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DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, Al VARH GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CUIESA CATTOLICA, ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E

VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE TAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXVIII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLIV.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi

vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui

l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni

relative.
5

DIZIONARIO
di i;r,ur>iziONE

ST01U CO-ECCLESIASTICA

s
SPA SFA
OP AD S,FiisisjFcrrum Glarìiii<;,Te- )
a due tagli, per la sua potenza, nel bene
lum, Stallia. Anne antichissima offensi- e nel male, e perchè difende e ferisce Na-
ta appuntala, lunga intorno a due brac- poleone I chiamò quinta potenza coaliz-
eia, e tagliente da ogni banda. Spada nel zita contro di lui, la penna d'uno sciit-

senso letterale significa ancora ogni sorta ture. Diccsi uomo di spada, quello che
di armi taglienti, e dicesi figuratamente cinge spada, che sta sull'armi, Soldato
r
della podestà spirituale e della tempora- (/ .); e uomo di spada e cappa, significa
le. La spada spirituale significa la pode- non togato, secolare, laico. Infatti i Ca-
sta della Chiesa su tutte le anime, e più me rie ri del Papa sono deno- (F.) laici,

parlicolarrnenle ancora il potere che ha minati camerieri segreti di spada e cap-


di scomunicare ed'infliggere tutte le altre pa, quali hanno Soprannumeri [V.), e
i

Censure (/'.). La spada temporale signi- camenerid' onore di spada e cappa.T)\ss\


fica il diritto di vita e di morte, il quale a Cappa che tale veste originò dal Man-
r
appartiene a'soli«Sbfram(^ .),onde è in- tetto (F.), il qualesi affibbiò in modo sulla
segna della giustizia e della sovranità, del spalla destra, acciòdaquel Iato fosse sem-
fu» gladii. Inoltre la spada è un distinti- pie aperto,e la persona avesse interamen-
vo della xVbZ>//^ì(/.),ruassimede' Cava- te lihero il braccio destro per l'uso della
l'uri (/ '.); è un'arma nobile e decorosa, spada; e che i camerieri del Papa laici,

perciò usata da'ministri, famigliari e altri dal portare la spada, e il mantello di seta
primari impiegati in servizio de' principi, nera anticamente chiamato cappa, sidis-
ed anche da diversi corpi inorali, scien- seco dispada e cappa. Nel voi. XLT, p.
tifici e artistici. La parola di Dio è chia- 1 1 , avea promesso di descrivere a M ve-

rnala dalla s. Scritturauna spada a due giordomo l'abito antico nelitf^G accor-
tagli, a cagione della sua virtù, la (piale dato nuovamente dal regnante Pio \ a 1

fa sì ch'essa penetra fino al fondo dell'a- tali camerieri; per ommissionc non essen-

iiima. La Penna (F.) dicesi pure spada do slato escguilo,ora vÌ6Upplisco,oon9US


4 S P A SPA
sistendo più quello che descrissi neh 841 li di Maestro del sacro osrizio, Forie-

a Camerieri del Pata, bensì le collane re maggiore, Cavallerizzo maggiore, e


concesse da Gregorio XVI. Questo nuo- soprintendente generale delle Poste pon-
vo abito nella forma è alla spagnuola, e tificie. Pertanto in conseguenza del va-
si compone d'una gonnella o tunica in- riato vestiario alle due classi de'camerie-
tera di panno nero, filettata di velluto si- ri soprannumeri e di onore, lu stabilito
mile, cou eguali bottoni e mostre di vel- quello di 3 de' \camcrieri segreti di spadai
'

lutojdel mantello di velluto nero con col- e cappa, cioè Maestro del sagro ospizio,.

lo rivoltato, ornato con cordone di seta Foriere maggiore, e Cavallerizzo mag-


nera; de'calzoni col piede a maglia di seta giore (poiché il soprintendente direttore
nera, del berretto di velluto egualmente generale delle Poste pontificie ha la sua
nero, e penna di struzzo del colore stesso propria montura, e con questa incede nei
con boltoned'acciaio o d'argento, anche viaggi de* Papi e d'altri sovrani, està pu-
con acqua marina nel mezzo;di manichei' recosì vestito nell'anticamera pontificia),
ti di merletto biancodi Vencziajdel colla- alquanto diverso e più distinto de'precc-
re di lino bianco griccio di battista a3or- denti. Questo nobile vestiario si compo-
dini;delle scarpe a babussedi pelle lustra ne della tunica di panno nero filettato
parimenti nera con rosetta di velluto e di liste di velluto in seta nera, ornando
bottone d'acciaio osi mi le a quel lo del ber- l'estremità delle maniche una guida di
retto; della spada con elsa di acciaio con merletto antico di filo bianco: i cine ìollò

fibbia simile, ependente da cinta di vel- delle spalle sono di egual velluto, e così

luto pur nero; e della collana di argento le liste che guarniscono i due pelli con
dorato. Questo abito per la r .'volta, come bottoniera di seta nera, non che i l'aldini

rimarcai nel voi. LUI, p. 190, l'assunse- chependonointornoalla vita.l calzoni so-
ro nella solenne cavalcata pel possessodi no corti di panno nero con rosetta di detto
detto Papa agli 8 novembre, usando al- velluto, con bottone d'acciaio in mezzo;

lora guanti bianchi; i cavalli poi erano le calze di seta nera; le scarpe a babusse

bai dati con gualdrappa e testiera di pan- di pelle nera lustra, con rosetta simile a

no nero, stalle e Ubbia mi dor.iti. Cosi ve- quella de' calzoni. 11 rubbone è pure di
stiti, dissi a Scudieri, che nel i853 in- velluto in seta nera, con bulle alle sopra-
cederono nella pontificia processione del maniche di grò nero e ondalo, del quale
Corpus Domini, e con torcia accesa, do- drappo è altresì la pellegrina e le mostre
po iprotonotari apostolici, fra'quali sem- delle maniche. La berretta egualmente
pre ha luogo il Maestro di camera citi è di velluto in seta nera, del quale colore
Papa, capo della Camera segreta cui è la pernia di struzzo, 01 nata da cordone
appartengono camerieri pontificii, cioè
i d'oro con due boccili e coccarda a gra-
chiudendo la processione stessa, e seguiti noni pur d'oro. La spada ha l'impugna-
poi dalle guardie nobili a cavallo, ed in tura d'acciaio, e la cinta è di pelle nera con
tal modo e luogo v'intervennero ezian- fibbia d'acciaio. Finalmente il collare è
dio nella processione del i854- Al me- di lino di battista bianca, formato di più
desimo articolo Camerieri dei. Papa, par- ordini e a bordi ni di piccoli cannelli. Que-
lando de'4 Camerieri segreti di spada e sto vesliariosi usa sempre da'3 camerieri
cappa partecipanti, ne descrissi il loro segreti di spada e cappa in tutte le sta-
particolare vestiario, corrispondente a gioni: ne'soli pontificati che celebrail Pa-

quello de' camerieri segreti di spada e pa,essi cingono unospadoncinoanlico,pu-


cappa soprannumerari, e de' camerieri rimenti col manico d'acciaio; e sopra al
d'onore di spada e cappa, ma più no- rubbone sovrappongono un mantello o
bile, e ne riparlai a' loio speciali arlico- ferrai uoletlo di seta nera guarnito di vari
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palchi di merletto nero, il quale fermasi nero, avente nel davanti una fibbia d'ac-
sulla spalla sinistra. Tale mantello è il me- ciaio, nella quale vi è inciso lo stemma del
desiino nobile che usavano primaDelle so- collegio de' mazzieri.
lennità, e solo fu accorciato e ristretto. A- d'istorici profani attribuiscono l'in-
gl'indicati articoli delle3 classi di camerie- venzione della spada a Belo re d' Assi-
ri ili spada e cappa, ol t re i I descri vere l'an- ria e padre di Nino, altri a'cureli mini-

tico vestiario, descrissi pure I' uniforme stri della religione sotto i principi tita-

che hanno tuttora col grado di colonnel- ni, ed a'quali secondo la mitologia fu af-

lo, e perciò con ispalline a granoni, e in- fidata l'educazione di Giove. Senza però
vece degli speroni dorali, usano l'arnese arrestarsi a tali racconti o tradizioni, si

senza la stelletta, e in luogodi essa'un fiot- raccoglie da vari passi della s. Scrittura
tone dorato. I Mazzieri del Papa (/'.) che la spada era uu'arma usata nell'Asia
neli852 anch'essi variarono il vestiario sino dalla più rimota antichità. Abramo
di spada, oltre la Mazza {V.) d'argento impugnò la sua spada per immolare l-
che tuttora portano; ivi dissi ili loro an- sacco; Simeone e Levi entrarono colla
tica spada chiamata stonino o piccola sci- spada alla mauo nella città di Siehem, e
mitarra. Trovo indispensabile notare le se ne servirono per trucidare tutti gli a-
posteriori seguile variazioni. In luogodel bitanti. Giuditta adoperò la spada di O-
vestito di panno nero si èsostiluito un sot- lofei ne per spiccar bu-
la di lui testa dal

t'abito da spada ad un petto a forma di stOjCome feceDavidecon Golìa,sulla qua-


montura, con collare voltato, e tunica a le abbiamo di Giorgio Stubnero: Di' Mo-
pieghe in forma d'abito cos'i detto allaRaf- nomachia Davidis cimi Gigante.s phdi-
faele, con manichete ricamatici fine delle i 702. Su quella del figlio
staeo, Altdorfii
maniche. La soprana è del medesimo pan- Salomone scrisseDeNicastro,/^/s.ve/7. mi-
no paonazzo dell'antica, ma vi si è aggiun- la spada di Salomone, Benevento 1710.
to un baveretto, simile alle mostre, di grò Alcuni credono, che quelle spade fossero
ondato nero, più due buffi dell'islesso grò di rame e non di ferro: Esiodo parlando
sopr;i alle manichete la guarnizione di vel- delle spade degli antichi greci , dice che
luto a tortiglione in luogo delle liste drit- erano di bronzo. Alcuni esempi di spade
te. A 'centanni de'calzoni, in luogo delle rimaste de' romani, secondo l'analisi di
fibbie, si surrogarono due fiocchi di vel- Geoffioi, erano di rame o d'una lega a-
luto nero. Invece del collare ricamato, si naloga a quella del bronzo. La spada dei
usa un collare di tela battista, aggrettato greci era più corta che non quella devo-
a 4 palchi, simile a quello de'camerieri niani: simile era quella degli etruschi, e
segreti soprannumerari. Si è aggi unta una dalla guardia sino alla punta scendevano
berretta da portarsi in testa alla spagnuo- allargandosi. I romani sei vironsi proba-
la, di velluto in seta nera con faldine ri- bilmente di spade sino alla guerra di
tali

voltate, ed un bottone d'acciaio brillan- Annibale, epoca iu cui adottarono la spa-


tato; piùdue cordoni, quali servono per i da de'celtiberi, popoli della Discaglia a-

attaccarlo all'elsa del palosso nel tempo bilissimi nel fabbricare le spade. Erano
delle funzioni ;
giacché la berretta serve assai corte, puntute e taglienti da ambo
quando si cammina allo scoperto. Alle le parti. Gli spartani soprattutto aveano
scarpe colle fibbie si sostituirono lescarpe spaile più corte e più ricurve che non
ababussedi pelle nera lustra con hocco di quelle degli altri popoli della Grecia. 1 la-

velluto nero, e bottone d'acciaio brillan- cedemoni usavano spade corte, affine di
tato nel mezzo. Invece della spada d'ac- colpire il nemico più da vicino; esse era-
ciaio, si è sostituito un palosso simile con no curve come le falci, o come le scimi-
uu ceuturoue di cuoio lòdcrato di velluto tarre e le sciabole. La scimitarra, tatù
G SPA S J> A
falcàlus, acinaceSj /nachera, è una spa- no. I greci e i romani
portavano d'or- la

da coila con taglio, e costola a guisa ili ili Dario solici il diesi crede
coscia destro,
coltello, ma rivolta la punta verso la co- latto affine di lasciar libero il movimeli-
viola, e diecsi anche storta. La sciabola lo dello scudo, ch'essi aveano annodato
OSCÌabIa,67l5&/B/caR<f,èuoa sorte dar- al braccio sinistro. Altri sostengono che
me simile alla scimitarra, comunemente i romoni portarono la spada da ambe le
usata dal soldato di fanteria, serve a'bas- pai ti al ternati epoche di verse
va mente, in
si ufficiali a vari bisogni negli accampa- e talvolta nell'epoca medesima. I fautac-
menti, se ne giova il soldato di artiglierìa cini di Tito portavano la spada alla sini-

e quello del genio; alcuni di questi ulti- stia, e un pugnale alla destra: dipoi molte

mi usano sciabola tagliente da una parte, nazioni usarono spada e pugnale alla de-
e a denti di sega dall'altro per farne le strae l'adoperarono insieme. 1 pretoriani,
veci; questa sciabola dentata si adopera per distinguersi dagli altri soldati, porta-
ancora da' Pompieri di Rotila (/".)• Da ul- vano sempre la spada al destro lato. Si ve-
limo da' soldati della Milizia pontificia de nelle sculture della colonna Traiana,
(F.)ì\i adottala la daga, ensis sica, specie l 'imperatore, gli ufficiali pretoriani, i Iri-

di spada corta e larga, robusta e di lem- buni,i centurioni con ispadecinte al fianco
pia forte, forse inliodotla in Italia da'po- sinistro. Da alcuni [tassi d'Omero e di Vir-
poh settentrionali; e il Davanzali chiama gilio si raccoglie, che ne'tempi più anti-
daga il glaclius de' legionari romani, la chi gli eroi portavano la spada in modo
quale era una spada di lama corta e lar- che l'impugnatura toccava quasi la spai-
ga, ed essa feriva di taglio e di punta : la, e l'arme scendeva sul fianco. Iruma-
nel medioevo si usava insieme alla spa- ninon poi lavano mai la spada se non con
da, poiché (piando un cavaliere avea at- ninno avrebbe osato di
l'abito militare, e

lerrato il suo uemico, lasciata la spada, comparire con questi due attributi di ini-
iinpuguavafla daga come più facile a ma- lizia o\e il sub nome non vi fosse stalo in-
neggiarsi, ecercava i vani dell'armatura scritto. Presso romani lasciavasi la spa-
i

di tutto punto, per ferirlo. Questi allora da allorché uno rendevasi prigioniero, 'jJ
si da va per vinto, gridando misericordia, anche allorquando egli 6Ì dichiarava vas-
onde alcuni perciò chiamarono miseri- sullo d'illustre personaggio. I littori era-
fon//^ la daga. Quella specie di spada bui- no incaricati di ricevere le spade di co-
ga e robusta, talvolta alquanto curva e loro che si presentavano al console. Sotto
chiamata squadrone, è ordinariamente gl'imperatori si riguardò come delitto
adoperata da' soldati e altre guardie di capitale l'a\ vicinarsi ad essi anche inav-
cavalleria, e dagli olliciali maggiori che vertentemente colla spada nuda. La spada
hanno l'uso del cavallo; forse derivò il suo e l'asta erano l'attributo del Pretore (P.),
nome dalla formazione della cavalleria e si piantavano dinanzi alla loro sedia. La
che l'usava per Squadroni, ed a Carlo V spada era ancor più particolare distinti-
si attribuisce la distribuzione della sua vode\Frefelto(P.)de\ pretorio, insignito
cavalleria per isquadroni. Anticamente della prerogativa del jns giada: essi colla
la voce squadrone, agiata, significava spada nuda precedevano nelle pompe gli
schiera, squadra, battaglione; poi si re- antichi imperatori romani, e pei ciò feee-
strinse ari una parte d'un reggimento di roaltreltaulo i Prefetti di'Roma de'Papi,
cavalleria di oo cavalli, indi aumentati a
1 quando questi coronavano gl'imperatori
i3o, ai5o,a 200. Come variava presso d'occidente, portandola ricca loro spada
tulle le diverse nazioni antiche la forma - innanzi. IS'el loro sigillo era\i la ligura
delle spade, cosi varia era altresì la ma- d'una donna colla spada, simbolo della
niera in cui gli antichi popoli la portava- giustizia che doveauo lare eseguire. Sol-
.

SPA SPA 7

to la i." dinastia de' re franchi e ne'primi come notai che fu costume de' romani,
anni della3/,le spaile erano assai larghe, dichiarandosi vassallo, il lasciar la spada,
forti e corte, affinchè non
rompessero
si dirò qui con Muratori, Disseti. 36/ A'feu-
percuotendo sugli elmi eie corazze. Tale di non si soleva imporre pensione, per la
era probabilmente quella di Goffredo di ragione che i vassalli erano obbligali al

Buglione, di cui si parla nella Storia delle servigio personale in difesa o in onore del
Crociale, e si dice die colla sua spada fen loro signore. Indi si andò introducendo

deva un uomo in due


A'tempi di
parti. ilcostume, pe'feudi minori e poi pe'mag-
s. Luigi IX erano usale ancora in Fran- giori, di pagare qualche annua pensione

cia comunemente le spade corte; queste a'diretti padroni per memoria del vassal-

però aveano una punta ed erano a due laizqio: consisteva ordinariamente in una
tagli. Le spade erano allora sospese ad spada, in un paio di speroni o di guanti,
una tracolla, o ad un centurone, ma l'uso in un falcone o sparviero, e similicose. Si
dique'cingoli o fascie diventò ancora più legge nel Saggio storico sopra Parigi, che
frequente ii'.-lle armate sotto Luigi XII e anticamente in Francia il figlio d'un no-
Francesco I, e probabilmente quell'uso bile, giunto all'età di 1 4 anni, andava alla
divenne più comune dopo le guerre d'I- chiesa con un cingolo pendente dal collo
talia. Il Muratori, Disserl.iGS'.Dellami- che sosteneva una spada. genitori lo con- I

lizia de secoli rozzi in Italia, parlando ducevano all'altare, tenendo ciascuno in


delle armi allora usate,dice pure dellespa- mano un cereo acceso,e presentavano quel
de, e che i francesi insegnarono agl'ita- figlio al sacerdote nel momento dell'offer-
liani in vece delle spade da punta, di ser- torio. II. sacerdote pigliava la spada, la be-
virsi di quelle da taglio, più commenda- nediva e la riconsegnava al giovane, che
te da Vegezio. Il che fu conosciuto anche la sfoderava e la teneva nuda durante il

da Benvenuto da Imola, nel cap. 3i del rimanente della messa, poscia metteva la

Purgatorio di Dante, ma fa la seguente al suo fìanco,e cominciava da quel punto

osservazione. >» Melius et tutius est pu- a godere del diritto di portare quel di-
gnanti ferire punctim,quam caesim. Pri- stintivo d'onore attaccato alla sua nasci-
mo, quia ferens punctim, habet incidere ta. Quanto alla ceremonia che si osservi

minusdearmis.Secundo,quiaadversarius dalla maggior parte degli ordini militari


non ita bene vitat iclum. Tertio, quia in- ed equestrijCome descrissi indiverside'lo-
venit minorem resistentiara in corpore. ro articoli, di sfoderare la spada allor-
Quarto,quia feriens minus laborat. Quin- ché si fa la lettura del vangelo, dicesi i-

to, quia minus se delegit". Però francesi i stituita da Micislao I re di Polonia, il i

con queste spaile acute sapevano vantag- re di quella nazione che abbracciò la Ce-
giosa mente combattere cogli uomini d'ar- lie cristiana, dignità che approvò Papa
ine tuttoché vestiti di ferro. Non pugna- Silvestro lì, oltre il donativo della coro-
li, ma spade corte da taglio erano quelle na reale. Alcuni ordini equestri furono
de' francesi nel secolo XIII stocchi sono
: istituiti sotto la denominazione deUaSprt-
chiamali dal Villani, e dal ferir di punta da (F.)- A Duello riportai le proibizioni
con essi, derivò il vocabolo italiano stoc- civilied ecclesiastiche, contro le disfide
cata. Inoltre Muratori avverte, che anco e combatlirnenli di spada o altre armi;
nel secolo Vili si conoscevano le spade mentre nel voi. XLIII, p. j.{, rilevai che i

da punta; e che gli antichi franchi, oltre avendo Filippo III redi Francia tolto il

alla spada lunga usarono ancora delle


,
divieto a'giuochi d'asta e spada uè Tor-
mezze spaile, e Vegezio ne nomina una, nei (P-) e in altre circostanze, Papa Ni-
che pare il nostro pugnale, di cui si ser- colò III fulminò la scomunica contro tali

vivano qnaudo erano alle Strette. E sic- giuochi illeciti. A Cavalieri:, grado di mi
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lizia o di dignità, dopo aver nccennato la sa. Trovo nel p. Tuzi, Memorie di Som,
questione se più nobili le Lettere (/'.) ole p. 88, che Onorio III benedì una spada,
aitili, la toga ola spada, di cui pur feci cen- e dall'altare di s. Pietro,ove lavea collo-
no a Letterato, a Stampa, parlai dell'o- bidonò a Federico II imperatore,
cata,
rigine dei cavalieri romani e loro distinti- quando giurò partire per la crociala di
vi, e dell'ordine equestre del cinto e spe- Siria, ma con inganno noi fece; e (piando
roni d'oro, poi cambiato nel cinto o cingo- ve lo costrinse neh 229 Gregorio IX con
lo della spada coll'uso degli speroni, che ceusure, tradì cattolici collegandosi in
i

nell'armarei cavalieri si costuma da'prin- Gerusalemme col soldano maomettano, e


cipi, rilevando come gl'imperatori li crea- per adularlo sacrilegamente gli mandò in
vano col toccarli colla punta della pro- dono la detta sagra spada, ch'eragli sta-
pria spada, per significare clie il cavalie- ta data per combatterlo. Nel secolo pre-
re colla spada deve mostrare il suo valo- cedente Alessandro 111 graloal doge della
re e difendere il suo promotore; inoltre repubblica di Venezia, peraverlo difeso
riportai le diverse ceremonie antiche e contro l'imperatore Federico I, tra i pri-
posteriori nella creazione de'cavalieri,di vilegi che gli concesse vi fu quello di po-
che anco a Milite feci parola e in uno al ter portare avanti a se la spada nuda nei
cingolo militare; e siccome una delle prin- dì solenni. Papi cingevano la spada ai
I

cipali è la benedizione della spada, e la Patrizi di Roma (/'.), ed agi' Imperalo-


tradizione di questa al cavaliere, ripro- ri(Jy .) nel coronarli, quali difensori e av-
dussi la formola usata da'Papi. Nel Pon- vocati della chiesa romana e dell'ortodos-
tificate Romaniirn vi sono queste bene- sia, attributi che spiegai anche a Sovra-
dizioni. De benedictione novi militis. De Neli3i2es-
nità' de'romani Pontefici.
crealione militi* regularis. De benedi- sendoClementeV inAvignone,per la coro-
ctione. et imposilione crucis proficiscen- nazione dell'i mperaloreEnrico VII inRo-

tibus in subsidium, et drfcnsionem {idei ma, autorizzò cardinali legati a imporgli


i

chrislianae, seu recupe rationem Terme la corona, dargli lo scettro, la spada e il

sanclae, di che trattai aCRocEsiGN ati. De resto. A Imperatore, a Stocco e in altri


benediclione armoruni. De benedietione relativi articoli, non solo descrissi il cere-
ensis. Colla tradizione della spada da'Pa- molliate della coronazione degl'impera-
pi e altri sovrani si crearono i cavalieri, tori eseguita da'Papi, ma eziandio di quel-
come dello Sperone d'oro (V-)- in molti la di Carlo V e fatta in Bo-
solennissima
ordini equestri sussiste ancora la cere- logna da Clemente VII anche come re
monia. Dalla pi ìi remota autichilà, seni» d'Italia ode'longobardi. Nella coronazio-
presicinselaspadada'principi colla pom- ne come re, i
4 principi dell'impero so-
pa di qualche rito; ed egualmente con so- stenitori dell'insegne reali, scettro, spada,
lennità si ammettevano i popoli all'onore globo e corona, queste le depositarono
della milizia, cioè all'esercizio che più de- sulla meusa dell'altare: della spada era
coroso di tutti era tenuto fra loro. Alcune sostenitore \\ prefetto di R.oma Jcvancesco
spade cavalleresche! parenti del cavaliere I\l.' duca d'Urbino. Dopo il canto del-
1

defunto do veauo restituirle all'ordine,co- l'epistola, Carlo V s'inginocchiò a'piedi


me a quello AeWoSpirito santo o del Nodo del Papa, e pubblicamente espresse con
(/ A Stocco e berrettone recedetti,
.). efficaci parole, che senza ordine suo, an-

tengo propositodella spada ecappellodu- zi all' impensata, l'esercito condotto dal

cale nobilissimi, che Papi solennemente i duca di Borbone commise in Roma {V .)


benedicono la notte di Natale, col ritori- tante ribalderie e scelleraggini a danno e
portato nel voi. JX, p.ioG, e poi donano sfregiodi Clemente VII stesso, edella ve-
a qualche principe benemerito delluChie- neranda religione di Cristo; che perciò iu
S P A S P A g
6cgno ili verace e ubbidiente figlio di s. la consegnò a Carlo V genuflesso, dicen-
Chiesa, sottometteva se i suoi eserciti ai dogli: Che dovesse con quella spada an«
piedi del Beatissimo Pastore, al quale sta* dar contro ai ribelli e disperdere li ne-
va in arbitrio e di ragione comandargli, mici di Dio e della s. Chiesa; recitando
quando dovesse trar fuori dalla vagina la l'orazione: Aerine gladium sanctum.
spada,equando parimenti dovesse rimet- L'imperatore vibrò subito per 3 volte la
terlajequindi dichiarò formalmente non spada in aria, e baciata la diede al car«
essersi mai per esso dato un ordine cosi dina! Cibo, che rimessa nel fodero la con-
barbaro e funesto;senlirne perciò pre-fon- segnò al Papa, da cui fu cintasi fianco
ti. unente in cuore il più vivo dolore, e a- sinistro dell'imperatore, pronunciando la
venie con pubblici segni di lutto la do- parole: Accinge, gladio Ino super femur
glia sua manifestata, ed altresì la sua di- lituinpotenti&simwn; e per questa cere-
approvazione per tanti orribili misfatti, monia Carlo V venne creato Milite (F.)
IlPapa accolte benignamente sì umili e o cavaliere di s. Pietro. Alzatosi subito
rispettose espressioni. prese dalle mani del in piedi Carlo V, sguainò nuovamente la
vescovodi Pistoia Pucci, assistente al so- spada, ne rivolse punta all'alto indi
la

gl'io pontifìcio, l'anello prezioso, e lo pose alla terra, e rialzandola ancora la vibiò3
in dito a Carlo V. Lo stesso vescovo levò volte in aria, poi la ripose nella vagina,
dall'altare la spada, ed era quello stocco 11 cardinal Cibo presentò pure al Papa
benedetto che il Papa avea donato all'ini- lo scettro e globo d'oro, quali coo-
il i

peratore nella notte del precedente Nata- segnaronsi a Carlo V genullesso, e quin-
te, e la die al cardinal Cibo legato di Colo- di locoronò col sagro imperiai diadema,
gna-et. "dell'ordine de'diaconi, che sguai- e con questo venne ad acquistare il ve-
nata dal fodero porsela a Clemente VII, roereal possesso del romano impero, e il
il quale ne fece consegna in forma a Car- privilegio d'usare giuridicamente il tito-
lo V. Questi avendola brandita e vibrata lo d'Augusto. Subito Carlo V si cui vii a
per aria 3 volte, mostrò con atto proprio baciare riverentemente i piedi a Gemell-
ili nettarla al braccio sinistro; e poi dallo te VII. A Diacono, riferendo gli uffizi die
stesso cardinal Cibo gli fu cinta al fian- l'imperatore eseguiva nelle funzioni sa-
co. Con siffatte cerenionie gli furono con- gre celebrate da' Papi, notai {'Evangelo
segnati lo scettro e il globo, recitando il (/'.)che cantava colla spada nuda in ma-
Papa le orazioni prescritte dall'apposito no, per segno di mostrarsi pronto alla sua
ceremoniale,e poi gli pose in capo la co- difesa., e così praticava la notte di Nata-
3
rotta ferrea, dichiarandolo re de'longo- le, cantando
principio della j. Lezione
il

bardi. Quanto alla successiva coronazio- (f-); mentre reo altri principi faceva.
i

ne imperiale di Carlo V, celebrando la no altrettanto, cantando il principio dei-


:i

messa il Papa.e l'imperatore servendo al- la ,'i. Che la spada è insegna sovrana pel
l'altare in abito da suddiacono, dopo il jus gladii, lo si apprende dal porla i vc-
canlo dell'epistola in latino e in greco, e scovi egli abbati, che esercitavano sovra-
l'orazione per Cesare; Deus, regno rum uilà temporale, ne'ioro Sigilli e Stemmi
omnium et christiani maxime propaga- (V-), e con altri attributi principeschi,
lor imperii, Carlo V fu condotto avanti ne'pon tifico li si pone va presso l'ai la re ove
il trono del Papa, seguito da'principi di- li celebravano, In tali articoli feci pure pa-
gnitari, che aveano ufficio di portar l'in- rola dell'aquila stringente negli artigli la
segue dell'impero. Allora mg r Pucci dal- spada e lo scettro. Il p.Costadoni nella rac-
l'altare pigliò la imperiale spada e la die- colta del p. Calogero., Opuscoli, l. [\ 7, p.
de al cardinal Cibo, questi denudata la 288, dimostra che negli antichi inumi-
porse uclle mani di Clemeule VII, che penti si rappresentavano sóvraui colla i
io SI» A SP A
spaila sguainala in mano, per segno della sto IV furono presentati in concistoro la
loro autorità e diritto sulla vita delucidi- spada e gli speroni. Ne'gran Sultani (/".)
ti. monete degli abbati d'Ersfeld si
Nelle o imperatori di Turchia la solennità di
veilono le immagini ili Carlo Magno col cingere la sciabola tiene luogo d'incoro-
volatile sulla sinistra, e la destra stringe nazione. E' ci i Ilici le stabilire l'origine dì
laspada alzata, come riporta Schlegelio, questa consuetudine; certo è che esisteva
De nummis abbatim Hersfeldens. Il Doe- prima che Maometto li neh 453 s'impa-
derlingio, De nummi s Germanìae me' dronisse di Costantinopoli, poiché si co-
dine, qnos vulgo Bracteatos, seti cavos nosce che nel 1 342 il cuiilfo Ahuied Na-
adpellant, Norirnbergaei 729, p. 69, nei serSchcabcddin cinse solennemente della
sigilli e nelle monete de' vescovi e de'prin- sciabola Melik Mensurs Dell'innalzarlo al
cipi d'Erbipoli; il Bruschio, De Germa- trono egizio. Si dice che la sciabola presa
niae episcopalus, Epit. 1.
1
53 e 6
, p. 1 1 1
;
nell'assunzione al trono del regnante sul-
Lugdero Frigio, Lecl. memorab. cerile* tano Ahdul Medjid Khan, per la ricchez-
nar. viir, t. 1, p. 204, in quelle di Mun- za de'diamanti e pietre preziose, fu valu-
steredell'abbatediCarapidona, ne fanno tata 4 milioni di piastre turche.
vedere le immagini, non solo assise in se- Anticamente nella chiesa greca e nella
gno della giurisdizione spirituale, ma e- latina vi furono de'ministri incaricati a
ziandio culla spada nella destra, per in- mantener l'ordine e la sicurezza nell'as-
dicare l'unione del dominio temporale. semblee cristiane, e il rispetto dovuto ai
Percjò ne derivi) il proverbio: Tlerbipo- sagri templi, per cui non era permesso ai
lis sola punianl, ense, sloia. Raccontai a militari di presentarsi armati per assiste-
CAnons,cbe il vescovo essendo conte del- titoli. La co-
re a'divini uffizi o per altri
la città, celebrava il pontificale, con te- stumanza dell'intervento, che tollera la
nere accanto alla mensa dell'altare la spa- Chiesa, pare introdotta dopo ilsccolo IX,
da il cimiero, la miccia, la manopola,
,
come rimarcai nel voi. XLV, p. 98, di-

portando stivali e speroni. Il vescovo di cendo pure che ne Funerali (f.), nel e.

Teramo si chiama Episcopus Aprutinus, triduo della Settimana santa [T.), in se-
in memoria del dominio che avea di tutta gnodi Lutto (P.) e duo\o, la Mazza(l'.),
la provincia d'Abruzzo Ulteriore I, di cui la spada e altre armi e insegne, si tengo-

Teramo era capo: perduto il dominio gli no a rovescio, ed tamburi si suonano i

restò la facoltà d'eleggere in Teramo e sue scordati. Che in alcuni atti religiosi si deve
e
70 ville il giudice delle 2. cause, il vice- deporre la spada, lo provano Widebur-
conte, o il vice barone nella sua contea gio e Kegelio, Machcrologia seti dispu-
e baronia, ove possedeva lìjus ulrumqite tulio de gladio in sacramenlorum revc-

giadium, avendoancliei! privilegio quan- renliamdr ponendo, [le\imliid\ì yog.Sie- 1

ilo fa pontificale, di tener sulla mensa le gero Cesoni, Dej'ure circa gladii depo-
armi che si pone anche in dosso, come fé- sitionem praeserlim in actu bapiisimali
ceGiacomoSaverio Piccolomini de signo- apatrinis,el in benedictione sacerdotali a
ri di Celano nel concilio di Trento. Per- sponso^lisscrtationestresfivinhys j53- 1

ciò il vescovo di Teramo s'intitola: Pria- 54. Sarnelli, Leti. eccl. t. g, p. 22: Se il
ceps Teramì, baro Roccae s. Marine 3 Co- laico che vuol servir la messa dee lasciar
mes Bisemuii J ac s.Scdis immediate sub- l.i spada. Salvatore de Blasi, Costume di
jeclus. Di altri simili esempi parlai al- deporre le armi prima d'entrare in chie-
trove ed a Vescovo. Morendo in Roma sa, nelle Memorie leller. di Sicilia, Pa-
Carlotta regina di Bosnia (della qual re- lei ino 1
7 10, 1. i,p. 7. F. A. Zaccaria, Dis-
gione riparlai a Sibhio), per gratitudine seri. eccl. \, p. 3 6. Debbono deporre
1. 1 1

lasciò il regno alias. Sede; per cui a Si-, la spada, senza eccezione, tutti quelli che
SPA SPA 11

si recano a ricevere dalle mani del Papa della spada di s. Pietro portata a Lodo-
le Candele, le Ceneri, le Palme, gli A- vico Il re de' franchi figlio di Carlo I il

gnus Dei benedetti (/ '.), la Comunione Calvo, con quc»t e parole, e forse suppone
([-), oche versino l'acqua perla Lavati* fu una di quelle spade benedette che con-
da delle mata (/'.), ciò che notai anche cedevano! Papi, donde derivò lo Stocco
all'articolo Cappelle pontificie. I mae- benedetto, ovvero la spada come impera-
stri di ceremonie sono obbligati ad av- tore per difendere laChiesa. Eccone le pa-
vertirlo Dell'adempiere propri dove-
: i role.»A ttulit ei praeceptum per quod pa-
ri, i riguardi non hanno luogo, massime ter suus illi regnum ante mortem smini
in chiesa e col Papa. INe* voi. XIV, p. tradiderat, et Spatham, quae vocaturs.
5r>4, XLI1J, p. 177, dicendola visita che Petri, per quam eum de regno investirei;
l'imperatore Giuseppe 11 lece incardinali sed et regium vestimenluin,et coronaru,
in conclave, e che nell'entrare si voleva et fustem, exauro.etgemmis". A Chiavi
levare la spada, osservai che il cardinal pontificie, ed a s. Pietro, riportai altre
SerbelloDÌ soggiunse: l ostia Maestà la spiegazioni di esse. Nel voi. IV, p. 73, par-
dee ritenere per nostra difesa .AH' Udien - lai della spada o coltello col quale s. Pie-

za del Papa (l .) sono esclusi dall'am- tro tagliò l'orecchia a Malco, ed ove è in
missione colla spada, tra i militari quelli venerazione. Nella biografìa di s. Paolo
che sono dopo maggiori e tra civili i , i apostolo resi ragione perchè si rappre-
quelli che sono meno de'arincipi: ammet- senta colla spada, come istromento del
tendo visi generali, ministri del corpo
i i suo martirio, o qual simbolo della pre-
diplomatico, i ministri e ciambellani dei dicazione evangelica. Altri dichiararono,
sovrani, i grandi di Spagna, il magistra- le chiavi di s. Pietro esprimere la potenza
to romano. Benedetto XlVa'cavalieri di spirituale, la temporale figurare spadala

s. Stt /imo concesse di potersi presentare di s. Paolo, e che il clero può tenere am-
al Papa colla spada al fianco; eguale pri- bedue le potenze. A Milizia, a Sovrani-
vilegio hanno cavalieri Gerosolimitani,
1 tà, a Regalia, pai lai di quando gli ec-
e quelli de'ss. Maurizio e Lazzaro, oltre clesiastici dovettero impugnare le armi,
quelli àeWaFamgLa pontificia nobileche sia nelle Crociatela per difendere pro- i

hanno l'uso della spada, e così i ciambel- pri dominii temporali; onde più volte ab-
lani delle corti di Spagna, delle due Si- bati, vescovi e cardinali legati colle inse-
cilie,ec: meglio per tutto è vedere Udien- gne della loro dignità, e colla spada in
za. In principio dissi la spada spirituale pugno si videro alla testa degli eserciti,
significare la podestà della Chiesa. 11 p. come notai a'Ioro articoli. Altri vescovi,
Menochio,iS7«o/et.2,cent.8,cap. q6, trat- abbati e cardinali furono talvolta vaghi
ta: Delle chiavi e spada di s. Pietro, in si- di comparire cinti di spada, come car- i

gnificato di quelle del regno de'cieli, spie- dinali BaU'e e Ippolito de Medici. Il Can-
gando le 3 colle quali alcuni rappreseli- cellieri, Dissertazione delle ss. Simplicio
tano l'Apostolo, la scienza, la potenza, la e Orsa martiri ,a p. 79, ragionando della
giurisdizione; e le 2 secondo il consenso decapitazione oWmartiri e taglio della le-
comune, la potenza e la scienza. Quanto sta eolla scimitarra, colla spada, mannaia
alla spada, dice significare la podestà di e accetta, eruditamente parla della spada
castigare, lauto di lui che de'Papi suc- come istromento del martirio, ricordan-
cessori, li» quale si sfodera per sentenzia- do queste opere. Gio. Baruffatali, Del col-
re le peue ecclesiastiche. Pai la pure d'u- po ili spada, e di (piallili aite ferro taglien-
na spelila materiale appartenuta ìi s. Pie- te, non mai vano e fallace nel decapita-

tro, e venerata quale reliquia; e che Ai- re e dar la morte a' mai tiri di Gesù Cri-
moino, Hisf.lib. j; cap. 3G, fa menzione sto, Modena 172). AgostlaoF. lavino.
,

la SPA S P A
De poma gladii, ex legìbtu romani, Li- la Chiesa di s. /Varia in Aquiro. Che la

psiaei 727. Girolamo P. Scindessero, De spada de're di Danimarca lo indicata con


usa gladii in suppliciis a pud romano* vari nomi; quella di s. Odoardo il Con-
Francofurti 1769. Tychonis Rothe, De fessore re d Inghilterra, chiamavasi Cur-
gladiis veterani, in primus danorum tana, così detta perchè senza punta, in

Scliediasma , Rolhen 17 ~i. Quanto al seguo della clemenza da prestarsi dal re


quesito: Se sia mai sfuggilo il colpo e ta- co 'suoi popoli, e nella coronazione di quei
glio ilella spada odi qualunque ferro ta- re la portava di Lancaslro. Gu- il duca
gliente,senza la morte e decapi tazione.dei glielmo 1 duca
Normandia fu sopran- di

marti ri, risponde. Che avendo Gesù Cri- nominalo Lunga Spada, per quella da
sto ammesso sopra ili se l'azione del fer- lui usata e per le prodezze che vi operò.

ro, così quantunque spesso sopra i suoi Guglielmo I Braccio di ferro, il q.'duce
martiri rese inefficaci tutti gli altri mezzi normanno delle due Sicilie, fu chiamalo
che sogliono dare la morte, volle nondi- anche Comi tern Sedo rem ferri hoc nome/i
meno lasciare al ferro, cli'è l'ordinario e so/ titani, quia cum normanna confligens
ultimo mezzo, di cui la pubblica podestà (punii venirci solito con/lieto deluclans,
si prevale, per eseguire le condanne di ense corto, vel scorto durissimo ,
quem
morte, la sua naturale efficacia; allineile Jl'alandus Faber condiderat per me' ,

i membri, cioè i martiri, che spesso libe- dius corpus loricatum sccavit una percus-
rò dal fuoco, dalle acque, dalle bestie, e sione. La spada d'Arturo re de'breltoni
da tanti altri tormenti, non fossero supe- fu appellata Caliburna,G la regalò a Tan-
riori e distinti dal lorocnpo, anzi così più credi re di Sicilia. Benché si racconti che
adesso conformi si rendessero. Aggiun- Enrico I l' Uccellatore ebbe da Ugo Ca-
ge, che per rappresentar la decapitazione peto re di Francia la spada, di cui ser-
de'martiri, forse derivò l'esprimerli nelle vivasi Costantino I il Grande, \\ (piale nel-
pitture e bassorilievi, reggendo la propria l'impugatura vi avea inserito uno dei
lesta nelle loro mani. Inoltre Cancellieri Chiodi onde fu tinflilto sulla croce il Re-
ci diede: Lettera sulle spade depili cele- dentore, tuttavolla nel n.°55 delle Noti-
bri sovrani e generali, Roma 182 1 .Molle zie del Chracas del 8o8,citaledallostes- 1

sono ie spade illustrate dagli scrittori; gli so Cancellieri, fu riferito che il gra 11 si-
antichi essendo molto più forti e robusti gnore avea donatoal generalSebastiani li-
de'moderni, ne usavano con mirabile fa- na sciabola, che si pretendeva essere quel-
cilità e destrezza, delle smisurate e pesan- la slessa di Costantino I, la quale conser-
ti. Dopo aver celebrato le spade di Go- va vasi nell'arsenale ottomano. La lama
lia, diSalomone, e di Carlo Maglio, die era un damaschino, quasi nulla ricurvo,
chiama vasi Giojosa, Durandals o Du- sul ipaale vedeasi da una parte incrosta-

i andarli, in significato di durissima, di- ta la figura in oro della U. Vergine e ,

ce che si conservava tra le reliquie nella dall'altra quella di s. Michele, con vari e-
chiesa di s. Dionisio, e fu chiamala pure legauti lavori all'Agemina, econ un'iscri-
Spalila invincibili* Caroli Magni. Indi zione greca incisa lungo la lama: ma l'im-
parla di quella d'Orlando detta Durin- pugnatura era moderna, e tutta guarni-
dana, Durlindana, Durandola, e che in ta digrossi brillanti. Gio. Casti iota detto
Roma vi è il vicolo della Spada d Or- Scanderbergh reo principe d'Albania, di
lando{\)ev denominazione del volgo,a mo- Ispiro e d'i Croja, di cui Cancellieri ripor-
tivo del masso d'antica colonna di cipol- ta un catalogo di scrittori die ne descris-
lino ch'esiste in tal contrada, con incavo sero le gesta valorosissime, in difesa dei
formato a guisa di spada, che bonaria- cristiani d'Albaniu(/~.),l\i il terrore ella-
incute uè crede la misura) propinquo ul- gdìo de' turchi, per attribuirsi uua virtù
3

SP A SPA 3

soprannaturale alla sua scialila, per la Coi-' il quale avendo impugnato le armi con-
za straordinaria che dimostrava con essa tro la famiglia Gaetani, fece morite vari
in ogni pugna. Perciò il Formidabile con- ili essa; a tale effetto il prelato fece com-
quistatore Maometto II, contro il quale porre dal p. Massimiliano Gaetani d'A-
combatteva, gliela richiese e l'ottenne. Ma ragona gesuita, quell'iscrizione pubblica-
essendosi accorto che india avea di par- ta da Cancellieri che assicura essere la
,

ticolare la rimandò con disprezzo, fàcen- spada in possesso de'Gaetani. (>>scrva in-
doglidire:Che ne avea delle migliori, col* oltre, che in Napoli fu già altra famigera-
le quali però ninno era capace di far le ta spada nel palazzo di Ferdinando Fran-

sue prodezze. Egli subito rispose: Che non cesco d'Avalos marchese di Pescara, oltre
dovea meravigliarsene, perchè avendogli i famosi ed esistenti 7 arazzi disegnali da

mandata la sua scimitarra, non gli avea Tiziano, contornati sul disegno di Giulio
conessa mandatoancheil suo braccio. No- Romano di Tintoretto,e rappresentan-
terò con Thjulen, Dialoghi nel regno dui ti la memorabile battaglia di Pavia, \n cui
morii 1. 1 ,che Scarnici bergli col vigoroso fu fatto piigioniero Francesco! v-edì Fran-
suo braccio tagliava con un colpo di sol cia, che consegnò la spada al marchese di
sciabla la testa al più gran toro, e che nac- Pescara generale dell'esercito di Carlo V
quecolla figura della spada pei lèttamente e al quale la mandò col magnifico padi-
delineata sul braccio diritto, col quale o- glione del re suo emulo. Ma l'imperato-
però poi tante strepitose imprese da eroe re, dopoaver fatto fabbricare in Fiandra
cristiano. Questa famosa sciabla venuta in idelti arazzi, de'quali nel voi. LV, p. a 4
potere de' turchi, fu donati dal general indicai ove ne parlo, li donò insieme al-
Korafà albanese a Carlo Borbone re del- la spada e altre armi, ed al padiglione, al
le due Sicilie e collocata nell'armeria rea- detto marchese. Non debbo tacere, come
ledi Napoli. Ivi fu pure conservata la spa- rimarcai anche a Sicilia, che Francesco
da che Luigi XIV re di Francia consegnò I nel divenir prigioniero non volle ren-
al nipote duca d'Angiò quando l'inviò re der la spada che al viceré di Napoli Car-
nella Spagna e fu Filippo V, il quale poi lo Lannoy , il quale subito si staccò dal
la die al re Carlo suo figlio Dell'inviarlo suo fianco la propria spada e graziosa-
al regno di Napoli, che divenuto Carlo 111 mente la presentò con nobile trailo ca-
re di Spagna, nel recarvisi lasciò in Na- valleresco al re. Dice Cancellieri, che ta-
poli la spaila eil regno al figlio Ferdinan- le spada è simile ad uno de' 6 spadoni,
do IV. Altro ferro illustre, conservato un diesi portano sguainati sulle spalle dagli
tempo in Napoli dal duca dì Montallegro, Svizzeri ( /x .),per rappresentare G canto- i

èia spada del famoso Cesare Borgia (f.) ni cattolici (ora i cantoni cattolici sono ij),

duca Valentino, figlio d'Alessandro VI, e intorno alla Sedia Gestatoria del Papa.
di cui riparlai in tutti luoghi che con-
i Riferisce ancora che la spada di France-
quistò. Quest'ambizioso, crudele e valo- sco I, col cimiero e usbergo di ferro del
roso principe, ebbe per impresa il motto: medesimo, si conservarono nella nobilis-
Aul Caesar, Aut Nihil, il quale fu inci- sima famiglia del Vasto e Pescara, sino
so d'ambe le parti della lama tutta ara- all'ingresso de'francesi inNapoli nel 1 8o(>,
bescata.Questa famigerata spada fu acqui- dopo di che tutto fu trasferito nel palaz-
stata prima dal celebre ab. Ferdinando zo del principe della Roccella, uno degli
Galiani,che la lasciò in legato per il prez- eredi diCristoforo Saliceti. Portentose me-
zo di 3oo ducali a iti".
1
Onorato Gaeta* raviglie contiene, sulla spada di Gusta-
ni de'dnehi di Semionda, il quale acqui- vo Adolfo re di Svezia, tenore di Ger-
standola avea ideato collocarla nella roc- mania nel secolo XVII, la Triga Disser-
ca di Sermoneta dal Curgia assediata, e lalionuiìi Georgi J1 allindi- gladio ma-
14 SPÀ S P A
£Ùy> Gustai'! Adolphi svccomm regis poiNapoIeonel, nel la spedizione d'Egitto.
Lipsiaei 726. Enrico IV re ili Francia do- A Reliquie, parlandodelle profane, notai
po la battaglia d' Ivry, in contrassegno vari oggetti appartenuti a personaggi fa-
d'amicizia, mandò in dono alla repubbli- mosi, eccessivamente apprezzati dagli li-

ca veneta la sua spada, di cui erasi ser- ni, ed esecrati dagli altri. Ouanto ai do-
vilo nelle clamorose sue guerre per la nativi delle spade cavalleresche d'onore,
conquista del trono die gli si disputava. che sogliono fare a capitani illustri i so-
La medesima fu richiesta dal conte di Lil- vrani, le città, i corpi militari e altri, e
la, poi Luigi XVIII, mentre si tratteneva delle quali parlai in piìi luoghi, qui sol-
in Verona, con quella magnanima rispo- tanto mi limiterò ad inserire quanto si

sta, data all'intimazione propostagli da legge nel n.°i4i del Giornale di Roma
quel Umoroso senato a' 1 3 aprile 1 7()G,di del 1 8 j3.»Nel 1849 subito dopo la presa
partii e dal suo territorio per riguardi po- di Roma(I\) fu aperta in Lione (già det-
litici. Je partiraij mais f esige, qu'on me ta Roma francese, come Mouaco, Roma
presente le livre pour que c'en ef
d'or, germanica) una sottoscrizione per pre-
face le noni de ma fami Ile, et qu'on me sentare una spada al general Oudinot de
rende l armare, doni l'amilic de mon a- Reggio che avea diretto quell' impresa.
ieul Henri IV avait fait don à la repu- E' una spada detta cavalleresca, rappre-
blique. L'invitto Giovanni III Sobieski re senta una croce, la cui lista inferiore è la
di Polonia.dopo aver liberato Vienna dal- lamina. Sulla sommità del pomo si vede
l'assedio de'turcbi, tributò al santuario Gesù Cristo in alto di presentar le chia-
della B. Vergine di Loreto la sua scia- vi a s. Pietro e d'instituir la sua Chiesa.
bola unitamente alla conquistata bandie- In una faccia dell'elsa fu posta una sta-
ra di Maometto. Nel 1798 tale sciabola, tuetta di Carlo Magno: più sotto lo scu-
spogliata delle pietre preziose di cui era do ripiegato verso la lamina in forma di
guarnita l'impugnatura, nella general di- cartuccia rappresenta la consegna fatta

spersione di tutte le cose, venne in pote- a sua santità Pio IX delle chiavi di Ro-
re del romano console Liborio Angeluc- ma (in Gaeta, onde nel voi. LI X, p. 1 8,
ci, il quale la consegnò al general Dora- rimarcai una singolare coincidenza) dal
browski insieme allo stendardo, ebe fu general Oudinot accompagnato dal suo
condotto inRoma colla scorta di 1000 po- stato maggiore (il cui busto marmoreo
lacchi. La spada di Federico II il Gran- pel cardinal Tosti scolpìegrcgiamenle al
de re di Prussia, fu resa immortale dal- vivo il valente Amici scultore del Sepol-
le sublimi ottave del celebre poeta Mon- ero di Gregorio XVI). Sulla linea mede-
ti. Nel 1 808 Asker-Kan ambasciatore del sima all'estremità de' bracci due meda-
re di Persia, fra i ricchissimi doni offerti gliette rappresenlano,a dritta la cattedra-
all' imperatore Napoleone I, gli presen- le di Lione, a sinistra le armi di questa
tò le sciable di Tamei lano e di Tliamas- città. Sulla parte iuferiore dello scucio sfa-
Kaulican, altri famosi conquistatori. La villa il ritratto del general Oudinot. Sul-
l.'era ricoperta di perle, gemme e pietre la lamina, ove esce dallo scudo,si veggo-
2/ era semplicissima: ambe-
preziose; la no incrostate le armi del generale e sul-
due però aveano le lame indiane d'una l'orlo dello scudo si legge l'epigrafe: Fi'
grana finissima, con arabeschi in oro. Es- dei Christiani Genio Ducis Virtuti. lìJi-
sendosi recato il principe Napoleone in ///«.Dall'altra parte della lamina furono
quest'anno 8 j>4 a " a guerra d'oriente
1 disposti i seguenti emblemi: la statuetta
contro Russia, legasi nella Sentinella di di Costantino I; la battaglia di Costanti-
Tolone,cbe la sciabola del principe è quel- no 1 contro Massenzio sul ponte Milvio;
la stessa già poi tata dal suu ziobonaparle, la veduta di s. Giovanni di Luterano; le
S P A S I» A j 7

armi di Ruma alle estremità de'braccij g io, é l'espressione di questi sentimenti di


il busto di Pio IX sotto lo scudo con (jitc- riconoscenza. Opera di un liooese, effetto
durissimo Duci Oudmol
sta iscrizione: dell' iniziativa lionese, confonderà, »pe«
Titillo Regicnsis Roma Expugnata Pria, riamo, nel vostro cuore la memoria di qiie*
Kal.Jul. AnuoDni.ìS^q. Il manico e le ste due Rome. Graditela quale attestato
delicatecesellature die lo etiopi ono sono della nostra gratitudine e delle nostre vi-
di finissimo acciaio nel suo colore natio; ve simpatie, e permettelici che nell'offe-
le statuette d'argento dorale, le mappe l'ir vela in nome di tutti ci contentiamo di
delle armi e le vedute de'monumeuli, il dirvi queste semplici parole che il peusie-
tutto parimenti indorato, sono in campo io ditutti ha inciso sull'acciaio. Alla fe-

lli smalto celeste. Gli ornamenti che iu- de del Cristiano! Al genio del Capo'. Al
quadrano due piccoli rilievi dello scu-
i coraggio del soldato! Il sig. Bouillée alla
do sono annodali all'intorno da hotton- sua volta espose le vive simpatie acqui-
celli d'oro e di smalto, l'uno de'quali re- state dal general Oudinot duca di Reg-
na la seguente iscrizione: Roma Liberata gio per l'impresa di Roma, e pe'servigi
Plaudente G alitarum Roma; e l'altra il che prestò a'Iionesi l'armata delle Alpi,
monogramma di Cristo, il A e VR greci della quale il general Oudinot fu l'orga-
i.
inlrecciali. Il fodero è d'acciaio incrosta- nizzalore e "comandante incapo. Il ge-
lo d'arabeschi d'argento e d'oro. Il tutto nerale rispose. Signori, con gravila e gen-
è rinchiuso inuna cassetta d'ebano levi- tilezza sanzionatemi slabilmenlefatliin-
gato, in forma essa pure di spada, colle contestabili, de'quali però lutto il men-
armi del generale smaltatesupi a una le- lo deesi attribuire alla Provvidenza. IVel
ga d'argento a platino. Una delegazione 1848 la Provvidenza mi disegnò a colli-
di signori lionesi andò a Parigi, e il 3i battere con successo, alla testa dell'eser-
maggio offerse al general Oudinot la sud- cito delle Alpi, le passioni anarchiche, ai-
detta spada: la deputazione era compo- torà sì minacciose alla bella patria nostra.
sta del sig. conte d' Herculais , del sig. L'anno successivo, la Provvidenza si de-
Bouillée magistrato in ritiro, del conte di guò farmi strumento de'suoi disegni per
Havelt, del sig. Fabiseh scultore, del sig. lo compimento d' una grande impresa.
Penin, e del Hi vernai redattore deb
sig. Quest'ultimo avvenimento, oggetto delle
la Gazette de Lyon. 11 sig. Eli verna t co- vostresimpalie,fu, voi lusapete,giudicato
sì parlò: Generale! Mentre tulla intiera iu diversi modi. Souvi uomini che quali-
la cristianità applaudiva al glorioso fallo ficano di delitto politico il ristabilimento
d'armecheliberò Roma dal giogode'suoi dell'autorità temporale della s. Sede (su

oppressori, e restituì sommo Pontefice


il di che può vedersi Sovranità della s. Se-
alla sua sede, spettava alla Roma delle de). Questo delitto io l'ho davvero coni-
Gallie di essere l'iniziatrice dementimeli- inesso, dacché non ho diviso con chicches-
ti di riconoscenza dovuti all'armata di sia la responsabilità del comando; e mei
spedizione ed al suo illustre generale in recai a gloria iu quell'epoca nella quale
capo. Questo pensiero che trovò un eco era forse temerità sfidar la violenza dei
generale nella nostra Francia rimasta le- parliti. Appena si arrese Roma, volle da-
delealla fede de'suoi padri, fu accoltocon re la città di Lione con una soscrizione
maggior premura ancora dalle contrade nazionale un luminoso alleslatodi stima
ch'ebbero la fortuna diessere la culla del- al general iu capu dell'armala dell'Alpi
la vostra famiglia, e dall'armata, di cui e dell'annata d'Italia. Di questo appello
il vostro nome è una delle più care glo- si fece conto. Io accetto oggi con piacere,
rie. La spaila che oggi vi presentiamo, e e come un patrimonio comune a miei
di cui vi compiaceste accettare l'omag- compagni d'arme, la spada lioucse. Po-
,(-, SPA S I' A
«la rimpelfo alle gloriose insegne di mio pò combattimenti guerreschi si faceva*
i

patire, e allato alla spada offèrta mi dal* no principalmente colla spada, e da'qua*
la dttii di Roma (al quale articolo a ven« li emergeva l'eroico coraggio e il nobile

do narrato In sua espugnazione, tlissi pu- valore. < )ra l'ingegno umano f.i sforzi per
re della medaglia coniala in onore del- distruggere senza combattere con tale fer-
l'Ondino! e delle altre dimostrazioni fat- ro, con que'micidiali trovati che deplo-
te ddla municipalità romana), non solo rai a SoLOtTo. Altre fatali invenzioni si

appagherà la vista, ma darà seri ammae- i leggono nella Civiltà cattolica, 2.* serie,
stramenti. Questa meravigliosa opera di t. "), p. 7o5,e nel t. 6, p. 22 ,ove leggo
1

arte e un'eloquente pagina di storia: at- la descrizione del fucile esplodente ad a-


tcsta una volta di più che non son peri- ria compressa, e che il gettito de'piom-

te uè periranno in Francia giustizia e vir- bi di quella bocca di morte può parago-


tù. Altiero del sulTrogio vostro, o signo- narsi ad un perenne zampillo schizzato
ri, pago d'una ricompensa che pone il col- con gran forza da impetuoso sifone: ol-
mo alla ambizióne di soldato e di catto- tre al potervisi lanciare 5oo palle per mi-
non saprei trovare espressioni a-
lico, io nuto, la precisione del colpo può dirsi

dequalea manifestarla riconoscenza, on- matematica. Parla pure d'un altro ter-

de son penetrato verso la generosa ini- ribile schioppo, vomitante una grandine
ziativa della città di Lione. E debbo di- di palle smisurata. Però queste macchi-
chiarare, che il nome de signori soscrit- ne infernali di rado ponilo adattarsi ad
tori sempre sarà presente al mio pensie- uso de' combattenti. Pare che gli areo-
ro, caro alla mia memoria e scolpito nel nauti co'loro palloni vogliano prendere
mio cuore". Quanto alla spada che dice- parte alle guerre, per fulminar dall'alto
si offèrta da Roma, temo avvenuto sia i combattenti ! La notizia si legge nel Sie-
qualche errore tipografico, non e>sendo de, e riporta il n.° 128 del detto Gior-
stata elfettuata. Imperocché alcuni roma- nale Hi Roma.
ni eransi è vero uniti per offrirla, ne fe- SPADA. Ordine equestre di Cipro.
cero fare il modello decoroso e cisellato, V . Silenzio.
tua dipoi l'associazione si sciolse, uè ebbe SPADA DI S. GIACOMO. Orami
luogo il propostosi omaggio. Il trarre la Spagna e Por-
cavallereschi e militari di
spada dal fodero è segnale di guerra. Leg- togallo. Giacomo della Spada.
V. s.
3
go nel n. 82 del Giornale di RomaiS5/{. SPADA oMERlTO MILITARE. Or-
» La dichiarazione di guerra (la ricor- dine equestre di Francia. V. voi. XL1 V,
data d'oriente e dell' Inghilterra contro p.2Ì3.
Russia) olliciale è stata proclamata ieri SPADA o SPADACCINI odelle DUE
a Southampton. A mezzodì la bandiera SPADE. Ordina equestre. V. Porta spa-
reale è stata inalberata alla finestra del da, Prussia, Polonia.
palazzo di città, e ben presto il maire in SPADA oSPADE. Ordine equestre di
abito di costume, il segretario, l'usciere Svezia. Da diversi scrittori si crede isti-

ed altri membri del consiglio municipale tuito da Gustavo I Wasa re di Svezia,


sono venuti al balcone, ove il segretario per difendere i dogmi e l'ortodossia del-
ha letto la dichiarazione di guerra della la religione cattolica contro le deplora-
regina all' impelatole di Russia. Finita bili eresie di Lutero, verso il 528. Pare 1

la lettura si è tratta dal fodero la spada, che fosse corta la sua durata, perchè sov-
come simbolo dello stato di guerra. La vertito il re da'medesimi perniciosi erro-
folla,che dal basso del balcone era ve- ri, sbandi fatalmente dalla Svezia (P.)

nula a sentire, ha applaudilo, allorquan- il callolicismo, e v'introdusse la pestile-


do la spada fu tirata dal fodero". Un lem- 1 u credenza de Lutcruni(t ^.Discrepanti
SPà S P A 1
7
sono le opinioni sull'insegne ili quest'or- le; 3." in cavalieri grancroci della i." clas-
dinecavalleresco: alcuni dicono che si for- se (piali per lo ineito debbono essere
, i

mavano da due spade incrociate} aotto le maggiori generali, ed avere il merito e


<pi,di ve n'era una pendente colla pun- le insegne di generaledi divisione^ 4° in
ta volta all' ingiù' altri pretendono che cavalieri grancroci dellaa.'classe,chedeb<
fosse composta la decorazione di 4 spa- bono andare almeno insigniti del grado
de incurvate e rivolte colla punta le une di colonnello, ed aver servito contro il
contro le altre, aggiungendo che nel bor- nemico in qualità di capo di battaglione;
do del collare vi fosse un balteo, ossia cin- 5.°m cavalieri militari costituiti non me-
tura o porta spada; altri che intorno al- no della qualifica di capitani , con aver
le spade vi fossero de'baltei, e nella par- servito 20 anni in pace, mentre una cam-
te inferiore di ciascuno di essi vi fosse al- pagna militare viene valutata per 2 an-
tro balteo in cui era posta una spada. 11 nidi pace. L'ordine ha rendite, che si ri-

p. Bonarini, Catalogo degli ordini eque' partono in pensioni dal capitolo dell'or-

stri e militari a p. 38, ne riporta la fi- dine stesso.

gura espressa in forma di collare compo- SPADA Bernardino, Cardinale. Nac-


sto di due spade incrociale con lacci, e que in Brisighella da Paolo e da Daria
nel mezzo del petto ne pendeva altra. Av- Albicini,neli594,in una villa suburbana
verte col Mennenio, Delizie degli ordi- di Brisighella, delizia rurale de'suoi ge-
ni equestri, che più volte a quest'ordine nitori. Questa
illustre famiglia di remota
fu mutata l' insegua, poiché i cavalieri origine, almeno per 9 secoli, è oriunda
inalberavano uno scudo io cui era nel di Gubbio, poi diramata iu varie parti,
mezzo u\ì leone rosso con intorno 3 co- principalmente in Romagna, Bologna, e
rone e 3 campanelli del colore di rose; nel Roma ove possiede il Palazzo Spada(P.)

cimiero aveano una corona murale d'ar- assaiimportante per l'ubicazione e per
gento, ornata di piume verdi e sopra due quanto rilevai in quell'articolo. Questa
galli rossi. Elia Asmole dice che l'abito celebre casa che porta ancora l'onorato
r
de'cavalieri era ad arbitrio di ciascuno. cognome ile' Feralli (f .),è ricca di fondi

A'?.8 aprile i 748 anni versario72. "dell'e- e possedimenti, già con giurisdizioni feu-
tà del re Federico I, questi lo rinnovò; dali e civili sopra molti castelli; e preclara
laonde ora è un ordine militare per ri- per parentele,onori ealtre distinzioni, poi-
compensare il valore, lunghi e utili ser-
i ché iu essa fiorirono moltissimi uomini
vigi, e per servire di memoria della bra- chiari per dignità ecclesiastiche, per ca-
vura degli antenati. Il celebre re Gusta- riche civili, per gradi militari, a cagione
vo 111 nel 1772 alle 3 classi dell'ordine de'quali suona il nome suo singolare fra

aggiunse la 4-*; indi Gustavo IV Adolfo i più riveriti e nobili dello stato papale,e
forinogli statuti a'26 novembre 798, ai 1 della quale scrissero molti,e da ultimo e-
quali fece alcune aggiunte re Carlo XIII gi egiamente il eh. Gaetano Giordani, uno
a'cilugho 8 i4-AttuaImentel'ordinedel-
1 de'più profondi eruditi che ora vanti l'I-

le Spade di Svezia è di viso: 1. "in commen- talia, comesi ammira nellesueopere,cioè


datori fregiali della gran croce, dignità con l'opuscolo che ricordai al i."de'citati

che si conferisce in tempo di guerra, ov- articoli. Con questo opuscolo storico-ar-
vero quando il re ne decora un principe sono eziandio descritti l'amplia*
tistico,

del sangue, a cui viene aflidato il coman- zione e gli ornamenti non ha guari ese-
do dell'esercito del regno; 2. "in commen- Spada di Bologna,
guiti nel nobile palazzo
datori che almeno debbono essere co- «ibi Clemente (principe
tato dal principe d.
stituiti nel grado di generale, e per dirit- romano e di Castel Viscardo, marchese
to di nascita*! principi della famiglia iea- di Muuliauo, Montevesco vo e s. Giovanni
VOL. LXYUI,
i8 SPA SPA
in Squartatolo, conte di Viceno e Ron- e importanti ,
per cui si guadagnò ono-
cofreddo, grancroce di s. Gregorio I, ca- revole riputazione, che sostenne durante
valiere di Malta, ciambellano dell'impe- tutta la sua vita. In ricompensa dell'in-
ratore d'Austria), ed eseguiti per suo or- signe suo merito, nel 2.° anno della nun-
dine; si rammemorano le gesta degl'in- ziatura, il Papa a'iq gennaio 1G26I0 creò
dividui più distinti derivati da sì antico cardinale dell'ordine de'preli, rimanen-
e chiaro lignaggio, per molti titoli insi- do un «.Iti o anno presso la medesima, per
gne e benemerito, con copiose notizie ri- concludere negozi d'alta importanza Re-
cavate dalla sua scelta biblioteca e dal catosi in Roma nel 1627 ebbe per titolo

domestico pregevolearchivioesistenti nel la chiesa di s. Stefano al Monte Celio, e

medesimo, ed altre bibliografiche. Eb- successivamente fu ascritto a quasi tutte


be diversicognomi, Spada, Armuzzi,Cat- le congregazioni cardinalizie, colla pre-
tani, Zampeschij Spada Lunga, Azoni, fettura di quella de'confini, e fatto pro-
Azolini, dal Ile; e l'odierno suo stemma lettore degli ordini cisterciense, premo*
gentilizioha 3 spade a traverso in campo strateuse, de'iniuirui e de'cappuccini, di
rosso colle impugnature poste in alto, a Cesena, di Forlì e altri luoghi. Nel me-
chi le guarda dalla parte sinistra, e colle desimo anno fu dichiarato legato di Bo-
punte inclinate alla pai te destra dello scu- logna, ove subito spiegò attitudine nel go-
do,sopra il quale stanno 3 gigli a linea ret- vernare, saviezza e magnificenza. Quie-
ta iu campo celeste. Questo stemma tro- tò tumulti e sedò discordie cittadine, e

vasi quasi sempre unito a quello de' Veral- cooperando a paci private ristabilì il buon
li, e per maritaggi talvolta inquai tato con ordine, proteggendo validamente le scien-
altri delle principali ptosapie d* Italia o ze, le letlere e le arti : visitava sovente

d'oltremonte. Bernardino fornito di bel- le stanze de' pittori Guido Reni, Guer-
l'ingegno e di memoria sorprendente, si rino, Albani, Tiarini, Curii e altri arti-

diede a' buoni studi, e in Roma ove l'in- sti, acquistando da essi e commettendo

viò padre fece progressi nelle lettere,


il loro diverse opere, comechè amorevolis-
ed ebbe la laurea di dottore, quindi sali simo di essi, ed in ispecie de'due primi.
in fama di dotto giureconsulto e di let- Per volere d'Urbano Vili neli628 pose
terato. Sotto Paolo V si pose in prelatura, lai.
1
pietra della foltezza Urbana a'eou-
diventò segretario apostolico, referenda- fini del Bolognese e del Modenese, pres-
rio delle due segnature, abbreviatole del so Castel Franco, e gettò nelle fondamen-

parco maggiore, e vicario della basilica ta medaglie d'argentoedibronzo.A vendo

Vaticana. JN'el pontificato di G regorio XV terminato il triennio della legazione , il

s'impiegò nella curia romana, e fu po- Papa lo conferì al nipote cardinal Bar-
nente di buon governo e di consulta, chie- berini, e per la stima che faceva del car-
rico dicamera colla presidenza della gra- dinal Spada ve lo lasciò con grado di col

scia, non che giudice sopra le cause ri- legato, ed ambedue fatte atterrare le mu-
guardanti la basilica Liberiana,per desti- ra di Castel Franco, ne applicarono le

nazione dell'ai cipi eie cardinal Borghese, pietre e le macerie alla fabbrica del forte
e pare che lo fosse pure della basilica Vati- Urbano. Per la memorabile peste che tan-
cana,secondo i continuatori di Ciaccouio. neh (J3o Bologna, spiccò l'at-
to travagliò
UrbauoVlU poco dopo la sua esaltazione tività e l'intelligente zelo del cardiuale, a

lo dichiaròarcivesco vodiDamiata in par- vantaggio della città e territorio, con ot-


libus e nunzio di Parigi, Così verificando timi e sapientissimi provvedimenti, e ne
quanto aveagli predette essendo cardina- ricevè pubbliche dimostrazioni di meri-
le. Pertanto in Francia con felicità e pi u- tata riconoscenza, non a vendo risparmia lo
deuza condusse a buon fine aliali gelosi fatiche e pericoli, dimostrandosi o\ inique
SPA SPA ir,

intrepido. Sollo i suoi auspicii e del car- miglia Spada in infinito. In Roma fu be-
dinal Barberini, in Bologna li aprì o al- nefico colla chiesa di s. Pietro in Vinco-
largò la nuova via Urbana ; e per cura li, e lasciato il suo titolo passò all'ordine
.«pedale del nostro porporato, si ampliò de'vescovi suburbicari, e lo fu neli645
e ornò con dipinti la sala Urbana nel pa- d'Albano, n'29 aprile l65a di Frascati,
lazzo pubblico, con l'erezione del busto di ed a' 9.3 del seguente agosto di Sabina;
brooiodi Urbano Vili suomunifico pro- indi agli 1 1 ottobre i655 di Paletti-ina,
tettore, di die si fa onorevole ricordanza la quale diocesi accrebbe nella cat-
visitò e
nel f. icj, p. ? i ideU'/flbuni di Roma, nel tedrale un beneficio fondato da Zenobia
descriversi quanto decorosamente di re- Petrarchini. Avantidi lui si tennero molte
cente fece eseguire mg. 1 Bedini pro legato congregazioni, sulle proposizioni conte-
di Bologna e commissario delle legazio- nute nel librodi Giansenio vescovo d'Y-
ni, nel restituire tal sala all'antico suo pri.Intervenne a'conclavi d'Innocenzo X.
splendore, e poi inaugurata con gran so- e Alessandro VII, e morì in Roma since-
lennità.Ancbe il n.°f)4 de\Y Osservatore ramente compianto a'io novembre 66 r t

Homano dei i852 descrive e celebra col d'anni 68 non compiti, e fu sepolto nel-
cardinale la restaurata sala Urbana, non la chiesa di S.Girolamo della Carità, nella

die la vicina aula ebe il prelato volle de- tomba di sua famiglia, senza alcuna fu-
dicala al suo augusto concittadino il re- nebre memoria, la quale però fu onore-
gnante Pio IX, prima essendo del tutto volmeute supplita nella chiesa di s. Ma-
disadorna, e per lui ora da vaghi e nuo- ria in Vallicella, dove nella magnifica
vi ornamenti resa degna di singoiar men- cappella di s. Carlo Borromeo, pur gen-
zione. In Bologna il cardinale Spada, da tilizia della famiglia Spada, si legge un
Romagna trasportò una parte di sua fa- illustre elogio comune sì a lui che al ni-
miglia, e maritò le sue nipoti a 3 nobili pote cardinal Fabrizio. Fu ammirato e
bolognesi, da'quali era amato per le sue stimato come uno de'migliori porporati
singolari virtù e per le benemerenze ac- componenti il sagro collegio dell'epoca
quistate nella città, ove lasciò altre me- sua, per perizia nelle scienze, per ispirilo
morie in nuovi abbellimenti e comodi. di giustizia che risplendeva in ogni sua
Tornato in Roma, pei l'acquisto fatto del azione. Beligioso e dotto, favorì con im-
palazzo, d'allora io poi denominato Spa- pegno i buoni e virtuosi, e come d'animo
da., lo ampliò e aruccbì di ornamenti : caritatevole dispose nel testamento che
dice Cardella che oltre il prezzo di com- 2 5,ooo scudi s'impiegassero in opere di
prila, v'impiegò 55,ooo scudi, e che al- pii soccorsi. Diffusamente trattò delle sue
la sua casa aggiunseGcastelli feudali. Nelle gesta,riportandolediverse iscrizioni scol-
controversie e rumori di guerre insorte pile in suoonore in vari luoghi, l'enco-
tra Urbano Vili e il duca di Parma pel miato Giordani, il quale eruditamente
ducato di Castro, il Papa deputò il car- riporta eziandio le importanti notizie de-
dinale a'traltati di pace qual suo legato gli altri cardinali Spada, non meno dei
a laure. Egli inoltre seppe frenare pres- tanti illustri che fiorirono in quella ce-
so Orvieto le armi ostili, e venire ad ac- lebre famiglia. Il Piazza ne\Y Euscvolo-
cordo conveniente. Dopo di che, il gran- gio di Roma ,cap. 1^: Della con-
trat. 1 r

duca di Toscana Ferdinando II fattosi gregazione Paolina, ovvero collegio Spa-


mediatole, in prova di sua soddisfazio- da, lo dice fondato da Paolo padre de4
ne, donò al cardinale un baliaggio del- cai di naie che dichiarò primo ani minisi ra«
l'ordine di s. Stefano nella Romagna pon- tore, nel palazzo Spada di Uoma per .{.

tifìcia, il quale era degli Alidosi Cerniti, giovani di Bi isabella o suo territorio, a-
deferibile a tulli i primogeniti della fa- bili allo studio della giurisprudenza ci vile
20 S P A. SPA
ecanonicn,clie dovevano studiare in 4 an- di addolcire coll'afT.ibililà e cortesia del

ni compresa la pratica disponendo che ; trailo, (piando non poteva esaudire le ri-

l'avanzo del fondo stabilito pel loro man- chieste; onde la curia ammirava in lui

lenimento si distribuisse dall'amministra- con tali pregi prontezza, diligenza ed e-


tore per dotare le zitelle, e in altre limo- dificanle timore di Dio. Innocenzo X lo

siue. dichiarò consultore del s. ollizio, votan-


SPADACxio.BATTisTA.Crtrd/Wc.Pa- te di segnatura , rettore dell' università
ramo della
triziolucchese,forsedi qualche romana, e sul line del iG44 presidente
famiglia del precedente, ma non istret- di Romagna (e noterò con Spreti die fu
to parente, bensì nipote d'altro Gio. Bat- l'ultimo presidente), dove lasciò tal de-
tista insigne giureconsulto e appellato o- siderio di se, che in perpetuo monumento
1 acolo delle leggi. Compiti appena 9 anni, dell'equità e dolcezza del suo governo,
mostrò singolare elevatezza di spirito nel- gli fu dal pubblico di Ravenna eretta una
le opere e ne'coslumi. KehGoG
condot- lapide nella piazza, che contiene un ma-
to a Roma dal detto zio avvocato conci- gnifico elogio di sue virtù. Ritornalo a
storiale, a lui fu sostituito cpial coadiu- Roma, fu benignamente accolto dal Pa-
tore nel i 6 8,e Gregorio
1 XV nel 1 622 lo pa , il quale dopo tanto luminosa e la-
dichiarò avvocato del fisco e della came- boriosa carriera ecclesiastica, non lo im-
ra apostolica. Urbano Vili nel 1624 lo piegò in altro che nel detto consultora-
fece segretario del buon governo, con fa- to, e nell'officio di votante della segna-
coltà di restare nel collegio degli avvo- tura di grazia, finché dopo 6 anni pre-
cati concistoriali, e poi nel 1627 lo anno- cipuamente a insinuazione del cardinal
verò tra'ponenti di consulta colla riten- FrancescoBai berini, già reintegrato nella
zione del mentovato segretariato, indi nel grazia d'Innocenzo X, in ricompensa di
1629 segretario della medesima consul- tanti e sì grandi meriti che avea colla s.

ta. INeli63o gli fu attribuito l'incarico Sede, a'2 marzo 1 654 finalmente lo creò
di segretario della congregazione di sa- cardinale prete di s. Susanna; lo nominò
nità, per vegliare acciò la pestilenza non legato di Ferrara, e lo ascrisse alle pri-
penetrasse in Roma. Avendo dato lumi- marie congregazioni cardinalizie. Ritro-
nosi contrassegni d'integrità, saviezza e vandosi nell'esercizio di sua legazione,ac-
prudenza, neliG35 fu fatto governatore colse ili. "fra tutti nello stato con eccle-
di Roma, nella quale grave carica perse- siastica magnificenza Cristina regina di
verò quasi o anni, nel corso de'quali fu
1 Svezia, e gli ambasciatori veneti che re-
provveduto di un canonicato nella basi- cavansi a Roma per rendere ubbidien-
lica Vaticana, e insignito del carattere za al nuovo Papa Alessandro VII, alla

di patriarca di Costantinopoli in parti' cui esaltazione contribuì, e così a quella


bus. A' i3 luglio i643 per l'elevazione di Clemente IX e di Clemente X. Con
alla porpora del segretario di stato Ce- riputazione splendida di pio, savio e pru-
va, dallo stesso Cibano Vili gli fu confe- Roma nel Gyo.d'anni 68,
deute,inorì in 1

litoquell'eminenteuflizio, e per lo spazio ed ebbe sepoltura nella chiesa naziona-


di due mesi proseguì pure a fungere il go- le di s. Croce de'lucchesi, nella cappella
vernatorato. Fu sempre applicuti-simo de'ss. Apostoli, senza alcuna memoria.
al proprio dovere, e indefesso nel dare SPA DA Fabrizio, Cardinale. Romano,
ndienza,ascol la 11 do tulli indifferentemen- figlio d'Orazio marchese di Castel Vi-
te senza confusione e senza impazienza, scardo e di Maria Veralli, nato nel suo
non rimandando mai alcuno con asprezza feudo di Brisighella a' 17 marzo 643, 1

di parole e malcontento, anzi tutti con- nipote del celebre cardinal Bernardino e
solava con bemgue maniere, studiandosi per cauto materno del cardinal Fabrizio
SPA SPA 2£
Veralli,si distinse pegli studi di glurispru* tinuò per tutto il suo pontificato. Quan-
densa nell'uni vei sita romana e ne fu lau- tunque all'oliato dalle gravissimeoccupa-

reato, indi vestì l'abito prelatizio. Dotato zionid'un tanto ministero, sapeva però
di pregiatissima indole, per natura pla- trovare nella mattina e nella seradueore
cido e gentile, e per molta capacità d'in- di tempo, per impiegarle in pratiche di-

telletto, ancor giovane crebbe nell'amo- vote e nella preghiera. Narra Cardella,
re e nel credilo di Clemente X, die lo che dimesso il titolo (ed il continuatore
nominò referendario delle due segnatu- d'Ughelli seri vedi s. Prassede),ottenne da
re, poi protonotario apostolico, ed arci- Clemente XI nel 1 7 1 o (a* 1 9 febbraio re-
vescovo di Patrasso in partibus, quando gistrò V Italia sacra, ed il Pettini nelle
nel1672 lo mandò nunzio a Torino, do- Memorie Prenesline), il vescovato subiti'-

ve riuscì a meraviglia, per essere confa- bicariodi Palestrina, colla prefettura del-
cevole a quella brillante corte la soavi- la segnatura di giustizia, e fu ascritto pres-

tà desimi modi; ivi coti fervore si ado- soché a tutte le congregazioni di Roma.
prò per ridurre gli eretici delle valli del Non mancò il cardinale di recarsi più vol-
Tesino alta cattolica religione. Pe' suoi te a far la visita pastorale della diocesi,

distinti meriti fu promosso alla nunzia- ed ebbe il piacere d'erigere nella catte-
tura di Parigi, ove coi probi costumi e drale il 2 i.° canonicato, co'beni di Vin-
colle squisite maniere rawivògliapplausi cenzo Salviati. Amoroso pastore, morì ai
di quella memorabile dello zio Bernar- 15 giugno 17 17, di 74 anni, dopo essere
dino, ricevuto da Luigi XIV con mani- intervenuto a 4 conclavi. Deplorata ne
festi segni di siogolar gradimento, e riu- fu la perdita, evenne sepolto nella chie-
scì a lui ben accetto e stimato. Nelle dif- sa di Maria in Vallicella, nella cappella
».

ferenze insorte a Roma tra fi cardinal Pa- di s. Carlo, dove alla sua memoria eres-
lazzi, l'arnbasciatorediFrancia egli altri se onorevole iscrizione scolpila in marmo
diplomatici per le franchigie, il prelato nero antico con lettere d'oro, il prelato
ne risentì disturbo e pregiudizio, e ne- nipote Bartolomeo Spada votante di se-
gli ondeggiamenti di quelle calorose di- gnatura, chierico di camera e vicario del-
spute corse gran liscino di perdere la me- la basilica Vaticana.

ritata fortuna. Con abile destrezza usci- SPADA Orazio Filippo, Cardinale.
tone a salvamento, in premio Clemente NatoinLuccad'illuslrestirpe, nella pue-
X ai 27 maggio 1673 lo creò cardinale rile età di 7 anni fu condotto in Roma
prete di s. Calisto, e non già di s. Gri- e posto sotto la cura e disciplina del pro-
sogono come pretese Marchesi nel libro zio cardinal Gio. Battista, per la cui va-
del Protonotarialo quantunque in se-
,
lida interposizione ottenne d'essere an-
guito vi passò, e poi lo nominò prefetto noverato tra i camerieri segreti d'Inno-
della segnatura di grazia, dice Giordani, ceuzoXI, e fatto ablegato apostolico per
perchè quella di giustizia fu carica che portare la berretta cardinalizia al concit-
altri ritardano, cioè Giordani la dice con- tadino cardinal Buonvisi, già nunzio di
ferita da Innocenzo XI, ed il continuatore Vienna, dove si trattenne oltre un anno,
d' Ughelli la protrae ad Innocenzo XII. nel godimento della più intima confiden-
Indi Innocenzo XI gli affidò la presiden- za del nuovo porporato. Restituitosi in
za e legazione d'Urbino, nel cui governo Roma e nomi nato canonicoLiberia no, do-
di 7 anni riscosse il plauso de'popoli, at- vè aspettar lungamente favorevole occa-
tesa la sua mirabile integrità, giustizia sione peresser impiegato, e di dar saggio
e prudenza. Innocenzo XI I, per i'alta sti- de'suoi talenti e di quella molta destrez-
ma che faceva de'suoi talenti, appena e- za che possedeva per trattare con buon
Ulto lo scelse a segretario di stato, e con- esilo i più ardui allarijfraltauto potè viep-
»a S P A S P A
più appi ofondirsi nellostudio delle scieu- ria, laonde restato senza carica, fu pro-
ze legali, finché da Innocenzo XII fu spe- mosso al la sede vescovile. Fi nalmen te (lo-
dilo iutermiiizio a Brusselles, dove ruol- pò tante laboriose fatiche, a' 7 maggio i

to giovò per mantenere e propagare le 1706 il Papa lo creò cardinale prete di


missioni cattoliche in quelle parti, a mez- S.Onofrio. Governata con apostolico zelo
zo delle quali molti si ridussero al seno e sollecitudine veramente pastora te per
della veraChiesa, poi todell'eterna salute. 7 anni la diocesi di Lucca, ad oggetto «là

Soddisfatto pienamente il Papa di sua evitar le controversie giurisdizionali ec-


condotta.pocodoponel i6()r)l'inviò min- citatesi tra lui e quel senato, fu trasferì*
zio in Colonia col grado d'arcivescovo di to da Clemente XI nel 7 4 n vescova- 1 1 '

Tebe m^M>r/;'6u'(eome apprendo dal car* to d'Osi mo, dove ampliò l'ospedale, ao<
«linai Pacca, Memorie de nunzi di Colo- crebbe il numero delle parrocchie, visitò
nifi), e in taleoccasione come plenipoten- con estrema diligenza ed esaltezza la dio-
ziano pontificio dovè trasferirsi al con- cesi, celebrò neh 72 1 ilsinodo pubblicato
gressodi Ryswick in Olanda, ma non pò- colle stampe, e adempì le parti tutte di
te prendervi parte per l'opposizione ga- sollecitoezelante pastore. Dopo aver col
gliarda de'piotestanti, al dire di Cardel- suosnlfragiocontiibuitoall'elezionid'ln-
la, ilquale lo fa passar quindi in Polo- uocenzoXW e Benedetto XIII, un colpo
ma e poi all'imperatore Leopoldo I, che apopletico gli tolse la vita in Roma a'28
10 ricusò per sospetti di parzialità della giugno! 724, di 65 anni, e fu tumulato
«.Sede a Francia. Invece il cardinal Pao- senza alcuna memoria nella chiesa di s.
ca riferisce, che nel giugno 702(lestinato 1 Croce de'lucchesi, di cui avea la prole*
minziostraordinarioall'impei ial corte di zione. Coltivò una soda pietà, che lo rese
Vienna per le vertenze insorte tra casa assiduo alle funzioni di chiesa, dove non
d Ausilia e Francia per la successione di lasciò d'esigere la più minuta osservanza
Spagna, non vi fu ricevuto; poi passò nun- de'sagri riti, eziandio ne'minori chierici,
zio in Polonia e visi trovò ne'torbidi tem- Fu talmente premuroso della nitidezza
pi della guerra di CarloXII rediSvezia e pulizia de'sagri templi, che dopo il de-
contro Augusto II. Mollo si alfaticò/piau- sinare usava portarsi sovente nella cat-
tunque indarno, per dissipar l'assemblea tedrale, per osservare se i custodi aves-
di Varsavia, che la repubblica polacca seroesattamenteadempitoal lorodovere.
chiamava dieta; laonde vedendo inutili Nella preghiera fusi assiduo,che vi perse-
le sue proteste e diligenti industrie, ne velava più ore, congranderaccoglimento
pai fi. Seguendoli redi Polonia Augusto e tenera divozione. Promosse con inde-
II, che marciava alla testa delle sue trup- fessa vigilanza la disciplina del clero a nor-
pe, goffri moltissimo e corse gravi peri- ma de'sagri canoni, e fu geloso nella scelta
coli. La sua presenza nondimeno contri- de'parrochi probi e dotti; inoltre fu ve-
buì a mantener nell'ubbidienza regia pa- 10 padre de'poveri, tutore delle vedove
lecchi palatini e ottimati del regno, tari» e de'pupilli.
tosconvolto e disunito. Clemente XI per SPADA Alessandbo, Cardinale. Nac-
compensar la ripulsa di Vienna e la sua que in Roma a'4 aprile 1787 dal prin-
virtuosa rassegnazione, in contrassegno cipe Giuseppe e da d. Giaciuta Ruspolì
di stima nel 1
704 lo fece vescovo di Lue- de'principi di Cerveteri, perciò fratello al
ca sua patria, sede che vacava da \ anni sullodato principe d. Clemente, Venne e-
ptM 11:01 ledei cardinal Buon visi; ed è per- ducato alla religione, a Ila vera pietà e alle
ciò, che opino in favore del Cardclla, vale scienze, prima nel collegio di l'arma, e
a
11 dire chei. funsc la nunziatura di Po- quindi nel collegio Nazareno di Roma.
Ionia, e poi fu destinato a quella di Vieti- Radicate uelsuo cuore ben fatto le radici
SPA SPA a3
ili sì provvida instiamone, polè supera- dizione originale che posseggo.'» Aleian-
li' i pencoli e le vicende politiche, che a- ti rum e principibus Spada auditornin rn-

gitarono gravemente il dedinar del seco- tae romauae decanum,praeclnris ingenti


lo decursu ed i prÌDCipii del corrente. La animique dotibus pracdittim, qui perso-
sua inclinnzioue allo slato ecclesiastico ed nae dignitalem eximia religionii fidai, ,

a servire la s. Sede gli fece vestire gli a- joslitiaeque integritate sustinnit ". Gli
Liti prelatizi. Quindi, avendo l'io VII de- conferì per diaconia l'insigne basilica di
signato uditore di rota il di lui fratello s. Maria in Cosmedin; lo annoverò alle
1
mg. Leonida (altro Spada di questo no- congregazioni della visita apostolica, del
me ed uno de'di versi prelati di lai funi- concilio, de'riti, della fabbrica di s. Pie-
glia fu nel 1681 protonotario, referen- tro, di consulta, del buon governo, del-
dario dellcdue segnature, e reggente del- la laurelana e delle acque; e gli attribuì
la cancelleria apostolica) protonotario a- le protettone dell'arcicoufralernite della
postolico ei ."assessore del governo, si di- ss. Trinità econvalescenli,delGonfalone,
spensò modestamente d'accettare tale no- del ss. Sagramento in s. Maria in Tras-
mina, [negando clie tale onorifico uffìzio tevere, del nobile collegio de'gioiellieri,
fosse accordato al suo minor germano A- orefici e argentieri, della pia società Ma-
lessandro, che di recente erasi posto in riana Filippina d'Urbino, del pio istitu-
prelatura. Il Papa l'esaudì, ed a'27 giu- to e ven. congregazione di s. Ivo di Ro-
gno 8 1 1
7 lo dichiarò uditore di rota, del ma, de'disciplinanti dell'Isola maggiore
quale tribunale in processo di tempo di- di Perugia, de'comuni di Montiano dio-
venne decano. In pari tempo molle chie- cesi di Cesena, e d'Arlena nella delega-
se e sodalizi l'ebbero a primicerio e su- zione di Viterbo (come si ha dalle Noti-
periore, ove dimostrò il zelo pel culto di- zie<// /ionia deh 843, p. 63). Inoltre di-

vino da cui era animato, e fu pure go- venuto camerlengo del sagro collegio,
vernatore della chiesa nazionale de' ss. zelatore delle sue sublimi prerogative,
Oio. e Petronio de' bolognesi in Roma, nel 1 836 fece stampare in Roma la 6. a e-
come si legge nelle Notizie isioriche del- dizione del dottissimo trattato: De Car-
la medesima raccolte dal sommo erudi- di nalis dignità te etoffìcio Jeronymi Pia •

to Cancellieri. Il retto operare, la probi- tiesocielate Jesu, ec. Nel 1840 Gregorio
tà di giudice, il sapere, la carità «/biso- XVI lo elesse legato apostolico di Forlì.
gnosi, il procedere nobilmente, gli procac- Mentre fungeva questa Iegazione,nacque-
ciarono ammirazione e bella riputazione. ro alcune mole intelligenze tra il cardi-
Il cardinal Annibale della Genga titolare nale e il governo pontificio, le quali fu-
di s. Maria in Trastevere lo fece suo vi- rono superate dalla virtù del cardinale,
cario in quella basilica, e fatto poi arci- e dalla nota prudenza di Gregorio XVI.
pretedi s. Maria Maggiore lo nominò di Ritornato in Roma, poco dopo la sua sa-
questa suo vicario, facendogli godere la lute alquanto si alterò,edopolunga epe-

propria prebenda canonicale. Nel 1823 di- nosa malattia, nelle ore pomeridiane dai
venuto Leone XII, il cardinal Naro che 16 dicembre i843 morì in Roma nell'e-
gli successe nell'arcipretato, ritenne il pre- tà immatura di 5j anni non compiti, la-
Gregorio XVI in premio
lato per vicario. sciando tutto il proprio patrimonio a fa-
della lunga eonorevole carriera fatta nel vore di cause pie edi pubblica beneficen-
tribunale della romana rota, nel conci- za.Un. "io del Diario di Roma, nell'ali-
1

storo de'2 3 giugno i834 lo creò e riser- nunziarne la morte, dichiarò: La sua per-
vò in petto cardinale diacono,indi ia quel- dita è stala compianta da quanti ueco
lo de'6 aprile 1 835 lo pubblicò con que- noscevano la virtù e la dottrina. Il se-
sto distiuto elogio, che ricavo dell'alio» guente u.°i02 descrive, che le sue uiui-
24 SPA SPA
tali spoglie, dopo esposte nel proprio pa- SPAGNA,
Hispania, Ilesperia, Ile-
lazzo.colla solita pompa funebre furono ria. Regno e penisola di Europa, situato

trasportate nella chiesa di ». Maria io Val- tra 36° o' 3o' e 43° 4^ 4°"^' latitudine
licela, ove fu tenuta cappella papale di nord, e tra i°o' 35 " di longitudine est, ed
esequie, e vi pontificò la messa di requie ii°36' i5, di longitudine ovest. Occu-
il cardinal Barberini, venendo poi tumu- pando la Spagna la parte maggiore della

lato nella stessa chiesa, nella sua cappel- penisola Iberica che forma l'estremità del
la gentilizia, il che confermano le Noti- sud ovest dell' Europa, ha per limiti a

zie di Roma del 844 1 a P- 86» ma senza settentrione l'Oceano Atlantico e i Pire-
funebre memoria, perchè sepolto nella nei che la dividono dalla Francia, e la pic-

nobile tomba de'suoi maggiorila cui cap- cola repubblica d'Andorre; all'oriente
pella essendo nelle pareti e pa vi mento in- il Mediterraneo; a mezzodì il Mediterra-
crostata di belli marmi,uon vi è luogo per neo, lo stretto di Gibilterra e l'Oceano
iscrizioni,come volli accertarmene perso- Atlantico; all'occidente il Portogallo e
nalmente. Nel n. Modelle .^ou'aiW/f'/g/or- l'Oceano Atlantico. La maggior larghez-
no di tale anno, G. B. A. ne pubblicò la za del reame di Spagna, da Llanza al set-
necrologia, nella quale tra le altre cose tentrione diRosesinCa talogna.ndAy mon-
si legge. » Un'indole avea sortito vivace te all'imboccatura dellaGuadiana nell'in-
e un robusto temperamento: però da so- tendenza di Siviglia, è58o miglia. La sua

la virtù dovette ripetersi quella inalte- maggiore larghezza, dal Capo Priore pres-
rabile pazienza, con che gli spasimi eb- so Ferrol in Galizia, al Capo Gata nel-
be sofferto del fiero morbo ond'era tra- l'intendenza di Granata, è di 5o2 miglia.
vagliato ,
quella perfetta rassegnazione Altri danno a tutta la vasta superficie del-
con che bevve a sorso a sorso il calice di la Spagna 20,000 leghe quadrate,owero

morte. Ma la sua luce non terminò nel- 23, 5oo, e riferiscono che il famoso stret-
la scintilla d'una fdcespegnentesi, nèdel- to ne disgiungono 1' estrema punta dal
lo splendore d'una vampa che se stessa continente africano. Le coste di Spagna
divora: dirò anzi meglio, che fu la sua non presentano alcun'isola di grande e-
cotale una luce, che per brillanti raggi stensione,tuttavollaper la loro importan-
lui morto ancora splende. Chiari la sua za e per molti rapporti vauno ricordate
virtù l'ultima di lui volontà. Meglio che la piccola isola di Leon, su cui trovansi
70 mila scudi legava a decoro del tem- le città di Cadice e dis. Ferdinando, e le

pio, a soccorso degli evangelici operato- isolette situate all'imboccatura del cele-
ri, a sollievo del povero, a sovvenimeu- bre Ebro. Alla distanza poi di 54 miglia
to del pellegrino, a premio de'suoi fami- dalCapo s. Martino nel regno di Valen-
gliari. Chi ama la virtù, chi ne sente il za trovasi l'isola d'Ivica, la più occidenta-
beneficio, faccia una prece per l'uomo vir- Ba leari, gruppo che compren-
le delle isole

tuoso e benefico! " Mi è noto che lasciò de la detta isola, quelle ili Majorca, Mi-
1 0,000 scudi al sodalizio della ss. Trini- noica, Formentera e alcune altre ancora
tà de'pellegrini, il quale nell'ingresso del piìi piccole. Fra differenti fiumi die ba-
i

«no edifizio gli eresse una marmorea i- gnano la Spagna, sono particolarmente
scrizione, dopo avergli celebrato decoro- rimarcabili perl'estensionedel loro corso
so funerale. Tra le altre solenni esequie i seguenti : la Bidassoa, il Min-
Nalon, il

latte in espiazionedi sua anima, il n.°i o ilo, il Duero, il Tago aurifero ch'è mag- il

del Diario di Roma del 1


844 descrive giore di tutta la penisola, la Guadiana pur
quel le del nobile collegio ile'gioielliet i,o- grande, il Guadalquivir o l'antico Boetis,
ivfici e argentieri, celebrate per gratitu- i quali mettono foce nel mare Atlantico;
dine utìh loro chiesa di s. Eligio. la Segnra, il JucaP, il Guadalaviar, l'È-
~

S P A S P A i

bro, il Llobregated il Ter, che hanno io- va, Cariogena e Murcia, presso il Capo
ce nel Mediteranneo. Poca è l'importali- di Gala, nel monte Serial. Poche regio»
za de'laghi, sebbene freqnenti,e di Special ni ponno vantare al pari di questa peni-
menzione si ponno qualificare l'Allude- sola, i multiformi doni della benefica óa-
ra equel di Benavente. Sono pure di pò* tura, e quasi tutte le produzioni minerà-
comomento icanali di Murcia e di Guar« logiche più Un
clima purissimo, a
utili.

darama , meritando maggior riguardo nella più gran parte temperato, se le ag-

q nello che dicesi Canale Imperiale d'Ara- giacenze de'Pireneisi eccettuino dalle vi-
gona, dall'avello progettato e incomincia- cine continue nevi irrigidite, e le coste
to nel i 5i() l'imperatoreCai lo V, «.ebbene meridionali nel canicolare periodo av-
non sia stata l'opera compita che nel i
7 78
vampanti, infonde maschio vigorealle fer-
sotto regno di Carlo 111. Per esso viene
il tilissimeglehe.ed atletiche forme e Straor*
facilitatala navigazione dclTEbro, ed ha dinaria robustezza agli esseri organizza-
qualche impulso l'industria dell'Aragona Raccogliesi del grano in quasi tutta la
ti.

e della Naverra. Da qualunque lato si ap- Spagna,ed alcune provincie,segnatamen-


prodi a questo regno, l'aspetto delle co- te l'Aragona e i'Eslremadura, ch'è chie-
ste, tranne lo sbocco dell'Ebro, prepara matail granaio della Spagna, ne produco*
agli accidenti di terreno dell'intcrno:dap- noal di là di quanto si rende ad esse ne-
pertntto sono orlate di montagne. I Pi- cessarlo. Copiosi sono i prodotti del fiii-

renei, i Cantabri che ne formano il pio- mento, delle biade, del riso, della cana-
lungamento, i monti Iberici e le loro ra- pe, del lino morbidissimo, della seta, del-
niificazioni occidentali, la catena d'Estrel- l'uva da cui derivano vini squisiti e rino-
ia la Sierra Morena e
e la catena d'Ossa, mati, essendo veramente magnifica lana-
la Sierra Nevada tono i principali sistemi turale vegetazione. Abbondanti sono le
di montagne della Spagna. Si avrà qual- piante d'ogni specie di frutti, di cedri, di

che idea della costituzione geologica del- aranci, di limoni, de'quali vi sono boschi

la Spagna se si noti che il rialto va co- di ragguardevole estensione; di palme


periodi Ibi-inazioni secondariedi gres, di dattifere, di gelsi, di olivi, di carrubi; ed
gesso, di sai gemma e di pietra calcarea oltre la lobbia, il zalFerano, la fragola,
delJura;chei Pirenei sono interamente vi sono accliminati e fioriscono il cotone,
granitici, che il calcareo domina ne'Can- l'indaco, il caffé, la canna di zuccaro. Ri-

labri, e soprattutto il clivo orientale del- spetto alla fiora spagnuola, èessa ricchis-
la un granito grossolano di
penisola; che sima; le montagne ed prati sono pieni i

color grigiastro ed una pietra dura niac- d'utili piante medicinali,ed ornali di fio-

chiatadinerocostiluisconola catena del- ri bellissimi i giardini. Assai moltiplica-


TEstrella; che Toledo sono di
i monti di ti gli alberi nelle Provincie marittime, la
granito; che rottami della Sierra More-
i Galiziana legni da costruzione; sonoper
n a indicano una natura schistosa;che le lo contrario rari nelle provincie setten-

i in mensa sommità della Sierra ÌVevada trionali. Produce inoltre miele eccellen-
ti m pungolisi d'uno schisto micaceo tuoi- ha il resto
te, seta, cocciniglia. i\on ii' Icil-

io brillante e moltodnro, e che una gran ropa forse cavalli migliori, almeno gli an-
partedi questa catena racchiude del mar- dalusi per la loro bellezza, e reggono pu-
ino. bisogna pur mes^ovare lelaudedel- re ad ogni paragone i muli, i giumenti,
la sierra d'Albarazin e di Ter uè! ed , i e tutta la serie de'domestici animali, fra
7
crateri di vulcani che presenta il prolun- i quali furono già conigli per la gran-
i

gamento de'monti Iberici, tra il Guada- dezza e per la moltitudine talmente cou-
laviar ed il Jucar. Trovatisi ancora altre traddistinti,che invalse a lungo l'opinio-
traededi vulcaui tra Aluia^roe Calutra- uè avere il paese derivato da tali anima-
a6 SPA SPA
li, chiamali Spati in lingua fenicia, il no- miniere d' ogni specie si fa nscendrrc a
me di Spagna. Le foreste sono percor- 5ooo dall'ispezione d'Ona te. Male minie-
se da'bo vi, e le praterie da'selvatici e ter- re d'oro e quelle d'argento, veramente
ribili tori: i bovi sono in buon numero non sono assai abbondanti; il Tago il ,

lieti* Estreinadura, Galizia e nell' Astu- Sii e il Duero contengono particelle d'oro

rie, dove pure si allevano grandi torme ebe non vengono raccolte: le miniere di
di porci ebe somministrano squisiti pro- Guadalcanal producono maggior quan-
sciutti. Principalmente sono rinomati i tità d'argento; il rame e il piombo sono

buissimi velli delle numerose greggie, e abbondanti, eccellente lostagno della Ga-
specialmente de' celebri merino*, le cui lizia. sali eziandio, il nitro, la soda non
I

razze ogni dì più propagate»! diffondo' iuancano,e le sorgenti frequentissime,cbe


nonelle altre contrade. Fu il cardinal Xi- in mezzo a tante minerali ricebezze zam-
mene* ebe introdusse nella Spagna mol- pillano, riescono utilissime all'umanità
te Diandre di pecotedel sud dell'Algeria, solferente. Ma lo splendido apparalo di
perciò le lane di Spagna acquistarono tanti tesori e di tanta feracità, non meno
([«iella funacliebanno tuttora. Imperoc- ebe l'agricoltura, sono alquanto trascura-
ché l'educazione delle bestie lanute vi è ti per cause che poi dirò, essendovi parti

o armenti viaggiatori
accurata; gli ' no e deno- della contrada che presentano un aspet-
minati tranihmnanles, frequentano nel- to triste, desolante e monotono, sia pei
l'estate i dintorni di Cuenca e di Molina terreni non dissodali, sia per la rarità del-
d'Aragona, di Soria e di Segovia. Si cal- le piante, sia per le sleppe ignudeebe pre-
colano ascendere i merini a circa i 3 mi- sentano, ed alcune limili per l'aspetto al-
lioni, de' quali 8 stazionari, il resto nel- le lande meno elevate del mezzodì della
l'estate passa dalle piauure calde alle re- Francia. Non trovasi inlspagna vermi uc-
gioni montuose di temperatura più mi- cello, quadrupede, rettile, insetto die non
te. La carne degli agnelli dell' Aragona sia pure proprio alle contrade calde del-
e della Navarra è pregiatissima. Abbia- la Francia e d'Italia. Sono sulle monta-
mo di V. Dandolo, Del governo delle pe- ne più alte orsi, volpi, cinghiali, caprio-

core spaglinole e italiane, e de' vantaggi li, lupi -cervieri. Abbondano selvaggina
che ne derivano, Milano 8^3. Altri fon- i e pollame;! pesci d'acqua dolce sono mol-
ti d'inesauribile opulenza possiede la re- tiplicatissimi; quelli diesi pescano sulla
gione. Ila ricche miniere, e cave di fini costa lo sono anch'essi, ma si preferisce
marmi di tutte le qualità e bellissimi, di il pesce dell'Oceano a quello del Medi-
alabastri, di smeraldi, di topazi, d'ameti- terraneo. Ledivisioni politiche e topogra-
ste, di rubini, di corniole, di agate e di fiche della Spagna si ripartono in 3 pro- i

tante altre nobilissime e svariatissime vince, che la maggior parte ricevouo i

gemme. Lemiuiere numerosissime, se ne nomi da' loro capoluoghi tuttavia un ;

contano 20 d'oro purissimo, 48 d'argen- uso generale e inveterato adotta ancora


to, 8 di piombo e talune fra esse si po- un aulico spar timeuto in 1 o gratuli pro-
trebbero meglio chiamar montagne del- vince, alcune delle quali hanno titolo
idi cobalto, 32 di ra-
lo stesso metallo, 1 di regno, altre sono le stesse che le prò*
me, 6 1 bencbè quasi tutte le pro-
di ferro vincie politiche. Nel 1822 le cortes o sta-
vince ne hanno, ed altre non meno im- ti generali diSpagua decretaronoun nuo-
portanti di rame turchino, di vitriolo, di vo compartimento in li provinole, che
piombaggine, di calamita, di mercurio, non è piti riconosciuto dal governo, laon-
di ginabro, di grafite, di stagno, d'accia- de perchè si conosca la loro relazione, e
io, d'antimonio, dicarbon fossile, ed al- come furono comprese colle al tre di visio-
tre ancora. 11 numero complessivo delle ni le porrò tra pai eutesi, distinguendo le
S P k SPA 27
io grondi provincie in carotiere corsivo. ledue monarchie, al sud del dipartimento
Regno/li Galizia. Galizia provincia (Co* dell' Ariege, di circa 7 leghe nella sua

logun, Lugo , Omise, Vigo). Regno di maggior lunghezza e altrettante nella


Leon. Principato delle Asturic(Oviedo), maggior larghezza. Il suolo è molto mon-
Leon (Leon, Villafranca), Toro, Za moia tuoso e poco fertile, coperto però ili ec-
(Zamora), Vagliadolid, Palencia Sala- , cellentissimi pascoli: il territorio ha (piasi

manca (Vagliadolid, Palencia, Salaman- la l'orma d'un bacino, e l'alture sono piena
ca). Regno della Cosliglia vecchia. I»ur- di pini. Molli piccoli fìninicelli vi hanno
gos (Durgos, Santander,Lt)grono),Soria la loro sorgente; l'Embalire principale di
(Sona), Segovia (Segovia), A vi la (A vi In). essi e che riceve tutti gli altri, sigelta nel-

Provincie Basche. Discagliaci} il Imo), Gii i- la Segre, fiume di Catalogna che si con-
puscoa (s. Sebastiano), Alava (Vittoria). giunge all'Ebro. Vi è una miniera di fer-
Regno di Navarro, cioè l'alta, poiché la ro e 4 fucine, con abbondantissime acque
bassa Navarro, (/'.) fa parte della mo- termali a Caldes. Questa valle contiene G
narchia francese. Na varrà (l'amplona). comunità, cioè Canillo, Encamp, Ordino,
Regno d" dragona. Aragona (Huesca, Sa- Massone, Andorra la vecchia, es. Giulia-
ragozza, Calataynd, Teruel), principato no, con inoltre 54 v ih*aggi o casali: Ali-

di Catalogna (Barcellona, Girona, Leti- dori a la vecchia n'è il capoluogo. Essa for-
da, Tari agona), reguodi Valenza (Castel- ma una specie di repubblica governala
loti della Plana, Valenza,*. Felipeo Ja- da' suoi propri magistrati, e dipendente
tiva, Alicante), Isole Calcari (Palma). Ga- dal vescovo d' Urgel nella giurisdizione
ttiglia Nuova. Madrid capitale della mo- spirituale. 1! governo si compone di i\.

narchia (Madrid), Guadalaxara (Guada* membri nominati a vita, 4 per ciascuna


laxara), Cuenca (Cuenca), Toledo (Tole- comunità. Questo consiglio ha due sinda-
do), Mancia (Ciudad Rea\). Estreniadura cida esso scelti, quali convocano le as-
i

(Caceres, Badajox). Andalusia. Siviglia semblee, e amministrano pubblici affa- i

(Si viglia, Huel va, Cadice), Cordo va (Cor- ri.L'Andorra dipendeva un tempo dalla
do va) Jaen(Jaen),regno
)
di Gì a nata (Gra- viscontea di Castellimi o dal paese d' Ur-
nata, Almeria, Malaga). Regno di Mar- gel. Il vescovo lì'Urgel e il visconte Foix
cia. Murcia (Mu l'eia, Chinchilla). Olire la possedevano in comune in virtù d'u-

i diritti sulle colonie dell'America meri- na decisione arbitraria dell' 8 settembre


dionale, che di fatto sono nella loia'
si 1278, pronunziata in presenza di Pietro
lilà emancipate ed erette in Repubblica III re d'Aragona, che ne guarentì l'ese-

(A'.), fuori della penisola, fauno parte del- cuzione. due padroni potevano riscuo-
I

la monarchia delle Spagne le isole Ga- tere ogni anno alternativamente una ta-
llorie, quelle di Ferdinando Po, di An- glia da'loro sudditi, avendoli vescovo il

nobon.ed i presidii Illa uri(a ni e di Gen- 4-°e il visconte il 3." delle multe. La giu-
ia nell'Africa, ov'è pure Mehlla uell'im- stizia era amministrata da due vicari, no-

pero di Marocco, Peguonde Velez e Al- minati l'uno dal vescovo, l'altro dal con-
hncemas; ie isole di Cuba , di Portorico te. I giudizi di questi vicari erano porta-
nell'America meridionale; le isole Filip- ti davanti un giudice d'appello, nomina-
pine e Mai ianne nell'Ocert/j/VfjO secondo to pure da'due padroni, che pronunzia-
altri neW'Indie Orientali e perciò in A- va definitivamente. L' Andorra pagava
sia. In una profonda e ritirata valle dei 480 franchi annui al vescovo d'Urgel, e
Pirenei esiste il piccolo slato indipenden- il doppio al paese di Foix, dal quale pe-
te o repubblica Andorre, sotto l'uni-
di rò osni anno ritirava segala e una certa
ta protezione della Francia e della Spa- quantità di bestiame d'ogni specie, come
gua. Questa valle è un paese neutro ira pure di portare ed estrarre, senza paga-
28 SP A SI» A
re alcun diritto, tutte le merci non proi- quelliche desiderano assistervi, vi è get-
bite, al paro de' prodotti delle miniere. tato dentro dal carnefice. La popolazio-
Questa convenzione fu eseguita sino alla ne è ili circa i 2,000 abitanti, che vivono
riunione della contea di Foix alla coroni» del prodotto degli armenti e delle man-
ili Francia, l'atta da Enrico IV, onde la die che costituiscono la loro principale
giustizia, la polizia e le finanze, pel buon ricchezza.
online erano sotto la vigilanza dell'inten- Il commercio spagnuolo illanguidito
dente di Perpignano. I re diFrancia con- dopo il discoprimento dell'America, non
tinuarono a conservare, però con qual- haconsistito per lungo tempo,chene'pre-
cliecambiamento, loro diritti sulla valle
i ziosi metalli, radunati a Cadice e distri-
sino al T09, epoca in cui diritti ch'essa
1 i buiti quindi nel resto dell'Europa. Ora
pagava,esseiidostaticonsiderati come feu- che si è nella più gran parte diseccata que-
dali, non furono più riscossi. Il governo sta malintesa sorgente d'opulenza, mira il

francese cessò sin d'allora di più mischiar- governo a porre in onore l'industria e le
si in modo alcuno negli aliali interni di manifatture. L'ultima esposizione pub-
questa piccola repubblica. Sembra che blica de'j'nazionali prodotti dimostrò il

quc>to stato non abbia solFerto alterazio- vantaggìodi tale eccitamento. Fra i prin-
ni dopo le ultime vicende della Spagna; cipali articoli di traffico si citano i cuoi
ma per la sua vicinanza alla comune di e specialmente i marrocchini, il tabacco
IWerens, tentò sempre I' avidità degli a- stupendo e rinomatissimo che si colorisce
bitanti, i quali procurarono d'impadro- d'Almazzaron, il zucca-
colla terra rossa

nirsene anche con la forza. Esso ha leggi io raffinalo, il sapone, il vetro, il cristal-

per prescrizione, le (piali vengono ammi- lo, la porcellana, la maiolica, le stolfe di


nistrate da due giudici, l'uno francese e seta e di lana, le tele, la carta, le anni
l'altro spagnuolo. Quando Napoleone I, bianchee da fuoco. Alquanti stabilimen-
attraversati i Pirenei, si recò in lspagna, ti che dirigono de'signori che il gover-
si fermò ad Andorre capoluogo, e promi- no prolegge specialmente, sono soli nei i

se di conferire alla repubblica un codice quali si fabbricano alcuni articoli di qua-


di leggi. Ma
avvenimenti politici gli
gli lità superiore, come i panni, i casi mù 1 e
tolsero di mantenere il promesso. Gli a- altri tessuti di Segovia, di Guadalaxara,
bitanli finalmente nel 847 s formaro- 1 ' di Brihuega e d'Escavay; i tessuti di co-

no da se slessi un codice, che venne pro- tone d' A vila e Torre della Vega, la ma-
mulgato in novembre in Andorre. E'del- iolica d'Alcora e la porcellanadi Madrid.
la più gran semplicità, e comprende tut- Solo le colonie spagnuole domandavano
ti i suoi casi civili e criminali inioo ar- i prodotti di delle fabbriche; la madre-

ticoli.L'omicidio è un delitto estrema- patria ch'erasi riservato il commercio coi


mente raro in questo piccolo statoje quan- suoi possedimenti , loro portava ancora
do la sentenza di morte è pronunciata, gli oggetti delle manifatture straniere.
non può esser messa in esecuzione, finché Presentemente ha ella perduta una gran
non sia confermata da un'assemblea ge- parte di tali sfoghi. Le principali sue e-
nerale di rappresentanti de'villaggi con- sportazioni più non sono che in lane, vi-

vocati ad Andorre. Il modo d'esecuzione ni, olio, ferro e altri prodotti del territo-
è corrispondente alla natura del popolo. rio, principalmente per la Francia, l'In-

Ad una breve distanza della strada che ghilterra e l'Olanda, per non dire d'altre
mette in Catalogna vi è un tremendo pre- produzioni che spedisce nelle medesime
cipizio, il cui fondo occhio umano non pe- e altrove, massime di sale. torchi spa- I

netra. 11 delinquente cogli occhi bendati glinoli hanno prodotto molte opere di
è condotto fino all'orlo, e al cospetto di scienze, storiche, romanzi, poesie dram-
SPA SPA 39
maliche e satiriche. Nell'articolo Sigil- fandcr; 4 da Alar del Rrya Vagliadolid
lo ho reso ragione di quella composizio- per Btireoa; 5 da Mataroad Arenysdel
ne che chiamasi Cera ih Spagna, per uso Mar; da Xeres a Cadice; 7 da Si vigli.»
('»

tli sigillare. Dai delti e altri paesi prin- ad Andujar. La linea da Aranjuez ad Al-
cipalmente trae i grani chele mancano, IDanza era in corso di esecuzione assai a-
e i diversi oggetti da essi fabbricati.! prin- vanzata, fra AranjuezeTremblecco;sulle
cipali porti commercianti sono quelli di altre linee lavori erano incominciati e
i

Santander, del Passaggio, di Bilbao, sul- procedevano alacremente. La pubblica


la costa settentrionale; quelli ilei Ferrol, amministrazione avea poi le domande di
della Corogua e di Vigo sulla costa oc- concessione delle linee seguenti:! daReuss
cidentale ;
gli altri di Cadice e di Mala- a Tarragona; a da Barcellona a G ragia,
ga sulla costa meridionale^ quelli di Car- a s. Gervasio, a Saria e Pedralves; 3 da
tagena, di Salon e di Barcellona, come Barcellona a Martorello; 4 da Barcello-
anche le Tarragona
rade di Tortosa, di na a Granogliero; 5 da Moncada aSaba-
e di Alicante sulla costa orientale. Quan- dallo; 6 da Valenza a Murviedro; 7 da
to al commercio interno, mancava di co- Espielo a Siviglia 8 dall' Ebro alla Bi-
;

municazioni facili, prima dell'introduzio- dassoa; rj da Vagliadolid ad Irun;io da


ne delle strade ferrate; bensì vi erano Madrid a Vagliadolid. La linea da Ma-
grandi strade regie da Madrid a Valen- drid a Vagliadolid, e quella da Vaglia-
za, a Cadice ed a tutte le abitazioni re- dolid a Irun, sono le strade che dovran-
da
gie della Casliglia vecchia; la strada no congiungere la capitale alla frontiera
Valenza a Barcellona, quella d'Alar che francese. Si studiavano inoltre le qui ap-
stabilisce col canaledi Castiglia la comu- presso linee:idaMadrid aCordova;^! con-
nicazione tra PaleuciaeSanlander, le al- giungimenti sulla linea da Madrid ad Al-
tre della Na varrà e delle provincia Ba- manza,che mettono capo aToledOjCuen-
sche, quelle da Madrid a Saragozza, e da ca e Ciuclad Beai; 3 da Almanza a Za-
Saragozza a Valenza, le strade dall'Astu- tiva; 4 l a Almanzaad Alicante; 5 da Al-
'

rie in Castiglia e del paese di Roja che manza a Murcia e a Cartagena; 6 da Ma-
comprende la massima parte della pro- drid a Saragozza; 7 congiungimenti tli
i

vincia di Logrono. Soprattutto si manca quest'ultima linea sopra Tortosa per Al-
di comunicazioni immediate tra i picco- caniz e Monlalban, e sopra Logrono per
li siti, senza le quali di poca utilità sono Soria; 8 da Saragozza a Navarra; q ila

le strade maestre che dal centro vanno Barcellona alla frontiera francese; 10 i

all'estremità della monarchia; nondime- congiungimenti della linea principale da


no colle strade ferrate s'intrapresero pu- Madrid a Cordova sopra Placencia, Ca-
re molte di tali strade di comunicazione. ceres,Badajoze CiudadB.eal.Ora le gran-

Da unastatislica sulle strade ferrate pub- di strade della Spagna sono allatto pur-
blicata alla metà deli852 rilevasi. Che gate dalle bande de'biiganti che le infe-
3 strade di breve sezione sono compite: stavano, e così felice risullamento è do-
i da Madrid ad Araojuez, già aperta alle vuto al corpo delle guardie civili istitui-

comunicazioni; i da Barcellona a Mon- te fin dal i844- Grazie alla loro attività,
talo idem, e fu la i ."inaugurata nel ter- j briganti, la cui audacia passa in prover-

ritoriospagnuolo a'29 ottobre 1848; 3 bio, non si trovano più sul suolo spagnuo-
daGijone a Langreo. Quest'ultima è de- lo. Questo corpo di gendarmeria è com-
stinata al trasporto de'com busti bili. Le posto d'8ono uomini, di cui Gooodi fan-
linee coucesse a qualche compagnia so- teria e 2000 di cavalleria, riparliti nel-
no: da Aranjuez ad Almanza; 2 da Va-
1 le differenti provincie dello slato. La Spa-
lenza a Zativa; 3 da Alar del Bey a San- gna traversata da numero infinito di fiu-
3o SF A S P A
mi, non Ita altra navigazione interna che quali impacci fosse il commercio spa-
lmili limitatissima de' ricordati canali gnuolo lungamente arrestato,come stesse
d'Aragona edi Casliglia, quella dell'Euro quasi sempre sotto il monopolio, come
piena eli ostacoli che serve al trasporlo non fune da prima permesso se non a Si-
de'grani da Saragozza n Tortosa , ed a viglia, poi a Cadice, poi in tutti i porti
mandar giù a galla foderi di legname i del paese nel 766. Vari autori cercaro-
1

clic gli affluenti del detto fiume calano no di valutare la popolazione della Spa-
da'Pirenei; si aggiungano quelle del Ts- gna a'tempi più floridi della contrada,
go, della Sigma e del Guadalquivir. 01- uia è difficile ammettere le loro suppo-
ti celie pregiudica al commercio spagnuo- sizioni. Sol tanto a contare dal 688si batt- 1

io taje mancanza di comunicazioni in ter* no in questo proposito documenti sicu-


ne, viene ancora paralizzato dalla dille- ri; la popolazione era allora di IO milio-
lenza tra le monete, misuredi i pesi e le ni d'abitanti. Vi è tutto il luogo a ere-
ciascuna provincia. Madrid, Siviglia eSe- dereche fosse molto più considerabile
govia hanno ognuna la zecca, ma nell'ul- durante il dominio de' morì; ma se pon-
ticita non si conia che rame. Le armi, i gasi altenzioneche la Spagna non haces-
panni eia tintura degli antichi spagnuo- sa lo d'essere devastata oda Ile guerre con-
ti ebbero al tempo de' romani una qual- tro gl'infedeli, o da guerre intestine; die
thecelebrità. La caduta dell'impero e le la peste orrìbilmente la percosse diverse
invasioni de' popoli del nord noequeroal- volle, e precipuamente nel i34» enei
l'industria spagnuola, ma i mori la ria- i348; che l'espulsione degli ebrei solto
ni mai uno. Sulto regno di Ferdinando
il Ferdinando V e Isabella, e quella de'mori
Ve Isabella 1, le manifatture, e per con- sotto Filippo 111, la privarono di gran
seguenza commercio della Spagna, fu-
il numero di famiglie; e che le guerre di
10110 floridissime; se non che tale condi- Carlo V e de'suoi successori in Francia,
zione non durò mollo più d' un secolo, in Italia, e particolarmente ne'PaesiBas-
Non ostante laSpagna non fu neppure al- si, le tolsero un numero ragguardevole
loia interamente indipendente dagli «Ira- di soldati; e soprattutto le grandi perdi-
meli, che loro domandò tutti gli oggelli te per le conquiste nel nuovo mondo, e
di lusso, né recò loro che i prodotti del le innumerabili emigrazioni per quelle
suosuolo edoggetli mauifalti di poca im- immense regioni , sarà facile convenire
portanza. mori scacciati dalla Spagna
I che la popolazione pati enormedecresci"
nel 1 6 14, seco portarono via la loro atti- mento. JNel 1700 era 8 milioni,
calata a
vita, l'industria e le ricchezze loro. La a 6nel 1 7 1 ); ascese nel 76839,307,800,
1

Spagna era assolutamente senza indù- e nel 788 a 1 1 o,i43,q8o. Si aumentò e


stria allorché salì sul trono Filippo V. Il nel1822 era di 447> 7°> a T'ali 1 1
s
' ' l
*
'

(piale prìncipe ed i suoi successori fece- 4^,000 zingari (de'gilanos, tribù nomadi
10 in modo di lianimare le manifatture, che hanno molta analogia co' zingari, e
ma non poterono mai tornare al grado discendono dagli antichi mori ,
parlai a
di prosperità che aveano toccato. Egli è Saragozza, ove risiede il loro capo), e
verso il fine delloscorsosecoloche il coni- 60,000 inori. D'allora in poi lapopolazio-

mercio della Spagna fu il più considera- ne ha ricevuto costante incremeuto,e fui-


bile, avendo questo regno uel 792 dato 1 timocensimenlo fatto mlspagua nel 18 J9
agli stali d'Europa per quasi g milioni fa ammontare la cifra a i4 2 6,2 19 ani- 3
1

di fianchi de'suoi propri prodotti, all' A- ine. Dal medesimo si rileva, che si auuove-
nieiica pei 44 "hi' 011 ' de'inedesimi prò- ranoi 1 ,346 nj-untamientos; 1,326,089
dotti, e circa altrettanto di mercanzie fo- elettori ; 39,^95 elettori per capacità;
testiere. Non è del mio scopo il dire per i,i63,23j eleggibili; 637,875 giovani
S PA 8P A 3 r

da'i 8 a' 2 4 anni. E qui noterò, che la leg- za e coltiti n alle classi inferiori, mal corri*
gè elettorale spaglinola sta sulle due basi spondcnte alla gravila sei iota dell'alpe! •

della l'iccheiaa «della Capacità. Oguispa- tn,aiin certo orgoglio nazionale, l'eri) so-
gnuolo di 25 anni diventa elettore, gin- nociuti pregevoli degli spagnuoli, il vaio-
stifioando 4°° leali (ioo franchi) d'im- re, la temperanza nel cibo e oelle bevande
posizioni dirette. Il censo di i oo franchi spiritose, la costanza nel serbare intatto
scende sino a 5o per la capacità segnen- il patrio costume in onta della versatile
le. 1 componenti le 3 accademie; i dot- moda, al che però lo straniero contatto
tori e licenziati; i canonici ed i curali; i fece in moderna epoca notevolmente dc-
magislrati, gl'impiegati in attività, iu di* rogare;e quel che più monta, lo spaglinolo
sponibdtlà ediu ritiro, quando il loro è sempre eminentemente cattolico. Ogni
assegnamento sia di 2000 franchi [ter lo provincia ha costumi che le sono parli-
meno; gli ulliziali in ritiro di terra e di colali, ed il clima al pari delle differenze

mare dal grado io capitano in poi inclu- d'origine hanno introdotto nelle diverse
sivaiuente; gli avvocati, medici.chirnrghi parli della Spagna de'caratleri svariali*»
e farmacisti, i quali siano già entrati nel simi. Lo slesso si dica della costituzione
loro2.°anno d'esercizio} i professori ed fìsica degli abitanti di questa contrada. Si
institutori di qualsiasi stabilimento d'e- puònondimenoasscrire che gli spagnuoli
ducazione sussidiato dallo slato, provili- sono generalmente di vantaggiosa statu-
cia o comune ; Qualmente gli archilei- ra, ben fatti, più ordinariamente magri,
ti, pittori e scultori appartenenti alle so- con fìsonomia espressiva , e la tinta al-
cielà delle belle arti. Dappertutto si uo- quanto bruna è comune nelle contrade
tatto vestigia dell'antica popolazione del- meridionali e distingue Le il castigliano.
la Spagini: rovine o castelli gotici cuopro- femmine liescono naturalmente belle,
no i siti elevatijvcggonsi da tutti i lati cap- brune per la maggior parte e ben fotte,
pelle o chiese altre volte parrocchia li, pie- modeste nel con tegno,espressi ve nel volto,
sentementeisolate.Delleantichitàsiiper- animate da vivace brio. Grande è la pas-
sali nella Spagna, e de'suoi principali e sione degli spagnuoli perla giostra e cac-
magnifici edilizi esistenti, ho trattato ne- eia de'leroci tori, e famosi sono gl'intie-
gli articoli delle sue citlà arcivescovili e pidi e arditi giostratori picadores. Kel-
vescov ili, ed io quelle ove furono tenuti la caccia che si fece nell'arena di Madrid
concilii. La slot ta importante della cele- nell'api ilei 852 e gremita di spellatoti,
bre e nobilissima nazione spagnuola, di- vittime di quelsanguinariospeltacolo fu-
pinge il carattere di questi popoli, la te- rono 1 o tori e 22 cavalli. Un loro uccise
uacilà de'loro proposti, e l'iusuperabile 1 o cavalli e gittò a terra 6 picadores dei
avversione alla dominazione straniera, più valenti. Queslofurente loro, cui i bau-
Anlillon fece questo ritratto dello spa- deriileros dinante la tremenda lotta pian-
gnuolo. » Lo spagnuolo è, generalmente larouoi4 banderuole, fu ucciso dal celc-
parlando, citcospello, costante iteli' ini* bre Chierauero, nipote del gran Monles,
prese, nemico della novità, leale, (ìdo itila e dopo la morte dello zio il i.°spadacci-
sua parola, amico generoso, e scrupoloso no della Spagna. Il metadone pigliò l'a-
osservalore de'suoi impegni. Gli scrittori nini ale infurialo che avea le corna molto
stranieri sono solili a rimproverargli la slaccale dal lato, e gli portò tuie un colpo
pigrizia e la Superbia". Ma Laborde dice destro, che lo fece islantaneameule cade-
che questi pigi izia, quest'indolenza, non re. Applausi itdìniti rimeritarono il ma-
si trovano se non ne'paesi ue'quali l'in- tadoie; dalle lugye piovvero borse di de-
dusti ia rimane senza stintolo, cioè nell'in- nato, fazzoletti ili sela,scialli e persino veti-

temo. Silimprovera altics; poca uctlez- tagli. A Gassata dissi uie il suo anfiteatro
3i S P A. S P k
èunode'roiglioridetlaSpagna,pe'combaP scientifica de'loro fi^li e de'primi gran-
tìmenti de'tori.Fra gli usi domestici anti- di del regno. 11 secolo XVI fu il periodo
cbisnmoèil riposodopoilsollecitodesina- più splendido per leniti in Ispagna, non
re meridiano,che chiamasi tieste,e di là si rueno che il fosse per le lettere, lescien-
pretende essersi nel resto dell'Europa rae< ze, la formidabile potenza e la grandez-
lidionale diffuso. La lingua spaglinola è za della vasta monarchia in tutte le parti
derivata dal Ialino che sino all'invasione del mondo. E' impossibile qui riportare
de'gotifu solo in uso nel paese: vi si nota i nomi di tutti gli uomini che si fecero
un misto di tedesco, arabo o moresco. Al- distinguere ne'memorabili regni di Car-
ili dicono che la lingua spagnuola appar* lo I e di Filippo li suo figlio, e di quelli

tiene al ramo latino della famiglia ger- che li aveano preceduti, o in appresso i-
mano scandinava, ma molli vocaboli vi olitali osuperati. Fiorirono nella Spagna
sono rimasti di gotica provenienza; e che in quella celebreepoca i\ Università. Chi
nella Discaglia e nella Na varrà si conser- mai può enumerare il novero degl'illu-
sa l'aulico linguaggio cantabi ico. L una stri spagnuoli che fiorirono io ogni epo-
delle più belle liugue d'Europa, nobile, ca, in santità di vita, uelle dignità eccle-
armouiosa, ricca, grave, poetica. In Ca- siastiche, nelle lettere e in ogni sorta di
stigliasi parla con maggior purezza, e cpie- scienze, nelle arti, singolarmente nella pit-
sto è che le fece da re dagli spagnuoli il no- tura, scultura e incisione a bulino, nelle
me àilengua Castellana; nette altre pio- conquiste, nelle scoperte, nelle armi e in
vincie è varia come mescolata con altri altro? Poche nazioni certamente ponno
dialetti, quali sono il basco, il provenza- vantare come laSpagna un isplendido nu-
hanno: J. Costa, Compendio de
le, ec. Si mero di santi e beali d'ambo i sessi, fon-

grammatica Castellana, seguido de un datori di benemeriti ordini religiosi, co-


pronluario de las voces mas usuala eu me per non due di altri s. Domenico, s.

e alalan y castellano } V>7\vct\\otià 1827.G. Pietro Nolasco, s. Gio. di Matha, s. Gio. di


Garges, Fundamento del vigor y e'tegan- Dio, s. Ignazio e s. Teresa, e de'quali ten-
eia de la lengna Castellana , Madrid ni proposito al!e loro biografìe, e meglio
i-pi. Ortographia de la lengua Castel- negli articoli de'loro stessi ordini; men-
/rt/irt, Madrid 1775. C. l la y Torres, Die
J
trede'priucipali spaglinoli celebri feci o-
cionai io de la lenguaCastellana per l' ac- norata menzione ne* ricordali articoli-dei-
cadi mia espanda, Parisi 826. J. M.Za- le città vescovili, ove pure parlai de'gran-

vaia, El verbo regalar vascognaclo del di conquistatori, de'grandi guerrieri, de-


dialello f'izcaino,S. Sebastiano 848. La 1 gl'illustri capitani, oltre quelli che ricor-
musica profana è sgradevole, monotona, derò in progresso, e potranno supplire,
alquanto triste, somigliante più a un gè- oltre gli storici che citerò infine, seguen- i

mito prolungalo, che a un canto figura- ti seri Itori. Flores, Spagna sagra; Andrea
to. La letteratura araba introdotta sotto Nicolò, Biblioteca spaglinola; A. S. Pel-
il dominio de'mori, in tutti rami sparse i legnili , Biblioteca spaglinola j Audrea
nella penisola notabile lustro. Aldotlis- Scolto, Biblioteca spaglinola. J. Lopez
simo p. Andres siamo debitori d'un ma- de Sedano, Parnaso espanol, collccion
gnifico elogio di quell'epoca su tale rap- de poesias de los mai celebres poetas ca-
porto, il quale posa sui fondamenti del stellano*, Madrid 1 768. Poesie di 11 au~
vero, e che meglio ribalta pel contrasto lori spagnuoli tradotte in italiano daMa-
coll'ignoranza, in cui si vedevano cadute sdeu, Roma
1786. Deodato Caballero»
le classi visigote, perchèsoventei calloli- De prima typographia Hispanicae Spe-
ci munaichi duvetlero nelle tregue ricor- cimen, Romae 1793. Le arti italiane in
lue a 'principi mauritaoi ptr l'istituzione Ispagna, ossia storia di quanto gli arti-
,

SP A SPA 33
xti italiani contribuirono ad abbellì re le cintandogli un conveniente monumento.
Castiglie, 1 824. Quintana, J'idas des e- La Civiliàcattolica, a." serie, t. 'l,p.34 '

spanoles celebres, Varisi 82 7.LuigiMou- fece eco ni restod'Europa in altamente


tecuccoli, Storia della pittura in [spagna encomiarlo, e lamentarne la perdita, ri -

dal suo risorgimento fino a' nostri gior- levando altresì che ili." lavoro clic ma-
ni, Modena 84 1 1 • In essa furono celebri nifestò la vasta capacità e la svariata e-
Velasquez, AlonsoCano, Zurbnran,eMu- 1 udizione di lui, come statista cattolico,
rillo dello il Raffaello delle Spagne. Ai vide la luce nel 1 834- sotto il titolo di
nostri giorni re Ferdinando VII coni mi- Consideraciones salire la diplomaci/! y
se modello della statua semi-colossale
il su injluencia en el estado politico y so-
in bronzo di Michele Cervantes, sommo cial de Europa desde la evolucion deju 1 •

poeta e militare, al magistero del valente Ho basta ci tratado de la quadrupla a-


scultore spaglinolo cav. Antonio Sola di lianca. Fra questo lavoro e VEnsayo so-
Barcellona e direttore in Roma de' regi brcel Catolicismo^ Liberalismo^ il So-
pensionali spaglinoli, ivi fusa e poi eretta cialismo, vanno in mezzo molti altri lavo-
in Madrid nel sito indicato in quell'arti- ri di minor mole, ma non di minore ri-

colo, ed è riuscita opera lodatissima. Me- levanza, i quali promettevano scritture


ritava Cervantes quest'onore dalla Spa- sempre più salutari. L'essere stato eletto
gna, egli clie fu quasi il fondatore della n deputalo del parlamento spagnuolo ,

sua nobile letteratura, e che le porse nel diede al Corlesil destro di manifestare ed
famigerato D. Chisciotte e nette Novelle iisufrultuare quella sua sovrana potenza
ilpiù bell'esempio d'uno scrivere tutto oratoria, la quale egli volse unicamente
fior di favella, di vivacità, di leggiadria. al servigio della religione cattolica,del le-
Trovo qui opportuno di fare distinta gittimo potere e della sua patria. 11 me-
menzione di due dotti, eloquenti e bene- morabile suo discorso sopra la condizio-
meriti scrittori, da ultimo nel 853 de-
1 ne d'Europa, pronunziato nel 85o, reste- 1

funti. Il i.°è il sacerdote d. Giacomo Bal- rà a perpetuo monumento della podero-


mes di Vich, morto a Valparaiso ov'ei asi sa sua eloquenza, del quanto poco egli si
ritirato, e la cui opera: 77 Protestantismo confidasse negl' ingegni costituzionali e
paragonato col Cattolicismo, meritò la parlamentari, e del come severamente
traduzione in italiano del dotto cardinal giudicasse quel partito sedicente mode-
Orioli. Juan Donoso Cortes mar-
Il 2. è iato e liberti no, che tutto promette quan-
chese di Valdegamas colpito in Parigi di do è nulla, e nulla sa attendere quando
morte immatura ch'egli avea deplorata diviene lutto. La provvidenza gli fece
nel suo degno connazionale Balmes. Que- compiere la sua luminosa carriera, amba-
sto grand'uouio,che fu per cognizioni po- sciatore a Parigi, in quel centro e diciam
litiche, per iscienze sublimi, per elevatez- così in quel cuore del la colta Europa. Se
za d'ingegno e per l'operoso e sincero af- ne legge la necrologia di V. Prinzivalli,
fetto alla religione, non che eloquentis- negli Annali delle scienze religiose, serie
a
simo propugnatore di civile ordine e pub- 2. , i,p.453. Riuscendo difficilissimo
1. 1

blicista appluuditissinio, era una gloria il ricordare principali e numerosi pre-


i

dell'età moderna, e il giusto orgogliodel' latidie tanto illustrarono la chiesa di


la Spagna che tutta ne sentì la perdita e Spagna,.al meno di roche il Ca ideila, Me-
n'onorò in modo degno del suo grand'a- morie storiche de' cardinali di s.r. Chie-
nimo la illustre memoria. La regina e il sa,* tutto il pontifica lodi Benedetto XIV

governoa pubbliche spese ne fecero tra- ne registrò 12] nell'indice delle sue no-
sportare le spoglie a Madrid, ove gli fe- tizie sopra ognuno, e de'quali tutti io fe-
cero celebrare soleunissimi funerali, de- ci le biografie, come de' seguenti creati
VOL. LXVIU. 3
3\ SPà SPA
dopo l;il Papa. Cordova, Spinola de la nella giurisprudenza ic)3 1, nella medici-

Cerila, Boxadors, Delgado ,7.tlada, Lo- na 1


i
1
"
6, nella chirurgia 5.1 1, nella far-
renzana, Sentinanat,Despuig, Qttevedo, macia 480. Inoltre sonovi le scuole e gli
Gardotjni, Cebrian, Borbone, Bardaxy, studi speciali degl'ingegneri di ponti e ca-
In°uanzo,Cienfttegos,I\IarcoyCalalan. nali, di miniere, di monti, di marina, ve-
Il regnante Pio PX neh 85oelevòal cardi- terinaria, notariato, scuole normali , di-

nalato G-GiuseppeBonnely Orbe arci ve- segno, musica e declamazione , taxider-


scovo di Toledo, eGiuda GiuseppeRomo mia, e flebotomi e infermieri. Nehttft)
arcivescovo di iSYi7g/Ù7.De'cardinali spa- ilgoverno, per cura del general Narvaez e
gnuoli due fnrouo innalzali alla cattedra con felice idea, die nuova prova del suo
di s. Pietro, Calisto III e Alessandro l'I, promuovere progressi del-
desiderio di i

de'quali riparlai per le loro famigerate leumane cognizioni nella penisola, crean-
gesta e per lo zelo, in tanti luoghi: come dovi un' accademia reale delle scienze ,

principi temporali furono assai beneme- consagrata come quella che esiste in Fran-

riti della sovranità della s. Sede, inope- cia sotto lo stesso nome, ad uno studio
rocchèCulisto III propria mente diede for- profondo e alla diffusione delle scienze e-

ma alla Marina
pontificia, di che nuo- satte, fisiche e naturali. Questa istituzio-

\amenle Soldato; ed Alessandro


parlai a ne, uella quale si vollero riunire gli uo-

VI, d'alta mente, forse fu ili. "Papa che mini che più meritarono nel loro paese
pose i suoi successori in istato di figurar per lavori scientifici, fu data a presiedere
nel mondo come sovrani temporali e pos- al general Za reo della Valle, comandante
senti. De'Papi e cardinali portoghesi ne in capo il corpo del genio, di cui l'Europa
trattai a Portogallo, altra parte delle couosce lo zelo ardente e illuminato, e i

Spagne, avvertendo che alcuni chiama- molti servizi resiagli ufli/.iali posti sotto

ronospaguuolilaliPapie cardinali. Nella lasua direzione. L'accademia delle scienze


Spagna vi sono io università, cioè in Ma- di Spagna si compose quindi di 3o mem-

drid, Carcellona, Siviglia, Valenza, Gra- bri ordinari e di membri corrispondenti,


nata, Santiago ossia s. Giacomo di Com- di cui un certo numero si scelse fra più i

postella,Salamanca, Vagliadohd, Sara- distinti scienziati esteri delle nazioni prin-

gozza ed Oviedo, a'quali articoli ne feci cipalid'Europa e d'America. Esordi l'ac-


cenno. In tutte s'insegna la filosofia, gli cademia spaglinola col proporre un pre-
sludi preparatori'! eia giurisprudenza. La mio di 6000 reali e una medaglia d'oro
teologia s'insegna ne'seminari conciliari da conferirsi all'autore della miglior me-
e nell'università di Madrid, Vagliadolid, moria sopra gì' insetti che nuocciono in
Saragozza, Siviglia ed Oviedo. La medi- Ispagna all'olivo, alla vite, al carrubo, al
cina solo nelle 7 università. Trovo in u- melo ea'loro L'accademia accordò
frulli.

na statistica deh 85 1, che la totalità de- parimenti per accessit una medaglia d'o-
gli alunni che in tale anno aveano seguito ro. Contami inoltre nella Spagna accade-
il corso sia nell'università, sia negl'istitu- mie regiedi lingue, distoria, di belle arti,
ti d'insegna mento seconda ri o.collegi e se- di medicina, di scienze naturali, stabilite
minari, ascende a 2 1,904: de'quali 45 16 a Madrid e in altre città; il collegio dei
in Madrid, 2907 in Barcellona, 25o5 in nobili, quello di s. Isidoro, e altri stabili-
Vagliadolid, 2453 in Siviglia, 2275 in menti d'istruzione mantengonsi nella ca-
Valenza, 71 lin Granata, 1 45 in Sara-
1 1 pitale del governo e altrove; devonsi alle
gozza,! 4> q in Composlella, i4 in Sa- 1 61 società economiche fondale nelle di-
lamanca, e 81 3 in Oviedo. Seguirono i verseciltà alcune istituzioni perle scienze
corsi di filosofia 12, f)8 1 alunni, nelle fa- esalte e naturali, e tra le altre il semen-
coltà di lettere 5089, nella teologia 486, 1 zaio diSautandcr e il giardiuo delle piaule
SP A S P A 35
esotiche di s. Luoar «li Barrnmeda, Ma il pubblico a veder si curiosa e sontuosa
eziandio ne' incordati miei articoli delle collezione»
città arcivescovili e vescovili Spagna,
ili Il cristianesimo fu nella Spagna intro-
ed anche delle altre di sua monarchia ,
dotto sino dalla sua nascita. L'invasione
non manco di fàrparoladeglistabilimenti de'gotie degli svevi condusse nella regio-
d'ognispecied'insegnamento, di cospicue ne l'arianesimo, che non fu da questi con-
biblioteche e preziosi archivi, ed ancora quistatori abiurato se non verso il 5oo.
de'musei e gabinetti che posseggono. Un Recarono mori l'islamismo, che non tar-
i

museo unico nel suo genere è aperto al dò a confondersi colcristianesimo; gli spa-
pubblico di Madrid. Questo museo, ap- glinoli divenendo insensibilmente in gran
partenente al duca d'Hijar, si compone parte mussulmani, finché lo zelo religio-
della collezione completa de'coslumi dei so di Ferdinando V e d'Isabella I, tro-
quali da più di
4 secoli tutte le regine di vando la falsa religione del sedicente pro-
Spagna sono vestile il giorno della festa feta Maometto stabilita ovunque a Tea-
de'Keo Epifania,quando presentano l'of- no dominato i mori, questi debellati, fe-

ferta di 3 calici d'oro, contenenti oro, in- cero nuovamente trionfare la credenza
censo e mirra, in memoria delle oblazio- cristiana. La religione cattolica tuttora è
ni latte a Gesù Cristo bambino da'ss. Re la sola tollerata in Ispagna, ed il regno li-

A/agi (?'.). Questi vasi sagri sono quindi no ah 85 e al concordato concluso tra
1

donati alle chiese designate dalle regine la s. Sede e la regina regnante, restò di-
stesse. La presentazione si fa dalla regina viso negli arcivescovati di Toledo, Sivi-
nella sua cappella reale, e riceve l'offer- glia,Compostila ossia Santiago, Gra-
te il patriarca dell'Indie. In Ispagna l'uso nata, Burgos, Tarragona, Saragozza e
vuole che in quella festa la regina regnan- Valenza: l'arcivescovatodi Toledo porla
te si vesta interamente a nuovo, e die in il titolo di primate delle Spagne. A Pri-
virtù d' un privilegio che risale a epoca mate parlai de'diversi primati ch'ebbero
immemorabile, tutti gli abiti portati dal- le Spagne, come di Siviglia, di Tarrago-

la sovrana nell'Epifania appartengano di na, ma con dignità personale, di tutta la


pieno diritto alla famiglia ducale d'Hijar, Spagna essendo stato fatto l'arcivescovo
acuì debbono essere rimessi solennemen- di Toledo. L'arcivescovo di Draga è pri-
te. Neh 853 questa ceremonia ebbe luo- mate del Portogallo (A'.), regno indipen-
go a'27 gennaio per la toletta ossia ab- dente dalla Spagna, ma facente parte del-
bigliamento cbela regina Isabella II por- la penisola e delle Spagne. Fero quando
tava nell'Epifania. Si compose il vestiario, l'attualearcivescovo,cardinaI Pietro Pao-
d'una veste di raso bianco con volanti lil- lo de Figueredo di Cimba e Mello, rice-
la, d'un velo di merletto, degli accessori! vè genuflesso l'imposizione della berret-
còme cappello, guanti, fazzoletto ec, e ta cardinalizia dalle mani della regina Ma-
degli abiti di sotto. Fu tiaspoi tato da due ebe quindi pronunziò,
ria II, nel discorso

commissari della corte in una carrozza e riportatone! n.°35 del Giornale di Ro-
reale scortata da un distaccamento d'ala- ma 85 1 1 ,disse queste parole. vEsen te mai
bardieri al palazzo del duca d'Hijar, che sempre d'ambizione, se oggi mi glorio di
secondo l'uso lo ricevè nella sua gran sa- questa dignità, si è per lo splendore e lu-
la, ov'era assiso sotto un baldacchino in stro che ne ridonda alla s. chiesa di Bra-
gran tenuta di luogotenente generale, e ga. Qwesla Fri mate delle Spagne, nel lun-
circondato da tutta la sua famiglia. Indi go novero e splendido de'suoi arcivesco-
il duca immediatamente fece situare il ve- vi, ne conta 4 fregiati della porpora car-

stiario nella magnifica galleria contenen- dinalizia". Inoltre il regno di Spagna ha


te quelli delle altre regine, e poi ammise i seguenti vescovati, sulfraganei de'sud-
36 SPA SPA
delti metropolitani; le variai ioni avvenu- norilìcenlissima per le prerogative che
tedopo licitalo concordato, Ir unióni, le i i unisce di cappellano maggiore della le-
nuove erezioni, la circoscrizione di dioce- gia cappella, di vicario generale de'reali
si e assegnazioni de'suffraganei, lo stabi- eserciti, i ."elemosiniere, gran cancelliere
limento e trasferimento d'alcune sedi in degli ordini di Carlo III e d'Isabella la
altri luoghi,le dirò parlando di esso in Cattolica. Alla serie che ne formai nel ci-

line. Albarazin, Almeria, Aslorga, A' tato articolo, aggiunsi a Patriarca Posa-
Badajoz, Barbaslro, Barcellona , eia fido nel 1847;
P ei sua morte qui ag-
vita, "

Cadice, Calahorra e Calzatiti, Carlagc- giungo l'odierno mg. Tommaso Iglesias- r

ii a, Città Rodrigo, Cordova, Caria, Cucii- y-Barcones di Villafranca di Vierzo, già


ca,Girona,GuadixJIuesca,Jaca,Jaen, cantore e dignità di quell'abbazia, indi
Iviza ovvero lvica, Lerida, Lago, Ma- preconizzalonel concistoro de'20 maggio
forca, Malaga, Minoica, Mondonedo, ">o vescovo di Mondonedo, ed in quel-
j 8
Orcn se, Ori lincia Osnia, Valencia, Pani'
t
lode'sysettembrei 8 5? patriarca dell'in-
piotiti, Placencia, Salamanca, Sanlan- die occidentali, quindi gli fu conferita la
der, Scgoi ve, Segovia, Siguenza, Solso- carica di vicario generale dell'armala e
na,Tarazona, Temei, Torlosa, Tudela, della flotta, e come delegalo apostolico
Tuy, Urgfl, f 'alladolid ovvero Vaglia- esercita la giurisdizione ordinaria sopra
doliti, Fieli, Zamora. Vi sono purei ve- toltele truppe spagnuole. Nei vol.XLVT,
scovati già esenti di Leon e di Oviedo, e j>. 83, riportai il uoverode'monasleri con-
siccome erano immediatameute sospetti c\±loi\al\ nutliitsdiorccsiscWeiaiìo restati
alias. Sede, pel concordalo hanno cessa- nella Spagna. Degli ordini religiosi d'am-
to di esserlo. Tutte le ricordate sedi ar- bo i sessi nella medesima istituiti o in essa
civescovili e vescovili, avendo articoli in intiodotli, ed ove tanto immensamente
questa mia opera, in essi descrissi anco- fiorirono per santità di \ita, virtù e pro-
ra le notizie storielle, civili ed ecclesiasti- fondo sapeie,a lutti i loro articoli ne trat-
che d'ognuna, compendiosamente e iu- to, rilevando ancora le particolari congre-
sieme a'concilii in essi celebrati. Inoltre gazioni o provincie di Spagna. Alcuni ge-
appartengono alla monarchia seguenti i nerali regolari e indicati nel voi. XX VI, p.
vescovati earcivescovati, ne'quali artico- I35 e altrove, erano grandi di Spagna e
li pure tenni l'accennato sistema descrit- ne godevano le prerogative. Per fatalità
tivo. Neil' A fiicaoOcea no Atlantico, Celi- del regno, le deplorabili rivoluzioni sop-
la un'ila a Cadice dal concordato, ma con pressero i monasteri e i conventi, i reli-
vescovo ausiliare, Canarie (anche l'isole ben a ragione compian-
giosi e religiose,
Canarie hanno l'articolo), e s. Cristo/o- ti e deplorati dai buoni spaglinoli. Tale

rode Laguna nell'isola Teneriffe,dal con- misura portò uua ferita gravissima agli
cordato unito a Canarie, ma con vescovo ordini del clero cattolico, depauperalo e
ausiliare. Nell'Asia, o come vogliono alili vilipeso, già sì florido e illustre in Ispa-
geografi nell' Oceania, l'isole Filippine gna.Peraveiei] celebre ab. GaetanoCen-
(/'.) hanno i Caco res, Nome
vescovati di ui pubblicato in liomn nel J^i: De an- 1

di Gesii, Segovia Nuova, e l'arci vescova- tiauitale Ecclesiae Hìspanae disserlalio-


todi A/rtm7<j, enei iparlai a Oceani a. Nel- nes in iluos tomos distribulae. Iis prat-
l'America meridionale vi sono i vescova- ili codex vele rum e a nomini Eccle-
itlilur
ti di s. Cristoforo de Avana, Portorico, siae Hispanae, quoti illustra tur antiqui*
e l'arcivescovato di s. Giacomo di Cuba. tas Ecclesiae praeser Lun occidenlalis j a-
Finalmente vi è nella Spagna patriarca
il cremenle gli fu risposto colla seguente o-
ileìV Indie occidentali, nel quale artico- pera,di cui rende ragione il Giornale dei
lo la dichiarai dignità senza chiesa, mao- letterati Cli Roma del i?53. f'indiciae
SI» A S P A 37
anliquUatum monasticarum ilispaniac 1S17 vi fu istituito il vicariato aposto-
tldversu* Cajttuniun Ctnnium, opera et lico. In Alatimi presso il sovrano risiede
tliulio il. Gabrielis M. Scurinullii abba- 110 prelato arci vescovo/// puntini, in qua-
tisss. FloraeelLuc.llaeord. s. Benedirti lità ili nunzio apostolico della s. Sede, ed

congregalionis eassinensìs, Anelli i 753. ha giurisdizione su quella chiesa degl'i-


La Spagnaeisuoi monarchifuronograu- taliani, di proprietà della s. Sede, in uno
demente benemeriti della propagazione all'ospedale e al palazzo ilei nunzio, e di
della fede, con fondazione di vescovati,o- tutto feci cenno (*>.?, XLI,p.
ne' voi. VI, p.
spizi e collegi Deli' A merica, nelle isole Ca- i i i.Iuljarcellona un console genera-
vi è
narie, nelle isole Filippine, ed in altre re* le pontifìcio residente,ed in Cadice e Va-
gioni. Fu già la Spagna tanto cattolica e lenza vi sono altri consoli residenti. Ad i-

zelante della purità della fede, che la dif- stanzadiCai 177 iClementeXI V
Ioli I, nel

fuseancora nelle missioni; e la pietà e mu- con brevede'26 marzo, gli compartì l'au
nificenza regia manteneva quelle delThi- torizzazione di creare una rota di giudici
bet e permetteva le questue uel Messico spagnuoli in Madrid, riservando al nunzio
desliuatea tovveoire quella cristianità. la pontificio la giurisdizione contenziosa ,on«
Madrid ebbero collegi gì' irlandesi e
vi ile fu chiamato il tribunale delia rota del-
gl'inglesi, e nel suburbano era vi un ospi- la nunziatura apostolica di Madrid, e ven-
zio addetto a' minori francescani per le ne formata di G giudici per sbrigare gli
comunicazioni delle missioni. In Vaglia- affari ecclesiastici della Spagna. Quindi

dolid vi ebbero collegi gl'inglesi, gli scoz- Carlo IV domandò e ottenne da Pio VII
zesi e gl'irlandesi. In Siviglia ne esisteva la facoltà di aumentare tale tribunale di
pure per gl'inglesi, iuSalamanca per gl'ir- due altri giudici, acciò si componesse di
landesi, cos'i a Composlella per gl'irlan- 8, come
legge nel breve Justitiae fa-
si

desi,! quali l'ebbero inoltre ad Alcali» di cilìus retinendae, de'23 dicembre 800, 1

Henares. Gli alunni di tutti questicollegi Bull. Rom. coni, t.i 1, p. 97, col quale
divenivano ministri e operai apostolici il Papa creò per giudici i due ecclesiastici
per le loro regioni. Il p. Antonio Linaz nominati dal re, cioè de llobles arcidia-
mi noie osservante, prefetto delle missioni cono della cattedrale di Toledo, e de Al •

del suo ordine nelle Indie occidentali, do- dama canonico di quella di Cordova. Ma
po aver eretti in collegi di missioni alcu- adonta di questa concessione, narra l' Ai-
ni conventi ne'dominii del re di Spagna, tami nella Storia di Pio F/f, t.
1 7,
r , cap.
per educare i religiosi da impiegarsi nel- the a'g ottobre 1801 il cav. Vai-gas mi-
la conversione de'popoli, neottenne l'ap- nistro di Spagna in Roma domandò al Pa-
provazione dalla congregazione di pro- pa: Che
nunzio non avesse alcuna giu-
il

paganda//^. Se ne conoscono 3: uno era risdizione contenziosa in Madrid, e l'au-


nel convento delloSpiritosantodel Mon- torità sugli ordini regolari, e che la sua
te nella diocesi di Valenza, altroin Eslre- rappresentanza si limitasse agli odici di
madura nel convento della Madonna de- un semplice ambasciatore di sua Santità
gli Angeli, altro di s. Michele d' Escor- come principe temporale, oda quelli d'un
naboa nella diocesi di Tarragona.Ma per legato del primato e del capo della Chie-
le ultime funeste vicende, anche que're- sa, inviato in [spagna, perchè la sua pre-
Jigiosi dovettero fuggire e si salvarono senza vi significasse la comunione della
miracolosamente in Italia) La famosa Gi- chiesa spagnuolacol centro dell'unità, che
bilterra, che descrissi nel voi. XXXV, p. è la chiesaromana. Che il Papa Dominai
i 63, dopo ceduta dallaSpagna all'Inghil- se un prelato spagnuolo, proposto dal re,
terra, continuava a dipendere nello spi- e che a lui, unito al tribunale della rota,
rituale dal vescovo di Cadice, finché nel si attribuisse la giurisdizione coulenzio*
33 S P A S P A
sa indipendenlementedal nunzio. Clicnei que altra maniera di considerare le cose
giudizi si tenessero le forme e l'ordine è contraria alla disciplina ecclesiastica, ed
che sono in vigore ne' tribunali ordinari, assurda per se stessa. Per riguardo alla
Dappoiché asseriva il ministro, che un nomina del prelato spagnuolo, ove la si

giudice nazionale conosce la patria legis- concedesse, bisognerebbe che Papa a-


il

(azione, i costumi, il merito, le opinioni del vesse in Madrid due legati: uno di no*
litigante, del colpevole, de'testimoni. Un me, assolutamente senza pio, l'altro ef-
giudice straniero deve associarsi ad un u- l'etti vo, ma straniero. Sua Santità potrelv

ditore spaglinolo, e quindi almeno indi- be levare al suo ministro le facoltà che
rettamente rinunzia alla sua autorità. E gli spettano? Non si ravvisa la sconvenien-
potrebbe egli, aiutalo ancora da questo za di un tale sistema? Non si vede 1' e-

uditore, sentenziare come lo farebbe un ridente lesione de'diritti della s. Sedei! lì


corpo nazionale , le cui cognizioni sono per rispetto all' introduzione ne' giudizi
tanto estese? Pio VII affidò l'alfa re al car- ecclesiastici della pratica e delle forme u-
9
dinal Consalvi segretario di stato, il qua- sate ne tribuna li spagnuoli, se trattasi di

le die quella risposta che testualmente ri- discutere punti importanti, si sa essere

porta egiustamente loda l'Artaud. In so- stati dal diritto canonico trasportati nei
slanzaegliconclu-e.Senzaportarcia tempi tribunali civili molli modi di facilità per
troppo lontani, si ponno porre innanzi dettare i giudizi e per renderli più uti-

al relè ordinanze concernenti il tribunale li. Inoltre le cause ecclesiastiche sono di


della nunziatura pubblicate in Madrid nel un'indole ben diversa da quella delle ci-
1G40 e 1 64 1 col consenso di Filippo IV, vili. E che giammai
la sloria c'insegna,

che confermò d'accordo con Urbano


le giudici civilinon hanno meritato tanti e-
VIII. Fu in appresso sottoscritto un con- Iogi,se non allorquando hanno essi adot-

cordato a' 17 giugnoiyiy fra Clemente tate ne'loro giudizi le forme dei giudizi

XI e Filippo V, in conseguenza del qua- religiosi. Sua Santità non dubita punto

le il nunzio fu reintegrato in tulli suoi i che la pietà del re non accolga queste ra-
dirilti e uffici. Un 2. ° concordalo sotto- gioni e desidera che le cose restino al
;

scritto nel 1737, confermò le medesime punto nel quale si sono lasciate da'suoi
disposizioni. Finalmente Clemente XIV antecessori. Già il ministro avea ricevu-
creò una rota di giudici spagnuoli, riser- to un altro rifiuto alla domanda chei ve-
vando al nunzio la giurisdizione conleu- scovi avessero il ditittodi decretare su tot»

ziosa. I Papi aver fatto innumei abili sa- te le dispense relative a'matrimoni, sulle
grifizi per soddisfare alle domande de're sccolarizzaz'oni, sugl'indulti d'oratorio,
di Spagna, e ad essi furono fatte più con- ec. ; ad onta che la Spagna in virtù dei

cessioni che ad alcun' altra potenza. La concordati del 1 753 edel 780 avea gua-
1

sovranità del Papa non essere che secon- rentiti tulli i diritti della s. Sede. Se il

claria, a confronto del suo sommo apo- Papa avesse conceduti alla Spagna tali

stolato : il Papa non può aver che min- diritti, sarebbe stalo costretto accordarli
zi; questo è il titolo che appartiene a'suoi poi a tutta l'Europa, li ceutro dell'uuio-
ambasciatori. E questo carattere è quel- ne, pel bene della religioue cattolica, non
lo che loro fa ottenere ili. "grado. I Papi dee permettere che si distruggano i di-

faanno sempre invialo legati o nunzi, col ritti Se gli altri dispensas-
della Chiesa.
1
r tal e oggetto di vegliare sugl'interessi dei sero, lai.' autorità non si troverebbe con-
caltolici lontani dalla s. Sede, e non bau- centrata nel solo Papa. Nella rivoluzio-
no giammai avuto l'idea di credere pei ciò ne fu poi dislru Ito anche il tribù naie dell. 1

di mostrare parità di comunione tra la rota di Madrid; indi con decreto speciale
chiesa romana e le allre chiese. Qualuu- della regina Isabella II neh 844 ' u iia ~
S I A S P A 3y
petto, e siccome dejure n'è il presidente tatODell83ldal re Ferdinando VII a Gre-
il nunzio apostolico, e questi allora non gorio XVI che lo confermò, morto di re-
essendovi, a Gregorio XVI spettò la no- cente decano della rota. Per la corona di
mina d'un interino vicegerente, quindi il Castiglia, la regnante regina presentò al
tribunale nel loglio ><S47 venne formal- Pontefice Pio IX l'uditore attuale: quindi
mente ristabilito. Quanto a' prelati / di- apprendodal n. y5del GiornalediRonid
tori della romana rota, e al privilegio di del 8 ">3,ehed Papa con biglietti disegre-
1

nominarvi duespagnuoli il re di Spagna, tena di sta tosi è benigna mente degna lo di


cioè uno nazionale de'regui di Castiglia, nominare suo prelato domestico d. Ema-
e l'altro de'regni d'Aragona, riferisce il nuele Uodi'iguez-y-Sauchcz canonico del-
Bernini, Il tribuna le. della s. Rota romana la metropolitana di Granala, della diocesi
p. 5o. » In quest' ultimo il cardinal De di Malaga, e di destinarlo quindi in u-
Luca, dir. Rotti, disc. 3?., n.° 17, am- dilore della sagra rota romana per il re-
mette l'alternativa da eleggersi sempre gno di Castiglia. Inoltre in Roma la Spa-
da're di Spagna, ordinatamente da tutti gna pe'suoi regni avea un cardinal Pro-
li 3 regni e slati d' Aragona, Valenza e tettore, che Morcelli chiamò Regnorum
Catalogna. Ria il saragozzano Saia via so- Hispanicorum in Urbe Patronusj e tut-
stenendo ie ragioni della sua Aragona, ri- tora essa tiene presso la santa Sede ora un
solutamente impugna tale alternativa, e ambasciatore, ora un ministro, edal pre-
dice: » Circa liispanosnotanduin est cum sente un inviato straordinario e ministro
IWaudosio quod unus ex Castella, et u- plenipotenziario di Residenza {t7 .). Nel
nus ex regno Aragonum desumi tur. Et voi. 1, p. "òoi parlai della lite insorta sul-
observa quod non dix.it ex regn'iSj sed
,
la precedenza nelle cappelle pontificie tra
ex regno, nec est necessarium, ut una vice gli ambasciatori di Castiglia e d'Aragona,

ex provincia Valenliae, Calhaloniae al- e ai 1 .° fu data la preminenza. Feci pure


tera vice, et Aragoniae altera vicedesu- ricordo della controversia nata nel conci-
inalur, quia supremus regni aragonum lio di TrentOjSiilla precedenza, tra l'amba-
senatus, me ab ilio ioauditorem sacrae sciatore di Spagna e quello di Francia, in
Iiotae primo gradu, et nemine ex Do- favore del quale fu risoluta. A Poste pon-
minis discrepante, semel, et iterum regi tificie dissi di quelle che Piomaavea-
in
nostro proposilo de anno 162 3 censuit, no gli ambasciatori di Spagna, per le par-
eum posse elegi, qui ex regni s arago-
sit ticolari loro lettere, nel decoroso palaz-
num, non inibito respectu ad alternali- zo proprio della legazione spagnuola, che
r
vani, quod felici electioni maxime esset die il nome
Piazza di Spagna (I .).
alla
nocibile, quia coarctarelur ad pauciores, In Civitavecchia la Spagna tiene un con-
et casus esset contingibilis, ut praestan- sole residente, ed in alili luoghi dello sla-
tiorad illud tribunal reperiretur in uno to pontificio vice-consoli. Per lo studio
regno, tali vice, qua regnum illud esset delle belle arti , la Spagna mantiene iu
exclusum." Due sono gli uditori di ro- Roma degli spagnuoli a tale effetto pen-
ta in Roma per la Spagna, uno cioè pei sionati e prò vigiona ti. Narra il Nibby, Ro-
regni della corona di Castiglia, l'altro per ma nell'anno i838, che d. Ferdinando
quelli dellacorona d'Aragona, quali con- i Preziado in una sua lettera stampata fra
tinuarono ad essere nominati e presen- le pittoriche, ricorda uno stabilimento di-
tali dal re al Papa che li conferma, do- retto a far rifiorire le belle arti in quel-
po l'unionedelle due corone sotto un so- le partidove si vedevano smarrite. Ag-
lomonarca. L'ultimo uditore di rota per giunge quindi che l'accademia reale di
r
l'Aragona fu mg. Pietro Giuseppe d'A- s. Ferdinando in Madrid, che ideò Fi-
vella- y-Navarro di Barcellona, pieseu- lippo V ed eresse e dolo il iìglio Ferdi-
4<) STA SFA
nando Vi, mandava a studiare in Roma Sposalizio, 3. la Visitazionedella B. Ver-
•vari giovaci di spinto pensionali. Que- gine, tutte grandi come lo fola 4-' del-
sti (in da principio si sceglievano a loro la colossale figura di Giacomo seden-
s.

talento il maestro; aveano però lutti, con- te col burdone e un libro; altri 4 d'u-
forme dice il Preziado,uu direttole incari- ni l'or ine la teral mente esprime-
grandezza
cato di rivedere e osservare le opere loro. vano altrettanti miracoli del s. Apostolo,
Il Rollali chiamò questa unione di giova- con contorni e bordure; la q." lappi esen-
ni Accademia di Spagna; Lanzi segui la tava Gesù in croce, colla B. Vergine e
stessa sentenza, e di più asseù che fu (on- s. Giovanni; la 10/ il Salvatore. Altre pit-

data du'due re ricordali; però in segui- ture portavano l'elligie de'pellegrini spa-
to su tal puntosi disdisse. In lutto la Spa- glinoli genuflessi, vestiti con costume na-
gna non ha in Roma un' accademia [uo- zionale, il che conferma l'alloggio che ivi
pi iamenle, come sarebbe quella di Fran- prendevano nella loro venuta in Roma,
cia, ma in essa tiene alquanti giovani prò- e chevi aveano la loro confraternita. Il

vigionati che si occupano in perfezionar* Cancellieri nelle Notizie isloriche di s.

si nelle 3 arti del disegno, diletti ne'loro Tommaso degli spagnuoli o della Ca-
sludi da mi artista di bella fama e con- tena , delta poi dei ss. Gio. e Petronio

nazionale, col nome di direttore de'regi de bolognesi situata incontro a un fian-


',

pensionali in Roma. Quivi da tempo an- co del palazzo Farnese in Roma , nella
tichissimo la Spagna possiede chiese na- strada chiamata del Mascherone, riferi-

zionali, ospizi, ospedali, benefici stabi- sce. Che il Signorile nel mss. delle Cine-
limenti, die sono monumenti della pietà se di Roma dedicato a Martino V, no-
spaglinola. Già nel secolo XI gli spaglino- mina Ecclesiarii s. Thomaede Hispanis;
li aveano la chiesa e ospizio di s. Gia- ed anche Martinelli, Romasacra, lo chia-

como pei pellegrini che si recavano per- ma S. Thomae delti spagnoli in regio-
la visita de' santuari in Roma, presso e ne Areolae seu Arenulae o Regola; come
contiguo al Colosseo, ue'cui archi si (or- pure il Ciampiui, De Vice- cancellano,
mavano i corridori dell'ospedale, luoghi et de ecclesiis s. Lanrentio in Damaso
governali dal propi io sodalizio di Saucta deservie.ntibus j e così il Bovio, La pie-
Sancto/ tuli, il quale n'era divenuto pro- là nella chiesa di s. Lorenzo in Dama-
la denominazione e pro-
prietario, e sotto so, e di little le sue chiese figliali , tale
tezione diS.Giacomo apostolo delle Spa- essendo questa di s. Tommaso della Ca-
gne; nella chiesa aveano luogo solenni tena. Fu così chiamata perchè vi era una
(unzioni, coli' intervento del magistrato compagnia, di cui fratelli si disciplina-
i

e popolo romano, ed ivi il nuovo Papa vano con una catena di ferro, e derivata
assumeva gli abiti pontificali per recar probabilmente dalle primitive confrater-
si processionalmente alla basilica Late- nite de'battuti o flagellanti. La chiesa era
ranense per prenderne possesso, e poi parrocchiale antica, e nel giovedì santo
tornava a deporti. Vi si portava ancora soleva rappresentare il s.SepoIcrocustodi-
per alile festività, e indossati con solen- to da uomini vestili che pei
da soldati,
nità gl'indumenti pontificali, passava in la loro singolarità attiravano un gran nu-
detta basilica; e di tulio ne parlai nel voi. mero di spettatori. Gregorio XIII sop-
LX11, p. r-2. La chiesa fu atterrata nei pressela parrocchia, eda S.Giovanni del-
sooi avanzi nel 18 i5,dopo essere slate lu- l' Ospeda le de' he ufi a lelli, nel 1 58 vi tra- 1

cidale e delineale conio disegni le mi- sporlo la patria confraternita de'bologue-


gliori tra le Mie importanti e auliche pit- si, i quali dedicarono la chiesa a'Ioro santi
ture che Torna vano, delGiotto e sua scuo- protettoli e la rifabbricarono. Da questi
la. 1. "La Presentazione al Tempio, 2.°lo cenni e da alcuni documenti pubblicati
1

SPA SPA 4
da Cancellieri, si rileva che la chiesa di de re con 1 cappellani; e per l'amorevole
1

s. Tommaso eia della nazioue spagnuo- vigilanza che preslava al contiguo ospe-
laanticamente, e che già esisteva ne'pi imi dale. Il sodalizio fu istituito senza vesti-
anni del secolo XV. Il Piazza, Eusevo- re il 579, con approvazione di
sacco ucl 1

iogio romano, trai, 2, cap. 9: dello spe- Gregorio XI II, che gli concesse molte gra-
da le dis. Giacomo degli spaglinoli a piaz- zie e indulgenze. Ehhe per fini principali,

za Navona, racconta che nell'anno santo l'esercitarsi in diverse opere di carila, nel-
i45o fu eretto in Roma tale ospedale a la visita de'connazionali spagnuoli infer-
benefìzio della nazione spagnuola, dad. mi, ed anche quelli che fossero carcerati
Alfonso de Paradinas, vescovo di Città per giovarli in tutti modi, non che soc- i

Rodrigo, il quale con generosa pietà fece correndo gli altri spagnuoli bisognosi ,an - a

edificare la chiesa e lo spedale, a mbedue corchè sani e liheri, e distribuendo doli


con regia magnificenza e splendore; ed alle zitelle nazionali, in esecuzione di pii

ordinò che nell'ospedale fossero ricevu- legati. Che due volte all'anno, con son-
ti lutti poveri pellegrini de'reami di Spa-
i tuoso apparato, facevano l'esposizione del
gna, quali per
i la loro divozione a s. Pie- ss.Sacramento per 4o »' e e(b quando i

tro, dal cui zelo riconoscevano l'introdu- in quando, massime negli anni sauli, so-
zione della fede, venivano in Roma a ve- leva fare nella mattina di Pasqua di Ri-
nerarne sagri Elimina e gli altri luoghi
i surrezione, prima dell'aurora, una ma-
santi, ovvero ancora per qualche interes- gnifica processione col ss. Sagramento se-
se e aliare colla s. Sede; e che loro fos- condo l'uso di Spagna, con grande e su-
sedato cortese alloggio e vitto almeno per perbo apparato, fuochi artificiali, esplo-
3 giorni o più, tanto agli uomini che alle sioni di artiglierie, musica strumentale,
donne. Che neh' ospedale si ricevevano archi, altari, e molte altre misteriose di-
ancora i poveri infermi o feriti nazionali mostrazioni d'allegrezza. Immenso era il

(propriamente appai tenenti alla corona concorso per propinqua e vastissimala

di Castiglia) fino alla loro guarigione; es- Piazza Navona (A'.), intorno alla qua-
sendo corredato di tutto l'occorrente, con lesi faceva la processione, particolarmen-
propri medici, chirurghi e infermieri; a- te di pellegrini, essendo riuscita memo-
vendone cura, come dell'amministrazio- rabile la pompa del 1675 veduta dal Piaz-
ne de' beni, e dell'ufììziatura della chie- za. Dice pure, che per pio legato, nella
sa, la propria confraternita nazionale. In chiesa si celebravano divini uffizi con i

quest'ospedale alloggiò s. Ignazio fonda- eccellente musica ne'giorni festivi, e molto


tore della compagnia di Gesù, quaudoan- più ne'solenni della ss. Concezione e del-
cora secolare venne lai/ volta in Roma, l'Assunta, di s. Giacomo e della traslazio-
ad onta che riconosciuto per quel cava- ne del suo corpo in (spagna, dis. ldelfou-

liere ch'egli era, i nobili spagnuoli di- so, di s. Ermenegildo e di altri santi na-

moranti in Roma facessero ogni industria zionali. Il Panciroli, Tesori nascosti p.


per portarlo alle loro case; ina egli per 322, parla della chiesa e dell' ospedale
umiltà volle restare fi a'poveri. Il mede- di s. Giacomo iti Navona, e che il fon-
simo Piazza, tratt. 8, cap.i3, della Hi- datore l'intitolò à s. Giacomo protettore
sia lezione degli spagnuoli a piazza Na- della Spagna e a s. Idelfonso vescovo di
voiìit, tratta della confraternita naziona- Toledo, perciò ne celebrava la festa a 2 <

le delia ss. Risurrezione di Gesù Cristo luglio e a'?.3 gennaio. Martinelli citati,,
nella chiesa di s. Giacomo, avente perciò convenendo sull'erezione della chiesa del

per insegna il Salvatore che risorto esce vescovo Paradinas, riportandone la la-
• lai sepolcro, lodandone la pietà e lo ze- pide in veisi che lo dichiara, insieme .1

lo pel cullo divino che vi luceva nsplen- quella ci 1 Pietro Giacomo prete toletano
4? SP A S P A
dottissimo clie neh j8i lasciò erede la chie- storie superiori nella volta sono diBal-
sa aggiunge: tuoi ab Alessandro fi in dassare Croce, come anche le storie di

praesenlemformam acdifìcatam -.pulchris fuori sopra la cappella e Antonio di il s.

