Essendo prima state Al presente l'arcivescovato di Ma-
soppresse con tutte le prerogative lines ha per suffraganei i vescovi
di dignità, le sedi vescovili, arci- di Tournay, Gand, Namur, Liegi
vescovili e primaziali, Pio VII non e Bruges. La metropolitana è de-
fece parola nella della bolla del ti- dicata a Dio sotto l'invocazione tli

tolo di primate del Belgio all'arci- s. Romoldo vescovo e martire, il

vescovo di Malines. NuUadimeno dal cui corpo ivi si venera con altre
i8or gli arcivescovi hanno conti- reliquie. Questa cattedrale di goti-
nuato a portarlo, quindi la santa ca ed ottima struttura ha il ca-
Sede lo permise all'odierno arcive- pitolo senza alcuna dignità, e si com-
scovo. Dipoi Pio VII nel concisto- pone di dodici canonici, comprese
ro de*. 1 4 aprile 1802 preconizzò le due prebende teologale e peni-
arcivescovo Giovanni Armando Ro- tenziaria, di alcuni canonici ono-
quelaure, nato in Roquelaure, ed rari e di molli preti e chierici in-
in quello de' 28 luglio del 18 17 servienti ai divini ufllzi. 11 parro-
dichiarò arcivescovo Francesco An- co della cattedrale lo nomina l'ar-

tonio de* principi di Mean, trasla- civescovo, ed in essa evvi il batti-

tondolo dalla chiesa di Liegi. Per sterio. Presso la cattedrale vi è Te-


MAL MAL 5j
piscopio. VI sono inoltre nella cit- e divozione alla santa Sede, e alla
tà altre sei chiese panoccliiali,. in madre di tutte le chiese, e forme-
ognuna delle quali vi è il fonte ranno un nuovo legame fra il Bel-
Jjattesimale , cinque monasteri di gio e l'alma Roma centro delle
monache, un conservatorio, alcune scienze ecclesiastiche. 11 lodevole pro-
confraternite, l'ospedale, il monte getto di questo collegio fu propo-.
di pietà, ed un amplissimo semi- sto ai vescovi del Belgio dall' otti-
nario. L'arcidiocesi di Malines si mo ecclesiastico monsignor Pietro
estende su venti leghe in larghez- Giuseppe Aerts cameiiere d'onore
za, e quindiciin lunghezza com- ,
del Papa Gregorio XVI e di quel-
prendendo le Provincie d'Anversa lo regnante, canonico onoiarioe
e del Brabante meridionale, e con- della metropolitana di Malines, che
tenente diverse illustri città e luo- da parecchi anni abitava in Ro-
ghi, con più di seicento parrocchie. ma. Nell'adunanza che fecero que-
1 frutti della mensa sono tassati sti prelati a Malines li 3o lu-
ne' libri della cancelleria apostolica glio 1844 approvarono il progetto
in fiorini 1666, e le rendile annue caldamente appoggiato dal cardi-
le somministra l'erario pnbbliro, nale Sterckx presidente dell'assem-
cioè 10,000 fiorini. Ora passeremo blea. I prelati pertanto deliberaro-
a parlare del Collegio ecclesiastico no d'istituire il collegio a spese lo-
Belgico istituito in Roma nel i844) ro comuni, pregarono il medesimo
e di cui fu il principal fondatore il cardinale arcivescovo di domandar-
lodato cardinal Slerckx. ne r opportuna autorizzazione del
Questo colle;.MO è destinato ai Pontefice , ed incaricarono mon-
giovani preti delle diverse diocesi signor Aerts dell' organizzazione di
del Belgio, che hanno terminato col detto stabilimento, del quale egli
più gran successo i loro studi teo- fu primo superiore col titolo di
il

logici nei seminari diocesani e nel- presidente. Il santo Padre Gregorio


l'università dì Lqvanio, e che han- XVI approvò colle parole più lusin-
no ottenuta una distinzione e gradi ghiere il progetto, ed autorizzò l'isti-

nella teologia o nel diritto canoni- tuzione colla sua lettera o breve,
co. Essi sono mandati a Roma e Summa quideni animi nostri laeti-
mantenuti nel collegio a spese dei tiaj de' 7 dicembre i844 j ludi-
rispettabili vescovi del Belgio per rizzata al cardinal arcivescovo di
perfezionarvisi vieppiù nelle scienze Malines. Il collegio ecclesiastico bel-
ecclesiastiche.Frequentano in Ro- gico fuquintli piovvisoriamente col-
ma accademie teologiche, lo stu-
le locato nel locale contiguo alla re-
dio della Congregazione del conci- gia chiesa di s. Giuliano dei belgi,
lio {f^edr), quello della Congrega- di cui parlammo all'articolo Fian-
zione da' vescovi e regolari (l^e- dra (Vedi). Fu il collegio dipoi
di) , ec. . Vi studiano nella fonte formalmente approvalo per decreto
stessa i sani principii, i costumi, la della sacra congregazione degli sludi,
pratica della curia romana. Queste ilprimo aprile i845, e ai 4 di tal
cognizioni nel loro ritorno in pa- mese il detto Papa nominò in pro-
tria, diffondendosi per essi fra l'ec- tettore cardinal Giuseppe JVIez-
il

cellente clero bijlgico, lo conli^nine- zofanti, che prese formale possesso


ranno ancor più nell' attuccamenlo li 19 giugno dell' istesso anno, nel
,

58 MAL MAL
detto locale o\*eia stalo eretto 11 tare maggiore rappresentava la sa-
trono. Nel 184^ in Malines coi tipi cra Famiglia. Pietro Nelli dipinse le
eli Ilanicq si pubblicò l'opuscolo lunette sopra gli altari laterali , e
ili tir ola lo Notive sur le collega
: la Madonna del Carmine nella cor-
i'cclésiasiìque Bcl^e inslìuié à Ro- nice della cupoletta è di Odoardo
vie par NN. SS. les évcques da Vicinelli, come abbiamo da Filip-
Belgique^ avec C ctpprohalion de No- po Ti li. Descrizione delle piUure ec.
tre Saint Pere le Pape Gregoire in Roma p. 3o[. Egli, ed il Ve-
XP'I. ìli esso sono riportate pure nuti, Roma moderna p. i5q, dico-
le lettere del cardinale al Papa no , che prima eravi
un quadro
de' 10 ottobre i844> i' citato breve del Barocci che il Re- vi efìigiò

pontifìcio, e il discorso pronunziato dentore che appare alla Maddale-


dal nominato monsignor presidente, na : il quadro passò in potere del
cui rispose il cardinale con breve cardinal Neri Corsini. Il collegio
allocuzione. Nell'anno poi 1846 il belgico nel 1846 ha restaurato la
collegio fu trasferito nel locale dei chiesa e il monastero riducendolo
ss. Gioacchino ed Anna al Quiri- a collegio. Sulla porta del collegio
nale, chei vescovi del Belgio ave- si legge questa iscrizione : Collegiuni
\ano acquistato a tale effetto dai ecclesiasticuni Belgicum. In occa-
religiosi contigui trinitari riformati sione del conclave per l'elezione di
del riscatto, i quali lo aveano acqui- PioIX, essendosi il cardinal Sterckx
stalo dalle monache Adoratrici perpe- portalo in Roma, ha potuto ammi-
tue del divin Sagramenlo (Fedi). rare i progressi del collegio, che
Questo piccolo monastero e chiesa ac- onorò di sua presenza.
quistati dai belgi sonò situati presso
le quattro foutune ed il quadrivio Concila di Malines.
della strada; vennero edificati nel
1608 dai religiosi carmelilani scalzi 11 primo fu tenuto in giugno
di Spagna, al dite del Martinelli, 1^70, ed è provinciale. Venne pre-
Roma ex ethnica sacra pag. 60, sieduto da Martino Rylhou vesco-
per un ospizio dell'ordine in Ro- vo d' Ypres, in nome del cardinal
ma; e dipoi i religiosi trinitari ri- Perrenot di Granvela arcivescovo
formati del riscatto spagnuoli nel di Malines. Vi furono condannate
1640 vi fabbricarono contiguo il le eresie, e si accettarono i decreti
convento e chiesa di s. Carlo. Pio del concilio di Trento. Fu prescrit-
y\\ assegnò la piccola ma grazio- to a' vescovi di non ammettere nes-

sa chiesa de' ss. Gioacchino ed An- suna professione di fede, che non
na, di forma ettagona, coll'annesso fosse interamente conforme a quel-
monastero od ospizio alle noQìina- la assegnata dal concilio. Si decre-
te monache adoratrici, che ave;Mio tò che i vescovi visiterebbero le
acquistato i due edifizi nel 1807 chiese delle loro diocesi anche e-
dalla procura dei leresiani, e che vi senti. Si trattò eziandio del batte-
rimasero sino al i838, epoca in simo, della promozione agli ordini,
cui passarono all'altro vicino mo- della celebrazione delle feste, del
nastero di Maria Maddalena del-
s. dovere dei vescovi, della residenza,
le domenicane, concesso loro dal della vita e dei costumi de' chic-
Papa Gregorio XYI. Il quadro dell'al- liei , dei seminari , dei catechismi
,

MAL MAL 59
dei leligiosi e delle religiose, e fu metropoli di Tarso, eretta nel V
promessa obbedienza alla santa Se- ^»eculo, presso il fiume Piramo, ce-
de. Tutte queste materie furono lebrala da diversi geografi. Ne fu-
divise in nove capitoli. Labbé t. rono vescovi, Bemazio che assisletr
XV ; Arduino t. X ; Diz. de con- te al concilio di Antiochia, sotta
cilìì. Melezio nel 377. Valentino trovossi
Il secondo fu tenuto a Lovanio al concilio generale d'Efeso, dove

sopra la disciplina, nel 1 574- Mar- unitamente ad altri vescovi procu-


lene in Tìwsaiir. t. IV. rò d' impedire che Cirillo di Ales-
Il terzo nel 1607, cui presie- sandria facesse l'apertura del me-
dette l'arcivescovo Mattia, e vi assi- desimo concilio prima dell'arrivo
stettero sei vescovi suffraganei. Ven- di Giovanni Antiocheno, ed appro-

titré furono i capitoli stabiliti re- vò tutto quello che gli orientali
lativamente alla fede ed al mudo fecero a favore di Neslorio, tiia di-
di' conservarla ; ai sagramenli in chiarossi in seguito n^l concilio di
generale ed a ciascuno di essi in Tarso per 1' unione della chiesa o-
particolare; alle indulgenze, agli rientale con quella d'Alessandria;
ordinandi, ai matrimoni, alle feste Crisippo assistette e sottoscrisse al
ed ai digiuni ; alle reliquie ed alle concilio di Calcedonia; Attalo sot-
immagini ; agli esorcisti, ai vescovi toscrisse al decreto sinodico di Gen-
ed ai loro doveri ; ai parrocchi nadio palrlarca di Costantinopoli
agli ecclesiastici in generale ed ai contro sin)oniaci;
i Cosma che
e
benefìzi ; alle scuole pubblicbe, ai sottoscrisse il quinto concilio gene-
seminari, ai monaci ed alle mona- rale. Oriens christ. t, II, p. 884.
che; alle immunità ecclesiastiche Al presente Mallo, Mallcn, è uà
ed ai sinodi provinciali. Regia t. titolo vescovile in partibus che con-
XXXVI; Labbé t. XV; Arduino ferisce la simta Sede, sotto l'arcive-
t. X. scovato pure in pai tibus A\Tòy9,o. Il

MALLO, Mallus. Sede vescovile Pontefice Gregorio XVI a' 3 giu-


della provincia di Pisidia, nell'esar- gno i836 lo diede a monsignor
cato d'Asia, sotto la metropoli di Gio. Battista Pallegoix, come dicem-
Antiochia, eretta nel V secolo: fu mo nel voi. XXXIV, p. 25o dei
chiamata pure Mallena e Malle- Dizionario.
nopolis. ]Ne furono vescovi, Attalo MALO' (s. ) o Saint- Malo,
che sottoscrisse la lettera dei ve- Macloviuni . Città vescovile di
scovi di Pisidia all'imperatore Leo- Francia, nel dipartimento d'IUe-et-
ne, relativa all'assassinamento di s. Vilaine , capoluogo di circondario
Protero di Alessandria, ed al de- e di cantone nella Bretagna mino-
creto di Gennadio di Costantino- re, distante ottantanove leghe da
poli contro i simoniaci; Cosimo che Parigi, situata sopra una roccia,
trovossi al quinto concilio generale; in mezzo alla penisola Aaron, cir-
e Sisinnio che sottoscrisse i canoni condata dal mare Britannico, ed
fr in Trullo. Oriens christ. l. I, pag. unita al continente pel Sillon, ar-
io56. gine o lingua di terra strettissima,
MALLO, Mallus o Mallos. Se- e presso la riva destra della Ran-
de vescovile della prima Cilicia, nel ce. Il porto, situato fra Sillan, la
patriarcato di Antiochia, sotto la città ed il continente, è vasto, co-

I
Po MAL MAL
modo, sìcnro ed assai imporlanle, sca del merluzzo e delle balene;
ma di diilìcile approdo perchè l'in- ed il grande e piccolo cabottaggio
gresso n' è ristretto e sparso di sco- sono quivi molto animati. E patria
gli e di bassi fondi; i vascelli vi di molti uomini illustri, e fra gli
restano a secco a bassa marea, ma altri di celebri navigatori e gran-

nelle grandi V acqua s' innalza a di uomini di mare: quivi nac-


45 piedi. La rada che sta all'ovest quero Maupertuis, de Lamethrie,
di s. Malo, e nella quale sbocca labbate Trublet, il rinomato ma-
la Rance, è altresì seminata di rino Dugnay-Trouin , e Giacomo
numerose roccie che si estendono Cartier scuopritore del Canada nel
assai lunge ; essa è difesa da cin- i534j de-la-Bourdonnaye, ec. Gli
que forti, de' quali più impor- i abitanti sono considerali come i
tanti sono quello della Conchée, migliori armatori di Francia ed
costrutto da Vauban, e l'altro del- eccellenti marinari; essi nel 1622
l'isola Harbour. S. Malo è cinta da armarono a loro spese ventidue ba-
raura con bastioni, e difesa al nord stimenti e portarono dei soccorsi al
da un castello fortificato, eretto duca di Guisa^ contro la Rochelle.
per ordine della duchessa Anna; Nel 17 11 il corpo dei commercian-
la parte della città che riguarda ti diede a Luigi XIV trenta mi-
questo castello è costrutta rego- lioni di franchi per sostenere la
larmente, come pure tutta quella guerra.
che sta in faccia della porta di Gli abitanti di Aletum, città che
Dinan; ma il restante è poco os- rimpiazza s. Servan presso e al sud
servabile. I principali pubblici edi- di s. Malo, forse per essere spesso
fizi sono la cattedrale, il palazzo esposti agli attacchi dei pirati, si
comunale, l'antico palazzo vescovile ritirarono sulla roccia di Aaron, e
ed il teatro. Vi sono due chiese, vi fondarono neh' Vili secolo una
un ospedale, un ospìzio per gli e- città a cui diedero il nome di s.
sposti, un collegio comunale, una Malo o Maclovio loro vescovo, per
scuola gratuita di navigazione, una cui fu chiamata 71f<2c/o/7o//5 e il/<2c/o-
di disegno, una borsa, e dei bel- viopolis. Essendo stata distrutta A-
lissimi Vi so-
passeggi sui bastioni. leth, Anna di Bretagna fortificò
no i prima istanza e
tribunali di l'isola di s. Malo. Gli inglesi la
di commercio, una conservazione bombardarono negli anni 1693 e
delle ipoteche, una direzione delle 1695, ma furono costretti di riti-
dogane e di artiglieria, una came- rarsi; nel 17 58 essi discesero nel-
la consultiva di commercio ed un la baia di Caneale e si portarono
tesoriere della marina Vi sono . sopra s. Malo, ma tutti i loro sfor-
canlieri di costruzione pei navigli, si non produssero che l'incendio di
ed una reale fabbrica di tabacco, molte navi e di magazzini mer-
Quantunque questa città non abbia cantili. Questa città fu la culla
alcuna comunicazione coli' interno della compagnia dell' Indie. E co-
per mezzo di riviere navigabili ,
gnita la singolare pattuglia che fa-
però l'attività é l'industria de' suoi ceva un tempo attorno di s. Malo
abitanti mantengono un attivo
\i un certo numero di grossi cani fe-
commcrclo. Vi si fanno grandi i roci, che si ponevano in libertà al
armamenti per l'Indie, per la pe- principio della notte.
MAL MAL 6t
La fede fu predicala in Alelh Dinano Monfort, che valoroso si
di
presso questo luogo nel V secolo da difese contro gì' inglesi, e Marti-
s. IMaclovio o Maculo signore bre- no V lo creò cardinale. XLIV ve-
tone, dopo essere stalo ritirato nel- scovo fu il b. Lodovico cardinale
l'isoletta in cui menava sua vita un Alamand arcivescovo d'Arles. Pie-
santo romito per nome Aaron o tro de Lavai fu trasferito all'ar-
Aronne, ove poi fu fabbricato un civescovato di Reims. Nel 1490
monastero e la eli là di s. Malo. divenne vescovo Guglielmo B risso-
Divenuto s. Maclovio nel VI seco- net, che Alessandro VI creò car-
lo vescovo di Alelh, ch'era distan- dinale, e lo successe il figlio Dio-
te una lega da Aaron, quaranta an- nisio ch'egli avea avuto prima di
ni governò la sua chiesa. Fabbricò essere ecclesiastico. Nel l6io lo
molte chiese, e dopo la morte di divenne Guglielmo le Gouverneur,
Aaron prese il governo del mona- cir ebbe a successori i registrati

stero, ch'era divenulo assai nume- nella Gallia christ. t. I, par. I ,

roso. Morì nel 565 ed è. consi- ,


680. Ne furono ultimi vescovi,
p.

deralo il primo vescovo di s. Ma- Gio. Giuseppe de Fogasses de En-


lo, designando s. Gudw^alo o Gur- trecaux de la Bastie avignonese,
"vallo per successore. Da Saintes le fallo nel 740 Antonio Giuseppe
i ;

sue ceneri furono nel IX secolo tras- de Laurents avignonese, nominato


portate a s. Malo, indi nel seco- nel 1767; e Gabriele Cortois de
lo dopo per timore normanni
de' Pressigny di Dijon, dichiarato ve-
vennero trasferite a Parigi, da do- scovo li 19 dicembre 1785, che
ve alcune reliquie si diedero a s. terminò di esserlo quando fu sop-
Maio. Gli successelo s. Gurvallo, s. pressa la diocesi di s. Malo, nel
Colafìno, s. Armugilo, s. Enogallo, i8or, pel concordato di Pio VII,
s. Mal mone, s. Goffredo o Gottofredo, il quale poi il primo ottobre 18 17
s. Oedmalo. Fu sollo il vescovo Billio preconizzò Gabriele in arcivescovo
che le ceneri di s. Maclovio furono di Besancon. La cattedrale è sotto
quivi portate, ed egli ne scrisse la r invocazione di s. Vincenzo, ed
vita. 11 monastero dell'isola Aaron avea il capitolo composto di quat-
fu cangiato in cattedrale, la quale tro dignità, di venti canonici, e di
era nlliziata dai canonici regolari, quattio semi- prebendati. La dioce-
quando il b. Giovanni de la Grille si conteneva molte comunità reli-

XXVI vescovo d'Alelh, vi trasferì giose, fra le quali quella di s. Be-


la sede episcopale nel i i4i> essen- nedetto della congregazione di s.
do suffraganea della metropoli di Mauro. Il vescovo era signore del-
Tours. Il vescovo Grille edificò il la città. La diocesi avea un ter-

coro della cattedrale, e tra i suc- ritorio lungo i5 leghe, e 12 lar-

cessorinomineremo Simone de Clis- go, con 200


parrocchie, 77 chiese
son teologo domenicano, morto nel sussidiarie, divise in due arcidia-
I7.85. Sotto il vescovo Alano, il conati, cioè quelli di Dinan e di

Papa Giovanni XXII nel i320 se- Porhouet, con otto decanati dipen-
colarizzò il capitolo: trasferito nel denti dagli arcidiaconati. 11 vesco-

i336 a Cornovailles, gli successe il vo aveva 3 5, 000 lire di rendila,


vescovo di Treguier Ivo Beubosel. e pagava 1000 fiorini per le sue
Mei 14^4 ^0 divenne Guglielmo bolle.

k
Si ^] A T. MA L
MALPIGHI o MALPILTA An- Malta fu sempre decantata, come
DBEA, Cardinale. F. Gini Malpi- le sue rose, il miele, i cagnolini,
GHi, Cardinale. le fruita, gli aranci, i cedri, i li-

MALRUBIO (s.), martire. Me- moni e le abbondanti e limpide


nava vita eremitica in Isco/ia, iini- stie acque. L* isola del Gozo fu
camcnte occupato nelle pratiche chiamata dai greci Gaulos^ per
dell:» penitenza e nell'eserci/io della derivazione fenicia, e presso gl'in-
contemplazione, allorché le incur- digeni Gaudisch con saraceno vo-
sioni de'norvegi, ancora idolah'i, lo cabolo, dai romani Gauhini^ e nel-
fecero uscire dal deserto, collo sco- la bassa latinità Gandisiuni. Il

po di confortare i suoi compatriot- Gaulurii de'romani in latino suona


ti nella loro disgrazia , e di miti- Pociduniy cioè coppa, così della
gare, seibsse stato possibile, il fu- per essere formata dalla tjatura in
rore dei barbari. Mosso da zelo figura di coppa, la qual voce ve-
di leligione, si mise a predicMir ramente fu dagli arabi corrotta con
loro il vangelo; ma la morte fu quella di Gaude.sc: da Malta l'i-

la ricompensa della sua carità. Es sola è distante cinque miglia. E se-

so fu trucidalo dai norvegi nella parata da Malta per un canale,


provincia di Mernis , circa l'anno profondo abbastanza per dai- pas-
io4o, sotto il re Duncano , ed è saggio ai vascelli di fila; ha un
onorato a' 27 d'agosto. Non si de- circuito di ben trenta miglia, do-
ve confonderlo con altro santo dici delle qtiali si distende in lun-
dello stesso nome, il quale si ono- ghezza, mentre la maggior larghez-
ra a'2 r d'aprile. za è di sei miglia. Il suo terreno
MALTA (Meliten). Città con re- è fertile, abbonda di grano, biade,
sidetìza vescovile, nell'isola di Mal fruita, e di acque, ed in certo
ta o lfali;i inglese, nel mare Me- modo rivaleggia con Malta per le
diterraneo, situata fra la Sicilia e produzioni del suolo. Trovasi nel
r Africa : parleremo prima dell' i- centro l'antica città di Gaulos fab-
sola. In quel tratto di mare che bricata dai fenicii, ch'ebbe un tem-
separa la Sicilia dall'Africa, e pre- po il suo signore particolare, e so-
cisamente fra l'angolo o
sud-est no degni di osservazione suoi ru- i

Capo Pa fusero ed il promontorio deri, parlandone in un all'isola ed


di Tripoli, si trovano le tre isole alle sue antiche iscrizioni il p. Lu-
di Malta, A/e// ?tf, Gozo e Comino; pi nel t. II, p. 117 e 1^3 delle
la prima di esse, ch'è la maggiore Dissertazioni. La Cittadella, luogo
in estensione, dà il nome a tutto principale dell'isola, è l'antichissimo
il gruppo. Egli è verosimile, come gran Castello, il cui Boigo che con
furono d'avviso alcuni, essere state vocabolo maltese si chiama lìaba-
negli antichissimi tempi le dette to, o meglio Rabat (che equivale
isole unite insieme formando una a sobborgo, borgo, borghetto, ed è
sola isola, quindi che il terremoto quindi che tanto il borgo della No-
o altra terribile causa le divides.se, tabile che del Gozo ritengono la
e sostengono pure, che le tre isole stessa denominazione è sono ambe-
già furono unite alla Sicilia. Nell'i- due molto popolati): nel centro
sola si abbonda di tutte le cose dell'isola ;
piccola città guarnita di
necessarie alla vita; la fertilità di bastioni suU' alto , e ne dipendono
MAL MAL f>^

i sei villaggi tritìi mediterranei di pe»(> sogginerjue al dominio turco,


Nadur, Sciaaret ov'è il più famo- solo dovè seguire i destini di Mal-
iso moniiinenlo ciclopico detto la ta e le sue vicende, alia quale è
forre dei g'igantiy Zebbiig, Caibo ,
tmita sì nello spirituale che nel
Sannat a Sccukia. La torre de*gi- temporale. I cavalieri di Malta a-
gaiìti, mommietito di opera barba- vendola di nuovo fortificata , fu
ra, a metà distrutto, in pieli a cal- vivamente attaccata nel 161 3 dai
carea, forse già per uso religioso e corsari d'Africa, nel 1709 dai tur-
retto dai fenicii, in pai-te parte- chi, e presa dai francesi nel 1 798
cipa dei templi druidi d'Inghilterra venne in potere dell' Inghilterra

e di Bretagna, il forte Chambrav nel r8oo, che !a governa come


sulla riva meridionale, difende il Malta. Al presente si noverano piìi

passaggio fra Gozo e Cornino, Al di 1 5,000 abitanti. In ogni età


njìrdovest è lo scoglio dell'Hagirn- vanta celebrità, e come Malta go-
tal-general, ove raccogliesi spotita- de egtìale cittadinanza, magistrati,
iieo il funi2^o maltese cui Linneo nomini e famiglie illustri. E forni-
attribuì e(iJcacin medicinale. Ebbe ta di chiese, di stabilimenti religio-
sempre con Malta comuni le po- si e di pie fondazioni sino da epo-
litiche vicende, le saracene e le che remote. Il canonico Giampietro

turche inclusioni ; e secondo il Nar- Agius nativo del Gozo, illustrò la


di, De^ titoli del re delle due Sicilie sua patria con varie opere sacre
p. sembra che fosse marche-
12*2, e di letteratura, tra le quali note-
sato de'mcdesimi, e ne portavano l'emo // Gozo illustrato^ ec. con
il titolo: che l'isola
è certo poi figure.
eblìe il titolo di marchesato, come L'isola di Cornino, Àephestia^i
altresì l'ebbe Malta ne' tempi an- o Lampa. "i, è mezzo al
posta in
dati, come afferma il Campana nel- canale fia Gozo, e rice-
Malta e
la vita di Filippo IL Altri preten- vette il nome dall'unica ed abbon-
dono che anticamente l'isola si dante sua produzione, perchè del
chiamasse Ogygin. Nel 1090 la resto è quasi sterile. All'ovest una
conquistò Rugijiero 1 normanno. paite distaccata forma altra isoiet-
Passata in potere de' francesi , a ta dipoco conto, che dicesi Co-
questi la tolse Pietro III re d'A- ìiiiuotto, ove gl'inglesi vi hanno
ragona verso il 1282, quando s'im- edificato e ben munito un forte,
padronì della Sicilia. Negli antichi dappoiché essa è sotto il loro do-
tempi spesso fu soggetta alle pre- n)inio con Gozo e Malta. In Co-
de dei corsari. L' isola nel 1 53o rnino non solo il gran maestro Wi-
fu donala da Carlo V all'ordine gnacourt edificò una forte difesa
gerosolimitano, onde mae- il gran del canale, ma ridusse a coltura
stro s'intitolava principe di Gozo. r Nel mare Mediterraneo e
isola.

1 turchi se ne impadronirono nel venticinque leghe all'ovest di Mal-


i55i, e T'abbandonarono dopo ta evvi r isola Lampedusa, Lppa-
averla quasi del lutto rovinata con dnsa o Lipadiisa, che le due Si-
farvi seimila prigionieri , laonde cilie considerano come una delle
per impedire altre simili calamità loro dipendenze, mentre al dire di
vennero poscia costruite forti (Ica- alcuni Malta pretende al suo pos-
zioni per tutto il litorale; mai sesso, ond' è abitata da molti in-
64 MAL MAL
glesi, per la feracità delle sue na- assai forte, sul porto principale di
turali produzioni. Ha pure il van- Malta ed eretto nel 973, giace piìi
taggio di un buon porlo, ma of- avanti sopraun alto scoglio, ed è
fre ancoraggio a pochi bastimenti: imito al Borgo col mezzo di un
\\n forte e qualche batteria Io di- ponte. Fra suoi edilìzi sono de-
i

fendono. I pirati barbareschi con gni di osservazione il fu palazzo


infestarne le spiaggie Taveano resa dell'inquisizione, già residenza del
deserta di abitanti; e nelle sue ac- prelato in(juisitore e visitatore a-
qtie fece naufragio Tarmata nava- postolico di Malta. Fu Gregorio
le di Carlo V nel i55i. Vera- XI 11 che verso il i574 avendo in-
mente non si sa come Malta ab- teso dispiacere all'ordine essere sta-
bia preteso appartenerle il posses- to faco Iti zzato il vescovo Roxas
so tli Lampedusa, sarà nata tale d' inquisire anco contro i cavalieri,

opinione forse dall'essere coltivata istituìil tribunale dell'inquisizione


dai maltesi come atìittuari. di Malta, che durò sino al 179S,
Malta o isola principale è lunga assegnando Gregorio XIII all' in-
sette leghe e larga quattro, avendone quisitore quattrocento ducati di
venticinque di perimetro; i suoi abi- camera mensa vescovile come
sulla
tanti sono circa 160,000. Essa con- pensione, che uniti ad altri pro-
ta sette città, di cui le principali venti, il prelato inquisitore venne
sono Melila o Medina o
l'antica a conseguire annui scudi duemila.
Città Vecchia, antica capitale del- Nel voi. XXIX, p. 249 e seg. del
l' isola, e lao Città Nuo- Pialletta Dizionario, riportammo la serie ed
va, odierna capitale. Evvi ancora alcune notizie de' prelati inquisitori
la Città Vittoriosa, così detta dal- e visitatori apostolici di Malta, in
l'assedio che sostenne contro Soli- numero di settantadue, molti dei
mano II nel i565 per quattro quali furono esaltati al cardinalato
mesi, chiamata pure il Borgo di e due al pontificato, cioè Alessandro
Castello a mare, poi nominato VII ed Innocenzo XII. Altre loro
s. Angelo : i cavalieri uOlziavano notizie descrivemmo all'articolo Ge-
nella chiesa pari'occhiale dedicata rosolimitano Ordine, ossia sacro
a s. Lorenzo martire, ed il parro- militare ordine di Malta. Quivi è
co esercitava la sua cura nella chie- l'armeria, ed in altri tempi vi fe-
sa de' domenicani, durante la resi- cero residenza i gran maestri di
denza de' cavalieri nella Vittoriosa. tale nobdissimo e potente ordine
Essa però è una delle cinque par- sovrano. Evvi il bagno o luogo
ti in cui si divide la Valletta. Que- ove stavano rinchiusigli schiavi, e
sta è una cittadella fortificata del- conta più di tremila abitanti: poi
l'isola di Malta, in una stretta lin- ne parleremo meglio. Solo qui ag-
gua di terra accanto al porto, che giungeremo che il Castello di s.
sta a sinistra della Valletta, donde Angelo anticamente fu posseduto
d'arpbedue lati s'inoltra i un lar- dalla nobile famiglia maltese Na- •

go canale formato dalla natura, va, per diritto ereditario, essendole


che rinchiude la città e forma al- stato ceduto dal re di Spagna per
cuni mollo comodi porti minori, la lei gran fedeltà, la quale fa(ni-
di
uno de' quali è chiamato Porto glia ne fece poi cessione all'ordine
delle galere. Il castello s. Angelo gerosolimitano a'2 r giugno i53o.
MAL MAL 65
L' isola dì Malta può chia- dicalo alla Beata Vergine. Quella
marsi un immenso scoglio calca- parte dell' isola è quasi deserta, e
reo, ricoperto nella superficie da tutta la spiaggia orientale è diru-
uno strato di terra in qualche par- pata e quasi inaccessibile, non es-
te poco profondo. Questa isola è sendovi rade. All'incontro rigurgi-
'quasi ovunque sparsa di roccie, ta la popolazione ne' lati sud e sud-
delle quali la più elevata è quella est, ed oltre al bacino della capi-
dei centro, distinguendosi pure il tale s'incontrano molti seni lungo
monte Benjemma nella parte oc- la spiaggia orientale, che hanno
cidentale, la sola pianura un po- nome di porto, incominciando da
co estesa. In sostanza i terreni quello ben ampio di s. Paolo, e
dell'isola sono di qualità dififeren- procedendo al sud per quelli delle
ti, alcuni sassosi, altri piani e pro- Saline nuove, di s. Marco, della
fondi, ed altri situati nelle vaili. Maddalena, di s. Giorgio, di s.
Il suo clima alquanto caldo e nel- Giuliano, tutti al di sopra della
l'estate infocato da un sole arden- Valletta, e al di sotto di essa per
tissimo, nel resto però è dolcissi- gli altri di Marsa Scala, di s. Tom-
mo, la natura vi dispensa larga- maso, e per il meridionale più im-
mente i suoi doni, gli alberi of- portante di Marsa Sirocco, il qua-
frono spesso il loro frutto due vol- le è protetto dal forte s. Luciano.
te nel corso delf'anno, il frumento Quest' isola è inoltre un gran de-
dà per l'ordinario il i8, e ne' tem- posito di merci inglesi, che poi si

pi fertili dal 38 fino al 64 per spargono in tutti i porti del Le-


uno, poiché da tre secoli la fera- vante e del Mediterraneo.
cità è aumentata per la diligente L'isola di Malta in ogni tempo
coltivazione, la quale
anco si fa fu feconda di uomini illustri in
sulle roccie j quindi in proporzione santità, in dignità, in dottrina, co-
è il punto quasi più popolato del sì nelle lettere come nelle armi.=
globo. Malta ha delle sorgenti nu- Il commendatore fr. Gio. France-
merose, ma poco abbondanti, non sco Abela ed il conte Giò. Anto-
servendosi, quasi da per tutto, che nio Ciantar nobili ed eruditi mal-
dell'acqua di cisterna ; è osserva- tesi, si resero sommamente bene-
bile l'acquedotto di Wignacourt, co- meriti della patria per averla illu-
sì chiamato dal nome del gran strata, il primo cioè coli' opera
maestro che nel i6i6 lo fece edi- stampata in Roma nel 1647, •"'^•"

ficare, onde condurre alla Vallet- tolata: Descrizione di Malta con


ta le acque di molti ruscelli della le sue antichità ed altre notizie.
parte sud-ovest. 11 suo lato borea- L'altro coir opera data alla luce
le termina in una penisola, oltre in Malta nel 1772, che porta per
la quale vedesi l'isola di Gozo. titolo: Malta illustrata. In queste
L'istmo forma una piccola baia opere con ogni diligenza si trova-
all'ovest, che dicesi Ralaatal-Bah- no registrate le biografie de' loro
ria, ove si addita la grotta di concittadini illustri. Da tali scrit-

Calipso, ed altro golfo che assai tori risulta, che vi sia stata sem-
più si addentra all'est, nella cui pre in Malta nobile cittadinanza,
riva meridionale è il porto della dando essi inoltre nelle loro opere
Melleha, con un tempio vicino de- notizia di alcuna delle antiche rag-
VOL. XLI. 5
66 MAL MAL
guardevoU famiglie. Filadelfio Mu- se la Roma mhterranea.
celebre
gnas nel suo Teatro delle fami- Alberto de Naiis domenicano, ve-
glie antiche e ìiobìli di Sicilia^ ri- scovo di Nicopoli, nel 1527 vicario
porta parecchie delle maltesi che generalo di Palermo, che ri patrio
contrassero parentela con que' no- nel f528 a richiesta del magistra-
bili casati; ed i loro discendenti to. Domenico Magri proloiiotario
ebbero alcuni l'abito de* cavalieri apostolico, molto versato nella sa-
di giustizia dell'ordine gerosolimi» cra e nella profana erudizione, co-
tano, essendo state ammesse loro me si scorge dalle opere da lui
le prove di nobiltà de'quarti mal- date alla luce, e quella de' i^oca-
tesi. Per brevità e solo a causa boli ecclesiastici più volte fu ri-
di onore faremo qui soltanto men- stampata. Fu dalla santa Sede ìa«
zione di que' maltesi, che conse- viato ai maroniti con buon suc-
guirono nella metropoli del cristia- cesso, indi divenne canonico di Vi-
nesimo qualche distinzione. P. Biagio terbo, ed in Roma esercitò il ca-
de Opertis chierico regolare, uno dei rico di rettore de' catecumeni e di
primi compagni di s. Camillo de Lel- consultore dell' indice e del s. odi-
lis fondatore del suo ordine, di que- zio; ricusò la dignità vescovile, e
sto divenne generale nel 1608. Fr. per l'elezione di Clemente IX en-
Mauro de Cali minore conventua- trò in conclave per teologo del
le, molto versato nelle leggi cano- cardinal Francesco Brancacci. Car-
niche e civili, Martino V dal ve- lo Magri fratello del precedente e
scovato di Malta lo promosse a di lui non meno erudito, diede al-
quello di Catania. Fr. Ambrogio la luce molte opere, accrebbe quel-
Butigas domenicano, Giulio HI lo la àe vocaboli ecclesiastici pubbli-
fece vescovo Ariense e nunzio apo- candola in due tomi col titolo di
stolico ad alcune provincie orien- Hierolexicoriy e fu prefetto della bi-
tali, con amplissime facoltà, parti- blioteca Alessandrina. Ippolito Pau-
colarmente per visitatore e rifor- lilla, verso il i65o fu fatto arci-
matore della nazione caldea e , vescovo di Zara. Francesco Pisco-
mori nell'Indie. Fr. Antonio Za- po domenicano, da Clemente X
hara domenicano, compagno del destinato legato in Persia per affa-
precedente visitatore de' caldei di ri gravissimi, ove il tutto posto in
Cuccia, Malava ed Angamala nel- buon ordine, ritornò in Roma nel

r Indie di s. Tommaso: tornato a 1677, ricevuto dal Papa Innocen-


Roma e fatta relazione di sua mis- zo XI con giubilo e stima; ma
sione a Pio V, fu fatto vescovo
s. volendolo onorare di pubblico con-
di Vico. Leonardo Abela, eletto cistoro, per leggervi le lettere del

vescovo di Sidonia nel i582 da re persiano e del patriarca di Ar-


Gregorio XIII, destinato nunzio in menia, Dio se lo riprese prima. Do-
Levante^ dopo la qual missione Si- menico Sceberras arcidiacono del-
sto V Io fece vicegerente di Ro- la chiesa maltese, Benedetto XIII
ma. P. Girolamo Manduca gesuita lo fecevescovo di Epifania. Stefa-
di grande erudizione e di eminen- no Hagius minore osservante Be- ,

te letteratura, autore di varie ope- nedetto XIII lo dichiarò coadiuto-


re. Antonio Bosio nel 1600 pub- re al vescovo di Comacchio. Lo-
blicò diverse opere, e quindi scris- dovico Costanzo guardaroba di Be-
,

MAL MAL 67
nedello XIV, prelato domestico e fossero gli abitanti Malta innan- di
giudice della fabbrica di s. Pietro. zi ai fcnicii di Tiro, che vi de-

Pier Tommaso Testa ferrata refe- dussero la prima colonia, quattor-


rendario delle due segnature, go- dici secoli prima dell'era nostra.
vernatore di Città di Castello, vi- Non si conosce il modo come ve-
celegato di R.aveana e segretario nisse denominata, perchè si ritiene
dell'esame de* vescovi, che per vec- favolosa l' Ogigia di Calipso, che
chiezza ripatriò. Cartalessio Pisani taluni vorrebbero riconoscervi, e
fatto da Benedétto XIV avvocato molto meno l'Ipperia o Iperia dei
concistoriale per la città di Roma, feaci, probabilmente situata nella
indi da Clemente XIII promotore spiaggia siciliana di Camarina. Vi
della fede, consultore de' riti, esami- stabilirono fenicii un piccolo re-
i

natore e prelato domestico; profondo gno verso l'anno 1271 avanti Gesù
g^iuieconsulto, morì quando Cle- CristOj con autorità temperata dal
mente XIV stava per promoverlo. voto de'magnati e del popolo; quindi
Del prelato Onorato Bras, e di Ovidio fa menzione del re Batto, che
quei che conseguirono il vescovato con ospitale magnificenza accolse
della patria, ne parleremo in segui- Anna sorella di Bidone, fuggiente
to. Fabrizio Sceberras-Testaferrata la tirannide di Jarba re dei numi-

creato cardinale da Pio VII, mo- di Era Malta l'emporio e il ri-


i.

rì vescovo di Senigallia.
Giuseppe fugio ove fenicii navigando da
i

Bartolomeo Xerri arcidiacono^ da Tiro e Sidone, a Cadice approda-


Pio VII fatto arcivescovo di Tia- vano. Questi edificarono in fondo
iia. Publio Maria dei conti Sant alla baia di Marsa Sirocco, sopra la
canonico, nominato da Pio VII ve- collina un grandioso tempio ad Er-
scovo di Larada. Onorano grande- cole. Molti monumenti vi si trova-
mente la patria due rispettabili no di architettura e scoltura di
viventi prelati. 11 primo è monsi- stile fenicio, e parecchie torri, mu-
gnor Lorenzo Grec-Delicata, fatto ragli e e ruderi di grosse pietre com-
da Gregorio XVI protonotario a- messe senza cemento, la quale strut-
postolico, delegato di Civitavecchia, tura suol chiamarsi impropriamen-
uditore del camerlengato, e chieri- te ciclopea. Vi
disotterrarono mol-
si

co di camera, presidente delle zec- ti ed alcuni antichi se-


idoli egiziani,
che e degli uffìzi de'bolli d'oro e polcreti ricordano quell'industre e
di argento. Il secondo è monsignor ricca nazione. Altre prove del do-
Annetto Casolani canonico, fatto minio fenicio sono le medaglie; e
da Gregorio XVI vescovo di Mau- persino l'odierno linguaggio, che si
ricastro, vicario apostolico dell'A- qualifica comunemente per arabo
frica centrale. corrotto, venne riconosciuto pieno
Melila fu.il nome greco dell'i- di fenicii vocaboli ; ma generalmen-
sola, cangiato in Malta dagli ara- te parlasi l' italiano nella città. Vi
bi. Gli indagatori delle antichità furono alcuni che reputa-
autori,
maltesi crédono che ne'remoti tem- rono essere l'odierno vernacolo mal-
pi r isole di Melita, Gozo e Comi- tese soltanto un corrotto arabo
110 fossero insieme congiunte, e da negando che conservisi in esso ve-
im terrestre scuotimento squarcia- runa traccia dell'antico fenicio ; ma
te poscia e divise. S' ignora quali altri sostennero eh' esistono nella
,

68 MAL MAL
presente fivella maltese non pochi fabbricar Nasso e le altre città gre-
ava uri della fenicia. Sembra più che di Sicilia. I nuovi abitatori si

verosimile il sentimento de' secon- stabilirono nelle parti mediterranee,


di, a parere di classici autori che rimanendo gli antichi lungo il li-r

hanno esaminato la questione. Si toralcj sebbene poi insieme si con-


può quindi asserire con certezza fondessero. Ebbe allora Malta, co-
che il presente linguaggio maltese stituita in repubblica, un indipen-
sia un avanzo deiranlico fenicio, dente senato, i propri magistrati
mischiato bensì per le vicende dei ed popolari comizi, come si rile-
i

tempi con voci barbare^ e che mol- va dalla Tessera ospitale accordata
te voci maltesi rassomigliano alle a Demetrio figliuolo di Diodato
fenicie, alle caldee , all'ebree , alle siracusano. La legislazione di Ca-
siriache ed alle puniche, tutti dia- ronda vi fu in vigore; ma sotto il
letti della stessa madre lingua. Ma primo Gelone tiranno di Siracusa,
tuttavia non si può negare che vi Malta cangiò reggimento e diven-
sieno neir odierno linguaggio mal- ne colonia dorica, ed a quella po-
tese molte voci arabe , e perciò il tente città fu assoggettata. Di gre-
eh. ab. Vassallo maltese sostiene, ca costruzione si trovano in Malta
che la presente Ungua maltese sa parecchi campani vol-
edifizi, vasi
di arabismo , e non però si può garmente detti etruschi, ed ampie
conchiudere che sia perfettamente catacombe sotterraneamente costrui-
araba, e che non conservi un a- te in foggia di laberinto ad uso dei
vanzo ragguardevole della lingua sepolcri. 1 punici cartaginesi con-
fenicia, come fu riconosciuto da pa- quistatori invasero verso l'anno 620
recchi autori; quindi per questo ri- Malta colle loro armi, e la sotto-
flesso la lingua maltese si rende un posero al loro duro servaggio, to-
monumento prezioso di veneranda gliendole ogni idea di libero go-
antichità. Per apprendersi la lin- verno. Attilio Regolo console ro-
gua maltese^ bisogna adoperare la mano nella prima guerra punica,
grammatica e il dizionario maltese saccheggiò quest'isola circa l'anno
del lodato Vassallo, stampati in Ro- 264. Quindi all' apparire del con-
ma Fino dal tempo
dal Fulgoni. sole romano Tito Sempronio pro-
della conquista de'normanni, nelle veniente da Lilibeo , i maltesi si
corti e nei tribunali non si scri- dichiararono in favore di Roma
ve e non si parla che l'italiano ed durante la seconda guerra, e con-
il latino, ed è ormai, il ripeliamo, segnarono prigione il comandante
reso familiare l'italiano nella città. cartaginese Amilcare figlio di Gi-
Verso l'anno 822 avanti la no- scone, con duemila soldati di pre-
stra era, i greci tolsero quest'isole sidio, i quali furono venduti all'in-

ai fenicii, e formarono di esse due canto nel ritorno in Sicilia. Vi ap-


repubbliche sul sistema dei gover- prodò poi la flotta di Massinissa re
ni della Grecia. Verso quest'epoca di Numidia che la fece saccheg-
,

il re Batto accolse in Malta la re- giare. Nell'anno 24 f avanti Gesù


gina Didone, e poscia la sua sorella Cristo, i cartaginesi cederono le iso-
Anna. I calcidesi d'Eubea guidati le alla repubblica romana , negli
da Teocle, dedussero in Malta una articoli di pace stabiliti col console
colonia jonia innanzi di passare a Luttazio. Tuttavolta jieli'anao 218
MAL MA L 69
i cartaginesi invasero nnovamenle da invasione e stabilimento de' sa-
Malta e Gozo, quindi fiiiono to- raceni nelle isole fu nel 904 , dal
talmente espulsi dal console Tito quale dominio, tranne breve tem- il

Sempronio, e poscia le isole ven- po che dominarla i


tornarono a
nero erette in municipio romano. greci, non venne liberata che nel
Fu in seguito esposta a qualche 1090, mercè il valoroso conte Rug-
incursione de' tirreni pirati , senza gero eroe de' normanni, rendendo
che vi sia bastevole fondamento da tributari saraceni, e terminando
i

creder vera la temporanea occupa- cosi un propugnacolo all'araba pi-


zione de' volalerrani dall'archeolo- rateria; dappoiché conoscendo i sa-
go Inghirami posta in campo nel raceni l'importanza di questa po-
secolo XVII, coH'appoggio di alcu- sizione, ne avevano fatto il depo-
no de' disotterrati monumenti. sito generale delle loro munizioni
I maltesi datisi ai romani di- e delle loro forze. Il re Ruggero
vennero soci della repubblica, ma figlio del detto conte, nel1120
fecero poi parte della provincia di discacciò totalmente i saraceni da
Sicilia, governandoli il pretore di queste isole , e le unì alla corona
quell'isola. L'imperatore Claudio di Sicilia. Adunque Malta venne
concesse a Malta il titolo di mu- allora unita alla Sicilia, e non eb-
nicipio, e tornarono gli abitanti a be da quell'epoca una speciale
pili
governarsi colle proprie leggi, e con politica esistenza; onde colla sici-
diritto a' suffragi ed ai romani im- liana si confonde la storia maltese
pieghi, venendo compresi nella tri- dal secolo XIII al secolo XVI. Pe-
bù Quirina. La popolazione si di- rò dal 1224 Malta fu un feudo
vise ne' tre ordini di patroni, de- dell' impero di Germania, mentre
curioni e plebe. Il governatore di Federico II vi fece trasportare il
Malta spedito dagl' imperatori ave- popolo della città di Celano.
va il titolo di procuratore , e fu Carlo I d'Angiò divenuto re di Si-
Crestione liberto d'Augusto il pri- cilia nel 1266 se ne impadronì, l'una
mo che ottenesse questa carica. Il e l'altra perdendo nel 1283, allorché
principale cittadino poi ebbe l'ono- Pietro III re d'Aragona le occupò,
revole qualifica di flamine augu- ed il re Lodovico nel i35o stabifi
stale, e presiedeva al collegio de' se- a Malia un governamento eguale
viri.De' notabili edilìzi romani si a quello delle altre città di Sicilia,
veggono presso l'antica metropoli come si legge nel suo diploma dei
gli avanzi.Caduto 1' impero d' oc- 7 ottobre, con cui incorporò le iso-
cidente, Malta fu dominata dai van- le al regio demanio. Nel 1371 die-
dali e dai goti, ma l'incorporò Giu- rono il guasto alle isole dieci ga-
stiniano I all'impero d'oriente in lere genovesi, perché la repubblica
tempo della sua trattatila con A- era nemica del re Federico. Que-
malasunta, col mezzo delle armi del sto principe si recò nell' anno se-
prode Belisario che scacciò bar- i guente in Malta per riparare i dan-
bari nel537 di nostra era. Wel- ni recati da tale aggressione, e ri-
l'anno 870 o 874 per la prima munerò que' maltesi che si distin-
volta cadde sotto il giogo de' sara- sero nella difesa della patria, colla
ceni, non è però vero che fòsse riu- concessione di vari feudi ed altre
nita al regno di Tunisi. La secon- grazie. Annoiati i maltesi delle fre-
jù MAL MAL
quenti illutazioni de'go vernali li feu- pcralòre Carlo V, perciò sovra-
datai'i, e de' loro tiraiincggiamciìli, no dell'isole di Malta, Gozo e
nel i397 ottennero dal re Marti- Cornino, r ordine religioso de' ca-
no con diploma de* 27 novembre, valieri ospedalieri di s. Giovanni
la perpetua unione delle due isole di Gerusalemme perdette isola 1'

di Malta e Gozo al regio demanio, di Rodi, dopo avere sostenuto con-


colla legge di non poter essere più tro Solimano II un glorioso asse-
infeudate. Nel 14^7 la città No- dio; quindi i cavalieri di Rodi cer-
tabile fu assediata da dieciottomila cando un luogo libero ove stabi-
mori, dai quali fu anche saccKeg- lirsi, con porto per ricovrare la lo-

giata la campagna Malta e quel-


di ro flotta, Carlo
ne fu ricercato V
la dell'isola del Gozo. Malta ed il dal loro gran maestro fr. Filippo
Gozo dopo essersi redente col pro- Villiers risle-Adam, che perciò por-
prio denaro nel 14^8, furono di tossi a Madrid. La lusinga di di-

nuovo erette in città regie e dema- venire quasi iled il


restauratore
niali, al pari di Palermo e Messi- secondo fondatore d'un ordine il-
na, con diploma del re Alfonso e lustre che da più secoli erasi con-
con amplissime prerogative per ga- sagrato alla difesa de' cristiani, e
ranzia di tale grazia e privilegio. forse più la speranza di porre al
Il re ritornando dalia conquista coperto dalle incursioni degli infe-
delle Gerije, cui aveano contribuito deli le isole di Sicilia e di Sarde-
i con navigli armati, nel
maltesi gna, regno di Napoli e le coste
il

1432 si fermò nell'isola. Dipoi l'u- d'Italia, determinarono Carlo V a


niversità di Malta nel 14^0 otten- donare ai cavalieri di Rodi V isole
ne dal re Alfonso con diploma dei di Malta, Gozo e Cornino, col pat-

9 giugno la facoltà di estrarre dalla to di fare una guerra continua ai

Sicilia tutte le vettovaglie necessa- turchi ed ai corsari , incaricandoli


rie alla popolazione , senza pagare nel tempo stesso della difesa di
diritto di estrazione. Nel i4^7 un- Tripoli di Barberia, di cui allora
dici galere turche saccheggiarono l'imperatore era in possesso. Così
il gran Castello, oggi Città Vitto- il gran maestro e l'ordine geroso-
riosa, colla prigionia di molte per- limitano, abbandonarono l'idea di
sone. Nel 1490 '' viceré, di Sicilia riconquistare Rodi, ovvero occupa-
d. Fernando d' Acugna si recò in re Modone nella Morea , od otte-
Malta per provvedere al suo buon nere dalla repubblica di Venezia
governo. Mentre regnava Ferdinan- qualche isola del mare Jonio. Al-
do V i maltesi concorsero alla con- l'articolo Gerosolimitano ordine (/^e-
quista di Tripoli. Correndo l'anno di), nel voi. XXIX del Dizionario,
i52i il casale Gargur fu saccheg- massime alle pag. 241 e seg., si

gialo dai turchi, in uno sbarco; e dissecon (jualche diffusione, come


nel i526 soffrì egiial destino il Carlo V concesse in perpetuo a
casale Musta, colla schiavitù della detto ordine ad istanza del Papa
sua popolazione, tutlavolla giam- Clemente VII nel i53o le nomi-
mai Malta soggiacque alla domi- nate isole in feiulo nobile e libero,
nazione dei turchi. con mero e misto impero, con fa-
Mentre era re d' Aragona os- coltà di battere moneta, e coll'an-
sia' di Spagna e di Sicilia V im- nuo tributo di un falcone o spar-
MAL MAL 71
•viero, e come il tulio approvò con sesso, conducendo con essi i com-
bolla il Pontefice. In tal modo missari regi destinati a dar loro il

Malta accolse i benemeriti difen- possesso della città e dell' isola, di


sori della cristianità e divenne con cui era capitano in quell'anno Leo-
nuovi ed alti destini la residenza nardo Calava nobile maltese. Li i5
dell'ordine nobilissimo, che dal luo- giugno gli spettabili giurati di Mal-
go prese il nome d'ordine e reli- ta cioè i membri componenti il
,

gione di Malta, ed i cavalieri egual- senato e il magistrato municipale,


mente si dissero cavalieri di Malta, col consenso di tutto il consiglio
come per antonomasia sono ancora della città, cedettero a favore del-
chiamati. l' erario della religione gerosolimi-
Quanto poi all'acquisto dell'isola tana trentamila fiorini, che dall'u-
e possesso che ne presero i cavalieri niversità di Malta si fossero potuti
gerosolimitani, permetteremo que-
ci pretendere, per essere stati da essa
ste altre L'isola di Malta
notizie. pagati per ricuperare l' isola dal
e quella di Gozo furono cedute da pignoramento fattone dal re Alfon-
Carlo V e da Giovanna sua madre so, ed a nome di essa ricevettero
regina di Sicilia alla religione ge- i detli commissari, i quali imme-
rosolimitana in perpetuo feudo, no- diatamente confermarono i privile-
bile,libero e franco, con mero e gi, capitoli ed usi, e l'esenzioni fa-
misto impero, e con molte condi- vorevoli al popolo di Malta , indi
zioni e clausule che si leggono nel prestarono il giuramento solenne
diploma dato in Castel Franco H per la loro osservanza. Ai 20 di
23 o 24 marzo i53o, essendo le detto mese Alvaro de Nava effet-
più rilevanti l'annuo tributo da tuò la cessione dell'isola; dipoi ai
presentarsi al viceré di Sicilia e la 22 gli stessi commissari si portaro-
nomina del vescovo di Malta re- , no neir isola del Gozo a prender-
stando così salvo l'alto dominio nei ne possesso. Indi le università delle
futuri re di Sicilia, Questa conces- isole spedirono Paolo de JXasis e
sione seguita in tal guisa per in- Giovanni Calava per la città ed
tercessioneprima di Adriano VI e isole di Malta, e Francesco Piata-
poi di Clemente VII, fu accettata mone con Pietro Mannara per quel-
col dovuto rendimento di grazie al- la del Gozo ambasciatori al gran
la divina provvidenza per un fa- maestro ed alla religione dimoranti
vore cotanto segnalato, nel capitolo allora in Siracusa , a render loro
generale celebiato in Siracusa li 25 pronta obbedienza, ed a congratu»
aprile di detto anno dal gran mae- larsi con esso loro dell' acquistato
stro e suoi cavalieri, e li 29 mag- nuovo dominio, a' quali ambascia-
gio gli ambasciatori dell'ordine pre- tori furono confermati i privilegi
starono solennemente il giuramento delle due isole, e la ratificazione
di fedeltà a nome della religione del giuramento, che a nome di tut-
gerosolimitana in mano del viceré to l'ordine aveano fatto commis- i

di Sicilia d. Ettore Pignatlelli con- sari. A' 25 ottobre partì da Sira-


te di Mataleone, pel feudo di Mal- cusa il gran maestro Villiers col
ta, Gozo e Tripoli. Indi da Mes- suo sacro convento, e nella matti-
sina se ne passarono colle galere na seguente approdò in quest'isola,
in quefcl' isola a prenderne il pos- quindi a' i3 novembre, come nuo-
72 MAL MAL
vo principe, accompagnato da tulli si procacciarono l'ammirazione e la

i signori della gian croce e dalla gratil:idine della cristianità. In se-


jiiaggior parte degli altri cavalieri, guito Malta fu sempre inutilmente
fu con applauso ricevuto nella città Vcigheggiata da' turchi, a'quali sa-
JVotabile dagli ecclesiastici, dal ma- rebbe riuscita grandemente utile se
gistrato, dai nobili e da tutto il po- l'avessero potuta espugnare, men-
polo, avendo alla porta della città tre la conservazione sua in mani
reiterato giuramento d'osservare
il della religione ed ordine di Malta
i suoi privilegi, e quando colle due divenne immensamente utile ed im-
chiavi d'argento che gli si presen- portante. Quanto a Tripoli, dipoi
tarono fu aperta la porta , venne i cavalieri fecero conoscere a Carlo
salutalo da più salve di artiglieria. V non potersi sostenere senza va-
Condotto alla chiesa cattedrale, vi ed infatti ricad-
lide foitiflcazioni,

ascoltò la messa ; indi passò in casa de presto in potere dei turchi. Nel
di Michele Falzon nobile maltese 1542 il corsaro Dragut fece uno
vice-ammiraglio delle isole, ove fu sbarco, e nel i546 saccheggiò le
trattato con lauto banchetto. Indi campagne del Gozo. Sinan bascià
portatosi ad abitare nel Castel s. nel i55i assediò la città Notabile,
Angelo, destinò la chiesa parroc- e passando a Gozo ne saccheggiò
chiale di s. Lorenzo per la conven- r isola, ed imprigionò tutti gli abi-
tuale dell'ordine suo. Inoltre il gran tanti. Nel i552 furono edificati il
maestro volle subito conoscere tutti castello s. Elmo all' ingresso del
i nobili e principali dell'isola, ed Porto, e Michele
il forte s. nella
essere informato dai vecchi i più penisola Senglea. Nel i56o i tur-

ragguardevoli , e con piacere ne chi fecero altri prigioni nel Gozo.


trovò molti di loro eruditi e ver- Temendo Solimano II loro impera-
sati nelle belle lettere. tore la vicinanza e bravura dei pro-
Malta coi loro gran
I cavalieri di di cavalieri gerosolimitani, nel i565
maestri dopo il loro stabilimento
, fece assediare l'isola Malta con di

nell'isola che non offriva alcun mez- formidabili forze, alle quali con as-
zo di difesa, la fortificarono da ogni sai inferiori non solamente resistet-

Jato, che inoltre difesa dalla natu- te il gran maestro fr. Giovanni de

ra divenne ben tosto inaccessibile. la Vallette Paiisot, ma con prodi-

Quindi l'abbellirono, resero consi- gi di valore dopo quattro mesi co-

derabilmente vantaggiosa la posi- strinse i turchi a levare V assedio


zione del paese, che aumentarono dalla Vittoriosa ove risiedevano i

di abitanti, succedendovi quegli av- cavalieri , ed abbandonare l'im-


venimenti che registrammo al men- presa. In detto assedio il popolo
tovato articolo. Ascrivendosi all'or- maltese diede prove luminose di
dine i più illustri e distinti per- valore e fedeltà, per testimonianza
sonaggi di Europa, le loro ricchez- dello stesso Bosio cronista dell'or-

ze in gran parte furono spese in dine gerosolimitano. Nel citato luo-


Malta, dopo il cui acquisto i ca- go a pag. 1^5 e seg. narrammo
valieri con immenso ardore ripre- quanto fu benemerito di tal ditesa
sero le loro crociate e caravane a il Papa Pio IV, e quanto il suc-
danno degl' infedeli, e con un se- cessore s. Pio V generosamente con-
guito di gloriose azioni sempre piU corse air edificazione della nuova
, 5

MAL MAL 73
città che prese nome La Vallet- città della Valletta il palazzo del
ta, da quello del gran maestro: magistrato : quelli del principe e del
terminato il recinto della nuova cit- magistrato della città Notabile si

tà gran maestro del


il Monte col rinnovarono nel 1732, nel quale
suo ordine e col popolo fece il sO' anno Gozo si fondò l'ospedale
in
leniie ingresso per abitarla , e nel per femmine.
le
iSyi i tribunali ed il magistrato Questo forte baluardo della cri-
delta città Vittoriosa si tiasferiro- stianità contro turchi e barba-
i

no nuova Valletta.
nella reschi, cadde in potere de' fran-
Dipoi nel 1 58 1 cadde in Malta tal cesi nell'anno 1798 a' 12 giugno,
diluvio di acqua, che durando venti dopo averne tenuto i cavalieri d
ore con furioso vento, fu dai maltesi glorioso dominio per 268 anni, es-
tenuto per cosa prodigiosa, e chia- sendo allora gran maestro fr. Fer-
malo l'anno del diluvio. La squa- dinando di Hompesch. Tuttociò che
dra del corsaro Diserta nel i583 precedette, accompagnò e seguì la
saccheggiò il R.abato dell' isola del perdita fatta dall'ordine gerosolimi-
Gozo. JNel 1598 venne fondato il tano delle isole di Malta , Gozo e
monte di pietà, arricchito succes- Cornino, lo descrivemmo dalla p.
sivamente dalle contribuzioni di va- 263 alla p. 275 con le principali
rie persone; nel 1607 poi Cateri- sue circostanze, ed il modo come
na Vitali fondò il monte di reden- l'aveano governate i cavalieri. Fu
zione, e gli assegnò la sua ricca la spedizione francese destinata per
eredità. Nel 161 4 i turchi fecero r Egitto sotto il comando del ge-
uno sbarco nell'isola di Malta, per neralissimo Bonaparte, che s'impa-
saccheggiarla e devastarla ; fecero dronì di Malta e sue dipendenze.
poco danno, e vennero respinti dai Gl'inglesi d' intelligenza coi maltesi
cavalieii, che attribuirono la par- che vollero scuotere il giogo fiau-
tenza del nemico a miracolo della cese, non tardarono a bloccarvi le
Madonna di Melecha, immagine in truppe francesi quivi lasciate di
somma venerazione oell' isola che , guarnigione, che avendo resistito ai
la pia tradizione vuole dipinta da replicati attacchi , furono costrette
s. Luca. Terminatosi nel i6i5 il dalla fame ad arrendersi loro a'

celebre acquedotto della Valletta settembre 1800. Furono i maltesi


si videro le sue acque scorrere sul- che provocati dagli inglesi di Sici-
la piazza della città. Al medesimo lia chiamarono questi ad occupar
articolo Gerosolimitano raccontam- r isola, e liberarli dai francesi, on-
mo le cose principali riguardanti de il dominio dell' Inghilterra su
Malta ne' tempi successivi, e come Malta veramente viene riguardato
Urbatio Vili cooperò alle sue for- piuttosto un'occupazione militar»;
tificazioni, sempre più divenendo i in fatto poi si ritiene Malta come
cavalieri il terrore de' turchi nel una colonia dell'Inghilterra, non
Mediterraneo. Nel i654 Nicolò Saura però direttamente unita alla mo-
fondò l'ospedale pei cronici nel bor- narchia, ma quale una appartenen-
go della città Notabile, e nel 17 19 za della linea di Sofia Stuart ma-
d. Gio. Maria Camilleri eresse nel- dre di Giorgio I re d' Inghilterra
r isola di Gozo lo spedale pei ma- della casa d'Annover, e perciò di
schi, ludi nel 172 i si riediQò nella Giorgio IH che regnava all'epoca
,

fi MAL MAL
dell'occupazione, e della regnante oltre il terremoto del i65g che
regina Vittoria e sua discendenza. recò molti danni, massime nella
JVel 1802 il re d'Inghilterra di- Valletta. Per la cessazione della
cliiarò porto franco l' isola di Mal- peste del i5gi per voto dell'uni-
ta. Pel trattalo di Amiens fir sti- versità di Malta fu eretta la chiesa
pulato nel 1802 a* 25 marzo, che di s. Kocco, con confraternita ad
Malta saiel)be restituita a' cavalieri, onore del santo, e per la sua fe-
ciò che mai vollero effettuare gli sta venne istituita la corsa dei pa-
inglesi a fronte delle rimostranze e lii. Nel più volte citato artieolo
proteste dell'orcline , locchè diede riportammo i diversi abbellimenti
motivo alla continuazione della guer- e fortificazioni Malta dai fatte a
ra tra la Francia e l'Inghilterra. gran maestri, da lorogli edifizi
Sul trattato d'Amiens va letto l'o- eretti, e molti degli autori che de-
puscolo intitolato Ossen'azìoni so- : scrissero l'isola, massime alle pag.
pra la nuova riforma fatta nel go- 287, 247, 268, 821 e 822. Il
verno dell'ordine gerosolimitano in maltese prelato e commendatore
favore dèi maltesi e loro commer- dell'ordine gerosolimitano Onorato
cio nel trattato definitivo, 1802. Bres delegato apostolico del Lazio
In fine il trattato di Parigi del e delle provincie di Marittima e
181 4 assicurò agl'inglesi il posses- Campagna nel 1816 stampò in
so di questa isola, acquisto per essi Roma sua opera intitolata: Mal-
la

sommamente importante , sotto i ta illustrata. Lodata per critica e


l'apporti politici e commerciali. Il grande erudizione con cui descrisse
governo inglese vi tiene un rappre- l'origine di Malta, le sue relazioni
sentante col titolo di governatore cogli antichi popoli, il suo com-
pel civile e militare, ed una con- mercio, navigazione, industria, arti,
siderabile guarnigione; ma è falso, monumenti , forma di governo e
come scrissero alcuni, che i maltesi quanto riguarda la religione. Vi
conservalo abbiano quasi tutti i loro aggiunse le incisioni della topogra-
antichi diritti ed usi, e fra gli altri fia di Malta, Gozo e Cornino; del-
quello di eleggere i propri magi- l' iscrizione fenicio-greca colle ver-
strati. II governo politico della cit- sioni di Barthelemy , Swintho ,

tà Notabile, il consiglio popolare ed Bayer e Fabricy ; della Tessera ospi-


i magistrati municipali, i quali fino tale greca del regio museo di Na-
al declinare dello scorso secolo ed poli, e le sue diecinove medaglie
ai primordi del corrente conserva- antiche. La popolazione di Malta
rono una larva dell'antica esisten- secondo il Bosio ammontò a 60,000
za politica della nazione maltese, nell'epoca cioè della cessione del-
per non esistono piii.
atti legislativi l'isola all'ordine gerosolimitano,
GÌ' inglesi vi hanno talmente mol- benché non fosse nel suo florido
tiplicate le opere di difesa, che può stato per le turbolenze de' tempi ;

dirsi Malta una delle fortezze più ma ora è di molto aumentata, e


formidabili, tenendovi spesso anco- si deve ritenere che tal pregio an-
rate le proprie flotte. Più volte ticamenle godesse nella stessa gui-
Malta fu afflilfa dalla peste, come sa, dappoiché quando fu colonia dei
negh anni iSip, 1092, i5gS fenicii e de' greci era perfettamen-
1623, i655, 1675, come nel i8i3, te indipendente, e perciò libera;
MAL MAL 75
e quando era municfpio romano numero 56 del Diario di Roma
godeva molti privilegi; il vasto 1845 si riporta la morte seguita
commercio poi ciie faceva la ren- a*IO luglio del balio fr. Carlo
deva doviziosa, ed in qualunque Candida luogotenente del magiste-
sua parte era abitata, laonde la di ro, d'anni 82; che il di lui cada-
lei popolazione negli antichi tempi vere fu con pompa funebre (cioè
almeno non dovette essere inferiore con quella che si usa con gli am-
alla presente. basciatori) trasportato nella sera
Al presente la residenza del ma- seguente nella chiesa di s. France-
gistero del sacro militare ordine sco d' Asisi (ove fu ricevuto da
gcrosolimilano è in Roma, e progres- tutto il corpo dell'ordine) presso
sivo n'è l'incremento. Qui registre- r ospizio gerosolimitano a Ponte
remo le avvenute
principali cose Sisto, già disposta . con lugubre
Dell'ordine, dopo la slampa dell'ar- apparato, ed ivi esposto sopra ma-
ticolo Gerosolimitano ordine, seb- gnifico letto (eguale a quello dei
bene sembri estraneo all' odierna cardinali,con la testa rivolta alTal-
condizione di Malta; ma siccome tare in segno del diritto che gode
a quell'articolo citammo questo, co- l'ordine sulla chiesa ), e che nella
sì potrà servire di addizione alle mattina del 12 vennero celebrale
notizie dell'ordine che signoreggiò le solenni esequie coll'assistenza dei
quest'isola. Avendo esposto il balio dignitari, commendatori e cavalie-
Candida che per le gravi infeimi- ri dell'ordine, che gli tributarono
tà ond'era travagliato non poteva lagrime di riconoscenza e contras-
più solo dedicarsi ai molteplici af- segni del più vivo dolore, ivi facen-
fari dell'ordine gerosolimitano, dì dosi il più giusto elogio a quelle sin-
cui quale luogotenente siedeva a golari benemerenze del defunto ver-
capo, il XVI con
Papa Gregorio so l'ordine, che enumerammo al-
breve del 20 dicembre i844 no- l'articolo Gerosolimitano , per le
minò un consiglio composto dal belle doti di cui era fornito, per
balio fr. Alessandro Borgia, com- le fatiche che sopportò pel rista-
ujcndatore fr. Tommaso d'Aquino, bilimento , vantaggi e splendore
commendatore fr. Angelo Ghislieri, dell'ordine, per aver sostenuto la
e commendatore fr. Filippo Filip- luogotenenza col massimo zelo per
pi (dal Papa regnante fatto suo lo spazio di undici anni, nel de-
cavallerizzo maggiore ) , affinchè corso de'quali mercè l'alta protezione
d'aiuto gli servissero, e con voto del Papa Gregorio XVI, dell'impera-
deliberativo e consultivo provve- tore d'Austria e di vari sovrani d'Ita-
dessero agli affari dell'ordine. Es- lia ristabilì l'ordine nel regjio lom-
sendo in seguito chiaramente os- bardo-veneto qua e di là dai
, di
servato essere necessario d'aumen- Faro, Piemonte, Parma, Piacenza,
tare il numero degli individui com» Modena e Lucca, e quasi nell'in-
ponenti il detto consiglio, con re- tiera penisola. Fu tumulato nella
scritto pontificio del 20 maggio detta chiesa dalla parte del vange-
1845 vennero chiamati a far par- lo, ove si è eretto un marmoreo
tedi quello il commendatore fr. monumento scolpito dal cav. La-
Lodovico Ciccolini ed il conimen- boreur, ove si vede il ritratto del
datore fr. Giuseppe Ferretti. iVel defunto in medaglia , di mezzo
76 MAL MAL
basso- rilievo, con onorevole iscrìzio* lia dell'ordine, cioè il bah fr. Cri-
De. Inoltre agli i i luglio il Pontefice stoforo Ferretti. Da un però lato
Gregorio XVI, con biglietto del si conosceva la iiremovibile sua
cardinal segretario di stato, nominò determinazione nel non voler ac-
luogotenente interino il bali fr. cettare la luogotenenza del magi-
Alessandro Borgia di Velletri, come stero, e dair altro subentrava la
il più anziano tra i cavalieri pro- considerazione che nella sua po-
fessi. Per 1 elezione poi del nuovo sizione attuale di plenipotenziario
luogotenente dell'ordine, non po- dell'ordine stesso e residente a Mi-
lendosi mutate circostanze
per le lano, potea egli continuare a ren-
attenersi a quanto viene scrupolo- der de'servigi non meno utili che
samente prescritto dagli statuti gero- importanti, avendo prestato la sua
solimitani, r ordine procurò di ap- opera presso molti sovrani onde
prossimarsi per quanto più potè meglio far rivivere l'ordine. Ecco
a ciò che in quelli viene ordinato. poi la nota dei personaggi compo-
Ond' è che ciascun priorato inviò nenti il consiglio compito che e-
due deputali elettori presi dal nu- lessero il luogotenente. Bali fr. A-
mero de' cavalieri professi; furono lessandro Borgia; bah fr. Gio. An-
quindi chiamati a far parte di tonio Cappellari dellaColomba gran
detto consiglio compito come elet- priore lombardo- vene-
del regno
tori , i bah capitolari, i bah di to ; bah fr. Giovanni Borgia gran
grazia, non che il balio di s. Seba- priore del regno delle due Sicilie;
stiano di Roma principe di Pale- bali capitolare di s. Giuseppe di
strina d. Francesco Barberini , a Doschitz fr. Francesco Klevenhiil-
ciò abilitato da bolla di Urbano ler; bah capitolare di s. Sebastiano
numero
Vili. Nel 75 del Diario principe Francesco Maria Barbe-
di Roma 184^ si legge, che nel rini bah di grazia
; fr. Edmondo
palazzo magistrale dell'ordine, per Poudeuhove; bah di grazia fr, Cri-
disposizione del Papa, in forma di stoforo Ferretti; ed i commenda-
consiglio compito, sotto la presi- tori fr. Filippo di Colloredo, Tom-
denza del luogotenente interino ba- maso di Aquino,
Angelo Ghislie-
fi fr. Alessandro Borgia si de venne ri 3 Filippo Filippi , Lodovico Prao-

alla nomina del successore al de- lini Giuseppe Ferretti


, Onofrio ,

funto luogotenente, che ai i5


e Garofalo Luigi de Pergen, Gu-
,

settembre la scelta cadde sopra il stavo Weipperg, e Giulio Barat-


commendatore fr. Filippo Collore- tieri. Eletto che fu il luogotenen-
do, per essere di antichissima fa- te del magistero da questo rispet-
miglia, e di intemerati e rigidi tabile consiglio compilo^ dopo l'ap-
costumi , di somma pietà e di provazione del Pontefice Gregorio
senno che saviamente discerne e XVI, si portò il corpo dell'ordine
al meglio s' appiglia, soggetto ri- nella chiesa di s. Francesco a Pon-
spettabilissimo. Si dice ancora che te Sisto, ove dopo messa solenne,
il nobile consesso stava però qua- coir intervento del cardinal Giaco-
si direbbesi perplesso nella scelta. mo P^ilippo Fransoni protettore
Dappoiché v'era in esso pur anco dell'inclito ordine e gran croce del
un dignitario gran croce dell'ordi- medesimo, il vice-cancelliere lesse
ne, che tutta riscuoteva la simpa- la bolla pontificia coufermatoria
y

MAL MAL 77
dell' elezione fatta dal consìglio com- emanò graziose disposizioni in fa-
pito del nuovo luogotenente fr. vore della lingua italiana, ed a van-
Filippo di Colloredo. Allora que- taggio de' suoi sudditi, assegnando
sti prestò nelle mani del cardina- dal regio erario delle trentaqualtro»
le il solenne giuramento prescritto mila lire de'beni già appartenenti
dagli statuti ; indi cantatosi il solen- all'oi dine , lire annue;
dodicimila
ne Te Deum^ si venne a ricevere disposizioni che incominciarono ad
dal luogotenente l'accollata o ab- aver effetto col i845. Colle mede-

braccio de' confratelli, ed il bacio sime stabilite rendite istituì due


delle mani da tutti gl'impiegati commende da lire tremila, e tre
dell'ordine. Neil' istesso giorno il commende da lire duemila annue
nuovo luogotenente del magistero per ciascuna. Tali commende la
unito ai membri del consiglio com- prima volta le conferì il re a'ca-
pito si portò a fare i suoi ossequi valieri di giustizia, poi le conferi-
a sua Santità ; ed alle tre ore po- rà r ordine ai cavalieri piii an-
meridiane ebbe luogo il convito, ziani designati dal re. Vietò al-
in cui presero luogo gì' individui l' ordine crear cavalieri di giusti-
del consiglio compito, e tutti i ca- zia ne' suoi accettare o eri-
stati,

Talieri dell'ordine, bevendosi con gere commende


o di giuspatro-
affettuosi brindisi alla salute del natOj senza la sovrana autorizza-
Pontefice e di tutti i sovrani che zione, quale ancora impose per le
beneficano e riconoscono l'ordine. croci di divozione. Le regie lette-
Nel medesimo anno i845 a'2 giu- re furono registrate dai senati se-
gno r arciduca Federico d'Austria denti in Torino , Nizza , Genova
feld-maresciallo luogotenente, vice- e Casale, e dalla camera de'con-
ammiraglio e comandante in capo ti. Orapasseremo a parlare della
della marina imperiale, dopo esse- città La W
alletta o Città Nuova
re stato ricevuto qual cavaliere di della Città Notabile o Città Vecchia^
giustizia nell'ordine gerosolimitano, e della sua sede vescovile.
emise la sua solenne professione La Vallette o La Valletta^ cit-

nella chiesa di s. Giovanni in tà e piazza fortissima sulla costa


Vienna, alla presenza dell' impera- settentrionale dell'isola di Malta,
trice madre, della regina di Sas- di cui è capoluogo, riceve le acque
sonia, dell'arciduchessa Sofia e di dal grandioso e lungo acquedotto
tutti gli altri arciduchi; la qual Wignacourt, ecomponesi di cinque
funzione fu celebrala con tutto parti : cioè la Valletta propriamen-
l'apparato degno di sì eccelsa per- te detta, la Floriana, la Senglea o
sona, il quale figlio d'uno de'più s. Michele, la Burmola , ed il

illustri guerrieri del secolo nostro, Vittorioso o la Città Vittoriosa,


non si mostrò degenere dal valor di cui già parlammo di sopra. La
paterno nell'assalto dato alla città Valletta fu fabbricata dal gran
di s. Giovanni d'Acri, che a lui maestro di tal nome nel i ^^C)^ sul
meritò il premio de' valorosi, cioè promontorio ovvero sulla parte del-
la croce di Maria Teresa. Nell'an- la collina la piti eminente chiama-

no poi precedente i844 »' regnan- ta Sceb e Ras, cioè luogo eleva-
te Carlo Alberto re di Sardegna, to. La Valletta occupa il nord est
con lettere patenti del 3 ottobre, di una peuisolelta o montagna di
78 MAL MAL
Scebeiras, che divide il porto di rioso. All'est si trovano i ruderi
questa città in due parti, una cliia- del tempio fenicio di Astarte, con-
mata il Gran-Poito, e l'altra Mar- vertito poi in tempio
di Giunone,
sa-Musceit; si è la porzione della e tutto lo spazio che intercede si-
città più popolata, cinta di mura, no alla Città Vecchia è folto di
guarnita died in oltre
bastioni, villaggi, orti e giardini. La Sen-
difesa dal forte sant'Elmo, dove si glea contiene anch' essa tre chiese:
è stabilito un faro. Contiene tre all'ovest ove termina il porto gran-
ospedali, caserme, prigioni, un pa- de , sono i villaggi di Gorradino
lazzo ove siedono le corti supreme e Cortino , fra' quali si vedono
giudiziarie, una biblioteca pubblica, molti avanzi notabili di antichi
tre cbiese, ed un teatro nella sua : eclifizi. Il suo nome lo prese dal
laguna o bacino fanno la qua- gran maestro Claudio de la Sen-
rantena legni cbe
i muovono dal gle, che la fece fortilìcare edifican-
Levante, nel suo lazzaretto. La done le abitazioni, con perpetuo
Floriana occupa il resto della sud- censo in favore della segreteria
delta penisolelta: fortissima è questa magl<»trale agli abitanli , di cui
parte della città, oltre alle mura vennero assolti nel i6oi. La Bur-
che la circondano, essendo a sua mola tocca verso il nord due i

difesa revellini e opere a corno; quartieri predetti, ed è attorniata


vi si trovano il palazzo e giardini da doppia cinta bastionata, l'una
Floriani, il giardino pubblico, l'or- cinta separata dall'altra per consi-
to botanico. Le altre tre parti della derabile spazio, chiamato la Coto-
città giacciono al sudest di quelle nerà: contiene tre chiese, un arse-
delle quali abbiamo parlato, e sono nale, ed un cantiere di costruzione.
separate dal Gran-Porto. La Sen- Fu gran maestro Nicola Coto-
il

glea ed il Vittorioso ,
parte più ner che nel 1670 edificò il borgo
antica della città, incominciata dai Cotonerà, nel quale si eleva il for-
saraceni nell' 838 , cuoprono due te di s. Margherita.
lingue di terra parallele cbe spor- Il porto della Valletta trovasi, co-
gono nel porto : questi quartieri me si è detto, diviso in due parti
sono ambedue circondati di mura, dalla penisola sulla quale è situata la
tranne dalla parte dello, stretto parte principale della città : il Gran-
braccio di mare che li disgiunge; Poi to, il cui ingresso, difeso dai
il Vittorioso è inoltre difeso dal forti Ricasoli e sant'Elmo, non è lar-

forte s. Angelo, da più cavalieri e go più di 4^0 metri , acquista poi


da opere a corno; racchiude co- migliore estensione e dividesi in
me dicemmo V antico palazzo del più rami, uno de' quali prolungasi
gran, maestro dell'ordine di Mal- tra il Vittorioso e la Senglea, e
ta, quello già del grande inquisi- penetra sino alla Burmola , accq-
tore, quello del capitolo generale gliendo verso la sua estremità
de'cavalieri, la casa municipale, l'e- nord-ovest un ruscello d' acqua
piscopio un ospedale navale, tre
, paludosa. L'entrata del bacino, lar-
chiese ed un oratorio di rito greco; ga appena un quarto di miglio, è
ivi era il borgo che sostenne il difesa da formidabili batterie a
memorando assedio di Solimano fuoco inciociato , che lo rendono
li, onde prese il nome di Vitto- inaccessibile a qualunque vascello
MAL MAL 79
nemico. La Marsa-Musceit, il cui spedale di s. Giovanni, che forma
ingresso largo quasi al pari di un centrale deposito medicinale pei
quello del Gran-Porto, viene pro- presidii inglesi del Mediterraneo.
tetto dai forti s. Elmo e Tigne, In quest'ospedale dai cavalieri si

allargasi anch' essa di mano in ricevevano i pellegrini infermi di


mano che s' inoltra fra le terre : tutte le nazioni, ch'erano assistili

contiene un'isoletta dov' è stabilito dai giovani cavalieri , e nei vener-


il lazzaretto, e su cui fu costruito dì dal gran maestro, e dai gran-
il forte Manuel. La situazione di croci, secondo l'istituto dell'ordine.
la Vallette è fra le più belle del Eravi anco pei mao-
l'infermeria
mondo. U aspetto della città, ve- mettani, trattati con ispirilo di ca-
duta dal mare, è superbo, ne l'in- rità cristiana. Essendo l'ordine di-
terno smentisce tanta appariscenza» viso in sette lingue o nazioni, vi
Le vie sono regolari e ben lastri- erano altrettanti alberghi o palazzi,
cate di lava; le riviere e le piaz- ove si accoglievano giatuitamente
ze adorne di fabbricati vasti ed i cavalieri delle rispettive lingue :

eleganti. Non vi sono meno di venti ne parlammo all' articolo Geroso-


chiese, oltre la cattedrale di s. Gio- limitano. Ogni lingua avea una
vanni Battista, cosi detta perchè cappella nella chiesa conventuale
v'uffìzia il vescovo, mentre la vera di san Giovanni, ch'ebbe princi-
cattedrale è V antica di Medina. pio nell'anno i5'jZ. La Valletta
Questa gran chiesa di s. Giovanni per bontà del suo porto è una
la
già conventuale dei cavalieri gero- stazione navale,ed una piazza di
sofimitani, è la più bella dell'isola : commercio di grande importanza,
fregiata di scolture e pitture, ed in formando un prezioso emporio del
queste ultime il Preti superò se stes- commercio inglese colle coste di
so ne'freschi della volta. L'antico Barbarla, le isole Jonie, ed il Le-
collegio de' gesuiti serve oggi di vante; e per mezzo di questo sta-
università degli studi eretta già bilimento geograficamente italiano,
nel 1769 colle rendite dello stesso si può riaprire nel Mediterraneo
Scrivono alcuni che vi so-
collegio. il commercio delle Indie che pra-
no due biblioteche pubbliche, una tica vasi un tempo per Suez, senza
delle quali è quella de' cavalieri, attraversare l'Atlantico, ciocché era
che contiene 4o50f>o volumi aduna- lo scopo di Napoleone nel tentati-
tivi dai gran maestri, ora comunale. vo di stabilire la colonia gallo-egi-
Vi è invece soltanto una biblioteca ziana. Il possederla è pel governo
ricca di copioso numero di opere britannico la sorgente d'immensi
scientifiche ed istruttive , fondata vantaggi. L' importanza politica del
nel 1766 dal bali Guerin Tencin, possesso di Malta non si manifestò
alla quale il commendatore Bruno mai ne più, quanto colle transa-
maltesQ a titolo di legato donò zioni diplomatiche, uffizi e note
scudi diecimila, e nella quale fu ministeriali precedenti e susseguen-
trasportato il museo del commen- ti al trattato di Amiens de* 25
datore Abela maltese già prima marzo 1802, pubblicato a Londra
lasciato ai gesuiti. Contansi quattro nel i8o3. E nel principio del
ospedali, tra cui il più celebre è l'an- presente secolo si reputò opera
tico magnifico priorato e ricco o- sommameule interessante l'acquisto
,

^b MAL MAL
e {>òssesso (Xi Malto, nella stcs«;fi Paolo, ed un bassorilievo in bron-
guisa che si considerava nei vetusti zo rappresentante il suo marti-
tempi essere della mcdesiuia im- rio: ivi è pure la statua di mar-
portanza il dominio di quest'isola. mo di Ruggero normanno che
La Ciltà Notabile o Cilià Fecchin^ scacciò i saraceni da Malta nel
Melila o Medina. Capitale antica declinare del secolo XL In tale
di Malta, trovasi in mezzo e sopra grotta si pretende che sia stato
un' altura alla pianura occidentale l'apostolo per tre mesi dopo il ,

dell'isola, e quasi sul limite che suo naufragio, ritirato co'suoi com-
divide la parte abitala dalla parte pagni a fare divoti esercizi e per
deserta, quasi nel centro dell'isola, umiltà . Il medesimo Paolo V
ed è ornata di magnifiche fabbri- smembrò la sacra grotta dalla
che. Dopo l'edificazione della Val- chiesa parrocchiale di s. Paolo,
letta non ha importanza che
altra e ne affidò la cura perpetua ai
quella derivatale dalla remota an- gran maestri, approvando poi nel
tichità sua, qualificandosi di origine 1619 la collegiata istituitavi dal
fenicia, o fondata dai primi abi- gran maestro Wignacourt. Anche
tatori di Malta dopo l'universale gli altri cimiteri di s. Agata, di
diluvio, avanti i4o4> Cristo anni s. Veneranda detta volgarmente
in piima chiamata Mclita. 11 suo s. Vennera, e di s. Cataldo han-
sito era anticamente molto più no le chiese rispettive sovrapposte,
ampio e disteso che non è in e sono i più prossimi a Melita :

oggi. Vi si vedono ruderi di un i sono lontani oltre il sobborgo i

tempio di Proserpina, e di un cimiteri di s. Maria della Virtù,


tempio o teatro di Apollo, come di Maria della Grotta dato in
s.

pure le vestigia di terme e di cura ai domenicani , ed il più


altre cospicue moli: soprattutto so- vasto e celebre denominato del-
no da ammirarsi le ampie cata- l'Abbadia, che può quasi chiamarsi
combe, che indicano un'antichissi- una città sotterranea. Ridonda que-
ma e numerosa popolazione. Nel sto di belle ed antiche pitture, che
Borgo o Rabato e presso le mura si credono fatte non già nella pri-
è il principal cimiterio, che vuoisi ma età del cristianesimo, ma nel-
santificato dal soggiorno che vi fe- r epoca delle saracene irruzioni. I
ce l'apostolo delle genti, e vi sorge nominati cimiteri o catacombe so-
un bel santuario assai venerato no tagliati nella roccia , offren-
perciò arricchito di spirituali pri- do alcuni di essi vaste stanze, es-
vilegi da Paolo V, ed ornato di sendovi l'ingresso di varii altri
bei dipinti del Preti, detto il ca- otturato. Melita fu ben fortificata
valiere calabrese. Questa però non dai cavalieri di Malta, e nel i55i
è la cattedrale, grande e decoro- sostenne valorosamente un assedio
sa, dall'alto della quale la vista si e- turco, ed allontanò l'inimico dalle
stende su tutta l'isola : il vescovo sue mura; cessò d'essere capitale del-
risiede ancora in questa città. La cat- l'isola, dopo che fu fabbricata la Val-

tedrale di cui parleremo in fine for- letta. Nel 1599 il gran maestra
ma il maggior decoro di questa Garges per ripopolare la città le
città. Nella sacra grotta evvi un'al- concesse molte franchigie, cioè di
tare colla statua marmorea di san non essere molestati i debitori per
,

MAL Mal 8f
sei anni ; cìie nelle cause civili e a nuoto, gli altri .sugli avanzi del
criminali dovessero giudicarsi gli vascello.11 luogo dell' approdo fu
abitanti dai tribunali della città. la Cala chiamata allora Ditalasso,
In questa città poi, come metro- ed oggi portante il nome del santo
poli dell'isola, ogni novello gran Apostolo, ove l'antico tempio a lui

maestro , qual sovrano dell'isola consacrato, essendo cadente, fu rie-


prendeva il possesso del suo prin- dificato nel 1610; ed una limpida
cipato in gran formalità con e vicina fonte per memoria si chia-
molta pompa. Alla porta maggio- ma Aayntal-Ilazzul, cioè fontana del-
re della città, prima di ricevere l'Apostolo. Ivi si venerano alcune
dal magistrato le chiavi della me- immagini che la tradizione dice
,

desima ,
giurava di osservare e dipinte da s. Luca. Il naufragio di
fare osservare tutti i privilegi ,
s. Paolo in questa isola avvenne
franchigie ed usanze della città nel secondo consolato di Nerone e
Notabile o Melila e dell' isola di di L. Calfurnio Pisone, e nel se-
Malta. E
da notarsi che nella cit- condo anno dell'impero del primo,
tà Notabile mai vi fu la residen- cioè l'anno 58 di nostra era. Ve*
za de' cavalieri di Malta, essendo desi ancora lo scoglio Salmon ove
essa nella Vittoriosa e poi nella si ruppe la nave. Gli abitanti di
Valletta. Al nord Bengemma, e quella spiaggia, ch'erano li^nicii, ac-
Dingli al sud, sono gli estremi e colsero ospitalmente l'equipaggio, e
più notevoli suoi villaggi. Conta fecero accendere un gran fuoco per
attualmente circa cinquemila abi- Avendovi s. Paolo messo
riscaldarli.
tanti. un fascio di cespugli, ne uscì una
L'evangelio fu predicato in Mal- vipera, che sì attortigliò olla sua
ta dall'apostolo s. Paolo, patrono mano e la morsicò ; ma egli scosse
dell' isola. Predicando questi la fe- prontamente l'animale nel fuoco, e
de nella Giudea fu imprigionato in non gli provenne alcun male. Gli
Cesarea, sede del governatore della abitanti credettero dapprima che
Giudea; ma avendo egli come cit- fosse per enfiare e morire, e si di-
tadino romano appellato all' impe- cevano l'uno all'altro, ch'egli do-
ratore, il governatore Porcio-B'esto veva essere qualche omicida per-
lo consegnò a Giulio centurione, seguitato dal cielo; ma vedendo poi
acciò lo conducesse in Roma. L'a* che nulla soffrì, cambiando linguag-
postolo avea seco s. Luca, Aristar- gio gridarono Paolo per un Dio. E
co ed alcuni altri cristiani, con s. fama costante della proprietà e
Trofimo* discepolo di Gesù Cristo; virtù che Dio per i meriti di s.

e s'imbarcarono tutti ad Adrumeto Paolo ha conceduto all' isola di


porto di Misia. Travagliati da una Malta, che niun animale velenoso,
fiera burrasca, s. Paolo predisse anco da altri luoghi nell'isola por-
che si sarebbe perduto il solo va- tato, abbia forza di avvelenare o
scello, ma che tutti avrebbero sal- portare nocumento alcuno; anzi in
vato la vita, ed approderebbero in Malta si cava una certa terra si-
un isola. In fatti il vascello si ar- mile al gesso, che comunemente si

renò e fece naufragio nell'isola di chiama grazia di s. Paolo, la quale


Malta, allora soggetta ai romani ; si adopera utilmente contro ve- i

tutti approdarono al lido, gli uni leni. Lo sbarco di s. Paolo in que-


VOL. XLII. 6
:

9% MAL MAL
sta isola, e che vi fosse morsicato s. Publio a* 21 gennaio, nel 1691
da una vipera, viene contraddetto la messa particolare, e nel 1693
da qualche autore, mentre altri lo la festa con ufficio e messa propria
afFermano. Dicono primi che ciò i per tutta la diocesi, del naufragio
sìa avvenuto in un'altra isola del di s. Paolo, che si celebra a' 20
mare Adriatico, chiamata Meleda, febbraio. In questo giorno sontuo-
poco distante da Ragusi, nella qua- samente si celebra pure tal festa
le vi sono molte vipere; ma de- neir insigne collegiata e parrocchia-
boli ne sono gli argomenti. L'apo- le di s. Paolo della Valletta. Il
stolo e quelli della sua coQìiliva detto naufragio venne contraddetto
passarono tre giorni in casa di Pu- per prima volta nel decorso se-
la

blio, il pili ragguardevole degli a- colo da certo abbate benedettino


bitanti dell' isola, e forse anche il Giorgi raguseo, ed il maggior suo
governatore od altro primario ma- confutatore fu il conte Giovanni
gistrato pei romani. La sua ospi- Ciantar maltese, il quale intera-
talità fu ricompensata ,
perchè s. mente confutò r opera del Giorgi
Paolo coli* imporre le mani sul ca- stampata nel lySo, con due libri
po del suo padre, lo guari da una dati alla luce nel 1758 e nel 1763.
febbre di dissenteria. Come fu spar- L'apostolo s. Paolo dopo essere sta-
sa la voce del miracolo, gli abitanti lo tre mesi nel borgo di Medina
portarono i loro infermi all'aposto- o Città Notabile dell' isola di Mal-
lo, ed ebbero la consolazione di ta, co' suoi compagni provveduti
vederliperfettamente guarire, som- dagli abitanti del bisognevole, s'im-
ministrando agli ospiti tuttociò ch'e- barcarono alla volta di Roma , in
ra loro necessario. Malta ebbe per s. un altro vascello di Alessandria. La
Paolo il dono della i^eàe, che ven- sede vescovile di Malta non è vero
ne diffusa sugli abitanti del villag- che prima fosse suffiaganea della
gio di Nasciar tuttora esistente , e metropoli di Cartagine in Africa, ne
si propagò poi per tutta l' isola. poi di quella di Siracusa : soltanto
Tuttociò conferma il Pànaldi al- sino alla metà del secolo XI la
l'anno 58, num. 171, secondo il rac- chiesa di Malta riconobbe per suo
conto di s. Luca. Non solo s. Pao- metropolitano il romano Pontefice,
lo ammaestrò gl'isolani nelle verità e dal I i58 in poi per bolla di A-
evangeliche, ma dopo averlo bat- driano IV l'arcivescovo di Paler-
tezzato ordinò laro vescovo lo stes- mo. Per le premure del governo
so Publio, che dalla sede episco- inglese il Papa Gregorio XVI sot-
pale di Malta fu poi trasferito a trasse Malta dalla soggezione di Pa-
quella di Atene, ove riportò glo- lermo , e la dichiarò immediata-
rioso martirio. Nel 1609 fu edifi- mente soggetta alla santa Sede. Di
cata una cappella in onore di s. questa sede e della serie de' suoi
Publio , sopra la grotta di s. Pao- vescovi,ne tratta Rocco Pirro nella
lo, ed il vescovo Gaigallo nel si- Sicilia sacra t. II, p. io38e seg.
nodo del 16 IO ne ordinò la festa Melitensis ecclesiae episcopalis. Non
con rito doppio, e che fosse vene- solo la chiesa di Malta è apostoli-
rato qual protettore dell' isola sua ca a cagione del suo fondatore, ma
patria. La congregazione de' riti nel presentemente gode il pregio di es-

1666 autorizzò l'uffizio proprio di sere la soia superstite, tranne la


MAL MAL 83
suprema cliiesa romann, Ira quelle possedeva il casale della Fan ara ed
di fondazione apostolica, dappoiché altri feudi della diocesi Meliveta-
tutte le altre giacciono sollo il do- na ; nel i33o Alduino; nel i334
minio degl'infedeli, prive de' loro fr. Enrico di Cefalìi francescano ;

legittinmi pastori latini, qualcuna a- nel 1342 fr. Nicola li Roneti fran-
Tendone ma orientali; e ia chiesa cescano, legato apostolico di Bene-
di Aquileia, anch'essa apostolica, fu detto Xll ai tartari; nel i36i fri

soppressa da Benedetto XIV. Ilario Corrado; nel i373 fi-. An


11 secondo vescovo di Malta fu tonio Vulpano catanese e benedet-
Acacio, quale assistette al con-
il tino consacrato a Roma; nel 1392
cilio di Calcedonia nel 4^* ^^ ^' 5 fr. Nicola III de Papalla di Paler-
fossero sfati altri vescovi prima di mo conventuale francescano, eletto
lui, il Pirro l'ignora. Costantino fu "dal capitolo e confermato dal Papa;
al concilio romano di Papa s. Sim- nel 1394 fr. Giovanni 111 de Pino
maco nel 5oì ; gli successero nel francescano conventuale; nel 1397
592 Lucilio, nel 5g9 Traiano mo- fr. Mauro de Celi maltese de' mi-

naco benedettino di s. Luca di Si- nori, dotto ed ornato di preclare


racusa , neir 868 Manasse, che in- doti; nel iSgS fr. Andrea de Pace
tervenne al concilio Vili di Co* siciliano de' minori , dotto ed irt

stantinopoli, sotto del quale verso ambe le leggi peritissimo ; nel i4o<S
1*874 i saraceni invasero l'isola, il cardinal Corrado Caracciolo no-
cessando la successione de' vescovi, bile napoletano, cui successe fr. Mi-
che solo si rinnovò nel 10890 1090, chele de Lelras francescano, d' in-
quando il normanno Ruggero cacciò tegra vita e perito nelle lettere;
dall' isola i saraceni. TLH questa se- nel i4io fr.Giovanni IV Xime-
conda serie (della quale solo ri- nes francescano di Catalogna; nel
porteremo più li noma ti i ) fu pri- i4fo d. Antonio II de Piatamene
mo vescovo Gualtiero , consecrato di Catania, monaco benedettino e-
da Urbano II, sotto il quale Rug- lelto dal capitolo, approvato dalla
gero donò con regia munificenza santa Sede, e dalla regina Bianca
alla cattedrale di s. Paolo molti vicaria del regno di Sicilia dichia-
beni j il secondo Biraldo del 1095 rato amministratore di questa chie-
che trovasi sottoscritto in un pri- sa. Nel 1434 de Mello
Senatore
vilegio del conte Ruggero ; il ter- maltese; nel i44^Bernardino ^'
zo Giovanni del ii23, dopo il de Paternione cassinese di Cata-
quale furono vescovi: nel i 122 Ri- nia, eletto dai canonici ; d. Giaco-
naldo che in una bolla di Calisto mo de Paternione nobile di Cata-
11 si sottoscrisse Episcopus Meli- nia, abbate agyrense gli successe.
tensis; nel i4o Stefano ; nel i 168
1 Nel 1446 d. Antonio III de Alago-
Giovanni nel i253 Ruggero di
II; na monaco benedettino, nobile de
Casali; nel 1259 Giacomo di Mi- Catania, ornato di virtù; nel i47^
leto domenicano, da Alessandro IV d. Giovanni V
de Paternione abbate
indi trasferito altrove; N. N. sotto benedettino, nobile di Catania, ver-
ilquale prima Carlo d'Angiò, poi sato nelle lettere ecclesiastiche. Nel
Pietro III re di Aragona s'impa- 1489 o 1490 il cardinal Pietro
dronirono di Malta; nel i320 Ni- Fuxo o Foix, figlio terzogenito di
cola che stanziava in Lentini ove Gaetano conte di Foix fratello di
,

8? MAL MAL
Lodovico Xì re di Francia nel ; li» congratulazioni del capitolo, de-
1491 Paolo de Cavallaria pisano, filiecclesiastici e de* religiosi , dei
velato in ogni scienza nel i^o'* ; magistrali dell'isola e d'ogni ceto
Giacomo II Valguarnera siciliano, di persone, tripudianti nuovo pel
noooinato dal re Ferdinando li os- principe. Nel voi, XXIX,242 p.
sia Ferdinando V re di Spagna e 243 del Dizionario abbiamo det-
il quale lo presentò ad Alessandro to clie Carlo V riservò a se e suc-
VJ ; nel i497 il cardinal Giovan- cessori re di Sicilia il giuspatro-
ni Borgia giiiniore, nipote di detto nato alla nomina del vescovo di
Papa, del quale come degli altri Malta, che dovea però scegliere tra
cardinali vescovi di Malta ne par- i tre che da
individui dell'ordine
liamo alle loro biografie. Nel i5o3 questo venivano presentati, tra i
gli

Antonio IV Corsetti siciliano , no- quali doveva esservi un suddito del


bile di Noto, celebre per dottrina re di Sicilia; e che l'eletto riceve-
e virtù, e per le opere pubblicate; va la croce, titolo, voto e premi-
nel i5o9 Bernardino Bolognese; nenza di bali, ed era perciò uno
nel i5i4 Giovanni VII Sapulveda de' capitolari. Ivi dicemmo ancora,
spagnuolo, traslato da Leone X dal che il maestro avendo pre-
gran
vescovato di Tuy; nel i5i6 il car- sentato a Carlo V
la terna, ed esso
dinal Raffaele Sansoni Riario vescovo non procedendo alla scelta nel tem-
d'Ostia e camerlengo di s. Chiesa; po assegnato dalle canoniche leggi.
avendo rinunziato gli fu nello stesso Clemente VII dichiarò vescovo Glii-
anno sostituito Bernardo Catagnani nucci (Fedi)^ il quale non potè en-
o Cataniani canonico pisano per ,
trare in possesso del vescovato, e
opera del quale fu edificato il con- Paolo III lo creò cardinale. Aven-
vento de' domenicani ; avendo poi do poi rinunziato nel i536, Carlo
il Papa nominato il cardinale An- V gli destinò una pensione di no-
drea della Valle, per non pregiu- vemila lire sulla mensa di Malta ,
dicare il giuspatronato del re di e divenne vescovo fr. Tommaso Bo-
Sicilia, il cardinale rinunziò, ed eb- sio di Asti vice-cancelliere dell'or-
be invece l'archimandritato di Mes^ dine, uno dal gran
de' presentati
Sina; e nel i5io Bonifacio Cata- maestro all'imperatore nel i53r,
gnani consanguineo di Bernardo. che perciò fu il primo vescovo do-
Nel i524 Carlo Urries spagnuolo, po lo stabilimento de' cavalieri in
nato in Sicilia, morto nel i528. Malta, essendo stalo consagrato in
Nella sede vacante Carlo V con- R.oma. Narra il suo nipote Giaco-
cesse Malta ai cavalieri
l'isola di mo, autore della bella Storia della
di Rodi nel marzo i53o, ed a'i3 sacra religione, che il vescovo fi-;
luglio nominò vescovo Baldassare Tommaso dopo un saggio ed amo-
Wallkirk alemanno, il quale morì revole governo di sei mesi, mori
nell'islesso anno senza aver veduto nella Città Notabile o Vecchia a'i5
la sua chiesa. A* i3 novembre il agosto 1539, non senza sospetto di
gran maestro dell'ordine Villiers, veleno, posto in certe paste dalle
per prendere possesso dell'isola, col monache, che temevano d'essere ri-
suo convento vi fece il solenne in- formate e ristrette: però i medici
gresso, tra il plauso e universale attribuirono lamorte all'a-
di lui

allegrezza degli abitanti, ricevendo ria pestifera che in detto mese suol
,, ,

MAL MAL 85
regnare nella Cillà Notabile. Fu se- poderi e giurisdizioni. Poco dopo
polto ivi nella cattedrale di s. Pao- il Gargallo ed il gran maestro fu-
lo, e quindi il gran maestro e con- rono riconciliati dal Papa a mezzo
siglio nominarono Ire personaggi di detto arcivescovo Torres qual de-
dell'ordine, scegliendo l'imperatore legato apostolico; quindi a sue spese
in vescovo fr. Domenico Cnbelles si recò il vescovo ad assistere per la
priore della chiesa conventuale di religione al solenne battesimo del
Saragozza, che fu consagrato nel primogenito Carlo Emmanuele I
1542, e riuscì ottimo pastore. Fu duca di Savoia. Sotto questo ve-
suo successore nell'anno i568 fr. scovo Gregorio XIII con breve dei
Martino Roxas di Porturubeo o 28 aprile i584 proibì ai cavalieri
Porlalravio, già ambasciatore al con- militi o fratelli, conferirsi il vesco-
cilio di Trento e cancelliere della vato di Malta o il priorato della
religione gerosolimitana, chiaro per chiesa conventuale , dignità solite

prudenza e dottrina: sotto di lui conferirsi ai soli preti cappellani


a' 18 maggio iS'ji il convento del- dell'ordine. Il vescovo Gargallo nel
l'ordine fu trasportato nella nuova luogo dello s. Margherita presso la
città della Valletta. Della chiesa Città Notabile eresse una casa pei
di s. Giovanni e priore conventua- vescovi con amenissimo giardino
le della medesima, sua giurisdizio- fu benefico colla cattedrale, limo-
ne e privilegi come superiore spi- siniere co' poveri, ed ai gesuiti fab-
rituale di tutto Tordine, non che bricò il collegio ; e morendo nel
de' cappellani conventuali e loro i6i4 nella sua casa sul colledi s.

prerogative, ne tenemmo proposito Margherita, fuori della Città Vit-


all'articolo Gerosolimitano, in un toriosa , fu tumulato nella cap-
a diverse cose riguardanti i vesco- pella di s. Francesco Saverio della
vi £U Malta. La chiesa de' dome- chiesa di Gesti. In questa chiesa
nicani di s. Maria Portosalvo
di nel i635 fu consagrato vescovo di
s. Pio V la dichiarò matrice e par- Nardo Fabio Chigi inquisitore di
rocchiale di tutta la Valletta , che Malta, che l'Ughelli dice fatto ve-
poi fu divisa con altra parrocchia. scovo agli 8 gennaio 1 634- Lo con-
Portatosi in Roma il de Roxas vi sagrò il vescovo di Malta, forse Ba-
morì iSyy. A'20 gennaio iSyS,
nel laguer Camarasa, coli' assistenza di
coll'autorità di Gregorio XIII, l'ar- due ecclesiastici costituiti in digni-
civescovo di Monreale Lodovico de tà, per difetto di altri vescovi, non
Torres, con solenne rito consagrò essendovi memoria che quivi si fos-
nella Valletta la chiesa magnifica se veduta altra simile funzione e ,

di s. Giovanni Battista patrono del- riuscì tanto più memorabile perchè


1 ordine. dopo vent'anni divenne il Chigi ve-
Nell'anno iSyg divenne vesco- scovo della chiesa universale , col
vo fr. Tommaso Gargallo catala- nome di Alessandro VII. Benché il
no, vicecancelliere della religione Gargallo fosse quasi sempre in lite
ch'entrò in contesa per giurisdizio- colla religione e coi gran maestri,
ne col gran maestro La Cassière, partendo per Roma nel i6o5 e
onde il vescovo si ritirò tempora- 161 1 lasciò protettore e difensore
neamente a Lentini in Sicilia, ove del vescovato e di tuttala diocesi,
la mensa vescovile possedeva molti con facoltà di conferire benefizi e
96 MAL MAL
canouicaii, il giaii inaeslru Wigiia- li bianche armellino, secondo i
di
cuuii. Nel i6i5 al Gargallo suc- tempi e le stagioni. Con questo il
cesse BaWassaie 11 Cogiiaies di Mal- Pirro termina la serie de' vescovi
(a, di gran zelo, massime contro il di Malta: quelli poi che riporta il

UKil costume, in difesa dell' immu- Pozzo con analoghe notizie nell' ///-
nità ecclesiastica e giurisdizione ve- storia della sacra religione ec, stam-
scovile, per cui sostenne gravi que- pata nel 1715, sono i seguenti. Mentre
stioni colla religione e col gran mae- era vescovo il Dalaguer e nel i643
stro; molte opere di pietà fece pei l'ordine acquistò l' isolotto di Mar-
poveri, costruì nella cattedrale la samuscetto, ch'era di ragione della
sagrestia, ed a comodo de' vescovi cattedrale di s. Paolo, per fabbri-
fabbricò nella Valletta un sontuoso carvi il lazzaretto per lo spurgo
palazzo vescovile, morendo nel i633 delle merci : la religione diede in.

a' 4 agosto presso il monte Ca- compenso ai canonici altrettanti ter-


gliares. Mentre fabbricava tale epi- reni del magistero detti del Fideni.
scopio, incontrò gravi impedimenti Questo vescovo oidinando chierici
per parte dell' ordine , che vedeva con eccesso fu corretto; e l'inqui-
con pena che in un luogo che cre- sitore di Multa considerandosi come
deva esente da qualunque giurisdi- metropolitano, stante la distanza
zione, vi si portasse a risiedere il ve- della metropoli, fu abilitato a co-
scovo colla curia. Cagliares vi spese noscere le appellazioni delle senten-
dodicimila scudi, e per testamento ze delhiitive del vescovo. Nel i655
lo lasciò a' successori, ed ai vicari il vescovo Balaguer pretese sedere
in sede vacante, con obbligo di ce- in consiglio sopra il luogotenente
derne la metà ai canonici in caso del magistero, che prendeva luogo
d'assedio, per abitarvi ed officiar- alla destra del gran maestro, ma
vi. Noteremo che sotto il vesco- inutilmente al dire del lìosio; ma
Vcilo del Cagliares e nel 1628 Ur- ciò pare assurdo, sì perchè il luo-
bano Vili introdusse in Malta il gotenente si nomina solo nella va-
tribunale della fabbrica di s. Pie- canza del gran maestro, sì per es-
Ilo sopra i legati pii, materia che sere stato il vescovo di Malta il

essendo prima totalmente dipen- primo gran croce dell'ordine, e go-


dente dal vescovo, fu in parte at- dere il primo luogo nel consiglio
ti'ibuita alla cognizione di questo ed ovunque. Per sua morte nel
tribunale, ovesi tratti o di legati i663 fu fatto vescovo fr. Luca
incerti o di legati non adempiti
, Bueno priore della chiesa conven-
nel termine d'un anno dalla mor- tuale, zelante ecclesiastico, dotto e
te del testatore. virtuoso. A cagione delle gravose
Nel jG35 fu consagrato vescovo pensioni che pretesero imporgli i

in Roma fr. Michele Giovanni Bala- regi ministri sulla mensa, stette

guer Camarasa aragonese, che prese quattr'anni renitente nell'accettare;


possesso a'25 marzo, indi ottenne da prima fu esaminato come arcive-
L'rbano Vili pei canonici della cat- scovo di Rossano, indi fu fatto ar-
Itjdrale, le insegne del rocchetto, della civescovo di Tessalonica, e poi ve-
mozzetla di colore paonazzo fodera- scovo di Malta nel 1668; nia morì
ta diormesino rosso, e della cappa dopo quattro mesi, appassionato, a
luagua di colore paonazzo con pel- cagione di sua austerità, per le ri-
MAL MAL 87
forme, «peclalmenle nel sinodo te- conciliatrici provvidenze, dipoi me-
nuto in maggio. Dispose d'esser se- diante un motu-proprio, nel 1778
polto,non in s. Paolo, ma in s. fece ritornare il vescovo in Malta,
Giovanni. Gli successe nel 1668 pacificandosi col gran maestro de
fr. Lorenzo Asti ria cappellano del- Rohan : tutto e meglio narrammo
la caslellania d'Etnposta, e morì nel luogo citato, p.
262, 263. Nel
nei primi del 1674. A lui fu sosti- concistoro de'19 giugno 1780 Pia
tuito Girolamo Molina cappel-
fr. VI dichiarò vescovo fr. Vincenzo
lano, anch' egli della nominata ca- Labini cappellano gerosolimitano,
sfeliauia, quindi nel 1681 fu tras- nato in Bitonto. Lo stesso Papa
ferito alla sede di Lerida. Promo- a'3 marzo 1797 emanò la bolla
zione che il gran maestro Caraffa Memores nos quantum decoris ,

provocò per beneficare il suo fa- presso il Bull. Rem. Continuatìa


vorito cappellano fr. David Cocco t. X, p. 70, colla quale unì la
Palmeri suo elenìosiniere, ch'eletto chiesa arcivescovile di R.odi in par^
vescovo restò tre anni ripugnante tihus a quella di Malta, ed al ve-
pel peso delle eccessive pensioni im- scovo di questa concesse anche il

postegli. JXoteiemo che al Palmeri titolo di arcivescovo di Rodi, con


successe fr. Giacomo Canna ves del- l'uso del pallio, ed il potersi far
l' isola di Maiolica, confermato da precedere dalla croce, onde accre-
Clemente XI nel 7 1 3 e conse- 1
scere le onorificenze de'vescovi di
crato in B.oma nello stesso anno. Malta, pei singolari pregi dell'ori-
Ora passeremo a riportare quei gine di questa chiesa, e degl'illustri
vescovi di Malta che sono registra- suoi vescovi, confermando però la
li nelle annuali Notizie di Roma. sede in suffraganea di Palermo, alla
Fr. Gaspare Gori Mancini sane- quale era soggetta sino da Adriano
se di Riomagno diocesi di Arezzo, li : fu dunque il primo a portare
fatto vescovo il primo giugno 1722. i titoli di arcivescovo di Rodi e ve-
Fr. Paolo Alfaran de Bussan d'Aix, scovo di Malta, con l'uso del pal-
nominato agli 8 marzo 1728 in lio e della croce astata fr. Vincen-
concistoro Fr. Bartolomeo Bull
. zo Labini. A questi inoltre Pio Vi
dell' ordine gerosolimitano, di Pa- Cuin alias nos nu-
diresse la lettera
lenza diocesi di Majorica, preconiz- per archiepiscopa lem de' 24 luglio y

zato vescovo a' 19 dicembre 1757 1797, loco citato p. 106, in cui di-
da Benedetto X4V questo Papa : chiarò il modo come i vescovi di Mal-
già con breve del i3 agosto 1746 ta arcivescovi di Rodi doveano rice-
avea stabilito la norma dell'ammi- vere ed usare il pallio, trasmet*
nistrazione e del regolamento delle tendogli la formola del giuramen-
cose appartenenti al vescovo ed al to che dovevano prestare. Sotto il

Carmine Gio. Pellera-


capitolo. Fr. vescovo Labini cessò il dominio del-
no maltese nato in Mazara cap- , l' isola di Malta nell' ordine gero-
pellano della sacra religione, diven- solimitano, per r invasione di Be'*
ne vescovo a' 28 maggio 1770. na parte, il quale obbligò il vesco-
Questo vescovo s' inimicò col gran vo e canonici a cantare il Te
i

maestro Ximenes de Texada, e Cu Deum nella chiesa di s. Giovanni.


costretto recarsi in lloma onde , Questo vescovo descrisse all' esule
Pio VI avendo preso nel 1777 Pio VI i mali cui era soggiaciuta
, ,

66 MAL MAL
la chiesa di Malta pel governo dei in pregiudizio della chiesa stabilita
francesi, e gli mandò i decreti che o vogliam dire anglicana. Finche
a Regnault de Saint-Jean-d'Angely, restiamo entro i limili dell'Inghil-
commissario di Francia in Malta, terra, il giuramento, sebbene porti
avea lasciati Bonaparte, acciocché in se stesso il suggello dell'aulico
li facesse osservare. Fra questi de- ed implacabile despotismo religioso,
creti, quello de' i8 giugno 1798, può avere un perchè
significato ,

proibiva a tutti gli ecclesiastici ed ivi sono e vescovi e prebendati e


abitanti di Malta, di ricorrere al canonici ben pagati e pasciuti. Ma
Papa o al metropolitano ,
per ciò all'uscire della gran Bretagna cessa
che spetta all'amministrazione della ogni traccia di quella chiesa, chia-
religione. Inoltre il vescovo Labi- mata, per derisione senza dubbio
ni fu spettatore che Malta passo ed universale, e giungen-
cattolica
nel dominio degl* inglesi, e mori do in Malta vi troviamo non la
Del 1806. Pio VII nel concistoro nuova e falsa, ma l'antica e vera
de* 18 settembre 1807 traslatò Chiesa cattolica di Gesù Cristo. Or
dalla chiesa vescovile pardbus
in perchè mai obbligare i cattolici
di Pafo a questa fr. Ferdinando maltesi a giurare di non offendere
Mattei, nato in Sanglea diocesi di la chiesa quale, la
anglicana,
la

Malta cappellano gerosolimitano ,


, Dio mercè veramente invulne-
, è
che morì nel 1829. rabile in quest' isola, perchè appun-
Il Pontefice Gregorio XVI nel to non esiste? Il libero ed illimi-
concistoro de' 28 febbraio dell'an- tato esercizio del culto cattolico, e
no i83i fece arcivescovo di Ro- gli antichi privilegi della chiesa non
di e vescovo di Malta l* attuale furono forse guarentiti da un pub-
monsignor Francesco Saverio Ca- bhco trattato, allorquando gl'inglesi
ruana, nato nell'isola di Malta, ca- s'impossessarono dell'isola? Sia non
nonico arcidiacono della cattedrale. pertanto lode al benemerito vesco-
Nel voi, IX, p. 117 degli Annali vo di Malta, il quale alla propo-
delle scienze religiose, viene ripor- sta del giuramento che gli fu fatta,
tato il giuramento che il governo ricusò di prenderlo, e si rivolse
inglese voleva imporre ai cattolici, chiedendo consiglio, come ben do-
cioè a tutti i maltesi ,
prima di vea, al supremo capo di tutti i pa-
entrare nell'esercizio di qualsivo- stori. Roma rispose, cioè la santa
glia carica civile o ecclesiastica Sede, non potersi approvare in Malta
giuramento che fu prescritto nel un tal giuramento. I giornali di Mal-
1829 dal parlamento della gran ta bau già pubblicato la risposta
Bretagna a' cattolici dei tre regni inviata al vescovo, in data 19 di-
uniti; essendovi di particolare per cembre 1835, dal cardinal Bernet-
Malta, dover giurare i maltesi di ti segretario di stato, ed ivi si tro-
riconoscere per sovrani i discendenti vano esposte le ragioni del rifiuto,
di Sofia d'Annover, e in conseguen- con la consueta moderazione e fer-
za quelli della regina Vittoria, esclu- mezza. Nel voi. XI de' medesimi
si quelli di altra linea. Ivi dunque Annali &\ parla dell'istituto catto-
inoltre
giuramento uno
si osserva,
si
che con
obbliga
questo
a non
lico fondato in Malta nel 1840,
ausiliario di quello della gran Bre-
^
^^
far cosa alcuna che possa tornare lagna, di cui parlammo nel voi,
^ ,

MAL MAL 89
XXXV, pog. i55 del Dizionario antico tempio essendosi nel 1693
stabilito sotto il patrocinio dell'ar- da un gran terremoto rovinato, ne
civescovo e vescovo diocesano , di- fu intrapresa la riedificazione più
cendosi essere giunti i soci a 290. grandiosa e magnifica per delibe-
Finalmente nel vol.XlV,p. 4^ e seg. razione del vescovo e del capitolo,
de' lodati annali sonovi altre no- secondo il disegno dell' architetto
tizie recenti riguardanti Malta. Dal- maltese Lorenzo Gaza l'opera fu :

la tipografia anglo-maltese di Mal- compita nello spazio di olio anni.


