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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PlìlCELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, Al VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE Pili SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
VCL. XLII.
IN VENEZIA
DALLA TIFOGIIAFIA EMILIANA
MDCCCXLVII.
,
DIZIONARIO
DI ERCDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
n
MAG MAG
JVLAGOJSZA (Moguntin). Città nette, e nella parte sud-ovest sei
e dell* ovest. Evvi sulle rive del* estensione, somministrando vini squi-
Reno un bel passeggio ed una sitij ottimi pascoli per nudrire mol-
strada ove sbarcano le merci; la to bestiame, saline, miniere di fer-
veduta di cui si gode dalla estre- ro, ec. Il suo territorio estende vasi
mità del ponte è in vero sorpren- sulle due rive del Reno, fra il Pa-
dente. Aveva Magonza una cele- stinato e Treveri, e si divideva in
bre università fondata, o secondo al- due parli, cioè il Rhingaw ed il
e così pure i prosciutti detti di bera elezione del grande suo ca-
,
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pitolo, 6 per meglio dire eletlo dai questa città, siccome sede de* priu-
ventiquattro primi canonici, era ar- cipi elettori, avea le vie ingombre
cicancelliere dell'impero, decano per- di gente , le arti , le scienze e le
petuo del collegio degli elettori industrie fiorivano nel suo seno,
aveva la direzione esclusiva di tutte tutte le nazioni aveano vincoli com-
le deliberazioni degli slati, era guar- merciali con essa.
daarchivi e matricole dell'impero, Di Magonza gli antichi autori
aveva il diritto di convocare il col- fanno spesso menzione, e partico-
legio elettorale, e dirigere le assem- larmente Tolomeo, Tacito, s. Giy
blee generali e particolari, e presso rolamo, Ammiano Marcellino, E-
di esso tutti i deputati alla dieta ginardo, ec. Alcuni prendono la elir
dovevano far legittimare i loro po- mologia del suo nome da Magog,
teri prima di essere ammessi alle figlio di Japeto, da Maganzio troia-
-assemblee; il perchè più volte i no, e da certi Magi che con tri r
Pontefici loro diressero lettere e ri- buirono, dicesi, alla sua fondazione.
mostranze, avendone fatto menzio- Serrarlo, uno degli storici di Ma-
ne delle principali all' articolo £"• gonza, pensa forse più ragionevol-
lettori delromano impero
sacro mente degli altri, e come lo prova
(Fedi), dove parlammo di altro ri- Floro nella sua che sia stala
storia,
guardante l'elettore di Magonza ^ fondata, o almeno considerabilmen-
come delle sue prerogative e pre- te ingrandita dieci anni prima di
cedenza ; di che tenemmo pur pro- Gesù Cristo, da Nerone Claudio Dru-
posito all'articolo Imperatore che , so Germanico, genero dell'imperato-
coronava quando lacoronazione si re Augusto e fratello di Tiberio.
faceva fuori della metropolitana del- Altri dicono che Marco A grippa, uno
l' elettore arcivescovo di Colonia dei luogotenenti di Augusto, avea
(Fedi), ciocche poi si praticò al- posto un campo munito dove ora si
Vili nel i63o diede ai cardinali che Druso fece scavare per unire
ed ai tre elettori ecclesiastici, com- il Beno airissel, portò lungo tem-
preso il Maguntino, il titolo di E- po il nome di Fossa Drusìana.
mìnenza (Vedi). Come principe del- II p. d. Giuseppe Fuchs narra
l'impero prendeva dall'imperatore Vi^ Istoria antica di Magonza, che
r investitura del temporale gover- essendo Druso meritamente adora-
no. Questo arcivescovato sovrano to dall'armata e dai popoli, nel tras-
ebbe fine nel 1802, pei motivi e porto del cadavere da Magonza a
al modo che dicemmo all' articolo Roma tutte le città e colonie gli
Germania (Fedi). Capitale dell'e- celebrarono solenni esequie, ed in
lettorato era Magonza, ed allora persona incontrò a Pavia il con-
,
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voglio funebre lo stesso Augtisto si confuta il falso privilegio che si
che Tavea dichiarato suo successo- asserisce ottenuto da questa chiesa
re, il quale ordinò ch'entrasse in da Carlo Magno. Si dice non es-
Roma cogli onori consolari e trion- ser facile chi accordi all' autore
fali, perchè eragli stato decretato che la fondazione della chiesa di
il trionfo. E certo che i romani Magonza sia stata fatta nel primo
ne fecero una piazza di guerra ira- secolo dai discepoli degli apostoli
portante, onde contenere i popoli e molto meno gli si deve accorda-
della Germania, ed impedire che re, che fra i patti o sia trattati
venissero ad invadere una porzione della nazione germanica colla santa
della Gallia. Verso l'anno 70 del- Sede, vi sia quello che il papa A-
l'era cristiana la XXII legione ro- driano I, cioè verso l'anno 773,
mana, reduce dalla presa di Ge- concesse all'imperatore Carlo Ma-
rusalemme, pose stanza a Magonza, gno il gius eligendi Pontificem, et
e nel tempo stesso vi giunse il ve- ordinandi Sedem apoatoUcam^ col
scovo Crescenzio. Questa città chia- privilegio di dare l'investitura agli
mata Moguntiacuriiy Magontia, Mo- arcivescovi e vescovi di tutte le
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cincjLiaiitaduc baroni, solo mancan- colo fece immortalare il suo nome
dovi Mof^no duca di Sassonia, im- Giovanni Gaensefleisch da Sorgen-
pedito per la grave sua età. Ivi loch, conosciuto meglio sotto il no-
sopraggiunti i legali di Pasquale me di Gattemberg, nativo di Ma-
li, cioè il vescovo d'Albano col Co- gonza, per r invenzione utilissima
stanziense, confermarono le scomu- dell'arie della stampa. Quantunque
niche già assai volte promulgate Strasburgo ed Harlem disputino
da tanti Papi contro Enrico IV. questo vanto, è però certo che i
Volendo perciò egli passare in Ma- primi libri stampati a caratteri -nio-
gonza, i principi per evitare i tu- bi li uscirono colla data di Magonza
multi dei volgo che lo favoriva circa i440j o secondo altri i45o.
il
pei atori di Germania , onde dopo mobili, da lui detti tìpi^ e che egli
quel tempo divenne libeia e flori- fece di legno. Dopo di lui Giovan-
da. Nel 1160 l'imperatore Fede- ni Faust e Pietro Schaeffer di Gern-
rico I per vendicar la morte di sheim, piccola città posta a quat-
Arnoldo arcivescovo ,
perseguitò il tro leghe da Magonza , fecero dei
successore Corrado e fece abbatte- tipi di metallo. Questa invenzione
re le mura della città- Nel secolo coperta dal mistero sul nascere, non
XIII molte castella sorsero lungo tardò poi a spandersi nelle altre
il Reno sopra balze inaccessibili, e città alemanne, e si vide nel i 453
di là una turba di malfattori scen- per opera di Pfìster di Bamberga
deva a recar la strage nelle cam- venire in luce l' esemplare d' una
pagne de' dintorni. Allora alla voce Bibbia. Al padre della stampa al ,
della Chiesa romana. In questo se- tà . Coi caratteri fusi a pie del si-
,
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nmJacro si stamparono versi ana- comune la fede di Gesh Cristo non
loghi, ed air inaui];urazione che ne sia stata predicata in Magonia se
fecero i magistrali precedette l* uf- non dopo il terzo secolo, vi sono
fizio che celebrò il vescovo nella però degli autori i quaU preten-
cattedrale. dono che gli apostoli vi abbiano
Nel 1462 Magonza perdette la mandato alcuni loro discepoli , e che
sua libertà, per essersene impadro- questi abbiano fondato i tre vesco-
nito Adolfo conte di Nassau, in mo- vati di Magonza, di Treveri e di
do che da città imperiale divenne Colonia, che poi divennero arcive-
città di provincia. Però ritornò po- scovi ed elettori. Secondo taU sto-
scia sotto il dominio de* suoi arci- rici ecco nomi de' primi vescovi
i
sedio nel giorno 7 luglio 1689. Di soffrì il martirio verso l'anno 82,
uere. Nel 1801 l'arcivescovato fu sciò poscia quel servizio, per con-
soppresso col concordato; nel 1802, secrarsi più particolarmente a Gesù
come meglio diremo in ultimo, l'è- Cristo. Quegli che comandava in
leltoralo fu formato in diverso mo- Magonza, irritato da questa azione,
do; indi si formò nel 1806 a fa- lo fece rinchiudere, carico di cate-
vore dell'elettore di Magonza il gran- ne, in un castello situato al di là
ducato di Francfort, abolito poscia del Reno e che si crede essere quel-
nel i8i5, nello slesso tempo che lo che si chiama oggidì Casscl. Il
Magonza passò sotto [' Assia- Darm- santo vi morì in capo ad alcuni
stadt [redi). Nel 1825 questa piazza mesi, a cagione dei mali trattamenti
divenne fortezza della confederazio- che gli si erano fatti soffrire, e fu
ne germanica, ed una delle quattro sepolto nel castello in cui era mor-
della medesima , essendo la sua to, di«l prete Eugenio, il quale scris-
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nel 74^ u» concilio per riparare cap. XXIII notò i molli vescovi
i gravi disordini di Germania, aiu- suffraganei di questa metropoli -.
tale
tato da Carlomanno e da Pipino opera fu pubblicala con annotazio-
principi cristianissimi. In esso fu de- ni da Giorgio Cristiano Giovanni,
posto Gervilio vescovo di Magonza, a Francfort sul Meno nel 1722.
d'ordine del Papa s. Zaccaria irri- Commanville non solo riporta i ve-
tato dal suo tradimento ed assas- scovati suffraganei, ma le sedi che
sinio, e quindi venne rinchiuso in a questi in processo di tempo si
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l'autorità del Papa Stefano li eletto e da lui fabbricala. In seguilo l'ar-
in , nel 753 o 753 ; rinunziando civescovo di Magonza aspirò alla
egli alla sede per occuparsi intie- primfizia su Treveri, ma Callisto H
ramente alla conversione degl'in- nel 1 1
9 annullò tal pretensione.
fedeli, eretici e scismatici, per cui Nell'elezione di Alessandro III in-
riportò la palma del martirio nel sorse nel II 59 l'antipapa Vittore
755. Nello spazio di trentaqualtro V, che r imperatore Federico I so-
anni che s. Lullone governò l'ar- stenne colle armi. Nel conciliabolo
cidiocesi, si mostrò degno della scel- tenuto contro Alessandro IH, tra i
ta fattane dal predecessore, e sti- vescovi di Germania che ne sotto-
mato eziandio pel suo sapere : fon- scrissero la condanna, vi fu Arnol-
dò le abbazie di Bleindestat e di do arcivescovo di Magonza, uno dei
Harsfeld, è ritiratosi nella seconda capi scismatici, di cui narra Corra-
y'ì mori al primo novembre 787', do vescovo nell'antica cronaca di
sebbene la sua festa si celebri ai Magonza Chronicon rerum Mo-
,
bano Magnensio Mauro religioso be- preso delle sue fellonie, e special-
nedettino ed abbate di Fulda, uno mente da s. Ildegarda che gli pre-
de' più illustri scrittori del suo se- disse la vicina sua morte; in fatti
colo : occupò la sede di Magonza nella vigilia di s. Gio. Battista del
dall' 846 air 856. Gli succedette 1 160, portatosi Arnoldo da un suo
Carlo figlio di Pipino re d'Atpiita- castello ad un monastero presso le
nia, monaco dell'abbazia di Gorbia mura di Magonza, tutto il popolo
in Francia ,
personaggio assai di- cospirò contro di lui, incendiò il
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ritenne più vescovati, móretido nel riale, la ruota vuoisi simbolo at-
1200 sotto il pontificato d' Inno- tribuito e conferniato dall'imperato-
cenzo IH (Vedi). A questo arti- re Enrico II il Santo, in memoria
colo si può vedere la parte che eb- della grande umiltà dell'arcivesco-
bero gli arcivescovi di Magonza vo Villegiso. \i fece imprimere
ne' grandi avvenimenti che segna anco il leone rampante, parie del
^ larono quel memorabile pontifi- suo stemma, e distintivo della sua
! caio. casa di Nassau. Lodovico fu inde-
L'arcivescovo Gerlaco di Nassau gno arcivescovo, dicendoci il Ciac-
nel 1292 usò gran arte ed indu- conio che morì arso e consunto
stria perchè fosse eletto imperato- da un fuoco scagliatosi dall'alto,
re Adolfo di Nassau suo congiun- neir atto eh' era occupato al ballo.
to, il quale insieme con sua moglie Bucelino poi negli Annali di Ger-
Imagina di Linpurg fu poi in mania^ racconta con maggior pro-
Aquisgrana coronato. Il Papa Cle- babilità, che mentre Lodovico trat-
mente VI depose l'arcivescovo En- tene vasi tra le allegrie di sontuo-
rico di Frinburg, perchè sostene- so banchetto e di amena danza,
va le parti dello scismatico Lodo- destatosi nella sala un incendio,
vico il Bavaro, e Ger- gli sostituì l'arcivescovo in fuggire precipitò
laco figlio del conte di Nassau di per una scala, e pochi giorni dopo
anni venti, ma maturo per scienza morì. Gli fu dato in successore
e costumi. Questi nell'anno appres- Adolfo di Nassau, che seguendo
so si trovò presente alla coronazio- l'antipapa Clemente VII, il legitti-
ne di Carlo IV eletto imperatore mo Urbano VI per guadagnarlo
de* romani, per la deposizione di nel 1 385 lo creò cardinale di- ,
gonza ; r aquila come città impe- nensis, qui nunc decanus ejusdem
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ecclesiae, loco praeceptoris , si ve lotfore invitandolo ad emanare unn
procuratoris B. M. thoutonicorum, dichiarazione che dichiarasse falsa
in arniis, ut alter, mantellinam ha- tale imputazione, che pronta-ciò
bens^ de taffetano albo cum cin- mente eseguì l'arcivescovo. Allorché
ce nigra ante et retro, eqiium Benedetto XIV nel 1752 eresse
similem equilans de simili taffetà l'abbazia di Fulda in vescovato, lo
cuni magno pennone armorum or- assoggettò nei diritti metropolitani
dinis praedicti, ec ". all'arcivescovo di Magonza. Questo
Tra gli arcivescovi elettori di elettore nel 1754 fondò un' acca-
Magonza merita particolare memo- demia di scienze in Erfurt, città
ria il cardinale Alberto di Bran- de'suoi stati elettorali; e nel 1756
deburgo, cli'essendo pure arcivesco- fu fatto amministratore della chie-
vo Magdeburgo rilevò
di il Ciac- sa di Worms. Al medesimo eletto-
conio essere il primo tra i tedeschi re Giovanni, Clemente XIII a' 18
ch'ebbe due arcivescovati, e sicco- dicembre 1762, diresse il breve
me per promulgare le indulgenze Accepimus fralernitatis iuae, pres-
4i Leone X si servi de'domenicani, so il Bull. Rom. Continuatio l. II,
Martino Lutero prese motivo per p. 322, e si lagnò che le cause
apostatare e divenire infestissimo ere- ecclesiastiche e de'chierici sottopo-
siarca. LotarioFrancesco di Schou- neva al foro laicale, contro le pre-
born fatto arcivescovo ed elettore, scrizioni de' sacri canoni. Questo
contribuì scudi 2400 per le pit- Papa nel concistoro de* 22 agosto
ture de'dodici profeti, che Clemente 1763 preconizzò l'elettore Eme-
XI fece ritrarre colla spesa di scu- rico Giuseppe de Breidbach in
di 5700 nella basilica lateranense, Burresheim in arcivescovo di Ma-
onde il Papa ai 1^ ghigno 17 18 gonza, quindi a* i4 gennaio 1764
gli scrisse quel breve, eh' è ripor- gli spedì il breve, Cutn oh prae-
tato nel t. II, p. 665 deW Epist. darà, loco citato p. 436, col qua-
et Brev. Clem. XI, ringraziandolo le sanò il difetto che nell'elezione
della sua pia generosità. Nel 1750 di Giuseppe II re de'romani vi a-
per la riva sinistra del Reno, che guita la sorte di quelle di Treveri
la connivenza dell'imperatore avea e di Colonia, senza l'alta conside-
forzato il suo predecessore d'Ert- razione che tutte le potenze ave-
hal a cedere alla Francia. La de- vano personalmente per Dalberg.
putazione impero riunita a
dell* Nelle circostanze diffìciU in cui si
il primo collegio detto dei re, co- solo de'sovrani ecclesiastici conser-
me avea presieduto la dieta di vato da Napoleone , a questi fu
Ratisbona in qualità di arcicancel- Dalberg rìconoscentissimo. Al tem-
liere dell' impero. Sparito l'impero, po della triplice alleanza contro là
Dalberg a vantaggio della Germa- Francia , è tre settimane prima
nia, e per conservare la grande della battaglia di Lipsia, Dalberg
unità tedesca, voleva con altri prin- lasciò la sua residenza di Aschaf-
cipi tedeschi che Napoleone pren- femburgo per non trovarsi in mez-
desse il titolo d'imperatore d'occi- zo al tumulto, ad onta che gli
dente, ma la sagacia dèi secondo veniva promessa la conservazione
si contentò dell'imperatorato fran- degli stati se non partiva, o almeno
cese ; onde Dalberg sì diede a ben un equivalente sulla riva destra
governare i &\\oì sudditi, ma non del Reno. Fedele all'amico che di-
volle stabilire la sua residenza in veniva infelice, egli abdicò a' 3o
Fi-ancfort , temendo offehdere lo ottobre 181 3 al re di Baviera il
spirito d'indipendenza degli abitan- granducato di Francfort, a favore
ti. Una quinta coalizione continen- del successore principe Eugenio ge-
tale venne a turbare la sua pace, nero di quel monarca, dichiaran-
Ratisbona fu presa e ripresa, e per do contentarsi delle rendite del suo
la battaglia di Wagram e pace arcivescovato di Ratisbona, e vi si
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che ritornò ad essere sede vescovi- tesimale, e la ciua d'anime -si e-
le, conferita a'6 aprile i8i8 a de sercita dai orni nati parroco e sa-
Wolf vescovo di Dorila in par- cellano. L' episcopio è un conve-
tìbiis. niente edifizio, poco distante dalla
Dopo la morie del vescovo di cattedrale ; il cimiterio resta fuo-
Magonza Colmar, Pio VII nel rior- ri della città. , 01l|-e la cattedrale
dinamento degli atfari religiosi di in Magonza sonovÌMji|tre (|u;ittro
Germania , istituendo nel 1821, chiese parrocchiali, munite del bat-
l'arcivescovato di Friburgo, ne di- ^^isterio, non che il seminario con
chiarò suffraganea Magonza, e lo alunni, l'ospedale, ed il monte di
è tuttora. Dopo lunga sede vacan- pietà. La diocesi è circoscritta ne|
te. Pio Vili nel concistoro de' 2 granducato contenendo d' Assia ,
settembre 1829 traslatò alla chie- diverse città, terre e castelli, cou
sa vescovile di Magonza
Giuseppe centoquarantollo parrocchie, e più
Vito Burg d'Ofifemburg diocesi di di 26,000 cattolici. Ogni nuovo ve-
Costanza, vescovo di Rodiopoli in scovo è tassalo ne' libri della ca-
partibus. Essendo questi morto nel mera apostolica in fiorini 348, es-
^
i833, il Papa Gregorio XVI nel con- sendo i frutti mensa circa
delia
cistoro de' 20 gennaio i834 preco- 8000 fiorini renani, non gravati
nizzò in successore Giacomo Hu- da pensioni.
inann d'Argentina, canonico decano
di Magonza e vicario capitolare Concini dì Magonza.
per dodici anni di questa chiesd,
siccome eletto dal capitolo e cano- Il primo fu tenuto l'anno 8i3
nici della cattedrale. Questi poco a' 9 giugno d'ordine di Carlo Ma-
visse, onde medesimi elettori pro-
i gno, che vi mandò quattro depu-
cedettero air elezione dell' odierno tali. L'arcivescovo di Colonia e
"vescovo monsignor Pietro Leopol- arcicappellano lldebaldo vi presie-
do Kaiser di Mulkeim diocesi di dette con trenta vescovi e venticin»
Magonza, che il medesimo Papa que abbati. Vi si lesse il vangelo,
Gregorio XVI preconizzò nel con- i canoni e diverse opere de'padri,
cistoro de' 6 aprile i835. La cat- fra le altre il pastorale di s, Gre-
tedrale fondata dall'arcivescovo b. gorio I, per trovare i mezzi di ri-
prebendali, de'quali due sono pre- tezzare che a Pasqua ed alla Pen-
ti, e due uno parroco, l'altro sa- tecoste, ed altri canoni sulla fede
udiano o tesoriere oltre dodici , e disciplina. Diz. de' concila ; Regia
sacerdoti addetti al divino servigio. l. XXj Labbé t. VII; Arduino
Kella cattedrale vi è il fonte bat- t. IV.
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sepondo fa hell'S^S o 829
Il ossia concilio nazionale di Alcma
per ordine di Lodovico I il Pio. gna, tenuto ad Aribon di Magonza,
GaU, christ. l. IH, p. GSy. nel quale si corressero molti dis-
II neH'847 riunito
Icrzo c©ncilio ordini, ma non potè separare Ot-
in seltembre per volere di Lodo- tone conte di liarmestein da Ir-
quello stato, sarebbe cacciato dalla cevette i decreti, toltone quelli fat-
za dice, che per soddisfazione non ranno nel loro dovere e ritorne-
si deve intendere quella che can- ranno ai loro monasteri, sieno trat-
cella la colpa del peccato, e libera tati con dolcezza e umanità. 2.° Si
dall'eterna penaj il che succede per proibisce alle religiose di uscir dal
la soia propiziazione di Gesù Cri- monastero senza grave necessità, e
sto; ma quella alla qv»ale noi sia- con permissione espressa del vesco-
mo sottomessi, e che ci rimette la vo. 3.° Si proibisce la predica e
dena temporale, che rimane dopo r amministrazione de' sagramenti
hd remissione della colpa, e quale nelle cappelle de' castelli. Si rinno-
$i adeippie colle elemosino, coi di- va il decreto di Basilea intorno
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agli scomunicati non dertunztali. Nel 1060 fu Maguelo-
restituita a
Dìz. de'conc.j Regia t. XXXVj ne, e nel 12 i5 Innocenzo IH do-
Labbé t. XIV; Arduino t. IX. nò al vescovo la contea di Ma-
MAGRI Domenico. Nacque in guelone e di Substantion, confisca-
Malta, fu prete dell* ora lo ri a, ca- ta al stK> signore come eretico al-
nonico della cattedrale di Viterbo, bigese. primo vescovo
Boezio è il
fu tenuto nel 1220. Gallia christ. onde ivi gli fu eretta marmorea
t. VI, p. 763. iscrizione di gratitudine, che gran-
MAHUSA D'ARJUNA. Città ve- de fu ne' religiosi, mentre abitan-
scovile del paese de' garmei , dio- do prima nel convento di s. Sisto,
cesi de* caldei. Ebbe per vescovi, a cagione dell'aria malsana, erano
Simeone cui si attribuisce una tra- costretti nell'estate ritirarsi in A-
duzione della cronaca d'Eusebio in nagui. Una simile donazione fece
lingua siriaca, e fiorì vevso il 600 j
della chiesa di s. Pancrazio ai car-
e Schaduna che abiurò il nesto- melitani scalzi, afBqchè vi mante-
rianismo e fece professione di fede nessero un convitto di giovani re-
ortodossa , sotto il cattolico Sub- ligiosi,che istruiti per le missioni
Mar- A ma. Oriens christ. t- H, p. potessero propagare e mantenere la
l32Q, fede ne' paesi degl' infedeli. Quan-
MAIDALGHINI oMALDACCHI- tunque fosse a tutti noto per lo
NI Francesco, Cardinale. Francesco scarso suo talento e poca capacità,
Maidalchini o Maldacchini nobile tuttavia la sua mirabile affabilità e
di Viterbo, nato nel i63o , nipote dolcezza, l'amore che avea perla
della famosa d. Olimpia Maidal- verità, odiando la menzogna, ed il
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al Pontefice, benché fosse abbate Ppitou vi aveano un castello; uno
ordinario, senza la pontificia facol- di essi, Guglielmo IV, vi fondò in
tà non poteva farsi promuovere agli onore di s. Pietro un' abbazia di
ordini sacri, pel requisito essenziale benedettini, insieme ad Adomalda
che si richiede della capacità, e o Emma duchessa d'Aquitania sua
della testimoniale o dimissoriale del moglie nel oo3 , fondazione che
i
proprio superiore ; quindi non po- nel 1007 o 1009 confermò il Pa-
tendo ninno dar testimonianza di pa Sergio IV. Questa abbazia fu
sè medesimo, non bastava che il eretta in vescovato nel 1 3 1 7 dal
cardinale fòsse ordinario e quasi Papa Giovanni XXII, che conservò
vescovo nella sua abbazia ,
perchè regolare il capitolo della cattedra-
altro carattere più sublime lo as- le, sottoponendola qual sufFraganea
soggettava al vescovo della prima all'arcivescovo di Tolosa, al dire del
sede. Contuttociò, godendo egli la Novaes, ma in vero di Bordeaux,
protezione del re di Francia, a di togliendola però dalla diocesi di
lui interposizione venne sanala da Poitiers. Il primo de' suoi vescovi
ogni difetto siffatta ordinazione. Do- fu Goffredo Ponvrelle ultimo ab-
po essere intervenuto a sei conclavi, bate di s. Pietro di Maillezay, con-
in uno ventidue
de' quali ottenne secralo nel medesimo anno, morto
voti, quanto narra Gre-
se è vero nel i333. Però secondo Cheny
gorio Leti, trasferitosi a Nettuno Archiep. et episc. Galliae, i primi
per respirare l'aria marittima e vescovi furono Benedetto e Ro-
salubre, vi lasciò la vita nel 1700 berto, terzo Goffredo. Gregorio XI
d'anni settanta, e cinquantatre di fece vescovo Pietro di Turejo o
cardinalato. Trasportato il cadave- Thurey, che seguendo poi le parti
re in Viterbo, ebbe sepoltura in s. dell'antipapa Clemente VII, fu da
Maria de'Gradi, nella tomba dei suoi questi creato nel 1 385 anticardi-
antenati, con breve epitafijo. Della uaìe, dipoi riconosciuto per cardi-
semplicità esagerata di questo cardina- nale da Alessandro V nel 1409.
le di cui si raccontano tanti aneddoti, Nel 14B5 Innocenzo Vili fece ve-
di altre sue notizie, dell'averne d. scovo Federico Sanseverino napo-
Olimpia promosso l'esaltazione al- letano, che creò cardinale nel 14^95
lorché il figlio rinunziò la porpo- ribellatosi a Giulio II fu deposto
ra, e dell'averselo ritirato in casa indi Leone X. Que-
reintegrato da
per dominarlo, e ricevere gli omag- sto Papa nel i5i7 nominò vesco-
gi della curia e corte romana ne , vo il cardinale Pietro Accolti d'A-
tratta il Cancellieri nel suo Merca- rezzo, che mori nel i532. Vi fio-
to a ^. 107 e 108; e ne Possessi rirono tre vescovi della famiglia
p. 291. d'Escoubleau. Urbano Vili nel
o MAILLEZAIZ, i63i secolarizzò il capitolo, ed In-
IMAILLEZAY
Malliacuvi Pictonum. Città vesco- nocenzo X trasferì nel 1648 la
vile di Francia, dipartimento della sede vescovile alla Roclwlle (P'edi)^
Vandea, capoluogo di cantone, in lasciando solamente nell'antica cat-
un'isola formata da paludi e dal- tedrale alcuni ecclesiastici con un
l'Antisc, sulla riva sinistra di questa parroco. L'ultimo vescovo di Mail-
riviera, e perciò in aria non sana. lezay, ed il primo vescovo di llo-
i principi del suo tempo. L'impe- Stefano alMonte Celio, indi lega-
ratore Ottone il Grande metteva to in Germania per la causa di
in lui tutta la confidenza, e gli die- Guitniaro arcivescovo di Magde-
de una ispezione generale sopra burgo, donde però senza nulla con-
tutti i monasteri de* suoi stati ; ne cludere fu costretto ritornare in
minor credito godette presso l'im- Roma, ma nel viaggio morì nel
peratrice Adelaide e suo figlio Ot- II 57, dopo essere intervenuto alle
tone II, che riuscì di riconciliare elezioni di s. Anastasio IV e di A-
fra loro. Nel ggi si scelse a coa- driano IV.
diutore s. Odilone, e non pensò MAIROSIO Raimondo, Cardinal
i
7
28 MA I MAJ
l(f. Raimondo Mairosio di Avilha- osservabili sono quelle di Pollenza
110 o Amilhano, diocesi di Rodez e di Alcudia, e quella di Palma,
in Francia , eccellente dottore in Quest'isola è attraversata dal nord-
jus, meritò di essere promosso nel est al sud-ovest da una catena assai
j 4^4 Martino V al vescovato
tla alta di montagne: non ha nessun
di s. Papoul, da cui nell'anno ap- corso d'acqua considerabile, ma ab-
presso fu trasferito a quello di Cliar- bonda di sorgenti, che vi formano
lics , medesimo Papa
e dal nel un'infinità di ruscelli; clima è il
«linale prete del titolo di s. Pras- sano. Trovansi molti raaimi di co-
sede, dignità che potè godere ap- lori diversi, e le montagne rinchiu-
toni, sul pendio di una collina, rigine, e nei dintorni, sotto il no-
dettini nel 5o7, che popolossi ra- nome fu chiamata Fayence. Ma-
pidamente; ma nel 1082 molto iorca contiene due città principali
soffrì da un incendio durante le e trentadue villaggi. Evvi una uni-
guerre di religione e della Vandea. versità reale, un tempo chiamata
JVel 1075 vi fu tenuto un concilio Luliana,d^\ celebre Raimondo Lullo
contro Berengario, nel pontilìcalo cbe quivi nacque. Clemente X colla
di s. Gregorio VII e regnando Fi- costituzione Exponi nobis, de' 1
ospitalieri. Il linguaggio piti usato HI, cioè Giacomo I, nel 1276 alla
è il catalano, mescolato con l'ara- morte del padre, ed i suoi discendenti
bo, o a meglio dire la lingua pro- furono dichiarali sovrani e re di
venzale; imitando nelle vestimenla Majorica e delle isole Baleari, ma
i costumi greci. I cartaginesi per feudatari della corona d'Aragona :
gliere ivi le loro forze per gittarsi fratello di Pietro ITI, si vide im-
nella penisola ispanica. potente a contrastargli il passaggio,
II console Quinto Cecilio Me- per cui si unì poscia ai francesi nel
tello fondò in questa isola le città 1285, anno in cui morì Pietro 111,
3o MAJ MAJ
Nell'anno 1 3^4 Oiaconio II or- il Rossiglione e la Cerdagna. In-
dinò in lingua provenzale una spe- seguito in Rossiglione, non essendo
cie eli codice o legf^i palatine ,
in grado di difendersi, T infelice
per i' interna polizia del suo pa- Giacomo IV si rese al cogtiato a
lazzo; con questo codiceGiacomo discrezione, onde venne spogliato
li voile regolare minutamente i di tutto, e dipoi fece intitilrnente
doveri di tutti gli individui ad- de' tentativi per ricuperare il re-
detti al suo servigio. Gli succes- gno. Altri storici poi racc<Mitano
se Giacomo III , il quale diede che quando Pietro IV fece prigio-
sua figlia in moglie a Pietro IV, ne Giacomo IV, lo lece rindiiude-
« questi la sorella al di lui figlio re in una gabbia di feriH3 dove
Giacomo IV detto da alciini V: passò tredici anni ; quindi i suoi fe-
tutta volta Pietro IV volle impa- deli servi avendo uccise le guardie
dronirsi delle Baleari e del regno di lo liberarono nel i362. Giacomo
JNJajorca. Il Papa Clemente VI nel IV si recò io Francia dove speia-
I 342 si affaticò per pacificare i due va di ricuperare alnieno le ci>iiiee
glione, per pretesto di guerra gli fe- come una dipendenza della coro-
ce rapire la moglie, e poi se ne im- na aragonese, né più vennero com-
padronì quasi seaza combattere ; gli plessivamente sottratte al dominio
prese Majorca, e siccome feudatario spagnuolo, salvo qualche particola-
lo dichiarò piivo del regno e di re aggressione a taluna di esse nel-
tutte le sue possessioni, compreso le guerresche vicende. JNella nuova
MAJ MAJ 3r
ammiuislraliva divisione della Spa- VI. Questo Papa nel 1496 pro-
gna, dalla metropoli ha desunto mosse al vescovato Antonio di Ro-
l'intero Arcipelago l'intitolazioue di cas, cancelliere del re Ferdinando
MAL MAL 33
col nome di dottore inclito. Vesti- Je romano, a'2r mnr70 11 88 me-
tosi de' domenicani
tleir alìito si , ritò di essere creato cardinale dia-
distinse non meno per la pruden- cono da Clemente 111, che per
za e santità di vita, ehe nelle fa- diaconia gli conferì la chiesa di s.
tali, nel voi. XXXIV del Dizio- sola del principe di Galles, ove
nario ^ massime alle p. i85, 192, trovano maggior varietà di arti-
minuì molto la sua importanza; al- forse morì nel 1818, non essendo
la pace del 181 4 la restituirono stalo più nominato, ed ancora la
ai Paesi-Bassi, i quali la cedettero sede è vacante. La cattedrale è
all'Inghilterra nel 1823. dedicata all'Aimunziazione della Bea*
Convertita l'India orientale alla ta Vergine.
cattolica fede dal gesuita s. Francesco Nella proposizione concistoriale
Saverio, e propagata dai suoi com- dell'ultimo vescovo, ecco lo sta-
pagni e successoli correligiosi, il lo di questo vescovato. Nella cit-
tazione, per quanto glielo permet- tornato a Roma prima dell' arrivo
tevano i suoi doveri. Fece ezian- di Malachia in Francia, esso si re-
MAL MAL 37
C(> Ghiaia valle nell'ottobre
a del ne felice ed amena, gode di un
1148: ivi cadde ammalato, e mo clima dolce e sano, e di un cie-
lì santamente il 1 novembre sus- lo sereno ; ha al sud il mare, al-
seguente, in età di cinquantaquat- l'ovest una pianura deliziosa di sei
tro anni. S. Bernardo recitò il suo leghe d'estensione, celebre per la
panegirico e ne scrisse la vita, in sua fecondità straordinaria, ed al
cui riferisce molti miracoli coi qua- nord ed all' est alte montagne, le
li Iddio rese piìi splendida la sua cui sommità talora sono coperte
apostolica missione ; ma la sua vi- di neve. Malaga è di forma circo-
ta, dice il santo padre, fu il mag- lare, cinta da un doppio muro,
giore de'suoi miracoli. S. Malachia da torri maestose con
fortificato
(u canonizzalo con una bolla di nove porte, e circondata da tre
Clen)ente III o Clemente iV, nel sobborghi. La piazza Mayor è or-
terzo anno del suo pontificato, la nata di una fontana di marmo di
quale è indirizzata al capitolo ge- bellissima esecuzione, dedicata dalla
nerale de' cistcrciensi. La sua festa repubblica di Genova a Carlo I,
molo in cui evvi un bel faro, e ove sta il castello moresco in ro-
la riviera Guadalmedina, distante vina, chiamato Gibrnlfaro, si tro-
l'uno dall'altro circa tremila tese: varono i rimasugli di capitelli e
un castello fortificato costruito da- intere colonne di marmo , che si
JNegii anni i8o3 e i8o4 questa decano, di dodici canonici colle pre-
città molto sofferse dalla febbre bende teologale e penitenziaria ,
cominciò ad essere abitato verso vuto alla riva dal nob. Zuanne Minio
la metà del V secolo dell* era giudice, dai deputali della comuni-
nostra, quando le popolazioni di tà ed altri pubblici impiegati, e
Aitino, di Padova e di Este fug- dall'arciprete e clero di quella chie-
girono le stragi de' barbari, ed i sa arcipretale. Fra le acclamazioni
furori dì Attila; quindi venne in- degli abitanti, il suono delle cam-
grandito nel Vii secolo. Malamoc- pane e il rimbombo de' cannoni,
co fu poscia rovinato dai franchi passò a visitar detta chiesa, quia-
neir 809, distrutto dal fuoco nel di il monastero delie monache a-
iio5, ed intieramente inghiottito gostiniane, che allora esisteva. Di
dal mare, in conseguenza d'un ter- là partito si trasferì alla canonica
remoto nel I I r, od anche prima.