sacelli* conspicuum, et ab litspanica na- Padova. Nella cappella chesegue,i 4 santi


tione maxima religione cuftum. 11 Venuti, e altre figure ne'lali e sul quadro, sono
Jloma moderna p. Gì 2, descrivendo le di Nebbia. Nel penultimo altare le sta-

chiese del rione s. Eustachio, dicendo di tue della B. Vergine, Gesìi e s. Anna,
oliera de'ss. Giaconioe Idelfonso, la cre- le scolpì in marmo Tommaso Boscoli. Le
de edificata òn un d. Alfonso infante di pitture e stucchi nell'ultima cappella so-
Casliglia,epoi riedificato dal vescovo Pa- no di Giulio Piacentino. Il ss. Crocefis-
radiosi che fu seguito dal Vasi, nel-
(in so, colla B. Vergine e s. Giovanni nel-
l'Itinerario di lìoma), fondatore dell'o- l'altare maggiore, è opera assai lodata di
spedale con rendile, il quale e l'entrate Girolamo Sicciolanle da Sermoueta, ed
furono poi accresciute da vari benefatto- i laterali d'Onofrio d'Avellino, secondo
ii, come dal prelato Costantino Caslillo Vasi. La cappella di s. Giacomo dall'al-

votatile di segnatura (il Fanucci nell'O- tra parte della chiesa , col deposito del

pere pie di Roma, lo dice referendario cardinal Alberense, è architettura di An-


delle due segnature neh567 e decano del- tonio da San Gallo; s. Giacomo fu scol-

la chiesi dì Cueuca) che lasciò molte iloti pito in marmocon garbo e franchezza
per distribuirsi nella festa dell' Assunta dal Sansovino ancor giovane; le pitture
(i4 dice Fanucci), non che dal Fonseca laterali, in pessimo stato, sono di Pelle-

e da altri ricordati da Fanucci, che stabi- grino di Modena. Qui aggiungerò col Va-
lirono doli per le nazionali zitelle, e in si: il quadro della seguente cappella è di

loro mancanza borgognone, o tede-


alle Francesco Preziado spaglinolo. La con-
sche, o fiamminghe, ec. Nel 666 Fran- i tigua cappella di s. Diego è architettura
cesco Yides Navarro, come si legge nel di Flaminio Ponzio, cogli stucchi d'Am-
suo deposito vicino alla porta grande, la- brogio milanese: il quadro principale del

sciò alla chiesa la sua pingue eredità, per- santo, con altre pitture a fresco dalla cor-
chè in ogni sabato si cantassero le lilanie nice in su, è d' Annibale Caiacci, le al-

da' numerosi cappellani, dimoranti nel- tre di Francesco Albani e Domenico di

l'annesse abitazioni, e in tutte le feste si Zampieri ossia Domenichino, fatte coi


facesse buona musica.Fanucci ripor- Il cartoni del loro maestro Carocci. Marcel-
ta che Alessandro VI restaurò, ampliò lo Venusti dipinse egregiamente nell'ul-
ed abbellì la chiesa con marmi diversi, tima cappella il quadro de' ss. Michele

onde in più luoghi furono scolpile le sue e Giacomo. La volta della sagrestia fu
armi. Benefattore insigne dell'ospedale dipinta da! Fonlebuoni. Vicino alla sa-
fu pure lo spuguuolo cardinal Bartolomeo grestia è il deposito tenuto in mollo conto
r
della Cueva, che divenne il i. "protettore dagl'in tendenti, di nig. Montoja, col bu-
dell'ospedale de'pazzi fondato in lìoma sto scolpilo da Bernini, di cui sono due
dalla pietà d'alcuni spaglinoli e da s. I- eccellenti teste iu sagrestia, rappresentan-

goazio, comedissi nel voi. XL1X, p. 3o2. ti due anime, una beata, l'altra danna-
Foco come Venuti descrisse la chiesa. Il ta. IlCancellieri, // Mercato, il lago, il
a
quadro dell'Assunta nella i. cappella a circo Agonale o piazza Navona, riunì
deslia co'4 santini a iati, è di Francesco di diverse erudizioni riguardanti la chiesa,

Città di Castello; la volta la dipinse Pierin casa e sodalizio di s. Giacomo, sulla fe-

del \ aga.La Risurrezione del Signore nel* sta introdotta nel 1079 all'aurora per
hi contigua cappella a olio, colle figure Pasqua, in quali modi celebrala per di-
laterali u fresco, è di Cesare Nebbia; l'i- mostrare la risurrezione del òiguore, e
e

SPA SI» A 43
il suo trionfo vincendo morte, portati-
la ragonesi,majorcluni, catalani, valenzia-
dosi il ss. Sngiamento, etl incontro l'ini* ni e snidi, a s. Maria di MÓtuèrratOj
niagine della B. Vergine riccamente or- e nel tralt. 8, cap. 1 G, (Itila Madonna di
nata, per memoria che a lui subito ap* Monserralo degli aragonesi, ma/orchi-
parve il risorto Figlio; la descrizione delle ni, catalani, valcnziani e. sardi, dichia-
processioni dehG'io, 1
G7 *"*
e 1734. con ra.Nel 1 35odue piedonne.C.iaconia Fer-
maechine, archi, torri., cori di musici e nandez di Barcellona ne! principato di Ca-
fuochi arlilìziali; un elenco di relazioni talogna, e Margherita di Majorca, unite
e descrizioni stampate di tali solennità, le loro facoltà, fondarono l'ospedale per
di due edizioni degli statuti dell'arcicon- benefìcio non solo de'pellegrini, ma de-
fraternità nazionale; ricordando le feste gl'infermi sudditi della corona d'Arago-
ancora falle dagli spagnuoli della chiesa, na, con separati ospizi per uomini e gli

per l'espugnazione di Granatagli Piaz- per le donne, cioè luogo


l'istituirono nel
za Nai'ona, e per l'esaltazione d' Inno- vicino ulla chiesa detta del Pozzo bian-
cenzo X, per avere dirimpetto il palaz- co, ove poi fu eretta la sontuosa chiesa,
zo; che più volle Giacomo III re d'In- de' Filippini (f^.). Neil 47 5 riunitesi alla
ghilterva colla famiglia reale furono a go- corona di Casliglia, quelle d'Aragona e
dere il lago, dalla loggia della casa con- Valenza, ed il principato di Catalogna,
tigua, sotto baldacchino e servili di rio- gli spaglinoli di Roma di comun accor-
freschi dal cardinalAcquavi va. Ne'primi do stabilirono d'onorare la Madonna di
anni del secolo corrente erano ancora a- Monserralo colla nobile fabbrica dell'e-
pei li l'ospedalee la chiesa; ma questa mi- sistente chiesa, nel cui sito ve n'era altra
cacciando rovina fu puntellata e abbati- di s. Andrea già diroccala. Quivi eressero
donala, e l'ospedale trasferito e riunito o trasferirono l'ospedale nazionale pe'pel-
aquellodi Monserrato,di cui vado a par- Iegrini di detti regni.ospitandoli non meno
lare, e dove fu trasportato tutto il pie- di tra giorni, e facendoli
curare se infermi.
zioso e il meglio ch'era in questa magni- Il Valentino Alessandro VI, per onori-
fica chiesa, ricca di tante stupende ope- le la sua nazione, die l'impulso e la fa-
re d'arte che ora ammiratisi nella nobi- colla d'erigere la confraternita nazionale,
lissima di Monserralo. Per decoro della che ha per insegna la detta lì. Vergine
piissima nazione spagnuola, voglia Iddio e non veste sacchi. Qui il Piazza non è
ispirare nel cuore della sovrana chete- chiaro, imperocché dice che la compa-
gna, o in quello di alcuno de' molli re- guia prima fu composta di di verse nazioni
ligiosi e generosi spagnuoli, d'impedire spagnuole, comprese sotlo i regni della
che perisca del tolto un monumento cosi corona Aragona, Valenza e
di Casliglia,
rinomato e sotlo l'invocazione dell'A pò- Catalogna, unendovi poi ancora quelli
itolo del le Spagne, ch'era una gloria della del regno di Sardegna, dopo il filale sae-
callolicaSpagna nella metropoli del cri- co di Roma del 52 7, in cui perderono il
1

slianesimo, e dove furono tumulati tanti loro spedale che a veano a PortaSettimia-
illustri nazionali, con ridonarlo in parte na e che emulando il fervore religioso
;

al »uo antico splendore e culto. Questo delle altre nazioni in Roma» comprò un
lispletide nell'altra chiesa nazionale spa- sito a Coite Savella (tribunale e carceri
giuiola in l'ioma di s. Maria di Mouser- del Maresciallo) nel rione Regola evi lab-
rato nel rione Regola, con contiguo ospe- bri cu una piccola chiesa, che poi colle loro
dale, fondalo per gl'infermi e pellegrini pie industrie successivamente resero ma-
nazionali della corona d'Aragona. 11 ri- gnilica e propria della generosa nazione
cordalo Piazza nell'/-usri'o/o£/0,tratt. •>., spagnuola, e in onore della Madonna di
pan. 1 J, dell'ospedale degli spagnuoli, a< Muuaerrulo. Ed acciocché cuuLuao
I'uòsc
44 SP A Sl'A
e perpetuo il cu Ito di vi no, desti ria ronoi 2 facendo al loia laSardegiia parte del la ino>
sacerdoti della stessa nazione per uflìziai la marchia di Spagna. Tuttavia non è di que-
con opportuni statuti e regole. La con- stoavviso né Fanucci,che riferisce per tal
fraternità prese cura della chiesa e del- catastrofe averlo i sardi abbandonato; né
l'ospedale, ch'ebberonon pochi beiiefallo- il Bovio, nel descrivere a p. 1 46 la chiesa
ri nazionali e pingui legati, e Carlo V nel di s. Andrea di Domogiani dell' A ncelld
i5i(i con diploma dato in Brusselles ai di Dio, e detta pures. Andrea de'Naza-
3 ottobre, gli assegnò sulla tesoreria del
i reni, eh' è la sunimeutovata chiesa di s.
regno di Napoli, l'annua rendita perpe- Andrea, e figliale della basilica di s. Lo-
tua di 5oo ducati. La principale festa del- renzoin Darnuso, chesorgevapressoCorle
la chiesa èquella della Purificazione, nel* Savella, cioè vicino all'odierna di Moli-
la quale, anche in memoria de' lumi coi serrato, e non come vuole Piazza pres-
quali nel Monserrato si scuoprì la lìgu- so luogo de'filippini. Essa dunque fu
il

ra della Madonna, di cui [tarlerò, si he- abbattuta net 5 7 5 per allargare l'ospe-
i

nediconoe distribuiscono candele con i'ef* dale degli aragonesi, valentini e calala-
ligie della Madonna di Monserrato, ol •
ni,anche per comprender»! sardi che i

tre altre divozioni, come il s. Sepolcro nel nel sacco diRoma aveano perduto il pio-
giovedì santo decorosamente, essendo la priospedalea Fotta Seltimiana. Però nel
chiesa e il sodalizio ricchi d'indulgenze, pontificato di Giulio MI ricuperarono i

In tempo del Piazza l'ospedale colitene- beni, e li riunirono a quelli di Monser-


va 10 letti, cogli occorrenti ministri, sov- rato, come osserva Fanucci. Bovio con-
venendo i confrati anche i nazionali hi- viene che la chiesa di Monserrato fu fab-
sognosi. Panciroii citato, parlando a p.
Il bricata uelujrp» indi resa celebre come-
535 di questa chiesa, soltanto dice, ch'è che bagnala da'sudori apostolici di s. I-
della nazione d'Aragona con l'ospedale, gnazio Loiola, Il Bombelli nella Raccol-

e fu questo da'fondamenti costruito nel la dell' immagini della B. Fergine or-


1 38 1 , dedicata la chiesa al mistero del- nate eolla corona d'oro dal capitolo di
la Purificazione della B. Vergine, e che s. Pietro, trattando nel t. 3, p. 161, di
oltre la sua festa si celebra a' 1 2 febbraio quella di marmo Bambino, ossia
col la

quella di s. Eulalia vergine e martire di Madonna di Monserrato che si venera in

ci dà Marti-
Barcellona. Migliori notizie questa chiesa, ne ritarda l'origine. Adun-
nelli nella Roma sacra
228, con l'au- p. que imparo da lui, che l'immagine di ri-
torilà d'un documento, che in sostanza bevo che ivi si onora è formata a iirii La-
elice. Che neh 38 1 fu eretto l'ospedale dai zione e sul modello di quella del celebre
catalani sotto l'invocazione di s. Nicola, santuario di Catalogna; che a' 1 3 giugno
e nel i5o6 vi fu aggiunta la chiesa del i5i8 cominciò la fondazione di sua
si

Pozzo bianco, che le nazioni catalana, a- chiesa, da Giovanni Sanchez vescovo di


ragonese e Valentina dedicarono alla Ma- Celidonia, coll'assistenza di ci. Luigi Ca-
donna di Monser rato. Riferisce ancora che ros ambasciatore di Spagna. Fecero a gai a
il tempio presso Corte Savella fu incoio in- gli spago uoli e specialmente gli aragonesi
ciato nel 1
495, e vi fu unito l'ospizio dei per contribuirvi, poiché tutta la Spagna
che sotto il titolo di ». Giacomo era
sardi, riconosce la Madonna di Monserrato co-
a Porta Seltimiana e soppresso per una me loro liberatrice dal giogo moresco.
inondazione del Tevere. Questo sembre- Compiuto l'edilìzio, fu collocata las. itu-
rebbe più probabile, e non che perisse inagine in ricca nicchia a sinistra dell'in-
nel sacco in cui ebbero gran parte gli spa- gì esso della chiesa, che per le grazie di
gnuoli, i quali certamente avranno ri- cui hi dispensatrice, agli 8 aprile i656
spaludato e protetto i loro stabilimenti, il capitolo Vaticano la coronò con aureo
SPÀ S PA 45
diadema insieme aldivin Figlio. Siccome pareti come nella volta sonovi graziosi ce-
questa clic nome «Ila chieta, e desso de- nati di chiaroscuro in campo d'oro; il
liva dal celebre santuario che onora la pavimento di marino bianco con lanciceli
Spagna, conDe Marca ne darò un cenno. bardiglio è una parte di quello che sta-
I franchi condotti ila Lodovico I l'io li- va nella suddescritta chiesa di s. Giaco-
berarono nell'806 Barcellona capitale di mo. Nella ."cappella a diritta vedesi l'al-
1

Catalogna dalla dominazione de'mori, ed iare di belli marmi, collo stupendos. Die-
i cristiani del paese uniti a'franchi dila- go che stava in detta chiesa, ot'era pure
tarono le conquiste fino alle radici del il s. Idellònso eh' è nella parte sinistra,
Monserrato, riunione di monti che tor- e rimpelto vedesi il giudizio diSalomone,
reggiano nel mezzo della Catalogna in for- copia di quello di Mengs. La 2. a cappella
ma d'obelischi, chesembrano artificiosa- ha per quadro la ss. Annunziata di l'i .-in-

mente segali nelle loro acute punle col- ceselo Nappi che dipinse pure laterali a i

la sega, che nel nostro idioma suonaMonte fresco, cioè la Natività e l'Assunta, e nelle
Segato, hi colla traccia di lumi prodi- lunette la Concezione eia Visitazione: e
giosi che rilucevano di notte, fu trovata al di fuori sopra l'arco il Transito della
a
da alcuni pastori la figura della Madon- B. Vergine. Nella 3. cappella fregiata di
na col Bambino di color fosco, ma di ec- finì marmi e stucchi dorati, su ricco al-
cellente lavoro. 1 catalani e franchi mos- i tare vi sono la Madonna della Colonna,

si da stupore colà le eressero una chie- ed i ss. Giacomo e Vincenzo Feri eri, pit-
sa, ove operando Dio molti miracoli mo- tura di Carlo Saraceni : nella parete de-
strò di volervi un culto speciale, massime stra è appeso il buono e diligente dipinto
collo strepitoso della figlia di Udalardo s. Giacomo, ed in-
coll'Assunta ch'era in
contedi Barcellona, che per opera dia- coulro un gran quadro colla Conce/ione
bolica olt raggiata, uccisa e sepolta neho4o con moltissime figure, pregevole pel co-
circa, dopo 7 anni fu trovala viva e bella, Il gran cappellone ha l'altare mag-
lorito.
dichiarando essere volere divino che si co- giore isolato, formalo di marmi fini, die-
struisse alla B. Vergine più ampio tem- tro il quale è il coro con eleganti stalli

pio. Ne assunse l'impresa l'abbate bene- di noce ornati di metalli dorali. Il qua-
dettino di Bipol e largamente vi concor- dro nel fondo della tribuna con Gesù in
sero i popoli, assegnando il conte ricca croce, la B. Vergine e s. Giovanni, opera
dote pel monastero annesso che per 12 assai lodala, già esistente nell'altare mag-
monaci vi fu costruito. 1 Papi Urbano II giore di s. Giacomo. ÌNVlali sono due can-
e Bonifacio IX arricchirono il santuario torie archi tetta le da Ilo spago nolo Lavina,
di copiose grazie spirituali, Martino V e soi rette da colonne corintie e pilastri si-
e Eugenio IV eressero quel priorato in mili di granito dell'Elba, con basi e ca-
abbazia, poi fatta esente. Architetto della pitelli di marmo bianco, sulle quali ri-
chiesa di Roma
Antonio Sangallo, e
fu corre una cornice archil lavata di mar-
del prospetto esterno Francesco da Vol- mo venato di Carrara. Dentro una delle
terra, che restò imperfètto e altamente cantorie è situato il famoso organo dis.
a
censurato dal Milizia. L'interno ha una Giacomo. La i. cappella a sinistra, par-
sola navata assai grande con 6 cappelle tendo dall'altar maggiore, è assai ornala
a cupola, 3 per lato, ed il vasto cappel- con marmi e dorature siili' aliare è la :

lone a tribuna nel fondo. Essa è ornata statua di s. Giacomo, già nella sua chiesa;
di pilastri corinti scanalati, su cui posa la nella parete a destra è la memoria sepol-
cornice, sulla quale è impostata la volta : craledel march. Antonio Vaigas,che per
tanto i pilastri, che le pareti e la volta lungo tempo fu ambasciatore in Roma,
si vedouo abbelliti di dorature, e nelle ove morì Dell8a4, ed il suo ritrailo Io
$6 SPA SPA
scolpi Al vare*; l'altra parete contiene un zione d'innumerabili e importantissime
monumentino con ritratto ili Felice A- memorie, deplorata amaramente dal car-
guierre, scolpilo dal prof. Sola. Sotto a dinal Baronio ne' tuoi Annali ecclesia-
questi due depositi moderni, ve ne sono stiri, perirono eziandio sepolcri di Ca-
i

dile del secolo XVI ch'erano in s. Giaco- listo 111 e Alessandro VI, e le loro spoglie
ino, lavorati con singoiar diligenza e sem> mortali furono trasportate dietro l'orga-
j'Iicità. Essi sono due vescovi, il t. era no. Dipoi nel i Gofinell'ingiandirePaoloV
sialo segretario d'Alessandro VI, il 2. la basilica,dovendosi atterrare varie sue
è Paradinas sullodato. Viene poi la cap- parti, furonorimossi gli avanzi de'due Pa-
polla della Madonna di Monserrato, or- pida detto luogoeposti sottoil pavimento
nata di belli stucchi a oro; la paretesi- Po-
della slessa basilica o grolle Valicane.
nislra ha per affresco la ss. Vergine ti- sciaecon assensodi Paolo V,il prelato Vi-
tolare co'monti di Catalogna da cui pre- ves trasferì nel iGio, riuniti in una cassa
se il nome; l'altra parete contiene a fre- di piombo,gli avanzi mortalide'due Papi
sco s. Raimondo di Pennafort: ne'trian- nella sagrestia della chiesa di Monserrato,
goli della cupola sono l'effìgie ileg'i E- ove restaronosenza alcuna memoria. Im-
vangelisti, due storietle della Madonna perocclièlospagnuolomg.rVivesavendo
e altre figure nella cupolelta; al di fuori stabilito nella generosità del suo animo,
sull'arco è la Coronazione della 13. Ver- di erigere a' due Papi un conveniente
gine, tutte operedi Ricci da Novara. L'ul- monumento sepolcrale, insorte tra lui e
tima cappella ha s. Eulalia verginee mar- gli amministratori della chiesaalcune dif-
tire, pittura dello spaglinolo Patinatola, ferenze, abbandonato il suo nobile pio-
sostiluitoal pregevolissimo trasferito nel- ponimento, in sua morte lasciò la sua e-
l'infermeria : nella parete destra è la Ili- redità alla Congregazione di Propaga/i-
surrezione, e Saulle unto re, copia tratta da fide, al quale articolo lo celebrai co-
da Mengs, già esistenti in s. Giacomo, me benemerito segretario della medesi-
Tutti gli altari e le colonne di essi, esi- ma. Nel Ciacconio, V'ilae Ponliflcum, nel
stenti nelle cappelle, sono di bellissimi t. 2, p. 989, si vede inciso il marmoreo

marmi, tranne lecoloniiedell'altaredella deposito di Calisto 111, ornato da 8 sta-


titolare che sono coperte di eleganti ^tuc- tue laterali, oltre il bassorilievo del Sai-
chi e fregi dorati. Sulla porta della sa- valore, ed oltre la statua del Papa cori»
grestia vi è la statua di stucco di s. Eli- cata sull'urna sepolcrale con triregno in
sabelta.e sulla porla incontro ven'èuna capo; e nel t. 3,p.i64 trovasi inciso il

simile di s. Gio. Nepomuceno. Dentro la monumento pur di marmo di Alessan-


sagrestia vi sono diversi quadri e altri og- dro VI, la cui figura in mitra è distesa
getti d'arte ch'erano in s. Giacomo, me- sul sepolcro bellissimo, sovrastando il de-
ìitandorimarcolaDeposizionedallaCro- posito la B. Vergine col Bambino. Ani-
ce, e la Madonna del Velo; le leste del- bedue hanno elegantissimi ornati e in»
le anime beala e dannala, e il battesimo tagli, cogli stemmi gentilizi di ciascuno,

di Gesù, tulle sculture di Bernino. No- Nel voi. XII, p. 289, 2qo, 291, nel do-
tai con Novaes, nelle biografie degli spa- scrivere le sagre grolle Valicane, rimar-
gnuoli Calisto 111 e del nipote Alessan- che
cai le vestigia, statue e altre sculture
dio \ I, come pure nel voi. XII, p. 296 esistono nelle medesime, avanzi de'due
e .»i|7,ehoi loro corpi furono sepolli nella nobilissimi monumenti, cioè più di Ca-
Clucsa dis. Pietro in ì"alleano (F.)nella li>to III che di Alessandro VI. Il Venuti
cappella di Calisto che poi nel por
III; e già cilato, descrivendo la chiesa di s. Ma-
inano Giulio li alla nuova sontuosa lab- ria di Monserrato, nel modo che trova-
bi ica della basilica, nella generale diilr.U- vasi prima d'essere siala ridotta con quel-
SPA SPA 47
la sontuosità nella quale ora ammirasi, le rispettabili ceneri di Calisto IH e di A-
afferma che nella sagrestia vi sono de- i lessandro VI. Si spera inoltre che anco
positi di Calisto HI e di Alessandro VI la facciata esteriore della chiesa sarà fi-

trasferitivi dalle grotte Vaticane, e col- nalmente compita. Questa chiesa viene
locati i cadaveri senz'alani ornato per uffiziatacon pompa e decoro ecclesiastico,
modo di provvisione dietro l'altare mag- de'cappellani spagnuoli che abitano nel»
giorai Essendomi recato in questa chiesa I' annesso ospizio, ov' è pine l'ospedale
Jio potuto accertarmi che realmente i cor- per gl'infermi nazionali, ed al quale, ro-
pi de'due Papi furono riuniti in una cas- me già rilevai, fu unito quello di s. Gia-
sa e provvisoriamente deposti nella sagre- como, ambedue che vanno a ri-
edifizi

stia, donde furono collocati dietro l'al- cevere gli accennali ingrandimenti e mi-
tare maggiore senza memorie. Quindi nel gliora menti, più proporziona ti al la digni-
recente magnili co restauro e abbellimen- tà della nazione spaglinola e alla riunione
to della chiesa, eseguiti nel declinar del de'due ospizi e spedali.
pontificalo di l*io \ Il con architetture e Il governo della monarchia spaglinola

Giuseppe Camporese, tempo-


disegni di era assolti to,ma ora è costi tuzionale;qna li-
raneamente la cassa di piombo e sigillata, do lodivennee il modo lodilo in fine. Qui
contenente le ossa o polveri di Calisto 1 II riferiròcome trova vasi quando il sovra-
e di Alessandro VI, fu depositata nel pro- no era assoluto nel regnare, ed ereditario,
pinquo archivio, e quando saranno com- il che lo è tuttora, anzi coll'ahrogazione
piti lavori di cui vado a far parola, verrà
i della legge Salica ascendono
al trono an-

convenientemente situata nel claustro in che le femmine. Gli ordini si trasmette-


costruzione. In un cortile che limane die- vano dai 5 ministri. Madrid capitale del
tro il cappellone maggiore fu edilicato regno era ed èia sede de' va ri supremi con-
un vago portico con architetture del eav. sigli e di tutte le autorità superiori. Ta-
Pietro Camporese , figlio del prelodato luni de'seguenti consigli non vennero ri-

architetto. In questo portico si colloca- pristinati dopo le ultime rivoluzioni. Il

rono lulte le opere di scultura più pre- consiglio di gabinetto o de' dispacci era
gevoli che erano nella chiesa di s. Gia- composto dal re e da'suoi ministri, il con-
como, fra le quali il deposito di mg." Mon- siglio di stato presieduto dal sovrano a-

tala, il grazioso altare di marmo colle sta- \ente per consigliere nato l'arcivescovo
tue di sopra ricordate del Bozzoli, e pa- di Toledo, il consiglio reale delle finan-
recchi altri monumenti sepolcrali de'se- ze detto dell'azienda, il consiglio supre-
coli XVI e XVII, meritevoli d'essere os- mo di guerra, i due consigli reali e su-
servati per bontà e diligenza di lavoro e premi di Cartiglia e d'Aragona, il consi-
ricchezza di marmi. Dipoi fu risoluta l'e- gliosupremo dell'inquisizione, il consi-
dificazione di un più ampio e decoroso glio degli ordini equestri, il consiglio reale
ospizio de'cappellani e dell'ospedale nel- dell'Indie, e finalmente il consiglio della
1' area di dello cortile, e delle contigue Crociata, ove si stabilivano i sussidi i che
case, con proporzionato e nobile ingresso il re levava al clero, destinati in origi-
dalla parte opposta a quello della chie- ne a spingere innanzi la guerra contro i
sa, affidandosi l'esecuzione all'architetto maomettani. Il consiglio di Cartiglia era
cav. Antonio Sarti. Pertanto fu guastato il più potente ili tutti , ed un dato nu-

il ricordato portico e incominciato l'al- mero de'suoi membri formava la came-


forme più gran-
tro eia ostro e peristi lo con ra di Castiglia, e proponeva al re i sog-
di, e rimossi monumenti per collocarli
i getti da eleggersi agli uffizi ecclesiastici o
con maggior proprietà, e dove finalmente civili. Il consiglio supremo dell'Indie oc-
si darà uucoia decorosa collocazione al- cidentali esercitava per le colonie le sles-
48 SPA SPA
m- funzioni cheil consiglio di Castiglia per Galizia, e l'Eslreniadurn. Erativi scuole
la Spagna. Tali due consigli erano pri- i d'artiglieria a Segovia e ad Alcalàd'lle-
mi tribunali della monarchia tribunali : nares. I principali arsenali di marineria
superiori perleprovincieetseudoleacan- erano in Cadice, Fermi e Cartagena, ca-
cci Ime di Valladolid e di Granata, il con- poluoghi di dipartimenti marittimi, a ven-
siglio di Na varrà, le camere regie di Ca- ti ciascuno un'accademia di marineria,
cerea, Siviglia, Valenza, Barcellona, Pai- Altre scuole di navigazione trovatisi pu-
ma, Saragozza, Oviedo e la Corogna. E- re a Barcellona, Siviglia , Corogna e in
rano più di 3To corregidori o grandi al- molti altri porli. Sono primarie piazze for-
cadi nelle città e borghi regi, oltre mot- ti dal lato di Francia, Pamplona, s. Se-
ti altri ch'erano d'elezione de'signori di bastiano, Figuieres, Roses , Hostalricb,
certi luoghi. Leleggi civili ecriminali del- Vico, e La-Seu d'Urgel; e da quello del
laSpagna formano due codici voluminosi, Portogallo,Badajoz,CitlàUodrigoeTeus;
chiamali l'imo Novissima liecopUacion avendone pure d'importantissime sulle
Y.\\UoLas Ptfr//V&?.c,ilqualeullunoconsi- coste, segnatamente Barcellona e Cadice.
sic nella raccolta fatta sotto ». Ferdinando Sotto il nome di Presidii sono indicati gli
111 e Alfonso XI re di Castiglia e di Leon, stabilimenti formati ne'secoli gloriosi del-
Vi si aggiungono le ordinanze e regola- la Spagna sulla costa settentrionale d'A-
menti, che a seconda delle circostanze e- bica, per arrestare la pirateria e le im-
manano dal trono e derogano alle dispo- prese de'barbareschi; questi luoghi for-
sizioni de'detti canoni, oppure le modi- tificali sono in oggi destinati quasi esclu-

beano. Vi hanno pure dei tribunali di sivamente alle cunflnazioni di certi de-
commercio. Gl'intendenti sono capi del- linqiicnti sono essi Ceuta, Pegnon de Ve-
:

l'amaiinistrazionedellerenditenellepro- lez, AIhucemas e Mehlla. Il giornale Et


vincie; rendite che consistono in beni e Coniercio di Cadice, ecco come nel 1 854
diritti demaniali della corona, in diritti valutò le forze mariltimedi Spagna, colli-
di cancelleria, e in imposizioni. Fra 'di- presivi i bastimenti in costruzione equelli
ritti di compresa è la media
cancelleria decretali: 3 vascelli d'altobordo, 4 frega-
annata, che componesi della mela degli te a vela, 4 a elice, 17 corvette, i4bricks,
appuntamenti od onorari del ."anno per 1 1 4bricksgolette,i ogolellee pacquebots,
tulli gli uffizi che conferisce il sovrano, 2 golette a elice, 8 orches o trasporti da
e d' un certo diritto sulle successioni ai guerra, 34 vapori e 02 1 piccoli bastimeli-
titoli tli nobiltà. Nel 1 82 4 e negli anni pò- ti. In tutto 212 legni. Inoltre riferisce,
steriori l'esercito sommava a 90,000 in- che bastimenti da guerra sono quanti
i

dividili, comprese 6000le milizie, ed a erano nel 8^2, cioè 4 divisioni: una in
1

cavalli, senza però Ora


le regie guardie. Avana, un' altra alle Filippine, la 3. al
a
si enumera l'esercito spagnooloaioo, 000 Rio della Piata, e la 4- sul Mediterraneo,
uomini, ed a circa 12,000 di cavalleria, Dal presente ministro della guerra è sta-

oltre la guardia civica o nazionale. Del- to pubblicato un progetto di legge, per


le sue imponenti flotte che dalla Spagna cui in seguito saranno le forze dell'arma-
veleggiavano su tutti i mari, restano pò- taspagnuola, esclusi i bastimenti minori,
che vestigia; allora la marina compone- in 6 navigli, 1 2 fregate, 1 2 corvelte,i4 bri-
vasi di qy bastimenti, tra' quali 12 va- gantini e golette,G vapori da guerra e da
scelli di linea e 9 fregate.
1
Il legno era corsa, 8 vapori da 3 00 a 4°o cavalli, 2 1

scompartito ini governi militai chiama-


1 i da 00 a 200, ei 2 di minor forza e 8 or-
1

ti capitanati: Madrid, la Castiglia vec- ches. Gli ordini militari ed equestri 1 lei -

chia, l'Aragona, la Catalogna, Valenza, la Spagna sono seguenti, i e lutti hanno


Mursia, Na varia, Guipuscoa, Andalusia, articoli (e su d'alcuni aggiungerò qualche
SPA SPA 49
paiola), non clic quelli non più esisten- tutto, vi sono ammessi. Essi portano li-

ti e di cui qui non fu ricordo, sebbene na medaglia d'oro con I* effìgie del so-
untlie ne scrissi gli articoli ili qua-
tli essi ; vrano: nello scudo della croce de'cava-
si gran maestro il re. Vi è pu-
tutti n'è lieri, oltre la cifra del monarca, vi è il mot-

le l'ordine Gerosolimitano [V'.), e quel- to, Per Isabella Cattolica: nello scudo

lo del Toson d' oro (F.) die conferisce della croce de'commeudatnri vi è il dop-
ancora l'imperatore d'Austria. Adunque pio globo, il motto, Plus ultra, e la leg-
gli ordini cavallereschi esistenti sono di : genda: A la leallad acrisolat la ,
nello scu-
s. Giacomo della Spada j di Calatravaj do della decorazione; quali motto e leg-
i

il' Alcantara j di Gesù Cristo e s. Pietro genda sono pure nella croce de'grancro-
martire (a i 7 maggio 8 5 re Ferdinan-
1 1 ci. Nel t. 14, p- 28 del Bull. Ilota, cont.,

da VII avea ordinato, ebe ministri del- i de'26 maggioi8i6, vi è il breve Viros
V Inquisizione portassero sempre e osten- magnos, di Pio VII, col quale confermò
sibile la decorazione ili quest'ordine); di l'ordine pel maggior suo splendore e or-
Montesa,&cv\\ fu unito quello reale mi- namento, e per la difesa della cattolica
litare ed equestre di s. Maria della Mer- religione, concedendogli le stesse grazie
cede; della Concezione o Carlo 111 (è di- e privilegi accordati da Clemente XIV a
viso in due classi quest' ordine del me- Carlo III per l'ordine della Concezione.
rito; in gran croci e cavalieri: il nume- Non esiste l'ordine ò'iMariaLuisa Isabel-
1
io della i. 60 non compresi prin-
è di i la II, che dicesi istituito dalla regnante
cipi della famiglia reale, e 200 cavalie- regina , secondo il narrato dall' Alma-
a
ri della 2. godono l'annua pensione di nach de Gotha pour V année 1837 p. 26, ,

3^5 fiorini, gli altri essendo soprannu- che riportai a tale articolo, seguendo tale
meri. L'ordine fu rinnovato a' 12 giugno libro, e qui fo emenda di rettificazioue.
18o4 da Carlo IV, indi soppresso nel re- L'attuale regina Isabella II soltanto isti-

gno di Giuseppe Bonaparte, poscia ripri- tuì qualche medaglia o condecorazione


stinato neh8i4da Ferdinando VII. Nel- per fatti d'armi o cause simili uou pro-
lo scudo della decorazione de'grancroci gressive ad altri casi. Ordinariamente si
è l'effigie della B. Vergine; io quello dei sogliono principalmente conferire gli or-
cavalieri per decreto de'a 5 aprile 8 5 di 1 1 dini del Toson d' oro 3 di Carlo III, e
Ferdinando Vll,si vede C. 7//,cioèCarlo d' Isabella /.Di altri ordini non più e-
li I, e l'epigrafe: Fintiti et Merito) ; di s. sistenti, in seguito ne farò menzione. I

Ermenegildo^ di Ferdinando III; del-


s. re e le regine di Spagna portano il tito-

le cavalieresse di Maria Lodovica Lui- lo di maestà Cattolica (F-), e di re o re-


sa; d'Isabella 1 la Cattolica (propria- gina delle Spagne e dell' Indie occiden-
mente rinnovato da Ferdinando V 1 1 uel tali (/'.). All'articolo Don dissi come
1 8 5 per ricompensare il zelo spiegalo
1 iu il re Leovigildo ordinò che il resi chia-
favore della conservazione dell'Indie occi- masse Signore e fosse decorato delle reali
dentali oAmeriche nella monarchia di insegne, e che solo Rodrigo veramente
Spagna, onde fu detto ordine americano, fu il .°ad essere chiamato rfo/i,abbrevia-
«

sotto il patrocinio di s. Elisabetta d'Ara- zione di siguore, dopo il quale tutti lo

gona regina di Portogallo. L'ordine è di- furono; iudi venne concesso a'primoge-
viso in 3 classi, i grancroci cui si deve uili,e successivamente a' vesco v'inguauili,
il titolo d'Eccellenza, i commendatoli, agli ecclesiastici, a lutti e d'ambo i sessi;

i cavalieri: l'ammissione nell'ordine co- e che dagli spagnuoli fu introdotto nel re-
stituisce la nobiltà personale. Gli ame- gno delle due Sicilie, ove ancora si usa
ricani che danno prove e si mostrano de- in luogo di siguore. Siccome dopo l'a-
gui del motivo per cui 1' unirne fu isti- brogazioncdeilaleggeSaIica,iumaucauza
VOL. LXV1U. 4
So s p a SPA
di maschi ledonne pure ereditano il trono ca di Borgogna, non ostante che quello
di Spagna, così il piimogenito o la pri- d'arciduca era proprio e distintivo di sua
mogenita del sovrano s' intitolano prin- famiglia e allora unico: Io stesso praticò
cipe o principessa delle Asturie. Tutti gli l'imperatore Rodolfo! le altri principi del-

altri membri della reale famiglia d'am- l'augusta casa, come discendenti di Gio-
bo sessi hanno il nome d'Info Meo d'In-
i vanna I erede delle Spagne, per mostra-
fanta {!'•), e ne riparlai nel voi. LIV, p. re la stima che facevano di tale titolo; il

i \\, dicendo degl'infanti e infante di Por- quale l'usa ancora duca di Parma e il

toga Ho, e che Infantado si disse quella /Vrtce/izrtjChe deriva da un infante di Spa-
massa de'beni appartenenti al primoge- gna della stirpe che regna; ed a Sicilie
nito del re di Portogallo, per suo appan- nel riportare titoli che prese il re Car-
i

naggio. Nella Spagna vi è una contrada lo di Borbone, poi Carlo III re di Spa-

chiamata Infantarlo, nella Castiglia nuo- gna, vi notai purequellud'lnfantedi Spa-

va n 'confini deH'Estremadura,chesi com- gna, Princep* Hispanici nomini*. Par*


pone delle città d'Alcozèr, Salineron e licolaredignità èquella di grandi di Spa-
Valdeolivas, oltre molte borgate. Fu co- gna, de'quali pure feci parola a Infan-
s'idenominata per averla posseduta molti te, e taluni tra essi vantano la regia at-
figli de're. Ferdinando V e Isabella I l'e- tinenza sino dal tempo de'visigoti, divi-
J
ressero in ducato a'2 luglio 476 per ri-
1 1 dendosi in 3 classi : quelli della 1 han-
.

compensare servigi di d. Diego Hur-


i no il privilegio di cuoprirsi il capo pri-
tado Mendoza. Osserva De Due, Dell'o- ma d'indrizzare il discorso al monarca;
a
rigine dell' araldica, § VI. » Avvi chi quelli della 2. si cuoprono quando in-
vuole che il nome d'Infante, con cui in cominciato hanno il ragionare; quelli del-
Portogalloein Ispagna vengono chiamati la 3." quando lo hanno finito : tutti però
i figli di que're, ripeta la sua origine dal- attendendo prima di farne uso il regio
l'innocenza de'popoli, poiché nonsolonon cenno. La prerogativa è in molti eredi-

debbono offendere alcuno, ma altres'j se- taria, negli altri personale. Il grandato
guire a mantenere la giustizia, non che di Spagna vuoisi originato dal momen-
ad ubbidire al re come gì' infanti. Non to in cui Carlo V, dopo la vittoria di Pa-
manca però chi vuole che tal nome pro- via e l'imprigionamento di Francesco £

venga da'romani da'greci, poiché presso re di Francia, adunati avanti di se i ge-


loro era uso il chiamar infanti figli, ben- i nerali del suo esercito, ordinò loro di ri-

ché avanzati in età. " Il Nardi, De'tiloll cuoprìrsi ileapo. Altri riferiscono che già
del re delle due Sicilie, illustrandoli a p. CarloV nel suo soggiorno in Ispagna avea
4o,dopo di avere reso ragione perchè si stabilito con legge la qualità de grandi,
attribuisce derivatoli titolo neh 1 57, men- che ivi son chiamali lo* primos, e pre-
tre è assai più antico, ti atta del titolo d'In- cedentemente dicevansi uomini ricchi, ri-
fante di Spagna, e dice che fu in tanta cos hombrex, a'quali però questo titolo
stima tenuto, che sovrani discendenti dai
i non dava loro alcuna qualità legale. Con
re di Spagna eziandio in maggiore di-
,
tale istituzione Carlo V si procacciò l'af-

gnità elevati, uon trascurarono mai di col- fetto della nobiltà; e Morcelli chiamò il

locarlo tra'loro titoli anche piìi sublimi; grande di Spagna di 1 .'disse, Adleclux
onde si trova che Ferdinando I d' Au- inter proccres ordini* primi, Procer lii-

stria fratello di Carlo V, sebbene re di spaniensis ordini'! primi. I sovrani di Spa-


Ungheria e di Boemia, anzi re de'roma- gna conferiscono il grandato anche a il-

ni, ha usato tra' suoi reali titoli anche lustri famiglie straniere, ed a molle del-
quello d'Infante di Spagna, innestandolo le romane in vari tempi lo conferirono,

avanti quelli d'arciduca d'Austria e du- come notai ai loro articoli, massime di
SPA SPA 5.
quelle de'Papi.Primadideserivereicenni giarccollepiù magni fiche d'Europa;m(.'ii-
storico -ecclesiastici della Spagna, credo tre non v'è città di a. "e 3."ordine, la qua-
opportuno alla migliore intelligenza lo- le non vanti qualche tempio ragguarde-
ro, come pure del già detto, di giovarmi vole. Il tempestoso soffio delle rivoluzio-
della Civiltà cattolica, con farli prece- ni,che da piti d'un mezzo secolo ha spar-
dere da un breve estratto generico del so l'Europa cristiana di tante rovine, e-
principale delle 3 interessanti e belle let- ziandio passò furibondo sulla Spagna, ed
tere, scritte dottamente con piena cogni- ivi pure profanò e rovesciò altari, spogliò

zione del vasto argomento e proprietà di e distrusse in gran uumero le chiese, le


scelti vocaboli, pubblicatene! t. £ i ,p.3cp, convertì a usi vilissioii. Nondimeno tan-
525 e 602, ed intitolate: Un viaggio in teancor ne restano, per attestare bastan-
Impaglia sullo scorcio del 1 85 1 , almeno temente l'antica pietà spagnuola,eda non
per supplire al mio indispensabile laco- temere in ciò la gara di qualunque altra
nismo un argomento arduo, complica-
in cattolica nazione; ed oltre a ciò quasi in
to e vasto, e di tanta rilevante impor- ogni chiesa si ammira con profusione le
tanza; poiché la penisola per più secoli statue, i marmi, le pitture, gl'intagli, le
primeggiò fra' più polenti regni di Eu- dorature, ogni specie d'ornati. Tante do-
ropa , di cui possedè gran parte sia nei vizie, benché non tutte squisite e di buon
Paesi Bassi, sia nell'isola di Sardegna, gusto, certamente sono prove irrefraga-
sia nelle due Sicilie, sia nel ducato di Ali- bili del zelo religioso e dell'inesauribile

lano, sia nello stato de' Presidii di Sie- liberalitàdellepopolazioni pel divin culto;
naj dominando ancora sia ne\\' America e dimostrano ancora che a'tempi in cui
e già in immense regioni, sia ncW'Asia, furono eretti e abbelliti que'magnifici e-
Dell' Africa e nell' Oceania, ed in altre difizi, la chiesa era considerata iu ciascu-
contrade; dominazioni tutte, della cui o» na come monumento per
città il eccellen-
rigine, progresso e decadenza ragionai za, come il centro dell'affezioni di tutti;
non solamente agi' indicati articoli, ma era l'oggetto della loro viva fede, del lo-
negl' innumerabili che vi hanno stretta ro più ardente amore, e insieme forma-
relazione. Laonde riporterò compendio- va nell'ordine civile e politico, come il
samente e tratteggiando come in un qua- carattere più distinto della loro naziona-
dro generale, le condizioni in cui trovasi lità. L'epoca in cui la Spagna fu più re-
la Spagna, costumi, gli usi, lo spirito
i ligiosa e più cattolica, fu appunto quella
da cui sono animali gli spaguuoli, tulio della sua massima gloria e potenza. Fu
traendo dalle indagini del chiaro autore allora che i suoi re potevano dire con Fi-
delle eleganti e eloquenti Lettere, sulle lippoli, forse non senza un pò d'orgoglio,

cagioni deldecadimentodelregnocheab- ma pure con verità, che il sole non tra-


bracciò si colossale e formidabile monar- montava mai sul loro impero disteso pei
chia, sotto il triplice aspetto religioso, ci- due mondi; fu allora ch'ella produsse i
vile e politico, olire quanto poi raccon- suoi piùgrand'uominidiguerraedislato,
terò ne'miei eruditi cenni storico-eccle- che le sue flotte signo-
di lettere e arti, e
siastici. reggiavano l'Oceano, e facevano tremare
Appena si pone il piede nella Spagna, gli odierni dominatori dei mari. Fatal-
lutto dimostra eh' è stata ed è tuttora mente dacché la Spagna intiepiditosi il

eminentemente religiosa e cattolica. To- suo entusiasmo cattolico, e il suo governo


sto si resta colpito dal numero, vastità, per mala ventura cadde in mauod'uomi-
bellezza e ricchezza, almeno relativa, del- ni guasti dalle idee d'un.» filosofia anti-
le chiese che sorgono dappertutto. Lecat- religiosa, ella perdette al tempo stesso
tedrali delle grandi città pouuo rivaleg- la sua glorio, ricchezza e potenza, e pie-
52 SPA SPA
cipitù con incredibile rapidità Ira le na- me il patrimonio legittimo degl'indigen-
zioni di secoud'ordine.Però l'irreligione ti, del quale i religioni altro non erano
sembra non avergittato radici molto pro- che i depositari e gli amministratori. E
fonde nella massa della nazione; impe- talierano in fatti; perchè se i conventi
roechè la frequenza de'fcdcli alle chiese, erano ricchi a chi fruttavano al fin dei
il loro conleguo riverente e ditoto nel- conti le loro ricchezze? Non certo are-
l 'assistere alle ceremonie del colto, il ri- ligiosi, a cui bastava, secondo la loro re-
spetto di cui onorano que' pochi sacer- gola più o meno rigida e fedelmente os-
doti, che persecuzione e il mar-
l'esilio, la servata, una povera tonaca, un mezzano
tirio non ha loro rapiti, convincono che vitto, ed una modesta celletta tutto il ;

la religione e la pietà vive tuttora profon- resto, ch'era il più e il meglio, in uno o
damente nel cuore degli spagnuoli; e che in altromodo, come salario, o come li-
se l'efficacia della sua azione venisse per mosina,necessariamente toccavaa noi. Ma
poco secondata, non tarderebbe a ripro- di più, chi di noi non avea tra'religiosi di
durre nella generosa e forte nazione le un convento un amico? non per se solo,
meravigliechelareserogià tantogloriosa. ma per la famiglia e la casa tutta, un ami-
Altra prova dell'attaccamento sincero che co sincero, generoso, efficace, che era al
il popolo conserva alla religioue, è l'af- tempo stesso consigliere, protettore, con-
fetto pegli ordini regolari che fiorirono solatore, direttore e padre dell' anima ?
tanto nel regno, ondedi frequente lamen- E quanti servigi non ne traevamo,quanti
ta l'abolizione de'monasteri e de'conven- aiuti per ogni nostro bisogno, nelle nostre

li. Con aria di tristezza deplorano gli spa- afflizioni, nelle nostre discordie, nelle no-
gnuoli di non aver più frati. » Delle loro stre traversie, e in una parola in tutti i
ricchezze a noi non è pervenuto nulla; dolorosi frangenti d'una vita, che il cielo
esse caddero in mano di pochi gran si- ha seminato di tanti patiboli e spine! "
gnori, costituzionali zelanti, è vero, ma Così declamano e ragionano buoni spa- i

in fatto di proprietà poco scrupolosi, op- gnuoli. Che avrebbero loro a risponde-
pure furono comprate a vii prezzo da fo- re quei fanatici che vomitarono tanto
rastieri, non trovandosi spagnuoli che vo- fiele contro frati e monaci, chiaman-
i i

lessero ingrassarsi de' beni della Chiesa. doli feccia e peste della società, da dover-
Né tampoco vi guadagnò lo stato, il qua- si bandire, spogliare e sterminare affatto
le anzi ora è più povero di prima, né sa a fine di rigenerare l'umanità ? Dopo i

come ammassar denaro; e ce ne accor- poveri, gli ecclesiastici secolari e regolari


giamo ben noi alle sempre nuove impo- colle loro ricchezze impiegarono artisti
ste, di cui ci sopraccarica. Non abbiamo d'ogni genere, poiché la Chiesa fu sem-
più frati, ma in quella vece soldati senza pre l'amica e la prolettrice delle arti, e
bue. I pochi conventi che non furono ven- quasi la madre e la nudrice degli artisti.
duti o distrutti, sono diventati altrettan- Ne sono splendidi testimoni le rarità di
ti Edunquartiereconsuma più
quartieri. Siviglia, e la sua cattedrale; la meraviglio-
e frutta meno che un convento. Ci costa sa chiesa diCordova già moschea, im-
più un soldato, che non due frati. E poi, menso edilìzio di ig navate sorrette da
ogni convento era una casa di carità sem- 5oo colonne, con un coro ricchissimo di
pre aperta aibisognosi; non si negava mai squisite opere d'intaglio; le bellezze uni-
la limosina, e questa non era punto umi- che di Granata e la sua gran cattedrale,
liante per chi la riceveva, perchè, oltre e l'emporio di ricchezze e arte delia sua
al venir fatta di buon cuore e con aria certosa, e tante altre chiese, conventi e
ridente, ogni povero era avvezzo ed am- monasteri risplendenti di magnificenze
maestrato dalla Chiesa a considerarla co- artistiche. La soppressione delle case re-
S P A S P A 53
ligiose scemo notnhihnenteilclcro.cgrnvi to di ceremonie ecclesiastiche, lingolare
danni recò aite scienze ecclesiastiche ed è quella di Siviglia, città più d'ogni al-
perché in generale il clero
a' sagri studi j tra appassionata per la danza egitana e
regolare era [)iù dotto del secolare, per altre, e celebre io tutta la penisola per
«Ji versila di circostanze inerenti alla con- le sue danzatrici; essendo noto quanto gli

tlizionedella vita monastica. I vescovi del- spagnuoli suono della chitarra e delle
al

la Spagna sentono al vivo la tristissima nacchere si abbandonino al divertimento


condizione a cui fu condotto il loro eie- dianimatissimedanze.Pertantonellacat-
ro e la scienza sagra dalle riforme anti- tediale di Siviglia, come accennai a quel-
cattoliche abolitrici de' conventi. E però l'articolo descrivendo pure la processio*
hanno rivolto tutto il loro zelo all'au- tiedei Corpus Domini, ne'3 ultimi giorni
mento e alla cultura de'seminari, unica di carnevale, e in tutta l'ottava di delta
speranza che loro resti, e solo rimedio che festa del ss. Sagramento, mentre i cario-

ora ponno applicare alle gravi piaghe di nici stanno terminando vesperò in coro,
loro chiese. A quest'operasant'usima hau- io fanciulli escono due a due dalla sa-
no applicati (pie' pochi beni, di cui non grestia, esi recano vestiti come paggi a

Furono spogliali dalla rivoluzione; ed al- genuUetlere avanti il ss. Sagramento. Fi-
cuni predicatori annunziarono da' pulpiti niti i vesperi, tutto il clero seguito dall'ai'-
nel '852, che d'ora innanzi tulla la reti- ci vescovo co'suoi preti viene a schierar"
dita delle indulgenze della Bolla della si innanzi l'altare, lasciando in mezzo al
Crociata (f\), sarebbe impiegata nel fon- presbiterio uno spazio libero pe'fanciulli.
dar nuovi seminari, e nel mantenere o Allora i cantori conl'accompagnamento
ampliare gli antichi. Quando in Ispagna dell'orchestra cominciano a cantar lepri-
nella domenica di Settuagesima si pub- me strofe per la benedizione. Quindi i io
blica la bolla, e con solenne processione giovinetti col cappello in mano alzatisi,
si espone alla vista e alla venerazione dei fatto un inchino all'arcivescovo e coper-
fedeli, popolo con segni straordinari ne
il tosi il capo,al l'intonazione dell'orchestra
mostra il rispetto. La pietà spagnuola ri- presisi per mano cominciano cantando u-
splende ancora dell'antico suo lustro nel- na danza lenta, grave e figurata, che pro-
le festività, e nel massimo decoro con cui duce su tutti gli astanti vivissima impres-

si celebrano! divini uflìzi. Soprattutto la sione, dolce meraviglia, tenera divozio-


graveelentasalmodiade'cori,echeggian- ne, un entusiasmo frenato dalla riveren-
te fra le numerose colonne e sotto le a- za. Dopo parecchie giravolte e figure, i

cute volle delle cattedrali gotiche, ispira giovani danzatori tornano al loro posto,

un senso profondamente religioso, e qua- mentre l'orchestra eseguisceun concer-


si un sagro terrore. Negli uflizi ordinari to d'intramezzo. Quindi ripigliano la dati-
si usa il canto fermo, modificato però da za e il canto, non più tenendosi per ml-
alcune variazioni che gli danno un carat- no, ma agitando fra le dita le nacchere,
tere tutto indigeno. Nelle grandi solen- e col vivace cioccar di queste accompa-
nità ogni cattedrale e collegiata ha la sua guano gli armonici movimenti della vo-
orchestraeunnumerosocorodistrumen- ce e del ballo. Al suono delle nacchere,
ti che eseguiscono belle musiche sagre, cos'i caro agli spagnuoli, e al rianimarsi
di autori per lo più nazionali, antichi e più fervida la sagra danza, cresce in tut-
moderni. Gli antifonari e altri libri del- ti visibilmente la gioia, il tripudio, l e-

la liturgia cantata,sorpassano in gran- stasi, e quella scena sembra un'immagi-


dezza, io ricchezza e squisitezza ili lavo- ne del giubilare beatissimo dei sanli in
io, quelli di molte nazioni. Fra le parti- cielo, fra 'con degli angeli, alla presenza
colantà, che distinguono la Spagna iu làt- del Sauto dc'sauli. Finita la danza, i fan-

s.
54 S P A SPA
ciulli si prostrano di bel nuovo genuflessi degli spagnuoli, specialmente nel mezzo-
dinanzi al ss. Sagramento, e si dà con es- dìdella penisola, conserva tuttavia lestes-
so la benedizione solenne. Le processio- se antiche foggie de'tempi cavallereschi.
ni, in cui la maestà del cultocattolicosuol La celebre manta, che n'é la parte prin-
risplendere di sì vaga pompa, hanno pu- cipale, consisteancheoggidì in gran pezzo
re in (spagna una grandiosità tutta pro- di stoffa vaneggiata a vive tinte, più lun-
pria di quella grave e magnifica nazio- ga che larga, che si avvolgono e drap-
ne^ formano uno de'più pomposi e gra- peggiano intorno con grazia e maestà sin-
diti spettacoli sagri. Ma non si vede più. golare: mai non la smettono, il dì serve
in essequel le splendidissime ricchezze che loro di mantello o sopravveste, e la not-
vi facevano pompa, e pareva che tutti i te di coperta da letto. Portano il cappello
tesori dell' Indie vi facessero bella mo- a coppa bassa e a falde rialzale, ciò che lo
stra, per far omaggio a Dio creatore del- fa parere un turbante di féltro, simile,
l'universo; poiché d decadimento dell'an- tranne il colore, a quel degli arabi. Ve-
tica opulenza spagnuola e l'impoverimen- stono sotto la manta una tunichetta che
to della Chiesa, dopo tantespogliazioni e scende loroa mezza vita, cinta d'una larga
ruberie, più non consentono siffatte di- fasciaericcamentericamata a fiori. Lungo
mostrazioni. All'ornamento che vi reca- il petto e le maniche corrono due file di
va il numeroso intervento de' religiosi, fìtti bottoncini d'argento o di rame, af-
suppliscono ora le copiose confraternite fibbiati a due a due con una catenella dello
colle loro insegnesuperbamente adorne. stesso metallo. I calzoni stretti e attillati
Alcune processioni durano le giornate, o si allacciano sotto il ginocchio, collo stes-
secondo le stagioni le notti intere. In tut- so ornato di bottoncini.! calzari sono sem-
to la nazione spagnuola si dimostra sem- plici suola di corde di canepa, strette e
pre cattolica per eccellenza, sebbene sca- avvinte al piede. Usano alle gambe so-
duta dall'antica sua gloria, primeggian- pracalze di cuoio, con fregi a impuntura
do in fervore tra le nazioni cristiane, mal- ed a ricamo, e allacciano con minute
le
grado le sue rivoluzioni e suoi travia- i strisciedi cuoio.Tutto il vestito non è pri-
menti. Ma qual grado di progresso socia- vo d'originalità e d'eleganza; ma tiene
le e d' incivilimento debbasi assegnarle meno dell'europeo, che dell'orientale e
tra le odierne nazioni, è l'argomento che dell'arabo. E' comune in tutta la Spa-
svolge l'encomiato autore del Piaggio in gna^ nonsi vedono chenellegrandi città
Impaglia nella i." sua lettera, con osser- e presso i grandi signori adottate le fogge
vazioni sopra i costumi e le condizioni ci- europee, e le mode di Londra e di Pari-
vili della penisola. Spiegati i molti sensi gi. Ingenerale, gli spagnuoli fanno abuso
in che suole adoperarsi il nome di civiltà, nel fumare il tabacco. In Ispagna è lusso
dichiara che la nazione non è punto in- comunissimo l'imbiancare spesso dentro
feriore in quella che deriva dal catlolici- e fuori le case, ciò che dà loro un'aria di ni-
smo che forma l'essenza eia base della per- tida gaiezza piacevolissima a vedere.L'uso
fetta civiltà. Quanto alla civiltà riguar- de' vetri alle finestre è sconosciuto ai ir)
do all'industria e alle arti, confessa che ventesimi della Spagna, e persino nelle
per molti rispetti è inferiore alle nazioni principali città poco comuni sono le fi-

più incivilite d'Europa, benché non uni- nestre fornite di vetriere; ordinariamen-
meila ragioni per scusare in gran parte te hanno le sole imposte. Le strade, tran-
gli attuali spagnuoli, restati in alcuni pan* ne quel le che cengi ungono la capi tale colle
li stazionari, in altri retrogradi, e che in grandi città, eie vetture pubbliche ten-
pochi non hanno fnltocheornieggiareda gono dell'antico, anzi del primitivo e in-
lungi gli altrui progressi. Il vestir propi io comodissime, e non sono meu disagevoli
SP A Sl>A 55
il giorno viandante, anco pel rapido
al glia reale, presa l'acqua d'uno dei con-
loro corso, clic gli alberghi ove alloggia lluenti dell'Ebro, l'incanalò e la condus-
le notti; però sono migliori gli alberghi se in (or no a Ila città e ad una superba villa,

die trovanti sulle strade reali, che quelli trasformando per incanto in un ridente
esistenti sulle vie provinciali, le (piali su- verziere, quel che prima era sterile lauda
ini limilo disagiate : nel suo complesso il e prunaia Imitato si bell'esempio, vastis-
viaggiare riesce aspro e fastidioso, onde simi spazi di terreno e intere provincia
la lunghezza delle leglie di Spagna è an- godranno 1'
indescrivibile benefìzio del-
data in proverbio. Ne'primi alberghi, e l'irrigazione di copiose acque, con quel-
a più caro prezzo, vi si trova tutta la squi- le [iure de'fiumi minori pressoché inutili
sitezza e l'abbondanza delle celebri locan- alla navigazione, come il Guadalquivir.
de italiane, italiani essendo per lo più gli Cos'i la Spagna in pochi anni rifiorireb-
Non bisogna però lacere, per onor
osi ieri. be e ringiovanirebbe, acquistando opu-
dellaSpagna, nobili sforzi ch'ella va fa-
i lenza e prosperità, ed accrescerebbe in-
cendo, per raggiungere nel inododi viag- sieme la sua potenza, e risalirebbe forse
giare il progresso europeo; e già sono
vi a quel grado di grandezza, che in altri
a leuue si rade ferrate, a I ti e più eslese sono tempi ella tenne in Europa; e ciò pel si-
in costruzione, o sul costruirsi, come no- stema d' irrigazione universale, che ri-

tai piìi sopra. Di più, si sta ora seriamen- vestitosi il suolo di rigogliosa vegetazio-
te (ruttando di por mano all' incanala- ne, egli è probabilissimo a seguirne ezian-
mento dell'Ebro, ciò che aprirà per un dio una felice mutazione di clima, da secco
vaslo tratto della penisola rapide e co- temperato e dolce. L'in-
e arso ch'egli è, in
modissime comunicazioni per acqua: que- canalamento dunque de' fiumi in Ispa-
st'impresa portata a tei mine aprirà alla gna non solo darebbe un immenso slan-
Spagna un'era novella di prosperità e di cio di vita all'agricoltura, ma vi addolci-
floridezza , pegli immensi vantaggi che rebbe il clima, vi renderebbe pia pura
produrrà al commercio e all'agricoltu- l'aria, più salubre il cielo, e quindi per
ra. L'Ebro,nobdissimo fiume, ha la sor- tutti insieme questi capi, più agiata, piìi

gente nelle montagne dell'Asturie, poco sicura e più lieta la vita degli abitanti.
lungi dal porto di Santauder sull'Ocea- E ne vantaggerebbe a ncora munitami nte,
no, e attraversa tutta Spagna dal nord- la il commercio,coU 'aprirsi di nuovi sbocchi
est al sud ovest per un corso di oltre e di più facili e pronte comunicazioni tra
120 leghe geografiche. L'incanalamen- idue mari. In Europa gli spaglinoli sono
to dell'Ebro è divenuta ormai la più ca- generalmente in mala voce di trascura-
ra speranza, il più vivo desiderio di tutti: re più o meno l'agricoltura, tranne l'in-
questo è il voto più bello che devesi fa- tera Catalogna, la provincia di Valenza
re per la prosperità della Spagna, pegli e alcune altre contrade, la cui ottima cul-
immensi vantaggi che recherà agli abi- tura può gareggiare cou quelle delle più
tanti delle due costiere della penisola. Le ubertose e ridenti campagne dellaFrancia
pianure composte di terra calcare o sab- e dell'Italia. La Spagua per la sua po-
biosa, sono per lo più infeconde e solo sel- sizione geografica sembra fra le contra-
vaggie perchè scarseggiano d'acqua. Irri- de d'Europa la più felicemente disposta
gate verrebbero fecondissime,come ap-
ili a produrre quanto può fare opulenta e
punto sono dintorni di Saragozza. Que-
i agiata una nazione; le provincie setten-
lla città in riva all'Ebro, la sua campa- trionali producono in copia olivi e viti,
gna formala di vasti piani calcari arsi da le coste meridionali forniscono prodotti
cocente sole, spicca e brilla' come un'oasi che non danno né Sicilia, uè l'Algeria;
deliziosa, perchè uu principe della fatui- coa'i a Biurcia e a Malaga fauno ottima-
56 SP A S P A
mente la zuccaroe il nopal eoe-
canna di felli dell'irrigazione. Quesl'è l'intera pro-
ciniglia, essendo il vino di Malaga tra'più vmeiadi Valenza, la coi campagna dna-
Equisiti del mondo; ne* sabbiosi piani di mata da essi medesimi il giardino di f^a-
Elclia e d'Orihuela, Ira Murcia e Già- lenza, è una delle piti ubertose, fiorenti
naia, s'incontrano intere foreste di pai- e ricche contrade di tutta Europa. Fil-
ine, ed palmizi di Spagna non servo-
i rono gli arabi, a quanto dicesi, che v'in-
no soltanto a ornamento, come in Sicilia canalarono le acque, e ne regolarono la

o in Algeria, dove o non danno frulli o distribuzione secondo il sistema tuttora


non li conducono a maturità perfetta, ma vigente. Non è a dire quanto inai ne sie-

rendono copiosa raccolta di datteri sapo- no mirabili gli effetti, lussureggiante la

riti e salubri. Ma a questa ubertosa re- vegetazione, la primavera perenne, avvi-


gione manca però la rugiada del cielo, cendandosi le raccolte e le seminature,
Fé pioggieperiodiche che altrove fecon- essendo inesauribile la sua fecondità e le

danni suoli. In I spagna non piove quasi suedovizioseproduzioni. Questa bellezza


mai, e sebbene giace in mezzo all'acque e prosperità di natura si trasfonde e tra-
de'due gran mari Atlantico e Mediter- spare eziandio nelle fattezze, nell'indole
raneo, soffre il più dell'anno una deso- e ne' costumi degli abitanti, che anno-
iente arsura, talmente che le piante e gli nizzano con lei a meraviglia. La bellez-

alberi slessi seccano sovente e muoiono zade'valentini,e la lorodolcezzaebonlà,


di pura sete. Non è dunque da incolpa- sono in proverbio per tutta Spagna; e l'o-

re unicamente gli spagnuoli d'indolenza, pulente agiatezza del loro vivere fa Tin-

se l'agricoltura non fiorisce in Ispagna vidiadellealtreprovincie.Nellaprovincia


come altrove, poiché per mancanza di di Valenza tutto vi dimostra la prospe-
pioggiaèinutile il seminare, e perchè frui- rità, l'abbondanza, e la gentilezza d'un
sca della pioggia fugace si semina a fior popolo felice; ne vi è forse contrada che
di terra, e ciò basta per la fertilità della oggidì ritragga meglio in se stessa il poe-
terra ad ottenere ottima ricolta. Oltre- tico quadro della Betica fortunata e dei
diche vi è gran petunia di braccia, e il suoi abitanti, dipinto da Fenelon, che il

numero degli abitanti non è punto prò- paese di Valenza. Pare dunque giunto il

porzionato da coltivarsi,
a' vasti terreni tempo di riparare efficacemente, con l*in>
La superfìciedella Spagna èegualeincir- canalazione dell'Ebroeil generale sisle-

ca a quella della Francia, mentre la sua ma d'irrigazione, allo sconcio de' vastissi-
popolazione è appena un terzo di questa, mi tratti di paese incolti, deserti, aridi e
La qualecircostanza deve avere gran pe- tristi. Secondi il cielo sì bella impresa, e
so in tulli i han da portare
giudizi che si consoli i desiderii e le speranze della no-
di questa nazione comparativamente al- bile e generosa nazione, con felice riusci-

ta altre d'Europa, non solo rispetto al- ta.Quanto all'industria e alle manifattu-
l'agricoltura, ma eziandio per ogni altro re, la Spagna è inferiore alle altre na-
ramo d'industria e di progresso materia- zioni incivilite d'Europa. L'autore però
le, se vuoisi esser giusti, e stimar gli ef- delle Lettere, Un viaggio in Ispagna,per
non dall'una o dall'altra privativa-
fetli debito di giustizia e per amore del ma-
mente, ma bensì dal complesso di tutte gnanimo ecattolico regno, dichiara le pre-
lecause che cospirano a produrli. Si rim- cipue cagioni alle quali debba ascriver-
proveiaaglispagnuoli.sefinoranon han- si il poco o nulla progredire che ha fatti»

no cercato di sopperire coli' irrigazione fin qui la nazione spaglinola negli ordini
allasiccitàdeH'adusloloroclima, adonta del materiale incivilimento, ne'quali co-
chesott'occhioeincasa loro racchiudano tantosi avanzò il rimanente d'Europa,

uuoslupcudocsenipiode'mcravigliosiel- Osserva però, che chi paragonasse 1' o- .


S P A S PA Sj
dierni Spagna con quella d'un mezzo se- disdegnosa degli spaglinoli, dovelte disto-
colo fa, la troverebbe certamente vantag< glierli dall'umile fatica de'lavori d'arte
giata non poco in rjnel che attività d'in- e d'industria, di coi potevano godere a
dustria, Umidezza d'arti, diffusione d'u- loro beli' agio e senza alcun travaglio i

tili cognizioni, raffinamento di maniere, frutti.Questa ragione giustissima e ve-


d'agiatezza, di lusso, e in una |)arola in rissima, non basta a spiegare adequata*
tuttociò che ferma, secondo molti, il mi- mente il fenomeno, perché s'appoggia ad
dolio e la sostanza, ma secondo altri me- mia causa meramente accidentale e pas«
glio veggenti, la corteccia sola della ci- leggera, la quale non più esistendo non
viltà. Molte e svariate sono le ragioni che può esercitare alcuna influenza mime-
si ascrivono al tardo sviluppo del mate- diata. Divenuta la Spagna nel secolo XVI
viale incivilimento nella penisola, non in potente, ricca e gloriosa per armi e per
senso assoluto, ma relativo al divario del- conquiste sopra ogni altra nazione,siav-
la Spagna un giorno già regina e legista- vezzo a grandeggiare, a darsi aria e me*
europea, ed oggi ancora
trice della civiltà nar gran vita e a poltrire nel lusso, di-
per molle nobilissime parti uou seconda sdegnando la fatica e lavori d'opere e i

a veruno, per cui restò cotanto addietro d'industria, ch'ella volentieri lasciava ad
a^li aldi popoli per attività e sviluppo altre genti meri favorite dalla fortuna, e
d'arti, d'industria e di sociali migliora- dalle quali poi comprava col suo oro tri-
menti. Altri l'ascrivono a cause merauien- bu tato da ile ricchissime colonie qua rito la
te accidentali, altri all'indole propria del bisognava non solo a vivere con agio, ina
caratterespagnuolo, oppure ad influenza eziandio a scialare con fasto. Tornata poi
temperamento di clima. L'o-
di cielo e a la Spagna in basso stato, perdute le fio-

pinione più savia sembra quella che lo rentissime colonie d'oltremare, impove-
fa dipendere da tutte insieme queste cau- rifa e scaduta di potenza e di credito, po-
se congiunte. Ad accennar le più. rilevati- re non cambiò costume, o poco o nulli
ti, tra le cause accidentali, la più eflicace dismise di quella sua grandezza al (erosa
dee lòrse che trae l'origine
dirsi quella e di quella morbida inerzia, a cui s'era
dal discoprimento «teli' America, fatto 3 avvezza in miglior fortuna e quasi cari»-
secoli e mezzo addietro dall'immortale biata in natura. Quindi, henchè la mise-
Colornho. Perchè alla scoperta seguì la ria e povertà presente dovesse incitarla a
conquista, la quale mettendo la corona sopperire coll'opera industre di sue mani
di Spagna in possesso delle ricchissime a que'bisogni a'quali non poteva j»iù soci-
miniere del Messico, del Perù e del Chi- disfare coll'oro delle Americhe, e Ceserà-
lì, leuna sorgente di tesori inesli-
aprì pio della crescente prosperità dell'altra
Quindi l'oro e l'argento del mio-
inabili. nazioni aggiungesse a ciò novelli sproni,
vomondo, che veni va ogni anno sui famo* pure si stette neghittosa a languir Dell'i-
si galeoni a versarsi in (spagna, straric- nopia, e se poi si riscosse non fu che a f i-
chendola di contanti, le dava agio di proc- tica; e se ora si è mossa a seguire il moto
cacciarsia dovizia tuttii prodotti piùsqui- europeo, i suoi principii furono tardi e
siti delle arti e dell'industria delle altre lenti i progressi, sicché resta ancora gran
nazioni. Questa facile abbondanza, e il tratto indietro divisa dalle altre nazioni,
lusso naturale che ne fu conseguenza, e Aggiunge ancora l'autore delle Lettere,
la potenza in cui allora salì la nazione ca* oltre a queste cagioni altre ve ne sono pur
stigliami dopo la finale cacciata de'mo- gravissime e meri dure a dirsi, perchè non
ri e dopo le meravigliose sue conquiste hanno nulla che possa offendere ildelica-
oltre atlantiche ; tuttociò congiunto al- tissimo amor proprio della nobile nazio-
l'indole uatuialrueule albera e piuttosto uè. Tale è in i ."luogo la posizàoue sles»a
58 S P A S P A
del la penisola, poco meno che divisa dal ri giorni nelle tenebrose officinodelle mac-
resto d'Europa, e lontana dal centro del- chine; la tenacità e l'alterigia del carat-
la civiltàeuropea. Quest'isolamento del- tere spaglinolo , e quindi la pochissima
la Spagna, rendendo più difficili e quindi sua pieghevolezza u cambiare i suoi usi e
più rute le sue relazioni sociali cogli al- seguire gli altrui, benché per avventura
tri popoli meglio inciviliti; fa sì eli' ella migliori; il suo vantar le cose patrie e di-
conservi più tenacemente i suoi costumi spreggiare l'estranee, il non curarsi della
e le sue maniere e fogge nazionali; che versatile moda e degli andamenti della
sia meu corriva a seguirla moda di chiun- società, il nobile disdegno d'imitare e d».

que, che si avvezzi a bastare a se stessa, che seguire le altrui norme; e finalmente le
seuta meno il pungolo dell'emulazione, il politiche agitazioni e tempeste, che per
quale è vivissimo quando si vedono da vi- più lustri tennero sossopra la penisola, or
cino e sotto gli ocelli i progressi e miglio minacciala eassalita da potenti invasioni
l'amenti altrui, ma è languido e ottusoal- straniere, or lacerata da intestine discor-
lorchè questi non si apprendono che da die e da furore di guerre civili non anco-
lungi e per udito. Di più mancano alla ra del tu Ilo piena mente estinte,condÌ7.ioui
Spagna gli stimoliche metteal fiancod'al- tutte sfavorevolissime al fiorimento delle
tre nazioni la necessità : il Belgio, l'Olan- pacifiche opere d'arte. Se pertanto si vo-
da, e più di tutti l'Inghilterra si diedero gliano pesare tutte queste e altre simili
con tanto ardore all'industria, alle mani- ragioni, si troveranno più che bastanti a
fatture, alcommercio, perchè non avreb- spiegare l'inferiorità che mostra in que-
bero altrimenti di che campare. Se loro sto secolo la Spagna verso le altre nazio-
si chiudono queste fonti di vita, di pro- ni incivilited'Europa, per ciò che riguar-
sperità e di ricchezza, non solo impoveri- da industria, arti e progressi di materiale
ranno, ma tuonano di fame. La teriache civiltà. Ma quest'inferiorità non pare che

abitano none vasta, né feconda abbastan- possa dirsi veramente un male, o non anzi
za per nutrire le sempre crescenti popo- unbenealmen relativo, per le sa vie e gra-
lazioni co'soli prodotti del proprio seno, vi considerazioni dell'autore d'Un viag'
e perciò la necessità le sprona a cercare gio in hpiigna, che opina essere più pru-
idiroiide il vitto. Non così la Spagna, in cui dente e più benevolo consiglio il deside-
il terreno coltivabile è di tale estensione rarealla Spagna minor gloria d'industria,
ila bastare al triplo de'pi esenti suoi abi- che in volerla in ciò superiore o eguale
tanti, e la felicità del suolo sì grande, che alle altre nazioni. Indi fa il rilevante con-
malgrado d pochissimo lavoro che si a- fronto tra L'Inghilterra fiorentissima d'in-
dopera in esso e poco miglioramento di
il dustria, ma deficiente d'agricoltura, e la
sua agricoltura, pure un po' di pioggia o Spagna in condizioni opposte, che però
d'innaffio basta a sviluppare fiorèntissìme trovasi su più solide basi di pubblica feli-

messi, quali indarno spererebbero da si cità, lunga durata e menoesposta a'rischi


tutti raffinamenti d'artee di cure che si
i di rovina e fallimenti. Perciò tra le due
adoperano intorno all'infelice suolo iu- nazioni sì dissimili al presente di fortuna,

glese. A queste ragioni si debbono aggiun •


non l'Inghilterra, ma sibbene la Spagna
gere l'influenza snervatrice del clima me- possiede più salde basidi potenza, d'indi-
ridionale che stempera per due terzi del- pendenza politica, di slabile prosperità, e
lamio le fibre muscolari, in modo da ren- può vagheggiare più sicura e più lieta un
dere impossibile ogni fatica un po' lun- bell'avvenire. » L'Inghilterra giganteg-
ga; L'indole propria di tutti i meridionali, gia, è vero, a'dì nostri nel mondo a guisa
amica di respirare sempre aria libera, e d'un colosso dalla testa d'oro e dal fusto
pei ciò ripugiiaute d'imprigionarsi gl'iute- di bronzo, per l' immaue sua poteuza e
S 1\Y S I» V 5.)

ricchezza ; ma questo colosso ha le basi genere da quella degli eroici pnilri loro,

di argilla, e pocu basta per rovesciarlo, che ricacciarono, dopo una lotta di 8 se-

Fate che gli si chiodino mercati d'Eu- i coli, oltre mare il saraceno; che compii-
ropa e quegrinlìniti shocchi, di cui ella stanino il nuovo mondo; che Cecero argi-
ahhisogtia per lo spaccio delle sue produ- ne all' invasione napoleonica ; e la feraci*

zioni industri; lille che un caso sinistro, là del suolo le assicura sorgente inesauri-
et i cui si vede talora balenare la minaccia, bile di ricchezze. Quindi se a lei è dato
le tolga l'Indie orientali, o ne le separi per di sperare ancora un più lieto a? venire,
alcun tempo; ed eccovi subito suoi mi- i e di risorgere un d'i a nuova grandezza,
i inni d'operai costretti ad emigrare a mi- ciò è appunto non perchè ella sia gran
gliaia.oa morir di lame; ecco la regina fatto iudustre, ma perchè è nazione agri-

superba de'mari coulinaia in breve nel- cola,ein ragione appunto del maggiore o
l'angustia cerchia della sua Albione; ec- minore sviluppo che dar;» alla sua agri-

co inaliditi i fonti delle sue ricchezze, del- coltura, la quale siccome è oramai [iel-

la sua potenza, e poco men della sua vita, lei l'unico fonte di prosperità, così leriu-
Questo è sì vero che il timore appunto di scirà eziandio il più sicuro e perenne. Clie
unsìrovinososcrosciotieuecontinuamen- se ella giungesse mai (ciò che non le sa-

le solleciti gli ottimati di quella nazione, rebbe malagevole) ad occupare in Euro*


anima tutti gli sforzi che fauno per con- pa il primato tra le nazioni agricole, non
servare il primato dell'industria, ispira solo non avrebbe ad invidiare la prospe-
la lor politica e l'affina e l'aguzza a tutte rità e la grandezza dell'induslre bigini-
quellearti, macchinazioni edintrighi, con terra, ma dovrebbe anzi reputarsene più
cui fomentando presso gli altri popoli o felice d'assai, come avente più salde ba-
6uscitando perpetue rivoluzioni, si stu- si, e più sicure caparre di felicità diutur-
diano d'impedire i progressi e la prospe- na. " Queste liete speranze per la Spa-
rila loro nell'industria, per assicurarne gna hanno solido fondamento e proba-
così a se slessi il monopolio o la suprema- bilità di prossima riuscita, non solo nel-

zia. Mercechè essiben sanno che se mai le fisiche e morali qualità della nazione,
venisse a rompersi l'equilibrio tra' pio- ina eziandio nelle politiche condizioni Mi
dotti della loro industria, e la vendila da cui ella trovasi presentemente, lequali g>à
farsene su tutti i mercati, a tutte le (le- vanno d'alcun tempo visibilmente mi-
re, in tutte le scale del mondo, sarebbe gliorando, e tendendo verso una stato no-
bilita per loro. Al contrario la Spagna, vello di prosperità, di pnce,che non èfor-
benchèpovera/leboleesfìuita per le tante se lontano. Dappoiché la Spagna trova-
perdite l'alte e per le crudeli guerre so- si di presente nell'ultima delle 3 consue-
slenute in questo mezzo secolo, non ha te fasi di rivoluzione, cui soggiacque, cioè
puntoa temere l'irreparabile rovina, che del disinganno. Le politiche tempeste che
minaccia la Gran Bretagna. La sua vita l'agitarono da 3o anni in qua, nel modo
non è sì precaria die il fi lo ne dipenda che in fine accennerò, seno notissime. La
da fortuiti accidenti, da fallimenti de'ban- rivoluzionedi Spagna ebbe, come quella
chieri, da rivoluzioni straniere,da estriu- di Francia le sue fasi d' inganno e di
,

sedie influenze. Imperocché ella ha in se pervertimento nelle idee del popolo se-
stessa, dentro il giro delle sue rive, quan- dottoda promesse bugiarde, e da cei ti bei
to le sovrabbasta non solo per sostenersi nomi di libertà, d'eguaglianza, di rigene-
in vita, ma per arricchirsi e sfoggiare, razione; e poi le fasi di violenza e di cli-

slruzione, di guerra civile, di proscrizio-


-
pei crescere e rifiorire possente e grande,
quanto verun'altra nazione d'Europa. La ni, di persecuzioni, di anarchia. Benché,
tempra de suoi abilauli nou è punto de- sia deltoa ouoi edegli spaguuoli,essi furo-
6o S P A S P A
n<> lungi dall'eguagliai e l'empietà sacrile- meno rimetta a svincolarsi dal servaggio
ga, il furore sanguinario, l'infernale deli- d'uno protezione che le costava si caro, e
rio,la rabbia satanica di distruziooe,cbe ai che avrebbe finito per rovinarla intera-
orribilmente caratterino la rivoluzione mente. Il generoso e savio popolo spa-
li ancese, e ne rese nefanda la memoria a fintolo disingannato ormai di tutte le va-
tutli i secoli venturi. Ma ai dì nostri la ri- uità , di tutti i sofismi , di tutte le follie
voluzione volgealsuo termine nella peni- demagogiche, che per breve tempo loaf-
,
sola,con*el ultimosuostadio,rultimasua fascinarono, non ha che un voto cornu-
ta se, eh 'è quella del ri nsa vi mento. Ces- ne con cui fervidamente aspira ad un or-
sai ono furori civili e le ire di parte, le
i dine più tranquillo, più stabile, più fe-
(jnnli tenendo infiammati
tutti idi spiriti lice di cose, che non possono ne potrà n-

e in agitazione non davano luogo a ifles- i no mai fornire le politiche utopie moder-
sionejlaonde il popolo cosi profondameli- ne. La nazione spaglinola, principalmente
le religioso, assennalo ed accollo, rien- pel suo invincibilecaltolicismo, è forsedi
traodo in se stesso, e paragonando il pie- tutte le nazioni di Europa quella appiio-
sente suo slato con quel ili prima, danni
i toche può più promettersi un più. belfav-
solfei ti co'beni indarno sperati o perduti, venire, e per la meravigliosa ricchezza e
e colie splendide promesse de'suoi perii- libertà naturale del suo suolo haspedieu-
di agitatori, si avvide d'essere
ben tosto ti infiniti da riparare le sue perdite co-
stalo crudelmente tradito da'eiurmadori loniali, i pregi de' quali conoscendo, ha
demagoghi. Ed essi pare che lo pieve- già cominciato a porli in opera; in que-
dessero, perciò a scolpire negli animi l'i- sto continuando potrà acquistare in pò-

dea della rivoluzione, negl'impeti dell'eri- ehi anni tal ricchezza e potenza da risa-
tusiasmo, dappertutto eressero nionu- lùeaquell'eccelsogradodi grandezza che
menti pubblici per celebrarne la memo- per notabile tempo ella tenne in Europa,
ria. E cosi non vi è città di qualche ri- e di cui tanto fu degna per l'invitta sua
guardo in [spagna, che non abbia la sua fede e pel suo nobile coraggio,
piazza de la Constitucion, nel cui mezzo Iberia è il più antico nome della Spa-
d'ordinario sorge una colonna, una pira- gna, e lo trasse dal fiume Ibero oggi E-
micie, o una gran tomba marmorea, in bro, donde /beri pure si dissero i più an-
cui leggonsi scolpili i più celebri eventi tichi popolisuoi,equalchescriltore dna-
della rivoluzione, e il nome de'prodi che mò anche posteriormente iberi gli spa-

per combattendo morirono. La bonac-


lei gnuoli. Vi è chi sostiene che la regione
eia politica, di cui dopo tante procelle go- venne denominata Iberiadal suo re o ca-
lle attualmente la Spagna, devesi pure in pò appellato Ibero. Chi volesse spaziarsi
gran parte all'esservi cessata o almeno in congetture e fomentare la favorita o-
scemata d' assai I' influenza britannica ,
pinione, che pe' gioghi delle montagne
perchè dall' Inghilterra , come altrove, Caucasie sieno discesele genti a popolare
movevano i venti e le bufere che teneva- le basse regioni, avrebbero di che pasce-
no la penisola in tempesta. Tutti sanno re l'erudizione nell'analogia cogl' lberi
le arti riprovevoli, la politica indegna, e abitatori dell'odierna Giorgia o Curdi*
con cui 1' Inghilterra
l'atlività ostinata, stan, che per Iberia ancor essa fu eono-
suscitò e fomentò in Ispagna le tuibolen- sciuta. Dall'essere posta all'estremo oc-

ze civili, mossavi da un triplice interesse cideote la resero nota specialmente i poe-


religioso, politico e mercantesco. La Spa- ti Ultima Esperia, ed
col l'espressione d'
gna apri gli occhi, e scosso un giogo du- Hyxpaiiia o Hispanui fu chiomata con
in e infame, benché legata tuttavia all'In- romano linguaggio,foi\se dal fenicio. S)^///,
ghillcira dd interessi finanzieri, è aondi- pOHenletche presso di uoi il volgare idiu-
S 1 A
I s p a r, i

ma converti in Spagna. Alcuni dicono suolo si accese la lotta ostinala che non
clic propriamente ignorasi I' origine ilei dovea aver fine se non col totale slmili -

nome moderno, e Giustino elice clic de- ino della nazione perditrice. Le isole Gi«
riva da un re chiamato Hispanut : SW\- mnesie,oggidelleBaleari,già occupate dai
'
glia, che fu per qualche tempo capitale lenicii,comechèpiù vicine all'Africa, furo-
d'un regno di Spegnale detta Hùpalis in no la i. 'conquista dell'esercito cartagine-
Idtino, in significato di pianura j final- se, che di là mosse a recare aiuto a'gadi-
mente trovasi in alcuni antichi autori il tani di tuia origine anch'essi, la cui pro-
nome Spania. I feroci celti formio
di i sperità giù eccilava l'invidia e il ranco-
primi Btranieri che dalla Francia, supe- re de' popoli confinanti. Distraiti però
rando Pirenei, vi penetrarono, e da essi
i dalla i
." guerra punica, cotnhattuta nelle
la nazione, qualunque fosse, limase sog- ncque della Sicilia, e dalla guerra africa-
giogata, talmente accomunandosi in pro- na de'mercenari,i cartaginesi soltanto do-
cesso di tempo gl'interessi de'due popoli, po la pace si volsero di proposilo a far
che un solo ne composero sotto il nome soggetta Spagna, e colà spedirono con
la

di Celti- Ióeri o Celliùeri. Vissero però oste poderosa il famoso Amilcare Barca,
essi in un'oscurità neghittosa, finche in che vi tragittò oltre alle colonne di Er-
tempi remotissimi gli ardimentosi e in- cole,col giovinetto Annibale suo figlio ap-
traprendenti femeii non approdarono al- pena bilustre, e compi in pochi anni la
le sue spiagge orientali, quasi in terra in- sommissione delle nazioni e delle tribù
cognita e peregrina. V incominciarono barbareche occupavano il paese, più che
que' navigatori a trasportare colonie, a colla forza delle armi, colla dolcezza dei
fondare più di i ooo anni avanti la nostra inodi,e colla saviezza delle istituzioni. Con
era gli empori di Cadice e di Malaga, ad eguale prudenza e destrezza delte al so-
estenderenell'interne provincie il proprio ciale edifìzio I' ultima mano Asdrubale,
dominio. Più facili gl'i beri piegarono il suo genero e successore nel comando; ma
collo al nuovo giogo; ma nelle cantabi i- tratto a morte dopo 8 anni dall'insidio-
che gole, asilo perpetuo d'indipendenza, so pugnale di Gallo, venne acclamato su-
ripararono gl'indomiti celti. Ben presto premo duce Annibale, che allora conla-
i nuovi ospiti discoprirono le preziose va 26 anni d'età. Pieno egli d'ardore bel-
ricchezze che ascondeva il suolo metalli- licoso,ed incitalo dall'odio sulla pater-
fero, e la voce che ralla se ne diffuse, se- na destra giurato al nome romano, non
gnò nella Spagna la mela dell'universa- fu pago pe' trionfi otiennti sugli oleadi e
le cupidigia. Pare che greci gli abbia*
i sui cai pesti, ma spregiala l'ambasceria di
no seguiti,e si ha qualche ragione di cre- Pioma, diede colla espugnazione di Sa-
dere che vi fondassero Pioses e Sagunto. gunto il segnale di guerra, nulla curando
Ma iutanlo e tirii ed etruschi, e marsiglie- l'alleanza di quella città co'romani, che
si e punici o cartaginesi avventurieri bal- secoudo la convenzione di Lutazio, dovea
zarono a gara su quel lido, e carichi tor- essere guarentita, ed i limiti superando
nandone di dovizioso bottino, quivi tras- dell'Ebro,ch'erail confine con Asdrubale
sero con tale allettamento nuove genti, e statuito de' possedimenti cartaginesi. Si
si videro sorgere a poco a poco in riva al può vedere Gaetano Ceiììì\,Dissertazioni
a
Mediterraneo nuove città floride e po- t. 2 : Della espugnazione ili
Disseti. 8.
polose. Intanto due colossali potenze si Sagunto, riportandola notissima senten-
disputarono l'impero de'mari e delle ter- za: DuinRomae constili 'tur,Saguni uni ex-
re, Cartagine, e Roma (/".),aspirando con pugnalar. E già superali Pirenei e var- i

fatali rivalità ad impugnare lo scetlrodel- cato il Bodano, coll'arditaestrepilosa di-


la monarchia universale, e sull'ispanico scesa delle Alpi poi tò Annibale l'incendio
Gì S P A SI'
nel cuore d'Italia. Sarebbe difficile deter- condottieri punici,con due tersi dell'eser-
minare il preciso tempo in coi romani
i cito romano, si trovò sopraffatto dal le for-
toccarono per la rivolta il suolo di Spa- ze maggiori guidate in campo dal vaio-
glili; ma in questa occasione Gneo Cor- loso Indibile e dall'alleato Massinissa re
nelio Scipione, sbarcato su'lidi catalani, di Numidia. Trafitto da lancia nemica,
cambiò nella Celtiberia o Spagna Tar- mentre operava prodigi di valore, fece
ragonese la fortuna cartaginese, e dopo colla sua perdita vacillare la romana for-
aver menato prigione il generale di Car- tuna. Né minor danno recò a Gneo l'ab-
tagine Annone, e Indibile capoo re de- bandono de'celtiberi, che appena furono
gl'i lei geli, con dubbio successo si oppose in faccia all'esercito di Asdrubale Barca,
ad Asdrubale giuntare, ed in seguito a seguirono il punico suggerimento di tor-
variescaramucce, fermò stanza a Terra* nare a tranquilla vita nel patrio suolo ;

gona, mentre a Cartagena svernava l'e- laonde quel capitano, istruito dagli avan-
sercito punico. Dietro la fama poi della zi reduci dulie truppe sconfitte del fra-

vittoria navale cbeGneo Scipione ripor- terno disastro, non pensò che a vender
tò sulla flotta avversaria presso lefocidel- cara la vita, toltagli dopo 29 giorni nel
l'Ebro nel ìj 7 3 ti i Roma, il senato roma- calor d'una mischia, sicché si sarebbe re-
no,vagodi dominare fermamente la Spa- sa disperata la sorte delle armi romane,
gna, v'inviò Publio Scipione, che opera- se il prode cavaliere Lucio Marzio, ele-
ta la riunione col fratello, passò l'Ebro, valo per unanime consenso al supremo
e porlo la guerra sotto le mura diSagun- comando,non avesse con intrepido corag-
to nel territorio cartaginese, conoscendo gio riordinalo le sparse reliquie delle ar-
di quanta importanza fosse l'espugnare mate, e con tant' impeto assalito l'eser-
quella fortezza, ove Annibale racchiuso cito cartaginese, che in soli due giorni,
avea in pegno di fede i precipui ostaggi colla nolteintermedia, furono con im-
della nobiltà iberica. Un mutamento no- mensa strage espugnati nemici accam- i

tabile però accadde pel tradimento dello pamenti, succedendo la tregua all'univer-
spagnuolo abilice, il (piale dopo d'aver sale spossamento. Già a vendicare la mor-
sedottoil punico capitano Bostare a cat- te del padre, ed a ravvivare la gloria di

tivarsi col rinvio degli statichi la bene- Roma, moveva dal Tevere l'incompara-
volenza ispana, offrì a Publio l'eminen- bile PublioScipionegiuniore,che poi me-
te servigio di condurli al campo romano, ritò colPeroiche gesta nomea" Africa- il

da cui rimandati alle proprie case ram- no, e varcato l'Ebro impadronì della s'

pognando la durezza de'cartagiuesi, ma- nuova Cartagine, insieme a' punici im-
gnificarono l'azione generosa de'romani. mensi tesori ivi raccolti; riscuotendo l'o-
11 corso d'8 anni, ne'quali i due Scipio- maggio della nazione spagnuola, pel mi-
ni sostennero la gloria del nome roma- rabile esempio di continenza che die nel
no, fu contrassegnalo da continue bat- restituire la vergine eavvenente sposa ad
taglie, dalla rotta d' Asdrubale sull'Ebro, Allucio principe cellibero, il quale per
dalla versatile alleanza diSiface veiYìNu- azione sì magnanima ne fece scolpir la

midia, e da quella de'celtiberi che per la memoria sullo scudo d'argento. Libera-
involta congiunsero un esercito ausilia- to quindi dal pensiero di sconfìggere l'o-
rio alle legioni romane. Ma nell'impor- stecapitanata d' Asdrubale Barca, che ra-
tante giornata in cui era per decidersi la pidamente valicava le Alpi per correre
sorte politica delle Spagne, fu a'duci ro- in difesa del fratello Annibale nell'ulti-
mani fatale la separazione imprudentedi ma Italia, e dopo le prime vittorie celti-
loro armate. Publio che si rivolse a com- bere, delle quali Lucio suo fratello reca-
battere Asdrubale di Giscone e Magone, va a Botua l'annunzio ed i trofei, sospin-
SPA SPA 63
«e fino all'Oceano I' allro Asdrubale di dotto il proconsole Fabio Servivano alle
Giscone, co'due generali Magone e Mas- strette sotto la piazza d'Emana, con una
siuissn.cheun fiorente esercito di 74,000 vigorosa sortita l'obbligò a trattare e con-
combattenti si videro interamente taglia- eludere la pace fra il popolo romano e
ti a pezzi dalle assai più deboli romane Viriato. Non potendo l'orgoglio de' do-

legioni nella giornata ili Decula, dopo di minatori dell'universo solfi ire l' umilia-
cbedovèilducecartaginese riparare nel- zione di trattare da pari a pari con un
l'Africa, ed il redi Numidia invocar l'ai- capo «li partito, ricorsealla perfidia ilcon-
leanza romana. Cos'i da Scipione in me- sole Q. Cepione, e rotto arbitrariamen-
uo di ) anni furono interamente cacciati te il trattato, mentre l'accorto duce spa-

i nemici dalla penisola, avendo il solo gnuolo trinceravasi su vantaggiose posi-


Magone, rimasto in Cadice, dovuto slog- zioni, sedusse a forza d'oro 3 suoi ullizia-
giare per volare in soccorso d'Annibale li, ebe corsero ad assassinarlo, quando
perditore. Con tali faustissimi auspiciitor- sotto la sua tenda tranquillamente dor-
nòegli a compiere sul Campidoglio i suoi miva. Con Viriato cadde la lusitana in-
maggiori destini, mentre sotto procon- i dipendenza,e piegò il collo ad intera som-
soli L. Cornelio Lentulo e L. Manlio A- missione tutta la Spagna Ulteriore. Ma
cidino, lasciati al governo delle Spagne, incoraggiati dall'esempioaveanogiàmos-
la morte d'Indibile e la cattività di Ma- sa i popoli arvaqui della Celtiberia la fa-
cedonio suo fratello posero per un tem- mosa guerra Numantina, che Metello il
no fine alla guerra. Ben presto però le Macedonico condusse dapprima con van-
parziali sedizioni degli edetani proruppe- taggio,raccbiudendo il nemico nelle piaz-
10 in aperta universale rivoluzione, giac- ze di Termanzia e Numanzia. Ma con
che mal solFerivano que'popoli indipen- fortuna ogni dì peggiore strinsero dis-
denti di sentirsi reggere a foggia di 10- sedio quest'ultima eroica città Q. Pom-
mana provincia, che dividevasi allora in peoNipote eM. PopilioLena,e finalmen-
Ispagna Citeriore, o più vicino a Pioma te L. Ostilio Mancino, che stretto da vi-

al di qua dell'Ebro, ed in /spagna III- gorosa sortita de'numantini fra leangu-


teriore, o da Roma più lontana al di là ste gole de' monti vicini, dovette colla
del detto fiume. Frattanto i cel liberi, i mediazione del questore Tiberio Sempro-
lusitanio poi togliesti vaccei sostennero nio Gracco implorare la pace, che gli fu
per più di 5o anni la guerra, e tennero concessa, obbligandosi collasolennità del
continuamente in esercizio le romane le- giuramento ad osservarla, onde togliere
gioni, malgrado le ripetute battaglie e le la diffidenza ispirata agli spaglinoli dalle
frequenti vittorie, chela bellicosa gioven- frequenti infrazioni detrattati. A discio-
tu del Lazio moslravasi di sovente restia gliersi da ogni vincolo, non tardò molto
a riempirne il vuoto colle necessarie le- il senato romano ad annullare la conven-

ve. Né il terrore e la strage produssero zione, adottando l'espediente di conse-


migliori effetti, che dopo il disonorevole gnare cattivo a'nurnan tini, col mezzo del
tradimento onde macchiò il preloreSul-
si console Furio accompagnato da'fèciali, il

pizio Galba, sgozzando sotto buona fede generale che Cavea sottoscritta, offerta
le intere popolazioni disarmale e sotto- dagli assediati dignitosamente ricusala;
messe di Lusitania o Portogallo (I.), si e nel seguente anno confidò la spedizio-
vide sorgere l'intrepido Viriato. Nel boi- ne di Numanzia al famoso distruttore di
n
loie della 3. guerra punica, postosi egli Cartagine Scipione Emiliano, che utili-
alla testa de'suoi concittadini, fece tocca- laudo già come tribuno legionario sotto
re a' romani notabili perdite, tolse loro il console Lucullo, avea ottenuto la coro-

molte piazze nella Spagna Ulteriore, e ri- na murale saleudo il 1 ."all'assalto d' In-
6 S P A vSPA
tercalia forte ciltìi de'vacceì. L' accorto ch'egli voleva liberare dall'assedio, e che
capitano strinse per tal guisa l'assedio, Sertorio assali e incendiò sotto i suoi oc-
che in breve tempo quell'indomabile po- chi. Indeciso fu il vantaggio della gior-
polazione, degna di miglior sorte, rifiu- nata ih Sucrone, ove nuovamente si mi-
tando di sopravvivere alle patrie sciagu- surarono Pompeo e Sertorio, avendovi
re, pose fuoco alla città e si seppellì sotto questi perduta la fatidica cerva, ch'egli
le sue ceneri, contandosi appena 5o pri- 6epp^dopo qualche giorno ricuperare me-
gioni nel trionfo cbe prese Scipione do- diante \\\ì guiderdone promesso impo- ,

po la conquista. Delle vicende ili Ninnati- nendo così alla superstizione lusitana ,
zia riparlai a Roma, narrando le guerre che in quell'addomesticato annuale rico-
dei romani, eziandio per la conquista del- nosceva un messaggere degli Dei propizi
le Spagne. Ed ebbe allora precaria tran- a Sertorio. La riunione però delle due
quillità anche la Spagna Citeriore, cor- armate di Pompeo e di Metello condusse
rendo l'anno di Roma 620, cioè 1 34 a- Sertorio alla decisiva fazione di Siguen-
vanti l'era nostra. Indi seguì la momen- za, ove l'ala pompeiana era già in piena
tanea irruzione de'cicnbri, cbe dopo di- rotta, e le truppe ancora di Metello sa-
struttele romane armate di Cepione e rebbero state volte in foga, se una ferita
Manlio nella Gallio narbonese, si gelta- riportata da quel vecchiocondoltieronou
1uno nelleSpagne,nè portò a conseguen- avesse infiamma lo di straordinario ardo-
ze quell'irruzione, essendo ben presto quei re i suoi aflettuosi soldati fino a strappa-
bai bari rientrati nelle Gallie. Ma le fa- re di mano al rivale l'assicurata vittoria.

zioni di Mario e di Siila, dalle (piali fu E qui nuovo tradimento chiusela tragi-
lauto lacerala la romana repubblica, po- ca scena, quando Peipeuna ordì contro
co mancò cbe non producessero l'inatte- Sertorio infame e tenebrosa congiura, fa-
sa emancipazione delle Spagne. Intanto cendolo uccidere nella gioia amichevole
Sertorio cbe con valorose azioni avea no- d'un banchetto, ma n'ebbe il dovuto ca-
bilitato l'oscura origine, circondato da stigo dal virtuoso Pompeo, il quale non
moltissimi personaggi romani sfuggiti al- gli accordò il favore di comparirgli innan-
la proscrizionesillana, ed amato dalla na- zi, e ricusandosi d'ascoltare le sue impor-
zione spagnuola, ne divenne il legislato- tanti rivelazioni, comandò che gli fosse

re, ed organizzò un governo alla foggia troncato il capo, e insieme ordinò che si

di bonia, istallando il senato e propagan- abbruciassero pubblicamente le sue car-


do la pubblica istruzione nella più distinta te, onde non turbare maggiormente la

classe de'cittadini cbe adoperò di erudi- tranquillità de'cittadini. Gneoe Sesto, fi-

re nell'arti greche e latine, preparandosi gli di Pompeo, dopo il tristo fatto del lo-

a sostenere intanto colle armi la propria ro genitore, valendosi dell'occasione che


causa. Un tradimento apiì ad Anuio la porsero a' popoli spaglinoli l'avarizia e
via de'Pueuei, che GiulioSalinatore cu- la crudeltà di Q. Cassio Longino luogo-
stodiva, ed assalito Sertorio nel centro tenente di Giulio Cesare, accesero incen-
della penisola, bravamente cozzò perlun- dio novello e valsero a riunirei 3 legio-
go tempo con oste assai più numerosa. ni con corrispondente flotta. Il dittato-
Lostesso Metello Pio avea sempre piega- re G. Cesare stimi) l'impresa degna del
to dinanzi a lui, e solo nell'estrema An- suo braccio avvezzo a'tiionfì, e dopo va-
dalusia giunse a vincere battaglia contro ri scontri insignificanti, si attaccò la cele-
L. Irtuleio questore Serloriano. Anche al bre battaglia di Monda 3*17 marzo del
gran Pompeo, che in Ispagna incominciò 708 di Roma e \~) avanti l'era nostra.
le sue gesta, toccò la notabile perdila di Quivi fu Cesare ridotto a tale disperazio-
1 0,000 armali sotto la cillà di Lauroua, ne che lo mise in forse d'uccidersi, e più
SPA SPA 65
die alla sua costanza etl esempio, fu al- Dolce e moderato fu il governo riabilito
la fortuna debitore della vittoria. Impe- ila Augusto nelle .Spagne, delle quali e-

rocche, mentre Labieno uffisìale pompe- rasi egli stesso riservata l'amministrasi o-
iano guidava una parte delle sue truppe ne. La Spagna Ulteriore fu divisa in Be-
a difendere gli accampamenti , assaliti tica, e Lusitania o Portogallo; la Spagna
dalle truppe ausiliarie cesariane, si spar- Citeriore si chiamòTarragonese dalla sua
se fatalmente il grillo ch'egli si dasse alla capitale. Soggiacque inseguito avarie
fuga, un panico terrore s'impadronì del- suddivisioni, e la più costante fu quella
l'esercito, caddero 3o,ooo prodi, fuMuu- delle 5 provincie stabilitene! secolo IV
da presa dopo un mese d'assedio; Gneo da Adriano, cioè laTarragonese con Tar*
coperto di ferite e preso in una grotta ri- ragona per capitale, la Cartaginese con
coverò, vi fu inseguito e ucciso; Severo Cariogena per capitale, così la lìetica con
potè procacciarsi ignoto asilo ne' monti Siviglia, \a Lusitania oPortogallo con /I/e-
celtiberi, ed eziandio rimase interamente rida, e la Galizia egualmente con Braga
sottomessa a Cesare la Betica, una delle per capitale, tutte celebri città che prì-

3 parli della Spagna che i romani avea- meggiaronoin dcttedivisioni.il mareche


no diviso in Tarragonese, Betica e Lusi- bagnava la provinciaCartagineseera con-
lania: la Betica eia la più ricca e più lèr- siderato come diviso in 3 golfi: l'Urei la-
tile comprendeva l'Andalusia
provincia, no, 1' 1 Ilici tano e il Sucronese. La Betica
e porzione del regno di Granata, in uno formò due grandi paesi, la Basti tanta e
a Siviglia e Cordova. La CantabriaoSpa- la Turdetania. La Galizia si divise trai

gna Tarragonese che comprendeva la


, galizi o galleci e gli asturi. Tra gli altri

Guipuscoa, la Biscaglia, l'Asturie eia Na- popoli famosi che occupavano le altre
varrà, fu l'ultima ad essere domata; ma provincie della penisola, si ricordano gli

Ottaviano Augusto dovette recarsi in per- ercaoni,gl'indigeti,gl'ilergiti, i celtibeii,

sona nell'insorta Cantabria, a frenare le i vasconi, i varduli, i ca l'isti, gli antrigo-


irruzioni che quelle genti facevano nelle ni, i cantabri, i beloni, gli edetani, i con-
romane provincie, e tanto travaglio viso- leslani, i carpetaui, i vaccei, gli arevaci,
stenne che infermo riparò in Tarragona, ipelendoni,ec. Le qua li di visioni non mu-
e di là spedi Caio Antislioa compierne tarono sotto i goti, né sensibilmente tu-
ia sommissione. Pei lungo tempo però do- rono alterate, al paro de' nomi geogra-
\ettero anche in seguito tenersi in buon sibbene lo furono durante la domi-
fici,

numero le romane legioni nelle Spagne, nazione de' mori. Vedasi il citato Cen-
a
perchè il seme della rivolta non tornasse ni, Dissertai. i2. Dell'antica divisione
dalle montane vette a pullulare, e per tu- delle Spagne, fatta da' romani delle lo-
tela innalzando due fortezze di Sara-
le ro conquiste. LaSpagna fu perBomaquel-
gozza e Menda. Ebbero dunque a com- lo che per lei medesima sono stati in ap-
baltere per i secoli le romane coorti in- presso il Messico e il Perù; ma romani i

Danzi di dominare nel classico suolo di non ispenserogl'indigeni di quel bel pae-
Spagna,per cui si può dire che niuna na- se. Somma fu la prudenza d' Agrippa e
zioue resistè più lungamente degli spa- di Galba rettori della provincia, nel se-
gnuoli alla possanza romana, nèpiùspes- dare le rinascenti discordie; ma consumò
so ne compromise la gloria; tanto potè l'opera della pacificazione Vespasiano,
in que' generosi petti l'amore dell'indi- che coll'immedesimarli a'romani e ren-
pendenza, tanto era ad essi odioso il no- dendoad essicomuneogni privilegio, non
me degli orgogliosi e prepotenti conqui- esclusa l'elezione al soglio, giunse così a
statori. Sottomessa tutta laSpagna daAu- formarne un popolo solo, ed a spartire
gusto, ebbe origine \'Ei a di Spagna (F.). con esso il dominio dell'universo. INèRo-
VOI. LXVIII. 5
66 SPA SPA
DM ebbe a pentirsene, perchè alle belli- il \iaggio [>er la Spagna, dopo clie uscì
clie glorie valorosamente contribuirono dalla prigione, in cuilavea fallo mette-
te genti ispane, ed i Domidegl'ioiperalori re l'imperatore Nerone, e che di ritorno

Traiano, Adriano, M. Aurelio, Teodosio! poscia a llotna quivi soli ri il martirio.


da quelle regioni usciti, valsero nel Ilei V Tuttavolta Papa s. Gelasio 1, Concil. t.

m-coIu di nostra era a far dimenticare gli 'i,p.i253, ed altri, aflermanoches. Pao-
orrori che sui mostri coronati del Campi- lo non effettuò il divisamento di passare
doglio aveano attiralo nel i. la pubblica in lspagna; come si riguarda per favola
esecrazione. E come nelle armi, cosi nel- la conversione attribuita a s. Paolo dello
le lettere le numerose colonie romane gio- spaglinolo filosofo Seneca, del pari the la
vai ono agli spaglinoli, clie fra molti altri loro corrispondenza; l'eccellenti lezioni
diedero lo storico Floro, il savio Seneca, di morale, sparse nelle opere di Seneca,
Marziale e Lucano. Non v'ba dubbio che fecero credere ad alcuni ch'ei fosse disce-
per la mescolanza decine popoli la Spa polo di s. Paolo; ma se profondamente
glia acquistasse in gentilezza e in coltura; si esamina la sua condotta, scemerà di
.si

ma allo svolgersi del germe di corruzione inolio l'opinione di quella virtù che fu
fra i romani, partecipò anch'essa a quel- supposta in lui; veramente fu sobrio e sii •
la mollezza e infingardaggine che trasse- inabile per altri pregi. L'apostolo s.Gia-
ro a decadenza l'impero. Già nella Spa- conio di Galilea, fratello di s. Giovanni
gna erasi introdotta la religione distia- Evangelista, e stretto parente di Gesù Cri-
na, di che vado a pai lare. sto, il quale con s. Pietro li distinse so-
li comunesenlimenlo degli spagnuoli pia gli altri apostoli e li colmò di parti*
è che l'apostolos. Giacomo {f.) il fllag' colali favori: essi furono i soli che volle
gioie vi portò pel i .°la luce benefica del- spettatori della sua gloriosa Trasfigura-
l'evangelo: secondo alcuni questa opinio- zione, e testimoni di sua agonia nell'orto
ne è appoggiata soltanto alla tradizione, degli Olivi. Dopo 1' Ascensione di Gesù
la quale per non molta sua antichità
la Cristo gli apostoli travagliarono a spar-
lasela loro qualche dubbio SU di essa. Mo- gore la sua dottrina; ma gli scrittori di
Burnenti di autenticità incontestabile so- que'primi secoli non ci hanno lasciato al-
no, ches. Paolo(l' .)
promise a'romanidi cuna particolarità rispetto alle fatiche a-
visitarli quando fosse passato dattorna per postoliche di s. Giacomo: sembra saltati-
andareuella Spagna: JdHoman.i5,i^. to che abbandonasse la Giudea poco do-
Senza dubbio uè dalla sua lettera, nèda- pò il martirio di s. Stefano , che alcuni
$\Aili degli a postuli apparisce che s.Pao- stabiliscono verso la fine dell'anno in cui
lo abbia mantenuto la sua promessa; ma fu crocefisso Gesìi Cristo. Si legge nell'ag-
ciò si conosce da una tradizione, che non giunta al Catalogo di uomini illustri di
può essere equivoca. Dice espressameli- s. Girolamo, ch'egli annunziò il vangelo
Ics. Atanasio, chequel dottore dellegen- alle XII tribù disperse. E benché gli a-
ti andò aUoma, e di là in lspagna, nel- postoli ne'primi 1 2 anni del cristianesimo
VEpist. ad Drac. Dicono la stessa cosa non abbiano predicato ne' luoghi confi-
s. Cirillo di Gerusalemme, Calli. in ,e s. nauti alla Giudea, s. Giacomo non oslan-
Epifanio, Hae.rcs.i'j, e fra i Ialini s. Gi- te avrebbe potutoandareinlspagna a Dor-
miamo, in Amos, l'autore del commen- larvi la salutifera face della fede. Questa
turio sopra s. Paolo, conosciuto sotto il è almenolalradizionedella chiesa di Spa-
nome di s. Ambiogio, Papa s. Gregorio gna, appoggiata all'autorità di s. Isidoro,
1,Moral. 3i, e moltissimi altri autori, del breviario di Toledo, de'libri arabi di
che lungo sarebbe il citarli. Crede s. Gio. Anastasio patriarca d'Antiochia sui mar-
Crisostomo, ches. Paolo intraprendesse tiri. 11 p. Cuper fa risalire molto indietro
,

SPA S P A 67
questa tradizione, e conferma coliate-
In postolo. A Sangue notai, che quello di s.

stìiDODÌanza di s. Girolamo e di s. Isido- Giacomoapostolo delle Spagne, in Roma


ro, come anco dell'antiche Liturgie, (/".) si mantiene Ilnido nella basilica de'ss. XII

della Spagna, a Siviglia avendo detto di Apostoli, e che parte ne fu mandato a're
quelle di s. Leandro, e di molte ci rcoslan* di Spagna. Rilevai a Incensiere quello di

ze relative a questo punto di storia. Si smisurata grandezza appeso alla cupola


potino vedere Bollandisli, t. GJulii,p.
i di detta cattedrale,per profumarla nelle
lìq, Disscrl. de divisione Aposl. ante t.
4 grandi solennità, onde impedir l'infezio-
Julii, et in vita s. Jacobi, t. (>, p. 7 1; il ne dell'atmosfera, nell'immenso concorso
p. Flores, Espana sagrada l. 3, e. 3, de degli spaglinoli e forestieri. Splendidissi-
la predication de s. Jago cu Espana, p. ma è la pompa colla quale a'a5 luglio sì

39, oltre la sua risposta al p, Mamachi celebra in Compostela la festa del santo,
ante t.6. Il p. Fallati prova mollo a lun- col concorsod'una moltitudine immensa;
go, lUyrici sacri, Prolegom. par. 3, 1.
1
Famosi sono fuochi arti tizia li e le lumi-
i

p. a52, che s. Giacomo ha predicato in narie che hanno luogo in tanta solenni-
Ispagna. Si può anche consultare il car- tà, anche sulla facciata esterna della cat-
dinal d'Aguirre, Colleclio Concilio/lini tedrale e sue torri. Nella mattina di essa
J/ispaniac T\omae 16$$,
t p. 1 f\o, in pro- i rappresentanti della città accompagna-
posito del passo di s. Girolamo, in Isa. li dalle commissioni di tutte le corpora-
e. 34, Operel. 3, p. 279. Il re Agrippa, zioni e da'uotabili, secondo le rispettive
nipote di Erode, zelante seguace della loro classi, recansi dal governatore della
legge di Mosè, mosse sanguinosa perse- provincia per corteggiarlo alla messa so-
cuzione contro i discepoli di Gesù Cristo, lenne della cattedrale. Il corteo è prece-
persuaso di procacciarsi Pamorde'giudei, duto da uomini alti chiamati gigau ti, rap-
43 di nostra era a Ge-
e recatosi nell'anno presentanza religiosa che rammenta l'e-

rusalemme per celebrarvi la Pasqua, s. resie debellate dal catlolicismo, e insie-


Giacomo ne fu lai.* vittima, ordinando me rappresentanza civile come segno dei
che gli fosse mozzala la testa pochi dì a- diversi popoli che si recavano in pellegri-
." naggio Compostella. Se-
vanti la solennità; e così Agi ippa fu il 1 alla cattedrale di

persecutore dellaChiesa, facendo quindi gue musica degli alunni dell'ospizio in


la

imprigiouars. Pietro, poi liberato mira- divise di gala, che nella festa del 85 1 e- 1

colosamente dui carcere; ma non andò rano dono dell'ultimo commissario della
guari che Dio punì colla morte il re, fa- crociala, a'quali il governatore d. Barto-
cendo che vermi lo rodessero vivo. Il
i lomeo Hermida avea aggiunto un suore-
corpo di s. Giacomo fu sepolto a Gerii» gaio in riconoscenza della serenata che
salemme, ma poco dopo suoi discepoli i aveanofattaa suo riguardo. Le navi della
lo portarono in Ispagna e lo deposero a cattedrale sono occupale dalla folla del
lria Flavia, oggi delta El Padron, sul- popolo, ealleoreio incominciala proces-
le frontiere della Galizia, nel luogo cioè sione, che nelle grandi festività accom-
denom ina lo Compos(ella,\)ev quanto dis- pagna detto governatore, e si compone
si in quell'articolo parlando della prodi- de'consiglieri, degl'invitati, dei gonfalo-
giosa invenzione del medesimo, onde la niere, del governatore militare, ec. Giun-
chiesa fu eretta in metropolitana e chia- ta la messa all'offertorio, il governatore
mala pure s. Giacomo di Galizia o di della provincia prendendo la cassetta, che

Compostila eSantiago. Divenne uno dei nella processione viene portata su d'un
più celebri santuari delcristianesimo, pel bacile d'argento tra due cappellani, pre-
concorso straordinario de'sngri pellegri- senta l'offerta di 1000 scudi d'oro in no-
naggi, a venerare il corpo del santo apo- me del sovrano, pronunziando analogo
68 S P A S P A

discorso, il irei lo all'arcivescovo di Com- nostro apostolo santo. Innalzate altresì,


postella. Quello deli 85 1 e recitato dal- Illustrissimo Signore, fervide suppliche
l'IIeriuida, fu pubblicato dal giornale in- all'Onnipotente, allineile diramando le

titolato, Cattolico di Madrid, ed eccone benedizioni del cielo sopra questa nazio-
qualche brano.» Illustrissimo Signore. E' ne eminentemente cattolica, le diffonda
la 2." volta che io ho l'onore di visitare egualmente sopra la sua regina, sopra il
in nome di Sua Maestà il sepolcro del glo- re suo augusto sposo e sopra la reale di

rioso apostolo s. Giacomo e di offerire ,


lei famiglia, sopra il suo legittimo gover-

innanzi a lui l'annuale tributo di ricono- no, sopra suoi eserciti e le sue armale,
i

scenza verso i beneficii da lui compartiti e sopra lutti gli spaglinoli". Invocò pure
a questa grande nazione. La regina cai- suppliche a Dio pel benefizio della diret-
lolica delle Spagne e dell'Indie, che sono la successione al trono di Spagna, per la

sue, l'eccelsa, l'amore voleva magnanima pace e concordia fra i principi cristiani,

Isabella II, in questo giorno si fa imita- per l'esaltazione della fede,eper l'intima
Ilice degli esempi de'suoi augusti proge- unione della regi uà di Spagna col sommo
nitori; ricordasi pardi loro con profon- Ponlefice,per se e sua famiglia. Oltre son-
da venerazione le glorie ei trionfi, di cui ebbe luogo il magnifico rin-
tuosi con vili,
gli eserciti spagnuoli andarono debitori frescocheda tempo immemorabile il ma-
alla visibile protezione del nostro glorio- gistrato comunale offre alle autorità su-

so santo:iimangono ancora vive nella me- periori, e agl'invitati tra i cittadini e fo-

inoria di lei le celebri giornate di Cova- restieri; non che altre dimostrazioni di

dogna, di Granata, di Siviglia, di Sara- gioia, musiche, canto di canzoni popola-


gozza, e di tanti altri popoli dell'antico ri e nazionali. Altro annuo omaggio de-
e nuovo mondo. La possanza de'saraceni cretarono le cortes a s. Giacomo, e san*

cadde sotto la possanza della croce, la qua- zumarono la regina e il re pel giorno 3o
lei'n fin d'allora l'insegna delle nostre vit- dicembre, in cui la chiesa celebra la Ira-

torie.L'Apostolosanto l'inalbeiò;iltrion- stazione dell'Apostolo delle Spagne. Nel


fo della religione fu il trionfo della na- 1802 questo U\ fatto nella cattedrale di

zione; i nostri eserciti forti del loro va- Com postella, in nome de' regni di Casti-
loie, pel presidio della croce furono in- glia e Leon,aH'arci vescovo della città, dal
vincibdi;s. Giacomo negli scontri fu il no- medesimo governatore Ilermida, con di-
stro capitano. Perciò esso è il nostro prò- scorso reso pubblico da'giornalispagnuo-
tettoie; perciò i nostri re di Spagna visi- li , e di questo pure conviene darne un
tarono il santo sepolcro di lui; perciò ri- I re non so-
cenno. » Illustrissimo Signore.
posero le sue ceneri in questo sontuoso no giammai più grandi che allorquando
tempio; perciò rinnovano ogni anno que- portano l'omaggio del loro potere innati*
st'omaggio all'eroe santo delle loro vit- zi all'onnipotenza di Dio. Così furono mai
lorie; perciò in questo giorno lo tributa sempre i re di Spagna, perchè seni pie es-

l'augusta sovrana che felicemente regna, si invocarono su' loro popoli le benedi-
Degnisi, Illustrissimo Signore, ricevere zioni del cielo; eglino con gloria porta*
l'offerta di questi iooo scudi d'oro,chefo no, e soli essi il portano, il titolo di Catto-

nel nome reale di Lei, e in virtù del re- liei. Nel tempo, in cui i regni di Castiglia e
gio suo mandalo; degnisi collocarla sul Leon gemevano sotto il giogo d'un go-
sagro alta re,perchè sollevandosi come in- verno barbaro e immorale; allorché era
censo dal trono della Spagna fino al tro- in pericolo la loro indipendenza; ador-
no dell'Altissimo, sia quivi presentata in- che correvano il più gran rischio la pro-
nunzi al Dio degli eserciti dalla possente prietà eia vita; allorché si propagava l'e-

mano del nostro gioì iuso capitauo e del resia, si rilasciavano i costumi, il valore
S P A S P A %
cedeva alla moltitudine, il potere umano sorte e tutta la reale famiglia; pregò an-
tenti Vasi impotente a contenere la rovina cora per la conservazione di Maria Isa-
ilei male; allorché ci fu mestieri cercare bella erede del trono di s. Ferdinando,
il rimedio è sempre sicuri di ri-
là, ove si acciò sia pure ereditiera di sue virtù. Ta-
trovarlo, invocossi il nome di Dio, e la le è la divozione e la gratitudine, che la
intercessione del glorioso apostolo s. Gia- Spagna ed i suoi principi sempre ebbe-
como; venne invocato con quel fervore ro pel primario suo Apostolo. Altri es-
che solo è ispirato da una lede pura, e sendo stali promulga tori della fede in Mi-
la vittoria non si fece punto aspettare: ta la penisola, come s. Eugenio discepolo
la moltitudine cedette al valore, ripor- dis. Pietro e i.°vescovodi Toledo, marti-
tarono la vittoria le armi spagn uolc,e seco re; s. Onoralo suo successore; s. Pio di-
loro la religione e l'indipendenza, le leggi scepolo di s. Giacomo ei.° vescovo di Si-
ricuperarono il loro impero, Castiglia e viglia; Atanasio greco discepolo di s.
s.

Leon furono salvati. Gli spagnuoli non Giacomo e suo successore nella sede di
sono uè increduli, né iugrati, essi non ar- Saragozza, indi martire,come lo fu S.Teo-
rossiscono di attestare la loro fede e la doro, altro discepolo di s. Giacomo, che
loro riconoscenza pubblicamente ed au- uvea occupato la sede dopo s. Atanasio;
tenticamente. Umiliti nelle cortes , essi e per non dire di che diffusero l'e- altri
hanno votato un annuo perpetuo dono, vangelo nelle Spagne, anche il Portogal-
che trasmettendo di generazione a gene- lo o Lusitania ricevè il dono della vera
razione la ricordanza delle grazie del cie- fedein tempi apostolici. Fino dal suo na-
lo e la protezione del nostro glorioso A- scere la chiesa di Spagna divenne flori-
postolo, sarà l'espressione viva del reli- da, tale essendo sotto Nerone, a cui si ri-
gioso sentimento, da cui sono essi anima- bellarono con Galba gli spagnuoli, come
ti. L'adempimento di questo voto è oggi afferma Rinaldi, Annali ecclesiastici t al-
l'oggettodella missione regia che io ven- l'anno 69, n.°46 e 47. Fino da'primi se-
go a compiere per ordine e in rappresen- coli della Chiesa i Papi esercitarono nel-
tazione della nostra sovrana I' augusta la Spagna il diritto d'appellazione ine-
dama Isabella II, regina di tuttala Spa- rente al loro primato; così s.Stefano
l Pa-

gna e delle sue Indie. E' egli dunque in pa del 257 ricevè l'appellazione di Ba*
suoreal nomecheio visito in questo gior- silide d'Astorga e Marziale di Merida, di

no solenne la tomba del nostro s. Apo- cui parla s.Cipriano nel la lettera 68. Es-
stolo, e che innanzi ad essa depongo que- sendosi ancora da'Papi commesso alcu-
sti 5oo ducati d'argento, votati dalle sue ne volte l'esame di esse ne'casi partico-
cortes e sanzionati dalle Maestà loro pel che si reca vano nel-
lari a'Iegali apostolici

giorno 3o dicembre,giornoiu cui laChie- la regione; cos\ nella causa d'un prete e

sa celebra la traslazione di s. Giacomo. di due vescovi, sulla quale vi è la lede-


Si degni vostra Grandezza riceverli e of- rà 45 del lib. 1 I a Gio-
3 di s. Gregorio
frirli Dio nostro Signore ondegli torni-
a vanni difensore. Nel declinar del secolo
no graditi, e riceva in essi un pubblico at- 111 cominciò a fiorire il celebre Osio ve-

testalo della pietà de'noslri sovrani e del- scovo di Cordova, dì cui riparlai a Ni-
la gratitudine di Castiglia e Leon". Quin- cea, Simdolo, Sardica, ed a Sin.vno, ove
di il governatore pregò 1* arcivescovo ad lo lodai e difesi, per esservi stato alcun
innalzar voti a Dio, alìinchè colla poten- tempo in esilio. Non si ha nulla di ben
te intercessione del glorioso prolettore cerio sul tempo incili si formarono in I-
della Spagna, continui a concedere a'suoi spagna le provincie ecclesiastiche. Ciò che
abitanti protezione e soccorso, e benedire avvi di certo è, che prima del concilio
la regiua Isabella 11, il re suo augusto cou- d' Elvira (P .),telebratu nel 3oo, e di cui
7o
S P A S P A
Ferdinando Mendoza ci die la storia, vinciuLusilanica. Emerita o Menda me-
Conciltum TUiberitanum thugdunì G i
"> ~>.
tropoli,con G sedi e vescovi suffragane!.
ed anche prima del regno di Costantino Provincia Cartaginese. Tolelo metropo-
I il Granile, cheincominciato nel 3o6 re- li, con 3 sedi e vescovi suffragane!. Pro-
1

stituì la pace alla Chiesa e ne fece trionfa- vìncia Belica. Spaliso Siviglia metropo-
re il puhhlico culto nel 3 i 3, non distili- li, con 8 sedi e vescovi suffragane!. Pro-
guevasi alcuna metropoli ecclesiastica, ed vincia Tarragonese. Tarragona metro-
il solo vescovo più anziano avea il dirit- poli, con i4 sedi e vescovi suffraganei.
ti >di convocai e i concilii, de'quali abbia- Altra uotizia delle chiese di Spagna, rica-
mo di Giuseppe Ileig, Compendio de to- vata da un mss. della chiesa d'Oviedo in
dos los Bologna i 7 jG. Oltre i
concilio'!, lettere greche, contiene pure 6 provincie,
concilii tenuti nelle città vescovili e in al* con queste metropoli e sedi sulhaganee.
tri luoghi,, si celebrarono a Uri concilii de- Toledo con 9 sedi, Siviglia con g, Me-
1

nominati di Spagna, del i." de'quali fa ri da con 3,Z?/v7»rtcon8, Tarragona con


1

menzione il p. Mansi, Sappi, t i, p. 22 5. 1 5,iW//^ortflcon8sedi. In altra divisione


l'uatlunatoncl 3Gi per determinare Por» l'atta d'ordine del re Vamba, in un con-
dine da seguire nella grazia che si accor- cilio nazionale tenuto a Toledo nel G7.5,
da a quelli quali, dopo d'essere caduti
i furono stabilite le seguenti metropolita-
nell'idolatria, ritornano in gre in ho della ne e loro suffraganei. Toledo con ir), Si-
Chiesa. Venne determinalo, che quelli i viglia con q, Mencia con o, Braga cou 1

quali non avessero solamente acconsenti- (), Tarragona con 8, urbana con 9. 1 N
to all'empietà, ma che a vesserò presiedu- Alcuni autori assicurano che tale dispo-
to alle ceremonie superstiziose, sarebbe- sizione fu fatta nel concilio di Toledo in
ro eselusi per sempre dal clero, e che co- presenza ili re Vamba, ma invece seguì
loro i quali avessero peccato facendo em- in un concilio nazionale tenuto sotto il

pi sagrifìzi, potevano essere ricevuti dopo medesimo re, al quale tutti gli arcivesco-
la penitenza. Ancora non distingueva^! vi e i vescovi del regno intervennero. In
alcuna chiesa metropoli nel concilio di esso volle il re, che a togliere tutte le dis-

Toledo, come nel precedente tenuto in sensioni e discordie nate fra i vescovi pei
Saragozza nel 38o contro Priscilliani- i diritti di loro chiese e conlini di loro dio-
iti, poiché Filatilo sottoscrisse senza al- cesi, e fermarsi per sempre la pace tra i

cuna prerogativa, fuori di quella che da- prelati, con il loro pieno consenso e ap-
vagli la sua anzianità; nel concilio riuni- provazione, si dividesse e con termini di-
to nel 4oo, Poltruino vescovo di Men- stinti si stabilisse la diocesi di ciascuno.
da sottoscrisse pel i.°,ed Asturio vescovo Intoruoalladivisione della giurisdizione
di Toledo firmò invece pel 6.° Sembra disse il re Vamba. » Le sedi di queste due
peròcheil vescovo ili Cartagine incomin- Spagne soggette a'goti, tanto arcivesco-
ciasse poco tempo dopo a godere de'di- vili, quanto vescovili, sono 80, dalle quali
ritti di metropolitano, come anche quel- è ministrata a noi han-
la pai ola di Dio, e
lo diToledo. In seguito le chiese di Spa- no dal romano Pontefice la comunione
gna vennero distribuite sotto G metropo- cattolica. Questa divisione adunque no-
li, come trovatisi uotate in un mss. del stra, intorno le predettesedi, fatta in To-

962 della biblioteca dis. Lorenzo di Si- ledo di consenso di tutti gli arcivescovi
viglia, in questo modo. Provincia di Ga- e vescovi, si conservi in eterno". La chie-
hcia o Galleria. Brachara o Braga me- sa di Spagna restò in questo stato fino
tropoli, con 1 3 sedi e vescovi suffragane!. all' invasione de' mori, il Zaccaria nel-
Provincia di Gallia.Narbona metropo- V Anli- Febbronio par. 2, p. VII, tratta
li, con 9 sedie vescovi e suffragane!. Pro- dedo stato delle chiese di Spagna da Co-
-

S Pk S P A 7 1

(tantino I il Crrìnrfe sino V III secolo,


ali" ilio a pochi brani della Spagna Tarrago*
e riferisce. Che le Spagne nel 409 furo- nese. Ciò avvenne nell'impero d'Onorio,
no inondate da' barbari; alani, vandali, e per opera del tiranno Costantino, me«
svevi le occuparono. Sopraggi unsero i go- diante Costante suo figlio, contro i fra*
ti, e discacciati que'primi,in due regni di- felliDidimo e Veriniano, clic pel pareo*
visero le provincie. Uno fu de'goti che- te Onorio difendevano le prò viride io va*
iauo.-/nV7rc/(/\), l'altro degli svevi ch'era- seda'barbari, a'quali furono ditte peres-
no cattolici. Sotto questi principi nona- seredepredate.lntantoque'GoJ/(/'.)che
veano le chiese diSpagnacollealtrepres- aveano già ottenuto pacifica stanza nel-
«oche alcuncoinmercio,e le irruzioni dei la Dacia, onde l'appellazione sortirono di

barbari con grandissimo danno della re- Visigoti, mal soffrendo di lasciar da ban-
ligione e della disciplina mandarono in da la natia inclinazione alle anni e al bot*
disuso i sinodi. In peggior condizione si tino, presero anch'essi la via delle Gal-
divenne quando nel 4<5.{. anche re sve- i lie, ed in breve cacciati dalle truppe im-
vi abbracciarono l'arianesimo, e sino al perieli e da'feróci unni, si fecero seller-
558 lo professarono. Recareddl succe- nio della catena de' Pirenei, e superando*
duto al padre ariano Leo vigildo, il quale ne le cime, agognarono allo stabile pos-
ai regno de' goti avea unito quello degli sesso delleSpagne. A miglior intelligen-
svevi, fece in tutto ilreame rifiorire la za de' pochi cenni che vado a riportare
religione cattolica; ma dopo la sua raor- sulla dominazione de' visigoti di Spagna,
te, le continue guerre esedizioni che tut- premetterò la serie de'loro re. Ad Ala-
to sconvolsero, continuarono a tener le narico essendo nel 382 succeduto Alari
chiese di Spagna quasi divise dalle altre, co I, a questi progressivamente seguirò-
Sul principio del secolo Vili un nuovo no sul trono: nel <\ii Ataulfo, nel 4 (

furioso turbine desolò la fiorente cristia- Sigerico, nel 4' 5 Vallia, nel \iq Teo-
nità, i mori entrati nel 714 7 1 5 con dorico I, nel 4-5 1 Torrisrnondo, nel 4 >3
grosso esercito nelleSpagne, le assogget- Teodorico II, nel 466 Enrico, nel 48 {.

tarono,eqnasiridussero al niente lechie- Alarico II, nel ^07 A- Gesalieo, nel .5 1 1

se e la religione. Inoltre il Zaccaria a p. malarico sotto la tutela di Teodorico HI


ij5 discorre della disciplina delle cine- re degli ostrogoti sino al 526, nel 53 l
sedi Spagna nella deposizione de' vesco- Tendi, nel 5 \S Teodigiselo, nel 54g Av-

vi, ed osserva che Potamio di Braga e gila, nel 554 Atanagildo, nel 567 Lia-
Sisberto di Toledo furono deposti da'si- ba I, che nel 568 si associò Leovigildoe
nodi diToledosenza saputa del Papa; ma poi gli successe nel 5j"2,s. Ermenegildo
di questi concilii egli ne dimostra l'irre- (f ) nel 585, llecaredo I nel 586, Liu-
golarilà. ba 11 nel (io 1 , Condo-
Viltericonel 6o3,
li) principio del secolo V i vandali, gli maro nel6io,Sisebut nel 61 2, Becarcdo
alani e gli svevi dalle germaniche balze II nel 62 i,Svintilla nel 62 r, deposto nel

piombarono nelle Callie, e quindi incal- 63 e morto nel 635; Rici mero era sta-
1

zati da'barbari assai più potenti, dovei- to associato al trono nel 6a5,e gli succes-
tero mendicare asilo nella Spagna, e so- se nel 63 Sisenando. Nel 636 Cimili-
t

pila trovarono tanto la patriottica ener- la, nel 6|0 Tolga, nel 64^ Chindasuin-

gia, che agevolmente versoi! 4°9 potè- lo, il quale nel 649 si associò Kecesuin-

10110 dividerseneil dominio: gli svevi eb- toche nel 652 gli successe.Nel 672 Vani •

bero insorte laCantabria e la Galizia; gli ba, che abdicò nel 680 e morì nel 6^S,
alani la Lusitanin; ed vandali la Betica, i indi Ervige, nel 687 Egiza, nel 700 Vi-
chedenominossi d'allora in poiAndalusia, tizo, nel 7 io Roderico. Il suddetto re A -

ristretto restando il debole romano presi- taulfo, cognato ilei celebre Alaiico I, fu il
: -x SPA SPA
i ."che dal territorio di Narbona si spin- diritti del bambino A malarico suo ni-

se nella Catalogna, e dipoi il cognato Val- potè, s'introdusse il re ostrogoto nelle fac*
Ita (piandogli successene!:}." 5 mirò a con- cende ile'visigoti, e discacciato G esalico
solidale il suo regno, valendosi del nome figlio naturale del defunto re Alarico II,

dell'imperatole Onorio, che con debole col mezzo del prode conte Ibba suo ge-
mano trattava le redini de' vacillanteim- aerale, governò per un tempo con asso-
pero. Questo principe Valli;! nel,|i8di- luti modi l'una e l'altra nazione. Papa
strusse la nazione degli alani introdotti- s. Ormisda coì\'EpÌ8t.n5 decretale a tutti

si in Ispagna, de'quali si conoscono soli i i vescovi delle Spagne, comandò che i sa-
ie Respendial e Atace. Riserbandomi a cerdoti Fossero ordinati conforme a'eano-
Vandali di parlare de loro re, cessata, pu- ni, salto, ma osservando gl'in-
non per
rela lorodominazionenellaSpagna,que- teritizi che pubblici penitenti non si
; i

sta restò sotto il potere de' visigoti, e de- potessero consagrare ; che si avesse lun-
gli svevi, i re de'quali sono i seguenti. iVel ga esperienza della probità e della scien-
4oc)Ermanrico l,nel 42?Erniigarìo,neI za degli ordinandi; che il vescovato non
4^8 -Ermanrico II che abdicò nel 4^8 e si ottenesse con doni o ricercasse con ns-
morì nel 44 A Richila successero, nel
1 * sequi; e che sinodi provinciali
i si celebra*-
448 Rechiario, nel 4^7 Fratan, nel 4^7 sero due volte o almeno una all'anno.
]\Iasdran,nel46o Framario sino al 4^3, Venne poi Teudi dal re ostrogoto spedi*
benché dal 4^9 558 regnarono pure al to all'amministrazione delle possessioni
Remismond, Teodemond, Cariarico: nel spagnuole, e fu sì savio il suo regg'unen-
5S5 Leovigildo rede'visigoti s'iropadro- to, che dopo a vere A malarico, cogli aspri
nìanchedel regnodeglisvevi.Nel 447 fu * modi onde afflisse la pia Clotilde conce-
rono tenuti due concilii nazionali in Ispa- dulaglida Clodovco I, concitato l'odio di
gna, l'uno in Toledo di 4 Provincie, e l'ai- quel possente sovranoe perduta ben pie-
tro in Galizia ignorandosi il luogo preci- sto in Narbona la vita, il voto unanime
so, e ambedue contro gli eretici priscillia- lo chiamarono a regnare, ed egli ben cor-
nisti. Altro fu adunato nel 4^4 a moti- rispose a tanta espettati va, riuscendo e-

vodiSilvano vescovo di Calahorra,ilqua- guai mente caro alle due gotiche schiatte
le ordinava de' vescovi senza saputa di A- ealla nazione ispana,ove avea faltoscelta
Scanio vescovo di Tarragona suo metro- di ricca e nobilissima sposa, solletican.
politano. Questi alla testa della sua prò- do altresì l'amor nazionale col mantelle-
vincia ne scrisse al Papa per sapere qual re 2000 cittadini a guardia della sua per-
trattamento dovea farsi a Silvano. Euri- sona. I 18 anni del felice suo regno ven-
co re de'visigoti, inoltrandosi ognor più nero funestati dal tragico fine che a (freti
nel suolo Tai ragonese, incominciò a re- lo in lui un nascosto pugnale. E ben di-
golare con leggi scritte la cosa pubbli- mostrarono quanta perdila si fosse fatta
ca, e dopo lui Alarico 11 genero del gran i turpi vizi del successore Teodigiselo, clic
1 eodori co re degli ostrogoti d'Italia, i grandi vicinamente disonorati dalla
che morto per le mani di Clodoveo I re sfrenatezza di sue impudicizie, si affret-
de franchi a Poitiers, pose fine al galli- taronoa toglieredal mondo. Accadde poi
co regno di Settimiana, sulle basi de'co- la guerra civile tra Agila e Atanagildo,
dici Teodosiano, Gregoriano ed Ermo- dispulandosi il trono_, e sebbene il patri-
geniano, valendosi degli scritti dei fatuo- zio Liberio fosse mandato dall'imperato-
si giureconsulti Gaio e Paolo, promnt- re Giustiniano I a soccorrere ili. gl'ima-
go il Breviario d'Aniano, così detto dal se l'altro vincitorea Siviglia, e quindi pa*
dotto gaulese suo referendario che lo sot- droue della monarchia visigota nel 554;
toscnsse. Sostenendo il grau Teodorico i costituì Toledo capitale del regno, estua- 1
SPA SPA 73
do alcune piane marittime agl'imperiali, ni co'loro vescovi, ed anche di quegli ive*
edominatedagli svevi la Galizia e la Lu- vi che seguivano l'errore, contribuendo'
litania. Leovigildo nominato governato* vi specialmente lo zelo indefesso di Papa
re generale della Spagna dalreLiuba I s. Gregorio 1. Egli permise aglispagouo-

suo fratello, residente nella Gallio Nar* li d'usare nel battesimo una sola immer*
booese, e poco dopo nel )68 associalo al sione, per distinguerli dagli eretici delia
trono, di cui rimase presto solo possesso- regione, quali colla triplice immersione
i

re,ampliò confini della monarchia, di-


i credevano diautorizzare loro errori in* i

scacciò da molte piazze gl'imperiali, do* torno alla ss. Trinila. Inoltre s. Grego-
mò cantabri sempre proclivi all'insur-
i rio I proibì di costringere gli ebrei ad ab*
regione, e distrusse del tutto la poteu- bracciale la fede cattolica. Il religiosissi*

la sveva, che contava da circa due seco- imo re Recaredo I volle che i vescovi ve-
li serie non interrotta di particolari so- gliassero sopra i magistrati laici, acciò non
vrani cattolici. Peròoscurataè lasua glo- si facesse da loro corri alcuna contro il

ria dal fanatismo per la setta ariana, che giusto, sapendo egli^ii appartenere «'pa-
limi solo foriuòdi lui un intollerante per- dri il correggere tutti i figli erranti. Id-

secutoro, ma lo rese eziandio sanguina- dio premiò le virtù del re, liberandolo
rio e parricida;mentre avendo associato dalla congiura d'Argimondo duce dell'e-

al comando figli s. Ermenegildo e


i suoi sercito, il quale aspirava al trono. Reca-
liecaredol, ed al i.° concesso pure parte redo pure encomiato per prodezze,
I fu

del regno, l'Andalusia e Siviglia per ca- e vantaggi riportali sui franchi diNar-
pitale, a questi mosse guerra perchè prò* bona; per mansuetudine e segnalala bon-
fèssava dogmi cattolici, ne' quali avea-
i tà, per generosità massime colle chiese,
10 istruito s. Leandro vescovo di Siviglia, a cui restituì il confiscalo dal padre, li-

e dopo lunghi strapazzi intimorito dagli mosiniero magnifico, clemente e amoro*


aiuti dell'imperatore Maurizio sbarcato so co'popoli, sapendo essergli stalo data
a Cartagena in suo favore, lo fece in Si- il regno perchè se ne servisse in bene,

viglia decapitare barbaramente nel 586. Narro a Stati e regni triiìutari ai la s.


11 sangue però di quel martire e la per- Sede, che Piecaredo fece ad essa il suo I

secuzione ariana, servirono a renderedo- con annuo censo, ciò che altri re tolsero
minante la cattolica religione nelle Spa- e altri restituirono. Nel medesimo arti*
giù; e Leovigildo visse in mezzo a'ri morsi colo noto che furono pure olferti alla
gli ultimi anni di sua vita, dalla sola poli- chiesa romana quali stali censitali, Ma-
tica trattenuto a riconoscere i suoi erro- jorca, Miuorca, Tarragona eia contea di
ri. La sua persecuzione eccitata dagli a- Barcellona. 11 fine di Recaredo I nel 601
.inni in Ispagna, fu una delle principali fu edifica nte,con pubblica ed egregia con-
della Chiesa, cominciò nel 584 e terminò Fra posteriori re,
fessione di penitenza. i

Del 586, epoca della morte del re. Il fi- degno di special menzione è Sisebut del
glio successore Recaredo I, convertito al- 612, il quale valorosamente forzò l'i m*
la purità de'dogmi cattolici, ne divenne peralore Eraclio a ceder tutte le piazze
l'apostolo, ed ebbe i gloriosi aggiunti di ch'erano restate al greco impero da Gi-
c nilotico, fedelissimo e di piissimo, per btl terra a Valenza, ed a ritirarsi negli Al-
aver fatto rispondere sul trono la verità, garvi , regno poi imito al Portogallo, e
della fede, con quanto riporta l'annalista perciò ne parlai in quell'articolo. Di più,
Rinaldi all'anno 58g, n.°8 eseg., ponen* Sisebut eslese le sue conquiste a Tangere
do fine ad ogni divisione col celebre con- Ceuta nellaAfauju'Àl/iaTingitana.Nèsot-
eilio del 58g adunalo in Toledo, seguendo to meno felici auspici nel 62 cominciò il i 1

Quindi la conversione di moltissimi aria- regno Svìnlilla. perchè domati i vascouì


71 SP/V SPA
e oavarresi, e discacciati gl'imperiali gre- lini! nella città reale, o dove fosse morto
ci dal continente, fu propriamente ili. il re. Quanto a* giudei accusati al re di
re dell'intera penisolu. Il re si mei ilo da prevaricnzione,i padri vollero che si man-
Papa Onorio 1 il litolodi Cattolico, d\ cui dassero in esecuzione le severe leggi di
giàil memorato concilio di Toledo, od Siseuand contro coloro che dopo avere
il'api Pelagio II e s. Gregorio I ne a- ricevuta la fede cristiana, fissero tornati
veano fregiato Uecaredo I.Tuttavoltn in al giudaismo; per cui gli ebrei scrissero
seguito Scintilla, abbagliato dalla fortu- al re epromisero con giuramento I' os-
na, si attirò colla mollezza e con ecces- servanza della religione cristiana. Con-
siva deferenza alla moglie Teodora l'o- venne sempre a'vescovi di Spagna com-
dio de'grandi, i quali favoreggiando l'u- battere con sì fallaci conversioni, e rin-
surpazione di Sisenand, sostenuto anche novare decreti e rigori; non mancarono
da Uagoherto I re de'francbi, Io depose- però in ogni tempo ebrei la cui conver-
ro nel (i3 t, in uno
Ricimero che Svin-
a sione fu sincerissima, e molti fiorirono in
tilla erasi associato. Sisenand si rese be- pietà. Con l'accennato metodo d'elezio-
nevoli i vescovi e i grandi, riconoscendo ne, nel 672 fu elevato al soglio l'illustre
in essi il diritto di eleggere il successore Vamba, il quale ascesovi in onta al pro-
al trono, giusta canone fi 7 del concilio
il prio volere, sostenne l'alta sua riputazio-
celebrato in Toledo nel 033. In quello ne, pacificò le Asturie, ed isventò le tra-
adunalo nel G38 nel regno di Chintila, me ordite da Ilderico conte di Nimes, e
e nazionale, coll'intervento di 5a vesco- con enorme tradimento appoggiato dal
vi o de' imo venne altamente lo-
legati, conte Paolo suo generale per separare ,

data la regia pietà e virtù, perchè pieno dallamonarchia de' visigoti laGallia Nar-
di marito zelo della fede avea co' vescovi bonese. Siccome Vamba fu tutto propen-
statuito d'estirpare in tulto il reame la so a provvedere a'bisognidellaChiesa,co-
giudaica superstizione, non permettendo sì ricevè da Dio un segnalato beneficio;
che vi dimorasse alcuno che non profes- e fu che Saraceni (^ .), quali dopo a-
i i

sasse la fede cattolica. Oltreaciòedi con- ver sottomesso al tirannico loro dominio
senso di Chintila e de'sooi grandi, si de- gran parte dell'oriente, e recato in deso-
terminò nel concilio che i futuri re non lazione moltissime isole, entrando nelle
salissero sul real trono, se prima non pro- Spagne con 270 navi, furono vinti dal re
mettessero con giuramento di non per- in battaglia navale, avendo arsa e ridot-
mettere che vistasse nel loro regno per- ta a nulla la loro flotta. Né meno gran-
sona alcuna non cattolica. Debitamente de si dimostrò egli nell'abdicazione della
dunque fu attribuito a're di Spagna lo corona, insinuando a' magnati di surro-
speciale titolo di Cattolici, e reso loro e- gargli neI68o quello stessoErvige che con
sci usi vo, essendosene fatti degni col zelo venefica bevanda avea attentato a' suoi
per l'ortodossia, e perciò nell'assunzione giorni. Questo nuovo re nel 68 fece con- 1

al trono non sologiurarono di mantener- vocerei! concilio di Toledo, perchè il suo


si sempre cattolici, ma di non tollerar mai regno fosse confermato da' vescovi, senza
nel loro amplissimo regno que'che non il consenso de'quali nella pia Spagna non
lo fossero. Nel 653 si celebrò il concilio era lecito ad alcuno di regnare, ancorché
di Toledo, adunato a istanza del re Ile- erede del defunto re. Ervige nel concilio
cesuinto, numeroso di 52 vescovi, abbati rese ragione dell'assunto dominio coll'as-
eio vicari di vescovi, e colio canone sta- senso loro, e perciò lo aiutassero colle o-
bilirono che l'elezione del re appartenes- razioni e co' consigli, pregandoli che ri-
se a' vescovi delle Spagne e a'grandi del- mediassero a'catti vi costumi e reprimes-
ia corte, e si facessero gli squittinii o scru- sero i giudei. I vescovi dopo aver esami-
SPA SPA 75
nata e stabilita la fede cattolica, confer- lettere, registrate da Lablu', Condì, t. ti,

mai uno l'elezionedel nuovo re,comeavea p.ia5a, ma per legittime le difese il p.


fatto Vambacon iscrittimi, e provvidero Lupo, DeSextaSynodo t. 3, p. 5a. Ile-
acciò egli non ripigliasse il regno, e perchè gnando Egiza si celebrò nel 69 1 il con-
l'elezione d'Ervige non si potesse annulla- cilio di Saragozza, ed ordinò, come avea
riconobbero le nuove sedi vescovili
re. Si fatto quello di Toledo, che le regine dopo
fondatedaVamba,e si dispose che il vesco- la morte del re non pigliassero altro ma-
vodiToledoordinasseper vescovochi fos- rito, acciò non si dasse motivo ad aldi*
e nominato dal re,ilqualenominatodopo no di farsi tiranno; ma che deponendo
la consagrazione si dovesse presentare al la veste reale, pigliassero la religiosa e
suo metropolitano. Avverte Rinaldi, che stassero in monastero (Va le monache. E-
ad intelligenza di laledisposizione impor- giza avea associato al regno il figlio Vi-
ta sapersi, che i re goti si usurparono nella tiza, e dopo 5 anni morendo nel 700 ri-

Spagna la nomina de' vescovi, la (piale si mase solo, e per poco imitò il padre. Si
proponeva poi al concilio da farsi, accioc- abbandonò a malfare, e colla suaeiupie-
cbé vi si esaminasse la qualità della per- tà aprì le porte del dolentissimo regno
sona eletta, e se egli fosse degno del ve- di Spagna n'IìJori (/'.) saraceni. E sicco-

seovato.come dimostrano leautiche scrit- me i vescovi non gli fecero resistenza, né


ture, àia perchè queste cose richiedeva- lo repressero con sacerdotale costanza, co-
noassai lungo tempo, e le sedi restavano me loro conveniva, caddero anch'essi in
troppo vacantivi determinò in detto con- servilo, le chiese andarono in dislruzio-

ciliocheil vescovodi Toledo potessedopo ne, i monasteri si ridussero al niente, e


{asolila inquisizione ordinare il nominato tutte le cose pericolarono, e ciò proseguì
dal re. Questo stabilimento essendo pie- per più secoli. Il malvagio re senza freno
giudiziale alle altre sedi arcivescovili^ gli si abbandonò all'impudicizia, e spinse la
altri vescovi si levaronocontrotal decreto nazione de'goti alle laidezze, alla super-
e piegarono il re dalla parte loro, ternen- bia, alle rapine; e per sua cagione i ve-
do esso che non si ribellassero, e tutti ot- scovi e gli altri ecclesiastici presero a vi-
tennero da Papa s. Agatone che fossero le e dispregio i sagri uffizi ed i canoni,
a
liberati dall'ubbidienza della r. sede di E aftinché la chiesa di Spagna non si le-

Spagna. 11 perchè Luca Tudense lasciò vasse contro di lui, ordinò il re che i ve-
scritte queste parole: Et romani Ponti/I- scovi, i sacerdoti, i diaconi e gli altri chie-
cisconsensu statuii } cioè Ervige re ut , rici, tutti avessero moglie, e fece loro di-
nullus archiepiscopusHispanìarum sub- vieto sotto pena di morte d'ubbidire al

dcretur alicui primati } nisi romano .Don- Papa. Yitiza colla sua abbominevole con-
desi comprende, che costume fu di darsi dotta strascinò i goti a molti vizi, pro-

edi togliersi ad arbitrio de'Papi i privile- vocò l'ira divina e preparò la rovina del-
gi delle chiese, secondochè richiedeva la l'infelice Spagna. Abbattè le mine ili tnt-
di versila de' tempi e delle persone; e che te le città del regno, tranne Toledo, Leo-
non sussisteva cosa alcuna determinata ne e Astorga, e ciò fece per impedire ai
dal re in simile ma teria,senza il beneplaci- cittadini la resistenza.Con frode preseTeo-
todel Papa. Nel 682 s. Leone II approva- Irido figlio del reChindasuinto e duca di
to il concilio generale 6.° tenuto in Co- Cordova, e I' accecò; levò dal mondo il

ilanlinopoti } oxehivono condannati V Ec- proprio fratelloPauila duca di Cantabna,


tesi e i Munoteliù , inviò Pietro notaro per averne la moglie; mandò in esilio Gio-
regionario con copia degli atti e sua let- vanni vescovo di Toledo, e contro icano-
leraa'vescovi diSpagna, ed altra nescris- ni conferì a Oppa suo figlio o zio gli ar-

ie a Ervige: Barouio stimò apocrife tali civescovalidi Toledo e di Siviglia; chia-


7
6 SPA SPA
mali nella Spagna gli ebrei, e lolti i pri- sigote. Non mancano
di quelli die con

vilegi alle cinese, a quelli invece gli ac- maggiore probabilità riconoscono le scia •

coniò. Prepara vasi frattanto la più lui* gore ili Spagna dalle mene diEvan e di
tuosacatastrofealle Spagne, ed il nembo Sisebut degni figli di Vitiza, pe'quali non
sorgeva tempestoso da quella Mauritia- è meraviglia seil conte Giuliano sua crea
uà che mal soffriva sulle sue coste i vi- tura parteggiasse per loro. Con qualche
sigotici stabilimenti. In si critiche circo- diversità ciò riporta il Rinaldi, dicendo
stanze il re Vi ti sa, degno imitatore del che lioderico per vendetta dell'ingiuria
lascivo re Teodigiselo, ne affrettò le ter- fatta a suo padre da Vitiza che l'avea ,

libili conseguenze, continuando a violare accecato, cacciò di Spagna con gran ver-
i più nobili talami, a praticar le più enor- g gua di lui figli Furmalo ed Erpulio-
i

mi violenze, a portare la licenza in trion- ne, i quali trapassati in Africa nella prò •

io, a invitare gli ecclesiastici al matrimo- Tingitana tenuta da'visigoli, si ac-


"vincia

ino e alla poligamia i secolari, alle prò- costarono a Giuliano conte della mede»
giunzioni la plebe. Ecosì il prestigio del- sima, slato già uno de'segretari di Viti-
la voluttà non tardò gran fatto ad affa- za e da luicaramente amalo, ed allora
somare ogni cuore, e schiere fatte imbel- acerbamente malcontento di Roderico, il
li rimasero sole ad opporsi alla saracena quale avendo preso Cava sua figlia per
ferocia. Nondimeno riuscì a Vitiza d'ini- moglie, la teneva come concubina, ed in-
pedire a' inori, condotti da Mussa gene- sieme sfogati i risentimenti deliberarono
i ale del caliilò Valici, lo sbarco sulle co- di vendicare le comuni onte, chiamando
ste andaluse, ed il conte Giuliano gover- i saraceni ad invadere la Spagna. Con-
natore di Ceuta serbò alla monarchia temporaneamente l'astuto Giuliano isti-

quell' importante piazza ripetutamente gò di nascosto franchi a entrare nella


i

assalita. Insorse intanto la guerra civilea GalliaNarbonese signoreggiata da' visigo-


rinvigorire le speranze di Mussa, e gran- i ti, e simulando zelo pel re lo consigliò a

di malcontenti opposero a Vitiza un Ilo- mandare parie delle sue truppe contro i

clerico discendente da regia stirpe visigo- franchi, e parte a lui in Africa, riuscen-
te nel 710. Il Rinaldi narra, che per Vi- do inutili nella Spagna. Questo tradimeu-
tiza erasi la Spagna separata dall'ubbi- lofu favoritodaU'iuiquoOppaarcivesco-
dienza del Papa, con aperta apostasia e vodi Siviglia e di Toledo, che Vitiza suo
ribellione, mentre suoi re predecessori i padre avea posto su quelle sedi per di-
di somma pietà aveano donato il regno struggere la fede cattolica. Assicurati i

della Spagna as. Pietro, e rilenendolo in saraceni che in Ispagua non avrebbero
nome della chiesa romana, a questa pa- trovati forti ostacoli.e che i franchi an-
gavano annuo tributo. E perchè Papa davano distruggendo nel Narbonese vi- i

Giovanni VI scrisse a Vitiza, richieden- sigoti, piombarono nella Spagna e in bre-

do l'antica ricognizione de'diritti della s. ve l'occuparono, dopo aver combattuto


Sede sulle pi ovincie spagnuole, e mandò 5o giorni con Pioderico e perduti 1 6,000
due legazioni ad appoggiai la, il re coman- uomini. E in fatti, dopo la (.''"incursione

dò con pubblico editto che niuno ubbi- de'mori a Calpe, oggi Algesiras, lasciata
disse al Papa
onde annullare del tutto
, dal condottiero Tarif- Abdahal in costo-
tale donazione. Ad una disonorevole pas- dia al conte Giuliano, e dopo lo sbarco
sione, in mal punlo concepita da re Pio- di Taric con forze maggiori nell'Arida-
derico o per la moglie o per la figlia del lusia e negli Algarvi , sebbene i figli di
conteGiulianOjil più degli storici attribuì' Vitiza si ululassero riconciliazione per me-
sce la defezionedi quel primario sostegno glio trarre Roderico in inganno, si vide-
della nazione, e il rovescio delle armi vi- 10 poi nella decisiva giornata di Xeres
SPA SPA 77
della Frontera,comechèpoco lungi dalle resistere si sottomiseroa palli per la loro
frontiere, sulla strada (la Cadice a Sivi- credenza religiosa e vita; altri andarono
glia, in mezzo a pingui campagne, coni- in traccia d'un'altra patria alla loro sven-
I) attutai novembre 71 presso ilGua-
i i 1 tura, che asilo fosse di loro fede, nazionali -

dolete, uniti al conte traditore rivolgere tà,e di (pianto più amavano al mondo. I

la spada contro la patria e affrettarne la saraceni presero Leon già capitale del re-

i-ovina, e Roderico coperto di ferite perì gno degli svevi, mettendo a ferro e a mor-
in sito ignoto e con esso la serie de're vi- te molti della Galizia che valorosamen-
sigoti. Entrò allora per lo stretto di Gi- te ladifendevano; ed occuparono anche
bilterra il poderoso esercito saraceno di Toledo per tradimento de'giudei, quali i

Mussa, e da quell'epoca cessando l'unita aprirono le porte a'mori, che fecero a pez-
della dominazione nella penisola ispani- zi i citladini,ed in seguito stabilirono pre-
ce, conviene seguirne le posteriori poli- fetti e governatori nelle provincie di Spa«
tiche divisioni, riguardando in separato gna, ed elessero Cordova (/'.) per pri n-

aspetto la monarchia spaglinola e la por- cipale residenza. Ai visigoti che riuscì


toghese. L'area dell'odierna regione, cui scampare, servirono d'asilo i monti de'Pi-
sidà il mine di Spagna, abbraccia la par- renei, delle Asturie, della Galizia. Non è
te maggiore della penisola, cioè tutta la adirei inalidii soggiacquero gli spago uo-
Spagt.a'farragonese, la Betica, ed anche li, e danni recati alla religione in mille
i

la parte settentrionale della Lusilania, modi ollesa e oltraggiata, tollerandosi le


cosicché il solo lato sud ovest ne viene e- chiese mediante forti tributi, altre le al-
schiso, che costituisce il separato domi- terrarono, altre ridusseroin moschee. In-
niodi Portogallo. Come dalla mussulma- descrivibili furono le perniciose conse-
«a irruzione sia derivato in questa parte guenze della mescolanza de'maomettaui
il moderno reggimento spagnuolo, è ciò e cristiani, equanlo ne fu alterala la pu-
che in breve andrò riportando. rità della fede. I cristiani furono segnerai-
La rovina de'visigoti la compì Oppa le contumelie de'mori, che inveirono sino
arcivescovo di Si viglia, zio o figlio di Vi- sopra i cadaveri e le pompe funebri. Ten-
tiza, parteggiando pe' saraceni e ponen- tarono i maomettani di pervertire i cri -

dosi mediante il giuramento di fedeltà sliani ad abbracciare l'islamismo, usan-

sotto la loro soggezione. Anzi tanl'oltre do violenze e seduzioni, con che otlenne-
giunse la perfidia di quest'indegno eccle- ro numerose apostasie. Quegli spaglinoli
siastico, che inseguì maestra-e"li stesso i che non erano caduti dal ferro e ch'era-
li di Toledo fuggitivi, per esporli al ma- no restati fra nuovi dominatori, sebbe-
i

cello de'conquistatori maurilani. Lupe- neavesserootlenulo l'eserciziodi loroie-


ìocchè mentre nella Spagna centrale ligione, dovettero accettare le condizioni

piantava Mussa lo stendardo di Maomel- imposte da'bai bari, la cui ragione risiede-

lo (f/ .), suo figlio Abdalaziz percorreva va nel tagliodellelorospade.e nella tein-
le coste delMedilerraneo penetrando sino pera delle loro scimitarre. Tra le altre
a'I'uenei con altrocorpo d'armati, ed un dure condizioni rammenterò quelle di ,

3.° per la Lusilania recavasi in Galizia e pagare doppio tributo da quello che con-
slringeva le gole cantabriche, dappertut- tribuivanoimaoineltani;le chiese dovea-
to poca o niuna resistenza incontrando, no ciascuna dare i5 libbre d'argento, 5o
per quell'invilimento e mollezza della ria- ogni monastero, 100 le cattedrali. 11 cri-
none,! n cui era caduta dall'antico valore, stiano che carnalmente si unisse a una zi-
goti mancarono prodi spagnuoli che di- Iella araba dovea rendersi mussulmano

fendendosi morirono da bravi per la loro e sposarla sotto pena di morte. Colui che
indipendenza e libertà; altri non polendo entrava iu una moschea. e diceva male del
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SPA SFA
loro profeta Maometto, non restavagli al- in queste montagne ouimò a vendicarti
tro scampo tra l'apostasia e la morte. Sic- e al ricupero «Iella libertà que' pochi visi-
cornei mori erano originniianienle'arabi, goti che lo seguirono o vi si erano rifu-
cosiMussa loro capo volendo dare a IlaSpa- giati. Colla piccola sua armata, ritiratosi
gna il suo nome e quello della sua priuiiti- nel centro delle montagne, attese d'esse-
va palria,la chiamò Mussarabia, laonde i re du'mori assalilo, li vinse, ne fece stra-
cristianispagnuoli furono detti mussarti- gè, e da tal epoca fondò il nuovo regno,
.

biomozzarabi. La chiesa di Spagna ca,d- che fu il i "cristiano della Spagna dopo


de in lagrimevolestato, nella generale de- l'araba invasione. Questo luminoso l'atto

vastazioue delle sue pi ovincie, eccettua- de' visigoti divenne tanto celebre nella
te le Asturie, nelle quali gl'infedeli non storia di Spagna, che tutti gli abitanti del -

poterono mai penetrare, ma costrinsero le montagne dell'Asturie furono riguai -

i vescovi ad abbandonare le diocesi e ri- dati come i veii discendenti di que'visi-


fugiarsi aOviedo f^.) principale città deb goti famosi. Osservano geografiche le i

l'Asturie, diventata perciò la metropoli roccie dell'Asturie in un breve tratto di


universale di tutte le chiese di Spagna, circa 8 leghe olfrirono povero ma sicuro
vivendo così i fedeli al vangelo nell'estre- asilo a coloro che ricusarono di piegare
ma desolazione, finché d. Pelagio Teu- il duro giogo maomettano, ed in-
collo al
domero di chiarissima stirpe e uno dei temerata mantennero la fede degli avi.
grandi del distrutto re visigotico, col suo Capo di essi, male addicendosi il nomedi
valore, dopo essersi nascosto nelle mon- re a chi di balza in balza adoperava di
tague dell'Asturie, ove conservò gli avan- salvare uno stuolo di profughi dal ferro
zi dell'antica monarchia, potè sottrarre ostile fuggiti, fu acclamato con voto u-
molte città al dominio moresco, e rista- nanime d. Pelagio. La costanza di lui e
bili a ciascuna di esse il proprio vescovo, de'suoi successori nello schermirsi dall'a-
Queslopiode,a traverso di mille ostacoli, rabe aggressioni , l'imprudenza de' con*
co'suoi domare la potenza mao-
fidi potè quistatori,che amarono megliodilfondci-
metlana, e fondatene^ i8il regno diLeon si per la Linguadoca e in Provenza, di
e delle Asturie o d'Oviedo, avendo ripor- quello che rivolgere i loro sforzi a snida-
talo a Leon regno la serie de'i e successo- re dalla Cantabria i vincitori che vi avea-
ri.E siccome nella città di Leon ( /^.Jsua no fatto grosso capo; e le seguenti scissu-
capitale fu poi trasferita nel cp3 la sede re tra gli arabi e i mori dalla prospera
del regno, così le sedi vescovili d'Oviedo e fortuna corrotti, elevarono in progresso
Leon furono esenti sino a'nostri dì, come di tempo questo piccolo reame dell'Astu-
notai più sopra. Il principato dell'Asturie lieal i. "grado tra le potenze europee, che
perciò godette grandi privilegi, per aver sei ha tuttora onorevole nomee grandez-
conservatogli avanzi della monarchia vi- za. Sebbene la militare licenza e la strage
sigotica, ed in ricompensa de'servigi pre- accompagnarono il conquisto della Spa-
sta ti a'primi re delle Spagne; onde dopo gna e il suo mutamento politico e religioso,
l'infante d. Enrico figlio di Giovanni I re pure il partito de'mozzarabi o spagnuo-
di Castiglia e di Leon, e che peli. "ebbe li alleati de'mori,andòognor più crescen-

il titolo di principe delle Asturie, formò do colle maritali unioni fra le due stirpi,
l'appannaggio dell'erede presuntivo del e ne die primiero esempio Egilena ve-
trono, e il titolo del principato che assu- dova di re Roderico che strinse la mano
me. 11 ìitiramento di d. Pelagio nell'A- del fi io di Mussa sulle ceneri ancor tie-
I

storie si attribuisce all'indegnazione che pide dell'estinto consorte. Abahor succe-


l'accese di vendetta, perchè la sua figlia duto a Mussa nel governo arabo deita
fu violata da un governatore saraceno, e Spagna, come Y uselfo vicerè,eseguì ih."
S P A S P A 79
infelice tentativo di soggiogaci rifuggili diree fortificare Oviedo. riconosciuta me-
ne!!' Asturie; ma d. Pelagio uscito co'suoi tropoli della crescente monarchia. Que-
dal l'ondo d'un'ampia caverna, ove a di- sto piissimo re, umile e molto amabile,
sperata difesa erasi apparecchiato , con fece riconsagrar le chiese ridotte a mo-
lai impeto sgominò le schiere mani itane, ichee, togliendovi il nome e le memorie
che l'uosull'allrosi rovesciarono per quei di Maometto fondatore della falsa reli-
l>u noni e dirupi, ed il generale A Idia man gione degli arabi; ornò i sagri templi d'o-
che guidava la spedizione peri nella mi- io, argento, pietre preziose e libri santi,
schia.e adeguai sorte soggiacque lo scia- A tulle le città che potè riconquistare, die
gurato arcivescovo Oppa che impuden- vescovi secondo i canoni. 11 successore
temente l'avea seguito. L'asturiano viri- Frolla sarebbe reso immortale per
1 si ,

citorepotèquindi colle accresciute sue Ci- l'incorporazione a' possedimenti dell' A-


la dilatarsi sull'erta de'monli, e taglieg- sluricedi Leon, de'terrìtorii di Leon,Ga-
giare D. Favilla figlio
l'ostile territorio. non
lizia e Casliglia, se la gelosia di stato

di Pelagio, edopoessod. Alfonso! discen- avesse armato il suo braccio fratricida


dente dagK antichi reLeovigildoeRecare- contro Vimarano, di cui concitati sog- i

do I, profittarono degli errori edellescis- getti, colla morte dell'uccisore ne vendi-


surefra mori e saraceni sotto diversi vi-
i i carono il sangue. Ebbero tregua re d'O- i

cere, e d. Alfonso I si meritò da Papa s. viedo d. Mauregalo e d. Bermndo o Ve-


Zaccaria e da un concilio di vescovi il li- remondo I, e vissero co'califfi o re di Cor-

tolo di Cattolico. Frattanto Abderamo I, dova una pace comprala coll'onla d'un
in

ultimo della razza de'calillì Ommiadi di annuo tributo diioo fanciulle al serra-
Siria, balzato dal seggio asiatico dagli A- glio arabo, al dire diMariana, in ciò smen-
bassidi,corsead emancipar laSpagna dal- ti lo da Ferreras e da altri scrittori. Ve-

la saracena soggezione, privando del pò- ramente leggo in Rinaldi all'anno 844>
tere I' ultimo Yuseff o viceré, e nel ^56 n.°i5,equiriporto per unità d'argomen-
ficendosi proclamare Califfo o re di Cor- to,chered. Mauregalo fu quellochecon-
dova, che costituì capitale dell'omonimo venne al riprovevole patio di sommini-
caiiffato , nel quale fu succeduto da'qui strare a'saraceni 5o nobili fanciulle spa-
appresso califfi. Nel 788 Hesciam I, nel gnuole, eh' eglino doveano pigliare per
7q(S Al Hiikkem I,neir82 2AbderamolI, mogli, e 5o della plebe per Ira Ita rie a pia»
nell'85a Maometto I, nell'885 Almun- cer loro. Che appena salilo al Irono d.
dhir, nell'889 Abdallah, nel 9 1 2 Abde- Ramiro I richiesero saraceni l'annuo
i tri-

ramo 961 Al-Hakkem


III, nel nel 976 1 1 , buio delle 100 vergi ni, ma il regravemen-
Hesciam II, nel 1006 Moammed Al Ma- te sdegnatosi, entrò ostilmente nelle terre
hadi,nel iooqSulciman,nel io o Moain- 1 moresche, e mandò a ferro e fuoco quan-
meddi nuovo, nel io I2rlesciatu II di mio- to incontrò fino aNazaro. Allora si ojos-
vo, nel o 5 Hamond, nel o 7 Kasim,
1 1 1 1 sero a incontrarlo ad Albella i mori con
nel 1018 Yaiah, nel 1027 Hesciam HI. numeroso esercito, onde atterriti icristia-

Dal 1010 al io3i fu successi vamenle ni si posero in orazione per invocare pel
smembrato il calillato di Cordova, e si e- patrocinio di s. Giacomo il divino aiuto,
ressero oltre Cordova questi regni, che il quale apparve al re, come tutelare delle

tutti hanno articoli. Nel 1010 Badajoz e Spagne, gli promisesoccorso,egli predis-
l\.lurcia,ì\e\ o 3 Granato, nel o ì/y Sa-
1 1 1 se la vittoria non senza perdite, e perciò
ragozza,nt\ 02 latenza, nel 023 «Sii1 1 1 doversi tutti confessaree comunicare. Nel
viglia, nel 1026 Toledo. Ritornando al combattimento si vide l'apostolo acavai-
1 /'califfo Abderamo 1, pe' vantaggi ripor- lo con un gran stendardo bianco in ma-
lati coulro di lui, Alfonso I potè ingrao- no,ciòche infuse tantocoraggio negli spa-
Bo S P A S P A
gauoIi,che marciando contro i mori edi- deramo III nel qt>i, i cristiani erano già
cendo: Àdiuva nos et b. Jacobi, ne ucci- divenuti padroni con una serie di vittorie,
sero 70,000. 11 re co'vescovi per memo- «Iella maggior parte del nord della Spa-
rili una quantità di gra-
stabilirono dare gna. Ma questi cristiani, piùdati alla guer-
no a'ehierici di s. Giacomo, nel perpetuo ra che non all'agricoltura e al commer-
anniversario disi prodigioso trionfo. Do- cio, lasciarono (piasi tulli i loro possedi-
po quale gl'infedeli non furono più au-
il menti selvaggi e incoltiji mussulmani per
daci a domandare ti ibuto delle fanciul- il lu contrario, sotto i califfi di Coi dova, col-
le cristiane. La regina Urraca moglie del tivarono le scienze e le lettere, e l'epoca
re arriccili con molti doni il tempio di s. loro più brillante fu appunto il regno di
Giacomo, e quello del Salvatore d'Ovie- Abderamo 11 I, celebrato per meravigliosa
do. ÌNel 7q3 circa fu tenuto un concilio magni licenza. Vedasi il p. G.Andres, Del-
in Ispagua, e foise a Toledo, nel quale l 'origine, progressi e slato attuale d'ogni
i vescovi del regno non approvarono l'er- letteratura t.i, cap. 8: Della letteratura
rore d'Elipando {J-) arcivescovo ili To- degli arabi; cap q: Dell'influenza dell'ara-
ledo, e di Felice H'TJrgel: il p. Mansi ne bica letteratura nel risorgimento dell'eu-
traila nel 1. Supoi., p. y3o. IN'el calif-
1
, ropea ; cap. io: Delle invenzioni traman-
fato d'Ai -Ilakkem I, il re d. Alfonso II il dateci dagli arabi. Continuò Io stato di
Casio virilmente sostenne l'onore delle guerra tra'cristian: e i mori, i primi per
armi cristiane, collegandosi conCarlo Ma- cacciare i secondi, questi per mantenersi
gno, cui però con avveduta politica non nelle conquiste e ricuperare il perduto,
volle soverchiamente animare ail'isparie l'iii gloriosi e più efficaci sarebbero stati i

conquiste, preferendo di profittare delle trionfi de'crisliatiij più rapida la fine del-
guerre maui itane nell' Aquitania per la la monarchia ili Cordova, se una fatale
liberazione di gran parte della Lusitani» divisione non avesse di sovente guasto l'è-
e per sostegno dell'indi pendenza de'conti difizio cui innalzavano le valorose armi
di Navarra, mentre incominciava coll'e- de're di Leon e di Navarra, e de'conti di
rezioue della contea di Barcellona, ligia Cast iglia,a itela n ti ad ematici parsi. 11 guer-
a Francia, il decadimento dell'araba pos- riero Maometto Almansor fu il più fune-
sanza. A Navarra parlai dell'erezione del- sto alle armi cristiane, vinse almeno 5o
la contea nell'83 1 , indi regno, e riportai battaglie, e s'impadronì di Leon e Com-
la serie de'conti e de're. L'incursione dei postela; ma
mentre nel qgq terminava
normanni sulle coste di Discaglia e nel- il Bermudo o Veremondo 11, fu
regno di
l'Andalusia, fu compressa da're d. Rami- finalmente mauro duce sconfiltodalla
il

ro I e d. Ordogno I, ed operò sui mori lega cristiana, né sopravvisse alla vergo*


attivissima diversione, ed agevolò ileam- gua; laonde potè dopo di lui re Alfonso
mino de'trìonfi d'Alfonso 111 il Granile, V restituirei! primiero lustro alla depre-
titolo che non cessò di meritare coll'ar- data capitale e la pace alle sue genti. La
roi nell'età più canuta, militando sotto i mollezza frattanto e le ribellioni trasci-

di lui figli che poi gli successero d. Garzia navano a certa rovina il regno di Cordo-
le d. Ordogno II, all'uno de'quali per e- va, per cui dopo lunga e sanguinosa a-
•vilarc le guerre civili generosamente ce- narchia, sursero dai rottami del califfa-

de lo scettro delle Asturie, ed ali' alito to tanti sovrani quanti quasi vi aveauo
quello della Galizia. Consolidatasi poi nel governatori nelle mauritane provinciedi
g [3 in d. Ordogno 11 superstite l'intera .Spagna, si eressero in regno gli enumera-
dominazione, stabilì questi in Leon la sua ti di sopì a, ed usurparono titolo regio fra
residenza, onde re di Leon appellaronsi gli altri Mundir in Saragozza, Muzeit in
poi successori. Alla morte del califfo
i Ab- \ alenzQj Idris in Siviglia, Aly-Maymon
e

S P k S P A «Si

in Toledo. Mentre dò accadeva fra mo- i quale Sancio III conservò le conquiste
ri, d. Sancia 111 il Grande retti Navar- latte, a condizione che il figlio suo Ferdi-
ro si meritava perchè nessun
tale titolo nando sposasse la sorella del redi Leon,
re, nuli solo della Navarro, ma di tutta e la Castiglia fu eretta in regno in favo-
la Spagna pur anche, non dilatò (pianto re di tal matrimonio. Così divennero re-
egli la gloria del trono. Quantunque va- taggio della casa del re di Navarro 3 re-
ici il suo coraggio era tempera-
olissimo, gni di Spagna, e Sancio pervenne al III

to dalla prudenza, né tentò mai la sorte più alto punto un monar-


di gloria a cui
delle anni senza una morale probabilità ca possa aspirare. Si occupò da quel [uni-
di buon successo. Aspettò a lungo l'oc- to con diligenza ancora maggiore del-
casione di reprimere i furori e l'audacia l'amministrazione interna de'suoi stali, e
de'mori, i quali a veano invasa molla par- fece costruire una strada ne' Pirenei pei
te dell'Aragona e della Navarro, ed abil- pellegrini, che provenienti dalla Francia
mente profittando delle loro dissensioni, eadulla Germania vi passavano numero-
gli scacciò dalle contrade di Sobrarbia e si per visitare il sepolcro di s. Giacomo
liibagorca, tolse loro tutte le castella dei in Compostela. A Sancio III si attribui-
dintorni, ed estese i confini de'suoi «tati sce l'istituzione dell'ordine equestre del
fino alle frontiere della Catalogna. Ma il Giglio (/•'.) o Giano, per cacciare i mo-
regno di tale monarca è celebre soprat- ri dallaSpagna: pare però che lo rista-
tutto perla rivoluzione che lo rese padro- bilissero o ne istituissero uu altro suc- i

ne della Castiglia e del regno di Leon. cessori Garzia IV o Sancio IV; altri ne
Questa doppia conquista ecco come se- fanno restauratore Ferdinando I re di
guì. Il contedi Castiglia d. Garzia oGar- Aragona. Sancio III morì nel febbraio
cias eraprossimo a celebrare il suo ma- io35, dopo aver assunto il titolo d'im-
trimonio colla figlia di Bermudo o Ve- peratore, e fu sepolto nella cattedrale
remondo III re di Leon, allorché fu as- di Leon. Fu
pure lodalo per illuminata
sassinato da'suoi vassalli. Sancio III redi pietà, per gli utili stabilimenti che fece
Navarro ereditò la Castiglia per conto di ne'suoi stati, e pe' regolamenti che diede
sua moglie Nugna o Runna Mayor sorel- a'suoi sudditijda'quali fu giustamente a-
la di d. Garzia, e per tal successione di- mato e pianto. Nulla mancherebbe alla
venne il più potente re della Spagna, ed gloria del suo regno ,
se commesso non
in Castiglia portò il nome di Sancio I. Il avesseil faIlo,allora troppo comune, d'in-
lediLeonCermudo III, vedendo con ram- debolire i suoi stali dividendoli fra isuoi
marico l'accrescimento della monarchia 4 figli. Ebbero essi ciascuno un regno,
di Navarro, si oppose apertamente a'pro- la posterità loro sedè a lungo su tutti i

gl'essi di Sancio 111. Questi piùattivo del troni delle Spagne. Ma tale spartizione
suo nemico, entrò nel regno di Leon, si fece versare torrenti di sangue, ed inde-
rese padrone di tutto il paese che si sten- bolì i cristiani, che di venuti a quell'epoca
de dal fiume di Pisuerga fino alla Cea, più potenti de'mori, gli avrebbero potuti
costrinse Dermudo III alla fuga, assediò fin d'allora cacciare dalla Spagna, se fos-
e prese Astorga neho32. Spogliato d'n- scrostati tutti uniti. Pertanto Sancio III
n i parte de'suoi siati, il re di Leon radu- dispose e assegnò il regno Navarro al
di
nò finalmente un'armata e si mosse con- suo primogenito Garzia IV; il regno di

tro Sancio III. I due re erano per venire Castiglia al 2. "figlio Ferdinando!; lecon-
alle mani, allorché i vescovi che li avea- tee di Sobrarbia e di Ribagorca, riconqui-
no seguili, proposero un accomodamento sta te da'mori,con titolodi regnoad.Gou-
che fu accettalo. Bermudo IH non aven- zalez 3.° figlio; e I' Aragona con eguale
do figli, due re fecero uu trattalo pel
i
prerogativa di regno a d. Ramiro 1, suo
VOL. LXYUI.
Si SPA SPA
i. "figlio naturale. Da questo tempo e dal 1 oR interamente riunila, e Madrid
">
fu

i o35prendeorigine la fondazione de'due sua città divenne poi I' attuale capitale
possenti reami di Casliglia e d'Aragona, della monarchia di Spagna. Quanto al-
ne'quali vennero a poco a poco incorpo- F/^/77go/?<7,dissi in quel breve ai ticoloihe
rati gli altri, e costituirono in seguilo l'o- per la prima ebbe la gloria ili scuotere
dierno regno di Spagna. D. Ferdinando I il giogo moresco, e si scelse un capo he 1

redi Casliglia, allorché nel 1037 mori sul prese il titolo di conte; indi divenuta re-

campo Beruuido III, ultimo rampollo


d. gno, la serie de'suoi re la collocai a S\-
della stirpe di Recaredo I, riunì sul suo ragozzx sua capitale, e pel matrimonio
capo la corona di Leon e si fece coi olia- del reFerdinando 11 con Isabella I regi
re re di questo stato,e nel i o38 dell'Asili- na di Castiglia e Leon fu riunila a questi

rie. A Leon riportai la cronologia de're regni, ed nome il re prese il di Ferdinan-


sinoa Ferdinando!; ora riprodurrò quel- do V ricevendo ambedue
, i reali coniu-
la de'suoi successori, come lui re di Cj- gi il glorioso titolo di Cattolici. Per que-
stiglia e di Leon, e talvolta regni torna- i sta unione fecero parte della monarchia
rono a separarsi. Adunque per morte di gli altri regni di Spagna appartenenti al-
Ferdinando I, successe nel o65 Alfonso i l'Aragona; non chela Corsica, ed i regni
VI re di Leon sino ali 09, e Garzia re i di Sardegna e di Sicilia in Italia, isole

di Galizia daho65 ali 091, Sancio 11 il e regni che i re d'Aragona e successori


Forte re di Casliglia dal io65 al 1072, possederono per investiture della s. Sede.
Urraca neh 109, Alfonso VII neh 126, Finalmente ad Aragona ricordai i due
Sanciolll rediCasligliadah i57al 58, r 1 conciliiin essa tenuti. Il Grelsero, De imi-
Ferdinando II re di Leon dal 107 al 1 nif.cen.lia principimi in Sederli apostoli-
1 187, Alfonso Vili figlio di Sancio 111 cani, (va gli stati offerti e fatti tributari al-

dah 58 ah 2 4> Alfonso IXfigl io di Fer-


1 1
la chiesa romana, registra FTispnniae, A'
dinando Il redi Leon dah 187 ah 280, rasonati, Porlugalliae ,urbern Tartaro-
Enrico 1 dah 2 14 ah 2 7, s. Ferdinan- 1 nenseniyla quale fu offerta alla s. Sede da
do 111 re di Castiglia neh 217 e di Leon Berengario conte di Barcellona nel 1 090.
nel 23o regnò fino al 1 252. Alfonso X
i
oblazione che effettuò a Papa Urbano II,

il Savio g\\ successe in ambo regni, nel i dopo averla tolta di mano a'saraceni, e

1284 Sancio IV, nel 1295 Ferdinando restituendogli la ciltà le impose l'annuo
IV, neh 3 12 Alfonso XI, neh 35o Pietro censo di 5 libbre d'argento. Circa allo sta-

il Crudele, nel 368 e non nel 369 En-


1 1 to delle chiese arcivescovili e vescovili di
rico 11, nel 379 Gio vanni I, nel 3go En-
1 1 Spagna dopo l'invasione de'mori, in pro-

rico III, nel 1406 Giovanni VI, nel 4^4 1 gresso di tempo, oltre l'accennato supe-
Enrico IV, uel 474 Isabella 1 e suo ma-
1 riormente, re di Na varrà, di Leon, di
i

nto Ferdinando V re d'Aragona, il quale Castiglia e d'Aragona spingendo e dila-


divenne pel .°neh5o4rediSpagna, mor-
1
tando le loro conquiste sui maomettani
to neh 5iG: nel medesimo 5o4 essendo 1 usurpatori di loro terre, molti altri vesco-
morta Isabella 1 regina di Castiglia eLeon, vi ritornarono in possessodelleloro chie-
glisuccesse la loro figlia Giovanna la Paz- se; ma se ne trovarono tante distaccale,
za, cbe terminò di vivere nel 555. A Ca- 1 cbe in oggi s'ignora persino nomi di mol- i

stiglia Vecchia feci cenno di sue notizie, te città in cui erano stabilite, ed il nome

e di sua decadenza in uno alla capitale dimoltealtrefu talmente alteralo cor-


Utirgos formazione della monar-
, nella rotto, che nonsiriconoscerebbequasi più,
chia diSpagna;ed aCASTiGLiAÌNuoYA,già se abili storici non avessero avuto cura

rcgoodi Toledo, notai che fece [iurte an- di rinnovamela memoria, sia per tradi-

ticamente del regno di Leon, a cui nel zione, cheappoggiati a monumenti anti-
SPA SPA 83
chi, per mezzo de'quali giudicare conget- gallopiesso Braga. Portttcale,oVni'loc\l-
turalmente (Iella loro situazione. Il se- là ili Portogallo. Lia Flavia, citili del
gtiente elenco è tratto dalla storia ecele- regno di Galizia chiamata el Padl'Ofl, il

Mistica di Spagna, e da Garibay, Mora- cui vescovato fu trasferito a Compostcl-


les, Mariana e altri. Oretuni, cittadella la. LucitS f oIuOgO città del regno di Leon.