ta, nel 1845 fu pubblicato l'inte- 11 vescovo oflìzia a suo piacere ed

ressantissimo opuscolo che porta per a seconda delle circostanze o nella


titolo : Traduzione dei documenti chiesa cattedrale o in quella di s.

letti dall'onorabile e dotto membro Giovanni Battista nella Valletta


di parlamento John O' Connel^ in già detta chiesa maggiore conven-
Conciliation Hall, Dublino, relativi tuale dell'ordine gerosolimitano, al-
ài gravami sofferti dalla chiesa lorché i cavalieri risiedevano in
cattolica di Malta sotto il gover- Malta : la quale chiesa in oggi è
no inglese, riportati dal Tablet del sotto la giurisdizione e cura del
26 luglio e del 9 agosto i845>. vescovo e del capitolo della catte-
Quanto alla storia di Malta è di drale; e mantenuta e governata col-
molta importanza l'opuscolo inti- le rendite della stessa cattedrale, la
tolato Squarci di storia e ragio-
: quale impiega annualmente una
namenti sull' isola di Malta in con- somma vistosa pel decoro e lustro
futazione di una gran parte di ciò della religione cattolica, ed in vista
che alla stessa si riferisce nel pri- di questo santo oggetto Pio VI e
mo volume dell'opera inglese inti- Pio VII approvarono ed autoriz-
tolata Turkey Greece and Malta, ec. zarono con decreti concistoriali e-
scritti da un maltese. Malta 1889 manati nel 1798, 1816 e 1822,
tipografia di Luigi Tonna. tale cura ed uflìziatura, che ese-
La cattedrale esiste in Medina o guisce il capitolo con una sezione
Città Notabile, ed è buon edifìzio, di esso, in tutte le feste dell'anno
sacra a Dio ed alla Beata Vergine e in diversi allri tempi. La catte-
Maria, non che sotto l'invocazione drale fu inoltre doviziosamente do-
di s. Paolo apostolo protettore di tata dal piissimo conte Ruggiero
tutta r isola. Questa chiesa catte- normanno; è riccamente provvedu-
drale è madre di tulle le altre ta di paramenti, vasi sa-
preziosi
chiese della diocesi, istituita e fon- cri d' oro e d'argento , adorna di
data come dicemmo dall'apostolo belle pitture e di marmi finissinn'.

s. Paolo nell'anno 58 di nostra era. Oltre alla festa del suo titolo, che
Questo tempio fu già l'avventura- è Conversione di s. Paolo, vi si
la

to palazzo di Publio primate o celebra pure con molta solennità


principe di Malta. La prima sua quella de' ss. Pietro e Paolo. Il

fabbrica, o per dir meglio restau- capitolo si compone di cinque di-


razione, dopo l'espulsione de' sara- gnità, la prima è l'arcidiacono, le
ceni, per l'architettura della porla altre sono il decano, il cantore, il

principale rivolta verso ponente, e tesoriere e l'arciprete; di diecisette


per quella del suo allo campaiiile, canonici, comprese le prebende teo-
sembra opera gotica. Mu questo logale e penitenziaria, di sei be-
^ e
MAL
preti e chierici glea
MAL
neficiati, (ii altri , della di Maria
Concezione
addelti al diviii culto. La dignità Vergine della Cospicua, dell'Assun-
del decano era di giuspatronato zione di Maria nel gran castello
dei re di Sicilia, poi devoluto ai del Gozo, e della Visitazione della
gran maestri. Oltre alle memorate Beata Vergine del Garbo nel Go-
insegne, le dignità ed i canonici zo. Le confraternite e pie congre-
godono l' uso della mitra e della gazioni sono molte per tutta la
croce d'oro pettorale, per conces- diocesi, e le chiese della stessa sono
sione di Benedetto XIV , loro ac- circa 32 0, ma in tempo della vi-
cordala con bolla del marzo 1749- sita di monsignor Dusina visitatore
Già sino dal 1728, con decreto del apostolico nel 1575 erano 5i5,
20 marzo, la congregazione de' riti delle quali alcune furono soppres-
avea approvato 1' uso del capitolo se da ed altre dai vescovi. Al
lui

di farsi precedere nelle processioni numero delle chiese proporzionato è


ed altre funzioni dalla mazza d'ar- il numero degli ecclesiastici.
gento, per maggior decoro. Urba- Alcuni autori sostengono, che in
no Vili con breve de' 3 agosto Malta sino dal tempo di s. Gregorio
1624, neir annoverare questa an- o forse prima esistesse un mona-
tichissima chiesa ìnter praeclaras stero dell'ordine di s. Benedetto. In
et insigties alias Italiae cal/iedra- oggi vi sono sette orditii regolari
les ecclesias, dispose che dovesse introdotti nell' isola dalla pietà e
aver luogo l' indulto dell'ozione fra religione degli antichi maltesi , e
i canonici nel modo lodevolissimo sono. Minori conventuali con tre
prescritto nel suo breve , colla es- conventi. Minori osservanti con due
pressione sfcundutn usiim et for- conventi. Carmelitani con due con-
mani tcclcsiae Messanensis. Il clero venti. Agostiniani con tre conventi.
di Malta, con bolla di Leone X, Domenicani con tre conventi. Cap-
ottenne nel i5i7 il privilegio che puccini con tre conventi. Carmeli-
non possano essere conferiti i be- tani scalzi un convento. I gesuiti
nefìzi di cpiesta diocesi, non se ai introdotti nel 1592 furono com-
soli nativi della medesima ed in es- presi nella soppressione , ed altri
sa residenti, il quale privilegio ven- conventi di religiosi diversi furo-
ne confermato da Clemente Vili, no estinti da Innocenzo X. Quan-
in occasione d'una lite insorta sulla to ai monasteri di monache, le be-
provvista d'un benefìzio. La cura nedettine hanno due monasteri, il

delle anime della cattedrale è affi- primo fondato nel i4t>8 sotto il

data all'arciprete, cui assiste un titolo di s. Pietro, l'altro sotto»

prete vice-parroco ; ivi è il fonte quello di s. Scolastica nel i49^'


battesimale. L'episcopio è contiguo Gli altri sono sotto il titolo di s.

alla cattedrale, e d'appresso avvi Caterina, di s. Orsola, delle Con-


il seminario. Le parrocchie della vertite e di s. Margherita. La dio-
diocesi sono trentanove; le chiese cesi comprende tutta l'isola di Mal-
collegiate sette, cioè di s. Elena ta, Gozo e Cornino. I parrochi so-
di Birkarkara, di s. Paolo naufra- no trenlanove, oltre qualche eccle-
go della Valletta, di s. Lorenzo siastico che assiste i soldati catto-
martire della Vittoriosa, della Bea- lici della guarnigione che vi tiene
ta Vergine d^lla Vittoria della San^ ringhilteira. Nella giurisdizione eti-

i
MAL MAL 97
cksiaslica, sebbene i dominatori sie* quella Pozzo , Historia della
del
no acattolici, non appartiene alla sacra religione^ parleremo di alcu-
congregazione di propaganda fide^ ne chiese parrocchiali, dei conven-
per essere gli abitanti cattolici; ti ti e monasteri, come esistevano ai
spetta però in parte per esservisl loro tempi. Giovanni Calamia no-
stabiliti i protestanti inglesi, e per- bile rodiotto diede principio alla
cbè in Gozo e precisamente nella chiesa della Madonna de' Dama-
via denominata Tel-Escof, che gli schini o de'Miracoli nella Valletta^
dà ilnome, esiste una pia lascila per riporvi due divote immagini,
o beneficio ecclesiastico appropria- una detta Elemoniatra o della
to da Urbano YIII a detta con- Canta, l'altra de' Damaschini per-
gregazione nel 1643 ad oggetto , chè credesi dipinta da s. Luca in
di mantenere un ecclesiastico per Damasco, le quali vi si collocarono
istruire nella lingua araba perso- solennemente nel iSSy. Tale chic
ne da valersene nella conversione sa fu poi unita alla chiesa di s.

degl'infedeli. La nomina a detto Nicolò de'greci, i quali passando a


benefìcio spelta per pontificia con- risiedervi nel i63g, diedero la
cessione alla medesima congrega- loro chiesa di s. JNicolò alla con-
zione di propaganda: i capitali con- fraternita delie anime del purga-
sistono in beni rustici, che dati in torio.Anche il Rodotà ne parla,
enfiteusi temporaneo rendevano 820 DeWorigine del rito greco in Italia
scudi maltesi, equivalenti a scudi t. Ili, p. 234, cap. XV, delle chiese
cento romani. Per essersi poi eret- di s. Maria de' Damasceni e di
ta nell'università la cattedra di lin- s. Nicolò di Malia. Egli dice, che
gua araba i^stò molto trascurata i greci stabiliti in Malta partirono
la scuola in discorso annessa a que- nel i52 2 da Rodi coi cavalieri
sto benefìzio. Nel 18 19 però in- gerosolimitani, quindi si stabiliiono
formata la congregazione di questa in questa isola ove fondarono due
omissione, ordinò che non si de- parrocchie, una sotto il titolo della
viasse dalla mente del testatore, Madonna de'Damaschini nella Vit-
e che perciò si ripristinasse la scuo- toriosa, l'altra di Maria de'Da-
s.

la.1 maltesi che si portano a com- masceni nella Valletta o s. Nicolò,


meiciare nelle città dell'Africa so- con due parrochi greci soggetti al-
no di edifìcazione per la loro buo- la giurisdizione ordinaria del ve-
na condotta, ed essi ed copti del- i scovo ; e che nelle loro chiese so-
l' Egitto sono migliori cristiani
i novi altari per celebrarvisimesse le

dell'Africa, qualora si voglia con- dai latini, coi ebbero


quali senipre
siderale r isola di Malta più ap- lodevole unione. Nel i6og fu edi"
partenente air Africa che all'Italia. ficata nella Valletta la chiesa par-
Ogni nuovo vescovo è tassato nei rocchiale di s. Paolo, incominciata
libri della camera apostolica in fio- principalmente colle contribuzioni
rini i5o, corrispondenti a circa sei- dalle rendite della cattedrale, di
mila scudi romani, che sono le ren- particolari divoti cittadini, massime
dite della mensa. colle limosine dell'università civica*
Nella Sicilia sacra del Pirro, di Valletta stessa, come chiesa del
si legge a p. 1070 lo stato della suo santo protettore, ove ancora
diocesi : colla sua autorità e con eresse la sedia giuratile, cioè il
91 MAL MAL
luogo o sedile pei componenti il dell'ordine di s. Chiara; della Pre-
magistrato municipale cliiaiuati giu- sentazione e di 8. Caterina. Il Piaz-
rati che eziauiiio nella calleclrale
, za poi neir Eitsevologìo romano
godevano posto stalnle per assistere stampalo in Roma nel 1698, trai.
alle principali funzioni. La cupola Vili, cap. XIV, parla della con-
poi (li fabbricata nel iGBo a spese fraternita nazionale esistente in que-
del gran maestro Cara Ila. Si tert ni- sta città della Madonna di Costan-
no nel 1679 di fabbricare la cap- tinopoli de' siciliani e maltesi.
pella del coro, quindi il gran mae- MALVASIA Alessandro, Car-
stro Caraila vi eresse la cupola dinale. Alessandro Malvasia nobi-
maggiore. Nel i656 per legalo di le bolognese de' conti di tal no-
Caterina Valenti vi fu fondala la me, nacque in Bologna a'26 apri-
collegiata , con arciprete ed otto le I74^> tl^^ antica Simiglia in cui
sacerdoti. Nella Valletta fu edili- fiorirono diversi uomini illustri, tra
calo un decoroso altare nel 1617, i quali Antonio Galeazzo, nel seco-
nella chiesa di s. Maria della Vit- lo XV^l, giureconsulto d'alto inten-
toria dichiarata parrocchiale, pei dimento ,
governatore d' Imola , i

donati, conhati, famigliari e servi cui consigli e risposte sopra legali


dei gran maestro ; e vi trasferiro- materie furono in due volumi di-
no le immagini di s. Antonio ab- vulgati stampe. Dopo aver
colle
bate e di s. Antonio confessore fatto egregiamente suoi studi, al- i

trasportale da Rodi, non che la l'età di veni' anni essendo in Ro-


divota ed antica immagine di s. ma cominciò a dar saggio di se,
Maria di Costantinopoli. Parecchi sia in chiarezza d' ingegno, sia per
conventi in diversi tempi vennero dottrina di leggi civili e di sacri
stabiliti in Malta: quello de' con- canoni, che per letteratura, genti-
ventuali, cioè il nuovo, fu edificalo lezza di costumi, ed eccellente di-
nel 1 600, quello de' minori osser- sposizione alle cose onorate. Que-
vanti nel i57« ,
quello degli ago- ste qualità venute a cognizione di
stiniani nel 157*2, quello de'carme- Pio VI, e reputandolo atto a ben
litani nel i6o4; i carmelitani del- servire la santa Sede, per disporlo
la Vittoriosa ebbero principio nel al pubblico bene, non solo lo am-
1620 , i cappuccini fuori della mise nella romana prelatura, ma
Valletta nel i588. In Burraola lo annoverò tra i ponenti del buon
nel 1626 vi furono introdotti i governo, acciò ivi studiasse i buo-
carmelitani scalzi . In Gozo la ni reggimenti dello stalo, ed im-
collegiata è dedicata all'Assunzione parasse il modo di governare, quin-
di Maria Vergine , ed ivi furono di lo fece ponente di consulta. Cor-
stabiliti i francescani e gli agosti- rispondendo colla sua saviezza e
niani. Non solo all'articolo Geroso- studio all'opinione ch'erasi conce-
limitano parlammo delle monache pita di lui, lo stesso Papa a'2 marzo
dell' ordine, ma di quelle ancora J
784 lo fece uditore del sacro tri-

di Malta e loro monasteri, come bunale della rota per la città di Bo-
di quelle di s. Pietro e s. Scola- logna di lui patria, essendo già ma-
stica benedettine; di s. Orsola ge- turo per sapere e per senno al gra-
rosolimitane; delle repenlite di s. ve e rilevante uflizio; onde i suoi
Maria Maddalena , o convertite pareri ebbero poi forza di autorità,
MAL M AL 93
e ne' dubbiosi giudizi riuscirono consultori della congregazione detri-
per lume. Per 1' intemerata ginsli- ti, ed avea deliberato elevarlo al

zia mai ebbe umano riguardo, non cardinalato, quando le vicende po-
paura dell' ira de' grandi, e ne ilie- litiche della seconda invasione fran-
de solenne prova nella famosa cau - cese glielo impedirono. Per gli oc-
sa tra il Pontefice Pio VI e le no- corsi cambiamenti di governo e de-
bili famiglie Lepri e Curii, per l'e- portazione del Papa nel 1809, il

redità conseguila dal primo di d. prelato dovelte partirsi da Roma ,

Amanzio Lepri, di cbe facciamo pa- e si condusse a vivere in alcune


rola all'articolo B raschi [Vedi). delle principali città d'Italia, ove
Pareva a Pio YI su questa causa si fece stimare per dottrina e gen-
avervi buone ragioni,tutta volta volle tilezza. Fedele alla santa Sede ri-

che la rota ne giudicasse, trattandosi cusò ogni altezza di grado, e ritor-


di lite die portava per conseguenza nato nel i8i4 Pio VII gloriosa-
ricchissimo patrimonio ; volle quiu- mente inRoma, monsignor Malva-
di venire in giudizio come privato, sia fu prontamente a' suoi piedi. Il
perchè il tribunale non avesse a Pontefice lo reintegrò nelle sue ca-
lui altri rispetli che quelli delia riche, e poscia nel concistoro degli
giustizia. Doveva tuttavia occoi re- 8 marzo 18 16 lo creò cardinale
re al pensiero de' giudici, che for- dell'ordine de' preti. Per titolo gli

se il perdere potesse naturalmente conferì la chiesa di Croce in Ge- s.

essere acerbo al sovrano, non solo rusalemme, annoverandolo alle con-


pel dispiacere che tutti sentono in gregazioni de' vescovi e regolari^ del
riportare il torto nelle contese, ma concilio, dei riti e delle acque; quin-
eziandio pel clamore che avrebbe di nel settembre del medesimo an-
prodotto siffatto giudizio, e dal te- no lo prescelse a legato apostolico
merne quindi inombrata la ponti- di Ravenna. Già in questa illustre
ficia e sovrana dignità. Pel Mal- città lo avea precorso la fama delle
vasia poi si aggiunsero i riflessi sue preclare doti, per cui splendi-
eh' egli ripeteva il grado di prela- do ne fu il ricevimento. Appena
to e la dignità di giudice da Pio arrivato si pose opera di con-
all'

VI, il contrasto della riconoscenza fermare la provincia nella suddi-


verso il benefattore, col timore di tanza pontifìcia con pacifici modi,
dispiacere decadere dal favore;
e essendo primo legalo che Raven-
il

ma egli ponderate le ragioni delle na rivedeva dopo la straniera oc-


parli, per equità vide soccombere cupazione Colla prudenza seppe
.

quelle del principe, e formò il suo accorrere ai bisogni, e trovava op-


giudizio, che per rettitudine ed in- portunamente i consigli adatti alle
genuità interpellato non ascose. Fu circostanze de' tempi ; coli' autorità
perciò da tulli altamente lodalo accompagnava la benevolenza , e
per aver santamente fatto giustizia, contenendo se medesimo nei giusti
e lo stesso Pio VI, sebbene soccom- termini del potere, insegnava agli
bentCj ebbe a compiacersi della scel- altri a contenersi in quelli dell'ob-
ta di sì integro magistrato. Pio VII bedire: diede inoltre belli esempi
nel 1800 lo promosse ad assessore di pietà e fu limosiniero. Per l'u-
del s. ofllzio, geloso incarico che tile pubblico prefeiì al proprio l'id-

"Vigilante esercitò; lo ammise tra i trui opinaoiento; a niuno era chiù-


,-

«4 MAL MAL
fio per giungere a Ini, tulli
l'adito la quale fu pubblicala nel i8?.>.
riceveva, ne udiva i bisogni, le la- in IJologna colle stampe, nel t. Il,
gioni, per tutti fermo nella giustizia p. 29 de' Discorsi del medesimo
era pronto nel soccorso. Sì fece autore, quale era stalo incarica-
il

stimare e rispettare, e con dignità, to magistrato della città di


dal
amore e magnificenza d'animxi in- fare tale elogio funebre.
coraggi la virtù, la dottrina e le MALVASIA. F. Monemdasia.
buone aiti. Fu benenierito della MALVEZZI Vincenzo, Cardina-
strada che conduce a Faenza, de- le. Vincenzo Malvezzi bolognese
cretata da Pio Vllj ed eseguita de' conti di S va, nacque iu Bo-
con lode dal cav. Luigi Brandoli- logna a' 22 fcubraio 1715, e poscia
ni, che ne superò le difTicollà col ebbe la sorte d'incontrare la buo-
suo ingegno. Meditava l'opera di na grazia del cardinal Lambertini
un porlo migliore e più vicino a suo concittadino, che divenuto Be-
Ravenna, che sperava mandare ad nedetto XIV, lo riguardò con oc-
eiretto se veniva confermato nel chio di parziale predilezione. Men-
secondo triennio della legazione, ciò tre era Lambertini arcivescovo
il

che ardentemente bramavano i ra- di Bologna, ordinato Vincenzo sa-


vegnani, per quel!' amore che il cerdote, gli conferì un canonicato
cardinale avea per essi, ed il Pa- nella sua metropolitana. Appena
pa andava ad esaudirli, quando il nel 1740 fu assunto al pontificalo,
legalo fu sorpreso dal male che lo lo chiamò a Roma, lo ammise alla
condusse alla tomba. Con univer- più ed intima confidenza, ei
stretta
s;de dolore mori in Ravenna a' 12 fattolo canonico nella basilica Li-
settembre iSrg d'anni 7 i, due ore beriana, nel 1743 lo promosse a
dopo mezzodì , ed il rammarico suo maestro di camera, ed a' 26
dell' intera provincia si legge nel novembre 1733 Io creò cardinale
numero 9 3 del Diario di Roma. dell'ordine dei preti, col titolo del-
1 solenni funerali furono celebra- la chiesa dei ss. Marcellino e Pietro,
ti nella chiesa de' minori ; quindi conferendogli le congregazioni del
i ravegnani mossi dall' amore e s. oftìzio, del concilio, de' vescovi e
dalla gratitudine verso il benefico regolari, della visita apostolica e
legato, ne vollero rinnovare l' ese- di propaganda fide. Nel concisto-
quie a' i3 novembre a spese del ro de* 1
4 gennaio 1754 lo dichia-
pubblico erario, nella chiesa di s. rò arcivescovo di Bologna, chiesa
Apollinare di Classe ove il cada- , che il Pontefice avea ritenuto sino a
vere era stato tumulalo, ed appa- quel tempo, intitolandosi nell'arci
rala a lutto. V
intervennero mon- diocesi arcivescovo di Bologna. Il
signor prò -legato Giovanni Serafi- cardinale nell* episcopale ministero
ni ora cardinale, che sotto il de- si mostrò amantissimo degli eccle-
funto era vice-legato, le autorità siastici, delle sacre vergini e de-
civili,amministrative e militari, coi gli uomini dotti e pii, de' quali
deputati del capitolo. Dopo la mes- studiossi di riempire le parrocchie
sa il dotto sacerdote Pellegrino Fa- della sua diocesi. Dopo venti anni
rini di Russi rettore di quel col- di arcivescovato. Clemente XIV lo

legio recitò una soda ed eloquen- chiamò in Roma per affidargli la

te orazione in lode del cardinale, carica di pro-datario. Morto dopo


MAM MAM 95
poclii mesi quel Papa, cioè a 11 migliori autori antichi greci e la-
sellembre 1774» cessò il cardinale tini, sui quali egli formò il suo
dal suo impiego, in cui avea mo- stile apprezzato dai dotti, e si or-
strato un lodevole interesse. Inter- dinò prete nel 1736. Poco dopo
venne ai conclavi di Clemente XII 1, terminato avendo Io studio teo-
Clemente XIV, e Pio VI, do- logico, pubblicò due dissertazioni :

po il quale restituitosi alla sua De oraculìs elhnicoruni adversuft


chiesa, morì in Cento a' 3 dicem- Van Dalen. De Cruce Constantini
bre 1775, in età di settantun anni visa adversus Jo. Alhertum Fa^
non compiti, dopo aver manifestata bricium, Florentiae 1738. Divenu-
la sua avversione all' esistenza dei to il p. Orsi, suo benevolo, segre-
benemeriti gesuiti, come scrive il tario della congregazione dell' in-

IVovaes. Ebbe sepoltura nella me- dice, lo chiamò in Pioma ove gli

tropolitana di Bologna con un ma- cedette la cattedra di fisica che


gnifico epitaffio da Giulia
postovi avea nell'università della Sapienza,
Malvezzi sua nipote. nobile ed La Nel 1740 scrisse alcune osserva-
antica famiglia Malvezzi vuoisi che zioni sul decreto di unione fatto
discenda di quel Manfiedi da cui al concilio di Firenze, che il p.
ebbero origine le famiglie Pico del- Orsi inserì nel tom. Ili della sua
la Mirandola, e Pio da Carpi. I opera Romani Pontìficis in syno-
:

Malvezzi si divisero in quattro prin- dos aecumenicas etc. potestatej al-

cipali rami, ma tutti sono di un la quale opera il p. Mamachi fe-

medesimo stipite e discendenza. In ce l'epistola dedicatoria e la pre-


Bologna furono stampati due libri fazione, ed una parte del compen-
su questa famiglia, in cui sonovi dio dello stesso trattato, non che
pure notizie del cai dinaie. Il pri- alcune altre dediche della Storia
mo 1770: Memorie di al-
nel ecclesiastica del p. Orsi. 11 p. Ma-
cuni uomini illustri della famìglia machi, siccome versato nella let-

Malvezzi secondo nel i^'ji:


. Il tura de'padri della Chiesa e degli
Memorie di alcune nobilissime don- storici ecclesiastici, acconsentì che
ne maritate nella famiglia Mal- si formasse in sua casa una specie
i>ezzi. di accademia, in cui si discutevano
MAMACHI Tommaso Maria. Dot- i principali punti de' dogmi depo^
to domenicano, nacque a Scio isola sti negli annali della Chiesa. Que*
dell'Arcipelago a'3 dicembre 171 3, sia accademia fu frequentata dai
da nobile famiglia anticamente ori- più dotti ed illustri personaggi che
ginaria di Francia, ricevendo nel erano allora in Roma tre volte la
battesimo il nome di Francesco settimana. Queste conferenze cui
Saverio. All'età di quindici anni assistevano anco alcuni domenicani,
entrò nell'ordine de' predicatori in durarono fino al 1757, e vi si

Scio, da dove passò convento


al trattarono diverse materie con suc-
di s. Marco in Firenze. Sotto il cesso. Nel 1741 recitò nella Sa-
priorato del p. Orsi poi cardinale, pienza : De Leone X Pont. Max.
spiegò un ingegno vivace, memoria oratio j pubblicata colle stampe e
quasi prodigiosa, gran desiderio di con note. All' istessa epoca com-
istruirsi che gli fece assai di buo- parve alla luce: Sancii Antonini
n'ora intraprendere la lettura dei archiep. Fiorentini ord. praed.
96 MAM MA M
opera omnia ad autographorum jì- ma, e n'ebbe plauso e vittoria.
dcm nunc prìnuim exacta: vita Nel 1749 die alla luce il primo
illitis variis clissertationihux et ad- volinne della grand'opera Origi- :

notationibiLs aucta cura et studio nuni et antifpiUatum Christiana ^


ff,
Thomae Mariae Mamachi^ et rum, Romae: dal 1750 al I755
Dyonìni Remedcllì ord. e/afid. tlieo- sortirono quattro volumi.
gli altri

lo»orurn. Nel 174^ Benedetto XIV, Nel 1753 pubblicò in Roma: Dei
per (issarlo meglio in Roma, lo costumi de'primitivi cristiani, tom.
dichiarò figlio ilei convento della III. Verso quel tempo, oltre diver-
Minerva, e poi professore di filo- si pel citato Giornale, die
articoli

sofia nel collegio Urbano, nel qua- alla luce la storia di alcuni mar-

le all'apertura della scuola recitò: tiri missionari domenicani. Il p.


Oratio de ratione tradendae plii- Mamachi formò in seguito una
losophiae designa tis orihodoxae re- nuova accademia composta soltan-
ligionis propagatoribus , hahita in to di giovani religiosi del suo or-
collegio Urbano de propaganda dine. Ebbe principal parte nell'o-

fide hai. decembr. 1743, Romae pera intitolata : Annalium ord.


1744* Nel 174^ compose Vindi- praedicatoruni, Romae 1756. In
cationes Jnnocentii XI P. 31, Per difesa de' suoi domenicani missio-
ordine di Benedetto XIV raccolse nari nel Tonckino stampò in Ro-
le lettere d'Innocenzo con os- III, ma : Ragioni de' padri domenicani
servazioni giudiziose, e consegnò il della provincia delle Filippine so-
materiale al Garampi. Nel 1746 pra i distretti di Kean detto al-
divenne bibliotecario e poi teologo trimenti Phutay, di
Luctuy, di
della Casanatense, e nel 1747 pub- Kesat e di Keban nel Tonckino,
blicò: De diplomatibus ad ode- con un'appendice intitolata Me- :

nìiei mensibusj ma per conformar- moria concernente alcuni riti pra-


si allo stile comunemente usato ticati nel Tonckino, Roma 1757.
nella curia romana, egli lo intito- Nel 1758 compose la dissertazione:
lò: S. D. N. Papae Benedicti XIT De epìsc. encyclica Benedicti XIP^
Spirensis praetensae exeniptionis ad epist. Galliarum. Nel seguente
prò promotore fiscali curiae epi- anno pubblicò De episcopatus :

scopalis Spirae. Un celebre avvo- Hortani antiquitate ad Hortanos


cato essendosi opposto a questa cives liber singularis. Vendicò poi
dissertazione, l'autore In rispose : l'angelico dottore coU'opera: Fero
vindicias diplomatimi odenhei men- sentimento di s. Tommaso quinto
siuni exercitatio. L'anno seguen- dottore della Chiesa, contro il ti-

te stampò: De diplomatibus po- rannicidio, riguardante il trattato :

puletanis prò monachis sancto- De regimine principum. D' ordine


cruciensibus, Romae 174^' Egual di Clemente XIII scrisse la vita
talento mostrò nella disputa lette- del b. Barbarigo cardinale. Molte
raria insorta tra lui e il dotto p. altre opere sortirono dalla penna
Gio. Domenico Mansi per T opera di questo infaticabile e fecondissi-
De epochis condì. Sardicensis et mo scrittore, tra le quali nomine-
Sirniicnsium, onde pubblicarono
si remo De animabus justorum in
:

diversi articoli nel Giornale dei sinu Abrahae ante Chrisli morteni
letterati che si pubblicava in Ro- experlibus beatae visionis Dei,
MAM MAM 97
Romae 1766. Del diritto lìbero no riportati nel nuovo breviario di
della Chiesa di acquistare e di Langres. La sua festa è segnata
possedere beni temporali, Roma a' 17 d'agosto.
1769. La pretesa filosofia dei MAMERTO (s. ), vescovo di
moderni increduli esaminata e di- Vienna nel Delfi nato. Successe a
scussa ne' suoi caratteri , Roma Simplicio, e fu uno dei più gran-
1770. Alethini Philaretae episto- di luminari della Chiesa gallicana
larunì de Palafoxli ortìiodoxia \ nel quinto accoppiando a
secolo,
Romae 1772. Epistolae ad Justi- profonda dottrina eminente santità
nuni Febronium de ratione regen- e il dono de' miracoli. Devesi alla
dae christianae reipublicae, deque sua pietà l'istituzione delle preghie-
legitimaromani Pontificis auclori- re pubbliche conosciute sotto il no-
tatCj Romae 1776. 41 p. Mamachi me dì Rogazioni, per placare l'ira
nel 1779 divenne segretario della divina, ed ottenere la cessazione
sacra congregazione dell' indice, e delle calamità che affliggevano la
nel 1791 Pio VI lo nominò al- sua diocesi, come abbiamo detto
la cospicua carica di maestro del all'articolo Litanie minori delle
sacro palazzo apostolico^ e giovos- Rogazioni. Questo santo vescovo
si spesso de'suoi consigli e della ottenne colle sue orazioni la pro-
sua penna. Egli diresse il Gior- digiosa estinzione di due terribili
naie ecclesiastico che incominciò a incendi. Morì nel 477> e il suo
pubblicarsi in Roma nel 1785 (ed nome si trova nel martirologio
in tomi X prosegui al 1795 in- romano sotto il giorno 11 di
elusive). Nel 1792 essendosi reca- maggio.
to a Corneto, mori ne'primi di MAMILLARI. Eretici d'Olanda
giugno. Fu encomiato meritamen- che formano una setta particolare
te dai dotli di tutti i paesi e co- dei memnoniti o anabatisti, for-
munioni, per la sua vasta e prò- mata nella città di Harlem. Deve
fonda dottrina ed erudizione, e per la sua origine alla libertà che si
la singolare facilità di scrivere. prese un giovane di toccare colla
MAMANTE (s.), martire. Fi- mano il seno d'una giovinetta che
gliuolo di un
povero pastore di dovea sposare fra poco tempo.
Cesarea nella Cappadocia, fino dal- Questo atto essendo riferito al con-
ia sua fanciullezza cercò il regno cistoro, alcuni sostennero doversi
di Dio con tutto il suo cuore, e scomunicare il giovane, e quelli che
si rese ragguardevole pel suo fer- si opposero, non stimando la col-
vore, come riferiscono s. Rasilio pa meritare tanto castigo, furono
e Gregorio Nazianzeno. In tem-
s. detti dai piti severi in derisione
pò della persecuzione di Aureliano Mamìllari o Mammillari^ il che
fu preso circa l'anno 274 o 275, e produsse uno scisma tra loro. Que-
soiferte con santa gioia le piìi cru- ste dispute rinnovaronsi nel passa-
deli torture riportò la gloriosa pai- to secolo in Italia con stampe di
ma martirio, essendo anco-
del dissertazioni; e siccome i toccamen-

ra assai giovane. Il suo capo fu ti del seno o mammelle delle fem-


trasporlalo da Costantinopoli a mine, volontari e senza necessità,
Nantes, al principio del secolo XITI; alcuni sostennero non essere che
e gli atti di questa traslazione so- peccati veniali, vennero essi con-
VOL. XLII, 7
98 MAM MAM
fatali dal p. Concina , e condan- dato, e schiavo nel linguaggio ara-
nati da BiMiedetlo XIV. bo, altri dicono schiavi di mano, o
MAMISTRA o MALMISTRA. schiavi domestici, e fu dato ne»
Sede arcivescovile delia seconda tempi posteriori alla milizia del
Cilicio, nell'Asia minore, che alcu- soldano d'Egitto, per cui quel
ni pretendono sia Mopsuestin, al- principe fu chiamato talvolta sol-
tri Castahala, ed altri Merash . dano de'mammalncchi, e mam-
li patriarca d'Antiochia l'eresse al malucchi vennero talvolta denomi-
tempo delle crociate, ed greci i nati gli egiziani. Si dicono usciti dal
-viaveano un arcivescovo del loro Caucaso, o raccolti in Circassia o
rito. 11 primo arcivescovo di Ma- sulle coste settentrionali del Mar
niistra fu Bartolomeo, consagralo Nero. Venduti ai turchi furono
nel iioo da Daiberlo patriarca arrotati nella «lilizia del gran Cai-
di Gerusalemme, ed intervenne al ro, ove s' istruirono nel mestiere
concilio ch'esso colà adunò. Ra- delle armi in cui riuscirono valo-
dolfo nel 1 1 34 fu trasferito ad rosi, e formarono la giinrrlia dei
Antiochia. Nel ii62eravi l'arcive- corpo dei dominatori dell'Egitto;
scovo, ma il nome, che
se ne ignora venendo arricchiti con possessioni,
portò a Luigi VII re di Francia e premiati con onoiificen/e e cari-
una lettera di Amalrico di Geru- che. Alcuno disse in parte somi-
salemme. Innocenzo III parla di gliarsi ai famosi giannizzeri, dei
un arcivescovo di Tarso trasferito quali tenemmo proposito airarli-
a Mamistra. Gli armeni avendo colo Costantinopoli. All' articolo
scaccialo gli arcivescovi di Tarso Egitto i mammalucchi si dissero
e di Mamistra, nel 1224 Onorio mamlouk o mamelucchi, cioè sot-

JII ordinò ai suffiaganei del pa- tomessi j ivi pure dicemmo che
triarca di Gerusalemme di fare furono istituiti da Nedim nel i23o,
ogni sforzo pel ristabilimento dei ed in numero di 12,000 formarono
due prelati. Gregorio IX ingiunse la miglior cavalleria leggiera, e la
agli arcivescovi di Apamea e di forza principale militare di quella
Mamistra nel i238, di far rien- regione; che imprigionarono s. Lui-
trare nel loro dovere il cattolico gi iX, ma insieme ne impedirono
di Armenia, ch'erasi sottratto dal- r che per nefande pro-
uccisione;
l'obbedienza del patriarca d'Antio- stituzionipervenivano alle prime
chia. Clemente V fa menzione di cariche dello stato; che dispotica-
Costantino arcivescovo di Mami- mente governarono l'Egitto per più
stra nel i3o6, in una lettera a di 260 anni, e l'ultimo sovrano
Gregorio patriarca ed a Leone re di loro schiatta fu detronizzato da
d'Armenia. Oricns christ. t. Ili, Selim imperatore de' turchi nel
I

p. 1198. i5r7, che sterminp mammaluc- i

MAMMALUCCHI o MAME- chi; non però interamente, od alme-


LUCCHI. Schiavi cristiani o nati no ne restò il nome alla cavalleria
di cristiani presso gli egizr, ovve- egizia, perchè essi soli nell'Egitto
ro dalle serve de'principi sarace- aveano il privilegio di servirsi di
ni ; nel numero di que'schiavi un cavalli, lasciando agli abitanti per
tempo eleggevasi il soldano. Que- loro uso i muli e gli asini. Tut-
sto nome in siriaco significa sol- tavolta è noto che i mammaluc-
MAN 99
clii governavano l'Egitto al mo- ginaldo , il quale come narra il
mento dell'arrivo dell'armata fran- Binaldi a tale anno, num. 44> ^*2ce
cese in questa contrada nel 1798. le ed il suo regno tributario
isole
Battuti in ogni scontro, e princi- della Sede apostolica, onde procac-
palmente vinti da Bonaparle in due ciarsi con tale opera pia il divino

battaglie, ed in una dal generale favore. Nella lettera che perciò il


Desaix, si concentrarono in pic- re scrisse al Papa Onorio 111, s'in-
colo numero nella provincia di titola re delle isvle^ ed incomincia

Faium, ceduta all'attuale viceré di con raccomandarsi baciando pie- i

Egitto Mehemet-Alì, che li annien- di : la lettera è data in Lortdra


tò nel 181 I, per assicurare la a 21 settembre nella casa de'Tem-
tranquillità del paese. In Francia pieri. Dice il re nella lettera, che
si vide per qualche tempo un cor- per esser fatto partecipe de' beni
po di milizia a cavallo armato al- che fanno nella Chiesa romana,
si

la leggiera sotto il nome di mam- per l'esortazione di Pandolfo e-


malucchi; tale milizia era compo- letto vescovo di Norwick, camer-
sta di asiatici o di africani, che lengo e legato pontificio, avere of-
sì erano condotti in Francia dopo ferto alla Chiesa romana, e ad Ono-
le guerre di Egitto, e formava rio III e successori l'isola del ma-
parte della casa militare dell' im- re a lui appartenente per succes-
peratore de' francesi Napoleone. sione ereditaria, e indipendente da
MAN o MANN.
Sede vescovile qualunque principe ; e voler tenere
una volta ed isola dipendente
, in perpetuo egli e successori l'iso-

^a\V Inghilterra (Fedi) nel mare di la in come ricevuta


feudo dalla
Irlanda. antichi chiamarono
Gli santa Sede, con omaggio di fedel-
quest'isolaMenavia, Menapia^ Mo- tà e dominio, per
ricognizione di
ìwbia, Moneilha e Mona. L'isola cui annualmente sarebbe pagato al-
di Man ha trenta miglia di lun- la romana Chiesa, a titolo di censo

gliezza, e quindici nella, sua mag- dodici marche di sterlinghi d'Inghil-


gior larghezza : contiene cinque terra nell'abbazia di Forni dell' or-
grossi tra città e borghi, di cui dine cistcrciense, nella festa della
i due principali sono Douglas e Purificazione di Maria Vergine. Fu
Buschin città ; il territorio è ferti- quest'isola ancora dipoi tributaria
le, ed il mare vi abbonda di pe- dei re di Scozia sino alla sommis-
sci. Liverpool è il luogo di deposilo sione sotto Edoardo I ; da quell'e-
di quasi tutto il commercio del- poca i re d'Inghilterra vi esercita-
l'isola. Questa già formò un piccolo rono il sovrano potere. Si trova
regno. Durante le scorrerie de're- però di nuovo posseduta dalla po-
malori scandinavi, questo era il sterità dei principi danesi sotto il

loro luogo di riunione; quivi pure regnò di Edoardo III, che spogliò
si radunavano le forze che porta- l'ultima regina dell'isola per darla
vano le stragi nelle Ebridi, nella al suo favorito Montagne conte di
gran Bretagna e nell'Irlanda. La Salisbury. I beni di questa fami-
storia parla spesso dei re di Man, glia essendo stali confiscati, Enrico
che senza dubbio erano i padroni IV diede Man alla famiglia di
di questi mari, dalla metà del se- Norlhumberland. I conti di Derby
colo XIII. N'era re nel 1219 ^^^' la possedettero per lungo tempo, e
loo MAN MAN
passò poscia per alleanza alla famì- Fiore all'inferiore, o nelle allegrez-
glia del duca di Athol. Come ser- ze, o nelle solennità per una certa
viva essa di ritiro ad una folla amorevolezza. Ne parlammo in più
di conlrabbandieri che portavano luoghi, e principalmente nel voi.
un gran danno al commercio in- XXIII, p. i54 e seg, del Diziona-
glese, cosi il governo ne acquistò rio , ove pur citammo i principali
la sovranità nel 1765. Gii abitan- articoli in cui se ne tenne propo-
ti conservarono le loro antiche leg- sito. Si può anco consultare l'arti-
gi, e si governano in qualche modo colo Lettere epistolari, parlando-
co'Ioro propri magistrati; però il si delie lettere di buone feste.

governatore è inglese. Per l'ammi- MANCINFORTE SPERELLI


nistrazione delia giustizia quest'i- Giovanni Ottavio, Cardinale. Gio-
sola è divisa in due distretti, l'uno vanni Ottavio Mancinforte Sperelli
settentrionale e l' altro meridio- nacque in Asisi a'22 febbraio i73o,
nale. L' ultimo appello delle corti nobile anconitano, primeggiando la
di giustizia dipende dal governo sua famiglia in Ancona per nobil-
e dal consiglio del re ; la giurisdi- tà ed onori. Mostrò fino da gio-
zione ecclesiastica sta sotto la di- vanetto particolare inclinazione alio
rezione di un vescovo anglicano, stato ecclesiastico, che poi venuto
il solo barone dell* che
isola, e in Roma abbracciò. Benedetto XIV
prende il titolo di vescovo di So- quand' era cardinale vescovo d'An-
dor e di Man. Quanto alla sede cona, avendo concepita particoiar
vescovile cattolica venne eretta sot- benevolenza verso la famiglia Man-
to la metropoli di Yorls. nel V cinforte, conferì a Giovanni un
secolo; nel VI soppressa, fu rista- canonicato di s. Pietro, ed assu-
bihta nel secolo XII, enei ii5i mendo poco dopo l'abito prelati-
le venne unita quella di Sodor zio, lo ammise tra i ponenti del
(Vedi)\ ma Sisto IV le separò, buon governo. Nel 1766 Clemente
sottomettendo Sodor a Glascow nel XIII l'inviò inquisitore e visita-

1471. Il vescovo lo nominava il tore apostolico in Malta, e Cle-


conte di Derby, non essendo no- mente XIV nel concistoro de' 17
mina regia come gli altri vescovi giugno 1771 lo dichiarò arcivesco-

del regno; perciò non ebbe mai vo di Teodosia in partibus, promo-


posto al parlamento nella camera vendolo a nunzio di Firenze. Qui-
alta ;
presentato all' arcivescovo di vi si trattenne parecchi anni, dove
York, veniva da esso consagrato. la sua soda pietà, e tutte le altre
La residenza del vescovo cattolico ecclesiastiche virtù proprie d'un
era a Russin o Kuschin, antica ca- apostolico ministro, gli conciliaro-
pitale dell'isola, essendo ora Douglas no la comune affezione e rispetto.
come più popolata. Conoscendone Pio VI la probità,
MANASCHIERT , neil' Arme- Io nominò chierico di camera e
nia. Vi fu tenuto un concilio da- presidente delle ripe ed acque, e
gli acefali neil' anno 687 ; eretici dopo breve spazio di tempo nel
condannali dal concilio di Co- maggio 1776 gli conferì la carica
stantinopoli del 536. Galanus. di suo maggiordomo, prefetto dei
MANCIA , Sportala , Stretta ,
sacri palazzi apostolici. In questo
Strenua, Quel che si dà dal supe- nobilissimo uilìzio usò non ordina-
.,,

MAN MAN lOI


ria munificenza propria della carica, per Io spazio di tre anni, ad istan-
e die saggio di singoiar divozione za di Luigi XIV re di Francia
verso suo insigne benefattore,
il il medesimo Papa a'5 aprile 1660
da cui a*2 3 giugno 1777 fu crealo Io creò cardinale diacono , confe-
cardinale deirordine de'preli, e po- rendogli per diaconia la chiesa dei
scia pubblicato nel concistoro degli ss.Vito e Modesto ; quindi fu
II dicembre 1780. Gli die in annoverato alle congregazioni del-
titolo la chiesa di s. Maria in la consulta, del buon governo, ed

Trastevere, lo annoverò alle con- altre. Il re prese questo impegno


gregazioni de' vescovi e regolari e lo arricchì delle abbazie di s.

del concilio, della rev. fabbrica di Martino nella diocesi di Laon, di


s. Pietro, d' Avignone e Loreto, Casa di Dio nella diocesi di Cler-
e lo fece protettore della chiesa di mont, di s. Luciano di Beauvais,
s, Lorenzo in Miranda, e del col- e di s. Pietro del Monte nella
legio degli speziali di Roma. Erano diocesi di Chalons, a contemplazio-
scorsi pochi mesi dalla sua pro- ne e per le premure del celebre
mozione, allorché sorpreso per due cardinal Mazzarini suo primo mi-
volte da violentissima malattia nistro. Dappoiché la sorella minore
finalmente peri in età ancor flori- di avea sposato, colla dote di
lui
da e vigorosa, morendo in Roma venti milioni di lire, Michele Lo-
d*anni cinquantuno a'5 giugno 1 78 1 renzo Mancini fratello del cardina-
11 tristo caso eccitò il comune dis- le. Dopo essere intervenuto ai con-

piacimento della città per la bon- claviper Clemente IX e per Cle-


tà del suo animo. I funerali furo- mente X, morì nel 1672 d'anni ses-
no celebrati nella sua chiesa tito- santasei in Marino, feudo della casa
lare, ove fu sepolto , secondo la Colonna, in cui era maritata una
sua disposizione, ponendosi sulla di sorella del cardinale Mazzarini. Fu
lui tomba una marmorea iscrizio- sepolto nella chiesa parrocchiale
ne : cantò la solenne messa il car- di s. Barnaba senza alcuna memo-
dinale Borghese, in luogo del car- ria, quale venne supplita nella
dinale Giraud, cui spettava come chiesa di Araceli, nella cappella di
camerlengo del sacro collegio. s. Giacomo apostolo, già da lui ab-
MaNGIJNI Francesco Maria, bellita con ecclesiastica magnificen-
Cardinale. Francesco Maria Man- za. Ivi dal lato dell'epistola si ve-
cini pattizio romano, avendo assun- de il suo monumento ornato con
te in età di ventisett' anni le ve- gran vaghezza ed eleganza, e con-
sti prelatizie, promosso da Ur-
fu sistente in una piccola guglia, nel
bano Vili nel 1 633 al governo centro della quale in un ovato si
successivamente delle città di Ter- contiene il busto del cardinale,
ni, Sabina, Norcia e Todi, dipor- sotto di cui leggesi il nome. Nella
tandosi con tal saviezza ed integrità, di lui casa in via del Corso, presso
che si meritò gli applausi de'po- s. Maria in Via Lata, tenevano le
poli da lui governati. Fu quindi loro adunanze gli accademici umo-
ammesso tra i votanti di segnatu- risti, che fioi'irono per uomini dot-

ra, e poi nelfatto da Ales- 1657 ti e letterati.


sandro VII segretario del buon MANGIO Pietro, Cardinale, Vis-
governo, dove avendo perseverato ivo Mancio cardinale diacono è
,

101 MAN MAN -^


sotloscrilto in un privilegio conces- rota o cappellano pontificio. Cle-
so al capitolo di Firenze, da Bene- mente V nel 1 3 1 o lo fece vesco-
detto IX del io33. vo d' Avignone ove avea slabilila
MANCO (s.), monaco irlandese la residenza pontificia. Anche sulla
di straordinario fervore, il quale dignità vescovile sono di vario pa-
passato nella provincia di Corno- rere gli storici. Chi lo fa arcivesco-
Taglia, vi menò una vita somma- vo d' Ambrun nel 129^; ibi lo
mente austera, un luogo ove fu in vuole rettore del contado Venais-
poscia fabbricala una cappella de- sino e arcivescovo d'Aix nel i3o5,
dicata al suo nome, e nel quale e non già vescovo di Avignone,
si è formato un borgo parlamen- conte dicemmo
col Fantoni a quel-
tario, che porta pure il di lui r nò di Acqui; e chi lo
articolo,
Mome. Vi si vedeva una volta nel dice nel 3 6 vescovo di Lodeve,
1 1

cimiterio la sua cattedra di pietra, donde fu trasferito ad Ambrun.


e poco lungi il pozzo che serviva Certo è che Clemente V a* 22 o
al suo uso. Egli è dipinto ordina- 24 dicembre 1 3 1 2 o 1 3 3 lo creò 1

riamente cogli abiti e co' distintivi cardinale e vescovo di Palestrina


di un maestro di scuola ; ma la indi per suo mezzo si stipulò la
tradizione tiene che fosse stato ve- pace tra Carlo II re di Sicilia, e
scovo in Bretagna. Tanto riporta Giacomo II re d'Aragona. Scrisse
il Butler sotto il giorno 2 di set- questo dottissimo cardinale un' o-
tembre. pera suH' elezione de' prelati : De
MANDAGOT, MONDAGOT o electione pratlatorum, che dedicò
MACDEOT Guglielmo, Cardinale. al cardinal Fredol; ed il Torrigio
Guglielmo Mandagot, Mondagot o aggiunge Opuscula in ledimi di-
:

Macdeot nacque in Lodeve, nobile scìplinaj Expositione in ejusdcm


francese, de' signori di Montepietro- libri. Molto faticò per ordine di
so, dottore egregio nell'uno e nel- Bonifacio Vili con Petroni e Fre-
Taltro diritto, canonico regolare, o dol poi cardinali, nella compilazio-
come altri dicono religioso di s. ne del sesto libro delle decretali.
Agostino. Il Baluzio con altri lo Intervenne ai comizi di Giovanni
dicono prevosto della chiesa di To- XXII, ne' quali per la sua emi-
losa dell'ordine di s. Agostino, e ar- nente probità e dottrina i cardi-
cidiacono di Uzes ; i Sammartani nali volevano innalzarlo al
italiani
lo vogliono canonico e poi arcidia- pontificato , se guasconi non si i

cono della chiesa di Nimes dell'or- fossero opposti. Pieno di lode, con
dine di s. Agostino, dal che sem- cui l'aveano ricolmo i nominati
bra non può venirne di necessaria Pontefici,mori in Avignone nell'an-
conseguenza aver Guglielmo per no i32i, quantunque altri scrivo-
questo professato tra i romitani, co- no nel i323 o i324, e nella chie-
me pretende il Gandolfi agostinia- sa di s. Caterina da lui edificsta
no, e forse Io sarà. Resosi celebre ebbe onorevole sepoltura. Il Car-
nell'università di Bologna, dove nel della corregge ancora quanto su
1275 ottenne le insegne di dotto- questo cardinale scrissero d'erroneo
re e v'interpretò le leggi, servi Claudio Roberto nella serie degli
Nicolò IV in qualità di notaro, e arcivescovi d' Ambrun circa l'epoca
Bonifacio Vili come uditore di della sua promozione, ed il Ciac-
MAN MAN io3
conio sulle camere e non case da- cerdozio e lo autorizzò ad assolve-
tegli da Giovanni XXII. re gli scomunicati a cagione dello
MANDAITI. Cristiani di s. Gio- scisma, per cui molli della nobiltà
vanni , specie di setta di pagani d'Alsazia, per lui abbandonato En-
antichissima, dominata dagli astro- rico IV si 1094 a
sottomisero nel
logi, professanti alcuni errori dei Urbano II. Questo Papa nel 1096
manichei. F, il voi. XVllI, p. 2o5 approvò r erezione dell' abbazia di
del Dizionario. Marbach Manegoldo ne fu il
, e
MANDAMEINTO, EdicUim,Man- primo abbate. Ecco il novero delle
datum. Ordine, comandamento. Man- sue opere. Commentario sul Sal-
damenti sono in particolare quelli terio assai stimalo. Note e glose
che pubblicano i vescovi per indi- su Isaia, s. Matteo e s. Paolo, non
care i sinodi, ordinare delle pre- che sui salmi. Nell'abbazia di s.

ghiere e dei dig inni, aprire dei giu- AUire di Clermont in Alvergna si
bilei. I vescovi francesi intitolano conservava mss. Glossario di Ma- :

jMatidtìuent le loro lettere pasto- negoldo dottore degli alemanni.


rali ed i loro ordini nelle diocesi. Scrisse due apologie pel gran s.
iVel concilio di Trento fu fatto un Gregorio VII, cui die il titolo di
regolamento, con cui viene proibi- santo, molto efficaci ed encomiate,
to ai religiosi ed agli altri esenti, poiché i canonici di Reichsperg con-
sotto pretesto di esenzione, di ri- sideravano i di lui scritti come al-
cusare di pubblicare i mandamenti trettanti oracoli del cielo.
de' vescovi, e di trascurare o dis- MANETTI GiANozzo. Nacque in
prezzare le censure ecclesiastiche o Firenze nel 1396, divenne senato-
le scomuniche mandate in una dio- re e fu celebre per la sua dottri-
La ragione di questo regola-
cesi. na, scritti, disgrazie, costanza, e per
mento è la necessità di conservare le ventitre ambascerie da lui sos-
l'unitù della disciplina. /^. Pasto- tenute. Si applicò in particolar mo-
RALE e Vescovo. do alla teologia, chiamando questa
MANDATARIO o MANDATA- scienza porto dell'anima onde ri-
HO. V. Bidello, Arciconfrater- fugiarsi nelle tempeste della vita.
MTE, Confraternite. Il p. Mabil- Inoltre unì ad un'estesissima cogni-
lon, Mus. ilal. t. II, p. 195, par- zione delle matematiche, quella del-
la De mandalarii PcipaCy i quali le lingue greca ed ebraica. Si ac-
nella distribuzione de'presbilerii a- quistò la slima generale, ebbe luo-
\eano dieci soldi di moneta provesina. go nelle piìi onorevoli cariche , e
MANEGOLDO. Professò pub- colla sua eloquenza e letteratura
blicamente le lettere divine ed u- procurò far fiorire le lettere in Fi-
mane, fu prevosto di Marbach cit- renze equo , disinteressato pieno
: ,

tà del regno di Wurtemberg, e si di moderazione, amante della pace,


rese illustre per la sua dottrina e affabile, si guadagnò i cuori di tutti.
pei suoi scritti nel secolo XI: le Non potendo impedire ai cittadini
sue figlie tennero nelle scienze pub- ambiziosi di tiranneggiare la patria,

bliche scuole. Dall'Alsazia passò in andò in volontario esilio , e passò


Francia, rinunziò quindi al mondo il resto de' suoi giorni a Roma ed
e si fece canonico regolare a Lu- a Napoli ove mori nel i4% d'an-
tenbach. Urbano 11 lo elevò al sa- m 63. Da tutti compianto pel com*
, ,

io4 MAN MAN


plesso delle rare sue doti e vasta favore di Gregorio abbate del mo-
dottrina , ebbe magnifici funerali nastero di s. Bartolomeo della dio-
e fu cbiamato ornamento dei suo cesi di Fiesole. Dopo un anno mo-
secolo. Le opere di questo illustre rì, né altro si sa di lui.
autore per la maggior parte assai MANFREDO, Cardinale. Man-
stimate sono: De liberis tducandis. fredo da Celestino II nel giorno
Laudutio januensium. Dìalogus de delle ceneri 11 44 f" creato cardi-
morte. Filii. De illustribus longaevis. nale dell'ordine de' preti, e per ti-

Cantra judaeos. Laudalio Jgnttis tolo gli conferì la chiesa di s. Sa-


Numantinae. Apologia Nunlii Hi- bina. Sottoscrisse le bolle di Cele-
spani, Historia januensium. De di- stino II, Lucio Eugenio 111, A-
II,

gnitate et excellentia hominis ad nastasio IV ed Adriano IV, sotto


j4lphonsum regem Neapolitanum : il quale morì, dopo essere stato ai
è all' indice de' libri proibiti, col comizi degli ultimi quattro Papi.
decreto Donec emendelur. De ter- MANFREDONIA ( Syponiin ).

rae motu. De recla interprelatione Città con residenza arcivescovile


ad eumdem. Historia pistoriensium. del regno delle due Sicilie nella
Symposium. Le vite di Socrate, Se- i^uglia, provincia di Capitanata
neca, Dante, Petrarca, Boccaccio, sulla costa del mare Adriatico , in
del re Alfonso e di Papa Nicolò fondo alla baia che s'interna nella
V. Oratio de saecularibus et pon- rupe meridionale del monte Gar-
tificalibus pompis ad Caroluni. O- gano, sul golfo del suo nome, ca-
ratio in funere Leonardi A retinij poluogo di cantone. È piazza forte
ad regem Alpkonsum in nuptiis fi- di quarta classe, e di molto com-
lii sui j ad senensem dum Alphon- mercio e di transito delle merci
sum Piombi num obsideret; ad Al- che dai porti dell'Adriatico vi ap-
pkonsum regem de pace servandaj prodano dirette per Napoli. Ha un
ad Nicolaum V Pontificem sum- ben munito castello che non fu
munì de creatione sua; ad Ca- potuto espugnare da Lautrec, seb-
lixtum III de eligendo imperatore bene avesse occupato tutte le cir-
contra turcos; ad Fredericum III costanti contrade. Desso protegge
imperatorem de creatione sua; in il porto, ov'è costruito un he\ molo

funere Jannotii Pandolphini equìlis; a riparo delle navi. Il medesimo


e molte Epistolae. Tradusse dal esisteva prima della città e chia-
siriaco il salterio della verità ebrai> ma vasi Porlo di Capitanala, e da
ca, e dal greco i quattro evangeli, questo nel 1177 s'imbarcò, segui-
le epistole di s. Paolo, le epistole to da tredici galere che gli avea
canoniche e V Apocalisse, oltre le mandato Guglielmo II re di Sici-
opere di Aristotile. Diverse di tali lia, il Papa Alessandro IH per re-
ti-aduzioni gli furono ordinate da carsi a Venezia onde pacificarsi eoa
Nicolò V. Federico I. Dopo la concordia, nel-
MANFREDO, Cardinale. Man- r ottobre si rimise in mare sulle

fredo fu creato cardinale prete del navi venete, approdò nel porto di
titolo di s. Sabina da Innocenzo Siponto, ed a*i4 dicembre giunse
11, forse dicembre ii4o> « si
nel in Anagni. Nelle vicinanze vi so-
trova sottoscritto in una di lui bol- no ricche saline. A mille passi di
la spedita a' 22 settembre ii4^ ^ distanza sorgeva sopra una delle
,

MAN MAN io5


rocce la grandiosa citta di Sipon- chi la presero nel
1620, e l'ab-
to, Siponliun o Sipus^ antica città bandonarono dopo averla incendia-
della Puglia o nell' antica Daunia, ta. Poco tempo dopo fu restaura-
quasi sulla sponda del mare Adria- ta e fortificata. Nell'arcidiocesi vi
tico, fondo ad un piccolo gol-
in è il celebre Monte Gargano, Gai'"
fo. Dovea la sua fondazione ai gieci, ganus Mons, gruppo di montagne,
e portava in loro lingua il nome nel distretto di s. Severo e di Fog-
di Sepious. Divenne colonia roma- gia, che forma un vasto promon-
na, che dopo d'essersi indebolita torio, e determina lo sperone dello
considerabilmente fu ristabilita di
, stivale col quale viene figurata la
nuovo. Ma distrutta parte dai sa- penisola italiana. Rinchiude valli
raceni e parte da un terremoto spaziose e fertili, e le sue sommila
divenne vuota di abitanti. In oggi sono coperte di foreste, crescendo-
tion si vedono che pochi avanzi vi molte pitinle rare e preziose per

d'ediflzi, i quali però fanno con- la medicina. Sull'alta rupe del Mon-
getturare che fosse anticamente gran- te Gargano, che sovrasta il golfo
de e Manfredonia ne rim-
bella. di Manfredonia, esiste la città di
piazzò l'esistenza, e ne ereditò la Monte s. Angelo. La sua elevatez-
cattedra arcivescovile, che serba tut- za e le vie scoscese per ascendervi
tora. JNel io5o fu tenuto un con- resero il luogo assai munito, allor-
cilio a Siponto, contro due arcive- ché i saraceni discacciati da per
scovi simoniaci. Labbé t. IX; Ar- tutto lo elessero per sicura ritira-
duino t. II. ta, e vi rimasero lungo tempo, per
Manfredi figlio naturale dell'im- cui incavate nel vivo sasso tuttora
peratore Federico 11, dopo la morte si vedono le loro tombe. Chiamasi
di questi, e mentre occupava il re- Monte Saraceno l'estrema parte del
gno di Sicilia, fabbricò nel i256 gran promontorio ^ ch'estende le
Manfredonia che chiamò col suo
, scabrose sue coste da Manfredonia
nome, colle rovine di Siponto città in semicerchio fino alla foce dei
distrutta nell'anno precedente, e Fortore. Nell'angusto seno poi, sot-
nelle sue vicinanze. La regina di toposto alla città di Monte s. An-
Napoli Giovanna donò a Muzio
li gelo, trovasi il villaggio di Matina-
Attendoli o sia Sforza il Grande, ta con accessibile rada.
r intera Manfredonia , a
città di Nella città di Monte s. Angelo,
raccomandazione ed istanza di Mar- celebratissimo e di antica venerazione
tino V, che volle in tal guisa ri- é il santuario di s. Michele Arcangelo,
compensare lo Sforza d'aver libera- ove si discende per una serie di gra-
to Roma dalle armi di Braccio da dini praticati nella roccia a forza di
Montone, e restituita al Pontefice. scalpello, ed da artifi-
illuminati
Questa città ebbe l' elogio di fe- ciali trafori.giunge ad una spe-
Si
delissima dall'imperatore Carlo V cie di cimiterio con molti depo-
re delle due Sicilie, per aver re- siti e cappelle; quindi si ha l'ac-
sistito con onorala difesa, allorché cesso al di voto sacro Speco forma-
venne tentata da Odetto di Foix to naturalmente entro il masso, ed

signore di Lautrec, per Francesco ivi é l'altare dedicato al principe


I re di Francia. Nel iSGy vi si delle celesti milizie, presso il quale
tenue un concilio pioviuciale. 1 tur- sgorga una pura sorgente di acqua
io6 MAN MAN
salutare. 11 saulo Arcangelo, come parizlouc di s. Michele arcangelo
speciale prolellore ti ci la chiesa, fu (f^edi)f narrammo come avvenne,
sempre invocato di soccorso dai fe- e che la chiesa ne celebra la festa
deli , e la sua divozione si accreb- agli 8 di maggio. All'articolo s.
be per le sue diiì'erenli apparizioni, Micheèe Arcangelo parleremo della
di cui faccnuno menzione agli ar- festa che celebra la Chiesa a' 29
ticoli Coro degli Angeli e Castel settembre, istituita per la dedica-
s. Angelo. Una delle apparizioni zione della sua chiesa sul Monte
più celebri è quella che si narra Gargano nel 493. Sulle diverse ap-
avvenuta al vescovo di Siponto s. parizioni del santo Arcangelo, ab-
Lorenzo nel suddetto luogo sul biamo: Carlo Steijgelio monaco di
JMonle Gargano e precisamente sul Germania, Sancii Michatlis pria-
Monte s. Angelo, cosi chiamato do- cipalHSy appariliones, tempia^ cui-
po il prodigio. Questa apparizione tusj et miracula, ex sacris litte-

viene riferita nella cronaca di Sì- ris ss. PP. et ìiisloriis ecclesiasti'
geberto, e confermata dalla tradi- cis eruta, stampato nel 1629. Se»
zione di tutte le chiese del paese. leda quaedani de sando Micliae-
]1 p. Mabillon che visitò questi luo- le archangelo, e/us apparitionibus,

ghi, ed esaminò i documenti, cre- feslis et cultu, in primis in monte


dette non potersi dubitare della lo- Gargano, illucque fadis peregri-
ie certezza, in Ada ss. ord. Be- nalionihiisa domino Francisco Do-
lied, saec. Ili, par. I, p. 85, not. minico Haeherlin, academiae Juliae
4- In seguito a questa apparizione Carolinae vice rectore , Helmstadii
avvenuta nel V secolo, nel pontifi- 1759.
cato di s. Gelasio I, il detto ve- La sede episcopale di Siponto
scovo, come diremo , fabbricò nel fu istituita nel primo secolo della
luogo una chiesa in onore di s. Chiesa, nel quale ricevette pure il
Michele, che divenne presto famo- salutifero lume della fede da s. Pie-
sa pel concorso de' fedeli, e questa tro. Il primo vescovo di Siponto
sede vescovde portò ancora il no- fu s. Giustino nobile sipontino, or-
me di Monte s. Angelo. Nel 1002 dinato dal medesimo principe degli
l'imperatore Ottone 111 vi andò in apostoli s. Pietro nell'anno 44> ^^'

pellegrinaggio a piedi scalzi ,


per sondo settimo duce nell' impero di
espiare il delitto di cui sì era reso Tiberio; morì l'anno iii, e fu se-
colpevole di mettere a morte il ro- polto nella sua chiesa. Gli succes-
mano senatore Crescenzio, al quale sero tre altri santi vescovi, de'quali
aveva promesso solennemente di s'ignora il nome. Il nobile sipon-
salvare la vita , avendogli s. Ro- tino s. Eusanio fu proclamato quin-
mualdo ingiunto questa penitenza. to vescovo dal clero e dal popolo,
Verso il io49 visitò pure questo ma non fu ordinato: viene però
santuario per divozione il Papa noverato tra* vescovi di questa chie-
s. Leone IX, passando poi a Mon- sa, perchè vi è in grandissima ve-
te Cassino a celebrarvi la dome- nerazione, e non ne fu nominato
nica delle palme. In processo di altro finché visse; passò a miglior
tempo altri Papi, sovrani, ed ogni vita a'9 luglio del 3oo. S'ignora chi
celo di persone, si sono ivi recati gli successe, il quale da Furconio
a fare altrettanto. All'articolo Jp- volendo a* 2 5 giugno 3oi traspor-
MAN MAN 107
lare il corpo di s. Eusanio in Si- rie de' vescovi ed arcivescovi si-

ponto, il apparve in so-


santo gli pontini , a pag. 816 riprodusse la
gno e lo ammonì a lasciarlo in leggenda di s. Michele principe de-
Furconio, ove prodigiosamente conà- gli angeli e sua apparizione. Igno-
parve dalla terra una piccola cap- ra nsi i nomi de' successori di s.
pella, ed ivi indicò doversi collo- Lorenzo sino al 546, nel quale ne
care le sue ceneri, cioè presso Fur- occupava la sede Felice II, che
conio nel luogo detto poi s. Sano. morì santamente nel 594. Indi fu-
Quindi pei gran miracoli che s. rono vescovi Felice III, Vitaliano
Eusanio operò per virtù divina, i e Ruffino che intervenne nei 649
corpi del di lui discepolo Domizia- al concilio Laleranense di s. Mar-
no, di Teodosia sua sorella di lat- tino I. Fu all'epoca di Ruffino o
te, e di A già vergine, avendo pa- forse dopo la di lui morte, che es-
tito il martirio, furono sepolti pres- sendo la città di Siponto slata de-
so di lui ed i si ponti ni nella cit-
; vastala dagli slavi, saraceni e longo-
tà a s. Eusanio eressero un tem- bardi, il clero ed il popolo dispersi
pio. Il VII vescovo N. nel 333 in o massacrati, la sede vescovile ven-
onore di s. Oronzio vescovo costruì ne allora unita a quella di Bene-
uu oratorio, e pieno di meriti mo- vento dal Papa s. Vitaliano, che
i'k nel 38o. Nel 385 fu fatto ve- ne affidò la cura a s. Barbato ve-
scovo N. clie ordinò prete e arci- scovo di Benevento, i cui dieciotto
diacono della cattedrale s. Felice successori lùi'ono vescovi di Bene-
figlio del duce di Si ponto Felice. vento e di Siponto. Avendo il Pon-
Alla sua morte divenne vescovo s. tefice Giovanni XI II nel 969 ele-
Felice arcidiacono, che assistette al vato Benevento a metropoli fu pri-
concilio romano del /{65 di s. Ila- mo arcivescovo di Benevento e di
rio Papa, e morì santamente nel Siponto Landolfo, cui successero A-
466. Dopo di lui la cattedra si- lon nel 984, Alfano I nel 998,
pontina fu vacante fino al 49^> ^ Alix nel 1000, sotto di cui Ottone
i;agione dell' irruzione de' baibari 111 visitò il santuario, Mundo nel
ostrogoti ed ariani eretici. In det- 1009, ed Alfonso li nel 101 1 o
to anno governando questa chiesa 1011. Nell'arcivescovato di questo
6. Lorenzo parente dell'imperatore ultimo, per divozione verso s. Mi-
Zenone e chiaro per virtù e san- chele arcangelo, piacque al Ponte-
tità, successe la mirabile appari- ficeBenedetto Vili di separare Si-
zione dell'arcangelo s. Michele , e ponto da Benevento, di erigere Si-
nel medesimo 7 idus februarii con ponto in metropolitana, e di sot-
altri vescovi consagrò sul Monte toporgli per suffiaganee le chiese
Gargano la chiesa di s. Michele, e vescovili di Melfi, Troia, Monopo-
ne fece contemporaneamente fab- li,RapoUa, e V lesti dipoi aggiun-
bricare un'altra a Siponto in ono- tavi da Pasquale II, anzi fu l'u-
re di s. Pietro, che vi avea pre- nica Sede che restò suffìaganea a
dicato il vangelo: ignorasi l'epoca questa metropoli. Il p. Mirco che
della morte del santo prelato, la stampò la sua Notìlia episc. nel
cui festa si celebra a'7 febbraio. 161 3, registra per suff*raganee di
L'Ughelli che nel t. VII, p. 809 e Manfredonia, Melfi e Rapolla uni-
seg. daW Italia sacra riporta la se- te, e Viesti; e Commanville nomi-
8

io8 MAN MAN


na invece Troia, Viesli ed Arpl. ztonnno. Nel 11 16 successe Gre-
Settimo arcivescovo di Benevento gorio monaco cassinese ; nel 1 1 1

ed insieme di Siponto fu Orso del Leone o Lorenzo che intervenne in


ioi5, che ricevette nel santuario Gaeta alla consagrazione di Gela-
di Monte Gargano s. Enrico I im- sio con altri vescovi di Puglia;
II,

peratore nel 1022; ed ottavo ed nel i3o Sergio Freccia; nel i i4o
I

ultimo fu Guarraondo del io32. Guglielmo normanno ordinato da


Il Pontefice Benedetto IX no- Innocenzo li , a cui Eugenio III
minò per primo arcivescovo di Si- confermò i privilegi della chiesa si-
ponto nel io34 Leone, il quale pontina, dichiarò essergli sottoposta
stabilì la sua sede nella chiesa del quella di Monte Gargano, e spet-
Monte Gargano, vi fondò quattro tare all'arcivescovo di Siponto la
dignità, ed assunse il titolo di ar- consagrazione del vescovo di Viesti.
civescovo di Siponto e di Monte Nel pontificato di Alessandro III
Gargano dopo la sua morte, sue*
: era arcivescovo GifFredo o SifFredo,
ceduta verso 1' anno o5o dopo i , che morendo nel ii 66, il Papa
avere ricevuto nel santuario s. Leo- trasferì da Gerardo II
Spalatro
ne IX, questa sede restò vacante veronese il successore Gerardo IH
:

per qualche tempo a motivo delle intervenne al concilio generale La-


differenze insorte tra i canonici di teranense III del 11 79; quindi di-
Siponto e quelli del Monte Gar- vennero arcivescovi nel i 184 Gio-
gano , pretendendo i secondi che vanni, enei 11 95 Ugo cittadino e
per la residenza fattavi da Leone, canonico di Troia fatto da Cele-
gli fosse devoluto il diritto metro- stino III di cui era familiarissimo,
politano. Durante tali questioni la il qual Pontefice ad istanza di U-

chiesa fu governata dall'arcivescovo go concesse all'arcidiacono, all'ar-


di Trani Giovanni , e poscia da ciprete ed ai due primiceri di Si-
quello di Benevento Uldarico nel ponto il privilegio della mitra, del
io53, che prese il titolo di arci- bacolo A tempo di
e dell'anello.
vescovo di Benevento e di Siponto Ugo 1200 Innocenzo III or-
e nel
fino al 1066. Dappoiché fu s. Leo- dinò che la chiesa del Monte Gar-
ne IX che riunì Siponto a Bene- gano sarebbe definitivamente sog-
vento , ciò che confermò Stefano getta a quella di Siponto; e s.

IX detto X; e benché vivesse an- Francesco d'Asìsi visitò il santua-


cora Uldarico, nel 1066 Alessan- rio e nelle pareti del sacro speco
dro II disgiunse le due chiese, fa- vi fecesegno di croce in forma
il

cendo arcivescovo di Siponto Ge- di tau. Onorio III nel 12 19 con-


rardo I tedesco, dottissimo monaco sagrò Alberto in arcivescovo di Si-
cassinese, che Gregorio VII spe-
s. ponto : sotto di lui l'imperatore Fe-
dì legato in Dalmazia. Vittore HI derico II confermò i privilegi e le
gli diede in successore Bonomo nor- immunità al monastero benedetti-
manno, che intervenne a diversi no di s. Maria di Pulsano di que-
concilii. Dopo di lui fu arcivescovo sta arcidiocesi. Nei pontificati di
il cardinal Alberto, sotto del quale Gregorio IX, Innocenzo IV ed A-
Pasquale II assoggettò Viesti a que- lessandro IV, fu arcivescovo Rug-
sta chiesa : i cardinali arcivescovi giero o Rogero delle nobilissime fa-
hanno la biografia in questo Di- miglie Angloua e Borelli. Nel suo
MAN MAN T09
tempo Manfredi re di Sicilia nTab- tro minorità francese, dichiarando
bricò Siponto distrutta dal terre- nulla r elezione che avea fatta il

molo: nuova città incominciata


la capitolo di Leone arcidiacono di s.

nel 1256 e terminata nel i258 Angelo del Monte Gargano. Nel
venne come dicemmo chiamata Man- 1375 lo divenne Pietro francese,
fredonia, e r arcivescovo Ruggiero che nel 1378 aderendo allo scisma
"vi fece nelKanno medesimo il suo dell'antipapa Clemente VII, fu da
ingresso solenne col suo clero, tras- Urbano VI spogliato degli onori
portandovi il corpo di Lorenzo
s. e messo in carcere a Roma, ove
\escovo : questo prelato piamente miseramente finì i suoi giorni; gli

morì nel I265. sostituì nel i382 Giovanni , ma


Nello stesso anno divenne arcive- venuto in sospetto di lui, lo pri-
scovo Giovanni, il quale avendo sof- vò dell'amministrazione della chie-
. ferto grave infermità, ed essendosi sa commiserato poi da Bonifacio
;

sparsa la voce di sua morte, Nicolò IX 1390 lo trasferì ad Otran-


nel
IJI nel 1278 fece arcivescovo di to facendo arcivescovo di Siponto
,

Manfredonia il nipote b. cardinale o Manfredonia Nicola de Sacchi


Latino Frangipane Malabranca Or- genovese. Sotto di questi essendo
sini; ma venendosi poi in cognizio- slato falsamente rappresentato a
ne che Giovanni viveva con sin- ,
Bonifacio IX, che Manfredonia era
goiar esempio il Papa dichiarò il diruta e priva di abitatori, confon-
cardinale protettore della chiesa Si- dendola coll'antica e distrutta Si-
pontina. Nomineremo i successori ponto, mentre in vece fioriva, nel
di Giovanni, degni di special men- i4oi eresse la terra del Monte
zione. Gregorio di Montelongo ce- s. Angelo in città , la chiesa di s.

lebre dottore_, fatto arcivescovo da Michele in cattedrale e metropoli-


Bonifacio Vili nel iSor, il quale tana, unì la chiesa Sipontina alla
abrogò l'elezione che avea fatto il Gargana, e volle che l'arcivescovo
capitolo di Rao vescovo di Aria- portasse ì titoli di Sipontino e
no. Per sua morte i3o2 tra- nel Gargano. Conosciuto poi l' inganno,
sferì da Orvieto Leonardo Manci- Bonifacio IX con bolla del i4o3
ni nobile di quella città, che ze- dichiarò irrita e nulla la concessio-
lante della disciplina ecclesiastica ne, e rìvocò la seguita unione;
ottenne da Clenicute V l'unione revocarono ancora la prima bolla
del monastero di s. Giovanni di di Bonifacio IX, Giovanni XXIII
Lami a quello de' cistcrciensi di con altra bolla, e Martino V. Nel
Casanova nella diocesi di Penne. 1401 era successo a Nicola altro
Gli successe nel 1327 a'22 aprile Nicola d' Imola, che da Bonifacio
Matteo Orsini domenicano, che gli IX mandalo nunzio in Germa-
fu
scrittori di quell* ordine chiamano nia, nel 1409 intervenne al
e
col titolo di beato, per volere di concilio di Pisa. A cagione dello
Giovanni XXII, il quale a' 18 di- scisma sostenuto ancora dallanli-
cembre del medesimo anno lo creò papa Benedetto XIII, nel 1407
cardinale. Sasso cittadino e canòni- Gregorio XII fece consagrare ar-
co sipontino divenne arcivescovo civescovo di Siponto o Manfredonia
nel i33o e morì nel i343, per Lorenzo romano , il quale dovette
cui Clemente VI nominò fr. Pie- sosteneie gravi contestazioni con
no MAN MAN
Kicola (l'Imola, che recossi al det- Nicola Peroni di Sassoferrato, ver-
to concilio pisano ove fu deposto sato in ogni genere di dotliina, di
Gregorio XII ed eletto Alessandro recondita erudizione e di singo-
V, cui successe Giovanni XXIII : lare facondia: governò le provin-
Nicola morì nel i4i5, e Giovan- cie del Patrimonio e di Perugia,
ni XXI li vi surrogò Paolo vesco- fu consigliere dell'imperatore Fe-
"vo Scginense, traslato da Martino derico 111 che gli donò una coro-
Y a Gerace. Dipoi fu reintegrato na poetica d' alloro in l'ologna, e
Lorenzo, alle cui preghiere Martino morì nel 1480. Alessandro Vi nel
Y nel i4'9 commise al cardinal i5oo pose a pastore di questa
Binaldo Brancacci esame delle
1* chiesa Agapito Giraldini di Ame-r
dissensioni tra Siponlo o Manfre- lia, arcidiacono della patria , se-
donia, e Monte Gargano o Mon- gretaiio del Papa, ed intimo fa-
te Angelo; quindi il Papa le
s. migliare del di lui figlio Cesare
terminò in favore di Manfredonia, Borgia, cui seguì nella prospera
confeimando il decretato di Alessan- come nell'avversa fortuna, e mori
dro 111 ed Innocenzo 111, che l'ar- nel i5o(). Giulio II alloia dichia-
civescovo dovesse chiamarsi soltan- rò arcivescovo Antonio Maria del
to di Siponto, e che il crisma si Monte, che poi eieò cardinale e ,

dovesse consagrare nella cattedrale per sua dimissione i5i2 gli


nel
di Manfredonia. Lorenzo beneme- successe il nipote Giovanni Maria
rito di sua chiesa morì nel i436: a' novembre
12 creato cardinale
,

noteremo che nel i656 vertendo nel i536 da Paolo III: nel i544
iincora causa tra due capitoli
i rinunziò l'arcivescovato e nel i55o
della metropolitana e della chiesa divenne Papa col nome di Giulio
di s. Michele, la congregazione dei III. Memore della sua chiesa che
vescovi e regolari decretò , non avea governala trentadue anni ,

constare de cathcdralitate ecclesiae l'ornò di grazie e privilegi. Nel


s. Michaelìsj e perciò non doveie i544 a'25 giugno Paolo III elesse
il suo capitolo eleggere il vicario arcivescovo Giovanni Ricci , che
generale in sede vacante. Giulio lllj di cui era stato fami-
Eugenio IV nel i436 nominò ar- gliare, nel i55i creò cardinale.
civescovo Mattia Foschi romano, Avendo il Ricci per soli otto mesi
chierico camera, insigne per
di retto la chiesa , il cardinal del
scienza e prudenza ; e Iraslérendolo Monte r implorò ed ottenne pel
nel 1438 a Rieti, gli sostituì An- suo Andrea Mer-
segretario Gio.
gelo Capranica romano, poi cardi- curio, ed anch'egli dopo otto mesi
nale. Nicolò V nel i447 "^ affidò fu trasferito altrove, il primo a
l'amministrazione al celebre e dot- Chiusi, il secondo a Messina, ed
to cardinal Bessarione , che si di- ancor questi nel i55i creato car-
mise nel i449' Giovanni Burgio dinale da Giulio HI. Questi nel
di Cajazzo, principe de'medici del ì55o fece arcivescovo Sebastiano
suo tempo, non archiatro pontificio Pighini e nel i552 cardinale: tras-
come osserva il Marini, in tale latandolo Giulio III nel 553 ad 1

anno Nicolò Y lo trasferì da Ma- Adria nel veneziano, nel i554 g'»
zara, poi traslatato a Palermo. Pio die a successore fr. Dionisio de
li nel 1458 dichiarò successore Roberti de'scivi di Maria di Bor-
MAN MAN III
go s. Sepolcro, suo irttimo. Nel la cattedrale le sacre suppellettili,
1^54 lo pnssò a Ferentino, e Pio la restaurò ed abbellì , e vi fece
IV i56o fece amminislraloie
nel la campana maggiore. Gli successe
il cardinal Bartolomeo de la Cue- a'28 gennaio 1675 il cardinale fr.
\a , alla cui biografia dicemmo Vincenzo Maria Orsini, che fu ze-
dei lestnuri fatti alla cattedrale ed lantissimo ed edificante arcivescovo:
all'episcopio. Per sua morte nel a'22 gennaio 1680 fu traslatato a
562 Pio IV dichiarò arcivescovo
1 Cesena, enei 1724 divenne Bene-
Tolomeo Galliche nel i565 creò detto XIII, ritenendo 1' arcivesco-
cardinale: nel 1567 celebrò un vato di Benevento di cui era pa-
sinodo provinciale, ed eresse due store. Giovanni de Lerma di Tri-
palazzi pegli arcivescovi uno in
, carico uditore del cardinal Sacri-
Manfredonia, l' altro in Monte s. panti pro-dafario, fatto arcivescovo
/ Angelo, Sisto V nel i586 fece nel 1708, è r ultimo registrato
arcivescovo Domenico Ginnasi, al dall' Ugheili o suoi continuatori.
cui articolo dicemmo le tante be- Gli altri arcivescovi sono riportati
nemerenze verso questa sede, fra nelle annuali Notizie di Roma e
le quali la celebrazione di due si- sono i seguenti. 172^ Marc'Anto-
fìodi, l'erezione del monte di pietà, nio de Marco d'Otranto, da Bene-
del seminario, d* un monasteio di detto XIII traslato da Viesti; 1742
monache, la restaurazione della cat- Francesco Rivera dell' Aquila, tras-
tedrale e della chiesa di s. Miche- lato da Civita Ducale; «777 Tom-
le, Tabbellimento e ingrandimento maso Maria Francone tentino della
de'palazzi arcivescovili : nel i6o3 diocesi di Larino, traslato da Um-
fu creato cardinale, 1607 e nel briatico ; i8o4 Gio. Gaetano de
rinunziò al nipote Annibale Serughi Moscio delle scuole pie, di Foggia,
de Ginnasi la sede. Nel di lui go- Iraslato da s. Severo; 1818 a'6 a-
verno turchi posero a soqquadro
i prileEustachio Dentice teatino, di
tutta la città, incendiarono e de- Pollena diocesi di Napoli: sotto
rubarono la raltedrale, ne distrus- di lui Pio VII colle lettere apo-
sero i monumenti e bruciarono stoliche, De 27 giugno
utilioriy de'
l'archivio : in tanta calamità An- 18 1 8, conservando a Fiesti (Fedi)
nibale lece quanto potè , succe- la cattedralità e l'essere sulTraganea
dendogli nel 162-?. Giovanni Gio- a Manfredonia, i cui arcivescovi
vannini di Matelica , traslato da dichiarò amministratori perpetui
Camerino. Antonio Marulli sicilia- della chiesa vescovile di Viesti,
no dotto e pio, Urbano Vili nel cedette alle istanze del re Ferdi-
1643 lo preconizzò, e tornò a dar- nando I. Alla morte del nominato
gli il pallio per essergli stato col pastore, il Papa Gregorio XVI
bagaglio derubato in recarsi a Man- preconizzò nel concistoro de' 2 lu-
fredonia. Alessandro VII nel 1659 glio i832 r odierno arcivescovo
elesse Benedetto Cappelletti patrizio monsignor Vitangelo Salvemini di
di Rieti-, amatore de' poveri, pei Molfetta , della quale era vicario
quali nel Monte Gargano fondò il generale e canonico teologo della
monte frumentario; accorse ai dan- cattedrale.
ni recati da un' epidemia, celebrò La chiesa metropolitana di Man-
il sinodo nel 16G6, aumentò nel- fredonia è dedicata a Dio sotto
112 MAN MAN
l'invocazione di s. Lorenzo vescovo cinque perdette la madre e di
della cillà ,moderno edifizio. Il diccisette il genitore. Poco dopo
capitolo si compone di quattro di- passò in Roma col fratello per at-
gnità, la prima delle quali è l'ar- tendere agli studi maggiori, avendo
cidiacono, di dodici canonici com- già appreso in patria minori, sot- i

prese prebende teologale e peni-


le to la direzione de' gesuiti. Dimorò
tenziaria, alcuni mansionari preti ,
così vari anni nell' alma città, in-
e chierici addetti all' ufTìzialura dossando abito ecclesiastico, siccome
della chiesa. Nella cattedrale "vi è allora costumavano i gentiluomini
il battisterio , si venerano diverse studenti, abitando in pensione nel
snere reliquie, tra le quali il brac- monastero di s. Stefano del Cacco.
cio di Lorenzo vescovo si ponti-
s. Compiuto il corso degli studi in
no, e la cura delle anime è affi- un a quelli della giurisprudenza,
dala dal capitolo ad un canonico ripatriò dando saggi di lodevole
deputato. 11 palazzo arcivescovile condotta. Trovandosi solo padrone
è prossimo alla cattedrale. In Man- di discreta fortuna ,
per istruzione
fredonia un convento di reli-
vi è e diletto si recò a soggiornare in
giosi ed un monastero, non che un altre cospicue città d'Italia, ed in
ronservatorio di donzelle. Vi sono Venezia si trattenne più anni. Am-
«liverse confraternite, l'ospedale, il mirando le doti che fregiavano
monte di pietà ed il seminario. la contessa Elisabetta Valmarana
L'arcidiocesi per circa si estende patrizia veneta, la sposò nel i8o4
trenta miglia, e comprende dodi- e con essa poi si stabili in patria.
ci luoghi. Ogni nuovo arcivescovo Da matrimonio ebbe otto figli,
tale
amministratore di Viesti è tassato quattro de'quali morirono in età
tie'libri della cancelleria apostolica infantile, uno chiamato Giuseppe
in fiorini i33, corrispondenti al di non comuni speranze, morì in
"valore di cinquemila ducati circa, Roma nel declinare del i83i nel-
che sono le rendite della mensa, la florida età di ventidue anni, e
moìiftae regni publicis adductis tre sono tuttora viventi ; cioè Fran-
onerìbus. cesco cameriere segreto soprannu-
MANGELLI ORSI Paolo, Car- merario di spada e cappa di Gre-
dinale. Paolo Orsi Ma ugelli patri- gorio XVI e del regnante Pio
zio forlivese, di antichissima ed il- IX, Antonio consigliere della dire-
lustre famìglia assai chiara nelle zione generale del debito pubblico
patrie e nelle italiane istorie, nac- e consiglio di liquidazione, e Chia-
que a' 3o ottobre 1762 dal conte ra. Il conte Paolo nel suo ritorno
Francesco e dalla contessa Antonia in Folli fu creduto abile dal go-
Severoli dì Faenza, cugina del ve- verno francese alle supreme magi-
nerando cardinal Gabriele Severoli strature, onde lo fece presidente
che nel conclave del 1823 fu vi- dell'amministrazione dipartimentale
cino ad essere esaitato al pontifi- del Rubicone per la repubblica
cato. Ebbe un fiatello di nome italiana: in tal carica dovette assi-
Vincenzo, che fu cavaliere di gra- stere in Milano all' incoronazione
zia dell'ordine gerosolimitano, e tre in re d'Italia di Napoleone impe-
sorelle le quali vestirono l'abito re- ratore de' francesi. Successivamente
ligioso di s. Francesco. Di anni fu membro del consiglio di pie-
-,

MAN MAN ii3


fòUura nello stesso dipartlmcnlo, dì siflhlfa penlita, ed alcuni inte-
nella quale per le sue cognizioni ressi di fe miglia, lo consigliarono a
e rettitudine, più volto in assenza lasciar per qualche tempo la pa-
tlel prefetto ne funse le veci, e du- tria e trasferirsi in Roma nel 1820,
rò in tale impiego sino al termine dopo di aver provveduto all' edu-
del regno di l'Japoleone. Tuttavol- cazione de' figli.
ta nel 1814, quando le truppe Essendo in Roma, per incorag-
delle potenze alleate s' impadroni gimento del celebre cardinal Con-
i-ono della Romagna, eziandio il salvi segretario di slato , decise di
conte a '3 gennaio presiedette alia porsi in prelatura e servire la

reggenza austro-britanna ossia ita- santa Seóe nella gerarchia ecclesia-


liana indipendente, stanziata in Ra- stica. Nel dicembre 1820 Pio VU
venna, finche sciolta una tale rap- lo dichiarò suo cameriere d'onore
piesentanza in forza di convenzio- in abito paonazzo, ed a'4 del se-
ne militare stabilitasi fra i gover- guente gennaio prelato domestico,
ni austriaco e napoletano, tornò indi referendario delle due segna-
a*20 febbraio in Forlì a disimpe- ture. Nel marzo 182 1 il Papa lo
gnavvi sotto il secondo di delti spedi a Benevento per delegato,
governi le funzioni di consigliere con amplissime facoltà per ristabi-

di prefettura. Si prudente era sta- lire in quella provincia l* ordine


ta sempre la sua condotta, che sconvolto per la rivoluzione acca-
nel 29 luglio deiriste&so anno 18 i4, dutavi, e prima di recarvisi rice-
dal governo provvisorio austriaco vette dal cardinal della Somaglia
fu nominato membro della com- la prima tonsura. Nel 1822 tro-
missione governativa presieduta dal vandosi in Benevento, essendo va-
generale Stefanini e residente in cato per morte di monsignor Zi-
Bologna ,
per le tre provincie di nanni l'uditorato di rota per la

Bologna, Ferrara e Romagna, nel provincia di Romagna, gli venne


qual ufìizio durò fino ai 19 luglio offerto competendogli per .diritto;
18 15, quando rimasta sciolta la ma preferendo la carriera go-
egli
commissione, e subentrata la do- vernativa ed amministrativa, in cui
minazione pontifìcia provvisoria avea lunga esperienza, e nella qua-
cominciò con lieto animo a consa- le credeva poter meglio prestar
crare al suo principe naturale i r opera sua , rinunziò l'onorifico
suoi servigi, come membro della posto con singoiar disinteresse, ciò
congregazione governativa di Ro- che gli procacciò non poca lode.
magna , sotto la presidenza del Da Benevento nel luglio 1823 ven-
prelato Tiberio Pacca; ed in que- ne trasferito air altra delegazione
sta qualifica proseguì a tutto il apostolica di Civitavecchia, indi od
settembre 18 16, nel qual giorno un anno da Leone XII a quella
venne abolita per la cessazione del di Ancona, ambedue luoghi impor-
governo pontificio provvisorio ed tanti pei loro porti di mare; e dal-
istallazione dello stabile^ in virtù la seconda nell'ottobre 1826 fu
del notissimo motu-proprio di Pio destinato alla delegazione di Peru-
VII de' 6
luglio detto anno. A'3i gia, sebbene non ebbe effetto. Dap-
ottobre 8 1 7 restò vedovo della
1 poiché dovendo trattenersi in An-
nobile consorte; quindi il dolore cona per attendervi il successo^'ej
voi. itii. 8
-

1.4 MAN MAN


e questo tarlando, a* 5 aprile sacerdozio, da monsignor PiatH vicc-
18^7 il medesimo Papa in vece gerente a' 2 dicembre i838 rice-
lo nominò chierico dì camera e vette i quattro ordini minori ,

presidente della grascia, alla qiia!e nel i.° marzo 1840 fu ordinato
venendo riunita a* i4 dicembre suddiijcono, a'i5 diacono, a'29 sa-
1828 la presidenza dell'annona, cerdote, e finalmente nel primo mar-
il prelato fu autorizzato a ritener- zo celebrò la prima messa nell'al-
le ambedue, onde fu il primo tare della Beata Vergine nella
presidente dell'annona e grascia. Nel cappella Borghesiana della basilica
seguente anno per disposizione di Liberiana. Inoltre Gregorio XV( ai
Leone XI 1, a'5 gennaio lasciò le 24 gennaio 1842 lo promosse alla
due presidenze, e fu fatto membro cospicua carica di uditore genera-
del nuovo dicastero, tratto dal col- le della camera apostolica, del-
rev.
legio de* chierici di camera, della la quale prese possesso a'7 marzo,

congregnzione di revisione. Nella dopo aver prestato il giuramento


sede vacante per morte di Pio Vili nel tribunale della piena camera
il sacro collegio a* 1*2 dicembre al Vaticano, conferendogli insieme
i83o lo destinò al governo della le abbazie de' ss. Clemente e Pan-
provincia di Ferrara in qualità di crazio, che ritenne sino alla pro-
pro-legato, sino all'elezione del nuo- mozione al cardinalato. In ])reniio
vo Pontefice. Mentre il prelato di- pertanto di aver egregiamente sos-
morava in Ferrara, a'7 febbraio tenuto tanti importanti uffizi con
i83i scoppiò ivi ancora la rivo- zelo e integntà Papa
, lo stesso
luzione. In sì ardua circostanza col- uel concistoro de'27 gennaio 1843
la consueta circospezione potè evi- lo creò cardinale dell'ordine de'dia-
lare qualunque sfregio alla sua coui, ed a' 3o di dello mese gli

rappresentanza e persona, e finché conferì per diaconia la chiesa di


restò in Ferrara non furono ca- s. Maria della Scala, annoverando-
lati i pontificii stemmi. Restituitosi lo quindi alle congregazioni della
in Roma a venerare Teletlo Gre- Lauretana, del buon governo, delle
gorio XVI, riprese il suo impie- acque e del censo; e dipoi 3*22
go nella congregazione di revisio- febbraio i844 ammise 1* ozione
ne, donde il Papa ai 6 aprile con cui passò alla diaconia di $.

i835 lo promosse a presidente Maria in Cosmedin. Durante 1'


e-
della Comarca di Roma, ed a prò- sercizio delle diverse sue cariche
presidente della cardinalizia congre- non tralasciò più volte visitare la
gazione del censo, ritenendo nel patria, al cui bene fu sempre in-
tempo istesso il posto e rango fra tento, e volle rivederla per l'ultima
i chierici di camera. A' 12 feb- volta nel i843 , ricevendo dai
braio i838 richiamatosi dal Pon- suoi concittadini le piìi onorevoli
tefice a nuova vita e lustro l'an- dimostrazioni. Già il magistrato ci-

lichissimo collegio de' protonolari vico, allorché fu creato cardinale,


apostolici partecipanti, il prelato in segno di pubblica esultanza fe-
vehne da lui pel primo nominalo ce in Forlì stampare coi tipi di

e qual decano de'sette membri di Luigi Bordandini belli componi i

cui si compose il collegio. Bramo- menti in prosa e in versi fatti in


so il pio prelato di ascendere al di lui onore in quella cu'co>tanzci,
MAN MAN ii5:

in un opuscolo intitolato: Per la Into con una santa morte quelVe*


fausta promozione alla sacra ro- setnpio di virtù , che in sé slesso
Piana porpora dì monsignor Pao» avea loro già presentato con una
lo conte Orsi Mangclli patrizio vita integerrinna. I suoi funerali
forlivese. In questo opuscolo sono si feceio nella chiesa parrocchiale
lodate ed eiujmerate le cariche di s. Carlo, e vi cantò la messa

disimpegnate dall'illustre concittadi- il cardinale Brignole. Quindi il


no, e le sue molte virtù, special- cadavere fu tumulato nella sepol-
iiiente la probità, giustizia, corte- tura gentilizia di sua fnmigiia, po-
sia, affabilità, saggezza e sapere; sta in chiesa di s. Maria della
giacche, ad onta che non si eser- Vittoria, sotto la cappella di s. An-
ntasse neile lettere, dalle quali lo drea, ove il suo erede gli ha €ret-
distolsero le cure di famiglia e i io un monumento.
pubblici affììri, amò i letterati, e MAJNI, Manes , e talvolta Dii
s« (regio dei diplomi di diverse ac- Manes, erano nella pneumatologia
cademie. Quindi il di lui degno degli etruschi e' dei romani le a-
iìglio conte Prancesco colle stampe nime de' morti. Una toccante ri-
pubblicò in Roma un Capitolo niembranza assegnava loro alcun
con note intitolato: Ringraziamento che di divino, e li schierava tra
alla patria per le pubbliche dinio- gli spiriti cui bisognava adorare.
strazioni di giubilo e benevolenza Gli autori non sono d'accordo sul-
date dalla città di Forti al f emin. l'etimologia di questo nome, giac-
sìg. Cardinale Paolo de comi che alcuni lo fanno derivare dal
Orsi Mangelli patrizio forlivese in verbo latino manare^ che significa
occasione del suo innalzamento al- escire o scorrere, e gli altri dal-
la sacra porpora. Di animo tran- l'antica parola mtìtwMc, che significa
qnillo, di mente serena, di cuore buono; altri finalmente dalla ra-
IxMievolo e mansueto, godette in dice orientale monn^ che significa
quasi tutto il corso della sua vita figura, immagine, fantasma, ec. Uno
«li buona e ferma salute, e percor- scrittore tedesco fa derivare il no-
se pressoché intera la vecchiezza me di questi dei dal vocabolo ,

scevra dagl'incomodi che sogliono mann^ che significa uomo. Gli an-
accompagnare l' inoltrata età . Fi- tichi davano il nome di Manes o
lìalmente nel dicembre i845» in- Dei mani alle anime de* morti che
fermatosi di malattia umorale, che supponevano errare qua e là a gui-
.si disse idrope di petto, si rese .sa d'ombre leggiere, e alle quali
modello di cristiana sofferenza e in alcune circostanze rendevano u-
invidiabile rassegnazione a tutti quel- iia specie di culto religioso. Alcu-
li che lo avvicinarono per lo spa- ni prelesero di stabilire, che se-
zio di circa quattro mesi che lo oondo l'opinione degli antichi, l'om-
slraziò il crudel morbo. Munito bra era una cosa differente dall'a-
in fine di tutti i conforti dei ss. nima , in quanto che riteneva la
Sagramenti spirò V anima nel Si- figura e l'apparenza del corpo. Es-
gnore la notte del 3 al f\. marzo sa n'era lo spettro, il simulacro,
1846, dopo aver benedetto i suoi il fantasma, e secondo altri l'im-
fjgli che mai non si scostarono raagine; e benché formata essa fos-

dal suo letto, ed aver loro suggel- se di una materia abbastanza te-
,

U6 MAN MAN
nue per isfuggìre al tatto, era essa nibiiSj ed air articolo EriTirrio di
tuttavia risibile, e conservava lo tali dedicazioni ne riportainmo al-
idee, le maniere, i gusti e le affe« cuni esempi. Servivano questa ore
zioni che il defunto avea tenuto per mantenere ne* posteri la me-
o provate nella sua vita. I nomi moria di esse, ed alle ossa e corpi
adunque d'onabra, di speltro, di si- loro fabbricavano sontuosi scpolai
mulacro e di fantasma, significano e mausolei, ma non già templi.
tutti immagine e rappresentazione Di pih sorte furono gli Dei mani,
dell'uomo. F. Immagine. Il voca- e si divisero in buoni e cattivi. Tra
bolo di Dei mani degli antichi si- il numero de' buoni si aggregava-
gnificava avanzi o residui, e indi- no quelle anime o spiriti eh' erano
ava o esprimeva ciò che soprav- piacevoli, i quali essendo ne' corpi
viveva all'uomo e ciò che rima-
, loro vissuti bene e con modera-
neva dopo la di lui morte. Tutte zione, dopo essere passati da que-
queste espressioni producono me-
la comparivano a' viventi pia-
sta vita,
desima idea; sono gli Dei mani o cevolmente nel sonno, e con sem-
l'ombre de' morti che s'incontrano biante piacevole e gentile, secondo
nell* inferno da coloro che vi si dì- la superstiziosa credenza de' gentili,
cono scesi ; alcuni credettero anco- i quali stoltamente ritenevano che
ra di vedere errare le ombre in- tali anime o spinti dei buoni e-
torno a' sepolcri. Devesi tuttavia rano destinale alla cura quieta e
osservare, che tuU'allra cosa era il pacifica delle loro abitazioni,e no-
genio del defunto; esso secondo minavansi Lemuri o Lari famiglia'
alcuni antichi scrittori custodiva il ri, Laresfamìliares. Quelle poi ch'e-

sepolcro, e mostra vasi talvolta sotto rano vissute malamente ne' loix)
la forma di qualche animale, sim- corpi, erano condannate e punite
bolo d'ordinario della qualità do- ad andare inquiete senza sede fissa
minante del defunto. Enea facendo vagabonde, e coll'apparire a' viventi
libazioni al defunto padre, vide u- o nel sonno o in altra maniera
scire dai mausoleo un serpente pa- recar loro disturbo e spavento, e
cifico, emblema dell'alta sapi£nza queste appellarono Larve^ Larvac.
del morto eroe Avvenne talvolta, De* Lari o Dei Penati ne parlnra-
secondo la credenza degli antichi, rao all'articolo Idolatria ed altro-
che un uomo vide il suo genio a- ve, così delle Larve o Lemuri, ed
vanti di morire, caso rarissimo, e all'articolo Giuochi dicemmo delle
visione che toccò a Dione , a So* feste che i pagani celebravano sì
crate ed a Bruto. Gli Dei mani ai primi che ai secondi. Le anime
presso i gentili non furono pro- poi di coloro, de' quali cosa incer-
priamente deità adorate da essi, e ta ella fosse che uno de' due men-
venerate con sagrifizi, solamen- ma zionati stati avessero conseguito, le
te le anime de' defunti, da loro chiamarono col titolo Manes, pre-
per altro riguardate con venera- stando loro sommo rispetto e ve-
zione distinta e pietà naturale, al nerazione; non letenevano però in
qual fine ergevano alle medesime conto di deità, né alcun sagrifizio
are sepolcrali colla dedicazione D. prestavano come a Dei, ma sola-
M, S, cioè Diis
Manibus Sacrum^ mente per onorarle vi aggiunsero
o semplicemente D.M,^ Diis Ma- il titolo di Dei Mani, Di luttociò
MAN WAN 117
ne abbiomo la testimonianza eia tarano il defunto come conseguito
Apuleio scritloi'e gentile, nel libiH): avesse queironorifico titolo di Diis
Ve Dto Socralìs, riferito da Giu- Manihus. Quindi tutte le ceremo-
seppe Tomassino nel trattato De nie e dimostrazioni religiose che i

Donariis vetenim, l. XII, cap. XVI, gentili facevano ai sepolcri de' loro
delle antichità romane del Grevio. maggiori, le quali erano le lavande
JNon molto diversa è Ja definizio- o lustrazioni, l'infonder vino o lat-
ne cbe ne dà Plotino presso s. A- te, l'apporvi lagrimatori con lagri-
goslino, Dti ch'ìlate Dei^ lib. IX, me chiuse, l'accendervi lucerne, il

cap. XI, con queste parole. Anìmas destinarvi custodi, lo spargervi so-
liorninum daemones esse, et ex ho- pra rose e fiori diversi, il celebrar-
minibus fieri Lares, si meriti boni vi le cene e vari giuochi d'intor-
sinl; Leniures, seu larvas^ si mali,* no, erano tutte cereraonie civili
Manes aiilern, cum incertum est e protestazioni di affetto, e non già
honorum eos , seu malorum esse sagriflzi che ai soli Dei si offriva-
meritorum. Laonde apparisce, che no. F. Lucerna, Fiori, Funerali.
per Dei mani gentili non inlesero
i Tuttavolta se i gentili, massime
ahro che le auime de' defunti le , romani, non resero gli onori divini
quali non sapevano se appartenes- a'ioro morti, i secondi accordarono
sero allo stalo dei lari o a quello gli onori dell' apoteosi agli irapei-a-
di larve, non tenendole per deità tori,e ad essi soltanto innalzax'ono
adorabili, come gli Dei celesti, ter- templi e resero pubblico culto: cia-
restri ed infernali. Un tale titolo scuno poi in particolare avea diritto
meramente onorario diede alle a- di onorare in sua casa tutti quei
nime de' suoi defunti la morale defunti che gli erano stati cari. Ci-
de' gentili giudicando eh' elle fos-
, cerone nel suo libro De consolatiO"
sero una perchè spiri-
cosa sacra, ne, narra di aver fatto innalzare
tuali e spogliate dal corpo loro ter- una cappella ai Mani di sua figlia
reno, e perciò tulle le cerimonie Tullia. Sei vestibolo di tutte le ca-
che prestavano alle loro ceneri o se de' romani ragguardevoli vi e«
ossa rimaste ne' sepolcri, alle me- la un altare consacrato agli Dei la-
desime anime riferivano, con ono- ri, che credevano essere gli avi di
re dovulo alla loro memoria, e famiglia. Per scusare questa con-
tutte sacre le dichiararono ; onde dotta, alcuni de' nostri filosofi dis-
i romani decretarono , che come sero, che pagani dando alle ani-
i

Dei si trattassero, lo che abbiamo me de' morti la denominazione di


espresso nella legge duodecima delle Dei^ intendevano soltanto che esse
XII tavole con quesla formola. erano in uno stato di beatitudine;
Deorutìi Manium jura sanata sun- che colla ìnorte del corpo esse a«
to, rios laelo datos Divos hahento. veano acquistato un potere e co-
Sopra la qual legge il Morestellio gnizioni superiori a quelle dei mor-
nel suo libro De pompa ferali, lib. tali;che esse potevano per conse-
\1II, cap. IV, presso il Grevio t. guenza istruirle ed aiutarle; perciò
XII, riferisce, che abbruciati ch'e- rendevano» loro una specie di cul-
rano i corpi de' defunti e scelte to e le invocavano presso a poco
che avcvaiK) dalle ceneri le ossa come noi facciamo a riguardo dei
limaste, si cong^'a tuia vano e salu- santi. Talvolta i pagani scolpirò-
ii8 MAN MAN
DO sulle tombe de' cattivi trapas* altro potere che
quello d'interce-
sali Manibusy noen-
l'iscrizione Diis dere per noi presso di lui. Presso
tie piuttosto meritavano che ne fosse gli ebrei era severamente vietato
disonorata la memoria. Si suppo- di evocare e d'interrogare i mor-
neva dai gentili, che le buone a- ti, o di far loro delle offerte; e
uime degli antenati abitassero col- colui che avesse toccato un morto
la loro famiglia, e la proteggessero; era tenuto impuro. Nel t. VI delle
che quelle dei cattivi, chiamate lar- Dissertazioni dell' accad. di CortO'
ve o fantasmi, inquietassero i i?i- na, sono riportate le disserl;«zioni del
venti. Questa opinione doveva da- cortonese Orazio Maccari, sopra i
re un'idea ben cattiva della giusti- geni degli antichi, diiferenti dai La-
zia divina. Le ceremonie notturne ri; dei vari impieghi che loro ven-
che usavano per placarle, le mi-
si nero assegnati, delle loro figure e
naccie che facevano alcune persone culto prestatogli dai gentili. Furono
trasportate dall'ira, di venire dopo pertanto detti Manes \ geni o spi-
morte a tormentare i loro nemici, riti d'eroi, ai quali erano dedicati
dovevano essere pei pagani una boschi, e dal Giraldi, llisl. Deorar/i
continua sorgente di timori e di Synlag. 17, furono appellati Lares.
perturbazione, trovandosi sempre in MANICHEI. Eretici del terzo
quello stato di agitazione che pro- che presero questo nome da
secolo,
vano presentemente i superstiziosi Manes o Manicheo o Manete, nato
e gli spiriti deboli e paurosi. Da verso l'anno 240, persiano di na-
ciò risultache la credenza dell'ira- zione e schiavo della ricca vedova
mortalità avea ben poca influenza di Cetesifrate, che lo adottò per
sui costumi dei pagani, e gli tur- figlio, e lo fece istruire nelle scien-
bava la tranquillità. Era quindi ze che s'ingegnavano in Persia. Egli
troppo necessario che Dio ci illu- chiamavasi dapprima Curbico, ma
minasse intorno a questo punto tan- siccome questo nome sembrava rim-
to importante; quello che ne inse- proverargli la bassezza della sua
goaoo i sacri libri è per ogni ri- primiera condizione, egli cambiollo
guardo più ragionevole, più conso- con quello di Manes, che in lingua
lante, più atto a renderci virtuosi persiana o babilonese significa va-
di tuttociò che ne hanno detto i so, emulando s. Paolo, cioè quando
filosofi, non ne sapevano
i quali divenne l'erede universale della sua
più del popolo, quanto allo stato signora altri
: dicono che prese il
delle anime dopo la morte. 11 cul- nome di Manete quasi ottimo di-
to reso ai santi nel cristianesimo sputatore. Studiò i libri che la sua
Don è soggetto ad alcuno degl' in- benefattrice avea ereditato dall'ere-
convenienti che si rimproverano al siarca Terebinto, e principalmen-
culto dei Mani : la Chiesa non col- te le opere di un arabo chiamato
loca nella schiera de'beati che per- Sciziano, maestro di Terebinto ,
sonaggi i quali hanno edificato il seguace delle dottrine di Aristotile
mondo con virtù eroiche, e la di e Pitagora, ch'era vissuto ne'tem-
cui santità venne compfi'ovata da pi apostolici; ed essendo dotato di
miracoli: noi pierò non rendiamo naturale eloquenza acquistossi ben
loro il culto che si rende a Dio, presto lama di dotto e sottile filosofo.
giau:hè uon ulLribuiumo ad essi Maaete si aaauaziò come un nuovo
MAN MAN 119
aposto lo o inviato da Gesù Cristo netrarono anche in Germania, in
per riforaiare la religione e purgar Inghilterra ed altrove. 11 Papa s.
la terra da tutti gli errori, quindi Siricio del 385 condannò i mani-
insegnare verità sino a quell'epoca chei, e proibì che si comunicasse-
sconosciute. Vantavasi del dono dei ro manichei penitenti, tianne
i il

miracoli, ma avendo promesso di punto estremo della vita, perchè la


guarire col mezzo della sola sua loro penitenza soleva essere fìnta ;

preghiera il figlio ammalato di Sa- condannò pure i priscillanisti che


por 1 re di Persia, ed essendo il ne seguitavano gli errori ; altrettan-
fanciullo morto nelle sue braccia, to fece s. Leone I del 44^, che li
il re sdegnato fece porre in car- costrinse a condannare i loro erro-
cere e poscia scorticar vivo l'impo- ri, bruciandone molti libri, e ce-
store, elle in vano avea potuto fug- lebrando un concilio contro di es-
gire didla sua prigione, circa Tan- si, per cui in Roma molti si con-

no 277, o verso la fine del IH secolo vertirono, e gli altri furono man-
al dire di altri, i tre principali suoi dati in esilio. San Gelasio I del
discepoli furono Tommaso, Budda 4q2 per riconoscere in Roma i ma-
ed Erma che andarono a predicar nichei che abborrivano il vino, or-
la dottrina dell'eresiarca per le cit- dinò che tutti i fedeli si comuni-
tà e terre della provincia nella qua- cassero sotto ambedue le specie; li

le un tempo erasi ritirato Manete bandi da Roma e fece ardere i lo-


dopo aver abbandonato la capitale; ro libri, ciò che pur fece Papa s.
ma poi formando più vasti disegni Simmaco, il quale li cacciò da Ro-
mandò Tommaso e Budda in Egit- ma. Di poi il Pontefice s. Ormisda
to e nell'indie, e ritenne presso di lì fece flagellare, e gettare al fuo-
se Erma; andarono pure in Siria co i Alessandro Ili nel
loro libri.
ed in altre parti di oriente.^ Ma- 1 179 condannò gli albigesi che se-

nele tradusse il libro di Sciziano, guivano l'eresia dei manichei; e


vi fece qualche mutazione e lo e- sotto di lui fiori il cardinal s. Gal-
spose come cosa sua. Legando in- dino che mor\ mentre predicando
sieme la dottrina dei Magi [Vtdi)^ inveiva contro i manichei denomi-
col cristianesimo, dispiacque egual- nati catari, che infestavano molte
mente ai persiani, ai cristiani ed Provincie Anche i
dell' occidente.
ai romani, onde tutte le società re- sovrani severamente punirono i ma-
ligiose si sollevarono contro di lui. nichei. Diocleziano li punì, Grazia-
1 suoi discepoli tuttavia lincerò qual- no li represse, Teodosio I li fece
che proselito; furono cercati e ti ai- scacciare da ogni luogo, Onorio li

tali con tulio il rigore, non ostan- condannò con editto, Unnerico re
te si moltiplicarono, e sei secoli do- de' vandali grandemente li persegui-
po Manele, tempi di tenebre e
in tò, e l'imperatore Valentiniano HI
d'ignoranza, i manichei portentosa- confermò con rigoroso editto tut-
mente si propagarono, e fondarono ti gli altri emanati dai suoi prede-
uno stalo che lece tremare l'impero cessori, contro sì infami eretici, e
di Coslantiuopoli. Si diffusero poi ne purgò l'Italia dove eransi intro-
per l'Italia e molto per la Lom- dotti venendo dall'Africa. Li perse-
bardia, e con gran progressi nella guitò ancora Giustino I imperatore;
Linguadocu e ncUu Provenza; pe- G^bade ra di Persia fece uccidere
I20 MAN MAN
tutti t tnanicliei del 6(io reaiDO ovo cssemk) la carne cattivo (>cr stm
erano nuuicrosissimi, ed in Arme- uutma^ Gesù Cristo non avca preso
nia li fece ardere vivi Giustino II. che un corpo fantastico, e clie non
Leone Tlsaurico li costrinse a bat- se ne dovevano onorare le imma-
tezzarsi, ciò che fecero esteriormente. gini. 4- ^^ssi sostenevano che le a*
Michele I imperatore, Teodora im- lume degli uomini, delle bestie o
peratrice, e Basilio li dannarono a delle piante erano coctcrne a Dio.
morte e perseguitarono per estir- 5. Che il battesimo d' acqua ei'a
parli, mentre l'imperatore Enrico li inutile. 6. Che l'uomo non era li-
ii fece impiccareper le tante ini- bero. 7. Che tutte le religioni era-
ijuitàed uccisioni che sempre com- no indifferenti. 8. Che le anime
mettevano. Il re di Francia Rober- sole risusciterebbero, ed insegnava-
to 11 li condannò al fuoco, ed essi no la trasmigrazione di Pitagora.
con fanatismo si precipitarono con 9. Che Gesii Cristo era il sole ma-
somma allegrezza nelle fiamme, vei'- teriale che illuminava il mondo,
so l'anno 1022. Moltissimi furono dal che proviene ch'essi adoravano
1 concilii adunati contro questi lai- il sole. IO. Che l'uso del matri-
dissimi e crudelissimi eretici, come monio , la carne degli animali e
moltissimi sono gli scrittori che li tuttociò che ne sorte , ed il vino
confutarono.11 dottore s. Agostino, erano impuri e vietati come de-
ilquale era stato della loro setta, rivanti dal cattivo principio : chia-
dopo la sua conversione, tra tutti i mavano il vino, fiele del principe
padri gl'impugnò con maggior forza delle tenebre e del demonio crea-
d'ogni altro: Haeres. 4^. 1 manichei to, per cui non partecipavano mai
furono pur chiamati catharislae^ in chiesa alla Eucaristìa sotto la
macariì, mundalores, beali ed elecù: specie del vino che aveano in or-
per Acua discepolo di Manete, fu- rore. II. Essi dicevano altresì che
rono denominati acuaniUj ed io la concupiscenza non proveniva dal
Italia denominaronsi anche palari, peccalo del primo uomo, ma dalla
. 11 primo errore de'manichei, e due nature, e si
contrarietà delle
la sorgente di tutti gli altri, era abbandonavano ad ogni sorte d'im-
quello di ammettere due principii pudicizie le pili abbominevoli. 12,
cioè due Dei, l' uno autore del Non ammettevano l'obbedienza ai
bene chiamato lume, l'altro autore principi come pericolosa. i3. Che
del male chiamato tenebre. Questo tutti i profeti ei-ano dannati; olire
principio del bene era autore della altri manichei erano di-
errori. I

natura spirituale e della legge no- visi in due ordini composti di au-

vella. II principio del male avea ditori e di eletti, per imitare la


prodotto tutti gli esseri corporei e Chiesa divisa in ecclesiastici ed in
Ja legge mosaica. 2. Essi ammet- laici. Di questi eletti dodici chia-
tevano due anime in ciascun uo- mavansi maestri, ad imitazione del
mo, Tuna intellettuale e ragione- numero de* dodici aposloU: ei-avi

vole che proveniva dal buon prin- un tredicesimo eh* era come il loro
cipio, Taltia cattiva che proveniva Papa. Questi creavano i loro ve-
dal cattivo principio, che dava la scovi, ch'erano sessanladue, ed i
yWù. al corpo, ed era causa di tutti vescovi eleggevano dei preti, ed a-
i peccali. 3. I;ssi inseguavang phe veaao piue de' diaconi. Non era
,

MAN MAN 131


|)cnii€S80 agii elettk ài e«ercilnre pine (Fedi), capitale dell'isola di
fagricolluni e nep[)ure d\ cogliere Lussuu e di tutti ì possedimenti
un frutto. Ciò
cru permesso agli «pagnuoU nelle Filippine, provincia
altri, ed asserivano che gli oinici- di Tondo, e sede del governo e del
óìì ch*essi commellovano in queU'e- viceré o capitano generale. È in
sercizio, "venivano loro perdonati per una pianura deliziosa, sulla costa
intercessione delle particelle della occidentale dell'isola, nel fondo della
sostanza divina che si slaccavano vasta e bella baia di Manila, al-
<iai frulli, ne' quali esse erano rin- l'imboccatura del Passig e della
chiuse, quando gli eletli li man- riviera dello stesso nome, che ha
giavano, i ujanichei servivansi di circa tre leghe di corso, e per la
inauditi prestigi per sedurre, e di quale si scarica il lago di Bay. La
profondi arlifjcii per nascondersi. sua situazione è una delle più belle
Vt^ggasi Schelslrale : Jnlìq. illusi. e felici. La riviera del Passig di-
jmr. 1, p. 463. Isacco di lieauso- vide la città in due parti , di cui
Lre francese riformalo rifugialo a luna è chiamata città di guerra^
lierlino: Hislohe eviti quc de Ma^ ed è la minore, 1' altra città mcr'
nicìiée et da manicheisme, Amster- cantile^ ed è la maggiore; quivi ri-

dam 1734. Vi si trova tultocic) siede governatore o capitano ge-


il

che i greci, i latini e gli orientali nerale; nella città di guerra gli
hanno detto di Monete o Manes, edilìzi sono più vasti e più solidi.
ed intorno alla sua vita e morte ; La di guerra propriamente
città
come pure vi sono esposti i dom- delta, di forma iiregolare, ha circa
nù di questa sella : ella è piutto- una lega di circuito ed è bene ,

sto un'apologia de' manichei ,


per foilifìcala e difesa da fosse e contro
cui la congregazione dell'indice con fosse piene d' acqua ; nella parte
decreto de' 28 luglio 1742, pose occidentale in faccia alla baia, ev-
l'opera nell'indice de' lihri proibiti. vi il forte di s. Giacomo, che di-
11 p. Cacciari con somma erudizio- fende l'ingresso della riviera, e pro-
ne raccolse quanto appartiene aila tegge due scogliere di 4^^ tese.
storia di questa eresia nel primo , Dodici sobborghi cingono questa
tomo delle opere di s. Leone I , città, e molti fra loro comunicano
Exercitatìones in universa^ elc^ Del- con essa mediante un bel ponte
le sciocchezze de' manichei ne [ìarla munito di un fortino ristaurato nel
il Sarnelli nel t. Jll, p. 99 delie i8i4> ma in gran parte rovesciato
Leu. eccl. dal terremoto nel 1824. Si entra
MANIFESTARTI. Eretici anabat- in Manila per cinque porle. Le sue
tisti della Prussia , che credevano strade sono dritte, larghe, lastrica-
essere delitto di negare i propri te con granito tolto nella Cina, fian-
quand' erano interrogali , per
falli, cheggiate di marciapiedi, e ben il*

il che vennero detti manifestarii luminate la notte. Le case non


perchè mani festa vansi da se slessi, hanno che un solo appartamento
e non dissimulavano la loro erro- sopra un pian terreno, di cui non
nea dottrina. si fa uso a cagione dell'umidità, e
MANILA {De Manila), Città la cui costruzione in pietra ed u
c-on ix'sidenza arcivescovile deli' O- volto è pesante; Tappartamenlo su-
ONinia occidculalo nelle isole Filip- [>erioie è di legno ricoperto di loto
122 WAN MAN
con paglia e (ìeiio, e circondato da eie di tela trii^)arente, di cui i na-
balconi ili o da gallerie este-
fuori, turali si fanno delie camicie; si fab-
riori, le cui fìnestre hanno, invece bricano pure delle catene d'oro, il

di vetri, delle madreperle, o altre cui lavoro assai delicato, è, dicesi,


lamine di cunchigliacei iraspareuti, l'opera delle donne. Il commercio
cbe rendono T interno delie stan- è quivi attivissimo, dacché questo
za un puco oscuro ma guarenti- , porto fu aperto agli stranieri, deter-
scono assai meglio dal calore. Non minazione che rianimò le principali
vi si vede cbe una sola pubblica coltivazioni, ed ha comunicazione
piazza, spaziosa, regolare ed abbel- anco colla Cina ,
perchè Manila è
lita da viali di alberi. I principali situata nella parte orientale dell'O-
edìfizi sono le chiese ed conventi; i ceano. Manila fa inoltre un ca-
il palazzo del governo è vasto, ma bottaggio assai importante: gran- i

di i>einplice aichilettura : la catte- di bastimenti si scaricano in gene-


drale grandissima è solidamente co- rale nel porto di Cavile, perchè
strutta, le altre chiese ed i conven- r ingresso della riviera è impedito
ti, che occupano almeno il terzo da un banco assai pericoloso; pic- i

della città, sono in generale di buo- coli rimontano la riviera, e sbar-


na e bene a-
solida architettura, e cano loro carichi nella città. I
i

domi ammirandovisi
neir interno, viveri sono in abbondanza a buon
alcuni quadri di buoni maestri e , mercato; vi si beve l'acqua di ci-
statue in legno, opere degli india- sterna, e la temperatura è calda
ni, che non sono prive di merito. ed umida, non incomoda. La po-
La pubblica istruzione è nelle ma- polazione di Manila e sobborghi
ni del clero, la università di s. Tom- supera 60,000 abitanti, altri di-
i

maso e il collegio di s. Giovanni cono 100,000, quali si compon- i

sono allldati ai douienicani. Fu In- gono di spagnuoli ed altri europei,


nocenzo X che a' 20 novembre di americani , di cinesi , e princi-
1645 eresse l'università, colla bolla palmente di tagais tribù di malesi,
In supercmincnti, presso il Bull. ed altri indiani vuoisi che Manila :

Rom. t. VI, par. Ili, p. 54; quin- sia la città più popolata dell'Ocea-
di Innocenzo XI le concesse piti nia. I cinesi abitano il sobborgo di
eslesi e particolari privilegi, me- Parian, ove commerciano, ed eser-
iliante la bolla Insci inabili de' 7 citano de* mesi ieri; prolessano in
agosto i68r, loco citato t. Vili, apparenza il cristianesimo , e poi
p. 227. Il convento della Miseri- l'abbandonano ripalriaudo. 1 no-
cordia è destinato ad allevare gli minati popoli sono trattati da uo-
orfani tanto spagnuoli che meticci; mini liberi, e governati da capi che
vi sono pure altre scuole pei due vengono scelti da loro stessi ma ,

sessi. Tutti i conventi hanno deile che il governo spagnuolo governa


biblioteche, ma niente trovasi in e vigila. I dintorni di Manila sono
esse sulla lingua e letteratura de- fertili e ben coltivati ; il sobborgo

gl'indigeni. Possiede altresì una cor- s. Sebustiauo rinchiude un passeg-


te di appello, un teatro e la so- gio delizioso, ombreggiato da begli
cietà patriottica inaugurala nel 1781. alberi. Rimontundo la riviera si

Le maniiàttute più considerabili trovano delle belle case di campa-


bono quelle de' cigari, e di unu spe- gna con bagut ; a due terzi di ic^u
,

MAN MAN 12.3

evvi il giardino della compagnia pa e Camboia. Merita rammentarsi


delle Filippine, e l'ospedale reale; pure la provincia dei domenicani,
presso la baia poi vi è un piccolo che ha cura della religione in qual-
forte. A qualche distanza della cit- che provincia della Citia, nel Ton-
tà sono acque termali.
vi ckino e nelle Filippine medesime.
Manila, Manilla o Maniglia^ fu Questa provincia detta del ss. Ro-
ediiicata nel i47* dallo spagnuolo i;ario nell'aie vescovato di Manila,
Lopez Legar pi, e fu poi vittima ha la sede in Vinan.
di molti terremoti: quello del i6^5 La sede vescovile fu istituita da
la distrusse ingran parte, e fece Gregorio XIII nel i570, ad istan
perire più di 3,ooo persone; quello za di Filippo II re di Spagna, a cui
del 1796 fu altresì de'piii spaven- onore l' isole del mare dell'India
tosi. 11 16 ottobre 1824 ^^^'Sa ne provò furono appellate Filippine. Paolo
un allro quasi altrettanto terribi- V neiranno i6o5 l'elevò al gradc*
le; molte chiese, il ponte di pietra di metropolitana, assegnandole per
che dà comunicazione alle due cit- sulii aganei i vescovi di Caceres
tà, Je belle caserme, ed un gran Segovia, e Nome
di Gesù , e lo
numero di case particolari furono sono tuttora. Clemente XI ebbe
rovesciate. Il primo novembre del- l'avviso da Diego arcivescovo di
l'anno istesso, un uragano levò il Manila, che nell'arrivo di certi fo-
tetto delle case rimaste in piedi, e rastieri alle isole Filippine, aveano
COSI pure le tende nelle quali si essi scopertonuove terre, nella
erano rifuggili gli abitanti, e le quali un ampio campo si apriva
case degli indiani costrutte in bam- alla propagazione della fede ; quin-
bù. Gli olandesi attaccarono inu- di il Papa con lettera de'24 mar-
tilmente questa città l'anno i64o. zo 1708 caldamente esortò il pre-
Dipoi nel 1762 gl'inglesi, sotto il lato ad esercitarvi l'episcopale suo
comando del general Draper e del- zelo, ed attendere alla salute spiri-
l'ammiraglio Cornish, presero Ma- tuale di quelle anime, per l'aiuto
nila d'assalto, e posero una con- delle quali egli destinò una mis-
tribuzione di venticinque milioni sione vivamente raccomandò
che
di franchi per abbandonarla. L' i- a Filippo V re di Spagna, ed a
sola di Lusson, ch'è la più grande Luigi XIV re di Francia. La
delle isole Filippine, porta anche lettera si riporta a p. i5c^ dell'/s'-
il nonie di Manila ; e più antica- pist. et B l'evia seltct. A p. 43^
mente fu chiamala Nuova Casti- si legge altra lettera che Clemea-
glia. Incerta è la popolazione delle te XI scrisse nel 1707 all'arcive-
Filippine, e vi è chi crede ascen- scovo che chiama eletta
Diego,
dere a due milioni. Meritano spe- di Guadalaxara, lodandolo del zelo
cial menzione , Sanhu- Mindanao che avea per la ditlusione del van-
gan, Mindoro, Samar, Zebù, Pa- gelo. A p. 1870 si riporta la
nay e moltissime altre di eguale o lettera che il Papa scrisse al me-
minor dimensione. La religione cat- desimo arcivescovo nel 17 i3, enco-
tolica vi è dilFusa. Vi è una pro- miandolo pei funerali celebrati nel-
vincia di minori osservanti , dalla la metropolitana al cardinal de
quale escono missionari che vanno Tournon legato apostolico nelle lu-
ad evuugelizzure la Cocincina, Ciam- che orieotali, morto m Macao, Eo-
ii4 MAN MAN
co lo serie degli a i-cl vescovi di altri pi-eli e chieiici inservienti ab
Manila , come riportasi dalle an- rudiziatura. Vi è il fonte battesi-
nuali Notizie di Roma, Fr. Gio. male, essendo la cura delle anime
Angelo Uodriguez de'trinitari, nato aflìdata a due parrochi. Il palazzo
ili Medina del Campo, fatto arci- arcivescovile è poco distante dalla
\escovo da Clemente XII a' 17 metropolitana, ed è ottimo fabbri-
dicembre lySi. Dopo lunga sede cato. Oltre la cattedrale nella cit-
vacante Benedetto XIV nel 17^7 tà non vi sono altre chiese par-
treò arcivescovo Emmanuele Anto- rocchiali j vi sono bensì cin(iue
nio Roxo
di Fula diocesi del Mes- conventi di religiosi, un monastero
sico. Clemente Xlll nel 17G6 gli di monache , alcune confraternite,
tliede in successore Basilio Sancho seminario con alunni e l'ospedale.
ilelle scuole pie, nato in Villanue- L'arcidiocesi è ampia e contiene
ba diocesiSaragozza, che go-
di molti luoghi. I fruiti della mensa
vernò lungamente. Pio VI nel 1788 ad ogni nuovo arcivescovo sono
jneconizzò arcivescovo fr. Gio. An- tassati ne'libri della camera aposto-
tonio de Or])i"o
o minore osservante lica in fiorini cento, e le rendite
bCidzo, nato in Orbìgo diocesi di ascendono a quattromila scudi mo-
Leon di Spagna, traslalandolo da neta spagnuola, non gravati di pen-
Caceres. Dopo di lui nel 180 4 sioni.

rio VII fece arcivescovo fr. Gio- MANIPOLO, Manipulns, Vesti-


vanni Zulaybar domenicano * di mento sacro fatto a foggia di pic-
^ienaur diocesi di Calahorra. Leo- cola stola, e proprio del suddiaco-
ne XII nel 1826 nominò a questa no j V usano ancora il diacono, il

sede fr. llarìone Diez degli eremi- sacerdote, il vescovo ed il Papa,


tani di s. Agostino, di Valladolid. e mediante due fettuccie si lega al
Pio Vili nel concistoro de'5 luglio braccio sinistro , ma non deve
i83o vi trasferì Giuseppe Maria passare il gomito, cioè si deve
Segui di Manila vescovo di Gero- mettere suH'anlibraccio. Il manipo-
cesarea in parLihus. Visse poco, e lo si fa o altro drappo del
di seta
tiopo lunga sede vacante il Papa colore de'paramenti ecclesiastici, di
Gregorio XVI, nel concistoro de' 19 tela o lama d' oro e di argento,
gennaio 1846, preconizzò l'odierno sempre però della slessa materia
arcivescovo monsignor fr. Giuseppe delia stola e pianeta. Non ripiegalo
Aranguren spagnuolo provinciale ordinariamente è lungo circa cin-
degli agostiniani scalzi, missionaiio que palmi largo mezzo, ma nelle
,

delle Indie orientali, nominato dal- due estremità termina in larghez-


la regina di Spagna Isabella li. za quasi del doppio. Nelle due e-
La cattedrale è sotto il tìtolo stremità e nel mezzo vi è la croce.
della Concezione di Maria Vergine Vicino alla legatura è cucilo nei
i^à è un buon edifìzio. Il capitolo due lembi d'un lato, con flocchelto
si compone dì cinque dignità la , d' oro, argento, seta od altro. Si
prima delle quali è il decano, di suole ornare con trine, frangie e
iie canonici prebenda, più
senza ricami d'oro, d* argento, di seta e
di due canonici coU'iutiera preben- di altro i così le tre croci sono
do, ed altri due colla mela della o di trine o di ricami, dovendosi
prebenda , detti porziunaii, oltre baciare quella di mezzo da chi
,

MAN MAN 1:^5


1* usa, sin nel prenderlo che nel tergendum, zona aWgatutn mdcu
deporlo; ed oneo tali ornamenti riunì portabant. Ed Alcuino, lib.

sono come quelli della stola e del- de divinis de vestim.


offic. eccl.
la pianeta. La henedizione del ma- scrisse : ad sudorem , et narium^
nipolo è nella par. II del Ponlìfi- atque oculoruni pituitam tergendum*
caie romano^ Specìalis henedictio Anche Sicardo citato dal Garampi,
Anticamente il
cujuslibet indumenti. Sigillo della Garfag. p. 78, ritiene
manipolo era un fazzoletto, o pan- che fosse un fazzoletto ad sudorern.
nolino, o tovagliolo attaccato pu- et pituitam oculorum , narium et
re al braccio sinistro per rasciuga- salivarum abstergendam. Per cui
re il sudore e le lagrime. Il sud- s. Tommaso in suppl. quaest. io,
diacono lo portava ancora per art. 7 si espresse: Manipulus est
nettare e pulire i sagri vasi, se- quasi sudarium ad astergenduni vuU
condo il suo uffìzio; laonde al di- tum. Sicché il manipolo fu già un
re del Macri, Notizia de^ocab. eccl.f pannolino del quale il suddiacono
\cnne il manipolo chiamalo dagli si serviva per pulire i "vasi sacri,
antichi scrittori: Manipiilus, Map- il diacono e il sacerdote per ascia-
pa la, Cingiiluni brachi a le y Favon, gare il sudore e le lagrime, come
Marnile, Mappa , Linlenm, Ciucti- spiega l'orazione che si dice a que-
culum sacerdotale, Aer, Siidariiim^ sto paramento Merear^ Domine,
:

Manica, dai quali vocaboli si rac- portare manipulum Jlelus et dolo-


coglie chiaramente essere stato in ris : ut cwn exultalione recipiam
origineun fazzoletto. Fu pur detto mercedem laboris
con che si ri- ',

Epimanicion ed Orarìum: Oralia corda loro che debbono travagliare


o orale era una specie di fazzo- e sofliire per meritare la ricom-
letto o tovagliolo the s'involgeva pensa. La mutazione del manipolo
intorno al collo del Pontefice, af- in paramento sacro avvenne nei
finchè il sudore del capo non in- primi del secolo IV, dicendoci il
sucidasse la pianeta e sì vuole, p. Bonanni, Gerarch. eccl. cap. L,
che poi si trasformasse nelT orna- del manipolo , che si legge nel-
mento Fanone (Fedi). Il Krillo le costituzioni di san Silvestro I :

dando l'etimologia di questo in- ut diaconus in Ecclesia celebrandi


dumento dice, Manipulum est or- causa dalmatica induaUir, et pal-
namentimi rnanuum. Altri dicono la linosfina laeva e/us tegatur, e.
derivare la parola manipolo da che ciò apparisce in molle figure
mappula diminutivo di mappa ,
antiche di musaici esposte dal Ciam-
quindi manipula e manipulus. TI pini. Anche il Novaes dice che s.