I dell'arciprete, ove ammise tutti i no-
Fu allora, al dire dello storico Via- minati ed altri al bacio del piede.
nolli, che si rifabbricò colà presso in S'incamminò poscia alla chiesa del-
sito più eminente l' odierno Mala- la Beata Vergine di Marina, si-
mocco o Meta ma UGO, erigendo visi tuata in poca distanza, poscia si
la chiesa parrocchiale sotto il titolo imbarcò per restituirsi a bordo
di s. Maria Assunta. Questo luo- della fregata. Tre giorni il Ponte-
go è rimarcabile anco per i suoi fice si trattenne nel porto di Ma-
lidiche r arte seppe difende- lamocco, prima di riprender ma-
re dalla violenza del mare me- re. Tanto narra il Cancellieri nella'
diante grossi argini di terra, rive- Storia de' possessi, p. /[(jS.
stiti di pietra. Questa barriera ar- Allorché il regnante imperatore
tifiziale è diversa dai gran muri Ferdinando I, e l'imperatrice Ma-
di Pelestrina a guisa di argini, dal riaAnna onorarono Venezia nel
senato veneto edilicati circa la me- i838 di loro augusta presenza, al
MAL MAL 4i
i3 ollobre si recarono al porlo di te Francesco V
duca di Modena.
Miilamocco, seguiti dagli aiciduchi, Seguì la decorosa ceremonia, tra
dalle arciduchesse , e dalla corte mille voci di letizia e di gratitu-
imperiale. Avendo Timperatore or- dine, e tra lo strepilo delle arti-
dinato la bramata costruzione d'una glierie. Il tutto si racconta con
grande marmorea diga lunga metri diffusione dal benemerito patrio
2 I 22, colla spesa di oltre tre milioni ìstorico il eh. cav. Fabio Muli-
di lire austriache, a vantaggio del por- nelli, negli Annali delle provincie
to, per ridurlo a maggiore profon- venete^ a p. 4'^9 ^ seg.
dità e per togliere gli ostacoli che La sede vescovile di Malsmocco
lo facevano difficile ai legni mercan- ebbe origine nel 638. Aveva Ro-
tili carichi, e mantenerne il passag- tari re de'longobardi ordinato che
gio costantemente agevole e sicuro in ciascuna città vescovile vi fossero
ad utilità marina e del com-
della due vescovi, uno per i cattolici, l'al-
mercio, cangiando così il porto di tro per gli ariani. Berguardo, che
Venezia in uno de'più sicuri e mi- altri chiamano Tricidio, vescovo di
gliori del Mediterraneo, con immen- Padova, per non comunicare con uq
si vantaggi altresì dell'insigne città, vescovo ariano, abbandonò la sua
della quale opera se ne ottennero chiesa e ritirossi a Malamocco, ove
ormai felicissimi risultamenli, vol- stabilì nel 638 la sede vescovile,
le in detto giorno degnarsi por- coll'approvazione del sommo Pon-
re la prima pietra a tal grandiosa tefice. Questo nuovo vescovato fu
mole. 11 vescovo di Chioggia Anto- dichiarato suffraganeo del patriar-
nio Savorin assistito da due canoni- cato di ma dopo l'incen-
Gradoj
ci e dall' arcidiacono arciprete di dio iio5 venne la sede di
del
Malamocco, solennemente benedì la Malamocco trasferita a Chioggia.
prima pietra della diga, nel cui in- Il primo vescovo di Malamocco fu
menico Contarini. Pei narrali disa- cognizione d' una causa dei canonici
stri dell'incendio e terremoto, o con- della cattedrale di Ferrara. L* XI
cussione di terra che produsse la vescovo fu Uberto abbate de'cisler-
inondazione di Malamocco, Enrico ciensi di Brondolo, consecralo dal
con permesso del principe e sena- patriarca di Grado nel 1284, in
lo veneto trasportò in Chioggia luogo di quelli che avea eletto il
MAL MAL 43
1 53.^ celebrò il sinodo per vantaggio capitolare e decano della cattedra-
<lt;l clero, ciò die pnr fece Alberto le ; compì gli abbellimenti di que-
Pasquali che nel r54i occupò il sta, e lasciò pii legati e memoria
suo luogo. Fr. Giacomo Naclanti onorata. Nel i66g fu fatto vesco-
fiorentino domenicano intervenne al vo Antonio Baldo veneto de'soma-
concilio di Trento^ lodato per mol- sebi, esimio teologo, che consagrò
te ragioni. Altro domenicano fu fr. la cattedrale e fece il magnifico
Marco Medici patrizio veronese pulpito. Stefano Rosata diocesano
faJto da Gregorio XI li
vescovo di Peleslrina, vescovo nel 1684, no-
nel iSyS, che qual teologo del ve- bilitò il coro de'canonici con bei
scovo di Ceneda si era recato al sedili e marmoreo pavimento^ eres-
concilio di Trento. Dopo di lui lo se due sarcofaghi, e fece l'orologio
stesso Papa nel i584 nominò a de- alla torre campanaria. Nel i6g6
gno successore Gabiiele Fiamma gli successe Antonio Grassi di Chiog-
vèneto, generale de' canonici rego- gia, degno pronipote de* lodati ve-
lari lateranensi, eloquentissimo ora- scovi e decano della cattedrale; or-
tore. Divotissimo della Beata Ver- nato delle più belle qualità_, aman*
gine, nel suo vescovato, ne
breve te de'poveri, lasciò beneficenze al
compì e magnificamente omo il tem- seminario. Clemente XI nel 171
pio, situato al lido del mare, che vi trasferì dalla chiesa di Tine
poi consacrò; egli è autore di quel- Giovanni Soffietti nobile di SciOj
le opere che registra 1' CJghelli. Nel chierico regolare minore, col quale
i585 Sisto V dichiarò vescovo fr. termina il catalogo dell' Ughelli
Massimiliano Beniamo di Godogno proseguito dalle annuali Notizie di
minor conventuale, dotto in ogni Roma. Gli ultimi vescovi di Chiog-
scienza, anch'egii stato con riputa- gia furono: nel 1795 Domenico
zione al concilio Tridentino. Il ve- Sceri man domenicano veneto, iras-
scovo Lorenzo Prezzato del i6or, lato da Caorle; nel 807 Giusep- 1
lari nobile veronese, lodato per le tuale monsignor Giacomo de' conti
sue virtù. Altro eccellente vescovo Foretti di Padova, di cui era ca-
fu Pietro Paolo Milotti vicentino, nonico decano della cattedrale.
generale de' canonici di s. Giorgio MALCO Dormiente (s.). F. Don-
in Alga, che nel 1619 fu sostitui- MiENTf (i sette ss.).
MAL MAL /p
conoscere la forza del suo genio, e MALEDIZIONE, Tmpeecaìione ,
46 MAL MAL
in tal senso la pronunziò Geremia sone che meritano una particolare
quando disse: Malediclus homo (fui venerazione , come superiori , o i
vengono nelle bolle de' Papi a di- cipi , sebbene con quell' iscambio
fesa de* privilegi e delle proprietà di espressioni eh' esigeano la quali-
de* monasteri, de' conventi e delle tà del delitto e delle persone, e le
chiese , non che a sostegno ed a circostanze più o meno aggravanti.
tutela dei diritti pontificii. Il Ri- Si possono consultare anche in pro-
naldi all'anno 5 14, num. 24, parla posito le formole di Marcolfo lil>.
delle maledizioni e benedizioni di II, riportate dal Baluzio nel t. Il,
4B MAL MAL
inculcati dal nostro Redentore. Che postolorum auctoritate decernimus,
che ne sia, a terrore degl' invasori nulli quoquo modo licere au-
delle proprietà ecclesiastiche, e dei ferre, ncque quo(juo modo aliena-
falsari e corrompitori de* diplomi re usurpare, ac fraudare. Si
e delle bolle, e contro i conculca- quis aulem, etc sciat se Do-
tori delle leggi civili ed ecclesiasti- mini nostri Jesu Christi atque b.
che, Fulminavano anatemi, s'im-
si Petri principis apostolorum aucto-
precavano maledizioni, si minaccia- ritate, insolubili anathematis vin-
va il giudizio di Dio subito da Da- colo innodatum esse,et a regno
tan, Core ed Abiron ingoiati vivi Dei alienatum contrarios sibi sen-
:
pi, come di s. Gregorio VII, In- no che Azazel o Azael fosse il no-
nocenzo IH, Innocenzo IV, ec. E me del demonio, e che rilasciato
sono poi Soliti Pontefici di prov- i il capro nel modo detto al citato
vedere alla conservazione delle loro articolo, riputavasi dato in potere
bolle, e alla esecuzione delle gra- del nemico di nostra eterna salute.
zie e privilegi accordati colla se- Secondo il comandamento di Mosè,
guente formola, che dà termine alle una donna accusata dal marito d'in-
stesse bolle. *» Nulli ergo omnino fedeltà, beveva dell'acqua detta di
hominuni liceat hanc paginam no- gelosia, sulla quale il sacerdote avea
strae ( concessionis, confìrmationis) da prima pronunziato alcune im-
infringere, vel ausu temerario con-
ei precazioni. I greci vendica vansi so-
traire. Si quis autem hoc attem- vente per mezzo d'imprecazioni dei
ptare praesumpserit, indignationem loro tiranni o dei nemici dello stato.
omnipotenlis Dei, et bb. Petri et Alcibiade subì quella pena per aver
Pauli apostolorum ejus se noverit mutilato le statue di Mercurio e
incursurum ". profanati i misteri di Cerere. 11 se-
Imprecazione, dalla parola latina nato di Atene decretò imprecazioni
imprecor^ si prende qualche volta contro Pisistrato, sotto
il cui giogo
in buon senso nella Scrittura, pei la repubblicaavea dovuto gemere
buoni augui*ii ed i voti favorevoli, per qualche tempo. Cosi gli Anfi-
raa pili di sovente pei cattivi. Le zioni per mezzo di una violenta
imprecazioni sparse ne'iibri sacri de- imprecazione contro medesimi, essi
già l'odio, ma l'orrore pei loro bazione. Espulsi dalla loro patria,
peccati. L'origine deMe imprecazio- proscritto era il loro nome anco
ni tempi più rimoli, e la
risale ai dopo la morte, a meno che otte-
credulità de^popoli ne autorizzò Tu- nuta non avessero una riabililaziot
VOI,. XLH.
5n MAI. ^\ AL
ne, la 4u;We consisteva nel sacri- orrende, con fanatismo lurono ùxl"
fizio di alcune vittime in ono- te anco da alfic ri.izif.ni.
beni di chiunque aspirasse alla so- menti. Entrambi questi malefizi so-
vranità. Crasso avendo fatto aggra- no peccati mortali di loro natura,
dire a Pompeo il disegno che con- giacche sono contrari alla giustizia
cepito avea d'invadere la regione ed alla religione a motivo del pat-
dei parli, malgrado la resistenza demonio. Ne segue perciò, che
to col
nale in cui evvi una fonderia di can- che Pipino re di Francia diede nel
noni; il convento de' francescani, 754 al conte Adone suo parente ;
\
,
^4 MAL MAL
che i vescovi di Liegi la possecles \nmonle dai francesi
nel 1792, la
seio in seguilo , e che fosse loro perdettero nel 1793, e vi rientra-
confermalo un tal possesso nel 910 rono nel 1794- H governo frafjce-
da Cario ìli il Seni plica. Ebhe so- se fece distri»ggcre le forliiicnzioni
vrani particolari sino al 1 336 in nel 1804 e divenne sotto l'impe-
cui si mise in libertà, e dopo aver ro il capoluogo di ini circondario
appartenuto a diversi altri principi, r\A dipartimento disile Due^ethes.
passò nella casa Borgogna nel
di ]N'(*l iSi4 fece p.ute del ,iegno dei
1462 pel matrimonio di Marghe- Paesi-Bassi, e Hnahnente nel i83[
rita di Brabanle con Filippo l'Ar- fu compresa nel nuovo regno del
dilo ; ma Filippo il Buono la di- Belgio.
vise dai suoi altri dominii, per far- Il vangelo fu predicalo a Mali-
lìe una delle XVII provincia dei nes da s. Ronioldo, che associossi
Paesi-Bassi. Malines non era nel alle fatiche apostoliche s. AYillibror-
secolo IX che una riunione di ca- do, e fu consagrato vescovo regio-
panne e di casolari, presso cui esi- nario, cioè senza sede stabile. Egli
steva un monastero ove s. Romol- era anglo sassone, non scozzese, ed
do o Romboldo solhì il martirio, ni più allevato iti qualche mona-
e che fu dotato in seguito da Not- stero Ira gli scozzesi d' Irlanda, per
ger vescovo di Liegi. Dopo essere cui alcuni lo credettero vescovo di
stata distrutta dai '
normanni nel- Dublino. Fondò in Malines un mo-
V 884, questa città fu rifabbricata nastero , che divenne in seguito
neir 897 e cinta di bastioni nel una collegiata sotto la sua invoca-
930. Soffrì molli incendi , il più zione, perchè vi fu deposto il suo
terribile de* quali occasionato dalla corpo dopo il martirio dal conte
folgore che cadde sopra un ma- Adone onde Malines lo
, ritiene
gazzino di polvere, fu quello del come patrono ed apostolo. Tale
1546, per cui provò perdite gra- chiesa restò dipendente all'arcive-
vissime, e rimasero morte o ferite scovato di C>ambray sino al 15^9,
più di 800 persone. Fu anche, dan- benché Malines appartenesse alla
neggiata per gli straripamenti della diocesi di Liegi. Ad istanza di Fi-
Dyle, e molto più per la peste ad lippo li re di Spagna, sovrano delle
epoche diversa e principalmente ne- F'iaiidre, il Pontefice Paolo IV colla
gli anni 1182, i3i5, i4oo, i438, bolla Super Ec-
Universas orìns
1578, 1598. Gli spagnuoli la sac- clesins, de' 10maggio 1659, Bull.
cheggiarono nel 1572, onde punir- Rom. t. IV, par. I, p. 359, eresse
la del suo attaccamento al princi- la chiesa di Malines in metropoli-
pe d' Grange, e lo fu anche nel tana, e per diocesi assegnò diecisetto
1578 dalle truppe dello stesso prin- terre, con un territorio lungo ses-
cipe, e nel i58o dai colonnelli in- santatre miglia, e trenta largo, e
glesi Norris Tympel.
ed Oliviero per mensa annui ducati d'oro cin-
Dopo essere «tata abbandonata dai quemila dalle decime, e tremila da
francesi, si arrese a Marlborough somministrarsi dai re di Spagna
n^l 1706; i francesi la ripresero ai quali concesse la nomina del-
nel 1746, e la resero all' Austria l'arcivescovo. Per suffraganei sta-
nei 1748,
conseguenza del trat-
in bilì i vescovati di Ruremonda, Bois-
tato di Aquisgrana. Ripresa nuo- le-Duc, Anversa, Bruges, Gand, ed
MAL 5S
Ypres, divenendo poi primate dei ministero, prendendo ad esempio
Paesi- Bassi. primo arcivescovo
11 lo zelo de' primi apostoli della fe-
di Malines celebre Antonio
fu il morì nel 1689. All'arcive-
de, e
Pei'ienot Granvela, nominato nel scovo Lamberto Guglielmo scrisse
i56o, che nel i56i creò cardina- Clemente XI nel lyoS, lodandolo
le Pio IV, chiesa the abdicò nel per lo zelo che mostrava contro il
i582. Suo successore fu Giovanni giansenismo; quindi nel 1707 or-
Hauchin, le cui dolci ed affabili «ua- dinò air arcivescovo ed ai suffra-
niere lo resero caro a tutta l'arci- gane, che sotto gravi pene ordi-
diocesi ; soffrì pazientemente ogni nassero ai superiori ecclesiastici se-
violenza usala contro di lui dai ne- colari e regolari di non riceven*
mici della religione cattolica, dopo ne' luoghi sacri ed immuni per lo
che i Paesi Eassi si ribellarono a spazio di un anno soldati
i diser-
Filippo né trascurò inai
li, dò- i tori ed i rei di qualunque delitto;
veli diun buon pastore, morendo ingiuiizione che prorogò poi ad un
nel 1589. Gli successe il cardinal altro anno, ciò che rinnovò ancora.
Guglielmo Alano o Alain, uomo Al medesimo arcivescovo Clemente
di raro merito e di ardentissimo XI nel 1708 diresse le sue lodi, e
zelo per la religione, che Sisto V con apostolica fermezza lo difese
tenne presso di se lioma per
in contro il consiglio del Brabante, il
giovarsi de' suoi consigli, e moiì quale avea con pubblico editto pre-
nel i594- Era slato designato per so a proteggere il sacerdote Wand-
terzo arcivescovo di Malines Levino Nesse giansenista refrattario, che dal
Torrentius Van der Beken di Gand prelato era slato scomunicalo, e dal
arcidiacono del Brabaiile, vicario Papa dichiaralo incorso nelle cen-
generule del vescovo principe di sure ecclesiastiche, annullaìido quan-
Liegi, secondo vescovo di Anversa, to erasi operato dal consiglio con-
nella cui cattedrale è sepolto , es- tro r autorità dell'arcivescovo.
sendo morto a Brusselles a' 25 a- Clemente XI nel 17 16 fece ar-
prile iSga. Egli fondò il collegio civescovo di Malines Tommaso Fi-
de'gesuiti presso Lovanio, e sosten- lippo d'Alsazia, de' conti di Bous-
ne l'uflizio ambasciatore pel ve-
di su principi di Chiaiay, che nel i 7 19
scovo di Liegi, siccome chiaro pei creò cardinale; governò l' arcidio-
suoi meriti. Tra i di lui successori cesi con vero zelo ed esemplare pie-
nomineremo, Mattia Van den Hove, tà, e morì nel i'j5(). Maria Tere-
consagrato nel iSqG, prelato di- sa imperatrice regina nominò suc-
stinto pei suoi lunji, per la sua li- cessore Giovanni Enrico Franckem-
beralità e per aver ristabilitala berg, e Clemente XIII lo preconiz-
disciplina ecclesiastica e regolare, zò nel concistoro de' 28 maggio
terminando di vivere nel màggio 1759: governò con gran pruden-
1620. Giacomo Boonen, encomiato za, affabilità e disinteresse, onde si
per le sue virtù e per la carità cattivò l'ammirazione de' suoi dio-
verso ipoveri, che morì nel i655. cesani, per cui Pio VI nel 1778
Alfonso di Berghes, dell' illustre fa- lo creò cardinale. Nel Ball, de
miglia de' duchi di Brabante, con- Prop. fiele, t.IV, pag. 267, si ri-
tè MAL MAL
naie sui matrimoni misti, che ri- sua morte Gregorio XVI nel con-
prova, come avea fatto col suo pre- cistoro de' 24 liibbraio i83i pie
decessore Benedetto XIV; tultavol- cgnizzò V attuale arcivescovo En-
ta prescrive i modi come potranno gelberto Sterckx di Ophem diocesi
permettersi. Alla biografia del car- di Malines, professore di teologia
dinale narrammo le rimostranze da nel seminario, canonico della me-
lui fatte a Giuseppe II sulle rifor- tropolitana e parroco, non che vi-
me religiose introdotte ne' Paesi- cario generale del predecessore. Di-
Bassi, per cui scoppiò quella rivo- poi in quello de* i3 settembre i838
luzione di cui facemmo parola an- il Papa lo creò cardinale dell'ordi-
che all'articolo Germania. Il cair- ne de' preti, conferendogli per ti-
vescovo di Malines. NuUadimeno dal cui corpo ivi si venera con altre
i8or gli arcivescovi hanno conti- reliquie. Questa cattedrale di goti-
nuato a portarlo, quindi la santa ca ed ottima struttura ha il ca-
Sede lo permise all'odierno arcive- pitolo senza alcuna dignità, e si com-
scovo. Dipoi Pio VII nel concisto- pone di dodici canonici, comprese
ro de*. 1 4 aprile 1802 preconizzò le due prebende teologale e peni-
arcivescovo Giovanni Armando Ro- tenziaria, di alcuni canonici ono-
quelaure, nato in Roquelaure, ed rari e di molli preti e chierici in-
in quello de' 28 luglio del 18 17 servienti ai divini ufllzi. 11 parro-
dichiarò arcivescovo Francesco An- co della cattedrale lo nomina l'ar-
nella teologia o nel diritto canoni- tuzione colla sua lettera o breve,
co. Essi sono mandati a Roma e Summa quideni animi nostri laeti-
mantenuti nel collegio a spese dei tiaj de' 7 dicembre i844 j ludi-
rispettabili vescovi del Belgio per rizzata al cardinal arcivescovo di
perfezionarvisi vieppiù nelle scienze Malines. Il collegio ecclesiastico bel-
ecclesiastiche.Frequentano in Ro- gico fuquintli piovvisoriamente col-
ma accademie teologiche, lo stu-
le locato nel locale contiguo alla re-
dio della Congregazione del conci- gia chiesa di s. Giuliano dei belgi,
lio {f^edr), quello della Congrega- di cui parlammo all'articolo Fian-
zione da' vescovi e regolari (l^e- dra (Vedi). Fu il collegio dipoi
di) , ec. . Vi studiano nella fonte formalmente approvalo per decreto
stessa i sani principii, i costumi, la della sacra congregazione degli sludi,
pratica della curia romana. Queste ilprimo aprile i845, e ai 4 di tal
cognizioni nel loro ritorno in pa- mese il detto Papa nominò in pro-
tria, diffondendosi per essi fra l'ec- tettore cardinal Giuseppe JVIez-
il
58 MAL MAL
detto locale o\*eia stalo eretto 11 tare maggiore rappresentava la sa-
trono. Nel 184^ in Malines coi tipi cra Famiglia. Pietro Nelli dipinse le
eli Ilanicq si pubblicò l'opuscolo lunette sopra gli altari laterali , e
ili tir ola lo Notive sur le collega
: la Madonna del Carmine nella cor-
i'cclésiasiìque Bcl^e inslìuié à Ro- nice della cupoletta è di Odoardo
vie par NN. SS. les évcques da Vicinelli, come abbiamo da Filip-
Belgique^ avec C ctpprohalion de No- po Ti li. Descrizione delle piUure ec.
tre Saint Pere le Pape Gregoire in Roma p. 3o[. Egli, ed il Ve-
XP'I. ìli esso sono riportate pure nuti, Roma moderna p. i5q, dico-
le lettere del cardinale al Papa no , che prima eravi
un quadro
de' 10 ottobre i844> i' citato breve del Barocci che il Re- vi efìigiò
sa chiesa de' ss. Gioacchino ed An- suna professione di fede, che non
na, di forma ettagona, coll'annesso fosse interamente conforme a quel-
monastero od ospizio alle noQìina- la assegnata dal concilio. Si decre-
te monache adoratrici, che ave;Mio tò che i vescovi visiterebbero le
acquistato i due edifizi nel 1807 chiese delle loro diocesi anche e-
dalla procura dei leresiani, e che vi senti. Si trattò eziandio del batte-
rimasero sino al i838, epoca in simo, della promozione agli ordini,
cui passarono all'altro vicino mo- della celebrazione delle feste, del
nastero di Maria Maddalena del-
s. dovere dei vescovi, della residenza,
le domenicane, concesso loro dal della vita e dei costumi de' chic-
Papa Gregorio XYI. Il quadro dell'al- liei , dei seminari , dei catechismi
,
MAL MAL 59
dei leligiosi e delle religiose, e fu metropoli di Tarso, eretta nel V
promessa obbedienza alla santa Se- ^»eculo, presso il fiume Piramo, ce-
de. Tutte queste materie furono lebrala da diversi geografi. Ne fu-
divise in nove capitoli. Labbé t. rono vescovi, Bemazio che assisletr
XV ; Arduino t. X ; Diz. de con- te al concilio di Antiochia, sotta
cilìì. Melezio nel 377. Valentino trovossi
Il secondo fu tenuto a Lovanio al concilio generale d'Efeso, dove
titré furono i capitoli stabiliti re- vò tutto quello che gli orientali
lativamente alla fede ed al mudo fecero a favore di Neslorio, tiia di-
di' conservarla ; ai sagramenli in chiarossi in seguito n^l concilio di
generale ed a ciascuno di essi in Tarso per 1' unione della chiesa o-
particolare; alle indulgenze, agli rientale con quella d'Alessandria;
ordinandi, ai matrimoni, alle feste Crisippo assistette e sottoscrisse al
ed ai digiuni ; alle reliquie ed alle concilio di Calcedonia; Attalo sot-
immagini ; agli esorcisti, ai vescovi toscrisse al decreto sinodico di Gen-
ed ai loro doveri ; ai parrocchi nadio palrlarca di Costantinopoli
agli ecclesiastici in generale ed ai contro sin)oniaci;
i Cosma che
e
benefìzi ; alle scuole pubblicbe, ai sottoscrisse il quinto concilio gene-
seminari, ai monaci ed alle mona- rale. Oriens christ. t, II, p. 884.
che; alle immunità ecclesiastiche Al presente Mallo, Mallcn, è uà
ed ai sinodi provinciali. Regia t. titolo vescovile in partibus che con-
XXXVI; Labbé t. XV; Arduino ferisce la simta Sede, sotto l'arcive-
t. X. scovato pure in pai tibus A\Tòy9,o. Il
I
Po MAL MAL
modo, sìcnro ed assai imporlanle, sca del merluzzo e delle balene;
ma di diilìcile approdo perchè l'in- ed il grande e piccolo cabottaggio
gresso n' è ristretto e sparso di sco- sono quivi molto animati. E patria
gli e di bassi fondi; i vascelli vi di molti uomini illustri, e fra gli
restano a secco a bassa marea, ma altri di celebri navigatori e gran-
Papa Giovanni XXII nel i320 se- Porhouet, con otto decanati dipen-
colarizzò il capitolo: trasferito nel denti dagli arcidiaconati. 11 vesco-
k
Si ^] A T. MA L
MALPIGHI o MALPILTA An- Malta fu sempre decantata, come
DBEA, Cardinale. F. Gini Malpi- le sue rose, il miele, i cagnolini,
GHi, Cardinale. le fruita, gli aranci, i cedri, i li-
Calipso, ed altro golfo che assai tori risulta, che vi sia stata sem-
più si addentra all'est, nella cui pre in Malta nobile cittadinanza,
riva meridionale è il porto della dando essi inoltre nelle loro opere
Melleha, con un tempio vicino de- notizia di alcuna delle antiche rag-
VOL. XLI. 5
66 MAL MAL
guardevoU famiglie. Filadelfio Mu- se la Roma mhterranea.
celebre
gnas nel suo Teatro delle fami- Alberto de Naiis domenicano, ve-
glie antiche e ìiobìli di Sicilia^ ri- scovo di Nicopoli, nel 1527 vicario
porta parecchie delle maltesi che generalo di Palermo, che ri patrio
contrassero parentela con que' no- nel f528 a richiesta del magistra-
bili casati; ed i loro discendenti to. Domenico Magri proloiiotario
ebbero alcuni l'abito de* cavalieri apostolico, molto versato nella sa-
di giustizia dell'ordine gerosolimi» cra e nella profana erudizione, co-
tano, essendo state ammesse loro me si scorge dalle opere da lui
le prove di nobiltà de'quarti mal- date alla luce, e quella de' i^oca-
tesi. Per brevità e solo a causa boli ecclesiastici più volte fu ri-
di onore faremo qui soltanto men- stampata. Fu dalla santa Sede ìa«
zione di que' maltesi, che conse- viato ai maroniti con buon suc-
guirono nella metropoli del cristia- cesso, indi divenne canonico di Vi-
nesimo qualche distinzione. P. Biagio terbo, ed in Roma esercitò il ca-
de Opertis chierico regolare, uno dei rico di rettore de' catecumeni e di
primi compagni di s. Camillo de Lel- consultore dell' indice e del s. odi-
lis fondatore del suo ordine, di que- zio; ricusò la dignità vescovile, e
sto divenne generale nel 1608. Fr. per l'elezione di Clemente IX en-
Mauro de Cali minore conventua- trò in conclave per teologo del
le, molto versato nelle leggi cano- cardinal Francesco Brancacci. Car-
niche e civili, Martino V dal ve- lo Magri fratello del precedente e
scovato di Malta lo promosse a di lui non meno erudito, diede al-
quello di Catania. Fr. Ambrogio la luce molte opere, accrebbe quel-
Butigas domenicano, Giulio HI lo la àe vocaboli ecclesiastici pubbli-
fece vescovo Ariense e nunzio apo- candola in due tomi col titolo di
stolico ad alcune provincie orien- Hierolexicoriy e fu prefetto della bi-
tali, con amplissime facoltà, parti- blioteca Alessandrina. Ippolito Pau-
colarmente per visitatore e rifor- lilla, verso il i65o fu fatto arci-
matore della nazione caldea e , vescovo di Zara. Francesco Pisco-
mori nell'Indie. Fr. Antonio Za- po domenicano, da Clemente X
hara domenicano, compagno del destinato legato in Persia per affa-
precedente visitatore de' caldei di ri gravissimi, ove il tutto posto in
Cuccia, Malava ed Angamala nel- buon ordine, ritornò in Roma nel
MAL MAL 67
nedello XIV, prelato domestico e fossero gli abitanti Malta innan- di
giudice della fabbrica di s. Pietro. zi ai fcnicii di Tiro, che vi de-
natore e prelato domestico; profondo gno verso l'anno 1271 avanti Gesù
g^iuieconsulto, morì quando Cle- CristOj con autorità temperata dal
mente XIV stava per promoverlo. voto de'magnati e del popolo; quindi
Del prelato Onorato Bras, e di Ovidio fa menzione del re Batto, che
quei che conseguirono il vescovato con ospitale magnificenza accolse
della patria, ne parleremo in segui- Anna sorella di Bidone, fuggiente
to. Fabrizio Sceberras-Testaferrata la tirannide di Jarba re dei numi-
rì vescovo di Senigallia.
Giuseppe fugio ove fenicii navigando da
i
68 MAL MAL
presente fivella maltese non pochi fabbricar Nasso e le altre città gre-
ava uri della fenicia. Sembra più che di Sicilia. I nuovi abitatori si
tempi con voci barbare^ e che mol- va dalla Tessera ospitale accordata
te voci maltesi rassomigliano alle a Demetrio figliuolo di Diodato
fenicie, alle caldee , all'ebree , alle siracusano. La legislazione di Ca-
siriache ed alle puniche, tutti dia- ronda vi fu in vigore; ma sotto il
letti della stessa madre lingua. Ma primo Gelone tiranno di Siracusa,
tuttavia non si può negare che vi Malta cangiò reggimento e diven-
sieno neir odierno linguaggio mal- ne colonia dorica, ed a quella po-
tese molte voci arabe , e perciò il tente città fu assoggettata. Di gre-
eh. ab. Vassallo maltese sostiene, ca costruzione si trovano in Malta
che la presente Ungua maltese sa parecchi campani vol-
edifizi, vasi
di arabismo , e non però si può garmente detti etruschi, ed ampie
conchiudere che sia perfettamente catacombe sotterraneamente costrui-
araba, e che non conservi un a- te in foggia di laberinto ad uso dei
vanzo ragguardevole della lingua sepolcri. 1 punici cartaginesi con-
fenicia, come fu riconosciuto da pa- quistatori invasero verso l'anno 620
recchi autori; quindi per questo ri- Malta colle loro armi, e la sotto-
flesso la lingua maltese si rende un posero al loro duro servaggio, to-
monumento prezioso di veneranda gliendole ogni idea di libero go-
antichità. Per apprendersi la lin- verno. Attilio Regolo console ro-
gua maltese^ bisogna adoperare la mano nella prima guerra punica,
grammatica e il dizionario maltese saccheggiò quest'isola circa l'anno
del lodato Vassallo, stampati in Ro- 264. Quindi all' apparire del con-
ma Fino dal tempo
dal Fulgoni. sole romano Tito Sempronio pro-
della conquista de'normanni, nelle veniente da Lilibeo , i maltesi si
corti e nei tribunali non si scri- dichiararono in favore di Roma
ve e non si parla che l'italiano ed durante la seconda guerra, e con-
il latino, ed è ormai, il ripeliamo, segnarono prigione il comandante
reso familiare l'italiano nella città. cartaginese Amilcare figlio di Gi-
Verso l'anno 822 avanti la no- scone, con duemila soldati di pre-
stra era, i greci tolsero quest'isole sidio, i quali furono venduti all'in-
ascoltò la messa ; indi passò in casa de presto in potere dei turchi. Nel
di Michele Falzon nobile maltese 1542 il corsaro Dragut fece uno
vice-ammiraglio delle isole, ove fu sbarco, e nel i546 saccheggiò le
trattato con lauto banchetto. Indi campagne del Gozo. Sinan bascià
portatosi ad abitare nel Castel s. nel i55i assediò la città Notabile,
Angelo, destinò la chiesa parroc- e passando a Gozo ne saccheggiò
chiale di s. Lorenzo per la conven- r isola, ed imprigionò tutti gli abi-
tuale dell'ordine suo. Inoltre il gran tanti. Nel i552 furono edificati il
maestro volle subito conoscere tutti castello s. Elmo all' ingresso del
i nobili e principali dell'isola, ed Porto, e Michele
il forte s. nella
essere informato dai vecchi i più penisola Senglea. Nel i56o i tur-
nell'isola che non offriva alcun mez- formidabili forze, alle quali con as-
zo di difesa, la fortificarono da ogni sai inferiori non solamente resistet-
Jato, che inoltre difesa dalla natu- te il gran maestro fr. Giovanni de
MAL MAL 73
città che prese nome La Vallet- città della Valletta il palazzo del
ta, da quello del gran maestro: magistrato : quelli del principe e del
terminato il recinto della nuova cit- magistrato della città Notabile si
no nuova Valletta.
nella reschi, cadde in potere de' fran-
Dipoi nel 1 58 1 cadde in Malta tal cesi nell'anno 1798 a' 12 giugno,
diluvio di acqua, che durando venti dopo averne tenuto i cavalieri d
ore con furioso vento, fu dai maltesi glorioso dominio per 268 anni, es-
tenuto per cosa prodigiosa, e chia- sendo allora gran maestro fr. Fer-
malo l'anno del diluvio. La squa- dinando di Hompesch. Tuttociò che
dra del corsaro Diserta nel i583 precedette, accompagnò e seguì la
saccheggiò il R.abato dell' isola del perdita fatta dall'ordine gerosolimi-
Gozo. JNel 1598 venne fondato il tano delle isole di Malta , Gozo e
monte di pietà, arricchito succes- Cornino, lo descrivemmo dalla p.
sivamente dalle contribuzioni di va- 263 alla p. 275 con le principali
rie persone; nel 1607 poi Cateri- sue circostanze, ed il modo come
na Vitali fondò il monte di reden- l'aveano governate i cavalieri. Fu
zione, e gli assegnò la sua ricca la spedizione francese destinata per
eredità. Nel 161 4 i turchi fecero r Egitto sotto il comando del ge-
uno sbarco nell'isola di Malta, per neralissimo Bonaparte, che s'impa-
saccheggiarla e devastarla ; fecero dronì di Malta e sue dipendenze.
poco danno, e vennero respinti dai Gl'inglesi d' intelligenza coi maltesi
cavalieii, che attribuirono la par- che vollero scuotere il giogo fiau-
tenza del nemico a miracolo della cese, non tardarono a bloccarvi le
Madonna di Melecha, immagine in truppe francesi quivi lasciate di
somma venerazione oell' isola che , guarnigione, che avendo resistito ai
la pia tradizione vuole dipinta da replicati attacchi , furono costrette
s. Luca. Terminatosi nel i6i5 il dalla fame ad arrendersi loro a'
fi MAL MAL
dell'occupazione, e della regnante oltre il terremoto del i65g che
regina Vittoria e sua discendenza. recò molti danni, massime nella
JVel 1802 il re d'Inghilterra di- Valletta. Per la cessazione della
cliiarò porto franco l' isola di Mal- peste del i5gi per voto dell'uni-
ta. Pel trattalo di Amiens fir sti- versità di Malta fu eretta la chiesa
pulato nel 1802 a* 25 marzo, che di s. Kocco, con confraternita ad
Malta saiel)be restituita a' cavalieri, onore del santo, e per la sua fe-
ciò che mai vollero effettuare gli sta venne istituita la corsa dei pa-
inglesi a fronte delle rimostranze e lii. Nel più volte citato artieolo
proteste dell'orcline , locchè diede riportammo i diversi abbellimenti
motivo alla continuazione della guer- e fortificazioni Malta dai fatte a
ra tra la Francia e l'Inghilterra. gran maestri, da lorogli edifizi
Sul trattato d'Amiens va letto l'o- eretti, e molti degli autori che de-
puscolo intitolato Ossen'azìoni so- : scrissero l'isola, massime alle pag.
