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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, Al VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE Pli> SOLENNI,
AI RITI,ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
VOL. XLVI.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLVII.
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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
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:ODERAMNO (s.), vescovo di l'abbazia di Berzetto a quella di
Kennes. Nacque di nobile famiglia s. Remigio di Reims. Giunto poi
circa la metà del settimo secolo. nella sua diocesi, si fece dare un
Per le specchiate sue virtù fu ri- successore, e si ritirò in Italia per
cevuto nel clero della chiesa di prendere il governo del monaste-
Rennes, e divenuto vescovo di que- ro di Berzetto, in cui fini santa-
sta verso l'anno 708, gover-
città mente i suoi giorni l'anno 729 o
nò la sua diocesi con molto zelo e 780. Si celebra la sua festa a Ren-
somma prudenza, per lo spazio di nes a' 23 di ottobre.
circa quattordici anni. Desideran- MODESTO (s.), patriarca di Gè-
do di visitare la tomba degli a- rusalemme. Era abbate del mona-
postoli, intraprese un pellegrinag- stero di s. Teodosio nella Palesti-
gio a Eoma ; ma prima vol- na, allorché Zaccaria patriarca di
le visitare la tomba di san Re- Gerusalemme lo nominò nel 6i4
migio di Reims, donde parti con per governare la diocesi durante
alcune reliquie del santo vescovo il suo esilio. Dopo la morte di Zac-
che gli fuà'ono donate, una parte caria, avvenuta nel 633, Modesto
delle quali lasciò al monastero di fu collocato sulla sede patriarcale.
Rerzetto, situato nei territorio di Egli si rese commendevole colla san-
Parma. Luitprando re de' longo- tità di sua vita, e col suo zelo per
bardi, mosso dalla sua virtù e dai mantenere la purità della fede con-
miracoli operati per queste sante tro l'eresie che allora regnavano..
reliquie, gli donò monastero con
il Non si sa precisamente 1* epoca del-
tutte le sue dipendenze. Ritornato la sua morte; ma è nominato ai
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fraganeii di Spalalro . Nei primi nom^, formalo da una jxirlc del-
ma da Stanislao risarcire alle of- uni e gli altri. Quindi Pio VI af-
fese u lui fatte, nell' insulto recato fidò questa importante missione a
ul decoro in un manda-
pontificio monsignor Archetti arcivescovo di
mento da esso pubblicato; e che Culcedonia, nunzio alla corte di
plausibile anzi eragli stata la do- Varsavia, commettendogli poteri i
sparso nelle ampie provincie russe bero di uscire a talento dagli stati
dell' Europa e dell' Asia, che allora imperiali. Caterina II ebbe cura
poteva ascendere a tre milioni di che si confermassero i suoi editti
anime, come afferma Novaes, che intorno a' sacerdoti forastieri, e che
nota essersene poi raddoppiato il tutti gli armeni cattolici de' suoi
numero. Dipoi a' 3 o 8 febbraio il stati, i quali ascendevano al nu-
nunzio consacrò in vescovo di Ga- mero di settantamila, fossero sog-
dara in partibiis e coadiutore del- getti alla giurisdizione del metro-
l' arcivescovo l' egregio Giovanni politano cattolico Ialino di Mohi-
Benislawski. Furono presenti al so- ìow, ordinando che questi si prov-
lenne rito i più distinti uffìziali vedesse di sacerdoti presi dalla na-
della corte e sette ministri diplo- zione loro, e nati ne' dominii im-
matici : la pia consorte del celebre periali, si fondassero le scuole ne-
cancelliere di Polonia Giovanni cessarie perl'ammaestramento della
Borka fornì i sacri abiti per i' ar- gioventù, e frattanto si mandassero
civescovo e pel coadiutore di Mo- due giovani armeni al collegio di
hilow. Riuscì ad un tempo al nun- Leopoli negli slati dell' imperatore
zio di dare al vescovo di Livonia de' romani, acciocché vi venissero
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educati nelle lettere a spese del- messe giurate alla santa Sede ed
l'erario del governo. Diresse poi ai suoi sudditi cattolici, riguardanti
nel marzo 1784 un decreto al con- il mantenimento della religione lo-
te Giovanni Andrea Ostermann, ro. Stanislao seppe scaltramente va-
con cui tornò ad approvare tutto lersi dello sbaglio commesso dal
l'operato del nunzio apostolico per nunzio nel decreto di dicembre 1 783,
lo stabilimento dell' arcivescovato in cui avea tralasciata la savia di-
Mohilowiense. Vedendo Caterina li stinzione usata da Pio VI nella
e ormai paghe le loro
Stanislao bolla di fondazione dell' arcivesco-
mire, temendo però che venissero vato Mohilowiense di giurisdizione
gli ulteriori loro disegni guastati ordinaria e delegata, restrizione che
dalla presenza del nunzio, si stu- non piaceva all'ambizioso prelato,
diarono di impe-
allontanarlo, e l' perchè opponevasi all' assoluto do-
ratrice commise al principe Jusu- minio cui aspirava. Laonde non
pow suo ambasciatore a Torino di considerando la pontificia bolla, si
recarsi a Roma e chiedere pel nun- attenne al decreto di sua traslazio-
zio il cardinalato, che Pio VI gli ne, fatto dal nunzio, in cui per in-
concèsse nel settembre, richiaman- avvertenza era stata ommessa la
dolo da Pietroburgo. Intanto con- detta limitazione. Quindi spacciossi
servando Caterina li i gesuiti nei ordinario di tutte le Russie, chia-
suoi slati, il loro vicario generale mando quel vastissimo impero sua
stabilì la sua residenza in Mohi- diocesi. Tentò ogni via per carpire
low, ove si aprì un noviziato. dalla Sede apostolica sì estesa giu-
Seguitando l'imperatrice con fal- risdizione ; e per apparirne investi-
se promesse ad allucinar i cattolici to, almeno presso 1' imperatrice,
de' suoi stati, rinnovò nel 21 apri- pubblicò nel 1790 per le stampe
le o 3 maggio 1785 il famoso e- tutti gli atti deli' erezione dell* ar-
ditto di tolleranza del 1763 a prò civescovato Mohilovriense, passando
di tutte le comunioni cristiane stan- sotto silenzio il breve di Pio VI a
ziale neir impero russo, compresi Caterina lì, e l' nun-
istruzione al
eziandio i cattolici latini, a'quali fu zio, in cui r accennata condizione
consentito fabbricar in pietra chiese era esplicitamente espressa. Corren-
con campanili, che prima sol di legno do il marzo 1792, fu fatto vesco-
potevano fare e tanto essa, quanto
: vo di Calamata in partibus e suffra-
il figlio e successore Paolo I in va- ganeo di Stanislao, il basiliano Adria-
ri trattati di alleanza e di com- no Butlrimowicz. Nel 1793 pel se-
mercio co' potentati cattolici d' Eu- condo spartimento della Polonia
ropa, guarentirono il libero eserci- acquistò la Russia cinque vescovati
zio del culto divino a tutti i fora- latini, cioè di Livonia, di Vilna, di
stieri che professassero la cattolica Luck, di Kiovia e di Camieniecz,
religione. Caterina lì messasi quin- ciascun de' quali avea due suffra-
di d' accordo con Siestrzencewicz gane ed anche tre. E quando Ca-
condusse le cose de' cattolici a suo terina li nel 1795 pel terzo smem-
modo. Questo arcivescovo non ebbe bramento si vide padrona della mi-
in verun rispetto ne i diritti, ne i sera Polonia, a visiera alzata si mi-
compiacere ali* imperatore più che atti imperiali relativi alla narrata
gli era possibile , fece spedire un circoscrizione diocesana della chiesa
breve, nel quale all'arcivescovo me- cattolica di rito latino nell'impe-
desimo concedeva di vestire al mo- ro russo. Aspirando sempre Sie-
do de'cardinali, portando porpori- strzencewicz a illimitata giurisdizio-
ne le calze, gli abiti, il berrettino, ne su tutta la chiesa cattolica dì
la berretta, ed anche il berrettone ambedue i riti nella Russia, seppe
(del berrettone insegna cardinalizia scaltramente servirsi della partenza
questa è la prima
che ne volta del legalo pontifìcio pel conclave di
leggo menzione, ma assolutamente Venezia, per iscemare l'autorità
dev'essere errore); e mi ricordo che de' vescovi da lui dipendenti, e con-
nel breve, il quale, secondo il con- centrarla in sé stesso. Però trasjni-
sueto, era latino, la parola berret- se a Paolo I il progetto d'istituire
tone fu scritta in italiano ". Il can. un tribunale ecclesiastico, il quale
Nodari, P'iuic Pont. p. 53 , si e- avesse a decidere in ultima istanza
sprime così. « Paulo I petenti, ut ar- tutti gli affari ecclesiastici di qual-
chiepiscopus civitalis Mohilow ad che momento delle sei diocesi lati-
cardinalatum eveheret, prudentissi- ne e delle tre greco-unite. Gli sta-
me respondit, sibi necesse esse so* tuti che dovevano reggerlo otten-
lemnem liane nominationem dilFerre nero approvazione nel dicembre
ob dispersum cardinalium colle- 1800 da Paolo I. A cagione della
gium, permiltere tamen archiepisco- morte di questo monarca avvenu-
po purpuratorum palrum uli insigni- ta nel maggio 1801, il figlio e suc-
bus". Il citato cav. Artaud p. 219 cessore Alessandro compì l'opera I
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legio un mischio di contraddizioni risdizione su tutti i conventi dei
e di sfrenatezze contro le sante leg- monaci e de regolari e contro il ;
gi della Chiesa, i vescovi delle cin- nunzio perché avea compito le co-
que diocesi Ialine si unirono al se del predecessore nel ristabilimen-
nuovo nunzio apostolico Arezzo ar- to della metropoli rutena, e restau-
civescovo di Seleucia, e adope-
si rato l'ordine de' basiliani, e con
rarono energicamente per convin- calunnie lo fece disamicare dall'im-
cere il metropolita della mostruosi- peratore. questo a conce
Indusse
tà dell'istituito tribunale, e farlo dergli che giustamente gli avea
ciò
saiontare dalla sacrilega presunzio- negalo Pio VII, nell'agosto i8o4, co-
ne, con che arrogavasi il primato stringendo ancora il nunzio ad acco-
della Chiesa nelle Russie, e ne ma- miatarsi dalla corte di Pietroburgo;
riometleva le sacrosante leggi e la quindi recossi in mano le redini di
libertà, ma V empio prelato crebbe tutta la chiesa cattolica nella Rus-
in vece nell'ardire. Elesse a com- sia, dominandola da assoluto pa-
ponenti del collegio uomini scostu- drone. Non contento di aver posto
mali, senza coscienza e religione, sossopra la chiesa cattolica latina
e ne cacciò con pretesti che man- e rutena, volle rovinare eziandio
tenessero corrispondenza con Roma quella cattolica di rito armeno, di-
il proprio suifraganeo Benislawski chiarandosi amico e protettore di
e l'illustre preposto mitrato di Mo- tutti i malvagi ecclesiastici. Per
hilow Biskowski : fra quelli che vi morte dell' ottimo Andrea Cholio-
sostituì vi fu il proprio fratello neski, già rettore di s. Stanislao
Luigi calvinista. Autorizzando per de' polacchi di Roma, poi suffraga-
avarizia divorzi, prodigalizzando se- ne© di Camieniecz, gli sostituì un
colarizzazioni ai religiosi, proteg- prete armeno, facendogli conferire
gendo gli sfratati piìi abbietti, con- il carattere episcopale dall'arcive-
tro Siestrzencewicz ricorse all' im- scovo armeno di Leopoli, affinchè
peratore nel i8o4 Giedroyic vesco- potesse esercitare giurisdizione ve-
vo di Samogizia a nome degli al- armeni dell'im-
scovile su tutti gli
tri vescovi della metropoli Muhilo- pero russo. Questa ripugnante me-
wiense, per l'insopportabile abuso scolanza di due riti non piacque
che faceva della triplice autorità all' imperatore, che perciò entrò in
di arcivescovo, di metropolita e di trattative con Pio VU, il quale con
presidente del collegio, con gravis- breve de' 28 marzo 1809 nominò
simo danno della chiesa cattolica. a vicario apostolico di tutti gli
VOL. XLVIvv
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colare onde poi fu altamente rim-
; 11 Artaud racconta, che pub-
cav.
proverato da Pio VII a*i3 settem- blicò la storia della Crimeu, da
bre 1816, e l'imperatore Uovaiido esso visitata due volle, ed uu com-
giusto il reclamo gli die la più pendio di ricerche sloriche sidl'ori-
gran pubblicità, ordinando ai bi- gine degli slavi ; che fu aggregato
blici di allontanarsi dalla Russia. a diverse società scientifiche e let-
In vece Papa ricolmò di
il elogi terarie, e che prese a cuore il pro-
i' arcivescovo di Gnesna ed i ve- gresso delle scienze e la coltu-
scovi di Polonia, per aver impedi- ra delle arti. Il Bossard pubbli-
to ai bìblici stabilirsi nelle loro cò a Parigi una raccolta di do-
diocesi. Nel 1814 era morto il coa- cumenti sull'arcivescovato di Mo-
diutore di Mohilow Benislawski, hilow. Occupò la di lui sede il re-
prelato ragguardevolissimo che col- ligiosissimo vescovo di Luck o Lu-
le stie zelanti sollecitudini egregia- ceoria e Zylomeritz Gaspare Casi-
mente suppliva all'assenza del me- miro Colonna Cieciszowski della
tropolitano, a cui disgraziatamente diocesi di Poseo, che nel 1798
non fu dato successore; l'immen- (la Riovia era slato traslalo a Luck,
sa giurisdizione del Mohilowiense vecchio venerando d'anni 84- Suo
fu quindi accresciuta colla vasta malgrado venne nominalo metropo-
diocesi di Vilna, che avea quattro lita per decreto imperiale del mar-
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luSj essendo arcidiacono della me- compiti gli studi in una università
tropolitana e rellore della chiesa impero
dell' oltrepassasse venticin-
,
pose con petto forte e zelo aposto- terminato il numero de' seminari-
lico, insormontabile diga all'infezio- sti per ciascuna diocesi. Nel i83o
ne contagiosa de' perniciosi divorzi, peggiorarono le cose della chiesa
perchè agli occhi di Stanislao il ma- cattolica, poiché per deplorabile ac-
trimonio avea cessato di essere sa- eiecamenlo della diela imperiale di
cramento radicandosi lo scandalo
, Varsavia vennero rigettati consi- i
con tanta saldezza anche nelle dio- gli de' vescovi per eliminar i di-
chiesa cattolica latina, come lo era ti. Si scagliò addosso alla Ialina sif-
colla rutena, e per impedirne l'in- fatta tempesta che la scosse dalle
cremento decretò 1828 che
nel basi, e se il braccio divino non ne
chiunque volesse entrare in un or- arrestava il furore, essa al par della
dine religioso dovesse chiederne al rutena cadeva sepolta nelle sue ro-
ministro del culto il permesso, che vine. Il disegno manifestato nel
mai concedevasi; così venne a pre- iBi8 di annullare tutti gl'istituti
conventi quali vassalli 122,018 uo- gozio. Oppose altresì resistenza l'am-
tore l'abolizione de' superflui, poi- detto, ligio del governo, che
si mise
no i matrimoni misti, con statuire a' quali anzi si fece aperta violen-
die nelle sei diocesi della metropo- za, per cui i latini sostennero come
li Moliilowiense, ove una delle parti i ruteni tratlamenti durissimi ed
contraenti professasse la fede russa, asprissimi mali per difesa della re-
la pjolc, non badando a divario di ligione, e si distinsero eroicamente
feesso, fosse battezzata ed allevata 800 cattolici dejla Podolia. Alcuni
nella medesima fede scismatica. La dettagli si leggono nel lodato p.
j
este dei matrimoni misti non s'insi- Theiner, come il divieto di comu-
nuò tra' russi,se non dopo la metà nicazione tra' cattolici greci e la-
del secolo XVI II, in cui avevano preso lini nelle cose sacre, ed altresì ai
piede le massirne irreligiose. L' im- fedeli del medesimo rito apparte-
peratore inoltre decretò che i ma- nenti a diverse parrocchie, e di-
trimoni misli benedelli da' sacerdo- versi altri decreti tulli in danno
ti cattolici sì latini che greci, sia- de'cattolici latini. Pei' attirare allo
no riputati nulli sinché non ven- scisma que' sacerdoti che conduce-
gano benedetti da un sacerdote rus- vano vita secolaresca e rilassata,
so. Questa legge fu estesa a tutti il governo loro permise prender mo-
i russi addetti alla milizia, che nel- glie appena si dichiaravano scisma-
le Provincie polacco-russe e nel tici, perdonando loro qualunque
ducato di Finlandia contraessero turpitudine e delitto. Nel gennaio
ttìalrimonio co' cattolici e prote- 1839 altro editto imperiale annun-
.slanti ; poscia venne resa universa- ziò ai cattolici condannali al remo,
le senza eccezioni in tulte le pro- alle miniere, ed altri lavori pub-
vincie polacco russe, senza più ba- blici per omicidi i ed allri delitti ,
erede meritevole delle virtù e ge- fessala. 4-" Altra diretta sullo stes-
sta de' lodali predecessori, adempì so argomento al concistoro cattoli-'
recente relazione dello stato della clesiastici tanto cattolici che sci-
che dai bulgari e dagli slavi. Alla Costantino; indi spogliato da' suoi
fine del secolo XII sottentrarono gli protettori per istabilirvi Grazinno
sciti, i tartari e gli slavi. In quel poi ucciso nel 16?, i, restando gli
tempo comparisce nelle storie il no- ospodari tributari della Porta otto-
me di Moldavia e Valacchia, due mana. Avendo questa concesso nel-
paesi che cominciarono ad essere V acquisto della Moldavia ai boiar-
governati sottoil titolo di waiwo- di il privilegio di crearsi il w^ai-
da dai due capitani slavi Raddo woda, nel 17 11 si attribuì il di-
Negro, e Bogden o Bogdam, il qua- ritto esclusivo di nominar questo
le si stabilì tra il Seret e la Pruth, capo; e ciò perchè siffatta elezione
f«i il primo sovrano del paese, ne dava sempre argomento a cittadine
fondò le città principali , vi stabilì discordie ed a guerre civili, ed an-
la religione greca, e diede il nome co per vendicarsi del paese che a-
di Bogdania alla parte settentrio- vea domandato la protezione di Pie-
nale. Così cominciò a vedersi una tro I czar di Russia. II waiwoda da
forma di governo che rese meno quell'epoca cominciò ad esser scelto
dolorosa la condizione di que' po- dai fanariotti o greci di Costanti-
poli. La Moldavia si sottomise nel nopoli, che fu cagione di peggiori
il
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vano i sudditi, che talora dalla di- tino, coirannuo eraobimenlo di un
éiperazione li uccisero. Le ambiziose milione di piastre. Il principato fu
mire di Calcrina II impeiatrice del- obbligato pagare alla Porta il tri-
estorsioni. Dipoi pel trattato di 13u« provvisione delle Da- fortezze del
karest del iSil la parte della Mol* nubio e dell'arsenale. L'armata fu
da via che si estendeva al nord del stabilita a 12,000 uomini; cessò la
J*nilh fu ceduta alla Russia , e fa condizione di sudditi di stato, pro-
presentemente parte della Bessara- priamente detti schiavi ; e venne
bla. A' 6 marzo 1 82 1 il principe proibito ad ogni turco abitare nel
Alessandro Ipsilanli eccitò la rivo- paese.
luzione, in cui grave fu il massa- La fede cristiana fu introdotta
cro tra turchi e greci; ma rientra- nella Dacia ne' primi secoli della
li i turchi a' 26 giugrio vennero Chiesa, e verso il 3q6 esisteva un
posti in fn^A Ipsilanti e Cantacu- vescovato nella città di Moldau oc-
7CUO condottièri de* greci eleristi. cupato da s. Nicela martire più :
1828 ; poscia i russi dopo la presa Dacia diverbi monasteri. Come unii
di Navarino o Neocaslro, città di delle Provincie dette barbare, il con-
Grecia nella Morea, divennero pos- cilio di Calcedonia nel 4^' assog-
sessori due principati. La Rus-
de' gettò la giurisdizione ecclesiastica
sia nel 18^9 conchiuse a' i4 set- della Moldavia al patriarca di Co-
tembre in Adrianopoli colla Poi ta stantinopoli. La religione dominan-
nn trattato, in cui venne stabilito te è la greca scismatica, ed avvi uii
che il principato di Moldavia go- metropolitano e Ire vescovi , con-
drebbe di un governo costituzionale tandosi in tutta la provincia sette-
o nazionale e indipendente, del li- cento chiese circa , e sessanta con-
bero esercizio della sua religione, e venti. Nel 1234 ^' s'introdussero
di un' infera libertà commerciale , ì missionari minori conventuali, i
Damiarro. Questo fatto gli tirò ad- scovi B&cow: 1733 fr. Tomma-
di
scoprivano che un latino avesse ce- 1782 successe per còadiutoria fr.
It^brato nella loro chiesa ne demo- Domenico Pietro. Karwosiecki mi-
livano l'altare, e se un cattolico vo- nore conventuale, di Zamoski dio-
leva avere ecclesiastica sepoltura era cesi di Chelma, e viveva ne' primi
obbligato ribattezzarsi, perchè an- anni del secolo corrente. Nelle per-
ticamente Moldavia pagano
nella secuzioni vi mori un vescovo di
e cattolico suonava lo stesso. Nel Bacow chiamato fr. Giovanni Ro-
secolo XVI la principessa Elena sa domenicano. I vescovi cattolici
moglie di Stefano il Grande fece di Moldavia solevano risiedere in
costruire dodici chiese cattoliche nel- Transilvania e negli stati del re di
la Moldavia, non rimane ve-
di cui Polonia di cui godevano la prote-
stigio. Anastasio occupò la sede me- zione , alla quale subentrarono i
di Jassi, e Gedeone sedeva nel 172 r. luoghi annualmente recarsi alla vi-
Oì'iens christ. t. 1, p. 1262. Nel t. sita della missione diretta da un vi-
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Gregorio XVI a' io settembre 1 838 da questo slato di opulenza nastx!
nominò visitatore apostolico e ve- la preponderanza del clero sopra
scovo di Carra in partibiis^ mou- del popolo e della nobiltà. I mo-
signor Pier Raffaele Arduini de'mi- nasteri sono ricchi e pieni di mo-
iiuri conventuali : la sua istallazio' naci; quello di Nians ne ha circa
ne segin senza opposizione, median- 2000. Ma gli scismatici, clero e po-
te l'annuenza del principe regnan- polo;, vivono da atei nella più cras-
te. Indi il medesimo Papa dichia- sa ignoranza e demoralizzali. Al
rò vicariato apostolico la missione presente la religione cattolica si tro-
<li Moldavia, ed a* 7 aprile 184 va in istato d'incremento,
ed il
nominò vicario apostolico monsi- numero de'cattolici 55,ooo,
supera i
^Mior Paolo Sardi de' minori con- quando nel 8o4 non erano che
i
stante sei leghe, capoluogo di can- sacra guerra. 11 di lui fratello Rog-
tone sull'Adriatico. È posta sopra gero provvide del bisognevole i cro-
la spiaggia marittima e circonda- cesignati, e peichè molli concorre-
ta da ubertoso territorio nell' A pu- vano a prender la croce e s'im-
lia Peucezia. Assai ben fabbricala, barcavano a Brindisi o Otranto,
oltre la calledrale ha molte altre eresse mezzo miglio lungi da Mol-
chiese, e conta 17,000 abitanti, a- fetta al lido del mare due spedali,
vendo diversi uomini illustri l'atto acciò vi fossero pietosamente allog-
onore alla patria,fra'guali il cardina- giati i crocesignati e pellegrini. Ve-
,
So MOL MOL
uendo poi a sapere Guglielmo I uiono; essendo il quarto Riccardo
che negli spedali di Molfetla molti che mori nel 1271, e venne suct
pellegrini crocesignali vi morivano, ceduto da fr. Paolo fratjcescano, e-
ordinò nel i 162 la fabbrica della letto sotto Celestino V. Nomine-
chiesa e del ci mi te rio che benedì remo i più degni di men/.ione. Fr.
Orso vescovo di Ruvo per l'assen- Alessandro Fassitelli agostiniano di
za del vescovo di Moi fetta: chia- S. del suo or-
Elpidio e generale
mavasi il luogo Carnaria, ed i pel- dine, mortoi325. Simone Lo-
nel
legrini defunti, siccome reduci da pa napoletano, già canonico della
Gerusalemme, portavano benché im- cattedrale, del i388. Pietro Piczi
propriamente il nome di martiri o Picei de Barulo, fallo da Mar-
perchè così talvolta i Papi chiama- tino V i42«. A Leonardo Pal-
nel
reno nelle bolle crocesignati che i mieri del 1473 successe, 6 kal.
morivano per le crociate. Nel 1 188 octobris 1473 per volere di Sisto
avendo saraceni nuovamente oc-
i IV, Gio. Battista Cibo genovese,
cupato Gerusalemme ed altri luo- che creò cardinale, e nel 1484 di-
ghi , que' cristiani che poterono venne Papa Innocenzo Vili, onde
scampare portarono seco reliquie ne fu scolpita memoria sopra la
e sacre immagini miracolose, delle porta della cattedrale. Egli nominò
quali arricchirono pure la chiesa di successore 17 kal. octobris Angelo
s. Maria de'Martiri di Molfelta, la- Lacerti, e liberò lui e la sede di
sciandovi r immagine di nostra Si- essere sulfraganea di Bari, dichia-
gnora col Bambino dipinta su ta- randola esente e imniediatamenle
vola di cipresso, molto somigliante soggetta alla santa Sede, come lo
a quella che in Roma si venera è tuttora; in segno della quale li-
in s. Maria Maggiore ;
quindi im- bertà, Innocenzo Vili gli concesse
menso fu il concorso de' circostan- per insegna un cavallo senza freno.
ti popoli, come innumerabili le gra- Ad Angelo, tumulato nella cappella
zie concesse da Dio ai divoli che di s. Maria della Neve, in catte-
nelle scuole come ufi' opinione li- saminaie tali questioni profonde,
bera; ebbe però avversari implaca- cui forse non è dato all' uomo di
bili negli agostiniani veii o falsi, e chiarire.
nei tomisti, i quali come i gesuiti MOLINO Giovanni, Cardinale.
pubblicarono alcune storie e atti Giovanni Molino nobile veneto, nac-
della mentovata congregazione de que a*i6 aprile 170 5 in Venezia.
auxiUis La maggior parte dei
. Ricevette un'educazione letteraria
fautori della grazia efficace per sé e religiosa conveniente alla sua na-
slessa, sostenero che il molinismo scila, ed egli vi corrispose con np-
rinnovava il semi-pelagianismo; ma plicazfone costante allo studio, di-
il celebre domenicano p. Natale Ales- venendo perito nelle filosofiche e
sandro, sebbene tomista, nella sua legali discipline. Sostenne egregia-
Storia eccl. del F seco lo ^ cap. 3, n. 3, mente una disputa sulla storia del-
§ i3, risponde a certi accusatori, la chiesa di Grado e del patriar-
che il sistema di Molina non es- cato di Venezia, che poi illustrò con
sendo stato condannato dalla Chie- singolare erudizione. Fer la repu-
sa, ed essendo tollerato come le al- tazione che si formò e per la lo-
tre opiniani scolastiche, si offende devole condotta con cui si distin-
troppo la verità e la giustizia pa- gueva, vacato r uditorato di rota
ragonandolo agli errori sia dei pe- per la promozione al cardinalato
Questo
lagiani, sia dei semi-pelagiani. di Carlo Rezzonico, poi Clemente
punto solidamente sostenne ancora Xlll, venne nominato a succederlo
Bossuet, Avveri, ai protestanti i e nel cospicuo tribunale a' 2 giugno
2. Conchiude il Bergier il suo artico- 1739, dichiarandolo uditore Cle-
io sul p. Molina così. « Ci credia- mente XII. Dopo avere egregia-
mo obbligati di giustifìcaie da ogni mente esercitato l'unìzio per sedici
errore il sistema di Molina, senza anni, come si può vedere nelle sue
volere perciò provarlo ne adottarlo. Decisioni stampate in quattro tomi.
Alcuni celebri teologi ammettendo Benedetto XiV nel concistoro dei
la sostanza di questo sistema, han- 17 febbraio 1755 lo preconizzò ve-
MOL MOL 3)
scovo di Tìrescia, per la cui con- religiosi, dicendo non poterle ese-
sacrazione diresse al clero e popo- guire senza un comando espresso
lo della diocesi una pastorale di del Papa. Si quindi presso i
ritirò
la diocesi, fece rifiorire la discipli- dò; però il Papa gì' impose uni-
na, istituì per la diocesi un luo- formarsi alle leggi da essa emana-
go di educazione per la gioventù, te, il che molti criticarono. II car-
MOL MOL 37
f infelice Molinos in carcere a' 28 to perniciosissimi errori : per due
dicerabi'e 1696, dicesi peni tenie. mesi si ostinò nella perfidia, ma
Fu dato a' suoi seguaci il nome di ne'dieci giorni assegnatigli per rav-
quietisti^ perchè facevano consisleie vedersi, abiurò gli errori e fu con-
la suprema perfezione nell' annichi- dannato a carcere perpetua in Ca-
larsi per unirsi a Dio, e fissarsi in stel s. Angelo, e alla quotidiana re-
una semplice contemplazione di spi- cita del Credo e Rosario. Con al-
rilo, senza riflessione e senza in- tro decreto dell'inquisizione romana
quietarsi per ciò che può succedere de' i5 febbraio 1688, fu ancora
nel coi'po, ciò ch'essi chiamavano condannata la Contemplazione mi-
orazione di quietiludine. Noteremo slica^ del cardinal Pietro Matteo
che questo nome fu dato nelUi chiesa Petrucci vescovo della sua patria
greca, e nel secolo XIV, ad alcune Jesi, come infetta degli errori di
persone le quali si vantavano d' una Molinos e stampata; il cardinale ne
tranquillità di spinto straordinaria, abiurò gli errori, e diede segni di
e dicevano averla acquistala colla profonda umiltà col voler rinunzia-
preghiera, chiamandosi con greco re a tutte le dignità. Altro sedot-
\oca\ìo\o esicasta, che significa qiiie- to del molinosisrao fu Francesco
tista^ cioè persona che tiensi in ri- Malvai (pretendeva essersi immerso
poso per attendere piìi comoda- prima di lui in questa falsa spiri-
jnente alla contemplazione delle co- tualità), ma pentito scrìsse anzi la
se celesti. Questo medesimo nome vita di s. Filippo Benizi. Successo
fu dato neir antichità a quei mo- nel 1689 ^^ Innocenzo XI il Papa
naci, unicamente occupavansi
che Alessandro Vili, con gran dili-
della preghiera. Nel detto secolo genza estinse le reliquie del mo-
XIV vi furono de' quietisti anco linosismo, senza riguardo a perso-
in occidente, che stavano sempre ne. Siccome per le biografie de* Pon-
seduti ed affatto in ozio, senza al- tefici, seguo in gran parte il No-
cuna occupazione interna ed ester- vaes ex-gesuita, in quella di Ales-
na falso e cattivo riposo, che pro-
; sandro Vili scrissi con lui , che si
tlion, Chambery 1700. Vi è anco- qual tomo usci nel 1755^ e contie-
ra La rovina dtl quietismo e del-
: ne tutta la controversia del quie-
l'amor pwv, del p. Guglielmo Felle tismo, come nota il Zaccaria, Sto-
domenicano, Ginevra 1702. Men- ria lett. d' Italia. Fénélon volendo
tre quietismo cominciavasi pei no-
il Scansare censura de' suddetti pre-
la
]}-'arigi, e dal suo arcivescovo gli ven- Bonifacio di Ross. Le sue reliquie
ne proibito di più scrivere su que- si custodivano anticamente con mol-
ste materie, e Fénélon strettamen- ta venerazione a Murlach ed a Lis-
te ad essa unito dovè sottoscrivere mora. II suo nome era un tenjpo
Bossuet (Fedi)en\.vo in
tali articoli. celeberrimo nella Scozia, e la sua
combattimento con Fénélon, e pub- festa è segnata a' i5 di giugno.
blicò: Istruzione sopragli stali del- MOLTO ILLUSTRE, Molio Re-
l'orazione, nella quale sono esposti verendo. Titoli d'onore che si danno
gli errori de^falsi mistici, cogli alti a' secolari e religiosi. JVe tratta il
di il Molto eccellente si
titolo di no le loro militissae^ e(juitissae^
unì coir Illustre e Molto illustre; hospitalariae, se non che in luogo
del titolo Eccellente^ ne trattai al- di guerreggiare, si riunivano queste
l'articolo Eccellenza. All'articolo Il- sante donne a faie orazioni nel
lustre sono diversi esempi sui
vi tempo de' combattimenti, e prov-
titoli di Molto illustre e Molto re- vedevano colle loro mani il vestia-
verendo Signore; di Mollo reveren- rio pei cavalieri, indi ricevevano e
do ed illustre; d'Illustre e Molto curavano feriti, e persino prepa-
i
4o MON MON
pio de' fondutoi'i delle congregazio- grt'gazioni di religiose. AnlicamenlQ
ni regolari, si unirono per stabilire le abbudesse furono polenti ed an-
ancor esse luoghi d'istruzione, scuo- co signore di domiuii temporali ,
le e lavorio per le donzelle. Que- di che parlasi a' loro luoghi. Le mo-
ste femmine educatrici, senza profes- nache come i religiosi hanno uiHzi
sar voti solenni , adottarono abito con eguali titoli, come di segreta-
uniforme, professando vita esempla- ria, camerlenga, sagrestana, maestra
re, talché si rispettarono come mo- di novizie, portinara, ec. Da sorel-
nache claustrali per istruire , edu- monache diconsi Suore (Fedi),
le le
care e conservare le figlie nel buon monache coriste monache velate ,
che nei primi lenjpi del cristiane- nesi. Delle prime, osserva che s. Ma-
simo incominciò l'istituto delle don- cario fu per novant' anni discepolo
zelle che consagrano a Dio la pro- di s. Antonio, che in questi ebbero
pria verginità , essendone segno il i monaci uno specchio di santità,
velo; osservando il Rinaldi all'au- così le sacre vergini in Sindetica o
uo 5j, n. 5S, che ne' primi lenjpi Sinicletica, la quale alcuni dissero
della Chiesa incominciarono i col- superiora delle monache del s. Se-
legi delle sante vergini e vedove, polcro fondato in Gerusalemme [E e-
detti, poi monasteri. Che alcuni di di) da s. Elena imperatrice l'anno
loro ne' primi tre secoli vivesseio 337 aggiunge che le monache d'E-
:
42 MON MON
lui rondati la propria sorella per gran numero di donne, dopo che
mndre; ed il p. Bouanni dice die 8. Sindetica vergine rilirossi nel de-
in Tabenne, luogo della Tebaide, ai serto della Tebaide, istituendo un
ten)[)i di s. Girolamo erano molti monastero romite di cui fu ma-
di
monasteri di monache istituite nel dre e superiora, seguendo la rego-
340, uno de' quali ne contava quat- la di s. Antonio. Vestivano abito
trocento, essendo divisi da un fiu- color leonino, con lungo mantello
me quelli degli uomini fondati da nero chiuso nel collo: cuoprivano
s. Pacomio, morto nel 4^^ ^^^^c • il capo e le spalle con panno bian-
sole feste un sacerdote e un dia- co. InOxirimquo città dell'Egitto,
cono si recavano ai monasteri pel lungi 3o leghe da Menfi, oggi Beh-
ministero del di via sagramento. I neci, riferisce Rufino, De vita pa-
cadaveri delle monache venivano truni lib. 1, cap. 5, che vi erano
decentemente sepolti nella loro se- diecimila monaci e ventimila mo-
poltura presso i monaci ; le mona- nache. Tale è l'origine delle mo-
che tabennesi erano vestite di to- nache nell'oriente, al cui esempio
naca nera con scapolare grigio fre- presto ebbero origine quelle d'occi-
giato di croce bianca sul petto dente.
mentre l'immagine della sorella di Le monache d'occidente si diffu-
s. Pacomio ha diverse crocette in- sero prima in Italia, e specialmen-
torno il cappuccio e mezzetta. II te in Roma. Se ne attribuisce Tin-
medesimo p. Bonanni par. 3, p. i5 ti oduzione a s. Atanasio, a s. Am-
e 16, traila delle monache di s. I- brogio, a s. Martino di Tours, ed
larione e dell'Egitto. Delle prime in Africa a s. Agostino: su di che
narra che s. llarione si portò dalla sono a vedersi le loro biografie e
Palestina per l'Egitto onde appren- gli articoli Milano, Agostiniane,
dervi da s. Antonio la vita anaco- Canonichesse, Ippona, e quanto sul-
retica. Tornato in Palestina fondò r origine delle monache in Roma
monasteri, ed a sua imitazione cer- ed in Milano dissi nel voi. XX,
ta Maria verso il 325 promosse l'i- p. I 3 e 1I 4 del Dizionario ed
1
111 secolo Tertulliano, nel suo trat- viare a questo disordine proibì da-
talo De virginihus velandis, non re il velo alle zitelle prima di
solo parla delle vergini consecra- quarant'anni ; l'imperatore Majo-
te a Dio, ma di tutte le giovani riano confermò questa proibizione
zitelle, quali voleva che avessero con una legge, e il concilio Aga-
sempre il volto coperto. Sui primi tense del 5o6 l'adottò. Non fu ne-
esempi della piofessione solenne, si cessaria la stessa disciplina quando
riporta quello di s. Marcelli na so- i costumi divennero più moderati,
rella di s. Ambrogio, che ricevette e cessò l'abuso; perciò si permise
l'abito e il sacro velo dalle mani in seguilo la professione religi<jsa
del Papa s. Liberio, il giorno di per le zitelle a venticinque anni,
Natale 353 o 353 nella chiesa di ed il concilio di Trento la fissò per
s. Pietro diKoma, piesente moltis- il più presto a sedici anni compiti,
.••imo popolo, come accennai parlan- proibendo ai genitori forzare le fi-
44 MON MON
gobardi Roma nel SgS, narra Gio- nar del VI secolo ancelle di Dio,
vanni Diacono lib. 2, cap. ay, giù e con altre denominazioni riferite.