Sarnelli nel t. VII delle Lett. eccl.^ Silvestro I concesse ai diaconi il

lett. IV : Perche al vescovo si met' manipolo o fazzoletto che i sacer-


fa il manipolo dopo la confessio- doti tenevano attaccato al braccio
ne generale all' altare, ancor lui sinistroin tempo che celebra vaiìo
riconosce questo ornamento sa- la messa, anche per asciugare lo
cro essere stalo prima un fazzolet- lagrime che versavano per la gran
to, come lo disse il Bilesense, ser. divozione nelT atto di sagrifìcare.
V. 1.Sudarium namque quod et L'Anastasio è di parere che fu pro-
manipulus dicitur, gestas laeva ; scritto da Papa s. Zosimo del
rptondam messoics ad sudonm de- 417, dicendo: Fecit conslitulufH
Ì7.6 MAN M\N
w; ctiaconi Inevas tectas ìuihcrent rwlum) altri fscjnìcinethim^ tra'quali

de palliis linoslinis. Tutta volta il il Ferrari, De re vestiarìa cap. r,

Melali par. I, p. Sai, n. 25, preten- che afferma rappresentasse un mez-


de che neirVIII secolo il manipolo zo zinale della forma usata dalle
sia stato sostituito al fazzoletto ; ed donne e si chiama Grembiale^ di
il cardinal Bona, Rerum lititrg. lib. cui si servivano in tavola i convi-
I, cap. 44> "• ^> vuole che ciò tati. Nel cap. 19 degli Atti apost.
accadesse nel secolo X, perchè Al- si legge che Paolo faceva mira-
s.

enino e Amalario fioriti nel seco- coli quando deferehantitr a corpore


lo IX riferiscono solo l'uso delle ejus sudariay et 'semicìnctia super
niappnie o sudari nel codice di : languido s ^ in modo che recedebant
Ratoldo abbate del 980, presso il ab cis languores. Nel testamenltj
Menardo, se ne fa menzione. Le di Riculfo vescovo Elenense del
Brnn t. I, p. 47 « 4*^> ® ^^ Vert, 95) si rileva che già si usava di

t. II, p. 3ii, riferiscono al secolo materia preziosa, e avea per orna-


XII r introduzione del manipolo. mento campanelli della slessa ma-
Nel Miirtirolo^io di Beda, i4 ^^^' teria egli lasciò per legato nniui-
:

aug., che s. Arsenio propter


si dicii : pnlos sex cuin auro, unum ex iis
vopiarn laclirimarnm quas perpetuo cuni iinlinnabulis.
tffundebat manipuliim , seii suda- Il manipolo non è senza misteri,
riunì semper in sinu^ vel marni e sette ne riporta il Ga vanto, giac-
ìiahuìt^qno fletum ahilergeret. Forse che da tstrumento di pura neces-
le opinioni di tali liturgici saranno sità divenne un sacro smjbolo il :

riguaido al manipolo propriamente, portarsi nella sinistra significa la

poiché quanto al fazzoletto è certo vita laboriosa; il ripudio de' pen-


che si usava nei detti secoli III e sieri mondani, perchè con esso si

IV, e siccome pretesero i chierici nettava la pituita; la penitenza col


della chiesa romana di dover essi pianto per astergere le macchie del-
soli servirsi di questo fazzoletto, ed l'anima; la vigilanza contro l'acci-
essendo nata per questo controver- dia, perchè con esso si pulivano
sia fra essi ed i chierici della gli ;
qual clava o ma/za con-
occhi
chiesa di Ravenna , s. Gregorio l tro i nemici ; la discrezione di vo-
Papa del 590, per non disgustare ta, e la retribuzione futura delle
Giovanni arcivescovo di tal città, opere Allude ancora alla
buone.
concesse come special pi'erogativa fune colla quale furono legate le
ai di lui primi diaconi, quando e- braccia di Gesù alla colonna nella
gli celebrava, il poter ritenere nel sua passione, e moralmente signifi-
braccio sinistro il fazzoletto, che ca principalmente il pianto e la
chiama Mappula^ come si rileva penitenza. Osserva poi il Saussai
dalla sua
54, nel lib. II. I
lett. che la ragione vera per cui il ma-
differenti sentimenti sull'epoca del- nipolo si porta nel braccio sinistro,
l'introduzione del manipolo, posso- è perchè riuscirebbe d'impedimento
no spiegarsi dall'uso introdotto nei nel ministrare se si portasse nel de-
diversi luoghi in tempi differenti. stro. Curioso di saperne il mistico
iQuanto alla forma antica gli auto- significato il conte Hirmini, gli ri-
ri sono di parere diverso: chi lo sj)ose il vescovo s. Isidoro nella lett.
dice in quella di fazzoletto, suda- i36; revocari m memoriani hunii-
MAN MAN ì-y-j

Utntem Christì dhripitlontm pedc.'; ! vescovi, perchè essendo antic.i-


lai'antis, et detergenlis. 11 vescovo mente la Pianeta [Fedi) una ve-
neir imporre al suddiacono il ma- ste che non era aperta dalla parte
nipolo nell'ordinazione, dice : j^c- de' bracci, ma che dal collo conti-
cipe manipuliim per quem desi- ,
nuava intera sino a' piedi , e non
gnatur frucliis honorum operum. Il ripiegandosi sotto le braccia che
sacerdote prende prima il manipo- dopo il Confiteor^ in questa occa-
lo, poi la Stola [Vedi), indi la pia- sione metlevasi il manipolo al brac-
neta, perchè per le opere buone cio sinistro, che per l'alzata e pel
ascende alla perfezione, come spie- ripiegamento della pianeta sopra le
ga il Sarnelli. Questi inoltre osser- braccia restava libero. Dipoi sa- i

va che il vescovo essendo nello sta- cerdoti presero in sagrestia cogli


to della perfezione, dopo la pianeta altri indumenti sacri il taanipolo, e
prende dal suddiacono il manipolo, recitano l'orazione Merear, ripor-
cioè dopo recitato il Confiteor o tata di sopra. Mettendoselo il ve-
confessione de' peccali, e nel dire scovo quando ha già incominciato
precisamente V Amen ùeW Indulgen- la messa, per non interromperne il
tiam. Durando lib. 4? cap. 7, sul corso non dice veruna orazione.
rito di mettere il manipolo al ve- Come i vescovi, prendono il mani-
scovo adduce quattro significati, i.** polo all'altare, oltre i cardinali, tutti
II vescovo dopo la confessione a- che hanno l'uso de^ pontifi-
quelli
vanti (a messa riceve il manipolo, cali nelle messe solenni bacian- ,

ornamento dell'ordine inferiore, dal dolo prima il suddiacono, che lo dà


ministro inferiore cioè il suddia- a baciare nella croce a chi lo pren-
cono, di cui propria veste è il ma- de, il cui anello si bacia dal sud-
nipolo, acciò che si umilii innanzi diacono neir imporglielo. Anche il
a Dio. 1." Perchè avendo il ve- Papa come i vescovi prende il ma-
scovo confessato di aver peccato, sia nipolo in detto tempo e dal sud-
ristorato nella mente col frutto del- diacono ministrante, e nelle messe
le opere buone. Perchè signi- 3." basse dp. uno degli assistenti. Nei
ficandosi pel manipolo anche be- i pontificali il Papa dopo aver letto
ni temporali, sembra che li riceva l'ultimo vangelo, il diacono mini-
per mano altrui, e colla cognizio- strante leva il manipolo e il
gli

ne di sé stesso in umiltà, onde per pallio, depone sull'altare so-


e li

i beni temporali non si levi in su- pra un piatto d'argento dorato;


perbia. 4° Per denotare, che al- ma quando il Pontefice deve dare
lora avremo il premio delle nostre dalla loggia la solenne benedi'/ ione,
fatiche, quando giungeremo oli' al- il pallio non lo depone. Inoltre il

tare di Dio, cioè al tribunale del- Papa ne* pontificali usa il Siicciri'
l'eteino giudice. Nelle messe pei torio [Vedi), specie di manìpolo
defunti, il vescovo si mette il ma- che porta al fianco sinistro, indu-
nipolo prima della stola, perchè in mento che non adoperano né i ve-
tal funzione si estraggono quelle scovi né i preti latini; ne parlam-
cose che appartengono a solennità, mo già ai voi. V, p. 75, e IX, p.
come dice Alenino, De exequìift mor- 18 del Dizionario eò altrove. No-
tuoriim. Una volta i preti pren- teremo, che nella cappella pontifi-
devano il manipolo all'altare come cia , il cardinale o vescovo cele-
-

MAN
l)i*anto cìio dreo rintioilo (lolla mc«- 3, cap. 7, quod in tali ohsc/jfitro
•d col Papa, dopo avere risposto non dcbo.nt frucUim qiiacrcre tcrn-
Amen aW Indulgcnlìam , si lilii-a poralcm. Il cau. Ferrigni Pisene
da uà luto, ove il suddiacono si nella Dissert, sui sensi della sacra
leva dal braccio il di lui inaiii[>o- lìlurg. ripugna alla spiegazione da-
lo, restandogli il proprio , e glielo ta dal Rubeo sulve- veslhe del
mette. Il celebrante continua T in- scovo che fanno diacono o sud- il

troito col diacono e suddiacono, ed diacono, dicendo rappresentare gli


il Papa coi due cardinali diaconi angeli che servono Cristo. Nel ce-
assistenti. manipolo si depone
Il remoniale del Davantria si legge
dal sacerdote dopo la stola, dai ve- che il diacono prima prendeva il
scovi e da chi ha l'uso de' ponti manipolo quando dovea cantare il
iìcali prima della pianeta; però vangelo. All'articolo Certosine (^Fe-
nelle cappelle pontificie e cardina- di), abbiamo detto che secondo l'an-
lizie, il celebrante ancorché cardi- tica consacrazione, il vescovo dà
nale, spogliandosi in sagrestia , ivi loro la manipolo nel
stola, e il

pel primo sacro iodumeato si leva braccio destro, e cantano l'epistola


il manipolo. e il vangelo, venendo sepolte coi
manipolo non si usa mni col
Il due sagri ornamenti. V. Diacones-
piviale, e non lo assumono i sacri sa. 1 canonici di Reims solevano
ministri, quando non V usa il ce- portare il ditale o fazzoletto di tela
lebrante, purché non debbano can- al dito mignolo della mano sini-
tar l'epistola ed il vangelo come stra, allorquando celebravano all'ai*
nella benedizione delle palme, e per tare maggiore , per adoperarlo a
cantar l'evangelo per la lavanda. ciò che anticamente serviva il ma-
Il manipolo mai si porla nelle pro- nipolo ; ed i monaci di Chesal-Be-
cessioni o vesperi contravvengono : noit portavano pure per la stessa
alle rubriche quelli die lo portano ragione un fazzoletto sul braccio
nella processione del Corpus Domi" sinistro, manipolo , come
oltre il

ni, osservando il Macri che fuori riporta de Vert, Cérém. de VEgli-


del sagrifizio dell'altare, anticamen- se, t. IT, p. 320. Il manipolo dei
te le lagrime si asciugavano col faz- latini corrisponde all' Epìmanicion
zoletto ordinario.Tuttavolta sem- de'greci, del quale tratta il Goar
bra che per pnvilegio i chierici nelle note alla liturgia di s. Gio-
romani usassero il manipolo nelle vanni Crisostomo, n. 12, e tanto
processioni, alle quali interveniva i greci, quanto i maroniti portano
il Pontefice, come narra il Gallet- due manipoli, uno per braccio. Il
ti, Del primìcera p. 3o. Anzi il Lambertini Della santa messa,
,

diacono e suddiacono nella messa tratta del manipolo, sez. I, cap.


pontificale^ mentre aiutano a vestire IV; ed il Barbosa, Tractatus, cap.
il non devono portare il
vescovo, XV li, de manipulo.
manipolo, ma pigliarlo dopo che MANO, Maniis, Parte del cor-
sarà parato il vescovo medesimo, po umano che termina ciascuna
come prescrive il Caereni. episcop. delle due estremità superiori. Le
lib. I, cap, 9; e ciò per essere piti mani sono i principali organi del
spediti nel servirlo, pel morale si- tatto; G secondo il lato si chia-
gnificato, secondo il Durando lib. mano mano destra o drittoj^e ma-
MAN MAN 129
no o manca. Le dita sono
sinistra stra è più degna della sinistra, pu-
i cinque membretti che coslituisco- re nella Chiesa il lato sinistro fu
Tìo l'estrema parte della mano , e riputato più degno, come dalla po-
si chiamano pollice, indice, medio, situra delle immagini de' ss, Pietro
anulare ed auricolare o mignolo. e Paolo.
Le mani sono due dei più nobili, Mano si prende nella Scrittura
utili e bei membri del corpo, che in molti sensi, per il potere o per
esercitano importantissime ed essen- l'impressione dello Spirito Santo,
ziali funzioni, e sono ministre ed che si fa ad un profeta ;
sentire
esecutrici dell' ingegno e del valo- per la vendetta che Dio esercita
re, nelle opere letterarie, artistiche sopra alcuno ; per le persone delle
e guerresche, non che dell'eserci- quali Dio si serve per inviare i

zio del potere, sacro e civile. O- suoi ordini, ec. L'imposizione delle
gnuno conosce le innumerabili a- mani poi è una cereraonia molto
zioni chefanno colle mani, ed
si usata presso gli ebrei, e presso i

incalcolabili ne sono i pregi, essen- cristiani in varie occasioni. Gli e-


do destinate alle cose più sublimi, brei imponevano le mani a coloro
come pure fatalmente sono capaci pei quali essi pregavano; ai giudi-
delle cose più atroci e nefande. Lun- ci ed ai magistrati quando li sta-
gi dal noverare tuttociò che riguar- bilivano in carica; ai sacerdoti ed
da le mani e loro ornamenti, al- ai ministri sacri ordinandoli ed of-
la qual cosa si supplisce in questo ferendoli al Signore. Imponevano
Dizionario ai rispettivi luoghi ed altresì le mani sulle ostie vitti-
articoli , qui solo riuniremo al- me che presentavano al taberna-
cune generiche erudizioni ; cioè colo per il peccato. Giacobbe adot-
in quali sensi le mani si prendono tò i due figli di Giuseppe, met-
nella sacra Scrittura ; le principali tendo l# sue mani sulla loro testa.
ceremonie dell'imposizione delle ma- I testimoni imponevano le roani
ni ; della mano morta, umiliante sulla testa della persona accusata,
diritto del feudalismo, e delle ma- protestando con tale atto, che sca-
ni morte con che alcuni pretesero ricavansi su di essa del suo san-
significare i beni posseduti da tutti gue. Gesù Cristo imponeva le mani
i luoghi pii, e principalmente dai ai fanciulli che venivano condotti
regolari; della mano di giustizia, a lui, e li benediva. Egli non so-
specie di scettro, come della mano lamente toccava colle sue mani gli
di ferro ; delle diverse azioni delle infermi che voleva guarire, ma dis-
mani nelle sacre ceremonie, e del se che coloro i quali crederanno
bacio della mano ; dei diiferenti in lui, guariranno egualmente gli
atteggiamenti delle mani sui mo- ammalati imponendo loro le mani.
numenti antichi, sepolcrali e di al- Gli apostoli si servirono altresì del-
tre specie, come delle cifre che scris- l' imposizione delle mani per dare
se la mano misteriosa e spiegate lo Spirito Santo ai battezzati, op-
da Daniele al ré Baldassare; del pure per amministrare ai fedeli il
dito medio e dell'anulare che si sacramento della confermazione. U^
tagliava dai romani ai loro cada- sarono della medesima ceremonia
veri; delle mani tagliate, e delle per ordinare i ministri della Chie-
belle mani ; sebbene la mano de- sa ed associarli alle loro funzioni,
VOL. XLII.
9
,

i3o MAN MAN


L'antica Chiesa imponeva le mani ne da s. Ambrogio. Da questo m*
su quelli che si maritavano, ed il lenzio, osserva il p. Fumagalli, in-
sacerdote ne oongiungeva le mani ferire si potrebbe che altre volte
Vi fu altresì l'uso d'impor
destre. nella chiesa milanese, come nell^
lemani a coloro che entravano nel maggior parte delle chiese orientali,
numero de* catecumeni, per dimo- non si praticasse 1* imposizione del-
slia«e così che la Chiesa li consi- le mani necessaria nel conferirsi la

derava da quel momento come suoi cresima. Molti però fra i teologi
figli
; a coloro che si presentavano hanno proposto il mezzo, col qnal«

per subire la penitenza pubblica, conciliare il silenzio degli scritturi e.

e dopo per dar loro l'assoluzione; de' rituali antichi intorno a tale
agli eretici per riconciliarli colla imposizione, coli' imposizione me-,
Chiesa ; agli ossessi per esorcizzar- desima in questo sacramento non
li ; finalmente i vescovi usarono ommessa. Veggasi in Bergier, Dìz.
questo gesto per dare la benedi- enciclopedico ^ dcW Imposizione delle
zione al popolo, ciò che si fa an- mani.
cora, ed in oggi si osservano an- Mano morta, vale a dire po-
cora le imposizioni delle mani in tenza morta, chiamavnsi ne' tempi
molte cose, come per gli ordinati. della feudalità colui ch'eia di con-
Chiamossi quindi imposizione delle dizione servile, homus servus : que-
mani non solamente conferma- la sta parola deriva da ciò che co-
zione e r ordinazione, ma anche la stumavasi un tempo, cioè venendo
penitenza ed il battesimo, e chia- a morire un capo di famiglia e
mossi così per custodire il secreto vassallo sottoposto ad un tale dirit-
de' misteri, e perchè la medesima to, il signore recavasi in sua casa
ceremonia ebbe luogo in diversi onde appropriarsi il piti bell'arre-
sagramenti. Il Sarnelli tftltta del- do che ivi trova vasi, e nel caso
l'imposizione delie mani, nel IX, t. non ve ne fosse alcuno, gli si of-
leti. XXXVllI, n. 4, e dice che la friva la mano destra del morto, per
glosa del can. manus imposilio, indicare ch'egli piìi non lo servi-
I, qu. ne riporta
I, le diverse spe- rebbe, e per segno di poteie del
cie: Consecratoriam , Confirmato- faudatario sul vassallo. In Francia
rianij Ordina torianif Morboriwi cu- quel costume umiliante per l'uma-
ratorianij che spiega con Marco ni là si chiamava rnains mortablea^
li emense. De variis capitib. Eccle- e forlunamente fu abolito da Lui-
sìaCj cap. i8. Nella chiesa ambro- gi XVI nel 1779, riconoscendo i

•siana non si costuma, come non si diritti dell' uomo ne' suoi dominii,
è costumalo mai, l'imporsi dal sa- e liberandolo da tali avanzi di ri-
cerdote le mani sul battezzando provevole schiaviti! ignominiosa. Ul-
lo che due volle si eseguisce se- piano 1. 4» ff- ^^ jiistitia et jure,
condo il rituale romano. Fu però insegna che le spose conveniebant
usata nel dare l'assoluzione dei pec- in marni mariti, e i servi ridotti
cati e nella estrema unzione. INella in libertà chiamavansi maniimissi,
cresima poi, conferita anticamente cioè liberati de marni et potestate
ai novelli battezzati, l' imposizione herili. Le manomissioni de' servi
delle mani non è citata, né da Be- durarono sino al XIV secolo, su
roldo, Orda et caerem. eccl. Amh.^ di che merita di essere letto il Li-
,

MAN l^r
i-Uli nella dissertazione : De sci\>is Spagna, dopo di che non tardaro-
meda nevi in Joro Juliì, symbol, no altri stati, anco in Italia, a se-
litter., Romae «752, t. IV, p. i5i. guirne l'esempio, specialmente coit-

Ne parleremo ali* articolo Servi . troi regolari. Una prammatica d'aha-


L' imperatore Costantino comandò mortizzazione fu pubblicata ezian-
che le manomissioni si facessero in dio in Germania e negli stati d'I-
chiesa alla presenza de' vescovi. Chia- talia imperatrice Maria Tere-
dall'

mavasi pure gente di mano mor- sa nel 1766.


ta, caducariac Icgis percmptoriiclìeii- Il padre abbate Biagi com-
teSj tutti i corpi e le comunità che mentatore del Bergier, airarlicolo
non muoiono ;
giacche la suhordi- Beni de* regolari, dice: nel secolo
nazione degl' individui che succe- nostro illuminato, in cui si sono
dono gli uni agli altri rendono il rovesciate le significazioni di molti
porpo comunità immortale.
della vocaboli, per coprire il male co-
Essi rimangono sempre gli stessi modo con un nome di bene, ed il

corpi, come per esempio conventi, i bene incomodo col nome di male,
gli spedali, i collegi, i capitoli, le si è adottato e promulgato il ti-

confraternite e simili società e co- tolo di mani morte, per significa-


munità^ Gli ecclesiastici furono chia- re i beni posseduti da tutti i luo-
mati gente di mano morta, per- ghi pii, e principalmente da' rego-
ch'essinon potevano disporre con lari;mentre queste a dimostrazio-
testamento delle loro sostanze, del ne sono non solamente
intelligibile,

pari che dei loro servi, sui quali le mani più vive nel porre in
il signore avea diritto di mano commercio loro beni temporali i

morta. Nella legislazione del seco- ma nel porli massimamente ne' luo-
lo passato fu applicato meglio il ghi, nelle città e nelle provincie
nome di mano morta a quelle cor- in cui dimorano, e non solo colla
porazioni o a que' corpi morali o direzione di giustizia, ma colla ca-
anche civili, ai quali fu interdetto rità, di cui profittando ancora molti
qualunque acquisto. Questa misura di quei che hanno luogo ne' se-
politico-economica fomentata dai ne- colari magistrati, invece di conser-
mici della religione e del clero^ si vare loro gratitudine di vera uma-
credette opportuna per impedire nità, non di quella rovesciata nel
r incremento delle ricchezze di al- secolo XVIII (ch'era quello in cui
cune ecclesiastiche corporazioni, nel scriveva ) hanno anzi presa occa-
,

supposto timore, che a poco a po- sione di scagliarsi con insolenza


co avrehbero assorbiti tutti i beni contro i loro benefattori. Hanno
slabili delle diverse provincie; sì preteso che il pubblico bene sia
fecero quindi che fu-
fatali leggi , rovinato , lasciando i monasteri e
rono dette di ammortizzazione j e gli altri luoghi pii in possesso dei
si diede il nome di mani morte loro beni, chenon sono né sepolti,
a que* corpi che furono privati del- ne morti, né infermi, generalmen-
la facoltà di acquistare beni , ed te parlando. Da questo errore del-
ancora di riceverli per eredità o le mani morte incominciò la guer-
per legato, o per donazione qua- ra terribile contro la religione in
lunque. La prima a segnalarsi in mezzo allo stesso cattolicismo, pren-
queste politiche disposizioni fu la dendo incominciameuto da una co-
,

i32 MAN MAN


sa in apparenza temporale, l pseu- Si chiamò mano di giustizia
do filosofi confusero il possesso di una specie di scettro che si pone
molti beni coli* idea della ricchez* nella mano destra del re rivestito
za, la quale è di colui solo che de' suoi ornamenti reali questo :

possedè assai di più de' suoi biso- bastone lungo un braccio circa,
gni ordinari e straordinari. Perciò termina colla figura d' una mano
;spacciando la sognata ricchezza dei lavorato sovente d' avorio. Questo
regolari, e facendola comparire la ornamento del quale i re di Fran-
causa della povertà sofferta dai pò* cia si servirono principalmente nel-
poli, fu cosa agevole il persua- l'atto della loro coronazione e con-
dere la plebe ed insinuare negli sagrazione, sembra essere stato sco-
janimi di essa dell'odiosità contro nosciuto durante le due prime di-
ì regolari, e colla confusione d'idee nastie. La mano di giustizia tro-
contro i loro istituti. La Chiesa ro^ vasi per la prima volta nel sigillo
inana non mancò Subito condan^ di Ugo Capeto; ma dopo quell'e*
nare que' libercoli insultanti col poca non ricomparve più sino ai
titolo di mani morte, in bene dei tempi di Luigi X, il quale in un ai
regolari e di tutti i luoghi piì , e suoi successori fino a Carlo Vi por-
di grado in grado gli altri in al- tarono quel bastone nella mano si-

tre materie che nacquero dal pri»


, nistra , e nella destra il bastone
«no errorg, e si appigliò ancora a reale. Si crede da alcuni che Car-
que' provvedimenti, che stimò nelle lo VI sia stato il primo ad intro-
circostanze i più opportuni. Non durre r uso di portar lo scettro
«mancarono belanti scrittori in di* colla mano di giustizia. Enrico V
tesa delle pretese mani morte, fra re d'Inghilterra che intitolavasi pu*
i quali citeremo il celebre p. Tom- re re di Francia, fece rappresen-
maso Mamachi domenicano : Del tare sui suoi sigilli due mani di
diritto libero della Chiesa di oc- giustizia, a fine d'indicare in que-
{jjuistnre e possedere beni temporali sto modo la sua autorità sull'uno
9i mobili che stabili^ contro gì* im- e sull'altro di que' due regni. Si
pugnatori dello stesso diritto, e spe- osserva che la mano di giustizia
cialmente contro l'autore del Ra- non esiste sui sigilli e sulle altre
^gionamento intorno ai beni tempo- rappresentazioni degl* imperatori di
fall posseduti dalle chiese, ec. stani- Germania, ma però trovasi sui mo-
fiato in Venezia nel 1766, Roma numenti dell* impero francese, forse
J769. Dell'opera del p. Anfossi perchè si volle mantenere ciò ch'e-
domenicano^ e come il precedente ra proprio degli antichi re di Fran-
maestro del sacro palazzo aposto- cia. Il sigillo di Guaimaro, principe

lico, ne facemmo menzione all'ar- di Salerno del secolo XI , lo rap-


ticolo Beni ecclesiastici. Di recente presenta in atto di tenere nella
l'odierno vescovo di Bagnorea mon- destra uno scettro che termina in
signor fr. Giovanni Ferrini minore un fiore di giglio, e di sollevare
osservante pubblicò : Calcolo ra" a grande altezza la sua mano si-

fonalo sulle ricchezze del clero nistra; ma un contro sigillo di


1842. Di questo
cattolico. Orvieto mano
quel principe porta una sola,
argomento ne parliamo in diversi probabilmente una mano di giu-
di'ticoh. stizia, della quale curvato vedesi e
MAN MAN i33
ripiegato ali* indentro il dito me- in que* tempi, divenne un dovere
dio. All'articolo Guanto, veste del- essenziale sotto gì' imperatori. I
la mano, parlammo del guanto guar- maggiorenti o grandi della corte
nito di ferro, parte dell'antica ar- baciavano la mano all' imperatore^
matura ed emblema dì sovranità, e i cortigiani di un ordine inferio-
chiamato pure mano di ferro e re piegavano il ginocchio, toccava-
manopola. no semplicemente e portavano su-
Nella descrizione delle sacre fun- bito la mano alla loro bocca. In
rioni e de'rili si tratta delle diverse appresso ognuno si contentò di sa-
azioni delle mani e loro misteriosi lutare il monarca da lungi, por-
significati avendo il suo articolo
, tando la sua mano alla bocca, co-
la Lavanda delle mani, come il me usava quando si adoravano
si

Bacio di mano nelle sacre cere- gli dei. In molte corti europee si
monie; ed il Carmeli trattò dell'u- bacia pur ancora la mano a' so-
so di baciare la mano per segno vrani, specialmente ne' gionai per-
di riverenza, nella Storia de costu- ciò detti di baciamano, anniversaii
mi sacri e profani^ t. II, p. 21 5. di nascita, di nome o di assunzione
A però che hanno l'uso di
quelli al trono, ec. ; gli africani conser-
Anelli [Vedi) ecclesiastici e bene- vano questo uso. I messicani salu-
detti, come Papa, cardinali, vesco- tarono Ferdinando Cortes toccando
vi, abbati mitrati, protonotari apo- la terra colle loro mani e recan-
stolici ec, in vece della mano, mas- dole poscia alla bocca loro. y. Gio.
sime nelle sacre funzioni, gli si ba- Battista Pacichelli , ChììvliUtrgia ,

cia l'anello. Il baciamano è consi- sive de varia ac multipUci manus


derato nella Scrittura sacra come administratione^ Coloniae Agrippi-
un segno di adorazione. Il baciare nae 1678. Picinelli , Mondo sinu
della mano propria o d'altrui è bolico, nella voce Mano. Gio. Boni-
un segno di riverenza. Questo se- facio, L'arte de' cenni ^ e. 27, delle
gno di rispetto, quasi universalmen- mani, p. 272.
te sparso per tutta la terra, è di Il Zaccaria nel t. Ili, p. 5io
origine assai remota. Si salutava della Storia leti, d Italia discorro
ne' più antichi tempi il sole, la delle mani alzate ne'sepolcri scolpi-
luna, le stelle, baciando la mano. te, cosa dimostrino. Egli narra ave-
Gli ebrei idolatri resero sì fatto re il p. Paciaudi in una Diatriba
onore all'idolo di Baal. I poveri illustrato un monumento greco se-
fra i romani adoravano gli dei con polcrale eretto a Demetrio, del qua-
semplici baciamani. Nella vita ci- le tre cose si considerano, cioè lo
vile, baciar la mano è un muto due palme delle mani aperte che
segno di riconoscenza, di riconcilia- soprastano alle teste di due fi-
zione, di iispetto che si vuol testi- gure, le figure stesse che stringon-
ficare ai propri superiori. Priamo si mani, e la gi-eca iscrizione.
le
baciò la mano di Achille, quando E quanto alle mani, sospettava
egli volle ottenere il corpo di Et- dapprima il p. Paciaudi, essersi
tore suo figlio. I tribuni romani, quelle nel bassorilievo scolpite, o
ì consoli, i dittatori offrivano la perdìo i viandanti alla veduta di
mano loro al bacio ; e quello che esse pace a Demetrio pregassero,
non era se non un uso di civiltà o perchè sapessero che 1' erede.
i3i MAN MAN
da) quale era dedicata V urna se- zate furono simbolo di preghiera
polcrale, pregava gli dei dì continuo agli dei. Fu eziandio uso de'genti-
che Tossa diDemetrio soavemente li nel punto estremo della vita, iu
riposassero. Questo uso di pregar segno d'amore stringere la destra
Dio colle palme delle mani aperte, ai parenti ed amici, e lo si vede
Ira' cristiani fu anticamente usato, in monumenti greci e romani.
e questo si vuole indicare nelle la- Varie erudizieni riporta sulle mani
pidi cristiane, nelle quali non ra- il Buonarroti nelle Osse.ìvaz. sui
re volte si rappresenta il morto vasi antichi di vetro , descrivendo
colle mani al cielo alzate ed aper- i monumenti. In quello del pro-
te. Il p. Lupi nel suo Epitaffio a tomartire s. Stefano alla presenza
B. Severo ne riporta alcuni esem- del Redentore, egli è colle mani
pli a p. 32, ii8 e 129 ; due ne congiunte, colle dita incastrate in-
reca l'autore della raccolta d'iscri- sieme, gesto di attenzione e di di-
KÌoni che nel romitorio de' camal- vozione . La congiunzione della
dolesi di Frascati radunò il cardi- mani è rito del matrimonio, ed
nal Passionei. Ma che pure presso antichissimo, facendosene menzione
i gentili questo costume fosse, si nell'istoria di Tobia, e Tertulliano lo
prova dal p. Paciaudi a p. 7, e dissento degli ebrei sino ai tempi
colle testimonianze dello scrittore di Piebecca; presso i greci il sacer-
del libro de mando tra le opere di dote è quello che congiunge le de-
Omero, d'Euripide, e
Aristotile, di stre agli sposi. Le mani velate
con due greche medaglie di Ma- negli ambasciatori fu segno di ri-
crino. Credeva ancora poter quelle verenza. La mano in capo è un
due mani essere della maritai con- gesto che si fa al sopraggiungere
cordia e fedeltà di Demetrio colla nuova cattiva, o cosa di grave dis-
rèoglie simbolo e figura. Certamente gusto e dolorosa. La mano tenuta
avvegnaché a tal cosa significare più slesa con tre dita distesi, quando

volentieri prendessero gli antichi air uso della benedizione che si

per simbolo due mani tra se unite, dice alla greca, quando della benedi-
come da alcune medaglie e tessere zione che si dice alla latina, era gesta
ospitali, pur tuttavia alcuna volta comune di saluto e degli oratoli al
serviixDnsi uso delle mani
per lai principio. La mano qualche volta si-
separate ed alzate; il che conferma- gnificò Dio, e qual suo simbolo,
si con due medaglie di Germanico perchè essendo egli invisibile, le
e di Augusto. L* autore si deter- opere solamente della sua mano on-
minò che con [tali mani si voles- nipotente si vedono, onde sovente
se adombrare un lamento di De- nella sacra Scrittura le operaziotii
metrio contro gli dei, i quali a- del medesimo chiamano mano, si

veanlo con immatura morte tolto mano forte, robusta ed eccelsa; ed


dal mondo. Dappoiché costumarono il Padre Eterno si rappresentò con

ì gentili lanciar contro gli dei la- una mano tra le nuvole, mentre
menti e imprecazioni pei tristi ac- la ss. Trinità si figurò mediante
cidenti, che alla loro crudeltà at- una mano colle tre prima dite al-
tiibuivano, e queste querele con zate e le altre due ripiegate ,

alzare due aperte mani solevano perchè come sono tre dita in
figurare. Talvolta però le mani al- uua mauO) cosi ti"e persone in una
MAN MAN iS5
sola deità. Il CancelHeri a p. 328 piede posto in alto , fu il gesta
delle Disseri. ejìistolari , riporta che gli antichi artisti diedero a
varie opere che trattano della ma- quelli che ascollavano con attenzio-
no, destra e dito di Dio. M. Lie- ne a sentir parlare o vedere ope-
Jietantz scrisse : De pìvdigiosae ma- rar altri. La mano alzata e volta-
nus scriptiirae in epulo Balthassar ta verso la spalla coll'indice abbas-
regis, VViltembergae i65i -1666. sato, fu usata in segno di accon-
K nolo come Baldassare re di sentire, o di condiscendenza alle
Babilonia nel sontuoso convito che suppliche altrui. Gh antichi roma-
diede a mille de'suoi grandi, aven- ni figurarono il far voti agli dei,
do per disprezzo ordinalo che si colla destra alzata e distesa. Mon-
bevesse ne' vasi d'oro e d'argento signor Antonio Bonclerici nel i836
che l'avo Nabucodònosor avea tolti pubblicò in Roma : Dissertazione
dal tempio di Gerusalemme^ com- sopra una mano votiva rinvenuta
parve una uumo che sulle pareti nel territorio Cagliese. Dice chi»
scrisse le cifre Mane^ : Thecel^ Plia- siifatte mani in cui sono contratti
ivSj che niuno potè spiegare. Solo il dito minimo e 1' anulare, men-
ciò riuscì al profeta Daniele, e les- tre gli altri sono distesi, i gentili
se: Dio ha contalo i dì del tuo costumavano accompagnare col ge-
regno e gli ha posto un termine. sto i saluli vicendevoli , ed i più
Tu sei sialo pesato sulla stadera lieti augurii di felicità, e si volle
è sei slato trovalo scarso. E slato rappresentare il voto in tal forma^
diviiìo il luo regno ed è stato da- addimostrandosi per tal modo, co-
to ai medi ed ai persiani. Baldas- me dalla dea Cibele, a cui dichia*>
sare iu falli venne ucciso, e Dario ra essersi fatto a favore di un fan-
il medo gli succedette. ciullo, desideravasi che si rendes-
Il medesimo Buonarroti , nelle se propizia a somiglianza di quelli
Osservaz. sopra i rnedagl. antichi^ che con tal segno si cambiavano
sullemani rappresentate in diversi i voti di prosperità ; così adopera-
monumenti dà le seguenti spiega- vano pure gli oratori nel principio
zioni. La mano alzata con la map- e nel fine delle loro orazioni, al-
pa per mostrarla o gettarla ne'giuo' lora quando salutavano il popolo.
chi de'romani , era seguo di dar E siccome questa mano ha diversi
la mossa alle corse; la destra mano simboli, dice appartenere alla spe-
jìoi alzata avanti i simulacri degli cie delle mani pantee, i segni delle
dei, fu il gesto de' supplichevoli. quali devono la loro origine alla
La destra mano alzala dagl'impe- superstizione di coloro che avefndo
latori negl'ingressi in Roma, fu presi per protettori delle loro case
talvolta segno di vittoria; e se di- più numi, gli riunivano in un si-
stesa, era atto per reprimere i mulacro per maggior comodo, or-
moti de'nemici, e minacciarh. Il nandolo de' diversi simboli rispet-
prender la mano destra fu talvol- tivi, e nella detta mano sono per-
ta dimostrazione di congratulazione. ciò diversi attributi di Cibele, ed
La mano sotto la guancia fu se- il serpente simbolo della salute,
gnale di dolore; e la mano chiusa che alla dea si richiese ed otten-
ed appoggiarsi su quella il viso, e ne. 1 1 Bosio nella Roma subterranea
posare il gomito sul ginocchio dei a pag. 638 parla delle immagini
36 MAN MAN
che si trovano tìe*cimiten con le ni per la corrispondenza che ha
braccia aperte e mani elevate in col cuore, secondo gli egizi, median-
alto o applicate al volto» di che te un nervetto, portandosi l'anello
facemmo parola all'articolo Imma- più stimabile uell' anulare della
gine. 11 Garampi trattò egregia- mano manca, perchè si adopera
mente del geroglifìco della mano meno delle altre dita e si custodi-
nella sua opera : De nummo ar* sce meglio. Il Garampi nelle sue
genico Benedìcti Illip. i38 e seg., Memorie p. 55 e 52/\. parla della
ove illustra la mano che si vede mano tagliata ai falsari, pena pre-
nel suo rovescio, allegando gli e- scritta dagli statuti di Rimini an-
sempi della mano che osservasi che ai falsi testimoni , e dal
nella volta della chiesa di Hersfeld, comune di Perugia inflitta a due
desci'itta dal Browero in Antiqii. feritori,uno de' quaU fu assol-
Fuld. 1. 3, 7 , e le quattro
e. 1 to Eugenio IV. Nel pontifi-
da
mani di bronzo nel pavimento del' cato suo fu fatto in Roma un
la chiesa del monastero di Fulda, gran furto di gioie e di perle alle
oltre l'antico sigillo dell'ordine gè* sacre teste de' ss. Pietro e Paolo,
rosolimitano, ove si vede una ma- ed ai rei furono mozzate le mani
no in atto di benedire ec. Inoltre dritte, poi arsi. Veggasi il Ducan-
il Garampi spiega vari significati ge in dexterae abscissionc^ el hi
delle mani che veggonsi negli an- dexleram perdere. Ne scrissero Jo.
tichi monumenti. Christopharo Lynckeri, Dìssertatio
Guasco, Detriti funebri di Ro-
Il de amputatione menibroruni in his
ma pagana, discorre del dito me- qui delinquunty Jenae i68i. Chri-
dio chiamato medicinale dai greci stopharo Lud. Crell, De jure ma-
e tenuto per impuro dai romani, nuuni, et poenis in judìcio crimi-
e che ai cadaveri solevano taglia- nali, imprimis amputatione, Lipsiac
re un dito per servirsene nei sa- 1704. Ebbero bellissime mani Lu-
grifizi, essendo tutte le dita consa- crezia Borgia, Costanza de Cupis
crate a Minerva, probabilmente ed Elisabetta regina d'Inghilterra.
della mano destra, perchè nella de* Costanza era della casa Conti dei
stra sta una parte della religione, duchi di Poli, si fece formare di
con essa sisegnano i trattati ed i gesso le sue mani ; ma ad una
contratti, con essa si autorizzano essendole venuto male, bisognò tron-
gli atti giuratorii, si congiungono gli carla per salvar la vita, che però
sposi, si dà pegno di amicizia e di perde pel taglio. Elisabetta poi
pace, ed in essa perciò credettero ambiva talmente sulle sue belle ma-
i gentili che risiedesse la fede, on- ni, che si cavava spesso i guanti per

de il sacerdote, quando alla Fede farle vedere , e donò una catena


sagiificava, copriva la mano destra d'oro, al doppio più grossa di quel-
di velo bianco. Osserva inoltre che la solita donarsi agli ambasciatori,
forse avranno tagliato il dito anu- ad uno del loro seguito, per aver
lare, perchè siccome i doni che si detto essere bellissima specialmente
facevano agli dei doveano essere nelle mani. Abbiamo : Giusto de
sinceri e partir dal cuore più che Conti, La bella mano^Y evona ij5'ò.
dalla mano, così dovea sembrar Dan. Guil. Mollerus, De Cliaracic-
pììx conforme alle loro superstizio- romantia^ Altorf 1693. Gotti. Frid.
MAN MAN 13/
Jeniclien, De
Genesimantia^ Lipsiae Lateranense, dovesse restare il bu-
1699. Jo, Dictericus, Z?d Chirofnan- sto di s. Paolo alla destra di queJ-
tia, in Jntiquit. Bìblic. p. 3og. Ju- lo di s. Pietro, e contenenti le
venalis , Fronteinque, manwnqiie loro sacre teste, ma furono lasciati
pvaeìiehil Vali. Erycius Piiteanus, nella positura Jn cui gli avea collo-
Cent. a, epist. 16. cali Urbano V. Narra il Cancel-
Sebbene la mano destra sia lieri, Meni. ìst. delle sacre
nelle
più degna della sinistra, esser- teste, ch'essendo stati consultati
va l'annalista Rinaldi, agli an- su questo punto dal Papa, Mar-
ni 21 3, nuni. 6, e 325, nura. cantonio Giorgio, e Francesco Mu-
57 e 58, che la parte destra era canzio suo maestro di cerimonie,
tra' romani meno degna della sini- ambedue scrissero e dedicarono a
stra nelle cose sacre, cioè nell'apo- lui queste dissertazioni. Statua de
teosi degl'imperatori , in cui il se- Paulo a dexteris d. Petri non re-
«iato vestito di bruno prendeva movenda nec eoruni ss. Capita
,

il luogo sinistro , e dalla destra conimutanda, Romae i573. Questa


erano le matrone con vesti bianche è del primo, del secondo è la se-
sottili senza ornamenti d'oro, per guente, De ss. Petri et Pauli ima*
segno di mestizia; ma nel resto ginibus, Romae 1573. Sulla celebre
era più degna la destra. Nei con- ed antica questione circa il mag-
cilii generali antichi, apo- i legati giore o minore onore che sia il
stolicisederono alla sinistra mano, collocare a destra o a sinistra le
come luogo più slimato, più santo immagini de'santi, s. Pier Damiani
e più degno, solendosi perciò dipin- che fiorì alla metà del secolo Xf,
gere le immagini di Cristo, con scrisse un opuscolo eh' è il XXV,
quella di Maria Vergine dalla mano sopra la sinistra che ha s. Pietro
sinistra e quella di s. Giovanni nelle bolle pontifìcie , e la destra
dalla destra. Nelle chiese di Roma che ha s. Paolo. 11 Buonarroti nel-
anticamenle nella destra stavano le l'opera citata sui Fetri cemeteriali
donne, e nella sinistra gli uomi- p. 77, osserva che dove ne' vetri
ni, donde al dire del Rinaldi de- antichi s. Pietro tiene la mano
rivo i' uso antichissimo di porsi dritta, negli antichi mosaici la tiene
ne' Sigilli pontificii le immagini di s. che da questi n'è do-
Paolo, e
s. Paolo dal lato destro e s. Pietro pò passato l'uso nel sigillo e piom-
dal sinistro. Aggiunge, che nella bo delle bolle de'Papi. A p. 160
Chiesa orientale ed occidentale si poi dichiara che la destra presso
mutò la precedenza delia mano, gli antichi era il secondo luogo,
secondo la benedizione patriarcale quando accanto vi fossepersona di
data da Giacobbe ad Efraim e grado distinto, onde quando si ve-
Manasse, nella quale incrociando le dono ne'monumeuti antichi le don-
braccia venne a cambiare in destra ne alla destra de' mariti, si deve
la sinistra, ad onta delle rimo- ritenere che sono nel secondo luo-
stranze del suo figlio Giuseppe, go, ed altrettanto delle spose degli
padre di Manasse e di Efiaiui. ebrei che avevano la destra. Anche
Nel pontificato di Gregorio XllI il p. Mamachi Orig. et
, antiq.
insorse disputa , se nel ciborio christ. t. V, p. 4^7> li'attò (juesto
dell' aitare maggiore della basilica punto; quae oausae major&s no^
r3^ MAN MAN
élros impulerinl, ni Pctri ad Uicvani lalionr.y sivt ìmaginibusy atra scili»
Pauli vero iniaghuiii ad dexlerani cet iiiter eas coUocandas pracfc*
sculpij pingwc intf.rdum facerent. renda sii? in Thet. sacr. aiiliq. t.

Anche Severauo, Bosio, Aniuglii, I, p. 8i. Gio. Stelano Menochio,


lioJdetli e Bollali, dottissimi nel- Sluore t. 1, p. 3o : Per anal cau-
la sacra archeologia, dimostrarono sa le imniagini de* ss. apostoli Pie"
che ne'di versi monumenti di vetro, Irò e Paolo si sogliono talmente
di bronzo, di marmo, di pitture, disporre che s. Paolo sta alla de-
di mosaico, di avorio, in alcuni stra e s. Pietro alla sinistra ? Da-
sta alla destra Paolo ed in altri
s. Papebrochio in Paraliponi. ad
niele
5. Pietro, fuorché ne'piombi ponti- Conatuni in Catal. Ponti/, in Pro-
fìcii, forse per inavvertenza degli pylaeo niaii diss. III: De singu-
intagliatori, i quali come congettu- lari s. Pelri prò universali Eccle»

ra il citato Buonarroti , incidendo sia supra apostolos alios , ipsuni-


s. Pietro alla dritta e s. Paolo al- que Pauluni etiam in Urbe roma-
Ja sinistra, non badarono che nel- na coapostoluni et coepiscopmn
l'impronto venivano a cambiar si- simm^ p. 3o. Th. Mariae Mama-
to, secondo la natura de' sigilli, chi, Origin. chrisl. t. V, p, 5o4 :
che stampano le figure incise ai Queniadmoduni introducta ftierìt,
rovescio. Paidum ad Petruni dexteram in
Dal Cancellieri finalmente si os- pictis^ musivo opere perfectis^ scul-
serva, che lungo poi sarebbe il ri- ptisy inipriniisque in bullis plumbeis
ferire le molle altre ragioni che si expriniendi consuetudo? Pauli M.
adducono di questa diversa situa- Paciaudi , Antiquitates christianae
srione, da tutti quelli che hanno trat- de cultu s. Joh. Baptistae p. i^5.
tato del primato di s. Pietro, e da Joh. Christ. Einigh, De manu deX'
u»olti altri. Laonde
potranno os- tera honoralorie, Lipsiae 1707. Joh.
servarsi da chi bramasse di restar- Mabillon, De re diplom. p. i3o,
ne istruito, presso gli scrittori che et in lib. VII Coroll. I, p. 623.
liporteremo in fine, raccolli dallo Pompeo Alessandro Berti , Dissero
stesso Cancellieri , che ne hanno tazione sopra la mano dritta die
trattato, piti di proposito, e presso trovasi nelle antiche pitture data
t}e quali sono citali quelli che ne a s. Paolo, nel Mazzuchelli, ScritL
iianno parlato per incidenza. O- ital. t. IV, p. io4«. Saverio SciU
gnuno però deve tenere per fermo la , Monete pontificiCy de' ss. Pie-
e indubitato, che questa situazione tio e Paolo situati alla destra o
nulla pregiudica alla suprema po- alla sinistra nelle monete pontificie,
destà che Gesù Cristo concesse al e prima alcune notizie a ciò ap-
solo Pietro, sopra tutti gli altri a- partenenti, p. 353. Vincenzo Aless.
posloli molto prima che Sauio
, Costanzi , De antiquissimis quibus-
chiamato dal cielo divenisse vaso dam ss. Pelri et Pauli iniaginibusj
di elezione, dottore delle genti, e in Append. monum, ad Cortesiuni
collega del principe degli apostoli de rom. d. Pelri itinere , p. 390.
nella predicazione, nella passione, Gio. Agostino Gradenigo vescova
nel martirio, e nella fondazione di Ceneda Dissertazione sopra i
,

della Chiesa. Angelus Fiocca, De piombi diplomatici pontificii, nel t.


ss. apost. Pelri et Pauli .prae- XXVlii deJla nuova Raccolta d'o-
,

MAN MAN 1.39

pUscoli. Ivi alla p. 34 dimostra, dalla parte del cuore, in confronto


che i greci tenevano certamente per del destro, perciò inclinare muove-
più onoiata e più nobile la mano re piuttosto questo che quello, li-
sinistra, e clie di là sia passato in sci to poi alla luce, quando niente
Italia questo costume. Tra questi di straordinario lo determini in con-
esempi adduce varie monete ve- trario, continua con minor sensa-
neziane le più antiche e sigilli plum- zione incomoda adoperare più fa-
bei dei dogi di Venezia, nelle quali cilmente il Eguali
destro braccio.
s. Marco sia fdla sinistra, e il do- moleste sensazioni congettura aver
ge alla destra. Joh. Molanus De : provato i primi uomini, adoperan-
hìst. ss. imaginiim tt picturarum, do molto il braccio sinistro per ia
Lovanii quod Paiilus recle
1692: più vicina corrispondenza al cuore,
ponatiir a dextris d. Petri, lib. II, ciò che loro non accadeva agendo
e. 4^> P- 7^5 Ptndus quihus de di più col destro;
preferenza che
caussìs saepe a dtxtris Petri pia- naturalmente divenne abitudine, lu
^atur? lib. 24, p. i35. JN'el-
Ili, e. quale più forte e comune la rese
lo stesso libro, e. 25, p. 1 36, sono le azioni del braccio destro e della
riportati i seguenti versi. mano che ne dipeiide, e quindi del-
le destre parli del corpo j in con-

Bissenos inter Proceres duo Lu- seguenza di che la destra mano


mina, per quos diventò la più riputata e la più
Roma polens magni sustinet Or- onorala, tranne pochi esempi iu
bis onuSy contrario, checche ne dica il Mo-
Seit dexira, laevaque sedent, par rino, nelle Meni, de t Acad. des
gloria lUriquCy inscriptions, 1723, t. Ili, p. 72.
Par honor, et laus estj stilile' MANO A SETTE DITA. De-
ne quisque loco. corazione istituita pei suoi militari
dal valoroso e celebre Abd e! Ra-
Diremo per ultimo, che il eh. pro- der emiro degli arabi, che ioce e
fessore di Giovanni Ma-
medicina fa tanto parlare di se, il cui nome
ria Zecchiiielli pubblicò
nel 181 5 significa servitore dtlC onnipotente,
in Padova, e dedicò al burone An- non dubitando alcuni di parago-
drea Giuseppe de Stifft archialro narlo a Massinissa e Giugurla re
dell'impero e protomedico degli stali di Numidia. Egli nei teneri anni
austriaci, il Discorso sidl'uso dtlla si erudì nella sua religione mao-
mano destra a preferenza della si- mettana , nelle leggi , nel calcolo
nistra, pubblicalo nella faustissima nella geografìa , nell' astronojìiia e
occasione che la M. I. R. Aposto- negli esercizi cavallereschi. Figlio
lica di Francesco 1 visita per la secondogenito di Mahhi Eddin ma-
prima volta il suo nuovo regno rabuto veneratissimo in alcune tri-
lombardo-veneto. Conchiude l'eru- bù africane di arabi (è nolo che
dito e dotto discorso^ che è a cre- i marabuti dai maomettani d'Afri-
dersi che sino dai primordi del- ca sono considerati come dervisci,
l'uomo nel seno materno, debba cenobiti per elezione, e come mo- i

per le tante da lui esposte ragioni, naci fra i turchi ed i cristiani),


sentire qualche incomodo movendo dopo che i francesi occuparono nel
il braccio sinistro siccome posto i83o Algeri, il di lui padre volle
i4o MAN MAN
spianargli In strada alla gloiLi, a- lui venivano principalmente dulia
veiido già fatto credere alle popo- francese legione straniera, e ad essi
lazioni arabe, che un giorno sareb- eglideve l'organizzazione di tale ar-
be sultano, e che il regno de' tur- mata, a mezzo della quale combatte
dii dovea cessare nel suo regno. fino dal 1839. Innanzi che venissero
j\on appena i francesi ebbero in ricominciate le ostilità co' francesi,
Diano la città di Orano Mahhi- , Abd-el-Kader nel novembre di ta-
Eddin predicò una guerra santa le anno istituì per le sue truppe

contro cristiani, e Abd-el-Kader


i una decorazione militare, chiama-
si pose alla testa di quelli che ob- ta della Mano a sette dita. Por-
bedienti alla voce del inarabuto, tasi questa attaccata al turbante
venivano ad assalire i cristiani di o coda di cammello, e consi-
alla
quella città, i quali nel maggio ste in una mano d' argento da
18^2 li costrinsero a ritirarsi con cinque dita pel primo grado, da
gravi perdite. Tutte le tribù afri- sei dita pel secondo, e da set-
cane, state fino allora in disordi- te pel grado più elevato. A que-
ne , videro la necessità di racco- sta decorazione onorifica non v'ha
mandarsi per un attacco regolare annessa alcuna pecuniaria retribu-
contro i cristiani, e vennero perciò zione; ma quelli che V ottengono
a consultare il marabuto ad Erse- hanno diversi privilegi, fra' quali
bia, nel piano di Eghres, nel qua- quello di sospendere la mannaia
le ciascuno voleva proclamarlo sul- della giustizia, allorquando il de-
tano ovvero il che a'28
suo figlio, corato intercede per il colpevole
settembre con mille voci di applau- che vuole aggraziare. Di tali deco-
so fu eletto sultano. Da quel gior- razioni insino ad ora non ne ven-
no sua vita fu una continua
la ne distribuito che piccolo numero.
lotta, sempre sul punto di cader Altra decorazione venne pur da
nelle mani dei francesi e sempre lui istituita nella tregua ch'ebbe
salvo, confermando così l'opinione luogo in detto anno 1839. Questa
arabica di sua invulnerabilità : po- consiste in una piccola sciabla d'ar-
tenza errante per le selve e pei de- gento leggermente curva, della lun-
serti, come gli antichi numidii, ter- ghezza di circa dieci centimetri.
ribile nell'assalto e più nella fuga. Al manico della sciabola è impres-
La maomettana, da cui
religione so in forma di suggello il nome
è profondamente animato, domina di Mahhi-Eddin, padre di Abdel-
nella sua fìsonomia come nelle sue Kader. Sulla lama vi sono rozza-
azioni; ha quasi sempre nelle ma- mente incise alcune parole, delle
ni un rosario, ed ai suoi soldati quali eccone il senso : JÈ" invaine'
è esempio di coraggio e di sobrie- rabile Colui che ha confidenza in,

tà nel cibo e nel lusso. Per diri- Dio.


gei'e contro la Francia delle trup- MANRIQUEZ Pietro Enneco
pe sempre disponibili, e perchè fos- ManricoFeunandez, Cardinale. Pie-
se mezzo dominio pres-
efficace di tro Enneco Manrico Fernandez
so gli arabi^ Abd-el-Kader ha ten- Manriquez de'marchesi d'Anguillar,
tato di organizzare un'armata a- nobile spagnuolo, vescovo di Cor-
raba, alla foggia dell'europee. Per- dova, ad istanza dell'imperatore
ciò si è servito dei disertóri che a Carlo V, il Papà Paolo IH a' 20
.

MAN MAN i4i


dicembre i538 lo creò cardinale del Baronio, colla critica del pa-
dell'ordine de'preti, e per distinzio- dre Pagi e colle sue note, in 35
ne gli mandò in Ispagna il cap- volumi, il cui primo fu stampato
pello cardinalizio, ed ebbe per ti- a Lucca nell'anno 1788. 2." Ristam-
tolo la chiesaGiovanni e
de' ss. pa della Disciplina del Tomassi-
Paolo. Venuto in Roma vi morì no, colle dissertazioni dello stesso
di peste nel i53g, dopo dieci me- autore sui concihi, e con sue os-
si di cardinalato, ed il cadavere fu servazioni, Lucca. 3.° De epochis
trasferito nella Spagna, dopo essere conciliorum Sardicensis et Sirmien»
stato nella chiesa di Araceli in siiim, caeterorumque in causa a-
temporaneo sepolcro, come si leg- rianoruntj qua occasione s. Ana-
ge nel Rondinini, De ss. Jo. et stasii chronologia restituitur. Il p.
Paulo p. 199. Mamachi si oppose sulle epoche,
^
MANS. F. Le Mans. ed il p. Mansi replicò con una
MANSI Giovanni Domenico . Apologia^ contro la quale rispose
Nacque in Lucca nel 1692 da fa- r ^'^- conciliorum
avversario. 4-^
miglia patrizia, e benché primoge- et decretorum collecliò nova, seu
nito della famiglia entrò nella con* collectionis conciliorum a pp. Lab*
gregazione de'chierici regolari della beo et G. Cossarlio S. J. prinium
Madre di Dio, e ne divenne uno vulgatacy dein emendatioris et am-
de' principali ornamenti. Fu a Na* pliorisòpera Nic. Coleti recusae
poli professore di teologia, indi vi- supplementum, in quo addilameti-
sitò r Italia, la Germania e la Fran- tay variante s lectiones, emendalio-
cia, onde approfittare de' lumi dei nes ad concilia veneta Lahbea-
dotti, e trarre dalle biblioteche e na, itidem concilia ac decreta per-
dagli archivi materiali necessari ai multa exhibenles; omnia exgraecis
suoi disegni. Ritornato a Lucca isti- et latinis editis et manuscript. cod.
tuì nella casa di sua congregazio* undique quaesitis , collegìt, diges-
ne un'accademia per applicarsi in sit, additisque praefatìonibus, notis,
essa specialmente alla storia eccle* dissertationibusillustravit praedi^
siastica ed alla liturgia, e ne ar» clus Mansiy Firenze e Venezia
ricchi considerabil mente la biblio- l'jSy. Tale immensa compilazione
teca di cui gli era stata affidata fu continuata dopo la sua morte,
la direzione. La reputazione acqui" e si terminò nel 1779 di pubbli-
statasi colle sue virtù e colle dot- care il voi. XXXL 5." Supplemen^
tissime ed utili sue opere, gli me* tum ad collectionem conciliorum^
rito r arcivescovato della propria Lucca 1724- 17^2, in sei volumi.
patria, a cui lo elevò Clemente 6.° Stephani Baluzii Tutelensis mi"
Xlll nell'anno 1760, dispensan- scellanea, novo ordine digesta, et
dolo dall'esame. Morì a Lucca ai non paucis monumentisi op."
ineditis
27 settembre 1769 d' anni 77. portunisque animadversionibus au'
Antonio Zatta nel 1772 ne pub- età, opera ac studio etc, Luc- ^

blicò in Venezia con que-


la vita ca 1761 volumi quattro
,
7.° .

sto titolo: Comtnenlarius de vita Tractatus de casibus et excom-


et scriptis J. D, Mansi ec. Ecco muuicationibus episcopis reservads,
l'elenco delle pregiale sue opere. Lucca 1724. E per non dire del-
i,." Nuova edizione degli Annali le altre opere, pubblicò pure a»
, ,^

>4^ MAN MAN


Lucca unn nuova edizione della ni* era ne* secoli passali. Il Marto-
Storia ecclesiastica del padre Na- relli chiama i mansionaii custodi
tale Alessandro, con osservazioni dello chiese, che in greco si dissero
e giunte. Paramonar'ti o Pro.vuonarii cioò ,

MANSIONARIO, Mansionarìus. permanentes: si chiiimarono in Iati-


Custode della chiesa, così detto a no Custodex inartynim^ Excubito
tnansioue, facendo residenza in es- res^ Mansionarii^ Custode^. Non
$a, esercitante la carica di sagre- può dubitarsi, che njoUiplicaudosi
stano, secondo il Macri, Not. de/vo- le chiese sotto Costantino impera-
re/!», erri. In alcuni luoghi è un tore, ciascuna non avesse i suoi
cappellano, uno di quelli che uf- custodi, non solo per aver cura
iizia la chiesa, che assiste alla delle suppellettili e de' preziosi do-
chiesa, che l'ha in custodia, e ch'e- nativi che vi si conservavano, ma
sercita (ìarticolari uflìzi secondo i per guardarle ancora, specialmente
luoghi: i sacri canoni diedero il ne'primi tempi, dagl'insulti de' geu-
carico di suonar le campane, per tili e degli eretici. La basilica va-
ia riverenza in cui si teiievano ticana dovette certamente prima
nll'ostiario o al mansionario. Il Nar- di qualunque altra avere i suoi
di dice che da Mansio viene Man- custodi ,
perchè più d' ogn' altia
xionariuSj ed il soldato romano di arricchitadi pregevoli doni , e
stazione, ossia presidio o guarni- perchè siccome allora situata fuori
gioncj chiamavasi miles mansiona- della città, potea più facilmente
riiis aggiunge che nelle chiese
,* solFrire le rapine de' ladri e gl'in-
quegU ecclesiastici che stavano not- sulti degli eretici. Nel pontificato
te e giorno nella casa del Signore, di s. Liberio del 35^ già la basi-
la custodivano, ne accendevano le lica vaticana avea i custodi chia-
lampade, stabilmente dimoravano e mati , Pelri apostoli marlyrinm ^

dormivano in luogo congiunto al- sgridati dal Papa per aver rice-
la chiesa, furono a somiglianza vuto alcuni doni da Costanzo fau-
ehiamati mansionari, e forse sono tore degli ariani qual sagrificio ,

e^li ostiari, un corpo de'quali ave- macchiato da eretica empietà. So-


vano varie chiese segnatamente
, zomeno accenna pur V esistenza di
quella di Ravenna, per cui custos tali custodi al principio del V se-
ti mansionnriiiSj significa la stessa colo; ed allorché s. Ler^ne I ordi-
cosa ; ed Heribaldo vescovo d'Ur- nò che il sepolcro degli apostoli
gel in un concilio di vescovi del- fosse custodito da custodi, qui di-
la Narbohese del io38, do-
Gallia cnntur cubicularii ex clero romano
pò aver mentovato canonici del- i furono forse aggiunti agli antichi
la sua cattedrale, nomina i chic- mansionari laici altri mansionari
rici soggetti ai medesimi, cum suis chierici per maggior decoro del san-
clericis siti snbjectis^ qui statores tuario. De' mansionari delle pa-
( ecco i mansionari al dire del triarcali di Roma fa menzione il
Nardi ) sunt. Egli conchiude, che p. Mabilion, Mus.
Ilal. t. H, pag.
i custodi e sagrestani delle chiese XXVII. mansionario fu ancora
Il

w>no gli antichi mansionari, ed i chiamalo Martirario , martfrarius


mansionari moderni sono il clero perchè qual custode della chiesa ve-
catl«drale di secondo ordine, co- niva principalmente incaricalo di
Man MAN 1.43

conservare le reliquie de* martiri. tare gU altari di quel vasto tent-


Della celebrità dell'uffizio di marti- pio, o una volta il giorno, o al-
rnrio, ne discorre il Zaccaria, Storia meno una volta la settimana. Si-?

leu. t. I, p. i44- stoIV trasferì questo uHizio in


I greci chiamavano mansiona- un canonico della medesima basi-
rio quello che nei viaggi appa- lica, come dicemmo al suo artico*
recchiava r alloggiamento, oggi det- le Altarista, ed a quello di Chie-
to foriere ; ed era chiamato Man^ sa. DI s. Pietro in Vaticano. Il

sionaticum V offizio e la giuris- Borgia, De Vaticana Confissio, p.


dizione di albergare e ricevere i 53, ecco quanto dice di questo
principi : così il citato Macri. Os- uffizio, di cui tratta eruditamente.
serva il Nardi , che la parola « Mimus custodum martyrum in
\ Mnnsio in antica origine signifi- latina ecclesia deinde transiit ad
cò pure il viaggio di un giorno; mnnsionarios, seu custodes eccle-
in questo caso significava stazio- siae, qui Assisii vocantur a Gre?
ne, ossia il viaggio era misura- gorio IX in epistola ad patriarcham
to dal numero delle mansioni : Antiochenum latini ritus, quasi as-
i* ospizio dato per legge da coloro sidui, seu poti US ab assisa, quae
che erano tenuti, ai re ed ai
vi vox medio aevo tributum , aut
militari nel medio evo fu chiamato vectigal explicabat, quasi nimirum
mansioììaliciim. Da un diploma di assisii tributum Deo in sacris
ad
Lodovico il Tedesco primo re di aedibus persolvendum constitue-
Germania dell' 85*2, si rileva che rentur; et in ecclesia graeca idem
mansionaticum fu eziandio chia- munus pertinuit ad Paramonarios^
mato l'ospizio dagli ecclesiastici do- seu praefectos habitationi, qui la-
vuto al vescovo in visita, e il tri- tinis mansionariis comparari jurc
buto che a quest'oggetto pagavasi, meritoque possunt ".

oggi Q\\'\avc\i\s\ procurazioni. \ man- A pag. poi ^'Ò e 59 aggiunge:


sionari furono anche detti nedilui, « Posteriori aevo confessionis cu-
ed il Macri rileva che il mansio- stodes frequentius mansionarii no-
nario (u pure dello assisus, come mine denotari coepisse animadver-
£Ì legge nella glosa sopra l'episto- timus. Paulus I Ponlifex in epi-
la di Gregorio IX, lib. 3, tit. i4, stola, quam anno 766 inscripsit
e. i6, de clcric. non residentih. : donino excellcntissimo filio, et no-
Assisus Pontifé X vocnt, qui non stro spirituali compatri Pipinum
snnt canonici , (jni servire dehens francorum regi, et patricio ròma-
Ecclesiae^ nec vocantur ad omnes norum, nuntios memorat, quos ad
tractalus cuni canonicis, et diciin- ipsum ablegaverat regem, atque
tur assisìi quasi assidui. In mul- inter iilos mansionari um confessio"^
tis ecclesìis sunt plures tales^ qui nis b. Petri recenset . Igitur re-
mansionarii dicuntur. Osserva il gressis nostris missis, quos ad ve-
Bernini , Dd tribunale della rota strae regalis clementiae vestigia de-
p. 108, che il canonico altarisla stinatos habulmus , Petro scilicet
della basilica vaticana era prima notarlo regionario sanctae nostrae
un mansionario, che anticamente Ecclesiae, et Johanne mansionario
dicevasi Àssisio della basilica di s. confessionis basilicae fautofiis ve*
Pietro^ a cui apparteneva il visi- stri. B. Petri eie. Torrigius (nel*
^

i44 MAN MAN


le Sacre grotte vaticane p. 5^7 ) zione anche Pietro Mallio. Noleremo
sciiplum reliquìl se in veteribus che parlando il Martorelli delle due
saeculi XI chartis observasse, quod diverse classi de' mansionari, in cui
hi custodes inansionarli oratorii ». specialmente si distinguevano nella
Pelli, et mansionarii scholae con- basilica vaticana, chiama egli li

fessionis s. Pelri vocari solebant, Mansionari Mansio-


de^ canonici e
ex quo patet eosdem in collegii nari dell'olio, come rilevasi da un
speci m jam lune fuisse redactos. monumento scritto nel i35o, ed
Quam diligenter hi custodes seu esistente nell'archivio della basilica.
mansionarii ararn majorem apo- Dice ancora il Torrigio che i man-
stolicae confessioni superinductam sionari, formando scuola e collegio
servarent, ex iis facile colligi po- della confessione di s. Pietro, era-
tesl, quae supra de b. Gerardo e- no persone ecclesiastiche, beneficia-
piscopo Tullcnsi retulimus. Verum ti della basilica, non canonici. Ta-
haec nomina cubicuiarius, vel man- le carico davasi dai Pontefici a chi
sionari us tempori» decursu óbso- più loro piaceva, laonde s. Leone
leverunt, et in eorum locum al- IX lo diede al cardinal Ildebran-
tarista ex óanonicis tantum basi* do poi s. Gregorio VII; Bonifacio
licae post Sixlum IV perpetuo Vili a Pietro suo cappellano; Gio-
deligendus successisse videtur , in vanni XXII ad Angelo vescovo di
BiilL Vat. cujus munus nunc est, Viterbo e poi a Filippo canonico
ut apostolicam confessionem ejus- di s. dopo questi a Gio-
Pietro, e
que claves cuslòdiat ". Scrive dun- vanni Vinzola; Benedetto XII al
que il Torri gio, che due sorti di rettore della chiesa di Perinaco ;

mansionari erano nella basilica va- Clemente VI a Giovanni da To-


ticana: mansionarii de oleo, i quali di canonico di s. Pietro ; Innocen-
aveano cura delle lampade della zo VI a Bartolomeo Ruano, e poi
chiesa, e tale fu s. Teodoro cui a Giovanni Castellano, a cui suc-
apparve s. Pietro lodandolo di di- cesse Paolo Scrofa no ; Alessandro
ligenza; e mansionarii de capitalo V a Giacomo de Tedellinis vicario
i quali portavano la croce in al- e canonico di s. Pietro ; Nicolò
cune processioni, pigliavano le pal- V a Giambattista Mellino canonico
me, facevano altri simili uffizi, e di s. Pietro poi cardinale ; Sisto
custodivano la chiesa, che però fu- IV ad Antonio da Forlì chierico
rono anco delti custodi, e tale fu di camera , il qual Papa stimando
s. Abondio, che per ordine di s. essere piìi degno dare tal carico
Pietro risanò una fanciulla paraH- ad alcun canonico della basilica. Io
tica, il cui antico altare ove si concesse, come dicemmo, ad un ca-
•venerava il suo corpo, servi per nonico col titolo di altarista, per-
luogo ai sepolcri di Leone X e sona ragguardevole per virtù e
Pio IV, poi trasferiti altrove. Lo dottrina, e che fosse dignità.
stesso Torrigio assicura, che in un Nelle Memorie sacre del Seve-
istroraento fatto a tempo di Bene- rano p. 22, si fa menzione de'chie-
detto IX del io33 si legge: Man- rici mansionari della cappella del
sionarius sanetae Crucis^ cioè, co- Sudario, o della Beata Vergine in
me pare, di un antichissimo oratòrio Beronica, nella basilica vaticana,
COSI chiamalo, del quale fa raen- custode o cappellano di quell'orato-
MAi\ MAN 145
da Giovanni VII; ed a
rio eretto stodia de' sacri vasi ; sicché senza
pag. 729 narra, come noi dicem- alcuna distinzione di vasi maggiori
mo a Fuoco ed altrove (ed il Ma- e di vasi minori, più o meno pre-
billon citato a p. i40' ^^^^ il Papa ziosi, h ricevesse in cura il
tutti
nel giorno di INatale entrando nella primo mansionario, onde T autore
basilica Liberiana per celebrare la dell' Ordine scrisse, che il primo
terza messa, al presbiterio un man- mansionario era custode del domi-
sionario gli presentava una canna nico vestiario. De' mansionari late-
con candela accesa in cima, per in- ranensi, il Mabillon ne tratta a p.
cendiar la stoppa eh' era in capo 578 e loro uffizi. Il medesimo Gal-
alle colonne. 11 Galletti, D(4 vesta- letti, Del primicero, io3, parlan-
p.
rario della rom. chiesa p. 6, cor-
s. do di Benedetto mansionario ma-
regge il Giorgi che credette nella rito di Rosa del 967, dichiara che
sua liturgia romani Pontefici,
de' per mansionari si debbono nel ca-

che il vestarario ed il primo man- so intendere chierici di puro ma-


sionario fossero la slessa cosa, men- nuale servizio, i quali alcuna vol-
tre erano due offici distinti, i qua- ta non sono né anche dei grado
li r uno non avea che fare col- chericale, e perciò veri servitori
r altro. Il veslarario avea cura del più infimo ordine. Ma ne' se-
delle vesti, delle suppellettili e del- coli a noi erano un* altra
remoti
le cose più preziose del patriarchio cosa , ed occupavano posto rag-
lateranense , non esclusa ancora guardevolissimo. Nel libro pontifi-
una certa somma di denaro. 11 cale Benedetto U
del 684, dimi-
mansionai'io avea la custodia della sit omni clero, monasleriis, diaco-

chiesa lateranense e delle contigue niis seu diaconiacy et mansionarii


abitazioni, la incom-
cui principal auri libras XXX { il Nardi dice
benza era quella d' invigilare che solidós duo millia, cenluni sexa-
fosse tenuta ben nionda, e di som- ginta), ed una consimile disposi-
ministrare gli ornamenti, i vasi e zione si legge presso lo stesso aver
le suppellettili, che di giorno in fatta san Gregorio II. Erano a-
giorno bisognavano , essendovi in dunque certi sacri luoghi, che si

que' tempi tra' vasi maggiori che dicevano mansionarie, ne'quali di-
servivano nelle funzioni piìi solen- moravano soggetti applicati ad uu
ni, anche de' vasi minori per gli qualche servigio della chiesa e dei
usi quotidiani della chiesa. Ripor- poveri, che si denominavano man-
ta buone ragioni per provare que- sionari, come anche quei che ma-
sto punto, e sebbene l'Ordine ro- iiehant presso le principali chiese
mano 111 apertamente affermi in di Roma con uffizio, che deve es-
favore del primo mansionario, ch'era sere stato onorifico e rispettabile, oc-
uno degli uffiziali del patriarchio cupalo anche da persone di abilità
h chiesa lateranense, da cui gli ac- e di destrezza. Quindi rammenta
coliti ricevevano i vasi sacri, crede come s. Paolo T spedì a Pipino per
ch'esso sia stato scritto quando non suoi nunzi Pietro notaio e Giovan-
più esisteva il vestarario, le in- ni mansionario del sepolcro di s.
gerenze del quale forse furono u- Pietro in Vaticano. Da ciò si com-
nite alla carica del primo mansio- prende che il mansionarato era
nario, almeno nella parte della cu- una dignità, quale si sa essere slata
VOL. lUl. 10
1-4^ MAN MA N
pure in Francw nel palarzo reale^ rio figliuolo di Francone mansio-
rome attesta Incmaro, De ord. et nario intervenne nel io3o in un
cOtc. palata j e come si conosce dal altro contratto Farfense, siccome
diploma con cui Lodovico I impe- nello stesso anno Ermengarda e
ratore neir8i7 confermò le regalie Bonizza badesse di s. Ciriaco con-
di s. Pietro, ove si era sottoscritto cessero a livello a Benone e Gio-
pure un mansionario. Anche in Ste- vanni, ambedue fratelli e mansiona*
fano V detto VI deir885, il libro ri della basilica di s. Pietro, un
pontificale fa menzione de* man^^io- prato posto fuori il ponte Mam-
nari, dicendo, che il santo Padre molo, nel luogo detto Pratolon-
nel vedere le campagne devastate go . Dflla basilica Costantiniana
da un concorso grande di locuste, (sarà la Lateranense) evvi un man-
ricorse all'orazione, e benedetta una sionario per nome Benedetto del-
quantità d'acqua, ordinò ai mansio- l'anno 978, il quale ricevette da Be-
nari suddetti, che la distribuissero ai nedetto abbate di Subiaco e di 9.
possessori delle medesime, acciocché Erasmo nel Monte Celio, una vi-
sparsa nel nome del Signore pe'cam- gna posta in Roma nella regione
pi rimanessero estinte, come imman II presso s, Erasmo. Dalle testimo-
Unente prodigiosamente avvenne. nianze del Galletti sempre più di-
Anche fuori di Roma e nel XII mostrasi, che quelli ì .quali custo-
spcolo il mansionaratico era uffi- divano ed assistevano alla confessio-
cio decoroso, poiché Falcone nel- ne o sepolcro di s. Pietro, forma-
la cronaca beneventana dice sul fi- vano un collegio, un corpo, che
ne dell'anno 1127, che essendo è quello che volea dire scuola nei
morto Giovanni abbate di s. Sofia bassi tempi.
agli 8 novembre, gli fu eletto in Il dotto d. Luigi Marlorelli, pri-
successore Francone , che allora ma beneficiato poi canonico della
era mansionario. Fa quindi men- basilica vaticana, nel 1792 e ristam-
zione de'mansionari di s. Pietro, non pata colle Opere nel 1827, come
tutti addetti alla confessione o Z/mzz- dicemmo altrove, ci diede la Storia
na Apostolorum ( Vedi)^ dicendo del clero valicano, dedicata a Pio
che Stefania diaconessa vendette nel VI, trattando nel capit. V de'man-
f)79 a Pasquale mansionario delia sionari vaticani. Riporteremo quel-
basilica di s. Pietro della scuola di le erudizioni non prodotte di sopra
s. Maria detta Mejana^ un. terre- o in altri luoghi relativi. Lo spe-
no posto in Roma; dubita però che ciale officio dei mansionari era quel-
fosse anche mansionario di detta lo di tener monde le chiese, di chiu-
Siìuola quel Teofilatto accolito e prio- derne e custodirne le Porle (Fedi),
re della scuola della confessione di custodirne le lampade, e di far
di s. Pietro^ la cui figliuola Rosa tutte le altre cose necessarie all'or-
moglie di Sergio vendette nel g53 namento e alla decenza delle me-
a Leone abbate Subiaco un filo
di desime. Costanzo mansionaiio (che
di salina poslo in Bordonario in il Nardi chiama santo) della chiesa
Capo di bove. Guerro mansionario di s. Stefano d'Ancona ne custodi-
della scuola della confessione si sot- va i Lumi ( Fedi), per testimonian-
toscrisse in una carta del io?.2 spet- za di s. Gregorio 1. Era simihnen-
tante al monastero di Farfa. Cesa- te officio de'mansiuuari il custodi-
MAN MAN ^iJ
re i sacri arredi, come era stato vaticani erano persone ecclesiaslicht*,
ordinato dal concilio Toletano, lib. talora vi s'introdussero de'laici, co-

1, epìst. decret. sum. Ponlif. tit. me a tempo di s. Gregorio VII


2, de qffic. custt. e. 2. Un mansio- del 1073. [n falti narra il cardi-
nario della basilica vaticana nella nal Rosselli presso il Muratori, Rer.
notte della terza domenica dell'av- italicar. t. HI, par. I, p. 3 1 3, che
vento preparava al vescovo il tu- quel Papa col suo gran zelo liberò
ribolo. Nel citato monumento del la s. Pietro da una illeci-
chiesa di
i35o sono indicati gli uffizi par- ta occupazione di sessanta mansio-
ticolari delle due classi de'mansio- nari, quali diversi oratorii ossia mi-
i

nari ch'erano nella basilica di s. nisteri della stessa chiesa, oltre l'al-
Pietro, e i loro stipendi. Nella do- tare maggiore, ritenevano, e con vio-
menica delle palme aveano man- i lenza appropriavano ai loro usi tutte

de canonici
.«rionali due soldi pro- le oblazioni de'fedeli. Erano cittadini
venienti dai rami d'olivo, e prepa- romani ammogliati, colla barba rasa
rando sull'altare di s. Pietro quel- ( come gli ecclesiastici ) e mitrati
li che portavano gli accoliti del ( forse berrette o altre coperture del
Papa, ne ricevevano rami. I mede- i capo). Davano ad intendere alla
simi mansionari per T Assunzione rozza moltitudine, massime ai lom-
di Maria ricevevano due soldi, ed bardi , essere preti cardinali , e
una libbra d'incenso per la proces- ricevendone le offerte, con impu -

sione delle immagini. In quei gior- denza e temerità, davano loro le


ni di quaresima che andavano col- indulgenze per la remissione dei
la croce
alle sta^iolli, mansionari i peccati. Se per avventura di notte
aveano due soldi; quatlro quando si alzavano per custodire la chiesa,

recavansi ad Palliai chia^ ed uno in commeUevano ne'suoi dintorni im-


ogni sabhato pel carbone del turibo- punemente ornicidii, rapine, latroci-
lo de oblatìonibus Crucifixi. Nel- ni ed anco stupri. Ma s. Gregorio
l'esposizione del ss. Sudario o P^ol- VII li allontanò e scacciò dalla
Ife to santOy dalle oblazioni aveano tre basilica, non senza molta difficoltà,
^ soldi per aver preparato il turibo- e ne affidò la custodia ad onesti
lo, i ed i piviali, I man-
candelieri sacerdoti. DiGregorio VI del io44
sionari poi detti de oleo riceveva- racconta Guglielmo di Malmesbury,
no tre soldi per preparare la sca- De geslis anglor. lib. 2, e. i3: Pr/-
la e in altro luogo si legge: Ca-
; mum basilicani b. Pelri praeoccu'
nonici instiluuntj docent, et corrigunt pans raptores oblationuni vel cjf-
mansionario s^ qui dicuntur de oleo, linxit, vel fugavil.
qualifer ecclesiae servire debeant, Nel 1825 in Pesaro fu stampata
et eos furare facilini reliquarunt, la Lellera sopra lo specchio e pel»
aliarimi rerum cuslodiam, el a- tini degli antichi cristiani, e sopra
m ninni quae ad ecclesiam spedare i mansionari, dei dotto canonico
i'identur. Nel XV secolo i canoni- Luigi Nardi di Rimino, dalla qua-
ci furono chiamati ad assistere ad le trarremmo quelle erudizioni qui
un contratto di vendita per Petruni non riportate. Loro uffizio era il
Anlonii Mai lini de Tibure clericwa custodire la chiesa, e preparare le
diclae basilicue^ el niansionariitm. cose occorrenti a\ culto di Dio, in-
Sebbene aplicameute i mansionari clusive alle ampolle degli olii da
i4B MAN MAN
cunsacrai'si il giovedì santo, come s. Maria Maggiore; di altra dello
\edesi in due pontificali, uno di stesso secolo in cui si parla de'maii-
Ileims, l'altro di vSens. Confuta chi sìonari di Civita Castellana ; un'al-
credette che gli antichi mansionari tra della medesima epoca, che no-
fossero gli odierni canonici, citando mina i preti e mansionari della
Maiio Lupi, De parochiis ante an- diaconia cardinalizia di s. INicula
num Christi niilU'sinmm; ed il Cec- in Carcere, che il Muratori credet-
coperìo o Scarfantonio che scrisse : te del VI o VII secolo; altre due,
Alansionarii sunt servilores capiuili. nellaprima delle quali si mentova
Sembra che ogni chiesa abbia avuto un mansionario della basilica O-
il mansionario, questo per lo ma stiense di s. Paolo, e nella seconda
più solo, quindi non formante cor- un mansionario do' ss. Giovanni e
po, come apparisce nel VII concilio Paolo al Monte Celio; ed altra che
generale, Niceno II del 787; e nel- si vuole del IV secolo. Quanto ai
la vita di s. Trudone del VI se- mansionari delle cattedrali nel si- ,

colo, ma scritta nel IX , si dice : nodo provinciale di Reggio in Lom-


Persona offlcinlis ,
qiicm mansìo- bardia del ii4i i^uno nomuiati i
narìuni appelldnly ecclesiae conti- mansionari di quella cattedrale, i

guani hahens habitationeni. In una quali pare non potessero fare con-
lettera di Pasquale II alfarcivesco- tralto dei beni della . loro massa
"vo Vienna nel Delfinato scrit-
di , comune, come facevano i canonici.
ta circa il iii5, vi si nomina il In molte città e collegiate i man-
\ino e la prebenda mansionari ec- sionari sono ora ecclesiastici ad-
clesiae f^esontionentiuni. In un di- detti al coro nel secondo online
ploma del IDI 6 vi sono sottoscrit- (ciò che il Nardi ben dichiara nel-
ti l'arcidiacono, l'arciprete, Joannes la nota IX), cioè sotto i canonici
presbyler, et sacrista ^ et niansiona- (ove sono i mansionari, se le pro-
ìiusy poi gli altri preti e diaconi ,
posizioni concistoriali e le storie li

o sieuo canonici della cattedrale di nominano, non manchiamo mento-


Fermo ; ma come avvertì il Fu- varli ), tra'quali mausionari molti
magalli, Istitut. diploniat. t. I, l'or- hanno fiorito nella pietà e nelle
dine delle sottoscrizioni non fa sem- scienze. Rimino può vantare lo scrit-
pre regola di maggioranza , essen- tore Silvio Grandi; Bologna Gia-
do spesso anticamente fatte dagli como di Castello detto Zaccheo, as-

assenti, a mano a mano che veni- sai celebre nel secolo XI II per la
vano loro presentate le carte per- profonda scienza nelle leggi, e ca-
gamene da firmare. Dei mansionari rissimo a Bonifacio Vili. Couchiu-
luteranensi si parla nell'antico mur- de con citare gli scrittori e monu- i

ino, forse del secolo XI, posto die- menti che ne fanno menzione, ed
tro al battisterio di quella basilica; osservare che i mansionari aveva-
così nell'Ordine romano scritto alla no cura di tutte le cose della chie-
fine del secolo Vili, si trova scrit- sa, lumi, campane, reliquie, chia-
to deinceps ma nsionarii junior es, ec. vi, mentre la salmodia e sacre fan*

11 Marini, nella notaio al Papiro zioni erano riservate ai maestri del


XCl, fa meniiione d'una lapide del presbiterio; cioè «gli spiega 1' adu-

secolo IX, in cui si parla de'man- nanza de* preti e diaconi cattedrali,
siouari della basilica Liberiana di capo de* preti era l'arcipiclu, capo
MAN MAN 149
de' diaconi l'arcidiacono, il primi- l'ostensione delle medesime, accom-
cerio o primi clerio, primo del cle- pagnar con torcia i canonici, ai quali
ro, era capo de'suddiaconi e chie-
il soli è pern:>esso ascendere alla log-
rici inferiori. Nel Bull. Rom. contìn. gia; è pure loro incarico la cu-
l. XI, p. 33?,, vi è il breve di stodia di tutti i parati che servo-
Pio VII, Quantum, de* 4 omaggio no per apparare la basilica, e de-
1802, col quale ai quattro man- vono presiedere a tulle le appa-
_ sionari delia cattedrale di Macera- ralure della medesima, massime di
B ta, inluogo dell'almuzia, concesse quelle per le beatificazioni e ca-

P la cappa, e nel t. XII, pag. 54, nonizzazioni , nelle seconde delle


» il breve Exponi^ con cui lo stesso quali con ordine del prelato depu-
K Papa abilitò i canonici e mansio- tato presidente alla funzione della
P nari della cattedrale di Wicotera. canonizzazione, si portano in tulle
a recilare in coro una parte del- le chiese di Roma a prender la
I ofliìzio del di seguente, ec. consegna de' loro parati, ed in si-
In Roma vi sono tuttora i man- mile circostanza, come per la festa
sionari, come nelle patriarcali ba- di s. Pietro, ne vestono la statua
siliche di s. (Giovanni in Laterano, in abiti pontificali, e restano alla
di s. Pietro
Vaticano e di s.
in custodia durante la funzione. I man-
Maria Maggiore o Liberiana ve- : sionari assistono a tulli i funerali,
stono quelli della prima di sotta- e accendono le torcie intorno al
na nera e cotta , quelli della se- tumulo in tutte r esequie che si
conda di sottana di saia o scotto celebrano nella basilica, e partico-
paonazzo, con mostre di seta, cioè larmente pei funerali novendiali del
paonazza i vaticani, rossa i liberia- Papa, ne' quali assistono all'uffizia-
ni, e Ja colla. I mansionari vati- tura e custodia nelle due notti che
cani sono due, ed hanno più in- il parroco e vice-parroco di s. Pie-
combenze degli altri mansionari ro- tro, col cappellano della cappella
mani, a cagione delle prerogative del ss. Sagiamento, fanno guardia al
della loro basilica. Essi adunque pontificio cadavere, il quale si trova
assistono il capitolojpjielle ulllziatu- esposto sopra un letto nella detta
re alle chiese filiali SSn che in tulle cappella, guardato da due guardie
le processioni. Il primo poi deidue nobili e da due svizzeri. Nel terzo
mansionari ha il titolo di campa- giorno delle roga/ioni mansionari i

naro pontificio^ con assegno mensi- chiamano tulli capitoli e parro-


i

le dal palazzo apostolico ,


per cui chi di Roma, a seconda della nota
pilivolle ne facemmo menzione a consegnata loro dalla segreteria del
Famiglia pontificia, ne'ruolii il se- cardinal vicario, per la elezione del
condo è deputato ad assistere come camerlengo del clero. Incombe ai
cerenioniere il capitolo, allorché per mansionari preparare la cappella
nielà si reca ad ufficiare nelle det- dei canonici in lutti i possessi dei
te chiese. E particolarissimo uffizio nuovi capitolari, consegnando la ta-
dei mansionari di ascendere alla bella del giuramento al ceremonie-
loggia ove si custodiscono le reli- re nell'atto che si presta, partico-
quie maggiori del Follo santo, del- larmente poi assistono al possesso
la ss. Croce, e della sacra Lancia, del cardinal arciprete. I mansiona-
preparare la medesima loggia per ri quando il Papa abita nel palaz-
,

i5o MAN MAN


zo vaticano e che vuute assistere Costante Costantino il Gran-
figlio di
a qualche funziune della basilica de, quale faceva sua residenza a
il

si recano in anùoameru segreta per Treveri, e proteggeva singolarmen-


avverlire nionsignur maestro di ca- te i missionari che predicavano il
mera che principia la fun-
dell'ora vangelo in questa parte dell'impe-
zione, quindi passano a prevenire ro. Leggesi nel breviaiio di Toul
il capitolo pel ricevimento del Pa- eh' egli era scozzese di nascita. Il

pa, avviso clie lo danno anco nei suo corpo fu riposto in un'antica
giorni de' pontificali ; come ancora abbazia di benedettini che prese il
avvertono i quattro più anziani suo nome, e lo diede pure al sob-
canonici per incontrare il cardinal borgo nel (juale era situata. La sua
penitenziere maggiore nella setti- festa è segnata il giorno 3 di set-
jucitia santa e nel giorno del suo tembre : è menzionato nel marti-
possesso; pralicandosi ancora la me- rologio romano e in quello di A-
desima cerimonia la mattina delia doiie.
festa de' ss. Pietro e Paolo, quan- MaNSUR (Castello di). Sede ve-
do il senato romano recasi a far scovile giacobita nella diocesi d'An*
l'oblazione del calice e torcie, men- tiochia, situatavicino a Samosala,
tre uno de* canonici sagrestani mag- al mezzodì dell'Eufrate. Ne furono
giori per riceverla trovasi in piviale vescovi Stefano del 1208; Grego-
rosso allo sportello della concessio- rio del 1253 che assistette all'ele-
ne. I mansionari tengono in con- zione del patriarca Dionigi VII, ed
segna le palme che si distribuisco- a quella del patriarca Ignazio 11 (

no al capitolo, eche gli aspeigilli nel 1264, e morì nell'anno seguen-


distribuiscousi dai beneficiati camer- te vescovo di Meiitina o Malatia ;

lenghi al capitolo nella lavanda del- ed Ignazio suo successore, già ve-
l'altare. Tocca ai mansionari inti- scovo di Melitina, che viveva nel
mare le congregazioni mensili che 1274. Oritns christ. t. II, p. i5i2.
si tengono dai canonici camerlen- MANTALAo MONTALA. Luo-
ghi, come nelle straordinarie fun- go della diocesi di Vienna nel Del-
zioni il capitolo, 5 i canonici ne'ca- finato. Ivi si^<Jenne nell' 879 un
pitoli straordinari. In abito talare concilio, Coliélif. Moiitalensc , nel
i mansionari accompagnano i due quale fu dato a Rosone duca di
canonici camerlenghi alla presen- Provenza il titolo di re d' Aries
tazione del cereo benedetto al Pa- e di Provenza, come dicemmo al-

pa ed ai cardinali segretario di sta- l'articolo Francia (f edi). Regia


to ed arciprete. Finalmente è in- t. XXIV; Labbé t. IX; Arduino
combenza de' mansionari di accom- t. Vili.
pagnare il ceremoniere allorché si MARTELLATE, monache. F,
porta negli anni santi, giubilei ed Servite.
altre processioni, ad avvisare i ca- MANTELLETTA, Mantellettae.
nonici delle basiliche patriarcali e Antichissima veste ecclesiastica, che
minori di Roma, che il capitolo usano i cardinali, i vescovi, i pre-
"valicano si recherà a visitarle. lati, gli abbati regolari, e quelli
MAÌNSUETO (s.), primo vescovo che la godono per pontificia con-
di Toui in Lorena. Fioriva, per cessione. Il Dizionario della lingua
^UciUlu sembra, sullo il regno di iluhaua definisce la mautelleita, c/a-
,

MAN MAN i5i


mySf sorta d'insegna o ornamento soggiunge, ecco l'abilo prelatizio
reale, o di prelati ecclesiastici, o di cioè il mantelletto all'uso de' ve-
altra dignità, che cuopre le spalle scovi,che ancora usano Prelati i

ed il petto :ma come vedremo è che non sono vescovi. Parlando il


inesatta. Aggiunge che mantelletto Ijernini, Del tribunale della rota^
è diminutivo di Mantello (^Fedi), p. 25, dell'origine della manlellet-
pallìolumj cosi mantellina o man- ta, dice che l'antico colobio è la

tellino. La manlelletta è una ve- niantelletta, riservala poi al solo


sta interamente aperta nella parte decoro degli ecclesiastici maggiori,
anteriore, e si fa di seta, di pan- anche col titolo di Pallìoluniy o
no o o altro simile drap-
di saia, vogliam dire corto e piccolo fer-
pò, del colore proprio di chi la raiolo. Nariu che Venanzio Fortu-
porta, senza maniche, con due lar- nato vescovo di Poitiers del VI se-
glie aperture laterali per introdur- colo, racconta che a suo tempo
vi le braccia, e con colletto basso portandosi s. Germano vescovo di
che cinge il collo, fermandosi ivi Parigi alla visita del re Lotario
con aucinello. Quanto alla forma (deve dire Clotario l), questi usci
è piuttosto ampia, ed in lunghezza ad- incontrarlo, ed avvicinandosi a
arriva alle ginocchia. I cardinali lui , saiicti viri allanibit palliolum.
l'usano di tre colori , rossa ,
pao- Dipoi i chierici non solo accor-
nazza e rosacea, ed a' loro luoghi ciarono il pallioluniy ma lo varia-
dicesi quando variano tali colori. rono nel colore, e da bianco che
Quella de' prelati è foderala di era in paonazzo, colore già usato
mostre di seta di colore cremisi , dai sacerdoti ebrei nelle vesti, e tal-
e le due aperture laterali sono volta anche vestito dagli apostoli, e
guarnite di trina stretta di seta del più modesto. JVonnio, sopra il te-
iitedesimo colore cremisi , essendo sto di s. Giovanni cap. 1 9 , dice
cucita e punteggiata con seta si- che la veste di Cristo fu di colore
mile. Jl p. boi tanni nella Gerar- del vino, cioè rosso scuro che par-
chia tccl. nel capo XLI parla del- tecipa del violaceo.
la manlelletta de' vescovi, e dice Molte notizie che riguardano la

esseie l'anlico Colobio [f^tdi)^ seb- mantelletta, si riportano agli articoli


bene più corto. Il Sarnelli, nel t. Manteli.one, Mozzetta, Rocchetto
Jl delle Leu. tccl, lett. XXVII e Sottana, perchè l'abito di man-
della MozztLla [Fedi), osserva che lelletta dicesi volgarmente il prela-
la niautelletta fu propria de' vesco- tizio della romana prelatura, per cui
vi latini ed orientali ed usavasi
, 5»uol dirsi: ha avuto la niantel'
Tizio
già ai tempi di s. Cipriano del 261 ; letta, nell'esservi anntfverato; Ca-
ancora esso allérma che il colobio jo ha rinunziato la mantelletta,
era l'antica veste de' vescovi^ della ueir aver dimesso la prelatura ;

quale s. Pio 1 eletto nel i58, nel- componendosi tale abito di sotta-
Ve/jisi. 3 ad Juslutn, così scrisse : na con coda, fascia, rocchetto e
Tu vero apud stnaloriani uritni mantijjletla , il quale rocchetto
Fieuttensern, ejus loco a fratribiis però usano subito (juelli che so-
conslituLus^ et colobio episcoponun no addetti ad un collegio prela-
vestilus, vide, ut iniuisteruun , quod tizio, ed agli altri non subito si
accepisU in Domino intpUas, E couiXìdti. 1 cardinali e i patriarchi^
1^2 MAN MAN
sulla tnantelletta prendono In moz- in alfie circostanze, si tiene pro-r
zetla, così i vescovi regolari, quelli posilo ai relativi articoli, come di
cioè che non hanno l'uso del roc- quando s'incede con essa. Il Se-
chetto, in luogo del quale assumo- stini. Del maestro di camera^ cap.

no la moz/elta : tulli i vescovi poi 3o del fare le visite, dice che nel
nelle loro diocesi usano la niozzet- riceverle i cardinali in abito, per
la senza la manlellelta, non in pre- onorare il visitando, ed acciò an-
senza del Papa, perchè allora deb- ch'esso come loro che sono in pro-
bono portare la manlellelta . I pria casa vi entri col rocchetto
vescovi orientali non hanno V uso scoperto, fanno levare dal maestro
di tale forma d'abito, ed i ve- di camera al loro servizio la maa-
scovi francesi non adoperano la telletta del cardinale visitante, dan-
noanlellella, al modo detto al voi. dogli puie in ogni cosa la prece-
XXVI, p. 2 35 del Dizionario^ ed denza; e che nel partire tocca al
in vece usano la mozzella, ma al- maestro di camera del visitante
lorché si portano in Roma, in cu- rimeltergli la mantelletta. Ciò noi
ria romana devono incedere senza dicemmo nel volume IX, pag.
mozzella e colla manlellelta. 1 ve- 179 del Dizionario . I vescovi
scovi di Spagna usano la manlel- regolari , tranne que' regolari che
lelta in un alla mozzella, la quale notammo ai luoghi loro, usano la
mantellelta ha di particolare, che mantelletta di lana, cioè panno o
da un lato vi è una bottoniera con saia del colore dell'abito dell'ordi-
molli bottoni, e dall'altro le asole, ne; e siccome i domenicani, i car-
e ciò in tutta l'apertura della par- melitani ed i cistcrciensi, per non
te anteriore ; però in curia roma- dire di altri, il loro abito si compo-
na anch'essi depongono la mozzet- ne di due colori, e si costuma quan-
to,portando la sola mantelletta co- to segue dai loro vescovi e cardi-
gli altri abiti. 1 vescovi tedeschi e nali. 1 religiosi domenicani e gli
svizzeri, in Germania e nella Sviz- altri vestono al modo detto ai lo-
zera usano la mozzella oltre il roc- ro articoli, l vescovi e i cardinali
chetto ; ma in curia romana an- domenicani veslono di scotto o
ch'essi deposta la mozzetta indos- saia, cioè moietta e mantelletta
sano la mantelletta. Quando però nera, sottana bianca , cappa nera
venne in Roma l'arcivescovo di le cui mostre e pelli però sono
Colonia Clemente Augusto libero bianche, fascia di seta bianca e cal-
barone di Droste, si recò dal Pa- ze bianche. I vescovi e cardinali
pa Gregorio XVI in mozzetta e roc- carmelitani vestono di scotto o saia,
chetto, forse perchè gli elettori ar- cioè mozzetta e mantelletta bianca,
civescovi di Colonia vestivano l'abi- sottana di color tanè, cappa bianr
to cardinalizio rosso. ca, le cui mostre di seta è di co»
La mantelletta depone da chi
si lore violetto oscuro, e le pelli bian-
ne gode l'uso, per assumere la cap- che; la fascia di seta è di violetto
pa ed paramenti
i sacri: i cardi- oscuro. I vescovi e cardinali cistcr-
nali non l'usano ne' luoghi di giu- ciensi vestono di scotto o saia, cioè
risdizione, ne in sede vacante, pro- mozzetta e mantellelta nera, sot-
cedendo col rocchetto scoperto, di tana bianca, cappa bianca, le cui
^he e del deporre la mantelletta mostre gli oUraaioalani le adopq-
-

MAN MAN i53


reno paonazze o rosse, e gì* italia- no la mantelletta e il resto dell'abi-
ni del colore della cappa, la quale to paonazzo. In sede vacante tutti
dall'arcivescovo d' Evora che ulti- i vescovi e tutti i prelati incedono
mamente morì in Roma si usava in mantelletta nera, come è tutto
nera , sebbene dicesse che bianca l'abito e le Calze (Fedi), al quale
dovea essere. La fascia è di seta articolo parlammo de'tempi che i

nera. Gli abbati cisterciensi vesto- vescovi e prelati avrebbero da ve-


no sottana bianca, mozzelta, man- stire di nero. I protonotari sempli-
telletta e fascia nera. I vescovi e ci onore hanno 1' uso della
e di
cardinali regolari sono generalmen- mantelletta ed abito prelatizio ne-
tetenuti ad usare l'abito del drap- ro ; alcune dignità di capitoli, cano-
pò e colore del loro ordine, meno nici, ed altri superiori ecclesiastici,
quelle distinzioni che diciamo ai per concessione della santa Sede
loro articoli , uniformandosi solo hanno il medesimo abito, ed altri
nella forma di quello de' vescovi e di colore paonazzo. Talvolta a
cardinali secolari. 1 canonici rego- quelli che godevano la mozzetla,
lari però fanno uso dell'abito di fu in vece concessa la mantelletta,
color paonazzo, come quello de'sa- come fece Pio VII a' 28 dicenibre
cerdoti secolari, giusta la costituzio- 1801 coU'arciprete della collegiata
ne Duditm, di Leone X, Bull. lìoni. di Otricoli, diocesi di Narni^ che
t. Ili, par. 3, p. 47'- Si vegga an- in luogo della mozzetta, gli accor-
cora il Caerem. episcop. cap. Ili, dò l'uso della mantelletta nera so-
lib. I, n. 4> il quale dopo aver de- pra il rocchetto, mediante il breve
scritto qual debba essere l' abito Ex romani Pontificis, presso il Bull.
de' vescovi regolari, dice così : Ex- Roni. Continuatio 276. t. XI, p.
cipiiuìtur ab hac rigida clerici re- E noto che nelle basiliche e chie-
gulares, et lUi diclum est, cap. I, se di Roma che hanno il vicaiio
lib. 1, canonici regulares, qià roc- prelato, questo interviene in coio
chetto utunlur, et colore violaceo. in mantelletta, e così fanno i ve-
11 commendatore di s. Spirito scovi canonici , ed i vescovi non
riceve dalle mani del Pontefice canonici che vogliono assistere alla
la mantelletta colla croce dell'ordi- divina uflìziatura negli stalli cano-
ne cucita nel sinistro lato. I pre- nicali. I vescovi che usano la man-
lati novelli, fatti -per processo, tin- telletta , su questa portano la ca-
che non abbiano un qualunque tena o collana d'oro, o cordone
siasi offizio, o non ne sieno dispen- di seta da cui pende la croce ve-
sati dal Papa, vestono di mantel- scovile, come dicemmo a Collana
letta di saia nera, come è tutto e Croce pettorale : così il prelato
l'abito; altreltaulodebbono osser- commendatore di s. Spirito, sulla
vare quelli che hanno la pielatu- mantelletta sovrappone ancora il
ra di famiglia, perchè essa non ri- cordone da cui pende la croce d'o-
guarda che le rendite, se pure non ro smaltata. AH' articolo Mantel-
sono ammessi ancora alla prelatura LONE diciamo che nelle cavalcate
di grazia, nel qual caso vestono di l'usava la prelatura, tranne pochi
paonazzo; poiché coloro che sono alla che indossavano la mantelletta, e
prelatura promossi per grazia, appe- quali ; e che ne'viaggi e villeggia-
ua suuu ammessi ia prelatura vesto ture i prelati di uiuuteltetta iudos
i54 MAN MAN
sano un mantellone corto, il qua- gli italiani ciò che i francesi ap-
le abito chiamasi viatorio, oosì i pellarono mantelety cioè
una sorta
cani inali. di ornamento o d' abito che le
MANTELLO o MANTO, Pai- donne portano sulle spalle. Nel
lìurn, Mdiilelliun. Specie di vesti- secolo passato in Francia a det-
mento, per lo piti con bavero, e sen- to antichissimo ornamento fu so-
za iiiaiiiilit', che si porta sopra gli stituito quello consimile di mari'
altri panni. 1 nostri antichi scrit- lille: le donne di condizione cO"
tori parlano dì un mantello che minciarono a portarlo alla mattina,
scendeva per lo più sino al collo del ed allora quella specie di veste era
piede; di un gran mantello in cui senza Cappuccio [Fedi) e divenne
ìnviluppavasi un principe; del vol- comune, il Muratori nelle Dis-
gere un poco indietro il man- sert. sulle atilich. ital.y diss. XXV,
tello ad uso di gueira ; del Man- parlando delle vesti de'secoli rozzi,
to Papale, di manti verdi, cilfslri, disse che nel secolo XI la crosina
persi, e di altri colori. Questo o crosna fu un mantello formato
vestimento risale alla più remola per lo più
pelli e di molta
di
antichità, poiché i figli di Noè ri- costo. Tutte le vesti poi si chia-
cuoprirono ladi lui nudità con marono anticamente raubae e ro-
un mantello. Giuseppe ebreo s'in- bae, tanto in Italia che in Fran-
volò dalla moglie di Putitar la- cia, anzi fu essa voce trasportata a
sciandole il suo mantello ; e Saule tutte le suppellettili, e gli spagnuo-
arrestò Samuele pigliandolo pel li se ne servirono per ogni sorta
mantello, li mantello fu molto u- di vesti. Nel secolo XIII si usava
sato dai greci, ma non
fu comu- la veste balandrana, donde venne
nemente conosciuto romani a- dai il palandrano significante un gab-
vanti gli Antonini. Sebbene il man- banOf cioè il mantello colle mani-
tello divenuto fosse insensibilmente che. Palliuni, dice lo slesso Mura-
presso i greci l' abito de' filosofi, tori chiamato dagli antichi
, era
trovansi tuttavia sui monumenti romani quello ch'era mantello sen-
antichi ed eroi rappre-
vari dei za maniche, e ritiene tuttavia il
sentati col mantello o col manto. nome di mantello e di tabarro.
Gli eruditi non sono d' accordo F. Manto Pontificale.
sull'origine del nome di manto, Il mantello in tutti i tempi
ed alcuni lo fanno derivare dal vo- venne usato io Europa, ed anche
cabolo latino maiiLelluni o niaii- in una parte dell'Asia, fu però più
teluuiy ovvero da niantel, antica comune tra gli spagnuoli e tra i

parola celtica. Gli italiani da manto francesi. Il mantello foderalo di


trassero il vocabolo di MaiUelletla vaio o di altre pelli preziose era
(Fedi)^ o maaielletlo o manlellina, propi io a'personaggi del grado più
parlandosi delle manteUiue lode- elevato : si alfìbbiava sulla spalla
rate di vaio e delle mantelline destra, per cui da quel lato era
alla cavalleresca, vestimenio riser- sempre aperto, e la persona aveva
bato alle pejxone distinte, e conver- interamente libero il braccio destro;
tito in Cappa [Fedi) dai bcuoni. e il manto si rivoltava su la spalla
Mantellone (Fedi) si disseto gran- i sinistra affine di lasciare più libero
di mantelli. Mantiglia chiamarono l'uso delia spada. In Fraacia co-
MAN MAN i55
me altiove il Qianlello avea una vano il più delle volte que' man-
specie di stiascino sul di dietro e telli di un bellissimo scarlatto ver-
cadeva sino a terra, e in Italia si- miglio, colore che maggiormente
no al collo del piede. Si dislingue- si avvicinava a quello dell'abito
vano i diversi ordini o j diveisi rtale. Il Du Gange nel suo Glos-
gradi de' signori o feudatari, pt r sario fa vedere alla parola Man-
J'aiiipiezza dell' orlo o della guer- t'ir/iy che r investitura delle più
nitura, e più ancora per la qua- grandi dignità si faceva colla tra-
lità della pelliccia, d' ordinario di dizione del mantello, e questo sem-
araiellino o di vaio, che serviva bra tempo sostituito al-
essersi col
di (oderà e slendevasi tutto intor- la armi e alla maglia. Si
cotta d'
no al mantello medesimo, per la adoperarono mantelli ampli e ro-
larghezza del collare ripiegato al- tondi, di colore scarlatto, ch'era il