pra la nuova riforma fatta nel go- 287, 247, 268, 821 e 822. Il
verno dell'ordine gerosolimitano in maltese prelato e commendatore
favore dèi maltesi e loro commer- dell'ordine gerosolimitano Onorato
cio nel trattato definitivo, 1802. Bres delegato apostolico del Lazio
In fine il trattato di Parigi del e delle provincie di Marittima e
181 4 assicurò agl'inglesi il posses- Campagna nel 1816 stampò in
so di questa isola, acquisto per essi Roma sua opera intitolata: Mal-
la
MAL MAL 77
dell' elezione fatta dal consìglio com- emanò graziose disposizioni in fa-
pito del nuovo luogotenente fr. vore della lingua italiana, ed a van-
Filippo di Colloredo. Allora que- taggio de' suoi sudditi, assegnando
sti prestò nelle mani del cardina- dal regio erario delle trentaqualtro»
le il solenne giuramento prescritto mila lire de'beni già appartenenti
dagli statuti ; indi cantatosi il solen- all'oi dine , lire annue;
dodicimila
ne Te Deum^ si venne a ricevere disposizioni che incominciarono ad
dal luogotenente l'accollata o ab- aver effetto col i845. Colle mede-
no poi precedente i844 »' regnan- ta Sceb e Ras, cioè luogo eleva-
te Carlo Alberto re di Sardegna, to. La Valletta occupa il nord est
con lettere patenti del 3 ottobre, di una peuisolelta o montagna di
78 MAL MAL
Scebeiras, che divide il porto di rioso. All'est si trovano i ruderi
questa città in due parti, una cliia- del tempio fenicio di Astarte, con-
mata il Gran-Poito, e l'altra Mar- vertito poi in tempio
di Giunone,
sa-Musceit; si è la porzione della e tutto lo spazio che intercede si-
città più popolata, cinta di mura, no alla Città Vecchia è folto di
guarnita died in oltre
bastioni, villaggi, orti e giardini. La Sen-
difesa dal forte sant'Elmo, dove si glea contiene anch' essa tre chiese:
è stabilito un faro. Contiene tre all'ovest ove termina il porto gran-
ospedali, caserme, prigioni, un pa- de , sono i villaggi di Gorradino
lazzo ove siedono le corti supreme e Cortino , fra' quali si vedono
giudiziarie, una biblioteca pubblica, molti avanzi notabili di antichi
tre cbiese, ed un teatro nella sua : eclifizi. Il suo nome lo prese dal
laguna o bacino fanno la qua- gran maestro Claudio de la Sen-
rantena legni cbe
i muovono dal gle, che la fece fortilìcare edifican-
Levante, nel suo lazzaretto. La done le abitazioni, con perpetuo
Floriana occupa il resto della sud- censo in favore della segreteria
delta penisolelta: fortissima è questa magl<»trale agli abitanli , di cui
parte della città, oltre alle mura vennero assolti nel i6oi. La Bur-
che la circondano, essendo a sua mola tocca verso il nord due i
glea ed il Vittorioso ,
parte più ner che nel 1670 edificò il borgo
antica della città, incominciata dai Cotonerà, nel quale si eleva il for-
saraceni nell' 838 , cuoprono due te di s. Margherita.
lingue di terra parallele cbe spor- Il porto della Valletta trovasi, co-
gono nel porto : questi quartieri me si è detto, diviso in due parti
sono ambedue circondati di mura, dalla penisola sulla quale è situata la
tranne dalla parte dello, stretto parte principale della città : il Gran-
braccio di mare che li disgiunge; Poi to, il cui ingresso, difeso dai
il Vittorioso è inoltre difeso dal forti Ricasoli e sant'Elmo, non è lar-
^b MAL MAL
e {>òssesso (Xi Malto, nella stcs«;fi Paolo, ed un bassorilievo in bron-
guisa che si considerava nei vetusti zo rappresentante il suo marti-
tempi essere della mcdesiuia im- rio: ivi è pure la statua di mar-
portanza il dominio di quest'isola. mo di Ruggero normanno che
La Ciltà Notabile o Cilià Fecchin^ scacciò i saraceni da Malta nel
Melila o Medina. Capitale antica declinare del secolo XL In tale
di Malta, trovasi in mezzo e sopra grotta si pretende che sia stato
un' altura alla pianura occidentale l'apostolo per tre mesi dopo il ,
dell'isola, e quasi sul limite che suo naufragio, ritirato co'suoi com-
divide la parte abitala dalla parte pagni a fare divoti esercizi e per
deserta, quasi nel centro dell'isola, umiltà . Il medesimo Paolo V
ed è ornata di magnifiche fabbri- smembrò la sacra grotta dalla
che. Dopo l'edificazione della Val- chiesa parrocchiale di s. Paolo,
letta non ha importanza che
altra e ne affidò la cura perpetua ai
quella derivatale dalla remota an- gran maestri, approvando poi nel
tichità sua, qualificandosi di origine 1619 la collegiata istituitavi dal
fenicia, o fondata dai primi abi- gran maestro Wignacourt. Anche
tatori di Malta dopo l'universale gli altri cimiteri di s. Agata, di
diluvio, avanti i4o4> Cristo anni s. Veneranda detta volgarmente
in piima chiamata Mclita. 11 suo s. Vennera, e di s. Cataldo han-
sito era anticamente molto più no le chiese rispettive sovrapposte,
ampio e disteso che non è in e sono i più prossimi a Melita :
tedrale di cui parleremo in fine for- letta. Nel 1599 il gran maestra
ma il maggior decoro di questa Garges per ripopolare la città le
città. Nella sacra grotta evvi un'al- concesse molte franchigie, cioè di
tare colla statua marmorea di san non essere molestati i debitori per
,
MAL Mal 8f
sei anni ; cìie nelle cause civili e a nuoto, gli altri .sugli avanzi del
criminali dovessero giudicarsi gli vascello.11 luogo dell' approdo fu
abitanti dai tribunali della città. la Cala chiamata allora Ditalasso,
In questa città poi, come metro- ed oggi portante il nome del santo
poli dell'isola, ogni novello gran Apostolo, ove l'antico tempio a lui
desima ,
giurava di osservare e dipinte da s. Luca. Il naufragio di
fare osservare tutti i privilegi ,
s. Paolo in questa isola avvenne
franchigie ed usanze della città nel secondo consolato di Nerone e
Notabile o Melila e dell' isola di di L. Calfurnio Pisone, e nel se-
Malta. E
da notarsi che nella cit- condo anno dell'impero del primo,
tà Notabile mai vi fu la residen- cioè l'anno 58 di nostra era. Ve*
za de' cavalieri di Malta, essendo desi ancora lo scoglio Salmon ove
essa nella Vittoriosa e poi nella si ruppe la nave. Gli abitanti di
Valletta. Al nord Bengemma, e quella spiaggia, ch'erano li^nicii, ac-
Dingli al sud, sono gli estremi e colsero ospitalmente l'equipaggio, e
più notevoli suoi villaggi. Conta fecero accendere un gran fuoco per
attualmente circa cinquemila abi- Avendovi s. Paolo messo
riscaldarli.
tanti. un fascio di cespugli, ne uscì una
L'evangelio fu predicato in Mal- vipera, che sì attortigliò olla sua
ta dall'apostolo s. Paolo, patrono mano e la morsicò ; ma egli scosse
dell' isola. Predicando questi la fe- prontamente l'animale nel fuoco, e
de nella Giudea fu imprigionato in non gli provenne alcun male. Gli
Cesarea, sede del governatore della abitanti credettero dapprima che
Giudea; ma avendo egli come cit- fosse per enfiare e morire, e si di-
tadino romano appellato all' impe- cevano l'uno all'altro, ch'egli do-
ratore, il governatore Porcio-B'esto veva essere qualche omicida per-
lo consegnò a Giulio centurione, seguitato dal cielo; ma vedendo poi
acciò lo conducesse in Roma. L'a* che nulla soffrì, cambiando linguag-
postolo avea seco s. Luca, Aristar- gio gridarono Paolo per un Dio. E
co ed alcuni altri cristiani, con s. fama costante della proprietà e
Trofimo* discepolo di Gesù Cristo; virtù che Dio per i meriti di s.
9% MAL MAL
sta isola, e che vi fosse morsicato s. Publio a* 21 gennaio, nel 1691
da una vipera, viene contraddetto la messa particolare, e nel 1693
da qualche autore, mentre altri lo la festa con ufficio e messa propria
afFermano. Dicono primi che ciò i per tutta la diocesi, del naufragio
sìa avvenuto in un'altra isola del di s. Paolo, che si celebra a' 20
mare Adriatico, chiamata Meleda, febbraio. In questo giorno sontuo-
poco distante da Ragusi, nella qua- samente si celebra pure tal festa
le vi sono molte vipere; ma de- neir insigne collegiata e parrocchia-
boli ne sono gli argomenti. L'apo- le di s. Paolo della Valletta. Il
stolo e quelli della sua coQìiliva detto naufragio venne contraddetto
passarono tre giorni in casa di Pu- per prima volta nel decorso se-
la
legittinmi pastori latini, qualcuna a- nel 1342 fr. Nicola li Roneti fran-
Tendone ma orientali; e ia chiesa cescano, legato apostolico di Bene-
di Aquileia, anch'essa apostolica, fu detto Xll ai tartari; nel i36i fri
stantinopoli, sotto del quale verso ambe le leggi peritissimo ; nel i4o<S
1*874 i saraceni invasero l'isola, il cardinal Corrado Caracciolo no-
cessando la successione de' vescovi, bile napoletano, cui successe fr. Mi-
che solo si rinnovò nel 10890 1090, chele de Lelras francescano, d' in-
quando il normanno Ruggero cacciò tegra vita e perito nelle lettere;
dall' isola i saraceni. TLH questa se- nel i4io fr.Giovanni IV Xime-
conda serie (della quale solo ri- nes francescano di Catalogna; nel
porteremo più li noma ti i ) fu pri- i4fo d. Antonio II de Piatamene
mo vescovo Gualtiero , consecrato di Catania, monaco benedettino e-
da Urbano II, sotto il quale Rug- lelto dal capitolo, approvato dalla
gero donò con regia munificenza santa Sede, e dalla regina Bianca
alla cattedrale di s. Paolo molti vicaria del regno di Sicilia dichia-
beni j il secondo Biraldo del 1095 rato amministratore di questa chie-
che trovasi sottoscritto in un pri- sa. Nel 1434 de Mello
Senatore
vilegio del conte Ruggero ; il ter- maltese; nel i44^Bernardino ^'
zo Giovanni del ii23, dopo il de Paternione cassinese di Cata-
quale furono vescovi: nel i 122 Ri- nia, eletto dai canonici ; d. Giaco-
naldo che in una bolla di Calisto mo de Paternione nobile di Cata-
11 si sottoscrisse Episcopus Meli- nia, abbate agyrense gli successe.
tensis; nel i4o Stefano ; nel i 168
1 Nel 1446 d. Antonio III de Alago-
Giovanni nel i253 Ruggero di
II; na monaco benedettino, nobile de
Casali; nel 1259 Giacomo di Mi- Catania, ornato di virtù; nel i47^
leto domenicano, da Alessandro IV d. Giovanni V
de Paternione abbate
indi trasferito altrove; N. N. sotto benedettino, nobile di Catania, ver-
ilquale prima Carlo d'Angiò, poi sato nelle lettere ecclesiastiche. Nel
Pietro III re di Aragona s'impa- 1489 o 1490 il cardinal Pietro
dronirono di Malta; nel i320 Ni- Fuxo o Foix, figlio terzogenito di
cola che stanziava in Lentini ove Gaetano conte di Foix fratello di
,
8? MAL MAL
Lodovico Xì re di Francia nel ; li» congratulazioni del capitolo, de-
1491 Paolo de Cavallaria pisano, filiecclesiastici e de* religiosi , dei
velato in ogni scienza nel i^o'* ; magistrali dell'isola e d'ogni ceto
Giacomo II Valguarnera siciliano, di persone, tripudianti nuovo pel
noooinato dal re Ferdinando li os- principe. Nel voi, XXIX,242 p.
sia Ferdinando V re di Spagna e 243 del Dizionario abbiamo det-
il quale lo presentò ad Alessandro to clie Carlo V riservò a se e suc-
VJ ; nel i497 il cardinal Giovan- cessori re di Sicilia il giuspatro-
ni Borgia giiiniore, nipote di detto nato alla nomina del vescovo di
Papa, del quale come degli altri Malta, che dovea però scegliere tra
cardinali vescovi di Malta ne par- i tre che da
individui dell'ordine
liamo alle loro biografie. Nel i5o3 questo venivano presentati, tra i
gli
allegrezza degli abitanti, ricevendo ria pestifera che in detto mese suol
,, ,
MAL MAL 85
regnare nella Cillà Notabile. Fu se- poderi e giurisdizioni. Poco dopo
polto ivi nella cattedrale di s. Pao- il Gargallo ed il gran maestro fu-
lo, e quindi il gran maestro e con- rono riconciliati dal Papa a mezzo
siglio nominarono Ire personaggi di detto arcivescovo Torres qual de-
dell'ordine, scegliendo l'imperatore legato apostolico; quindi a sue spese
in vescovo fr. Domenico Cnbelles si recò il vescovo ad assistere per la
priore della chiesa conventuale di religione al solenne battesimo del
Saragozza, che fu consagrato nel primogenito Carlo Emmanuele I
1542, e riuscì ottimo pastore. Fu duca di Savoia. Sotto questo ve-
suo successore nell'anno i568 fr. scovo Gregorio XIII con breve dei
Martino Roxas di Porturubeo o 28 aprile i584 proibì ai cavalieri
Porlalravio, già ambasciatore al con- militi o fratelli, conferirsi il vesco-
cilio di Trento e cancelliere della vato di Malta o il priorato della
religione gerosolimitana, chiaro per chiesa conventuale , dignità solite
UKil costume, in difesa dell' immu- Pozzo con analoghe notizie nell' ///-
nità ecclesiastica e giurisdizione ve- storia della sacra religione ec, stam-
scovile, per cui sostenne gravi que- pata nel 1715, sono i seguenti. Mentre
stioni colla religione e col gran mae- era vescovo il Dalaguer e nel i643
stro; molte opere di pietà fece pei l'ordine acquistò l' isolotto di Mar-
poveri, costruì nella cattedrale la samuscetto, ch'era di ragione della
sagrestia, ed a comodo de' vescovi cattedrale di s. Paolo, per fabbri-
fabbricò nella Valletta un sontuoso carvi il lazzaretto per lo spurgo
palazzo vescovile, morendo nel i633 delle merci : la religione diede in.
in Roma fr. Michele Giovanni Bala- regi ministri sulla mensa, stette
zato vescovo a' 19 dicembre 1757 1797, loco citato p. 106, in cui di-
da Benedetto X4V questo Papa : chiarò il modo come i vescovi di Mal-
già con breve del i3 agosto 1746 ta arcivescovi di Rodi doveano rice-
avea stabilito la norma dell'ammi- vere ed usare il pallio, trasmet*
nistrazione e del regolamento delle tendogli la formola del giuramen-
cose appartenenti al vescovo ed al to che dovevano prestare. Sotto il
66 MAL MAL
la chiesa di Malta pel governo dei in pregiudizio della chiesa stabilita
francesi, e gli mandò i decreti che o vogliam dire anglicana. Finche
a Regnault de Saint-Jean-d'Angely, restiamo entro i limili dell'Inghil-
commissario di Francia in Malta, terra, il giuramento, sebbene porti
avea lasciati Bonaparte, acciocché in se stesso il suggello dell'aulico
li facesse osservare. Fra questi de- ed implacabile despotismo religioso,
creti, quello de' i8 giugno 1798, può avere un perchè
significato ,
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XXXV, pog. i55 del Dizionario antico tempio essendosi nel 1693
stabilito sotto il patrocinio dell'ar- da un gran terremoto rovinato, ne
civescovo e vescovo diocesano , di- fu intrapresa la riedificazione più
cendosi essere giunti i soci a 290. grandiosa e magnifica per delibe-
Finalmente nel vol.XlV,p. 4^ e seg. razione del vescovo e del capitolo,
de' lodati annali sonovi altre no- secondo il disegno dell' architetto
tizie recenti riguardanti Malta. Dal- maltese Lorenzo Gaza l'opera fu :
s. Paolo nell'anno 58 di nostra era. Oltre alla festa del suo titolo, che
Questo tempio fu già l'avventura- è Conversione di s. Paolo, vi si
la
delle anime della cattedrale è affi- primo fondato nel i4t>8 sotto il
i
MAL MAL 97
cksiaslica, sebbene i dominatori sie* quella Pozzo , Historia della
del
no acattolici, non appartiene alla sacra religione^ parleremo di alcu-
congregazione di propaganda fide^ ne chiese parrocchiali, dei conven-
per essere gli abitanti cattolici; ti ti e monasteri, come esistevano ai
spetta però in parte per esservisl loro tempi. Giovanni Calamia no-
stabiliti i protestanti inglesi, e per- bile rodiotto diede principio alla
cbè in Gozo e precisamente nella chiesa della Madonna de' Dama-
via denominata Tel-Escof, che gli schini o de'Miracoli nella Valletta^
dà ilnome, esiste una pia lascila per riporvi due divote immagini,
o beneficio ecclesiastico appropria- una detta Elemoniatra o della
to da Urbano YIII a detta con- Canta, l'altra de' Damaschini per-
gregazione nel 1643 ad oggetto , chè credesi dipinta da s. Luca in
di mantenere un ecclesiastico per Damasco, le quali vi si collocarono
istruire nella lingua araba perso- solennemente nel iSSy. Tale chic
ne da valersene nella conversione sa fu poi unita alla chiesa di s.
di Malta e loro monasteri, come bunale della rota per la città di Bo-
di quelle di s. Pietro e s. Scola- logna di lui patria, essendo già ma-
stica benedettine; di s. Orsola ge- turo per sapere e per senno al gra-
rosolimitane; delle repenlite di s. ve e rilevante uflizio; onde i suoi
Maria Maddalena , o convertite pareri ebbero poi forza di autorità,
MAL M AL 93
e ne' dubbiosi giudizi riuscirono consultori della congregazione detri-
per lume. Per 1' intemerata ginsli- ti, ed avea deliberato elevarlo al
zia mai ebbe umano riguardo, non cardinalato, quando le vicende po-
paura dell' ira de' grandi, e ne ilie- litiche della seconda invasione fran-
de solenne prova nella famosa cau - cese glielo impedirono. Per gli oc-
sa tra il Pontefice Pio VI e le no- corsi cambiamenti di governo e de-
bili famiglie Lepri e Curii, per l'e- portazione del Papa nel 1809, il
«4 MAL MAL
fio per giungere a Ini, tulli
l'adito la quale fu pubblicala nel i8?.>.
riceveva, ne udiva i bisogni, le la- in IJologna colle stampe, nel t. Il,
gioni, per tutti fermo nella giustizia p. 29 de' Discorsi del medesimo
era pronto nel soccorso. Sì fece autore, quale era stalo incarica-
il
IVovaes. Ebbe sepoltura nella me- dice, lo chiamò in Pioma ove gli
lo»orurn. Nel 174^ Benedetto XIV, Nel 1753 pubblicò in Roma: Dei
per (issarlo meglio in Roma, lo costumi de'primitivi cristiani, tom.
dichiarò figlio ilei convento della III. Verso quel tempo, oltre diver-
Minerva, e poi professore di filo- si pel citato Giornale, die
articoli
sofia nel collegio Urbano, nel qua- alla luce la storia di alcuni mar-
diversi articoli nel Giornale dei sinu Abrahae ante Chrisli morteni
letterati che si pubblicava in Ro- experlibus beatae visionis Dei,
MAM MAM 97
Romae 1766. Del diritto lìbero no riportati nel nuovo breviario di
della Chiesa di acquistare e di Langres. La sua festa è segnata
possedere beni temporali, Roma a' 17 d'agosto.
1769. La pretesa filosofia dei MAMERTO (s. ), vescovo di
moderni increduli esaminata e di- Vienna nel Delfi nato. Successe a
scussa ne' suoi caratteri , Roma Simplicio, e fu uno dei più gran-
1770. Alethini Philaretae episto- di luminari della Chiesa gallicana
larunì de Palafoxli ortìiodoxia \ nel quinto accoppiando a
secolo,
Romae 1772. Epistolae ad Justi- profonda dottrina eminente santità
nuni Febronium de ratione regen- e il dono de' miracoli. Devesi alla
dae christianae reipublicae, deque sua pietà l'istituzione delle preghie-
legitimaromani Pontificis auclori- re pubbliche conosciute sotto il no-
tatCj Romae 1776. 41 p. Mamachi me dì Rogazioni, per placare l'ira
nel 1779 divenne segretario della divina, ed ottenere la cessazione
sacra congregazione dell' indice, e delle calamità che affliggevano la
nel 1791 Pio VI lo nominò al- sua diocesi, come abbiamo detto
la cospicua carica di maestro del all'articolo Litanie minori delle
sacro palazzo apostolico^ e giovos- Rogazioni. Questo santo vescovo
si spesso de'suoi consigli e della ottenne colle sue orazioni la pro-
sua penna. Egli diresse il Gior- digiosa estinzione di due terribili
naie ecclesiastico che incominciò a incendi. Morì nel 477> e il suo
pubblicarsi in Roma nel 1785 (ed nome si trova nel martirologio
in tomi X prosegui al 1795 in- romano sotto il giorno 11 di
elusive). Nel 1792 essendosi reca- maggio.
to a Corneto, mori ne'primi di MAMILLARI. Eretici d'Olanda
giugno. Fu encomiato meritamen- che formano una setta particolare
te dai dotli di tutti i paesi e co- dei memnoniti o anabatisti, for-
munioni, per la sua vasta e prò- mata nella città di Harlem. Deve
fonda dottrina ed erudizione, e per la sua origine alla libertà che si
la singolare facilità di scrivere. prese un giovane di toccare colla
MAMANTE (s.), martire. Fi- mano il seno d'una giovinetta che
gliuolo di un
povero pastore di dovea sposare fra poco tempo.
Cesarea nella Cappadocia, fino dal- Questo atto essendo riferito al con-
ia sua fanciullezza cercò il regno cistoro, alcuni sostennero doversi
di Dio con tutto il suo cuore, e scomunicare il giovane, e quelli che
si rese ragguardevole pel suo fer- si opposero, non stimando la col-
vore, come riferiscono s. Rasilio pa meritare tanto castigo, furono
e Gregorio Nazianzeno. In tem-
s. detti dai piti severi in derisione
pò della persecuzione di Aureliano Mamìllari o Mammillari^ il che
fu preso circa l'anno 274 o 275, e produsse uno scisma tra loro. Que-
soiferte con santa gioia le piìi cru- ste dispute rinnovaronsi nel passa-
deli torture riportò la gloriosa pai- to secolo in Italia con stampe di
ma martirio, essendo anco-
del dissertazioni; e siccome i toccamen-
JII ordinò ai suffiaganei del pa- tomessi j ivi pure dicemmo che
triarca di Gerusalemme di fare furono istituiti da Nedim nel i23o,
ogni sforzo pel ristabilimento dei ed in numero di 12,000 formarono
due prelati. Gregorio IX ingiunse la miglior cavalleria leggiera, e la
agli arcivescovi di Apamea e di forza principale militare di quella
Mamistra nel i238, di far rien- regione; che imprigionarono s. Lui-
trare nel loro dovere il cattolico gi iX, ma insieme ne impedirono
di Armenia, ch'erasi sottratto dal- r che per nefande pro-
uccisione;
l'obbedienza del patriarca d'Antio- stituzionipervenivano alle prime
chia. Clemente V fa menzione di cariche dello stato; che dispotica-
Costantino arcivescovo di Mami- mente governarono l'Egitto per più
stra nel i3o6, in una lettera a di 260 anni, e l'ultimo sovrano
Gregorio patriarca ed a Leone re di loro schiatta fu detronizzato da
d'Armenia. Oricns christ. t. Ili, Selim imperatore de' turchi nel
I
loro luogo di riunione; quivi pure regnò di Edoardo III, che spogliò
si radunavano le forze che porta- l'ultima regina dell'isola per darla
vano le stragi nelle Ebridi, nella al suo favorito Montagne conte di
gran Bretagna e nell'Irlanda. La Salisbury. I beni di questa fami-
storia parla spesso dei re di Man, glia essendo stali confiscati, Enrico
che senza dubbio erano i padroni IV diede Man alla famiglia di
di questi mari, dalla metà del se- Norlhumberland. I conti di Derby
colo XIII. N'era re nel 1219 ^^^' la possedettero per lungo tempo, e
loo MAN MAN
passò poscia per alleanza alla famì- Fiore all'inferiore, o nelle allegrez-
glia del duca di Athol. Come ser- ze, o nelle solennità per una certa
viva essa di ritiro ad una folla amorevolezza. Ne parlammo in più
di conlrabbandieri che portavano luoghi, e principalmente nel voi.
un gran danno al commercio in- XXIII, p. i54 e seg, del Diziona-
glese, cosi il governo ne acquistò rio , ove pur citammo i principali
la sovranità nel 1765. Gii abitan- articoli in cui se ne tenne propo-
ti conservarono le loro antiche leg- sito. Si può anco consultare l'arti-
gi, e si governano in qualche modo colo Lettere epistolari, parlando-
co'Ioro propri magistrati; però il si delie lettere di buone feste.
cono della chiesa di Nimes dell'or- fossero opposti. Pieno di lode, con
dine di s. Agostino, dal che sem- cui l'aveano ricolmo i nominati
bra non può venirne di necessaria Pontefici,mori in Avignone nell'an-
conseguenza aver Guglielmo per no i32i, quantunque altri scrivo-
questo professato tra i romitani, co- no nel i323 o i324, e nella chie-
me pretende il Gandolfi agostinia- sa di s. Caterina da lui edificsta
no, e forse Io sarà. Resosi celebre ebbe onorevole sepoltura. Il Car-
nell'università di Bologna, dove nel della corregge ancora quanto su
1275 ottenne le insegne di dotto- questo cardinale scrissero d'erroneo
re e v'interpretò le leggi, servi Claudio Roberto nella serie degli
Nicolò IV in qualità di notaro, e arcivescovi d' Ambrun circa l'epoca
Bonifacio Vili come uditore di della sua promozione, ed il Ciac-
MAN MAN io3
conio sulle camere e non case da- cerdozio e lo autorizzò ad assolve-
tegli da Giovanni XXII. re gli scomunicati a cagione dello
MANDAITI. Cristiani di s. Gio- scisma, per cui molli della nobiltà
vanni , specie di setta di pagani d'Alsazia, per lui abbandonato En-
antichissima, dominata dagli astro- rico IV si 1094 a
sottomisero nel
logi, professanti alcuni errori dei Urbano II. Questo Papa nel 1096
manichei. F, il voi. XVllI, p. 2o5 approvò r erezione dell' abbazia di
del Dizionario. Marbach Manegoldo ne fu il
, e
MANDAMEINTO, EdicUim,Man- primo abbate. Ecco il novero delle
datum. Ordine, comandamento. Man- sue opere. Commentario sul Sal-
damenti sono in particolare quelli terio assai stimalo. Note e glose
che pubblicano i vescovi per indi- su Isaia, s. Matteo e s. Paolo, non
care i sinodi, ordinare delle pre- che sui salmi. Nell'abbazia di s.
ghiere e dei dig inni, aprire dei giu- AUire di Clermont in Alvergna si
bilei. I vescovi francesi intitolano conservava mss. Glossario di Ma- :
fredo fu creato cardinale prete del navi venete, approdò nel porto di
titolo di s. Sabina da Innocenzo Siponto, ed a*i4 dicembre giunse
11, forse dicembre ii4o> « si
nel in Anagni. Nelle vicinanze vi so-
trova sottoscritto in una di lui bol- no ricche saline. A mille passi di
la spedita a' 22 settembre ii4^ ^ distanza sorgeva sopra una delle
,
d'ediflzi, i quali però fanno con- la medicina. Sull'alta rupe del Mon-
getturare che fosse anticamente gran- te Gargano, che sovrasta il golfo
de e Manfredonia ne rim-
bella. di Manfredonia, esiste la città di
piazzò l'esistenza, e ne ereditò la Monte s. Angelo. La sua elevatez-
cattedra arcivescovile, che serba tut- za e le vie scoscese per ascendervi
tora. JNel io5o fu tenuto un con- resero il luogo assai munito, allor-
cilio a Siponto, contro due arcive- ché i saraceni discacciati da per
scovi simoniaci. Labbé t. IX; Ar- tutto lo elessero per sicura ritira-
duino t. II. ta, e vi rimasero lungo tempo, per
Manfredi figlio naturale dell'im- cui incavate nel vivo sasso tuttora
peratore Federico 11, dopo la morte si vedono le loro tombe. Chiamasi
di questi, e mentre occupava il re- Monte Saraceno l'estrema parte del
gno di Sicilia, fabbricò nel i256 gran promontorio ^ ch'estende le
Manfredonia che chiamò col suo
, scabrose sue coste da Manfredonia
nome, colle rovine di Siponto città in semicerchio fino alla foce dei
distrutta nell'anno precedente, e Fortore. Nell'angusto seno poi, sot-
nelle sue vicinanze. La regina di toposto alla città di Monte s. An-
Napoli Giovanna donò a Muzio
li gelo, trovasi il villaggio di Matina-
Attendoli o sia Sforza il Grande, ta con accessibile rada.
r intera Manfredonia , a
città di Nella città di Monte s. Angelo,
raccomandazione ed istanza di Mar- celebratissimo e di antica venerazione
tino V, che volle in tal guisa ri- é il santuario di s. Michele Arcangelo,
compensare lo Sforza d'aver libera- ove si discende per una serie di gra-
to Roma dalle armi di Braccio da dini praticati nella roccia a forza di
Montone, e restituita al Pontefice. scalpello, ed da artifi-
illuminati
Questa città ebbe l' elogio di fe- ciali trafori.giunge ad una spe-
Si
delissima dall'imperatore Carlo V cie di cimiterio con molti depo-
re delle due Sicilie, per aver re- siti e cappelle; quindi si ha l'ac-
sistito con onorala difesa, allorché cesso al di voto sacro Speco forma-
venne tentata da Odetto di Foix to naturalmente entro il masso, ed
viene riferita nella cronaca di Sì- ris ss. PP. et ìiisloriis ecclesiasti'
geberto, e confermata dalla tradi- cis eruta, stampato nel 1629. Se»
zione di tutte le chiese del paese. leda quaedani de sando Micliae-
]1 p. Mabillon che visitò questi luo- le archangelo, e/us apparitionibus,
peratore nel 1022; ed ottavo ed nel i3o Sergio Freccia; nel i i4o
I
nel 1256 e terminata nel i258 Angelo del Monte Gargano. Nel
venne come dicemmo chiamata Man- 1375 lo divenne Pietro francese,
fredonia, e r arcivescovo Ruggiero che nel 1378 aderendo allo scisma
"vi fece nelKanno medesimo il suo dell'antipapa Clemente VII, fu da
ingresso solenne col suo clero, tras- Urbano VI spogliato degli onori
portandovi il corpo di Lorenzo
s. e messo in carcere a Roma, ove
\escovo : questo prelato piamente miseramente finì i suoi giorni; gli
noteremo che nel i656 vertendo nel i536 da Paolo III: nel i544
iincora causa tra due capitoli
i rinunziò l'arcivescovato e nel i55o
della metropolitana e della chiesa divenne Papa col nome di Giulio
di s. Michele, la congregazione dei III. Memore della sua chiesa che
vescovi e regolari decretò , non avea governala trentadue anni ,
anno Nicolò Y lo trasferì da Ma- Adria nel veneziano, nel i554 g'»
zara, poi traslatato a Palermo. Pio die a successore fr. Dionisio de
li nel 1458 dichiarò successore Roberti de'scivi di Maria di Bor-
MAN MAN III
go s. Sepolcro, suo irttimo. Nel la cattedrale le sacre suppellettili,
1^54 lo pnssò a Ferentino, e Pio la restaurò ed abbellì , e vi fece
IV i56o fece amminislraloie
nel la campana maggiore. Gli successe
il cardinal Bartolomeo de la Cue- a'28 gennaio 1675 il cardinale fr.