{>ierano radunate tremila vergini, A tale istituzione il re Luitprando
che chiamavano monastrìas\ le qua- die leggi sulla perpetua continenza
li vedendo una carestia inevitabile, e ritenzione dell' abito religioso,
sagrifìcarono le proprie sostanze per sebbene senza voto, castigandosi se-
comprar viveri, e distribuirli agli veramente il mal costume. Quel re
indigenti. All'articolo Clausura non però concesse non pochi privilegi
solo parlatnmo della sua orìgine, e alle religiose dimoranti ne* chiostri,
perciò anche di quella delle mona- vivendo velate e ritirate al se-
che, ma
pure della clausura me- colo. Interpellato il Papa s. Zacca-
glio ordinata da s. Gregorio I, il ria del 74 1, se le monache pote-
quale riconobbe dalle orazioni del- vano esercitare alcuni uffizi in chie-
ie monache preservata Roma da sa, rispose negativamente, appoggia-
detto assedio. Ordinò ancora il Pa- to sulla lettera di Papa s. Gelasio
pa, che i negozi delle monache 1 a' vescovi di Lucania, senza far
fossero trattati dai ministri del ve- menzione de' decreti de'predecesso-
scovo, acciò non uscissero dal mo- ri s. Sotero e s. Ronifacio I, cui
nastero; che le abbadesse fossero di si attribuì il divieto alle sacre ver-
sessanta anni, onde potessero riscuo- gini di non toccare i vasi sacri, le
tere rispetto dalle monache anche palle che cuoprono il calice, ne
più nobili, in un tempo che geni- i incensare nelle chiese. Il Berlendi,
tori collocavano contro voglia le figlie § III, Delle ohblazioni all' altare
ne'raonasteri; ed i re di Francia parla di quelle che facevano le mo-
ebbero allora in costume mandar- nache di pane e vino assistendo al
vi le loro bastarde, le quali sapen- sacrifizio, citando le testimonianze
do essere di regio sangue, non vo- di s- Agostino e del p. Marlene,
levano star soggette alle badesse. e che le monache lavoravano le
Dacché i longobardi stabiliti in I- ohblazioni e le offrivano, quali poi
talia cominciarono a deporre la lo- nel IX secolo fecero le sole con-
ro nativa barbarie, ed i re della verse, mentre pare che dopo il se-
nazione divenuti cattolici si fecero colo XI venisse vietato alle mona-
a proteggere le chiese, vi si rista- che r offrire, massime in mestruo
bill l'istituto monastico, anzi con- tempore j come alle altre donne.
corsero eglino stessi colle reali loro All'articolo Certosine dicemmo co-
consorti a fondare alcuni chiostri, me sono consecrate dal vescovo con
sì di monaci_, che di monache, le rito particolare, che usano e sono
quali non vi erano legate con ri- sepolte colla stola e col manipolo.
gorosa clausura. Tra le monache F. Messa ed altri articoli relativi
fiorirono certe femmine dette [an- ad uffizi e indumenti ecclesiastici, e
celle o serve di Dio, religiose, ve- Diaconesse, donne che nella primi-
late vestite di abito religioso, o tiva Chiesa esercitavano uffizio assai
con altra simile appellazione distin- simile a quello de'diaconi, con vo-
te, che nelle proprie case dimora- to di castità perpetua. Il Sarnelli
vano co' parenti, o da se sole in nelle Leti. eccl. t. Ili, lett, IV, di-
particolari abitazioni: in Milano ce che giova ed è profittevole alle
furonvi donne chiamate nel decli- monache la recita dell'uffizio divir
MON MON 45
no, ancor che non l'intendano. Nel che, narra che coloro i quali am-
t. V, lett. XLIV, tratta se la mo- ministravano gli affari temporali, e
naca possa nella messa solenne can- che esercitavano la medicina e chi-
tare dal sua coro 1* epistola e le rurgia, dovevano essere del nume-
lezioni; quando sì canta la Pas-
e ro degli Eunuchi (Fedi). Per for-
sione, se le monache possano fare mare un'idea della disciplina che
da turba. Quanto all'epistola, dice nell'oriente usava nel secolo pas-
si
non potersi cantar nelle messe so- salo, è a sapersi che i monasteri
lenni; però le monache possono di Atene non ritenevano del mo-
cantare tutto quello che si canta nacato che semplice ombra, non es-
in corOj ma non quelle cose cui sendo le monache soggette né a
sono ex officio destinati i propri regola, né alla recita dell' uffizio,
ministri; altrettanto dicasi sul can- essere divenuti piuttosto conserva-
tar la Passione. Avverte poi, con torli. Descrivendo Leone Allazio il
la Glosa, che le monache possono tenore di vita e regolamenti delie
leggere il breve evangelo nel mat- monache viventi in comunità nel-
tutino dell'uffizio, non in altre fun- l'oriente, dice pure dei loro abili,
zioni e della messa. Nel concilio lavori, digiuni e celebrazione de'di-
che s. Gregorio II celebrò nella vini uffizi; e che non erano sog-
basìlica vaticana, scomunicò chiun- gette alle leggi della clausura pre-
que avesse sposato una monaca_, scrittada Bonifacio Vili, il quale
diaconessa^ o Presbiteressa (Vedi); per rimediare a molti disordini e
più tardi il Colonia del
concilio di mettere freno alla licenza delle mo-
i536 pronunziò l'anatema contro nache, fu il primo che variò l' an-
quelli che costringessero alcuna don- tica disciplina; invece le monache
na ad entrare in monastero per greche, con licenza della superio-
farsi religiosa, e checontro quelli ra, uscivano e ritornavano al chio-
senza giusto motivo ponessero im- stro secondo l'antico costume. Il
in gran parte il concilio Niceno il. Donato sembra averle in ciò favo-
Non passò in occidente l'abuso dei rite, ordinando che le religiose tre
monasteri doppi, per la vigilanza volte al giorno rivelino i loro di-
di s. Gregorio I, il quale encomiò fetti alla superiora ;
quindi le ba-
Gennaro vescovo di Cagliari, per desse s' innoltrarono con usurpare
aver impedito che un monastero prerogative inconvenienti al loro
di monaci si fabbricasse vicino ad sesso, ciò che obbligò i vescovi met-
altro di monache. Tra le nazioni tere limiti alla loro alterezza. Fu
cui rimasero alcuni monasteri dop- quindi proibito alle abbadesse dar
pi, nominei-emo maroniti. Nota i benedizioni, imporre le mani, cioè
il Rodotà che le monache basiliane dar penitenza o l' assoluzione pei
ed altre d'oriente passate in Italia, peccati. Innocenzo III
Informalo
sotto la direzione di eccellenti mae- dell'arroganza d'alcune abbadesse
stri, riuscirono esemplari in Roma, di vSpagna, che benedivano le loro
in Napoli, nella Calabria ed in Sici- religiose, le confessavano, e predi-
cilia ove si stabilirono, avendo ab- cavano pubblicamente, ingiunse ai
bracciato il rito latino quelle di vescovi di Valenza e di Burgos di
Napoli e Roma che adottarono la rimediare a sì gran disordine, ed
regola di s. Benedetto, le quali se- impedir tanto abuso. In questo tempo
condo il Rodotà non condussero dal- ebbero origine gli ordini domenicano
l'oriente il corpo di s. Gregorio e francescano, ed altri da cui de-
Nazianzeno, ma l'ebbero dipoi al rivaiono monache che tuttora fio-
modo che narra a p. 7 r e seg. riscono. Dichiarando s. Pio V qua-
MON MON 47
li fossero gli ordini Mendicanti (l^e- funzione il numero 63o del Diario
<//), confermò lojo privilegi comu- i di Roma. Benedetto XIII nel 1724
ni alle loro monache. Clemente Vili vestì suor Maria Orsini monaca
colla bolla Beligiosae, de' 19 giu- benedettina in Campo Marzo, e nel
gno 1594, ^"^^- Rom. t. V, par. monastero delle barberine due fi-
II, p. 3 I, rinnovò la proibizione al- glie del principe Pamphilj come ,
so, presso il Bull. Rom. t. VI, par. le carmelitane di Regina Celi nel
IV, p. 194? moderò le grandi spe- 1746 e nel i755_,di due figlie
se che si facevano dalle monache del contestabile Colonna, ne facem-
poi l'editto de' 2 marzo 1707 con sura, al modo detto a quell'artico-
cui Clemente XI ordinò T osservan- lo, venendo a sapere che molte
za di tali costituzioni, prescrivendo monache in Portogallo, col prete-
inoltre chene'Iuoghi ove dalle novi- sto di curare la propria salute u-
zie si suol fare qualche ricreazione scivano dalla clausura , e si tratte-
alle monache, non si potesse supera- nevano fuori lungo tempo, girando
re la spesa di quattro paoli per cia- per le on-
strade e pei spettacoli ,
cassa comune per le necessità del religiose sopra certi peccati de' quali
monastero. Innocenzo XIII avendo non si accusano, per non insegnar
da cardinale vestite nel monastero loro ciò che ignorano. Lo stesso
di s. Teresa alle quattro fontane concilio avea disposto, che oltre il
48 MON MON
Tanno per udir le confessioni di zio di Parigi Giraud ricevette iri
tulle le religiose. Olire quanto di- nome di Clemente XIV la profes-
cemmo a Confessore, si può vedere sione monasticn della figlia del re.
•
il Barelli, Resolutionum praticaruin Nel 1801 pel possesso di Pio VII
prò confessariis inonialium^ Bono- questi permise che ne vedessero il
iiiae 1713. In questo anno 1847 passaggio nel monastero delle car-
il p. Bonaventura da Palermo mi- melitane de' ss. Marcellino e Pietro
nore osservante ha pubblicato 1' u- le benedettine di Campo Marzo, e
tilissima opera : // novello confes- vi pernottarono nelle sere prece-
sore di monache. Inoltre Benedetto denti per la dilazione della funzio-
XIV, rinnovando i decreti de' suoi ne : al citato articolo Clausura si
p. 54, ordinò che ninno ecclesia- vano altre monache anche per gli
stico secolare o regolare di qualun- anni santi. Nel numero 12 del Dia-
que dignità, compresi ancora i ve- rio di Roma 1801 si riferisce che
scovi fuori della loix) diocesi , po- Pio VII celebrò la messa nel mo-
tesse andare ai parlatorii de' mona- nastero delle oblate di Tor de* spec-
steri delle monache senza licenza chi, e vesti monaca d. Lavinia fi-
de' rispettivi ordinari, giacche que- glia del principe Gabrielli, che as-
sti sono dati dai sacri canoni per sunse il nome
Maria Luisa. Neldi
custodia della clausura delle reli- numero 248 1802 si descrive
del
giose. Sulla giurisdizione vescovile la vestizione fatta nel monastero
ne' monasteri di monache, Clemen- delle mantellate da Pio VII, della
te XIII pubblicò la bolla Inter nini- fondatrice suor Maria Giuliana Ma-
tiplices^ degli 11 dicembre 1758, sturzi, di sette compagne e quattro
Bull. Boni. Continuatio, t. I, p. 72. converse; e nel numero ^1 del
Inoltre Clemente XIII col breve 1804 come il Papa ricevè la pro-
Illustre monasterium, de' 1 3 marzo fessione di esse. Nelle vestizioni delle
1761, Bull. Boni. Continuatio t. II, monache in alcune diocesi hanno
p. 72, alla superiora del monaste- luogo i padrini e le madrine, co-
ro di s. Caterina di Venezia die il me pure si fa da chi gli dà le ve-
5o MON MON
ma doglia de] legato chiuso in car- baiti (Fedi), ma essi furono i falsi
zione approvata dalla Chiesa, e vi- Sarnelli del titolo di Don (Fedi),
vente in monastero o cella sotto proprio de* monaci, dice che i Chie-
una certa regola, e vestito d'abito rici(Fedi) finche vissero in comu-
iuiiforiì»e all'istituto che professa. Il ne chiamaronsi fratres^ e la comu-
nome di monaco, tratto dal greco nità fralernitasj e che anticamen-
monachos f
solitario, unico, solo, te chierici o monaci si appellavano
nella sua origine servì per indicare col titolo di fratelli, ma poi s* in-
gli uomini che si ritiravano ne* de* trodusse il domniis e il don : ai
serti, e vivevano solinghi e lontani monaci dà pure il titolo di Pa-
si
circa sette ore, in quelle cioè non secoli fiu'ono sublimali al pontifica-
arti manuali. In moltissimi articoli ne IX, Vittore II, Calisto II, Eu-
celebrammo le grandi benemerenze genio III, 8. Celestino V, e Urbano
degli ordini monastici colla società, V. Sembra incredibile la gran mol-
massime per essersi Opposti all'e- titudine de' monaci che vissero in
resìa sino dai pi-imi secoli del cri- un solo monastero o Laura (Fedi),
52 MON MON
equivalenti a piccole città per le una caverna sino all'età di 1 14 an-
molle migliaia de' monaci e chiese, ni, nutrendosi de' frulli di una pal-
singolarmente in Egitto. ma che ne cuopriva l'ingresso; «.
In diversi luoghi parlai dell'ori- Antonio patriarca de' cenobiti, egi-
gine del monachismo, come a Di- ziano coni 'esso, verso Tanno 270,
sciplina REGOLARE. Assai per tempo dopo aver collocato la sorella in un
vi furono cristiani che ad imitazio- monastero di vergini, abbracciò lo
ne di s. Gio. Battista, che il Rinal- stesso genere di vita, e fu seguito
di chiama principe de' monaci e da alcuni altri s. Paolo e s. An-
;
bia dato motivo a questo genere di formarono molti monasteri. Non fe-
vita, coi che visse
quaranta giorni ce regola s. Paolo pe'suoi eremili,
nel deserto, e coH'abitudine che a- bens\ col suo esempio molti ven-
vea di ritirarvisi per pregare con nero allettati alla vita solitaria il :
più raccoglimento, avendo egli en- suo discepolo s. Cari Ione pare che
comiata la vita solitaria del suo abbia formato delle regole per quel-
Precursore. A ordini religiosi si li che vollero vivere solitariamente
è detto come la professione della sotto la sua direzione, come dicem-
vita monastica e regolare comin- mo al suo articolo. Discepolo di s.
ciasse nella Cliiesa fino dai princi- Antonio fu s. Macario, e chiaro per
pii- di essa, per l'osservanza più per- miracoli mori nel 35o. Verso que-
fetta de* consigli proposti nell' evan- sto tempo fiorì s. Pacomio, al quale
gelo. Alcuni trovarono assai sem- si attribuisce la riunione delle me-
ticoli,ed alle biografie di quelli che stituzione de' monaci, ispirando agli
le composero, f^. Basiliani. L' Asse- occidentali la brama d'imitarlo;
ma ni, Biblioth. orient t. IV, e. 2, quindi in Roma^ in Fran-
in Milano,
§ 4> liana che i primi monaci i cia (Fedi) si monaste-
diffusero i
steri orientali, quali in un alle mo- già introdotto a Milano, anzi a lui
nache assai moltiplicaronsi nell'E- si attribuisce eziandio l' introduzio-
gitto. Avanti di dire come il mo- ne della vita monastica nelle Gal-
nachismo s' introdusse in occidente, lie, dopo averla condotta in Italia,
noteremo che il p. Helyot, nella con fondare nel 358 circa il mo-
dissertazione preliminare della sua nastero di Marraoutier presso Tours,
storia degli ordini religiosi, seguen- chiamato Majas vionasterium per
altri fa risalire l'origine contro- distinzione, e con flìbbricare verso
5 versa della vita monastica ai te- il 36o il monastero di Ligugey
Ido
I
,
MON
e progresso del monacato^ t]el quale vida mente, ma fu norma a quelli
si li a pure De studih monasticis, Ve- che in copia innumerabile, rapida-
netiae 1770. Fioriva nondimeno in mente &i fondarono; riconoscentlosi
tulli un medesimo spirito di virtìi, contenere la regola di s. Benedet-
la piCi rigorosa mortificazioDe, l'imi- to, il più lodevole delle antiche di
tazione di Gesù Cristo; ed essendo oriente, e per essere altresì stala li-
il monacalo la pri-
principal fine del mitata la volontà de' suoi seguaci
vata salvezza del monaco, si per- a secondare dettami del no-
i soli
Sino dai pdmi tempi del mona- ro chiese i battisteri, acciò non si
chismo concili! ed
i Papi ema- i rilassasse la loro disciplina colla
narono salutari provvidenze a suo conversazione de' secolari. Per lo
vantaggio, di che parlasi ai loto stesso motivo comandò che i mo-
luoghi: a volerne riportare alcune, naci non diventassero compari. In-
diremo che il concilio generale di oltre s. Gregorio 1 nel concilio ce-
Calcedonia nel ^5i stimò neces- lebrato in lloma nel 6o i die li-
sario e conveniente di sottomettere cenza a Probo abbate di far testa-
i monaci interamente ai vescovi. Il mento de'suoi beni prima che si
secondo concilio Toletano del 477» facesse monaco: eia slimata cosa
per impedire che genitori pones- i di tanto momento il dar facoltà
sero i figli in troppo tenera età nei ad un monaco di testare, eziandio
monasteri, per farli allevare nella de'beni acquistati avanti l'entrata
pietà, proib\ di permettere la pro- nel monastero, che il Papa non
fessione monacale prima di dieciot- volle ciò fare se non convocando
to anni, previo il consenso di quel- in un sinodo preti e diaconi car-
li che mostravano vocazione, di dinali e vescovi che allora tiova-
che dovea assicurarsene il vescovo. vansi in Roma. Bonifazio IV nel
MON MON 57
concilio romano del 6io laffienò provò s. Gregorio li 726, che
ilei
quelli che affermavano non aver i i figli messi ne' monasteri ancor
monaci poleslh di amministrare il fanciulli, siano levali per contrarre
battesimo e la penitenza , decreto matrimonio. L'eresia degli icono-
che confermò Urbano II con di- clasti avendo cagionato la desola-
chiarare essere anzi i monaci de- zione in oriente, e la distruzione
gnissimi di esercitare tali ministe- delle sacre immagini , i monaci si
ri. j\el secolo VII promovendosi nascosero ne' deserti, e gran nume-
più di frequente i njonaci al sa- ro portaronsi in Italia, particolar-
cerdozio, e solendo mantenere la mente in Roma, dove
761 il nel
tonsura monacale, molti a loro e- Papa Paolo I li accolse con tut-
s.
guitati dai perturbatori della pace. Prisca, e più tardi per altri moli-
Jl Papa li ricettò in alcuni mona- vi i monasteri e Chiese di s. Ales-
steri, e li provvide di tutto il bi- sio ^ di s, Prassede, di s. Martino
sognevole, essendo i monaci arme- a' Monti, di s. Gregorio , di s. Ce-
ni e greci; questi nel celebre con- sareo, ed altri di cui parliamo a' lo-
cilio che adunò il Pontefice contro ro luoghi , molti de' quali furono
i monoteliti, con edificante zelo di- assegnali a' basiliani, di che facem-
ssero le cattoliche verità. Osserva mo parola anche all'articolo GroT-
il Rodotà, p. 57, ch'essi veramente TAFERRATA, ov' è un fiorente mona-
furono i primi orientali cenobili stero di sì insigne e benemerito
che stabilironsi in Roma ne' mo- ordine. Inoltre il Rodotà riporta le
nomi e pei loro istitutori, niuna naci, e coi loro abiti si facevano
distinzione eravi tra' membri di uno seppellire, e perchè si dissero mO'
stesso monastero, e non fu che ver- nacki ad succurrendum, di che par-
so il secolo X
che essendo i mona- liamo pure a Monastero. Di questo
ci per lo piìi educati
benedettini rito, durato sino al secolo XIV, ne
al chiericato ed agli ordini sacri, rimane un vestigio in quei laici che
fc' incominciò a distinguere ne'mo- si fanno condurre alla sepoltura
nasteri due sorta di religiosi, dei con abiti religiosi, rito ancor que-
quali gli uni destinati al coro ed sto di qualche antichità, come di-
al sacerdozio erano
LeUi> chierici, ce il Borgia, Memorie t. I, p. i38.
rati [Vedi) o coronati, perchè stu- Nel io4i si narra che Benedetto
diavano e portavano la corona chie- IX dispensò Casimiro dal diacona-
ricale, e gli altri impiegati ai la* to , monacato e celibato , onde
\uri inanuaH si chiamavano Cori' succedere al trono di Polonia; ma
versi ^ Donati, Laici [Fedi), ed era- fra le condizioni imposte ai polac-
no illetterati, barbuti, idioti ,
per- chi che aveano domandala la Di-
chè non studiavano ed avevano spensa [Vedi)y vi fu quella di por-
lunga la barba. Prima di quel tar la testa tosala a guisa de' mo-
tempo non eravi tult'al più che naci. Nel concilio tenuto in Faen-
un sacerdote in ciascun monastcKo; za nel secolo Xf> venne abrogata
o se ve n'erano molti, il solo an- la facoltà concessa ad alcuni mo-
ziano disimpegnava le funzioni del naci di affidare nelle loro pòsses-
lyioix MON 59
sioni la cura (ji'aJiiine a' preti ^eco- cantav 1? messq pubbliolic; venen-
lari *enaa il (;on«enso de' vescovi ; do loro ingiunto di rii;evere dui
traltandosi nel inedesiiuo della di- vescovi diocesani gli oli santi, la
pendenza dovuta dai iTìoiiacl ai Qonsecrazione degli altari e l'ordi-
vescovi nelle chiese parrocchiali *;la» nazione de' chierici. Innocenzo i(
bilite ne' loro possedimenti. È no. nel 34 abilitò
I 1 a prender moglie
lo che i monaci per le loro istituzio- Bamiro monaco e sacerdote, per
ni erano «oggetti alla giurisdizione succedere regno d'Aragona; indi
al
vescovile, e nel lib. Ili delle de- nel concilio generale Laleranense 11
cretali ervi il til. XXXVI De ; re- del I 189 fulminò anatema a quelli
ligiosis doniìbuSj ut epìscopo sint che sostenevano non potersi salva-
Noli pur sono i decreti
sìibjectae. re monaci che godessero poj^ses-
i '
che per concessione de'piissimi im- istituto, non sarebbero in esso ri-
peratori, e per condiscendenza degli cevuti per denari; e che i monaci
slessi vescovi, i quali si spogliaro» non potessero aver peculio, se non
no de'loro diritti a favore de' mo- per l'esercizio della loro obbedienza,
nasteri più celebri. Prima e dopo sottopena di scomunica, con altre
questo tempo incominciarono gli analoghe provvidenze. Alessandro III
abbati ad avere per concessioni dispensò il b. Nicolò Giustiniani mo-
pontificie r uso di diverse insegno naco sacerdote di prender moglie,
vescovili, come Mitra, Anello, Ba^ onde continuar la sua nobilissima
colo, Croce pettorale. Guanti, San- famiglia; ciò conseguito tornò dipoi
dali ec, con altre insigni prerogative in monastero. Il concilio di Yorck
riportate a'iuoghì loro. Gravi furono vietò ai monaci i pellegrinaggi, e
le vertenze tra il sacerdozio e l'im- il sortire dal monastero, tranne
pero per l'investiture ecclesiastiche qualche causa e in compagnia; co-
che pretesero dare agli abbati gli me pure proibì prendere in alIUto
imperatori de' feudi e delle abbazie. le loro obbedienze, cioè i beni dei
Nel 1072 decretò il concilio di monasteri cui appartenevano o go-
Rouen, che monaci vagabondi o
i vernavano. Nel 12 12 il concilio
cacciati dai loro monasteri per de- di Parigi proi In di ricevere i reli-
6o MON MON
Nel concìlio generale di La tela- fessione ai loro parrochi, quei che
no IV del iiì5 fu rinnovato il avessero già confessati i loro pec-
divieto di esercitare i monaci l'uf- cati ai monaci o a qualunque al-
tulli i religiosi posseder nulla del rono dai Papi presi sotto la loro
proprio, anche col permesso de' su- immediata giurisdizione, e quindi
periori, i quali non aveano facoltà nacquero l'esenzioni in loro van-
di permetterlo; né si dasse somme taggio. Ne' decreti di riforma
. falli
avanzi delle loro porzioni si doves- trova che provi che lo stato mo-
sero distribuire ai poveri ; venne naslico avesse bisogno di essere as-
ancor proibito far processione in solutamente cambialo; piuUosto que-
due comunità, se non per passare sti decreti hanno per soggetto di
ad un'osservanza più stretta. Già si mantenere la disciplina com'era, an-
sa che la disciplina regolare, secon- ziché introdurne una migliore. I
getta a molte variazioni, e gli an- cidente la vita dei cenobiti della
tichi rigori assai vennero successi- Tebaide, ed il loro esempio pro-
vamente diminuiti. Piescrisse il con^ dusse un'infinità di conversioni, as-
cilio d'Oxford del 1222 che su- i soggettandosi alle loro austerità i
cilio di Londra del 1268 fu de- sendovi trappisti anche altrove. Nel
cretato, che i monaci divenuti ve- 1820 Pio VII approvò l'istituto
scovi ne conserveranno l'abito. Quel- de' fratelli monaci d'Irlanda, già ap-
lo tenuto in Salisburgo nel 1274, pi'ovati da Benedetto Xlil: se ne
vietò ai religiosi eleggersi il confes- parla nel voi. XXXVI, p. 97 del
sore fuori dell'ordine, senza parti- Dizionario, e in altri luoghi.
colare permissione del superiore. Be- Quanto all'abito degli antichi mo-
nedetto XI nel i3o3, per togliere naci, eravi molla varietà, sia
in essi
una controversia eccitata nell'acca- pel colore, che per la materia e per
demia di Parigi, dichiarò che non la forma. In oriente furono ordina-
MON MON 61
cidente di lana e di pelliccìe; nei tosini, maroniti aleppini, maroniti
paesi caldi più leggieri, e ne* paesi libanesi, armeni di s. Antonio, ar-
freddi piti pesanti. Delle loro di- meni mechitarisli di Venezia , ba-
verse qualità ne trattiamo ai singo- siliani greco-melchiti. Ai rispettivi
li articoli. JVovaziano ed i suoi se- articoli citiamo gli autori che scris-
guaci nel secolo III vestivano di sero sul monachismo laonde qui ,
poste da s. Pio V alle dodici con- Haidhausen; questi due ultimi stan-
gregazioni monastiche d'Italia per no alla destra dell'Jsar. Quantun-
l'armamento contro turchi, le quali i que Monaco rinchiuda ancora mol-
si pagarono sino a Benedetto XIV. te costruzioni del medio evo può ,
6a MOW
Krenx; tale divisione è dclermJna- mura, le caserma, Ja nuora zecca,
ta dalle sue quattro strade princi- l'ofllcina di lavoro, Tncquedotto, e
pali, che terminano alla pia/za prin- molli edilizi particolari.
cipale, nel centro della città; questa Monaco rinchiude numerosi e illu-
piazza circondala da portici è bel- stii stabilimenti scientinci, che devo-
lissima, ma quella di Massi milia* no notabili miglioramenti a Massi-
no Giuseppe la supera in estensio» miliano Giuseppe IV; la biblioteca
ne. Fra i pubblici edifizi merita il reale arricchita da esso di collezioni
primo luogo il palazzo del re, va» considerabili di libri trovati ne'sop-
sto edifizio la cui architettura è pressi conventi , contiene piìi di
semplice ed irregolare, ma il cui 4oo,ooò volumi. L'accademia delle
inteino può dirsi in vero magnifi- scienze creila nel 17590 1760 ed
co, anche pei preziosi oggetti di interamente riorganizzata nel 1827,
belle arti che doviziosamente riu» possiede gabinetti di storia natura-
chiude. Vi si dislingue la sala det- le mineralogia, zoologia,
, fisica e
ta dell'imperatore o Kaiser-saal, medaglie; un elaboralorio di chi-
che per la sua grandezza ed orna- mica, teatro anatomico, osservato-
memi é decantala come una delle rio, giardino botanico, formato ma-
prime di Germania, ed alla quale gnificamente nel i8i5, ec. Ewi
conduce una superba scala di bel una università nel 181 5 quivi tras-
marmò d'Italia ; il tesoro che rin^ da Landshut (già capitale
feritasi
chiude una grande collezione di og« della bassa-Baviera, avente vicino il
MOJS MON 63
1>€neflcenza $oiio pure quivi nume* ^e una vasta piazza quadrata cir-
rosi e liberalmente dotati ; è ad condata di arcate, su cui si dipin-
essied olla filantropia del celebre sero a fresco diversi soggetti tolti
no: due
i elettori l'ascoltarono. II di Vienna per l'imperatore, e di
duca donò al Papa un bellissimo Colonia pei tre elettori ecclesiasti-
calice d'oro con patena cesellati dal ci, lanuova nunziatura fu subito
rinomatissimo Germano orefice di potentemente combattuta, massime
Luigi XIV, la cui sola fattura co- dagli elettori di Magonza e Colonia,
stò quindicimila lire francesi. Di- e dall'arcivescovo di Salisburgo, per-
morando Pio VI a Monaco ogni chè esercitavano giurisdizione eccle-
giorno dal balcone compartii la be- siastica ne'dominii bavaro- palatini,
nedizione, e per tre volte al po- e furono sostenuti dall'imperatore
polo che da tutte parti accorreva Giuseppe pretendendo ricono-
II,
iMON MON 67
184^, l'odierno arcivescovo, ilivenu- duzioni ch'esigono un gran calore;
to tale il primo di ottobre, fece do- vi si raccolgono in abbondanza a-
inondare al regnante Pio IX il sa- ranci, limoni, olive ed altre frutta ;
68 MON MON
ri II, CarlOj Ranieri IH
Giovan-
e ciato i saraceni, e il primo princi-
ni II furono anamìragli e cìam- pe fu Grimaldo I figlio di Passano
berlani dei re di Francia, tra'quali Lo stato si tenne
signore d* Antibo.
Ranieri IH nel i3o4 sconfisse in per lo più sotto la protezione di
mai-e i fiamminghi, togliendo loro Francia, ma nel secolo XVI passò
80 vascelli, e facendo prigioniere il sotto quella di Spagna, perchè do-
conte Guido col fiore de'suoi cava* po la vittoria di Carlo V contro i
lieri. Ebbe questi la città di Venza, francesi in Pavia, Agostino Grimal-
e fu intitolato signore dell'isole di di tutore di Onorato I prin-
zio e
Cefalonia, s. Marta, Zante e Leu* Monaco, per assicurare lo
cipe di
ca che poi perdettero. Grimaldo lì stato e per vendicarsi della morte
e Federico furono generalissimi del- del principe Luciano suo fratello,
le milizie pontificie; Gabriele e ucciso da Bartolomeo d' Oria si-
Francesco di quelle degl' imperato- gnore di Dolceacqua, pose il nipo-
ri d'oriente e dei re di Napoli. Ser- te sotto la protezione cesarea nel
vi ai re di Napoli , comandando i525, con ricevere presidio spa-
in mare, Luchino; ai re di Geru- gnuolo da pagarsi da Carlo V, e
salemme Baldoino; e Giovanni ai rimanendo al principe il dominio
duchi di Milano. Un lungo tratto e la sovranità del feudo, oltre al
di paese nella spiaggia di Proven- comando dello stesso presidio. Fu
za presso Sambracitano
l'antico osservato l'accordo fino al 1604,
ora golfo Grimaldo, fu pure di in cui fu ucciso da' soldati del pre-
questa potente casa, per aver dife- sidio il prini^ipe Ercole I, coli' oc-
so quella spiaggia dai saraceni. La cupazione della fortezza a nome del
stessa casa potè più volte armare re Filippo ni, il quale l'anno se-
molte galere per repubblica ge-
la guente restituì lo stato al suo si-
novese: ventitre ne recò in aiuto gnore, ma volle insieme che il go-
di Carlo II re di Napoli, e fino a vernatore fosse spagnuolo. Mal sof-
trenta ai re di Francia. Oltre ad frendo tal servitù il principe Ono-
altre assai illustri parentele. Guido rato sebbene distinto dal re col
II,
te; Grimaldo IH, Alessia nipote presidio francese, come riuscì l'an-
d'Alessio imperatore; Oltolino eb- no i64ij a queste condizioni: che
be Lodovica Lorena ; Girolamo
di il principe ritenesse la sovranità, il
linois. L' arma è tutta posta a qua- ro, ma non può ricevervi che ba-
drangoli d'argento e di rosso po- stimenti di mediocre dimensione :
cipe, praticata nel sasso vivo verso nel 196, e derivarono dai seguaci
il 1722 dal principe Antonio, che di Praxea, contro cui scrisse Ter-
guida da Mentone a Monaco , ed tulliano. In Inghilterra sotto Crom-
ha sul lido a mezza lega la estiva wel appellaronsi uomini della quin-
principesca villeggiatura. Il princi- ta monarchia una setta di fanatici
pe Carlo I detto il grande, gover- che credevano che Gesù Cristo do-
natore di Provenza ed ammiraglio vesse discendere sulla lena per fon-
M ON MON 7»
«larvi un nuovo regno, co» tal per- persone religiose, anche non rego-
suasione ideando rovesciar ii gover- lari e monastiche, usando un senso
71 MON MOiN
^riguarda i monasteri, e divennero oe- disse di que' Papi che conservaro-
lebratissimi quelli di Monte Cassino, no le abbazie assunti al pontifica-
àSnbiaco, Fulda, Chiaravalle, Fossa- to,mentre qui noteremo che nel
nuova, Cava, Cislello, Clugny, Val- maggio 1847 il regnante Pio IX
lombrosa , Avellana Nonantola , , ritenne a sé l* illustre abbazia di
Grotta ferrata, di Gre- s. Gallo, di s. Suhìaco (Fedi). Papi , imperatori
gorio di Roma, di Monte Vergine, re, principi, principesse ed altri
Monte Oliveto, ed altri di cui par- fabbricarono monasteri, e li arric-
liamo ai rispettivi articoli. Parlan- chirono di rendite, ricolmarono di
do de' monaci dicemo de' mona- privilegi e prerogative; diversi Pon-
steri di greci, armeni e altri orien- tefici cambiarono la casa paterna
tali di Roma: il Terzi, Siria sa- in monastero, come s. Gregorio I,
gli abbati che tuttora vi hanno po- quello di s. Giusto di Lione: innu-
sto se ne parla a Cappelle Pon- merabili poi sono visitati da loro, i
nel catalogo o matricola di qual- cata per dimora de' monaci e delle
che regolare congregazione, e ciò si monache; anticamente erano quasi
otteneva colle suppliche, co' servigi come piccole città, nelle quali i reli-
to. La seconda maniera delle fì- 3o5 s. Antonio abbate patriarca dei
gliuolanze de' monasteri era quan- cenobiti, presso l'alto Egitto, vicino
do si domandava per più persone. ad Afrodite nell'Egitto di mezzo, o
Queste fratellanze o figli uolanze col- nella Tebaide, e chiamato Phaìum.
la partecipazione delle opere buone In occidente, secondo il Baronie al-
de' monaci e religiosi sono tutta- l'anno 328, il primo monastero fu
via in costume presso gli ordini re- fondato in Roma, ma il Muratori
golari, a norma de' privilegi con- nella dissert. 65 , dell' erezione dei
ceduti dai Papi: ne parlammo al- monasteri e dell'istituto de' mona-
trove, come nei voi. XXXIV , p. ci, dice in Milano. Quindi fu co-
279 del Dizionario j e di esse ne stume de' fondatori di monasteri
ha scritto in proposilo il p. Gian- di sacre vergini di mettere in essi
grisostomo Filippini teatino. Ne' dit- le proprie sorelle per prima dire-
tici la morte degli abbati era no- zione de' medesimi ; così si legge
tala colle parole Deposi tio domini
: di s. Antonio e di s. Pacomio nel-
iV. ahbalis: quella de' monaci col l'oriente, di s. Agostino nell'Africa,
solo obiit. In questi dittici necrolo- e di s. Benedetto patriarca de' mo-
gi, detti obituari o morlirologi, si naci d'occidente in questo. Il Mu-
registravano altresì i nomi degli al- ratori scrisse la dissert. 66 : dei
tri del clero, de' vescovi, de' prin- monasteri delle monache ^ che dal-
cipi e de' santi. A maggior como- l'oriente si propagarono in occiden-
do del lettore, per lo più in un te. Nel 4"^' per ordine dell'impe*
74 MOi\ MON
rnlore Marciiiiio, il concilio gene- vi restarono in più luoghi; tra i
1
76 MON MON
iium. 85 e 86, che s. Gregorio I lasciarne l'intiero governo agli ab-
ad istanza del re dì Frsrncia con- bati. Papa Adeodato II del 672
Il
avanzata e di buoni costumi. Ce- posti erano divenuti come tanti be-
lestino III del I191 ordinò col cap. nefizi. Benedetto XII nel i335
Cum simiis, i4 de regularibus^ obbligò gli abbati a restituirsi ni
che i fanciuHi offerti dai parenti loro monasteri, ed Innocenzo \ I
rense de'bened. di Troyes, nel 1 720. Rouen, nel 1716. Beata V^ergine ócì
Beata Vergine Arularum de' be- cister. di Beauvais, nel ijii.S. Pie-
ned. di Perpignano, nel 1702. S. tro òe' heneó. d'Angers, nel 1750.