J'inf'uori, e per la lunghezza dello più distinto, di grigio, di azzurro,


strascico o della coda. Si chiamò ornati di ricami, di galloni, di fib-
in Fiancia mantello d' onore, un bie, di strisele di ganzo d' oro o
lungo mantello di scarlatto fode- di seta. Dei mantelli se ne parla
rato di armelliuo, che permesso agli articoli che in diver-
di quelli
era di portare soltanto a'cavalieri, se qualità e forme ne hanno l'uso.
come il più nobile distintivo che Dei manti imperiali, reali, princi-
avere potessero, allorché non erano peschi e cavallereschi, e dei digni-
coperti colle loro armi. Figura di tari, egualmente se ne tratta agli
quell'antico mantello dicesi rappre- articoli relativi , come ImferatorEj
sentare que pezzi di velluto ed al- Coronazione, Re, ordini equestri.
tre stofie che si danno ai magi- Del MandiaSy vestimento de' vesco-
strati o ai dottori delle diverse fa- vi greci ossia mantello antico, vse
,

coltà; come pure l'antico diritto ne parlò nel \ol. XXXI I, p. i4S
ch'essi avevano di portare il man- del Dizionario, ed altrove; cosi
to di armelliuo, viene tuttora figu- dei mantelli degli ecclesiastici ai
rato negli stemmi de'duchi e piiii- loro luoghi. A diversi articoli si

cipi di alto rango ed altre volte


, parla di quegli imperatori, re e
lo era in Francia in quelli de'pri- principi, che col manto e la coro-
mi presidenti, ornati di un berret- na baciarono i piedi al Papa, e
to cilindrico, che perciò dicevansi addestrarono il cavallo da esso ca^
presidenti a morticr. 1 duchi però, valcato, oltre altri omaggi.
i conti, 1 baroni e i cavalieri in- MaNTLLLONE, Magnus mau^
dossavano un mauto di panno scar- tellusy accrescitivo di Mantello (A^e-
latto. 11 manto o il mantello di- di)y mantello grande. Dicesi talvol-
ventò e riguardossi per lungo tem- ta soi)rana, specie di sopravveste
po come il simbolo e distintivo lunga. manleilone è una so-
11

anche i re
della cavalleria, cosicché pravveste talare senza maniche, aper-*
francesi accostumarono a donare
si ta mLerauicnte nella parte ante-
mantelli ai nuovi cavalieri, a quali riore, con due larghe aperture la-
accordarono l' onore dell'abbraccio terali per introdurvi le biaccia,
nelle feste solenni e ne'giorni delle con colletto basso che cinge il col-
corti plenarie. Per . renderli più lo fermandosi ivi nei davanti con
vistosi o più onorevoli, disUibui- anciuciio. B lungo sino ai piedi,
I :;6 MAN MAN
con <Uie altre aperture laterali per ci ed il sotto -chierico della cap-
introdurre le mani nel sott' abito pella pontificia coi loro soprannu-
o sottana : dalle aperture delle meri, e l'udìciale extra onines cu-
braccia pendono in tutta la lunghez- stode del concistoro. Agli articoli
za del mantellone due strette e degl' individui sunnominati, come
finte maniclie senza apertura, e so dicemmo, sono riportatele analoghe
no attaccate alle parti posteriori particolarità, e qualche differenza,
corrispondenti alle spalle. Il man- come per esempio i chierici e sotto-
tellone è di colore paonazzo , di chierici della cappella e loro so-
panno, di seta e di saia, con mo- prannumeri, neirinverno indossano
stre o fodere di seta di egual co- la soltana di saia. Tutti i sudde-
lore, con cuciture e punteggiature scriui, che quasi tutti ne hanno
simili. L'abito di mantellone con- l'uso, neir assumere la cotta o la
siste nel mantellone, fascia^ sotta- soltana o veste rossa con cappa si-
na senza coda con bottoni pao- mile , depongono il mantellone.
nazzi, e collare paonazzo , calze L'abito di mantellone viene usato
nere e scarpe con fìbbie: questo anche dai cappellani del cardinal
abito è proprio dei Cubiculari [Ve^ patriarca di Lisbona. Il mantello-

di) o Famigliari del Papa [Fedi). ne di saia paonazza è egualmente


Quelli che hanno l'uso del man- propizio de' Cursori pontificii ( Fedi)
tellone e sottana di panno nell'in- e con essi incedellero nelle caval-
verno e in gran parte di prima- cate, cuni sopranis violaceis sub
vera, nel restante dell'anno indos- geuu. Il mantellone traime le ,

sano il mantellone e la sottana di finte maniche, è una Mantelletta


seta. Quelli che in tutto l'anno (Fedi) lunga. Il cav. Artaud nella
hanno l'uso della sottana di seta, Storia di Leone XII, rimarca che
portano sempre il mantellone di quando questi era cameriere segre-
saia. A lutti poi è comune la to di Pio VI, distinguendosi coi
fascia di seta paonazza con fiocchi molti spiritosi, mentre un giorno
simili . Le particolarità degli uni indossava il mantellone forse trop-
e degli sono riportale ai lo-
altri po lungo, il Papa gli disse: //
ro articoli: tullavolta qui nomine- vostro mantellone e troppo lungo.
remo le principali. L'abito di man- Rispose il prelato: Oh! poco male^
tellone di panno e di seta l'usa- vostra Santità può raccorciarlo a
uo, oltre i maestri delle cerimonie, nio piacere. Lo storico crede che
ì camerieri segreti partecipanti, quel- il prelato con quelle parole vo-
fi soprannumerari, quelli di
segreti lesse alludere all'abito di mantellet-

onore, e quelli extra urbeni; i ta, ch'ebbe dipoi, Quegl' individui


cappellani segreti, di onore, ed extra che coll'abito di mantellone godo-
urbemj chierici segreti, cappella-
i i no d titolo di Monsignore [Fedi)^
'ni comuni e loro soprannumeri, sono per antonomasia chiamati /?re-
gli aiutanti di camera, il maestro lali di mantellone, o monsignori
di casa de'sacri palazzi apostolici. di mantellone, e nei loro stemmi
L'abito di mantellone di saia con gentilizi sovrappongono il cappello
sottHoa di .seta l'usano i bussolanti, prelatizio con due fiocchi. Sulla
i maestri ostia ri virga rubea , i (òrma del iiianleiioue e sue lunghe
i:hier|ci dei sacro ;Collegio, i chieii-> d fiale maniche pendenti dalie
MAN MAN i5j
spalle, il p. Bonanni nella Gerar- giordomo, il maestro di camera,
chia eccl. p. 474j osserva che vi l'eleuiosiniere o altri prelati di man-
furono aggiunte pei* qualche pru- telletta del seguito j)ontincio, non
dente motivo. Quando ne comin- usano il rocchetto, perchè indossa-
ciasse l'uso l'ignora, ma citando il no l'abito viatorio, cioè la sottana
Bernini, Del tribunale della vola, senza coda ed un maulelloiie con
soggiunge che ne' tempi antichi, finte maniche, ambedue corti un
cioè nei tre primi secoli della poco più dei precedenti il sagrista :

Chiesa, dagli uomini furono usate essendo religioso, veste un ferraio-


\esti talari senza maniche, a dif- Ione nero con sottana simile con
ferenza delle vesti donnesche e , coda, e fascia di seta nera con fioc-
che dette vesti dicevansi pallii, dal- chi. Oltre quanto diremo aH' ar-
le quali pendevano alcune lunghe ticolo iresti cardinalizie (Fedi)^
falde che da amho le spalle giù qui noteremo che 1'
abito viatoi io
scendevano sino ai piedi, in quel- i cardinali solevano usarlo comu-
la guisa appunto che si vedono nemente ne' viaggi e vilieggialure
nei mantelloni usali nella chiesa e per le visite delle chiese fuori
romana. Onorio Augustodunense di Boma; ora da pochissimi si a-

nel lib. I, cap. 282, Geni, anim., dopera, e l'usarono tra gli altri i

riferisce , che hujusmodì veslibiis defunti cardinali Giuseppe Sala e


eliam senatores usi sufit, ex qui- Giorgio Doria ,
questi morto nel
hus in ecclesìasticum usum Iran- 1837, 1839. L'ultimo
l'altro nel
sieruntj e perciò i mantelloni li prelato che io abbia veduto ince-
dice più. antichi delle mantellette, dere coll'abito viatorio fu monsign.
come leggo nel medesimo Bernini. JNicolai uditore generale della ca-
3Vel suo libro inoltre si apprende, mera, morto nel i833_, oltre il
che il pallio era bianco, di lino vivente monsignor De Ligne pre-
e di lana, poi nero, quindi pao- lato domestico e prefètto delle
nazzo, quando il clero e i monaci cerimonie pontifìcie. L'abito viato-
adottarono il nero nelle vesti, e rio de' prelati ha mostre di seta
restando il paonazzo ai primari cremisi, ed è punteggialo di seta
famigliari del Papa. /^. Colori simile , essendo pure di colore
ECCLESIASTICI. cremisi i bottoni. Quanto all'abito
1 cubiculari o intimi famigliari viatorio de' cardinali, ecco quanto
pontifìcii che hanno l' abito di dice il citato p. Bonanni p. 444-
mantellone, seguendo il Papa nei « È questo di lana e ancora di se-
\iaggi e villeggiature , tanto il ta di colore violaceo o rosso, con
mantellone che la sottana devono mantello os>sia tabarro della mede-
essere più corti, ed arrivare a sima lunghezza e colore, e maniche
mezze gambe per maggior como- lunghe pendenti, e mozzelta; le
dità, potendo usare le calze pao- calzette però ed il cappello si por-
nazze quelli che hanno il titolo tano di colore rosso ne in tale ,

di monsignore , che parlammo


di azione opera il caudatario (siccome
all'articolo Camerieri del pArA, e tale abito arriva a mezze gambe
ne indicammo le persone : tale a- e perciò non ha coda o strascico,
bito chiamasi viatorio. jVei mede- la quale suole sostenere il cau»
simi viaggi e vilieggialure il mag- datario)i nel tempo pasquale si
I TB MAN MA N
usa rosso *'.
Egli ne riporta la fi- da come i prelati di mantellettn,
gura. Neil* esequie novendiali del oltre la fascia di seta paonazza con
Papa defunto, gli uditoti di rota fiocchi. L'avvocato de'poveri e l'av-
e gli avvocati concistoriali nelle vocato del fisco, siccome anparten-
cappeile risano un maiitellone con gono al collegio degli avvocati
cappa o cappuccio di saia paonaz- concistoriali, allorché incedono con
za, con sottana di saia nera, ed i esso, non portano il niantellettone,
primi con rocchetto liscio senza ma l'abito loro proprio. Di questi
merletti: siffatto mantellone lo in- quattro prelati di uiantellettone si
dossano nelle circostanze indicate parla ancora agli articoli Com-
iiei voi. Vili, p. 91 , e XVI, p. missario^ Fisco e Poveri. Il man
32 e 35 del Dizionario, ove si telione nero, rosso, paonazzo, tnr-
descrivono meglio. chino, ec. si usa ancora dagli a-
All'articolo Luogotenente [Vedi)^ lunni de'rispettivi Collegi e Stnii-
si è detto che ai luogotenenti to- nari [Fedi) al modo detto ai loro
gali della curia romana, fu cou- articoli, ed è a notarsi, che a tot-
cesso il manlellone nero simile a to il secolo passato gli alunni del
quello che indossavano il fiscale e collegio Nazareno di Roma, nel
l'avvocato de'poveri priuia che fos- mantellone paonazzo avevano nelle
sero decorati del paonazzo, e che parti esteriori del davanti, in tutta
ad esso furono poi aggiunte le lunghezza, mostre di seta rossa, men-
raezze maniche della forma circa tre in tutti gli altri mantelloni le
delle o soprane rosse dei cu-
vesti mostre sono cucite al di dentro,
biculari pontificii I monsignori . Nelle Cavalcate (Fedi), la prela-
avvocato de'poveri, avvocato gene- tura cavalcava con mantelloni o
rale del fisco, procuratore generale mantellette con cappucci, e con
del fisco, e commissario generale cappello pontificale o semipontifi-
della. camera, sono chiamati prela- cale o usuale, secondo le loro pre^
ti di mantellone (i quali possono rogative. Riporteremo alcuni esein-
avere tali offici sebbene abbiano pi estratti dalle relazioni si in ita-
moglie, ma non possono prenderne liano, che in latino, delle caval-
quando già sono in possesso dei cate pei possessi dei Pontefici; ma
medesimi offici) per quel vestiario siccome non sono esatti, meglio è
che descrivemmo parlando di loro vedere gli articoli di ognuno dei
a Camera apostolica, e che usano nominati.
con ampio mautelletloue, magnus I patriarchi, gli arcivescovi ed i

iiianfdloy di panno o di seta pao- vescovi assistenti al soglio pontifi-


nazza secondo i tempi, più gran- cio^ nel possesso di Gregoiio XIV
dioso dei mantellone, e senza ma- del iSgo, cavalcarono in mantel-
niche finte, nel resto eguale, meno Ione e cappelli pontificali, nianteUis
le aperture laterali per le braccia, latis viulaceis, ed i protonotari in
che sono guarnite di trina stretta mantelletla e rocchetto; i ceremo-
di seta cremisi, essendo le mostre, nieri, niantellis vìolaceis. In ({nello
le punteggiature, i bottoni e le di Clemente Vili del 092 gli

mostre della sottana dello stesso uditori di rota in manielloni neri


colore. Assumono questo mautel- e cappelli neri pontificali ; ed in
lettone colla sultana simile eoa co^ quello di Leone XI del i6o5 in
MAN MAN 1D9
manlellelli neri e cappelli neri pontificali, con ornamenti neii alle
pontificali. In quello di Gregoi io mule. Nel possesso di Clemente
XV 1621 i vescovi e proto-
del X del 1670, Succedehant ìsLìs prae-
notari con aianlelloni e cappucci lati coppellae papalis , videlìcet
sulle spalle, con cappelli pontificali, abbreviatores de parco majori^ et
magnìs mantellis et caputiis circa votantes signaturae acolyihi amicti
humerqs; gli abbreviatori, mantel- mantellettis supra roccheltoSy el ca-
lettis et capitliis circa humeros ; puliis supra hunieros inversis ^ et pi-
gli uditori di rota, magnìs man- leis semipontificalibus supra bireta,
tellis nigris; gli altri prelati cum Eorum^ quibus insidebant^ equi or-
rocchettis el mantellettis. Nel posses- nati erant stragulis nigris^ et ha-
so d'Innocenzo X nel 1644} g^* benis, ut dicitur dì mantelletto. Clc'
abbreviatori cum mantellis et ca- rici camerae apostol. et auditores
putiis violaceis inversis j ^\'\ uditori rotae, subdiaconi apostolici induti
di rota mantellis ampliSy et caputiis magnis mantellis, et caputiis^ equi-
inversis nigris ; il governatore cum tantesmulas phaleris, et habenis
rocchetto el mantelletta ; i maestri violaceis pontifica li ter adornatas^ et
di cerimonie, mantello et capulio deferentes in capite galeros pon-
violaceo suddiacono uditore di
\ il tijfìcales supra bireta Accede'
rota colla croce, manlellone viola- bant patriarchae , archiepiscopi et
ceo et caputio inverso j i vescovi episcopi assistentes, ac protonotarii
assistenti^ mantellonibus et caputiis de numero participantìum^ induti
violactij \ vescovi non assistenti, magnis mantellis^ ec caputiis vio^
rocchettis et mantellettis : equitabant laceis, et pileis ponliflcalibus supra
igilur post protonotarios nonnulli bireta in capite^ equitantes mulas
rejerendarii sine rocchettis^ manici- phaleratas stragulis^ et habcnis de
lettis tamen induti ^ et pileis semi- lana violacea , quibus succedebant
pontificalibus. Ed in quello del plures praelati , videlicet archiepi-
1667 di Clemente IX, in mantel- scopi et episcopi non assistentes.
Ioni, rocchetti, cappuccio al collo ac referendarii mantellettis^ et roc-
e cappellone in testa, sopra mule chettis amicti, equitantes cum pha-
con valdrappe pontificali; gli altri leris de panno nigrOy habentes in.

prelati con mantelletti, rocchetti e capite bireta, et pileos semipontifi-


cappelloni, compresi gli uditori di cales. In quello d' Innocenzo XI
rota, che da Alessandro VII ave- del 1676, i vescovi assistenti con
vano ripreso il colore paonazzo nel- mantelloui, rocchetti , e cappucci
le vesti. In altra relazione di Gre- al collo, e cappelli pontificali in
gorio XV, non essendo come av- testa; i prelati referendari con roc-
vertimmo tutte esatte, si dice che chetli, mantellette e cappelloni, su
diversi prelati cavalcarono in roc- mule guarnite con valdrappa alla
Ghetto e mantellella, che i vesco- pontificale.Nel possesso del 1724
vi assistenti incetlerono in mantel- di Benedetto Xlll andarono in
Ioni, rocchetti e cappucci, con mautelione con cappuccio e roc-
cappelli pontificali con valdrap- chetto i chierici
: di camera gli ,

pe paonazze , e gli altri vescovi uditori di rota, i maestri di ceii-


non assistenti al soglio, con roc- n)onie, Tuditoie di rotta colla cro-
chetti, maulelloni, e cappelli semi- ce, i palriaichi, aicivescovi e ve-
i6o MAN MAN
scovi, maggionlomo, prolonotarl. In tellone cavalcò il solo crocifero,
niantoilctta e rocchetlogli abbrevia- procedendo gli altri cubiculari in
toli, i volanti di segnatura, il maestro cappa ; in iuaiitelletla e rocchetto
di camera, i vescovi non assistenti ilgovernatore e il maestro di ca-
ed i referendari. Nel possesso del mera, in cappello usuale; in man-
1 758 di Clemente XIII, i vescovi assi telletta e rocchetto i referendari, il

slenti con gran mantelli, cappucci resto della prelatura in cappa. Nelle
e cappelli pontificali, su mule bar- cavalcate poi per le quattro cappel-
date di color paonazzo, e finimenti le annue, cavalcavano come nei
dorati; i vescovi non assistenti e possessi, gli abbre viatori di parco
i referendari con rocchetto, man- maggiore, in rocchetto, mantelletta
telletta e cappello semipontificale, e cappuccio sopra le spalle, coper-
su mule bardate nere ; il prelato ti di cappello semiponlificale, sopra
maestro di camera con rocchetto mule bardate di color paonazzo;
e mantelletta e cappello usuale, poi i votanti di segnatura, i chie-
e così in quelli di Clemente XiV rici di camera e gli uditori di
e Pio VI. Nel possesso di que- rota in gran mantelli e cappucci,
st'ultimo nel 1773, gli uditori di con cappelli pontificali e mule
rota cavalcarono con ampli man- bardate di paonazzo ; i maestri di
leili, cappuccio e cappelli pontifica- cerimonie con mantelloni, cappucci
li, su mule bardate di paonazzo, e e cappelli semipontificali ; il mae-
quello portante la croce con roc- stro di camera in rocchetto, man-
chetto; gli altri prelati, come in telletta e cappello in testa, sopra
quello di Clecnente XIV, con cap- mula bardata di paonazzo ; i pa-
pucci e cappelli semipontificali ,
triarchi , arcivescovi e vescovi assi-
su mule bardate di nero; gli arci- stenti coi prelati di fiocchetti e
vescovi e prelati di fiocchetti, in protono tari con gran mantelli, cap-
raantelli, cappucci pon- e cappelli pucci e cappelli pontificali, sopra
tificali , gualdrappe
su mule con mule bardate di paonazzo con fi-
paonazze e guarnizioni dorate; i nimenti dorati ; e gli arcivescovi
vescovi non assistenti ed referen- i e vescovi non assistenti, i referen-
dari di segnatura, con rocchetto, dari di segnatura , vestiti di roc-
mantelletta e cappelli semipontifica- chetto, mantelletta e cappello se-
li, su mule bardate di nero; i mae- miponlificale, su mule bardate di
stri delle cerimonie in mautelloni e paonazzo.
cappelli semipontificali, su cavalli M
ANTICA Francesco, Cardinale,
con finimenti paonazzi. Nel i8or Francesco Mantica, nato onorevol-
pel possesso di Pio VII, cavalca- mente in Pordenone nel Friuli,
rono in mantello ne i camerieri di ma oriondo di Udine, dopo essersi
onore, segreti e partecipanti, ma profondato nello studio del diritto
la relazione non dice come gli al- civile nelle università di Padova e
tri prelati. Ne' possessi di Leone di Bologna, ottenuta nella prima
XII e Pio Vili in mantellone ca- la laurea in entrambe le leggi nel
valcarono i camerieri segreti di 1 558, divenne in essa pubblico
onorie, non che il crocifero, in man- professore , e vi cominciò a legge-
telletta il governatore. Nel posses- re nel 1 56o : tra gli altri ebbe a

so del regnante Pio IX in man- suoi discepoli i nipoti di Clemente


MAN MAN i6t
Vili, ed insegnò per lo spaiio di la sua diaconia, ollentìe per tito-
ventisei anni, con indefessa cura lo la chiesa di s. Maria del Popo-
ed attenzione. In questo lerapo si lo. Intervenne alle elezioni di Leo-
diede a comporre un'opera insigne ne XI e Paolo Vj e morì in Ro-
assai riputata, intitolata De con- ina nel principio del i6r4j in età
jecturisultìmarum voluntalum, di- d'anni ottanta non compiti, e rima-
stinta XII libri, che per la pri-
in se sepolto in detta chiesa, dove alle

cna volta fu stampata in Venezia sue ceneri fu eretto un assai ele-


nel 1579. Avendo poscia il senato gante e nitido avello, posto nel
veneto proposto a Sisto V alcuni lato interiore del pilastro esistente
soggetti per 1' uditorato di rota avanti la sontuosa cappella Chi-
veneziano, e tra essi Francesco, che gi , dove si vede il busto del car-
nulla di ciò seppe, il Papa facol- di naiescolpito al vivo in fino mar-
tizzò il tribunale della rota a sce- mo, e fregiato d'illustre elogio. Ger-
gliere chi più gli piacesse, laonde manico suo nipote arcivescovo di
a pieni voti egli restò eletto, per Famagosta nel 161 8 diede in lu-
la fama ch'erasi procacciata di sua ce a Pxoma le sue Decisiones ro-
scienza legale, e per l'integrità e tae romanae. Questo porporato eb-
modestia de'suoì costumi. Dopo ave- be dagli storici molte lodi e fu ,

re per dieci anni esercitato tale uffizio detto principe de'giureconsulti.


con somma rettitudine, riputazione e MANTICA Francesco, Cardina-
decoro d'illibato tenore di vita, Cle- le. Francesco Mantica nacque in
menteVIII a'5 giugno iSgG lo creò Roma da nobile famiglia romana
cardinale dell' ordine de' diaconi, a'i4 settembre 1727; fatti i suoi
conferendogli per diaconia la chic- studi volle dedicarsi allo stato ce-
sa di s. Adriano. Come però era clesiastico e porsi al servigio della
assai scarso di rendite, gli fu asse- santa Sede, quindi per le sue bel-
gnata l'abitazione nel palazzo vati- le doti fu ammesso tra i camerieri
cano, dove menò una vita frugale, d'onore da Clemente XIII, che nel
casta, sobria ed applicata indefessa- 1766 lo fece uditore civile del
mente allo studio, che gli diede a- camerlengato, e divenne canonico
gio di pubblicare in Roma nel della s. Maria Maggio-
basilica di
16 IO due altri volumi di materie re. Nel Clemente XIV lo
1769
legali, divise in ventisette libri, e fece prelato domestico, poscia Pio
con questo titolo: Vaticanae lu' VI nel 1776 lo promosse a chie-
cubrationes de tacitis et amhiguis rico di camera con la presidenza
conventionibus ', opera che quan- delle acquee ripe, poscia nel 1785
tunque non manchi di merito, è gli conferì la presidenza delle stra-
ininore di quello della sullodata. de. Divenuto decano de'chierici di
Nei dieciotto anni del suo cardi- camera, Pio VII nel concistoro dei
nalato potè adunare considerabile 23 febbraio 1801 lo creò cardi-
somma di denaro, che in morte naie dell'ordine de' preti, e poi nel
divise generosamente tra i suoi fa- concistoro de' io luglio gli conferì
migliari ed i poveri. Essendosi ini- per titolo la chiesa di s. Prisca
ziato al sacerdozio, ne fu ordinato sul Monte Aventino, annoverando-
dal cardinal Valerio. Allora passa- lo alle congregazioni del concilio,
to all'ordine presbiterale e dimessa delle indulgenze e sagre reliquie,
VOL. XLII. II
,

iG2 MAN MAN


della fabbrica di s. Pietro, e della tranne ornamenti e
gli la grandez-
Inuretana. Dopo unn breve malat- za, è simile. Dal collo si distende
tia di febbre perniciosa con male oltre i piedi, senza maniche, aper-
interno, morì in Roma a*i3 aprile to interamente nella parte anterio-
1802, in età di circa settantasei anni, re. Sul petto vengono fermate le
dopo quasi quattordici mesi di car- due parti da due ancinelli di ar-
dinalato. Essendo morto nel mar4edì gento dorato, ,i quali vengono co-
santo, restò in casa sino alia sera perti dal Formale (Fedi). Alcuni
del martedì seconda Pa- festa di liturgici dicono che
cappa o pi- la
squa il cadavere, il quale però viale significa 1* eminente dignità
venne incassato nel giorno di Pa- del sacerdozio; e la coda o stra-
squa. Accompagnato dal parroco scico vogliono che dimostri, che la
di s. Lorenzo in Lucina, fu tras- dignità sacerdotale durerà sino al
portato nella chiesa di s. Maria giorno del giudizio. Al medesimo
d'Araceli, per cui v'intervenne un era aggiunto anticamente dietro le
religioso minore osservante. Ivi si spalle il cappuccio, ed in suo luo-
celebrarono i funerali con l'inter- go pende dietro le spalle un indi-
vento di Pio VII e del sacro col- zio di esso, mediante un pezzo del
legio, pontificando la messa il car- medesimo drappo di forma semi-
dinale Firrao. Terminati i quali circolare, e cucito nella sola parte
il corpo fu sepolto nella cappella superiore. Il manto pontificio è di

gentilizia di sua famiglia, dedicata colore bianco, rosaceo, rosso e ver-


alla Madonna di Loreto. Di que- de, secondo i tempi, il cui fondo
sta parla il p. Casimiro da Roma è sempre di drappo di seta, con
a p. 182 delle Memorie istoriche magnifici ricami d* oro nei lembi
di detta chiesa, dicendo che nel estremi detti la pedana, di fiori
1598 Carlo Manlìca con testamen- sparsi per tutto il fondo, e di al-
to ordinò l'erezione di una cap- tri ricami, massime nelle larghe
pella nella medesima, in onore di mostre anteriori , che circondano
s. Maria di Loreto. In vece Muzio pure il collo, e nell'indizio dell'an-
suo figlio nel 1620 acquistò da tico cappuccio, il quale inoltre è
Mario Piccolomini la cappella di decorato di frangio a granoni d'o-
s. Sebastiano, e dopo averla orna- ro. Talvolta le dette mostre furo-
ta con quadro della Madonna di no fregiate colle immagini de'santi,
Loreto, pitture, dorature e colonne, ed altrettanto si praticò nel men-
ad essa la dedicò, per cui divenne tovato pezzo di drappo attaccato
la cappella gentilizia con sepolcro alle spalle . Alcuni degli odierni
della famiglia Mantica. Al cardi- manti pontificali, nell'estremità del-
nale fu posta nel suo sepolcro le mostre si vedono decorati degli

una marmorea iscrizione sepolcra- stemmi pontificii dei Papi che li


le che loda gli uffìzi da lui e- fecero. Oltreil manto pontificale,
sercitati. il^Papa adopera ancora il piviale
MANTO Pontificale o Papale. della forma di quelli comuni , se
Mantum swe Pluviale^ Cappa poti' recasi a dare la benedizione col ss.

ùficalìs. Veste sacra ed amplissima Sagramento in qualche chiesa, ed


con strascico, il quale non ha il in qualche altra funzione. II pi-
Piviale (Fedi), che nella forma, viale pontificio, tranne la minore
MAN MAN i63
ampiézza e lunghezza del manto, e in celebrare la solenne messa dei
nel resto è simile a questo, essen- morti; e nel cap. XVI, dell'anni-
do ordinariamente il suo fondo di versario de' Pontefici e de' cardi-
seta, con nobilissimi ricami d'oro. nali , celebrato dal Papa co* para-
Dicemmo altrove quanto riguarda menti neri, e data l'assoluzione do-
i colori ecclesiastici degli abiti sa- po la messa col piviale nero. Di
cri del Pontefice, il quale ora non tutto andiamo a darne un breve
usa mai né il paonazzo, tranne la cenno.
stola, ne il nero, ed in suo luogo Il Giorgi chiama moderno costu-
il colore rosso. Che prima
Papi i me che ne' divini uffizi e sacri mi-
adoperavano il colore nero lo ab- steri, quando la Chiesa romana usa

biamo dal Rituale del cardinal Gae- il piviale paonazzo, il Papa ado-
tani cap. 82: Notandum ejfuod tempo- peri quello di colore rosso, ad imi-
rihus romanoriim Pontiflcum Joan- tazione della greca che lo usa in
nis XXII, Benedicti XIl^ Clemen- segno di mestizia, non avendo mai
tìs FI, Innocenlii VI, Urbani V^ la romana Chiesa imitato la greca
Gregorii XI, et Urbani VI fiat negli abiti sacri. Innocenzo III nar-
observatum qiiod Papa reversus ad ra che fu questione se nella festa
cathedram, in ea stando resunipsit de' ss. Innocenti si debba usare il

planetam nigrani. Cosi anche si di- colore rosso o nero, mentre la Chie-
ce nel Ceremoniale di Gregorio X, sa romana usava il paonazzo , per
num, 19, a septuagesima vero, denotare l'afflizione che provossi in
usque ad prìmam dìem quadrage- tal giorno. Nella domenica Laeta-
sitnae Papa utitur colore nigro, et re, e nella domenica Gaudete il
facit processìonern de s. Anastasia Papa usava gl'indumenti paonazzi,
usque ad s. Sabinam, etvadit Pa- al dire d'Innocenzo III e del Cere-
pa, et aia discalceati. Domenico moniale di Gregorio X. Il Pontifi-
Giorgi, Gli abiti del sommo Pon- cale romano dice che il Papa ve-
teficepaonazzi e neri, opera stam- stiva paramenti e piviale paonazzo
pata in Pioma nel 1734 ^ dedica- nel riconciliare penitenti, quando gli
ta a Benedetto XIII, che gli avea ammetteva alla partecipazione dei
ordinato investigare il colore dei sacramenti dopo compita la peni-
paramenti che la Chie-
sacri, dice tenza ; e nel pi imo giorno di qua-
sa romana sempre li usò , e Io resima quando scacciava dalla chie-
prova con testimonianze. Nel cap. sa i condannati alla penitenza pub-
IV tratta del manto o piviale pao- blica: facendo osservare il Giorgi
nazzo e nero usato dai Papi; nel che il Pontificale romano princi-
cap. XI, del pontificale romano os- palmente fu fatto per uso de' Pa-
servato in principal luogo dal Pon- pi. Nel Ceremoniale del Patrizi, in
tefice nel piviale e negli altri abiti cui furono omessi alcuni riti anti-
sacri paonazzi e neri; nel cap. XII, camente usati dalla Chiesa , come
del piviale paonazzo, in virtù del superflui o andati in disuso, nella
pontificale romano, usato dal Pa- lavanda de* piedi del giovedì santo
pa nel giovedì santo, e nello sco- il piviale del Pontefice è paonaz-
municare e nell'assolvere; nel cap. zo, sebbene in quello pontificio pre-
XV, del piviale e paramenti neri scrivasi la stola paonazza e il pi-
usati dal Pontefice nelle rogazioni viale rosso. Nel medesimo, circa
, t

1^4 MAN MAN


all'assoluzione solenne della scomu- bianco. Il Giorgi ripugnn all' asse-
nica, si vuole il Pontefice in istola rito dall'Amelio, memorie per Je
e piviale paonazzo, pure nel
cosi lasciateci ili Alessandro IV e Gio-
fulminar solennemente scomu- la vanni XXII, presso il cardinal Gae-
nica. Le leggi liturgiche ed i ri- tani.
tuali di Gregorio X definiscono che Intorno ai vesperi, mattutini e
il Papa usi il nero dalla settuage- messa per tutti i defunti, il Pon-
sima al primo giorno di quaresi- tificale del Patrizi dice che il Pa-
ma, nel quale anche i paramenti pa v'interviene vestito di cappa o
raissalì sono prescritti neri , colore manto, e chi celebra la messa con
da usarsi nelle rogazioni , per cui paramenti pontificali neri^ e che
il Durando chiamò processioni
le nel fine della messa assume il pi-
nercy mentre la Chiesa usa il pao- viale nero. Nel Ceremoniale poi
nazzo corrispondente al nero. Nelle dello stesso Patrizi , ragionandosi
solenni annue esequie che il Papa dell'abito col quale il Pontefice in-
celebra all'immediato predecessore, terviene ai vesperi e al mattutino
e nell'anniversario de' Pontefici e dei morti, si dispone, che induitur
cardinali, le prime nel primo gior- amictUy alba^ cingalo, stola viola-
no di gennaio, le seconde a'5 set- cea, et cappa de rosato sine mi-
tembre, a tenore Ordine ro-dell' tra; vel, si placet, loco cappae ac-
mano XIV, dipoi Giovanni XXII cepit mantuni de rosato et capa-
dichiarò che se in tali giorni ca- tiummagnum, quod inversatur ita^

deva l'anniversario della consagra- qiiod pelles in capite ab extra sint,

zione o coronazione del Papa , si et supra faciem liabeat quasi duo


trasferissero nel dì seguente, per- cornua. Al capo XXVI si vuole,
chè altrimenti in vece del colore che il Papa assistendo alla messa
bianco doveasi usare il paonazzo o nel dì de' morti si vesta amicLu,
nero, dando il Papa V assoluzione alba , cìngalo , stola violacea, et

dopo la messa in piviale nero. Nei cappa rubea, cujus cuculluni su-
funerali de' re il Pontefice non ce- per scapulis duobiis spaletis apta-
lebrava, ma assisteva con cappa di tur, ne deorsum cadere possit, et

scarlatto e mitra semplice, secondo mitra simplici: vel, si Pontifici pla-


il detto Ordine XIV ; da ciò de- cet, cappae habeat pluviale ru-
loco
rivò che il Patrizi e maestri delle
i beum simplex, et mi tram simpli'
ceremonie inventarono nuovi riti ceni. che se il Papa
Sì aggiunge,
anche per aver osservato che 1* A- dopo messa volesse faie
finita la
raelio nel suo Ceremoniale lasciò l'assoluzione, apud sedem deponi
scritto, che il Papa nel giorno di cappam, et accipit pluviale rubeuni
tutti i santi interveniva al vespe- simplex, si placet. 11 Giorgi dice,
ro de* defunti in piviale rosso e che con questo si placet si viene
mitra concistoriale, dopo il quale a deludere l'intenzione e disciplina
data la benedizione, deposto l'uno della Chiesa romana, la quale in
assumeva la cappa di scar-
e l'altra, sì gravi e sante funzioni sempre
latto de samito, cioè di più colori, si valse di piviali paonazzi, come
berretto rosso o camauro, e mitra dal Ceremoniale stesso del Patrizi
bianca semplice de vernello, guar- in più luoghi si manifesta, notan-
uello o garnello, sorta di panno dosi che se in presenza del Papa le
,,

MAN MAN i65


finizioni dei vespei% della messa e non ebbero a sdegno d'impiegare
dell'assoluzione si facessero da un le preziose loro vigilie e sudori per
cardinale, questi dovrebbe ai ve- illustrarle, come s. Gelasio 1, s.

speri e all' assoluzione portare il Gregorio I, Innocenzo III e Ono-


cingolo, la stola e il piviale nero, rio HI Fu veramente troppo il
e cel(;l)iare la messa con tutti i pa- passare a far novità nel rito anti-
ramenti di tal colore, fuorché coi co, e già stabilito nella pontificia
sandali e coi guanti, de'quali il ce- persona, in vece d'invigilare che i
lebrante non servesi nella messa Papi intervenissero ai divini uffizi
de' morti. L'uso di fare interveni- co' paramenti propri e convene-
re il Papa a queste funzioni col voli al tempo, cioè non solamente
piviale rosso viene certamente dalla colla stola, ma anche col piviale
scuola di Pietro Amelio, il quale paonazzo, equivalente al nero. Ma
fu il primo non solo a stabilire i ministri delle sacre ceremonie in
questi regolamenti del piviale rosso tempi non molto accurati e di pas-
anche nelle funzioni funebri, ma saggi della corte pontifìcia da un
nel suo Rituale passò a dire, che luogo all'altro, essendo sforniti dei
i romani Pontefici non celebrava- libri necessari, che in oggi abbia-
no pontificalmente pei defunti. Nel mo in copia, facilmente inciampa-
Rituale di Gregorio X pare che si rono in queste discipline rituali.
riprovi la chiesa di Francia per Alle accennate regole corrisponde
usare nella domenica delle palme quanto per le visite de* sacri cimi-
il colore rosso, mentre la romana teri si ordina nel Pontificale ro-
usava il paonazzo. Conchiude il mano: Pontifex , deposita cappa,
Giorgi. »> Le accennate novità, ao» induitur amictu, stola, pluviali vio-
cadute per fantasia di quelli che lacei, vel nigri coloris, et mitra sini'
vollero abbandonare le consuetudini plìci. Siffatti equivoci, presi dagli
antiche , fmono cagione che non scrittori ceremoniali de' secoli XIV
di rado i maestri ceremonie delle e XV,
nacquero dal supporre con
pontificie, come incostanti e poco troppa facilità, che il piviale fosse
istruiti nella scienza rituale, per il medesimo che la cappa o sia
non impegnar nell'errore sé stessi, manto papale ". V. Cappa del Papa
passarono a rimettere all'arbitrio e Mattutini: altre notizie su di essa
de' sommi Pontefici il servirsi di le riportammo nel voi. VIII p. ,

questo o di quell'altro abito sacro, 284, voi. IX, p. 89 e seg., 108


specialmente neli'assistere alle cap- e seg. del Dizionario, ed all'artìcolo
pelle pontificie dove si celebrano Falda.
gli uflìzi de' morti ,
quasi che si Il p- Bonanni, nella Gerarchia
trattasse di cose alterabili e indiffe- eccl. cap. LXII, del piviale, par-
renti, e che simili discipline litur- lando dell'antico cappuccio del pi-
giche della Chiesa dai nostri mag- viale, e dell'indizio che ne pende
giori non fossero tutte fondate nel- dagli odierni in forma semicirco-
la ragione, mentre le riputarono lare, diceche anticamente lo era
di tale e tanta importanza , che di forma acuta come il cappuccio.
non solo i più cospicui cardinali Aggiunge che diversa forma di esso
e prelati, ma gli stessi Pontefici sì vede in un piviale antico ^ che
per dottrina e santità venerabili con venerazione si conserva nella
,

i66 MAN MAN


basilica lateranense, abbellito di pre- tur eie Chiayl Nel secolo pre-
ì^.

zioso ricamo di seta e perle, che cedente abbiamo dall'Ordine XII


per antica tradizione si slinaa ado- scritto da Cencio Camerario nel
perato da s. Silvestro I Papa. In pontificato di Celestino 11 del i i43,
questo apparisce un piccolo indizio la descrizione seguente del modo
del cappuccio, poiché dietro le spal- cui eleggevasi il Papa, quando ciò
le pende una piccola forma d'esso, seguiva al Laterano. Pn'or diaco-
non più grande di mezzo palmo ìiorum ipsuni pluviali rubeo ani-
segno che già in quel tempo usan- maniatf et eideni electo nomen ini-

dosi il piviale era dismesso l'uso ponit ,


deinde duo de
ipsumque
del cappuccio; se pure non voglia- majoribus cardinalibus addestrant
mo dire che tal piviale essendo de- usque ad altare , ubi prostratus
putato per l'uso del sommo Pon- adorai. Nell'elezione di Alessandro

tefice, e in funzioni celebrate nella III 7 settembre iiSg, alcuni


a'
chiesa,non y' era bisogno di tale cardinali malcontenti, uniti al cle-
ornamento. È questa veste, dice il ro ed al popolo guadagnato con
p. Bonanni, simile al manto reale denaro, elessero l'antipapa Vittore
usato anticamente dagl'imperatori, V, cardinal Ottaviano Conti. Que-
alto a significare l'eminente auto- stitrovandosi alla canonica elezio-
rità sacerdotale, che perciò con ra- ne di Alessandro HI gli strappò ,

gione è stato destinato dalla Chie- di dosso il manto pontificale , ma


sa per le funzioni solenni de* ve- toltogli questo da un senatore, se
scovi, anzi del sommo Pontefice, a ne fece tosto portare un altro pre-
cui subito che si è eletto, fu co- parato da un suo cappellano, e
stume antico di darlo. Così si leg- frettolosamente se ne coprì, ma al
ge in molti rituali, particolarmente rovescio, mettendo al collo ciò che
nell'Ordine romano XI il pubblica- dovea andare ai piedi, e davanti
to da Gregorio X, e liferito dal p. ciò che doveva restare di dietro.
Mabillon, Mitseum Ual. t. II, n. 3, Tutto narra Alessandro III, nel
in cui parlandosi del Papa eletto, Bull. Roni. t. Il, p. 369: così il

si dice Poslqiiam redierit ad ca-


: Novaes. Rinaldi all'anno ri%,
Il

meraniy deponit pluvialem et mi- num. 29, racconta che Alessandro


tram, et assumit riihrum mantel- III fu eletto con grande concordia,
lum, per la qual parola mantellum assentendo il clero e popolo ro-
si significa la Mazzetta {Fedi), che mano, e sic(;ome ripugnante, i car-
porta il Papa fuori delle funzioni dinali lo vestirono tuttavia del man-
ecclesiastiche. 11 Garampi nel Si- to papale, per mano de' primi dia-
gillo della Garfagnana ^ p. 107, coni, secondo l'antico rito della
narra che Sicardo vescovo di Cre- Chiesa. Indi narra come Ottaviano
mona, che vivea sul principio del glielo levò arditamente da dosso,
secolo XIII, nel suo Mitrale mss. come senatore glielo tolse, e come
il

presso il p. Trombelli, nota che al sfacciatamente prese dal cappella-


Papa nella sua assunzione claves no e da un chierico quello eh' e-
traduntiir, quìa Petró Christus tra- rasi fatto portare. che per di* E
didit claves regni coeloruniy ut se vina disposizione, se lo mise a ro-
fanitorem coeli cognosceret: ruheiis vescio con gran risa degli astanti ;
nianlus tribuitiir etc, nomen mula' onde pei- correggere l'errore e non
,

MAN MAN 167


potendo trovare il cappuccio, s'ac- II si legge, clamyde coccinea i/t-

conciò al collo reslremità. I roma- diùtitr a patrihus, et tiara capiti


ni fedeli ad Alessandro IH male- imposiiay ec. Anastasio ram-
ejiis

dirono l'intruso, altrettanto fecero menta questo rito di vestire il nuo-


le donne, chiamandolo smanta com- vo Papa di una clamide purpurea
pagno ^ esclamazione che conferma anche nelle vite di Calisto II e di
il p. Fanloni, Istoria Avignone d Onorio II. Anzi prima ancora ne
t. II, p. 68. Quando s. Celestino parla s. Pier Damiani in \\h,epist,
V 3 dicembre 1294 formalmen-
a* 22 ad Cadaloum antipapam. Ha»
te in concistoro rinunziò il ponti- hesnunc forsitan nùtraniy habes
ficato, si spogliò del manto papale juxta vìorem romani Pontificis ru*
e di tutte le insegne pontificie, e brani cappam. Che sia preso queslQ
si modestamente ai
pose a sedere manto dalla clamide reale, Taffermò
piedi de' cardinali. Per le vertenze il Ferrari, De re vestiaria cap. IV,
tra Giovanni XXII residente in A- lib. 3, par. 2, ove dice che la clami-
vignone, e Lodovico il Bavaro, que- de e paludamento era la cosa stes-
sti portatosi in Roma, vestito al- sa, Nonnio : Paludanien-
citando
l'imperiale ai 12 maggio 1828, nei tuni est vestis quae nunc clamis
gradini della basilica vaticana, fece dicitur, poiché il paludamento era
antipapa fr. Pietro Rainalducci da la veste propria degl' imperatori, e
CorlDara, gli diede il nome di Ni- la clamide si diceva quando era
colò V, gli mise addosso il manto usata dai soldati, come insegnò
pontificio, lo pose a sedere al suo Xifilino cap. 7 5, parlando di Se?
lato, e lo condusse dentro la chie- vero, e nel cap. 77 della vita di
sa, di s. Pietro. Aggiungiamo con Caracalla clamis tunc vestis miti'
Agnello Anastasio, Istoria degli an- taris erat. Queste due vesti erano
tipapi,t. II, p. 127, che Alberti- della medesima forma, e le loro
no vescovo di Vinegia, dopo se- estremità si congiungevano sopra
guila l'elezione del falso Papa, do- la spalla destra con una fibbia, la
mandò tre volte al popolo roma- quale alcune volte era d'oro, come
no ( cioè ai fautori di Lodovico si deduce da Livio lib. 3o : Sc'
ghibellini e scismatici ) se accetta- natus romanus Massinissae regi
va per Papa fr. Pietro, risponden- niunere mittit sagula purpurea duo
do tutti di sì, fu fatto il decreto cani fibulis aureis fingula, e prese
di elezione; quindi l'imperatore gli la parola saguni per paludamento,
impose il nome e l'anello pescato- mentre l'un.a e l'altra veste ave-
rio e la cappa , facendolo sedere vano la medesima forma. Lo stes-

alla sua destra. so Livio osserva nel lib. 3 , che


Afferma Bonannì, che il
il p. nelle statue antiche tale veste era
piviale fu chiamato cappa pontifi- soprapposta alle altre vesti e aper-
cia, citando Ga vanto, De tit. miss. ta, e solamente unita sopra la spal-
cap. II; sino al X secolo pluviale la con fibbia, e cosi apparisce in
et cappa sunt idem, pariménte nel molte antiche medaglie, e partico-
citato Ordine XIII, num. 6, il pi- larmente nella statua di un impe-
viale si chiama Manto, dicendosi ratore dal Ferrari prodotta nel lib.

Mantiun sive pluviale post collimi 3, par. 2, p. iio. Che i sacerdoti


resumit. Nell'elezione di Pasquale arilichi parimenti usassero veste sir
i66 MAN MAN
mile, Io scrisse Plinio nel lib. 16, boschi , con stemmi gentilizi ed
de Visco: Sacerdos candida veste emblemi allusivi. I razionali o for-
citUus arhorem ascendit falce de- mali poi sono colla immagini del
tìietit , candido id excìpit sago. Padre eterno, del Salvatore, dello
Che poi avesse la fibbia, apparisce Spirito Santo, della Beata Vergine,
in Vairone presso Nonnio: Quum de'ss. Pietro e Paolo, ed altri santi.
ncque optani niollis hunieris flbii- manto il Papa l'indossa nella
Il

lani sagiis ferrei. Da tiittociò pro- Camera de* paramenti (Fedi), pre-
babilmente si può concludere, che parandosi sul Letto de' paramenti
procedesse da tal sorte di veste il (f^edi). Lo pongono sulle spalle del
piviale, e benché questo sia unito Pontefice i due uditori di rota, ed
non sopra la spalla ma nel petto, il primo cardinale diacono lo allac-
acciocché con maggior comodità si cia sul petto cogli ancinelli, sui
adoperi nelle funzioni ecclesiastiche, quali colloca il formale, indi gfim-
e non apparisca solamente l' uso pone la mitra o il triregno secon-
antico profano. Abbiamo detto al- do le funzioni. Allorché il Papa si
trove che il Papa s. Giovanni I, reca a celebrare solennemente nella
nel 525, in Costantinopoli, ricevet- camera de' paramenti, dopo avere
te dall'imperatore Giustino I l'uso ricevuto sul capo il triregno, il car-
per sé e successori, delle vestì au- dinal primo prete gli presenta la
gustali. Inoltre il piviale nel Ri- navicella con l'incenso, ed il Papa
tuale di Benedetto canonico e Gui- •lo mette nell' incensiere che viene
do cardinale che fu Celestino li sostenuto dal decano de* votanti di
del 1143, al num. 21 parlandosi segnatura. Talvolta il Papa pose
del Prefetto di Roma (Fedi), si r incenso nel turibolo dopo aver
dice indutus manto pretioso j e preso la stola, e ciò per far muo-
parlandosi nello stesso Rituale di vere prima la processione, ed evi-
Cencio cardinale Savelli, num. 4> tare r aspettito. Subito prendono
si che dovendo il prefetto
legge l'estreme fimbrie del manto ponti-
accompagnare il Papa nel giorno fìcio due primi cardinali diaconi
i

della coronazione, deve essere indu- assistenti al trono, ai quali sempre


tus manto pretioso. Soleva il pre- incombe sostenerle in tutte le azio-
fetto di Roma a tempo d'Innocen- ni che fa il Papa al trono, per
zo III ricevere il manto di sua di- cui debbono poi accomodarle acciò
gnità dall' imperatore, ma quel Pa- ricopri tutta la persona, ed ezian-
pa volle conferirlo lui. Scrive il p. dio sorreggerle quando incede a
Bonanni che usandosi nella Chiesa piedi o funziona all'altare od al-
i piviali ornati di ricamo e di gioie, trove. Al genullessorio accomodano
di essi principalmente ne furono su di esso le fimbrie del manto i

decorati quelli de* romani Pontefi- due primi maestri delle ceremonie,
ci, non per vanità o fasto, ma per- i quali subentrano a sostenerle al-
chè conviene alla di lui sublime lorché i detti due cardinali primi
dignità e al culto della religione diaconi discendono dal trono per
cristiana l'uso delle vesti preziose ascendervi a ricevere dal Papa la
ed ornate. Nelle medaglie si ve- pace. La coda o strascico del man -
dono i Papi talvolta rappresentati to cadeiido su quella della Falda,
col manto ricamato di florìj di ara- veste ampia di seta bianca che il
MAN MAN 169
Papa cinge ai lombi, in certo mo- ed ossequio accompagnò il Papa
do ne sono soslenitori cjuei perso- Nicolò V in s. Pietro, sostenendo-
naggi eli» sorreggono la coda della gli lembo delle vesti posteriori,
il

Falda^ al cui articolo li notammo, che coda comunemente si chiama,


cioè i prìncipi assistenti al soglio, come registrò il suo maestro delle
il senatore di Roma, i conservatori ceremonie Pietro Burgense. Questi
e priori de' caporioni, ed una volta aggiunge che il re assistè alla mes-
gli ambasciatori. Ivi dicemmo tutti sa in mezzo a due cardinali ; ciò
i deve sostenere e da
tempi in cui si avvenne nella mattina di Pasqua,
chi, ed in quali subentrano a fare ed il Papa nel dar la solenne be-
questo onorevole uffizio due came- nedizione concesse a chi era pre-
rieri segreti partecipanti, cioè dal sente tutte le indulgenze delle chie-
punto che il Papa si alza dal ge- se di Roma, come se ciascuno per-
nuflessorio, al punto che vi ritorna sonalmente le avesse visitate. I car-
al termine della funzione nuova- dinali rendono V Ubbidienza (Vedi)
mente ad orare, laonde in tutto il al Pontefice, con baciargli la mano
tempo delle funzioni essi camerieri destra sotto il fregio o ricamo, det-
segreti ne sono sostenitori. Per i to auriphrygiunty auri frigio , del
ossequio al venerabile capo della medesimo manto , il quale perciò
Chiesa , molti sovrani vestiti col effettivamente baciano, restando la
manto ed insegne imperiali , reali mano corrispondente da esso co-
e principesche vollero sostenere lo perta. 11 Papa
assume il manto
strascico del manto pontificale, di nelle funzioni che assiste nelle cap-
che si tiene proposito ai loro luo- pelle pontificie e chiese di Roma ;

ghi. Tuttavolla a volerne far qui e le prime volle che indossa il

menzione di alcuni, nel i365 por- manto pontificale dopo la sua e-


tandosi l'imperatore Carlo IV in lezione , è nella cappella Sistina
Avignone a visitare il Papa Urba- e nella basilica vaticana, per rice-
no V, nella messa solenne
di lui vere la seconda e terza adora-
gli sostenne i lembi del manto. Nel zione dai cardinali, sedente sulla
i5>i5 segui in Bologna l'abbocca- mensa dell'altare. Assume il Papa
mento di Leone col re di Fran- X inoltre il manto pontificio ne' ve-
cia Francesco I, il quale ad onta speri, nelle messe, nelle processio-
della ripugnanza del Papa volle , ni; nella funzione del possesso, in
tenere lo strascico del manto pon- quelle dell'apertura e chi'jsura del-
tificio neir andare al trono. Nel la porta santa ; per intuonare il

1627 recandosi in Roma il gran- canto dell' ora di terza se celebra


duca di Toscana Ferdinando il, ce- solennemente la messa; per dare
lebrando messa Urbano Vili nella la solenne benedizione nel giovedì
basilica vaticana, nella prima do- santo, e per le feste dell'Ascensione
menica di quaresima , gli sostenne ed Assunta, non che per altre fun-
la coda del manto papale. Tanto zioni. Se nella festa di Pasqua as-
si legge nelle File dei Papi.W Tor- siste soltanto la messa, col manto
rigio poi nelle sue Sagre grotte comparte la solenne benedizione. Si
vaticane p. 577 , narra che nel veste eziandio il Papa del manto
1 452 venuto in Roma Ladislao V nel primo concistoro segreto , che
re d'Uugherìa, con grande umiltà celebra dopo la sua assunzione al
170 MAN MAN
pontificato, per ringraziar di essa ro gli altri paramenti co* cpiali i

il sacro collegio ; prende altresì il Papi recavansi in cavalcata al La-


manto nei concistori pubblici e se- terano, cioè il fanone, la tonicella,
mipubblici. la dalmatica, la pianeta, il mani-
li Garampi riportando nell* o- polo ed il pallio, dicendo ch'erano
pera citata, a. pag. loi, i riti abiti propri della messa, non ri-
co* quali i Papi nel secolo XIV in- flettendo che questa fimzione era
tervenivano ai concistori, dice che particolare. Leone X nel i5i3 fu
v' intervenivano colla mitra conci- l'ultimo a prendere il possesso coi
storiale, ed erano vestiti del man- paramenti sacri, e solo nella cap-
to o sia piviale : Dominus Papae pella di s. Silvestro depose i para-
more consistoriali viddicet e uni , menti sino alla stola, ed assunse il
manto sive pluviali ruheo et mitra piviale e la mitra di damasco, e
aurifrigiaia cuni perlis^ et omnes così vestito distribuì il presbiterio.
cardinales et praelati cuni comniu- ma-
Nella cavalcata solennissima e
nibus vestibusj vidclicet cuni cappis gnifica i53o in Bolo-
fatta nel
laneis conveniunt. E nell'inventario gna da Clemente VII e da Carlo
de' mobili di Bonifacio Vili che V per la coronazione di questo fat-
mori nel i3o3, si nominano duo ta dalPapa, Clemente VII incede-
cofini cubiculariorum rubeìcuni più- va ammantato di ricchissimo pivia-
prò cou"
vìalibus, mìtris et niantis le coperto d'oro e di gioie, col tri-

sìstorio. 77Aparlando
p. dei so- regno prezioso in testa* Il piviale
lenni conviti del Papa, scrive che era altresì ricco del famoso botto-
in essi il Papa era vestito pontifi- ne fatto dal celebre Cellini, e del
calmente con piviale e mitra in- : quale parlammo all'articolo For-
dutus omnibus paranwntis missa- male, col diamante già appartenen-
libus, exceplis casula, pallio et chi- te a Lodovico Sforza detto il Mo-
rotliecisj et tenebit mantuni ad sca- ro duca di Milano, ed a Carlo il
pulasj et fanonem in capite cuni Temerario duca di Borgogna, ed
mitra desuperj ovvero come altro- acquistato dal Pontefice Giulio IL
ve desci'ivesi: Papa stabit dum co- Noteremo per ultimo che delle fun-
medit paratus usque ad dalmati' zioni in cui il Papa assume il man-
cani inclusive, habens mantuni ru- to o piviale pontificio, e del suo
heuni ad scapulas, fanonem in ca- -colore, non che delle funzioni in
mitram aurifrigiatam supra
pite, et cui lo cambia, come nella funzio-
Janonem, et anuluni pretiosuni non ne delle candele benedette (nell'av-
ponlificalem in digito, et sandalia vento per esporre il ss. Sacramen-
in pedibus. Nella descrizione della to nella cappella Paolina, e nel ve-
funzione del possesso che nel i5o3 nerdì santo levandolo da essa, non
prese della basilica iateranense Giu- depone il manto rosso, ma su di
lio li, si legge che per la cavalcata esso prende l'umerale bianco), se
t>i vestì dei sandali, dell'amitto, del ne parla all'articolo Cappelle Pon-
camice, de'guanti, della croce pet- tificie ed agli altri analoghi. Sen-
torale, della stola bianca e del pi- za il manto poi, ed in istola e ca-
viale prezioso bianco d' Innocenzo mice fa la lavanda de'piedi agli apo-
VHI, non che del triregno; prese stoli nel giovedì santo, e nel dì se-
il piviale perchè non volle assxime» guente adora la Croce. ^. Umerale.
MAN MAN 171
MANTOVA ( Mantuan ) . Citta consolare, di Trigezio forse prefet-
con residenza vescovile e forte del to del pretorio, e di s. Leone I
regno lombardo-veneto, antica ca- Magno, nella cui santità ed eloquen-
pitale del ducato del suo nome, za V imperatore assaissimo confida-
ora capoluogo di provincia e di di- va. Partiti da Roma nel ^5i, giun-
stretto; è distante 90 miglia da se l'ambasceria ad Attila eh' erasi
Milano, ed 84 da Venezia; longi- attendato dove il IMincio si scarica
tudine 28° 27', latitudine 4^" ^» nel Po, cioè a Governolo sul Man-
Daremo prima un cenno del ducato tovano. Il re barbaro fìi compreso
e della provincia, quindi parleremo di rispetto alla vista maestosa del
di questa nobilissima città. Il Man- Pontefice, e addolcito dalla mira-
tovano o ducato di Mantova è bile sua eloquenza, arrendendosi
un antico paese d'Italia confinante alle di lui persuasive, e ritirandosi
al nord col Veronese, all'est col al di là del Danubio, con promes-
Ferrarese, al sud coi ducali di Mo- sa di far la pace. Tuttavolta altri
dena, Mirandola e Reggio, ed al- barbari non mancarono d'inondare
l'ovest Cremonese e col Bre-
col il Mantovano, e lo signoreggiaro-
sciano.Componevasi dei ducati di no sino al tempo di Carlo Magno.
Mantova, Guastalla e Sabionetta, Sotto i di lui discendenti fu dato in
dei principati di Castiglione, Solfe- feudo alla casa de'conti di Canossa,
rino e Bozzolo, dei marchesati di ultima della cui stirpe fu la gran
Gazzolo e di Rolo, e della contea contessa Matilde^ che con altri va-
di Novellara, formando una lun- sti suoi dominii ne fece dono alla
ghezza di oltre a 60 35
miglia, e santa Sede nel pontificato di s. Gre-
in larghezza, avente Mantova per gorio VII, e ratificò in quello di
capitale. I suoi fiumi principali e- Pasquale II; di che parlammo iu
rano il Po, il Mincio che forma un più luoghi. Il Mantovano si res-
lago intorno a Mantova, l'Oglio, il se a repubblica per quasi due se-
Chiese, il Secchia e il Crostolo. 11 ter- coli; ma stanco delle stragi civili

ritorio è fertile assai, tranne poche passò in dominio ai Bonaccolsi o


valli ,
paludose. Questo paese abita- Bonacorsi che lo tiranneggiarono per
to dagli etruschi e poscia dai gal- più di mezzo secolo. Poiché furo-
li, passò in potere de'romani, e do- no costoro sterminati, ne prese il
po questi soggiacque ai barbari. En- comando Luigi Gonzaga, che Io go-
trato in Italia per la Pannonia vernò col titolo di capitano gene-
il formidabile Attila re degli unni, rale e La sua po-
vicario imperiale.
distrutta Aqnileia , rovinate le cit- sterità, come meglio diremo poi,
tà dell' Emilia meditava portarsi conservossi la signoria, e Giovanni
in Roma, ma l'esempio d'Alarico Francesco nel i433 fu creato mar-
poco sopravvissuto alla presa della chese dall'imperatore Sigismondo.
città lo tenne alquanto sospeso. Durò quasi un secolo nella condi-
L'imperatore Valentiniano III, ed zione di marchesato, finché nel i53o
Ezio già stavano per abbandonare l'imperatore Carlo V lo eresse in
l'Italia, ma vollero prima tentare ducato, sotto la qual foiina di go-
le proposizioni di pace. A tale ef- verno obbedì a dieci duchi della
fetto si deputò una solenne amba- famiglia principesca dei Gonzaga,
ìsceria composta di Avieno uomo compresi i tre che per matrimonio
172 MAN MAN
erano divenuti in Francia duchi di e li(npide acque, che passa per
jr Man-

Nevers e di Rhetel. Ma perchè nel- tova, a guisa di rivo anima (l»v.;r-


ie guerre della successione alla mo- si edifìzi, ed alla sua estremità for-
iiarcliia di Spagna, il duca Ferdi- ma un porto pei navigli che dal Po,
nando o Carlo UI alleossi alla dagli altri fiumi, e dall'Adriatico
Francia, comperato dall'oro e dal- vengono a recare ad esportare
o
le promesse di migliorare la sua le merci. 11 canale a mezzodì cinge
condizione, fu posto al bando del- la città, ma è costantemente tenu-
l'impero, e nel 1707 spogliato del to asciutto, ed il suo letto, di terre-
ducato^ la sovranità di esso passò no sano e pieno di piantagioni, for-
in proprietà dell'impero. Governa* ma una prateria rigogliosa, tranne
to un tempo come ducato, fu po- alla sua estremità, verso l'oriente,
scia unito alla Lombardia austriaca, ove trovasi tuttavia paludoso. Il ca-
e nel 1785 alla provincia del Mi- nale da settentrione a levante, più
lanese, e vi restò fino al 1797, in largo degli altri, cinge la città e
cui divenuto conquista de'francesi forma i così delti laghi di mezzo
fece parte delle repubbliche Cisal- ed inferiore^ divisi dal ponte di s.

pina ed Italiana, quindi del regno Giorgio. A settentrione sta il così


4'Italia, di cui formò il diparti- detto lago di sopra^ formato dalki
mento Mincio sino al 181 4»
del dilatazione del Mincio, mercè i so-
nel quale fu compreso nel regno stegni opposti al suo corso fino dal
lombardo-veneto, formandone una 1188. Il più bello fra questi è il
provincia Questa provincia pertan-
. ponte de' Mulini, il quale è a un
to coraponesi di quasi tutto l'antico tempo sostegno ponte e portico. ,

ducato di Mantova e di alcuni feudi,, Esso infrena il Mincio, e per mol-


del principato di Gazzoldo e di te bocche aperte lascia cader l'acqua
Castellaro con parte del territorio del lago Superiore^ dando movimen-
bresciano e del veronese. Ha per ca- to a dodici mulini, e ad altri opi-
poluogo la città del suo nome, ed ap- fici. Un tempo prolungavasi fino
partiene al governo di Milano, ove alla cittadella di Porto; ma in una
manda due deputati alla congre- guerra dei Visconti coi Gonzaga,
gazione centrale. Dividesi in dicias- i primi avendo tentato di deviare
sette distretti, che comprendono 74 superiormente il Mincio, le acque
comuni, e circa 2 5o,ooo abitanti. ruppero le dighe, ed in tal massa e
Mantova, Mantua^ ha il singo- con impeto tale urtarono il ponte
iar vanto di essere la prima fortez- che cadde in parte, e non essendo-
za d'Italia, è sede d^una regia de- sipiù rifatto, si supph con un argi-
legazione, d'una congregazione pro- ne chiamato la Rotta. Nello stesso
vinciale , d' un' intendenza di fi- tempo fu pure eretto il ponte s.
nanze, d'una congregazione muni- Giorgio, che univa la città al bor-
cipale , d' un tribunale di pri- go di questo nome, già florido di
ma istanza e di commercio, e di edifizi e di conventi, ed ove Tra-
altri uffizi. Il Mincio, ch'esce dal iano si fece edificare un palazzo ;

lago Garda, si divide in tre cana- ma la ragione di guerra, nel cade-


li, formanti due isolette sulle qua- re del passato secolo, demolì inte-
li s'innalza quest' antica e rinoma- ramente questo ameno sobborgo,
ta città. Il canale di mezzo, di vive sostituendovi una mezza luna, on-
MAN MAN 173
de difendere il ponte, eh' è lungo Le opere di fortificazione sono
800 metri. Oltre questi due ponti, vastissime, mentre oltre il forte re-
altri sei di maltoni, anche essi git- cinto bastionato, ha una bellissima
tati sopra il rio che divide in due cittadella, che si può dire inespu-
parti quasi eguali la città, riuniscono gnabile, opere a corno, mezze lu-
\e due isolelle del Mincio, sulle ne, il forte di Pietole, molto avan-
quali essa poggia. La pianura che la zalo sotto il governo italiano, ed
circonda è a 33 metri sopra il livel- un vasto campo trincierato ; tutte
lo dell'Adriatico, ma il piano della queste opere munite di larghe e
città va di continuo alzandosi in profonde fosse, che all'uopo s'inon-
vari punti pel doppio scopo di li- dano con vari giuochi d' acqua,
berarla dalle inondazioni, cui pel rendono la città capace di lunga
rigurgito nelle escrescenze del Po resistenza, e le giustificano la fa-
andava soggetta e , di uniformare ma di fortezza importantissima. Ol-
le contrade ad uno stesso livello. tre le acque e la palude, le prin-
Furono perciò impiegate enormi cipali difese di Mantova consistono
somme dal comune, e tutta la cit- nella cittadella, nel forte di s. Gior-
tà vedesi ora lastricata di marcia- gio, nei bastioni di porta Pradella
piedi in pietra, con sotterranei scoli e di porta Ceresa, ed in altri pro-
alle piovane, e becchetti che rice- pugnacoli , che da luogo a luogo
vono tutte le fogne che sono nel- soigono tutti all'intorno nel recin-
r interno delle case. Un argine cir- to delle mura, e finalmente nelle
conda la così detta Anconetta^ sfa- trincee del T e del Migliaretto.
gno che esisteva allo sbocco del rio Mantova è in generale bene edi-
presso il porto, e parte di esso sca- ficata, attesa l' antica sua splendi-
vato forma oggi una darsena, men- dezza ; ha spaziose le strade e ten-
tre parie s' interrò per formarvi un denti al centro, larghe piazze, fra
passeggio come si fece della piazza cui figurano principalmente quella
Virgiliana. Per le quali cose e pel di s. Pietro e quella delle Erbe,
risanamento e coltivazione delle val- non che la piazza Virgiliana, ove
li poste a mezzodì della città e verso era l'argine, sito pieno di macerie
occidente^ 1' aria ch'era pesante ed e di stagni, ora convertito in a-
insalubre, si è moltissimo migliora- meno passeggio, adornato di bei
ta, contribuendo a ciò in gran par- viali e circondato da belle case e
te le numerose piantagioni lungo giardini. In essa era stato innal-
il recinto del corpo della piazza zato nel 1797 dal general Miollis
e fra le esterne opere di fortifica- un monumento a Virgilio, a cui
zione. Una rigorosa vigilanza tiene fu dedicala la piazza ; ma le so-
pulitissime le contrade e i cortili pravvenute guerre il distrussero. Il
delle case : il circondario israelitico monumento ora esistente in ono-
di lunga mano fu migliorato anche re del gran poeta consiste in una
esso, come pure le caserme militari colonna sormontata dalla statua
sono tenute con miglior ordine. In di quel principe de'poeti latini. In
Mantova la temperatura è piuttosto vece di quello del generale france^
incoslante, ma il cielo è in gene- se, fu costruito nel luogo l'anfitea-
rale limpido; l'indole degli abitan- tro , elegante edifìzio a due or-
ti è gioviale ed allegra. dinij l'uno dorico e l'altro rustico,
174 MAN MAN
tulio in pielra tenera. Fra le chie- il sotterraneo Fu architettato dal
se merita osservazione la catte- Vìanì. vedono
In questa basilica si

drale antica e \asla a cinque na- bei dipinti a fresco di Giulio Ro-
vate, sostenute da quattro ordini mano, di Andrea Manlegna pado-
di belle colonne di marmo, ed il vano e di altri valenti artisti, e vi
frontespizio rinnovato nel i5>44 è sepolto lo Manlegna, il
stesso
dal cardinal vescovo Ercole Gonza- Pomponazzo ed In un angolo
altri.

ga de'duclii di Mantova, non si è di essa si conserva la famosa cam-


allontanato dall'architettonico stile pana di finissimo metallo del dia-
delTedifìzio, opera di Giulio Pippi metro di sei piedi, ornata di di-
detto il Romano, da Roma sua verse figure, lettere longobardiche,
patria : egli vi eresse pure le cap- e con otto aperture all'intorno a
pelle, ed ivi venera il corpo di
si foggia di finestre , lavoro fatto e-
s. Anselmo vescovo di Lucca e seguire da Guido Gonzaga que- :

principale patrono della città: ivi è sta campana è una rifusione di


pure la tomba di alcuni duchi di quella fatta dalla contessa Beatri-
Mantova, massime nella cappella ce nel 1000, e fu posta ove si ve-
gentilizia di s. Pietro. La primitiva de quando si ruppe. Meritano pu-
cattedrale verso Tanno 894 si bru- re particolare menzione , la chiesa
ciò interamente , con la sagrestia, di s. Barbara in corte, adorna di
sacre suppellettili, reliquie e le scrit- bella torre, disegno del mantovano
ture degli antichi privilegi e giu- architetto Già. Ballista Bertani ; la
risdizioni della chiesa mantovana. chiesa di s. Barnaba, ove fu se-
Recatosi nell'anno seguente in Man- polto nel 1546 Giulio Romano, e
tova Berengario I imperatore e dove Lorenzo Costa dipinse in
re d'Italia, pel risarcimento del- ampia tela il miracolo della molti-
la cattedrale concesse molti beni plicazione de'pani e de' pesci , e
e rendile. Dipoi Ottone II con- Giulio Cignani le nozze di Cana ;
corse al proseguimento della sua quella di s. Sebastiano disegnala
riedificazione, allorquando si portò da Leon Battista Alberti; quella
in Mantova dopo il 982. Ragguar- di s. ove riposano le ce-
Egidio,
devole è pure la basilica di s. An- neri di Bernardo Tasso^ padre del
drea, ove oltre le spoglie di s. gran Torquato, ed al servigio del
Longino, in maestoso sotterraneo duca di Mantova altri templi vi :

serbasi l'insigne reliquia del sangue sorgono di particolar vaghezza ,

preziosissimo Gesh Cristo, au-


di decorati di pitture e di mausolei
tenticata dal Papa s. Leone 111, e d'illustri mantovani.
riconosciuta dal Pontefice Pio II, Il palazzo degli antichi duchi è
che nel concilio o assemblea tenu- magnifico nelTinterno e conta pit-
tavi nel i45'9 ne prescrisse l'ado- ture celebri è congiunto al ca-
:

razione. L'antica chiesa fu nel 1046 stello ove esistono molti freschi del
innalzata da Beatrice madre della Manlegna, ed il copioso archivio
gran contessa Matilde, ma i Gon- segreto. Evvi pure la casa muni-
zaghi la rinnovarono sotto il dise- cipale, soda e massiccia mole del
gno del celebre Leon Battista Al- secolo XIII; il teatro di corte, di-
berti nel 1472. La magnifica cu- segno del Piermarini , inaugurato
pola è invenaione del Juvara, ed nel 1733 sotto l'imperatore Carlo
MAiX MAN 175
VI ; un ampio vestibolo con por- quali più di 2000 ebrei. 1 din-
tico disegnato dal Bertani, ove si torni di Mantova sono fertilissimi,
teneva un tempo la rinomala fiera; osservandovisi molte case belle dì
oltre a ciò si ammirano dei belli delizia . Merita fra le altre menzio-
fabbricati, tale è quello dell* Acca- ne la Favorita, presso ed al nord
demia, in cui evvi il bel teatro della cittadella, che il duca Ferdi-
scientifico di Bibbiena ;
quello de- nando Gonzaga fece costruire nel
gli studi ; il palazzo delle finanze 1602, ma
mollo soffrì ne'di*-
che
e della dogana; l'antico palazzo di versi assedi di Mantova, e special-
giustizia, e tanti altri di famiglie mente in quello del 16 gennaio
private, e la bizzarra abitazione che 1797. Anche un.' antica casa di
con proprio diseguo edifìcossi Giu- delizia de'signori di Mantova chia-
lio Romano, e che ornò di pitture, masi la Virgiliana^ ove si preten-

di stucchi e di antichità, in gran de che il sommo epico abbia det-


parte provenienti da Roma. In tato gran parte de' suoi versi di-
questi ultimi tempi molto si pro- vini.
mosse la vaghezza di edificare, e Ma il piii bello edifizio di Man-
moltissime quindi sono le case nuo- tova è il palazzo del T, così chia-
ve di architettura elegante, e in- malo dalla sua forma, delizia dei
numerabili le restaurate, Non si de- duchi, ed uno de'piìi illustri mo-
ve lasciare senza menzione il pub- numenti del genio di Giulio Ro-
blico macello e la pescheria, eretti mano pittore ed architetto, e forse
sull'acqua, che sotto vi scorre per il migliore dei discepoli di Raffael-
certa singolarità della loro costru- lo d' Urbino. Il Donesmondi nel
zione, che produce freschezza e rendere ragione perchè tale luogo
polizia. Ha Mantovauno spedale sichiama Tè, lo vuole provenuto
civico, uno due
spedale militare, da Teia re de'goti ; narra pertanto
orfanotrofi, un'armeria, un arsenale, che quel re si accampò intorno
un anfiteatro, un ginnasio, ed un a Mantova dalla parte della Puster-
liceo con gabinetti di fisica, chi- la e Predella, onde quei campi
mica e storia naturale, ed orto dipoi si chiamarono col suo nome,
botanico ; un seminario con alunni, in memoria che Teia s' impadronì
il monte di pietà eretto ad istan- della città, sebbene per poco re-
za del b. Bernardino da Feltre, di stasse in potere de' goti. Questo
cui fu assai benefico il cardinal magnifico edifizio, posto fuori del-
Ercole Gonzaga; tre teatri, il più la porta Pusterla, al sud a poche

moderno e più bello de' quali è tese distante dalla città, fu fabbri-
quello detto della società , eretto cato nel secolo XV per ordine del
sul disegno cremonese archi-
del cardinal Francesco Gonzaga tutore
tetto Canonica, ed adorno di una del marchese Federico I, però me-
bella medaglia dipinta da Hayez. no grande e magnifico cui fu reso
Le varie elevate torri, molte delle dappoi. Un ampio terreno all'intorno
quali sono demolite, dierono a è diviso e scomparti di
in viali
Mantova il nome di Que- turrita. piante che rendono un
esotiche,
sta città possiede da lungo tempo passeggio amenissimo , ed evvi una
fabbriche di stoffa di seta e lana; grande cavallerizza. In questi ul-
conta circa 3o,ooo abitanti, fra i timi tempi ricevette diversi boni-
176 MAN MAN
Nel secolo XVI esposta la
fidi. valli e dei cani da caccia del
città a frequenti inondazioni del marchese di Mantova ; idea biz-
Mincio, e di grave nocumento, il zarra, ma che gli convenne secon-
marchese poi duca Federico II dare per conservarsi la [grazia dei
"volendo rendere il suo soggiorno suo protettore. In un' altra sala
uno de'più magnifici d'Italia, com- rappresentò le avventure di Psiche
mise al conte Baldassare Castiglìo- in più quadri, tra* quali si ammi-
ni (di cui parlammo alT articolo ra soprattutto quello della sofìltta,
Castigi.ioni Famiglia.) suo amba- di cui sono argomento le nozze di
sciatore in Roma, d'indurre il va- Amore e di quadro Psiche, ed il

lentissimo Giulio Romano di lui in cui vede il carro del sole


si

amico a recarsi Mantova, onde


in eh* esce dal mare. Dipinse poscia ad
dirigervi i lavori che divisava di olio la caduta del temerario Icaro
fer eseguire per 1* abbellimento nel mare Egeo, per aver il sole
della sua capitale, e potè conse- liquefatto la cera colla quale erasi
guirlo allorché Giulio
da si ritirò attaccato le ali. Ma di tutti i di-
Roma per sdegno di
evitar lo pinti condotti in questo palazzo, il

Clemente VII, cagionato da venti quadro della caduta de'Titani ful-


disegni licenziosi da lui fatti, ed a minati da Giove, è quello in cui
sua insaputa incisi da Marc'Antonio. il valoroso artista superò se slesso. Si
Giunto a Mantova divenne Giulio vede Giove assiso in trono scagliar
fondatore d'una celebre scuola, che la folgore sui giganti che danno
formò poi la gloria della* città; la scalata al cielo. Tutti gli Dei

Federico II Io colmò di favori in stanno mirando con ispavento l'au-


un al suo allievo Benedetto Pagni dacia ed il castigo de'loro nemici;
da Pescia, lo condusse subito al questi precipitati dall'alto cadono
palazzo del T, e 1' incaricò delle schiacciati sotto i monti che ave-
riparazioni che voleva farvi : i la- vano ammassati ; e per un tratto
vori con mirabile bravura e solle- dell'ingegno dell' artista, Tarchitet-
citudine vennero effettuati, per cui tura della sala rappresenta rupi
il marchese si decise rifare tutto che scrollano. In fondo ad una
r edifizio con disegno più esteso, caverna oscura si scorge l'enorme
quindi da semplice casa di delizia Briareo oppresso sotto immense
diventò un sontuoso palazzo. Ar- ruine mentre per un' apertura
,

chitettura, ornamenti, pitture, tutto praticata con artifizio si vedono


fu commesso a Giulio Romano, da lontano parecchi Titani, che si
ed in pochi anni il nobilissimo salvano percossi o incalzati dal ful-
edifizio compiuto. Lasciando in
fu mine. In tutte le figure, di gigante-
esso libero il volo della sua im- sche dimensioni, notano gl'intenden-
maginazione creò una moltitudine ti, unita ad una fierezza di dise-
di quadri, ne'quali non si sa che gno, che 1* artista apprese dalle o-
più ammirare, se la fecondità del pere di Michelangelo, una profon-
suo ingegno o la facilità dell* e- dità d'espressione, ed una energi-
secuzione. Nella prima sala fece ca esecuzione che sorprende. Di
dipingere sopra disegni suoi dal questo palazzo, delle sue pitture e
Pagni e da Rinaldo da Mantova dei vaghissimi stucchi del Prima-
altro suo allievo, i ritratti dei ca- ticcio, abbiamo molte descrizioni;
,

MAN MAN ^77


no citeremo due: Jo. Petrl Bello- lo va il eh, conte Carlo d'Arco
ni, SigìsTinindì Augusti Mantuam pubblicò : Storia della vita e del-
adeuntis profectio ne triumphus, le opere di Giulio Pippi romano ^

Roma apucì de Rubeis, ossia fregi colla quale eruditamente illustrò il

di Giulio Romnno ni palazzo del palazzo del T.


T; Giovanni Bottani , Descrizione Questa nobile città è patria dì
storica delle pitture del palazzo DJolti uomini illustri che fiorirono
del T fuori della porta di Man- in santità, dignità ecclesiastiche
tova detta Pusterla, con alcune nelle lettere, nelle scienze e Belle

^ tavole in rame, Mantova 1783 pel armi. Ci limiteremo ad accennare


P Braglia all'insegna di Virgilio. Di i seguenti. Beato Alberto da Man-
quest'opera ne parlano V Effemeridi tova riformatore de'canonici di s.

letterarie di Roma di tale anno a Marco; b. Alberto Gonzaga ve-


p.v 254, dalle quali si apprende scovo d'Ivrea ; s. Anselmo Baggio
essere il Bottani un rinomato pit- che altri vogliono milanese, cardi-
tore romano, incaricato di magni- nale del 1070; b. Antonio Gonza-
liei restauri al grandioso regio du- ga frate di s. Ambrogio al bosco ;
ca! palazzo, e si loda il suo ope- beato Bartolomeo de' Fanti carme-
rato e descrizione. A pag. poi 332 litano ; b. Chiara ; b. Elisabetta
si dice che il Bottani fu editore Picenardi ; b. Chiara o Chiaramon-
soltanto della descrizione , della da ; s. Giovanni Buono; b. Giu-
quale è veramente autore Leopol- liana de'conti di Riva ; b. Giovan-
<lo Camillo Volta mantovano , di ni del terzo ordine de'servi ; b.
eui riparleremo. Non riuscirà in- Osanna Andreasi; b. Serafino; s.

utile l'aggiungere che Giulio Ro- Speciosa vergine; b. Lodovico; b.


mano rifece in parte il palazzo Battista ; b. Giovanna b. Paola ;

ducale di Mantova , e vi dipinse Gonzaga; b. Girolamo; b. Elia;


in una galleria tutta la storia del- s. Agenore; b. Antonio Gonza-
la guerra di Troia : la Vocazio- ga ; ed altri santi, beati e ve-
ne degli apostoli s. Pietro e s, An- nerabili servi di Dio, come san
drea ,
quadro della cappella , lo di- Luigi Gonzaga, ed il b. Matteo
pinse Fermo Guisoni sopra un suo domenicano. Publio Virgilio Ma-
cartone. Costrusse nei dintorni di rone, il più eccellente tra' poeti
Mantova il castello di Marmirno- latini, nato nel piccolo e vicino
lo, ove dispiegò lo stesso talento villaggio di Andes o Pietole. Sor-
che nel palazzo del T; dipinse la delio dei Visconti di Coito, tro-
Natività di Gesù Cristo, o adorazione vatore rinomatissimo e guerriero.
una cappella di s.
dei pastori, per Matteo Salvatico professore di me-
Andrea alzò una diga per difen-
; dicina a Salerno. Pietro Pompo-
dere Mantova dal corso del Mincio, nazzo filosofo. Baldassare Castiglio-
onde gli venne affidala la direzio* ne insigne scrittore. Teofilo Fo-
ne di tutte le costruzioni sì pub- lengo religioso del secolo XVI,
Lliche che private; e sopra i suoi poeta burlesco di stile macche-
disegni si eressero chiese, case, pa- ronico, autore della Storia mac*
lazzi e giardini, per cui cambiò clieronica. Lelio Capilupi. France-
l'aspetto di Mantova, e ne miglio- sco Borgani pittore eccellente. D-
rò la salubrità. Nel i83S in Maa- G io. Ballista Falengo monaco he*
VOL. XLU.
178 MAN MAN
riedettiiio e gran teologo. Lodovico Equicola, Chronica di Mantova
Arrivabene sciiltore. P. Antonio I Sa I . Istoria Mantova , ivi
di
Possevino gesuita, nunzio di Gregorio 1610. Fr. Ippolito Donesmondi
XIII in Russia ed altre provincia minore osservante, Delt istoria eC'
del nord. Andrea Mozzarelli. An- clesìastica di Mantova, in due to-
drea da Coito. Gio. Battista Ber- mi, Mantova 1612. Combeville,
tano Ghisi detto il Mantovano^ Mémoire du dite, de Nevers. Zaz-
pittore, scultore, architetto ed inta- zera, Della nobiltà d! Italia, che trat-
gliatore a bulino; ed il di lui fi- ta della famiglia Gonzaga , e dei
glio Giorgio Ghisi pure nominato suoi rami de' principi di Molfetta,
il Mantovano j
pittore, disegnatore de'duchi di Sabionelta , de'conti di
e intagliatore a bulino; e Diana Novellara, de'marchesi di Castiglio-
Ghisi sua sorella chiamata la Man- ne, de'signori di s. Martino, de'si-
tovana, disegnatrice ed incisora a gnori di Bozzolo. Tra le famiglie
bulino. Battista Spagnuoli celebre annoverate alla Gonzaga per bene-
poeta latino, denominato il Man- merenze, parla della Cauzia man-
tovano. Fu altresì un
patria di tovana e della Bevilacqua ferrare-
gran numero di anche
scrittori , se. Saverio Bettinelli mantovano,
ecclesiastici, dell'abbate Manni, del Delle lettere e delle arti mantova-
Bettinelli, e di altri chiari ingegni; ne. Cesare Campana, Alberi delle
mentre de' principi Gonzaga par- famiglie che hanno signoreggiato
leremo nel decorso dell'articolo, in Mantova, ivi i5go. Da ultimo
cioè de'principali personaggi. Man- il conte Carlo d'Arco pubblicò l'in-
tova diede alla Chiesa copioso nu- teressante libro Dell'economia pò-:

mero di vescovi e di superiori ge- litica del municipio di Mantova


nerali degli ordini regola ri-; ed al attempi in cui si reggeva a repub-
sacro collegio i seguenti tredici blica, premessa una relazione dei
cardinali, che hanno biografia in diversi governanti fino alVestinzio'
questo Dizionario. La data che po- ne di quello de* Gonzaga, correda-
niamo innanzi a ciascuno, è l'anno ta di documenti autentici per gran
in cui furono creati cardinali. 1461 parte inediti, Mantova 1842. E-
Francesco Gonzaga; i5o5 Sigismon- ziandio di recente il eh. conte
do Gonzaga; 15^27 Ercole Gonzaga; Poujpeo Litla nella sua opera :
iSij Pirro Gonzaga; i56i France- Famiglie celebri italiane, ci diede
sco Gonzaga; i563 Federico Gon- la storia della nobilissima e poten-
zaga; 1578 Gianvincenzo Gonzaga; te famiglia Gonzaga.
1587 Scipione Gonzaga; 1607 Fer- L* imperatore Ottone III nel
dinando Gonzaga; i6r5 Vincenzo 997 concesse a Mantova il privi-
Gonzaga. 1788 Silvio Valenti Gon- legio della zecca , in favore della
zaga; 1775 Luigi Valenti Gonzaga; chiesa di Mantova e di Giovanni
1819 Cesare Guerrieri Gonzaga. vescovo della città, in cui si legge:
Fra gl'islorici della famiglia Gon* Monetam publicam ipsius Mantuae
zaga nomineremo il mantovano civitatis nostro imperiali dono ibi
Antonio Possevino : Hisloria fa- perpetualiter habendani concedimus
miliae Gonzaga ciini genealogia, et stabilimus. Il Muratori nelle
Mantuae 1628. E tra gì' istorici Dissertaz. sulle antichità ital. dissert.

di Mantova ricorderemo Mario ^XVII; parla di alcune monete di


MAN MAN 179
Mantova, ove si vedono impresse menti e congetture per pretendere
r aquila colle ali tese ; Firgilius; che l'antichissima città di Mantova
De Mantua; Enricus rex; rimraa- sua patria fosse tra le prime a ri-
gine di s. Pietro apostolo e di un cuperare questo diritto, e che bat-
vescovo; l'arme della casa Gonza- tesse monete sino dai tempi degU
ga , con LodovicHs vicarius de imperatori Lotario I dell' 817 e
MantuCy creato tale nel 1 365 dal- Lodovico II deir855, ì quah, sic-

imperatore Carlo IV, col busto


l' come consta dalle date di molti lo-
diLodovico; Franciscus vicarius de ro diplomi^ ebbero in Mantova
Mantua 1882; Franciscus marchio palazzo e residenza. Riporta il do-
Alantue, del i444) e nel rovescio cumento del 997 o sia concessione
il croci uolo attornialo da fiamme di Ottone IH il
, cui originale
con tre lamine d'oro e di argento, conservasi nell' archivio vescovile,
ed il motto del salmo i38: Do- ed in cui si confermano alla città
mine probasti me, et cognovisti me, i suoi privilegi. Volle il conte Car-
allusivo alle disgrazie patite; l'altra li nell' opera Delle monete e del-
moneta di cui parla Muratori
il l' istituzione delle zecche d* Italia,
ha il busto di detto marchese, e porre in dubbio l'autenticità di tal

nel ix)vescio un ostensorio coU'iscri- diploma, perchè fu concessa la fa-


zione : Sanguinis XPI lESUy che coltà di batter moneta al vescovo
da più secoli si venera in Mantova. Giovanni, e non al marchese Boni-
Nel 1782 fu pubblicata dalla stam- facio padre della gran contessa Ma-
peria Volpe in Bologna Dell'ori- : tilde,che dice padrone di Manto-
gine della zecca di Mantova e va in que' tempi. Il Volta però ri-
delle prime monete di essa, disser- sponde, che Bonifacio non poteva
tazione di Leopoldo Camillo Fol- essere marchese di Mantova in
ta prefetto della biblioteca pubbli- quell'epoca, ma bensì Tedaldo di
ca j segretario della delegazione lui padre, il quale non morì che
per la regia camera de' conti, e dopo il principio del secolo XI ;

socio della reale accademia di che è incerto se Tedaldo sia mai


scienze e di belle lettere della stessa stato marchese di Mantova, incon-
città. Ne daremo un cenno. trandosi il di lui nome in alcune
Fu già dimostratoche dopo l'estin- pergamene fregialo del semplice
zione dell'impero romano, alcune titolo di marchese ; e che per lo
di quelle poche città che per lo in- contrario è certissimo, come dimo-
nanzi aveano ottenuto il privilegio strò in un' altra sua dissertazione,
della zecca, non lo riebbero dipoi che il vescovo in allora era a ca-
se non passati molti anni. Il regno po del comune di Mantova e so-
de' goti e dei vandali parve sban- praintendeva ai pubblici affari, se-
dire dall'Italia le zecche particolari, dendo in consiglio, e avvalorando
e appena ne riscontriamo qualche gli alti pubblici del proprio nome;
dubbioso vestigio sotto il dominio e che conseguentemente non vi ha
de'longobardi. Non è dunque pos- veruna ripugnanza nel credere che
sibile di far risalire con qualche gl'imperatori potessero accordare a
certezza l'epoca di una qualche quel primario rappresentante della
zecca municipale più in su del città un diritto di cui godettero
secolo Vili. L'autore riporta argo- allora tanti altri vescovi dell'Italia
. ,

i8o MAN MAN


e della Germania per confessione conquista di tutte le Gallie, venne
del medesimo conte Carli. Ma la in possesso dei romani, ed allora si
conferma di questo mal combatta- estese oltre il suddetto canale, for-
te documento nasce da un altro mando l'estensione che
appunto oc-
più antico diploma di Lotario re cupa attualmente. Col favore della
d'Italia, dato in Mantova l'anno legge Giulia divenne municipio e
945, il quale conservasi nel mede- città florida, ma non vanta, quan-
simo archivio vescovile, e dal Voi- tunque non mai rovinata, alena
ta pubblicato. In esso il re Lotario monumento di quell'età. Augusto
fra gli altri privilegi conferma ai vi distribuì terre a* soldati, ed a
vescovi di Mantova quello della Virgilio vennero restituite le sue,
zecca colle seguenti parole: Con- fatto che eternò egli nella prima
Jirmamusj concedimus, restaura- delle sue egloghe. Nel decadere del-
mus sancLae Mantuanae ecclesiae . . l'impero soiferse le irruzioni de' bar-
publicani ìpsius cìvitatis monetatn bari, saccheggiandola i goti nel 412»
a praedecessorihus nostris jam di- ed in memoria venne edificato il
ctae sedis concessae, ec. Gli atte- castellodi Goito; ma fu invano
stati di questi due diplomi vengo- minacciata da Attila avendola li- ,

no viemmaggiormente corroborati berata da si potente Memico nel


da alcuni antichissimi rogiti di 4^^ il Papa s. Leone I Magno
contratti, ne' quali si fa menzione quando si portò a Mantova che ,

di soldi, lireed altre monete di poi fu esente pure dal guasto che
Mantova, e da alcune parimenti gli ungari dierono nel 4^^ al ter-
antichissime monete, delle quali in ritorio. Obbedì ai franchi e ad A-
fine si riportano le impronte in mingo loro capitano, ad Odoacre
rame, e che fra le altre cose con- re degli eruli, a Teodorico re dei
fermano sempre più il privilegio goti ed a' suoi successori, e
quindi
della zecca accordato ai vescovi all'esarca di Ravenna per l'impe-
colf epigrafe Episcopus o EpSy che ratore greco d' oriente , dopo che
in alcune di esse si legge. Narsete scacciò i goti. L'esarca Lou-
Ignota è l'origine vera di Man- gino la difese dai longobardi, fin-
tova ; alcuni la vogliono edificata che il loro re Agilulfo la prese nel
da Manto divinatrice, figliuola del 602, laonde restò aggregata al re-
tebano Tiresia, altri da Oeno etru- gno de' longobardi sino al 773.
SCO figlio del Tevere e di Manto, Carlo Magno col distruggerlo se
al dire di Virgilio; Eusebio affer- ne impossessò, e la donò alla santa
ma che fu edificata J\^o anni pri- Sede con molti luoghi già soggetti
ma di Roma, ma la più probabile ai longobardi, e sotto di essa fiorì
opinione è che sorgesse nel tempo la città, che poco dopo e neir8o4
della guerra troiana. È certo che fu visitata da s.Leone III, come
gli etruschi per molto tempo la meglio diremo Nell'SiS di-
poi.

tennero, e le diedero forma di pic- venne sede d' un conte dato da


cola città, ma all' invasione dei galli Carlo Magno, ma estendendosi il

divenne proprietà dei galli cenoma- dominio divenne feudo imperiale


ni, che la estesero fino al canate cioè dopo che Lodovico I ratifi-
del Rio da settentrione a mezzodì. cando nell'BiS a s. Pasquale I le
Nelle guerre che termiuarouo colla doaazioui del padre^, nella permu-
MAN MAN i8f
ta che fece di vari luoghi colla dalla tirannide feudale nelle bar-
Chiesa romana, vi comprese Man- barie del IX secolo ; divenne al-
tova che a se riserbo nell'SsS. la fine feudo imperiale di Ottone
IVell'BGy circa pertossi in Mantova I nel 962, prima sotto Gualtieri
l'imperatore Lodovico II, sotto il Gonzaga principale gentiluomo del-
vescovo Giovanni , ed essendo di- la città, e poscia sotto la casa dei
votissimo del sangue del Redentore conti di Canossa, quando Ottone
volle più volte visitarlo. Reduce II nel 980 dichiarò vicario impe-
Papa Giovanni Vili,
dalla Francia riale e diede Mantova a Tedaldo
neirSyS passando per Mantova vi o Tebaldo figlio di Azzo che edi-
fu con solenne pompa ricevuto : ficò il castello di Canossa, da cui
venerò il ss. Sangue , ed arricchì uscì pure quel Sigiberto che fu
di particolari indulgenze la chiesa marchese d' Este , donde secondo
di s. Andrea. L'imperatore Carlo l'opinione di alcuni si dice deriva-
H
I rSyy
il Calvo, calato
per reprimere
in
i
Italia
ribelli
verso
del-
ta la

d'Este.
nobilissima e
Tedaldo edificò sul Manto-
possente casa

l'impero, fermatosi in Mantova si vano il maggior monastero di s.


ammalò gravemente, ed il suo me- Renedetto di Polirone e lo dotò ,

dico ebreo Sedechia iniquamente di molte rendite. Ronifazio suo pri-


lo avvelenò, assistendolo in morte mogenito ereditò dominii del pa-i

il vescovo Giovanni, che poi gli dre, cioè Lucca, Parma, Reggio e
fece i funerali, ed il corpo fu tras- Mantova, a' quali aggiunse Vero-
portalo in Vercelli. Neil' 883 l'im- na, Cremona, ed il titolo di mar-
peratore Carlo III il Grosso ve- chese di Toscana e vicario impe-
nendo in Italia passò a Mantova, riale in Italia. Dalla seconda sua
ricevuto dal vescovo Eginulfo coi moglie Reatrice figlia dell'impera-
soliti onori ; e pieno di religioso tore Corrado II il Salico, ebbe Ro-

desiderio volle venerare il prezio- nifazio che morì poco dopo la sua
sissimo Sangue e le altre reliquie, morte, avvenuta nel io54, e Ma-
concedendo alla chiesa di Mantova tilde che restò erede e fu chiama-
molti privilegi. Divenuto nel 926 ta la gran contessa. Essa fu cele-
re dMtalia Ugo, Mantova gli di- bre per la sua possanza, ricchezza
venne soggetta, e siccome doveva e somma pietà; difese i Pontefici
trattare alcuni affari col Pontefice dalle persecuzioni degl' imperatori,
Giovanni X, ivi l' invitò per la pa- eresse chiese, fondò monasteri, e
ce d' Italia. Il Papa vi giunse con donò alla Chiesa romana il suo pa-
gran comitiva di prelati, baroni trimonio, cioè dal fiume Pescia u
romani ed altri signori, e così U- s. Quirico su quel di Siena fino
go con nobile corteggio, ricevuti e a Ceprano, dall'A pennino al mare,
trattati splendidamente. Stabilirono e di più Ferrara al dire del Pla-
perpetua lega, e il modo di repri- tina : così alla santa Sede passarono
mere gl'invasori saraceni, conce- i dominii della illustre casa di Ca-

dendo il re molti privilegi al ve- nossa, ultima della qual stirpe fu la


scovo. benemerita gran Contessa Matilde
Mantova si sostenne contro le (Tedi), di cui parlammo in molti
irruzioni degli unni o ungari e articoli, Gregorio VII,
tra* quali s.

dei saraceni , ma fu desolata Garfagnana, Lucca, Ferrara ec. a ;


i8i MAN MAN
tempo della quale inutilmente l'aS* se in Ferrara a' 4 ottobre. Succes-
sediò Enrico IV nel pontificato di sivamente Mantova fu lacerala dal-
». Gregorio VII, ma nel 1092 se le fazioni dei nobili e del pdpolo,
ne impadrom, ricuperandola Ma- quindi dalle terribili de' guelfi e
tilde nel I Alessandro II
I I I . nel Mantova
ghibellini. Ritrovandosi nel
1067 tenne in Mantova quel con- 1274 non poco travagliata da in-
cilio che descriveremo in fine. Nel- testine discordie, tiopo la tirannia
l'ultima malattia della contessa la di quattro Casalodi, elesse due cit-

città tumultuò, ma poi tornò al- tadini per consoli con suprema au-
l'obbedienza. Matilde morì d'anni torità, acciò riparassero ai pericoli
settantasei nel i5 a'24 lug'io, e i i della patria, cioè Pinamonte Bona-
fu sepolta nella chiesa di s. Bene- corsi o Bonacossi, ed Ottonello Zan-
detto di Polirone, donde le sue ce- nicalli. Non tardò mollo che Pi-
neri furono trasportate nella basi- namonte Bonacossi con tanta dissi-
lica vaticana d'ordine diUrbano mulazione seppe disfarsi del suo
Vili, ove nel i635 gli eresseun collega,che i popolani lo conferma-
superbo monumento di marmo. Ap- rono prefetto o capitano generale,
pena l'imperatore Enrico V intese nella mira eh' egli meglio d' ogni
la morte della contessa calò colle altro valesse a vendicare l'assassi-
armi in Italia ad occupare il suo nio. Dopo aver Pinamonte per tre
amplissimo patrimonio, di cui era- anni temporeggiato, si tolse la ma-
no eredi i sommi Pontefici e la schera ed apparve tiranno. Nella
Sede apostolica. Colla prepotenza pubblica piazza sostennero i Casa-
delle armi occupò Parma , Man- lodi, capi del popolo, la spirante
tova ed altri luoghi , restando le libertà, ma prevalsero le armi di
altre città in lunga contesa coi Pa- Pinamonte, che punì i suoi nemi-
pi legittimi signori. Ritornando dal- ci con morti, esilii e confische. Al-
la Francia in Pioma Innocenzo II, leato co* veronesi ghibellini e cogli
nel II 32 visitò Mantova, riceven- Estensi, sebbene prima guelfo egli
do testimonianze di divozione da- fosse stato , combattè quindi con
gli abitanti, cui concesse diverse successo i bresciani, padovani, i
i

grazie. Eretta Mantova in repub- vicentini, e fece dimenticare colle


blica, sostenne la guerra delle due sue prodezze la violenta origine
leghe lombarde; prese le parti di del dominio che tenne per quindici
Alessandro III, concorrendo all'edi- anni. Il suo figlio Bardellone non
ficazione d'Alessandria; indi respin- meno di avaro e crudele, seb-
lui

se gli assalti di Ezzelino 111 da bene inabile al governo , non volle


Romano, mediante l'aiuto di Sor- attendere la paterna morte per dis-
delio Visconti, che poi riconobbe fogare la brama di signoreggiare,
per signore, dopo il quale gover- per cui fattosi sostenitore della par-
nandosi colle proprie leggi , ebbe te guelfa, imprigionò padre e fra-

temporanei podestà e prefetti. Re- tello,richiamò i proscritti, e si fe-


duce il Papa Innocenzo IV da Lio- ce acclamare signore; ma Botte-
ne, nel ii5i da Brescia si trasferì sella Bonacossi suo cugino, stretto
a Mantova, visitando il celebre mo- in amicizia cogli Scaligeri veronesi
nastero di Benedetto di Polirone,
s. gran fautori del ghibellinismo, in-

donde navigando pel fiume Po giua- trodotte nella piazza truppe stra-
,

MAN MAN 18S


uiere, per sorpresa fugò Bardel Io- cipio della sovranità della nobile
ne, ed associò Passerino e Bettiro- famiglia Gonzaga, antica e feconda
ne suoi fratelli nella usurpala do- in ogni tempo di grandi uomini, e
minazione, e Bardellone mori poi che fiori tra le più potenti famiglie
miseramente in Padova. Bottesella sovrane d'Italia. Fu Luigi il fon-
per meglio stabilirsi nella signoria datore della possanza e ricchezza
di Mantova, con liberalità si acqui- di questa casa che regnò in Man-
stò l'animo del popolo, e l'affezio- tova dopo la caduta di quella di
ne dei signori vicini. Volendo poi Bonacossi. Gli antenati di Luigi fi-

ingrandirsi disegnò togliereMode- guravano tra i nobili più ricchi e


na e Reggio al marchese Azzo d'E- più considerabili di Mantova. Fino
ste: non gli riuscì però sebbene favo- dal principio del secolo XII pos-
rito dai bresciani e parmigiani. Allo* sedevano feudi dipendenti dal pa-
ra procurò favorire Francesco fratel- trimonio della contessa Matilde. Ap-
lo d' A zzo nella macchinazione ordita partenevano come i Bonacorsi o Bo-
ì contro Ferrara , ma in vece per- nacossi al partito ghibellino, ed i
dette Serra valle, ove avea adunato Gonzaga rimasero costanti in tale
molto bottino, e ne mori di pena parlilo. Francesco Zazzera , Della
nel 1 309. Così procedettero le cose nobiltà dell' Italia y della famiglia
fino alla discesa in Italia deli' im- Gonzaga, ci dà le seguenti notizie.
peratore Enrico VII. Di sua origine parlarono diversa-
Passerino, uomo ardito e di gran mente gli storici, dicendo che un
mente, aiutò Alberto Scotto ad in- Lodovico tedesco di regio sangue,
signorirsi di Piacenza , e favori i piantò verso il 1000 questa fami-
signori di Padova contro i bolo- glia in Italia; altri che trae il suo
gnesi. Fluttuò Passerino, rimasto principio da Agilmundo re de' lon-
unico superstite fra i due domi- gobardi, figlio d'Agione dell'antica
nanti partiti, ma giunse coll'accat- prosapia de'Gongingi; altri da un
tato titolo di vicario imperiale a principe di Germania che cacciato
farsi signore di Mantova e Mode- da Carlo Magno passò le Alpi ; al-
na. per quest'ultima
Ne' conflitti tri da Segifrido signore di Lucca,

città con Francesco Pico della Mi- un discendente del quale fu Boni-
randola, questi ebbe la sciagura di facio conte di Parma , che sposò
cadere con due figliuoli nei lacci Beatrice sorella d'Enrico III impe-
di Passerino, e furono tutti e tre ratore ; ed altri la fanno discende-
gittati a perir di fame nella torre re da una di quelle nobili famiglie
di Castellerò. Per le sue iniquità e padovane, che per timore d'Attila
frodi, per tiranneggiare la patria seguirono Ginusio o Ginio princi-
per sturbare la quiete d'Italia, e pe loro, ritiratosi in Rivoalto nel
qual ribelle di s. Chiesa, fino dal 4-56, volendosi pure farla derivare
i3i8 circa pubblicamente lo sco- dal sassone Wilichindo. Noteremo
municò Giovanni XXII in Avigno- che Donesmondi, come accennam-
il

ne. Ma le dissolutezze di France- mo, nel narrare che Mantova era


sco Bonacossi figliuolo di Passerino tiranneggiata da Berengario II re
e di Elisa d'Este, diedero luogo, non d'Italia, scrive che a consiglio del
senza nuove atrocità, al mutamen- •vescovo, e sotto la condotta di
to della dinastia. Ed eccoci al pria- Gualtiero Gonzaga principale gen-
,

tH man MAN
tìluomo (k'Ila città, e valoroso ca- marchoee Azzo X 800 fiorini d'ò*
pitano, avendo somministrato al- ro annui. Abbiamo dai geografi
Timperatoie Ottone I un gagliardo che Gonzaga borgo del regno Ioni
aiuto di mantovani ,
quando ebbe bardo- veneto, distante circa cinque
disfatto il re, l'imperatore per gra- leghe da Mantova , capoluogo di
titudine dichiarò marchese di Man- un distretto di tre comuni diede
,

tova Gonzaga e vicario imperia-


il il nome alla celebre famiglia Gon-
le, chiamandolo suo stretto parente zaga, che nel solo ramo de' duchi
nel diploma dato in Viterbo. Pare di Mantova contò due imperatrici
dunque, secondo il Donesmondi, che in Germania, una regina di Polo-
Gualtieri fosse della illustre casa di nia, due arciduchesse d'Austria, s.
cui parliamo. 11 Zazzera aggiunge: Luigi Gonzaga ed un gran nume- ìì

l'Equicola scrive che la famiglia ro di cardinali. Questo feudo dei


Gonzaga vanta origine italiana, che Gonzaga serba ancora il castello
Boterio è notato in un privilegio de* suoi antichi signori. Fratello del
della contessa Matilde fatto ai vis- mentovato Giberto fu senza dub-
domini di Mantova, in virtù del bio il suddetto Luigi, che V Equi-
quale essa ricuperò la città dall'im- cola disse figlio di Guido al ser-
pero. Riccardo figlio di Corbello, e vigio militare di Manfredi re di Si-
Corrado sono descritti nella confe- cilia.

derazione del marchese A zzo coi Essendo Luigi podestà di Mo-


ponti di s. Bonifacio allora princi- dena, il Francesco Bo-
debosciato
pali nel governo di Mantova. Pie- nacossi figlio del suo cognato Pas-
tro figlio di Alberto è ricordato serino, minacciò di attentare al ta»
nella cronaca di s. Prospero di lamo di Filippino Gonzaga figlio

Reggio. Guglielmo ricevette in feu- di Luigi, e non nipote, secondo al-


do il castello di Gonzaga dall'ab- tri, sotto gli stessi di lui occhi. Presi
bate di Benedetto di Polirone
s. i Gonzaga da alto risentimento.
tolto poi da Alberto padre di Mat- Luigi da Modena si recò in Man-
tia conte di Casalodi, da cui fu tova, radunò i malcontenti, e con
nondimeno ricuperato con l' aiuto l'assistenza di Cosimo della Scala,
de' reggiani, parmigiani e cremonesi ch'era geloso di Passerino perchè
per assedio; dato quindi a Fedc' occupava il primo grado nel par-
rico II imperatore, ritornò sotto i tito ghibellino, con armati entrò
Casalodi, che per forza lo cedero- nella città a' 1 4 agosto i37.8. Tur-
Do a Pinamonle Bonacossi o Buo- bato Passerino dai gridi di morte
naccolsi,
il quale lo donò al vesco- che udiva per le strade, accorse a
vo di Reggio, che poi con altre cavallo per calmar la sedizione, ma
terre lo permutò con Azzo X mar- fu rovesciato dal conte Alberto Sa-
chese d'Ésle. Da questo castello ri- yiola, che l'uccise con un colpo di
tiene il Zazzera cognome il delia spada sul limitare del suo stesso
famiglia Gonzaga, poiché dopo tren- palazzo. Suo figlio Francesco fu
ta
anni Giberto di Corrado da Gon- tiascinato nella torre di Castellerò,
zaga, nobile di Mantova e di Reg- (love avea fatto morir di fame Pico
gio, per esso castello di Gonzaga, (JellaMirandola, e fu colà scannalo
.come de* suoi primi progeni Ipri, e^ dal figlio di questo gentiluomo chia-
per Luzara e Reggio promise al mato Nicoli», con tulli gli altri
MAN MAN i85
(Iella famiglia. Molti [Xirtigianì dei sudditi morì nel iS^y. Guido e
Bonacossi vennero eziandio U'uci- due figli, si divisero
Feltrino, altri
dalij ai fuggiti furono confiscati i il governo il primo amministrò lo
;

beni, e Luigi (Gonzaga si fece accla- stato di Mantova, ed il secondo


mare, eoi titolo di capitano gene- quello di Reggio. Ambedue avea-
rale, signore di Mantova e di Mo- no già figli in tutta la forza del-
dena. Frattanto l' invasione di Gio- l'età e nel vigore delle passioni, e
vanni re di Boemia mise discordia gli ammettevano anch' essi al go-
tra' ghibellini, ed il Gonzaga per verno. Ugolino il primogenito di
consolidarsi nella signoria, nel i33o Guido comandò nel iS^y una lega
domandò ed ottenne l' investitura formata in Lombardia per resiste-
di Mantova dall'imperatore Lodo- re alla casa Visconti. Traditi dai
vico il Bavaro. E siccome era que- mercenari che si erano serviti i
di
sti tenuto nemico della santa Sede, Gonzaga, volevano comperar la pa-
Luigi io favore di e.ssa nel i332 ce colla cessione di Reggio ai Vis-
prese le armi contro i di lei ne- conti; ma Feltrino, terzo figlio di
mici con altri principi , essendone Luigi, che riguardava quella città
capitano generale il figlio Filippi- come proprio retaggio e de'suòi fi-

no. Dipoi Luigi acquistò nel i335 gli, ne impadronì per sorpresa
se
la città di Reggio, ch'era apparte- nel i358, e ne cacciò tutti par- i

nuta a quel monarca, ma ebbe a tigiani di suo fratello e de* suoi


sostenere in seguito una guerra eoa nipoti. Dal canto suo Ugolino cac-
Mastino della Scala signore di Ve- ciò di Mantova tutti i partigiani
rona, per mantenere l'indipeiKlenza di suo zio, in guisa che la casa
della nuova signoria. Nel i336 Be- Gonzaga si trovò vivente il suo
nedetto XII Papa residente in A- capo divisa in due sovrani. Feltri-
vignone, fece Luigi vicario di Man- no perde Reggio che acquistò Bei -
tova e di Reggio nella vacanza del- nabò Visconti, al quale vendè la
l' impero con annuo censo, perchè cittadella, riservandosi i castelli di
Lodovico il Bavaro come scomuni- Novellara e di Bagnolo che tras-
cato, non veniva che dai soli suoi mise con titolo di contea a' suoi
partigiani riconosciuto per impera- discendenti. Nel i365 l'imperatore
tore. Mastino volendosi vendicare Carlo IV dichiarò vicario impe-
di Luigi, gli suscitò contro Luchi- riale di Mantova Luigi, che di no-
no Visconti signore di Milano, ri- vanlatre anni morì nel i36o o
velandogli le tresche passate tra i36i.
sua moglie Isabella e Luigi. Unito Gli successe nella signoria Guido
alle truppe de' signori Verona
di in età di settant'anni, per cui ad-
e di Ferrara, entrò Luchino nel dossò le cure del governo al pri-
Mantovano, e dopo che n'ebbe de- mogenito de' suoi figli Ugolino, che
vasLito una parte, fu disfatto da si era già mostrato degno della
Filippino figlio di Luigi e poco , sua confidenza, e che nel settem-
dopo nel i349 venne avvelenato bre i36i riportò una grande vit-
da Isabella. Giunto Luigi alla vec- toria sull'esercito di Bernabò Vis-
chiezza, cede ai figli le cure del conti . Ma i di lui più giovani
governo, ma il primogenito Filip- fratelli Luigi e Francesco concepi-
pino saggio, valoroso ed amalo dai rono gelosia dell'autorità che eser-
i86 MAN MAN
. citava, e si ritirarono a Caslìgllone Sposò una principessa di casa
Del i36a per evitar la peste che d'Este, unì suo figlio in matri-
desolava l'Italia. Ritornati a Man- monio colla figlia di Bernabò Vis-
tova a*i3 ottobre, raentie Luigi conti ,
parentele
che assodarono
cenava in casa d* Ugolino, Fran- la sua dominazione. Ridolfo altro
cesco entrò all' improvviso circon- suo figlio fece la linea de'marche-
dato d'assassini, e colpì Ugolino si di Castiglione delle Stiviere.
colla spada nel petto, e Luigi lo Luigi nato da Ridolfo fu il pri-
terminò di uccidere a colpi di pu- mo signore di Castiglione, di Sol-
gnale: due fratelli furono assolti
i ferino e di Castel Giufredo. II di
dal fratricidio, e Luigi venne sti- lui primogenito Ferdinando rice-
pendiato da Urbano V e dall' im- vette dall' imperatore il titolo di
peratore a danno dei Visconti. 1 marchese di Castiglione e di prin-
due fratelli, cui l'ambizione avea cipe dell'impero, e governò con ti-

spinti a tale delitto, non potevano tolo di viceduca il Monferrato. 11


più aver fiducia l'uno dell'altro. suo primogenito s. Luigi Gonza-
Di fatti nel iSby Cane della Sca- ga [Fedi)j disprezzando le gran-
la signore di Verona, avverti Lui- dezze umane, si fece gesuita, e lo
gi Gonzaga che suo fratello gli veneriamo sugli altari protettore
avea chiesto di secondarlo in una degli scolane della gioventù: Ridol-
congiura, ma Francesco ne incol- fo secondogenito fu perciò secondo
pò invece lo Scaligero. Intanto i marchese di Castiglione. Ritornan-
due fratelli furono assaliti dai si- do a Luigi II, egli morì nel i382.
gnori di Milano e di Verona, e Quarto signore di Mantova e suc-
per difendersi ricorsero alla prote- cessore del defunto, fu il figlio
zione di Cario IV e de' fiorentini. Francesco II che s'intitolò secon-
]n questo mezzo Guido morì nel do, quantunque suo zio France-
1869, afflitto per la perdita del fi- sco 1 non avesse regnato, e fu di-
glio e in veder divisi gli altri da chiarato vicario imperiale. Impie-
un odio violento. Luigi II suo fi- gò le ricchezze paterne in proteg-
glio e successore governava lo sta- gere commercio, e con
il buona
to di Mantova sotto il nome di amministrazione si cattivò l'affetto
suo padre dal 1862, ed appena de'suoi popoli. Somministrò truppe
morto Guido, Luigi II fece truci- a Giovanni Galeazzo Visconti co-
dare il fratello Francesco, sospet- gnato di sua moglie, per spogliar
tando che avesse cospirato contro dei loro stati le due case della
di lui. Poco dopo scoperta una Scala e Carrara, e con ingratitu-
congiura tramata da alcuni paren- dine ne fu corrisposto. Tuttavolta
ti, fece perire dell'ultimo supplizio nere nello scudo d'oro,
alle tre fascie
due Gonzaga, cinque gentiluomini armede'Gonzaga, inquartò la vipera
e parecchi cittadini. Malgrado lau- o colubro de'Visconti, poi la tolse
ti delitti, siccome Luigi II gover- e vi sostituì il leone bianco ram-
nava i mantovani con dolcezza, e pante in campo rosso, stemma del
perchè mantenne la pace durante regno di Boemia avuto dall'impe-
il suo regno, mentre i paesi limi- ratore Venceslao, o meglio da Car-
trofi erano devastati dalla guerra, lo IV come afferma il Donesmon-
si cattivò l'aiTetto de' suoi sudditi. di> che anzi dice, due leoni biaa-
MAN MAN 187
chi in campo rosso inquartali col- signore d'Italia, si recò in Mantova
le sbarre. Giovanni temendo la co- per assumere la tutela del nipote.
gnata per avergli avvelenalo il pa- Tre anni dopo Giati Francesco spo-
dre e spogliato della signoria di sò Paola Malatesta, e giunto all'e-
Milano il fratello, fece comparirla tà in cui sovente la guerra diviene
infedele a Francesco II, che ne ordinò passione, Giovanni XXI II lo fece
la decapitazione nel iSpi, quando generale della Chiesa, indi nel 1412
già gli avea dato quattro figli. Disco- difese Bologna dalle armi di Ladis-
pertosi il tradimento, il Gonzaga lao re di Napoli. Dopo aver com-
tormentato dai rimorsi, volle ven- battuto i piccoli tiranni che si e-
dicarsi: si alleò con Firenze e rano divisi il ducato di Milano,
Bologna, mentre Visconti tentò de- risolvette cercare occasione per di-
viare il Mincio che alimenta il la- stinguersi nell'armi senza compro-
go di Mantova, e tramutarlo in mettere il ben essere de'suoi po-
pestilenziale palude; però un'im- poli, e nel i4'6 fu condottiere
provvisa escrescenza del fiume por- dell'esercito dello zio. Eletto Mar-
tò via le dighe e consolò i deso- tino V nel concilio di Costanza,
lali mantovani. La guerra fu in ove Carlo Malatesta avea rinun-
seguito intrapresa dalla lega guel- ziato il pontificato per Gregorio
fa ; in essa il Gonzaga fu disfatto XII, nel i4iB passò a Ginevra ed
a* i4 luglio ^397, e riportò vitto- a Cebenes, donde arrivò a* i5 ot-
ria a' 28 agosto; poscia nel iSgg tobre in Mantova. Ivi secondo il
tornò dopo varie vicende ad al- Monstrelet, voi. I, e. 192, Sigis-
learsi con Giovanni, e godè alcu- mondo re de' romani, vestito di
ni anni in pace. Bonifacio IX lo manto reale, tenne al Papa la staf-
dichiarò conte della terra di Gon- fa e gli condusse per la briglia il

zaga, quando Francesco I si recò cavallo. Certo che il vescovo


è
a Boma per divozione e per osse- Giovanni e Gian Fiancesco Gon-
quiarlo e trattare delle cose d'Italia: zaga, con tutta la città lo ricevet-
celebrate nell* alma città le feste tero con somma venerazione ed
di Natale, fece ritorno in Manto- allegrezza, venendo regalato non
va. Francesco I soleva ricevere in soloil Papa, ma ancora i cardina-
Mantova lombardi ; ed es-
gli esuli lied i signori di sua compagnia.
sendo giunto il suo principato ad Martino V venerò il ss. Sangue,
un alto grado di prosperità, morì e visitò la chiesa della Madonna
nel marzo 14^7, lasciando di Mar- delle Grazie, concedendole indul-
gherita Malatesta sua seconda mo* genza perpetua, dichiarandosi con-
glie un figlio chiamato Gian Fran- tentissimo di tanta cortese ospita-
cesco, che di dodici anni gli suc- lità. Quanto venuta in Man-
alla
cesse. Nel suo testamento ordinò tova dell'imperatore Sigismondo,
l'edificazione della Certosa, avendo essa ebbe luogo la prima volta
fabbricato fuori della città il mo- nel i4'4) ii^ occasione che vi si

nastero di s. Maria delle Grazie, e era portalo Giovanni XXIII a' 16


nella città il castello. gennaio con tredici cardinali e la
Allorché morì Francesco II, il suo curia romana, accompagnato nel
cognato Carlo Malatesta signore di viaggio da Gian Francesco eh* e-
Eiminij il più magnanimo e gentile ragli carissimo, accoltovi con ogni
i88 MAN MAN
onorificenza: il Papa e T impera- s»io figlio agli stipendi del duca di
tore visitarono il ss. Sangue, e ven- Mil.'uio, ed egli stesso poi col Pic-
nero regalati dal signore di Man- cinino combattè Francesco Sfor-
tova. Martino V stando in Man- za. Gian Francesco fece parecchie
tova spetPi un legato a Giovanna conquiste sui veneti, perdendo però
II regina di Napoli, e nel i4'9 vari castelli , fra' quali Peschiera;
si recò a Firenze in cui entrò ai ma il Visconti pacificandosi nel
7 febbraio, altri dicono che fu il i44i costrinse il marchese a re-
giorno in cui partì da Mantova. stituire le conquiste senza fargli
L'ambizione di Filippo Maria Vis- ricuperare il perduto. Morì il mar-
conti duca di Milano, indusse il chese nel settembre i444» dopo
signore di Mantova a prendere aver costrutto la Certosa fuori di
parte alle sue guerre, unendosi con- Mantova lasciando
quattro figli
,

tro di lui ai veneti e al marchese che avea fatto istruire da Vittori-


d'Este in difesa de' fiorentini col : no da Feltre nelle lettere greche
piemontese Carmagnola prese Bre- e latine, e che parteciparono del
scia, e per una serie di vittorie gusto dominante allora tra' princi-
forzò il Visconti alla pace. Ptiac- pi per la letteratura e l'erudizione.