\a , alla cui biografia dicemmo Vincenzo Maria Orsini, che fu ze-
dei lestnuri fatti alla cattedrale ed lantissimo ed edificante arcivescovo:
all'episcopio. Per sua morte nel a'22 gennaio 1680 fu traslatato a
562 Pio IV dichiarò arcivescovo
1 Cesena, enei 1724 divenne Bene-
Tolomeo Galliche nel i565 creò detto XIII, ritenendo 1' arcivesco-
cardinale: nel 1567 celebrò un vato di Benevento di cui era pa-
sinodo provinciale, ed eresse due store. Giovanni de Lerma di Tri-
palazzi pegli arcivescovi uno in
, carico uditore del cardinal Sacri-
Manfredonia, l' altro in Monte s. panti pro-dafario, fatto arcivescovo
/ Angelo, Sisto V nel i586 fece nel 1708, è r ultimo registrato
arcivescovo Domenico Ginnasi, al dall' Ugheili o suoi continuatori.
cui articolo dicemmo le tante be- Gli altri arcivescovi sono riportati
nemerenze verso questa sede, fra nelle annuali Notizie di Roma e
le quali la celebrazione di due si- sono i seguenti. 172^ Marc'Anto-
fìodi, l'erezione del monte di pietà, nio de Marco d'Otranto, da Bene-
del seminario, d* un monasteio di detto XIII traslato da Viesti; 1742
monache, la restaurazione della cat- Francesco Rivera dell' Aquila, tras-
tedrale e della chiesa di s. Miche- lato da Civita Ducale; «777 Tom-
le, Tabbellimento e ingrandimento maso Maria Francone tentino della
de'palazzi arcivescovili : nel i6o3 diocesi di Larino, traslato da Um-
fu creato cardinale, 1607 e nel briatico ; i8o4 Gio. Gaetano de
rinunziò al nipote Annibale Serughi Moscio delle scuole pie, di Foggia,
de Ginnasi la sede. Nel di lui go- Iraslato da s. Severo; 1818 a'6 a-
verno turchi posero a soqquadro
i prileEustachio Dentice teatino, di
tutta la città, incendiarono e de- Pollena diocesi di Napoli: sotto
rubarono la raltedrale, ne distrus- di lui Pio VII colle lettere apo-
sero i monumenti e bruciarono stoliche, De 27 giugno
utilioriy de'
l'archivio : in tanta calamità An- 18 1 8, conservando a Fiesti (Fedi)
nibale lece quanto potè , succe- la cattedralità e l'essere sulTraganea
dendogli nel 162-?. Giovanni Gio- a Manfredonia, i cui arcivescovi
vannini di Matelica , traslato da dichiarò amministratori perpetui
Camerino. Antonio Marulli sicilia- della chiesa vescovile di Viesti,
no dotto e pio, Urbano Vili nel cedette alle istanze del re Ferdi-
1643 lo preconizzò, e tornò a dar- nando I. Alla morte del nominato
gli il pallio per essergli stato col pastore, il Papa Gregorio XVI
bagaglio derubato in recarsi a Man- preconizzò nel concistoro de' 2 lu-
fredonia. Alessandro VII nel 1659 glio i832 r odierno arcivescovo
elesse Benedetto Cappelletti patrizio monsignor Vitangelo Salvemini di
di Rieti-, amatore de' poveri, pei Molfetta , della quale era vicario
quali nel Monte Gargano fondò il generale e canonico teologo della
monte frumentario; accorse ai dan- cattedrale.
ni recati da un' epidemia, celebrò La chiesa metropolitana di Man-
il sinodo nel 16G6, aumentò nel- fredonia è dedicata a Dio sotto
112 MAN MAN
l'invocazione di s. Lorenzo vescovo cinque perdette la madre e di
della cillà ,moderno edifizio. Il diccisette il genitore. Poco dopo
capitolo si compone di quattro di- passò in Roma col fratello per at-
gnità, la prima delle quali è l'ar- tendere agli studi maggiori, avendo
cidiacono, di dodici canonici com- già appreso in patria minori, sot- i
presidente della grascia, alla qiia!e nel i.° marzo 1840 fu ordinato
venendo riunita a* i4 dicembre suddiijcono, a'i5 diacono, a'29 sa-
1828 la presidenza dell'annona, cerdote, e finalmente nel primo mar-
il prelato fu autorizzato a ritener- zo celebrò la prima messa nell'al-
le ambedue, onde fu il primo tare della Beata Vergine nella
presidente dell'annona e grascia. Nel cappella Borghesiana della basilica
seguente anno per disposizione di Liberiana. Inoltre Gregorio XV( ai
Leone XI 1, a'5 gennaio lasciò le 24 gennaio 1842 lo promosse alla
due presidenze, e fu fatto membro cospicua carica di uditore genera-
del nuovo dicastero, tratto dal col- le della camera apostolica, del-
rev.
legio de* chierici di camera, della la quale prese possesso a'7 marzo,
scevra dagl'incomodi che sogliono mann^ che significa uomo. Gli an-
accompagnare l' inoltrata età . Fi- tichi davano il nome di Manes o
lìalmente nel dicembre i845» in- Dei mani alle anime de* morti che
fermatosi di malattia umorale, che supponevano errare qua e là a gui-
.si disse idrope di petto, si rese .sa d'ombre leggiere, e alle quali
modello di cristiana sofferenza e in alcune circostanze rendevano u-
invidiabile rassegnazione a tutti quel- iia specie di culto religioso. Alcu-
li che lo avvicinarono per lo spa- ni prelesero di stabilire, che se-
zio di circa quattro mesi che lo oondo l'opinione degli antichi, l'om-
slraziò il crudel morbo. Munito bra era una cosa differente dall'a-
in fine di tutti i conforti dei ss. nima , in quanto che riteneva la
Sagramenti spirò V anima nel Si- figura e l'apparenza del corpo. Es-
gnore la notte del 3 al f\. marzo sa n'era lo spettro, il simulacro,
1846, dopo aver benedetto i suoi il fantasma, e secondo altri l'im-
fjgli che mai non si scostarono raagine; e benché formata essa fos-
dal suo letto, ed aver loro suggel- se di una materia abbastanza te-
,
U6 MAN MAN
nue per isfuggìre al tatto, era essa nibiiSj ed air articolo EriTirrio di
tuttavia risibile, e conservava lo tali dedicazioni ne riportainmo al-
idee, le maniere, i gusti e le affe« cuni esempi. Servivano questa ore
zioni che il defunto avea tenuto per mantenere ne* posteri la me-
o provate nella sua vita. I nomi moria di esse, ed alle ossa e corpi
adunque d'onabra, di speltro, di si- loro fabbricavano sontuosi scpolai
mulacro e di fantasma, significano e mausolei, ma non già templi.
tutti immagine e rappresentazione Di pih sorte furono gli Dei mani,
dell'uomo. F. Immagine. Il voca- e si divisero in buoni e cattivi. Tra
bolo di Dei mani degli antichi si- il numero de' buoni si aggregava-
gnificava avanzi o residui, e indi- no quelle anime o spiriti eh' erano
ava o esprimeva ciò che soprav- piacevoli, i quali essendo ne' corpi
viveva all'uomo e ciò che rima-
, loro vissuti bene e con modera-
neva dopo la di lui morte. Tutte zione, dopo essere passati da que-
queste espressioni producono me-
la comparivano a' viventi pia-
sta vita,
desima idea; sono gli Dei mani o cevolmente nel sonno, e con sem-
l'ombre de' morti che s'incontrano biante piacevole e gentile, secondo
nell* inferno da coloro che vi si dì- la superstiziosa credenza de' gentili,
cono scesi ; alcuni credettero anco- i quali stoltamente ritenevano che
ra di vedere errare le ombre in- tali anime o spinti dei buoni e-
torno a' sepolcri. Devesi tuttavia rano destinale alla cura quieta e
osservare, che tuU'allra cosa era il pacifica delle loro abitazioni,e no-
genio del defunto; esso secondo minavansi Lemuri o Lari famiglia'
alcuni antichi scrittori custodiva il ri, Laresfamìliares. Quelle poi ch'e-
sepolcro, e mostra vasi talvolta sotto rano vissute malamente ne' loix)
la forma di qualche animale, sim- corpi, erano condannate e punite
bolo d'ordinario della qualità do- ad andare inquiete senza sede fissa
minante del defunto. Enea facendo vagabonde, e coll'apparire a' viventi
libazioni al defunto padre, vide u- o nel sonno o in altra maniera
scire dai mausoleo un serpente pa- recar loro disturbo e spavento, e
cifico, emblema dell'alta sapi£nza queste appellarono Larve^ Larvac.
del morto eroe Avvenne talvolta, De* Lari o Dei Penati ne parlnra-
secondo la credenza degli antichi, rao all'articolo Idolatria ed altro-
che un uomo vide il suo genio a- ve, così delle Larve o Lemuri, ed
vanti di morire, caso rarissimo, e all'articolo Giuochi dicemmo delle
visione che toccò a Dione , a So* feste che i pagani celebravano sì
crate ed a Bruto. Gli Dei mani ai primi che ai secondi. Le anime
presso i gentili non furono pro- poi di coloro, de' quali cosa incer-
priamente deità adorate da essi, e ta ella fosse che uno de' due men-
venerate con sagrifizi, solamen- ma zionati stati avessero conseguito, le
te le anime de' defunti, da loro chiamarono col titolo Manes, pre-
per altro riguardate con venera- stando loro sommo rispetto e ve-
zione distinta e pietà naturale, al nerazione; non letenevano però in
qual fine ergevano alle medesime conto di deità, né alcun sagrifizio
are sepolcrali colla dedicazione D. prestavano come a Dei, ma sola-
M, S, cioè Diis
Manibus Sacrum^ mente per onorarle vi aggiunsero
o semplicemente D.M,^ Diis Ma- il titolo di Dei Mani, Di luttociò
MAN WAN 117
ne abbiomo la testimonianza eia tarano il defunto come conseguito
Apuleio scritloi'e gentile, nel libiH): avesse queironorifico titolo di Diis
Ve Dto Socralìs, riferito da Giu- Manihus. Quindi tutte le ceremo-
seppe Tomassino nel trattato De nie e dimostrazioni religiose che i
Donariis vetenim, l. XII, cap. XVI, gentili facevano ai sepolcri de' loro
delle antichità romane del Grevio. maggiori, le quali erano le lavande
JNon molto diversa è Ja definizio- o lustrazioni, l'infonder vino o lat-
ne cbe ne dà Plotino presso s. A- te, l'apporvi lagrimatori con lagri-
goslino, Dti ch'ìlate Dei^ lib. IX, me chiuse, l'accendervi lucerne, il
cap. XI, con queste parole. Anìmas destinarvi custodi, lo spargervi so-
liorninum daemones esse, et ex ho- pra rose e fiori diversi, il celebrar-
minibus fieri Lares, si meriti boni vi le cene e vari giuochi d'intor-
sinl; Leniures, seu larvas^ si mali,* no, erano tutte cereraonie civili
Manes aiilern, cum incertum est e protestazioni di affetto, e non già
honorum eos , seu malorum esse sagriflzi che ai soli Dei si offriva-
meritorum. Laonde apparisce, che no. F. Lucerna, Fiori, Funerali.
per Dei mani gentili non inlesero
i Tuttavolta se i gentili, massime
ahro che le auime de' defunti le , romani, non resero gli onori divini
quali non sapevano se appartenes- a'ioro morti, i secondi accordarono
sero allo stalo dei lari o a quello gli onori dell' apoteosi agli irapei-a-
di larve, non tenendole per deità tori,e ad essi soltanto innalzax'ono
adorabili, come gli Dei celesti, ter- templi e resero pubblico culto: cia-
restri ed infernali. Un tale titolo scuno poi in particolare avea diritto
meramente onorario diede alle a- di onorare in sua casa tutti quei
nime de' suoi defunti la morale defunti che gli erano stati cari. Ci-
de' gentili giudicando eh' elle fos-
, cerone nel suo libro De consolatiO"
sero una perchè spiri-
cosa sacra, ne, narra di aver fatto innalzare
tuali e spogliate dal corpo loro ter- una cappella ai Mani di sua figlia
reno, e perciò tulle le cerimonie Tullia. Sei vestibolo di tutte le ca-
che prestavano alle loro ceneri o se de' romani ragguardevoli vi e«
ossa rimaste ne' sepolcri, alle me- la un altare consacrato agli Dei la-
desime anime riferivano, con ono- ri, che credevano essere gli avi di
re dovulo alla loro memoria, e famiglia. Per scusare questa con-
tutte sacre le dichiararono ; onde dotta, alcuni de' nostri filosofi dis-
i romani decretarono , che come sero, che pagani dando alle ani-
i
no 277, o verso la fine del IH secolo vertirono, e gli altri furono man-
al dire di altri, i tre principali suoi dati in esilio. San Gelasio I del
discepoli furono Tommaso, Budda 4q2 per riconoscere in Roma i ma-
ed Erma che andarono a predicar nichei che abborrivano il vino, or-
la dottrina dell'eresiarca per le cit- dinò che tutti i fedeli si comuni-
tà e terre della provincia nella qua- cassero sotto ambedue le specie; li
tali con tulio il rigore, non ostan- condannò con editto, Unnerico re
te si moltiplicarono, e sei secoli do- de' vandali grandemente li persegui-
po Manele, tempi di tenebre e
in tò, e l'imperatore Valentiniano HI
d'ignoranza, i manichei portentosa- confermò con rigoroso editto tut-
mente si propagarono, e fondarono ti gli altri emanati dai suoi prede-
uno stalo che lece tremare l'impero cessori, contro sì infami eretici, e
di Coslantiuopoli. Si diffusero poi ne purgò l'Italia dove eransi intro-
per l'Italia e molto per la Lom- dotti venendo dall'Africa. Li perse-
bardia, e con gran progressi nella guitò ancora Giustino I imperatore;
Linguadocu e ncUu Provenza; pe- G^bade ra di Persia fece uccidere
I20 MAN MAN
tutti t tnanicliei del 6(io reaiDO ovo cssemk) la carne cattivo (>cr stm
erano nuuicrosissimi, ed in Arme- uutma^ Gesù Cristo non avca preso
nia li fece ardere vivi Giustino II. che un corpo fantastico, e clie non
Leone Tlsaurico li costrinse a bat- se ne dovevano onorare le imma-
tezzarsi, ciò che fecero esteriormente. gini. 4- ^^ssi sostenevano che le a*
Michele I imperatore, Teodora im- lume degli uomini, delle bestie o
peratrice, e Basilio li dannarono a delle piante erano coctcrne a Dio.
morte e perseguitarono per estir- 5. Che il battesimo d' acqua ei'a
parli, mentre l'imperatore Enrico li inutile. 6. Che l'uomo non era li-
ii fece impiccareper le tante ini- bero. 7. Che tutte le religioni era-
ijuitàed uccisioni che sempre com- no indifferenti. 8. Che le anime
mettevano. Il re di Francia Rober- sole risusciterebbero, ed insegnava-
to 11 li condannò al fuoco, ed essi no la trasmigrazione di Pitagora.
con fanatismo si precipitarono con 9. Che Gesii Cristo era il sole ma-
somma allegrezza nelle fiamme, vei'- teriale che illuminava il mondo,
so l'anno 1022. Moltissimi furono dal che proviene ch'essi adoravano
1 concilii adunati contro questi lai- il sole. IO. Che l'uso del matri-
dissimi e crudelissimi eretici, come monio , la carne degli animali e
moltissimi sono gli scrittori che li tuttociò che ne sorte , ed il vino
confutarono.11 dottore s. Agostino, erano impuri e vietati come de-
ilquale era stato della loro setta, rivanti dal cattivo principio : chia-
dopo la sua conversione, tra tutti i mavano il vino, fiele del principe
padri gl'impugnò con maggior forza delle tenebre e del demonio crea-
d'ogni altro: Haeres. 4^. 1 manichei to, per cui non partecipavano mai
furono pur chiamati catharislae^ in chiesa alla Eucaristìa sotto la
macariì, mundalores, beali ed elecù: specie del vino che aveano in or-
per Acua discepolo di Manete, fu- rore. II. Essi dicevano altresì che
rono denominati acuaniUj ed io la concupiscenza non proveniva dal
Italia denominaronsi anche palari, peccalo del primo uomo, ma dalla
. 11 primo errore de'manichei, e due nature, e si
contrarietà delle
la sorgente di tutti gli altri, era abbandonavano ad ogni sorte d'im-
quello di ammettere due principii pudicizie le pili abbominevoli. 12,
cioè due Dei, l' uno autore del Non ammettevano l'obbedienza ai
bene chiamato lume, l'altro autore principi come pericolosa. i3. Che
del male chiamato tenebre. Questo tutti i profeti ei-ano dannati; olire
principio del bene era autore della altri manichei erano di-
errori. I
natura spirituale e della legge no- visi in due ordini composti di au-
vole che proveniva dal buon prin- un tredicesimo eh* era come il loro
cipio, Taltia cattiva che proveniva Papa. Questi creavano i loro ve-
dal cattivo principio, che dava la scovi, ch'erano sessanladue, ed i
yWù. al corpo, ed era causa di tutti vescovi eleggevano dei preti, ed a-
i peccali. 3. I;ssi inseguavang phe veaao piue de' diaconi. Non era
,
che i greci, i latini e gli orientali nerale; nella città di guerra gli
hanno detto di Monete o Manes, edilìzi sono più vasti e più solidi.
ed intorno alla sua vita e morte ; La di guerra propriamente
città
come pure vi sono esposti i dom- delta, di forma iiregolare, ha circa
nù di questa sella : ella è piutto- una lega di circuito ed è bene ,
domi ammirandovisi
neir interno, viveri sono in abbondanza a buon
alcuni quadri di buoni maestri e , mercato; vi si beve l'acqua di ci-
statue in legno, opere degli india- sterna, e la temperatura è calda
ni, che non sono prive di merito. ed umida, non incomoda. La po-
La pubblica istruzione è nelle ma- polazione di Manila e sobborghi
ni del clero, la università di s. Tom- supera 60,000 abitanti, altri di-
i
Rom. t. VI, par. Ili, p. 54; quin- sia la città più popolata dell'Ocea-
di Innocenzo XI le concesse piti nia. I cinesi abitano il sobborgo di
eslesi e particolari privilegi, me- Parian, ove commerciano, ed eser-
iliante la bolla Insci inabili de' 7 citano de* mesi ieri; prolessano in
agosto i68r, loco citato t. Vili, apparenza il cristianesimo , e poi
p. 227. Il convento della Miseri- l'abbandonano ripalriaudo. 1 no-
cordia è destinato ad allevare gli minati popoli sono trattati da uo-
orfani tanto spagnuoli che meticci; mini liberi, e governati da capi che
vi sono pure altre scuole pei due vengono scelti da loro stessi ma ,
tare di Dio, cioè al tribunale del- Papa ne* pontificali usa il Siicciri'
l'eteino giudice. Nelle messe pei torio [Vedi), specie di manìpolo
defunti, il vescovo si mette il ma- che porta al fianco sinistro, indu-
nipolo prima della stola, perchè in mento che non adoperano né i ve-
tal funzione si estraggono quelle scovi né i preti latini; ne parlam-
cose che appartengono a solennità, mo già ai voi. V, p. 75, e IX, p.
come dice Alenino, De exequìift mor- 18 del Dizionario eò altrove. No-
tuoriim. Una volta i preti pren- teremo, che nella cappella pontifi-
devano il manipolo all'altare come cia , il cardinale o vescovo cele-
-
MAN
l)i*anto cìio dreo rintioilo (lolla mc«- 3, cap. 7, quod in tali ohsc/jfitro
•d col Papa, dopo avere risposto non dcbo.nt frucUim qiiacrcre tcrn-
Amen aW Indulgcnlìam , si lilii-a poralcm. Il cau. Ferrigni Pisene
da uà luto, ove il suddiacono si nella Dissert, sui sensi della sacra
leva dal braccio il di lui inaiii[>o- lìlurg. ripugna alla spiegazione da-
lo, restandogli il proprio , e glielo ta dal Rubeo sulve- veslhe del
mette. Il celebrante continua T in- scovo che fanno diacono o sud- il
zio del potere, sacro e civile. O- suoi ordini, ec. L'imposizione delle
gnuno conosce le innumerabili a- mani poi è una cereraonia molto
zioni chefanno colle mani, ed
si usata presso gli ebrei, e presso i
derava da quel momento come suoi cresima. Molti però fra i teologi
figli
; a coloro che si presentavano hanno proposto il mezzo, col qnal«
e dopo per dar loro l'assoluzione; de' rituali antichi intorno a tale
agli eretici per riconciliarli colla imposizione, coli' imposizione me-,
Chiesa ; agli ossessi per esorcizzar- desima in questo sacramento non
li ; finalmente i vescovi usarono ommessa. Veggasi in Bergier, Dìz.
questo gesto per dare la benedi- enciclopedico ^ dcW Imposizione delle
zione al popolo, ciò che si fa an- mani.
cora, ed in oggi si osservano an- Mano morta, vale a dire po-
cora le imposizioni delle mani in tenza morta, chiamavnsi ne' tempi
molte cose, come per gli ordinati. della feudalità colui ch'eia di con-
Chiamossi quindi imposizione delle dizione servile, homus servus : que-
mani non solamente conferma- la sta parola deriva da ciò che co-
zione e r ordinazione, ma anche la stumavasi un tempo, cioè venendo
penitenza ed il battesimo, e chia- a morire un capo di famiglia e
mossi così per custodire il secreto vassallo sottoposto ad un tale dirit-
de' misteri, e perchè la medesima to, il signore recavasi in sua casa
ceremonia ebbe luogo in diversi onde appropriarsi il piti bell'arre-
sagramenti. Il Sarnelli tftltta del- do che ivi trova vasi, e nel caso
l'imposizione delie mani, nel IX, t. non ve ne fosse alcuno, gli si of-
leti. XXXVllI, n. 4, e dice che la friva la mano destra del morto, per
glosa del can. manus imposilio, indicare ch'egli piìi non lo servi-
I, qu. ne riporta
I, le diverse spe- rebbe, e per segno di poteie del
cie: Consecratoriam , Confirmato- faudatario sul vassallo. In Francia
rianij Ordina torianif Morboriwi cu- quel costume umiliante per l'uma-
ratorianij che spiega con Marco ni là si chiamava rnains mortablea^
li emense. De variis capitib. Eccle- e forlunamente fu abolito da Lui-
sìaCj cap. i8. Nella chiesa ambro- gi XVI nel 1779, riconoscendo i
•siana non si costuma, come non si diritti dell' uomo ne' suoi dominii,
è costumalo mai, l'imporsi dal sa- e liberandolo da tali avanzi di ri-
cerdote le mani sul battezzando provevole schiaviti! ignominiosa. Ul-
lo che due volle si eseguisce se- piano 1. 4» ff- ^^ jiistitia et jure,
condo il rituale romano. Fu però insegna che le spose conveniebant
usata nel dare l'assoluzione dei pec- in marni mariti, e i servi ridotti
cati e nella estrema unzione. INella in libertà chiamavansi maniimissi,
cresima poi, conferita anticamente cioè liberati de marni et potestate
ai novelli battezzati, l' imposizione herili. Le manomissioni de' servi
delle mani non è citata, né da Be- durarono sino al XIV secolo, su
roldo, Orda et caerem. eccl. Amh.^ di che merita di essere letto il Li-
,
MAN l^r
i-Uli nella dissertazione : De sci\>is Spagna, dopo di che non tardaro-
meda nevi in Joro Juliì, symbol, no altri stati, anco in Italia, a se-
litter., Romae «752, t. IV, p. i5i. guirne l'esempio, specialmente coit-
corpi, come per esempio conventi, i bene incomodo col nome di male,
gli spedali, i collegi, i capitoli, le si è adottato e promulgato il ti-
pari che dei loro servi, sui quali le mani più vive nel porre in
il signore avea diritto di mano commercio loro beni temporali i
morta. Nella legislazione del seco- ma nel porli massimamente ne' luo-
lo passato fu applicato meglio il ghi, nelle città e nelle provincie
nome di mano morta a quelle cor- in cui dimorano, e non solo colla
porazioni o a que' corpi morali o direzione di giustizia, ma colla ca-
anche civili, ai quali fu interdetto rità, di cui profittando ancora molti
qualunque acquisto. Questa misura di quei che hanno luogo ne' se-
politico-economica fomentata dai ne- colari magistrati, invece di conser-
mici della religione e del clero^ si vare loro gratitudine di vera uma-
credette opportuna per impedire nità, non di quella rovesciata nel
r incremento delle ricchezze di al- secolo XVIII (ch'era quello in cui
cune ecclesiastiche corporazioni, nel scriveva ) hanno anzi presa occa-
,
possedè assai di più de' suoi biso- bastone lungo un braccio circa,
gni ordinari e straordinari. Perciò termina colla figura d' una mano
;spacciando la sognata ricchezza dei lavorato sovente d' avorio. Questo
regolari, e facendola comparire la ornamento del quale i re di Fran-
causa della povertà sofferta dai pò* cia si servirono principalmente nel-
poli, fu cosa agevole il persua- l'atto della loro coronazione e con-
dere la plebe ed insinuare negli sagrazione, sembra essere stato sco-
janimi di essa dell'odiosità contro nosciuto durante le due prime di-
ì regolari, e colla confusione d'idee nastie. La mano di giustizia tro-
contro i loro istituti. La Chiesa ro^ vasi per la prima volta nel sigillo
inana non mancò Subito condan^ di Ugo Capeto; ma dopo quell'e*
nare que' libercoli insultanti col poca non ricomparve più sino ai
titolo di mani morte, in bene dei tempi di Luigi X, il quale in un ai
regolari e di tutti i luoghi piì , e suoi successori fino a Carlo Vi por-
di grado in grado gli altri in al- tarono quel bastone nella mano si-
Bacio di mano nelle sacre cere- gli dei. In molte corti europee si
monie; ed il Carmeli trattò dell'u- bacia pur ancora la mano a' so-
so di baciare la mano per segno vrani, specialmente ne' gionai per-
di riverenza, nella Storia de costu- ciò detti di baciamano, anniversaii
mi sacri e profani^ t. II, p. 21 5. di nascita, di nome o di assunzione
A però che hanno l'uso di
quelli al trono, ec. ; gli africani conser-
Anelli [Vedi) ecclesiastici e bene- vano questo uso. I messicani salu-
detti, come Papa, cardinali, vesco- tarono Ferdinando Cortes toccando
vi, abbati mitrati, protonotari apo- la terra colle loro mani e recan-
stolici ec, in vece della mano, mas- dole poscia alla bocca loro. y. Gio.
sime nelle sacre funzioni, gli si ba- Battista Pacichelli , ChììvliUtrgia ,
per simbolo due mani tra se unite, dice alla greca, quando della benedi-
come da alcune medaglie e tessere zione che si dice alla latina, era gesta
ospitali, pur tuttavia alcuna volta comune di saluto e degli oratoli al
serviixDnsi uso delle mani
per lai principio. La mano qualche volta si-
separate ed alzate; il che conferma- gnificò Dio, e qual suo simbolo,
si con due medaglie di Germanico perchè essendo egli invisibile, le
e di Augusto. L* autore si deter- opere solamente della sua mano on-
minò che con [tali mani si voles- nipotente si vedono, onde sovente
se adombrare un lamento di De- nella sacra Scrittura le operaziotii
metrio contro gli dei, i quali a- del medesimo chiamano mano, si
ì gentili lanciar contro gli dei la- una mano tra le nuvole, mentre
menti e imprecazioni pei tristi ac- la ss. Trinità si figurò mediante
cidenti, che alla loro crudeltà at- una mano colle tre prima dite al-
tiibuivano, e queste querele con zate e le altre due ripiegate ,
alzare due aperte mani solevano perchè come sono tre dita in
figurare. Talvolta però le mani al- uua mauO) cosi ti"e persone in una
MAN MAN iS5
sola deità. Il CancelHeri a p. 328 piede posto in alto , fu il gesta
delle Disseri. ejìistolari , riporta che gli antichi artisti diedero a
varie opere che trattano della ma- quelli che ascollavano con attenzio-
no, destra e dito di Dio. M. Lie- ne a sentir parlare o vedere ope-
Jietantz scrisse : De pìvdigiosae ma- rar altri. La mano alzata e volta-
nus scriptiirae in epulo Balthassar ta verso la spalla coll'indice abbas-
regis, VViltembergae i65i -1666. sato, fu usata in segno di accon-
K nolo come Baldassare re di sentire, o di condiscendenza alle
Babilonia nel sontuoso convito che suppliche altrui. Gh antichi roma-
diede a mille de'suoi grandi, aven- ni figurarono il far voti agli dei,
do per disprezzo ordinalo che si colla destra alzata e distesa. Mon-
bevesse ne' vasi d'oro e d'argento signor Antonio Bonclerici nel i836
che l'avo Nabucodònosor avea tolti pubblicò in Roma : Dissertazione
dal tempio di Gerusalemme^ com- sopra una mano votiva rinvenuta
parve una uumo che sulle pareti nel territorio Cagliese. Dice chi»
scrisse le cifre Mane^ : Thecel^ Plia- siifatte mani in cui sono contratti
ivSj che niuno potè spiegare. Solo il dito minimo e 1' anulare, men-
ciò riuscì al profeta Daniele, e les- tre gli altri sono distesi, i gentili
se: Dio ha contalo i dì del tuo costumavano accompagnare col ge-
regno e gli ha posto un termine. sto i saluli vicendevoli , ed i più
Tu sei sialo pesato sulla stadera lieti augurii di felicità, e si volle
è sei slato trovalo scarso. E slato rappresentare il voto in tal forma^
diviiìo il luo regno ed è stato da- addimostrandosi per tal modo, co-
to ai medi ed ai persiani. Baldas- me dalla dea Cibele, a cui dichia*>
sare iu falli venne ucciso, e Dario ra essersi fatto a favore di un fan-
il medo gli succedette. ciullo, desideravasi che si rendes-
Il medesimo Buonarroti , nelle se propizia a somiglianza di quelli
Osservaz. sopra i rnedagl. antichi^ che con tal segno si cambiavano
sullemani rappresentate in diversi i voti di prosperità ; così adopera-
monumenti dà le seguenti spiega- vano pure gli oratori nel principio
zioni. La mano alzata con la map- e nel fine delle loro orazioni, al-
pa per mostrarla o gettarla ne'giuo' lora quando salutavano il popolo.
chi de'romani , era seguo di dar E siccome questa mano ha diversi
la mossa alle corse; la destra mano simboli, dice appartenere alla spe-
jìoi alzata avanti i simulacri degli cie delle mani pantee, i segni delle
dei, fu il gesto de' supplichevoli. quali devono la loro origine alla
La destra mano alzala dagl'impe- superstizione di coloro che avefndo
latori negl'ingressi in Roma, fu presi per protettori delle loro case
talvolta segno di vittoria; e se di- più numi, gli riunivano in un si-
stesa, era atto per reprimere i mulacro per maggior comodo, or-
moti de'nemici, e minacciarh. Il nandolo de' diversi simboli rispet-
prender la mano destra fu talvol- tivi, e nella detta mano sono per-
ta dimostrazione di congratulazione. ciò diversi attributi di Cibele, ed
La mano sotto la guancia fu se- il serpente simbolo della salute,
gnale di dolore; e la mano chiusa che alla dea si richiese ed otten-
ed appoggiarsi su quella il viso, e ne. 1 1 Bosio nella Roma subterranea
posare il gomito sul ginocchio dei a pag. 638 parla delle immagini
36 MAN MAN
che si trovano tìe*cimiten con le ni per la corrispondenza che ha
braccia aperte e mani elevate in col cuore, secondo gli egizi, median-
alto o applicate al volto» di che te un nervetto, portandosi l'anello
facemmo parola all'articolo Imma- più stimabile uell' anulare della
gine. 11 Garampi trattò egregia- mano manca, perchè si adopera
mente del geroglifìco della mano meno delle altre dita e si custodi-
nella sua opera : De nummo ar* sce meglio. Il Garampi nelle sue
genico Benedìcti Illip. i38 e seg., Memorie p. 55 e 52/\. parla della
ove illustra la mano che si vede mano tagliata ai falsari, pena pre-
nel suo rovescio, allegando gli e- scritta dagli statuti di Rimini an-
sempi della mano che osservasi che ai falsi testimoni , e dal
nella volta della chiesa di Hersfeld, comune di Perugia inflitta a due
desci'itta dal Browero in Antiqii. feritori,uno de' quaU fu assol-
Fuld. 1. 3, 7 , e le quattro
e. 1 to Eugenio IV. Nel pontifi-
da
mani di bronzo nel pavimento del' cato suo fu fatto in Roma un
la chiesa del monastero di Fulda, gran furto di gioie e di perle alle
oltre l'antico sigillo dell'ordine gè* sacre teste de' ss. Pietro e Paolo,
rosolimitano, ove si vede una ma- ed ai rei furono mozzate le mani
no in atto di benedire ec. Inoltre dritte, poi arsi. Veggasi il Ducan-
il Garampi spiega vari significati ge in dexterae abscissionc^ el hi
delle mani che veggonsi negli an- dexleram perdere. Ne scrissero Jo.
tichi monumenti. Christopharo Lynckeri, Dìssertatio
Guasco, Detriti funebri di Ro-
Il de amputatione menibroruni in his
ma pagana, discorre del dito me- qui delinquunty Jenae i68i. Chri-
dio chiamato medicinale dai greci stopharo Lud. Crell, De jure ma-
e tenuto per impuro dai romani, nuuni, et poenis in judìcio crimi-
e che ai cadaveri solevano taglia- nali, imprimis amputatione, Lipsiac
re un dito per servirsene nei sa- 1704. Ebbero bellissime mani Lu-
grifizi, essendo tutte le dita consa- crezia Borgia, Costanza de Cupis
crate a Minerva, probabilmente ed Elisabetta regina d'Inghilterra.
della mano destra, perchè nella de* Costanza era della casa Conti dei
stra sta una parte della religione, duchi di Poli, si fece formare di
con essa sisegnano i trattati ed i gesso le sue mani ; ma ad una
contratti, con essa si autorizzano essendole venuto male, bisognò tron-
gli atti giuratorii, si congiungono gli carla per salvar la vita, che però
sposi, si dà pegno di amicizia e di perde pel taglio. Elisabetta poi
pace, ed in essa perciò credettero ambiva talmente sulle sue belle ma-
i gentili che risiedesse la fede, on- ni, che si cavava spesso i guanti per
dormivano in luogo congiunto al- sgridati dal Papa per aver rice-
la chiesa, furono a somiglianza vuto alcuni doni da Costanzo fau-
ehiamati mansionari, e forse sono tore degli ariani qual sagrificio ,
que' tempi tra' vasi maggiori che dicevano mansionarie, ne'quali di-
servivano nelle funzioni piìi solen- moravano soggetti applicati ad uu
ni, anche de' vasi minori per gli qualche servigio della chiesa e dei
usi quotidiani della chiesa. Ripor- poveri, che si denominavano man-
ta buone ragioni per provare que- sionari, come anche quei che ma-
sto punto, e sebbene l'Ordine ro- iiehant presso le principali chiese
mano 111 apertamente affermi in di Roma con uffizio, che deve es-
favore del primo mansionario, ch'era sere stato onorifico e rispettabile, oc-
uno degli uffiziali del patriarchio cupalo anche da persone di abilità
h chiesa lateranense, da cui gli ac- e di destrezza. Quindi rammenta
coliti ricevevano i vasi sacri, crede come s. Paolo T spedì a Pipino per
ch'esso sia stato scritto quando non suoi nunzi Pietro notaio e Giovan-
più esisteva il vestarario, le in- ni mansionario del sepolcro di s.
gerenze del quale forse furono u- Pietro in Vaticano. Da ciò si com-
nite alla carica del primo mansio- prende che il mansionarato era
nario, almeno nella parte della cu- una dignità, quale si sa essere slata
VOL. lUl. 10
1-4^ MAN MA N
pure in Francw nel palarzo reale^ rio figliuolo di Francone mansio-
rome attesta Incmaro, De ord. et nario intervenne nel io3o in un
cOtc. palata j e come si conosce dal altro contratto Farfense, siccome
diploma con cui Lodovico I impe- nello stesso anno Ermengarda e
ratore neir8i7 confermò le regalie Bonizza badesse di s. Ciriaco con-
di s. Pietro, ove si era sottoscritto cessero a livello a Benone e Gio-
pure un mansionario. Anche in Ste- vanni, ambedue fratelli e mansiona*
fano V detto VI deir885, il libro ri della basilica di s. Pietro, un
pontificale fa menzione de* man^^io- prato posto fuori il ponte Mam-
nari, dicendo, che il santo Padre molo, nel luogo detto Pratolon-
nel vedere le campagne devastate go . Dflla basilica Costantiniana
da un concorso grande di locuste, (sarà la Lateranense) evvi un man-
ricorse all'orazione, e benedetta una sionario per nome Benedetto del-
quantità d'acqua, ordinò ai mansio- l'anno 978, il quale ricevette da Be-
nari suddetti, che la distribuissero ai nedetto abbate di Subiaco e di 9.
possessori delle medesime, acciocché Erasmo nel Monte Celio, una vi-
sparsa nel nome del Signore pe'cam- gna posta in Roma nella regione
pi rimanessero estinte, come imman II presso s, Erasmo. Dalle testimo-
Unente prodigiosamente avvenne. nianze del Galletti sempre più di-
Anche fuori di Roma e nel XII mostrasi, che quelli ì .quali custo-
spcolo il mansionaratico era uffi- divano ed assistevano alla confessio-
cio decoroso, poiché Falcone nel- ne o sepolcro di s. Pietro, forma-
la cronaca beneventana dice sul fi- vano un collegio, un corpo, che
ne dell'anno 1127, che essendo è quello che volea dire scuola nei
morto Giovanni abbate di s. Sofia bassi tempi.
agli 8 novembre, gli fu eletto in Il dotto d. Luigi Marlorelli, pri-
successore Francone , che allora ma beneficiato poi canonico della
era mansionario. Fa quindi men- basilica vaticana, nel 1792 e ristam-
zione de'mansionari di s. Pietro, non pata colle Opere nel 1827, come
tutti addetti alla confessione o Z/mzz- dicemmo altrove, ci diede la Storia
na Apostolorum ( Vedi)^ dicendo del clero valicano, dedicata a Pio
che Stefania diaconessa vendette nel VI, trattando nel capit. V de'man-
f)79 a Pasquale mansionario delia sionari vaticani. Riporteremo quel-
basilica di s. Pietro della scuola di le erudizioni non prodotte di sopra
s. Maria detta Mejana^ un. terre- o in altri luoghi relativi. Lo spe-
no posto in Roma; dubita però che ciale officio dei mansionari era quel-
fosse anche mansionario di detta lo di tener monde le chiese, di chiu-
Siìuola quel Teofilatto accolito e prio- derne e custodirne le Porle (Fedi),
re della scuola della confessione di custodirne le lampade, e di far
di s. Pietro^ la cui figliuola Rosa tutte le altre cose necessarie all'or-
moglie di Sergio vendette nel g53 namento e alla decenza delle me-
a Leone abbate Subiaco un filo
di desime. Costanzo mansionaiio (che
di salina poslo in Bordonario in il Nardi chiama santo) della chiesa
Capo di bove. Guerro mansionario di s. Stefano d'Ancona ne custodi-
della scuola della confessione si sot- va i Lumi ( Fedi), per testimonian-
toscrisse in una carta del io?.2 spet- za di s. Gregorio 1. Era simihnen-
tante al monastero di Farfa. Cesa- te officio de'mansiuuari il custodi-
MAN MAN ^iJ
re i sacri arredi, come era stato vaticani erano persone ecclesiaslicht*,
ordinato dal concilio Toletano, lib. talora vi s'introdussero de'laici, co-
nari ch'erano nella basilica di s. nisteri della stessa chiesa, oltre l'al-
Pietro, e i loro stipendi. Nella do- tare maggiore, ritenevano, e con vio-
menica delle palme aveano man- i lenza appropriavano ai loro usi tutte
de canonici
.«rionali due soldi pro- le oblazioni de'fedeli. Erano cittadini
venienti dai rami d'olivo, e prepa- romani ammogliati, colla barba rasa
rando sull'altare di s. Pietro quel- ( come gli ecclesiastici ) e mitrati
li che portavano gli accoliti del ( forse berrette o altre coperture del
Papa, ne ricevevano rami. I mede- i capo). Davano ad intendere alla
simi mansionari per T Assunzione rozza moltitudine, massime ai lom-
di Maria ricevevano due soldi, ed bardi , essere preti cardinali , e
una libbra d'incenso per la proces- ricevendone le offerte, con impu -
guani hahens habitationeni. In una quali pare non potessero fare con-
lettera di Pasquale II alfarcivesco- tralto dei beni della . loro massa
"vo Vienna nel Delfinato scrit-
di , comune, come facevano i canonici.