Manica, che si chiama A linaio. Buicia, Bi itanica o Britania, nel regno di Leon,
città dell'Andalusia, che appellasi Bacca, di cui non vi sono vestigie; cosi Egara,
Mintefa, che dicesi Montezon. Avi t c\t- di Catalogna. Aura, città della Castiglia
là dell'Andalusia, che chiamasi Guadi*, vecchia, il cui nome fu cambiato in Or-

Urei, città dell'Andalusia, che vuoisi Al- ca ed vescovato trasferito a Burgo s. Mn-
meria o forse Murcia. Basii, città dell'Ali- nada, città di Catalogna, che non si co-
dalusiao Bacca. Bigwitro, fu luogo pres- nosce; come sono ignote Berla, Oriola,
soOrihuela ed una sua porta ne ha il no- Jelosa città di Catalogna, Osca. Ilenia,
me: mori chiamarono Bagastro, Murcia
i o Lerida. Uiclosa , oTortosa. Ampurias t
o Albaiazin Ilici, città del regno di Va- città di Catalogna che conserva il nome.

lenza, o Ibiclie, non pare Alicante o Di- Ausonia, o Vich. Caesar Augusta, o Sa*
bilica. Sctabis, città di Valenza, o Xati va ragozza. Calagurris, o Calahorra. Patti'
famosa lungo assedio sostenuto con-
pei Mavnrra o Pamplona.
pilo, capitale della
tro Filippo V, che la ridusse in cenere e 7 trailo, o Tarragona città d' Aragona,
poi ristabilì col nome di s. Filippo, tale.- Oltre il ristabilimento delle chiese, a mi-
ria, città della Casti»lia nuova, che ere- sura che i re trionfavano de'mori, ilnn-
desi Valera Quemada , ovvero Cuenca , mero de'fedeli aumentò. E siccome sulle
ma piuttostodeveclassifìcarsi tra i veseo- rovine de'dominii infedeli in Ispagna for-
cati aboliti. Legobriga , forse Segorbe. A- maronsi molli legni, re de'quali volendo i

rabica, che dicesi Alcanilz o Arcas, nella ciascuno fare rifiorire la religione crislin-
diocesi dì Cuenca. Compiutimi, o A Ica là na nel proprio regno, ristabilirono i ve-
d Henares. Italica, città dell'Andalusia, scovi che n'erano stati espulsi, o altre nuo
o Siviglia la vecchia. Assidonia, o Medi- ve sedi eressero; quindi coli' andare del
na Sidonia, il cui vescovato fu trasferito tempo si videro 8 metropolitani invece
a Cadice; alcuni dicono Xeres de la Frou- di 5o di 6 com'erano anticamente, seti-

fera. F.lopla, città degli Algarvi, o Mie- za contare quello di Braga, come sollo il

bla o Penaflor. JSÌalaca o Malaga. Illi- particolare re di Portogallo indipenden-


beris o Elvira. Asligi, città dell'Andalu- te dalla Spagna. I nomi delle metropoli-
sia, o Exiia..C<jrtZ>ro,città dell'Andalusia, tane, secondo il loro rango d'anzianità, so-
o Cabra. T'unì, città dell'Andalusia chia- no le seguenti, alcune delle quali furono
mata Martos. Pax Julia, città del Por- innalzatea quel grado dopo la divisionedi
togallo detta Beja. Egirania, alili di Por- Vamba,ele tre ultime uel XV e nel XVI
togallodi cui non sonovi vestigie. Zs/>o/y7, secolo: Toledo Siviglia Tarragona, , ,

o Evora citili di Portogallo, e non Tala- Compostila , Saragozza ,V ale.nza,Gra-


vera come vuole Luca celebre vescovo di nata, Burgos. Per l'ultimo concordato,
Thuy, che pubblicò la Notizia de' veseo- l'agliadolidfa eretta in metropoli. Co-
vati di Spagna sotto re Vamba. Os- il me già avvertii, l'epoca di loroerezione e
sanalna ,olLslori\\)ar città di Portogallo, di quella deilesedi vescovili, sono in cia-
Caliabria città dell' Estremadura che
, SCUDO de' loro articoli, insieme alle noti-

credcsiMonstancheoMontanies.A*T(//;(7/j- zie storiche civili ed ecclesiastiche di Sua-


tia, città della Castiglia vecchia, famosa gna, e de'concilii in ciascuna celebrati,
per la vigorosa resistenza contro i roma- Ferdinando I re di Castiglia e di Leon
ni. Dunno, celebre monastero di Porto- dilatò la sua poleuza sino a destare Tu-
84 SP A SPA
riversale invidia, si rese tributari i re mo- goliebe e mozzarabicbe,e introdurvi quel-
ri di Saragozza e ili Toledo, e fa saluta- le romane. Uno ili essi re Sancio II fece
to col tTtolo di Grande. Prese quello fa- celebrare dal cardinale nel mouaslero di
stoso d' imperatore, come il padre, ina Leira, nel quale confermatisi i privilegi
Papa Vittore II nelio55 gli vietò d'u- del monastero, si trattò dell'introduzio-
sarlo, ed il saggio re ubbidì prontamen- ne de'riti romani. Si può vedere Labhó
te, come rilevano Barouio a tale anuo, t. 9, e Arduino t. 6. Nel 1073 s. Grego-
n.°25, Labbi-, Concil. t.
g, p. i 08 f ,e Ar- rio VII rimandò nella Spagna per lega-
duino t. G, p. 1 o4 1 . Di questo feci paro- to cardinal Bianco, perchè essendosi ri-
il

la ne'vol. XXXI I,p. 192, XXXI V,p. 125. cuperate in gran parteda'principi cristia-
Ferdinando I morì nel ioG5 suddividen- ni le città e le provi ncie dalle mani dei
do tra'suoi figli d'ambo sessi suoi do- i i mori, riscuotesse i censi e i tributi soliti
mimi, con pregiudizievoli conseguenze; pagarsi ab antico dall' islesse prò vi ncie
dappoiché alle figlie die in appannaggio alla Sede prima ebe gli arabi le occu-
s.

le città di Toro e di Zamora; ad Alfon- passero. Imperoccbè uno de'conti chia-


so VI toccò il regno di Leon, a Garzi a mato Lvoli di Roucy, sapendo molto be-
quello di Galizia, cioè la parte superiore, ne le ragioni della chiesa romana sopra
occupando l'inferiore i mori, edaSan- la Spagna, erasi portato io Roma chie-
cio li il Forte quello di Castiglia. Però dendo licenza al Papa di poter lecitamen-
Alfonso VI, conseguito aiuto contro i fra- te conquistare con armi le provincie da-

telli dal re di Toledo Ali-May mon, mas- gli arabi usurpate, e cosi fece un accordo

sime per respingere le molestie del mag- di quello die dovea ilare alla s. Sede. Di

giore Sancio 11, giunse in poco tempo ad questa legazione il Papa ne scrisse a tutti
usurpare il suo retaggio nel 1072 o più i principi di Spagna, i quali desiderava-
tardi, e quello di Garzia neliogico'più no togliere a'saraceni i luoghi sino allo-
riprovevoli mezzi, e volse in fine le armi ra tenuti con violenza tirannica. Che poi
contro il figlio dello stesso Ali, ristabi- i principi spagnuoli fossero solleciti a'vo-
lendo così in Toledo la sede principale dei leri pontificii, ricevendo come in investi-

monarebi cristiani diSpagna, dopo ebe tura dalla chiesa romana domimi che i

per 36o anni era stata sotto la durissi- toglievano a'saraceni, come ad essa ob-
ma schiavitù moresca. Prima di questo bligati e pagando per essi il canone, lo
tempo Papa Alessandro II volle prende- dimostra il summenlovato esempio del

re provvidenze sulla liturgia e udicio di- conte di Barcellona. Tanto e meglio si


\ino,che dalla dominazione gotica si ap- legge nel Rinaldi all'anno 1073, n."32 e
pellava gotico, e dall'araba mozzarabi- seg. Inoltre s. Gregorio VII commise al

co. Beucbè fosse stato composto da uo- cu (linai Bianco d'ottenere dal re Alfon-
mini santi, nelle molteplici vicende poli - so VI nuovamente l'introduzione del pu-
tiebe cui era miseramente soggiaciuta la ro rito romano nella Spagna, eliminan-
Spagna, era da gravi errori contamina- do il gotico o mozzarabico, ebe restò a-
to. A tale effetto nel 1 068 spedì nellaSpa- holito tranne in alcune poche chiese. Del-
gna per legalo apostolico il celebre car- la liturgia di Spagna mozzarabica par-
dinal Ugo Candido Bianco, per intro- lai nel voi. XXXIX, p. 64, a Siviglia,
durvi il rito de' divini ullìzi secondo la a Toledo, a Mozzar adi. Dice Rinaldi che
liturgia della cbiesa romana, come all'er- tuttociò s. Gregorio VII determinò nel
ma Pagi nella Critica agli annali di Ba- sinodo di Roma del 1074, obbligandosi
ronio,an. of>8. Perciò in quest'anno fu-
1 a ricevere l'ordine e l'uffizio romano, i
rono tenuti diversi concilii nella Spagna, vescovi della Spagna intervenuti al sino-
per abrogare le ceremouie ecclesiastiche do, che L'accettarono. Dipoi il Papa ri-
SP A SPA 85
cevè lellere da Sancio Ramiro re «l'Ara- Spagna, ma lo dichiarò in essa suo lega-

gona di gran pietà e prode in armi, si- to ti Intere. Agnello Anastasio, Istoria de-
gnificandogli come avea ricevuto pron- gli antipapi t. 1, p. 9..SG, dice che Urba-
tamente, secondo il di Ini ordine mani- no II concesse ad Alfonso VI il padrona-
festato dalsuo legato, l'uffizio divino con- to delle chiese di tutto il suo vasto reame.
forme al rito romano: gli rispose s. Gre- Dopo che questo re avea riunito al suo
gorio VII, esortandolo a perseverare nel regno di Leon que' rammentati di Gali*
bene, nella divozione e fedeltà della chie- zia e Castiglia, assunse il titolo d'impe-
sa romana. Sancio II si distinse in ciò per ratore delle Spagne, e dopo essersi impa-
la pronta ubbidienza alla pontificia in- dronito dell'Aragona si collegò col redi
giunzione, gli altii re restando perplessi Francia Filippo I. Essendo passato in I-
nella variazione dell'inveterato rito, e al- spagna a militare con un corpo ausilia-
cuni dose il Papa ammonire, come Al- rio Enrico che dicesi nipote di Roberto
fonso VI, scrivendo pure a've;<covi spa : duca di borgogna discendente da Ugo
gnuoli. Narra Rinaldi, che insoi la guerra Capeto, Alfonso VI se ne servì per libe-
civile tra'iratelli Sancio II e Alfonso VI, rare da' mori il Portogallo, ove già esi-

questi fu da quello privato del regno e steva il regno cristiano di Portocalo, sog-

postoin prigione un monastero, diche


in getto a're di Leone e di Castiglia; quindi
presane compassione s. Ugo abbate di in rimunerazione gli die la figlia per mo-
Clugny, si raccomandò a s. Pietro acciò glie e indote tale regno col titolo di con-
fosse prodigiosamente liberato e l'otten- te, ed ottenutane presto la sovranità as-

ne, ed inoltre s. Pietro apparso a Sancio soluta formò di Guimaraens la sua ca-
Il gli ordinò con gravi minacce di rein- pitale. In questi tempi era fiorito pure il
tegrare il fratello nel regno, il che eseguì : famoso Ciclo Rodrigo Diaz di Bivar, eroe

Alfonso VI ne rese grazie a Dio ed al san- casigliano di Rurgos, dì cui feci parola
to liberatore, raddoppiando l'annua o- a Palencia. Armato cavaliere da Ferdi-
blazione che il padre Ferdinando I avea nando 1, entrò poi al servizio di Sancio

assegnata al monastero di Clugny, che 11, e si segnalò nella battaglia di Graos,


perciò ebbe 240 oncie d'oro. Per rista- ove nel io63 perì Ramiro I re d'Arago-
bilir nella Spagna la decaduta disciplina na.Rodrigo servì ancora Sancio II nella
ecclesiastica, s. Gregorio VII vi spedì le- guerra contro il fratello Alfonso VI, ed
gato il cardinal Hevnardo Riccardi, escris- intervenne all'assedio di Zamora, dove
se ad Alfonso V con lodi per la sua ve-
I Sancio 11 fu ucciso per tradimento. Do-
nerazione a s. Pietro, e gli mandò una po tale assassinio ebbe parte nella deli-
chiave d' oro benedetta, colla limatura berazione de' signori casligliani, i quali
delle catene del medesiinoapostolo, rac- diedero defunto per successore Alfon-
al
comandandogli il legato. Questi morì pro- so VI; però Rodrigo osò richiedere dal
babilmente in Ispagoa nel 1079, per CUI nuovo re il giuramento che non era stato
s. Gregorio VII gli surrogò per legato il complice della morte del fratello, sull'ai*

fra tei lo caldina II\iccardo/u6'Crt/Y//,il qua- tare stesso in cui dovea essere incorona-

le, come notai nella sua biografìa, fu il 1 to.Ma da quel punto Rodrigo fu per sem-
a stabilire nella regione il ministero pon- pre dal re escluso da' consigli e dal suo
tifìcio delle apostoliche nunziature. Nel favore. Lasciò allora la Castiglia menan-
1 o85 Alfonso VI riunì alla Castiglia vec- do seco molti suoi parenti e amici, non
chia, la Castiglia nuova. Dopo l'accen- cessando perì) ci i servire il re. Essendosi
nata espugna/ione di Toledo, Papa Ur- 5 re mori collegati per devastar la pro-
bano 1008 non solo dichiarò l'ar-
Il nel vincia di Rioja, Rodrigo marciò alla loro
civescovo Bernardo primate di tutta la volta seguito da'suoi amici e vassalli, ri-
86 S P \ SV A
portò compiuta vittoria, ed impose loro il più gran capitano del suo secolo. Morì
un ti Unito in nome del re di Castiglia e a Valenza nel i o<)f), con fama di grande
di Leon. Richiamato alla corte, ricevè in e religioso eroe della Spagna. Fu sepolto
presenza d Alfonso VI deputati mori, che i nel solitario convento di s. Pietrodi Car-
salulandolo lo qualificarono ElScid, che dera,tn vasto e nobile tempio, con epitaf-
in lingua moresca \ imi dire Signore, don- oche lo quali lira guei ri ero celebre, rion-
fi t

de gli venneil soprannome di Cui. Ghia- fante, invincibile. A lato di sua tomba
mato a H'assedio di Toledo nel 1086, con- riposano gli avanzi mortali della moglie
liibui col suo valore alla presa della città. Ximene o Chimene, de'fieli e delle linlie.
T> 1 -
liandito di nuovo d;dla corte d'Alfonso Varie sculture ricordano le loro immagi*
Vi, che non gli perdonò mai il giuramento ni e le gesta di Cid. Egli dispose
che il suo
con pronunzia di maledizioni a cui lo a- corpo deposto nella chiesa di que-
fosse
vea forzato, radunò una moltitudine di sto monastero, da dove egli dava consigli
cavalieri spaglinoli e stranieri, e seguito di stato al re, ed ove si recò prima di con-
ila prodi s'impadronì del castello di
tali quistar Valenza, e pieno di fede fece he-
Alcacer, e si rese ancora formidabile ai nedirla bandiera prima di condurla con-
mori. Tale 2. "esilio fu l'epoca più glo- tro gl'infedeli; alle cure de'rcligiosi affidò
liosa di Cid: aiutato solamente da'bra- Chimene e le figlie piangenti, e dipoi sui-
ti cavalieri che la sua riputazione alti- l'altare principale depose le primizie di
rava sotto suoi vessilli, riportò sui ino-
i sua vittoria. Dopo la sua morte fu imbal-
11 un gran numero di vittorie. Il vantag- samato e quivi portato ed esposto, con a
gin che traeva da'siti (rampati, gli fece fianco la sua prode spada Tizona, agli o-
dar la preferenza a'qunrtieri di Termi, maggi rispettosi d'un gran popolo, ti at-
rio ve si man tenne lungo tempo in una for- to in pellegrinaggio dalla memoria di sue
tezza detta poi Rocca del Cid. Dopo la imprese. Dopo tanti secoli i rivoluziona*
morte di laga re moro di Toledo, ch'era- ri francesi tolsero il corpo di Cid dalla
ti ritirato a Valenza, il Cid si rese padro- tomba, per esporlo alla pubblica vista al
ne di tal città, e vi fermò stanza co'suoi passeggio di Burgos, indi fu restituito al
compagni d'armi nel 1
oq/f.- Troppo ino- suo sepolcro, restando il biasimo a sì ri-

desto per assumere il non o-


titolo di re, provevole azione. Colle conquiste di Citi
bliòmai che era natosudditodel redi Ca- divennero accerchiati gli arabi per ogni
stiglia, e non cessò di rendergli omaggio, lato dagli eserciti cristiani. A ristorare la
Le gesta ili Cid sono piene di romanze- maomettana fortuna in tanto periglio, i

sche invenzionijche tralascio pel mera vi- regoli supremo regnante


mori ricorsero al

glioso esagerato.Famosa fu la sua con- dell'Africa occidentale, Jussef- Ben Jelliu


tesa col Oormas pel suo amo-
conte di capo deplorabili o Almoadi (tle'quali a
re verso la bella Chimene Gomez. Dal Marocco) che vantavano la più austera
suo matrimonio di Chimene o comealtri osservanza dell'/^/co/v//ioo Corano mao-
dicono Ximene Diaz dell'Asturie, ebbe mettano. D'fatli numerosi eserciti mandò
un figlio che fu uccisoin combattimento, egli neIl'Andulasia,cbe assalendo Alfonso
e due figlie Elvira e Maria Sol, le quali VI, gran parte gli ritolsero del ricuperato
dopo essere state erti ilei mente oltraggia- territorio,e per tristezza ne morì nel 1 log.
te dn'perfìdi conti di Carrion, divennero Allora Alfonso I il Battagliere re d'Ara-
regine una di Na varrà, l'altra d'Aragona,e gona e di Na varrà, riguardato pel prin-
pei una luii^a serie di parentadi si trova- cipe il più valoroso, meditò di riunire le

no avole de'Borboni che regnano di pie- due corone di Castiglia e di Leon col ma-
«ente in Ispagna. Cid generale valente, trimonio che in seconde nozze avea am-
icale cavaliere, modello de' guerrieri, ù trallocolla regina Urraca, unica figlia di
S l'A S P A 87
Alfonso VI, avendo preso il titolo d'ini- dipendenza, e per le sue strepitose vitto-
paratore delle Spagne dopo la morte del rie coatro regoli mori di Badajoz, El-
i

suocero; ma non vi consentirono gran i vas,Evorae Deja fu poi acclamato re dalle


di de'regoi e i sudditi, e la stessa moglie truppe, che non essendo riconosciuto dal
quanto orgogliosa altrettanto galante, ,
re di Casliglia e Leon, per divozione a s.

che Boti lo escluse dal trono e dal suo Pietrosi dichiarò vassalloetribotariodel-
lelto, e con guerra per 7 anni glieli di- las.Sedeconannuocensoda pagarsi da lui
sputò, e ciò immerse la Spagna in ogni Papa fu confermato
ecla'tuoi eredi, e dal
calamità e l'inondò di sangue nazionale, re come raccontai a Portogallo. Alfonso
La regina avendo assedialo il re in Car- VII inviò un esercito control mori d'A-
rion, non gli concesse pace che a condi- iricachedesolavanoicontornidi Toledoe
zione d'abbandonar le sue conquiste. Il furono sconfitti. Passato il re nell'Andalu-
concilio tenuto a Palencia nel 1 1 i4 a "' sia ottenne nuovi successi, e ricevè la soni-

nullo il loro matrimonio. Restato Alfonso missione di molti piccoli sovrani maomet-
1 armi contro mus-
lihero, voltò le sue i tani, che preferirono il giogo cristiano al
sulmani, e prese loro nel 1 8 Saragozza 1 1 dispotismo del re di Marocco. Nel 1 1 34
ch'era stata per 4 secoli sotto l'araba do- andòa soccorrere l'Aragona e la IVavarra,
munizione, e vi stabilì la sua corte, con- minacciate d'invasione da' mussulmani;
Cedendo vari quartieri della città ai si- malaprotezionedisuearmi nonerasenza
gnori aragonesi e francesi che l'avevano interesse,si fece dare Saragozza dal re di

aiutato al conquisto; si dilatò in seguito A ragona,e da quello di Na varrà esigè l'o-


di là dall'Ebro, e pigliò d'assalto Tana- maggio de'suoi stati. Diveuuto arbitro di
gona Calatajud,oadein premiode'suoi
e tutta la Spagna cristiana, Alfonso VII ra-
valorosi istituì l'ordine equestre del ss. àunò gli stati a Leon, altri dicono in To-
Salvatore (^.)- Papa Calisto II nel con- ledo i deputati delle cortes, e si fece coro-
cibo di Lalerano I del t 1 23 vi trattò della naie soleunementeimperatoredelle Spi-
sagra spedizione della guerra crociata, per gne, benché possedesse appena un 3. "dei-
liberale interamente la Spagna dal do- la penisola. Questo principe è il \.°e ul-
minio moresco. Uri aca morì nel 26, la- 1 1 timo re ili Castiglia e di Leon, che assilli-

sciando erede di Castiglia e Leon Alfon- se i fastosi titoli di pius,felix, angustili,


so VII (altri danno questo uome ad Al- totius Hispnniae Imperator. Nel mede-
lonso 1 re d'Aragona, ed al figlio d'Ur- sicioanno Papa Innocenzo II concesse a
raca quello di Alfonso Vili) che avea as- Ramiro li il Monaco, sacerdote e mo-
sociato al regno, e si era coronato nella naco nel monastero Ponzio di Tho- di s.

caltedrale d'Astorga, come nato dal suo mieres,la celebre dispensa d'ammogliarsi
I." marito Raimondo
borgogna conte di per ottenere il regno d'Aragona, che gli

di Galizia, appannaggio che V avo avea spettava. Egli era terzogenito di Sancio
stabilito ad Alfonso VII nell' escluder- Ramiro fralellod'Alfonso Battagliere, I il

lo dal trono. Fu sua prima cura di cai- il quale morendo nel 34 per cordoglio 1 1

maie tumulti che avea cagionato il cat-


i di vedersi sconfitto a Fraga da'mori, che
tivogovernoe le sregolatezze della madre, tante volte avea vinto, restato senza figli,

che aveva dovuto guerreggiare: riprese legò i suoi regni ai due ordini militari Ge-
Burgos e le altre piazze che Alfonso I re rosolimitano e de'Templari, testamento
di Aragona possedeva ancora in Castiglia. che non volendosi osservare,per diritto di
Intanto Alfonso l figlio d'Enrico conte di nascita fu elevato al tronoRamiroII.Que-
Portogallo vinse Alfonso VII, e si liberò sti sposò Agnese Guglielmo IX.
figlia di

dall'omaggio cui era sottoposto il Por- d' Aquitania, da cui ebbe Petronilla, in
togallo, e lo costrinse a riconoscerne l'in- favore della quale abdicò neh 137. Ra-
88 SFA SFA
miro IT ritornò nel monastero ove morì Abduluienone miramolino degli Almoa-
ikI i r
47 » a ' tl ' dicono che erasi ritirato di o Almoravidi, e giungere al possesso

tra' chierici di s. Pietro d'Huesca. Tar- di Cordova. Forse egli avrehhe conser-
ragona nel 3 7 lo aveva eletto a vesco-
i i vato I' acquisto e spento interamente il

vo, ed in uno de'suoi diplomi egli s'in- nome arabo, se dopo la gloriosa estrepi-
titolò: Vescovo eletto di TarrngonaeBar- tosa vittoria che nel i5j riportò presso 1

cellona; ma poi rinunziò. Surita riferisce Saen, non moriva in Fresueda.Egli fu u-


altro suo diploma, emanato essendo an- no de're che più illustrarono la Spagna,
cora sul trono, ove s'intitola Ree Prete, mafece un fallo, divenuto ormai eredila-
Fu lodato per valore, bontà e generosi- rio, dividendo il regno fra'suoi figli: San-
ta, perle quali distribuì la maggior par- ciò III ebbe la Castiglia, Ferdinando II
te delle proprie terre e castella a'suoi ca- Leon, l'Asturie e la Galizia. Nel meino-

valieri, Alfonso VII garantì a'suoi suddi- ratoi 187 per l'abdicazione di Ramiro II
ti negli stati adunali in Leon.le loro leggi re d'Aragona, questa riunì in se la con*
e privilegi; regolato fu pureiu taleassem- tea di Barcellona, mediante il matrimo-
blea che gli alcadio governa tori delle città nio del conte d. Raimondo Berengario IV
frontiere farehbero ogni anno incursio- colla regina Petronilla, ultimo rampollo
ni sul territorio de' mussulmani. Volcn- di quella nobilissima stirpe. Raimondo
do profittare de' tumulti che agitavano resse il regno sotto il titolo di principe di

j loro stali d'Africa e di Spagna, solfocò i Aragona, e cacciò gioriosamente i mori


germi di discordie fra'principi cristiani, dalla Catalogna. Per porsi ulteriormen-
mostraudosi con essi generoso: restituì Sa- te in istato d'operare contro di essi, nel
J
ragozza al re d'Aragona, e accordò la pa- 1 .'

5f Navarra
fece co re di Castiglia e di

ce al re di Na varrà, ricevendo da Papa un trattato, incui fu convenuto cheqnan-


Eugenio III nel 1 148 per distinzione il to dì paese era alla destra dcll'Ebro ap-
donativo della Rosa doro (/''•), nell'atto parlerrebbe all'Aragona, sotto la condì*
che lo stesso Papa confermò la primazia zioue di fedeltà e omaggio verso i re di
ecclesiasticadiToledo.Sicuro Alfonso VII Castiglia, alla cui incoronazione i red'A-
di non essere più molestalo da'delti re, ragona sarebbero obbligati d'intervenire
da quello di Portogallo, che gelosi di sua colla spada nuda in mano. Raimondo ino-
grandezza tacitamente a vea no parteggia- ri neh 162, lodato per moderazione, per
toconTexufin miramolinoo eimiEIMo- non aver preso il titolo di re, malgrado
smelili, mosse contro gl'infedeli, e dopo le istanze degli stali d'Aragona. La re*
diversi successi prese Calatrava, Almeria gina Petronilla sopravvisse io anniemo-
e molle altre città, onde poi in Calatra- lì nel 172 dopo quali regnò Alfonso
1 : i

va fu istituito l'ordine militare, per di- II il Casio loro primogenito, che ne'suui
fendere i cristiani dal dominio saraceno. diplomi,senza indicar gli anni, usò la for-

Si confederò poscia cogli altri principi cri- mola Regnante me. Papa Alessandro Il

sliani, onde 3 eserciti cattolici riportalo- III secondo alcuni spedì nella Spagna per

no sul Tago, sull'Ebro e sul Dnero tri- legato il cardinal Raimondo, ed appro-
plice e compiuta vittoria. L'estremo pe- vò gli ordini di Calatrava, della Spada
ricolo indusse l'inaspettata riunione delle di s. Giacomo istituito per rendere sicu*

fimoni mussulmane, onde videsi oboli- ro il cammino de' pellegrini cherecavausi


gato Alfonso VII a indietreggiare verso a venerare il corpo di s. Giacomo, e d'Ali
il territorio lolelano; ma gli arabi e mò-
i cantala (ondalo per impedire le inenr-
rabiti poco stettero a tornare insieme al- sioni de'mori nelle Spagne. La lega cri-
Je prese, ed i vantaggi riportati da'pri- stiana contro di essi fu alquanto iudebo-
qii appianarono al re la via per battei e Ula per le discordie insorte pel matrimo-
S P A S P A 89
niodi Alfonso IX redi Leon con d. Te- di chiamati re, Innocenzo III dispose che
resa figlia di d. Sancio re di Portogallo,
1 i suoi successori baserò colle regine co«

Papa Celestino III venuto in cognizione innati in Saragozza dall'arcivescovo di

ch'erano coniugi cugini germani, e non


i Tarragoaa. Laonde Pietro II per grato
avevanodomandato la dispensa, neh 191 animo fece il suo regno tributario alla

vncdi legatoa latere in [spagna il cardinal s. Setle coll'annno censo ili »5o denari
Gregorio, che alili chiamano Guido, il innomezzellini, equivalenti ciascuno a 6
qualead onta ohe già fossero loro nati 3 fi* soldi reali, come riportano Roderico di

gli, nel sinodo di Salamanca dichiarò il Toledo, De. rebus llisjxiniaruin lib. (>;

matrimonio nullo e invalido,scomunicò 4 Girolamo Surita, Annalihht ?.; Giovali-


vescovi ch'erano di contrario parere,e sol* ni Mariana, De rebus Hispaniarum ld>.

loposeall'interdetloi due regni finché non 1 1. Che il Papa impedì a Pietro II il di-

seguisse la separazione de'cugini. Teresa vorzio da Maria di Montpellier, onde riu-


tornata in Portogallo si fece monacaci- nitosialla raogliegli partorì Jaymeo Già-

Bterciense, e meritò il culto z il ricono- corno l il Conquisiatorej ma poi tornato

Scimento di santa; Alfonso IX sposò qui n- nella sua idea, per il istoria, la regina era-
di la nipote Berengaria sorella o liglia
,
si portata in Roma ad invocar la pontifi-

ci' Alfonso Vili re di Castiglia, per cui lo eia protezione, ove morì e fu onorevol-
SleSSO legalo riconobbe per nullo il ma- mente sepolta nel Vaticano. Come il Pa-
trimonio, e promulgò la sentenza d'ana- pa sopì le discordie de' principi e li rivol-
teuia.Per incestuosa unione lo riguardò se contro i mori, con formidabile arma-
pure Papa Innocenzo 111, e lo assolse e ta ; e quali preghiere fece in Roma pel
levò l'interdetto dall'Aragona quando si felice successo, che si edettuò nella me-
separarono, ad onta del reciproco amo- morahile vittoria, che vendicò la sangui-
re, e della nata prole di due maschi e tre nosa giornata d'Alarcos; onde Pietro II

femmine, che però dichiarò legittima e inviò al Papa la lancia tolta all'emiro, e
atta a succedere al trono,e s. Ferdinando fu appesa collo stendardo in s. Pietro con
III fu poi re di Castiglia, indi di Leon, festa e altre dimostrazioni, ciò che dissi

IS'elia biografìa di quel gran Papa rac- pure a Marocco, ma con Rinaldi nomi*
coniai il singolare interesse e lo zelo di nai Alfonso IX re di Leon donatore di
cui fu animalo pe' re delle Spagne, pel tali trofei. Il eh. Hurter nella Storia d'In-

ristoramentodelladisciplina ecclesiastica, nocenzo ///celebra le doti di Pietro II,


per lo scioglimento di detto matrimonio figlio d'Alfonso 11 che gli lasciò molto o-

benchè concluso per finire la guerra tra' 10, siccome ornato dell'eroiche virtù de-
due re, come mitigò l'effetto delle cen- gli antichi re di Spagna, le cui gloriose

snre ecclesiastiche. Che minacciò l'inler- gesta vivono ancora nella memoria dei
detto a Sancio VII redi Navarra se non canti popolari. Maneggiando con pari hra-
riliravasi dall'alleanza de'mori, se non ri- vura la spada e la lira, nella sua corte,
metteva le discipline andate in disuso, e come in quella di Provenza, fiorivano il

non correggeva gl'in valsi abusi. Che negò canto e la poesia de'lrovatori, accoltivi
a Pietro 11 re d'Aragona di sposare Biau- con grandi onori. Di volo della Chiesa,
ca sorella di Sancio VII, bensì in iloma cacciò da'suoi stati gli erelici valdesi, ed
neli?.o4 solennemente lo coronò, e gli emanò i più benefici regolamenti pel buon
concesse quelle particolari insegne nel ci- governo del popolo. Volendo camminare
tato articolo indicale; e perché i red'A- sull'orme paterne e combattere isaraceni,
ragona non erano coronati, e solo ginn- pregò Innocenzo 111 acciò per un suo le-
tiall'età di 20 anni o contraendo ma» gaio formasse contro essi una confedera-
ti imoiiio erano annuii cavalieri, e quin- ziooe fra're di Spagna. A tante belle qua-
no SP A S P A
lità di Pielro II, si aggiunse il desiderio provinciesoggelte alla mia dominazione.
d'innalzare il suo regno al maggior spien- Di che chiamo Dio in testimonio, ed i suoi
«loie. Gli avi suoi, come vassalli de're di santi Evangeli." Da delta chiesa il refe-
Francia quanto alla Marca spagnuolafra stilo de'regi ornamenti si porlo cammi-
nala oei Pirenei giàconquistata da Carlo nando a fianco del Papa nella basilica di
Magno, altro titolo non ebbero un lem- s. Pietro, dove deposti la corona e loscet-

po die ili cotiti di Barcellona, e poi as- tro, commise il suo regno al principe de-
sunsero quello di re«d' Aragona, ed il no- gli apostoli;indi l'ebbe in feudo da Ile mani
me dei re di Francia che in segno del- del Papa, il quale a tale efletto gli coti»e-
l'alta loro signoria si ponea negli atti pub* gnò la spada, ed egli depose sull'altare
da ben 2 5 anni sparito. In qne-
bltci n'era un diploma pel quale manifestava, che
sto stato di cosere d'Aragona non veni-
i riconoscendo il Pontefice a Roma qua!
vano coronali, ma solo armati cavalieri, successore di s. Pietro e qual vicario di
Pietro II dunque pensò di accrescere hi- Colui pel quale i re imperano in terra,

stro alla dignità col farsi coronare al pa- poneva il suo reame sotto la protezione di
ri degli altri re, e affine di dare maggior s. Pietro e obbligatasi, perla salvezza dei-
solennità alla ceremonia, ed escludere l'anima di seede'suoi successori, a pagare
qualunque obbiezione da parte de grandi un annuo tribolo di 200 mazemuitini,
equalunquepretensioueda partediFran- così chiamati dal re mauro Jnssnt Ma-
si portò in Roma per riceverne la co-
cia, zemut. Il Papa dalla sua parteohhligossi a
rona dalle mani del Papa, e per compa- premiere suoi stati s la persona sua sot-
i

con isplendida corte impose una gra-


rirvi to la protezione della s. Sede. Pietro II

vezzageneralea'magnati del regno. Ginn- fece dipoi spedire, con l'assenso de'nobifi
to nella metropoli del mondo cristiano, di sua corte, e in presenza dell'arcivesco-
Innocenzo MI lo accolse nella chiesa di vo d'Arles suo zio e d'altri personaggi, il

s. Pietro, e per ordine suo ospitato nella corrispondente diploma, Aduni Romac,
casa de'canonici della basilica. Nel gior- apud s. Petrurn, ec , e lo autenticò del
no di s. Martino, il Papa accompagnato suo sigillo; indi per provare alla s. Sede
da tutti i cardinali, da'principali prelati^ la sua divozione, rese libere nel regno le

dal senatore, da tutti i giudici e curiali, elezioni a'vescovati e alle abbazie. Ter-
dalia nobiltà e dal popolo, si recò alla minate le solennità, il Papa gli die l'apo-

Chiesadis. Pancrazio fuori le mura, do- stolica benedizione, e lofeceaccompagna-


ve il vescovo di Porto cardinal Galluzzi re fino alla chiesa di $. Paolo fuori della
unse il re, e il Papa gli pose la corona in città, per imbarcasi al porto d'Ostia o-
capo, e come insegne della dignità regia, v'era disceso. Dipoi una bulla pontificia
ilcolobioodalmatica, il manto, lo scettro, statuì le formalità da osservarsi per fin-
ii globo dell'impero e la mitra, altrettali- coronazione de'i e e delle regine d'Arago-
to accetti quanto magnifici doni. Dopo di na, la quale dovea farsi in nome del Papa
che Pietro II prestò giuramento in qne-
1 1 a Saragozza dall'arcivescovo diTarrago-
sti (ermi ni.» lo Pielro, re d'Aragona, giù- na, dopo sollecitato dal re questo favore
10 fedeltà e ubbidienza a Papa Innocen- conformemente al diritto feudale. ()ue-
zo mio signore ed a'suoi successori nella sto procedere del re non ebbe l'approva-
chiesa romana; di mantenere il mio re- zione degli aragonesi, ed i grandi col po-
guo in ubbidienza e fedeltà verso di loro; polo lamentarono dell'avere egli reso
si

di difendere la fede cattolica e persegui- tributario il regno, prima libero e indi-


tare la malvagità degli eretici; di proteg- pendente. Troppo era importante que-
gere i diritti e le prerogative dellaChiesa, sto brano d'istoria per le sue particola-
e di conservar la pace e la giustizia nelle ìità, uel modo riportato da Hurler, per
S P A S P A g i

non traMndarlo, abbenchè in genera ah- stati. Il Afartene, The$. t. 4, riporta un


dovuto ripe-tuie cose elette altrove,
!>in concilio nazionale celebrato nella Sfu-
ma complesso rende più vigoroso il rac-
il gua nel i 7. i 5, sulla disciplina ccclesiasti-
conto. Intanto succedeva la memoranda ca. i\el 1 2 i
7 ili venne re diCastiglias.Fer-
hattagliu delle Naves di Tolosa, data al cimando ///(/'), ed incominciò le glo-
miramolino MohaniedBen-Josef dai re riose sue gesta malgrado le briglie ili d.
di Navarca Sancio VII, d'Aragona Pie- Alvaro di Lara, avendole registrate alla
troll, di Ga stiglia Alfonso Vili, a.' iG In- sua biografia, insieme alle conquiste fat-
glio 1212, colla distruzione del suo in- te sui mori de'regni di Cordova, di Jaen,
numerabile esercito di più die 100,000 di IJaeca, di Siviglia, rendendosi vassallo
combattenti; e sebbene non producesse il re di Granata, dopo averne assediata la
cjuei risultati ch'erano a sperarsi da \m capitale. Alfonso IX redi Leon, dopo es-
fatto tanto strepitoso, pose nondimeno sere stato disfatto e ferito dai mori nel-
tcrmine alla dinastia degli Almoadi e , l'infelice battaglia d'Alarcos, unito co're
meritò d'essere ricordato con perpetuo di Navarro e Aragona, riparò a quella
anoi vernilo di pompa solenne. Pietro II vergogna colla famosa vittoria di Mura-
per Maria di Montpellier divenne signore dadodiTolosa^ncuiperirouodaaoOjOOO
di questa città, fu grande e magnifico, ma mussulmani, ed cristiani per l'aiuto ce- i

troppo inclinato alle donne. Morto nel leste perderono appena 25 uomini ami- :

1 2 1 3 Pietro 11 nella battaglia di Muret,il co delle arti e delle lettere fondò l'uni ver-
Papa Innocenzo III obbligò il celebre Si- sita di Valencia, die èia più antica istituì-

inonecontediMoufortareslilureGiacomo la nella Spagna, poi trasferita a Salaniau-


I erede del trono, preso nella guerra de- ca : Onorio III gli donò la Rosa ti' oro,
gli Albigcsi sudditi del cognato del de- indi riconquistò sugl'infedeli MeridaeBa-
f unto e conte di Tolosa, di cui il re avea dajoz. Onorio 111 riprese gravemente nel
preso le parti; sedò le contese intestine dei 1 220 re di Ca stiglia, di Na va ira, di Leon
i

reami, eil eccitò tutti i fedeli ad accorre- e d'Aragona perchè costumavano d'adi-
re in soccorso della penisola. dare le loro ambascerie a'principi mori a-
Giacomo imprigionato prima dal con-
I gli ebrei, con gran ila mio della cristianità;

te di Moufort, si vide poi contrastato per ed a tale elicilo scrisse [iure all'arci veico-

la sua tutela; ne prese le difese Innoceu- vodl Toledo legato della s. Sede,a quello
zo III, lo fece condurre in Aragona da un di Tarragona, al vescovo di Barcellona e
legato pontilìcio,e gli stati adunati in Le- di altre città. Per uiorted'Alfuiiso IX nel
rida lo riconobbero,e ne adularono la cu- 1280 il regno di Leon passò sotto s. Fer-
stodia allo zio Sancio conte di Kossiglio- dinando III, e così permanente restò du-
ne, ed a Mouredon gran maestro de'tem- nito a quello di Casliglia. Papa Gregorio
plari. Impaziente di governare, deliberò IX approvò l'ordine militare e regolare
di rivolgere le armi contro i mori, fece della Mercede, per riscattare gli Schiavi
una spedizione nell'isole Baleari, assalì (/'.) da'saraceni, fondato da s. Pietro No-
Majorca, sconfisse i mori e s'impadronì lasco e da Giacomo da lui educato. Oue- I

ddla città die sottomise all'Aragona. In- sto re d'Aragona eletto al trono ili iNa-
tra prese in seguito la conquista del re- varrà, usò la generosità di rinunziare in
guo di Valenza, e s'impossessò della ca- favore di Tibaldo I conte di Champagne,
pitale, eh' era ricaduta nella soggezione nipote del re Sancio VII morto nel 1 234.
moresca, secondo alcuni, sempre più de- Altri storici dicono die a Tibaldo I spet-
clinando la maomettana potenza, a cui lava il regno, e die Gregorio IX s'inter-
iion restò die il regno di Granata fon- pose perchè Giacomo I non glielo impe-
ciato da Abcu-Alhamar , e pochi altri disse. Tibaldo I si unì cogli altri re delle
ga S 1* A SP A
Spagne nella crociala predicata da Gre- lemanni calcolando d'arricchirsi co'suoi
gorio l\ contro i inori, la quale costrinse tesori, favorirono le sue pretensioni come
quasi tulli i loro superstiti princìpi a di- figlio di beatrice di Svevia e nata da Fi-
fa successe
chiararsi loro vassalli. Nel 12 lippo duca diSvevia,già aspirante all'im-
a Ferdinando III ne'lroni di Castiglia
s. pero come fratello d'Enrico VI e zio di
edi Leon il primogenito Alfonso Xil 'Sag- Federico II Hohenstaufen. Ancorché con
gio, V Astronomo, il Filosofo, pel suo a- imposizioni e mezzi ingiusti, per cui rese
more alla giustizia e alle scienze massi- malcontenti sudditi, non potè abbastan-
i

me astronomiche, di cui fannofède le Z!rz- za cumulare l'oro per sostenere la sua


VoleAlfonsine col la sua cooperazione com- elezione. Papa Alessandro IV nel ra56
pilate da dotti arabi, e per la pubblicazio- approvò e concesse privilegi alla celebre
ne d'un compiilo codice di eccellenti leg- università di Salamanca ampliata da Al-
gi, Lm Partidas, e per aver inesso in o- fonso X; e nelia'jg concesse a Tibaldo
noie la volgare lingua spagnuola, surro- Il re di Na varia e successori, d'essere un-
gandola all'idioma Ialino sino allora u- ti e coronati dal vescovo di Pamplom ,

salo. Fece tradurre in ispagouolo libri i dopo essere stati posti sopra uno scudo
hagii, ed ordinò che fossero scrini nella all'usanza de'visigoti. Federico ed Enri-
stessa lingua tulli gli atti pubblici, cbe co fratelli d'Alfonso X parteggiarono per
si facevano in latino barbaro. A lui al- Corradino di Svevia pretendente al reame
a
tresì si deve la i , storia generale della delledueòVt77/>,oude tedeschi espagnuoli
Spagna, scritta in lingua castigliana. Ma nell'agosto ?.0c» combatterono ne'campi
i

all'infuot'i dell unione del piccolo regno Patentini presso Tagliacozzo la gran ten-
mauritano di Niebba e quello di Murcia, zone che die il regno a Carlo I d'Angiò.
oltre alcune città, alla corona di Casti- Nella biografia di Papa Gregorio X nar-
glia, con che fu punito il tradimento di rai cbe nel 1272 ricevè in Orvieto gli am-

A ben- A fon ,
partigiano di d. Enrico fi- basciatori d'Alfonso X, perchè come elet-
glio o meglio fratello ribelle d' Alfonso to rede romani acconsentisse alla sua un-
X poi senatore di Roma (/ .), e di alcune zione e coronazione;ma il Papa conside-
brevi ma pur gloriose spedizioni nell'An- rando che gli aveva disputata la dignità
dalusia, non si lece luogo a guerresche im- Riccardo d'Inghilterra, nulla volle risol-
prese, tra per l'umiliazione cui era i idotlo vere. Nel recarsiGregorio X aLione,il re lo
il redi Granata, non valendo a farlo risor- supplicò a passare prima in Ispagna, ma
gere neppure i tentativi dell'ausiliario re non l'esaudì, perchè comprese il motivo
di Marocco, e per la felloniadel proprio fi- per la seguita elezione iti re de' romani
gliosecondogenitoSancio IV WBravo, con- di Rodolfo 1 d'Absburg progenitore della
tro il quale Alfonso X dovè invocar l'aiuto casad'Austi ia, che riconoscendola poi con-
dello stesso mirainolino,come poi meglio fermò nel 12 74- Essendo passato Alfonso
dirò. Non amato da'suoi, né da're vicini, X in Delcaire di Provenza, per abboccar-
tuttavia suo sapere ed eloquenza gli ac-
il si con Gregorio Xe perorare la sua cau-
quistarono grande riputazione inEuropa, sa, il Papa si recò a visitarlo, ed alle gra-
e disposero parte degli elettori dell'im- vi lagnanze del re pel riconoscimento di

pero nel 1257 a favorire le sue preten- Rodolfo I, il Papa restò fermo, e solo con
sioni alla corona imperiale. Lasciandosi dolci maniere lo distolse dalle sue preten-
trasportare da eccessiva ambizione la va- sioni sul ducato di Svevia, sul regno di
gheggiò, in vece d'occuparsi della espul- N'avaria e sub' impero, per cui dovè poi
sione de'mori, e dell'abbassamento dei deporre le insegne imperiali che usava,
nobili, punti essenziali della politica dei nulla avendo potuto ottenere dal Papa,
re di Spagna. Una l'azione di principi a- e le sue preghiere e proteste riuscirono
SP A SPA g3
inutili.Narra Rinaldi che il re stette col zi apostolici il francescano Mascio poi Ni-
Papa in Ih lenire tutta la primavera e parte colò IV, e Giovanni da \ ercelli generale
dell'estate, lasciando al governi) del re- ileidomenicani. Quelle domestiche e il
gno il figlio Ferdinando, e riporta le ra- malcontento pubblico favorirono am- I

gioni perché fu eletto Rodolfo I. Che i- bizioso Sancio IV suo figlio, che per le
nutilmente perorò suoi interessi e tornòi sue prodezze era l'idolo dell'armata. Se-
sdegnato nei propri stati anche per la , condato ila'grandi e dal popolosi voltò
dispensa data da Gregorio X a Giovan- contro il padre, e nel 1282 lo balzò dal
na erede di Navarca per sposarsi non con trono,esi fece conferire il titolo di re dagli

Luigi figlio di Filippo III rediFraiicia,che stati radunati in Valladolid. Alfonso X


dovea succederlo, ma col fratello che fu implorò il soccorso dal suo nemico il re
poi Filippo IV il Bello, per cui re di i di Marocco e si collegò co'mori; questa
Francia acquistarono la Navarra, con alleanza mostruosa lo rese più odioso, e
rancore e dispiacere de'nionarchi di Spa- di dolore finì la sua vita nel 1284 male-
gna. Alfonso X in Castiglia riprese l'inse- dicendo il figlio e inutilmente diseredan-
gne e il sigillo imperiale, ed invitò i prin- dolo, lasciando il regno al nipote e per
cipi d'Italia e di Germania suoi alleati a sostituzione al re di Francia, dopo esse-
difendere le sue ragioni contro Rodolfo re stato il principe più istruito del suo
1. Allora il Papa gl'intimo per l'arcive- secolo. La regnante imperatrice de'fran-
scovo di Siviglia di ahhandonare le det- cesi Maiia Eugenia contessa di Teba e
te insegne, se non volea incorrere nelle pe- nata in Granata, della nobilissima casa
ne ecclesiastiche, e fulminatasi la scomu- di Montijo, dicesi discendere dal proni-
nica ubbidì. Perciò gli furono concessele pote del primogenito di Alfonso X, a
decime per la guerra co'inori di Maroc- pregiudizio del quale Sancio IV secon-
co e di Granata. Per le loro vittorie, l'ar- dogenito s'impadronì del trono toglien-
civescovo di Toledo Sancio figlio del te dolo a 'suddetti figli del fratello maggio-
d'Aragona, predicò la crociata contro i re infanti della Cerda: perciò il duca di
maomettani, e fu lodato ila Gregorio X Medina Celi cugino dell' imperatrice, è
che concesse pienissima indulgenza e pi i- il discendente di quelli che protestavano
vilej»i a' crocesismati. L'arcivescovo fa» quando coronava un re ili Spagna, per
si

talmente fu vinto da'mori, che gli moz- serbare diritti che credevano com-
illesi i

zarono il capo e la mano sinistra orna- peter loro. Jolanda d'Aragona madie di
ta dell'audio vescovile. Per maggiore scia- SancioIV,in utilmente sostenne diritti al- i

gura morì immaturamente Ferdinando lacorona de'suoi nipoti principi dellaCer*


erede di Castiglia e di Leon, ed suoi figli i da. Sancio IV si fece coronare infoialo, e
nati da Bianca figlia dis. Luigi IX, Alfonso riuscì a forza d'energia di reprimere le ri-
ì'Eseredato e Ferdinando, restarono poi volte de'fratelli, de'nipoti e de'potenti si-

privi del regno dallo zio Sancio IV, donde gnori dei regno: sui mori conquistò l'im-
nacquero calamitose guerre tra'francesi portante piazza di Tari fa, città forte sullo
espatrinoli. Papa Innocenzo V vedendo stretto di Gibilterra, già punto principale
la Spagna tribolata da'mori, che vi fa- dellecomnuicazioni loro coli' Africa. Di poi
cevano grandi uccisioni di cristiani, in- nel 1 2i)3 essendo alcade o governatore di
vitò i popoli a prendere le armi, e rin- Tarifa Alonso Perez di Guzman, i mori
novò le accordate decime. Divenuto Pa- l'assediarono e poterono rapirgli l'unico
pa Giovanni XXI, s'interpose tra il re Al- suo figlio. Indi lo minacciaronodi scannar-
fonso X e quello ili Francia Filippo 111, lo se loro non rendeva la piazza. Guzman
per terminar le discordie insorte tra es- con coraggio terribile gillò ai mori i\n
si, a tale, dialo inviando loro per min- colttllu ; ihceudochesc ne sci vissero, e poi
«ii SPA SPA
si posr n pranzo; e quando intese le gii- Trinacria,riinanendo l'altro di Sicilia agli
da pei- la recisa lesta, credendo un imo- Angioini mi dispenso di qui parlar De,
,

vo assallo,corse B'baluardi, e mostrò si tranne qualche indicazione necessaria, a-


indifTerentedella segnila uccisione. In me- tendone temilo proposito in quell'artico*
moria di che iGuzman presero questo no- lo, colle notizie de're e delle guerre che
bile motto: llimo Re, pitiche il mio san- sostennero, e dell'investiture che con an-
gue. Fino dal 1376 era morto Giacomo I mio censo riceverono dai I
J
; 1 p i supremi
re d'Aragona, dopo avere amaramente signori, edelle molte relazioni e alTaritrat-
pianto le colpe per le quali era stalo ri- tati co'medesimi e relative pure all'Ara-

pieso da' Papi Clemente IV e Gregorio gona. Il redi Francia Filippo III, per ven-
X , e spirò colla cocolla dei cistercensi, dicare Carlo I d'Angiò suo zio e sostene-
Lasciò il regna al figlio maggiore Pietro re i de la Cerda suoi
diritti de' principi

III Grande, p'ih astutoclie prodeguer-


il nipoti, per la Navarra già divenuta pos-
riero, ed a Giacomo secondogenito ie- i sesso de! figliospedì un esercito di 100,000
gin di Majorca e Minoica, il principato uomini per combattere Pietro III e San-
ai Rossiglione e Montpellier. Tolti per ciò IV, i quali perciò si collegarono a co-
sempre tali regni colle isole Balearia'ruo- ninne dilesa. La morte di Filippo 111 e
ri, restarono iu potere degli spagnuoli, ed di Pietro III nel 28", interruppe il corso
1

a Ma.top.ca riportai la serie de're incornili- della micidialeguerra. Al 2.°successe Al-


ciando da detto Giacomo I, però feuda- fonso 111 che spogliò lo zio del regno di
taii d'Aragona. L'espulsione totale dei Majorca per essersi unito n'francesi con-
ni", ri e la depiessionedella potenza de'no- tro suo padre, indi le cortes o siati ge-
bili, erano in quell'epoca i punti princi- nerali d'Aragona, sempre intenti a porre
pali delia politica de're cristiani di Spa- un argine contro I' abuso dell'autorità
gna. Pietro III volgeva in mente grandi reale, l'obbligarono in forza degli anti-
disegni, per aver sposato Costanza figlia chi privilegi che aveano fatto accordare
di Manfredi naturale di Federico II un- al popolo, a ricevere da esse i suoi im-
peratore e che avea regnato in Sicilia, al nistri e i principali ulììziali di sua casa,
quale trono essendo stato assunto dal Pa- non che a sanziona re l'istituito magistrato
pa per investitura Catlo d'Angiò, egli I delgiustizieresolo dipendente dalle cor-
aspirava a rendersene padrone. Diffusa- les,000 diritto di citare il re innanzi agli
mente riportai a Sicilia come il suo fau- stati generali, e di farlo deporre se man-
loie Giovanni di Procida ordì la famosa cavaa'giuratiprivilegi.Avendopreso par-
cospirazione de' ^esperi siciliani con i- te a'tuuiulli che dividevano la Castigtia,
strage de'francesi per tutta quell'isola nel fu scomunicato da Nicolò IV e poi si ri-

1282, e come Pietro 111 se ne impadronì conciliò colla s. Sede. Morto senza figli nel
e fu coronato in Palermo, restando a Car- 1 29 1, la corona passò a suo fratello Già-
lo 1 il regno qua dal Faio. Senza ha-
di conio II, più ambizioso che generoso, ma
dare alle replicate scomuniche di Mar- aniantedella giustizia e rispettoso de'pri-
lino IV, e alla sua deposizione dal regno vilegi de'sudditi. Poco dopo e nel 29T a 1

d'Aragona, proihendo che si chiamasse Sancio IV successene' regni di Castiglia


re, egli ironicamente s'intitolò poi: Pie- e Leon il figlio Ferdinando IV il Citato,
tro d'Aragona, cavaliere, padre di due ch'ebbe bui rascoso il principio del suo re-
re (Alfonso IH che gli successe, e Giaco- gno, difeso validamente dalla regina Ma-
rno Il ch'ebbe il regno di Sicilia e poi riasua madre, celebre per coraggio e fer-
quello d'Aragona) e signore del mare! mezza, che lo fece coni pai ire talvolta sag-
Per quanto riguarda la Sicilia che restò gioe moderalo, mentre era ingi usto e cr li-
neila caia d'Aragona, con titolo di re di dele,per cui i Car vaiai, che tale lo speri-
SPA SPA 95
menlnrono per averli fatti barbaramen- pulazioni. Al successore Giovanni XX i l

te mot ire senza processo, avendolo ci- il re Giacomo 11 nel 1 3 1


7 pe'suoi amba-
tato a comparile dinanzi al tribunale di sciatori fece rinnovare il giuramento di
Dio dopo trenta giorni, dicesi ebe real- fedeltàcome tribù la rio della Coi sica e del-
mente (ini la sna vita nel 3 2, l'ultimo i i la Sardegna, e come gonfaloniere, ameni-

giorno della citazione, per cui fu detto Ci- raglioegeneraledella romana chiesa. Gio-
tato (nel voi. LIV, p. 1 4 dissi di quel ve- vanni XXII soccorse il re di Majorca con-
scovo diPoitiers ebe si fece seppellire con tro i saraceni, e inviò missionari a pre-
quasi eguale citazione in mano,controCle* dicar la fede agi infedeli. Nel 1 327 a Gia-
melile V). In molti combattimenti con- como Il successe il figlio IV il
Alfonso
tro i mori, n'era uscito sempre vittorioso. Buono, per l'eccessiva sua bontà che tal-
Gli successe appena nato il figlio Alfonso volta degenerò in debolezza, e prese in
XI il Jendi calore, \ier\n sua seveiità e moglie Eleonora sorella del re di Casti-
per le guerre die fece a'mori ed a'gran glia e di Leon. Giurò agli stati cortes
signori. IVe'cbie articoli Sardeg\* descris- di non alienare alcun dominio della co-
si come Papa Bonifacio Vili e per quali rona, giuramento che esigettero per fre-
molivi nel i297solennempnteinvestìGia- nare le sue prodigalità nondimeno il re :

conio II «e d'Aragona dell'isole di Sar- die dipoi per appannaggio alia moglie,
degna e di Corsica (/'.) ch'erano della Xaliva e qualche altra piazza, ed al secon-
s. Sede, coll'annuo tributo di 2000 mar- dogenito il marchesato di Tortosa e la si-

che d'argento alla chiesa romana, coro- gnoria d'Alba razin. La guerra sanguinosa
nandolo nella basilica di s. Pietro e di- e rovinosa che sostenne contro Genova
chiarandolo Vessillifero di s. Chiesa. Fin- (F-) per la Sardegna, riuscì utile agli ara-
ché il regno di Sardegna e la Corsica fe- gonesi e catalani, poiché divennero i più
cero parte della monarchia, ne trattai a valenti navigatori del loro secolo, e fu-
quegli articoli, laonde sarebbe ripetizio- rono obbligati formare una marina che
ne qui di più parlarne; ivi ragionai
ancora fu uno de'principii della grandezza spa
delle decime concesse a're d'Aragona, e gnoola. Alfonso IV affli Ilo dai dispiaceri
quanto altro riguarda le co^e ecclesiasti- domestici, del figlio e successore Pietro
che e le relazioni colla s. Sede, riguardanti 1 VCrudele, morì nel 33G. Ora debbo
il 1

pure l'Aragona, essendo re feudatari del- i parlare d'A IfonsoX l re di Casliglia eLeon,
laromana chiesa.il regno di Giacomo 11 fu «inde possibilmente progredire cronolo-
rimarchevole per due guerre importanti, gicamente con questi pochi e generici cen-
nel 3og contro mori di Granata, e nel
1 i ni, nel gran caos della storia di Spagna,

i32icontro Pisa {?*.) in Sardegna. Al- vero laberinto per ridurla alle minime
lorché Clemente V neh3o5 avea stabi- proporzioni cui sonoindottodal mio com-
lito la residenza pontificia in Francia e in pendioso sistema e natura dell'opera; on-
Avignone (V.), il re assistè alla sua coro- de temo siami sfuggito il filo d'Arianna a
nazione, e con Ferdinando IV mandaro- traverso le sinuosi là di questo inestrica-
no loro ambasciatoli perchè si rispettas-
i bile laberinto, massime ne'secoli anterio-
se la memoria del magnanimo Bonifacio ri , per la frastagliata dominazione con
\ III, che Iodio riprovevole dell'indegno tanti re cristiani, e regoli mori in maggior
Filippo IV redi Francia voleva condan- numero. Al poco dello sopra tanti siali
nata. Due cavalieri catalani, Carocci e ponno supplire gli
e regni, in parte arti-
Guglielmo Deboli, si presentarono in A- coli delle città arcivescovili e vescovili ,

vignone, per offrirsi di battersi in cam- coniegià avvertii, ollrequelli che vado ci-
pu aperto ,
per sostenere l'innocenza di tando. Dopo avere Alfonso XI trascor-
Uouifuciù \ lil dalle laute calunniose ini' so la sua minorila tra guerre e intestine
96 S P A S P A
ribellioni, strinse con mano ferma le re- l'assedia d'Algesiras che durò due anni;
dioi del governo; ma a fronte del suo ri- imperocché i mori opponevano il ean-
gore non gli fn possibile distruggere tilt- none alle deboli macelline da guerra a-
te le sedizioni che fermentavano fra la doperete allora pei battere le mura, ed
1

nobiltà castigliana dal regno di Ferdinan- è secondo alcuni lai.' volta che la sto-
llo 111 il San /oin poijcheavea diminuito i ria fa menzione dell'artiglieria, ch'é stata
suoi privilegi. Distrutte varie leghe pe- forse inventata da'mori, benché la pol-
ricolose, potè il re rivolgere le sue armi vereerasi recentemente scoperta in Ger-
ronlro i mori d'Africa e di («lanata, che mania e da lungo tempo in Cina (dell'in-
di nuovo minacciavano la Spagna, e ri- venzione della polvere, di quella dell'ar-
portò neh 327 una vittoria navale sulla tiglierie ne parlai ne' voi. Y.W 11 l,p. 3o6,
flotta del re di Marocco, che accorreva e XLV, p. 102 eio3, e quando furono
in soccorso de'granatìni. Alfonso XI die introdotte in Italia e nelle milizie papali),
saggio di sua alta politica, confederali- La lunghezza e celebrità dell'assedio vi
dosi con Alfonso IV redi Portogallo e con chiamarono gran numero di stranieri; il
Pietro IV re d'Aragona: questi 3 sovrani re corse rischio due volte d'essere assas-
con un trattalo convennero, di non dare si nato da'fanatici mussulmani, e infine la

in avvenire asilo, né soccorso ai sudditi piazza capitolò. Intanto Pietro IV red' A-


malcontenti de'Ioro regni, poiché eransi ragona, famoso per le sue crudeltà, tisur-
finalmenteaccorti,cheuua contraria con- pazioni, per le sue armi e sciagure, si era
dotta, favorendo l'intraprese d'una fa- incoronato da se stesso per le gravi con*
-/iosa e arrogante nobiltà, era propria a tese insorte con l'arcivescovo di Saragoz-
mantenere la ribeHione ne'loro stati. Nel za che pretendeva coronarlo, e nella surf-
l 34o re di Marocco e di Granata con
i detta guerra co'mori la memorata flotta

armata innumerahile assediarono Tari- sua sconfisse la maomettana all'altura di


fa. Tutta la Spagna cristiana si mosse su- Ceuta. Nel 1 33o, erasi recato in Avignone
Lito per opporci a quel torrente, ed a'29 a fare omaggio a Benedetto XII, come
ottobre Alfonso XI col re di Portogallo feudatario della s. Sede. Nel suo solenne
riportò presso Tarda, sulle rive del Sa- ingresso con Giacomo III re di Majorca,
lado, compiuta vittoria : i mussulmani avendo lo scudiere di questo re percosso
appena osarono combattere, e si fecero colla frusta il cavallo di Pietro IV, esso
scannare, dicesi 200, 000, colla perdita di adiratosi sguainò la spada e con istento
soli 20 cristiani! Le ricche spoglie de'vin- s'impedirono gli effetti del suo sdegno.
ti fece ribassare d'un 6.° il prezzo dell'oro. Non a ndò guari che Pietro IV mosse guer-
1 due re di Castiglia e Portogallo, perchè ra al re di Majorca, e non ostante l'in-

PielrolV non prese parte a tale combat- tervento e paterno impegno di Clemente
timento, ma colla flotta nello stretto im- VI per pacificarli^ l'invio di due cardina-
pedi rinforzi e viveri al nemico, ne invia- li legali, finì con impossessarsi de'suoi sta-
rono parte in Avignonea Benedetto XII, ti. Equi VI neli344
noterò, cheCleuiente
che enumerai a Portogallo, assai gra- in Avignone coronò re dell'isole Canarie
dite dal Papa. che esorlò due rea prò- i (' ) Lodovico de La Cerda,figliodel sud-
seguire le gloriose imprese contro ne- i detto Alfonso l' Ese recitilo da'troni di Ca-
mici del nome cristiano; ed al re porto- stiglia e Leon; e perchè l'autorizzò alla

ghese concesse le decime di due anni, col conquista, il re le fece tributarie alla s.

patto che facesse fabbricare e dotare le Sede coll'annuo censo di 4oo fiorini d'o-
thiese necessarieal culto divino nelle ter- 10: da Lodovico discendono duchi di i

reconquistatesui medesimi. Dilemmi do- Medina Celi. Più lardi le isole furono con-
pò Alfonso XI segualo il suo regno con quistate, e divennero possesso di Spagna.
SI» A S P A 97
Inolile, non posso a mono di qui ancora cooptava uno spirito ornato, vuoisi che
celebrare il gran cardinale Egidio Al- la sposasse segretamente. Poicoslrelto ad

l>ornozt\\ Cuenca, valoroso contro mori i ammogliarsi con bianca di boi bone ab- I

die sconfisse colle milizie d'Alfonso XI bandonò con ripugnanza, ma non tardò
redi Castiglia e Leon, e fuggendo le cru- a ritornare al suo primiero amore, e ta-

deltà di suo figlio Pietro il Crudele, di- le fu l'ascendente che Pachila prese sul
verso dall'omonimo aragonese, si rifugiò di lui animo, che la superstizione attri-
in Avignone, ove nel 35o Clemente VI i buì a magia tale impero. La sua fami-
l'elevò alla porpora. Dipoi fu inviato le- glia venne ricolmadibenefizi, ed essaogui

gato in Roma (/'.) e nello stalo pontifi- dì divenne più potente. Di che ingelosi-
cio, per ricuperare i domimi usurpati dai tosi Albuquerque, si unì ad Enrico conte
signorotti nell'assenza de'Papi, e si rese di Translamare poi Enrico II, e Tello fi-

glorioso per le splendide imprese e im- gli did. Eleonora, nella guerra civile che

mortali benemerenze. Il ricordato Alfon- facevano al re loro fratello naturale, il

so XI perì di peste nell'Io mentre stava (piale però spense tale ribellione. Volen-
per espugnare famosa Gibilterra, e to-
la do poi Pietro disfarsi di Bianca, da un
Marocco, onde chiudere
glierla al re di concilio composto di vescovi a lui ligi fece

per sempre l'entrala de'mori in (spagna. pronunziare il divorzio. Papa Innocenzo


Fondò il suo potere sulla rovina delle fa- VI inviò al re il vescovo di Senez,perche si

zioni, rese alla maestà regia il suo splen- riunisse alla virtuosa Bianca; ma egli se-

dore, e alle leggi tutta la forza; amò la dotta l'onestà di d. Giovanna Fernandez
magnificenza e i tornei ove spesso com- de Castro, vedova di d. Diego de Uaro,
batteva. Vivamente acceso della famige- la sposò solennemente, e poi dopo alcuni

rata d. Eleonora di Guzman, ottenne que- mesi anche essa ripudiò, per riunirsi di
sta imperiosamente tutta la sua confiden- nuovo alla Pachila; così provocando la

za,adesclusionediMaria diPortogallo sua vendetta della casa de Castro, e il risen-

moglie e madre di Pietro. Questi bello, timento della slessa regina madre. Dive-
maestoso ed intrepido, suoi difetti per i nuto Pietro più sanguinario, neh 3 55 il
mala sorte furono gravi, ed equilibrarono vescovo di Senez in nome del Papa lo sco-

i preziosi doni sortili dalla natura. Pe'suoi municò e pose l'interdetto al regno di Ca-
eccessi la sua fama fu denigrata e il suo sliglia. Ammalatosi il re, si pensava dar-

regno disonorato il suo genio sfrenato


: gli un successore; Enrico ebbe un gran

per la caccia gli accrebbe la naturale a- partito, altro difese Bianca. Guarito il re,
sprezza, essendo pure amaro motteggia- con simulazione sedò la ribellione, disu-
tore e crudele. Questo principe Strinse lo nendo con lusinghe suoi nemici, quali
i i

scettro tra le più spaventevoli discordie però nuovamente porsi


lo costrinsero a

ambizione dei grandi ; il


della gelosia e in balìa della madre. Nutrendo vendetta
suo aio d. Ramiro duca d'Albuquerqne contro la sua corte, fuggì, e radunato un
per dominarlo gli schiuse le vie del vi- esercito marciò su Toledo, ingannando
zio, e glicorruppe il cuore. Fece perire la moltitudine con prometterle di richia-
d. Eleonora di Guzman, e Garcilasso de mar Bianca sul trono, per cui il Papa se
la Vega perchè nella rivolta di Burgos ne congra lido con lettera. Ma Pietro dopo
gli propose il licenziamento d'Albuquer- aver fatto morir di veleno Albuquerque,
qne, onde por line a'pubblici clamori de- come corse voce, entrato in città e mal-
rivati dall'esorbitanti imposizioni. Inva- grado le sue promesse, fece giustiziare il
ghitosi in casa del favorito di d. Maria de'principali cittadini, ed i più fedeli a-
Padilla,nata da genitori privi di fortu- mici della regina madre, con gran dolore
na, che ad una bellezza meravigliosa ac- di questa; e Bianca fu strettamente chiusa
VOL. LXVIII. 7
98 SP A S PA
nella torre di Siguenza. In lale stalo di riuscito ad Enrico d' interessare per lui
cose scoppiò una rottura col re d'Arago- il Papa Urbano V, clie inutilmente avea
uà Pietro IV, al quale si unì nella guerra esorlato Pietro alla concordia con Ara-
Enrico Translaruare; mentre Pietro lece goua e a moderare la sua ferocia, colle
assassinare il fratello Ferdinando e il pio- sue milizie e sussidii, e con quelli ancora
prioi. "ministro d. Giovanni d'Aragona, delcontedi Foix.edel redi Francia Carlo
etf avvelenar la ziaEleonora peravercom- V die gli die per generali il celebre com-
pianto lu sciagura di Bianca. Innocenzo testabile Bertrando Du Guesclin e Gio-
VI s'interpose tra'due Pietri, ambo crii- vaunicontedelle.MarehecuginodiBianca,
deli, per pacificarli, ed a mezzo del cardi- ripassò i Pirenei. Il suo esercitosi compo-
i. Guido de Boulogne suo legato vi riu-
al se nella più parte di avventurieri delle
sci nel 36 Le calde ammonizioni però
i 1 . grandiconipaguiecheconducevaDuGue-
del Papa in favore di Bianca non ebbe- sclin per purgamela Francia. Molte città
ro d'aminolo e la durezza del cuore
fui za si sottoinmisero alla sua ubbidienza, stan-
di Pietro, ebe seguitò ne'pravi e illeciti ebe dalle crudeltà del re; prese Toledo,
Amori colla Patitila. Lungo sarebbe il de- entrò in trionfo a Madrid, ed a' 4 mar- 1

ter vere tu Ite le atroci là ina udite commes-


i zoi 368 sbaragliò l'esercito di Pietro, che
se da Pietro, agli ocebi del quale in una andò ad assediare a Montiel. Sebbene il re
parola la ricchezza, la virtù e la nascita si mostrasse quasi semprecon lui clemen-

erano eguali titoli di proscrizione. L'opi- te, Enrico avea contro il fratello odioiin-
niorie comune gli accusa pure la morte placabile, laonde per timore ebe gli fug-
di Bianca e pel veleno. Sembrò alquanto gisse fece innalzare altra muraglia intor-
mitigata la sua ferocia, pel sommo do- no a Montiel. Pietro offrì al contestabile
loie in cui proruppe alla morte della ca- grandi compensi se voleva favorir la sua
ra sua Pachila; ma tali sentimenti ebbe- fuga, ma il contestabile avendo comuni-
io breve durata. Gli lasciò un figlio e 3 calo la proposizione ad Enrico, questi gli

figlie, onde
adunate le cortes a Si-
il re offrì doppio guiderdone se attirava il re
viglia, dichiaròilsuomalrinioniocon Pa- nellapropria tenda. Du Guesclin per ter-
che
dilla e fu riconosciutoli figlio Alfonso, minare la guerra cede a sì indegna oller-
poco dopo morì. Le insidie tese al talamo la. Appena il re fu nella tenda, che En-
di d. Giacomo de La Cerda, antico pie- lieo gli corse per satollare la sua vendet-
tendente alla corona di Castiglia, obbli- la; i due fratelli si avventarono l'uno con-
garono questo principe a prender servi- tro l'altro, come due leoni furiosi. En-
gio in Aragona, e fatalmente caduto pri- trambi caddero a terra, il re come più vi-
gioii iere plesso Siviglia, fu tosto ucciso, goroso ( più presto si rialzò, e stava per
nell'indi gua fiducia di trionfare della vii- conficcar la daga nel cuore d'Enrico, al-
tuosa vedova, che con eroico esempio sep- lord le gli fu fatta cambiar posizione. Sur-
pe deludere le inique trame, deformali, se Enrico e aiutato da' suoi uccise Pie-
dosi il volto con volontarie ferite. ludi tro; con molti colpi spirò il re nei!' età
intraprese la guerra contro l'Aragona e di 34 anni, riputato monarca più san-
il

la Na varrà, i cui sovrani per detroniz- guinario di cui la storia di Spagna fàccia
zarlo si unirono a Eurico Transtamare, menzione, ed il flagello dei suoi sudditi,
dappei lutto accolto come liberatore. Ri» Enrico li il Magnifico montato sul trono
tiratosi Pietro, invocò l'aiuto del prin- ricompensò liberalmente il contestabile
cipe di Galles Odoardo, pel quale ueh36*7 col ducato di Mulines, e gli altri signori
vinse la battaglia di ISajara, e potè quin- francesi, e divenne I' idolo di tutti. Ri-
di rientrale in Castiglia, e dar isfogo al- toruò ne'suoi stati la calma e l'abbondane
le sue tenibili vendette, lutauto csseudo ra, riformò gli abusi, istituì savie leggi,
S P A S P A 99
tolse a'giudci l'amministrazione delle Ci- illazione dello stesso Papa per tcruiinar-
nanze, e chiaro si rese per clemenza. Si la, avendo il carattere e tutti gli orrori
mostrò grato al re di Francia, e l'aiutò d'una guerra civile. In apparenza segui
con una flotta per prendere Rochelle; ri- la pace, ma siccome non erasi fatta con

portò molte vittorie e fece alcune con- animo sincero, cosi fu di corta durata,
quiste sui redi Portogallo, Aragona e Na- Non tardarono nuove rotture e disfida,
varrà, i quali aspiravano alla sua corona: e finalmente gli aragonesi riportarono vit-
vi pretesero pure i duchi di Lane-astro e toria sui casigliani. Questi unitisi al re
di Cambridge figli d'Odoardo III, in no- di Navarra si vendicarono, e la guerra
me di Costanza e d'Isabella figlie natu- di nuovo s'inasprì, onde il re vedendosi

rali di Pietro il Crudele e loro spose. En- in confronto debole appoggiò gli sforzi di

rico non fu mai si grande comeneh379


II Eurico Transtamare, e cos'i costrinse Pie-
in punto di morte; allora riconobbe suoi i tro re di Castiglia ad evacuar le piazze
torti verso il suo fratello e re. Tra'con- occupate in Aragona. Divenuto re Eli-
sigli che die al figlio e successore Giovali- lieo II, si contentò in vece del promesso
ni I, gli raccomandò d'esser fedele a Frati- regno di Murcia, d'un compenso pecu-
cia per doversele tutto; di ricompensare niario; poscia la pace fu consolidata col
i castigliani che l'aveano collocato sul Ito- matrimonio tra l'infante di Castiglia d.

no, ma di attirarsi presso di se con pie- Giovanni, con l'infanta d'Aragona d. E-


senti e impieghi gli amici del fratello Pie- leonora. Papa Urbano Vsi mostrò gra-
tro, come sudditi più fedeli e che aveano veniente sdegnato con Pietro IV, che a-
seguito il partito più giusto ! Fu compiati- vea beneficato. Il re erasi usurpate le ren-
io amaramente da'suoi popoli, di cui e- dite pontificie, quelle de'cardinali, e dei
rasi guadagnato l'amore e la stima. beneficiati che risiedevano fuori delle lo-

PietroIVre d'Aragona vedendosi privo io chiese, e riscuotevansi dagli esattori


di prole maschile, si adoperò per assicura- della s. Sede. Il Papa non potendo lol-

le il tronoalla primogenita Costanza, ma lerare tante oppressioni, esorlò il re con


i suoi fratelli misero in campo il lestauien- paterne lettere a restituire le rendite ec-
todi Giacomo I, in virtù del quale dovea clesiasliche, e ad annullar l'editto di su-

loro appartenere corona in mancanza la basta de'beni ecclesiastici spettanti a'be-


formarono per-
di posterità mascolina. Si neficiali assenti. Rispondendo il re, che

ciò due leghe armate contro il re, d'A- tutto avea fallo col consiglio di uomini
ragona e di Valenza quando morta la ;
savi, il Papa lo citò con monitorio a pre-

regina Maria, non potè Pietro IV col sentarsi alla s. Sede, se dentro due mesi
matrimonio con Eleonora di Potiogal- non avesse restituito! beni usurpati,e mi-
Io avere uu infante, poiché la sola terza nacciò la scomunica in cui egli e i cou-
inoglie Eleonora figlia di Pietro II redi sigiteli sarebbero incorsi se non si cor-
Trinacria gli partorì l'erede Giovanni I, reggevano. Oltre a ciò Pietro I V fu chia-

e vinse alla sua volta i ribelli delle due malo in giudizio perchèavea lasciato per

leghe. Mostrandosi a un tempo guerrie- io anni di pagare alla s. Sede tributi i

roepolilico,riuuovòlealleauzecon Frati- pel regno di Sardegna e Corsica, e non


eia, Venezia e Navarra. Si recò in Avi- avea fallo il Consuelo giuramento di fe-
gnone per far omaggio
Sardegna a della della e vassallaggio, per cui gli fu inti-
Innocenzo VI, che scelse pei mediatore 1

malo che sarebbe stalo spogliato di tali


co'genovesi che aveano occupalo la Cor- isole. Il re si riconobbe debitore e feu-
sieu, la quale poi fu riconosciuta doversi datario, promise di soddisfare i censi, e
ai medesimi. Nella guerra che sostenne poinon corrispondendo Urbano V lori-
contro Pietro di Casliglia ricorse alla me- chiamò in giudizio colla comminatoria di
ioo SPA SPà
pine maggiori; indi oel 1 366 procedette temente esortato dal francescano Pietro
alla condanna e lo minacciò di levargli infante d'Aragona, come figlio di Giaco-
le isole, onde il re mandò un ambascia- mo 11, che di santa vita avea fatto tan-
tore a rendere il giuramento. Libano V ti sforzi perchè Libano V si restituisse
m adoperò pure con frequenti lettere per in Roma vera e sua propria sede, e procu-
pacificale il re di Portogallo con Enrico rò impedire il ritorno in Francia, a re-
Jl re ili Leon, e per pone que-
Castiglia e carsi nell'alma città e terminare quella
sti in concordia con Pietro IV e col re speciedi vedovanza in cui languiva la chie-
di Non cessando le guerre fra'
Navarca. sa romana; altrettanto altri inculcando-
due ultimi, Libano V che avea restitui- gli colle ss. Caterina e Brigida, ne effettuò
ta a Roma la residenza papale, nel 1870 le saggie e zelanti brame. Enrico 11 ap-
tornò in Avignone per meglio attendere pena conobbe la risoluzione, poiché la vi-
a sopirle, e fare altrettanto per quelle tra cinanza del Papa l'incoraggiava a intra-
gl'inglesi e iPoco dopo gli suc-
francesi. prendere la guerra co'mori, gli significò
cesse Gregorio XI, che subito si adoperò il suo dispiacere; ma il Papa gli rispose,

pel ristabilimento della buona armouia che avendo considerato avanti a Dio l'u-
tra Enrico 11 e il re di Portogallo, assi- tilità che proveniva alla Chiesa col suo

curandosi l'indipendenza de' due regni, ritorno in Roma, si vedeva necessitalo di


lasciando ili.°al suo arbitrio le differen- farlo, senza lasciare di portare nel cuor
ze col re di Na varrà che recossi ad Avi- suo lui e i suoi sudditi di Castiglia e Leon,
gnone a ossequiare il Papa, ove gli am- esibendogli l'offerta di tutte le grazie a-
basciatori di Pietro IV porlaronsi a fare postoliche che potesse loro concedere. La
il consueto giù lamento e rinnova re il trat- slessa risposta dièal re di Francia e a tulli
tato di Bonifacio Vili. Nell'assenza dal- quelli che pregiudicava e dispiaceva la sua
l'Aragona di Pietro IV, avendo lasciato partenza. Partito d'Avignone, s'imbar-
il potere alla regina Eleonora, con que- cò sulla galera gerosolimitana dello spa-
sta Gregorio XI a mezzo del suo nunzio gnuolo Heredia gran maestro dell'ordì-
apostolico cardinal de Cosnac o Gonadi uè, e giunse in Roma a' 7 gennaio 377. 1 1

concluse quel capitolato di cui parlai nel Nelsegueule anno morì il Papa e cano-
voi. LXI, p. i3o, per l'immunità delle nicamente fu eletlosuccessoreLrbanoVI,
chiese d'Aragona ch'era di continuo vio- che fu riconosci u loda lu Iti e da're di Fran-
lata e manomessa dalla prepotenza dei cia, Castiglia, Aragona, Portogallo, Na-

magistrali civili, al che fu riparato pei varra, ec. Ma il Papa alquanto austero,
reclami de'vescovi con tale specie di con- riprendendo cardinali quando lo crede-
i

cordato e accordo, mediante 4 articoli va oppoi tuno,esospirando essi, quasi tutti


contrapposti a'4 diversi gravami su'quali francesi, il delizioso soggiorno diProven-
aveano mosso querela vescovi, secondo i za, con l'aragonese cardinal de Luna si
le condizioni imposte dal Papa. Oppri- ribellarono, elessero ai 20 settembre in
mendo poi Pietro IV diritti della Chie- i antipapa Clemente /"//di Ginevra (per-
sa, e usurpando l'autorità temporale che ciò di lui riparlerò a Svizzera), e Origina*
sino allora sulla città di Tarragona avea rono il deplorabile e funestissimo gran
l'arcivescovo, Gregorio XI nel 1 374scris- Scisma { f .) d'occidente, il più lungo e il

seaì vescovo diLerida favoi iìodellacorte, piìi pernicioso di Imperocché fe-


tutti. i

perchè esortasse il re a desistere da siffat- deli divisi nell'ubbidienza non seppero chi
to biasimevole contegno, e nello stesso fosse il legittimo Papa; e se Urbano VI
tempo confermò, ad istanza d'Enrico li fu riconosciuto per tale da Pietro france-
re di Castiglia, la pace fra questo e Pie- scano infante d'Aragona e celebre per vir-

tro 1\ . lutatilo Gregorio XI eia frequen- tù e pel dono di profezia, dall'altro spa-
SPA SPA 101
gnuolo Alfonso clie vescovo di Jaen pas- gl'imperatori greci. Soggiacque a turbo-
sò a vita lolitana • apostolica e fu com- lenze per la ribellione ili d. Giovanni suo
pagno «li s. Brigida ae'pellegrinaggi, da figlio,evolendolodichiarareinabileal tro-
s. Caterina da Siena, e da altri servi di no, ne fu impedito da Cerdan gran giu-
Dio; l'antipapa Clemente VII fu soste- stiziere d'Aragona, che senza badare al
nuto da s. Vincenzo Ferreri di Valenza e risentimento del re, spedi lettere ed ema-

oracolodellaSpagnaoveconvei ti i 7,ooo nò editti in favore dell'infante. Pacifica-

ebrei, e da Pietro di Lnxemburgo mo- tosi Pietro IV morì nel 1387, con ripu-
dello dei santi prelati. Anche le nazioni tazione d'ambizioso, dissimulatore e non
furono divise nella credenza, e fatalmente meno crudele di Pietro di Castiglia suo
riconobbero il falsoClemente VI laFran- I contemporaneo. Soltanto il re d'Arago-
eia, i regni di Spagna, tranne il Porto- na non commise ciò che chiamasi delitti
gallo, ed altri popoli. Egli passò neh 379 utili. In falli l'uno è riguardato come il

in Avignone (/''.) e vi stabifi una catte- Nerone della Castiglia, e l'altro come il
dra di pestilenza, creando molti anticar- Tiberio dell' Aragona. Pietro IV sagri-
dinali, fra'quali diversi spaglinoli, die re- fìcava molto alle convenienze, ed era sì
gistrai nel voi. Ili, p. 1 1 1 e seg. Subito vago del ceremoniale che gli fu pur da-
prestò ubbidienza all'antipapa Giovanni to il soprannome Ceremonioso. Non man-
re di Castiglia e Leon, per cui Urbano cò di coraggio, fermezza, attività e cogni-
VI facendo il processo contro i fautori e zioni, efondò l'università d'Huesca. Gli
sostenitori dello scisma, fulminò sentenza successe il primogenito Giovanni I già
contro di lui per non essersi presentato duca di Girona, titolo che fu poi annes-
dentro epoca ch'eragli stata assegnata
1' so a'primogeniti del re d'Aragona, e ri-
nel monitorio, e lo privò di tutti suoi i conobbe l'antipapa Clemente VII. L'al-
domimi, imponendo scomunica a chi gli tro Giovanni I re di Castiglia e Leon avea
prestasse ubbidienza, e concedendo indul- nel 383 tenuto a Segovia le cortes ostati
1

genze a chi contro di lui si armasse, in- generali ed abrogato Vera di Spagna, ciò
vitando il duca di Lancastro a imposses- che altri ritardano, almeno definitiva-
sarsi de'due regni. Pietro IV re d'Ara- mente: l'epoche in cui cessò tale era nelle

gona che (ino ali 383 era restato indif- altre parti, Portogallo e Aragona, leaccen-
ferente, inviò i suoi ambasciatori a Ur- nai al suoarlicolo,quindi fu adottata l'era
bano VI, pregandolo a investirlo del re- dell'Incarnazione o era cristiana. Tentò
gno di Sicilia di qua dal Faro, di con- inutilmente di far valerecolle armi i suoi
cedergli la dispensa per maritare a suo diritti sul Portogallo, anzi i portoghesi
nipote Martino, Maria d'Aragona regi- l'attaccarono poi ne' suoi stali, condotti
na dell'isola di Sicilia, onde far passare dal duca di Lancastro che si fece accla-
quel regno nel ramo primogenito di sua mare redi Castiglia e s'impadronì d'al-
famiglia; di perdonargli l'annuo tribu- cune piazze. Colla pace di Bajona fu con-
to non soddisfatto per la Sardegna, e di venuto il maritaggio d'Enrico primoge-
accordargli altre cose appartenenti a'di- nito del re con Caterina figlia del duca
ritti pontificii. Non avendolo il Papa in e perciò di Costanza nata da Pietro il Cru-
nulla esaudito, si dichiarò pel partito del- dele, come ho già detto: l'infante prese
l'antipapa, e da lui ottenne la dispensa allora il titolo di principe delle Asturie,

pe'bramati sponsali. Già il re avea fatto die dipoi fu sempre portato dagli eredi
occupare il ducato d'Atene in Grecia, di presuntivi della corona. Negli stati che a-
cui eransi impadroniti alcuni catalani e dunò a Guadalaxara fissò le somme pel
aragonesi: tale ducato era un resto del- trattamento di sua famiglia. Principe vir-
le conquiste fatte da'erociati di Siria su- tuoso e benefico, sposò Eleonora figlia di
,oi SPA SPA
Pietro IV d'Aragona, da cui ebbe il no- gno Sardegna e Corsica; come lo gua-
di

ni, I,. -ito Enrico che gli successe, e Fcr- dagnò non solo a sostenerlo, ma a tra-
dinando che ereditò la corona dell'avo unni: insidie in Roma a Papa Bonifacio
materno. Per una caduta da cavallo, fat- 1 X, tacendosi lasciare in Avignone buon
ta in un torneo, essendo morto nel 1390, presidio aragonese. Il re di Francia, ed

di Ianni ebbe il trono figlio Enrico IH


1 il Enrico III re di Caviglia e Leon man-
Vii fermo, cUe tenuto dall'arcivescovo di darono diverse ambascerie a benedetto
Toledo, fattoi ."ministro da'prozii, privo XIII perla rinunzia desiderata da'prin-
delle cose necessarie, gli obbligò a dichia- cipi cristiani; e perchè il 2. "volle rego-
larlo maggiore e a dargli somme consi- lare ne' suoi slati forma del governo la

derabili culle quali eransi arricchiti, e poi ecclesiastico, Bonifacio IX lo scomunicò,

si mostrò clemente con loro quando si dichiarò scismatico e decaduto dal trono
ribellarono, meno l'arcivescovi- che si ri- a mezzo d' un legato. Il re eh' era reli-
eonciliò sinceramente col re. Intanto mo- giosissimo, senza correggersi, ne fu ad-
ii l'indegno antipapa Clemente VII nel dolorato; mi i sudditi che l'amavano,
1 3g4, e sebbene come dissi ad Ayigno- costrinsero il legato a partire. Per ren-
j?e, si fecero pratiche per troncare il la- der pace alla Chiesa, Enrico III, il re
la

giimevo!escisma,tuttavoltadopoi 1 gior- di Na varrà Carlo III, e il re di Fran-


iti dagli anticardinali gli fu dato in sue- eia, nel 1 3r>8 sospes°ro a Benedetto XIII
ceisore pseudo Benedetto X III(P\) giù
il l'ubbidienza, e l'ultimo mandò un eser-
de Luna aragonese, diesi mostrò ostina- citoper costringerlo all'abdicazione. In
tissimo sostenitore dello scandaloso sci- queste angustie l'antipapa ricorse al re
sma e di sua falsa dignità. ÌNel seguente d'Aragona .Alai tino, che gli mandò gros-
anno Giovanni re d'Aragona mori nel- I sa armata, ma non potè giungere in A-
I' inseguire una lupa, amato da' sudditi vignone ov'era assediato. Nondimeno si
benché fosse dedito a'piaceri. Non avendo impegnò con Francia perchè fosse tolto
figli maschi, gli successe il fratello Mar- l'assedio, e rilasciati gli anticardinali ar-

lino, che divenne in seguito gran fauto- restali; indi gli fece giungere munizioni
re dell' antipapa, il quale per sostenersi e soccorsi, e Io liberò dalla prigionia. iNon
e fortificare il proprio partilo creò mol- cessando però i francesi di tenerlo arcon-
ti anticardinali, massime spagnuoli, che dato, e lusingati che avrebbe ellettuato
riportai nel voi. Ili, p. 224 e srg. I frati- la promessa rinunzia, nel i4o3 gli resti-

tesi per terminar lo scisma furono di pa- luirono l'ubbidienza, come fecero la Na-
it-re che cedesse, ma egli ambizioso e fur- varia, altre nazioni ed Enrico 111 co'suoi
bo andò seminando cavilli fra'spagnuoli, sudditi. Questo principe assalito da'por-
dimoslrando che tale desiderio era per toghesi, li battè e portò il terrore nelle
avere un Papa francese, e con questi ri- loro frontiere, e li costrinse alla pace. La
flessi liguardanti l'amor proprio uazio- peste del 140 1 afflisse la Spagna espopo-
naie, impegnò gli aragonesi a protegger- lo la Casliglia, per cui fu permesso alle
lo, e così il parente re Martino, che giù vedovedi rimaritarsi nell'annostessodel-
unito a're di Casliglia e di Francia per la morte de'loro mariti. Quindi Enrico

ritirarsi dall'ubbidienza, gli riuscì gua- III con successo represse corsari afiica- i

da^narlo e divenne unode'suoi maggiori ni,conquistò su loro Tetuan, e fece gode-


appoggi. In detto voi. a p.224 eiiella bio- 3
re ai sudditi la più imparziale giustizia,
giafia dell'antipapa, narrai come il me- Fatti insolenti gli ebrei per le loro ricche»
tlesimo attirò ad Avignone Martino, cou ze.severametile ne represse l'usure, e volle
quale solenne ingresso 1' onorò, che gli che portassero un segno per essere distinti
donò la Uosa d'oro, che l'investì del re- da'eristiani. L'attività e il suo zelo furono
SFA SPA io3
mirabili, e fece rifabbricare il regio pa- re Martino introdusse nell'isola di Sici-
r
lazzo di Madrid die abitarono i successori lia il Regio Exequatur {f .), ove descris-
sino a Ferdinando VI; abbellì la città con si quando più tardi fu adottato in (spa-
altri edilìzi, e costruì il palazzo del Par- gna, quella piaga della Chiesa, come n'é
do. Voleva cacciar da Granata mori per i altra l'abuso dell' Esclusiva, di cui ri-
aver invaso il regno di Jaen, ma la sua parlai nel voi. LX, p. 2 3. Mirtino do- 1

debole salute glielo impedì; terminando po aver perduto la moglie Maria Lopez
di vi vere nel \o6, la Spagna soggiacque
i di Luna, prossima congiunta dell'antipa-
a un lutto generale. Sotto il suo regno pa, nel 1409 v '<Je morire l'unico figlio
morì il cav. Doso di 20 anni, cbe aveva
i Martino re di Trinacria, o isola di Sici-
f.itto tante campagne, ed erasi trovato in liti, ch'erasi unito in seconde nozze con
tutte le battaglie combattute da un seco- Bianca di Na varrà, e distiuto per attivi-
lo addietro in Ispagnn. Gli successe il fi- tà e valore; laonde il padre riunì quel re-
glioGiovanni II,cheaflìdò per l'istruzione gno all'Aragona, nel momento in cui la
a Paolo di Burgos dotto ebreo convertito, sua stirpe stavasi per estinguere. Dopo
e lasciò in tutela alla regina sua sposa e avere riportato in Sardegna una gran vit-
al fratello d. Ferdinando, il quale vii tuo- toria su BrancaleoneDoria,morì Martino
saiueiite ricusò lo scettro eh 'eragli stato a'3 i maggio 4 o, mentre il più de'cro-
1 1

olferto adanno del nipote. Lo zio non si nisti dicono 4 2, senza figli, e senza a ver
1 1

contentò di mantener sicuri gli stati del voluto dichiarare chi dovess'essere il suo
suo pupillo, ma volle ingrandirli, per cui erede legittimo. La sua morte spense la
obbligò il re di Granata a levar l'asse- posterità mascolina degli antichi conti di
dio di Jaen, ed al medesimo conquistò ol- Barcellona, ne'quali era passato Io scet-
tre Prima l'importante città d'Anteque- tro d'Aragona per Petronilla figlia di Ra-
ra. Nelle pratiche per troncare lo scisma, miro Il il Monaco. Il conte d'Urge!, il
descritte nella biografìa dell'antipapa e duca d'Angiò, Ferdinando di Castiglia
relativi articoli, dopo che Benedetto XIII e altri pretesero all'Aragona, lochepro-
era stato in Genova
(/'.), Martino re d'A- dusse gravi turbolenze, guerre sanguino-
ragona spedì ambasciatore a Papa Gre- se, e l'anarchia di due anni. L'arcive-
gorio XII Vincenzo Rivo spagnuolo,che scovo di Saragozza Garzia Heredia ne fu
nel 1 408 fu crea lo cardinale. Filialmente, vittima, come notai in quell'articolo, uc-
tranne quel monarca, in tale a uno Tanti pa- ciso da d. Antonio de Luna fattore col
pa fu abbandonatoli.! tutti principi,eda i parente Benedetto XIII del pretendente
s.VincenzoFerrei che avea fatto suocou-
i conte d'U igei, al quale era contrario l'ot-

fessure e Maestro dels. Palazzoni] il qua- timo pastore. Ai 24 giugnor4'2 fu ri-


le pubblicamente lo denunziò nelle pre- conosciuto erede legittimo di Martino dai
diche perfido ingannatore del popolo di giudici riuniti a Caspe, fra 'quali s. Vin-
Dio. Convocatosi nel i4°9 n Pisa (F.) ' cenzo Ferreri, Ferdinando di Castiglia il

Un Smodo {f7 .) co'cardinali di Gregorio Giusto, che subito dovette combattere


XII, egli anticardinali di Cenedelto XIII e imprigionare il conte d' CJrgel, confi-
che furono riconosciuti, e nel quale in- scandone i beni. Così "li stati d'Ara 20-
tervennero gli ambasciatori di Francia, na radunali io Saragozza per l'elezione
di Portogallo e d' altri principi, furono del nuovo re, diedero esempio di consi-
ambedue deposti,ed eletto Alessandro V. glio e di prudenza nella loro condotta, al-
La lusinga de'fedeli di vedere estinto lo tamente lodati dal gesuita p. GiuseppeOr-
scisma restò delusa, poiché in vece d'un leans nel la Storia dille rivoluzionidi Spa-
Papa DebberoSa un tempo,ciascuno trat- gna. Intanto lo scisma infieriva, perchè

tandosi per tale. Nell'anno precedente il nel 1 4 o, morto Alessandro V, eragli sue-
1
1*4 SPA SPA
cesso Giovanni XXIII, a un tempo vi- suo ntiroin/?<xvj/w//(/".),e la deposizione
vendo Gregorio XII, e l'antipapa Bene- di Giovanni XXI 11 fatta dal sinodo, non
dello XIII. Questi, dopo che i principi ispeltava che al solo Benedetto XIII di
si sottrassero alla sua ubbidienza, e pri- pacificar la Chiesa con abdicale al pecu-
nia del sinodo di Pisa, si ritirò in Pani- do pontificato, lo abbandonò, non senza
7
scola o meglio Pcrpignano (/ .) capitale aver prima esperi menta to,ma inulihnen-
del Rossiglione, ove convolò un concilia- te, le vie della dolcezza e della per sua-
bolo di cui parlai anco nella sua biogra- sione per indurlo in questo divisauienlo.
iia, ed ostinandosi nel potere, fece nuo- La morte rapì il buon Ferdinando 1 a'c*
ve promozioni d'anticardinali dopo l'è- aprile 1 4 iti. Da Eleonora d'Albuqucrque
lezioue d'Alessandro V. Il p. Galtico, A- sua sposa lasciò Alfonso Saggio e il V il

eia caemnonialia p. iGi, riporta l'in- Magnanimo cheGiovanni


gli successe,
gresso solenne (atloa Pei pigliano daCar- Il che fu re di Navarro pel suo mainino-

lo 111 re di Navarro, diesi portò a visi- nio cou Bianca vedova di Martino re di
tare Benedetto XIII, e gli omaggi di os- Trinacria, come figlia di Carlo III il No-
sequio che al medesimo rese: Benedetto bile re di Navarro, oltre altri figli. Al-
XIII lo tenne a mensa, e si fecero tutte fonso V essendo stato adottato per figlio
leceremonie di uso. Passato poi Tanti- da Giovanna li regina di Sicilia di qua
papa in Tortosa (A'.), Ferdinando I re dalFaro,io quell'articolo dettagliatamene
d'Aragona vi si recò a ricevere l'inve- te trattai di lui. Intanto l'assemblea di
sii tura del regno di Trinacria, osservali- Costanza a' 26 luglio 1 4' 7 depose e sco-
dosi tutte quante le solenni formalità; inimicò Benedetto XIII come ostinato,sci-
indi fu pure a trovarlo in Morella, ed smatico e devialo dalla fede; indi co'car-
anche iti Valenza. Io continuazione del dinali de'3 collegi unitisi3o deputati dei-
concilio di Pisa fu da' principi e dai tre le 5 nazioni che formavano quell'augu-
collegi cardinalizi convenuta la celebra- sto consesso, fra 'qua li 5 spaglinoli, agli
zione del Sinodo (/'.) di Costanza nel 1 inovembrefu eletto Martino V. L'an-

i4'4> a quale effetto l'imperatore Si»


' tipapa nel novembre 14 5 dopo essere Si- 1

gismondo si recò in Ispagna per confe- to abbandonato da're di Castiglia ed'A-


rire con Ferdinando 1 re d'Aragona so- ragona, con grosse squadre si ritirò nel-
stenitore dell' antipapa onde cercare
, i la diocesi di Tortosa a Paniscola (/'.) nel
mezzi per far cessare tanto scandalosa regno di Valenza, come inespugnabile e
desolazionedella Chiesa, la perturbazione appartenente alla sua casa; poscia e se-
degli animi e delle cose; fu pure a Per- gretamente favorito da Alfonso V, vi ce-
pignano per piegar l'animo di Benedetto lebiò un conciliabolo. Martino V non po-
XIII, ma non riportò che promesse. Fu tendo ottenere dall'inflessibile antipapa
ivi che si abboccòcon Ferdinando I,eC0Q la sua conversione, per quanto dissi ad
l'infante d'Aragona Alfonso principe del- Avignone, lo scomunicò insieme co'suoi
I Asturie, i quali offesi da tanta ostina- aderenti, e contro di lui fece pubblicar
tezzaegià suoi protetlori.acconsentirotio la guerra crociata ne'regni d'Aragona,
di procedere contro di lui. Ferdinando Valenza, Castiglia e Navarro. Il porto-
I,grato a Benedetto XIII perchè ad onta ghese cardinal Fonseca a ciò spedito per
disua propensione al conte d'Crgel, pure legato, essendosi ammalalo e per le oc-
aveva contribuito alla sua elevazione al eulte arti d'Alfonso V, la crociala non si
trono, da principio lo sostenne colla sua effettuò. Dellaconnivenza del re al falso
protezione, e pare anche dopo l'abbocca- Papa, ragionai pure ad Avignone. Que-
mento coU'imperatore; ma vedendo che sto contegno d'Alfonso V derivò dal non
dopo l'eroica rinunzia di Gregorio XII e potete ricevere da Multino V l'infesti-
SPA SPA io 7

lui n i)«||b Sicilia ili qua dal Foro, e non monto Martino V. Seguì l'abdicazio-
di

riconescere l;« tua adozione di Giovanna ne dell'antipapa a'a 6 luglio \ e Mar- i •-».<),

li, per cui impedì la éelebrazione del con- tino V lo lece vescovo ili Majorca. L'an-
cilio ili Siena (/*.), ch'erari adunato in inanimale Giovanni Carriere «li Bene*
conseguente ili quello ili Costanza; e vo- «letto XIII, trovandosi in Fi-ancia e fami-
linilu sostenere H deposto BenedeltoXl II, glia re ilei conte d' Armagnac, protestò
lece minacciare ila'vescovi spagnuoli ili contro tale rinunzia, e si creile in dirit-

rarlo condurre in Siena, il perchè venne to di dichiararsi da se stesso antipapa col


stabilito dal Papa di convocarsi in Da- nome di Benedetto XIF (f.), ma pre-
ove tornerò a ragio-
silea nella Svizzera, sto rientrò nelle tenebre donde era usci-

uarne. Finalmente nel .\i?> 01. \i mori \ \. to. Martino V assolvette dalle censure
in Paniseolu l'antipapa, pertinace nell'er- i paniscolani e il conte d' Armagnac, e
rore, ove secondo il suo ordine, o meglio chiunque altro avesse seguito lo scisma.
ad istigazione del re d' Aragona, i due Giovanni II il Debole re di (bastiglia
superstiti auticardinali procedettero al- e di Leon, dopo che lo zio era asceso al
l'elezione del successore, che fu l'anlipa- trono d'Aragona ebbe ancora la disgra-
pa Ciemente fili {J *.) Mugnoz, cano- zia di perdere la madre, sposò Maria fi-

nicodi Barcellona sua patria, riconoscìu- glia dello zio, cui fratelli Giovanni II
i

to da Alfonso V
e dal mio regno, il qua- poi redi Navarca ed Enrico si recarono
le creò anticardinale il nipote e poi de- nella sua corte per dominarlo, ed il 2.

gli altri, ricordati ad Avignone. Ivi e nella si congiunse in matrimonio con Cateri-
biogralìa dell'antipapa raccontai (pianto na sorella del re. Volendo egli supplan-

fece Martino V per svellere quest'ulti- tare d. Alvaro de Luna suo dominatore,
ino residuo dello scisma pel cardinal Foix s'impadronì armato mano del re, (piale il

suo legato a Intere ne'dominii del di lui riuscì con l'aiuto del favorito d'evadere,
parente Alfonso V. Per la contumacia di e poi d'imprigionar il cognato e cugino.
questo re, inaspritosi il Papa, a' i5 In- Peri) AlfonsoVcon minacele ottenne la

glio 1 4 * t> lo citò a Roma in giudizio, da libertà del fra tei lo, che passò presso l'altro
presentarsi nello spazio di 1 2 1 giorni, ed divenuto re di Navarra, e ambedue gli

incaricò il vescovo Girona a persua-


di mossecontro. Giovanni II dopo essersi di«
derlo, tanto di abbandonare lo scisma, leso, nel 1 43 portò
1 la guerra contro gl'in-
qnanto a ritirare I' editto pubblicato e fedeli di Granala, divisi allora in fazioni

pregiudizievole all'immunità ecclesiasti- che sembravano apparecchiare la loro


ca. Con monitorio Martino V citò anco- rovina. Uscito vincitore nella celebre bat-
ta Giovanni conte d' Armagnac, il qua- taglia di Figuiere, colla morte di 3o, 000
le si dichiarò ubbidiente al falso Papa, granatini, non profittò di tal vantaggio,
Temendo Alfonso V d'essere sentenzia- dicesi perchè de Luna sbandi) le truppa
to quale usurpatore de'diritti dellaChiesa per avere ricevuto grossa somma dal re
e difensore de'scisuialici, ammise nel re- moro; bensì neh 435 tornò in campo e
gnoil legato, ed a* 6 giugno 429 venne
i 1 riportò vittoria a G uadix. Giovanni II do-

ad accordi, conanuullare il decretato con- pò la segnalata vittoria contro i mori ili


troia libertà ecclesiastica e la pontificia Granatala renderne durevole la memoria,
autorità, con permettere che i ricevilo- istituì un ordine cavalleresco, anche per

11 papali esercitassero il loro uffizio; inol- premiare il valore de'suoi prodi guerrieri.
tre il re cooperando col suo ambasciato- Lochiamo l'ordine dello Specchio ( f.)f
re Lenzuoli bolgia, poi Calisto 111, al rav- forse perchè inculcò a quelli che ne fregiò,
vedimento degli scismatici e alla rinunzia di specchiarsi di continuo nelle proprie
diClemente VI IL non che al riconosci- azioni, acciocché queste lusserò degne Ui
ioG SPA SPA
cavalieri. La decorazione la formò d'una pera re tal felice rivolgimento. Questo re
collana o catena d'oro formata di gigli u nelle sue peripezie non trovò altra con-
dì grifoni. Ma I' ordine dello Specchio soluzione che nelle lettere, quindi se ne
sembra che non sopravvivesse al suo i- dichiarò protettore, creando intorno a se
slitutore. Altri lo fanno pure autore del- una corte poetica. Ritornando ad Alfon-
l'ordine equestre della Squamma^F.), so V re d'Aragona, sostenne molte guer-
che alcuni attribuiscono a Giovanni II re reperavere il regno di Sicilia di cpia dal
d'Aragona. Per alcuni maneggi dovendo- Faro e riunirlo con quello che possedè-
si ritirare dalla corte il contestabile de Lu« va dell'isola di tal nome, contro il duca
na, per impedirne il richiamo si formò d'Angiò.cheGiovanna II con nuova ado-
una trama e vi entrò il principe dell'A- zione avea preso per figlio. Già rimarcai
stu rie Enrico, figlio del re e sposo di Bian- che di sue gesta discorsi a Sicilia, come
ca figlia Navarra Giovanni II.
del re di d'essercaduto prigione, co'fratelli d. Eu-
Neii44' il l'emarciòsopra ribelli ecad- i ricoeGiovanni 11 re di Navarra, del elu-
3
de nelle loro mani a Medina del Campo, ca Milano Filippo M. Visconti,che gè-
ili

e ricuperò la libertà a condizione che il nerosamente li rilasciò co'signo ri del lo-


contestabderestasse6anniin esilio. Que- ro seguito e senza riscatto. Avendo poi
stofu abbrevialo dallostcssoprincipedel- preso la capitaleNapoli e occupate le prò-
I Asturie, ma poi nel 1 447 stanca del suo vincie, non ricevendone l'investitura da
dispotismo la regina Isabella di Porto- PapaEugenioI V, abbracciò il partito del*
gallo, sposata inseconde nozze, gli ven- l'antipapa Felice V di Savoia ('Z^.)elet-
nero applicati maggiori delitti ili quelli to dal conciliabolo di Basilea (P.)'. ma
che bastavano a farlo perire, e fu decol- questo non fu che un giuoco per averne
lato. Il re si penfi poi d'aver sagrificato miglior vantaggiodaEngenio lV,col qua-
il favorito alla moglie ch'eglistessoavea- lea un tempo negoziava l'accomodameli-
gli procuralo, e se ne dolse sino alla mor- to di loro vertenze. Infatti nel i44^ ei ' m
te avvenuta nel <4~4- " principe dell'A- Siena gli accordò l'investitura, con patto
storie Enrico IV l'Impotente gli succes- d'aiutarlo a ricuperare daFranceacoSfor-
se : da Isabella di Portogallo, che altri za la Marca (f.), e di restituire le città

chiamano Giovanna, ebbe una figlia ili dello stato ecclesiastico da lui occupate,
questo nome, ma non fu riconosciuta per reintegrandolo della dignità di Confalo-
sua. Giovanni II, non privo di valore e niere della chiesa romana, che aveagli
pietà, ebbe tutti i difetti della debolez- conferito. Nel i
444 Eugenio V I decise la
za, che sono quasi più funesti della sles- lite tra gli Ambasciatori de' re di Casti-
sa tirannia : amò di essere dominato, e glia e d'Aragona, sulla preminenza del
talvolta si ritirava ne'chioslri. Il regno di posto nelle cappelle pontificie, in favoni
Giovanni II fu un'epoca memorabile nel- de'castigtiani. Alla sua morte Alfonso V
la storia del la letteratura spaglinola : si procui òche gli succedesse il cardinal Co-

puòdirei bea lui ne sia dovutala restau- lonna, ma invece restò eletto Nicolò V,
razione. Vero è che alcuni anni prima il già spellilo nunzio a lui dal predecesìo-
marchesedi Villena, illustre per natali e re. Per morte del duca di Milano (F .)
per talenti, avea cercalo di risvegliar nel- Visconti nel 447, secondo il testamento
1

la Spagna l'amore della poesia, l'ondando suo Alfonso V divenne erede de'suoi sta-
io Aragona un'accademia di Irovalori, a ti, che contrastatigli da Francesco Sfor-

ìmitazionedi quella diTolosa, indi altra za e da alili, dovè sostenere una nuova
in Castiglia chiamata la Scienza gaia: ma guerra. Nel seguente anno per quella che
que'saggi non proibissero grandi elfetti intrapresero contro mori di Granata,
i i

sul principio; e spettava a Giovanni li l'o- re d'Aragona e di Castiglia, Nicolò V cou-


SPA SPA 107
eesse indulgenza plenaria n quelli che lo- anni II in favore di quelli che abbrac-
ro prestassero aiuto, scomunicando quel- ciavano ilcaltolicismo, onde godere qua-
li che lo dasseroa'maomettani. Di più il lunque onore e uffizio, raffrenando altre*
l'iipa si all'alice per la pace d'Italia, mas- sì le licenze degli ebrei dimoranti in Ispa-
sime tra i fiorentini e Alfonso V, il qua- gna. Ad impedire che Costantinopoli fos-
le perciò era impedito di passare in Lom- se neli453 presa da'turchi, Papa man- il

bardia^ l'ottenne collegandoli insieme: dò soccorsi, e Alfonso V a sua istanza o 1

fu statuito, che insorgendo dissensioni fra galere, ma inutilmente;quindi Nicolò V


le parti, il Papa ne fosse l'arbitro. Aven- coucesseindulgenzea chi contribuisse al-
do saputo Nicolò V che il denaro som- la riedificazione delle mura di Medina
ministrato, per l'indulgenze concesse, al Sidonia nell'Andalusia. Sublimato alla
le di Casliglia e Leon contro gl'infedeli cattedra apostolica Calisto IH, già segre-
s'impiegava commise a'vesco-
in altri usi, tario e consigliere d'Alfonso V e arbitro

vi d'Osma e Leon che vi provvedessero della pace Ira lui e il re di Castiglia, ec-
Opportunamente. Decretò inoltre, che citò amhedue e il re di Portogallo a cac-
quelli i quali in detti regni abbracciasse- ciare interamente dalla Spagna mori su- i

ro la fedecaltolica, fossero quindi idonei perstiti ili Granata, ultimo loro asilo. Al-
a posseder qualunque dignità, benefizio, fonso V, menti e combatteva co' veneziani
onore e ullizio. Dichiarò poi scomunicati e genovesi,ed assedia va Genova,che come
Pietro Sarmienlo e suoi compagni, per dissi l'avea fatto prigione e consegnato al
aver invaso Toledo. Nel i449 'I sedicen- duca di Mi la no, morì nel 1 4 58senzo lasciar
te Felice V rinunziò al preteso pontifica- figli legittimi, istituendo erede de' regni
to, e così terminò l'ultimo scisma. A pre- d'Aragona e Valenza suo fi atelloGiovan-
ghiera di Alfonso V dichiarò esente dal- ni II redi Navarro, e de' regni delle due
la giurisdizione de'vescovi l'ordine della Sicilie Ferdinando I d'Aragona suo na-
Mercede , approvò e decorò di privilegi turale. Non senza diletti Alfonso V fu un
l'università di Rarcellona. Il Papa invitò gran principe de'suoi detti spiritosi fu
:

i cavalieri di Rodi ad ospitar la flotta di composto un volume. La gelosia delia re-


Alfonso V che guerreggiava i saraceni, e gina lo allontanò da'suoi stali di Spagna,
donò al re la piccola isola di Castel Rosso il che dichiarai a Sicilia. Attaccò il redi
tli delti cavalieri, spesso rovinata da'lur- Tunisi e riportò sudi Ini una vittoria de-

chi eda'saraceui, a condizione che vi fab- cisiva, e si arricchì di sue spoglie. Eroe
bricasse una fortezza; ciò che non ebbe delsuosecolo.èforseil principe più gran-
elFelto pe'reclami de'cavalieri,che s'inca- de che sia salito sul trono d'Aragona: do-
ricarono di fortificarla. Avendo Nicolò V tato di persuanente eloquenza sincero ,

accordato ad Alfouso V le decime e altri benché destro, fu valoroso capitano. Amò


sussidi! ecclesiastici, per servirsenecontro le lettere, protesse! dotti, ed accolse nei
i mori, nata discordia fra il clero e i regi suoi stati le muse e le arti , bandite da
ministri sul modo d'esigerli, il Papa per Costantinopoli; fu amantissimo della let-

sedarla depulòlcgatort lalere il cardinal tura. Al re Alfonso V si attribuisce l'isti-

Giovanni Morineuse ne' regni di Valenza tuzione dell'ordine della Sloia (^.). Ora
e dell'isole Baleari, nel contado di Ros- ètempodiparlared'EnricoIVrediCasli-
siglione e provincia Ceritiana. Nel i4^ ' glia e di Leon. Avendo nel 1 4^5 chiesto a

Nicolò V donò al re la Rosa d'oro j e co- Calisto IH contro mori una crociata, il
i

mandò a' vescovi di Caviglia e Leon di Pana l'accordò; ma taleguerra durata 10


procedere rigorosamente contro provo- i anni,non produsse notabili vantaggi. Il

catori de'mori a danno di que'regni, rin- Papa per incoraggiarlo gli avea donato lo

novando le leggi de're Enrico II e Gio- Stocco e Beri elione ducale (/ .)dd lui be*
io8 SPA SPA
nedetli. Separatosi da Cianca ili Navarro, le che si dichiarasse principessa dell'Astu-
sposò Giovanna di Portogallo, che la so- rie ed erede della corona. Ma i ribelli ob-
migliò ne costumi voluttuosi e senza mi- bligarono il rea diseredarla^ ripudiarla
stero nelle galanterie: entrambi si resero madre, ed a rimandarle in Portogallo: d.
perciò oggetto di disprezzo a'Ioro suddi- Isabella assicurata del trono, che fu lacc-
ti. Nel 14 >Q ' s ig noi 'i malcontenti ordiro- lebralissima Isabella I la Cattolica, s'\ vide
no una trama, in cui poi entrò a parie ben tosto desiderata dadillerenli sovrani.
ilre d' Aragona, a vendicarsi del quale Per maneggio dell'arcivescovodi Toledo
Enrico IV portò la guerra nella Navar- e de'graudi, e a fronte della contrarietà
ra. In pari tempo nuovamente volse lesue del re, l'impalmò neli46<) a Valladolid
armi contro i mori di Granata, e tolse lo- d.Ferdinando figlio di Giovanni lire di
ro Arcliidona e Gibilterra. Per definir le Aragona e Ma varrà, col quale sposo e co-
sue controversie col re d'Aragona, con- gnato nel 1479 si riconciliò e riconobbe
venne nell'arbitrato de! re di Francia, col Enrico! V inSegovia. Tutta volta nel i474
(piale si abboccò sulle sponde della Bidas- prima di morire dichiarò che lasciava
soa,edebbe il torto, oltre l'essere critica- erede d. Giovanna sua figlia, che tutti ri-
to pel fasto col quale vi si portò. Sfogò la tenevano bastarda dellaCueva,onde per
sua collera col marchese di Villena Pacec- voto della nazione salì sul trono d. Isa-

co suoi. "ministro e sul di lui zio arcive- bella I, che già avea manifestato le gran-
scovodi Toledo che bandi dalla corte, so- di qualità che doveano collocarla fra le

stituendo al ministro il marchese della più celebri principesse, e pel suo matri-
Cueva amante della regina, con pubblico monio fu sorgente della prosperità della

scandalo. Nel 1 4^4 scoppiò una congiura Spagna, essendosi per tal modo le due più
in Madrid de' malcontenti, e per trarsi grandi monarchie della penisola riunite
d'impaccio promise rimediare alle turbo- in questa ben degna coppia. Enrico IV,

lenze del regno, e di riconoscere per suc- malgrado vizi e la vita dissipata diesi-
i

cessore il fratello d. Alfonso, come impo- no dalla gioventù aveano addolorato il


tented'aver prole per le sregolatezzedel- padre, die alcuna volta esempi di pietà,
la gioventù. Per l'imprudenza d'aver fondò chiese e dotò stabilimenti religiosi.

consegnato le fortezze a'capi della lega, Esercitò alcuni atti di giustizia, maggiori
il 5 giugno i4^5 nella pianura d'Avila però furono quelli di vendetta e di rigo-
fu deposto solennemente in effigie nel mo- re. Fu in quest'anno che l'arte tipogra-

do il più oltraggioso, ed acclamato re d. fica s'introdusse in Ispagna, come alfer-

Alfonso. Insorse il popoloindignatoa ven- ma Ferreras. Innanzi di trattare di d. I-

dicar lo svergognato sovrano, onde si tro- sal iella I e del suo sposo, conviene dire

vò alla testa di 100,000 uomini. In vece del padre di questi Giovanni II re d'Ara-
d'atterrare i ribelli, si lasciò lusingare da gona e di Navarra,2.° figliodi Ferdinan-
proposizioni d'accomodamento, e conge- do l re d'Aragona. Per la moglie divenu-
dò le truppe, che divise in fazioni sparse- to nel if\.i5 redi Navarra fu coronato con

ro la desolazione nel regno. Cosi il re ria- essa a Pamplona, e secondo l'antico co-

nimò i congiurati e ne accrebbe il nume- stume de'goti furono mostrati al popolo


ro, e i due partiti vennero a sanguinosa elevati sopra uno scudo, e portatoda'de-

battaglia, restando ferito l'arcivescovo di putati delle primarie città del regno. Da
Toledo. Morto nel 14GS d. Alfonso, i ri- loro nacque d. Carlo principe di Viane,
belli offrirono la corona a d. Isabella so- al quale lasciò la corona la madre moren-
rella del re, ch'ebbe la generosità di ri- do neli44'> ma a Giovanni II non vo-
cusarla, e sebbene riconoscesse per illegit- lendo abbandonarla, fu cagione di gravi

tima d. Giovanna iuta dalla regina, voi- dissensioni col figlio. Giovanni li si spo-
S P A SPA log
sì> quindi con d. Giovanna figlia di Fe- ritti d'una corona che le apparteneva in

derico Enriques ammirante di Castiglia, proprietà. Dai diritti in fuori, lutto di-
che gli partorì il suddetto d. Ferdinan- venne comune tra essi, e si prestarono
do, ed. Giovanna che si maritò con Fer- mutuo appoggio adonta della differenza
dinando I re di Sicilia di ijna dal Faro os- de'caratleri. Il principio del loro regno
sia di Napoli, e Sisto IV mandò a Napo- non fu senza turbolenze
civili, poiché nel

li per benedire le nozze il cardinal Borgia i4y'>d. Giovanna sostenuta dallo ZÌO re
legato, poi Alessandro VI. Neh 4 hS, co- di Portogallo, si fece acclamare regina di
me dissi, successe al fratello Alfonso V Castiglia in Placencia. Ferdinando V pe-
nel regno e monarchia d'Aragona, e gli rò sconfisse rea Toro, e ritornò ne'suoi
il

stati dichiararono ad essa in perpetuo u- stalijseguendola pace il' A Icocebas.d. Gio-


nitii regni dell'isole di Sicilia e Sardegna, vanna vedendosi abbandonata, preferì di
indi dovette sostenere guerre contro l'in- rinunziare, preseli velo e professi» nel mo-
fante di Portogallo d. Pietro che aspira- nastero di Coimbra, donde inutilmente
va alla corona d Aragona, e fu sconfìtto tentò di ritraila Luigi X\ re di Francia,
da d. Ferdinando, il quale poi dal padre per suscitare nuovi torbidi e darla in i-
Fu fallo riconoscere per viceré d'Arago- sposa a Francesco Febo re di Navarca.
na e per redi Sicilia. Anche il duca d'An- Riuscì pure a Ferdinando V, dopo la lun-
giò insorse pretendente all'Aragona, so- ga guerra, di pacificarsi con Francia, a'f)
stenuto ila Francia, ed ehhero luogo vi- novembre 74^> l,e quale era succeduto
1 '

gorose guerre, comhatt u te contro il re an- alpadre nel Irono d'Aragona. Nel mede-
che da'catalani. Giovanni II mori a Bar- simo anno con bolla del ."novembre Si- 1

cellona a' ig gennaio 1479, avendo rice- sto IV istituì il tribunale deW Inquisizio-
vuto in douo da Pio II la Uosa d'oro be- ne (?'.) in Ispagna ad istanza del re, sot-
nedelta. Non mancava né di coraggio, né to la sua autorità e indipendenza de've-
di politica, ma il suo regno fu una serie scovi,considerato necessario in quella mo-
quasi continua d'itifortunii, perchè la sua narchia, per castigar quelli che abbrac-
ambizione fu troppo inquieta, troppi in- ciando per politica la religione cattolica,
giusti suoi disegni, e troppo precipita-
i poi la profanavano con orribile mesco-
ti i suoi passi. Essendogli morti i figli d. lanza di giudaismo- e maomettismo. Il

Carlo e il. Bianca chea vea diseredati, la- domenicanoTommasoTorquemada, che


sciò la Na varrà all'altra figlia il. Leono- oltre il cardinal Pietro Mendoza, aveva
ra, pur nata da d. Bianca di Navarra mo- consigliato al re questo stabilimento, fu
glie del conte di Foix. Per la morte di Gio- da lui nominato grande inquisitore. Da
vanni II, l'Aragona cessò iliformare un Siviglia, che ne fu la culla, quest'inqui-
regno a parie e fu riunito a quello ili Ca- sizione si estese rapidamente nelle altre

stiglia da Ferdinando suo figlio sposo ili città e nelle altre prov'mcie, nel regno di
d. Isabella I, che quale redi Castiglia pre- Granata dopo la riduzione de'mnri, nei
se il nome di Ferdinando V, e II come regni di Sicilia e di Sardegna, nell'Ame-
re d'Aragona, poi detto il Cattolico. Fu rica dopo la scoperta, e generalmente in
peròslahilitOjche il re lascierebbe regna- tutte le terre del dominio di Spagna, ad
re sulla Castiglia e Leon la regina, e solo eccezione di Napoli e de' Paesi Bassi. Il

col suo consenso parteciperebbe al gover- principio fu tale, che più di 2000 perso-
no. Ferdinando V adontato voleva tor- ne in un anno solo perirono nel fuoco,
nare in Aragona, ma fu trattenuto dal- al dire di Mariana. 1 re successori ricol-
le carezze e dalla prudenza d'Isabella I, marono «l'autorità e di privilegi questo
che pubblicamente lo nominò suo signo- tremendo tribunale. Di recente il dotto
re, nou senza vegliare a sostenere i di- mg. Marino Marini ci die le Memorie
1 '
no SPA SPA
sioricocritiche Galileo t
cT Inquisizione, mo inquisitore nominato dal re veniva
Romai85o, il cui processo potè ricupe- Approvalo dal Papa. Che il re istituì pa-
lare da Parigi Gregorio XVI, e il prela- re un consiglio con giurisdizione covra-
lo ne fece relazione nel suo libro. Pertan- na per lullociòche formava l'oggettodel-
to nel tesser egli una breve storia dell'in- l'inquisizione, cioè l'eresia, il giudaismo,
quisÌ£Ìooe,ed A proposito di quella diSpa- il maomettismo, il sortilegio, la poliga-
gna,fa osservare come recentemente mol- mia, ej peccati contro natura. Si elegge-
ti storici eterodossi hanno reso alla chie- vano per ulliziali più ragguardevoli si-
i

sa romana quella giustizia, la quale per gnori, i quali esercitavano l'uffizio sotto
tanto tempo le fu ostinatamente negala, il nome di famigliari dell'inquisizione e
poiché pochissima, pernondir ninna par- di cavalieri di Gtsu Cristoes. Pietro mar'
te, abbia essa avola nella fondazione di tire f f.) o della Milizia di Cristo, e che
quella inquisizione, istituto reale, peroc- non isdegnavano di far la cattura degli
che solo il re nominava per tulli gli sta- accusati. Pel rispetto che loro si portava,
ti l'inquisilor generale, e questi, col per- o piuttosto il terrore che imprimevano,
messo di lui, gli altri inquisitori d'ogni niuno faceva loro resistenza e neppure
luogo, i quali erano ecclesiastici. » Egli fatali parole, per parte del
fuggiva. Alle
è vero, che Sisto IV confermò con bolla santo Tribunale, l'accusato tremante e
del i.°novembrei 478 questo nuovo isti- mezzomortosi lasciava condili* via, sen-
tulo; ma egli è vero altresì che coll'altra za proferir parola, e senza che nemmeno
bolla de'2 agosto i483 facea lagnanze col ipiù stretti parenti ne mormorassero, che
re Ferdinando V dell'estremo rigore di anzi riguardandolo per morto, prendeva-
questo tribunale, e lo esortava a tempe- no il bi uno o lutto; niuno avea coraggio
rarlocolia clemenza, usando cristiana ca- di pregare in suo favore, né d'accostarsi
rilà, particolarmente sei rei dessero se- alla prigione, e tremando di vedersi in-
goi non equivoci di ravvedimento. E sia volti nel suo delitto, spesso emigravano
detto a eterna lode de' romani Pontefici, presso gli esteri. I rei si rinchiudevano in

essi non favorirono mai l'inquisizione tetra carcere, ove restavano molti mesi
spaglinola, anzi furono solleciti di limi- senz'essere interrogati, acciò essi divenis-
lame l'autorità. Leone X volea abolirla: sero i propri accusatori e manifestassero
Paolo 111, Pio IV e Gregorio X11I si op- il motivo di loro prigionia! Allorché do-
posero a tutta possa alla sua in^roduzio- pò lunga detenzione, non essendovi pro-
nenel regnodi Napoli e nel ducato diIMi- ve dellaccusato, veniva messoin libertà,
lano, domimi posseduti dagli spagnuoh". non aveauo luogo né soddisfazioni né ,

Avvertepuremg/ Marini, che le pretese reintegrazioni, e di frequente con parte


orrende carneficine, che Dell' ultima a- de'suoi beni si pagavano le spese del pro-
berrazione politica di Roma si volle per- cesso. Un velo impenetrabile era stesosu
suadere al volgo ignorante essere slate tulle le operazioni di questo ministero di
commesse per più secoli nella residenza terrore. S'ignorava il giorno in cui pro-

in Roma del tribunale dell'inquisizione, nunzia vasi la sentenza, il che facevasi u-


sono ad aversi per menzogne sfacciate e na volta l'anno segretamente tra gì' in-
ridicole, siccome a sostegno di loro calun- quisitori. Pronunzia vasi allora il fatale
nie si produceano scheletri derivanti da Auto dajP, ossia sentenza di fede, a cui
antico cimilerio che ricordai nel voi. immediatamente succedeva il supplizio
LUI, p. 83, e cose postevi adarle. Quan- de' rei, in pubblico e colle più terribili
to al formidabile tribunale dell'inquisì- solennità. In Portogallo s'alzava un tea-
zione di Spagna, riferisce Bercastel nella Irò di legname, con in mezzo un altare
Storia del cristianesimo, che il suo pri- magnifico, ed a'fianchi con sedie pe'fa-
SPA SPA nr
e pegli accurati,
migliar! dell'inquisizione tato per testimonio. Per tante barbarie gli
avendo rimpelto una cattedra donde un stali d'Aragona domandarono a Ferdi-

inquisitore chiamando l'accusatogli leg- nando V che rimediasse a tali abusi, che
geva i provata delitti a lui imputali ocon- regolasse il tribunale dell'i nquisizione sul
fessali, celie la sentenza gli dovea essere piede degli altri tribunali, e che impedis-
pronunciala da'y giudici ivi presenti, ab- se le scandalose confische, le quali face-
bandonandolo cosi al braccio secolare, i vano sospetta re dell'integrità di quelli che
quali condannavano rei ad essere stran- i l'ordinavano. Pare che non si abbia a volo
golati e quindi bruciali. Ma già ogni pri- riguardo a tali rimostranze, e lo specioso
gioniero a vea conosciuto il suo desti no dal pretesto del la conservazione del la federit-
genere di vestilo detto sambeiiiloocasac- ene dopo Ferdinando V, chiuse gli occhi
ca gialla senza maniche che gli si faceva sull'irregolarità de'mezzi impiegati a con-
indossare, e quelli cui si lasciavano i loro servai la. Cercaste! dipinge con tristi co-
abili venivano resi liberi con una multa lori tale re. «Principe fortunato in guer-
pecuniaria. Se il snmbenito avea la cro- ra, politico consumato, utile alla religio-

ce rossa, il reo era sicuro della vita, ma ne, edacuila religione fu infinitamente
i beni restavano confiscati a profitto del- anche più utile, sebbene ei non avesse Be-
l'inquisizione. Se il scimbentto era coper- vuto se non quella parte che può aver-
to di fiamme di panno rosso, significava sene senza la probità. Non osservava egli

che il reo era recidivo e perciò minaccia- i suoi impegni, se quanto non tro-
non in

to di fiamme ricadendo: si perdona va due vava il suo vantaggio a violarli". Giuu-


che rinunzia v;mo al giudai-
volir a quelli ta l'indignazione popolare al colmo, co-
smo e che fedelmente rivelavano loro i stò la vita a s. Pietro d'Arbues canonico
complici, ma nella 3/ ricaduta non avea di Saragozza, uno degl'inquisitori, forse
più luogo grazia. Coloro finalmente qua- i il men degno di servire di vittima per gli
li colle fiamme rosse portavano sopra il altri, come quello che di santa vita eser-
gambettilo il loro ritratto circondato da citava l'uffizio con tutta l'equità, il disin-

mostri eoa demoni, erano condannali al- teresse e la circospezione. Fu t raffino a


l'ultimo supplizio. Tale è in breve la de- colpi di puguale, col favor delle tenebre,
scrizione che fa Dercaslel della famosa in- innanzi l'aitar maggiore della cattedrale,
quisizione spaglinola, menile della por- ove soleva 01 are lungamente sino a notte
toghese stabilita nel 1 53 1 e indipendente avanzala. Riconosciuto il suo martirio in
a
dalla 1 . ,eziandio discorsi a Inquisizione, odio della fede e la santità di sue emi-
in unoalla differenza d'ambedue dalla ro- nenti virtù, PaoloI II lo canonizzò a istan-
mana, santissima ,
prudeiilissima e cle- za di Carlo V.
mente. Osserva liercaslel, che 5 anni do- Riuniti nel 1 480 gli stati a Toledo per
po dacché l'inquisizione era stata attiva- lariforma de' gravi abusi introdotti nel
ta in (spagna, l'eccessivo suo rigore e la regno d'Enrico IV, furono restituiti alla
forma insolita di sue sentenze eccitò lo corona 3o milioni di maravedis, sui qua-
ipa vento generale e i più, vivi reclami} tut- li Ferdinando V e Isabella fondarono I

ti si credettero in pericolo d'essere posti delle ricompense per coloro ch'eransi di-
inferri sotto pretesto delle nominate rei- stinti co'propri servigi. Si spedirono dal-
tà, senza allegarsi loro ragione nel pre- la regina commissari nelle provincie di
cipitarsi in tenebrosi sotterranei, più ab- Casliglia e Aragona, per raccogliere sui
boniti del sepolcro. Di frequente gl'in* luoghi le lagnanze de'popolioppressidai
Golpati dichiaravano, che tutto il loro de- grandi. Nel venerdì santo un orribile ter-
litto era di aver de'nemici interessali del- remoto desolò laSpagna. Fu propriamen-
la loro perdita, poiché il delatore era con- te in detto auno e per couto della Casti-
Ma S P A SPA
glia conquisto dell'isole Canarie, e Pa-
il di mantener tra loro la discordia, resti-

pa Sisto IV si adoprò con zelo per la dif- tuì la liberta al giovine sultano. Ricusan-
fusione in esse del vangelo. Ed eccoci or- do Granata di riceverlo a motivo delle
inni all'era novella della Spagna, segna- vergognose condizioni a cui egli crasi as-

lala da ima serie di prosperi e strepitosi soggettalo, dovette ritirarsi ad Almeria.


eventi, che ne formarono una colossale Ferdinando V prese le sue parti e gli for-
potenza. Prima riferirò, che Innocenzo nì denaro e milizie. Kgli stesso entrò sul

Vili,con sua bolla degli 8 dicembre 1 4^4> territorio de' inori eriportò vantaggi tan-

concesse padronato delle cinese


al re il to considerabili controquegl'infedeli, che
e monasteri del regno di Granata e del- nel i485si determinarono di porre in tro-
l'isole liberate dal dominio moresco, col- no Abdoullah Zagal fratello del deposto
la facoltà e privilegio di presentare alla e zio del ribellato, come il solo capace di

s. Sede hi nomina de'vescovied ordinari sostenere la loro pericolante monarchia;


de'medesimi. Ferdinando V clic aspira- ma tutta la sua abitila non valse ad arre-
va alla riunione del regno di Napoli a stare i progressi dell'armi cristiane, che
quello dell'isola di Sicilia, per ovviare al nel 1
{87 presero Malaga dopo un'oslina-
conquisto clie ne meditava Francia, s'in- ta resistenza. Ferdinando V, passando di
terposea pacificare il reFerdinando I con conquista in conquista, a'rjdiceiubre 1 f\Hc)

detto Papa, facendo malleveria delle sti- s'impadronì di Baca o Lìaza dopo 7 me-
pulate condizioni. Il sultano Albohacetl si d'assedio, ch'era la città piò forte di
comportava impazientemente il tributo tutto regno di Granata. Allora il sul-
il

ch'era stato imposto al suo regno di Gra- tano Zagal disperando di conservare ciò
nata da'redi Castiglia. Avendone Isabel- elicgli rimaneva, venne a consegnarla in

la I e Ferdinando V falla ricerca per rin- un colla sua persona a Ferdinando V, che
novare la tregua che correva tra due re- i lo accolse onorevolmente e gli assegnò

gni, dicesi aver egli risposto: Che in tutti rendile e terre considerevoli pel suo trat-
i luoghi in cui coniavasi moneta per pa- tamento. Zagal passò in Africa e fissò il
garlo, si fabbricassero armi per francar- suo soggiorno a Tremecen, ove ancora
sene. Indi il marchese di Cadiz improvvi- da ultimo sussisteva la sua posterità. Al-
samente penetrato ne'suoi stati, a'27 feb- cune città per altro difese da Abballali,
braio 1
482 prese la città d'Albania 7 le- nipote di Zagal, opposero pure della re-
ghe da Granata, di cui essa era una spe- sistenza. Convenne dar mano piò ener-

cie di lialoardo. Intanto i granatini eran- gica allearmi per soggiogarle^ finalmen-

si ribellali, ponendo
in capo di la corona te Ferdinando V nel 1
4<1^ terminò col-
Aboabdali primogenitodel sultano. Que- l 'esercito capitanato dal suddetto cardi-
sti prese la fuga e si salvò a Malaga presso nal Mcndoza, già celebre per militari im-
Abdoullah-Zagal suo zio. Insorse quin- prese, il conquisto del regno di Granata

di guerra tra padre e figlio che produs- (P .), colla presa della capitale che si ar-
se la rovina de' mori. Il nuovo sultano rese a'2 gennaio, dopo 8 mesi d'as-
oltre

volendo tener fronte a' cristiani ad un sedio, per la dedizione convenuta a' 1.5
tempo e a suo padre, si recò ad assedia- del precedente novembre , facendovi il

re Lucene. I cristiani volarono in aiuto solenne ingresso Ferdinando Ve Isabel-


della piazza ,COSt ri oserò i mori a levar l'as- la I a'6 gennaio, con istrepitose feste per
sedio, gli attaccarono nella loro ritirata tutta la Spagna, in Peonia e altrove. In

a'2 1 aprile 1 4^3, li posero allo sbaraglio tal guisa la Spagna dopoi o anni di guer-
e fecero prigioniero il re. I mori per non re, si vide interamente liberala dal gio-
lasciar varante il trono, vi ripristinarono go de'mori che possedevano Granata da
Albuhacen; ma Ferdinando V colla mira oltre800 anni, o meglio 780 auni come
3

SP k S P A 1 1

vuole Petavio, Rationanim tempor. par. la dilatazione del cristianesimo, tra i po-
i, che tu il periodo dell'epoca cheiniao- poli selvaggi immersi nelle tenebre. Laou-
ineltani dominarono io (spagna, ed io cui ile Isabella Ferdinando V, per assicu-
I e
dicesi che gli spaglinoli gli sconfissero in rarsi di tali conquisti, si rivolsero ad A-
5ooo battaglie, potendo così Ferdinan- lessandro VI, che colla bolla Intercelera t
do V pel ."intitolarsi dopo Svintillu, aio*
i de'4 maggio i4q3, Bull. Ilo in. t. 3, par.
11. uc Spagna, dando principio alla se-
idi 3, p. 233, die loro rinvestitola e aggiu-
rie de're di Spagna. Abbiamo di Girola- dico lutti i paesi scoperti dal Colombo,
ino Oraziani, // conquisto di Granata, e di tutti quegli ch'egli o altri per loro
Modena 6 5o, Venezia 80 5. Nel mede-
1 i scuoprissero, per la propagazione della
simoannoFerdinandoV e Isabella pub- I religione cattolica. Nata poi gravissima
blicarono un editto per obbligargli ebrei discordia tra tali sovrani e Giovanni II

a ricevere il battesimo o ad uscire da'loro re di Portogallo (A'.^suìlescopertech'e-


stali entro il termine danesi. Secondoal* gli faceva ucW Indie orientali e nel Uni-
cu ni scrittori spago noli 1
7 0,0 00 famiglie, i//f(^.),perle precedenti concessioni fat-
secondo altri 120,000, ovvero 3o,ooo teda'Papi, perevitar la contesa dellear-
solamente uscirono in questa occasione mi,AlessandroVI faltoarbitroda'conten-
dallaSpagna,portandoseco immense rio- denti, nella pienezza d'autorità apostoli*
chezze, poiché gli ebrei eratisi impossessa- ca,soprala carta geografica che si possie-

ti di tulli i rami di commercio loro ab- de dal Collegio Urbano di Roma, tirò
bandonati dall'indolenza spagnuola. Pa- la famosa linea di demarcazione perdi-

lecchi di questi sciagurati finsero di con* videro le conquiste e le scoperte, da uu


ver tirsi per nou abbandonar la patria, ma polo all'altro, e così separò le possessioni
ben presto le carceri dell'inquisizione ri- degli spagnuoli da quelle de'portoghesi,
suonarono de'loro ululati. Si continuò a assegnandone a ciascuno confiui di sua i

punire ne'posteri, sino al regno felice di dominazione; linea che in progresso di


Carlo III, la disgrazia e l'ipocrisia de'lo- tempo fu tenuta immaginaria, e nou più
ro padri. 11 portogheseNovaeslasciòscrit- rispettata- dalle potenze marittime. Di
to, che in termine di sei mesi dovettero tuttoeiò parlai ne' voi. II, p. 9, VI,p.ioo,
partire dalla Spagna 800,000 ebrei e sa- XI V,p. 236, LI V, p. 2 56. Osserva mg. r
raceni. Inoltre nel 1 492 fu elevalo al tro- Marini prefetto degli archivi segreti del-
no del Valicano il Valentino Alessandro las.Sede, uella Diplomatica Pontifìcia:
VI, già legato di Portogallo, Castiglia e » Supposero alcuni, che a rimeritare lo
A ragona, che si mostròassai propenso per zelo di Ferdinando Ve Isabella I di ave-
la sua nazione spaglinola e molti uè creò re fra i selvaggi d'America introdotta la
cardinali, e nel seguente regalò la Rosa religione cattolica, avesse Alessandro VI
d'oro benedetta a Isabella I. Frattanto con bo'.ia de'2 5 giugno 1 493, se pur essa
l'italiano (della contrastata patria, se gè* mai esistette, accordato loro su tolte le

novese, savonese, o di Cuccaro castello chiese e benefìzi de'loro regni ampio iu-
della Liguria nel Monferrato, parlai nei dullo di giuspadronalo". Una statua co-
toI. Il, p. 8, XXVHI.p. 28o,LXll,p. lossale in bronzoi852 fu decretata
nel
35 e altrove), celebre e benemerito Cri- al gran Cristoforo Colombo, per innalzar*
stoforo Colombo, faceva la meravigliosa si sopra un magnifico piedistallo in una

scoperta e conquista d'america (/'.) per delle piazze di Madrid. Era ormai tempo
la corona di Castiglia, pe'mezzi fornitigli che la Spagna rendesse questo giusto e do-
da Isabella 1 e l'assenso di Ferdinando veroso tributo all'uomo illustre, il cui gè*
V, nell'ottobre 49"21 'I principale inoven*
1 nio forma l'ammirazione de'secoli,e che
te della regina fu quello di contribuir al* le produsse tauta possanza e ricchezze.
VOL. LXV1U. 8

lUTSeyyvOnt. Hi.
1
1
SPA 6 P A
Nel i
stampalo in Homo: Ptìtria
853 si è pò conquistata aggiungere a' suoi titoli
e biografia del grande ammiraglio Cri- quello iX Africano j e che il re allorquan-
sioforoColombodv conlie signoridi Cuc- do Carlo \ III re di Francia occupò il le-
cato, castello della Liguria nel Monfer- gno di Napoli, fece lega colPapa,con Mas-
rato^scopritore dell'america, rischiarila similiano imperatore, col duca di Mi-
I

e comprovala dai celebri scrittori conte lano e colla repubblica di Venezia. Nel
Napione diCoconalo e Vincenzo de Con- '497 grandiosi successi di Colombo nei
'

ti autore della storia di Monferrato, col- suoi viaggi mai ittioli , infiammando la
l'aggiunta di nuovi documenti e schiari- maggior parie de'navigatori, eccitarono
menti. 11 Cancellici i ci diede erudilissi- l'emulazione del fiorentino Americo \ e-
me notizie sulla scoperta dell'America e spucci stabilito nella Spagna, il quale pro-
sul discopritore Cristoforo Colombo nel- tetto da'gelosi della corte che non vole-
le Dissertazioni epistolari, ove rimarca va che tutta la gloria si concedesse a Co-
che monarchi Ferdinando V e Isa-
i pii lombo, co' vascelli somministratigli da
bella un sagro dovere di far pre-
1 si fecero Ferdinando V salpò da Cadice, approdò
sentare ad Alessandro VI il tributo del- alle spiaggie del continente, fece nuove
le primizie dell'oro americano per loro rilevanti scoperte: sedotto poi dal re di
divozione. Il Papa stimò di non poterlo Portogallo abbandonò il servigio spa-
meglio impiegare, che consagrandolo in gnuolo, operò altri discoprimenti; indi ri-

onore della L5. Vergine, e facendolo ser- tornato a disposizione di Ferdinando V,


vire per l'indoratura del soffitto della ba- nel viaggioche intraprese pel nuovo mon-
silica Liberiana di s. Maria Maggiore, di do, la legione del vasto e immenso con-
cui era stato arciprete, e perciò avea fat- tinente detta pure Indie occidentali, in-
to il soffitto magnifico che si animila, co- cominciò a portare il suo nome ù.' Ann ri'
mincialo dallo zio Calisto III. Di pili A- ca, onore che con più di ragione spetta-
lessandro VI assegnò un'annua rendita va a Colombo, i.°e auterioje suo disco-
pel mantenimento del medesimo soffitto, una gloria usurpata che
pritele, laonde fu
la quale rinnovò Gregorio XV. La sco- fece dire aRaynal: » In questa guisa il
petta di Colombo e le successive sono pu- 1.°momentoincui l'America fu conosciu-
re descritte da F. C. Marmocchi, Raccol- ta dal rimanente della terra è contrasse-

ta di viaggi dalla scoperta del nuovo con- gnato da un'ingiustizia". Nel voi. LV, p.
tinente fino a' dì nostri, Prato i844'49> 1 33, riportai l'aneddoto dell' uovo, col
t. iScon rami. Nel i4oGg'ispagnuoli s'im- quale Colombo confuse la malignità dei
padronirono di Melilla città di Barberia suoi emuli, quando tentavano diminuir
nell'impero di Marocco, esistente sopra la sua gloria, per la sua ardita impresa.
una penisola unita al continente median- La Spagna abbagliata e sbalordita dalle
te uu istmo di roccie: divenne uno de'pre- relazioni dell'ampie conquiste di nuovi
sidii spagnuoli in Africa, che resero assai regni, e delle loro inesauribili ricchezze,
forte e inaccessibile dal lato di terra. No- presagendo una beata oziosa felicità, tra-
tai a Cattolico, titolo d'onore principe- scurò le arti e l'agricoltura, con quelle
sco, loro benemerenze fu ri-
che per le pregiudizievoli couseguenzegià rimarca-
Ferdinando V e Isabella 1
pristinalo in te di sopra. Quanto alle successive sco-
da Papa Innocenzo Vili, confermato nel perte e conquiste in America, all'intro-
i4gG da Alessandro VI, e reso ereditario duzione del vangelo, all'erezione delle
ne'successori da Giulio lì. Dice Novaes, sedi arcivescovili e vescovili, ed al gover-
che Alessandro VI concesse ancora a Fer- iiameuto e tult'altro, ne tengo proposilo
dinando V il diritto di potere recare sot- negli articoli citati, ed in quelli delle citlà
to il suo dominio l'Africa, per quindi do- arcivescovili e vescovili. Inoltre nel 1
497
T

SPA SPA 1 1

Alessandro VI dalle disgrazie do-


afflitto ella avea tutte le qualità e le virtù che
inestichc di sua famiglia Borgia^ .), me- V mancavano al suo sposo, col quale visse
dita va di rinunziare al pontificalo e ne come due sovrani strettamente collegali.
m Ferdinando V, il quale loconsi-
risse a Alle grazie del sesso accoppiava profon-
gliò a maturar meglio un affare di tan- da e retta politica, l'integrità del magi-
te conseguenze. In tale anno il re e la re- slratoe le qualità del conquistatore. Ella
gina perdcrouo l'unico figlio d. Giovan- era sempre in consiglio: Ferdinando V
ni principe dell' Asturie , maritato con non regnava in sua vece,
regnava ma essa
Margherita figlia di Massimiliano I, che con lui. Altera e gelosa all'eccesso di sua
vedova senza figli. Nel 498 la mor-
lasciò i nutorità.ripugnavaa'mezzi immorali. Col
te tolse loro anche d. Isahella loro pri- re infrenò il governo feudale, e con lui

mogenita, sposata a d. Alfonso principe per pacepubblicacreòlaSanla-Erman-


la

di Portogallo e poi col re Emanuele, col dad, e colpì senza eccezione rei. Per a- i

progetto di riuniresti d'un sol capo la co- more della religione e della gloria, arse
rona di tutta la penisola, facendosi ricono- d'impazienza per l'espulsione de'mori, e
scere l'infanta daglistati generali;ccon es- fu agli assedi di Daza e di Granata. Prov-
samorì pure il suo bambino d. Michele vide all'istruzione de'suoi sudditi, e pro-
che do veacfim pi la mente rinnova rei gior- curò loro un governo dolce e umano. Ri-
ni gloriosi diSvmlilla redi tutte leSpagne. formando gli abusi, si valse del celebre
L'ambizione di Ferdinando V agognava e suo degno confessore, consigliere ei."
eziandio al regno diNapoli, per la vagheg- ministro Ximenes francescano poi cardi-
giata unione colla Sicilia t per cui collega- nale, per ristabilire la disciplina ne'rego-
tosi con Luigi XII re di Francia erede lari. Inconsolabile della perdita de'figli,
delle ragioni Angioine e cheavea in mi- maritò nel 1 496 l'altra figlia ed erede d.
ra il ."reame, spedì il celebre Ferdinan-
1 Giovanna la Pazza, all'arciduca Filippo
do Gonsalvo di Cordova, dello il gran d'Austria il Btllo, figlio dell'imperatore
capi(ario } àr\\e cui vaiolose gesta e varia Massimiliano I, che attirò alla sua corte.
fortuna ragionai a Sicilia, con l'intelli- Quandodovette partirne pe' Paesi Bassi
genza di spogliarne Federico I e divider- di cui erasovrano come conte di Fian-
si la terra. Tutto si ellcttuò, contribuen- dra, non potendo sopportare la sostenu-
do vi A lessa udrò VI ch'erasi allea toco'd uè tezza spagnuola, d. Giovanna pel dolore
re, e così terminò di regnare sul trono di e la gelosia ne rimase alterata la ragione
Napoli la discendenza d' Aragona d'Al- e cadde in cupa malinconia, il che fu nuo-
fonso V. Gonsalvo intanto d'ordine del vo soggetto di cordoglio per la regina, che
suo re cominciò a guerreggiare i france- immaturamente pose fine a'suoi giorni
si per cacciarli dalla convenuta divisione, d'anni 54, soccombendo al peso di tanti
e nel 5o3 raggiunse pienamente col suo
1 mali, dichiarando la figlia erede univer-
valore lo scopo, e meglio nel 5o4- Que- 1 sale di tutti i suoi stati unitamente allo
si anno fu memorabile per laSpagna, mo- sposo. Lasciò pure un'altra figlia, la fa-
rendo a'26 novembre Isabella I, la cui migerata e virtuosa Caterina d'Aragona,
grande anima erasi sviluppata per tem- che inai lata aire d' Inghilterra (I'.)En~
i

po in mezzo alle procelle dell'infelice re- rico Vili, questi iugiustamentenel ripu-
gno del fratello. Divenuta regina, quasi diarla fu cagione del lagrimevole scisma
sempre a cavallo guidava le truppe, at- del suo reame. Nel voi. Vili, p. iq >, dissi
tendeva in personaalla spedizione di lut- perchè Giulio 11 non credè competere a
ti gli affari, passava co'suoi segretari par- Isabella I l'esequie nella cappella ponti-
te della notte, e soventediè udienze pub- ficia; invece Pio VII nel 1 8 1
7, come leg-
bliche. Furlunalameule pe'suoi sudditi, go nel u.° 32 del Diario di P\.oina, an-
1 16 SPA S P A
nunzio in concistoro la morte di Maria I fedele, cui ella idolatrava; mentre Filip-
regina di Portogallo, e poi le celebrò l'e- po I non aven per lei che indi decenza e
sequie nella cappella papale e le fece le disgusto. Dicesi che percorse per qualche
solenni assoluzioni. Isabella I fu sincera- tempo la Spagna, facendo trasportar seco
ineute pianta, dopo averediflcato il inon- il corpo del suo sposo, che di tratto in trat-
do colla sua singolare pietà. L'arciduca to discopriva per vederlo di nuovo, spe-
prese il nome di Filippo I e il titolo di rando cempre che risuscitasse! Gli soprav-
re, e Giovanna quello di regina, sebbene visse sino al i 555 nella stessa alienazione
era stato dicbiaralo amministratore di dello spirito, e malgrado di questo suo
Castiglia e Leon Ferdinando Vdallaspo- stato e il vivere ritiralo, da'popoli fu sem-
$a, perchè n'era incapace la figlia per la pre tenuto che governasse Spagna, la la

debolezza dello spirito. Ma Filippo I of- Sicilia egli altri domimi in un a suo Ci-

feso di tale disposizione, nel i 5o6 si recò glioCarlo 1, poichègli stali aveano deciso,
in Ispagna, e tutti i signori di Castiglia e che se la regina ricuperava l'uso della ra-
Leon abbandonarono tosto il suocero per gione, avesse soia l'esercizio dell'autorilà
unirsi a lui, onde fu riconosciuto e inco- reale. In tutte le ordinanze era inserito il

ronato, dopo aver concluso un accomo- suo nome accanto a quello del principe e
damentocon Ferdinando V, il quale do- così uelle monete, né i suoi sudditi avreb-
vette rinunziare all'amministrazione e ri- bero permesso che fosse trasandalo; tanto
tirarsi in Aragona. Ma la morte del ge- era grande l'attaccamento che per lei nu-
nero avvenuta, per eccesso di dissolutez- trivano. Leggo in un diploma di Carlo V,
ze, a' 2.5 settembre 5o6, gli restituì pre-
i dopoché fu eletto ini pera tore.quesla for-
sto l'autorità che a vea perduta sullaCasti- mula: Carlo per la grazia di Dio impe-
glia e Leon, essendo slato eletto reggente ratore eletto de' romani sempre Augusto,
dagli sta ti,dopo essere convenuto coll'im- redi Germania, Giovanna madre di lui
peratore Massimiliano I, altroavo che vi ed egli stesso Carlo per la grazia di Dio
aspirava, durante la minorità di d. Car- redi Ca stiglia, Leone, Aragona,d<lle due
lo suo nipote poi celebre Carlo I e come Sicilie,di Gerusalemme, Ungheria, Dal-
imperatore V. Oltre questi, Filippo la- I mazia, Croazia, Navarro., Granala, To-
sciò Ferdinando I che pure fu poi impe- ledo, Valenza, Galizia, Majorca, Sivi-
ratore, e tre figlie Eleonora che sposò
: glia, Sardegna, Cordova, Corsica, Mur-
Emanuele re di Portogallo e poi Fran- cia, Jaen, Algarvi, Algcsiras, Gibilter'
cesco 1 re di Francia, Elisabetta che si ra e dell'isole Canarie, e dell'isole del-
maritò con Cristiano II re di Danimar- l' Indie e di Terraferma e dell' Oceano,
ca, e Maria sposatacou Luigi II re d'Un- arciduchi d' Austria, duchi di Borgogna,
gheria la figlia postuma Caterina si ma-
: conlidi Barcellona, di Fiandra e del Ti-
ritò con Giovanni 111 re di Portogallo. rolo, signori di Biscaglia e di Molina,
Per questo matrimonio passò la corona duchi d' Atene e di Neopatra, conti del
di Spagna nella casa d'Austria. A Filippo Rossiglione e diOccilama,marchesid'0-
I,i l'api Alessandro VI e Giulio 1 aveano 1 ristagni e di Goceano. La regina Giovan-
fatto rinsignedonalivodelloi57occoeZ?<?/'- na fu sepolta nella cattedrale di Grana-
reltone ducale, da loro benedetti. La re- ta a lato dello sposo, trasportatavi daTor-

gina Giovanna rimase così colpita dalla desillassuosoggiorno,inariuchiusa. Brìi*


morte dello sposo, che non l'avea mai a- lava intanto nella corte di Ferdinando V
mata, che perde interamente il senno. Il il vasto ingegno di Ximenesdivenutoar-
suo spirito non erasenza cultura, ma sfor- civescovo di Toledo, che anco il re fece
nita d'ogni vezzo esteriore, non potè fer- suoi ."ministro, e gli procurò la porpora
mare il cuore d'un marito volubile e io* ila Giulio li. Questi appena succeduto ad
SPA SPA n7
Alessandro VI, indusse il re e tabella I tro Navarro che prese Bugia città opulen-
a pacificarsi con Francia, e che il famo- te d'Algeri, sconfisse molti mori, e tutte
so Cesare Borgia figlio d'Alessandro VI, le spiaggie d'Algeri, diTendoles, di Gui-
da Napoli ov'era fuggilo fosse inviato in jat, i re di Tunisi e di Tlemecen si rese-
(spagna. Ad istanza del Papa Giulio II ri- io suoi tributari. lutantoGiulioI J,pe'mo-
volle d re le armi contro saraceni del- i ti vi che produssi a Napoli e Sicilia, di-
l' Africa tolse loro Malzaquir o Porto
, chiarò Luigi XII re di Francia decadu-
glande, ed a proseguire l'impresa comin •
to da'diritti diqua dal Faro, e riconob-
aiata, impose una decima sul clerodiSpa- be con investitura e giuramento di fedel-
gna. Nel 5o«S il re si uni al Papa contro
i tà col Consuelo censo, Ferdinando V re
i veneziani nella lega di Cambray , che delledue Sicilie, che di bel nuovo torna-
Ferdinando V fece pubblicare nella cat- rono in potere d'un solo, insieme al tito-
tedrale di Vagliadolid alla presenza del lo di re di Gerusalemme. La Francia e
nunzio e degli ambasciatori. Dipoi Giu- l'imperatore sdegnati contro il Papa, pre-
da quella e da'fran-
lio II ritirataci col re teserodispogliarlo de'suoi stati e di far-

cesi, essi mossero guerra al Papa, esen- lo deporre dal conciliabolo di Pisa. Ac-
za l'aiuto degli spagnuoli sarebbe cadu- corse Ferdinando V in difesa di Giulio
to nelle loro mani.Nellostesso tempoGiu- II, e fatto ritirare l'imperatore dall'al-
lio II con bolla de'^8 luglio, col consen- leanza, persuase nel i 5 1 i il genero Enri-
nuovamen-
so del sagro collegio, concesse co Vili re d'Inghilterra di fare una di-
te al re, alla regina Giovanna e succes- versione in Francia; ed a'4 ottobre nella
sori in Castiglia e Leon, il padronato e chiesa di Maria del Popolo di Roma fu
s.

nomina a'vescovati e monasteri, privile- pubblicata solennemente la nuova sagra

gio che estese a tutte le chiese dell'Indie lega tra lui, il Papa, l'imperatore, ve- i

occidentali. Di più nel medesimo anno neziani, così detta perchè dovea combat-
pel i ."accordò alla Spagna la bolla della tere lo scisma e Luigi XII scomunicato
crociata, che in seguito ampliarono suc- i da Giulio li, il quale col regno sottopo-
cessori con altre concessioni, grazie ed e- se all'interdetto. Indi s'incominciòini-
niolumenli. Il cardinal Ximenes acceso guerra accanita, e fu perduta la san-
talia

di zelo per la conversione de'maometta- guinosa battaglia di Ravenna (F.), gua-


ni, ne battezzò in un giorno 3ooo; e nel dagnata da'francesi. Meditando il re Fer-
1 5oc) volendo estendere il dominio spa- dinando V un'invasione in Francia, chie-
gnnolosui mori, intraprese a proprie spe- se a Giovanni d'Albret re di Na varrà il
se il conquistodella marittima città d'O- passaggio pe'suoi stati da lui protetti, e

rano nel regno d'Algeri , ovvero come la consegna delle piazze forti. Ricusan-
vuole Rinaldi, patteggiò col re che la cit- dosi per neutralità e timore de'francesi,
tà fosse devoluta alla chiesa di Toledo, Ferdinando V piombò sulla Na varrà che
qualora non volesse sborsare le spese del- da tanto tempo bramava occupare, e se
la spedizione. Il cardinale armato di tut- ne impadronì a nomedi Germana di Foix
to punto, parti colla flotta e fu presa Gi- sua i.' moglie, riunendo assolutamente
rano d'assalto, con istuporedel re che ri- nel idi 5 a'suoi stati l'alta Navarraj la
guardava l'impresa per chimerica. Que- bassa incorporandosi poi a Francia, col
sto principe dissimulatore a vea acconsen- Bearn formò dipartimenti de'Bassi-Pi-
i

tito al divisamente del cardinale per al- renei. Morto Giulio II, glisuccesse Leone
lontanarlo, onde dopo la conquista si ri- X e seguì la guerra pel ducato di Milano,
tirò Henarese vi fondò l'u-
ad Alcalà di e reintegrazione del duca Sforza; mentre
niversità. Volendo re continuar con-
il i gli spaglinoli riportarono altri trionfi sui
quisti dell'Africa, nel i5io vi spedi Pie- mauri limi iu Africa e costrìnsero il fumo-
n8 SPA SPA
so corsaro Barbarossa a levar l'assedio di tal giorno sempre per lui memorando.
Bugia; indi seguì la guerra a danno dei Regnò sotto la reggenza del cardinal Xi-
veneti, portando ne'loro stati il duca ili menes, il quale munito di poteri illimi-

Cordona il ferro e il fuoco, Ferdinando tati, colla sua fermezza fece rientrare al
V a' i 3 gennaio i
*) i fi morì, e fu sepolto dovere i grandi d'Aragona che ricusava-
nella cattedrale di Granata insieme alla no di riconoscerlo. Il cardinale terminò
regina Isabella I. Egli ebbe tutte le qua- la guerra di Navarro, disfacendo un cor-
lità che formano i gran re, tranne la più po francese ne'monti de'l'irenei; ma gli
essenzinlech'èla probità, ed i pi incipi sag- spagnuoli assediando Algeri furono vin-
gi non si fidavano di sue promesse. A vea ti daBarbarossa. Inquisitore supreuiodel-
in sua mano il filo di tutti i raggiri delle l'inquisizione, il cardinale fu severo cogli
d'Europa, di cui cambiava frequen-
corti ebrei e maomettani apostati. Sensibile ai
temente piani. Nel suo testamento vo-
i patimenti degl'innocenti oppressi, sicco-
leva pe' propri stati preferire al nipote me gli spagnuoli dopo penetrati nel nuo-
Carioche noti dandosperanza di ragguar- vo mondo, ad eccezione dell'umanoe vir-
devoli talenti credeva meno atto al trono» tuoso Colombo, non cessavano d'eserci-
il suo fratello Ferdinando; ma i suoi con- tare la più terribile tirannia verso gl'in-
siglieri lo dissuasero, perchè le leggi fon- digeni, impietositosi delle sciagli redi quei
damentali dello stato chiamano primo- i popoli, fece pubblicare de'regolamenti in
geniti alla corona. Fece dunqueeredesua loro favore; ma l'avarizia de'coloni spa-

figlia Giovanna di tutti i suoi stati,edopo gnuoli, più forte in essi delle leggi, non
di essa il principe Carlo suo figlio: eles- fu meno micidiale contro quegli sfortu-
se reggenti, clelF Aragona l'arcivescovo nati, sino all'annichilamento quasi totale

di Saragozza Alfonso suo naturale, e di degl'indiani, non meno selvaggichedi ca-

Castiglia ilcardinal Ximenes. Quasi sem- rattere paci6co. FrattantoCarlo 1 affezio-

pre aita guida de'suoi eserciti, si resechia- nato a'Paesi Bassi ov'era stato allevato,
ro per prudenza e valore; seppe ancora non si prendeva cura di recarsi in per-
segnalarsi per alcuni tratti di generosità sona a prender possesso de'suoi regni.L a»

e clemenza; all'abile con dignità, conso- vo Massimiliano temendo il suo ritardoI

lava i però ingrato e in-


suoi sudditi. Fu non portasse gli spagnuoli a preferii gli il

giusto conColomboe con Gonsalvo. Ge- fratello Ferdinando, si trasferì in Fian-


loso come la moglie Isabella I di sua au- dra per a lire Itamela par lenza. Final men-
torità, si trovavano perfettamente d'ac- te neli5i7 Carlo 1 si recò in Ispagna, e

cordo ogniqualvolta lo esigeva il loro co- sbarcò a' 19 settembre a Villa Viciosa
muneinteresseeil benede'lorostati. Sag- porto delle Asturie. Il cardinal Ximenes si
gio legislatore e amministratore, suoi i mosse a incontrarlo, ma sorpreso a Boa
difetti furono compensati da molte emi- dal male, O dal velenosecondoalcuni, mo-
nenti qualità. Creò una gran monarchia, rì 8 novembre. La Spagna giusta-
agli

e la posterità lo riguarderà sempre come menteloaunovera tra suoigrand'uomi- i

il più gran re del suo secolo. ni; eguagliò Ferdinando V nelle qualità

Carlo 1 arciduca d' Austria, conte di dello spi rito, e losuperòin quelle del cuo-
Fiandra e sovrano de' Paesi Bassi(/'.)j re. Religioso, pieno di lumi e di zelo, in-

come dell'Alta Borgogna e della Frisia, tegro, fermo e generoso, politico con ret-

erede di tante corone pe' suoi ministri titudine, avea sempre 111 vista il bene del-
,

prese possesso della monarchia spaglino- lo stato. Solo gli si rimprovera l' alteri-

la a'24 febbraio anniversario di sua na- gia, che gli fu necessaria per domai quel-

scita, avvenuta in Ganci nel 1 5 00, per cui la indocile della nobiltà spaglinola. Fu
a Ei'oci notai le singolari coincidenze di sua diviàa un dardo infranto contro un
9

SP A S P A 1
1

nano, e col motto: Frangllur in solido, tasi dallo spagnuolo Ferdinando Cortes,
per alludere al disprezzo in che teneva i il maggior conquistatore del uuovo mon-
libelli infunatoci. Il cardinal Ximenes pre- do, l'occupazione del Messico e denomi-
parò il rollio glorioso di Carlo I, senza a- nato Spagna Nuova, essa fu ultimala nel

VCl lopotuta vedere, per gelosia de'mini- i > 2?., nel quale anno si convertirono al-

tri fiamminghi. Nel i5i8 Carlo I ten- la fede un gran numero


americani i- di

ne gli stali ili Castiglia e vi Cu coronato dolatri, annullando le loroempie super-

a'7 febbraio colla regina madre; portato- stizioni colle quali sagrifìcavano gli uo-

si Saragozza, l'assemblea d'Aragona


in mini a'falsi Dei, come se fossero per con-
loacclamò e coronò. Per morte dell'avo seguir l'eterna felicità. La Francia aven-
Massimiliano I gli contrastò l'impero
,
do pretensioni sull'Italia, sui Paesi Bassi

Francesco I re di Francia (F.): Massi- e sull'alta Navarca, la guerra fu inevita-


miliano I era stato il ."a intitolarsi im-i bile. Leone X erasi collegatocontro Fran-
peratore de'romani, mentre per lo addie- cesco I re di Francia, col suogrand'emu-
tro re di Germania non si appropria-
i lo Carlo V, gli eserciti de'quali espulsi i

vano questo titolo se non dopo ricevuta francesi da Milano, vi restauraronoil du-
la corona dal Papa , e Carlo V seguì la ca Sforza, ricuperando alla chiesa roma-
pratica dell'avo. Proclamato egli impe- na Parma e Piacenza^'.). Per sua mor-
ratore neli5iQ, prese il nome di Carlo te con generale stupore fu eletto succes-
V, e come tale ne trattai a Germania e sore a'9 gennaio! 522 il cardinal Ploren-
articoli relativi; avendo ragionato di sua non conosciuto, probabilmen-
zi, assente e

condotta religiosa e sue guerre, ivi ed a te per interessare Carlo V ad abbattere

Protestanti e analoghi articoli. Con u- la crescente perniciosissima eresia de' Lu-

na legge dichiarò i regni di Castiglia e tvrani(V.); essendo allora vescovo d;Tor«


d'Aragona esenti da qualunquedipenden- tosa, governatore generale della Spagna,
za dall'impero; indi convocò le cortesia einquisitoregenerale: per collega nel go-
Sardegna. Neli52o dovendo andare in verno avea l'ammiraglio di Castiglia d.