cesa con questi la guerra, Gian Tutti e quattro ebbero una por-
Francesco pei veneziani prese il zione dell' eredità paterna ed il ,

comando del loro esercito^ e Io primogenito Luigi III detto il


lasciò quando seppe che aveano Turco perchè incominciò a por-
decapitato Carmagnola Intanto . tare i mostacci contro il costume
l'imperatore Sigismondo, reduce di quel tempo , fu riconosciuto
da Roma si portò in Mantova. per sesto signore e secondo mar-
Riconoscente dei meriti del Gon- chese di Mantova. Cecilia Gonzaga
zaga verso di lui, durante la sua sua primeggiò tra i dotti
sorella
spedizione in Italia, eresse per es- ed i del suo secolo
poeti tut- :

so lo slato di Mantova in mar- tavolta destinata dal padre sposa,


chesato, a' 2 2 settembre i433, e bramò piuttosto menar vita clau-
legittimò in tal guisa la sovrani- strale, desiderio che efTettnò alla
tà della casa Gonzaga^ la quale di lui morte, con vestir l' abito
npeteva tutti suoi diritti da una
i di s. Ghiaia, nel monastero del
usurpazione: in tal modo la città Corpo di Cristo fondato da Paola
e il suo territurio tornò feudo im- sua madre, ove ambedue termina-
periale, ed il nuovo marchese pa- rono loro giorni
i santamente, e
gò 12,000 fiorini d'oro a Sigis- meritarono d'essere registrate nel
mondo, il quale gli concesse per martirologio francescano. Il terzo-
lo stemma quattro aquile imperia- genito di Gian Vincenzo, da questi
li negli angoli della croce rossa in ebbe in appannaggio il ducato di
campo bianco, arme della città. Sabionetta, il principato di Bozzo-
In pari tempo l' imperatore sposò lo e s. Martino, riuniti poi al
Luigi primogenito del nuovo mar- ducato di Guastalla da un altro ra-
chese a Barbara figlia del marche- mo de'Goiizaga posseduto
questo :

se di Brandeburgo. Il rigore e la ramo si \5 agosto del


estinse a'
diffidenza del senato veneto in- 1746. Altri dicono che quello ,

dussero il marchese . a far passare ch'ebfje tali signorie fu Gian Fran-


MAN MAN 189
Cesco terzogéDito di Luigi III, le nilà contro i turchi. Appenia Pio
quali signorie divise ed unite di II fu nel 14^8 elevato alla cat-
nuovo, passarono ai di lui discen- tedra apostolica , applicò tutte le
denti fino all'aprile 1 708, in cui per sue cure per continuare la guerra
morte di Gian Francesco II furo- incominciata dal suo predecessore
no riunite al ducato di Guastal- contro i turchi , e perchè i prin-
la [Pedi) posseduto da un altro cipi cristiani concorressero all'im-
ramo della famiglia Gonzaga. Cer- presastabilì un pubblico parla-
to è che i ducali di Guastalla e mento o assemblea in Mantova,
di Sabionetta , e il principato di coir intervento degli ambasciatori
Bozzolo, furono ceduti nel 174^ de' principi e de'sovrani d' Italia.
airinfante diSpagna Filippo duca Perciò scrisse lettere al re di Fran-^
di Parma. eia Carlo VII, a Federico III im-
Appena Luigi III incominciò a peratore, a Mattia re d'Ungheria,
regnare, abbandonò il servigio del a Casimiro IV re di Polonia, e
duca di Milano per assicurarsi del- ad altri, perchè volessero adunare
l'alleanza de' veneziani, ed a loro eserciti contro i turchi, e manda-
si unì nel i44^j quando per la re i loro ambasciatori a Manto-
morte dell'ultimo Visconti tentaro- va. Prima di partire da Roma, il
no occupare il Milanese. In pari Papa ai 5 gennaio i4^9 decretò
tempo suo fratello Carlo, distinto che se fosse morto al di là di
per valore e maniere cavalleresche, Firenze, riposto il corpo nella cat-
si unì a Francesco Sforza. I due tedrale della città ove fosse spira-
fratelli gelosi uno dell'altro cerca- to, o a quella più vicina, i cardi-
rono combattersi sotto nomi stra- nali rimasti a Roma aspettassero
nieri ambedue mutarono più volle
; quelli che lo accompagnavano nel
partito; alleati alternativamente del viaggio per procedere all'eiezione
nuovo duca di Milano, o dei ve- del successore trenta giorni dopo
non erano fedeli
neziani, che al la sua morte ; ma se questa fosse
loro vicendevole odio. Carlo diven- avvenuta al di qua di Firenze o ia
ne signore di Tortona, e morì nel essa, allora soli quindici giorni si

1457, dopo essere salito a gran attendessero, fatti i consueti fune-


fama pei suoi talenti militari . rali. Ad onta del freddo della sta-
Luigi che dal canto suo era
III gione, e la podagra che di conti-
annoverato tra primi generali d'Ita-
i nuo l'incomodava , ad onta delie
lia, per cui costrinse i bolognesi opposizioni e sinistri augurii partì
ad obbedire a Nicolò V, si rese da Roma a'22 gennaio. Nel cam-
distinto più ancora pel suo gu- mino pregò con lettere 1' impera-
sto ed eleganza, per la propensione tore Federico IH, e Alberto mar-
alle arti, e pel favore che accordò chese di Brandeburgo , ed altri

ai dotti ed ai poeti, di cui la principi tedeschi, percliè si recassero


sua corte era ornata. Un' epoca al parlamento di Mantova. Dopo
brillante surse sotto di lui per essere stato m vari luoghi, giunse
Mantova pel famoso congresso dei Pio lì a Mantova
27 maggio, a'

principi cristiani adunali nella cit- accoltovi da Luigi con solenne ili

tà nel i4% e 1460 dal Papa pompa, in mezzo ad un gran con-


Pio li, per la difesa della cristia- corso di popolo per ricevei'e la sua
igo MAN MAN
benedizione. Dalla porta Pradella di tulio il mondo cristiano, aven-
nlla chiesa di s. Pietro, tutta la do registrato il Gobelino gli am-
strada era coperta di panni, ve- bascialori che v'intervennero, e tul-
nendo portato sulle spalle de'dotto- tociò che vi fu trattato: altri di-
ri, cavalieri ed altii gentiluomini, cono che ciò avvenne a'20 settem-
Fu alloggiato in corte vecchia splen- bre nella cattedrale, dopo la messa,
didamentc, avendo un seguito oltre II Donesmondi scrive a' 18 giugno,
i cardinali di molti principi, baro- nella sala grande di corte vecchia,
ri e signori. Nel primo giorno di dove Francesco Filelfo eloquente
giugno il Papa si recò nella cat- oratore recitò uua gravissima ora-
tedrale accompagnato dai cardinali, zione , dicendo in sostanza che
dai vescovi, e da tutto il clero dalle mani dei ^urchi doveasi ri-

secolare e regolare. Cantatasi so- cuperare Costantinopoli , Gerusa-


Icnnemente la messa, il vescovo lemme ed altri luoghi, rapprescn-
Coronese predicò sopra la determi- tando la facilità dell' impresa, la
razione presa da Pioli, la cagione necessità, e l'immenso onore che
del solenne parlamento, e la neces- ne sai ebbe derivato al nome cri-
sita di doversi abbattere la tiran- stiano. I primi che intervennero
nia turchesca. Indi il Papa prò- all'assemblea furono gli orientali
nunzio un discorso patetico, in cui di Cipro, di Rodi, di Lesbo, d'A-
si querelò perchè i re non vi a- sia, d'Albania, di Bosnia, di Schia-
vevano mandati che pochi amba- vonia, e tutti domandarono soccor-
sciatori, mostrando in effetto non so contro i turchi , resi formidabi-
badare alla difesa del nome cri- li per le continue conquiste fatte
stiano, protestando ad onta de'suoi in oriente, ed altresì contro A-
incomodi di restare in Mantova, busaco soldano d' Egitto. Gli am-
fjuchè avesse conosciuto l'intendi- bascialori de'principi occidentali si

mento dei principi, per provvede- posero a contrastare insieme sopra


re con essi al bene della repub- l'ordine di sedere, perchè tali
e
blica cristiana : tutti applaudirò- questioni non riuscissero dannose
no il suo fervido zelo. Concesse agli affari e al pubblico bene, ii
indulgenza a tutti quelli che si Pontefice formalmente dichiarò che
fossero confessati, ed avvisò i prin- ninno resterebbe pregiudicato nel-
cipi cristiani del suo arrivo a Man- l'onore e preminenze, circa 1' or-
tova , rinnovando loro l'invito di dine di sedere. Prima che arrivas-
portarvisi o mandare gli ambascia- sero gli ambasciatori francesi, alla
tori. A tale effetto mandò all'im- presenza del duca di Milano Fran-
peratore lo stocco ed il berretto- cesco Sforza (la cui figlia Ippolita
ne benedetti, essendo tenuto più fece al Papa un'orazione nel con-
degli altrisovrani a difendere la gresso, molto commendata nel lib.
Chiesa dalle oppressioni de'nemici II de' Commentari di Pio II), e
del cristianesimo. Scrisse pure per degli ambasciatori imperiali, napo-
li medesimo fine ai duchi di Sa« letani_, aragonesi, ungheresi, bosnia-
voia e di Baviera, ai veneziani, ci, di altri principi, de' veneti, dei
ai fiorentini e ad altri. genovesi, de'fiorentini ed orientali,

A'9 settembre i4^9 si cominciò Pio II declamò sulla sacra guerra


in Mantova il generale parlamento per lo spazio di tre ore buone, e
MAN MAN 191
disse a non doversi aspettare
tutti glo d'un principe francese, mentre
a somiglianza de'pagani il premio si continuava a sostenere Tingiu-
delle ricchezze, ma 1' acquisto del riosa prammatica sanzione. Intanto
regno celeste, se vincitori o vinti, giunsero in Mantova gli ambascia»
1 consigli del Pontefice furono tori del re di Polonia, Sigismondo
approvati da tutti gli ambascia- duca d'Austria, e Alberto marche-
tori, indi gli ungheresi si lagna- se di Brandeburgo. Questi due
rono dell'imperatore, che mentre principi furono accolti con dìstin-
erano minacciati dai turchi, avea zione dai cardinali, e Pio II diede
riempita 1' Ungheria di tumulti, ad Alberto spada ed il cappel-
la

Non solo il Pontefice fece la sua Io benedetti nella messa dell'Epi-


perorazione con abbondanza di la- fania, e assolse i primi dalla sco-
grime ed eloquente energia, ma munica, poiché ebbero colla santa
dal canto suo concorse all'impresa Sede soddisfatto ai loro doveri. I
in tutti i modi ; perciò restarono veneziani promisero molte navi ar-
i presenti infervorati e commossi . mate, siccome minacciati dai tur-
Nel dì seguente fu tenuto un altro chi ne' loro dominii, ed il re di
parlamento d' italiani solamente, Ungheria un buon esercito, avendo
sopra il numero della gente d'ar- vicino il nemico. Dichiarò il Papa
me che si dovea adunare , ed il che si sarebbe posto alla testa

Pontefice espose il suo parere cir- della spedizione, e andare al- di


ca le spese pel mantenimento del- meno sino in Albania a coronare
l'esercito, cioè che s'imponesse per a Croia in re il valoroso Scan-
tre anni al clero la decima, ai derberg. Pio II domandò quin-
laici la trentesima, agli ebrei la di agli ambasciatori imperiali, de-
ventesima, e tutti gl'italiani con- gli elettori dell'impero, de'principi
fermarono l'opinamento pontificio, e città libere di Germania, quali
tranne i veneti ed i fiorentini, soccorsi potessero dare, e tutti pro-
Bichiesti i quattro ambasciatori misero quel numero di soldati già
francesi di aiuto contro il comune convenuto con Nicolò V in Frane-
nemico, solo risposero doversi per fori , cioè trentamila pedoni e
mezzo di un legato apostolico diecimila cavalieri, ed ordinarono
prima riconciliarli cogl* inglesi. A- perciò due parlamenti da tenersi
vendo i francesi avuto il coraggio a Norimberga, ed in Austria pres-
da lui
di querelarsi dell'investitura so Federico HI , e che vi fosse

fatta delregno di Sicilia a Ferdi- mandato un pontificio legato. Tale


nando, e che invece la dasse a destinò Pio lì il cardinal Bessa-
Benato d' Angiò, Pio II essendo rione, e capo dell'esercito nominò
incomodato prese tempo a rispon- l'imperatore o altro principe per
dere. Alcuni giorni dopo, benché sua impotenza, scrivendo a molti
cagionevole, salì il soglio in una principi per l'eifettuazione del con-
gran pregò d' essere udito
sala ,
venuto. Su di che pubblicò una
senza interrompimento, e con un bolla a' i5 gennaio 1460, nolifi-

grave discorso che durò tre ore cando le risoluzioni del congresso
giustificò la sua condotta pel re- a tutto il mondo ; ed ordinò pub-
gno di Sicilia, si dolse assai come bliche preghiere da porgersi a Dio
la Francia ciò desiderasse a vantag- le domeniche dai sacerdoti nelle
igi MAN MAN
messe, perchè si tìegnasse di assi- scienze ne'suoi stali, per cui s'iii-

slere colla sua grazia ì difensori dusse a fondare 1' università <li

della fede, e concesse indulgenza Tubinga, e formo la felicità dei


e pei^onò di colpa e di pena a suoi popoli. Luigi 111 ebbe in pro-
chi avesse preso le armi contro nipote Giulia Gonzaga, di rara bei-
Maometto II imperatore de'lurchi, iczza, che fu sposata al vecchio Ve-
e somministrati aiuti. Prima che li- spasiano Colonna duca di Tiaietto
eenziasse il parlamento, Pio II ie- e conte di Fondi [Fedi)^ al quale
ce a' i8 gennaio un'altra costitu- articolo ne parlammo, e fu esem-
zione contro coloro che appellava- pio di tenerezza coniugale, avendo
no dal Papa al concilio generale, voluto restare vedova a fronte che
e li condannò come rei
di eresia la desideravano i piti grandi signo-
c di lesa maestà: la costituzione ri d'Italia. Luigi III mori nel i47^>
Execrahilìs si legge presso Labbé, e Federico suo primogenito gii
I

Concil. t. XIII, p. 1801. Il Papa successe nel marchesato, e come


venne accompagnato da diecisetle gli avi suoi avea imparalo il me-
cardinali, e mentre era in Mantova sliere delle armi al soldo di prin-
tì quando a quando ne arrivarono cipi stranieri; subito però venne
tredici altri, tutti cortesemente os- afflitto dalla peste che fece strage
spitali dalle primarie famiglie del- nel Mantovano in cui perirono
la ci Uà, così il nobilissimo e co- circa dieciottomila abitanti. Nel me-
pioso corteggio. Terminato il con- desimo anno si pose al servigio
gresso Pio II verso il fine del
, di Buonadi Savoia madre e tu-
gennaio 1460 parli da Mantova, Irice di Gian Galeazzo Sforza du-
dopo aver creato cardinale Fran- ca di Milano: tosto impedì l'in-
cesco tìglio del marchese, e si por- gresso in Italia agli svizzeri chiama-
to in Siena ove lo sopra ggi^:msero li da Sisto IV e dal re di Napoli,
alcuni ambasciatori che non lo e nel seguente anno fu chiamato
trovarono in Mantova, soddisfattis- in Toscana da Lorenzo de Medici
simo del marchese e de'mantova- per combattere Alfonso duca di
ni. Tutto il viaggio di Mantova, Calabria. Indi nel 1482 difese la
e la sua cagione, narra il car- casa d'Este che colla propria era-
dinal Ammannali di Pavia nella no in pericolo soccombere a
di
5 ad
e.pist. cardinal. Stnenseni. Sisto IV e ai Morì Fe-
veneziani.
Malgrado le zelanti premure del- derico I nel luglio i4^4> lascian-
l'otlimo Papa, i soccorsi promessi do da Margherita di Baviera sua
nel congresso per allora non ebbe- moglie tre figli e tre figlie, una
ro effetto, per le guerre deTrance- delle quali fu Elisabetta che sposò
si ed inglesi, del re Ferdinando Guidobaldo duca d' Urbino, assai
con Renato d'Angiò, e per quelle lodata per singolare amore con-
che facevano nello stato ecclesia- iugale, per virtù e coltura: maritò
stico i signori di Bimini e di sua nipote Eleonora Gonzaga con
Faenza. Francesco Maria della Rovere du-
Luigi III nel i474 "Tiaritò Bar- ea d'Urbino, illustre anch'essa per
bara sua figlia ad Eberardo il le belle qualità che la fregiarono.
Barbuto duca di Wurlemberg, cui Al defunto Federico I successe il

ispirò il desiderio di far fiorire le primogenito Gio. Francesco II in


MAN MAN 193
età di diecioU* anni. Nel 1490 sposò iSo3 fu al soldo di Luigi XII
Isabella d* Este figlia di Éicole 1 re di Francia, e poscia prese par-
duca di Ferrara, e cognata di Lo- te nelle guerre di Giulio II con-

dovico Sforza duca di Milano. Ver- tro i suoi feudatari, ricuperando


sato nella scienza militare, in difes- Bologna, per cui lo fece gonfalo-
sa del suo stalo mantenne un e- niere di s. Chiesa e capitano ge-^

sercito che conduceva al soldo dei nerale, indi contro i veneti nella
principi più potenti di luì, e nel- lega di Cambray ; ma si lasciò
lo Slesso tempo coltivò le lettere sorprendere da essi nel 1^09 a'
9
con ardore, compose anch' egli
e agosto nell'isola della Scala. Fu
in poesia, formando l'ornamento di tenuto un anno prigioniero in Ve-
sua corte più rinomati poeti del
i nezia, e quando per le premure
suo secolo. La sua consorte pure di Giulio II ricuperò la libertà
si distinse per un fino gusto per parve disgustalo della guerra. Nei
le arti antiche ; il suo gabinetto di i5i2 venne dal marchese accolto
statue, di cammei e di medaglie e splendidamente trattato in Man-
non ebbe lungo tempo l'eguale in tova il cardinal Giovanni de Me-
Italia. Quando Alessandro VI, i dici, che nel seguente anno diven-

veneti, i senesi, il duca di Ferrara, ne Leone X, dopo essere stato dis-


l'imperatore, il re di Spagna e il fatto il suo esercito a Ravenna dai
duca di Milano si collegarono con- francesi. A cacciar questi d'Italia si

tro Carlo Vili, tutti scelsero il tenne in Mantova un congresso cogli


marchese di Mantova per metter- ambasciatori de'priucipi,col cardinal
lo alla guida dell'esercito. Secondo Matteo Schiner detto Lango, e del-
rinfessura, a'i5 aprile 149^ Ales- la lega generale che fu conchiusa ne.,

sandro VI dopo la messa nella fu fatto capitano Gian Francesco


chiesa di s. Marco pubblicò tale II. Durante il pontificato di Leone

lega co' mantovani, per cui furono X il marchese fece le parti di pa-
suonate le campane di Campidoglio cificatore tra i duchi di Ferrara e
e delle chiese di Roma. Altri di- d'Urbino Francesco Maria, e que-
cono conchiusa la lega a'3i mar- sto ultimo prese asilo in Mantova
zo i495', e che a' 6 luglio nella presso il marchese suocero, e vi

battaglia di Val di Taro, se i ritornò alla perdila de'suoi stati nel


soldati dopo aver disperso i fran- iSiy: vi trasportò la sua artiglie-
cesi non si fossero abbandonali ria, la sua galleria di antichità e
al saccheggio avrebbe impedito
, la sua biblioteca. Gian Francesco
loro r avanzarsi. Rodolfo Gonzaga li morì a' 20 febbraio i5i9 ed ,

suo zio e maestro nell' arte mili- ebbe in successore Federico II suo
tare, fu fatto prigione, e poi uc- primogenito i d. Ferdinando, altro
ciso. Neil' anno seguente il mar- suo figlio, fu uno de' più rag-
chese coir armata veneta aiutò a guardevoli capitani, e fondò i du-
risalire sul trono il re di Napoli. cati di Molfetta e di Guastalla.
Nel 149^ difese Pisa contro fioren- i Federico II nono signore e
tini, ricevendo in Mantova Guido quinto marcbese di Mantova, tro-
Ubaldo duca d'Urbino parente dei vandosi obbligalo di scegliere una
Gonzaga, il cui stato avea occu- alleanza tra 1' imperatore Curio V
pato Cesare Borgia. Per poco nel e Francesco I re di Francia, che
VOL. XLH. i3
194 MAN MAN
disputandosi 1* Italia , i piccoli so- bre trattato conciliò le differenze
vrani di essa erano sempre nel ti- tra Clemente VII e Carlo V, il

more di perdere gli stali, rimandò quale losuo capitano gene-


fece
al re il cordone di s. Michele che rale. Avendo Carlo ed il Papa V
avea accettato, e si unì ali* impe- convenuto ad un congresso in Bo-
ratore nel i52i. Leone alleato di X logna nel i529, a'20 novembre
esso, creò Federico II capitano ge- vi fece onorevole
Fede- ingresso
nerale delle truppe della Chiesa : rico II, accompagnalo
da molli
d'allora in poi servì con distinzio- gentiluomini. L'imperatore gli usò
ne sotto gli ordini del marchese molle distinzioni, e Clemente VII
di Pescara e di Prospero Colonna. lo fece incontrare con cavalcata
Fu incaricato successivamente del- dalla sua famiglia e da quella dei
la difesa di Piacenza, di Pavia e cardinali; prese alloggio nel pub-
di Cremona : la difesa di Pavia blico palazzo presso 1'
imperatore.
assaltata dal francese Lautrec fu Alla funzione della coronazione di
tenuta mirabile, per cui gli accreb- Carlo V
colla corona di ferro
be la fama di esperto e valoroso qual re de'lombardij non interven-
capitano. Con detti capitani nel nero signori di Milano^ di Fer-
i

i522 si presentò in Genova ad rara e di Mantova per ragione di


Adriano VI, per essere assolti dal preminenza e di stato. Nella ca-
sacco di ma non lo
quella città, valcata poi che ai 24 febbraio
furono. Nel ì5i5 si unì alla lega i53o fecero Clemente VII e Car-
fatta da Clemente VII contro il lo V per Bologna, dopo aver il
turco, e nel 1527 Mantova fu de- primo coronato il secondo impe-
solata per r inondazione e per la ratore, cavalcarono Alessandro Gon-
peste preceduta dalla carestia : la zaga de* conti di Novellara colon-
pestilenza fu sì crudele che vi mo- nello imperiale; Ferrante Gonzaga
rirono oltre i due terzi delle per- principe di Molfetta, che tra gl'i-
sone che ne furono colpite. Nell'i- taliani si domesticò più di tutti
stesso anno Roma fu presa e sac- con Carlo V, avendone descritte
cheggiata da gì* imperiali, ed il Pa- le gesta Ulloa, Gosellini ed altri,

pa assediato in Castel s. Angelo, e siccome fu signore di Guastalla,


il quale benché si fosse pacificato nella piazza gli fu eretta una sta-
temendo de'suoi nemici, agli 8 di- tua ; Gianfrancesco Gonzaga detto
cembre fuggì ad Orvieto travesti- CfigninOy nipote di Federico li e
to e sotto la scorta di Luigi Gon- prode Gonzaga
guerriero; Luigi
zaga dello Rodomonte^ cugino di signore di Rivarolo, duca di Tra-
Federico li. Questi per tanta ca- ielto e conte di Dondi de'duchi di
tastrofe, e per la prigionia di Fran- Sabionetla, d'impareggiabile robu-
cesco I (in un a Federico Gonzaga stezza e bravura, che lo fece chia-
signore di Bozzolo al servigio di mai:e Rodomonte, non che uomo di
Francia), prevedendo il prossimo lettere : essendo in Roma colonnello
servaggio dell' Italia si slaccò da d'un raggimento d'italiani nel i527,
Carlo V, e solo rientrò nella sua divenne l' amico e il difensore di
alleanza a'5 agosto i529 nella pa- Clemente VII, alla cui fuga con-
ce di Carabray. Si recò a Barcel- tribuì; d'allora in poi militò sem-
lona, ed alla conclusione del cele- pre sotto le bandiere pontificie
MA iV MAN 195
in qualità di generale. Cavalcò tore pubblicamente coronò il fer-
pure Luigi Gonzaga signore di rarese Lodovico Ariosto, prin^pe
Borgoforte, che si esercilò nel me- de'poeti lirici dell'età sua, parten-
stiere delle armi, e nella sua si- do dalla città nella terza festa di
gnoria fece erigere un superbo Pasqua. Nel i532 il nuovo duca
palazzo^ con una galleria di pittu- albergò ancora una volta Carlo V,
re rappresentanti la storia di casa e nel seguente anno sposò Mar-
Gonzaga, ed era così belio e ma- gherita Paleologo figlia del mar-
gnifico che sino dai Papi ed impe- chese di Monferrato, slato che poi
ratori di passaggio per Mantova reclamò per eredità di sua moglie,
veniva visitato , ed in esso Luigi e siccome avevano affacciato preten-
attendeva a* suoi geniali studi, alla sioni il duca di Savoia ed il mar-
poesia ed alla coltura del suo animo chese di Saluzzo, l'imperatore a'3
jiobilissimo e virtuosissimo. Il mar- novembre i536 decise la questione
chese Federico II restò in casa per in suo favore, onde la casa Gonza-
non comparire al pubblico col cor- ga acquistò una nuova sovranità,
redo splendore delle vestimenta ed
e superiore in ricchezza e potenza
onorate divise, con cui riservavasi a quella di Mantova. Il Papa Pao-
ricevere in Mantova Carlo V , e lo III per estirpare 1' eresie che
forseanche per non contendere del affliggevano la Chiesa, convenne coi
luogo e dignità col marchese di principi alla celebrazione di un
Monferrato. Federico II per rice- concilio generale, con bolla dei
e
vere magnificamente e splendida- 2 giugno i536 destinò adunarlo
mente r imperatore incaricò delle , nel seguente anno a' 27 maggio, e
decorazioni per le feste Giulio Ro- per luogo la città di Mantova, la
mano quale eresse parecchi bel-
, il quale per alcuni motivi venendo
lissimi archi, dipinse gli ornati per dal duca negala, nel i537 stabi-
gli spettacoli, diresse le giostre, le lì adunarlo a Vicenza, e poi in
feste ed i tornei che si fecero du- Trento ov'ebbe luogo, e riuscì il
rante soggiorno di Carlo V,
il più venerabile e più sacrosanto,
Partito l'imperatore da Bologna, per avere abbracciato tante ma-
per commissione del Papa l'accom- terie, nel domma, nel costume e
pagnarono a Mantova i cardinali nella disciplina ecclesiastica. Fede-
Cibo e de Medici, oltre il cardi- rico II fu lodato per animo grande,
nal Ercole Gonzaga in qualità di per virtù politiche e militari, per
legato apostolico. Federico II rice- amore alle lettere ed arti, pre-
vette in Mantova
regiamente e miandone i cultori generosamen-
con ogni dimostrazione d' onore te, ed in ispecial modo ammirò il

l'imperatore, il quale per gratitu- meraviglioso Tiziano cui commise


dine, e inpremio de'fedeh presta- diverse pitture, e Giulio Romano
tigli Io insignì con solennis-
servigi al modo già detto. Il titolo di
sima cerimonia del titolo e grado duca gli accrebbe l'orgoglio, la ere-
di duca, erigendo lo slato di Man- dità del Monferrato ne aumentò
tova in ducato a'25 marzo i53o, la potenza ,
per cui formò una
in favore della casa Gonzaga: i corte hissureggiante quasi come le
mantovani gareggiarono col loro prime d'Europa, e costretto gra-
signore in magnificenze, e l'impera- vare i sudditi di gabelle, essi de-
196 MAN Man
plorarono la sua smodata ambi- conde nozze il re di Polonia. (jH*
zione. glielmo fratello del defunto, d'anni
Federico II morì nel giugno i54o quattordici, gU successe sotto la tu-
lasciando quattro (ìgli, di cui il tela dello zio cardinal Ercole, e spo-
primogenito Francesco III gli suc- sò Eleonora d'Austria figlia dell'im-
cesse; Guglielmo regnò poi, Luigi peratore Ferdinando 1. Avendo il

formò il ramo de' duchi di Nevers, gusto della magnificenza e de' pia-
e Federico fu creato cardinale da ceri, di altro non si occupò nel
Pio IV. Francesco III essendo mi- lungo suo regno, che di feste, tor-
nore restò sotto la tutela dello zio nei^ pompe e ceremonie. Nel iSSg
cardinal Ercole e di Margherita fu eletto Pio IV per opera princi-
sua madre primo duca che
: fu il palmente di detto cardinale, ben-
cavalcasse per Mantova con abito ché molti colleghi propendevano
ducale, mandatogli da Ercole II esaltarlo al pontificato, il nuovo
duca di Ferrara. Sotto di lui d. Papa era parente dei Gonzaga ,
Cesare Gonzaga de* duchi di Gua- perchè la sua nipote Camilla so-
stalla eresse nel proprio palazzo l'ac- rella di s. Carlo Borromeo avea
cademia degli Invaghiti^ coi migliori sposato d. Cesare primogenito del
ingegni della città, per cui la loro duca di Guastalla. Intervenne Gu-
fama si sparse molto. Il Papa per glielmo al concilio di Trento ed
favorirla dichiarò cavalieri i suoi alla dieta dell' impero in Augu-
accademici con facoltà di poter crea- sta : taU viaggi costosi ed il lusso
re notari, di poter addottorare, con eccessivo della sua corte, sconcer-
altre prerogative. Dipoi l'accade- tarono le sue finanze, e siccome
mia essendo decaduta dal suo splen- aggravò i sudditi d'imposte, si su-
dore, la ristabilì nel 16 io il duca scitò una rivolta nel Monferrato;
Vincenzo I, e volle che risiedesse ma il duca coli' aiuto del governa-
presso di se nel castello, assegnan- tore di Milano vinse i ribelli, e co-
dole pubblico ed ordinario lettore. strinse la città di Casale a chiede-
Fedele Francesco III all' alleanza re grazia , e per la lega di s. Pio
dell'Austria, sposò Caterina figlia di V contro il turco mandò validi
Ferdinando I re de' romani e ni- soccorsi. Inoltre il duca per vene-
pote di Carlo V. In pari tempo rare i santi luoghi e reliquie di
suo fratello Luigi passò in Fran- Roma, e col nuovo
congratularsi
cia, dove essendosi segnalato sposò Papa Gregorio XIII, vi si recò nel
nel i565 Enrichetta di Cleves so- 1572 con bellissima comitiva, e fu
rella ed erede di Francesco II ul- trattato e ricevuto regiamente. Nel
timo duca di Nevers e di Rethel: 1574 Guglielmo ricevette onorevol-
suo figlio Carlo, come diremo, nel mente in Mantova Enrico III re
secolo seguente ereditò il ducato di Francia, ed ottenne dall'impe-
di Mantova. Francesco III proibì ratore Massimiliano II che lo stesso
l'usura ai giudei, eresse il monte Monferrato fosse eretto in ducato
di pietà, e traversando in battello in suo favore. Nel i5'j5 la città
il lago di Mantova a' 21 febbraio fu molestata da una pestilenza.
i55o, cadde in acqua e si annegò In Mantova morì nel 1576 Lucre-
miseramente: sua moglie, di cui zia Gonzaga figlia di Pirro signore
non avea avuto figli, sposò in se- di Gazzolo, donuii illustre e lettera-
MAN MAN 197
ta, modello di Effetto e fedeltà mari- stolica magnificamente, ed in con-
tale, perchè dopo la morte di Gio. cistoro lo fece sedere sopra l' ulti-
Paolo Manfroni generale al servi- mo cardinale diacono, concedendo-
gio de' veneti, volle restare vedova gli molte grazie, indulgenze e re-
e menai' vita ritirata e sommamen- liquie, venendo pure assai onorato
te edificante. Il duca ricuperò Gaz- dai baroni romani. Ad Innocenzo
lolo e Dosolo occupati dai sigila* IX nel 1592 Clemente successe
ri di s. Martino; abbellì la fortez- VIII che restò afflitto nell'udire la
za di porto, e finì la chiesa e cam- morte di Alfonso Gonzaga signore
panile di Nel 1579
s. Barbara. di Castelgiufredo ucciso dai ban-
Gregorio XIII si adoperò per ac- diti, onde il Papa spedì a Casti-
comodare i gagliardi contrasti che glione delle Stiviere il vescovo d'A-
eransi risvegliati non senza scan- 1essano per ottenere dal marchese
dalo tra duca Guglielmo e il
il Ridolfo Gonzaga fratello di s. Luigi,
fratello duca di Nevers, a motivo la libertà della figlia e della consor-
delle antiche differenze sopra una te dell'infelice Alfonso, le quali fu-
parte del Monferrato. Guglielmo rono consegnate al duca di Man-
nel i58o sposò l'unico suo figlio tova. Nello stesso tempo Ridolfo fu
d. Vincenzo con Margherita Far- accusato di aver fatto coniare in
nese figlia del duca di Parma, ma- Castiglione moneta pontificia, per
trimonio infelice che die luOgo a Io che citato al tribunale apostoli-
processo ridicolo e scandaloso, pei co fu scomunicato e punito con

I motivi di sterilità : il cardinal Bor-


romeo indusse Margherita a riti-
altre
a'
censure; e divenuto odioso
suoi sudditi, nel i^^'à l'uccisero
rarsi in un chiostro, e le nozze in Castelgiufredo per morte di Al-
furono disciolte nel i583. Nell'an- fonso ereditato. Nel 1598 si recò
no seguente d. Vincenzo, dopo un in Mantova Margherita d' Austria
riprovevole esperimento, sposò Eleo- che andava in I spagna a sposare il

nora de Medici figlia del granduca re, e il duca gli fece magnifiche
di Toscana, matrimonio che fu ce- feste. In questo tempo fiorì Cur-
lebrato con molta magnificenza. zio Gonzaga celebre scrittore e poe-
Guglielmo mori a Bozzolo nell'a- ta, e verso il 1600 fabbricò in Bor-
gosto 1587; gli successe Vincenzo goforte una bellissima chiesa in o-
1, come lui troppo trasportato ai nore dell'Annunziazione della Ma-
piaceri, non però senza genio alle dre di Dio. Appena eletto nel i6o5
armi, per cui nel 1 598 oiìiì i suoi Paolo V, il duca Vincenzo I lo
servigi all'imperatore Rodolfo II supplicò a sollecitare la beatifica-
contro i turchi con infelice riuscita, zione di Luigi Gonzaga gesuita,
perchè si ammalò gravemente nel morto in Roma a' 21 giugno 1^91,
1595, fu fatto prigioniero a Gia- ed il Papa l'esaudì a' 2 maggio; 1

varino nel 1597, e fu battuto con per lo che si fecero grandi feste in
l'arciduca Ferdinando nel 1601. Mantova, e il duca con tutta la
Nel 1 59 I erasi con nobile corteg- corte dalla cattedrale si portò in
gio in novembre portato in Boma, processione alla chiesa della com-
ove Innocenzo IX antico suo ami- pagnia di Gesìi. Il vescovo nel
co lo accolse con distinzione, lo 1606 gli eresse un bellissimo al-
trattò a spese della camera apo- tare nella cattedrale, ed il duca

I
,

r98 MAN MAN


fece ben dipingere l' immagine del le difese di Ferdinando, non essen-
beato suo parente, e la collocò in done egli capace, e nella pace lat-
s. Barbara nella cappella di s. A- ta nel 16 17 le pretensioni furono
driano. Nel 1608 avendo France- rimesse all' imperatore Mattia per
sco figlio del duca sposato Marghe- la decisione, Ferdinando avendo
rita di Savoia, Vincenzo I istituì sposato la sua favorita Camilla Er-
l'ordine de' cavalieri del ss. San- d^ziani Casa losca, quando non sen-
gue di Gesù Cristo (Fedi), in Man- tì più amore per lei, fece scioglie-
tova, chiamato pure del Redento- re nel 16 16 il matrimonio da Pao-
re. Inoltre il duca nel 16 io fab- lo V, e prese in moglie Caterina
bricò un luogo particolare per gli de Medici sorella del granduca di
ebrei. Paolo V siccome amava il Toscana: sposò la sorella Eleonora
cardinale Ferdinando Gonzaga se- coir imperatore Ferdinando II nel
condogenito del duca, gli concesse 1622; ottenne da Urbano Vili nel
diverse grazie, fra le quali l'indul- 1624 l'approvazione dell'ordine mi-
genza in perpetuo delle stazioni di litare ed equestre della Concezione
Roma in quaresima, per le chiese o milizia cristiana (Vedi), istituito
di Mantova; ed il vescovo stabilì nel i6ig da Carlo Gonzaga duca
quelle che doveausi visitare, ripor- di Nevers, di Rethel e di Majenne,
tandone il novero il Donesmondi. che fu poi Carlo 1; nel 162J fu
Intanto Vincenzo I, di spirito vi- eretta l'università di Mantova; e
vace ed ameno, sempre senza de- nell'ottobre 1626 morì senza suc-
naro per la sua condotta sregolata, cessione, per cui ascese il trono Vin-
mori in febbraio 161 2, lasciando cenzo Il suo fralello. Egli era sta-
tre figli che successivamente regna- to creato cardinale da Paolo V ;

rono tuttavolta fu lodato per mol-


: ma invaghitosi d'Isabella principes-
te belle qualità, ed i funerali fu- sa di s. Martino e vedova di Fer-
rono regi e sontuosi. dinando Gonzaga signore di Boz-
Gli successe Francesco IV suo figlio zolo , r avea sposata segretamente.
primogenito, che morì alla fine dello Quando lo seppe il Papa e il du-
stessoanno 16 12, dopo il suo figlio ca di Mantova ne mostrarono mal-
Luigi, lasciando Maria sua figlia che contento e gli fecero rinunziare il

avea diritti alla successione di Mon- cardinalato. Non avendo avuto pro-
ferrato e non a quella di Mantova, le, allorché divenne duca ottenne
poiché questo ultimo era un feu- da Urbano Vili lo scioglimento del
do mascolino. Montò sul trono di suo matrimonio. Voleva allora spcj-
Mantova e di Monferrato il fratel- sare Maria sua nipote al line di ,

lo di Francesco IV cardinal Fer- consolidare i suoi diritti sul Mon-


dinando, dopo aver rinunziato alla ferrato , ma una grave malattia
porpora, nel 1 6 1 5 secondo Novaes conseguenza delle sue dissolutezze.
e Cardella, e subito il duca di Sa- Io fece rinunziare a tale progetto ;

voia richiamò la vedova sua fi- invece chiamò a Mantova Carlo


glia, e riguardando la nipote Ma- duca di Rethel figlio del duca di
ria come duchessa di Monferrato Nevers e Majenne, suo più stretto
ne occupò lo stato. Non permet- parente, e con dispensa di Urbano
tendo le potenze vicine l'ingrandi- Vili gli lece sposare Maria a' 26
meuto del duca di Savoia, presero dicembre 1627, morendo egli nel
MAN MAN 1 99

seguenle giorno. Trovandosi Carlo colte preziose della casa Gonzaga


in Mantova ed erede del defunto, ftirono distrultei la popolazione di
prese pacificamente possesso dei due Mantova si ridusse da 5 5, 000 che
ducati e delle loro fortezze. Suo pa- era a soli i3,ooo abitanti, né mai
dre Carlo I arrivò in Mantova un si ristabilì l'antica. L* imperatrice
mese dopo, e fu riconosciuto so- Eleonora come riseppe la desola-
vrano dai sudditi. Inviò tosto il zione di sua patria, procurò ripa-
vescovo di Mantova a Vienna a rare i mali cagionati dal marito.
domandare a Ferdinando li l'in- L' invasione della Germania per
vestitura dei due ducati ; ma l'im- Gustavo Adolfo re di Svezia, mutò
peratore vedendo di mal occhio che a un tratto la condizione di Carlo
un principe francese acquistasse stati I. L' imperatore si fece sollecito di
nel centro della Lombardia, e fa- trattare con lui i63i
a' 6 aprile
cendo valere le pretensioni di d. gli accordi d'investituraManto- di
Ferdinando duca di Guastalla, quan- va e del Monferrato, staccando una
tunque fosse d'un grado più lon- parte di quest' ultimo ducato per
tano , richiese il sequestro nelle darla al duca di Carlo I
Savoia,
sue mani dei due ducati, fino a rientrò in possesso della sua capi-
che avesse pronunziato sui diritti tale a' 20 settembre i63i, ma sei
rispettivi. Dal governatore di Mi- giorni prima Carlo di Rethel suo
lano fece occupare il Monferrato primogenito era morto a Gaeta, la-
trarrne Casale, perchè lo munì di sciando un figlio in fascie che fu
soccorsi Luigi XIII re di Francia poi Carlo II. Ferdinando duca di
nel 1629. Allora l'imperatore con Majenne, altro figlio del duca, morì
venticinquemila uomini fece inva- un mese dopo a Casale, ed alla
dere da Collallo lo stato di Man- casa Gonzaga non restò che un
tova, e il Monferrato da Antonio fanciullo per appoggio. Nou andò
Spinola : i tedeschi trattarono fe- guari che Maria vedova del duca
rocemente il paese, e vi apporta- di Rethel, a persuasione della ma-
rono con essi la peste, la quale si dre protestò quasi aspirasse alla

sparse per T Italia con lagrimevole successione di Mantova e del Mon-


strage, riuscendo inutili le premu- ferrato, ma in breve rivocò l'atto.

re di Urbano Vili per la pace. Per bisogno di denaro, non poten-


Non potendo i francesi arrivare a do Carlo I pagare i soldati pei
Mantova, somministrando i veneti presidii delle fortezze, fu obbligato
tardi e tenui soccorsi, Aldringer e affidar la custodia di quella di Man-
Gallas sorpresero Mantova a' 18 lu- tova ai veneziani, e quella di Ca-
glio i63o. sale ai francesi. Di lui si disse :

Il duca ottenne per capitolazio- che in Francia dov'era suddito si


ne il permesso di ritirarsi nel Fer- era sempre condotto da sovrano
rarese con suo figlio e sua nuora, magnifico, e che in Italia dov' era
ma fu spogliato di tutto e costret- sovrano procedeva da suddito; ma
to a vivere d' imprestiti, ed intanto la rovina del suo tesoro e de' suoi
Mantova fu abbandonata ad un or- popoli gì' imponeva la più severa
ribile saccheggio che durò tre gior- economia. Nel i632 Carlo I si re-
ni. Le immense ricchezze della città cò in Roma con gran seguito e fu
furono dissipale; i quadri, le rac- bene accolto da Urbano Vili, che
^6o MAN MAN
gV impose il manto e la croce del- Francia, sotto Anna d' Austria ed
l'ordine militare da lui i$tituito,comc il cardinal Mazzarini ; fu celebre
di sopra narrammo, avendo però pel suo spirito, destrezza diploma-
il Papa veduto con alta disappro- tica, e capace di condurre uno stato,
vazione la condotta tenuta con lui terminando la sua vita tra la pe-
dall'imperatore Carlo I morì nel
: nitenza e le buone opere.
settembre .1637. Carlo II avea sette Fino dal 1642 il duca Carlo II ri-

anni quando divenne duca di Man- prese dai francesi la fortezza di Casa-
tova, di Monferrato di Nevers e , le, e dieci anni dopo i veneziani gli
di Rethel, succedendo all'avo: sua restituirono quella Mantova. U di
madre Maria come reggente si mo- suo regno non fu contraddistinto
strò più aderente all' Austria che che da una guerra di breve du-
alla Francia, ed essendo incolpata rata col duca di Modena nel iGSy:
di far assassinare i francesi che morì nel settembre i665 vittima
occupavano Casale e Monferrato, della sua intemperanza, lasciando in
èssi s'impadronirono del Monfer- Carlo Ferdinando suo
successore
rato uccidendo diversi uffiziali du- chiamato Carlo HI, nell'età
figlio

cali. Carlo II appena uscito d* in- di tredici anni, che fu il decimo


fanzia sì abbandonò alla dissolutez- ed ultimo duca di Mantova e Mon-
za, sposò nel 1649 Isabella Chia- ferrato, Restò sotto la tutela di sua
ra d Austria arciduchessa d' Inns- madre Isabella, che gli die esempi
pruck, ma Margherita della Rove- di dissolutezza di cui era stata vit-
re era la sua bella dichiarata, oU tima la casa Gonzaga, ed in lui

tre altre disonorevoli tresche. La contribuì di buon'ora a distrugge-


condotta della moglie, ed i suoi re la sua salute, ed a pervertire i

amori pubblici furono lo scandalo suoi principii.Nel 1670 sposò An-


dell'Italia. L' imperatrice Eleonora na Isabella primogenita di Ferdi-
fece sposare a suo figlio Ferdinan- nando duca di Guastalla, e quan-
do Ili, Eleonora Gonzaga sorella do questi morì nel 1679 prese pos-
di Carlo II, mentre un'altra prin- sesso di quel ducato come a lui
cipessa Gonzaga era regina di Po- devoluto però dopo lunghe con-
:

lonia ; ma per dare doti convenien- testazioni fu obbligato restituirlo a


ti a matrinioni sì cospicui, il duca Vincenzo Gonzaga cugino del de-
fu obbligato vendere tutti feudi che i funto. Intanto siccome fu rappre-
gli restavano in Francia, ereditati dai sentato air imperatore Leopoldo I

suoi maggiori. La regina di Po- che la condotta d' Isabella disono-


lonia fu Maria Luigia Gonzaga rava la casa d'Austria, per cui fece
moglie al re Uladislao VII, ma qualche passo la duchessa inopi-
,

dopo quattro anni rimasta vedova natamente nel 1679 si chiuse nel
nel 1648 sposò il cognato il re monastero di s. Orsola mentre il ,

Giovanni Casimiro fu encomiata : conte Bulgarini suo amante, vesti


per bellezza, spirito vivace , e cri- l'abito religioso nel convento di s.
terio finissimo. Una terza sorella Domenico. La condotta di Carlo
fu Anna Gonzaga die si maritò III era sregolata, tutto il suo tem-
con Edoardo eonte palatino del po era speso ne' piaceri più rei, ed
Reno, ed ebbe gran parte negli i tesori de' popoli dissipava nel lus-

avvenimenti politici della corte di so e nell'intemperanza ; e per lar


MAN MAN 20?
denari vendeva i titoli di marche- ternamente scrisse premurose let-
se e conte, e commetteva altre a- tere agli elettori di Magonza, di
zioni indegna, spendendo molto ne! Treveri, e palatino del Reno, per-
carnovale in Venezia, alla crapula chè riconciliassero l'infelice duca
e ai giuoco. qualche Volle fìire coll'imperatore, ma senza successo.
prova militare nella guerra di Leo- Trovandosi a Vienna alla morte
poldo I contro turchi , e vergo- i del duca il marchese d. Scipione
gnosamente nel 1681 vendè la for- Santacroce nobile romano per la ,

tezza di Casale a Luigi XIV. Nel- savia condotta che ivi tenne, entrò
la guerra della Successione alla mo- in grazia di Giuseppe I che con ,

narchia spagnuola tenne il parlilo diploma gli offrì il ducato di Man-


di Francia, e ricevendo presidio tova; ma la morte dell'imperatore
francese in Mantova nell'aprile lyor ne impedì l'effettuazione, e Cle-
attirò guerra intorno sua mente XI lo dichiarò principe ro-
• "
capitale.
la

Non seppe servire suoi


alla
i mano in un a' suoi discendenti.
alleiti in modo di meritare la loro Mantova invano assediata nel
altèzione, e come fu fatta la pace 1735 dai francesi, sotto il coman-
venne da essi abbandonato. Il Mon- do del duca di Montemar lo fu ,

ferrato fu conquistato da Vittorio con miglior successo dagli stessi nel


Amadeo II, e ceduto alla casa di 1797, comandati daBonaparte; e-
Savoia ; il ducato di Mantova fu poca in cui fu presa per capitola-
consegnato agi' imperiali dai fran- zione il giorno 2 febbraio, malgra-
cesi , in convenzione
virtù della do la lunga e vigorosa resistenza
de' i3 marzo 1707. Il duca si era del maresciallo Wurmser, cui il vin-
ritirato a Venezia, oppresso da do- citore rese il più splendido omag-
lore e da inquietudini ; in breve gio,avendo in tale incontro l'ar-
una sentenza imperiale di Giuseppe mata francese ritrovato 538 boc-
1 lo dichiarò colpevole di fellonia che da fuoco, oltre una immensa
e confiscò i suoi feudi, che furono quantità di provvigioni di ogni ge-
uniti alla Lombardia austriaca. Le nere. Ilfamoso assedio 1* avevano
sue sregolatezze ed i frequenti as- incominciato le truppe repubblica-
che erano slati commessi per
sassinii ne francesi a' 4 g'ug"^ ^ 79^- ^^^"
ordine suo, l'aveano reso talmente lo stesso anno 1797 Bonaparte in-
odioso al popolo, che i mantovani corporò Mantova alla repubblica
si rallegrarono di un evento che Cisalpina. Assediata e presa dagli
toglieva loro il proprio sovrano, e austriaci nel 1799, furono questi
li riduceva al grado di cillà di obbligati dopo la battaglia di Ma-
provincia. Carlo III ebbe fi- non rengo a restituirla ai francesi nel
gli, neppure dalla seconda moglie 1801, i quali dalla repubblica Cis-
Susanna Enrichelta di Lorena; morì alpina, compresero nell'I-
indi la
a Padova a' 5 luglio 1708, d'anni taliana, ed in fine nel regno d'I-
56y ed in lui si estinse il ramo dei talia, ove divenne il capoluogo dei
Gonzaga sovrani di Mantova. Cle- dipartimento del Mincio, sino ai
mente XI di proprio pugno seria- 18 14 i« cui l'Austria riprese pos-
mente l'avea ammonito di essere sesso di Mantova e del Mantovano,
di buon esempio a' suoi sudditi; e e la incorporò nel nuovo regno lom-
quando era per essere deposto, pa- bardo-veneto.
101 MAN MAN
La tiJe fu predicata in Manto» inutilmente perchè egli converti
va appena nata tu Cliiesa, e ne fu al cristianesimo i mantovani , di
aposlulo s. Longino^ che il Dones- cui furono le primizie d' Italia, fa-
inondi ìì.\i\V htoria ecclesiastica di vorendo Dio la sua predicazione
Mantova , cliiama proto- martire con manifesti miracoli , finché il

d'Italia, avendogli donalo pnrle del prelètto lo fece decapitare a*2 di-
preziosissimo >angue del Uedeuto- cembre dell'anno Sy, e venendo a
re, che uscì dal suo costato quan- di lui inlercessione risanato, si con-
do lo ferì colla Lancia (f^eili)^ e vertì alla fede, ed il glorioso mar-
venerasi nel magnifico tempio di tire venne tumulato nell'orto dello
s. Andrea. In quel tempo era Man- spedale già da lui abitato. I man-
tova governata pei rouìani dal pre- tovani furono confermati nella fe-
fetto Ottavio, ed immersa nel cul- de da s. Pietro, che in Roma avea
to de' falsi dei, massime di Diana stabilito la cattedra apostolica, e
con famoso tempio e contiguo ospe- destinato vescovo per diverse par^
dale pei pellegrini fuori della cit- ti d'Italia s. Romolo, questi nel-
tà, ov'è ora la chiesa di s. Andrea, l'anno 4*^ si recò a Mantova, e
mentre fuori della porta Predella piamente si crede che battezzasse
eravane un altro dedicato a Bia- gli abitanti. Da Roma portatosi' a
noro, che alcuni dissero primo Milano l'apostolo s. Barnaba, co-
fondatore o ampliatore di Man- me da metropoli spedì suoi di- i

tova, e perciò adorato dai manto- scepoli per tutte le cilià e luoghi
vani come Dio
tutelare. Onori di- di Lombardia, a predicare il van-
vini rendevano a Virgilio a' i5
si gelo, e battezzare gli ammaestrati :

ottobre suo anniversario della na- altrettanto e con notabile frutto


scita, e si venerava eziandio Cesa- fecero in Mantova dove molte ,

re. Gerusalemme la
Suscitatasi in volte si trasferì pure il santo apo-
persecuzione contro la Chiesa, Lon- stolo, e nelle successive persecuzio-
gino tornò ad Isaura sua patria, ni molti martiri patirono per la
e v'incominciò a predicare la fede fede. Non avendo Mantova ancora
a cui egli stesso erasi convertito. chiesa formata, ne essendo sogget-
Vedendo la tenacità de* suoi con- ta ad alcuna delle convicine sedi
cittadini, passò in Italia, e recato- vescovili, riconobbe solo la sede
si a Mantova^ una delle principali apostolica, e per molti anni si go-
città di essa, nell'anno 36 dell'era vernò da sé medesima. Crescendo
nostra ,
per curarsi da un' infer- quindi in celebrità la chiesa di
mità si fermò nell'ospedale di Dia- Milano come capo dell' Insubria,
na, ed il ss. Sangue che avea por- nome antico della Lombardia po-
tato seco in una cassettina di piom- sta tra l'Adda e il Ticino, pigliò
bo, ivi in un segreto luogo nasco- anche il governo della chiesa di
se. Guarito che fu volle stabilirsi Mantova, provvedendola di tempo
in Mantova, nel luogo poi detto in tempo di sacri ministri, il che
Cappadocia, quindi pubblicamente durò per alcuni secoli. Nel IV
incominciò a promulgare il van- anco Mantova fu infestata dagli
gelo, per cui il prefetto volendolo eretici ariani, massime dopo il
obbligare a sacrificare agli idoli lo concilio di Rimini. Nei primi an-
minacciò, I9 fece tormentare, ma ni del IV secolo i mantovani cam-
3

MAN MAN 2o3


biarotio la loro insegna o gonfalo- erasi. rinvenuto il ss. Sangue, in
ne, ch'eia la testa del concittadino onore e sotto il titolo suo e di
Virgilio, con una croce vermiglia s. Andrea apostolo. Di tuttociò ne
o rossa incampo bianco. Divenu- rese sicura notizia all' imperatore,
to 584 esarca di Ravenna,
nel e perchè fosse custodito sì inesti-
Smaragdo, e governatore di Man- mabile tesoro colla maggiore ve-
tova per l'imperatore d'oriente, si nerazione , istituì il vescovato di
adoperò col Papa Pelagio II nel Mantova, e per primo vescovo fece
583, perchè la chiesa tolta dalla Gregorio romano, suffraganeo del
dipendenza di quella di Milano patriarcato d'Acquileia, e per di-
Tosse assoggettata all'altra di Ra- gnità il primo de' diciotto suffra-
venna, acciò unite foss(?ro le di- ganei. Il Pontefice passò in E'ran-
pendenze spirituali e temporali. cia da Carlo Magno, che si re-
Dipoi Luitprando re de' longobar- cò ad Reims con
incontrarlo a
di ottenne da s. Gregorio II nel grandissimo onore, ed il Papa do-
729, che Mantova tolte» dalla sog- po averlo accertato della identicità
gezione della chiesa di Ravenna, del ss. Sangue, gliene donò una
fosse assegnata a quella di Aqui- particella, che fu poi deposta nel-
leia per maggior onore di quel la cappella reale di Parigi, e dopo
patriarca. aver celebrate le feste di Natale
ISel principio del IX secolo, cioè coli' imperatore, s. Leone III ri-

nell'anno 8o4, con replicate rive- tornò Roma. Neil' 808 portan-
in

lazioni dell'apostolo s. Andrea ad dosi Carlo Magno in Italia, volle


un ecclesiastici) mantovano, si rin- personalmente visitare l'insigne re-
venne in Majitova nell'oratorio di liquia, ricevuto solennemente dal
s. Maria Maddalena, e nel luogo vescovo e dai principali della città,
ove lo avea riposto s. Longino, il e regianieate trattato nei giorni
ss. Sangue di Gesù Cristo , colla che dimorò. Oltre i Papi ed i
vi

sponga, e ne fu subito data parte- sovrani che visitarono il ss. San-


cipazione all'imperatore Carlo Ma- gue e notati superiormente qui ,

gno, il quale scrisse al Pontefice aggiungeremo che Lodovico II im-


s. Leone III pregandolo a certifi- peratore come re d'Italia vi si

carsi di sì preziosa reliquia, ed in portò a venerarlo nell'847, e sic-

Francia gli mandasse l'autorevole come la città era camera imperia-


suo giudizio. Neil' istesso anno s. le, ivi fece citare que' popoli ita-

Leone Ili parti da Roma in set- liani che avevano fra loro dilfe-

tembre accompagnato da molti car- renze ; eguale visita di vota fece


dinali e prelati della chiesa roma- nell'853 e uell'S 55. Dopo il 92
na, ed esaminata con ogni dili- avendo Berengario I chiamato lu
genza la venerabile reliquia, e le Italia gli ungari, e questi ponendo
ceneri di s. Longino rinvenute non l'assedio a Mantova, gli abilanli
molto da essa, dichiarò
distante nascosero sotto terra le ossa di s.

essere indubitatamente il vero san- Longino ed il ss. Sangue colla


gue di Gesù Cristo uscito dal suo sponga, nell'orto dello spedale di
costato mentre era sulla croce, ed s. Andrea, e parte ne riposero
il tutto autenticò con suo diploma. nella chiesa di s. Paolo ; ma poco
Quindi consagrò l'oratorio m cui dopo essendo morti quelli che a-
,

i|io4 MAN MAN


urevano segretamente ciò eseguito, contentarono che prendesse una
per molto tempo restò incognito particella del ss. Sangue, che il

ai mantovani. Nel 1049 a*'^ mar- Papa depose In Roma nella basi-
zo mentre nella chiesa di s. An- licalateranense. Poco dopo e nel
cìrea dell'ospedale orava il vecchio io55 l'imperatore Enrico III an-
tedesco Adelberlo, gli apparve il cor lui andò a Mantova a venera-
stìnto apostolo e l'invitò a recarei re r oggetto di nostra salutifera
dalla contessa Beatrice, acciò facesse redenzione, e pure ad ne fu
esso
scavare la terra vicino all'ospeda- data piccola porzione, che portò
le per rinvenirvi il ss. Sangue; e seco in Boemia. Col vescovo Co-
siccome la contessa poco credito none premunire il sacro te-
volle
diede a tale racconto, l'apostolo soro da qualunque evento, facen-
tornò ad apparire ad Adelberlo dolo riportare nella chiesa di s. An-
replicando l'invilo, e poi indican- drea, e murare entro l'altare di
dogli anche il luogo ove doveasi marmo. Quanto alla chiesa di s.

ricercare il prezioso tesoro ; pei' Andrea ove furono collocate ezian-


cui Beatrice e Bonifacio suo ma- dio le ossa di s. Longino, il di
rito, chiamato il vescovo Marziale cui braccio destro l'imperatore Car-
ad elTeltuar la ricerca , egli vi si lo IV portò in Boemia, nel 1072
recò col clero e coi vescovi che il Papa Alessandro U l'eresse iu
per affari trovavansi in corte, e abbazia ad istanza di Beatrice e
tia gl'inni ed i cantici, non senza Matilde, e pel ii5i Eugenio III
prodigio, ritrovarono il ss. Sangue la dichiarò esente dal vescovo e
colla sponga ed il corpo di s. Lon- soggetta immediatamente alla san-
gino, con sommo giubilo e lagri- ta Sede, in un alle chiese ad essa
me degli astanti. Tutto processio- sottoposte. Gregorio X la diede
nalmente si portò nella cattedra- in commenda al caidinal Ottobono
le, onde immenso fu il concorso riescili, che poi divenne Adriano
de' forastieii molti i miracoli da V. Carlo IV concesse privilegi agli
Dio operati. Nella quinquagesima abbati e li dichiarò conti della
del io53 vi si recò pure il Papa camera imperiale. Essendosi incen-
s. Leone IX, accoltovi da Beatrice diata la chiesa nel iSyo, periro-
e dal popolo con nobile magnifi- no le scritture appartenenti al ss.
cenza. Visitò co'suoi prelati divo- Sangue ed alle immunità del
,

tamente il ss. Sangue, ed esami- monastero, non che le ossa del


nata maturamente ogni cosa, di- b. Adelberlo a cui furono fatte le

chiarò vera la reliquia. Ma pen- narrate rivelazioni. Ora riprendia-


sando di trasportarla in Roma, mo la di Mantova
serie de'vescovi
per la gagliarda opposizione dei riportati dal Donesmnndi nella sua
mantovani, non solo ne dimise il Storia ecclesiastica di Mantova.
pensiero, ma coll'assistenza d'Ebe- Gregorio primo vescovo santa-
rardo patriarca d' Aquileia e di mente governò accolse in Manto- ;

circa cinquanta vescovi consacrò va Cristoforo vescovo di Venezia,


la nuova chiesa di s. Andrea rie- espulso da alcuni suoi contrari
dificala da Beatrice, ove doveasi ed onorevolmente lo trattò: nel-
custodire, e gli concesse molle 18i3, invitato dal patriarca d'A-
indulgenze. Allora i maulovaui si quileia, interveuQC cogli altri ver
,

MAN MAN 2o5


scovi comprovinciali e sufTraganei ce Giovanni II virtuoso e ze-
alla consecrazione della chiesa di lante, il quale trovandosi alla mor-
s.Giorgio di Verona. Morì nel- te di Tedaldo^ con solenne pom-
rSaS, e s. Pasquale I nominò se- pa accompagnò il cadavere al suo
condo vescovo Ersulfo francese fortissimo castello di Canossa nel
pieno di fervore verso la sua chie- Reggiano. Verso il 1016 morì il
sa; e terminando esso di vivere do- vescovo, laonde Benedetto VII lo
po r858, s. Nicolò I gli sostituì Tot- fece succedere da Itolfo, che pie-
timo Giovanni Eginulfi nobile di no di amore per la sua chiesa,
Treviso, sotto del quale molle procurò che fossero introdolti in
chiese si fabbricarono. Giovanni Mantova i monaci di s. Benedetto,
Vili gli commise giudicar le ver- e con autorizzazione della santa
tenze de' vescovi di Verona e di Sede consegnò loro la chiesa di
Trento ; e l'imperatore Lodovico s. Andrea con contiguo ospedale
III edificò la chiesa di s. Ruffino nel IC17, non che il sito per
e vi collocò i corpi de'ss. Ruffino, fabbricarvi il monastero, acciò uf-
Probo e Memore vescovi e mar- ficiassero continuamente nel san-
tiri, fabbricando piesso mona-
il tuario. Ricevette l'imperatore Cor-
stero un superbo palazzo onde a- rado II che vi celebrò le feste di
bitarvi gì' imperatori colla corte, Pasqua, il quale dichiarò Bonifazio
allorché recavansi nella città come vicario imperiale d'Italia, dandogli
luogo che avea una loro camera per moglie la figlia Beatrice, e
imperiale. Sotto Eginulfo gl'impe- per dote la città di Pisa, con
ratori Arnolfo e Berengario I prin- molti altri luoghi di Toscana e di
cipalmente ornarono di privilegi Lombardia. A richiesta di tali si-

la chiesa di Mantova. Dopo il 928 gnori, Benedetto IX io44 ^d


nel
Ugo re d' Italia conferì le vacanti defunto Itolfo fece succedere Mar-
chiese di Mantova, Milano , Vero- ziale, personaggio ornato di belle
na e Trento al suo parente Ma- qualità, al cui tempo nacque in
nasse arcivescovo d'Arles , uomo Mantova Matilde eroina di santa
mondano, più atto alle armi che Chiesa ; laonde per rendimento di
al pastorale. A lui verso il 986 grazie a Dio, Beatrice riedificò la

Leone VII sostituì Pietro aleman- chiesa di s. Andrea dai fondamen-


no, meglio assai del predecessore, ti in onore del ss. Sangue. Nel
per cui ottenne dal re Lotario io55 Vittore li conferì la digni-
facoltà di battere moneta, ciò che tà episcopale a Cenone alemanno,
non godevano altri luoghi di Lom- prelato di gran merito, che inter-
bardia, tranne le monete longo- venne al concilio di Firenze, ot-
bardiche di Pavia, come osserva tenne da Enrico III la conferma
il Donesmondi. In questo tempo de'privilegi della chiesa, ed in sua
Mantova ebbe diversi incrementi morte nel io56 fu successo da
pel buon governo del vescovo e Eliseo di molta religione e pietà,
di Tedaldo suo signore. Al vesco- che beneficò i monaci di s. An-
vo Pietro successero Guglielmo drea con beni cooperando perchè
,

dell'anno 931, e Pietro dell'anno la contessa Matilde prendesse coi


967, per morte del quale il Papa mantovani ed altri sudditi la di-
Giovanni XVI nominò in sua ve- fesa di Alessandro 11 , ai cui
2o6 MAN MAN
concilii Mantova e di Roma si
di pose in favore de' cittadini parti-
trovò presente. Il Donesmondi dice giani dell' imperatore bramosi di
che Alessandro II creò cardinale libertà, e tutto procedette quieta-
9. Anselmo Baggio mantovano, che mente ; ciò avvenne nel i i i i se-
altri dicono milanese come nipote condo Donesmondi, e nel f4 al i i

di tal Papa, il quale divenne con- dire di Equicola. Allora Matilde


fessore e direttore della pia Ma- rinnovò V atto di donazione che
tilde. avea fatto alla romana chiesa del
Nel 1077 morì il vescovo, e 9. Patrimonio di s. Pietro, di FeiTa-
Gregorio VII dichiarò in suo luo- ra, di Mantova, del Genovesato, e
go Safodomo, eloquente e virtuoso, di tuttociò che possedeva di qua
onde Matilde Io spedi in Germa- e di là dai monti, anco di quanto
nia a trattare con Enrico IV nel- per r avvenire avesse acquistato,
le gravi vertenze col Papa , dalia consegnandone il documento for-
contessa validamente difeso, fortifi- male scritto di sua mano, al car-
cando perciò Mantova ed altri luo- dinal s. Bernardo legato pontificio,
ghi de'suoi vasti dominii. In que- come scrive il più volte citato Do*
sto tempo a s. Anselmo apparve nesmondi. iii4 Nel la contessa
in Mantova Beata Vergine, e gli
la si ammalò gravemente in Bondeno
promise di essere perpetuamente e sparse voce di sua morte, per
si

protettrice della città e de'manto- Io che profittandone i faziosi ten-


vani. Morì il vescovo Safodomo, e tarono ribellarsi, quando comparso
circa il 1084 s. Gregorio VII de- il vescovo Manfredi ch'erasi porta-
stinò a questa chiesa Ubaldo di to a visitarla^ dichiarò falsa la no-

santissima vita, che essendone par- tizia, e perché volle paternamente


tito nel Jog2, quando assediò la correggere i ribelli, corse perico-
città Enrico IV, questi allorché la lo di essere lapidato. Venuta di
pi-ese intruse nella cattedra epi- ciò in cognizione Matilde era per
scopale Conone tedesco suo parti- procedere alla punizione, ma la cit-
giano e scismatico, al quale donò tà ne implorò il perdono per una
alcune terre del Mantovano, con- ambasceria composta del vescovo,
fermando i privilegi della chiesa. di Rotario Casaloldi, Vulpio A-
Essendo morti Ubaldo legittimo gnelli, Azzo Bonacorsi e Uberto
"Vescovo che scrisse la vita di s.
, Avogadri. La gran contessa mo-
Anselmo, ed il pseudo Conone, nel rì nel iti5 con vivo dolore dei
1099 Pasquale II conferì il ve- mantovani che si distinsero ne'fu-
scovato ad Ugone, saggio ed otti- nerali solenni. Il corpo fu sepolto
mo pastore, sotto di cui il cardi- in san Benedetto di Polirone, in
nal s. Bernardo degli Uberti le un sepolcro d' alabastro sostenuto
gato apostolico Lombardia, ri-
in da quattro colonne, a sinistra del-
siedette per alcun tempo in Man* l'ingresso della chiesa, indi trasfe-
tova ancorché obbedisse ancora al- rito nella cappella di s. Martino,
l' imperatore. Nel 1109 per morte con l'effigie sua scolpita al natu-
del vescovo il detto Papa designò rale, e poi nel più splendido tem-
a successore Manfredo o Manfre- pio del mondo presso la tomba
dino, di singoiar bontà, ed allor- de' princìpi degli apostoli. Mancato
ché Matilde rljjrese la città s'inter- di vita il vescovo Manfredo, da
1

MAN MAN 207


Eugenio III gli fu surrogato En- Travagliando la romana chiesa l'im-
rico degnamente, ed a questi nel peratore Federico II, Mantova si
1 53 da Anastasio IV venne elet- collegò con (|uelle città che ne
to a successore Garsidonio tedesco, presero la difesa. Pacificatosi l'im-
a tempo del quale giunse in Man- peratore con Onorio III, per quan-
tova l'imperatore Federico I, che to aveva fatto il vescovo di Manto-
grato al vescovo per aver con ar- va, confermò i privilegi de'suoi an-
mata mano represso i milanesi tecessori. Mori nel 1227 Enrico
che aveauo una scorreria sul
fatto II, e Gregorio IX elesse Peliizario
Lodigiano , confermò i privilegi forse mantovano : l'Ughelli registra
della chiesa di Mantova ed altri prima di lui Ugo del 1220. Pelii-
ne concesse, chiamando nel diplo- zario buono e dotto morì nel
ma il vescovo principe e conte i23i, nel qual anno Gregorio IX
della corte imperiale. Alessandro ringraziò i mantovani per la difesa
ni perseguitato dall' imperatore, che presero della Chiesa contro
ne scomunicò fautori insieme alì Federico II. Divenne vescovo Gui-
vescovo di Mantova, la quale pe- dotto Correggia mantovano di sin-
rò eragli fedele e ne prese le di- goiar prudenza e valore, ch'entrò
fese ; Garsidonio partecipò dello in lite colla città intorno la giu-
scisma dell' antipapa Vittore V, risdizione della terra di Coneggio,
ed intervenne al conciliabolo di Lo- che fu divisa con lui. Accompa-
di, mentre a danno di Federico gnò in Ungheria Beatrice d'Este,
I presero le armi quindici città e la sposò col re Andrea II. Tor-
lombarde con Mantova. nato in Mantova nel i235 fu a-
Pacificatosi Alessandro III col- trocemente ucciso dai suoi nemici,
l'imperatore nel 1178, perdonò onde mantovani ne fecero aspra
i

Garsidonio , e per sua morte die- vendetta, spianando anche le case


de a Mantova un degno pastore degli assassini, e Gregorio IX di
in Guido, e dopo di lui Giovanni questo zelo lodò il popolo e il

IIIegualmente egregio, cognominato podestà di Mantova. Nel 1237 fu


Gacciafronte, traslato a Vicenza se- fatto vescovo Giacomo Porta di
I condo r UgheUi. Clemente III nel
1187 fece vescovo Sigifredo lodato,
Castel d'Arquato piacentino, mona-
co cistcrciense; nel i252 il b. Mar-
cui nel 1194 successe Enrico II lino de' conti Casnioldi di Parma,
amatore de' poveri , il quale nel eletto dal capitolo ed approvato da
12 IO si recò a Brescia dall'impe- Innocenzo IV, che per cinquanl'annì
ratore Ottone IV, che in un pri- resse santamente la chiesa: nel
vilegio lo chiama vicario della teujpo del suo vescovato per mor-
corte imperiale, e lo investì della te dell'abbate Boiiacoisi di s. An-
terra di Volta sotto di lui s. : drea, Gregorio X diede l'abbazia
Francesco d'Asisi portatosi a Man- in commenda al cardinal Otlobo-
tova, ebbe la chiesa di s. Maria no Fieschi, poi nel 1276 Papa
Incoronata con sito pel convento; Adriano V. Nell'anno i3o3 Filippo
forse vi fu pure s. Domenico, al de'conti Casaloldi di Brescia ; nel-
cui tempo fu data la chiesa che anno fr. Filippo de Bona-
l'istesso
portò poi il suo nome ai domeni- corsi mantovano de' minori ; nel
cani , allora dedicata a s. Luca. i3o4 fu» Giacomo II domenicano;
2oB MAN MAN
i3o7 Sagramosio Gonzaga no-
nel all'esaltazione di Sisto IV. Per mor-
bile mantovano; nel 1820 IV. Gia- te di Guido Gonzaga XVII abbate
como HI Benfatti domenicano e di 8. Andrea, l'abbazia fu trasferita
nobile mantovano, nominato da in monsignor Lodovico Nuvolone
Giovanni XXII, illustre pei* doltii- nobile mantovano nella cui man- ,

na e probità; nel i338 Gottil'redo canza Papa Sisto IV conferì tal


il

mantovano, fatto da Benedetto XII; dignità al cardinal Gonzaga con


nel i348 Hulllno; nel i366 Gui- titolo di abbate, essendovi ancora i
do Gonzaga nobile mantovano; monaci. Ma siccome nel i473 non
nel i385 Sagramosio li Gonzaga, vollero essi accettare la riforma di
seguace dell'antipapa Clemente VII, 8. Giustina di Padova^ il Pontefice
fu deposto da Bonifacio IX. Questi li soppresse, e stabilì che d'allora
nel 1890 destinò vescovo Antonio in poi la chiesa di9. Andrea ve-
Uberti nobile fiorentino, clie nella nisse ofilziata da un collegio di pre-
cattedrale eresse ima cappella in ti, il capo de'qaali avesse il titolo
onore della Beata Vergine e di e la dignità di primicerio, con fa-
s. Bernardo cardinale ; il suo ni- coltà di adoperare la mitra, l'anel-
pote Giovanni canonico della cat- lo ed il bastone pastorale nelle so-
tedrale, elettonel 1417 , istituì lennità principali. Il cardinale dun-
r arcidiaconalo e magnificamente que trovandosi vescovo di Manto-
ricevette in Mantova Martino V, va, fu l'ultimo abbate di s, Andrea,
il quale nel 14^8 gli die per suc- ed primo primicerio di tal chie-
il

cessore Matteo Bonimperti di


fr. sa, emorì encomiato nel i483, ve-
Novara domenicano di rare doli ; nendo trasportato il suo corpo nel-
ed Eugenio IV nel i444 nominò la chiesa di s. Francesco, presso i

Galeazzo Gavriani nobile mantova- suoi maggiori. Gli successe il fra-


no, arciprete, abbate commendatario tello Lodovico che era stato di lui
di s. Ruffino : fu incaricato del go- sufFraganeo, nel 1 5 1 1 sepolto nella
verno di R.oma col cardinal di s. cattedrale. Giulio II nominò inve-
Pietro in Vincoli, mentre Pio II ce il cardinal Sigismondo Gonzaga
teneva il congresso in Mantova , di virtuosa indole (fatto da Leone
siccome dotato di singoiar prudenza, X legato a latere di tutto il Man-
erudizione, pietà e virtù; terminato tovano), che dai fondamenti eresse
il concilio, Galeazzo ritornò alla sua l'episcopio, ed ottenne da Clemen-
chiesa, mori nel 1466. Fu
dove te VII pei vescovi di Mantova quei
ad istanza di questo vescovo, che la privilegi che descrivemmo alla sua
sede vescovile di Mantova, eh' era biografia, mentre a quella del suo
sotto la giurisdizione del patriarca nipote Ercole si dissero le beneme-

d' Aquileia, nel i^53 da Nicolò V renze di questo colla sede manto-
venne soggettata immediatamente vana, nella quale successe allo zio,
alla santa Sede, e cos\ libera si venendo creato cardinale: Sigismon-
mantenne sino al concilio di Trento. do ebbe per suffraganei Nicola
Paolo II nel 1466 nominò ve- Grossetti ed Ambrogio vescovi Li-
scovo il cardinal Francesco Gonza- mosensi; ed Ercole, il nobile man-
ga, che sebbene venne fatto legato tovano Filippo Arrivabene vescovo
di Bologna continuò a governare ITieropolitano, e Leonardino Marini
la sua patria chiesa, indi concorse vescovo di Laodicea. Per morte eh
MAN MAN 209
Ercole nel i563 successe il nipote nel 1593. Gli successe fi\ Fran-
cardinal Federico Gonzaga, figlio di cesco Gonzaga de'minori osservan-
Margherita Paleologo signora di ti, vescovo di Pavia, figlio del mar-
Monferrato ; ebbe a suffraganeo chese ói Gazzolo , che governò
Francesco Facino Guglielmi vesco- con sollecitudine veramente pasto-
vo Cilrense, e morì compianto nel rale per ventisette anni, lasciando-
i565. Venne nominato vescovo vi molli monumenti della sua pie-
il cardinal Francesco Gonzaga , tà e zelo, sia coli' ornare e bene-
che volle a sulfraganeo M. Antonio ficare la cattedrale , sia colla cele-
Gradino vescovo Uticense, e morì brazione dei sinodi in cui ordinò
nel i566 assai deplorato. Nel se- sante leggi, che con fare dipingere
guente anno fu fatto vescovo fr. nella sala del vescovato 1' effigie
Gregorio Boldrini domenicano, no- de'suoi predecessori. Agli 1 1 feb-
bile di Mantova , che santamente braio i594 con solenne apparato
governò j ed insieme al duca ed consagrò la chiesa di s. Pietro,
all'inquisitore del s. offizio gli ed in obbedienza ai decreti del
riuscì di estinguere gli eretici, mol- concilio di Trento, non essendovi
ti de'quali si convertirono. Gregorio in Mantova un seminario di chie-
XIII nel 1575 traslatò dalla chie- rici convenevole alla nobiltà di
sa Auxerense e di Alessano Marco sua chiesa, ne eresse uno nell'ap-
Fedele Gonzaga, versatissimo nelle partamento del suo palazzo, con
leggi, sotto di cui Mantova fu af- tutte le comodità per cinquanta
flitta ed il duca Gu-
dalla peste, giovani, rettore e serventi ; asse-
glielmo fu solennemente coronato gnando al medesimo in perpetuo
dall'abbate di s. Barbara in duca dalla mensa vescovile annui scudi
del Monferrato, coi titoli di sere- cinquecento, altrettanti benefizi sem-
nissimo e di altezza concessi dal- plici, ed altri emolumenti. Indi
l'imperatore Massimiliano!!. Il Papa acquistò alcune case presso l'epi-

per seguire il decretato dal concilio scopiOj e vi fabbricò un àmpio


di Trento, inviò in Mantova per luogo per collocarvi le povere ver-
visitatore apostolico monsignor An- gini pericolanti, e per le donne
gelo Petrucci vescovo di Cesarea, mal maritate, chiamandolo luogo
che tra gli ottimi provvedimenti del soccorso. Clemente Vili lo
da lui ordinati , invitò il clero a mandò Francia per pa-
legato in
scegliersi un metropolitano, che fu cificareEnrico IV col re di Spa-
il patriarca di Venezia, del qua- gna, con felicissimo esilo, e morì
le questa chiesa divenne sulFraganea; in Mantova nel 1620. Gli successe
indi per venerazione al ss. San- Vincenzo Agnello Suardo nobile
gue comandò che dalla chiesa di mantovano di lui coadiutore, già
s. Andrea si suonasse ogni sera vescovo d'Alba Paolo V
: j Grego-
ad un'ora di notte la campana in rio XV, ed Urbano Vili io man-
vece di quella pei morti. Nel i584 darono legato a diversi principi
da Casale fu trasferito a questa se- cristiani, e cessò di vivere nel i64't»
de Alessandro Andreasi mantovano, assai lodato. L' CJghelli ed i suoi
chiarissimo dottore nelle due leg- annotatori, Italia sacra l. I, p.
gi, che nel 1687 coronò nella 857, compiono la serie de' vescovi
cattedrale il duca Vincenzo I, e morì di Mantova co'seguenli. Nel 1 64^
vor. xLir. >4
2 10 MAN MAN
fr. Matteo Vitali bcr^jamnsco dei , Inni ed nitri chierici addetti all'uf-
minori della stretta osserran/a, con- fiziatura. Nella cattedrale si venera
fessore della diichesssa ; nel 1671 il corpo di s. Anselmo con altre
Ferdinando Tiburiio de* niarcliesi reliquie, ed avvi il fonte battesi-
Gonzaga; nel 1674 Giovanni Lu- male. La cura d'anime è afiìdata
cido Cataneo nobile mantnvnno ; all'arciprete, il quale ha due ca-
nel 1687 Enrico Vìalardo di Ca- nonici vicari coadiutori. L'episcopio,
sale chierico regolai-e barnabita ,
ottimo edilìzio, è prossimo alla cat-
confessore del duca ; e 1713
nei tedrale. Oltre questa nella città vi
Alessandro A rigoni nobile manto- sono otto chiese parrocchiali, mu-
vano, governatore di varie città nite del battisterio, essendo colle-
dello stato ecclesiastico. giata quella di s. Barbara vergine
La serie viene continuata dalle e martire. Vi sono alcune confra-
annuali Notizie di Roma. Nel 1719 ternite ed il seminario cogli alun-
fu fatto vescovo Antonio conte Gui- ni. La diocesi è ampia, estenden-
di di Bagno di Mantova; nel 1762 dosi per circa settantaquattro mir
Giovanni di Portogallo de la Puebla glia, e contenente centocinqnanta-
d'Andalusia, traslato dall'arcive- citique parrocchie. Ogni nuovo ve-
scovato di Pirgi e colla ritensione scovo è tassato nei libri della ca-
del titolo arcivescovile; nel 1770 mera apostolica in fiorini 800, cor-
Gio. Battista di Pergen di Vien- rispondenti a scudi romani 7275
na. Nel concordato conchiuso tra Pio che sono i frutti della mensa, pe-
VII e la repubblica italiana nel rò pluìihus oneribus gravati. Ora
i8o3, la chiesa di Mantova fu di- passeremo a dare un cenno del
chiarala suffraganea dell' arcivesco- celebre monastero di Polii one, del
vo di Ferrara, ma collo sciogli- quale abbiamo dal p. d. Benedet-
mento del regno italico restò Man- to Bacchini monaco benedettino,
tova libera da tale dipeodenza ; Istoria del monastero di s. Bene-
quindi il medesimo Papa a' 16 detto dì Polirone nello stato di
febbraio 18 19, colla bolla Paternae Mantova y Modena iSqG.
charitatis stiidiis^ la sottopose alla Tedaldo signore di Mantova, ben-
metropoli dì Milano, sotto la quale ché possedesse diverse città e si-
è tuttora. Dopo lunghissima sede gnorie, era talmente affezionato a
vacante, 1823 Pio VII fece
nel Mantova, che per lo più vi dimo^
vescovo Giuseppe Maria Bozzi del- rava. Principe religioso ed amato-
la diocesi di Milano. Per sua mor- re dei monaci benedettini , donò
te Gregorio XVI nel concistoro dei nel ioo3 ad essi la piccola isolet-

24 luglio i835 gli sostituì Gio. ta posta tra il Po ed il fiumi cello


Battista Belle di Lodi. La sede ora Larione , e perciò l'isolelta prese
• vacante. La cattedrale magnifica il nome di Podolirone o Polirone,
ed elegante è dedicata a Dio, in lunge da Mantova dodici miglia.
onore del principe degli apostoli s. Esistendo nell'isola la piccola chie-
Pietro. Il capitolo si compone di sa di s. Maria, la fabbricò in for-
due dignità, la prima delle quali ma più capace, sotto il titolo della

è l'arciprete, di dodici canonici com- Madonna, di s. Benedetto, di s. Mi-


prese le prebende del teologo e del chele e di s. Pietro, consegnando-
penitenziere, e di altrettanti cappel- la ai monaci benedettini della con-
,, 1 ,

MAN MAN 21
gregazione cluniacense; per l'allog- lezione imperiale il monastero ed i

gio de' quali \i edificò un conti- monaci. Nel i 102 il cardinnl le-

guo monastero, assegnando loro per gato Bernardo liberti donò il pa-
vivere molli campi e terre adia- lazzo che abitava in Malta all'ab-

centi,con due case, ed altro: il bate di s. Benedetto Alberico, per


primo abbate fu Alberico. Due an- comodità de' monaci che per afthri
ni dopo il Papa Giovanni XVII si conducevano in città, quali poi i

detto XVIIl diede facoltà al ve- vi fabbricarono la chiesa d'Ognis-


scovo di Mantova Giovanni di be- santi dappresso. Il monastero di s.
nedire gli abbati del monastero, benedetto, nel iio3 dalla grati
dichiarando che non si conoscesse- contessa Matilde, come affezionata
ro per abbati finche non avessero ai benedettini, fu ampliato ed ar-
^. ricevuto la benedizione dal vesco- ricchito di rendite e possessioni, ed
vo di Mantova. 11 monastero, che il vescovo di Mantova Ugone nel
in progresso di tempo prese esclu- iio4 concesse all'abbate le decime
sivamente il nome di s. Benedetto, di tutta r isola Polirone. Il Papa

diveime uno de' principali dell'or- Pasquale II confermò al monastero


dine, e celebra lissimo si per la ma- di s. Benedetto lutti i beni dati
gnificenza delle fabbriche, che pel da Tedaldo, Bonifacio e Matilde
copioso numero de* monaci da cui colle loro giurisdizioni, si sul Man-
ne uscirono molti di santa vita tovano che sul Bresciano , Ferra-
dotti ed elevati alle maggiori di- rese, Bolognese, Parmigiano, Vene-
gnità della Chiesa; laonde i Pon- ziano, Trevigiano e Lucchese. Inol-
tefici, gì' imperatori , i re ed i si- tre prescrisse il modo di eleggere
gnori di Mantova lo favorirono l'abbate, che tale si nominerebbe
protessero e ricolmarono di privi- dopo l'episcopale benedizione. Nel
legi.Nel 1006 essendo Tedaldo in 1109 Matilde donò monastero al

Canossa donò al monastero il ca- di s. Benedetto la terra di Gover-


stello di Quistello colla chiesa di nolo colle sue giurisdizioni, ed in
s. Bartolomeo. Bonifacio suo pri- esso ebbe sepoltura il vescovo ti-
mogenito e successore, anch'egli af- gone, e poi la eroina della Chiesa
fettuoso coi benedettini, nel 1029 Matilde, che V imperatore Enrico
glidonò la villa di Barbasse sul V chiamava madre, ed avea co-
Mantovano, colla chiesa di s. Gio- stituita vicaria d'Italia, prima che
vanni Battista, e poco dopo mille guerreggiasse con lei , e la cristia-
biolche di terra in Settigento, villa nità tutta onorò. Grati i monaci
del Mantovano. Per la guerra che di Polirone alla loro benefattrice,
Enrico IV dopo il 1090 faceva da cui avevano ricevuto più di
alla Chiesa ed a Matilde, soffrì gra- trenta villaggi e casali, ne suffra-
vi danni il monastero di s. Bene- garono solcL^nemente l'anima, ciò
detto. Poco prima Armanno ve- che praticarono dipoi frequentemen-
scovo di Brescia gli avea donato te. Non andò guari che Calisto 1 1 per
la chiesa di s. Vito di Medola. Ur- riformare il monastero di s. Maria
bano II dichiarò esente il mona- di Fraglia sul Padovano, lo con-
stero, ed immediatamente soggètto segnò in perpetuo all'abbate di Po-
alla santa Sede. Indi l'imperatore lirone, acciocché lo provvedesse di
Enrico IV ricévette sotto la prò* abbate e di superiori. Nel 1129
312 MAN MAN
Alberto marchese di Mantova e ili il marchese Mantova concesse
di
altri luoghi della contessa Matilde, molte esenzioni dopo che Guido
,

per ordine dell'imperatore accordò Gonzaga abbate commendatario di


ai monaci di Polirone tutti i beni s Benedetto rinunziò sino dal i4i7

che la contessa possedeva in Pego- il governo del monastero al presi-


gnaga. Nel i i^5 vedendo Eugenio dente della congregazione d. Lo-
III che il monastero di s. Cesario dovico Barbo. Verso il i^j5 i mo-
di Modena erasi alquanto rilassato naci di Polirone ivi trasferirono da
nella primitiva disciplina, lo diede Mantova presso fe chiesa d'Ognis-
in governo all'abbate di s. Bene- santi l'ospedale pei poveri viaggia-
detto, acciocché successivamente lo tori, riducendo il sito d'Ognissanti
provvedesse di superiori ; ed il ve- in comodo ospizio. Paolo III nel
scovo Manfredi mosso dal buon e- 1543 creò cardinale d. Gregorio
sempio de* monaci di Polirone, gli Cortese abbate di s. Benedetto, e
donò la cappella di s. Maria in ritornando da Nizza volle vedere
Coito, posta nel castello vecchio, tutto il meraviglioso monastero e*
che poi fu ridotta in chiesa di s. ne fece grandi elogi, anzi voile in-
Martino vescovo. Lo stesso Eugenio tervenire nel definitorio, ad alcuiitì
IH diede all'abbate di s. Benedet- azioni capitolari de' monaci che al-
to il monastero di s. Croce in Cam- lora celebravano il capitolo gene-
pese sul Padovano, acciocché nello rale. Questo monastero fu pure ce-
spirituale « nel temporale lo gover- lebre per la quantità de' codici mss.
nasse. In que* tempi e ne' succes- che possedeva nella biblioteca.
sivi, per la santità de' benedettini
di Polirone e de* loro abbati, molti Concini di Mantova.
Papi a questi consegnarono parec-
chi monasteri per salutevolmente Il primo fu adunato neU'824 o
riformarli , fra' quali nomineremo 827 dalPapa Eugenio II, essendo
quelli di s. Fermo di Lonigo sul vescovo Ersulfo, per terminare le

"Vicentino, Giorgio di Capretto, e


s. questioni tra il patriarca di Grado
s. Cristina di Bardolino sul Vero- e quello di Aquileia, per la giu-
nese, così s. Egidio di Verona , s. risdizione sul vescovato d'Istria, di-
Benedetto di Fica ruolo sul Ferra- ritto che venne giudicato a favore
rese, Maria di Maguzzano sul
s. del patriarca di Aquileia. Il Papa
Bresciano ed altri ; dal che si com- vi mandò per legati Benedetto vé-
prende che gli abbati di Polirone scovo e Leone diacono cardinal bi*
erano stimati pel loro gran credito bliotecario. Il conuilio incominciò
quali generali nell'ordine benedet- a* 6 giugno, coli' intervento del le-
tino. Dopo il 1227 Gregorio IX gato imperiale, di molti arcivesco-
consegnò il monastero de' ss. Pie- vi, vescovi e loro deputati, di molti
tro e Paolo, alquanto traviato dal diaconi della Liguria, e di tutto il

suo spirito, all'abbate di s. Bene- clero della chiesa mantovana. Mas-


detto, qual perpetuo suo riforma- senzio patriarca d'Aquileia produs-
tore. Sotto Eugenio IV la congre- se un libello, in cui dimostrò che
gazione di s. Giustina di Padova il suo predecessore Paolo per fug-
fiorendo nella disciplina monastica, gire le armi de' longobardi erasi
riformò quella di Polirone, a cui ritirato in Grado, non per trasfe-
,

MAN MAN 2i3


rirvl la sede di Aquileia; che poi armi di Enrico IV. Essendosi con-
Candidiano si fece ordinare dai ve- venuto tra le parti che la legitti-
scovi deiristrìa in patriarca di Gra- mità del primo si sarebbe esami-
do, dopo essersi sottomesso alla nata in un concilio da tenersi a
chiesa greca, in competenza del pa- Mantova, la contessa Matilde fece

triarca d' Aquileia Giovanni il , tutti que' preparativi convenienti


perchè successero gravi verten- per ricevere il sommo Pontefice, i

ze e scandali due patriar-


tra i cardinali, i vescovi e gli altri che
chi; onde ne invocò provvedimen- sarebbero intervenuti al concilio.
to, rimovendosi l'abuso di due pa- Nei primi di giugno Alessandro II
triarchi. I deputati dei vescovi d'I- fece il suo ingresso in Mantova,
stria reclamarono sul dovere ob- con gran seguito di prelati e si-

bedire alle chiese greca e ialina gnori, e fu ricevuto splendidamen-


perciò supplicarono d'essere esonerati te dalla pia Matilde, dal vescovo
dalla prima, e venire sottoposti alla Eliseo pontifìcaìmente apparato , e
propria antica di Roma e di Aqui- da tutto il clero. Si portò al con-
leia, e solo essa come madre ri- cilio per Enrico IV Annone arcive-
conoscere. I legati col parere del scovo di Colonia, e 1' antipapa non
concilio decretarono in favore dei avendo ardire di presentarsi si fermò
reclamanti, e che Grado non fosse ad Acquanegra nel Mantovano, fin-
pili patriarcato, ma membro della che fu costretto comparire al concilio,
chiesa d'Aquileia. Tiberio economo a cui fu pure s. Pier Damiani. Ai
della chiesa di Grado, a nome del 22 giugno s' incominciò il concilio
patriarca Venerijo, dipoi volle pro- nella cattedrale superbamente or-
durre contrarie ragioni, che non nata ,
presiedendolo d* ordine del
ebbero forza alcuna. Tuttavolta m Papa, e coU'assenso degli altri, An-
seguito la definizione del concilio selmo arcivescovo di Milano. Ales-
dai patriarchi di Grado non fu os- sandro Il si purgò con giuramen-
servata, passò la dignità nel vesco- to dalla simonia ond'era slato ac-
vo di Venezia, dopo che i veneti cusato. Quindi si trattò se la sua
conquistarono il Friuli e l'Istria. elezione, fatta senza il consenso del-
Regia t. XXI ; Arduino t. IV. l'imperatore , fosse vahda, ovvero
Il secondo concilio fu tenuto nel- se fosse migliore quella di Cadaloo
1*835 per alcune differenze col pa- eletto dall'imperatore. Dopo diverse
triarca di Grado. Le Cointe, Annal. dispute per Io spazio
prolungate
t. Vili. di quasi tre mesi, fu conchiuso da
IIterzo nel 10^2 o io53, che tutti finalmente, che legittima era
s. Leone IX avea incominciato a l'elezione di Alessandro II, che con
presiedere, alcuni vescovi inquieti grande allegrezza fu da tutto il

e turbolenti, che temevano il


ne concilio riconosciuto a' 28 ottobre
giudizio, colle loro violenze ne im- ed adoralo qual vero Pontefice. In
pedirono la continuazione. Labbé vece Cadaloo fu di comune voce
t IX; Arduino t. VI. condannalo come simoniaco e quale
Il quarto nel 1064 pei* la ele- intruso. Dicono alcuni che ricono-
zione del Papa Alessandro II, ed scendo egli il suo errore, umilmen-
intrusione dell'antipapa Cadaloo o te lo confessò, e da Alessandro li
Onorio li eh' era sostenuto dalle ne ottenne il perdono. Pare piut-
ai4 MAN M A () 1
tosto che questo conseguisse il di lui pei progressi nelle facoltà teologiche,
seguace cardinal Ugone Candido, come lo diede a conoscere in alcu^
e lutti i vescovi della Lombardia ne opere che funno indubitata fed«
già fautori deir anti[)apa. L' eretico di sua scienza e dottrina. Divenu-
Berengario tomo ad abiurare i suoi to maestro in teologia, e superiore
errori, e fu perdonato. Tre vesco- del suo monastero, fece qual lucer-
vi della Spagna ottennero che in na collocata sul candellierc, scintil-
alcune chiese di Toledo si con- lare dovunque i raggi d'una pro-
servassero i riti mozarabici. Regia digiosa santità, ond'è che ad istan-

t. XXY; Labb^ t. IX; Arduino za della repubblica fiorentina fu pro-


t. \l mosso al vescovato di Fiesole^ e nel
Il quinto nel 10751 per l'estin- tempo slesso venne da Gregorio
zione dello scismi che aflfliggeva Xl.l a'19 settembre i4o8 creato car-
la Chiesa romana. 11 p. Mansi di- dinale prete del titolo di s. Loren-
ce, che gli atti di questo concilio zo in Lucina, e legato ocHa To-
sono assolutamente perduti, tranne scana. Dopo un anno fu spoglia-
quel poco che ne riporta il Lab- to della dignità cardinalizia, quan-
bé, appoggiato a Nicolò d'Aragona, do nel concilio di Pisa fu eletta
negli atti di Alessandro 11. Mansi Alessandro V. 11 Signore lo chia-
Supplem. t. I, col. 1379. ^^ ™^" mò a godere il premio di sue vir-
desimo ivi t. V, cqI. 297, facendo tù in Firenze, d'anni ottanta, a' i/\.

menzione di un sesto concilio, os- settembre i4' ^j come si legge nel-


sia della riunione de' principi cri- r epitaffio posto alla sua tomba,
stiani tenuta in Mantova alla pi'e- nella chiesa d' Ognissanti del suo
senza di Pio II nel r4^9> e che ordine, decorata di magnifico mo-
di sopra descrivemmo, riporta quan- numento con breve iscrizione in
to ne scrisse il Labbé. versi, postavi dal comune di Fiien-
MANUALE, Enchiridion, Ma- ze. S. Antonino die al Manzoli il

tinaie. Piccolo libro o compendio, titolo di uomo di gran consiglio,


cosj chiamato perchè puossi e de- di singoiar probità, e d'insigne dot-
vcsi sempie avere in mano. Ciò di- tore in teologia. Ne'registri del suo
cesi particolarmente d'un compen- ordine si trova il suo iiouie con-
dio di teologia, e dei piccoli libri trassegnato e distinto col titolo di
di preghiera e di divozione. Il Ma- beato, e collo stesso titolo viene
cri dice che Etichiri clion viene in- notato nel martirologio monastico
titolata un'operetta di s. Agostino, di Arnoldo Wion nel di i4 set»
detta volgarmente manuale. Manna' tembre.
lis poi chiama il fazzoletto, vocabo- MAOMETTISMO , Mahomctì^
lo che si legge negli atti del mar- mas. Religione di Maometto, detta
tirio di s. Montano. ancora Islamismo. Nacque Maometto'
MANZOLl Luca (b.), Cardinale. o Mohammed alla Mecca, grande
Luca Manzoli ebbe per patria Fi- ed antica città dell' Arabia Felice,
renze, dove nacque da nobili geni- provincia di Hejaz, nell'anno 881
lori. Avendo professato fino dalla dell'era de'greci, cioè nell'anno 570
puerizia nell'ordine degli umiliati, di Gesù Cristo, a' io novembre, di
$i distinse non meno per la prati- lunedì. Maometto significa lodalo,
ca costante delle religiose virtti, che glori/icatOj nome impostogli da Ab-
MAO MAO 2i5
dal Motlialleb, suoavo paterno. Ah- sogni: mostruoso miscuglio di cri-
dallah suo padre, ed Ao^enali sua stianesimo e di giudaismo, imma-
madre erano della tribù de'coresi- ginato per distruggerli ambedue. Al-
ù o coraischiti, la più distinta del- tri vi riconoscono pure un miscuglio
le famiglie arabe, tutte però idola- di gentilesimo. Siccome l'Arabia era
fre, poiché discendeva in linea ret- divisa in tre sorta di religioni, l'e-
da Ismaele figlio di Abramo, e
ta braica, la ciistiana e l'idolatra,

|M)ssedeva da cinque generazioni la perciò egli accordò qualche cosa


sovranità della Mecca, e l'intenden- a ciascuna di esse onde più facil-
Ka del celebre tempio tanto vene- mente procacciarsi seguaci; ma poi-
rato dagli arabi. Restato Maometto ché l'idolatria trovavasi la più scre-
orfano nell' influizia^ dapprima fu ditata, atteso i progressi della rive-
assistito dall'avo Abdal, e morto lazione in tutte le parti del mon-
<|nestQ dallo zio Abou-Thaleb, il do conosciuto e , in conseguenza
quide prese particolare cura in e- della vergogna che il genere uma-
(liicurlo. Abou aveva per «retaggio no avea finalmente concepita de-
de' suoi antenati la prefettura del gli antichi suoi errori , egli credet-
famoso tempio della Mecca chia- te di poter formalmente dichiarar-
malo Caabd, ossia casa quadrata, si contro a queste speculative stra-
fondato, secondo gli arabi, da Abra- vaganze, lasciando ai voluttuosi suoi
mo, o meglio da Ismaele figlio di arabi la reale dissolutezza de' loro
A bramo e di Agar, da cui preten- castumi. In mancanza di miracoli
dono essi discendere; ma quel tem- che non ardi di contrafTare, fìnse
pio era allora profanato dal culto delle rivelazioni per accreditare la
degl' idoli. Maometto accompagni sua dottrina, e suppose di avere
i suoi parenti nelle guerre insorte de' colloqui coli' angelo Gabriele, il

tra i coresili e le altre tribù. Al- quale gli rivelava, com'egli dice,
l' età di veni' anni fu collocato in tuttociò eh' è contenuto nell* Alco-
casa d'una ricca vedova, chiamata rano o Corano (f^edi), ossia li'

Khadidjah o Cadigna, la quale fa- bro della lettura , opem distribui-


ceva un gran commercio, ed in po- ta in versetti, che compilò col soc-
co tempo Maometto acquistò tal- corso di un giudeo e di un mo-
mente la stima e confidenza della naco nestoriano, e che dettava ai
sua padrona, che meritò essere da suoi discepoli secondo le occorren-
essa incaricato della direzione di ze, venendo riuniti e messi in or-
lutto il suo traffico, e finalmente dine soltanto dopo la di luimor-
lo sposò. avea
Allora Khadidjah te. Questo libro è un mostruoso
quarant'auni, e Maometto soli ven- guazzabuglio d'irregolarità e di
ticinque. Intanto Maometto comin- stravaganze, in cui non avvi ne
ciò a passare un mese dell'anno in ordine ne concatenamento. Sebbe?
ima grotta della montagna di Hara ne vi si trovino alcuni passi che
per tutto dedicarsi alla meditazione. hanno una certa aria di grandezza,
Fu in questo tempo che concepì il libro è sì assurdo ,
puerile, e
il disegno di una nuova religione. pieno di ripetizioni, che ci vuole
U Tsiamisino (Vedi)y o religione die molta pazienza per leggerne qual-
snli'ti^ fu lo specioso nome ck'egli che parte. Maometto per maggior-
diede al complesso di tutti i suoi mente far credere che andava egli
Bi6 MAO MAO
debitore di tutto all'ispirazione, mente Medinet^ citlà per eccelleti'
Falsamente sosteneva di non saper zrt, detta volgarmente Medina o ki
scrivere. Egli coniinciò spacciare le Città. Conferirono in seguito il go-
sue false rivelazioni l'anno trigesi- verno della loro città a Maomet-
niottavo di sua età, 608 di Gesti to, il quale nel secondo anno del-

Cristo. l' egira, 622-623 di Gesti Cristo,


La prima Maomet-
conquista da fatta leva di milizie, scorse con es-
to fatta per T islamismo fu Rha- se il paese per meglio appoggiare
didjah. Sedotta la moglie, strasci- le sue predicazioni, e la vittoria
nò questa col suo esempio il re- accompagnò quasi sempre i suoi
stante della casa, e cosi aumenta- stendardi. Fino a questo tempo
ronsi i novelli settatori, le cui pri- Maometto avea predicato la tol-
mizie furono tre dei principali leranza, ma divenuto il più forte,
abitanti della Mecca, Abou- Becker, cambiò affatto di piincipii; la spa-
Otmano Omar. Incominciò allo-
e da fu allora, secondo il linguaggio
ra Maometto ad assumere enfati- de'maomretlani, la chiave del cie-

caniente il tuono di profeta, ed a lo. Maometto Corano:


dice nel
declamare in pubblico contro l'ido- Uccidete gl'idolatri dovunque li
latria, che dominava alla Mecca trovate, assediateli, ne. risparmia-
ed in tutta l'Arabia. La sua elo- te nulla per farli tutti perire j e

quenza sostenuta da una voce in- per idolatri intendeva egli tutti
sinuante, da una figura imponen- quelli che non erano della sua set-
te, e dalla promessa che faceva di ta. Per maggiormente infiammare
tutti i piaceri de* sensi in un'altra il coraggio de* suoi discepoli , di-
"vita, a coloro ì quali seguissero chiarò Maometto guerra
, che la
la sua legge, procurogli ben pre- fatta agl'infedeli era di un gran
sto de'nuovi discepoli, il numero merito al cospetto di Dio, e che
de' quali diventò in fine sì grande, la corona del martirio sarebbe sta-
che i magistrati della Mecca te- ta la ricompensa di coloro, i qua-
mendo di una rivoluzione, presero liperduta avessero la vita in quei
il partito di scacciarli tutti in un combattimenti: dogma fecondo di
col loro capo. Dall'epoca di questa vittorie, e che contribuì più di qua-
espulsione, succeduta nel venerdì lunque altra cosa ai progressi dell'is-
16 luglio dell'anno 622 di Gesù lamismo, ed allo stabilimento della
Cristo, gli arabi ed i maomet- potenza dei maomettani, detti anche
tani incominciarono la data dei mussulmani da Moslem , vocabolo
loro anni ossia la loro Era ( F^e- derivante da /^/tìsm, sistema religioso
di), da essi chiamata egira ossìa di Maometto, che al dire di Pocock
fuga. Maometto co' suoi discepoli significa obbedienza a Dio e al
rifugiossi in Yatreb città dell'Ara- suo profeta. Dice il lìercasteP, che
bia deserta, 270 miglia distante Maometto, ad oggetto di rendere
dalla Mecca; gli abitanti divenuti più intrepidi gì' incauti suoi segua-
subito fanatici ricevettero il novel- ci, propose loro continuamente la
lo profeta come in trionfo, e cam- predestinazione, siccome un desti-
biarono il nome di Yatreb con no fatale ed inevitabile; dal che
quello di Medinct-Alnahi , cioè ad essi è derivato, giusta alcuni
c{lià- del profeta^ ovvero semplice- autorij il nome di Moslemini qssi^
BIAO 217 MAO
Mussulmani^ vale a dire rassegna- mussulmani chiamalo il pellegri-
li in una rutiniera puramente pas- naggio dell'addio. Regnando l'im-
siva alla volontà di Dio. Alcuni peratore Eraclio morì Maometto
osservatori che sem- al Bercastel a Medina nell'anno seguente del-
brano più esatti, intendono sotto l' egira, cioè agli 8 giugno 682, in
questo nome, degli uomini salvati età di 63 anni, nella casa di Aie-
dalla morte, perchè si sono sotto- sha od Aì'escha figlia di Abou-
messi al vincitore. Nel 628 Mao- Becker,la quale era fra le sue
metto fu fatto capo delle materie mogli quella eh* egli predilige-
religiose e civili, col titolo di pro- va sommamente^ e la confidente
feta^ e poco dopo sottomise alla perciò di tutti i suoi pensieri :

sua setta i coresiti. Abou-Becker ebbe la sovranità col


Maometto eretico e mago, come lo titolo di califfo o di vicario del
chiamano con altri Zonara e Paolo profeta. Maometto, pro.^eta o legis-
Diacono, nemico perciò della religio- latore dei mussulmani, fondatore
ne cristiana, Io fu più ancora deli'e-. dell' impero e della religione alla
braica j nell'anno ottavo dell'egira, quale ha dato il suo nóme, fu so-
dopo undici combattimenti, sba- prannominato Abul-Cassem Eb- .

ragliò completamente gli ebrei sta- be Maometto fino a dodici mogli


biliti nell'Arabia, s'impadronì di alla volta, senza contare le schia-
tutte le città da essi possedute, e ve, sebbene non ne accordasse che
trattò quella nazione col più seve- quattro a* suoi discepoh permet- ,

ro rigore. Nello stesso anno 63o tendo loro però di avere come
di Gesù Cristo, la città della Mec- concubine altrettante schiave quan-
ca, impaurita per le vittorie di te ne volessero. Lasciò Maometto
Maometto, gli aprì le porte a* 21 una sola figlia per nome Fatima
del mese di Ramadhan, 11 gen- o Fathimeh, che avea maritata con
naio. Signore di si importante cit- Aly suo cugino, che in seguito
tà, si portò subito Maometto al diventò califfo. La morte di Mao-
tempio della Caaba, lo pm'ificò metto fu la conseguenza di un for-
dagl' idoli che conteneva, e vi sta- te veleno cbe dopo la conquista
,

bilì il culto delia sua religione. di Rhaibar , fortezza dove eran-


Nell'anno nono dell' egira recossi si rifugiali gli ebrei scacciati dai
in Siria, dove riportò nuove vit- contorni di Medina ,
gli fu dato da
torie; di ritorno a Medina accolse Zeynah ebreo, per vendicare la sua
diverse deputazioni di molte tribù nazione che avea quasi sterminata,
arabe, le quali chiesero di essere e il fratello ucciso da Aly. Ap-
iniziate nella novella religione, per pena morto Maometto insorse gra-
cui Maometto mandovvi suo cugi- ve disputa sul luogo ove seppel-
no Aly per istruirle nell'islamismo; lirlo : gli abitanti della Mecca vo-
che perciò questo anno dai mus- levano che a loro si trasportasse
sulmani fu chiamato /' anno delle il cadavere co^ue patria del profe-
ambasciate. Nell'anno decimo del- ta ; altri invece proponevano di
l' egira, mese D?.oulcaa-
il !?.5 del trasportarlo a Gerusalemme, ordi-
d;i, 11 febbraio 632 di Gesù Cri- nario soggiorno de'profeti dell' an^»
sto. Maometto fece con grandissima lichità; finalmente prevalse l'avvi-
pompa il viaggio alla Mecca, dai so di quelli che opinavano si tu-?
3

ai8 MAO MAO


nuilasse in Mecliiiu ov'era morto. tiochla nel 63 S, e Alessandria nel
11 convoglio fiinebie fu diretto da OVfO per mezzo del suo gener.ile
Abbus zio del defunto; Aly ne la- Aujrou; l'acquisto della qual città
\ò il cnpO) ed aiutò ad icnbalsu- fu seguito da quello di tutto l'E-
mnrlo con della canfora; tutto il gitto. Poco do[ro il calilFo s'impa-
}M)jx)lo, come avea ordinato il pro- droiù di Tripoli e di quasi tutta
feta, pregò per lui. Fu scavala la la Barbaria. Unaarmale delle sue
tomba sotto il letto medesimo in nel6:tr padrona d'Ispahan,
si rese
cui Maometto era morto; più tar- capitale della Persia. Durante il re-
di iniialzossi nel medesimo luogo gno di Otmaao, che succedette ad
uaa moschea, ed suoi discepoli
i Omar nel 643, tutta la Persia si
\i andarono in pellegrinaggio. È sottomise al giogo dei saraceni, es-
pura favola quella che alcuni fana- sendo stato trucidato dai suoi fa-
tici raccontano, cioè che il corpo migliari nel 65 r Yazdegerd, ulti-
del profeta fu posto in una cassa mo re della famiglia Sassanita. Così
di che questa cassa era
ferro, e i o maomettani, in meno
saracetii
tenuta sospesa in aria da una gran di un impero
trent'anni fondarono
calamita attaccata alla volta. Sup- vastissimo, servendosi Iddio di que-
pongono i mussulmani, che Mao- sto popolo come d'un flagello, per
metto viva ancora nella tomba, e punire peccali di molte nazioni
i :

che tutte le volte che i muezzin a lungo andare però, i vasti stati
dall'alto de'minareti gPinvitano alla che possedevano furono divisi in
j>regliiera, secondo l'istituzione del molti imperi e regni. Abbiamo tre
profeta, egli si alzi per pregar con vite principali di Maometto, cioè di
loro. Si conservano a Costantinopo- Boulainvilliers, di Prideaux, e di
Ir, in una cappella del serraglio, Gagnier ch'è il piìi veritiero. Nel
molte reliquie di Maometto, tra le 1834 fu pubblicata in Londra l'o-

quali una delle sue vesti, ed il suo pera di Gugliehno G. Taylor inti-
grande stendardo chiamato Oaucab tolata : La storia del niaomellaiiis'
e Sand/'eak'Scherifj che solo si usa mo e delle sue sette^ tratta principal-
quando il gran signore comanda in mente da fonti orientali. Di questa
persona l'esercito, ed allora il fa- opera importante e meritevole di
natismo de'turchi giunge all'eccesso. essere studiata da un cristiano, ne
Maometto avendo ordinato ai tratta il voi. I, p. 4^3 degli Annali
fiuoi settatori di prendere le armi delle scienze religiose. In detta cit-

per obbligare tutte le naziqpì ad 1840 Samuele Green pubWi-


tà e nel
abbracciar la loro religione, o a cò: La vita di Maometto fondatore
pagar loro un tributo, Abou- Becker della religione deW islamismo e del-
impiegò le sue forze a compiere la l' imperio saracenico , con alcune
conquista della Siria: le sue arma- notizie istorichc dell' islamismo. Ope«
te sconfissero quelle di Eraclio in ra commendevole per l'imparziali-
«iioile battaglie, e presero Damasco tà dell'autore. Il chiar. Michele da
a''2 3 agosto 634, '^ stesso giorno Mathias nel voi. XV, pag. 87
in cui Abou Becker mori a Medi- di detti Annali ci ha dato un sun^-
na. Omar, altro suocero di Mao- to dei Brevi cenni della dottrina
metto, fu elevato al calitfato: egli dei mussulmani sopra le loro leggi
pie^e Gerusalemme nel 6ìy, Xa- e sopra 'il loro avvenire j estrani
,

MAO MAO 219


specialmente dalt opera recenùssi- sifTatli godimenti. Tultavolta l'isla-

tna^ la Turchia, dei eh, sigg. G. mismo toglie all'uomo quasi tutta
M. JiinnnÌH primo segretario inter- la sua libertà, ed i iiiussulmani so-
prete del re de' francesi per le lin- no persuasi che quanto succede
,

gue e Giulio Fan- G aver.


orientali^ all'uomo, sia in bene che in male,
maomettismo dicesi anco isla*
il è determinato prima in un modo
mismo, dalla parola araba Islam invariabile: è questa la vera dot-
che significa commissione a Dio, trina del fatalismo. Tutte le cre-
religione che salva^ rassegnazione denze e le pratiche religiose dei
a consecrazìone al servigio ed ai mussulmani sono contenute nel
comandamenti di Dio. I principali Corano, le cui differenti parti furo-
precetti dell'islamismo sono : i
."
la no, com'essi .dicono, rivelate a Mao-
pmificazione; 2.° la preghiera ;
3.° metto dall' angelo Gabriele. Questo
ìj digiuno del mese di Ramazan ; libro tratta ad un tempo del dom-
4.° l'elemosina legale, distinta da- ma, della morale, del matrimonio,
gli altri atti di carità, e che con- del divorzio, delle successioni ec.