Salvatore de' bened. di Montpellier, Blanchelande de' premoslr. di Co«i-
nel 1753. Beata Vergine de'clu- tances, nel 1724. Beata Vergine
niacensì di Linioges, nel 1705. tS*. de' premoslr. di Reims, nel
1743.
Armando de' canonici regolari di S. Stefano de'bened. di Saintes,
Sarlatj nel 1751. S. Aiiherto dei nel 1730. Beata Vergine àc c\^\.(tv.
can. reg. di C'ambriiy, nel 1710. di Mirepoix, nel 1741- Beala Ver-
S. T^ieola de' can. reg. di Arras, gine de'cister. di Reims, nel 174'^*
nel 171 T. S. Pietro de* can. reg. Bello Loco de' bened. di s. Mauro
di Rocbelle, nel 1760. S. Anìano di Verdun, nel 1734. Beata Vér-
de'bened. di s. Pons, nel 1753. gine de' can. reg. di Lione, nel
Beata Vergine de' can. reg. di Lu- I Beata Vergine de' cisler. di
7 46.
con, nel 704. S. Croce de* can.
1
Rhodez, nel 1739. S. Bartolomeo
re^. di Poitiers,
nel 1748- Beata de' can. reg. di Limoges, nel 1739.
Vergine de'cister. di Sens, nel 1746- Beata Vergine de'cister. di Com-
Beala Vergine de'cister. di Aucb, mi nges, nel 1756. S. Bomano de
nel 1762. S. Pietro de'bened. nel Blavia de' can. reg. di Bordeaux,
i665. S. Bertino de'bened. di s. nel 1743. Beata Vergine à^ é%\e.\\
Omer, nel 1753. S. Pietro de'be- d' Evreux, nel 174^- Beata Ver-
ned. di Limoges, nel 176^. Beata gine de'bened. di s. Maino di Li-
Vergine de' bened. di Treguier, nel sieux, nel 1755. Beata Vergine dei
1678. S. Florenzio de'bened. di cister. di Limoges, nel 1719- Bea-
8o MON MON
nel 1704. S. Leonardo de'bened. ta Vergine de' cister. di Blois, nel
di Mauro d' Edcien, nel 1775.
s. 1724. Beata Vergine de' haucd. d\
S. Croce de' bened. d'Evreiix, nel Viviers, nel 1753. S. Pietro de be-
i652. Beata Vergine di Chiara' ned. dì Sens, nel 1725. S. Vigo-
valle de' cisler. di Langres, nel 780. i rio de' bened. di Bayeux. Beala
Beala Vergine de' can. reg. di Poi Vergine de' can. reg. d' Angouléine
tiers, nel 1 748. Beata Vergine dei nel 1727. S. Salvatore de' bened.
cister.di Sarlat, nel 1727. Beata di Poiliers, nel 1727. ^S*. Amando
Vergine de'cister. di Chalons sur de' can. reg. di Sarlat, nel 1728.
Saone, nel 1749- 'SS. Pietro e Pao- Beata Vergine de'cister. di Poi-
lo de' bened. d'Evreux, nel 1670. liers, nel 1743. S. Pietro de' be-
*$*. Severino de' can. reg. di Sens, ned. di Soissons, nel 1756. S. Ma-
nel 1697. Beata Vergine de cìstei'. ria Maddalena de* can. reg. di
d'Alby. nel 1771. S. Roberto dei Chartres, nel 1735. S. Vittore dei
bened. di Clermont, nel 1752. S. bened. di Rouen, nel 1740* Beata
Martino de' bened. d'Eduen, nel Vergine de' bened. di Gliaitres, nel
1708. S. Clemente de' bened. di s. 1742. S. Pietro de' bened. d' E-
Vittore di Metz, nel 1742. S. Ni- vreux, nel 1765. S. Stefano dei
cola de* bened. di Soissons, nel bened. di s. Mauro di Bajeux, nel
1678. Beata Vergine de'cister. di i74J». Beata Vergine de'cister. di
Sens, nel 1678. S. Lorenzo dei Besancon, nel ij55. S. Guglielmo
premoslr. di s. Lisier, nel i74f- de' bened. di Lodovien, nel 1740-
S. Crispino de' bened. di Soissons, S. Pietro de' bened. di Seez, nel
nel 1759. SS. Pietro e Paolo dei 1 724. S. Dionigi de' can. reg. di
bened. di Narbona, nel 1729. Bea- Reims, nel 174^- -Sefl^^ Vergine
ta Vergine de* premostr. d' Auch, de'cister. di Limoges, nel 173 1.
nel 1758. S.Giovanni de' bened. Beata Vergine de' bened. di Cha-
d* Aire, 1698. Beata Vergine
nel lons sur Marne, nel 1740* Beata
de'cister. di Reims, nel 1735. S. Vergine e s. Martino de' bened. di
Pietro de' bened. di Le Mans, nel Chalons sur Marne, nel 1770. Bea-
1729. S. Crispino de* can. reg. di ta Vergine de* cister. di Litnoges,
1705. S. Cerano dei
Soissons, nel nel 1732. S. Pietro de' bened. di
can. reg. di Cbarties,
1706. nel Tarbes, nel iG^g. Beata Vergine
Beata Vergine de'cister. di Cahors, de' can. reg. di s. Malo, nel 1661.
nel 1 759. Beata Vergine de pre- S. Benigno de' bened. di Dijon, nel
mostr. di Tolosa, nel 1753. Beata 1758. Beata Vergine de hened. di
Vergine de' can. reg. di Langres, Le Mans, nel 1768. S. Eparchio
nel 1721. Beata P ergine de' pie- de' bened. d' Angoulème, nel 1754-
raoslr. di Laon, nel 1733. S. Idul- S. Eurulfo de* bened. di Lisieux,
fo de' bened. di Troyes, nel 171 3. nel 1765. S. Eusebio de' bened.
S. Colomba de' bened. di Sens, nel d'Apt, nel 1752. SS. Trinità dei
1758. Beata Vergine de'cister. di bened. di Coutances, nel 17 14- ^'•
Kieux, nel 1751. Beata Vergine Leodegario de' bened. di Clermonl,
de'cister. di Le Mans, nel 1722. nel 1744. S. Evuerto de'can^reg.
Beata Vergine de' can. reg. di Pe- d'Orleans, nel 1739. SS. Gerva-
rigueux, nel 1757. Beata Vergine sio e Protasio de' bened. d' Agen,
de'cister. d' Angers, nel 1723. Bea- nel ij^i' Beata Vergine de* cister.
MON MON 81
dì Narbona, nel i^SS, Beala P'er- Ognissanti de^cau. reg. di Chalons
gine de' cister. di Chalons sur Sao- sur Marne, nel 1769. S. Austre-
ne, nel 1761. S. P^olusiano dei monio de' bened. di Clermonl, nel
can. leg. di Pamiers, nel 1743. S. 1727. S. Giovanni de' premostr.
Eligio de' can. reg. di Lisieux, nel d' Amiens, nel 1706. Beata Ver-
1784- Beata Vergine de' beiied. gine de' cister. di Sens, nel 1733.
d* Amiens, nel 1667. S.Pietro dei Beala Vergine de' cister. di Reims,
bened. d' Edueu, nel 1733. Beala nel 1746. S. Giuliano de' bened.
Vergine de' bened. di Poitiers, nel di Tours, nel I7i4- De insula àeì
1680. De Fusniaco de' cisterc. di premostr. di Rouen, nel 1723.
Lione, nel 1703. S. Stefano dei Beala Vergine de' bened. di Char-
cisterc. diBajeux,nel 1699. S. Mat- tres, nel 1730. S. Ragneberto dei
teo de' bened. di Lacnen, nel 1725. bened. di Lione, nel 1747- '^- '^^^'
S. Giovanni de' piemostr. di Seez, valore de' bened. di Chalons sur
nel 1720. S. Pietro de' bened. di Marne, nel i656. S. Lupo de'can.
Sens, nel 1782. Fiorenzo dei
S. reg. di Troyes, nel 17 io. S. Lau-
bened. d' Angers, nel 1731. S. Gè- nomario de' bened. di Chartres,^ nel
remaro de' bened. di Beauvais, nel 1 660. S, Luciano de' bened. di
1713. Beata Vergine de'cisler. di Beauvais, nel 1 704. Beata Vergine
Bordeaux, nel 1765. Beata Vergi- de' cister. di Rhodez, nel 1707. S.
ne de' bened. di Besan^on, nel 1 74^. Laudo de' cisterc. di Coutances, nel
Beata Vergine de' cisterc. di Bour- 1 695. Beata Vergine de' bened. di
ges, nel 1727. Beata Vergine dei Evreux, nel 1698. S. Benedetto
cisterc. diSainles, nel 1728. S. Fer- de' bened. d'Orleans, nel i743. S,
ìnerio de' bened. Vazaleu, nel 745. ) PiWro de'bened. di Rieux, nel 1753.
Beala Vergine de' cister, di Cahors^ S. Pietro de' bened. di Besancon,
nel 1678. Beata Vergine à& chier. nel 1747- Beata Vergine de' ci-
di Tolosa, nel 1780. Beala Ver- sterc. di Soissons, nel 17 16. Beata
gine de' bened. di Lisieux, nel 1702. Vergine de' bened. di Le Mans, nel
De Giniont de' cister. d'Auch, nel 17 16. SS. Pietro e Paolo de' be-
1695. Beala Vergine de' bened. di ned. di Cambray nel 1793. SS.
Carcassona, nel 1780. S. Pietro Trinità de' premostr. d' Avranches,
de' bened. di Bouen, nel 1760. nel 1725. S. Pietro de' bened. di
Beala Vergine de' cister. d' Angou- s.Mauro di Parigi, nel 1727. S.
léme, nel 1723. S. Pietro de' be- Mauro de' bened. d' Angers , nel
ned. di Tarbes, nel 1746. S. Ger- 1729. Ss. Trinità de'can. reg. di
mano de' bened. d'Aiixerre, nel Rochelle, nel 1648. S. Mavenno
1758. S. Martino de' bened. di s. de' bened. di s. Malo, nel 1647.
Vittore di Metz, nel 1735. Beata S. Giovino de' bened. di Poitiers,
Vergine de' can. reg. Noviomen, nel nel 1730. S. Martino de* bened.
1745. Beata Vergine de' bened. Eduen, nel 1746- S. Massimo dei
JNoviomen, nel 1754. S. Ilario dei bened. d'Orleans, nel 1^0^. Bea-
bened. di Carcassona, nel 1762. ta Vergine de' cisterc. di Langres,
Beata Vergine de' premostr. di Pa- nel 1778. S. Pietro de' bened. di
j igi, nel 1 747. S. Pietro de* bened. Chalons sur Marne, 1739. S. nel
di Beziers, nel 1737. S. Gio. Bat- Vedaslo Amiens, nel
de' bened. d'
tista de' can. reg. di Sens, nel 1659. 1
7 1 j . S. Pietro de' bened. di To-
VOL, XLVI. 6
.
82 MON MON
Iosa, nel i j^S, Ss. Trinità de* be- de* can. reg. di ResanQon, nel 1742.
lied, di Sens, nel lya i. 3Ionte Uor- Beata Vergine de* cisterc. di Rour-
go do' bened. di Coulaiìces, nel 1746. SS. Vincenzo e Ger-
ges, nel
1771. S. Pietro de* cluniac di mano de'bened. di Parigi, nel 1715.
Clermoul, nel 1723. S. Melano dei S. Michele de* bened. d' Avranclies,
bened. di Rennes, nel 1728. tS'. nel 1721. Beata Vergine de' cisterc.
Pietro de' bened. di Sens, nel 1725. di Perigucux, nel 1727. àS*. 3Iar-
Magno luogo
de' bened. di Clei- tino de' bened. di Rouen, nel 1 749*
inonl, nel 1748. S. Martino dei S. Richerio de' bened. d' Amiens,
bened. di Clermont, nel 17 io. SS. nel 174^' S. Giacomo de' can. reg.
Gio. e Andrea de' cluniac. di Poi- di Sens, nel 1731. S. Pietro de'be-
liers, nel 1752. S. Memmio dei ned. di Langies, nel 1731. S. Pie-
can. reg. di Chalons sur Marne, tro de'bened. di Lisieux, nel i'j^^-
nel 1736. S. Giovanni de' bened. S. Quintino de' bened. Noviomen,
di Carcassona, nel 1754. S. Stefa- nel 174'^' S. Benedetto de'bened.
ito de' bened. di Rieux, nel i']^^. di Poitiers, nel 1668. Beala Ver-
S. Mariano de' prernostr. d'Au« gine de can. reg. di Narbona, nel
xerre, nel 1736. Beata P^ergine 1706. Giovanni de'bened. di
S.
de'cislerc. di Clermont, nel 1727. Langres, nel 1721. S. Martino dei
S, Mansueto de' bened. di Tulle, can. reg. di Beauvais, nel i665. S.
nel I 743. Beata Vergine de' pre- Rufo de* can. reg. di Valenza, nel
mosti*, di Tulle,1736. Beata
nel 1720. S. Remigio de'bened. di s.
7"^ergine e s. Calocero de' bened. Mauro di Reiuis, nel i74'>. S. Sal-
di Chalons sur Marne, nel 1754. vatore de' bened. dis. Mauro, di
Beata Fergine àe h^tità. di s. Vit- Vannes, nel 1747' Reata Vergine
tore di Reims, nel i745». Beata de' can. reg. di Sainles, nel 1763.
Vergine de' can. reg. di Besan^on, S. Salvatore de' bened. di Lodo-
nel 1787. S. Maxentio de' bened. ven, nel 1771. Beata Vergine dei
di Poiliers, nel 1693. Santa Ma- bened. di Bordeaux, nel 1747- ^•
ria de* bened. di Langres, nel 1760. Saturo de' can. reg. di Bourges, nel
Beata Vergine de* bened. di Poi- 1746. S. Segnano de'bened. di
tiers, nel 1677. S. Nicola de' be- Langres, nel 1722. S. Pietro dei
ned. di s. Mauro^ d'Angers, nel bened. di Limoges, nel lySì. Bea-
1753. Beata Vergine de* cisterc. ta F ergine
de'bened. d' A Jais, nel
d'Evreux, nel 1702. i^". Gilberto I 7 Beata Vergine de* prernostr.
1 3.
de' prernostr. di Clermonl, nel 1727. di Seez, nel 1730. De Signiaco
Beata Vergine de' bened. di Tours, de cisterc. di Reims, nel 174?'.
nel 1750. S. Pietro de' bened. di SS. Sergio e Bacco^ de' bened. di
Soissons, nel 1751. S. Pietro dei 8. Mauro, d'Angres, nel 174^- ^•
bened. di Sens, nel 1670. S. Fa- Pietro de' bened. d' Alais, nel 72 i i
MON MON 83
Beala Vergine de' cisterc. di Ca- gine de* cislerc. Clermont, nel
di
\allicen, nel lySi. S. Pietro dei 1722. S. Pietro de' bened. d'Avi-
can. reg. dì Limoges, nel lySo. gnone, nel 1749- S. Savino àQ'hQ-
Beala Fermine de' preinostr. di ned. di Tarbes, nel 1731. S. Pie-
Ileinis, nel 1734. Beala ergi ne F tro de' bened. di Bourges, nel i73r.
de' cisterc. di Vabres, nel 1735. S. Stefano de' bened. di Saintes,
Beata Fergine de' bened. di La- nel ijZi. S. Pietro de' bened. di
vaur, nel i74'' ^- Severo de' be- Chartres, nel 1732. ^S*. Salvatore
ned. di CoutanceSj nel174^' *^' de' bened. di Coutances, nel
1670.
Sinforìano de' bened. di Metz, nel S. Fincenzo de* bened. di Laon,
1775. S. Taurino de' bened. d' E- nel 1754- S. Urbano de* bened. di
\reux, nel 1753. S. Lorenzo dei Chaions sur Marne, nel 1757. Bea-
cislerc di Frejus, nel 1698. S. ta Fergine de'premoslr. di Sois-
Tiberio de' bened. d'Agde, nel 708. j sons, nel 1739. Beata Fergine àé.
Ss. Trinità de' bened. di Chartres, cislerc. di Reims, nel 1741- loca-
;
,
84 MON MON
reg. d'Hoesca, nel 1 8 1 5. S. Giovan- Passavia, nel \^'ji. SS. Pietro e
ni de'bened. di Jaca, nel 1824. Paolo Meick de* bened. di Pas-
di
Monasteri degli stati Sardi con- savia, nel 1768: Pio VI nel 1782
B. Vergine de' cisterc. di
cistoriali. recandosi da Vienna a Monaco, il
Ginevra, nel 1728. B. Vergine dei 22 aprile giunse a questo insigne
bened. di Torino, nel i743. B. monastero, e nel di seguente disce-
Vergine de' cislerc. di Casale, nel se nellamagnifica chiesa, ascollan-
1727. B. Vergine de can. reg. di dovi la messa celebrata dal cardi-
Ginevra, nel 1727. S. Ponzio dei nal Migazzi, indi passò a pernot-
bened. di Nizza, nel 1727. SS. Pie- tare nella celebre abbazia di s. Flo-
tro ed Andrea de* cisterc. di Ri- riano de' canonici lateranensì. S.
palta, arcidiocesi di Torino, nel P/Wro de* bened. di Gand, nel 1791,
1743. SS. Salvatore^ A ventare ed di cui però godeva la nomina il re
Ottavio de bened. Torino , nel di di Francia. S. Michele de' bened.
1727. S. Stefano de'bened. d'Ip- di Colocen o Colocza , nel 1682.
poregien nel 1727. S. Pietro de
, S. Salvatore di Fulda, de'bened.
Sylva de' bened. di Vercelli nel , di Magonza, nel
1738, poi eretto
1727. Beata Vergine de Talloire in vescovato. SS. Vito e Stefano di
de'bened. di Ginevx'a, nel 1727. Corwei in W"estfalia, de' bened. di
S. Gennaro
de' bened. di Vercelli, Paderbona, nel 1777. Fe^f" Corbeja.
nel 1727. S. Maria di Coramajo, S. Massimino de bened. di Treve-
de'bened. di Torino, nel 1741, co- ri, nel 1763. Pio VII nel 1821
me dicemmo nel voi. XX, p. 84 con bolla de' 26 luglio soppresse
del Dizionario. SS, Pietro e Paolo l'abbazia di Neiivenzell e di Oliva
de Novalesia de' cisterc. di Torino, negli stati del re di Prussia. Il me-
nel 1727. S. Giusto de Securia dei desimo Papa il i.° aprile 18 18 a-
can. reg. di Torino, nel 1727. B. veva soppresso quella di Campido-
Vergine de Vezzolano de' bened. di nia cioè il monastero di Maria
,
ma del passato secolo, nel nove- c/iutìf, che vuol dire in irlandese
,
86 MON MON
chiesa di Mocliua, giacche egU era suffraga nea dell'arcivescovo di Com-
chiamato anche con questo nome poslella, e lo è tuttora. Il primo
come pure con quello di Cluanus vescovo di Mondonedo fu Miirtino
o Clìuanus. Morì in età di ottan- Dumiense, che sottoscrisse il primo
tanov'anni il i." gennaio, nel qual concilio di Braga nel 4' suoi suc- i :
giorno si onora la di lui memoria. cessori furono, Mi loco nel 572, Me-
MONDO r. (s.). MuifDo (s.). topio nel 633, Sona che fu al VII
MONDONEDO ( Mindonien ) . concilio di Toledo,Beh che sotto-
Città con residenza vescovile della scrisse il Braga, Teodorindo I
111 di
Spagna in Galizia, undici leghe di- morto neirSyo, Gonsalvo fiorito nel-
stante da Lugo, capoluogo della 1*888, Rudecindo dell'893, Teodo-
provincia del suo nome, e sede di rindo morto nel 909, s. Rosendo,
II
l'Eo con titolo di contea, con por- detti all' ufìiciatura. L'episcopio è
poluogo della provincia del suo Mondovi o Monde vi, 3Ions Vi-
nome e di mandamento, sulla ri- ciy Mon^ Regalis, da un' italica le-
va destra dell'Elero, affluente del ga de'popoli della Liguria, dì Sa-
Tanaro, sede d'un tribunale di pri- luzzo ,Ceva e de' circostanti
di ,
«8 MON MON
goito laSa inaugurarsene la fon- segnalata vittoria sui pieraonlesi
dazione come di cospicua terra, ed ciò che obbligò la corte di Tori-
otto anni dopo nascenti i frati mi- no ad abbandonare poco tempo il
nori poterono edificarvi un mae- Piemonte a' vincitori. Nel 1799
stoso tempio alla memoria del lo- quarantamila contadini piemontesi
ro patriarca poco prima defunto, quivi si radunarono, onde tagliare
che venne poscia eretto in catte- la ritirata al generale Soult che
drale. Si vedono ancora gli avan- riconduceva gli avanzi dell'armata
zi di quelle mura, che circondando di Scherer battuto a Verona ; ma
il monte, dierono asilo agli emi- essendo stati dispersi , la città fu
grati ne'torbidi d'Italia, specialraen- costretta ed abban-
di capitolare,
te milanesi, dopo l'eccidio di Fede- donata al saccheggio per aver in-
rico I, essendo, come si è detto, già coraggiato la ribellione, onde mol-
possente al declinar del secolo XII. to soffrì.
Vuoisi che nel 1238 Federico II abbia La sede vescovile l'eresse Urba-
dichiarato il comune libero e indi- no IV colla bolla Salvator nostei\
pendente. Tuttavolta si assoggettò data in Perugia l'B giugno i388,
prima ai conti di Savoia, e poi ai non pare ad istanza di Teodoro mar-
marchesi di Monferrato, laonde il chese di Monferrato, trasferendo il
escovo d'Asti sottopose all' inter- dominio della città al nuovo vescovo
detto e scomunicò gli abitanti con di Mondovi, con titolo di conte.
Bressano che li signoreggiava. Nel II vescovato lo dichiarò suffraga-
1257 i monregalesi ritornarono neo dell'arcivescovo di Milano, di
sotto il vescovo, e nel 1270 sog- poi Leone X nel i5i5 in vece lo
giacquero a Carlo d'Angiò. Il ve- sottomise alla metropoli di Torino,
scovo d'Asti nel 1282 tentò di ri- di cui lo è tuttora. La chiesa benché
cuperare i suoi diritti, e Roberto smembrata d'Asti ( la qual chiesa
re di Napoli glieli lasciò qual feu- conservò per vari secoli il diritto
do, succedendo al re la nipote Gio- di nominare il vescovo) ed i ca-
panna I, Dopo di aver lungo tempo nonici d'ambedue le cattedrali go-
goduto quasi libero reggimento, dono della reciproca fratellanza, e
questo cessò nel i347 P^*' ^^ ^^^^' ^^"^ presenti in coro nelle due cat-
stine divisioni. Indi passò sotto il tedrali a vicenda. Il primo vesco-
dominio de'Visconti, i quali lascia- vo fu nominato nel i388 in fr.
rono godere al vescovo d'Asti le Damiano Zavaglia di Genova, do-
regalie minori; ma nel 1396, dopo menicano, celebre oratore, che com-
breve dominio del marchese di pilo ottime leggi, v'introdusse i re-
Monferrato, un poco volontariamen- ligiosi del suo ordine, sostenne va-
te, un poco per forza, si sottomise rie col vescovo e capitolo d'A-
liti
alla sovranità di Amedeo VIII sii, che non potè terminare, e la-
duca di Savoia, che l'avea occupa- sciando di sé buon nome, mori nel
ta, quietandosi il marchese cogli spo- i^o/\.. Gli successe Giovanni Solio
salizi celebrati tra le due case; al- genovese, che intervenne al conci-
lora Mondovi venne decorata del lio di Pisa, e moiì nel i4»3. Gio-
titolo di città. I francesi coman- vanni XXllI nel i4'4 ^'"^^ vesco-
dati da Bonaparte riportarono nei vo Francesco Fauzone nobile di
dintorni il 22 aprile 1796 una Mondovi, monaco benedettino. Ri-
i
,
MON MON 89
porteremo i successori più distinti. Clemente VII unì la prepositura
Nel 1429 Perce vallo Belma nobile della Trinità al capitolo: rassegnò
savoiardo, traslato a Belley nei la sede nel
i548, e gli fu surro-
1438: sotto di lui Eugenio IV sta- gato Bartolomeo Piperi di Saluzzo
bilì meglio la giurisdizione della cubiculario pontificio, dotto e li-
diocesi. Gli successe Segando Ayme- mosiiiiero, morto in Roma nel iSSg,
rico francese, ch'era vescovo di Bel- e sepolto nella chiesa del conser-
ley, che intervenne al concilio di vatorio di s. Caterina de'Funari
Firenze; concorse a pacificare Lo- che lasciò erede. Il 27 marzo i5tìo
dovico duca di Savoia col duca divenne vescovo il cardinal fr. Mi-
di Milano, ed al suo tempo l'ab- chele Ghislieri domenicano di Bo-
bazia de'benedettini di s. Dalma- SCO presso Alessandria, onde si sot-
zio o Dalmazzo vescovo, fu unita toscriveva cardinal alessandrino .
alla mensa da Nicolò V. Nel 1484 Trattenuto a Roma per affari più
Antonio Campione savoiardo vedo- gravi da Pio IV, spedì in vece per
vo, che nobilitò la cattedrale con suffraganeo a reggere la chiesa
preziosi donativi, ed ebbe dal ve- qual vicario generale, il vescovo
scovo d'Arezzo parte della mano Yerrense Girolamo Ferragata. Que-
di s. Donato vescovo e martire ,
sto infaticabile prelato in difesa
che ripose in detta chiesa ; poscia dell'immunità minacciò di scomu-
nel 1490 ^^ trasferito a Ginevra. nicare il sindaco della città, e \a
duca di Savoia. Carlo Bosario no- reggendo le briglie del cavallo due
bile d'Asti, fatto vescovo nel i5o9, della famiglia Biglioni, secondo il
stesso anno con dolore del Papa : duca di Savoia, e vuoisi che visi-
i566. Durante il suo vescovato guente ainio gli successe Carlo Ar-
fu sollecito inviarvi de' predicatori, gentcrio de' marchesi di Brczè, ab-
rivendicò patrimonio della men-
il s. Benigno di Frutluaria, che
bate di
sa, e fatto Papa convalidò con bol- prudentemente governò la chiesa:
le l'università degli studi, che nel eresse in cattedrale dai fondainenti
i56o il duca Enimanuele Filiber- la chiesa di s. Maria, e l'ornò; ri-
to avea eretto in Mondovi per la parò l'abbazia di s. Dalmazio, com-
teologia, giurisprudenza, medicina, pose le discordie de' cittadini , in-
filosofìaed arti, in tempo che To- trodusse i carmelitani scalzi, pose i
rino era occupata da' francesi ; uni- religiosi alla cura dell'ospedale, fu
versità che in progresso si estinse benefico di doni colla cattedrale,
anco perchè contrariata da quella e pieno di meriti fu pianto nel
di Torino. Il Pontefice beneficò con i63i. Carlo Antonio Riva di To-
dignità ecclesiastiche, e fece suoi rino, governatore di varie città del-
famigliari diversi monregalesi, e lo stato ecclesiastico , ornò la sala
quando Clemente Vili annoverò principale dell'episcopio, e in catte-
tra' beati Pio V, la città lo elesse drale sepolcro per sé e
edificò
il
MOi\ MON 91
canonico Moiulovi
di Gioacchino lica , ascen^lono a trecento fiorini
Glassi dedicò: I\If morie t'sloriclw citi- mentre la mensa è di circa quat-
la chiesa vescovile di Monteregah tromila scudi.
in Piemonte^ Torino 1789, delle MONEGONDA (s.). Nata a Char-
quali fu pubblicato onorevole arti- tres, fu maritata
da' suoi genitori
colo a p. 37 ddV Effemeridi leU. onorevolmente, ed ebbe due figlie.
di Rotila del 1790. Nel i8o5 Gio. Venutele queste a mancare , risol-
Battista Pio Vitale nobile di Moa- vette di ritirarsi dal mondo, e col
dovi, tiaslalo d' Alba nel concisto- consentimento del marito si fabbri-
io tenuto a Parigi da Pio VII il cò a Chartres una cellelta , in cui
i.° febbraio. 1824 Francesco Gae- si rinchiuse per servir Dio nell' e-
tano Buglioni o BuUioni di Sa- sercizio continuo della preghiera, e
luzzo de' conti di Monale. Per sua nella pratica di tutte le austerità
morte Gregorio XVI nel concisto- della penitenza. Ella non avea altri
ro de' 23 maggio 1842 preconizzò mobili che una stuoia, su cui pren-
l'odierno vescovo monsignor fr. Gio- dea la notte qualche ora di ripo-
vanni Tommaso Ghilardi domeni- so, ne usava altro nutrimento fuor-
cano, torinese di Cassalgrasso. ché un po' di pane bigio ed acqua.