ta circa il iii5, vi si nomina il In molte città e collegiate i man-
\ino e la prebenda mansionari ec- sionari sono ora ecclesiastici ad-
clesiae f^esontionentiuni. In un di- detti al coro nel secondo online
ploma del IDI 6 vi sono sottoscrit- (ciò che il Nardi ben dichiara nel-
ti l'arcidiacono, l'arciprete, Joannes la nota IX), cioè sotto i canonici
presbyler, et sacrista ^ et niansiona- (ove sono i mansionari, se le pro-
ìiusy poi gli altri preti e diaconi ,
posizioni concistoriali e le storie li
assenti, a mano a mano che veni- sai celebre nel secolo XI II per la
vano loro presentate le carte per- profonda scienza nelle leggi, e ca-
gamene da firmare. Dei mansionari rissimo a Bonifacio Vili. Couchiu-
luteranensi si parla nell'antico mur- de con citare gli scrittori e monu- i
ino, forse del secolo XI, posto die- menti che ne fanno menzione, ed
tro al battisterio di quella basilica; osservare che i mansionari aveva-
così nell'Ordine romano scritto alla no cura di tutte le cose della chie-
fine del secolo Vili, si trova scrit- sa, lumi, campane, reliquie, chia-
to deinceps ma nsionarii junior es, ec. vi, mentre la salmodia e sacre fan*
secolo IX, in cui si parla de'man- nanza de* preti e diaconi cattedrali,
siouari della basilica Liberiana di capo de* preti era l'arcipiclu, capo
MAN MAN 149
de' diaconi l'arcidiacono, il primi- l'ostensione delle medesime, accom-
cerio o primi clerio, primo del cle- pagnar con torcia i canonici, ai quali
ro, era capo de'suddiaconi e chie-
il soli è pern:>esso ascendere alla log-
rici inferiori. Nel Bull. Rom. contìn. gia; è pure loro incarico la cu-
l. XI, p. 33?,, vi è il breve di stodia di tutti i parati che servo-
Pio VII, Quantum, de* 4 omaggio no per apparare la basilica, e de-
1802, col quale ai quattro man- vono presiedere a tulle le appa-
_ sionari delia cattedrale di Macera- ralure della medesima, massime di
B ta, inluogo dell'almuzia, concesse quelle per le beatificazioni e ca-
pa, avviso clie lo danno anco nei suo corpo fu riposto in un'antica
giorni de' pontificali ; come ancora abbazia di benedettini che prese il
avvertono i quattro più anziani suo nome, e lo diede pure al sob-
canonici per incontrare il cardinal borgo nel (juale era situata. La sua
penitenziere maggiore nella setti- festa è segnata il giorno 3 di set-
jucitia santa e nel giorno del suo tembre : è menzionato nel marti-
possesso; pralicandosi ancora la me- rologio romano e in quello di A-
desima cerimonia la mattina delia doiie.
festa de' ss. Pietro e Paolo, quan- MaNSUR (Castello di). Sede ve-
do il senato romano recasi a far scovile giacobita nella diocesi d'An*
l'oblazione del calice e torcie, men- tiochia, situatavicino a Samosala,
tre uno de* canonici sagrestani mag- al mezzodì dell'Eufrate. Ne furono
giori per riceverla trovasi in piviale vescovi Stefano del 1208; Grego-
rosso allo sportello della concessio- rio del 1253 che assistette all'ele-
ne. I mansionari tengono in con- zione del patriarca Dionigi VII, ed
segna le palme che si distribuisco- a quella del patriarca Ignazio 11 (
lenghi al capitolo nella lavanda del- ed Ignazio suo successore, già ve-
l'altare. Tocca ai mansionari inti- scovo di Melitina, che viveva nel
mare le congregazioni mensili che 1274. Oritns christ. t. II, p. i5i2.
si tengono dai canonici camerlen- MANTALAo MONTALA. Luo-
ghi, come nelle straordinarie fun- go della diocesi di Vienna nel Del-
zioni il capitolo, 5 i canonici ne'ca- finato. Ivi si^<Jenne nell' 879 un
pitoli straordinari. In abito talare concilio, Coliélif. Moiitalensc , nel
i mansionari accompagnano i due quale fu dato a Rosone duca di
canonici camerlenghi alla presen- Provenza il titolo di re d' Aries
tazione del cereo benedetto al Pa- e di Provenza, come dicemmo al-
quale s. Pio 1 eletto nel i58, nel- componendosi tale abito di sotta-
Ve/jisi. 3 ad Juslutn, così scrisse : na con coda, fascia, rocchetto e
Tu vero apud stnaloriani uritni mantijjletla , il quale rocchetto
Fieuttensern, ejus loco a fratribiis però usano subito (juelli che so-
conslituLus^ et colobio episcoponun no addetti ad un collegio prela-
vestilus, vide, ut iniuisteruun , quod tizio, ed agli altri non subito si
accepisU in Domino intpUas, E couiXìdti. 1 cardinali e i patriarchi^
1^2 MAN MAN
sulla tnantelletta prendono In moz- in alfie circostanze, si tiene pro-r
zetla, così i vescovi regolari, quelli posilo ai relativi articoli, come di
cioè che non hanno l'uso del roc- quando s'incede con essa. Il Se-
chetto, in luogo del quale assumo- stini. Del maestro di camera^ cap.
no la moz/elta : tulli i vescovi poi 3o del fare le visite, dice che nel
nelle loro diocesi usano la niozzet- riceverle i cardinali in abito, per
la senza la manlellelta, non in pre- onorare il visitando, ed acciò an-
senza del Papa, perchè allora deb- ch'esso come loro che sono in pro-
bono portare la manlellelta . I pria casa vi entri col rocchetto
vescovi orientali non hanno V uso scoperto, fanno levare dal maestro
di tale forma d'abito, ed i ve- di camera al loro servizio la maa-
scovi francesi non adoperano la telletta del cardinale visitante, dan-
noanlellella, al modo detto al voi. dogli puie in ogni cosa la prece-
XXVI, p. 2 35 del Dizionario^ ed denza; e che nel partire tocca al
in vece usano la mozzella, ma al- maestro di camera del visitante
lorché si portano in Roma, in cu- rimeltergli la mantelletta. Ciò noi
ria romana devono incedere senza dicemmo nel volume IX, pag.
mozzella e colla manlellelta. 1 ve- 179 del Dizionario . I vescovi
scovi di Spagna usano la manlel- regolari , tranne que' regolari che
lelta in un alla mozzella, la quale notammo ai luoghi loro, usano la
mantellelta ha di particolare, che mantelletta di lana, cioè panno o
da un lato vi è una bottoniera con saia del colore dell'abito dell'ordi-
molli bottoni, e dall'altro le asole, ne; e siccome i domenicani, i car-
e ciò in tutta l'apertura della par- melitani ed i cistcrciensi, per non
te anteriore ; però in curia roma- dire di altri, il loro abito si compo-
na anch'essi depongono la mozzet- ne di due colori, e si costuma quan-
to,portando la sola mantelletta co- to segue dai loro vescovi e cardi-
gli altri abiti. 1 vescovi tedeschi e nali. 1 religiosi domenicani e gli
svizzeri, in Germania e nella Sviz- altri vestono al modo detto ai lo-
zera usano la mozzella oltre il roc- ro articoli, l vescovi e i cardinali
chetto ; ma in curia romana an- domenicani veslono di scotto o
ch'essi deposta la mozzetta indos- saia, cioè moietta e mantelletta
sano la mantelletta. Quando però nera, sottana bianca , cappa nera
venne in Roma l'arcivescovo di le cui mostre e pelli però sono
Colonia Clemente Augusto libero bianche, fascia di seta bianca e cal-
barone di Droste, si recò dal Pa- ze bianche. I vescovi e cardinali
pa Gregorio XVI in mozzetta e roc- carmelitani vestono di scotto o saia,
chetto, forse perchè gli elettori ar- cioè mozzetta e mantelletta bianca,
civescovi di Colonia vestivano l'abi- sottana di color tanè, cappa bianr
to cardinalizio rosso. ca, le cui mostre di seta è di co»
La mantelletta depone da chi
si lore violetto oscuro, e le pelli bian-
ne gode l'uso, per assumere la cap- che; la fascia di seta è di violetto
pa ed paramenti
i sacri: i cardi- oscuro. I vescovi e cardinali cistcr-
nali non l'usano ne' luoghi di giu- ciensi vestono di scotto o saia, cioè
risdizione, ne in sede vacante, pro- mozzetta e mantellelta nera, sot-
cedendo col rocchetto scoperto, di tana bianca, cappa bianca, le cui
^he e del deporre la mantelletta mostre gli oUraaioalani le adopq-
-
coltà; come pure l'antico diritto ne parlò nel \ol. XXXI I, p. i4S
ch'essi avevano di portare il man- del Dizionario, ed altrove; cosi
to di armelliuo, viene tuttora figu- dei mantelli degli ecclesiastici ai
rato negli stemmi de'duchi e piiii- loro luoghi. A diversi articoli si
anche i re
della cavalleria, cosicché pravveste talare senza maniche, aper-*
francesi accostumarono a donare
si ta mLerauicnte nella parte ante-
mantelli ai nuovi cavalieri, a quali riore, con due larghe aperture la-
accordarono l' onore dell'abbraccio terali per introdurvi le biaccia,
nelle feste solenni e ne'giorni delle con colletto basso che cinge il col-
corti plenarie. Per . renderli più lo fermandosi ivi nei davanti con
vistosi o più onorevoli, disUibui- anciuciio. B lungo sino ai piedi,
I :;6 MAN MAN
con <Uie altre aperture laterali per ci ed il sotto -chierico della cap-
introdurre le mani nel sott' abito pella pontificia coi loro soprannu-
o sottana : dalle aperture delle meri, e l'udìciale extra onines cu-
braccia pendono in tutta la lunghez- stode del concistoro. Agli articoli
za del mantellone due strette e degl' individui sunnominati, come
finte maniclie senza apertura, e so dicemmo, sono riportatele analoghe
no attaccate alle parti posteriori particolarità, e qualche differenza,
corrispondenti alle spalle. Il man- come per esempio i chierici e sotto-
tellone è di colore paonazzo , di chierici della cappella e loro so-
panno, di seta e di saia, con mo- prannumeri, neirinverno indossano
stre o fodere di seta di egual co- la soltana di saia. Tutti i sudde-
lore, con cuciture e punteggiature scriui, che quasi tutti ne hanno
simili. L'abito di mantellone con- l'uso, neir assumere la cotta o la
siste nel mantellone, fascia^ sotta- soltana o veste rossa con cappa si-
na senza coda con bottoni pao- mile , depongono il mantellone.
nazzi, e collare paonazzo , calze L'abito di mantellone viene usato
nere e scarpe con fìbbie: questo anche dai cappellani del cardinal
abito è proprio dei Cubiculari [Ve^ patriarca di Lisbona. Il mantello-
nel lib. I, cap. 282, Geni, anim., dopera, e l'usarono tra gli altri i
slenti con gran mantelli, cappucci resto della prelatura in cappa. Nelle
e cappelli pontificali, su mule bar- cavalcate poi per le quattro cappel-
date di color paonazzo, e finimenti le annue, cavalcavano come nei
dorati; i vescovi non assistenti e possessi, gli abbre viatori di parco
i referendari con rocchetto, man- maggiore, in rocchetto, mantelletta
telletta e cappello semipontificale, e cappuccio sopra le spalle, coper-
su mule bardate nere ; il prelato ti di cappello semiponlificale, sopra
maestro di camera con rocchetto mule bardate di color paonazzo;
e mantelletta e cappello usuale, poi i votanti di segnatura, i chie-
e così in quelli di Clemente XiV rici di camera e gli uditori di
e Pio VI. Nel possesso di que- rota in gran mantelli e cappucci,
st'ultimo nel 1773, gli uditori di con cappelli pontificali e mule
rota cavalcarono con ampli man- bardate di paonazzo ; i maestri di
leili, cappuccio e cappelli pontifica- cerimonie con mantelloni, cappucci
li, su mule bardate di paonazzo, e e cappelli semipontificali ; il mae-
quello portante la croce con roc- stro di camera in rocchetto, man-
chetto; gli altri prelati, come in telletta e cappello in testa, sopra
quello di Clecnente XIV, con cap- mula bardata di paonazzo ; i pa-
pucci e cappelli semipontificali ,
triarchi , arcivescovi e vescovi assi-
su mule bardate di nero; gli arci- stenti coi prelati di fiocchetti e
vescovi e prelati di fiocchetti, in protono tari con gran mantelli, cap-
raantelli, cappucci pon- e cappelli pucci e cappelli pontificali, sopra
tificali , gualdrappe
su mule con mule bardate di paonazzo con fi-
paonazze e guarnizioni dorate; i nimenti dorati ; e gli arcivescovi
vescovi non assistenti ed referen- i e vescovi non assistenti, i referen-
dari di segnatura, con rocchetto, dari di segnatura , vestiti di roc-
mantelletta e cappelli semipontifica- chetto, mantelletta e cappello se-
li, su mule bardate di nero; i mae- miponlificale, su mule bardate di
stri delle cerimonie in mautelloni e paonazzo.
cappelli semipontificali, su cavalli M
ANTICA Francesco, Cardinale,
con finimenti paonazzi. Nel i8or Francesco Mantica, nato onorevol-
pel possesso di Pio VII, cavalca- mente in Pordenone nel Friuli,
rono in mantello ne i camerieri di ma oriondo di Udine, dopo essersi
onore, segreti e partecipanti, ma profondato nello studio del diritto
la relazione non dice come gli al- civile nelle università di Padova e
tri prelati. Ne' possessi di Leone di Bologna, ottenuta nella prima
XII e Pio Vili in mantellone ca- la laurea in entrambe le leggi nel
valcarono i camerieri segreti di 1 558, divenne in essa pubblico
onorie, non che il crocifero, in man- professore , e vi cominciò a legge-
telletta il governatore. Nel posses- re nel 1 56o : tra gli altri ebbe a
biamo dal Rituale del cardinal Gae- il piviale paonazzo, il Papa ado-
tani cap. 82: Notandum ejfuod tempo- peri quello di colore rosso, ad imi-
rihus romanoriim Pontiflcum Joan- tazione della greca che lo usa in
nis XXII, Benedicti XIl^ Clemen- segno di mestizia, non avendo mai
tìs FI, Innocenlii VI, Urbani V^ la romana Chiesa imitato la greca
Gregorii XI, et Urbani VI fiat negli abiti sacri. Innocenzo III nar-
observatum qiiod Papa reversus ad ra che fu questione se nella festa
cathedram, in ea stando resunipsit de' ss. Innocenti si debba usare il
planetam nigrani. Cosi anche si di- colore rosso o nero, mentre la Chie-
ce nel Ceremoniale di Gregorio X, sa romana usava il paonazzo , per
num, 19, a septuagesima vero, denotare l'afflizione che provossi in
usque ad prìmam dìem quadrage- tal giorno. Nella domenica Laeta-
sitnae Papa utitur colore nigro, et re, e nella domenica Gaudete il
facit processìonern de s. Anastasia Papa usava gl'indumenti paonazzi,
usque ad s. Sabinam, etvadit Pa- al dire d'Innocenzo III e del Cere-
pa, et aia discalceati. Domenico moniale di Gregorio X. Il Pontifi-
Giorgi, Gli abiti del sommo Pon- cale romano dice che il Papa ve-
teficepaonazzi e neri, opera stam- stiva paramenti e piviale paonazzo
pata in Pioma nel 1734 ^ dedica- nel riconciliare penitenti, quando gli
ta a Benedetto XIII, che gli avea ammetteva alla partecipazione dei
ordinato investigare il colore dei sacramenti dopo compita la peni-
paramenti che la Chie-
sacri, dice tenza ; e nel pi imo giorno di qua-
sa romana sempre li usò , e Io resima quando scacciava dalla chie-
prova con testimonianze. Nel cap. sa i condannati alla penitenza pub-
IV tratta del manto o piviale pao- blica: facendo osservare il Giorgi
nazzo e nero usato dai Papi; nel che il Pontificale romano princi-
cap. XI, del pontificale romano os- palmente fu fatto per uso de' Pa-
servato in principal luogo dal Pon- pi. Nel Ceremoniale del Patrizi, in
tefice nel piviale e negli altri abiti cui furono omessi alcuni riti anti-
sacri paonazzi e neri; nel cap. XII, camente usati dalla Chiesa , come
del piviale paonazzo, in virtù del superflui o andati in disuso, nella
pontificale romano, usato dal Pa- lavanda de* piedi del giovedì santo
pa nel giovedì santo, e nello sco- il piviale del Pontefice è paonaz-
municare e nell'assolvere; nel cap. zo, sebbene in quello pontificio pre-
XV, del piviale e paramenti neri scrivasi la stola paonazza e il pi-
usati dal Pontefice nelle rogazioni viale rosso. Nel medesimo, circa
, t
dopo la messa in piviale nero. Nei cappa rubea, cujus cuculluni su-
funerali de' re il Pontefice non ce- per scapulis duobiis spaletis apta-
lebrava, ma assisteva con cappa di tur, ne deorsum cadere possit, et
lani sagiis ferrei. Da tiittociò pro- Camera de* paramenti (Fedi), pre-
babilmente si può concludere, che parandosi sul Letto de' paramenti
procedesse da tal sorte di veste il (f^edi). Lo pongono sulle spalle del
piviale, e benché questo sia unito Pontefice i due uditori di rota, ed
non sopra la spalla ma nel petto, il primo cardinale diacono lo allac-
acciocché con maggior comodità si cia sul petto cogli ancinelli, sui
adoperi nelle funzioni ecclesiastiche, quali colloca il formale, indi gfim-
e non apparisca solamente l' uso pone la mitra o il triregno secon-
antico profano. Abbiamo detto al- do le funzioni. Allorché il Papa si
trove che il Papa s. Giovanni I, reca a celebrare solennemente nella
nel 525, in Costantinopoli, ricevet- camera de' paramenti, dopo avere
te dall'imperatore Giustino I l'uso ricevuto sul capo il triregno, il car-
per sé e successori, delle vestì au- dinal primo prete gli presenta la
gustali. Inoltre il piviale nel Ri- navicella con l'incenso, ed il Papa
tuale di Benedetto canonico e Gui- •lo mette nell' incensiere che viene
do cardinale che fu Celestino li sostenuto dal decano de* votanti di
del 1143, al num. 21 parlandosi segnatura. Talvolta il Papa pose
del Prefetto di Roma (Fedi), si r incenso nel turibolo dopo aver
dice indutus manto pretioso j e preso la stola, e ciò per far muo-
parlandosi nello stesso Rituale di vere prima la processione, ed evi-
Cencio cardinale Savelli, num. 4> tare r aspettito. Subito prendono
si che dovendo il prefetto
legge l'estreme fimbrie del manto ponti-
accompagnare il Papa nel giorno fìcio due primi cardinali diaconi
i
decorati quelli de* romani Pontefi- due primi maestri delle ceremonie,
ci, non per vanità o fasto, ma per- i quali subentrano a sostenerle al-
chè conviene alla di lui sublime lorché i detti due cardinali primi
dignità e al culto della religione diaconi discendono dal trono per
cristiana l'uso delle vesti preziose ascendervi a ricevere dal Papa la
ed ornate. Nelle medaglie si ve- pace. La coda o strascico del man -
dono i Papi talvolta rappresentati to cadeiido su quella della Falda,
col manto ricamato di florìj di ara- veste ampia di seta bianca che il
MAN MAN 169
Papa cinge ai lombi, in certo mo- ed ossequio accompagnò il Papa
do ne sono soslenitori cjuei perso- Nicolò V in s. Pietro, sostenendo-
naggi eli» sorreggono la coda della gli lembo delle vesti posteriori,
il
sìstorio. 77Aparlando
p. dei so- regno prezioso in testa* Il piviale
lenni conviti del Papa, scrive che era altresì ricco del famoso botto-
in essi il Papa era vestito pontifi- ne fatto dal celebre Cellini, e del
calmente con piviale e mitra in- : quale parlammo all'articolo For-
dutus omnibus paranwntis missa- male, col diamante già appartenen-
libus, exceplis casula, pallio et chi- te a Lodovico Sforza detto il Mo-
rotliecisj et tenebit mantuni ad sca- ro duca di Milano, ed a Carlo il
pulasj et fanonem in capite cuni Temerario duca di Borgogna, ed
mitra desuperj ovvero come altro- acquistato dal Pontefice Giulio IL
ve desci'ivesi: Papa stabit dum co- Noteremo per ultimo che delle fun-
medit paratus usque ad dalmati' zioni in cui il Papa assume il man-
cani inclusive, habens mantuni ru- to o piviale pontificio, e del suo
heuni ad scapulas, fanonem in ca- -colore, non che delle funzioni in
mitram aurifrigiatam supra
pite, et cui lo cambia, come nella funzio-
Janonem, et anuluni pretiosuni non ne delle candele benedette (nell'av-
ponlificalem in digito, et sandalia vento per esporre il ss. Sacramen-
in pedibus. Nella descrizione della to nella cappella Paolina, e nel ve-
funzione del possesso che nel i5o3 nerdì santo levandolo da essa, non
prese della basilica iateranense Giu- depone il manto rosso, ma su di
lio li, si legge che per la cavalcata esso prende l'umerale bianco), se
t>i vestì dei sandali, dell'amitto, del ne parla all'articolo Cappelle Pon-
camice, de'guanti, della croce pet- tificie ed agli altri analoghi. Sen-
torale, della stola bianca e del pi- za il manto poi, ed in istola e ca-
viale prezioso bianco d' Innocenzo mice fa la lavanda de'piedi agli apo-
VHI, non che del triregno; prese stoli nel giovedì santo, e nel dì se-
il piviale perchè non volle assxime» guente adora la Croce. ^. Umerale.
MAN MAN 171
MANTOVA ( Mantuan ) . Citta consolare, di Trigezio forse prefet-
con residenza vescovile e forte del to del pretorio, e di s. Leone I
regno lombardo-veneto, antica ca- Magno, nella cui santità ed eloquen-
pitale del ducato del suo nome, za V imperatore assaissimo confida-
ora capoluogo di provincia e di di- va. Partiti da Roma nel ^5i, giun-
stretto; è distante 90 miglia da se l'ambasceria ad Attila eh' erasi
Milano, ed 84 da Venezia; longi- attendato dove il IMincio si scarica
tudine 28° 27', latitudine 4^" ^» nel Po, cioè a Governolo sul Man-
Daremo prima un cenno del ducato tovano. Il re barbaro fìi compreso
e della provincia, quindi parleremo di rispetto alla vista maestosa del
di questa nobilissima città. Il Man- Pontefice, e addolcito dalla mira-
tovano o ducato di Mantova è bile sua eloquenza, arrendendosi
un antico paese d'Italia confinante alle di lui persuasive, e ritirandosi
al nord col Veronese, all'est col al di là del Danubio, con promes-
Ferrarese, al sud coi ducali di Mo- sa di far la pace. Tuttavolta altri
dena, Mirandola e Reggio, ed al- barbari non mancarono d'inondare
l'ovest Cremonese e col Bre-
col il Mantovano, e lo signoreggiaro-
sciano.Componevasi dei ducati di no sino al tempo di Carlo Magno.
Mantova, Guastalla e Sabionetta, Sotto i di lui discendenti fu dato in
dei principati di Castiglione, Solfe- feudo alla casa de'conti di Canossa,
rino e Bozzolo, dei marchesati di ultima della cui stirpe fu la gran
Gazzolo e di Rolo, e della contea contessa Matilde^ che con altri va-
di Novellara, formando una lun- sti suoi dominii ne fece dono alla
ghezza di oltre a 60 35
miglia, e santa Sede nel pontificato di s. Gre-
in larghezza, avente Mantova per gorio VII, e ratificò in quello di
capitale. I suoi fiumi principali e- Pasquale II; di che parlammo iu
rano il Po, il Mincio che forma un più luoghi. Il Mantovano si res-
lago intorno a Mantova, l'Oglio, il se a repubblica per quasi due se-
Chiese, il Secchia e il Crostolo. 11 ter- coli; ma stanco delle stragi civili
drale antica e \asla a cinque na- bei dipinti a fresco di Giulio Ro-
vate, sostenute da quattro ordini mano, di Andrea Manlegna pado-
di belle colonne di marmo, ed il vano e di altri valenti artisti, e vi
frontespizio rinnovato nel i5>44 è sepolto lo Manlegna, il
stesso
dal cardinal vescovo Ercole Gonza- Pomponazzo ed In un angolo
altri.
razione. L'antica chiesa fu nel 1046 stello ove esistono molti freschi del
innalzata da Beatrice madre della Manlegna, ed il copioso archivio
gran contessa Matilde, ma i Gon- segreto. Evvi pure la casa muni-
zaghi la rinnovarono sotto il dise- cipale, soda e massiccia mole del
gno del celebre Leon Battista Al- secolo XIII; il teatro di corte, di-
berti nel 1472. La magnifica cu- segno del Piermarini , inaugurato
pola è invenaione del Juvara, ed nel 1733 sotto l'imperatore Carlo
MAiX MAN 175
VI ; un ampio vestibolo con por- quali più di 2000 ebrei. 1 din-
tico disegnato dal Bertani, ove si torni di Mantova sono fertilissimi,
teneva un tempo la rinomala fiera; osservandovisi molte case belle dì
oltre a ciò si ammirano dei belli delizia . Merita fra le altre menzio-
fabbricati, tale è quello dell* Acca- ne la Favorita, presso ed al nord
demia, in cui evvi il bel teatro della cittadella, che il duca Ferdi-
scientifico di Bibbiena ;
quello de- nando Gonzaga fece costruire nel
gli studi ; il palazzo delle finanze 1602, ma
mollo soffrì ne'di*-
che
e della dogana; l'antico palazzo di versi assedi di Mantova, e special-
giustizia, e tanti altri di famiglie mente in quello del 16 gennaio
private, e la bizzarra abitazione che 1797. Anche un.' antica casa di
con proprio diseguo edifìcossi Giu- delizia de'signori di Mantova chia-
lio Romano, e che ornò di pitture, masi la Virgiliana^ ove si preten-
moderno e più bello de' quali è tese distante dalla città, fu fabbri-
quello detto della società , eretto cato nel secolo XV per ordine del
sul disegno cremonese archi-
del cardinal Francesco Gonzaga tutore
tetto Canonica, ed adorno di una del marchese Federico I, però me-
bella medaglia dipinta da Hayez. no grande e magnifico cui fu reso
Le varie elevate torri, molte delle dappoi. Un ampio terreno all'intorno
quali sono demolite, dierono a è diviso e scomparti di
in viali
Mantova il nome di Que- turrita. piante che rendono un
esotiche,
sta città possiede da lungo tempo passeggio amenissimo , ed evvi una
fabbriche di stoffa di seta e lana; grande cavallerizza. In questi ul-
conta circa 3o,ooo abitanti, fra i timi tempi ricevette diversi boni-
176 MAN MAN
Nel secolo XVI esposta la
fidi. valli e dei cani da caccia del
città a frequenti inondazioni del marchese di Mantova ; idea biz-
Mincio, e di grave nocumento, il zarra, ma che gli convenne secon-
marchese poi duca Federico II dare per conservarsi la [grazia dei
"volendo rendere il suo soggiorno suo protettore. In un' altra sala
uno de'più magnifici d'Italia, com- rappresentò le avventure di Psiche
mise al conte Baldassare Castiglìo- in più quadri, tra* quali si ammi-
ni (di cui parlammo alT articolo ra soprattutto quello della sofìltta,
Castigi.ioni Famiglia.) suo amba- di cui sono argomento le nozze di
sciatore in Roma, d'indurre il va- Amore e di quadro Psiche, ed il
di soldi, lireed altre monete di poi fu esente pure dal guasto che
Mantova, e da alcune parimenti gli ungari dierono nel 4^^ al ter-
antichissime monete, delle quali in ritorio. Obbedì ai franchi e ad A-
fine si riportano le impronte in mingo loro capitano, ad Odoacre
rame, e che fra le altre cose con- re degli eruli, a Teodorico re dei
fermano sempre più il privilegio goti ed a' suoi successori, e
quindi
della zecca accordato ai vescovi all'esarca di Ravenna per l'impe-
colf epigrafe Episcopus o EpSy che ratore greco d' oriente , dopo che
in alcune di esse si legge. Narsete scacciò i goti. L'esarca Lou-
Ignota è l'origine vera di Man- gino la difese dai longobardi, fin-
tova ; alcuni la vogliono edificata che il loro re Agilulfo la prese nel
da Manto divinatrice, figliuola del 602, laonde restò aggregata al re-
tebano Tiresia, altri da Oeno etru- gno de' longobardi sino al 773.
SCO figlio del Tevere e di Manto, Carlo Magno col distruggerlo se
al dire di Virgilio; Eusebio affer- ne impossessò, e la donò alla santa
ma che fu edificata J\^o anni pri- Sede con molti luoghi già soggetti
ma di Roma, ma la più probabile ai longobardi, e sotto di essa fiorì
opinione è che sorgesse nel tempo la città, che poco dopo e neir8o4
della guerra troiana. È certo che fu visitata da s.Leone III, come
gli etruschi per molto tempo la meglio diremo Nell'SiS di-
poi.
d'Este.
nobilissima e
Tedaldo edificò sul Manto-
possente casa
il vescovo Giovanni, che poi gli dre, cioè Lucca, Parma, Reggio e
fece i funerali, ed il corpo fu tras- Mantova, a' quali aggiunse Vero-
portalo in Vercelli. Neil' 883 l'im- na, Cremona, ed il titolo di mar-
peratore Carlo III il Grosso ve- chese di Toscana e vicario impe-
nendo in Italia passò a Mantova, riale in Italia. Dalla seconda sua
ricevuto dal vescovo Eginulfo coi moglie Reatrice figlia dell'impera-
soliti onori ; e pieno di religioso tore Corrado II il Salico, ebbe Ro-
desiderio volle venerare il prezio- nifazio che morì poco dopo la sua
sissimo Sangue e le altre reliquie, morte, avvenuta nel io54, e Ma-
concedendo alla chiesa di Mantova tilde che restò erede e fu chiama-
molti privilegi. Divenuto nel 926 ta la gran contessa. Essa fu cele-
re dMtalia Ugo, Mantova gli di- bre per la sua possanza, ricchezza
venne soggetta, e siccome doveva e somma pietà; difese i Pontefici
trattare alcuni affari col Pontefice dalle persecuzioni degl' imperatori,
Giovanni X, ivi l' invitò per la pa- eresse chiese, fondò monasteri, e
ce d' Italia. Il Papa vi giunse con donò alla Chiesa romana il suo pa-
gran comitiva di prelati, baroni trimonio, cioè dal fiume Pescia u
romani ed altri signori, e così U- s. Quirico su quel di Siena fino
go con nobile corteggio, ricevuti e a Ceprano, dall'A pennino al mare,
trattati splendidamente. Stabilirono e di più Ferrara al dire del Pla-
perpetua lega, e il modo di repri- tina : così alla santa Sede passarono
mere gl'invasori saraceni, conce- i dominii della illustre casa di Ca-
città tumultuò, ma poi tornò al- tadini per consoli con suprema au-
l'obbedienza. Matilde morì d'anni torità, acciò riparassero ai pericoli
settantasei nel i5 a'24 lug'io, e i i della patria, cioè Pinamonte Bona-
fu sepolta nella chiesa di s. Bene- corsi o Bonacossi, ed Ottonello Zan-
detto di Polirone, donde le sue ce- nicalli. Non tardò mollo che Pi-
neri furono trasportate nella basi- namonte Bonacossi con tanta dissi-
lica vaticana d'ordine diUrbano mulazione seppe disfarsi del suo
Vili, ove nel i635 gli eresseun collega,che i popolani lo conferma-
superbo monumento di marmo. Ap- rono prefetto o capitano generale,
pena l'imperatore Enrico V intese nella mira eh' egli meglio d' ogni
la morte della contessa calò colle altro valesse a vendicare l'assassi-
armi in Italia ad occupare il suo nio. Dopo aver Pinamonte per tre
amplissimo patrimonio, di cui era- anni temporeggiato, si tolse la ma-
no eredi i sommi Pontefici e la schera ed apparve tiranno. Nella
Sede apostolica. Colla prepotenza pubblica piazza sostennero i Casa-
delle armi occupò Parma , Man- lodi, capi del popolo, la spirante
tova ed altri luoghi , restando le libertà, ma prevalsero le armi di
altre città in lunga contesa coi Pa- Pinamonte, che punì i suoi nemi-
pi legittimi signori. Ritornando dal- ci con morti, esilii e confische. Al-
la Francia in Pioma Innocenzo II, leato co* veronesi ghibellini e cogli
nel II 32 visitò Mantova, riceven- Estensi, sebbene prima guelfo egli
do testimonianze di divozione da- fosse stato , combattè quindi con
gli abitanti, cui concesse diverse successo i bresciani, padovani, i
i
donde navigando pel fiume Po giua- trodotte nella piazza truppe stra-
,
città con Francesco Pico della Mi- un discendente del quale fu Boni-
randola, questi ebbe la sciagura di facio conte di Parma , che sposò
cadere con due figliuoli nei lacci Beatrice sorella d'Enrico III impe-
di Passerino, e furono tutti e tre ratore ; ed altri la fanno discende-
gittati a perir di fame nella torre re da una di quelle nobili famiglie
di Castellerò. Per le sue iniquità e padovane, che per timore d'Attila
frodi, per tiranneggiare la patria seguirono Ginusio o Ginio princi-
per sturbare la quiete d'Italia, e pe loro, ritiratosi in Rivoalto nel
qual ribelle di s. Chiesa, fino dal 4-56, volendosi pure farla derivare
i3i8 circa pubblicamente lo sco- dal sassone Wilichindo. Noteremo
municò Giovanni XXII in Avigno- che Donesmondi, come accennam-
il
tH man MAN
tìluomo (k'Ila città, e valoroso ca- marchoee Azzo X 800 fiorini d'ò*
pitano, avendo somministrato al- ro annui. Abbiamo dai geografi
Timperatoie Ottone I un gagliardo che Gonzaga borgo del regno Ioni
aiuto di mantovani ,
quando ebbe bardo- veneto, distante circa cinque
disfatto il re, l'imperatore per gra- leghe da Mantova , capoluogo di
titudine dichiarò marchese di Man- un distretto di tre comuni diede
,
no. Dipoi Luigi acquistò nel i335 gli, ne impadronì per sorpresa
se
la città di Reggio, ch'era apparte- nel i358, e ne cacciò tutti par- i
cesa con questi la guerra, Gian Tutti e quattro ebbero una por-
Francesco pei veneziani prese il zione dell' eredità paterna ed il ,
principi cristiani adunali nella cit- accoltovi da Luigi con solenne ili
grave discorso che durò tre ore cando le risoluzioni del congresso
giustificò la sua condotta pel re- a tutto il mondo ; ed ordinò pub-
gno di Sicilia, si dolse assai come bliche preghiere da porgersi a Dio
la Francia ciò desiderasse a vantag- le domeniche dai sacerdoti nelle
igi MAN MAN
messe, perchè si tìegnasse di assi- scienze ne'suoi stali, per cui s'iii-
slere colla sua grazia ì difensori dusse a fondare 1' università <li
sercito che conduceva al soldo dei nerale, indi contro i veneti nella
principi più potenti di luì, e nel- lega di Cambray ; ma si lasciò
lo Slesso tempo coltivò le lettere sorprendere da essi nel 1^09 a'
9
con ardore, compose anch' egli
e agosto nell'isola della Scala. Fu
in poesia, formando l'ornamento di tenuto un anno prigioniero in Ve-
sua corte più rinomati poeti del
i nezia, e quando per le premure
suo secolo. La sua consorte pure di Giulio II ricuperò la libertà
si distinse per un fino gusto per parve disgustalo della guerra. Nei
le arti antiche ; il suo gabinetto di i5i2 venne dal marchese accolto
statue, di cammei e di medaglie e splendidamente trattato in Man-
non ebbe lungo tempo l'eguale in tova il cardinal Giovanni de Me-
Italia. Quando Alessandro VI, i dici, che nel seguente anno diven-
lega co' mantovani, per cui furono X il marchese fece le parti di pa-
suonate le campane di Campidoglio cificatore tra i duchi di Ferrara e
e delle chiese di Roma. Altri di- d'Urbino Francesco Maria, e que-
cono conchiusa la lega a'3i mar- sto ultimo prese asilo in Mantova
zo i495', e che a' 6 luglio nella presso il marchese suocero, e vi
suo zio e maestro nell' arte mili- ebbe in successore Federico II suo
tare, fu fatto prigione, e poi uc- primogenito i d. Ferdinando, altro
ciso. Neil' anno seguente il mar- suo figlio, fu uno de' più rag-
chese coir armata veneta aiutò a guardevoli capitani, e fondò i du-
risalire sul trono il re di Napoli. cati di Molfetta e di Guastalla.