siste nel dare tutti gli anni la qua- in una parola è il vero codice re-
rantesima parte de' suoi beni mo- ligioso, civile e militare dei mus-
bili ;
5.^ finalmente il pellegrinag- sulmani. II Corano è scritto in
gio della Mecca, che ciascun mus- lingua araba, che oggi è la lingua
sulmano libero e sano, è obbligato dei turchi, dei persiani e di tutte
di fare almeno una volta in sua le nazionimussulmane. Le brevi
vita. 1 mussulmani, ad imitazione orazioni dei mussulmani consisto-
degli antichi arabi e d'Ismaele fi- no principalmente nella professione
glio d'Abramo, usano la circonci- di fede : IVon vi e altro Dioy e
sione. Hanno altresì ricevuta la Maometto V apostolo di lui. Se

distinzione stabilita da Mosè degli poi pronunziano altre giaculatorie,


animali puri, e delle bestie immon- debbono esse terminai'si colla stes-
de credono ai buoni ed ai cattivi
; sa formola; come pure la prima ^
angeli, pensando che mentre gli la seconda e l'ultima preghiera ca-
spiriti procurano incessantemente di nonica debbono essere sempre ac-
strascin;uli a far male, buoni an- i compagnate da un certo numero
geli sono incaricati da Dio di sos- di lodi a Dio pel passato felice
tenerli e di guidarli in questa vita periodo di tempo, le quali trovansi
piena di spine. Sono quindi per- ne'rituali. Vi sono ancora altre pre-
suasi dell'immortalità dell'anima, e ghiere addizionali che i buoni mus-
di un giudizio universale , in cui ^suimani procurano di recitare ogni
ciascuno sarà sentenziato secondo giorno.
le sue opere. L'islamismo proibisce Jjon presto l'islamismo fu diviso
il vino e qualunque altra bevanda in un gran numero di sette, e que-
inebriante, permette disposare quat- sti scismi hanno cagionato lunghe
tro donne alla volta, e lascia a cia- e terribili guerre. Alcuni dottori
scuno le proprie schiave a libera mussulmani, per somministrare una
^»ua mussulmani fan-
disposizione. I idea della poca unione del raao-
no consistere bene nei
il proprio mellismo, dissero che l' islamismo
piaceri sensuali, quindi credono che conteneva seltantatre sette, di cui
i beati in cielo non abbiano che una sola conduce sulla via della
,

aio MAO MAO


salvezza. La divisione incomincìtS dominato un paese, ed ora in
in
immediatamente dopo Maoihetlo. Il un altro. primi occupano in og-
I

profeta lasciò, come si è detto, una gi tutto l'impero ottomano, l'Egit-


sola iìglia compagni del pioCeta
: i to ed altri paesi dell'Africa, l'Ara-
avendo successivamente innalzalo al bia e le isole del mare delle In-
supremo potere Abou-Becker, O- die, ed hanno molli partigiani nelle
iiiar ed Osman, furonvi a quclT e- tribù di razza turca stabilite in Rus-
poca dei mussulmani i quali si op- sia ed in Persia. Questo partito si

posero e protestarono che non a- suddivide in quattro riti, chiamati


vrel)bero riconosciuto altro sovrano flambanti, Schaseiti, Malekìti ed
legittimo d'Aly genero del
fuori Hanesiti, dal nome dei loro fon-
profeta. Più tardi quando Aly fu datori Hambal, Schasei, Malek ed
nominato califfo, cioè successore, Abou-Hanifa. Gli sciiti che occupano

erede o vicario di Maometto, molti il restante dei paesi de' mussulma-


mussnjniani del partito contrario si ni, presentano delle differenze im-
sollevarono contro di lui, e la guer- portantissime nella loro credenza,
ra^ civile desolò le contrade in cui quindi si suddividono in molte set-
osservavasi la nuova religione. È te, le cui ramificazioni hanno va-
questa l'origine delle due principali riato di dottrina secondo i tempi
sette che tengono ancora divisi i ed i luoghi. La maggior parte di
njussulmani, cioè la setta dei sun- questi settari strascinati dal fana-
niti e quella dei sciiti. I sunniti tismo o da una sfrenata licenza
ammettono la successione dei ca- hanno creduto che tutte le verità
li 111 modo con cui ebbe luogo,
nel religiose e morali non sieno che
e considerano come egualmente san- una verità apparente, e che biso-
ti tutti quelli, fra i compagni del gna cercare in fondo un senso in-
profeta che furono fedeli all' isla- teriore, il solo che deve fare au-
mismo; sono detti sunniti dal vo- torità, credendosi al di sopra d'o-
cabolo sunna che significa tradì- gni dovere della religione e della
zionCj a motivo che riconoscono l'au- morale. In conseguenza di tal prin-

torità delle tradizioni orali, a dif- cipio, gli assassini, i drusi e gli
ferenza dei sciiti, che non le am- alili settari ismaeliti si abbando-
mettono. Il nome di sciiti significa narono senza rimorso in preda ai
settari o scismatici, e fu loro da- più enormi delitti.
to perchè hanno sempre sostenuto Oltre le due sette di origine san-
che il supremo pontificato dell* is- nita e sciita, ve ne sono due altre,
lamismo doveva passare immedia- cioè de' Yezidi o Jesìdi, e dei Va-
tamente da Maometto in A.ly, che habiti o Fechabiti. I jezidi occu-
n'era cugino, germano e genero, e pano le montagne vicine alla città
conservarsi sempre nella sua discen- di Singar nella Mesopotamia e ,

denza. Partendo dunque da questo sembrano essere un rimasuglio del-


principio assoluto maledicono Abou- le sette de' magi, dei manichei e
Becker, Omar ed Osman, ed abbor- dei sabei ; si sono in seguito fram-
rono lutti coloro che non seguono mischiati colle comunioni cristiane
lo stendardo del loro principe fa- e mussulmane, ed in oggi è assai
vorito. I sunniti e gli sciiti si sono difficile di riconoscere la loro vera
divisi fra di loro, ed hanno ora origine ed il loro vero carattere.
^

MAO MAP 211


Ammettono essi un principio bue» parte dei che così vengono
fratelli,

no ed un altro cattivo, e questo è chiamati, sono soggetti ad un no- .

il solo a temersi; Io chiamano Al- viziato severo e lunghissimo, dopo


scìieikh Almoazzen ossia il gran del quale sono ricevuti in religione.
scheikhj adorano il sole in oriente, Gli uni vivono in comune in una
ed hanno d'altronde molta vene- specie di conventi, gli altri si fan-
razione pei sacerdoti cristiani. Quan- no eremiti; gli uni si stabiliscono
to ai vahabiti è noto ch'ebbero essi in un paese, gli altri vanno erran-
origine in Arabia verso la metà do per il mondo. Tutti sono liberi
del XVIII secolo: furono detti va- di cambiar stato e possono sceglie-
habiti dai nome del padre del loro re la carriera che più loro con-
capo Abdal-Yahab la loro dottri-: viene. Fra i religiosi mussulmani,
na è quella dell' islamismo ridotto molti di quelli che si danno alla
alla sua più grande semplicità. Se- vita contemplativa s'ingolfano nelle
condo essi il Corano contiene ima spiritualità le più esagerate, ed il
dottrina veramente divina, ma Mao- numero de' libri in cui sono scritti
metto non era che un uomo co- i ed
loro sogni loro vaneggia- i

mune, ed il suo nome non deve menti è considerabilissimo. Quelli


figurare nelle pratiche religiose; qua- che al contrario amano il m©ndo
lunque culto ed onore reso a Mao- conducono il più delle volte una
metto od ai suoi discepoli è un vita sregolatissima, ne avvi eccesso
atto d' idolatria, e dev' essere pu- cui non si abbandonino, e questi
nito come Per conseguenza i
tale. si chiamano kalendcrs o santoni.
\ahabiti riconoscono un Dio solo, La religione dell'islamismo si pra-
si fanno scrupolo d' invocare qua- tica senza sacerdozio e senza sacri-
lunque essere mortale , e quando fizi ; il suo spirito indipendente
trovano una cappella od un mau- considera con disprezzo tanto i mi-
soleo innalzato in onore d'un imain^ nistri che gli schiavi della super-
colui che presiede alle cose eccle- stizione. F. Saraceni, Turchi, Co-
siastiche tra* turchi, o di un santo stantinopoli, e gli articoli relativi.
qualunque, subito l'abbattono. I MAOMETTO. V. Maomettismo.
mussulmani hanno fra di loromol- MAPPA, Mappani. Tovaglia del-
te persone le quali fanno professio- l' altare ( Vedi). La mappa degli
ne di condurre una vita pia e ri- antichi romani era una pezzuola
tirata. Questa specie di religiosi so- della forma d'un piccolo guanciale,
no disegnati con un termine che e riempivasi di polvere per imita-
fa allusione al loro distacco dai be- re il gonfiamento della mappa ri-

ni di questo mondo, cioè fachiri piegata come un sacchetto, chiama-


ed in persiano derwischs o dervisi, ta Acacia^ e l'usarono gl'imperatori
cioè poveri. Quelli poi fra essi, i di oriente, specialmente quando in
quali pretendono di vivere una vi- loro fecesi perpetuo il consolato;
ta puramente contemplativa, por- dappoiché la mappa nei giuochi
tano il nome di sophy o soffi. I si teneva in mano dai consoli iu
religiosi maomettani compongono segno della presidenza de' medesi-
molti ordini digerenti, alcuni dei mi, e per dar il segnale del loro in-
quali fanno risalire la loro origine cominciamento. Negli spettacoli dei
fino ai primi califfi. La maggior gladiatori il pretore con gettare dal-
asa MAP IVI /V 1»

r alto uno asciugatoio o lovagli.i ,


sioni solenni che si facevano 6
davu il segno per incominciare la presente il Pontefice se si fosse tio-
lotta, usanza che al dire del Macri vato in Ravenna, o per di lui os-
ebbe origine da Nerone. II Donati sequio quando interveniva alle me*
ne Dittici a p. 85 e 9 3, parlando desime l'apocrisario apostolico. Ri-
delia introduzione della mappa per flette poi il Galletti che siffatte
dare principio agli spettacoli , dice mappule fossero piuttosto una por-
che le mappe colla polvere poteva- zione di veste che indicasse grado
no significare la frale e miserabile ed onorificenza. Dice inoltre che
condizione dell' umana natura. Di Lorenzo Manletero sospettò che le
queste mappe ne parla ancora il mappule fossero anche bianche val-
Buonarroti nelle Osservazioni sui drappe per ornamento de* cavalli
vetri antichi. F'. Mappula. da sella, sembrandogli poterlo rac-
MAPPULA, Mappulam. Baldac- cogliere dall'Anastasio, il quale nel-
chino che anticamente si portava la vita di Costantino dice ; Ponti-
sul capo del Papa nelle solennità fex autem, et ejus pnniates cuni
maggiori, sostenuto da quattro aste sellaribus imperi alibus, scili s etfre-
che portavano Mappulari (Fedi).
i nis inauralis siniul et mappulis in-
11 p. Mabillon nel t. 11^ p. 141 del gressi sunt civitateni Constantinopo-
Mas. Ital. tratta della mappula ex- litanam. Giovanni diacono poi dice,
tema supm' caput Pontificìs, et alibi. che cherici niappulati et planetaù
Innocenzo HI ne tratta nel lib. 2, e. andavano col Pontefice alle stazio-
7, De misi, dove assegna i
miss., ni : Cumque magis ex planetato-
significati morali di questa ceremo- rum, mappulatorumque processio-
nia, insegnando come il Baldacchi- nìbus magnani Pontificem cognovis-
no [Vedi) significhi la sacra Scrit- sent. Dal che sembra rilevarsi che
tura appoggiata ai quattro sensi le mappule erano vesti particolari
simboleggiati dalle aste, cioè il sen- che si adoperavano dai chierici del-
so letterale, allegorico, tropologico la chiesa romana nelle funzioni, di

ed analogico. Questo vocabolo non modo che opina il Galletti che for-
solo significa alcune volte la To- se fossero una specie di mozzette
vaglia dell'altare (Fedi), ma an- o di mantelli corti, abiti molto de-
che il Manipolo {Fedi), come si corosi e propri nelle processioni e
raccoglie dalla controversia unta tra fuori di chiesa. monaci certamen-
I

il clero romano e quello ravenna- te in questo significato ebbero una

te, di cui parla il Galletti, Dtd pri- volta le mappule. Isidoro dice: Mo-
micero p. 3o, dicendo che le map- nachi in monasteriis palliis seniper
pule o fazzoletti di lino che lega- utantur sane si quis pallinnt
vansi al braccio sinistro per netta- non habet, hunieris mappulam su-
re il naso e la fronte , l' usavano pcrponat. Conchiude il Galletti, che
per privilegio i soli chierici roma- qui la mappula non era ne una
ni, nelle processioni alle quali in- pezzuola, ne un manipolo o corto
terveniva il Papa, e siccome le o lungo che sifosse, era un gene-

mappule venivano illecitamente u- re di veste ecclesiastica, forse pro-


sate dai chieric'r di Ravenna, s. Gre- pria da antico tempo de' chierici
gorio I le concesse ai primi dia- romani, per cui venivano a distin-

coni di quella chiesa, nelle proces- guersi dai chierici delle altre chic-
MAP MAP 2 23

se; così s. Gregorio I erasi pritiia cappella pontificia, condolle dai ma-»
opposto in accordarla ai chierici di rescialli (se/rvi o ministii, forse pa»
Ravenna, perchè a poco a poco non lafrenieri, staffieri o simili), fino al
divenisse comune. 11 Chiapponi, À- luogo a cui il Papa avea destina-»

eia cntioniz.y discorre a p. 233 del- to di Similmen-


fare la cavalcala.
la mappula ohlationisj a p. 279 te doveano portare ancora sino al-
delle mappulae linae fanones di- l'altare la carpita ed altre cose so-
ctaej a p. 233 delle mappulae ad praddette, formando un cielo o Ijal*

deferendas ohlationes olìm fanones dacchino con una cappa ( panno o


diclae; ed a p. 272 delle mappu- drappo che serviva a formare il
lae quihus ohlalioncs of/cnmtnr
, ,
baldacchino, lohalenm^ che porlT-
quid sìgnlficent. Il Macri al voca- vasi sopra la testa del Papa ),
qua-
bolo Mappulatus, nella Notizia dei le portavano due dalla parie da*
vocab. eccl.y dice che era colui che vanti e due al di dietro , essendo
ptìrtava il manipolo, siccome pla- legato nella sommità a quattro ba-
Jietatus dicevasi il sacerdote vestito stoni, la quale cappa o tovaglia gli

con la pianeta, Veggasi il citato p. accoliti consegnavano dalle slei^se


Mabillon, Mappulae subdiacononint casse ai mappulari, e quindi la ri-
in sinistra manu fercndae, p. 70. prendevano dai medesimi. Dei map-
MAPPULARIO , Mappularius. pulari diverse notizie si possono ri-

Ministri ed ofìiciali dell' antica fa- cavare dal p. Mabillon, iMu^. IlnL
miglia de' Papi, destinati a porta- t. II, Mappulariorum sciiola Ro-
re il baldacchino sul capo del Pon- niae p. ?73; Mappulari i Papdc,
tefice, così detti da Mappa o Map- p. 19^, 197 e 374- Il baldacciji-
pula (Vedi)j che Serviva ad indi- no bianco, rosso ec. che usa il Pa-
care il baldacchino stesso. I map~ pa, mai si porta ne' vesperi, maf
pulari aveano la ciua di asciugare soltanto quando il Pontefice pon-»
con tovaglia i piedi del Papa quan- tifica e nelle processioni. Le aste si
do si riposava sul Lello de para- portano dai prelati reftrendari che
menti ^^Vedi). Questi ministri for- in questa circostanza usano il roc-
marono un collegio che si chiamò chetto, e sono avvisati dal prefetto
Schola mappulariorum. I mappu- delle ceremonie a mezzo di mon-
lari ed i cubiculari che esercitava- signor decano de' votanti di segna-
no quasi lo stesso offizio ,
quando tura. In mancanza di tali prelati
si coronava il Papa ed in tutte le suppliscono i camerieri segreti . o i

stazioni doveano recarsi al palaz- mazzieri. In alcune funzioni le a-


zo apostolico, e prendendo la car- sle del baldacchino sono portate dai
pita o carpio (panno di lana o di patriarchi, arcivescovi e vescovi as*
lino, o panno con pelo lungo, pan- sistenti al soglio, come quando il
mis villosuSj o copertura, <7r/?c577, o Pontefice porta il ss. Sagramento,'

suppellettile ecclesiastica, forse tjna ed in supplemento sostengono le n-


specie di tovaglia per coprire gli ste i protonotari apostolici. Ma di
arredi sagri), il tappeto, il faldisto- tuttociò meglio se ne tratta all'ar-
rio, il cuscino e la predella, le do- ticolo Cappelle Poatificie , massi-
Tcvano portare alla cavalcatura o me parlandosi della processione del
bestia di trasporto. Le quali cose Corpus Domini, pei diversi soste-
tulle si portavano colle casse della Di tori di tali aste, dicendosi pui-e
224 MAR MAR
a tale articolo ì diversi baldacchini ne trasportale ad uso ed ornanien*
che si usano secondo i tempi , e di to delle chiese Roma
I744- Ci
^

quello del possesso che il Papa do- somministra questo libro molte no-
na al capitolo lateranense : note- tizie antiquario tanto di Roma ,

remo che Clemente XIII nel 1761 quanto di alcune città dello stato
per la funzione della candelora sta- pontificio, ed altre d' Italia. 3.** Del-
bilì il baldacchino rosso, che pri- le memorie sacre e profane del-
ma era bianco. l'anfiteatro Flavio Roma vol-

MARAGA o MARATHA. Sede garmente detto il Colosseo, Roma
vescovile della provincia Aderbiga- 1746. E una storia continuata del
iia nell'Armenia maggiore verso famoso Colosseo di Roma, dalla sua
Tauris, suffraganea dell'arcivescovo fondazione fino al tempo dell' au-
di Macu, sotto Ezmiazin, che di- tore. Dopo di avere riferito tutto-
venne di il i33o,
rito latino verso ciò che riguarda l'antichità profa-
al dire di Commanville. Il p. Le na di quel celebre anfiteatro, l'au-
Quien, Oriens christ. t. II, p. i285, tore percorre la storia dei martiri,
e t. Ili, p. 1394, riporta le seguenti che in esso furono esposti alle be-
notizie. Fu vescovo nestoriano di stie, sotto gl'imperatori pagani. 4-°
Maraga, Marazancho , di cui Tom- Ada s. Victorini ep. Amiterni et
maso suo successore scrisse la m. atque de ejusdem
illustrala ,

vita nella sua Storia monastica LXXXIII ss. mni. Amìlernesium


della sua setta, il quale viveva nel coemeleriuni prope Aquilani in Ve-
secolo IX. Fu vescovo latino Bar- stinis hislorica dissertatio, cum ap-
tolomeo il piccolo, bolognese dei pendice de coenieterio s. Saturnini,
frati predicatori, del quale il p. Ga- seu Tranensis via Salaria, et mo-
lano parla a lungo nel t. I, Con- numentis ex eodem, aliisque s. eoe-
cìliat. eccl. Arm. cuni Roni. cap. metcriis urbis nuper effossis, Ro-
3o ; fu nominato vescovo di Mara- ma e 1740. 5." Chronologia roma-
ga dal Papa Giovanni XXII verso norum Pontificutn superstes in pa-
il i320. Altro vescovo latino fu N. riete australi basilicae s. Pauii
che sedeva nel pontificato di Gre- descripta saeculo V, cum addiiio-
gorio XI nel 1375. ne reliquor, sum. Pont., cum nptis
MARANGONI Giovanni. Sacer- et ininiaginibus, Romae 1731. 6." //
dote vicentino, protonotario aposto- divoto pellegrino guidato ed istruito
lico e canonico di Anagni , erudi- nella visita delle quattro basiliche
tissimo nella archeologia sacra e di Roma per il giubileo dell'an-
delle cose romane. Di lui abbia- no santo 1750, con le memorie pili

mo: i.° Thesaurus parochorum^ seu singolari che in, esso s' incontrano,
vitae ac monumenta parochoruin, Roma 1749' 7'° Istoria dell'anti-
qui sanctitate, martirio seri- chissimo oratorio e cappella di s.
ptis .... catholicam illustrarunl Ec- Lorenzo nel patriarchio lateranen-
clesiam^ tomus primus, in quo agi- se appellato Sancla Sanctorum, e
tur de origine, dignità te j nobilitate dell'immagine, del Salvatore delta
ac varìis tituUs parochoruni , SS. Acheropita, che ivi conservasi, Ro-
D. N. Benedìcto Papae XIII di- ma 1747' l" quest'opera si tratta
catusj Coloniae Munatianae 1740- pure del diverso uso fino dai pri-
2.** Delle
eose gentilesche e profa- mi secoli della Chiesa praticato di
,

MAR MAR ìi^


tali immagini maestose del Reden- suo malgrado, tre capitoli a Ra-

tore, per cui il libro è di sommo Tenna, litrattossi per timore dei
interesse. 8." Memorie sacre e ci- suoi suffraganei a Marano. Di più
vili eli Ci vitnnova, Roma i743. il sinodo, dinanzi al quale fu cita-
M ARA NO,Maranum^ Maria- io in conseguenza di quella ri-
niim. Sede vescovile ed ora bor- trattazione da s. Gregorio I, es-
go del regno lombardo - veneto scudo stato tenuto a Roma nel
provincia di Udine da cui è di- dicembre Sgo , ed due sinodi i

stante sette leghe, distretto di Pai- scismatici, T uno tenuto a Grado,


ma, sulla spiaggia dell' Adriatico l'altro in un luogo incerto, appar-
ed in un seno paludoso detto la- tengono all' anno 591 dappoiché ,

guna di Marano, il nome de-


cui furono essi riuniti dopo la nomi-
riva dal console romano Mario, nata citazione indirizzata a Severo
secondo alcuni, ma più probabil- da s. Gregorio I.
mente dal mare. Questa antica MARANTUNIA. Sede vescovile
piazza di qualche considerazione, armena sotto il cattolico di Sis.

venne in potere de' veneziani nel Si conoscono due vescovi, cioè


tempo cb'essi tolsero il Friuli ai Giovanni che assistette al concilio
patriarchi d' Aquileia nel 1420; di Sis, e Costantino che trovossi
ma nella guerra coli' imperatore a quello di Adena. Oriens christ.
Massimiliano!, questi se ne impa- t. 1, p. i436.
dreni, e stette in mano de^i au- MARATONA o MARATHON.
stiiaci sino al i543, in cui fu oc- Sede vescovile della provincia di
cupalo da Pietro Strozzi fiorentino, Eliade, sotto la metropoli di Co-
capitano del re di Francia, dal rinto, nella diocesi dell'llliria orien-
quale comprarono
la i veneziani tale, Commanville la dice eretta
pel prezzo di 35,ooo ducati, nel nel IV secolo, ma sotto la metro-
momento che stava per venderlo poli di Atene, nella prima provin-
a'turchi. I veneziani vi mandava- eia di Acbea. Ne furono vescovi
no un nobile loro per governatore. Flegonte di cui fa menzione Tepi-
Fu Marano anticamente sede ve- stola di s. Paolo ai romani cap.
scovile, sotto la metropoli di Aqui- 16, v. i4> e che i greci dicono
leia, forse istituita nel terzo secolo; vescovo di Maratona nei loro me-
non si conoscono però i nomi dei nologi o calendari sotto il giorno
suoi vescovi, e V Ughelli ne tratta 8 di aprile ; Trifone che sottoscris-
nel t. X, col. 127 dell' Italia sa- se alla lettera del concilio di Sar-
cra. 11 p. Mansi nel Supplimento dica.Oriens christ. t. Il, pag. 2o3.
alla raccolta de'concilii, t. I, col. Maratona, al presente borgata del-
4'^7, citando un celebre concilio la Grecia nell'Attica , sulla costa
tenuto in Marano a motivo dello dal lato della Beozia, sopra un
scisma di Severo XXV patriarca piccolo ruscello, divenne celebre
aquileiese, ai tempi di Smaragdo per la vittoria che 12,000 ate-
esarca di Ravenna , e con dieci niesi, sotto il comando di Milziade,
vescovi del suo partito, vuol prò- riportarono sull' armata persiana
vare che siffatta riunione non pò- composta di 5oo, 000 uomini ,

tè essere tenuta dopo il Sgo. Quel l'anno terzo della LXXII olimpia-
patriarca dopo di avere abiurato, de, e 490 ^^^^ avanti Gesù Cri-
VOL. XLII. i5
>26 MAft MAR
Mo. Al lompo di Pansnnin vi si pontifìcie, e lo incarich a presen-
VeHevano sepolcri dei bravi ate-
i tare in Roma suo nome la
nel
niesi morti roml)attencìo, ed appar- ro^a d' oro benedetta alla regina
tato qyollo di Milziade; non vi la- vedova di Snrdc^gtia: ciò ebbe luo-
nciarono a lenti segnale dei persiani go con quel ceremoniale che ri-
morti tìclla battaglia. A Maratona portammo air articolo Maggior-
rr«vi la fontana Macaria , così domo. Il medesimo Papa Io creò
rhiamala da una figlia di Ercole cardinale dell'ordine de'preti nel
V di Dejanira , che si diede la concistoro de' 2 ottobre 1826, ri-
morie onde procurai*e la vittona serbandolo in petto, e soltanto
armali contró
Yigli ateniesi, pelo- i pubblicandolo nel concistoro dei
ponnesì per la difesa de* figli di i5 dicembre 1828. Nel seguen-
Ercole rifuggiti ad Atene, sotto te mese di gennaio fu preso da
il regno di Teseo. Questo luogo breve e grave malattia che lo
di tanta rinomanza, è ora un mi- condusse al sepolcro. All' avvici-
serabile villaggio della Lividia, a* narsi r ultima ora della vita ri-
l)itrtto da poveri albane^. cevette i sagramenti della Chiesa
MARAZZANI VISCONTI Fran- con straordinaria edificazione di
cesco Maria, Cardinale. Francesco tutti i circostanti, che ammirarono
Maria Marazzani Visconti nacque la mirabile sua rassegnazione ai
in Piacenza da antica e nobile fa- divini voleri. Spirò in Roma a' 18
miglia agli II agosto 1755. Da gennaio 182^, d'anni settantacin-
giovinetto fu in Roma educato que non compiti, e trentatre gior-
nel Nazareno j e quindi
collegio ni dacché era stato proclamato
neir accademia ecclesiastica Nel . cardinale. Il cadavere col consue-
1780 fu ascritto fra i prelati ab- to funebre apparato fu traspor-
breviatori del parco maggiore da tato nella chiesa dei ss. Ambro-
Pio Vf, e nel 1781 fra i refe- gio e Carlo della nazione lom-
rendari d' ambedue le segnature, barda, ove fu ricevuto dalla nu-
indi votante di segnatura. Sosten- merosa fratellanza, di cui il de-
ne con somma decoro i lode e funto era slato per lungo tempo
governi di Sabina, di Fabriano, di superiore. La messa fu pontificata
Orvieto e di Fermo ; fu quindi dal cardinal de Gregorio, e nella
eletto votante della segnatura di stessa chiesa fu tumulato il cada-
giirstizià, e dipoi ebbe onorevole vere, secondo la testamentaria sua
luogo fra i chierici dì camera. Nel disposizione, cioè avanti l'altare
•1819 fu fatto vicario della basilica della nobilissima cappella della Bea-
iateranensc, e 1828 Pio VII lo
nel ta Vergine Assunta, ove gli eredi
tìominò suo maggiordomo e proto- i Corrado fratello e Lodo-
conti
notano apostolico, ed essendo il Pon- vico nipote, gli eressero «ma gran
Itifice morto a* 20 agosto di tale lapide ricca di ornati, dello stem-
anno, divenne governatore del con- ma gentilizio, e di corrispondente
clave, coniando le consuete meda- elogio, nel qiwle però si leggono i

glie proprie della carica. L' eletto nomi di Giovanni Francesco Ca-
Leone XU nel di lui mnggiordo- millo portati dal cardinale. In tut-
mato operò diverse riforme nel pa- to il corso della sua vita fu pio,
lazzo apostolico, famiglia e guardie generoso , ma«sueto, devoto ol-
MAR MAR 227
trmiodo nlla Seóe aposfolira. La Tnre contro V autore del libro in-

nlii^ioiie, la giustizia, 1' umanità, titolato: Optatus G alias,


che le
furono i sentimenti predominanti libertà della chiesa gallicana bene
nel suo €U<>r«», come i più d«gni spiegate, sono ben lontane dal ca-
di un pubblico rappresentante. Que- gionare della discordia fra quelle

sto è l'elogio che ne pubblicò il due podestà, ma sono invece ve- i

numero 8 del Diario di Roma ri mezzi per mantenere fia loro


i8'2g. la pace e la concordia. Si propone

MARCA Pietro (de). Celebre pre- in seguito di provare e dimostra-


lato della chiesa gallicana, nacque re tre cose: i." che il principale
a Gand castello del Bearn, a' 24 fondamento delle libertà della chie-
agosto i584, da famiglia nobile sa gallicana è di riconoscere Tau-
ed illustre orionda spagnuola. Stu- torità della Sede apostolica, e di
diò l'umanità ad Auch e la legge concederle luttociò che le è dovu-
a Tolosa. Ri pali iato, con successo toj
2.° che l'uso della podestà dei

frequeniò il tribunale e fu nomi- Papi fu sempre temperato dai Papi


nato consigliere del consiglio so- medesimi relativamente alle chiese
vrano di Pau
161 5, poscia fu
nel di Francia, e ciò in maniera che
fatto presidente di quel parlamen- i regno e della Chiesa
diritti -del

to. Ammogliatosi restò ben presto non ne ricevessero alcun detrimen<-


vedovo nel i63i, e benché ijel lo, nel che convennero i principi
ifii[9. venne nominato al vescovato dal canto loro; 3.^ che la Fran-
di Consrrans, Innocenzo X soltan- cia ha religiosamente osservato que-
to nel 1648 ne rilasciò le bolle, ste massime , di modo che la
a cagione del suo libro intitolato : santa Sede non le può fare alcun
Concordia del sacerdozio e del- rimprovero, giacche essa ha sem-
l'inipero, cioè dopo avere dichia- pre considerata la cattedra di s»

rato Pietro i suoi sentimenti favo- Pietrocome il centro della co-


revoli alla santa Sede, e promes- munione ecclesiastica ed il Pa- ,

so le correzioni necessarie in un'al- pa come il capo di tutta la Chie-


tra opera che fece stampare a Bar- sa. Ma sotto Urbano Vili con
cellona, Nel i655 divenne arcive- decreto degli fi giugno 1642 fu
scovo di Tolosa. Già il re di posto neir indice de' libri proibiti t

Francia avendo bisogno de* suoi De concordia sacerdotii et imperii^

consigli, sino dal i638 Io avea seu de liherlatihtis ecclesiae galli-


dichiarato ministro di stato, ed canae. Quindi nel pontificato di
essendo vacata la sede di Parigi Alessandro VII, con decreto dei
lo nominò arcivescovo; indi morì 17 novembre 1664, fu eziandio
edizione di Ste-
29 giugno 1662, tre messa 1'
a' giorni do- all'indice
po che avea ricevuto le bolle del- fano Baluzio. Con decreto poi dei
la sua traslazione. La principale .18 dicembre 1664, fu egualmen-
sua opera è il suo libro della te posta all' indice 1' Epistola d.
Concordia del sacerdozio e del- Hyacintho Mesades. Le altre ope^
d'iuipero^ in otto libri, la cui terza re del de Marca, sono: i. Storia,

edizione, più corretta e più ampia di Bearn^ Parigi 1640. 2. Libel-


venne pubblicata nel «704. Lo lus quo edìtionis librorum de con-
scopo di questa opera è di pro- cordia sacerJotii et iinperii consi-
2i8 MAR MAR
iium exponit , opus apostolicac dcsca che vuol dire confine, e di
Sedis censurae suhmìuit , Barcello- qui furono detti marchesi que'ca-
na 1646. 3. Vigiìii Papae episto- pitani che andavano co' loro sol-
,

la decretalis prò confirmadone quin- dati a guardar confini dell'impe-


i

ta synodi oecumenicae. 4- Disser- ro contro le barbare nazioni. Di


tatio de prima tu Lugdunensi et qui fu detta Marca quella pro-
caeteris priniatihus^ Parigi i644- vincia i cui confini erano guardati.
5. Epistolae ad Henne. Valesium Il Compagnoni nella sua opera
de tempore quo primum in Gallis intitolata la Reggia Picena ovvero
suscepta est Chris ti fidcs^ Parigi de* presidi della Marca, la dice
fj658. 6. Storia della Madonna voce originata dai celti e dagli
di Betaron nel Bearnese^ Barcel- alemanni, e siccome equivoca si

lona 1648. 7. Relazione di ciò prende ancora per impronto d'ar-


che succedette dopo il i653 nelle tefi(ie o contrassegno, marchio, o
adunanze de' vescovi^ quanto alle per moneta d' oro di olio oncia
cinque proposizioni, Parigi 1657. o sei ducati d' argento, ovvero di
S. Memoria per servire al giudi- quattro fiorini d'oro, ed anche pel
zio dell'istanza generale della re- cavallo militare e da guerra non- :

galia. 9. Lettera sul libro di Ber- dimeno, aggiunge, denota per lo


tram risguardante t Eucaristia, io. pili la frontiera o il limite di gran

Marca hispanica. 11. Una raccol- provincia. Marca liniei est, scrisse
ta stampala a Parigi nel 1668 il Volfango, appellandosi chi so-
che contiene quattro trattati latini, vrastava ai limiti dai francesi e
ec. ec. Il de Marca si distinse in germani Margravio (Vedi)^ volgar-
ogni genere di studi ; tenuto gran mente il Marchese [Vedi), non
politico, buon giureconsulto,, dot- meno che dai romani si disse du-
to teologo, abile critico, univa ad ce o conte limitaneo. E siccome
una profonda erudizione un bellis- non furono più di due limiti i

simo genio ed una facilità mirabi- del romano impero , orientale e


le di svolgere le cose come voleva. occidentale, cosi non furono in
Trovansi nelle sue opere molte maggior numero le prime Marche
cose curiose e scelte : egli imitò lo del regno; divenuto poi tale of-
stile delle leggi civili che conosce- ficio in onore di principato, molti-

va benissimo, e scrisse come un plicaronsi le Marche si in Italia


buon giureconsulto. Persuaso del- che fuori. Ordinariamente le Mar-
l'importanza di opporsi alle sette che si costituivano nelle sponde
nascenti, si applicò di arrestare litoralio marittime, le quali per
i progressi del giansenismo, e si questo parve ai compositori de'féu-
unì perciò coi gesuiti e venne , di dirsi dal mare, dicilur autem
premiato colla sede di Parigi. Marchia, quia March, ut pluri-
MARCA , Marchia. Regione , mum juxta mare sit posila, con
territorio determinato e circoscritto, dedurne alcuni l'etimologia, a Mari
confine, limite di gran provincia, etArchia, idest principalus maris;
frontiera, vocabolo forse provenien- quindi altri chiamarono la Marca
te da Comarca {Vedi). Il Dizio- Permana, Firniensis monarchiae.
nario della lingua italiana, al Conchiude il Compagnoni, che la
vocabolo Marca la dice voce te- Marca d'Ancona adempie e conile-
MAR MAR 229
ne tutti i numeri delle altre Mar- mo a queirarlicolo. Posteriormente
che , SI per essere la frontiera alla decadenza dell'impero occìden-
della provincia, si per giacere sul tale, cangiò spesso coi limiti anco-
mare. Ugo padre di Gofifre-
lido del ra il nome, e si disse anche Pen-
do di Lorena, fu marchese delle tapoli ( della quale parlammo al
due Marche di Toscana e di Ca- voi. XXH, p. 79 e 80, chiamata
merino. Commentando il Colucci parte marittima della Marca o
il libro di Peranzoni, De laudibus Piceno, Pentapoli Annonaria o Gal-
Piceni sive Marchine Anconìtanae, Ila marittima). Marca Permana,
osserva che la provincia Picena Marca Camerinese e Marca Anco-
cominciò a prendere il nome di nitana, sulle quali Marche sono a
Marca quando i franchi ed i te- vedersi gli articoli Fermo, Came-
deschi che la dominarono, vi de- bino ed Ancona non che Ascoli ,

slinarono i marchesi al suo go- e Macerata, tutte delegazioni apo-


verho , e che dalla Germania de- stoliche e provincie. Le Marche
rivo all' Italia questa denomina- di cui finora abbiamo parlato ap-
zione, e ad alcune provincie re- partengono ai dominii della Chiesa
sia tuttora. Anco il Colucci con- romana : di alcune antiche Mar»-
viene che Marca o Marchia è che ne faremo menzione al citato
voce teutonica, significante confine articolo Marchese . A voler fare
e limite di provincia, di regno, qui parola di alcune altre Marche,
e di qualsivoglia piccolo distretto. Marche o Marchia Gallica è
Afferma che la Marca Permana un'antica provincia di Prancia nel
esisteva sotto il pontificato di Be- centro di essa , e confinante col
nedetlo VII, e nell'anno 978, de- Berry e col Limosino; il suo no-
nominazione anteriore alla Marca me appunto gli derivò dall'essere
Anconitana, dalla cui istituzione situata verso la frontiera o Marca
non fu Marca Perma-
estinta la del Limosino e del Berry, anzi
na, ma soltanto ristretta. La de- fu pur detta Marca del Limosino
nominazione di Marca Anconitana per aver fatto molto tempo par-
atia provincia di tal nome derivò te di tal provincia. La provincia
dalla città che il marchese Varne- delle Marche si divide in Alta
ro o Guarniero I nel io53 scelse Marca, ed in Bassa Marca. Marca
per sua sede, e per lui e per Jlta è la parte occidentale dell'an-
allroGuarniero che la signoreggiò tico Rovergue, nella Guienna in
fu pur chiamata Marca di Guar- Prancia; Marca Bassa è la parte
nitri. occidentale di detto paese. Marca
Non conviene il Colucci col Pe- elettoraleo Marca di Brande-
ronzoni che la Marca Anconitana burgo, è un'antica contrada d'A-
sia stata, delta Marca Picena^ dap- lemagna, che formò il nodo dei
poiché i geografi chiaramente di- possedimenti de' principi di Bran-
stmsero Piceno Annonario e Pice- deburgo, e che compone al pre-
no Suburbicario , e le Marche sente la reggenza di Postdam e
Permana, Camerinese ed Anconi- di Berlino. Sì divideva in Media
tana ; ma piuttosto la Marca Au- Marca Vecchia Marca , Nuova
,

conitana prima fu detta Piceno Marca, Marca-Anteriore, e Marca


(f^edi)y dei cui vari nomi tratlere- dell'Uker. Marca Tram ana, antica
a3o MAR M AR
provincia d'Italia^ negli stati della rituale soggetti ambedue alla san-
ex repubblica veneta , confinante ta Sede, e fuori della provincia
col Friuli e col golfo di Venezia Ravennate. Ma
dei confini ed e-
ec. : essa comprendeva il Trevi- stensione della Marca, se ne traila
sano ed il Feltrino , facendo il ai citati articoli, ed altri delle sue
primo di questi dtie paesi parte città principali , massime a quelli
della Rezia. Ebbe Treviso per ca- di Ancona e singolarmente di Mace-
pitale, in cui anticamente risiedeva B ATA. I rettori o presidi della Marca
d'ordinario il marchese governato- ebbero secondo le vnrie epoche di-
re del paese, dopo la distruzione versi nomi, e dopo essere stati chia-
fattane dai longobardi , e per cui, mati pretori e proconsoli sotto il do-
dicesi,eh ia mossi Marca Trevisana. minio dei romani, e durando il pri-
Air articolo Luni, parlando della mo secolo dell'era volgare si dissero
Lunigiana , dicemmo che questa consolari, correttori, vicari, prefetti
un tempo formò Marca con la nelle terre; legati di Cesare nel quar-
riviera di Genova. to secolo, conti al cominciar del
Il dotto Garampi a p. 47 delle settimo, duci al declinar dell' otta-
sue Memorie, discorrendo dell'e- vo, e quindi nuovamente conti
stensione della Marca dello stalo neir874, marchesi nel ìo53, lega-
pontifìcio, dice che Marca fu il ti cardinali nel 1099, ® dipoi pro-
nome dato dopo l* XI secolo a miscuamente marchesi, legali, ret-
quel tratto di paese, che com- tori e governatori. Osserva il Co-
prendendo gran parte della vecchia lucciche nel secolo XIII quattro
Penlapoli e delle più antiche pro- erano le specie di signoria che
vincie del Piceno, stendevasi dal prevalevano in quel tempo in tut-
Tronto fino alla Foglia ; il quale ta la Marca ;• primo, dei conti
ultimo Hmite è sempre stato im- feudatari dei longobardi, dei re
mobile e fisso, dimodoché giammai franchi, dell' impero e della santa
da tempo in poi si è con-
tale Sede; secondo, dei vescovi ai qua-
tato Rimìni, come esistente nella li era stato conceduto l'alio e bas-
Marca, ma bensì nella Romagna, so dominio sui luoghi e sulle città;
ed in un documento del 1289 i terzo, delle città stesse più poten-
luoghi della Marca sono racchiusi ti, che a forza d' oro e di confe-
fra Pesaro e Ascoli donde appa-
, derazioni si compravano e si gua-
risce che la Marca non si estende- dagnavano la soggezione di picco-
va punto fino a Rimini. Afferma li dai rispettivi conti che
luoghi
inoltre, che nell* archivio segreto le cedevano; quarto, dei mona-
apostolico varie descrizioni si con- steri di monaci, quali arricchili
i

servano della provincia della Mar- ne* secoli precedenti di larghe do-
ca, le quali sono uniformi e con- nazioni avevano ricevuti castelli,
cordi, tranne nel registro di Cencio o gli avevano formati, e ne mante-
Camerlengo di s. Chiesa, dove Ri- vano tuttora il possesso pacifico.
mini viene collocato insieme con Al presente le cinque sunnominate
Montefeltro, in provincia Marchiae, delegazioni apostoliche delle Miuclie
benché appartenenti ambedue nel sono governate da altrettanti prelati
temporale alla giurisdizione del ret- delegali. Olire il citalo Cmnpa-
tore di Romagna, e quanto allo spi- gnoni^che sino all'anno i44^ ci die-
MAR MAR 23i
de Ja serie dei presidi delia Marca, alcune provvide costituzioni detto
nel 1824 il eh. conteMonaldo Leo- dal suo nome Egidiane che poi ^

pardi, colle stampe recanatesi di confermò anche Sisto IV. Nei pon-
Giuseppe Morici pubblicò : Serics tificali di Bonifacio IX e Innoceu»
rectoruin Anconitanae 31archiae, zo VII i loro nipoti Tomacelli e
quam collexit. Migliorati furono dichiarati mar-
L'origine del dominio della santa chesi della Marca, la quale fu af-
Sede sulla Marca risale all' anno flitta dalle conseguenze del grande
729, allorché popoli della Penta-
i scisma, che incominciato nel iSyB
poli e del Piceno scossero il gio- solo ebbe termine nel i4'7, dopo
go imperiale di Leone V Isaurico e la rinunzia di Gregorio XII legato

de'longobardi come principi eretici, perpetuo della Marca, e V eiezione


e spontaneamente, regnando s. Gre- di Martino V ; anco il deposto
gorio II, si posero sotto la prote- Giovanni XXI II era stato legato
cione ed il temporale dominio dei della Marca. Nel 14^4 Martino V
romano Pontefice. Di questa spon- dichiarò legato della Marca il car-
tanea dedizione vi sono monumen- dinal Condulmieri, clte nel i43i gli
ti Nei numeri 35 e 36
irrefnigabili. successe col nome di Eugenio IV.
del Diario di Roma del i8i5, si Sotto di lui la Marca fu occupata
leggono le osservazioni del eh. A. da Francesco Sforza ,
quindi ricu-
Coppi, sopra un saggio intitolato : perata alla Chiesa dopo diverse con-
Stato politico della Marca di An- cessioni e guerresche vicende. Il suc-
cona dalla sua origine ai tempi se- cessore Nicolò V per tenere in do-
guenti dell' ah. Romanelli^ pubbli- vere i popoli della Marca, vi spe-
a»to nei Monitori di Napoli nume- dì per legato il celebre cardinal
ro i3o7 e i3o8, del 6 e 7 opri Domenico Capranica. Indi nel i44^
le. Tra i Papi che ricuperarono il con sua bolla Nicolò V confeium
dominio della Marca dalle usurpa- le costituzioni de' suoi predecessori
zioni de* polenti,grandemente va riguardanti Marca di Ancona,
la
lodato Innocenzo HI ( Vedi ) al , non che le immunità e privilegi
quale articolo dicemmo quanto per- de' fermani e cameriuesi; poscia nel
ciò fece contro 1'
usurpatore Mar- 1449 e nel i45'0 visitò diverse
cualdo. 11 successore Onorio III nel parti della dimorò al-
Marca, e vi

1217 concesse in feudo la Marca cun tempo. Il cardinal Roderico


d'Ancona al marchese d'Este, col- Borgia fu legato della Marca , e
1' annuo tributo di cento libbre di nel 1492 divenne Papa Alessandro
moneta provisina. Nel declinar del VI. Il celebre cardinal Alessandro
secolo XUI Iddio arricchì la Marca Farnese anch' egli fu legato bene-
coir inestimabile sacro tesoro del merito della Marca, e nel i534
gran santuario di Loreto (Fedi). meritò di essere sublimato al pon-
^el i354 Innocenzo VI collo spe- tificato col nome di Paolo III. Im-
dire in Italia per legato il cele- mense furono le beneficenze che il

bre cardinale Egidio Albornoz, ri- marchiano Sisto V concesse alla


cuperò alla Chiesa la Marca ed i Marca, sia sul commercio, che eol-
luoghi occupati dai prepotenti si- ia istituzione di quattro sedi ve-
gnori : questo gran cardinale rifor- scovili, ed altro che narriamo a' ri-
mò gli statuti della Marca, e fece spettivi luoghi. Neir anno 1797
232 MAR MAR
i repubblicani francesi occupan- del suo nome, in cui dopo il X
do io stato pontifìcio , estesero le secolo fu eretta una sede vescovi-
loro conquiste anco sulle Marche, le sulfraganea dell'arcivescovo di
promovendo democrazìa ed al-
alla Ragusi; quindi nel secolo XI fu
la ribellione i popoli. Unita po- unita a quella di Trebigne (Fedi),
scia la Marca da Napoleone al re- come lo è tuttora. Per spontanea
gno Italico, agli II maggio 1808^ dimissione del vescovo Antonio Ri-
formò in gran parte il dipartimen- ghi, Benedetto XIII a' 7 marzo 1

to del Melauro, indi fu restituita 1727 nominò successore Francesco


nel i8i5 a Pio VII ed alla roma- Girolamo Bona di Ragusi, cui af-
na Chiesa. Per la deportazione dei fidò le due chiese colla costituzio-
vescovi delle Marche ch'eransi ricu- ne Apostolatus of^cius presso il ,

sati di prestare il giuramento ci- Bull, de prop. fide^ Appendi x t.


vico. Pio VII scrisse un bellissimo II, p. 14. A p. 27 si riporta il
breve di elogio. Tanto egli che il mot u- proprio: Essendo la chiesa
suo predecessore Pio VI, onoraro- vescovile di arcana e TrebigneM
no di loro presenza leMarche, ciò suffraganea all' arcivescovato di
che pur fece Gregorio XVI nel Ragusa j de* 2 3 marzo l'j'i'j , con
1841, al modo che scrivemmo ai il quale lo stesso Benedetto XI II
relativi luoghi. Nella rivoluzione assegnò a questa mensa vescovile
scoppiata nel i83r, anche la Mar- r annua somma di scudi duecento
ca si trovò esposta al vortice degli sopra i beni spettanti alla congre-
insorti, per cui il Papa inviò nelle gazione di s. Pietro in Cattedra
Marche e provincie poste al di là de' sacerdoti di Ragusi, e questa
dell' A pennino, legato a latere il determinazione da
durare finché
cardinal Benvenuti. Ma di tutto ciò. la mensa di Marcana e Trebigne
che riguarda la storia della Marca, venisse sufficientemente provvista.
i suoi uomini illustri, e tutt'altro, Clemente XII a' 3 settembre 1733
se ne parla all'articolo Piceno, ed fece vescovo Sigismondo Tudisi di
a quegli articoli che vi hanno re- Ragusi. Clemente XIII nel i5 di-
lazione, come della chiesa naziona- ceinbre 1760 gli diede in succes-
le e collegio Piceno di s. Salvatore sore fr. Anselmo da Ragusi mino-
in Lauro de* marchiani , e della re osservante di s. Francesco. Pio
chiesa nazionale di s. Venanzio dei VI dichiarò vescovo di Marcana e
camerinesi. Talvolta la provincia Trebigne a' 20 marzo 792 Ni- 1

ebbe un cardinale protettore, e ta- cola Ferri eh di Ragusi. Il Papa


le fu il cardinal Mario Compagno- Gregorio XVI il 3o settembre
ni Marefoschi maceiatese , oell' ul- 1839 affidò in amministrazione il
timo periodo del secolo passato. vescovato di Marcana e Trebigne
MARCANA (Marcanen). Città al vescovo di Ragusi, ed il primo
vescovile della Dalmazia, o vesco- amministratore fu Antonio Giurico
vato composto da un giuppo di di Veglia vescovo di Ragusi, ed al
cinque isolette, attualmente senza presente lo è l'odierno vescovo
abitatori, nel mare Adriatico sulla Tommaso Jederlinch della diocesi
costa di Dalmazia circondario di , di Veglia.Anticamente il vescovo
Ragusi, dominio ottomano. Merca- di Marcana e Trebigne si nomina-
na o Merca fu già città nell'isola va dalla repubblica di Ragusi, ai
,

MAR MAR 233


diritti (Iella quale succedette T im- sa di Marcella, e crudelmente la
peratole d'Austria. Maicaiia e Tie- percossero a colpi di frusta, per
bigne contiene ii6 villaggi, i cui costringerla a scoprire loro i teso-
abitanti sono cattolici, turchi e sci- ri che più non avea, avendo già
smatici. La popolazione è di 7206; versate in seno ai poveri le sue
le parrocchie sono cinque. La par- ricchezze. Spaventata dal rischio
rocchia di Dubrave ha 29 villaggi che correva Principia, sua cara fi-

con 25 IO abitanti. La congrega- glia spirituale, ella si gettò a'piedi


zione di propaganda fide dà a cia- di quei soldati, e gli scongiurò la-
scuno de' cinque parrochi scudi grimando a non volerle far onta.
ventiquattro, e quaranta al cap- Tocchi costoro da compassione e
pellano aggiunto o coadiutore del da rispetto, condussero Marcella e
parroco di Dubrave, il quale è an- Principia nella chiesa di s. Paolo,
che vicario del vescovo ammini- che Alarico avea destinata, come

I stratore.
MARCELLA (s.). Illustre ma-
quella di
quelli che
s.

vi
Pietro, per asilo a tutti
si fossero ritiiati. Po-
trona romana, la quale rimasta ve- co sopravvisse la santa vedova a
dova dopo soli sette mesi di ma- questo disastro della sua patria, e
trimonio, volle consecrare a Dio il mori piena di meriti tra le brac-
rimanente de' suoi giorni, rifiutan- cia di s. Principia , verso la fine
do di passare a seconde nozze d'agosto dello stesso anno 4if>- ^l
malgrado gli sforzi che adoperò il martirologio romano ne fa menzio-
console Cereale, zio di Gallo Cesa- ne ai 3 1 di gennaio.
re, per determinarla a sposarlo. MARCELLIANI. Eretici del IV
Propostasi quindi d' imitare la vita secolo, così chiamali dal nome di
de' solitari d'oriente (secondo al- Marcello vescovo d'Ancira loro ca-
cuni ne tolse il modo da s. Ata- po, sia eh' eglifosse veramente e-
nasio vescovo d'Alessandria), prese che non lo sia stato, ciò
relico, sia
semplici ed ordinari vestili , si a- che ancora è molto contestato. Egli
stenne dall'uso della carne e del vi- combattè vigorosamente gli ariani
no, e divise tutto il suo tempo tra lo nel concilio di INicea, in quello di
studio della Scrittura, l'orazione e Tiro in cui si oppose aila condan-
la visita delle chiese degli apostoli na di s. Atanasio, ed in quello di
e dei martiri. Molte nobili donzel- Gerusalemme nel quale si ricusò a
le si posero sotto la sua direzione, far ammettere Ario alla comunio-
e ben presto diversi monasteri sor- ne, laonde per odio gli ariani lo

sero in Roma. Marcella consultava deposero nel conciliabolo lenulo 111


s. Girolamo ne' suoi • dubbi , e ri- Costantinopoli nel 336. Ristabilito
mangono ancora le risposte di que- dopo la morte di Costantino, di
sto gran dottore nelle undici let- nuovo venne espulso dalla sua se-
tere che a lei scrisse : esso la chia- de nel tempo in cui lo fu s. Ata-
mava la gloria delle matrone ro- nasio, e ritiratosi in occidènte lu
mane. Il Baronio dice che fu la bene accolto dai conci li i di Roma
prima a confutare Origene. Ca- e Sardica, ma indarno si giustificò,

duta Roma in potere dei goti l'an- e nel primo alla presenza di Papa
no 4'0, saccheggiando quei bar- s. Giulio I. Ritornato Marcello ia
bari la citta, entrarono iìcUu cu- Aucua non potè esservi trauquiiio,
^

234 MAR MAR


.peichè il sostituito Basilio restò in negli altri suoi esercizi . Dopo la
possesso della sede; e u)ori verso il morte di $uu madre continuò a
.374' Dalle sue opere si rileva, che vivere nella slessa maniera in Ro-
egli fu più eloquente, che di buon ma, avendo per coujpagna una ver-
senso e dottrina, laonde in vita e gine assai fervorosa , con cui abi-
dopo morte lasciò molti dubbi sul- tava in una casa particolare. Noa
la sua cattolicità, e senibra che fa- si sa in qual anno precisamente
vorisse l'eresia dei sabelliaui, men- morisse; ma è certo che soprav-
tre l'eretico Potino fu suo diaco- visse a Ambrogio, il quale mori
s.

no e discepolo; Eusebio, Acacie, nel 397. Ella è nominata nel mar-


ed Apollinare scrissero contro di tirologio romano ai 17 di luglio.
lui. Certo è che i marcelliani suoi MARCELLINO (s.).Papa XXX.
seguaci, non riconoscevano punto Romano, monaco
figlio di Projetto,

Je ti e ipostasi, cioè non distingue- benedettino secondo alcuni, mentre


vano sullìcien temente le tre perso- però non era ancora istituito l'or-
ne della ss. Trinità, che riguarda- dine di s. Benedetto , fu creato
vano solo come tre denominazio- Pontefice 3 maggio del 296. lu
ai

ni di una soia e slessa persona di- due ordinazioni nel dicembre creò
vina. cinque vescovi, quattro preti, due
MAKCELLIANITI. Eretici del o cinque diaconi. Governò sette
secondo secolo, de' quali si fa men- anni, undici mesi, e ventitre gior-
zione nel libro di Origene contro ni . Patì ai 26 aprile del 3o4
Celso. Essi seguivano i dommi di nella X persecuzione della Chiesa
certa femmina chiamata Marcella, incominciata circa l' anno 3o2 da
ed erano un ramo de'gnostici. Diocleziano, la più fiera di tutte le

MARCELLIANO (s. ), martire. altre. Il Libro pontificale j Teodo-


V. iMabco e Marcelliano (ss.). reto lib. UjHistor. cap. 3, e die-
MAIlCELLINA(s.). Sorella mag- tro a questi buona parte de' mo-
giore di s. Ambrogio arcivescovo derni lo fanno martire; ma il Pagi,
di Milano, nacque nelle Gallie, ove Breif. Roni. Pont, in viLa^ veden-
suo padie era prefetto. Dopo la dolo annoverato nell' indicolo di
morte di esso seguì la genitiice in Bucherio tra confessori, dubita
i

lloma, ed ivi attese all'educazione del suo martirio, come ne dubitano


de' suoi fratelli Ambrogio e Satiro, molli altri. NegU antichi secoli
inspirando ne' loro cuori la pie- sparsero la voce i donatisti ch'egli
tà e la religione. Risoluta di ab- nella persecuzione si lasciasse vin-
bandonare del tutto mondo,
il ri- cere dalla paura, e sagri ficasse agli
cevette il sacio velo dalle mani del idoli; laonde fu poi formata una
rapa s. Liberio nel giorno di Natole leggenda in cui si rappresentava la
del 352. Da quel tempo ella cie- caduta di lui, e p(;i la penitenza,
dicossi più che mài alla penitenza, con altre favole che passarono alla
consacrando la maggior parte del penna di molti scrittori anche mo-
giorno e della notte all'orazione e derni; ma l'erudizione de' più cri-
a divote letture. Sul finire di sua tici ha dilegualo negli ultimi se-
vita ella rattemperò le sue austerità coli questa calunnia, certo ora es-
corjjorali, per consiglio di s. Am- sendo che questo Pontefice fu esen-
brogio, ruddoppidudu però il fervore te da tal reato , come si legge iu
MAR MAR ^ 235
Muratori, Annali d'Italia tom. II, breviario a' 9 di ottobre, e di mol-
par. I, an. 3o4, p. 286. ti altri fatti d' istoria nel medesimo

Dell'aver s. Marcellino reso cul- breviario riportati. 11 Baronio ci


to agli ìdoli 8Ì fa ineuzÌQne nel avverte in questo stesso proposito,
Bi evitino romano ai 26 aprile, ma Annal. eccl. ad an. 3o2, n. io4,
tratlando il cardinal Lambertiiii, che la chiesa romana fu solila di
poi Benedetto XIV, De sen^. Dei leggere o far leggere gli atti de'san-
beali/,iib. 4> pa^'- 2, cap. i3, 11. \à, non come fossero un vangelo, lo

8, del Breviario e della sua auto- che avverte anche Gelasio, ma piulto-
rità, dice che non ostante questa, sto che ognuno possa esami-
lascia
molti dimostrano essere falsa la nare le cose conforme
la regola che

storia di Marcellino: i.** dal silen- dà s. Paolo, allorché disse prova- :

zio io questa materia di tutti gli te ogni cosa, e quello che ricono-

antichi scrittori delle vile de' Pon- scete buono ritenetelo. Su questo
tefici ;
2." dall' inutile diligenza dei medesimo argomento è da vedersi
donatisti,che prelesero vessar i la Dissertatio theologico- critica de
con queslo fatto, il quale
cattolici argumenii ex breviario romano in
non poterono mai provare, per lo rebus hisloricis peliti valore. ... a
che disse s. Agostino, De unico Didaco del Carro ecclesiae metro-
Bapt. cap. 16, parlando di Peti- politanae Hispalensis portionario,
hano autore di questa favola Egli : iiispali i74o> la quale fu compo-
lo chiama scellerato e sacrilego ; sta contro il dottissimo p. Emma-
io lo dichiaro innocente j non oc- nuele Gaetano de Sousa teatino
corre che mi affatichi per provar portoghese, autore del trattato, De
la mia difesa poich' egli neppur
,
gravissima auctorilate romani bre-
leggiermente si azzarda di provare viarii in rehi slorica, a contro l'eru-
la sua accusa, Janningo conti- li dito Pietro de Messa Beniles de Lu-
nuatore del Bollando, parlando dei go, il quale (nel libro da lui scritto

fatti storici che si leggono nelle contro (\c Bollandisti, e stampalo a


lezioni del breviario, approvale dal- Madrid nel lySy, per difendere la
la sacra congregazione de' riti, di- nobiltà Gusmanica di s. Domenico)
ce : In apologia prò aetis sanclo- lungamente erasi trattenuto a pro-
rum p. 2. Confesso, che da que-
1 vare l'autorità del breviario roma-
sta approvazione nasce un grande no nelle cose storiche. II p. Bona-
appoggio alle storie, ne mi figuro ventura Amadeo de Cesare min.
che alcun cattolico il negheràj ma conv. nondimeno, nel suo libretto
che qutst' autorità sìa di tanto va- stampato in Napoli nel I74'« D^
lore, clic non vi possa essere qual- criticfs in /le ptaesertim sacra ,

che falsità, ovvero che gli eruditi rectoqiie usu, maltratta il celebre
rimandino senza libertà per dispu- Natal Alessandro, pen-hè questi nel-
tarne, e anche seguir il contrario, la (juestione della caduta di Mar-
fondati in ragioni di grande peso, cellino Papa, si scoi.ta dal breviario.
questo noi pretende la medesima Ma dai Papebrochii, dai Mabillonii,
s. congregazione, che in fatti per- dai Ruinarli, dai Muratori, dai Maf-
mette di disputare se s. Dionisio fei, e per tacere altri molti dai due
protettore di Parigi sia veramente Ponteiìoi BenedettoXlII e Benedetto
l' Areopagita j come t afferma U XIV, dcbbesi con miglior critica
, ,

a36 MAR MAR


argomentare qual sia il sentimento no decapitati in una foresta lungi
della Chiesa romana a riguardo del tre miglia da Roma, ed ivi rima-
breviario che ci propone a legge- sero sotterrati, fino a che una rag-
re. Del rimanente negano la cadu- guardevole dama per nome Lucilla
ta di Marcellino , lo vSchelslrate, ritirò i loro corpi, in conseguenza di
ylntiq. i Ibis ir. circa concilia disser- una rivelazione, e
li ripose presso a
tai, I , cap. 6j del tom. XI della quello di Tiburzio, nelle catacom-
s.

Bibliol. Pont, di Roccaberti p. 69; be sulla via Lavicana. Anastasio Bi-


Pietro de Marca, De concord, sa- bliotecario riferisce che Costantino
cerd. et imp. lib. 1, cap. II, § 4; il Grande edificò in questo luogo
Pietro Coustant, in Pracfat. ad una chiesa che intitolò del nome
Epist. Reni. Pont. par. 2 n. 4^ , >
dei due martiri. Secondo lo stesso
p. 85; Papcbrochio, in Propyleo scrittore Pontefici Onorio I e A-
i

dissert. 7, p. 4^ Tillemont, An- J driano I fecero ristaurare la chie-


net. 3i in PcrseciU. Dioclet.j Na- sa e il cimiterio di s. Tiburzio, e
tale Alessandro, Hist. eccl. saec. Ili, dei ss. Marcellino e Pietro. Neir827
dissert. 20 ; Pagi , Critica in Ba- i corpi di questi due martiri furono
ron. ad an. 3o2; Aguirre, in De- trasportati a Strasburgo, e poco do-
fens. Calhedrae s. Pc.tri tract. 1, po deposti a Michlenstadt, quindi
disput. 78, sect. I ; Noris, in Hist. a Malinheim ovvero Selingestadt,
Donatisi, tom. 4> P^^'- '> cap. 7; ove fu edificata in loro onore una
Sangallo, Gest. de' Pont. t. III, p. chiesa ed un monastero. La loro
3t>7 e seg., e l'ex gesuita Saverio festa si celebra il 2 giugno.
Demarco nella sua Difesa di alcu- MARCELLINO (s.), vescovo
ni Pontefici romani accusati di er- d'Embrun. Nato in Africa da ge-
rore, cap. 12, p. i4o, la quale dis- nitori per nobiltà ragguardevoli,
seriazione fu nuovamente inserita passò nelle Gallie con Vincenzio e
dal Zaccaria nelle sue Dissertazio- Donnino. Predicò il vangelo con
ni di storia eccl. t. X , dissert. i esito felicissimo ne' paesi vicini alle

p. I'. Vincenzo de Castro , Difesa Alpi , ed in seguito si fermò ad


della causa dis. Marcellino 1 Pon- Embrun, presso cui fecesi un O"
tefice romanOy Roma 18 19. Fu s. ratorio per recarvisi la notte a fare
Marcellino sepolto nel cimiterio di orazione. Come fu la città ridotta
Priscilla nella via Salaria. Due let- alla religione cristiana, pregò egli
tere che si ascrivono a s. Marcel- s. Eusebio di Vercelli di consecrare
lino, la prima a Salomone vescovo, il suo oratorio. Appagato di ciò,
la seconda ai vescovi orientiili, han- fu egli stesso consecrato vescovo
no la medesima critica di quelle per governare avea
il popolo che
de' suoi predecessori, e ritenute a- guadagnato a Gesù Cristo ; locchè
pocrife. Vacò la santa Chiesa sei pare che seguisse dopo l'anno 363.
mesi, e ventiquattro giorni. Pieno di zelo per la gloria di Dio,
MARCELLINO (s.), martire. Era si affaticò senza posa per far fiori-
prete della chiesa di Roma, ed in- re la vera pietà. Incaricò Vincen-
sieme coir esorcista s. Pietro fu zio e Donnino di propagare la fede
condannato a morte per la fede, in Digne e in altri luoghi ove non
circa r anno 3o4, durante la per- poteva recarsi egli stesso; e le sue
secuzione di Diocleziano. Essi furo- missioni , avvalorale da miracoli
IM A R MAR 237
riuscirono elììcacissime. Mon ad re radunali per dare in tanto bi-
Embrun nel 874, ed ivi fu sep- sogno il capo a' cattolici, per con-
pellito: il suo
capo però fu più fortarli, sostenerli ed animarli alla
tardi trasportato a Digne. 11 suo costanza, e dirigerli nel loro peri-
nome trovasi a'20 aprile negli an- coloso stato. Riflettendo poi alla
tichi martirologi e nel romano mo- diversità di questa cronologia colla
derno. S. Gregorio di Tours gli ha nostra di quattro anni, va ram-
fatto grandi elogi, e riferisce molti mentato che nei primi secoli i cro-
miracoli operali alla sua tomba e nologisti furono di opinioni diife-
al suo battislerio. renti.
MARCELLO I (s), Papa XXXL Istituì Papa
s. Marcello I ven-
il

Prete romano figlio di Benedetto, ticinque o parrocchie in Ro-


titoli

che alcuni pretendono della fami- ma, oltre quanto avea già fatto s.
glia Savelli, e altri della casa Co- Evaristo, nelle quali i loro preti
lonna, fu creato Pontefice a' 1 1 no- titolari amministrassero il battesi-
vembre del 3o4, dopo s. Marcel- mo e la penitenza a quelli che dal
lino. Eusebio neir^/.9A eccl. lib. 7, paganesimo passassero alla fede
cap. 32, non ostante il confessale cattolica, e per aver cura della se-
di vivere in tempo di Papa s. Ca- poltura de' martiri, come narra il

jo, nella sua Cronaca ad an. 3o8, Mabillon, Comment. in ord. roni.
fa che a s. Marcello sia succeduto cap. 3, p. 16. Dicono alcuni, che
s. Eusebio, lasciando s. Marcello, scrisse ai vescovi di Antiochia, che
ommettendosi s. Marcellino. Le ta- la Chiesa romana dovea chiamarsi
vole però ecclesiastiche, come pure priniate e capo di tutte le altre,
le Cresconiane, i latini tutti eh' e- e che niun concilio poteasi celebra-
stesero il catalogo de' romani Pon- re senza l'autorità del Papa: que-
tefici, tra' quali Ottato Milevilano sta ed altra lettera che si narra
lib. 2, contro Parmen. § 3 , e s. diretta a Massenzio, non sono am-
Agostino, epist. 53, e. 1, § 2, ri- messe dai critici. Creò vent' uno
feriscono tutti e due distinti Pon- vescovi, venticinque preti , e due
tefici. Yeggasi i Bollandisti a' 26 diaconi. Essendo carcerato per or-
aprile p. 412, e Diatriba praelini. dine di Massenzio, affinchè negasse
ad t. I, ejusd. p. I. Quelli poi, che di essere vescovo e sagrificasse agli
coi Pagi assegnano l'elezione di idoli , e ricusando di farlo, il santo
questo Pontefice a' 27 giugno del Pontefice fu condannato a servire
3o8, dicono che la sede romana nella stalla imperiale, come abbia-
era allora stata vacante per lo spa- mo dal Baronio ad an. 3o8, n.

zio di tre anni e otto mesi, per- 2 3, et in Marlyrolog. ad iQ Jan.


chè la persecuzione di Diocleziano Laonde tratto di notte dopo nove
non dava luogo a' preti della ro- mesi da alcuni chierici, fu allog-
mana chiesa di convocarsi per l'e- giato da Lucina matrona romana
lezione nuovo Pontefice. Ma
del in sua casa, la quale il santo Pa-
non si adunavano in questi tempi dre convertì in chiesa, che oggi
i fedeli nelle catacombe a celebra- ha il titolo del suo nome ( Vedi
re divini misteri? Molto piìi sem-
i CiHRSA DI s. Marcello ), lo che sa-
bra probabile, che in tempi sì di- jjulo da Massenzio, ridusse la chie-
sastrosi per la religione si sarebbe- sa in istalla e condannò s. Marcel-
MAR
lo F a servire in essa, in cui comn- mano Cervini Spannocchi, riferite
mafo (lai disagi ottenne la palma dal p. Ugurgeri ". Così il Gigli, il

«lei martirio a' I 6 gennaio del 3o9, quale a p. \f^\ aggiunge, che que-
dopo aver governato quattro anni, sta famiglia seguitò <lipoi a stare
un mese e venticinque giorni. Fu ora in Montepulciatio, ora in Sic*
sepolto dalla beata Lucina e da na dove si stabilì, e dove il gran-^
r.iovanni prete della santa romana duca di Toscana Cosimo III la con-
Chiesa nel cimiterio di Priscilla nel- decorò colla contea del Vivo nella
la via Salaria, ex actis s. Marcel- montagna di s. Fiora. Mentre poi
li apiid Momhrillum j quindi fu Riccardo era tesoriere della Marca
b-asferito alla chiesa a lui dedicata, d'Ancona per Alessandi'o VI, e di-
e da lui slesso edifìciita. Vacò la morava in Montefano nella Marca,
santa Sede venti giorni. di cui parlammo all' articolo^ Mv
MARCELLO II, Papa CCXXXII. CERATA alla cui delegazione appar-
Marcello nacque da Riccardo Cer- tiene, Cassandra sua moglie ivi ai
vini, e da Cassandra Benci, che al- 6 maggio i5or partorì Marcello,
cuni scrittori chiamano santissima quindi è che tre luoghi contrasta-
donna, e di famiglia illustre di Monte- no la gloria di essere la patria di
pulciano, detto prinaa Marcello Cer- Marcello Siena per essere egU
II :

vini degli Spannocchi. Lo storico stato educato in casa Spannocchi ,


Polidori confessa di non sapere la onde prese il cognome; Montepul-
cagione del secondo cognome, ma ciano per essere la patria della no-
la poteva però sapere da Girola- bile famiglia Cervini, e Montefano
mo Gigli, che nel suo Diario sa- per esservi nato.
nese tom. I ,
pag. ii3, cos\ dice La sua infanzia fu sempre inco-
parlando di Marcello II. » Egli modata, per cui il suo temperamen-
fu per doppia ragione sanese (ben- to restò debolissimo, il colore pal-
ché la sua famiglia fosse di Mon- lido, corpo macilente, la salute
il

tepulciano), e perchè egli nacque in frequentemente inferma. Le singo-


tempo che la sua patria era sog* lari virili con che Marcello cresce-

getta ai sanesi, e perchè Riccardo va neir infanzia, indizio erano ma-


«no padre nel 149^ era stalo ag- nifesto di quelle con che sempre
gregato ali;» nobiltà di questa pa- visse : per 1 illibatezza de' suoi co-
tria nel Monte del Popolo. An/i stumi, alla di lui presenza niuno
Riccardo fermandosi nel suo veni- ardiva pronunziare parole inoneste.
re a Siena per lo piti in casa di Nella terra di Castiglione, ove i

Antonio e Giulio Spannocchi, con Cervini avevano casa di campagna,


occasione ^i questa ospitalità creb» studiò i primi erudimenli delle let-

he a segno tale benevolenza tra tere, che poi acquistò in Siena e


Hiccardo e questa famiglia, ch'egli in Firenze, e nelle quali riuscì con
fu agli Spannocchi aggregato con fama distinta, massime nelle lingue
diritto di portarne l'arme ed il co- latina, greca ed italiana, in cui im-
gnome, come si vede per istromenlo provvisava con eloquenza ; ne vi fu
rogato da ser Pietro Landini 23 a* alcuna delle prime scienze, nelle
dicembre i497> e si conferma da quali non si distinguesse, massitne
alcime lettere scritte dai Cervini, nella giurisprudenza, nella filosofìa
ed a loro inviate, nelle quali si chia- e nelle matematiche; ed anche in

0^
,

MAR MAR ^.^9

molti altri esercizi meccanici, come fari dome<!fici, e per collocare co-
torno, scalpello, disegno e simili. me fece in matrimoni convenienti
Fatti con felice successo i suoi pri- le sorelle , fra le quali Cintia, che
mi studi a Siena, nel i5i^ passò sposata in casa Bellarmini, fu ma-
in tempo di Clemente VII a Ro- dre del celebre venerabile cardinal
ma, dove giunto e raccomandato Bellarmino. Per la morte di Cle-
dal padre a! cardinal Alessandro mente VII ritornò Marcello in Ro*
Farnese celebre mecenate de' let- ma, e da Paolo III fu benigna-
terati, se ne guadagnò la benevo- mente accolto essendo il di luì ,

len7a, e contrasse stretta amicizia col padre Riccardo stato molto caro al
famoso Angelo Colucci, e con altri medesimo nel cardinalato , e come
uomini dotti ed eruditi di que'tem- dicemmo gli avea raccomandato il

pì, non che con Costantino Lasca- figlio.

ris. Erasi allora divulgata una voce, Avendone Paolo HI conosciu-


ón tutto il popolo creduta, che nel- to il merito, la singolare abilità
r Italia dovesse seguire un diluvio e prudenza, nel i535 fece Mar-
nullameno universale e pernicioso cello scrittore apostolico ( il Cardel-
di quello succeduto sotto Noè , la la dice che fu fatto da Clemen-
quale molto più si accreditò col- te VII ) , e quindi lo diede per
l'essersi Clemente VII, a persuasio- segretario, aio e consigliere ad A-
ne di alcuni suoi pusillanimi con- lessandro Farnese suo nipote, poco
siglieri, ritiralo a Tivoli. Quivi si prima elevato alla poipora, doven-
portò Marcello, e con grande ener- dolo dirii»ere ne' gravi incarichi a
gia e dottrina mostrò al Pontefice lui affidati. Passato un anno in
la falsità di quella voce, e eon una questa incumbenza, in cui egregia-
dissertazione su ciò, da esso e da mente giovava all'educazione del
Riccardo suo padre composta pri- cardinale e del fratello Ranuccio
ma della sua venuta in Roma, e Farnese, Paolo III lo dichiarò pro-
al Papa presentata siccome grande tonotario del numero de' parteci-
amico di Riccardo, maggiormente panti, e secondo il Cardella anco
gli rese la tranquillità. Tornato a segretario delle lettere latine , nel
Montepulciano per ordine del ge- qual tempo si ordinò sacerdote
nitore, che lo voleva lontano dal- onde maggiormente crebbe nella
l'epidemia, che nell'anno santo pietà per cui divenne piìi rinoma-
i525 soffriva la città di Roma, per to, come già lo era per l'erudizio-
meglio occuparsi , tradusse elegan- ne. Quando nel i538 il Papa spe-
temente in italiano il libro di Ci- di legato a Intere il cardinal Far-
cerone De amici tiay di cui v' era nese a Carlo V, che dalla Spagna
una copia nella libreria del cardi- passava per la Francia in Fiandra,
nale Alessandrino poi s. Pio V. gli die per compagno Marcello, col
Per sottrarsi alle conseguenze del titolo di nunzio apostolico, per cui
sacco di Roma, si restituì alla pa- nel i53g lo fece vescovo di Nica-
tria, ove restò sino al i53o; e quin- stro, ma non volle consecrarsi, con-
di fece ritorno all' alma città. Mor- tentandosi dell'esercizio della giu-
to frattanto il padre , fu costretto risdizione vescovile, senza quello
Marcello a recarsi di nuovo a Mon- dell'ordine e della dignità. Dipoi
tepulciano, per amministrare gli af- Paolo III inviò il detto cardinal
2 4o ^JAR MAR
nipote in Frnncia legalo a Fran- suo caro Colocci con ^menl versi.
cesco I, seguendolo altresì Marcel- Chiamalo a Roma per trattarvi
lo. Avendo esso nelle due legazio- del concilio generale, osservò il dis-
lìi eseguite coi sovrani lodevolnrien- piacere che Cesare dimo<.trava nel
te le pontificie commissioni, e de- perderlo, ma non si potè indurlo
stramente trattato gli all'ari, mentre ad accettare un* annua pensione
dimorava in Francia per oggetti di che gli assegnava di scudi diecimi-
fjran rilievo e riguardanti la reli- la, dicendogli che essendo fino al-
gione cattolica, Paolo III in ricom- lora libero ministro del Papa, de-
])cnsa a* \i o i8 dicembre i ^Sg siderava di esserlo ancora per l'av-
lo creò cardinale prete del titolo venire, senza legame al-
contrarre
di Croce in Gerusalemme, e nel-
s. cuno con altri Giunto iu
principi.
l'anno seguente avendolo il Papa Roma fu costretto da Paolo IH ad
chiamato in Roma, mutato senti- abitare nel palazzo pontifìcio di s.

mento lo fece passare in Germania Marco, per giovarsi sempre del suo
legalo a Intere piesso Carlo V, e consiglio. Non perdendo di mira il
per distinzione gli mandò il cap- suo vescovato, vi mandò il p. Ja-
pello cardinalizio, l'anello con tutte copo Lainez, compagno di s. Igna-
le prerogative de' cardinali come
, zio, da cui quella greggia ricevè
se le avesse ricevute dalle mani del gran vantaggio ne' costumi. Nel
]*apa, e come se esso gli avesse 1543 passò nell'estate iu Perugia
chiuso ed aperto bocca. Ciò fe- la per comporre le cose di quell'uni-
ce Papa, perchè richiamò dalle
il versità e delle gabelle; ma ritor-
Fiandre in Roma il cardinal ni- nando in Roma nell'inverno vi giun-
pote. JNell'accompagnare il cardinal se poco sano.
Cervini l'imperatore nelle Fiandre Girolamo Meandri chiamato al-
all'Aja capitale dell'Olanda, gli cad- la prefettura della biblioteca vati-
de il cavallo mentre cavalcava, on- cana da Leone X, che con breve
de restò offeso in una gamba con del 27 luglio i5i9 lo chiamò a
lina piaga, che sempre poi lo in- succedere nell' ufBzio di biblioteca-
comodò. Con quanta prudenza e rio del palazzo apostolico a Zeno-
zelo trattasse allora gli affari reli- bio Acciaioli domenicano morto ,

giosi, tanto sturbati in Germania, nel giorno stesso dopo essere stalo
ne fanno fede le memorie di quei fatto arcivescovo di Brindisi da Cle-
tempi. Frattanto dimesso nell'otto- mente VII nel i524, fu da Paolo
bre i54o il vescovato di Nicastro, 111 pubblicato cardinale a' i3 mar-
fu trasferito a quello di Reggio, zo I 536. Lo stesso Papa con chi-
come più vicino a poterci prestare rografo del 24 ottobre i538 di-
assistenza.Tornato coll'imperatore chiarando vacante per la promo-
in Germania, e ristabilito da una zione dell'Aleandri alla porpora il

malattia sofferta, ritornò col me- dello uffìzio di bibliotecario, lo con-


desimo in Fiandra, e poi passò in ferì ad Agostino Steuco eletto ve-
Ispagna, sempre attento nel pro- scovo di Kisamo in Candia, cano-
curare i vantaggi della religione. A nico regolare del ss. Salvatore, che
Madrid cominciò a patire di po- n'ebbe il godimento fino alla sua
dagra, ma ricevè gran profitto da morte accaduta in Venezia nel
quell'aria, com' egli significava al i548. Il medesimo Pontefice, che
MAR MAR i\ì
alla promozione deirAleandri avea zio di protettore e curatore della
dichiarato l'uffizio di bibliotecario biblioteca vaticana, colle stesse am-
del palazzo apostolico incompatiiiile plissime facoltà accordategli dal Pon-
colla dignità cardinalizia, non volle tefice antecessore. La serie dei bi-
privare la pontificia biblioteca della bliotecari del palazzo apostolico co-
dottrina e dei superiori lumi del minciata con Bartolomeo Platina
cardinal Cervini, il cui zelo ed uti- nel i^'j^ì che fu da Sisto IV crea-
le opera in vantaggio della mede- to a vita, come lo furono in se-
sima eransi sperimentati nell'assen- guito i successori, mentre i biblio-
za dello Steuco da Roma o per tecari prima del Platina erano a-
causa di malattia o per servigio movibili ad arbitrio de' Papi, ebbe
della Sede apostolica. Diede quin- fine nel i548 con Agostino Steu-
di Paolo 111 coU'oracolo della viva co che fu il duodecimo. Col car-
voce al cardinale non l' uffizio di dinal Cervini dunque ebbe princi-
bibliotecario del palazzo apostolico, pio la serie nuova dei bibliotecari
ma bensì il superiore incarico della che furono tutti dopo di lui car-
prolezione e cura della vaticana bi- dinali. Col memorato diploma di
con ampia facoltà di fare
blioteca, Giulio HI fu tacitamente abolito
qualunque provvedimento, anche il titolo di Bibliotecario del pa-
di rimuovere dai loro uffizi i cu- lazzo apostolico , e fu sostituito
stodi, gli scrittori e gl'inferiori mi- quello di Bibliotecario dì s. Chie-
nistri, ed altri sostituirne in loro sa o della Sede apostolica, col l'ag-
Tece, come pure di disporre a suo gi unta delle parole, owero protet-
arbitrio della mensile provvisione tore della biblioteca T^aticana , il

di dieci ducati d'oro da Sisto IV quale è in uso oggi ancora, e si

assegnati al bibliotecario. Esercitò legge nel breve col quale il Papa


la commessagli protezione e cura Gregorio XVI conferì nel i834
il cardinale finché visse Paolo III, l'amplissima dignità di biblioteca-
con soddisfazione di tutti, e nota- rio di s. Chiesa al cardinale Lam^
bile vantaggio ed incremento della bruschini, XXVIII. ° nella serie nuo-
biblioteca, alla quale aggiunse un va de' cardinali bibliotecari. Oltre
correttore e revisore de' libri lati- quanto abbiamo detto ai rispetti-
ni, ed uno de' libri greci, assegnan- vi articoli, qui noteremo che essen-
do per loro emolumento la detta dosi giudicato l'uffizio di bibliote-
provvisione di ducati dieci d'oro cario del palazzo apostolico, che in
lasciala libera a sua disposizione. se racchiudeva la prefettura della
Nel febbraio i55o, eletto Giulio 111, biblioteca vaticana, incompatibile
questi con breve del 24 dello stes- colla dignità cardinalizia, l'uffizio
so mese riportato dall' Assemani,
, di detta prefettura, che importa
nel Catalogo dei mss. della biblio- l'attuale residenza in biblioteca, ed
teca apostolica vaticana ,' t. I , p. il titolo di prefetto , restò proprio
LXIII, dopo avere riferito quan- dei custodi, i quali da Sisto IV a
to sopra intorno all'uffizio conferi- Paolo V furono di eguale autori-
to al cardinale da Paolo HI a viva tà. Iprimi cardinali bibliotecari che
voce, approvando e confermando furono Cervini e Nobili, scrivendo
quanto egli avea operato fino alló- ai custodi li chiamarono infatti pre-
ra, lo confermava nello stesso uffi- fetti, titolo che da Platina a Sten*
VOL. XLII. 16
24» ^l'VR MAR
co fu proprio de' soli bibliolecaiì. ferito da Trento Bologna nel
Di lai nome hanno spesso fatto i547 il concilio, fu dal Papa chia-
uso i custodi stessi nei libri da loro malo a Roma per trattare con cs>o
stampati o nelle approvazioni falle lui di queste materie^ come di essa
ai libri sottomessi alla loro censu- meglio istruito. In questo tempo
ra, come può vedersi nelle opere Io nominò legato di Bologna e di
del Gradi , dello Schelstrate , del Ravenna, e dopo la morte di Pier
Majella, del Vignoli, dell' Assema- Luigi Farnese duca di Parma fu
ni e di altri, per lacere del vivente destinato dallo stesso Paolo III le-
cardinal Mai, che nelle sue opeie gato di Piacenza, ma venendo oc-
sempre si è intitolato prefetto della cupala la città dagli imperiali non
biblioteca monsignor
vaticana, e vi si portò. Da Bologna fu ri-
Laureani attuale degnissimo primo chiamato a Roma, poiché il Papa
custode, che in due atleslati pro- avea bisogno della sua * assistenza ,
dotti nei tìiss. del Tasso pubblicati principalmente per le cose di Ger-
dall'Alberti si sottoscrive secondo , mania, ove allora si era pubblica-
prefetto della biblioteca vaticana. to Vlnterim, cedendo la legazione
Può vedersi in proposito il Polidori, al cardinal del Monte poi Giulio
a p. 169. III, che la bramava. Tra i sog-
Nell'ultimo di febbraio i544> getti poi della sua famiglia meri-
Paolo III dal vescovato di Reggio tano menzione, Guglielmo Sirlelo
traslatò il cardinale a quello di in seguito cardinale, Pietro Etiope,
Gubbio, di cui nel maggio prese Mariano Vittorio e Pietro Paolo
posssesso per procura, ma nel fine Gualtieri ambedue di Rieti, Nicolò
dell'anno vi si portò alla visita del- Frisio, Girolamo Berardelii, ed An-
la diocesi. Nell'anno seguente iS^S gelo Massarelli suo segretario, tulli
Paolo III lo mandò a Trento per celebri per le loro opere date al
presiedere al concilio generale, coi pubblico, talché la sua casa si polè
due altri legati del Monte e Polo, chiamare con Pietro Aurelio un'ac-
e quivi fece conoscere a tutta la cademia. AI dolore provato dal
Chiesa adunata, qual fosse la sua cardinale per la morte di Paolo
virtù, prudenza vasta erudizione , III, si aggiunse una malattia, che

e destrezza nel trattare gli affari per tutto l'inverno lo tenne in


d' importanza. Mostrò nel concilio letto, e fu costretto lasciare Ro-
la sua intrepidezza per la verità e ma per mutare aria; ma sapu-
per la giustizia, come per mante- to appena da Giulio III ch'era-
nere illesi i diritti della santa Sede, sì rimesso, subito lo chiamò ad
in difesa della quale non curò di abitare nel palazzo pontificio ,
pcT
perdere la grazia di Carlo V, sen- averlo pronto a tutte le occasioni
za curarne il suo sdegno, concepito nelle quali avesse avuto bisogno del
singolarmente perchè venne decre- consiglio di lui. Fa protettore del-
tato il traslocamento del concilio l'ordine de'servi e degli agostiniani,
in Bologna si prolestò che: l' im- ai quali ordini giovò mollo colla
peratore poteva farlo morire, ma sua assistenza. Nel i552 fu ascrit-
non proponimento e
trarlo dal suo to alla congregazione del s. offizio,

dall'obbedienza pontificia, e che Dio che da lui ricevè gran vantaggio ,

avrebbe giudicato ambedue. Tras- e dal medesimo Giulio HI fu coi


MAR MAR 243
cardinali Moroni , Polo e Sforza cardinale attonito e confuso, e tutto
destinato alla riforma della roma- tremante partì dall'altare: se ne
na università. Il Papa inoltre lo avvidero il sacerdote assistente ed
deputo a compilare leggi colle quali i suoi famigliari, ed importunato il

Toleva riformare i disordini del cle- cardinale dalle loro istanze, e sic-
ro e della corte di Boma, onde il come la sua persona tramandava
cardinale che allora si trovava in lìCì prodigioso splendore , dichiarò
Gubbio per riformare il clero dio- la visione, protestando, che man-
cesano, subito nel 554 ^' restituì 1 candogli le forze per resistere al-
in Romai per eseguirlo. La podagra l'enorme peso. Gesù Cristo si sa-
e la febbre in tutta quella estate rebbe presto trovato un altro vi-
tormentarono, ond'egli, che in
Io cario. A' 5 aprile r555 entrarono
questo tempo non approvava i con- in conclave 36, 87 o 3g cardinali,
sigli di alcuni favoriti, i quali spin- che per opera principalmente dei
gevabo il Papa Giulio IH ad una cardinali Ranuccio Farnese e Gui-
vita piuttosto deliziosa, che tutta do Ascanio Sferza, incominciarono
impiegata nel zelante ministero del a trattare l'elezione del cardinale
pontificato, domandò di mutare aria Cervini d'anni 54, che per adora-
per salute : passò ad Otricoli, e di zione restò eletto Papa a' 9 aprile,
là alla sua sede di Gubbio, ove nel modo detto al voi. XXI, p- 219
faticò molto per la riforma di essa; del Dizionario. Nel dì seguente fu
lasciando avvisati i cardinali, che pubblicato collo stesso nome di Mar-
giammai acconsentissero al progetto cello che non volle secondo il
II,
di dare lo stato di Camerino ai costume cambiare, sì per venera-
parenti del Papa. zione a s. Marcello I protettore di
Dopo la morte di Giulio III, ai sua famiglia, come per dimostrare
mi comizi erasi recato, partì da che nulla voleva cambiare nel pon-
(iubbio pel conclave. Giunto a Lo- tificato: fu grata all'universale la
reto, nel recarsi al suo vescovato, sua esaltazione, perchè n'era stima-
r<^lebrando messa nella santa cap- to degno, e grandi cose tutti ne
pella, siccome divotissimo della Bea- sperarono. Benché fosse vescovo non
ta Vergine, fu veduta una candi- era stato mai consacrato, per cui
da colomba spiccare il volo sopra nel giorno seguente, mercoledì san-
il capo del cardinale, indi sulle sue to, il cardinal decano Caraffa ne
mani, da dove si posò sul messale, fece la solennità, e senza pompa
donde partì- compito il sagrilìzio : alcuna fu coronato col triregno sul-
ciò fu preso per augurio al pon- la loggia vaticana dal cardinal
tificato, di che non ne dubitavano Francesco Pisani. Le quali funzio-
i celebri cardinali Sadoleto e Bem- ni volle egli fare con sollecitudine,
bo. Nel ripassare poi per Loreto privatamente e senza lo sparo delle
per condursi in Roma, nella stessa artiglierie di Castel s. Angelo, per-
santa cappella avvenne che cele- chè erano vicine le feste di Pasqua,
brandovi il cardinale la messa nel e credeva ciò conveniente alla scar-
dì dell'Annunziazione, dopo il prin- sezza di denaro in cui trova vasi il

cipio del canone gli comparve in pontificio erario. Nel giovedì santo
visione la ss. Vergine, e lo assicu- assistè coi cardinali ai divini uffizi

rò del futuro pontificato. Prestò il nella cappella pontifìcia, lavò i pie-


a44 mar MAR
di a dodici poveri mendichi, aven- compenso spese che avea do-
alle
doti prima fatti vestire di bianco, vuto sostenere pel concilio di Tren-
e riuscì bellissima cercmonia. In- to, della qual città era vescovo. A-
tervenne pure negli altri giorni al- gli uditori di rota , che secondo
le successive funzioni. Tanto si leg- l'uso si portarono da lui per ral-
ge nel t. HI, p. 63 delle Lettere legrarsi di sua esaltazione , lece
de princìpi. Chiare prove avea da- intendere, che molto più avrebbe
te nel cardinalato di sua pietà e stimato, che essi ritirati nelle pro-
dottrina, e della sua costante vir- prie case e trascurate le convenien-
tù, laonde con ragione la Chiesa ze non necessarie , si applicassero
universale sperò veder riformati i soltanto allo studio delle cause a
costumi e consolidata l'amichevole quel sacro tribunale commesse. Vo-
concordia de' principi cristiani, ch'e- lendo Marcello II riparare i danni
ra il suo maggior impegno , afilne della religione, che in alcuni luo-
di meglio abbattere le eresie di quel ghi avea bisogno di soccorso, e tro-
tempo, per lo che protestava sin- vando esausto il pontificio erario,
ceramente eh' egli stesso si porte- fu dalla necessità costretto ad im-
rebbe in persona, se fosse d'uopo, porre il sussidio triennale, ma pro-
ad unirli tutti ad una santa guer- porzionandolo a* soli ricchi , chia-
raj non che spedire ad essi i suoi mandovi ancora le comunità reli-
nunzi e legati, come infatti scrisse giose,massime le più comode, ed
a tutti i sovrani , dopo averlo si- ai cardinali più poveri applicò in-

gnificato a voce agli ambasciatori vece la vigesima degli ebrei. Ri-


di Carlo V e del re di Francia. cordandosi di Montefano ov'era na-
Amante della giustizia e della to, lo beneficò al modo detto nel
severità che sono necessarie al man- luogo citato. L'ottimo Pontefice al-

tenimento felice di ogni stato, ri- zavasi buon'ora senza servirsi


di
cusò costantemente di compiacere di alcun famigliare, e da se mede-
alle istanze dell' ambasciatore del simo si accendeva il lume. Sbriga-
re di Spagna, il quale domandava to dall'orazione e dalla messa che
la grazia per un cavaliere romano ogni giorno celebrava, si occupava
reo di omicidio. Prescrisse la forma co' suoi ministri nella spedizione
e le leggi per la retta amministra- degli alfari, e dopo pranzo sentiva
zione della giustizia, ed ai giudici i cardinali, gli ambasciatori e quanti
che si recarono a visitarlo, impose domandavano udienza. Leggeva ma-
di aver cura e diligenza nel dis- turamente le lettere, e prendeva
brigo delle cause, ed avea stabilito volontieri consiglio da altri, ch'egli
che le legazioni dovessero dorare riconosceva i più probi. Spesso de-
due anni. Conservò, come a pa- plorava la condizione del romano
dre comune si conviene, eguale sli- Pontefice, che dichiarava la più
ma per la Francia e per l'impero. miserabile e piena di amaiezza e
Negò la legazione di Bologna al di -spine. Fece tre concistori, gli atti
cardinal Madrucci, tra gl'imperiali de' quali si conservano nella libre-
ilpiù ragguardevole, ma gli fece ria Barberini , al dire del Novaes.
dare dalla camera apostolica dieci- Nel giovedì santo consecrò e be-
mila scudi, quanto cioè quella frut- nedì soli 4°^ Agnus Deiy stiman-
tava in due anni, per dargli un do che dalla copia ne potesse na-
,

MAR MAR 24 j
scere clis[>rezzo. Fra le riforme che ministrazione dello stato. Ne punto
Miircello avea ideato, pensò di
II era inferioreil suo distacco verso
togliere musica dalle funzioni
Ja i parenti. A
ninno di questi, nem-
ecciesiasliche, ed appena al celebre meno ad Alessandro suo fratello,
Paleslriiia gli riuscì a persuaderlo, permise di accostarsi a Roma, ove
quando gli fece udire la messa da solevano portarsi subito i congiunti
lui composta, che fu data alle stam- de' nuovi Pontefici, per aspettare
pe col titolo: Mìssa Papae Mar- la fertile rugiada del Vaticano, se-
celli. condo il costume di quei tempi.
Nemico implacabile del lusso, Quindi è che due suoi piccoli ni-
aujava unicamente la parsimonia, poti Piiccardo ed Erennio, figli del
così nel vitto come nella propria nominato Alessandro, che allora
corte: perciò avea deliberato di trovavansi in Roma, non volle che
restringere a poche le profuse spor- uscissero di casa che per interve-
tole di palazzo , contentandosi an- nire alle sacre funzioni, né accon-
cora del corteggio di pochi palati- sentì che fossero visitati a titolo di
ni. Assai parco nel vitto, non mutò congratulazione come parenti suoi,
il suo metodo, e a tavola avea sem- ne mai gli ammise alla sua presen-
pre chi gli leggeva o la Scrittura za : anzi addiraandato dai cortigia-
o i padri. Indi osservando che la ni, se quelli doveano cambiare la
sua tavola veniva imbandita in ser- loro abitazione con quella del pa-
vizio d' oro, ordinò che bastando lazzo apostolico, rispose con sem-
d'argento, si squagliasse per coniar biante severo: Che hanno che fa'
moneta per uso della santa Sede. re i miei nipoti col palazzo apo-
Dicesi che avea intenzione di sop- stolico? È questo forse il loro pa^
primere la guardia svizzera per- ,
trimonioF Pel contrario, molto fa-
suaso che il vicario di Cristo non vorevole si dimostrò cogli uomini
avea bisogno delle armi per sua di- dotti e virtuosi, della cui conver-
fesa, poiché diversi principi cristiani, sazione ricavava gran piacere. Del-
più col segno della croce che colle la sua parola era egli così fedele,
armi, furono non rare volte difesi che si obbligava con promessa es-
A:ontro i loro nemici
stimando me- ; pressa di eseguire ciò che offriva
glio, come soleva dire, che il Papa affinchè mutando in qualche tem-
restasse ucciso dagli empi, se così po di parere, avesse rossore di non
il caso portasse, che dare V esem- attenderlo, ricordandosi di averlo
pio di vergognosa paura o di mae- promesso : nelle amicizie fu costan-
stà poco necessaria. Il zelo che a- te, e colle persone dotte ed erudi-
nimava questo santo Pontefice in te assai benevolo ,
giovando loro
favore della disciplina ecclesiastica, col consiglio, coU'opera, e ciò che
gli faceva ancora dire, che non a- è ben raro, colle facoltà. Tutte pe-
VI ebbe mai permesso che gli ecclesia- rò queste belle doti furono da un'a-
stici, a'quali fosse commessa la cura poplesia spente in pochi giorni di
e il bene delle anime, potessero stare pontificato.
assenti dalle loro chiese o avessero Era egli stato nell'anno prece-
impieghi ed occupazioni pubbliche, dente molto travagliato da una ma-
per lo che avea destinato di com- lattia, onde fatto Pontefice non si
mettere a' soli laici la politica am- risparmiò in modo alcuno alla gran
,

b46 mar MAK


fatica che richiedono le sacie fini che poteva, ed elemosiniero. Nella
zioni della settimana santa, per lo zecca pontificia abbiamo di lui tre
che nell'atto che lavava i piedi a medaglie colla sua eiìigie, due pe-
tredici pellegrini ( così il Novaes ), rò col rovescio di altre di Giulio
fu di nuovo assalito dalla febbre, HI suo immediato picdocessore, ed
dalla quale con un salasso comin- una con Cristo che disputa coi dot-
ciò a migliorare j e diede udienza tori. Le sue rare virtù furono da
al duca di Urbino e il giorno ap- molti scrittori encomiate , e 1' 01-
presso al duca di Ferrara, ed al- doini le enumera nelle Jddlt. ad
tri ancora; ma ricaduto dopo due Cìaccon. t. Ili, p. 8o4; il Polidori
giorni con nuova febbre, fu nello a p. i44^ ^^ il famoso protestante
stesso tempo colpito di apoplesia , Teodoro Bibliandro, nella Serit dei
che levandogli a poco a poco tutti Pontefici, chiamandolo Pontefice
i senlimenti, nel decimo giorno di santo e dotto. In purissima latini-
malattia, e ventidue di pontificato, tà scrisse la vita di Marcello U
lo tolse da questo mondo uel pri- per ordine di Benedetto XIV l'ab-
mo di maggio i555, d'anni 54, da bate Pietro Polidori De vita gè- :

tutti compianto. I canonici di s. slis et moribus Marcelli II P. M.


Pietro con poca pompa ne trasfe- Commentarius, Romae i744- ^^'
rirono il cadavere nella basilica biamo pure di Luigi Alamanni
vaticana. Non mancò, come si legge Canzone a Marcello II nella sua
nella Cronaca di Genebrardo lib. creazione^ Venezia i565. Vacò la
IV, chi sospettasse che la sua mor- santa Sede ventuno giorni.
te fosse cagionata dal veleno mes- MARCELLO (s.), martire. Abi-
sogli da un chirurgo in una oc- tava con Valeria no in Lione al
culta piaga, che Marcello li avea tempo dell'orribile strage de' cri-
da molto tempo in una gamba, ma stiani,avvenuta nell'anno 177, sot-
dall'autopsìa ed npertura del cada- to il regno di Marco Aurelio. Essi
vere non fu trovato segno alcuno si sottrassero con una prudente fu-

di veleno. Dopo i funerali, ne'quali ga dalla burrasca, e recaronsi a


fece l'orazione funebre Giulio Po- predicare il vangelo nelle provincie
giani, fu sepolto nella basilica va- vicine; ma i persecutori ve li scopri-
ticana, nella nave anticamente chia- rono e li condannarono a morte nel
mata del ss. Sudario, donde poi ai 179. Marcello fu arrestato a Scial-
7.5 ottobre 1606 fu trasportato ad lon o Chalons sulla Saona, e con-
un'urna di marmo sotto il pavi- dotto in città, ove dopo aver sof-
mento nelle sacre grotte, com'egli ferto varie torture fu bruciato vi-
avea ordinato prima di morire. Fu vo ai 4 tli settembre : altri di-
Marcello II di statura grande, di cono che fu sotterrato fino alla
corpo gracile, di grave aspetto ispi- cintura, e che mori in questa for-

rante riverenza, di occhi neri , di ma dopo tre giorni di patimenti.


capelli rossicci, bello di faccia, e di Valeriano cadde nelle mani degl'iu-
ciglia disuguali, avendone una più fedeli presso alla piccola città di
alta dell'altra; grave nell' incedere, Tournus, e tormentato col caval-
di rado rideva, sebbene talvolta fa- letto e le unghie di ferro , venne
ceto; mansueto, temperato e mo- decapitato il i5 settembre. Le re-
desto, liberale a misura di quello liquie di s. Marcello sono custodi-
,

MAR MAR 247


te a Sciallon, in una chiesa che la morte Prudenzio tutti i voti
di
porta il suo nome ; quelle di s. Va- si riunirono per collocarlo su quel-

lenano furono bruciate a Tournus la sede. Egli accettò con renitenza

dagli ugonotti nel secolo XVI, tran- tale dignità, e ne adempì con zelo

ne una parte che fu salvata dal instancabile gli alti doveri. Morì
loro sacrilego furore. La festa di sul cominciare del quinto secolo,
questi santi martiri è segnala il
4 al primo di novembre, nel qual
di settembre. giorno lo pone il martirologio ro-
MARCELLO il Centurione (s.), mano, benché a Parigi se ne cele-
martire. Deposte armi e dichia-
le bri la festa il dì 3 dello stesso me-
ratosi cristiano, mentre in Ispagna se. Fu sepolto in un villaggio a un
celebravasi pomposamente con sa- quarto di lega da Parigi, ma che
grifizi idolatri la festa della nasci- ora ne fa parte sotto il nome di
ta deir imperatore Massimiano Er- borgo s. Marcello. Ai tempi di Lo-
cole, l'anno 298, fu Marcello im- dovico il Buono o di Carlo il Cal-
prigionato, e rimesso ad Aureliano vo si fabbricò una chiesa in suo
Agricola, vicario del prefetto del onore. Ne furono poscia levale le

pretorio, il quale era allora a Tan- sue reliquie per trasportarle nella
ger nell'Africa. Avendo egli fran- cattedrale.
camente confermato il fatto , fu MARCELLO (s.), abbate. Uscito
condannato a morte, come reo di d' illustre famiglia di Apamea nella
diserzione e di empietà, e venne Siria, e divenuto erede di grandis-
decapitato il 3o ottobre, giorno in sime facoltà, sebbene sul fiore de-
cui è nominato nel martirologio ro- gli anni, ritirossi ad Antiochia, do-

mano. ve divise il suo tempo tra lo stu-


MARCELLO (s.), diacono mar- dio e gli esercizi di pietà. Infiam-
lire. Patì a Pioma sotto l'impera- malo d'amore per le cose celesti

tor Valeriano, insieme a s. Euse- abbandonò le terrene , cedendo i

bio prete e a s. Ippolito, non che suoi diritti al fratello, e dando ai

ad altri che essi medesimi aveano poveri tuttociò di cui poteva dis-
convertito al cristianesimo. I loro porre. Dopo aver dimorato qual-
nomi si leggono nel martirologio che tempo ad Efeso, sotto la gui-
romano sotto il giorno 2 dicembre. da di alcuni servi di Dio , entrò
MARCELLO (s), vescovo di Pa- nell'ordine degli acemeti di Co-
rigi. Nacque a Parigi da genitori stantinopoli, e circa l'anno 44^ ne
di mediocre fortuna, ed appalesò divenne abbate. Egli governò il suo
fin dall' infanzia le più belle virtù. monastero con prudenza e virtù.
La santità de' suoi costumi e i suoi Assistette al concilio che si tenne
progiessi nelle sacre lettere lo re- otto anni dopo a Costantinopoli
sero carissimo a Prudenzio vesco- ed a quello ivi pure tenuto da s.
vo di Parigi, il quale, senza aver Flaviano contro Entiche. Visse lun-
riguardo all'età sua, lo ordinò let- go tempo, e praticò ogni maniera
tore d^lla sua chiesa. Dicesi ch^ da d'opere buone duranti sessant'au- i

quel tempo ebbe a provare in di- ni che passò nello stato monastico.
verse occasioni che Dio avealo gra- Morì nel 4^ ^ o 4^^ • » 8'*^*^' ^^ *

zialo del dono dei miracoli. Fu po- latini l'onorano il 29 dicembre.


scia imialzalo al sacerdozio, e dopo MARCELLO, Cardinale Mar-
,

ai8 MAR MAR


cello prete cardinale del titolo di ad marchiam custodiendani consti ^
s. Stefano al Monte Celio, fiorì nel tut'is. \ romani ebbero lo stesso uf-
pontificato di s. Gelasio 1 del 49^« ficio sotto nome, e nel regno
altro
MARCELLO, Cardinale. Mar- di Alessandro Severo abbiamo Dii-
cello nel I 179 o I i8o fu da A- ces liniilaneos. V. Margravio, il
lessandro 111 cieato cardinale dia- eh. Del Bue, Dell'origine dell'arai^
cono di s. Giorgio in Velabio ,
dica, trattando del titolo di mar-
quindi spedito legato apostolico a chese,non conviene con quegli scrit-
Guglielmo re di Sicilia, insieme col tori che pretendono derivarlo dal

cardinal Pietro di s. Maria in A- nome mare^ quasiché le marche,


quiro, per ringraziarlo del denaro dove credesi nato, fossero tutte pro-
che trasmesso avea a Roma in sus- pinque al mare. In fatti antica-
sidio della santa Sede. Compila lo- mente le marche Trevisana e di
devolmente la sua legazione , finì Brandeburgo distavano dal mare, e
di vivere in Roma nel ponlifìcato molto più la Milanese, quella di
di Alessandro IH. Baden, di Svezia, di Misnina in
MARCHESE, Marchio. Titolo di Sassonia, d'Austria ed altre assai
signoria. Marchesa o Marchesana, antichissime, annoverate dall'Orte-
Mnrchionissa^ moglie di marchese o lio, non meno che la Mantovana,
signora di marchesato. Marchesato, dal mare pur essa non poco remo-
Marchionis dilio stato e dominio , ta. Aggiunge il chiaro scrittore che
di marchese. Gli autori di diplo- il marchese è però comu-
titolo di
matica e d' antiquaria non sono ne opinione che derivi da marchia^
d'accordo sull'etimologia di questo voce gotica o germanica. Riporta
vocabolo : dicono alcuni che la più l'Equicola che longobardi allor-
i

verosimile spiegazione è quella che ché aflìdavano il governo d'un luo-


fa derivare il vocabolo di marche- go particolare ad alcuno, nel con-
se da Marca che significa-
(P^edi), cedere che il dominio passasse ai
va altre volte ciò che noi chiamia- suoi posteri , dicevansi marchesi
mo oggidì contado, limite d'un ca- vocabolo lombardo equivalente ai
stello, città e paese, non che con- nostri presidenti. L' Equicola e il

fine o frontiera. Siccome la custo- Biondo poi asseriscono, che il pri-


dia di que' limiti o confini si com- mo marchese in Lombardia fu Gui-
metteva ad alcuni signori o feu- done, poscia Alberico in Toscana,
datari, marchesi si dissero coloro e dopo loro gli altri. La dignità
che governavano o rendevano ra- di marchese da principio confeii-
gione in siffatti luoghi , ed altresì vasi per un tempo limitato
. poi ,

che incaricati erano di guardare q durò a vita, indi fu ereditaria. Al-


custodire le frontiere. Le frontiere cuni dicono che fosse da annove-
degli stati guardati anticamente dalle rarsi fra le dignità reali, proceden-
foltezze, lo furono dipoi da nume- do dal Papa o dall'i mperaloi*e che
rose soldatesche ; ed il capitano ai ne hanno il diritto; ma pure s'in-
cui ordini esse obbedivano ,
portò contra che anco duchi essi pure
i

il titolo di marchese, dalla marca creavano marchesi, però con mi-


i

o provincia ond'eiasi affidata la di- nore autorità. Vi furono marchesi


fesa,come si ha dalle leggi fran- ch'ebbero più potenza ed autorità
tjcsi, al iib. IV, Ve variis dominiis dei duchi, ciò derivando dalia gran-
MAR MAR 249
dezza e nobiltà della marca che chenses. Marchisi^ per distinguerli
poisetlevano. Anticamente il titolo dai conti inferiori. Anche Lodovico
(li marchese suonava grandezza, no- I Pio in un editto dell' 8i5 per gli
biltà vera, dinotando una podestà spagnuoli parla de ca portione
,

sublime conservatrice, e noveravansi Hispaniae, cjuae a nostris marchio'


i marchesi d'una città tra' principi nibiis in solitudineni redacta fuit.

sovrani ; ma dopo che il titolo fu Questa forse è la più antica me-


prodigato a diversi nobili, si re- moria de' marchesi, non convenen-
strinse un semplice titolo onorifico. do il Muratori sulla idoneità del
Muratori nelle Dissert. sulle
Il diploma riportato nel t. I dell' I-
antichità italiane^ scrisse la VI: De- talia sacra dall' Uglielli, fra ve- i

gli antichi marchesi d'Italia, dalla scovi d'Ascoli, dove comparisce Vi-
quale trarremo un breve sunto. nigiso dux et marchio del 798.
Incomincia dal cercare donde è ve- Quanto alla differenza che passa tra
aìuto a sì buon mercato il titolo il Duca, il Marchese, e il Conte
di marchese, specialmente in Italia, sono a cedersi gli altri due articoli.
Francia e Spagna, che lo godono Ma in che consistesse quella fra i
i privati gentiluomini per piccoli duchi e marchesi, stai, j l'aver tanto
feudi di terre e castella, e talvolta gli uni che gli altri governata una

anche senza feudo alcuno. Si è per- provincia, e il trovarsi la medesi-


duta r idea degli antichi marchesi ma persona col nome ora di duca ed
d'Italia, i quali erano principi gran- ora di marchese, soggiunge il Mu-
di e governatori perpetui di qual- ratori, non è facile il soddisfare a
che provincia. Celebri e potenti siffatta domanda. Sotto re longo-
i

furono i marchesi di Toscana, Fer- bardi si trovano nelle loro leggi


rara, Mantova, Monferrato per ,
duchi, i quali sembrano così appel-

non dire di altri ,


poi elevati al lati a cagione della milizia ; e giu-
grado di duca, di che da noi si dici che amministravano la giusti-
palla ai loro articoli. Anche il Mu- zia in una città. Questi ultimi fu-
ratori dice che Marcha o Marchia, rono poi chiamati conti dai fran-
parola tedesca, significava il confine chi, ed i marchesi presero questo
di uno stato, onde foris marcham nome, come dicemmo, da essere
nemo mancipia \endat, si legge in prefetti de' confini di qualche pro-
un capitolare del 779 di Carlo vincia . Pare che anco romani
i

Magno, dal quale il dotto scritto- usassero questo uifizio non già il
re ta derivare l'introduzione dei nume, dappoicliè nella vita di Se-
marchensi o marchesi, cioè de' cu- vero Alessandro imperatore abbia-
stodi de' confini, cui furono sotto- mo dticcs liinitaneos ; in quella di
posti i conti quali governatori delle Aureliano, i^tìt/ummo Scytiiici liniitis

città, acciò nel bisogno non man- dux, et Trypho oricntalìs limitis
cassero di aiutanti. I marchesi talo- dux. Nel secolo VI scrisse Cassio-
ra furono a un tempo chiamati doro Ducatum tihi credimus Rhae-
:

conti. Però que' duchi o conti che tiarum, ut ntilites in pace regas, tt
sotto gl'imperatori franchi o ger- cuni ets flnes nostros solemni ala-
manici erano deputati alla difesa cri tate circumeas.
de' confini del regno, si comincia- Imitarono i franchi quest'uso
rono a chiamare Marchìones, Mar- col deputare un coipo di milizio
%5o MAR MAR
e un comandante di esse ai con- dasse quelle città e alle clrconvi-
fini, con facoltà di comandare ad cine, sospettò il Muratori che il
un'intera provincia per tutti i luo- conte del sacro palazzo esercitasse
giù contro i confina nti nemici. Di T uHlzio di marchese in quelle
qui nasceva il nome di marchese parli, benché non portasse il nome,

a quel comandante, fosse egli du- come anche si costumò in Cer-


ca o conte. Negli annali di Regi* mania, dove il conte palatino del
none, all'anno 799 si trova che Reno, già uno de' primi principi
"Wìdo conie in Marca Britaniae e- della Germania, non fu nominalo
sercitava l'uffìzio di marchese. Co- marchese. Chiamavasi allora Litus
sì negli annali de'franchi si legge, Italicuni il paese poi sottoposto
Cadolaum comitein et Marchae alla repubblica di Genova. Non
Fo/'ojulìcnsi praejeclus. Nella To- è improbabile che nel secolo X
scana que' principi, tuttoché duchi, quella parte costituisse una Marca,
si trovano sovente col solo nome Jn una carta dell'SGG si trova di-
di marchesi. Altri poi per fltalia stinta menzione del lido del mare
furono solamente mai-chesi, né mai dalle altre provincie. Nel 1184
ebbero o usarono il titolo di du- Federico I investì Obizzo marche-
chi. Si può congetturare che du- se d'Este de Marchia Genuae et
chi que' soli fossero chiamati, che de Marchia Mcdiolaiii, com'era
sotto di sé avevano più conti, cioè in uso co'maggiori di tal marche-
più città, quali certamente furono «e, per cui si òonfermava a titolo
quei di Toscana , di Spoleto, e d'onore que'domrnii per altro al-
del Friuli; oppure che duchi si lora liberi; investiture che si pra-
Dominassero que'soli ch'erano deco- ticarono ancora con altre città seb-
rati della corona ducale, e il duca bene libere pienamente.
Rosone fu coronato in Pavia: al- Andarono poi di mano in raa-
l'articolo Corona facemmo parola no nascendo nuove Marche , se-
di quella de' marchesi. La dignità condo il piacere degl' imperatori,
dunque de'marchesi fu istituita do- per esercitare la loro liberalità ver-
po l'anno 800 dagl' imperatori so nobili cospicui, o per ritrarne
i

franchi , in varie parti d'Italia denaro da essi. La Marca di Mon-


per custodirne i confini. Finché ferrato non ben si prova che fosse
durò la discendenza di Carlo Ma- eretta nel 967 in favore di Aledra-
gno, non vi furono Marche verso mo conte, e fece poi gran figura
la Francia eia Germania, perché in Italia. Nel io i4 si trova la Mar-
que'regni obbedivano a quella real ca di Savona; nel 1167 il mar-
prosapia. Ma dacché essa venne diesato di Martesana forse con Vi-
meno, e l'Italia incominciò ad a* comercato per capo. Nei secoli IX,
vere i suoi particolari re, allora X, e XI principalmente s'incontra-
si cominciarono anche a formare no anche de'marchesi senza che si
varie Marche ai confìnì della Fran- dica qual Marca dasse loro questo
eia e della Germania. Dacché nel titolo. Altre memorie ci fanno ve-
secolo X comiticiarono gì 'imperalo- dere che lldeberto e Rerengario
ri a
dimorare fuori d' Italia, ed Conti dair844 ^''"^^lo S'"o ^^^^^o
avevano da tenere in Milano o governavano la Marca di Camcri-
Pavia un governatore che comau- no o sia di Fermo; e nel gSS si
-

MAR MAR 25 f
trova Teobaldo seniore Carnei i- ralori, non
sembra essere sla-
altro
norum et Spolelaiwrnni marchio, ta che quella di Camerino, appel-
mentre nel 954 si ha Teobaldo lata dipoi Marca d'Ancona, e ciò
giunioreduca diSpoleli e marchese perchè marchesi risiedevano ora
i

di Camerino, come lo era slato Bo- in questa ed ora in quella città; cosa
nifazio suo genitore. Nella cronaca avvenuta anco nella Marca del Friu-
del monastero di Volturno, ed in li. Portò la medesima provincia an-
quella Farfense, viene commemo- co il nome di Marca di Guarnieri,
rato Trasmundus dux et marchio, poiché due tedeschi Guarnieri la pos-
che probabilmente verso il 960, e sederono, facendosi di loro menzio-
sino forse al967, tenne quel duca- ne in due carte del 11190 i 164.
to e Marca dopo di lui se ne tro-
; Fu poi conceduta in feudo essa Mar-
vano altri nominati, come di mar- ca dai Papi sul principio del secolo
chesi senza specificazione della loro XIII ad Azzo Vi marchese d'Este,
Marca, di cui ne riporta vaii no- ad Aldobrandino suo fratello, e ad
ni! il Muratori. Egli crede proba Azzo VII.
l)ile che di Modena, Regi^io, Paruja, Nella parte orientale d'Italia, og-
Mantova, e forse di qualche altra gidì regno di Napoli, non fu in uso
città si fòsse formata una Marca di ne'vecchi secoli la dignità e il nome
cui goderono gli antenati della gran di marchesi: principi, duchi e con-
contessa Matilde, incominciando da ti solamente s' intitolavano i gran
Alberto A zzo padre di Tedaldo, cui signori di quelle contrade, e restrin-
forse die il titolo di marchese l'im- gevasi a pochissimi il numero dei
peratrice Adelaide moglie di Otto- primi. Nell'altra parte, che restava
ne I col dominio delle suddet- in potere de'greci, era governata da
te ed altie vicine città. Appellala un ministro imperiale appellato pro-
Marca anche la Toscana, i signori tospatario, o stratego o Catapano;
se ne intitolarono TJ/^/tA/o Tusciae. all'incontro nella parte occidentale
Oltre alle Marche insigni se ne in- dell'Italia con trinciamento di do-
tiodussero a poco a poco delle al- rainii andarono formando delle
s*

tre minori nel Monferrato, Piemon- Marche minori e minime, onde


te, Milanese, Genovese eLunigiana. prendevano i signori il titolo di
Anche verso Roma in un islrumenlo marchesi . Oggidì si è con tanta
del 1012 comparisce Johannes mar- prodigalità diffuso per l' Italia il

chio et dux Benedello con


, figlio di - titolo di marchese , che non resta
tee fratello di Crescenzio conte. Ordi- idea alcuna di quel che fossero
nariamente le mogli dei marchesi i marchesi de' vecchi secoli. Ve ne
si chiamavano contesse, ma in det- sono con titoli derivanti da signo-
to strumento la moglie di Crescen- rie e marchesati, ed anco senza di
zio viene chiamata Itta illustrissi- essi di puro titolo, trasmissibile ai
ma ducatrìce.
1167 già era Nel discendenti : i marchesati s' isti-

consuetudine che nelle Marche ed tuiscono dai sovrani, i quali pu-


altri feudi imperiali succedevano i re conferiscono senza di essi il ti-

discendenti maschi anco trasversali. tolo di marchese. In Inghilterra


Nel secolo XI si rese famosa in Pie- nel i385 il re Riccardo lì con-
monte Adelaide marchesa di Susa. ferì il marchese a Rober-
titolo di
Della Marca di Fermo dice il Mu- to de Vere, conte d'Oxford, facea-
252 MAR MAR
dolo marchese di Dublino. Osser- cioè la Cavalieri , la Theodoli, la
va il Compagnoni, nella sua Reg- Costaguti e la Naro-Patrizi. Dire-
gia Picena p. 68, che anticamente mo di questa ultima come lo
la podestà (ìel marchese non pun- divenne , potendosi anco vedere
to didcriva dalla regia, anzi il r articolo lÌALDAccniNo. Noteremo
marchese nel suo marchesato pa- che i bijroni, qual segno di giuris-
reggiava in cerio modo allo stes- dizione de' propri feudi, usavano
so imperatore, benché non sempre il baldacchino rosso.
il marchese prevaleva al conte e Il marchese Bernardino Naro
neppure al duca, considerata la capitano delle Lande spezzate [Fe-
preminenza di ciascuno con parità di), di Urbano Vili, dopo aver
di prerogative, e ciò non dalla di- acquistalo la contea di Mustiolo,
gnilà, ma dal luogo o dall'uso in- per il favore che godeva presso
veteralo de'paesi. Anticamente quan- quel Pontefice, domandò ed otten-
do sovrani conferivano il tito-
i ne per mezzo dell'apostolico breve
lo di marchese, eravi sempre an- Romanus Ponlifex Altissimi Re-
nesso un feudo almeno per lo gimi Regis, emanato a' 27 aprile
pili. Soppresso in seguito il siste- 1640, che detta terra situala in
ma feudale, si conservò tuttavia il Romagna fosse elevata al grado di
titolo di marchese , che presente- marchesato e la qualifica di mar-
mente al dire di Del Bue si risolve chese, annoverandolo a quelli di
in una meca qualificazione di no- antica e distinta nobiltà, potendo
biltà di maggior uìomento, in con- perciò usare la corona d'oro gem-
fronto a quella nuda di titolo, sen- mala sullo stemma gentilizio, con
za però alcun rapporto alla signi- precedenza sugli altri marchesi ,

iìcazione primitiva; qualora però meno, dopo e quelli di baldac-


il titolo trovasi congiunto ad una chino, venendo investito di tal ti-

antica nobiltà di famiglia, poiché tolo colla imposizione dell'anello,


veniva egli anticamente conferito e dovendosi considerare come fos-
anche a persone non nobili. Pel se stato dichiarato marchese in
conferimento del titolo di conte concistoro pubblico alla presenza
nello stato pontificio, o per l'ere- de'cardinali. Dal tenore di tal bre-
zione d'una signoria in marchesa- ve si rileva che a quell'epoca già
to, ha luogo più o meno quanto esistevano i marchesi di baldac-
dicemmo al fine dell'articolo Con- chino, alcune delle prerogative dei
te. In Roma vi sono alcuni pri- marchesi, ed il luogo augusto ove
mari marchesi delti di baldacchino, solevano dichiararsi. Fino d' allo-
perchè lo alzano nei loro palaz- ra la nobilissima famiglia romana
zi, i quali godono le prerogative Naro usò il baldacchino e l'om-
de' principi. Alcuni prima che i brellino celeste , oltre il cuscino
Massimo fossero elevati al grado coperto di drappo di tal colore. In
principesco da Pio Vili, li nove- seguito poi la famiglia fu conside-
ravano marchesi di baldac->
tra i rala come de' marchesi di baldac-
chino. Ma
veramente sembra che chino, e per parentela ed adozione
quattro sole fossero prima le fa» ne ereditarono le prerogative i no-
miglie nobili ed antiche romane bili Patrizi, come si disse al voi. Xllf,
delle de' marchesi di jialdacchiuo, p. 86 del Dizionario. Nel numero
INI A R MAR 2";3