Germania a ricevere in Aquisgrana la co- FedericoHenr iquez duca diMedina e Rio-


rona d'argento, commise la cura princi- secco. Ricevuto a'g febbraio in littoria
pale de'suoi regni al suo antico maestro (P-) nella Bisca ja il decreto di sua elezio-
cardiual Florenzi d'Utrecht, poi Adria- ne,dallo spagnuolo Antonio Studillo gen-
no VI, con gioia de'fiam mitighi e fremi- tiluomo del cardinal Carvnjal, ritenendo
to degli spagnuoli, che insorsero dopo la il nome battesimale si chiamò Adriano
suaassunzioneall'impero, e quandosi vi- VI,edalIacasadi Giovanni di Bilbao che
dero spogliati della moneta per far guer- abitava, passato nel convento de'france-
ra in estranei regni, e vi presero parte i scani, vi ricevè gli omaggi degli spagnuo-
vescovi e i Leone X nel 5i i a-
dottori. i li accorrenti come sciami di api da tutte
bi I ito l'imperatore, co mechè Carlo IV re le parti. Preparatasi dal Papa numerosa
di Napoli, mentre come re di Sicilia por- flotta e copioso seguito, a' 12 marzo par-
tava il nome di Carlo II, di ritenere con tì daVittoria, e dopo a ver pernottato nel-
quel regno l'impero,e di esso l'investì, con la terra della Reina, trattenendosi circa
giuramento e censo annuo. E siccome il 3 giorni nella città di Calzada, e dormi-
regnodovea appartenere alla regina Gio- to iu quella di Naxera dal duca, indi re-
vanna, il Papa con atto separato dichia- catosi iu Logrogno, già capo degli anti-
rò,chenon intendeva pregiudicarla di sue chi cautabri, fu magnificamente ricevu-
ragioni. Per tal guisa le Sicilie dagli ara- to in questa piacevole e graziosa città, es-
gonesi passarono nella dominazione degli sendovi concorsi i cantabri, inavarresi e
austriaci diSpagua.Nel 5 1 i) iucomiucia- 1 altri popoli. Ospitato sontuosa men te qua-
120 SPA SPA
si 3 giorni nel palazzo di Roderico ili ti. Descrizione delvi aggio di Adriano VI
Cabredo, poscia per Alcandre, ove dimo- dalla Spagna fino a Roma, ivi 790. In i

rò una notte, giunse a Calahorra, ricetti* tal modo cessò per allora il malconten-
to solennemente e regalalo. I cavalieri e to de'romanijche temevano volesseAdria-
ledame, vescovi e sacerdoti, e persi-
i i no VI restare nella Spagna, o stabilirsi
no le monache in questo trionfale viag- nella sua patria Utrecht, per cui gli avea-
gio fecero a gara per offerire ossequiosi no scritto quanto rilevai nel voi. LV, p.
doni Papa, secondo la pietà e genero-
al 2G5. Neh 523 il Papa separò da Ila lega
sità spaglinola; anche pera vei inteso, che co' francesi i veneti, i quali all'opposto
nella sede vacante la camera apostolica contro con Carlo V,
di essi fece collegare
era stata spogliata di sue ricchezze, e il Ferdinando I e col duca
col di lui fratello
palazzo Valicano (piasi deserto e posto a di Milano, lega che solennemente pub-
sacco. Adriano VI proseguendo il viag- blicò in s. Maria Maggiore, affinché noi»
gio per Alfaro, accolto da lietissime ac- venisse l'Italia assalita. Apprendo da No-
clamazioni e dimostrazioni festive, per vaes,kSW?rÙ2 de Pontefici, che Adriano VI
Tudela (/x,),MaIlen,Pedrosa,ove nobil- con diploma de'6 settembre estese a're
mente ricevuto dal conte di R.ibagorsa ne di Spagna il diritto che a quelli di Fran-
battezzò la figlia col nome d' Adriana , cia erasi concesso coìConcorda'otraLeo-
con grandi feste e danze all'usanza dei ne X e Francesco I (t7 ,), della scelta e
mozzarabi,fece il solenne ingresso in Sa- nomina de'vescovijilqualediritto voglio-
r
ragozza (L .), in cui celebrò la settima- no gli scrittori spaglinoli, come Covar-
na santa. Ne partì a' 3 giugno per Torlo-
i ruvias in Regni. Possesso/' malae /idei,
sa [I .), ed ivi lasciò vicario generale nel* t. 2, par. 2, § 1 o,n.° 5, appartenga a quei
le Spagne e nunzio apostolico d. Bernar- sovrani in vigore non solamente del pri-
dino Pimentel, uomo illustre e sincero, vilegio pontificio, ma anche per ragione
ma essendo ammoglialo, contro il costu- di padronato nelle cattedrali, per essere
me, furono fatte per sì singolare novità state queste erette, fondate e largamen-
moltedicerie. Quindi brapioso il Papa di te dotate da'medesimi re. Al dire di Ma-
essere presto in Roma, per sedar l'Italia riana, De rebus Hispan. lib. 2G,cap. 2,
che ardeva in sedizioni e fazioni, senza Adriano VI ciò fece in grazia di Carlo
aspettare Carlo V, che pure era giunto V slato suo discepolo. Inoltre dichiarò
al porto di Villa Viciosa, agli 8 lughos'im- perpetua a' re di Spagna la facoltà da-
barcò, e giuntoa Tarragona (/"'.) prose- ta da altri Papi a tempo limitalo, d'es-
guì per Barcellona assai nobilmente ri- sere gran maestri degli ordini di s. Gia-
cevuto, ospitato dal vicerèarcivescovodi como, di Cala tra va e d'Alcantara, come
Tarragona; e navigando per le coste del- lo sono di Montesa e di altri egualmente
la Spagna, pernottò nel porto s. Paolo e per pontificia concessione;dalle quali di-
in quello di P».osas;eper Monaco, Savo- gnità derivavano a're pinguissimé ren-
na, Genova, Livorno e Civitavecchia, ap- dite, che loro furono in principio accor-
prodò a Ostia (L.), donde portatosi alla da te per l'espulsione de'm ori. Morì Adria-
basilica di s. Paolo, fece il suo Ingresso no VI a'4 settembre 5 2 3, e gli fu sosti-
1

folenneinRoma(J' .). particolari di que-


I tuito Clemente VII. ìSdì 5iì> Francesco
sto viaggio, e l'enumerazione dello splen- Pizarro di Truxillo penetrò uel Perù, di
dido cor leggio e milizie, che accompagna- cui poi s'impadronì con aver fatto inu-
rono il Papa dalla Spagna, eruditamen- manamente perire l'ultimo re ; dopo la

te fu descritto dal suo cappellano d. Bia- sua morte e quella de'fralelli, ch'ebbero
gio Orliz spagnuolu, che lece pure ca no» una fine degna della loro crudeltà, la re-

meo di Toledo, ed era uel seguito, colla gione ritornò alla Spagna neh 548. Sol-
S P I S P A i ?. i

lo il regno di Carlo V nell'Amene;! fu- za diffusione raccontai quanto fatalmen-


rono pure conquistati la Terraferma, la te precedette, accompagnò e seguì la la-

Nuova Granata, il Chili le Californie, , giimevole presa di Roma a' 5 maggio


le Floride, e quasi tutte le sue altre pos- 1 5ay, dall'esercito imperiale,cbe corano-
sessioni transatlantiche. La moltiplica- sto principalmente di crudeli spaglinoli
zione delle scoperte del nuovo mondo al- cfìanunirighi,difanalici luterani tedeschi,
spagnuoliad emigrare nelle ter-
letto gli e di gentaccia rapace,orribilmente la sac-
re che ridondavano d'oro, d'argento, di cheggiòe profanò, commettendo inaudi-
gemme e di altri tesori. Il governo non te empietà, tenendo assediato Clemente

calcolandone abbastanza le pregiudizie- VII e cardinali in Castel s. Angelo. Car-


i

voli conseguenze, autorizzò le numerose Io V ch'ebbe a Burgos tale notizia dcplo-


ed entusiastiche emigrazioni. Il Papa nel rò in pubblico come sacrilego l'avvenu-
i.° maggioi525 con indulgenza agli a- to, sospese le dimostrazioni di gioia per
stanti, pubblicò nella basilica Lateranen- la nascita dell'erede Filippo II, partorì-
se la lega conclusa contro i turchi , tra to da Elisabetta di Portogallo sua sposa
Carlo V, il re d'Inghilterra, i fiorentini, (dalla quale ebbe pure Maria maritata a
e duchi
i Milano e di Mantova. Già
di Massimiliano il imperatore, e Giovanna
l'imperatore a'^4 febbraio avea trionfa- sposata con ci. Giovanni principe di Por-
to a Pavia [f '.)di Francesco I, che fatto togallo), si vestì a lutto, fece assumere
prigioniero fu condotto a Madrid, ed o- la gramaglia dalla sua corte, e spinse l'i-

stentata moderazione, deplorandone la pocrisia fino ad ordinare a tutti i vesco-


sciagura, lo trattò con affettata dignità ; vi di Spagna solenni preghiere e proces-
la pace di Madrid fu all'imperatore van- sioni di penitenza per la liberazione del

taggiosissima, poiché il re di Francia ri- Papa! Invece questi dopo la prigionia di


nunzio alle sue pretensioni sul regno di piò che sei mesi, riuscì fuggire; nitri-
Napoli, sulla borgogna e sopra altri stati, menli.osserva Guicciardini, Hisl. lib. 18,
Non tardarono nuove rotture tra <\ue i probabilmente Carlo V l'avrebbe fatto
sovrani. La crescente formidabile polen- condurre incatenato a Madrid, per dare
za di Carlo V seriamente sgomentò i più, lo spettacolo d'un Papa suo pi igionedo-
de'sovrani d'Europa. Il Papa disgustato pò un re di Francia, se non lo trattene-
ancora per aver l'imperatoi eordinato al va il timore di rendersi per tanto orgo-
Spagna d'esaminare
regio consiglio di le glio odioso a tutti i popoli di sua monar-
bolle e brevi pontifìcii per porvi il Re- chia ed a tutti vescovi, che detestavano
giolìxeqnatur, e vedendo minacciata l'I- l'idea di commettere sì riprovevole oh
talia, per meglio difendersi da lui si pò- traggio al Vicario di Gesù Cristo. Non-
se alla testa della lega sottoscritta nel dimeno Clemente VII amando la pace,
i526a Cognac, co're di Francia e In- spedì a Carlo V il vescovo di Vaison per
ghilterra,i veneziani, i fiorentini, gli sviz- stabilire un abboccamento in Italia o nel-
zeri e il duca di Milano. Perciò fu deno- la Spagna ove si sarebbe recato. Conve-
minata la Santa lega, e per le sue cleplo- nuli per vedersi in Siena o in Bologna,
rabili conseguenze con più di ragione fu in questa città che seguì la concordia,
venne poi appellata Lega funesta a sua lasolennecoronazionecolla Corona Fer-
San'ità. Quest'alleanza olfese tanto Carlo rea (A.) come redi Lombardia, eia Co-
V, che tosto pubblicò la guerra contro vonazioned' Imperatore (/'.)consontuo-
Clemente VII, che si trovò esposto alut- sissima cavalcala;stiepilosoavvenimenlo
ti gli gli aiuti mal diret-
orrori di essa, e di cui riparlai in tanti luoghi, nella quale
ti non li poterono impedire,
de'collegali occasione Carlo V rese al Papa tulli gli o-

APioMAeconispoudeutiarliculi,nonseu- maggi chei Sovrani^.} furono solili nr©«


122 SPA SPA
sture alsupremo Gerarca. Narro aSTOcco pmu FAMIGLIA, e altrove) al serv'17'10 di
e Berrettone e altrove, che Carlo V in- Francesco I si segnalò per utili e glorio-
nanzi al Papa solennemente riprovò l'ec- se imprese, dopo che Filippino suo nipo-
cidio di Roma, dichiarandosi del tuttodi- tee luogotenente riportò una vittoria na-
pendentedaClementeVII e formalmente. vale sugl'imperiali pressoSalerno, abban-
Si convennedidareFi'reflz^/^.Jin ducato donò il servigio di Francia, si die a queU
ad Alessandro de Medici, dopo l'espugna- 10 di Carlo V, sotto la protezione del qua-
zione che ne fecero le milizie pontificie e le pose Genova (f.) sua patria. Le sue
imperiali, ed al quale l'imperatore die gesta piùbrillantiseguironocontro i tur-
per moglie Margherita sua lìglia natu- chi, essendo al servigio dell'imperatore,
rale, nata da Margherita di Vagnest una e nel i 533 tolse loro le città marittime
delle sue favorite, che in seconde nozze di Corone e di Patrasso nella Morea. Nel
sposò Ottavio Farnese duca di Parma i 53 5 fu uno de'generalidi Carlo V che
e Piacenza. All'ordine gerosolimitano in personacondusse alla famosa spe-
si

Carlo V cede l'isola di Malta (P.) in feu- dizionedi Tunisi(Z^.), effettuata con for-

do. Nell'istesso anno Carlo V volle assu- midabile apparato e con flotta di 4oo le-
mere il protettorato dello stato di Siena gni. Partito dal porto di Barcellona, do-
(f'.)e lo governò co'suoi spagnuoli, e più po aver visitatola Sardegna, l'imperato-
tardi ne dichiarò signore Filippo 11 per re a* 6 giugno sbarcè sulla spiaggia del-
1

tener a freno le potenze temporali del Pa- laGoletta, forte propugnacolo in vicinan-
pa e del duca di Firenze, e per custodia za diTunisi. La Goletta fu presa d'assal-
degli altri stati d'Italia. Cosi la potente to a' 7.5 luglio, malgrado la vigorosa di-
repuhhlica di Siena andò distrutta, e do- fesa di Barbarossa, usurpatore del regno
po lunga e atroce guerra, Filippo II ne di Tunisi. Indi espugnò Tunisi ripristi-

cede domimi a Cosimo I, con dispiace-


i nandoli detronizzaloMuley-rIascem,non
re del padre,riserbandosilo<SVrt/0f/e'/V«- cheBonna, Biserta e altre piazze che Mu-
sidii, de'quali parlai a Sicilia, perchè nel ley abbandonò colla Goletta al vincitore,
secolo passato Filippo V li cede al re li- obbligandosi inoltre di pagargli 12,000
glio Carlo diBorbone, e ne'pri mi anni del scudi d'oro all'auno. Carlo V a' 1 7 ago-
corrente anch'esso fu riunito alla Tosca- sto s'imbarcò perla Sicilia, conducendo
na. Clemente VII neh 533 ebbe in Bo- seco 20,000 schiavi di cui avea spezza-
logna un altro colloquio con l'imperato- to le catene, e fornì loro il necessario per
re. I mori di Spagna che aveano ricevu- ripalriare. Si suscitò nuova guerra tra

to il battesimo più per interesse e per ti- Carlo V


Francesco I, perchè Francesco
e
more che per intima persuasione, conti- 11 Sforza duca di Milano {?'), morendo

nuando perla più parte l'osservanza del- a' 24 ottobre 535, avea istituito erede
1

le pratiche maomettane, Carlo V con e- l'imperatore del ducato, ed Antonio di


ditto gli obbligò a vivere giusta le leggi Leyva ne prese possesso. Il redi Francia
del cristianesimo. Il perchè si ribellaro- volendo rivendicare questa successione,
no in parecchie città, e dopo aver com- fece passare nel gennaio 1 536 le truppe
messo immense violenze furono doraati,e in Italia per impadronirsi del Milanese,
6i elessero ministri acciò gl'istruissero be- ma l'esercito spagnuolo le arrestò nel Pie-
ne nella leligionecristiana. I mori di Va- monte ove facevano delle conquiste. In-
lenza aveano nella sollevazione eletto in tanto Carlo V recatosi in Roma a visi-
regolo Selim Almanzor, ma duca di Se- il tare Paolo lll,a'5apriie vi i'eceì' Ingres-

gorbia fiaccò nel nascere l'effimero orgo- so solenne che in uno al suo soggiorno
ammiraglioAn-
glio mauritano.il celebre descrissi aquegli articoli, mentre uel voi.

diea Doria(dicuiparlaia Genova, a Pam- XV, p. 199 ricordai l'imprudente e (a-


-

SPA SPA n3
stosodiscorsopronun/.ialodairiinperato- Stocco e Berrettone ducale da lui be-
re in concistoro, ad onta del carattere ili nedetti, per eccitare il suo zelo religio
gravitànbilualelàltagli contrarredalsuo so a propugnare le crescenti eresie. Nel

aio Guglielmo di Croy signore di Cliie- i 53g essendosi ribellata Gnnd, patria di
\res; imperocché con bizzarra rodonion* Carlo V, contro la sorella Maria vedova
tata, sì opposta al suo costante sangue reginad'Ungheriaegovernatricede'Pae-
freddo e circospezione ,
giunse a sfidare si Basii, perle tasse imposte sulle città di
Francesco I a un duello in camicia per Fiandra, recatovisi l'imperatore nel 14° 1

terminar ogni contesa, e che premio del castigò ribelli con forte ammenda e mu-
i

combattimento da una parte fosse il du- forma di governo municipale.


tò la loro

calo diBorgogna e dall'altra quello dì Mi> Carlo V


avendo dato a Francesco 1 sino
Roma, passò poi al cam-
lano. Pai tito da dal 529 la sorella d. Eleonora vedova
1

pò che assediava Possano. Venutoacon- in isposa, senza restare costante nell'ami-

menzione co'fiancesi, tra gli ostaggi vi fu cizia, tuttavolta in Aiguesmortes si recò


Rocbe duMaioe distinto per valore.L'im* dal cognato, e tra loro non si parlarono

perntore tutto preoccupato del progetto che della reciprocastima e alfezione. Do-
chimerico di conquistar la Francia, gli vendo l'imperatore traversar la Francia,
chiese quante giornale da fi conlavasi a il reordinòche vi fosse ricevuto con gran-

Parigi. Rispose Roche: Ciò richiede spie- di onori. Ne'6 giorni che Carlo V passò

Bacione; se per giornate intendete batta- in Parigi, con Francesco I si mostrò nei
glie, ve n'ha almeno 12, purché l'aggres- luoghi pubblici come due fratelli, ed il
soie non andasse colla testa schiacciata re non die ascolto a chi lo consigliava di
sin da prima! Dopo presa Possano, aven- profittarne per la revoca del trattato di
do avuto la temerità di penetrar nella Madrid. Dipoi la guerra si riaccese tra
Provenza e assediar Avignone, le molti- i cognati e competitori, non effettuando
plicate perdite gl'insegnarono che la stia- Carlo V la promessa investitura deldu-
da per a Parigi non era per lui così pia- calo di Milano ad un figlio del re. I cor-
na come l'avea immaginata. Fu obbli- sari d'Africa infestandole spiag^ied'lta-

gato retrocedere, e con tutto l'oro e l'ai- lia e di Spagna, nel 1 54 ' Carlo V fece
genio trailo dall'America fu obbligato armare una dar
fiotta considerabile per

aggravar i suoi popoli per provvedere al loro la caccia. famoso pirata Dragut
11

mantenimento delle truppe. IN'el 1 538 sbarcato in Corsica, fu preso co'suoi da


convocale a Toledo le cortes o slati gè- GianneltinoDoria nipote d'Andrea. Que-
nerali di Castiglia e diLeon, sollecitò con sii con Ferdinando Gonzaga, essendosi

premura il loro consenso perslabilir una recaloinBarberia,sottomisediversepiaz-


imposta sui commestibili. Vi stoppose la ze. Incoraggiato l'imperaloreper tahsuc-
nobiltàallegaridoi privilegi che gli esen- cessi, dopo aver tenuto un colloquio in
lavano da qualunque tassa. Carlo V li- Lacca(fr.)conPao\o anche per trat- III,

cenziò le cortes pieno d'indegnazione, e tare del concilio di Trento (A'.), sempre
da quell'epoca uè nobili né prelati fu-
i i vago di gloria militare e pel suo genio ca-
rono più invitali a tali assemblee, e solo valleresco, intraprese contro il consiglio
ammessi i rappresentanti delle città. Per d'Andrea Doria e del celebre marchese
pacilicare Carlo V con Francesco I, nel del Vasto (di cui ne'luoghi citati nel voi.
i53b» Paolo porlòaiWzsa (/-'.) ove
ili si LV,p. 243), l'assedio d'Algerina lui co-
gli a vea invitati, ma non polè ottenere di m inciato in persona a' 21 otlobre, e fu
farli abboccare, solo una tregua di IO an- obbligato abbandonarlo sul finir di no-
ni, ritornando l' imperatore in Ispagna. vembre,dopo avervi perduta molta geli-

li Papa donò al di lui figlio Filippo 11 lo te. Stimandosi Carlo V offeso da'france-
i2.{ SPA SPA
r
si, deliberà dì portarsi in Italia nel i
.p, blicato a'q febbraio, indi a'24 marzo fu
e Paolo III spedì a Genova pei rimuo- proclamato re di Spagna. Già Papa Giu-
verlo dalla guerra i nipoti cardinale e du- lio HI lo a Tea nel 1 554 con intelligenza

ci l'arnese, e con mollo stento ottenne* del padre investito delle due Sicilie, con
io un abboccamento col Papa in dis- dispensa di ritenere il ducato di Milano;
seto diocesi di Borgo s. Donnino, il qua* di piìi gli avea donato lo Stocco e Berret-
le inutilmente lo scongiurò per la pace, Ione da lui benedetti, e alla regina sua
partendo l'imperatore per Germania on- moglie Rosa d'oro. Giulio III mori nel
la

de cominciarla;e poi si disgustò per l'in- 1 555 a's3 marzo, e dopoi 6 giorni fu e-

feudaziooedi Parma e Piacenza,che seb- levatoal pontificato Marcello 11, già nun-
bene della s. Sede, egli considerava giu- zio apostolico di Spagna e ne'l'aesi Bas-
risdizione del Milanese. Avendo dance- i si a Carlo V, al quale ricusò l'offerta pen-
si preso nel i 55a Metz ( /'.), inutilmente sione di 1 0,000 scudi, per esser libero mi-
Carlo V l'assediò con 100,000 uomini e nistro di Paolo Ili. Morto 7.1 giorni do-
dovè ritirarsi slogò il suo rancore con
: po, gli successe Paolo IV Caraifa, che in
Terrovane che distrusse. In quest'anno due conclavi avea ricevuto l'esclusi-
altri

per la involta Andrea Doria Cu sconfìtto va dall'imperatore. Filippo 11 vedovo di

avanti Napoli da Dragut, il quale dopo Maria di Portogallo, che partorì d. Car-
aver saccheggiala la Sicilia, minacciava Io,insecondeno7.zeaveasposato nel 1 554
assediarquella città per mare, ed una fal- Maria regina d' Inghilterra^!'.), ondegli
sa voce liberò Napoli dallo spavento del venne il nome di re d'Inghilterra senz'a-
•vincitore. Papa Giulio III assolvè dalle verne i diritti, e ambedue mandarono i

censure Carlo V per le decime esatte in loro ambasciatori a Paolo IV. Narrai a
Sicilia senz'averle impiegate nella guer- Sicilia i motivi della grave rollura in-
ra d'Africa, e sostenne l'immunità eccle- sorta nel 1 55G tra il severo Papa, con Car-
siastica clic nellaSpagna procuravano vio- lo V e Filippo 11, e con tutte le partico-
lare alcuni magistrali. Divenuta la poten- larità la successiva micidiale e clamoro-
za di Carlo V un ammasso di grandezze sa guerra fatta nella Campagna romana
e di dignità, contornate di precipizi, ve- dal duca d'Alba vicerèdi Napoli, termi-
dendosi fallire i suoi disegni, respinti i suoi nata colla pace del settembre 557. Inol- 1

sforzi contro Francia, set-li il bisogno di tre Carlo V a'7 dicembre 556, e non più 1

far cose straordinarie e sbalordire l'Eu- lardi, spedì a Ferdinando di lui fratello I

ropa con una risoluzione estremamente (che fino dal 1 53 1 era stato eletto re dei
nel suo complesso singolare. La folla in* romani e con approvazione di Clemente
numerabile delle occupazioni che risul- VII amministrava l'impero nell'assenza
tavano dalla moltitudine de'vari stati che dello stesso fratello) le insegne imperiali,
Carlo V dominava, tenendolo continua- in uno alla sua rinunzia all'impero. Pao-
mente a flfaccendato;tor menta to da Ila got- lo IV ricusò di approvare tale rinunzia
ta, stanco dalle fatiche prima dell'età del- e surrogazione, essendo necessario il con-
la vecchiaia pensò a procurarsi qualche senso del Papa e lo die il successore. Non
riposo nel ritiro. Con questa mira chia- debbo tacere, che alcuno affermò aver
mò nel 555 in Drusselles Filippo II suo
1 Carlo V fatto tali rinunzie per aspirare
fìglio,e a'25ottobre in Lovanio,alla pre- al papato, brama nata pure precedente-
senza d'un'assemblea di magnati, che si mente nell'avo Massimiliano I. Egli fu il

sciolse inlagrime al suo cornino venie di- 1 Spagna che abbia portato il titolo
.°redi
scorso, abdicò in suo favore Paesi Bassi, i di M(icslà{f/ .) e anche questo soltanto
t

e dipoi la corona di Spagna e gli slati an- dopo che fu innalzato all'impero. Di sua
nessi con allo de' 1 G gennaio 556, pub- 1 strepitosa rinunzia parlai ancora nel voi.
SPA SP A 1 2 ">

XX XIV, p. 34. Culo V dopo l'abdica-


i
tervenuli, come se a vesserò celebrato «lei
zione erasi imbarcalo a Flessiuga per la veri funerali. Dopo l'assoluzione e l'ac-
Spagna, accompagnato dalle sue .sorelle qua benedetta di cui si asperse il cala-
Maria, ed Eleonora vedova poro di Frati* letto, egli lece ritorno alla sua stanza. Par-
cesco I re di Francia; nello sbarcare sulle lando di ipiesto stravagante funerale nel
coste della Discaglia, si prosternò e baciò voi.XXVIII, p. 3a, rimarcai altre sue
la terra gridando: Nudo io SODO uscito dal particolarità, come delle i\uc Colonne di
seno di mia madie, e nudo a te ritorno Ercole impresa de'redi Spagna e col mot-
inadi e comune degli uomini. Laonde, e to Non plus ultra, ricordato anche nei
perdare un compiuto addio al mondo, si voi. XVII, p. 223, XXXIV, p. 34. La 1

ritirò a'24 febbraio 1 557 nel monastero seguente notle colto da violenta febbre,
di s. Giusto de* Girolamini (del b. Tom- mori capo ad alcuni giorni a' 31 Set-
in

maso,non del p.Lupo d'Olmedo, altro or- tembre 558, d'auni Go non compiti, e
1

dine mouaslicodiSpagna,comesi può ve- fu sepolto in Granata nella cappella dei


dere ne'loro articoli), sui confinì delIaCa* re di Spagna. Per lui la Spagna in 4°
stiglia nel!' Estremadura presso Placen- annidi regno rappresentò una gran parte
cia, riserbandosi persuo uso 100,000 scu- degli all'ari d'Europa, una potenza pro-
di, 2serviiori,ed un cavallo per far moto.
1 digiosa, e con un nuovo modo di gran-
Ivi gustò le delizie della vita privata, di- dezza il si eslese e ne comparve
mondo
videndo il suo tempo tra gli esercizi del- uno nuovo sotlo la sua ubbidienza. Ol-
la chiesa e del chiostro, la coltura d'un tre le qualità e il carattere di Carlo V,
giardino di cui egli stesso aveva dato il che qui sono andato lumeggiando, ag-
disegno, ed alcune esperienze di mecca- giungerò che protesse le scienze e le ar-

nica sugli orologi (avendo provalo dif- ti, e nel voi. XXXVIII, p. 263, dicendo
ficoltà di farne andar due esattamente delle sue cognizioni sulle lingue, ripetei
d'accordo, si vuole che riflettesse sulla con altri, che soleva parlare con Dio al-

sua rammentandosi il tempo in cui


follia, la spagnuola, coi domestici all'italiana,
avea voluto costringere un gran nume- colle donne alla francese, e quando era
io di genti ad una maniera di pensare u- incollerà alla tedesca. Si compiaceva con-
informe), come e meglio riportai ne'vol. versare co'dotli e cogli erodili, ed inte-
XX\ 111, p. 32, XXXI, p.94. Preten- re ore con Guicciardini : diceva con pia-
desi per altro che la varietà di queste pa- cere come Tiziano 3 volte l'aveareso im-
cifiche occupazioni non logaraulissesem- mollale, e nel raccogliergli il pennello
pre dalla noia, prodotta pure da'dolori caduto disse: Tiziano è degno d'essere
della gotta, e che più d' una volta abbia servito da un imperatore. Amò la lode,
mostrato dispiacere d'aver lascialo il tro- e premiò chi gliela rendeva, come l'A-
no :di questa opinione fu Filippo 11. Co- retino. Nel voi. XXI X, p. i6<2, acceunai
munque sia egli terminò la sua carrie- le principali sue doli, e il numero delle
ra con una scena singolarissima. Risoluto vittorie e quello de' suoi viaggi, in uno
di celebrarsi le proprie esequie prima di de'quali sentì dirsi per lai." volta da un
morire, fece erigere nella chiesa un ca- confessore di villa, nella confessione che
tafalco, e vi si recò in funebre processio- gli lece: Dixisti peccala Caroli j die mine
ne, awoltoentro un lenzuolo, seguito dai peccata Catsans! Carlo V tenne con-
suoi domestici con lorde nere. Si stese tegno nobile, maniere eleganti e corte-
egli poi entro la bara, indi fu cantato l'uf- si; pai lava poco, e raramente rideva. Per-

fizio de' morti, unendo egli la sua voce severante fu la sua lermezza, lento a de-

al canto de'chierici, e confondendo le sue cidersi, pronto a eseguire, fecondo negli


lagnine con quelle the versavano gl'in* espedienti, quanto sagace nella scella dei
1 26 SP A S P A
mezzi; trionfò fàcilmente degli ostacoli, testimoniatila ili gratitudine de'benefizi
tome padrone di se che non si lasciava ricevuti dalla provvidenza divina, in o-
. luminare da'piaceri. Riservalo nell'età noie ili Dio e per sepoltura della lami-
giovanile, le circostanze successivamente glia reale, nel 1 56 I Scelse il villaggio del-
svilupparono il suo ingegno e ne fecero I' Escuriale, ora piccola città, a 7 leghe
un grand'uonio. Quantunque la suadop- da Madrid e da Segovia cm appartiene, e*
piezza fosse conosciuta, sapeva fingere sì dificandovi la magnifica chiesa e il son-
hene la generosità e la sincerità, che in- tuoso monastero sotto l'invocazione di s.
gamia va sempre coloro ch'erano già stati Lorenzo di cui era di voto,e in coni memo-
giuoco de'suoi artifizi. A Tea il talento di razione della vittoria riportata nel giorno
u
conoscere gli uomini, edi adoperarli ulib di sua festa a s. Queutin ( V.). La 1 . pie-
mente pe'suoi interessi. Niuu sovrano for- tra vi fu gittata a'cs3 aprile 1 563, e Tol-
se ha meglio conosciuto il modo di farsi e tima a'i3 settembre 584- Professando 1

diconservaiealleati. Alcuni gli rim prove- come il padre alta stima ai girolamini ,

l'ano che aspirasse alla monarchia uni- consegnò loro il monastero, e fu abitato
versale, e tolto induce a credere che l'a- da 5o a 200
1 religiosi. Il Pantheon che

\rehhe procurata alla sua famiglia, se gli serve alla sepoltura de're, delle regine e
veniva latto di pacificar la Germania a- degli infanti, non fu compreso ne' primi
gitata da'lulerani e protestanti, che cer- lavori : la costruzione l'incominciò Filip-
cò quietare coW Interim (F.) e colla Pa- polli nel 1 617, esi terminò da Filippo
ce (F.) religiosa, e rendere ereditaria la IV neh 654- I più famosi architetti spa-
corona imperiale, e per la quale fece un gnuoli di quel tempo,Gio. Battista Mon-
tenlativo col fratello in favore di Filip- negro di Toledo, e Giovanni Herrera suo
pò II. Trovati ostacoli insormontabili, allievo, furono scelli da Filippo 11 per
ritrasse lo sguardo da un mondo, cui non l'erezione d'un monumento, che doveva
poteva soggiogare interamente. Oltre la rendere testimonianza alla posterità di
suddetta figlia naturale, da d. Barbara sua pietà e grandezza,ed il quale fu chia-
di Blomberg, secondo la comune opinio- matocol nome del luogo o^e fu innalzato,
ne, ebbe d. Giovanni d'Austria che riu- Essi ebbero a intelligente cooperatore il

sci uno degli eroi del suo secolo, e nello monaco girolamino Antonio di Villaca-
spirare raccomandò a Filippo 11. Questi slino; altri vi aggiunseroLodovicodiFoix
gli lècecelebrareaBriisselles quegli splen- celebre architetto parigino. 11 Pantheon
didissimi funerali, che descrissi nel voi. si fece sui disegni di Gio. Battista Cre-
XX\ 11 J,p. 3 3, col le insegne di tulli
'

regni i scenzio romano e di Pietro Linzargara li di


posseduti dal defunto, e v'intervenne con Biscaglia.col concorso dell'altro religio-
lutla la pompa. Non eravi luogo slabile so fr. Nicola da Madrid. Filippo 11 im-
per la sepoltura de'monarchi di Spagna: piegò all' erezione dell' Escuriale 6 mi-
Carlo V avea falto seppellire d. Fenli- lioni di ducati, 066 milioni di reali, com-
nando suo secondogenito in Madrid, e la presi gli abbellimenti esterni, i giardini,
diletta imperatrice eregina Elisabetta da le passeggiate, le formano le di-
case che
lui scelta in isposa, nella cattedrale diGra- pendenze del monastero. Il Pantheon co-
rata, e ordinò d'essere tumulato presso sto 1,827,03 1 reali. Lariedificazionedelle
di lei, indicon codicillo preferì la cine- pa reti dell'edilìzio, consumale dall'incen-
sa di s.Giusto,ovedovea portarsi l'amata dio del importarono 11,620,091
1 67 1,
moglie onde riunirsi nondimeno si ri- reali, ed essendo caduto
il fulmine a'i
,
7
mise alla disposizione del figlio Filippo giugno 1 670 sulla cima della cupola, nei
Il quanto al loogo. 11 re volendo realiz- ripari s'impiegarono 352,ooo reali, (ili
care le intenzioni paterne e fendere una scrittori spagnuoli pai lano dell'Escuria-
SPA SPA 127
lecon ammirazione e entusiasmo. Cabre- e divorò grau parte de'mss. del re di Ma-
rà lo proclama Ì'S.' meraviglia del mon- rocco e di altre opere, circa 8000 volu-
do, e la i
.'
in dignità (le Sette meraviglie, mi. Altre notizie su questa rara e preziosa
del mondo, erano presso gli antichi, 7 biblioteca si ponno leggere a p. i()3 del
opere che superavano tutte le altre in Giornale di Roma 854- Solo aggiunge- 1

bellezza e magnificeii7a, cioè i Giardini rò, che titoli dell'opere sono scrini in
i

di Babilonia, le Piramidi d'Egitto, \i\Sia- grandi lettere sub' aprirsi de'volumi, in


tua di Giove Olimpio, il Colosso di Ro- opposizione ciò diesi pratica general-
di, le Mura di Babilonia, il Tempio di mente, e sono situali in armadi in guisa
Diana in Efeso, ed il Sepolcro di JVlau- che non si vede il dorso del volume, ma
solo. Alcuni aggiunsero l'Esculapio d'E- la parte ove s'apre. Si crede, che così i

pidauro, Minerva d'Atene, l'Apollo di


la libri soffri no meno, occupino minor spa-
Delo, il Campidoglio, il Tempio d'Adria- zio, e omino un beli' aspetto ai riguar-
no di Cizico. Altri vi no velarono il Tem- danti. L'Escoriale è costruito in pietra
pio di Salomone. Una delle meraviglie grigia, tolta dalla vicinamontagna, e se
moderneècei tamente \aChiesa dis. Pie- gli diede forma di graticola, onde allu-
la

tro in ^fl/iVrt«odiRoma),ethedopo glia- dere allo strumento del martirio del san lo
postoli nieiite di così grande erasi vedu- titolare. La sua architettura è di straor-
to nelle case consagrate al Signore. Fi- dinaria magnifìceu/a : ammirasi soprat-
lippo II volle dotare il monastero di li- tutto la costruzione egli ornamenti del-
na biblioteca, che non la cedesse ad al- la chiesa, eretta sul modello di s. Pietro
tra, per la scelta delle opere di cui l'os- di Roma. L'aitar maggiore è tutto di bel
se composta, ad utile de'religiosi, e an- diaspro, e sotto al quale esiste la sotter-

che pel progresso delle lettere. Dapper- ranea splendida cappella oPantheon tom-
tutto egli ne fece dispendiosi acquisti, im- ba regia : a 'due lati di essa sono vi 24 nic-
piegandovi una cura minuziosa. Inoltre chie occupate da altrettanti sepolcri di
il re dalla sua libreria vi fece trasportare marmo nero, ornati di bronzi dorali. Nel
4ooo volumi, la più parte mss. in di ver- complesso vi brillano profusamente ri udì*
se lingue e su tutte sorte di materie ; non ti l'oro, l'argento, le pietre preziose: gli

che quella che gli avea lasciato d. Diego utensili sagri e gli ornamenti sacerdota-
li 111 Lido de Mendoza, uno de'piìi dotti li sono d' una singolare ricchezza. Nella
spagnuoli, ambasciatore a Roma, a Ve- biblioteca, vasta e doviziosa, esistono belli
nezia , al concilio di Trento, con opere e superbi quadri. Dicesi che l'ampio e
riunite con raro discernimento. La biblio- gigantesco edilizio deli'Escuriale sia lun-
teca si arricchì ancora per le liberalità go 280 passi e circa 260 largo, e con-
di vescovi e letterati celebri. Pel suo in- tenga 1,000 finestre,! 7 chiostri, 22 cor-
1

cremento, Filippo 11 ingiunse a tulli gli tili, più di 1000 bellissime colonne, che

stampatori di Spagna, di mandare alla bi- altri vogliono in numero più assai mag-
blioteca un esemplare di lutti i libri che giore. Vicinissimo è il palazzo dello stile

uscissero da loro torchi; altrettanto fu or- architettonico in forma quadra, abitalo


dinato a quelli de' Paesi bassi. Sotto Fi- talvolta dalla famiglia reale, decoralo an-
lippo 111 un de'capi dell'armata navale ch' esso di pitture a olio de' pi imi mae-
s'impadronì della libreria del re di Ma- stri e di altre a fresco, con doviziose sup-
rocco, contenente circa 3ooo mss. arabi, pellettili ; l'esteso parco ed i magnifici
eseguiti con eleganza e ornali di belle mi- giardini costruiti in forma d'anfiteatro,
niature, e fu collocala all'Escuriale. Nel aggiungono bellezza all'amenità del pa-
1 67 1 il dello incendio che durò 1 5 giorni, lazzo dell'Escuriale. Si stabilirono nella
arse negli appai laujeuli del monastero, prossima montagna diversi grau serba-
ia8 SP.V SP.V
toi d 'acquo ,che l'acquedotto alimentar)?, 2Ìonr si assicurò di non pochi sellar!, li a'

mo-
fon ti distri bui te nel le di verse parti ilei quali Agostino Cacalla già predicatore di
nastero, del palazzo e de'giardini. Gran- Carlo V, e ne fece ardere ben 3o. Già il 1 e
dee comoda via conduce da Madrid al- essendo in Fiandra,alt ri con pia probabili-
l'Escoriale. tà dicono ni Vagliadolid ov'era nato, do-
Filippo li il Prudente, con una serie mandoci^ si rinnovasse alla sua presen-
di trionfi sopra la Francia, cominciò la za la terribile e suddescrilta scena chia-
gioì iosa carriera dal suo genitore inse- mala ['/luto dajrj per cui ,\o sciagura-
gnatagli Del destinarlo al hi monarchia di ti perirono sul rogo d'ordine del grande
Spagna. Passato in Inghilterra per in- inquisitore, sotto gli occhi del re, di sua
durre la regina Maria sua epoca a dichia- famiglia e della corte. Uuodi essi con tri-

rar gueira alla Francia, di là si recò in plice grida domandò grazia. Rispose l'in-
Fiandra, ove le sue truppe comandate flessibileFilippolI: Perisca tu ei tuoisimi-
dal duca di Savoia, vinsero a' io agosto li; quando pure si trattasse di mio figlio,
i Soy famosa battaglia di s. Quentin,
la lo darei in preda alle fiamme se fosse ere-
e lo ricordai pure nel voi. LXll, p. 28; tico. 1 delatori di simili delitti ne incol-
indi nel 1 558 il suo generale Egmont ri- parono Bartolomeo Carranza arcivesco-
portò altra vittoria sui francesi a Grave- vo di Toledo e domenicano, che confes-
lines, senza trarne tutto il profitto; non- sore di Carlo V lo avea assistito nel pun-
dimeno esse gli procurarono de' grandi to estremo; pare che fosse stalo anche
vantaggi nel trattato di pacedi Ghaleau- confessore della regina , e meglio di lui
Cambresis 55q, capolavoro di sua
nel 1 parlai nella sua biografia. Essendo in so-
politica. In questo dièil governo de'Pae- spetto l'opinione religiosa dell'imperato-
si Bassi alla sorella naturale Margherita re, ne aggravarono l'accusa. Portato al
duchessadiParma, condisgusto del prin- tribunale da due vescovi, egli disse: Io
cipe d'Orange e del conte d'Egmontche cammino tra il miglior mio amico, e il

vi aspiravano: pei ministro econsigliere le mio nemico più grande. Colpiti i prelati
die il celebre cardinal Perrenot Granve- da tal sentenza, l'arcivescovo spiegò: pel
la. L'eresia luterana erasi dilfusa iu det- miglior amico la sua innoceuza; pel mag-
te provincie, per cui disse Filippo II pri- gior nemico l'arcivescovato ricco di To-
ma di partire alla sorella: Volere piut- ledo Dalle carceri di Castiglia fu poi tra-
!

tosto non regnare, che regnare sopra e- dotto in quelle del s. uffizio o inquisizio-
1 etici. Irritalo poi dulie loro turbolenze, ne Roma, sotto Paolo IV e per suo or-
di
fece voto di consagrare il suo regno all'e- dine, come creduto autore di note mar-
stirpazione dell'eresia. Appena sbarcato a ginali da lui poste in libri eretici. Sino dal
Laredo iu Discaglia, una terribile bufera principio del regno Filippo II avea fer-
iuppe tuttelesue navi,ondeebbeadeplo- malo la sua residenza e corte in Toledo,
rare la perdita della preziosa raccolta di indi, nel 1 56o o forse meglio nel 1 563 la

quadri di Fiandra e d'Italia fatta da Carlo trasferì a Madrid, che divenne allora la
V con grave dispendio. Sua prima cura, capitale della Spagna. Sempre aceri imo
al rientrare inlspagna nell'agosto 1 55g, fu in esterminare gli eretici, informato dal
quella dispiegare il piuenergicozelocon- governatore di .Milano, che se n'erano
ti o i progressi della pretesa riforma reli- scoperti nella vallata del Piemonte, al-
giosa, e del le opinioni de'no va tori che dal- l'estremo del Milanese, il re ordinò che
la Germania e Inghilterrasi diffondevano tutti fossero impiccati, indi col ferro e col
in Francia, in (spagna, in Italia. Senten- fuoco purgò il regno di ÌNapoli dal cal-
do che nel regno era penetrala l'eresia, vinismo ch'erasi introdotto. La duchessa
ordinò rigori per eliminarla. L'inquisì- Margherita governalrice de' Paesi Bassi
S I» A SPA lag
non trovò le stesse facilità per l'esecuzio- ove morì nel luglio per aver mangiato in-
ne- d'un editto fatto da lui pubblicare per temperantemente dopo lunga astinenza,
rotare regio contro i nuovi settari. Non e fu sepolto nell'Kscuriale. Benché ere-
ostante i vescovati eretti ila Paolo IV nei de unico della corona, fu poco compian-
medesimi a istanza ili Filippo il, vi scop- to, per l'altiero e violento carattere: po-
piòla ribellione che descrissi a quell'ar- co dopo morì e in istato di gravidanza
ticolo, e produsse in mezzo al le piti tre- Elisabetta di Francia sua matrigna, già
mende esecuzioni del crudele duca d'Al- a lui fidanzata, lasciando due figlie, Isa-

ba e guerre sanguinose, il nuovo stato li- bella e Caterina, che poi sposaronola pri-
bero d'Olanda indipendente dalla Spa- ma l'arciduca d'Austria Alberto ex car-
gna. Papa l'io IV per avere reintegrali i dinale, colla dote di quanto rimaneva nei
Colonna delle terre confiscate in favore Paesi Bassi; la seconda Carlo Emanuele
de' Cara/fa da Paolo IV, il suo nipote di Savoia. Per tali morti i nemici di Fi-
ebbe da Filippo ducatod'Oria e una
il il lippo Il lo incolparono per motivo di ge-

grossa pensione. Pio IV avendo appro- losia, perchè il figlio che dovea sposar
vato il concilio di Trento, e sebbene dal- Elisabetta prima che il re la volesse per
laSpagna fosse accettato, non fu assolu- lui, continuò sempre ad amarla e ne fu
tamente ammesso in molti punti diesi riamato. Le circostanze di sua morte so-
credevano contrari alle prerogative del no ancora un mistero l'Alfieri ne fece :

regno. Navigando i vascelli di Filippo li argomento d'una tragedia. Lo stesso ze


nell'Arcipelago aldi là del Gange, s'im- lo che animava Filippo li a perseguitai
padronirono ili Lusson, Manilla e altre gli eretici, non permise di vivere in pa-

isole, ed il nome collettivo di Filippine che ce mori di Spagna, benché intenti a far
i

loro fu dato trasmise alla posterità quel- fiorire l'agricoltura, il commercio, le ar-
lo del monarca, sotto il quale vennero ti nelle contrade che abitavano. Alcuni
conquistate. Nel i 565 furono tenuti 5 editti fatti da lui pubblicare in Grana-
coucilii provinciali in Ispagna,cioè a To- ta, contro i sospetti di loro credenza re-
ledo, Salamanca, Saragozza, Valenza e ligiosa, die luogo a ripetute rimostranze

Braga; non fu pubblicato che ili. adu- de'medesimi,che furono sempre sdegno-
nalo per ricevere e approvare gli atti del samente rigettate: erasi presa la massi-
concilio di Trento,come riporta d'Aguir- ma di ridurli agli estremi. Irritati dalla

re nel t. 4 II Papa a difesa di Malta as- durezza dei re,nel 1 56g inalberarono Del-

sediata da'lurchi, la liberò col soccorso l' Andalusia stendardo della rivolta.
lo
del re, al quale perchè potesse mantene- Siccome d. Giovanni d'Austria, divenuto
re 70 galere contro tali formidabili ne- deslrissimo nell'arte militare, agognava
mici , concesse 700,000 ducati sopra i l'istante di segnalarsi ne'combattimenti,
benefizi di Spagna. L' eccessiva severità e Filippo II ne frenava l'ardore, essendo
ili Filippo II gli suscitò de' nemici non mortod. Carlo ne permise l'esperimento.
solamente tra'sudditi, ma nel seno di sua Inviato contro mori che aveano ripor-
i

famiglia. L'infante d. Carlo di lui figlio, tato vantaggi sulle truppe, egli s'impa-
stanco de'rigori ch'esercitava sulla pro- dronì delle piazze fòrti per privarli d'o-
pria persona, aprì delle intelligenze coi gni speranza di ritirata, gl'insegui nelle
libelli de'Paesi Bassi, e pensò ad evade- montagne, li disfece in replicati incontri,
re per porsi alla loro testa. Il re sospet- parte ne assoggettò, gli altri costrinse a
tando del suo proponimento, lo sorprese passar per sempre in Africa. In questa
nel letto nel gennaio 5G8, s'impossessò 1 specie di guerra civile, grandi furono le
di sue carte, ch'evidentemente deponen- atrocità commesse dall'una e dall'altra
do a suo danno, lo fece porre in prigione, parte. Nella biografia di s. Pio V trallai

VOL. LXVUI. 9
3o SPà SPA
dello famosa triplice alleanza nel 1^71 riale. Bello, valoroso, prudente, dolce, ge-
latin ira lui, la repubblica Venezia e
di neroso, fu amato da'soldati e dal popo-
Filippo i 1
j
per frenare la potenza minac- lo: lasciò due figlie naturali che racco-

ciosa di Sciiti) Il sultano delinchi, a Iole mandòal re. Fraltaotos. Pio V e nel mo-
elìcilo avcndo.il Papa confermalo al re do che raccontai a Sicilia, ammoni Fi-
l'indulto del predecessore pel manteni- lippo II contro i suoi ministri che ledeva-
mento delle galere. Dissi pure che supre- nogravementela libertà dellaChiesa, col-
mo comandante della llolta ne fu fallo la pretesa Monarchia di Sicilia in quel
d.Giovanni, e che nel golfo di Lepanto vegno,co\ regio excqitalur e con altro pre-
(dopo d' aver egli con un Crocefisso in giudizievole all' immunità ecclesiastica,
mano corso tutta la linea de'legniche a- in Milano ed in Ispagna. A Sovrani ri-

vea fatto schierare in 3 divisioni, esortan- portai le robuste e autorevoli risposte fat-

do col gesto e la voce i capi ed i soldati a te da s. Pio V al re e allo zio imperatore,


fare con valore dover loro, die il segno
il quando protestarono per a ver egli dichia-
al combattimento, ed avendo egli assali- rato granduca di Toscana Cosimo I, che
to il vascello ammiraglio turco, lo prese pure coronò; giacché Siena riguardatasi
all'ai embaggio, e la testa del comandan- suo feudo da Filippo II, e Firenze feudo

te fu infilzata sopra una picca, e tal i.° dell' impero da Ferdinando I. Il Papa
felice successo decise della battaglia na- concesse a'sacerdot: spagnuoli il privile-
vale) a'7 ottobre si olteune strepitosa e gio di portare all'altare il corporale fuo-
compila vittoria. La memorabile azione ri nominare il re
della borsa, e di poter
ebbe luogo non lungi da Azio, ove Augii- di Spagna canone della messa: il ce-
nel
sto eM. Antonio aveano pugnato per l'im- lebre Navarro, prima di morire, gli rac-
pero del mondo. Avea risoluto d. Gio- comandò la causa dell'arcivescovo Car-
vanni d'inseguire i turchi a Costantino- ranza. Nel $72 glisuccesseGregorioXHI
1

poli e tentare di cacciarli d'Europa, ma che Pio IV avea spedito legalo in Ispa-

la stagione troppo avanzata Io costrinse gna per l'affare di detto arcivescovo, con
ad abbandonarne il progetto. Più tardi Pereti e Castagna, che a mensa del re
i

corse con una squadra spaglinola la costa un suo buffone predisse loro il pontifica-
d'Africa,prescTunisi,Bisertaeallre piaz- to, e si verificò come notai nel voi. LV,
zerei era occupalo a formarvi uno stabi- p. 29 1 , dicendo che mangiava con 3 Pa-
limento durevole, quando fu richiamato pi. Nel 1572 Filippo II perde il celebre
per difendere il poco dopo
Milanese; ma cardinal Spinosa, ch'egli chiamò il mi-
fu invialo ne'Paesi Bassi per governato- gliore de' suoi primi ministri. Nel 1 576
re, ove Guglielmo 1 di Nassau fomenta- Gregorio XIII, dopo aver fatto da più
va le turbolenze per impadronirsene. In- congregazioni da lui presiedute esamina-
clinava a concessioni, ina vedendo che la re con attenta ponderazione la causa e-
dolcezza imbaldanziva i sollevati, prese clatante dell'arcivescovo Carranza, il cui
Namur e disperse Gemblours
i ribelli a processo e esito riporta Bernino, Storia
colla perdita di due soldati. Mori nel 578 1 dell'eresie t. 4> cap. io, compilo che fu
u Boìuges di 33 anui, ma non è fondata a'i4 aprile alla presenza della congrega-
l'odiosa accusa lanciata a Filippo II che zione del s. oITìzio e de'difetisori del prela-
ne avesse alfretlata la fine,per invidia dei to, lo dichiarò grandemente sospetto d'e-
suoi talenti e per timore che sposasse la resia, e l'obbligò ad abiurare e detestare
famosa Elisabetta regina d'Inghilterra, o 16 capi. Oltre alcune penitenze, lo sospe-
perchè il Papa trattava di maritarlo con se per 5anni dall'amministrazionedi sua
l'infelice Maria Stuarda regina di Sco- chiesa, nel qual tempo dovesse dimorare
y
zia (J .)\ il corpo fu trasportato all'Escu- uel convento di s. Domenico d'Oi vitto,
.

SPA SPA. 1 3

con libertà d'uscire per In città. Gli asse- imparentarsi con maritaggi, In delio mi
guòsulle rendite dell'arcivescovato 1000 no Gregorio XIII concluse con Filippo
scudi d'oro al mese, e riservò a se l'ero- imi lega, per liberar l'Inghilterra dal-
gazione dc'frutti sequestrati dal princi- l'oppressione d'Elisabetta, e liberar d dia
pio della prigionia sino al fine del suo e- prigione Maria Stuarda. Nel 58o pei 1

silio. Il prelato portato dal Valicano al morte del cardinal Enrico re di l'orto
convento della Minerva, oppresso da a- gallo, il suo nipote Filippo II pretendea
cerbissimo calcolo e da profonda tristez- do d'esser legittimo erede del regno, pel
za morì a 7. maggio, di 72 anni, con sen- •valore delduca d'Alba facilmente se ne
timenti di cristiana pietà. Nel ricevere il impadronì; così come Svinlilla vide>>i si
ss. Viatico, protestò ch'egli nonavea of- gnore di tutte leSpagne,e di tutlelr fio
feso Dio mortalmente
materia di fe- in lentissime colonie portoghesi d'Asia /l'A-
de, e di questo sentimento l'u il popolo frica ed'America. Poco dopo a' 26 hi
che chiuse le botteghe nel dì del suo fu- glioiSHi le 7 provincie ribelli de'Paesi
nerale,onorando il suo corpo come quello l'assi definitivamente con solenne atto si

d'un santo. Gregorio XIII fece porre sul- ritirarono dalla sua ubbidienza, ne at-
la sua tomba un epitaffio, coll'elogio di terrarono le statue, ne infransero il sigil-

uomo illustre per costumi e per sapere, lo, e sotto lostatolderGuglielmoIdi Nas-
modesto nelle prosperità e paziente nel- sau poi si eressero in repubblica d'Oliti
l'avversità. I frutti dell'arcivescovato,che da. Gregorio XIII restò affli Ito in sape-
defalcate le spese del processo ascende- re che il re avea prorogato l'armistizio
vano a due milioni d'oro, e per varie ne- co'turchi, per consolidarsi sul trono por-
cessitàerano stati consumati dal re, per toghese, e se ne gravò altamente veden
isgravarne la sua coscienza e dopo molte dosi deluso nelle promesse. Pertanto 11-

istanze il Papa glieli condonò. Già nel vocò frulli che il re godeva sul clero di
i

1 5y4 Gregorio XIII per le suppliche di Spagna, per combattere il nemico del no
Filippo II avea conceduto la facoltà d'a- me cristiano; indi dichiarò che ne'con -

lienare beni ecclesiastici del valore di venti e monasteri di Spagna non potes
4o,ooo scudi di rendite,eccettuando quel- sero abitarvi meno di 3 religiosi. Alcuni
li de'luoghi insigni e de'benefizi vacanti, scrissero avere Gregorio XIII donato la
e nella vendita prescritto che dovessero Uosa d'oro alla regina Elisabetta, ma es-
intervenirvi i delegati pontificii. Il re per sa era già morta alla sua elevazione al
giustificar la sua domanda fece conside- pontificato; sarà dunque meglio ritene-
rare che l'armata della lega contro il tur- re, che la mandasse ad Anna Maria fi-

co era costata 100,000 scudi al mese, glia dell'imperatore Massimiliano II, 4-"
quella de'Paesi Bassi 600,000 pure men- moglie di Filippo li, che lo fece pache
sili, e che i beni della corona erano im- di parecchi figli, ma il solo successore gli
pegnati con frutto per 6 milioni d'oro. sopravvisse. Raccontai a Francia l'in-
Infaticabile il re nell'operaie, dava con- fluenza ch'ebbe Filippo Usuila famosa
tinua attenzione a'bisogni de' vasti suoi santa Irga formatasi per escludere dal
stati : non contento d'invigilare dal fon- trono Enrico Illdi Borbone redi Na var-
do del suo gabinetto sulla Spagna, egli rà,comechè allora ugonotto, clic poi fu
nel 1 5y6 volle scorrerla tutta. La sua pre- Enrico IV redi Francia, colla mira d'in-
senza fu salutare in ogni luogo, rese do- vadere quella corona. Innalzato nel 58 5 1

vunque la più esatta giustizia, ascoltò i al papato Sisto V, il re gl'invio a osse-

lagni e riformò gli abusi : per annientar quiarlo il contestabile di Castiglia, e il

l'antipatia che regnava tra le di verse prò- Papa promise di favorir la lega, dichia-
viucie, indusse le principali famiglie a rando formalmente incorsi nelle censure
i3a SPà SPA
ecclesiastiche il re di Na varrà e suoi fau- 1 ico IV avrebbe abiurato l'eresia e rien-

tori clic privò di qualunque dignità; in trerebbe nel seno della chiesa cattolica,
di proibì nella Spugna matrimoni cogli i volle ritirarsi da più riconoscere la lega,
Eunuchi (/'.) Avendo Filippo II l'atta e perchè l'Olivares protestò in nome del

ima rigorosa prammatica sugli ampollo- re, lo licenziò dall'udienza due volte, n-
si titoli, vietò ai darsi a tutti. Il Papa se vendo conosciuto cupi raggiri di Filip- i

ne lagnò coli' ambasciatore Olivares, e po II e che la lega era fondata sopra un


proibì a 'cardinali di ricevere lettere sen- falso pretesto e che morto il Papa nel
;

za \' Reverendissimo, e
Illustrissimo e il I 5qo l'Olivares concitò un'insurrezione
mosse il re a dichiarare che non avea in- per abbatterne la statua. Gli successe Ur-

teso comprendere gli ecclesiastici, né gli bano VII, già nunzio di Spagna per 7 an-
ambasciatori. Dissi ad Altare § ix, che ni, che in nome di Gregorio XI II avea fat-

il Papa donò al re con privilegi quello to da padrino al battesimo di d. Isabella


su cui avea celebrato nella canonizzazio- primogenita del re. Dopo i3 giorni ne
ne di s. Diego. Dopo la tragica morte di occupò il luogoGregorio XI milanese,
Maria Stuarda, nel i 588 Sisto V si col- che nato suddito di Filippo II si mostrò
legò con Filippo II per punire Elisabet- parziale per lui, con rinnovare Moni- i

ta regina d' Inghilterraj il re per vendi- torà con troEnrico IV, soccorrendo la lega

carsiancora degli aiuti dati a ribelli fiam- con 8000 uomini e 1 5,ooo scudi al mese:
minghi, le inviò contro per invaderne il nel *)() 1il successore Innocenzo IX ne
1

regno una formidabile denomina- flotta seguì l'esempio, e promise alla lega pro-
ta {"Invincibile, sotto gli ordini del duca tetta da Filippo II4o,ooo scudi mensili.

di Medina Sidonia, con 3o,ooo soldati Visse due mesi e fu eletto in sua vece Cle-
e composta di 3o vele, che dicesi costa-
i mente Vili, il quale ad onta degli sforzi
ta 120 milioni di ducali. Altri la fecero del re e de'con federa ti della lega, assolse
ascendereall'esorbitanle numero di 2/£5 Enrico IV e lo riconobbe. Gregorio XI
vele. Peròappena avvicinatasi all'imboc- avea donalo lo Stocco e liei rettone al fi-

catura del Tamigi, una terribile burra- glio e poi successore del re; e Clemente
sca la sperperò; perirono molli legni, al- Vili fece il similecon altro infante. Prima
cuni caddero nelle mani degl'inglesi e o- di questo tempo, Antonio Perez ministro

landesi, il rimanente umiliata si ritirò in di Filippo 11 promosse in Aragona la ri-

Ispagua. Scrivono gli spagnuoli che si bellione, e poi fuggì quando fu spenta
pei dettero 32 navi da guerra, 6 da sbar- 1 coll'eccidio de' capi. Colla pace di Ver-
co ci OjOOo soldati; e gl'inglesi afferma- vins, conclusa con Enrico IV nel 1 5q8,
no, che restarono distrutte 8o navi, col- a mediazione di Clemente Vili, si resti-

la perdita di 20,000 uomini questa spe- : tuirono i paesi occupati. Giunto Filippo
dizione rovinò la marina spaglinola, e II all'età di 72 anni, consumato dal ma-
sparse la costernazione per tutto il regno. lesopportato con eroica pazienza, disin-
Filippo II alla notizia d'avvenimento così gannalo della vanità delle grandezze li-
disastroso, con tranquilla freddezza dis- mane, si fece recare la bara nella sua ca-
se: Avea spedito la mia flotta per com- mera e morì tranquillamente a'i3 set-
battere gl'inglesi, ma non le tempeste e tembre i5q8. Principe laborioso, capace
gli elementi; sia fatta la volontà di Dio. d'accudire agli affari e d' una modera-
Isella biografia di Sisto /'riprodussi la zione poco comune, egli non fu guerrie-
energica lettera ch'egli scrisse al re, acciò ro come il genitore, ma avea forse più
si pentisse di cuore per 1' usurpata giu- talenti nella politica. Colle sue astuzie e
risdizione ecclesiastica, ed ubbidisse alle destrezza, colla sua costanza e flemma,
sue ammonizioni; che sentendo che Eu- ne'pericoli e nelle avversità, stando nel
SPA SPA 1 33
suogabineltoseppecomandaree farsi le- tribunale di sangue, che fu il tiranno de-
mere, quanto Carlo V si ora fallo formi' gli eretici; ma Pio IV lo a vea chiamalo
debile alla guida degli eserciti. Gli ere- il prolettore della chiesa cattolica,e s.Pio
ticilo chiamarono demone meridiano , V ad onta delle sue serie esortazioni e
perché dal fondo del suo gabinetto me- minacce l'amò; dappoiché si può crede-
ridiooale,con un cenaocommoveva tut- re che senza suoi sforzi, la falsa religio-
i

te le coiti. Dopo labattaglia di s, Quen- ne protestante fatalmente avrebbe inva-


tin, vi si recò per incalzare I' assedio di so tutta l'Europa. Gli scrittori spaglinoli
quella città e volle espugnarla d'assolto : ne celebrarono altamente la memoria ,
per montare sulla breccia comparve ar- che imprecarono protestanti e qualche
i

mato da capo a piedi. Allorché poi udì cattolico parziale. Si esageri) dall'una e
il fischio delle palle, chiese al confessore l'altra parte: riunendo delle grandi qua-
che pensasse di tal musica; e gli rispose, lità e de' vizi, egli come Augusto protesse
che la trovava disgustosissima. Replicò il genio, la sua politica somigliò a quella
il re: Anche io, e mio padre era hen stra- di Tiberio, l'amore alla fatica lo parago-
no in trovarvi tanto piacere. Fece quin- nò a Vespasiano, e l'ambizione al padre,
di voto di nou trovarsi più a nessuna bat- e come lui aspirò alla monarchia univer-
taglia. Quando Paolo I V si dichiarò con- sale. V nel suo discorso
Allorché Carlo
tro di lui, die saggio di moderazione, e pronunziò l'abdicazione agli stati gene-
ricusò i consigli del rigore, attendendo rali, disse loro parlaudo di Filippo II ivi

sempre che il Papa face-.se ritorno alla presente Invece d'un vecchio prossimo
:

ragionevolezza. Egli però ignorava tutti a scendere nel sepolcro, io vi do un prin-


i molivi che indussero Paolo IV a soste- cipe dota lodi sagacità,alLivo e intrapren-
nere la guerra e la condotta crudele del dente. Sostenne sovente a un tempo la

duca d'Alba. Niuno meglio di lui seppe guerra co' turchi, francesi, inglesi e olan-
governar gli uomini, ed il suo carattere desi, e pressoché con tulli protestanti i

convenne perfettamente a quello degli dell'impero, senza mai aver alleati nem-
spagnuoli, massime a' casigliani, che si meno la casa d'Austria, ad eccezione del -

compiacevano dell' imponente gravità la lega col Papa, dalla quale presto si ri-

del loro sovrano. Benché la sua severità tirarono i veneti, alla sua insaputa-paci-
ispirasse più rispetto che amore, benché ficatisi colla Porta ottomana. Tali guer-
la monarchia molto soffrì sotto il suo re- re tornarono in suo danno e della Spa-
gno, sicché da quell'epoca incominciò la gna, la cui preponderanza scese col re
sua decadenza, fu vivamente compianto. uella tomba. Filippo II (Issò la maggio-
La possanza spaglinola giunse sotto di lui ranza de're di Spagna ai4 anni.
a quell'apice di grandezza, che ben pre- Filippo II I successe al padre Filippo 1
1,

sto con marcia retrograda dovea dipar- ed in età di 20 anni si vide padrone del-
tirsi; il Giappone mandò a prestargli o- le principali ricchezze de'due mondi : di
maggio, ed i potentati di Europa erano buon'ora manifestò grande debolezza di
di lui timorosi. A molto zelo per la re- carattere, e simostrò seuza passioni e di
ligione, unì grande liberalità versoi dot- poco senno. Quando il padre gli mostrò

ti il suo regno anche


e gli artisti, perciò i ritratti di varie principesse, perché sce-
in questo è del pari che quello di Carlo gliesse la sposa, rispose :Che quella a cui
V, e fu memorabile per una moltitudi- il re dasse la preferenza sarebbe per lui
ne di grandi uomini e di valenti scrit- la più bella eia più amabile. Pertanto il

tori. Si accusa Filippo 11 come vendica- re gli destinò Margherita d'Austria, figlia
tivo, sanguinario, ipocrita, troppo in tot- diCarlo arciduca diGralz. Ne'vol. XXIV,
r
leraute, e che dell' iuquisizioue fece un p. 1 ìo t LV, p. 5o, narrai theiu Ferrara
S PA SPA
(.Illudile Vili a'i 5 novembre i5q8 fece gnò amaramente. Volendo però tener-
la oeremonia degli sponsali tra il re rap- si amico Paolo V e mostrargli zelo reli-

presentalo dall'arciduca Alberto, e tra gioso, o per altri fini politici, il re a'c^ di-
questoelsabella sorella diFilippo IV rap- cembre con editto ordinò sotto pena di
presentata dal duca di Sessa: Margherita, morte a tutti mori stabiliti nel regno di
i

l'arciduca e il duca pranzarono col Pa- Valenza, di partire dalla Spagna in ter-
pa, che doni) alla regina la Uosa d'oro mine di 3o giorni. Il rigore dell' editto
e la carrozza colla quale l'avea fatta in- fu esteso a' io gennaio iG 1 o a tutti i mo-
contrare. 11 principio del suo regno risen- ri di Spagna, che sebbene olfrissero 3 mi-
ti la debolezza del monarca.-Sandoval du- lioni d'oro, dovettero uscirne in numero
ca di Lerma (di cui come degli altri car- di 34,ooo, o come altri meglio dissero
1

dinali iraltoallasua biografia, perchè eb- 700,000, ovvero circa un milione. Tali
be tal dignità a istanza del re), suo favo- sudditi laboriosi, commercianti e indu-
nio et."ministro, come miglior politico striosi lasciarono spopolate intere pro-
.lei suo padrone, volle riprendere l'ascen- vincie, riparando uella più parte in Asia e
dente cheavea esercitato sotto FilippoII. Africa. Fransi offerti a'francesi d'abitare
Sprovvisto il duca della fermezza neces- le lande di Guascogna, ma essendo loro
saria, non potè reggere la nave dello sta- imposta la professione del cristianesimo,
lo, i suoi connazionali predisseroaitamen- non accettarono. Considerando Paolo V
te le disgrazie che minacciavano la Spa- che l'esistenza de'mori in Ispagna recava
gna. Malgrado la pace conclusa colli In- grave dannoalla purità della religione, ne
ghilterra, la guerra conilo le provò gran piacere e lodò il re, facendo al
7 provin-
cie unite d'Olanda continuava; l'assedio liglioche poi gli successe il ragguardevole
d Ostenda pel corso di 3 anni costò im- donativo del lo Stocco e Berrettone ducala
mense somme e più d'BojOoo uomini. beuedetli. Si può vedere il Fonseca, Del
ftfoi to Clemente VlII,laSpagna neh 6o5 giusto scacciamento de' MoreschidaSpa-
die l'esclusiva al cardinal baronio, per gna, Piomai6i 1. Watson, Ilistoire du
avere scritto contro la Monarchia dì Si- regne du Philippe III , continucc par
cilia e contribuito al riconoscimento di Tomson, Paris 1809. Nel Gì per le di- 1 1

Enrico IV. Gli successe Leone XI già le- ligenze del Papa, si conchiuse la pace coi
dalo alla pace di Vervins, che assicurò francesi, la quale poi s'intorbidò in Ita-
I
ambasciatoremarchesedi Villena della lia tra duchi di Savoia e di Mantova,
i

sua amicizia pel re. Termino di vivere onde il re a istigazione del marchese Ino-
[1. issali 26 giorni, e gli fu sostituito Pao- josa governatore di ilano ruppe guer- M
lo V, il quale nell'interdetto a cui sotto- ra ali. , indi per le incessanti industrie
pose i veneziani, contro di questi il re gli di Paolo V si pacificarono nel Gì 5. Per 1

offrì le sue truppe del Milanese, promet- nuove rotture, cagionate dal nuovo go-
tendo di ridurli all'ubbidienza, mentre vernatore di Milano, Toledo marchese di
l'inetto ministro segretamente li anima- Villafranca e perchè il duca di Savoia
,

va contro il Papa. Nel iGoq allorché Fi- cercava ingrandirsi verso il Milanese, il

lippo 111 fu costretto a uua tregua di 1 2 Papa s'interpose col duca e con Filippo
anni coli' Olanda, coll'arciduca Albeito III, e non senza fatica potè ristabilire la
suo cognato sovrano de'Paesi Bassi, ri- concordia.il duca di Lerma colla sua alte-
conobbe! ole prorincìe unite per stato li- rigia essendosi inimicali molli, nel 1G 8 1

bero e indipendente, avendo inutilmen- cadde in disgrazia, si ritirò dalla corte, e


te il Papa insistito col re perchè si pat- poi ottenne il cardinalato per porsi al co-
tuisse il libero esercizio della religione perto dalle persecuzioni de'suoi contra-
D
cattolica nelle medesime, per cui se uè la- ri. Il suo figlio duca d'Uzcda edi lui crii-
SPA SP.V i35
dele antagonista venne ."ministro, e lo
ili i sciando intera libertà a'minUtri di mal-
stato non perciò fu meglio diretto. Ne- menare la monarchia, e d'infedelmente
gletta l'agricoltura, abbandonate le ma- amministrare le rendite. Di costumi pu-
nifattura, la penuria divenne estrema, ri e osservante delle pratiche religiose si-
aggiungendosi all'emigrazione de' mori, no allo scrupolo, zelante della fede cat-
quella degli spaglinoli ebein America an- tolica, generoso nella fondazione de'eon-
davano cercando una più rapida fortuna. venti e opere pie, umano, dolce, le sue
Il re pubblicò un editto salutare,con ac- buone intenzioni furono at traversate dal-
cordarla nobiltà d'esenzione della guer- la debolezza del suo carattere. Dopo il

ra a chi coltivasse le terre; ma disposi- suo regno l'autorità reale venne in deca-
zione sì saggia fu insudiciente a riempi- denza non pure nella Spagna, ina in Eu-
re il vuoto lasciato da' suoi sudditi. La ropa. Subito il conte Olivares s'impos-
Valtellina soggetta a'grigioniformavada sessò dello spirito di Filippo IV, e so-
lungo tempo il desiderio del ministero verchiò duca d'Uzeda che fu arrestalo
il

spagnuolo, perchè intercettava la comu- col padre, e così il duca d'Ossuna viceré
nicazione de'due rami della casa d'Au- di Napoli. Spirata la tregua eoll'Ohuida
stria, posta com'era tra il ducato di Mi- ricominciò la guerra , che fu fatta con
lano appartenente al i .", e quello del Ti- buon successo dagli spaglinoli, finché eb-
rolo posseduto dal 2. Il duca di Feria, bero a generale Ambrogio Spinola. Es-
governatore delMilanese,comecbè a que- sendosi impadroniti gli spagnuoli della
sto era appartenuta la Valtellina, intra- Valtellina, Gregorio XV
per estinguere
prese nel 1620 di levar tale ostacolo e riu- il fuoco d'una furiosa guerra die contro
nirla al ducato, sollevando i popoli della di essi minacciavano le potenze ,
per lu
Valtellina contro i grigioni. Ma noi fece quiete d'Italia prese in deposito la Val-
impunemente, poiché la Francia e Ve- tellina a'G giugnoi623 a mezzo del fra-
adombrate per tale ribel-
nezia del pari tello Ludovisi, argomento die svolgerò
lione dagli slessi interessi di politica, pre- meglio a Svizzera. In quest'anno per ri-
sero le parti de'grigioni. Paolo V scuo- popolare la Spagna, il re pubblicò un'or-
prendo le mire degli spagnuoli,a impe- dinanza portante die quelli che si mari-
dire il loro ingrandimento in Italia, ec- tassero di 18 anni per 4 fossero esenti di
citò l'attenzione de'principi, acciò la Val- ogni imposta; che quelli i quali ciò faces-
tellina essendo cattolica fosse sottratta da- sero prima di tale età, potessero senza
gli eretici grigioni e divenisse cantone del- permesso giuridico dirigere propri ai- i

la Svizzera indipendente. In questo mez- fari e quelli delle loromogli a malgra-


zo morì nel gennaio 62 1 1 , e gli successe do di loro minoreimità; elio lutti quelli
Gregorio XV. Poco dopo a' 3 1 marzo, a- che avessero avuti 6 figli maschi fossero
vendo aiutalo con 4$>ooo uomini l'im- esenti in perpetuo da ogni specie d'ag-
peratore Ferdinando III contro l'eletto- gravio, e che lutti i beni confiscati fossero
re Palatino, cessò di vivere inLisbonala- impiegali nella dotazione di figlie povere.
ficiando il tronoal figlio Filippo IV: l'al- Intanto si faceva la guerra sì in Europa
tro Ferdinando d'Austria di io anni era che nell'America, tra la Spagna e l'Olan-
diveuuto cardinale , creato da Paolo V da, e la fiotta spaguuola nel 62 1
j fu scon
che per distinzione gli mandò il cappel- fida presso Lima e presso Calais; però nel
lo e le altra insegne cardinalizie a Madrid, 6 5 Spinola s'impadronì eli Brada, Pa
1 '.

e fu poi governatore delle Fiandre; e le li- pa Urbano Vili nel 1627 pose line al
glie Maria e Anna le maritò al dello im- le pertinaci controversie delta Valtellina
peratore e a Luigi XIII re di Francia. Fi- con decoro della s. Sede; ma poco durò
lippo HI poco applicava agli all'ari , la- la quiete d'Italia sturbata dalla successio
1 36 S P A SPA
ne del ducato ili Mantova e Monferrato, moglie del duca di Draganza, l'anima della
sulla prima volendo la Spagna far vale- congiura che tolse (ter sempre il Porto-
re le sue pretensioni. Insorsero quindi due gallo alla Spagna. L'inflessibile Oli varei
formidabili rivali, il cardinal Richelieu invece di porre in opera la dolcezza per
arbitro della corte di Francia, e il conte pacificar le turbolenze di Catalogna, die
Olivares padrone di quella di Spagna; gli ordini i più rigorosi per costringere
ambedue pretendevano in fina politica, quella provincia colla forza. 1 catalani di-
ma il cardinale aveu talenti molto supe- sperali dalle distruzioni e saccheggi, nel
riori a quelli del conte, ch'egli deludeva 1 (>\ 1 si diedero a Luigi Xlll re di Fran-
nel cercar l'abbassamento di casa d'Au- cia, e Barcellona aprì le sue porte a'Iran-
stria^* a la le effetto fece alleanza eo'prin- cesi. L'Olivares per vendicarsi «li 1* ran-
cipi di Germania e colla Svezia a danno cia, somministrò truppe al conte di S»>is-
del l'impera lore,ecogli olandesi a pregiu- sons, principe del sanguech erasi ribella-
dizio della Spagna, a'quali spedì un eser- to; ma nel 1642 vedendo i progressi dei
cito in aiuto. L'anno iG35 fu adunque francesi in Catalogna, pubblicò a favor di
l'epoca del principio della lunga e cru- essa un' amnistia e il ristabilimento dei
dele guerra tra Francia e Spagna, ed i suoi privilegi. I ribelli si beffarono di tali

loro collegati : gli spagnuoli ne porsero che attribuendole a debolezza di-


oflerte,
l'occasione o il prelesto colla presa di Tre- vennero più arditi. I francesi s'impadro-
veri, e col levarne l'elettore ecclesiastico nirono di Perpignano e di tutto il Ros-
eh erasi posto sotto la protezione de'fìan- si destarono mor-
siglione, e d'ogni parte
ecsi. La Spagna vide nel i(>4o sollevarsi morazioni controil negligentee dispotico
una
dal suo seno ribellione, le cui conse- Olivares, che finalmente e per la perdita
guenze lungbe e fastidiose tornarono a del Portogallo fu destituito nel i643,
vantaggio di Francia die si accusò d'aver- qnaudoper morte del cardinal Richelien,
la destata, e ebe di certo non contribuì liberato dal fatale suo ascendente, avreb-
poco a fomentarla. Olivares vedendo il be potuto ristabilirgli affari del governo.
regno vuoto d'uomini e dì denaro, si av- il suo nipote d. Luigi de Ilaro gli succes»

visò di far pubblicare un editto che so- se nel ministero. Nel G44 mori Urbano 1

spendeva per un tempo i privilegi di pa- VI li, chea vea mandalo a Madrid le Fa-
recchie provinciedi Spagna per obbligar- scie benedette per l'erede del trono, e che
la contribuire tutte egualmente a'pres- nelle guerre degli spagnoli in Italia assi-
santi bisogni dello stato. I catalani ch'e- duamenteerasi adoperalo per la pace; gli
rano in possesso d'un'immunità totale sì fu surrogato Innocenzo X già suo nun-
in pace chein guerra, si ribellarono e fe- zio a Filippo IV. Nella biografìa di que-
cero man bassa sui casigliani che si tro- sto Papa raccontai, come nel 1646 quieto
vavano Ira loro,e uccisero il viceré. Il fuo- in Roma tumulto cagionalo dal cardi-
il

co della rivolta si diffuse in Portogallo, nal d'Este, contro l'almirante di Casligha


ed i portoghesi nel i. "dicembre scossero ambasciatore di Spagna, ed a Sicilia l'a-
il giogo di Filippo! V e della dominazio- iuto dato contro la rivoluzione di Napo-
ne spagnuola. Il re fu l'ultimo a sapere li, nata a cagione dell'imposte, mentre la

che il duca di Ihaganza erasi proclama- Spagna erasi liberata dalla guerra cogli
lo re di Portogallo, e che ciò gli toglie- olandesi , onde nel 1648 col trattato di
va una rendila di 12 milioni. Filippo IV MunslerFilippol V rinunziò a qualunque
perciò disse all' Olivares gravemente: che riconob-
diritto sulle provincie unite,
Convien porvi un ordine, e non tralasciò be come stati sovrani e paesi liberi. Es-
i suoi ordinari divertimenti. Fu Luigia sendo morta al re la moglie Isabella fi-
di MediuaSidouia della casa diGuzman, glia d'Enrico IV le di Francia, che te-
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neramente amava , sposi) Maria Ann» al conte di Fuensaldagnc incaricalo di di-


d'Austria figlia dell' imperatore Ferdi- fenderli. La Francia avea fortunatamen-
nando III Innocenzo
ncli(»|(). V spedì te un altro eroe da lar fronte al principe
alla regina per legato in Milano il cardi- inam alme, nella persona del famoso vis-
nal Ludovisi, col dono della Uosa d'oro, conte di Turenna: la guerra fu combat-
un corpo -santo e altri ilivoti regali. <»li tuta da'due generali con vario successo,
affini de'catalani ribelli andarono in de« e si terminò alla line dopo ?. 7 anni colla
cadenza, quando Filippo IV inviò contro pace de' Pirenei segnata dal cardinal Piaz-
ili loro suo Gglio naturale d. Giovan-
il zai ini e da d. Luigi de Entro, nell'isola
ni d'Austria assai valoroso, che già erasi de'Fagiania'ynovembreiG Ji),tra la Spa-
distinto in combattere l'insurrezione di gna e la Francia. I due principali artico-
Napoli, ed il (piale nel i 6 ja terminò l'as- li del trattato furono il matrimonio del-
a
soggettamento della Catalogna colla pre- l'infanta M. Teresa, unica superstite dei
sa di Da reel Iona. Questo fu un disastro per figli nati da Isabella di Francia, con Lui-
lu Francia, ma essa non parve niente di- gi XIV, e la cessione fatta dalla Spagna
sposta alla pace, benché Filippo I V istan- alla Francia del Rossiglione con porzio-
temente la domandasse a sua sorella la ne della miglior parte dell' Artois e suoi i

regina Anna madre di Luigi XIV. fran- 1 I due renella confe-


diritti sull'Alsazia.

cesi rientrarono in Catalogna Dell 653, renza che tennero a'6 giugno iGGo alla
ma ne furono cacciali da d. Giovanni Bidassoa, confermarono la pace, e il gior-
d'Austria, dopo essere stati battuti avanti no dopo Filippo IV consegnò la figlia a
Cirona che assediavano. NeliG") j l'am- Luigi XIV che la sposò solennemente a
Spagna in Roma cogli ade-
basciatore di s. Giovanni de Luz; matrimonio che più
renti alla sua corte, alla cui testa eravi tardi diede diritti alla casa Borbone sulla
il cardinal Medici decano del s. collegio corona Spagna, malgrado la rinunzia
di
e protettore della corona di Spagna pres- stipulata dall'infanta. Così laSpagna rien-
so Sede, procurarono l'elevazione di
la s. trò nel pacifico possesso della Catalogna,
Alessandro VII. All'articolo Nunzio ri- che erettasi ingovernoumiiicipale,siera
portai il richiamo da Madrid del nunzio posta sotto la protezione ili Francia. Fi-
Gaetani, fatto da Innocenzo X per le la- lippo IV s'indusse a lai convenzione, per
gnanze degli spagnuoli sopra l'esercizio preservare i suoi stati da un'intera dis-
del tribunale della nunziatura, e perchè soluzione , laonde conveniva procacciar
non curava il ricupero dellerendite eccle- loro la pace ad ogni costo. Alessandro VII
siastiche al cardinal Barberini, e la sur- molto adoperato per la sospirata
erasi
rogazione del Massimo non ammesso dal concordia anche per mezzo di nunzi
,

re, onde il Papa fece chiudere la nunzia- straordinari alle due corti quali pacifi-
tura; e che riuscì quindi ad Alessandro VII catori, scelti per essere accetti alle mede-
la remozione del Gaetani e l'accettazio- sime; ma
siccome nella pace eransi de-
ne del Massimo. Il Papa eccitò il re ad cise alcune controversie che riguardava-
aiutare i veneti nella gnerrra co'turchi, no il dominio temporale della s. Sede, sen-
ed esortò Luigi XIV a pacificarsi colla za preventiva partecipazione, il Papa fece
Spagna che avversava il suoi. "ministro gravi lamenti. Pertanto negò di aderire
celebre cardinal Stazzarmi onnipossente alle pretensioni delducadi Modenasulle
del gabinetto di Francia. Frattanto le ar- valli di Comacckio (A '.), e di quello di
mate francesi facevano maggiori progres- Parma su Castro e Ronciglione (F.) che
si ne'Pacsi Bassi, e la Spagna correva ri- sottopose alle bolle de non alienandis.
schio di perderli, quando il principe di Inoltre avea il Papa mandato a Madrid
Coudè, abbaudouuta la sua patnu, si unì per un nunzio straordinario il prezioso
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dono delle Fascìe benedette (/*.), pel pri- sa dell'imperatore Leopoldo I, morì ni

mogenito ili Filippo IV l'infante d. Fi- I 7 settembre [665di6oanni. Filippo IV


lippo Prospero che poco dopo morì. Era avea de'lalenti e delle virtù, come affa bi-
interesse della Spagna di terminar pure le, benefico, generoso, che avrebbero do-
la guerra col Portogallo, ma si ostinò a vuto farlo amare e rispettare, ma noi fu
continuarla ebbe motivo a pentirsene.
eil perchè tutte le sue buone qualità anni-
Un avvenimento piti raro in lspagna die chilirensi nell'indolenza e nella mollezza.
altrove, gettò nel 1662 la costernazione II titolo di Grande che gli avea dato an-
nella corte. 11 marchese di Lidie, figlio ticipatamenteOlivares, e che si die tanto
di d. Luigi de llaro, morto l'anno pre- poco pensiero di meritarsi, non servì che
cedenle,cospirò contro la vita del re. L'at- di soggetto alle ironie de'suddili. Quan-
tentato fu scoperto, ed i complici puniti; do perde i ricordati domimi, le Azzorre,
ina il re fece grazia al marchese in con- il Mozambico e altri, i satirici gliassegna-
siderazione de'servigi di suo padre:il mar- rono per impresa una fossa col motto :

chese espiò il suo delitto con sincero pen- Quanto più le si toglie, tanto è più gran-
timento, e meritò poi colle sue belle a- de. Questo principe era d'una gravità co-
rioni d'esser fatto viceré duN'apoli. Indi Fi- sì costante, che non si vide ridere 3 vol-
lippo IV preparò un grande armamento te in tutta la sua vita. Carlo II montò
contro il Portogallo: la regina Luigia reg- sul trono di 4 ann e regnò sotto la tute-
>

a
genle,dopoaver invano chiesto la pace,ot- la della madre M. Anna d'Austria e di
tenne soccorsi da Francia e Inghilterra, 6 consiglieri nominati dal padre. La re-

e die il comando di sue truppe al conte gina pose alla testa del consiglio edel go-
di Schomberg. Gli spagnuoli comanda- verno il p. Nidardo gesuita d'Austria, e
ti Giovanni d'Austria presero E-
ila d. lo nominò grand'inquisttore e poi 1 ."mi-
voraa'22 maggio 663, donde marciaro- 1 nistro. Questi contribuì alla pace col Por-
no direttamente su Lisbona, ma per via togallo, segnata a Lisbona ili 3 febbraio
furono ai restali da Schomberg che ri por- 1668; ed a quella de'2 maggio in Aqui-
tò sopra di essi compita vittoria. Nel 1664 sgrana colla Francia, avendo le due corti
subirono altra nuova disfatta davanti Ca- arbitro della medesima Clemente
l'atto

stel Rodrigo. Per colmo di sciagura Fi- IXjchepureerasi prestato per quella del
lippo IV si lasciò prevenire dagli artifizi Portogallo, di cui riconobbe 1' indipeu-
della regina sua moglie contro d. Giovan- denza. Nelle vertenze tra Portogallo eSpa-
ni d'Austria, il solo capace di riparare le gna, dissi a quell'articolo coll'autorità del
perdite della Spagna, gli tolse il coman- cardinal Pacca, che la s.Sede continuò
do degli eserciti e 1' esiliò a Cousuegra. la corrispondenza col Portogallo; me-
Nel i665 i portoghesi ottennero nuova che Papi
glio informato, posso asserire, i

vittoria contro gli spagnuoli il 17 giugno per un riguardo alla Spagna che impedi-
a Villa Viciosa o Monte Claros, la cui va il riconoscimento di Giovauni IV, si
notizia fece cadere in deliquio il re e di- trovarono interrotti nelle relazioni col
cendo : Questa è la volontà di Dio. Stan- Portogallo dal 1640 al 1668 per quasi 3o
co d'un regno cos'i procelloso, oppresso anni, a segno che vacate le sedi vescovili

dal cor doglio e da'cla ni ori de'sudd iti con- senza essere rimpiazzale, il Portogallo re-
tro i ministri, si mostrò disposto a inta- stò con un solo vescovo. Pacificatele par-
volare negoziazioni per la pace colla cor- ti contendenti, subito provvide a'vesco-
te di Lisbona, quando peggiorando l'af- \.tli vacanti Clemente IX. Questo Papa
franta sua salute, dopo a ver comporlo un essendo nunzio a Filippol V,ottenne l'an-
consiglio per Cai lo suo figlio, il solo ciuc- no, pensione
1 di4ooo scudi alla patriar-
iagli restato, oltre Margherita Teresa spo- cale basilica di s. Maria Maggiore di Ro-
3

SPA SP A 1
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ma. Descrivendo questa chiesa notai, die eia. Il viceré assediò la piazza e non po-
il capitolo per gratitudine eresse al re una tè impedire i soccorsi che vi fecero pene-
statua ili bronzo, e che successori furo-
i trare i francesi, e tosto la loro (lotta ri-
no riguardati canonici della medesima; portò una vittoria all'altura di Messina.
avendo pur detto chela madre del ledo- II principe di Monte-sarchio e l'ammira-
no alla basilica l'urna d'argento per rac- glio Ruy ter nel 1 G76 fecero un tentativo
chiudervi la s. Culla di Gesìi Cristo, di sopra Augusta senza riuscita, e poi Rny-
cui riparlala Presepio, alla quale in que- ter perì dopo il combattimento datogli
sto secolo fu sostituita l'odierna da d. Ma- da Duquesne nella rada di Palermo. Car-
ria Emanuela duchessa di Villa Ilermo- lo II fattosi nel 1G75 dichiarar maggio-
sa, chefece pure due i busti d'argento re, prese le redini ilei governo, lasciando
che nella patriarcale basilica Lateranen- grand'influenzaalla madre, che nel 1677
se contengono le sagre Teste de' su. Pie- per abuso di potere confinò in un mona-
tro e Paolo (F.), ed il reliquiario eziandio stero di Toledo,e nominò 1. "ministro d.

d'argento per le reliquie della vera Cro- Giovanni d'Austria. Questi riformò molti
ceesistente nella chiesa di s. Croccili Ge- abusi, e fece concepir di lui grandi spe-
rusalemme di Roma e descritto da Can- ranze che poi non velifici): troppi ostacoli
cellieri,/Vb//s/e dell'anello. Nidar- AI p. si opposero alle sue vedute, eil re lodati-

do si attribuì dalla gelosia de' grandi la neggiò sovente nel bene che voleva ope-
perdita di pai cecilie piazze de' Paesi Las- rare. Pel ristabilimento della monarchia
si tolte dalla Francia, non che quelle del- già sull'orlo di sua rovina era necessaria
la Franca Contea, restituite però in detta la pace, che Papa Clemente X avea tan-
pace d'Aquisgrana. Unitosi a'suoi emuli to sollecitata, e fii segnata colla Francia
d. Giovanni d'Austria, accusandolo d'or- a Nimega a'17 settembre 1768: la Spa-

goglio, d'incapacità, di negligenza, obbli- gna dovè cederle Franca Contea, con la

garono la regina a mandarlo a Roma per diverse piazze de'Paesi Cassi. Dovendosi
ambasciatore e fu creato cardinale. 1 fì- maritare Carlo II, e non riuscendo a d.
libustieri d'America continua vano in tan- Giovanni d'ottenergli l'infante di Porto-
to le loro scorrerie sotto la condotta del- gallo, domandò e prontamente ottenne
a
l'esperto capitano Morgan: nel 670 pre-
1 M. Luigia d'Orleans figlia del fratello di
seroPortoBello, ove fecero immenso bot- Luigi XIV, con poco piacere della spo-
tino, e saccheggiarono altre piazze, senza sa che aspirava alDelfi no, la (piale poi per
che Spagna osasse armare contro que-
la l'amore che le pose il re lo dominò im-
gli avventurieri. Poco solida avendo la periosamente. Gli sponsali si celebrarono
pace con Francia, nel 1G72 si dichiarò la nell'agosto 1671), e nel seguente settem-
guerra, e nel seguente anno il principe di bre mori Giovanni riguardato l'ulti-
d.
Orange fu dichiarato generalissimo del- mo uomo grande di casa d'Austria in I-
l'armate di Spagna ne'Paesi Bassi; ma il spagna.ll reaiulòl'iojperatoie Leopoldo
suo valore appena arrestò progressi del- i I contini turchi cheassediarono Vienna.

l'armi francesi. Esse ebbero anche de'con- In Nimega non essendosi appianate tutte
siderevoli vantaggi nella Catalogna, e nel con Francia, nel 1684 c0 "'
le difficoltà

1674 la Franca Contea ricadde sotto il vennero in Ratisbona ad una tregua di


potere diXIV. La Sicilia gemeva
Luigi 20 anni e ne durò soli 5; poiché Fran-
da lungo tempo sotto il dispotismo dei cia di nuovo attentò allo smembramento
viceré spaglinoli: Messina stanca di sop- della Catalogna, minacciò l'Aragona e di-
portare il imponevano, si ri-
giogo che le sfece in più incontri gli spaglinoli. La pa-
bellò, e con a capomarchese di Treca-
il ce di Risvt i« h nel 1 G97 pose fine alle ca-
stagne,si pose sotto la protezione di Frau- lamità di Spagua, cooperando alla con-
I |0 SPA SPA
cMiiia paterne sollecitudi ni co'sovrani
le pressoché tulli i membri del gabinetto.
ili Papa Innocenzo \ll. Carlo II nato per Per altro la nascila del principe ih Bavie-
esser governato, lo fu da'suoi ministri : ra avea prodotto nella corte di Spagna
dehole e di cognizioni limitate, era inca- lo stesso mutamento che tra le altre po-
pace di sopportare il peso del governo. tenze d' Europa, e persino nella regina
\ issecomei monarchi d'oriente in fondo madre, poiché la rinunzia dell'elettrice
al suo palazzo, in mezzo alle donne, ai non eia stata confermata né da Carlo II,
nani,ead una moltitudine d'animali rari, né dalle cortes. L'imperatore in viòa Ma-
senza istruirsi de' pubblici avvenimenti drid l'abile conte d'Ilarrach, che dopo su-
d'Europa. Gli affari languirono, tutto fu pera te infinite difficoltà ottenne dal re la
immerso nel disordine, essendo la corte promessa d'eleggere suo successore l'ar-
inpreda agl'intrighi ealle rivoluzioni del ciduca Carlo, a condizione che l'impera-
gabinetto, per lo più dominato da II' ini pe- tore l'inviasse nella sua corte con 1 0,000
ra loie. La sa Iute vacillante di Carlo Il,e la uomini. Leopoldo mancando di truppe
I

sterilità avuta colla i .


a
moglie Luigia, die e denaro e temendo d' esporre il figlio,
a
continuò colla 2." M. Anna di Neubourg oppose difficoltà e alienò da se l'animo
figlia del duca Guglielmo j)oi elettore Pa- de'suoi partigiani, chiedendo per l'arci-
latino e sorella dell'imperatrice, diedero duca governo del Milanese, la qua co-
il I

occasionesul finire del suo regno a diver- sa fece giudicare che si proponesse lo
si progetti nelle differenti coi ti intorno al- smembra mento della monarchia. Dall'al-
la sua successione. L'imperatore Leopol- tro canto Luigi XI spedì aMadrid il de-
do I avea sempre spelalo succedere alla stro marchese d'IIarcourt per attraver-
corona di Spagna, e inteso a'mezzi per ot- sar le pratiche del partito austriaco, ed
tenerla avea sposato la sunnominata in- essendosi assicurato che le potenze ma-
a
fanta M. Teresa, da cui ebbe soltanto una rittime erano contrariea vedere ulterior-
figlia, che unendola in matrimonio all'è- mente unita la monarchia spagnuola agli
lettore di Baviera le avea fatto rinunzia- itati di casa d'Austria, si collegò con l'In-
re i Avea altresì persuaso
suoi diritti. i ghilterra e l'Olanda, per dividere la suc-
membri grande alleanzau soste-
della sua cessione tra i 3 pretendenti. Fu perciò
nerlo, e perchè non si temesseche gli stati statuito nehGr)8 all'Aia: che il principe
de'duerami di casa d'Austria fossero pos- elettorale di Baviera dovesse posseder la
seduti da un medesimo sovrano, promise Spagna e le Indie occidentali; il delfino
trasmettere i suoi diritti al suo secondo- di Francia i regni di Napoli e Sicilia, e
genito arciduca Carlo; ma fu deluso nel- la Guipuscoa; l'arciduca Carlo il ducato
l'espettativa per la nascita d'un principe di Milano. Il trattato fece la più viva im-
elettorale di Baviera, di cui l'elevazione pressione a Vienna ed a Madrid; lo sde-
parve meno pericolosa che cjnella d'un gno di Carlo II giunse alla frenesia, e ri-

arciduca. Leopoldo 1 chiedeva la succes- solse di crearsi un successore, e tutti fa-

sionedi Spagna: i.°comesolodisoendente vorirono le pretensioni del principe ih Ba-


in linea mascolina di Filippo I arciduca viera per escludere l'arciduca. Il re con-
d'Austria, e di Giovanna d'Aragona e di sultò il Papa Innocenzo XII, il suo con-
Castiglia; i.° come figlio di M. Anna fi- siglio,ed più celebri giureconsulti di Spa-
i

glia di Filippo IV, ed erede del la monar- gna ed'Italia;tutte le risposte furono qua-
chia spagnuola in virtù delia rinunzia di li si bramavano, e Carlo II nel testamen-

M. Teresa mogliediLuigi XIV, e di quel- to dichiarò suo successore il principe ba-


la dell'elettrice di Baviera sua figlia. La varo. Leopoldo 1 ne restò addolorato pici

sua causa era sostenuta a Madrid dalle due del trattalo di riparlo, e fece al re fortis-
regine madre e sposa di Cado 11 , e da sime ruppreseulaq/e ; ma la morie del
SP A SPA \\\
pi incipe bavarese avvenuta in quel tor- morì Carlo II, piò famoso nella posteri-
no i-; I « resela speranza. Intanto la Fran- tà pel suo testamento che accese Euro* I

cia trovò mi cardinal Luigi Portocan e- pa per la Strepitosa e lunga guerra di suc-

ro spagnuolo, un agente non mono atti- cessione, che pel suo regno languido e in-

vo, cheefficace e infaticabile, il quale ven- felice.

ne a capo di rimuovere quanto poteva far Filippo V pel testamento di Carlo II,

ombra al partito francese, onde fu inesco che richiamò in suo favore diritti alla i

alla direzione degli affari. In pari tempo corona di Spagna della di lui ava I\1." Te-
Luigi \IV nel 1700 intavolò coli' Inghil- resa d'Austria, ascese sul suo trono di 7 1

terra un altro li allato di di visionerà l'ar- anni , e fu il capostipite della regnante


ciduca e d delfino, ma l'imperatore non stirpe de' Borboni. Il suo Felice carattere
v'accudì, (d'intrighi del partito francese perfezionato da un 'eccellente educa/ ione,
insinuò al re d'essere alfatturato da ma- e il suo spirito formato dall' istruzioni
lefizio,e com'era supeistiziososi fece esor- profonde dell'avo Luigi XIV fece conce*
cizzare. Caduto in tetra malinconia, fece piregrandi speranze. Dichiaralo rediSpa-
aprir le tombe di sua madre e della pri- gna a Fontainebleau a' 16 novembre, il
ma moglie, e baciò i resti di tali cadaveri. 9.4 fu acclamato a Madrid, ove fece il so-
Chiedendosi a Carlo 11 un eredeal trono, lenneingressoa' ispide 701. III. suo
il cardinal Porlocarrero lo ridusse alla alto di sovranità fu una testimonianza di
massima perplessità, e per mantenere l'u- riconoscenza verso il cardinal l'orlocar-
nità della monarchia lo persuase di nuo- rero, a cui era debitore in alcun modo del-
vo a ricorrere a InnoceuzoXII, di cui la la corona: lo fece 1 ."ministro, e creò vi-
risposta fu conforme a' suoi pareri e in ceré di Catalogna il nipote; indi confer-
favore di Francia, in vantaggio della qua- mò nel governo generale de' Paesi Bassi
le Carlo II a'2 ottobre fece il suo testa- l'elettore di Baviera. L'affabilità e il con-
mento, e veune accettato da Luigi XIV; tegno riservato di Filippo V fecero una
con che il re di Spagua nominò succes- feliceimpressione sopra un popolo stan-
sore il di lui nipote e secondogenito del co del governo deplorabile del suo pre-
a
delfino, Filippo duca d'Angiò nato da M. decessore; e tali preziose qualità gli cat-

Anna di Baviera. In mancanza poi d'altri tivarono una parte di (juegli stessi che si e-
principi francesi l'arciduca Carlo, a patto rano vigorosamenleopposti alla sua esal-
che corona non si riunisse all'impero,
la tazione. Dopo un breve soggiorno a Ma-
e per ultimo il duca di Savoia in difetto drid fece un viaggio nelle provincie spa-
de'noin inali. Appena il re lo sottoscrisse gnuole e andò a presiedere agli stati diCa-
sembrò star meglio dal suo male, ma il talogna, alla quale aumentò privilegi i

suo affetto per casa d'Austria ripigliò vi- e n'ebbe in dono 4,5oo,ooo lire. Il re si

gore, l'idea di veder 11 corone traspor- conciliò l'affetto de'suoi sudditi per alcu-
tale su quella di Francia, di tante forman- ni atti d'un'amministrazione illuminata
dosi allora la monarchia, lo fece sospira- e paterna, e per alcuni esempi di giusti-
re; si adirò contro quelli che Io aveauo zia e clemenza. Diminuì gli uffizi super-
consiglialo in contrario, e spedì un cor- flui nel civile e nel militare, moderò le

riere all'imperatore per annunziargli che spese di sua casa, ed abolì molli impieghi
avea risoluto dichiarar suo erede l'arci- inutili. Nell'articolo Bosa d'oro descrissi
duca. iVonpotè elfettuare il proponimen- il ceremoniale col quale il cardinal Ar-
to, e spirò il .°novenibre 700, di 3() an-
1 1 chinto nel 1 70 1 ,
quale legalo di Clemen-
ni. Il ramo primogenito di casa d'Austria te XI, la presentò in Nizza con altri do-
1
finì con lui , e la monarchia spaglinola ni sagri a M.' Luigia Gabriela di Savo-
passò in quella de'lìorboui. Così visse e ia, che recavasi in (spagna a sposare Fi-
j42 spa SPA
lippo V. Il suo trono sembrò stabilito su cipio di tale guerra fu un misto di pro-
solide basi, e da principio tulle le poten- speri e di sinistri successi. Nel 702 Filip-
1

ze d'Europa lo riconobbero, tranne l'im- po V fece, contro il parere dell'avo Lui-


peratore, per sostenere le ragioni del fi- gi XIV e del cardinal Portocarrero, un
glio arciduca; ed è perciò che ben presto viaggio in Italia, dove la sua generosità,
a' 7 settembre l'impero, l'Inghilterra e gli guadagnò tutti i cuori, soprattuttodei
l'Olanda formarono una léga formidabi- napoletani che dona 101107 00,000 L u *
gli '

le ,
denominala grande alleanza , nella cati. Entrato in Napoli a' G aprile, subito 1

quale presero poi palle la Savoia, il Por- spedi a Roma il marchese di Louville per
togallo e il re di Prussia per detronizzar* umiliare il suo ossequio a Clemente XI,
lo, ingelositi di LuigiXIV. Alla Spagna il quale corrispose con lettera autografa

si unì la Francia, ed ambedue pregaro- de'2 maggio, e con l'invio del cardinal
no istantemente Papa Clemente XI ad Barberini legato, in uno a preziosi divo-
promettendo gran-
unirsi alla loro lega, zionali. Questa dimostrazione di recipro-
dissimi vantaggi alla sua famiglia Alba- ca urbanità offese l'imperatore, che richin
ni. ClementeXIjChe da cardinale era sta- mò da Roma l'ambasciatore conte Lam-
to richiesto del suo consiglio da Innocen- berg, indi egli col figlio Giuseppe I re dei
zo XII pel consulto di Carlo li, insieme romani a' 1 2 settembre formalmente ce-
a 'cardinali Spada, Panciatici e Spinola, derono i diritti sulla contrastata monar-
amando Europa, come pa-
solo la pace d chia, in favoredell'arciduca Carlo. L'im-
dre comunede'fcdeli, per ninna delle due peratore avea mandato in Italia il cele-
parti si dichiarò, ed iuvece con energico bre principe Eugenio di Savoia duca di
zelo si applicò co 'suoi nunzi per impedir Soissons (f.), suo generalissimo, il qua-
la guerra, scrivendo energiche lettere a leavea battute a Carpi e a Chiari le trup-
quasi tutti i principi. Leopoldo I e Filip- pe francesi, spagnuole eitaliane. Filippo
po \ fecero a gara in offrire il tributoper Vnel riturno in Ispagna, passando a Ge-
le due Sicilie, acciò glie ne dasse l'inve- nova, traversò il Milanese e andò all'e-

stitura; ma Clemente XI,seuza dichiarar- sercito francese, trovandosi presente alla


si per ni uno, ri fiutò il censo e si ricusò d in- battaglia di Luzara , vinta dal duca di
feudarli, volendo rimanere neutrale. Ad Vendónie,dopo a ver egli animatole trup-
onta d'un contegno tanto lodevole e pru- pe. Sperava il re di cacciare gl'imperiali
dente, fu esposto in uno al suo dominio dall' balia, ma gli alleati minaccia vano già
temporale a gravi dispiaceri, per gelosia la Spagna, ed egli si affrettò di ritornare

de' belligeranti, gl'imperiali occupando a Madrid. Gl'inglesi e gli olandesi a veano


Comacchio,epartedelle provincie di Fer- assalita l'Andalusia, mentre il duca d'Or-
rara eBologna. I molti avvenimenti e con- mone! portava le sue armi nella Galizia.
seguenze di questa memorabile guerra, a- La sua flotta d'8o navi prese nel porlo
vendoli descritti negli articoli di tutti que- di Vigo2 3 vascelli francesi espagnuoliche

gli stati che ne presero parte, ora accen- accompagnavano i galeoni provenienti
nerò le principali vicende che più parti- dal Messico: gl'inglesi s'impadronirono di
colarmente spettano alla Spagna. Tra gli oltre 12 milioni, e la marineria spagnuo-
storici che anche qui ricor-
la descrissero, 1 a fu sino da quel momento distrutta. Fi-
derò il marchese Francesco M.'' Ottieri lippo V tolse il suo favore al cardinal Por-
cavallerizzo di Benedetto XIII: Istoria tocarrero, e a d. Manuele Arias, passan-
delle guerre avvenute in Europa e par- do l'autorità loro al cardinal d'Estrees, e
ticolarmente in Italia per la successione più particolarmentealla principessa Tre-
alla monarchia di Spagna, dall' anno molile Orsini maggiordoma della regina
1 696 all'anno 1725, l\oma 1
7 2 8. 1 1 prin- (della quale riparlai nel voi. LI X, p. 1 92),
e

SPA SPA i43


die edell'animo del recinsi ini-
di questa a Carlo III, senza approvare a chi de'due
padrooita. Si combatteva già da 3 anni spettasse la dignità. Filippo V se ne nf-
in Europa per questa guerra di succes- fese,e non attendendo le ponlificiegiusli-
sione, allorché:I'arciducaCarlo partì d'In- fìcazioni, richiamò da Roma il ministro
ghilterra nel 1
704 per ondar a sostenere duca d'Uerda, vietò a'suddili ogni com-
nella penisola i suoi diritti alla corona, e mercio colla s. Sede e a'regolari co'loro
sbarcòinPoi logallo.FilippoYcon2o,ooo generali, impedì le commissioni aposto*
francesi si avanzò verso quel regno, e ri- lidie, sequestrò i frutti dellechiese vacan-
portò alcuni vantaggi. La flotta inglese ti e appartenenti alias. Sede, e prescris-
uscita dal porto di Lisbona, si presentò se a'vescovi una nuova forma di discipli-
nvauti Barcellona e Cadice, dove l'arci- na per supplire da loro alla spedizionedd-
duca avea intelligenze, ma le due piazze le bolle apostoliche. Il Papa tentò d'illu-
furono difese. La fortuna condusse gli al- minare il re, e non riuscendogli, annullò
leati dinanzi la fatnosaGibillcrra, la quale tulli i suoi decreti colla bolla Alias, pres-
mal prof velluta, dagl'inglesi fu per seni- so il Bull. Rom.l.io, par. 1, p. 270. Con
pie lolla alla Spagna. Avendo re divi- il diversi brevi e bolle e in vari tempi Cle-
so l'esercito s'indeboh,e nel 1 705 perde le mente XI si querelò e prese provviden-
sue conquiste di Portogallo, e altri Bini- ze con diversi vescovi, contro le lesioni

stri avendo aumentali


eventi malcon- i dell'immunitàecclesiastica, inculcando la
tenti, si scuoprì una congiura onde il re dovuta reintegrazione ai ministri regi,
si circondò di guardie. Le redini dello sta- Volendo Filippo V mandar detenuti in
to si fecero vacillanti nelle mani di di ver- Francia quegli spaglinoli che parteggia-
si ministri, diesi succedevano secondo i vano pel pretendente, fra i quali Guzman
capricci della principessa Orsini, di cui patriarca dell'Indie, Sala vescovodi Bar-
il favore e il credito era divenutoimmen- cellona poi cardinale, e Sa ndo vai vescovo
so. L'arciduca con flotta inglese e arma- di Segovia, olire altri costituiti in dignità

ta si presentò sulle coste di Valenza, che ecclesiastica ; il Papa si offri di prender-


si dichiarò in suo favore. Arrivato in Ca- li in custodia nella sua città d'Avignone
talogna, prese con tradimento le fortezze e processarli, senza violar le leggi della
di Lerida e Tolosa; Barcellona fu forzata Chiesa, e fu esaudito. Mostrandosi il re
a capitolare e vi venne proclamatore di soddisfallo, gli die parte della nascita di
Spagna,col nomediCarlolII: egli vi accol- d. Luigi primogenito, e il Papa gl'invio
segli ambasciatori delle potenze alleate, le Fascie benedelle. Animato Filippo V
in breve tutla la Catalogna, regni d'Ara-
i dalla speranza di terminar la guerra con
gona Valenza ne seguirono le parti. Nel
e impossessarsi del competitore, incalzò
voi. IX, p.92, raccontai che superiori del- i l'assedio di Barcellona con ardore, quan-
ta chiesa iiazionaledis.CarlodiBomadel- do le flotte inglesi e olandesi l'obbliga-
la nazione lombarda, riconoscendo Car- rononel meglio a ritirarsi con gravi per-
ii) III, volevano espone il suo ri Ira Ito nel- dite. Il maresciallo di Tessè avendolo con-
ia festa, mentre l'ambasciatore di Filip- siglialo d' andare a conferire con Luigi
pò V voleva fare il simile con quello del XI V, con fermezza rispose che non rive-
suo re; e che Clemente XI prese il ripie- tlrebbe mai Parigi, e che voleva regna-
godi andarvi ad assistere alla cappella per re e morire nella Spagna. Indi nel 1706
impedirlo, e da allora in poi Papi con- i gl'inglesi e portoghesi lo costrinsero ab-
tinuarono a celebrarla. E qui aggiunge- bandonar Madrid e passare a Burgos: i

io, che sebbene Clemente XI dasse a Fi- castigliani ne'disastrigli mostrarono gran
lippoV il titolo di re di Spagna, colle cau- divozione;ed invece più lardi tolse al l'A-
ide usale già da'predecessori, lo die pure ragona i privilegi e l'assoggettò alla Ca-
• 'li
SP A SPA
stiglia, per aver parteggiato pel preten- che godeva in forza delle legge Salica, il

dente. Il duca di Berwich profittaodoche duca di liei ry suo fratello egualmente


i nemici eransi ammolliti da'piaoeri del- rinunziò a quelli alla corona di Spagna,
la capitale, ne intercettò convogli, ed es- i ed il duca d'Orleans fece il simile. Così

si I evacuarono, rientrandovi Filippo V perla sicurezza dell'equilibrio politico di


Ira le acclamazioni: due volle l'arcidu- Europa,primaCarlo II, poi dal mentono*
ca era penetrato in Madrid, e due volte docongrettod'Utrecht ossia l'Europa, fu
ne fu cacciato. A.'a5 aprile 707 Berwicli i adottala la legge Salica ('Iella quale leci

colla vittoria d'Almanza ravvivò la (or- parola a SPOSALIZIO e altrove), che accet-
luna del Quindi ilduea d'Orleans ri-
re. tata da Filippo V, cambiò in favore dei
dusse sotto dominazione di Filippo Vla maschi l'ordine della successione monar-
i regni di Valenza e Aragona, ed in Ca- chica in Ispagna; mentre per {'addietro le
talogna prese Lerida. Durante la campa- figlie entravano eredi della monarchia
gna del Sardegna e Porto
1 708 perde la spaglinola, ad esclusione de' prìncipi che
Maone; invece sottomise Tortosa, Denia avevano un grado più remoto di paren-
e Alicante. Oppresso Luigi XlVdalleper- tela, e si statuì solennemente che ma- i

dite, si trovò nella dura necessità di do- schi avrebbero pei l'avvenire la prelazio-
mandar la pace a' nemici, ma esigendo ne: a tutto accedettero le cortes di Spa-
fjuesti suo aiuto per cacciar il nipote
il gna, con che intesero stabilire una legge
dal trono, rispose il gran re Poiché si : costi tuente, organica, in va riabile,per tut-
vuolechecontinni la guerra, voglio piut- ta la durata della nuova dinastia. Duran-
tosto farla a'nemici,che a* miei figli. lVia- te il corso dell'accennata guerra, i mori a
nimato dalla regina, Filippo V si mostrò sollecitazione e coll'aiulo degl'inglesi as-
deano di regnare. II duca di Vendóme sediarono e ripresero Orano nel 1708 e
con3o,ooofì accesi incoraggi gli spagnuo- il porto di Malzaquir. Nel 7 4 Filippo 1 1

li, ed il rea' lodiceinbrei 7 10 riportò una V perde la moglie, e inconsolabile si ri-


grande vittoria, seguita da altri felici suc- tirò nel palazzo del duca di Medina Celi,

cessi. Tali prosperi eventi e soprattutto la abbandonando le cure del governoal car-
morte dell'imperatore Giuseppe I avve- dinal del Giudice. La piincipessaTremoil-
nuta a' 1 7 aprile 1 7 1 i, e l'elevazione del le Orsini, che dalla regina era stata con-
suo fratello arciduca Carlo (al quale Cle- dotta inlspagna, aveva ottenuto in sovra-
mente XI mandò nunzio inlspagna Gior- nità la contea di Lussemburgo, e divenu-
gio Spinola poi cardinale, che gli battez- ta governatrice del principedelle Asturie
zò il primogenito, il quale mori poco do- d. Luigi, e degl'infanti che poi morirono
po) all'impero col nome di Carlo VI, die- tranne Ferdinando VI. II suo credilo non

deroaditoa negoziare e alla fine conclu- cessò col morir della regina sua prolet-
dere la pace d'Utrecht agli 1 1 aprile 17 3, 1 trice, e il re continuò a onorarla di sua
tra Filippo Ve parte degli alleati, poi col- più intima confidenza. Senz'essere am-
l'imperatore, indi col Portogallo. Me- messa a consigli presiedeva a tulte le de-

diante tale trattato la corona di Spagna liberazioni che si tenevano; gli ambascia-
Rassicurata a Filippo V calla sua poste- tori trattavano con lei, i ministri le ren-
rità mascolina, ma fu obbligato a cede- devano conto de' loro disegni, i generali
re parte della monarchia, come i Paesi d'armata la consultavano, e convien con-
Bassi,il ducato di Milano e il regno di Sar- fessare ch'ella avea lumi e forza di spi-
degna a Carlo VI; le due Sicilie al duca rito poco ordinari al suo sesso. Il re, di
di Savoia con diritto eventuale alla co- cui avea confortato lo spirito ne' tempi
rona di Spagna. Filippo V rinunziò suoi i più procellosi, sopra di lei riposava sulla
diritti eventuali alla corona di Francia scelta d'una nuova sposa. Col consiglio
SP A S PA ti"
del famoso piacentino Alberoni (<li cui ri- VI fosse sicuro che Filippo V non l'as-

parlaiae'vol. LI,p. 2 3 i, LII,p.a57),sa- salisse, ne avea da questi ottenuto espli-


cerdoteche B»ea«egoito in spagna il lin- I cita promessa. Perciò l'imperatore si col-
ci di Vendòme, eli;» persuase Filippo V lega con Venezia, e Clemente XI gli con-
di sposare Elisabetta Farnese (le'clnchi di cesse le decime ecclesiastiche per 3 anni
l'arma e Piacenza. Clemente XI destinò ne'suoi stati. Ma la flotta col pretesto del-
a congratularsi con essa il cardinal Goz- la prigionia in Milano del prelato Molines
7;hÌìiiì legalo, col dono della Uosa d'oro supremo inquisitore,creduto perturbato-
benedetta. Elisabetta non era quale l'Ai - re da'ministri imperiali, e che morì nella
beioni l'avea dipinta alla principessaTrc- cittadella,a'22 lugliosifermòcol marche-
inoille Orsini, die contava sopra un ani- se di Leycla alle spiaggie di Sardegna e
mo debole e senza talenti, che avrebbe s'impadronì dell'isola. Penetrato il Papa
potuto reggere a piacere. La regina senza d'afflizione, scrisse con risentimento al re
ancora aver veduto il re, trovò a Zadra- perla mancata positiva promessa; e l'im-
rjue la principessa, e subito h fece con- peratore credendosi illuso da Clemente
durre fuori Spagna; il re approvò il
tli XI si mostrò contro di lui sdegnato, vietò
latto compiuto, e fece consegnar al suo alnunzio di Vienna l'accessoalla corte e la
scudiere quanto le apparteneva. La prin- trattazione degli all'ari, mentre il suo vice-
cipessa da Avignone si ritirò in Roma, ove rèdi Napoli licenziò il nunzio Vicentini, e
mori nel 1722 beneficando la famiglia sequestrò le rendite de'cardinali e prelati
Lante della Rovere, ove era entrata la so- forestieri. Allora il Papa sospese a Filippo
rella. Celebrato inMadrid il matrimonio, V le decime ecclesiastiche che più volte a-
l'Alberoni successe nel favore e nel cre- veagliconcesso,e gli emolumenti della bol-
dito della principessa decaduta. Le pro- la della crociata, con amplissime indulgen-
ve da lui date della propria capacità pe- ze per guerreggiar turchi, mentre
i le con-
gli aliali, lo fece innalzare nel 1
7 1 5 al po- verti va a danno del l'imperatore e del duca
sto di 1. "ministro, dopo aver fatto con- di Sa voiarediSicilia.ini perocché quel re-
gedare il cardinal del Giudice che gli da- gno era un altro oggetto di desiderio del
va ombra. Egli cominciò a riformare pa- ministro, che effettuò nel giugno I7t8e
recchi abusi, specialmente nelle finanze, con altra flotta lo fece invadere dallo stes-
e nel militare che pose sul piede di quel- so marchese diLeyda,con nuova infrazio-
lo di Agognando il cardinalato,
Francia. ne dell'ultimo trattato di pacificazione.
blandì Clemente XI con accomodare le Gl'inglesi nel seguente agosto rovinarono
ricordale differenze, il ritorno del nunzio tale flotta, ma
non poterono costringere
che fu Aldovrandi, e la restituzione delle gli spagnuoli a sgombrar la Sicilia. Il car-

carte delia nunziatura; quindi neh 7 17 dinal Alberoni sempre fermo ne'grandi
per le premure del re e della regina il suoi concepimeuli,posein mare due nuo-
Papa locreò cardinale, malgrado l'oppo- ve flotte, una per ristabilire Stuard pre-
sizione fatta in concistoro dal cardinal del tendente d'I aghi I ter ra,l'al tra per proteg-
Giudice. Il cardinal Alberoni allora par- gere nella Bassa Bretagna una congiura
tecipò al re l'ardito e vasto disegno da che vi avea eccitato contro il duca d'Or-
lui concepito, di riporlo in possesso degli leans reggente di Francia nella minori-
3
a litichi domi nii d'Italia. L'anno stesso con tà di Luigi XV: la r. fu dispersa dalle
una flotta destinata in apparenza al soc- tempeste e poco potè far nella Scozia; la
a
corso de' veneti contro i turchi, che asse- 2. fu prevenuta col castigo de'bretoui se-
diavano Corfìi e per cui il Papa avea fat- diziosi. Intanto avendo il re nominato il

to vive istanze al re e all'imperatore per- cardinale all' arcivescovato di Siviglia ,

chè vi contribuissero, ed allineile Carlo mentre era vescovo di Malaga, il Papa in-
VOL. LXVIII. 10
i46 SPA SPA
dispetlito da'suoi intrighi e dalle lamen- Filippo V aderì alì'Aja alla quadruplice
tanze citile corti europee, negò il trasferi- alleanza , fece sgombrare la Sicilia e la
n
mento (cioè da 5o,oooa oo,ooo ducati
i Sardegna, la 1 . la prese l' imperatore, la
di rendila) e le bolle. Offeso Filippo V di
a
2. ilduca diSavoia in iscambio. Le trup-
questa ripulsa, a mezzo del cardinal Ac- pe richiamate furono impiegate alla di*
(piaviva suo ministro in Roma, da que- fesa dell'importante Ceuta in Africa, as-

sta richiamò gli spagnuoli, vietò a'sud- sediata da no anni da'mori, ed il inai che-
diti qualunque ricorso alias. Sede e com- se di Leyda liberò finalmente la piazza
mercio col nunzio Aldovrnndi. Le intra- dopo aver vinto gl'infedeli in diverse bat-
prese dell'ambizioso cardinale e la sua acquistando molto bottino, e il re
taglie,

malafede determinaronola Francia, l'In- mandò alcune bandiere al Papa con sua
giulietta, l'imperatore e poi l'Olanda a riverente lettera. Il re nel rinunziare al-
formar contro la Spagna una quadrupli- le pretensioni sulle due isole, ebbe la pro-
ce alleanza. Per conseguenza nel 7 19 ai i messa per l'infante d. Carlo primogenito
?. gennaio gli dichiarò guerra la Francia, della regina Elisabetta, la ri vei sibilila dei
ed avanzatisi i francesi ne' Pirenei pre- ducati di Parma e Piacenza, e il grandu-
sero Fontarabia, s. Sebastiano e Urgel, cato di Toscana, col patto espresso di non
bruciandoli) navi da guerra : gì' inglesi potersi mai riunire alla monarchia spa-
s'impadronirono del porto di Vigo, da glinola. Quanto a'ducati, comechè feudi
cui portarono via 6 vascelli;egli sprgnuo- della s. Sede, Clemente XI fece solenni
li furono battuti in Sicilia dal generale protesterei non essersi domandato
-
il con-
Merci. Tutti questi discapiti ricaddero sul senso della s. Sede, ed altre ne fece il suc-
cardinale, e indussero il re incalzalo dalle cessore Innocenzo XIII al congresso di
forze degli alleati alla pace, ad arrendersi Cambrey, presso Lunig t. 4- Nel 1721 in
alle istanze del reggente di Francia che Madrid a'i3 giugno fu segnala la pace
per condizione ne domanda va l'esilio, an- coll'Inghilterra; e per rassodare l'unione
co per aver scoperto la cospirazione da lui della Spagna colla Francia, il re giusta i

formata per togliergli la reggenza e darla desidero del reggente fece condurre a Pa-
a
allo stesso Filippo V. A'5 dicembre 7 19 1 rigi l'infanta M. Anna Vittoria sua figlia,
il cardinal Alberoni cadde in disgrazia, per essere educata presso Luigi XV, acni
fu sagrificato alla salute dello stato, e il era stala promessa. Nell'annostesso ma-
re con sua lettera gl'ingiunse d'uscir di damigella Elisabetta di Montpensier fi-

Spagna entro mese, e ritornò in Italia.


il glia del reggentesposò il principe dell'A-
Gli viene imputato di volersi unire a'tur- sturie, e madamigella di beaujolais fu fi-

chi e agli eretici per combattere la qua- danzata a d. Carlo. Nel 1722 Innocenzo
druplice alleanza. Non si può negare, che XIII colla bolla Inscrutabili, de' 19 ago-
durante il breve tempo del suo ministe- sto, Bnll. Botn. t. ì 1, p. 2 52, ad istanza
ro procelloso, avea trovato il modo di ria di Filippo V , eresse l'università nella cit-

minar l'industria e l'attività degli spa- tàdi Caraccas nell'America, co'niedesimi


glinoli, il commercio e le arti: laSpagna a- privilegi di quella di s. Domingo. Indi ve-
viebbe cambiato aspetto seavesse gover- nuto in cognizione che nella Spagna la

nato più lungamente. Vedasi \' Hiatoirt disciplina della chiesa avea patito rilas-
du cardinal Alberoni, et de sonMinistcre, samento negli ecclesiastici sì regolari che
Haye 740, Amsterdam 820. L'impera-
1 1 secolari, procurò di correggerla con di-
tore conosciuta l'innocenza di Clemente versi utili decreti contenuti nella bolla
XI si pacificò, ed egualmente Filippo V, A postulici ntinisterii,(\e 1 3 maggio 1723,
rivocandoil Papa la suddetta sospensio- Dull.Rom. 1. 1 1 ,p. 258, la quale nel 1724
ne de' sussidii ecclesiastici Nel febbraio fu confermala dal successore benedetto
SP A SPA i4 7

XIII colla bolla In supremo, loco citato, d'inutile attacco. Il cardinale Fleury 1

p. 3 7o, e nel 172G colla bolla Pastora- Francia .temendo mio va guer-
ni in isl rodi

li, citato /?«//. 1. 1 2, p. 82. Nel 1 7^3 Fi- ra in Europa, pervenne nel 17*7 b tu
lippo V pubblicò una nuova raccolta eli acconsentire la Spagna, l'Impero e laRus-
leggi, quindi disingannato delle grandez- sia, colla Francia, l'Inghilterra, l'Olanda
ze d'un regnoagitato, permalaltie,scru- e la Prussia, a'prelitninari di pace da trai
poli e malinconie cui era inclinalo, bra- tarsi a Soissons, ove presto si sciolse. Nel
mando la vita pacifica, si determinò nel 1729^-1 Spagna, la Francia e l'Inghilter-
72 4 ad abdicare la corona, investendo-
1 ra fecero in Siviglia a'2g novembre 730 1

ne a' 10 gennaio d. Luigi principe dell'A- un trattato, al quale accedette poi l'O-
sturie, che fu acclamato re
a'
7 gennaio e 1 landa, per garantire alla Spagna i ducali
mori ilBagostosenza prole,col compian-
1 di Toscana, Parma e Piacenza. Nel 1731
to generale della Spagna, da lui ben me- essendo de'due ultimi morto senza figli
ritato con tutte le qualità ebe formano i il superstite Farnese duca Antonio, il re

gran re. Prima di morire fece un atto di prese delle misure per porne in possesso
retrocessione della corona a suo padre, (I. Carlo; ma Papa Clemente XII prote-

il quale cedendo alle vive sollecitazioni stò, e diebiarò Parma e Piacenza devolu-
de'sudditi, vi acconsenti con decreto dei ta alla Cbiesa, e tuttora successori an- i

6 settembre, ritornando alla reggia dal nualmente ne rinnovano l'atto. D'allora


magnifico palazzo di s. Idelfouso oGran- in poi Papi e loro ministri, scrivendo
i i

ja ov'erasi ritirato, e da lui fatto costrui- a'duchi di Parma e Piacenza non diede-
re ad imitazione di Versailles. Dalle cor- ro loro questi titoli, ma semplicemen-
tes fece riconoscere il secondogenito d. te quello d'Infante di Spagna. 11 i.° lu-
Ferdinando per principe dell'Asturie. Il glio 1 732 gli spagnuol'i ripresero contro
rinvio da Francia dell'infanta M." Anna imori Orano, e s'impadronirono del ca-
Vittoria (poi regina di Portogallo), sotto stello di Malzaquir colla flotta capitana-
pretesto della troppa giovinezza, causò ta dal conte Muntemart. Clemente XII a-
nel 172511113 rottura con quella corte. Fi- vea accordalo al re i soliti sussidii eccle-
lippo V
con rappresaglia lece egual trat- siastici, e poi assistè nella cbiesa naziona-
tamento alla principessa diDeaujolais,or- le di s. Giacomo in Roma al solenne Te
dmòall'ambasciator francese d'uscir dal- Deniii, seguendo per 3 giorni fuocbi d'al-
la Spagna; e per l'olandese Riperda fi- legrezza. Poco dopogli algerini tentaro-
nalmente concluse coll'imperatore Carlo no ricuperarla con 4o, 000 uomini, ma ai
VI un trattato di pace, pubblicatoli 22 20 novembre il soccorso di 25 navi co-
settembre a Madrid. Filippo V rinunziò mandate dal marchese di Santa Croce li
alle due Sicilie, a'Paesi Bassi e al Mila- sbaragliò e vinse. Orano, uno de'presidii
nese, e Carlo VI alla Spagna e all'Indie. spagnuoli pegli esiliati, dovendosi mante-
Si confermò la leggedi Filippo V ebe e- nervi 4ooo uomini di guarnigione nel ,

scludeva dalla successione le femmine, 1792 fu abbandonalo. La morte di Fe-


finché vi fossero maschi usciti da lui; e la derico II di Sassonia re di Polonia invol-
disposizione di Carlo VI, colla quale cbia- se nel 1 733 l'Europa in nuova guerra per
niava alla successione indivisibile de'suoi le pretensioni a quel trono. Filippo V la
stati laprimogenita Maria Teresa. Que- dichiarò all'impera tore, uni tosi a' fra nce-
sto trattalo produsse vive inquietudini si e savoiardi per sostenere il re Stanislao
all'altre potenze, e tale ascendente della suocero di Luigi XV; fece passare un e-
corte di Vienna su quella di Madrid, ebe sercito in Italia col conte di Montemart,
la persuase nel 1 727 all'assedio di Gibil- e di cui nel 1734 divenne generalissimo
terra, levato cou vergogna dopo 4 tuesi l'infante d.Carlo, il quale occupò il regno
i48 SPA SPA
di Napoli e ivi ne fu acclamato re, con- l'arcivescovato di Siviglia, ecosì venne a
quistando pine la Sicilia nel modo nar- godere l'annua rendita di 3oo,ooo semi»,
rato a quegli articoli, e d'ambedue re- i de' quali n'ebbe la metà da Benedetto
gui n'ebbe poscia 1' investitura da Cle- XIV quando ammise le sue rinunzie, ri-
mente XII. La notte di Natale» y34 fu cordate nel voi. LI V,p. 1 47 e altrove. Fi-
infausta pel palazzo di Madrid.ove un in- lippo V voleva provvedere l'altro figlio
cendio arsele mobilie più preziose, qua- i l'infante d. Filippo, d'uno stabilimento
dri più rari, la più gran parte degli ar- sovrano in Italia, e a tal fine per essa lo
cuivi della corona e lutti quelli che ri- fece partire nel 1742 con un esercito gui-
guardavano l'Indie occidentali. Clemente dato dal conte di Glimes: nel settembre
XII ad istanza di Filippo V accordò al fu occupata la Savoia, mail redi Sarde-
figlio iufante d. Luigi di Borbone d'8 an- gna subito la liberò. Nello stessoanno col-
ni l'amministiazioue temporale dell'ar- la morte dell'imperatore Carlo VI insor-

civescovato di Toledo pel godimento del- se la guerra di successione a'suoi stati con-
1
le pingui rendite, dovendo esercitarsi la tro la figlia M.' Teresa regina d'Unghe-
giurisdizione spi rituale da Bernardo Frol- ria, elevandosi all'impero Carlo VII di
lano di Saavedra arcivescovo di Larissa: Baviera: Filippo V ne prese parte per far
lo creò pure cardinale e gli mandò iu I- valere le sue pretensioni sull'Ungheria e
spagna tutte le insegue della dignità, ma la Boemia, appoggiato dal re figlio e dal

ueli754 tutto rinunziò, prese moglie e duca di Modena, e di concerto con Fran-
fu padre dell'altro cardinal Luigi di Bor- cia. Descrissi a Festa la riduzione, che

bone. A Sicilia raccontai il grave tumul- nel 742 fece delle feste Benedetto XIV
i

to avvenuto in Roma nel 1736, per gli in molte diocesi di Spagna e di altri stati.
occulti ingaggi che andavano faceudo gli DipoiBenedeltoXIV colla bolla /amari-
spagnuoli, e le triste conseguenze: pre- dem, suo Bull. 1. 1
, concesse pe'regni di
tese il ministro cardinal Acquavivache CastigliaeLeon,e per l'Indie Americane
il senato romano in nome del popolosi spagnuole, l'indulto di mangiar carni nei
portasse a Madrid a domandar perdono sabati, eccettuati quelli di quaresima eal-
al re, ciò che non permise Clemente XII. tri di digiuno. Neh 744 Fartnata di d. Fi-
Partirono cardinali e spagnuoli dalia
i lippo, con quella de'francesi comandale
città, fui onochiuse le nunziature di Ma- dal principe di Conti, riportò considere-

drid e di Napoli; tutto fu poi accomoda- voli vantaggi nel Piemonte; altri progres-
to. Nel 1737 a'5 gennaio ebbe luogo la si fece in Italia l'esercito spagnuolo ca-
cessione dell'imperatore a d. Carlo de're- pitanato dal conte di Gages, e nel 745 1

gnidi Napoli e Sicilia, e delle piazze del- i ducali di Parma e Piacenza furono oc-
io stato de'Presidii inToscana; e la rinun- cupati in nome della regina. Nou fu cosi
zia di d. Carlo all'imperatore, de' ducati nel 1746, perchè il redi Sardegna, il più
di Toscana, Parma e Piacenza. Seguiro- formidabile alleato della regina d'Unghe-
no rotture cogl'inglesi, e combattimenti ria, fece prigioniero in Asti comandante
in America, per cui Clemente XII accor- e guarnigione a'5 marzo; Parma e Pia-
dò al re due milioni delle rendite eccle- cenza furono riprese da'tedeschi; l'infan-
74°- 1° questo
siastiche de'suoi stati nel 1 te sgombrò da Milano il 8, e il 2G pose 1

per sua morte fu eletto Benedetto XIV, l'assedio aParma, che il marchese di Ca-
per opera priucipalmente del cardinal stellare gli abbandonò a'26 aprile dopo
Acquaviva ministro e protettore presso valorosa difesa:tuttii conquisti dell'infan-
las. Sede de'regni di Spagna e delle due te vennero perduti nellaLombardia. Op-
Sicilie, che ottenne dal Papa pel cardi- presso Filippo Vda malori e immerso in
ualBoi bone anche l'amministrazione del- profonda malinconia, morì a' 9 luglio
SPA SPA i
io
1746 d'anni 03, e fu sepolto nella colle- e sterile, dappertutto l'arte trionfo della
gi. ita <li s. Idei (boto in bel monumento natura.e rimpiazzami terreno secco e pie-
di inalino ornalo di bronzo. La sua pie- troso, con piantagioni deliziose, boschetti
tà, la sua fermezza nelle maggiori avver- incantevoli, gruppi distatile e figure d'a-
sila, onde fu detto il Coraggioso, la pa- nimali in bronzo o in marmo di diversi
lei na sua tenerezza co' sudditi, il suo a- colori. La corte vi suole passare una par-
inoreper la giustizia, saggi regolamentii te dell'estate. La città ha la chiesa par-
da lui pubblicati pel bene de'suoi stati, rocchiale e manifatture, bella e vasta es-
inumerosi stabilimenti eretti a favor del sendo quella reale di grandi specchi.
commercio, delle scienze e delle arti, il ri- Ferdinando VI nel succedere al padre
sloramento della marineria e delle mili- esordì il suo regno con molti alti di be-

zie, tutte le glandi sue qualità e i felici neficenza, aprì le prigioni, accordò amni-
elfetli clic produssero, consolarono facil- stia a'disertoi i e contrabbandieri, e sta-
mente gli spagnuoli dal mutamento d'un bilì due giorni della settimana per dare
dominio al quale essi erano alìezionatis- udienza a'suoi sudditi: il seguito corri-
simi. Con maggior vigoredi spirilo e mi- sposea sì belli incominciamenti, poiché se-
nor facilità nel lasciarsi governare, egli condato dal marchese de la Ensenada di
avrebbe impedite molte vessazioni che si lui ministro, pose tutta la sua applica-

commisero impunemente nello stato, e zione per rendere felici sudditi ; rifor- i

spente le dissensioni che la scambievole mò diversi abusi ch'eransi insinuati nel-


gelosia degli spagnuolie francesi faceva- 1' amministrazione della giustizia e nel
no rinascere continuamentealla corte. Fu maneggio delle finanze, rianimò il com-
vivamente pianto da'suoi sudditi, e dal- mercio, stabilì nuove manifatture, faci-
la regina Elisabetta che sempre ebbe su litò i convogli scavando canali, e ristabi-
di lui grande ascendente altre due loro : lì marina. Nel 1748 la Spagna acce-
la

figlie sposarono, M/ Teresa il dellino di dette alla pace d'Aquisgrana tra la Fran-
Francia, M." Antonietta il duca di Savo- cia, I' Inghilterra e V Olanda, in cui fu
ia. La Grama o s. Idelfonso, casa reale o confermato il trattato de Assiento per la
castello edilìcato nel 72 da Filippo V, 1 1 tratta de'negri, a favore della compagnia
die origine alla vicina città omonima del- inglese, alla quale inoltre venne accorda-
la provincia diSegovia nella Castiglia vec- to per 4° anni il vascello di permissio-
chia, lungi iG leghe da Madrid e circa q ne alle Indie spagnuole. Benedetto XIV
dairEscuriale.il luogoapparteneva a'gi- nello stesso 1 748 per le benemerenze dei
rolamini quando l'acquistò FilippoV nel sovrani di Portogallo dell'illustre casa Bra-
17 16 per fabbricarvi il palazzo che ne ganza,diè loro in perpetuo il titolo diFe-
porta il nome, con lavori diretti da arti- delissìmi (P.); indi concesse a'sacerdoti
sti francesi, su di elevata posizione, ove della Spagna e del Portogallodi poter ce-
artificiosi conducono copiose
condotti vi lebrare 3 Alesse nell'anniversario de'fd-
acque, che co'scherzevoli getti ornano gli deli defunti. Nella sua biografia ed aBiRRO
eleganti giardini, ove spicca la francese riportai la dispiacevole differenza avve-
galanteria del fondatore. L'esterno non nuta colla Spagna nel 1 75o,originata per
è magnifico, tranne la facciata che guar- le franchigie prepotenti , tra' famigliari
da ne'giardini, ma l'interno è bellissimo. dell'ospedale nazionale di s. Giacomo e
Gli appartamenti inferiori rinchiudono i birri, per cui il cardinal Gioacchino Por-
un gran numero di statue antiche, ed al- locarrero ministro e protettore di Spa-
tri pezzi di pregievoli sculture, olire una gna presso la s.Sede si ritirò da Roma. Più
copiosissima raccolta di quadri de' più grave e intralciata fu l'altra controver-
gran maestri. Essendo luogo inabitabile sia, nou mai decisa, di cui pure parlai in
i5o SFA SPA
detta biografia, e riguardante le preterì- dole bancarie. Essendo ancora solito che
Moni regie alla nomina universale de'be- alcuni capitoli, rettori, abbati, e confra-
uefizi concistoriali e residenziali, e sugli ternite erette canonicamente, ricorreva-
spogli e frutti delle chiese vacanti, il tutto no alla s. Sede per ottenere la conferma
accomodato nel 17 53 col Concordalo fra con bolla pontificia, fu statuito che in que-
Benedetto XI e Ferdinando l'I (/".). sto punto ogni cosa restasse nell' antico
Deve sapersi che Benedetto XIV non tro- stato. Per terminare poi affatto la tan-
vò dubbio alcuno sulla pretensione dei to dibattuta controversia, il Papa salva
re di Spagna sul regio padronato o no- la collazione dei memorali '7 2 benefizi,
mina agli arcivescovati, vescovati, mo- concesse iti perpetuo a' re di Spagna il

nasteri e benefizi concistoriali, cioè scritti diritto universale di nominare e presen-

o lassati ne'iibri della camera apostoli- tare indistintamente in tulle le chiese me-
ca, (juando erano vacanti ne'regni di Spa- tropolitane, cattedrali, collegiate e dio-
gna e nell'indie A melica ne,giaccbè il loro cesi de'regni di Spagna, che attualmente
diritto era fondato nelle bolle e privile- possedevano, le dignità maggiori dopo la

gi apostolici e in altri titoli prodotti dai pontificale, e le altre nelle cattedrali, le


regi ministri. Laondedichiaròil Papa che dignità nelle collegiate, i canonicati, le

il re dovesse restare nel pacifico posses- prebende,badie, priorati, parrocchie, per-


so di nominare i vacanti arcivescovati ,
sonali, patrimoniali, uffizi e benefizi ec-
vescovati, mouasteri e altri benefizi con- clesiastici sì secolari che regolari con cu-
cistoriali, e che nominati ad essi doves-
i ra d'unirne, esistenti allora o che di nuo-
sero continuare a domandare alla s. Se- vo fossero fondate, non polendone i fon-
de le bolle d'istituzione nelle solite forine. datori riservare per se e successori il di-

Quanto alla nomina de'benefizi residen- ritto della nomina ne'douiinii del re di
ziali e semplici della Spagna, eccettuati Spagna, colla generalità cou che trovati-
quelli diGranataedelle Indie occidentali, sicompresi ne' mesi apostolici e ne' casi
ove nominavano ad ogni sorte di benefi- di riserva, e anche sulle vacanze de'be-
zi,e pretendendone rediSpagna la nomi-i nefizi stessi ne'mesi ordinari, quando va-
na in virtù del padronato universale, au- cano alle sedi arcivescovili o vescovili o
che negli 8 mesi apostolici ne' casi delle per qualunqueallro titolo, dovendosi pe-
riserve, il Papa stabilì quanto vado a di- rò lasciare illesa l'autorità episcopale, fu
re. Riservò alla sua libera collazione e a convenuto. Che tutti nominati dal re
i

quella de'di lui perpetuamente


successori dovrebbero ricevere collazioni canoni-
le

5i benefizi che prescrisse, onde poter con che da'rispettivi ordinari, e senza la spe-
essi premiare gli ecclesiastici spagnuoli, dizione delle bolle apostoliche, eccettua-
che per costumi dottrina o per servizi
, te le conferme delle elezioui sopraddette,
prestati alla s. Sede fossero degni di tal come pure eccettuati i casi ne'quali i no-
guiderdone. La collazione di questi be- minali per difetto d' età o per impedi-
nefizi volle privativa della stessa s. Se- mento canonico avessero bisogno di pon-
de, in qualunque mese e modo che va- tificia dispensa,o per qualunque altra co-

cassero, benché per regia risulta, e che sa superiore all'autorità vescovile^ do-
jilcuno di essi appartenesse al regio pa- vendosi in questi casi ricorrere come pri-
dronato. In conseguenza le bolle di detti ma alla s. Sede, per ottenere la dispen-
benefizi dovesserosempre spedirsi in Ro- sa, col pagamento de'consueti emolumen-
ma, col pagare consueti emolumenti alla
i ti alla dataria e alla cancelleria aposto-
Dataria e alla Cancelleria apostolica lica, senza l'imposizione di pensione al-
ma tuttociò senza l'imposizione di alcu- cuna. L'ai tra controversia final mente che
na pensione, e senza l'esazioue delle ce- restava, non per riguardo al diritto della
S 1' 4 SPA i5t
tiimera npostolica, e della nunziatura ili ziandio mandare filloma scudi Goo,ooo,
i

Spagna sugli spogli e frulli delle chiese ve- i quali al 3 per cento producevano scudi
scovili vacanti, ma bensì sull'uso, eser* 1 8,ooo, con che restasse estinto l'uso per
cisto, dipendenza dello stesso diritto, fu l'avvenire d'imporre pensioni,e d'esigere
pure terminata. Per togliere dunque que- le cedole bancarie, non solamente nel ca-
sta differenzaBenedetto XIV derogan- so della collazione de'inentovati 5a be-
do allecontrarie costituzioni apostoliche, nefizi riservati alla s. Sede, e nell'altro
applicò per l'avvenire tulli gli spogli e pure della conferma delle elezioni, e in
frutti delle chiese che vacassero, a que- quello del ricorso alla s. Sede apostoli-
gli usi pii che prescrivono i sagri canoni, ca, per le dispense occorrenti alla colla-
promettendo nello stesso tempo di non zione de'benefizi, ma ancora in qualun-
concedere ad alcuno la facoltà di testa- que altro caso. In tal guisa, e pel con-
re, neppure per opere pie,de'frutti e spo- venuto accordo, si trovò il re di Spagna

gli delle chiese di Spagna, e concesse a col clero del suo dominio dalla sua per-
Ferdinando VI e successori suoi di poter sona unicamente dipendente, pel conse-
eleggere economi insigniti del grado ec- gui mento de' benefizi ecclesiastici, su'qua-
clesiastico, con tutte le necessarie facol- li potrebbe stabilire i pesi che secondo le
tà, per impiegare i delti mobili negli ti- circostanze avrebbe creduto convenien-
si opportuni. Per compensar poi l'erario ti. Dall'altro lato, mediante lo sborso to-
ildla camera apostolica nel danno solFerto tale che fece il re dell'accennate somme
per questa cessione degli spogli e frutti d'un milione t43,33o scudi, de' quali i

delle chiese vacantivi re si obbligò a de- frutti annuijCOinpreso l'assegno de'5ooo


positare in Roma una sola volta a dispo- scudi a'uunzi di Spagna, ascendevano a
sizione di Benedetto XIV un capitale di scudi 3g,3oo, si trovò ancora coperta la
scudi 233,33o, che al 3 per cento frut- camera apostolica dalla perdita che ve-
tassero scudi 7000. Oltre a ciò promise niva a soffrire per la cessione delle col-
il re, che iu Madrid fossero assegnati sul lazioni, spedizioni, spogli e altri emolu-
prodotta della bolla della crociata 5ooo menti; e nel tempo medesimo col celebre
scudi annui, per sosteutamento de'nun- coucordalofutei minata un'antica ecom-
zi pontificii in questa corte residenti. Con- plicata differenza, che tanto avea sturba-
siderando Ferdinando VI, che per l'ac- to per lungo tempo le due corti di Ro-
cordato padronato restavano la dataria e ma e Madrid. Tutlavolta notai altrove,
la cancelleria apostolica senza gli emo- che il Papa e li cardinali Valenti segreta-
lumenti delle spedizioni e delle annate di rio di stato e Millo pro-datario, furono
tanti benefizi, con grave danno del tesoro biasimali da 'romani pel concordato colla
della camera aposlolica,siobbligòdi man- Spagna; forse perchè si minorò notabil-
dare a Denedetto XIV per una sol volta a mente l'accesso in Roma degli ecclesiasti-
titolo di compenso scudi3 to,ooo,cheal 3 ci spaglinoli, risentendone dauno gli spe-
percento lYullei ebbero annui scudiq3oo, dizionieri, i procuratori, gli agenti, i lo-
nella qual somma fu stimalo il prodot- candieri, e altri pei vantaggi che ne ri-

to de'surriferiti diritti, formato dalla da- traevano. Fece poi gran rumore l'arri-
un decennio. Inoltre
taria sui calcoli di vo iu Roma di due milioni di scudi per
Ferdinando VI, tanto per la sua eredi- parte del re di Spagna, e collocali in Ca-
taria divozione alla s. Sede, come per l'af- stel s. Angelo, quando ancora s'ignorava
fetto filiale a Benedetto XIV, affine di com- il motivo, e la stipulazione del concor-
pensare camera apostolica delle spese
la dato, ampliativi) del giuspadrouato regio
che deve fare nel mantenimento de^li nf- sopra i benefizi ecclesiastici della Spagna
fiziali che servono las. Sede, obbligossie- e altri aliati, siccome maneggialo e cou-
i5a SPA SPA
eluso segretamente. 11 Bercastel, Storia riose gesta già trattai a Sicilia. I 4 so-
del cristianesimo t. 32,n.°iG7 eseg.,nel vrani dell'augusta casa di Borbone che
dare la sostanza degli 8 articoli della con- regnavano allora in Europa (e tuttora
venzione fra la Spagna e la santa Sede, fuorché io Francia, pel detto a Parigi,
riporta le congetture fatte per I' Europa occupando il trono l'imperatore Napo-
sul denaro spedilo in Roma, dichiara il leone III), cioè in Francia, in Ispagna,
•vero motivo del deposito, e ribatte le in- nelle due Sicilie, in Parma e Piacenza,
giuste mormorazioni perchè la somma non erano uniti da altri legami tranne
passò in proprietà della s. Sede per ri- quelli del sangue e dell'amicizia. Un mi-
sarcimento alle perdite cui andava a sog- nistro di Franeia,per {stringere di più tali
giacere. Anche il Novaes nella Storia dì nodi, immaginò tra essi il patto di fami-
Benedetto XIV ne tratta. Benedetto XI glia. Carlo IH nonché gli altri 3 sovrani
per porre in grado la dataria di potere non ebbero veruna diflìcoltà d'adottar-

soddisfare gli onorari de'suoi ufficiali, con lo, ed ili.°Io segnò pel suo ambasciato-
sicurezza da qualunque eventualità, le ac- re nel17613 Versailles. Questo trattato
quistò il Palazzo Madama poi del Go- die ombra all'Inghilterra, che d'altron-
vernatore di Roma e ora del ministero de vedendo il re di Spagna occupato al
delle finanze (onde ne riparlerò a Teso- perfezionamento di sua marina, ed a por-
iuere), come rilevai ne' voi. XIX, p. 122, la inuno stato rispettabile, incaricò il con-
XXXII, p. 34- Ferdinando VI, dopo es- te di Bristol, suo ambasciatore a Madrid,

sersi meritato il titolo di Saggio, dopo di chiedere al ministro spagnuolo lo sco-


aver colla pace deli 748 assicurato a d. po del grande armamento che apparec-
Filippo suo fratello ducati di Parma ei chiavasi in Ispagna. Non avendo il con-
Piaceuza ; di aver deplorato il terremo- te riportato risposta soddisfacente, lasciò
to che nel Perù distrusse Lima e Quito, Madrid a'17 dicembre. Seguì la dichia-
e nel 1755 desolò Lisbona e la Spagna; razione di guerra a'4 del 1762 dell'In-
d'essersi con l'unico sollievo della musi- ghilterra contro la Spagna, e Carlo 111
ca teatrale ristorato dal tristo umore che vi rispose con una contro dichiarazione.
abitualmente lo affliggeva ;
per la per- Il re non avendo potuto ottenere che a
dila della moglie Maddalena Teresa di lui ed alla Francia si unisse il Portogallo,
Portogallo in Aranjuez, immerso in istato fece assediar Miranda e se ne impadro-
di languore morì nel 1739 a' 1 o agosto, nì con Braganza e Almeyda; ma la va-
di 46 anni, seuza prole, lasciando nel te- lorosa resistenza de'porloghesi e degl'in-
soro 5o milioni di lire, frutto di sua e- glesi impedì ai gallo- ispani di passar il

conomia. Prelese alcuno, per lo stato di Ta£;o e recarsi a Lisbona. Nell'America


alienazione in cui cadde, chela sua morte gl'inglesi sbarcali nell'isola di Cuòa, se
fosse supposta, e che vivesse nella Casa de ne impadronirono coll'Avana; di là re-
Campo, ove il fratello Carlo III andava calisi a Manilla metropoli delle Filippi-

segretamente a trovai lo. La regina Eli- ne, fecero altrettanto, e poi saccheggiala
sabetta prese le redini del governo sino l'abbandonarono. Finalmente nel 1762
al giungere da Napoli del figlio re delle si convenne a Fontainebleau di por fine

due Sicilie, che recandosi seco il seeon- all'ostilità, e in Parigi alla pacedel io feb-
dogeuito, cede al 3. 'Ferdinando IV quei braio 1 7G3 : i conquisti si restituirono, e
regni, essendo il primogenito d. Filippo Carlo 111 cede agl'inglesi la Florida, la

imbecille restato a Napoli ove morì. Fu baia di Pensacola e altri luoghi. A Ma-
acclamato re di Spagna col nome di Car- drid era usanza fra il popolo di portare
lo 111 a Madrid l'i 1 settembre, ove giun- dei gran cappelli ad ali ripiegate, e man-
se u'9 dicembre, e di bue anteriori glo- telli lunghi nerastri: questo vestito sfì-
SPI SPA i53
gurando chi lo portava, produceva mas- intrighi dell'indegno Carvagliomarchese
siine ili nulle molti disordini, di cui era di PoinbaI, Bea presto li Francia per le

impossibile riconoscere gli autori. Il re mene eli Choiseul e eli madama Pompa'
per rimediale a t.de abuso e seguendo dour ne imitò l'esempio,e Luigi XV mos-
suo tempo che tutto vole-
to spirilo del so da' perlìdi novatori licenziò da' suoi
va riformare, nel 1766 proibì vestire in stati i gesuiti, e si unì al Portogallo in do-
tai loggia come contraria alla sicurezza mandarne alla s. Sede l'estinzione, men-
pubblica,e feceilluminar.Madrid da Tooo tre soggiacevano cru- alla più ingiusta,

fonali. Con un rigore fuor di proposilo dele e inaudita persecuzione. L'intrigo,


si procedette contro chi vestiva nel ino- che in Jspngnu condusse al medesimo ri-
do vietato, il popolo si ammutinò con- sultato, è rimastosempre involto in un mi-
tro gl'incaricati a tale esecuzione, ed ai stero tale che forse non sarà svolto giaiu-
a3 marzo una truppa di sollevali coni- mai. Il conte d'Arancia fu riguardato co-
parve nella città coi cappelloni e ampi ine il principale autore della trama, icui
mantelli, fugò la guardia che voleva ar- alti furono accompagnati dalle maggio-
restarli, mppe tutti i fanali e commise ri precauzioni e dalla più gran segretez-
allri atti sediziosi, cui ricominciò nel dì za. Certo è che le vere cagioni dell'espul-
seguente. A'%5 il re partì e colla fami- sione de'gesuiti dalla Spagna furono co-
glia si ritirò nel castello reale d'Aranjuez. ine altrove i raggiri, le calunnie e le fa-
Ciò produsse nuova sollevazione che si vole inventate da Alauda, Rhoda, Cam-
il re sarebbe ri-
quietò con promessa che pomanes e da altri. Agli 1 1 luglio, e dopo
tornalo tostochè fosse ristabilita la tran- le insurrezioni di Saragozza e di Barcel-
quillità.l gesuiti dopo il loro stabilimento Iona, morì la regina Elisabetta Farnese
nella Spagna eransi assai moltiplicati, vi estimatrice divota de'gesuiti, e fu sepol-
godevano molta riputazione: essi erano ta in s. Idelfonso accanto al re suo spo-
lpati quasi sempre depositari delle co-
i so. Nessuno de' grandi erasi ancora di-
scienze de're; avevano di sovente fornito chiarato apertamente nemico de'gesuiti,
precettori pe'loro figli, e talvolta ministri uè v'era cosa che facesse temer la pro-
alio stato.Amali dal popolo, gesuiti re- i cella che loro sovrastava. S' ignora au-
pressero la rivolta, ed il famoso ministro cora mezzi che usarono, e che produs-
i

conle d'Aranda presidente del consiglio sero un effetto, che ne riempì il mondo
di Castiglia, invece persuase il re che l'a- di stupore. Dispacci sigillati furono in-
veano provocata pe'primi altri dissero : viali a tutti i ministri della Spagna nel-
checon false lettere s'irritò Carlo III con- le 4 parti del mondo, sopra de'quali leg-
tro que' religiosi. Nel declinar del pon- gevasi il divieto d'aprirli, sotto pena di
tifìcato di Benedetto XIV, nuovi se- i morte, prima dellasera tle'2 aprilei 767.
dicenti filosofi, già si disponevano a di- In quel giorno,alla medesima ora, in tut-
struggere coli' umanità, la cristiana re- ta la vasta estensione della monarchia spa-
ligione, ma non potevano conseguire il gnuola, i membri del governo lessero gli
loro pravo fine, se prima non abbatteva- ordini strani del re. «Io v'investo di tutto
no e rovinavano il propugnacolo di essa, il potere della mia reale autorità, perchè
la benemerita compagnia di Gesù, for- voi entriate immediatamente
e con viva
tissimo baluardo dell'ordine, della mo- forza nella casa de'gesuiti che vi assi- ;

llale, del cattolicismo. Cominciò il Por- curiate delle loro persone; che dentro il
togallo a domandar prima la riforma, on- ore voi li conduciate come prigionieri al
de fu nominato visitatore l'avverso car- porto indicato, ove s'imbarcheranno so-
r
dinal Saldaiiha [P .) poi l'espulsione dal
t
pia de'vascelli per essere trasportati alla
regno, e quindi la soppressione, per gli nuova loro destinazione. Nell'atto dell'e-
i54 SPA SPA
sedizione di tal decreto farete apporre i ta a tale riguardo. Questo editto fu di-
sigilli agli archivi della loro casa profes- sapprovato dalla più parte del clero e
sa, senza permettere loro altro erpiipag- del popolo. 11 vescovo di Cuenca Isido-
ro, die il loro breviario e la biancheria io de Cai basai scrisse al confessore del
stiettamente necessaria alla persona di re (come il consiglio, nemico della san-
ciascunodies«i.Se,dopo l'imbarco, restas- ta Sede, e lo dissi a Gesuiti), dolendosi
se un sologesuita nel vostro distretto, fos- chela chiesa di Spagna fosse perduta at-

scegli malatoo moribondo, voi incorre- tesa la prelesa persecuzione da essa pro-
rete irremissibilmente nella pena dimor- vata, manomessi essendo i suoi beni, ol-
le. " Quest'alto del più odioso dispoli- traggiati i suoi ministri e calpestate sotto
smo fu eseguito alla lettera, come già ri- i piedi le sue immunità. Il re die al pre-
levai a Gesuiti. In una sola notte, in tot* lato una risposta piena di forza e di mo-
te le parti del regno, 6000 preti, de'qoa- derazione. Il vescovoavendocon altra let-

ti molti erano venerabili perla loro età, tera manifestato di sostenere la sua I."

illustri per nascita, stimabili per le loro proposizione, fu dal re fatto esaminare
virtù e per la loro pietà, o celebri pe'lo- nel suo consiglio 1'
affare, il quale dopo
ro talenti e per la scienza, furono arre- lunga discussione de'titoli allegati dal pre-
stati come tanti assassini, condotti sulla lato, dichiarò la sua condotta temeraria,
spiaggia, e imbarcati alla maniera di quei ingiusta e sediziosa; e per conseguenza
disgraziati schiavi africani, di cui essi a- scrisse la lettera circolare a tutti gli ar-

veano si eloquentemente difesa la causa, ci vescovi e vescovi del regno per corou-
e caritatevolmente alleviali i loro duri nicar loro tale giudizio. Altra circolare
trattamenti, come ne fu l'apostolo il b. dello stesso consiglio fu indirizzata a've-
Pietro Claver ( F.) gesuita, di recente in- scovi e a'superiori regolari degli ordini
rialzato dal regnante Pio IX all'onore religiosi, per indurli a premunire i loro
degli altari, e di cui riparlai a Schiavo, soggetti contro quelle verità, ma quali-
Ammonticchiati nel fondo della cala, ste- ficaie pretensioni fanatiche, intorno al ri-

si sulla paglia, spesso uudriti di solo pa- prislinarnento de'gesuiti nella Spagna. A
ne e acqua, essi non si permisero un la- tante angustie che affliggevano il paterno
meato contro loro oppressori } e sop-
i animo dell'ottimo Papa Clemente XIII,
portarono in dignitoso silenzio palimeli- che riconoscendo l'innocenza de' calmi-
ti che allatto non meritavano. Non fece- niati gesuiti ne sosteneva con apostolico

10 in nessun luogo la minima resistenza, zelo la loro virtù, e con fortezza d'ani-
neppure nell'avventuroso Paraguay(V .), mo li difendeva da' loro Defilici, fu col-

dove gesuiti erano amati e venerati tanto,


i
pito di dolore quando seppe il comples-
c dove ciascun uomo sarebbe stato pron- so dell'operalo da Carlo III; e dalla sua
to a rischiar la sua vita e la sua libertà lettera del 3 marzo, in cui avvisandolo
1

per la loro difesa. Essi vollero che non della generale espulsione,segueudo il con-
si opponessero, e che si mostrassero ub- tegno di Francia, apprese ch'era stato a
bidienti agli ordini sovrani. Non si è ve- ciòcostrettoa benedella religione, a vau-
doto mai un più illustre esempio d'una taggio de'popoli, per la pace del regno,
leale e s'i eroica rassegnazione. La causa a conservazione di sua vita; che fuceali
di tanta severità non fu detta; ilresem- sbarcare sul litorale pontificio, e perchè
plicemente dichiarò in un proclama, es- non fossero d' aggravio al suo erario, a-
servi delle buone ragioni per bandire i vrebbe a ciascuno assegnato vitalizia pen-
gesuiti,e anco per confiscar i loro beni; e sione. Estremo fu quindi l'abbattimeli-
che niuoo avrebbe mai conosciuto mo- i to che provò il Papa, e nella bella rispo-

ti\i che avevano diretta la sua condot- sta del 6 aprile, Inter acerbissima, fra
1
SPA SPA i55
le altre cose gli disse: » Che avcmlo egli vedere senza lutto Binarissimo l'abolizio*
ne'o anni del poolìficato sofferto molle ne dell'istituto di s. Ignazio Lojola spa«
angustie, ninna così acerba lo poteva as- gntiolo. Per la sua veneranda canizie, clic

I ilne, quanto la notizia, che i gesuiti e- il re revochi l'editto, poiché la virtù fio-
rano espulsi dalla Spagna, alla quale non che sarà degna d'onore, tutti mortali i

potèegli farà meno di esclamare con Giù- loderanno ed esalteranno il re, quale al-
ito Cesare, quando nel senato romano fu Irò Assuero per aver rivocalo l'editto a
tento anco da Unito, clic avea preso per istanza d'Ester sua moglie, e pubblicato
lìglio : Tu quoque (ili mi? Dunque, sog- ingiustamente contro gli ebrei. Lo esor-
giungeva, un re cattolico con sì amaro ta a dar luogo all' equità e alla verità,
calice vuole condurre al tumulo un vec- affinchè vegga dissipate le tenebre de'pre-
chio Pontefice suo amoroso padre? Dun- giudizi. Se il re sentirà i vescovi, gli uo-
que quel braccio che deve annientare i mini dabbene e la sua stessa coscienza,
uetnici della Chiesa, a questi ha da pie- troverà che !a pena data alla compagnia
slare aiuto, e unito con questi ha da di- di Gesù è onninamente ingiusta. " In tal
struggere una società di religiosi, utile guisa e con tal forza, ragionevolmente
alla Chiesa, cara a Dio, e da'santi della scrisse l'afflitto Clemente XIII a Carlo
Spagna istituita, pei' propagar la sua glo- 111, il quale sebbene d'ottime qualità e
ria per tutto il mondo? Dunque un re d'eccellenti intenzioni, era tuttavia stra-
cattolico ha da privare suoi popoli di i semaio da alcuni suoi ministri, uniti alla
tanti vantaggi che provengono dalle pie- cabala ordita io Francia, poco tempo do-
diche, dalle missioni, da'eatechismi, da- pò scoppiata con tanto danno della reli-
gli esercizi spirituali, dall'amministrazio- gione e della inorale, della Spagna e del-
ne de'sagi amenti, e dall'ottima istruzio- l'Europa, e tutte quante ancora ne ge-
ne della gioventù? Un re, che non per- mono; trama che non sarebbe venula al
inette soffia danno alcuno il più vile dei prima non si
fatale e terribile efletto, se
suoi sudditi, senza che gli sia fatto il pio- estinguevano gesuiti, quali dagli em-
i i

cesso, ha da esiliare uo numeroso celo pi autori della medesima erano tenuti per

di ecclesiastici, a Dio e alla repubblica ostacoli insuperabili a'Ioro perversi di-


consagrati, senza citarli, senzasentirlijsen- segni. Ma il re costante nel suo errore,
za permettere loro di difendersi, per non Papa al 2 maggio, che doleasi
rispose al
conculcare il diritto che hanno alla loro amaramente della pena che aveagli pro-
fama, alla loro patria, a' loro beni ? E dotta coll'espulsione de' gesuiti dai suoi
certamente innocente questo ceto e que stali, ma che molto più si doleva che sua

sto istituto, ed egli Io giura avanti a Dio Santità non si persuadesse, aver egli giu-
e agli uomini, onde rifletta il realdan- sti motivi a làrlo, benché ninno di (pie-
no dell'anima sua, ch'egli ama sopiamo- sii e neppur leggiero indicasse né allora
do.ea'dannichedebbouonasceredaque- uè poi. Nondimeno Carlo III ordinò al
sta espulsione alle anime de'suoi suddi- figlio Ferdinando IV che cacciasse ge- i

li, privi di sì bravi operai. Egli preseo- suiti dalle due Sicilie(o\z poi lo stesso re
la al re, non lesuppliche della regina sua supplicò Pio VII a ripristinarli !), lo che
moglie, degna figlia del duca di Lorena eseguito, come gli spagnuoli furono tra-
Stanislao già re di Polonia, sebbene dal sportali colla forza nello stato pontifìcio,
cielo, dove per le sue rare virtù la ere- e di questa duplice lesione de'dirilli so-
de regnante, per l'amore che a' gesuiti vrani, gravemente e senza risultato, re*
portava, suppone gliele faccia caldissime; clamò il Papa co'due re. L'esempio del-

ina sì le preghiere di Gesù Cristo e del- le 3 corti Borboniche, fu seguito da 11 'al-


la Chiesa sua sposa, la quale non potrà li u di Parma, la quale avendo lesa l'ini-
,56 SPA SPA
munita ecclesiastica, ed annullando le sue il cui breve d'indulgenzecol quale ne con-
disposizioni il Papa con un breve, que Cene alle missioni de' gesuiti, fu subito
sto fu soppresso dal consiglio di Castiglia. conculcato in (spagna, volendo il re ad
Ma i crudeli nemici de'gesuiti, che lo e- ogni costo la loro completa abolizione,
rano pure dell'altaree del trono, non per sino a sollecitare la beatificazione del ven.
anco si chiamarono soddisfatti di averli Palafox, per quanto tlissi a Gesuiti. Ivi
5 principi
falli sfrattare ila' vasti slati di dunque -e altrove narrai, che Clemente
cattolici e potenti, sebbene gli avessero XIV ben presto si accorse che altrimen-
lido Iti erranti e a non aver più stabile, ti la sua autorità sarebbe slata paraliz-
uè sicura dimora in nessuna parte. Non zata, tra' cardinali ancora essendovi al-

basta. Vollero questi stessi nemici ripor- cuni avversi a'gesuiti, come Malvezzi so-

tili anche un ultimo trionfo sopra de'ge-


e pra tutti, Marefoschi, Beruis, Corsini, e
suiti, con ottenere la loro condanna dal Carvaglio fratello del marchese di Pom-
capo della Chiesa, di cui eglino erano stati bal, a lui di gran lunga inferiore per la-

ifedeli eoperosi soldati; e così induri eRo- lenti e cognizioni, ma massime e nel-
nelle

ina a licenziar la più valida sua milizia l'avversione alla santa Sede del fratello
veterana, e a lanciare il decreto di scio- ancor di mollo peggiore, e lo dichiara il

glimento sopra i suoi più zelanti e prodi cardinal Pacca nelle Notizie sul Porto-
difensori. Tale era il piano insensato e gallo. Clemente XIV volle accarezzare

diabolico, al quale si determinarono co- la corleili Spagna, tenendo al sagro fonte


me solo mezzo per poter giungere alla di- il primogenito del principe dell'Asturie,
struzione completa di tutta la società. A sifece rappresentaredal re avoe gli man-

nome del loro onore e della loro sicurezza, dò in dono le Fascie benedette, indi per
minacciata da intrighi e da moti perico- memoria fece coniare una medaglia colla
losi,! detti sovrani per mezzo de'loro am- propria effigie e nel rovescio una donna
basciatori domandai ouo a Clemente XI II vestita d'abito reale in allodi presentar

la soppressione intera de'gesuiti, e Carlo alPapa un bambino, col motto Deus :

r
III pel ministro mg. Aspurù, il tutloac- uovafoedera sancit. Clemente XI V non
compagnato da quegli atti di violenza e senza ingegno e sapere, fu debole, ed il

prepotenza die narrai a Gesuiti, colle suo breve pontificato non rimarcò che
si

militari occupazioni di Benevento e Pon- pe'vani sforzi onde troncare legami che i

tecorvOjd'Avignoneedel Venaissino. lut- lo tenevano avvinghiato. Avrebbe volu-


ti dominii temporali della s. Sede. Cle- to salvare gesuiti, ma non ebbe il co-
i

mente XIII fu però confortato da diver- raggio di farlo apertamente, e dopo li-
si sovrani che lo supplicavano a conser- na lunga resistenza cedèall'esigenze delle
vare gesuiti, non meno da parecchi car-
i
memorate corti unite per la soppressio-

dinali e vescovi, come dallo spagnuolo car- ne de'gesuiti, per la Spagna vivamente
dinal de Solis arcivescovo di Siviglia, te- 6ollecitando!oMongi no ministro della me-
stimoniando di loro innocenza e virtù. Il desima e poi conte di Florida Bianca, col
Papa loro costante protettore, dopo aver- pretesto della pace universale. Clemente
li sostenuti coraggiosamente, fallo vec- XI Vcedè,e neliy^S non senzaripugnanza
chio e cagionevole di salute, quesl'ulti- li soppresse col breve Rex pacifìcus, ma
mo colpo gli fu fatale e lo condusse alla con quelle particolarità che ho detto a Ge-
tomba nel 1769. Il conclave divenne il suiti ed a Seminario Romano, e ben pre-
teatro di pratiche e d'intrighi tra'princi- sto gli conturbò l'animo e agitato mo-
si

pi europei; l'influenza della Spagna e del- rì. Posseggo copia della relazione del ge-

la Francia innalzo Ganganelli al ponti- neredi malattia e mortediClemenleXI V,


ficalo, e prese il nome di Clemente XIV; mandata dal ministro di Spagna resid^n-
SPA S P A i ~>7

te in Rnmn olla reale SUB corte. Essa è ti continuarono ad Imperocché esistere.