Nel 149^ difese Pisa contro fioren- i Federico II nono signore e
tini, ricevendo in Mantova Guido quinto marcbese di Mantova, tro-
Ubaldo duca d'Urbino parente dei vandosi obbligalo di scegliere una
Gonzaga, il cui stato avea occu- alleanza tra 1' imperatore Curio V
pato Cesare Borgia. Per poco nel e Francesco I re di Francia, che
VOL. XLH. i3
194 MAN MAN
disputandosi 1* Italia , i piccoli so- bre trattato conciliò le differenze
vrani di essa erano sempre nel ti- tra Clemente VII e Carlo V, il
formò il ramo de' duchi di Nevers, gusto della magnificenza e de' pia-
e Federico fu creato cardinale da ceri, di altro non si occupò nel
Pio IV. Francesco III essendo mi- lungo suo regno, che di feste, tor-
nore restò sotto la tutela dello zio nei^ pompe e ceremonie. Nel iSSg
cardinal Ercole e di Margherita fu eletto Pio IV per opera princi-
sua madre primo duca che
: fu il palmente di detto cardinale, ben-
cavalcasse per Mantova con abito ché molti colleghi propendevano
ducale, mandatogli da Ercole II esaltarlo al pontificato, il nuovo
duca di Ferrara. Sotto di lui d. Papa era parente dei Gonzaga ,
Cesare Gonzaga de* duchi di Gua- perchè la sua nipote Camilla so-
stalla eresse nel proprio palazzo l'ac- rella di s. Carlo Borromeo avea
cademia degli Invaghiti^ coi migliori sposato d. Cesare primogenito del
ingegni della città, per cui la loro duca di Guastalla. Intervenne Gu-
fama si sparse molto. Il Papa per glielmo al concilio di Trento ed
favorirla dichiarò cavalieri i suoi alla dieta dell' impero in Augu-
accademici con facoltà di poter crea- sta : taU viaggi costosi ed il lusso
re notari, di poter addottorare, con eccessivo della sua corte, sconcer-
altre prerogative. Dipoi l'accade- tarono le sue finanze, e siccome
mia essendo decaduta dal suo splen- aggravò i sudditi d'imposte, si su-
dore, la ristabilì nel 16 io il duca scitò una rivolta nel Monferrato;
Vincenzo I, e volle che risiedesse ma il duca coli' aiuto del governa-
presso di se nel castello, assegnan- tore di Milano vinse i ribelli, e co-
dole pubblico ed ordinario lettore. strinse la città di Casale a chiede-
Fedele Francesco III all' alleanza re grazia , e per la lega di s. Pio
dell'Austria, sposò Caterina figlia di V contro il turco mandò validi
Ferdinando I re de' romani e ni- soccorsi. Inoltre il duca per vene-
pote di Carlo V. In pari tempo rare i santi luoghi e reliquie di
suo fratello Luigi passò in Fran- Roma, e col nuovo
congratularsi
cia, dove essendosi segnalato sposò Papa Gregorio XIII, vi si recò nel
nel i565 Enrichetta di Cleves so- 1572 con bellissima comitiva, e fu
rella ed erede di Francesco II ul- trattato e ricevuto regiamente. Nel
timo duca di Nevers e di Rethel: 1574 Guglielmo ricevette onorevol-
suo figlio Carlo, come diremo, nel mente in Mantova Enrico III re
secolo seguente ereditò il ducato di Francia, ed ottenne dall'impe-
di Mantova. Francesco III proibì ratore Massimiliano II che lo stesso
l'usura ai giudei, eresse il monte Monferrato fosse eretto in ducato
di pietà, e traversando in battello in suo favore. Nel i5'j5 la città
il lago di Mantova a' 21 febbraio fu molestata da una pestilenza.
i55o, cadde in acqua e si annegò In Mantova morì nel 1576 Lucre-
miseramente: sua moglie, di cui zia Gonzaga figlia di Pirro signore
non avea avuto figli, sposò in se- di Gazzolo, donuii illustre e lettera-
MAN MAN 197
ta, modello di Effetto e fedeltà mari- stolica magnificamente, ed in con-
tale, perchè dopo la morte di Gio. cistoro lo fece sedere sopra l' ulti-
Paolo Manfroni generale al servi- mo cardinale diacono, concedendo-
gio de' veneti, volle restare vedova gli molte grazie, indulgenze e re-
e menai' vita ritirata e sommamen- liquie, venendo pure assai onorato
te edificante. Il duca ricuperò Gaz- dai baroni romani. Ad Innocenzo
lolo e Dosolo occupati dai sigila* IX nel 1592 Clemente successe
ri di s. Martino; abbellì la fortez- VIII che restò afflitto nell'udire la
za di porto, e finì la chiesa e cam- morte di Alfonso Gonzaga signore
panile di Nel 1579
s. Barbara. di Castelgiufredo ucciso dai ban-
Gregorio XIII si adoperò per ac- diti, onde il Papa spedì a Casti-
comodare i gagliardi contrasti che glione delle Stiviere il vescovo d'A-
eransi risvegliati non senza scan- 1essano per ottenere dal marchese
dalo tra duca Guglielmo e il
il Ridolfo Gonzaga fratello di s. Luigi,
fratello duca di Nevers, a motivo la libertà della figlia e della consor-
delle antiche differenze sopra una te dell'infelice Alfonso, le quali fu-
parte del Monferrato. Guglielmo rono consegnate al duca di Man-
nel i58o sposò l'unico suo figlio tova. Nello stesso tempo Ridolfo fu
d. Vincenzo con Margherita Far- accusato di aver fatto coniare in
nese figlia del duca di Parma, ma- Castiglione moneta pontificia, per
trimonio infelice che die luOgo a Io che citato al tribunale apostoli-
processo ridicolo e scandaloso, pei co fu scomunicato e punito con
nora de Medici figlia del granduca re, e il duca gli fece magnifiche
di Toscana, matrimonio che fu ce- feste. In questo tempo fiorì Cur-
lebrato con molta magnificenza. zio Gonzaga celebre scrittore e poe-
Guglielmo mori a Bozzolo nell'a- ta, e verso il 1600 fabbricò in Bor-
gosto 1587; gli successe Vincenzo goforte una bellissima chiesa in o-
1, come lui troppo trasportato ai nore dell'Annunziazione della Ma-
piaceri, non però senza genio alle dre di Dio. Appena eletto nel i6o5
armi, per cui nel 1 598 oiìiì i suoi Paolo V, il duca Vincenzo I lo
servigi all'imperatore Rodolfo II supplicò a sollecitare la beatifica-
contro i turchi con infelice riuscita, zione di Luigi Gonzaga gesuita,
perchè si ammalò gravemente nel morto in Roma a' 21 giugno 1^91,
1595, fu fatto prigioniero a Gia- ed il Papa l'esaudì a' 2 maggio; 1
varino nel 1597, e fu battuto con per lo che si fecero grandi feste in
l'arciduca Ferdinando nel 1601. Mantova, e il duca con tutta la
Nel 1 59 I erasi con nobile corteg- corte dalla cattedrale si portò in
gio in novembre portato in Boma, processione alla chiesa della com-
ove Innocenzo IX antico suo ami- pagnia di Gesìi. Il vescovo nel
co lo accolse con distinzione, lo 1606 gli eresse un bellissimo al-
trattò a spese della camera apo- tare nella cattedrale, ed il duca
I
,
avea diritti alla successione di Mon- cardinalato. Non avendo avuto pro-
ferrato e non a quella di Mantova, le, allorché divenne duca ottenne
poiché questo ultimo era un feu- da Urbano Vili lo scioglimento del
do mascolino. Montò sul trono di suo matrimonio. Voleva allora spcj-
Mantova e di Monferrato il fratel- sare Maria sua nipote al line di ,
anni quando divenne duca di Man- prese dai francesi la fortezza di Casa-
tova, di Monferrato di Nevers e , le, e dieci anni dopo i veneziani gli
di Rethel, succedendo all'avo: sua restituirono quella Mantova. U di
madre Maria come reggente si mo- suo regno non fu contraddistinto
strò più aderente all' Austria che che da una guerra di breve du-
alla Francia, ed essendo incolpata rata col duca di Modena nel iGSy:
di far assassinare i francesi che morì nel settembre i665 vittima
occupavano Casale e Monferrato, della sua intemperanza, lasciando in
èssi s'impadronirono del Monfer- Carlo Ferdinando suo
successore
rato uccidendo diversi uffiziali du- chiamato Carlo HI, nell'età
figlio
dopo quattro anni rimasta vedova natamente nel 1679 si chiuse nel
nel 1648 sposò il cognato il re monastero di s. Orsola mentre il ,
tezza di Casale a Luigi XIV. Nel- savia condotta che ivi tenne, entrò
la guerra della Successione alla mo- in grazia di Giuseppe I che con ,
d'Italia, avendogli donalo pnrle del prelètto lo fece decapitare a*2 di-
preziosissimo >angue del Uedeuto- cembre dell'anno Sy, e venendo a
re, che uscì dal suo costato quan- di lui inlercessione risanato, si con-
do lo ferì colla Lancia (f^eili)^ e vertì alla fede, ed il glorioso mar-
venerasi nel magnifico tempio di tire venne tumulato nell'orto dello
s. Andrea. In quel tempo era Man- spedale già da lui abitato. I man-
tova governata pei rouìani dal pre- tovani furono confermati nella fe-
fetto Ottavio, ed immersa nel cul- de da s. Pietro, che in Roma avea
to de' falsi dei, massime di Diana stabilito la cattedra apostolica, e
con famoso tempio e contiguo ospe- destinato vescovo per diverse par^
dale pei pellegrini fuori della cit- ti d'Italia s. Romolo, questi nel-
tà, ov'è ora la chiesa di s. Andrea, l'anno 4*^ si recò a Mantova, e
mentre fuori della porta Predella piamente si crede che battezzasse
eravane un altro dedicato a Bia- gli abitanti. Da Roma portatosi' a
noro, che alcuni dissero primo Milano l'apostolo s. Barnaba, co-
fondatore o ampliatore di Man- me da metropoli spedì suoi di- i
tova, e perciò adorato dai manto- scepoli per tutte le cilià e luoghi
vani come Dio
tutelare. Onori di- di Lombardia, a predicare il van-
vini rendevano a Virgilio a' i5
si gelo, e battezzare gli ammaestrati :
re. Gerusalemme la
Suscitatasi in volte si trasferì pure il santo apo-
persecuzione contro la Chiesa, Lon- stolo, e nelle successive persecuzio-
gino tornò ad Isaura sua patria, ni molti martiri patirono per la
e v'incominciò a predicare la fede fede. Non avendo Mantova ancora
a cui egli stesso erasi convertito. chiesa formata, ne essendo sogget-
Vedendo la tenacità de* suoi con- ta ad alcuna delle convicine sedi
cittadini, passò in Italia, e recato- vescovili, riconobbe solo la sede
si a Mantova^ una delle principali apostolica, e per molti anni si go-
città di essa, nell'anno 36 dell'era vernò da sé medesima. Crescendo
nostra ,
per curarsi da un' infer- quindi in celebrità la chiesa di
mità si fermò nell'ospedale di Dia- Milano come capo dell' Insubria,
na, ed il ss. Sangue che avea por- nome antico della Lombardia po-
tato seco in una cassettina di piom- sta tra l'Adda e il Ticino, pigliò
bo, ivi in un segreto luogo nasco- anche il governo della chiesa di
se. Guarito che fu volle stabilirsi Mantova, provvedendola di tempo
in Mantova, nel luogo poi detto in tempo di sacri ministri, il che
Cappadocia, quindi pubblicamente durò per alcuni secoli. Nel IV
incominciò a promulgare il van- anco Mantova fu infestata dagli
gelo, per cui il prefetto volendolo eretici ariani, massime dopo il
obbligare a sacrificare agli idoli lo concilio di Rimini. Nei primi an-
minacciò, I9 fece tormentare, ma ni del IV secolo i mantovani cam-
3
nell'anno 8o4, con replicate rive- tornò Roma. Neil' 808 portan-
in
Leone Ili parti da Roma in set- liani che avevano fra loro dilfe-
ai mantovani. Nel 1049 a*'^ mar- Papa depose In Roma nella basi-
zo mentre nella chiesa di s. An- licalateranense. Poco dopo e nel
cìrea dell'ospedale orava il vecchio io55 l'imperatore Enrico III an-
tedesco Adelberlo, gli apparve il cor lui andò a Mantova a venera-
stìnto apostolo e l'invitò a recarei re r oggetto di nostra salutifera
dalla contessa Beatrice, acciò facesse redenzione, e pure ad ne fu
esso
scavare la terra vicino all'ospeda- data piccola porzione, che portò
le per rinvenirvi il ss. Sangue; e seco in Boemia. Col vescovo Co-
siccome la contessa poco credito none premunire il sacro te-
volle
diede a tale racconto, l'apostolo soro da qualunque evento, facen-
tornò ad apparire ad Adelberlo dolo riportare nella chiesa di s. An-
replicando l'invilo, e poi indican- drea, e murare entro l'altare di
dogli anche il luogo ove doveasi marmo. Quanto alla chiesa di s.
d' Aquileia, nel i^53 da Nicolò V renze di questo colla sede manto-
venne soggettata immediatamente vana, nella quale successe allo zio,
alla santa Sede, e cos\ libera si venendo creato cardinale: Sigismon-
mantenne sino al concilio di Trento. do ebbe per suffraganei Nicola
Paolo II nel 1466 nominò ve- Grossetti ed Ambrogio vescovi Li-
scovo il cardinal Francesco Gonza- mosensi; ed Ercole, il nobile man-
ga, che sebbene venne fatto legato tovano Filippo Arrivabene vescovo
di Bologna continuò a governare ITieropolitano, e Leonardino Marini
la sua patria chiesa, indi concorse vescovo di Laodicea. Per morte eh
MAN MAN 209
Ercole nel i563 successe il nipote nel 1593. Gli successe fi\ Fran-
cardinal Federico Gonzaga, figlio di cesco Gonzaga de'minori osservan-
Margherita Paleologo signora di ti, vescovo di Pavia, figlio del mar-
Monferrato ; ebbe a suffraganeo chese ói Gazzolo , che governò
Francesco Facino Guglielmi vesco- con sollecitudine veramente pasto-
vo Cilrense, e morì compianto nel rale per ventisette anni, lasciando-
i565. Venne nominato vescovo vi molli monumenti della sua pie-
il cardinal Francesco Gonzaga , tà e zelo, sia coli' ornare e bene-
che volle a sulfraganeo M. Antonio ficare la cattedrale , sia colla cele-
Gradino vescovo Uticense, e morì brazione dei sinodi in cui ordinò
nel i566 assai deplorato. Nel se- sante leggi, che con fare dipingere
guente anno fu fatto vescovo fr. nella sala del vescovato 1' effigie
Gregorio Boldrini domenicano, no- de'suoi predecessori. Agli 1 1 feb-
bile di Mantova , che santamente braio i594 con solenne apparato
governò j ed insieme al duca ed consagrò la chiesa di s. Pietro,
all'inquisitore del s. offizio gli ed in obbedienza ai decreti del
riuscì di estinguere gli eretici, mol- concilio di Trento, non essendovi
ti de'quali si convertirono. Gregorio in Mantova un seminario di chie-
XIII nel 1575 traslatò dalla chie- rici convenevole alla nobiltà di
sa Auxerense e di Alessano Marco sua chiesa, ne eresse uno nell'ap-
Fedele Gonzaga, versatissimo nelle partamento del suo palazzo, con
leggi, sotto di cui Mantova fu af- tutte le comodità per cinquanta
flitta ed il duca Gu-
dalla peste, giovani, rettore e serventi ; asse-
glielmo fu solennemente coronato gnando al medesimo in perpetuo
dall'abbate di s. Barbara in duca dalla mensa vescovile annui scudi
del Monferrato, coi titoli di sere- cinquecento, altrettanti benefizi sem-
nissimo e di altezza concessi dal- plici, ed altri emolumenti. Indi
l'imperatore Massimiliano!!. Il Papa acquistò alcune case presso l'epi-
MAN MAN 21
gregazione cluniacense; per l'allog- lezione imperiale il monastero ed i
gio de' quali \i edificò un conti- monaci. Nel i 102 il cardinnl le-
guo monastero, assegnando loro per gato Bernardo liberti donò il pa-
vivere molli campi e terre adia- lazzo che abitava in Malta all'ab-
tra i coresili e le altre tribù. Al- quale gli rivelava, com'egli dice,
l' età di veni' anni fu collocato in tuttociò eh' è contenuto nell* Alco-
casa d'una ricca vedova, chiamata rano o Corano (f^edi), ossia li'
quenza sostenuta da una voce in- per idolatri intendeva egli tutti
sinuante, da una figura imponen- quelli che non erano della sua set-
te, e dalla promessa che faceva di ta. Per maggiormente infiammare
tutti i piaceri de* sensi in un'altra il coraggio de* suoi discepoli , di-
"vita, a coloro ì quali seguissero chiarò Maometto guerra
, che la
la sua legge, procurogli ben pre- fatta agl'infedeli era di un gran
sto de'nuovi discepoli, il numero merito al cospetto di Dio, e che
de' quali diventò in fine sì grande, la corona del martirio sarebbe sta-
che i magistrati della Mecca te- ta la ricompensa di coloro, i qua-
mendo di una rivoluzione, presero liperduta avessero la vita in quei
il partito di scacciarli tutti in un combattimenti: dogma fecondo di
col loro capo. Dall'epoca di questa vittorie, e che contribuì più di qua-
espulsione, succeduta nel venerdì lunque altra cosa ai progressi dell'is-
16 luglio dell'anno 622 di Gesù lamismo, ed allo stabilimento della
Cristo, gli arabi ed i maomet- potenza dei maomettani, detti anche
tani incominciarono la data dei mussulmani da Moslem , vocabolo
loro anni ossia la loro Era ( F^e- derivante da /^/tìsm, sistema religioso
di), da essi chiamata egira ossìa di Maometto, che al dire di Pocock
fuga. Maometto co' suoi discepoli significa obbedienza a Dio e al
rifugiossi in Yatreb città dell'Ara- suo profeta. Dice il lìercasteP, che
bia deserta, 270 miglia distante Maometto, ad oggetto di rendere
dalla Mecca; gli abitanti divenuti più intrepidi gì' incauti suoi segua-
subito fanatici ricevettero il novel- ci, propose loro continuamente la
lo profeta come in trionfo, e cam- predestinazione, siccome un desti-
biarono il nome di Yatreb con no fatale ed inevitabile; dal che
quello di Medinct-Alnahi , cioè ad essi è derivato, giusta alcuni
c{lià- del profeta^ ovvero semplice- autorij il nome di Moslemini qssi^
BIAO 217 MAO
Mussulmani^ vale a dire rassegna- mussulmani chiamalo il pellegri-
li in una rutiniera puramente pas- naggio dell'addio. Regnando l'im-
siva alla volontà di Dio. Alcuni peratore Eraclio morì Maometto
osservatori che sem- al Bercastel a Medina nell'anno seguente del-
brano più esatti, intendono sotto l' egira, cioè agli 8 giugno 682, in
questo nome, degli uomini salvati età di 63 anni, nella casa di Aie-
dalla morte, perchè si sono sotto- sha od Aì'escha figlia di Abou-
messi al vincitore. Nel 628 Mao- Becker,la quale era fra le sue
metto fu fatto capo delle materie mogli quella eh* egli predilige-
religiose e civili, col titolo di pro- va sommamente^ e la confidente
feta^ e poco dopo sottomise alla perciò di tutti i suoi pensieri :
ro rigore. Nello stesso anno 63o tendo loro però di avere come
di Gesù Cristo, la città della Mec- concubine altrettante schiave quan-
ca, impaurita per le vittorie di te ne volessero. Lasciò Maometto
Maometto, gli aprì le porte a* 21 una sola figlia per nome Fatima
del mese di Ramadhan, 11 gen- o Fathimeh, che avea maritata con
naio. Signore di si importante cit- Aly suo cugino, che in seguito
tà, si portò subito Maometto al diventò califfo. La morte di Mao-
tempio della Caaba, lo pm'ificò metto fu la conseguenza di un for-
dagl' idoli che conteneva, e vi sta- te veleno cbe dopo la conquista
,
che tutte le volte che i muezzin a lungo andare però, i vasti stati
dall'alto de'minareti gPinvitano alla che possedevano furono divisi in
j>regliiera, secondo l'istituzione del molti imperi e regni. Abbiamo tre
profeta, egli si alzi per pregar con vite principali di Maometto, cioè di
loro. Si conservano a Costantinopo- Boulainvilliers, di Prideaux, e di
Ir, in una cappella del serraglio, Gagnier ch'è il piìi veritiero. Nel
molte reliquie di Maometto, tra le 1834 fu pubblicata in Londra l'o-
quali una delle sue vesti, ed il suo pera di Gugliehno G. Taylor inti-
grande stendardo chiamato Oaucab tolata : La storia del niaomellaiiis'
e Sand/'eak'Scherifj che solo si usa mo e delle sue sette^ tratta principal-
quando il gran signore comanda in mente da fonti orientali. Di questa
persona l'esercito, ed allora il fa- opera importante e meritevole di
natismo de'turchi giunge all'eccesso. essere studiata da un cristiano, ne
Maometto avendo ordinato ai tratta il voi. I, p. 4^3 degli Annali
fiuoi settatori di prendere le armi delle scienze religiose. In detta cit-
tna^ la Turchia, dei eh, sigg. G. mismo toglie all'uomo quasi tutta
M. JiinnnÌH primo segretario inter- la sua libertà, ed i iiiussulmani so-
prete del re de' francesi per le lin- no persuasi che quanto succede
,
siste nel dare tutti gli anni la qua- in una parola è il vero codice re-
rantesima parte de' suoi beni mo- ligioso, civile e militare dei mus-
bili ;
5.^ finalmente il pellegrinag- sulmani. II Corano è scritto in
gio della Mecca, che ciascun mus- lingua araba, che oggi è la lingua
sulmano libero e sano, è obbligato dei turchi, dei persiani e di tutte
di fare almeno una volta in sua le nazionimussulmane. Le brevi
vita. 1 mussulmani, ad imitazione orazioni dei mussulmani consisto-
degli antichi arabi e d'Ismaele fi- no principalmente nella professione
glio d'Abramo, usano la circonci- di fede : IVon vi e altro Dioy e
sione. Hanno altresì ricevuta la Maometto V apostolo di lui. Se
'è
torità delle tradizioni orali, a dif- cipio, gli assassini, i drusi e gli
ferenza dei sciiti, che non le am- alili settari ismaeliti si abbando-
mettono. Il nome di sciiti significa narono senza rimorso in preda ai
settari o scismatici, e fu loro da- più enormi delitti.
to perchè hanno sempre sostenuto Oltre le due sette di origine san-
che il supremo pontificato dell* is- nita e sciita, ve ne sono due altre,
lamismo doveva passare immedia- cioè de' Yezidi o Jesìdi, e dei Va-
tamente da Maometto in A.ly, che habiti o Fechabiti. I jezidi occu-
n'era cugino, germano e genero, e pano le montagne vicine alla città
conservarsi sempre nella sua discen- di Singar nella Mesopotamia e ,
ed analogico. Questo vocabolo non modo che opina il Galletti che for-
solo significa alcune volte la To- se fossero una specie di mozzette
vaglia dell'altare (Fedi), ma an- o di mantelli corti, abiti molto de-
che il Manipolo {Fedi), come si corosi e propri nelle processioni e
raccoglie dalla controversia unta tra fuori di chiesa. monaci certamen-
I
te, di cui parla il Galletti, Dtd pri- volta le mappule. Isidoro dice: Mo-
micero p. 3o, dicendo che le map- nachi in monasteriis palliis seniper
pule o fazzoletti di lino che lega- utantur sane si quis pallinnt
vansi al braccio sinistro per netta- non habet, hunieris mappulam su-
re il naso e la fronte , l' usavano pcrponat. Conchiude il Galletti, che
per privilegio i soli chierici roma- qui la mappula non era ne una
ni, nelle processioni alle quali in- pezzuola, ne un manipolo o corto
terveniva il Papa, e siccome le o lungo che sifosse, era un gene-
coni di quella chiesa, nelle proces- guersi dai chierici delle altre chic-
MAP MAP 2 23
se; così s. Gregorio I erasi pritiia cappella pontificia, condolle dai ma-»
opposto in accordarla ai chierici di rescialli (se/rvi o ministii, forse pa»
Ravenna, perchè a poco a poco non lafrenieri, staffieri o simili), fino al
divenisse comune. 11 Chiapponi, À- luogo a cui il Papa avea destina-»
Ministri ed ofìiciali dell' antica fa- cavare dal p. Mabillon, iMu^. IlnL
miglia de' Papi, destinati a porta- t. II, Mappulariorum sciiola Ro-
re il baldacchino sul capo del Pon- niae p. ?73; Mappulari i Papdc,
tefice, così detti da Mappa o Map- p. 19^, 197 e 374- Il baldacciji-
pula (Vedi)j che Serviva ad indi- no bianco, rosso ec. che usa il Pa-
care il baldacchino stesso. I map~ pa, mai si porta ne' vesperi, maf
pulari aveano la ciua di asciugare soltanto quando il Pontefice pon-»
con tovaglia i piedi del Papa quan- tifica e nelle processioni. Le aste si
do si riposava sul Lello de para- portano dai prelati reftrendari che
menti ^^Vedi). Questi ministri for- in questa circostanza usano il roc-
marono un collegio che si chiamò chetto, e sono avvisati dal prefetto
Schola mappulariorum. I mappu- delle ceremonie a mezzo di mon-
lari ed i cubiculari che esercitava- signor decano de' votanti di segna-
no quasi lo stesso offizio ,
quando tura. In mancanza di tali prelati
si coronava il Papa ed in tutte le suppliscono i camerieri segreti . o i
quello del possesso che il Papa do- somministra questo libro molte no-
na al capitolo lateranense : note- tizie antiquario tanto di Roma ,
remo che Clemente XIII nel 1761 quanto di alcune città dello stato
per la funzione della candelora sta- pontificio, ed altre d' Italia. 3.** Del-
bilì il baldacchino rosso, che pri- le memorie sacre e profane del-
ma era bianco. l'anfiteatro Flavio Roma vol-
dì
MARAGA o MARATHA. Sede garmente detto il Colosseo, Roma
vescovile della provincia Aderbiga- 1746. E una storia continuata del
iia nell'Armenia maggiore verso famoso Colosseo di Roma, dalla sua
Tauris, suffraganea dell'arcivescovo fondazione fino al tempo dell' au-
di Macu, sotto Ezmiazin, che di- tore. Dopo di avere riferito tutto-
venne di il i33o,
rito latino verso ciò che riguarda l'antichità profa-
al dire di Commanville. Il p. Le na di quel celebre anfiteatro, l'au-
Quien, Oriens christ. t. II, p. i285, tore percorre la storia dei martiri,
e t. Ili, p. 1394, riporta le seguenti che in esso furono esposti alle be-
notizie. Fu vescovo nestoriano di stie, sotto gl'imperatori pagani. 4-°
Maraga, Marazancho , di cui Tom- Ada s. Victorini ep. Amiterni et
maso suo successore scrisse la m. atque de ejusdem
illustrala ,
mo: i.° Thesaurus parochorum^ seu singolari che in, esso s' incontrano,
vitae ac monumenta parochoruin, Roma 1749' 7'° Istoria dell'anti-
qui sanctitate, martirio seri- chissimo oratorio e cappella di s.
ptis .... catholicam illustrarunl Ec- Lorenzo nel patriarchio lateranen-
clesiam^ tomus primus, in quo agi- se appellato Sancla Sanctorum, e
tur de origine, dignità te j nobilitate dell'immagine, del Salvatore delta
ac varìis tituUs parochoruni , SS. Acheropita, che ivi conservasi, Ro-
D. N. Benedìcto Papae XIII di- ma 1747' l" quest'opera si tratta
catusj Coloniae Munatianae 1740- pure del diverso uso fino dai pri-
2.** Delle
eose gentilesche e profa- mi secoli della Chiesa praticato di
,
tore, per cui il libro è di sommo Tenna, litrattossi per timore dei
interesse. 8." Memorie sacre e ci- suoi suffraganei a Marano. Di più
vili eli Ci vitnnova, Roma i743. il sinodo, dinanzi al quale fu cita-
M ARA NO,Maranum^ Maria- io in conseguenza di quella ri-
niim. Sede vescovile ed ora bor- trattazione da s. Gregorio I, es-
go del regno lombardo - veneto scudo stato tenuto a Roma nel
provincia di Udine da cui è di- dicembre Sgo , ed due sinodi i
tè essere tenuta dopo il Sgo. Quel l'anno terzo della LXXII olimpia-
patriarca dopo di avere abiurato, de, e 490 ^^^^ avanti Gesù Cri-
VOL. XLII. i5
>26 MAft MAR
Mo. Al lompo di Pansnnin vi si pontifìcie, e lo incarich a presen-
VeHevano sepolcri dei bravi ate-
i tare in Roma suo nome la
nel
niesi morti roml)attencìo, ed appar- ro^a d' oro benedetta alla regina
tato qyollo di Milziade; non vi la- vedova di Snrdc^gtia: ciò ebbe luo-
nciarono a lenti segnale dei persiani go con quel ceremoniale che ri-
morti tìclla battaglia. A Maratona portammo air articolo Maggior-
rr«vi la fontana Macaria , così domo. Il medesimo Papa Io creò
rhiamala da una figlia di Ercole cardinale dell'ordine de'preti nel
V di Dejanira , che si diede la concistoro de' 2 ottobre 1826, ri-
morie onde procurai*e la vittona serbandolo in petto, e soltanto
armali contró
Yigli ateniesi, pelo- i pubblicandolo nel concistoro dei
ponnesì per la difesa de* figli di i5 dicembre 1828. Nel seguen-
Ercole rifuggiti ad Atene, sotto te mese di gennaio fu preso da
il regno di Teseo. Questo luogo breve e grave malattia che lo
di tanta rinomanza, è ora un mi- condusse al sepolcro. All' avvici-
serabile villaggio della Lividia, a* narsi r ultima ora della vita ri-
l)itrtto da poveri albane^. cevette i sagramenti della Chiesa
MARAZZANI VISCONTI Fran- con straordinaria edificazione di
cesco Maria, Cardinale. Francesco tutti i circostanti, che ammirarono
Maria Marazzani Visconti nacque la mirabile sua rassegnazione ai
in Piacenza da antica e nobile fa- divini voleri. Spirò in Roma a' 18
miglia agli II agosto 1755. Da gennaio 182^, d'anni settantacin-
giovinetto fu in Roma educato que non compiti, e trentatre gior-
nel Nazareno j e quindi
collegio ni dacché era stato proclamato
neir accademia ecclesiastica Nel . cardinale. Il cadavere col consue-
1780 fu ascritto fra i prelati ab- to funebre apparato fu traspor-
breviatori del parco maggiore da tato nella chiesa dei ss. Ambro-
Pio Vf, e nel 1781 fra i refe- gio e Carlo della nazione lom-
rendari d' ambedue le segnature, barda, ove fu ricevuto dalla nu-
indi votante di segnatura. Sosten- merosa fratellanza, di cui il de-
ne con somma decoro i lode e funto era slato per lungo tempo
governi di Sabina, di Fabriano, di superiore. La messa fu pontificata
Orvieto e di Fermo ; fu quindi dal cardinal de Gregorio, e nella
eletto votante della segnatura di stessa chiesa fu tumulato il cada-
giirstizià, e dipoi ebbe onorevole vere, secondo la testamentaria sua
luogo fra i chierici dì camera. Nel disposizione, cioè avanti l'altare
•1819 fu fatto vicario della basilica della nobilissima cappella della Bea-
iateranensc, e 1828 Pio VII lo
nel ta Vergine Assunta, ove gli eredi
tìominò suo maggiordomo e proto- i Corrado fratello e Lodo-
conti
notano apostolico, ed essendo il Pon- vico nipote, gli eressero «ma gran
Itifice morto a* 20 agosto di tale lapide ricca di ornati, dello stem-
anno, divenne governatore del con- ma gentilizio, e di corrispondente
clave, coniando le consuete meda- elogio, nel qiwle però si leggono i
glie proprie della carica. L' eletto nomi di Giovanni Francesco Ca-
Leone XU nel di lui mnggiordo- millo portati dal cardinale. In tut-
mato operò diverse riforme nel pa- to il corso della sua vita fu pio,
lazzo apostolico, famiglia e guardie generoso , ma«sueto, devoto ol-
MAR MAR 227
trmiodo nlla Seóe aposfolira. La Tnre contro V autore del libro in-
Marca hispanica. 11. Una raccol- provincia. Marca liniei est, scrisse
ta stampala a Parigi nel 1668 il Volfango, appellandosi chi so-
che contiene quattro trattati latini, vrastava ai limiti dai francesi e
ec. ec. Il de Marca si distinse in germani Margravio (Vedi)^ volgar-
ogni genere di studi ; tenuto gran mente il Marchese [Vedi), non
politico, buon giureconsulto,, dot- meno che dai romani si disse du-
to teologo, abile critico, univa ad ce o conte limitaneo. E siccome
una profonda erudizione un bellis- non furono più di due limiti i
servano della provincia della Mar- ne* secoli precedenti di larghe do-
ca, le quali sono uniformi e con- nazioni avevano ricevuti castelli,
cordi, tranne nel registro di Cencio o gli avevano formati, e ne mante-
Camerlengo di s. Chiesa, dove Ri- vano tuttora il possesso pacifico.
mini viene collocato insieme con Al presente le cinque sunnominate
Montefeltro, in provincia Marchiae, delegazioni apostoliche delle Miuclie
benché appartenenti ambedue nel sono governate da altrettanti prelati
temporale alla giurisdizione del ret- delegali. Olire il citalo Cmnpa-
tore di Romagna, e quanto allo spi- gnoni^che sino all'anno i44^ ci die-
MAR MAR 23i
de Ja serie dei presidi delia Marca, alcune provvide costituzioni detto
nel 1824 il eh. conteMonaldo Leo- dal suo nome Egidiane che poi ^
pardi, colle stampe recanatesi di confermò anche Sisto IV. Nei pon-
Giuseppe Morici pubblicò : Serics tificali di Bonifacio IX e Innoceu»
rectoruin Anconitanae 31archiae, zo VII i loro nipoti Tomacelli e
quam collexit. Migliorati furono dichiarati mar-
L'origine del dominio della santa chesi della Marca, la quale fu af-
Sede sulla Marca risale all' anno flitta dalle conseguenze del grande
729, allorché popoli della Penta-
i scisma, che incominciato nel iSyB
poli e del Piceno scossero il gio- solo ebbe termine nel i4'7, dopo
go imperiale di Leone V Isaurico e la rinunzia di Gregorio XII legato
I stratore.