74 tiel Diario di Roma 1 84^ si ramenli apposti ai contratti sieno


legge come il Papa Gregorio XVI di competenza del giudice eccle-
con apposito breve aveva eretto siastico. \i si proibiscono clamori i

l'ex feudo di Vallepietra, comu- e le lamentazioni scomposte ne'fu-


ne soggetto al governo di Subìa- nerali, e che turbassero le preci
co, e i beni allodiali acquistati dal eccljesiastiche ; quelli che mancasse-
marchese d. Girolamo Biccini, in ro due domeniche di ascoltar la
marchesato trasmissibile anche ai messa parrocchiale saranno dichia-
suoi discendenti. Di piìi con altro rali scomunicali.
Si dichiara che
breve, il medesimo Pontefice an- le decime dovute di gius
sono
noverò il marchese e la nobile divinoj e si pronunziano molte pe-
consorte d. Ferdinanda, nata contes- ne contro coloro che non le pa-
sa Montanari di Parma, tra i po- gano fedelmente. Si restrinsero cer-
chi marchesi baldacchino della di te spese eccessive delle visite degli
nobiltà romana, con gli onori, di- arcidiaconi, proibendo loro di con-
H ritti e privilegi annessi ad un tal durre più di cinque cavalli e cin-
^ titolo. Siccome poi i marchesi di que servi a piedi, senza cani e
baldacchino godono le distinzioni senza da caccia. Diz. dei
uccelli
de' principi , fra cui il titolo di concilii. A'6 dicembre i3a9 vi fu

eccellenza, così se alcuno delle lo- tenuto il secondo concilio, presie-


nobili famiglie fossero elevali duto dal medesimo arcivescovo del-
rro alla
tranno
dignità cardinalizia, questi po-
usare Toro intarsialo nei
la provincia e da cinque vescovi,
contro coloro che aveano ucciso
finimenti e fiocchi de' loro cavalli, Anezanzio vescovo d'Aire, due an-
carrozze ed altro. Le Roy scrisse: ni addietro. Vi si dichiarò che i
Notitia marchionalns Sac. Rom. dodici assassini aveano incorso le
Jmp. hoc est urbis et agri An- pene canoniche e particolarmente
tiierpiensis^ Amsterdam 1678. quelle del concilio provinciale di
MARCIAG o MARSIAC, Mar- JN'ogarot. Diz. dei conciliij Lab-
siacum. Borgo di Francia, dipar- be' t. XI; Arduino t. VH.
fc lìmento del Gers nella Guienna, MARCIANA (s.), vergine e mar-
^f- capoluogo di cantone , in una tire. Era della città di Piusucuro
valle sulla riva sinistra della Boues, nella Mauritania. Ella fece genero-
nella diocesi Auch, ove furono
di samente il sagrifizio di tutti i van-
tenuti due primo nel
concilii.
Il taggi che polca sperare nel mon-
dicembre 1826 da Guglielmo di do, per islringersi solo a Gesù Cri-
Flavacour arcivescovo d' Auch coi sto. Durante la persecuzione di Dio-

\escovi della sua provincia, e vi cleziano fu presa a Cesarea in


furono fatti cinquantasei canoni Mauritania, e fu condotta avanti
sulla disciplina. Tra le altre cose al giudice, che la fece battere cru-
\i è dello che gli ordinari non delmente. Poscia la sua castità fu
ammetteranno alle funzioni eccle- esposta alla brutale passione di una
siastiche i chierici e religiosi di ciurma di gladiatori; ma Dio la
altre diocesi senza lettere dei loro salvò miracolosamente dal pericolo,
superiori. Proibizione ai laici di e servissi anzi di lei per operare
turbare il corso della giiuisdizione la conversione di uno di coloro.
ecclesiastica^ vi si ordina che i giu- Finalmente fu (ratta neiratifi teatro,
MA 1\

in cui il furore di un toro e di un santità lo fece discoprire, eda «il-


leopardo finirono il suo sngrifizio. timo acconsentì di ricevere due di-
La sua festa, che è antichissima scepoli, Eusebio ed Agapito, quali i

nella Chiesa, si celebra a' 9 di si allogarono in cellette poco lon-


gennaio. tane dalla sua ; quindi a poco a po-
MARCIANA o MARXIANA. Se- co si andò formando un numeroso
de vescovile della provincia di Li» monastero presso al romitaggio del
eia, sotto la metropoli di Mira, santo, di cui Eusebio cl)be la con-
neiresarcalo d' Asia, eretta nel V dotta. Marciano gli diede il me-
secolo. Ne furono vescovi Genna- todo dell' istituto, incaricandosi di
ro che assistette al concilio che dare delle istruzioni ai monaci che
condannò Eutiche come eretico, spesso venivano a consultarlo. Cin-
sotto Flaviano patriarca di Co- que vescovi della Siria recaronsi un
stantinopoli; Agostino che sottoscris- giorno insieme a visitarlo, col di-
se al decreto sinodale di Gennadio segno di ordinailo prete, ma nort
di Costantinopoli contro i simo- lo fecero per non far violenza al-
niaci; Mariano che appose la sua la sua umiltà. Vari miracoli creb-
firma alla relazione del concilio di bero ancora la venerazione verso
Costantinopoli, mandata al patriar- il servo di Dio. Morì circa l'anno
ca Giovanni, e riguardante Severo 387, e fu dai suoi discepoli sep-
e gli altri eretici, ed a quella che pellito inluogo sconosciuto, com'egli
fu fatta al Papa s. Ormisda con- avea imposto; ma passati alcuni an-
cernente r ordinazione di Epifa- ni, il suo corpo venne scoperto, e
nio di Costantinopoli. Oriens christ. fu chiuso in un' arca di pietra.
t. I, p. 9S4. La sua tomba divenne un luogo
MARCIANO (s. ), anacoreta. di gran venerazione, e vi si ope-
Nato in Ciro, città della Siria, ed rarono dei miracoli; e la di lui

uscito da una famiglia patrizia, fu al- festa è segnata il 2 di novembre.


levato alla corte; ma conobbe assai MARCIANO (s). Nacque in Co-
per tempo la vanità delle cose del stantinopoli di genitori oriondi di
mondo, e risolvette di rinunziarvi. Roma , e stretti di sangue colla
Abbandonando dunque la patria e famiglia imperiale de'Teodosi. Con-
gli amici, si ritrasse nel deserto di sacrò i suoi primi anni col digiuno,
Calcide sui confini dell' Arabia, e colle veglie e coll'orazione, e fu
quivi sì chiuse in una celletta an- straordinariamente limosiniero. A-
gusta e bassa, dalla quale mai usci- natolio arcivescovo di Costantino-
va. Divideva il suo tempo fra il poli lo strinse al servigio degli al-
canto dei salmi, la lettura, l'ora- tari e lo ordinò sacerdote , e il

7,ione e il lavoro delle mani. Non successore Gennadio lo fece gran-


mangiava che pane, ed anco in si de economo di quella chiesa. La
poca quantità che non se ne sazia- sua vita austerissima gli suscitò
va mai. Egli ricevette il dono del- de*nemici, che lo accusarono di
la contemplazione in grado tanto eccedente rigorismo, anzi perfino di
sublime che passava le intere gior- uovazianesimo ; ma la sua virtù
nate in questo esercizio. Ad onta trionfò della calunnia. Ei fabbri-
delle precauzioni da lui prese per cò e restaurò un gran numero
essere ignoto agli uomini, pure la di chiese , e fu zelante non solo
MAR MAR 25:>

del decoro del culto esleiiOre. mn rUa a Tarnow, Tornohn<:. nel se-
eziandio della purità delle fede. colo X, riducendosi Marcianopoli
Divenne celebre per un gran nu- in arcivescovato. Dopo che Mar-
mero di miracoli per di lui mez- cianopoli nel V secolo invece di
zo operati prima e dopo la sua Nicopoli divenne metropolitana ,

morte che avvenne verso la fine


, ebb» le seguenti tredici sedi ve-
del quinto secolo. 11 suo nome è scovili per suffraga nee, Tiberiopoli
posto ai IO di gennaio nei mar- o Odessa, Dristra o Dorostolo, Sug»
tirologi greci e nel romano. dea o Pliulia, Lopeia, Tsernobe,
(MARCIANO (s.), martire. V. Geracuos, Apiaria , Abritium, Co-
Luciano e Marciano (ss.). mea, Nova, Sarcara, Tramarisci, e
MARCIANO (s.), martire. K Zecedepa. Il primo vescovo di Mar-
Marco e Marciano (ss). cianopoli fu Pisto, tra i padri del
. MARCIANO (s.), martire. F. concilio di Nicea ; Donnino, aria-
Nic ANDRO e Marciano (ss.). no, sedeva sotto l'imperatore Va-
MARCIANO, Cardinale. Mar- lente; Martirio assistette al prima
ciano cardinale prete del titolo di concilio generale di Costantinopoli;
s. Cecilia in Trastevere, fiori sotto Epagato trovossi al concilio di Co-
gì_ s. Gelasio I del 49^- stantipoli, tenuto in vista delle pre-
P MARCIANO, Cardinale. Marcia- tensioni di Agapito e Ragadio al
no cardinale prete del titolo di s. vescovato di Bostra ; Doroteo de-
Ciriaco alle terme Diocleziane, vis- posto nel concilio di Efeso, come
se nel pontificato di s. Gelasio I partigiano di Neslorio ; Saturnino
del 49^- assistette al concilio di Costanti*
MARCIANO, Cardinale. Marcia- nopoli nel 44^ > Valeriano cui
no cardinale prete del titolo di s. l'imperatore Leone scrisse relati-
Cecilia in Trastevere, fiorì al tem- vamente all'assassinio di s. Prote-
po di Papa s. Simmaco del49^. ro d'Alessandria ; Leone cui ven-.
MARCIANOPOLI , Martiano- gono attnbuiti alcuni opuscoli con-
polis. Metropoli vescovile della se- tro la Chiesa latina. Oriens christ.
*conda Mesia o inferiore, nell' e- t. I, p. 1217. Nel pontificato di
sarcato Dacia, situata di qua
di Clemente XI n* era arcivescovo
del Danubio. Gli fu dato questo Giovanni Vincenzo, a cui il Papa
nome in onore di Marciana so- , mandò il pallio, col breve Per*
rella dell'imperatore Traiano. L'Ol- sonam tiiam, de' 17 luglio 1709»
stenio dice eh' è la moderna città presso il Bull, de prop. fide t. I,

di Preslaw in Bulgaria, così Com- Append. p. 378.


manville. Dal martirologio romano, MARCIONITI, Marcioniiae. E*
a'i5 settembre, apparisce ch'eranvi retici e discepoli di Marcione che
m questa città de'cristiani fino dal viveva secondo secolo della
nel
II secolo, e che 8. Melilina fu Chiesa. Nacque
in Sinopé città del-
quivi martiri/zata regnando l'im- la Paflagonia sul Ponte Ensino^
peratore Antonino, per comando del per lo che fu soprannominato Fon-
prefetto Antioco. Nel tempo in cui tico, ed Eusebio lo chiamò il Lu-
i bulgari occupavano la Mesia, la po del Ponto. Ebbe per padre un
città di Marcianopoli perde la di- illustre vescovo che lo educò alle
gnità metropolitana, che fu trasfe- più sante pratiche della religione»
256 MAR MAR
Ma dìsgrariatamenle perduto nel- del creatore. Credeva in due Cri-
l'amore <li una vergine, che cor- sti, l'uno de' quali era stato invia-
ruppe, il genitore sdegnato lo e- to da un Dio conosciuto per la
spulse dal grembo della Chiesa. salvezza di lutto il mondo, l'altro
Vedendosi Marcione scomunicalo e che il creatore dovea inviare un
fatto segno al pubblico disprer.zo, giorno per ristabilire gli ebrei. Dei
passò in Roma ove abbracciò gli quattro evangeli , egli non ammet-
errori di Cerdone verso V anno teva che quello di s. Luca che ,

143, e fu autore di molti altri. avea alterato in molti passi, pre-


11 Papa s. Igino scomunicò Cerdo' tendendo che gli altri fossero cor-
Me che nel suo tempo erasi reca- rotti. Non ammetteva parimenti che
to in Roma, ed a (fermava esservi tre epistole canoniche ; cioè quelle
due Dei, uno buono, crudele l'al- di s. Paolo a Timoteo, a Tito ed
tro; e negava che Cristo fosse a Filemone , togliendone tuttociò
vissuto in carne, essendo stalo, se- che vi è detto intorno alla divi-
condo un mero fantasma. Veg-
lui, nità di Gesti Cristo. 1 marcioniti si

gasi il Baronio
agli anni 146 e sparsero nell'Egitto, nella Palesti-
j55. Il Vaiesio nelle note ad Eu- na, nella Siria, nell'Arabia, nella Per-
sebio, Hist. eccl. lib. 4j cap. XI, sia, nell'Italia ed in altre parti.
Giangiorgio Walchio nella Storia Scrissero contra i marcioniti Eu-
ecd. del II secolo p. 847, ed al- sebio, Teodoreto, s. Giustino, Ter-
tri, pretendono che Cerdone non tulliano, s. Ireneo, s. Girolamo, e
fosse scomunicato, ma che da se si molti altri padri. L' imperatore
ritirasse dalla comunione de'fedeli, Costantino il Grande nel 826 pub-
prevenendo cosV il giudizio della blicò un editto contro questi ere-
Chiesa. F. Cerdoniani. Quanto a tici. Si che Marcione abbia
vuole
Marcione, anch'egli ammetteva due scritto un che porta per ti-
libro,
principii, l'uno buono, l'altro cat- tolo le Antitesi^ in cui pretendeva
tivo. Sosteneva che Gesù Cristo dimostrare molte contraddizioni tra
non avea che una carne fantasti- l'antico e il nuovo Testamento.
ca, eche non avea dopo la sua xMARCITI o MARCOSIANI ,
risurrezione liberato dall'inferno i Marcitae, Marcossiani. Eretici del
giusti dell'antico Testamento, co- secondo secolo, discepoli di Marco
me Abele, Enoch, ma bensì i cat- ch'era collega di Valentino. Marco
tivi, come Caino , Nembrod e i intraprese di riformare il sistema
sodomiti.Negava la risurrezione del suo maestro, e vi aggiunse
della carne
, condannava il matri- nuovi capricci, che appoggiò sui
monio, ed asseriva dannate tutte principii della cabala, e sulle pre-
le persone maritate. Egli disappro- tese pioprietà delle lettere e dei
vava altresì T uso della carne e numeri, sulla combinazione delle
quello di tutte le cose create, non quali altresì stabili il sistema de-
usandone che per pura necessità. gliEoni, spiriti o genii di Va-
Permetteva ai suoi discepoli di Sostenevano i marcili che
lentino.
farsi battezzare persino tre volte, Gesù Cristo non avea avuto che
ed alcuni di essi offrivansi al mar- una carne apparente, e ch'egli resu-
tirio per distruggere la carne che sciterebbe nel giorno finale sóllo'
abborrivano come una produzione la forma d'una colomba. Negavano
MAH MA Pi i^i
la l'ìsuirezione dei corpi, accorda' iS^oy, epoi dimise nel i523 o i524
vano alle donne il potere di pre- con pensione di 45ioo fiorini; quin-
dicare e di conferire i sacramenti, di di comun consenso del capitolo
ed usavano nel battesimo di que- tli Liegi ne fu eletto vescovo. Per
sta forma : In nomine ignoti Pa- ricevere con frutto l'episcopale coa-
trisomnium , in meritate matre secrazione, nella quaresima ritiros-
omnium et , in eo qui descendit si nella certosa di Monte di Dio
Jesu. Facevano comparire con pre- nella diocesi di Reims. Subito re-
stigi cambiarsi il vino in sangue stituì la regolare disciplina nel mo-
nel calice eucaristico, ed operava- nastero di s. Uberto, e nel iSig
no molte altre false meraviglie mostrò la sua canta cogli appesta-
per ingannare i creduli. Cercava- ti, da lui abbondantemente sovve-
no soprattutto di sedurre le donne nuti . Fu altresì ambasciatore di
ricche, nobili e belle, e disprezza- Carlo arciduca d'Austria a Franc-
vano le altre, non aspirando essi fort per l'elezione dell'imperatore,
che a conquiste illustri , persua- favorendo quella di Carlo V, che lo
dendole che mediante certe pozio- prese per intimo consigliere, gli di-
ni che le rendevano capaci a far venne gratissimo, ed a sua istanza
soddisfare i loro sregolati desideri i^ Leone X a'9 agosto iSxo lo creò
ricevevano il dono dei miracoli e cardinale prete del titolo di s. Gri-
di profetizzare. Questi eretici a- sogono. Nel i533 divenne arcive-
veano molti libri apocrifi e pieni scovo di Valenza nella Spagna, e
delle loro stravaganze, che davano legalo « latere ne' Paesi Bassi, per
ai loro proseliti per libri divini. riformare con maggiore autorità i
Questa setta fu una vera società costumi degli ecclesiastici in Liegi
di libertinaggio , e non aveano ed altrove. Nemico capitale degli e-
niente di stabile nella loro creden- retici, non permise giammai che nei

za : di essa parlò molto s. Ireneo, luoghi di sua giurisdizione aprissero


lib. 5, adv. haeres. e. i3 e seg. scuole, o tenessero conventicole; e
M A RCR Er ardo ^ Cardinale . ad uno di essi, che ad onta de'suoi
Erardo de la Marck de*pnncipi di ordini ebbe la temerità di predi-
Sedan, uomo fornito di aurea indole care i dannati errori, fece traforar
e di pari ingegno, non ornato di la lingua con un chiodo, ed altri
volgare erudizione nelle sacre ed che trovò tenaci nell'eresia, li con-
umane lettere, congiunta ad ama- dannò all'ultimo supplizio; lo stesso
e gran moderazione
bile alfabililà fece con coloro che spargevano nel
d'animo; mentre era canonico di popolo la zizzania delle già proscrit-
Liegi fu da Luigi XII spedito in te eresie. Si trovò presente alla pa-
Italia col carattere di ambasciatore ce fatta in Cambray fra l'imperato-
a Massimiliano I ch'era in guerra re e il re di Francia, indi accolse
coi veneziani, nella quale ambasce- con grande onore in Liegi il cardi-
ria adempì con singoiar esattezza nal Polo destinato alla legazione di
tuttociò ch'esigeva il bene pubblico Inghilterra, e cercato furiosamente
e il decoro di entrambi monarchi. i a morte da Enrico Vili. Contribuì
Nel suo ritorno da quella spedi- del suo ventimila scudi per la guer-
zione fu ricompensato colla mitra ra contro il turco; fabbricò in Lie-
di Chartres, che gli fu conferita nel gi un sooituoso palazzo per uso
VOL. XML *7
,

a58 MAR MAR


de' vescovi, e comparti insigni do- va il - Muratori , Annali d' Italia
nativi alla sua chiesa, tra qua-
i t. II, par. I, an. 336, p. 4^8. Cou-
li due campane, una di i5,ooo, irovertesi tra gli autori, se egli op-
Taitra di 12,000 libbre. Studiossi pure s. Lino sia stato l'autore del
di sterminare dal suo slato gli as- pallio pontificale, che alcuni sulla
sassini e i vagabondi, contro i autorità di Anastasio bibliotecario
quali promulgò e fece eseguire se- dicono conferito da s. Marco al
verissime leggi, come ancora con- vescovo suburbicario d'Ostia; co-
tro i bestemmiatori, i quali cadu- me pure è in questione, se egli,
ti la prima volta in si esecrabile come vuole il Rivo, De can. ob-
fallo dovevano pagare un fiorino, serv. prop. 2 3, ovvero s. Damaso
nella seconda volta tre, e nella ter- 1, come vuole Innocetizo 111, lib.

za sulla pubblica piazza doveasi loro 2, De myst. miss. e. 49» abbia or-
inchiodare l'orecchia ad una trave. dinato di recitarsi dopo l'evangelo
Finalmente pieno di meriti , da nella messa il simbolo Niceno :

tutti compianto, morì in Liegi nel Credo in unum Deum. In una


i538, venendo collocate le sue os- ordinazione creò sette, altri dicono
sa nella, tomba che vivendo erasi ventisette vescovi , cinque ovvero
apparecchiata nella cattedrale, col venticinque o ventisette preti, due
solo suo nome, quantunque per altri scrivono cinque o sei diaconi.
mantener più viva la memoria Governò otto me^i e venti gior-
della morte si fosse fatto costrui- ni. Morì 7 ottobre del 336 , e
ai

re in mezzo al coro un sontuoso fu sepolto nel cimiterio della ba-


mausoleo di metallo intrecciato , silica di s. Balbina nella via Ar-
con ornati d'oro e ricchissimo di ec- deatina, da lui fabbricato ('per cui
cellenti scolture, e di alcune statue e per aver reso celebre il cimite-
rappresentanti le sue virtìi, oltre il rio col suo sepolcro, venne spesso
simulacro di bronzo di sua persona detto Coemelerium b. Marci) ad
in atto di orare, e quello della onore della santa, e quindi tras-
morte, la quale col dito indice ac- portato il suo corpo dentro l'ai»
cennava di essergli alle spalle. Gio- tare maggióre della Chiesa di s.
vanni Chapevill canonico di Liegi Marco (fedi), da lui edificata in
ne pubblicò la vita. onore di s. Marco evangelista, nel
MARCO (s), Papa XXXV. Fi- luogo da questi abitato, secondo il
gliuolo di Prisco, romano, da taluni parere di alcuno, e presso il porti-
creduto diacono o prete cardinale, co che fece costruire A grippa , e
creato secondo qualche scrittore terminato da Pola sorella di lui
dal Papa s. Melchiade , ovvero a comodo del popolo romano che
dal successore s. Silvestro 1, nel si recava ai septi Giulia portico
cui tempo era già in uso il nome magnifico formato a selle navate,
di cardinale; fu eletto Pontefice il quale principiava dall' odierna
a' 18 gennaio del 336, giorno de- piazza di s. Marco e proseguiva
dicato alla festa della cattedra di lungo laVia Lata fino alla chiesa
s. Roma. Benché Marco
Pietro in di tal nome. Al citalo articolo par-
fosseun prenome, e non già un lammo del ritrovamento del corpo
nome o cognome de' romani, egli del santo Pontefice e confessore, e
Vavea già fallo nome, come ossei'- come venne depositalo nel 1 1 5o
MAR MAR 259
nella iioniiiiata chiesa collegiata e Papa la santa Sede vacò dieciotto
basilica Marciana. Mentre nel pon- giorni.

tificato di Gregorio XVI, e per sua MARCO (s.) , evangelista. Di


beneficenza si eseguiva il ristauro stirpe giudaica , ebbe la Cirenaica
di questa nobile chiesa e del suo per patria , giusta i suoi atti, ed
sofllllo (per cui il capitolo pose il ven. Beda aggiunge eh' ei di-

nel medesimo il di lui stemma scendeva dalla schiatta d' Aronne.


gentilizio), suo cameriere d'ono-
il Secondo molli antichi autori k\

re e canonico della medesimia mon- convertito dagli dopo la


apostoli
signor Domenico Bai tolini , nel risurrezione di Gesù Cristo, dimo-
1843 rinnovò le sue indagini per strando coir autorità di vari padri
rinvenire l' altare
sottomaggiore ch'eglinon era slato discepolo im-
l'ipogeo o Crypta confessionis pro- mediato del Salvatore. Leggesi ciò
pria delle antiche basiliche. Dicem- non ostante in s. Epifanio, essere
mo altrove essere questi ipogei o egli stato uno dei settantadue di-
confessioni sotterranee, grotte oscu- scepoli che si scandalezzarono in-
re in forma di cella , o cubicoli sieme coi cafarnaiti di queste pa-
cimiteriali simili a quelli delle role dette dal Salvatore : Se voi
catacombe, perchè ivi si collocavano non mangerete la carne del Fi
le ossa dei martiri, servendo gli gliuolo dell' uomo , ne belerete il

altari superiori come di coperchi suo sangue y non avrete la vita in


onde celebrare le messe sulletom- voi j che ritirossi con molti altri,

be dei martiri, secondo il costume ma che s. Pietro lo convertì dopo


antichissimo de' cristiani primitivi ; la risurrezione. S. Ireneo gli dà il
ed in fatti neh' ipogeo della Mar- titolo di discepolo ed interprete di
ciana si sa, che oltre i corpi dei s. Pietro. S. Girolamo ed altri
ss. Abdon e Sennen ripostivi da scrittori ecclesiastici portano opi-
Gregorio IV , vi fi,uono pure col- nione che non debbasi distinguere
locati quelli dei ss. Ermete, Feli- il santo evangelista da Giovanni
cissimo, Agapito e compagni. Ri- Marco cugino di s. Barnaba ; ma
sultato di tali lodevoli ed utili ri- il più comune parere si è che fos-

cerche, fu il ritrovamento dell'ipo- sero due persone diverse. Papia e


geo Marciano , da cui derivarono Clemente d' Alessandria scrivono
lie vantaggi alla topografia di Ro- che s. Marco compose il suo van-
ma, all'ai clieologia cristiana, e alla gelo ad istanza de'fedeli di Roma,
storia delle arti, i quali monsignor raccogliendo tutto quello che ave;i
Bartolini dichiarò nella dissertazio- udito dire da s. Pietro e questi ;

ne che lesse nell'accademia di ar- approvollo, e v'impresse il suggello


cheologia, della quale pubblicò un della sua autorità, acciocché tos-
cenno il numero Diario 2 1 del se letto nelle adunanze de' fedeli.
di Roma i844- '" quest'anno coi Fu appunto perciò che alcuni scrit-
tipi del Puccinelli il medesimo eh. tori lo hanno attribuito allo stesso
monsignor Bartolini ci diede: La s, Pietro. S. Marco nel suo vangelo
soUerranea confessione della ro- segue compendia quello di s.
e
mana basilica di s. Marco recen- Matteo nullameno aggiunge delle
:

temente scoperta^ descritta ed Uhi- particolarità che in quello non vi


slrata. Dopo la morte di questo sotìo,} cangia anche l'ordine dell;i
f2Qo MAR MAR
narrazione de'fatti , e iu ciò accor- perseveranza, e si ritirò a Roma.
ilasi meglio con s. Luca e con Ritornato di nuovo in Alessandria,
s. Giovanni. S. Agostino, s. Giro- i pagani testimoni de'suoi miracoli
lamo, e il più degli antichi padri risolvettero di farlo morire. Fu
dicono che il vangelo di s. Marco preso mentre celebrava i divini
è stato la prima volta scritto in misteri, e legato con funi venne
greco, e tutti i dotti sono al pre- trascinato tutto il giorno per le. vie
sente in concordia sopra questo che rimasero intrise del di lui
punto; quantunque Baronio e Sel- sangue. Venuta la sera fu gittate
deno opinino che sia stato scritto in una prigione, ove venne con-
dapprima in latino, essendo stato solatoda due visioni, riferite da
composto per uso de' romani. Si Reda nel suo vero martirologio.
custodiscono nel tesoro di s. Mar- La mattina seguente fu trascinato
co a Venezia alcuni quaderni del- come il dì innanzi, e spirò in que-
l'evangelio del santo , che vuoisi sto supplizio, il 23 aprile dell'an-
siano l'originale scritto di sua pro- no 68. I cristiani raccolsero il suo
pria mano ; ma essi sono talmente corpo lacerato, e lo seppellirono a
guasti dal tempo che non sono Bucoles, dove nel 3 10 edifìcossi
affatto leggibili: Montfaucon sostie- una chiesa. Poscia fu trasportalo
ne che sono scritti in latino, ed ad Alessandria, donde involandolo
un autore che li avea veduti pri- i veneziani verso 1' anno 81 5, lo
ma di lui , credeva di avervi os- portarono a Venezia. Quivi riposa
servato alcuni caratteri greci. Pa- nella magnifica basilica che porta
recchi moderni autori hanno prete- il suo nome : nonciò vuoisi più
so che s. Marco fosse stato a pre- mettere iu dubbio dopo la scoper-
dicare la fedead Aquileia, e che ta fattasi del sacro tesoro, già
ne avesse fondata la chiesa ciò : sono parecchi anni, avvalorata da
però non è certo. Sembra piutto- tutte le prove della più irrefra-
sto che quando s. Pietro partì da gabile autenticità. La repubblica
Koma per andare in oriente neU di Venezia lo scelse per suo prin-
l'anno 49 <l» Gr. C, nono dell'im- cipale patrono, ed adottò per in-
pero di Claudio, mandasse s. Mar- segna il alato, simbolo del
leone
co in Egitto a predicarvi il van- santo evangelista Tanto la chiesa .

gelo. Dopo aver predicato dodici d'oriente che quella d'occidente lo


anni nelle diverse contrade dell'E- onorano il dì 2 5 di aprile.
gitto, venne ad Alessandria , ove MARCO (s.), vescovo di Geru-
formò in picciol tempo una chiesa salemme. Era un gentile conver-
assai numerosa, i cui meravigliosi tito, ragguardevole pel suo sa(>ere
progressi fecero venire i pagani in e per la sua santità. Succedette,
grande furore. S. Marco avendo or- dopo un intervallo ditre an- circa
dinato vescovo s. Aniano, uscì d'A- ni, a Giuda, l'ultimo dei vesco-
s.

lessandria l'anno 62 di G. C, otta- vi giudei di Gerusalemme, messo a


vo di Nerone. Tornato nella Penta- morte coi cristiani trucidali l'anno
poli, predicò ivi due anni, e poscia 1 34 da Barcocheba. Si crede che
visitò la chiesa d' Alessandria, la s. Marco abbia governato la chie-
quale diveniva più florida e più sa di Gerusalemme per lo spazio
numerosa ; incoragli i fedeli a"?» di veut'auni, e che abbia compiuta
MAR MAR 26 r

la sua vita col martirio V anno litolato del nome. Essi subi-
loro
i56. È menzionato nel martirolo- rono il martirio nell'anno 286, e
gio romano ed in altri, a'22 d'ot- la loro festa è notata a' 18 giugno
tobre. in tutti gli antichi martirologi.
MARCO e MARCELLI ANO (ss ),
MARCO e MARCIANO (ss),
martiri. Erano due fratelli, usciti martiri. Furono nel numero di
dì una delle più illustri famiglie que' moltissimi valorosi cristiani ,

di Roma, e convertili alla fede che infierendo in Egitto, nel 3o4


fino dalla loro giovinezza. In una o 3o5, la persecuzione di Diocle-
di quelle persecuzioni particolari ziano, lasciarono la vita fra i più
che suscitaronsi sotto il regno di crudeli supplizi per confessare la
Diocleziano, furono arrestati e con- fede di Gesù Secondo gli
Cristo.
dotti in prigione, quindi condan- antichi martirologi erano fiatelli,
nati a perdere la testa, da Cro- e sono menzionati a'4 d'ottobre.
mazio luogotenente del prefetto di MARCO, Cardinale. V. s. Mar-
Roma. Tranquillino loro padre, co Papa.
Marcia loro madre, come pure le MARCO, Cardinale. Marco car-
loro mogli co'loro figliuolini, aven- dinale prete di s. Stefano al Mon-
do otlenuto una dilazione di tren- te Celio, fiorì nel pontificato di
ta giorni, li visitarono e si sfor- Benedetto Vili del io 12.
zarono, essendo ancora pagani, di MARCO DA Viterbo, Cardinale.
persuaderli con lagrime e prieghi Marco da Viterbo dell'ordine dei
a conformarsi a'desiderii del giudi- minori, fatto nel i359 ministro
ce ; ma andò a finire ch'essi me- generale di quella religione , da
desimi si convertirono. Nicostrato Urbano V con carattere di nunzio
primo cancelliere della prefettura, apostolico ebbe la commissione
in casa del quale erano stati tra- di comporre la pace tra il conte
sferiti i due prigionieri , abiurò di Savoia ed marchese di Mon-
il

pure il paganej»imo, ed altrettanto ferrato di lui zio, lo che felice-


fece Cromazio, il quale rinunziò mente eseguì, e con pari prosperi-
alla sua carica, e pose in libertà i tà fece lo stesso con Giovanni ve-
confessori. Un ofliciale cristiano, scovo di Vercelli, Giovanni vesco-
chiamato Castulo, nascose Maico e vo d'Asti, e Giovanni marchese di
Marcelliano nell'appartamento che Monferrato, tra' quali era insorta
egli avea nel palazzo dell'impera- pericolosa guerra ; indi rivolse le
tore; ma traditi poscia da uno sue sollecitudini a mettere in buon
che avea vilmente apostato, furono sistema l' Italia sconvolta ed agi-
di nuovo arrestati. Fabiano, ch'e- tata da fieri tumulti. D' ordine
ra succeduto a Cromazio, li con- pontificio stabilì e fissò una lega
dannò ad essere legati ad un pa- tra i fiorentini, pisani, lombardi,
lo ed appiccati per li piedi con e tra le prime città d'Italia, per
chiodi, nel quale slato rimasero far argine ed opporsi concorde-
un giorno ed una notte. Il dì ap- mente contro alcuni malviventi ed
presso furono trafitti a colpi di assassini, che usciti a guisa d'impe-
lancia, e due miglia
seppelliti a tuoso torrente dalla Francia ed
da Roma nell' Arenaviumy che fu Inghilterra nell'Italia, avevano fatta
poscia cangiato in un ciraiterio in- fra loro una unione cotanto fornii-
ao2 MAR MAR
tiabile , clic coUcgatisi fino al iiii- anni tredici avendo compito il corso
nx^ro di quarantamila, vìvendo di degli studi preliminari di belle let-
fiuti e di rapine, mettevano a tere, passò a quelli della filosofia
soqquatU'O le città, disertavano le e delle leggi. Giunto a vent'antii,
piovinoie con stragi, spargendo per subiti i consueti esperimenti nella
tutto Io spavento ed il terrore. In università, fu dichiaralo dottore nel-
seguito venne inviato a Siena per le canoniche e civili discipline; in-
pacillcare i cittadini fra loro gran- di l'assemblea dell'uni versila lo de-

demente discordi. Per queste ed stinò a spiegar dalle cattedre, ora


altre egregie azioni, quantunque il decreto di Graziano, ora il sesto
assente, il detto Papa a'i8 settem- delle decretali, ora il diritto Giu-
Lrc 1 366 lo creò cardinale prete stinianeo, e lo nominò poscia revi-
di s. Prassede. Nel viaggio che sore ed esaminatore di giurispru-
Urbano V fece da Avignone a Ro- denza civile, ed affidogli in seguito
ma, lasciò il cardinale in Genova il difllcile incarico di ordinare la

ad oggetto di quietare le contro- biblioteca di giurisprudenza; ne'qua-


versie suscitatesi tra quella repub- li uffìzi ed in altri egli diportossi
blica e Barnabò Visconti. Si tro- con tal diligenza .e precisione , che
vò poi in Montefiascone collo stes- nel 797 il capitolo di Saragozza
1

so Pontefice, che a lui ed al car- lo nominò ad una dignità del re-


dinal di Tero vanne die la com- gio collegio maggiore degli spagnuoli
missione di consegnare al generale di s. Clemente di Bologna. In que-
de'domenicani il corpo e la testa sto stabilimento ancora si procac-
di s. Tommaso d'Aquino. Scrisse ciò l'amore de' superiori e compa-
questo cardinale parecchie opere, gni, onde nel 1800 fu nominato
e dopo avere illustrata la dottri- professore di diritto canonico. Ivi
na colla santità di vita , incontrò avea bacialo i piedi a Pio VI, (pon-
tranquilKimente la morte in Vi- di volle recarsi in Roma onde fare
terbo nel 1369, ^^ ebbe sepoltura altrettanto col successore Pio VII,
nella chiesa del suo ordine , con il quale benignamente lo accolse.
magnifico epitaffio. Sul finire del i8o3 ri patrio, e ben
MARCO-Y-CATALAN Giovar- presto il re, cui era noto la sua dot-
mi Francesco, Cardinale. Giovanni trina e prudenza, lo destinò ad im-
Francesco Marco-y Catalan nacque pieghi amministrativi , ciò che ri-

in Bello diocesi di Saragozza, il 24 fiutò per secondare la vocazione dì


ottobre 1771, da d. Gioacchino dedicarsi al sacerdozio. Nel i8o5
Marco-y Lario Infanzon, e d. Gioac- otto alla dottorale prebenda della
<:hina Catalan nobili ed agiati spa- chiesa cfi Placenzia, e nel 181 3 a
gnuoli. Essi ebbero cura di avviarlo quella della metropolitana di Sa-
nel sentiero della: religione e della ragozza, ed ambedue coHsegm. In
dottrina. I rapidi progressi nelle Placenzia fu esaminatore, giudice
^< le luminose prove eh' e-
ienze, e sinodale e governatore di quel ve-
f;line dette nell'università di vSa- scovato. A Saragozza fu prima giu-
r.Jgozza, ove fu mandato ancor gio- dice della crociala e sinodale, poi nel
vanissimo, sono garanti dello zelo 18 (4 quel capitolo melropolilano
*:<jn cui vegliarono sopra di lui gli \o elesse arciprete del Salvatore,
accorti suoi educatori. All' età di e vacala la sede venne nominalo
MAR MAR 263
ofljclale ecclesiastico principale tìella gregazione per la riedificazione del-

diocesi, ed officiale melropolitano l'incendiata basilica di s. Paolo.


dell'intera provincia. Per l'univer- Di tanto sapere unito a tanta pru-
sale stima che godeva in tempi
, denza da Roma ne risuonava glo-
difficilissimi fu nominato votante riosa la fama presso la sua nazio-
della giunta di governo per la di- ne, perchè Ferdinando VII nel
il

fesa di Placenzia, e fu de' quattro gennaio 1826 Io reclamò per con-


che tratti dal seno della giunta sigliere di stato. Spiacendo al pre-

medesima diressero la somma de- Iato distaccarsi dal centro del cat-
gli affari in que' giorni di pericoli tolici smo, abbandonare la quiete
e
e di trambusto; testimonianza di de' suoi studi non che l' esercizio
,

pubblico fervore che per lui si rin- della giudicatura, il Papa s'inter-
novò quando fu nominato elettore pose col re perchè il lasciasse al

della parrocchia, e partito per la suo fianco onde sempre più valersi
elezione della deputazione alle cor- di lui. In fatti, passati pochi mesi,
tes ordinarie e provinciali di E- lo promosse al gravissimo uffìzio

stremadura. Non è quindi meravi- di governatore di Roma, lascian-


glia, che ridonata, dopo tanto scon- dogli l'impiego a lui carissimo dì
volgimento di cose, la pace all'Eu- uditore di rota. Funse il governa-
ropa, tornato alla sua Sede Pio VII, torato con imparzialità, incorrotta
dovendosi ripristinare in Roma il prudenza e vigilanza. A
giustizia,

supremo tribunale della sacra rota, premio di tante onorate fatiche,


ed in quello chiamarsi secondo l'an- Leone XII a' i5 dicembre 1828
tico siile un giudice del regno di lo creò cardinale diacono , e poi
Aragona, Ferdinando VII v' inviò per diaconia gli conferì la chiesa
Marco, già provetto per meriti e di s. Agata alla Suburra; indi suc-
per pratica di sacre civili e po- , cessivamente fu nominato a far
litiche magislrature. Preceduto da parte delle congregazioni della vi-

bellafama giunse in Roma nel di- sita apostolica^ concistoriale, vesco-


cembre 1816, e nel seguente lu- vi e regolari, concilio, riti, esame
Pglio
to di
entrò nell'esercizio dell'uditora-
rota. In esso si distinse per
de' vescovi in sacri canoni, fabbri-
ca di s. Pietro, consulta, e speciale
\

integrità, intelligenza e zelo ; s'ebbe per la riedificazione della basilica


il plauso generale, e Pio VII e di s. Paolo. Intervenne due con-
ai

Leone XII l'onorarono di particola- clavi per morte di Leone XII e


re stima e benevolenza, lo nomina- di Pio VIII, e nel secondo rappre-
rono membro di speciali congrega- sentò la sua corte, come dicemmo
zioni, e deputaronlo al giudizio del- nel voi. XXXI, p. 111 del Dizio-
le più diffìcili controversie riguar- nario. Siccome profondo nella giu-
danti interessi di cospicue famiglie jisprudenza, il Papa Gregorio XVI
o della camera apostolica. Leone gli diede ad esaminare le legislazioni

XII singolarmente lo predilesse, e ehe operò nel suo pontificato a van-


dopo avergli affidato difficilissime taggio de' sudditi pontificii. Il re
incumbenze giudiziarie ed ammini- Ferdinando VII nel suo testamento,
slrative, lo elesse per uno infra i in pegno di confidenza ed eslima-
dottissimi incaricali della riforma z;fuiL', lo nominò presidente del con-
legislativa, e lo ascrisse alla coti- .siglio di famiglia durante la mi*
, -

a64 MAR MAR


fiorita della figlia Isabella TI regi- tratto, dolce nelle maniere, congiuii-
na di Spagna. Ma il porporato av- gendo mirabilmente la dignità col-
vedutissimo non si lasciò prendere l'adàbilità, colla docilità la fermez-
dall'esca di tale onorificenza, e co- za ; esemplarmente religioso , seve-
me quello che gemeva
cuor suo in rissimo ne* costumi, parco e tem-
delle dolorose vicende che minac- perante in ogni cosa , nemico del-
ciavano la sua patria, sebbene piìl l'ozio, sprezza tore del fasto, fido
volle eccitato che si recasse ad oc- alle amicizie, benevolo, generoso,
cupare il posto assegnatogli dal re, riconoscente, lasciò di sé in chiun-
se ne astenne costantemente per que lo conobbe stima, venerazioni!
rimanersi lontano ed estraneo a e desiderio. Amò le scienze e le

quanto avveniva e prevedeva fosse lettere, e raccolse nella sua casa


per avvenire nel regno di Spagna. con non lieve dispendio una ric-
Affezionato alla terra de' padri suoi, chissima biblioteca , all'ordinaFiien-
sentìprofondo dolore per le inte- to della quale dedicava tulle le ore
che la laceravano
stine discordie che gli avanzavano nelle sue gravi
e non solo ne furono acerbamente occupazioni. Le Decisioni rotali in
amareggiati gli ultimi anni della suo nome emanale dal 18 17 al
sua vita, ma questa stessa ne ven- 1828 furono riunite in due grossi
ne per certo affievolita dapprima e volumi dall' avv. Nicola Salvadori,
finalmente troncata. Leggieri attac- già aiutante del suo studio, e pub-
chi apopletici ne consumarono a blicate in Roma nel 1829 pei tipi
popò a poco le forze, finche assali- del Poggioli. Quanto al suo gusto
to il i3 marzo 1841 da piccola nelle buone lettere, se la modestia

febbre tei'zana, non potè resistere lo trattenne dal pubblicarne piii

alla potenza del male, e munito di considerevoli monumenti, ci riman-


tutti i conforti della religione, mori gono a saggio le due elegantissime
d'anni settanta, con esemplare pietà, orazioni funebri da lui composte e
tra il i5 e il 16 del mese slesso, recitate nel gennaio e settembre
passata appena la mezza notte, la- 18 19 nella basilica Liberiana e nel-
sciando in attestato di divozione a la chiesa di s. Ignazio, di che fa-'
Gregorio XVI , un nobilissimo e cemmo altrove menzione, ne'solen-
bellissimo Crocefisso d' avorio , con nissimi funerali delle due regine di
basamento di granito ed ornati do- Spagna Maria Luisa e Maria Eli-
rati. I funerali furono celebrali nel- sabetta. E ne sarebbe altro argo-
la sua chiesa parrocchiale di s. Car- mento del suo valore oratorio e
lo a' Catinari, ove pontificò la so- dejla sua profonda cognizione della
lenne messa il cardinal Patrizi. Nel- lingua del Lazio, anche il funebre
la sera, giusta la disposizione del elogio dello nella cappella cardina--
defunto, il cadavere fu trasferito lizia per le esequie di Maria Lui-
^ella sua diaconia ed tumulato ivi sa infanta di Spagna e duchessa di
con onorevole iscrizione. Robusto Lucca, se questa ancora, come le

di complessione, grande e ben fatto due precedenti, fosse stata divulgata


della persona, di carnagione scura, colle stampe. Le notizie necrologi
di occhi vivacissimi, taciturno e se- che di questo cardinale si leggono
rio di carattere, ma facile ad ani- nei numeri 23, 2^, e supplemento
Vìiiysi ed a riscuotersi, nobile nel del 4o <lcl Diario di Hoina i84i'
MAR MAR i6>

MARCO (s.) (Sancii Marci). Cit- s^ovo nei ^4^4» <^ vnovx nel i433.
tà con rejiidenra vescovile del re- Quintilio o Rulilio de Zenone del
gno delle due Sicilie, nella provin- 1484, fu spedito a Roma per con-
cia di Calabria Citeriore, distretto gratularsi con Alessandro VI per
e capoluogo di cantone. E posla l'assunzione al pontificato. Luigi,
in una pianura alla destra del Ful- Alfério di Cortona, celebie giurecon-
lone, influente dei Coscile. Non ha sulto, intervenne nel i5i5 al con-
ragguardevoli edifizi, se la catte- cilio Lateranense V. Gli successe
drale si eccettui decentemente or- Coriolano de Martirani di Cosenza,
nata. Fu chiamata Fanum sancii peritissimo nelle lingue greca e la-
Mai ci j ed ereditò la sede vescovi- lina, in somma estimazione nella
le da Tcmesa, Tcmpsa o Tempea, curia romana; Clemente VII nel
città di quei dintorni oggi distrut- i53o lo fece vescovo, e fu al con-
ta, di cui era vescovo Ilario nel cilio Trento a questo V* inter-
di :

5o2. Il vescovato di s. Marco co- venne pure il vescovo Fabrizio


minciò ad avere i vescovi nel se- Landriani milanese eletto nel i562.
colo XII, di cui noteremo più i Nel i566 s. Pio V fece perpetuo
ragguardevoli. Il primo fu Unfrido amministratore il celeberrimo car-
o Umfredo del 1 156, dopo il quale dinale Guglielmo Sirleto, che nel
iion si conosce altro vescovo fino i568 fu traslato a Squillace. Nel
ad Andrea del 1216, il quale as- 1572 divenne vescovo Ippolito Bo-
sistette alla consecrazione della chie- schi preposito di Savona sua pa-
sa di Cosenza nel 1222 : Marco, al tria; nel 1576 Matteo Guerra di
dire dell' Ughelli (ciò che nega il Cosenza, celebre teologo del conci-
Marini, Archiatri t. I, p. i3), gli lio di Trento, traslato da Fondi;
successe nel i256, ed a questi nel- nel i585 Francesco Antonio degli
l'istesso anno Fabiano traslato da Afflitti napoletano; nel 1^94 Gio.

Policastro. Nel 1272 fu fatto ve- Girolamo Pisani di Massa Lubren-


scovo Mirabelle canonico della cat- se, canonico di Napoli; nel i6i3
tedrale.Altro Mai'co Blirabello ca- il domenicano fr. Gabriele Naro
nonico della cattedrale fu eletto ver- patrizio romano, morto in Roma

t so
a
1281, traslato da Onorio IV
il

Sorrento nel
1286. Gli successe
nel 1623, e sepolto
pra Minerva. Pietro Antonio de A-
in s. Maria so-

j^ianfredo, che Nicolò IV nel 1291 lessandri dottissimo, fu fatto vescovo


fece amministratore di Bisaccia. Nel nel 1688 degnamente gli successe
:

i32r divenne vescovo Tommaso nel 1694 Francesco Maria Caraffa


monaco cistcrciense, sotto di cui fu nobile napoletano teatino; nel 1704
restaurata la chiesa di s. Maria di Matteo Gennaro Sibilla napoletano,
Policastrello nella diocesi, con in- superiore dell'accademia de' nobili
dulgenza a chi vi contribuì. Gio- ecclesiastici di Roma; e nel 1718
vanni canonico di Cassano fu elet- d. Bernardo Cavalieri napoletano
to nel 1349, ^ confermato da Cle- gran predicatore. Fino a questi ci
mente VI. L'antipapa Clemente VII dà la serie de' vescovi di s. Mar-
nel i38o vi prepose fr. Filippo de co rUghelli weW Italia sacra^ t. I,

Ligonio precettore beneventano ge- col 876 : la continuazione sino ad


josolimilano. Lodovico Ambriaco oggi si legge nella collezione delle
«lunato benedettino fu creato ve- annuali Notiùt di Roma,
2^6 MAR MAR
V ultimo vescovo di s. Marco fu no, della nobile famiglia Mai i|:;nr)-
Reginalilo Coppola dell' oidine dei la fiorentina; cui successe Giovanni

prediciUori, della diocesi di Cassa- Savelli romano. Martino del i382


no, fatto vescovo da Pio VI a' i8 seguì parli dell'antipapa Clemen-
le

dir.eiìd)re 1797. Pio \'II colla let- te VII; ina Landolfo altro vesco-
lora De lUÌliorì, V k:il. jiilii, unì vo di Risignano, morto nel 1889,
alla sede vescovile di s. Marco (piel- era nell'obbedienza di Bonifacio IX,
la di Bisignano (Fedi), confeiuian- che nominò in sua vece Jacopo ca-
done l'esenzione e dichiarandole im- nonico della cattedrale. Nel i44^
mediatamente soggette alla saiìta divenne vescovo Nicolò Pìscicello
Sede. Il vescovato di Bisignano è napoletano, traslato nel i449 ^ ^^"
antichissimo, poiché il primo suo lerno. Alessandro VI nel i49^ e-
vescovo fu Andreone che interven* lesse vesciovo Francesco Piccolomi-
ne nel 743 al concilio celebrato ni pronipote di Pio II e figlio del
da s. Zaccaria nella basilica di s. duca di Amalfi: intervenne al con-
Pielro. Non si conoscono altri ve- cilio LateranenseV, e morì noi
scovi sino a Rinaldo del "1182. i53o. Gli successe Fabio Arcella
Guglielmo arcidiacono della calte- napoletano, chierico di camera, cui
<lrale, eletto dal capitolo, fu confer- Paolo III rimise interamente Tam-
luato da Bonifacio Vili nel 1296» ministrazione dell'arcivescovato dì
e da liii consecrato. Gli successe Napoli, pel suo nipote Ranuccio
Gaufiido, altro arcidiacono, pure dal Farnese. Dipoi nel 1 537 Paolo III
capitolo confermato nel
eletto, e ne concesse l'amministrazione al car-
iSrg da Giovanni XXII. Essendo dinal Nicolò Gaetani, che vi restò
morto nel medesimo anno, il ca- sino al i548 a governarlo, e per
pitolo richiese per vescovo Nicolò sua cessione fu vescovo Domenico
canonico della caltedrale, e il del- Somma cremonese, canonico di s.
to Papa lo concesse, venendo con- Lorenzo in Damaso di Roma, cap-
secrato in Avignone. Federico già pollano, accolito e scudiere ponti-
canonico e poi vescovo di Bisigna- ficio. Dopo di lui nel 1563 diven-
ne nel i339 fu sacrilegamente uc- ne vescovo Sante Sacco di Faenza,
ciso dai suoi nemici, che trucida- egregio soggetto e protonotario a-
rono pure alcuni suoi famigliari postolico; nel 1 566 Filippo Spino-
e chierici, e saccheggiarono T epi- la nobile genovese e prelato do-
scopio e la cattedrale; il perchè mestico, poi cardinale; nel i575
Benedetto XII scrisse all'arcivesco- Pompeo Belli romano; nel 1598
"VO di Bari ed al vescovo di Ra- fr. Bernardo del Nero nobile fio-
polla, riprovando altamente sì or- rentino, domenicano, e nipote di
ribile attentalo, fulminando lasco- Leone XI; nel 161 Mario Orsini i

munica contro chi lo avea com- romano; nel i658 d. Carlo Filip-
messo. Nel e 346 Clemente VI ne pò Mei nobile lucchese, barnabita
fece occupar la sede da Cristoforo, ed eccellente predicatore; nel 1706
che traslalò da Umbra tico, non vo- Pompilio Berlingeri nobile di Cre-
lendo riconoscere Belprando Ruffo mona. Questi sono vescovi di Bi-
i

canonico e Nicola Malopera deca- signano di maggior nome, la cui


no eletti dal capitolo, ludi nel i354 serie riporta T Ugheili loco citato ,

fu vescovo fr. Giovanni fiancesca- p ')f9eseg. I successori sonore-


MAR MAR 267
gìstrati dalle annuali Notizie di Ro- camera apostolica in fiorini cento-
ina^ essendone stalo ultimo fr. Lo- venti, corrispondenti a circa quattro-
len/o Maria Varano domenicanOj mila ducati di rendita.
(l'Isca diocesi di Squillace, fatto ve- MARCO Ordine equestre.
(s.),

scovo da Pio VI a' i8 giugno i'jc)i. Nella i*epubblica di Venezia eravi


1 vescovi di s. Marco e Bisigna- r ordine de' cavalieri di s. Marco,
no dopo l' unione delle due sedi patrono della medesima, onore che
vescovili sono
Pasquale Mazzei di
: si soleva conferire dal senato or-
Fuscaldo diocesi di Cosenza, da Pio dinariamente ai sudditi della re-
VII preconizzato vescovo e' 27 set- pubblica ch'eransi distinti nelle am-
tembre 18 19; Felice Greco di Ca- bascerie , aveano reso importanti
Leone XII
tanzaro, fatto vescovo da servigi allo stato o primeggiavano
a' 3 maggio 1824; monsignor Ma- nelle scienze e nelle lettere, e talvol-
riano Maisico di Latronico diocesi ta anco a qualche straniero, che aves-
di Policastro, attuale vescovo pre- se militato valorosamente ne' suoi
conizzato da Gregorio XVI nel con- eserciti. La decorazione dell* or-
cistoro de' 22 luglio 184^. La chie- dine consisteva in una medaglia
sa cattedrale di s. Marco è un buo- d'oro avente il leone alato di s.
no edifizio, sacro a Dio sotto l'in- Marco, col libro aperto, colle pa-
vocazione di s. Nicola di Bari. 11 role: Pax tihi Marce evangelista
capitolo si compone di sei dignità, meiis. Questi cavalieri non erano
la prima delle quali è l'arcidiaco- obbligati a dar prove di nobiltà,
no, di dodici canonici comprese le si riconoscevano per cittadini , e
prebende del teologo e del peni- quelli ch'erano ammessi nell' ordi-

tenziere, non che di altri sacerdoti ne, venivano condotti in senato,


e chierici addetti alla divina ufli- ove genuflessi avanti al doge lo
ziatura. L'episcopio, ottimo palazzo, supplicavano a crearli cavalieri. Il
esisle cattedrale. Tra le
presso
la doge dopo di averli esortati a pro-
chiese una è parrocchiale col bat- seguire a prestare fedele servizio
tisterio; vi è un convento di reli- alla repubblica, a ciascuno batteva
giosi ed un monastero di mona- il dorso con una spada nuda, di-
che, alcuni sodalizi ed il seminario. cendo Esto miles fìdtiis. Indi
: gli

Il capitolo di Bisignano si compone si attaccavano ai piedi gli sproni


di sei dignità , la prima essendo d'oro, ed il doge metteva loro al
l'arcidiacono, di quattordici cano- collo una catena d'oro, da cui pen-
nici compreso il penitenziere ed il deva la descritta medaglia. I ca-
teologo, e di venti preti chiamati valieri erano divisi in tre classi : i

capitolari. Prossimo alla cattedrale piimi erano fatti dal senato allor-
restaurata da' fondamenti, vi è un ché avevano prestato grandi servi-
buon palazzo vescovile. In Bisigna- gi alla republDlica o nelle ambasce-

no vi sono nove chiese parrocchiali, rie, ricevendo dallo stesso senato il

due conventi di religiosi, ed alcu- titolo erano stati


di cavaliere di cui

ne confraternite. Le due diocesi si fregiati da qualche sovrano; avea-


estendono per circa ottanta miglia no il privilegio di portare la stola
e contengono trentaselte luoghi. O- d'oro ne' giorni di solenni cerimo-
rt^xù nuovo vescovo di s. Marco e nie, e negli altri giorni si distin-
Bisignano è lassato nei libri della guevano dagli altri nobili per un
a68 M.VR MAR
gallone o trina d'oro che usavano inoHn premura nellci pietà e nelle
vsull'orlo della stola nera, quale por- lettere. Dopo la morte de' suoi Re-
tavano ordinariamente. Gli altri ca- nitori abbandonò il suo paese e
calieri erano quelli ch'eransi meri- rinunziò i suoi beni per ritirarsi
lati un tal grado nelle altie ac- a Coutances, di cui era allora ve-
cennate categorie, e per tali dichia- scovo s. Possessore, il quale ordi-
vMì dal doge che poteva crearne nollo prete, e lo fece missionario
a piacere, portando la descritta in- della sua diocesi.Desiderando molte
segna d'oro di s. Marco. Questa persone di vivere sotto la
sua di-
insegna i cavalieri di s. Marco la rezione, s. Marculfo coi soccorsi del
portavano ancora sulle loro arnji re Childeberto eresse un monaste-
e vesti bianche, col leone di co- roaNanteuil per radunarvele. Con-
lore vermiglio. II p. Bonanni nel tansi fra' suoi discepoli s. Cariulfo,
suo Catalogo degli ordini equestri s. Domardo e s. Elerio. Le auste-
ne parla, e ne riporta la figura a rità ordinate non erano sufficienti

p. LXXII. pel fervore del santo abbate; ma


MARCOPOLI, Marcopalis. Sede ogni arino andava a passare la qua-
vescovile della provincia Osroena, resi ma ove aveasi
in un'isola vicina,
sotto la. metropoli di Edessa, nella costrutto da seuna specie di ca-
diocesi d'Antiochia, eretta nel V pannuccia. Poco pane d'orzo ed
secolo. Ne furono vescovi Ciro che erbe crude erano l'ordinario suo
fu scomunicato con altri vescovi cibo, ed alcuni giorni slava del tut-
orientali dal concilio di Efeso, e to senza mangiare; coricavasi sulla
Caiuma o Caiama che assistette e nuda non avea che una
terra, e
sottoscrisse al concilio di Caicedo- pietra per origliere. Permise ad al-
iiia. Oriens christ. l. II, p. 981. II coni de' suoi discepoli più fervorosi
Terzi, Siria sacra^ p. 95, dice che di ritirarsi nell'isola di Gersei, per
ilBocharto chiama Marcopoli, /l/<^r- menarvi una vita anacoretica, po-
ciani urbs prope Chaboramj ed es- scia vi passò con essi, e vi fondo
sendo presso il fiume Chabora lo un monastero. Altri pii stabilimenti
dovea pure essere alla città di fece egli pure, onde popolare il
Charra. Al presente Marcopoli, Mar- pae^e di buoni servi di Dio. Mori
copolitan, è un titolo vescovile in il i." di maggio del 558, e fu sep-

partibus che conferisce la santa Se- pellito a Nanteuil. Nelle scorrerie


de, e Pio VII lo diede a monsi- dei normanni fu frasporteto il suo
gnor Michele Fernandez minore corpo a Coibigny nel Laonnese, ove
osservante di Cordova, a' io luglio si fabbricò una chiesa intitolata al

181 5, non che suffragane© dell'ar- di lui nome. Si sono fatte altre
vescovo di Siviglia, e lo è tutto-
ci traslazioni delle reliquie di s. Mar-
ra. Marcopoli, MarcopoUtan^ nella culfo, ond'è che si celebra la sua
Siria, al presente è un titolo vesco- festa in differenti giorni. Egli era
vile m ^/l!r;/Z»M.v, sotto l'arci vescova- principalmente invocato contro il

to pure in partibus di Edessa, che male delle scrofole,


conferisce la santa Sede. MARDA o MARDIN, Mardis ,

MARCULFO (s.), abbate. Oriun- Mardin. Città vescovile della Me-


de di Bayeux, era d'una famiglia sopotamia, chiamata Marediji da-
nobde e ricca, e fu educato con gli arabi, situata sopra un monte
MAR MAR 269
vicino al Mosul e Bag-
Tigri, tra che dopo la sua morte i patriar-
dad. Per la sua fortezza non potè chi giacobiti trasportarono la sede
riuscire a Tamerlano di prenderla, d'Amida a Marda. Mandiana del
mentre assoggettò al suo dominio 1 167 per essere stato malamente
tutta l'Asia. Si narra che quel con- ricevuto dai ci ti adi ni , si ritirò a
quistatore vi fu arrestato per si Costantinopoli. Giovanni lì del i232
lungo tempo all' assedio, che le sue divenne mafriano nel 1249 ^ P'''
truppe ebbero il tempo di pianta- triarca nel i253. Giuseppe, poi pro-
re delle viti all' intorno e di man- mosso a patriarca col nome d'I-
giarne l'uva. E ora cinta di buona gnazio V nel 1293. Giovanni IH
muraglia in pietra, fiancheggiata da vescovo di Cartamina del 364- 1

torri e da contrafforti, e restaurata Enoch altro vescovo di Cartamina


nel 1792. Sulla sommità di una e di Marda, diventò patriarca nel
montagna che la domina esiste , 1421. Polisseno gli successe, e nel
un' antica fortezza fabbricata dagli i44^ anco nel patriarcato. Giorgio
impei'atori greci. Fu la residenza consecrò due patriarchi , ed ebbe
di molti patriarchi giacobiti. An- in successore Timoteo o Tommaso
che i nestoriani vi hanno un ve- del 1590. Atanasio Saphar abbrac-
scovo come i giacobiti , ma questi ciò la fede cattolica, e portatosi in
superano i nestoriani numero.
nel Roma 1721. Oriens
viveva nel
MardeSy Casti um Mardes^ in Me- christ. t. II, p. 1460. Air articolò
sopotamia, sotto il patriarcato di Antiochia de'siri, si parla pure di
Antiochia, secondo Commanville fu Marda o Mardin. Quivi cattolici i

suffraganea delia metropoli di A- hanno l'arcivescovo armeno, che al


mida o Diarbekir. Ecco vescovi i presente è monsignor Giuseppe A-
nestoriani di Marda che si cono- gieman, con 25o famiglie cattoli-
scono. Jaballaha trasferito a INisibi che, essendovene altre ^o in Tel-
dal cattolico Elia 111. Giuseppe Jesu- Ermen, villaggio fuori della città
Denha , assistette all'elezione del con chiesa, mentre quella di Mar-
cattolico Denha I. Jesuiab sedeva din è antica. Yi è un ospizio di
nel i55o con titolo di metropoli- carmelitani, provvisoriamente occu-
tano di Soba, di Armenia e di Mar- pato dai cappuccini. Anche i cal-
da. Timoteo vescovo de' caldei che dei vi hanno il proprio vescovo, ed
si separarono dai nestoriani, fu in- attualmente lo è monsignor Lo-
nalzato alla dignità di cattolico col renzo Destu. Dei siri poi n' è ve-
nome di Giuseppe, dal Papa Cle- scovo monsignor Antonio Samhiri
mente XI. Oriens christ. t. II, p. che abiurò l'eresia. La città conta
32 1. 1 vescovi poi giacobiti di Mar- più di 28,000 abitanti.
da sono: Anania I che consecrò il MAREFOSCHl Prospero, Car-
patriarca -giacobita Anastasio li nel dinale. Prospero Marefoschi nobile
concilio di Rhesina nel 687. Ser- di Macerata, nato in Monlesanto
guna del 755.
Anania II del 798, nella Marca, fatti i primi studi
cui successe Ignazio. Giovanni I nell'università di Fermo, in cui ri-
che governò pure altre chiese^ dal portò la laurea dottorale nel!' imo
II 25 al 1265: Gregorio Bar- e neir altro diritto , condottosi a
Ebreo che parla con elogio di Roma si diede alla professione del-
tal prelato in Chron, Syriae^ dice l'avvocato, e da Innocenzo XII nel
270 MAH MAR
(.leciinaie d&l iGgS fu elello vo lalura, nella quale percorse onorai <

laute di segnatura e poco dopo u- carriera. Da r«lerendario delle due


dilore del cauieilengo. Clciiienle XI segnature di gra/ia e giustizia, fu
gli assegnò la carica di segretario promosso a segretario della congre-
del buon governo e poi quella del- gazione del buon governo, indi a
rininiunilà, indi lo fece suo uditore segretario di quella de' riti . Fece
e vescovo di Cirene in parlihus (co- parte della congregazione della visi-

lite dice il Cardella, ma nella rela- ta apostolica, di quella dell* in-


zione del possesso d'Innocenzo XI II dice, e di (|uella dell'esame dei
Jeggo arcivescovo di Cesarea), nel vescovi quale esaminatore in sacri
(|uale i(i)piego perseverò con raro canoni, di cui fu temito peritissimo;
csen)pio nei pontificati d'Innocenzo finalmente Clemente XIII nel i75t)
Xlll e Benedetto XIII, il quale
di Io fece segretario della sacra con-
finalmente a' 20 dicembre 17^4 lo gregazione di propaganda ficlCy ca-
creò cardinale prete del titolo di rica che funse con particolare zelo
s. Calisto, da lui successivamente e vantaggio delle missioni cattoliche.
cambiato con quello di s. Grisogo- Esercitando quest'ulìizio, l'imperato-
110. Fu annoverato alle primarie re Giuseppe II e il granduca di
congregazioni e fra le altre a quelle Toscana suo fratello, visitando il
tiel s. ollìzio, del concilio, de' riti, collegio Urbano e stabilimento di
di propaganda, e de' vescovi e re- propaganda, onorarono pure le ca-
golari. Ebbe la protettoria della mere del prelato, e la sua insigne
congregazione de' cbierici regolari biblioteca. Clemente XIV a pre-
delle scuole pie. Inoltre Benedetto miarne i meriti pel primo lo creò
XIII Io nominò vicario di Roma, cardinale a' 29 gennaio 1770 ri-
e per sua morte contribuì il car- serbandolo in petto, e pubblican-
dinale all' elezione del successore dolo dell'ordine de'preti nel conci-
Clemente XII. Mori in R.onia nel storo de' IO settembre, conferendo-
lySa d'anni settantiuiove non com- gli quindi per titolo la chiesa di s.

piti, e le sue ossa ebbero onore- Agostino. Ottenne dal Pontefice per
vole sepoltura nella cbiesa di s. Sai- la cattedrale della patria il mosai-
valore in Lauro, dove sopra la por- co di s. Michele arcangelo del Ca-
ta clie introduce nella sagrestia gli landra, e Macerata ne celebrò Te
fu eretto un nobile ed elegante mo- gregie doti e l'esaltazione alla por-
numento^ a piò del quale leggesi pora in più modi, fra' quali l'acca-

una magnifica iscrizione. Fu lodato demia de'Catenati nel palazzo pub-


per dottrina legale, rara integrità, blico tenne solenne adunanza in ,

somma prudenza, ed altre belle doti. cui il dotto Pirro Aurispa pronun-
MAREFOSCHI COMPAGNONI ziò un'erudita orazione a lode del
Mario, Mario Compa-
Cardinale. cardinale concittadino, che- fu stam-
gnoni Marefoschi, nacque da nobi- pata in Osimo nel 1772. Inoltre
le famiglia in Macerata a' io set- Clemente XIV lo fece arciprete della

tembre i7i4j pi'onipote al prece- basilica lateranense, e lo annoverò


dente cardinale. Fatti regolarmente alle congregazioni del concilio, di

gli studi volle abbracciare lo slato propaganda, dell'indice, dell'esame


ecclesiastico, e bramoso di servire de' vescovi, del buon governo, di
la santa Sede, fu amimesso in pre- Avignone e Loreto, nonché de'rili,
MAH MAR 271
di cui Io fece prefetto nel 1771. chiamato ancora n»arescialIo di Ro-
Intervenne al conclave per l'elezione ma j della giustizia o sia della cu-
di Pio VI, e m^ll'anno 1775 del- ria, e dal Cohellio, Marescialli ur-
l'iiniversal giubileo apri e chiuse la bis curia Sabellorum, st.u ^uherna-
porta santa di detta basilica. Fu torem. Non bisogna confonderlo coi
protettore del regno d'Irlanda, del Marescialli del popolo romano ^ di
collegio irlandese, e di quelli di s. cui parleremo al fine di questo ar-
Isidoro, Fuccioli, germanico unga- ticolo, magistrata di Campidoglio
rico; dell'accademia teologica, della composto di quattro individui, do*-
provincia della Marca, delle città pò aver dato un cenno sui Marc-
di Macerata, Ancona, Sanseverino, stalla o marescialli della corte pon-
Orvieto, Todi, Tivoli, Imola, di tificia, ulfjziali della scuderia de'Pa-
Gubbio, di alcune terre, ed univer- pi. 11 maresciallo perpetuo di san-
sità artistiche. Morì in Roma Io- ta romana Chiesa, custode del con-
dato per virtù e belle qualità, ai clave, è il difensore di questo in
23 dicembre 1780, d'anni 67; fu sede vacante, e tiene piesso di sé
esposto nella chiesa di s. Marcello, dentro una borsa di drappo di se-
ove gli furono celebrati i funerali, ta o velluto paonazzo, la chiave
indi il cadavere fu privatamente esterna della porla del conclave.
trasportato nel suo titolo di A- s. Nel voi. XV
del Dizionario all'ar-
gostino, ed ivi sepolto con onore- ticolo Conclave (T cdi)^ già dicem-
vole iscrizione. mo dell' origine del conclave e d<;l-

MAREOTIDE. Sede vescovile r uffìzio del a


maresciallato, cioè
deli' Egitto vicino al lago dello stes- p. 262278, e chi altro custodi il
e
so nome, in cui gli eusebiani es- conclave e lo difese anco con mi-
sendosi separati dal concilio di Sar- lizie; laonde in questo articolo fa-
dica, fecero passare come vescovo remo menzione di altri cui venne
di Marco tide certo Ischira o I- affidata straordinariamente la cu-
schirione , autore della calunnia stodia insieme al maresciallo, o sen-
couti'o di s. Atanasio, sebbene quel- za di esso, su di che può vedersi
lo non fosse ne sacerdote, ne dia- anche l' articolo Governatore, nel
cono. Ma i padri del concilio mai quale si tratta di vari soggetti che
lo riconobbero. Oritns christ. t. II, ebbero in custodia il conclave, e
p. 53o. Commanville la pone sotto del governatore del conclave , che
il patriarcato di Alessandria, e la oggi è il Maggiordomo (Vedi). A
dice eretta nel IV secolo. Nel 335 p. 296 parlasi del sito che abita-
fu tenuto un falso concilio nella va il maresciallo nel conclave del
Mareotide contro s. Atanasio. Fa- Vaticano, mentre il cortile e la
bricio, in SjnocIicOy t. XI, Biò, scala che conduceva all'ingresso del
graeca. conclave prese il nome di cortile e
MARESCIALLO santa no-
di scala del Maresciallo^ che tuttora
MANA Chiesa, Custode perpetuo ritiene, ivi erigendo il quartiere dei
DEL conclave. Maveschcllus san- suoi uffiziali e soldati (il cortile e
ctae romanae Ecclesiae^ perpetuo cu- la scala sono descritti dal Chattard,
slos conclavis. Nobilissima, antichis- Descrizione del Vaticano ^i. II, p.
sima e ragguardevole dignità laica 2 3, 24, 64 e 65; dicendo che nel cor-
di Roma e della santa Sìì^q, Fu tile in tempo di conclave» vi si là-
17^ MAR MAU
cevanogli steccati e casotti pel cor- lo riceve nel suo appartamento,
po di guardia del maresciallo, ve- tratta di rinfresco, e poi introduce
nendo chiusa la scala da delta in conclave i cardinali e gli am-
guardia, perchè da essa ascendono basciatori, a'quali ultimi dispensa
i cardinali in conclave introdotti le sue medaglie; ed a p. 3 17, ih;!
dentro la clausura dal maresciallo) descrivere l'apertura del conclave
in numero di circa centosettanta. seguita r elezione del nuovo Pap;i,
A p. 298 indicammo l'odierno notammo che degli esterni dopo il
luogo stabilito al maresciallo per prelato maggiordomo è il primo a
abitazione nel palazzo Quirinale in baciargli il piede. L'abito del ma-
tempo di conclave, nella quale re- resciallo di santa romana Chiesa,
sta pure a dormire la notte (dor- custode del conclave, è quello dei
mendo presso il conclave anche il principi romani, nero guarnito di
prelato maggiordomo mentre al , merletti, e simile a quello nero del
Commissario del conclave vicino Foriere maggiore , e Cavallerizzo
ad esso gli si assegna almeno una del Papa quello da
[Vedi), cioè a
stanza per ascoltarvi gli artisti ed loro portato sino 1846, aven- al
impiegati che ne fanno ricerca, e dolo quindi variato e formato co-
prima avea al Vaticano l'abitazione me quello del maestro del sa-
di cui parlo a Memoriali segretario j cro ospizio. Il maresciallo in se-
come altra stanza presso il conclave de vacante riceve dalla camera a-
si dà medesi-
al provvisioniere del postolica scudi mille per ogni me-
mo); a p. 299 e 3oo, della guar- se, dovendo ogni giorno imbandire
dia di onore che si pone al palaz- la mensa ai prelati ed altri custo-
zo del maresciallo in tempo dei di delle rote del conclave, regolan-
novendiali; delle visite eh' egli fa do l'invito con intelligenza del mag-
in tal tempo ai cardinali, e come giordomo che deve invitare a pran-
egli presta il giuramento nella cap- zo, medesimi compresi due capi-
i

pella Paolina dopo il maggiordomo; tani del maresciallo , i quali capi-


con quale corteggio visita i cardi- tani sorvegliano per esso alle rote;
nali nelle celle la sera del loro in- tale intelligenza ha luogo acciò l'in-

gresso in conclave, e della formale vito abbia l'alternativa ne' perso-


chiusura del conclave. A p. 3o4 naggi alle due mense; e siccome ai
descrivemmo l'apertura e chiusura di lui famigliari spettavano due
giornaliera delle rote che fanno i candelabri, in vece ricevono il com-
ministri o due capitani del mare- penso di scudi quaranta. Suole il
sciallo , oltre i Cursori apostolici maresciallo fare qualche sortita in
(redi) a p. 898 delle medaglie
; forma pubblica, per visitare alcu-
che fa coniare in oro, in argento na chiesa, ov'è esposto il Santissi-
ed in mistura, colle quali si ha li- mo in forma di quaran l'ore o per
bero passaggio alle ruote del con- altro e con tal treno viene accom-
;

clave (il presente maresciallo nei pagnato dalla guardia svizzera pon-
cinque conclavi di cui è stato cu- tificia.

stode, tranne il primo, per gli al- La prima menzione dell* uffizio
tri le ha sempre coniate). Final- del maresciallo nella corte e curia
mente a p. 309 e 3 1 1 narrammo romana, l' ho letta nell'Ordine ro-
il cerimoniale con cui il marescial- mano XII di Cencio, sul presbiterio
MAn MAR 273
clic avevn, e nell'Ordine romano di niscalco nel Dizionario delle origi-
Pietro Amelio presso il Mabilion, ni è maggiordomo o maestro di
il

Mas. hai. 2or e /\^^.


t. II, p. casa, e anche talora quello che ha
De secundis vesperìs Papae. « Com- cura della mensa, e che la imban-
pleta missa, si sit in Urbe, lecipit disce. In alcuni stati ì senescalchi
regnum de manu Marescalchi ma- divennero governatori di provincie,
usque ad gra-
foris, et gestat illiid ed in Francia la primaria dignità
dus palatii ".
pure nel eh. Lessi dello stato e di gran maestro, con-»
Hurter, Storia d' Innocenzo 111^ testabile e conte del palazzo. Nel-
versione del Toccagni p. 286, che r ordine gerosolimitano il mare-
parlando dei legati nel i 199 spe- sciallo era il generale dell' esercito

diti contro Maicovaldoj dice che In- di terra. Lo stesso Marini, come
nocenzo li! li fece accompagnare poi diremo, parla del Maresciallo
dal maresciallo Giacomo, e da Ot- della famiglia pontificia, sotto Ni-
toiiesuo zio signore di Palombara colò HI del 1277, e Martino IV
con forze, oltre duecento lance dal suo successore. Il maresciallo è una
Papa assoldate a proprie spese; in- sorte di dignità in vari stati, dei
di ecco come difinisce il marescial- quali parla il Du- Gange nel suo
lo. » Il primo uffiziale del palazzo Glossario. Gli antichi scrittori ita-
pontificio ( F. Maestro del sacro liani fanno menzione dei contesta-
OSPIZIO ). L' uffizio suo era quello bili, ammiragli e marescialli, e cosi
di recare la tiara dinanzi al Papa di nobili personaggi, marchesi, ma-
nei vesperi di Natale, e di accoglie- rescialli, duchi , ec. Strana è l'origi-

re i forestieri illustri ai confini del- ne che dagli etimologisti si assegna


lo stato. Nelle cose d'importanza al nome di maresciallo; la più pro-
era chiamato in consiglio, e spesso babile è quella stessa donde de-
\eniva mandato anche come ple- rivò il nome e la dignità di Mar-
nipotenziario in altri stati ". Nel chese (Fedi), essendo gli antichi
Marini, Archiatri pontificii^ t. II, marescialli comandanti o governa-
p. i4, parla dei Senescalchi poti- tori di una frontiera. Si pretende,
tificii che furono sotto Celestino che solo a' tempi di Filippo li
111, Innocenzo IH e Gregorio IX, Augusto re di Francia, morto nel
personaggi nobilissimi e adorni di 1223, siasi veduto per la prima
altre cariche. Dice che il
grandi volta il comando degli eserciti uni-
Baluzio ha dimostralo, che sene- to alla dignità di maresciallo : avan-
scalco si chiamò alcuna volta il ti quel principe 1' uffizio di mare-
maresciallo della curia del Papa, sciallo era una sopraintendenza sui
diverso dal senescalco della cancel- cavalli del re, come il Contestabile
leria apostolica, che incominciò a (Fedi), che però era subordinato
comparire sotto Martino V. Il me- e inferiore di grado al maresciallo.
desimo p. Mabilion nell'Ordine ro- Secondo il Dulaure, il titolo di ma-
màno XIIj parla del senescalcus resciallo indicò originariamente quel-
major, et qui debeat habere et fa- lo che avea cura dei cavalH, li

cere magister senescalcus, massime medicava e li muniva di ferri, che


nella coronazione, per Pasqua e noi diciamo marescalco o mani-
Natale , e del presbiterio e cose scalco, nome che divenne titolo e-
che gli spettavano. Senescalco o si- minente nelle corti e nelle milizie.
VOL. XLII. 18
*i74 ^^AR MAR
JVei primi tempi in Francia la di- rexrnllm Mtvchìae Thomas de Fo-
gnità di maresciallo non durava llano; iSiy Ponzio Arnaldi, di cui
per tutta la vita, ma finiva allor- parlammo all'articolo Loreto; i37.8
ché diveniva incompatibile colle Bernardo di Biu bei-ano; \'òf\^ mar-
funzioni di altro ufTìzio. Nel 1270 chio et marescnllus Marchine il
si legge, che s. Luigi IX fu il pri- nobile e potente Pietro rii Tornami-
mo re di Francia che rd un tem- ra; i4i4 Bartolomeo Mainardi
po avesse due ma-rescialli che co- perugino; 1478 magnifico d. Fran-
mandavano le armate ai due ma- : cesco de Belvisis bolognese; f4o^
rescialli di Francia, Francesco I Leonardo Calcagni fiorentino. Qual
ne aggiunse il terzo, Enrico II il fosse il maresciallo di Benevento,
tjuarto, ed suoi successori ne au-
i altra provincia del dominio della
mentarono il numero. Sotto Enri- santa Sede, lo diremo parlando di
co III però il numero venne de- Eugenio IV.
terminato a quattro. Enrico IV L'origine del presente marescial-
tornò ad accrescerli , e così fecero lo di santa romana Chiesa, custo-
Luigi Xin, 6 massime Luigi XIV, de del conclave, risale al secolo
sotto di cui se ne coniarono venti. XIII, e fu allora attribuita alla no-
Nel 1790 in Francia fu soppresso bilissima famiglia Sm'clU (Fedì\
il titolo di maresciallo, insieme agli in premio di aver essa inventato il

altri Rinnovata ivi


della cavalleria. conclave: cosi il Novaes nel t. I, p.
però la sovranità, si crearono di 88, dell' Introduzione alle vite de
nuovo marescialli, e se ne conferì Pontefici^ àtando il cardinal de Lu-
il grado ai più benemeriti generali ca, Relat, rom. curiae par. II, dis-
dell'esercito. Nella Germania è an- curs. 3, n. i4 e i5. Il Ratti, Della
tichissimo il titolo di maresciallo, famiglia Sforza t. Il, p. 3 06, par-
benché in questa dignità non sia lando della Savelli , asserisce che
sempre riunito il comando degli rilevasi da una bolla d' Innocenzo
eserciti, e sovente sia stata riguar- VI (la riporta a p. 334 coli' av-
data come titolo di onore; quindi vertenza che perpetua sembra la
vi furono i marescialli delle corti, concessione d'Innocenzo VI, ma in
dei palazzi, delle diete ec. Finche e- questa parte il privilegio non fu
sistetle il sacro romano impero, di ammesso dai Papi successori), colla
esso era gran maresciallo Teietlore quale conferisce il maresciallato di
di Sassonia. Neil* impero austriaco Roma e la custodia del conclave a
si è di nuovo riunito il titolo e Gio. Battista Savelli; che il primo
grado di maresciallo al comandan- Papa che ne decorasse la famiglia
te dell* esercito. II eh. conte Leo- fu il b. Gregorio X , sicuramente
pardi nella P^ùa dì Bonafede, fio- allorquando nel concilio II gene-
rito nel secolo XVI, ma-
parla del rale di Lione l'anno 1274 fissò il

resciallo della Marca, comandante conclave e le leggi per l'elezione


o primo uffizi ale della forza di po- del sommo Pontefice con oppor-
lizia, a cui venivano commesse le tuni regolamenti, piivilegio che In-
esecuzioni più importanti delia giu- nocenzo VI dice aver già confer-
Nella Series rectorum Anco-
stizia. mato Onorio IV, Nicolò IV, Cle-
nilanae Marchine ci dà poi questi mente V
e Giovanni XXII. Ag-
maieseialli della Marca: ix5i ma* giunge tuttavia, che a qualche an-
, ,

M A R- mAR 27"
yio primn si snoie riferire inula l'in- sa, e la più lunga delle sedi va-
rominciamerilo (li questa carica, cuiti, lo allermapure il p. Plct-
quanto il posspsjjo godutone du Lu- temberg, Noliùay \ "ò de sUucLiua
ca Savelli, cioè al conclave stesso conclavis.
in cui dopo due anni, nove mesi e Il p. Bonucci weW Istoria del b.

due giorni di sede vacante , il primo Gregorio X, a p. 184, parlando con


settembre 127» fu eletto lo stesso lode delle ottime leggi da lui sta-
Gregorio X. Radunati cardinali i bilite pel conclave, poscia eseguite
in Viterbo dopo la morte di Cle- ed ampliatej osserva che tuttavia
mente IV, al modo detto al suc- la casa principesca Savelli ritiene
citato voi. p. 260 e 261 ed al- , anco l'onoranza che per ispecial
l'articolo Gregorio X, giacché l'u- privilegio dell' istesso Gregorio X
so non erasi ancora
de' coticlavi fu conceduta, come scrivono Seli-
introdotto. Secondo V Oldoini fu- , no eSansovino, a Fabio Savelli di
rono gli stessi viterbesi, che ve- deputare un principale di sua pro-
dendo così lungamente procrasti- sapia per custode del conclave dei
nare la scelta del nuovo Papa, cardinali ,
si quando
rinchiudono
chiuse le porte della città e ridotti per creare Papa, tenendo le chia-
il

i cardinali dentro il palazzo vesco- vi della porta di esso; e di più


vile, dettero incombenza a Luca che allora fosse maresciallo di Ro-
Savelli di somministrare ai mede- ma, ed avesse giurisdizione in un
simi i necessari alimenti, e di slare particolare tribunale che antica-
alla Dice inoltre il
loro custodia. mente si chiamava Coile SavtlUiy
Ratti, sembrare più probabile, co- di conoscere cause civili e crimi-
me pur dicemmo noi al cibato luo- nali. Al quale tribunale pure in
go, che tutlociò fosse opera di Car- quel tempo si concedevano appel-
lo I re di Sicdia, che unitamente lazioni di tutto lo stalo ecclesiasti-
a Filippo III re di' FVancia erasi co, come si legge in una bolla di
portalo a Viterbo per far accele- Martino V de' 3 giugno i43o;
rare l'eiezione del Pontefice. Carlo preminenza in vero per tanti titoli
] era allora senatore di Roma , e meritamente compartita alla anti-
vi esercitava tutta l'autorità; e Lu- chissima ed illustre famiglia Savelli.
ca Savelli viveva ai di lui servigi ]Nei Luuadoro poi stampato nel
e sotto la sna special protezione 1 646, Relazione della corte di Ro-
frutto della quale fu l' investitura ma, p. 71, del Maresciallo di Ro-
che riportò daj medesimo nel 1272 ma, si legge quanto segue. Il mare-

della città e slato di \'euafro. Que- sciallato, dignità antica, è al presente


sta dignità, che secondo la varietà nella nobilissima famiglia Savelli
de' tempi a varie vicende fu sotto- la quale esercita il capo della casa
posta, in principio inlerrottamente di essa. Ila la custodia delle carceri
goduta dalla casa Savelli si per- , di corte Savolla, ed ha cognizione
petuò in essa per diritto ereditario di cause criminali leggiere , dove
dopo qualche secolo. Che tale ono- non sia stato sparso sangue; ed ha
re lo ricevessero i Savelli per a- prò tempore la custodia del con-
^Jere inventato il ed ac-
conclave, clave, con certa quantità di solda-
celerata l'elezione Gregorio
di ,
X ti postivi dal maresciallo col capi-
terminata la vedovanza della Chie- tano di essi, eh' è sempre persona
,

276 MAR MAR


nobile e dipendente dai SaTelli. ove sono adesso le carceri nuove
Neiredizione del 1774 dello stesso fabbricate da Innocenzo X stesso
Lunadoro colle note del Zaccaria dopo l'abolizione di detta corte, in
questi afiferma che Gregorio X fu piazza Padella, avendo il Papa nel
eletto in Viterbo, in conclave chiu- i652 ordinato con chirografo a
so, alle esortazioni Bonaven-
di s. monsignor Farnese governatore di
tura; ma che i conclavi non furo- Roma l'edificazione delle carceri
no ne di legge, ne Stabili, se non nuove in strada Giulia, ampie e
dopo la costituzione di Gregorio X. grandi, in luogo di quelle incomo-
Ivi pur si dice che il casotto di de ed anguste di corte Savella. Gli
tavole pegli uffiziali e guardie del comandò pure che queste carceri si
maresciallo erigevasi nella piazza vendessero per farvi case. I motivi
Vaticana, presso la scalinata e la principali addotti da Innocenzo X
statua di s« Paolo, e che tal corpo ne' suoi chirografi di soppressione
l'occupava il giorno in cui i car- della corte Savella e suo tribunale,
dinali entravano in conclave, la qua- furono che tal curia fosse mala-
le guardia accompagnava il mare- mente tenuta, e la carcere poco si-

sciallo al suo appartamento conti- cura pei prigioni, e che si eccedes-


guo all'ingresso del conclave. Quan- se nella prescrittale giurisdizione.
to alla curia e carcere Savella, ne Dopo la sua morte, il principe Giu-
parlammo agli articoli Carceri di lio Savelli presentò ad Alessandro
HoMA e Governatore di Roma. Sì VII di lui successore una lunga
può leggere l'Amidenio, De pretale supplica per essere reintegrato nel-
romana, p. 22 3, De curia Sabhel- l'antica giurisdizione, e per ave-
lorum. Sulla curia Savelli si tro- re un
compenso delle case ap-
vano varie riforme fatte da Giulio partenenti una volta a quella corte,
II, Paolo IV e Gregorio XllI, il e che pretese provare di essere di
quale colla costituzione Diun recte dominio di sua famiglia, sia per la
administrandae^ de' 2 7 gennaio 1 575, denominazione che ne prendevano,
JBull. Roni. t. IV, par. Ili, p. 29^4, che dalle iscrizioni ed arme esistenti
stabili vari regolamenti da osser- nella facciata di esse, tanto del du-
varsi nella giudicatura delle cause; ca Bernardino, che del cardinal Gia-
e finalmente da Paolo V, il quale como e di monsignor Mariano Sa-
colla costituzione Universi Agri Do- velli, e finalmente da vari istro-
minici del 1 61 1 ,
per la generale menti di divisione de' suoi antenati,
riforma di tutti i tribunali di Ro- ne' quali erano comprese le case di
ma, parla diffusamente di quelle da corte Savella. Ma il principe nulla
farsi nella curia Savella. Ma In- ottenne, almeno riguardo al suo
nocenzo X
con due chirografi sop- tribunale che fu perduto per sem-
presse ed aboPi il tribunale della pre. La giurisdizione del tribunale,
corte Savella che andava annesso o sia del maresciallo che n'era il
al maresciallato e ne formava la capo, si estendeva sopra tutti i laici
rendita principale. della corte pontificia. Nei capitoli
Questo tribunale, che aveva le che furono accordati dal Papa Bo-
sue carceri annesse, a un dipresso nifacio IX al senato e popolo ro-
come quelle del senatore in Cam- mano nel 393
1 , specialmente si

pidoglio, era situato propriamente prescrive: « quod cortisani tam de-


,

MAR MAR 277


ricl qiiam romani
laici, et clerici espressamente nel registro vaticano
crimioaliter, \el civiliter non tra- ai 4 omaggio 1278 nel ruolo è in- :

hantur, nisi ad legilimuni forum dicato senza alcun nome di mare-


eorum , videlicet clerici cortisani sciallo della giustizia, cui si davano
coram auditori camerae, laici cor- XX viande invece di XV. Dai ruoli
tisani corara marescallo dn. PP. della famiglia palatina d' Innocenzo
in urbe, et eorum ju-
aliis propriis VI del i353, si ricava che dal pa-
dicibus " . il Garam-
Tanto riporta lazzo apostolico era stipendiato non
pi nelle sue Osservazioni sulle mo- solo il maresciallo di giustizia, che
nete pontificie^ a p. 208 dell'appen- cosi chiama vasi il nostro marescial-
dice. Tale giurisdizione come di- lo a distinzione dei Marescalci, Ma-
cemmo non fu sempre la medesi- rescalli equorum^ che avevano in-
ma; Giulio II assai la restrinse con gerenza sulla stalla pontificia, ma
sua bolla del 1 5 1 2, presso il Bui- ancora un judex or dinar ius suae
lar.i. Ili, p. HI, p. 333; e lo curiae, un judex in criniinalibus
stesso fece Gregorio XIII, e dopo ejusdeni, un thesaurariu,<t ejusdeni,
di lui Urbano Vili, che stabili con 35 servientes et capitaneus. 11 Ga-
suo breve de' 9 febbraio 1628: rampi che ciò asserisce a p. 2 5
» Quod judex dictae curiae de Sa- loco citato, aggiunge. 11 maresciallo
ab eodem Bernardino prò
belliis della curia romana esercitava la giu-
tempore deputan. nullo modo dein- risdizione criminale,come da una
ceps causas criminales, sive graves, bolla di Clemente V del i3o5, an.
sive \Q\es audire, et cognoscere I, epist. 8i7j e da Oldrado insigne

aut quoquo modo in


te im-
illis giureconsulto, che viveva sul prin-
Diiscere valeat, praeterquam super cipio del secolo XIV, il quale lo
injuriis verbalibus, et percussionibus chiama giudice ordinario, e dice
luanualibus absque sanguinis effu- che succedeva nelle eredità de' cu-
sione sequut. Inter personas vilis- riali che morivano senza eredi le-

simas, quin immo nec causas civi- gittimi. Quanto al numero degli
les, nisi infra summam se. 100". uificiali del maresciallo di Roma, il
Anche rispetto ai ministri addetti Ratti citando le memorie dell'ar-
allo stesso tribunale si variò secon- chivio Savelli ora Sforza, ci avverte
do la diversità de' tempi. che nel secolo XVII consistevano
Abbiamo dal Marini mentovato, soltanto inun giudice ordinario ,
che il maresciallo della giustizia in due un bargello, in
notari, in
con altro nome chiamossi mare- un custode delle carceri, ed in un
sciallo della curia del Papa.
Il Ba- esecutore. Al nominato articolo Go-
luzio, nelle Fitae Papar. Aven. t. vernatore DI Roma, avvertimmo che
I, p. 700 e 800, parla della di lui quel prelato fu dichiarato vice-ca-
dignità e giurisdizione, ed i Mau- merlengo nel 1434 per evitare con-
ri nipure ne parlano nelle aggiunte testazioni colle giurisdizioni di altri
al DuGange, ed il Carpentier. Gli tribunali, massime del maresciallo
antichi Pontefici, asserisce il Marini, della curia e del senatore di Roma;
Dc onorarono bene spesso loro i e riportammo i visitatori delle car-
nipoti e parenti , e nel tempo di ceri di corte Savella. Ora passere-
Nicolò III esercitò tale impiego il mo a riprodurre la serie de' raa-
suo nipote Orso Orsini, nominato rescialji di santa romana Chiesa,
itjH MAR MAR
ciistudi <lel conclave, che \\ Ratti II. Arnaldo de Trianno nipotel
riporta a p. 34^, e vi agt^i unge- di Giovanni XXII, di cui tratta
remo quanto ci fu dato rinvenire il Raluzio loco citato voi. I, pag.
sull'argon>ento. Avvertiremo pritna 357 e 749- Noteremo, che nelle
collo stesso Ratti, che comunemente Memorie di MatcLica dell'Acqua-
da quei che hanno scritto di casa cotta, a p. 1*20 si parla del con-
Saveita si è detto, che il primo a gresso tenuto in Osimo a' 17 giu-
conseguire sì cospicua dignità fu un gno I 329. dalle comuni seguaci del-
Fabio, già nominato di sopra, che l'antipapa Nicolò V, e di Lodovico
collocano all' istessa epoca di Luca; il Ravaro, gran fautore de'ghibeU
ma di soggetto di tal nome allora lini, alla presenza di Giovanni di
vivente non si lui memoria, ne do- Chiarainonte conte di Mohac, se*
cumento. Alcuni, come abbiamo ve- dicente maresciallo della s. Chiesa
duto, fanno incominciare il mare- romana, marchese e rettore gene-
sciallato del conclave all'anno 1270, rale della Marca.
altri al 1174, cioè quelli che ne Ili, Giovanni di Tolosa, presso
fissano l'epoca al concilio Lionese il Raluzio, pag. 217, maresciallo
11 sotto Gregorio X, e alla prima sotto Renedetto XII. Si ha dal
bolla che n'ebbero i Savelli da que- Novaes, che nel di lui conclave di
sto Papa. Avignone la guardia fu adulata
I. Maresciallo di Roma e custode al conte Monasi senescalct> del re
del conclave, Luca Sacelli signore di Napoli Roberto, allora sovrano di
di Venafro, nipote di Onorio IV. Avignone, ed al conte di Noail-
Abbiamo dal Cancellieri,, Notìzie les maresciallo della corte romana
(le conclavi p. 5, che per morte e governatore della contea Ve-
di Onorio IV il conclave si tenne naissina dominio della santa Sede.
nel palazzo pontificio di s. Sabina, E poi assai curioso quanto rac*
ove fu eletto a pieni vóti a* 17. conta il Raluzio, riguardo al ma-
febbraio 1288 Nicolò IV, che fu resciallato di Giovanni, cioè che in
il primo Pontefice il di cui con- quel tempo il maresciallo trihuUtm
clave fu custodito in Roma dal capiebata meretricibus, et lenonibus
nipote di Onorio IV, Luca Savel- earumdem. Quod emendari in con -
li, che incominciò a godere del cilio P^iennensi petebat Guillelinn.9
privilegio accordato nel detto con- Durandi, cu/us haec swit verba
cilio da Gregorio X al primoge- ex traclatu de moda cclebrandi
nito della sua famiglia, dichiarato concila generalis par. Il, tit, 10.
maresciallo di s. Chiesa e custode Et insuper quod prostibida publi-
del conclave. Il Ratti dice che ca non leneantur prope palntìuni
.sieguono tre marescialli francesi Domini Papae, et nec alibi prope
in tempo che i Papi fecero la lo- domus praelalorum. Et ne mare-
ro residenza in Avignone, cioè sot- scnllus D. Papae, et consiniila
to Giovanni XXII eletto nel i3i6. alìtjuid rec'piant a meretvicibus et
Noteremo che il conclave tenuto lenonibus earumdem. Il Cancellieri
nel 1 3o5 a Perugia per l'elezio- che riporta questo passo nella suìa
ne di Clemente V, che trasferì la Lettera al dr Koreff, p. 39, vi
residenza pontificia in Francia, fu aggiunge, che di questo enormissi-
custodito dai perugini. t luo abuso di esigere tributo per
MAR MAR 279
cose nefande , ha trattalo Nicolò Ratti • riu.sG\ rinvenire sul marescial-
Heiielio, nelle Observadones vedi- lato dei Savelli, ma in esso sono ri-
gali meretricio, et urinario inejusd. y chiamate le concessioni fatte ai me-
otiis Uratislav. e. 82, p. 5o. desimi dai Papi predecessori su que-
IV. Ugo de Ruppe maresciallo sta cospicua dignità. Questo Gio.
sotto Clemente VI, miles e signore Battista Savelli nel i353 eresse a
Castri novi et Tornolliy che avea sue spese in piazza Padella nel rio-
sposato Delfina Roger nipote di tal ne Regola il tribunale di corte Sa-
Papa, che però viene chiamata dal vella, ed anco le carceri, dirimpet-

Balu/io a p. 833 Marescalclssa to a quel luogo ove fu poi edifi-


roniauae curine. Siccome Ugo od cata la chiesa di s.Maria di Mon-
Ugone de Ruppe fu pure Maestro serrato, indi nel iSGy furono am-
del sacro ospizio sotto Gregorio pliate dalla parte del vìcolo di
XI nipote di Clemente VI, ne par- Montoro, che conduce a quello dei
l.^mmo a quell'articolo. Sappiamo Cappellari, con due case, una ap-
dal Garainpi citato p. ^5, che della partenente a Maddalena Stampa,
famiglia nobilissima di Ugone de l'altra ad Antonio Perichetti. Al-
Ruppe di Limoges, tratta accura- tre notizie su corte Savella si pos-
tamente il Baluzio t. 1, p. 833, Fi- sono leggere nelle opere di Cancel-
tae Papar. Avenion., chiamando la lieri, Notizie sul carcere Tulliano
di lui moglie Mareschalcissa. Nota p. i4; Dissert, sopra il Discobolo
il Garainpi che spettava all'uffizio p. 4^ '» Mercato p. i i 1. Della cu-
del maresciallo di giustizia di ri- stodia del conclave in cui nel 1378
conoscere e marcare col sigillo della fu eletto Urbano VI, se ne parlò
sua casa tulli i pesi, misure e hi- nel voi. XIII, p. 25 del Diziona» 1

lancie, come da un processo


rilevasi riOj cioè fu affidata a soggetti par-
fallosi nel 1828, e per conseguen- ticolari. All'articolo Gebosohmitako
za è anche credibile che colla di ordine dicemmo quando gran i

lui autorità si marcassero tutti gli maestri co' loro cavalieri custodiro-
argenti lavorali. Nello stesso docu- no e fecero la guardia al conclave,
mento soggiunge , che la giurisdi- incominciando da quello di Ales-
zione del maresciallo non si esten- sandro V del 1409; e nel voi. XV,
deva che sopra che segui-
quelli p. 282 del Dizionario si dice chi
vano la curia romana. Nel iSyi custodi il celebre conclave nel
leggonsi in un cod. cameral. alcu- 1417 a Costanza (Fedi).
ue spese fatte in faciendo divisio- VI. Gio. Battista Savelli dei
neni de cortesanis a civibus ad tal- signori di Rignano, linea fatta da
leiidum discordias, quae cotidìe in- Paolo Renzo. Paolo fu ca-
figlio di
surgebanl iiiler curias civitatensiuni pitano generale di Carlo HI re di
ci ìnarescalli. Ecco che il mare- Sicilia, del duca di Milano, e della
sciallato ritorna in casa Savelli per repubblica di Siena, poi di quella
privilegio d'Innocenzo VI nel i352, di Venezia, e mori nel i4o5. Nelle
V. Gio. Ballista Savelli con bre- memorie mss. di casa Savelli, Pao-
ve de' 7 agosto fu da Innocenzo lo dicesi maresciallo di santa Chie-
VI dichiarato o confermato mare- sa, ma dal Ratti non è posto nella
sciallo custode del conclave: è que- serie. Il suo figlio è il nostro Gio,
sto il diploma più antico che al Battista, che nel suo testamento
«uBo MAR MAR
fatto agli II ottobre i44^> ***'"• bus da Juribus curiae (landa vi e
,

titola della Santità di Nostro Si- mentovato il maresciallo dopo il

gnore il Papa , e della corte di rettore , assessore e castellano di


Roma marescalco. la questa linea, Benevento; e nella rubrica de offi-
la più ingguardevcle di tutte le cio manescallij così parlasi della
altre, e la più ricca di feudi e sua incombenza. Iteni quod mene-
Tiobili signorie, cominciò a perpe- scallus eidem rectori àssistens in
tuarsi una tal dignità, onde la oae- executionibus niandatorum, senten-
desima fu detta ancora de' Mare- tiarum, et custodia civitatis de die et
scialli. De'conclavi in cui nel i43i de noctCy prout jnerit expediens, etc.
ti nel i447 fui'ono eletti nel con- Di questo nobile ofiizio non si fa
-veato dis. Maria sopra Minerva, menzione negli statuti beneventani
luogo opportuno per non avere fi- approvati da Sisto V, poiché era
nestre dalla parte di strada, Euge- esso cessato, e datone il carico al
nio IV e Nicolò V, il secondo fu bargello.
rimarchevole, in cui Gio. Battista VII. Pandol/o Sacelli di Rigna-
Savelli ed altri baroni dichiararo- no figlio di Gio. Battista preceden-
no certe pretensioni, che indicam- te, conseguì a vita il maresciallato
mo a detto voi. XV, 282, in
p. da Nicolò Questo Papa nel
V.
un a quelli che lo custodirono; dap- 1452, per la venuta in Roma del-
poiché il Savelli pretendeva d'es- l'imperatore Federico lllj narra il
sere ammesso all' elezione del Papa, Platina che per tenere in quiete
per r antico diritto che vantava la moltitudine, creò tredici mare-
concesso da Innocenzo VI e da scialli , acciò avessero cura delle
Martino V alla sua famiglia. In Xni regioni donò
della città, e
quello di Eugenio IV rileviamo dal loro tredici vesti di porpora. Pan-
diario del ceremoniere Paolo Be- dolfo morì nel pontificato di Pao-
nedetto Nicolai, presso il Gattico, lo II.

Ada caerem.
281, che fu sbar-
p. Vili. Pietro Francesco Savelli
rata la piazza dai romani, e guar- di Rignano, primogenito di Pandol-
data dai romani stessi. Sotto Euge- fo. Racconta il Gara m pi che detto
nio IV essendosi noJ 1 434 solle- Pietro successe al genitore per de-
vati i Papa ai 2 novem-
romani, il putazione fattane a' 28 agosto del
bre dell'anno i435 nominò mare- 1471 da Sisto IV, il quale era
sciallo diRoma Gaspare di Gio- stato ai 9 sollevato al pontificato.
vanni di Lello Petroni, pei servigi Il medesimo scrittore citando altro
prestali nella ricupera di Roma, e documento, asserisce che dipoi il
per aver liberato il nipote cardi- Papa con bolla de' 21 agosto 147^,
nal camerlengo imprigionato in assegnò la metà degli emolumenti e
Campidoglio: tanto scrivono il No- proventi del maresciallato a Filip-
vaes nella vita di Eugenio IV, ed po ft'atello minore di Pietro. Il

il Marini, t. I, p. 144. Nelle Me- Ratti ci avverte che a Filippo il

morie storiche di Benevento del comun padre avea fatto prendere


Borgia t. IH, p. 335, si riporta moglie colla speranza di fargli la
come negli statuti formati ai tempi rassegna della magistratura, sebbe-
di Eugenio IV, sotto la rubrica ne la di lui morte e quella di Pao-
che ha per titolo; G^^w officiali' lo II, a cui avea avanzato supplì-
,

MAR MAR 28i


ca, avessero impedito che il pro- tare, in cui si distinse al servigio
getto si effettuasse. Dalle parole de' lucchesi e di Leone X che lo
del testamento di Pandolfo, ripor- mandò in aiuto a Massimiliano I
tate dal Ratti a p. 335 , si rileva contro i veneziani. In Troilo si
che sebbene le concessioni pontifi- rinnovò T officio del maresciallo
cie fossero ad vitam, pure i Sa- forse per concessione dello stesso
velli reputavano fino d' allora ere- Pontefice. Che il medesimo ne fos-
ditario nella famiglia il marescial- se rivestito, si ricava dal breve di
lato. Mancato di vita Pietro Fran- Leone X, col quale conferisce una
cesco, il maresciallato passò alla tale dignità a Tulio Ostilio fi-

linea di Palombara, dalia quale gliuolo di Troilo, rassegnatagli dal


più non uscì sino alla di lei estin- padre poco innanzi di morire; e
zione. siccome Tulio era ancora minore
IX. Mariano Savelli signore di di età, gli assegnò per coadiuto-
Palombara e della Riccia {Vedi)^ re ed amministratore il di lui zio
il quale ultimo feudo nel 1661 Giacomo. Noteremo che scrisse il
r acquistò d. Mario Chigi fratello Papebrochio in Propylaeo^ p. 477
di Alessandro VII. Il Garampi di- e 4^7» che nel i52i per la mor-
ce che morto il precedente mare- te di Leone X
ad custodiam con-
sciallo, Sisto IV a' 18 marzo 1482 clavis excuhahanl oratores princi-
ne conferì la dignità a Mariano punì j e che essendo nata questio-
fratello del cardinal Gio. Battista, ne fra i cardinali sopra soggetti i

ma poco ne godette ,
per avere il da destinarsi alla custodia, fu dai
Papa nominato dopo un anno il medesimi solennemente protestato
seguente. contro il conte Rangone, che vo-
X. Monsignor Domenico alber- leva arrogarsela, essendo stato al-
gali canonico di Bologna , eh' era legato per sospetto, laonde fu pre-
vice-camerlengo e governatore di so il provvedimento che Vespasia-
Roma, da fu Sisto IV il primo no e Prospero Colonna, e due del-
marzo 148 3 fatto maresciallo di la famiglia Orsini, Lodovico conte
Roma e della curia, sua vita du- di Pitigliano, e Lorenzo Gaetano,
rante, rivocata qualunque conces- ne fossero i custodi a quest'ogget-
sione precedente , e lo conferma to deputati. Nel conclave del i52 3
pure il Garampi. Morto Sisto IV per morte di Adriano VI, fu elet-
a' i3 agosto di detto anno, narra to custode del conclave il gran
r Infessura, che Mariano Boccaccio maestro de' cavalieri gerosolimita-
fu uno de' guardiani del conclave, ni, che prestò il giuramento in
con Antonio vescovo Agriense, e mano dei cardinali decano e ca-
che osservarono il prodigio che ap- merlengo.
parve in cielo, quando conclavi- i XII. Tulio Ostilio Savelli di
stientrarono in conclave. L' eletto Paloinbaija. Il di lui padre Troilo,
Innocenzo Vili ebbe a successori come, dicemmo, gli rassegnò il ma-
Alessandro VI, Pio HI, Giulio li resciallato, e Leone X glielo con-
e Leone X. ferì. Dipoi e verso il i545 il ma-
XI. Troilo Savelli di Palombara resciallato di Roma si rese eredi-
secondogenito del maresciallo Ma- tario nella famiglia Savelli per con-
riano, e rinomalo per valore miii» cessione di Paolo IH, che rinve-
aSa MAR MAR
slendone Tulio Ostilio Io dicliiarò razione, puro i Papi successori confe-
trasferibile ilopo in di lui murto rirono il maresciallato ai iìgli di
ai suo prìwugeaito: breve di il Bernardino sempre a loro vita. Nel
Paolo III è de* 12 gennaio i54^, conclave per la morte di Gregorio
Sincerile devotionis affcctuSy e sic- XIII nel 58^, benché egli avesse
1

come essenziale per la storia de'ma- confermato la dignità di marescial-


lescialli della casa Savclli^ il Ratti lo del conclave in Bernardino, pu-
io riporta a p. 3 3 9. Con (èrmo po- re dal diario di Alaleona si rileva,
co dopo lo stesso Paolo 111 il nuo- che non fu considerata e che non
vo diritto ereditario, concedendo potè averne il libero esercizio. Poi-
con suo n»otu- proprio a Tulio di ché racconta, che per la custodia
poter imporre un censo sopra gli del conclave prestarono il giura-
emolumenti della corte Savella di mento il governatore di Roma e
scudi cinquecento annui j e il mo- di Borgo ; e per la prima custodia
tu-proprio Cum che può ser-
sicut^ d. Giacomo Boncompagno duca di
vire come di appendice al detto Sora e generale di s. Chiesa; per
breve, il Ratti lo riprodusse a p. la seconda conservatori e
i capo- i

340. FinaliiicMjte Pio IV del iS^q, rioni ; per la terza l'ambasciatore


rinnovando questa ultima grazia , di Francia e quello di Bologna;
dichiarò con altro suo moto -pro- e per la quarta gli arcivescovi e
prio, che il maresciallato non solo vescovi, cogli altri prelati.
apparteneva a Ostilio e dopo di XV. Gio\>auai Savelli duca di
lui al suo (ìglio primogenito, ma Castel Gandolfo. Questi essendo fi-

a tutti i priuiugeniti della famiglia, glio di Bernardino, ottenne ma- il

sostituendo le altre linee in man- resciallato a vita da Gregorio XIV.


canza di quella di Ostilio. Narra il Mucanzio maestro delle
XIII. Trailo Savelli di Palom- cerimonie, che nel iSqi nella se-
bara. Unico tiglio di Tulio, il quale de vacante per la morte di Gre-
ebbe un figlio dello stesso suo no gorio XIV, nel dopo pranzo del
me, che essendo morto in tenei'a giorno in cui entrarono i cardina-
età non potè in lui darsi luogo al- li in conclave, excellenLissinius d.
la successione al muresciallato che Franciscus Sfondratus ('nipote del
perciò fu ripristinato nella linea Papa defunto ) capitaneus genera-
primogenita di lìernaidino nipote lis custodiae conclavis et Burgij et
di Giacomo suddetto, il quale era dlusUissinius d. dux Sahellus am-
lìgho del maresciallo Mariano e bo legerunt juranieiUuni d. custo-
fratello di Troilo XI maresciallo. diae. 11 nominato ceiemoniere A-
XIV^ Bernardino Savelli duca laieona fa sapere, che nel dopo
ci

di GandoKò, cugino del prc^-


Castel pranzo del giorno in cui entraro-
cedente Troilo, ed in sua moètc no in conclave cardinali, aio gen-
i

successe al maresciallato per -con- naio i59'2,per multe di Inuoceuzo


cesMoue di (Gregorio XIII, die pe- IX, fu eseguito il giuramento da
rò lo limitò alla di lui vita, con quelliche doveano prestarlo, ed an-
breve de' 5 gennaio iSyS; anzi che ab excellenlissinio duce Sabello,
va notato, che sebbene Sisto V senza però chiamarlo maresciallo.
estendesse la magistratura a favo- E di più descrivendo ciò che fu
re di Beroardiao siilo a terza geue- fatto nella sera per chiudere il'
MAR
conclave, soggiunge : Fuù clausa d'Albano era morto sino dal i632,
rota conclavis. Claves remanseranl e se ne legge lo splendido elogio
apiid iltustrissìmum d. card. Ca- neir iscrizione posta sulla di lui
mtrariurn, et claves portae serra- tomba in chiesa d'Araceli , nella
lue apud nos, senza rifeiiie che quale sono notabili queste parole.
al di fuori fosse chiusa la porta Militare m praefecluram qua se ab-
da altre persone. dicare non est permissus, omnium
XVI. Paolo Savelli principe di purpuratorum patruni sufftagiis
Albano. Fu fratello dei precedente, sed. apost. interregno, sibi denian-
dal quale Clemente Vili avea ac- datani sub Gregorio Xf^ insigni
quistato C.astel Gandolfo. Dopo la cum laude administravit.
Al voi.
morie duca Giovanni, quel Pa-
del XXVIII, p. 62 del Dizionario de-
pa lo nominò maiesciallo a vita. scrivemmo la pornpa funebre pel
Abhianio dal maestro di cerimonie suo cadavere.
^Alaleona, che nella sede vacante XVII. Bernardino Savelli duca
per la morte Clemente Vili,
di della Riccia. Fu figlio del preceden-
nel i6o5 a' i4 marzo seguì l'in- te e successore nel maresciallato, a-
gresso de' cardinali in conclave, e vendogliene spedita la bolla Urba-
nel dopo pranzo fu prestato il giu- no VIII agli II febbraio 1628,
ramento anche a domino mare- e nel possesso d'Innocenzo X ca-
scallo de Sabellis, custode concia- valcò dopo il crocifero col gover-
vis. Osserva il Cancellieri, .Notizie natore di Roma . Sposò Maria
de\'onclavi, p. 22, che finche du- Felice Peretti, per di cui mezzo e-
rò la carica di Generale di s. chie- reditò il patrimonio della casa
sa (fedi), sembra che questa cu- di Sisto V. Il di lui secondogeni-
stodia non fosse privativa ed as- to Giulio, nell'anno 1647 fu abi-
soluta della casa Savelli ; ma sol- litato da Innocenzo a succedere
tanto ch'egli ancora vi avesse una al padre nel maresciallato, con bre-
gran parte ; e che, sebbene sia sta- ve apostolico. Dicemmo di sopra
lo interrotto e sospeso V esercizio come Innocenzo X nel «652 ordi-
di tale impiego in questa famiglia, nò r edificazione delle carceri nuo-
ne abbia però goduto il privilegio ve, in vece di quelle di corte Sa-
da antico tempo, come alfenna il vella, quindi avocò a sé il mare-
Sansovino nelle Famiglie illusi ri sciallato di Roma, togliendolo ai
d Italia^ p. 3 IO. e 3i5. Ed in talli Savelli in un alia guardia del con-
per morte di Urbano Vili Barbe- clave, a seconda di quanto avea
rini, cardinali entrarono in con-
i stabilito dal principio del suo pon-
clave a' «) agosto i644> "1^ il t^'^"^* tificato. Indi soppresse ed abolì il

clave non fu teriuiiiato di chiude- tribun.ile di corte Savella, la cui


le che alla metà del gioino seguen- giurisdizione apparteneva al mare-
te, quindi i cardinali liarberun si sciallo : quale era la giurisdizione
moslraiono offesi del princi[)e Sa- del maresciallo sulla corte Savella^
velli maresciallo del conclave, per- e come trova vasi il tribunale net
chè non volle cedere la custodia ponlilicalo di Urbano Vili, imme-
delle chiavi a d. Taddeo Barberi- medialo piedecessore d' Innocenzo
ni prefètto di Konm e genei ale di X, ce lo dice l'Aniidenio a p. 222
s. Chiesa. Quaato a Paolo principe e seg. dei suo libro, De piciate
•284 MA.R MAR
romana^ che stampò in Roma nel te vi si restituirono, onde il prin-
i6i5. Ma essendo morto Innocen- cipe d. Giulio Savelli maresciallo
zo X, i cardinali entrarono in con- del conclave, soltanto nella sera dei
clave a* 18 gennaio iG5>, e nel 3 serrò il conclave colle solite so-
medesimo giorno restituirono al lenni formalità. Morì d. Giulio di
principe Bernardino il titolo di anni 86 senza prole, a' 5 marzo
maresciallo perpetuo di s. Chiesa, 1712, e con lui si estinse la no-
e la custodia del conclave; per cui bilissima stirpe de'Savelli, termi-
il principe fece la mostra de' suoi nando in essa anche il marescialla-
soldati^ benissimo in ordine, e an- to. Nell'iscrizione ch'egli si preparò
dò a pigliare il possesso della cu- in vita, e che si legge nella chiesa
stodia di s. Pietro, come si ha dal di s. Maria d' Araceli ,
questa di-
contemporaneo diarista Gigli. In gnità Sanctae
viene così indicata;
detto anno in Roma coi tipi dsl ronianae Ecclesiae marescallus co»
Cavalli si pubblicò: Ragguaglio deL mitii pontificii custos perpetuus. Il

la dignità perpetua di maresciallo maestro delle ceremonie Candido


del conclave^ posseduta dalla casa Cassina nel t. VI, p. ySG e 757
Savellij e della guardia di cinque- de' suoi Diari mss. ha lasciato la
cento fanti assoldati, distribuiti al- seguente memoria di questo ultimo
la custodia del presente conclave principe Savelli, dicendo che a pie-
daW eccellentissimo signor principe di del suo cadavere furono poste
Savelliy dedicato all' illustrissimo due grandi chiavi inargentate, in
ed eccellentissimo signor principe segno del suo uffizio di marescial-
d. Bernardino Savelli, principe del lo. « Die 5 sabba ihi, bora quar-
S. lì. l.y da d. Giuseppe Romei ta noctis mensis martii 17 12. Ek-
cav. dello sperone d'oro. cell. d. princeps lulius Sabellus,
XVIII. Giulio Savelli principe unicus superstes istius insignis fami-
di Albano, figlio secondogenito di liae, marescallus perpetuus con-
Bernardino. Autorizzato, come si clavis, quod muaus in sede vacan-
disse, sino dal 1647 a succedere te Alexandri VII, Clementi IX et
al padre da Innocenzo X, questi X, Innocentii XI, Alexandri Vili,
dipoi soppresse la dignità e la giu- et Innocentii Xll, maxima pruden-
risdizione del tribunale. Ripristina- tia, splendore, et generosi tate exer-
ta la prima dal sacro collegio, la annum agens 86, et menseni
cuit,
conseguì i658 sotto Ales-
egli nel unum, animam Deo reddidit, vere
sandro VII, quando per morte del patriae pater, decus, et ornamen-
genitore restò capo della famiglia, tum. Die septima d. mensis, feria
e il detto Papa in favore di lui 2, in eccles. B. M. de Aracoelj, ce-
e discendenti eresse in ducato Ca- lebrata fuei'unt exequiae prò ani-
stel Savell«, titolo che portò il di ma praefati d. priucipis Sabelli,
lui unico figlio Bernardino, che a ejus cadavere, praesente , et expo-
lui premorì. Si deve notare che sito in terra , intra capei la m s.

per morte di Clemente X a' 2 a- Francisci, de jure patronatus fami-


gosto 1676 entrarono sessantasette liae Sabellae ; et ad peJ»s habebat
cardinali in conclave; ma tmnne duas magnas claves deargentatas, in
tientacinque, gli altri tornarono al- signum o(fioii marescalli concia vis."
le loro case, e solo nel dì scguen- Riterisce il Rutti a p. 34^^ àìQ il
Ai AR 7.8:

prìncipe d. Giulio avrebbe \oluto ta del conclave, per poterla aprire


trasmettere anche ai suoi eredi la e serrare secondo le uigenze , ed
carica di maresciallo di santa ro- ogni volta eh' entrano i signori car-
mana Chiesa, custode del conclave, dinaliche vengono di fuori. Intan-
per cui diede una supplica a Cle- to avanti il suo palazzo a piazza
mente XI, acciò gli accordasse un Colonna si pose in ordine la sua
breve facoltativo di poter nomina- compagnia di cento uomini fatti

re alla suo erede, che


dignità il arrolare e vestire di panno turchi-
avrebbe scelto dentro il quarto gra- no a proprie spese del nominato
do de' suoi congiunti, col cognome principe coi loro uffiziali. Andò per
ed arma de' Savelli cioè uno di , servire sua eccellenza una compa-
casa Sforza; ma il Papa non cre- gnia di tutti i pescivendoli vestiti

dette esaudire il principe nella do- a gala colle bande di taifettano


manda. Ecco che in vece succedono bianco e turchino, e pennacchi bian-
i marescialli della nobilissima fa- chi ai cappelli lutti bordati ; susse-
miglia Chigi (Vedi). guentemente veniva la compagnia
XIX. Auguste Chigi principe di composta di coronari, e poscia una
Farnese, fu il primo maresciallo altra del rione della Regola, e que-
perpetuo di questa insigne prosa- sti tutti assieme procedendo il gon-
pia, come ricavasi dal Polidori suo falone colle arme di sua eccellenza,
biografo a p. 49*^' ^^^^'la il Ratti, avendo distintamente ciascuna com-
loco citato, ed il Novaes nel t. X, pagnia la sua bandiera col suo al-
p. 64 delle File de Pont. Dappoi- fiere,ed ordinatamente si partiro-
ché Clemente XI, con breve de'^S no dal suo palazzo, e andarono per
marzo 17 12, ne investi d. Augusto tutta la strada papale a s, Pietro
figlio di Agostino, il quale era ni- per montare la guardia nel quar-
pote ad Alessandro VII, conferman- tiere particolare del signor princi-
do però in esso la soppressione il- pe, che sta alle sCale della basilica
lius curiae pmefatae, ejusque offi- vaticana ". Nel nunaero 68 1 poi
cialium afel. ree. Innoceniio PP. X dello stesso Diario y raccontandosi
praedecessore nostro per smini chiro» il solenne Te Deum cantato nella
grafum die VII (iprilis i652 edi' chiesa di Araceli per l' esaltazione
tum factam^ etc. La prima volta che del romano Innocenzo XIII, si dice
il principe Augusto esercitò l'uffizio, che il Papa nel giorno vi si portò
fu nel conclave per morte di Cle- a visitarla, e che le balaustre del
mente XI, ed eie/ione d' Innocen- Campidoglio erano ornate di ven-
zo XllI, in cui entrarono i cardi- totto bandiere dei rioni di Roma,
nali nella mattina de' 3 1 marzo. A e quella del maresciallo era itial-

p. 19 del n. 58o del Diario dì berata vicino al cavallo, come nel


Roma di quell'anno, si legge quan- di del possesso de' Pontefici. Il Cec-
to segue. » Alcuni cardinali tor- coni a p. 694 del Diario isterico

nnrono ai loro palazzi, ed altri ri- narra ciò che fece il maresciallo
masero in conclave. Il dopo pran- Augusto Chigi nel conclave del
zo r Ecc.mo sig. d. Augusto Chigi j7'24 tenuto per l'elezione di Be-
maresciallo di s. Chiesa si portò in nedetto XIH. Nel maresciallato del
carrozza al suo appartamento de- principe Augusto Chigi , Clemente
stinatogli in s. Pietro vicino la por- XII con sua bolla abofi T arrola-
a8G MAH MAR
mento eie' soldati, die si prendeva- legno inargentata alla sinistra, di
no dai feudi, ed a ([uesto sì supplì un palmo di liinghezra, legate alla
V tuttora si supplisce con una com- sotiiinità con un cordoncino di se-
pagnia di granatlieii delle milizie ta cremisi ed oro con un piccolo
pontificie.Poiché la presidenza de!- fiocco, allusive alla dignità di ma-
le armi appena seguila la morte resciallo ; e queste due chiavi si

del Pontefice, destina una compa- sogliono dai marescialli porle late-
f»uia di granattieri per il servizio Talmente alle loro arme gentilizie,
del conclave, e dalla stessa si spe- così alle medaglie che fanno co-
disce subito la guardia al palazzo niare.
<lel maresciallo. Noteremo qui, che XX. agostino Ghfgi principe di
il maresciallo, in sede vacante no- Farnese, figlio del precedente. Be-
nìina quattro capitani che assisto- nedetto XIV con breve del primo
wo giornalmente alle ruote: In loro settembre 174^ lo die per coadiu-
imifbrrae è turchina bleu con filetti tore nel maresciallato al genitore,
Quan-
Ijianchi e spalline d'argento. alla cui morte dovea goderne pie-
fo alla guardia del palazzo del ma- namente la dignità sua vita du-
rescialk) cessa quando il medesimo rante : questo breve e quello di
si reca ad abitare presso il concia- Clemente XI si leggono nel Cata-
\e ; e compagnia di linea, di cui
la lani, Coniment. in caerem, S. R.
ritiene comando, dando persino
il E. p. 18, n. 9. Nella storia mss.
il moto d'ordine, forma il suo del conclave per morte di Benedet-
qiiartiere sulla piazza del Quirina- to XIV, a' 4 g'^gno 17^8 si rife-
Ji- (ove dal iS^S si tiene il con- rìsce, che in quel giorno perla
clave), presso le scuderie pontificie; prima volta il principe d. Agosti-
mentre il quartiere della reale guar- no, maresciallo del conclave, in
iiito della guardia civica, continua forma pubblica con quattro car-
n fare il suo servigio. Venuto a rozze a coda, accompagnato dalla
morte il principe Augusto , il suo guardia svizzera, era uscito dal suo
cadavere con pompa funebre fu quartiere, e andò sino alla chiesa
rondotto nella chiesa di s. Maria di s. Maria in Traspontina, sin
del Popolo, vestito da religioso dei dove cioè distendevasi la sua giu-
Yuinimi di s. Francesco di Paola, risdizione, dopo di che ritornò in-
con un cordone rosso sulle gambe, dietro per ritirarsi nelle sue stan-
ai quale erano legate due chiavi ze. Tale funzione si disse non es-

di legno distese vicino ai piedi ; e sere stata che in


fatta se non
nello stemma della famiglia, posto tempo del principe Savelli, ultimo
sopra la porta della chiesa , sotto maresciallo del conclave. D. Ago-
la corona si vedeva il padiglione stino morì a' 29 dicembre i 769.
colle chiavi incrociate, come fami- XXI. Sigbmondo Chigi princi-
gliache avea avuto un Papa, ed pe di Farnese, figlio di d. Agosti-
anche sullo stemma inciso sulla cas- no. Clemente XI li con suo breve
sa di piombo; inoltre, un palmo lo dichiarò successore al padre,
sotto* i piedi del cadavere esposto secondo il Cancellieri, Notizie dei
in chiesa sfavano altre due chiavi, conclavi, p. ^3. Ma il Novaes
con la mappa all' ingiìi, una di meglio informato della storia di
legno dorata alla destra, V alti^ di casa Chigi, nel t. I , p. 88 delle
.