compilata con troppe prevenzioni e nel- anche l'autore delle Osservazioni Sópra
l'erronea crederne, che allora invalse fra l'istoria di Clemente XII serata dal />. ,

molti, die il Papa fosse morto di vele- A. Theiner, Modena 1 853, provò e pie-
no, a motivo de'segnali che convalidava- namente dimostrò con documenti l'esi-
no tal supposto, sia per la seguita auto- stenza legittima de'gesuiti nella Prussia,
psia del cadavere, sia pel suo rapido ili- avendo Federico 11 ottenuto la facoltà di

sfacimento. E perchè il governo di Ro- conservarli in stata quo tacitamente e poi


ma non procedette a verifiche sui divul- espressamente; e l'esistenza legittima dei
gati sospetti, e già s'intende che ne Fu- gesuiti nella Russia. E provato dunque
rono incolpati calunniosamen-
i gesuiti, da'ricordati documenti, e dal da me ri-

te fu censurato in uno al popolo roma- portato ne'cilati articoli e nel vol.LXHI,


no, accusandosi d'aver riguardalo con in- p.ioi, che nel pontificato di Clemente
differenza morte del proprio principe
la XIV con suo rescritto o lettera scritta a
e pastore, ed anche averla appresa con Caterina li, l'esistenza de'gesuiti nella
allegrezza. Quasiché avessero a>sassiualo Prussia e nella Russia fu almeno tollera-
il ^ icario di Gesù Cristo, il quale essen- ta con positiva approvazione e riconosci-
do stalo crocefisso in Gerusalemme, che mento della santa Sede; e sotto Pio \ I
poi Iti segno alhi divina vendetta, que- a mezzo del cardinal Gio. Rattista Rez-
sta dalla relazione fu pur minacciata a zonico, e poi a' 1 marzo 1783 vivae vocis
1

Roma Nella biografia di Clemente XI P>


! ora cu lo a mg. 1 GiovanniBenistawski coa-
ed in più luoghi, anco per le precise in- diutore dell'arcivescovo di BAohilow, spe-
formazioni che da genuine ed ineccezio- dito da Caterina 11 al Papa perchè con-
nabili fonti mi fu dato rilevare, convin- fermasse tuttociò che fino allora erasi fat-
to in contrario, confutai l'asserzione di to riguardo a'gesuiti della Russia. Per-
preteso avvelenamento e conclusi : Che tanto Pio VI confermò, approvò e rico-
il Papa restò vittima d' una scorbutica nobbe per veri religiosi gesuiti, quei picco-

affezione universale, la cui attività fu ve- lo nucleo della compagnia formatosi nella
ramente micidiale, per quanto precedette Russia Rianca, ove il breve di Clemente

e segm nel pontificio corpo fatto cadave- XIV non essendovi stato pubblicato, nep-
re. E cosa veramente deplorabile, che la pur vi poteva essere osservato, compre-
sua memoria non abbia sortito peggiori sa l'elezione del vicario generale da lo-

nemici de'suoi medesimi panegiristi, in ro fatta: i gesuiti seguirono a professare


tal guisa la granile opera dello spagnuo- anche colà la regola e le istituzioni loro,

lo s. Ignazio si trovò atterrata. I mem- non meno che a mantenervi la successio-


bri dell'ordine andarono dispersi per l'Eu- ne de'propri generali. Si può concludere,
ropa, e per una strana combinazione di che Clemente XIV e Pio VI per quieta-
circostanze, questi campioni della chie- re lamenti delle corti Borboniche dive-
i

sa romana e de'diritti monarchici, abban- nute nemiche de'gesuiti, e far cessare le


donati dal Papa per un complesso d'im- loro molestie, diplomaticamente dissero
periose circostanze, perseguitati da 'prin- una cosa, e poscia per contentare Fede-
cipi cattolici successori di quelli che più rico Il e Caterina II, privatamente ne per-
li avevano amati, trovarono un prolet- misero un'altra, onde sai vare ne'loro sla-
tore nell'acattolicoFederico II redi Prus- ti l'esistenza de'bramati gesuiti. Quando
sia (F.), eun asilo negli slati dell'autocra- Clemente Vili nel i5q2 soppresse in Ro-
ta di Russia {V.) Caterina II, autorizza- ma benfratelli, l'ordine si mantenne nella
i

ti privalamentedallostessoClenienteXIV Spagna, per non essere stalo colà promul-


e dal successore Pio VI, e perciò i gesui; galo il breve distruttivo, e dipoi dalla s.
i J8 S P A SPA
Sede fu riconosciuto per religioso professo Papa con un breve provvide all'ammini-
il benfratello Giovanni Pecca d or allora strazione d'alcuni patrimoni ecclesiastici,
leligioso in lspngna,morto nel iGooebea- ed accordò di verse rendile di beni di chie-
lificata ilal Papa regnante nel decorso an- sa, eccettuati quelli de'vescovati e de'be-
no. Cos'i dell' ordine delle scuole pie da neGzi curati, per erogarsi nella fondazio-
Innocenzo X distrutto nella forma e de- ne in tutte le diocesi di case dette della
caduto dal grado d'ordine regolare in Ro- Misericordia, per alimentare i veri indi-
ma, nondimeno per ordine si mantenne genti. Nel 1779, giusta patto di fi mi-
il

in Polonia e altre parti del nord. Così av- glia, Carlo 111 dichiarò guerra all'Inghil-
venne a'gesuiti di Prussia e Russia, che terra a' 16 giugno. La flotta francese si

Federico li sostenneroenon
eCaterina 11 unì alla spaglinola e bloccò Gibilterra,
permisero la pubblicazione del breve di ma senza successo e con restar battuta la
Clemente XI V, ad onta della diversità di squadra comandata da Langara. Pensa-
loto credenza religiosa. Pur troppo tante Florida occidentale,
cola, capitale della
volte la verità e la giustizia contraddetta capitolò nel 1 78 1, e così la Florida ritornò
dagli amici o correligionari, viene soste- alla Spagna, la quale ricuperò pure Mi-
nuta e dilesa da' nemici o dissidenti. noica; ma riuscì funesto ili 3 settembre
Carlo 111 portò seco in [spagna alcu- pel nuovo tentativo sul nuovo famoso as-
ni nobili delle due Sicilie, che destarono sedio di Gibilterra, che attrasse l'atten-
gelosia tra'spagnuoli.Fra essi vi fu Leo- zione d'Europa e che fu forza convertire
poldo de Gregorio marchese di Squilla* in blocco. L'i i ottobre l'ammiraglio Ho-
ce, già suo ministro primario e favorito Ave mandò viveri e munizioni nella piaz-
ne' due regni, che dichiarò tenente ge- za, alla presenza delle flotte combinate,
nerale dell'armate, e ministro della mo- ch'erano state colte da forte burrasca e
narchia e dell'Indie. Divenne odioso per il giorno dopo poste fuori di stato di com-
invidia alla nobiltà, e fu rimosso anche battere. La pace fu ristabilita nel 1 783 a
per la contrarietà del principe dell'Astu- Versailles, cedendo la Spagna all'Inghil-
rie, che lo riguardava come causa prin- terra Provvidenza e Bahama. Nel 1780,
cipale perchè era tenuto lontano dagli af- nato altro infante al principe dell'Astu-
fari. Egli fu padre dei due cardinali de rie, Pio VI nel 1 78 mandò
1 al neonato il

Gregorio, nati da due mogli, Grimaldi e sagro e prezioso donativo delle Fascie be-
l'avvenente Verdugo y-Quiiada.Da lun- nedette. Tanto quest'infinte, quanto l'al-

go tempo Spagna viveva in pace col-


la tro a cui avea fatto egual regalo il pre-
1 imperatore di Marocco, quando Mao- decessore, morirono successi va inente. Sot-
metto Ben-Abdulla improvvisamente gli to l'aspetto del la mini nistrazione,glorioso
dichiarò guerra nel 1774, non permet- fu il regno di Cario Ili, che con perse-
tendo col sovrano d'Algeri che cristiani i veranza vigilò, eseguendo diverse utili
possedessero nelle loro spiaggie,comeCeu- riforme, e restrinse il potere del tribuna-
ta, Orano e Melilla, piazze che il re fece le dell' inquisizione notabilmente. Ebbe
subito porre in istato di vigorosa difesa. pure il nobile pensiero di risvegliar l'e-

1 mori nel dicembre con copiosa artiglie- nergia nazionale e di riaccendere la face
ria assediarono Melilla, con l'imperatore delle arti che gli ultimi principi austria-
in persona, il quale pei ò dalla lunga e va- ci avevano fatto spegnere: rianimò l'in-
lorosa dilèsa fu costretto a domandar la dustria, l'agricoltura, le manifatture, le
pace sì ingiustamente violata. Conside- società economiche. La Spagna deve al-
randoli re la vastità delle diocesi d'Ame- tresì a Carlo 111 quanto può mostrare in
rica, ottenne da Pio V I l'erezione d'alcu- fatto di stabilimenti utili e di monumen-
ni nuovi vescovati. Ad istanza del re, il ti pubblici; le grandi strade, 1' edilizi.»
-

S P A S P A i m,

delle dogane, quello dello postaaMadrid, istruire la casa delLabrador, eilifì/io e-


gli abbellimenti e i provvedi nienti chete- legante e mobiliato con ogni magnifieen*
scio tana l'aria «li essa capitale, il gabi- ia. Il ino grandioso parco, di qualche mi*

netto (li .storia natili ale, il giardino ho- gl'in di circonferenza, riiu liindeclaini, cin-
tatoci), le accademie di pittura e del di- filiali, lepri, cervi, pei nici, fagiani, e ai-

segno, il canale di Tudela, l'incomincia- tri quadrupedi e volatili. La nuova e a-

mento di quello di Madrid. Amava la giù- già la strada fatta all' uso romano, che
stizia, e scelse con raro discernimento i conduce a Madrid e a Toledo, comincia-
magislrati ei funzionari pubblici tra'cit- ta da Ferdinando YI, costò somme itti -

ladini d'ingegno, elevandoli dalla loroo- mense. Aranjuez è costrutta sul costume
scoi ila; ma non tutti furono nel resto vir- olandese, secondo il piano del marchese
tuosi, come Mongino, Cainpomanese al- Grimaldi, ritornato dalla sua ambascia
tri. Fu regolare e metodico nelle sue a- ta d'Olanda. Le strade sono larghe e in

EÌoni,ebbe giusto criterio e fermezza. Buo- linea retta, le case simmetriche e uni for-
ila ai monia e corrispondenza lo legarono mi_, poco alle e di pi ti te gaiamente al di

a Pio VI, fin da quando loconohhea Ve!- fuori. La piazza del palazzo reale è assai
letti; non potè intervenire nelle sue gravi bella, decorata di grandiosi edifizi. Le pas-
vetienze, col figlio re delle due Sicilie, seggiate sono numerose e amene. Si ri-
che emancipalo dalla paterna in-
erasi marcano principalmente palazzodeldu- il

fluenza, e gli donò un Calibe ài platina, ca di Medina Celi, e quello degl'Infanti,


nuovo metallo scoperto in America, alle Vi è la chiesa parrocchiale, case religio-
colonie della quale concessela libertà del se, il circo,il teatro, l'hai as o razza reale
commercio. Deve molto a Carlo III, e al di cavalli mantenuta con ogni cura: nel
suo figlio e successore Carlo IV, il sog- circo si eseguisce l'applaudita giostra dei
giornoela villeggiatura realed'Aranjnez, tori. Ordinariamente è abitato da 2,000
ove la corte risiede ordinariamente do- persone,che arrivano circa a 10,000 quao
pò Pasqua sino alla fine di giugno, nel do vi è la corte. L'imperatore Carlo V

qual tempo ministri esteri si trattengo-


i ebbe Aranjuez col suo distretto dall'or-
no nel vicino villaggio d' Antigola, pari* dinedis. Giacomo, dell'avvicinarsi della
menti delizioso e con comodi ed eleganti terribile esplosione del vulcano rivolo-
Aranjuez castello e piccola città al
casini. zionario, morì Carlo III a' 1 4 dicembre
confluentedelTago nella provincia diTo- 1 788, di 72 anni, e fu deploralo pel eom-
ledo, sopra l'imboccatura del Xaratna, pò plesso di sue qualità. Il principe delle A-
sta è in valloneridenleeboschivo.L'ame- storie e secondogenito Carlo iVglisuc-
a
nità naturale della situazione accresce il cesse, già maritato a M. Luisa di Parma,
vi forma-
pregio alle delizie che coll'arte figlia del duca d. Filippo, che l'avea fat-
rono successivamente re. Anticamente i Lo padre anche di d. Ferdinando, nato nel
non era che un luogo di riunione per le 1 78-j.dopo defonli ricordati, indi re sue-
i

caccie reali Carlo V vi fece costruire un


: cessole; e di d. Carlo poi escluso dal trono
gran palazzo, che Carlo II, Filippo V, che gli spettava legittimamente dopo la

Ferdinando VI e Cario III sempre più mot te del fratello: in seguito nacquero, d.
aumentarono e abbellirono. Carlo IV vi Fi ancescodi Paola padre del reallualejd.
creò lungo il Tagoque'magnifici giardi- Cai lotta che fu sposa di Giovanni VI redi
ni, pieni di svariati e bellissimi fiori d'A- Portogallo; d.M* Luisa maritata ad. Lo-
melica ed Europa, ed ornati di statue e dovieo duca di Parma, indi regina d'E-
fonlane, que'boschetti deliziosi ne'quali truria o Toscana e duchessa di Lucca;
l'acque sono maestrevolmente distribuì- ed.M.* Isabella che sposò primogenito il

te in cauali artificiali : vi fece ancora co- di'Ferdinando IV che divenne France-


iGo SPA SPA
sco li re delle due Sicilie. Sortì dalla na- prese misure per la tranquillila del regno,
tura spirito vivo, carattere violento, for- e pel trattato di Pavia inviò 9.0,000 uo-
ra prodigiosa: un'infermità lo ridusse a mini a'Pirenei. Ma \\\\ raggiro di coite,
vita tranquilla e pacifica, ubbidiente al condotto dalla regina, che sempre più ac-
padre, dominato dalla moglie, che subi- quistava influenza, rovesciò Florida bian-
to ammise nel consiglio dopo esser pro- ca, fu esiliato a Murcia,e confiscati suoi
i

clamalo re a' 17 genuaioi 789. Fu coro- beni gli ebbe il conted' A randa che lo rim-
nato a'23 settembre alla presenza delle piazzò. Tornato questi dall'ambasceria
cortes ,
presiedute dal conte di Campo* di Parigi, imbevuto delle innovazioni fì-
manes, le quali si mostrarono esigenti, se- losofiche,siopposeal ricevimento de'piiu-
condo lo spirito rivoluzionario die allo- cipi francesiemigrati e alle potenze che
ra fermentava nell'Europa, ma furono prepara vansi a marciare contro la Fran-
politicamente congedate. Si pretenderle cia rivoluzionata; appena accolse i rea-
uno de'loro atti, per lungo tempo tenuto listi francesi che si rifugiarono in Ispa-
segreto, e la cui autenticità non si può gna, ma lasciò libera l'introduzione a gior-
provare, al dire di alcuni, fu quello col nali e libri rivoluzionari. Ciòcia troppo
quale Carlo IV facesse da loro abolire la contrario alle savie opinioni del re e al-
legge Salica introdotta in Ispagna colla l'inalterabile suo amore per Luigi XVI,
morte di Carlo li ed esaltazione al suo ed il partito stesso della regina conside-
trono dei boi boni. Questa abolizione la randolo come uno sgabello per elevare il

pubblicò il figlio Ferdinando VII per as- famoso Emanuele Godoy, che fu cagio-
siemare il trono alla figlia regnante, in ne della rovina di Spagna e delle sven-
pregiudizio di suo fratello d. Carlo, co- ture cui soggiacque, percotnune consenso
me poi dirò. Alcune lievi guerre sostenne degli storici contemporanei, ne affrettò
in principio cogl'inglesi, co' marocchini, la deposizione. Fu ill5 novembre 792 1

cogli algerini a'quali cede Orano e Mal- che Godoy favorito della regina, uscito
zaquir. Ma una guerra ben altrimenti più poc'anzi dagli ultimi ordini della guar-
sena diveniva grado a grado imminente, dia reale, ricevette da Carlo IV il por-
inconseguenza della rivoluzione di Fran- tafoglio dii.° ministro, sebbene d'equi-
cia. In quest'articolo, a Portogallo, [• voca capacità. Egli in principio non die-
talia, Inghilterra, Germania, Russia, de al re cattivi consigli, anzi lo secondò
Prussia, Sassonia, Sardegna, Parma, e nelle giuste e generose intenzioni per la
altriannloghi,come nelle biografie di Pio salvezza di Lui"i XVI. Tuttavolta tutti i

/ 1 e di Pio J li, descrissi la lunga se- tentativi del re, l'impiego di 3milioni,ben-
rie degli strepitosi avvenimenti che ne de- chè quale allea lo del la Francia per salvar-
rivarono, laonde essipotranno supplire lo ne supplicasse il presidente della con-
a'brevi cenni seguenti, sui regni di Carlo venzione nazionale, riuscirono per deplo-
IV e Ferdinando VII. Consiglialo Carlo rabile fatalità affatto inutili, e l'infelice
IV dal suo accorto ministro contedi Flo- marti reLuigi XVI lasciò la testa sul palco.
rida Bianca, sino dal principio, di lutti i Carlo IV nella disperazione del dolore,
pericoli che alla sua corona minacciava ordinò un lultogeneraledi 3 mesi, richia-
la rivoluzione di Francia; e l'affetto ch'e- mò da Parigi il suo incaricato d'affari,
gli portava al degno capo dell'augusta accolse amorevolmente gli emigrati, cac-
sua casa, gli a vea fatto considerare col più. ciò da'suoi stati il conted'Aranda,e mal-

commovente interesse le sventure del vir- grado il suo carattere pacifico, e della tri-

tuoso Luigi XVI. Allorquando questo re ste condizione dello stato, cede all'entu-
da'suoi francesi fu arrestalo a Varennes, siasmo de'suoi popoli, e si preparò ener-
Carlo IV fece un'energica dichiarazione, gicamente alla guerra. Nondimeno fu pi e-
SP A SPA l6l
venuto dalla convenzione nazionale di rono accolti con dimostrazioni del pia vi-
Parigi, che si scagliò sulle navi spaglino- vo entusiasmo. Non meno del re, la mag-
le del Mediterraneo, e gliela dichiarò ai gior parte degli spaglinoli allora in quel-
" marzo 793. Esausto l'erario, Car-
1
colla Francia non iscorgevano che
la [tace

lo IV ricorse a Pio VI per essere aiutalo il termine d'una guerra sangui noia e ili
dal clero secolare e regolare di Spagna. distruzione. Nel 7 qC> l'alleanza conFran-
1

Il Papa con due brevi gli accordò la fa- cia divenne offensiva e difensiva, con di-
coltà di aggravare di 36 milioni lesoli- chiarazione di guerra agi' inglesi; ed il
te imposizioni su di esso, e di altri 3o mi- principe della Pace tutto di essa bene-
lioni ambo i cleri d'America a lui sog- volo, forse adescato di qualche porzione
getti. Di più gli concesse che tutte le ren- nelle spoglie, voleva che la guerra fosse
dite delle dignità e altri benefizi vacanti dichiarata anche al Portogallo, ma non
o die vacassero, si erogassero a vantag- potè vincere la ripugnanza di Carlo IV
gio dell'erario sino all'estinzione del de- a combattere il suo genero che solo l'a vea
bito nazionale. Tulle le provincie quindi aiutato nell'ultima guerra. Intanto gl'in
della monarchia e i diversi corpi dello glesi interruppero i rapporti e il commer-
stato contribuirono a fornire i mezzi per cio di Spagna col Perù,coI .Messico e colle
l' arrotamento e manteni-
dell' esercito sue ricchissime colonie,con gravi pregiu-
mento Questa fu diretta da
della guerra. dizi. Le navi spaglinole bloccate ne'por-
Godoy divenuto duca d'Alcudia, il qua- ti restarono a disposizione di Francia, che
le stendeva piani di campagna fu qua-
i : fu causa della rovina della marina. Nelle
si sempre difensiva, e in generale mal con- fazioni guerresche fra gl'inglesi e igallo-
dotta e peggio eseguila. I repubblicani ispani, l'ammiraglio Cordova patì nota-
francesi conquistarono la Guipuscoa, la bile perdita, il porto di Cadice fu bloc-
Discaglia, parie della Navarra, e s'inol- cato e bombardato; ma la difesa in tut-

trarono nella vecchiaCastiglia,allorqoan- ti gli altri punti fu vigorosa, nulla si per-


do la pace di Basilea de'22 luglio 1
79^ de in America, e nelle Canarie fu respin-
pose finealle ostilità. Carlo IV senza suc- to il celebre ammiraglio inglese Nelson
cesso tenlò la liberazione di Luigi XVII, privato d'un braccio in quell'attacco. Il

figlio del re decapitato, e che gli fossero benigno e inconsolabile Carlo IV, pian-
date alcune provincie limitrofe alla Spa- gendo sempre Luigi XVI, fu obbligato
gna, per fai ne un re d'Aquitania. La Spa- a ricevere per ambasciatore il più esal-
gna riacquistò l'occupato, cede alla Fran- lato rivoluzionario e che a vea contribui-
cia la sua porzione sull'isola di s.Domingo, to alla di lui morte, e confinar nelle i-
fu obbligala a ritirarsi dall'alleanza del- sole Daleari i realisti francesi e guerreg-

l'Inghilterra e unirsi a Francia, e fu co- giare altri. Perciò la Russia gli dichiarò
stituita mediatrice perchè la repubblica guerra, la Porta ottomana licenziò l'ani
francese fosse riconosciuta dalPortogallo, basciatore, e si trovò esposto con tutti i

dalle due Sicilie, da Parma e Piacenza, nemici di Francia. Oppresso Carlo IV da


e da altri principi italiani. Credendo il tanti sinistri, s' infastidì degli affari del
buon re vantaggioso il trattalo pel riposo governo, abbandonò ogni cosa alla regi-
e felicità de' suoi popoli, ne attribuì o» na ed al favorito, solo occupandosi della
gni bene a Godoy, ch'era diventilo anco cacciaedella musica. Ricolmò vieppiùd'o-
suo favorito, lo creò grande di Spagna, gni speciedi benefizi il principe dellaPace,
principe della Pace, poi grande ammi- lo sposò ad una principessa reale, e dive-
raglio, generalissinio,e gli clonò una terra nuto suo cugino lo dichiarò prefetto del
ragguardevole, il re e la regina fecero un palazzo. Procurò il re di moderare i fu-
viaggio per le pi ovincie,e dappoi lutto fu- riosi trasporti deh aucesi contro governi i

\UL. LXV11I. 1 i
i6a SPA SPA
italiani, esibì la sua mediazione a Pio VI Ustica, tuttavia due personaggi in tem-
i

quando ne invadevano gli ciati, ed iuca- po delle maggiori avversità di Pio VI,
ncò l'indegno cav. Nicola de Azara suo furono due angeli consolatori egli som-
ministro iti Roma, d'aiutar in lutto il Pa- ministrarono soccorsi , come li celebrai
pa. Di falli egli s'interpose per l'umiliante nelle loro biografie ed a Siena. I fran-
e rovinoso armistizio di Bologna a*23giu- cesi consumarono nelirqS l'intera in-
gnoi7f)6, per cui l'Azara si ritirò a Fi- vasione dello stato pontificio coli* occu-
renze pe'motteggi de'romani che lo so- pazione di Roma, e l'Azara regolò l'in-
spettarono traditore. Tuttavia il leale l'io gresso delle truppe. Pio VI fu detroniz-
VI trovandosi nel 1 707 in maggiori an- zato, ed a'20 febbraio condotto in Sie-
gustie, per fermare le occupazioni del- na, indi alla certosa di Firenze, donde fu
le sue pro\incie operate da'francesi, cre- trasferito in Valenza di Francia, ove mo-
dendolo di buona l\n\e, lo invitò a trat- rì a'iq agosto 79Q- Avcanonel viaggio
1

tar la pace di Tolentino de*2 3 febbraio, raggiunto il Papa a Castel s. Giovanni,

col sacrifizio della maggior parte de'suoi prima di Voghera, il cav. Pietro Labra-
domimi. Nell'articolo Sicilia, col Baldas- dor come sui rogalo dal re al cardinal Lo-
1
Relazione dell' avversila e patimen-
sari, renzana nell'uffizio di suCministrOjemg.
ti P.o FI, narrai come il principe della
di Giuseppe Gareia Malo cameriere segreto
Pace consigliò che si togliesse al Papa il di Pio VI, qual segretario di legazione:
resto de'suoi slati e si trasferisse in Sar- disse che avea commissione di proporre
degna, e s'ingrandisse colle sue Provin- e concludere diversi affariche premeva-
cie il ducato di Parma dell'infante di Spa- no sommamente d' indulti apostolici, e
gna d. Ferdinando fratello della sua pro- di somministrare le occorrenti somme, e

tettrice la regina M." Luisa. Di più die quanto l'arcivescovo di Valenza di Spa-
istruzioni ad Azara che nel caso della mor- gna avea raccolto da'buoni spaglinoli; e
te di Pio VI dichiarasse a' cardinali che poi lo raggiunse a Grenoble e protesse il
il renon riconoscerebbe per successore, resto del viaggio per Valenza di Francia.
se non l'eletto d'accordo col suo mini- Intanto in (spagna pegli artifizi degli a-

stro in Roma! Premendo al principe del- genti francesi, il principe della Pace fu
la Pace di ma rida re in onorato esilio il car- privato del titolo di 1 ."ministro, che al-

dinal Lorenzana, grande inquisitore e ar- meno in apparenza passò in Saavedra, se-
eivescovodi Toledo, con Despuig arcive- gretamente continuando il principe a reg-
scovo di Siviglia, insieme a Muscjuiz ar- gere desimi della monarchia. In Valen-
i

civescovo di Seleucia abbate di s. Idei- za il Labrador espose le sue domande,


fonso e confessore della regina, persuase che alcune ledevano i sagri canoni e la
di mandarli al Papa con ambasceria nel disciplina ecclesiastica, secondo le istru-

'797' P el confortarlo nelle angustie in zioni del marchese d'Urquijo nemico del
cui trovatasi, ma senza istruzioni e auto- clero. Pio VI alcune esaudì, altremitigò,
altre ne"ò cav. Labra-
rità; mentre nel dispaccio al cardinale per D con fermezza. Il
questa missione, scagliò crudeli invettive dot procurò d'essere di sollievo al Papa,
contro il Papa e i suoi consiglieri, per non visitandolo ogni gioì no dopo il desinare,
aver ceduto subito a'francesi! Siccome al e riuscì di molto conforto all'addolorato
principe della Pace interessava di tenere ed infermiccio Pio VI. Il Labrador con-
lontano il cardinale, perché qual inquisi- tinuò a rimanere in Valenza, mantenne
tore aveva cominciato a procedere con la famiglia pontificia, e somministrò poi
tra di lui, lo fece restare in Roma, con i mezzi per tornare in Italia, dopo avere
Despuig poi cardinale, richiamando Mu- apposto il suo sigillo alla cassa mortuaria
squiz, L'ambasceria fu puramente fan- ove fu deposto il cadavere del Papa, e fatto
SPA SPA iG3
accordino ai medesimi famigliari i pas« cedere alla Francie la Nuo«
Idei fon so fece

saporii egli elicili lasciati loro dal Papa, va Orleans e In Lnigiaon, forzandola ad
Così C.iulo IV, come alleato de' francesi, aumentare le sue armale, ad accrescete
potè ed ebbe la gloria di essere il solo so* la sua marina, ed a riunir le sue squa-

Viano, clic nella prigionia e deportalo- die alle francesi; e riprendendo il pin-
ne di Pio VI, lo consolò e soccorse a mez getto di dominar il Portogallo a danuo del
zo d' un suo rappresentante. A Madrid commercio ingtese, pose in opera ogni ar-
il marchese d'Urquiio non permise che tifizio per fervi concorrere il gabinetto dì

il nunzio Casoni pubblicasse le facoltà di Madrid, promettendo aumento di terri-


eni eia munito, e in lutto il tempo della torio. Il principe della Pace fu l'istiga*
sede vacante il tribunale della nunziatu- tore di tale aggressione, ed ebbe il coniati-
la non potè operare patentemente. An- do dell'armala spago U0 la per eseguirla,
zi ilgoverno con circolare agli arcive- e fece alcune conquiste. Per la pace fu m<-
scovi o vescovi, notificò che usassero se- slieri rivolgersi a Bonaparte, che vi con-

condo l'antica disciplina della Chiesa di Tenne nel 1801 a Badajoz per la cessione
loro autorità nelle dispense matrimoniali d'una parte della Guyana, di non avere
e in altro, sino all'elezione del nuovo Pa- più il Portogallo commercio cogl'inglesi,
pa. Ma quasi tulio l'episcopato s'oppose e il pagamento milioni, oltre 6 che
di a5
a così strana determinazione, e dissero ne volle il Luciano ambasciatore
fratello
che poteva provvedere il nunzio che ne a Madrid,e che fece il trattato. Il regna-
rla fàeollizzato. Non sidiedcascoltoarpie- dagnò Olivenza; e fu allora che nominò
sta savia condotta, contuttociò i vescovi Godoy generalissimo degli eserciti di ter-
si ricusarono obbedire alle insinuazioni ra e di mare, gli conferì la gran croce di
governative, ed all'occorrenza ricorsero Carlo III, ed una guardia d'onore per la
al nunzio. Vinti i ministri dalla loro co- sua persona: il re di Portogallo Io creò

stanza,non frapposero più impedimenti, conte d'Evora Monte. Per la pace à' A«
Di tutto e meglio discorre il citato Bai- miens, Spigna perde l'isola della Tri
la

dassari, riprovando il vescovo di Sala- nità; ma ben presto proclamato Napo-


manca che approvò il regio decreto. Di- leone I imperatore de'francesi erotta la

veuuloi ."console della repubblica fran- guerra neli8o4, Spagna potè restai la

rese Napoleone Bonaparte, spedì a Ma- neutra con l'annuo tributo di 5o milioni
drid il liiogotenenle Berthier, che vi rice- alla Francia, per cui gl'inglesi depreda-
vèdislinta accoglienza, massimedal prin- rono galeoni carichi de'tesori d'Ameri-
i

cipe della Pace, ed il re mandò al conso- ca, dall'ammiraglio Cromvallis tratti in


le 20 bellissimi cavalli andalusi. Notai a un porto britannico. Perciò ricominciò
Marocco il trattato concluso dalla Spa- una guerra distruggitrice, che Carlo IV
gna con quell'impero. Appena Carlo IV avendo ben ragione di temere avea pro-
seppe l'elezione di Pio VII, con decreto curato evitare con tanti sagrifizi. Bisognò
de'2 aprile invitò l'episcopato a rivolger- raddoppiare le armate di terra e di ma-
si al Papa pegli affari di loro diocesi. Pio re, oltre il tributo col quale avea coiti-
VII errò subilo cardinale Luigi di Bor- prato la neutralità. L'interruzione di qua*
bone figlio del suddetto infante, cheavea lunque commercio, e la privazione d'o-
rinunziatoil cardinalato, gli mandò in I- gni rapporto colle suecolonie, immerse la
spagna tutte le insegne cardinalizie, fece Spagna in angustie, alle quali si aggiunse
arcivescovo di Toledo, e amministratore a'2 1 ottobre c»o5 1 il disastro diTrafalgar,
di Siviglia. Bonaparte co'suoi trionfi raf- col quale perde le più belle squadre. Que-
fermatosi nel polere, cominciò ad essere sto famoso combaltimenlo navale awe-
csigenle verso la Spagna, colla pace di s. unto in Trafalgar capo dì Spagna che ,
, 6 S
S P A SP A
forma l'ingresso occidentale dello stretto ne del principe della Pace, adescandola
di Gibilterra, fu vinto dagl' inglesi sotto colla prospettiva di più estesa possanza,
gli ordini del celebre Nelson, che vi trovò e di mia completa usurpazione, facendo-
lamorte, al pari di Gravina fratello del gli sopraltuto temere per l'avvenire il ri-

nunzio e ammiraglio spagnuolo, mentre sentimento dell'erede ilei trono d. Fer-


l'ammiraglio francese Villeneuve, fatto dinando, contro il quale accrebbe l'odio
prigioniero,poi per dolore si uccise. Quan- che da lungo tempo gli portava il mini-
to fu pagato il vestito di Nelson che in- stro. Nello stesso tempo Napoleone I era
dossava nella battaglia, lo dissi nel voi. a partedella confidenza di d. Ferdinando,
LV1I, p.i i i. Alla vista di tante calamità gli prometteva il suo appoggio, e Io ani-
imperversanti ad un tratto sopra i suoi mava d'ira contro Godoy che
e la regina,
popoli, Carlo IV fu ridotto alla dispera- nel proprio accecamento avea concepi-
zione, e nulla pareva aver forza di trar- to pel figlio un odio cosi mostruoso, che
nelo, quando nel 1806 la Russia annun- il suo maggiore dispiacere fu per lungo
ziò al principe della Pace la prossima for- tempo il non poterne rendere partecipe
midabile alleanza contro l'impera toreNa- il re. Ma essa secondata da Godoy, tanto
poleone I, tra essa,laPrussia e l'Inghilter- seppe fare e dire, che in fine Carlo IV
ra, avendovi acceduto il Portogallo, e lo non credè più all' alletto del principe e
invitò n prendervi parte. 11 gabinetto di venne in sospetto che ordisse congiure e
Madrid colse avidamente questo incon- mantenesse intelligenze contro di lui, ed
tro, per uscir dalla deplorabilesiluazione un terribile processo fu la conseguenza
in cui giaceva da più di io anni; ma la po- del raggiro. Quando Napoleone 1 ne fu
co cauta intolleranza del principedellaPa- informato da Carlo IV, peusò di comple-
ce rovinò ogni cosa, nello stimolare l'en- tar l'opera con altri espedienti. Pertanto
tusiasmo degli spaglinoli intempestiva- fece a' 26 ottobre 1807 sottoscrivere iu
mente, con proclama ch'ebbe lunghi e Fontainebleau da Godoy all'insaputa e
funesti risultati, pubblicato a' 14 ottobre nel uomedel re di Spagna, col mezzo d'I-
nel giorno in cui trionfava Napoleoue 1 squierdo senza probità e creatura di Go-
di Prussia a Jena. Convenne alla Spagna doy, il rovinoso e famoso trattato, il cui
simulare e far credere che aveasi la mi- unico oggetto pareva lo smembramento
ra della guerra contro Marocco, e l'astu- del Portogallo, ma in fatto avea per iscopo
to imperatore non fece travedere il suo l'invasione diSpagna e la rovina della rea-
sdegno e quanto si proponeva eseguire le dinastia. Carlo IV dovea per ciò assu-

sulla penisola Iberica a suo tempo. Esi- mere il titolo d'imperatore delle Ameri-
gette l'imperatore che mandassero
gli si che, e recarvisi; e suo nipote re d Etruria
a
20^000 spaguuoli alle sponde del Bal- Lodovico figlio della figlia M. Luisa, do-
tico, per combattere i prussiani e i russi, vea esser creato re di Lusitania o di Por-
le quali truppe contribuirono allo scio- togallo sotto la reggenza della slessa ma-
glimento della guerra e al trattato di Til- die, rinunziando però alla Toscana, che
sit nel 1807, nel quale Napoleone I colla poi fu la sola clausola ad aver effetto in
Piussia si divisero l'Europa e altre regio- favore della sorella dell'imperatore. L'an-
Spagna entrò nella parte devolu-
ni, e la tico regno degli Algarvi, appartenente al
ta al 1. "GuardandoNapoleone I alla de- Portogallo, per tale misterioso trattato
bolezza di Carlo IV e all' imperizia dei doveva essere trasformato in principa-
suoi ministri, si lusingò di presto impos- to ereditario con ricche rendite per Go-
sessarsene. In tanto valendosi del le sue arti doy. Doveano in fatto traversai- la Spa-
fece destramente seminar discordie nella gna 80,000 francesi, capitanati dal co-
famiglia reale. Fu accarczzata-r'aaibizio- gnato di Napoleone I il generale Gioac-
S P A SPA i65
citino Murat, promesso il tro-
a cui era cere. Il re tutto smarrito s'affacciò al
bah
no di Spagna, avendolo ricusato Luigi conce disse alla moltitudine che non par-
re d'Olanda fratello dell'imperatore. In tiva piìi sopravvenuto d. Ferdinando
;

breve truppe furono sulle frontiere di


le calmò l'effervescenza, e assicurò il popolo
•Spagna, e la marcia rapida e minaccio' di non abbandonarlo giammai. Subito fu
sa parve aprire un po' gli ocelli alla na- gridato re, e le voci di evviva Ferdinan-
zione e alla curie di Madrid; il solo <lo- do I II rimbombando sino alle orecchie
doynon ancora disingannato dalle
erasi di Carlo IV, i suoi cortigiani e la stessa
sue illusioni, e ormai una gran pule del- regina l'invitarono con preghiere a de*
ie piazze e delle provincia spaglinole era por la corona, come già meditava. Il re
slata sorpresa e occupala coll'artilìzio O non esitò punto, e alla presenza di tutta
colla violenza; poiché Godoy scriveva ai fi corte sottoscrisse la sua abdicazione

comandanti, ricevete bene francesi che i con tutto il piacere a' K) marzo i8ob', e
sono nostri alleati e amici. In questo mez- continuò suoi preparativi per partire pel
i

zo gl'inglesi minacciarono possedimenti i Messico. A tanta spontaneità, si aggiun-


d oltremare, ed avvicinavano l'istante ga che quando Ferdinando VII gli signifi-
della già ordita rivoluzione americana. cò che andava a Madrid a prendere le re-

Non andò molto che il traditore Isquier- dini del governo, Carlo IV lo abbracciò,
do dichiarò al re, che Napoleone I vo- benedì, e versò lagrime di gioia e di te-
leva sul momento gli si cedessero le pro- nerezza; indi lo raccomandò a Napoleo-
vinole frapposte tra l'Ebra ed i Pirenei, ne I vi vameute. Due giorni dopo ogui co-
e che riceverebbe in compenso il Porto- sa mutò faccia !

gallo che anda vasi a conquistare. Indi fu I Napoleone I egliartificii


messaggi di
;i mi inizia lo a Carlo IV, che l'imperatore diMurat,che a'iZ marzo entrò colle trup-
voleva recarsi a trattar con lui senza il pe composte di 4", 000 uomini in Ma-
concorso de' ministri, sugl'interessi della drid (e ripresa la spada di Francesco la I

Spagna e del Portogallo. Sbigottito il re, mandò all'imperatore), valsero a riani-


e vedendo inevitabile colla regina la pro- mare tulli i furori della regina contro suo
pria rovina, rispose acconsentire a ogni figlio, lutto il zelo per Godoy, e questo
cosa, e che rispetto all'indennità di sue favorito ch'erasi trascinato in un carce-
provincie oltre l'Ebro si rimetteva alla re per sottrarlo al furore della plebe e
generosità dell' imperatore ! Poscia tor- sfuggito alla sua ira per bontà di Ferdi-
nando all'antico suo progetto di partenza nando VII, agiva ancora dal fondo della
per l'America, onde sottrarsi colla fuga al- prigione, di concerto col general france-
la sovrastante tempesta, premurosamente se, IV che quan-
per far credere a Carlo
sollecitò Godoy ad alFrettarnei preparati- to era accaduto dovea ritenersi il risulta-
vi. ed annunziò al (12I io d.Ferdinando.che meli tod'unacongiura di Ferdinando VII,
abbandonava ogni potere nelle sue mani e che stava a lui il riprendere una coro-
e lo creava luogotenente generale del re- na strappata dalla violenza. La regina di
gno. Tuttociò accadeva in Aranjuez, ove Etruria, che andava di molta intelligen-
ad onta della segretezza colla quale si pro- za colla madre, agiva nel medesimo sen-
cedeva, accorse anche da Madrid il po- so. Fu sotto l'influenza di questi discorsi
polo agitato dagli avvenimenti, si rivolse calunniosi e la dettatura di Murai, che

subito irritatissimo contro il favorito Go- Carlo IV scrisse a Napoleone 1: Voler e-


doy, abbattè le porte del suo palazzo, ed gli abbandonarsi ad un grand'uomo che

egli ebbe appena il tempo di nascondersi, sempre gli si era dimostrato amico ; e ri-

ed era vicino a perire, quando d. Ferdi- mettersi a lui su quanto avesse deciso sul la
nando losalvòcol farlo mandare nel cai- propria sorte, su quella della regi uà e di
166 SI» A SFA
diGodoylPertalniodo l'imperatore ven- die trovavasi in luoghi non ancora occu-
ne a capo ili tutte le sue astuzie; invo- pati da'francesi, non che da Godoy posto
caodo a un tempo Ferdinando VII la sua in libertà da Murai. Ferdinando VII era
possanza, era quindi l'arbitro del loiode- ormai prigioniero quando suo padre giun-
stimi. Di ciò non conlento, occorreva die se [nesso Napoleone I, e già gli si era si-
in suo potere cadessero pure le loro per- giti Beato d'ordine dell'imperatore: Che
sone, che tutta la famiglia realesi recas- la casa di Borbone aveva cessato di re-
se in Bajona a mettersi in poter suo: tut- gnare in [spagna; che essa veniva sosti-
lo quindi operò conseguimento dello
al luita da quella dell'imperatore; che nou
scopo. 11 credulo Ferdinando VII, solle- gli restava a fare che una formale rinun-
ciato da .Marat e più ancora daSavary zia della corona tanto per esso, quanto
aiutante di campo dell'imperatore, vi si pe'principi di sua famiglia, e che gli sa-
recòpfl impartendo da Madrid a' io apri- rebbe data compenso l'Etruria. Non-
in
le,dopo avere confidato il potere a una dimeno per una inconseguenza ci Ilici le i

reggenza presieduta dallo zio l'infante d. «spiegarsi, Napoleone 1 pretese poi che
Antonio, rifiutandosi di restituire la co- Feulinaudo VII restituisse la corona al
rona a suo padre, lusingandosi e tenendo padre, il quale con termini imperiosi l'e-
per cerio che appena Napoleone I lo aves- sigeva e brutalmente sino a minacciarlo
se veduto, si sarebbe fatto a salutarlo col dell'estremo supplizio, e che farebbe pas-
nome di re, giacché sino allora non lo a- saie per le armi il (rateilo d. Carlo e il

veva fatto; ma giunto in Vittoria fu cir- loro seguito. Napoleone I presente al cu-
coi-dato da'francesi, e per eccessiva buo- mulo di tante invettive, aggiunse ebe sa-
na fede non volle porsi in salvo, ad onta rebbe costretto di sostenere un re infelice
«'eglieccitamenti e sicurezze che gli furo- contro il proprio figlio ribelle;ed aperta -
no oflerte,e non ostante che diversi gran- mente gli disse, bisogna sceglieie tra la
di di Spagna l'illuminarono dell'usurpa- cessione o la morte ! Egual sorte era ri-

pone che meditavasi da'francesi. Ai 28 servata pel fratello e amico d. Carlo, che
aprile entrò-in Bajona, il cui nome è dive- non lo avea mai abbandonato, ed erasi
noto làmoso per quanto vi accadde, e per di sua pura volontà congiunto alla sorle
l'energia e la perspicacia che vi dimostrò di lui. La regina in quella memorabile
Ferdinando VII, the fa contrasto alla pie- circostanza, si spinse ancora più olire, cou
cedente credulità e debolezza. Napoleone impudica dichiarazione Ferdinando VII I

1 lo ricevè con apparenti dimostrazioni allenito e sgomentato, a' 6 maggio fir-


. 01 diali, ma presto scagliò il fulmine di mò finalmente l'atto d'abdicazione in fà-

tui vado a parlare, che sbalordì il princi- vore di suo padre. Egli ignorava che sin
pe ed il suo segnilo gli fu impedita la : dal precedente giorno Carlo IV avea 110-

partenza,nonchela corrispoudenza! Car- minato Murat luogotenente generale del


lolV riruasesulle prime ad Aranjuezseu- regno,e per terminare l'anarchia in osi era
za veruna autorità, non potendo risiedere in preda, avea formalmente cedutoa Na-
a Madrid, né partire pel Messico, il cui poleone I, per esso e per tutti i suoi, ogni
clima dolce vagheggiava. Nel suo imba- diritto al trono diSpagna e delle Indie
razzo, istigato dalla regina e da Murai, occidentali, a condizione d'una rendita
altro candidato alla corona di Spagna che di 7 milioni e mezzo di fianchi, del ca-
l'imperatore gli a\ea promesso, Carlo IV stello di Chambord,edel palazzo di Coni-
si lasci!) trascinare a Bajona, e vi giunse il pieghe per luogo di residenza, ed agli in-
1. magg'101808, accompagnato dalla re- fanti pensioni. Laonde e sebbene prima
ginn moglie, dalla figlia, da tulta la fa- casi stabilito abitare un clima più cai-
miglia reale, tranne il cardinal Borbone do di Madrid, fu costretto di partire pel
SI» A. SPA 167
settentrione «Iella Francia, ed a risiede- pe,iusinuato da lui nel cuore del re e del-

re nella più fredda delle antiche case rea- la regina, destò pur la loro diffidenza in-
li, essendo il detto palazzo di Cocupiegne giusta contro tali precettori, che ben pre-
circondato da fìtte boscaglie, e luogo ri- sto caddero in disgrazia. Aumentò il ri-

nomato anche pe'concilù che vi furono sentimento contro il principe, le grazie e


n
celebrati. Parli pel suo destino colla re- lo spirito di M. Antonietta di Sicilia li-
gina consorte, colla regina d'Etru-
figlia glia dello zio Ferdinando IV da lui spo-
i ia, cou l'infaute Francesco di Paola
d. sata, e perciò ne restò vittima; la storia
altro suo figlio, e con Godoy, ove restò dice il resto, in uno alle vessazioni pa-
parecchi mesi, e poi passò a Marsiglia, in tite collo sposo. Per conservarsi (ìodoy
cui si fece ammirare per la sua dolcez- in futuro nel potere, pretese fargli sposa-
za e affabilità; ma perchè la sua pensio re la secondogenita del proprio suocero
ne veniva pagata con ritardo, si trovò co principe di Borbone e sorella di sua mo-

stretto ad alienare propri cavalli, po- i i glie; Ferdinando VII penetrò l'artifizio,
chi diamanti portati dalla regina, ed an- si rifiutò, onde venne dipinto al re e alla
che degli oggetti necessari. Al grido del- regina co'più falsi colori, e ne aumentò
le violenze diesi sospettavano a Bajoua, domina-
la disaffezione loro ispirata dal

non valse a trattenere gli animi concitati toreGodoy. Da quel giorno in poi Fer-
in Madrid la presenza dell'esercito fran- dinando VII visse ritirato tra l'insidie,,
cese; il popolo corse
armi e rosseggiò alle restandogli solo l'interrotta relazione del
il Mancauarez sangue nella
di cittadino canonico Escoiquitz, fece domandare a
micidiale giornata del 2 maggio, di cui Napoleone I il suo appoggio e la mano
gli spagnuoli fanno lagrimevole ricordan- d'una sua nipote. L'imperatore che avea
za. Quanto al castello reale di Chambord già concepito il pensiero di rendersi as-
nell'Orleanese presso Blois, esso sorge in soluto padrone della penisola, senza spie-
mezzo a delizioso bosco, già dimora di garsi lusingò il principe con vaghe pro-
re,ed uno de' più belli edifizi di gusto messe, per cui Ferdinando VII scrisse di-
gotico della Francia. Napoleone I lo do- verse lettere, in cui Godoy eravi dipinto
nò poi a Derthier, dal quale passò in pro- come meritava, e le quali formarono poi
prietà del duca di Bordeaux e conte di argomento d'accuse. Godoy che ne spia va
Chambord attuale capo dell'augusta ca- i passi, se ne giovò per perdere definitiva-
sa Borbone. Ora deve dirsi qualche cosa mente il principe, rappresentandolo a'ge-
sull'infelice Ferdinando VII,e riguardan- nitori suoi come reo di delitto capitale;
te gli antecedenti personali al fatale avve- onde il troppo buono Carlo IV ci vide un
nimento, che la storia ha dichiarato trap- attentato alla sua corona ed a' suoi gior-
poleria ahbomiuevole e scaturigine della ni, e insieme a quelli della regina. Perciò
famosa guerra nazionale di Spagna, ed Carlo IV postosi alla testa di sue guar-
i più indulgenti e parziali si contentaro- die arrestò il figlio, lo sottopose co'suot
no definire gran colpo distato, ripetendo confidenti ad un processo,
e tutto coni-
le parole ptonunziate più tardi da Napo- sdegno partecipò all' imperatore. I giu-
leone I a s. Elena. Ferdinando VII pro- dici essendo persone dabbene, ad una vo-
clamato di 6 anni principe dell'Asturie, ce l'assolsero; il processo divenuto noto
fu educato dcd duca di s. Carlos e dal ca- al pubblico, resero popolare il nome di
nonico Eseoiquitz, senza quali affeziona- i Ferdinando VII, e crebbe il disprezzo de-
ti institutori, comechè di carattere man- gli spagnuoli pel re e pel favorito. In que-
sueto non avrebbe potuto resi-
e facile, sto slato di cose ebbe luogo il famigerato
stere lungamente alle insidie d'una corte trattalo di Fontainebleau , e sue conse-
corrotta. L'odio di Godoy contro il pi iuci- guenze suindicate della proclamazione di
iG8 SI» A S P A
Ferdinando VII, ostacoli lutti r.lle mire fratello ed a-'suoi discendenti. PartiNa-
dell'imperatore per stabilir la propria di- poleone da Bajoun,ed altrettanto fece
1

nastia sul trono diSpagna, che condus- Giuseppe a'q luglio per prendere pos-
sero al dramma
Bajona veramente mo-
di sesso del regno. Già il re delle due Sici-
struoso. L'imperatore separò la famiglia lie Ferdinando IV avea latto solenni pro-
dei Borboni sua prigioniera; mandò il re teste contro il trattato di Bajona, per gua-
co'nominati a Compiegete; e Ferdinando rentire i suoi diritti di successione. Re-
\ Il col fratello d. Carlo e lo zio d. An- da Murai all' insorta Madrid la
stituita
tonio fui'onocondoiti dai gendarmi aBer- calma, a'20 luglio vi fece il solenne iu-
i
-

\ , nel castello di Valeneny di bellissima gresso,indi parti il 1



agosto. Ma ben pre-
architettura e con vaghissimi giardini, sto l'insurrezione generale di lutta la pe-
proprietà del suo ministro Talleyrand.lt i- nisola si armò per la sua indipendenza,
macero 5 anni in quella trista condizione, offesi gli spagnuoli nel loro orgoglio na-
senza che Tosse loro permesso uscire dal zionale, e sdegnati altamente nel vedersi
castello una sol volta. Quanto più la guerra trattati qual turba di vili e inetti schiavi:
divenne funesta per l'armi francesi nella l'Europa n' ebbe ribrezzo, e le fece cla-
penisola, tanto maggiore fu il rigore a- moroso eco. Promulgalo per la Spagna
doperato cogl' illustri prigionieri. Veden- il nuovo sovrano, con uno di que'movi-

dosi Napoleone padrone di poter dispor-


I menli nazionali ai quali nulla può resi-
re della monarchia spagnuola,couvocò a stere, si suscitò un'opposizione generale,
Bajona una giunta nazionale, cioè alcuni ed il basso popolo fu il 1 .°a sollevarsi in

principali della Spagna col titolo di rap- molti luoghi. Così già nel fine di mag-
presentantij a cui die a conoscere esse- gio erano insorte la Corogna, Badajoz,
re suamente che unode'suoi fratelli sa- Saragozza, Valenza, Siviglia e Cadice,
lisse trono di Spagna, accennando de-
il città nelle quali non erauvi ancora pene-
stramente al maggiore Giuseppe Bona- trati i francesi. Il furore popolatevi truci-
parte, che avea elevato a re di Napoli e dò diversi ragguardevoli personaggi sup-
perciò ne parlai a Sicilia. La giunta non posti aderenti a' francesi. Dall'anarchia
potendo fune a meno. chiese per re il me- poi sursero in ogni luogo magistrali che
desimoGiuseppe. Allora l'imperatore con chiamarono giunte, le quali presero le re-
decieto dei 6 giugno 1808 lo proclamò dini del governo, e tulle dichiararono di
redi Spagna e delle Indie: nel seguente continuare a riconoscere in loro sovrano
giornoGiuseppe giunse a bajona eaccettò Ferdinando VII.Gli ecclesiastici misero io
il trono. Appena fu divulgata la notizia opera la difesa della religione, i grandi
del suo arrivo, i grandi di Spagna e gli la loro influenza e le loro ricchezze, i mi-
spagnuoli più distinti che trova vansi a litari le armi. Il generale Castanos riunì
Bajona, si recarono a riconoscerlo e osse- nell'Andalusia un corpo di truppe re-
quiarlo. Tutti i membri della giunta pre- golari, altro ne formò il genera! Cuoia
starono giuramento di fedeltà al nuo-
il nell'Asturie, e venne ad aperta guerrasi

vo sovrano, ed a'24 giugno il marchese co'francesi, e nella metà di giugno pre-


della Romana generalissimo, gl'in \ io l'at- sero loro in Cadice 5 vascelli e una fre-
to delgiuramento dato a lui dall'esercito gata, che vi si erano rifugiati dopo la

spagnuolo. Volendo Napoleone I che il battaglia di Trafalgar. Nelle diverse spe-


suo alto fosse in qualche modo approva- dizioni, se vinti riunivansi in bande er-
to dalla nazione, fece dai medesimi rap- ranti chiamate euerrìllas, le (piali favo-
presentanti approvare uno statuto costi- rite dalla natura del terreno spesso mon-
tuzionale che servisse di legge fondameli- tuoso e deserto, colla piccola guerra re-
tale della monarchia da lui confidali» al ca vauo al nemico dauui gravissimi. tua
e

SPA SPA 169


gì unta in Siviglia presieduta dal cardinal a' 20 estinse l'antica nobiltà ipagnuola,
Borbone, concentrò gli speciali goverui e gli antichi litoli d'onora; egualmente
istituiti nelle provincie, e la famosa vitto- a' 18 settembre abolì tutti gli ordiui e-
ria riportata da Castauos contro Dupont queslri, tranne (inolio del Toson duro,
.1'
1 >. il borgo ili
luglio presso Bayleò, a <pii:llo ila lui fondato. La guerra nazio-
piedi della SierraMorena, ed ove dove naie progredendo con accanimento, celo-
capitolare con ò'ooo francesi, liberò da bri sono gli allori ebe nel suo vasto campo
questi interamente l'Andalusia, e fu d'in* principalmente vi colsero i celebri Wcl-
fausto auspicio al principio del regno di lington inglese, e Soult francese, ed altri
Giuseppe, che fu obbligalo ritirarsi oltre generali delle due nazioni,inclustvamente
l'Ebro: Vedel con qooo uomini eresi por- all'italiana. Napoleone 1 slesso tentò io-
tatoasostenereDupont,ma fucuslrettoud vano tutte le vie di troncare nell'origine
arrendersi. Allora ebbe meo mi nei a mento la (orini da bile rivolta spagnuola,e disot-
lo slancio dell'eroica guerra nazionale e tomellere apertamente colla forza la Spa-
ti emenda, sostenuta con gli aiuti dell'In- gnae ilPoi togallo,di persona diligendola
gb il terra, divenuta poi alleala nel 1809, somma delle cose in cui segui vaio al solilo
con intrepido coraggio sino al 8 4 e alla 1 1 la vittoriosa sua fortuna, ed abbagliando
caduta dell'imperatore. Appena essa in- col prestigio de'suoi trionfi e coll'artifìzio
cominciò, ni 20 ottobre 1808 Giuseppe de'suoi discorsi: vi mandò numerosi e-
volle istituireun ordine cavalleresco e mi- selciti non solo di francesi, ma anclie d'i-
htare,aHìnedi promuovere col mezzo del- taliani, capitanati dai generali Pino, Lec-
le onorificenze quelli che si mostravano chi, Mazzucchelli, Fontane, Ballabio, Pi-
a lui fedeli o per lui combattevano sotto gnattelli-Strongoli. La guerra coli' Au-
le sue bandiere, col nomed' Ordine Iteale stria salvò la Spagna eil Portogallo dalla
di Spagna. Stabilì che la decorazione si totale conquista da cui erano minacciate,
formasse in una stella di rubini ab putì- dopo la sanguinosa espugnazione di Sa-

le smaltate in bianco, coll'epigrafe: / ir- ragozza e la capitolazione di Girona nel


tute et Fide. La stella pendeva sul pel- 1 809. Con nuovi eserciti Napoleone con- 1

to de'eavalierida un nastro di seta rossa linuò la guerra contro l'iullessibilecostan-


eangiante. Quest'ordine terminò colla fi- za e valorosa degli spaglinoli; prese Leri*
ne del regno di Giuseppe. Il suo fratello da, Tortosa e altre piazze, nondimeno gli
Napoleone die a Murai il regno di Na-
1 riusciva disastrosa. Le colonie spaglinole
noli, e ne ragionai a Sicilia, e marciò e- continuando a reggersi a nome di Ferdi-
gli stesso nella Spagna per combattere gli uamlo VII, Giuseppe vi spedi emissari
spagnuoli e far coronare il fratello, che a- coll'istruzioned'animai 'leall'indipeiiden-
vea fatto riconoscere dalla Russia; li di- za, insinuando poi che Napoleone 1 non
sfece a Gamonal, ad Espinosa, a Tudela, desiderava che l'amicizia e il commer-
Buperò le gole di Samo Sierra, ed occu- ciò degli americani. Nella confusione dei*

pò la capitale. PertanloGinseppe ritornò a la madre patria, quelle distanti colonie


Madrid a'5dicembre,mediante la capilo- cominciarono nel 1810 ad aspirare all'io»
Iasione degl'insorti difensori della Dazio- dipendenza. Caraccas fu la ."cbesollevog- 1

nalità, seguita nel giorno precedente, re- si in aprile, e poi la rivolta si estese ben

standovi iìnoaì i 8i2,epoi alternò il suo ri- presto a Bueuos- Ayres, Montevideo, Cu-
torno secondo le guerresche fazioni. Ver- mane, Messico e altri luoghi. Nel 18 1 r

so il fine di dicembre 8o8Giuseppe abolì


1 mentre si mostrava avversa a' francesi la
il tribunale dell'inquisizione; indi a' 18 a- fortuna in Portogallo, e Masseria rimise
gostoiSoi) soppresse un 3. de'convcnti il comando dell'armata a Marmont, Su-
fi; monasteri di lutti gli ordini religiosi, ed thet prese Tarragona, aiutalo dalla di-
i-o vSPA SPA.
visione italiana di Pino, che poi unitasi mente vinse Suchet,eSouIta cui l'imper.;-
a <|nella di Lecchi, fu comandata da Pa- tore tolto il supremo comando al fratello
lonibioi. Con questa e colla divisione i- a lui lo avea affiliato. Degl'italiani periti
Liliana condotta in Ispagna da Severoli, in spagna in di verse epoche comunemen-
Suchet ottenne la capitolazione di Valen- te gli storici ne contarono circa 21,22),
za. Nel 1812 interessantissimi furono gli oltre 8200 siciliani. E tanta fu la costan-
avvenimenti militari e politici della Spa- za de', sagrifizi degli spaglinoli, sì forte la
gna. Il general Severoli prese Paniscola, cooperazione degl'inglesi ausiliari, sì fa-
Bertoletti difese validamente Tarragona vorevole il corso delle strepitose vicende
minacciata dagli spaglinoli. Dall'altro europee, che all'epoca dell'ingresso de-
canto Wellington cogi' inglesi e porto- gli alleati nella Francia gli eserciti fran-

ghesi presero d'assalto Ciuciaci -Rodrigo, cesi dovettero ripassare i Pirenei, e tut-
e poi Lìudajoz e Salamanca, e vinse Mar- ta vi volle l'intrepidezza e perizia di Soult
mont in Portogallo, per cui Giuseppe ab- per sostenerne la gloria battendosi in ri-
bandonò Madrid, ed a' 2 agosto vi en- 1 tirata.Per essere stato il Portogallo in-
trò Wellington. Soult levò l'assedio di vaso da'francesi comandati da Junot, e
Cadice abhauclouanclo i grandi prepara- per avereNapoleonel fino dall'i dicem- 1

tivi che avea due anni, riuscen-


fatto in bre 1807 dichiarato la casa di Braganza
do inutile il bombardamento. Tuttavol- decaduta dal trono, Giovanni VI colla
ta potè nell'ottobre fare rientrare Giu- reale famiglia erasi trasferito nel Brasile,
seppe in Madrid, passando Wellington a ilquale poi si eresse in impero separato.
Eurgos. Le vittorie, le stragi, e il rista- Eziandio nel Portogallo il valoroso Wel-
bilimento di Giuseppe nella capitale non lington ri portò vittorie sui francesi, e Soult
fecero che accrescere esca al generale in- pure vi si distinse con prodezze. Narra la

cendio; e gli non potendosi


spagntloli so- storia, che Ferdinando VII sino dal prin-
stenere in campo aperto, vivamente in- cipio di sua prigionia mostrò grande ras-
seguiti, discacciati, spenti in tutti i lati segna/ione alla sua sventura, si fece ve-
della penisola, benché vedessero il ino- dere sommesso a'voleri dell'imperatore,
5iiento di rimanere schiacciali e fossero non mancando di congratularsi ne'suoi
ridotti a sostenersi nell'estrema Cadice, trionfi e fare dimostrazioni festive. Ripe-
non disperarono mai della salute della pa- tulameute rinnovò le istanze per isposa-
tria; ma sconfìttisi riordinarono audace- re una principessa imperiale, ma invano;
mente io corpi franchi denomina \\guerriU si disse pure chesollecitò l'imperatore per

las, ed obbedirono all'appello della reg- essere adottato per figlio. Giova credere
genza e del le cortes, che investitesi in quel che il timori», più assai che la stima, a-
grave e pericoloso frangente del sovrano vesse parte in tale contegno, se pure in
potere, nel 1 8 2 pubblicarono il nuovo
1 lutto sia vero. Gl'inglesi tentarono libe-
statuto, e tuonavano dalle mura gaditane rarlo, e la polizia francese per esplorar-
di Cadice colla voce d'uomini risoluti a ne il sentimento finse un emissario per
seppellirsi sotto le patrie rovine, anziché rapirlo; ma il prìncipe avvertito dell a-
piegare il collo alla straniera invasione. gualo ributtò l'offerta. La sorella già re-
Nel 18 3 a' disastri sofferti in Germania
1 gina d'Etruria da due anni dimorava in
si accoppiarono contro Napoleone quelli I Nizza, quando avendo nel 1 8 1 1 tentato di
di Spagna, ove Wellington costrinse l'ar- fuggire in Inghilterra, fu sorpresa dalla
mata nemica comandata da Giuseppe, as- polizia francese e processata. Per grazia
sistilo da Jourdan, a sgombrare Madrid, fu soltanto costretta separarsi dal figlio
Vagliadolid e Eurgos, e li disfece a Vit- d. Lodovico, condotto presso l'avo Car-
toria con inuneuso bottino; e successiva- lo IV j ed essa veune colla figlia d. M/
SPA SPA 171
Luisa Carlotta trasferita io Roma nel mo- pertanto dichiarò al re in nome di Napo-
nastero delle domenicane ile' ss. Dome- leone!: non poter pensare senza commo-
nico e Sisto,con pennone annua di 3o,ooo zione all'annientamento d' una nazione
fianchi, DM privata di sue gioie. Intan- che gl'intcressava per la vicinanza e com-
to nellaSpagna insorta nel nume di Fer- mercio de'due mari; desiderare di ristabi-
dinando VII si spargevano fiumi di san- lire le relazioni di buon vicino e d'ami-

gue, e Giuseppe venne costretto per la cizia, e non lasciare pretesti all' Inghil-
1
J. volta ad abbandonare Madrid, e pare- terra ambiziosa d'ingrandimenti. Il prin-
va che avesse rinunziato alla corona, pei cipe stette iu sulle prime alquanto titu-

continui trionfi riportati nella penisola bante, dichiarando che egli ignorava lo
dagli spaglinoli. Il clero secolare e rego- stato del suo regno, e chiedendo d'inviar-
lare co'loro mezzi secondò il nobile entu- vi de commissari; finalmente volle poi si

siasmo della nazione, e con prodezze com- in corrispondenza co'propri sudditi pri-
battè nelle sue file; quello di Portogallo ma di pronunziar sulla loro sorte, e di
fecealìreltanlo. Dopo i disastri di Mosca, negoziare coll'intervento della reggenza.
di Vittoria e di Lipsia, Napoleone I non Ma le circostanze erano urgenti, l'impe-
sapendo più in qual guisa riparare a tan- ratore pressato,e Ferdinando VII non do-
te perdite, si vide costretto d'abbandona- veva esserlo meno. Accordò pertanto il re
re la Spagna e di l'ire ritornare dalla peni- de'poteri al duca di s.Carlosspetlito poi da
sola, per la dilèsa del territorio francese, Napoleone I, e 1' dicembre 8 3 fu sot-
1 1 1 1

la maggior parte delle truppe che vi si toscritto un trattalo con cui Napoleone
trovavauo. Temendo di lasciare questa I lo riconobbe re di Spagna e delle Indie,

contrada sottoposta all'influenza degl'in- in uno a' suoi successori, secondo le leggi
glesi, o dell'anarchia popolare da esso an- fondamentali della monarchia. Egli dal
cora più paventala, e non polendo più re- canto suo assunse l'impegno di far sgom-
corona a Carlo IV, che nel giu-
stituire la brare la penisola dalle truppe inglesi, di
gno deli 8 1 2 daMarsiglia disuoconsenso corrispondere a Carlo IV ed a sua ma-
e secondo le proprie brame erasi trasfe- dre una pensione di q milioni, e ciò poi
Roma nel palazzo Barberini (sem-
rito in che non era in verun modo possibile, ed
pre accompagnato dalla moglie, dall'in- egli non eseguì, di conservare agli spa-
fante d. Francesco di Paola, dall'infante gnuoli, i quali avevano servito Giuseppe
d. Lodovico, e dal principe dellaPace, con- Ronaparte, le loro cariche e prerogative.
tento e rassegnato, anche perchè f asse- Di questa guisa Ferdinando VII venne
gno limitato eragli pagato conmaggior ristabilito sul trono, da quel medesimo
esattezza), come dissi uel voi. L1X, p. 62 che ve lo avea fatto discendere. Nondi-
e 63 (soggiornò pure sul monte Aventi- meno la sua libertà la ricuperò solo a'3

no presso s. Alessio e in Albano, ne' luo- marzoi8i4j quando gli fu permesso di


ghi da lui abbelliti, come notai ne' voi. lasciare il suo carcere, e di trasferirsi nella
XI,p. 28r,XXXI,p. 9 8 LXlV p.2 7 3), ) )
Catalogna sotto il nome di conte di Tor-
ed ivi vivendo in ritiro e più felice che reno, con uu passaporto del ministro del-
all'Escoriale, come ebbe a esprimersi, era la guerra. Avendo incontrato a Perpigna-
incapace di portarla; così egli allora ri- no il maresciallo Suchet, che vi coman-

volse il pensiero a Ferdi nando V 1 1 , e a' 1 2 dava le truppe francesi, ed avea online
novembre 18 i 3 spedì a Valencay il con- di rendergli tutti gli ouori, trattò mollo
sigliere di stato Laforest con pieni poteri, gentilmente e lece pranzare alla sua ta-
per terminar definitivamente gli affari di vola quel generale, ch'erasi fatto rimar-
Spagna, ove gl'inglesi suscita vano l'anar- care in Ispagna per la moderazione e buon
chia, ed i giacobini la repubblica. Questi ordine mantenutovi. 1 popoli accorsero
,
7a
SPA SPA
suo passaggio, e sino a
in grilli folla sul riabbracciato il fratello re Ferdinando I.

Madrid non procede innanzi die in mez- L' Ailatul nella Storia di Leone XI l, t.

zo alle acclamazioni e alle grilla di giubi- 3, cap. 5o, ci diede la confidenziale con-
lo. Innanzi di proseguile con Ferdinando versazione de' due monarchi, fatta alla
VII} per non interrompere nuovamente presenza del cav. Medici. Il vivace Fer-
la narrazione, compirò quella riguardan- dinando domandò al fratello, perchè
1

J
te i 4 noaggioi 8 i4 io
reali genitori. A'?. I il loto padre Carlo III aveva chiesto la
VII suo Ingresso solenne in Ro-
lece il distruzione de'gesuiti, e si convenne che
//i<7,anch'egli detronizzato e reduce dulia era stato ingannato. Dichiarò Ferdinan-
prigionia, in cui l'avea tenuto Napoleo- do I, che li avea richiamali e sostenuti,
ne I, che nel precedente mese avea cessa- e che gesuiti gli aveano reso grandi ser-
i

te di regnare, risalendo sul trono di Fran- vi^i, molto bene educando la gioventù;

cia i Borboni, colla condizione che l'im- e che la Spagna molto avea perduto per
peratrice sua moglie e Napoleone suo fi- la direzione de'suoi collegi, dopo che fu-

glio avessero i ducati di Parma e Piacen- rono tolti a'gesuiti. Più importante del
za, ed egli l'isola dell'Elba. IV ile vai nel- colloquio è la lettera riprodotta dal cav.

l'indicato articolo, che Carlo 1 Vcolla reale Artaud, scritta al cardinal de bernis dal
famiglia si reco ad incontrare il Papa e a duca di Choiseul 1. "ministro in Francia
fargli omaggio,nel suburbano luogo chia- di Luigi XV, la quale dà un gran lume

mato la Giustiniana. Dipoi Pio V II a'i () sulla furia di Carlo ili, la condottadi Cle-

giugno conferì la tonsura e tutti gli or- mente XIV scusabile prima della consu-
dini minori a d. Francesco di Paola, e mazione del suo alto di debolezza, come
lo registrai nel voi. IX, p. i 62; in seguilo viene qualificato, e della condotta delle
e con pontificia dispensa, nd i <S i () sposò al tre corone che si associarono per costrin-
la principessa Luisa figlia di Francesco I gerlo alla soppressione d'un ordine tan-
re delle due Sicilie, che lo fece padre di to benemerito e venerando. Pel fin qui

numerosa prole, e il suo primogenito l'in- brevemente dettosi può vedere: Ceval-
fante d. Francesco duca di Cadice nel los, Esposizione de' mezzi adoperali dal-

1846 si unì in matiiinonio colla regnan- l'imperatore Napoleone per usurpare la


te regina Isabella II. Pio VII dimostrò corona di Spagna. Escoiquitz, Exposé
molta stima a Carlo IV, e gli fece diverse des motifs qui onl engagé en 1808 Fer-
r
visite nel suo soggiorno
DO in Roma. Nel 8 5 1 1 dinand f I [ à se rendi e a Bayone. To-
Carlo IV si riconciliò col figlio, e confer- reno, Storia della sollevazione e della
mò definitivamente in sua mano l'abdi- guerra di Spagna. Vacani, Storia delle
cazione del 1 808. Ferdinando \ 1 1 gli sod- campagne e degli assedii degl' italiani

disfece i,5oo, 000 franchi di debiti, e gli iu Ispagna dal 808 al 8 3, Firenze
1 1 1

guareutì un'annua rendita di 3 milioni, 1827. Pradt, Mémoires historiques sur


de'quali due terzi doveano rimanere alla la revolution d'Espagne, Paris 8 4 Re- 1 1 :

regina ove gli avesse sopravvissuto. Ma volution d'Espague, Paris 1820. Storia
né l'uno né l'altro goderono lungamen- della rivoluzione diSpagna tradotta dal'
a J
te di tali vantaggi. La regina M. Luisa l'inglese, L isa 1817. Jullian, Précìs hi-
mori in Roma a'2 gennaio 18 19, e ne de- storique des principaux événemens poli-
scrissi i solenni funerali con cavalcata e lìques et mditaires qui ont amene la re-
orazione funebre del pi elatoMarco-y-Ca- volution d Espagne, Paris 182 1

talauudiloredi rota,ne'luogln indicati nel Ferdinando VII rientrato ne'suoi sta-

vol.XXYIII,p. 64; ilreCarloIV cessò di ti trovò, che fino da' io settembre 1 81 o


vivere iu Napoli dopo pochi giorni a' 19 la reggenza che governava in suo nome

dello stesso mese, dopo avere con gioia per la grazia di. Dio, e perla costituzio*
A

SI' SPA 173


ne della monarchia spaglinola re delle nunzio apostolico e legato a lato e nelle.

Spagne , ed in sua assenza e schiavila la Spagne, in difesa costante de' diritti del*
reggenza del regno nominala dalle cor- la s. Sede e della religione ne' tempi ili

te generali e straordinarie, dopo il suo


< rivolta e di sedizione. Per la 3.* volta fu
trasferimento da Siviglia ad Aranjuez stampalo in Roma nel 82/j Consideran- 1

ed a Cadice avea radunato un parlamen- do adunque Ferdinando \ II, che un ri-


to coli' antica denominazione di cortes. sfretto numero de'suoi sudditi colpito dal
Chequeste nell'effervescenza della guerra contagio rivoluzionario, che con voci di
nazionale, in cui il popolo sollevalo com- libertà e indipendenza, sinonimedi sedi-
batteva sotto gli stendardi d'un re prigio- zione e di libertinaggio, dettava alle cor-
ne fra i nemici, compilarono una nuova tes neh8i2 una carta affatto democra-
costituzione analoga alle circostanze. Ac- tica, e il cui più piccolo difetto era quel-
cogliendo ed ordinando in essa alcune lo di porre tutti i poteri tra le mani d'u-
leggi fondamentali vigenti inNavarra,a- na assemblea unica e senza posa delibe-
bnhle o disusate nell'Aragona e nella Ca- rante; che nello stalo in cui trova vasi la
sliglia, promulgarono la sovranità della Spagna mentre fervevano tanti animi
nazione, limiti determinati all'autorità stemperati, e mentre tanle commozioni
sovrana, abolendo il tribunale dell'inani* e disordini ricominciavano in Europa, e-
sizione, e vi aggiunsero la libertà della gli non avrebbe regnato G mesi, se aves-

stampa, ed alcune cose adattale alle cir- se accettato simili condizioni; essendo lai"
costanze locali o suggerite dallo spirito so che nel rientrare sul territorio spa-
del secolo. Quindi le cortes straordina- gnuolo avesse promesso di mantenere la
rie nel 1812 fecero riconoscere lo statuto costituzione delle cortes, a' 4 di maggio
costituzionale da tulte le potenze allora il re l'abolì, e secondo alcuni si limitò a
in guerra colla Francia, ed esigevano die prometterne altra, come non è vero che
al reingresso diFerdinando VII in [spa- ripristinò poi il tribunale dell'apostolica
gna prestasse giuramento alla costituzio- inquisizione, la quale restò interamente
ne. Della condotta politica in que'tempi abolita. Sciolta l'assemblea delle cortes,
del cardinale Lodovico di Borbone arci- anuullò lultociò ch'erasi operato in sua
vescovo di Siviglia, in quell' articolo ne assenza;indi a'?-4 richiamò
nunzioGra- il

paridi. Narrai nella biografia del cardinal vina onoratamente, annullando 1 occu-
Gravina, che questi si trovò nunzio di pazione di sue rendile, e facendo riapri-
Spagna durante le vicende che condus- re la nunziatura lo dichiarò col titolo
,

sero all' inaudito allentato di Baione , glorioso di difensore della fede. A conser-
quindi seguì la giunta reale e con essa si vare illesa la sua sovranità e difendersi
ritirò a Cadice. Che quando nel i 8 3
i il contro il partito delle cortes, controquel-
governo costituzionale abolì l'inquisizio- lo delle giunte e contro i setteggienti
ni-, il nuuzio avendola energicamente so- francesi;per sottrarsi dalle ineneeda'rag*
stenuta, perchè al suostabiliinenlo eran- giri del le diverse fazioni, gli convenne al-
vi concorsi il sacerdozio e l'impero, ed a lontanare un dopo l'altro tutti caporio- i

loro soltanto spettava provvedervi per ni del partito di Bonaparle,che dicevausi


qualche modificazione, fu quindi caccia- Josephinos. Nello stesso tempo chiamò a
lo dalla Spagna; che ritiratosi in Porto- se dintorno uomini affezionati e fedeli,
gallo onde poter accorrere a'bisogni del- rifece le abitazioni distrutte, e riparò o-
la popolazione cattolica di Spagna, da Ta- gui maniera di perdila occasionata dalla
vira a'4 gennaio 8 4 pubblicò: Manife-
1 1 guerra: finalmente retribuì cogPimpieghi
sto islorico di d. Pietro Gravina arcive- e cogli onori, o con premi pecuniari tut-
scovo di Nicea su la sua condotta di
, ti i servigi resi alla sua causa; accordò e-

74 SPA SPA
ziandio ile'com pensi a' parenti di quelli tone'suoi domimi, con quel memorabile
ch'erano periti a Madrid nella carnefici- decreto che ricordai a Gesuiti, dichia-
na del 2 maggio 808, vittime del loro 1 rando essersi mosso a ciò fare: m Per la
zelo per la patria e pel re. Da tultociò fa- cagione, da cui era convinto che i veri ne-
talmente derivarono nel regno turbolen- mici della religione e de'tronieranoquel
ze, persecuzioni e partiti, uno de' quali li che tanto faticarono e travagliarono
fu detto servile e l'altra liberale. Intan- segretamente con calunnie ed intrighi
to l'Inghilterra «olendo subito profittar per (screditare la compagnia, disciorla e
dell'influenza clie avea in Ispagna dopo perseguitarne gì' innocenti individui ".
i prestali eminenti soccorsi, concluse col Così Ferdinando VII gli rese una dovu-

iea'20 luglio un nuovo trattato d'allean- ta eluminosa testimonianza, che accresce


za, nel quale Ferdinando VII promise splendore all'esemplare istituto, che nel
di non contrarre colla Francia alcun ob- decorso anno ha meritato d'essere posto
bligo d' una natura simile a quello del dal regnante Papa alla cura del magni-
patto difamiglia, né alcun altroché po- fico stabilimento di pubblico insegna-
tesse pregiudicar l'indipendenza di Spa- mento fondato nella sua patria Siriga-
a
gna, nuocere agl'interessi inglesi o con- glia (F.). Nel 18 16 il resposò M. Isabel-
trario al l'alleanza che si stipola va. Così in- la figlia di Giovanni VI redi Portogal-
vestito Ferdinando VII nell'assoluta pie- lo, ed in tale incontro concesse un gene-
nezza del regio potere, allorché nel 18 i5 rale perdono per tutti delitti, tranne i i

mentre si celebrava il congresso di Vien- commessi per vendetta privata. Modifi-


na, essendo risalito sul trono di Francia cò il potere dell'inquisizione religiosa, ed
Napoleone I,e marciando contro di lui le annullò quella pubblica o ministero di
potenze alleale, di concerto con esse man- pubblica sicurezza stabilito da Giuseppe
dò un'armata sui Pirenei, ed i portoghe- Iionaparte. Nel 8 7 e a seconda de'vo-
1 1

si si accinsero a sostenerla. Vinto Napo- leri del re ,


la sua adesione al
per dare
leone Waterloo, fu dagl'inglesi custo-
I a congresso di Vienna, nella convenzione
dito nell'isola di s. Elena. In conseguen- di Parigi fu statuito il regresso de'duca-
za del congresso di Vienna, il re restituì ti di Parma e Piacenza, dopo la morte
al Portogallo Olivenza, ma non ne sot- dell'arciduchessa moglie di Napoleone,
a
toscrisse l'alto perchè invece di restituirsi all'infanta M. Luisa già regina d'Etru-
1
all'infanta sua sorella M.' Luisa già re- ria e all'infante suo figlio d. Lodovico e
gina di Etruria il ducato di Parma e Pia- suoi discendenti in linea mascolina, dopo
cenza , le fu assegnato quello di Lucca il quale regresso ilducatodi Lucca si riu-
un'annua rendita di
(A'.), oltre 5oo,ooo nisse alla Toscana, ed a suo tempo tutto
franchi da pagarsi dall' Austria e dalla si effettuò. Nel medesimo anno l'Inghil-
Toscana e ciò in onta che la Spagna avea
; terra pagò alla Spagna 400,000 lire ster-
cotanto con Iribuito all'abbassameli to del- line per l'abolizione della tratta degli
la potenza Napoleonica predominante in schiavi, d'aver luogo nel820: di questo 1

Europa. Pio VII col breve Ex parte, dei argomento tenni proposito a Schiavo, di-
a8luglioi8i5, Bttll.Rom. contA.\?>, p. cendo pure quanto riguarda 1' America
38o, ampliò privilegi concessi da Bene-
i e l'isola di Cuba. L'editto delle finanze
detto XIV a'cappellani della cappella re- emanato in tale anno, oltre la sua utili-
gia del redi Spagna. A vendo quel Papa tà, è un bel panegirico dell'eroica fermez-
nel precedente anno solennemente ripri- za dimostrala dagli spagnuoli per con-
stinata la compagnia di Gesù, e fu per servar la loro indipendenza e la successio-
essa il più giusto e meritato trionfo, il re ne de'ioro legittimi sovrani, perciò esser-
Ferdinando VII fece nel 1 8 5
1 altrettali- si acquistati gloria imperitura e fatti se-
S PA S P A 177
gno all'ammirazione d'Europa. Mentre bero Ferdinando VI! proclamandola lo-
ia Spagna cominciava a rifiorire in pub- ro costi tua ione ;m a quando conobbero nel
blica prosperità, le pericolose teorie dis- 18 14 che avea negato di sanzionare la
seminate in Europa dopo le precedenti costituzione delle cortes, si dichiararono
strepitose vicende, vi penetrarono e l'in- indipendenti eia rivoluzione fu consonili'
Iettarono con molte associazioni segrete ta. Il re successivamente fece i maggiori
per rovesciare il potere sovrano. A (pie- sfòrzi per impedirla, e con 3 spedizioni
sle angustie del governo spagnuolo si og« potè reprimere non poche insurrezioni,
giunse l'ulteriore tendenza alla ribellione Intanto nel 1 8 Inoltre genitori,
i il re per-
di Ile sue ricche colonie, oggetto d'antica de la moglie, a cui fece celebrare in Ilo-
invidia alle nazioni rivali. L' Inghilterra ma pompose esequie, delle quali feci pa-
avea colto tutte le occasioni per render- rolanel voi. XXVI II, p. 64, ed anco in es-
le indipendenti, per aprirsi giusta la sua se recitò le lodi mg.r Marco. Però Pio VII
invariabile politica nuovi sbocchi al suo non gli celebrò l'esequie nella cappella
commercio. Dopo aver speso immensa- pontifìcia, poiché nel concistoro de' 14
mente per l'indipendenza della penisola, aprile 1 8 1
7 in cui avea notificato al sa-
si allaccendò per la sua rovina con lumen- grò collegio la morte di Maria I regina
tar nelle colonie torbidi e sollevazioni, e di Portogallo e la celebrazione dell'ese-
separarledalla metropoli, per quindi por- quie rammentate di sopra, avea dichia-
tareallaSpagna unacompleta rovina. Le rato: Che sebbene la s. Sede sino allora

colonie spagnuoledopo l'invasione Iran- non avesse costume di celebrare esequie


il

cese del 1808, da principio aveano con- nella cappella papale alle regine, benché
venuto, per così di re, di riconoscere il go- avessero regnato sole, egli stabiliva d'in-

verno della reggenza in nome di Ferdi- di in poi si dovessero celebrare a tali re-
nando VII; ma le restrizioni sul commer- gi ne soltanto, incominciando dalla regina
ciò e sulla libera coltivazione del suolo, Maria I di Portogallo che avea regnalo
il monopolio del traffico, l'esclusione dei sola. Ed è perciò, che secondo questa di-
coloni da tutte le cariche lucrative, avea- .sposizione, il Papa Pio IX, nel concistoro
no indotto una notabile parte degli ame- de'7 aprile i854,oeU'annunziar la morte
rieano-spagnnoli a desiderare di liberar- della regina di Portogallo Maria II che
si ila Minili abusi. La provincia di Carac- avea regnato sola, stabilì celebrarle l'e-
1
cas,come dissi, fu lai.' a sollevarsi; Cu- sequie nella cappella Sistina, e l'effettuò
mano, Varinas, Margherita, Barcellona, a'24 dello stesso mese. Indi passandoli re
c
Merida e Truxillo imitandola, formaro- a 3. nozze conM/Giuseppina diSassonia,
no in un con essa il ig aprile 18 o il go- 1 nel momento in cui verso l'uscir del 1819
vernofederaledi Venezuela Benezuela. pubblicava perciò altra amnistia, e pre-
Mei giugnoi 8 1 lilParaguay seguì l'esem- parava una nuova e formidabile spedi-
pio di Caraccas, e si pose sotto l'autorità zione per partire verso l'America, onde
della giunta diBuenosAyres; tutta la par- fienaie le indocili colonie quasi tutte sol-
te occidentale della Piata sino alle fron- levate, ed ogui cosa ne faceva presagire
tiere del Brasile erasi dichiarata pel me- i più felici l'isultamenti, scoppili la rivo-
desimo partito: il cabildo Desimo stava lozione nel regno. Napoleone nella sua
per fissare i principi! del suo governo, ed rilegazione avea dichiarato: Non essere
il Chili avea mandato soccorsi a Buenos eglicaduto per la lega formata contro di
Ayres e aperto a tutte le nazioni i suoi lui ma per aver contrariato lo spirito
,

porti. Nel 1812 trovossi il Messico in islato del secolo! Tale spirito, a cui nulla pote-
di compiuta insurrezione. Tutti gli stali va resistere, avrebbe rovesciato tulli gli
formati nell'America spagnuola ìiconob- antichi governi d'Europa cheuon piegai*
i
76
SPA SPA
sero la loro politica a'bisogtii del tempo! massime regno delle due Sicilie (f7!),
il

Nella Spagna una parte era propensa al* che i^ià nel luglio avea costretto il re a
la liberta e in contrasto coll'altra costan- promulgale la costituzione diSpagna, per
te nell'antiche istituzioni; quindi lagnan- opera della Sella [I .) de carbonari, tan-
ze contro il re per l'abolita costituzione, to in Napoli ebe in Palermo, onde per con*
congiure de'meno riflessivi, e queste es- senso si rivoluzionarono Benevento e Poh-
sendo scoperte, punizione de' rei, arresti tecorvo domimi della s. Sci\e. Frattanto
di sospetti; e da tultociòesacerbazioni di Ferdinando^ II, prigioniero nella sua reg-
parli , agitazioni continue e materie di gia, si trovò ogni giorno forzato a nuove

nuove rivoluzioni. Fra tali sconcerti avell- concessioni, promesse e giuramenti ebe
ilo il governo adunato nell'Andalusia il
i non poteva mantenere, vedendo persino
suddetto esercito, per una fatalità se ne sotto i suoi occhi trucidare alcuni de'po-
sospese la partenza per alcuni mesi nel- cbi fedeli servitori che lo circondavano;
l'isola di Leon sotto le mura di Cadice. nò poteva ritardare la rovina e forse il
Ma allora alcuni ufliziali subalterni e sco- tristo termine del suo illustre cugino Lui-
nosciuti, rillettendo alle circostanze del- gi XVI, senza una pronta assistenza delle
la patria e alle forze di cui potevano di- potenze d'Europa. Sottomessa la sua au-
sporre, cospirarono per rivoltarloe rista- d'una turbolenta assem-
torità a'eap ricci
bilire con quelle armi il governo costitu- blea, dovè dichiarare al grande inquisi-
zionale. Dilalti nella notte precedente al tore di Spagna, che cessava il di lui uf-
i.°del 820, vari militari, fra quali Qui-
i i fì/.ioe insieme il suo tribunale dell'inqui-
roga e Kiego luogotenenti colonnelli, si sizione, il quale perciò rimase per sem-
sollevarono con 3 battaglioni presso Ca- pre abolito. .Ala ciò era poco pe' settari

dice/- pubblicarono il ristabiiimentodel- fratelli de.llii fontana (Foro, quali allora i

la costituzione. Adunarono altri congiu- usciti fuori, non più occultarono le segre-
rati, ed ebbero truppe sufficienti a con- te intelligenze colle altre tenebrose socie-
trarre la forza del governo nella Spagna tà rivoluzionarie sparse per l'Europa, a
meridionale. Sul (lue ili febbraio scoppia- fine di manomettere la Chiesa e distrug-
rono altre rivoluzioni militari nella parte gere gli ordini regolari per impossessarsi
settentrionale, e Mina nella Catalogna si il e' loro beni. Continua odo osti nata mente
pose alla lesta delle truppe sollevale. Po- le cortes i suoi attentali contro la Chiesa,
co dopo si manifestarono principi! di tur- il clero e gli non manca-
ordini religiosi,
bolenze nella stessa capitale, ed a'7 mar- rono a loro danno fomento d' opere il

zo Ferdinando VII si vide assalilo, mi- scandalose di spagnuoli, come di Lorent


nacciato e costretto dalle circostanze a e Villaneuva. Per fare lo spoglio de' beni
pubblicare die: Attesa la volontà genera- ecclesiastici si soppressero 820 conventi
ledel popolo,avea risolutodi giurare laco- e monasteri, ed abolironsi i gesuiti, sem-
stituzione pubblicata dalle cortes straor- pre presi di mira nelle insurrezioni; chi
dinarie nel 1812; la quale fu difatti rista- come vescovi di Burgos e
osò opporsi, i

bilita, a fronte clic il re con tanla fermez- Osma, furono esiliali, e l'arcivescovo di
za ed energia l'aveva rifiutata nel 8 1 1 4- Valenza fu cercato a morte; monaci e sa-
Perciò fu palesemente una concessione cerdoti, se caduti in sospetto, irremissibil-
dovuta alla violenza, e le cui circostanze mente venivano proscritti e priva ti di tut-
formavano da una protesta. La
se stesse to, laonde quasi nudi trovarono genero-
rivoluzione liberale della Spagna, ne fe- sa ospitalità sul suolo francese, e special-
ce scoppiare altra simile nel Portogallo, mente nella diocesi di Bordeaux. I cosi
e nel novembre fu adottata la rivoluzio- delti dc.tcaniisados e comuneros misero
ne spaguuola; pose in fermento l'Italia, terrore u tulli i buoui, quasi imitando la
SP A SPA 177
rabbia de'sanculotti di Francia. Questi beni ecclesiastici, sulla diminuzione del-
cannibali, sitibondi del sangue del can. le decime, sulla disposizione del gover-

\ iouesa cappe! (ano del re, detenuto io no che i nominati a' vescovati delibatisi
carcere <jual nemico della costituzione, incaricare dell' a mmini s frazione delle lo-
Bfoodarono a colpi d'ascia le porte della ro diocesi prima d'aver ottenuto te bolle
prigione,ed avventatisi su quel misero gli apostoliche, ec. Le cortes troncata ogni
spaccarono la testa, trafissero di pugna- corrispondenza col Papa, allontanarono
late il petto, e trascinarono il mutilato da Madrid nel gennaio 182J il nunzio, e
cadavere intorno al palazzo e sotto gli oc- ciò per rappresaglia, perchè Pio VII non
chi del re; il quale atterrito scese in mez- avea voluto ricevere Villaneuva suo mi-
zo de'reali infanti ad arringare i sohlati, nistro plenipotenziario, perchè professa-
nel caso che gli assassini volessero atten- va massime contrarie alla s. Sede e con-
tare alla sua stessa persona. Intanto si fe- dannate nell'Indice de'libri proibiti. L'ol-
ce una guerra micidiale tra i due parti- traggio al nunzio fu pubblico e solenne,
li, e colla spada alla mano si distinsero mentre l' esclusione del Villaneuva era
contro gli aderenti alle cortes, il curato stata riservata e conognidelicato riguar-
Merino Mila Castiglia, il trappista Mara- do,e mediante corrispondenza tra il car-
gnon ad Urgel. Per maggior disgrazia, dinal Consalvi segretariodistato,e il cav.
la febbre g'alla penetrata in Catalogna, Giuseppe A parici incaricato d'affari, che
cominciò a mietere vite umane: quest'or- fu richiamato in Ispagna. Avendo le po-
ribile flagello fece nascere i consueti pro- tenze europee considerato che la rivolu-
digi di carità evangelica. Il vescovo diTor- zione delle due Sicilie , le agitazioni di
tosa, intrepido contro il furore del mor- Torino con promulgazione della costitu-
bo, ricusò d'abbandonare il gregge, e re- zione spagnuola, quelle della Turchia,
stò vittima del suo zelo e delle cure pro- 1'uccisione del duca di Berry, prove-
digate agl'infermi. La voce della religio- nivano da un'officina comune, e che la
ne chiamò a Tortosa e a Barcellona le rivolta di Spagua avea dato a tutta Eu-
suore della Carità e quelle della Provvi- ropa un pericoloso impulso, determina-
denza in soccorso degli a ppestati,i:he rese- rono estirpareil male, a tale effetto adu-

ro immensi servigi, ed esse perite,altre ge- nandosi ne'congressidi Troppauedi Lu-


nerosamente le surrogarono. Tanti mali biana. Quindi furono vinte le rivoluzio-
che desolavano la nazione,non rallenta va- ni delle due Sicilie e del Piemonte, e nel
no punto la persecuzione della Chiesa: fu 1822 dichiaralo dalle potenze riunite a
proibito il pagamento a Roma per bolle, Verona potere il re di Francia Luigi
,

dispense o altro titolo ecclesiastico, e per XVIII eseguire la repressione della pe-
contribuire allo splendore della s. Sede il nisola, acciò il contagio politico non pe-
governo stabili l'offerta volontaria d'an- netrasse nel suo limitrofo regno, e perciò
nui scudi 9000, oltre le somme indicale avervi il maggiore Nel medesi-
interesse.
ne'precedenti concordati; per cui il nun- mo congresso si pure delle colonie
trattò
zio apostolico Giustiniani arcivescovo di spagnuole d'America, che incomiuciate
Tiro alzò gagliardamente la sua voce per a sollevarsi nel 8 o, Buenos Ayres, l'U-
1 1

impedire tanti eccessi, e combattè gli at- raguay, la Nuova Granata, Venezuela o
ti del governo costituzionale cou energi- Caraccascol titolo di Colombia, erausi di
che note, la cui raccolta fu stampata a I- già costituite in Repubbliche (/".) indi-
mola neh Si.5-j>.c):Sopra le gravi contro- pendenti; tutte le altre provincie erano

versie interessanti la religione e laChiesa: inarmi o in fermento, e l'autorità spa-


sopra i beni ecclesiastici, la soppressio- gnuola erasi ridotta quasi a nulla, quin-
ne degli ordini religiosi: sullo spoglio dei di assassinii, piraterìe e tutti i mali delle
vot. lxviii, 12
i
78
SPA SPA
«uerre civili e quasi distruzione del com* re quanto narrai in quell'articolo, onde
mercio. L'Inghilterra cui molto premeva ristabilirvi sulle antiche basi l'autorità
commerciare con quegli stati, riconobbe monarchica. Gli spagnuoti, rovinali nelle
la loro esistenza di fatto, apri i suoi porli finanze e divisi dalle parti, non poterono
alle loro bandieie,edichiarò dover venire resistere a tale forza ordinata. Quindi i

a qualcheattodi talericognizione. L'Au- francesi occuparono facilmente SaragOE-


stria rispose che non avrebbe mai rico- za e Burgos nello stesso mese, Madrid ai
nosciuta l'indipendenza di quelle colonie, 22 maggio eSivigliaa'io giugno. Lecor-
fincbé la Spagna non avesse formalmen* les ed ministri, dopo aver sospeso a Fer-
i

ie rinunziato a'.-uoi diritti sovrani sulle durando VII l'i giugno il sovrano po-
i

medesime; simile dichiarazione fece la tere, lo condussero seco con tutta la la-

Prussia, la Russia non volle manifestarsi, miglia reale, prima a Siviglia e poi a Ca-
e la Francia palesò il desiderio di ti ovar dice, ove senza riguardo neppure all'ap-

un mezzoche conciliasse i diritti della le- parenza, rimase prigioniero. Le cortes lì-

gilliuiità colla necessità della politica, nalmenle dovettero cedere, e sul fine di

Onesto mezzopoi, secondo il suo plenipo- settembre lasciarono al re la libertà di

lenziario Chateaubriand, consisteva nel passare al campo francese. Il duca d'Ali*


formare di quegli stali varie monarchie goulème, col futlo più segnalato di (pie-

indi pendenti e costi tuzionali, sotto loscet- sl'im presa e che non era riuscito a Napo*
tro d'infanti di Spagna. Fra sì diversi pa- leone, espugnò l'ultimo asilo della rivo*

ieri, nulla fu concluso, e giammai laSpa- lozione, prese d'assalto il famoso Troca*
gna ha voluto cedere suoi diritti sul- i clero, in cui fra i granatieri v'ìntei'vea
l'America, onde è falso che lo avesse ese- ne Carlo Alberto, quindi costrinse Cadice
guito per compensi pecuniari, come dissi che avea bloccato, ad ai rendersi il 2 ot-

nel voi. LVII,p.i4o, seguendo moderni tobre: i principali liberali nella più par-

storici, laonde qui fo emenda all' asser- tesi rifugiarono in Inghilterra. In Roma
to. Alla dichiarazione fatta dal congres- essendovi ritornato il cav. Antonio Val-
so al governo spaglinolo per rientrare gas invialo straordinario e ministro ple-
nell' ordine, questo rispose La sua co- : nipotenziario, che nel 1808 vi era stalo
stitnzione 1812, rove-
promulgala nel imprigionato da'francesi, celebrò feste di
sciala nel i8i4> ripristinata nel 1820, esultanza; ed il nuovo Papa Leone XII
essere nazionale. La Spagna non essersi mandò in dono al duca d'Angouléme lo

mai ingerita nelle leggi interne d'altra Stocco e il Berrettone [f.) benedetti. Il

nazione, quindi non riconoscere in nes- citato cav. A rtaud, nel t.l, cap.i 1, narra
sun'altra il diritto d'intromettersi ne'suoi che Leone \II per le vittorie de' francesi

affari. 1 mali che l'affliggevano non cleri- si recò co'carclinali a cantare il Te Dami
var dalla costituzione, essere i medesimi nella basilica Lateranense, benché non vi

inseparabilidalla rivoluzione,ed allaSpa- avesse preso Possesso, per cui entrò per
gna sola spettare il porvi rimedio. Rice- la porta laterale del portico Sisti no, rice-
vute tali risposte,! rappresentanti d' A u- voto dall'ambasciatore di Francia. Indi
Siria, Francia, Prussia e Russia, nel genna- si recò ad altro Te Dami nella chiesa na-

Ì01823 partirono da Madrid. A'7 aprile zionale di s. Luigi de'francesi. Agginn*


il redi Francia fece passare la Bidassoa ed gè, che consimili ceremoniesi ripeterono
entrare inlspagna circa 1 20,000 francesi pò nelle chiese nazionali spagnuole di
i

sotto il comando del nipote duca d'An- s. Giacomo e di Monserrato; e che il cav.

goulème; facendo parte dell'esercito e col Vargas distribuì alcune doti,limosine ai


comando d'una brigala di dragoni Car- poveri, e tenne 3 sontuosi banchetti. Fcr-
lo Alberto poi re di Sardegna, per espia- cimando VII riassunse l'assolulo potere,
SPA S P A 7!)
ed inutilmente lo si tentò a fare qualche re gli altrui diritti; d'A- orbale le chiese

concessione e a'principii rivoluzionari: ab merica di pastori per sì lungo tempo, ge-


cune truppe fi «meesì restarono nella Spa- mevano oppresse da una funesta serie di
gna sino al i 828 per rassodarvi l'autori- inali spirituali; ed il Papa essere in dove
tà sovrana. Gli avvenimenti di Spagna in- re di non più oltre per riguardi umani
fluirono sul Portogallo, ove sul principio ritardare di provvedere a' bisogni seni •

di giugno Giovanni VI riprese l'assoluto [ire più urgenti di tante pecorelle er-
potere, e per una rivoluzione interna sen- ranti. Le colonie, ove senza più indugia-
za l'intervento d'armi straniere. I cori- re conveniva mandar i vescovi, da ben
fei della ribellione furono in (spagna pu- 1 2 annidatisi del tutto sottratte alla do-
niti e non ottennero grazia che i subal- minazione spagnuola; quindi non dover-
terni e gli uomini traviati: i germi della si minacciar la s. Sededi controversie, né
rivoluzione parvero solfocati, e lo sareb- differirsi l'accettazione del nunzio. Per
bero stati per sempre se il regno non era questegravi considerazioni, sostenute dal
destinato a sentir l'influente de'suoi vi- cardinal Cappellarieda Leone XII, que-
cini, che Defurono conseguenza disordi- sti posta in qualunque altra con-
non cale
ni e sollevazioni. Il nunzio Giustiniani siderazione politica, animato d' aposto-
rientrò nell'esercizio della nunziatura, e lico zelo nel concistoro de' 2
,
maggio t

fu decorato della gran croce della Con- provvide agli arcivescovati di s. Fede e
cezione ossia di Carlo III, indi Leone XII di Caraccas, ed a'vescovati di s. Marta, di
nel 1 826 lo creò cardinale, nominando a Quito Cuenca. Perla perdita delle
e di
succederlo mg. 1 Ti beri arcivescovo d'A- opulenti colonie spagnuole, Ferdinando
tene, che partì per Madrid a' 9 maggio VII videsi costretto per mancanza di tali
182 7, e poi dal re fu dichiarato gran cro- rendite a lasciar cadere nell'arretrato u-
ce della Concezione: ma il suo ingresso
o na massima parte de'suoi dispendi, non
in Madrid fu ritardato e dovè retrocede- escluso il soldo delle truppe, e di ricorre-
re in Francia ,
per essersi esacerbata la repur anco agl'imprestiti, non potendo-
corte contro Sede per quanto vado
la s. ne neppur sempre soddisfar gl'interessi.
a narrare. Dopo
formazione delle re- la Nel 1829 avendo perduto la regina M."
pubbliche d'America, io alcune di esse Giuseppina.si congiunse in 4-' nozze l'i 1

1
vacavano le sedi vescovili. Que'nuovi go- dicembre con la principessa M. Cristina,
verni aveano spediti incaricati a Roma a sorella della moglie del fratello l'infante
chiedere al Papa i vescovi; ma Ferdinan- d. Carlo, e perciò figlia del proprio cu-
do VII vi si opponeva, e mandò a Leone gino Francesco I re delle due Sicilie e del-
a
XII per ambasciatore quel ca v. Pietro La la sorella resina
o M. Isabella. Raccontai
brador che avea assistito Pio VI, ed era a Sicilia, come i reali genitori accompa •

divenuto uno de'primi diplomatici spa- gnaronola figlia in I spagliala quale lo fe-
glinoli, ed una delle migliori teste poli- ce padre a'io ottobre 83o della regnante 1

tiche d'Europa, intanto ricusandosi d'ac- M." Isabella II, ed a'3ogennaioi832 del-
M. Luisa. Nel i83o Carlo X re
a
cettare e riconoscere il nuovo nunzio. Il l'infanta
Papa incaricò il dotto cardinal Cappella- di Francia, padre delduca d'Angoulème,
ri membro della congregazione straordi- per la rivoluzione di Parigi, rinunziò in
naria diesi occupava degli affari di Spa- favore del nipote nato dallo sventurato
gna e della grave questione, a tra tiare col- duca di Berry altro suo figlio, Enrico du-
1' ambasciatore ed alle rimostranze di
, ca di Bordeauxe conte di Chambord; in-
questo rispose con la forza d'invincibili vece i francesi elevarono al trono costi-
argomenti. La s. Sede nel riconoscere i tuzionale il re Luigi Filippod'Orleans. I

governi di fatto, non intese mai di lede- liberali spagnuoli fuoruscili, approfitta-
i8o SPA SPA
iodo della rivoluzione francese per ten- Clie la sua salute si alterò considerabtl.
tale di rientrare in pallia e ristabilirvi mente, e le sue facoltà morali s'indebo-
la costituzione , col favore del governo lirono visibilmente. Che si approfittò al-
francese. Circa 2^00, compresi alcune lora, come suole spesso succedere, di que-
centinaia di rivoltosi parigini, entrarono sta sua sinistra condizione per fai lo ac-
in Ispagna nell'ottobre sotto gli ordini di consentire, sotto pretesto d'una decisio-
Mina, San Miguel, Valdes ealti notabi- i ne delle cortes del 789, che sostengono i

li spngnuoli tentando di guadagnar le


, alcuni non essere mai stata provata, all'a-
truppe e sollevar il popolo; però dall'e- bolizione della legge di successione ch'egli
sercito fedele furono battuti e costretti a non avea il diritto di proferire, e che do-
rifugiarsi in Francia. Morto Pio VI 11, nel veva, nelle malagevoli circostanze in cui
conclavesi trattò dell' esaltazione delcar- trovavasi Spagna lasciare la corona
la ,

dinalGiustiuiani,rnaa'24J' cerauiei S3o sulla testad'una bambina sua primoge-


l'ambasciatore Labrador, per mezzo del nita, sotto la reggenza di sua madre la
a
cardinal Marco, gli die l'esclusiva: nella regina M. Cristina , in pregiudizio del

biografìa del cardinale ne riprodussi l'at- fratello l'infante d. Carlo, che gli avea
to e il discorso pronunziato dal porpora- date tante prove di zelo, e ch'egli ama-
to. A*2 febbraioi83i divenuto il cardi- va teneramente. Che invano si fecero ten-
nal Cappellai'! Gregorio XV I, neh. "con- tati vi perchè d. Carlo accousentisse ad un
cistoro provvide le numerose sedi d'Ame- simile sconvolgimento delle basi della mo-
rica di vescovi; poco dopo emanò la cele- narchia spagnuola;egli vi si lifiutò sem-
bre bolla Sollicitudo, che riconoscendo i pre con non minore energia the previ-
principi governi di fatto, non intende- denza. Chequando Ferdinando VII ebbe
va pregiudicare diritti altrui, secondo
i a chiuder gli occhi, a'29 settembre 833 1

il saggio sistema della s. Sede, quindi ri- di circa 5 1 anni, e quando il potere cadde
conobbe per re di Portogallo d. Michele in mano alla regina vedova divenuta reg-
1 figlio del defunto Giovauui VI. L'am- gente, la Spagna videsi lacerala dalla più

basciatore di Spagna Labrador residen- crudele delle guerre civili, e sottoposta a


Roma, al la pubblicazione della bolla
te in tutti i disordini ch'eccitarono nel suo seno
domandò: Se in forza della medesima la l'ambizione e la cupidigia degli stranie-
s.Sedeaveaintenzionedi riconoscere 1 in- ri. Laonde in conseguenza dell'abolizio-
dipendenza degli stati dell'America una ne di ciò che viene chiamata la legge Sa-
volta soggetti al suo sovrano, poiché in lica, introdotta da Filippo V come legge
tal caso alla corte di Madrid non sareb- fondamentale che doveva reggere l'ordi-
bestata ricevuta. Il cardinalBernetti pro- ne di successione della dinastia Borboni-
segretario di stato però in nome di Gre- ca, di cui era egli lo stipite, e che servi

gorio X*VI rispose: Che il Papa ricono- di base al celebre e solenne trattato d'U-
sceva il nuovo re di Portogallo, perchè trecht, successe a Ferdinando VII la pri-
lo credeva solidamente stabilito sul tro- mogenita che regna. Dicono giurecon- i

no, non pensa va però a fare lo stesso delle sulti, che la successione cognatica non am-

nuove repubbliche americane, governi i mette al trono che gli uomini; la succes-

delle quali eranosempre incerti (nell'ar- sione agnatica ammette la figlia primo-
ticolo Repubblic a dissi quali repubbliche genita odi suoi rappresentanti, dopo che
e quando furono riconosciute dalla s. Se- tulli i maschi del medesimo grado sono
de, in progresso di tempo). Registrò la morti seuza posterità; la successione agna-

storia, che le tante sventure domestiche tica mista non ammette le donne che do-

crebbero il cordoglio cagionato a Ferdi- po l'estinzione de'maschi anche del gra-


nando VII dalle calamità della Spagna. do superiore, vale a dire de'loro zii, ec e
SPA SPA 181
de'loro rappresentati ti, cornei cugini. Sif- mini moderati e liberali, e l'infante d.
fatta legge è quella che allora dominava Carlo di realisti assoluti e detti apostoli-
in Ispagna. Pubblicò nel medesimo ìS.l 3 1 ci; meglio si dissero i suoi seguaci Car-
il bali Cosimo Andrea Sanminiatelli l'o- listi, e quelli d'Isabella li dal nome della
puscolo: Sullii recente abrogazione della madie Cristìni.ìo vece affermano gli spa-
lea$e Salica operata in Spagna, E Gio. glinoli imparziali, che la regina si circon-
Battista Menini, Tm questione della sue- dò di liberali moderati, e di tutti gli esuli
cessione di Spagna, Milano l83q. ritornati nella nazione,in virtùdell'amni*
L'annalista A. Coppi, all'anno 1 833, stia ch'essa avea loro accordata;ed. Car-
dopo avere accennato, come anticamen- lo da'realisti e monarchici puri. Dichiarò
corona di Spa-
te nella successione alla quindi l'annalista Coppi: Che neh 832 il
gna prevaleva generalmente
la primo- resi ammalò graveraente,e gli apostolici
genitura regolare, secondo la quale la profittarono dello stato d'agonia a cui e-
femmina più vicina escludeva il maschio ra ridotto per estorcergli un decreto col
più remoto; dopo aver ricordato che Fi- quale revocava prammatica pubbli-
la

lippo V allunate le cortes a' o maggio


i i cata. Anche su questo grave punto gli
1713, promulgò una prammatica, colla spagnuoli veraci sono in disaccordo col
(piale stabilì la legge Salica, cioè l'esclu- Coppi, dappoiché narrano: Nel settem-
sione delle femmine dalla successione al bre 832Ferdinando VII si ammalò gra-
1

trono; riferisce che Carlo IV pensò al- vemente in s. Idelfonso, e a' 18 chiama-
trimenti^ nel 1 789 coll'approvazione si- to a se Calomarde ministro di grazia e
milmente delle cortes, sottoscrisse altra giustizia e notaio del regno, gl'ingiunse
prammatica, colla quale derogò a quella di redigere un decreto che annullasse la
del suo avo, e ristabilì il diritto comune: prammatica sanzione deh83o.Di fatto
che quella legge rimase allora segreta, e nella sera Calomarde con tutti ministri, i

fu dipoi pubblicata a'2g marzo i83o, e meno quello della guerra che si trovava
tale pubblicazione fu appunto opportu- a Madrid, si presentò al re; e dinanzi la
na, poiché privo Ferdinando VII sino al- regina Cristina fece lettura del decreto,
lora di prole, agli 1 1 ottobre di quel l'an- che il re sottoscrisse di propria mano,colla
no gli nacque dalla regina Maria Cristi- penna che la regina medesima gli porse in
na, la figlia Maria Isabella li. L'asserti- luogo della stampiglia, come fu volontà
va del chiaro storico viene rettificata da- del re. Ripiglia quindi lo storico Coppi:
gl'imparziali spagnuoli come segue. Car- Che il re ricupera te però alquanto le forze
lo IV pensò derogare alla legge Salica, annullò quell'atto, che avea sottoscritto
ma essendo nato a'29 marzo 1 788 l'in- mentre eia privo della ragione. Aon o-
fante d. Carlo, non si potè pubblicare il slantequel miglioramento, comprenden-
relativo progetto di legge, perchè fu con- do che avviciuavasi il termine de' suoi
siderato come uno spoglio de'diritti che giorni, e volendo prevenir per quanto po-
a vea acquista to l'in fan te d. Carlo col la sua teva le discordie di famiglia, nella pri-
nascita. E ad impedire tale pubblicazio- mavera del 833 allontanò dalla Spa-
1

ne, si aggiunsero allora altre difficoltà che gna il fratello d. Carlo, autorizzandolo a
sorgevano dalle rinunzie fatte nel tratta- recarsi in Portogallo, ove andò, e poi a
to d'Utrecht. Aggiunge Coppi: Che l'in- Roma. Quindi a'20 giugno radunate le

fante d. Cai lo vedendosi da quella pram- cortes, composte de'principah del regno,
matica escluso dal trono, l'impugnò con fece ad esse riconoscere in succeditrice al
lutti mezzi ch'erano in suo potere, ed
i trono la sua figlia primogenita IVI/ Isa-

allora la successione divenne una que- bella II. A'29 settembre morì, lasciando
stione di parte. La regina sicircondòd'uo- per testamento la regina sua moglie reg-
i82 SPA SPA
^enledellostatodurante minorità del-
la ghilterra, contrassero in Londra una le-

la figlia, la quale fu proclamata regina ai ga pei cacciar dal Portogallo tanto d. Mi-
2 ottobre. Nell'assu mere M.* Cristi oa le chele che d. Carlo: d. Michele dopo aver
redini del governo, annunziò che a creb- perduto una battaglia abbandonò il Por-
be conservato religiosamente leleggi fon- togallo, e salì sul trono Maria II sua ni-
damentali della monarchia, ma avrebbe pote e figlia did. Pietro. L'infante d. Car-
riformato gli abusi introdotti dal tem[jo lo per ia convenzione d'Evora lasciò an-
nell' amministrazione. Tali precauzioni ch'egli il Portogallo, e passò in Inghilter-
non furono suflicienti ad evitar le discor- ra ,0*e sbarcò a* 1 8 giugno. Però sul prin-
die civili; potente era ancora la parte die cipio di luglio nascostamente penetrò nel-
sosteneva esclusivamente leabiludini an- le provincie sollevate di Spagna, che con-
tiche. Le proviucie di Na Trarrà, di Disca- tinuavano la guerra civile; onde i culle-
glia, d'Alava e di Guipuscoa, che in forza gali aggiunsero alcuni articoli al tratta-

d'aulichi privilegi eletti ftteros erano e- to, per sostenere euergicamente Isabella
senti da molti pesi e reggevansi quasi a re- II. Per la decadenza dell'antiche Ie""i e
pubbliche municipali, prevedendo che sa- i dauni delle recenti rivoluzioni, trovan-
rebbero state ridotte all'eguaglianza del- dosi sconcertata la Spagna, ed essendo
l'altre, innalzarono apertamente la ban- impossibile rimediarvi senza il concorso
diera della rivoluzione. Sarà in vece me- dell'intera nazioue, diversi capitani ge-
glio ritenere, che insorsero Talavera de la nerali, cioè governatori delle provincie,
Iiej na, Morella, la Vecchia Castiglia, gran rappresentarono alla regina reggente:
pa rie della Catalog n i, l'Aragona, e le pro- Che lo spirito pubblico richiedeva una
viucie di iVa varrà, di Discaglia, d'Alava, convenzione di cortes, le quali compilas-
e proclamarono d. Carlo. Così principiò sero leggi uniformi e adattate allo spirito
in Ispagna una guerra civile, alla quale del secolo, ed ordinassero la finanza. A
prese dipoi interesse tutta l'Europa, e spe- tali rappresentanze essendo troppo peri-
cialmente l'Italia. Imperocché osserva il coloso il resistervi, la regina scelse mini-
conte SolarodellaMargarita, nel suoA/e- stri liberali e moderati, che accettarono
morandurn storico politico, che la corte colla condizione che si riformasse lo sta-
di Spagna godendo le simpatie di tutti i tuto. Col loro consiglio la reggente pub-
berali, perchè abbonivano d. Carlo co-
li blicò vari decreli,co'quali die miglior for-
me nemicodeìlecostituzioni edivoto del- ma a diversi rami della pubblica ammi-
la Chiesa, dalla Francia, dall'Inghilter- nistrazione. Nominò eziandio una giun-
ra e dall'Italia corsero nella Spagna a so- ta, composta di ecclesiastici e di secola-
stenere la gran causa. Quanti erano in ri, per esaminar lo stalo attuale di tulio

Europa divoti al pi incipioreligiosoe mo- il territorio spaguuolo , in ciò che con-


narchico rappresentato da d. Carlo, for- cerneva la forma e la materia del culto
mavano di gran cuore voti per lui, ma e de'suoi ministri. Quindi proponesse un
non altro che voti; a Vienna, a Berlino, concetto de'miglioramenti che giudicas-
a Pietroburgo, a Napoli si desiderava che se più convenevoli, e per quelli che esi-

vincesse, ma porlo in grado di vincere non gessero l'autorizzazione della s. Sede ne


si volle mai. Intanto Ferdinando II re preparasse le domande, rivestendole del-
delledueSicilie protestò contro la pram- le forme di metodo. Questa giunta com-
matica di Carlo IV, come pregiudizievo- posta principalmente di ecclesiastici co-
'
le a'suoi diritti eveutuali. Nel i 834 a 22 gniti per le loro opinioni liberali, fu da
aprile il reggente di Portogallo d. Pietro, molti buoni spagnuoli considerata come
fratello del re d. Michele, la regina reg- una giunta scismatica;giacchè si occupa-
gente di Spagna, ed i re di Francia e d'In- va d'uua nuova divisione territoriale del-
SI» A SPA i83
le diocesi, e di altri punti meramente ce- fari ecclesiastici, ma non potò ottenerlo.
cIcMMtici, senza antecedente autorizza- Il zelante Papa, più di qualunque altro
EÌOBC della s. Sede. In quanto alle cor- sovrano, si rammaricò di quel liberali*
tes,la reggente pubblicò unoStattUoIìea- sino, poiché prevedeva benissimo, che il

le, che in sostanza era un estratto d'an- medesimo vi avrebbe diminuita la ina
tiche leggi della monarchia, modificate religiosa influenza, ed alla liquidazione
secondo lo spirito del secolo, ed in ino- del debito pubblico sarebbe gesuita la
do che popolo non dovesse mai scor-
il vendita de'beni ecclesiastici. Si aggiunse,
darsi d'essere suddito. Esso in sostanza che essendo scoppiata la pestilenza del
conteneva, che le cortes fossero composte cholera in Madrid, si sparse calunniosa'
di due ordini uno di ottimati che coni
: mente colà, come altrove, l'erronea voce
prendesse notabili per dignità elevata,per che il morbo proveniva d'avvelenatori,
nascila illustre, per servigi, meriti, scien- e ne furono designali autori alcuni reli-
ze e virtù; {' altro di procuratori eletti giosi. Ciò produsse che una turba di fu-
dalla nazione. La convocazione e lo scio* rioso popolaccio, a' i 7 luglio massacrùGn
glimento delle cortes spettare al re: do- francescani e gesuiti; eccidio deplorabile
vesse però convocarle nel termine d'un in se stesso e spaventevole, quale indizio
anno dopo il loro scioglimento, ed in al- del carattere che prendeva la rivolu/.io-
cune determinale circostanze l'iniziati- : ne. Il popolaccio fu condotto da qualcuno
va spettasse al re, salvo alle cortes il di- de' reduci emigrati, e da qualche altro
litio di petizione. Non potersi imporre che indossava l'uniforme di guardia no
alcun tribulosenzailconsenso delle cor- bile.Invase conventi de' religiosi e le
i

tes.QuesteadunanzefuronosoIennemen- chiese che pose a sacco, massacrando


te aperte a'a/j. luglio, e discussero varie tutti iche incontrava. Ne furo-
religiosi
leggi. Si applicarono specialmente al de- no principalmente deplorabile vittima i

bito pubblico, che secondo alcuni calcoli conventi di s. Francesco il grande, di s.


ascendeva a 800 milioni di colf ali, e Tommaso, di s. Isidoro de'gesuiti, e quel-
stabilirono regolamenti per liquidarlo in lo dellaMercede. Tulio questo impune*
modo che fosse ordinalo nella somma di mente si fece senza chele truppe riceves-
circa 226 milioni; somma ancora enor- sero l'ordine di opporsi a quella crudele'
ine per uno stato le cui reudite non era- e sfrenata moltitudine, ovvero lo riceve-
no diedi 26 milioni. La rivoluzione li- rono quando già sì esecrabili misfatti e-
beraledi Spagna dispiacque naturaimen- rano stati pienamente consumati. Il pre-
te a'sovrani assoluti. L'Austria, la Prus- sidente del consiglio de'ministri Marti-
sia, la Russia e Sardegna si astennero
la nez de la Rosa, disse di volere castigare
dal riconoscere regina; richiamarono
la i rei di cotanto barbaro attentato. Il cor-
da Madrid i loro ministri, e non vi lascia- regidordi Madrid fu chiamato dalla bar-
rotto che semplici incaricati d'affari per ra a render conto di quegli avvenimenti
osservar l'andamento delle cose. Grego- sacrileghi; ma non appena cominciò a di-
rio XVI
che nel i83s avea pubblicato re: Da questo luogo designeiò gli auto-
cardinale il nunzio Tiberi e ve lo avea ri di questo attentato, all'atto nuovo pres-
lasciato sino al 1 834, si astenne auch'egli so di noi, che le tribune e qualche banco
dal mettersi in relazioni diplomatiche col de'deputati alzarono tumultuose voci che
nuovo governo di Spagna: avrebbe non- lo costrinsero al silenzio. Così il deside-
dimeno desiderato che I' arcivescovo di rio del presidente, non ebbe altro effetto,
Nicea,LuigiAmat,cheaveatrasferilodal- chela fucilazione d'un cometa. In tal mo-
la nunziatura di Napoli a quella di Ma- do egli restò istruito, quali conseguenze
ilritl, vi fosse colà riconosciuto pe'soli af- potevano produrre, la legge che proibì-
184 SPA SPA.
va l'ingresso de'novizi negli ordini reli- ili luglio richiamò da Madrid mg. 1
A-
giosi, e le domande di tutti i titoli di prò- mat. che colà si tratteneva in attenzione
prietà, fatle alle comunità regolari senza di poler presentare le sue lettere creden-
l'autoriazazione del rappresentante della ziali di nunzio della s. Sede, e nel 1 837
s. Sede.Nel i 8i5 Gregorio Wl era sem- lo creò cardinale. Intanto profittando il

pre più malcontento delle cose di Spagna, Papa della circostanza, di non dovere a-
imperocché nell'aprile discutendosi dalle vcr gli antichi riguardi verso la Spagna,
83 ~ riconobbe l'indipendenza della
coi tessul modo di soddisfar l'enorme de- nel 1

bito pubblico, s'ideò immediatamente repubblica della Nuova Granata, ricevè


d'impiegare a tal uopo una parie de'beni un incaricato della medesima, e poi vi
degli ordini religiosi: il ministero avreb- spedì un nunzio apostolico. Nella biogra-
be desiderato procedete ne'modi cano- fia di Gregorio X VI ricordai le allocu-
nici; il presidente del consiglio Martinez zioni che pronunziò in concistoro e colle
de la Uosa osservò che nel i8aoeranvi quali deplorò I' operato del governo di
a
in Ispagna 46,000 regolari, nel 1 835 e- Spagna a danno della Chiesa. La 1 , la re-

rano 3o,ooo,e che lo spirito del


ridotti a citò in quello del [."febbraio! 836, in cui
secolo gli avrebbe diminuiti ulteriormen- pure si gravò dell'ingiurie e scelleratez-
te. Intanto potersi limitar la soppressio- ze che si coutinuavanoa commettere nel

ne che non aveano 1 indi-


a quelle case 1 Portogallo, contro la podestà e libertà,

vidui, numero richiesto da'canoni per l'e- della Chiesa, i cui nemici fomentavano
sistenza. Ma nel principiodi giugno il mi- funesto scisma, dovendovi perciò ripara-
nistero rinunziò, e ne fu surrogato un al- re. Per le calamità ecclesiastiche di Spa-
tro sol loia presidenza di Torreno,com po- gna, sino allora divotissima alla s. Sede,
sto di personaggi meuo circospetti. D'al- dichiarò essersi violali anche in essa i di-

tronde i religiosi erano stati in vari luo- ritti e dissipati i beni della Chiesa, e pro-
ghi maltrattati ed espulsi tumultuaria- mulgate leggi contrarie all'autorità della
mente da' loro chiostri. Da tuttociò ne Sede apostolica; ed avendo inutilmente
venne che la regiua sul rapporto del mi- reclamato contro le medesime, lesenten-
nistro di giustizia a' 4 luglio soppresse ziò nulle e di niun valore. L'allocuzione
i a'20 dello stesso mese 7^7
gesuiti, ed fu pubblicata negli Annali delle scienze

monasteri che non aveano 12 individui religiose, t. 2, p. "2.^5. Il governo di Spa-


professi. L'i i poi d'ottobre soppresse tut- gna la dissimulò e prosegui le sue ope-
ti i monasteri degli ordini monastici e dei razioni. A'7 marzo il ministero espose al-

canonici regola ridi s. Benedetto della con- la regina governa trice: La forza della ci-
gregazione Tanagonesedi Saragozza, di viltà essere come quella del tempo, e non
s. Agostino, e de'premostratensi. Tutti i potersi ad essa resistere; ambedue crea-
beni de' monasteri e conventi soppressi re e distruggere de'bisogni. Gli ordini re-
furono posti a disposizione dello stato. golari aver un tempo recato insigni ser-

Nello stesso mese il governo proibì a've- vigi, ed essere dell'umano sa-
stati l'asilo

sco vi d'ordinare ecclesiastici sino alla pro- pere, ma non esser più analoghi allo spi-
mulgazione d'un regolamento sul clero, rilo del secolo. Le propensioni dell'abi-
ed abolì la giurisdizione privilegiata, del- tudini sociali, il progresso della scienza
la quale godevano gli ecclesiastici nel fo- e delle arti, l'esigenze della ricchezza pub-
ro criminale. All'annunzio de' primi di blica^ l'esempio d'altre savie nazioni ri-

questi alti, Giegorio XVI giudicò con- chieder la loro soppressione. Di fatti la

trario alla sua dignità che un suo rappre- regina con decreto del 9 soppresse lutti

sentai) le,sebbene non riconoscili prestas- gli ordini religiosi maschili, eccettuati solo
se spettatore di tali cose; quiudi sul line i collegi delle missioni per l'Asia, gli sco-
SPA SPA 1 8 ~>

lopi, e gli ospedalieri benfratclli. Ma ciò colla corte sdegnata per la nomina de've-
non fu sufficiente a soddisfare i libérali sco vi per l'antiche colonie spaglinole d'A-
piìi esaltatisi unirono essi in varie so-
: merica. Carlo Alberto tenne per giusta la
propense a riforme maggiori e an-
ciet.'i causa del virtuoso d. Carlo rappresen-
che alla repubblica. 11 risultata fu die tante il principio monarchico e leligio-
scoppiarono di versi tumulti per ristabilir so, la legittimità, e credette suo interes-
li costituzione del i 8 i 2. In uuodi essi ac- se il sostenerla. Pertanto nel i83 5 accol-
caduto alla Graoja o s. Idelibnso, nella se ospitalmente l'infinta di Portogallo d.
notte precedente ih 2 agosto, fu minac- Rf.' Teresa principessa di Beira, vedova
ciala la stessa regina, la quale dovè in li- ili Pietro infinte di Spagna e cognata
il.

ne cedere e promulgar quella costituzio- di d. Carlo, cogl'infanti di lui figli il. Gio-

ne sino all'apertura delle cortes, le quali vanni e d. Ferdinando. Il re nutriva le


avi ebbero poi pronunziato sull'istituzio- piii belle speranze per lacausa di d. Carlo
ni da darsi alla Spagna. Nel seguente an- sostenuta dal senno e dal valore del pro-
no fu poscia promulgata una .mova Co- de Zuinalacareguy, ma scemò assai la fi-
stituzione, colla quale si modificò in sen- ducia nel trionfo della medesima perla
so alquanto più popolare lo Statuto Rea- sua morte avvenuta nel giugno 1 83 5: egli
le deh 834- Proseguiva intanto con di- solo tòrse poteva condurre il pretenden-
versi successi la guerra civile, ed alcuni te a Madrid. Dotato d'un genio capace
si lusingavano che fra quelle turbolenze delle più ardite imprese, e d'un coraggio
deliberali, l'infante d. Carlo pretendente pari a quello de'più forti guerrieri, avea
potesse pervenire al trono. In tale stato senno e prudenza per impedire atti di te-
di cose il Papa rammaricato per la sop- temerità pericolosa. Non mancavano al-
pressione degli ordini religiosi, e speran- tri valorosi capitani a d. Carlo, ma era
do nelle vittorie di d. Carlo, interruppe mancato il genio risoluto di Zumalaca-
totalmente le relazioni diplomatiche col reguy; erano discordi fra loro, e il prin-
governo della regina. Era sino allora ri- cipe non poneva in alcuno la sua fiducia
malo in Roma ileav. Aparisi, antico in- franca rnente,e ad onta delle sue belle qua-
caricalo d'aliali della medesima. Laonde li là e criterio, era sempre incerto. Il con-
ilcardinalLambruschini segretariodi sta- te diVillemur ministro della guerra, il
to, a'27 ottobre 836 1 gli partecipò: Col- prode Eraso che primo con Ituralde avea
la pubblicazione della costituzione del alzalo la bandiera di d. Carlo in Navarca,
1812, le cose avendo nuovamente cam- l'infausto Maroto che già per disgrazia
biato aspetto in [spagna, il sauto Padre del principe si trovava al quartier gene-
non poteva ulteriormente dispensarsi dal rale, pretendevano ognuno il comando
dichiarare, che non potrebbe più lunga- dell'esercito. Il marchese diValdespina e
mente riconoscere presso di se un rappre- Zavalacheaveano proclamato red. Car-
sentante diplomatico dell'attuale gover- lo in Discaglia, erano caduti per bassi in-
nodiSpagna.All'artieoloSAROEGNA regno, trighi : d. Carlo assunse il cornando del-
accennai come il re Carlo Alberto favori- l'armata in tanta incertezza, nominando
va energicamente le ragioni dell' infan- capo dello stato maggiore il general Mo-
te d. Cai lo borbone al trono diSpagna, se- reno valoroso, come tutti gli spngnuoli,
condato dal saggio e religioso conte So- zelantissimo della causa monarchica, ma
laio della .Margherita 1 ."segretariodi sla- privo del sommo
genio per dirigere così
to pegli allari esteri, già ministro pleni- dillicileimpresamei de la battaglia diMen-
potenziario a Madrid, nella quale occa- digoria, passò nondimeno l'Ebro e s'in-
sionee nel ri larda lo ricevi mento del nun- noltrò inGastiglia 6ooaPancorbo,ma do-
zio Tiberi trattò idi alluri della s. Sede vette presto retrocedei eeccituiido lecen-
186 SPA SPA
su i*e di tutti gli ufliziali generali, special- ti per rendersele favorevoli: più lardi Er-
mente <Iel perfido Maroto che già in que' ro, Gioacchino Abarca vescovo di Leon
giorni meditava la catastrofe ili cui fu au- e delegalo della s. Sede, l'arcivescovo di
lore4a«ini dopo. La sua inimicizia couMo- Cuba noto come p. Cirillo Alarneda dei
reno,al quale iiqh volle ubbidir mai,giun- minori osservanti, lo raggiunsero al quar-
se al punto che d. Carlo per terminar le tiere reale, ma in sul principio non un so-
discordie, depose comando dell'eserci-
il lo uomo di slato fu al suo fianco. Rimar-
to e lo affidò al general Eguiacbeavea ca il conte Solaio, che se d. Carlo assal-

tulle le doti necessarie e avrebbe potuto tava Madrid l'esito sarebbe stato felice,
condurre felicemente la guerra se avesse- poiché i cristini esterrefatti già titubava-
ro cessato gl'intrighi ne'qnali fu sempre no, e i cartisti della città erano pronti a
ti. Cai Accadde intanto che nel
lo avvolto. unirsi al sospirato sovrano. Nel 1837
i 836Spagna spedì un nuovo console
la quindi più che mai Carlo Alberto, dopo
aGenova,e la corte ricusò di riconoscerlo la costituzione di Spagna, manifestò la
formalmente, dichiarando per altro che sua adesione alla causa di d. Carlo, che
poteva esercitarne le funzioni privata- divideva 1' attenzione dell'Europa colla
niente: il governo spagnuolo usò rappre- corte della regina, tenendolo il re sardo

saglie e il commercio ne soffrì moltissi- quale legittimo successore di Ferdinan-


mo. In tale slato di cose la corte di Tori- do VII, a fronte delle contrarie osserva-
no, sul principio di maggio 1837 e men- zioni d'Inghilterra, e del mal umore che
tre d. disponeva a marciare so-
Carlo si mostrava per tal contegno il gabinetto
pra Madrid, partecipò a quella ili Spa- francese diLuigi Filippo. NondimenoCar-
gliatile se al 1. "luglio quelle misure ves- lo Alberto dal conte Solaro fece insiste-
.sjinti noncessa vano,i bastimenti spagnuo- re per la ricognizione dell'infante d. Car-
li sarebbero esclusi da'porti sardi. Allo- lo (piai re diSpagna, specialmente a Vien-
ra governo spagnuolo dicbiarò,che per-
il na, la qual corte per favorire il preten-
sistendo la Sardegna nella sua condotta dente non voleva crearsi difficoltà a Lon-
ostile verso la regina Isabella li e la cau- dra e a Parigi, ed il principe di Metter-
sa della libertà spagnuola, ordinava che meli colla sua facondia persuase il zelan-
tutti i suoi porli fossero chiusi alla ban- te conte d'Alcudia, che la riconoscenza
diera sarda, ed i consoli e viceconsoli ces- delle corti avrebbe maggiormente ina-
sassero dalle loro funzionianche priva- sprito que' due gabinetti, e gli avrebbe
tamente. Sospettandosi che la Sardegna eccitati a prender parte più attiva nella
soccorresse apertamente ed efficacemen- guerra civile. Il conte Solaro fu di con-
te il pretendente, l'Inghilterra partecipò trario avviso, ritenendo die il riconosci-
al gabinetto, che in caso di ostilità i basti •
mento di d. Carlo per re avrebbe reso più
inenti inglesi avrebbero difeso le coste di guardinghi i due gabinetti, e agito mo-
Spagna. La condotta della corte sarda ne- ralmente sullo spirito degli spagnuoli in

gli affari diSpagna la difese lo stesso conte di lui favore. Riuscite vauetali premure,
Solaro nei suoMemorandum.Quesù rac- non si potè vincere le fredde considera-
conta che il prodeSaa vedrà conte d'Alcu- zioni d'una politica di aspettativa. Carlo
dia, già ministro degli affari esteri diFerdi- Alberto mandò sussidii a d. Carlo, nel-

nando VII, fu zelante e attivissimo agen- l'attitudine franca e decisa adottata ver-
te di d. Carlo, il quale fu circondato nel so la Spagna ; l'imperatore delle Russie
suo cani [iodi Discaglia da prodi generali trovò ardito tal contegno, ma noi disap-
etla consiglieri zelanti, però affatto al buio provò ; la Prussia somministrò segreta-
de'negozi di stato,delle teorie diplomati- mente qualche somma di denaro per la

che e del modo di trattare colle altre cor- guerra all'infante, che malgrado gli sfor-
SPA SPA 187
/i dc'navarri, e de* popoli di Guipuscoa carceralo, e l'infinite il. Sebastiano con
e ili Boscaglia, era sempre bersaglio della molto valore nella battaglia <l ( )i i.unen-
discordia tra'suoi. Per questa generali i di riacquistò quantoerasi perduto da'ear-
cartisti non potevano trarre profitto dal- listi nella linea di s. Sebastiano. In pari
le fazioni, iti cui riuscivano vincitori con- tempo fu presa la risoluzione di portar
tro erisimi allora comandati dal gene-
i la guerra in altre provincie e di avanza-
ral Cordova. Nel maggio 83(3 era stato 1 re nel cuore della monarchiajse fosse siala
ucciso nella linea di s. Sebastiano il valo- condotta sino al termine con quell'ardore
roso generale callista Segastibelza in un con cui s'intraprese, poteva assicurare il
combattimento contro gli anglo-ispani. successo. Quindi d. Carlo, coli' esercito
Eguia combattè con vario successo con- comandato dal degno nipote, entrò in A-
tro Cordova, e sebbene avesse mante- ragona, ove si guadagnarono le segnalate
a
nuto l'onor delle armi, gli fu tolto il co- battaglie d'fluesca e Barbastro; nella i.

mando. Fu dato all'altro valoroso gene- i generali ci istilli Leone li ribaren furo-
a
rale Villareal, ma eguali circostanze ne no sconfìtti e uccisi, e nella 2. la legiou
paralizzarono io zelo, i talenti militari, il francese ebbe egual sorte. Questi due fat-
valore; si spedirono da d. Carlo i genera- ti diedero gran credito al giovane capi-
li Gomez Garda, ili.° a sollevar le A- tano l'infante d. Sebastiano, che provò
sturie e la Calizia, il 2. "con Ualinaseda valore nella mischia e senno nelle dispo-
nella Castiglia ; ebbero luogo vari fatti sizioni, affidandosi a 'consigli di Villareal;
d'armi, ma nessun serio risullamenlo. quindi sebbene non trionfò nella batta-
Villareal mentre assediavaBilbao fu scon- glia di Guixona, riuscì ad unirsi al cele-
dito da Esparlero, che occupò le sue po- bre Cabrerà. Questi semplice studente di
sizioni, liberò quella città e die un gran teologia quando cominciò la guerra civi-

tracollo alla causa di d. Carlo. Il general le, allorché si alzò lo stendardo di d. Car-
Maroto, che avea avuto il comando dei lo colle guerrillas che presero le armi io
cartisti in Catalogna, fu pure sconfitto e Catalogna, die tali prove di se, che non
obbligato a ritirarsi in Francia. E' d'am- rimase dubbio d'essere un novello eroe,
mirarsi come fra tante disgrazie pur si e ili.°dopoZumalacareguy,che avrebbe
mantenesse in armi il partito dell'infante potuto porre sul trono il suo signore, se
d. Carlo, e la sola costanza del carattere avesse avuto la suprema autorità. L'in-
spaglinolo può spiegarlo. Per tanta dispe- lànteeCabrera,dopo alcuni gloriosi com-
rata resistenza a fronte di così dure prove, battimenti mossero verso Madrid e o iriun-
la causa avrebbe trionfato se vi fossero suro fino alle porte della capitale atter-
stalimeno raggiri, meno dispute e discus- rita e senza difesa; Espartero coll'eser-
sioni al campo reale; se d. Carlo diffidan- cito trovavasi assai lontano, scarso era il

do meno di se e di lutti, avesse coman- presidiojla guardia nazionale di non gran-


dato da re e con fermezza. ÌN'el gennaio de aiuto. Dopo essere stati due giorni sot-
1 837 tolse a Erro il ministero universa- to le mura senza assaltarle, d. Carlo die
le e nominò vari ministri, principale dei il online della ritirata, ricevuto con isdegno
quali fu A barca vescovo
Leon, prelato di dal fremente e prode Cabrerà, con dolore
di gran merito, ma anch'egli non propor- di tutto l'esercito. Il general Zariategui,
zionato all'altezza de'lempi per superare altro valoroso carlista, marciando in Ca-
le difficoltà e le macchinazioni degl'intri- stiglia, prese Segovia, occupò Vagliado*
ganti.! coniando dell'esercito ila Villareal
I lid, e minacciò pur egli la capitale;fu quel-
fu trasferito all'infante d. Sebastiano nipo- lo il più bel momento di (5 anni di guer-
te di d. Carlo e figlio della principessa di ra, ma fu perduto. Cabrerà sdegnato tor-
Beira, Il generale Eguia per sospetto fu nò con parte dell' esercito nel regno di
, SS SP A S PA
Valenza, ove essendo sotoavea maggior che pativa In Chiesa, ogni maniera d'ir*
speranza ili mantenervi la causa. U. Cai-- religione, le declamazioni contro il supre-
lo si unì a Zariategui, e dopo vari incon- mocapo della Chiesa, l'empie bestemmie
tri più o meno disastrasi coli armata ne- ereticarlo scisma che propagavasi; esor*
mica, passò l' libro e tornò nelle provin- tando il clero al zelante suo ministero, i
ciesenzaaver tiattoalcun prolìttodiquel- popoli all'osservanza della divina legge,
Ja spedizione si bene cominciata e si ma- a venerare la Chiesa, alla penitenza, on-

le abbandonata. In Arciniega, per dis- de ottenere da Dio sdegnato che dissipas-


graziata fatalità, d. Carlo per consiglio se la tempesta che minacciava sommer-

tli alcuni malevoli, tolse il comando a gere la Spagna nell'orrendo caos dell'era-
il. Sebastiano ; i generali Villareal, Za- pietà e dell'anarchia; ed acciò il re Carlo
riateguie Elio, che tanto eransi distinti, Y rassicurato sul trono, colle sueesem-
caddero in disgrazia, ed egual sorte toccò plari virtù ristabilisse la concordia, la pa-

a <piasi tutti gli altrijaGuérguè fu dato il ce, l'ordine, la tranquillità de'popoli sot-

eomantlo supremo dell'armata. Osserva to gli auspicii della B. Vergine; ingiungen-


ti conteSolaro,che non si comprende co- do a'parrochi che questa pastorale esor-
tile in mezzo a tanto disordine siasi con- tazione la pubblicassero aU'cIfertorio del-
tinuatoa combattere in varie parti, e die la messa popolare. Neil 838 continuò il
se ciòprova il valore e la lealtà de' na- re di Sardegna a sostenere la causa di d.
Tarri e alavesi, de'guipuscoi e Discaglia- Carlo, la cui rovina a gran passi andava
ni, superiore a tutte le male sorti, è un incontro, non per vicende sgraziate di
pianto il pensare come siasi tanto teso- guerra, che anzi molti furono i fortunati
rodi virtù sprecato, tanto sangue imi- combattimenti, ma perchè resero nullo
lilmente sparso. Carlo Alberto conside- il valore de'soldali e le vittorie de' duci

rancio la questione colla Spagna essere quelli che circondavano d. Carlo a Estel-

questione sarda, non die peso allo sdegno la sua residenza nella Navarro, già capi-
di lord Palmerston e alle officiose rimo- tale del piccolo paese di Mirindada d'E-
stranze di Luigi Filippo per pacificarlo stella. Si segnalò in quest'anno Cabrerà
col governo di Madrid, ed oltre i pecu- nel regno di Valenza e in Aragona; libe-

niari soccorsi a d. Carlo, die sicura e ono- rò la piazza di Morella valorosamente di-
revole ospitalità agli spaglinoli emigrati fesa dal cartista conte Negri, sconfisse piìi

per la causa di d. Carlo, a'quali sommici- volte cristini. Intanto ad Estella si fi-
i

stiava annue lire 5o,ooo. Sembra che an- chiamavaMaroto,cheda Francia era pas-
co l'immortale Francesco IV duca diMo- sato in Torino, per porlo di nuovo alla
dena, propugnacolo dell'ordine e della le- testa dell'armata; si faceva il processo ai

giubilila, a sostenimento di questa abbia migliori generali, si condannava a mor-


contribuito aiuti allo sfortunato principe, te Elio e Zariategui, però salvati da'cla-
ed ospitò generosamente suoi fidi. A'^3 i mori dell'esercito; nessuna misura si a-

novembre 1837 il vescovo di Leon qual dottava onde trarre a buon fine l'impre-
ministrodi sua maestà cattolica Carlo V, sa, mentre si trattava del trono di Spa-
e delegalo speciale della s. Sede per eser- gna. Si sperava che le discordie, gì' in-

citare l'ecclesiastica e ordinaria giurisdi- trighi e le persecuzioni terminerebbero


zione uelle provincie soggette alle armi quando a'20 ottobre in Aspeitiad. Carlo
del re, emanò una commovente e dotta sposò la sorella della defunta consorte, la
pastorale al clero secolare e regolare, e a principessa di Beira sorella di d. Michele
tulli i fedeli abitanti delle medesime prò- di Portogallo, donna d'animo risoluto e
vincie. In essa deplorò le calamità della impaziente di salire il soglio. Aveva il re

nazione spago uola, gli oltraggi e i mali d. Carlo presso di se l'arcivescovo di Cu-
SPA SPà 189
ha, già sotto Ferdinando VII col vesco- consigli, le cabale erano incessanti, la di-

vo di Leon e il duco deU'Iufautado so- scordia cresceva fra'generali; in due [far-

stegno della causo monarchica, uomo di ti divisa la corte, .starnili i popoli, la dif-

stato, distinta per Unni, scaltrezza e di- fidenza si rese universale. L'inutilità dei
rittura di giudizio; ina il suo senno non tentativi fece sorgere nell'esercito carti-

poteva vincere la fatai congerie di fune- sta un partito, che disperando ormai del-
ste circostanze cliedoveano perdere d. la vittoria, desiderava una transazione
Carlo. L'attitudine del re diSardegna non co'nemici. Capo di essa divenne gene- il

avendo variato, diede luogo all' Inghil- ral Marolo, che comandava nelle provin-
terra di adottar contro di lui misure qua* cie Lasche di Guipuscoa, Discaglia e A-
si ostili, riguardando tuttavia trattato il lava, quale colla proclamazione che
il

della quadruplice alleanza con costituire pubblicò fece comprendere che d. Carlo
un'alleanza offensiva e difensiva per guer- piìi non comandava, ch'egli era in balia

reggiar le potenze avverse alla Spagna, d'una fazione. Il traditore Marolo, pri-

ognuno potendo impegnarsi a sostenere ma di vendere il suo re Carlo V, i suoi

idiritti did. Cai lo. La sua causa nel b'3f) i partigiani e il proprio onore, a' 1
7 feb-
camminò rapidamente verso la catastro- braio di propria autorità e servendosi del
fe che poi la spense, sebbene non cessava nome di d. Carlo, in Estella, perciò dive-

Cailo Alberto dal favorirla, sempre spe- nuta rinomata, fece crudelmente fucila-
rando migliore risultalo se assistito; men- re generali Garcia, Guerguè, Sanz, Car-
i

tre le altre corti, tranne Francia e Inghil- mona, e l'intendente Uriz, come suoi po-
terra che attivamente sostenevano la re» tenti avversari a quanto meditava, con-
gina Isabella II, serbavano inazione e siderandoli per congiurati. Due giorni
guardavano con indifferenza, almeno ap- dopo altre vittime furono sagrilìcate dal
parente, gì' interessi di d. Carlo, degno suo furore; allora d. Carlo lo dichiarò tra -

di miglior sorte e della corona, la causa ditore, e gli tolse il comando : ma egli

del quale consideravano disperata. Dal audacemente sedusse 1' esercito, ed ag-
quartiere generale l'arcivescovo di Cuba gredì il quartier generale. Spaventalo d.
eccitò il re di Sardegna a passi risoluti, Carlo, con nuovo decreto giustificò il ge-
a pronunziarsi decisamente, ed indurre neral Maroto, gli conservò il comando,
le altre corti a dar eflicace aiuto a Car- ordinò che si cancellasse e bruciasse l'an-
lo V suo re. Il conte Solaio rispose, che teriore decreto; per sua maggior sciagu-
poco pote\asi sperare dalle potenze raf- ra allontanò da se il vescovo di Leon, A-
freddate vedendo sempre la guerra ri- riasTexeiro, e gli altri ministri invisi a
stretta in poche provincie e condotta con Maroto, in cui balìa. pienamente si pose.
tanta fiacchezza. Essere indispensabile u- Maroto era in rapporto col general ne-
scire dallo stretto circolo nel quale si e- mico Espartero, e cede senza combattere
rano mantenute fin allora le operazioni le posizioni più vantaggiose ; i leali difen-

dell'esercito; essere indispensabile mar- sori di d. Carlo presentirono la consuma-


ciar avanti; se mancavano mezzi pecunia- zione del vicino tradimento; gli uni si av-
ri, ricordassero che secondo Macchiavel- vilirono, altri si sollevarono indignali;
lonon mancò mai l'oro a'soldati che san- cadde il prestigio dell'autorità, la confu-
no maneggiar il ferro. La causa essere spa- sione crebbe. Frattanto i cristini riporta-

gnuola; quanto meno si calcolerà sopra rono considerevoli vantaggi in vari luo-
aiuti slranierijtanlo più gloriosa sarà l'im- ghi^ specialmente 1*8 e 1' 1 1 maggio a Ra-
presa; far d'uopo non solo di valore, ma malesed aGuardamino. Per tali successi il

d'unione per conseguire il trionfo. Non general Espartero loro comandante ebbe
era possibile che si facesse profitto di tali il titolo di duca della Vittoria, e la causa
, go SPA S P A
di d. Carlo si tenue da tutti crollala eco- fé liberò il re Carlo Alberto ila ogni sem-
ine perduta. Erano io tale slato le cose, polo di delicatezza che ancor poteva ri«

allorquando a'3l agosto l83g in Verga- tenerlo dal terminar la vertenza col go-
ra,borgodellaGuipuscoa già famoso per- verno di Madrid, col convenire alla neu-
cbè nel 7G4 vi si formò la .' società pa-
i 1 tralità di fatto fra le parti belligeranti in
triottica di Spagna, sottoscrissero Espar- Ispagna, inclusivaruente in Catalogna e
trio e l'infedele Maroto una convenzio- in Aragona, quidal valoroso Cabrera.co-
ne per terminare la guerra civile. Si sta- là sostenutala causa perduta di d. Carlo

bili in sostanza, che il 1



proporrebbe al- dal disgraziato conte d'Espatfa. L'animo
le cortes la concessione o la uiodificazio- del re di Sardegna fu nel resto costante,
nede'privilegiYcterOi delle provincie I>a- e non cessò di dar più tardi ancora prove
sebe; gli affittali delle truppe comandate del suo alleilo per lo sventurato princi-
da Maroto riconoscessero la regina Isa- pe. Si recarono successivamente in Pie-

bella Il e conservassero i loro gradi, col- monte distinti spagnuoli che aveano so-
la facoltà di servire odi ritirarsi alle lo- slenuta la causa di d. Carlo, l'arcivesco-
rn case. Maroto, qual altroGiuda e onde vo di Cuba, il vescovo di Leon, i gene-
il suo nome diventò sinonimo, ebbe una rali Elio, Zariategui, epute Negri, Maza-
fòrte somma di denaro per premio delauo rasa e molti altri, tutti gentilmente ac-
nero e riprovevole tradimento! A tali colti e consolali in quanto era possibile

macchinazioni non fu straniero il gabi- nella loro sventura. Ma prode e gene-


il

netto di Luigi Filippo, col quale l'inde- roso conte di Espan'a, ferito vilmente da
guo Maroto era in corrispondenza segre- mano traditrice di sicario prezzolato, tro-

conte Solai o, nel dicbiarare di non


ta. 11 vò nella fiumana del Segre la morte, do-
trovare parole abbastanza efficaci per e pò aver sostenuto la causa di d. Carlo in

sprimere l'orrore di quanto fece questo Catalogna. Quanto all' invitto Cabrerà,

perfido, senza ombra di sentimento di che con un altro esercito callista di cir-
leallà ed'onore,convieneperòcheal pun- ra 25, 000 uomini di fanteria e 2000 di
to in cui erano le cose, non v'era che sce- cavalleria, oltre d' un forte corpo d' ar-

gliere fra nuovesceuedi sangue e la tran- tiglieria, combatteva animoso neh' A-


sazione clie obbligò d. Carlo a fuggire in ragona, continuò la guerra sino al lu-

Fraucia. Osserva inoltre, che un altro più glio del i84o, e poi ritirassi anch'esso in

animoso avrebbe forse tentato con alcu- Francia con circa r5,ooo uomini. In se-
ni battaglioni fedeli di correre in Arago- guito con ardimento rientrò in Ispagna,
na per riunirsi a Cabrerà, ma d. Carlo non e potè formare un nucleo ili cai listi, con
osi) e non osarono generali i fedeli ch'era- molti capobande di essi chiamati cabe-
110 presso di lui, giàdisperando della cau- cillas, i quali capitanavano delle guerril-
sa.A' l4 settembre d. Carlo, divenuto las9 e perciò riunì considerevoli forze :

impotente a contenere il traditore Ma- combattè nell'Aragona, nellaCatalogna e


roto e suoi seguaci, entrò in Francia con
i in altre contrade, occupando diversi luo-

11110sqtiadronee G battaglioni ch'erangli ghi e qualche città. Il governo fece com -


rimasti fedeli. Questi deposero le armi, battere Cabrerà, cabecillas, ed anchei

ed esso fu mandalo colla moglie priiici- delle bandecarlisterepubblicane, da'ge-


pessa diBeìra,e col primogenito l'infan- nerali Oribe, Lersundi, Tìribe e altri con
te d. Carlo Luigi che a vea dichiarato prin- forze imponenti. Nel 1848 Cabrerà edi-
cipe dell'Asturie, a Bourges, ove fu rile- versi altri capi sotto i suoi ordini, rien-
gato quasi prigione del re de'francesi. Ve- Irati in Catalogna, e proclamando Car-
dasi l'opuscolo intitolato: Défi porle aux lo VI, ancora tenevano agitale alcune
fllaiotislcs, Paris 1 84 1 Questa calasti o . provincie ; successivamente le bande fu-
SPA STA 191
rono distrutte o disperse, altre si solto- i modci ali attendendo a ordinare lo sta-
misero,altre emigrarono, Per quanto ho lo, rivolsero specialmente l'attenzione a
potuto sapere, ora Cabrerà, sempre fede- restringere l'autorità municipale e pro-
le u'.Miui pi 'incipit, continua a vivere ri- vinciale , che spesso inceppava il potere
tirato dall'esercizio delle armi, e si crede sovrano. Le coi tes discussero e dopo mol-
che viva a Londra in Inghilterra, aven- to contrasto votarono su di ciò una leg-
do sposato una ricca inglese, la virtuosa ge, e la regina reggente a' 4 luglio 1840 1

Marianna de Richard. Equi pei' termi- la sanzionò. Ma i partigiani dell'opinione


nare «pianto riguarda d. Carlo aggiunge- contraria erano ancora molti e potenti,
rò,che questo principe a' 8 maggio 184^ i ed alla loro testa vi era o si mise Esperie-
in Bourges , per insinuazione del Papa 10. Ne derivarono tumulti in Barcellona,
e di altri sovrani, rinunziò i suoi dirit- dove la corte si era recata nel giugno, ed
ti alla corona di Spagna al suo primo- in Madrid, e gli sconcerti divennero così
genito, e partì per I' Italia ai 17 luglio, gravi che la regina reggente non potè re-
prendendo il nome di conte di Molina primerli. Non volendo però agire contro
(già portato dall'imperatore Carlo V, e i propri sentimenti, G settembre nomi-
a' 1

da altri re), nome d'una città d'Arago- nò lo stesso Es parlerò presidente d' un
na e capoluogo d'una signoria reale, in- nuovo consiglio di ministrila'] a ottobre
di stabilendosi a Trieste. L'infante d. Car- rinunziò la reggenza. Partì quindi dalla
lo Luigi, dopo aver accettato in Bourges Spagna, e recossi a Marsiglia, dove pub-
la rinunzia de'paterni diritti, assunse il blicò un manifesto, col quale rammentò
titolo di contedi Montemoliu (questo ti- agli spagnuoli le utili riforme che avea
tolo, come quello assunto dal genitore, introdotte: con essa emigrarono vari per-
sembrano avere qualche importanza sto- sonaggi noi a hi li. Quindi sul fine di dicem-
rica, non avendovi principi alcuna pos-
i bre passò aRoniUjOssequiòGregorioXV 1,
sidenza o diritto particolare), luogo di e vi si trattenne sino alla primavera del
Spagna neH'Estremadura,enel 85o spo- 1 1841 , epoca in cui si trasferì a Parigi.
sò la sorella del re delle due Sicilie e del- In tale anno Espa riero fu dalle cortes e-
a
la regina M. Cristina, la principessa Ma- letto a reggente del regno. Nello stesso
ria Carolina, e dimora in Napoli. L'atto 1841 Gregorio XVI riconobbe Maria II

matrimoniale, l'infante d. Carlo Luigi lo regina di Portogallo, dopo convenzione


stipulò intitolandosi re di Spagna, col di riconoscerei vescovi nominati da d. Mi-
detto nome di Carlo VI, per cui la corte chele, e altro. Intanto sempre più dispia-
di Madrid fece alcune rimostranze. Egli cevoli al Papa divenivano le cose di Spa-
viene nella ricordata metropoli stimato gna. Il governo avea esteso alle provincie
e ammirato, per le sue egregie doli, in uno Basche, recentemente sottomesse, decre- i

alla saggia moglie. Gli altri due iìgli di ti già pubblicati nelle altre, circa la vi-
d. Carlo, gl'infanti d. Giovanni e d. Fer- gilanza de'magislrati sopra coloro che a-
dinando, uel 84 1 recandosi a Modena,
1 spiravano agli ordini sagri, acciò solo in
furono in Roma (come riporta il n.° 96 casi rari vi fossero promossi; sulla sop-
del Diario di Roma) paternamente ac- pressionedegli ordini religiosi e sulla ven-
colti da Gregorio XVI, ed ili." nel dita all'asta de'beni ecclesiastici, compre-
847 1

sposò l'arciduchessa M." Beatrice di Mo- se le fabbriche delle stesse chiese unite ai
dena, come registrai in quell'articolo, e conventi, il tutto a favore del fisco. Avea
perciò di venne cognato del con tedi Cham- inoltre preparato un progetto di legge
bord, ed è divenuto padre di due prin- nelle cortes per far stabilire dalle mede-
cipi infanti. sime la secolarizzazione di tutti i beni del
Terminata la guerra civile di Spagna, clero secolare, fissandogli mercenari as-
i 2 SPA SPA
segnamenti sul pubblico tesoro di preca- e vescovi delle Spagne per la pastorale
rio stipendio. A vcii eziandio cominciato cura, ond essi, o rimasti nelle loro dioce-
a nominare vescovi alle sedi vacanti, fa- si, o forzali ad uscirne, quasi lutti dili-
cendo poscia conferire a loro le facoltà di gentementesi adoperavano in difendere,
vicari dai rispettivi capitoli. Fuvvi tra quanto era per loro, la causa della Chie-
questi un canonico di Siviglia nominalo sa. Rese eziandio le dovute lodi al clero
nel precedenteanno vescovo diMalaga,ed che non onmiise d'impiegar vigo-
fedele,
essendovi stato relativamente a ciò qual- rosamente in ciò lotte le sue fatiche. Lo-
che contrasto e per le sue prave dottrine, dò per simil modo il popolo stesso , che
egli ricorse dal tribunale dell'arcivesco- nella sua più granile maggioranza persi-
vo di Siviglia a'tt'ibuoali laici, i quali pro- sleva nella sua antica riverenza a' vesco-
nunziarono iridi lui favore, ripi istillan- vi ed a'pastori subalterni canonicamente
dolo al governo di Malaga. Giuseppe Ra- istituiti. Questa zelante allocuzione fu
mirez de Arellano vicegerentedella nun - pubblicata nelsupplimenlodel n.°2 i del
zial ma, che risiedeva in Madrid, reclamò Diario di Roma i 8.j i ,e dagli A tinnii i/el-
contro l'intervento di giudici secolari in le scienze religiose, t. ìi, p. iZ'j. Il go-
una causa ecclesiastica. Il risultalo fu che verno di Spagliasi offese fortemente di
il governo locacelo dalla Spagna e sop- tale allocuzione. La considerò erronea-
presse il tribunale apostolico della rota mente più civile che ecclesiastica. La di-
ecclesiastica spagnuola , che in Madrid chiarò altamente offensiva alla nazione,
giudicava alcune cause e concedeva al- attentante all'autorità sovrana del regno,
cune dispense, per le quali altrove si ri- e turbante l'ordine, la quiete e la tran-
corre in Pioma,al modo detto in princi- quillità de'popoli. Pubblicò poi a'3o lu-
pio. 11 Papa nel concistoro del i /marzo glio un manifesto, diretto a giustificare
si lamentò e querelò dell'operato, e de- la sua condotta. Non mancò di far eco al
plorò altamente tali innovazioni , e di- governo stampa sbrigliata, e al mani-
la

chiarò nulli deci i eli per le medesime pro- festo scritto da d. Giuseppe Alonso, per
mulgati, contro i diritti e in oltraggio del- cui nello stessoi 84 1 fu pubblicato in To-
la Cinesi, conculcando altresì quelli del- losa l'opuscolo interessante: Dcladoctri-
la s. Sede, chiamando cielo e terra in te- ne, des droits, dea mallieurs de V Eglisc
stimonio di tante violenze e laicali usur- d' Espagne el des circoli stances qui ont a-
pazioni, che luttequanle riprovòcon au- tnenéU ajjaiblissement et la mine du poti-
toiità apostolica, tanto le commesse dal voir roy al pour la dee adenee de la na-
governo di Madrid,che da qualunque dei ilon j ou l'Allocidìon de N. T. S. P. Gre-
goire XEJ du
CT
magistrati inferiori. Scongiurò nel Signo- mars 1 84 1 vengce des
1 .«

re gli autori degli stessi decreti,che si glo- dcclamations liypocriles etcaloinnieuses


riavano col nome di figli della chiesa cat- du HJanifesl public au noni du gouver-
tolica, a dischiudere finalmente gli occhi neinent espagnol, et signé par d. Joseph
sopra piaghe recalea questa madre he-
le Alonso, ministre de gràce et dejustice,
neficenlissima. Ricordò loro le censure e le 3o juillel de la vicine anneej par le

pene spirituali, colle quali le costituzio- prie Magia Fcrrere de l'ordrede Notre
ni apostoliche e i decreti de'concilii ecu- Dame de la Merci de Tarragonne. Nel
menici percuotono gli usurpatori de'di- 1 842 crebbero i disgusti tra la s. Sede e
rilli ecclesiastici neh' allo stesso dell' ti* la Spagna, imperocché a'20 di gennaio
siupazione, ed avessero una volta coni- il dello ministro di grazia e di giustizia
passionedell'anima loro da cosiffatti vin- rappresentò alle cortes, che da rj anni il

coli invisibili serrata. In pari tempo, vi- Papa per motivi politici trascurava le co-
vamente si congratulò cogli arcivescovi se ecclesiastiche di quella nazione. Pio-
SPA SPA 193
poneva pertanto un'idea di legge per re- sa che ne domandassero conferma, o
la

golatele relazioni col Papa. Conteneva es- la spedizione delle bolle, come metropo-
i

sa che allatto non si ricorresse ulterior- litani che facessero istanza pel pallio. E
mente a Udina per dispense, grazie o isti- quantunque si asserisca a parole essere il

tuzione de' vescovi. Rispettando però nel Papa il centro della Chiesa, non si lascia
l'apa la qualità di centro dell'unità del- a lui comunicazione alcuna senza permes-
la Chiesa, si desse corso a tutte le comu- so e saputa del governo. In questo gra-
nicazioni aventi un tale scopo. Ma queste ve sconvolgimento adunque della religio-
dovessero tutte essere inviate per mezzo ne cattolica in (spagna, avere stabilito di
del governo, il quale le esaminasse, per rivolgersi alle preghiere della chiesa uni-
verificare se erano di tale classe: quelle versale. Perciò, mentre riprovava ed an-
che non Io fossero, sarebbero state tratte- nullava tutti gli atti sino allora promul-
nute. Conosciuta tale idea di legge, Gre- gati dal governo di Madrid, contro di- i

gorio XVI a'aa febbraio pubblicò il bre- ritti e la dignità della chiesa e della s. Se-
ve apostolico, Calholicae religionis cau- de, e specialmente il progetto di legge so-
sa, nel quale deplorando mali ecclesia- i pra esposto, e di niun valore li dichiara-
stici di Spagna, per difesa della cattolica va, instanlemente pregava e supplicava
religione energicamente specificò: Esser- tutti i patriarchi, primati, arcivescovi e
si giunto a tale empietà, che con diabo- vescovi dell'orbe cattolico, e più parti-
lica malizia si era proposto alle cortes un colarmente i vescovi dello stato pontifi-
esecra ndro progetto di legge, il quale a- cio, affinchè, unendo le loro alle sue la-

vea per iscopo d'abolire affatto la legit- grime, si studiassero unanimemente di


tima autorità ecclesiastica, e si adottava placare l'ira divina e d'implorare la mi-
la detestabile opinione, che la podestà lai- sericordia di Dio onnipotente per la mi-
ca dovesse dominare sulle chiese e sulle sera nazione spagnuola, e con tutto l'im-
ecclesiastiche cose. Si stabiliva altresì nel pegno ne infiammassero ad assidue ora-
progetto,chedalIa nazione spagnuola non zioni il clero e il popolo alla loro cura af-
debba aversi alcun riguardo alla s.Sede, fidato. Concedeva a tutti fedeli che fer- i

che sia interrotta ogni comunicazionecon vorosamente pregassero per la suesposta


essa per qualsivoglia grazia ecclesiastica, causa, l'indulgenza plenaria in forma di
e che debbano punirsi trasgressori. Si i giubileo, con quanto è prescritto nel di-
propone pure, che le bolle e altri rescritti gnitoso e commovente breve del padre
dati dalla medesima s. Sede senza esse- comune de'fedeli,che desidera la conver-
re domandati, non solo non si osservino, sione de'figli traviati e la loro eterna sa-
ma vengano consegnati al governo, e sia -
lute, e che alla Spagna vengano abbre-
no puniti coloro che noi facessero. Si vuo- viati i giorni di tentazione. Il breve fu
le ancora che gl'impedimenti matrimo- pubblicato colle stampe, ed anche inseri-
niali vadino sottoposti a'vescovi del re- to nel supplì mento del n.° 6 del Diario 1

gno, finché il codice delle leggi civili non di Roniai 842, e negli Annali citati 1. i4,
abbia stabilito le differenze fra il contrat- p. 86. I vescovi con religioso impegno
to del matrimonio e
sagramento; che il corrisposero all'invito del sommo Ponte-
non sarà giammai ricevuto nunzio o le- fice,e perciò emanarono bellissime pasto-
gato della s. Sede, con facoltà di conce- rali e notificazioni. Tuttaquanla la Chie-
dere grazie o dispense benché gratuite. sa pregò Dio per la Spagna, perchè la sol-
Si toglie pure l'inviolabile diritto al Pa- levasse dall'infelice e misera condizione
pa di confermare o rigettare vescovi e- i in cui giaceva. A p. 284 di detti Anna-
letti di Spagna, e perciò sono espulsi dal li, nel riportare un articolo sulla dotazio-
regno i sacerdoti destinali a qualche chie- ne del clero, dell'egregio giornale di Ma-
VOL. LXVIII. i3
i
94 SPA - SPA
7
tirici,/ / Catolko,^ deplorano mali (ieri- i nò un ministero, composto ili faziosi tur*
vati dall'atto rapace del latrocinio de'be- Indenti e noli in modo sfavorevole al pub.
ni di chiesa, e per aver cosi ietto il clero blico. Quello scioglimento e tali nomine
ad accattar dal governo l'elemosina pel irritarono la nazione, e produssero una

suo sostentamento. I benemeriti e intre- sollevazionegenerale nelle provincie.Nar-


pidi compilatori del giornale, // Catto- vaez, di giù noloper audaci imprese mi-
lico di lì/adrid, lodevolmente spiarono li tari nelle guerre contro i callisti, e poi
e posero al giorno le macchinazioni del- emigrato in Francia, all'annunzio della
la già perfida congrega dell' accademia sollevazione partì da Parigi, e si credette
di scienze ecclesiastiche in Madrid, col- con poderosi sussidii della regina M.'1 Cri-
guerreggiarono animosi, e ne
la rpiale stina. Prese il comando delle truppe in-
infrenaronola baldanzosa arroganza. E sorte nella parte orientale della peniso-
poichèqui ho fatto onorata menzione di la,e a'^4 luglio entrò tranquillamente a
un eccellenlegiornale spagnuolo, propu- Madrid. Esparterocollepochetruppe che
gnatore de' diritti della Chiesa e del suo per qualche tempo gli rimasero fedeli si
clero, mi piace ricordare ancora l'elogio recò nell'Andalusia: quivi sul fine di lu-
che di altro nel t. e), p.4^2 de'medesimi glio bombardò inutilmente Siviglia che
Annali i\ legge, cioè del giornale religio- non bordo
volle riceverlo, e poi fuggì a
sodi Darcellona, intitolato: La Religion, d'un bastimento inglese e ritirossi a Lon-
periodico filosofico, historicoy litetario. dia. Intanto dalla nazione si elessero de-
Appena il ministro di grazia e giustizia iu putati per la maggior parie moderati, e
Ispagna conobbe l'encomiato paternissi- a'i5 ottobre si riaprirono le nuove cor-
mo breve pontificio, con circolare de' 1 tes. La regina Isabella l'8 novembre fu
marzo ne proibì la esecuzione e la circo- dichiarata maggiore, sebbene per 1' età
lazione. Del resto, Iddio ascoltando tan- competente mancassero ancorai mesi, i

te preghiere, mosse a compassionedel-


si ed a'io prestò il giuramento alla costi-
la Spagna, e permise che gli avvenimen- tuzione.ll potere rimase presso personag-
ti civili distogliessero il governo dall'idee gi moderati, e la forza della rivoluzione
ecclesiastiche. Imperciocché laCatalogna, cominciò a declinare versola calma. Nel
credendosi lesa negl'interessi commercia- 1842 uscì dalle stampe di Madrid l'opera
li,minacciava nuovi sconvolgimenti. Da importante di mg. r Giuda Giuseppe Ro-
ciò ne venne, che nel giugno vi fu un cam- mo vescovo delle Canarie, ora cardinal
biamento di ministero, e nella metà di arcivescovo di Si vìgUa: Indipendenza co-
luglio si chiusero le cortes. Si riaprirono stante della Chiesa spagnuola, e neces-
quindi nella mela di novembre, ma nel silàdi un nuovo concordalo. Se ne rende
tempo stesso essendosi apertamente ri- ragionecondistinti encomi nel 1. 1
7, p. 80
bellata Barcellona, il reggente Espartero degli Annali delle scienze religiose, ove
corse colà per ridurla all'ubbidienza. Vi leggo che l'opera è una esposizione alla
a
iiuscì,ma per mezzod'un bombardamene regina M. Cristina fatta nel 1840; che iu
lo fatto a'3 dicembre. A motivo di que- essa si discuotono punti più importanti
i

stoeperl'espulsionedella regina M. a Cri- che allora agitavano quelli quali pre- i

sina, Espartero reggente e duca della tendevano assoggettar la Chiesa, perciò


Vittoria perde l'alletto e la fiducia dimoi- che riguarda l'esterno,com'essi dicevano,
ti, aumentando il numero de'suoiavver- e fin anche l'istituzione de'vescovi al po-
sali. In tale disposizione degli animi, e- tere temporale. Che in questa esposizione
gli nel1843 a'3 aprile radunò le cortes, e tali punti di dottrina si risolvono con inol-
tro vando in esse forte opposizione le sciol- lissima erudizione e purità di fa velia. Des-
se a'26 maggio. Nel tempo slesso nomi- sa pone in chiara luce gli errori di Mas-
SP A. SPA. i«)>
a
iloti Marina; in essa,
e le falsificazioni ili alla società. Nella 2. prova il diritto di
cominciando dal ."secolo della Chiesa e i possedere inerente alla Chiesa, come ad
(ino a'nostri giorni, si fa manifestoche In ogni particolare,nella persona de'suoi mi-
chiesa ili Spagna è stata mai sempre indi* nistri ede'religiosi. Nella 3." poneinchia-
pendentedal potere civile, in tuttociò che ro quanto irragionevole sia il diritto d'i-
riguarda ilsuogoverno,cbenancheIa più spezione, che la podestà laicale si usurpa
rispettosaesommessaalledecisionidel ro- sullaChiesa, riguardata non più come ma-
mano Pontefice, concili è sempre stata in dama quasi come nemica, finoa costituir-
relazione, e la cui voce era ascoltata co- si regolatrice di sua disciplina, de'suoi si-

me la voce ilei vicario di Gesù Cristo e nodi, de'vescovati, delle parrocchie.e per-
supremo capo della Chiesa. In Imola nel sino della fede, de'sagramenti e dello stes-
1
i843 si pubblicò: / gemili della Chiesa so sagrifizio. Nella zj..' sostiene la libertà,
di Spagna, ovvero conversazioni interes- della Chiesa nell'ammaestramento de'fe-
santi sulle cose ecclesiastiche dei nostri deli e principalmente ne'seminari, men-
tempi, tra il liberale d. Diego e il frale tre in ogni età e legislazione cattolica sem-
,'
Zamora, 1 versione dalcastigliano. Me- pre si rispettò l'ecclesiastica podestà, la
ritò d'essere ristampata in Modena nel quale deve dirigere l'istruzione della sa-
1844 e altrove. L'autore si propose di na dottrinaeuna regolare condotta. Nel-
piangere le disgrazie della chiesa di Spa- la 5.' si querela dell'intervento della po-
gna, e dimostrare quanto ingiuste erano destà laicale nell'osservanza de'canoni, e
le vessazioni che soffriva, e benché faccia segnatamente il matrimonio, che quale
mostra di parlare della sola Spagna, trat- sagramento è totalmente soggetto alla
ta al tempo stesso della causa di tutte le spirituale giurisdizione, tranne gli effetti
cinesiche in moltissime cattoliche regio- meramente ci vili. Nella 6.* tratta dell'im-
ni soggiaceva a durissima servitù, onde il munità ecclesiastica e ne deplora la vio-
memorabile pontificato di GregorioXVI lazione. Non solo i Annali nel t.
ricordati
fu un continuo battagliare, oltreché con 1
g, p. 1 37, fecero conoscere ed encomia-
Spagna, con Russia ,Prussia, Portogallo, rono questo lavoro, e fu pur lodato dal
Svizzera e attristati, e con petto di bron- celebre difensore de' diritti del clero con-
zo e impavido, gloriosamente sostenne te di Montalembert; ma dal t. 20, p. 3j4
quel gran Papa molteplici lotte in difesa imparo che ne fu autore il benemerito
della chiesa universale ede'diritti della s. della religione e delle lettere preposto d.
Sede. Ildottoeilegregioaulorede'GfHii- Antonio Riccardi bergamasco, pio, dot-
ti, divise la sua opera in G conversazioni to ed erudito autore di applaudite opere,
a forma di dialogo, forse più gradita alla noverate nella bella necrologia ivi ri-
leggerezza di cjuesto secolo e de' nemici portata. Sono istruito da' medesimi An-
della Chiesa, i quali nella piìi parte sfor- nali, t. 266, che lode alla sapien-
ig, p.
niti di soda dottrina e sana filosofia, non za infinita di Dio, il quale con mirabile

sa prebbero sostenere un profondo e stret- disposizione sa trarre il bene dal male e


to filosofico ragionamento. L'opera ri- converte in mezzi di salvezza le armi stes-
scosse il plauso de'buoni e devoti figli del- se dei nemici, sembrava appressarsi il
la chiesa romana, e suscitò il malumore compimento de' voti reiterati dei veri cat-
di coloro che si mostrano soverchiamente tolici (che trovo nel t. 18, p. 107 degli
attaccati all'erronee dottrine de' gianse- Annali, nel riassunto dell' esercitazioni
."
nisti, circa i diritti della Chiesa. Nella 1 accademiche di Madrid, in cui si spera-
parla degli ordini religiosi, e ne difende va, che quel consesso non volesse ulte-
la legittima esistenza, esponendo gl'im- riormente disseminare tenebre in luogo
mensi vantaggi che recarono e prestano di luce, errori invece di verità; aggiun-
i
96
SPA SPA
gendosi, che se desideravano que'dotticli iìivaa'suoidìla Chiesa, sollevava le sue
non fuorviare, guardassero al faro lumi- mani non a fulminare, siccome poteva,
noso del Vaticano, ove siede il successo- gli autori di sueangosce, ma ad impetrar
re di Pietro, acni Gesù Cristo commise su di essi un l'aggio di quella luce, che di
il pascere le sue fide pecorelle col saluta- un persecutore fece un apostolo. Affer-
re pascolo delle pure dottrine), nel cono- mò d'aver inteso dalla sua bocca, quanto
scere che l'accademia delle scienze eccle- bramasse il giorno della riconciliazione
siastiche di s. Isidoro in Madrid, non ha colla Spagna: Dio l'esaudì. Il medesimo
guari intesa nel perverso intendimento impegno per la difesa delle sane dotlri-
di sua fondazione di sosteuere dottrine nesi dimostrò nelle altre tornate. Tutto
anticattoliche (come si può vedere nel t. acconcio alle luttuose vicende cui sono
18, p. f)4 di detti annali, che riporta i ondali soggetti proventi delclerodi Spa-
i

argomenti discussi dagli accade-


svariali gna, si fu il tema trattato dall'accademi-
mici con isleale ostentazione di malsana co Moreno, cioè l'esame filosofico del di-
dottrina, nell'accademia istituita per cen- ritto delle decime. Verso il fine del 1
843,
tro da cui si diffusero come raggi gli er- allorché l'accademia di Madrid presen-
rori che turharono con sì terribile scom- tava il triste spettacolo della sua rovina,
piglio la chiesa cattolica; già convegno fece uno sforzo per richiamare l'attenzio-
d'ipocriti nemici della cattolica disciplina ne di tutti, e propose per tema: Quali do-
e della s. Sede, sostenitoi i sciagurati delle vean essere le basi d'un concordato fra
dottrinecontiarie alla vera indipendenza il governoelas. Sede, atteso lo stato del-

della Chiesa, e favorevoli al giansenismo la chiesa di Spagna? Ma non riuscì ad ot-

e alle ingiuste pretensioni della podestà tenere il fine propostosi. Nel 1


844 pe«'°>

secolare), ormai volgeva i suoi sforzi al- mercè una particolare provvidenza, nel
la difesa della verità, per così riparare al presentarsi uno stato delle più liete spe-
malfatto, e ritornare a difendere i dirit- ranze, nell'adunanza del 6 marzo tornò
ti della chiesa romana, per la quale se a proporsi il medesimo tema in questi
molti spagnuoli riuscirono a sopire, non termini: Attesa l'attuale condizione della
poterono estinguere quell'interno senti- chiesa di Spagna, quali debbonoesser le

mento, che come figli ad essa gli unisce. basi per la formazione d'un concordato,
Quindi si riproducono riassuuti dell'ac- i che pacificamente ponga termine alle dif-

cademia con maggiore soddisfazione dei ferenze esistenti colla s. Sede apostolica?
precedenti, col discorso che die mossa al- L'accademico Arauz concluse: Che l'epi-

le scientifiche adunanze, pronunziato ai scopato, il clero secolare e regolare, i beni