La
cattedrale è dedicata a Dio, B.itiratasi in appresso a Tours, con-
«otto r invocazione di s. Donato tinuò lo stesso tenore di vita , in
vescovo e martire. Il capitolo si una celletta che si fece fabbricare
compone di quattro dignità, prima presso la chiesa di s. Martino. Qui^
delle quali è l'arcidiacono, dell'ar- vi essendosi a lei aggiunte parec-
ciprete, del prevosto e del cantore; chie pie femmine, formossi a poco a
di quattordici canonici, comprese le poco intorno alla sua celletta un
prebende del teologo e del peni- monastero di religiose. Dopo essere
tenziere, di otto beneficiati, di quat- stata per molti anni modello per-
tro cappellani, e di altri preti e fetto di virtù e santità, mori nel
chierici addetti al divino servigio. 570 j ed è menzionata nel marti-
iSella cattedrale vi è il battisterio, rologio romano a' 3 di luglio.
e la cura d'anime si funge dall'ar- MOiNEMBASIA. F. Napoli di
ciprete per due sacerdoti da lui e- Malvasia.
letti con approvazione del vescovo, MONETA, Moneta, Pecunia, Aes,
il cui magnifico ed elegante palaz- JYummuSy Numisma. Metallo conia-
zo sorge incontro detta chiesa. Nel- to per uso di spendere e contrat-
la città sonovi altre cinque chiese tare le cose agevolmente. Prese tal
parrocchiali , comprese quelle del nome dal cognome di Giunone Mo-
suburbio, con fonte battesimale ; tre neta nel cui tempio iu Roma si
per voto fatto da Camillo dittatore non modo nummi^ sed omnes ms
nella guerra contro gli aurunci, dan- tam solidae, quani mobiles, et lani
done il senato Tincumbenza a due corpora, quani jura continentur. Le
deputati , e destinatone il luogo ricchezze degli antichi romani con-
dov'era già stata la casa di Man- sistendo ne' primissimi tempi nel so-
lio, della quale parlando Livio, di- lo bestiame, che pecus dissero dal
ce : Nimc aedesy et mone-
officina pascere, serviansi di esso, come di
quello che con altra dicevano pe- colo furto; e il peculium de' servi,
chè egli racconta che i lidii trova- eziandio per una tal quale dignità
rono primi la moneta d'argento e in che erano dagli antichi tenuti.
d'oro, e che tennero in loro forza Il medesimo Gennarelli, p. 20, di-
tutta l'Elruria,dove passò metà cendo che Vaes grave s'intende la
della nazione. Pare che Vaes rude moneta a pieno peso di libbra, o
si componesse di lastre senza tipo, le produ-
sue parti corrispondenti,
virgaej sapendosi però di certo che ce le spiegazioni che ne die Boechk,
il bronzo fu in progresso segnato il quale scrisse che Vaes grave in
d' un' impronta forse fu eguale la
, tutte le epoche è l'uno e il mede-
forma del metallum infectum, la simo, vale a dire il metallo a pie-
quale subì diverse mutazioni, h'aes no peso di Ubbra ; di moneta co-
rude però, nelTautorità de' privali, niata adunque quella di cui il va-
dovea dar luogo ad inconvenienti lore nominale corrisponde alla lib-
gravissimi, sulla giustezza e bontà bra di peso di Plinio. SuWaes ru-
del metallo; si originò da qui la de o grave ne parleremo dicendo
moneta segnata^ la quale, meglio delle prime monete de' romani ed
ancor che la informe, prese il luo- italiani.Quanto a Nummus e Nu-
go delle greggie, cioè dell'antica pe- misma, cui fu pur chiamata la mo-
cunia. Quindi ricchi dicevausi lo-
i neta, il Sarnelli Lett. eccl. t. X,
cupletes e pecuniosi, per esprimere lelt. XIX, n. 4 e 5, rileva, che da
la grandezza delle terre e la mol- Numa re de' romani che nelle sue
titudine delle greggie ; con le quali monete pose con l'immagine l'iscri-
ultime s'infliggeva dagli antichi la zione del proprio nome, venne det-
pena delle multe; ed essendo cer- taNummus; laonde sebbene Nu-
tissimo che il commercio primiti- misma di cesi la Medaglia {Vedi),
vo fu con le greggi, vi è la mas- l'evangelista chiamò Numisma la
,
94 MON MON
moneta coirenle a mtniiis , ed sce all'economica paralisia dello sta-
Orazio cliiamò Numisma una ino- to, li prelato Nicolai nelle dotte
rela del re Filippo di Macedo- Memorie sulle campagne e annona
nia. Il vocabolo di Numismntica di Roma par. 3, p. 4, chiamando la
scienza delle medaglie , deriva dal moneta necessaria per la società ci-
nome lanlo greco quanto latino di vile, dichiarate quali sono le cose
moneta e medaglia; scienza o
di necessarie per la sussistenza, e quali
arte che principalmente ha per og- per vivere agiatamente, osserva ciie
getto lo studio delle monete, mas- non essendovi società o individuo
sime degli antichi greci e romani. che avesse tutte queste cose sebbe-
ì^. TEckhel, Lezioni elementari di ne necessarie, convenne acquistar le
numismatica tradotte dal Ceroni, mancanti col cambio delle altre co-
Roma 1808. Tanto basti quanto se superflue; ma riuscendo molto
ni vocaboli di moneta, pecunia, aes, disagevole la permutazione, s'intro-
nummus, numisma, co' quali si chia- dusse la compra e vendila , colla
ma la moneta. merce universale chiamata moneta,
Le monete sono più certi mo- i onde si rese necessaria la materia,
numenti della storia, poiché per es- che dicesi pasta, di metalli più i
tri beni che procacciò all'antico con- la nostra volontà, essi ritorneranno
tinente, diede ancor quello, se pu- al loro primo ufficio di ornare e-
sue miniere (si calcola a circa venti- dinal Agostino Valerio, e Benedet-
mila milioni di scudi il valore del* to XIII. Trattano del valore della
l'oro ed argento raccolto da esse): vecchia moneta il p. Giovanni Ma-
dal che, secondo la comune opinio- riana, De ponderibiis et mensuris^
ne, le monete dovettero abbassare in fine del suo trattato De rege;
di valore, e meno eslimarsi di quel- Antonio Sola in fine del commen-
le antiche che precedettero la sco- tario sui decreti de* duchi di Sa-
perta del nuovo mondo, per la ra- voia ; Antonio Gobio, De monetìs;
gione che questi metalli assai in al- il p. Beverini, De pondtrihus; Gu-
lora scarseggiavano. Tutlavolla la glielmo Budeo, Della moneta e va-
causa principale del maggior valo- luta lorOj traduzione di Gualandi ;
tribuì all' innalzamento del valore cesi dai veneti e Sforzeschi, sosti-
della moneta, fu quella de' bisogni tuirono le monete di rame a quel-
maggiori delle popolazioni, e ciò in le d'argento. Federico II impera-
proporzione de' bisogni rispettivi e tore nel i23i fece dichiarare con
del lusso sempre fatalmente cre- pubblico editto, che una certa mo-
scente.Opinano alcuni che alla fi- neta di cuoio, la quale volle fosse
ne gran quantità d'oro e d'ar-
la coniata nella Ptomagna colla sua
gento dovrà produrre una disisti- impronta , si dovesse spendere al
ma, e conseguentemente il disprez- valore del nummo augustale, da
zo per la monetazione; cioè se l'uo- doversi poi ricambiare con altra
ne; che
la loro mutazione scon- avesse fatto imprimere sopra cia-
certa commercio^ come dimostrò
il scun pezzo di metallo una marca
il Fabro, De variis nuniman'orum o un seguo, un' impronta in som-
debitoruni solulionibus; che abbas- ma, che ne indicasse e ne accer-
sato il prezzo di quelle d'argento, tasse la finezza ed il peso. D'uopo
fanno crescere di stima quelle d'o- era altresì di convenire nello stabi-
ro, e perchè alle volte accresciuta limento di certi termini per espri-
di prezzo; l'alterazione delle mone- mere quelle differenti porzioni di
te cagiona danno e sconcerto gra- metallo destinate a servire di se-
vissimo , essendo comunemente le gni rappresentativi alle derrate o
monete di forma rotonda. Il Buo- alle mercanzie. Questa è stala, di-
narroti citato, dice che la moneta ce il Goguet, l'origine della mone-
degl'imperatori romani fu chia- ta; ma riesce assai difficile, se pu-
mata sacra, come le altre cose lo- re non impossibile, il determinare
ro appartenenti; dichiarando che la l'epoca precisa in cui cominciò la
MGN MON 97
RI, con altre iiotixie su parecchie lano inabili a possedere benefìzi >
bri nella numismatica, sebbene il- cune monete venne scritto il nome
lustrarono immensamente l'ampio di Dio o d'alcun santo o il segno
argomento, molto vi resta. Essendo della croce, per render testimonian-
la moneta un pezzo di metallo co- za della verità della moneta, tanto
niato colle armi di un principe o circa alla materia quanto ancora ,
d'uno stato, che gli dà corso ed circa il peso : per questo istesso mo-
autorità per servire di prezzo co- tivo nelle medaglie antiche si tro-
mune alle cose di valore ineguale, vano scolpite l'effigie de' Cesari, per-
vi sono quattro sorla di delitti di chè ne venerassero e rispettassero le
moneta falsa: i." quando si balle immagini popoli più lontani, ed
i
cipe, lo stemma dello slato o l'iscri- nete colla sua eflìgie. L'immagine
zione; 4'"quando coloro i quali de' santi nelle monete è segno della
battono la moneta per ordine del loro protezione delle città e regni
principe o dello slato, la fanno di cui esse appartengono. Osserva Pro-
titolo o di peso inferiore al pre- copio che ne
, persiani , né altri
i
Roma si trovò un teschio quasi gi- disse a detto articolo, e delle prin-
gantesco con in bocca una moneta cipali sue raccolte. Nell'aprile 1847
d'aigento appartenente a Tito, e vi in Egitto ebbe luogo una gran fe-
era scritto Judìea Capta. 11 Ma- sta nazionale, cioè la solenne col-
rangoni , Delle cose gentilesche e locazione della prima pietra delle
profane trasportate ad uso delle chiuse del Nilo, fatta dal vii:erè
MON MON 99
Mohammed-Àly con cerimonia mai talento egiziano e babilonico, ch'era
avuta luogo in Turchia, nuovo alle volte peso e somma numerari»,
progresso che Torienle attinge agli componendosi di dodicimila dram-
usi ed all'incivilimento europeo. Il me; e fuvvi il talento attico, il ma-
viceré, mentre gli sceh miaistri del cedonico ed altri : ed in Egitto an-
maomettismo compievano le loio che il tolomeo d'oro. Varie nazio-
preghiere, fece porre in una casset- ni ebbero la dramma, il siclo d'oro
ta di piombo ogni sorla di monete chiamato adarcon e drachma, l'asse
d'oro, d'argento e di bronzo conia- moneta di conto dei primi tempi di
te sotto il suo governo all'occasio- Roma , r assarion e 1' aureus pure
ne di questa festa, ed un processo romani, il Cristofaro de'lidii, il dari-
verbale, saldata a piombo e depo- co de' persiani, diverse specie di
sta nella buca preparata in un bloc- dramma, il fìlippo d* oro moneta
co di pietra di fondazione della macedone, la lira o mina egizia, la
chiusa. Indi il viceré prese un po- mina attica d'argento, la mina d'oro
co di cemento con una cazzuola dei romani, l'obolo, l'oncia, il pondo
d'oro, e lo gettò sopra la pietra, e sinonimo di libbra, il quinario, il
I
ci
nete d'argento o d'oro. L'uso della rigine non si adoperasse nel bat-
moneta fra gli assiri, che alcuni di- tere le monete se non che un solo
cono i primi a battere moneta, i tipo, o un solo impronto, a fine di
caldei o babilonesi, è provato d'au- prevenire la frode e di dare ai pez-
torilà precise: Ephron domandò ad zi monetati un carattere legale. Es-
A bramo pel prezzo del campo ove sendosi poi perfezionata l'arte della
volea stabilirvi il sepolcro di Sara, moneta, si ornò anche il rovescio
4oo sicli d'argentOj ed A bramo ne della moneta di una testa o di
pagò la somma. Quindi abbiamo il qualche altro simbolo. I greci pone-
100 MON MOiV
ano sulle loro monete d'ordinarlo neta e fabbricarne di rame, ciascuna
dei geroglifici o de'segni euiginalici, del peso d'una libbra o as. Sotto
che particolari erano a ciascuno sla- i re di Roma non si conobbe la
to, o a ciascuna provincia. Quelli di coniazione di monete d'oro e d'ar-
Delfo rappresentavano sulle loro mo- gento, la quale s'incominciò a conia-
nete un delfino, una ci-
gli ateniesi re l'anno di Roma 4^4 o 4^5?» ^
vetta, beozi una figura di Bacco
i l'anno 546 quella d'oro. Cesare fu
con un grappolo d'uva ed un'ampia il primo che
fece imprimere la sua
coppa , i lacedemoni uno scudo, e testa sullemonete, per decreto del
così altri altre insegne. 11 Zaccaria, senato. Può vedersi la grande opera
Scoria leu. d'Italia t. IH, p. i8i di Budeo, De asse.
che prima di lui Numa stabilì un servato che Carlo Miigno era tanto
corpo o compagnia di battittori di ricco con un milione solo di ren-
rame chiamati aerarìiy i quali era- dita, quanto lo era Luigi XV con
no monetari
i di quei tempi, ed sessantasei milioni. Sotto Carlo il
egli fece fabbricare della moneta di Calvo, e neir 864 ^' cominciò a
rame, la cui specie non era affatto porre sulle monete l'effigie del prin-
marcata, ma tagliata grossolanamen- cipe regnante, ed il suo editto sul
te in piccoli pezzi quadrati, ed il regolamento e valore delle monete
peso ne fissava il valore: la più con- è uno de'piìi antichi e curiosi mo-
siderevole fu chamata as^ aes^ o numenti della legislazione francese.
rauduSy dalla sua materia, e pondo Le monete di tal nazione vuoisi
o ussipondio, perchè pesava una lib- che da Filippo IV cominciassero a
bra o dodici oncie, laonde per co- portar la leggenda: Sit nonien Do-
sentissi Giovi e
i le barche, e nei noscere qualunque moneta greca ^
quadranti, il fiore, il bue, Nettuno, ec. tanta urbica che dei re, Napoti 1826.
Oltre i citati autori, tra gli al- Musaei Sanclementiani numisniata
triscrissero sulla moneta i seguen- selecla imperatorum romanorum
ti.Mainoni, Descrizione di alcu- graeca, aegyplica coloniarum il-
et
ne monete cufiche, Milano 1820. lustrata cum figitris, Romae 1808.
L* Adler pubblicò un piccolissi- Spanhemii, Dissertatio de praestan-
mo saggio delle monete cufiche. tia et uw numismatuni anfiquorwn,
Michele Tafuri fece la prefazione Pcomae 1664. Du Gange, De ini-
solamente uno dei due, e dall' al- ti, poscia in diverse epoche da nu-
tra le armi del Pontefice che re- meroso stuolo di altri erelici e
gna o di alcuno de* suoi predeces- scismatici, i quali per vaghezza di
sori, gittando in allo la moneta oppugnare i diritti eziandio tempo-
dicono Arme o SanlOy e secondo che rali della Sede apostolica, lutti
pre l'una cosa o l'altra, vince quel- erano anticamente padroni assoluti
lo che la indovina (questo giuoco de' loro stati, ma bensì gl'impera-
tullora si fa in Ron)a ). In Tosca- tori, accozzando insieme l' autorità
na sogliono dire Giglio o Santo, degli antichi scrittori e vari monu-
portando le monete di rame per menti o finti o mal inlesi, per sos-
Jo più il patrono s. Gio. Battista tenere le loro imposture, con pre-
da una parte, e dall' altra il giglio, testo di sostener le ragioni dell'im-
antica insegna di Firenze. pero germanico. Ma le nere calun-
MONETE PONTIFICIE, Monc- nie furono confutate appieno dal
tae Poniìjiciae. Dacché la Sede a- celebre Gretsero, e da altri veridici
poslolica per volontaria dedizione e imparziali scrittori, e quelle con-
de' popoli, o per munificenza di tro il diritto eh' ebbero i Papi di
Tari principi cristiani ebbe il domi- batter moneta, dall' Acami con la
pi saiularmenle pili liberi nell'eser- benché sia la più antica fra quelle
cizio della pole.slà di supremi pa- de' principi d' Italia, chiamandola
stori conferita da Gesù Cristo. zecca del Senato Romano (P'edi),
Muratori nella dissert. XXVII,
Il e da questo ceduta al Papa a tale
Anliquit. Italie, medii aevi t. Il, p. epoca. Il Borgia nelle Mem. di Be-
54B, fu primo ad alzare il velo
il nevento t. II, p. 287, dice che le
Uiisteiioso che le prijne monete pou- città della Chiesa ch'ebbero la zec-
tiiìcie cuopriva, ma con sinistre e ca, oltre Roma, Ancona,furono
insussistenti interpretazioni, al pari Ascoli, Benevento, Camerino, Gub-
di quelle di Le Blanc nella sua dis- bio, Ferrara, Fermo, Forb, Mace-
sertazione slorica delle monete: tra rala, Perugia, Pesaro, Ravenna,
le altre cose, falsamente il Mura» Recanati, Riniino,, Sinigaglia, Spo-
turi alTermòj che i Pontefici ave- letOj Urbino e il contado Venais-
vano ottenuto privilegio di batter sino. Di queste città egli aQerma
moneta dagT imperatori greci, chia- che la sola Ravenna ebbe zecca
mando il dominio di Adriano I, pontificia prima di Benevento^ la
vicariato di Carlo Magno. Le Blanc quale però ebbe il singolarissimo
qualche volta è stato troppo azzar- privilegio di coniar monete colle
dalo ne' suoi pensamenli, e qual- chiavi della Chiesa, per indicare la
che autorità da lui citala è infe- sovranità papale, e che neppure i
i
MON MOW 109
Tanti, Garnmpi e Argelati, descri- Papa diritto di batter moneta, il
vcMidosene una d'argento e di for- quale ebbe lo stesso dominio e si-
ma quadrata dal Grimaldi col Vol- gnoria che avevano esercitata i men-
to santo, e colle chiavi incrociate, tovati due antecessori, anche a p.
Len diversa da quelle di piombo o XI 1 e seg. La rariss-ima moneta di
di slagno che per divozione da- s. Zaccaria posseduta dal cav. Bel-
Tansi a pellegrini. Due simili col li, in grandezza è simile a quella
"Volto santo si vedono presso il prodotta dal Ficoroni, che dà il
getta; ma dal comune consenso dei la confrontata con altra esistente nel
popoli, che scossa la tirannia dei museo Rircheiiano del collegio ro-
greci, riconobbero per loro sovrano mano e trovata identica. Però la
l'autore delle Osservazioni, avver- 772, non essendo loro riuscito Iro-
tendo che il Ficoroni però pose varne delle più antiche, come notò
una sua moneta tra i piombi, e la l'Acami p. XVllI, dicendo avere
chiamò lamina. IVel 741 gli succes- rivendicata la moneta di Zaccaria.
se s. Zaccaria, autore ri- e detto Il Baronio attribuì Leone I a s.
nel diritto -^ Zacchariae e nel ro- 795, dicendo all'anno 4^ che fli '
vescio 4jf Papae, la quale divulgò coniala una moneta col nome e im-
r Oldoìno dal museo de' Gotlifredi magine di S.Pietro, e dall'altra parte
romani, e meglio ravvisò il p. Ma- col nome di s. Leone I; ma l'Ale-
billoii che ne trovò una simile nel manni e il Vitlorelli con altri la
museo Mezzabarba in Milano, e dichiararono di s. Leone HI, anche
chiamò pretiosa cimelia. L'Acami per l'iscrizione D. JX. Leoni Papae,
p. Vili la chiama la più antica perchè il titolo Domìni nostri pel
moneta papale, e dice che legittima primo fu dato a lui, mentre l'an-
la riconobbero Fontanini e Garam- tico dominio de' Papi su Roma es-
pi, confutando chi negava a quel sendosi più stabilito, da quel lem»
110 MON MON
pò in poi così vennero chiamali. ni gli baciarono i piedi, e secondo
Avendo s. Leone III elevalo Carlo il rito che descrivemmo altrove del-
Magno neir 800 all' impero, e rin- la consacrazione, il Papa regalò il
bocca una moneta d' (irro a chi nel lem V, sese mihi moneta oblulit,
vespero precedente intronava loro quod turbolenlissimis iis Romanae
la quinta antifona. Ecclesiae temporibus polissimum tii-
Alla biografia del cardinal Ga- buendum esse videtur ,
quibus ni-
nimpi, encomiando lo studio da lui Eoirum seditiosa Capitolii factio con-
fatto sulle monete pontificie, dissi sulibus et senatoribus jam antea
pine della dotta dissertazione che creatis, ac paullatim urbis admini-
pubblicò: De nummo argenteo Be- stratione summis Ponlificibus adem-
nedicti IH, eletto neir855. L' A- pia, cudendae quoque monetae au-
carni non ricoi»osce per moneta pa- cloiitatem insolentissime sibi arro-
pale quella monetam romanam che gaverat". PeJÒ avvertiremo, che
si legge nel canone i5 del concilio nel cimelio numismatico Belliano
di Ravenna dell'Byy sotto Giovan- vi è la moneta inedita di Giovan-
ni Vili; ma l'autore delle Osser- ni XIV, che nel 984 successe a
vazioni, p. 207, chiaramente dice Benedetto VII, ed il gran vuoto,
che il Papa nel concilio fece proi- come suol farsi, è riempilo colle mo-
bir solennemente che niuno ardisse nete del memorato turbolentissimo
occupare alla Chiesa i patrimoni, senato romano. Nella collezione Scil-
le regalie e la zecca di Roma. In- lana poi, eravi una monetina di
di nel concilio Tricassino si confer- mistura, che lo Scilla dice l'unica
niarono le costituzioni promulgate da lui veduta, del b. Benedetto XI
da quello di Ravenna per ordine immediato predecessore di Clemen-
di Giovanni Vili questo Pontefi- : te V, nsal battuta e consumata ,
petere. Sulle monete quadrate, o- disse dei pugni di monete, che se-
vate ed angolari, il libro delle Os- condo l'antico rito spargevano al
servazioni ne tratta a p. 1 64 e seg. popolo, di che facemmo anco men-
Gregorio V creato nel 996 con- zione nel voi. XXI, p. i56 del Di-
cesse a Gerberto arcivescovo di Ra- zionariOy mentre a p. 160 e 16
venna l'investitura della città , col rimarcai il gettito e dispensa delle
privilegio insieme di battere mone- monete che avea luogo in cinque
ta : Ex gratuita largitale nostra diverse località nel recarsi i Papi
donamus libi, tuaeqiie ecclesiae di- ad alcune sacre funzioni. Siffatti
MON MON m3
tempo di Celestino II del m43, Gregorio Vili. Veramente al prinjo
che successe ad Innocenzo II. A i senatori fecero il consueto giura-
questi prestarono giuramento i giu- mento, che si legge nel p. Mabil-
dicie avvocati di Roma, con docu- lon, Mus. hai. t. II, p. 21 5, ove si
mento che cita Acami ove sono , numerano le regalie del Pontefice,
nominati i denarii papales. Ad In- e fra esse moneta perchè era stata
nocenzo II nel ii4[ si ribellarono invasa dagli arnaldisti ; ma nella
i romani, ripristinando con autori- sede vacante la usurparono di nuo-
tà il senato, istigati da Arnaldo da vo, finche popolo romano venne
il
queste fossero del senato, come man- chiarò re de'bulgari Calogianni, gli
carvi l'imperiai nome? obbiezione mandò le insegne reali, con facol-
che il Carli avea prevenuto a mo- tà di battere moneta. Grato Pie-
do suo. La mancanza del nome im* tro II re d'Aragona ai benefizi ri-
periaie è una prova diretta di quan- cevuti da Innocenzo 111, fece tri-
to si asserisce, poiché gl'imperatori butario della chiesa romana il re-
erano molto gelosi della loro auto- gno, coU'annuo censo di duecento-
rità, come tra gli altri rilevò Se- cinquanta maomezzettini , moneta
gur. Questo punto è ben discusso di quel reame, equivalente ognuno
dall'autore delle Osservazioni, spie- a sei soldi reali. L'alterazione del-
gando il significalo del verbo reddo, la moneta parve tale indegnità per
e confutando le interpretazioni si- un principe cristiano a Innocenzo
Jiistre, gli abbagliamenti e assolute HI, ed un sì duro aggravio pei
decisioni del Carli, colle quali pre- sudditi, che ordinò al re di Majo-
tese stabilire l'epoca della zecca pon- rica il richiamo delle monete alte-
tificia con dire erroneamente che
, rate, sotto pena altrimenti delle
dal ri 88 cominciarono Papi a i censure ecclesiastiche e della sco-
dir loro la moneta che prima era munica, non dovendo con falsa le-
del senato, il quale solo la batteva ga avvantaggiare il regio erario.
per privilegio pontifìcio, laonde si Nel 12 17 Onorio III concesse in
"vide ne* tempi appresso correre mo- feudo la Marca d'Ancona al mar-
neta papalina e del senato fino al chese d'Este, col tributo annuo di
secolo XV. Rilevò ancora come il cento libbre dimoneta provisina,
Carli per vendicare al senato ro- moneta die alcuni dicono portata
mano tulle le monete coniate in in Roma da Carlo II conte di Pro-
tempo in cui vacava l'impero, col venza meglio ne parlammo a De-
;
nome però del Papa, quando non nari, e nel voi. IJ, p. 4? ^el Di-
ebbe altro scampo le tolse a un zionario. Sotto Innocenzo IV, men-
Papa, e le attribuì a un altro, tre era assente da Roma, nel 1252
• tWw à
,
e nel i3io visitò la provincia ve- seguitava '1 Tribuno ". Il Vettori
naissina, dominio della Chiesa, cui quindi chiama rara la piccola mo-
die il titolo di contea, facondo bat- neta, nella quale da una parte si
tere moneta d'argento col titolo di legge -^ N. Tribyn. Avgvst. nel
Venaissin : Comit. Venasini, ovvero contorno d* una croce grande qua-
Comes Venasini, sotto il successore drata, che sta nel mezzo; e dal-
Giovanni XXII. Tanto la moneta l'altra similmente si legge: -^Ro-
I
5
etc. " Il lodato Pompilj narra a citato Vitale p. 569 e seg., premet-
p. 274, cbe il Fioravanti da al- tendone i disegni di trentasette^ in
cune monete in cui si legge da cinque tavole, ragionando a p. 583
una paite Innocentius PP. VII, e di altre monete senatorie colle no-
Sanctus Petrus S. P. Q. R.
dall'altra tizie comunicategli da Pietro Bor-
ritiene che il senato abbia avuta ghesi di Sa vignano. Ma quanto al-
facoltà di batter moneta, che taU la zecca pontificia, apprendiamo
volta siaglisi questa stata tolta, e dal Vettori a p. 4^3, che ne'tempi
talvolta ridata, come in tempo di antichi quella de' romani era nel
Innocenzo VII del i4o4) lorchè si mezzo della città, secondo Marziale;
fece la concordia colla mediazione che a'tempi di Giorgio Vasari la
di Ladislao. Dice inoltre che nei papale era nel palazzo del vescovo
])assi tempi la zecca senatoria era di Cervia (forse un Cesi, o un
alle radici del Campidoglio vicino Santacroce al più) sul cantone di
all'arco di Settimio Severo ( molte s. Lucia della chiavica. L'Albertini
volte fu pure nelle case e palazzi nel libro Mirabilia urbis Romae^
privati de' senatori, che ne abusa- che indirizzò a Giulio II, nel ca-
rono mettendo in circolo monete pitolo de officina cudendae pecii-
supposte d'argento, mentre erano niae scrive così: Non longe ab ec-
di pessima lega, come le monete clesia s. Gelsi ( che corrisponde-
erose battute in Roma
prima della rebbe al suddetto banco di s. Spi-
deportazione di Pio VI, colle qua- rito), tua sanclitas officina pecu-
li diversi arricchirono), come de- niae cudendae construxit. Indi par-
ducesi dal Signorile o Signorelli la il Vettori della macchina eretta
che nel principio del secolo XV nella zecca vaticana attribuita a
era scrivano del popolo romano, e Lorenzo Bernini e da lui perfezionata
fece una relazione di Roma e sue ( il bilanciere adoperato a mulino
chiese. Altrettanto avea riportato il coir impulso delle acque che volta-
Vitale, Storia de senatori di Ro- no alcune ruote, e sostituito ai
ma, par. II, 370, narrando pu-
p. martelli che battevano sui conii per
re come fu poi tolta la cura della applicare l'impronto alle monete),
zecca, e facoltà di battere moneta poiché già da molto tempo era sta-
ai senatori e conservatori, ed ap- ta inventata in Hall di Germania,
propriatasi privativamente dai Pon- e nel i665 fatta porre in esecu-
tefici verso la metà del secolo XV, zione da Alessandro VII, riportan-
fu trasferita per più sicurezza nel sito do la lapide marmorea, che perciò
ov' è ora il banco di s. Spirito rim- fu eretta nella facciata esterna del-
petto a Castel s. Angelo, e da A- l'edifizio, Moneta rum officina. Fi-
,
mente XIII una medaglia colla sua to il 1757, onde riceverne il corre-
effigie , e nel rovescio V epigrafe spettivo in monete d'oro di poste-
Repente De Coelo Salus, con la riore coniazione. Indi nel 1787 il
figura della Chiesa con croce, ri- Papa rimise al prelato tesoriere
schiarata da un raggio celeste, a- quarantamila scudi in cedole , e
vente innanzi un' ara con turibolo settantamila in contante per riti-
neta, nel 1796 in maggio ne abolì con editto de' io febbraio i8oo
r incremento, invitando i possessori ridusse la moneta sì di mistura o
a portarla al monte di pietà per plateale, che di rame, battuta dopo
ricevere corrispondenti cedole, che il 1793, e con altro de' i5 pubbli»
pel. loro gran numero e discredito co il sistema de' pagamenti ; quindi
costrinsero il Papa ad alienare una a' 19 marzo venne emanato l'edit-
quarta parte de' fondi rustici del to sulla riduzione della moneta fi-
stera, ad eccezione del mezzo scu- quelli che fecero rimarcare i pregi
do di Spagna; la tabella del prezzo di tal riforma nomineremo l'eru-
a cui si ricevono dalle zecche di ditissima Dìssertatìo Bonavenlurae
Roma e di Bologna le paste d' oro Orfei sacri consistorii advocati, de
e d'argento; la notificazione del veteris nuniismatis potestate ejus-
cardinal Galeflì camerlengo in ese- que incremento, et decremento, Ro-
cuzione del chirografo sovrano sul- mae 1887.
la riforma del sistema monetario, All'articolo Camerlengo di santa
e sul corso legale delle monete; i ROMANA Chiesa dicemmo del dirit-
provvedimenti emanati dal tesorie- to che i cardinali camerlenghi han-
rato sul monete
corso ladelle ; no in sede vacante di battere mo-
tolleranza del corso delle monete neta d'oro e d'argento colla loro
d'argento, benché sieno state bu- arma gentilizia; qui collo Scilla ri-
cate per appendersi al collo o alle porteremo il novero di que' cardi-
corone; la circolare della segrete- nali, che sino al suo tempo Teser-
ria per gli affari di stalo interni citarono, e tutt' ora 1' esercitano,
per l'interdizione di traforare, a- parlando quello scrittore de* motti
, ,
Vettori in più luoghi discorre del- rire quelle non mentovate dopo Scil-
pontificie contenute nelle opere dis- Ottone Candido o sia Bianco dei
parate e disgiunte di tanti eruditi marchesi di Monferrato Teodoro ,
detto il conte Verde, Guerreggiò coi figlio Guglielmo IX montò sul tro-
milanesi, e T imperatore i>igismon- no, al quale nel i5nS successe Bo-
I a8 MON MON
nifazio VI suo figliuolo, assai ama- l'iscattare i poveri schiavi, e disputò
to (lai sucMili. Per la prematura sovente cogli ebrei e co* loro rabi-
sua morie, nei i53i Giovanni Gior- ni, de' quali ne indusse parecchi ad
gio ultimo erede maschio della ca- abbracciare le verità del vangelo,
sa di Monferrato, ed abbate di Bre- ed occupossi in altre somiglianti c-
mida e di Lucedio, depose V abito gregie azioni, per le quali Benedet-
ecclesiastico pel marchesato. Onde to XII nel i337 o i338 lo creò
assicurare la successione maritò la cardinale prete di s. Stefano al
nipote Margherita, figlia di Gugliel- Monte Celio. Ma quando giunse in
mo marchese di Mantova
IX, al Barcellona la nuova di sua pro-
Federico Gonzaga, che nel i533
II mozione già era passato agli eterni
ebbe il marchesato di Monferrato riposi.
per morte di Giovanni Giorgio, do- MONFORT (ven.) Lodovico Ma-
po avervi regnalo i Paleologi 228 RIA Grignon. f^. Montfort.
anni : così questo stato si compe- MOJNIGA (s.). Nacque nel 332
netrò nella casa Gonzaga, cui Car- da famiglia cristiana, e fu educata
lo V imperatore gliene die V in- da una buona femmina che da gran
Testitura. Quindi Massimiliano li tempo era nella casa de* suoi geni-
nel iSyS 1' eresse in ducato. Estin- tori, la quale instillò in lei le mas-
gressi nella santità e nelle scienze, Essa n' ebbe tre dal suo matrimo-
che acquistatasi in breve alta ripu- nio, due maschi ed una femmina.
tazione nella Spagna e nella Fran- Il maggiore di tutti fu s. Agostino
cia, venne consultato come l'oraco- (Fedi)f sugli errori del quale ella
lo de' suoi tempi. Più d' una volta ebbe a versare molte lagrime, non
intraprese H viaggio dell' Africa per cessando mai d' implorare da Dio
MON MON 119
la sua conversione. Nel 384 vendo f» nica sia presso i canonici regolari
Agostino lasciata Roma, ov' erasi di Arouaise, vicino a Bapaume nel-
recato, andò a Milano per insegnar- TArtois, tranne il capo che vuoisi
vi reltorica. Ciò saputo dalla madre, trasportato nella chiesa di s. Ama-
imbarcossi per raggiungerlo. Giunta to a Donai
Sarà una parte del .
a Milano intese dalla propria boc- capo, perchè afferma il Piazza nel-
ca del figlio ch'egli non era più V Ernerologio, venerarsi nella detta
manicheo. Ivi ella strinse particolar chiesa di s. Agostino. La festa prin-
conoscenza con s.Ambrogio, il qua- cipale di s. Monica si celebra ai
le slimava s. Monica per la sua 4 di maggio,
pietà, e cougratulavasì spesso con MON TORI O, Monilorium, Prae-
1
Agostino perchè avesse una tal ma- ceplum. Ordine emanato da un giu-
dre. Ivi pure ebbe la consolazione dice ecclesiastico,che obbliga tutti
di vedere finalmente la perfetta con- quelli che hanno conoscenza del
versione di quel caro figlio che le fallo che vi è contenuto a rivelar-
era costato tante lagrime, angoscie lo senza indicarne gli autori per il
e preghiere. Dopo questo felice av- loro nome, sotto pena di scomunica,
venimento ella andò con lui in una ai curati ed ai vicari che lo pub-
casa di campagna, ove si ritirò con blicano dal pulpito delle chiese par-
alcuni suoi amici, e prese parte nel- rocchiali in favore di alcuni mem-
le sublimi conferenze che colà ten- bri della Chiesa, poiché non si ac-
nero fra loro. S. Agostino fu bat- cordano monitorii agli eretici ed
tezzato nel di di Pasqua del 887, agli scomunicali denunciati, non es-
364- Alle biografìe de' Pontefici cemmo ancora degli attentati com-
dicemmo de'principali monitorii da messi dai parlamenti eretici, contro
essi intimati, e molti ne abbiamo i monitorii pontifìcii. All' articolo
ce Innocenzo III {redi). Nel iSciS Castro e Faenesb si raccontò co-
Giovanni XXII pubblicò il proces- me il duca di Parma fortifìcò Ca-
so formato contro Lodovico il Ba- stro, onde Urbano Vili gli fece in-
Taro con un monitorio a lui diret- timare un monitorio di pene spiri-
to, perchè sotto pena di scomuni- tuali e temporali, se in trenta gior-
ca desistesse entro lo spazio di tre ni non avesse demolite le fortifica-
versi vescovi. Per altri attentati, osserva nelle medesime monete con-
nel 171 I il prelato Patrizi tesorie- solari, e dipoi si trapassasse da que-
re pubblicò un monitorio contro i ste legature all'uso de' monogram-
jninistri regi, citandoli presentarsi mi. Di ne tro-
questi molti se
in Roma teimine di quaranta-
nel vano nelle medaglie
antichissime
cinque giorni per giustificarsi, al- greche, nelle quali sovente sono es-
tri nienti incorrerebbero nella sco- pressi in tal maniera dai popoli i
munica; quindi il prelato pubblicò nomi di alcune città, parecchi esem-
tre altri monitorii, e due il succes- pi avendone raccolto il p. Mont-
sore Collicola. Le controversie ter- faucon nfella sua paleografìa. Si con-
minale furono da Benedetto XIV, tinuò poscia questo uso ne' bassi
e se ne parla a' loro luoghi. All'ar- tempi, e cosi trovasi il nome di
ticolo Parma diremo della pramma- Ravenna in alcune medaglie stam-
tica sanzione pubblicata dal duca pate in quella città, presso il Du
iiìfante di Spagna, che Clemente Gange. Nel calendario stampato dal
XllI condannò, promulgando moni- Lambecio, nel fiontespizio evvi una
torii in difesa dell'ecclesiastica giu- simile legatura di lettere, nella qua-
risdizione : in favore del duca pre- le tale autore crede siavi contenu-
sero impegno le corti Borboniche to il nome dell' impero romano di
delle due Sicilie, di Spagna e di oriente. Si servirono finalmente di
Francia, minacciando rappresaglie, questi monogrammi, affine di es-
e r ultima con prepotenza occupò primere i loro nomi, i Papi ne'sa-
Avignone. Ne tratta il Bercastel, cri edifizi da loro eretti, massime
Storia del cristianesimo t. XXXIII, nell'abside, e ne' mosaici che face-
p. 2o4 e seg., ediz. dell' Antonelli. vano nelle basiliche, come osserva
MONOFISITI, Monophysitae. E- r Alemi^ni, De lateranensibus pa-
relici dell'oriente, i quali non ri- rietinis, cap. 3 ; e nelle monete co-
conoscevano che una natura in G^- me abbiamo dal Vignoli, Jutiquio-
sii Cristo, e condannavano come res Pont. rom. denarii, e comincia-
nestoriane le espressioni che la Chie- rono a cessare intorno alla metà
sa autorizzò nel concilio di Calce- del secolo XV,
con Nicolò V. forse
donia. Vedi Eutichiani e Giaco- Inoltre Pontefici usarono i mono-
i
I
132 MON MON
plom), come può vedersi nel citalo monogramma fu in uso sino a Fi-
Du Gange nel Gloss. Ialino^ olla pa- lippo III. Questo comunemente si
monete per farvi capire le iscrizioni gramma di Cristo trovato nelle la-
con sigle abbreviate, rilevando for- pidi sepolcrali, non è segno di san-
se da ciò r origine de' monogram- tità ne di martirio, e che senza e-
mi, il cui uso divenne frequente scludere gli altri significati, può
nel secolo VII, e continuò per qual- spiegare il sentimento per Gesù
che secolo. Eginardo scrisse che Cristo. Il Buonarroti, Osservaz. dei
Carlo Magno fu il primo tra i re vasi di vetrOy parlando di questo
di Francia ad introdurre nella sua monogramma, dice che si soleva
corte la pratica di munire le car- porre nelle lettere formate, e si so-
te col monogramma^ probabilmente leva unire con l' A e l'fl, perchè
per ricoprire 1' imperizia sua nel Cristo disse di se stesso, ch'era l'al-
formare buon carattere : egli però fa e r omega, il principio e il fi-
non fu il primo tra i re di Fran- ne di tutte le cose, che sono, che
cia ad usare il monogramma, aven- furono e che saranno altrettanto :
MON MON 37
abbate e signore del reni monaste- il cardinal Rodolfo legato e vesco-
ro di s. Maria Nuova, fu nel 1176 vo d'Albano consacrò la chiesa di
eletto fr. Teobaldo monaco della Monreale, e Clemente IV confermò
Cava, dell'ordine di s. Benedetto : all'arcivescovo il farsi precedere nel-
fu da alcuni detto vescovo, ma dice la 1269
sua provincia dalla croce.