MARCELLA (s.). Illustre ma-
quella di
quelli che
s.
vi
Pietro, per asilo a tutti
si fossero ritiiati. Po-
trona romana, la quale rimasta ve- co sopravvisse la santa vedova a
dova dopo soli sette mesi di ma- questo disastro della sua patria, e
trimonio, volle consecrare a Dio il mori piena di meriti tra le brac-
rimanente de' suoi giorni, rifiutan- cia di s. Principia , verso la fine
do di passare a seconde nozze d'agosto dello stesso anno 4if>- ^l
malgrado gli sforzi che adoperò il martirologio romano ne fa menzio-
console Cereale, zio di Gallo Cesa- ne ai 3 1 di gennaio.
re, per determinarla a sposarlo. MARCELLIANI. Eretici del IV
Propostasi quindi d' imitare la vita secolo, così chiamali dal nome di
de' solitari d'oriente (secondo al- Marcello vescovo d'Ancira loro ca-
cuni ne tolse il modo da s. Ata- po, sia eh' eglifosse veramente e-
nasio vescovo d'Alessandria), prese che non lo sia stato, ciò
relico, sia
semplici ed ordinari vestili , si a- che ancora è molto contestato. Egli
stenne dall'uso della carne e del vi- combattè vigorosamente gli ariani
no, e divise tutto il suo tempo tra lo nel concilio di INicea, in quello di
studio della Scrittura, l'orazione e Tiro in cui si oppose aila condan-
la visita delle chiese degli apostoli na di s. Atanasio, ed in quello di
e dei martiri. Molte nobili donzel- Gerusalemme nel quale si ricusò a
le si posero sotto la sua direzione, far ammettere Ario alla comunio-
e ben presto diversi monasteri sor- ne, laonde per odio gli ariani lo
duta Roma in potere dei goti l'an- e nel primo alla presenza di Papa
no 4'0, saccheggiando quei bar- s. Giulio I. Ritornato Marcello ia
bari la citta, entrarono iìcUu cu- Aucua non potè esservi trauquiiio,
^
ni di una soia e slessa persona di- due ordinazioni nel dicembre creò
vina. cinque vescovi, quattro preti, due
MAKCELLIANITI. Eretici del o cinque diaconi. Governò sette
secondo secolo, de' quali si fa men- anni, undici mesi, e ventitre gior-
zione nel libro di Origene contro ni . Patì ai 26 aprile del 3o4
Celso. Essi seguivano i dommi di nella X persecuzione della Chiesa
certa femmina chiamata Marcella, incominciata circa l' anno 3o2 da
ed erano un ramo de'gnostici. Diocleziano, la più fiera di tutte le
8, del Breviario e della sua auto- che avverte anche Gelasio, ma piulto-
rità, dice che non ostante questa, sto che ognuno possa esami-
lascia
molti dimostrano essere falsa la nare le cose conforme
la regola che
zio io questa materia di tutti gli te ogni cosa, e quello che ricono-
antichi scrittori delle vile de' Pon- scete buono ritenetelo. Su questo
tefici ;
2." dall' inutile diligenza dei medesimo argomento è da vedersi
donatisti,che prelesero vessar i la Dissertatio theologico- critica de
con queslo fatto, il quale
cattolici argumenii ex breviario romano in
non poterono mai provare, per lo rebus hisloricis peliti valore. ... a
che disse s. Agostino, De unico Didaco del Carro ecclesiae metro-
Bapt. cap. 16, parlando di Peti- politanae Hispalensis portionario,
hano autore di questa favola Egli : iiispali i74o> la quale fu compo-
lo chiama scellerato e sacrilego ; sta contro il dottissimo p. Emma-
io lo dichiaro innocente j non oc- nuele Gaetano de Sousa teatino
corre che mi affatichi per provar portoghese, autore del trattato, De
la mia difesa poich' egli neppur
,
gravissima auctorilate romani bre-
leggiermente si azzarda di provare viarii in rehi slorica, a contro l'eru-
la sua accusa, Janningo conti- li dito Pietro de Messa Beniles de Lu-
nuatore del Bollando, parlando dei go, il quale (nel libro da lui scritto
che falsità, ovvero che gli eruditi rectoqiie usu, maltratta il celebre
rimandino senza libertà per dispu- Natal Alessandro, pen-hè questi nel-
tarne, e anche seguir il contrario, la (juestione della caduta di Mar-
fondati in ragioni di grande peso, cellino Papa, si scoi.ta dal breviario.
questo noi pretende la medesima Ma dai Papebrochii, dai Mabillonii,
s. congregazione, che in fatti per- dai Ruinarli, dai Muratori, dai Maf-
mette di disputare se s. Dionisio fei, e per tacere altri molti dai due
protettore di Parigi sia veramente Ponteiìoi BenedettoXlII e Benedetto
l' Areopagita j come t afferma U XIV, dcbbesi con miglior critica
, ,
che alcuni pretendono della fami- ma, oltre quanto avea già fatto s.
glia Savelli, e altri della casa Co- Evaristo, nelle quali i loro preti
lonna, fu creato Pontefice a' 1 1 no- titolari amministrassero il battesi-
vembre del 3o4, dopo s. Marcel- mo e la penitenza a quelli che dal
lino. Eusebio neir^/.9A eccl. lib. 7, paganesimo passassero alla fede
cap. 32, non ostante il confessale cattolica, e per aver cura della se-
di vivere in tempo di Papa s. Ca- poltura de' martiri, come narra il
jo, nella sua Cronaca ad an. 3o8, Mabillon, Comment. in ord. roni.
fa che a s. Marcello sia succeduto cap. 3, p. 16. Dicono alcuni, che
s. Eusebio, lasciando s. Marcello, scrisse ai vescovi di Antiochia, che
ommettendosi s. Marcellino. Le ta- la Chiesa romana dovea chiamarsi
vole però ecclesiastiche, come pure priniate e capo di tutte le altre,
le Cresconiane, i latini tutti eh' e- e che niun concilio poteasi celebra-
stesero il catalogo de' romani Pon- re senza l'autorità del Papa: que-
tefici, tra' quali Ottato Milevilano sta ed altra lettera che si narra
lib. 2, contro Parmen. § 3 , e s. diretta a Massenzio, non sono am-
Agostino, epist. 53, e. 1, § 2, ri- messe dai critici. Creò vent' uno
feriscono tutti e due distinti Pon- vescovi, venticinque preti , e due
tefici. Yeggasi i Bollandisti a' 26 diaconi. Essendo carcerato per or-
aprile p. 412, e Diatriba praelini. dine di Massenzio, affinchè negasse
ad t. I, ejusd. p. I. Quelli poi, che di essere vescovo e sagrificasse agli
coi Pagi assegnano l'elezione di idoli , e ricusando di farlo, il santo
questo Pontefice a' 27 giugno del Pontefice fu condannato a servire
3o8, dicono che la sede romana nella stalla imperiale, come abbia-
era allora stata vacante per lo spa- mo dal Baronio ad an. 3o8, n.
«lei martirio a' I 6 gennaio del 3o9, quale a p. \f^\ aggiunge, che que-
dopo aver governato quattro anni, sta famiglia seguitò <lipoi a stare
un mese e venticinque giorni. Fu ora in Montepulciatio, ora in Sic*
sepolto dalla beata Lucina e da na dove si stabilì, e dove il gran-^
r.iovanni prete della santa romana duca di Toscana Cosimo III la con-
Chiesa nel cimiterio di Priscilla nel- decorò colla contea del Vivo nella
la via Salaria, ex actis s. Marcel- montagna di s. Fiora. Mentre poi
li apiid Momhrillum j quindi fu Riccardo era tesoriere della Marca
b-asferito alla chiesa a lui dedicata, d'Ancona per Alessandi'o VI, e di-
e da lui slesso edifìciita. Vacò la morava in Montefano nella Marca,
santa Sede venti giorni. di cui parlammo all' articolo^ Mv
MARCELLO II, Papa CCXXXII. CERATA alla cui delegazione appar-
Marcello nacque da Riccardo Cer- tiene, Cassandra sua moglie ivi ai
vini, e da Cassandra Benci, che al- 6 maggio i5or partorì Marcello,
cuni scrittori chiamano santissima quindi è che tre luoghi contrasta-
donna, e di famiglia illustre di Monte- no la gloria di essere la patria di
pulciano, detto prinaa Marcello Cer- Marcello Siena per essere egU
II :
0^
,
molti altri esercizi meccanici, come fari dome<!fici, e per collocare co-
torno, scalpello, disegno e simili. me fece in matrimoni convenienti
Fatti con felice successo i suoi pri- le sorelle , fra le quali Cintia, che
mi studi a Siena, nel i5i^ passò sposata in casa Bellarmini, fu ma-
in tempo di Clemente VII a Ro- dre del celebre venerabile cardinal
ma, dove giunto e raccomandato Bellarmino. Per la morte di Cle-
dal padre a! cardinal Alessandro mente VII ritornò Marcello in Ro*
Farnese celebre mecenate de' let- ma, e da Paolo III fu benigna-
terati, se ne guadagnò la benevo- mente accolto essendo il di luì ,
len7a, e contrasse stretta amicizia col padre Riccardo stato molto caro al
famoso Angelo Colucci, e con altri medesimo nel cardinalato , e come
uomini dotti ed eruditi di que'tem- dicemmo gli avea raccomandato il
mento lo fece passare in Germania Marco, per giovarsi sempre del suo
legalo a Intere piesso Carlo V, e consiglio. Non perdendo di mira il
per distinzione gli mandò il cap- suo vescovato, vi mandò il p. Ja-
pello cardinalizio, l'anello con tutte copo Lainez, compagno di s. Igna-
le prerogative de' cardinali come
, zio, da cui quella greggia ricevè
se le avesse ricevute dalle mani del gran vantaggio ne' costumi. Nel
]*apa, e come se esso gli avesse 1543 passò nell'estate iu Perugia
chiuso ed aperto bocca. Ciò fe- la per comporre le cose di quell'uni-
ce Papa, perchè richiamò dalle
il versità e delle gabelle; ma ritor-
Fiandre in Roma il cardinal ni- nando in Roma nell'inverno vi giun-
pote. JNell'accompagnare il cardinal se poco sano.
Cervini l'imperatore nelle Fiandre Girolamo Meandri chiamato al-
all'Aja capitale dell'Olanda, gli cad- la prefettura della biblioteca vati-
de il cavallo mentre cavalcava, on- cana da Leone X, che con breve
de restò offeso in una gamba con del 27 luglio i5i9 lo chiamò a
lina piaga, che sempre poi lo in- succedere nell' ufBzio di biblioteca-
comodò. Con quanta prudenza e rio del palazzo apostolico a Zeno-
zelo trattasse allora gli affari reli- bio Acciaioli domenicano morto ,
giosi, tanto sturbati in Germania, nel giorno stesso dopo essere stalo
ne fanno fede le memorie di quei fatto arcivescovo di Brindisi da Cle-
tempi. Frattanto dimesso nell'otto- mente VII nel i524, fu da Paolo
bre i54o il vescovato di Nicastro, 111 pubblicato cardinale a' i3 mar-
fu trasferito a quello di Reggio, zo I 536. Lo stesso Papa con chi-
come più vicino a poterci prestare rografo del 24 ottobre i538 di-
assistenza.Tornato coll'imperatore chiarando vacante per la promo-
in Germania, e ristabilito da una zione dell'Aleandri alla porpora il
Toleva riformare i disordini del cle- cardinale dalle loro istanze, e sic-
ro e della corte di Boma, onde il come la sua persona tramandava
cardinale che allora si trovava in lìCì prodigioso splendore , dichiarò
Gubbio per riformare il clero dio- la visione, protestando, che man-
cesano, subito nel 554 ^' restituì 1 candogli le forze per resistere al-
in Romai per eseguirlo. La podagra l'enorme peso. Gesù Cristo si sa-
e la febbre in tutta quella estate rebbe presto trovato un altro vi-
tormentarono, ond'egli, che in
Io cario. A' 5 aprile r555 entrarono
questo tempo non approvava i con- in conclave 36, 87 o 3g cardinali,
sigli di alcuni favoriti, i quali spin- che per opera principalmente dei
gevabo il Papa Giulio IH ad una cardinali Ranuccio Farnese e Gui-
vita piuttosto deliziosa, che tutta do Ascanio Sferza, incominciarono
impiegata nel zelante ministero del a trattare l'elezione del cardinale
pontificato, domandò di mutare aria Cervini d'anni 54, che per adora-
per salute : passò ad Otricoli, e di zione restò eletto Papa a' 9 aprile,
là alla sua sede di Gubbio, ove nel modo detto al voi. XXI, p- 219
faticò molto per la riforma di essa; del Dizionario. Nel dì seguente fu
lasciando avvisati i cardinali, che pubblicato collo stesso nome di Mar-
giammai acconsentissero al progetto cello che non volle secondo il
II,
di dare lo stato di Camerino ai costume cambiare, sì per venera-
parenti del Papa. zione a s. Marcello I protettore di
Dopo la morte di Giulio III, ai sua famiglia, come per dimostrare
mi comizi erasi recato, partì da che nulla voleva cambiare nel pon-
(iubbio pel conclave. Giunto a Lo- tificato: fu grata all'universale la
reto, nel recarsi al suo vescovato, sua esaltazione, perchè n'era stima-
r<^lebrando messa nella santa cap- to degno, e grandi cose tutti ne
pella, siccome divotissimo della Bea- sperarono. Benché fosse vescovo non
ta Vergine, fu veduta una candi- era stato mai consacrato, per cui
da colomba spiccare il volo sopra nel giorno seguente, mercoledì san-
il capo del cardinale, indi sulle sue to, il cardinal decano Caraffa ne
mani, da dove si posò sul messale, fece la solennità, e senza pompa
donde partì- compito il sagrilìzio : alcuna fu coronato col triregno sul-
ciò fu preso per augurio al pon- la loggia vaticana dal cardinal
tificato, di che non ne dubitavano Francesco Pisani. Le quali funzio-
i celebri cardinali Sadoleto e Bem- ni volle egli fare con sollecitudine,
bo. Nel ripassare poi per Loreto privatamente e senza lo sparo delle
per condursi in Roma, nella stessa artiglierie di Castel s. Angelo, per-
santa cappella avvenne che cele- chè erano vicine le feste di Pasqua,
brandovi il cardinale la messa nel e credeva ciò conveniente alla scar-
dì dell'Annunziazione, dopo il prin- sezza di denaro in cui trova vasi il
cipio del canone gli comparve in pontificio erario. Nel giovedì santo
visione la ss. Vergine, e lo assicu- assistè coi cardinali ai divini uffizi
MAR MAR 24 j
scere clis[>rezzo. Fra le riforme che ministrazione dello stato. Ne punto
Miircello avea ideato, pensò di
II era inferioreil suo distacco verso
togliere musica dalle funzioni
Ja i parenti. A
ninno di questi, nem-
ecciesiasliche, ed appena al celebre meno ad Alessandro suo fratello,
Paleslriiia gli riuscì a persuaderlo, permise di accostarsi a Roma, ove
quando gli fece udire la messa da solevano portarsi subito i congiunti
lui composta, che fu data alle stam- de' nuovi Pontefici, per aspettare
pe col titolo: Mìssa Papae Mar- la fertile rugiada del Vaticano, se-
celli. condo il costume di quei tempi.
Nemico implacabile del lusso, Quindi è che due suoi piccoli ni-
aujava unicamente la parsimonia, poti Piiccardo ed Erennio, figli del
così nel vitto come nella propria nominato Alessandro, che allora
corte: perciò avea deliberato di trovavansi in Roma, non volle che
restringere a poche le profuse spor- uscissero di casa che per interve-
tole di palazzo , contentandosi an- nire alle sacre funzioni, né accon-
cora del corteggio di pochi palati- sentì che fossero visitati a titolo di
ni. Assai parco nel vitto, non mutò congratulazione come parenti suoi,
il suo metodo, e a tavola avea sem- ne mai gli ammise alla sua presen-
pre chi gli leggeva o la Scrittura za : anzi addiraandato dai cortigia-
o i padri. Indi osservando che la ni, se quelli doveano cambiare la
sua tavola veniva imbandita in ser- loro abitazione con quella del pa-
vizio d' oro, ordinò che bastando lazzo apostolico, rispose con sem-
d'argento, si squagliasse per coniar biante severo: Che hanno che fa'
moneta per uso della santa Sede. re i miei nipoti col palazzo apo-
Dicesi che avea intenzione di sop- stolico? È questo forse il loro pa^
primere la guardia svizzera per- ,
trimonioF Pel contrario, molto fa-
suaso che il vicario di Cristo non vorevole si dimostrò cogli uomini
avea bisogno delle armi per sua di- dotti e virtuosi, della cui conver-
fesa, poiché diversi principi cristiani, sazione ricavava gran piacere. Del-
più col segno della croce che colle la sua parola era egli così fedele,
armi, furono non rare volte difesi che si obbligava con promessa es-
A:ontro i loro nemici
stimando me- ; pressa di eseguire ciò che offriva
glio, come soleva dire, che il Papa affinchè mutando in qualche tem-
restasse ucciso dagli empi, se così po di parere, avesse rossore di non
il caso portasse, che dare V esem- attenderlo, ricordandosi di averlo
pio di vergognosa paura o di mae- promesso : nelle amicizie fu costan-
stà poco necessaria. Il zelo che a- te, e colle persone dotte ed erudi-
nimava questo santo Pontefice in te assai benevolo ,
giovando loro
favore della disciplina ecclesiastica, col consiglio, coU'opera, e ciò che
gli faceva ancora dire, che non a- è ben raro, colle facoltà. Tutte pe-
VI ebbe mai permesso che gli ecclesia- rò queste belle doti furono da un'a-
stici, a'quali fosse commessa la cura poplesia spente in pochi giorni di
e il bene delle anime, potessero stare pontificato.
assenti dalle loro chiese o avessero Era egli stato nell'anno prece-
impieghi ed occupazioni pubbliche, dente molto travagliato da una ma-
per lo che avea destinato di com- lattia, onde fatto Pontefice non si
mettere a' soli laici la politica am- risparmiò in modo alcuno alla gran
,
dagli ugonotti nel secolo XVI, tran- tale dignità, e ne adempì con zelo
ne una parte che fu salvata dal instancabile gli alti doveri. Morì
loro sacrilego furore. La festa di sul cominciare del quinto secolo,
questi santi martiri è segnala il
4 al primo di novembre, nel qual
di settembre. giorno lo pone il martirologio ro-
MARCELLO il Centurione (s.), mano, benché a Parigi se ne cele-
martire. Deposte armi e dichia-
le bri la festa il dì 3 dello stesso me-
ratosi cristiano, mentre in Ispagna se. Fu sepolto in un villaggio a un
celebravasi pomposamente con sa- quarto di lega da Parigi, ma che
grifizi idolatri la festa della nasci- ora ne fa parte sotto il nome di
ta deir imperatore Massimiano Er- borgo s. Marcello. Ai tempi di Lo-
cole, l'anno 298, fu Marcello im- dovico il Buono o di Carlo il Cal-
prigionato, e rimesso ad Aureliano vo si fabbricò una chiesa in suo
Agricola, vicario del prefetto del onore. Ne furono poscia levale le
pretorio, il quale era allora a Tan- sue reliquie per trasportarle nella
ger nell'Africa. Avendo egli fran- cattedrale.
camente confermato il fatto , fu MARCELLO (s.), abbate. Uscito
condannato a morte, come reo di d' illustre famiglia di Apamea nella
diserzione e di empietà, e venne Siria, e divenuto erede di grandis-
decapitato il 3o ottobre, giorno in sime facoltà, sebbene sul fiore de-
cui è nominato nel martirologio ro- gli anni, ritirossi ad Antiochia, do-
ad altri che essi medesimi aveano poveri tuttociò di cui poteva dis-
convertito al cristianesimo. I loro porre. Dopo aver dimorato qual-
nomi si leggono nel martirologio che tempo ad Efeso, sotto la gui-
romano sotto il giorno 2 dicembre. da di alcuni servi di Dio , entrò
MARCELLO (s), vescovo di Pa- nell'ordine degli acemeti di Co-
rigi. Nacque a Parigi da genitori stantinopoli, e circa l'anno 44^ ne
di mediocre fortuna, ed appalesò divenne abbate. Egli governò il suo
fin dall' infanzia le più belle virtù. monastero con prudenza e virtù.
La santità de' suoi costumi e i suoi Assistette al concilio che si tenne
progiessi nelle sacre lettere lo re- otto anni dopo a Costantinopoli
sero carissimo a Prudenzio vesco- ed a quello ivi pure tenuto da s.
vo di Parigi, il quale, senza aver Flaviano contro Entiche. Visse lun-
riguardo all'età sua, lo ordinò let- go tempo, e praticò ogni maniera
tore d^lla sua chiesa. Dicesi ch^ da d'opere buone duranti sessant'au- i
quel tempo ebbe a provare in di- ni che passò nello stato monastico.
verse occasioni che Dio avealo gra- Morì nel 4^ ^ o 4^^ • » 8'*^*^' ^^ *
gli antichi marchesi d'Italia, dalla scovi d'Ascoli, dove comparisce Vi-
quale trarremo un breve sunto. nigiso dux et marchio del 798.
Incomincia dal cercare donde è ve- Quanto alla differenza che passa tra
aìuto a sì buon mercato il titolo il Duca, il Marchese, e il Conte
di marchese, specialmente in Italia, sono a cedersi gli altri due articoli.
Francia e Spagna, che lo godono Ma in che consistesse quella fra i
i privati gentiluomini per piccoli duchi e marchesi, stai, j l'aver tanto
feudi di terre e castella, e talvolta gli uni che gli altri governata una
Magno, dal quale il dotto scritto- usassero questo uifizio non già il
re ta derivare l'introduzione dei nume, dappoicliè nella vita di Se-
marchensi o marchesi, cioè de' cu- vero Alessandro imperatore abbia-
stodi de' confini, cui furono sotto- mo dticcs liinitaneos ; in quella di
posti i conti quali governatori delle Aureliano, i^tìt/ummo Scytiiici liniitis
città, acciò nel bisogno non man- dux, et Trypho oricntalìs limitis
cassero di aiutanti. I marchesi talo- dux. Nel secolo VI scrisse Cassio-
ra furono a un tempo chiamati doro Ducatum tihi credimus Rhae-
:
conti. Però que' duchi o conti che tiarum, ut ntilites in pace regas, tt
sotto gl'imperatori franchi o ger- cuni ets flnes nostros solemni ala-
manici erano deputati alla difesa cri tate circumeas.
de' confini del regno, si comincia- Imitarono i franchi quest'uso
rono a chiamare Marchìones, Mar- col deputare un coipo di milizio
%5o MAR MAR
e un comandante di esse ai con- dasse quelle città e alle clrconvi-
fini, con facoltà di comandare ad cine, sospettò il Muratori che il
un'intera provincia per tutti i luo- conte del sacro palazzo esercitasse
giù contro i confina nti nemici. Di T uHlzio di marchese in quelle
qui nasceva il nome di marchese parli, benché non portasse il nome,
MAR MAR 25 f
trova Teobaldo seniore Carnei i- ralori, non
sembra essere sla-
altro
norum et Spolelaiwrnni marchio, ta che quella di Camerino, appel-
mentre nel 954 si ha Teobaldo lata dipoi Marca d'Ancona, e ciò
giunioreduca diSpoleli e marchese perchè marchesi risiedevano ora
i
di Camerino, come lo era slato Bo- in questa ed ora in quella città; cosa
nifazio suo genitore. Nella cronaca avvenuta anco nella Marca del Friu-
del monastero di Volturno, ed in li. Portò la medesima provincia an-
quella Farfense, viene commemo- co il nome di Marca di Guarnieri,
rato Trasmundus dux et marchio, poiché due tedeschi Guarnieri la pos-
che probabilmente verso il 960, e sederono, facendosi di loro menzio-
sino forse al967, tenne quel duca- ne in due carte del 11190 i 164.
to e Marca dopo di lui se ne tro-
; Fu poi conceduta in feudo essa Mar-
vano altri nominati, come di mar- ca dai Papi sul principio del secolo
chesi senza specificazione della loro XIII ad Azzo Vi marchese d'Este,
Marca, di cui ne riporta vaii no- ad Aldobrandino suo fratello, e ad
ni! il Muratori. Egli crede proba Azzo VII.
l)ile che di Modena, Regi^io, Paruja, Nella parte orientale d'Italia, og-
Mantova, e forse di qualche altra gidì regno di Napoli, non fu in uso
città si fòsse formata una Marca di ne'vecchi secoli la dignità e il nome
cui goderono gli antenati della gran di marchesi: principi, duchi e con-
contessa Matilde, incominciando da ti solamente s' intitolavano i gran
Alberto A zzo padre di Tedaldo, cui signori di quelle contrade, e restrin-
forse die il titolo di marchese l'im- gevasi a pochissimi il numero dei
peratrice Adelaide moglie di Otto- primi. Nell'altra parte, che restava
ne I col dominio delle suddet- in potere de'greci, era governata da
te ed altie vicine città. Appellala un ministro imperiale appellato pro-
Marca anche la Toscana, i signori tospatario, o stratego o Catapano;
se ne intitolarono TJ/^/tA/o Tusciae. all'incontro nella parte occidentale
Oltre alle Marche insigni se ne in- dell'Italia con trinciamento di do-
tiodussero a poco a poco delle al- rainii andarono formando delle
s*
del decoro del culto esleiiOre. mn rUa a Tarnow, Tornohn<:. nel se-
eziandio della purità delle fede. colo X, riducendosi Marcianopoli
Divenne celebre per un gran nu- in arcivescovato. Dopo che Mar-
mero di miracoli per di lui mez- cianopoli nel V secolo invece di
zo operati prima e dopo la sua Nicopoli divenne metropolitana ,
gasi il Baronio
agli anni 146 e sparsero nell'Egitto, nella Palesti-
j55. Il Vaiesio nelle note ad Eu- na, nella Siria, nell'Arabia, nella Per-
sebio, Hist. eccl. lib. 4j cap. XI, sia, nell'Italia ed in altre parti.
Giangiorgio Walchio nella Storia Scrissero contra i marcioniti Eu-
ecd. del II secolo p. 847, ed al- sebio, Teodoreto, s. Giustino, Ter-
tri, pretendono che Cerdone non tulliano, s. Ireneo, s. Girolamo, e
fosse scomunicato, ma che da se si molti altri padri. L' imperatore
ritirasse dalla comunione de'fedeli, Costantino il Grande nel 826 pub-
prevenendo cosV il giudizio della blicò un editto contro questi ere-
Chiesa. F. Cerdoniani. Quanto a tici. Si che Marcione abbia
vuole
Marcione, anch'egli ammetteva due scritto un che porta per ti-
libro,
principii, l'uno buono, l'altro cat- tolo le Antitesi^ in cui pretendeva
tivo. Sosteneva che Gesù Cristo dimostrare molte contraddizioni tra
non avea che una carne fantasti- l'antico e il nuovo Testamento.
ca, eche non avea dopo la sua xMARCITI o MARCOSIANI ,
risurrezione liberato dall'inferno i Marcitae, Marcossiani. Eretici del
giusti dell'antico Testamento, co- secondo secolo, discepoli di Marco
me Abele, Enoch, ma bensì i cat- ch'era collega di Valentino. Marco
tivi, come Caino , Nembrod e i intraprese di riformare il sistema
sodomiti.Negava la risurrezione del suo maestro, e vi aggiunse
della carne
, condannava il matri- nuovi capricci, che appoggiò sui
monio, ed asseriva dannate tutte principii della cabala, e sulle pre-
le persone maritate. Egli disappro- tese pioprietà delle lettere e dei
vava altresì T uso della carne e numeri, sulla combinazione delle
quello di tutte le cose create, non quali altresì stabili il sistema de-
usandone che per pura necessità. gliEoni, spiriti o genii di Va-
Permetteva ai suoi discepoli di Sostenevano i marcili che
lentino.
farsi battezzare persino tre volte, Gesù Cristo non avea avuto che
ed alcuni di essi offrivansi al mar- una carne apparente, e ch'egli resu-
tirio per distruggere la carne che sciterebbe nel giorno finale sóllo'
abborrivano come una produzione la forma d'una colomba. Negavano
MAH MA Pi i^i
la l'ìsuirezione dei corpi, accorda' iS^oy, epoi dimise nel i523 o i524
vano alle donne il potere di pre- con pensione di 45ioo fiorini; quin-
dicare e di conferire i sacramenti, di di comun consenso del capitolo
ed usavano nel battesimo di que- tli Liegi ne fu eletto vescovo. Per
sta forma : In nomine ignoti Pa- ricevere con frutto l'episcopale coa-
trisomnium , in meritate matre secrazione, nella quaresima ritiros-
omnium et , in eo qui descendit si nella certosa di Monte di Dio
Jesu. Facevano comparire con pre- nella diocesi di Reims. Subito re-
stigi cambiarsi il vino in sangue stituì la regolare disciplina nel mo-
nel calice eucaristico, ed operava- nastero di s. Uberto, e nel iSig
no molte altre false meraviglie mostrò la sua canta cogli appesta-
per ingannare i creduli. Cercava- ti, da lui abbondantemente sovve-
no soprattutto di sedurre le donne nuti . Fu altresì ambasciatore di
ricche, nobili e belle, e disprezza- Carlo arciduca d'Austria a Franc-
vano le altre, non aspirando essi fort per l'elezione dell'imperatore,
che a conquiste illustri , persua- favorendo quella di Carlo V, che lo
dendole che mediante certe pozio- prese per intimo consigliere, gli di-
ni che le rendevano capaci a far venne gratissimo, ed a sua istanza
soddisfare i loro sregolati desideri i^ Leone X a'9 agosto iSxo lo creò
ricevevano il dono dei miracoli e cardinale prete del titolo di s. Gri-
di profetizzare. Questi eretici a- sogono. Nel i533 divenne arcive-
veano molti libri apocrifi e pieni scovo di Valenza nella Spagna, e
delle loro stravaganze, che davano legalo « latere ne' Paesi Bassi, per
ai loro proseliti per libri divini. riformare con maggiore autorità i
Questa setta fu una vera società costumi degli ecclesiastici in Liegi
di libertinaggio , e non aveano ed altrove. Nemico capitale degli e-
niente di stabile nella loro creden- retici, non permise giammai che nei
za sulla pubblica piazza doveasi loro 2, De myst. miss. e. 49» abbia or-
inchiodare l'orecchia ad una trave. dinato di recitarsi dopo l'evangelo
Finalmente pieno di meriti , da nella messa il simbolo Niceno :
la sua vita col martirio V anno litolato del nome. Essi subi-
loro
i56. È menzionato nel martirolo- rono il martirio nell'anno 286, e
gio romano ed in altri, a'22 d'ot- la loro festa è notata a' 18 giugno
tobre. in tutti gli antichi martirologi.
MARCO e MARCELLI ANO (ss ),
MARCO e MARCIANO (ss),
martiri. Erano due fratelli, usciti martiri. Furono nel numero di
dì una delle più illustri famiglie que' moltissimi valorosi cristiani ,
medesima diressero la somma de- Iato distaccarsi dal centro del cat-
gli affari in que' giorni di pericoli tolici smo, abbandonare la quiete
e
e di trambusto; testimonianza di de' suoi studi non che l' esercizio
,
pubblico fervore che per lui si rin- della giudicatura, il Papa s'inter-
novò quando fu nominato elettore pose col re perchè il lasciasse al
della parrocchia, e partito per la suo fianco onde sempre più valersi
elezione della deputazione alle cor- di lui. In fatti, passati pochi mesi,
tes ordinarie e provinciali di E- lo promosse al gravissimo uffìzio
t so
a
1281, traslato da Onorio IV
il
Sorrento nel
1286. Gli successe
nel 1623, e sepolto
pra Minerva. Pietro Antonio de A-
in s. Maria so-
dir.eiìd)re 1797. Pio \'II colla let- te VII; ina Landolfo altro vesco-
lora De lUÌliorì, V k:il. jiilii, unì vo di Risignano, morto nel 1889,
alla sede vescovile di s. Marco (piel- era nell'obbedienza di Bonifacio IX,
la di Bisignano (Fedi), confeiuian- che nominò in sua vece Jacopo ca-
done l'esenzione e dichiarandole im- nonico della cattedrale. Nel i44^
mediatamente soggette alla saiìta divenne vescovo Nicolò Pìscicello
Sede. Il vescovato di Bisignano è napoletano, traslato nel i449 ^ ^^"
antichissimo, poiché il primo suo lerno. Alessandro VI nel i49^ e-
vescovo fu Andreone che interven* lesse vesciovo Francesco Piccolomi-
ne nel 743 al concilio celebrato ni pronipote di Pio II e figlio del
da s. Zaccaria nella basilica di s. duca di Amalfi: intervenne al con-
Pielro. Non si conoscono altri ve- cilio LateranenseV, e morì noi
scovi sino a Rinaldo del "1182. i53o. Gli successe Fabio Arcella
Guglielmo arcidiacono della calte- napoletano, chierico di camera, cui
<lrale, eletto dal capitolo, fu confer- Paolo III rimise interamente Tam-
luato da Bonifacio Vili nel 1296» ministrazione dell'arcivescovato dì
e da liii consecrato. Gli successe Napoli, pel suo nipote Ranuccio
Gaufiido, altro arcidiacono, pure dal Farnese. Dipoi nel 1 537 Paolo III
capitolo confermato nel
eletto, e ne concesse l'amministrazione al car-
iSrg da Giovanni XXII. Essendo dinal Nicolò Gaetani, che vi restò
morto nel medesimo anno, il ca- sino al i548 a governarlo, e per
pitolo richiese per vescovo Nicolò sua cessione fu vescovo Domenico
canonico della caltedrale, e il del- Somma cremonese, canonico di s.
to Papa lo concesse, venendo con- Lorenzo in Damaso di Roma, cap-
secrato in Avignone. Federico già pollano, accolito e scudiere ponti-
canonico e poi vescovo di Bisigna- ficio. Dopo di lui nel 1563 diven-
ne nel i339 fu sacrilegamente uc- ne vescovo Sante Sacco di Faenza,
ciso dai suoi nemici, che trucida- egregio soggetto e protonotario a-
rono pure alcuni suoi famigliari postolico; nel 1 566 Filippo Spino-
e chierici, e saccheggiarono T epi- la nobile genovese e prelato do-
scopio e la cattedrale; il perchè mestico, poi cardinale; nel i575
Benedetto XII scrisse all'arcivesco- Pompeo Belli romano; nel 1598
"VO di Bari ed al vescovo di Ra- fr. Bernardo del Nero nobile fio-
polla, riprovando altamente sì or- rentino, domenicano, e nipote di
ribile attentalo, fulminando lasco- Leone XI; nel 161 Mario Orsini i
munica contro chi lo avea com- romano; nel i658 d. Carlo Filip-
messo. Nel e 346 Clemente VI ne pò Mei nobile lucchese, barnabita
fece occupar la sede da Cristoforo, ed eccellente predicatore; nel 1706
che traslalò da Umbra tico, non vo- Pompilio Berlingeri nobile di Cre-
lendo riconoscere Belprando Ruffo mona. Questi sono vescovi di Bi-
i
capitolari. Prossimo alla cattedrale piimi erano fatti dal senato allor-
restaurata da' fondamenti, vi è un ché avevano prestato grandi servi-
buon palazzo vescovile. In Bisigna- gi alla republDlica o nelle ambasce-
181 5, non che suffragane© dell'ar- di lui nome. Si sono fatte altre
vescovo di Siviglia, e lo è tutto-
ci traslazioni delle reliquie di s. Mar-
ra. Marcopoli, MarcopoUtan^ nella culfo, ond'è che si celebra la sua
Siria, al presente è un titolo vesco- festa in differenti giorni. Egli era
vile m ^/l!r;/Z»M.v, sotto l'arci vescova- principalmente invocato contro il
piti, e le sue ossa ebbero onore- Agostino. Ottenne dal Pontefice per
vole sepoltura nella cbiesa di s. Sai- la cattedrale della patria il mosai-
valore in Lauro, dove sopra la por- co di s. Michele arcangelo del Ca-
ta clie introduce nella sagrestia gli landra, e Macerata ne celebrò Te
fu eretto un nobile ed elegante mo- gregie doti e l'esaltazione alla por-
numento^ a piò del quale leggesi pora in più modi, fra' quali l'acca-
somma prudenza, ed altre belle doti. cui il dotto Pirro Aurispa pronun-
MAREFOSCHI COMPAGNONI ziò un'erudita orazione a lode del
Mario, Mario Compa-
Cardinale. cardinale concittadino, che- fu stam-
gnoni Marefoschi, nacque da nobi- pata in Osimo nel 1772. Inoltre
le famiglia in Macerata a' io set- Clemente XIV lo fece arciprete della
clave (il presente maresciallo nei pagnato dalla guardia svizzera pon-
cinque conclavi di cui è stato cu- tificia.
stode, tranne il primo, per gli al- La prima menzione dell* uffizio
tri le ha sempre coniate). Final- del maresciallo nella corte e curia
mente a p. 309 e 3 1 1 narrammo romana, l' ho letta nell'Ordine ro-
il cerimoniale con cui il marescial- mano XII di Cencio, sul presbiterio
MAn MAR 273
clic avevn, e nell'Ordine romano di niscalco nel Dizionario delle origi-
Pietro Amelio presso il Mabilion, ni è maggiordomo o maestro di
il
diti contro Maicovaldoj dice che In- di terra. Lo stesso Marini, come
nocenzo li! li fece accompagnare poi diremo, parla del Maresciallo
dal maresciallo Giacomo, e da Ot- della famiglia pontificia, sotto Ni-
toiiesuo zio signore di Palombara colò HI del 1277, e Martino IV
con forze, oltre duecento lance dal suo successore. Il maresciallo è una
Papa assoldate a proprie spese; in- sorte di dignità in vari stati, dei
di ecco come difinisce il marescial- quali parla il Du- Gange nel suo
lo. » Il primo uffiziale del palazzo Glossario. Gli antichi scrittori ita-
pontificio ( F. Maestro del sacro liani fanno menzione dei contesta-
OSPIZIO ). L' uffizio suo era quello bili, ammiragli e marescialli, e cosi
di recare la tiara dinanzi al Papa di nobili personaggi, marchesi, ma-
nei vesperi di Natale, e di accoglie- rescialli, duchi , ec. Strana è l'origi-
M A R- mAR 27"
yio primn si snoie riferire inula l'in- sa, e la più lunga delle sedi va-
rominciamerilo (li questa carica, cuiti, lo allermapure il p. Plct-
quanto il posspsjjo godutone du Lu- temberg, Noliùay \ "ò de sUucLiua
ca Savelli, cioè al conclave stesso conclavis.
in cui dopo due anni, nove mesi e Il p. Bonucci weW Istoria del b.
simas, quin immo nec causas civi- gittimi. Quanto al numero degli
les, nisi infra summam se. 100". uificiali del maresciallo di Roma, il
Anche rispetto ai ministri addetti Ratti citando le memorie dell'ar-
allo stesso tribunale si variò secon- chivio Savelli ora Sforza, ci avverte
do la diversità de' tempi. che nel secolo XVII consistevano
Abbiamo dal Marini mentovato, soltanto inun giudice ordinario ,
che il maresciallo della giustizia in due un bargello, in
notari, in
con altro nome chiamossi mare- un custode delle carceri, ed in un
sciallo della curia del Papa.