7 gennaioi844 da Sanchez Ugarte, nel della Chiesa, le decime, il tribunal della
senso accennato, per cancellare con glo- rota, tutlociò in fine chela malintesa ri-

ria la macchia che avea tanto bruttata forma ha distrutto, a lutto doversi ripa-
l'accademia. Seguì dipoi l'orazione inau- rare, nongià colla violenza, ma con savia
guraledi d. Giuseppe MugnozMaldona- prudenza, per appianar la strada d'av-
do, il quale fece osservare che le calami- vicinamento al centro d'unità, ove la pa-
tà delle Spagne non potevano trovare ri- rola riforma, quando sia necessaria, tro-

medio, fuorché nella religione cattolica, va favorevole accoglienza; poiché la sola


né conforto se non nel seno di lei, né ri- chiesa riforma gli abusi, protegge la vir-

conciliazione nelle discordie, che sotto la tù e promuove, come dichiara il con-


la

di lei protezione. Chiamò l'attenzione di ciliodiTrento. Temei, nuovo accademi-


tutta l'accademia a considerare lo spirito co, parlò anch'esso della necessità d' un
di dolcezza di cui avea fatto uso Gregorio concordato, e richiamando alla memoria
XVI, il quale nell'oppressione in cui sof- le rappresentanze fatte da autorità civili
SPA SPA uJ7
ed ecclesiastiche, come ancora ila priva- ti. Carlo; non trovava simpatie qnellocol
te persone, concluse col domandare la ri- conte di Trapani, bramato dalla regina
pai azione de'daimi recati allaChiesa.Sot- madre,da'ministri,da Inghilterra e Fran-
to questi fausti atispicii incomincialo l'an- eia. Nel i 845 mentre alcune sollevazioni
noi844> mS r Velez cappuccino arcive- tenevano agitata l'Italia, inlspagna si pro-
scovo di Compostella,nel ricevere Tordi- mulgò una nuova costituzione, per rego-
ne di ritornare nella sua arcidiocesi dal- lareemetterein armonia gli antichi fite-
l'isola Minorica dov'era stato esilialo, gli ro$ o le libertà de'regni, co'bisogni atlua-
fu ingiunto di portarsi a Barcellona on- lidellostato,el'interveuto chelesuecor-
de ricevere la vedova regina M." Cristi- tes ebbero in lutti i tempi ne'gravi all'ari
na nel suo ritorno in (spagna, e accora- della monarchia. Ma ciò non ostante vi
pagnarla nel suo viaggio a Madrid. Que- furouo ancora tumulti e insurrezioni in
sia disposizione fu significante, pel con- varie città e si dovè adoprare la forza
,

cetto di santità e dottrina che godeva in per sedarli. Gli affari ecclesiastici presero
tutto il regno quell'illustre pastore, e fu buon andamento, poiché Isabella II in-
un trionfo per la religione; come pure fu viò a Gregorio XVI per trattamela rior-
il decreto d'Isabella II perla riapertura dinazione, a norma de'sagri canoni, il cav.
a Madrid del tribunale della rota. In tao.- Giuseppe del Castillo y Ayensa (attuale
to lo spirito pubblico de'fedeli d'ogni inviato straordinario e ministro plenipo-
classe apertamente si manifestò pel ri- tenziario). Gregorio XVI dopo aver de-
stabilimento delle cose religiose e della slinato nunzioodelegatoapostolicoaMa-
concordia colla s. Sede. La reginaM.'Cri- tiriti mg.r Giovanni Brunelli, poi arci ve-

stina rientrò in Ispagna con acclamazio- scovodi Tessalonicae ora cardinale, mo-
ni;Martinez de la Uosa fu nuovamente ri ili. "giugno 1846, egli successe il re-
nominato ministro degli affari esteri; e la gnantePioIX. A'28 agosto fu concluso il
regina RI." Cristina a' 1 3 ottobre sposòd. matrimonio d'Isabella II col cugino l'in-
Ferdinando Munoz fatto duca di Rianza- fante d. Francesco duca di Cadice, figlio
res, e n'ebbe numerosa prole. Il ministe- dell'infante d. Francesco di Paola; il ma-
ro propose alle cortes di riformare la co- trimonio dipoi seguì, in uno a quello del-
stituzione, in senso di dare una maggior la sorella l'infanta d. M. a Luisa col duca

forza al partito monarchico, e s'incomin- di Montpensier Antonio d'Orleans figlio


ciòa trattare di concordato colla s. Sede, ultimo di Luigi Filippo Borbone re dei
Ma i buoni cattolici temevano sulla sin- francesi, conrancored'lnghilterra,i
qua.
cerila de'progelti del governo, pel man- li reali sposi dimorano
Mg.r in Siviglia.
tenimento del culto e sostentamento del Nicola Wiseman, ora cardinale, dopo
clero, essendo ilministeroappoggialodai essersi procacciato le più precise uotizie
deputalinominaticollasuaiufluenza,non e visitato di persona diligentemente la
secondo la volontà della nazione, per fa- Spagna, nel 1846 pubblicò un raggua-
vorire o compratori de'beni
gli agiotisti gliostoricodellostatoreligiosodellaSpa-
di chiesa. L'impulsogenerale della nazio- gna,col titolo: Stalo religioso della Spa-
ne era, religione e monarchia. Il n.°i 723 gna. Fu stampalo in Roma in tale anno,
del Cattolico di Madrid, de' 4 dicembre 1 e riprodotto nella 2." serie degli Annali
i S j .4, dimostra bene quale era il proget- delle scienze religiose t. 2, p. 200. Tro-
ta sul culto e sul clero del ministero. In- vo nelsupplimento del n.° 48 del Diario
tanto s'intavolarono trattative di ina tri* diRomai 847 , che mg.r Brunelli inviato
umilio per la regina Isabella lì, ed il re- straordinario e delegato apostolico della
guo fu tutto in moti. Piaceva la combi- Spagna, giunse in Madrid a'29 maggio,
nazione del coniugio col primogenito di accolto dal suono di tutte le campane in
i
98 SPA SPA
segno d'allegrezza,e perciò nella sera stes- siglio de'ministri) presentò a Isabella II
sa la chiesa degl'italiani fu splendidamen- la sua pontificia lettera che lo accredita-
te illuminala. Quasi tutti i giornali del re- va nunzio apostolico colle facoltà di le-
gno si congratularono di questo avveni- gato alatele; e che nel dì seguente in Ro-
mento, riguardato della maggior impor- ma fece altrettanto col Papa, con lettera
tala per le sorli della cattolica Spagna. della regina, l'ambasciatore Martinez de
11 n.°io3 dello slesso Diaiio, riporta l'al- la Ro c a, essendosi perfettamente ristabi-
locuzionedi/'Yo IX, pronunziata nel con- lite le relazioni fra la Spagna e la s. Sede.
cistoro de' 17 dicembre 847, e lo notai 1 Che per la rivoluzione di Roma de' 16
al suo articolo, ove pure notai il ricevi- novembre l'ambasciatore pel primo pro-
mento in Roma della regina Cristina, e pose al Papa di partire dalla città, offren-

dell'infante d. Eurico. Dichiarò il Papa, do un vapore spaglinolo per condurlo in


che appena assunto il governo della Chie- Majorca nell'isole Daleari, annuendovi
sa rivolse alla Spagna le sue cure e sol- Pio IX: come poi invece restò in Gaeta,
lecitudini, e considerando con dolore del- ove l'avea preceduto il cav. Arnau segre-
l'animo i danni gravissimi da cui era tra- tario dell'ambasceria, per l'edificante e
vagliata sigrande e inclita porzione del splendido ospizio esibito dal re Ferdinan-
greggecattolico,non tralasciò pregar Dio do 11. Che ivi si riunì il corpo diploma-
perchè sollevasse quelle chiese dall'affli- tico, in uno all'ambasciatore Martinez,
zione e dalla misera condizione in cui e- il quale in nome della regina con nota del
rano. Premuroso di compone le cose re- 21 dicembre propose a'governi d'Euro-
ligiose nel regno, e poiché il predecessore pa e alle nazioni cattoliche di stringere
Gregorio XVI avea comincialo a prov- una filiale alleanza per ricondurre alla
vedere di propri pastori alcune diocesi ol- sua sede il Papa, onde subito il Portogal-
tremare del medesimo e situate in parli lo ofliì le sue forze di terra e di mare. Co-
lontane, egli procuròdarne alle altre mol- sì i sovrani delle Spagne si mostrarono
te vacanti chiese poste nel continente, per degni de'titoli di Cattolico e di Fedelis-
compiere quanto impedì al predecessore simo loro dato da'Papi. Che dopo la pro-
la morte. A tale scopo avere inviato con mulgazione della repubblica romana, il
sue lettere alla regina Isabella II, e mu- Papa solennemente protestòconlro di es-
nito di facoltà e istruzioni, l'ottimo ar- sa a'i4 febbraio 1849, e pel pro-segre-
civescovo di Tessalonica mg.r Brunelli a tario di stato cardinal Antouelli chiese
sanarvi i guasti, ed a promuovere il bene l'intervenzione armata d'Austria, Fran-
della religionecattolicajcome di porlo in cia, Spagna e due Sicilie, per liberare lo
grado di bene affidare le vedove chiese stato della Chiesa da'faziosi. Che in con-
a idonei pastori, tali essendo i destinali al- seguenza la spedizione degli spagnuoli
le medesime secondo le ricevute relazio- comandati in capo dal tenente generale
ni del prelato. Portare fiducia di potere d. Ferdinando Fernandez de Cordova,
quautoprima provvedere le altre sedi da ed a lui immediati erano tenenti ge- i

luugo tempo vacanti, come pure, piegan- nerali Lersundi eZavala, nel luglio oc-
do già in meglio le cose, stante il favore cuparono Spoleto e Rieti ed luoghi di i

della regina e lo zelo del delegato, vede- tali provincie, così quella di Velletri e
re gli altri affini religiosi coronati da fe- suoi luoghi. Che nell'assemblee di Spa-
lice esto. Nell'articolo Pio IX, riportan- gna i più eloquenti oratori propugnaro-
do gli avvenimenti del suo pontificalo, no i diritti della s. St(\e e del Papa, sul
narrai chea'22 luglio 1848 mg.r brunel- domiuio temporale de'loro slati. Che il

li (iu s. Idelfonso e accompagnata dal du- Papa tornato in Roma nel 18 jo, nel con-
ca di Valenza Narvacz presidente del cou- cistoro de' 12 maggio solcnnemeute eo«
SPA SPA 199
comiò e ringraziò la regina di Spagna, l'introduzione e circolazione de'libri che
per aver preso l'iniziativa per cacciare i altcutanoa corromperla. Le diocesi del-
ribelli da Roma e dalle altre provincie, la penisola e isole adiacenti, sono divise
eccitando le altre potenze a uuirsi a lei, e circoscritte (nel testo latino souo per or-
che pure lottò con sensi di riconoscenza. dine alfabetico, e ciò nella traduzione che
Nel concistoro de'5 settembre i 85 1 il qui ne ho fatta non corrisponde; dico que-
Papa Pio IX, oltre di aver provveduto sto per non ledere l'ordine della gerar-
diverse cinese arcivescovili e vescovili di chia). Nelle metropolitane di Burgos, Sa-
Spagna de'propri pastori ,
partecipò al ragozza, Compostella, Granata, Siviglia,
sagro collegio la Convenzione o Concor- Tarragona, Toledo, Valenza, a tal gra-
dalo, concluso e convenuto colla regina do elevandosi Vagliadolid o Valladolid.
di Spaglia Isabella II, il quale confermò Si conservano tutte quante le sedi vesco-
con lettera apostolica, Ad vicariarli ae- vili che riportaisuperiormeute, con que-

terni Pastora, de'o settembre. L'allocu- sto però, che si riunirono : Albarazin a
zione pronunziata nel dettoconcistoro, la Teruel, Dai basirò a Iluesca, Città Ro-
lettera apostcliea.elaConvenzioneoCon- drigo a Salamanca, Solsona a Vidi, [viza
coniato furono stampati e poi riprodotti a Majorca, s. Cristoforo o Teneri Ifa a Ca-
dagli A/mali delle scienze religiose, 2." narie,Ceuta a Cadice, Tudela a Pamplo-
serie, 1. 1 o, p. a5o. Pei tanto dichiarò il na. Però a Ceuta ed a s. Cristoforo fu-
Papa nella lettera apostolica, che dolen- rono accordati de' vescovi ausiliari. Si e-
te delle perturbazioni e calamità in cui lessero le nuove chiese cattedrali di Ma-
era caduta per politiche viceude l'inclita drid, Vittoria, e di Ciudad Real (Philip-
nazione spaglinola, con detrimento delle popolis^luniaejólili antica capitale del-
anime, pel suo apostolico ministero e se- la Mancia, ora capoluogo della provin-
guendo le indefesse cure del predecessore cia del suo nome, in mezzo a una cam-
CregorioXVl per ricomporre le cose ec- pagna ricca e fertile, nella nuova Casti-
clesiastiche del regno, fu elaborato col re- glia. E' assai bella la sua chiesa principa-
gio governo una Convenzione dal suo le, magnifico l'ospizio della Misericordia
1
nunzio noe.o Brunelliarcivescovodi Tes- pe'poveri,eretto dalla carità del cardinal
salotiica, e dal cav. Berlrau de Lis mini- Loreuzaua; vasta la piazza e cinta di due
stro della regina, e da loro sottoscritta ai fila di logge destinate pe'spettacoli delle
1 6 marzo, dopo il maturo esame che ne caccie del toro e alle pubbliche feste. Vi
fece la congregazioue cardinalizia degli si preparano eccellentemente le pelli pei
affari ecclesiastici. A voler semplicemente guanti, ed muli sono riputati
1 miglio- i

accennare il più importante e più sostan- ri di Spagna. Eguali cenni darò di altre

ziale del dilfuso, prolisso e circostanziato città che prima d'ora non potevano ave-
contenuto dellaCon venziooe oConcorda- re articoli). Le sedi vescovili diCalahor-
lo, trovo indispensabile di riportare alme- ra eCalzada furono trasferite a Locrono
no che fu solennemente con-
in breve, ciò o Logrogno (Lucroniuni^idiobrica^n-
venuto. La religione cattolica, apostolica tica città capoluogo della provincia omo-
romana, escluso qualunque altro culto, nima, nella Castiglia vecchia, in una pia-
essere la sola della nazione spagnuola. Di nura deliziosissima, abbondante di grani,
conseguenza il pubblico e privato inse- vini e altro, presso il confine della Disca-
gnamento deve essere conforme alla dot- glia. Ha bella collegiata, stabilimenti
trina della medesima religiouecatlolica, soieulifici e benefici, decorosa piazza con
perciò spettare a' vescovi e altri prelati fouli, e fabbriche di manifatture. S'in-
diocesani l'invigilarvi^ ad essi dover pre- grandì cjlla piccola e antica città di Va-
stai eaiuto il governo regio per impedii e ria, e fu patria d'illustri, come del cele-
200 SPA SPA
bre cardinal Aguirre Saenz, del teologo chiesediMa jorca, IVI inorca, OrihuelaoAli-
Bodriguez, del pittore di Filippo 11 Na- can te,eSegorve oCastellon de laPlana. A I-
varrete); la sede vescovile di Orinitela fu la metropolitana di Vagliadolid, le chiese
trasferita ad Alicante (Jloniitin, Laceri- d'Avila, Astorga, Salamanca, Segovia e
timi, città forte e marittima sul Mediter- Zamora. Perciò cessarono l'esenzioni di
raneo, capoluogodella provincia del suo Leon che fino allora erano
e d'Oviedo,
nome, posta fra montagne nel regno di slate immediatamente soggette alla s. Se-
Valenza.e difesa da un castello sulla spon- de. Conservandosi 4 ordini militari di
i

da del mare. Ha bella collegiata, stabi- s. Giacomo, d'Alcantara, di Calatrava e


limenti scientifici e benefici, fra i quali di Montesa colle loro pertinenze, fu sta-
quello de'fratelli de'poveii, e tra le fab- bilita per tutti e 4 l'estensione di un ter-
briche rinomata è quella del ricercatis- ritorio o diocesi, chiamato Priorato de-
simo sapone: dopo Cadice e Barcellona, gli ordini Dlililari, il cui priore sarà in-
è la città più commerciante di Spagna, signito del carattere episcopale col titolo
famoso è il vino d'Alicante, fertili din- i d'una chiesa vescovile in partibusj il re-
torni,abbondanti di sale le coste. Vi nac- sto de'loro territori! fu unito alle dioce-
queMohamed Ben-Abdelhaman.celebre si viciniori, perciò cessando l'esenzioni e
pe'suoi versi arabi e pe^WJ tuia li di Spa- godevano,
giurisdizioni privilegiate che
gna, non che Loazes gran teologo e fa- non escluso l'ordine Gerosolimitano. Si
moso giureconsultoarcivescovodi Valen- conservarono però privilegi del prò cap-
i

za nel 1567); la sefle vescovile di Segor- pellano maggiore del sovrano, del vica-
ve fu trasferita a Castellou de la Plana rio generale dell'esercito, quelli de'4 me-
(potei farne parola a Segorve, non essen- morati ordini militari a senso del dispo-
do ancora stampato quell'articolo alla sto, quelli de'prelali regolari, quelli del
pubblicazione del concordato).Collanar- nunzio apostolico sulla chiesa e ospeda-
raladistribuzioneecircoscrizione di dio- ledegl'italiani in Madrid, quelli del com-
cesi, ebbe luogo l'assegno de'suffraganei missario generale della crociatagiustii In
alle metropolitane, nel seguente modo. delegazione del le lettere aposto lidie. Ven-
Alla metropolitana e arcivescovo diBur- nero soppressi, la collettoria generale de-
gos furono date in suffraganee le chiese gli spogli vacanti e annate; e l'apostolico
vescovili e i vescovi di Calahorra e Cal- regio tribunale chiamato De la Grada
zadao Logrono, Leon, Osina, Palencia, delExcusado. Ad ogni cattedrale fu stabi-
Santander e Vittoria. Alla metropolita- lito il capitolo, e composto del decano i.
a

na e arcivescovo di Compostella,lechie- dignità dopo il vescovo, e delle 4 dignità


se vescovili ei vescovi di Orense, Lugo, deirarciprete,arcidiacono,cautoree pre-
Mondeuedo, Oviedo e Tuy. Alla metro- fetto della scuola, e nelle metropolitane
politana di Saragozza, le chiese di Jaca, anche la dignità del tesoriere ; di 4 ca-
Iluesca, Pamploua, Teruel e Tarazona. nonici chiamati de officio, cioè magistra-
Alla metropolitana di Granata, le chiese le, dottorale, lettorale e penitenziere, e
d' Almeria, Carlagena o Murcia, Jaen, d'im numero di canonici delti degrada.
Gundix e Malaga. Alla metropolitana di Furono conservate alla chiesa di Toledo
Siviglia,lechiese di Canai ie, Cordova.Ca- duealtredignità, cioè il cappellano mag-
dice eBadajoz. Alla metropolitana di Tar- giore regio o de'Be [de Reyes), e il cap-
ragona, le chiese di Barcellona, Girona, pellano maggiore de'mozzarabi; così fu-
Lerida,Tortosa,Urgel e Vich. Alla metro- rono conservati alla chiesa di Siviglia il

politana di Toledo,le chiesedi Coria,Ciu- cappellano maggiore di Ferdinando 111,


s.

dadllea^CuencajMadridjPlacenciaeSi- a quella di Granala il cappellano maggio-


guenza. Alla metropolitana di Valenza, le re de're Cattolici, a quella d'Oviedo l'afe»
SPA SPA aoi
btte della collegiata ilei santuario ilei mine dulie dignità, canonici e beneficiati
Monte Ansenio nella spelonca de Cova- nelle cattedrali ili nuova erezione, come
{fogna, lnoltreallecattedrali furono con- gliaumentati a quella diVagliadolid, per-
servati i beneficiati e cappellani, ed un cliè elevala al grado di metropolitana, ec-

proporzionato numero ili persone inser- cettuale le nomine riservate al Papa, e i

vietiti. A tutti i capitoli delle metropoli' canonicati de officio da provvedersi nel*


tane e cattedrali si assegnò il numero dei la forma consueta. Si dispose sulla resi»

canonici e de'beneficiati: a quella di Va- denza delle dignità, canonici e beneficia-


gliadolid i.\ .capitolane 20 beneficiati, a ti, e sid possedere due benefico. Si coli-
quella di Madrid 20 capitolari e 20 be- 6ervòil collegio de'cappellani della regia
inficiati, a Ciudad llealed a Vittoria per cappella e le collegiate esistenti, colle op-
ciascuna iG capitolari e 12 beneficiati: portane disposizioni. Si conservarono aU
proporzionatamente alle altre cinese. 11 cune soltanto delle collegiate che esiste-
Papa secondo il disposto nel concordato vano. 11 capitolo dellecollegiate si diehia-
concluso neliy53 tra Benedetto XIV e rò formarsi dell'abbate, di 2 canonici de
Ferdinando VI, si riservò la nomina di officio, cioè il magistrale e il dottorale,
2 beneficiati sopra 5o , e le dignità dei d'8 canonici degrada, di 6 beneficiali
cantori dJle metropolitane e di 22 cat- o cappellani. Furono contemplate le par-
tedrali, ed ancora ogni canonicato detto roccliie, i padronati, i seminari con di«
de grada. A meglio dichiarare questo verse disposizioni. Ad aiuto del clero si

punto dirò, che nel concordato del j53 1 ammisero case de'sacerdoti di s. Vincen-
Benedelto XIV si riservò !a nomina di zo de Paoli e di s. Filippo Neri, e di al-
52beneficiati in alcune determinate cine- tri ordini religiosi approvati dalla s. Se-
se diSpagna. Nel nuovo concordato del de, ma non specificati. Si conservarono
i85i,iu surrogazione a'delti 52 bene- le superstiti case delle monache, come
fidati, il Papa si è riservata a libera di- quelle delle religiose sorelle o figlie de!-
sposizione del Romano Pontefice la di- la carità dell' istituto di s. Vincenzo de
guità di cantore in tutte le metropolita- Paoli, sotto la direzione de'saeerdoti di
ne, e nelle cattedrali di Astorga, Avila, sua congregazione; cosi le.case religiose
Badajoz,Barcellona,Cachce,CiudadReal, muliebri istituite per l'educazione delle
Cuema,Guadix, Huesca^aen.LugOjMa- donzelle. Si fissarono le dotazioni per gli
laga, Mondonedo, Orlimela, Oviedo,Pla- arcivescovi, vescovi,patriarca titolare del-
ceucia, Salamanca, Santander, Siguenza, l'Indie occidcntnli. All'arcivescovo di'fo-
Tuy, Vittoria e Zamora. Si e riservato ledo furono assegnate annueiGo, 000 ino-
ancora un canonicato dique'chiamali de nete d'argento dette Rea Ics de /'tllonj
grada in tutte le altre chiese cattedrali, agli altrinon meno di 3o,ooo, come a 1

Fu pure convenuto: che il sovrano no- quello nuovo di Vagliadolid. Ai vescovi


mina le dignità de'decani; die i canoni- di Barcellona e Madrid 10, 000, ad altri 1

cali de officiosi piovvederebbei oda'pre- 1 00,000,11011 che 90, ooo,e 80,000 come

lati eda'capitoli per concorso; dellealtre a'nuovi vescovi di Ciudad Beai e di Vit-
dignilà e canonicati spettar la nomina al toria. A detto patriarca i5o, 000 perchè
sovrano, ed agli arcivescovi e vescovi, ma non ha vescovato proprio. Se tali prelati
con l'alternativa; i beneficiati e cappel- sono cardinali, hanno altri 20,000 reali,

laui essere di nomina sovrana, i prelati I nominati due vescovi ausiliari, ed il prio«
essere nomina del capitolo. 1 beneficiali re degli ordini militari ricordali, 40,000
o cappellani assistenti saranno nominati per ciascuno. Gli arcivescovi e i vescovi
alternativamente dal re, da' prelati e dai godono pure cogli episcopii gli adiacenti
capitoli.Alsovrauopure competersi le no- orti e le case di villeggiatura; miche su lo-
ioi SPA SPA
io spogli fu provvedalo. Egualmente si di canape e con ricche falde di trine di
stabilirono gli assegnamenti per le digni- Ihusselles. 11 resto era un accompagna-
tà, e. inonicati, beneficiati, pai rochi, coa- mento del dono principale: tali erano dei
diutori ed economi; come ancora quelli fazzoletti di gran trasparenza e candore
per Io splendore del culto divino e ripa- di tela e pregio d'orlature; parecchi ori-
razione degli' edilìzi sagri; così pel man- glieri a filo d'oro e a vario e nobile rica-
tenimento de'seminari, pel sostentamen- mo; \ con canti, le coste e fi-
scatolini i i

to delle case religiose d'ambo i sessi, e che nimenti d'oro; un piccolo armadio fode-
il ricavato de'loro beni invenduti si de- rato di drappo bianco arabescato, guar-
ponesse nella cassa del debito pubblico, nito di merletti e con in mezzo le armi
e come loro proprietà ne ritraessero il del Papa: ed oltre a questi vari altri ar-
frutto del 3 per 100; vale a dire, il rica- nesi più minuti, ma tutti egualmente pre-
valo di tali beni deve impiegarsi nell'ac- gevoli perdelicatezza di disegnoefinitez-
quisto di fondi pubblici, ossia d'iscrizio- za d'arte". Come seguì la benedizione del-
ni o cartelle non trasferibili, della detta le fascie, come si effettuò la presentazio-
rendila a carico dell'erario. Altre prov- Giornale diRoma del 18 52,
ne,lo dirò col
^ ideuze riguardano i proventi spettanti al p. 2 1 e 263. A'4 gennaio Pio IX dopo
clero ed agli ordini militari. Puitificato e avercelebrata la messa nella sua cappel-
confermalo questo concordatoda l'io IX la segreta del Vaticano, fece la consueta
e da Isabella II, confermandosi quello di benedizione delle fascie destinate all'in-
Benedetto XIV e Ferdinando VI, nelle fanta erede del trono di Spagna. Dispo-
parti in cui non fu derogato col presente, ste le fascie e gli altri analoghi arredi in
il Papa Dell'approvarlo colla lettera apo- ordine conveniente, sua Santità recitò le

stolica Ad vicariati!, ne impose l'osser- preci prescritte del ceremoniale e compiè


vanza pienissima,acciò ninno fosse teme- il sagro rito. Furono presenti alla sagra
rario d'infrangerlo. Si qui* attieni allen- funzione i cardinali e prelati palatini e
tare praesnnipseril, indignationem orimi- l'anticamera segreta. Viassistetteropari-
potenti» Dei, aebb. Pelri et Pattliapo- menti d. Salvatore Zea Bermudes conte

slolornm ejns se noverit incursurnm. di Colombi iuviato straordinario e mini-


I Papi da vari secoli inviarono talvolta stro plenipotenziario di sua Maestà Cat-
le Fascie benedette (F.) a' neonati di talu- tolica presso la s. Sede, Sancito i.°segre-
ni monarchi cattolici, spontaneamente o tarioe altri della legazione. Compiuta la

pi esso loro apposita richiesta, pel line che sagra ceremonia il Papa diresse al mi-
dichiarai ancora nel voi. LI V, p. 270. A- nistro alcune parole, significandogli che
vendone fatto istanza a Pio IX la regina faceva i più fervidi auguiii per la prospe-
Isabella 11 (aldire del n.° 6 del Giorna- rità della neonata iufauta e pel compi-
le di Roma 1 852), dopo aver datoalla lu- mento di que'voti cui le preghiere stesse
ce la
1

primogenita M.' Isabella principes- sono intese; come pure invocava le celesti

sa delle Asturie, il Papa per esaudirla fe- benedizioni su di essa, sugli augusti ge-
ce eseguire in Pioma le fascie e aualoghi nitori, sulla reale famiglia, e sopra tutta
arredi, che la Civiltà cattolica t. r),p. g3 la nazione spagnuolaeminentementecat-
così descrive, traendolo dall' Jleraldo, lolica e costantemente devota alla s. Se-
giornale di Madrid.» 11 donopoulificioe- de. Indi il Papa incaricò della speciale
ra racchiuso in una cassa d'ebano lietis- missione straordinaria della presentazio-
simo incrostata d'ambra con bell'intrec- ne delle fascie benedette, in virtù d' un
cio d'intarsiature e d'intagli. Il principa- breve apostolico, il nunzio mg. r Brunelli,
le oggetto che vi conteneva erano le fa- ed a'3 marzo egli compì al palazzo rea-
scie beuedette,baude di fluissimo tessuto le la soleuue ceremonia, conforme alce-
SPA SPA ao3
retnoniatc Stabilito per tali circostanze, faccia al trono, avanti allo sgabello a lui

All'old una e mezza pomeridiana, come preparato per sedcre,e in lingua spagnuo-
guardia d'onore si recò al palazzo tlella la pronunciò il seguente discorso. » Si -
nunziatura una compagnia di granatieri gnora:La grata notizia del parto felice di
con bandierae musica: inoltre un picchet- V. M. ba riempiuto di giubilo il cuore
todi 20 soldati acavallo si pose alla por- paterno del sommo Pontefice Pio IX. E
ta per accompagnare il prelato. All'ora pel tanto speciale all'etto cb'ei porta a V.
determinata 3 carrozze di cortetirate da INI., all'augusto vostro sposo e alla reale
cavalli messi in tutta gala, co'rispellivi famiglia, come ancora per il così vivo in-

lacchè, paggi e scudieri, stavano nel pa- tcresseche gl'ispira la chiesa e l'inclita
lazzo del nunzio agli ordini dell'introdut- nazione spagnuola, non poteva a meno
loie degli ambasciatori. A Ile due e mez- d'immensamente congratularsi pel fau-

za cominciò la comitiva a porsi in cani- sto successo, che prodigando a V. M. un


mino, precedendo un caporale e 4 bat« caro pegno d'amore e di tenerezza, con-
listrada di cavalleria, seguiti tosto da u- solida il trono, e torna ad utilità e splen-
na carrozza di corte con entro segretarii dorè della religione e del lo stato. Sua San-
del nunzio. Ne veniva poi un'altra di ce- tità desiderando poi manifestare in ino-
j emonia, • quindi quella in cui stava il do pubblico e solenne la piena sua gioia,
ìiunziocoH'introdultore. Camminava al- degnossi destinarmi suo nunziostraordi-
lo sportello destro l'officiale discolia e al nario onde compissi la duplice e onorevo-
sinistro il capo de' cavallerizzi. Teneva lemissione straordinaria, d'esprimere a
dietro a questa carrozzala scorta, e per V. M. suoi sinceri sentimenti, e di pre-
i

ultimo due carrozze di gala del nunzio, sentare ad un tempo le fascie ch'egli ha
occupate da 4 sl, oi cappellani. La comi- benedetto per la serenissima principessa
a
tiva per Porta Cerrada , via Imperiale, M. Isabella. Que'motivi stessi, o Signo-
Atocha, Carretas, Porta del Sole, strada ra, che al santo Padre hanno fatto pren-
Maggiore e l'arco dell'Armeria giunse al dere una parte principale e così sentita
palazzo reale. La guardia esteriore que-
di in questa ventura, ravvivano fervidi vo- i

fclo, in parata fece gli onori reali alnun- li che innalza al P«.e del cielo, al Signore

zio, il quale passò solo tra le file, andan- de'Signori, perchè suV.M., sul vostro ali-
do la sua carrozza fino alla scala princi- gusto sposo, e su tutta la famiglia reale
pale. Questa era occupata dagli ala bar- dilfonda la pienezza de'suoi celestiali fa-

dieri,che colla musica aspettavano la ve- vorheneH'istessolempo lo prega con ar-


mila del prelato, e lo stavano attenden- dente anelo a vegliare per la salute e prò-
doali.°piè di scalai maggiordomi di set- speritàdell'innocente principessa, vostra
lituana; e il luiuzioaccompagnalo dall'in- amatissima figlia,copreiidola (ino dai pri-
troduttore e da questi due impiegati di mi momenti della vita collo scudo dei-
palazzo arrivò alla sala disposta per al- la sollecita sua provvidenza, edifenden-
tendere l'avviso della regina e delie. An- dola col l'armi della sua irresistibile pos-
inumato ad essi l'arrivo del nunzio, la sanza, affinchè adorna delle più perlelle
regina e il re salirono il trono, avendo virtùsia degna erede di s. Ferdinando III
alla destra i ministri della corona e gran- i e degli altri suoi illustri antenati. Sua San-
di di Spagna, alla sinistra le dame, e di tità spera che sieno esauditi questi pie-
froute i maggiordomi di sellimana, egli tosi voticou tanto maggior fiducia, quau-
officiali maggiori degli alabardieri. Alza- lo più visibili e recenti sono le prove del-
ta la cortina l'introduttore annunciò ad la speciale prolezione divina a favore di
alta voce mg. T nunziostraordinario,ilqua- vostra reale Maestà, e della nobile, gio-
ie falli 3 iuchiui di ccreinouia, si pose iti riosa ed eroica nazione spagnuola '. Ciò
204 S P A SPA
detto il nunzio si accostò al trono e con- sua benevolenza, essendoaltamente a me
segnò alla regina il pontificio breve di cui grato, che il destinato da sua Santità sia-
era latore,e la quale rispose in questi ter- te voi, signor arcivescovo, a cui professo

mini. » La particolare benignità, con die sentimenti della più alta e distinta con-
il sommo Pontefice mi lia distinta dac- siderazione". La regina e il re discesero

ché per he rie déltaChiesa ne regge de-


il i dal trono, e accompagnati da'ministri e
stini, e il vivo interesse che ba costante- da tutto il reale corteggio, e tenendo al-
mente inoliato per la mia famiglia e i la destra il nunzio, passarono negli ap-
miei popoli, non potevano farmi dubita- partamenti dell'infantalsabella.o ve stava
le della parte cbe avrebbe presa in un av- coll'aia e la servitù. Il nunzio prendendo
venimento, il quale mentre compie i de- allora la gran fascia benedetta la collocò

sitici ii eli tutta la Spagna, accresce i mo- 6opra S. A. 11. pronunziando l'orazione
tivi della mia felicità domestica. Le pro- propria, e poscia all'aia marchesa di Po-

ve cbe in questa circostanza mi dà il Ca- var così parlò. >» Il sommo Pontefice, il

po della Cbiesa, offrendo le fascie bene- "Vicai iodi Cristo, mani ha colle sue sagre

dette alla principessa Isabella, riempie di benedette lefascie,chea compimentodel-


gratitudineil mio cuore, come regina e la mia distinta missione vengo a porre

come madre, facendomi sperare cbe la sa- sopra questa reale principessa; ed ba fer-
gra benedizione di sua Santità sopra l'a- vidamente implorato dal Datore d'ogni
mata mia figlia, le procurerà felicità e bene e d'ogni dono perfetto l'abbondan-
buona ventuVa. Esprimo inoltre la sod- za de'divini aiuti, oude da essi prevenu-
disfazione cbe mi olire quest'atto religio- ta fino dalla culla, cresca ella alla pietà

so e solenne, cui voi monsignore siete in- e alla religione, e progredisca nelle virtù

caricatodi eseguire, voi signor arcivesco- proprie della sua elevata stirpeedegli ere-
vo, alla cui prudenza deve già la Spagna ditati esempi. Appartiene a V. E. il coo-
tanti segnalati servigi, e a cui io e tutta perare a sì importanti e sublimi ogget-
la mia famiglia professiamo slima assai ti,procurando colla maggior cura di e-
cordiale. La divina provvidenza cbe cos'i ducare quest'eccelsa principessa, ispiran-
ha vegliato per me e per questo popolo dole sentimenti di santità e giustizia, af-

sempre religioso e monarchico, confido finchè possa essere colma la gioia de'suoi

che non mi abbandonerà giammai, e cbe augusti genitori, gloria e splendore del-
le preci iunalzate al Dio delle misericor- la monarchia, e nello stesso tempo ono-
he a favor mio mio regno dal Vi-
e del re e dolce consolazione di V. E." La mar-
cario di Cristo sarauno esaudite, e che la chesa di Povar rispose: » Coll'aiutodiDio
divina provvidenza mi sarà sempre scu- spero di poter compiere gì' incarichi di

do, come lo fu non è molto tempo. Vi pre- sua Santità, e corrispondere alla fiducia
r
go,rag. nuuzio, ad esser interprete presso che in me hanno posta i miei sovrani".

bua Santità della mia profonda ricono- Ciò fatto la regina e il re si posero a os-
scenza per la sua bontà, e della coslaute servare i molti e preziosi oggetti cbe si

mia affezione alla sua sagra persona". In- contengonosotto il titolo di Fascie bene-
di il nunzio dirigendosi al re, pose egual- dette, e ch'erano stati collocati alla mat-
mente nelle di lui mani il breve cbe gli tina negli appartamenti di S. A. R. La re-
avea diretto il Papa, e il re rispose dicen- gina e il re si mostrarono altamente sod-
r buon gusto
do. » Vi prego, mg. nunzio, a manife- disfatti della ricchezza e del

stareasua Santità tutta la rispettosa gra- di tali oggetti, e diressero al nunzio pa-
titudine con che ricevo il breve cbe mi role esprimenti profonda gratitudine al
consegnate nel suo augusto nome; breve, Papa. Il nunzioavendocompiutoogniat-
cbe conserverò come peguo prezioso di to colle loro maestà, accompaguato dal-
SPA SPA ao5
l'introduttore eda'maggiordomi di setti- mente li fugasse. Tristo Ramiro I in tati-

man a, passò nell'appartamento ove si ta gloria, pur volle ringraziar la 15. Ver-
trovava la regina madreM." Cristina col gine, e con istnpore trovò che essa a-
suo seguito, e nel consegnarle la lettera vea risuscitale le figlie e ricollocala la te-

che in forma di breve le dirigeva il Pa- sta sul corpo. In questo memorabile tem-
pa, le manifestò la soddisfazione che sen- pio dunque, d'antica divozione, ai feb-
tiva d'essere interprete de'paterni senti- braioi852 si recò Isabella II colla neo-
nienli di suaSantità; alche la regina cor- nata infanta, con tutta la pompa, tra la
rispose con graziose e affettuose parole, moltitudineaccorsaa vagheggiareambe-
Terminata questa ccremonia, il nunziori- due. Nel palazzo regio vi è la magnifica
tornò al suo palazzo, facendo lo slesso cani- cappella reale.ch'èuna bella chiesa aper-
miuo e alla stessa maniera, con che era- ta al pubblico, il quale in gran folla vi

si portato alla reggia. Da alcune frasi dei assiste, massime quando vi è sermone e
riportati discorsi, si accenna a recente be- nelle principali solennità. In questa cap-
nefiziodella divina provvidenza compar- pella segui secondo il solito la prcscntazio-
tito alla resina, con preservarla da gra- ne della principessa delle Asturie. Dopo
vissimo pericolo. Siccome il riprovevole la religiosa ceremonia la regina, colla real

avvenimeuto successe dopo la benedizio- figlia e lulta la sua colle in gran gala, li-

ne delle fascie, per non interrompere la da detto tempio, e si avviò versola sca-
sci
narrativa, ora ne parlo, giovandomi del- laper portarsi alla chiesa della Madori-
la Civiltà cattolica, t. 8, p. 555. E" pio nad'Alocha.Ewi fralacappellaelagran-
costume delle regine di Spagna uscite di de scala un ampio corridore, per il quale
parto recarsi al convento d'Atocha, per accede il pubblico alla cappella mede*
rendervi solenni grazie alla B. Vergine sima, nel (piale fu consumalo il nefando
che ivi si venera, della felice loro sgravi- delitto che vado a narrare. Nel ritornare
danza. Noterò, che della Madonna d'A- alla reggia, nel suddetto corridore del pa-
tocha a Madrid, tratta ilp.Gumppen- lazzo regio,pienozeppodi gente, rivolgen-
berg gesuita, ne\Y Atlante Mariano, ove do la regina alcune parole al nunzio re-
descrivendo santuari di Spagna sagri al-
i stato per l'angustia del cammino alquan-
la Madre di Dio, fa derivare la gran di» to indietro, per cui le guardie a stento
vozionechehannogli spagnuoli, da que- potevano aprire il transito, giunta qua-
staanlica tradizione. mori possedevano
I si capo della scala, un individuo ve-
al

quasi tutta la Spagna, aveano distrutte stilo da prete in umile atteggiamento si

colle case l'intere città, e aveano in cuore avanzò tra la calca, fece tutti gli sforzi e si
di schiantar co'cristiani ancheil nome di aprì un varco per presentare un memo-
CristojlaondePiamiro Ire d'Aragona re- La regina si fermò, l'accolse beni-
riale.

slato con pochi soldati e con due figlie ver- gnamente e gli porse a baciar la mano
gini, vide inevitabile l'eccidio di tulli. A destra; ma il fellone afferratala colla sua
salvare il loro pudore le condusse nella con l'altra
sinistra, mano in un baleno gli

chiesa di s. Maria d'Atocha, e le persua- spiccò un colpo di stile sotto l'ultima co-
se a lasciarsi da lui decapitare piultosto sta del fianco dritto, e ne replicava altro
che restare esposte alla ferocia de'nemi- più violento e micidiale se un maggior-
ci. Troncati i loro capi, li pose sull'altare domo non l'impediva a danno delle sue
innanzi la statua della V>. Vergine, e col- dita quasi mozze; quindi fu l'assassino ar-
ia spada insanguinata si scagliò co' suoi restato.Guarita la regina dalla ferita, ai
furente contro mori per vendere a ca-
i 8 febbraio tornò nel sagro tempio a rin-
1

ro prezzo la sua vita. Ma Dio dispose, che graziar Dio e il patrocinio dellaB. Vergi-
con prodigio ne facesse strage e intera- uè del doppio favore, del parto felice e
So6 SPA SPA
della vita salvata. Ogni ordine di perso- mnrchcsed'Alcanices. Si dice inoltre, che
ne restò compreso di vivo orrore alla fa- pel decreto regio deli4 dicembre 85 1, 1

ma del delitto nuovo negli annali di Spa- furono autorizzata 87 comunità religiose
gna; questo tragico avvenimento com- ad ammettere le novizie, e 9.2 delle quali
mosse gli spaglinoli a dare all'etili ose te- hanno per ispecial missione l'educazione
stimonianze per la loro sovrana. Il regi- delle fanciulle. Leggo nel n.°77 del Gior-
cida fu Martino Merino yGomezd'Ar- nale ili Roma del i854,ilpio pellegrinag-
medo, prete apostala, appartenente alle gio della regina alla chiesa di Atocha per
società segrete, amnistialo nel 1824, va- decorarvi la statua della Madonna colla
gabondo e usuraio, progressista de'più e- collana del Toson d'oro, e del gran cordo-
saltati, die commise l'empio delitto per ne di Carlo 111, in esecuzione della volon-
furioso odio contro la sovranità, con ci- tà del suo augusto genitore. Imperocché

nica sfrontatezza. Processalo e condanna- nel momento di partire Ferdinando VII


to all'estremo supplizio, non ostante che per Valencay,si recò in delta chiesa e fe-
la regina lo volesse salvo, fu con quel tre- ce dono alla ss. Vergine della ricca col-
mendo rito che precisamente descrissi nel lana del Toson d'oro che portava, e del
yoI.LX, p. 1 20, sconsagrato dal cardinal gran cordone di Carlo III a cui stava so-
arcivescovo di Toledo. Piansero i chieri- spesa una croce di diamanti di gran valo-
ci assistenti, pianse il popolo, solo il reo re. Nel 1 836 questi preziosi oggetti scoru-
restòostinatamente impertuibato. Piac- parvero, o a meglio dire vi furono sosti-

que a Dio a olezzo d'un giovine sacerdo- tuiti una collana e una croce di metallo.

te di farlo pentire del suo misfatto, scris- La regina Isabella II volendo che sieno
se alla regina invocando perdono al cru- rispettatele paterne intenzioni, e deside-
dele attentalo, ricevè dal cardinale la co- rosa di rendere omaggio alla memoria del
munione e mori strozzato. Gli spagnuo- Ma-
genitore, fece voto di restituire alla
li per distruggere ogni avanzo del delit- donna d'Atocha due preziosi oggetti,
i

to, arsero gli arnesi, spezzarono il pugna- l'ellettuò. A p. 092 del medesimo Gior-
1

le e ne bruciarono il cadavere. La regina nale deli852si legge:» I gesuiti hanno


donò al santuario d'Atocha il soutuoso preso possesso di Lojola, loro primitiva
fornimento ond'era vestita il dì che rice- residenza e città natale del loro fondato-
vè la pericolosa ferita , il manto reale re, fra un'immensa moltitudine di per-

squarciato dal ferro e colla macchia di sone accorseda tutta laCiscaglia. Vi pren-
sangue, le molte gioie preziose che porta -
dono stanza 5o a 60 padri, a'quali fu dal
va, l'ornamento del capo formato da una governo permesso di tener missioni in
catena di purissimi brillanti, e la corona tutta la Spagna, e nell'isole Baleari e Ca-
reale che fu imposta sul capo della Ma- narie. Quest'ordine ha ora 6 case nella
donna. Aggiungerò col citalo Giornale di Spagna". Si dice poi a p. 22, che un'or- 1 1

Roma del 18 Ì2,p. 54, che il patriarca 1 dinanza regia diiiforma della legislazio-
dell'Indie, fatto vicario generale dell'ar- ne sugli stranieri, ordinò che niuno possa
mata e della flotta, beuedì le grandiose in (spagna professar altra religione che
campane donate al santuario dalla mu- la cattolica. Nel declinar di giugno 854 1

nicipalità di Madrid, per celebrar la ce- la religiosa comunità de' girolamini fu


reinouia della levata del parto della regi- messa al possesso del monastero di s. Lo-
na, e la presentazione alla chiesa della renzo dell' Escuriale, colla maggior so-
principessa delle Asturie. Ivi è pur detto, lennità, pontificando il cardinal arcive-
che morte del principe della Pace e
pei' scovo Toledo, ed assistendovi mg.r pa-
di
del maresciallo Soult, due collari del To- i triarca deirindie,e mg. rAlessandroFran-
som doio furono couferiti a Istanze al thi incai icato d'aliai i interino della s. Se-
e

SPA SPA 207


ile. In ilcttn circostanza vestirono l'abito Mie sommossa, vuoisi attribuire alla ino-

6 religiosi) fra'quali un novizio. Secondo dificazione della costituzione a cui seni-


le leggi ili Spagna essendo il bastone em« biava intento il ministero. Dio aiuti li
bleina di dignità, la regina ba ordinato Spagna.
che i ministri della corona in servizio at- A compimento poi di quanto riguarda il

tivo portino sempre, tanto in uniforme, ramode'Borbuni«o»ranidiAiri*iaePMi«


quanto in abito di città, ini bustone cou cerna, e facendo seguito a quegli artico»
impugnatura e ghiande d'oro, qua] seguo li, accennerò l'immatura e infelice mor-
dislintivo dell'autorità superiore che e- te del duca Carlo 111, con indegnazione
sercitano. Tutto procedeva nel regno, sia per l'atrocità che disonorai nostri tempi,
nel religioso che nel politico, a tempi mi- con edificazione per quella data dalprin-
gliori de'trascorsi; uè pareva dovesse al- cipeal punto estremo, e di compassione
larmare molo
Saiagozza de'20 feb-
il di per la virtuosa e reale vedova Luigia di
braio 854, provocato dalle società segre-
1 .Borbone, come
sventurata del pu-
figlia

te, facendo insorgere il reggimento Cor* re ucciso Perry di Francia. Ai


duca di
dova, il general Concimeli brigadierello* 26 marzo 854 Ferdinando Cai lo IH di
1

re che re^iò vittima della trama, e con Coi bone, infante di Spagna e duca di Par-
altri sleali militari e pochi temerari cit- ma e Piacenza,nella sua capitale uno sco-
tadini trovaiono la tomba dove pensa- nosciuto gli ficcò nel basso ventre un pu-
vanoerigere un'ara alla lorosfrenataam- gnale, elasciato nella ferita il ferro si die
bizione. Dappoiché il resto della guarnì- alla fuga. Nonostante tutte le cure,ildu-
gione fedele non
alla regina e alla patria, ca dopo circa ore 24 di acutissimi dolo-
avendo aderito al movimento, combat- ri spirò da principe cristiano, benedicen-
te i sollevali, per cui i ribelli restarono do la volontà di Dio ed esemplarmente,
o furono imprigionati, altri ripa-
uccisi, Ricevè la morte, munito de'ss. Sagrameli-
laudo in Francia. Il governo prese su- ti, in penitenza de'suoi peccati, perdonò
bito energiche misure per conservare la l'assassino, e ordinò che se scoperto fos-

pubblica tranquillità in tutto il regno. Ma se, non dovesse avere altra pena che l'e-

fatalmente per l'infelice Spagna, a' 16 e silio. Lasciò il suo cuore nel sotterraneo
17 luglio dello stesso 854 1 in Madrid vi oveposano le ceneri de'sovranidegli stati
fu terribile rivolta militare e civile, colle Parmensi, ed il corpo nella cappella dei-
grida : l'iva la regina, abbasso i vii ni- la villa di sua privata proprietà detta la
siri, i quali poi si dimisero, e quasi tutti Macchia,ov'era nato, presso Viareggio,
i loro palazzi furono saccheggiali e iocen- da lui edificata a comodo de'contadini dei
diati dal popolaccio. Fu pure saccheggia- contorni, poco distante dalla
villa Piauo-

to il palazzo della regina Cristina, che ra, ove dimora inferma la di lui madre
a
fuggì colla sua famiglia. Il palazzo d'Isa- virtuosissima duchessa M. Teresa di Sa-
bella li fu energicamente difeso da'reg- voia. Lasciòla encomiata duchessa vedo-
gimenti restali fedeli. La rivoluzione si va reggente, e 4 «eali figli, e per succes-
propagò in molte parli del regno. La re- soie primogenito duca Pioberto. 1 par-
il

gola chiamò in Madrid Espai tero per la ticolari di questo commovente e tragico
formazione d'un nuovo ministero, poi- avvenimento, e chi possa essere Tassassi-
che l'altro combinalo da Rivas dopo il no, si può leggerli nella Civiltà caltolì-
a
dimissionario, anche esso si ritirò. Que- ca,t.6, 2. serie, p. 209, 334, 4^9» che
èie poche parole che rilraggoda'giornali, riporta pure la bellissima lettera scritta
scrivo sugli stamponi in Pi orna a'3 luglio 1 dalla duchessa Luigia, la quale ha già da-
1 854, né altro posso aggiungere. Solo di- lo prove delsaggio suo governo, al Papa
io, che la causa o picleslo della deplora* Pio IX,imploraulelasua benedizione per
ao8 SPA SPA
se e pel figlio duca Roberto, cui un Or- Pomares, Carta geografica delle Spagne
ribile misfatto gravò del peso d'una co* e del Por toga Ilo, con indice generale cori'
rona, a lei la provvidenza sovrapponen- lenente tutti i nomi delle città, borghi ec.

do il caiico importante di levarne le spi- de'due regni, in latino e spagnolo, Ro-


ne! Raccomandò al Papa di provvedere ma 1818. Luigi Rossi, Storia della Spa-
l'arma d'un ottimo vescovo, e il concor- gna antica e. moderna con cartegeogra-
dato che si dovrà concludere tra la s. Se- Jicheetavole.incise in rame,M\\ano itili 1.

dee gli staliParmensi, protestando di vo- A. Rurvardt, La Spagna dall' ordina-


lere operare per la gloria di Dio. Ulularti mento delle cortes nel 18 2 fino a II' anno 1

sic fiali 11 Papa a'^3 giugno trasferì dal- i835, Lugano 836. M. Custine, Les 1

la sede di Ragnorea a quella di Parma Bourbonsde Goritz, et Ics Bourbons d' li-
l'egregio e zelante mg.i'FeliceCantimorri spagne, Paris 83f). Neil 'Arte di verifica-
1

cappuccino. Egualmente sugli stamponi re le. date, vi è la Cronologìa storica dei


e in detto giorno debbo aggiungere do- re de' visigoti di Spagna, degli svevi, de're
lorose parole, anche pel ducalo di l'ar- di Spagna prima dell'invasione de'mao-
ma e Piacenza. Mentre il saggio governo mettani, de're dopo la ioro invasione, dei
della duchessa, ad altro non mirava, se re dell'Asturie, d'Oviedo e di Leone, dei
non a rialzare gli animi e a promuovere governatori di Spagna pe'califli, de're di
grado a grado per ogni maniera il pub- Cordova, Navarra, Aragona, Castiglia e
blico bene, a' 22 luglio vi fu in Parma Leon, re cristiani di Majorca, re di Spa-
un folle e perfido tentativo di sommossa, gna della casa di Borbone, e la Crono-
per opera d'uno scarso numero di ribelli, logia slorica de're di Portogallo.
prontamente represso con tutta energia SPALATROoSPALATO^/fl/eu).
dalla forza militare austriaca e parmense, Città con residenza vescovile nella Dal-
ed arrestati moltissimi tra gì' insorti e i mazia, capoluogo del circolo del suo no-
fi nitori. La quiete e l'ordine furono rista- me^ 34 leghe da Zara e 1 2 da Macarska;
biliti nel medesimogiorno.il lammaricoe e situata in piano presso la spiaggia del
la riprovazione dell'accaduto fu un senti- mare Adriatico, sulla sponda settentrio-
mentogenerale. Olire i citati autori, sulla nale del canale di Ri azza, il quale sepa-
storia civile ed ecclesiastica di Spagna, si ra l'isola omonima dal continente, ha 4
pon no consulta rei seguenti.Ulloa,GYo/irt- leghe nellamaggiorsua larghezza, ed of-
ca generale di Spagna e del regno di Fa- fre un sicuro ancoraggio per una gran
/p/jz-rt, Venezia 556 \.Sc\10ll\, FEspania
1 flotta. E' cinta di mura in parte rovina-

illustrata, seti scriplores varii rerum hi- te, ed il suo porto per la situazione nel
spaniarum, lusitaniarum, etyopicarwn centro della costa della Dalmazia e per
et indicarum, Francofurti i6o3. J. Ma- la vicinanza della Rosnia, colla quale ha
riana, Historiae de rebus FEspaniac,No- facili comunicazioni, diede a Spalatro il
a
gunliaeiGo5: Ilisloria general d' Espa- grado di città commerciante del regno
1 .

na, Madrid 1780. FEspania sive de re- di Dalmazia; eccellente è esso, offre si-
gis Hispaniae. regnis et opihus, Lugduni curissimo ancoraggio, e dividesi in porto
Rat. 629. J. de Ferreras, Hisloria cro-
1 interno e porlo esterno; il 1

profondo
nologica de Espana Madrid 1700. G. Cen-
, io piedi, può contenere 20 bastimenti
ni, Dissertazioni dell' antichi là della chic- di 1 00 botti, ed il 2. facilmente dar luo-
sa Epana, Roma n^\.Q\usùri\an\, Sto-
1 go a 60 di 3oo botti. A pie delle mura
ria generale della monarchia spaglino- della città, dalle fessure di alcuni massi
la, Venezia 764. G. F. Masdeu, Storia
1 di pietra pieni di conchiglie mariue, zam-
critica di Spagna e della cultura spa- pillano sorgenti solforose, che si usano
glinola in ogni genere, Firenze 1
788. F. con buon elfetto nelle affezioni croniche.
SPA SPA 909
Deve Spalatro la stia fondazione ad un finche poi il generaledivisato rcstanrosia
palazzo che in quel silo fece costruire corrispondente allo stile originario del
l'imperatore Diocleziano nel 3o3, il qua- tempio, si Stabilì che venisse intrapreso
le mito a Salona, antica e celebre città, sulla base di esattissimi disegni di tutto
di cui ancora si vedono le rovine, ad una il colossale edilìzio e delle singole di lui
lega nord-est, ed intorno al quale venne- parti, mentre che se avessero luogo par-
io ad aggrupparsi delle abitazioni, che ziali riparazioni, non con venienti a sì bel*
in processo di tempo si circondarono di lo e svariato complesso, si verrebbe a re-
mora, onde poi si formò l' imporlantis- care nocumento al di lui pregio. La coni -
sima e celebre attuale città di Spalatro, pilazione de' progetti concernenti il re-
rinomata nelle storie pe'suoi fasti eccle- stauro, fu affidala all'ingegnere e archi-
siastici massimamente, e per tanti per- tetto Vincenzo Andrich; uè un lavoro sì
sonaggi illustri che vanta. Sino da' suui arduo poteva affidarsi a mani migliori
principii die natali al Papa s. Caio, fra-
i diqueste,tantosesiriguardaairamorsuo
lello di s. Gabino prete e martire, nipo- per tultociò che concerne al lustro della
ti ambedue di detto imperatole, e zii di patria, quanto se pongasi mente a'suoi
s. Susanna vergine e martire; del quale studi e cognizioni estese,per restituir l'an-
e sua famiglia, come degli altri illustri tico tempio all'originaria di lui forma,
di Spalatro, copiose notizie pubblicò il gè- comechè interessante e rimarchevole mo-
sulla p. Fallati, i\e\\' Illyricum sacrimi, numento artistico sotto tutti rapporti. i

Il magnifico tempio di Spalatro, che al- Già fu dall'Andrich alacremente delinea-


cuni a Giove, ed altri più recenti pensa- to il tempio e le sue proporzioni per re-
no essere slatodedicaloaDiana, tratti dal- stituirlo all'originaria e mirabile sua fur-
ia ragione che ne'fregi scolpiti domina- ma, edimostrato di quali operazioni fie-
no molte figure di cacciatore,queslo tem- eia mestieri per compiere nel miglior mo-
pio, il quale fu poscia convertilo nella cat- do possibile la divisata impresa. La detta
tediale, si serba ancora fra le maestose cattedrale è sotto l'invocazione della B.
rovine del palazzo di Diocleziano, come Vergine Assunta, e di s. Domino o Do-
nno de' più superbi monumenti di quel milione i.° vescovo di Salona e martire,
colosso d'architettura, e come oggetto la cui festa si celebra l'i 1 aprile nel Mar-
d'ammirazione degl'indigeni e forestieri, tirologio, principale patrono di Spalatro
Su questo avanzo maestoso della roma- e il cui corpo si venera nella medesima,
na e patria grandezza, ormai passarono insieme a quelli de'ss. Anastasio ePianie-
1 6 secoli; ma la ferrea mano del tempo, 10 comprotettori. E' di nobilissima slrut-
che inesorabilesi stende sulle opere mor- tura e di forma rotonda e circolare, con
tali, vemieacolpireanchequesta, e suoi i duplice ordine di colonne insigni; ha 4
guasti si fannosempre più minacciosi. Se- altari, ed il coro l'abbellì di pitture Par-
nonchè il governo imperiale austriaco, civescovo Cosmi, generoso e benemerito
che sostenne anni sono fortissimi dispen- pastore. Una diffusa ed esalta descrizio-
ni duomo di Se-
pel ristauro dell'altero ne di questo tempio, e di due altri a'qua-
benico,altromagnifico monumento d'ar- li per esso si ascendeva, e degli oggetti
chitettura, ci porge un nuovo luminosis- spettanti alle belle arti che tuttora vi si

simo tratto di munificenza epielà,dispo- conservano, può vedersi nel Parlati 1. 1.

netulo che la superba moledeltempiodi La torre campanaria con 5 campane, è


Spalatro sia tolta agli avidi guasti del di magnifica struttura, e fu eretta dalla
tempo, ridonata alla conservazione, alla regina di Bosnia; ed il palazzo del vesco-
sicurezza degli accidenti, alla dignità cai- vo è prossimo alla cattedrale: consunto
lo splendore delia cattolica religioue, Af- dalle fiamme nel 1 5o6 l'arcivescovo Bo-
VOL. LXYIII. 14
»io S P A SP A
uifacio Albani (la'fondamenti In rifabbri- zi discreti sono le vettovaglie, e vi si ten-

cò etl i compirono, abbellirono


successori gonoimportanti fiere. Esistono fabbriche
e ampliarono; secondo l'ultima proposi* di stoffe di lana e ili seta, concie di pelli
zioneconcistoriale, l'episcopio si trovava e pesche.
bisognevole di grandi riparazioni. Il ca- Spalatro o Spalato, Spalelum, Spala-
pitolosi compone didue dignità, essendo tum e Solonae Noi'tie, ripete il suo no-
3
lai. il preposto, di 4 canonici, comprese me dal vasto palazzo di Diocleziano, che
le prebende del penitenziere e del teolo- denominato SalonacPala/ium latitili ,'hì'
go che però esercita l'uffizio senza pre- di il luogo si appellò Spalalum } e Spa-

benda; vi è 1' unico beneficialo maestro latrum più comunemente, sebbeneill al-
delle ceremonie, oltre altri preti e chieri- lato noti) che do vea chiamarsi Spalatimi,

ci addetti al servizio divino. La cura d'a- descrivendo l'amplissimo e splendidissi-


nime si amministra da un canonico, ma mo palazzo imperiale nel l. 2, come lo fu
ilbaltisterioè nella vicina chiesa di s.Gio. l'edifiziodopo la morte diDiocleziano ces-
Battista, di ottima costruzione e già tem- sandosi dal nominarlo Valali u ni , Cu pur
pio pagano di Diocleziano, e dicesi dedi- iìvlìoJoi'eiiseni, nondal propinquo tem-

cato a Escuiapio. Prima il capitolo avea pio che alcuni dicono di Giove, ma dui
3 dignità, l'arcidiacono, l'arciprete, \ì gineceo o luogo ove si tenevano e forma-
primicerio, 18 canonici, i i beneficiati e vano le vesti pel principe e pe'milili, ri

12 chierici, non compresi quelli ilei se- mililes tuo* Joi'ianos cognominavi vale-
minario: il capitolo godeva l'immemo- hai. Quindi si legge nella Nofitia dignità-
rabile privilegio della nomina de' cano- tum: Pi ocuratorGj necaei JovensisDal-
nici, che confermava l'arcivescovo. Tal- tnaliae Appaialo. Nel secolo V nel palaz-
volta e per essere Spalalro città e porto zo si ritiri) il vescovo di Salona Glicerio,
di gran commercio, a comodo di chi vi deposto dall'impero d'occidente nel 4?4-
accedeva, eranvi nella cattedrale confes- In seguito per le vicende de'tempi e per
sori delle lingue italiana, illirica, latina, l'incuria il palazzo a poco a poco andò
cieca, tedesca e francese. Oltre la catte- distrutto, e nel 64 j fu abitato da Severo
diale, nella cillàe suburbio vi sono altre primario del luogo, quando già distrutta
3 chiese parrocchiali senza il fonte bat- Salona dagli avari, popoli della Circa ssia
tesimale, 4 conventi di religiosi, un mo- orientale sul versatolo settentrionale del
nastero di monache, 3 confraternite, l'o- Caucaso, i salonitani procedevano in vi-

spedale, ed il seminario eretto dall'arci- cinanza e intorno al palazzo all'erezione


vescovo Cosmi. Anticamente consisteva- d'altra città, che dal nome locale fu delta
no religiosi,ne'domenicani,couventuali,
i Spalato e Spalalro. Dalla dominazione
osservanti, filippini e gesuiti a'quali fondò degl'imperatori greci, passò sotto quella
un collegio l'arcivescovo Coprili; le mo- de'fi anchi, a'qnali la ritolsero gl'impera-
nache aveano 3 monasteri, due erano di tori Michele HI il Balbo o I' Ubriaco e
benedettine, uno di Clarisse in cura degli Basilio ]\3Ja<ef/cnci\e\\'SG'}. Elevatonel
osservanti;eranvi pure4 case di pinzoche- r)f) 1 al dogadodi Venezia PietroOrseolo
re, 2 di s. Domenico e 2 di s. Francesco: II, la prese in tutela coll'assenso degl'im-
le confraternite ascendevano a 2 5 con ve- peratori Basilio li e Costantino Vili, im-
sti proprie. Tra gli altri esistenti stabili- plicali nelle guerre de'bulgari e saraceni,
menti ricorderò il ginnasio cattolico, Li per difenderla contro i pirati. Passali cir-
scuola normale, l'ospedale militare e 3 ca 3o anni dacché gli spalatiti) e i dalmati
belle caserme, il lazzaretto. Spalati otraf- transi sottoposti spontaneamente a'duci
fica principalmente di carni fumaleesa- della repubblica di Venezia, perciò deno-
late,olio,v ino e fichi; abbondanti ea prez- minati, Ductsf tnetiarum et Dalmatiat,
S V A S P A a i i

uri io33 tornò Spalatro ad esfiere gover- ni Spalatro In retta a monarchia, e fu


nata da'greci. Verso il 073 il dogeDome» 1 governata democraticamente per priori,
meo Silvio fugò normanni die devasta-
i podestà, conti t Capitani] la cui sei ie ri-

vanolecostediDalmaeia t percuiglispaia- porta Fallato nel 1. 3. Seguendo Spala-


lensi e al tri popò li per grato animo toma- tro le vicende politiche e i destini della
rimo al padronato veneto. Verso ili 081 Dalmacia,restò sotto la repubblica vene
l'imperatore Alessio per quantooperavu- la, ed alla sua estinzione nel 1
707 pel trai-
no veneti contro inormaoni,con diploma
i tato di Campo Formio, Francia e tra la
confermò loro il possesso della Dalmazia e l'Austria, la Dalmazia fu ceduta a (pie-
di Spalatro e vi aggiunse il titolo del pria* st'ultima potenza, la (piale einennscgueu-
c-ipalo di Croazia. Nel iio5 Colomano za della campagna del 1 80 5 la restituì ai-
re d'Ungheria, violando la iei\e a'veneti la Francia, essendo stata allora riunita
occupati nella crociala di Siria , occupi) al regno d'Italia, e poscia fece parte delle
Zara e Spalatro. Ma dopo la sua morte nel provinole Illiriche. I russi nel 1 806 inipa-
1 1 i;> il doge Ordelafo riprese Spalatro ebollitisi delle Bocche di Cattaro, le re-

e le altre città dalmate. Non andò guari sero a francesi colla pace di Tilsit. Final-
che Stefano II figlio di Colomano, profit- mente dopo il 1814 l'Austria divenne di
laudo che i veneti erano tutti infiamma- nuovo padrona della Dalmazia e di Spa-
li nella crociala di Siria, nehi23s'im- latro^che fauno partedelsuopossente im-
padronì de'loro possessi diDalmazia.Tor- pero. I veneziani nella loro dominazione
nato da Palestina il doge Blichieii riven- aggiunsero alla città parecchi torli e ba-
d icò idominhdella repubblica, enei 1 124 stioni, ma essendo slata riconosciuta la

ricuperò l'invaso dagli ungheri.Tuttavol- situazione di Spalatro cattiva come po-


ta riuscì neh i38a Bela II red'Unghe- sizione militare, si lasciarono andare in
ria di riconquistare Spalatro e altre cit- conquasso le fortificazioni principiale,
tìi della regione. Nel 1 1 G8 l'imperatore delle quali oggidì rimangono solo gli a-
greco Emanuele Comneno fece espellere vanzi.
gli ungheri ed occupare la Dalmazia e La fede cristiana in Salona(J~.) fu prò
Spalatro che riunì all'impero orientale, mitigata ne' tempi apostolici, e la chiesa
Dopo la sua morte Bela III fe< e alti et- di Spalatro ehhe anch'essa origine dal-
tnulOjCon cacciare i dallaDalmazia
greci l'antica Salona, e perciò il suo arcivesco-
e da Spalatro, e nuovamente le congiuu- vo si chiamò, alias Salonilanus. Fianta-
seal regno ungarico. Spalatro restò in pò- la la religione cristiana sinoda'delti lem •

desta de're Ungaci quasi i5oauni, enei pi in uno alla cattedra episcopale in Sa-
1327 per le guerre esterne e interne, ad Iona, come madre di tutta la cristiana re-
esempio di Traù e di Sebeuico, sponla- ligione nell'amplissimo Illirico, divenne
heamente ritornò all'ubbidienza della re- essa ben presto e nel secolo lilla metro-
pubblica di Venezia, 20 anni la
l'assali poli di tutta Yllliria {V'.), ed una delle
città soggiacque a Luigi Unghe- I re d' 4p' u antiche dell'occidente, e perciò de-
lia, ed il re di Bosnia nel i3go la tolse corata di copiosi privilegi dallas.Sede,dai
ni re Sigismondo, il quale passali 4 anni re d'Ungheria e Croazia largamente do-
la ri prese ,e Ladislao rediNapolinel 1402 tata,edairimperatoreEmanuele€omne<
pose per duce in Spalatro Hcrii.ja dinasta no aumentata. Disti ulta poi dagli avari,
o voivoda di Bosnia, dopo il qual lem- indi dagli.?c/i/7zi'0/2i quella sì potente e fa-
po i veneziani nel 1420 definitivamente mosa città verso la metà del VII secolo,
tornarono a insignorirsene con tutta la i salonitani sedate le guerre si fabbrica -

Dalmazia, tranne Zara, e Spalatro refilò rono l'altra in vicinanza all'anlica,e que-
lli fede adessi. Nelle diverse domiuazio- sta Spalatro fu chiamata. Allora fu che
2 12 S P A SP A
la dignità ili metropoli con ogni suo di- do (P.)i Scardona (che
unita a Belgra-
ri venne trasferì la nell'arci vescovo che
Ilo do, di questo meglio parlai a Scardola
a Spala Irò fu eletto. Fu esso poi anche stessa),Bosnia (meglio ne trattai a Sirt-
rivestito del titolo e dell'autorità di pri- mio parlando eziandio di Diakovar che
mate, che con approvazione de'Papi pas- fu ed è residenza del vescovo di Bosnia
sò ne'successoi i, come un'altrihuzione ed e di Siriniocon cattedrale ed episcopio,
ereditario diritto della loro sede, e perciò e ne riportai la serie de' vescovi che si

s'intitolarono essi primati della Dalma- chiamarono vescoviBosniensi eDiacoven-


zia. Siccome poi i croati o schiavoni, di- si), Corbavia, Otloshacz, l\fodrusca Se- t

scacciatigli avari, aveano invasa quella gna (in questo articolo parlai delle 3 pre-
provincia, ed i loro principi dominavano cedenti sedi e particolarmente di HI odr li-
in gran parte di essa; primati diSpalalro,i sca, tutte unite a Segna), tìlacarska (/'.),
allineile i vescovi ne paesi soggetti a'croa- Lesina (/ '.), Knin o Tinia (A .), Tran
ti non si credessero da loro indipendenti, (F.), Selenico {F), Nona(F.).Fu pure
aggiunsero circa la metà del secolo X al- sufhagauea di Spalatro la sedediiSVru/oa
l'antico titolo di primati della Dalmazia o Slrigoa o Stridori, Strigati in Croazia,
quello ancora di primati di tuttala Croa- ora borgo d'Ungheria, la cui città vesco-
zia (P.), che già anche Dalmazia si de- vile fu distrutta da'goti verso il VI secolo,
nominava, quasi per una dichiarazione comitato di Szalad, marca di Mura-Kòz,
della loro autorità sopra di essi, sebbe- presso la frontiera della Stiria. Prelesero
ne fossero della nazione de'croati. Che se alcuni che sia la patria di s. Girolamo,
il patriarca di Venezia (/'.)s'inlitola pa- della quale ragionai a Schiavoni a, ed u-
rimenti primate di Dalmazia, ciò avvenne na chiesa dedicata a quel dottore massimo
perchè la chiesa di Zara {f.) suffraga- vi chiama molti pellegrini. Il p. Jacopo
li ea di Spalatro, essendo stata elevata al Coleti gesuita pubblicò nel 1784 in Ve-
rango venne pochi anni do-
di metropoli, nezia, De siluSlridonis urbis natalis s.

po, vale a dire circa la metà del secolo Hieronymi. Stridoa era un tempo una
A I l,d staccata dallagiurisdizionedel pri- piazza fòrte e assai importante. Le chiese
matedi Spalatro, e attribuita con le chie- di Modrusca, di Lesina e di Knin si for-
se sue suffragarle al patriarca di Grado marono con smembramenti dell'arcidio-
(/'.)_, costituito loroprimate. Siccomepoi cesidi Spalatro, e da essa si fondarono con
quel patriarcato alla metà del secolo XV pontifìcia approvazione. Inoltre fu suf-
fu da IS'icolò V soppresso, e quella digni- fraganea di Spalatro la chiesa vescovile
tà con ogni sua giurisdizione venne con- Dumnenses Dalminiu/n , Delniinium ,
,

ferita al vescovo di Venezia; così questi Delmiuni o Dalrnium ,che già fu città con-
assunseallora non solo il titolodi patriar- siderabile e forte, presa e quasi distrutta
ca, ma quello ancora di primate di Dal- da'romani nell'anno di l'ionia 5g8, e dal
mazia, per avere a se soggette quelle chie- cui nome forse si formò quello di Dalma»
se della parte occideutaleinferiore di det- zWjCome rilevai in quell'articolo; ora è
ta provincia. Rimase però al prelato del- Dumnoalik della Servia,\n\ nei pato del-
la chiesa di Spalatro come l'antica deno- la Turchia europea. Il p. Fallati, Illy-
minazione, così ogni giurisdizione sul re- rici sacri, ne tratta nel 4i P- 1 68, e ri-
t.

stante dellaDalmazia,e continuò sempre a porta la serie de' vescovi. Malchus del 590
chiamarsi: Archiepiscopus Spalatensis, fu ili.°che si conosca, il 2.°fu Madiodel

alias Salonitanus , Primas Dalmaliae et 1 337, quindi Guerrino del 347, Stefano 1

totius Croatiae. Furono suffragane! del- del 1 3 55, Pietro del 3g4j Giorgio I del
1

l'arcivescovo di Salona e poi di Spalatro i i4o6, Giorgio 11 del i4 ,2 Biagio del >

Effluenti vescovi e sedi vescovili. Belerà- j4'9, Nicola del 1426, Ugo deli 433,
1
SPA SPA 2i3
Girolamo del i 43i), Nicola II deh 460, gran copia delle notizie raccolte da quel
Vito tlel i 4qu; dopo lunga sede vacan- dotto illmtraloredeH'llliria sagra, dovrei
te Dell 54o Nicola III, nel 1 55 1 Danie- essere hen lungo. Il r. "vescovo o arcive-
le I, nel 1 m)0 Daniele II, poi sede va- scovo di Salona fu s. Domnio o Doninio-
cante; nel 1 (3-44^ IMai-iano,c]uiiicli sede va- nesirod'Antiochia,discepolodi s. Pietro
cante, e nel 1 6">4 Michele: vicari aposto- eapostolo diDalmazia. Nell'anno 65 l'a-
lici, nel l685 Nicola Dlancovich, nel 1 735 postolo s. Paolo mandò il suo diletto di-
Matteo Deli vieh, nel 1 74° Paolo Drage- scepolo s. Tito a predicare il vangelo in

chi vidi . La sede vescovile Dumnensefu Dalmazia, da cui poco tempo dopo tor-
riunita a Spalatro. La descrizione della nò in Creta o Candia, ove avea fatto al-
diocesi e chiese sottoposte al primate ar- trettanto, e ivi morì. La Dalmazia non
civescovo di Spalatro, non solo può leg- solamente onora s. Tito vescovo come suo
gersi nel Fallati, ma eziandio nella hel- 1. "apostolo, ma perchè oltre d'essere sta-
la relazione che della diocesi di Spalatro to precursoreal nominato, dicesi cheor-
fece alla congregazione di propaganda/?- dinassei. vescovo di Salona s. Domnio
de l'arcivescovo StefanoCupilli nel 1
7 1 3, medesimo. Altro apostolo della Dalma-
riportata dal p. Ottavio M. a Paltrinieri zia e altro precursore di s. Domnio, fu
a p. 1 08 tifile Notizie intorno alla vita dì s. Ermas, che alcuni dicono uno de'72
Bonifazio Albani, Stefano Cosmi, Ste- discepoli e vescovo di Dalmazia, del qua-
fano Laghi ar-
Cupilli e Gio. Battista le egualmente discorre il p. Fallati, che
Dal-
civescovi di Spalatro .primati della riporta diversi cataloghi de'primi vesco-
mazia e di latta la Croazia, che furono vi di Salona. Di un s. Felice vescovo di
della congregazione di Somasca, chiari Spalatro parlai a Spello, perchè questa
per dottrina e virtù apostoliche, Roma sede lo crede suoi. "vescovo. Dopo aver
1829. Più anticamente furono puresuf- s. Domnio convertito a Gesù Cristo mol-
fraganee di Spalatro le chiese vescovili te provincie di Dalmazia, nel 1 o5 patì il

di Semendria, Dulcigno, Ragusa, Zara martirio d'ordine del preside Maurilio.


(/'.)e Arhe. Questa ultima capitale del- Gli successero nell'arcivescovatodi Salo-
l'isola del suo nome sulle coste della Dal- na, Gargano, Simporio, Irsicicio I, Irsi-
mazia nella valle di Campora, è fabbri' cicioll, Valente, Onofrio, Massimo!, Pa-
cala sopra un'amena collina che si pro- scasio, Cesario, Giustino, Glicerio già im-
lunga fra due porti. Il suo porto è capa- peratore, Onorio 1, Gennaro, Stefano,
ce di bastimenti d'ogni grandezza, ma di Saviliano, Onorio li, Frontiniauo I, Pie-
difficile imboccatura. Ha la cattedrale col tro I, Proclinio, Onorio III che nel 53^
capitolo e altre chiese. La sede vescovile celehrò il concilio provinciale, Domizia-
fu eretta nel secolo IX, prima sulhaga- no, Natale che visse a'tempi de'Papi Pe-
nea di Spalatro L'ultimo e poi di Zara. lagio Il e s. Gregorio I del 590, a questi
suo vescovo fuGio. Pietro Galzigua d' Ar- accusatodall'arcidiacono Onorato. Dopo
he, traslato da Traù. Dipoi Leone XII di lui per simonia s'intruse Massimo II,

la soppresse nella circoscrizione delle dio- e come dissi a Salona riprovato da s. Gre-
Dalmazia. Il Fallati tratta della
cesi di gorio I. ludi Frontiniauo II, Teodoro I,
Arbenses nel t. 5; quindi impiega
cliiesa Giustiniano, Antonio I, Massimo III, A-
quasi due primi grossi tomi nelle vite
i mahile, Giovanni I, Gregorio I, Teodo-
degli arcivescovi di Salona,e tutto il 3.° in ro 11, Giovanni li, Giovanni 111, Pietro
quelle degli arcivescovi di Spalatro, laou- li, Marino I, Marino
II, Marino III, Teo-

de mi limiteròappeuadi riportarne sem- doro III, Pietro III, Leone I, Giovanni


plicemeute nomi e poche parole, altri-
i IV, Giovanni V, Pietro IV, Martino I,
menti e col più stretto laconismo per la Formiuio I, Gregorio II, Giovauui VI,
3i4 spa SPA
Vernncolo^omenio, Teodoro IV, Vita- Nel 107O stesso fu tenuto un concilio a
le I, Gregorio III, Vitale II, Pietro V, Spalatro da Gerardo arcivescovo di Si-
Leone II, Orso, Pietro VI, Gregorio IV, ponto e legato della s. Sede, che lo pre-
Massimo IV, Teodoro IV. siedè. Venne ordinato che il monastero
Devastata Salona dagli avari crudelis- di s. Giovanni sarebbe restituito all' ab-
simi, e spopolata la Dalmazia, restata la bazia di s. Grisogono. Mansi, Supplem,
solaHagusi metropoli della medesima, a' concila del p. Labbé, t. 2, p. 3. Al- 1

commiscrando Papa s. Martino le tan 1 tri chiamano questo concilio à\ Salona s

te sue calamità, nel G\c) vi spedi per le- e lo dicono celebrato nel 107 5; così l'al-
gatoapostolico Giovanni di Ravenna, che tro del 1076, in cui i suddetti legali im-
avendo egregiamente eseguito la legazio- posero le insegne reali a Demetrio. Que-
ne, esedata la controversia tra que'di Sa- sti si dice redi Dalmazia, Croazia eSchia-
lona e di Ragusa [f \), la cui sede fu co- vonia, chesottomisecon annuo censo tri-
me dissi già sutfraganea di Salona, sul* butarie alla s. Sede, come narro a Sta-
l'arcivescovato salonitano, indi stabilita ti e regni tributari alla s. Sede. Simil-
la sede arcivescovile di Salona nella nuo- mente tempo dell'arcivescovo Loren-
al

va Spalatro, si adunarono i vescovi suf- zo il cardinal Giovanni legalo celebrò un


-

fragane e d'unanime consenso elessero


! i.° sinodo in Nona, e re Demetrio restituì
arcivescovo di Spalatro d virtuoso lega- alla chiesa di s.Domnioo cattedrale quel-

to Giovanni, col plauso del clero e popo- le di s. Stefano de'Pini e di s. Maria di

lo. Tornato egli in Roma nel 65o, e re- Salona co'loro beni. La regina Elena e-
so conto a Martino 1 dell'operato nel-
s. dificò una chiesa. Crescenzio romano del
la legazione, e di quanto era seguito, il 1 1 o3, d'egregie qualità, fece scolpire un
Papa tutto approvò, insieme alla trasla- carme sull'arca marmorea di s. Domnio;
zione della sede da Salona a Spalatro da'spalatini fu spedito per la pace a Co-
consacrò Giovanni ini ."arcivescovo egli lonnino re d'Ungheria. Gli successe Gre-
conferì il pallio. Nella cattedrale di Spa- gorio di Zara, poi Manasse nngaro, indi
latro vi trasportò i corpi de'ss.Domnio-e dopo sede vacante nel i3o Giorgio I, 1

Anastasio, e la consagrò in onore della Gaudio Claucolo spalatino letterato del


Y>. \ ergine Assunta. Edificò la chiesa di 1 1 33, caro al re d'Ungheria, concesse al-
s. Michele a mare, e fu sepolto in quella le benedettine di fabbricarla chiesa dei
dis. Matteo, vicino al l'altra di s. Do m nio. ss. Cosma e Damiano e di ampliare mo- il

Gli successero nell'arcivescovato ili Spa- nastero. Nel 1 58 vescovi provinciali, il


1 i

latro: Pietro I, Mariano], Martino I, Pie- clero e popolo di Spalatro, convenuti nei
tro II, Giustino I, Frontitiiano I, Paolo consueti comizi, elessero l'arcivescovo As-
I spalalino e figlio di Prestauzio rettore salonne nngaro: consagrò la delta chiesa,
della citta di Spalatro. Martino II, Gio- ed al suo tempoLampridio vescovo di Za-
vanni li spalatino del c)i4j e dificò la chie- ra ottenne il pallio dal Papa Alessandro
sa di s. Felice in Rivo, Martino Ili spa- III, e l'esenzione dalla metropoli di Spa-
lalino del 970, Drahale spalatolo fu de- latro. Pietro III lombardo dottissimo e
posto per aver moglie neh o3o. Loren- a>sai erudito nel 61, già vescovo diNar-
1 1

zo dalmatino di gran sapere, nel 069 e- 1 ni morì in Ungheria e fu sepolto in s.


,

difìcòil monastero delle monache di s. Maria d'Alba o Albe nel 166. Il clero 1

Benedetto nel suburbio di Spalatro, egli e popolo di Spalatro ammirando le virtù


donò molti beni; iudi si trovò all'unzione del cardinal Morra poi Papa Gregorio
e coronazione di Demetrio in re di Croa- Vili, legatod'Alessandrolll in Unghe-
zia e Dalmazia, fatta nel 1 076 in Spala- ria, Sehiavonia, Croazia e Dalmazia, lo

ti 00 SaJopa da'legali di s. Gregorio VII. acclamarono arcivescovo; ma egli uou ao«


SFA SFA ai5
renò, e altrettanto dichiarò poi il Papa dottrina, e fu celebrato un concilio pro-
pri non privarsi de'suoi eminenti servi- vinciale a Spalalro dall' arcivescovo nel
gì. In sua vece venne surrogato Gerardo iiiy?. come primate ili Dalmazia, per re-

ili Ventna cappellano Papa, e poi fu del golarela disciplina ecclesiastica nell'ordi-
trasfèrito a Siponto, ritenendo Spalatro nazione de'chierici,e ne tratta ancora il
in amministrazione. Neh 17 5 Alessandro citato Mansi, t. 3, p. 2 4 7. Morto nel 2c){, 1

III traslocò a questa chiesa da quella di fu eletto l'arcidiacono Giacomo, che non
Cagli s. Raniero, già santo monaco del- approvatone! 1 397 BonifacioVIIIcreòar*
l'Avellana, die magnificamente ospitò il ci vescovo il franeescanoPietro VI virtuoso
Papa nell'isola Issa nel recarsi a Venezia, e dolto;eGiovanni XXII nel r 32/j. vi tra-
caccompagnòaZarn: gli slavi cacieliidel statò da Colossi ballano di Berìto, e nel
monte Massarone, dopoaver usurpatole 1 33 gli surrogò Domenico Luccaro no-
1

terre «Iella chiesa di s. Domnio, lo lapi- bile spalatino, devotissimo di sua chiesa
il. nono nel 8o,ond'è venerato per mar-
1 1 e procedei le nel governo con magnifìeen-
tire. Il Papa Alessandro III di ciò addo- za, comechè d'opulenta famiglia (il Car-
lorato, spedì in Dalmazia e Schiavonia della nella biografìa del card. PoyetoPo»-
per riforma rei costumi del cleroedelpo- grifo, morto neli35i, dice che ad esso
polo il cardinal Teobaldo legato, che a f- Nicolò arcivescovo di Sa Iona dedicò un
fidò il governo della chiesa di Spalalro libro Degli officii ecclesiastici, che ititi-
al vescovo di Lesina. Re\i i87 divenne tolò Tesoro ecclesiastico, poi stampalo
arcivescovo Pietro IV Chileni ungaro, il i\a Durando Gerlier). Nel 34q da Rimi- 1

quale subito nella chiesa di s. Andrea ce- ni vi fu traslocato il benedettino Ugolino

lebrò il sinodo provincialo,co'vescovi suf- Branca o Malabranca, non essendo stato


fraganei, gli abbati e altri del clero. Tra- approvato da Clemente VI il postulato
slatoaColocza, nel r 187 gli successe Pie- Pellegrino;»» vedendosi maltrattatone!
tro V ungaro abbate di s. Martino d'Un- 1 3 73 rinunziò a Papa Innocenzo VI.
Do-
gberia, ch'ebbe litigi col capitolo. Nel pò Pietro VII spalatino, Papa Urbano
1200 Papa Innocenzo 111 cousagrò l'ar- VI Dell 388 nominò Andrea Gualdi ri-
ci vescovo Bernardo perugino, eloquente minese, eda're d'Ungheria ottenne mol-
e letterato eruditissimo. Nel 12 17 fu e- te beneficenze per la sua chiesa, grazie e
letto l'arcidiacono Slavino conte di Do- privilegi; per sedizione popolare abdicò
nialdo, non canonicamente, per cui nel e fu traslato alla chiesa di
Samaria ne!
12 ic) gli Guncello ungaro
fu sostituito i4o2,e poi passò a quella di Tebe. L'e-
e religiosocrocifero. Nel 12J7 venne con- letto Marino aCutheis ebbe a successo-
sagrato nella chiesa di s. Domnio HugrU re nel i/lo3 Pellegrino della regia stir-
uo preposto cassinese, facondo ed erudi- pe d'Aragona francescano, che morto nel
to nelle scienze ecclesiastiche, ma si ino- '4°9 u nominato
l" Domnio del Giudice
slrò più milite che pastore, commetten- della famigliaLuccarospalatina, ritardan-
do prepotenze, per cui furonvi continue do il possesso a cagione del gran scisma
e gravi controversie contro di lui, sì del d'occidente, finche lo riconobbe Giovan-
clero che de'cittadini. Ruggiero della Pu- ni XXIII, e sotto di lui definitivamente
glia che gli mostrò con tutti
successe si Spalatro passò nel dominio veneto. Mar-
benigno,e morì nel 2Ò6 dopo aver be- 1 lino V nel 1
420 da Faenza vi trasferì Pie-
nelicalola chiesa. Indi il generalede'fran- Irò Vili Discovizi domenicano, che ope-
ceseani Giovanni II (Buchad ungaro e fu rò molte belle cose, eresse la magnifica
zelante; al suo tempo Nicolò III spedì le- cappella di s. Domnio nella cattedrale e

;;.ito in Dalmazia il vescovo


Ungheria e avanti ad essa fu sepolto Dell 4^7. Frau-
di Fermo Filippo di esimia prudenza e cesco Malipiero veneto gli successe, poi
2 i6 SPA SPA
diVenezinnel 1 4^8. Gli fu sostituito Bar- contro In chiesa cai lotica, per cui il re in

tolomeo Zabarella padovano, indi nel termine di 3 giorni lo fece uscir dal re-

i43») di Firenze, per cui occupò la sede gno. Tornato in Roma, ivi pure si pentì
il veneto Giacomino Badoari, lodato pa- a 'piedi di Gregorio XV, ed ancora si di-
store, die per testamento lasciò al capito- sdisse pubblicamente, e parve godere del
lo la mitra preziosa, la croce e il pastora- liuovo soggiorno. Ma seni pre inquieto, 11- i

le in piena proprietà. Neh4"J2 Lorenzo tra prendente e incostante per natura, non
Jl Zanne o Zeno veneto e nipote di Pa- vi potè rimanere a lungo. Nel 1623 da

pa Eugenio IV; nel 1 474 Giovanni IV alcune lettere sembrò ravveduto, ma Ur-
Averoldi bresciano, generale de'france- bano Vili lo fece chiudere in Castel s.

Bcaoi,poi vescovo di Treviso. Sisto IV nel Angelo, nel quale morì nel 1626, al tri di-
i 47^creòarcivescovo e cardinale Pietro cono 1*8 settembre 62 3, penitente e con- 1

JX Fornaio (/''.) patrizio veneto, figlio trito. Abbiamo di lui e piena d'errori la

della sorella di Papa Paolo II. Neh 479 Storia del concilio dì Trento del famoso
dalla patria Brescia vi fu trasferito Barto- f\\ Paolo Sarpi veneto, che pubblicò in
lomeo II Averoldi, che per giurisdizione Inghilterra sotto nome di Pietro Soave
il

ebbe liti col capitolo; nel i5o2 Bernar- Potano, anagramma di Paolo Sarpi. K
do 11 Zanne o Zeno veneto, ne! l 'n 7 An- pur suo il trattato della Repubblica cri-
drea Il Corner veneto, nel 564 Mar- i stiaua, opera sediziosa bruciata in Boraa.
co Corner veneto, nel 5j o Luigi Miche-
1 De Dominis avea cominciato bene il suo
li ottimo e benigno che conservò pace
,
arcivescovatoefece concepire grandi spe-
con tutti. Nel l575 gli successe il coadiu- ranze pel suo sapere e zelo; die costitu-
to Gio.Domenico Mariotti dello Foco- zioni e privilegi al capitolo, sostenne la

nio domenicano veneto di Murano, che giurisdizione di sua chiesa contro il ve-
in difesa de'suoi diritti sostenne verten- scovo Traù, ma cominciando a mani-
di

ze colcapitoloeco'nobili,emon nel 603. 1 festare col suo ingegno e eloquenza per- i

Papa Clemente Vili da Segna non da e niciosi suoi errori sui dogmi cattolici ,

Segni (P.), trasferì a Spalatro Marc' An- l'ammonì gravemente Paolo V, ed egli
tonio de Dominis d'Albe di Dalmazia, nel 6 5 abdicò la chiesa di Spalatroe si
1 1

della famiglia diGregorio X Visconti, il r ifugiò iteli 'acattolica Ingh il terra,o ve dis-
cui nipotepur Papa Gregorio XI già Vi- seminò le sue arroganti eresie e poi re-
cedomino de'Vicedomini non fu contato citi) la palinodia. Paolo V nel 161 fi fece

per essere morto subito. Nel 16 8 sotto 1 arcivescovo Sforza Ponzoni oriundo dal-
pretesto di riunire alla comunione del- mata nobile veneto, dotto, prudente e vir-
la chiesa romana l'Inghilterra, si recò in tuoso, il cui padre fece doni al tesoro di

questo regno,ma piuttosto per vivere con s. Dorunio: a suo tempo Urbano Vili fe-

maggiore libertà. Il re Giacomo I, ch'e- ce f: ne la visita apostolica della Dalmazia,


ra dominato dalla passione di comparire ad Ottaviano Garzadori arcivescovo di
dotto, approfittò più d'una volta de'suoi Zara,e lo Sforza permise che nell'arcidio-
lumi. L'arcivescovo ambizioso non ve- cesi incedesse preceduto dalla croce, sal-

dendo ricompensata dal Papa la sua di- vo (amen /'are suo metropolitico. Gli suc-
serzione, ed avutone rimorsi, appena lo cede neliG^o il veneto Leonardo Bon-
seppe Gregorio XV già suo condUcepo» du meri di singoiar virtù, e zelante del de«
Io e amico, l'invitò a ritornare in Italia corodisua chiesa. Nel fi(38 Bonifacio Al- 1

senza timore. Allora egli per riparare allo bani bergamasco de'somaschi, beneme-
scandalo della passata condotta con una rito pastoie per quanto fecea utile di sua

azione clamorosa ,ascesoil pulpito in Lon- chiesa. Nel 1 678 ilcelebreStefano Cosmi
dra si liti allò di lutto il detto e scritto veneto e generale de'somaschi, egualmeu'
SI» A 9Pà 217
te provvido e mutuammo arcivescovo. Venezia in Storni divisi io 6 volurnijl'nl-
Neli7o8 l'altro degno e dotto somasco limo Fu pubblicato nel 1775 dal p. Già-
Siti. inoCupidi bellunese, traslato da comò Colati gesuita (figlio del tipografo
Traù, applaudito pastore, autore d'opere Sebastiano che stampò I' Illyricum sa-
come il precessore, il quale fu tino ilei cmm tt X Italia sacrati' l /ghetti co\\e cor-
confhtatori delle opere erronee dell'inde* lezioni e aggiunte dello zio sacerdote Ni-
gno de Dominis. Neh 720 Gio. Battista cola fratello del patire) e autore d'altre
Laghi veneto, altro rispettabile somasco, opere, a vendo proseguito solo Y Illyricum
il quale ad onta del suo zelo ebbe mol- sacrimi. All'arcivescovo Dinaricio nel
te liti col capitolo e clero. Nel 1780 Gio. 1765 successe Gio. Luca Garagnini di
Antonio Kadcicb di Macarska, traslalo Traù, da Albe, ed a questi nel
traslato
da Traù.Nel 1746 Pacifico Bizza d'Arbe, 1784 Traù cbe fu l'ul-
Lelio Cippicodi
già vescovo di quella sua patria, trasferì- timo. Dappoiché morto nel 1807 restò
to a Spalatro per bolla di Benedetto XI V, la sede lungamente vacante, e Leone XII

celebrò il sinodo diocesano, aumentò il colla bolla Locata b. Petti apostoli , dei
seminario e fu lodato pastore. Neh 757 3o giugno 1828, per la nuova cii coscri-
vi fu traslato da Ossaro Nicola Dinari- zionè delle diocesi di Dalmazia, soppres-
so di Lesina, encomiato dal p. Fallati se la dignità metropolitica di Spalatro
,

cbe con lui nella sua dottissima e prezio- la dichiarò semplice sede vescovile, l'unì

sa opera termina la serie degli arci vesco- a Macarska (P.) dovendosi i\ vescovo in-
vi di Spalatro, che compirò colle Notizie titolareEpiscopus Spalalrensis etnia-
eli Roma, non possedendo la continua- carskensis , quindi fece due vescovati i

zione di cui vado a far cenno. Il p. Da- suffraga nei dell'arcivescovo di Zara. Per
nieleFa ria t i gesuita dis. Daniele nel Friu- tale circoscrizione, come notai nella bio-
li, unitosi in Padova col p. Riceputi suo grafia di quel Papa, glii 1 vescovati di
confratello, il quale avea già da lungo Dalmazia furono ridotti a 6.
tempo concepito il vasto progetto di seri- Il p. Parlati tratta de' vescovi di Ma-
vere la storia sagra dell'I Ili ria e avea pub- carskanel t.4,p. 184, e dice che fu chia-
blicato un prospetto dell'immenso lavo- mata la città anche Moccuro, ed ivi O-
ro neh 720, ambedue peiTardna impre- norio 111 arcivescovo diSalonanel 53a
sa partirono per l'illuia. La percorsero eresse la sede vescovile, per decreto fat-
tutta, superando molti pericoli e soste- to nel sinodo provinciale di Salooa, de-
nendo laboriose fatiche per raccogliere i stinandovi per 1

vescovo Stefano prete
materiali necessari perla storia sagra di della chiesa salonitana; ma dopo di lui
quell'insigne e vasta contrada. La loro non si conoscono i successori fino al se-
raccolta fuimmensa, ma il p. Riceputi colo XIV. Gli avari dopo avere rovina-
mori quasi subilo dopo il ritorno a Pa- to la Dalmazia e Salona, fecero altrettali-
dova neli742, per cui il p. Parlali tro- to nel 53q di Macarska, e dipoi l'impe-
vossi solo nella compilazione della gran- rotore Eraclio la fece occupare da 'serbi,
de opera. 1 documenti diversi stampati i quali insiemea'croali riceverono in par-
e mss. raccolti senz'ordine e metodo for- te il battesimo nel 670 sotto Giovanni
mavano da 3oo e più volumi in fòglio. i.°arcivescovo di Spalatro, ed un'altra
Il p. Parlati a forza di tempo e di corag- parte nelì'83?. nell'arcivescovatodi Pie-
gio giunse a compilare con sillàtti infor- tro II, ed anche in tempo di Giorgio II;
mi materiali la storia ecclesiastica della ma i serbi narentani persisterono ne'loro
Dalmazia, e mori a Padova neh 773 in errori, finché anche questi nell'872 ab-
elà assai avanzata. Adunque r///y//c/ sa- bandone te le superstizioni furono ri"e-
c//neli75ifuiucominciat oastamparein > nera ti col santo lavacro. 1 PapiClemen-
2 1 8 SP A S P A
te MI e Celestino III dilessero diplomi datcinconimendaall'arcivescovodi Spa-
llile chiese di Macarska e Narenta o Na- lalro. Neh5iO fiorì Francesco II Orelli
i (»na oStefaniaco^.) sede vescovile del- francescano, che stabili la sua dimora nel
l'HereegOTÌoa (di cui parlo a Trepide), convento che in Macarska aveano edili-
poi sufliaganea di Ragusi, ambedue at- calo i suoi correlisi osi: nella sede vacan-
ti iluiendole all'arcivescovo di Spalatro, te la chiesa fu data in commenda al ve-
e lilialmente nel i3?.o fu ripristinato il scovo di 5 fu restituì
Sernendria. Nel i (5 1

vescovo con Valenti no,quando la Dalma- to il vescovoa Macarska con Dartolomeo


zia e la Bosnia ridondavano d'eretici e Cacichio di nobile e potente famiglia
scismatici, e l'arcivescovo Pietro VI col- croata della città, religioso francescano,
locò la sua sede a Dalininium oAImissa, prudente, virtuoso edottissimo, laborio-
luogo divenuto famoso pe'pirati che vi so pastore. Nel i Gj.6 Pietro della stessa
si rifugiarono con terrore de'luoglii cir- famiglia, francescanosapienteed'ogni Io-
costanti, e perciò si disse anche vescovo de degno, nominato da Papa Innocenzo
d'Almissa. Essendosi Valentino astenuto X, ch'ebbe la ventura di veder subito
di scomunicaresecondo il decreto del con- per la guerra di Creta iiberata Macarska
cilio provinciale Giorgio conte d'Ahnis- dal giogo maomettano,e conquistata dai
sa, furono ambedue interdetti. In segui- veneti. NehG64 Mariano Lisnichio d'I-
to mosse lite all'arcivescovo sulla giuris- mota francescano,perelezioned'Alessan-
dizione de' limiti «Iella diocesi, e siccome dio VII,ma restò addolorato quando nel
Altnissa era malsana, passò ad abitare il i66rj i turchi ripresero la città, e ne fi-

monastero di s. Andrea di Pelago nell'i- de le fatali conseguenze; fu pure animi-


sola Issa, e poi ricuperò la sede di Ma- lustratore delle chiese di Seardona e Du-
carska, già occupata dagli eretici e sci- mnense. Dopo sede vacante neh 6cj8 Ni-
smatici. Gli successero, neh 367 fr. Gio- cola Blancovich di Spalatro e canonico
vanni I religioso; nel 1 870 Simone fran- della metropolitana degnissimo e dotto,
cescano,al cui tempo i turchi invaseroMa- già vicario apostolicodi diverse chiese,ze-
carska, ed egli sì trasferì a Craina nella lanteed encomialo pastore, e la cui san-
diocesi, per cui s'intitolò vescovo Crai' tità fu in riputazione anche presso tur- i

ne nses j nt\i 3 y 3 Giacomo, ed a quest'e- chi, morto in buon odore, avendo fatto
poca si aumentarono gli scismatici greci e scolpiresul sepolcro: Cinis, pulvis, nikil.
gli eretici in Macarska e neh' Erzegovi- Neh 73 1 Stefano II Blascovich spalatolo
na. Neh 388 Giovanni II, indi nella se- prudenza e virtù,
e filippino chiaro per
de vacante amministrò la chiesa l'arci ve- nominato con onorevole bolla da Gemei)-
scovo di Spalatro. Nel i44^ Francesco te XII. Ad esso successe l'ultimo vescovo
francescano episcopum Crensem , sive che registrai a Macarska unitamente al

Crainensem } Hertze«ovìnae in Savia. i .°vescovo di Spalatro e Macarska Pao-


Nel i4t2 Andrea croato, domenicano, lo Miossich nominato neh83o; indi nel

dottissimo e perito nelle lingue, insigne 1 838 fu destinato dall'imperatore d'Au-


IV Papa,
nell'erudizione, eletto da Sisto stria nelmaggio asuccederlo fr. Benigno
caro all'imperatore Federico III come le- Albertini di Ragusa minore osservante e
gato della s. Sede; per accuse si dimise e vescovo di Scalari, al quale articolo lo

tornò nel suo ordine nell'esercizio delle celebrai perpietà, dottrina esingoiar pru-
virtù. Avendo turchi occupato Craina e
i (lenza, ma venne rapilo dalla morte a'24
l'Erzegovina neh 483, il vescovato fu u- agosto e assai compianto. Gregorio XVI
uitoalDumnense,e neh4<)0 hi vescovo insua vece nel concistoro de' 27 aprile
Vito, morto il quale, le due chiese Du- 18 \o preconizzò Giuseppe Godeassi di
inneuse e di Macarska furono nel i5o3 Medea diocesi di Gorizia, e per suo de-
S P k SPE aig
cesso, in quellode* i 7giugnn i R'\ {l'odier- la del tabernacolo, l'orinò il bacino di

no vescovo ili Spalatiti e Macarska uni- rame ch'era An-


destinatoalle abluzioni.
te, mg. r Luigi M.* Pini di Sebenico e tra- ticamente si faceva DO specchi con qua-
biato da questa chiesa. Le due diocesi so- lunque sorta di metalli: quelli degli c^i/i
no ninpie e contengono molli luoghi. 0« erano di bronzo gettato e quindi pulito,
giù nuovo vescovo è lassato lieti bri del- e anche di presente in oriente quasi tutti
la camera apostolica in fiorini 3oo, cor- gli specchi sono di metallo, quelli ili ve-
rispondenti a Sooochene rende la men- llo o cristallo ve li recarono gli europei.
ta, ossia a circa 38oo scudi romani. Oltre il bronzo, si adoperavano a forma-

SPARTA. V. Lacedemone, Morea, re degli specchi anche lo stagno e il ferro


Grecia, e i tanti articoli che neparlano imbrunito; in appresso se ne fabbricarono
per notizie relative. alcuni con mescolanza di bronzo e di sta-
SPECIO, Cardinale. Prete del titolo gno. Gli specchi che si fabbricavano a
di s. Clemente nel Monte Celio, vivea nel Brindisi, per lungo tempo furono riguar-
pontificato di s. Gregorio 1 incomincia- dati i migliori; ma in appresso si die la
to nel 5oo. preferenza a quelli d'argenlo,de'qualidi-
SPECIOSO, Cardinale. Dell'ordine cesi inventore Pesitele contemporaneo di
de 'preti, fiorì sotto Papa s. Gregorio 1 del Pompeo il Grande. Ben presto gli spec-
5go,ed ebbe per titolo la chiesa di s. Lo- chi presero un poslo importante nel mon-
renzo in Damaso. do muliebre, e negli arnesi della toeletta
r
SPECO SAGRO. F.Subiaco. presso gli antichi. Sebbene il f etro(K.)
SPECCHIO, Speculimi. Strumento fu conosciuto dalla più remola a litichi-
di vetro o cristallo piombato o coperto la, pure gli antichi ignorarono l'arte di
di un amalgama o d' una foglia metalli- rendere quella materia propria a riflet-

ca da una banda, o d'altra materia tersa, tere i raggi e a rappresentare gli oggetti
nel quale si guarda per vedersi entro, me- coll'applicazione d' una foglia metallica
diante il riflesso, la propria eflìgie. La na- dietro il cristallo; di questo gli antichi e-
tura forni agli uomini primi specchi i : gualmente ne conoscevano l'uso, e ben-
il limpido cristallo delle acrpie servì dap- ché più atto del vetro alla fabbricazione
prima il loro amor proprio. Su questa i- degli specchi, non ne fecero per essi Uso.
dea cercarono essi i mezzi di moltiplica- S'ignora propriamente l'epoca in cui si
re la loro immagine sopra una superfi- cominciò a fare specchi di vetro, e pare
cie piana, e più solida che non quella del- che dalle officine di Sidone sortissero i

l'acqua. Lo specchio è una delle pili de- primi. Si vuole peraltro che gli antichi
gne meraviglie che I' industria umana , conoscessero una speciedi specchi fatta di
perpetua emula della natura, abbia da- mi vetro chiamato ossidiano, dal nome
to; perchè senza di esso l'occhio che ve- d'Ossidio che scuoprì quella specie di pie-
de tutto il visibile, non vedrebbe sestes- Ira inEuropa; ma a quella materia ve-
so. Ottone imperatore romano portava ramente non pare che si potesse dare il
sempre seco lo specchio e persino nelle nome di vetro ,
giacché la materia che
guerre, come all'erma Sidonio Apollina- perciò adoperava» era nera come il ga-
re.! primi specchi artificiali furono di me« gate, e non rendeva
immagini che as- le

tallo, e l'uso n'era stabilito presso gli egi- so imperfette, l'ossidiano essendo una la-
zi sino dall'antichità più rimola. E lo si va nera vetrosa. Tutti quasi convengo-
può giudicare da quanto gli specchi era- no che nel secolo XIII veneziani conob- i

no comuni tra gli ebrei nel deserto, leg- bero l'arte di specchi montali con u-
gendosi in Mosè ch'egli degli specchi of- na foglia di stagno nella parte posterio-
lei ti dalle donne che vegliavauoalla por- re, e li sparsero e resero comuni per lui-
2 20 SP E SI» E
U l'Italia. In og^i non si fa più uso d'or* eleganti perassettarli sembra che non po-
dioariodi spacchi di metallo se non che chi aggiorni nostri abbianoadottatoil tra-
per telescopi e per alcuni strumenti (li
i lasci. ito uso degli specchi tascabili, essen-
fisica. Il eh. Rainbelli, ZìéMere intorno in- doessi pure muniti di scopetta e pettine,e
venzioni f scoperte italiane ,
nella 49- con questa toeletta ambulante con cura
traila àe'NttoAi ri/lettori pe' grandi tele- e precisione si acconciano la barba, i baf-
scopi. Di quelli dell' osservatorio astro- fi, i capelli, la cravatta. Dissi a PbTTWB,
nomico dell'uni verità romana,situatoin che tra le auliche suppellettili di chiesa,

Campidoglio, {'eoi cenno ne' voi. I, p. 44> oltre qnellousato da'sagri ministri in Sa-
L, p. ?.6?.. Molli furono gli specchi me- grestia (/'.), eravi ancora lo specchio, on-
tallici trovati ne'sepolcri di diverse anti- de prima di recarsi all'altare si acconcia-
che nazioni, illustrati con belle erudizio- va no e rassettavano la chioma e forse pu-
ni. Non ha guari e in una delle più im- re la barba, almeno da chi la riteneva,
portanti grotte della necropoli di Tusca- per comparire al popolo colla maggior
na,ora Toscaneria, in uno de 2 3 sarcofa- decenza e compostezza. Che gli specchi
ghi etruschi scopertivi, si trovò uno spec- si vedono tuttora nelle sagrestie di Spa-

chio metallico, che il eh. avv. Secondia- gna, Francia e altrove per lo stesso fine,

no Campanari argomento di dotta


fece e per accomodarsi bene le lesti sagre,
JJ issertazione sopra uno speccìiio metal- a tal elicilo essendovi pure cuscinetti col-
lico ed un sarcofago etrusco, pubblicalo le spille o spilletli, aciculae, d'acciaio o
nel 1. 69 delle D'uteri, della pont.
1 1, p'.i altro metallo, per fermarle e appuntar-
accademia romana d' archeologia. Per le, il Guasco eruditamente nell'Opera,
tutti gli altri usi domestici non siadope- delle ornataci, tratta degli spilloni o aghi
rano se non che vetri o cristalli con una degli antichi, crinali d'oro pe' capelli a
foglia metallica coll'amalgama. L'arte guisa dell'odierne forcinelle,anticlnssimo
quindi si è compiaciuta di variare, come arnese della lesta; dell'ago comatorio o
facevasi dagli antichi, la forma egli or- spillone donnesco e crinale usato dalle
namenti degli specchi. InFrancia per lun- maritate, le quali solevano dividere i ca-
go tempo e sino alla metà delsecoloXVI, pelli sulla fronte; dell'ago per inanellare
si costumò di poi tare un piccolospecchio, i capelli e ordinarli, ciocché era vietalo

che dicevasi di tasca, attaccato alla cin- all'ebree; degli aghi o spilloni d'avorio,

tura, come poi s'introdusse portare l'o- d'argento e altri metalli, come d'oro, e
rologio (al quale articolo feci parola del- di tutti forme, facendone
ne riporta le

l'orologio a specchi). La cornice di quegli pur uso sacerdoti pagani per ornare le
i

specchi era cil'oro, di forma ovale e non loro dee, alle quali erano tenuti accon-
più larga del palmo della mano, in che ciare il capo di tanto in tanto, cioè la par-
sembravano avere in qualche parte imi- rucca. Che molti aghi o spilloni crinali
tati gli antichi, i cui specchi rappresen- furono rinvenuti ne'sepolcride'martirio
tati in varimonumenti, sono sempre di almeno di donne cristiane, e trovati da
forma ovale o rotonda, e di piccola mo- Boldetti. Dice pure degli aghi o spilloni
le. Quello specchio tascabile serviva- in de'secoli di mezzo, che le mogli erano te-

varie occasioni a raccomodare la petti- nutedi restituire agli sposi, allorché loro

natura o l'acconciatura de' Capelli (F.) o mandavano il libello del ripudio;echegli


della Parrucca {F-)j ed anche talvolta aghi capillari furono pure strumento di
un neo.allorchè nei
a collocare nel volto i crudeltà, e proibito alle donne d'Atene.
erano moda. Dopo l'introdu-
di bizzarra Le prime spille che in oggi si adoperano,
zione contemporanea del rinnovato uso dico usi fabbricate in Inghilterra neh 5 j
">.

della Barba (P.) e de' balli, i giovinotli prima usandosi unciuctti di legno o da-
SPE SPE 111
vorio e anclie spine. Tultavolfa si conosce una specie di Telegrafo ( F.) t poiché gli
clie le spille in Italia esistevano neh 3oo, antichi si servirono di specchi per la te-
e per appuntare. Degli spilloni, Acus, anco in tempi a noi vicini si
legrafia, ed
iSpmuAie,co'quali al Papa, e agli altri ve- usarono specchi per mantenere corri-
scovi che ne godono l'onore, si appunta il spondenze co'loro riflessi. E aingoiare il
Pallio, ne parlai a quell'articolo. Leggo costume delle signore svizzere del canto-
nel D.° 1196 del Diario di Roma ilei 72 >, 1 ne di s. Gallo, le quali essendo nel pro-
e nel n."i346 del 1726, che benedetto prio gabinetto, guardano ehi batte alla
XI II nel l'imporre il pallio al caldi nal Mo- porta esterna dell'abitazione, o passa per
llicci decano nella cappella segreta del Va- laloro 8trada,e ciò senza api ire le finestre,
ticano, gli donò 3 spilloni preziosi, già
i per mezzo di specchi esploratori, de'quali
dal Papa benedetti; e che altrettali e pre- ne conta uno ogni casa agiata, e col solo
ziosi per fermare il pallio regalò al car- gettare unosguardosni medesimi. Inoltre
di naIPolignac arci vescovo d' A uch,qi lau- dichiarai a Pettine alcune erudizioni su-
do gì' impose il pallio nella chiesa di s. gli specchi, le diverse specie, la loro ori-
Maria sopraMinerva, dopo la cappella per gine, l'uso, i simboli come attributo vir-
la ss. Ani. iniziata. Morendo Benedetto tuoso (e perciò Giovanni li redi Casli-
XIII in odore di santità, il suo corpo nel glia e di Leon, per la vittoria riportala
seppellirlo eia ancora palpabile, e con- nel i43 sui mori di Granata, istituì l'or-
1

venne rimettergli uno spillone e l'anel- dine dello Specchio, di cui feci menzio-
lo, che per divozione gli erano slati tolti: ne a Spagna, acciò cavalieri ch'egli ne
i

il cardinal Fini per divozione volle la mi- fregiò si specchiassero nelle virtù per i-
tra dilama d'oro colla quale era stato e- milarle, onde rendersene degni, poiché
sposto. Notaipurea Pettine, che questo dicesi specchio anche figuratameute per
strumento fu usato già dai vescovi, e che esemplare) della verità, della prudenza,
talvolta con esso e collo specchio si sep- ed anche simbolo di nozze.
delle scienze,
pellivano i cristiani, secondo il costume Rimarcai eziandio ricordati specchi coi
i

degli antichi pagani e gentili; e che quasi quali Mosè fabbricò il vaso di bronzo per
tutte le pareti delle chiese d'America so- tenere l'acqua ad uso delleabluzioni e la-
no adornate di specchi, non escluse quel- vande, mediante quelli offerti dalle divo-
le delle monache, e che ivi pure di spec- te donne ebree, che di frequente e quasi
chi si suole abbellire il palioltoe il leg- di continuo facevano orazione avanti il

gio. Gli antichi idolatri talvolta colloca- tabernacolo, e ne aveano in abbondan-


rono ne'templi alcuni specchi, il cui effet- za, per averli ricevuti dall'egiziane nel-
to era singolare, e che perciò erano chia- l'uscir dall'Egitto; sul quale argomento
mati mostruosi,corue a Smirne, e ad Elio- e sugli specchi Sarnelli ci die la lettera
poli ove un fascio di raggi illuminava l'a- 46 nel t.io delle Lettere ecclesiastiche.
ra, senza che gli spettatori potessero scor- Specchio ardente o ustorio si disse quel-
gere la sorgente di tanta luce. Altro pro- lo che arde nel riunire raggi del sole in
i

digioso e favoloso specchio fu quello del- un punto, o per via di riflessione come il
la torre del Faro d'Alessandria, col qua- concavo, o per via di refrazione come la
le si pretese scorgere gli oggetti da lonta- lente di cristallo. Ad Archimede si attri-

no, per cui si può mettere fra gli specchi buisce l'invenzione degli specchi ardenti,
magici e superstiziosi, qualificati da'eri- de'quali fece uso per incendiar la flotta
ticiper tessuto d'imposture. Del Faro di de'romani che assediava Siracusa. Pro-
Alessaudria riparlai a Porto. Altra simi- clo praticò nel V secolo la cosa medesima
le torre, in Pioma fu quella de\V Oliate contro la flotta di Vitaliano che assedia-
di Tor de Specchi (f/ -). Saranno stati va Costantinopoli, Molti scrittori vollero
aaa SPE SPE
provare ossero dilìicile che gli specchi di ino lettore si lasciarono sfuggire alcuni
Archimedee Proclo ottenessero l'effetto errori, gli uffiziali preposti a quella Pun-
che viene loro attribuito. itane devono correggerti e ridurre la spe-
SPECOLA. V> Osservatorio astro- dizione alla sua forma regolare e legitti-
nomico, Roma, e il voi. L,p. 263. Delle più ma. La dilla regola, intitolata: de non in-
rinoma te specole e conservatoli! aitrono- dicandojuxta formatti $upplicationutn%
miri trailo ne' luoghi e siali ove si tro- sed lìterarum expedi tarum, non vuole
vano. che si giudichi secondo la supplica, per-
SPEDALE. r.OspF.DAii-. chè deve (piesla essere seguita da bolle,
SPEDALlERI.f.OsPEDALiEBi,0«pK. nelle quali gli ulìiziali della cancelleria e
DALIFRE, SoREM.E e SuORE DELLA CARITÀ*. dataria dilatano o estendono le clausole
SPEDIZIONIERE DELLE LET- della domanda giusta la forma e lo stile

TERE APOSTOLICHE. Expeditio- usato. La regola 3 1 della Cancellcriaov-


narius lìterarum apostolicarum, Data- dina presso a poco la stessa cosa. Gli spe-
riae apostolicae Sollicitalor, atauc Ex- dizionieri della cancelleria e dataria apo-
peditor. Chierico o laico che nella Cu- stolica fanno parte della curia romana,
rili Romana (VA procura la spedizione sono allatto diversi da' Sollecitatori delle
delle Bolle, Brevi, Rescritti (VA e si- lettere apostoliche, o Giannizzeri (V.) t
i

mili dalla Cancellerìa apostolica e dal- quali formano uno de'collegi di / 'arabili
la Dataria apostolica (VA, In questi (V.), come egualmente sonodilferenti dai
due soli tribunali ecclesiastici si richie- ricordati agenti e procuratori particolari
de, che le istanze che si presentano e gli d'aliali, pressoi tribunali ecclesiastici e se-
all'ari che si disbrigano sieno muniti del- greteriedella s. Sede, in Francia aulica-
la firma, o come da suol dirsi attergate mente lo spedizioniere si chiamava Ban-
uno spedizioniere apostolico approvato chiere Spedizioniere {f'.). Rilevai nel voi.
dal caidinal pio- Da tario(V.) ed inscritto XV, 232, che l'uffizio di Sostituto del
p.
nell'elenco degli spedizionieri apostolici; Concistoro anticamente si conferiva a \\n
menlre die negli altri Tribunali (J7 .) ec- spedizioniere apostolico. Questo uffizio
clesiastici di Roma, e Segreterie (J^.)ec- non si put) esercitare dagli uffiziali della
clesiastichedella medesima, è lecitoa cia- dataria apostolica, come tribunaledi gra-
scuno il presentare ed attendere al disbri- zie; come non n'è permesso l'esercizio a
go delle materie che ivi si trattano. Spet- chi non è spedizioniere apostolico, uè di-
ta a'medesimi spedizionieri, come il vo- reltamente,nè per interposta persona. Gli
caholo slesso lo dimostra, il disbrigare e spedizionieri apostolici, a seconda che i

lo spedire gli all'ari che ne'due ricordati loro affari il richieggono, hanno presso di
tribunali della Dataria e Cancelleria si loro alcuni giovani, i quali perchè possa-
trattano, osservando le regole e le prescri- no agire ne'suihletti due tribunali debbo-
zioni volute, giacché la grazia accordata noesibireaU'officialepero'&ifrim della da-
dal Papa a voce o in iscritto,.solo verbo taria apostolica, una nota de' medesimi
ant scripto, è ottenuta validamente; ma giovani chesono ne'rispettivi loro studi e
è ancora informe ed irregolare fìnch'es- che si esercitano nelle materie spellanti
sa non sia stata seguita dalla spedizione. al tribunale medesimo, indicandone l'e-

La regola 27 della Cancelleria conferma tà, l'oneslà de'natali, la loro condotta e


questa massima, ordinando di non segui- abilità, ond'essere approvati e ammessi
re, giudicando, la l'orma della supplica con rescritto del cardinal pio-datario.
Memoria le[V.) ma solamente quella del*
}
Questi giovani esercenti, qua loia ahhia no
le Lettere'apostoliche (/'.^speditein con un lodevole esercizio in delti studi, alme-
6e"iienza di essa: e che se utile niedoM no di 1 o anni, se sono riconosciuti idonei
è

SPE SPE aa3


e muniti di tutti i requisiti nccessnri, cioè ne di Perugia, con governatore, situata
a t'orma de'preseritti dall'editto del data- sull'estremo declivio del monteSubasio.
rio mg** IMillo de'?.5 gennaio 748, pOS< 1 Il fa (teschi nelle Memorie del (lucalo di

sono avanzare Utania ond'estere ammes- Spoleto, la chiama antica, vescovile, si-
si a spedizionieri; quale istanza, insieme tuataall'occidente di Foligno, e menzio-
«'documentasi esibisce al prefetto dell of- nala da lutti i geografi; e Calindri nel
vacante per obitum, che ne fa
ficio delle Saggio del pontificio stato, la dice distan-

quindi relazione al cardinal pio-datario, te da Roma poste i4 172, in colle come


ed innanzi atl esso ed a mg. sotto data-
1
il territorio, e in aria perfetta. Il Castel-
rio, non che a' primari officiali della da- lano, Lo stato pontificio, riferisce eh'
taria apostolica, si tiene l'esame, dopo il distante da Foligno una scarsa lega, com-

(piale, se riuscito favorevole, viene am- prende nel suo governoi comuni di Can-
messo fra gli spedizionieri apostolici con nala e di Collemancio, de'quali feci pa-
rescritto del cardinal pro-datario. Prima rola a Perugia, oltre le frazioni di Col-
gli spedizionieri erano 1 00, ma non essen- lepino e s. Giovanni: co'sobborghi e col
do più necessario tal numero, meli 833 il suo contado, Spello conta circa 5ooo a-

cardinal Pacca pro-datario dichiarò, che bitanti. La sua porta principale, eh' e-
sarehhe limitato al bisogno, e proporzio- ra una volta a 3 archi, 2 de'quali inter-
natamente sempre alla molteplicità degli vedono chiusi, ha innanzi una gran
riti si

alìari, la natura de'cjuali sono andato de- piazza attraversata dalla strada romana
scrivendo in questa mia opera colle re- e cinta d'abitazioni, ove si tengono i set-

lative nozioni. Nel voi. X IX, p. 1 29 e 58,


1 timanali mercati e le fiere. Si ascende di
già parlai di questi spedizionieri aposto- colà fino al mezzo dell'erta, e si trova la

lici, delle qualità e capacità che in loro vasta piazza che dà adito al palazzo imi-
1 ichiedonsi, per l'esercizio delle loro ono- nicipale,decoratoda una quantità di an-
revoli edelicate incombenze. Lavv. "Mar- tiche memorie patrie, iscrizioni, erme e
tinetti, La Diceologia, t. 2, p. 399, di- busti. La gratitudine degli spellani collo-
scorre de'doveri degli spedizionieri ed uf- cò in questo palazzo semibusti di Leone
i

ficiali di dataria e cancelleria, ed indivi- XII, che reintegrò Spello del titolo e gra-
dui annessi, riportandogli autori che trat- do di città a'3o settembre 828, e la ri- 1

tarono de'due tribunali, non senza avver- fece sede di governo; e di Gregorio XVI,
tire che la dataria e cancelleria erano in che fu benefico nel terremoto deli 83?.
principio una medesima cosa, ma coll'an- e nella rigida stagione co'bisognosi, sta-
dar del tempo la moltitudine degli alia- bili la dotazione del semi nario collegio Fe-
li separò i due dicasteri. Che nella data- lice, attribuendogli con amplissimo bre-
ria si ottengono e passano le concessioni : ve deli 833 alcune rendite, ecurando-
la cancelleria attende soltanto alla spedi- ne la piùcomoda ed elegante riedifica-
zione delle medesime concessioni;quindi zione. Per munificenza di Urbano Vili
che la dataria ha la sua etimologia nella già vescovo di ó'/jo/e/i^quandoSpello ap-
data, annoiamento e registro degli atti; parteneva a quella diocesi, fu eretto il se-
la cancelleria nella custodia e spedizione, minario ecclesiastico, con beni ecclesia-
che munisce di Sigillo (/'.). Si può vede- stici e con soccorsi pecuniari e perpetui

re il Marchetti,' Dtl denaro straniato che del clero e municipalità di Spello, ed a


viene a Roma, e che ne va per cause te- questa assoggettalo nella parte direttiva
desiasti* he, p. i5 1. eamministrativa. Ne'successivi tempi con
SPELLO, Ispelliini,Hispellitni. Cit- altri fondi di chiesa fu aumentato, fio-
tà già vescovile e antica dell'Umbria, nel rendovi sempre la scientifica e inorale i-

disti elio e diocesi di Eoliguo, ilelegazio- sliuzioueed educazione, onde s.i meritò
224 SI' SPE
molta riputazione e I' approvazione di cescn, morto a Spello nel 12T4 e «epollo
Leone XII a mezzo della congregazione io della chiesa, data nell'anno preceden-
dogli studi. Dopo le rovine del ricordato te all'ordine, la cui vita sia negli Anna-
terremoto, che tanto desoli) I' Umbria, li francescani, nel Jacobilli nelle File
neh 83:7 l'edilizio fu quasi riedificato e de'santi dell' Umbria a'i3 giugno, e in
abbellito, e allora riaperto il seminario quel giorno ne'Bollandisli,/4cla ss. Subì-
collegio con aumento di seni ina risii e con- lo avendo ricevuto venera/ ione con ti lo-
vittori. 84 in tolta l'amministra-
iN'el 1 1 Jo di beato e di santo, eoo festa ili pre-
zione al comune; e nel 8 4-4» c«>n»e rilevo
1 cetto per decreto della città, confermalo
dal n.°c)6 del Diario di Roma, progre- da Paolo III, indi nel 1 738Cleinente XII,
dendo la letteraria istruzione del pio sta- come riporta nella sua Storia Novaes,
bilimento, alla scuoladi umanità separa- ne approvò il culto immemorabile. Vi
la dalla reltorica, si aggiunsero le scuole sono vari monasteri di religiose, e quello
di musica, e di disegno architettonico e di Valle Gloria Contiguo a Porta Mon-
decorativo, celebrandosi la premiazione tana ha parecchi dipinti a fiesco dclZuc-
della scolaresca con molla solennità nel- cari. Il solitario convento de'cappuccini
la chiesa del seminario collegio, coll'in- è posto nella sommità del colle, donde si

tervento del vescovo e del magistrato ci- gode il pittoresco aspello della soltopo-
vico. Nelle vicende politiche del 1
849 so- sta amplissima valle e degli oli veti, cir-
spesa l'istruzione, trovo nel n.° 108 del- condata da amene laterali eminenze. Nel
l'Osservatore Romano deli85o, la no- declinar del secolo trascorso vi fu eret-
lificazione del vescovo e municipio p*l to l'elegante teatro, di bella archileltu-
riaprimento in novembre del seminario ra e di gaia appariscenza. Fra le 9 città
collegio Felice, e riassunti gli esercizi di umbre che si contendono i natali del ce-
educazione morale e istruttiva per gli a- lebrepoetaSesto Aurelio Properzio.Spel-
humieconvittori,con regolamento slam- lo non manca di sostenere solidi argo-
palo. Spello è inoltre decorata da a in- menti, e pretende trarre i più. evidenti
signi chiese collegiate, come narra il Ca- dalla Elegia del suo lib. 4- Le Mano-
1
.'

stellano: lai.'' e più. antica è dedicata a rie di Trevonx annunziarono nel mag-
s. Maria Maggiore, e racchiude belle pit- gioì 723 il discoprimento del sepolcro di
tuie di Pietro Perugino, ed i più pregiati quel vate lirico, sotto una vecchia casa
capolavori di Bernardino Pinluricchio, che tuttora si addita col nome di Casa
con una copiosa quantità di sagri ariedi; di Properzio. Sia comunque, la fondata
-1

J a 2 imodernamente eretta sulle ve-


p ù tradizione ispirò al cau.° Ottavio Acco-
stigia d'un tempio pagano d' Apollo, è rimboni il volgarizzamento dell' accia-

sotto l'invocazione di s. Lorenzo, e colla malo suo concittadino, non che l'Epopea
i." gareggia in isplendidezza. Dice Ca- latina del p. Francesco Mauri,altro poeta
che a s. Maria Maggiore l' impe-
lincili, spellano e coronato iu Firenze sotto Co-
ratore Enrico VI donò molte reliquie, simo I, avendo desunto per argomento
che la chiesa di s. Lorenzo fu consagra- il serafico s. Francesco d' Asisi. Spello si

ta da Gregorio IX a'24 maggio 1228. vanta pure di altri illustri in santità di

Vaghissima è la chiesa di s. Andrea, uf- vita,nellescienze,nellearmi; e Gio.Car-


fidata da'miuori conventuali, che dimo- lo Lassi istituì in Roma i! Collegio L'in-
rano nel contiguo convento. Ivi si con- bro (F.), che poi fu unito al CollegioFuc-
serva un bel quadro di Pinluricchio, ed doli (F.). Quanto avendo
a Properzio,
il corpo del b. Andrea della spellane fa- il Ciatti nel suo Paradosso sostenuto ap-
miglia Caccioli o de Lacchis, frale mino- parlenere a Perugia, e l'Alberti a Deva-
re ed uuyde'nrimi 72 discepoli di s. Fi au- gna, scrisse coutro Taddeo Donnola Ve :
SPB SPE 22",

patria S. A. Propertii poetac perei/rio- ri la Disseriazione sopra l'iscrizione tro-

sa dissertatio, in aua ami nonnulla de vala nella città di Spello, c\\c si legge nel
Hispelli anlujuilate limi mulla sciiti di- l. 3 delle sue Miscellanee, e nel 1. 1 1 de-
gita cnodantur, einctidanlur, Fnlgiuiae gli Opuscoli del p. Calogerà. Sebbene dal
i ()2f).Ein icoSchurzHeischin in Wittem- celebre scrittore si creda supposi tizio qua-
berga pubblicò nel 1712, accresciuta
la sto marmo, nondimeno ci dà delle noti-
ili prefazione e note. Forse Spello ebbe la zie storiche di Spello, delquale al dire
zecca, ma
quadrante di cui parla l'avv.
il di Marocco, Monumenti dello stalo pon-
de Miniasse' Cenni numismatici di Fer- tificio t. 3, p. e), ne tratta ancora il
1 1 1

mo, p. q non lo crede essere uscito dal-


y
Serlio, e più esattamente con disserta-
l'officina monetaria di Spello. Osserva il zione la illustrò l'Orsini. Leggo dunque
Castellano, che dell'antica grandezza di in Muratori, che l'iscrizione,se realmen-
Spello fanno fede gli avanzi di sue mura te è genuina, sarebbe un pezzo prezioso
romane di pietre riquadrate, che lastra* d'antichità, perchè contiene il decreto,
da corriera per a Perugia vanno costeg- edittoo rescritto dell'i raperatoreCostan-

giando; il maggiore ed assai più ampio tino I il Grande in favore della città di
recinto, che i suoi ruderi descrivono; il Spello, e trovata nel 1773 in un terreno
beli* antiteatro, del quale nella pianura del sodalizio della Morte, presso le vesti -

sono in piedi notevoli avanzi; il teatro di già dell'antico suo anfiteatro, rotta e ben
romana struttura, decoralo nella scena scolpita in marmo fino bianco, congettu-
d'ordine jonio, la cui venustà e ricchez- randosi dell'anno 335, benché manchi
za viene attestata dagli operali massi di di data. La crede fattura illegittima dei
marmo di recente escavazione; i contras- tempi o barbari o moderni per procac-
segni d'un tempio dedicato a Citerea,e ciar gloria alla patria, o farsi merito con
altro aVenere che Calindri crede eretto Bolsena; tutta volta non intende assoluta-
da Giulio Cesare; e soprattutto la porta mente deciderla per impostura, basando
Trionfale, detta comunemente Porta Ve- le sue dubbiezze e sospetti sui sollecismi
nere, di lavoro etrusco e fianche«"iata
' OD da che contiene, sui titoli dati all'imperato-
due ben conservate torri aggiuntevi d'o- re e perchènominalivi i 3 suoi figli e sen-
pera romana e del secolo d'Augusto. Ai- za il titolo di Cesarej sul costume che i

fra porta urbana, ora chiusa allatto nel sacerdoti creati dal popolo di Spello per
lato delle mura lungo la strada romana, antica consuetudine dovessero andare a
di antica costruzione, decorata di pila- T»olsena per ricrearla con tragedie, com-
stri, trabeazione e frontone triangolare medie, mimi, pantomimi e simili sollazzi.
d'ouline toscano, spira benché mutilata ecollezulfe de'gladiatori, per cui gli spel-

robustezza ed eleganza. 11 bel tempietto lali! domandarono all' imperatore che


del Clitunno,che riguardasi come un an- non fossero obbligati di recarsi a Bolse-
tico capolavoro, eretto presso le sorgenti na per la difficoltà del viaggio; sulla li-

di quel fiume nella stazione postale del- cenza di fabbricare un tempio in onore
le Vene, per testimonianza di Plinio il disua famiglia Flavia, e che il sacerdote
Giovane, fu donato da Augusto agli spel- che ogni anno sarebbe eletto dall' Um-
lamele gratuitamente vi davano a'eon- bria possa celebrare i giuochi scenici e la

correnti alimento e ricovero. Vi sono pu- battaglia de' gladiatori; che gli spellani
re avanzi d'acquedotti e bagni, e Calin- domandarono e ottennero invece della
dri ritiene che il sontuosoarco fosseeretto denominazione di Colonia Julia Jlispel-
ad onore dell'imperatore Marco Opellio lum, l'altra nuova di Urbs Flavia Con-
Macrino al quale furono pure coniate
, stans,e di dedicargli il tempio pagano, ma
monete. Oltre a ciò abbiamo di Muralo- contro la storia, l'operato di Costantino
VOL. LITUI, i5
aaG SPB Sb»E
I e la sua luminosa pietà, severo conlro FlaviaConslans derivasse da Flavio Co-
i sagrifizi a'falsi numi eia superstizione statile figlio di Costantino I, senza cono-
gentilesca, concedendo a Spello l'altro- scere che il Constati 1
; fosse epiteto d'ono-
duzionéde'giuochi diesi facevano iuBoI- che Flavia potesse venire da Vespa-
re, e

sena, mentre Costantino I sino dal 325 siano o suoifigli Tito e Domiziano. Ag-

avea abolito gJi spettacoli sanguinari dei giungo, the trovo nell'Adami, Storia di
gladiatori per tolto l'impero,secondoL>a- f'olseno, ossia BoUena, 1.
1, p. 244, l 2 -
>

ionio, ma dipoi veramente non dapper- p. l\S,che ritiene per legittima la lapi-
tutto restarono aboliti, essendo ripullu- de trovata a Spello a suo tempo, e la ri-
latidopo la sua morte, e perciò itenere i porta a onore di sua patria Volseno.
non averne potuto concedere l'indulto a L'origine di Spello alcuni la preten-
Spello, e permesso che continuassero in dono remotissima, asserendo persino es-
Bolsena. Dubita dunque Muratori, per le sere fondata da'figli di Noè, indi amplia-
accennate ragioni, che la lapide sia slata ta da Speo Folissio nobile sabino, come

fabbricata dopo il 1 5oo, da qualche stu- apprendo da Calindri, il quale in uno a


dioso de'riti romani, lasciandone agli altri Castellano segue l'opinione che fu della
il più sicuro giudizio; bensì dichiarò che Flavia Co-f/auledall'imperatore Costan-
Spello, nobile colonia de'romani,non ha tino I, e suoi figli Costante, Costantino
bisogno di tale lapide per comparire il- e Costanzo, e riedificata o dichiarata cit-
lustre e splendida ne'secoli antichi, pos- tà dah.°nel 3^4. Certo è che Spello fu

sedendo tuttora gran copia di marmi e al- municipio romano ascritto alla tribù Le-
tre indubitate memorie de'tempi roma- monia, dichiarata ColoniaGiulia da Ce-
ni, oltre le vestigia di monumenti anco- sare. L'imperatore Gordiano le conces-
ra visibili del loro antichissimo anfitea- se gran privilegi; e l'imperatore Gallie-
tro o meglio teatro. Riporta l'iscrizione no, secondo Calindri, qui ricevè primi i

di C. Matrinio, benemerito della città per da Cleonimedi


canditi, inventali per lui
averle dato copioso spettacolo di gladia- Spello. L'Ughelli, Italia sacra t. io, p.
tori egiuòchi teatrali; marmo favorevole I 4> dichiara che dal suo no\r\e Ilispel-
1

all'esistenza del pontefice della famiglia lum si formò il volgare Spello, e per le

Flavia a Spello, e perciò in conferma del vicende e guerre che soldi decadde dal
suo tempio e sacerdoti in onore di tal fa- suo splendore, celebrando i suoi cittadi-
miglia; ma Muratoli dice pure doversi ni comechè fiorili in pietà e nelle lettere;

esaminare prima o dopo Costan-


se fatto il corpo di s. Ventura venerandosi nella
tino, poiché se dopo dà forza e credito chiesa del suo nome. La fede vi fu pre-
al decreto di Costantino I, ma se prima dicata ne'principii del cristianesimo, e nel
è da ritenersi impostura, per le ragioni secolo 111 già era sede vescovile, cono-
che adduce. Egli crede che quel Flavia scendosi peri." vescovo s. Felice che fu
Constans fu un epitelo glorioso dato a martirizzato sotto gl'imperatori Diocle-
Spello, e quanto a Flavia repula essere ziano e Massimiano , e celebrandosi la

derivata più da Vespasiano o suoi figli sua festa a' 1 8 maggio con solennilà,qual
della famiglia Flavia, che da Costantino patrono della ciltà. Tumulalo nella sua
I,per gli esempi che riprodusse. Conclu- chiesa presso Spello, fu poi traslato iiiGio-
de, che se l'iscrizione posta a C. Matri- ve di Spole ti, nella chiesa omonima. Tad-
nio appartiene a'tempi innanzi Costanti- deo Donnola nel 1620 in Venezia stam-
no le veridica, e probabilmente fu cagio- pò : De loco martyrii s. Fdici.s episco'
ne della fabbricazione del supposto de- pi Spcllatensis iraclatio. Addila est e-
creto di Costantino, per essersi congettu- jusdem s. Fclicis hisloria martyrii Ti-
rato the la denominazione del titolo di cini impressa annoi 523. IScc non agi-
SPE SPE 227
tur de loco mnrtyrii s<t. Carpophoiì , et to la protezione de' perugini, e che dalli
Allindi apudeandemBùpeUì cwitatem, città e magistrali le si mandasse uo nuo-

de CUJUS antiqui! ite nonniliil edam per- vo podestà eletto dal loro consiglio, e vi
curiitur. Nel G 3 4 »n Roma Gio. Mar*
i ondò bertuccio di Porta Borguè. Nel
navitio Tomaia vescovo di Bosnia pub* 1398 gli spella ni supplicarono perugini, i

blicò: S. Felix Ep. et Ili. $pnl<i leu si ur- come loro protettori e padri, a volerli a-
bi Dalnialiae, Croatiae metropoli pri- t
iutare contro ilduca di Spo-
vicario del
matialique, etventate vendicatus. So- leti, governando allora
ducato bertoldo il

stenendo egli dunque che s. Felice appar- Orsini governatore, che avea fatto pub-
tiene alla chiesa di Spala trae non a Spel- blicar guerra a loro danno, forse preten-
lo, gli rispose Donnola con questo li-
il dendo che Spello fosse soggetta alla giu-

bro : Apologia qua s. Felix Ep. et M. risdizione del ducato, mentre erasi data
Spellate usis dilucidatiti', et con firmalur, ni governo Questa intesi gli
di Perugia.
et quae de eodeiu s. Felice, et de nonnul- ambasciatori spellani, ne mandarono an-
lis ad liisloriam perlinenlibus Jo. 'Foni' che loro al vicario del duca per queste :

cus scripsit par. 1 II redarguunlur,cl


et pretensioni e per comporle più volte Pe-
eonfitlantur. Par. vero III, Felicis dat- rugia e N'ocera inviarono in Roma am-
ti tara de s. Carpopho-
Britio Ep., et ss. ba-ciatorialPapa.DiceCalindri,che Cle-
ro presbyt. et Abundio diacono nini., et mente V maritò in Ispello una sua so-
des. Herculano primus hujtts nomini Pe. Targarmi: temo sbagliato il
rella in casa
rusiae Ep. et M.quatn de Propertio pa- nome, poiché quel Papa era franceserta-
tria quae inciderunt, enodanlur, ac re-
,
bili la residenza in Avignose,e perciò sfa-
[eli itti tur. Et demum par. IJ'pleraque de vorevole agl'italiani. Spello come le al-
I/ispello, gasane anliquitale, Fulginiae tre città fu agitata dalle fazioni, massime
i643. Il 2.° vescovo conosciuto di Spello in detto secolo XIV e in tempo del lun-

è s. Epifanio, che intervenne al sinodo ro- go scisma d'occidente, per cui si sottras-
mano tenuto nel 487 da s. Felice III, ed se dall'ubbidienza del legato di Perugia.

erronea niente da altri detto vescovo di Martino V avendo estinto lo scisma e ri-
Spoleti, come rimarco in quell'articolo. cuperati i domiuii della Chiesa, fece ri-
11 3.° Yenerio che trovossi al sinodo di tornare Spello a'suoi doveri; laonde a' 1
7
Papa s. Simmaco in Roma nel declinar settembrei424 furono firmati i capitoli
di ilello secolo o nel principio del VI, an- di soggezione tra il comune e la s. Sede,
che esso creduto di altra sede falsamen- in Deruta ov erasi il cardinal legato tra-
te, cioè di Pola, Po Icnsis. Questa sede del sferito da Perugia a causa dell'epidemia
vicariato romano/in seguito si unì a quel- che ivi regnava. Papa Nicolò Va' 16 feb-
la di Spoleti. Spello appartenendo al ce- braio i4t9 die in feudo a Nello Caglioni
lebre ducato di Spoleti, con questo passò di Perugia la prefettura o vicariato tem-
nel dominio temporale della chiesa ro- porale di SpellOjConCollazone. L'Ugliel-
toana,enesegiiì le vicende storiche. L'im- li e Castellano narrano, che il famoso Fi-
peratore O'tone IV nel principio del se- liberto principe d'Orange, che alla mor-
colo XIII si mostrò benigno con [spello, te del contestabile di Borbone era sot-
forse quando con altri luoghi ingrata- tentrato al comando dell'espugnazione
mente l'usurpò alla s. Sede. Trattano di di Roma nel 1527, nel dirigersi poi e do-
Spello gli storici dell' Umbria, di Foli- po il deplorabile ed iniquo saccheggio
gno, di Perugiaj ed il Pellini, [Ustoria dell'alma città, alla volta di Perugia per
di Perugia, riferisce ch'era in detto se- discacciarne Malatesta Baglioni in nome
colo di vota di Perugia, e che nel 1289 di Clemente VII, accampò a Spello le sue
domandò di nuovo d'essere accettata sot- truppe e la pose a ruba, spargendovi la
228 SPE SPE
desolazione e la strage. Ma il Giordani, indi col breve In apostolicae dignitatis,
Drlla venula e dimora in Bologna di del 1*8 agosto, Bull. bit. p. 4?9> soppres-
Clemcnte file Carlo V , sebbene cono- se la congregazione dell'oratorio di Spel-
scesse l'asserto dal Castellano, a p. 17.J lo, istituita da Giustiniano Cambi, e ne

narra per altro motivo la liunione delle unì i beni alla mensa vescovile di Foli-
milizie a Spello e nel i 53o. Egli dice,che gno. Inoltre leggo nello stesso Bull, t. <>,

essendosi da Carlo V imperatore conve- p.69, il breve Ex pastora listalo da l'io


nuta col Papa l'impresa di Firenze per VI a'5 febbraio i 779, per l'erezione del-
darla ad Alessandro Medici con titolo di la casa reclusorio di Spello, onde rac-
duca,fecescrivereaFilippo principe d'O- chiudervi gli oziosi e vagabondi, ragazzi
range suo capitano generale, che raccol- edonzelle pericolanti^ i discoli. Lo sullo-
ti soldati sparsi perla Toscana proce-
i mise alla protezione di mg. tesoriere ge« >'

desse all'assedici! perchè Filippo inviò nerale, ne affidò la soprintendenza ad una


ordini a Galeazzo Farnese, a Pietro e A- congregazione l'ormata di 3 individui dei

Scanio Colonna, a Gio. Battista Savelli, comune, di canonici delle due collegia-
al conte Gio. Sassatelli d'Imola, al conte te, e di 3 della compagnia dell'Unione,
Pietro di s. Secondo e ad altri uffiziali la quale si dovesse adunar nella sagrestia
maggiori, acciò si riunissero a Spello, o- della chiesa del buon Gesù di detto so-

v'erano convenuti d. Ferrante Gonzaga dalizio. nel Terzierodi Porta Chiusa, le

generale della cavalleria del principe ili cui case destinò ptv luogo di correzione;
Grange, d. Alfonso d'Avalos marchese il morale e lo spirituale dichiarò spetta-
del Vasto e generale de'fànti; scrisse pu- re al vescovo. Stabili il suo mantenimen-
re a Bartolomeo Valori fiorentino, coni- to con somministrazioni del monte di pie-
ni issano generale dell'esercito e milizie là, del comune esentandolo dalla dislri-
poulificie, per colà sentire le ordinanze buzione del panea'poveri nella dotneni-
atle al più facile riuscimentodi quell'ini- ca delle Paline, della compagnia dell'U-
presa. Al qual effetto il commissario a- nione, le due collegiate, alcuni beneficia -

vea chiamati sotto gli ordini dell'Orali- ti, la congregazione di s. Filippo, il ino-

gè gli ufTìziali e capitani delle genti d'ar- Basterò di Valle Gloria; vietando ogni
mi papali; avea fatto magazzini di viveri specie di questua, ad eccezione di quelle
e di munizioni per tanta moltitudine di de'cappuccini e altri religiosi mendicanti,
armati, con altri opportuni provvedimene Nella Narrazione del viaggio di G rego-
li. Paolo III poi del 1 534 fece diroccare rio XVI nel 1841, del cav. Sabatucci,
le mura e torri di Spello, probabilmente a p. 1 76 si riferisce, che il Papa reduce

nella guerra di Perugia; dopo di che il da Foligno, passò a' 22 settembre per
suo decadimento fu progressivo e l'indù- Spello, ove la magistratura comunale a-
stria rimase annientala ; ma la feracità, vea disposto quanto era conveniente a fe-

del suolo,ed il buon volere degli spellani steggiarlo degnamente, ed eretto sulla
riparò a tanti disastri. Gregorio X.IJI del piazza ou magnifico padiglione con tro-
1572 ricuperò al ditello dominio della no. Indi umiliando il suo omaggio a Gre-

s. Sede, Spello e Bastia per la linea finita gorio XVI di fermarsi alquanto in mez-
negl'investiti Baglioni,e perciò devoluta zo alla di vota popolazione, benignamen-
alla camera apostolica. Clemente XIV il trono
te scese dalla carrozza, e salito

col breve Super specula, de' 2f) aprile comparii con alletto paterno all'accia-
1 772, Bull. Rom. cont. t.4, p. 4 2 4> tns " mante e giuliva moltitudine la sua apo-
meuibtò Spello dalla diocesi di Spoleli, stolica benedizione. Ammise quindi con
allora vacante del vescovo, e l'unì e in- ogni affabilità alla sua presenza e al ba-
corporò a quella di Foligno in perpetuo; ciò del piede, il clero, la magistratura, il
SPE SPE lag
governatore e molte altre persone, e la- ni pascoli. Non mancano terre fertili e
sciando così consolato quel popolo, pro- bene irrigate, ma interrotte da grandi e-
seguì il viaggio per Asisi(t del soggior- etensioni deserte. Rigogliosa è la parte
no io questa città, siccome il suo articolo prossima al mare, abbondante di frutti
eia stampato nel i 8{o, " e parlai ne'luo- e di vili che producono il celebre squisito
gin indicati a Palazzo apostolico d'A- vino. 11 suolo nella parte fertile rende il

nsi, oltrequanto narrai a Porziurcola). 20 e il 3o perioo. La colonia unisce al


Aggiungerò che aGregorioXN furono 1 vantaggio de'prodotti de'climi temperati
presentate, da Giacomo Gianfelicc //o/<z- d'Europa, quello delle produzioni del-
riorum praefectus, un' iscrizione stam- l'I mlia, e generalmente de'lropici: il pae-

pata, con elegante coperta ricamala e lo se è ricchissimo di vegetabili e animali.


stemma pontificio, in onore del Papa e Il vino e l'acquavite sono gli oggetti più
delle sue gratuli virtù; e 6 altre mss. ce- importanti, ed è rimarcabile che questa
lebranti in nome di Spello l'avvenimen- contrada è la sola del meridionale emi-
to del pontificio viaggio, comechè fausto sfero che produca tali derrate. Gli abbon-
per P Umbria, la sua opera sul Trion- danti e scelti suoi vini hanno una quali-
fo della s. Sede, fasti del memorabile
i tà loro propria, cioè di poter sopporta-
suo pontificato, e le benemerenze della re qualunque clima, e di non mai ina-
città, e composte dal prof, di eloquenza cetirsi. Pare diedi tutti grani d'Euro- i

\ itale Rosi, ebe il Castellano loda per ze- pa la migliore riuscita debbasi all' orzo
lo e amore ellicace verso la patria, e per e al frumento; anche il mais riesce bene.
l'incremento recato al rinomato semina- Le piante mangiative d'origine europea
rio collegio della medesima. ben presto degenerano. Souo interessan-
SPEND1TORE SEGRETO DEL ti gli altri prodotti territoriali, abbondali

PAPA. V. Scalco segreto del Papa. te la potassa, considerabile il legno d'a-


SPERANZA (s.), martire. V. Fede ,
loè, sommamente buono il tabacco, e vi

Speranza e Carità (ss.). ha un gran consumo nel paese. La bo-


SPERANZA oCARDO.o/vimee^e- tanica è ricchissima, e ben poche souo le

tire. V. Cardo. contrade che producano fiori e piante co-


SPERANZA o CAPO DI BUONA sìdistinte, per l'eleganti forme e per ia
SPERANZA. Vicariato apostolico e va- vaga quantità de' colori: immensa è la

sto possedimento inglese, all'estremità varietà delle piante medicinali; si rico-


meridionale dell'Africa, confinante cogli nobbero più di 70 qualità di legname da
ottenloti , con P Oceano
colla Cafreria, costi uzione. Molto la zoologia ha perduto
Atlantico e con l'Oceano Indiano, il pun- dopo l'arrivo de'primi europei, essendosi
to di divisione de'due Oceani. La colonia quasi estirpate diverse bestie feroci; poco
del Capo di Buona Speranza è un paese numerosi sono quindi gli elefanti e i l'ino-

generalmente coperto di montagne, che cerouti;in gran numero e (àcili a prender-


si abbassano verso il mare, la cui linea si sono gli anfibi ipopotami, la cui carne
crestata separa gli ottentotida' cafri. 11 somiglia a quella del porco, che pure vi è,

clima è temperato, con pioggie nell'in- gli springboks marcia no a torme,gli struz-
verno, e vento secco nell'estate. I suoi ter- zi si moltiplicano in modo straordinario:
rapieni contengono immense pianure pri- fra gli animali domestici si distinguono
ve di vegetazione; al nord-est però vi so- i montoni che si moltiplicano sor-
bovi e i

no eccellenti pascoli, esi alleva molto be- prendentemente, e de'secondi sene mi-
stiame, ma qui il paese è esposto ali in- gliorò la razza coll'introduzione de'me-
cursioni de'cafri e de'bosiesmani; anche rinos, i quali producono lana in gran co-
le montagne e alcune laude danno buo- pia. I bovi s' impiegauo alla tirella e nei
2 3o SPE SPE
lavori rurali; non si viaggia chea cavai- lizznzioue e viventi ne' boschi. La razza
looin carro tirato da bovi. Si usano car- colorata de'cafrì è differente dalle due pri-
ri tirati da 4 bovi, e chi li guida ha una
1 me, e poco si estende sul territorio ilei
frusta lunga almeno 3o palmi. Oltre gli Capo, e sono in islato di continua ostilità
asini, cavalli sono di razza persiana e
i verso i coloni, che considerano come u»
americana; mandrie di cavalli di razza surpatori, benché ora seminino domati
inglese e araba servono pure di esporta- dopo la recente guerra cogl'inglesi. I ca-
zioni. La pesca abbondantissima sulle
è fri parlacouna lingua che ha pio, del suo*

coste, e la più gran parte si sala, dal che no delle campane, che di voce umana ;
deriva un articolo assai considerabile di più piccoli e di più grazia sono quelli de-
commercio: facile e abbondante è la pe- gli Uleestay. Credono che vi sia un so-
sca della balena. Ben luugiè il regno mi- Viano che disponga delle pioggie e dei
neraled'olfrirelericchezzedegli altri due venti, del caldoe del freddo, ma non sono
regni , tuttavia ha importanti prodotti, persuasi di rendergli ubbidienza. Quelli
essendo il maggiore il sale,poichè una par- di Solala adorano la luna, altri sono mao-
le della costa occidentale è coperta di la- metlani, e vi sono de'crisliani intorno al
ghi salati. Alcuni luoghi producono ra- Capo di Buona Speranza. Neh 5Go il p.
me, ferro, piombo, pietre preziose e un Gonzalvo Sylveira battezzò l'imperalo-
poco d'oro; souovi acque minerali, e si re di Monomotapa e sua madre con 3oo
crede che le montagne racchiudano car- nobili; ma da 4 turchi che
poi persuaso
bon fossile e altri preziosi minerali. La fosse un incantalorej'imperutore fecede-
popolazione, sebbene in aumento e più capitare il religioso, di cbe pentitosi die

civilizzata sotto la dominazione inglese, pure morte a'turchi. Dell'imperatore


la

non è proporzionata all'estensione del- di Monomotapa feci cenno a St^r.vuto,


l'ampio territorio, ed immensi terreni re- dicendo in qual modogcneralesi (elicita,
stano incolti. Es*a si compone di bian- In 3 classi divido tisi gli abitanti de'ca ni-
elli o di colore liberi, d'oltenloti, di ne- pi; vignaiuoli, alliltaiuoli e pastori: i pri-
gri e d'altri : i bianchi discendono da'por- mi abitano i contorni del Capo, e sono i

l'obesi, olandesi, inglesi, e da'francesi ri- più civilizzati e più ricchi, assai cortesi,
fugiati neliG85 per la rivocazione del- generosi e ospitalissimi co' forestieri. Per
l'editto di Nantes, che favoriva i piote- la più parie sono originari francesi, e uno

stanti, per cui di questi vi sono molte fa- di loro piantò il i ceppo di vile in que-
miglie; degli olandesi vi si stabilirono gli sto paese, ove tanto eminentemente alli-

esiliali,ed i soldati e marinari congedali gnò, massime nel distretto di Costancia


e che avevano guadagnato del denaro in a poche miglia dalla città di Capo. Il po-
Batavia: tutti prendono la denominazio- dere d'un uomo agiato rassomiglia a un
ne d'africani, e vi sono schiavi d'ogni piccolo stato. Meno civilizzali sono i pro-
colore, cafri, ollentoti, bosiesmani ; gli prietari del bestiame che di vidonsi in due
oltentoti aborigeni sono privi d' inlclli- classi, i nomadi ed i sedentari. 1 servi e
genza, e per la maggior parte sono no- gli operai essendo rarissimi, suppliscono
mach ebuoni cacciatori, nutrendosi prin- gli schiavi neri e gli oltentoti, i quali per
cipalmenle di frutti e radici. Hanno la trattamenti crudeli mollo diminuirono;
tinta diun giallo carico, bruite fattezze, imigliori sono nati da un europeo e da
i

naso molto schiacciato, bocca grande e una schiava, e sono laboriosi, sensati e
belli denti; sono general mente piccoli, ma ben costrutti. I giovani coltivatisi negli
con membra proporzionate. Altra razza esercizi ginnastici, sono bravi cavalleria-
di naturali sono i bosiesmani, estrema- zi e cacciatori, ma consagrano il più del-
mente selvaggi e feroci, incapaci di civi- la loro vita a bere il thè ed a fumare il
SPE SPE a3r
ginepro. Le donne sono belle, leggiadre, le terre che avessero scoperto i suoi nu-
cimanti della musici. L'industria si ridu- viga lori nelle coste dell'Africa e nell'I ti -

ce alla fabbrica de'vini, acquavite, sapo- die orientali; che Papa Nicolò V nel i \
">\

ne, candele, cuoio. Il commercio e la uà- o i


j 7 > per avere il re Alfonso V dilata-
vigazione, il cui centro è la città di Ca- to le sue scoperte e conquiste, con vau-
po, non è in proporzione considerabile, taggio dell'introduzione della religione
ma lo di vena perla ristabilita buona ai- cristiana (ino alpunto detto Capo delle
monia co'cafri, e se si troverà un porto Tempeste, e poi Capo di Buona Sperati-
migliore e più sicuro della baia di Tavo- Zdj dichiarò appartenere al solo domiuio
la,ove non si approda die nell'estate e del Portogallo 1' estensione del dominio
dove perisce un numero considerabile di che nell'articolo indicai, come si può ve-
bastimeoti, non meno che nella baia Fai- dere nella bolla Romanus Ponti/ex, de-
sa, la quale è il porto d'inverno del Ca- gli 8 gennaio, Bull. Boni. t. 3, par. 3,
p.
pò, ed in cui staziona l'ammiraglio ingle- 70 concessioni
: ediritti die conferruaro-
se colla flotta. La baia di Saldanha riu- no altri Papi, e segnatamente Innocen-
nisce tulli i desiderabili vantaggi, ma è zo Vili al reGiovanui II; mentretraque-
2 \ leglie distante. Questo paese non ha sti e Ferdinando V re di Spagna (^.),
alti moneta die carta, introdotta dalla
a Papa Alessandro VI tirò la gran linea di-
compagnia dell'Indie orientali, e il cui visoria per troncare le controversie in-
valore varia giornalmente. La colonia an- sorte delle loro conquiste. QuestoCapo
ticamente divisa 4 distretti, ora lo è iu
in dunque nel i483fu scoperto da unasqua-
7, cioè: Capo di Buona Speranza, George- dia portoghese, comandata da Bartolo-
town, Graaf-Reynet, Stellenbosch, Tul- meo Diaz. La mancanza de'vi veri e il cat-
bagli, ZuureveloAlbany,Zwellendam. Vi tivù tempo che aveva provalo, impedì-
ha il governatore civile e militare, e eia- rono al navigatore di avanzarsi; egli die-
scun distretto un governatore, un'alta cor- de perciò a questa punta il nome di Ca-
le di giustizia civiie e criminale, oltre la pò delle Tempeste, che il re Giovanni I[
guarnigione che l'Inghilterra me 11 tiene iu nel 1^2 commutò in quello che porta at-
questa possessione lransallantica.il Capo tua Imeni e,dopo l'esplorazioni del suona-
di buona Speranza è una delle punte più vigalore Cano, per le speranze coucepile
meridionali dell'Africa, mette termineal- di splendide scoperte. Raccontai inoltre
la penisola formata dalle montagne della a PoRToGALLoebe una considerabile ilot-
Tavola, stabilisce un punto di vegetazio- ta portoghese partita neli4q7, sotto la

ne de'più rimarcabili che vi sieno nelglo- guida del celebre Vasco daGa ma nel i4q8
bo,queI'odell'AtIanticoedeirOceanoIu- superò tutte le difficoltà, passò perlai."
diano, e divide in due eguali parti il viag- il Capo di Buona Speranza, quando volle
giodi Europa all'Indie orieutali. Dopo la trovare bramato passaggio per mare
il

scoperta dell' America, l'avvenimento all' Indie orientali (^•), colle quali non

maggiore della marittima storia moder- vi avea commercio che per l'Egitto e la

na è quello di aver oltrepassato questo Persia, ed aprì quelle Indie all'Europa.


Capo; ma nel voi. LV,p. 3 rimarcai che 1 Vasco da Gama toccò pure Mozambico,
dopo lasua memorabilescoperta,elasuc- dell'Oceano Indiano sulla costa
stretto
cessiva d'America, l'Italia e particolar- sud est dell'Africa, ma soltanto neh 5o8
niente le città marittime del Medi terra- i portoghesi vi costruirono un forte e vi
lieo patirono gravissimi pregiudizi nel stabilirono un banco; iudi fabbricarono
commercio. Narrai a Portogallo che Pa- la città dello stesso nome sotto la giuris-
ta Martino V per la propagazione del dizione ecclesiastica di Goa, e mediante
cristianesimo concesse al re Giovauui I le ulti e conquiste ne fecero la capitale del-
23a SPE SPE
la capitaria generale di Mozambico, il cui posizione per parte degli ottentoti,de\|'ua-
governo coi» prende i possedimenti por- li lo spirilo stupido e grossolano non po-
toghesi al sud-ovest dell'Africa, con fi ni u- teva di tale condiscendenza prevedere le

ti colla Cafìeria. Altrettanto dissi nel voi. conseguenze, e que' naturali vennero o
XXXI V, p. 192,205,207, e che Pao- ridotti alla schiavitù o spinti nell'inter-
lo 111 nel 1 534erigendo il vescovato di no, e quindi di là delle montagne che for-
Gon i la diocesi incominciò dal Capo di mano il limile settentrionale. Da quél
Buona Speranza, e si estese fi no alle fron- tempo in poi vi si recarono gran nume-
tiere della Cinaj indi vi si recò il gesuita ro d'olandesi, di francesi, di tedeschi, e lo
s. Francesco Saverio, che al modo pur stabilimento andò gradatamente aumen-
detto nel voi. XXX, p. 1 26, fu dichiara- tandosi. Nel yrpa' 6settembreuna flol-
1 1 •

to da Benedetto XIV a istanza del redi ta inglese s'impadronì del Capo, che re-
Portogallo, protettore principale dell'In- stituì all'Olanda per la pace d' Amiens
die orientali, dal Capo di Buona Speran- nel 180?.. Al rinnovarsi delle ostilità nel
za fino a'regni della Cina e del Giappo- 1806 cadde di nuovo in potere dell'In-
ne. Cos'i per la t." volta si videro de' va- ghilterra, alla quale restò definitivamen-
scelli europei sull'Oceano Indiano, aven- te nel 8 4- Xel sistema inglese pel do-
1 1

do notato nel voi. XXVIII, p. 34, che al- minio de'mari, questa colonia forma un
cuno anco al celeherrimo Colombo sco- punto della più alta importanza, come
pritore àe\V America, attribuì 1' esplo- luogo d'ancoraggio per gl'innumerevoli
razione del Capo di Buona Speranza e ; bastimenti eh' esercitano il commercio
nel voi. II, p. 1 a ricordai che poi lo supe- delle Indie, e come posto d'osservazione
rò il famoso Ferdinando Magellano por- per le flotte britanniche. La vasta contra-

toghesealservigiodiSpagna, quando nel da d'Africa chiamata Cafreria confina col


«520 scuoprì d famigerato stretto a cui Capo, abitata da popoli negri, robusti, la-
dieil suo nome, ed entrato peli. "nel ma- boriosi, industriosi ed estremamente co-
re del Sud, così accoppiò il Pacifico col raggiosi, ad onta d'essere per abitudine
1 Atlantico, stabilendo una comunicazio- pacifici e ordinariamente con lisonomia
nefra l'Atlantico e il glande Oceano Au- ridente. I cafri ebbero frequenti discussio-
laonde lo stretto Magellano è quel
strale; nico'coloni del Capo che ponevano il pie-
braccio di mare che divide 1' estremità de sul territorio loro,ed ebbero guerra co-
meridionale del continente dell'Ameri- gl'inglesi, la quale finì nell'ottobre! 8 19,
ca, dall'arcipelago della Terra del Fuo- e in fòrza del trattalo del i8ao,riducendo-
co, all'estremità sud della medesima e li gl'inglesi a ritirarsi dietro la ELevskani-
della Patagonia, di cui fa parte, e da Ma- ma, 20 leghe più lungi, ed a riguardile
gellano così chiamala pe'numerosi suoi come centrale la parte del territorio da
vulcani. Sebbene però i portoghesi nei essi evacuato. In tal guisa gl'inglesi sias-
frequenti loro viaggi all'Indie si ferma- 6Ìcuraronola conquista e il tranquillo pos-
vano al Capo di Buona Speranza, inai vi sesso d'un territorio fertilissimo e ricco di
formarono stabilimenti ili permanenza. pascoli, vi mandarono nuovi coloni, e li

INel iGoogli olandesi, quando il loro com- fecero proteggere dal la linea de'posti mi-
r
mercio nell'Indie era nell'infanzia, vi sta- litari. J\ eli85o l'Inghilterra promise al-
bilirono una stazione, allìne di rinnovare la colonia un nuovo statuto, con gover-
le provvisioni de'loro vascelli che vi si fer- natore,cotlsiglio legislativo ed assemblea
mavano; ma non cominciarono a stabi- eletta dagli abitanti col nome di Parla-
litisi e ad estendere nell'interno le loro mento del Capo di Buona Speranza, e
conquiste che alla metà del secolo XVII. questo investilo de'poteri legislativi, ri-

1 loro progetti non soffrirono alcuna op- guardami gli aliali iulerui e la politica do-
Sl'E SPE 233
mesticadellacolonia,echcilsovranodel- regolarmente costrutte in pietra o mat-
1 Inghilterra rappresentato dal governa- toni, tutte dipinte all'estei no a colori di-
tore,e due cameredel parlamento fos-
le versi, e quasi tutte con tetti n forma «li ter-
sero sovrane della colonia come in Lon- razza. Le strade io generale bene allineata
dia. Nel 8 5 3 si ribellarono gli oltentoti,
i e intersecate a angoli retti, sono larghe,
e insieme a'cafri Cecero una guerra ini- fiancheggiate per la più parte da mar-
cidiale agl'inglesi comandati dal genera- ciapiedi e alberi. L'ima di esse è at fra-

le Catbcart, che costi insù i cafri ad èva- versata da un eanale fornito laler dmen-
cnare la fortezza Wnterkloofda loro oc- te d'alberi, ch'è la continuazione dell'ac-
ciipata,avendosconfittoi loro famosi ca- rpiedotto, il quale conduce l'acqua dalla
pi Alacomo e Sandilli, non che Uilbaal- montagna della Tavola. Sonovi 3 piazze
der capo degli oltentoti. Neil 853 gl'in- grandi, una serve di mercato/.- la più bella
glesi si pacificarono col capo Kreli, die è la piazza d'Armi allineata da pini e ove
riconobbe la linea de'fiumi Indwe e Rei s'innalza il fabbricato della Borsa. Vi so-
come limite del suo territorio, e pronai- no belle e grandi caserme, il palazzo del
se di non più sturbare i coloni. 1 gaikas, governatore che giace nell'antico giar-
furmidabile tribù come i busatos, furo- dino della compagnia, quello di città, To-
no spossessati del territorio, ove ueliS^o spedale, la biblioteca pubblica, il parco,
incominciarono le ostilità, e gl'inglesi si il giardino botanico spaziosissimo che ser-
oocuparono per trasferirvi europei; i capi ve di passeggio, il fu edifìcio degli schia-
de'gaikas accettarono le condizioni pie- vi ora dell'assemblee dell'autorità, ed al-
scrilte dal general Cathcart,insiemeaMa- cimi stabilimenti d'istruzione. Nel la città,

corno e Sandilli ,giurando pace e di rispet- come nel vasto possedimento del suo no-
tare le stabilite frontiere. Questi due fin*- me, la religione del maggior numero è
midabili capi de'cafri si dicono ili. sa- la pretesa riformata e il protestantismo,
gace, e il 2.° più abile, ambedue possenti, non pertanto tutti i culti sono liberi, quin-
massimeSandiIIi,eMacomopotècondur- di esistono cattolici, luterani, anglicani,
re al combattimento ben armati o,ooo i biblici, metodisti, pagani, e gl'industi io-
uomini, 2000 de'quali a cavallo. Ora l'In- simalesi maomettani gli olandesi che so- :

gli [terra
i va a stabilire nel Capo di Buona no in maggior numero mal soffrono il gio-
Speranza il governo rappresentativo per go inglese. fratelli moravi vi hanno pro-
I

sviluppare le sue grandi risorse, e prov- sperasi stabilimenti, e gli otlentoti si so-
vedere alla futura efficace di fissa de'limi- no riuniti sopra alcuni punti formando-
troll popoli. vi borgate e vi ricevono la cristiana e-
Vicarialì apostolici e città del Capo ducazione. Fino ai giorni nostri fu tra-
dì Buona Speranza. Questa città,chiama- scurata l'educazione, ma indipendente-
tuanche semplicemente Capo, è il capo- meutedallescuole pubbliche stabilite dai

luogo dell'omonima colonia e del suo th- missionari, governo il fissò professori a co-

stretto, e posta all'estremità più meri- bulanti, onde istruire i coloni troppo di-
dionaledel Capo che le dà il suo nome, stanti dalle scuole. Si studiano le lingue

K residenza del governatore e delle prin- per facilitare le relazioni commerciali.


cip di autorità della colonia, e sede del- Nella città vi risiedono il vescovo catto-
leamministrazioni; difesa da un castello lieo vicario apostolico, ed il vescovo pro-
pentagono fortissimo dominato dall'ai- testante. La cattedrale de' cattolici è di
ture con vicine, da alcune linee che si e- vago e ornato gusto gotico, quali bau- i

stendono dalia montagna del Diavolo sino no pure altre chiese e cappelle pel vica-
al fiume, e da alcune batterie lungo le riato, ospedale, ospizi, scuole e forse pura

coste. Vi si contano un numero di case il seminario principali luoghi ove so-


: i
2 34 SPE SPE
no un maggior numero di cattolici sono propaganda/zi/^ lo munì delle facoltà del-

Capo con circa 2000, Grahams con 600, la forinola Questo vicariato un tempo
1
.'

Ritenkesc e Chisenberck quasi 20o;dap- ebbe giurisdizione sul Madagascar, come


pertullo però sono in progressivoaumen- notai nel voi. XLV, p. %55. Aumentan-
to. Gli anglicani hanno la loro chiesa, co- dosi le conversioni alla Cede cattolica, per
sì i calvinisti e dove sono molti scudi in la maggior sua delusione il regnante Pio
rilievo e in pittura attaccati alle colonne: IX a'3o luglio 1
847 divise in due parti
altre sette hanno luoghi religiosi. La pio- il vicariato, in distretto occidentale e in

pi ietà e la comoda distribuzione delle ca- distretto orientale: ili. "col nome di Di-
se, che sembrano tutte di recente costru- stretto occidentale del Capo di Buona
Speranza, 2. "con
7Ìone,la salubrità dell'aria, e l'imponente il quello di Distretto
nspettodelle prossime nionlagne,furinano orientale del Capo di Buona Speranza,
di questa città un ameno soggiorno, non e di questo ultimo fece vicario apostoli-
r
però durante la stagione in cui regnano i co mg. Aidano Devereux, che dichiarò
venti disudest che sono secchi e produ- vescovo di Pacando in partibus. Il me-
cono molta polvere. Questa città è bella desimo Pio IX nel novembre i85o istituì

quanto quelle principali delle provincie in per la Cafreria il vicariato apostolico di


c
Europa; e quantunque situata sopra una Nata!, e nominò i.°viearioapostolicomg.
baia, sull'istmo sabbionoso della penisola Francesco Allard di Gap della congrega-

formata dalle baie Tavola e Falsa, non ha zione degli oblali di Maria ss. della Con-
realmente un vero porto; tuttavia ripeto cezione, e lo fece consagrare vescovo 111

ch'èilcenlrodelcommerciodellacolonia. partibus Samaria in Marsiglia, da quel


d'i

1 contorni olirono passeggiate e special- vescovo mg.r Mazenod istitutore di det-


raente case di campagna piacevoli: vi si ta congregazione,nella 2.\loinenica dilu-
trovano acque termali pe' reumatismi e gl'io 1 85 1
, assistito da' vescovi di Viviers
per la gotta, malattie in questo paese co- e di Digne, come si legge nel Giornale di
rouni.LacittàdelCapofufondataneli65a Roma del 1 85 1 . Ivi è pur detto, che il

Van Riebeck, e subilo vi si


dall'olandese nuovo vicario fu già professore di Biosofia

fissarono quegli olandesi e francesi di cui nel seminario d'Embrun, e di s. Scritlu-

parlai, ed in seguito vi accorsero altri 0- ra in quello di Marsiglia, poi missionario


landesi trattivi dal commercio. Non so- e direttore del noviziato della società nel
lamente è questo un luogo di approdo Canada. Perciò fu destinato ad evange-
Europa all' Indie orientali, ma in
li, ili' lizzare selvaggi dell'estremità dell' A-
i

tempo di guerra è anche il centro d'u- fricaal Capodi Buona Speranza, con una
na stazione marittima, la quale colle isole diocesi estesa per oltre 3oo leghe. Il mi-
di s. Elena e di Francia o Maurizio, do- stico campo era ancora lutto coperto di
mina la navigazione delle stesse Indie,del- bronchi e di spine, e dove niun prete cal-
le quali isole parlai nei voi. XXXV, p. tolico eravi ancor penetrato, né potè il

1 iq, XL1II, p. 3i5, LI, p. 202. Grego- prelato condur seco se non due preti del-
rio XVI istituì il vicariato apostolico del la stessa sua congregazione. Altrettanto
Capodi Buona Speranza, ed a'9 giugno riferisce l' Osservatore romano deli85i,
'

1837 vi fece r.° vicario apostolico mg.