il Lello non trovarsene documento. Avveduto abbate di s. Giovanni di
Nel 1178 gli successe il priore fr. Palermo. 1278 Giovanni Bocca-
Guglielmo, sotto del quale Lucio mazza romano, poi cardinale: note-
III eresse la chiesa del monastero remo che avendo cardinali le bio- i
prescrisse opportuni regolamenti, as- tribunale della rota ordinò non do-
segnando il cardinale provvisioni ai versi alterare gli statuti di Paolo III,
Rocco Pirro, Sicilia sacra j voi. I, stata accordata una pensione di sei-
p. 417. mila scudi al terzogenito del re
i588 Lodovico de Torres ro- che il Papa voleva dare compresa
mano, nipote del precedente, il qua- nella terza parte della rendita su
le 1090. eresse il seminario con
nel cui il re nominava pensioni, per le
giardino, e la sua celebre libreria molte che gravitavano le altre parti;
donata, con approvazione di Gre- ma implorata per grazia, poi fu
gorio XIV e Clemente Vili. Ac- concessa. ^'J^^ Francesco Maria
crebbe il monastero eresse , una Testa di Nicosia diocesi di Messina,
cappella cui regalò i suoi paramenti, traslato da Siracusa. Pio VI a'7 lu-
e alla cattedrale preziosi arredi , e glio 1775 ad istanza del re Ferdi-
fu creato cardinale. 1612 fr. Ar- nando IV l'unì all'arcivescovato di
cangelo Gualtieri siciliano, generale Palermo aeque principaliter. Indi
francescano , limosinicro e ornato Pio VII colla bolla Lnbecillitas ìiu"
,, ,
colla bolla Ecclesiae universalis re- sexcentum sopra novem millia scu-
gimen, indi provveduta deirodierno torura, nullo omnino onere gravata.
vescovo nel i845. MONSIGNORE, Dominus, Do-
La cattedrale, di elegante strut- mnus y Dominus meus. Titolo di
tura gotica, è sacra alla Beata Ver- maggioranza, che significa mio si-
gine sotto il titolo di s. Maria Nuo- gnore , ora proprio de* patriarchi
va: ecco come nell'ultima propo- arcivescovi, vescovi e prelati di man-
sizione concistoriale si descrive il o mantellettone
teiletta della santa
capitolo. M Ob insigne monasteriura Sede (V. Prelato e i relativi ar-
hujus nomìnis s. Beuedicti congre- iicoli ) ; degli abbati mitrati seco-
gationis cassinensis, cujus monaci lari; de* dignitari che lo godono per
saltem viginti numero sunt cano- privilegio o per antica consuetudi-
nici, atque ejusdem metropolita»" ne ; e di quei cubiculari e fami-
nae capitulum conslituunt. Hos In- gliari pontificii notali a' loro luoghi,
ter Ires dignità tes ( priore , decano come maestri di ceremonie, came-
e arcidiacono) recenserunt, quarura rieri segreti partecipanti e sopran-
post pontificalem prima est prio- numerari, camerieri d'onore ed ex-
ratus: adest pariter praebenda theo- /ra «r^ew, e cappellani segreti d'o-
logalis, ac poenitentiaria , nec non nore ed extra urbenij cioè quanto
octodecim presbyteri beneficiati seu ai famigliari pontifìcii, finche so-
praebendali, totidem vicarii de cho- no addetti al servigio effettivo o ti-
copi del partito republ)licano, co- timo, una quasi giurisdizione vesco-
slilm e oiganizzò in Montaloino una vile sopra le chiese di Monlalcino.
nuova repubblica, modellata a so- In fatto la sua pieve di s. Salvatore
miglianza di quella sanese, cbe ar- venne qualificata da Pio li fra quel-
restò i progressi di Cosimo I de le di niima diocesi, quando con bolla
Medici. A celebrare i sanesi i loro de' 1 3 agosto 1462 innalzò la me-
salvali Monlalcino, conia-
diritti in desima in cattedrale vescovile, con.
rono monete di rame, d' oro e di quella di Corsignano ossia di Pieii'
di nel 1600 separò aifalto in per- Giovanni Bindi Sergardi sanese, già
})etuo le due cattedre episcopali di vicario generale e capitolare di Sie-
Montalcino e di Pienza, conferea" na. Al presente sono alcuni anni
do la prima a Camillo Borghese che la sede è vacante.
nobile sanese, nel 1600 trasferen- La cattedrale è sacra a Dio, sot-
dolo da Castro d'Otranto, e poscia to r invocazione del ss. Salvatore,
il suo parente Paolo V lo pro- con battisterio. Il capitolo si com-
mosse all'arcivescovato di Siena, pone di quattro dignità, la prima
facendo vescovo di Montalcino nel delle quali è l'arcidiacono, di do-
1607 Mario Cossa sanese, oriundo dici canonici comprese le due pre-
della nobilissima famiglia napoleta- bende del teologo e del penitenzie-
na, di mirabili virtù ed erudizione. re, e di altri preti e chierici ad-
Paolo V nel 1619 gli sostituì Ip- detti alla divina ufiìziatura. Nella
polito Borghese, altro suo parente, cattedrale vi è il battisterio, e la
generale degli Olivetani, da Urbano cura d'anime la funge l'arcidiaco-
Vili fatto vescovo di Pienza nel no. Poco distante è l' episcopio :
traslato nel i656 a Osimo, poi car- chie munite di battisterio , cioè
dinale ; nel detto anno Lorenzo s. Egidio i325, s.
riedificata nel
Martinozzi sanese benedettino ; nel Lorenzo, s. Margherita, e s. Maria.
i665 Fabbro de Vecchi sanese, il La chiesa dì s. Francesco con va-
quale ingrandì l'episcopio , e il sto convento degli agostiniani, era
palazzo campestre di Castelnuovo de' conventuali sino dal 1285 ; co-
dell' abbate, destinato ai vescovi in sì la chiesa e convento della Nati-
tempo di villeggiatura, rinvenendo vità di Maria degli osservanti era
nella cattedrale il capo di s. Giulio de' riformati. Vi sono due con-
e di s. Vittoria vergine , martiri ; venti di religiosi , un monastero
J
MON MON 145
'
za sopra la destra riva dell' A so, renzo vicario e uditore del gover-
nascendo alle sue radici il Monoc- natore della Marca; eccellenti dot-
chia, in aria eccellente, con fertile lori in legge, come Antonio Sacco*
territorio, ed in amena situazione : ni, Girolamo Giovannini, Alessandro
è circondata di muraglia, con die- Lucidi; prodi militari, come Pier
ci torrioni, tre porte, e diversi pre- Saccone valentissimo capitano che
gevoli edifizi. Fra le sue chiese, ma militò in Toscana, Alessandro Gal-
fuori delle mura, si distingue la cat- li che si distinse in Germania, Se-
tedrale di magnifico disegno, ch'era rafino Rinaldi che fu di terrore ai
destinata a racchiudere il santo Se- turchi nell'espugnazione di Cipro,
polcro di Cristo, se il magnanimo Gio. Viltorucci che militò valoro-
suo concittadino Sisto V avesse po- samente nella guerra tra Url)ano
tuto compiere il gran disegno di Vili e il duca di Parma ; valenti
redimerlo dalle mani degl'infedeli. medici, fra' quali Antonio Vici, au-
Prima vi risiedeva un prelato col tore anco del poema eroico: Lucius pu-
titolo di preside o presidente del gillarìs senensium; rinomati istorici,
presidalo di Montalto, e ne furono cioè Domenico Biondo, Orfeo Naia-
ultimi presidi Francesco Brivio, Pier li, Salvatore Morelli, Vincenzo Ilo-
na, cui soggiacque nell' anno di Ro- il preside dell' abbate farfense, di-
tichità Picene crede piuttosto cin- i Vittoria, della quale parlai anco
que casieiii derivati dalla dislruzio* all'articolo Fermo, e talvolta in
.
J
,
gralo dal cardinal Pamphilj poi 1829 divenne Pontefice Pio Vili.
Innocenzo X, il quale nel i645 lo 1817 Pietro Paolo Mazzichi d'A-
liasferl a Nocera e creò cardinale ; sisi.1823 Filippo Ambrosi d'Ascoli.
alla sua biografia dicemmo delle 1825 ^v. Luigi Canestrari delle
sue benemerenze con Montalto , e Piaggie diocesi di Fano, procura-
dell'erezione dell'episcopio. Nel i645 tore generale de' minimi, esamina-
Girolamo Codebò nobile modenese, tore de' vescovi, consultore di pro-
governatore di varie città dello sla- paganda, e indefesso banditore del-
to ecclesiastico, e designato vescovo fevangelo Leone XII l'esaltò al
:
tizie di Roma. 1735 Pietro Bona- derne il possesso, ciò che eseguì nel
ventura Savini camerinese. 1748 giorno sacro al patrono s. Vito, al
Leonardo Cecconi di Paleslrina, modo descritto nel numero 52 del
dotto autore di opere, fra le quali, Diario di Roma. Dipoi ebbe luo-
Storia di Palestrina, Istituzione dei go ; Scienlijicwn et liUeravium spe*
,
che ne seguirono gli errori : questi to moriva dalle sue ferite, essi Io
furono. I. Dicevano che Montano annoveravano tra i martiri, e se
era il Paracleto, ossia lo Spirito sopravvivea lo creavano gran sacri-
Santo promesso agli apostoli da Ge- ficatore. I montanisti furono condan-
sù Cristo, e che gli apostoli per con- nati, oltre che da molti concilii dei
seguenza non aveano ricevuto lo greci, dai Papi s. Eleutero e s. Zef-
VII passò nel iSiS a quello di 1 àeW Italia sacra^ p. 83. Nacque
Cagli, che rinunziò a Giovanni del però in Venezia, e si applicò poscia
Monte suo nipote, quando nel i55o allo studio delle leggi nelle quali ot-
Giulio III lo trasferì alla chiesa di tenne di essere laureato. Condottosi
Marsiglia. Inoltre il Papa lo decorò in Uoma ancor giovane, guadagnossi
della dignità di patriarca d'Ales- l'affetto in ogni condizione di perso-
sandria, ed a* 20 dicembre i55o ne per l'inarrivabile piacevolezza ed
lo creò cardinale prete di s. Pras- amabilità de'suoi costumi, affabilità
sede. La pietà e religione singoia- singolare, e destrezza incredibile nel
re di questo cardinale, i suoi ta- trattare i più delicati affari. Il car-
per cui recò gran sollievo al Papa grazia e la protezione del princi-
nelle cure e sollecitudini del pon- pe, che pel di lui favore fu innal-
tificato. Tuttavolta Pio IV lo guar- zato alla sacra porpora, ch'egli ri-
dò con cattivo occhio, ciò ch'egli co- nunziò pel granducato di Toscana.
stantemente soffri con cristiana ras- Avendone iustantemente supplicalo
segnazione. Dopo di avere adem- Sisto V, questi a'i4 dicembre i588
piti i doveri di zelante vescovo e lo creò cardinale diacono di s. Ma-
di ministro fedele della Sede apo- ria in Domnica, lo fece prefetto dei
stolica, e di essere intervenuto ai riti, e membro di altre congrega-
conclavi di Marcello II, Paolo IV zioni, fra le quali quelle della con-
e Pio IV, la morte lo sorprese nel sulta e del concilio. Pieno di zelo
i564 d'anni 80, in s. Angelo in pel pubblico bene e promotore
Vado, dove oltre all'avere risarcita delle belle arti, mostrossi assai li-
78, ed ebbe sepoltura nella chiesa sta signoria, sotto il dominio tem-
di s. Urbano, dove si legge un. no- porale del possente suo abbate det-
bilissimo elogio postovi da Arim- to l'abbate degli abbati, che il p.
berto di Borbone del Monte cano- Lubin, Jbbat. Italiae 88, chia-
p.
nico vaticano e suo consanguineo. mò Dux et princeps omnium ab-
Alle esemplari religiose cappuccine batuni et religìosonim; vicecaiicel-
di detta chiesa, riedificò quasi dai larius sacri imperii per Italiani,
fondamenti il monastero, oltre averle cancellarius regnoriim Siciliae^ Je-
sovvenute con assidua frequenza e rusalem, et Hungariae; comes et
MOiN 159
volsci p. io3 e seg., ove parla della sono le statue de' ss. Benedetto e
sua colonia. Scolastica, ascendendosi così all' a-
cancello della sottoposta tomba dei secolo XVI, e sono singolari e bel-
ss. Benedetto e Scolastica ; e su quat- lissimi. La confessione sotterranea,
tro pilastri di marmo si eleva la che dicesi il tugurio, siccome inca-
grandiosa cupolai, che sovrasta al vata nella viva pietra del monte
santuario. Pregiatissimi dipinti com- nel i544 ^" ridotta alla forma che
piono l'abbellimento di tutti i più si vede, e tanto la cappella prima-
minuti angoli, ed il pavimento di ria^ erettaprecisamente nel luogo
marmi di vari colori corrisponde ove riposano memorali sacri coi"'-
i
agli altri cospicui ornati , e gli af- pi de'germani fondatori de' monaci
freschi delle volte delia crociera so- e monache benedettine, quanto le
no opera di Belisario Corenzio. Ai laterali dedicate ai ss. discepoli Pla-
lati e negli sfondati delle crociere si cido e Mauro, sono rivestite coti
vedono due magnifici mausolei, uno impareggiabile eleganza di marmi
di Guido Fieramosca signore di Mi- e pitture, nelle volte colorite a grati
gliano capuano, eretto dalla moglie fresco; Marco da Siena sulle mUrrt
Isabella Castriota, che fece erede dipinse la passione del Redentore,
d'ogni suo avere il monastero e , gli evangelisti ed altre figure^ Itì
VOt XLVÌ. i i
i62 MON MON
fondo è un coro inferiore, di cui i monaci haimo le loro tombe nel
parimenti molto sono stimati gl'in- cimiterio Anna, prossimo al
di s.
nuova fabbrica eretta negli altri to nel 1734, e visi vede il ritrat-
due lati nel secolo XVI li ad ospi- to in marmo con conispondente
zio de' nobili personaggi d'ambo epigrafe. L'antica torre di s. Bene-
i sessi, de'pellegrini e degl' infermi, detto ricorda 1' abitazione sua e
attesta la sublimità della reggia quella de' discepoli : nella parte su-
consacrata al patriarca della mona- periore sono le tre stanze del fon-
stica occidentale disciplina. 1 mo- datore, non meno venerabili pei
naci di Monte Cassino non negano passati vanti, che pregevoli per gli
asilo a chiunque lo chieda, ricol- attuali ornamenti, mentre nel se-
mando di cortesia e d'istruzione i colo XVI non solo si rivestirono
visitatori del loro insigne cenobio. di marmi ma
, vi si form?) una
La chiesa minore, dedicata a san preziosa galleria de'migliori quadri
Martino vescovo, in memoria del- di eccellenti autori d'ogni scuola
l'antica cappella a lui innalzata dal italiana. Dall'intorno del monaste-
fondatore stesso, serve. a sepoltura ro viene ricrealo l'occhio pei vasti
degli esteri ed inservienti, mentre e deliziosi giardini ed orli. L'acu-
MON MON i63
minala cima del Monte Cassino, gue sino al 11 38, ha per autore
come il natale ; fece molli doni, l'abbazia fosse tenuta come camera
confermò tutti i possedimenti, do- imperiale, monaci fossero cappel
i •
saccio coi monaci ricorsero al patro- i monaci. Dopo questa tragica sce-
cinio del santo loro archimandrita, na i monaci continuarono nel dop-
e ne furono prodigiosamente libera- pio ministero di conservare e di
ti. Indi l'abbate Bertario volle di- propagare la sapienza, che per le
fendere colle armi e con fortifica- guerre andava perduta.
zioni (che lodò l'imperatore Lodo- Due anni dopo il miseranda caso
vico II quando visitò il cenobio e di Monte Cassino, l'abbate di Teano
il sepolcro di s. Benedetto conferman- Angelario deputò Erchemperto scrit-
done i privilegi) Monte Cassino da tore della cronaca a ripristinar l'ab-
sì crudeli nemici, i quali pieni di bazia, ma molti ostacoli insorsero, e
dispetto clandestinamente a' ii set- i longobardi gl'impedirono rivendi-
tembre irruppero sul monastero, care i patrimoni monastici; passa-
incominciarono col predare^ e finiro- rono in vece i monaci nel 91 5 ia
no col fuoco e col sangue: monaci i Capua sollo l'abbate Giovanni /,
che scamparono la morte, parte fug- successore dei tre che aveano go-
girono nel monastero di Teano ,
vernato in Teano, e si stabilirono
recando seco le bolle, i diplomi, i nel monastero di s. Benedetto, ma
privilegi e la regola scritta dallo l'austerità del santo vivere si ral-
stesso Benedetto ; gli altri più
s. lentò tra la mollezza del vivere cit-
robusti coli' abbate Bertario si por- tadino. Morto nel 94^ il successo-
tarono alle radici del monte nel mo- re Adelperto, Baldovino che gli fu
nastero di s. Salvatore in s. Ger- sostituito fece consapevole del dis-
mano fondato da Petronaté ; indi l'ab- ordine il Papa Agapito II, il qua'
bate Polene vi aggiunse la chiesa le comandò ai monaci di ritornare
sacra a s. Benedetto, mentre l'abba- a Monte Cassino, lo che ebbe effet-
te Gisulfo ingrandì monastero, e
il to sotto l'abbate Aligerno che nel
magnificamente in onore del Sai- 949 era successo a Maiepollo suc-
valore rifabbricò la chiesa, al pre- cessore di Baldovino. Aligerno con
i68 MON MON
zelo ed energia riparò a tutto, al- Sotto questo id^bale il Papa Bene"
l' osservanza delia disciplina, riven- dello Vili e l'injperatore s. Euri'
dicò tutte le possessioni dai vicini co li confermarono privilegi deU i
religiosi, amato dai vassalli. Nell'e- con poderoso esercito ; l'abbate fug-
lezione del Mansone, la
successore gì, e si affogò in mare
nel 1022.
discordia produsse scisma j quei che Benedetto Vili e l'imperatore non
partirono dalia badia fondarono il credendo doversi lasciare ai mona-
celebre monastero della ss. Trinità ci l'elezione del successore, vollero
della Cava, ed altri cinque in To- essi stessi presiederla, portandosi in
scana, fra' quali s. Maria di Firenze Monte Cassino, e fu scelto TeobaU
tuttora fiorente. Intese Mansone al- do. Grato s. Enrico II d' essere
l'ingrandimento della potenza abba- stalo guarito dal mal di pietra per
ziule fondando rocche e terre intorno intercessione di s. Benedetto, lasciò
^1 monte. Dispiacendo tali opere al magnifici doni al monastero, e ne
monaco s. JNilo, si allontanò dal confermò 1' esenzioni.
monastero, e passò poi a fondare Teobaldo di santi costumi e de-r
to. Nel io47 l'imperatore Enrico Pietro I a' 20 maggio loSy rinun-
III visitò il cenobio, vi lasciò ric- ziando spontaneamente, fu allora
chi doni e spedì diploma in suo fa- creato abbate il detto Giuniano Fedci*
vore. Nel 1049, o meglio nel io5o rico, che riuscendo di soddisfazione
s. Leone IXjgià monaco benedetti- al Papa, in B^irenze ove si portò a
QO, si recò in questo santuario, e trovarlo, lo elevò di nuovo al gra-
nel dì delle palme vi celebrò mes- do di cardinale, confermando nella
sa solenne, ponendosi a mensa coi sua persona tutti i privilegi degli
monaci; accrebbe e confermò pri- i abbati cassinesi, e che nei raduna»
vilegi dell'abbazia, sottomettendo- menti de' vescovi e de' principi se»
fu trattato con somma venerazione, forma degli abusi, alla povertà le^
onde gì' investì delle terre che ave- ligiosa, onde sradicare il vizio deU
vano occupate, ad esempio delle la proprietà introdotto ne' monaci,
infeudazioni di Giovanni Vili, Ste- ed eliminare il canto ambrosiano
fano VI, e Giovanni X; indi vol- e restituirvi il gregoriano più gra-
le a compagno 1' abbate Riche- ve, Ivi lo tornò ad assalire una
rio per l'infermitàche 1' assalse, e febbre che Io logorava, e pensò al-
nel ritorno a Roma. Intanto il car- l' elezione del nuovo abbate nel
dinal Giuniano Federico di Lorena io>$8, che fu Desiderio, la quale se-
vestì nel monastero il saio di mo- guì avanti di lui dai decani; ma
naco, e per morte di Richerio nel non gli lasciò il governo, avendolo
io55 fu eletto Pietro I di santi destinato per la legazione di Co-
costumi e ignaro delle cose del stantinopoli, volendo abbassare la
mondo : il Papa Vittore II, già potenza normanna, e innalzare ab
monaco benedettino, che bramava l'impero il fratello duca Goffredo.
nominare l' abbate alto a reggere Dopo celebrata la festa di s. Sco-
)a vasta signoria della badia, e per lastica a' 12 febbraio ripartì per
aiutarlo a reprimere la crescente po- Roma. Avea domandato il tesoro
tenza de' normanni, molto se ne dell' abbazia, ma per certa visione
dolse con lettere. Mandò quindi un di s. Benedetto lo rimandò, moren-
legato pontificio per eleggere un al- do in Firenze a* 29 marzo iq58 :
tro: sulle prime i monaci difesero nel dì della Pasqua Desiderio as-
170 MON MON
sunse regime dell'abbazia, e ri-
il vescovi, abbati, principi, nobili; di
cevè monaci aìl* obbedienza.
i Riccardo principe di Capua,. col fra-
Trovandosi la Chiesa in trista tello e il figlio; del principe di Bene-
fuggi a Monte Cassino; solo a for- naci ripugnando chi voleva surro-
Capua
za di preghiere le riprese in garsi, elessero Gerardo ben accetto
a'2 marzo 1087, indi ritornato a
1 al Papa e all'imperatore d'oriente.
Monte Cassino vi celebrò la Pa- Indi in un concilio il Papa riprovò
squa. In Pioma fu consagrato a'g l'estorto privilegio dell'investiture,
maggio, e dopo otto giorni fu di laonde quando l'imperatore si con-
nuovo a Monte Cassino, ritenendo dusse in Roma nel 1 1 1 7, Pasqua-
la carica di abbate. Restituitosi a le Il slimò bene di ritirarsi a Mon-
Roma, passò a celebrare un conci- te Cassino, donde passò a Bene-
lio a Benevento, ove sentendosi gra- vento, e poi in Roma ove morì.
vare un morbo intestinale, fece ri- Nel monastero della suddetta chie-
torno a Monte Cassino, e spirò ai sa di s. Sebastiano de'cassinesi, fu
16 settembre 1087, deputando in eletto a' 25 gennaio 11 18 Gelasio
abbate il cardinal Oderisio de' conti Il {Vedi)^ prima monaco cassinese
di Marsì, ch'era stato sotto di lui e cardinale, contro il quale Enrico
preposto o priore, colf assenso de* V fece antipapa Gregorio Vili Bor-
monaci. Urbano li già monaco be- dino. Verso questo tempo levò gran
nedettino occupò la cattedra apo- rumore la visione del monaco cas-
stolica; confermò privilegi della i sinese Alberico, ch'egli poi scrisse
badia, ed all'abbate concesse l' uso in latino con Pietro Diacono, e si
ra de' suoi stati con titolo regio e peratore Ottone IV, contro la vo-
li perdono; ciò fatto, respirò an- lontà del Pontefice. Nel 121 1 di-
cora l'abbazia, e Rainaldo II si venne abbate il bellicoso Atenolfo,
die a ripristinar nel suo vigore ma la sua amministrazione non
l'osservanza della regola. Recatosi essendo conforme alla regola, il Pa-
nel II 44 Ruggiero all'abbazia, in pa voleva deporlo quando rinunziò,
occasione che andò in Ceprano per Onorio 111 eletto Papa favori i
suo tesoriere; indi nel i345 lo tra- figlio Riccardo Io ritenne. Il vesco-*
sferì a s. Pons deTomier, poi arci-» vo Guglielmo dopo aver esercitalo
vescovo di Tolosa, ove fu portato a gli uffizi di nunzio e succolletlore
ci occuparono il patrimonio
soldati messa nel trono la moglie, onde
cassinese e predarono ciò che tro- volle gratificarli anco con questo
varono di prezioso. Profittandone pingue vescovato, avendo anzi ottenu-
il suddetto Jacopo, con aperta ri- to che fosse arcivescovato vivente fr.
bellione per quattro amii tiranneg- Angelo l' Ughelli avea scritto che
:
giò le terre e gli abitanti, rapinan- rinunziò Firenze per amore di vi-
do e uccidendo non rispettando
, ta privata. Scelse per vicario gene-
neppure le cose sacre non man- ; rale Zanobi da Strata, illustre poe-
carono tirannetti che in varie parti ta in Pisa da Carlo IV
coronalo
l'imitarono. 11 vescovo Guglielmo imperatore, onde nelle sottoscrizio-
ricorse al Papa, che citò Jacopo a ni aggiungeva poeta laiireatus. h'ar-
comparire avanti di lui, il quale civescovo fu fatto da Luigi I can-
per vendicarsi cacciò dal monastero celliere, e fu potente in corte; tut-
vescovo e monaci, derubandovi il tavolta nulla fece al diroccato ce-
rimasto; compirono il dilapidarne»»- nobio. Morto nel i357, Innocenzi;
MON MON 177
VI elesse yescovo tv. Angelo II Po- ro a dignità abbaziale, con l'abbate
sta da Sora monaco cassinese, il per governarla : così Urbano V ri-
quale con ogni studio prese a rie- conoijbe lo stato cattedrale della
dificare le rovine del terremoto, la chiesa cassinese prima di Giovanni
chiesa, il dormitorio e il refettorio, XXII, e solo le tolse la natura
e terminò i suoi giorni nel i36i. vescovile, durata quaranta-
ch'era
Innocenzo VI gli die a successore quattro anni , ritornando alla ba-
Angelo III Orsini nobile romano dia l'unità del governamento. Inol-
che poco visse. tre Urbano V emanò le censure e
Vacando la sede vescovile di Mon- la scomunica contro i detentori del-
te Cassino, si recò a visitare il san- le cose cassinesi e suoi predatori ;
pianse lo stato, deplorò nel reggi- al suo bisavolo, nel giorno stesso
mento de'vescovi l'avvilimento degli in cui egli tolse ai luoghi soggetti
spiriti,e fece voto a Dio che se alia badia la giurisdizione crimi-
fossedivenuto Papa, se pur già non nale nelle cause capitali. La regina
lo era , avrebbe ripristinato l' ab- per far cosa grata al Papa , spedi
bazia nel suo splendore 1' abbate ; amplissimo diploma, col quale in-
fu pubblicato Papa, benché non frenando la prepotenza de' suoi mi-
cardinalej col nome di Urbano nistri, rinvigorì la feudale potenza
stabilirono di eleggere sommo Pon- glio di Carlo III che gli confermò
tefice Pietro IV abbate di Monte il cancellierato, ratificando tutti i
angioni, nel 142*2 temendo che l'ab- tonio Caraffa, solennemente bene-
bate parteggiasse per Giovanna li detto in Roma da Eugenio IV. Pe-
e gli aragonesi, lo fece imprigio- rò imbecille ne fu il governo, do-
nare in Roma, onde gli affari della minato dai fratelli e trasportalo ,
e Angelo
s. ed in questo tempo , bero possesso della badia. Certo è
Pontecorvo divenne lutto papale do- che Consalvo entrato trionfante in
minio. Il commendatario Giovanni Napoli, si pose in cuore di tornare
creato cardinale nel 1489, die in in flore il monastero con farlo uni-
successore al morto Titiis , Baccio re alla congregazione benedettina
Ugolino da Firenze, e quando que- di s. Giustina di Padova, della qua-
sti cessò di vivere , deputò ammi- le parlammo a Cassinesi, onde sot-
nistratore Carlo Orfeo de Medici. trarlo dal commendatario. Di ciò
Venuto Carlo Vili in Italia per egli ne scrisse al suo re Ferdinan-
conquistar il regno la badia tenne , do V d'Aragona, e al Papa Giu-
per lui, e soffrì gravi danni il re : lio II, quali acconsentirono al di-
i
la badia ; il viceré pei francesi dici divenisse Papa. Nel i5o4 Giu-
fortificò Monte venne Cassino, ma lio II dichiarò abbazia nullius que-
espugnato dagli spagnuoli capitanati sta di Monte Cassino, dopo detta
da Consalvo di Cordova, ed ucciso rinunzia, e l'unì alla congregazione
il Non restando
presidio francese. di s. la quale volle che
Giustina ,
ciascuna abbazia quel governamen- suo governo mori Giulio II, e gli
to che avea prescritto s. Benedet- successe l'antico commendatario col
to, con triennale o sessennale rin- nome di Leone X, il quale a peti-
novazione degli uffizi , non avendo zi(me dell' abbate consultati car- i
più luogo gli abbati perpetui ; am- dinali, adempì patti e sciolse dal
i
ca il pane allegorico della sua re- seguito. A' ig maggio, con tulta
gola alle diverse congregazioni che la pompa e cerimonie ecclesiastiche
derivarono dall'ordine suo, edagli consagrò l' altare maggiore e la
ordini cavallereschi che ne abbrac- chiesa : compresi i consagratori vi
ciarono l'istituto ; inoltre l'abbate intervennero, oltre il cardinale, set-
elevò alcuni edifizi. Per V anno te arcivescovi, sei vescovi, otto ab-
santo 1600 gran frequenza di pel- bati cassinesi, molti prelati, ministri
legrini JMonte Cassino, cui i
fu in regi ed altri personaggi ; il Ponte-
monaci prestarono i soliti uffici di fice pronunziò un zelante ed erudi-
ospitalità. Volendo Clemente Vili to discorso analogo al solenne rito
visitarne il santuario, partì da Ro- ed ai pregi di quel sagro tempio.
ma, ma giunto in Anagni retroce- Benedetto XIII si trattenne nel
dè perchè immenso numero di per- monastero sino ai 1 1 maggio, usò
sonaggi volevano seguirlo, ed egli molto familiarmente col prefetto
non volle essere d' indiscreto ag- dell'archivio dotto p. d. Erasmo il
i4>ooo ducati. Nel 1820 per nuo- posò nel Signore a' 7 aprile 1037,
ve commozioni di slato il mona- sepolto nella cattedrale; ne scrisse
stero accolse militari presidi i. Ora la vita il vescovo Riccardo, per
r abbazia fiorisce nella disciplina, esortazione di Pietro arcivescovo di
nella scienza e nella curia delle ani- Benevento. Il coadiutore Crescen-
me della diocesi, il cui seminario zio, persecutore del santo, in ma-
istituito in s. Germano a' tempi di litia sua sepidtus nel 1037. Gli
SistoV, contiene circa sessanta giova- successe il nominato Riccardo. Io-
ni. Dopo
il 1842 nel monastero i di Deodato che fu al concilio di
monaci eressero una tipografia per Nicolò II nel loSg. Pietro visse ai
rendere più spedita e più facile tempi del re Ruggiero nel 1 1 36.
l'utile pubblicazione d'importanti Roffredo intervenne nel 11 79 al
scritti relativi alla religiosa del pa- concilio Laleranense III. Orso fiori
ri che letteraria paleografia, con re- nel 1220; Raus nel i3io; Jacopo
gio assenso onde dai tipi di Mon-
; rettore della chiesa parrocchiale di
te Cassino già abbiamo splendida s. Pietro di Benevento nel i343;
edizione della Bihlioiheca del Ferrali, Bartolomeo del i365 domenicano;
la Storia di Bonifacio Vili dello Pietro del i368, altro domenica-
stesso p. Tosti , r Archivio cassine- no; Costantino del 1 368; Tomma-
se ec. Nel maggio 1847 visitò l'in- so fu traslato da Termoli nel i4oo;
signe cenobio il regnante Ferdi- Antonio trasferito a Termoli nel
nando II re delle due Sicilie, colla i4o2; Nicola de Edio domenicano
regina e la real corte. del 1402; Antonio del i432, eletto
MONTE CORVINO ( Montis a' 27 settembre da Eugenio IV.