Il Ba- esecutore. Al nominato articolo Go-
luzio, nelle Fitae Papar. Aven. t. vernatore DI Roma, avvertimmo che
I, p. 700 e 800, parla della di lui quel prelato fu dichiarato vice-ca-
dignità e giurisdizione, ed i Mau- merlengo nel 1434 per evitare con-
ri nipure ne parlano nelle aggiunte testazioni colle giurisdizioni di altri
al DuGange, ed il Carpentier. Gli tribunali, massime del maresciallo
antichi Pontefici, asserisce il Marini, della curia e del senatore di Roma;
Dc onorarono bene spesso loro i e riportammo i visitatori delle car-
nipoti e parenti , e nel tempo di ceri di corte Savella. Ora passere-
Nicolò III esercitò tale impiego il mo a riprodurre la serie de' raa-
suo nipote Orso Orsini, nominato rescialji di santa romana Chiesa,
itjH MAR MAR
ciistudi <lel conclave, che \\ Ratti II. Arnaldo de Trianno nipotel
riporta a p. 34^, e vi agt^i unge- di Giovanni XXII, di cui tratta
remo quanto ci fu dato rinvenire il Raluzio loco citato voi. I, pag.
sull'argon>ento. Avvertiremo pritna 357 e 749- Noteremo, che nelle
collo stesso Ratti, che comunemente Memorie di MatcLica dell'Acqua-
da quei che hanno scritto di casa cotta, a p. 1*20 si parla del con-
Saveita si è detto, che il primo a gresso tenuto in Osimo a' 17 giu-
conseguire sì cospicua dignità fu un gno I 329. dalle comuni seguaci del-
Fabio, già nominato di sopra, che l'antipapa Nicolò V, e di Lodovico
collocano all' istessa epoca di Luca; il Ravaro, gran fautore de'ghibeU
ma di soggetto di tal nome allora lini, alla presenza di Giovanni di
vivente non si lui memoria, ne do- Chiarainonte conte di Mohac, se*
cumento. Alcuni, come abbiamo ve- dicente maresciallo della s. Chiesa
duto, fanno incominciare il mare- romana, marchese e rettore gene-
sciallato del conclave all'anno 1270, rale della Marca.
altri al 1174, cioè quelli che ne Ili, Giovanni di Tolosa, presso
fissano l'epoca al concilio Lionese il Raluzio, pag. 217, maresciallo
11 sotto Gregorio X, e alla prima sotto Renedetto XII. Si ha dal
bolla che n'ebbero i Savelli da que- Novaes, che nel di lui conclave di
sto Papa. Avignone la guardia fu adulata
I. Maresciallo di Roma e custode al conte Monasi senescalct> del re
del conclave, Luca Sacelli signore di Napoli Roberto, allora sovrano di
di Venafro, nipote di Onorio IV. Avignone, ed al conte di Noail-
Abbiamo dal Cancellieri,, Notìzie les maresciallo della corte romana
(le conclavi p. 5, che per morte e governatore della contea Ve-
di Onorio IV il conclave si tenne naissina dominio della santa Sede.
nel palazzo pontificio di s. Sabina, E poi assai curioso quanto rac*
ove fu eletto a pieni vóti a* 17. conta il Raluzio, riguardo al ma-
febbraio 1288 Nicolò IV, che fu resciallato di Giovanni, cioè che in
il primo Pontefice il di cui con- quel tempo il maresciallo trihuUtm
clave fu custodito in Roma dal capiebata meretricibus, et lenonibus
nipote di Onorio IV, Luca Savel- earumdem. Quod emendari in con -
li, che incominciò a godere del cilio P^iennensi petebat Guillelinn.9
privilegio accordato nel detto con- Durandi, cu/us haec swit verba
cilio da Gregorio X al primoge- ex traclatu de moda cclebrandi
nito della sua famiglia, dichiarato concila generalis par. Il, tit, 10.
maresciallo di s. Chiesa e custode Et insuper quod prostibida publi-
del conclave. Il Ratti dice che ca non leneantur prope palntìuni
.sieguono tre marescialli francesi Domini Papae, et nec alibi prope
in tempo che i Papi fecero la lo- domus praelalorum. Et ne mare-
ro residenza in Avignone, cioè sot- scnllus D. Papae, et consiniila
to Giovanni XXII eletto nel i3i6. alìtjuid rec'piant a meretvicibus et
Noteremo che il conclave tenuto lenonibus earumdem. Il Cancellieri
nel 1 3o5 a Perugia per l'elezio- che riporta questo passo nella suìa
ne di Clemente V, che trasferì la Lettera al dr Koreff, p. 39, vi
residenza pontificia in Francia, fu aggiunge, che di questo enormissi-
custodito dai perugini. t luo abuso di esigere tributo per
MAR MAR 279
cose nefande , ha trattalo Nicolò Ratti • riu.sG\ rinvenire sul marescial-
Heiielio, nelle Observadones vedi- lato dei Savelli, ma in esso sono ri-
gali meretricio, et urinario inejusd. y chiamate le concessioni fatte ai me-
otiis Uratislav. e. 82, p. 5o. desimi dai Papi predecessori su que-
IV. Ugo de Ruppe maresciallo sta cospicua dignità. Questo Gio.
sotto Clemente VI, miles e signore Battista Savelli nel i353 eresse a
Castri novi et Tornolliy che avea sue spese in piazza Padella nel rio-
sposato Delfina Roger nipote di tal ne Regola il tribunale di corte Sa-
Papa, che però viene chiamata dal vella, ed anco le carceri, dirimpet-
lui autorità si marcassero tutti gli maestri co' loro cavalieri custodiro-
argenti lavorali. Nello stesso docu- no e fecero la guardia al conclave,
mento soggiunge , che la giurisdi- incominciando da quello di Ales-
zione del maresciallo non si esten- sandro V del 1409; e nel voi. XV,
deva che sopra che segui-
quelli p. 282 del Dizionario si dice chi
vano la curia romana. Nel iSyi custodi il celebre conclave nel
leggonsi in un cod. cameral. alcu- 1417 a Costanza (Fedi).
ue spese fatte in faciendo divisio- VI. Gio. Battista Savelli dei
neni de cortesanis a civibus ad tal- signori di Rignano, linea fatta da
leiidum discordias, quae cotidìe in- Paolo Renzo. Paolo fu ca-
figlio di
surgebanl iiiler curias civitatensiuni pitano generale di Carlo HI re di
ci ìnarescalli. Ecco che il mare- Sicilia, del duca di Milano, e della
sciallato ritorna in casa Savelli per repubblica di Siena, poi di quella
privilegio d'Innocenzo VI nel i352, di Venezia, e mori nel i4o5. Nelle
V. Gio. Ballista Savelli con bre- memorie mss. di casa Savelli, Pao-
ve de' 7 agosto fu da Innocenzo lo dicesi maresciallo di santa Chie-
VI dichiarato o confermato mare- sa, ma dal Ratti non è posto nella
sciallo custode del conclave: è que- serie. Il suo figlio è il nostro Gio,
sto il diploma più antico che al Battista, che nel suo testamento
«uBo MAR MAR
fatto agli II ottobre i44^> ***'"• bus da Juribus curiae (landa vi e
,
Ada caerem.
281, che fu sbar-
p. Vili. Pietro Francesco Savelli
rata la piazza dai romani, e guar- di Rignano, primogenito di Pandol-
data dai romani stessi. Sotto Euge- fo. Racconta il Gara m pi che detto
nio IV essendosi noJ 1 434 solle- Pietro successe al genitore per de-
vati i Papa ai 2 novem-
romani, il putazione fattane a' 28 agosto del
bre dell'anno i435 nominò mare- 1471 da Sisto IV, il quale era
sciallo diRoma Gaspare di Gio- stato ai 9 sollevato al pontificato.
vanni di Lello Petroni, pei servigi Il medesimo scrittore citando altro
prestali nella ricupera di Roma, e documento, asserisce che dipoi il
per aver liberato il nipote cardi- Papa con bolla de' 21 agosto 147^,
nal camerlengo imprigionato in assegnò la metà degli emolumenti e
Campidoglio: tanto scrivono il No- proventi del maresciallato a Filip-
vaes nella vita di Eugenio IV, ed po ft'atello minore di Pietro. Il
ma poco ne godette ,
per avere il da destinarsi alla custodia, fu dai
Papa nominato dopo un anno il medesimi solennemente protestato
seguente. contro il conte Rangone, che vo-
X. Monsignor Domenico alber- leva arrogarsela, essendo stato al-
gali canonico di Bologna , eh' era legato per sospetto, laonde fu pre-
vice-camerlengo e governatore di so il provvedimento che Vespasia-
Roma, da fu Sisto IV il primo no e Prospero Colonna, e due del-
marzo 148 3 fatto maresciallo di la famiglia Orsini, Lodovico conte
Roma e della curia, sua vita du- di Pitigliano, e Lorenzo Gaetano,
rante, rivocata qualunque conces- ne fossero i custodi a quest'ogget-
sione precedente , e lo conferma to deputati. Nel conclave del i52 3
pure il Garampi. Morto Sisto IV per morte di Adriano VI, fu elet-
a' i3 agosto di detto anno, narra to custode del conclave il gran
r Infessura, che Mariano Boccaccio maestro de' cavalieri gerosolimita-
fu uno de' guardiani del conclave, ni, che prestò il giuramento in
con Antonio vescovo Agriense, e mano dei cardinali decano e ca-
che osservarono il prodigio che ap- merlengo.
parve in cielo, quando conclavi- i XII. Tulio Ostilio Savelli di
stientrarono in conclave. L' eletto Paloinbaija. Il di lui padre Troilo,
Innocenzo Vili ebbe a successori come, dicemmo, gli rassegnò il ma-
Alessandro VI, Pio HI, Giulio li resciallato, e Leone X glielo con-
e Leone X. ferì. Dipoi e verso il i545 il ma-
XI. Troilo Savelli di Palombara resciallato di Roma si rese eredi-
secondogenito del maresciallo Ma- tario nella famiglia Savelli per con-
riano, e rinomalo per valore miii» cessione di Paolo IH, che rinve-
aSa MAR MAR
slendone Tulio Ostilio Io dicliiarò razione, puro i Papi successori confe-
trasferibile ilopo in di lui murto rirono il maresciallato ai iìgli di
ai suo prìwugeaito: breve di il Bernardino sempre a loro vita. Nel
Paolo III è de* 12 gennaio i54^, conclave per la morte di Gregorio
Sincerile devotionis affcctuSy e sic- XIII nel 58^, benché egli avesse
1
nnrono ai loro palazzi, ed altri ri- narra ciò che fece il maresciallo
masero in conclave. Il dopo pran- Augusto Chigi nel conclave del
zo r Ecc.mo sig. d. Augusto Chigi j7'24 tenuto per l'elezione di Be-
maresciallo di s. Chiesa si portò in nedetto XIH. Nel maresciallato del
carrozza al suo appartamento de- principe Augusto Chigi , Clemente
stinatogli in s. Pietro vicino la por- XII con sua bolla abofi T arrola-
a8G MAH MAR
mento eie' soldati, die si prendeva- legno inargentata alla sinistra, di
no dai feudi, ed a ([uesto sì supplì un palmo di liinghezra, legate alla
V tuttora si supplisce con una com- sotiiinità con un cordoncino di se-
pagnia di granatlieii delle milizie ta cremisi ed oro con un piccolo
pontificie.Poiché la presidenza de!- fiocco, allusive alla dignità di ma-
le armi appena seguila la morte resciallo ; e queste due chiavi si
del Pontefice, destina una compa- sogliono dai marescialli porle late-
f»uia di granattieri per il servizio Talmente alle loro arme gentilizie,
del conclave, e dalla stessa si spe- così alle medaglie che fanno co-
disce subito la guardia al palazzo niare.
<lel maresciallo. Noteremo qui, che XX. agostino Ghfgi principe di
il maresciallo, in sede vacante no- Farnese, figlio del precedente. Be-
nìina quattro capitani che assisto- nedetto XIV con breve del primo
wo giornalmente alle ruote: In loro settembre 174^ lo die per coadiu-
imifbrrae è turchina bleu con filetti tore nel maresciallato al genitore,
Quan-
Ijianchi e spalline d'argento. alla cui morte dovea goderne pie-
fo alla guardia del palazzo del ma- namente la dignità sua vita du-
rescialk) cessa quando il medesimo rante : questo breve e quello di
si reca ad abitare presso il concia- Clemente XI si leggono nel Cata-
\e ; e compagnia di linea, di cui
la lani, Coniment. in caerem, S. R.
ritiene comando, dando persino
il E. p. 18, n. 9. Nella storia mss.
il moto d'ordine, forma il suo del conclave per morte di Benedet-
qiiartiere sulla piazza del Quirina- to XIV, a' 4 g'^gno 17^8 si rife-
Ji- (ove dal iS^S si tiene il con- rìsce, che in quel giorno perla
clave), presso le scuderie pontificie; prima volta il principe d. Agosti-
mentre il quartiere della reale guar- no, maresciallo del conclave, in
iiito della guardia civica, continua forma pubblica con quattro car-
n fare il suo servigio. Venuto a rozze a coda, accompagnato dalla
morte il principe Augusto , il suo guardia svizzera, era uscito dal suo
cadavere con pompa funebre fu quartiere, e andò sino alla chiesa
rondotto nella chiesa di s. Maria di s. Maria in Traspontina, sin
del Popolo, vestito da religioso dei dove cioè distendevasi la sua giu-
Yuinimi di s. Francesco di Paola, risdizione, dopo di che ritornò in-
con un cordone rosso sulle gambe, dietro per ritirarsi nelle sue stan-
ai quale erano legate due chiavi ze. Tale funzione si disse non es-
MAR
famiglia ponlificia. Serviva poi e pcrh ne' medesimi statuti si pre-
questo Papa in tal posto, insieme scrive che Marescalchi et officia
con fr. Giovanni, anche un Simo- les dn. senaton's non capiant nec
ne de Genuliaco. Anche il Garam- capi faciant aliquem post tertiuni
pi afferma che Marescalci mare- sonwn campanae, nisi esset homici-
scallar. equorum^ aveano anticamen- da, latro publicus, vel persona in-
te ingerenze sulla stalla pontificia. finiis, diffìdatus, condemnatus, vel
Dai marescialli uffiziali della corte apodixatus. Reperlum autem queni-
e scuderia de* Papi, passiamo a cunique in fragranti crimine per
parlare dei marsscialii del popolo marescalcum, liceat ìpsi marescalco
romano. lune talcni capere, et captuni du-
L'Araidenio nella sua Relazione cere ad Capilolium sine pena. E
scrive che in Campidoglio vi è un al titolo de officio marescalcorunt
magistrato di quattro marescialli. curiae Capitola : Marescalci carne-
Questi che per Roma tenevano al- rae Capitola faciant soliciter et di-
quanto comando, comandavano
di ligenter execuliones, et alias per se-
)a gente armata in campagna ; ma nato rem et e/' US judices commiclen-
clojK) che r arbitrio di pace e guer- das, et per Urbem etextra discur-
ra passò totalmente nelle mani dei rant vicissini die noctuque cum
3'ontefici, non si conferisce più a arnùs rimari faciant latrones, dif-
cavalieri atti alla guerra, se non fidatos, et lioniicidas, personas et
marescialli. La prima volta che se cos camerae, quod non est venim,
ne trova menzione è nel possesso et sic ipse voluit projicere. Nella co-
d'Innocenzo Vili nel i4^4> ove ronazione e possesso di Pio IV nel
si dice che dopo i Caporioni i56o, coi magistrati di Campidoglio
( Vedi), e prima del decano della v'intervennero i marescalchi vestiti
dano un suo familiare, e alla p. fieri per uno, con calze a oro, e
268 che questa dignità
avverte, borriccio di panno rancìato, con
essendo divenuta venale, era posse- liste di velluto turchino e giallo,-
che in Roma
avea avute gravissime una domenica di giugno Benedet-
controversie cogli oratori de' prin- to XI II in forma semi pubblica ed
cipi, contro di lui gagliardamente in sedia si recò a visitarlo, e si
29^ MAR MAR
trattenne considerabile spazio di Mesopotamia, situata presso Mos-
tempo in colloquio. Trasferitosi poi 8ul, de' nestoriani e giacobiti. Gia-
il Papa nella cappella del cardi- como fu vescovo nestoriano di
nale, ammise al bacio del piede Marga, come pure lo fu Abramo
la duchessa d'Acquasparta, la prin- di Beth-Garme, innalzato poi alla
cipessa Ruspoli , e la duchessa di dignità di cattolico ; Barbadbescia-
Gravina Orsini sua nipote. Mori ba poi giacobita, sedeva nell' 8 8. 1
posero di buon' ora alla sua pri- stità fatto nella sua fanciullezza, e
ma comunione. Poco dopo fu pre- il sentirsi veramente chiamata alla
sa da una malattia che i' addisse vita religiosa. Finalmente superati
per quattr'anni e la ridusse agli i sentimenti naturali, e molte dif-
estremi. Ricuperata la sanità, si ficoltà dal canto della sua famiglia,
studiò d' avanzarsi nella vita spiri- entrò nell istituto della Visitazione
tuale ; e già in età di tredici anni di s. Maria in Paray-le-Monial, il
«pendeva due ore il mattino ed al- di 25 maggio 167 1, e colle più
trettante la sera nel fare medita' sante disposizioni vi professò il 6
elione, digiunava tre volte la setti- novembre dell' anno appresso. La
mana, portava il cilicio, e dormiva sua umiltà, l'obbedienza, il suo a-
sulla nuda terra. Uè vennero tosto more alla povertà, all'orazione, al-
alle gambe delle ulcere ìì fiere che le austerità, erano tali da far ma-
non potè qasconderle. I rimedi riur ravigliare e da edificare ciascuno ;
scivano vapi ; ma Margherita aven- ma prima che fossero riconosciute
do aggiunto |e sue preci a quellq le sue virtù, i| Signore permise che
di sua madre, ne fu felicemente la sua serva provasse mille con-
hberata. Allora si risvegliò in lei traddizioni. Le superiore che si
Maria , le quali coi tempo furono rientale , fu eretto nel secolo IV.
interamente dissipate. La comunità Uno de' suoi vescovi, di cui s'igno-
delle religiose della Visitazione di ra il nome , ne occupava la sede
,
sia si acquistò del credito piesso Orderico che con molta moderazio-
gli orientali, che lo ritenevano per ne descrive delitti di Ponzio. Anzi
i
alle sue orazioni e a quelle de! la plauso universale della corte, dalla
congregazione cluniaceuse, cui donò iàmiglia del Pontefice defunto pas-
sacre suppellettili, vasi di argento, sasse in quella del nuovo Paolo V,
ed una croce ricca di gemme. Fi il quale altiesì si prevalse con van-
iialmente sulle ambigue qualità di taggio della di lui opera nell' im-
Ponzio \a letto quanto prò e con- piego medesimo in cui avea servi-
tra ne scrisse di hii il Cardella, lo Cletnente Vili. In seguito pose
Meni. ìslor, de* cardinali t. I, par. in lui tal confidenza, che gli affi-
I, p. i^Q. dò cura di scrivere in cifra, e
la
a nome del celebre cardinal Bor- era quello di Brandeburgo, che ap-
ghese nipote di Paolo V e soprin- partiene al re di Prussia , laonde
tendente generale dello slato pon- i principi de'diversi rami di (juclla
tificio, furono stampate in Roma famiglia assumevano lutti il titolo
nel 1627, in Venezia nel i633 di margravio, e quindi si dicevano
e 1660, ed in Bologna nel 1697. margravi di Brandeburgo - An-
MARGRAVIO. Principe sovrano spach di Brandeburgo-Cuimbach
,
le voci tedesche march, che signi- Schwedt, ec. La Prussia ossia si- i
sia, assunse il primo nel ii3o il Questi burgravi non avevano sem-
titolo di langravio, a motivo eh' e- pre la stessa incombenza, poiché ve
gli non avea il titolo di duca e , n' erano alcuni incaricati di certe
tuttavia si voleva distinguere dagli funzioni nella magistratura, mentre
altri suo esempio fu se-
conti. 11 altri giudicavano delle cause crimi-
guito nel iiSy da Thierry conte nali, altri infine della materia ci-
tornava con essi alla patria. Maria Madre di Dio era a Getsemani
gli fece de' dolci rimproveri per presso Gerusalemme; laonde da quel
siffatta condotta, e da quel tempo tempo in poi , in Getsemani si è
in poi i'evangelo piìi non parla di sempre mostrato il di lei sepolcro
essa sino alle nozze di Cana alle , in una chiesa magnifica dedicata al
quali assistendo col suo divino Fi- suo nome. Altri moltissimi templi
glio, a questi fece osservare che ai furono eretti al culto di Maria, co-
convitati mancava il vino, e n'eb- me in di lei onore vennero istituite
be la risposta in apparenza alquanto moltissime feste, ordini e congre-
dura Donna, che avvi di comune
: gazioni religiose, confraternite ed
tra voi e me? La mia ora non è altri pii istituti. Si mostrano alcu-
per anco giunta. ne sue lettere a s. Ignazio marti-
Maria trovossi poscia in Geru- re, agli abitanti di Messina e di
salemme ; fu presente a tutta la Firenze, ma niuno dubita che sieno
passione di Gesù Cristo; lo seguì supposte. I critici avvertono doversi
con essi nel cenacolo lo Spirito San- esso, al dire di s. Tommaso, qual-
to. Dimorò in seguito nella casa che cosa dell'infinito, non vi è men-
di Giovanni, che la condusse poi in te umana che possa giungere a
Efeso, ove egli morì in un' estrema comprenderne neppure la minor
vecchiaia ; ed una lettera del con- parte, e molto meno vi è lingua
cilio generale di Efeso
prova che che sia valevole a degnamente par-
nel V secolo credevasi che la Bea- larne. Quindi è che la medesima
ta Vergine fosse colà sepolta, ben- santa Chiesa si dichiara di non sa-
,
perdono de' suoi peccati, e che in tosto che questa fu passata , com-
conseguenza fosse liberata dai sette però dei profumi per imbalsamare
demoni dai quali era posseduta (al- il di lui corpo, e partì di buon
cuni interpreti intendono per questi mattino in compagnia di alcune
sette demoni peccati ) ; che d'ac-
i femmine pietose, arrivando alla tom-
cordo con Lazzaro suo fratello e ba di Gesù Cristo appunto all'ora
con Marta sua sorella, abbandonò in cui spuntava il sole. Le sante
la Galilea per andare a stabilirsi femmine fattesi a riguardare nel
in Betania, ove Gesù onorava la sepolcro, non vi trovarono il cor-
casa di lei sovente di sua presenza. po di Gesù; di che Maddalena volò
Altri però sostengono che debbasi ad avvertirne Pietro e Giovanni
distinguere Maria Maddalena dalla che senza indugio recaronsi sopra
donna peccatrice e da Maria di luogo. Le altre donne, ch'erano co-
Betania, e molti saggi critici mo- là rimaste, gli assicurarono ch'essen-
derni si sono dichiarati della opinio- do entrate nel sepolcro, ci aveano
ne di essi. 11 p. Butler, senza osare veduto due angeli vestiti di bian-
di decidere questa questione, si ri- co, uno de' quali disse loro che
stringe a dare a Maria Maddalena nulla temessero, ma andassero ad
quello che le appartiene incontra- annunciare agli che Gesù
apostoli
titabilmente, dando la sua vita die- era risuscitato. Pietro e Giovanni,
tro gli storici sacri che hanno par- dopo aver aggirato V occhio per
lato di lei; laonde seguendo il me- tutto il sepolcro, non dubitarono
desimo autore ne riporteremo un più di quello ch'era stato lor detto,
sunto. Allorché Gesù Cristo cominciò e pieni di stupore corsero agli altri
a predicare il vangelo. Maria Mad- discepoli a Gerusalemme. Madda-
dalena era posseduta da sette de- lena però non seppe staccarsi -dalla
moni. I miracoH del Salvatore la tomba, in cui corpo del Signore
il
mossero a ricon «re a lui ond' es- era stato tre giorni, ed oppressa
serne liberata: locchè ottenne di dal dolore piangeva sull* ingresso
fatto. In riconoscenza di tal favore del sepolcro, e lenea in esso fìssi gli
ella si strinse per sempre alla per- sguardi, lagnandosi di non poter
sona del Salvatore, lo seguì dap- vedere Gesù vivo o morto. Così
pertutto ove andava, affine di ascol- stando ella vide i due angeli ve-
tare le istruzioni che uscivano dalla stiti di bianco, che le dissero: « Don-
sua bocca sacrata , e di cogliere na perchè piangi? « La sorpresa
tutte le occasioni di servirlo, e di di questa apparizione, e la luce di
far parte a lui dei suoi beni tem- cui erano cinti quegli spiriti cele-
porali ; lo accompagnò eziandio nel- sti , non fecero su di lei alcuna
la sua passione, e seguillo fin sul impressione, né poterono distorla
Calvario, ove stette presso la di lui dall' obbietto del suo amore. >» Mi
croce con Maria santissima e Ma- hanno involato il mio Signore, ris-
tavola con lui, e Marta Io serviva. spoglia mortale, nel secolo XIII. La
Maria questa occasione per
colse Chiesa onora s. Maria, insieme con
dare suo divino maestro un se-
al s. Lazzaro e s. Marta, il giorno 29
gno della profonda venerazione che di luglio.
aveva per esso; prese un vasello pie- MARIA, (s.), martire. Era schia-
no di eccellenti profumi, lo sparse va di un senatore romano chia-
sui di lui piedi, e glieli asciugò coi mato Tertullo, ed era la sola in
suoi capelli. Giuda Iscariote, ch'era casa del suo padrone
che profes-
presente, risguardò questi profumi sasse il cristianesimo. Stava molto
come cosa gettata , e pretese che in orazione, e spesso digiunava,
meglio sarebbe stato venderli , e particolarmente quo' giorni nei quali
dispensarne il prezfo ai poveri; ma i pagani celebravano le loro solen-
Gesti prese a difendere Maria, per- nità. Queste pratiche di devozione
ciocché egli non pregiava que' pro- furono cagione che la sua padrorra
fumi in sé stessi, sibbene il motivo le desse molte gravi noie; ma la
che li avea fatti spargere ; ed ac- sua fedeltà e la sua esattezza nel-
cetta vali quale dimostrazione del- l'adempiere i suoi doveri la resero
Tamore Maria avvampava
di cui cara al padrone. In quel tempo gli
per lui, e come un balsamo che editti di Diocleziano spargevano il
mattina del dì appresso valicò il narrò la storia della sua vita. [*oscia
fiume. In quel deserto ella visse lo pregò di volere nel giovedì santo
de' pani che avea seco portato, fin- dell'anno seguente recarle la ss. Euca-
che durarono, poscia cibossi del- ristia, aspettandola sulle sponde del
l'erbe che ivi nascevano. Essendosi Giordano dalla parte disabitala. Così
ì suoi abili logorati, dovette sofliire fece Zosimo, e vide la santa dal-
assai tra gli ardori del sole e i ri- l'opposta parte del fiume, la quale
gori del verno. Trovavasi alcuna formalo il segno della croce sul-
volla in sì cattivo stato, che non le acque, vi passò sopra, even-
aveva pur forza di reggersi in ne a ricevere il corpo e il sangue
piedi. Per lo .spazio di diciasset- di Gesù Cristo. Zosimo la pregò di
t'anni provò continue tentazio- accettare alctme provvigioni ch'e-
ni, e spesso le sembrava che la gli aveva portato; ma ella non
tirannia delle sue antiche passioni prese che piccola quantità di len-
hi tirasse fuor del deserto. Ella in- ticchie, e raccomandato al vecchio
vocava allora l'assistenza della Bea- di tornare ancora nellanno ventu-
ta Vergine, e piangendo e flagel- ro al luogo in cui gli aveva par-
lando il suo corpo, sentiva ritor- lato la prima volla, ripassò il fiume
nare la calma dentro il suo spirilo. camminando sopra le come a-
acque,
Da quaranlasett'anni dimora- ella vea fatto nel venire. La quaresima
va in quella solitudine, sempre sol- successiva Zosimo entrò nel deserto
lecita di evitare l'incontro degli uo- cogli altri fratelli, e la sua prima
mini, allorché nel 43o il sanlo mo- cura fu quella di cercare la santa,
naco Zosimo, valicato il Giordano com'essa l'aveva pregato; ma giunto
per pas«;are la quaresima nel de- nel luogo appostato la trovò mor-
serto, secondo costumavasi fare dalla ta. Era dallato al suo corpo, di-
sua comunità, scoperse Maria, la sleso per terra, un' inscrizione, la
qv»ale allorché s'avvide di lui si quale indicava ch'ella era chiama-
uiise a fuggire. Ella era nuda , il la Maria, e segnava il tempo in
suo corpo «ra abbronzato dal sole, cui Dio l'aveva falla passare di que-
t i suoi corti capelli erano biau- sta vita. Egli la seppelh in una fossa
MAR MAR 3ii
scavala da un leone eli* era slato lasci anni. Le sue reliquie conser-
mandato da Dio, e ritornato al suo vansi nella chiesa di Nostra Donna
monastero fece la narrazione di d'Oignies. La sua festa sì celebra
tutte le maraviglie di cui era stalo il giorno 23 di giugno: il suo no-
leslinaonio di veduta. La festa di me è stato inserito nei calendari
s. Maria Egiziaca si celebra il gior- di molte chiese di Fiandra, ed al-
no 9 di aprile. cune la onorano con un ofiScio par-
MARIA d'Oignies (s.). Nacque a ticolare.
ISivelle nel Brabante, di famiglia MARIA BARTOLOMEA Bag«e-
ricchissima ; fu educata nei princi- si (beata). Nata a Firenze circa il
pii della cristiana pietà , cui per- principio del secolo XVI, di nobile
fettamente informossi. All'età di famiglia, fino dalla più verde età
quattordici anni le venne dato a desiderò di consacrarsi a Dio. An-
sposo un giovine signore ragguarde- cor giovine quando perdette la ma-
v/jle per la sua virtù, il quale en- dre, fu costretta pigliarsi la cura
trò nei di lei sentimenti, e mo- della casa; ma ella seppe sì bene
strossi non meno zelante per la disporre del suo tempo, che le ob-
pratica delle austerità che della pe- bligazioni della vita civile non re-
nitenza. Convennero ambedue di ri- cavano verun nocumento ai suoi
tirarsi nel quartiere di Nivelle chia- devoti esercizi e al suo amore al-
mato Villemhrokej e di occuparsi l'orazione. Già pensava di abbrac*
ivi nel servigio de'lebbrosi , nulla ciare lo stalo religioso, quando il
curando i motteggi delle persone padre suo l'avvertì che doveva ac-
inondane. A questo pietoso eserci- consentire ad un partito che le a-
zio Maria accoppiava il più rigo- vee apparecchiato. A questa nuova
roso digiuno e una continua ora- Maria, che infino allora avea go-
zione, nella quale, come racconta duto buona salute, fu presa da un
il cardinal di Vitri nella- di lei vita, tremito universale, e d'allora in poi
ebbe più volte delle estasi e dei ellaebbe per quarantacinque anni
rapimenti. Alcuni anni innanzi la a soffrire gli ardori della febbre,
sua morie andò a porre sua stan- la contrazione de' nervi e acuti do-
za presso la chiesa di Nostra Don- lori in tutte le membra. Questo
na di ed essendosi con ciò
Oignies, slato sì penoso non servì che a far
liberata da molte visite che le fa- risplendere la virtù di questa santa
cevano gli abitanti di Nivelle, ebbe donzella, e la sua ammirabile pa-
la libertà di dedicarsi con minor zienza. Ella chiese lungo tempo il
ghiere a Gesù Cristo e alla Regina senza consolazione, per meglio sen-
delle vergini ; ne giovarono a ren- tire l'amarezza del calice del suo
derle la calma cilizi armati di
i Salvatore. Sentendo avvicinarsi il
punte di ferro, ed altri somiglianti suo fine, ella esortò le sue reli-
stromeuli di penitenza. Il suo spi- giose al fervore ed all'amor della
rito era tormentato da orride fan- croce; poscia domandò l'estrema
tasirae, e ciò faceale credere di es- unzione, e si comunicò tutti i gior-
sere abbandonata al furore delle ni fino alla sua morte, che seguii
potenze infernali. Ad accrescere la ai 2 5 di maggio 1607, nella sua età
ma desolazione, si univa il dis- di quaranluu anno. Urbano Vili I4
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bealiBcò nel 1626, e Clemente IX Enrico IV se ne rese padrone; e
la canonizzò nel 1669. Il suo corpo siccome avea contralto molti de-
L custodito a Firenze in una bella biti in servigio della lega medesi-
cassa, e molte miracolose guarigio- ma, i suoi creditori gli .sequestra-
ni furono accordate da Dio per iu- rono i beni, e s' impadronirono
lercessione della sua serva. La sua perfino de' suoi arnesi domestici.
festa si celebra il giorno a 5 di Oltre a ciò fu accusato di cospi-
maggio. razione contro la vita del re ; ma
MARIA ANNA DI GESÙ' (b.). la fida moglie intraprese coraggio-
T''. Ansa di Gesù', e Mercede mo- samente a difenderlo. Ella porse
nache scalze, cui appartenne. le prove della di lui innocenza,
MARIA dell'Incarjtazione (bea- scrisse le lettere e le memorie, in-
ta). Naque a Parigi il i.° febbraio formò il consiglio, assistette alle
i565, e ricevette al sacro fonte il consultazioni, sollecitò i giudici,
i:ome di Barbara. I suoi genitori diresse tutte le procedure, ed ot-
ritiiali, che non si spense mai nel gilava perchè vivessero cristiana-
suo cuore. Le conferenze ch'ella mente. La sua carità era grande,
aveva con un pio francescano, con- esemplare, e accompagnata da di-
per questa buona opera ; egli era sua prudenza, e la saggezza della
particolarmente stimato da Enrico sua condotta, sia nelle disposizioni
IV, dulia regina , e godeva della domestiche, sia nei numerosi diffi-
loro confidenza. La permissione cili affari d'interesse eh' ebbe più
per l'ingresso delle carmelitane in volle a trattare. Non avendo piìi
Francia fu subito oltenula, e il legami die la ritenessero in mezzo
Papa Clemente Vili ne diede la al mondo, entrò nell'ordine delle
bolla necessaria. Mentre apparec- carmelitane nel convento d'Amiens
chia vasi la fondazione delie car- il 7 aprile i6i4- '^ì ^^^ce il novi-
meli lane, madama Acarie raccolse ziato, accudendo ai più bassi servi-
in una casa presso s. Genovef- gi della cucina, e il 7 aprile 161
fa parecchie giovani che sembra- fece la sua professione solenne, pren-
vano chiamale alia vita religiosa. dendo il nome di Maria dell'In-
Là esse vivevano come in un mo- carnazione. Ella era allora grave-
nastero, consecrando il loro tempo mente maiala, e tanto aumeulossi
all'orazione, ai riliro, alla mortifi- il suo male che le venne ammi-
ca/ione. Alcune si unirono alle car- nistrato il Viatico e l'estrema un-
iiu>litane, a cui furono utilissime; zione, e già disperava si di sua gua-
altre divennero le prime orsoline rigione; tuttavia ritornò, non già
di Parigi, preziosa istituzione per alla saluLe, ma ad una vita d'in-
la educiizione delle fanciulle. Ma- fermità e di patimenti. Suor Ma-
dama Acarie cooperò pure allo ria ricusò per umiltà la carica di
stabilimento degli oratoriani in Fran- priora, che le religiose volevano
cia. Ella rimase vedova lì i y no- conferirle. Fu poscia mandata dai
vembre i6i3. 11 signor Acarie superiori nel monastero di Pontoi-
cadde malato negli ultimi di otto- se, per accomodarne gli affari tem-
bie e durante la sua malattia
, ,
porali. Coll'assislenza di de Maril-
\iì pia consorte non abbandonò lac, ella pagò tutti i debiti della
uu istante il suo letto, e si prese casa, accrebbe gli edifìci del mo-
tolte le cure che
potevano contri- nastero, come pure gli ornamenti
buire a rendergli la sanità , o a della clìiesa, e fece rivivere fra
mitigare i suoi patimenti. Quasi quelle religiose il vero spirito di
sTibilo dopo suoi funerali, ella si
i s. Teresa. Suor Maria dimorò in
ritirò in un appartamento esteriore questo monastero fino alla mor-
delle carmelitane della contrada te, e vi simostrò costantemente un
s.Giacomo. Sua prima cura nella moilello perfetto di tutte le virili.
e restò tumulato nella chiesa dei Tra gli atti che posteriormente si