1
n.°i 84, ed aggiunge che il Papa nel crea-
RaimondoGrifìitb domenicano e vescovo re il vicariato perla Cafreria e nel met-
in partibus di Paleopoli, e lo è tuttora, tere gli occhi per questa missioue sugli
Egli riceve annualmente dal governo an- oblali di Maria, dando loro una novella
r
noe lirestcrliueiooo, ed il prelato ueas- prova di paterna fiducia, domaudòa mg.
segnò 00 ad un missionario stabilito nei
1 Mazenod loro superiore generale un ec-

distretti orientali. La congregazione di clesiastico di sua congregazione per reg-


SPE SPE a35
cere il vicarialo ili datai, e la scolla cad- timi. Onesta è posta sulla costa occiden-
de sul p. Aliarci, uomo segnalato per i- tale dell'itola di Sumatra, di cui parlai
scienza e vi rt li religiose, la cui umiltà e nel voi. XLVI1I, p. 23c), capoluogo del
diffidenza di se stesso fu vinta dagli or- territorio del suo nome. Ila la racla spai*-
dini espressi del Papa e del superiore. La sa di scogli, ed è una delle più cattive
Cafreria, vasta contrada dell'Africa me- della costa. Vi si fanno glandi esportazio-
rìdionale, confinante con nazioni pocbis- ni d'oro di prima qualità, tolto dalle vi-
simo note, lo è all'est colla rammenta- cine miniere, e di canfora, impiegandosi
ta capitaneria generale di Mozambico, ivi l'oro come moneta comune. La città
coli'Oceano Indiano australe, colla co- è ricca e popolosa, abitata da un popolo
Ionia del Capo di Buona Speranza, ecol- diesi reputa come uno de'piùintrapren-
I Otlentozia, così chiamata da'popoli a- denti e ricchi dell'isola. Di sovente fra i

boi'igeni dell'Africa meridiona!e,di cui es- capi insorgono gravi dissensioni che veli-
sine occupano tutta l'estremità, quali i gono decise colle armi. Il territorio tro-
formano CO 'cafri una razza che sembra vasi sotto l'autorità olandese, ma non
intermedia fra quella de' mori e de'ne- tanto bene stabilita come nellealtre por-
gli. La Cafreria viene divisa in 4 parti zioni della costa. In essa abbondano la pol-
principaii : la Cafreria propria, il paese leria, le balene, e le tartarughe di cui as-
de'betjunani, quello de'barrolusi, quello sai si cibano gl'indigeni. Gli abitanti o-
di altri popoli, che pel loro gran nume- riginari si dicono più neri dei giallastri

ro il nome generale di cafri fu ristretto ottentoti, hanno capelli increspati, viso


alla nazione abitatrice della parte vicina ovale, naso piatto e bianchi denti. I due
all'Oceano, ed allora fu perciò distinta col sessi incedono quasi nudi; è permessa la
nome di Cafreria propria, onde distia- poligamia a seconda de'roezzi, ed ordina-
guerla dalla Cafreria in generale. Col no- riamente nei piccoli villaggi il più vec-
me poi di Nata!, titolo del vicarialo apo- chiofraloroèquellocheligoverna.Quan-
stolico, si comprendono : i ."quello della to all'importante regionedel Capo d Uno-
i

riviera della Cafreria propria, che sbocca na Speranza, abbiamo: Ricerche storì-
liell'Oceano Indiano per il porto di Na- che sull'India antica nel Capo di BtiO'
tal, navigabile pe'piccoli bastimenti, eco- na Speranza. Kolbe, Descnptiondu Gap
sì chiamata perchè scoperta da Vasco da de Donne Esperance, et des usages des
Gama nel Natale del 1498; 2. la terra Hotenlos, Amsterdam 174'- Vaillant,
del suo nome soggetta a calori fortissimi, Primo e secondo viaggio ned' interno del'
accompagnati da tuoni e pioggie dal no- V Africa pel Capo di Buona Speranza,
Tcmbre a marzo, fertile e bella, ma pò- Milano 18 19.
polata da bestie selvagge; 3.°ilporto di SPERATO (s.), e i suoi compagni detti
JNalal, comodo pe'navigli che non pesca- comunemente i martiri ScillitanìlFX I

no se non g piedi d'acqua, nella terra primi cristiani che soffrirono a Cartagine
della Cafreria propria, all' imboccatura nella persecuzione mossa dal proconsolo
della riviera omonima, e dove nel 1824 Saturnino l'anno 200 sotto il regno dei-
si stabilirono diversi inglesi ilei Capo di l'imperatore Severo, furono Ì12 martiri
Uuona Speranza, per aver dagl'indigeni scillitani, così detti da Scillita, città della

denti d' ipopotamo che la riviera nutrì- provincia Proconsolare d'Africa, che vìe*
sce in gran numero, essendo il suoavo- ne loro data per patria. Essendo stati pre-
1 10 più stimalo che quello degli elefanti si a' 1 6 di luglio, furono condotti innau-
che pure vi abbondano, essendo la car- zi al proconsolo: i principali tra questi
ne tenuta dagl'indigeni per piatto da prin- erano tre uomini, Sperato, Narzale e Cit-
cipe;4-°la città di Nata! o Nadar o Na- tino, e tre femmine, Donata, Seconda e
2 36 SPE SPE
\ estina.II proconsolo li assicuro che l'ini* vare gli amici, quantunque sprovveduto
neiatore pei ilonei -ebbe la loro disobbe- di beni ecclesiastici e di assai ristretto pa-
dienza a'suoi decreti, se sagrilicassero a- trimonio, onde menava vita parca e fru-
gl'iddii de'romani. Al clic Sperato rispo- gale. Multo profittò sotto la direzione del
se in nome de'suoi compagni, ch'essi non celebre cardinal De Luca, e si rese in-
adoravano die '«n solo e vero Dio, pa- signe per esemplarità di vita, soavità di
drone ed ai bitro di tutte le co«,e. Dietro maniere e candore d'incontaminato co-
a ciò il proconsolo ordinò ebe fossero con- stume. Meritò d'essere scello a uditore,
dotti in prigione e posti ne ceppi. Il gior- prima del cardinal Fi ausoni, poi del car-
no appresso se li condurre un'altra
fece dinal Felice Rospigliosi, e da Innocenzo
volta al suo tribunale, e tentati di nuo- X I nel 1 684 i" vescovo di Terni, dove il

vo a sagrilìcare ,
persistendo lutti nella pastorale suo zelo gli acquistò alla 1 illu-

confessione della loro fede, offerse ad essi tazione, per la sua condotta edificante e
tre giorni di tempo per riflettervi; ma mortificata, comecbè assiduo nella pre-
Speralo soggiunse: « Questo ritardo è ghiera, frequente ne'digiiuii, e tutto ap-
inutile; mai non saremo per rinunziare plicato a opere di pietà e religione. In-
alla fede di nostro Signor Gesù Cristo, formato Innocenzo XII di sue singolari
perciò ordina pure come li piace". Il pro- virtù, lo chiamò in Roma, fece vicege-
consolo vedendoli fermi nel loro propo- rente e consultore del s. ollizio, per cui
sto, pronunziò la seguente sentenza.»* Spe- il vescovo rinunziò ia sede a favore del
nto, Narzale, Cittino,Yoturio, Felice, A- fra tei lo Cesare. Inoltre il Papa per la sii ma
cillmo, Letanzio. Januaria, Generosa, \ e- cbe ne concepì, di sovente gli rimetteva
stina, Donata e Seconda, essendosi con- la cognizione di cause spettanti al vica-

avendo ricusato di ren-


fessatici istiani,ed riato, e gli confidava rilevanti segreti ri-

dere l'onore eia riverenza dovuta all'im- guardantiil governo spirituale di Roma.

peiatore, li condanniamo ad essere deca- Quindi a'iG giugno C98 lo avanzò ad 1

pitali". Letta la sentenza, Speratoci suoi assessore del medesimo s. offizio e a ca-

compagni resero grazie a Dio, e giunti al nonista della s. penitenzieria, e lo avreb-


luogo del supplicio si misero tulli in gi- be creato cardinale sino dal 1 690, se non
nocchio, e mentre continuavano a bene- l'impediva un'atroce calunnia, la quale
dire il Signore, venne loro mozzata la te- gl'imputò la complicità nell'omicidio ilei

sta. Il martirologio romano ne fa men- conte Ulderico del Fiume detto Fracas-
zione a' i 7 di luglio, e Adone riporta nel sa, delitto di cui essendone innocente ne
suo martirologio, cbe le reliquie dis. Spe- potè far solenne testimonianza tutta Ro-
rato furono trasferite dall'Africa a Lione ma. Finalmente a' r4 novembre (Jqr) In- 1

sotto il Carlo Magno.


regno di nocenzo XII lo creò cardinale prete di s.
SPERELLI Si'erello, Cardinale. "Si- Gio.a Porta Latina, con plauso e giubilo

io di nobile famiglia d' Asisi, fu educa- universale, e lo annoverò nelle congre-


to da'zii vescovi Francesco di s. Severi- gazioni del s. offizio, del concilio, de' ve-

no e Alessandro di Gubbio, e divenne ce- scovi e regolari, ed altre, alle quali giam-
lebrecanonista,edeccellentedel pari nella mai mancò Avendo sapu-
d'intervenire.
scienza delle umane lettere, della storia, to il cardinale cbe Clemente XI, al cui
della teologia dogmatica,e in quella d'am- conclave intervenne, voleva fare una pro-
bo le leggi, nello studio delle quali era mozione di cardinali, gli scrisse ossequio-
indefesso. Portatosi in Roma di 24 anni, samente offrendogli con sincerità di cuore
fci esercitò nella curia romana quale av- la rinunzia del pi opi io cappello e di tut-
vocato, non già per avidità di guadagno, te le sue abbazie, affinché ne a\esse po-
ma uuicauicutc per aiutare i poveri egio- tuto provvedere un soggetto cb'egli ama-
SPE SPE a3 7
a e stimava infinitamente, quando per tri giuramenti solenni o Prova, parlai a
esso non vi l'osse stalo luogo nella prò- QlUDizl DI Dio, e Pubgaziore; di altri a
mozione. A questa eroica azione, ai li- Professioni-: DI FF.np.. Gli antichi idola-
poi tati elogi debbo aggiungere elie fu
, tri in generale ritenevano, die le leggi u-
iotegerrimo, umile e umano nel tratto, mane non bastassero ad infliggere a lan-
amabilc nella conversazione, lepido nei to delitto la pena che si meritava, e the
discorsi, di lino e acuto giudizio, di prou- il cielo per questo vi aggi ugnesse sempre
ta memoria, paziente e benigno. Una pia qualche pena straordinaria soprannatu-
e tranquilla morte lo sottrasse in Roma rale. Omero fece dire ad Agamennone,
nel 1710 alle miserie ilella vita presente, di giurare per le Furie (divinità infernali
d'anni 71,0 fu sepolto nella sua titolare immaginate come ministre della vendet-
avauli l'altare maggioi e, sotto una lapi- ta degli Dei contro i colpevoli, e incari-
de magnificamente adorna con elegan- cale dell' esecuzione delle sentenze che
te iscrizione. Il Crcscimbeni, Istoria di contro essi si emanano da'giudici dell'in*
.*. Gio. a Porla Latina, fa molte lodi di ferno : questo nome si prese dal furore
questo insigne porporato, ricorda gli o- ch'esse ispiravano, mentre il loro era di
nori che gli furono resi, la /"ila che ne Tisifone,Megera e Aletto, e di Eumeni»
scrisse Giacinto Vincioli e inserita nel t. di dopoché cessarono per le sollecilazio-

3 delle l'ile degli arcadi illustri, e ri- nidi Minerva di perseguitare Oreste), che
ferisceche neh 7 o3 afflitta Roma dal ter- puniscono lo spergiuro sotto terra, colle
remoto e minacciando la solidità di detta più terribili imprecazioni e Maledizioni
chiesa, il cardinale rafforzò la fabbrica con (/'.). Da un passo di Esiodo si desume
grosse chiavi di ferro, nuovi travi e altro, lacredenza generale di sua età, che la
onde non ricevè alcun nocumento. pena dello spergiuro si stendesse persi-
SPEliGlUlìO, Per/uriniii. Falso Gin- no sui figliuoli di quello che loaveacom-
ramento (F.), il giurare contro la veri- messo. In alcuni paesi dell' antichità la

tà. La legge divina condanna severamen- pena legale dello spergiuro era la mor-
te lo spergiuro,! falsi giuramenti, Vo- i le. Presso romani la legge distingueva
i

li (/'.) e le promesse fatte senza inten- la pena divina ch'era la perdita e rovina

zionedi mantenerle, ed i giuramenti fatti del colpevole, piuttosto l'eterna perdi-


a nome de' falsi Dei. Mosè nel Levitilo zioue,clulla pena puramente umana, eli' c-

serabra assegnare i Sagrifizi (F.) per e- ra il disonore e l'infamia; distinzione che


spiare lo spergiuro; ma siccome s. Paolo si è mantenuta presso molte nazioni ma-
asserisce che i sagrifizi non limettereb- derne. Presso poi
gli sciti lo spergiuro era

bero i peccati interiori, convien dire che punito colla motte, e presso gl'indiani
i da Mosè non riguar-
sagrifizi ordinati coll'amputazione delle dita. Tutto final-
davano non che l'ignoranza e la pie-
se roeute concorre a mostrare, che gli an-
espilazione di colui che ha promesso sol- tichi riguardavano lo spergiuro come un
tanto il giuramento segreto; ovvero ch'e- delitto odioso, e come uno de'più gravi
gli supponeva il peccalo già espiato da u- verso Dio e verso gli uomini. Lo spergiu-
ra perfetta contrizione, e che quel sagri- 10 non può evitare l' infàmia , e la per-
izio non è ordinalo che per V Espiazio- dita della confidenza ili tulle le persone
ne (f '.) delle colpe legali, che avrebbe onorate e probe,e lo esclude da qualunque
potuto commettere il colpevole coll'ac- dignità e carica pubblica. Si legge ne'ca-
costarsi alle cose sagre in quello stato. Si noni di s. Basilio: Lo spergiuro, violato-
sa d'altra parte che
giuramentoil falso re del giuramento, farà penitenza ioaniii,
pubblico non si rimetteva punto per mez- o solamente 6 se avrà violalo il giura»
zo di sagrifizi, anche secondo Mosè. Di al- mento per forza. Quegli che ha giurameli-
»38 SPE SPE
tuili far male ad un nitro, non solamente TI De line, Dell'origini deli'araldica par-
non è obbligato di compiere il suo giu- lando nel cap. 7, De* tìtoli di nobiltà in
ramento (anebe pel riportato a Setta), griicr, ile c loro significalo, spiegando il

ma deve esser messo in penitenza per a- titolo di Conte Palatino (/".), dice che i

verlo lai lo. cavalieri aurati erano gli antichi militi di


SPERONE D'ORO, ordine equestre, un tempo, e con tale titolo venivano pu-
o Milizia aurata, Equt&tris Auratat Ufi- re chiamati quelli ch'erano intesi altri-
luì a e orcio. Antichissimo, cospicuo e no- menti lotto quello di cavalieri dello spe-
bilissimo ordine «li cavalieri, la cui ori- rmi d'oro del Papa, o dell'Inghilterra, ove
gine è conti-astata da'savi critici, altri er- però ciò die ab antico era ricompensa al
roneamente anticipandola di troppo, per valore divenne comune ad ogni classe dì
dargli d primato sopra tutti gli ordini e- uomini, come altrove. Aggiunge, che so-
qneslri, altri ritardandola contro la sto- no detti cavalieri aurati per esseredisceso
ria; questo farlo risalire a remota età, o l'ordine o istituto loro dall'equestre di-
1
con altro estremo attribuirlo a più recen- gnità àe Romani (^'.), per la quale a'ca-
te, ("orma un contraddittorio conflitto. Sia valieri romani era concesso 1' u«o degli
comunque, e non potendosi propriamente Anelli (de'quali riparlai a Sigillo) d'o-
stabilirne il vero, certo e identico princi- ro, o pel distintivo dello sperone d'oro.
pio, riporterò le differenti opinioni, non Che di questo titolo se ne trovano alcu-
senza qualche osservazione, le quali per ne famiglie in Lombardia già da tempo
nulla pregiudicano il complesso de'pre- fregiate per diploma imperiale, titolo die
gi inerenti a questo cavalleresco e cele- parimenti veniva conferito dai duchi di
bre ordine onorifico; ed è perciò die do- l'arma e Piacenza a taluni de'propri sud-
vrò alquanto diffondermi, per corrispon- diti (forseconfonde l'ordine dello Spe-
dere alla sua grande rinomanza e lustro, rond'oro, col Coslanlinianoda quello de-
quale ordine pontificio e imperiale. Il rivato). In parecchi autori si legge, che
Muratori, DinserL 53, Dell' istituzione gl'individui appartenenti atla milizia au*
de cavalieri, discorre dell'orinine óe' Mi- rata, ne' vecchi tempi si chiamarono ca»
liti (/'.), cioè di que' nobili die con al- valieri speroni o cavalleria spron d'oro.
cune particolari ceremonie venivano or- Che questa milizia, che alcuni pretendo-
na ti di cingolo milita re e della Spada (^'.), no derivarla dall'imperatore Costantino
non die del titolo di Cavaliere (I'.), di- 1 il Grande, si rese generale nel Medio
versi da' militi Soldati (/".) ebe milita- evo (!•) in ciascun regno ed impero, e fe-
no a cavallo nelle guerre e pur denomi- cero a gara più grandi signori ond'ose-
i

nati cavalieri. Rilevai in più luogbi, die re dal sovrano della sua spada onorali; e
fu antico costume di creare cavalieri pri- ciò succedeva pure, quanto al grado di
7
ma delle battaglie, accioccbè i guerrieri cavaliere, ne Tornei ( A .) e Corte o Corti
combat tessero con prodezze, ovvero dopo band ite (/'.). Perchè non potevano i prin-
il combattimento per premio de'valorosi. cipi creare cavalieri in modo veruno, se
Le ceremonie della creazione de'cavalie- un altro principe non avesse loro cinto
ri furono diverse, a seconda de'tempi e il così dello cingolo militare Ossia la spa-

de'luogbi. Si costumò ordinariamente di da. Quando voleva farsene un numero,


batterli leggermente uellespallecon ispa- le repubbliche e gli slati italiani manda-
da nuda, di mettere loro la spada nella vano fuori una grida invitandovi i più de-
cintura; indi si aggiunse l'abbraccio, e in gni. Questi presentandosi agl'incaricati,
fine si concesse l'uso di portare gli spro- erano interrogati sulla loro patria, geni-
ni dorati, die si affibbia vano a'ioro piedi, tori, nascimento, costume e sulla loro gio-

da cui ebbero il uome di cavalieri dui ali. ventù. Trovandoli iu tutto idonei, erauo
SPE SPE 239
n'mnggiori principi presentati, quali ca- i ticoli Coute Palatino, Palazzo APOSTO-
vanilo fuori la spada li toccavano sulle lieo Latf.rane.vse, Palatino e nitri, di-

spalle, e elicendo : Kstbonus Ulilexji cica- chiara! l'origine di questa dignità e li-

vano cavalieri, ed in alcuni luoghi, come tolo onorifico, conferita dai Papi, dagli

a Napoli, venivano legati a' loro taHoni imperatori, e talvolta da're; loro pi cru-

gli speroni d'oro, a compimento del ce- gative, autorità e diverse specie. Chi fu-
remoniale, ed allora essi giuravano le- rono denominati conti palatini, o conti
deità a chi gli avea decorati. Dice l'auto- del Palazzo (^".), ovvero conti del s. pa-

vé d'un articolo pubblicato ne\V Album lazzo e dell' aula Lateranense del Conci-
di Roma t. 3, p. 279, e intitolato lo Spe> storo. In Germania, in Polonia, in Un-
ion d'oro, che sulla tomba di tali cava- gheria e altri stali, lo divennero gli an-
lieri solevano rappresentarsi due cani in tichi signori, originati da'magistrati lem-
segno di tale giurata fedeltà, ed Angelo poranei incaricali d'amministrare la giu-
di Costanzo cita un esempio rimarcalo slizia in diversi palazzi, Palaliaj uno di
nella chiesa di Napoli. Aldo soggiunge quelli più potenti di Germania prese lo

l'autore averlo egli trovato nella chiesa speciale nome di Palatino del Reno, il

di Maria d'Araceli vicino al sagrarlo,


s. suo stalo sovrano si chiamò Palatina Lo
e propriamente prima di scendere quegli (^ •), e fu anche Elettore del s. romano
scalini che mettono alla navata destra dal impero. Altri scrissero, che Costantino I

coro, ove liavvi in terra un graffito in stabilì de' duchi nelle diverse provincie
marmo col morto sopravi in bassorilie* dell'impero, i quali comandavano le trup-
vo. Egli posa suoi piedi sopra dueca-
i pe, ed erano veri governatori militari :

ni, ed ha gli speroni al tallone e il cin- che vi erano eziandio Acconti, il cui olli-
golomilitare. Anchenellachiesadi s.Gio. ciò primitivo era quello d'accompagna-
inLaterano,egli afferma, che dietro il co- re sempre l' imperatore, e di vivere nel
ro dell'altare maggiore vi è un sepolcro suo palazzo, donde venne il titolo di con-

che somiglia il precedente. Egli inoltre è li palatini. L'imperatore li mandò po-


d'avviso,che il famosoCola di Rienzo, di scia nelle provincie, per amministrare de-
cui a Roma ragionai, fossecavaliere aspe- gl'importanti affari, ch'erano talvolta ci-
roni d'oro (crealo con quelle ceremonie vili etalvolta militari: a poco a poco questi
riportate ne'vol. Ili, p. 187, XI, p. io). A. titolidivennero ereditari e cominciare
CAVALiERE,oltre di aver definito il grado no ad essere solamente onorifici dal tem-
e la dignità, narrato la sua origine, parlato podi Ottone I il Grande. Inoltre si ebbe-
de'cavalieri degli antichi romani, chi con- ro ancora i conti palatini di Francia, di
ferisce il suo cavalierato, le sue differenti Carlo Magno e di Federico I. Narrai che
specie (oltreché ho scritto articoli su tut- il conte del palazzo Laleranense dopo la
ti quanti gli ordini equestri, tanto esi- coronazione che il Papa faceva dell'ini-

stenti, che non più esistenti, e persino di peratore, gli ricalzava gli stivali imperiali
quelli immaginari e chimerici), parlai an- egli poneva gli speroni di s. Maurizio, in-
cora de'cavalieri dello sperone d'oro crea- nanzi al cui aliare si contagiavano solen-
ti da ogni principe sovrano; dell'ordine nemente. Rilevai altresì, come il titolo

de'cavalieri del cinto e speroni d'oro, poi di conte palatino in processo di lempodi-
cambiato nel cinto della spada con I' u- venne eccessivamente comune, perchè si
so degli speroni. Che i Papi nel creare un unìa quellodi cavalieiedellosperoned'o-
cavaliere della milizia aurata, ossia dello 10, segnatamente corifei iti dal Papacdal-
sperone d' oro, lo creavano pure conte 1' imperatore, e perchè in seguito si ac-
del sagro palazzo e aula Laleranense del quislava ancora colla laurea di dottore,
concistoro, cioè conte palatino. Negli ar- professando e dettando leggi sulle pub-
\o SPE SPE
blìche cattedre per io anni contìnui, co- rea torquem auream capulumque enùs
me osserva pure Del Bue. Nell'accademia auruinac alia aurea ornamenla),\ty col-
o universi là di Padova, per privilegio par* lana d'oro, I' elsa della spada d'oro, e
ticolare, a ciò bastava il corso di i 6 anni. fare tulle e ciascuna quelle cose che gli
In Bologna godeva altra volta tale pri- nitri solitali per diritto, consuetudine e
vilegio non solamente l'università de' le- in qualunque altro modo possono o usa-
gisti, ma anche quella degli artisti. An- no lare, come soldato e cavaliere aurato.
si questa, per concessione ili Carlo V, po- Ancora suoi figliuoli nati e da nascere,
i

teva non solo creare conti palatini., ina e tutta la posterità loro, come discenden-
anche cavalieri aureati, con que'privile- ti dell'ordine de'soldati aurati, possano
"
gi che godevano quelli creati dagl'impe- godere e fruire di tutti privilegi, ec. i

ratori. Alcuni collegi di dottori godeva- Di più col diploma stabili il di lui stem-
no pur essi il titolo di conti palatini e ca- ma gentilizio, con allusioni alle prodezze
valieri aureati, e fra questi quelli ili .Mi- fatte a Pavia. Al citato articolo Cavalie-
lano e di Cremona; questi ultimi erano re riportai ancora, che i Papi creavano
qualificati conti del sagro palazzo La- nobili romani, cavalieri dello speron d'o-
leranense, ch'è sinonimo di conti palati- ro e conti palatini i Conclavisti e i Da-
ni. G\' Imperatori [P.) dopo essere stali piferi (V.), ed i loro intimi famigliari,
coronati ins. Pietro da'Papi, con solen- dal maggiordomo agli aiutanti ili camera
ne cavalcata partendo da quella basili- inclusive, ed il breve di Pio VI lo pubbli-
ca, sul Ponte s. Angelo (nel quale arti- cai nel voi. XXIII, p. c)G. Che Papii fa-
colo I analoga citazione di voi. X impresso cevano cavalieri dello speron d'oro e con-
dalla stamparle ve di e XI), crea vano mol-
i ti palatini Paggi {I .) che li assisteva-
i

ti cavalieri aureati, come descrissi nel voi. no nelle cavalcate del Possesso; ed il p.
XI, p. i, e articoli relativi; ed ove notai
i Bonanni, Catalogo degli ordini equestri
che Carlo V fece altrettanto in Bologna e militari, a p. 1 6, riporta l'immagine di
per la sua coronazione, ma tumultuaria- un paggio pontifìcio come vestito e orna-
mente, onde parte della moltitudine fu- to dell'insegna equestre, e le parole del
rono creati cavalieri aureati, ed è perciò breve aposlolicodi loro creazione: Ti fac-
che il grado della milizia aurata assai de- ciamo e crea mo cavaliere del la milizia au-
cadde, per la faci li là colla quale si dispen- rea t a, e conte del palazzo apostolico elici-
sa va. Nel Saggiatore Romano t. 5,p. 07, 1 la corte Lateranense, aggregandoli al nu-
si riporta il diploma col quale Carlo V mero degli aliti conti e cavalieri di tale
dichiarò cavaliere Cesare Ercolani, per ordine; e ti concediamo di poter portare
valorose imprese e per aver contribuito la collana d'oro, la spada e li sproni d'oro.
alla famosa vittoria di Pavia e prigionia Che i Papi concessero a'cardmali Legati
di Francesco I. In esso si dice: » Armia- (F.), ed a'patriarchi, arci vescovi e l'esco-
mo e facciamo cavaliere aurato il pre- Vi assistenti al soglio pontificio[f.) la fa-

detto Cesare Ercolani, toccandolo colla coltà di creare fuori di Roma in essa con
nostra spada, com'è costume e come noi data extra Urbein, un numero di Proto-
siamo soliti fare, e lo investiamo e ador- nolarì (/".), e dicavalieri dellosperond'o-
niamo del cingolo militare .... e che sia ro e conti palatini; cioè i cardinali, 8 prò*
nominato e intitolalo cavaliere e soldato tonotari e 12 cavalieri, i pati iarchi, ar-
amato in tutte cose da farsi, e possa ove civescovi e vescovi, 4 protonotari e al-
che sia portare i calzari d'oro (veramente trettanti cavalieri, e aulicamente un nu-
nel le>to latino che Uovo a fronte, non so- mero maggiore, come dirò;notando,chc
no nomi natio specificati i calzari, dicendo- essendo secolare il titolo di cavaliere, tut-
si: nomiitctur et inlUulelur ulqnaria au- tavia il diploma di solo conte palatino si
SPE S P E 94 1

dava anche agli ecclesiastici, ed allora si netti, e Innocenzo VI II del 1 4^4- con Bar-
doveano tralasciar le parole auralae mi- tolomeo Scala, e Siilo V co'principi am-
litiae equiiem, e quelle ili Ensem, et au- bascia tori dekwì7/y;oHr); col ceretnonia le
rata calcarla. Il diploma e forinola co- e rito che ivi descrissi, in uno alla tradi-

me i cardinali, gli arcivescovi e vescovi zione della spada, ponendo al creato ca-
creavano i cavalieri dello speron d'oro e valiereglisperonid'oro di squisito lavoro
conti palatini, lo riprodussi nel vol.X VII, il capitano de'cavalleggieri o quello del-
p. 5q. Il p. Ilelyot, Storia degli ordini la guardia svizzera. Che lo sperone d'oro
militari, t. De' cavalieri dello
8, cap. 63, odi metallo dorato fu assegnato per inse-
Sprone d'oro, con Favino li chiama ca- gna e distintivo di cavaliere, in hiogoilel-
valieri dorati (come certi cavalieri d'In- l'antico anello; e che anco cavalieri di s. i

ghilterra, equites aurati, che usa va no spe- Stefano I Papa e altri ricevono la spada e
roni dorali per contrassegno di cavalle- gli speroni allorquando sono insigniti del-
ria, ossia cavalierato, grado e dignità di l'ordine equestre. Anche altri ordini e-

cavaliere; dicendoli p. Ilelyot che dal re di questri tra le loro insegne vi compresero
Inghilterra erano indilleren temente crea- gli speroni d'oro, e quella de\\' Elefante
ti uomini di spada, di toga, ed eziandio dice il bergamaschi essere intessuta d'e-
mercanti; e che questi genuflettendo a- lefanti e speroni d'oro. In Francia nel-
vanti di Ini, il re toccava colla spada nu- l'8 16 i signori territoriali e i vescovi riu-
da le loro spalle, dicendo: Siate Cavalie- niti vietarono a' chierici il portare spe-
ri nel nome di Dio), a cagione degli spe- roni, come propri de'cortigiani. Ivi un ca-
roni dorati che ponno usare, e sono det- da
valiere distingueva*! pe'speroni dorati
ti Sacri Palalii, et Aulae Lateranensis una folla di scudieri, quali non poteva- i

Comiles, Uldites, et Equites aureati. Di- no usarli che inargentati. Lo sperone o


ce pure il p. Helyot, che godevano il pri- megliosprone, slimulus, calcar, èlostru-
vilegio di creare un numero di cavalieri mento punge la cavalcatura,
col quale si

dello sprone d'oro e conti palatini, i nun- acciocché ella il cammino. Si ap-
affretti

zi apostolici, gli uditori di rota, e alcuni prende da' monumenti più. antichi, che
prelati della corte di Roma, riportando lo sperone consisteva iu una piccola pun-

il diploma del nunzio di Francia Fieschi, ta di ferro che usciva dietro al tallone.

col quale nel 1702 creò un cavaliere e Ora per l'ordinario souo in forma di stel-

conte palatino. A* loro articoli rimarcai le con puute, di ferro, d'acciaro, d'ar-
quali altri prelati ottennero da'Papi sif- gento, d'oro. Gli speroni oltre l'essere pro-
fatti privilegi, per cui e pel grande loro pri delle milizie a cavallo, per distinzio-
numero, l'ordine della milizia aurata di- ne n' è concesso l'uso a tutti gli uflizia-

minuì di lustro e di pregio. Dissi finalmen- li superiori militari, compresi i capitani


te aCavaliere, che egual privilegio ac- e aiutanti maggiori. Ponno usarli anco-
cordò Paolo III alla famiglia Sforza (/""'.) ra il capitano della guardia svizzera pon-
e per numero indeterminato, non solo di tificia, ed camerieri del Papa di Spa-
i

nominare cavalieri dello speron d'oro e da e cappa quando incedono coll'unifor-


conti palatini, ma pure protonotari apo- me e spalline di colonnelli; il capitano e
stolici ed altri. Come ancora, che i Papi i camerieri per indicare che go- il diritto
solennemente crea vanocavalieri della mi- dono, sogliono con l'uniforme usare l'ar-
lizia equestre aurata gli ambasciatori del- nese dello sperone senza la stelletta, e iu
la repubblica di Venezia, al termine del- vece di essa un bottone dorato. A Spa-
la loro legazione (come praticarono cogli da ho detto, che questa e gli speroni sono
ambasciatori fiorentini alcuni Papi, così anche segni di giurisdizione sovrana; e
Nicolò V del i447 con G-iaunozzo Ma- quaudo Caterina regina di Bosnia lasciò
VOL. LXVUI. 16
242 SPE SPE
il suo regno alla s. Sede, furono presenta- dovere aver slimoli per operare azioni lo-

ti a Sisto IV la spada e gli speroni; e che devoli, e porre sotto i piedi l'oro come il

alcuni vescovi sovrani } come quello di Ca- fango. Dopo questa spiegazione, il p. Bo-
liors, pontificavano cogli stivali e speroni. ninni dice che Federico III reduce dal-
Nel secolo XI già gli speroni d'oro erano la sua coronazione, creò sul Ponles. An-
anco gioiellati, poiché rammentai nel voi. gelo di Roma 265 cavalieri, percuoten-
XXIV, p. 52, che la gran conlessa Ma- do ciascuno 3 voltecolla sua spada. Il Ber-
tildeiy.) diede suoi alla chiesa di s. Bar- i gamaschi pure rese ragione perchè l'in-
tolomeo di Ferrara per una nuova cam- segna di quest'ordine sia il glorioso e sa-
pana, che perciò fu delta campana de- lutifero segno della Croce, accoppiato al-
gli speroni. FVe'monumenti sepolcrali an- l'arnese delloSperone o Sprone, il qua-
tichi si vedono gli speroni alle scarpe di le a non non a'ealeagni di
altro serve se
qualche figura in essi sepolti, per espri- chi cavalca per pungere e stimolare ca- i

mere persona di riguardo e Nobile (/*.). valli, ammaestrarli, frenarli e domarli.

11 eh. avv. DeMinicis, Giornale di Pe- Leggo dunque nel suo libro, the lo sprone
rugia, quaderno d'aprile, maggio e giu- fu ab aulico la propria e vera insegna del
gno 838, ha dimostrato che gli speroni
i cavaliero o uomo a cavallo, in ogni tem-
erano un fregio che fino da'prischi tem- po più stimato del Soldato o fante, nel-
pi portarono grandi, a indicare la ve-i l'arte della guerra, per richiedersi in esso
tustà e nobiltà di loro origine. Ne'bassi maggior coraggio, destrezza e abilità nel
tempi i cavalieri li aveano dorati, e i don- maneggiodelle armi, ed anchedi miglior
zelli, i quali per lo più discendevano da condizione. Perciò Costantino I, a cui si

persone nobili, li portavano inargentati. attribuisce l'istituzione de'cavalieri dello


Dunque ne'monumenti sepolcrali ponno speron d'oro, volle ornare principali suoi i

rappresentare o i cavalieri o i donzelli nobili aulici colle insegne della Croce d'o-
ed anche i dottori fregiati della milizia ro,colla qualeavea trionfalo e qual segno
aurata, come notai di sopra. Parlando di redenzione, colla collana d'oro e collo
il ci la top. Bona imi del cavaliere del lo spe- sprone simile per difesa del nome cristia-
ron d'oro, Eques calcaris aurei, dichia- no, onde furono chiamati Aureati e Ca-
ra che quest'ordine viene co>ì appellalo, valieri dello Sprone d' oro. Quest' ulti-
perchè cavalieri per loro insegna hanno
i mo lo dice simbolo di stimolo alle nobi-
pendente dal petto una croce biforcata, li imprese e all'esercizio delle virtù, per
avente nelle estremità inferiori attaccato servir d'esempio agl'inferiori. A tale ef-
Io sperone d'oro con piccola stelletta. Di fetto allo sperone furono appropriati que-
più dice, che l'origine dell'ordine è da sti motti : Movet, et impelili : Excitat ci
molti autori attribuita a Costantino I im- dirigit: Etiaincurrentibus aptum. L'An-
peratore, che inoli re vogliono essersi chia- geli poi racconta che gli speroni per pri-
mali i cavalieri da esso istituiti Aureati, vilegio anticamente portavano soli ca-
li i

per la collana d'oro che portavano e poi valieri e mas;* me in Germania: alcuni gli
dallo sperone d'oro, l'uria e l'altro do- usavano d'oro, altri d'argento, altri di
nati dall'imperatore, come gli antichi da- ferro, secondo il permesso che godevano;
vano per insegna equestre l'anello. Quin- ed era costume di sotterrare il cavaliere
di è, che in molli altri ordini equestri, cogli speroni, onde se ne trovarono con
quando si arma un cavaliere, fra le inse- essi parecchie volte, rimarcandosi se gran-
gne cavalleresche sonovi gli speroni d'o- di con alta idea a chi aveano appartenu-
ro, comesi usa da'eavalieri di AJaltaj sì to. Egli ritiene, che fra'romani gli spero-
perchè intenda che le sue imprese si de- ui dorati e il cerchietto imperlato, distin-
\ ano fare a cavallo, sì anco perchè sappia guevano i cavalieri di lettere, secondo la
SPE SPE a i >

prammatica dell'imperatore Teodosio!!, da formale istituzione o corporazione, ma


Cod. Theod. de Prqfessionibus lil>. {.Im- cavalieri e militi. Che l'ordine e cava-
pugnarono l' istituzione di Costantino I lierato della milizia aurata dello Spero-
molli e gravi scrittori, come Papehrochio ne o Sprone d'oro, sia istituito da Co-
» presso Bollando t. 3 aprilis, p. 55; Me- < stantino I,t: perciò il i. "stabilito per la di-

nestrier, Traile de la Cavalerie cap. io; fesa del nome cristiano, fra tutte quante
llelyot,Moiitfaucon,eScipioneM7//èt con le altre cristiane milizie equestri, princi-
quell'opera che ricordai alla sua biogra- palmente lo sostennero: Pietro Francesco
fia insieme all'altra, La scienza cavalle Bergamaschi priore di Cambiano, Breve
resca. Riferii a Cavaliere, che di que- notizia storica del pontificio e imperia-
st'ordine altri ne vogliono istitutore Co- le ordine de' Cavalieri nitrenti, o sia del-
stantino I e conferito a quelli che faceva- lo Sprone d'oro, antichissimo tra tulli gli

nocontinuamentela guardia alla sua per- ordini cavallereschi, laicali e regolari


sona, i quali inoltre legavano a'piedi del- della Chiesa militante, con una succinta
l'imperatole gli sproni, allorché monta- descrizione degli abiti croci marche, pro-
', ',

va a cavallo.donde presero ii Dome e l'im- fessioni e istitutori di moltissimi ordini


presa; e che vuoisi ancora che l'ordine militari, Torino i6q5.Cav. Luigi Angeli
l'approvassePapa s. Silvestro /(f .),eche imolese, Memorie sloriche sull'antichità
ne decorasse lo stesso Costantino I isti- ed eccellenza dell'ordine Aurealo, ossia
tutore; per cui Papa Gregorio XVI, nel dello Sperone d'oro, scritte e presentale
ridonare primiero splendore quest'or-
al all' imparzial pubblico giudizio, Bologna

dine, commutò il nome antico con quello 18 8. Di queste memorie darò un breve
i

di s. Silvestro I. Già a Bandiera, descri- sunto, con alcune erudizioni e giunte.


vendo WLabaroo Stendardo^/ .)sulqua- 11 dottore in medicina Luigi Angeli,
leCostantino! po$eilMonogramma(F..)di di cui fecionorata menzione a Imol •», an-
Cristo^ e la sua C/oce(/y .),raccontaiche che qual archiatra onorario di Pio VII,
l'affidò alla custodia de'5o più valorosi, già suo vescovo, neh 788 fu insignito del-
r
che alcuni credono iprimi cavalieri della l'ordine dello spermi d'oro da mg. Co-
milizia aurata, e ad esempio de'quali fu- dronchi arci vescovo di Ravenna, del qua-
rono poi istituiti cavalieri Banneri(i(?'.).
i le era archiatra, e dipoi gli venne deside-

In più articoli poi di ordini equestri, la rio di raccogliere le notizie sull'antichità


cui 01 iginesi pretende anteriorealle Cro- e vicende della milizia aurata, e l'esegui
ciate (/".), con tutti i critici e imparziali con poco ordine e minore critica; non per-
storici dichiarai di commi consenso non tanto il libro è di qualche importanza e
ammettersi istituzioni di tali ordini mi- interesse, massimamente se considerato
litari innanzi quelle sagre guerre e il se- nel complesso del suo contenuto. Prima
colo XI, ma contemporanee ad esse e nel di pubblicarlo, uè volle riportare l'ap-
Ordine milita-
secolo XII, e lo ripetei a provazione del suo amico, e collega nel
1
re, e a Costantino o Costantiniano or- cavalierato e nella scienza, il d. Vale*
dine, espressamente parlando degli or- riano Luigi Brera professore di Pavia, il

dini Costantiniano [l7 .),\ cui cavalieri fu- quale lo credè degno di stampa, e che a-
rono pure detti Aureoli e Dorali, e del- vrebhe incontrato il gradimento di tutti
lo Speron d'oro, che ripeto nuovamente, i cavalieri dell'ordine; laonde Angeli glie-
molti pretendono istituiti da Costantino lo dedicò come ad a micoecollega.il tutto
I e approvati da s. Silvestro I, senza pe- lo apprendo dalla dedicatoria e dal proe-
rò escludere che veramente fosse un'om- mio, parti che per l'ordinario si trascu-
bra o immagine di cavalleria militare del- rano di leggere, ed in veceservonoa pren-
le età anteriori alle crociate, ben diversa dere, almeno per lo più, un'idea dell'o-
244 SVE SPE
pera; tranne i casi in cui si toccarono gli mento da me trattato principalmente a
estrani ne! dirsi troppo, o nel dirsi poco. CnocE, a Rom .^descrivendole magna ni me
n
A questa 2. categoria si può dire che ap- gesta di quell'eroe distia no,e alt 10 ve, col-
partenga io, perchè avendo fatto un di- la qualeapparizione (a Monte M.MUoed a
scorso preliminare a questa tuia opera, Strade di Roma riportai l'opinione, che»
fu trovato prolisso, e in vece la tipogra- Labaro sia successa su
l'apparizione del
fia credè meglio pubblicare quello che si quel monte, ovvero fu una delle diverse,
legge nel i. "volume, lo ne restai indille- chesecondoalcuni ebbeCostantino Rinco-
rente, confidando che fosse meglio che il raggiato, riportò la segnalata vittoria so-
saggio pubblico, massime i posteri, aves- pra il tiranno Massenzio; ed in questi stre-

sero con più di ragione giudicato da'fatti, pitosiavvenimenti fissa Angeli l'epoca del-
che forse restare illusi da pomposo fron- la fondazione dell'ordine equestre i\e ca-

tespizio e lungo proemio, come spesso av- valieri aureali ossia dello spcron d'oro,
viene; in una parola preferii ad altro tito- dicendo alcuni fondarsi nel bassorilievo
lo ead altra introduzione, quanto feci im- con lapide prodotta dal Giustiniani, auto-
primere, conteuto d'entrare nel novero re affatto senza critica dell' II istori e cro-
di quelli che non diedero propriamente nologiche dell'orìgine di lutti gli ordini
conveniente e preciso titolo alle loro ope- equestri e religioni cavalleresche; lapi-
re, perchè mi lusingava rendere di pub- de che io nel riprodurla, con diversi scrit-
blica ragione più assai del promesso, e tori riget lai parlando dell'ai tro ordine Co-
perciò il difetto veniva forse compensa- stantino o Costantiniano, il cui bassori-
to, ciò che mi fece sperare benigna in- lievo si asserì rappresentare l'imperato-
dulgenza al severo tribunale della criti- re assiso in trono in alto di creare cava-
ca, ed ampiamente l'ottenni con somma lieri, armandoli in petto d'una croce pen-
e indicibile mia compiacenza, come di- dente da collana. Lo stesso Angeli, dopo
chiarai in più luoghi e a Storia. Tornan- prudenti e idonee indagini, dichiarò ca-
do all'encomiato Angeli, lo scopo del suo pricciosa invenzione inesistente, basso-
a
lavoro essendo stato pur quello d'incita- rilievo e lapide. In vece tiene peri . prova
re i decorati a rispettare e adempiere le dell'istituzione dell'oidi ne, la meraviglio-
obbligazioni inerenti all' ordine cui ap- sa apparizione della Croce,ilcui segno o il

partengono^ di servire di sprone agli al- Monogramma di Cristo^ (è controverso


tri a divenir virtuosi per esserne insigni- se l'una o l'altro fu effigialo sul Labaro)
ti, sempre merita lode : protestando egli, fece porre negli stendardi e negli scudi dei
chesele testimonianze che producevanon soldati, nel suo elmo e nel Labaro impe-
fossero abbastanza solide per far adottare riale, insegna militare coperta d'oro e con
luslabilimentodella milizia di Costantino simile corona gemmata, come ornato di
e la di lui origine, come un fatto storico gemme n'era il prezioso drappo, dal cui
certo e infallibile, sperava che le prove lembo inferiore pendevano 4 grandi me-
si sarebbero trovate bastevolmente con- daglie d'oro colla propria effigie e quella
vincenti per rendere tale fatto probabilis- de'3 suoi figli. Animato l'esercito dal por-

simo, perquantopuòcomportarlo uu av- tentoso fenomeno e dalla fiducia dell'im-


venimento sì antico , dalla critica suffi- peratore, riportò la tanto celebrata e glo-
cientemente difeso, al modo suo di espri- riosa vittoria, con manifesto divino aiu-
mersi. Incomincia adunque a provare la to, il quale si rinnovò successivamente in
prodigiosa apparizione della Crocea Co- ogni incontro in cui era portatoli Labaro.
stantino 1 (che repula avvenuta nel 3 1 2 Laonde Costantino I, grato a Dio, divenu-
a'26 ottobre o nella metà di novembre) to cristiano, ridonò la pace alla Chiesa e
colle paiole In hoc signo vincesj argo-
: accordò a'crisliani il libero esercizio della
SPE SPE 245
religione da lui abbracciata, e fecequanto te dal petto, o sopra a lato una croce in
altro raccontai negl'indicati articoli, sia 8 punte a guisa di quella di Malta, e sot-
col Papa s. Melcliiade, dall'autore non to le due inferiori punte uno sperone pur
ricordato, sia col successore s. Silvestro l d'oro, e che questa milizia fu da s. Sil-
(anzi con anacronismo dice s. Silvestro I vestro Iapprovata.Pdferisce ancora l'An-
fuggilo al Soratte per sottrarsi alla cru- geli,esservi alcuni che, senza
renderne ra-
deltà di Massenzio, il quale già era perito gione, sostengono essere stata aggiunta
sotto s.Melchiade nella memorata batta- all'insegna della Croce, quella dello spe-
glia). Di più crede (così Marangoni, e lo rone,quale stimolo alla gloria e alla vir-
Re, mentre a Scettro
rilevai all'articolo tù; e che altri vogliono essere stati deno-
dissi che da altri fu posta pure su di es- minati gl'insigniti cavalieri dello speron
so e sul globo imperiale), che collocò il d'oro, per non essere permesso nella cor-
se^no della croce sulla Corona imperia- te imperiale l'uso degli speroni d'oro, se
le (/^.), e volle portarla pure in petto, ri- non a'ca vai ieri decora ti della croce e com-
cevendola con solenne pompa da s. Sil- pagni dell'imperatore per la difesa del
vestro I ; indi e col di lui assenso, l'im- nome di Gesù Cristo, e così da quell'u-
peratore fregiò di croce d'oro pendente so fu poi aggiunto alla croce lo sperone
da simile collana, il petto ai 5o dei più. d'oro. L'istituzione si conservò da' figli
valorosi della sua guardia per custodire e di Costantino I,cioè il Labaro custodito
portare il Labaro, e questo asserisce sulle da 5o cavalieri,e da'due tiranni Magnen-
parole d'Eusebio, biografo di Costanti- zio e Vitranione; ma appena l'empio Giu-
no I Passando poi a noti stabilimenti,
: liano Apostata nel 36 fu assunto all'im-1

commise, che da un numero di 5o più no- pero, fece togliere dal Labaro il mono-

bilied approvati guerrieri fosse soste- gramma, ed è probabile che abolisse pu-
nuto e difeso il Labaro imperiale, for- re 5o cavalieri custodi. llsuccessoreGio-
i

mando essi un ordine equestre sovrano. viano ripristinò nel Labaro il nome di
L'Angeli, senz'alile autorità di scrittori Gesù Cristo, e ristabilì la compagnia dei
contemporanei, conferma nella sua o-
si 5o cavalieri, tutto conservandosi da'po-
piuione, citando Michieli, Tesoro milita- steriori imperatori. Teodosio II colla leg-
re, e Menneiùo, Opus, del HJilit.ord., co- ge De praepositis Labarum, nel 434 ac-
mechè della medesima, e conclude: che cordò grandi privilegi a'medesimi custo-
lo stabilito ordine militare e i creati ca- di, colla prerogativa della dignità conso-
valieri, lo fossero in difesa della religio- lare, e volle che restassero presso di se co-
ne cristiana e de'suoi seguaci, e perpe- me famigliari, che Gelasio Cysicenoscrit-
tui custodi dell' imperiale persona. Ri- tore del V secolo li dice cavalieri creati
porta altre testimonianze , sulle asser- da Costantino I. Noterò, che all'articolo
zioni di Bergamaschi, Giustiniani e al- Costantino o Costantiniano ordine, che
Col Michieli, autore del ricordato Te-
tri. vuoisi pur fondato da Costantino I, ri-
soro militare, poi dice Che l'ordine è : portai le testimonianze di coloro che Io
istituzione di Costantino I, e che secon- reputano approvato da Papa s. Leone I
do antiche memorie, i cavalieri erano per- e colla regola di s. Basilio. Dipoi Giusti-
sone di qualificata condizione, che oltre niano I verso il 53o confermò il decre-
all'assistere la persona dell'imperatore, tato di Teodosio II. L'Angeli dichiara
in vece della guardia del Pretorio IP .), non doversi dubitare che la cavalleria ,

aveano incumbenza di le-


la particolare di Costantino I non sia stata celebre in
gare a'di lui piedi gli speroni, donde de- oriente, finché le nominate e non bene
rivò l'impresa e il titolo della marca loro specificale leggi restarono in vigore, e fin-
cavalleresca, poiché portavano neuden- ché lo sleudardo fu in islima nell'inope-
i\C, SPE SPE
io greco,o al meno no a Ila sua decadenza. fi quanto all'ordine Costantiniano. A me
Allenila che il Labaro ivi fu in venerazio- non sono permesse lunghe discussioni, si
ne ne'secoli XII, XIII, XIV, e che l'ordi- leggano gli autori nominati, prò et con-
ne o società de'cavalieri destinali a difen- //77,esene formerà il giusto giudizio. Non
derlo sussisteva ancora. Tuttavolta poi può negare l'Angeli che il da lui sostenu-
racconta, che per le turbolenze dell'im- to ordine di Costantino I sia stato un or-
pero andalo l'ordine de'cavalieri di Co- dine cavalleresco non cos'i compito, co-
stantino I in dimenticanza, sulla fine del me lo furono i fondali dopo le crociate;
secolo XII Isacco II Angelo Comneuo di- ma per lo meno lo vuole oiigine e mo-
scendente da quell'imperatore lo fece ri- dello della cavalleria onoraria che sì ci vile

vivere, lo chiamò milizia Costantiniana, che ne'seguenli secoli divenne


cristiana, e
e da ordine di cavalleria secolare, prese più augusta e ordinata. E per finirla coi»
forma di religioso istituto colla regola di quest'ordine Costantiniano dì s. Gioì''
s. Basilio e sotto la protezione di s. Gior- gio, dirò che ne riparlai a Parma ed a
gio, onde furono anche detti cavalieri di Sicilia, imperocché gli ultimi de' Com tie-
s. Giorgioj e secondo alcuni sino a tale ni, trasferitisi in Italia dopoché nel 1 4-53
riforma, asserisce l'Angeli, che i cavalie- fu presa Costantinopoli da'turchi, il su-
rierano stati chiamali aurati, aurea ti, perstite de' medesimi cede il gran mae-
ed anco dello Sperone d' oro, senza poi slrato nel i6?.3 a Marino Caracciolo prin-
rendere ragione della discrepanza delle cipe d'Avellino, o secondo altri e meglio
date da lui stesso riportate. Col p. Ono- per buona somma di denaro nel 697 i l'ac-

rato di Maria, Disserlalions hi stori-


s. quistò Francesco Farnese duca di Par-
aues sur la Chevalerie ancienne et mo- ma e Piacenza, ciò che approvarono Pa-
derne, procura di ribattere le obbiezio- pa Innocenzo XII e I' imperatore Leo-
ni del p. Helyot e del p. Papebrochio, e. poldo I. Quando poi neh 734 il duca d.
degli altri che combattono istituzioni e- Carlo di Borbone passòal trono delle due
questri innanzi le crociate, ma sembrami Sicilie, trasferì a Napoli l'archivio del-
(on poco successo; anzi crede die il p. Fon- l'ordine e nel 1759 formalmente lo rin-
tana sia unaltrostoricodegliordini eque- novò. Il suo fratello d. Filippo, che lo a-

stri, mentre egli non è che il traduttore del vea successo uel ducato, reclamò l'ordi-
p. Helyot dall'idioma francese in italia- ne Costantiniano inutilmente; finché as-
no. L'autore confessa egli stesso che qui segnato ducatoall'arciduchessaM/Lui-
il

vi è incertezza e oscurità, mancandosi di sa ex imperatrice de' francesi, nel 1816


a
documenti sulla diramazione del la i . fon- si dichiarò gran maestra dell'ordine e lo

dazione di Costantino I, dell'ordine Co- ripristinò a Parma, e d'allora in poi essa


stantiniano da luipure eretto, per cui e suoi successori continuarono a confe-
i

ritiene Isacco li Angelo Comneno del i.° rirlo, come proseguirono a fare re delle i

nel i ino circa soltanto restauratore, il due Sicilie. Oltre a ciò debbo aggiungere
quale invece da'eritici è ritenuto il vero ancora, che neh" /almanacco reale del re-
istitutore dell'ordine di Costantino o Co- gno delle due Sicilie, si dice l'ordine Co~
stantiniano, e per lui i cavalieri furono stantiniano istituito sotto il titolo d'ordi-

detti Angelici \f.); adonta che l'Ange- ne di s. Giorgio dallo stesso Costantino
li itiene che questa denominazione pro-
i I, con una sagra milizia insignita deila
venga ancora dalla tradizione dell' An- croce, che si distinse nelle gueire più fa-
gelo apparso a Costantino I, per spiegar- mose. Che oltre il gran maestro, che è

gli l'apparizione dellaCroce. Ammessa l'i- sempre ha pure seguenti gradi su-
il re, i

stituzione d'Isacco II in onore di Costan- periori: il gran prefello, che sostiene le


tino 1 suo parente, finiscono le questioni, veci del gran maestro; il grau priore, che
E

SI' SPE 247


I
tremicele alle chiese dell'ordine, ed ha la da'Papi, prima di Pio IV, comedi s. Spi-
<lirczione spirituale dc-'eavalieri; ed un vi- nto, di Cristo, di s. Giorgio, de'ss. Pie-
te gran priore: vi è altresì una reale ina- tro e Paolo,
di s. Giorgio di Ravenna;
grirai deputazione per trattar gli affari e quelli dopo l'io IV, Laurclani, di Gesù
dell'ordine, che nelle provinole si serve e Maria: a'Ioro articoli se ne ponno ve-
de'cavalieri inquisitori. I membri dell'or- dere gl'istitutori e l'epoche. Prima però
dine sono divisi : in cavalieri grancroci; di venire a Pio IV, riporterò alcune no-
in cavalieri di giustizia, che dehhouo pro- zioni sui cavalierati aurenti o dello spe-
var la nobiltà per 4 '''ti; in cavalieri do- ro n d'oro conferiti da'suoi predecessori;
natori, che nell'ammissione donano par- oltreché ricorderò che il p. Helyot cita-
te de'loro beni; in cavalieri di grazia, pei lo, al 1 26G riporta l'istituzione dell'ordi-
quali la prova di nobiltà è supplita dal ne dello sperone di Carlo I d'Angiò re
merito; in cavalieri cappellani onorari, di Sicilia, ch'egli creava i cavalieri nella
ed iu cavalieri scudieri. La decorazione e cattedrale di Napoli alla presenza della
l'abito di cereinonia dipoco differisce da regina e dell'arcivescovo, col toccare colla
quanto riportai a Costantiniano ordine. sua spada la spalla di quello che voleva

La fedeltà e l'ubbidienza al gran maestro, decorare e dicendo: Iddio tifacela buon


e la difesa della religione cattolica, sono i cavaliere, dopo avergli l'arcivescovo coi
principali doveri di tutti i membri del- suoi suffragane! fatto giurare fedeltà al
l'ordine. Quanto a Parma, leggo nel Vo- re, e che difenderebbe le dame sì vedo-
cabolario topografico de ducali di Par- ve che maritate e gli orfani abbandona-
ma, Piacenza e Guastalla di L. Molos- ti,per cause giuste; indi 7 damigelle del-
si, che Gio. Andrea Angelo Flavio Co- la regina gli cingevano la spada al fian-

mneno, che vanta vasi ultimo rampollo co, e 4 cavalieri de'piìi ragguardevoli gli
dell'imperiai prosapia de'Flavii, Angeli, attaccavano gli sproni dora ti.ec.Quest'or-
Comneni, Lascaris Paleologi, e che s'in- dine si crede istituito da Carlo I per ri*
titolava duca di Tessaglia, Macedonia ec, compensare gentiluomini ch'eransi di-
i

dopo che il senato veneto non volle ac- chiarati per lui contro Manfredi o l'avea-
cettare la cessionedel gran maestratodel- 110 combattuto. Narrai nel voi. XXIV, p.
l'ordine Costantiniano di s. Giorgio, l'ac- 88, col Frizzi storico di Ferrara, che Pa-
cettò bensì d ducaFrancescoFarnese.Che pa Urbano V nel suo ingresso in Roma
gli costò caro prezzo non già relativa-
, nel 367, ordinò a Nicolò 11 marchese di
1

mente al Comneno che si coutentò, co- Ferrara,che in onore de'ss. A postoli creas-
m'è voce, d'un impiego di castellano, ma se 1 1 cavalieri a sperone d'oro, e l'eseguì
per la ricognizione pontificia e imperia- sulla porla della basilica Vaticana. Lessi
le. Trovo poi nel Saxe-Gotha, Alma- in un mss. antico, che Eugeuio IV del
nack del 83y, che l'ordine si divide in
1 1 43 istituì un ordine dello speron d'o-
1

5 classi, oltre d duca che n'è il gran mae- ro, ma non posso provarlo. Di sopra no-
stro; cioè senatori grancroci, che hanno
i tai gli ambasciatori fiorentini creati ca-
il collaro; li gran dignitari; li senatori aurata da Nicolò
valieri della milizia V
grancroci; li commendatori, ed i cavalie- e Innocenzo Vili. Apprendo dal Marini,
ri. La dignità di gran priore fu neh 828 Archiatri t.i,p273, che Giulio 11 fece
annessa iu perpetuo al vescovo di Parma. datario Gozzadmi bolognese, e per le sue
Che sulla decorazione si trova l'epigra- premure nominò cavaliere aurato Ber-
fe : In hoc signo vinces j le lettere gre- nardino suo padre a'G gennaio i5o6, e il
che XP indicanti il monogramma di Gesù maestro delle ceremonie Paride de Gras-
Cristo, oltre l'A e 1*11. L'Angeli fa l'enu- nel t. 20, p. 1 38, si gloriò di non aver
si*,

merazione degli ordini equestri istituiti voluto regalia consueta sibi debita ad re-
2 48 SPE SPE
spretimi filt'i,el patriaecommunis.Ti-ovo vivente Innocenzo Vili, la fiicol là di crea-
ne! Bull- Rom.
p-4 2 la bolla
t. 3, par. 3, i re alcuni cavalieri e conti palatini, ed egli
Suinmibonorum,t\eiG\ug\\oi5 ?,diLeo- 1 con diploma del i I2 i ,di cui posseggo co-
neX,colla quale ampliò i privilegi agli/^Z»- pia ed emanato in Uoma, dichiarò tale
brevialori delle lettere apostoliche, che Stefano de Marcelli* di Cagli, al <pjale
dichiarò tam clerico^ quam laico* nobi- impose ubbidienza all' allora regnante
Ics, ac sacri Palatìi apostolici} et aulae Carlo V e suoi successori, Facendogli giù-
nostrae Laleranensis Cornile» tt Milite*, rare che non avrebbe mai olleso, uè fat-
Di più gli autorizzò a crearne 3. Etqnod todannoa'dominii di sua casa Gbo.Tro-

quilibelexabbreviatoribiispraedictiseii- vai in certe memorie che Paolo III del


srni, et aita arma per nobiles, et mililes 1 534 approvòi privilegi della milizia au-
deferri etiamper Vrbem libere de-
solila, rata: siccome vari Pontefici approvare-
ferrct et tres perenni eligendo* persona* no I' ordine Costantiniano de' Comnenì
nobilitati*, et militari tilulo decora re, ac (da loro beneficati con ospitalità in Ro-
nobdes et milite* anrealos creare, et fa- ina, da Paolo MI con pensione di oo du- i

cere, eis quia insignia, etarma insilili- cati d'oro, alla quale Giulio III aggi un*
libus dari solila dare alque concedere, se una casa di campagna, come prede* i

ac eos numero, etconsortio aliorum no- cessori aveano latto magnificamente con
bilium, et militimi aurealorimi favorabi- altri rami della detronizzata famiglia im-

literaggregare,ouiniaqiiealia,elsingula penale, cos'i Pio II, PùoIo II e Sisto IV),


in simdibus fieri solita, et opportuna fa- fra'quali Paolo III, potrebbe essere che
cere, libere, et licite possit, elvaleat. Dun- tale conferma riguardasse tale ordine; né

que già i Papi conferivano l'ordine dello si deve ommellere il riflesso, che talvolta

speron d'oro, e lo facevano insignire an- Papi hanno conferiti cavalierati di or-
i i

cora da altri; e se autorizzavano il colle- di ni da loro approvali, senza averli isti-


gio degli abbreviatoli a crearne, nella fa- tuiti, segnatamente se regolari, come lo-

cilità eccessiva colla quale in que'tempi ro immediatamente soggetti. Il medesi-


si concedevano i pi ìvilegi, agevole sareb- mo Paolo III elargì amplissimi privilegi
beil trovare altre simili concessioni, fatte alla citata famiglia nobilissima e sovra-

a'primari collegi prelatizi, leggendosi gli na degli Sforza, col breve Hinc est quod
articoli che di loro scrissi. Bisogna ram- IVos, de' <4 aprile 53c), e riportalo da i

Dentarsi, che già gì' imperatori creava- Batti, Della famiglia Sforza, e lo leggo
no cavalieri della milizia aurata, e valga nel Li, p. 264, co'motivi pe'quali il Pa-
per lutti quanto di sopra accennai, mas- pa ne insignì tale illustre stirpe, confer-
ei me di Cailo V, e il diploma nel 1 5 16 e- mali poi da Giulio III, Gregorio XIII e
manatoin favore dell'Ercolani; i cavalle- Sisto V.Con tale pontificio diploma Paolo
rida lui creati nella coronazione nel 1 53o, III dichiarò gli Sforza e loro discenden-
che esempio quanto alla cir-
fu l'ultimo ti, accoliti, cappellani e notali della santa
costanza della coronazione, il penultimo Sede con l'uso del rocchetto, ossia prò-
essendostatoquellodiFederico Ill,quan- tono tari apostolici, conti dell'aula Late-
do nel 14^2 si portò a ricevere la corona- ranense e cavalieri aurati, aggregandoli
zione da Nicolò V, dopo la qual fìmzio- alla nobiltà di tutti i doruinii della s. Se-
ne e secondo consueto formalmente sul
il de; inoltre li facoltizzò in perpetuo a crear
Ponte s. Angelo creò molti cavalieri au- notari e protonotai i, cavalieii della mi-
rati, come rilevai al suo luogo, facendo lizia aurata e conti palatini, a concedere
altrettanto quando tornò in Uoma sotto le lauree delle università, a legittimare
Paolo Quest'imperatore nel 1492 con-
II. i bastardi, ce. Ed in forza di tali ampie
cesse ad Arauiuo Cibo nipote dell'alloro concessioni, duchi Sforza, inclusi vamen-
i
SPE SPE a4g
te al vivente principe il. Lorenzo, crea- do privativo de' romani Pontefici e de-
rono sino al 1 84- 1 • cavalieri della nuli- gl'imperalorid'occidentarimarcachean-
zia amata e conti palatini del s. Palaz- co diversi altri sovrani crearono cavalie-
zo e aula Lateianense, colla tradizione ri dello speron d'oro, come i redi Svezia,
della decorazione equestre, e la facoltà d'Inghilterra e Polonia, oltre i Comne-
di porre la corona ne'propri stemmi gen- ni confermati nel loro diritto da bolle poo«
tihzi, con diploma die spedivano in da- tilicic e da diplomi imperiali, ed oltre a
ta di Genzauo (/'.) già loro feudo. No- qiie'pnncipi di rango inferiore, per auto-
terò che ho veduto qualche diploma im- l'ita pontificia o imperiale, inclusi varnente
peliate, concesso ad alcuna nobilissima agli Sforza- Cesarmi chea suo tempoerea-
fàmiglia, di creare cavalieri della milizia vano cavalieri dello speron d'oro e conti
aurala,oraperò tuttiahrogati.Nellostesso palatini, e ne dispensavano la croce; né
Bull. Rom. t. 4i par. i, p. 279, imparo pretermise il privilegio d'alcune univer-
dalla bolla Iìomamts Pontifex,i\e'6 apri- sita, di nominare i cavalieri dello speron
lei 55 i, gl'indulti e privilegi concessi da d'oro e conti palatini, il che meglio di-
Giulio 111 ai vescovi assistenti al soglio, chiarai di sopra con Del Tuie. Conclude
a' quali accordò I' indulto di creare no- Angeli, di riconoscere ne'Papi il diritto
tari e militi aurati. Praeterea quod pa- sempre da loro conservato, come uno dei
Inarchi*, archiepiscopi*} et ac
episcopis, due capi di quest'ordine cavalleresco, ma
eoruni cuilibei 'ìliliicset Eque* deaura- non seppe dirci chiaramente l'orisi ne del-
tos odo , ac ad instar sacri Palatii , et laderivazione dal Costantiniano, per cui
aulae. Lateranensis comiium ,quosciim- convieu conci uderechc propria mente s'i-
quenolarios,etlabelionespublicos,acju- gnora. Venendo a parlare di Pio IV, con
dices ordinarios extra romana ni curiam qualche interesse per l'ordinede'cavalieri
creandi, et instiluendi, ac eisdem indi' Pii'P'.) da lui istituito nel 1 5 jq, riferisce
tibits solita equilum deauratornm insi- colMennenioe Michieli,quantogià ripor-
gnia concedi, ipsosque notano*, et la- lai a tale articolo, che essi opinano die

belliones de notarialus, et (abdlionatns, riformasse l'ordine de'cavalieri aureatì


et j'udicatus officiis hu/usmodi per peti- dello speron d'oro, e che l'unisse nell'or-
nani,etcalainare,utmorisest,inveslien' dine de'cavalieri pii, con moltissime «ra-
ffi. Negli articoli Paolo IV, Fedeli, Co- zie e prerogative, come di cavalieri dello
IOMBA, Lamcie spezzate, raccontai come speron d'oro e conti palatini, con nobil-
quel Papa per premiare que' 20 romani 1 tà ereditaria; tutto riportai a detto ar-
ch'eransigratuitamentee senza stipendio ticolo, qualificandoli Placabili, e dicen-
vicendevolmente la guar-
olferti di fare do col Giustiniani stesso l'incertezza del
dia permanente alla sua persona, egli nel fatto, e come presto terminarono, sotto
1 555 gì' insigni dell' online equestre, o altra forma e col nome di Piano IP'.) ri-
dellosperond'orosecondoAngeli, per l'in- pi istillali nell'odierno pontificalo di Pio
combenza di vegliare e custodire sovra- il 7.Yecon proprio uniforme questo con- :

no et cruce exornasse calcar aureum


, siste in abito corto a forma di montura,
habenlej onde furono detti cavalieri Fé- di panno turchino con una fila di bot-
dcli o della Fede, e della Colomba, e da toni dorali, e con colletto e paramani di
essi derivò la guardia palatina delle Lan- panno rosso con ricami d'oro, quali so- i

cie spezzate. no pure nelle patte posteriori e in mez-


L' Angeli , dopo avere ricordato che zo alla vita, con 3 bottoni dorali per ca-
l'antichissinioordineaureatoeragiàstato danna, e in mezzo di essa, l'estremità
concesso da più. Papi e con facoltà ad al- delle faldeavendoricamate4stelletled'o-
tri di conferirlo* e divenuto in certo ino- ro, con bottoni dorali; spada con inani-
2 5o SI» E SPE
co madreperla e ornati d'oro e fiocco
ci i
riusciva di mollo decoro e splendore alla
eguale,spallinecon piatti d'argento egra* sua persona, nell'erigere l'insigne col le-
noni d'oro sulla spalla destra, e senza su gio (iv? cali le)de' suoi cavalieri Pii, de-
ff nella della
sinistra, con stelletta argen- crete» che questi ipso jave s'intendessero
tea sopra il sesto de'piatti d'ambedue; i aggregati all'antichissimo ordine aurea*
granonisonopujrealcappellomililaredel* to. Vi fu qualcuno che attribuì a s. Pio
la forma comune, cioè nella cappiola e V la ripristinazione ed ampliazione del-
ne'fioccbetti, orlato di galloncino d'oro, l'ordine dello speron d'oro, ma non pa-
e con coccarda pontificia; calzoni di ca- re. Ora compenderò in breve quanto al-
s'unirò bianchi Lunghi con liste di gallo* tra dice l'Angeli di analoghe erudieioni.
ne d'oro laterali ; cravatta nera, guanti 1 Papi lo conferivano a titolo di molto o-
bianchi, e stivaletti di pelle nera. I ca- nore agli ambasciatori veneti, come pra-
valieri però di [."classe o grancroci, sic- ticarono Innocenzo XI nel 1677, Alessan-
come banno il grado di generale, oltre dio VUIcon Giovanni Laudo, eCleraente
la quanto dissi al citato articolo,
fascia e XI (il quale dichiarò cavalieri dello spe-
llano il cappello militare da generali con ron d'oro presidenti i dell 'accademia dei-
piuma bianca, e gli speroni dorati. Dal le belle arti di Bologna) con Francesco
figurino del cavaliere di 7..' classe bavvi Morosini (la funzione pel Ouodo la ri-

un'indicazione di sperone, per indicare portai a Cavaliei\e, ove ricordai altresì


ebe gli appai tengono, e portando quanto quella di Corner e decorato da Innocen-
superiormente notai del capitano degli zo XIII); a'Ioro Paggi, riproducendo il

svizzeri del Papa, e de'camei ieri dispada breve di quelli fatti da Benedetto XIV,
e cappa del medesimo, anche per le spai- Ex Romani: Te Auratae Mililiae E-
line, granoni delle quali sono inerenti
i quilem t et Aulae Lateranensis Comitvrn
a' gradi d' ulliziali superiori, e perciò si tenorem praeientiiun facimus t et crei-
ponno considerar tali ancora essi, e con mus. E qui avvertirò, ebe per reclamo
più di ragionei cavalieri dello speron d'o- del sovrano ordine Gcrosolinulano (P' .),
ro, il figurino de'cpiali li rappresenta con la croce dello speron d'oro fu stabilita di
due spalline con granoni e ambo intie- puro oro senza smalto bianco, per dilfe-

re. berga masebi pai laudo de'cavalieri


Il renziarla dalla gerosolimitana ch'estuai-
Pii di Pio IV, dice invece ebe questo Pa- tata, rimuovendo pure la corona d'oro
pa non istituì e riformò l'ordine dello ebe erasi introdotta sopra la croce; ma
speron d'oro, come pretesero taluni, ma poi o per abuso o per pontificia conni-
ad esso aggregò i suoi cavalieri per ac- venza ritornò ad essere collo smalto e si
crescergli lustro e decoro, lo die fece pu- conservò sino alla riforma di Gregorio
re Sisto V co'suoi cavalieri Lauretani; XVI. L'Angeli descrive la croce d'oro
laonde i cavalieri Pile Laurelani, ipso a 8 punte oltre raggi, secondo la sua
i

fitre, lo furono ancora dello speron d'o- l


.* istituzione, alla foggia di quella di Mal*
10, ma quelli di questo ultimo ordine non ta (o Gerosolimitana), della forma pub-
di vennero cavalieri Pii e Laurelani. Sog- blicatada Giustiniani, Bergamaschi eBo-
ginnge Angeli, ebeavendo Paolo IV crea- nanni; ed il a .° riferisce che i Papi conferi-
to gentiluomini di sua guardia cavalle-
i vano a'Ioro Paggi la croce d'oro anebe
ri, si tenne per certo che lo fossero dello smaltata di bianco, come quella di Mal-
sperou d'oro, per l'analogia dell'uffizio ta, ma con un filo e orlo d'oro che or-

dì servire e vegliare alla custodia del so- nava tutta I' estremità, col suo speron-
vrano, secondo lo spirito dell'istituzione cino pur d'oro pendente nella parte in-
dila milizia aurata. Cliel'immediatosuc- ed altra [linamente d'oro senza
feri ore,

cessore Pio IV, vedendo ebe tale ordine smalto come fu la primiera forma a tempo
,

SPE SPE a5i


di Costantino!Tale varietà non piacque scovi assistenti al loglio, ed i nunzi boo*
B Benedetto XIV, il quale col breve A- ne potevano creare <S, come vi-
stolici,che
poxtolicani Praedeceasoruniyde;' jaelleta- breve ci Benedetto \ V de' 1
levasi dal i I 1

brei 7 {lì. ri proti otto colla croce dall'Ali- dicembre 7 43; dal quale pure si appreu-
i

geli, determinò la figura della croce.eche de, ebe non siavi differenza alcuna tra'ca-
nella segreteria dei brevi sempre ve ne velieri creati dal Papa, e quelli da 'detti
fosse modello per l'osservanza, da por-
il cardinali e prelati decorati. L'Angeli, con
tarsi dalla parte sinistra dell'abito con Sansovino, dice die cavalieri ebe por- i

nastro di seta rosso ponsò. Aggiungel'An- tano collana divengonoincontanenle rio-


geli,ebe non avendo cavalieri dello spe- i bili, appena eletti cavalieri (è comune o-
ron d'oro alcuna veste particolare o lo- pinione, ebe tutti i dichiarati cavalieri
ga, come altri ordini, vestono giusta il ricevono la nobiltà personale, se già non
costume dimorano. Bensì
del paese ove l'hanno). Dàqualche cenno sui pri-
indi
poter portare la collana d'oro, ed ap- vilegi ed esenzioni godute da' cavalieri,
pesavi la croce simile col suo sperone, e ma non sembrami necessario riportarli,
cingetela spada egli speroni d oro allac- e vi supplirò col decretato da Gregorio
ciati ai ta'lonij come viene espresso nei XVI eb'è positivo. Passa ancora a ragio-
diplomi : Tibtque ut torqueni aureum naie sulla Nohihà e sul termine Milite,
ensetn, et mirala calcarla deferte pos- argomenti già da me svolti a quelli eal-
sis.Osserva die l'ornamento della Col- tri analoghi articoli, sia sul gius de'so-

lana (/'.) d'oro è un segno di nobiltà e- vrani di nobilitare i loro sudditi, sia sul

questre, e ebe in tutti i tempi le collane cavalierato a cui è annessa la nobiltà e


fecero pai te delle ricompense militari, e in alcuni anche comunicabile a'discen-
ebe tra gli assiri egizi medi e persiani
, , denti: l'Angeli la chiama generosa, per-

furono simbolo di nobiltà e libertà, e ne- che la suppone colla decorazione sempre
gli ultimi tempi le collane divennero fre- degnamente conferita al vero mei ito e al-
gio della cavalleria più rinomata, di Ver- la virtù; egli però volle disconoscere che

se da quelle onorifiche con simili meda- rari sono tali casi, e die per lo pili le de-
glie e ritratti de' sovrani, che questi di- colazioni ingegnosamente, industriosa-
spensano. Crede che cavalieri, benché i mente e anche bassamente si provocano
non legati da voti regolari, militandosolto da que'medesimi che ne sono insigniti;
l'insegne della croce e degli speroni, sino e questo solo basterebbe in vece per e-
dall'islituzione sono obbligati di servire scinderli, e renderli immeritevoli di con-
il Papa e l'imperatore, da cui furono de- seguirle : taccio poi di que' voraci pesca-
corali, edi prestarsi ad ogni richiesta delle tori e cacciatori di croci equestri, e che
loro sagre persone , creandosi previa la convertono il loro petto in un Calvario^
professione di feda e il giuramento sugli ben assai diverso da quello santificato da
evangeli di fedeltà del ricevente l'onore, Gesù Cristo, splendido modello d' ogni
con ceremonie dal Papa odalsuodele- virtù e tipo di profonda umiltà. M'ap.
gato; e ebe il Papa non crea cavalieri i piglio volontieri alla sentenza ebe l'An-
solamente come principe temporale, die geli prese dal Dizionario (storico) porta-
li a insegne e prerogative imperiali, ma lite degli ordini (religiosi) e militari (Ve-
come sommo Pontefice e sovrano degli nezia 1790): La nascila fa il gentiluo-
ordini militari (regolari) e in particolare ino j la virtù sola fa il cavaliere ! Al-
di questa milizia, per derivazione da s. trettanto aderisco e intendo fare perle
Silvestro I. I delegati pontificii poi esse- altre sentenze appropriate che riporta,
rei cardinali legati che per facoltà ne crea- insieme a quelli che nomina di basso li-

vano io; i patriarchi, arcivescovi e ve- guaggio, ma discendenti da'eomuni pa


ivi S P E S P E
reali Adamo e Eva, i quali per le loro tìi, ma per considerabili servigi prestati
magnanime azioni, ingegno e virtù s'in- alla religiqne, al principe e allo italo; que-
nalzarono per meriti esclusivamente per* sta dignitàdà a chiné fregiato privile*
tonali alle più subtimi dignità o a cele- che non hanno nati nobili
gi e diritti i

brilà ini pei Uni a, ch'é invulnerabile dalla e ancorché titolali, per cui il grado ono-
b.issa invidia e.dalla leggiera gelosia. E rifìcodaquesti ultimi sovente fu ed é va-
dice bene, che la sola fatica, lo studio delle gheggiato; ed in particolare vuol prova-
arti e delle lettere, il valore ne'Ie armi, la re che l'ordine dello speron d'oro accre-
fina prudenza, l'esercizio delle virtù, e sce lustro alle famiglie già nobili, e col
ima buona morale conducono l'uomo al Bergamaschi fa la giusta distinzione della
seggio della distinzione e della gloria. E dignità dell'ordine e del cavalierato au*
qui gli si apre il campo di rammentare, reato, con quelli che se ne resero inde-
coloro che di sì bella schiera furono gin- gni o per l'imprudente e prodigo uso che
Stamente fregiati del pontificio e itnpe- ne fecero i privilegiali delegati a conce-
rial ordine dello speron d'oro, odi altri cleri o, pregiiidicandoloeavvilendolo. Ap-
parimene insigni, né volle dimenticare punto questo mosse Pio VI I, ciò che for-
la Poesia; reudendo onore ai Mecenati se ignorò l'Angeli, ad abolire conferi* i

che con avveduto consiglio, sieno prin- menti de cavalierati dello speron d'oro
cipi o ministri, sanno destare I' ellicace e conti palatini, che si facevano da'ear-
enlusiasuio e la feconda emulazione, con dittali e prelati per indulti pontificii, to-
ricompense ed onori, equamente distri- gliendone loro il privilegio a istanza del
buite,doppoiché sebbene convenga che la cardinal Consalvi segretario di stato, il

virlìi épremio a se stessa, riflette che la quale rappresentò al Papa l'eccessi vonu-
\irtù senza premio sterilisce la semenza mero de'decorali e i rilievi degli altri so*
degli eroi, celebrando i fasti di Costan- vrani che non intendevano riconoscere i

tino anche come Mecenate de' virtuosi,


I decorati di ordini equestri, se non conferi-
delle scienze e del le arti. Finalmente l'Ali- ti im mediatamente da Ila sovranità. Quan*
geli, tornando a ragionare della nobiltà toal privilegio del duca Sforza Cesarmi,
che proviene all'insignito del cavaliera- siccome erasi usato con eccedente facili-

to e come uno de'privilegi concessi a'ca- là e non sempre a' veramente meritevo-
valieri dello speron d'oro, riferisce l'o- li, il cardinale chiamò 1' intendente ge-
pinione di molti e particolarmente giù- nera le e segretario del medesimo, Ratti, e
inconsulti, che sostengono passare a'figli l'invitò a provocar dal duca la rinunzia
la nobiltà di quello che fu decorato della del suo privilegio, e siccome non l'olteti*
croce equestre. Arroge al suo proponi- ne protestò die il governo pontificio nou
mento l'operato di Pio IV, che conce- avrebbe riconosciuto da lui decorati, e i

dendo a'suoi cavalieri Piì la nobiltà non piuttosto talvolta con nuovodiphjina poti-
meno che a'ioro discendenti, e volendo lificio furono alcuni dichiarati cavalieri
maggiormente onorarli, decretò che ipso dello speron d'oro; qualche altra volta i

iure s'intendessero aggregali all'antichis- cardinali segretari di stato successivi ver-


gono ordine a n reato, ossia dello speron bai meo le abilitarono i decorati a far uso
d'oro; ne fa discendere la conseguenza, della ricevuta decorazione con qualche
o che sapesse che l'ordine aureato pure cautela, finché poi il disposto di Grego-
godesse tal prerogativa, o che iutendeva rio XVI annullò il privilegio; né valse
comunicargliela, inflette ancora, che la all' attuale duca il rappresentare che la
cavallenaonoraria si dà altresì da'sovrani sua eccelsa famiglia l'avea ottenuto a li*

per guiderdone al merito di chi si segnalò, loto rimuneratorio, le singolari beneine-


«um mcuo per rari tuleuti e grandi quali- lenze colla s. Sede de'suoi illustri aule-
1

SPE SPE a53


nati, ìì poco numero delle decorazioni da ilice <ìi volete riportare le ceremonie u-
lui cotiferite a persone meritevoli e ilistm- saie da' Papi gran maestri dell'ordine, la

le. Gregorio XV I In a ciò costretto dal- collana e croce dello speron d'oro, ecci-
le rinnovate rimostrante de'sovreni, che tando i decorati d'esser pronti a fermio
non intendevano riconocere per decorati della religione cristiana, al modo che ve-
die i fregiati dal Papa, essendosi dapper- loce palafreno è dagli «proni stimolato; ed
tutto non sovrani sillatli privile-
tolti a' a tal effetto intende riprodurle la bolla
gi. Inoltre Pio VII nel 8 4 separò il ti- 1 1 di Paolo IH, la quale intima a 'cavalieri
tolo e giado di Conte Palatino da quel< gli obbligi che corrono alla dignità loro,
lo di Cavaliere Hello Sperone d'oro, lo- e le belle azioni gloriose che debbono essi
gliendo la loro promiscuità, ed ordinan- praticare colla mano e col senno. Fa co-
do che d'allora in poi si sarebbero con- noscere l'ossequio che si deve al Papa, e
cessi ciascuno a parte; ma i titoli di conti lavenerazione alla religione cattolica. Che
palatini d'allora in poi si accordarono con l'ordine non essendo (allora) per gradi
parsimonia. Le Memorie storiche del cav. distinto, tutti coloro che ne fanno parte;
Angeli furono ristampate, quindi i\\ im- devono tenersi in conto di fratelli, e pre-

pressa in Roma la 3.' edizione nel i 84 dicarsi figli della chiesa cattolica, e di-
con questo titolo: /Memorie .storiche sul- spostiad ogni momento di servire il suo
l'antichità ed eccellenza dell'ordine Au- Capo visibile da cui furono fregiati col-

reato ossia dello Speron d'oro,scrilte dal Y insegna della Croce; e perchè si pos-
fu cav. Luigi Angeli imolese, con note ed sano cingere la spada con abito proprio,
iinportantiaggiuntedelcav. Pietro Giac- volere riprodurre l'antica divisa sempre
chieri capitano aggiunto nel generale co- usata da'eavalieri aurea ti di Lombardia.
mando ed ausilia-
delle truppe di linea Pose quindi in fronte alle Memorie una
rie di riserva. Certamente che questa e- litografia esprimente s. Silvestro I in Ito-

dizione, per quanto dirò, è più assai im- no e sotto baldacchino, vestito pontificai-
portante dell'ai tra; peccato che ledei men- mente colla tiara e il pallio, in alto di por-
te si ristampò l'opera dell'Angeli senza re la collana d'oro colla croce equestre
farci veruna critica avvertenza, e senza e suo speroncino, a Costantino 1 divota-
correggere diversi nomi e diverse date et- mente genuflesso, con corona d'alloro in,

rate nelle precedenti edizioni, che io cor- capo e scettro nella mano destra. Da un
ressi senza neppure rimarcai Io. Incorniti- lato si vede il Labaro colle sigle S. P. Q.It.
eia il cav. Giacchieri, decorato di que- sovrastato da una corona che racchiude
st'ordine equestre, con una dedica al car- il monogramma ^ e sopra di esso vi è
dinal Luigi Lambruschini segretario di la Produsse dopo le Memorie t VkuO"
croce.
stato, come segretario de' brevi, per cui ve prove dell' antichità dell'ordine au-
da lui si emanavano diplomi degli ordì-
i reato e della sua discendenza da Costan-
ti! cavallereschi (poi dichiarato da Gre- tino I Magno, estratte dal libro: In epi-
gorio XVI gran cancelliere degli ordini stolam Scipionem Mqffèi marchionis ad
equestri pontificii). Segue la prefazione, Gisbertum Cuperum de fabula ordini»
nella quale il cav. Giacchieri con accon- Constantiniani, Tiguri 17 12; accompa-
cie parole rende ragione perchè si occu- gnale da qualche opportuna riflessione,
pò della riproduzione delle Memorie del Giàap.Giaveadichiaratol'ordineCWrttt-
cav. Angeli, che loda in uno alla sua o- ano essere una diramazione dell'ordì*
ti ni

pera, e perchè l'ordine andavasi riven- neaureato istituito da Costantino I creati-


dicando dall'ingiurie e dallo scadimento do 5o cavalieri che tenessero là custodia
cui fu esposto nel principio del corrente del Labaro, e che fregiò della croce stessa
secolo. Giustifica le onorifìceuze equestri, ch'egli avea voluto ricevere dalle mani
> 7 \ S P E S P E
di s. Silvestro I dopo la di lui istituzio. velieri di Paolo le prerogative di qnel-
s.

•ie,nnchesostenendolocoH'assei lodi ni». r li dello speron d'oro, perciò dichiaran-


Tok Ili, ArmamentarÙ làstorico-legalts doli conti palatini dell'aula concistoria-
ordinum cqtie.slriuni,et mililariuni in co- le Lateranense, notali e cavalieri aureali.
dices tripartiti. Che l'ordine aureato non Asserisce inoltre il cav. Giacchieri, che i

devesi confondere col Costantiniano, ed cavalieri dello speron d'oro aveano sem-
essere stato sempre mantenuto e confe- pie vestito un ahito di costume, di colo-
rito nella corte degl'imperatori d'occi- re rosso nelle solennità, il quale non piti

dente; e ch'esso è (piel medesimo che si essendo io uso a'tempi nostri, ottennero
com parte da' Papi come derivato loro da da Pio VII 1' uniforme militare del co-
s. che approvò l'istituzione di
Silvestro I, loie stesso dell' antico abito, in sequela
Costantino I,confermata da'Papi succes- dell' istanza promossa da vari cavalieri
sori col titolo d'ordine aureato dello spe- dell'ordine, e presentata al Papa dal mar-
ron d'oro. Pubblicò poscia 1 ceremonia- 1 chese conte Giacomo Concilia di s. Da-
ti estratti dal Diario di Cornelio Firma- niello nel Friuli, nella quale esposero :

no maestro di ceremonie, ne'quali si leg- Che venendo espresso nel hreve ponlifi-
gono modi tenuti da s. Pio V nel crea-
i ciò di appartenere essi ad una milizia, Te
re cavalieri dello speron d'oro nel 566.
i i auralae noslrae militine cquitemj ed es-
Da essi rilevasi soltanto le seguenti par- sendo loro prescritto dal breve stesso di
licolarità che desumo da tutti. Il Papa o- indossarne l'insegne, Quare ut insigniti
gai volta ne creava diversi ordinariamen- ejua ordinisi riempe tnrquem aureum,et
camera dell'udienza, Dell'
le nella anti- inserii, et nuraln calcaria geslare po^isj
camera o nella sua camera, e sono chia- si fosse degnato di cambiar l'antico ahi-

Diati Jìlilites Mililem miratimi .v. Pelri, to in altro d'uso moderno, per cui Pio
s. Petti ut comunUer dicitur de calcari- V con rescritto de' 6 febhraio 8o3 ap-
1 1 1 1

bus auralis. Vi assistevano cardinali, ve- provò il nuovo abito proposto da' cav;i-
scovi, ambasciatori, i cubiculari segreti, Iteri stessi, e permise loro d" indossarlo,
talora il maestro di camera Alessandro come di fatto molti cavalieri speciahnen-
Casalio bolognese, e Io scalco Francesco te nel regno Lombardo Veneto ne fanno
de Reoizodi Paleocia, olirei testimoni, uso. Il cav. Giacchieri riporta il figurino
e qualche volta il capitano della guardia, colorito del cavaliere dell'ordine equestre
Un vescovo serviva il Papa del bino, ed militare aureato ossia dello speron d'oro,
il sagrista presentava I' aspersorio e so- ove si vede la croce smaltata; ma nello
steneva Milite dissiche
la candela. A i schema che pure inserì essa è tutta d'o-
Papi dichiaravano quelli che inualzava- io collo speronano; avvertendo però che
no alla dignità regia, Miles s. Pelrij ed Pio VII nel 806 mandòalsuddetto prof.
i

a cavalieri di s. Pietro^ oltre quanto ri- Brera delegato in Crema nella facoltà me-
guarda 1' ordine, notai alcune creazioni dica, 3 croci di diverse grandezze, incro-
di cavalieri di s. Pietro fatte dai Papi state di smalto bianco, collo speronano
in tempi anteriori. Nella bolla Romanus d'oro all'inferiore estremità e la corona

PontifeXydt'j luglio 547» riportala dal i al disopra. Noterò, che le decorazioni an-
cav. Giacchieri, Paolo HI concesse am- cora che conferiva duca Cesarmi, avea-
il

plissime onorificenze e privilegi al colle- no tutte Ie8 punte e da ambo le parti di


gio de'militi e cavalieri di s. Paolo(P'.) smalto bianco, di tutto oro essendo i
4
da lui istituito. In questa bolla, sottoscrit- raggi e lo speronano, nonché la corona
ta da 7.1 cardinali, si riportano i privile- da cui pendeva la croce, oltre il nastro
gi e gli emolumenti che indicai nel cita* rosso di seta ondata. Ecco la descrizio-
to ai ticolo, e come il Papa attribuì a'ca- ne del figurino. Uniforme di panno scar-
,

SPE SPE ?.77

latlo a due petti, con due fila di bottoni croce di decorazione corrispondente al-
concavi dorati di gcadaunaparalleleequi* l'antico schema insegna e al titolo va-
datanti; colletto tagliato a cuore, paro- rialo ali onliue,e disponendo che la vreb-
mano tondo, e filettatura, tutto di panno fiero conferito soltanto egli e i Papi suoi
verdi; drago ricamato in oro con una mu- successori, vietando a chiunque altro di
da di li onde d'olivo; patte orizzonta su Ila li concederlo, ed a tale elletto ne afirogò i

vita con 3 bottoni cadauna. Nel da piedi privilegi che a ciò gli abilitavano. Grego-
delle falde un trofeo militare parimenti rioXVl con questa disposizione ebbe pre-
ricamato in oro. Calzoni di Casimiro bian- cipuamente in mira di largire col l'ordi-
co con liste laterali d'un gallone d' oro ne ila lui rinnovalo e reso più onorifico,
largo i oucie. Cappello militare guarni- un premio degno a tutti coloro, che di-
to di piuma bianca all'intorno, cappiola stingueva nsi nella religione, nelle lettere,
ili \ fila di granoni d'oro, coccarda pon- nelle scienze, neìlearti, negl'impieghi, ed
tificia e fiocchetti di canutiglia pine d'o- inogni maniera di virtù, a'quali princi-
ro. Spada dorata con manico di madre- palmente intese rivolgere la sua pontifi-
perla, avente nella coccia della guardia cia e sovrana munificenza. Pertanto coi
una stella d'argento, formante I' ordine tipi di Roma e della tipografia della ca-
suindicato; dragona di canutiglia simileai mera 84 fece pubblica-
apostolica, nel i 1

fiocchi del cappello. Spalline di canuti- re:Sanetiss imi Domini Nostri Gregorii
glia d'oro lustre, .sciolte e piccole alla fog- divina providentia Papae \/J,Lilterae
gia piemontese con piallo di metallo a apostolicae quibus nonnulla de Equestri
squama dorato, e il sesto ili detto piatto Auratae lì li litiae'ordine deccrnuiilur.lu-
con istella d argento come sopra. Collana comincia colle parole, Cutn hominum
d'oro,appeso alia quale l'ordine dello spe- meiitcs, e con traduzione italiana si leg-
rone d'oro a seconda ilei ricordato sche- ge nel n."i)G de\ Diario diRoma(ìe\ 8q. 1 t

ma. Stivaletti di pelle nera con speroni chequi riproduco.» Gregorius PP. Xly I,
d'oro a'talloni, portaspada di pelle verni- Ad perpetuata rei memoriam. Siccome
ciata nera;guanti bianchi e cravatta nera. non avvi mezzo più opportuno per sti-
Ordine equestre e pontificio di s. Sil- molarceli eccitare le menti e gli animi di
vestro 1 Pana. L'antichissimo e nobilis- ciascuno a seguire con vero impegno la
simo ordine aureola dello
della Milizia viriti, e ad intraprendere e compiere a-

Sperandolo richiamò la provvida e par- zioni generose, quanto l'impulso della re-
ticolare attenzione del Papa Gregorio ligione, gli stimoli della gloria ed premi i

XVI. Questi ad esempio di altri ordini di lode e di onore; così romani Pontefi-
i

cavallereschi, che decaduti dal primiero ci grandemente sollecili del bene e della

splendore, furono da'suoi predecessori o felicità della cristiana e civile repubbli-


da altri sovrani riordinati echiamati con ca, per ispronare gli uomini a battere le
altro nome e titolo, restituì questo dello viedella pietà e della vii lù, con provvido
speron d'oro all'antico lustro e rinoman- e sapiente consiglio divisarono istituire
za, rendendolo vieppiù splendido col no- gli ordini equestri, e con la suprema loro
me del gran Pontefice s. Silvestro I, per autorità confermare quelli già istituiti,
l'opinione che si ha da molti scrittori di restituirli alla primiera rinomanza, e di
averlo approvato e di averne insignito lo amplissimi privilegi eziandio arricchirli.
slesso fondatore Costantino I. Conservò In fatti d' assai conviene a colui che per
all'ordine di s. Silvestro 1 gli antichi di- divina disposizione siede sulla Cattedra
ritti e privilegi dell'aureatoe fino allora sublime del Principe degli Apostoli, por-
godutijStabilendolo in due com- classi, di re tolta l'opera sua, perchè gli uomini in-
mendatori e di cavalieri j formando la fiammati ancora e mossi vieppiù a meri-
^56 SPE SPE
tare lodi ed onori, imprendano in parli- doprino di rendersi per le azioni loro In-
coiar modo a praticare e ad avanzare la Demeriti del catlolicismo, della società e
religione, la pietà, la giustizia.ed ogni ma* dellaSede apostolica, giudicammo som-
merà di virtuosi applichino utilmente iil- inamente opportuno provvedere, per
le lettere, alle scienze, alle arti liberali, qnautoèda noi,alio splendore di quell'or*
e pongano ogni sforzo per occuparsi iti dine, allineile gliuomini di tali egregie
luttociò ebe alla cattolica religione, alla doti adornati, riportino un premio degno
può essere di grande orna-
civile società del merito, e i loro desiderii ad illustri
mento, vantaggio e sostegno. Niunoper azioni sempre più si dirigano. Laonde io
Verità ignora, fra gli ordini equestri quello forza delle presenti con la nostra aposto-
dello Sperone d'oro, e per antichità d'o- lica autorità perpetuamente Stabiliamo
iigine,e per celebrità di fondazione, e per e vogliamo, che in avvenire l'ordine me-
copia d'onore primieramente risplende* desiino ritenendo l'antico nomedelloiS/je-
re. Imperocché, a relazione di piùscrit- ron d'oro a motivo dell'antica sua ori-
tori di non mediocre autorità, nacque composto di due classi; cioè di
ghie, sia
opinione che da Costantino Magno per commendatori edi cavalieri: che tutti u-
quell'insigue miracolo della Croce di vi- sino le primiere insegne (le primiere in-
dissima luce folgoreggiante, veduta nel segne che eubero commendatori e ca-
i i

cielo, e per la famosissima vittoria indi valieri dello speron d'oro di nuova rifor-
riportata sull'empio tiranno Massenzio, ma, sono l'uniforme simile al figurino
quell'ordine ne prendesse origine; che da suddescritto, la spada dorata e gli sproni
s. Silvestro I Pontefice predecessore no- d'oro, ma dovettero gli uni e gli altri va-
sti o fosse approvato, e che da lui mede- riai e il colore del nastro, cioè di seta on-
simodell'insegne diquell'ordine Coslan- data rosso e nero, comeancora il modo
tino stesso venisse fregialo. D'onde av- di portare la croce al modo che prescri-
venne che negli antichi tempi principal- ve questo breve) e godano di que'diritti
mente quell'ordine equestre da' romani e privilegi che finora goderono cavalie- i

Pontefici e da' principi fosse tenuto in ri dell'ordine stesso, escluse però le ficol»
grandissima onoranza, e che delle sue in- tà che dal concilio di Trento si tolsero (i
segneragguardevolissimi personaggijdel- privilegi poi mantenuti tanto agli aliti-
la cristianità singolarmente benemeriti, chi cavalieri, decorati con hreve aposto-
da'medesimi romani Pontefici si fregias- lieo, quanto a'nuovi riformati, restarono
sero. Ma per le vicende delle cose urna- in vigorequegli stessi espressi nella ricor-
ne, e per lo volgere de'lempi conoscendo data bolla di Paolo III, vale a dire i coro-
quest'insigne ordine essere decaduto dal- patibili alle attuali circostanze e legisla-
l'aulico splendore di dignità e dal pregio zioni, esclusi gli aboliti dopo tal Papa da
cui era salito,noi seguendogli esempi de- detto concilio). Ordiniamo poi che por-
gli altri Pontefici nostri predecessori,ab- tino la croce d'oro nel modo e della for-
biamo stabilito richiamarlo al primiero ma da Benedetto XIV, predecessore no-
lustro, e a maggior onore innalzarlo. E stro di sa. me., prescritta nelle sue let-
poichè a lalordiue si dovranno soltauto tere apostoliche a queste simili pubblica-
ascrivere coloro, che oltre la specchiata te su di ciò a'7 settembre 1 746; ma la ero-
onestà e probità, sieno accesi di zelo per ce stessa, d'ora in poi avrà nel mezzo del-
la cattolica religione, per scienza delle lo smalto bianco (il quale riempie le 8

umane lettere e delle severe discipline, punte) l'effigie di s. Silvestro I Papa (eoa
per la perizia delle arti liberali distinti, l'iscrizione: Sane. Silvesler P. M. intor-
esercitando con vera integrità ufiìzi sagri, no al ritratto ornato della tiara, e su fon-
civili e militari, con generosi sforzi si a- do d'oro, nieutre l'immagine d'oro è su
E

SI' SPE 2I7


fondo turchino: questo è pure nel ton- le antiche insegne (le antiche insegne che
(lino del rovescio della crOCe,ed ha in oro potranno portare gli antichi cavalieri del-
l'anno MDCCCXLT, e nel giro e su fondo l'ordine, cioè quelli che già si trovavano
d'oro, com'è tutto il resto della croce da nominali con brevi apostolici, sono: la
questo lato, si legge Gregoriut
l'epigrafi': sopraddetta uniforme, la spada, gli spro-
A/ 7 Bestituit) i e dovrà appendersi con ni d'oro a'talloni e la collana d'oro, con
nastro di seta a liste rosse e nere, rosse appesa la croce prescritta da benedetto
a'iembi (cioè tra 3 liste rosse e a nere). E XIV, sebbene ripeto non si osservò es.it-

pcrchè i commendatori da'cavalieri ai di- tamente, e si ripristinò l'uso delle croci


stinguano, ordiniamo che i primi porti- tutte smaltate in bianco; la quale croce
no ima tal croce granile pendente dal col- potè continuarsi a portare al collo come
lo col nastro descritto (ma proporziona- per lo innanzi appesa a un nastro rosso,
temente più largo); i secondi poi una ero- tenendo questo luogo della collana: do-
ce piìi piccola (quasi grande quanto l'an- pò questa disposiz.one di Gregorio XVI,
tica) al petto nella parte sinistra del ve- non pochi antichi cavalieri preferirono
stimento, col nastro mctlesimoalla conni- ritenere l'antica croce, sia per la forma,
ne foggia de cavalieri. Per rimuovere in- comepelmodo di portarla aguisa di com-

oltre qualunque differenza che nel por- mendatori, perciò non invocarono Iaconi-
tare siffatta insegna potrehhe accadere, mutazione col nuovo ordine). Quindi di-
abbiamo ordinato l'impressione dell'una chiariamo, che tutti gli altri in qualun-
e dell'altra croce da consegnarsi col di- que altro modo a quello ascritti, d'oggi
pioni a a 'no velli cavalieri. E poiché ilgra- in poi in alcun conto appar-
non possano
do d'onore e di dignità tanto più risplen- tenervi, e perciò giudichiamo decaduti
li

de, quanto minore è il numero di coloro da qualsivoglia privilegio di portare pur


a'quali si conferisce, con la nostra auto- anche le antiche insegne dell'ordine. Fi-
nta ordiniamo che di centocinquanta sia naluieute perchè, e adesso e in progres-
il numero de'commendatori, di trecento so di tempo, niuno a tal onore possa ve-
quello de'cavalieri. Tale prescrizione in nirammesso,senon se coloro che lo con-
cntramhele classiintendiamosolo pe'no- seguiscono con apostolico diploma; con
stri sudditi, imperocché sarà sempre in la pienezza della nostra autorità aposto-

aibitrio nostro e de'nostri successori, ol- lica, ed in forza delle presenti, togliamo
tre questo numero, aggregare all'una e affatto a chiunque di qualsivoglia ordine,

all' altra classe anche sudditi di estere i grado e condizione, il privilegio di con-
nazioni. Inoltre per mantenere sempre co- cederlo, quantunque avessero ottenuto il
stante questa nostra disposizione, e per- privilegio stesso da'romani Pontefici no-
che in niuu tempo mai non si cangi, or- stri predecessori per mezzo di lettere a-
diniamoche il gran cancelliere dell'ordì- postoliche e particolari costituzioni, de-
ue sia il cardinal segretario de brevi,pres- rogando espressamente a tale effetto in

so il quale diligentemente sì conserverai!' ogni parte alle bolle del Pontefice Paolo
no i nomi de'cavalieri, il grado, il giorno 111 ili fé. me. riguardanti un tal privile-

dell'ammissione e il numero. Siccome poi gio, e date ili 4 aprilei53g; e di nuovo,

ben sappiamo, che moltissimi ne'tempi come si asserisce, confermate da succes-


decorsi vi furono aggregatici conserva- sori Giulio 111, Gregorio XI II, e Sisto V
re il lustro dell'ordine stesso decretiamo, ad altre qualunque es-e sie-
di rie. me., e
che quelli soltanto debbano tenersi cava- no, dichiarando ancora e ordinando che
lieri di quest'ordine, quali con simile di-
i questeinavvenirc non abbianoalcun va-
ploma pontificio in esso furono aggrega- lore. Ed affinchè possano con certezza
ti, e eh' essi soltanto potranno portarne conoscersi tutti quelli che con pontificia
vol. lxviii. i
7
2 7S spe spe
concessione un tal onore già conseguirò- ore rilelti,e ne'qnali si posero pure n di-
no, vogliamo che nel lerminedi 8 mesi co sannita le Memorie storiche del ca?. An-
loroi quali dimorano in Roma esibiscano geli. Le dichiararono poco critiche, e me-
il loro diploma alla Segreteria de'brevi; no ordinate le sue fallaci pretensioni, ina
quelli poi che trovano nello stato pon-
si piene di non ispregievoli notizie, sufli-
tifìcio, siano obbligali di mostrarlo al prò- cientemente avendo riportato e discusso
prio vescovo o ordinario. Noi speliamo i pareri eie questioni siili origine del l. or-
certamente , che questa nuova riforma dine; riconobbero che l'ordine dello spe-
dello S|)cron d'oro, novello lustro accie- roti d'oro fu sempre diverso e distinto dal
sca a quest'ordine, e conseguisca il Ina- Costantiniano di s. Giorgio, come lo fu la

malo (ine: e che lutti coloro, i quali per decorazione; protestarono essere impos-
breve già furonoaggregati all'ordine sles- sibilo, arduo e rischiato il provare stori-

so o verranno in appresso aggregali, cor- camente, fra tante osservazioni e docu-


risponderanno pienamente a'uoslri voli, menti prò et contrae certezza e l'ideoti-

e nulla lascieranno inlentato con illustri tàdi sua vetusta origine, mentre ciò non
azioni per rendersi benemeriti della cat- è necessario allo splendore e dignità im-
tolica fede, della cattedra di s. Pietro e memorabile di sì celebratissimo ordine.
della civile repubblica. Cos'i stabiliamo, lo non intendo adombrarlo e combat-
ordiniamo, vogliamo, prescriviamo, ec. terne il primato di precedenza che gli si
non ostante le lettere apostoliche de'no- vuole da alcuni assegnare, suH'anterio-
slri predecessori, ec. che espressamente rità dell'istituzione e come il più antico,
deroghiamOjSiccomeallealtretultedegne masoloperistorica verità e doverosa ini-
ancora di espressa ed individuale men- parzialità con pena dissi qualche parola
zionee deroga che facessero in contrario, dubitativa e critica, sebbene contro il mio
Dato in Roma presso s. Pietro sotto l'a- amor proprio e genialità, poiché tengo
nello del Pescatore il dì 3 i ottobre i
84 1 a gloria di appartenervi e godere le inse-
nell'anno xt del nostro pontificato. A. C. gne d'ambo gli ordini, sì dell'antico che
Lambruschini". 11 cav. Giacchieri per- dell'odierno, olire altre riverenti alfezio-
tanto pubblici) X Appendice all'opuscolo XLl V, p. 43,
ni e pel riportato nel voi. 1

intitolalo, Memorie storiche sull'ordine ripetendo qui venerande parole diGre-


le

Aureato ossia dello Speron d'oro. Con- gorio XVI: Ninno per velila ignora, fra
tiene quest'appendice il testo latino della gli ordini equestri quello dello Speron
riportata lettera apostolica, colla versio- d'oro, e per antichità d'origine, e per ce-
ne italiana desunta dal citato Diario, due lei rità di fondazione ,eprr copia d'onore

noteche ho tenuto presenti tra quelloche primieramente risplendere. Anzi per ul-
bo posto tra parentesi nel breve, e losche- timo dirò, che in diversi articoli riportai
ma stabilito per la nuova decorazionedel- antichissimi e rimoti esempi delle crea-
I' aureata milizia. Di quesl' Appendice zioni fatte da'Papi di militi di s. Pietro,
tende ragione il n.° 3 ilei Diario di Ro- che secondo il ricordato ceremoniereFir-
via del 1842. La riforma della milizia mano, equivalevano .'/cavalieri aureati;
aureata eil ripristinamentodel suo splen- e qui rammenterò, che s. Gregorio VII
(loie, come insigne onorificenza, riuscì e- vi feceRoberto Guiscardo nel 1 080 quan-
datante, fu applaudita e qualificata ra- do l'investì della Puglia, Calabria e Si-
gionevole, anche da'pubblici giornali non ciba; e che Innocenzo II neh i3g prati-
menu d'Italia, che di Francia, Germania co altrettanto con Ruggero quando Ioi

ed altre nazioni, con bellissimi, sensati ed elevò al regno di Sicilia. Ricavo dal I5or-
eruditi articoli, di lode e di giustificazio- già, Breve istoria del dominio tempora-
ne all'operato di Gregorio XVI, da me le dellaSede apostolica^. 3G,chcs.Gre- 1
-

SPE SPE ?.u,

gorio VII: Postmodum verojani assttm- di Corinto, e nemei. Vedovatisi in quelle


1
ptum (Roberto Guiscardo) in specialem feste corse a piedi, a cavallo e co' carri;
/>. Pttri mililemj ed a p.i i<) che il gra- combattimenti o gare di poeti, di musici,
do di militi* di s. Pietro si conferiva, co- ec. Ciascuna città della Grecia, tranne la
me già notai, a que'personaggi che si as- grave e saggia Spinta, avea altresì suoi i

sumevano da' Papi alla dignità regia e particolari spettacoli pubblici, compo-
coronavano. Ko igitur sic accinclo elb. sti degli stessi ed altri esercizi. Si cre-
Pelli mìlite mirabililer facto, subsequen- dono presso i grechi o gli etruschi origi-
ter Apostolicxisde altari diadema sumit, u iti i giuochi scenici e le rappresentazio-
ci ponti in capile regi coronandi et ait, ni teatrali; ed agli ateniesi massimamen -
accipe signum t elc. Così fu praticato con te andò debitrice la Grecia dì quel gra-

Roberto il Saggio, quando da definen- do di perfezione, al quale fu portato in


te V venne neh3of), colla moglie San- appresso A Sparta non si
il teatro greco.
cia, unto e coronalo re ili Sicilia in Avi- rappresentavano mai uè commedie nò ,

gnone. tragedie; non vi si vedeano né circhi, né


SPETTACOLO, Ludicrum, Ludus, anfiteatri; uè si eseguivano corse su' car-
Aiutiti* Speclaculum, Propriamente
j ri, ne combattimenti di atleti odi anima-
Giuoco (F.)o Fata (/*.) rappresentata li. Gli esercizi del corpo, gli esercizi gin-
pubblicamente come giostra e Tornei
, nastici, ne' quali potevnsi far pompa di
(A*.), Caccia (/'.) e simili, il Carnevale destrezza, di forza, di pazienza e di co-
(/\),equellealtre rappresentanze nazio- raggio, erano i soli spettacoli che i lace-
nali o parziali, che nari-ai a'Iuogfai loro e demoni si davano tra loro, e ne'qnali es-
ove si celebrarono o celebrano. Nel lin- si erano a vicenda attori e spettatori. Gli
guaggio comune per spettacoli s'intendo- spettacoli di Roma (/"'.) erano a un di-
no tutti i divertimenti diesi dannoal pub- presso i medesimi di Grecia. Presso i ro-
blico, immaginati per piacere, per procu- mani i giuochi del circo consistevano in
rar diletto, e per eccitar l'attenzione e combattimenti atletici, cioè corse a pie-
commuovere l'animo degli spettatori, ed di, lotte, pugilati, esercizi del disco e del
ancora per solennizzare qualche lieto e giavellotto, nelle corse a cavallo e sopra
memorabile avvenimento; e più partico- un carro, e finalmente nelle naumachie
larmente le rappresentazioni del Teatro e ne'cotnbattinienti de'gladiatori e delle
(/'.), opere in musica, commedie, tra gè bestie ferochgli spettacoli del teatro o sce-
die,balli ec. de'nosti i giorni. Gli spettaco- nici erano rappresentazioni di drammi
li erano in relazione colla
degli antichi comici o tragici, mimi. A di satire o di

religione, e non aveano luogo senonchè Roma parlai pure degli edilizi ove si ce-
ne Alesi e Giorni (/'.) festivi consagrati lebravano, circhi, anfiteatri e Teatri, ed
agliDei e agli Eroi in onore de'quali quel- in questo articolo ne riparlerò. Sono no-
le feste si celebravano. Tra'popoli anti- ,te le spese grandiose chei romani consa-
chi si distinsero negli spettacoli i greci e gravano all'innalzamento de'circhi, de-
i romani, anche de' Funerali (f '.) e per gli anfiteatri e de' teatri, anche nelle cit-

onorare la Scpoltur7(F.){\e«i-aiH\\ cotne t


tà stesse di provincia. Alcuni di questi e-
fecero altri popoli. La Grecia (/".) avea di fizi, che sussistono ancora in parte del-
4 spettaci ili generali che si eseguivano in la loro integrità o in pochi avanzi, non
alcune vaste pianure presso le città di O- mancai descriverli ove sono, in uno a'po-
limpia, di Delfo, di Corinto, di Nemea: steriori o moderni edilìzi eretti per altri

per questo nominaronsi qne' giuochi o- spettacoli, e sono monumenti più prezio-
i

limptei, pitici o pizii per riguardo all'o- si dell'architettura antica, e degne di ani-
racolo diDclfo/ibtmii per indicare l'istmo [Direzione pure le loro rovine. La storia
SPE SPE
romana èpiena di falli che provano la pns- rinunzia alle cose mondane, di sagrifìzi e

sione predominante e smisurata del po- di penitenza, di modestia, di raccoglimen-


polo pegli spettacoli, e mostrano le spese to, di ritiro, di silenzio, di fuga dalle oc-
enormi, che principi e privali faceva-
i i casioni del peccato. L'apostolo s. Giovan-
no per soddisfare il gusto loro e quello ni ae\VEpisLi t cap. 1, ver. i5e 16, con-
del popolo, anco con mire ambiziose. De- dannò i vani piaceri del teatro, quando
gli spettacoli e bizzarrieslrepilose del me- proibì a'crisliani l'amore del mondo sic-

dio evo, egualmente discorsi ne'citatiar- come incompatibile con quello di Dioj
licoli, a Giuochi erelativi particolarmen- perchè tultociò che avvi nel mondo non è
te, e per Roma anche a Senato Romano: che concuspicenza della carne, concupi-
de'trovatori riparlai a Poesia, de'divei- scenza degli occhi e orgoglio della vita;ti i-

limenti clamorosi nelle città in cui si ce- plice concupiscenza che nel teatro è trion-

lebrano. Famose furono le cos'i delle fe- fante, massime nel moderno. L'apostolo
ste de' Pazzi (f.), nelle quali stranamen- s. Paolo neWJSpist. adEphes. 5 e 6, proi-

te si sagro col profano e col


mescolò il bì i teatri quando interdisse a'erisuani la
buffonesco, onde la Chiesa le soppresse a più piccola parola indecenteeinulile. Ri-
poco a poco, come rimarcai in tanti luo- porta las. Scrittura nel 2.° librode'Mac-
ghi e nell'articolo Fuoco. 1 disordini ca- cabei cap.4, che Giasone impossessatosi
gionali il più delle volte dagli spettacoli, della dignità di sommo Pontefice, volen-
come rileverò eziandio a Teatro (e ri- do corrompere interamente il popolo e-
provando l'immoralità dell'odierno), li breo, non trovò mezzo più efficace per
fecero condannare non solamente da'pa- riluci ivi, quanto quel lo di slabi re in Ge- li

gani. ma con più di ragione tla'concilii, rusalemme gli spettacoli della Grecia, e
da'Papi e da'padri della Chiesa. Il con- sgraziatamente ottenne il suo intento. I

cilio di Cartagine del 3g6 colcanone i i santi Padri, dicono altri, non condanna-
decretò.» Gli ecclesiastici non diano spet- no gli spettacoli che per rapporto all'i-

tacoli mondani; non vi assistano nemme- dolatria, alle superstizioni e alle grosso-
no; imperciocché non si permetterebbe lane impurità; ma altresì per la ragione
di farlo ai semplici laici, non essendo generale che gli spettacoli slessi ne'quali

stalo mai permesso a 'cristiani di trovarsi non avvi né idolatria, uè superstizione,


in que'luoghi ove il nome di Dio è diso- né impurità grossolane, sono tutlavolta
noralo". Quello di Tour* delF8i3, col pericolosissimi, eccitando essi le passioni
canone 7 dichiarò:'» Siccome vizi per a- i e coi rompendo icostumi.Ter tulliano, De
ver ingressonelle anime, sogliono incan- Spcclaculis t cap. 1 4, conclude colla con-
tare gli occhi e leorecchiecon lusinghie- danna degli spettacoli, perchè fomenta-
ri diletti, quindi è che i sacerdoti devo- no le passioni, sono contrari a 'doni del-
no evitare i divertimenti disonesti e pe- lo Spirilo santo, incompatibili cogl'iin-
ricolosi pe'coslumi e farli evitare agli al- pegni contraili col battesimo, e coll'ob-
tri". Dicono alcuni: ma la s. Scrittura non bligo che ha ogni cristiano di riferire a
proibisce non condan-
gli spettacoli; cioè Dio tulle le sue azioni, e di vivere in uua
na formalmente la commedia, l'opera in disposizioneconlinua di preghiera, d'at-
musica eal tri simili spettacoli, perchè nou tenzione, di vigilanza e di penitenza. Tut-
li nomina espressamente. Però tulta la s. ti sanno come s. Agostino deplora nelle
Scrittura è un'implicita e continua con- sue Confessioni la tendenza funesta ch'e-
danna degli spettacoli, poiché essa con- gliavea pegli spettacoli, anche per quelli
danna persino un semplice gesto, un'oc- in cui noueravi né idolatria, né oscenità.
chiaia, una parola inutile, e perchè dap- Altri finalmente dicono, che le podestà

pei tulio parla essa di moililkazioue, di ecclesiastiche e secolari permettono gli


SPE spi; 261
spettacoli; ma esse soltanto li tollerano, Le loro reliquie furono recate in Fran-
come tollerano un'infinità d'altri mali cia sotto i re della 1
.* stirpe : l'imperató-
che non ponno efficacemente impedire, re Zenone le doni) insieme cui corpo di
e tante piaghe incoi geme la società; ben- g.Mamanle,martirizzatoauch'egli inCap-
sì procurano di temperarli colla vigilan- padocia,a un signore di Langres, che ar-
te e con opportune disposizioni, come so- ricchì la sua patria con questo prezioso
no le recenti sui teatri per migliorai li. Fra tesoro l'anno 490 sotto l'episcopato d'A-
i moderni il principe di Conti, il duca de pruncolo. La chiesa di questi santi, eh' è
iaR.ochefbucault,Bussy-Rabutin,LaBru- visitatacon molta divozione, è vicina a
yere, Piacine e molti altri scrissero che Langres, ed è conosciuta sotto il nome di
gli spettacoli sono pericolosi , seducenti, s. Geome, cioè i ss. Gemelli. Essi sono
corruttori. Il famoso lliccoboni, che per onorati pure a Gui d'Elvange in Isvc-
s.

5o anni avea calcato le scene, considera- via, ove fu portata una porzione delle lo-
va il teatro come una scuola di cattivi co- ro reliquie nel secolo Vili, e sono secon-
stumi e di corruzioni, proponendone es- moltechieseinFran-
di patroni titolari di
so pure la soppressione. Intorno agli spet- Alemagna. Il martirologio ne fa
cia e in
tacoli, come occasione prossima di pecca- menzione, compresa la loro avola s. Leo-
toci potrà leggere il trattato sui mede- nida, il giorno 7 di gennaio.
1

simi del celebre p. Concilia (/''.). Ven- SPEZIALEoFAB.MACISTA, Aro-


ne composto quell'eccellente libro col- rnatarius, A r ornalop ola } Pharmacopo-
l'approvaziouedi BeuedeltoXI V,di quel la, Medicam.entarius. Quegli che sceglie,
medesimo Papa che pubblicò la bolla In- prepara e compone le medicine, dette an-
ter caetera, del i. "gennaio i -j^S, suo Bal- cora spezie,donde derivò il vocabolo Spe-
lar, t. 2, p. 375, nella quale protestò a ziale, e quello di Spezieria oflicina del-
tutto il mondo ch'egli tollerava gli spet- lo speziale, o altro luogo dove si tengono
tacoli con sommo rammarico, e che nel- cose per uso di medicina, col laboratorio
le dotte sue opere avea sempre combat- pei' compoiìe, A romatariìof/ìcina,Phar-
tuto gli spettacoli come occasioni prossi- macopolae officina, Dledicinalis offici-
me di peccare. Il Butler nelle Feste 1/10- na, Species aromata. Si dice per sino-
Z>//j con dottrina ed erudizione tratta de- nimo Farmacista dall'arte che professa
gli spettacoli proibiti a'cristiaui la Dome- Farmacia parte della
lo speziale della _,

nica (P\), e durante la Quaresima (P-)j medicina che tratta de'rimedi e dell'ar-
riporta le osservazioni sull'uso degli an- te di prepararli, e si dice farmacia l'arte
tichi rispetto agli spettacoli, quanto sie- medesima, Pharmaceutica. E Farmaco
no pericolosi pe' costumi, ed il passo di chiamasiil rimedio, il medicamento e
s. Gio. Crisostomo sopra questo soggetto. talvolta il veleno, Pharmacum, Medica-
SPEUSIPPO, ELEliSIPPOex^E- menlum, Medicina praeshlio. Si chiama
LEUS1PPO (ss.), martiri. Erano fratelli Farmacopea il fondaco de'mcdicmali o
gemelli,e sparserosangue per la fede in il spezieria, e vale auche trattato che inse-
Cappadocia, insieme con S. Leonida loro gna il modo di comporre i rimedi, che
avola. Sembra che sieno stati martirizzati più propriamente direbbesi Farmacolo-
sotto l'impero di Marco Aurelio. Iu una gia, corrispondente a Farmacia j-ed an-
copia dei loro atti mandata nel secolo A li che meglio Farmaceutica, e\\e egualmen-
a s. Cerano vescovo di Parigi, diccsi che te si delinisce ramo della medicina che
essi sollersero presso a Langres; ma ciò specialmente tratta delle qualità fisiche,
è contrario agli atti antichi di questi san- delle proprietà chimiche, e del modo di
ti martiri, pubblicati da llosweido e da agire de'rimedi, donde lo speziale si ap-
Bollando, ed è pei* conseguenza erroneo. pella Pharmaceuticus. Si denomina poi
2 G2 SI E
1
SPE
Semplicista o Botanico, hvrbarius 3 bota- in virtù della gli uomini si avvisa
quale
nìcuSj quegli die conosce la qualità e le «anodi poter convertire metalli ignobili i

virtù dell'erbe dette semplici,e le custodi* in nubili, e di comporre medicamenti atti


sce. Semplicista dicevi anche il luogo, do- a guarire ogni malattia, e di prolungar
ve mimo piantati i semplici, ossia orto bo- la vita oltre i naturali suoi termini. Arte
tanice), e l'officina ove SÌ custodiscono. La clic insegna a decompone i corpi, a ridur-
Botanica è la scienza o studio ed arte di li a'Ioi o principii, a separare in ogni un-
tar nolomia delle piani;', distinguerle, de- stura le sostanze utili dalle parassite. In-
scriverle e Dominarle, tanto per la medi- segua altresì la tramuta/ione de'melalli,
cioa, ebe pel vitto. Rimedi furono dette la conversione per esempio del rame nel-
tutte quellesostauzeo vegetabili, anima, l'oro, ed è per questo riguardo ch'odi-
li omiaerali,che applicate sull'umano or- screditata, inutile e superstiziosa. Gli al-
ganismo producono, mercè la reazione chimisti hanno procurato di fare talvolta
della fibra vivente, elletli morbosi se si col soccorso de'demonii, invocali esplici-
ti uva nello slato sano, ovvero eliciti sa- tamenteo tacitamente, ciò die non pote-
lutari se trovasi nello stato malato. Quin- rouo conseguire co'loro propri sforzi, e
di pe'loro effetti medesimi, più o meno per quesloi sagri canoni hanno fulmina-
intensi e marcati, si chiamarono rimedi lo d'anatema gli alchimisti, e molti teo-
blandi, attivi ed eroici} e per il loro tuo- logi hanno messa l'arte loro tra le Divi-
ilo d'agire si dissero, stimolanti, depri- nazioni (f.) proibite, ed Sortilegi (/'"'.), i

menti, emetici, catartici, ec. E' necessarìa quantunque non sia cattiva in se stessa
al farmacista la cognizione della Butani- e quando si tiene ne'giusti confini. Gl'un-
nica e della Chimica, ars Chimica, che- postori alchimisti furono pubblicamente
mia, chyni'a, parte della fisica e dell'i- condannali nel secolo XIV da Papa Gio-
sloria naturale, ai tee scienza die insegna vanni XXII colla bolla, Spoiuh ni quat
per mezzo d'analisi a separare le differenti non exhibent, anche per (pianto riportai
sostanze di cui i corpi misti sonocompo- nel voi. LXIII, p. 4^. L'altra classe ili
sii, a purificarle, raffinarle e radunarle alchimisti racchiude uomini per integrità
per renderle più efficaci e più pronte nei di costumi e per dottrina sommi. 11 pò-
loro effetti. Mediante la decomposizione polo, da cui la chimica scientifica ripeto
e la ricomposizione, fa conoscere le qua- la sua origine, è l'arabo; non perchè gli
fila intrinseche, o meglio i principii dei arabi slessi coltivassero la chimica scien-
quali sono composti tutti i coi pi de'3 re- tifica, ma per essere stati i primi ad occu-
pili della natura. Essa è propriamente l'a- parsi di preparare le medicine chimiche.
natomia de'corpi naturali fatta per mez- L'Harois distingue l'alchimia dalla chi-
zo del fuoco, e l'arte di far l'analisi e ri- mica, ed egregiamente definisce così la
durre i corpi nc'loroprincipii,di scoprire prima: Ars sint arltj cujus principiuni
le virtù in essi nascoste e dimostrare la est menlirì, medium laborare,él finis men*
loro armonia interna. A norma dell'og- dicare. La Tossicologi.; traila de'veleui,
getto di cuisi occupa la chimica, si distili- i quali souo tutte quelle sostanze, che in
guein varie parli, una delle quali è la chi- piccola quantità introdotte nel nostro cor-
mica farmaceutica, ossia fa farmacia, la pò, od esternamente ad esso applicale, o
qualecifaconosceie principii diesi deb-i per morsi di animali velenosi, apportano
bono mettere in pratica nella formazione o gravissima offesa o la morte. Tra i ve-
de medicamenti, e mostra precetti da ed avven-
i leni si fa la divisione in ingeniti
osservarsi nel prepararli.!/.^ /c/wwi/tf,.^- tizi; i primi consistono nelle spontanee de-
chunica, quasi chimica per eccellenza e generazioni degli umori del corpo capaci
più sublime, è quella scienza vanissimo, di promuovere ipiùacuti e micidiali moi-
SI» E S P E aG3
con sollecita morte, con spaventoso. q>-
J)i na iS'.i». Payen, La elàmica insegnata
paralo di sintomi d'indole venefica e mi- in >.(")
lezioni, Milano i8.>.(>. Souhciran,
cidiale, come nel cliolera morbus; i ve- Manuale di farmacia teorica pratica^
leni avventizi li dividono poi in noti e i- Milano SìQ.Ì/Lorgau^Saggio sull'azione
1

gnoti, in veleni animali, vegetabili, mine- thlle sostanze velenose nel corpo vivente,
rali, militici, meccanici, conosivi, n.u co- Londra 829. Catullo, Elementi di mine-
1

lici, ani mali, ec. Il prof. Orlila fu chiama* ralogia applicali alla medicina e alla
lo il creatore della tossicologia ,
perchè farmacia, Padova 1 833. Murray, Ap-
dopo il profondo studio di 3o anni, per* paratus medicamlcum, Ticini 787. Di- 1

veunea dimostrare in (piai modo si possa zionariode' medicamenti,M.odena 1827.


scuoprire il veleno, anche (piando è mi- Musac, De medicamentiSjYenéiiisi 7 ">?..
nerale. Nelle sue generose elargizioni per Taddei, Farmacopea generale, Firenze
l'incremento delle scienze chimiche e di 1826. Magendie, Formulalre des medi-
medicina, vi comprese anche la farma- caments, Bruxelles i83:>. Ilahucinami,
cia. La chimica in questi ultimi tempi ha Doctrine medicale homéopatique, Bru-
fatto immense e utilissime scoperte, me- xelles 1 83 7. AndreaCozzi, Prospetto delle
diante profondi studi e felici esperi meo*
i lezioni di chimica efìsica applicata alle
ti di dottissimi chimici e farmacisti. La arti,hoianica e materia medica, Firenze
farmacia debbono studiarla eziandio il 1 836. Nota rerum petendarum sia e-
Medico (/'.) e il Chirurgo (E.), perchè che devono ritenere
letico de' medicinali
con piena cognizione conoscano il valo- nelle loro officine tulli gli speziali dello
compongono me-
re e l'efficacia di che si i stato pontifìcio, Roma 1 83G. Formulai-
dicamenti che prescrivono agl'infermi. Su re pharmaceulique des hdpiteaux indi-
questo argomento non essendo a me per- taires de France, Paris 82 .Chiappali, 1 r

messo aggiungere altro, vi supplisco con Manuale de' chirurgi, medici, speziali,
ricordare alcuni autori dell'arte. Les se- levatrici, ec, Milano 1812. Bousi, Istitu-
crets, et les fraudes de la chinile, et de zioni di mascalcia e medicina de' cava Ili,
la pharmacie,Ui\ye 17'jq. Maquer, Di- Ancona 182 5. lh\ihe\, Dizionario di ve-
zionario di ch'unica , Pavia 1783. Di- terinaria, Forlì 1839. Trebuchet, Jttris-
ctionnaire de bota ninne et farmaceuti- prudeff.ee de la me deci ne , chirurgie et

que, Rouen 790, Parisi 802. Salvigni,


1 pharmacie, Bruxelles 18 38. Mi tscherheh,
Lezioni di chimica elementare applica- Elementi di chimica, Venezia: 838. Se-
ta alla medicina e alle arti , Bologna bastiano Purgotti Chimica elementare ,

1802. Brochant, Elementi di mineralo- applicata specialmente alla medicina,


gr'rf,Milano 1807. TrommsdortF, Tavole Perugia r83q. Berzelius, Trattato di chi-
sinottiche della farmacia, Milano 807. 1 mica, Venezia i83o. Klaproth, Diziona-
Barzellotti, Soccorsi piujacill e. pronti rio di chimica, Milano 181 1. Mangeti,
per liberare gli avvelenati 1 8 iS.Lemery, Bibliolccachimica curiosa Genova 1702: ,

J'hiirinacopccuniversclle,Pi\rhi6()S.\v- Bibllotheca firmaceulico-mediea , ivi

niigcio, Pharmacopea Nosocomii, Lon- 1704. Kegna u 1, Elementi di chimica Mi -


1
,

dini 1721. Koest, Speculimi pharmaco- la no 8 7 Lassa igne, Dizionario de' rea-
1 t .

2ogicu/n,Patavii 1 83cj. Pozzi, Dizionario genti chimici,Mantova 1840. Targioni,


di fisica e chimica applicata alle arti, Corso di botanica medico farmaceutica
Milanoi6ao. Brugnatelli, Farmacopea e materia medica, Firenze 8 j<). L'avv.° 1

ad uso de' speziali e medici moderni il' I- Martinetti poi, LaDiceologia, t.»..p. >oq,
talìa, Venezia 182/i.. Maraviglia, Prime trasseda gravi autori e leggi, di cui ripor-
linee di elàmica inorganica applicata ta i testi: Doveri degli speziali, firma-
alla medicina e alla farmacia, Messi- cisti, semplicisti , ed arti relative. i.°Dc-
2 64 s p E sp E
vono gli speziali e farmacisti princip.il -
ne e Podaiirio traessi pe* primi curarono
mente attendere la dose, elicsi è pre-crii- i feriti e altri bisognosi di chirurgici soc-
iada'medici colle ricette, senza scemar- corsi. I greci pretendono il primato sul-
laod aumentarla menoma meo te. 2. ° De- la medicina e sulla chinirgia, ma per de-
vono sotto grave responsabilità gli spe- riva/ione egiziana. Si conoscono papiri e-
ziali, farmacisti semplicisti restar avvera gizie copti di forme ieratiche o»sia di nb>
titi non dar mai un medicamento per
di breviaturede'geroglifici,di scienzechimi-
l'altro. 3.°J\on è permesso «'medesimi di che, poiché ripeto la scienza medica (lori
dare a qualsivoglia requirente 1' erbe e tra gli abitatori delle terre innaffiale dal
semplici, o medicamenti che sieno vele- Nilo e grandemente, e già era estesissima
nosi o malefici, ma devesi esaminare l'or- oli' uscir degli ebrei dalla loro regione,
dinnziouc,e Turche se ne voglia fare, co- quando cioè i greci erano ancor barbili,
me pure non vendere erbe, medicameli- e di Esculapio ancora niuno parlava. In
ti rancidi, corrotti, incompleti ineffica- tali papiri vi è pur (pianto riguarda l'ar-
ci, che tradiscono leallrui speranze. 4-° te farmaceutica, farmacologica e medica,
Non devono attribuirsi gli speziali, far- e contenenti formule e ricette comune-
niacisii, i loro giovani, e molto meno i mente impiegate allora contro certe ma-
seinplicisli, alcuna medica attribuzione di latlie di genere endemico, esantemi o e-
conseguenza: sono essi semplici operato- hullizionidi sangue,alTezionisvariatedel-
ri, ed applicatali delle ordinazioni de'me- la pelle, epilessie e simili. Le forinole al-
dici. Soltanto è permesso a' farmacisti e tre sono per l'interno, altre per Tester-
semplicisti di emulare i medici nella co- noa uso di frizioni, d'unguenti, d'impia
guizione della fisica, della chimica e del- stri o cataplasmi, di clisteri, di pozioni,
la botanica. di decolli, con ^spiegazioni per dirigerne
La Fisica, Physica, è la scienza del- l'uso e il tempo. Rimarcandosi rimedi i

le cose naturali, la scienza naturale dei più eccellenti per tale o tale altro morbo,
corpi o filosofia naturale. Si chiamò an- In generale sono estratti di piante, note
cor fisica la scienza per cui guarda vasi allora a' medici egiziani, e si fa ancora
la sanità, e cosi l'arte e professione del- menzione d' alcune resine e del natron.
la medicina ; laonde anche il medico si Parlandosi di questi preziosi papiri a p.
appella fisico, oltre l'astronomo e il ma- 3o8 Giornale di Romai'65^, si ri-
del
tematico. Il grande Ippocrate non solo corda la legge riferita da Diodoro Sicu-
suppone le accennate cognizioni ne' far- lo, per la quale il medico tanto ardito di

macisti e semplicisti di professione, ma medicare un infermo con altre forinole


esige una profonda cognizione de'lempi diverse da quelle consagrate per T uso,
e de'luoghi, in cui devono ritrovarsi Ter- ove quegli fosse morto, era egli stesso pu-
be e medicamenti. Sono d'accordo Ga-
i uito di morte; per cui si ritengono le sud*
leno, Erasto, Mattioli e altri insigni au- dette forinole per ermetiche e legali. I-
torijche la botanica e la chimica in ispe- vi pur si legge, che sarebbe interessan-
te rientrano dovere de'fai macisti e
nel alcuno prendesse a pa-
te e istruttivo, se
semplicisti, polendo in ciò eguagliare e ragonare questa medicina antichissima,
superare gli stessi medici. Comunemente col Nuy' Kirò de' cinesi, la cui compo-
si ritiene che gli egizi furono i primi ad sizione si attribuisce all'anno 2G87 a-
esercitare la medicina e la chirurgia, ed vanti l'era cristiana, sebbene tale grande
a professare le norme per curar bene i antichità sia contrastata; non che col Va-
malali.Tra i greci, che l'appresero dagli gadasastir degl'indiani, e con altri velu-
ti^izi, si celebrano per i primi Melampo, stissimi monumenti dell'arte, che l'indù*
durone, Esculapio e Ippocrate; Macao- stria de'lilologi e de'liuguisli ogni gior-
SP E SPE a65
no aggiunge «'già conosciuti. All'artico- stato pontificio e descritte a'Ioro articoli,
lo Medicina ragionai di questa niilissi- pe' Papi Goriscono non solo cattedre di
ma scieuza e dell'arte salutare di medica- medicina e chirurgia, ma altresì <li fie-

re; di sua origine e progressi sino a'no- menti di chimica,di botanica teorico*pra-
siri giorni, inclusivamente alle principali tica, e di farmacia pratica. A Medico di-

scuole die in essa Borirono tra le nazioni, chiarai essere quello che fa professione ili
ed a' principali sistemi delle medesime, guarire l'ammalato edi conservare la sa-

non che de rimedi per curare e guarire nilà. Celebrai l'origine de' medici, i loro
la languente umanità, e de'piii celebri singolari pregi e grandi benemerenze, e
maestri della nobilissima arte. Clic la me- parlai di altri che esercitarono non meno
dicina è la più utile ili tulle le arti per la medicina, die la chirurgia, come gli

l'oggetto die ha della conservazione della ecclesiastici; ed i Missionari (/'.) accesi

vita, e negli aiuti che somministra la me- di ardente zelo per la salute delle anime
dicina consistono i vantaggi più glandi degl'infedeli, nelle remole regioni curano
che gli uomini ricevono da Ila chimica. La ancora il loro corpo, e con ingegnosa in-
medicinaa la chirurgia, riguardale come dustria,econ que'libri che ricordai a tale

una sola scienza, furono esercitate da un articolo, suppliscono con amore al medi-
medesimo individuosino dalla più rimo- co, al chirurgo, al farmacista. Inoltre a
la antichità. La chirurgia dopo la mela Medico riportai la serie illustrata degli
del secolo XII fu separata interamente archiatri pontificii, v\\rAv\i\\\duducìiinir'
dalla medicina, e pare quando la Chiesa ghi o chìrialri pontificii, colle loro pie-
ne vietò ed in
l'esercizio agli ecclesiastici; rogali ve edi quanto li riguarda. Dissi an-
processodi tempo chimi ghi furono mes- i cora le notizie degli altri medici e chirur-
gi a livello de'raedici. La Chirurgia^.) ghi palatini, ed eziandio de'roedici echi -
è quel ramo della medicina che guarisce ringhi del Conclave (f •) In questo sono
le malattie coll'aiuto della mano, cogli ammessi anche i farmacisti, e fanno par-
strumenti, eco'riniedi topici o esterni che te de Conclavisti (f/ -), vestendo la zim-
local mente si applicano sempre sopra marra nera e la berretta dottorale. Il pa-
qualche parte ci el corpo. A Scultura par- lazzo apostolico ebbe la sua officina tar-
lai delle preparazioni anatomiche in ce- inacetì tica, con suo farmacista palatino,
ra, rimarcando a'Iuoghi loro principali i sino a'primordi del corrente secolo. Lo
gabinetti anatomici; ed a Sepoltura ri- speziale del Papa e del palazzo apostoli-
parlai non solo dell'imbalsamazione dei co in questo avea abitazione, onorario, e
cada veri, ma della riduzione loro odi par- la così detta parte di j)alazzo,\~)avlec\ [iali-
te di essi a solidità lapidea. A .Medicina do ad altre distribuzioni palatine, inclu-
dichiarai pure i beni e favori compartiti sivameute a quella delle medaglie pon-
da'Papi alla medicina, anche colla istitu- ////c/e, una d'oroel'altra d'argento. Frui-

zione di cattedre, di giardini di sciupìi- vano i medicinali, oltre i famigliari pon-


ci e di orti botanici. Rilevai ancora la fon* .ifioii, talvolta anche i poveri. Già raccon-
dazionede'loro Ospedali (l '.).che diven- taia Povero, diesino da 'primi tempi del"
riero tante Scuole di Roma (/.)_; e scuo- la Chiesa il palazzo apostolico fu l'asilo
le eziandio di medicina aprirono nello de'bisognosi, che i Papi soccorrevano ge-
slv*$u Palazzo apostolico^/'.), presso del aerosamente, servivano a pranzo,e face-
quale nel declinar del secolo XIII già e- vano loro lavanda dc'picdi. l J resso le
la

sisteva un orlo di semplici, custodito da diaconie cardinalizie Papi eressero o- i

un semplicista, col titolo d'iSi/npliciarius spizì e ospedali, per alimentare e curaro


Ponlificius o '
aticanus.NeW l diversità con farmachi i poveri indigenti e gli or-
rouuuia(/''
.),
lev ixoa dive dell'altre dello funi. La carila pontificia fu sempre caul-
2 GG SPE SPE
tifarme, benefica e ingegnosa, massime la Tiberina, ov'era l'asclepio o tempio
nelle Pestilenze (/ ".). Di più a Povero, d'Esculapio.percui l'imperatore Clamilo
dicendo delle spezierie regionarie di Ito* ordinò clic se per ventura guarivano, si
ni,), e istituite sino da epoca immemora- rendesse loro la libertà colla salute, leg«
bile dagl'imperatori romani, rinnova te e gè giusta e alquanto ignorata, che Gin-
an> plia te sotto j pontificii auspicii, anche stiniano 1 ampliò nel suo codice), le case
conmedici, chirurghi e levatrici regiona* e ollicine de'medici, e cos'i chiamavansi
rie, col dotto prof. De Matlheis feci pa- allora anche i chirurghi egli speziali, ser-
iola dell'infermerie e ricettacoli d'infer- vivano non di rado ad alloggiare gl'iu-
mi presso gli antichi, e pressoi greci e ro» i fermi de'quali intraprendevano la cura,
inani, chiamati FaUtudinarium. Che le più o meno lutila, secondo la diversa na-
caseslesse de'medici e le loro ollicine ser- tura del male e la condizione dell'infera
vivano a ricevere i malati per medicarli, mo, partendo subito dopo l'ap-
gli altri

e anche a dimora per meglio assisterli, plicazione de'rimedi, che ivi custodivan-
laonde in questo senso gli antichi e Plau- si, in uno agli strumenti necessari in pro-

to adoperavano la parola medicina, vale porzione delle nozioni e dello stato in cui
n dire officina di medico fornita d'islru- trovavasi l'arte.
menti e di farmachi; sebbene i veri o- Nella Famiglia pontificia, e come ri-
spedali e le pubbliche infermerie erano i marcai in quell'articolo, giàeravi lo.^e-
Templi delle città salutari, e detti anche cùtrius di Nicolò III nel 1277. Notai a
asclepii, se d'EscuIapio e suoi figli, e di Medico, che Gaufrido Isnardi di Giovan-
ni ti i numi protettori dell'umana salute, ni XXI I del 1 3 1 6 e vescovo di Cavaillon,
Sulle porte o pareli o colonne di detti coll'archiatria continuò nella cura della
templi oasclcpii, a pubblico vantaggiosi spezieria e di altre officine, poi anche me-
scci veaoo la composizionede' farmachi di dico del successorerjenedettoXlI. I Ca-
miovo scoperti, la notizia de'rimedi usa- nonici regolari ospitalari di 8. Antonio
ti, e le storie delle guarigioni. Da queste abbate. (/ '.), detti del Fuoco dal curare
trasse Ippocrate il contenuto de'suoi u- gl'infermi del fuoco sagro di s. Anto-
tilissimi libri ammirati sempre, e forse di- nio o scottati, istituiti nel declinar del se-
menticali e derisi soltanto da questo no- coloXI,nel successivo o almeno nel XIII
Siro secolo, che vuol credere e discrede- aveauo avuto l'incombenza di seguire i

re ciò che meno dovrebbe, e di cui bene Papi ovunque risiedessero, avendo cura
ragione può ripetersi ciò che il Petrar- de' medicamenti pe'bisogni del Papa e di
ca scrissedel suo: Foto d'ogni valor, pica tutta la corte ecuria romana, onde li tro-
d'ogni orgoglio, come esprimesi l'eneo- vo ne' viaggi de' Papi e stanziati perciò in
miatod. r De Matlheis. Col medesimo va- Felle/ri, in Perugia, in Anagni,\n Asi-
lente medico aggiungerò, che in ogni e- si,ìo Orvieto, in Fitcrbo, in Rieti, in So-
poca furono in Roma medici, e perciò air- riano,e in Avignone dopoché nel i3o5
che farmacisti, imperocché nell'infanzia Clemente V stabilì in Francia la papale
dell'arte e ne' remoti tempii medici stessi residenza; in una parola tali canonici di-
esercitavano la farmacia e la chirurgia, inorarono ovunquesi recavano i Papi. E
poi in progresso di tempo fu separata l'ar- qui dirò, che i Gemuti (/'.) fondati nel

te e la scienza. Gli antichi ehm pie ebbero 136oeper due secoli laici con voti, si oc-
infermerie private e pubbliche, i ricchi cupavano principalmente nella farmacia,
proprietari a veano luoghi particolari de- distribuendo gratuitamente niedicamen-
stinati a ricevervi i loro servi ammala- ti a'poveri, e dopo i loro esercizi religio-
ti (esponendosi i poveri schiavi infermi si andavano negli ospedali ad assistere
di morbo incurabile iu Peonia, ucll' iso- gl'infermi. A Cadavere del Papa, par-
-

SPE SPE 2G7


lancio del suolavaniento, imbalsamazio- scr Fabro speciale, ed avca dal palazzo

ne, e posteriore sezione eoo altra specie due famigli e OD cavallo, comi: Icg^o nei

d'imbalsamazione, descrissi quanto pra- ruoli palatini; lo speziale di Paolo 1 V a-


ti cavasi nella mela del secolo XIV dallo vea altrettanto e perciò 3 parti di palaz-

speziale e da aliti ; costantemente poi io- zo porzioni di pane, vino e altro. Nel
lervenendo Io speziale palatino, dopoché pontificato di l'io IV, e da lui approva-
si cominciò l'apertura del pontificio ca- la neh 564 co " a bolla l'i- Aposlolicdc3
da vere. Prima di questaoperazìone, l'ao- cljl)e origine V jércìconfraternita de' ss*
conciatura del cadavere pontificio dice- XII Apostoli (I ), così detta perchè i-

vasi preparazione in che fu celebre un , sii tu ita in quella chiesa, donde il cai di-

Giacomo speziale, dimorando Papi in i nal Fra ncescoBar beri ni protettore la Ira-
Avignone. A Lavanda de' cadaveri, ed sferì in quella di s. Eustachio (ove non
a Sepoltura particolarmente , riparlai ha particolare cappella, come pretendo-
della la vamla e imbalsamazione de'cada- no altri, soltanto il sodalizio in tale chie-
veri ili diverse nazioni. Rilevai a Cubi- sa vi ha alcuni obblighi di ledati e mes-
cili, ar 10, che nel 1 4oqsollo Alessandro V se), ovvero nella cappella del palazzo del

eravi il consueto ullizio palatino del cu- sodalizio, in cui celebra le leste di s. Do-
biculariecustodede'medicamenlidelPa- menicoedis. GiuseppeCalasaazio,ilqua«
pa e della corte, ossia della farmacopea le è posto nella propinqua piazza de'Ca-

pontificia,oltre lo speziale palatino,dicen- prettari (così chiamata perché vi stavano


dosi delle attribuzioni d'ambedue. A Fa- riuniti i venditori di capretti, in oggi spai'
miglia pontificia, trai ruoli che pubbli- si nelle vicine vie), da ultimo riiabbriea-
cai, in quello di Pioli deli 460 registrai lo da'fondamenli, aprì una spezieria che
Nicola a roma tarins, a cui il palazzo pas- distribuisse gratuitamente medicinali ai
un servo. Nell'articolo Cuirubgo di-
sìivu poveri che vi si recavano con attestato
chiami le provvidenze di Sisto IV sull'i- del proprio parroco e ricelta de'medici,
doneità de'medici e chirurghi, estese nel cioè di quelli stipendiati dalla stessa ar-
1 j-G cou bulla anche pegli speziali. Di cieonfralernita,i quali iu numero di 1
4 si

ciòtenni proposito altresì nel voi. XLIV, dividevano uè Rioni di Roma e vi assi-
j). 1 o 1
, medico o tri-
nel dire del collegio slevauo poveri, tutti abitando la detta
i

bunale medicina stabilito da'Papi in


di casa del pio luogo, come rammentai nel
Roma, notando quelli che confermarono voi. XXI, p. 1
7 1 ,eopportunamcntequa-
le disposizioni di Sislol Ve successori, sub le centro fisico di Roma papale, ciò che
l'esercizio della medicina, chirurgia e far- osservai a Piazza di s. Eustachio. 11 car-
macia. Nel Ristretto dizionario enciclo- dinal Altieri successore del Barberini (il

pedico del quale come commendatario di s. Loreu-


1
d. * Palmieri si legge, cheCle-
nieiite VII cliccai multo avvelenato dal zo iu Datuaso,aprì una particolare spe-
llano d'una torcia, che davanti gli arde- zieriaa vantaggio dellefatniglie bisogno-
sa. Nelle biografie de'Papi liutai i morti sedi quella parrocchia: nel voi. L, p. j3 t
di veleno, cosi Ue'rìspettivi articoli di al- laccontaiche^allroconlmendatariocal•-
tri sovrani. Dissi nel vol.LVIII, p. 202, dinal Ottoboni nella slessa parrocchia a-
cheiliti idate erasi avvezzalo a trangugia- prì una spezieria, con medico e chirur-
re modo che nou gli recavano
i veleni, in go,ad utilità de'poveri parrocchiani), con-
imi nocumento. A Cinnur.GO feci oienzio- tinuò la caritatevole spezieria, che forse
uedimesser Nicolò speciale \\ìL*ìo V del I fu abbandonata quando V Elciiwsineria
~ h),
1 che lo segiù nel viaggio di Perù- apostolica stabili meglio e per lutti i rio-
gia, e poi lo fu del successore s. Pio V: ni la distribuzione de'medicinali gratuiti.
quello del predecessore Giulio III fu mes- Anche le partorienti erano in peculiar
»68 SPE SPE
modo aiutate dalla pia unione, che pro- cista pontifìcio.Tale esempio eccitò la ca-
babilmente lasciò di soccorrerle quando rità de'nobili romani, de prelati e de' car-

si stabilì il benefico Ospedale di s. Roc- dinali, tra quali si segnalarono Farne-


i

co. Dissi a Spoleti, che il sodalizio avea se e Bottelli, tutti gareggiando in gene-
l'amministrazione e dilezione del Colle- roiità. La stessa cosa volle che si facesse
gio Laurctano o Spoh'lino di Roma. In nel 1 78 1 ,per altra influenza di mali ancor
diversi articoli parlai di spezierie istitui- più pericolosi. Questo Papa confermò e
te pe' poveri , in Roma e altrove. Pa- ampliò al nobile collegio degli speziali di
pa s. Pio V
ebbe a speliate Antonio Ma- Roma gli antichi privilegi che godeva. Lo
nini, che godeva <\i\e porzioni di palaz- speziale di Sisto V, messer Antonio Pa-
zo ed un cavallo, come imparo dal suo squin Ganassi spellale, già lo ricordai a

ruolo. Papa compassionando roma-


Il i Chirurgo ed ebbe a compagno messer
,

ni, afflitti nell'agosto 766 da epidemica i GiacomoBalbi.con un servo e un cavallo,


influenza, a tutti i poveri malati fece di parte di palazzt),e coni penso in denaro pel
- ne limoline, e per mezzo degli spe- companatico: mentreaMEDico feci distin-
ziali medicinali con esimia liberalità. In ta memoria del dottoMichele Mercati, art-

oltre regolò Io spaccio de' medicinali, i che semplicista custode dell'orto bota-
doveri degli speziali, e la giurisdizione del nico palatino, come lo era stato dis.PioV:
collegio medico. Fu allora che restituì a- il celebre linceo Gio. Fahri di Bamberga,
gli speziali la fabbricazione delle torciedi benché non fu archiatra di Paolo VeUrba-

cera nello stato pontificio, a loro tolta nel 110Y III, pure fu detto medico e semplicista
j 5 )
7, che dichiarai a Candela (ove in
il delPapa dalloStelluti. Però ne'ruoli pala-
vece di Pio I V,dicesi per errore s. Pio V), tini trovoTobia Aldini semplicista, con un

come prerogativa che già esercitavano nel servo, par te di palazzo, aceto e sa le,e scudi
secolo XIII. Nel i 772 elevato al pontifi- tre mensili per companatico. Nella bio-
cato Gregorio XIII, dichiarò speziale pon- grafia di Gregorio XI V,colCam pana dissi
tificio il celebre Marc'Antonio Ciappi sa- che nella sua ultima malattia gli furono
ne -e che teneva la farmacia nella via di somministrati per farmachi l'oroe legioie
Ranchi, all'insegna del Drago stemma del in polvere del valore di 5, 000 scudi! A E- 1

Papa, ed il quale ne scrisse la Pila, molto LEHOsnriEBE del Papa descrivendo le spe-
lodata, e la pubblicò in Roma nel 596.1 zie;^ regionarie di Roma, dipendenti dal-
Da essa si apprende, che il Papa ebbe in l'elemosineria apostolica, ne celebrai isti-

sua corte 8 medici e 2 chirurghi ben prov- tutore il cardinal Aldobrandini nipote di
visionati, soltanto per servigio della sua Clemente VIII(non VII cornei vie stani'
famiglia e de'poveri,a'quali dalla spezie- pato) e poi a rei vescovo di Ravenna (P-);
ria palatina faceva somministrare me- i ovvero la sua istituzione fu concentrata
dicamenti necessari, egli non avendone uè l'elemosineria apostolica, lenendo pre-
i

bisogno poco per la sanità che godeva. sente il riportalo nel voi. XL1 V, p. 1
39,
Neil 78o pel contagio del Castrone, che dicendo dell'ispettore de'medici, chirur-
accennai a Pestilenza, e consistente in ghi, farmacisti e levatrici de'poverì, per
violenta tosse simile a quella cui va sog- cui sembra antichissima la benefica fon-
getto quell'animale, Gregorio XIII or- dazione. Qui avvertirò, che il regnante
dinò a'mcdici palatini che visitassero tut- Pio IX col moto proprio deli. ottobre
ti Borghi di Roma, e Inori delle porte
i 1847, sull'organizzazione del consiglio e
Cavalleggieriedi s. Spirito, tutti ipoveri senato di Roma, aquesto col § 56 al tri bui
infermi,e che somministrassero loro i me- i medici, cerusici, ostetrici e farmacisti re-
dicinali della spezieria pontificia, doven- gionari. Conferì la nomina al consiglio e

do poi lai li al loro tetto lo stesso faicua- li sottopose alla dipendeva della magi-
S PE S P E i(\c)

stiratura, salva riguardo alle farmacie la ne corrispondente termine della fia


al

visitaed ispezione dell'autorità sanitaria de'Coronari, eranvi appaiali di broccato


genernle(dellaqualc parlai a Pestilenza), d'oro e damasco rosso, non die ricchis-
Dinoi il Papa nel 8 Ti avendo derogato
i siine portiere di velluto verde ricamate,

a tali disposizioni, sottopose al cardinal Sul cantone trionfava l'armadi LeoneXI,


presidente della commissione òt'Sttssidii tra quelle di (J8 cardinali con iscrizione.

le spezierie regionarie, e così medici, i i Sopra sorgeva un drago d'oro, arme di


chirurghi, le levatrici, e lo a wei tu nel voi. Gregorio A HI, con 4 din gli et ti dorati ed
LVìll,p.i48. Clemente Vili Ira suoi i esprimenti i 4 Papi usciti dalle sue crea*
famigliari ammiseGiacomoVitale speda- ture, con epigrafi e colomba raggiante.
fc,00n due servi, parte di palazzo, pane, vi- In di verse cartel le si leggevano versi e al-

no, aceto, sale, e paoli 4"^ mensili percom- tra iscrizione. Circondava tutto l'appara*
panatieo. Convien dire che ilaunnomina* to un nobilissimo fregio, ornato di lesio-
to Ciappi continuasse od essere speziale ni di verdura da'lati, ne'quali erano va-
pontificio anche di Gregorio XIV, Leone gamenle dipinte molte arme de' parenti
XI, Paolo Ve' Gregorio XV, imperocché del Papa. Il tutto fatto con grande inge-
trovo nella raccolta delle relazioni de'lo- gno ,
profusione e artifizio. Nello stesso
ro possessi, che fossero da lui festeggiati if)o5 pel possesso di Paolo V oriundo sa-
splendidamente,con quanto in breve vado nese, il generoso Ciappi col suo buon gu-
a dire con Cancellieri, Storia de possessi sto fece altro magnifico e superbo appa-
ra PoHte/7c/.Nel i 5<)oper Gregorio XI V, rato, che meritò Relazione del vago e
la

ilCiappi solennizzò il suo possesso così, nobile apparato fatto alla spezieria del
Pulchrutn ornaluin ad instar cujusdam Drago in Banchi dal magnifico messer
Arcusex aromatibus,elaliis snae Apo- Antonio Ciappi sane se, con l' imprese,
techae rebus effectum Aromalarius qui' motti, iscrizioni, distici, epigrammi e so-
/
darti in medio Bancorum paraferai. In netti in lode di N. S. Papa Paolo ì il

quello di Leone XI nel i6o5, formò un giorno che pigliò il possesso, ec. Da qtfe*

arco con lavori e robe della spezieria leg- sto titolo e dal già dello, facilmente si può
giadramente distinti, sopra il quale erano immaginare la sontuosità disi solenni fe-

3 giovani assai ben abbigliati eco'simboli stive dimostrazioni e allegorie, potendosi

della Pace o della Giustizia, della Carità leggere in Cancellieri a p. i jc) e seg. Non
con 6 fancìullini attorno, e dell'Abbon* mancarono distribuzioni di delicati ino-
danza; questa con un gran tino dal lato due cori di eccellentissimi niu-
staccioli, e

destro pieno di confetti, che andò spar« Finalmente nel 162 pel possesso di
sici. 1

gendo continuamente sopra quelli della Gregorio XV il Ciappi tornì) a mostrare


cavalcata, oltre paste diverse e delicate, ilsuoriverenteamorepel Papa, congran*
mescolate con mazzetti di fiori. Vi pose deenobilemagnificenza,come sipuòap*
pure un bellissimo concerto di musiche prendere da Cancellieri a p. 189, o dalla
vocali e strumentali anche di organo, e Descrizione del vago e gentil apparato
una decorosa fontana di vino prezioso, fatto dal magnifico sig: r M. A. Ciappi se*
rappresentata da un vecchio in figura de) nese alla spezieria del Diago in Ban-
fiume Arno, ad uso di chiunque voleva chi, con tutte le poesie latine e volgari che
bere e in ispecie degli svizzeri pontificii; vi eranoinoccasionc della cavalcala che
r
eravi pure quella di Firenze patria del si fece, mentre N. S. Papa Gregorio A f

Papa, cioè una donna riccamente vestita andò a torre il possesso alla chiesa La-
eìnghirlandata:percui la moltiludineche teranense, PtoinaiGs Vi furono am-
1 . i

ivi accorse fu immensa, e non senza con- sici con organo e altri musicali stilimeli-

fusione. Intorno la farmacia e sul cauto- ti, soavi cori e armoniose siufouie. Pas-
a7o SPE SPE
saodo In cavalcata J putti getlavanocon- nar di questo secolo i Carmelitani scalzi
fctti io abbondanza, ciambelle, biscottini, ( /
'.) aprirono in Roma nel convento del-
e nane bianco a'poveri. A Chirurgo dissi la Scala la Bpezieria, e più tardi altra in
chespeziale d'Urbano Vili fu Paolo Car- quello della Vittoria: da Pio Vili i reli-

carasio che medicava il fonlicolo, e


gli giosi somministrano i medicinali alla la-
perciò col suo mezzo volevasi avvelenare miglia pontificia, e talvolta a'Papi. Inno-
da'nemici, ma egli restò doverosamente cenzo XII nel iGf)3 applicò parte degli
fedele. Tale spedale avea dal palazzo a- emolumenti delcamerlengatoallespezie-
postolico due servi, un cavallo, porzioni rie regionarie per vantaggio de'poveri, e
di pane, vino, acelo, sale, orzo e fieno pel Clemente XI lo fece eseguire. Questo Pa-
mantenimentodel cavallo, come gli altri pa ebbe a speliate Gio. Pietro Paolucci,
predecessori, e paoli £5 mensili pel com- con parte di pane e vino, sale, scope, or-
panatico. Queslo Papa Urbano Vili creò zo e fieno pel cavallo, e mensili scudi 7
cardinale il gesuita De Lugo, il quale a e bai. 72 i/v. ne'ruoli gli speziali erano
favor de' poveri introdusse io Italia la pre- registrati dopo i medici e prima de'chi-
ziosa china, che ad essi donava per gua- rurghi.Nel ruolo del 1 706 dello stesso Pa-
rirli onde per molto tempo
dalla febbre, pa, appresso! medici leggo: Biagio e Gia-
fu detta polvere De Lugo. Un'antica i- como .Mansueti, ed eredi di Pietro Corsi
scrizione esistente sotto un quadro nella spedali, con pane, ciambelle, vino e scu-
farmacia dell' Ospedale ili s. Spirito, rap- di io mensili, perchè in tal onorario fi

presentante il cardinal De Lugo che som- co m penetrarono a lire cose tolte per gene-
ministra per la prima volta la china a- rale disposizione. Clemente XI 1*8 gen-
gl'infermi, cos'i si esprime: Cardinalis De naioi72l ridusse lespezierie di Roma a
Lugo Peruanum Corlicem Prlmus Ro- 00 e le approvò. Nel 1 708 il Piazza pub-
vine Dispensai. Rinnovata la farmacia blicò la Gerarchia cardinalizia, e descri-
dall'attuale presidente della commissio- vendo a p.G 'l3 la chiesa della ss. Tri-
ne degli ospedali di Roma cardinal Mo- nità al Monte Pincio, narra che per la fe-

richini nel i85o, fu l'iscrizione conver- sta titolare eravi immenso concorso mas-
tita in questo distico: Purpureus Pater sime di medici, semplicisti, chimici, erbo-
hìs solalor inaedibus aegrosz=i DeLu» ra ri, a roma tari, speziali, ortolani, chirur-
giisLim ne coriiceftb rifugo. 1 1 Piazza, Ku- ghi, fisici e altri professori delle scienze
serologia di Roma trat. 12, cap. 7: Del- natili ali, perchè i frati minimi conbellis-
l'orlo de' semplici a s. Pietro Molitorio, simo e curioso apparato nobilmente nel
dopo aver celebrato la natura sempre chiostro esponevano tutte sorti di erbe,
grata aDio nelle sue opere naturali e mul- fiori, radiche e semplici ortensi, de'quali
tiformi, massimamente ue'semplici e lo- si serve la medicina e come rimedi natu-

ro virtù, e i principali suoi scrittori, parla rali che secondo precetti dell'arlesi ma-
i

del l'accademia di semplicisti e di al tri dot- nipolano per una ben fornita ed elegante
ti nelle scienze naturali,daAlcssandroVII spezieria, che i religiosi ivi con diligenza
aggiunta all'università romana, sull'a- e industria mantenevano a sussidio del-
meno Monte Gianicolo, con periti prò- l'infelice umanità, insieme ad un propin-
fessori ecustodi per la manutenzione del- quo giardino riservato di fiori e di sem-
l'orlo. Sotto il pontificato d'Alessandro plici, accurata mente col ti va ti. All'articolo
"VII in varie città la terribile acqua To- Ee.nefratei.i.i ragionai delle spezieriedi
fana produsse le più gravi sciagure: alcu- tali religiosi ospedalieri, tanto per servi-
ni dicono ignorarsi cosa sia, ma Gmelin zio de'loro ospedali e case, che del pub-
nella Storia generale de\'eleni, la giudi- blico senza alcuna riserva, per privilegio
cò soluzione d'arsenico bianco. Nel decli- concesso da'Papi e altri sovrani. Nel 1
722
SPE SPE 271
InnoocnzoXIII(nelconclavepersuamor- 6, di Pigna 3, di Campiteli! 1, di t. An-
te fu eletto speziale del sagro collegio Gio» gelo 4, di Ripa di Trastevere 7, di Bor-
1 ,

vanni Mansueti) nel proibire a'regolarì go3,in tutte 79. Inoltre Benedetto XIV
li rendita de'medicinali, eccettuò le far- con breve de'24 settembre 1 7461 dispose
maciede'benefratelli. Clemente VII colla provvidenze sol tasserei conti degli »pe«
Lolla Aloisa congregatone, de'20 luglio zia sui prezzi de'medicinali, e che in caso
li

,
1 - 33,ratificol autorizzazione.QuindiBe* di controversie sarà di privativa giurisdi-
nedettoXI V,col molo-proprio Essendo zione de'collegi degli speziali ove esisto-
no/, de'4 novembre 7 jo,conl'i irmando
1 1 no, e negli altri luoghi I operazione fosse
il decretato da'suoi predecessori, proibì eseguita dalle commissioni sanitarie prò-
a tulti i regolari, compresi i cassi nesi, i vinciali. Col medesimo il Papa stabilì che
domenicani, i gesuiti, i minimi, di poter non possa farsi trasporto ili spezici ie da
esercitare o far esercitare l'arte farmi- un sito all'altro, se dal sito donde vuole
ceutica, fuorhé per servizio de'loro reli- uno parlire,a quello in cui in tendeandare
giosi,eche da'medesimi non si potessero non vi sia la distanza almeno di 100 can-
tiniere medicamenti, (ninne la triaca
i ne, e che dal suddetto silo ad quein non
e il balsamo apopletico die loro permi- sia distante la spezieria viciniore almeno

se. beni atolli con perizia e lealtà eser-


I l'i canne Go in linea retta; ed anche clie ni un
citarono l'utilissima arie, principaliuen- giovane di spezieria, matricolato no,
te in Roma, Milano, Firenze, in varie cit« possa comprare spezieria, e farne il Ira-

ta di Germania e di altre parti, ove tot- sporto in qoell'istesso rione della città, in
torà fioriscono. Senza enumerare i tanti cui per più anni sia stato in qualità di
loro religiosi, decorati anco di gradi ac- giovane, odi affittuario o economo, ma
cademici, che si distinsero e ancora si di- possa bensì comprarla e trasportarla in
stinguouo nella chimica, nella farmacia altro rione totalmente distinto; e se mai
escienzeaccessorie,singolarmenteinGer- la spezieria da cui esce fosse situata nel

mania, solo ricorderò che l'attuale prò- termine di quel lai rione, e l'altra che
vinciate di Milano p. Ottavio Ferrano, vuol comprare fosse nel principio del rio-
discepolo del celebre botanico e chimico ne più vicino, dimodoché corresse fra am-
p. Innocenzo Monguzzijèbenemerito del- bo i siti poca disianza, in tal caso resti

le scienze naturali e soprattutto della chi- proibita la compra e il trasporto, e possa


mica applicata alle arti, scienza che a'gior- solo dell'una e dell'altro ottenere il per-
ni nostri ha reso tanto eminenti servigi messo, quando il posto che brama sin <li-
alla società, e tra le sue utili opere pri- stante dall'altro rione almeno 5o canne
1

meggia // corso di chimica generale ,Mi« parimenti in linea retta. Benedetto XIV
laiioi84oin 1. o.ll p. Ferrano è membro
1 ad istanza del cardinal Valenti e di altri,
effettivo dell'i, r. istituto Lombardo, va* nel 1748 col breve Quanta, eresse nel-
ri sovrani riconobbero il suo merito esi- l'università romana le cattedre di mate-
mio e benemerenze, e l'imperatore lo creò malica e di chimica, e questa special men-
cavalierc: a Milano ampliò e decorò il bel- te a istruzione de'farmacisti. Ricavo dal
l'ospedale de'suoi benefratelli. Neil 744 molo 778, che Giacomo
di Pio VI del 1

Bernardini pubblicò la Descrizione del Mansueti speziale segreto aveva pane,


nuovo ripai titnento de' Rioni di Roma, ciambelle e vino, ragguagliati a mensili
fatto per ordine di Benedetto XI J ed e-, sci idi due e bai. 9, oltre scudi 1 o pel com-
nunieròlespezieriecheconlenevano:cioè panatico, coll'obbligo di pagare scudi io
il rione Monti 8, quello di Trevi 7, di Co- il mese alla vedova Lucia de Marchi e sua
lumia o, di1 Campo Marzo 7, di Ponte 4> famiglia. Registrai a Dogane pontificie
di Par ione 7, di Regola io, di S.Eustachio l'aumento di dazi ordinato da Pio\ l,al-
272 SPE SPE
l' introduzione di diversi generi farina- sperimenti pratici che loro si propongo-
ceulici ch'erano iucligeni. Nel molo- prò- no, tanto dal collegio medico, quanto dal
prio L' Economia, i\\ Pio VlI,de'ao no- collegio de'fai macisti. Questa matricola
vembrei 8 oo,i acuì li riformarono le ape* vale per esercitare la farmacia in tutto
sedei palazzo apostolico, quanto alla far- lo stato pontilìcio;e d'allora in poi nei me-
macia e speziale del medesimo fu slabi- dici, ne i chirurghi, né i farmacisti furono
lito il modello dell'appalto per lo spezia- più tenuti a pagar cosa alcuna al pub-
le della famiglia palatina, e ad esso asse- blico erario per la matricola di libero c-
guali sciali dieci al mese soltanto, e dipoi sercizio. Queste belle disposizioni ridon-
cessò l'uffizio. Indi col breve Exponino- daronodi mnggiordecoro al collegio far-
cir, de'8 giugno 1802, Bull. Borii. cont.
i
maceutico di Roma, quanto più nobili e
1. 1 i, p.Pia VII confermò ad istanza
3 speciali furono le attribuzioni che gli de-
i, i

Phat macopolanim collegiimi Anconila- rivarono. Lo studio triennale prescritto


nae, aUarumquc civitalum et lerrarum alla farmacia ; i gradi di baccellierato e
provinciae Marchine Anconilanae , la licenziato di cui debbono esser forniti gli

proibizione di Benedetto XIV a'regolari studenti, a guarentigia dellagelosa eim-


e luoghi pii di vendere farmachi. Xe'pon- i portante loro arte; l'elabora torio chimi-
tificati di Leone XII e Gregorio XVI, per co-farmaceutico costituito nell'università
ottime disposizioni,grande fu l'in-
le loro romana a tutta cura dell'encomiato ro-
elemento de'professori della farmacia e mano collegio farmaceutico; resperimen-
della chimica nello slato ponlificioe spe- to pratico che ivi tiene pe'giovaui chea-
cial mente in Roma, non meno a vantag- spirano a conseguire l'alta matricola in
gio della scienza, che in tutela dell'urna- farmacia; l'interventode'suoi membri coi
nilà e del ceto farmaceutico. Leone XII cospicuo collegio medico -chirurgico per
colla celebre bolla, Quod divina Sapien- riconoscerela scienza teorico-pratica dei
f/<7,de'28agoslo 182 4, eresse la Co/fg/rgtf- candidati; la visita biennale che i membri
zione degli sludi (f.), e regolali pubblico delcollegio farmaceutico praticano in u-
insegnamento in ogni ramo di sapere e di nionedel collegio medico, ora ridotta alla
arte. La bolla, e le altre successive dispo- sola Comarca di Roma; l'autorizzazione

sizioni «Iella congregazione, confermate loro fatta di esaminar gli esercenti la ma-
da'Papi, si pubblicarono nella Colleclio scalcia e veterinaria (arte di medicare i

r
leguni ti ordiniitionnui, di mg. Caterini cavalli e altre bestie inferme), nell'occa-

oraamplissimocardinale,enella&zcco&z sione della visita delle farmacie; sono te-


delle leggi, ambedue stampate d'ordine slimonianze solenni dell'interesse che per
di GregorioXVl. Promulgata la bolla di la pubblica igiene presero LeoneXlIe

Leone XII, e regolato il corso degli studi Gregorio XVI, e dimostrano altresì in
di coloroche si dedicano alla professione quanto pregio ebbero la scienza, l'arte e
farmaceutica, imponendosi per ricevere il collegio de'farmacisti. In vero, riordi-
la matricola di libero esercizio in farina- nato il regime degli sludi da Leone XII, 1

eia: due anni di corsoscolastico nelle scuo< professori della scienza farmaceutica fe«

le di chimica e botanica neh. "anno, di cero pubblica mostra cheuou era limitato

materia medica e farmacia nel 2 .°j quindi il loroslato alla manipolazione de'farma-
gli studenti prendono il gì aòoiWbaccellie- chi soltanto, ma che accoppiavano la soda
re dopo ih ."anno, dopo il 2.°la licenza o scienza della medicina. Difetti il pubbli*
licenzialo j ottenuti due gradi, prima di i co farmacista Antonio Ch'unenti dichiaro
esercitarla professione, devono consegui- nome (che mi onorò ilei donodisua dotta
re la matricola di libero esercizio. A tale opera, Elementi di ckimicajkoma 1
8.J.2),

elicilo devono subir l'esame e fare gli e- esponendosi al concorsopubblico, meritò


SPE SPE 273
d'esser prescelto alla cattedra di olii mica per grave sconcerto quello d'aprir nuove
vacata per la morte del valente cav, Mo- farmacie oltre il bisogno della popolazio-
nchini, che in |>iìi luoghi celebrai, e pa- ne tappoichéae in ogni ramodindustria
I

dre ilei vivente cardinale che ne ha pub- la libertà di commercioè di stimolo e im-
blicale le notizie storiche eie sue dotte pulso a facilitar le contrattazioni, ed a pro-
r
opere. Il farmacista Conti successe al d. curare l'utile reciproco de' consumatori
Alienivi nella cattedra di farmacia pra- e possidenti, in fattodi medicinali tal cosa
tica; a questi venne surrogato il farmaci- è nocevolissima. In fatti siccome la mas-
r
sta d. Pietro L'eretti (che si è distinto nel sima parte de'farmachi è soggetta a cor-
fare l'analisi di parecchie sostanze orga- rompersi dopo un certo tempo, se di essi
nico-vegetali), e al d.r Michelangelo Pog- lo speziale non abbia sulliciente smercio,