MAR MAR 287


Dìssert. all' ìntrod. alle vile dei equi et midi de mareslalla higrn
Pont. , dice che d. Sigismondo ot' siifìt XXX, Ttem, sttnt de besfiis
tenne la digiiilà a'5 gennaio 1770 marestalle nygre, ec. All'articolo
da Clemente XIV, e che gli fu Mazzieri del Papa abbiamo del*
sospesa 179F da Pio VI , e
nel to degli antichi famigliari pon-
mon in Genova. tificii detti albi e nigri , (^oìse dalle
XXII. A^o stin Chigi principe di /estiche indos'savano. Il Macri al
Farnese, attuale maresciallo perpe- vocabolo Mareschalus^ spiega pei*
tuo di s. romana Chiesa, custode cavallerizzo soprastante ai cavalli,
del conclave, Per morte del di lui e che il titolo di maresciallo è in
genitore d. Sigismondo, Pio VI molta stima presso diverse nazio-
nel 1793 gli conferì la carica di ni, dicendo pure, come abbiamo
maresciallo, e nella di lui morte, ancor noi notato di sopra , che
pel conclave tenuto nel monastero nell'ordine gerosolimitano si chia^
di s. Giorgio di Venezia , si recò mò maresciallo il generale del-
in questa città ad esercitarvi l'uf- l'esercito terrestre. Aggiunge che
fìzio, e nel marzo 1800 ne usci in alcune scritture antiche si legge
eletto Pio VII. Questo rispettabile Maristnllus^ il qual vocabolo paie
personaggio, di cui parlammo al più corretto e più conforme all'of-
citato articolo Chigi, esercitò anco- fizio ed alle voci sassoni ,
perchè
ra il maresciallato decorosamen- Mar significa il cavallo, Stai hi
te in tutti i seguenti conclavi che stalla. Si legge nella vita di s. Lo*
ebbero luogo per le elezioni di renzo vescovo Dublense: Beati vi*

Leone XII 1823, di Pio Vili


nel ri Maristallus totui covruptus cor"
nel 1829, di Gregorio XVI nel pore miserabilità r in flatus erat. Nel
i83o-i83i, e di Pio IX nel 1846. Hierolexicon del medesimo Macri
All' articolo Famiglia pontificia. la voce Maristallus seu MarescaU
dicemmo che nell' Ordine romano chuSj si spiega stabuli praeposiUis.
di Cencio Savelli camerlengo del Illustrando il Marini, Archiatri
secolo XII vi sono mentovati i t. II, p. i4, un documento del
Mareschellus eqiiorum alborum 1278, cioè un istromento col qua-
Nel ruolo che ivi riproducemmo le il comune di Viterbo si obbligò
di Nicolò III eletto nel 1277, tra a più cose in favore del suddetto
gli uffiziali è nominato frafer Jo- Pontefice Nicolò IH, nel caso fosse
liannef! tnarcscalcìis marestalle ; andato a dimorare in quella città,
nella categoria Maresc(dla alba promette di dare unum hospitium
sono nominati sette individui, fra Marescalco justitiae, ac aliis Ma^
i quali Ay re de niarestalla nygra^ rescalcis marescallae equorum suo-
AiUus qui servii de sporta, et Pe- rum D. PP. Quindi soggiunge,
tronus porterius .Quindi tra gli il ruolo di NicolòIII, di sopra da

cffìciaks , si legge Marcscalcus


: noi rammentato, ci ha conservato
jmtiùae XV et XX de grafia j Ma- il nome di uno di questi mai'escial-
rescaleus marestalle. Nei calcoli li della marescalcia de' cavalli, la
poi di tutta la ftimiglia di Nico- quale era divisa in bianca ed in
lò III, trovasi Eqai marestalle : nera, ed è fr.Giovanni di cui fi
albe XX. Ttem sunt in eadeni
siint menzione nel 1282
Martino IV^
viarfistalla muli et mule IX. Iten\ che lo appella Maresciallo della
, -

MAR
famiglia ponlificia. Serviva poi e pcrh ne' medesimi statuti si pre-
questo Papa in tal posto, insieme scrive che Marescalchi et officia
con fr. Giovanni, anche un Simo- les dn. senaton's non capiant nec
ne de Genuliaco. Anche il Garam- capi faciant aliquem post tertiuni
pi afferma che Marescalci mare- sonwn campanae, nisi esset homici-
scallar. equorum^ aveano anticamen- da, latro publicus, vel persona in-
te ingerenze sulla stalla pontificia. finiis, diffìdatus, condemnatus, vel
Dai marescialli uffiziali della corte apodixatus. Reperlum autem queni-
e scuderia de* Papi, passiamo a cunique in fragranti crimine per
parlare dei marsscialii del popolo marescalcum, liceat ìpsi marescalco
romano. lune talcni capere, et captuni du-
L'Araidenio nella sua Relazione cere ad Capilolium sine pena. E
scrive che in Campidoglio vi è un al titolo de officio marescalcorunt
magistrato di quattro marescialli. curiae Capitola : Marescalci carne-
Questi che per Roma tenevano al- rae Capitola faciant soliciter et di-
quanto comando, comandavano
di ligenter execuliones, et alias per se-
)a gente armata in campagna ; ma nato rem et e/' US judices commiclen-
clojK) che r arbitrio di pace e guer- das, et per Urbem etextra discur-
ra passò totalmente nelle mani dei rant vicissini die noctuque cum
3'ontefici, non si conferisce più a arnùs rimari faciant latrones, dif-
cavalieri atti alla guerra, se non fidatos, et lioniicidas, personas et

a putti figliuoli di gentiluomini : è ìnfaniatas prosequan-


conqairant,
rimasto solo il nudo nome senza tur, et coniprehendant. Iteni scm-
effetto. 11 Gaiampi a pag. 89 del- per, duni jus redditur in palalio
ie sue Ossen'azì'oni , narra che Capitola, et semper duni requirant
negli antichi statuti di Roma si de die et de nocte, teneantur cor-
prescrive che l' eletto senatore, il rect. (coretto, armatura del petto ),
quale dovea forense, cioè
esser hacilect. et cirothecas de ferro re-
forastiere, si conducesse seco in tinere. Item inhibenius dictis ma-
Roma e tenesse continuamente sex rescalcis, quod tempore quatrage-
jf'udices prò asseclaniento, due dei simae ab illis, qui sunt ultra pon-
quali vocentur collaterales quo- ,
tem s. Petri in civiiate Leonina, et
rum legum doctor
uterque sii , in aliis locis consuetis, nihil exi-
duos marescalcus, qualuor nola- gant ; possint marescalci
tamen
rios nialeficiorum , et unum no- predicto tempore petentibus conce-
iarium Marescalcus quatuor
etc. dere portationem arntorum per di-
socìos indutos secum de una rau- ctam civitalem Leoninam usqnc ad
ha, ydoneos et suffìcientes oclos ; portam Ugni s. Petri, videlicet ad
familiares domicellos indutos de pontem j prò qua concessione liceat
partuta vel virgata (cioè de pan- dictis marescalcis recipere a pe-
no partito vel virgato) etc; et di- tentibus unum Ancliontanum et non
ctus senaf.or conducere debeat 20 plus. Folumus tamen, quod pre^
equos armigeros valorìs i5 fior, dicti marescalci tempore indulgen-
auri prò quolibet equo, coniiputa- tiarum quadragesimae, peregri-
et
tis equis marescalcorum et cavai- nis ultramontanis arma non aufe-
caniium. Questi marescalchi erano rant, ncque tollant ; et si contra
ministri ed esecutori di giustizia ; predicta comnnserint, solvant poe-
MAR MAR 289
nani X lihr. provisinonini sena- alla confraternita di s. Girolamo
tus prò qualibet vice, et scyndicus della Carità in vantaggio de'poveri,
teneatur de predictis scyndicare come prova il suo breve prodotto
eosdeni. Per altro è da osservarsi, dallo Scannarolo, De visitatione car-
che l'oflQzio di questi marescalchi ceratoruniy benché monsignor Gior-
non era punto infame, e che anzi gi nellaFita di Nicolò dica che V
Gonferivasi al secondo ordine dei soldanato fu sospeso dà
l'uffizio del

cittadini, detto de mìliti o òeca- s. Pio V. Si può vedere il Catala-

valicrotti, eh' era inferiore soltanto ni, Caerem. S. R. E. p. 128, §


a quello de' magnati e baroni. Al- XX. All'articolo Famiglia Pontificia
lorché si eleggevano, doveansi sce- notammo, che tra quelli che go-
gliere da tutti i rioni di Roma devano dal palazzo apostolico la
sex boni et probi viri de meliori- parte di pane e vino, si compren-
hjuSi quos electores scient et pote- deva il soldano di Tordinona. Nel
rai it^ qui omnes sint cav aliaroctij possesso di Leone
i5i3 si X nel
e di tutti questi insieme facevase- legge Projector pecuniae fuil per
:

ne nuora scelta, e a voti secreti Urbani d. Ferrandus Porretliis cle-


approvavausi quelli che rimaner ricus camerae, qui quiim admone-
dovevano Marescalchi curiae Ca- retar, ut eas pecunìas darti proji -
pitola. ciendas aut soldano, aut marescal-
Il Cancellieri nella raccolta del- co, prout in ordinario, aut datario
le relazioni à& Possessi de' Ponte- Papae, prout de consuetudine, tur-

fici, ci dà le seguenti notizie sui batus est dicens pertinere ad cleri-

marescialli. La prima volta che se cos camerae, quod non est venim,
ne trova menzione è nel possesso et sic ipse voluit projicere. Nella co-
d'Innocenzo Vili nel i4^4> ove ronazione e possesso di Pio IV nel
si dice che dopo i Caporioni i56o, coi magistrati di Campidoglio
( Vedi), e prima del decano della v'intervennero i marescalchi vestiti

rota, procedeva a cavallo Filippo di velluto paonazzo. Neil' ingresso


canonico bolognese scudiere del Pa- trionfale che nel 1571 fece in Ro-
pa, maresciallo o soldano della cu- ma M. Antonio Colonna, essendo-
ria romana, Maresciallus curiae^ vi intervenuti i magistrati del po-
Soldanus niincupatus, equester dna polo romano, appresso ì sindaci e
scarsellas , sives saccos monetae, gli scriba, e avanti ai caporioni, pro-
e ne' luoghi soliti ed altri li git- cedevano i marescalchi o mare-
tava al popolo, che occupandosi a scialli del popolo romano, M. An-
raccogliere il danaro faceva largo tonio Jacovacci, Tiberio del Ca-
alla cavalcata. Quanto al soldano, vallero, Orazio Alberini, e Cesare
il M.QVt\\^\, De presbiterio p. 877, Ridolfi, con robone e casacche di
riportaun motu-proprio di Giu- velluto turchino, calze di velluto
lio II, i5o7 dichiarò sol-
che nel incarnatino, a cavallo, con due staf-

dano un suo familiare, e alla p. fieri per uno, con calze a oro, e
268 che questa dignità
avverte, borriccio di panno rancìato, con
essendo divenuta venale, era posse- liste di velluto turchino e giallo,-

duta dalla famiglia Capodiferro, con fratìgie di taffettà rosso, ber-


ma che poi fu estinta da Gregorio retto di velluto turchino con fet-

XIII, che ne assegnò il provento tuccia ranciata bianca e fodera


990 MXK MAR
gialla, Pel possesso di Gregorio XITl palliolo ad
crura protcnso , ad
nel 1572, Marescialli popidi erant bracìàa aperto, et ad humeros ni»
induti calìgì.f rasi albi, et capu- goso ex serico villoso violacei co»
tiis de velluto violaceo; quorum loris argentea tela suffidto, et pi-*
omnium (compresi gli altri magi- leo nigrò sericeo e ristato, et gem^
strali
)
Jamuli hahebant caligas de mìs ornato. Ed erano, Girolamo
raso cr emesino, hir reta de velluto Venusto per la regione Monli, Gio.
e/usdem colorisj et cappas cum li- Camillo Zaccagni per quella di Cam-
stis mixtis de velluto simili, et te- po Marzo, Serafino Cenci o Cecio
letta auri. Pel possesso di Grego- per la Regola^ ed Alessandro Fic»
rio XIV nel iSgo, si dice che il tricius seu Fittrice prò regione Ca*

Papa fu corteggiato, officiales pò- stelli: dopo di essi cavalcava il prio-


pulì rom. marescialli nempe re- re de' caporioni. I medesimi quat-
gionum, incominciando dal Campi- tro nobili giovanetti marescialli, nel
doglio, ove incontrarono il Ponte- i6o5, pel possesso di Paolo V ,
fice i signori mprescialli, cioè Set- cavalcavano dopo gli uditori di rota,
timio Fabi pel rione di Ripa , M. seguiti dai caporioni, vestiti nobil-
A. Evangelista pel rione di Cam- mente con stivaletti bianchi, calzet-
pitelli Lepido Cataldi per Pigna,
, te di seta bianca, e cosciali alla
Gio. Marco Grifoni per Trevi, ve- spagnuola di trine d'oro, con cap-
stiti con giubboni e calzoni di te- potti di drappo lionato tessuto eoa
la d'argento trinati d'oro, cal- oro, foderati di tela d'oro, con ber-
zette di seta e scarpe bianche, spa- retto di velluto, e pennacchiere
de, staffe e ornamenti dei cavalli bianche, ornate di molte perle, so-
dorati, cinte di velluto ricamate pra generosi cavalli. Nel 1621, pel
d' oro, e berretto di velluto nero possesso di Gregorio XV, cavalca-
con piume bianche, e molte perle rono //^ marescialli induti caputiis
e gioie, sopra graziosi destrieri con velluto violaceo j e nel 16443 per
selle di velluto trinate d'oro : li se- quello d'Innocenzo X, IF mare-
guivano i caporioni. Nel possesso scialli S. P. Q. R. XIF capita re»
d'Innocenzo IX del 1^91, cavalca- gionum urbis sub vestibus albis ex
vano appresso agli uditori di rota, lama argentea, et rubonibus amplis
ium magislratus Pop. Rom. idtst villoso rubeo decorali. Nella descri-
IV pueri, marescialli vocati, cum zione del possesso preso nel 17?.!
pallio holoserico coloris violacei, da Innocenzo XIII romano, evvi
ihoracCj et caligis albis serico, et pure quella del solenne Te Deuni,
argento contextis. Li seguivano i ca- cantato in Araceli, e come notam-
porioni. Nel 1592 prese il possesso mo di sopra, le balaustre dei pa-
Clemente Vili, e nel consueto luo- lazzidi Campidoglio si ornarono
go procedevano i marescialli con con ventotto bandiere dei rioni, e
cappotti di velluto paonazzo fodera- quella del maresciallo stava inalbe-
ti di tela d'oro. Si legge pel pos- rata nel mezzo delia piazza del Cam-
sesso di Leone XI, nel i6o5: An- pidoglio e vicino al cavallo, nel
te capita regionum equitabant qua- medesimo modo che slavano nel
tuor pueri, quos maresciallos Pop. giorno del possesso. Siccome dopo
Rom. vocant _, sago et caligis ex Innocenzo X, nelle relazioni delle
serico albo argenteo contextis^ cum pompe de' possessi non si fa [hu
,

MAR MAR 291


menzione mnre-
del magislralo de' esacerbati, fosse di nuovo ammesso
scialli del popolo romano, sembra nella buona grazia del re di Spa-
dunque che la bandiera del mare- gna; quindi a'27 maggio iGyS lo
sciallo fosse quella del maresciallo creò cardinale prete del titolo di s.

del conclaTe. Bernardo alle Terme, legato di Fer-


MARESCOTTI Rawiero, Cardi- rara, e poi nel 1679 vescovo di Ti-
nale. Raniero, che alcuni vogliono voli, dove comparti a quella chie-
della nobile famiglia Marescotti di sa insigni benefizi , e tra gli altri
Bologna, nelle tempora del
ii44> fabbricò ilcoro di noce pei cano-
Lucio II lo creò cardinale diacono nici , abbellì la cappella di s. Lo-
de'ss. Sergio e Bacco, diaconia che renzo di pietre colorite e di altri
nitridicono occupata dal cardinal ornamenti , e riformò il con
clero
Gregorio Tarquinio. Fu rinomatis- nuovo sinodo. Nel fondò in
17001
simo per iscienza e letteratura, e quella città un monastero per le
mori nell'anno stesso in cui fu pro- monache di s. Elisabetta, alle quali
mosso al cardiunlato. nel 1712 donò tutte le più belle
MARESCOTTI Galeazzo, Car- e preziose suppellettili della cap-
dinale. Galeazzo Marescotti d' una pella. Alla cattedrale donò cinque-
delle più nobili famiglie e più an- cento scudi, coU'obbligo di un an-
tiche di Roma, molto considerato tra niversario in suffiagio dell'anima
i prelati del suo tempo per le egre- sua, ed eresse alcune cappellanie
gie qualità, che sopra gli altri lo diportandosi tutto da degno e
in
facevano risplendere, dopo essersi Nel 1684 rassegnò
sollecito pastore.
esercitalo in tempo di Urbano Vili ad Innocenzo XI il suo vescovato,
ne' governi dello stalo ecclesiastico colla facoltà di poter conferire i
e tra gli altri in quello della città benefizi di quella città e diocesi
di Fano, passò a Malta colla cari- spettanti alla dateria. Crebbe l'esti-
ca d' inquisitore, che da lui eser- mazione eh 'erasi guadagnata, allor-
citata con lode venne richiamato a ché si udirono i di lui savi e gravi
Roma, e da Alessandro VII a* 26 consigli nelle congregazioni cardi*
maggio 1666 fallo assessore del s. nalizie,talmente che nel conclave
ofhzio. In seguito fu spedito nunzio per morte di Innocenzo XII poco
»lla di Polonia, dove ebbe
corte mancò che non fosse sublimato al
commissione dì adoperarsi con im- pontificato, a cui lo bramava un
pegno, sebbene indarno, affinchè il gran numero di cardinali. Il con-
duca di Lorena innalzato fosse a tinuatore del Fleury dice che eser-
quel trono; ma attiaversato nelle citò la carica di segretario di stata,
pratiche dal cardinal Bonsi ministro e che nel 17 15 rinunziò tutti ì
di Francia in Roma, non potè ve- suoi benefizi e le pensioni, per pas-
nire a capo del suo intento. Cle- sare rima neate de' suoi giorni in
il

mente X lo trasferì alla nunziatu- un Nel Diario istorico del


ritiro.
ra di Madrid, ove efficacemente si Cecconi a p. 720 si legge, che tro-
adoperò affinchè il cardinal Paluzzo vandosi il cardinale a letto per la
adottato per nipote dal Pontefice, sua avanzata età di 97 anni in ,

che in Roma
avea avute gravissime una domenica di giugno Benedet-
controversie cogli oratori de' prin- to XI II in forma semi pubblica ed
cipi, contro di lui gagliardamente in sedia si recò a visitarlo, e si
29^ MAR MAR
trattenne considerabile spazio di Mesopotamia, situata presso Mos-
tempo in colloquio. Trasferitosi poi 8ul, de' nestoriani e giacobiti. Gia-
il Papa nella cappella del cardi- como fu vescovo nestoriano di
nale, ammise al bacio del piede Marga, come pure lo fu Abramo
la duchessa d'Acquasparta, la prin- di Beth-Garme, innalzato poi alla
cipessa Ruspoli , e la duchessa di dignità di cattolico ; Barbadbescia-
Gravina Orsini sua nipote. Mori ba poi giacobita, sedeva nell' 8 8. 1

dopo 5i annodi cardinalato, tito- Oriens christ. t. II, p. i32i e i588.


lare di s. Lorenzo in Lucina nei , MARGHERITA (s.), vergine e
1726, e fu sepolto nella chiesa del martire. Figlia di un sacerdote de-
Gesù con onorevole elogio. Fu que- gli idoli, ed ammaestrata dalla sua
sto cardinale uomo di gran sapere, balia nella religione cristiana, di-
di singoiar prudenza di piena e- , cesi che lo stesso suo padre fu il

sperienza, d'incorrotta giustizia, di di lei accusatore, e ch'ella dopo aver


mirabile intrepidezza, somma pietà sostenuto diverse torture, consumò
e zelo ardentissimo per l'onore di il suo sagrifizìo sotto la spada.
Dio e della Sede apostolica. Inter- Leggesi negli antichi martirologi
venne a sei conclavi. che questa santa fu martirizzata
MARESFELDIO o MARLE- ad Antiochia di Pis;idia nelTultima
SFEILD Guglielmo , Cardinale. persecuzione generale. Ella è no-
Guglielmo Maresfeldio o Makle- minata nelle litanie che trovansi
sfeild, nato di nobilissimo lignaggio nell'antico Ordine romano, e nei
in Cantol^bery, o in Conventry se- più antichi calendari de' greci. Si
condo Godwino, vestì l'abito do- assicura che il suo corpo è custo-
menicano, nel quale ordine si di- dito a Montefiascone in Toscana.
stinse non meno nella prudenza e Questa santa è una dei patroni
santità della vita, che nelle facoltà tutelari Cremona, e la sua fe-
di
teologiche e filosofiche, neWe quali sta si celebra ai 20 di luglio.
fu eccellentissimo professore dell'u- MARGHERITA (s.), regina di
niversità di Oiford col nome di Scozia. Pronipote di s. Eduardo
dottore inclito^ essendo prima stE^^o III il Confessore^ re d' Inghilter-

baccelliere in quella di Parigi. Be- ra, e nipote di Edmondo li so-


nedetto XI, a' i8 dicembre i3o3, prannominato Costa di ferro^ era
Io creò cardinale prete di s. Sabi- figlia di Eduardo fratello di que-
na, ma tuttora rimane incerto se st'ultimo, e di Agata sorella della
morisse prima o al più poco dopo regina d'Ungheria, o secondo altri
ricevuta la notizia di sua promo- nipote dell'imperatore Corrado il

zione, ed ebbe in Londra onore- Salico. Fuggendo con suo fratello

vole sepoltura. Il Pio afiferaaa che Edgaro dall' Inghilterra ,


per le

morì prima di sua promozione e vicende del regno, approdò con


che fu sepolto nella chiesa de' do- esso in Iscozia, dote il re Mal-
menicani di Lovanio. Scrisse alcu- colm HI cortesemente gli accolse,
ne opere , che il Torrigio registra e procacciò loro tutti i soccorsi
con questi titoli: Probleniata; Con- che dipendevano da lui. Marghe-
elusiones ordinar ias; Oratianes ad rita aveva appreso da' suoi più
clerum^ etc. verdi anni a disprezzare lo splen-
MAKGA. Sede vescovile della dore delle pompe mondaue, ed a
MAR MAR 2g5
riguardare i piaceri come il più nelle arti e nelle scienze. L'amor
pericoloso teleno Non trovava . delle lettere, dopo mitigata la fe-
contento che negli allettamenti del- rocia de* costumi, illuminò gli spi-
l'amore divino, che conservava e riti, li rese più sociabili e più at-
nutriva coll'escrcizio della preghie- ti alla pratica delle morali virtù.
ra e della meditazione, e nel con- Fece diverse istituzioni cui Mal-
solare e soccorrere i bisognosi. colm HI approvò, e delle quali assi-
Malcolm III edificato da tante belle curò la durata con savissime leggi.
virtù, e presane grandissima sti- Tra le belle virtù di cui Marghe-
ma, le propose di sposarla, ed a- rita era riccamente fregiata, ri-
vutone il consenso, Margherita fu splendeva sopra tutte la carità
maritata ed incoronata regina di verso i poveri. Non potendo le sue
Scozia nel 1070, essendo ella nel entrate essere sufficienti alle gran-
vigesimoquarto anno di età. La di sue hmosine ,
privavasi bene
sua saggia condotta la rese tanto- spesso di una parte di ciò eh' era
sto padrona del cuore del suo spo- destinato ai suoi propri bisogni.
so, ed ella si servì di tale ascen- Visitava frequentemente gli ospe-
dente per far fiorire la religione dali, liberava i debitori che non
e la giustizia, per j)rocurare la fe- potevano pagare, soddisfando per
licità dei sudditi, e per ispirare al essi, e sollevava le famiglie deca-
marito que' sentimenti che lo re- dute. Era non mettersi a
solita di
sero uno de'piìi virtuosi re della tavola che dopo aver dato a man-
Scozia. Iddio benedisse il matrimo- giare a nove orfanelli e a venti-
nio di Margherita e di Malcolm IH, quattro poveri ; e massime nell'av-
da cui uscirono sei figli e due fi- vento e nella quaresima, così il re
glie, i quali non degenerarono pun- come la regina ne faceano venire
to dalla virtù di quelli che aveano spesso fino a trecento, a cui di-
dato loro la vita. Una delle fi- stribuivano cibi eguali a quelli
glie, Metilde, meritò gli onori de- eh' eransi apparecchiati per la loro
gli altari. Sempre sollecita Mar- mensa. Tutti questi esercizi non le
gherita dell'educazione de'suoi fi- impedivano di vegliare e pregare
gli, non lo fu meno della pub- per lungo tempo sì in chiesa che
blica morale. Ella servissi egual- nel suo gabinetto. Oltre l'osser-
mente del ministero di zelanti ec- vare la più rigorosa sobrietà nei
clesiastici e dei rpagistrati per to- suoi pasti, faceva anno due ogni
gliere gli abusi e ristabilire la di- quaresime, nel qual tempo usava
sciplina.Colla sua prudenza e fer- straordinarie austerità. Malcolm III,
mezza riuscì finalmente a proscri- quantunque amasse la pace, fu 00-
vere la simonia, la bestemmia, l'u- strelto prendere le armi contro
sura, concubinato, i matrimoni
il Guglielmo il Rosso re d' Inghil-
mcestuosi, la profanazione delle terra, il quale avea sorpreso il ca-
feste, la violazione del digiuno, le stello d'Alnwick nel Northumber-
cerimonie superstiziose, e molti al- land, e ne avea messa a fil di
tri disordini. Ella inoltre si studiò spada la guarnigione; ma il re di
di rendere civile e colta la nazio- Scozia assediando questo castello
ne scozzese, ed accordò la sua pro- per ricuperarlo, restò ucciso con
tezione a quelli che si segnalavano suo figlio maggiore "Eduardo, nel-
!194 MAR MAR
l'anno ioqS. Margherita era di Andò con sua madre, originaria
già gravemente ammalata, e con d' Inghilterra, in pellegrinaggio a
gran fwvore disposta a rendere Gerusalemme, ove menarono en-
l'anima sua al Signore, quando trambe santa vita, poi a Betlem-
venuto dal campo il suo figlio me. Morta la madre, andò Mar-
Edgaro, gli chiese novelle di Mul- gherita la seconda volta in pelle-
colm III e di Eduardo. Temendo grinaggio a Mont-Serra in Ispa-
il principe di accrescerle il male^ le gna, donde recossi a Nostra Don-
rispose che stavano bene; ma ella na di Puy nel Velay . Credesi
indagando veramente quello che che di poi sia entrata nella re-
era, alzò gli occhi al cielo, e rin- ligione numastica appresso le ci-
graziò Iddio di averle mandato stcrciensi di Sauve-Beuoite, dove
negli ultimi istanti di sua vita mori nel secolo XII. Ivi è custo-
un' afflizione si grande che potesse dito il suo corpo, ed assicurasi es-
valere a purificarla de'suoi peccali. servisi fatti molti miracoli. E ono-
Poco dopo, invocando il divino rata il 4 di febbraio. Leggesi in
aiuto, spirò in età di quarantasette più autori che questa santa era
anni, quattro giorni dopo la mor- inglese, e tale è la tradizione del
suo marito, cioè il i6
te del re paese; ma ciò non pare accordar-
novembre logS. Fu canonizzata si coll'anlica sua vita, perchè sta
nel i25i da Innocenzo IV, ed in scritto ch'ella apparteneva ad una
vigore di un decreto emanato da onorevole famiglia d'Ungheria.
Innocenzo XII nel 1693, si cele- MARGHERITA da Cortona (s.).
bra la sua festa il io di giugno. Nacque ad Alviano nella Toscana,
La santa fu seppellita, giusta il suo e si abbandonò nella sua giovi-
desiderio, nella chiesa della Tri- nezza a tutto l'empito dei deside-
nità a Dumfermlin, dove con Mal- rii d'una corrotta natura, di guisa

colm avea fondato un monaste-


III che perdette anche il pudore na-
ro. Al tempo della pretesa riforma i turale al suo sesso. Ma una cir-
cattolici ne levarono in secreto le costanza, procurata dalla grazia
reliquie, come altresì quelle di suo divina, la ritrasse dalle sue sco-
marito, considerato esso pure come stumatezze. Essendosi i suoi occhi
santo. La maggior parte di esse fermati sopra un cadavere già mez-
fu trasportata in Ispagna sotto il zo consumato dai vermi , rico-
regno di Filippo II, che f ce edi- nobbe esser quello dell' uomo a
ficare una sontuosa cappella nell'E- cui erasi abbandonata. Commossa
scuriale per collocarvele. Il capo di da sì orribile spettacolo, aperse il

8. Margherita fu mandato in Iscozia suo cuore timore dei giudizi di


al

alla regina Maria Stuarda ; ma que- Dio, e divenne istantaneamente una


sta principessa essendo stata costretta verace penitente. Prostratasi ai pie-
a fuggire in Inghilterra, un be- di di suo padre, implorò il perdono
nedettino prese la reliquia e por- del dispregio che avea fatto de'suoi
tolla in Anversa nel 1597, dan- ammonimenti, e si mise a piange-
dola poscia ai gesuiti scozzesi di re amaramente giorno e notte le
Donai, nella chiesa de'quali si ve- sue colpe. Ella era allora in età
nera in una cassa d' argento. di venticinque anni. Volendo ripa-
MARGHERITA (s.), vergine. rare allo scandalo cagionato dai
MAR MAR 195
suoi disordini, recossi colla fune al distinse per fervore, per umiltà,
collo nella chiesa parrocchiale di per ispirito di mortificazione, per
Al Viano, protestando pubblicamen- un'ammirabile dolcezza. Ebbe una
te che si pentiva d'essere stala ad tenerissima divozione a Gesti Cro-
altrui occasione di peccato. Ritira- cefisso e alla santissima Vergine,
tasia Cortona, fece una confe^io- Quando dovea accostarsi a' santi
ne generale ad un religioso di s. ^agramenti, il dì innanzi non pren-
Francesco, e ferma nelle sue deli- deva altro nutrimento che pane ed
berazioni, non si lasciò abbattere acqua, e passava tutta la notte
dalle violente tentazioni da cui in orazione. Nel giorno poi di sua
venne assalita. Dopo tre anni di comunione pregava digiuna sino
prova entrò nel terz'ordine di s. a sera, ed allora non mangiava che
Francesco. Ella punì con aspre quanto era necessario per soslener-
macerazioni quello stesso corpo che si.Morta del tutto al mondo e a
avea altre volte servito alla ini- sé stessa, ella sospirava il momeu-
quilà, e dopo essere stata per ven- to di riunirsi suo sposo divi-
al
tilre anni un perfetto modello di no. I suoi desiderii furono alfine
penitenza, morì a' 22 di febbraio soddisfatti ; cadde malata e morì iu
1297. II Papa Leone X, provata età di ventott'anni il 18 gennaio
la verità dei miracoU fatti per di 127 i. 11 suo corpo giace nella cit-
ici intercessione, permise alla città tà di Presburgo. Quantunque non
di Cortona di celebrar la sua fé- sia mai canonizzata, se ne fa
stata
sta, ed Urbano Vili nel 1623 ne l'uffizio Ungheria, ed il suo
in
estese la permissione a tutto l'or- culto venne autorizzato con un de-
dite di Francesco; finalmente
s. ci'eto di Papa Pio II.
Benedetto XIII canonizzò la beata MARGHERITA MARIA ALA-
Margherita nel 1728. Il di lei COQUE (la ven. madre), religio-
coipo si conservò incorrotto, e sa della Visitazione. Nacque li 22
trovasi a Coi tona nella chiesa che luglio 1647, a Lauthecourt nella
prese il suo nome. La sua festa diocesi d* Autun da Claudio Ala*
,

si celebra nel giorno in cui accad- coque giudice di parecchie signorie,


de la di lei morte. e da Filiberta Lamyn. Le fu dato
MARGHERITA d'Ungheria (bea- al sacro fonte il nome di Marghe-
ta ). Figlia di Bela IV re d' Un- rita, ed ella vi aggiunse quello di
gheria, fu all' età di tre anni e Maria allorché entrò in religione,
mezzo mandata da' suoi genitori La sua infanzia fu quella d'un'a-
nel convento domenicane di delle nima privilegiata. Di quattr'anni
Vesprin, giacché essi l' aveano con- fu presa da madama di Fautrières
secrata al Signore per un loro sua santola, la quale non trovò dif-
"voto, prima ancor del suo nascere, ficoltà di formarla alla virtù. L'a-
li re fondò in appresso un mona- more alla purità, il gusto per l'o-
sterò dello stesso ordine iu un'i- razione, la più tenera divozione a
sola del Danubio, che oggidì si Gesù e alla Beata Vergine, rispleu-
chiama s. Margherita, ove la prin- devano fin d' allora in Margherita,
eipessa fu trasportala, e due anni Mancato a' vivi il padre suo, men-
dopo vi fece la sua piolessione, tr'ella aveva otto anni d'età, fu
«oé iu età di dodici auui. Ella ù pesta da sua madie nel mouaitero
«96 MAR MAR
delle dame di $. Chiara di Charo- proposizioni di matrimonio, che a»
Ics come pensionaria, le quali co- vrebbe anche aggradito per esser»
nosciute le felici disposizioni ed il piti utile a sua madre ma due osta-
;

fervore della pia giovinetta, la dis- coli si frapponevano un voto di ca-


;

posero di buon' ora alla sua pri- stità fatto nella sua fanciullezza, e
ma comunione. Poco dopo fu pre- il sentirsi veramente chiamata alla
sa da una malattia che i' addisse vita religiosa. Finalmente superati
per quattr'anni e la ridusse agli i sentimenti naturali, e molte dif-
estremi. Ricuperata la sanità, si ficoltà dal canto della sua famiglia,
studiò d' avanzarsi nella vita spiri- entrò nell istituto della Visitazione
tuale ; e già in età di tredici anni di s. Maria in Paray-le-Monial, il
«pendeva due ore il mattino ed al- di 25 maggio 167 1, e colle più
trettante la sera nel fare medita' sante disposizioni vi professò il 6
elione, digiunava tre volte la setti- novembre dell' anno appresso. La
mana, portava il cilicio, e dormiva sua umiltà, l'obbedienza, il suo a-
sulla nuda terra. Uè vennero tosto more alla povertà, all'orazione, al-
alle gambe delle ulcere ìì fiere che le austerità, erano tali da far ma-
non potè qasconderle. I rimedi riur ravigliare e da edificare ciascuno ;
scivano vapi ; ma Margherita aven- ma prima che fossero riconosciute
do aggiunto |e sue preci a quellq le sue virtù, i| Signore permise che
di sua madre, ne fu felicemente la sua serva provasse mille con-
hberata. Allora si risvegliò in lei traddizioni. Le superiore che si

I* inclinazione al piacere, e quell'in- succedevano nella casa ,


prevenute
dole gaia e gioconda che la prima contro le vie straordinarie per le
malattia aveva represso. Le sue con- quali suor Margherita Maria veni-
fessioni divennero meno frequenti; va condotta, di0idavano di lei e la
r amore che le mostrava la sua fa- trattavano duramente; frequenti e
miglia solleticò la sua vanità i ella dolorose infermità le cagionavano
volle gustare gli spassi del mondo, dei mali quasi continui ; il servigio
e un anno, durante il carnovale, 4i Dio non era sempre egualmen-
andò al ballo mascherata. Quer te accompagnato per lei da conso-
sta rilassatezza però non fu di |unr lazioni e dolcezze. Ma ella disposta
ga durata. Un infermità che op- a patire pel desiderio di rendersi
presse sua madre, e i cattivi trat- conforme a Gesù Cristo, acquistava
tamenti ch'ella ricevette dalie serve la sua forza nella comunione fre-
j
che frattanto divennero padrone quente, come pure nelle visite al
|
della casa, la ^chiamarono presto santo Sagramento, in cui passava
alla pietà. Quantunque la sua con- tutto il tempo che poteva. Un gior-
dizione fosse divenuta tale che a- no eh' ella era a pie dell' altare j

vrebbele sembrato meno penoso il tutta assorta nella considerazione


mendicare, tuttavia vi si adattò qon dell' immensa tenerezza di Gesù
grande pazienza e senza rancore ; Cristo verso di noi, egli le appar-
e le più assidue cure prodigò alla ve, e facendole comprendere qual
nnadre sua, il cui risanamento vuoi- fosse V amor del suo cuore per gli
si attribuire alle fervorose di lei uomini, le annunziò che l'avea
preghiere. Le belle prerogative di scelta per propagare il culto di
Margherita le procurarono delle questo cuore adorabile, ma che non
MAR MAR
297
vi riuscirebbe che per mezzo dei pa- Semursi unì a lei per onorare il sa*
timenti e delle umiiiazioni ch'essa ero Cuor di Gesù, e la sua casa di
avrebbe a soffrire. Nello stesso mo- Paray seguì questo esempio il ve-
mento le fece provare al costato nerdì dopo l'ottava della festa del
ed al luogo del cuore un dolore Corpus Domini dell' anno 1686.
che le durò per tutta la sua vita. La superiora con tutta la comuni-
E noto che al tempo in cui vive- tà si consacrò solennemente in tal
va suor Margherita Maria il sacro giorno a questo Cuore adorabile,
Cuore di Gesù non riceveva propria- e si risolvette di erigere una cap-
mente cullo pubblico nella Chiesa. pella in suo onore neJl' interno del
La santa religiosa , incaricata dal monastero, come fu eseguito. La
Salvatore di estendere questo culto santa religiosa, contenta di vedere
salutare, lo propagava in tutti i fhialmente adempiti i suoi desiderii,
modi che erano in poter suo; ma visse ancora quattr'anni, divenuta
abbisognarono parecchi anni per l'oggetto della venerazione delle sue
distruggere le prevenzioni delle re- sorelle; econsumata dalle austeri-
ligiose della Visitazione di Paray tà, pene che aveva provato,
dalle
contro la loro santa sorella, che e più ancora dal suo amore per
trattavano da visionaria , riguar- Gesù Cristo, morì in età di qua-
dando come novità le pratiche rantatre anni, li 17 ottobre 1690.
ch'essa inspirava alle novizie a lei Questa serva di Dio, di cui si è
commesse, e che cercava d* intro- invocata più volte l'intercessione
durre si aggiungevano le querele
: con felice successo, fu dichiarata
alle mormorazioni, e si gridava an- venerabile dalla congregazione dei
che allo scandalo. Margherita Ma- riti il 28 marzo 1824, e si pro-
ria sostenne ancora lo sforzo di segue la causa della sua canoniz-
questa tempesta colla stessa pazien- zazione. A' i4 gennaio 1845, a-
za che aveva mostrato in simili vanti Gregorio XVI, ed agli i i

circostanze. Frattanto il celebre p. agosto 1846, innanzi al regnante


de la Colombière della compagnia pio IX, furono tenute le congre-
di Gesù, che la serva di Dio con- gazioni de' riti sulle virtù della ser-
sultò, lungi dal crederla nell' illu- va di Dio, che il medesimo Pio
sione, trovò in lei un' anima di e- IX decretò constare l'eroico eser-
lezione, sopra la quale il cielo avea cizio di esse, al modo detto nel
-versato in larga copia i più pre- volume XLF, i4i del Di-
pag.
ziosi suoi doni. Egli non temette zionario , ut tulo procedi possit
di divenire suo discepolo e di se- ad discussioneiii triuiii miraculo-
guire anch' egli la divozione al sa- rum,
cro Cuor di Gesù, che raccoman- MARCO, Marguni. Sede vesco-
dò ed estese nel resto de' suoi gior- vile della Mesia, che Eutropio col-
ni che fini a Paray li i5 febbra- loca tra J^imìnaciiun e l' Aureiis
io 1682. Egli aveva contribuito a Mons. Questo vescovato della Da-
distruggere le prevenzioni che si cia Ripense sotto la metropoli di
avevano contro suor Margherita Sardica, nella diocesi dell' Illiria o-

Maria , le quali coi tempo furono rientale , fu eretto nel secolo IV.
interamente dissipate. La comunità Uno de' suoi vescovi, di cui s'igno-
delle religiose della Visitazione di ra il nome , ne occupava la sede
,

298 MAR MAR


a' tempi di Tcuclosio II. Orierts da quattro anni governava con in-
christ. t. II, p. 307. comparabile prudenza e zelo, e col-
MARGOLIESI Ponzio, Cardi- le armi alla mano si mantenne
nale. Ponzio de' conti Margoliesi nell usurpata giurisdizione. Onorio
fino dai suoi verdi anni vesti l'a- Il deputò il cardinal Pietro di
poi
bito monaslico in Cluny , dove es- Fontaine, e Ubaldo arcivescovo di
sendo abbile, Calisto il nel di- Lione, per fulminar 1'
anatema con-
cembre 120 i lo creò cardinale dia- tro Ponzio, quindi chiatnò a Roma
cono, menlrc il Papa soggiornava Pietro il venerabile e lo stesso Pon-
in quel monastero. Intervenne al zio a trattare la loro causa. Il se-
concilio generale di Laleruno I ,
condo oltre la contumacia che mo-
dove fasloso della dignità del suo strò in tale occasione, avendo sem-
monastero, capo della numerosa e pre ostinatamente ricusato di pre-
rispettabile congregazione clunia- sentarsi al cospetto del Papa , osò
cense, ebbe la temerità e la pre- dire non esservi autorità sulla terra
sunzione d' intitolarsi abbate degli che potesse scomunicarlo. Tuttavol-
abbati; ma dovette soffrire imme- ta Onorio II con somma benigni-
diatamente il rossore di sentirsi tà destinò altri in sua vece per a-
negato questo titolo , sul riflesso gire nel di lui nome, volle inten-
specialmente, che non poteva esso dere le ragioni di ambo le parti,
convenire che all'abbate di Monte ed esaminatele con diligenza, fece
Cassino, dal quale ogni ordine mo- dal vescovo di Porto promulgare
nastico d occidente riconosce la sua contro Ponzio sentenza di deposi-
origine, come fa osservare il p. Ma- zione da tutte le dignità, e di sco-
billon, lib. 72, num. io5 degli An- munica. Ricusato avendo di sotto-
fiali henedctiini. Divenuto insoffi'i- porvisi e di restituire all'abbate
bile ed e!»uso ai suoi monaci pel Pietro il monastero , fu rinchiuso
suo ambizioso dispotismo, era già nella ove
fortezza delle Sette sale,
stato costretto a rinunziare il gover- pieno di dispetto poco dopo mori
no di quel monastero a Calisto II nel 1125 o 1126. licitato p. Ma-
nel 1121. Trasferitosi in Palestina billon t. VI, p. 117, num. 97, nar-
con animo di passarvi il rimanen- ra questi fatti con tutte le parti-
te de' suoi giorni, colla sua ipocri- colarità, e riporta il sentimento di

sia si acquistò del credito piesso Orderico che con molta moderazio-
gli orientali, che lo ritenevano per ne descrive delitti di Ponzio. Anzi
i

uomo santo ed operatore di prodigi. il Cjacconio e l'i^ggs asserirono esse-

Ma nella cronaca cluuiaceuse si re morto Ponzio santamente, ed es-


legge invece, che Ponzio nel 1122 sere stato chiaro per integrità e
per alcuni negozi del suo monastero dottrina, per cui il suo nome si
si recò in Roma e spontaneamente legge registralo nell'antico marti-
rinunziò abbazia di Cluny a Ca-
1' rologio benedettino nel dì 29 di-
listo U. Certo è che passati due cembre che
col titolo di santo, in
anni, e pentito della rinunzia, re- conviene pure il Pagi , avvertendo
stituitosi in Francia, scortato da essere incerto e dubbioso quanto si
una masnada di banditi e malvi- scrisse di Ponzio. Il p. Bacchi ni
venti, cacciò Pietro detto il vene- nella Storia del monastero di Po-
rabile dal monastero di Ciuny, che lirofie ne parla con lode, dice che
MAR MAR 299
da abbate fu rispettato dalla con- tiessi oni. Succeduta la morte del
tessa Malilde, che si raccomandava Papa, egli fu 1' unico che atteso il

alle sue orazioni e a quelle de! la plauso universale della corte, dalla
congregazione cluniaceuse, cui donò iàmiglia del Pontefice defunto pas-
sacre suppellettili, vasi di argento, sasse in quella del nuovo Paolo V,
ed una croce ricca di gemme. Fi il quale altiesì si prevalse con van-
iialmente sulle ambigue qualità di taggio della di lui opera nell' im-
Ponzio \a letto quanto prò e con- piego medesimo in cui avea servi-
tra ne scrisse di hii il Cardella, lo Cletnente Vili. In seguito pose
Meni. ìslor, de* cardinali t. I, par. in lui tal confidenza, che gli affi-
I, p. i^Q. dò cura di scrivere in cifra, e
la

MARGOTTI Lanfranco, Car- premiandolo con splendida munifi-


dinale. Lanfranco Margotti o Mar- cenza, dopo tre anni a' 24 novem-
gozio, nacque nel territorio di Par- bre 1608, lo creò cardinale prete
ma, di genitori miserabili ed oscu- del titolo di s. Calisto, donde pas-
ri, de' quali se ne ignorano le no- sò a quello di s. Pietro in Vincoli,
tizie e il nome. Da giovinetto si e secondo il Personeui lo fece pu-
condusse in Roma dove ebbe la , re legato d'Avignone, ciò che per-
sorte d' introdursi nella famiglia sino il Fantoni tace, laonde è assai
del cardinal CinzioAldobrandini dubbiosa tal dignità. Nel 1609, due
nipote di Clemente Vili, e arri- mesi dopo la sua pixjmozione, fu
vato a poco a poco all' uffizio di fatto vescovo di Viterbo, chiesa
aiutante di camera, lo servi quin- che sempre governò assente a mez-
di quan-
in qualità di segretario; e zo de' suoi vicari pel breve spazio
tunque non molto inoltrato
fosse di due anni. Ad onta della bassa
nelle scienze, ciò non pertanto, con sua condizione, Lanfranco ebbe a-
maggior lode ed ammirazione, nel- nimo grande e cuore generoso, per
r arie e nella maniera di scrivere cui non solo gareggiava, ma di
e comporre le lettere non vi ave- gran lunga superava nella magnifi-
va chi lo pareggiasse neirespresMo- cenza e nello splendore i più nobi-
iii ed in modo che
de' concetti, li e distinti personaggi. Una breve
non poteva ne più propria,
essere malattia, contratta per una piaga
né più decorosa, ne più sostenuta che gli venne in un braccio, lo ridus-
la sua dicitura. Informalo Clemen- se alla tomba in Roma, a'3o novem-
te Vili della straordinaria abilità bre 161 I, in età d'anni cinquanlatrc
natur*ie di Lanfranco, dopo averlo non compiti, e fu sepolto nella chie-
preso pei- aiutante di camera o ca- sa di s. Pietro in Vincoli, dove si

meriere, lo promosse a segretario vede un nobile e splendido monu-


particolare. Dicemmo ali* articolo mento eretto alla sua memoria, so-
Letterato, che gli sfaccendati, gli pra del quale è collocata la di lui
ignoranti e non vor-
gl'invidiosi, effigie dipinta in tela dal celebie
rebbero ammettere che Dio dispeu- Domenichino e fregiata d'illustre
satore degl'ingegni, comparle i elogio.Giano Nicio Eritreo ne scris-
suoi doni a confusione de' super- se l'elogio nel t. I, p. 127 della
bi, anco a chi è di mediocre con- sua Pinacoteca^ e l'Amidenio stesso,
dizione, o non abbia fatto i rego- noto per la sua mordacità, nelle
lari studi, con altre opportune ri- vite Qìss. di alcuni cardinali, lo di'-
3oo MAR MAR
ce vìr piane dignus honore. Le pero. Si contavano quattro grandi
lettere del cardinal Margotti, scritte mnrgratiati nella Germania: il i."

a nome del celebre cardinal Bor- era quello di Brandeburgo, che ap-
ghese nipote di Paolo V e soprin- partiene al re di Prussia , laonde
tendente generale dello slato pon- i principi de'diversi rami di (juclla
tificio, furono stampate in Roma famiglia assumevano lutti il titolo
nel 1627, in Venezia nel i633 di margravio, e quindi si dicevano
e 1660, ed in Bologna nel 1697. margravi di Brandeburgo - An-
MARGRAVIO. Principe sovrano spach di Brandeburgo-Cuimbach
,

di Germania Vocabolo derivato dal- e di Bayreuth di Brandcburgo- ,

le voci tedesche march, che signi- Schwedt, ec. La Prussia ossia si- i

fica marca o frontiera, e ^raf^ con- gnori di Brandeburgo divennero


te o giudice, in idea di signore, margravi ed Elettori delV impero
che dall' impeiatore veniva incari- (Fedi) a' 18 aprile 1417. H 2."
cato di comandare
truppe ed am- le margraviato dell'impero era quello
ministrare la giustizia in suo nome di Misnia posseduto dall'elettore di

nella provincia confinante dell'im- Sassonia ; l'origine del quale mar-


pero. margravio era riguardato
Il graviato di Misnia risale al1127,
come un sovrano investito di tutte epoca in cui ne fu fatto margra-
le prerogative annesse alla sovra- vio il duca di Saxe-Coburgo e Go-
nilù. Questo titolo sembra dunque tha. Il 3." quello di Baden sino
avere In stessa origine che quello dai i3 giugno i i58, il cui sovrano
di Marchese (Fedi), come conti poi assunse il titolo di granduca,
di confine, al modo detto all'arti- ma tutti i principi della famiglia
colo AusTRfA, parlando della Marca continuarono a prendere il titolo
orientale o confine pannonico, per di margravi : al presente il fratello
cui presero margravi i
il titolo di del graiìduca, chiamalo Guglielmo,
governatori Davasi il
dell'Austria. è margravio, come lo è pure il di
titolo di margravio anticamente ai lui figlio Massimiliano. Il 4«" final-
signori o feudatari che possedeva- mente è quello della Moravia, che
no signorie chiamate margraviati, appartiene alla casa d'Austria. No-
cui gì' imperatori sceglievano per teremo che il duca d'Anhalt-Dessau
governare paesi , comandare le
i fu fatto margravio nel 11 34* F.
truppe e amministrare la giustizia, Germania ed Impero.
massime nelle provincie frontiere Il Langravio o Landgravio poi
de' loro stati. Al presentenon avvi è colui, che nel sacro romano ira-
che il margraviato di Moravia. Già pero avea grado di onore inferiore
l'Austria, come si è detto, fu mar- agli elettori, e superiore ai conti
graviato sino dall'epoca di Carlo e baroni : si disse Laadgraviato la
JNIagno. Ilmargravio inol-
titolo di dignità e il diritto del landgravio.
tre servi di distintivo ad alcuni Questo titolo è composto di due
principi sovrani della Germania, i parole tedesche, cioè land^ che vuo-
cui dominii si nominavano margra' le dire terra, e graf, conte o giu-
viali, e ne ricevevano prima delle dice. Anticamente si diede a quei
ullune politiche vicende l' investi- giudici che amministravano la giu-
tura dall'imperatore, ed aveano vo- stizia in nome degl' imperatori nel-
CQ deliberativa alle diete dell' ira- r interno del paese. La parola laud-
MAR MAR 3oi
gravio non sembra usata prima del glielmo vivente; della linea cadet-
secolo XI : qualche volta si trova ta vi è il langravio Ernesto ; e
distinta sotto il nome di Comites deH'Assia.Philipstal-Barchfeld, vi è
patiiae e di ComÌLes pvovìnciales. il langravio Carlo Augusto. Oltre
I langravi in ciò differivano dai ai nominati langravi, in Germania
margravi, ch'erano giudici in vece eranvi altri langravi, che però non
alle frontiere delle provincie. A erano principi ma solamente in
,

poco a poco il titolo di langravio grado eguale ai conti dell'impero ,


divenne ereditario/poichè coloro che contandosi fra loro i langravi di
lo possedevano si fecero sovrani dei Baar, di Brisgau, di Burgen, di
paesi, de' quali originariamente non Rletgow, di Nellenbourg, di Laus-
erano che giudici. Altra volta il senberg, di Sigow, di Stevaningen,
titolo di langravio si usava nel si- di Hulingen, di Sartgon, di Tour-
gnificato di eccellenza, verso prin- gow e di Valgow.
cipi sovrani dell' impero germani- Finalmente il Burgravio è titolo
co, possidenti per eredità signorie di dignità in Germania, che propria-
che appellavano j&fl/zgr^w/tìrfz o Land- mente significa governatore eredita-
graviali^ di cui essi avevano ricevuto rio di castello o città fortificata, poi-
l'investitura dall'imperatore. Prima ché la parola burgravio viene compo-
dell'estinzione dell'impero si annove- sta di due voci, cioè da biirg, che vale
ravano quattro principi di esso con borgo, città, fortezza, castello, e da
titolo di langravi ed erano quelli , graf o grave, che significa conte,
di Turingia, d' Assia, d' Alsazia, di li titolo di burgravio, dall'origine
Luxembourg. Luigi III possessore sua in Germania, davasi ad alcuni,
della grande provincia della Turin- cui gì' imperatori affidavano la di-
gia, compresa l'As-
nella quale era fesa d* una città o d' un castello.

sia, assunse il primo nel ii3o il Questi burgravi non avevano sem-
titolo di langravio, a motivo eh' e- pre la stessa incombenza, poiché ve

gli non avea il titolo di duca e , n' erano alcuni incaricati di certe
tuttavia si voleva distinguere dagli funzioni nella magistratura, mentre
altri suo esempio fu se-
conti. 11 altri giudicavano delle cause crimi-
guito nel iiSy da Thierry conte nali, altri infine della materia ci-

della bassa Alsazia, e nel ii86da vile in nome dell'imperatore o di


Alberto di Absburgo conte dell'alta chi gli avea istituiti. In seguito l'uf-
Alsazia. 1 langravi di Assia si di- ficio di burgravio divenne eredita-
videvano in Assia-Cassel , Assia- rio, perchè coloro che n'erano in-
Darmstadt Assia- Philipstadt, As-
, signiti si fecero nella maggior parte
sia - Hombourg, Assia-Reinfels-Rot- sovrani delle città di cui prima
temburgo. Il langravio di Assia- non erano che i difensori. Altra
Homburg, il solo langravio super- volta quelli che portavano questo
stite, divenne sovrano nel 1816, e titolo neir impero ricevevano dal-
tuttora porta il titolo di langra- l'imperatore l'investitura feudale
vio. Neil' Almauach de Gotha , delle città o de' castelli di cui e-
della linea sovrana di Assia eletto- rano burgravi. Un tempo se ne
rale, si nomi di tre lan-
leggono i contavano quattro in Germania che
gravi, cioè Carlomorto nel i836, avevano titolo di principe dell'iui-
Federico morto nel i837, e Gu- peroj burgiavì di Magdeburgo, No-
,

3n2 MAR MAR


riinberga, Stromberg e Reinelk. T visitarvi la sua cugina Elisabetta,
signori di Brandeburgo nel 1173 anch'essa incinta di s. Giovanni
a' 24 ottobre furono fatti burgravi Battista, il quale giubilò nel g»'etn-
ereditari di Norimberga : essi pre- brt della madre, a [pena udì la vo-
tendevano in tal qualità di arere ce di Maria che la salutava. Eli-
sopra questa città diritti che i ma- sabetta fu anch'essa allora investila
gistrati lor contendevano. La città dallo Spirito Santo, e pubblicò i

di Nimes nella Gheldria olandese, favori di Maria, che chiamò bene-


veggevasi anch'essa da un burgra- detta fra tutte le donne, la quale
"vio. penetrata da riconoscenza, lodò Dio
MAR! Lorenzo, Cardinale, V, col cantico Magnificat. Dopo aver
Lorenzo Cibo, Cardinale. Maria dimorato tre mesi presse E-
MARIA VERGINE e Madre di lisabelta, ritornò alla sua casa di
Dio. a moltissimi articoli di questo Nazareth. Essendo vicina al parto,
Dizionario, che riguardano la Bea- l'imperatore Augusto pubblicò l'e-
ta Vergine, si tratta di tuttociò che ditto con cui ordinò che lutti t

le appartiene , laonde qui com- sudditi dell'impero si facessero iscri-

pendiosamente accenneremo i prin- vere ciascuno ne' registri delle città


cipali tratti di sua vita. Il suo no- cui appartenevano. Giuseppe e Ma-
me significa signora o padrona o ria dovettero perciò recarsi a Bet-
stella del mare. Maria madre di lemme, come luogo donde traeva
Dio e vergine nello stesso tempo ^
origine la loro famiglia, ed ivi nac*
come principalmente dimostrò si que Gesù Cristo in una povera ca-
all'articolo Concezione Immacolata, panna, non avendo potuto trovar
della tribù di Giuda e della reale luogo ne* pubblici alberghi a mo-
stirpe di Davidde, nacque da Gioac- tivo del gran popolo che recavasi
chino ed Anna (Fedi), indi sposò a Betlemme. Di tale nascita gli
Giuseppe (Vedi), della slessa tribù angeli ne avvertirono subito i pa-
e stirpe, non per vivere con lui nel- stori, che recaronsi ad adorare il

l'uso ordinario del matrimonio, ma Bambino nel presepio. Pochi giorni


per avere in lui un custode della dopo i Magi venuti dall'oriente re-
TÌrginità, ch'essa avea conseciata a carono a Gesù oro, incenso e mir-
Dio fino dalla più tenera infanzia. ra. Giunto il tempo della purifica-
Dipoi l'angelo Gabriele in Naza- zione, quaranta giorni dopo il par-
reth e nella casa che ora venerasi ÌO3 secondo l'opinione più comune,
a Loreto (Vedi), per ordine di Giuseppe e Maria recaronsi a Ge-
Dio gli annunziò che diverrebbe rusalemme, per ivi presentare Gesù
madre del Messia, per opera dello al tempio, ed offrirvi il sagri fizio
Spirito Santo. Dapprima Maria sì prescritto dalla legge per la puri-
turbò a annunzio, ma rassi-
tale ficazione di una donna dopo il

curata bentosto, esclamò Ecce an» : parto, ed invece di ritornarsene a


cilla Domini, fiat mihi secundunt Nazareth si ritirarono in Egitto,
verhum tmim, e contemporaneamen- perchè Giuseppe era stato avvertito
te concepì, per virtù dello Spirito in sogno da un angelo, che Erode
Santo, Gesù Cristo (Vedi) vero avea designato di far perire il bam-
Dio e vero uomo. Poco tempo do- bino Gesù nella strage degr//2rtO-
po Maria recessi ad Hebron per centi. Dopo la morte di Erode
MAR MAR 3o3
Maria e Giuseppe si restituirono a che vi sieno sfati coni* rapora nei
Nazareth, non osando recarsi a Bet- scrittori, che opinarono essere Ma-
lemme , ove principalmente era se- ria morta e sepolta in Gerusalem*
guito reccicTiOj e perchè la città me; ma la Chiesa crede e celebra
dipendeva dal re Archelao figlio e la sua assunzione al cielo in corpo
successore del crudele Erode. Co- ed in anima, che si vuole seguita
stumando Maria e Giuseppe cele- alla presenza degli apostoli. L' im-
brare ogni anno la Pasqua in Ge- peratore Marciano e l' imperatrice
rusalemme, vi condussero Gesù al- Pulcheria, essendo bramosi di rin-

lora d'anni dodici, e smarritolo lo venire il prezioso suo corpo ,


per
rinvennero dopo tre giorni di pe- deporlo nella chiesa di Biaquerna
nose ricerche nel tempio, ov' erasi in Costantinopoli, ricorsero al ve-
fermato a dispulare coi dottori al- scovo di Gerusalemme Giovenale,
l'insaputa de' genitori quando ri- il quale rispose che la tomba della
,

tornava con essi alla patria. Maria Madre di Dio era a Getsemani
gli fece de' dolci rimproveri per presso Gerusalemme; laonde da quel
siffatta condotta, e da quel tempo tempo in poi , in Getsemani si è
in poi i'evangelo piìi non parla di sempre mostrato il di lei sepolcro
essa sino alle nozze di Cana alle , in una chiesa magnifica dedicata al
quali assistendo col suo divino Fi- suo nome. Altri moltissimi templi
glio, a questi fece osservare che ai furono eretti al culto di Maria, co-
convitati mancava il vino, e n'eb- me in di lei onore vennero istituite
be la risposta in apparenza alquanto moltissime feste, ordini e congre-
dura Donna, che avvi di comune
: gazioni religiose, confraternite ed
tra voi e me? La mia ora non è altri pii istituti. Si mostrano alcu-
per anco giunta. ne sue lettere a s. Ignazio marti-
Maria trovossi poscia in Geru- re, agli abitanti di Messina e di
salemme ; fu presente a tutta la Firenze, ma niuno dubita che sieno
passione di Gesù Cristo; lo seguì supposte. I critici avvertono doversi

sul Calvario e sì fermò ai piedi dubitare sulla autenticità delle sue


della croce con eroismo materno, reliquie, come spoglie, abiti ed al-
ofifrendo il divin Figliuolo all'eterno tri oggetti. La dignità di Madre di
Padre pei nostri peccati. Morendo Dio, alla quale è innalzata la ss.

Gesù affidò la madre a Giovanni Vergine Maria, è sì eccelsa, sovrau-


suo prediletto discepolo , il quale mana e divina , e porta seco un
da quel momento l'accolse in sua complesso di tanti pregi e di sì

casa. Maria si trovò cogli apostoli sublimi prerogative, e un cumulo


in Gerusalemme all'ascensione in di chiesti doni e d'incomparabili
cielo di Gesù Cristo, e vi ricevette virtù così immenso che avendo ,

con essi nel cenacolo lo Spirito San- esso, al dire di s. Tommaso, qual-
to. Dimorò in seguito nella casa che cosa dell'infinito, non vi è men-
di Giovanni, che la condusse poi in te umana che possa giungere a
Efeso, ove egli morì in un' estrema comprenderne neppure la minor
vecchiaia ; ed una lettera del con- parte, e molto meno vi è lingua
cilio generale di Efeso
prova che che sia valevole a degnamente par-
nel V secolo credevasi che la Bea- larne. Quindi è che la medesima
ta Vergine fosse colà sepolta, ben- santa Chiesa si dichiara di non sa-
,

3o4 MAR MAR


pere con quali degne lodi enco- un dotto ed eloquente ragionamen-
miarla; e l'altro dottore s. Bernar- to, in cui lodando Maria prese a
do si protesta, che nessuna impresa dimostrarla quale oggetto primario
gli sembrava sì ardua, come il tesser delle compiacenze divine. Spingen-
elogi alia gloriosa Madre di Dio do il pensiero fin là dove Dio pri-
e l'appagare in questa parte la di- ma dei secoli era beato in sé stes-
vozione di tutti i fedeli , dicendo so, fin d' allora mostrò essersi de-
nel serm. 4 ''* Assumpt. B. M. V . liziato in Maria, averla poiva-
>* Nessuna cosa più mi diletta, che gheggiata in mezzo alla grand' o-
il parlare della Vergine Madre di pera della creazione; e creando il

Dio, ma nessuna cosa parimente sole essersi compiaciuto che que-


più di questa mi atterrisce. Pe- sto le sarebbe dato a manto di lu-
rocché, per non dire nulla de' suoi ce ; e creando la luna averle pre-
meriti, i quali sono ineffabili, e del- scritto che fosse sgabello a' suoi
le sue prerogative del lutto singo- piedi, alle stelle che fornissero un
lari, tanta è la divozione e sì gran- serto luminoso al suo capo ; e nel-
de è l'amore, con cui tutti fedeli i l'atto che al mare dava i confini,
meritamente l'onorano, la rispetta- aver sorriso a Maria che sarebbe
no, r invocano e le si raccoman- , apparsa su quello stella propizia
dano, che sebbene ognuno fa a ga- ai nocchieri ; aver volto uno sguar-
ra di parlare di lei , nondimeno do lusinghiero alla terra, che si
tuttociò che se ne dice non cor- dovea abbellire del suo soggiorno;
risponde all'espettazione loro, ne e la porta de' cieli nell* atto stesso
riesce a sufficienza gradito ;
peroc- aver concessa a Maria, dove già
ché sempre' è vero che si é tentato e reggia e trono le apprestava. Ne
di spiegare quel eh' è indicibile, e aver cessato, in mezzo alla sua col-
si è procurato di dare ad inten- lera, di vagheggiare questa sua più
dere quel eh* è incomprensibile ". bella creatura, quando la colpa a
Inoltre s. Bernardo, secondo le di- tutto il creato avea tolto quel bea-
vine scritture, consideròpure Ma- lo suo riso ; e intanto che passeg-
ria Vergine , e come promessa ai giava sdegnato fra i boschetti del-
nostri primi padri, e come figura- l' Eden, il trionfo di lei aver fin
ta sotto diversi simboli misteriosi, d' allora minacciato all' angue ne-
e come predetta dai profetici ora- mico, dandole già tanta parte nel-
coli. Immagine parlam-
All'articolo la gloria della riparazione. Discor-
mo pure di quelle della Beata Ver- rendo poscia per quei quaranta
gine, che diciamo anco Madon- secoli che furono dalla colpa alla
na [Fedì), e si osserva che fu rap- riparazione, e animandoli ai subli-
presentata più frequentemente con mi concetti di che è ispirata la
Gesù in grembo dopo l'eresia di poesia delle sacre carte quando al*

Nestorio : ordinariamente i latini la lode alla Vergine, richiamò l'il-

figurarono sostenere Gesù nelle brac- lustre oratore rapidamente al pen-


cia, ed i greci in atto di tenerlo siero le perenni testimonianze che
accosto al petto. le dava 1' Altissimo della sua com-
Monsignor Gìo. Battista Rosani piacenza : lei aver voluto che fos-

vescovo di Eritrea nel i844 lesse se speranza ai patriarchi, ispira-


nel r accademia Tiberina di R^oma zione ai profeti, conforto ai ere-
,

MAPc MAR 3o^


denti, in luUo aver simboleggialo se umano pensiero non può raf-
ÌVIaria, a Noè nell' iride, a Mosè figurarsi nel suo splendore la glo-
nel roveto , a Gedeone nel vello ria di che Dio si compiace rive-
presagio di vittoria, al popolo elet- stire nel cielo questa sua predilet-
to nella mistica nuvoletta: di lei ta cieatura , a concepire almeno
essere immagini la stella di Gia- da lontano quanta esser debba
cobbe, la rosa di Gerico, il cedro un argo mento più sensibile prese
del Libano, la palma di Cades, il a svolgere 1* oratore, mostrando
cipresso di Sionne, e quante altre quanta sia quella gloria acciden-
si leggono nelle pjigine ispirale. tale, di cui tutti siamo testimoni,
Quella poi che, non creata ancora, che l'Altissimo ha voluto darle qui
avea di sé innamorato l'Eterno, in terra. Perchè da ogni angolo
più largo campo apri all'eloquen- più remoto di questa, dalle popo-
za del prelato, quando nella pie- lose città fino ai più nudi deserti,
nezza de' tempi si fece a descrive- a lei sorgano templi ed altari , a
rò i doni di che piacque all' Al- lei sola Iddio commette la custo-
tissimo arricchirla nel beato mo- dia delle sue grazie, e vuole che
mento della sua concezione , e la per le sole sue mani discendano
grazia che tutta la investì del suo ad irrigare la terra le sue celestia-
fulgore, e la superbia del serpe li benedizioni.
infernale fiaccata in questa umana MARIA MADDALENA (s.). Ce-
creatura, la cui purezza, come terso lebre nella Chiesa pel suo tenero
cristallo, non fu pure un istante amore a Gesù Cristo: era galilea
appannata dall'alito suo avvelena- di nascita , e soprannome di
il

tore. Tutta quindi la vita di lei Maddalena le venne da Magdalo o


fu richiamata a far fede delle di- Madgalum, castello vicino al lago

vine compiacenze: l'innocenza, l'a- di Genesareth, detto altrimenti ma-


more, la fede, che l'accompagna- re di Gahlea. L'evangelista s. Luca
rono ne' sacri recessi del tempio; parla di una donna peccatrice^ la
quel suo fiat onde dipendea la sa- quale unse i piedi a Gesù in casa
lute delle umane generazioni j il di Simone il Fariseo^ nella città di
primo miracolo con che il suo di- Naim. In s. Luca e in s. Marco
no Figliuolo cominciò a svelare la
'vi parlasi di Maria da Magdalo, dalla
sua possanza nel mondo, avvenuto quale Gesù Cristo cacciò sette de-
alla preghiera di quell' una che moni ; e finalmente parlasi di una
nel mondo tal possanza conosceva ; Maria da Betania, sorella di Maria
que'dolori con che ella con-
stessi e Lazzaro, in s. Matteo, in s. Marco
corse al sacrifizio delGolgota ; la e in s. Giovanni, la quale unse i
preziosa eredità di Gesù a lei af- piedi a Gesù in Betania in casa ,

fidata nel testamento della croce ; di Simone il Leproso. Molti gravi


il trionfo in fine per cui salendo autori pensano che sotto questi no-
di sfera in sfera fu assunta al tro- mi s* intenda una sola e medesima
no celeste^ e fatta centro di tanta donna; ch'ella cadde, essendo gio-
gloria quanta il Padre, il Figlio, vane, in certi disordini ; che in ca-
il Paracleto su lei, figlia^ madre, stigo della sua vita colpevole fu
sposa, a gara ne sfolgoravano. E posseduta da sette demoni ; che an-
VOL. xiu. 20
,

3o6 MAR MAR


dò a trovare Gesù in casa di Si- staccò mai dal Salvatore, neppiu*e
mone il Fariseo; che per la vivezza dopo la sua morte, e se lo abban-
della sua compunzione si meritò donò, ciò fece soltanto per osservare
die il Salvatore V assicurasse del una festa prescritta dalla legge ma ;

perdono de' suoi peccati, e che in tosto che questa fu passata , com-
conseguenza fosse liberata dai sette però dei profumi per imbalsamare
demoni dai quali era posseduta (al- il di lui corpo, e partì di buon
cuni interpreti intendono per questi mattino in compagnia di alcune
sette demoni peccati ) ; che d'ac-
i femmine pietose, arrivando alla tom-
cordo con Lazzaro suo fratello e ba di Gesù Cristo appunto all'ora
con Marta sua sorella, abbandonò in cui spuntava il sole. Le sante
la Galilea per andare a stabilirsi femmine fattesi a riguardare nel
in Betania, ove Gesù onorava la sepolcro, non vi trovarono il cor-
casa di lei sovente di sua presenza. po di Gesù; di che Maddalena volò
Altri però sostengono che debbasi ad avvertirne Pietro e Giovanni
distinguere Maria Maddalena dalla che senza indugio recaronsi sopra
donna peccatrice e da Maria di luogo. Le altre donne, ch'erano co-
Betania, e molti saggi critici mo- là rimaste, gli assicurarono ch'essen-
derni si sono dichiarati della opinio- do entrate nel sepolcro, ci aveano
ne di essi. 11 p. Butler, senza osare veduto due angeli vestiti di bian-
di decidere questa questione, si ri- co, uno de' quali disse loro che
stringe a dare a Maria Maddalena nulla temessero, ma andassero ad
quello che le appartiene incontra- annunciare agli che Gesù
apostoli
titabilmente, dando la sua vita die- era risuscitato. Pietro e Giovanni,
tro gli storici sacri che hanno par- dopo aver aggirato V occhio per
lato di lei; laonde seguendo il me- tutto il sepolcro, non dubitarono
desimo autore ne riporteremo un più di quello ch'era stato lor detto,
sunto. Allorché Gesù Cristo cominciò e pieni di stupore corsero agli altri
a predicare il vangelo. Maria Mad- discepoli a Gerusalemme. Madda-
dalena era posseduta da sette de- lena però non seppe staccarsi -dalla
moni. I miracoH del Salvatore la tomba, in cui corpo del Signore
il

mossero a ricon «re a lui ond' es- era stato tre giorni, ed oppressa
serne liberata: locchè ottenne di dal dolore piangeva sull* ingresso
fatto. In riconoscenza di tal favore del sepolcro, e lenea in esso fìssi gli

ella si strinse per sempre alla per- sguardi, lagnandosi di non poter
sona del Salvatore, lo seguì dap- vedere Gesù vivo o morto. Così
pertutto ove andava, affine di ascol- stando ella vide i due angeli ve-
tare le istruzioni che uscivano dalla stiti di bianco, che le dissero: « Don-
sua bocca sacrata , e di cogliere na perchè piangi? « La sorpresa
tutte le occasioni di servirlo, e di di questa apparizione, e la luce di
far parte a lui dei suoi beni tem- cui erano cinti quegli spiriti cele-
porali ; lo accompagnò eziandio nel- sti , non fecero su di lei alcuna
la sua passione, e seguillo fin sul impressione, né poterono distorla
Calvario, ove stette presso la di lui dall' obbietto del suo amore. >» Mi
croce con Maria santissima e Ma- hanno involato il mio Signore, ris-

ria di Cleofa. Maddalena non si pose ella, nò so dove i' abbiano


MAR MAR 3o7
poslo". Poco apparve dopo gli nense. I greci ed i latini fanno la
Gesù, interrogandola perchè pian- festa di s. Maria Maddalena ai 22
gesse; ella noi riconobbe alle pri- di luglio.
me, e lo prese per l'ortolano. Ma MARIA (s.), sorella di s. Marta
quando la chiamò per nome, ven- e di Lazzaro, e da molli tenuta
s.

ne ella a scoprire il suo divino la stessa che s. Maria Maddalena


maestro in quello con cui tratte- [Fedi). Soggiornava con sua so-
nevasi; e tutta trasportata dalla rella e con suo fratello a Betani(i,
gioia sì gettò a'suoi piedi, e volle piccola città adue miglia da Ge-
abbracciarli. Gesù allora le disse: rusalemme. Il Salvatore , essendosi
») Non mi toccare: io non sono posto ad abitare, nel terzo anno
ancora salito a mio padie. Va a di s^a predicazione, nella Giudea,
dire a' da parte mia,
miei fratelli onorò parecchie volte di sua pre-
ch' io ascendo al padre mio e al senza la casa di questa santa fa-
' padre vostro, al mio Dio e al vo- miglia, che dalla storia della risur-
stro Dio ". Così Maria Maddalena rezione di Lazzaro pare che fosse
fu la prima ch'ebbe la §orte di una delle più illustri di quel paese,
vedere Gesù risorto, e questa gra- Nella prima visita che Gesù Cri-
zia guiderdone di quell'ar-
fu il sto le fece, Maria sta vasi seduta ai

dente amore che l'avea s» forte- suoi piedi, intenta ai che


discorsi
mente stretta al di lui fianco, ed uscivano dalla divina sua bocca ,
aveala si costantemente ritenuta nei quali ella gustava una dolcezza
presso la sua tomba. Per obbedì- che non le lasciava dar luogo ad
re al Salvatore, ella andò a tro- altri pensieri ; laonde Marta, tutta
vare gli apostoli, onde recare affaccendata per servire il divino
od essi la felice novella della di ospite, la rimproverò che non ve-
lui risurrezione. Dopo questo fat- nisse a darle mano. Ma Gesù Cri
to Tevangelista non parla più di sto lodò Maria, come quella che
lei ; né troviamo più negli auten- avea eletta la parte migliore, cui
tici monumenti dell'istoria della nessuno mai avrebbe potuto invo-
Chiesa altra cosa certa intorno ad larle. Qualche tempo dopo essen-
essa. Leggesi in alcuni autori greci do Lazzaro caduto ammalato , le
del settimo secolo e susseguenti, di lui sorelle ne avvertirono Gesù
che dopo l'ascensione di Gesù Cri- Cristo, il quale venne a Betania
-sto, s. Maria Maddalena accompa- quando Lazzaro era già morto,
gnò la Beata Vergine e s, Giovan- Marta, avvertita del sue arrivo, gli
ni ad Efeso; che morì, e fu se- andò incontro, e fece consapevole
polla in questa città. L* imperatore la sorella che Gesù era arrivato
Leone il Filosofo fece trasportare ed avea chiesto di lei sicché Ma- ;

le reliquie della santa da Efeso a ria corse tantosto ad incontrarlo,


Costantinopoli, e le depose nella e si gettò ai suoi piedi risolven-
chiesa di s. Lazzaro verso l'anno dosi in lagrime. Essa era accom-
8go, ove non si può accertare se pngnata da un gran numero di
rimanessero. I romani credono pos- ebrei, i quali furono pure testi-

sedere oggidì il corpo della santa, moni della prodigiosa risurrezione


meno il capo, nella basilica latera- di Lazzaro. Essendo dipoi il Sai-
3o8 MAR MAli
Tatore tornato a Bctania sei giorni di s. Maria Maddalena, nella loro
prima della Pasqua, vi fu lauta- chiesa, laquale fu fondala da Car-
mente banchettato in casa eli Si- lo d'Angiò, nel luogo ove si era-
mone il Leproso. Lazzaro era a no trovati preziosi avanzi della
i

tavola con lui, e Marta Io serviva. spoglia mortale, nel secolo XIII. La
Maria questa occasione per
colse Chiesa onora s. Maria, insieme con
dare suo divino maestro un se-
al s. Lazzaro e s. Marta, il giorno 29
gno della profonda venerazione che di luglio.
aveva per esso; prese un vasello pie- MARIA, (s.), martire. Era schia-
no di eccellenti profumi, lo sparse va di un senatore romano chia-
sui di lui piedi, e glieli asciugò coi mato Tertullo, ed era la sola in
suoi capelli. Giuda Iscariote, ch'era casa del suo padrone
che profes-
presente, risguardò questi profumi sasse il cristianesimo. Stava molto
come cosa gettata , e pretese che in orazione, e spesso digiunava,
meglio sarebbe stato venderli , e particolarmente quo' giorni nei quali
dispensarne il prezfo ai poveri; ma i pagani celebravano le loro solen-
Gesti prese a difendere Maria, per- nità. Queste pratiche di devozione
ciocché egli non pregiava que' pro- furono cagione che la sua padrorra
fumi in sé stessi, sibbene il motivo le desse molte gravi noie; ma la
che li avea fatti spargere ; ed ac- sua fedeltà e la sua esattezza nel-
cetta vali quale dimostrazione del- l'adempiere i suoi doveri la resero
Tamore Maria avvampava
di cui cara al padrone. In quel tempo gli
per lui, e come un balsamo che editti di Diocleziano spargevano il

anticipatamente ungeva il suo cor- terrore da tutte le parti. Tertullo


po che stava per essere abbando- adoperò con Maria tutti i modi per
nato al furore dei giudei. Quindi indurla a sacrificare agl'idoli; ma
dichiarò che quest'atto, dannato nulla valse ad abbattere la sua co-
da Giuda, sarebbe un oggetto di stanza. Laonde temendo di perderla,
edificazione ovunque si prediche- se venisse denunziata al prefetto, e
rebbe il vangelo. Da quel tempo sperando di farle mutare divisa-
la Scrittura non flt più parola di mento, la fece vergheggiare, e poi
Maria sorella di Marta. Alcuni au- la fece passare trenta giorni in una
tori dicono che queste due sorelle oscura prigione. Alla fine il giudice
furono tra le sante donne che re- fu avvertito della cosa, ed avuta
caronsi al sepolcro del Redentore la schiava nelle sue mani la fece
per imbalsamarlo, ma ciò è molto tormentare con tanta crudeltà, che
incerto. Gli antichi latini e i greci il popolo, quantunque avesse chie-
moderni credono che esse siano sta la sua morte, non potè reggere
morte a Gerusalemme o a Betania, all'orrendo spettacolo , e volle che
e diversi martirologi antichi vi mar- si cessasse di tormentarla. Il giu-
cano la loro festa a* 19 gennaio. dice adunque la fece staccare dal
L'opinione in oggi più comune è cavalletto, e diedela a guardare ad
che domenicani di s. Massimino,
i un soldato. Maria, spaventata dal
nella diocesi di Aix in Provenza, pericolo che correva la sua castità,
conservino le reliquie di s. Ma- trovò modo di fuggire, e andò a
ria di Betania , sotto il nome nascondersi tra le roccie, ove finì
,

MAR MAR 309


la sua con una beata morte.
vita MARIA d'Egitto (s.). Nata in
Tuttavia ella è detta martire nel Egitto, in età di dodici anni lasciò
lìiartirologio romano ed in altri i genitori, per recarsi loro malgra-
onorandosi la sua memoria ii pri- do in Alessandria, ove condusse per
n)o giorno di novembre. A-
diciassett'anni dissolutissima vita.
MARIA (s.), martire. /^';Flora(s.). vendo un dì veduto molte persone
MARIA (s.), nipote dell'eremita che s' imbarcavano per recarsi a
j». Abramo [Vedi). Rimasta ancor Gerusalemme onde celebrarvi l'B-
giovinetta priva dal padre, suo zio saltazione della s. Croce, si mise
volendola istruire nella vita religio- in loro compagnia, sebbene con di-
sa, la una celietta vicina
mise in versa intenzione, giacche ella con-
alla onde aver facile mezzo di
sua, tinuò le sue disonestà sì lungo il
ammaestrarla. Maria fece dapprima viaggio, che nella città di Gerusa-
grandi progressi nel cammino della lemme. Giunto il dì della festa, si

perfezione; ma un iniquo solitario n^cò anch'ella alla chiesa; ma non


che veniva sovente alla sua cella le fu possibile di entrarvi, che una
col pretesto di consultare A bramo, forza invisibile la respingeva. La
acceso da impuro fuoco, tese insi- qual cosa essendole avvenuta tre o
die alla di lei castità, e la trasse quattro volte, le fece fare delle se-
a' suoi vituperevoli intenti. Maria rie riflessioni, e tenne per fermo
senti tosto tutto l'orrore del com- che r abbominevole sua vita le
messo delitto; ma invece di rivol- impedisse l'ingresso nel tempio san-
gersi a Dio, ed implorarne il per- to. Questa considerazione le trasse
dono, si die in preda alla dispe- dagli occhi abbondanti lagrime, e
razione. Quindi allontanatasi dallo mentre battevasi il petto gettando
zio, si abbandonò ai più vergognosi profondi sospiri, vide sopra il suo
disordini. Due anni dopo la sua capo un'immagine della Madre di
partenza venne Abramo a sapere Dio. Allora rivolgendosi a lei, la
dove si era trasmutata, e si recò a scongiurò di usarle pietà, e di ren-
ritrovarla per trarla dall'errore. Ma- der gradevoli al Signore i suoi ge-
ria, tocca dalle esortazioni del san- miti e il suo pentimento; e la pre*
to suo zio, riprese animo e promise gò altresì dì ottenerle grazia di
di obbedirlo in tutto. Esso la ri- poter entrare nella chiesa, promet-
condusse seco nel deserto, e la chiu- tendo di consacrarsi alla penitenza.
se in una cella che per lei fece Terminata la preghiera, e presen-
fabbricare. Maria ivi passò gli ul- tatasi col cuore contrito alla porta
timi quindici anni di sua vita nella della chiesa, vi entrò ed adorò il
pratica di tutte le virtù. Notte e sacro vessillo dell'umana redenzio-
giorno piangeva la perdita della sua ne. Commossa dalla incomprensi-
innocenza, e gastigava il suo corpo bile misericordia di Dio, e dalla
colle più rigorose macerazioni. Dio prontezza con cui riceve i peccatori
aggradì la sua penitenza, e la fa- a penitenza, si prostese sul pavi-
vorì del dono de' miracoli. Final- mento, e lo bagnò delle sue lagri-
mente tenninò la sua vita colla me. Uscita di chiesa si* raccoman-
morte dei giusti, ed è onorata dalla dò di nuovo alla Madre di Dio,
supplicandola di essere sua scorta
3io MAR M\ Il

e- sun protettt'ice. Allora intese una chi come lana. Zosimo ,


prenden-
voce che le diceva : >» se passerai dola per qualche santo anacoreta ,
il Giordano, li verrà fallo di ri- corse per raggiungerla, e le gridò
trovare un perfetto riposo". Ella di fermarsi per dargli la sua be-
se n'andò tosto a comperare lie nedizione. Marra, chiamandolo per
pani , e domandato qual fosse la nome, gli rispose ch'era una don-
porla die conduceva al Giordano, na, e che non poteva parlargli es-
parti istantaneamente e camminò sendo nuda ; quindi gli disse che le
tutto il restante del giorno. Sul far gettasse il suo maniello per ricoprirsi.
della sera giunse alla chiesa di s. Stupefatto Zosimo d' udir pronun-
Gio. Battista, posta sulla riva del ciare il suo nome, tenne per fermo
fiume, nella quale adorò Iddio, e che Dio lo avesse a lei rivelalo, e
ricevelle la ss. Comunione. Indi le gittò il proprio mantello. Maria
mangiata la metà d' un de' suoi essendosene coperta, si avvicinò a
pani, riposò sopra la terra , e la Zosimo, e falla seco orazione, gli

mattina del dì appresso valicò il narrò la storia della sua vita. [*oscia
fiume. In quel deserto ella visse lo pregò di volere nel giovedì santo
de' pani che avea seco portato, fin- dell'anno seguente recarle la ss. Euca-
che durarono, poscia cibossi del- ristia, aspettandola sulle sponde del
l'erbe che ivi nascevano. Essendosi Giordano dalla parte disabitala. Così
ì suoi abili logorati, dovette sofliire fece Zosimo, e vide la santa dal-
assai tra gli ardori del sole e i ri- l'opposta parte del fiume, la quale
gori del verno. Trovavasi alcuna formalo il segno della croce sul-
volla in sì cattivo stato, che non le acque, vi passò sopra, even-
aveva pur forza di reggersi in ne a ricevere il corpo e il sangue
piedi. Per lo .spazio di diciasset- di Gesù Cristo. Zosimo la pregò di
t'anni provò continue tentazio- accettare alctme provvigioni ch'e-
ni, e spesso le sembrava che la gli aveva portato; ma ella non
tirannia delle sue antiche passioni prese che piccola quantità di len-
hi tirasse fuor del deserto. Ella in- ticchie, e raccomandato al vecchio
vocava allora l'assistenza della Bea- di tornare ancora nellanno ventu-
ta Vergine, e piangendo e flagel- ro al luogo in cui gli aveva par-
lando il suo corpo, sentiva ritor- lato la prima volla, ripassò il fiume
nare la calma dentro il suo spirilo. camminando sopra le come a-
acque,
Da quaranlasett'anni dimora- ella vea fatto nel venire. La quaresima
va in quella solitudine, sempre sol- successiva Zosimo entrò nel deserto
lecita di evitare l'incontro degli uo- cogli altri fratelli, e la sua prima
mini, allorché nel 43o il sanlo mo- cura fu quella di cercare la santa,
naco Zosimo, valicato il Giordano com'essa l'aveva pregato; ma giunto
per pas«;are la quaresima nel de- nel luogo appostato la trovò mor-
serto, secondo costumavasi fare dalla ta. Era dallato al suo corpo, di-
sua comunità, scoperse Maria, la sleso per terra, un' inscrizione, la
qv»ale allorché s'avvide di lui si quale indicava ch'ella era chiama-
uiise a fuggire. Ella era nuda , il la Maria, e segnava il tempo in
suo corpo «ra abbronzato dal sole, cui Dio l'aveva falla passare di que-
t i suoi corti capelli erano biau- sta vita. Egli la seppelh in una fossa
MAR MAR 3ii
scavala da un leone eli* era slato lasci anni. Le sue reliquie conser-
mandato da Dio, e ritornato al suo vansi nella chiesa di Nostra Donna
monastero fece la narrazione di d'Oignies. La sua festa sì celebra
tutte le maraviglie di cui era stalo il giorno 23 di giugno: il suo no-
leslinaonio di veduta. La festa di me è stato inserito nei calendari
s. Maria Egiziaca si celebra il gior- di molte chiese di Fiandra, ed al-
no 9 di aprile. cune la onorano con un ofiScio par-
MARIA d'Oignies (s.). Nacque a ticolare.
ISivelle nel Brabante, di famiglia MARIA BARTOLOMEA Bag«e-
ricchissima ; fu educata nei princi- si (beata). Nata a Firenze circa il

pii della cristiana pietà , cui per- principio del secolo XVI, di nobile
fettamente informossi. All'età di famiglia, fino dalla più verde età
quattordici anni le venne dato a desiderò di consacrarsi a Dio. An-
sposo un giovine signore ragguarde- cor giovine quando perdette la ma-
v/jle per la sua virtù, il quale en- dre, fu costretta pigliarsi la cura
trò nei di lei sentimenti, e mo- della casa; ma ella seppe sì bene
strossi non meno zelante per la disporre del suo tempo, che le ob-
pratica delle austerità che della pe- bligazioni della vita civile non re-
nitenza. Convennero ambedue di ri- cavano verun nocumento ai suoi
tirarsi nel quartiere di Nivelle chia- devoti esercizi e al suo amore al-
mato Villemhrokej e di occuparsi l'orazione. Già pensava di abbrac*
ivi nel servigio de'lebbrosi , nulla ciare lo stalo religioso, quando il

curando i motteggi delle persone padre suo l'avvertì che doveva ac-
inondane. A questo pietoso eserci- consentire ad un partito che le a-
zio Maria accoppiava il più rigo- vee apparecchiato. A questa nuova
roso digiuno e una continua ora- Maria, che infino allora avea go-
zione, nella quale, come racconta duto buona salute, fu presa da un
il cardinal di Vitri nella- di lei vita, tremito universale, e d'allora in poi
ebbe più volte delle estasi e dei ellaebbe per quarantacinque anni
rapimenti. Alcuni anni innanzi la a soffrire gli ardori della febbre,
sua morie andò a porre sua stan- la contrazione de' nervi e acuti do-
za presso la chiesa di Nostra Don- lori in tutte le membra. Questo
na di ed essendosi con ciò
Oignies, slato sì penoso non servì che a far
liberata da molte visite che le fa- risplendere la virtù di questa santa
cevano gli abitanti di Nivelle, ebbe donzella, e la sua ammirabile pa-
la libertà di dedicarsi con minor zienza. Ella chiese lungo tempo il

distrazione agli esercizi di pietà. La favore di essere ammessa nel ter-


sua condotta fu di grandissima e- z'ordine di s. Domenico ; e calma-
dificazione a tutti coloro che la vi- tisialquanto i suoi patimenti, quan-
dero. Visitata nella sua ultima in- do fu giunta all'età di trent'anni,
fermità da molte ragguardevoli per- colse il momento per riceverne l'a-
sone, fra le altre dall'arcivescovo bito, ed obbligarvisi poscia co' voti.
di Tolosa e dalla duchessa di Lo Appena ebbe fatta la consecrazione
vanio, che poscia entrò nell'ordine di sé stessa, le tornò il male con
di Citeaux, morì nel I2i3 in età violenza maggiore. Dal suo letto ella
di trentatre, o secondo altri di tren- consolava gli afflitti; inferma gua-
,

3i2 MAR MAR


riva gli ammnlati ; era raiiito dei lo, per coricarsi sulla paglia, o sul
poveri; rimetteva la pace fra i dis- tavolato della camera. Una volta
sidenti, e riconduceva a Dio coloro inlrecciossi una corona di giimchi
che si erano allontanati dalia via tessuta di spine, se la pose sul ca-
della salute. Sebbene d'innocentis- po, e si coricò in quella foggia, a
sima vita, non si credette dispen- ciò sospinta dalla meditazione del-
sata dal praticare un'austera peni- la passione del Salvatore, che d'al-
tenza; e quantunque ricolma di mali, lora in poi fu il principale ogget-
imponevasi digiuni e mortificazioni to de' suoi pensieri e di tutti gli

corporali. Finalmente andò a rice- affetti delsuo cuore. Di dodici anni


vere in cielo la corona di giustizia, ella si legò con voto di serbare la
a' 28 maggio iSyy. Il suo corpo virginità per tutta la vita. Essendo
fu portato nella chiesa delle car- suo padre slato eletto dal granduca
melitane di Maria degli Angeli,
s. a governatore di Cortona, ella fu
dove fu sempre onorato con culto data alle religiose di s. Giovanni
pubblico, e conservossi intiero. Il di Firenze che la educassero. Que-
Papa Pio VII permise nel 1802 sta separazione dal mondo le ap-
all'ordine de' domenicani ed al cle- portò assai grande consolazione
ro di Firenze di recitare l'ofìlìcio e perciocché lasciavala in libertà di se-
di celebrare la messa di questa san- guire l'impulso del suo fervore. Tor-
ta vcjgine. nato suo padre a Firenze dopo
MARU MADDALENA de'Pazzi quindici mesi, fece disegno di prov-
(s.). Uscita dalla illustre famiglia fio- vedere a Caterina un accasamento
rentina de' Pazzi_, nacque nel i566, conveniente alla sua nascita, e già
e ebbe nel battesimo il nome di
si molti buoni partiti gli si fecero
Caterina. Allo spuntare in essa dei innanzi; ma ella chiese il permesso
primi barlumi della ragione, lasciò di abbracciare lo stato religioso,
travedere i più felici presagi di locchè dopo qualche difficoltà le

quella eminente santità alla quale venne accordato. L'ordine delle


Dio destinavala. Spesso privavasi carmelitane fu quello ch'ella scel-
del suo pranzo per nutrire i po- se, perchè quivi le suore si co-
verelli. Nemica d' ogni fanciulle- municavano quasi ogni giorno;
sco trastullo, si toglieva alle brigate ed a' 3o gennaio del i583 prese
delle sue compagne per ritirarsi l'abito nelmonastero di s. Fridia-
ad orare, e coglieva ogni occasione no. Durante il suo noviziato fu
d' insegnare le orazioni ai poveri l'ammirazione di tutte quelle che
fanciulli che non le sapeano. Il suo erano testimoni dell'ardore di sua
ardore nell* esercizio dell' orazione carità. Una malattia da cui fu tri-
crebbe in lei all'età di otto o bolala non servi che a far mag-
nov' anni, si che vi spendea le ore giormente risplendere in essa la più
intere. A questa scuola divina ella eroica virtù. Ella fece la sua pro-
attinse il vero sapore della virtù, fessione 7 maggio 1 584, q^^^n-
ai r

e concepì un forte desiderio di do la suddetta malattia polca far


non vivere che per Gesù Cristo, e temere dei suoi giorni : cangiò
di patire a sua imitazione. Usci- alloia il suo nome di Caterina in
va nottetempo dui suo letticciuo- quello di Maria l\|adclalcna, ch'el*
MAR MAR 3i3
la onorava come ppifelto modello dei prezzo che tutta la comunità pre-
penitenti. Dopo fatta ìa sua profes- se per essa, trattandosi da illusio-
sione ebbe molti ratti, e ricevette ni tante grazie straordinarie che
ineffabili consolazioni per quaranta in avanti ella avea ricevute, e che
giorni, specialmente dopo le sue eransi in lei ammirate. Dopo cin-
comunioni. A queste dolcezze sot- que anni di prova si ardua. Iddio
tentrarono le pene, le quali pero rese la pace alla santa; e il ritor-
affinarono e fortificarono vieppiù la no delle consolazioni fu seguito da
sua virtù. II timore di aver offeso molte altre grazie particolari. Fa-
Dio coli' aver dimostrato troppo de- vorita del dono della profezia, pre-
siderio di far professione, la deter- disse il pontificato a Leone XI ,

minò a pregare che permet- le si presagendo pure che poco tempo


tesse di passai^ ancora due anni avrebbe regnato, come verificossi.
nel noviziato; locchè le venne dalla Nel i5g8 fu fatta maestra delle
superiora concesso. Spirato questo novizie, ed esercitato per sei anni
termine fu eletta seconda forestiera questo officio^ fu eletta sottopriora.
o direttrice delle giovinette di fuori, Cinica che sostenne pel restante
che venivano ammaestrate nella ve- della sua vita. Nessuna di queste
§pla, prima di essere ammesse a occupazioni valse ad interrompere
vestir l'abito. Tre anni dopo fu la sua unione con Dio, il cui so-
incaricata d'istruire le novizie. Tut- lo nome svegliava in lei i più vi-
ta la comunità non poteva abba- vi trasporti. Ella era divorata dal-
stanza ammirare la santa sua avi- lo zelo per la salute delle anime,
dità per la penitenza; digiunava in e versava continuamente lagrime
pane ed acqua tutti i giorni, ec- per la conversione degl'infedeli,
cetto ledomeniche e le feste, e al degli eretici e di tutti i peccatori,
digiuno aggiungeva molte austerità procurando d' instillare anche alle
corporali. Ma lo spirito delle te- altre questi suoi sentimenti. Gli
nebre la tormentava orribilmente ultimi anni della sua vita furof-
con tentazioni d'impurità, di ghiot- no travagliati da violenti malo-
toneria, di orgoglio, d'infedeltà, di ri; ma ella desiderava di conti-
bestemmia. La sua fantasia riem- nuar a patire per amore di Gesù
pi vasi di abbominevoli idee che la Cristo; e quello che mostrava
gitlavano in uno stato il più ango- principalmente l'eroismo di sua pa-
scioso; non sapea trovare riposo, zienzaj egli era che nelle sue ora-
quantunque innalzasse fervide pre- zioni chiedeva a Dio di soff'rire

ghiere a Gesù Cristo e alla Regina senza consolazione, per meglio sen-
delle vergini ; ne giovarono a ren- tire l'amarezza del calice del suo
derle la calma cilizi armati di
i Salvatore. Sentendo avvicinarsi il

punte di ferro, ed altri somiglianti suo fine, ella esortò le sue reli-
stromeuli di penitenza. Il suo spi- giose al fervore ed all'amor della
rito era tormentato da orride fan- croce; poscia domandò l'estrema
tasirae, e ciò faceale credere di es- unzione, e si comunicò tutti i gior-
sere abbandonata al furore delle ni fino alla sua morte, che seguii
potenze infernali. Ad accrescere la ai 2 5 di maggio 1607, nella sua età
ma desolazione, si univa il dis- di quaranluu anno. Urbano Vili I4
3i4 MAR MAR
bealiBcò nel 1626, e Clemente IX Enrico IV se ne rese padrone; e
la canonizzò nel 1669. Il suo corpo siccome avea contralto molti de-
L custodito a Firenze in una bella biti in servigio della lega medesi-
cassa, e molte miracolose guarigio- ma, i suoi creditori gli .sequestra-
ni furono accordate da Dio per iu- rono i beni, e s' impadronirono
lercessione della sua serva. La sua perfino de' suoi arnesi domestici.
festa si celebra il giorno a 5 di Oltre a ciò fu accusato di cospi-
maggio. razione contro la vita del re ; ma
MARIA ANNA DI GESÙ' (b.). la fida moglie intraprese coraggio-
T''. Ansa di Gesù', e Mercede mo- samente a difenderlo. Ella porse
nache scalze, cui appartenne. le prove della di lui innocenza,
MARIA dell'Incarjtazione (bea- scrisse le lettere e le memorie, in-
ta). Naque a Parigi il i.° febbraio formò il consiglio, assistette alle
i565, e ricevette al sacro fonte il consultazioni, sollecitò i giudici,
i:ome di Barbara. I suoi genitori diresse tutte le procedure, ed ot-

^'icolò Avrillot e Maiia Luillier, tenne l'assoluzione dell'accusa. Ven-


di nobile schiatta^ erano eziandio dendo la carica di maestro dei
ragguardevoli per religione e pietà. conti ed una gran parte del suo
Uarbara, loro unica figlia, mostrò patrimonio, Acarie si accomodò coi
fin dalla culla le piò felici disposi- creditori, e in capo a tre anni eb-
zioni alla virtù. Neil' età di undici be la permissione di ritornare a
.'inni mandata
fu all'abbazia di Parigi, ove potè ancora figurare
Longchamp, casa di Clarisse ,
pres- con decoro nella società. Barbara
so a Parigi, e posta sotto la dire- divenne madre di sei figliuoli ,
zione di sua zia, religiosa di gran che con cure indefesse educò assai
inerito Colà si destò in lei qiiel- piamente ; né minor sollecitudine
r amore di Dio e delle cose spi- ella avea pei suoi servi, cui invi-

ritiiali, che non si spense mai nel gilava perchè vivessero cristiana-
suo cuore. Le conferenze ch'ella mente. La sua carità era grande,
aveva con un pio francescano, con- esemplare, e accompagnata da di-

fessore del convento, e con una scernimento : i religiosi, i gentil-


smla religiosa, che di pji ne fu uojnini decaduti, i poveri vergo-
fatta badessa, le furono singohu'- gnosi, le giovani periclitanti n'erano
mente utili, e 1' avvezzarono alla precipuamente gli oggetti. Ella con-
vita interiore. Ritornata tre anni do- corse con singolare prudenza a
j>o, suo malgrado, alla casa p.iterna, riformare parecchie case religiose.
vi con>ervò la sua pietà, continuan- Q. lesta santa donna inspirava col-
do ad occuparsi nell'orazione ed in la sua virtù tanta confidenza, che
pie letture. Ella nudriva il deside- nelle sue carità veniva aiutata
rio di rendersi religiosa ; ma i suoi dulie liberalità di grandissimi per-
{genitori non vi acconsentirono, e sonaggi, tra'quali vuoisi annovera-
ly sposarono ad Acarie , maestro re lo stesso Enrico IV e la regina
«lei conti a Parigi, uomo nobile, Mn-ia de Medici. Di tutte le o-
[ito e caritatevole. Avendo esso pere di carità che intraprese ma-
presa fervorosa parte nella lega, dama Acarie, la più celebre è la
ìa. costretto lasciar Parigi allorché fondazione in Francia delle carme-
5

MAR MAR 3i5


li lane della riforma di s. Teresa. sua vita una sola circostanza nella
Il de Beiiille, poi cardi-
signor quale siasi formalo il minimo la-

nale, sno principale sostegno


fu il mento contro la sua giustizia, la

per questa buona opera ; egli era sua prudenza, e la saggezza della
particolarmente stimato da Enrico sua condotta, sia nelle disposizioni
IV, dulia regina , e godeva della domestiche, sia nei numerosi diffi-
loro confidenza. La permissione cili affari d'interesse eh' ebbe più
per l'ingresso delle carmelitane in volle a trattare. Non avendo piìi
Francia fu subito oltenula, e il legami die la ritenessero in mezzo
Papa Clemente Vili ne diede la al mondo, entrò nell'ordine delle
bolla necessaria. Mentre apparec- carmelitane nel convento d'Amiens
chia vasi la fondazione delie car- il 7 aprile i6i4- '^ì ^^^ce il novi-
meli lane, madama Acarie raccolse ziato, accudendo ai più bassi servi-
in una casa presso s. Genovef- gi della cucina, e il 7 aprile 161
fa parecchie giovani che sembra- fece la sua professione solenne, pren-
vano chiamale alia vita religiosa. dendo il nome di Maria dell'In-
Là esse vivevano come in un mo- carnazione. Ella era allora grave-
nastero, consecrando il loro tempo mente maiala, e tanto aumeulossi
all'orazione, ai riliro, alla mortifi- il suo male che le venne ammi-
ca/ione. Alcune si unirono alle car- nistrato il Viatico e l'estrema un-
iiu>litane, a cui furono utilissime; zione, e già disperava si di sua gua-
altre divennero le prime orsoline rigione; tuttavia ritornò, non già
di Parigi, preziosa istituzione per alla saluLe, ma ad una vita d'in-
la educiizione delle fanciulle. Ma- fermità e di patimenti. Suor Ma-
dama Acarie cooperò pure allo ria ricusò per umiltà la carica di
stabilimento degli oratoriani in Fran- priora, che le religiose volevano
cia. Ella rimase vedova lì i y no- conferirle. Fu poscia mandata dai
vembre i6i3. 11 signor Acarie superiori nel monastero di Pontoi-
cadde malato negli ultimi di otto- se, per accomodarne gli affari tem-
bie e durante la sua malattia
, ,
porali. Coll'assislenza di de Maril-
\iì pia consorte non abbandonò lac, ella pagò tutti i debiti della
uu istante il suo letto, e si prese casa, accrebbe gli edifìci del mo-
tolte le cure che
potevano contri- nastero, come pure gli ornamenti
buire a rendergli la sanità , o a della clìiesa, e fece rivivere fra
mitigare i suoi patimenti. Quasi quelle religiose il vero spirito di
sTibilo dopo suoi funerali, ella si
i s. Teresa. Suor Maria dimorò in
ritirò in un appartamento esteriore questo monastero fino alla mor-
delle carmelitane della contrada te, e vi simostrò costantemente un
s.Giacomo. Sua prima cura nella moilello perfetto di tutte le virili.

vedovanza fu di assettare i suoi Passò all'eterna vita 18 a- il dì


alfari temporali. Le sue tre figlie prile 1618, in età cinquanladue
di
erano entrate in religione, locchè anni. Tredici anni erano scorsi
rendeva i suoi tre figli soli eiedi. dalla fondazione delle carmelitane
l'.lla fece tali disposizioni eh' essi in Francia, e quatlro dalla sua
ne furono egualmente soddisfatti. professione religiosa. Alla sua mor-
Non si trova in alcun tratto della te quattordici case erano slate
3i6 MAR MAR
fumiate, e nessuna senza cireliu giovane principessa, non che l'esera-
vi avesse contribuito. Neil* anno pio della principessa Luigi;i sua
iGiG (le MarilUic le fece erigete zia, la facevano propendeie alla vi-
un superbo mausoleo: Luij^i XllI ta religiosa, non senza pena intese
ne donò il marmo, e Maria de che suo fratello Luigi XVI l'avca
Medici provvide al restante delia promessa a Carlo Emmanuele prin-
sjìcsa. JVel 1G22 fiuono comincia- cipe del Piemonte, erede presunti-
le le sua cano-
procedure per la vo del re di Sardegna. Il matri-
nizzazione, ritardatada parecchie monio fu celebrato a Versailles il

cagioni; finalmente Pio Vi a' 29 17 agosto 1775, ed ella partì per


inaggio 1791 pubblicò il decreto la vòlta della Savoia. Sul ponte di
della di lei beatificazione. La ce- Rovese, che separa questo ducato
liaionia fu celebrata colla più dalla Francia, incontrò il principe
grande solennità nella basilica di suo sposo, cui avvicinossi con ri-

s. Pietro di Roma, il 5 giugno spettosa tnodestia, ed a Chambery


seguente. Allorché nel 1792 furo- fu ricevuta dal re e dalla regina,
no distrutti i monasteri in Fran- dinanzi a' quali s'inginocchiò accer-
cia, e le religiose espulse dalle lo- tandoli che avrebbeli obbediti mai
ro case, le carmelitane di Ponloi- sempre come suoi genitori e pa-
se afìklarono al conte di Monlhiert, dioni. In mezzo alle pubbliche fe-
vecchio luogotenente della cittàj il ste osserva vasi con edificazione la
corpo della loro beala sorella, per cura ch'essa aveva d'innalzar la sua
sottrarlo dalla profanazione. Final- anima verso il divino autore di
mente dopo varie vicende, ristabi- tutte le cose. Giunta a Torino ot-
lito quel monastero, il conte di tenne qualche riposo ai piaceri che
Monlliiers si alfrettò a rendere al- le offerivano da tutte le parti, e
si

le carmelitane il prezioso deposito, in mezzo alla pace e ad un santo


e il giorno 7 maggio 1822 ne fu ritiro formò il disegno di quella
fatta solennemente la traslazione. condotta cristiana che ha sempre
L'oflìcio della beata Maria dell' In- dipoi costantemente seguito . La
carnazione venne inserito nel bre- sua edificante pietà e divozione, la
viario di Parigi. sua dolcezza e modestia , le meri-
MARIA CLOTILDE di Francia tarono la confidenza del suo sposo
(ven.), regina di Sardegna. Nacque e il rispetto di tutti. Ella fece com-
a Versailles il 29 settembre 17^9, prendere coH'esempio, che esigeva
da Luigi delfino di Francia figlio la più scrupolosa decenza esteriore

di Luigi XV, e da Maria Giuseppina nelle persone che a lei si accosta-


di Sassonia sua sposa. La piissima vano. Ogni giorno tutta fami-
la
ed illustre madama Luigia di Rohan- glia reale assisteva alla messa in
Guemené contessa di Marsan fu pubblico : la principessa ascoltava-
incaricata della sua educazione, fi- ne ancora una o due nella sua
nita la quale riconsegnò la princi- cappella privata, e consecrava buo-
pessa a' suoi genitori, facendole un na parte del suo tempo all'orazio-
giusto elogio delle virtù ch'ella a- ne e alla lettura spirituale. Tre
vea costantemente dimostrato. Sic- volte la settimana riceveva la santa
come la naturale inclinazione della comunione, e si accostava una volta
MAR li A a 3 1
7
al tribunale di peni lenza. Interve- nimenli che si succedevano li co-
niva frequentemente aH'ofljcio divi- strinseroad imbarcarsi a Livorno
no nelle chiese, vi si recava i giorni per passare in Sardegna di cui ,

di pcculiar divozione, e seguiva le erano sovrani. A Livorno la regina


processioni . Favoriva particolar- dovette separarsi dalla sua fami-
mente la divozione al sacro Cuor glia, che in parte l'abbandonò, e
di Gesù, e una confraternita
istituì di cui non potè, per mancanza di
destinata a rendeigli un culto spe- mezzi, ricompensare i servigi di
ciale. Ella incoraggi eziandio la so- quelli ch'erano rimasti fedeli. Ella
cietà di s. Luigi fondala a Torino. non ritenne presso di sé che Chiara
Era sua delizia il conoscere i bi- Stuper, giovane sorda, sua camerie-
sogni dei poveri e recarvi sollievo, ra. Giunta a Cagliari, la cattiva salu-

non che il conversar con persone te del re la obbligò a piendere dia


religiose o il visitare alcun moìia- stessa cura degli affari dello stato;
- stero. Per qualche tempo le disgra- e fece durante la sua amministra-
zie onde fu tanto aggravata la fa- zione prova di prudenza e di abi-
miglia della pia principessa non , lità. Onorò e protesse la religione,
arrivarono nel Piemonte; ma ella promosse ne' sudditi la pietà, non
non poteva essere indifferente ai cessando di mostrarsi madre di
mali de* suoi augusti congiunti, ed lutti gì' infelici, e di avanzarsi ogni
a quelli della Francia. La morte giorno più nell'esercizio della per-
crudele di suo fratello Luigi XVF, fezione cristiana. Dopo sei mesi di
quella della regina, di madama E- soggiorno in Sardegna fu credulo
lisabella sua sorella minore, l'avea- convenire ai reali coniugi il ritornare
no afflitta oltre misura. Alcuni an- sul continente d'Italia. Essi abitaro-
ni dopo essa medesima ebbe a sop- no dapprima Firenze, poscia Roma,
portare delle dolorose vicende. La donde gli avvenimenti li forzarono
morte del re Vittorio Amadeo IH allontanarsi. Si recarono a Wapoli,
suo suocero, avvenuta il i6 otto- tornarono a Roma, indi furono an-
bre 1796, avea collocato il suo cora costretti ritornare a Napoli.
degno sposo Carlo Emmanuele In mezzo all'agitazione ed alle vi-

IV sul trono di Sardegna. Mentre che Maria Clotilde pro-


cissitudini
questo principe non occupa vasi vava , portò infino all' eroismo la
che nel cercare la felicità dei pazienza e la sommissione alla vo-
suoi sudditi, un decreto del diret- lontà di Dio, e fece tornare a pro-
torio di Francia, che cangiava il fittodi sua pietà il suo esilio e la
ducato di Piemonte in repubblica, sua umiliazione. Il i ." marzo 1802,
lo forzò a cercare nel 1 798 un essendo a Napoli, andò a visitare
asilo lungi da Torino. La sua vir- la chiesa della Trinità e benché ,

tuosa compagna segui la sorte di provasse allora un forte male di


lui, senza sapere dove avrebbe po- testa, vi dimorò lungo tempo in
tuto porre sua stanza. Dopo un orazione. Ritornata al palazzo ch'el-
viaggio penoso gì' illustri fuggiasclii la abitava, fu assalita da una feb-
arrivarono a Parma, dove passa- bre violenta, e solìerse grandi do-
rono alcun tempo, e da colà si re- lori, laonde apparecchiossi alla mor-
carono a Firenze. Gl'infausti avva- te con una confessione generale.
,

3i8 MAR MAR


Conservando il suo amore per la derò di patire per somigliarsi me
modestin, ella diede gli ordini par- gì io al Redentore: fu il vero mo-
ticolari risguardanli
la sua sepol- dello della donna forte e della mo-
tura, e si promellere dal re
fece glie cj'istiana. La ricordanza delle
che il suo corpo non sarebbe stato sue eroiche virtù, e parecchie gua-
imbalsamato. Finalmente il 7 mar- rigioni miracolose attribuite alla sua
zo, ricevuti gli ultimi sagramenti intercessione, fecero domandare a Ro-
questa santa principessa col sorriso ma sua canonizzazione. A* 9 aprile
la

sulle labbra spirò placidamente, in 1808 la sacra congregazione dei riti


età di quarantadue anni. Il suo cor- la dichiarò venerabile, ed autorizzò
po essendo stato esposto sopra un con un decreto di proseguire la
letto magnifico, fu visitato da un sua causa. Pio VII, ch'era stalo
grande concorso di popolo, che pro- ammiratore personale delle sue pre*
clamava la santità della defunta ; dare virtù approvò tal decreto.
,

e restò tumulato nella chiesa dei Tra gli atti che posteriormente si

religiosi di s. Francesco. L'intiera fecero per la sua canonizzazione,


sua vita fu un tessuto di tribola- nomineremo la congregazione dei
zioni, di angustie, di sventure, in riti antipreparatoria suU' eroismo
mezzo alle quali non perde mai delle di lei virtù, tenuta nel pon-
l'ilarità del suo spirito ed il co- tificato di Gregorio XVI a' 19 set-

raggio; che anzi sempre più desi- tembre 1843.

FINE DEL VOLUME QUADRI GESIMOSECONDO.


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