Corbini). Città vescovile del regno Questo Papa a' 9 aprile i434 ""
delle due Sicilie , nella provincia ni il vescovato di Monte Corvino
Principato Citeriore, distretto di a quello di Vidturaria (Vedi), ed
Salerno, presso le falde australi Antonio fu il primo vescovo delle
i86 MON MON
due chiese. Tanto si ha ilall'Uglielli, con più maturità esaminata, si di-
Italia sacra t. Vili, p. 326. 1 ve- chiarò per la sentenza de' domeni-
scovi di Vultm-aria e Monte Cor- cani. Per ordine del Pontefice nel
vino cessarono dopo die Pio VII 1824 diede
il pallio a fr. Raimon-
nel 1818 li soppresse, unendo Mon- do domenicano, consecrato patriar-
te Corvino alla sede vescovile di ca di Gerusalemme, e nel 1828
Lucerà [Vedi). fu deputato per uno de' giudici
MONTEFARO MONTFAVET nella fatnosa causa contro alcuni
Bertrando, Cardinale. Bertrando chierici che con arte dia-
francesi,
Montefaro o Montfavet, nato in bolica arcano procurato di togliere
Caslelnuovo di Raterio nella diocesi la vita a Carlo IV re di Francia.
il santo vescovo Leone, ch'è la più ca; è stata però assai celebre negli
declive, dicevasi Monte Feliciano, annali militari de'tempi andati. La
ed luogo ove piantò presso una
al sua area è ristretta, e dal lato del-
fonte, per lui divenuta prodigiosa, ia città, cui sovrasta, ha le solide
l'eremitica abitazione, rimase il no- mura abbastanza elevate, mentre
me di Valsanta. 12 13 o più JNel da tutti i iati l'altezza totale del
tardi, predicandoFrancesco d'A- s. monte forma la sua insuperabile
sisi in s. Leo nella pubblica piazza, barriera. Non solo la fortezza di s.
te dell' aulico loro stato, che die versi clamorosi avvenimenti, quali
origine al nome della famiglia, per- riportiamo ai molti analoghi arti-
chè da nessun monumento si rica- coli. Oltre poi gli autori che de-
va che in Montefeltro siavi stata scrissero le cose di s. Leo e Mon-
la zecca; molte poi sono le monete tefeltro, quali citeremo parlando del-
battute in Pesaro e Gubbio col l'illustre chiesa Feretrana, abbiamo:
motto Ferelria, significante I* anti- Pier Antonio Guerrieri, La Car-
ca origine di sì illustre e nobilis- pegna abbellita^ ed il Monte Fel-
sima famiglia. Il medesimo scritto- tro illustrato^ composizione istorica
re fa la seguente descrizione della distinta in quattro parti^ Urbino
provincia di Montefeltro o Fere- 1667, Rimino 1668: non essendo
trana, dopo che ritornò al pieno stata stampata la terza parte che
dominio della santa Sede. Era com- spetta a Monte Feltro. Pubblicò il
posta di trentanove comunità, di- Guerrieri la quarta parte, prima
stinte in dieci uffizi, in cinque delie della terza, per trattare della fami-
quali risiedeva a nome del cardinal glia Carpegna cui apparteneva; l'o-
legato un giudice dottore col titolo pera è rara, e somministra lumi
di podestà, in altre cinque un no- sufficienti eziandio alla storia di
taro col titolo di vicario o capita- Monte Feltro. Gio. Battista Passe-
no. Le podesterie erano s. Leo, ri, Discorso che contiene t Odepo-
MON MON^ 189
vico FeretranOf colle osseìvazioni portarono il corpo di s. Severino t.
appartenenti alla storia naturale abbate. Nella guerra gotica era già
fatte nel Monte Feltro. Exst. nella nel rango delle munite castella,
Storia de'fossi li del Pesarese,!^. i85. dacché Vitige vi pose guarnigione
Da un antico tempio sacro a quando da Belisario venne incalza-
Giove Ferelrio, che sulla parte più to verso Ravenna. Dopo che il Pa-
orientale del monte si ergeva, ebbe pa Stefano 111 ricorse all'aiuto del
il monte Toriginario nome di Mon- re Pipino contro Aistulfo re de'lon-
te Feretro^ Mons Feretrium^ detto gobardi, il re Pipino obbligò l'in-
poi Monte Feltro^ Mons Feltriuniy vasore longobardo a restituire alla
nome che passò all'intera provincia chiesa romana l'esarcato, ed alle
di cui fu capitale, ed a quella dei ricuperate terre nel ag- 755 Pipino
suoi signori che vi ebbero culla. La giunse diverse altre città dell'Emilia,
città fu in più modi chiamata Fé- con che amplificò il principato del
retruniy Feltria, Ferelrana, s. I^o- Papa, fra le quali comprese Monte
nCy s. Leo, Leopolis, Leonis Fa- Feltro, Mons Feretrium. Tra le
niwi, Pietra- Urbino, Urbino- Orten- città che Desiderio ultimo re de'lon-
vano ogni tentativo, l' abbandona- mandarono i rei di delitto per es-
rono a' 3 luglio molti dell'esercito; piarvi la pena della loro condanna.
egli però insistendo per impadro-
. Informato Pio VI dell'orridezza del-
nirsene, scrisse al luogotenente di le prigioni e del cattivo trattamen-
Urbino di ritenere tutte le donne to dei carcerati, compassionando
appartenenti ai difensori della for- quegl' infelici, fece fabbricare carce-
tezza, e per batterla meglio fece ri migliori e provvide alla loro
fabbricare un edifìzio. Quando lo coudizione. Giuseppe Balsamo sici-
compì,
in
gli
un baleno
assediati colle
lo distrussero e
artiglierie
fra-
liano,
nome
famoso impostore,
conte Cagliostro, arresta-
di
sotto il
^
™
cassarono, ed allora il capitano ve- to in Roma nel 1789, e convinto
dendo che niuno voleva più ser- di congiure e complotti contro la jm
virlo in impresa sì disperata, ab- religione Pio VI gli
e lo stato, ^^
bandonò l'assedio e tornò ad Ur- commutò la sentenza di morte nel-
bino. Alessandro VI che favoriva la carcere perpetua in s. Leo, di
le ambiziose idee del figlio, mori cui avea restaurata la fortezza : ivi
nici nella canonica. Benvenuto ven- Marino in luogo più vicino ; visse
ne elelto per compromesso del ca- lungamente, e sempre con fama
pitolo, di cui era prevosto, e fu con- fti uomo insigne. Luca successore,
196 MON MON
rUghellì lo dice dell' obbedienza dìnale. Pochi mesi governò il suc-
deir antipapa Clemente VII, onde cessore Andrea. Nel i458 Corrado
la chiesa Feretrana pel lagrimevo- Marcellino priore di s. Maria ia
le scisma non potè a meno di es- Via Lata, fu trasferito nell' istesso
sere e sconvolta. Urbano
turbata anno a Sezze e Terracina, e Gia-
VI i388 ne fece ammi-
però nel como venne surrogato per pochi
II
i
MON MON 197
giorni morì, e fu sepolto nella cbirsa tuttora, quando elevò quella sede
della Valle, al cui sepolcro fu scolpita alla dignità metropolitica. Ennio li
breve Paterna cura, de* i8 dicem- nel 1643. Bernardino Scala di Ser-
bre 1781, Bull. Rom. Contìn. t. VI, ra s. Abbondio, oriundo di Cagli,
p.4^6) "e confermò gli statuti. Il vi fu trasferito da Bisceglia da Ur-
vescovo Sorraani celebrò sinodi dio- bano VIII; dimoro circa un anno
cesani ora in un luogo, ora nell'al- a Penna, indi sino al i652 a Val-
tro , come in s. Agata e in Mace- le, a Macerata Feltria ed a s. Ma-
rata Feltria diversi, e nel \S^Z q rino, stabilendosi quindi a Penna
i574 anche nell'abbazia della Val- ove celebrò il sinodo, ristorò la cat-
le; alla Penna nel i58i e nel tedrale, e vi pose il corpo di s.
il
riforma
semi-
a Sanleo, e compose le lezioni pro-
prie di s. Leone, venendo pel pri-
nario a Pennabilli, contribuendovi il mo nel 1667 sepolto nella catte-
clero diocesano e i vescovi succes- drale di Pennabilli. Gli successe
sivi, e coU'unione di benefizi sem- Antonio Possenti nobile fabrianese,
plici. Concorse largamente alla fab- eccellente dottore ; celebrò il sino-
brica del convento e chiesa de' mi- do, restaurò il palazzo della Valle,
nori osservanti di Monte Maggio e compianto morì nel 167 1. Gia-
o Maio, ove poi volle essere sepol- como III Buoni da Tedaldo avvo-
to. Dopo avere ristaurata la catte- cato concistoriale di gran riputazio-
drale di Sanleo la consagrò nel ne, Clemente X lo nominò nel 1672;
jSGg, e morì nel i6or. abbellì la cattedrale di Sanleo, e la
Pietro II Cartolari d'Urbino, Cle- risarcì in ogni parte , collocando
mente Vili lo fece vescovo nel 160 i, sull'alto del presbiterio le immagi-
prelato veramente apostolico, che ni di s. Leone e di s. Marino, e vi
ampliò la cattedrale di Pennabilli, rese stabile il trono vescovile; vi
vi fabbricò dalle fondamenta la sa- risarcì il palazzo apostolico, già du-
grestia e la cappella^ del ss. Sa- cale, che prese con tenue censo in
gramenlo; provvide la chiesa d'or- investitura, laonde cominciò a chia-
gano, v' istituì il maestro di ceri- marsi vescovile, e vi stabilì col suo
monie, radunò più sinodi due in , tribunale la residenza, erigendo nel-
Penna, ristabilì la disciplina eccle- la cattedrale Sanleese sei nuovi
siastica, visitò ed in Ro-
la diocesi, canonicati per l'uflìziatura. Restaurò
na fu prelato di consulta. Per sua pure la chiesa abbaziale di s. Ana-
Biorte nel 1607 gli successe Con- stasio, e più decentemente collocò
7
MON MON 10
Crisostomo Calvi veneto domenica- piscopatu origo. II. Ada s. Ltonis
i)o già di Zaule e Cefa Ionia , il
,
et Marini revocantiir ad crisini.
quale passò a Venezia per atten- 111. Deducitiir ad haer. usque teni'
dere la decisione della causa. Mor- pora praesìdum series , Venetiis
to BenedettoXIII nel febbraio lySo, 1753. Gio. Battista Marini snnlee-
si continuò la causa sotto Clemen- se, Saggio di ragioni della città di
te XII, a questi ed alla congregazio- s. Leo detta già Monleferelro, con-
aoa M N MON
«a il capitolo fereUano di Penna- "HoUena o Volsinese, in aria buona
l)illi, con l'erntìilo opuscolo sfnai' ed elaslica. Il soggiorno è grade-
pnlo in i845: MtmO'
Urbino nel volissimo per la bella pittorica po-
rie Sitila vita (ìcl Dìo ven. strvo di si/ione, ed uno de' più singolari
p. Francesco Orazio della Pennn^ d'Italia, sia per
sterminata esten-
la
raccolse ed illustrate con noie dal sione delle vedute, sia per la va-
doti. Paolo Mattei Gentili. Queslo riata amenità degli oggetti che si
|-.a diocesi si estende per un terri- dei Doria, che il Farnese die a gra-
torio cinquanta miglia.
di circa ta stanza del cantor de' fasti di sua
Ogni nuovo vescovo è tassato nei famiglia l' incomparabile
,
Atmibal
libri della camera apostolica in fio- Caro. Il prezioso vino moscadello
rini 2o5, ascendendo la rendita a chiamato Est, di tanta rinomanza,
più di mille scudi. abbonda nel suo ubertoso territo-
MONTE FIASCONE {Montìs rio. In primavera la valle presen-
Falisci). Città con residenza vesco- ta uno spettacolo, che sembra un
vile dello stalo pontificio nel Pa- ampio giardino messo quasi a mo^
trimonio di s. Pietro, o delegazio- saico, e ricco d'ogni cosa che più
ne Viterbo, sede di governo con
di bella e più varia può offrire natu-
governatore, da cui dipendono le ra ed arte. Il complesso di tanti
comuni di iJolsenn, Capo di Mon- pregi meglio decano
li descrisse il
(
rappresentavano in iscorcio la fac- storia come fosse trasportato il cor-
di Miri e preziosi marmf con bronzi de' motivi perchè andò il tenipio
io6 MON MON
toggelto pei restauri a syoriate for- le cappelle, barbaramente furono
me e modanature dei tempi di coperti di calce dall' imbiancatore.
ineEzo. A questo singolare edifizio A pie di detto aliare si vede logo-
è contiguo uu casamento, quale vuoi- ro dal tempo il celebre monumen-
si servilo, secondo gli antichi tem- to di piperino, di Giovanni Deuc
pi, ad ospizio o Xenodochio per e- conosciuto sotto il nome di Esl^ che
sercilarvi pie pratiche e l'ospitali- per la singolarità del suo enigma-
tà, e ne fece pure menzione s. Leo- tico epitaffio in gotico, acquistò una
ne IV in un al borgo che lo cir- fama europea. Il de Angelis cor-
cuiva, devastato nelle tremende fa- regge quelli che chiamarono il Deuc
zioni de' guelfi e ghibellini, e sa- con altri cognomi, e descrivendone
rebbe perito puie l'ospizio senza la la figura, non di vescovo o abbate
mano benefica del vescovo cardinal di Alemagna, piuttosto lo dice un
Aldovrandi, che inoltre ne accrebbe sovranetto di quella regione. Si
le comodità alle stanze attigue dei narra che il Deuc, ghiotto com'era
curati, ed eslese la sua munificenza del vino, ne' suoi viaggi faceva per-
a tutto il tempio, levandovi nuovi correre un assaggiatore di buon gu-
altari, e facendovi diversi abbelli- sto, coll'intendimenlo che dove tro-
menti nella chiesa superiore. Di vasse del buono glielo notasse col
gran lunga però é più stimabile monosillabo Est^ e dove migliore
l' inferior tempio, che rimase nella replicasse Est^ Est. Avvenne che
sua antica originalità, e veramente giunto in Montefiascone quel pre-
sorprende, sotto la cui ara massi- gustatore trovò buonissimo il vino
ma riposa il corpo di s. Flaviano. moscadello, e ne fece avvertito il
Nella fronte esterna avvi il loggio- suo padrone coW Est tre volte ri-
ne donde Urbano IV soleva bene- petuto. Tanto bastò che quel beo-
dire il popolo, tutto di pietra con ne silfattamenle prevenuto ti acan-
varie scoltuie ; i tre archi al di nasse come un imbuto il falisco li-
ne, e riuniti i fondi lasciati dal serviti, con piccolo convento che an-
Deuc al comune, per un atto di ticamente serviva di spedale, a cro-
concordia stipulalo tra il cardinale ce Ialina con cupola di terra colta
ed i comunisti, frullano, oltre il e facciata in pietra. A contallo del-
niantonimento deli' ospedale a sol- la città vi è la chiesa di s. Fran-
lievo de' poveri della ciltà, quattro cesco, servita dai conventuali, e ri-
posti giatuiti ai figli de' ciltadini fabbricala suir antica dal p. Ru-
patrizi per essere educali tia i con- spanlini delle Grolle di Castro, e
vittori del seuìinario medesimo. Ec- nel convento si tennero più capi-
co il tanto famoso e curioso epitaf toliprovinciali. La chiesa di s. Bar-
fio, trasportalo in lellere romane. tolomeo del seminario e collegio,
con lodato disegno di Giovanni
Est Est Est - PRorTER JNimium Battista Oricono, la rifabbricò il
dussero in forma piti gaia e più che elevò il biaccio che guarda il
forte, con opera di Antonio da San- sud-est, il quale traslato poi a Pia-
gallo, che il Vasari dice anche di- venna, il cardinal Barbarigo ebbe
segnatore, analogamente per resi- la gloria di compierlo magnifica-
stere ai cannoni, posteriore ritrova- mente, ricavando da tal braccio il
mento alla sua erezione : restaura- bel vano della biblioteca, per cui
ta così solidamente, ed abbellita la si può dire che dai fondamenti lo
rocca Falisca, brillò più volte di eresse colla spesa di centotrenta mi-
-
r di,
altri
de' quali alcuni diedero
seminari, ed altri crebbero
vita ad
lu-
Commentario, e relativi alla lapide
singolare dell'jB'^^
stro ed alla porpora
alla toga ,
Il lodato e benemerito della
della quale per ultimo furono fre- patria istoria decano de Angelis in-
giati i cardinali Casliglioni d'Ischia^ comincia il suo Commentario con
Turiozzi di Toscanella, e Macchi parlare dell'orìgine di Montefìasco*
di Capodimonle. Questo cardina- ne, al modo che riporteremo, or-
le, in segno di grata reminiscenza, nandolo delle erudite note 3, pi
fu largo d' un fondo al seminario, 79, 4) P- ^'> 5^> P- ^^- La rino-
per educare al sacerdozio un pove- manza di Falerio metropoli de' fa-
ro alunno in sussidio al clero di lisci, colonia venuta di Grecia in
sua patria. Una lunga serie di ri- Italia avanti la fondazione di Ro-
tratti con analoghe iscrizioni, che a ma, e la celebrata equità de' suoi
guisa di galleiia adorna i due ap- abitatori, onde aequi furono detti
partamenti de' professori e maestri, i falisci da Virgilio e da Silio, non
pone soli' occhio la verità dell' es- che la fama delle loro gesta e
posto, e mantiene sempre viva e guerre coi romani, e l' aver essi
accesa ne'generosi cuori de* giovani mandati loro i decemviri per ap-
VCL. XLVI. i4
I
aio MON MON
prenderne il jus feviale^ e iiToIte pice dell* evidenza, che la natio*
nltre leggi nggiunle alle XII tavo- ne etrusca , alia quale appartene*
le, che avevano ricevuto dogli a- ano, secondo l' istoriografo di Ro-
teniesi; donde ne derivò 1' Equiuii ma, i popoli transcimini e ciscimini,
falisciuììy ch« Servio spiegò Equuni fu più antica e più colta e più
justum. Daliequali prerogative gran- nobile d'ogni greca colonia. L'Etru-
demente si accese 1' amore di pa- ria era già madre e maestra delle
tria ne' popoli circostanti a dispu- arti, quando Roma non avea ancor
tarsi la gloria se non d' essere na- vita, e Grecia era nell'infanzia. E-
ti del loro sangue, che misto a truschi erano popoli di qua e di
i
I
^
2 12 MON MON
navigando pel Mediterraneo prese- se per alludere alla figura conica
ro liposo nell'isola di Troia non che olfre monte, o più verisiuiil-
il
multo dal lido distante, onde insi- mente ai buoni fiaschi del suo vi-
no ad oggi diccsi Falesce in vece no moscaio Est^ onde anche il mu-
di Falisci, così da Catone e da nicipio alzava a stemma un fiasco-
Antonino nominali come scrive , ne o barletto sopra tre monti. Ri-
l'Alberti; e che in Etruria si fer- sorte le lettere, latinamente si dis-
murono fabbricando i falisci Mon- se Mons FaliscuSj e Falisci i suoi
lefiscone, ora detto Montefiascone, cittadini.
per memoria di Fisca patria loro, S^ ignora quando Montefiascone
ond^ erano partiti; indi non solo ricevesse il beneficio immenso del-
dici'ono il nome al luogo, ma a la fede cristiana, ma può argomen-
gran parte di questa regione di tarsi sino dai primi tempi della
Etruria e , così furono noniinali Chiesa, per la felice posizione del
questi luoghi da loro Falisci e paese sulla via consolare Cassia ,
terbo e Falerio con molti altri dinali Macchi e Guerrieri; una mena
luoghi. CoU'Alberti concorda il Mo- verso il Mediterraneo, pel duca-
naldeschi parlando ne'suoi Conien- to di Castro , Toscanella , Come-
tarli de' dintorni d'Orvieto; ed il to e Civitavecchia; l'altra mena
eh. Castellano, Lo sialo ponllj. p. verso l'Adriatico, per Orvieto,, To-
249, dicendo che 3Iotis Falisconun scana e r Umbria. Imperocché es-
secondo alcuni, e secondo Baudrand sendo tal via consolare la pii^i fre-
cor» altri parecchi Mons Physcon^ quentata da ogni classe, per mette-
derivandolo primi da' popoli fa-
i re capo in tutto l'imperoromano,
lisci, de'quali la si crede metropo- conseguentemente anche dai disce-
li, e gli altri da una migrazione poli di Gesù Cristo, che solevano
de'popoli fìscoui di Macedonia; di- fermarsi ne'luoghi di maggior con-
stingue i falisci in trisciraini o pri- to o pel sito o per la popolazione,
mitivij e eiscimini o posteriori, nar- in poteasi sperare piìi facile l»
cui
rando come Camillo mentre asse- propagazione dell' evangelo ; ed ab-
diava Faleria, l' ottenne per aver biamo già veduto come nel IV se-
ta Sede verso il 726 sotto s. Gre- cupato, come narra il Rinaldi al-
gorio li, quando gli si sottopose il l'anno I 198, num. 0.5, e ricupera-
ducato romano. 1 vescovi di Viter- to quindi da Innocenzo III, riguar-
bo vi si rifugiarono quando la cit- dandolo come luogoed ag- forte,
delle città e castella circostanti re- ne. Al dire del citato Cohellio,
stituite ad istanza di Giovanni XII Gregorio IX confermò Montefiasco-
alla Chiesa, a cui l'avea tolte Be- ne nel dominio della Chiesa, e ne
rengario 11, non si fa menzione di munì Varx. 11 cardinal Raniero
Montefìascone, segno che andò esen- Capocci governatore di Viterbo, ri-
te da quella usurpazione. Nel 188 i cuperò ad Innocenzo IV la Tosca-»
i viterbesiruppero Ildebrandino na ecclesiastica e Montefiascone, in-
conte di Bisenzo, luogo sette mi- vase da Federico lì ; ghibellini i
nel iZio con bolla lodò Monlefia- la Chiesa signoreggiali dai tiranni
scone, chiamandolo peculiare dema- invasori tranne Monlefiascone e
,
l'alma città, con tutta la sua corle prolungando soggiorno sino al-
il
bano V, che in ogni anno della sua dinal iNicolò Capocci, e il suo cor-
triennale dimora in Italia yi 6Ì recò po i\i Irasièrilo in Roma. In Moii-.
,
peratore Carlo V, reduce dalla spe- falisci appena il poterono, con scuri
dizione di Tunisi , nella piazza di abbatterono l' albero della libertà
s. Andrea si die il giocondo spet- piantato sulla piazza, rialzando le
tacolo d' una fontana di vino mo- insegne pontificie, altrettanto fa-
scadello. Anche Giulio III venne a cendo quando Murat si proclamò
ricrearsi su questo monte, e si ten- re d'Italia, chiamando sotto di lui
ne apposito civico consulto, sulla gl'italiani, llitornato il cardinal Mau-
maniera di riceverlo e trattarlo; ry alla sede, ruccoaciò alla meglio
,
no 1841 dalla visita del santuario santo Padre fu spettatore del fuo-
dì Loreto, da Orvieto si recò a co d'artifizio, poscia ricevette mon-
Montefiascone sabbato 2 ottobre signor Altieri ora cardinale, che si
S^erso le ore tre pomeridiane, Gre- mensa vescovile, quanto per la ca-
gorio XVI avendo espresso ai car- pitolare. Essendosi poi aumentata
dinal vescovo il suo riconoscente la dote del capitolo come le pre-
animo per la cospicua magnificen- bende per pie lascile, da dieciotto
za stato da lui trattato,
ond' eia individui, compresi quattro chierici,
se ne congedò alFettuosamente; be- ch'erano prima, al presente aggiun-
nedicendo tutti con espansione, fra ti i soprannumerari ne conta dieci-
i pubblici applausi partì alla volta nove, oltre gl'inservienti di sagre-
d» Viterbo. Tutto e meglio si leg- stia, ed ha pure una cappella di
ge, in un alle iscrizioni poste sulle musici. Per formare la diocesi Ur-
porle della città, della cattedrale e bano V distaccò varie terre dai ve-
dell'episcopio, nel giardino e in di- scovati di Bagnorea, Orvieto, Vi-
versi luoghi, nella Narrazione del terbo, Toscanella e di Castro ; non
ec, del cb. cav. Sabatucci.
y>{<Js^gio, vi comprese Bolsena benché vicina,
Aggiungeremo che furono dispen- forse acciò restasse unita ad Orvie-
sati tre opuscoli, il primo dal lo- to per la chiesa ove accadde il mi-
dato gonfaloniere e deputati al pub- racolo del ss. Corpolare. j>fella bolla
blico ornato con la collezione di poi Urbano V volle rammenlare i
tuì Pietro Giovanni deli'Oito, Iras- morì in tale anno, e successe Gio-
lato da Nepi, e nel i438 lo pas- vanni Tolomei sanese, morto nel
sò a Massa Marittima, surrogando- i499- Cardinal Alessandro Farnese
gli Valentino vescovo d'Orte che romano, resse la chiesa sino al
poco dopo rinunziò, laonde nominò i5i9, e divenne Paolo III. Leone
successore Bartolomeo Vitelleschi cor- X fece amministratore, per cessione
netano, nipote del celebre cardina- del precedente, il cardinal Lorenzo
le, che r antipapa Felice V creò Pucci, e nello slesso anno Ranuzio
anlicardinale, perchè spogliato del Farnese di nove anni ; eletto Pa-
vescovato nel 144"^ ^^ Eugenio IV, pa Paolo III l'abilitò a contrar-
ritornato all'obbedienza di Nicolò re matrimonio, sostituendogli il car-
V ne fu reintegrato, e morì pieno dinal Guido Ascaiiio Sforza, che con
di meriti nel i463, al modo detto regresso rinunziò nel i5^S per la
alla sua biografìa, voi. IV, p. 169 sede di Parma, e fu vescovo Ubai-
del Dizionario. Eugenio IV nel dino Bandinelli fiorentino, dotto e
i44i '" sua vece, secondo l'Ughel- perito nelle lingue ; il cardinale
li, avea fatto vescovo Onofrio di riassunse nel i55o il vescovato,
Sessa, il quale die l'isola Bisentina avendo Giulio III impiegato in Pio-
a' minori osservanti, che edificarono ma Ubaldino, che morì nel i55r.
il convento de' ss. Giacomo e Cri- Achille de Grassis bolognese nel
stoforo ; però il Lucenti non lo ri- i55i intervenne al concilio di
conosce, e dice che nel i44^ ^^ Trento, e morì nel i588. Però nel
Vitelleschi fu surrogato Francesco i555 avea succeduto il fratello
lo
de Materi romano, traslato da Bre- Carlo Grassis, governatore di
de
scia, e morì nel i449- Nicolò V varie provi ncie e di Roma s. Pio :
invece della cupola alla cattedrale, brato il dì I." settembre 1719, come
colla spesa di undicimila scudi, sen- dalla lapide posta nell'episcopio ; e
za valutare quanto provvide il co- procacciò alla sagrestia della catte-
mune in legname e mattoni, oltre drale il ricco dono d' un compito
il costoso carreggio. Si attribuisce a pontificale con paliotto d'ormesino
lui gran parte della facciala anti- bianco ricamato in oro, in cui si
ca, di cui tentò il compimento il distingue la pianeta intarsiata lar-
successore ; inoltre alle dignità di gamente di preziose perle orientali,
decano e sagrista istituite da Urba- dono accompagnato da due grazio-
no V, egli aggiunse la terza dell'ar- sissime lettere del re e della re-
ci prete con pingue prebenda, e gina , di cui si parlò nel voi.
detto XIV a sua istanza nel I743, restaurò e ridusse a stato di po-
col breve N
ovaia de coelo descen- litezza e di buon ordine il pubbli-
denleni Jerusaleni^ concesse al capi- co ospedale ; donò un pontificale di
tolo il rocchetto con cappa magna^ lama d'oro alla cattedrale, nobili-
onde il capitolo nelle stanze cano- tando 1' ara massima; trasferito a
nicali pose una iscrizione in mar- Benevento ricolmò di benefizi l'ar-
mo di gratitudine al cardinale. 1- cidiocesi, al modo come si legge
solò il seminario della città median- nelle iscrizioni, riprodotte a p. 7:1
te muro, ricavandone un cortile dal de Angelis. Nel 1776 gli succes-
per solazzo de' giovani, e siccome se il celebre e dottissimo concitta-
privò la città d'una piazza, in com- dino Giuseppe Garainpi nunzio di
penso utilmente cambiò il corso Vienna, creato cardinale nel 1786,
della strada romana, per modo che morto nel 1792 : aprì un orfano-
passasse rasente alla porta del borgo trofio per le povere fanciulle, che
maggiore, la quale più magnifica co- poi si chiuse per difetto di rendite
borgo apri al-
struì, e di faccia a tal sufKcienli ; fu generoso al semina-
tra strada tempio di
dritta
il verso rio di molti hbrij e no promosse
s. Flaviano; e meditava la navigazio- r incremento .
1794 Gio. Sifredo
ne del fiume Marta sino al mare Maury indi cardinale : sotto di lui
di Civitavecchia, come viva sorgen- Pio VI aumentò la mensa capito-
te di ricchezze per Monte Fiascone lare, di cui è l'effigie con r^cri-
e per tutta la provincia, e ne fece zìonc nelle stanze canonicali. Que-
fare da Andrea Chiesa il disegno. sto cardinale da Parigi donò al se-
L'episcopio fu dal cardinal amplia- minario più casse di volumi, in
to ed abbellito, e vi fabhricò vicino gran parte edizioni de' maurini, e
altro palazzo pegli uflizi della cu- alla sagrestia die molle ricche sup-
#4- ^'^^ MON
pellrtllìl. Pio VII esonor?) molfc storia ecclesrnstica, di oloquenrn sa-»
diocesi dalie pensioni di cui erano 10 del pubblico bene ampliò il mon-
gravate, ed accrebbe le rendile del te di pietà, procurò l'ornato della
seminario con applicargli i beni città, islituì \r. scuole de' fratelli
de' conventi esistenti in Marta, giù della dottrina cristiana pei fauciid-
degli agostiniani e pnolotti minimi li,onde toglierli dall'ozio e dall' i*
soppressi dai francesi. Quel Papa gnoranza a* 27 , gennaio 1842
fece amministratore fr. Bonaventu- Gregorio XVI lo trasferì a Fermo
ra Gazzola vescovo di Cervia, e che tuttora saviamente governa, e»*
dopo la rinunzia del Maiiry lo sendo protettore di Montefiascone^
promosse al vescovato nel 1820 : di Marta e di Piansano: di quanto
egli dopo il fondatore ben meritò fece questo porporato nella sua cit-
del seminario e collegio • Falisco ,
tà e diocesi Falisca si legge nello
avendone sino dal 1B17, come si splendido elogio riportato nel nu-
legge nel supplemento del Diario mero 16 del Diario di Roma 1842^
di Roma numero 82, fatto rifiorire 11 medesimo Gregorio X\ gli die I
delle rendite pei restauri della cu- sostituì nel concistoro de' 22 gen-
pola, ed a favore della mensa gli naio 1844 '' odierno vescovo car-
utensili e mobili lasciati dal cardi- dinal Nicola de' conti Clarelli Pa-
nal Maury_, in compenso de'danni racciani di Rieti : numero 28
il
recati nella sua assenza all'episco- delle Notizie del giorno 844 ^^^ 1
pio. Cardinale Giuseppe Maria P'el- scrive le feste fatte pel di lui so-
llnife sacro. Vi sono in citlà due vano per insegna T immagine della
altre chiese parrocchiali, i conven- Beata V^ergine, e dall'altra parte la
tuali, i minori osservanti, le mona- cioce dell'ordine, dovendo difende-
che salesiane e benedettine, la scuo- re la religione cattolica contro gli
mi tempi della Chiesa, e nel V se- slosità d'uno spettacolo, che non è
colo vi fu eretta la sede vescovile dato con poche parole poter de-
sotto la metropoli di Reggio, ed scrivere.Gli abitanti preferirono
ebbe anche vescovi greci. Il primo queste montagne alle ricche pianu-
vescovo che si conosca è Somano, rcj per essere al coperto dalle ves-
che assistette al concilio di Calce- sazioni de* turchi, e vi spiegarono
donia nel 4^*5 Giovanni fu a un'industria agricola che invano
quello di Roma del 499 ^^^^^ ^' cercherebbesi altrove: a forza d'ar-
K>immaco; Rufino del 597 ; Venerio te e di fatica, costrinsero un suo-
del 599; Papinio si recò nel 649 lo sassoso a diventar fertile. 11
chia asiatica nella Siria, della qua- niti ( una volta anche quelli dei
le il Tabor occupa uno de'più emi- Melchid Greci e de' Siri^ ma og-
nenti punti, ed il più mirabile, in- gi nel dominio turco essendo li-
di Libano cotanto celebre ne* li-
il bero il culto, questi dimorano nel-
bri santi antichi e nuovi, famoso le loro città presso i diocesani ) e
pe' suoi cedri , rispettabili avanzi degli Armeni o di Cilicia (Vedi).
della foresta nella quale il re di Ai quali articoli ed agli altri re-
Babilonia fece abbattere gli alberi lativi si dice quanto riguarda il Li-
necessari per la costruzione del bano, il cattolicismo che vi è nu-
tempio di Gerusalemme (Fedi). Il meroso, ed i religiosi e religiose. Si
Libano, ìì cui nome dev'estendersi deve avvertire, che nel Monte Li-
a tutta la catena del Resrouano o bano non vi sono famiglie armene,
Kesraouan, e del paese de'drusi, ed ivi il patriarca governa le lon-
presenta tutto lo spettacolo delle tane città di sua diocesi. Ora si
grandi montagne; il Giordano, il dice che il patriarca armeno ossia
-
XIV a' 16 febbraio 174^, per im- marzo 1841, f^i stabilito, che la
porre silenzio alla controversia in- Siria fosse sottomessa al vicario
sorta. apostolico di Aleppo, e la Palesti-
11 Monte Libano per i latini è na con l'isola di Cipro fosse go-
compreso nella giurisdizione del vi- vernala nello spirituale dal guar-
cariato apostolico di Aleppo , ed diano del santo Sepolcro o Terra-
.Antura è la residenza del vicario santa; e riguardo agli ospizi di que*
apostolico, cioè propriamente nel st^ultima esistenti nella Siria, i re-
Resroano nell'Anti Libano. 11 vica- ligiosi quanto mi-
all'esercizio del
rio apostolico è pei latini, ma è nistero dipendessero dal vicario apo-
ancora delegato apostolico pegli stolico, mentre per ciò che concerne
orientali , che in lantt» numero la disciplina regolai-e fossero sog-
stanziano nella Siria: nel i83o la getti al Però nell'otto-
guardiano.
congregazione propaganda fide di bre 1847 '^ regnante Pio IX ha
gli fabbrico Antura perla casa in ripristinato la residenza in Gerusa-
risiedervi. A monsignor Pietro Lo- lemme del patriarca latino, con
sanna vescovo d'Abido, Gregorio giurisdizione stabilita dalla congre-
XVI die in successore agli 8 mar- gazione di propaganda ^Je. In Alep-
zo r839 l'odierno vicario apostoli- po vi è la casa del vicario aposto-
co d' A leppo pei latini, e delegato lico, circa mille cattolici latini; la
apostolico nel Monte Libano, mon- chiesa parrocchiale, scuola con con-
signor Francesco Villardel de'mino- vento ed ospizio i padri di Terra
ri osservanti, arcivescovo di Filip- santa; chiesa, cappella, collegio e
pi. 11 vicariato apostolico (\\ Alep- prefettura i cappuccini ; la scuola
po o Ber rea ( Fedi) contiene ì d'ambo i sessi de'lazzaristi ; e vi a-
Melchiti {Vedi), Maroniti (Vedi),
i veano chiese ed ospizi i gesuiti ed
gli ai meni di cui parlasi a Cilicia ed i carmelitani.
a Patriarcato armeno ( Vedi), Antio' Si crede che il nome di Libano
chia, Laodicea, Sidone, Tripoli, Da- venga dalla parola ebraica Lehan
masco, Berito, città che tutte hanno o Lahan, che significa bianco j esso
articoli. Berrea o Aleppo si considera esprime la bianchezza delle sommi-
come la capitale della LSiria (Te- tà le piti alte della catena, che so-
di), la quale comprende il vicaria- no quasi di continuo coperte di
to apostolico d' A leppo, tranne la neve. Si distinguono col nome di
Palestina, vicariato già vastissimo Libano od ElGebel le più alte
come contenente anche l'alto Egit- montagne della Siria : è una cale-
aa8 MON MON
na monti che s'innalza lungo la
di di frutta e ben coltivato; il se-
questa distanza forma un paese fer- primi, gli altri ne'dintorni, e divi-
tile, cui davasi anticamente il no- si per così dire a drappelli. La ci-
monte come la dimora de* primi a quelle del ginepro, alquanto ri-
abitanti della terra, poiché la po- piegate, e conservano il verde tut-
sterità diCham venne a popolarlo to l'anno ; il frutto, che non è por-
poco dopo il diluvio. L'aspetto di tato che dai grandi cedri, è simile
questo monte presenta quattro pia- a quello de' pini, ma d'un colore
ni di monti ammucchiati gli uni più oscuro, e di una corteccia più
sopra gli alili: il primo è pieno compatta; è disposto a folti maz-
MON MON 229
zelli all' estremità , e rivolgasi al Europa al principio del secolo XVII;
cielo coliepunte all'insti, tramanda dopo un'esistenza indipendente e
un odore gradevole, e la resina che famosa, fu vinto, tradito e tradot-
cola dal tronco ha pure una dolce to in nondimeno
Costantinopoli ;
formano un popolo a parte in tut- suoi errori, li crede con altri deri-
to l'oriente, ed amano gli europei vati dai latini della prima crociata,
come fratelli : al loro articolo dissi poi caduti in errore pel contatto
quanto negli ultimi tempi soffriro- co'saraceni ed altri popoli. Il Cuc-
no dai drusi e dai turchi, dopo la cagni nella dissertazione in cui vol-
caduta del dominio egiziano. I dru- le provare che la setta de' liberi
si, che coi metualiti ed i maroniti muratori è un ramo della setta
formano la popolazione principale de'manichei, inserita nel supplimen-
del Libano, furono un tempo cre- to al Giornale ecclesiaslico di Ro-
duti colonia europea lasciata dai ma 1791, dice che i drusi del Mon-
crociati in oriente: parlando dru- i te Libano conservano molti vestigi
si l'arabo, ed essendo idolatri non del manicheismo, e che perciò han-
sembra che discendano da cristia- no affinità coi frammassoni. Egli
ni. Perseguitati dai mussulmani, di però coi più critici dichiara l'esi-
cui non vollero abbracciare il cul- stenza de' drusi anteriore a detta
to , rifugiaronsi nelle inaccessibili crociata, e che un certo Druso I-
solitudini del Libano. L'emir Fa- smaele persiano manicheo fu loro
cardino li rese celebri anche iu legislatore al principio del secolo
23o MON MON
XI, quale apostolo della setta spe- le di dello codice, si legge questa
dito u predicar iti Siria, quiudi i nota: Manuscrit originai pris tn
drusi lo confusero
liakemo cou Syrie par les Iroupcs égypliennes
re egiziano, perchè da Druso Ismae- clans la revolle dts druses en i838.