[medico di Leone XII e Gregorio


gioli è costretto a distruggerli se onesto, ov-
XVI), successe il farmacista Pietro San* vero di venderli come sono con grave de-
ginnetti nella caltedradi botanicateorica trimento degl'infermi; questi in tal mo-
e praticatimi cattedratici dell'università do si comprano
morte,o l'aumentodel
la

romana. Laonde per benemerenze del le male, e per meno


il ritardo della gua-
lo

collegio fu inacetì tieo di liom a nella scien- rigione. Ne vale il dirsi, che la moltipli*
za, formando egli un apposito magistrato cità de'farmacisti fa nascere l'emulazio-
della pubblica istruzione, ormai conver- ne pel miglior servigio della popolazione,
rebbe alla sua legale rappresentanza di mentre e trattandosi di professione che
corpo separatogli avere la toga collegiale obbliga a forti spese, sia per la provvista
col distintivo d'una fascia dissimile dal- di buoni farmachi di non lieve costo, sia
le altre indossate da'eollegi della univer- per la loro conservazione, sia per sosti-
sità romana, secondo;! favorevoleopina- tuirne altri a'guasti, non è probabilmen-
mento esternato nel 844dal collegio me- 1 te sperabile che lo speziale quando non
dico-chirurgico sul vestiario in discorso. abbia spaccio sufficiente e un lucro mo-
Che i farmacisti debbono essere oppio va- derato si tenga perfettameute in regola.
li dal col legioni edico, lo decretòClemen te La disposizione è riportata nella citala
VII colla bolla la superna ì
ò.t r] settembre Raccolta delle leggit. G,p. 1 08, ove puree

i53o,2?u//.flo/7i.t.4>par.i,p.96, Dell'ap- detto:>Spesse volle poi accade,ed una fu-


provare gli statuti e ordinamenti del col- nesta esperienza il dimostra, che per pro-
legio MediciiiatMazislroruin almaeUr- uua più abbondante vendita, o si
curarsi
bis, cum praefinilione facultatem proto- pongono in segreta conventicola col me-
medici circa Aromalariorum examen, dico, e seco d'accordo dispendiano i ma-
elmedicinalium admissionem. Gregorio lati, o danno medicinali cattivi o alme-
XVI ampliò l'orto botanico e migliorò no inefficaci, o ne sostituiscono degli al-
il vivaio delle piante: ne parlai ne' voi. tri a quelli prescritti, mentre mancano
XLVI, 272, L, p. 3 9, LI, p. 9. Ab-
p. 1 di mezzi per avere di tutti il fornimento,
biamo del d.r Carlo Donarelli professore o infine non somministrano le giuste do-
in botanica \ival'\ca,Euumeratiose'ninum si. Con ingannano le po-
questi artifizi
Ilorli botanici romani, ex collectionean. polazioni, e sono causa che vadanoal se-
1 838, 1840,1 843, Ilomae. Inoltre Gre- polcro molti individui, che per mancanza
gorio XVI nel 1 832 provvide all'abusodi di buoni medicinali non poterono ricupe-
aprire pubbliche spezierie in qualunque rare la perduta salute''. Pertanto fu sta-
comune dellostato pontificio, a mezzo del bilito, non potersi aprire in niuna comu-
cardinal camerlengo, onde impedire col ne dello stato alcuna nuova spezieria, sen-
loro soverchio numero abusi coni promet- za l'esplicito permesso del camerlengato,
tenti la pubblica salute, riguardandosi senza il quale se aperta, verrebbe di for*
VOL. LXV1II. 18
2 74 spi: spe
za biffata e chiosa; dichiarandosi le nor- ressnno la salute pubblica essendo qnel-
me per aderire all'istanze e ottenere VA- lo che riguarda l'esatta preparazione e
periatur,\n base che ad ogni 3ooo ani- conservazione, non che il regolare smer-
mesi accorda una spezieria, cioè compre- ciode'medicinali,si pubblicavanodue re-
si gli abitanti della campagna e del ter- golamenli: uno riguardante la maniera
ritorio, non già. gli esistenti in altri paesi con cui si dovcano conservare e spacciare
sebbene dipendenti dalla stessa ammini- al pubblico i medicinali semplici e com-
strazione comunale, tranne casi di minor i posti; l'altro relativo al modo col quale
popolazione e che il comune concorra al dehbonsi fare le visite delle farmacie. Ai
mantenimento del farmacista con discre- i\ue regolamenti si uni ancora la nuova
to assegno;che ogni spezieria abbia l'of- tariffa de'prezzi delle droghe e prepara-
fìcina sulle pubbliche vie e non in casa, zioni medicinali, secondo il loro attuale
con locale per il laboratorio ove si appa- valore in conimercio,che ricordai in prin-
recchiano prodotti chimici e farmaceuti-
i cipio, Nola rerum petendarumj regola-
ci.esiafornitainquanlilàsufìicienleed'ot- menti e tari (Fa espressamente approvati
tima qualità di tulli i medicinali prescritti dal Papa. Si prescrisse a' semplicisti di
dalla Nola rerum petendarum del 1820, spacciare i semplici indigeni d'azione in-
dalla notificazione del camerlengato dei nocua nello stato in cui naturalmente so-
2 maggio 832. Dipoi con
1 altra circolare no , meno una divisione meccanica. Si
delcardinalcamerlengode'3oaprilei834 proibì a'mercanli di esitare al pubblico
Raccolta t.g, p. qo, fu prescritto che un medicinali; non tollerandosi affatto qual-
basso speziale o semplice spacciatore di sivoglia segreto e medicina proveniente
medicinali munito della sola piccola ma- da'ciarlatani. Si permisealle corporazioni
tricola, non potesse istituire un'officina religiose, agii spedali, agli stabilimenti di
farmaceutica in una comune, ove n'esi- pubblica beneficenza, di continuare a le-

siono altre condotte da alti farmacisti, nere una privata farmacia per loro pro-
sebbene la popolazionesia in numero suf- prio uso, restando interdetta la vendila
fidente da poter sostenere una nuova al pubblico di medicinali semplici o com-
spezieria, bensì facoltizzando tali spaccia- posti, a meno che non godessero già il de-
tori d'impiegarsi come giovani in qua I- bito permesso. Le visite biennalie straor-
zile officina direttada un altro speziale, dinarie delle farmacie, fu stabilito che si
Qualora poi il comune pel suo ristretto ordinerebbero dalla congregazione spe-
D limerò d'abitanti non avesse la possibi- ciale di sanità residente in Roma , alle
lità d'avere una farmacia condotta da un commissioni provinciali sanitarie. E sic-
alto speziale, non si avrebbe difficoltà come molti droghieri commettevano al-
d'accordare lo stabilimento d'una odici- l'estero droghe medicinali, e ne piovve-
na a basso speziale, quale spaccio di me- devano le farmacie, e alcuni di loro go-
dicinali. Nel 1 836 Gregorio XVI fece devano la facoltà di vendere a minuto la

pubblicare a'i5 novembre dal caldina- china-china, sidisposechesarebberosog-


Je segretario per gli affari di stato interni getti a visite straordinarie. La medesima
l'ordinamento delle farmacie dello stato disposizione si estese anche a'semplicisti.
pontificio, pressoi! 1.
4>P- 56
della Rac-
1
' Segue l'elenco de'medicinali che debbo-
colta delle leggi, a seconda delle altnbu- no ritenere nelle loroofìicine tutti gl'ispe-
zioni affidate a'20 luglio 1 834 a " a con " 7 a
' '' dello stato pontifìcio, e la tariffa dei
gregazione specialedi sanità, dopo i con- prezzi e pesi delle droghe e preparazioni
certi presi co'collegi medico chirurgici di medicinali da valere in tutte le spezierie
Iioma e di Bologna. Ivi si le""e che uno dello stato. Nel 1 838 i carmelitani scalzi
degli oggetti che più direttamente iute- proprietaridellcspezieiieinterne ne'con-
SPE SPI: 27 7

venti della Scala e ilella Vittoria, implo- stesso conservatorio, in destinato locale,
rai ono e ottennero da Gregorio XVI la si riceverebbero in 7 Ietti le più misera-
conferma degli antichi privilegi, a condi- bili donne croniche sia per malattie che
zione però: Che le loro spezierie fossero per età e finché vivono, preferendosi quel*
soggette alla visita della polizia medica, le della parrocchia de'ss. XII Apostoli per

come tutte le altre di Roma, con esclu- dimorarvi in altro suo palazzo il principe
sione dal pagamento di qualunque tassa: d.Alessandro encomiato. Nel n.°26 del
Che i religiosi capi speziali delle medesi- Giornale di Roma del 8 53 si leggono 1

me fossero muniti dell'alta matricola, e giusti elogi al principe per l'aperta ben
della bassa i giovani e subalterni, con al- fornita farmacia a beneficio de' poveri
tre norme analoghe, espresse nel decreto malati di 3 vastissime parrocchie, diretta
della congregazione degli sludi, nel t. 2, dalle zelantissimee benemerite figlie del-

p. 1 57 della ricordata Collectio. Trovo coadiuvate da un apposito me-


la carità,

nel n.°(i3 de\GiornalediRoma del 1 8^2, dico e chirurgo per la cura de* detti in-
die nel Conservatorio di Onofrio (V.), s. fermi; e che il principe alle gratuite me-
islituitodalservodi Diod. Vincenzo Pai- dicine aggiungeva largizioni di pane, di
lutti fondatore della congregazione della brodo, di biancherie, di oggetti di vestia-
Regina degli Apostoli (/.)., denomina- rio, ed anche di denaro. Che la sfera dei
to Carolino dal munifico benefattore d. suoi beneficati si era per lui ampliata a
Carlo Torlonia, e diretto dalle Sorelle o tutta l'estesa contrada della Fungaia. Si
7
Suore o figlie ( T .) di s. Vincenzo de Pao- facevano poi voti, perchè la sua degna e
li, oltre l'aggiunta di scuole esterne, di virtuosa principessa consorte d. Teresa

cui feci parola a Scuole di Roma, dal 1 attuasse il lodevole progetto d'erigere un
aprile esso si presterebbe ancora iu aiuto ospedale pe' poveri cronici.
ile' poveri malati delle parrocchie di s. Collegio, chiesa di s. Lorenzo in Mi-
Spirito, ove trovasi il pio stabilimento di randa, e ospedale de'farmacisti di Ro-
s. Maria in Traspontina, nella quale vi è ma,Collegium Aromatariorum.Nz\Foro
il palazzo del principe d. Alessandro Tor- (/'.) di Roma (F.) si ammira il sontuoso
lonia, che seguendo l'esempio del carita- avanzo del tempio d'Antouino Pio impe-
tevole fratello lodato, sostiene le spese to- ratore romano e dell'imperatrice Fausti-
tali dello stabilimento, non che a vantag- na seniore sua moglie, ma vi è questione
gio della parrocchia dis. Pietro. Pertan- e dubbi tra gli archeologi, primo o se al
to fu pubblicato, che il conservatorio dal- al secondo degli Antonini, e prima alla
la sua farmacia somministrerebbe gra- o seconda Faustina fosse consagralo. Im-
tuitamente i medicinali necessari a quei perocché Antonino Pio meritò dopo la
parrocchiani delle medesime tre parroc- morie un tempio, e questo ebbe pure sua
chie infermi, padri o madri di famiglia moglie Fauslinaseniore; tempio ebbe in-
che non potessero andare all' ospedale. oltre Faustina loro figlia, e tempio ebbe
Che un medico visiterà malati stessi de- i Marc'Aurelio Antonino suo marilo,adot-
signati dalle suore, le quali visiterebbero tato per figlio dal suocero. Quanto illu-
ogni giorno gl'infermi e due volte la set- strarono il trono Antonino e Marc'Aure-
timana somministrerebbero brodoai piìi lio colle loro virtù, altrettanto lo mac-
malati. Di più, che le religiose in appo- chiarono colle loro dissolutezze le due
sito luogo del conservatorio medichereb- Faustine. La moglie d'Antonino bella e
bero le piaghe e bambini all'etti da ma-
i famosa pe'suoi vizi, questi non
colta, e più
lattie umorali cavando pure sangue a
, tolsero che il marito le facesse erigere
chiunque ne avesse bisogno e di qualun- templi ed altari, facesse battere medaglie
que parrocchia. Finalmente che nello anche dopo la sua morie e col titolo di Di-
27 G SPE SPE
t'tf.FaustinamogliediMarc'Aurelio.pnri quo tempio, dopo la sua morte, dal sena-
a sua madie in bellezza e ingegno, la su- to, sebbene comunemente dicesi tempio

però in disonestà e turpitudini. Sembra d'Antonino 1' edilizio ridotto a Dogana


più probabile cbe il tempio nel 4 e* 1 • 1
( ^.)di terra; il quale tempio fu pure con-
diiìcasse Antonino asolo onoredella mo- sacralo
ci
alla moglie Faustina. Molti di-
o
glie Faustina seniore,ma dopo la sua segnarono questo imponente edilìzio an-
morte fu l'alto comune all'imperatore e tico, e per le sue belle proporzioni e bel*
ancor lui divinizzato dal senato. Ciò ri- lezza degl' intagli serve d' esempio agli
levasi dall'iscrizione cbe si legge stillar* studiosi di architettura. In progresso di
cbitrave del portico, ed in grandi caratte- tempo sul tempio d'Antonino Pio e Fau-
ri: Divae Faustinae Ex. S. C. Alla quale stina e nell'interna sua cella fu edifica*
fu quindi sovrapposta la seguente linea a la la chiesa di S. Lorenzo in Miranda
completare l'epigrafe di dedica: Dn'oAn- da' primitivi cristiani in onore del san-
tonino Et. Il tempio è prostilo-esastilo, to arcilevila, e vanta una data antichi*
cioè ha il portico che precedeva la cella sima. Pare che le sia attribuito il nome
solo di fronte formato da 6 colonne; nei di Miranda a causa de'meravigliosi vesti-

lati ne ha 3 compresa l'angolare, ed un gi dell'antica Roma


da cui è circondata,
pilastro; le colonne sono d'un masso solo e dal grandioso avanzo elei portico del
di rnarmocarislioo cipollino con base at- tempio,come vogliono Panciroli ne Teso-
lica e capitello d'ordine corintio di mar- rinascosti di Roma, Venuti nella Roma
mo bianco: esse sono scanalate, hanno 4 moderna ,e Nibby nella Roma neh 838.
piedi i/2didiametroe4^di altezza. L'ar- Aggiunge Panciroli, che anticamente la

cbitrave è a due fascie, il fregio ne'lati chiesa fu collegiata con capitolo di cano-
ed ornalo di
della cella è elegantissimo, nici, appartenente al cardinal vescovosa-
con fé-
grifìjVasi e candelabri intrecciati burbicario di Sabina, finché per mancan-
stoni per ogni riguardo ammirabili; la za del numero de'ranonici e del decoro
cornice non ha modiglioni. Le colonne della chiesa, fu data cogli annessi locali
verso il sommo scapo presentano un sol- daMai tino V con bolla degli8marzo >4 2 9
cofattoperappoggiarvi un tetto ne'lem- al collegio degli speziali di Roma,soppri-
pi delle barbarie, il quale toglieva la vi- mendo la collegiata, con tutte le ragioni
sta dell'iscrizione. Salivasi a questo tem- de'canonici e l'usufrutto de'suoi beni,per-
pio dalla viaSagra per una magnifica gra- che dappresso vi fondassero uno spedale,
dinaia di 2 1 gradini di marmo, 7 de'qua- come tosto eseguirono e rilevasi da que-
li superstiti furonotolti neh 547 e a loi*a. 1 sta iscrizione marmorea, sovrastata dallo
si trovarono molti pezzi caduti dalla de- stemma gentilizio di Martino V di casa
colazione esterna del frontespizio, fra i Colonna: Optimo principi Odiono Co-
qualiera lineano tirato da elefanti, sim- litmnae. Martino ì/ Pont. Max. Cuius —
bolo dell'apoteosi; fu inoltre estratto un auctoritatf [{ospitale ereclum annoDiìi
piedistallo di statua onoraria eretta ad MCDXXX — Colleginm Aromatario-
Antonino da'fornai di Roma coniscrizio- rum amplissimismuneribus Ex prior —
ne.iVel 181 scavandosi dall'amministra- fratrum elemosinis decoratimi Grati —

1

zione francese dinanzi a questo tempio animi signuinposuit Anno MDCVII.


per disotterrare le basi dellecolonnesino 11 Fanucci, Opere pie di Roma,n.i i^.e
all'antico piano, come oggi si vedono, si 38: Dell'ospedale dell'arie chili spetta-
riconobbe che non eravi il reciutoimma- li, Della confratemitadis. Lorenzo dilli
ginato dagli architetti del secolo XVI. A spetialij I' Amydeno, De piotale roma-
Ma re' Aurelio Antonino, oltre \aColonna na, p. 76., De hospiliis certarum ardimi
Antonina (/".), fu innalzato un propin- arlificibus propriis, che chiama la chiesa
SPE SPE 277
basilica ; il Piazza, Euscvologìo romano sione fece sgombrare il portico del tem-
(e già ne avea trattato nell'Opere pie di pio delle brutture de'bassi tempi e de-
Roma a p. i {.3 e6l
62, e par. 2, p. 8), p. molì le cappelle. Dipoi il collegio e uni-
4>: Dell' ospedale di s.Lorenzo degli spe- versità degli speziali nel 160?. riedificò
ziali in Campo Faccino, Di s. Lorenzo da' fondamenti la chiesa dentro la cella
in Miranda degli speziali, narrano : che antica e nel modo che oggi si vede, con
il cardinal Aslorgio Agnensi arcivescovo facciata esterna al paro della fronte del-
di Benevento, già carissimo a Martino V, la cella e internamente al portico, con ar-
essendo protettore dell'università dell'ar- chitetture del Torriani, rimanendo cos\
te degli speziali, epiesti da Nicolò V nel illese le colonne. La chiesa è ampia, l'in-

14^0 lece erigere in confraternita, senza terno è semplice e ornato con gusto. L'ai-
sacchi e con 1'
insegna di s. Lorenzo; e tar maggiore, abbellito con colonne di
provvedendola delle occorrenti entrate bianco e nero, ha il quadro rappresen-

effettuò l'erezione dell'ospedale accanto tante il martirio di s. Lorenzo di Pietro


la chiesa di s. Lorenzo, pe'giovani de'me- da Cortona, sostituito ad altro di Mar-
desimi infermi e altri di loro professione e cello Venusti,e meritò l'incisione di bion-
bisognosi. Che gliolliziali del collegio in- do. Ila altri sei altari e neh.°a dritta il

teselo al buon governo delsodalizio e del quadro colla B. Vergine ed i ss. Filippo
culto della chiesa con proprio cappella- e Giacomo apostoli è lavoro del Dome-
no, e convenienti suppellettili ecclesiasti- nichino; una copia del cav. Vanni trova-
che con molto spleiuloie,celebrando la fe- si in sagrestia. Il collegio nel i6q3 fece
sta delmartire titolare con magnifico ap- stampare i suoi statuti; in seguito a pro-
parato. Che curarono il buon ordine del- posizione del 1. "console Antonio Vendetti
l'ospedale con diversi letti, medico e mi- nel 1
74-4-P ei togliere
"
l'emulazione furono
nistri inservienti, visitando i malati esoc- aggiunti alcuni capitoli', che Benedetto
correndoli con li inuline , sino alla loro XIV approvò -col ricordato breve; indi
perfetta guarigione. Che maritavano con conoscendosi trovate insudicienti le di-
dote di 5o scudi diverse povere zitelle o- sposizioni sulle distanze nel trasferimen-
nesle, figlie di quelli della medesima pro- to delle spezierie, anche per le molle se-
fessione, daudo loro anche una veste. Che guite riduzioni di spezierie e per altre che
celebravano molti suffragi a'Ioro defunti, ne dovevano succedere in adempimento
accompagnandoli alla sepoltura, facendo del decreto approvato l'S gennaio 1721
pei' essi celebrar messee anniversari. Che da Clemente XI; perciò si ci'edè spedien-
gl'indegni non si ammettevano né nel- te doversi stabilire la distanza almeno di
l'onorata università e consolato, né nella canne 200 in linea retta; che ne'siti dove
cospicua confraternita. Dice Venuti che erano state ridotte le spezierie che suc-
il collegio in principio fabbricò alcune cederanno le riduzioni non possano tra-
cappelle, fra le belle io colonne che er- sportar visi senza tale distanza; e che niun
roneamente chiama di granito, superbo giovane di spezieria, matricolato o no,
avanzo dell'autico tempio d'Antonino e possa compra respezieria o farne traspor-
Faustina; ma nel 536 per {'Ingresso so-
1 to nello stesso rione in cui per più anni
lenne in Roma(f.) dell'imperatore Car- era stato giovane, affittuario o consocio,
lo V, parve cosa ben fatta al magistrato amministratore o economo, ma bensì lo
1 0111,1110 di purgare questa classica p irte possa in altro rione distante da quello in
di Ilo tu a antica dalle fabbriche moderne cui era stato per lo meuo canne 3oo, vie-
che la deturpavano; e perchè meglio si tandosi la compra se la spezieria dell'al-
godessero le magnifiche pai ti del peristi- tro rione fosse vicina a quella da cui era
lio e superstiti del tempio, iu tale occa- pai tito.Tauto appi ovòClemeuteXIV col
a78 S PE Sl E J

bvevePastoris, de'5 febbraio 1771, Bull. Giuseppe, per scuola parrocchiale e con-
Hom. coni. t. 4j p- 2G7. Nel 787 furono 1 vitto di povere alunne, istituzione della
ristampati inRoma,i5to/uli ilei nobile col- contessaLiitzow.Nel i84?ilcardinalMori«
legio degli speziali di Roma. A vendo que- chini pubblicò la sua opera, Deg/' istituii di
sto un cardinale per proiettore, il collegio pubblica carità inrtoma o\e nel ti,p. 3 )
1 1

elesse per tale nel 1829 il cardinale Gian* parla dell' osped.de degli speziali. Egli
francescoFalzaoappa,edil n.ffàdt] Diarie dunque riferisce, che l'opera esiste tutto-
ili lìorna descrive il solenne possesso die ra, poiché all'università degli speziali suc-
ne prese l'8 agosto nella chiesa, con pom- cesse ne'dii itti e nell'amministrazione il

pa e accompagnato da'prela ti Alessi eCon- collegio farmaceutico, il quale vi tiene 4


ventati. Dopo la morte del cardinal Falza- buoni letti, un sacerdote rettore, un ospe-
cappo,il protettore del collegio l'armaceli» daliere ivi dimorante, medico e chirur-
lieo, come coIlegÌQScientifico,è il cardinal go. Osserva, che i inalati che vi si rice-
prefetto della congregazione degli studi, vono sono pochi, perché oggidì i giovani
come rispose Gregorio XVI allorché il apprendisti delle farmacie sogliono esse-
collegio lo supplicò per un nuovo protet- re ordinariamente figli degli speziali del-
tore. Il medesimo Gregorio XVI nella le provincie, i quali se infermano, essendo
sua decorosa restaurazione del Foro ro- a sudicienzaagiatijCuransi nelle case. Non
mano, piemuroso altresì mai sempre pel si ricevono infermi cronici, inasolo quel-
decoro del di via culto, benemerito ezian- li da malattieacute mediche o chi-
alletti

dio del collegio farmaceutico per le con- rurgiche. Che il pio luogo ha 800 scudi
cesseonorificeuze,nel 1 835ordinòche un di rendite, cheservono per la chiesa e per
ben inteso ponte avesse dato adito alla l'ospedale. Rilevo dal n.'4 delle Notizie
chiesa perla porta maggiore, resasi inac- del Giorno di Roma del 1 844> CMe "dia
cessibile dopo gli scavi del 18 1 i,e ne affidò chiesa dell'almo collegiofarmaceutico, ai
l'esecuzione al cardinal Tosti, ed al cav. 20 gennaioebbero luogoi funerali in suf-
Gaspare Sai vi suo archi tetto, il (piale ben fragio del defunto Filippo Ghirelli deca-
corrispose alle sovrane disposizioni; poi- no del collegio stesso. La solenne messa
ché sgombrati anche gli umili abituri ad fu celebrata dal rettore della chiesa d.
dossali alla pai te sinistra del tempio, si re- Pietro NobiIi,e dopo il vangelo ileav. Gio-
se da questo lato manifesta tutta l'anti- vanni Corsi farmacista recitò l'orazione
chità, appianandosene una via, che dal funebre in lode del benemerito colle-
nome religioso del Papa fu chiamala ga. Indi nella gran sala collegiale il cav.
Maurino. Tutto ricoi da la lapide con i- Corsi prese possesso comeché promosso
scrizione collocala nelle pareti incontro alla classe de' 1 2 colleghi. Si legge nel n.°
delta parte e riportala dall'avv. De Do- j 06 del Giornale di Roma del 1 8 :">
o, che
minicis Tosti a p. 43 della Disseti. Dto- ne'deplorabili tempi dell'anarchia del se-
peribus public! sj nonché la medaglia die dicente governo repubblicano, questo nel
Ìi\ coniata, coll'elligie del Papa in nioz 1849 decretò e partecipò al collegio dei
zetta esloia, coll'epigrafe GregoriusXf £ farmacisti, per mezzo d'un suo funziona-
Pont. Max. A. V, Nel rovescio è il pro- rio, la demolizione della chiesa di s. Lo-
spetto delle mera vigliose vestigia de! tem- renzo in Miranda e annessi di proprietà
pio d'Antoninoe Faustina, e quello della del collegio medesimo, con prelesto di
chiesa di s. Lorenzo in Miranda col ponte mettere più allo scoperto gli antichi a-
e suo utile isolamento, col mollo : Mo- vauzi del tempio d'Antonino e Faustina;
mmi. Servala MDCCCXXXJ'. Notai a mentre il collegio dopo averla a proprie
Scuole di Roma, che presso la chiesa Gre- Spese rifabbricata da 'fonda menti, da po-
gorio XV donò uua casa alle suore di s.
1 chi mesi ne uvea operato gl'ingenti resta u-
SPI SPI a 7<J
ricon vistosa somma. Amareggiati il pre- ilcane levriere bianco di Carlo di Blois,
sidente e collegiali da gì Irisle annunzio, che abbandonò il suo padrone prima che
e sopravvenute le anni francesi, i repub- si combattesse la battaglia d'Auruy. I suc-
buona ventura sconcertali si
blicani per cessivi duchi di Bretagna aggiunsero al
abbandonarono alatori di difesa e con collare dell'ermellino quello che si chia-

loro cadde il barbaro progetto. Salvata mò Collare della Spica o Spiga, come-
la chiesa, ricca d' insigni memorie, per che composto di spighe di grano o biada
tutto della divina pio v video za, il collegio in forma di croci. L'iatiluziouedell'ordi-
preseargomentodal fausto ritorno inlÀo- dine della Spica, come dopo si denomi-
ina di Pio IX (non è vero quanto ivi si nò.devesi neh 448 oi45o al duca Fran-
dice, cbe sino da'6 agosto 1846 avea ap- cesco I,in occasione cheavendo gl'inglesi
provatogli statuti e confermati i privilegi minacciato la Bretagna, alcuni di essire-
de'predecessori,onde furono ristampati^, caronsi dal duca a dichiararsi del suo
per celebrare uel maggio un solenne tri* partito, il quale per guadagnarli fece loro
duodi ringraziamentoa Dio, alla B. Ver- ricchi doni e die ad alcuni il collare della
gine ed a s. Lorenzo, per aver preserva- spica. Altri vogliono cheFraucesco I stabi-
to la loro chiesa da tanto disastro, e rido- lisse il collare tessuto di spighe, per distri-
nato alla sua sede il Papa, con Te Deutn buirlo a'gentiluomini di minor conto; al-
intuonalo da mg. arcivescovo Lucciardi
1
' tri ciò rigettano affermando che in mo-
ora cardinal vescovo di Sinigaglia. numenti furono rappresentati con siffatto
SP1CA eERMELLINO,or<foli eque- collare la duchessa Isabella di Scozia mo-
stri. In Bretagna furono istituiti i cava- glie di Francesco 1, e il duca Francesco
lieri dell'ordine della Spica, ed i cavalieri Il che lo preferì va a quello dell'ermellino.
dell'ordine dell' Ermellino, diverso dal- Si vuole ancora, che Francesco I istituis-

l'altro dell 'ermellino (/ ".). L'ordiuedel- se il collare e l'ordine della spica col mot-
l'Ennellino fu fondalo da Giovanni IV il to di quello dell'ermellino, in significato
/ aloroso e il Conquistatore duca di Bre- di sua virtù e grandezza d'animo e corag-
tagna, più probabilmente verso 38 1. ili gio, e per di mostrare che preferi va all'i on-
Il collare dell'ordine si compose di due tar la morte anziché contaminare il pro-
catene, le cui estremità erano unite a due prio animo con vili azioni, secondo l'istin-

corone ducali ciascuna delle quali rac-


, to dell' ermellino. Dappoiché l'ermellino
cbiudeva un ermellino fuggente. Ciascu- o armellino, muslella erminea, è un qua-
na catena era di 4- spranghe, e queste for- drupede simile nella figura alla marto-
mate da un ermellino, sul cui capo in car- ra; nell'estate superiormente bruuo col
tellino eravi il motto francese: A ma lie. ventre bianco, nell'inverno diviene tutto
1 erano smaltati alternativa-
cartellini la sommità della coda che
bianco, tranne
mente di bianco con lettere nere,e di nero rimane sempre nera: inseguilo dal cac-
con lettere bianche. Ciascuno armellino ciatore, se uel fuggire s'incontra nel fan-
avea il collarecon catenioadi4o 5anelli. go, per la sua singolare purità, si lascia
Ilcollare,secondola qualità delle persone, predare piuttosto che insozzarsi. La sua
veniva donato da'ducbi, d'oro, dorato o preziosa pelle anticamente era esclusivo
d'argento. Nell'old ine era no ammesse an- ornamento de'principi, e lo è ancora, ma
co le donne. Sem brache Giovanni IV con fattacomune dall' eccessivo e rovinoso
tale decorazione abbia voluto fare allu- itnmoralissimo Lusso (l''.). Avvi pure al-
sione, colle due corone e il motto alle sue tra opinione che dichiara aver France-
due conquiste di Bretagna e d'aver per- sco I istituito l'ordine della spica, in me-
ciò due volte posto a rischio la sua vita; moria della somma cura che i predeces-
cogli ermellini e il cullare colle caleuiue, sori, nouLueu di lui, sempre aveano avuto
2 8o SPI SPI
per rendere il pnese abbondante d'ogni ordini sacri e il sacerdozio nella casa della
specie di granaglie. Finalmente pareo tu Missione: trovandosi tale storico alla sua
pretesero,chel istituzione dell'ordine del- ordinazione, testifica che tutti rimasero
la spica, con Malo moriquam
l'epigrafe: grandemente edificati elei la vivissimi) sua
foedarÌ,che dicono comune all'altro del- pietà e singolar modestia. Intanto dila-
l'ermellino (ma questo piuttosto fu pro- tando la repubblica francese l'invasione
prio dell'altro ordine dell' A r niellino ri- d' Italia, occupò ancora e democratizzò
cordato), fosse un effetto della divozione lo stato pontificio, detronizzò Pio VI e
particolare di Francesco I pel ss. Sagra- prigione lo tolse a'20 febbraio 1798 dal
nienlo, che noi riceviamo sotto la specie Valicano e condusse a Siena (V.). Il Bai*
delpane rappresentalo dalla spica, e ve- dassari nella Relazione delle avversitele
neriamo sull'altare; e die si accoppiasse patimenti di Pio ti, che lo seguì qual
un ermellino all'insegna equestre, per ri- segretario del maestro di camera mg.r
cordare a' cavalieri di dover preferire la Caracciolo, preziose notizie pubblicando
morte che ad imbrattarsi del peccato. 11 sull'ultimo periodo di vita del glorioso
p. Booanni, Catalogo degli ordini eque' Papa, importanti pure sono quelle che ci

stri, p. i o4, ne riporta la figura con ve- die dell'illustre prelato. Adunque ne par-
ste di damasco bianco foderata di rosso, lai nella biografia di Pio PI, equi dirò
sopra di cui è l'insegna dell'ordine for- col medesimo che mg.r Spina dopo la pro-
mata da 4 spighe d'oro disposte in forma clamazione deli'efiiinera repubblica ro-
di croce; ed aggiunge che a'cavalieri era mana, vide la necessità di tornare in pa-
prescritta la coltura del grano, col quale tria, e desiderando dì non rimanere con-
si doveano fabbricare le Ostie( P.) da con- fuso tra il clero inferiore, dappoiché avea
sacrarsi. tenuto il detto grado nella curia roma-
SPIGAZ.Sede vescovile di Pisidia nel- na, domandò per mediazione del cardi-
l'Asia minore, sotto il patriarcato di Co- nal Giuseppe Doria un vescovato in par-
stantinopoli, di cui non mi riuscì trovare tibus infidclium. Pio VI I' esaudì, e at-
notizia ne'geografi,esolo ne'registri conci- tesa la condizione di que' giorni procel-
storiali leggo: SpigaZjiSbrgoce/Zj titolo ve- losi derogando alle forme consuete, gli
scovile in partibus del simile patriarcato die per rescritto il titolo arcivescovile di
di Costantinopoli, che conferisce il Papa. Corinto, e lo rimarcai in quell'articolo,
SPILLONI e SPILLE. F. Specchio e concedendogli eziandio che in qualunque
Pailio. tempo e da qualunque tra' vescovi cat-
SPINA Giuseppe, Cardinale. Nacque tolici si potesse far consagrare. Stava egli
il i 2 marzo 1706 in Sarzana da'nobili ge- per uscir da Roma precisamente quan-
mini i, beri presto fu mandalo all'univer- do si stabilì che il Papa andrebbe esule
sità di Pisa, allo studio delle scienze le- in Toscana, onde il detto cardinale com-
gali, indi si recò a Roma per continuar- mise allo Spina di recare le lettere all'ar-
le, ove colla pietà, col l'ingegno e con o- civescovo di Siena, al nunzio di Firenze
perazioni virtuose si rese segnalatoe chia- Odescalchi, ed a'ministri del granduca,
ro. Divenne uditore del maggiordomo di che gli avvisavano dell' imminente ve-
Pio VI, il quale apprezzandone il meri- nuta di Pio VI. La qual incombenza fu
to lo dichiarò prelato domestico e refe- da lui eseguita con ogni prestezza] e a-
rendario di segnatura, del qual tribuna- vanli che il Papa arrivasse a Siena, egli
le poi Io fece votante. Narra il Semeria, eravi tornato da Firenze, e però non gli
Stona ecclesiastica di Genova e della Li- fu vietato che continuasse a dimorarvi.
guna p.i i^, c li C neh 796 ripalriò, ove Ma non abitava nel convento degli ago-
r
mg. Giaggioli suo vescovo gli confai gli stiniani residenza pontificia, e viveva a
SPI S1M b8i
sue spese. Solamente reca fasi spesso dal Proseguendo il viaggio con disagio del
Papa, e questi spesso gli commetteva l'è- vecchio e infermo Pontefice, che a'.'5o a-
sauie di suppliche importanti, ali. ni sca- pitie entrò in Francia, per SUO maggior

brusi, e in iscritto ne voleva il parere. Era cordoglio gli fu tolto a Briancon il oiag-
egiì mollo sagace e ben pratico delle leg* giordomo, il maestro di camera, il se*
gi ecclesiastiche e civili^ spedilo ne'suoi gretario e altri famigliari, cioè il conl'es-

lavori e pacìentissimo della fatica, llac- sore e Io storico Baldassari. Arrivato l'in*
contai a RlTI, che quando Pio VI formò felice e perseguitato Pio \ I a'i.j. luglio

una congregazione in Siena per appro- a Paletta, ivi fu stabilita la sua dimo-
rare il culto immemorabile del b. Andrea ra, e ad istanza del cav. Labrador mi-
Gallerani,ne nominò segretario il prelato, lustro di Spagna, 111 permesso allo Spi-
A cagione del terremoto Pio VI parli da no e agli altri che in della città altendes-

Sieua il i ."giugno 1 798, e passò ad ahi- sero il Papa e riprendessero i loro ulli-

tare alla Certosa di Firenze; ma nel di zi, con indicibile consolazione dell'alliaii-

Beguentecon pena del Papa i francesi le- to capo della Chiesa, che il direttorio di
cero allontanare il suo nipote duca Bra« Francia chiamava Vex Papa. Andando
sebi che faceva da maggiordomo. Onde di giorno in giorno la sua debole salute
ing.r Caracciolo che in Siena avea ten- declinando, mg. 1 Spina '
gli somministrò
tato d'annoverare lo Spina si abile tra i il santo Viatico e l'estrema unzione: co-
pochi famigliari pontificii, dopo tal par- minciata l'agonia gli die la benedizione
lenza rinnovò a Pio VI le sue doinan- papale in arridilo morlis, e spirò placi-
de sino allora infruttuose, pregando che damente nel bacio del Signore il '29 a-

al duca si surrogasse lo Spina. Il Papa goslo. Il prelato restò esecutore testamen-


dopodiaverei pensato per qualche gioruo lario, pose il suo sigillo sulla cassa in cui
vi acconsenti, onde io lo posi nella serie fu posto il cadavere, e ne'novendiali Ce*
de'Maggiordomi j ed il prelato si stabili lebrò la messa e fece l'assoluzione. Scris-
ad abitare nella Certosa, e restò sempre se subito al cardinale decano del sagro

al fianco di Pio VI, prestandogli amo- collegio la morte del Papa, acciò si adu-
revole, decoroso, utile e indefesso servi- nasse. per l'elezione del successore, come
gio. E passali alcuni mesi, avendo desi- il più elevato in dignità della piccola corte
derato di ricevere l'ordine episcopale, il papale; e poco dopo potè ossequiare In-
cardinale Lorenzana, assistito dal nun- li a par te venuto in Valenza reduce dalla
zio Odescalchi arcivescovo d'Iconio, e da spedizione dell'Egitto, e divenuto primo
Selvi vescovo di Grosseto, lo consagrò ai console non polè ottenere ili trasportare
3o settembre nella chiesa interiore della il cadavere in Roma, di che era ausiosis-
Cerlosa,alla presenza de'monaci incoro, s'uno giusta il volere del venerando de-
e del Papa in rocchetto e uiozzelta.Trovo finito, per cui dalla cittadella fu sotler-
ueUeNotizie dilìoma, che a' iq novembre rato nel cimitero comune. Addolorato di
Pio VI lo nominò vescovo assistente al ciò lo Spina parti per l'Italia, ed in \ e-

soglio pontificio. I francesi nel 1 7<)<) or- tiezia ov'erasi unito in conclave il sagro
dinarooo che Pio VI fosse condotto in collegio de'cardinali recò l'anello pesca-
Francia 3 onde a'27 marzo parli co'suoi torio, ben accolto per le sue benemeren-
dalla Certosa, indi in Farina a'2 aprile ze e intrepidezza, e per essere stalo l'av-
l'arcivescovoSpina accettò di poi tare quei venturoso compagno delle illustri sven-
carichi e gravi incombenze che in Tosca- ture del gran Pontefice. Eletto Pio VII
na avea sostenute mg.' Odescalchi, per nel marzo 1800 gli dimostrò tutta Li sua
tutti gli aliali della Chiesa e la corrispon- stima, ed ambedue tornarono in Roma,
tlcuza coi nunzi, aiutato dal Buldassuri. Ivi nell'agosto il Papato spedi iu Frau-
2 8i SPI SPI
eia coll'importantissima missione di trat- li insulti, e colle più ingiuriose bestem-
tare il celebre Concordato fra Pio EU mie, giunti in piazza diedero fuoco alla
eia repubblica francese (E.) diretta da paglia, e la figura fu bruciata tra gli schia-
Boria par te i.°ccnsole, dichiarandolo ple- mazzi esultanti di que'scellerati. Sbarcan-
nipotenziario insieme al cardinal Consal- do adunque il prelato in Monaco, la fune-
vi e al p. Caselli poi cardinale qual teolo- bre cassa di Pio VI fu portata in chiesa,
go consultore, e con essi, Bonaparte, Cre- ove si cantò solennissima messa dal cle-

tet e Derider l5 luglio


lo sottoscrisse ai ro e dal popolo in suffragio dell'estinto e
iSoi. Sebbene del concordalo ne ubbia oltraggiato Papa. E così l'espiazione del
riparlato aFrancia e in altri articoli, co- grave delitto fu giusta: era quella la 1.'

me a Legato, se ne ponno leggere gli alti funzione solenne e religiosa che Pio VI
nel Bull. Rum. coni. t. i, p. 7 5, Con- i i defunto riceveva in un luogo d'Italia ove
vendo e nomina de'plenipotenziari; a p. vivente avea sofferto il maggior alfronto.
187 la lettera Jam multa, agli arcivesco- Altre solenni esequie si celebrarono anco-
vi e vescovi delle sedi soppresse, perchè le ra inGenova,e\u Sarzana (E.) patria del
rassegnassero, e le disposizioni per la nuo- prelato, e in altri luoghi. Finalmente con
va circoscrizione di diocesi; a p. 208 la splendidissima pompa ai 17 febbraio il
boli.» Ecclesia Christi } per la conferma pontificio cadavere fece il suo trionfale in-
del convenuto da' plenipotenziari ; a p. gresso in Roma, incedendo mg.r Spina
245 la bolla Qui Chris ti Domini per ,
la innanzi al feretro o letto su cui era sta-
soppressione delle sedi, e l'erezione di o 1 ta magnificamente collocata la cassa, ri-

arcivescovati e 5o vescovati. Dopo aver cevuta sulla porta della basilica Vaticana
terminato la trattazione degli affari con da Pio VII e dai cardinali, e nella sera
soddisfazione del Papa, a nome di questi si fece la ricognizione del cadavere e dei

domandò a Bonaparte che volesse accon- precordi, indi seguirono que'sontuosi fu-
sentire alla traslazione del corpo di Pio VI, nerali che egualmente descrissi nel citato

ed avendone conseguito il permesso, come articolo. Colmo di meriti il prelato ver-


fedele compagno de'suoi patimenti e che so Pio VI e la Chiesa nel concluso trat-
ne uvea ricevutogli ultimi anelili, Pio VII tato con Francia, Pio VII chea'23 feb-

l'incaricò del pietosoonore di accompa- braio 180 ilo avea creato cardinale pre-
gnare il prezioso cadavere in Roma; ed te e riservato in petto, poscia a'20. mar-
u'io gennaio gli fu consegnato insieme zo 1802 lo pubblicò e gli attribuì per ti-

co' precordi. Nella biografia di Pio ^/ri- tolo la chiesa di s. Agnese fuori le mura,
portai la descrizione del solenne traspor- indi a' 24 maggio lo fece arcivescovo di
to, duello dall'amore pel defunto di mg. Genova. I Precordi (E.) di Pio VI es-
Spina. Semeria osserva, che il viaggio
Il sendo stati richiesti dal governo francese
in parte fu per la via di mare, ed una fu- e da'valentini, furono coll'asseuso di Pio
riosa tempesta imperversò quando la fe- VII e per cura del cardinale riportali a
luca era in vicinanza di Monaco degli sta- Valenza, con quel decoroso trasporto che
ti sardi. E qui dovè sbarcare per salvar- pur descrissi nella biografia di Pio VI.
a
si dal naufragio, o perchè la divina prov- Nel 1 806 il Papa fece la 1 . circoscrizione
videnza voleva che gli abitanti di quella delle diocesi sulfraganee di GcrtOi'fl,della
cillà riparassero all'ingiuria già fatta a quale e delle altre da lui operate poi, ne
Pio VI vivente. Imperocché nel 1792-0,3 trattai in quell'articolo. Il cardinale tro-
in Monaco alcuni empi e iuiquissimi uo- vossi in tempi difficilissimi e nelle più do-
mini, avendo fatta una figura di paglia lorose circostanze dell'occupazione che fe-
rappresentante quel Papa, dopo averla ce Bonaparte, divenuto ÌNapoleoue I im-
portata girando per le vie co' più bruta peratore ilei francesi, di Genova e della
SPI SPI 2 83
Liguria, di Roma ecidio stato pontificio, rendo poi a leggersi dall'imperatore, ne-
facendo imprigionare a*6 luglio 8o<) Pio i cessariamente gli dava ad intendere che
A 11 e tradurlo a Savonaj tro tossì nella il volo dei padri prima di trattare altre
•oppressione generale di tutti gli ordini questioni, eia quello della liberazione di
monastici, nelle calamità dulia Chiesa e l'io VII. Sciolto il concilio, il cardinale fe-
dell'arcidiocesijedin tuttequeste luttuose ce ritorno a Genova,ove seguitò ad occu-
vicende, dice Semeria, se egli disse e o- parsi incessantemente di tutto ilsuo greg-
però qualche cosa da doversene poi pen- ge. Vinto Napoleone I dalle truppe allea-
tire, non tralasciò però inai mostrar
di te, eil espulso dalla Francia, SÌ proclamò
zelo e fermezza per la difesa della Chie- neh8i4 la pi«ce generale, ed allora eb-
sa, e per la liberazione di l'io VII. Ba- be Genova nel suo amatissimo pastore
catosi a Parigi, fu nel numero Ut'Cardi- un nuovo luminoso esempio di virtù. Ri-
nali rossi, per aver assistito nel i 8 o i al- correndo la festa dell'Immacolata Con-
leceremoniedel matrimonio di Napoleo- cezione della lì. Vergine, pronunziò dal-
ne coll'arciduchessa M. "Luisa, per quan-
I la sua cattedrale nel duomo un' omelia
ta rilevai nella biografia di Pio VII. Ivi nella (piale dichiarò. Essere egli trascor-
nel i ci i i intervenne al concilio nazionale so sotto il passato governo francese fuori
di Parigi (V.)j che l'imperatore aveva i giusti limiti del proprio dovere in molli
convocato per far decidere sopra la ca- incontri, e segnatamente nell'estensione
nonica istituzione de' vescovi dell' impe- d'alcune sue lettere pastorali, per aver
ro, senza I' intervento della santa Sede. in essetroppo efficacemente inculcato alla
Trattando di questa questione i prelati, patria gioventù d'ubbidire a chi (Napo-
proposero mandare all'imperatore una
di leone Bonaparte) esigeva con inesorabi-
lettera o indirizzo, come dicevasi se ne : le durezza tante
odiose e inique coscrizioni
lesse il progetto a'26 giugno in pubbli- militari. Non aver potuto che piangere
ca adunanza, la quale lettura finita, Ga- e sospirare amaramente innanzi l'Altis-
spare Massimiliano Drosle di Vischering simo sopra la strage desolatrice che si fa-
vescovo di Gerico e sulfraganeo di Mùu ceva del fiore de'cari suoi figli, strage non
ster, propose a' padri d' inserirvi, che il solo di corpi, ma quello che è più delle
concilio reclamava Papa de- la libertà del anime, che sotto l'irreligioso sistema d'al-
tenuto in Savona. Inserirvi questa doman- lora andavano pressoché ad una mani-
da sembrò ad alcuni cosa importuna; ma festa perdizione. Che vedeva l'oggetto al
altri vescovi generosamente l'appoggia- quale miravano tante guerre sanguino-
rono : si eccitò quindi tra gli uni e gli al- sissime; e questo motivo l'avrebbe dovu-
tri qualche rumore, ma tornala la cal- to ritrarre dall' aderire alle «pianto in-
ma e proposta del cardinal Fesch la cosa sidiose, altrettanto imperiose domande
al comune giudizio, la maggiorità de'voti di chi allora per gl'imperscrutabili giu-
fu doversi differire ad altro tempo la do- dizii di Dio, teneva sotto il giogo della
manda V 11. Il car-
della liberazionedi l'io più dura servitù il mondo intero; ma l'a-
dinal Spina però, vedendo che altro di mor suo pei diocesani gli rappresenta-
piìi non potevasi per allora conseguire, va per una parte l'inutilità di sua oppo-
fece istanza che fosse inserito nel proces- sizione, e per l'altra gli dipingeva alfa,
so verbale, che la proposizione era sta- gitata immaginazione i tanti funestissimi
ta fatta, ma che l'esecuzione ne fu diffe- mali, che ne sarebbero piombali sui ge-
rita sin ad un tempo favorevole, ciò che novesi. Se a vea dunque qualche volta tra-
appunto fu da lutti adottalo. Accorto e scorso in qualche tratto di soverchia in-
savissimo spediente fu questo del cardi- dulgenza, in verità poteva dire che non
nale, imperocché il processo verbale ve- fu per alcun riguardo a lui, ma pi otto-
a84 SPI SPI
sto per forza ili quell' amore che lo le- prio patrimonio. Ritornato a Roma, so-

l.,, vì» al gregge, né dire tali cose per nieii- stenne uffìzi della più alta importanza, e
dicare da esso approvazioni. Essersi poi nello stessoi8i6 Pio VII l'inviò legato
Leu convinto che avrebbe meglio prov- a Forlì, ove restò per un triennio, pas-
veduto all'edificazione tle'f'edeli, se rimet- sando nel declinar del 1818 a legato di

tendo alla divina provvidenza le conse- Bologna. Frattanto nel 1820 la rivoluzio-
guenze, si fosse attenuto ad un costante ne del regno ili Sicilia minacciando il re-
sistema di fortezza, di cui in molti incon- sto della penisola italiana e l'Europa, i

tri ne aveu sperimentati felici successi. Nel Sovrani d' Austria, Prussia e Russia coi
i 8 5 essendo Napoleone I ricomparso in
i
ministri delle altre potenze, dopo le con-
Francia, e .Murai minacciando lo stalo ferenze tenute a Troppau per porvi ef-
pontificio,Pio VII co'cardinali nell'aprile licace rimedio, passarono neh 821 a te-
riparò a Genova, ricevuto con ogni ma- nere congresso in Lubiana, nel quale il

niera venerazione dal cardinale, il qua-


ili Papa inviò per suo rappresentante il car-

le nello funzione solenne della coronazio- dinale, con mg. r Mazio poi cardinale, e

ne elle fece d Papa della .Madonna di Sa- per la seguita sollevazione ili Piemonte,
vona, cantò la messa alla presenza ezian- il congresso si occupò pure di vincerla:

dio della real corte. Nell'islesso anno a- terminarono le conferenze a' 1 2 maggio,
•vendolo Pio-Vii fallo amministratore del decretandosi di riprenderle a Verona nel
vescovato di Brugnato, ne fu munifico 1822. Ivi nell'ottobre si cominciarono
benefattore in vita e in morie, al modo cui cardinale rappresentante di Pio VII,
che lo celebrai a Sarzaxa, dicendo dell'u- per discutersi lo sgombramene de'tede-
nione di questa a Ci ugnato. Nel settem- schi dalla Sicilia, rigori contro la tratta

bre! 8 iG rinunciò l'arcivescovato di Gè- degli Schiavi, la rivoluzione di Grecia,


nova, per recarsi in Roma, e poi come l'indipendenza delle colonie di Spagna^
notai in quell' articolo, in morte lasciò l'insurrezione di questa : il congresso si

al seminario la sua copiosa biblioteca, al disciolse alla mela di dicembre. In que-


capitolo gli arredi e vasi sagri, pastora- Lubiana il card ina le nuo-
sto e in quello di

le e altri pezzi d'argento doralo, 1000 va mente die saggio di uomo di stato e dei
lire a' poveri della parrocchia di s. An- suoi talenti. Coulinuando e confermato
drea ili borsone e alla chiesa molle sup- legato di Bologna, già il Papa a'21 feb-
pelletlili preziose, olire la pianeta di te- braio 1820 I' avea preconizzato vescovo
la d'argento ricamata in oro al santua- su bu rbica rio dil'ales trina. Governò le due
rio di Monte Allegro di Rapallo. Dopo ragguardevoli provincie in tempi perico-
la sua partenza da Geuova meglio si sep- losi , e vi mantenne la quiete e il buon
pero le lante sue limosine che dispensa- ordine con pari moderazione ed energia.
va segreta mente al le monache espulse dai 11 (Verini, Memorie sloriche della Limi-

monasteri e disperse in case privale do- giana 1.


1, p.i47> c ' die una breve bio-
po la soppressione, alle famiglie indigen- grafia del cardinale, e riferisce che fu la

ti, e a tanti bisognosi di ogni specie. Nel delizia de'popoli forlivesi e bolognesi, che
tetfipo della dominazione napoleonica,lra pe' suoi buoni consigli mantenne la giu-

i suoi pioventi, quelli dell'arcivescovato, stizia, aumentò la pace e la sicurezza dei

e quelli d'elemosiniere della principessa cittadini; e disse il vero, poiché ancora è


Paolina sorella dell' imperatore, aveva in onore il suo nome nelle due legazioni.

l'annua rendila di più che 5o,ooo lire; Morto l'io VII nell'agosto 1820, da Bo-
ed i poveri e le chiese li consuma vano (pia- logna si recò al conclave, ove nel seguen-
si iuleramente,anzi per soccorrere a tut- te mese fu elei lo Leone XII, che nel 1 824
ti s' indusse u vendere porzione del pio- lo dichiarò prefetto della Segnatura di
~
SPI SPI 28
giustizia, tribunale supremo di Roma ;
teesmvene'modi: mnstiòscmpreottiiuo
carica die come le altre esercitò con e- cuore,zeloepietà,efornitodialtrequalita
guai zelo, prudenza, accorgimento e in- egregie che rifulsero nella sua luminosa
telligenza. Egli inoltre,e come si legge nel- carriera. I consueti funerali Furono cele-
le Rotàie di Roma, appartenne alle con- brati nella chiesa di s. Andrea delleFratte,
gregazioni de' vescovi e regolari, del con- e quindi secondo il suo volere fu tra spot'-
cilio, propaganda, indice, ceremoniale, e- tato nel 1 <S?.r) il suo cadavere nella calte-
sauie de'vescovi in s. canoni, fabbrica di diale di Pale-trina, e tumulato rimpetlo
s. Pietro, acque, economica, e di quella al la cattedra vescovi le, dopo decorose ese-
dei la vigilanza diLeone XII. Fu protei- quie fatte dal capitolo a spese dell'ereditò.
ture della congregazione di s. Girolamo 11 celebre cardinal Rivarola, corrispon-

della Carità, del monastero de'ss. Giaco- dendo alla fiducia riposta in lui dal deton-
ino e Maddalena alla Lungara, dell'ar- to, a perenne memoria ivi fece porre in

ciconfraternita di s. Maria Salus infirmo- basso rilievo di marmo il ritratto delcar-


/7///2 edis. Ivo della Curia romana, e del- dinaie, con onorevole iscrizione die si può
la confraternitadel ss. Crocefisso di Mor- leggere nel n."4o delle Nolizìt del giorno
lupo. Infermiccio da molto tempo,a'6 no- di Roma del 1829.
vembre 828 1 fu assalito da gagliarda feb- SPINE (SS.), reliquie insigni. Sanctis-
bre perniciosa, gastrica e umorale: tutti simis Spìnis. Le acute e pungeritissime
i soccorsi dell'aite furono inutili, e la se- spine furono santificate da Gc^u Cristo
7
ra de' i3 munito di tutti conforti di no- i (F.) nella sua dolorosa Passione (I .) e
stias. religione, con sentimenti di distia- crocefissioue. Rifugge il pensiero dall or-
na rassegnazione rese lo spirito a Dio, in rendo spettacolo, che gli Evangelisti me-
Roma.d'anni 7 3 non compiti. Il n.°c)2 del desimi ricusarono di descrivere, conten-
Diario di Roma ne annunziò con grave tandosi di accennarlo, senza dire di quali
dispiacere la perdita, con un cenno bio- specie di spine fo coronato; né può ri-

grafico, dichiarando che la sua morte fu cordarsi senza fremito d'indegnazione a


compianta generalmente, ed il suo nome quali vergogne, a quali vituperi venne il
resta segnato negli annali della Chiesa e Redentore sottoposto dalle turbe forsen-
nate e crudeli, che in Ini più non rigum -
-
dello stato, ed io col Semeria aggiungerò
e di quelli di sua diocesi in modo speciale, davano l'acclamato dagli Rosanna (/ .),

Usuo testamento sarà un monumento pe- ma la persona disprezzata dal volubile pò-
renne delle liberalità che esercitò viven- polo, e dovuta a supplizio d'infamia. Ri-
do. Amorevoleco'famigliari Iasciòloro vi- pillato innocente dal romano preside Pi-
talizia pensione, ed oltre le sullodate di- lato, Erode irritalo dal silenzio del Sai-
sposizioni, altri utensili sagri lasciò alle valore lo dichiarò pazzo e fecelo vestire
chiese di Palestrina e di Sarzana; dispo- di bianca veste, come s' egli fosse re da
nendo altresì che nella morte Amati
di scherno, al dire d'alcuni, ma veramente
suo nipote, tutti i suoi beni, che somma- la veste candida presso i giudei non era
vano a circa 1 2,000 lire di rendite, s'im- abito reale, bensì la porpora rome alferma
piegasseroa erigere in Sarzana sua patria Gioselfo. Ma il Sinedrio (/ .) per l'odio
un conservatorio di religiose per la pub- de'sacerdoti e l'ipocrisia farisaica non ces-
blicaeducazioneeistruzionedellefanciul- sando da' suoi furori, preferendo la sua
le,e per istituirei! pubblico insegnamento morte a quella dell'iniquo Barabba, per
de' fratelli delle scuole cristiane. Faccio placarli tentò Pilato un altro mezzo, la
eco al Gerini, con celebrare il cardinal Flagellazione alla Colonna (A'.), pena
Spina, per uomo di mente pacifica, di dolorosa e infamante. Modello di divina
rulliuala esperienza, urbanodelicalamen- mansuetudine e pazienza, ricevè quella
286 SPI SPI
tempesta di colpi spietati, senza muovere la ss. Corona di spine del Signore, abhor-
lamento a tanta ingiustizia e crudeltà, rivanodì mettersi in capo le corone di fio-
grondante del suoprezioso Sangue (/*.). ri, usate da'gentili. In memoria della ss.
Aggiungendo oltraggi a motteggi, venne Corona di spine del Signore, sino da'pri-
Gesu per isclierno ravvolto in un logoro mi tempi della Chiesa, portarono gli ec-
paludamento o clamide di porpora, co- clesiastici la corona de caprili, e che ciò
ronato in capo con Corona di spine (F.) facessero gli stessi apostoli, e da essi per
acutissime, e nelle mani gli fu posta una tradizione passasse alla Chiesa, lo sosten-
canna per scettro; e poi beffilo con false ne per cosa certa Reda e altri scrittori,
adorazioni, denudato di quelle ridicole re* Tuttavolla si può vedere Tonsura. No-
gie insegne, lasciatagli per tormento la co- tai a Gerusalemmi;, che dopo la sua con-

nina in capo (altri dicono ignorarsi se gli quistadeVrore .w'g/irt//,acclamaloreil pio


fu tolta allorché gli levarono la porpora e valoroso"GofTredo,ricusò il diadema d*o«
e la canna), fu barbaramente crocefisso io e gli onori reali, dicendo ch'egli non
7
sulla Croce {f .) t
col T'itolo (/".) di Jesus accetterebbe mai una corona preziosa e
Nazarena* I\exJudaeorum,e. conficcato uno scettro, in una citta dove il Salvato-
in essa con Chiodi (
V.), abbeverato con re del mondo era stato coronalo di spine,
Sponga (/'.) inzuppata d'aceto e fiele, spi- e scettrato dì vuota canna. Si vuole che
rò sul Calvario e fu lacerato nel costa- accettasse una corona di lucente paglia, e
lo colla Lancia (P .); finalmente ravvol- altri dicono che pr^se una corona di spi-

to nella s. Sindone^ /'.^secondo il costume ne simile a quella del Redentore. Giàdi-


degli ebrei che ricordai nel voi. XXX li, chiarai a Re, che Costantino I avea posto
p. 88, fu colla corona di spine e chiodi i sopra la Corona imperiale {?•) d salu-
depcslo nel s. Sepolcro (/''.); la croce nou tare segno della Croce, ciò che altri at-
capeudovi fu collocata in qualche vicina Imbuiscono a 'successori : così quell'istru-
spelonca. Tulli gì' {strumenti della pas- mento d'obbrobrio e d'infamia, salititi -

Mone e morte del Redentore, si conserva- calo e nobilitato dal Salvatore, divenne
rono sino da' primitivi cristiani a guisa il principale ornamento della Coronai/ti-
di trofei di vittoria, con grandissima di- penale, della Corona reale e di altri so-
vozione, operando Iddio per essi molte vrani, e della triplice corona del TV/re -
grazie e miracoli. I luoghi santificati dal gno pontificio (/ '.), non che dello Scel-
Salvatore, tuttora si tengono per sanli, tro (^), distintivo caratteristico del po-
come celebrai a Siria e in tanti articoli, tere sovrano, al quale articolo dissi pure
Persino la terra di essi e particolarmente che fu posta sul globo imperiale, deno-
quella presso il s. Sepolcro, con fede rac- tante il mondo e altra insegna imperia-
colla ne' Pellegrinaggi, operò virtù con- le, e che la croce stessa servì di scettro,
tro l'infermità, e contro gli spiriti mali- Delle medesime ss. Spine della ss. Coro-
gni, come riferisce s. Agostino. Tuttique- na del Signore abbiamo iris. Gregorio
sti Uh omenti della passione e morte di di Tours, che per divina virtù a suo tempo
Gesù Cristo, che servirono a preparare e conservavano verdi. Non è vero che la
consumarci! suoeroicosagrifizio,laChie- ss.Corona di spine fosse formata digiun-
sa venera ancora con tenera divozione, e chi mai ini, poiché chiaramente s. Gio-
quali inestimabili preziosissimi tesori con- vanni e Luca affermano, che fu di spi
s.
-

serva; celebrandone la festa con uffizio e ne: Pleclentes corouam de spiuis e so- t

messa, e meditandoli nelle pie sue prati- nodifferentissimele spinedal giunco, nel
che, come del Rosario e della Via Crii- tronco e ne' rami, nel qual giunco non
CU (/'.). Gli antichi cristiani, al dire di s. vi è spina di sorte alcun i, ma solamen-

Ciemente Alessandrino, per riverenza al- le le sue sommità finiscono in ispine. E


SPI SPI aH 7
certamente quelle che tuttorngelosamen- mercoledì, giovedì e venerdì santo si e-

tesi conservano, non sono di giunco, ma sposero all'adorazione de'fedeli, e che nel
di vero spino. Raccontai a ss. Corona di sabato santo furono trasportate dal ca-
si'inf. di (Vesti Cristo, che pervenuta nelle pitolo metropolitano nel tesorodella stes-
Mai diBaldovino li imperatore latino di sa cattedrale. La festa della traslazione
Costantinopoli (ove come dissi aREMQÙIA della ss. Corona di spine da Venezia in
si raccolsero le più insigni reliquie,e don- Francia si celebra l'i i agosto, quella del-
de poi si sparsero pel mondo), assediato le ss. Spine a'2.5 o 26 aprile. Racconta
eglie minacciato in lai città da'saraceni Amiani nelle Memorie di Fano, che U-
e da' greci dell'estrema rovina, si trovò gone del Cassero ossia della Berarda por-
costretto a darla in pegno, per così dire, tò da Gerusalemme,con altre insigni reli-
a' veneziani per una somma considera- quie,3 ss. Spine, le quali nel venerdì san-
bile di denaro. Avendo poi s. Luigi IX to germogliavano alcuni piccoli fiori si-
re di Francia intrapreso la crociata per unii a quelli del sambuco. Le sagra t issi-
la liberazione della Palestina dai omo- me Spine pervenute in potere delle ago-
mettani, e soccorso lialdovino II, questi stimane Trinitarie di Fano, nel 5i pas- i i

neli?.3q in testimonianza di riconoscen- sando nel monastero di s. Daniele le Ira-


ta gli olhì la ss. Corona di spine del Si- sportarono nella sua chiesa della basili"
gnore punta della s. Lancia (P-), a
e la ca Lateranense. Il Pellini neU'If istoria
condizione di rimborsarci veneti, ciò che di Perugia, all'anno i4o8 parla della ss.

fece con 60,000 lire. Narrai pure come


1 Spina portata a Perugia e collocata nella
il re la ricevè in Sens da 'domenicani, scio- chiesa di s. Francesco. Altre ss. Spine si
gIiendosiÌnlagrime;la depositò nella chie- custodiscono con gran divozione in di verse
sa di s. Stefano, e poi trasportò in Parigi cattedrali eallre chiese, e lo rimarcai a'Io-
nella cappella di s. Nicola, e dopo due 10 articoli, come rammento di aver fitto
anni nella Cappella dedicata sotto il
s. a Scala santa, Chiesa di s. Giovanni in
titolodella ss. Corona di spine, della qua- Laterano, Cuiesa di s. Sebastiano, Chie-
le riparlai ne' voi. XXVI, p. 92, XL, p. sa di s. Croce in Gerusalemme di Roma
117, LI, p. 1 86, dicendo perchè fu la ss. che ne possiede due, oltre un ss. Chiodo;
Corona e le al tre insigni reliquie traspor- non che a Fermo, Sessa, Pavia, Sezze,
late alla metropolitana, e de'recenti suoi PuY,NARNi,SpoLETo(ov'èpureunss Chio-
nobili ristami. Ne levò tuttavia s. Luigi do), a Recanati nella cattedrale e nella
IX alcune ss. Spine, di cui fece dono alla chiesa di s. Francesco, a Serra s. Quirico,
chiesa di Toledo, a quella de'francescani di cui nel voi. XL, p. 274; ed apprendo
di Seez, ed all'abbazia di s. Eligio presso Ambia si venera la s.
dal Sarnelli, che in
Arras. Secondo Rigord, già ulcuness. Spi- Spina miracolosa. Alcune chiese ne pos-
ne erano in venerazione nell'abbazia di seggono de'frammenti, come in s. Maria
s. Dionisio. Tuttora nella metropolitana della Spina di Pisa, e volgarmente suol
di Parigi si venerano le reliquie dovute dirsi avere tali chiese una s. Spina, alti i-
alla pietà di s. Luigi IX e da lui collo- menti troppo grande sarebbe il loro lin-
eate nella s. Cappella, consistendo nella mero. Delle due ss. Spine che possiede la
ss. Corona di spine, due ss. Chiodi, ed ricordata basilica di s. Croce in Gerusa-
un considerevole pezzo della ss. Croce del lemme di Roma, trattarono p. De Cor- il

Redentore. In un giornale di Parigi, deHa rieris monaco del contiguo monastero,


settimana santa del 853, lessi che l'ar- 1 : De Sessorianis praecipuis Passionis l).

civescovo nella domenica delle Palme fé- N . J. C. reliauiisj e l'abbate del mede-
ce la benedizione di esse e I' ostensione simo p. Besozzi, Storia della basilica di
del. e memorate insigni reliquie, che nel s. Croce in Gerusalemme, il quale life-
288 SPI SPI
lisce die le ss.Spine e le altre preziose Rita , narrai come da un ss. Crocefisso
reliquie si niostraiioal popolo nella 4. 'do- (!'.), che si rappresenti coronato di spi-
menicacli quaresima, il venerdì santo, ed ne (in varie maniere fu effigiato il Croce-
a'3 maggio festa dell'Invenzione della ss. fisso ne'tempi antichi, e ne'pi ialiti vi del
Croce. Rende poi ragione del diverso imi- cristianesimo senza le spine a corona. Con
mero de'ss. Chiodi che si venerano in va- più fondamento però si crede, che Gesù
ri luoghi, riportando il sentimento che fu- Cristo fu confìtto in croce colla corona
rono 5,secondodiversi autori,cioè4 quel- di spine, come per non dire di molti, dai
lico'quali il Redentore fu crocefisso, ed Gretsero, De Cruce, lih.i, cai), 22; da
altro servì per fermare il suddetto titolo Benedetto XIV, Defcstis eap. 6, de feria
sulla croce; di più altri vogliono, che due i VI,I. 89, e da quelli da' medesimi ricorda-
legni formanti Croce furono pari-
la ss. ti), si scagliò una spina sulla sua fronte e
nienti uniti con chiodi, come pure il sup- vi formò ima piaga, e come in Koma fu
pedaneo.A vvertendo,che nel freno delca- ereltada'suoi concittadini casciaui la con-
vallo diCostantino I e nel cimiero suo, non fraternità delle ss. Spine di Gesù Cristo,
è cerio che vi fossero da Elena inseriti
s. A Reliquia parlai della somma venera
due chiodi, ma porzione di essi. A Ciuonr, zione verso le reliquie di tutto quanto ap«
che di ciò parlai. dissi pure che di versi fu- partiene alla passione di Gesù Cristo, ol-
l'OBO formati colla loro limatura, come i tre della moltiplicazione derss.Legnodel-
frammenli delless. Spinein alcuni luoghi la Croce, edel culto speciale che la Chie-
si dicono come fossero intere. Delless. Pia- sa rende agl'istrumenti in essa santificati
glie operale nell'adorabile corpo del Re- dal Signore, e con baldacchino e ombrel-
den (ore da'ch iodi e da Ila lancia, riparlai a 1 i no ov'è con sue ludi ne inveterata, sia nel-
Stimmate. Il p. De Corrieris parla ancora l'esposizione che nella processione; ed a
della ss. Corona di spine trovata nels. Se- Reliquiario, dell'antichissimo rito di he-
polcro,della qualità di tali spine,ove si ve- nedire con esse, ed altre reliquie, ad in-
verano uiRoma ealtrove,eche quella esi- star ss. Sacramenti. Finalmente le ss. Spi-
stente in Malta nella chiesa de'ca vai ieri gè - ne come di quelle tinte e spruzzate del pie-
rosoli mitani, fiori va nel venerdì santo. l'io ziosissimo Sangue di Gesti Cristo, ivi no-
VII col breve Quumurbem islam, de'26 tai come si espongono e quale cullo ad
febbraio 1819, Bull. Rom. coni. 1. 5, p. 1 esse e ad altri strumenti della passione si

1 70, mandò al cardinal Casliglioni vesco- deve rendere, non potendosi però espor-
vo di Cesena e poi Pio Vili, una ss. Spina re sopra il tabernacolo ove si conserva la
della corona diGesùCristo in dono a quel- ss. Eucaristia. Leggo nel n.°8odel Glor-

ia cattedrale delia sua patria, con indul- naie di Roma del 18 53, e nella Civiltà
genza plenaria per la città e diocesi, da cattolica t. 2, p. 32C) della 2. serie. Che
lucrarsi nelle sue esposizioni, che stabilì la città di Cari possiede una delle sagre
nel venerdì santo, e nelle feste dell' In- Spine che trafissero il capo divinissimo
venziont ed Esaltazione della Croce, con- del Redentore, in quel tempio reale de-
cedendo pure l'ofiizio proprio e la messa positata, nella cappella del tesoro, dal re
a a
nella 6. feria della 2. settimana di mar- Carlo II d' Angiò, quando si recò a vi-
zo, cadendo in quaresima, con rito di 2.° sitare la tomba del taumaturgo s. Nico-
classe, e qualora non sia impedita dalle la, ed una pia tradizione afferma che si

feste della ss. Annunziata o di s. Giusep- mostrò intrisa di vivo sangue, quando
pe. A Lavanda degli altari, notai che il venerdì santo cadde ai 7.5 marzo, e
gli aspergiIli,secondo alcuni, ricordano la per qualche tempo del giorno medesimo,
corona di spine o i flagelli della passione Questa preziosissima reliquia nel vener-
del Redentore. IN'clla biografia della b. dì sauto di detto auuo, come avvenne in
,

SPI S P I 289
quello del l5 marzo 8 \?, sangue i stillò santo ricadi: nel dì >."> marzo. Il degno
olla presenza d'una popolazione innume- vescovo mg. r Lombardi preconizzò il mi-
labile quanto commossa e intenerita alla racolo fra le sue e le làgrime dell'uni ver*
incontrastabile evidenza del portento; a sale. Il solt'inlendente di Barletta, con al*
capo della quale e divìdendo con essa l'è- tri ragguardevoli funzionari, non meno
dilicazione universale, erano il gran prio- che circa ^0,000 persone, della città e
re di Bari mg r d'Elia con I' intera ca- luoghi circostanti, si recarono al duomo
nonica, non meno die l'intendente, mag- il in fòlla a baciar la s. reliquia, contestan*
giore di gendarmeria, il comandante le do con la testimonianza degli occhi e l'in-
armi della provincia, il corpo di città, il cremento della Cede Y identicità del divi-
p. rettore del regio liceo delle Puglie. Am- no portento. Adoriamo prostrati nella poi*
monito da tanti storici esempi, il vene* vere, e rendiamo solenni grazie a Colui
rando arcivescovo mg.r Michele Clan a- che confonde co'prodigi l'insolenteauila-
vea fatto per 3 giorni osservare lo slato cia della miscredenza. Abbiamo diT. Bar*
normale della s. reliquia, da valenti chi- iholin, Dissertazione sulla ss. Corona di
mici, con notaio e idonei testimoni, indi spinejedeì p.Calmet, Dissertazione ••al-

rivolgendo nel tempo stesso preci a Dio le ss. Spine. Daillet, l'ile de' santi t. 4»
1

mediaste solenne triduo, perché riapris- p. 247, tratta degl '/strumenti della Pus-
se il fonte delle sue misericordie con ri- sionedi Gesù Cristo. p.Menochio,&MO- Il

petere miracolo come segno lampante


il re, 1.
1
, Se
centuria 2, cap. gì esamina :

tli condanna e di confusione degli errori avanti il peccato d' Adamo abbia Dio
del secolo corrente, in quell'anno in cui creato l'erbe velenose, e se a quel tempo
ilvenerdì santo s'incontrò a'iì marzo. le rose nascessero senza le spine. G03-
Seguiva la celebrazione del di voto triduo selino ci diede, Noticedela Sainte Cou-
con esemplare ardore, quando a 2 lora e rotine d'epines.
mezza lo slato della s. Spina divenne al- SPINELLI Faipro, Cardinale. Dei
terato, ili che fecero fede i periti _,
non duchi di Seminara principi di Cariati, pa-
meno che i personaggi concorsivi per in- trizio napoletano. Piccatosi inPioma fu am-
fiammar cogli esempi di loro divozione messo camera, e neh 5g8
tra 'chierici di
quella del popolo, ed il miracolo Cu com- col titolo d'arcivescovo di Colossi in par-
piuto. Allora il zelante prelato trasferì la tii/ w> o di Piodi, da Clemente VIII fu in-

preziosa reliquia dalla cappella del reale caricato della nunziatura di Vienna al-
tesoro all'allaie del Sagro Cuore di Ge- l' imperatore Piodolfo II, di cuiguada-
sti, perchè la pubblica venerazione avesse gnossi siffattamente la grazia , che quel
più largo campo a suoi sfoghi. Era lai." principe scrisse Papa efficacissime let-
al

ora della notte ecantavasida scelta or- tere per la sua promozione al cardinala-
chestra il Christus,e(ì\\ Miserere, allorché to. Compiuta con decoro la sua missione,

la ss. Spina rosseggiante sanguinò. A tal fu neliuo3 fatto vescovo di Policastro


vista, annunziata fra le lagrime di tene- indi vicelegato di Ferrara, ducato allora
rezza e di gioia, e fra un raddoppiamen- ricuperato immediato dominio della
all'

to d'ineffabile divozione, si resero a Dio s. Sede, dove prudenza e il valore con


la

grazie con quella favella che parte dal cui si diportò, gli meritò che Clemente
cuore ed una in tutti. Nel giorno mede- VIII a'
9 giugno 1604 lo creasse cardi-
simo e due ore prima circa seguì lo stes- nale prete del titolo di Bartolomeo al-
s.

so portento in Audria_, depositaria pur l'Isola. Paolo V neliGo5 lo trasferì ad


essa della ricordata ss. Spina, e rinfiam- Aversa, dopo avere rassegnato la sede di
mala dalla speranza di vederne i mera- Policastro. Ma il cardinale visse infelice
vigliosi segni, ogni \ollu che il venerdì nel colmo degli onori, sì per malattie che
VOL. lx\ ni. '9
ago SPI SPI
di continuo l'assalivano, sì per mnncanza pegnatissimo finitore di Cornelio Steeno-
di rendite sufficienti onde vivere con i- ven eletto arcivescovo d'Utrecht contro
splendore conforme alla sua elevala di-
e l'espresso divieto della s. Sede. Richia-
gnità, a vendo contralto debiti per la min- matoa Roma nel 1 78 1 , da Clemente XII
zia tura ili Vienna. Dopo essere concorso fu scelto a segretario de' vescovi e regola-
alle elezioni di Leone XI e di Paolo V, ri, e nel 17 34 promosso ad arcivescovo
la morte lo liberò dai guai e miserie di di Napoli. Passaliappena 33 giorni, a'i 7
questa terra, nel i 6 G i in Napoli, con età gennaio 735 fu creato cardinale pretedi
1

poco superiore a'5o anni, nell'atto in cui s. Pudenziana, e rimase ascritto alle con-

visitava la diocesi, e fu sepolto nella chie- gregazioni de' vescovi e regolari, dell'im-
con Lieve elogio, al quale
sa de' gesuiti munità, del concilio, di propaganda e al-
20 anni dopo altro ne fu aggiunto nella tre. Dopo due anni si nuovo
restituì di

chiesa dis. Domenico da Picrantouio Spi- in Roma per aggiustar le controversie in-
nelli arcivescovo di Rossano. sorte a cagione de' tumulti ivi eccitatisi
SPIISELLI Giuseppe, Cardinale. Na- contro gli spaglinoli, e per altre dilferen-
to in Napoli da illustre e rispettabile fa- zedestatesi tra le corti di Napoli e di Spa-
miglia, eli 1 3 anni da'suoi genitori man- gna intorno all'immunità ecclesiastica e
dato in Roma nel seminario romano, fe- alla col lazionede'benefizi, quali tutte col-

ce mirabili progressi in qualunque gene- la prudenza e saviezza del cardinale fu-


re di letteratura. Dopo avere recato in rono composte e rjuietate. Dopo essere in-
Vienna nel 1719 d'ordine di Clemente tervenuto al conclave di benedetto XIV,
XI, di cui era cameriere segreto, la ber- restituitosi alla sua chiesa, si applicò alla
retta cardinalizia al cardinal Giorgio Spi- visita dell'arcidiocesi che fece a sue spese,
nola , e intrapreso il viaggio delle città in cui stabilì utilissime leggi per la disci-

più colte e cospicue diGermania, Olanda plina del clero, non meno che per la ri-

e Francia, lino da'primordii di sua pre- forma del popolo, avendo aperto diverse
latura trovandosi in Parigi, fu nel 1720 case per rifugioed educazione delle pove-
dal Papa deputato in ter nunzio del JeFiao- ne alimenta vano sino
re fi nei ulle, in cui se

die, e dopo 5 anni, cioè nel 7^5, in oc- 1 a 35o, come ancora per le femmine ca-
casioncehe prese il governo di quellepro- dute, alle quali assegnò conveniente loca-
a
vincie IW. Elisabetta d' Austria sorella le appartalo. A vendo osservato che l'ar-

dell'imperatore Carlo VI, per commis- chivio arcivescovile era assai male ridot-
sione di Benedetto XIII vi si fermò col to, e che i libri erano in confusione, lo fe-
caratteredi nunzio ordinario, e col titolo ce diligentemente riordinare con appo-
d'arcivescovo di Corinto. Il prelato recò site scanzìe. Nel lem pò stesso aggi unse per
in quelle regioni infiniti vantaggi alla cat- aiuto del vicario generale due altri giu-
tolica religione, e alla purità della fede dici col titolo di luogotenenti, e ridusse le

e della sana dottrina, avendo ottenuto il lasse della cancelleria a somme tenui, to-
solenne decreto col quale fu stabilito che gliendo gli abusi. Oltre il preesistente se-
in avvenire non fossealcuno ammesso tra ni ina rio urbano, fondò il seminario dioce-
i professori dell'università di Lovanio, o sano per 100 chierici, con 6 maestri per in-
ad altra ecclesiastica dignità o beneficio, segnare nelfarciepiscopio le scienze mag-
se prima non avesse giurato il for mola rio giori e più gravi a lutti i chierici dell'ar-
d'Alessandro VII, riguardali le la condan- cidiocesi. Istituì nella casa dei filippini
na 5 proposizioni eslralte dal libro
delle un'accademia, in cui ne'giorni stabiliti si

^i/g».y///wsdi(jianseiuo. Fece inoltre cac- dovessero trattare materie liturgiche, di


ciare da tale università il fumoso AVau storia ecclesiastica e di teologia dogmati-
Espen infetto dell'eresia giansenista e im- ca. Fabbricò per se e successori uua villa
SPI SPI ?.,,,

subui'baoa, e donò alla sagrestìa metro* rendo pure costruire l'altare maggiore
pi il il una nobili e preziose suppellettili, a- nella collegiata di Castelnuova (di cui nel
vendo con immensa spesa ridotta la chiesa voi. LVI1I* p. la i) di pietra mischia con
a nuova e più splendida forma, con tra* due gradini e il ciborio pel ss. Sagramen*
sferire il coro dal suo mezzo alla tribù- lo. Neil 761 venne trasferito al vescovato

na clic fece abbellire d'eccellenti piume d'Ostia e Velletri,come decano del sagro
e ornati d'oro. Innanzi al coro, incrostato collegio, ed io (piote chiesepure lece in-
di finissimi marmi, fece trasportar la sta- finito hene, mostrandosi generosissimo
tua colossale della P>. Vergine Assunta li- co'poveri. Intervenne a'conclavi per l'e-

tolare della chiesa, sopra sontuoso altare lezione di Benedetto XIV


Clemente e di
ornalo di pietre preziose e metalli dora- XIII con molto credito, massime nel :>.."
ti. In tale occasione ebbe la consolazio- in cui tra Ita vasi d'eleggere un Papa non
«e di trovar due grandi tavole di marmo, favorevole a'gesuili, perchè le sette ma-
nelle quali si conteneva la serie de'ss. ve- novravano terribilmente per rimuovere
scovi di Napoli e de'cpiali era quasi pe- quègl'inespugnabili baluardi dell'altare
rita la memoria. Di altro pallai a Nato- e del trono, per quindi senza ostacoli por-
Li, in uno alla della accademia. Neh 7.T4 rea soqquadro tulla Europa. In esso il

rinunciata la sede, di cui per alcun lem- cardinalecollasuafinadesfrezzafecegian


pò tenne l'amministrazione, si trasferì a figura, cornechè favolilo dal suo credito,
Roma, dove non mancò assistere col con- e in parte dalla sua corte di Napoli, e per-
siglio e coll'opera Benedetto XIV e Cle- ciò spalleggiato da quella di Spagna, sul*
mente XIII,de'<pialisi procacciò il favore la scelta dell'eletto, non però nella sua
e influenza autorevole. Fu prefetto della persona, che altrimenti vi sarebbe stata
congregazione di propaganda e sua slam- probabilità. Posseggo copia della descri-
peria, e fu allora che prese sotto i suoi zione disi memorabile conclave, che di-
auspici i il celebre Codoni., che divenne cesi compilato dal conclavista del cardina-
lanlo benemerito della Stampa {f'.)j fu le. La Francia die l'esclusiva al cardinal
pure protettore dell' ordine agostiniano Cavalcioni , considerandolo troppo par-
delia Scozia, de'collegi germanico unga- ziale pe'gesuiti, ritenendosi allora essi non
rico, e greco, delle teresiane ginnasie, e più graditi anche dalla Spagna e dal tor-
delle università de'Iibrari, lanari e pala- togallo. Il cardinale contribuì all'elezio-
frenieri. NeliySS era divenuto vescovo ne di Clemente XIII, credulo indulgente,
subnrbicario di Palestrina, la cui diocesi che in vece per amore alla giustizia, alla
visitò con diligenza, donò al seminario vùiù, all'innocenza, con animo forte di*
l'aulico episcopio presso la catledrale,fab- fesc e sostenne la benemerita compagnia
bilicandone altro nuovo ov'era il semina- di Gesù. Ed è perciò, che avendo sapu-
rio, per cui e altre cose spese nel vesco- to essere avverso a'gesuiliun teatino che
vato scudi 23,000. Fu poi zelantissimo avea fatto avvisare pel cardinalato, e do-
deH'incremenlo e vantaggio del semina- vendo fare la promozione gli fece sapere
rio, e ne riformò le regole die pubblicò che in altra l'avrebbe esaltato e noi fa
eolle stampe. Neil' episcopio formò una mai. Il cardinal Spinelli supponendo fa-

con^regazionepermeglioordinareglistu- vorevole che amava e am mi-


a' gesuiti,

di degli alunni del collegio Urbano di pfO; rava, il p. Lorenzo Ganganelli couven-
paganda. Di tutto ne discorre il Cecconi, tuale e consultore del s. olii/io, disse iu

Istituzione de seminari. Nel 1760 passò quella circostanza al Papa che se voleva
al vescovato di Porto e s. lluffina, come far cardinale un sostenitore dei gesuiti,
sottodecano del sagro collegio, e compar- anzi un gesuita senza la veste di quell'or-

li a quella chiesa non pochi benefizi, fa* dine, esaltasse il p. Ganganelli. Clemente
2q2 SPI SPI
XIII che poco Io conoscevo, di Dot te tem- nenmentei 7> j) lo creasse cardinale del-
po mandò n prenderei suoi voti nell'ar- l'orci ine de'di aconi ,in< li gli conferì per dia-
chivio del s. uffizio, e fallili esaminare, si conia la basilica di s. Maria in Cosmedin.
persuase dell'ingegno del p. Ganganelli Lo comprese tra'cardmali delle congre-
e del resto; lo creò cardinale, gli succes- gazioni del concilio, concistoriale, acque,
se col nome di Clemente XII (/ '.), ma indulgenze e sagre reliquie. Lo nominò
soppresse i gesuiti e ne riparlai a Spagna. protettore della chiesa e nazione siciliana,
11 cardinal Spinelli pieno di ineriti pas- deH'arciconfraternita dello Spirilo santo
sò al Signore in Roma nel 1763, d'anni de'napoletani, de' monaci di Monte Ver-
6q, e fu sepolto in mezzo della chiesa dei gine e de'monaci celestini, delle arcicon-
ss. XII Apostoli, sotto ampia lapide, ma- fra terni le del ss. Nome di Maria, del Car-
gnificamente ornata e fregiata di nobile mine, e di quella della Morte, protettore
epitaffio e di sue insegne gentilizie. e visitatore apostolico dell'università dei
1
SPINELLI Ferdinando M. , Cardi- foinari italiani. Inoltre lo fece legato a-
nale. Nobile napoletano, nacque a'9 no- postolico di Ferrara, nel quale articolo
vembre 728, nipote
1 del precedente car- notai che ivi con altri sovrani ricevè quelli
dinale, fu con ogni cura educato alla pie- delle due Ritornato in Roma, fu
Sicilie.

tà, alla buona morale e alle lettere, non colpito da grave malattia, per cui trovo
senza successo in queste pel suo sveglia- neln.°2 1 88del Diario di Roma del 179?,
to ingegno. D'ottima indole, manifestò che per la ricupera della sanità furono ce-
per tempo vocazione di servire la s. Se- lebrati tridui nelle chiese de'napoletani
de, per cui Benedetto XIV Io annoverò coll'esposizione della reliquia di s. Gen-
alla romana prelatura, e tra que'prelali naro, della Madonna dellaPietà. della sua
aggiunti alla congregazione ilei concilio parrocchia di s. Marco, e di s. Maria so-
per ricevereed esaminare le relazioni che pra Minerva. Nel 11. °2 1 90 poi si che
dice,
danno dello stato di loro chiese gli or- peggiorando e munito di tutti i sagramen-
dinari e abhati nulliiis, quando recatisi ti della Chiesa, passò all'altra vita d'anni
in Roma per la visita de Limina Jpo- 67 e giorni 37 a' 8 dicembre. Si descri-1

sloloruni. Col patrocinio dello zio, Cle- vono gli ouori funebri e suffragi resi a i

mente XIII loammisetra'prelati dell'im- lui in casa ne'5 altari privilegiati che fu-
munità ecclesiastica, indi lo dichiarò chie- rono con facoltà papale e nella cap-
eretti

rico di camera, e poscia lo promosse alla pella segreta della medesima, e nella chie-
carica di commissario generale delle ar- sa de'ss.XII A postoli ove fu celebrato il so-

mi. Pio VI ili ."giugno 778 creando car- 1 lenne funerale, apparata magnificamen-
di naleCornaro governa loie di Roma, nel- te, coll'intcrvento di 1 5 cardinali, oltre il

lo stesso giorno gli die in successore il cardinal Roverella che cantò me^sa (pia-
nostro prelato, il quale per qualche mala le camerlengo del sagro collegio. Nella se-
inteliigtnza insorta col predecessore, di- ra la cassa mortuaria, colle stanghe del pa-
cesi essersi espresso colla sentenza frizzan- lazzo apostolico privatamente fu traspor-
te che lespinepnngono.Si vuole che il car- tala nella suddetta diaconia, ed ivi sepolto
di naie saputolo rispondesse argutamente: secondo la disposizione del defunto. Il suo
Se lespine pungono, le corna sfondano. testamento si legge nello stesso Diario:
Esercitò con energia la grave carica, co- solo dirò, che domandò perdono a 'suoi
rnei iniarcai nel voi. LI H,p 9 ,oveper in- 1 parenti se non li lasciava eredi di quanto
giustificabile abbaglio è chiamato .Spino- avea, perchè questo essendo provenien-
la, e meritò che lo stesso Pio VI nel con- te da'benefizi ecclesiastici, era dovere che
cistoro de'i4 febbraio 178I (nella serie ne disponesse come la coscienza gli detta-
de' Coir/7/rtto/7£///ic/H<7 è impresso erro- va; bensì assolse il marchese di Euscaldo
SPI SPI 9.cj3

de'5,000 (lucati che gli dovea, cedendo munìfico co' poveri, co' domestici, cogli

alle altre sue pretensioni. Lasciò poi un amici, co' ricorrenti. 1 romani ammira-

quadro a scelta »li Pio VIjioo scudi per rono mi perfetto modello d' inte-
in lui

imo a' nipoti e 3oo alle sorelle; la cele- grità, giustizia, carità e disinteresse, quan-

brazìone di 3,ooo messe colla limosina tunque egli nel suo particolare era ristret*
di due paoli, ec),ooo eoo quella consueta, lo, e nemico del lusso e delle spese super-

tutte per l'anima sua; istituì 6 cappel- fine, ciò che equivale ad altri pregi. Nel
kinie ili scudi 6 mensili; alla famiglia do- medesimo T3 T riassunse il governo di
r

mestica la spartizione di scudi 3,ooo, co- Perugia, die dopo 28 anni e con regres-
ruccio e quarantena (ili die pari aia Lux- so a vea ceduto al fra tei lo Carlo, e per mor-
rò), l'intiera paga a tutti quelli che lo ser- te di questi. Lo rassegnò poi a Simonet-
vivano d,\ io anni, la mela agli altri, ad la indi cardinale, con pensione a favore
alcuni morendo ila ricadere alle loro ino- di Girolamo Spinola suo nipote. Fu al
gli, ad altri anche somme a parte; dispo- conclave di Paolo III, e morì in Roma
se di vari nobili legati a'parenti ed amici, nel 1537 compianto: trasferito il cadavere
e che del restante si (ormasse un fonilo a Savona, fu deposto nella tomba de'suoi
per dotare zitelle pericolanti, deputando maggiori.
4 parroci» esecutori di sua volontà. Or- SPINOLA Filippo, Cardinale. Patri-
nalodi non poche egregie qualità, l'accen- zio genovese, commendabile per dottrina
nato testamento ne forma il legittimo e- e innocenza di costumi, portò seco nel na«
logio funebre, ed il suo nome fu benedetto, scere le più felici disposizioni per lescien-
SPINOLA Agostino, Carrff/ia/e. Nac- ze,di chediede chiare prove sin dalla fau-
qtie nobilmente in Savona nella Liguria, ciullezza. Dopo aver fatto in quelle gran

ma originario di Genova, nipote per cau- progressi, s'impiegò in servizio di sua pa-
lo materno del cardinal Pietro Mario e (ria, dove sostenne i primi uffizi con mol-
perciò pronipote di Sisto IV, il cui nipote to onore. Trasferitosi in s. Pio V
Roma,
Giulio suo segretario, e poi nel
II lo fece nel 1 566 lo fece vescovo di Bisignano, dal
i5oo) vescovo di Perugia. Intervenne al quale Gregorio XIII lo trasferì a Nola,
concilio di Laterano V, ed accompagnò e ad istanza dell'imperatore Piodolfo II,

Leone X nel viaggio di Bologna. Ridusse i di cui era coppiere o maestro del palazzo il

canonici di Perugia, allora alquanto ri- fratello Orazio Spinola, a' 12 dicembre
lassati, che viveano sotto la regola di s. 1 583 lo creò assente cardinale prete, e
Agostino, allo slato di canonici secolari, poi gli die per titolo la chiesa di s. Sa-
giusta il costume delle altrecbiese; ed ac- bina. Inoltre Gregorio XIII lo nominò
crebbe il numero dei sacerdoti ed altri legato dell'Umbria e del ducato di Spo-
minìstri necessari pel servigio della cat- leto, prefetto della congregazione de've-
tediale. Clemente VII a'3 maggioi527 scovi e regolari, non che prefello di quel-
lo creò cardinale prete di s. Ciriaco, e lo- la delle galere pontifìcie, e gli assegnò in
sto trovossi agli orrori del tremendo sacco amministrazione la chiesa di Sora. Cle-
diRoma, indi nel 1 5i$ ebbe in ammiri; mente Vili l'aggiunse a'cardinali depu-
razione la chiesa di Savona, e neh 535 tati per gli affari d'Ungheria e Germania;

da Paolo III quella d'A latri; pare che l'U- ed in assenza del cardinal Madrucci pro-
gbellilocreda vescovoanched'Aleria, ma tettore dell'impero presso la s. Sede, ne
non lo né riconobbe ve-
pose nella serie, i sostenne in Roma
Già nel ">S~>
le veci. 1

scovati che gli attribuisce Marchesi, Del a vea rinunziato al'e sue due chiese, dan-
Protonolarialo. Divenne Camerlengo di dosi a vivere con gran ritiratezza. Dopo
«.Chiesa e lodatissimo, per quanto rilevai essere stato a 5 conclavi, passò dalla Iran-
in quell'articolo, fin dali jiS; comechè siloria all'eterna vita in Roma neIi5o3,
..)i
SPI SPI
di 68 anni non compiti, e trasferito il cor- modello de'pastori, d'incontaminati co-
|Ki nella pallia fu sepolto tra'suoi antena- stumi, d' insigne prudenza, di straordi-
ti. I fratelli gli eressero nella chiesa del naria erudizione fornito, e di veneran-
suo memoria un ben inteso mau-
titolo in do e grazioso aspetto. Passati però pochi
soleo, ornato di due preziose colonne di mesi dal suo arrivo inGenova, vi lasciò la
verde antico e fregiato di elegante iscri- vita nel [6 16, compianto universalmen-
zione. te per le laute sue belle virtù. Per sin-
SPINOLA Oin/.io, Cardinale. Venu- goiar privilegio del senato fu seppellito
to alla luce in Genova d'illustre famiglia, nulla cappella di s. Giovanni Battista della
la cui madre fu sorella al celebre Andrea metropolitana., ove si venerano le sue re-

Doria, studiò nel collegio romano, e do- liquie.


po essere stato laureato in giurispruden- SPINOLA Agostino, Cardinale. Ge-
za nelle università di Padova e di Pavia, novese di stirpe patrizia, paggio d'onore
trasferitosi dinuovo a Roma sotto Sisto della regina di Spagna, avendo per tem-
V, che Io ammise tra' referendari delle po applicalo agli studi nell'università di
due segnature e deputò per la sua carità Salamanca, divenne eccellente canonista
sull'ospedale di s. Giacomo, Tenne fatto e chiarissimo teologo. Ad istanza di Fi-
da Clemente Vili vicelegato di Bologna, lippo III, in riguardo de' meriti d'Am-
che in assenza del legato governò solo e brogio Spinola insigne capitano al ser-

con plauso. Promosso da detto Papa sul vigio di Spagna e uno de'più valorosi del
Unir del 1600 all'arcivescovato della pa- suo secolo, Paolo V agli 1 1 gennaio 1621
tria, fu consagralo in Bologna dal cardi- lo creò cardinale diacono de' ss. Cosma
nal Paleotti. Morto Clemente Vili, il sa- e Damiano. Nellecongregazioni alle qua-
gro collegio lo elesse governatore del con- li fu ascritto die saggio di singoiar pietà
clave e della Città Leonina; indi Paolo V e dottrina.Dopo qualche tempo venne
lo fece vicelegnto di Ferrara, ed agli 1 1 promosso al vescovato di Tortosa, quindi
settembre 1606 lo creò cardinale prete all'arcivescovato di Granata, e poi a quel-
di s. Biagio dell'Anello, e legato di detla lo di Composlella,e lilialmente trasferito
citlà, cui presiedè peno anni, nel corso all'arcivescovato di Siviglia, nel qnal tem-
de'qnali fece edificarla munita cittadel- po battezzò l'infante nato al re. Quan-
la, e due nuove porle, che dal nome
aprì tunque ne'3 anni che presiedè al governo
e cognome del Papa chiamò Paola e Bor- di quell'arcidiocesi, fosse per lo più infer-
ghesia. Compita la legazione ritornò a Ro- mo e cagionevole, pure era tale la sua
ma, donde partì dopo pochi mesi per Ge- pietà e fervore, che di sovente si flagel-
nova, a fine d'invigilar da se stesso al go- lava sino a spargere in copia vivo sangue.
verno di quell'arcidiocesi, la quale resse Divideva le rendite ecclesiastiche in 3 por-
a a
con estrema severità e rigore, per cui al- zioni, lai. pe'poveri, per le chiese la 2. ,
a
cuni del clero di vita alquanto libera e per se e famiglia la 3. , dispensando o-
sciolta, non potendo soffrirlo, abbando- gni anno a'miserabili 3o,ooo scudi. U-
nata la patria si trasferirono altrove, tra na morte lo trasportò da que-
sollecita
> quali Domenico Rivarola, che portato- sta misera valle alla Gerusalemme cele-
si in R.oma fu poi decorato della porpo- ste, come si può sperare, in Siviglia nel
ra. Lo slesso rigore mostrò nella sua vita 1 G48 o 64^), di 53 anni, ed ebbe sepol-
1

privata, e nelle magistrature da lui eser- tura nella metropolitana. Nel testamen-
citate, come pure nella legazione di Fer- to non lasciò nulla a'parenti, tranne por-
rara, in cui a cagione de'coiiiìni ebbe così zione d'una ch'era l'unico (ondo
villa,
gravi vertenze co'veneziani che lo tenne- che possedeva come della dote di sua ma*
ro per pubblico nemico. Non pertanto fu die, ed il resto l'ebbero i poveri. Sembra
SPI SPI a9 5
che non intervenisse concitivi, e Inscio SPINOLA Giulio t
Cardtaale. Dicliia-
fàma di pio, dotto, e talmente genero- ra stirpe deVignori del l'fsola e ili M.ijor-
MMÌma oo'biiognosi .ch'era sempre inde- ca, nacque in Genova, e recatosi in Roma
hitalo ad onta della ricca sede. si applicò agli studi lcgali,e nel 1 636 di 2 \

SPINOLA GIANDOMENICO, Cardinale, anni ne inerito la laurea con universale


Da patrizia famiglia genovese uscito, es- plauso. Quindi fu occupato da Uri) ino
sendo ancor giovane e assente da Roma, Vili nel governo d'alcune città dell'Uni*
fu da Paolo V, splendido protettore dei bria, del Patrimonio e della Marci, e da
genovesi, annoverato nel numero de'que* quest'ultima provincia col titolo di coin-
stori del tesoro pontificio. Trasferitosi in missario fece in un baleno dileguare i

Roma, si pose sotto la direzione del cardi- malviventiegliassassinichel'infestnvano.


nal Sauli, porporato di rara prudenza e Quietate colla sua prudenza le contro ver»
diprofonda polilica.percui mezzoequan- sie e tumulti che agitavano Norcia, co-
i

tunqueiu verde età fu avanzato a udito- me commissario dell'esercito pontificio


re della camera, che esercitò con tale in- prese a nome dell'i s. Sede il possesso di
tegrità e riputazione,che il contempo- Castro, espugnato d'ordine d'Innocenzo
ranco Amideniocensoreindiscretode'car- Xeagguagliato per la violenta mortedel
dittali, confessa di non aver conosciuto un suo vescovo. Il Papa nel G73 lofecenun- r

giudice più giovane e più giusto. In pre- zio di Napoli con amplissima facoltà, per
mio di sua virtuosa coridotta.UibanoVI II trattare e concludere delicatissimi affari.
gennaio 1G36 lo creò cardinale pie-
a' io, Nel tGG5da Alessandro VII gli fu affidata
tedis. Clemente, e nehG3o arcivescovo quelladi Vienna;giàa' i4gennaioi GG4I0
d'Acerenzae Malera,epoi nel iG3i e non a vea crealo e riserva to in petto,eda*7 ma r-
pare nel i63G lo trasferì a Luni e Sar- zoi 6G7 lo pubblicò cardinale prete de'ss.
zana. Il Spagna Filippo IV che lo
re di Silvestro e Martiuo, e neliGyo da Cle-
ti vea nomi nato a Ile due pri tue chiese, ere- mente X fu eletto vescovo di Su tri e Nepi,
dendo vacante l'arcivescovato di Messi- dove celebrò il sinodo che fu stampato iti
na a lui lo destinò, ma non essendo pia- Pionciglione, e vi fondò il monte di pietà,
ciuto all'arcivescovo di Messina mutar Nel 1677 Innocenzo XI lo trasferì alla
sede, nel iG3G ebbe invece quella di Maz- chiesa di Lucca, che come le altre potè
zara. jN'el tempo ilei suo governo visitò ammirarne la carità pastorale, la solle-
due volte In diocesi, e nel 1640 celebrò citudine, il zelo e ogni bella qualità. Di
il sinodo che stampò in Palermo, pub- più Lucca ne sperimentò la prudenza e
blicando i savi decreti per la riforma del moderazione, che lo preservò da'eontra-
clero edel popolo. Nel iG4^ consagrò so- sti co'magistrati della repubblica per la
lennemente in Palermo la chiesa di s. Ma- giurisdizione ecclesiastica, che seppe pa-
ria degli Angeli de'minori osservanti, e ciecamente difendere e mantenere. Col
vi fondò una cappellania con messa per- carattere di legato a Intere venne poi in-
petua per l'anima sua. Arricchì la prò- viatoin Polonia, llinunziata la sua chic-
pria chiesa di sagre suppellettili e ili pie- sa neliGqo, si trasferì in Roma, e dopo
ziusi arredi, fra'quali G candellieri d'ar- essere intervenuto in 5 conciavi, uell'ul-
gentodi gran valoree buon numero di si- timo, grave ormai per 79 anni d'età, do-
mili vasi sagri, restaurando l'episcopio, ve soccombere nel 1 G<j alla morte, da tut-
1

Intervenne al conclave per Innocenzo X, tisinceramentecompianto perlasuasoin-


dopo il qualediècompimento al viver suo ma benignità e virtù. La mortalesuaspo-
in Mazzera neli646,di GG anni, e fu nel- glia trovò perpetuo riposo in mezzo del-
la catledraleonorevoluienlesepolto, nella la chiesa de'gesuiti di s. Andrea al Quiri-

cappella di s. Gaetano cou epitallio. uale, sotto uua lapide vagamente iutrec-
29G S P 1 SPI
ciata di mosaici, col solo suo nome inci- fatto spiccare la sua giustizia nel punire
so. Il cav.Cornaro cella relazione al sena» i rei, e una soave diserezione, che lo re-
to veneto, così scrisse del cardinale. E' se atto a temperare la severità del Papa
d'ottime qualità, generoso, magnanimo e contro le prepotenti franchigie abusive
pieno di gentilezza; odia la prodigalità, dell' Immunità (/*.), Innocenzo XI pel
ma non ama l'avarizia. Nelle prime cari- I . e nella 1 /promozione del 1 ."settembre
che che incominciò a maneggiare, si fece 1 ()8 1 lo creò cardinale pretedi s. Agnese
conoscere per soggetto di vaglia,ed in l'alti fuori le mura (donde pare che passasse
ha una non mediocre letteratura, ac-
egli s. Cecilia, secondo il Semeria,
al titolo di
compagnata coll'esercizio della conver- che pure legato di Bologna, forse
lo fa
sazionede lellerati,amando molto di pra- confondendolo col seguente), continuan-
ticare persone ben istruite e pratiche nel- do nella carica di prò- Governatore di Ro-
le materie politiche ed ecclesiastiche. ma (/'.) sino ad Innocenzo XII. Unita-
SPINOLA Giambattista, Cardinale. mente almarchese di Los Balhases sta-
Il seniore, d'una delle primarie famiglie bilì e concluse il matrimonio tra Carlo 1 1

di Genova, feconda d'illustri porporati e re di Spagna e Maria Luisa d'Orleans.


altri personaggi, nato a Madrid, e come Contribuì col suo suffragio all'elezione di
nazionale spaglinolo, da quel re, alla cui 3 Papi, e passò da questa transitoria al-
divozione la sua prosapia erasi data fino l'eterna vita in Roma nel 1704, d'anni
dagli avi, fu arricchito di benefizi molti 89 non compiti, e fu sepolto nella chie-
e pingui, e pensioni in lspagna e Napoli, sa parrocchiale di s. Salvatore delle Cop-
e dopo
morte non del precedente zio
la pelle, con monumento che descrissi nel
come vuole Cai della, ma meglio dell'al- voi. LI, p. 248, parlando della chiesa.
tro cardinale Giandomenico al riferire di SCINOLA Giambattista, Cardinale.
l ghelli, nel i G48 Innocenzo X lo fece ar- Ilgiuniore,nipotedelcardinalGiulio,ven>
ci vescovo d' A cerenza e Ma tera, dal le qua- ne alla luce in Genova dalla rispettabilis-
li chiese nel 1668 da Clemente IX fu tra- sima sua stirpe, e quantunque giovinetto
sferito a Geno va, do ve impiegò tolto suo il seguì lo zio nel la nunziatura di Vienna, nel-
zelo per l'arcidiocesi. Avendo però avuto la quale s'introdusse in tanto favore con
qualche disgustoso incontro, perle pre- l'imperatore, che lo dichiarò suo ciam-
tensioni de'senatori inflessibili sulla pre- bellano o cameriere d'onore e cavaliere
minenza nella chiesa del trono ducale e della chiave d'oro. Portatosi inRoma, cor-
pubblici inchini, determinò spontanea- se felicemente la carriera dell'ecclesiasti-
mente di rinunziare, e portatosi in Roma che dignità. Sotto Clemente X fu gover-
potèa mezzodell'autorevole interposizio- natore di Tivoli, Fano, e Ascoli ove die
ne del marchese di Los Balhases e degli memorabili esempi d'integerrima severi-
ambasciatori imperiale e di Spagna, per- tà contro malviventi, sempre infesti a
i

suadere Clemente X ad accettare la sua ri- quel confine d'Abruzzo. Indi fu nomina-
nunzia, ed ebbe il posto di segretario della to ponente di consulta, poscia commen-
congregazione de'vescovi e regolari, e poi datore di s. Spirito e benemerito di quel-
da Innocenzo XI quello di governatore di l'arcispedale. Alessandro Vili appena e-
Roma, sebbene alcuni solo dicono che lo letto, nell'ottobre 1 6Sf) lo fece segretario
confermasse. Non è veroche fu spedito nel- di consulta, ove
mostrò all'opposto del
si

laGueldriaalla dieta d'OIdenheiui per u- suo agnato cardinal pio governatore so-
nire gli animi de'principi cristiani, come verchiamente proclive alla compassione,
pi eteudeMazzucchelli confondendolo con severo nel punirei delitti, fermo e irremo-
Bevilacqua, a cui perciò fu sostituito nel vibile. Alessandro Vili probabilmente e
governalorato.Nella nuova carica aveudo piùceito IuuocenzoXll lopromosse uCo-
S P 1 SPI 2.J7
{crri/Korr ili Roma t tà egli senza riguar* di camera colla presidenza della grascia,
do alcuno né a grado né » condizione <li destinandolo poi Clemente \ alle nun- I

persona, imprese a castigare i delinquer»* zia Iure di Firenze e di Polonia, diportan*


li, a propugnate gli eccessi delle banchi- dosi con tal fedeltà e valori', cbe rkhia*
gie e altri abusi immunitari ; lo die se malo a Roma fu dichiarato uditore eh I-

tla una parte gli tirò addosso il risenti- lacamera. Lo stesso Papa a' ili dicera*
inento de'prepolenti, dall'altra ^li con- brei7i5 lo creò cardinale prete di s. Si-
ciliò l'amore e l'ammirazione del pub- sto, donde passò al titolo de'ss. Vereoed
blieo. Ne' voi. I, p. 3oi e 3o3, W\lV, Achilleo, e lo annoverò alle COngregazio*
p, 35, LV, p. a36, e luoghi relativi, ree- dì de' vescovi e regolari, di propaganda,
contai come punì i famigliari del sover- dell'immunità, della consulta ealtre, col-
chiatoreMartinilzambasciatore imperia* le protettorie degli Olivetani, de'monacì
Je, e come a questi resistè nella [irei eden- libanesi e di Terra santa, dell'ospizio a-
za che pretese nel possesso d'Innocenzo postolico di s. [Michele, dell'aiciconliater-
XII e nella sua 1/ processione del Corpus nite de'ss. Angeli custodi, della Pietà dei
Domini, sopra di lui e sopra il Principe carcerati e altre. Intervenne» 3 conclavi,
assistente al soglio. Laonde e continuali- e chiuse in pace i suoi giorni in l'orna nel
do l'esigenze irragionevoli d'alcuni am- 1 y 3 T d'anni
,
77 non compiti, e fu sepol-

basciatori, nel pontificalo di Clemente to nella chiesa del Collegio UrbanoÌP'.)


XI cessò 1' intervento loro alle cappelle di propaganda, presso la porla, sotto ni-
pontilieie. Innocenzo XII e con plauso u* tida lapide fregiala di semplice iscrizio-
ni versale a' 12 dicembre i6g5 lo creò car- ne. Altra però e giustamente splendida
dinaie diacono di s. Cesareo e legato di fu collocata da'cardinali della congrega-
Bologna, donde pel clima contrario al suo zione all'ingresso de'coretti nel chiostro
temperamento, fu obbligato a tornare in superiore, che riportai nel citalo articolo,
Roma, dove dal Papa, oltre l'essere a- celebrandolo co'suoi peldonodi 99,000
primarie congre-
sciilto a parecchie delle scudi d'oro.
gazioni, colla protettola de' cappuccini SPINOLA Gmr.ruo, Cardinale. Del-
e degli olivelani, nel [698 fu fatto Camer- l'illustre stirpe genovese, dopoavercom*
lengo di s. Chiesa, nel quale articolo lo pilo il corso degli studi letterari nel col-
lodaibenemerito dell' eminente carica, legioToloruci di Siena, trasferitosi in Ro-
cootribuendo con Innocenzo XII a'van- ma confamadi scienziatoe prudente per-
taggi della camera apostolica, ed alla sop- sonaggio, ebbe a trovar per tempo a per*
pressione delle venalità e abusi. Fu al con- lo il varco a'più insigni carichi e onori,
Clemente XI, e nel 7 19 mori di
clave di 1 Ammesso nel i6q5 da Innocenzo XII
73 anni non compiti, e fu sepolto in s. nella prelatura, subito lo dichiarò vice-
Andrea al Quirinale, sotto bella lapideo*?* legato di Ferrara, e poi ebbe i governi di
nata di musaici e fregiata di breve epi* Civitavecchia, Viterbo e Perugia. Cile-
tallio, niente XI nel 1703 l'inviò inquisitore a
SPINOLA Nicolò Gaetano, Cardi- Malta, e richiamato a Roma lo fece com*
naie. Venuto alla luce non in Genova co- mendalore di s. Spirito, enei 7 nunzio 1 1 1

mediceCardella,ma sibbene in (spagne) di Spagna presso Carlo arciduca d'Au*


d.i cospicua famiglia, fu posto sotto la di* striapretendente alla successione della
lezione del precedente ziocardinale Ciò. monarchia, ed ove gli battezzò il primo*
Battista il seniore, e fu destinato al go- genito che poco visse; e poscia al meilesi-
verno delle città pontificie, dove si acqui- moio Vienna, di venuto imperatore Car*
sto nome e fama d'integerrimo e pru- lo VI. Quindi a'19 novembre 1719 lo
dente. Innocenzo XII l'avanzò a chierico creò cardinale [irete di s. Agnese fuori le
2 <)rt SPI SPI
mura, e prefetto della congregazione del- ani mise tra'chiorici di camera, eBcnedet-
l'immunìla, e poi lo fu ancora del sollie- lo XIII lo elesse segretario ili consulta, e
mi ildl ';i rie agraria, come leggo nelle No- poco dopo governatore di Roma, nel qua-
tizie di Roma. Innocenzo XIII lo scelse le cospicuo impiego avendo perseverato

a segretario di stato e lo ascrisse a quasi quasi (> anni con gran riputazione d'in-
tutte le congregazioni cardinalizie. Bene- tegrità e giustizia, Clemente XII a'28set-
detloXHI neh 728 lo nominò legato di tembre 1
7 33 lo creò cardinale diacono
Bologna, e Clemente XI lue! 1^37 lo die di s. Cesareo, conferendogli posto nelle
per protettore a'camaldolesi, e gli affidò congregazioni di consulta, concilio, fab-

la legazione di Panna e Piacenza, per brica di s. Pietro e altre. Nominato legato


sostenere i diritti sovrani su quel domi- diBologna vi restò un settennio, nel quale
ilio della s. Sede. Fu pure protettore del- in tempi difficili e scabrosi, in cui l'Ita-
la congregazione Wmdesimense de' ca- lia era piena di truppe straniere, e ves-
nonici regolari, della nazione e repubbli- satada pericolosa carestia, seppe cos'i be-
ca di Genova, dell'arciconfraternita di s. ne adempiere le sue parti,cbein ogni an-
Girolamo della Carila, di Terra santa, e co più ardua circostanza provvide alla
ili altri sodalizi e monasteri. Nel settem- pubblica quiete e individuale tranquil-
bre 1
y 38 divenne vescovo subuibicario lità. Si recò al conclave per Benedetto
di Palestrina,ma per breve tempo, poiché XIV, che gli assegnò la prefettura del-
un colpo apopletico gli tolse di repente la l'immunità. Dimessa !a sua diaconia,epas-
vita in Roma a' 1
7 gennaio 1
739, d'anni sato all'ordine de'preli col titolo di s. M/
72 non compiti, dopo aver concorso col degli Angeli, neh 75 r fu preconizzalo ve-

suo voto all'elezione di 3 Papi. Fu sepol- scovo suburbicario d'Albano, dove nel-
to nella parrocchia di s. Salvatore delle l'attodi visitare la diocesi, sorpreso da un
Coppelle, dove si vede alla sua memoria fiero colpo d'apoplesia, morì a'2 iagosto
eretto un insigne monumento colla sua 1753 tra le braccia di sua chiesa, d'an-
efligie scolpita in marmo, sostenuta dalla ni 72 non compiti. Trasferito il cadave-
Fama e da un genio, nella cui base leg- reinRoma,fu esposto ne'funerali e sepol-
gesi il magnifico elogio postovi da Felice to nella chiesa delGesù, senza alcuna me-
suo fratello ed erede. moria, nella tomba della casa Negroni, a
SPINOLA Giambattista, Cardinale, tenore di sua testamentaria disposizione,
Nobilissimo genovese, di i 5 anni si con- avanti l'altare di s. Francesco Saverio.
dusse in Roma pegli sludi nel collegio ro- Alfezionatissimoa'Negroni, abitò nel pa-
nnino de'gesuiti, sotto la direzione del prò- lazzo del prozio alle Botteghe oscure, vii-
zio cardinal Gianfiancesco Negroni. Ap- leggiando in alcuni tempi dell'anno nella
nlicatosi alla giurisprudenza canonicali- villa Negroni di Roma, ora Massimo, ove
vile e criminale, divenne eccellente e ne di frequente passeggiava con Benedetto
ricevè la laurea nell'università romana. XIV. Fu abbate di Subiaco e protettore
Clemente XI neli707 lo fece cameriere de'canonici regolari del se. Salvatore,deI-
segreto, enei 1 7 1 ilo decorò delle insegne la chiesa e nazione genovese,deH'arcicon-
prela tizie, indi nel 1 7 12 inviò governato- fraternità della Morte, di Gesù Maria, e
re a Benevento, e in quell'occasione ebbe de'muratori.
tutto l'agiodi guadagnarsi co'suoi buoni SPINOLA Girolamo, CVz/Y/7rtrt/e. Sor-
portamenti il favore e la grazia del car- lì i natali in Genova dalla celebre fami-
dinal Orsini arcivescovo, poi Benedetto glia patrizia che con tanti personaggi au-
XIII. Annoverato dopo 5 a imi tra'ponen- mento il lustro del s.collegio.a' 1 5 ottobre
ti di consulta colla carica di uditore del 1 7 1 3. Apprendo dal p.Paltrinieri, Elogio
camerlengo, Innocenzo XIII neh 722 lo del nobile e pontificio collegio Clementi-
SPI SPI 399
notti Roma, clic in questo fu mandato le congregazioni de' vescovi e regolari, di
per con vittore, e fino da giovane die chia- consulta, della ceremonialee delle acque,
ri segni di spirito sublime e v;isin mente. Fu protettore della chiesa e nazione gè-
Ammesso in prelatura da Clemente \II, novese in Romanici monastero di s. Ceci-
neh 7/i fu l'atto ponente soprannumero
1 Ha, della congregazione benedettina Mur-
ili consulta da Benedetto XIV, il quale sfeldensediGcrnianin.del collegiode'bar-
e come leggo nel cardinal Pacca, Memo- bieri, di Lugo, e dell'accademia degl'In-
rie storiche sul di lui soggiorno in Ger- trepidi del collegio dementino. Enco-
inania y dimorante in Colonia, p. a55, a miato per le sue distinte doti, dottrina e
questa nunziatura nel 1 74 ^ '° inviòcol gusto letterario, cadde malato dì gagliar-
grado d'arcivescovo di Laodicea in par- dissima febbre perniciosa, ebe lo portò al
tibus. Arrivò in Colonia a'-zr) agosto, eb- sepolcro in Uoma 1

a '11 luglio! 78 j,di 71


l>e a uditori l'abbate Aquila e poi l'ab. anni non compiti, dopo aver ricevuto l'a-

Manzoni ebe restò amministratore, e ne postolica benedizione in articulo mortis.


partì assai encomiato a'17 aprile 1754 JVeln.°iooo del Diario di Roma trovo
per la nunziatura della Svizzera, ove e- quanto riporterò in breve. Fu esposto
qualmente facendosi onore, lo stesso De- decorosamente il cadavere in sua casa, e
nedettoXI V dopo pocbi mesi di residen- celebrate messe di sulFragio in tre altari
za lo promosse a quella di Spagna. Cle- pri vHegiati,e dal proprio parroco di s.Ma«
mente XU1 a premiarne meriti, a'24 i ria in Campitela, e da quella di s. Ceci-
settembrei 75q lo creò cardinale dell'or- lia in questa cbiesa fu portato colla ron-
dine de' preti, e gli mandò a Madrid la sueta pompa. In essa si celebrò il fune-
r
berretta cardinalizia dall' ablegato mg. rale, nobilmente abbellita a lutto, coll'in-
Viviani, e l'imparo dal n.°6588del Dia' tervento di 12 cardinali, oltre il cardina-
riodi Romad'i tale anno. RitornatoaUo- leAntonelli ebe celebrò la solenne mes-
ma gli conferì per titolo la cbiesa di s. sa qual camerlengo del s. collegio, ed ivi

B albina, dondepoi passòa quella dis.Ce- restò sepolto come avea ordinato. Il car-
cilia, sebbene non lo registrano le Noli- dinaie trasferì alcune pensioni ebe gode-
zie di Roma. Inoltre Clemente XIII lo va, fece alcuni benefici legati, lasciò sca-
f'ece legato di Bologna, e poi Io divenne di di 100 a'poveri di Palestrina, altrettanti
Ferrara, avendo ovunque dato luminose e un calice d'argento dorato alla cbiesa
[nove di maturo senno, di probità, di gè- di s. Cecilia, scudi 100 a'poveri della sua

nerositàedi prudenza. Intervenne a'eon- parrocchia, scudi 3ooo alla propria fa-

llavi di Clemente XIV e di Pio VI, il qua- miglia domestica, non compreso il solito
le a'3 aprile 1775 lo preconizzò vescovo coruccio e quarantene, dichiarando e-
suburbicario di Palestrina.colla ritenzio- rede usufruttuario il marchese Pasquale
ne in commenda del titolo di s. Cecilia, suo fratello, ed erede universale il suo ni-
II Pel ri ni, Memorie preneslinep. 1 8 5, ri- potemarebese Paolino Spinola. Il bel no-
ferisceebe fece nella cattedrale il pulpito vero de' cardinali di questo celebre co-
di marmo, ornò ledueanticbe lapidi del- gnome, di presente è onorato dal viveri-

la sua consagrazione e le collocò ivi di- te cardinale Ugo Pietro Spinola pro-da-
iimpello fece pure di marmo le croci
; tario, della cui brillante carriera feci o-
<lella sagra, le balaustre, e l'altare mag- norevole ricordo a'rispettivi luogbi. I \\\-

giore, riportandolo in mezzoal coroov'e- sii di sì illustre stirpe furono descritti da


11 prima del iG5r. Compito il lavoro, ai diversi storici, come da Massimiliano De-
1
7maggio 1 777 il cardinale ne consagrò za, Storia della j amiglia Spinola j e da
la mensa. Visitò la diocesi e si mostrò be- Uberto Mi reo, Elogi della famiglia Spi*
in lieo e sollecito pastore. Appartenne al- noia.
3oo SPI S P I

SPINOSA Diego, CardbialeJSaìo dì que'giudici,chefacevanosordido traffico


onesti genitori, che alcuni chiamano no- della giustìzia. Compì il numero de'suoi
bili, nel borgo eli Martin Muglio/, nella giorni a Madrid
5y2, di 70 anni, e
nel i

Castiglia vecchia, istruito che fu nelle u- trasferito in pallia, ebbe tomba nella pio-
mane lettere, si die con grande applica- cola chiesa da Ini fabbricala, ove gli fu
•/ione di spirito-. allo studio della giuris- eretto un magnifico avello, con illustre
prudenza nel collegio diCuencao in A Ica- elogio in idioma castigtiano. Pieno di vir-
]ù, ed essendo ancor giovine la professò tìi, fu di specchiata continenza e di per-
pubblicamente nell'università di Sala- fetto disinteresse, che gli conciliò l' uni-
manca, con riputazione del l.° e più cele- versale stima. Dipoi passando Filippo II

l)i e giureconsulto della Spagna. Periati- per la sua patria, volle ascoltar la messa o-
to chiaro atodaFilippo 11 al maneggio dei ve giaceva sepolto, terminala la quale, ri-

pubblici all'ari, essendosi in essi egregia- voltnsi all'infante suo figlio, gli disse: Qui
mente diportatogli grado in grado conse- riposa il migliore tra'minislri che io ah-
giù la presidenza del regiosupremoconsi- bia avuto. In fatti avea amato il cardi-
glio di Castiglia, la dignità d'inquisito- naie l'esercizio d'ogni più bella virtù, e
re generale, e nel i5JS da Paolo IV il n'era stato veramente modello : pel suo
vescovatodi Siguenza. Ad istanza del re, potere fu dello il Monarca delle Spagne.
a'? [ marzo 568
1 s. Pio V lo creò cardi- SPINOSISMO. V. Panteismo.
naie prete di s. Stefano al Monte Celio. SPINUCC1 Domenico, Cardinale.KU-
Avendo Filippo 11 rimesso alla sua pru- he i natali in Fermo a'2 marzory'Jy, da
clenzaeconsiglioil regolamentodella ino- famiglia chiara per la sua antichità e o-
narchia, egli sempre stimolò il re a col- norevole nobiltà, pel cospicuo fendo di
legarsi contro il turco, per cui ricevè con Milanow provenuto dal celebre re
a lei

singolari onori il cardinal Bonetti nipote di Polonia Giovanni III Sobieski, per la
del Papa, quando si recò a tale effetto le- gloria de'maggiori e pe'legami di stretta
gatort Intere nella Spagna, e pel i.°intro- parentela che la univano alla rea! casa di
dusse il tribunal dell'inquisizione nel Pe- Sassonia. Il cardinal Paracciani a rei ve
rù. Afflitta Siviglia da peste, i senatori do- scovo di Fermo, a cui era caro pe' suoi
mandarono e ottennero dal cardinale di meriti e per le sue egregie virtù, lo decorò
partirne, ma a condizione che nel ritor- prima del canonicato nella patria metro-
110 non potessero rientrare nell'esercizio politana, quindi della dignità d'arcidia-
della carica. Tra le esimie doti che l'orna- cono, e di più affidò alla sua saviezza l'uf
vano, rifulse la sincera modestia, e tale fido di pro-vicario generale. Pio VI pli-
che ricusò al re il titolo di marchese che ma lo fece vescovo di Targa in partìbus,
voleva conferir a'suoi nipoti; né permise quindi come descrissi nel voi. XLI,p. 87,
che si borgo ov'era nato il
edificasse nel lo trasferì alle sedi unite di Macerata e
palazzo ordinato dal re, che a condizio- Tolentino nel 1777, e ne fu benemerito
ne d'innalzarvi {adi lui arma, e che una nel modo ivi dichiaralo, mentre il suo
iscrizionedichiarasse l'erezione espressa- sinodo fu approvato non solo dal ven.
mente decretata dal monarca; poiché so- Strambi, ma inculcata l'osservanza, per
leva dire, non esser lecito agli ccclesiasti- l'importanza e saviezza de'suoi decreti,
ci l'impiegar le loro facoltà che per ali- Inoltre Pio VI, conservandogli tali sedi,
mentode'poveri, e perahbelliineulo del- nc'11787 lo dichiarò amministratore di
le chiese. .Si mostrò cosi amante della giù- quelle di Piecanati e Loreto, e le gover-
Stizia, che obbligò un negligente ministro nò con lode sino al 1796, per cui il conte
a restituire tutto il percepito durante il Leopardi, Serie de' vescovi di Recanali
suo impiego: inoltre punì severamente p. 21G, lo dichiarò dolio, saggio, ama-
e1

SPI S PI 3o 1

bi]issì'mo prolato, e che la sua memoria nistra del Reno. E' pur ?~ci\c d'un com-
restò in benedizione tra'recanatesi. Cessò missariato generale e d'un concistoro prò*
pine di governare le chiese di Macerala testan te,popolosa e borente. Cinta di uni-
e Tolentino, per averlo l'io VI nel con- rà con 5 porte, occupa grande spazio di
cistoro de'27 giugno tramato all'arcive- terreno, con molti vasti giardini e spazi
scovato ili Benevento. Nel 8 6 1 1 l 'io \ 1 possedè unsuperbo palazzo di città.
vóti ,e
l'invitò a recarsi in Roma, e nel conci- La cattedrale, amplissima e magnifica, è
storo degli 8 marzo ne premiò le tante unóde'più grandiosi (empii d'arcliiteltu-
benemerente, creandolo cardinale prete ra bizantina che csistano,ora decorata da
di s. Calisto, e annoverandolo alle con- 24 grandi quadri a fi esco sopra fondo d'o-
grega/.ioni della visita, dell'immunità, ro, fatti eseguire dal redi baviera Lodo-
tle'riti e della eeremoniale. Dopo la rivo- vico I, munifico e intelligente proiettore
luzione del 1820 di Benevento, insorta delle lettere e delle arti. Queste opere die
pe'settari carbonari, e che narrai a Sici- fanno un mirabile elicilo, rappresentano
lia, ilcardinales'interpose con Pio VII, la Natività diGesùG islodi INlayr, leNoz-
a ciò pregato, pel ritorno de'lieneventa- ze diCana diShraudolplt,la Crocefissione
ni alla sua ubbidienza; ina non potè re- collaR. Vergine a pie della croce ili Moesl,
carsi in Roma al conclave per l'elezione la Circoncisione pure di Sliraudolph, la

di Leone XII, a cagione di sua grave età. fuga in Egitto di Sussmayer, la moi te di
Dopo breve malattia di cancrena, muni- Giuseppe di CeuteIn,ec.Si legge nel Gior-
to di tutti gli aiuti spirituali, mori in Re- nale di Roma del 8 53 a p. oy4> c ie 'l
1 1 '

invento fl'21 dicembre 182 3, d'anni 85 re Lodovico I avea compilo col prestigio
non compiti, e nella metropolitana gli fu- de'pénnelli de'più distinti artisti di Ger-
rono celebrate solenni esequie, ed ivi fra mania l'abbellimento de'muri della cat-
le comuni lagrime dell'afflitto gregge fu tedrale di Spira, uno de' più vasti mo-
l amo lato. lln.°i del Diariodi Roma del numenti bizantini superstiti, ed eseguilo
jiS?.
i
gli rese il seguente splendido elo- col maggior splendore. Pertanto l'atiua-
1
gio. La purità della religione, l'illibatez- le degno vescovo mg. Weiss volle inau-

za de'costumi, la vigilanza di pastore, l'a- guratala suacaltedralecou pompaemae-


more e la tenerezza di padre, la saviez- slàjCbiamando corona alcuni tuoi
a fargli
za, l'incorrotta giustizia, la sobrietà, la li- confratelli nell'episcopato; dalla Francia
beralità, l'oblio delle offese, la rassegna- accorse il vescovo di Strasburgo, dalla
zione nelle cose avvei se, la moderazione Prussia il cardinal arci vescovo di Colonia,
nelle prospere, l'amenità e la piacevolez- la capitale della baviera deputò nel Pa-
za nel conversare, furono le indivise com- lafittato il suo arcivescovo di Monaco, ed
pagne di questo mentissimo porporato, il dottissimo vescovo di Wiirtzburg volle
le quali per lutto il tempo della sua lunga unirsi a'suoi venerandi colleglli. A't 5 no-
"vita lo reserocaro supremo Gerarca, ai
a! vembre ebbe luogo la solenne iuaugura-
parenti, agli amici, ed alle sue pecorelle, zione, l'arcivescovo diMonaco consagrò
le cui benedizioni pe'benefizi sparsi sopra l'altaremaggiore dell'augusto tempio; il
di esse, eterneranno la sua memoria. cardinal di Colonia fece un discorso elo-
SPIRA (Spiren). Città con residenza quentissimo sull'inaugurazione di questa
vescovile di Baviera nel Palatinaio(l'.), cattedrale, ove riposano le ceneri di 3 im-
capoluogo del circolo del Reno, di distret- peratrici e di 8 imperatori, fra'quali Cor-
to e di cantone,a4 leghe da Mann bei m ca- rado II \\ Salico, Rodolfo I d'Absburg, e
pitale del granducato di Baden, ed a oda 1 dell'infeliceEnricoIV. Una parte del cle-
\A issemburg, e in riva al (ìumedelsuo ro della diocesi si uni al suo vescovo per
nome,clie colà presso scaricasi, per la si- soleuuizzare la festa, a cui presero parte
3oa SPI SPI
ancbe molli sacerdoti accorsi dalla Fran- fabbriche di cera, aceto e tabacco, e mu-
cia, dalla l'i ossia e dalla Baviera. La cit- lino da lobbia. Assai attivo n'è il com-
tà ili Spira nella maggiorità protestante, mercio di giani, vini, legname, bestiame,
in questa solennità sembrò tutta catto- ec. JN'e'dinlorni sonovi sorgenti minera-

lica. La vigilia della festa il granduca di li, e fra'suoi illustri nominerò il celebre
Assia-Darmstadt, accompagnato dalia chimico J. J. Decker. Questa città anti-
grandui hessa colle figlie del re Lodovico chissima era un tempo compresa nella
1, seguilo dalla coite e da un brillante sta- Gallia Belgica, ed apparteneva a'nemeli,
to maggiore, giunse a Spira per visitare chiamandosi Ne.metus o I\'ovioniagus,e
il magnifico tempio, e nello stesso tem- de'qualiera la capitale. I romani l'incor-

po vi giunse il vescovo di Mago nza. Tut- porarono nella .' Germanica. Posterior-
1

ti questi personaggi ammirarono nuovi i mente cadde in potere de're di Francia,


dipinti, massime quelli di Shraodolph: che vi possedevano un castello, e passò ìli
lo spirito piolo iida mente religioso che do- seguito agli alemanni. Verso l'Vlll seco-
ni ina negli alli eschi, la bella e dolce mae- lo lasciò essa il nome di Noviomagus per
stà che regna in tulle le figure, il gusto prendere quello del piccolo fiume Spira
perielio che rimarcasi nella disposizione che la bagna, formandosi nel principato
de'soggetti, e l'assieme ammirabile che li di Due Ponti da vari ruscelli che scen-
distingue, luttociò fa della cattedrale di dono dal clivo orientale de'vosgi. Dive-
Spira un'opera meravigliosa. Il giorno 6i nula signoria temporale del vescovo, che
poi ebbe luogo la solenne processione per fu pure principe dell'impero e signore di
trasportare dalla chiesa del seminario al- Filippsburg, e preposto di Wissemburg,
la cattedrale le reliquie di s. Stefano 1 Pa- fu circondala di mura dal vescovo Rug-
pa e di s. Atanasio: accorsero per pren- gero. Sotlo l'imperatore Enrico IV di-
der parte alla processione tutti fedeli del i venne Spira città libera e imperiale/pian-
palalinalo, e la folla fu immensa. Leggo tunque continuava a riconoscere per so-
nell'ultima proposizione coucistoriale,ehe vrano il proprio vescovo; ma questi real-
questa cattedrale è sotto I' invocazione mente non la possedeva con potere asso-
della C Vergine e di s. Stefano prolo- luto, poiché un tempo non vi potè risie-
mai lire 3 con battislei io. Che il capìtolo si dere. Gl'imperatori Eurico V, Federico
compone di 4 dignità, lai. delle quali è II e Venceslao le concessero grandi pri-
il preposto, di 8 canouici,diG vicari, e di vilegi, e vi si tennero molti solenni par-
altri [neti e chierici per l'ufficiatura. Un lamenti o diete imperiali. La più famosa
canonico ha cura delle anime, coadiuva- fu quella dell'aprile 1^29, per trattarvi
to da'vicari. L'episcopio è prossimo alla le controversie religiose, ed in cui Cle-
cattedrale ed in buono stato. Abbiamo di mente VII spedi il suo nunzio per con-

Litzel, Descrizione storica de' sepolcri ciliare glianimi de' Luterani {f.). Deter-
imperiali della cattedrale di Spira, dal minò questa dieta, che il Papa fosse ri-
i o3o ah G8q,co/j un'appendice di Gio. chiesto di denunziare un concilio genera-
MicheleKónig,Spira 820. E di quest'ul- i le da celebrarsi in Germania; che si con-
timo, Storie della vita e governo degli 8 servasse da per tutto il s. sagrifìzio della
imperatori tedeschi sepolti nel duomo di messa;chesi proibissero le perniciose set-
Spira, i83 {.Nella città vi sono al-
ivi te eretiche degli errori correnti, che ne-
tre chiese anche parrocchiali, un mona- gavano pure la presenza reale del corpo di
stero di monache,'?, seminari, 2 chiese lu- Cristo Dell'Eucaristia {ly •); che gli ana-
terane, il ginnasio, la casa degli orfani, battisti fossero puniti secondo la severità
un comitato medico e altri stabilimenti. delle leggi; e si trattò di eccitare il re di
Vi si trovano la rafliueria del zuccaro, Ungheria contro i turchi. Di più, Fcrdi-
SPI SPI 3o3
nando I re de'romani volendo in essa or- ra alla fine di settembre i •"()'», a' 5 lu-
di nar l'osservanza del decreto ili Worms 7Q3, a\>.<S dicembre dello stesso a ii-
glio r
contro i detti eretici e la pretesa Riforma no, e i maggio 1 796. Riunita quindi ai-
l'i

religiosa, i principi e le città infette e più la Francia,Spira di venne capoluogo d un

fanatici partigiani del deplorabile Iute- circondario del dipartimento di Mont-


ranismo protestarono contro il decreto Tonitene, finche separatasi nel o' 4 tu 1 i

della dieta, appellandosi all'imperatore e ceduta alla Baviera, dopo essere stata se-
ai futuro concilio, donde ebbe origine il colar izza la nel suo vescovato sovrano.
nome di Protestami (/'.) che dagli altri La scile vescovile fu istituita nelseco-
ei etici li distingue. Così potentati tedeschi, lo IV, e ne fui. vescovo Jesse die nel
7
ed in ispecie Sassonia fA .), congiurerò- 346 intervenneal concilio di Colonia,uel
no a danno di Germania, mentre si do- quale fu deposto Eufrate vescovo della
mandava il loro soccorso per frenare il città accusalo d'aria nismo, i cui succes-
formidabile turco, che sempre avido di sori sono Stona ecclesia-
registrati nella

estendere le sue usurpazioni su'dominii stira (V Alctuagna t.I. Papa s. Zaccaria


cristiani, entrava in Ungheria. Ben osser- nel 748 o 7 approvando l'operato di
> 1

va l'annalista Rinaldi, come restò mera- s. Bonifacio inviato da s. Gregorio II in


vigliato l'imperatore Carlo V, in vedere Germania, la sede vescovile di Spira di-
principi e città alemanne concitati con- venne sulfraganea di Magonza. Dipoi nel
tra la Chiesa da Lutero eresiarca
frate 1818 l'io VII pel Concordato col re di
da essa condannato e che egli avea spie- Baviera (/ .) stabilì anche per Spira, suo
giato punir col ferro, e preparare alla casa vescovo, capitolo e diocesi, (pianto ri por-

d'Austria tribolazioni e asprissime guer- tai in quell'articolo; e colla bolla Dei ac


re. Imparò Carlo V, ma troppo tardi, che Domini nostri Jesu Chris ti, àe\ 1 ."aprile,

coloroi quali scuotono il soave giogo del- Dell'elevare Bamberga ad arcivescovato,


la Chiesa, insorgono poi a scuotere il gio- tra'sulh aganei vi comprese il vescovo di
go monarchico appeua cresciuti in for- Spira e lo è tuttora. JNeh338 fu tenuto
ze. Questo è vecchio assioma. Percolo- un concilio in questa città, relati vamett-
rare i protestanti la loro congiura richie- te a Lodovico V il B avaro imperatore,

sero Carlo V della libera celebrazione di delle cui famose differenze colla s. {fede
un concilio in Germania per togliere le e moltepliciavvenlure parlai in tonti luo-
discordie religiose, non perchè quali bef- ghi. Narra Rinaldi, che ad istanza di quel
feggiatori de'sinodi volessero ubbidirne principe ribelle della Chiesa fu fatto tale
i decreti, ma con tale pretesto adunarsi radunamento e per opera d'Enrico ar-
e siedervi giudici per opprimere i catto- civescovo di Magonza, il quale temeraria-
liei. Nell'anno seguenteCarlo V stabilì a niente si fece giudice della lunga egra-
Spira la camera imperiale per le nppel- ve controversia chedurava tra la s. Saiie
lazionijche poi fu trasferita a Wetzlar. e Lodovico V, ma devesi tener piuttosto
Era floridaSpira, quando nel 1 681) i fran- per conciliabolo. Questo falso sinodo a-
cesi comandati da Turenna la distrusse- vendo spedito ambasciatori in Avignone
ro col fooco d'ordine di Luigi XI V, dopo a Papa Benedetto XII, n'ebbero in ri-
concessi agli abitanti (3 giorni per salvare sposta che se Lodovico V bramava di too
niasserizie e ricchezze, né si ristabilì che naie in grazia dellaClnesa, mandasse am-
incapoa oannidopola pacedi Riswick.
1 basciatoriallaSede apostolica, i quali fer-
Presso a Spira a'i5 novembre 1703 fu masseto la pace col redi Francia, ed av-
combatluta una battaglia tra'franeesi e viso l'arcivescovo di Colonia e i prelati
gl'imperiali.! francesi la ripresero di nuo- tedeschi che si tenevano in fedeltà e ul>
vo uel j 734; se ne impadronirono auco- bidieuza al Papa, delle giuste ragioni per
)n [
SPI SPI
]c quoti erano stati rigettali gli ambascia- tonio Schmidt d'Ernestein diocesi d'Er-
tori dell'adunanza di Spiro; e perciò non bipoli, vescovo di Termia inpartibut. .Nel

per colpa siiti, ne del re di Francia, ma 1


707 Chierico AA alderdoff di Magonza;
pel solo Bavaro, alemanni se-
egli e altri nel 1818 a'2 5 maggio .Matteo Chaodelle
parati dalla Chiesa non erano stali rico- diFranefort, i.° sull'i Bganeo della metro-
municali. Inullie Benedetto XII confu- politana di Bambergajael 1
827 Gio.Mur-
tò le false cagioni opposte alla s. Sede, tino Mani di Magonza. Gregorio XV I nel
(juasi che il Papa si sforzasse d'annien- i83ti preconizzò vescovo Pietro II idi ira
tare l'impero romano, e cornando che si d'Erbipolimel 1 837a'ic)mnggio cu g. 'Gio-
(acesse palese da' predicatori in Alema- vanni Geissel di Gimmeldigen diocesi di
nna l'innocenza della chiesa romana. Ad Spira, che poi fece arcivescovo d'Iconio
istanza dell'imperatore Massimiliano I in parlibus e coadiutore dell'arcivescovo
avea Papa Alessandro VI ridotto a slato di Colonia cui successe e governa, e me-
secolare ed eretto in collegiata il mona- ritò che nel S 1 7 il regnante Pio IX lo
siero benedettino d'Odenheim, al quale creasse cardinale, medesimo Gregorio
li

Urlinone arcivescovo di T reveri avea la- XVI nel concistoro de' 2 3 maggio 84?di* 1

scialo tutti i beni di sua casa. Siccome chiaro vescovo l'attuale mg.? Nicola Weis
cpie canonici erano esenti dalla giurisdi- diXicdergailbach diocesi di Spira, già par-
zione del vescovo di Spira, così i canoni- roco e canonico decano della cattedrale.
ci dopo che nel 1:107 avevano trasferito La diocesi comprende il circolo del Pie-
la collegiata a Brusca credevano godere
I no e 207 parrocchie. Ogni nuovo vesco-
la medesima esenzione, pure ne doman- vo è tassato ne'libri della camera aposto-
darono licenza al vescovo. Nacque per- lica in fiorini 5oo,e la mensa rende 8000

ciò gran lite fra essi e il vescovo, per e- fiorini, pari a 38oo scudi romani senza
slinguere la quale, già introdotta nel tri- gravami di pensioni.
bunale della rota romana, BenedctloXI V SPIRIDIONE («.), vescovo. Era pa-
ne chiamò a se la causa,e seguendo la sen- store, e imitava colla vita la semplicità
tenza in cui opinava la ruta, colla bolla dei patriarchi; perciò Dio lo ricolmò del-
CausarumPalaliijdeiSaovembre 1 7.47» le grazie più straordinarie, alle quali egli
Bull. Magn. 1. 17, p. io i, dichiarò: Che corrispose con fedeltà. Si ammogliò ed eb-
il capitolo secolare, nel domandare al ve- be una figlia chiamata Irene, la quale ri-

sco\o licenza per la traslazione della col- mase vergine tuttala sua vita. La sua san-
legiata a Brusca I, già avea riconosciuta tità gli aveva acquistato grandissima ri-

la sua soggezione al medesimo, perciò non putazione. Eletto vescovo della città di
era più esente dalla giurisdizione del ve- Termidonte, nell'isola di Cipro, continuò
scovo di Spira. Dalle Notizie di Roma lo stesso genere di vita, e seppe accoppia-
ricavo la serie de' vescovi del passato e re le funzioni dell'episcopato colle fatiche
corrente secolo, che è la seguente. Xel de- della campagna. La sua diocesi era assai
clinar del 1
7 io il cardinale Damiano dei piccola, e poveri n'erano gli abitanti. Vi
conli di Schoenbrun, da coadiutore di- avea molti idolatri, ma
che profes-
quelli
venne vescovo di Spira, e fu benemerito savano il cristianesimo tenevano una con-
e zelante, per quanto dissi alla biografia, dona assai regolare. Spiridione divise la
avendo fra le altre cose eretto il semina- sua rendita in due parli una pe'poveri, :

74 i il cardinale
rio. Gli successero, nel 1 l'altra pel mantenimento della sua chie-
Francesco Cristoforo Huten de Slolzca- sa e della sua casa. Durante la persecu-
berg(I ,);nel 770 Augusto deLymbomg
1 zione di Massimiano Gallerio, confessò
Slyrura di Cermeti diocesi di Mùnster; coi aggiosamente la fede, e secondo il mar*
nel 1 7<jo Pio \ [gli die in suffragando Ah* lirolo&io romano fu unude'conlessùriche
SPI SPI 3o7
furono mondati ai lavori delle miniere, Allo Spirito santo, perché termine essen-
dopo che fu loro ca\ alo l'occhio diritto, ziale ed eterno dell'amore del Padre e del
etagliatoilgarrettosinistro. Egli assistei" Figlio , si attribuisce specialmente tutto
teal i .°conciliogeucralediNicea nel 3-25, ciò cheappartiene alla santificazione del -
ove fu otiorato fra gli altri prelati che sof- le anime; e per questo si chiama Spirito
frirono per la fede. Quantunque avesse / i^i/icnntc^SpuMoParaclito^Uc: vuol di-

poco studiato le umane lettere, avea ac- re consolatore. Egli santifica le anime or-
quistato glande conoscenza della sagra dinariamente per mezzo dt'Sagramenli
Scrittura. Mori poco dopo il concilio te- (/".), co'quali ci fa figli di Dm, ci confe-
nuto a Sardica l'anno 347> e nel (piale risce la grazia santificante d'accresci men-
juese il partito di s. Atanasio. 1 greci l'o- to di essa, e infonde la virtù: lutti i fedeli

norano a' 12, ed i latini a' i


4 dicembre. sono chiamali templi dello Spirito santo,
Avendo i turchi levato nel 1716 l'asse- per la grazia del Battesimo e della Fede
dio di Corfù, di cui volevano impadro- (/ './Egli è che ha parlatoagli uomini per
nirsi, il giorno che si faceva nell'isola la la bocca òe Profeti (F.). Egli illumina il
festa del santo vescovo, Clemente XI or- nostro intelletto, muove e regge al bene
dinò che .«.i celebrasse in avvenirein tutti la nostra volontà;perciò non s'iulrapren-
gli stati della repubblica di Venezia. Nel- de cosa importante senza l'invocazione
la chiesa di s. Maria in Vallicella di R.o» dello Spirito santo, sia coli' inno Veni
ma conservasi un braccio di s. Spiridione. Creator Spiritus (/'.), sia colla sequenza
SPIRITO SANTO, Divinità Spiritus, Peni Sanate Spirilus( F.),e lo glorifichia-
Spiritus Sanctus, Spiritus Deus sanctus mo colla Dossologia [V.); egli ci arricchi-
aeternus munificus. E' la terza persona sce de'suoi doni. 1 doni delloSpirito santo
della ss. Trinità (F.) procedente dal Pa- sono 7: Sapienza, Intelletto, Consiglio,
dre (F.) e dal Figliuolo (F.), vero Dio Fortezza, Scienza, Pietà, Timor di Dio.
(/^.aveulel'istessa natura ed essenza col I teologi per doni dello Spirito santo io-

Padre e col Figliuolo, e perciò all'uno e tendono certe qualità soprannaturali che
all'altro eguale in tutte le perfezioni di- Dio infonde nell'anima del cristiano col
vine,comesi legge negli Atti Apostolici v. sagra mento della Confermazione ( F.)pev
3, 4- Anche il diviu Padre e il divi ri Fi- renderla docile alle ispirazioni della gra-
gliuolo è per natura Spirito, l'uno e l'altro zia. 1 nominati 7 doni sono dichiarati nel
è Santo iF.) essenzialmente; ma perchè capo 1 1 d'Isaia v. 1 e 3, cioè il dono di
queste due persone per le diverse loro re- Sapienza, che ci fa giudicare sanamente
lazioni hanno il proprio nome di Padre tutte lecose, relativamenlealnostro ulti-

e di Figliuolo, si rilascia il nome comune mo fine; il dono àeW Intelletto intendi-


di Spirito santo a significare solamente la mento, che ci fa comprendere le verità ri-
terza. Inoltre questo nome a lui si compete velale, quanto u'è capace il limitato no-
particolarmente per la spirazione del Pa- slrospirito;il dono di Consìglio o di pru-
dre e del Figlio da cui procede. La proprie- denza, che in tutte le cose ci fa prendere
tà medesima, e la forza della voce nel mo- il migliore partito perla nostra saulifica-
do usato da'ss. A postoli, come nel parlare zioue; il dono di Fortezza o di coraggio,

due divine persone, anche nel-


delle altre per resistere a lutti i pericoli e vincere le

r8.°articolodeló7//i£o/o(^.), esprime ab- tentazioni; il dono ùiScienza, dieci fa co-


bastanza la Divinila (/'.) del Santo Spi- noscerò i diversi mezzi di salute e ci fa

rito; perchè con questa non solo ci porta- sentirne l'importanza; il dono di Pietà,

no a credere la esistenza di lui, ma a cre- o l'amore di tutte le pratiche che posso-


derlo amandolo, e in lui trasportandoci no onorare Dio; il dono del Timor di Dio,
con l'adorazione della mente e del cuoi e. che ci distrae dal peccato e u\\ tultociòche
VOL. LXVIII. 20
3o6 SPI SPI
può dispiacere al supremo nostro Signo- presenta lo Spirito santo, Iodissi a Imma-
re. L'apostolo s. Paolo parla spesso nelle cine, massime in forma diColomba,in cui
sue epistole di questi diversi cloni. Perdo- fu veduto piìi volte, e ch'è vietato espi i-

ni dello Spirilo santo s'intende altresì la merlo in forma umana da Benedetto \ IV,
podestà miracolosa che Dio concedeva ai col bveveSollicitudininoslrae,(\e\ i ."otto-

primi fedeli, comedi parlare diverse lin- brei 74-5,suoZ?w//.t. i,p.56o. Col maligno
gue, profetizzare, risanare le malattie, spirito di sua setta scrisse contro di esso il
scuoprire i più segreti pensieri de'cuori, protestante Cristiano Ernesto di Wmd-
ec. Gli apostoli ricevettero la pienezza di clieim, Observationes theologico-hisiori-
questi doni, come i precedenti; ma Dio cae ad Benedirti XIV P. monupcratii
distribuiva gli uni e gli altri a' semplici od episcopum Augustanum Epistolamt
fedeli quanto era necessario all'esito del- i 74°- Alle quali rispose Lodovico Mu-

la predicazione dell' evangelo. Il mede- ratori, De navis in Hgionem incurren-


simos. Paolo dopo averne fatto l'enume- tibia, sive apologia Epistolare a SS. D.
razione, dice che la carila, ovvero l'amor N. Benediclo XI F P. DJ. ad episcopum
di Dio e del prossimo, è il più eccellente Augustanum scriptae, Lucaei 749. Che
di tutti i doni, e può occupare il luogo di lo Spirito santo si rappresenta da tempo
tutti gli allri,coine si esprime ne\l' JEpist. 1 antichissimo nell'effigie dellaColotnba ri-

a' Corinti e. l 2,v. i 3. Lo Spirito san lo non splendente lo leggo pure nel Calogerà, O-
ha corpo ne figura alcuna. Egli è Dio, e puscolit. 48, p. 363, De duohus Psalle-
perciò perfettissimo e semplicissimo spi- riis dissertatio. Nell'atto che il Precurso-
rito. Si rappresenta però sotto le figure re s.Gio. Battista nel fìumeCiordano bat-
tìi raggiante colomba, di lingua di fuoco, lezzo Gesù Cristo, discese lo Spirito snu-
di sollioora impetuoso, ora lieve, perdio to in forma di Colomba, stando ferma SO*
così egli ha voluto rendersi visibile agli pra il di lui opo, e narrano gli evange-
uomini, per esprimere sensibilmente al- listi, che si udì la voce dal cielo, la quale
cune dellesue divine operazioni. Dichia- il dichiarò Figlio di Dio. Arroge quanto
raia Pentecoste, festa e pasqua solenne trovo nel Giornale ecclesiastico di Ro~
e una delle 3 principali dell'anno, in cui ma t.
9, p.164. Ivi si riporta il disegno
si celebra dalla Chiesa la venuta dello Spi- e le osservazioni erudite sopra un antico
rito santo, la cui vigilia o sabato è deno- monumento cristiano singolarissimo, che
minalo Santo, sebbene tale dicasi perec- ragiona non solo co'suoi simboli, ma an-
a
cellenza la l. di tulle le vigilie il Sabato cora colle scolpite lettere. Rappresenta il

(/ .) di Pasqua ili Risurrezione. In que- vescovo in atto di battezzare un f indui-


stavenuta Io Spirito santo discese nel Ce- lo per iininersionern col padrino alla de-
nacolo di Gerusalemme (F.), sugli apo- stia.simboleggiandosi loSpirilo santo sot-
stoli ediscepoli in forma di lingue ili fuo- to la figura di Colomba, circondata da
co, e tutti in numeroi5o ne furonodi diadema simbolo della divinila edeil'e-
riempi uti, parlarono subito in p\u Lingue temila, in mezzo alla luce delle stelle, le
(F.) e furono ispirali a dividersi per prò- quali indicano la luce, chela grazia del-
\incie perla Propagazione della fede lo Spirilosantodillonde sopra le menti di

(^.). Is'el medesimo articolo Pentecoste chi riceve il battesimo. Quanto all'anli-

riportaijCome in diverse chiese e per mol- chità del monumento, si attribuisce al IV


ti secoli fu adombrala la discesa dello Spi- secolo, e crede una dimostrazione con-
si

tilo santo, con fuochi e con colombe, e tro la allora recente eresia de Mac edonia-
conispargiruento ili rose (delle quali par- ni(F.),che empiamente negavano la di-
lai ancora nel fine dell'articolo Uosa d'o- vinità alla terza divina persona. Siccome
Ro), ed altri fiori. Del modo comesi rap- gli antichi cristiaui, contro gli errori prò-
SPI SPI 3o 7
testavano la loro fede con nuove addizio- rito santo nella Chiesa avanti detto con-
ni nel Si rubolo, cos\ ancora ne'monumen- cilio: questo è un errore. Già nel 3i r> il

ti lo praticarono. Anche gli Ariani (P.) concilio diNiceaavea insegnalo assai chia-
eretica mente sostennero,non essere egua- ramente questo dogma nel suo Simbolo
le al Padre; ma non pare che gli uni nò dicendo: Crediamo in un solo Dio, Padre
gli altri abbiano negato che lo Spi rito san- onnipotente ...e in Gesù Cristo unico suo
to sia una persona: dicono gli antichi e- Figliuolo ...crediamo pure nello Spirilo
retici Socinietni{V.) che questa è una me- santo. JVonavea messo nessuna differenza
tafora per indicare l'operazione di Dio. persone divine; ma vi sono
tra queste tre
Dichiara il Bergier, nel suo Dizionario testimonianze positive che provano que-
enciclopedico teologico, che nondimeno sto articolo di fede che tanto antico quan-
l'evangelo parla dello Spirito santo come to il cristianesimo. 1 precedenti e seguen-
d'una persona distinta dal Padre e dal ti provarono e insegnarono il me-
l'adii
Figlinolo: l'Angelo disse a Maria Vergi- desimo dogma, ed infinite nesouole testi-
ne,che lo Spirito santo sopravverrà in lei, monianze degli stessi ss.Padri greci. Que-
in conseguenza che il fanciullo, quale na- sta stessa credenza era confermata dalla
scerà da essa,sarà il Figliuolo di Dio. Gesù dossologia ch'era in uso in tutta la Cliie-

Cristo dicea'suoi apostoli, che loro man- sa,e Clemente discepolo


s. di s. Pietro di-
derà lo Spirito santo, lo Spirito consolato- ce che uon se ne conosce l'origine; for-
re che procede dal Padre; che questoSpi- inola che attesa 1' eguaglianza perfetta
rito insegnerà ad essi ogni verità,di more- delle tre persone divine rende a tutte e
la in essi. Ordina loro che si battezzino tre eguale onore. Era altresì confermata
tutte le genti nel nome del Padre, del Pi- da altre pratiche del culto religioso, per
ginolo e dello Spirito santo. Ecco le tre le 3 immersioni e per la forma del bat-
persone poste nella stessa linea, dunque tesimo,pel Kyrie replicato 3 volte per cia-
sono così reali 1' una come l'altra; qui scuna delle persone, pel IVisagio^.) esa-
niente vi è di metaforico. Lo Spirito san- lato nella liturgia: invano gli ariani ave-
to è una persona, un ente sussistente, co- vano voluto sopprimerlo; questa formo-
me il Padre ed il Figliuolo. Certamente la veniva dagli apostoli. Della processio-
GesiiCristo non ordinò battezzare in no- ne dello Spirito santo dal Padreedal Fi-
me d'una persona che non fosse Dio. Di gliuolo parlai a Simbolo e in tutti gli ar-
fatto, dicesi in molti luoghi della s. Scrit- ticoli relati vi,così dell'aggiunta Filioque,
tura indifferentemente che lo Spirito san- oggetto di tante dispute tra' greci e lati-
to ispirò i profeti, e che Dio gli ha ispi- ni per l'unione delle due chiese, punto
rati; s. Pietro rinfaccia ad Anania d'aver di dottrina in cui i latini più volte con-
mentito allo Spirito santo, di non aver vinsero i greci, come fece s. Anselmo nel-
mentito agli uomini, ma a Dio. I doni del- la disputa tenuta nel concilio di Bari a-
lo Spirito santo sono appellati doni diDio. vanti Urbano II. Vi con vennero finalmen-
Dunque hanno torto isociniani d'affer- te i greci, tanto nel concilio di Lione IT,
mare, che lo Spirilo santo non è chia- che in quello di Firenze, dove ne trat-
mato Dio nella s. Scrittura. Padri si ser- I tai; ma poi ricaddero i greci nell'errore,
virono di questi passi per provare la di- rinnovarono lo scisma, e per loro sventu-
vinità dello Spirito santo, agli ariani ed ra vi persistonocon irragionevole ostina-
a' macedoniani; perciò questi ultimi fu- zione. Il dottissimo cardinal Mai, iVbi'.

rono condannati nel concilio generale di Patrum 53, trasse e pub-


Biblioth. t. 4, p.
Costantinopoli del 38 i. Pretendono so- i blicò da un codice della biblioteca Vati-
ci mani e Deisti (/".), che non fosse pro-
i cana, la seguente testimonianza del IV
fessata uè conosciuta la di vinità dello Spi - secolo, cioè del padre greco s. Gregorio
3o8 S P I SPI
JN'isseno, che alza V autorevole sua voce dal Figliuolo, Venezia 1824. 11 vescovo
insegnando a'greci che ii santo Spirito et Sarnelli, Lettere ecclesiastiche, t. 4,lelt.

ex l'atre dicilur Et Ex Fino Esse si- a3: Perchè ìiiuna orazione ossia Collet-
mili testi/nonio proiettar. Narn sì quis ta della messa sia diretta allo Spirito
spirilti/n Chriiti non hai/et, is non est e- santo j a motivo che lo Spirito santo es-
jus,sancta i/u/uit scriptum. Ergo Spiri' sendo dono, dal dono non si chiede il do*
ius ex Deo exislens Christi quoque spi- no, ma da'donanti Padre e Figlio, da'qtia-
Tale è L'irrefragabile e chiara
rilus est. li egli procede; perchè la messa è ricor-
testimonianza del sapientissimo s. Gre* do di quell'oblazione, colla quale Cristo
gorioiNissono, in favore dello Spirito san- si olfri al Padre; sebbene come allo Spi-
to. I Nesloriani [F.) sono nello stesso er- rito santo si dirigono gl'inni e le sequen-
rore che i greci circa la processione del- ze, potrebbesi eziandio dirigergli la Col-
lo Spirito santo. Secondo il linguaggio letta, tultavolta non gliene viene dehi-
consacrato dalla Chiesa, parlando dell'o- mento come terza persona della ss. Tri-
rigine delle persone divine, il Figliuolo nità. Nel t. 5 1 Se la colomba,
r>, leti. :

viene dal Padre per generazione, lo Spi- arila quale apparve lo Spirilo santo, fu
nto santo viene dall'uno e dall'altro per vera colomba j se il fuoco, nelle cui lin-
processione, termine che pure spiegai nel gue apparve, fu vero fuoco. Risponde a
descrivere il concilio di Firenze , eia Pro- queste differenti apparizioni, che molti ss.

fessione difede, colla quale la confessalo' Padri alfermano che fu vera colomba,
no co'latini i greci nel decreto d'unione, alcuno semplice figura, una somiglianza
dichiarandosi legittima l'aggiunta al sim- di colomba mostrata visibilmente, che
bola, Qui ex Pati e Fdioque procedit. Lo terminata la discesa tornò nella pristina
Spirilo sauto lo negarono que'di Sama- materia. Quanto non fu vero
al fuoco ,

ria, ed uno di essi ii ."eresiarca Simone i fuoco, ma sembrò fuo-


altra materia che
lUago'r.) pretese comprare dagli apo- co. Che lo Spirito santo volle prendere
stoli il dono di far discendere lo Spirito la forma di colomba per dimostrare es-

santo coll'imposizione delle Mani. Mon- sere la stessa carità, Amoris nexus, ed in
tano eresiarca capo òe Montanisti (F.), significato pure della mansuetudine,e co-
diceva d'essere egli il Paraclito, cioèche sì apparve al Salvatore che colla mansue-

avesse ricevuto lo spirito Paraclito pro- tudine dovea tollerare tanti oltraggi. Pre-
messo da Cristo, e che altrui lo comuni- se poi la forma di lingue di fuoco, per-
cava, e con maggior pienezza che a ves- chè il fuoco purga, e quindi comunicar
serò fatto gli apostoli, vantandosi di esser meglio i suoi doni, fra'quali qnellodella
dotalo da Dio di maggior sapere. L'ere- cognizione de'linguaggi, per dilfondere su
sia rcaMa nete capo de' 3Janichei[F.),noa tuttala terra l'evangelo, oltre altre spie-
solo si usurpò il nome di apostolo, ma di- gazioni. Osserva ancora che gli artisti ,

ceva essere il Paraclito promesso da Cri- rappresentando la venuta dello Spirito


sto. Lo scellerato Elsai falso profeta, disse santo nel Cenacolo, pongono la B. Ver-
empiamente essere lo Spirito santo di ses- gine nel luogo principale, per la dignità
so femminile. Rimarcò l'annalista Rinal- della persona, benché s.Luca descrisse
di, che entrarono i turchi uell'espugnata nell'ultimo luogo delle donne l'umilissi-
città diCostantinopoli a'2C)maggioi453, ma Signora. Inoltre Sarnelli diceche nel-
nella festa dello Spirito santo, la cui pro- la Trasfigurazione del Signore apparve
cessione dal Figliuolo negavano i greci lo Spirito santo in forma di nube lucida.
scismatici. dotto mechilarista p. d. Ga-
Il Siccome nel battesimo,dove fu dichiarato
briele Avedichian ci diede la Disserta' il mistero della prima rigenerazione, fu

zione sopra la processione dal Padre e dimostrata l'operazione di tutta la ss. Tri-
SPI S P I 3o 9
nità, per essvrvi intervenuto il Figliuolo 2Vo<&> perchè cavalieri portavano per in-
i

iacarnato, loSpiritosentoin forma di co* segna un nodo fatto a guisa ili nodi d'a-
Jouli»:», e il Padre fuivi dichiarato nella more o cifre degli amanti, per esprimere
voce; così nella Trasfigurazione, ch'è sa» l'amore reciproco de'eudditi versoi! prin-
gra mento delta seconda rigenerazione, cipe e di tpiesti verso quelli, ed anco l'a-
apparve tutta hi ss. Trinitàri Padre nella micizia. Breve esistenza ebbe l'ordine, ma
nome, lo Spirito santo
voce, il Piglio nel in seguito die origine al qui appresso de-
nellanube chiara. Perchè siccome nel scritto.
battesimo dà l'innocenza, significata per SPIRITO SANTO. Ordine regolare,
la semplicità della colomba, cosi nella ri- e secondo alcuni già militare ed equestre,
surrezione darà agli eletti suoi la chia- quindi ospedaliere per assistere gl'infer-
rezza della gloria e il refrigerio da ogni mi, ricevere gli esposti e albergare pel- i

male, che nella nube lucida è denotato. legrini. Fondati in Montpellier, Innocen-
AltroveSarnelli parla delle proprietà del* zo! Il thè loro in cura \' Ospedale di 8. Spi-
loSpiritosanto,che non solo esteriormen- rito in Sassia di Roma(f'.), e d'allora iti

te contiene e abbraccia tutte le cose, ma poi si denominarono Canonici regolari


riempie tutto il mondo e penetra l'inti- di S. Spiri lo in Sassia(V.). Soppresso l'or-
mo de'cuori, e per lui si giunge alle di- dine dal regnante Pio IX, nell'ospedale
vine cognizioni, e che l'amore a Dio è il vi sostituì i Ministri degl'infermi (/z .), i

maggiore da'suoi doni. Che in un attimo «piali poi rinunziarono, come rilevai nel
fa lesue divine operazioni nell'anima del voi. Llll,p. 229, evi sono tuttora le So-
fedele, infondendogli le virtù; e come as- relle figlie della Carità (/^.), essendo
sisteagli scrittorisagriJIButlet^i^le/no* governato il magnifico stabilimento dal

tùli fino, SulLi preparazione alla Pen-


i , cardinal presidente e dalla commissione
tecostejcap. 2, Della festa delle settimane degli ospedali di Roma, di cui parlai nel
o della Pentecoste degli Ebreij cap. 3, voi. LUI, p. 2 14 e 227, ed ora da mg. r
Storia della Pentecoste de' cristiani o del' Gi useppeFerrari commenda tote di s. Spi-
la discesa dello Spirito santo, col solito rito e presidente di detta commissione.
di sua dottrina, pietà e unzionesvolge far- SPIRITO SANTO. Ordine equestre
gomento,ammonendocia sospirare la sua e militare di Francia. Enrico 111 re di
venuta per aprirci le porte del cielo; che Francia e di Polonia, da questa ritornan-
a
egli desidera di abitare nell'anime nostre do nella r. per montare sul suo trono, tro-
persantificarcijde'cambiamenli ch'egli in vandosi in Venezia, la repubblica gli donò
esse opera, per perfezionarci; de'setlesuoi gli statuti originalidell'ordine preceden-
doni e loro eccellenza, che accompagna- te, fondazione de'principi Angioni, cioè
no la grazia santificante o carità abituale, di Lodovico di Taranto, in memoria del
e della loro diversità; delle disposizioni suo matrimonio colla cugina Giovanna I,
necessarie per lirarlosopra di noi per es- da cui gli derivò la coronazione in re di
sere fitti lutti spirituali, e della relativa Sicilia eGerusalemme. Fu allora che En-
preghiera. rico III in memoria che nel giorno della
SPIRITO SANTO. Ordine equestre Pentecoste avea conseguito due corone,
e militare, denominato pure del Nodo quella di Polonia,e poscia quella di Frau-
(/ .), istituito col titolo di Santo Spirilo cia,ech'erapurequellodisua nasci ta,si ri-
del retto desiderio, da Giovanna 1 regina solvette di stabilire altro ordine sotto l'in-
eli Sicilia {!'.)> o dal suo marito Luigi di vocazione dello Spirito santo, giovandosi
Taranto, in memoria della coronazione degli statuti dell'altro, ed a consiglio del
di questi in re di Sicilia e Gerusalemme cognato card. Carlo di Lorena, per la custo-
nel giorno della Pentecoste. Fu detto del dia e aumento della fede cattolica, allora
tid SPI SPI
ii)Francia gravemente minacciata dagli ci nella ceremonia, alla presenza di 1 1 pa-
ugonotti. Disegnò di assegnargli entratela ri e uffizìali della corona, del giuramento
di attribuirgli •>.
00,000 scudi da cavarsi sull'osservanza degli statuti dell'ordine.
dal clero francese, eccettuati i parrochi, JNei dì seguente alla consagrazione, il re
sinché avesse potuto concedergli coni- riceveva l'abito e il collare dell' ordine,
mende che fossero vacate sino alla con- dalle mani dello stesso consagrante, alla
corre nza di fealesomma. Per conferma la presenza de cardinali, prelati, commen-
de'suoi proponimenti inviò a Roma da dai^rieuflizialidel medesimo. Enrico 111
GregorioXIII,A.ubespineeLancomecon essendosi riservato di giurare nelle mani
letlereanlografe.il Papa deputò per que« di un vescovo a suo piacere, ciò esegui
sta domanda una congregazione di i3car- in isplendida assemblea chea'3i dicem«
dinali,col parere de'quali rispose al re, di< brei J78 convocò a Parigi nella chiesa
chiarando non potere elfeltuare tale c\o- degli agostiniani, indi formalmente rice-
manda senza offesa della gloria di Dio, e ve il minto ed il collare, e altrettanto
senza danno insieme ili tutta la Francia, fece lui nel creare i cavalieri dopo l'emis-
venendosi in tal modo quasi ad estinguere sione del giuramento. Fu statuito, che
il clero gallicano, già estenuato e oppres- ni uno sarebbe ammesso all'oidi ne, senou
so da moltiplicate imposizioni. Ma En- professava la religione cattolica, e se non
lieo 111 senza attendere la risposta da Ilo- era gentiluomo di nome ed arme, da 3
ma, con solenne pompa celebrò l'istitu- generazioni per linea paterna: per dargli
zione del Tordi ne nel dicembre 1 578,e nel maggior lustro dispose, che sempre ne
1 .°del iD79 vi ascrisse 3 o de'pri nei pali si- dovesse far parte 4 card ina li, fa rei vesco-
gnori. Con questo ordine il re volle pu- vi, vescovi e prelati, oltre il grand'eleino-

re ripristinare il decaduto decoro di quel- siniere di Francia,col grado di comnien-


lodis..)7/(:/ir/e(/^.),ordinaiulochechiuu- datori, ed in tutti componesse di circa
si

que fosse 01 nato colla croce dello Spirito 100 cavalieri. Inoltre il giuramento ob«
santo dovesse nel giorno precedente a nco- bligava cavalieri a non servire principi
i

ra indossare la decorazione di s. Michele, stranieri, e perciò decorati dovevano es-


i

peroni venivano appellati Cavalieri de- sere francesi o naturalizzali per tali, tran-
gli ordini del re. L'ordine divenne splen- ne i sovrani non francesi, ^'cavalieri fu
dido e celebre, ad onta che maligni scrit- assegnato unabitoso!enne,consistentein
tori pretesero fosse derivalo per celebrare manto di velluto nero seminato di balil-

la fedeltà dell'amante promessa al re, ed me d'oro, bardato dal collare dell'ordine


interpretarne i colori e gli emblemi del- in ricamo, eguarnito di mantelielta di te-

l'insegneallusivi a questa sua passione. Si la d'argento intessuta ili seta verde; il

stamparono più volte gli statuti dell'or- manto e la mantelielta furono foderati
dinee per ultimo nel 703, contenenti q3 1 di raso color d'arancio, dovendosi porta-
capitoli, i quali principalmente preseti- re il manto dilla parte sinistra imbrac-
vono. Che il sovrano n'era capo e gran ciato e dall'altra aperto. Il giubbone e le

maestro, con autorità sui cavalieri, com- calze erano di panno bianco, la berretta
raendatori e udiziali , ed a cui spettava di velluto nero ornalo di piuma bianca,

l'ammettere nell'ordine gì 'insigniti. Che I grandi uffiziali, cioè il preposto, il gran

i redi Francia non potessero disporre tesoriere, il maestro delle ceremonie,il no-
dell'ordine, de'suoi denari e commende tarooil registratore, ebbero col titolo di
quantunque vacanti, se non dopo consa- commendatori manti bordati disolefìam-
grati e coronati; e nel giorno di tal firn- me e di piccola frangia d' oro, colla ero-
zione dovere essere richiesti dall'arci ve- ce cucila sopra di essi ed un nastro do-
scovo di Beims o da chi ne faceva le ve- 10 al collo; l'araldo re d'arme, e l'uscic-
1

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re ebbero manti ili raso nero e mantcl- con apposite forinole. Ha ultimo la deco-
ietta ili velluto verde culla croce dell'or- razione si compose d' un cordone bleu,
dine pendente dal collo. La croce dell'or- con una noce pendente dal collo, dentro
cline era d'oro a 8 raggi, smaltati con mi la (piale vi era la colomba simbolo del*

fiore di giglio d'oro in ciascun angolo del- lo .Spirito Minto. Dopo la rivoluzioni- di

la croce, enei mezzo una colomba d'ar- Parigi del i83o, l'ordine non fu più con-
gento raggiante,simbolodelloSpiritosan- ferito. Il p. bollami! ne riporta la figura
to. I cavalieri e gli nlliziali dall'altro lato a p. OQ del Catalogo degli ordìni militari
i

portavano l'immagine di s. Michele, ma ed equestri. Abbiamo dell ab. LeFehvre,


i cardinali e prelati in ambo le parti del- Remarques historiqiies stir l'ordre de s.
la croce usavano la colomba, essendo essi Esprit, Paris 764- Germano Francescoi

sol tanto appartenenti all'ordine delloSpi- Pullain de Saint Foìx, Ifisloiredel'ordre


rito santo. La collanadeH'ordinecompo- de s. Esprit, Parisi 767.
nevasi ili gigli fiammeggianti negli an- SPIRITO SANTO. Seminario di Pa-
goli di 11 e poi di L coronate similmente rigi delle Colonie. ^.Missioni straniere:
fiammeggianti e di trofei, secondo il rego* DEL SEMINARIO 1)1 PARIGI PELLE COLONIE.
lamentostabilito da Enrico IV nel i m|"> SPIRITUALI. Nome che fu dato a
il qualecatnhiò qualche cosa dal prescrit- molli eretici.sia che l'abbiano preso da lo-

to da Enrico III. Questi voleva assegna» ro stessi.oche sia stato loro dato dagli al-

re a ciascuno delle commende, ma non tri: i. i^flfenft'rtifl/i/(f.)chiamavan6i spi-


avendolo potuto eseguire, stabilì ad ogni rituali,edenominavano cattolici psichi- i

cavaliere ulliziale la pensionedi ooo scu- i chi, come chi dicesse auimali; i. disce- i

di d'oro, poi ridotta a 3ooo lire. Alcuni poli d'Amaury,che comparvero in Fran-
assegnano a quest'ordine per divisa le pa- cia verso il i 2 1 4> presero anch'essi il no-
role:Duce et Auspice, per esprimere la me di spirituali; 3.° lostesso nome fu da-
protezione delloSpii itosantosotto il qua- to nel secolo XIV a quelli dell'ordine
le era l'ordine. Allorché il reavea desti- Francescano [f '.), che per zelo in prin-
nato decorare alcuno de' suoi sudditi di cipio per l'esatta osservanza della regola
questo nobilissimo ordiue, lo proponeva di s. Francesco, ed in seguito per osti-
nel capitolo a' prelati, commendatori e nazione mista d'eresia, fecero scisma in
uffìziali pel loro parere. Gli ammessi eoa quell'esemplare ordine, e sostennero che
ceremouiale a'3 dicembre erano dal re
i il Papa non avea più la podestà di spie-
creali cavalieri, percuotendoli legger- gare o modificare la regola di s. France-
mente sopra spada nuda e
le spalle colla sco e nemmeno l'evangelo, onde Giovan-
dicendo loro: Per parie di s. Michele e ni XXII condannò co' Fraticelli. Bizoc-
li

per parte eli s. Giorgio io vifaccio ca- chi o Begnardi (f7 .), con bolla del 1 3 i
7;
valiere. L'insignito, prestalo il giuramen- 4. vi è ancora una setta di Protestanti
to, riceveva dal re il maulo e la collana (/'.) che chiamami spirituali.

FINE DEL VOLUME SESSANTES1M OTTAVO.


286017
$
,

BX 841 .M67 1840


SMCR
Moroni Gaetano
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecc lesiast ica
AFK-9455 (awsk)

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