Je promulgato per un Dio; ne a- Gli altri volumi ancoia provengo-
spettano sempre il ritorno, lo cliia- no dal bottino fatto in quella cir-
luauo il Salomone persiano, e ve- costanza nei drusi dui soldati egi»
nerano qual Dio polente sotto la ziani;e da Clot Bey medico d* 1-
niisteriosa figura del che
vitello braim Pascià, che seco lo condus-
tengono nascosto. Sembra che i se in quella spedizione, furono of-
drusi abbiano scelto tal simbolo per ferti al lodato Pontefice nel i84t>.
relazione all'Egitto, dove uccisi mo- MONTELUNGO o MONTE-
rirono tanto Druso che Hakemo, e LONG Ugo, Cardinali',. Ugo di
dove fu adurato il vitello sotto la Montelungo o Monleiong, nato no-
speciosa denominazione di Api, che bilmente nell'Angiò, decano, canto-
spiegasi appunto per il forlCy il re ed arcidiacono di Nantes, fu nel
Dìo potente. Avendo i drusi accol 1 354 promosso alla cattedra epi-
io generosamente gli europei, che scopale di Tregiijer, e nel 1^59
dopo la balluglia di Navarino te- trasferito a quella di Brieu , colla
mevano la vendetta de' turchi, av- dignità di cancelliere della Breta'
vezzi ora ad una specie di fratel- glia. Gregorio XI a* 2 1 dicembre
lanza cogli ortodossi maroniti, nu- iSyS lo creò cardinale prete de' ss.
merosi, ricchi, amanti l'agricoltura Quattro, e poi vescovo di Sabina.
ed il commercio, prodi e di ma- Segui il Papa nel suo viaggio d'I-
niere civili, faranno col tempo fa- taiia , e quindi abbandonando in
cilmente corpo coi maroniti, e pro- Roma il successore Urbano VI, al-
grediranno del pari nella civilizza- la cui esaltazione erasi mostrato fa-
zione, purché si rispettino i loro vorevole, seguì le parti dell'antipa-
riti religiosi. I metualiti o amadii, pa Clemente VII, nella cui obbe-
che compongono il terzo della po- dienza finì il corso della sua vita
polazione del basso Libano, sono in Avignone, in estrema decrepi tey^-
maomettani della setta di Ali do- za nel 1 384 ^ piì^ tardi.
minante in Persia; essi non man- MONTE MARANO, Mons Mu-
giano ne bevono coi settari di al- ranus. Città vescovile nel regno del-
tro culto, e dopo molte vittorie e le due Sicilie, nella provincia del
rovesci si sostengono nella valle Principato Ulteriore, capoluogo di
plesso le magnifiche rovine di cantone sul Calore. La cattediale,
Eliopoli e dalla parte del Sour ampio edilizio, è dedicata alla Bea-
l'antica Tiro. Gregorio XVI donò ta Vergine Assunta, con tre navate:
alla biblioteca vaticana sei volumi nel sotterraneo vi sono tre cappelle,
riguardanti i drusi, in lingua ara- col corpo di s. Giovanni vescovo.
ba. Cinque di essi, in quarto, con- Il capitolo componevasi delle digni-
WON MON 23
datore Calo Mario, onde fu della lo, de'minori osservanti, dottissimo
jMons Marianus, perchè la fece co- teologo, del i552: intervenne con
slruiie sul monte. La sede vescovile onore al concilio di Trento, e nel
fu creila nel secolo XI sotto la me- 1570 passò alla sede arcivescovile
tropoli di Benevento. Ne fu primo di Lanciano. Ne furono successori,
vocovo Giovanni njonaco bene-
s. nel 1570 M. Antonio Alferi bene-
dettino nominato da s. Gregorio
, ventano, arcidiacono della metropo-
VJI ; chiaro per raiiacoii morì il 7 litana ; nel 1596 Silvestro Brocati
17 agosto, e ne riporta gli atti d'Offida , chiaro teologo e filosofo,
in un alla serie de' vescovi l'Ughel- perito nella lingua ebraica, già pre-
li, Italia sacra, t. Vili, p. 33-2. cettoredi Clemente Vili che lo
Gli Giovanni che nel
successero, nominò. Nel i6o3 M. Antonio Ge-
1 179 (u al concilio Lateranense IH novesi napoletano, celebre giurecon-
di Alessandro 111 ; Ruffino traslato sulto, traslato ad Isernia ; nel 161 i
moderno edifizio, con capitolo che sero: Antonio morto nel 1482; Giu-
componevasi di sei dignità, cioè l'ar- lio Cantelmi nobile napoletano, de-
nori, che nel \^5i fu fatto vescovo millo Seriboni. Indi fr. Ippolito
ò!Andria (Vedi) (alla quale Pio VII Massarino lucchese de' serviti, prò-
, ,
de' cappuccini conta la sua origine Conlucci, situalo al pari del pub-
dal i532. blico palazzo e del pretorio nella
iFra
primi stabilimenti di cari- piazza del duomo ; il palazzo Bue-
la contavano fino dal secolo Xlll,
si celli, e quello di Marcello II pas-
oltre l'ospedale o casa della Mise- sato ne' suoi eredi_, da ultimo ac-
ricordia delia confiaternita , quat- quistato dal conte Carradori di Ma-
tro spedaletti ne'sobborghi, che sop- cerata, da cui l'ereditò 1' unica sua
pressi furono riuniti al vasto e ben figlia duchessa d'Altemps di Roma.
provvisto spedale di s. Cristoforo Sulla celebrità degli uomini nativi di
dentro la città. Quanto alla istru- Montepulciano , pochi altri paesi
zione letteraria e scientifica, olire pjoporzionatamente alla popolazione
il seaiinario, vi è un liceo munici- stanno alla pari di questa città. I cardi-
pale, dove la gioventù secolare e nali, le cui notizie riportiamo alle lo-
i chierici ricevono l'istruzione scien- ro biografie, sono: Marcello Cervini
tifica dai professori di teologia, fi- poi Marcello 11^ Giovanni Ricci, Ro-
losofia e istituzioni civili, dopo aver berto de Nobili chiamato 1' Angelo
latto il corso di letteratura, lingua citi Signore y ven. Roberto Bellar-
latina e reltorica sotto maestri pa- mino dottissimo gesuita, Francesco
gati dalla pia eredità all' uopo la- Maria Tarugi, Bartolomeo Massei
j»ciata da Nicolò Parri giureconsul- ec. Si noverano trentadue vescovi,
to montepulcianese. Abbiamo dal oltre molti altri prelati, senza dire
che il
IS'ovaeSj nel Papa Nicolò IV de' dotti e letterali più distinti, fra
1 290 fondò in Montepulciano una i Angelo Cini detto il Poli-
quali
pubblica accademia, perciò una del- ziano,uno de'maeslri di Leone X.
le pili antiche istituite dai Pontefi- Di molli altri illustri uomini di
ci. Un frequeqtato e ben regolato Montepulciano, ne trattano le No-
conservatorio e convitto per le fan- tizie del cardinal Roberto de Nobili
ciulle civili era Girolamo, tras-in s. e di altri illustri Poliziani, raccolte
localo non ha molto nella fortezza da A. Parigi, Montepulciano i836.
da basso alla porta di Gozzano : Ninno ignora la celebrità del suo
per la classe del popolo vi sono le vino, che dicesi il migliore di To-
scuole normali o Leopoldine. Vi è scana, del quale vi è memoria che si
un elegante teatro nelle cui sale spediva all'estero prima del secolo
si aduna l'accademia letteraria de- XIV. 11 vino di Montepulciano dal
gli Intrigati. Vi è un ricco monte Redi fu qualificato d' ogid vino il
di pietà fondalo nel secolo XVI. re, ed è noto che nel suo lerrilo-
4ia6 MON MON
rio neirVIII secolo le viti si colli- guerreschi de' monlepulcianesì, alla
vavano con pailicolar cura. Altri quale epoca pei confini furono di-
principali e proficui prodotti del fesi dai contro i sanesi,
fiorentini
territorio sono il zafferano e il gua- venendo ricevuti sotto la protezione
do; ne' secoli XUI e XIV esisteva- de' primi mediante un trattato. Al-
no in Montepulciano ricche società lora i reclamarono, che il
sanesi
di mercanti sanesi e niontepulcia- castello e territorio di Montepul-
nesij il cui commercio speciale era ciano era compreso nel loro conta-
sul guado, sul croco ed altre mer- do, per lo che si tenne nel lao^
canzie indigene, oltre il zafferano una dieta de' rappresentanti delle
ed il vino squisito. Rinomato e pe- città toscane in s. Quirico di Os-
scoso è Montepulciano,
il Iago di sena, e fu riconosciuto che vi ave-
che riceve la Chiana Toscana, e ne vano dominato alcuni conti teuto-
conduce l' acqua all' Arno, essendo- nici del contado sanese, come in
ne le rive paludose nel medio evo : proprio castello. Nel 1207 sane- i
vernatori col titolo di difensori del corse a Carlo IV, il quale si di-
comune, con podestà e capitano sa- chiarò contento che i signori del
nesi eletti dai cittadini. Alla fine Pecora tenessero Montepulciano co-
di tal secolo incominciava a pre- me suoi vicari imperiali, e passan-
ponderare per le sue ricchezze la do per la terra vi fu da loro fe-
gato per vertenze con quel di Chiu- sanesi per vendicarsi, con le compa-
si : il suo fratello Guglielmo, da- gnie assoldate gli dierono il guasto,
vanti la pieve cangiò la sua casa ma furono disfatti dai perugini, ot-
in palazzo, che servì d'abitazione ai tenendo i montepulcianesi che per
suoi discendenti, innanzi che dive- cinque anni non avessero podestà
nisse Suo nipote Gu-
dello stato. sanese. Rappacificati i del Pecora,
glielmo Novello, nel i338 fu capi- Nicolò si recò in Montepulciano
tano generale de' guelfi della lega per signoreggiarla, mentre peru-i
IVapoli, come pure allo scoppio del- nesi procurarono occupar Monte-
la congiura de' Pazzi. INel 149^^ i pulciano, ma la popolazione e il
de Medici colle forze degli Orsini pote lo successe nel 1 55o col no-
e sanesi contando di rientrare in me di Giulio 111. Qualche tempo
nella terra, quando irritato il go- che il comune, liberalo dalle mo-
verno fiorentino mandò un eserci- lestie sofferte durante la guerra
to a respingerlo. Profittando i sa- di Sicna^ innalzasse a sue spese la
nesi de' molti nemici potanti mossi bella fortificazione che si vede alla
a danno de' fiorentini, gli obbliga* porta di Gracciano; e fu ad istan-
rono a disfare la torre che aveano za dello slesso duca, e per le inces-
sul ponte, edificare qua-
di poter santi premure del cardinal Giovan-
lunque Montepulciano,
fortezza in ni Pticci montepulcianese, che que-
accordando tregua per cinque anni, sta da lui ben amata patria nel-
MON MON 239
l'anno 1 56 1 venne decorata della lata alla Medicea con l' epigrafe :
vemNis i56i ,
presso 1' Ughelli nel 17 IO Francesco Maria Arrighi
Italia sacra t. I, p. 1002 e seg., nobile fiorentino, decano della sua
eresse la Monte-
sede vescovile di metropolitana, col quale neWItalia
pulciano, dichiarandola soggetta im- sacra ha termine la serie de' vesco-
mediatamente alla santa Sede, co- vi che compiremo colle annuali
me lo è ancora ; nominando primo NoUzie di Roma, ij'i'j Antonio
amministratore di essa il cardinal Maria Vantini della diocesi di Mas-
Giovanni Ricci di Montepulciano, sa ;1747 Pio Magnoni sanese, tra-
che rinunziò dopo due mesi, onde sferito da Chiusi; 17^7 Pietro
nel i562 fece propriamente primo Franzesi della diocesi d'Arezzo;
\escovo Spinello Benci raontepulcia- 1802 Pellegrino Carletti di Monte-
nese arciprete della
, cattedrale , pulciano; 1829 Ippolito Nicolai del-
di somma prudenza e dottrina, se- la diocesi di Pistoia. Gregorio XVI
gretario di Baldovino del Monte nel 1834 preconizzò vescovo Pie-
fratello di Giulio III ; si distinse tro Saggioli di detta diocesi, e do-
al concilio di Trento, morì nel po qualche tempo di sede vacan-
MON MON 241
le, nel concistoro de' 27 gennaio plicare ad altro ordine i loro beni
1843 gli à\è per successore l'odier- esistenti ne' suoi dominiij ottenne
no vescovo monsignor Claudio Sa- dal Papa Giovanni XXII nel i3i6
ni uelli nobile di Montepulciano, già di erogarli all'ordine de' cavalieri
rettore del collegio di Pisa, arci- di Nostra Signora dal re istituiti,
prete della cattedrale di Chiusi, in- e delti di Montesa dalla piazza for-
di di quella della patria, dotto pro- te e inespugnabile che loro die nel
fessore di sacra Sci iltura nell' uni- regno di Valenza, a difesa de' suoi
versità di Pisa, della cui metropoli- stati, e per guerreggiare contro i
lana fu pur canonico : caro a Gre- mori infedeli, onde da tal luogo
gorio XVI, ne pianse con tutti i presero il nome^ ed ebbero pure i
onore della verginità di sua gran glio del re Ferdinando I, per sua
Madre, da cui piuttosto vuoisi eb- opera nel 1480 fu ritrovato il cor-
be origine il nome di Monte Ver- po di s. Gennaro sotto l'altare mag-
gine, in venerazione della quale al- giore della chiesa di Monte Vergi-
tro cibo ivi non si usasse che quel- ne, ma la morte gì' impedì trasfe-
lo stretto di magro o quaresimale, rirlo a Napoli, ciò che potè effet-
esclusi i latticini, come tuttora si tuare l'arcivescovo successore cardi-
pratica, e venne confermato da nal Oliviero Caraffa, con licenza di
prodigiosi avvenimenti. Di quello Alessandro VI ottenuta da detto
del i6ii ve n'è memoria nella la- re. La veduta che si gode da que-
pide posta sopra la foresteria del sto monte, è mollo vasta, poiché
cenobio; ed il p. Annibali, Coni- lutto il Principato si spiega come
pendio della storia degli ordini re- uua carta geografica sollo ogU sguar-
s44 MON
di. Vi si scorgono pure i golfi di e gli esercizi laboriosi neVjuali Gu-
Napoli e di Salerno, il mare di glielmo occupava e voleva che si
si
ingerirsi negli affari de' religiosi, e tammo la sua storia compilata dal-
fece compilare alcuni regolamenti, l'abbate Laurenti, e dedicata al
a fine di ristabilire ne'uionasteri la cardinal Busca protettore della con-
regolare osservanza. Tutlavolta se- gregazione. Dopo le note vicende
guitando il sagrestano, che molte politiche furono stabilite nel mona
ai6 MON MON
siero le Maestre pie {Fedi), e Gre- dio delle scienze sacre, salendo an-
goiio XVI trasferendole altrove, die ch'essi in fama, Federico II vi sta-
il locale e la chiesa al collegio Ir- bih un ordine cavalleresco denomi-
ìandttsc (Fedi\ nella quale fu nel nalo di Monte Vergine. Simile or-
1847 deposto il cuore che lasciò a dine di cavalieri, e molli magnifici
lloma il fanoigerato O'Connel che monasteri Carlo di Valois volle pa-
celebrammo ad Irlanda, morendo rimente istituire in Francia", ed i
già abbate superiore della casa ed coltà non solo di conferire i quat-
ospizio di Loreto e vicario gene-
, tro ordini minori, ma eziandio il
rale della diocesi. I monaci per con- sagra mento della confermazione, di
cessione enfiteutica hanno ottenuto convocar sinodi diocesani, d'indos-
il locale della soppressa abbazia sare abiti prelatizi , di concede- ^
senza il regio assenso, eccettuò quel- suoi tesori questa effigie; l'adornò
le avvenute in favore del mona- di corone e la donò alla chiesa. Fi-
stero di Monte Vergine; egli ed altri lippo d'Angiò principe di Taranto
imperatori dichiararono esenti da e figlio di Carlo marito di Cìa-II,
Monte Vergine. Questa chiesa catte- suo vincitore die la cappella ad il-
drale, col monastero, non offre che lustre guerriero suo seguace. Cate-
qualche avanzo della sua amica rina di Valois e i suoi figli Lodo-
struttura a sesto acuto ; vi è però vico e Maria riposano in questa
un soccorpo che dev' essere più an- chiesa ; ma le loro tombe rovinate
tico. L' immagine rinomata della dai terremoti furono rifatte. Il gran
Vergine di Costantinopoli, ivi tras- ciborio o baldacchino nella cappella
ferita d'Antiochia a tempo degli del Sagra mento è dono di Carlo
iconoclasti^ col volto oscurato dagli Martello. Io ultimo si vede il se-
anni, in campo d'oro, e detta per- polcro gotico della moglie di ser
ciò negli inni popolari la Schiavo- Gianni. In un corridoio del chio-
na, fu tagliata dal quadro, nel qua- stro vi è un piccolo museo di sta-
le era dipinta l'intiera figura, da tuette e bassorilievi romani, appar-
Baldovino II imperatore latino d'o- tenenti al tempio di Cibele, con al-
riente. Dovendo egli abbandonare tri pregevoli mfirmi . Sono mira-
,
ris. Alla critica che vi fece il Fico- suoi pregi la sua modestia, dol-
ji«, vi rispose il p. Montfaucon nel cezza di carattere, candore e seni-
I
a5o MON MON
plicilà di coslumi, segno perclb al- correre le provincie occidentali, dnn-
l' universale ammirazione. Venne do prove del suo zelo e della sua
onorato di medaglie d'oro da Car- carità, confutando calvinisti, mas-
i
dichiarato consultore,
di cui in
come
avanti l'avea
scrìvono
d' una
troversie giurisdizionali coi regi mi-
volta gravi con-
sua abilità ed erudi/iune, stette Inn- gi volle egli farne parte al pubbli-
^aniente senza ciirica, lìnchè nel co, [)er mezzo
un volume in fo-
di
yj'òo Clemente XII Io destinò se- glio di romana.
njagnifiea edizione
gretario della congregazione conci- I detti ritratti col rimanente di sua
rai che prestavano con pegni, e eretti con autorità pontifìcia e con-
prendevano l'interesse del 70 e 80 cessione di privilegi, anzi più tardi
per cento, come meglio diremo dan- i Papi nell' istituire le sedi vescovi-
do poi un cenno dell'usura o in- li ordinarono per una delle princi-
teresse del danaro dato ad im- pali condizioni, che ne' luoghi re-
prestilo con eccessivo ed ingiusto sidenziali vi fosse il monte il pietà,
compenso, che canoni della Chie-
i ed ecco perchè nelle proposizioni
sa proscrissero d'accordo colle leg- concistoriali per la provvista delle
gi imperiali. 11 male era giunto a chiese, si rimarca se il monte esi-
tal colmo che bisognava portarvi ste o no, meritando monti di pie- i
]4^8. Ivi il Mariotti parla ancora zio alla questione ed inflisse le cen-
della celebre questione sopra i mon- sure e la scomunica a chiunque ne
ti di pietà, e della difesa che ne fu avesse parlato in contrario. 1 suoi
fatta. Sisto IV nel 1471 confermò successori ed il concilio di Trento
quello di Viterbo, e perchè i van- opinarono nello stesso modo a fa-
taggi che ne derivavano gli sembra- vore de' monti di pielà^ poiché de-
rono veramente grandi, volle farne cisero. i.° Che il prestito fosse di
godere la città di Savona sua pa- una somma tale che non potesse
tria nel i479) approvandolo colla diminuire che dovevano ri-
i fondi
bolla Ad sacrarli. Ne fu propaga- produrlo, e sopra tutto che non se
tore anche 1' altro osservante s. ne facesse alcuno ai ricchi signori
Giacomo della Marca, e più di tut- e stranieri. 2." Che i prestili non si
cenzo Vili approvato nel 1489 col- se al tempo convenuto non fosse
la bolla Ad sacratila e quel di Bo- renduta la somma, si potesse vende-
logna nel i5o6 da Giulio li, me- re il pegno per fare indenne il
diante la bolla Ad sacram. Quindi monte. 4-" ^^^^ P^^'
piovvedere alle
r ebbero anche le principali città spese necessarie per la conservazio-
d'Italia, come Mantova, Milano, Pa- ne degli oggetti, la persona che im-
dova, Napoli, e Firenze, il quale pegna pagasse un leggero diritto,
venne istituito nel i49^ ^ persua- quantunque sarebbe meglio, dice
sione di fr. Girolamo Savonarola Leone X nella sua bolla, che non
onde eliminare gì' illeciti guadagni se ne esigesse alcuno in fine che ;
III nel 1 555 approvò quello di Vicen- luoghi ove si prestavano denari con-
za, colla bolla Salvator noster Jesus. tro pegno e col pagamento di notabili
Più tardi i monti di pietà furo- usure. Avendo Filippo V re di Spa-
MON MON i^S
gnaerelto un monte di pietà per cele- le comunità e dalle confraternite, e
brare suffragi ai fedeli defunti, per nello stalo pontifìcio sino dai primi
accrescerlo ottenne da Benedetto XIII anni del secolo XVI, poco dopo
Ja bolla Alias nomine^ del 1727, degli altri monti di pietà. 11 Nico-
che fosse raccomandato ai vescovi lai, Memorie suir aiìnoiìa, nel t.
acciò quelli che facessero testamen- II, p. 117, riporta l'editto camer-
to gli lasciassero uu legato, senza la lengale pel libero commercio dei
quale limosina fosse invalida ogni grani e biade nello slato pontificio,
disposizione testamentaria. Di tali ed al 27 la soppressione dei
n.
monti ve ne sono in altri luoghi, co- monti abbondanza o frumenta-
di
me il monte dei morti in Orlona. A- ri, essendosi provveduto che mai
vea s. Pio V dichiarato ladri e gente mancassero le granaglie, di che se ne
di mala fede que'cassieri e deposita- parla pure nel t. Ili, p. i85.Tulta-
ri, i quali abusando del loro uffizio volta i monti frumentari, in minor
impegnavano o vendevano i pegni numero, sussistoifo ancora. 11 Maran-
o deposili ad essi conseguati, e poi goni r\e\\' Istoria di SanctaSancio-
adducevano falsi prelesti di non a- ritm, e. 32, discorre delle immagini
verli. Benedetto XIII oltre avere del Salvatole appellate comunemen-
approvato gli infamanti epiteti <lel te la Pietà, loro uso, stemma, insegna
predecessore, impose loro gravi pene e sigillo di varie confraternite e luo-
secondo i delitti e per tutto lo sta- ghi pii, massimamente de' monti di
to ecclesiastico, con bolla de' 26 pietà. Queste immagini si rappre-
settembre 1729, Jam dudum. sentano ora stese in seno della Bea-
Sul modello de'monli di pietà dai ta Veigine, ed ora sedenti sopra il
quali accordano prestiti a beneficio
si sepolcro intere, oppure sino a mez-
de' bisognosi con piccolo pagamento za vita, colle braccia e mani steso
d'interesse, si fondarono in Italia i ed allargate in allo d' invitare i
monti detti dell' abbondanza, del peccatori all' infinita divina miseri-
grano o frumentari,i quali colle bia- cordia. Delle istituzioni de' monti
de depositate non solo ne danno ai di pietà trattò fra gli altri il Klock
contadini una quantità per semi- nel lib. II, De aerano cap. 20,
narle, ma servirono grandemente in pubblicato in Norimbeiga nel i65i.
molti anni di carestia al soccoiso Si può vedere il cardinal De Luca,
della classe indigente. 11 grano, De nions pietalis, parlandosi dei
granturco, od altra specie di biade principali in moltissimi articoli di
imprestate a chiunque offre una questo Dizionario.
guarentigia per la restituzione, si L' eccesso dell' usura, Foenus,
restituisce dopo il raccolto^ con in- Mutinir/ìj che provocò la fondazio-
calcolabile vantaggio de' poveri, on- ne de* monti di pietà, è stala sem-
de se ne istituirono anche nelle pre riprovala dal diritto di natura,
terre, borghi e villaggi. Questi mon- dai sacri canoni, dalle costiluzioiu
ti frumentari, come quelli di dena- pontificie , dal diiilto canonico e
ro, furono privilegiati dai Papi e civile, ed è stata sempre severa-
dai sovrani, ed ebbero generosi be- uìente condannata e punita; che se
nefattori che aumentarono i generi ai giudici dell'antica legge fu tal-
e il capitale con pie lasci te : i mon- volta permessa 1' usura cogli estra-
ti fruuieiiluri si eressero anche dal- nei, ciò fu per una speciale divina
^56 MON MON
dispensa. Quindi sebbene
ancora cos'i 8. Ambrogio; e s. Leone I proi-
gli ebrei V esercitano, non è per bì severamente V usura ai chi(;rici
questo che sia assolutamente loro ed ai laici. Urbano III proibì l'u-
permesso l'usurare; ma piuttosto sura, l'accrescimento alla sorte
deve dirsi con s. Tommaso essere r eccesso, segnatamente se si presta
ad permessa e tollerata per e-
essi a poveri ed indigenti. Le gravi e
vitare mali assai maggiori. Questo immoderate usure devono resti Uiir-
stesso motivo pare che movesse Fe- si, come ordinò Innocenzo 111 nel
derico I imperatore ad esentare dal concilio Lateranense IV. Se uno fos-
delitto di usura i giudei, e permet- se convinto di usura per fama e
tere l'uso di ricavare e ricevere voce popolare, ed altri sicuri dati,
un'oncia ogni dieci nel periodo di si ha come usuraio manifesto. Mar-
ogni anno. L' imprestito dai latini tino V represse l'usura ch'eserci-
fu chiamato mntuiim, secondo il p. tavano gli ebrei in Avignone, e
Menochio, da meo Umm, cioè dal Nicolò V pubblicò molti decreti
trasferire il dominio del danaro pro- contro gli usurai de' regni d' Ara-
prio alla persona cui s'impresta: gona e Saidegna. Anche Paolo IV
nelle sue Stuoie t. IH, cent. X, raffrenò le usure de' giudei, i cjua-
tratta al cap.93: Se agli ebrei an- li imprestavano denaro con forti
ticamente era lecito il dare ad u- compensi. Dichiarò s. Pio V nulli
sura a quelli che non erano della i cambi fatti contro le leggi, e che
loro nazione. Gli usurai dalla Chie- i contravventori si punissero come
sa sono detestati più che i ladri. gli usurai. Nel pontificato di Be-
Anche gli antichi romani severa- nedetto XIV spargendosi per l'Ita-
mente punivano piti l'usura che il lia molte sentenze che favorivano
furto; questo collapena del duplo, le usure, il Papa spiegò la questio-
r usuraio o prestatore del denaro ne colla costituzione Parvenu^ del
del quadruplo. Nelle XII tavole si primo novembre 174^ delle usu- »
lo stesso che uccidere l'uomo. Que- de' tempi, prescrisse alcune pene
sto guadagno proveniente dal mu- contro 1 ingordigia degli usurai, e
tuo, dai giiirisprudenli si divide in leggi pel cambio della moneta se-
espresso, palliato, convenzionale e condo la tariffa, come pel cambio
mentale ; materia delicata e grave, delle cedole, argomento che toc-
di cuine trattano tutte le leggi, se- cammo Monete Pontificie. Sono
a
gnatamente ecclesiastiche. 11 dottore leciti gl'impreslili, come il ritrarne
s. Agostino dice che chi riceve la un moderato lucro, ne' casi in cui
usura in modo ingordo e inuma- si verifichi, in chi somministra le
no fa uDa rapina, né può vivere, somme, il lucro cessante o dan-
MON MON 257
no emergente, o . il pericolo della come gli usurai fiancesi chiamaron-
sorte. si caorcini da Cahors ; delle leggi
Sebbene la Chiesa non ha assolu- promulgate da vari principi, e quan-
tamente definito questo grave argo- to enormi fossero le usure che al-
mento, pensano alcuni, che rappre- lora si pagavano pel traffico del
sentando il denaro la casa, il ter- denaro, da alcuni popoli approvate,
reno e qualunque altra cosa che si da altri riprovate; e che JVIosè la
ipossa acquistare e che renda un proibì fra' giudei, ma permise far-
lucro, ne segue che come da dette la con quelli d'altra nazione, men-
cose acquistate col denaro ricavasi tre tra gli ateniesi fu lecita e mol-
lucro, ed essendo il denaro il rap- to usata. Tra i romani i prestatori
presentante delle stesse cose, se ne della moneta si dissero argenta-
possa trarre un moderato fruito. riosmutuani pecuniani dare, e col
Molti scrissero sullo scabroso argo- tempo in Italia si chiamarono cani-
mento ; ne citeremo alcuni. Leotar- psores, poi banchieri, cambiatori,
di, De usiiris et contraclìbus usura' Mercanti (Fedi).
riis coercendis cum appendix^ Ve- Monte di pietà di Roma. Nel
netiis 1761. Cardinal Gerdil, DtlVu- i539 sotto il pontificalo di Paolo
surn^ Roma i832. D. Marco Ma- III, per sottrarre i poveri bisognosi
strofini nel i83i pubblicò in Ro- di denaro dalle esorbitanti usure
ma r opera intitolata: Le usure. ch'erano costretti pagare agli ebrei,
Osservazioni pacifiche sopra di uno- dai quali lo prendevano in presti-
pera intitolata: Le usure, stampa- to colla consegna del pegno, s'isti-
ta nel i83i^ Roma
i834- analisi tuì coH'autorità pontificia, e con le
ragionata e critica dei libri tre su regole per le prestanze, dal zelante
le usure dell' ab. Mastro/Ini, Na- p. Giovanni Calvi generale de' mi-
poli i835. Abbé Moralet, Reponse nori osservanti, una compagnia di
au de M. Mastrofini intitult
libre pie e ricche persone, che si eser-
discussion sur t usure, Lyon i836. citavano nella caritatevole opera di
Cav. Drack, Lettre sur une question dare a' poveri denaro in prestito,
d'usui e, Rome 1834. Etienne Pa- con niuno o almeno assai tenue in-
ges, Dissertation sur le prét à in- teresse, ritirando soltanto l'oggelto
térét, Lyon et Paris i838. Le prét che s'impegnava. Paolo III nello
d" apres les Peres, par un prétre stesso anno colla bolla Ad sacravi
chanoine honoraire d'Aire, Tou- beati Peiri sedeni, sotto la direzio-
louse. Nel voi. I, pag. 128 degli ne della detta compagnia eresse il
Annali delle scienze religiose è ri- sacro monte della pietà di Roma,
portata la risposta che nel i835 concedendogli i privilegi e indul-
die il cardinal penitenziere maggio- genze ottenute dagli altri monti di
re ad una questione circa 1' usura pietà antecedentemente eretti per
proposta dal vescovo di Vivìers. Il l'Italia, poi confermale ed accre-
Muratori nelle Dissert., dissert. 1
6, sciute da altri Papi. In principio
parla degli usurai e loro aulica molli erano i deputati del monte,
origine; che non mancarono nei ma in seguito si restrinsero a soli
primi secoli della Chiesa foenerato- quaranta, tutti nobili delle princi-
res, parte permessi, parte riprovali; pali famiglie romane, che formava-
quando si moltiplicarono in Italia; no la congregazione reggente del
VOL. XLVI. •7
a58 MON MON
medesimo, alla testa de'quali qunt* se l'amministrazione agli uffjzialì
vilegi del monte nel i56i. Da prin- l'erario stesso provarono i benefici
cipio la compagnia riconosceva per effetti del monte, dal quale furono
cardinal protettore, e però quando monte non ebbe per lungo tempo
ne seguiva la mancanza i provvi- alcuna fabbrica propria per la cu-
sori proponevano un buon numero stodia de' pegni: si crede che lo
di cardinali ai congregati, dai qua- stesso s. Carlo dasse ricetto nel suo
li sceltine quattro a voti segreti, palazzo air opera nascente. Poscia
si presentavano al Papa che uno si presero a pigione alcune case,
luogo dopo la beata morte del mila scudi una fabbrica in via dei
protettore cardinal s. Carlo Borro- Coronari, dietro la chiesa della Pa-
meo, che molto si era adoperato ce, presso il palazzo del Drago, che
per l'incremento e prosperità del- ancora ritiene il nome di Monte
l'isti luzione. Sebbene la Deposite- vecchio^ benché per un tempo vi
con gli altri eguaglianza di voti, cuni anni, forse per mancanza di
egli figurò come primo superiore vigilanza di chi dovea attendere
dello stabilimento, per cui Bene- all'esecuzione di tali provvidentissi-
detto XIV 174^ co' moto-pro-
nel me prescrizioni, tornarono i rigat-
prio Quantunque gli restituì la
,
tieri ad esercitare i loro illeciti
tanno 1767, con le bolle e privi- sta lotteria non ebbe eifetto. Quin-
legi del medesimo, leggendosi che di nel 1764 emanò il moto-pro-
il magistrato romano del senatore, prio QuaniviSf in cui prescrisse il
disposizioni dirette od alleggerire al- ria che della cassa, e di una delle
la classe indigente l'aggravio ne'pic- quattro grandi custodie o deposili
coli pegni, colla fissazione di una de'pegni, osservando ancora la sala
larilFa da osservarsi immancabil- ove se ne eseguisce la vendita, do*
mente dai rigattieri. Pei prosperi pò avere eziandio onorata la resi-
risidtamenti dell* amministrazione denza del direttore. Poscia il san*
del monte, permettendo di aumen- to Padre si compiacque passare al
tare le prestanze, con autorità di locale che dicesi terzo monte, aper-
Gregorio XVJ, dal lodato tesoriere to a bene del pubblico fino dal
con notificazione dell'agosto i834> primo luglio i834, ove si sommi-
vennero portate fino agli scudi ven- Distrano prestanze superiori dagli
li del sacro monte di Roma sui scudi quattro fino agli scudi cin-
pegni d'oro e d'argento e pietre quanta sopra oggetti d'oro, d'ar-
preziose; indi con altra del dicem- gento e di gemme. Nel mezzo del
bre annunziò che il sacro monte gran salone, dopo l'ingresso, si leg-
estendeva le prestanze sui detti pe- geva l'iscrizione riportata dal Dia-
gui dai scudi venti fino a scudi vio. Nella seconda scala, che im-
cinquanta. Non prestandosi prima mette alla stanza di residenza de-
del 1834 più di scudi tre sopra gl'impiegati, Gregorio XVI ammi-
ogni pegno, i memorati significanti rò, eseguita in gesso (poi a lui umi-
accrescimenti hanno soddisfatto ai liata dal direttore) una copia dei-
bisogni del pubblico e represso le V esimia e pregevole scultura esi-
usure. Progressivamente si miglio- slente sulla facciata esterna dello
rarono ed aumentarono
i capitali stabilimento, rappresentante Gesù
che ora ascendono qua-
le rendite, deposto dalla croce nell'atto di es-
si a cinquantamila scudi annui, ser sepolto nell'urna. In altra stan-
avendo Gregorio XVI approvalo za sotto il busto di Gregorio XVI
l'acquisto di latifondi rustici, ero. si vide altra iscrizione, pure ripro-
gando in esso la rendila consolidata, dotta dal Diario. Furono quindi
numero
Nel 17 del Diario di mostrati al Pontefice i molteplici
Roma i835 si legge, che a'26 feb- pegni esistenti nelle nuove custodie
braio Gregorio XVI, in occasione V e VI in oggetti preziosi, e com-
ch' erasi restaurato tutto l'edifizio, mosso alla vista di moltissimi pia-
si recò a visitare il sacro monte di coli pegni fatti dai più infelici fra
pietà, e fu ricevuto dal tesoriere gli amati suoi sudditi, ordinò con
monsignor Tosti , da monsignor trailo del suo caritatevole cuore a
Vannini commissario, dal Campa- monsignor tesoriere, la gratuita re-
na direttore generale del medesi- stiluzione di quelli fatti dal primo
mo, e dai principali suoi ministri, febbraio i835 che non oltrepassas-
Visitò e ammirò la magnifica son- sero la somma di baiocchi sessanta
tuosa cappella, e quindi per la sca- (ciò che il prelato pubblicò subito
la grande si portò ai due saloni, con notificazione), indennizzando il
verse parti del grandioso stabilimen- gratuito servigio che presta il ban-
to, ammise con pubblici segni di co del monte di pietà di Roma, e
paterna soddisfazione, al bacio del la conferma del privilegio accorda-
piede i ministri d'ambedue, i qua- to dalle costituzioni apostoliche, in
li compresa guardia svizzera che
la forza del quale le somme deposita-
veglia alla sicurezza delle cose de- te nel suo banco non sono sogget-
positate, erano più di cento. Nel te a sequestro. Quanto riguarda le
colla procedura stessa prescritta per gli oggetti poi d'oro e d'argento
le cause del pubblico erario. In- stimansi a valore intrinseco, non cal-
olUe neir istesso anno Gregorio colandosi l'opera artistica. Dato il
partecipazione de'sussidi del monte. tengono per sei mesi ed anche set-
Neiragosto i836 il diriettore com- te, decorsi i quali si vendono al
mendalorCampana, onorato dell' or- pubblico incanto se l' oppignorante
dine equestredi s. Gregorio Ma- non li rinnova pagando i frulli del
gno da Gregorio XVI, notificò co- cinque per cento 1' anno. Il giove-
me il Papa emulando suoi pre- i dì è destinalo alla rinnovazione, che
decessori e insigni proteggi tori può farsi, tranne le robe di lana,
del monte di pietà di Roma, con ancor più volte, pagando sempre i
per sei mesi una riceve pegni, l'al- i pel sacromonte di pietà somma fi-
tra si occupa delle riscossioni, rin- ducia, onde persone facoltose per
novazioni o vendite fino all' esauri- tenui somme affidano pegni di
mento del deposito raccolto. Le due gran valore, per tenerli sicuri. Al-
custodie del terzo monte, aperte di cune somme di denaro sono date
recente, sono destinate a ricevere ì al monte per un discreto frutto, e
tetto r incremento, secondato dalle tra per la porta del prospetto prin-
solerti cure del cardinal Tosti, e cipale trova nella sua diritta l' in-
dell' abilissimo e zelante commen- gresso della sontuosa e nobile cap-
datore Campana. A quel Papa fu pella o oratorio, riccamente orna-
proposto il ripristinamento del car- to di marmi fini, e di opere di
dinal protettore, ma particolari con- con ai'chitettura di
scoltura, eretto
giunture ne fecero aggiornare inde- Antonio de Rossi, e compito in se-
finitivamente l'esecuzione. Il re- guito con quella di Carlo Bizzache-
gnante Pio IX col moto-proprio ri. Il bassorilievo sull'altare, rap-
del 1 ottobre 1847, sul consiglio e presentante la ss. Trinità, è lavoro
senato di Boma, tit. 3, § i4> num. dì Domenico Guidi : il Tobia da
65, ha disposto. « 11 monte di pie- uno de' lati fu eseguito da Pietro
tà o casa di prestito dipenderà da Le Gros, e l'altro bassorilievo la-
una commissione da organizzarsi terale venne scolpito da Teudon :
dia de* pompieri, per averli pronti nomi originali di vari di questi
in caso d* incendio. Tutte le porte collimedesimi derivanti dagli albe-
sono guardate dagli svizzeri, i quali ri che
vi abbondavano, come il
MON
ciò si argomenta dai sedimenti flu- ficazione di Roma. Ne scrìssero
viali che trovansi sulle alture di Matteo Mayer, Roma septicollis an-
Tari colli, ed in particolare sul tìqua^ seu brevis discursus de se-
Pincio, Esquilino ed Aventino. Sa- ptem monlibus Urbis Romae^ de
lito Servio Tullio al trono di Ro- portis et pontibus , aliisque ariti-
ma 578 anni avanti l'era volgare, quitatìhus, Romae 1687. Lorenzo
seguendo il progetto del suo ante- Archeni, Schediasma Itisi, septeni
cessore Tarquinio Prisco, prese non colles Romae leifiter adumhras .
ebbe incluse nel suo recinto sette geografica de' principali luoghi di
colline, non contando il Gianicolo, Roma e de* suoi contorni^ R.oma
eh' essendo di là del fiume fu ri- 1824. Giovanni Tzetze, ed altri ci-
guardato come una cittadella ed tatidal Du Gange, chiamano anche
un'appendice della città. Roma di Costantinopoli, città de' sette colli
piccole alture al sud, gli antichi di- e L. Cassio vi ebbero le loro case.
stinsero coi nomi di Gennaio e Augusto ve n'ebbe due, una dove
J'elia, Questa collina centrale ebbe nacque, l'altra essendosi incendiata,
il nome di Palatiiun e di Mons esso la riedificò con magnificenza,
Palati/msy cui si danno diverse de- e questo fu il primo edilizio rag-
rivazioni, come da Pallantiwn di guardevole che videsi in Roma
Arcadia, donde Evandro venne sul L' edifizio prese dal luogo il nome
colle; da Palalium degli aborigeni di Palalium, e da ciò derivò il vo-
nel territorio reatino; dal belar del- cabolo palazzo che passò in uso
le greggi che vi pascevano, o dal per indicare una casa grande isola-
loro vagare e da Palaziaa palata; ta costrutta con magnificenza. Au-
o Palanto moglie del re Latino. gusto vi aggiunse un portico con
Sopra questo monte abitarono il re colonne di marmo africano , una
Saturno, Evandro e Fallante. Cir- Biblioteca ov' era un Apollo di
condato da altri sei colli, Romolo bronzo alto yS palmi. Lo stesso
air intorno gettò le prime fonda- palazzo fu molto accresciuto da Ti-
menta di Roma, in memoria d'es- berio, da Caligola prolungan-
indi
sere stato esposto alle radici dello dolo sino Foro, e fecevi un pon-
al
slesso monte nel luogo chiamato te sostenuto da ottanta colonne di
Velabro, presso di cui furono edi- marmo, con cui unì il Palatino col
ficale le Chiese di s. Anastasia, s, Campidoglio, poi demolito dal suc-
Teodoro, e s. Giorgio in Velahro, cessore Claudio. Non minore au-
della cui acqua facemmo parola a mento operò Nerone, al quale non
Fontane di Roma: nel principio bastando il Palatino, prese lutto il
della valle .Yeiabro, che divide i piano tra esso, il Celio e l'Esqui?
MOIf MON 271
lino. Questo nuovo edifizio, che fu plico al tempio Giove Capitoli-
di
detto Casa Transitoria, pel passag- no. Finalmente sotto Valenliniano
gio che si faceva dall'una all'altra, e Massimo, o sotto Tolila in cui
essendo arso nel grande incendio, fu saccheggiata Roma, lo splendore
fu rifabbricato dallo stesso Nerone di questo augusto palazzo andò a
con tal magnificenza, e adornato decadere in modo che in oggi non
con tanta ricchezza, che chia mossi restano che vestigi di portici, di sa-
Casa Aurea di Nerone, il cui ve- le, d'arcate, ed alte muraglie, mi-
stibolo eia dove fu eretta la Chiesa seri avanzi che danno un* idea del-
di s. Maria Nuova. Era decorato la romana magnificenza. Sulle ro-
da maestoso portico a tre ordini di vine del palazzo. Paolo III fece co-
colonne di mille passi di lunghezza; struire una deliziosa villa, di cui si
avendo l'ingresso rimpetto alla via parlò a Farnese; vi fu pure edifi-
sacra, tempio delia Pace e
verso il cata la chiesa di s. Bonaventura
l'arco di Tito ; ed era decorato di che descrissi nel voi. XXVI, p.
un vestibolo, dove si vedeva il ce- i63 del Dizionario j nel luogo del-
lebre colosso di marmo alto i6o l' ippodromo surse la Chiesa di s.
giunta che fu detta casa di Domi- de' Monti. Tre particolari sommità
ziano. Quindi Traiano lo spogliò vi distinguevano gli antichi, che
de' suoi ricchi ornamenti, e li ap- chiamarono colli ; cioè il laziale, il
272 MON MON^
nuziale ed il salutare. Fu
primo il zonio y monumento che ivi descri-
al sud dov'è la detta chiesa e mo- vemmo. 11 Celio fu cos'i chiama-
nastero ; il secondo prendeva la to da CeleVibienna condoltiere de-
sommità dove in oggi sono i Pa- gli etruschi venuti in soccorso di
lazzi Rospigliosi e Pallavicino^ e la Roma sotto Tarquinio Prisco, o se-
Pilla Jldohrandini; pel salutare al- condo altri sotto Romolo ; l'adula-
tri prendono l'altura del monte zione lo chiamò Augusto ai tempi
dov' è li palazzo pontificio, altri re- di Tiberio. Delle sue memorie ed e-
putano fosse quella del giardino difizi parlammo descrivendo le chie-
ratella parte il Celio dal Celiolo, zioni erette per celebrarle nella piaz-
seconda eminenza presso le mura za della chiesa di s. Gregorio.
al sud est del Celio, detta anche Aventino. Due distinte sommità
Monte d'oro, sulla cui cima è col- formano questo colle, circoscritto al
locata la Chiesa di s. Giovanni a- sud dalle mura e dalla pianura
vanti porta latina; altri ravvisano dov'è il campo di Testacelo , dal
ii Celiolo sull'eminenza ov'è la Chie- fiume e dalla valle del Circo Mas-
sa de ss. Andrea e Gregorio, al simo. ]\ella punta o colle all'est so-
quale articolo dicemmo altre cose no le Chiese di s. Balhìna e di s.
di questo colle, ed incontro eravi Sabba, ed in quello all'ovest detto
la Chiesa di s. Lucia in Setti- propriamente Aventino, souox[uellc
MON MON 273
eli s. Prisca^ di s. Sabina^ di s. A- sto colle, così dello dall'abbondan-
lessio (della quale tenemmo propo- za che vi fu già ne' tempi antichi
silo anco a Girolamini), e di s. della pianta vimine o salice, donde
Maria e s. Basilio dell* ordine Ge- prese il nome il tempio di Giove
rosolimitano. Queste due eminenze Vimineo che ivi si eresse. Questa
sono separale da una angusta valle, punta parte dalla pianura superio-
lungo la quale corre la via che da re, e si riconosce la sua configura-
s. Gregorio conduce alla porta s. zione circoscritta dalla Suburra e
Paolo. L'Aventino fu abbondante via Urbana all' est , e dalla valle
di boschi e selve, ricchi di quer- Quirinale al nord, dove incontro la
cie, elei ed allori. Diverse origini Chiesa di s. Vitale si scorgono a-
si danno al nome Aventiiius, deri- vanzi delle antiche sostruzioni che
vandolo ab avibiiSy dagli uccelli che da questa parte reggevano il fianco
vi si portavano dal prossimo fiu- del colle e gli edifizi sovrapposti.
me, da Aventino re d'Alba ivi se- La sua somma altura è la Chiesa
polto; altri ab adventu, dall'arrivo di s. Lorenzo in Pane Perna; ver-
delle genti che recavansi al tempio so settentrione termina colle magni-
di Diana comune a tutti i popoli fiche rovine delle terme di Diocle-
latini o dall'esservi trasportati in
, ziano, sulle quali rovine furono edi-
barca, essendo originalmente sepa- ficate le chiese di s. Maria degli
rato dagli altri colli da paludi; vuoi- Angeli e di s. Bernardo j dal lato
si ancora dall'abitazione da Romolo poi dell' Esquilino , alle radici del
assegnata ai sabini, i quali dal lo- monte Viminale, vi è la Chiesa di
ro fiume Avente lo chiamarono A- s. Pudenziana, dividendo il Vimi-
venlinus. Il Nibby
opina che il nale e l'Esquilino la Chiesa di s.
monte sul quale sorgono le chiese Lorenzo in fonte. Delle altre chiese
dove è in oggi l'amenissimo pub- zione francese l'opera avea già progre-
Mico passeggio. Il colle degli orti, dito. Pio VII fece tirare innanzi il
Sacelli. Ebbe nome dalla fami- nominato Gaudio, e pel male che
glia Sacelli che possedette l'area si commetteva nelle sue ville ven-
1778 in Ptoma pubblicò Tommaso verso ponte Molle. È noto che Cin-
Cab ri ni: Relazione del ritiro del na l'anno 666 di Roma entrò nel
Jìume Tevere dalle ripe sotto il mon- la città e la riempì di strage, ed
te de Cenci. è probabile che accampasse prima
Monte Mano. Parte culminante sul njonle, donde die il nome a
del dorso Gianicolense, coperto di tal discesa col Clivus Cinnae, co-
deliziose vigne, la quale domina me opina il Nibby, Analisi de'din-
MON MON 279
torni diRoma, Il Piazza Gè- nella rio. Da Mario e Pietro Milli*
ciò
rarchid p. 4^4» citando Onofrio ni vi fecero innalzare una croce
Panvinio, dairaccan)pamento di Ma- con lungo elogio di essa in iscri-
rio sul monte contro Siila ne fa zione di marmo che riporta Tor-
il
ciera prese il nome luti' ora esi- ne, ed ivi il cavafiere Guarino
stenle della Croce di Monte Ma- scrisse il Pastorfido^ come insegua
a8o Mor«i MON
Pietro Sebastiani nel Piaggio cu- larvi Tarla purissima dell'ameno
rioso de palazzi e ville di Romat soggiorno, assoggettandosi a tutti
i683. La villa restò ai Farnese, gli esercizi della comunità con san-
da cui l'ereditarono i re delle due ta edificazione di tutti. Nel voi.
Sicilie che ancora la posseggono. XXXI, p. io5 del Dizionario, de-
JVel pontificato di Clemente VII scrivendo la chiesa di s. Francesco
sul Monte Mario l'esercito di Bor- o s. Onofrio del monte, dicemmo
bone pose le artiglierie per espu- come Benedetto Xlll la consacrò
gnar Castel s. Angelo, come notai a'2 luglio 1728. Il Papa si trova-
a Milizie pontificie. Nello stesso se- va nel 1729 a Monte Mario, ove
colo XVI sul monte fu edificata passò gran parte dell'ottobre, e so-
la chiesa Maria del Rosario,
di s. lo si recò al Vaticano per celebra-
che appartenendo all'ordine de Pre- re le funzioni d' Ognissanti e dei
dicatori, a tale articolo ne parlere- defunti, ritornandovi dopo la messa
mo. Di esso nel 1724 fu eletto pei Pontefici. Gran parte dell'otto-
Benedetto XIII, che molto frequen- bre e novembre 1729, tranne le fun-
tò il monte, ed abitò in diversi zioni. Benedetto Xlll soggiornò nel
tempi nel convento. In questa convento, morendo poi nel febbraio
chiesa consacrò nel 17^5 in arci- 1780 nel Vaticano.
vescovo di Cesarea monsignor Som- Nel declinare del secolo passato,
mier, in occasione che vi si era occupando i repubblicani francesi
ritirato nel carnovale, e nel refet- tutto lo stato pontificio, a' IO febbraio
torio lo tenne a pranzo coi due 1 798 il general Berthier accampò l'e-
arcivescovi assistenti, maestri di ce- sercito sul monte in faccia alla città
rimonie, famigliari pontificii e reli- che poteva rovinare colle artiglierie
giosi domenicani, leggendo a tavo- per la formidabile dominatrice posi-
la monsignor Genovesi cappellano zione. Vedendo Pio VI pregiudizie-
segreto. Nell'ottobre 1725 spesso vole qualunque resistenza, ammise
vi si recò, da qui parfi a'5 novem- i francesi in Roma; ma il generale
bre per Vignanello nella provincia continuò il suo quartiere generale
di Viterbo, ed al ritorno si fermò a Monte Mario, attendendo l'invito
agli 1 1 novembre al convento. Es- de'suoi fautori che segui nel dì ap-
sendo alle radici del monte l'ospe- presso ; fatto il suo ingresso in R.o-
dale di Lazzaro destinato ai leb-
s. ma, proclamò la repubblica, e tras-
brosi. Benedetto XllI l'uni all' O- se altrove prigioniero il Papa. Con-
spedale di s. Gallicano. Trovando- duce a questo monte l' antica via
si Papa a Monte Mario, a' 6 no-
il Trionfale, per la quale i conquista-
vembre 1727 parti per Viterbo tori del mondo si recavano al Cam •
detto porta del Peyrou, d' ordine delle società di scienze ed arti, di
dorico, ed il teatro cdifìzio sempli* medicina pratica e di agricoltura ;
con castello esagono ornato di co- primo che sia stato formato in
lonne e cupola, con bacino ove l'ac- Francia, ove sono coltivate più di
qua é Coudotlà dà un superbo ac- 8000 piante ; questo giardino oOic
MON MON 383
pure una bella ceJraia, ed una ma- di Maguelone, vicina citta la cui
gnifica stufa calda, che permeile di distruzione sotto Carlo Martello
conservare pei* veni' anni vari vege- prodotto avea l'accrescimento o for-
tabdi de'Uopici, e dove in oscuro via- se anco r origine di Montpellier.
le vedesi la lomba di Nai'cissa, cele- Ebbe tosto de' conti particolari, la
brata dai melanconici scrini di maggior parte di nome Guglielmo,
Young suo padre. Si coniano mol- che slesero su di essa uno scettro
te fabbriche, stamperie, manifattu- di ferro. Allorché Alessandro III
re, segaloio idraulico importantissi- si ritirò nel 1162 in Francia, fu
mo presso del Lez. Il commercio è ricevuto con grande acclamazione e
considerabile ; le comunicazioni col religiosoentusiasmo in Montpellier,
Mediterraneo sono pel porto di Cel- da una quantità di prelati e nobi-
le attive ; e "vi fanno capo le stra- li, e da una moltitudine così gran-
de di Narbona e Nimes. E patria de di popolo, che per la calca di
di «. Rocco, dei medici Caulac, coloro i quali si affrettavano a ba-
Chicoy-neau, Fizes, Carlhez, Brous- ciargli i piedi, potè a gran stento
sonnct, ec; del chirurgo Lapeyronie salire a cavallo : il signore della
al quale è debitrice Parigi della città lo servì di scudieie per mille
sua accademia di chirurgia; de'giu- passi. Un signore saraceno seguilo
reconsulli Bornier, BebulFe e Des- da grande accompagnamento, s* in-
peisses ; dei pittori Bourdon e ginocchiò a' piedi del Papa, glieli
Vien, del chimico Chaplal, del na- baciò, l'adorò e fece un compli-
turalista Kondelet ; dei generali mento a nome del suo re, cui A-
Mathieu, Campredon , Poitevin e lessandro 111 corrispose benignamen-
Montcalm, di Cambaceres, Cambon, te, onorandolo quale aujbasciatore
Daru, de Roucher, e di tanti altri e facendolo sedere a'suoi piedi col-
illustri. le persone qualificale ; si trasferì
L'altura su cui é situata questa poi all'abbazia Dol nel Berry di
città si chiamava in latino Mons ed a Tours. Ritornando Alessandro
Pessulanusj era ancora nel VII se- III in Italia nel i iG5, da Bour-
colo un luogo incolto, ove i soli ges nel luglio passò a Montpellier,
abitanti delia città di Substaniion e vi si trattenne sino all' ottava
avevano diritto di far pascolare le dell' Assunta. Al principio del se-
loro mandrie all' intorno
; si tro- colo XllI, la figlia del conte di
vavano delle palizzate, delle fosse e Monlpellier, avendo sposato Pietro
dei muri, e non vi si penetrava II re d'Aragona, fece passare que-
che per una porta chiusa da un sta città sotto la dipendenza de'so-
grosso catenaccio, pessulus ; due vrani di Maiorica. Eletto Clemente
piccoli villaggi s' innalzarono a po- V nel i3o5 stabilì la sua residenza
co a poco, e dalla loro riunione in Francia, indi da Tolosa si recò
forni ossi Montpellier. Il possesso di a Montpellier, e vi si trattenne al-
questo luogo passò a due figlie del- quanto, ricevendo da Giacomo II
la casa de'conti di Substaniion, dal- re d'Aragona l' omaggio pel regno
le quali alcuni autori fanno deriva- di Sardegna e di Corsica, che poi
re il nome di Montpellier, di mons accompagnò il Papa a Lione ove
Puellaiut/ij queste ne fecero un si coronò. Nel iBot) Clemente Y
dono nel 975 a Uicuino, vescovo accoinpoguulo da nove cardinali, da
a84 MON MON
Cai-cassona giunse a Montpellier, anch'egli d'Avranches. 1806 Maria
donde prosegui il viaggio per Ni- Nicolò Fournier d' Annecy. Per sua
mes. Nel 1 349 *^ ''® Filippo VI di morte Gregorio XVI nel concistoro
Valois acquistò Montpellier, ma Car- de'24 luglio i835 dichiarò vesco-
lo V nel i365 la cedette a Carlo vo r attuale monsignor Carlo Tom-
il Cattivo re di Na varrà, e non ri- maso Thibault di Rines diocesi di
tornò alla Francia, che alla fine del Versailles, canonico della metropo-
regno di Carlo VI nel i4^o. Le litana di Parigi. La cattedrale è
guerre di religione per lungo tem- sotto l'invocazione del principe de-
po impedirono la sua prosperità. I gli apostoli, con battisterio e cura
calvinisti che se ne impadronirono d'anime che si esercita da un ca-
sotto Enrico III, \i si costituirono in nonico, presso la quale sta il con-
repubblica, e la conservarono sino veniente ed ampio episcopio. Il ca-
al 1622, in cui dopo lungo e san- pitolo si compone di dieci canonici
guinoso assedio, si assoggettò a titolari, oltre i canonici onorari, i
Il 12 14 o 12 15 in
quarto nel MONTRE Pietro, Cardinale. V.
gennaio, tenuto dal cardinal Pietro Giudice Pietro, Cardinale.
di Benevento legato, cogli arcive- MONTREAL (Marianopolitan).
scovi di Naibona, Auch, Ambrun, Città con residenza vescovile del
Arles ed Aix, con ventotto vesco- basso Canada, nell'America setten-
vi e molti baroni, nella chiesa di trionale, capoluogo di distretto e di
Nostra Donna delle Tavole. Al con- contea nella parte orientale dell'i-
te Simone di Monfort fu data To- sola del suo nome, sulla riva sini-
losa e le altre terre conquistale a» stra del s. Lorenzo, a 5o leghe da
gli albigesi dai crociali, disposizione Quebech. È pur sede d'un gover-
confermata da Innocenzo III ; il natore, di corti di giustizia e cri-
conte essendo odioso agli abitanti, minale. Un tempo era cinta da alta
era nella casa de' templari, fuori muraglia merlata. Si divide in alla
della città. Il concilio fece quaran- e bassa ,
quantunque la differenza
tasei canoni riguardanti la discipli- del livello sia poco sensibile, ed in
na ecclesiastica, gli abiti immodesti quartieri. Le strade nuove sono
de'chierici e religiosi. Baluzio, Conc. larghe e belle; la più frequentata
Gal. Narb. è quella lunga di s. Paolo della
11 quinto nel 1224 d'ordine di città bassa, e si estende lungo il
Aubcrt, che nel i5o8 approdò alle numero de' preti è di circa i5o. I
Siie rive, e nel i534 Cartier de- pii stabilimenti sono i seguenti. \
doro li, che Iba diceva aver impu- una profonda valle dell' A pennino.
gnalo l'eresia, e tenuto benemerito Fu un antico kiogo de' bruzi ed ,
ricavandosi, salvo che il suo nome lioni di abitanti , che meno venti-
non era registrato ne' sacri dittici mila sono La lingua
tulli cattolici.
contro i tre capitoli. Fu disciolto Non solo nel XV secolo gli ussiti
il concilio , e ne fu dato distinto ebbero de' grandi successi in Mo-
ragguaglio all'imperatore ed al Pa- ravia, ma nel XVI la pretesa ri-
de* servigi che avea loro resi, di- prima nella Pannonia, poscia in Mo-
fendendoli coraggiosamente contro ravia circa il 396; ma essendo poi
gli abari o unni della Pannoma. Av- ricaduti i popoli ncU'idolatria, pas-
, ,
lio alla chiesa di Passavia trasferire sensioni essendosi suscitate fra que-
agi MOR MOR
st'i principi, i boi antenati de' boe- protestantismo nel 9ecoh3 XVI. Nel
mi ne approfittarono per invade- i527, allorché Ferdinando I otten-
re una porzione de' loro stati e , ne le corone d'Ungheria e di Boe-
ben presto dopo si unirono ai ma< mia, la Moravia fu aggiunta ai pos-
giari o conquistatori dell* Ungheria, sedimenti della casa d'Austrin, che
per impadronirsi del restante. Que- sempre la conservò. Clemente VIII
sto impero cessò di esistere nel 908, nel i5g9 creò cardinale Francesco
e ciascuna parte divenne la preda Dietrichstein de* conti di Moravia.
de' popoli vicini. La Moravia, ridot- Nel voi. Ili, p. 187 del Dizionario
ta presso a poco alla estensione che ed altrove dicemmo quanto la Mo-
ha presentemente , fu sottomessa ravia soffri nei primi anni del se-
alla metà del secolo XI ai sovrani colo XVII, per parte dei protestanti
della Boemia sino al 1182, epoca che r invasero , confiscando i beni
in cui ritornò uno stato particola- delle chiese cattoliche, e persegui-
re con titolo di Margraviato^ che tando i cattolici. Gregorio XV aiu-
conservò quantunque dal 161 1 non tò l'imperatore Ferdinando II a ri-
sia più governata dai margravi. Nel cuperarla dal conte Palatino. Nel
1267 Clemente IV canonizzò S.Ed- pontificato d' Innocenzo X si con-
wige figlia di Bertoldo duca di Ca- vertì dall'eresia Wolfango Federico
rintia, non di Moravia come alcuni di Hoffman barone di Moravia. Nel
scrissero, ma di Merano marchesa- 1783 la Moravia e la Slesia au-
to del Tirolo di cui era conte: Mo- striaca furono riunite in un sol go-
ravia era posseduta da altra fami- verno. Nel i8o5 questo paese di-
glia a quel tempo, passò quindi in venne il teatro della guerra tra i
il teatro sanguinoso della guerra più zia. Solo qui noteremo che Cle-
lunga e funesta che abbia giammai mente XI in riguardo ai meriti di
desolata la Grecia, e cagionata dal- tal repubblica colla santa Sede, con
la gelosia dei due celebri popoli, i la costituzione Diim nofy degli i i
riente, essa si vide a poco a poco venendo però una sorgente di scia-
nella decadenza di questo impero gure per gli abitanti ; la Porta ne
islesso soggetta ai veneziani. Nel fece perire moltissimi, e donò le lo-
1432 i turchi sotto Amurat II, ro proprietà a degli albanesi. Nel
sforzarono i trinceramenti che di- 1821 incominciò una nuova ribel-
fendevano l'istmo di Corinto, ma lione, i cui successi furono spesso
Jion penetrarono nell' interno. Nel arrestati dalle stesse intestine divi-
144^ il loi'o ammiraglio Tourhan- sioni de'greci : tuttavia questi giun-
beg ne saccheggiò le coste. Mao- sero ad impadronirsi di molte piaz-
metto H s'impadronì della contra- ze forti , e fra le altre di Napoli di
da, ad eccezione di Modone, Corovie, Romania, che divenne alternativa-
Navarino e Napoli di Romania, che mente con Corinto ed Argo la se-
restarono fra le mani dfc' veneziani. de del governo della nuova Grecia.
Pio U accolse in Roma benigna- Nel 1825 Ibrahim figlio del pascià
y
fica, inviata in tale circostanza dal cati, secondo i paesi che abitano.
governo francese, vi proseguì i la- Quelli che abitano sulla costa o-
vori geodesici, topografici e archeo- rientale dell'Africa hanno la carna-
logici. gione più olivastra. V greci chia-
MORET o MURET, Muretium. marono etiopi tutti i popoli che a-
Città di Francia,
dipartimento di vevano la pelle nera o meticcia;
Senna e Marna, capoluogo di can- ed all' articolo Etiopia dicemmo
tone sulla riva sinistra del Loing, che lai nome fu comune a diversi
cinta di vecchie mura e castello. Ha paesi dell'Africa e dell'Asia. Ci di-
chiesa gotica assai bella. Avea il ti- ce la Scrittura che tutti gli nomi-
tolo di contea, e ne dipendevano ci sono natida una sola coppia,
molte baronicj e la signoria di Fon- che per conseguenza tutti hanno la
tainebleau . Wemillon arcivescovo stessa origine ; dal che segue che
di Sens neir.85o un vi radunò la diversità del colore che trovasi
roncilio, e Lupo di Ferrières vi in diversi abitanti del mondo, vie-
scrisse in nome dell'assemblea una ne dal che abitano, e dal
clima
lettera ad Erconrado vescovo di loro modo di vivere. Ciò sembra
Parigi. Il padre Mansi fa menzio- provato dalla insensibile degrada-
pe di un concilio celebrato parte zione del colore che si osserva in
in luogo incerto e parte a Mo- essi, a proporzione che sono più o
ret, in favore de' monaci di Vese- meno lontani o vicini alla zona tor-
lise contro il conte di Nevers, ver- rida. Pretendesi provato dall'espe-
so l'anno i i54, che favoriva gli rienza, che alcuni bianchi trapian-
abitanti nelle violenze che usavano tati in Africa, senza aver mischiato
coi religiosi : i colpevoli si arresta- il loro sangue coi mori, contrasse-
rono, e la tranquillità colla sotto- ro insensibilmente lo stesso colore
missione del conte fu restituita. e gli stessi lineamenti del volto ;
Suppl. t. II, p. 4gi. Neil' anno se- che al contrario alcuni mori tras-
guente Luigi Vii vi convocò un portati ne* paesi settentrionali, si
resca anche nel Portogallo. Annien- pane per avvisarne il transito già
tarono principalmente il potere dei seguito, in diversa maniera secondo
mori nella SpagtKi, Ferdinando V il sesso, l'ordine e l'eia, come dis-
tefice, e condannato l'antipapa Vit- simo progetto per allora non andò
tore V. Inoltre persuase s. Tom- avanti. Si diportò con estrema dol-
maso di Canlorbery ad accettare cezza e benignità, conciliandosi non
il governo di quella metropolitana, meno V amore del clero che della
nella quale occasione come legato nobiltà e la venerazione del popolo,
presiedè ad un altro concilio ce- e singolarmente della povera gente
lebrato in Londra. Alla fine colmo che riguardavalo quale amoroso
di meriti e di virtù, dopo essere padre. Essendo arcivescovo ebbe
intervenuto ai comizi di Anastasio varie occasioni di dar pascolo alla
IV, Adriano IV ed Alessandro III sua pietà e divozione, poiché do-
morì in Roma nel 1 79. 1 vette assistere alle solenni trasla-
MOIUGOTTI Francesco, Cardi- zioni delle reliquie di s. Zanobi, di
nale. Fedi Frignano Francesco, s. Maria Maddalena de' Pazzi, ed
Cardinale. alla ricognizione dell' incorrotto ca-
MOE.IG1A Jacopo Antonio, Car- davere di s. Andrea Corsini, a mo-
dinale. Jacopo Antonio Morigia, di tivo del trasporto di esso dalla vec-
rispettabile famiglia milanese, ab- chia cappella alla nuova e maesto-
bracciato nel i65i in eia di i3 sa, avvenuto nel 1688. Nell'anno
anni l'istituto dei chierici regolari stesso benedì nella sua metropoli-
barnabiti, divenne insigne filosofo tana la reale sposa del gran prin-
e teologo, ed eccellente oratore, hi- cipe Ferdinando, Violante Beatrice
segnò in Macerata ed in Milano di Baviera, e nel 1691 diede l' a-
coperò sul momento la perduta sa* ra, dove neir anno medesimo cele-
nità, e recatosi al di lei santuario brò il sinodo diocesano, e pubblicò
per soddisfare al voto che /avea alcune costituzioni assai adatte a
fatto, vi lasciò in una tavola peren- promovere il culto di Dio e la sa-
ne memoria della ricevuta grazia. lute delle anime. Risvegliò nello
Nel 1542 fu destinato insieme coi spirito di s. Ignazio l'idea della
cardinali Parisio e Polo alla lega^ fondazione del collegio Germanico
zione del concilio di Trento, ma in Roma, quale ebbe effetto e tut-
differitasi per alcuni impedimenti tora fiorisce. Avea il cardinale fi-
la celebrazione di esso, fu dal Pa- no allora goduti tranquillamente i
pa inviato a Carlo V imperatore, premi e gli onori al suo raro merito
onde rappresentargli il danno gra- giustamente dovuti, quando all'im-
vissimo recato alla Chiesa co' de- provviso per calunnie si cambiò
creti nuova dieta di Spira
della scena. Per ordine di Paolo IV fu
del i544' Qoal poi fosse realmente nel i557 arrestato e lungamente te-
il motivo per cui quando si raccolse nuto in Castel s. Angelo, per alcuni
sua perizia sì nelle divine che nelle chi di Guisa ed Enrico 111, il qua-
umane lettere, accoppiata ad una ra- le per la grande stima ed atìetto
ra pietà, lo resero insigne e singolare. die avea pel cardinale, in quel
MOPvOSlNI GiANFRANcEsco, Car- giorno che colle sue mani gì' im-
dinale. Gianfrancesco Morosini pa- pose la berretta cardinalizia, lo ar-
trizio veneto, sostenute con sommo ricchì di due benefizi della rendila
decoro splendide ambascerie in ser- di scudi quali però
dodiciaiila , i
ricevè ed accolse con distinzione del sangue, pel suo tratto soavissi-
due legati apostolici internunzi spe- mo, che gli era connaturale^ sa-
diti dalla santa Sede al patriarca pendo unire a fermezza e spirilo,
Geremia, e tu loro di grande aiu- schiettezza e semplicità , essendo
to e vantaggio nelle cose spettanti poi alieno da qualunque artifizio e
alla cattolica religione. Quindi nei simulazione. Succeduta però in tem-
i585 da Gregorio XUI fu pro- po di sua legazione la memoranda
mosso al vescovato di Brescia, es- strage del duca e del cardinal di
sendo ancora anibasciatore presso Guisa, fu il porporato censurato
la Porla ottomana . La maniera di negligenza e d'infedeltà d'ofìizio.
però con cui fu egli destinato al Chiamato a Pioma, come la sua in-
governo della vacata chiesa bre- nocenza e integrità lo poneva al
sciana ha qualche cosa di prodi- coperto dalle calunnie e dicerie dei
gioso. 11 Papa aveva date l'incari- suoi emoli, non volle in modo al-
co al cardinal Antonio Caraffa di cuno, come vivamente lo pregava-
ricercare per mezzo di segrete lette- no gli amici , gettarsi ai piedi
re ai superiori degli ordini religio- dello sdegnato Pontefice, e invoca-
si in Venezia, chi credevano più re il perdono del supposto errore,
idoneo al detto vescovato, e tutti poiché egli si protestò piuttosto
senza che uno sapesse dell'altro subir la punizione come innocente,
proposero Morosini, il quale venu- che essere assolto quasi colpevole, con
tone a cognizione supplicò il suc- eterna infamia del suo nome. Dis-
cessore Sisto V a destinarvi miglior cussa però accuratamente la di lui
tificio, dove operò cose grandi con- nostr' anima immortale, quasi che
tro r eresia degli albigesi; altri pe- fosse prima mortale, né eh' egli ci
rò affermano che non lui, ma il abbia preservati dalla morte; ma
cardinal Pietro Collevaccino fu spe- perché ci ha restituita la vita del-
dito per gli albigesi. Il cardinale la grazia e meritata la felicità e-
morì nel 121 6, lasciando un grosso terna, purché noi curiamo di ci
nel giudizio universale. L* anima sa- soluta certezza della morte, che
rà giudicata da Gesù Cristo : non quando si vede qualche segnale di
si può definire con certezza se l'a- putrefazione. I romani serbavano
nima sia trasferita dinanzi al divin ordinariamente otto giorni i corpi
giudice, o se ivi è giudicata dove de' morti, chiamavano spesso
e li
questo soffermarsi dell' una o del- le era già in vigore a' tempi di
l'altra può essere cagionato per al- Omero, ed in Roma la legge Me-
cun tempo da una ostruzione o via, o Manlia, o Manilia proibì ai
otturamento totale nei movimenti figli chiudere gli occhi a' genitori,
organici degli spiriti e de' fluidi di ma non si osservò sempre perchè
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molli figli resero quest'ultimo uffi- to, perchè quella deità presiedcTa
zio agli autori de'loro giorni, e tra alla pulitezza delle case; uffizio che
i romani uno de'congiunti del defun- spettava eseguire all'erede del de-
to apriva gli occhi del morto già funto. Appena il Moribon-
spirato
posto sul rogo, verso del cielo. Il do (Fedi), i gentili ne ricompone-
Buonarroti ne P^asi di vetro, dicendo vano le membra, aprivano le por-
che la favola fece la Morte fratel- te della casa, e ciascuno che vi en-
lo o parente del Sonno e figlio del- trava recavasi dov'era il morto, e
ia Notte {i primitivi cristiani chia- lo chiamava ad alta voce. Quindi
marono dormizione, sonno, ed ac- facevansi conviti e sagrifizi in onore
cersizione o chiamata di Dio la de'morti, celebrandosi poi dai con-
morie), nota che i gentili rappre- giunti le feste dette parcntalia. Il
sentarono la morte in figura di p. Innocenzo Ansaldi pubblicò nel
maschio e di fanciullo, seguendo 1772 in Torino: Trattato della
in ciò i greci: tra le altre erudi- speranza di rivedere i cari nostri
zieni sulla morte, narra che i gen- nell'altra vita. Di questo aigomen-
tili facevano rimembranza della to e di quanto riguarda morti i
morte ne' conviti per stare più al- se ne discorre a' loro luoghi ed
legramente per r abbominevole ri- articoli e per nominarne alcuni
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