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Ó S Z^é

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CHIESACATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE Piu" SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, N0!«
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. XC.
Iwb'Sinn/Oirvt ^olL^,

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCL Vili.
% -^"^ p. r

La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi


vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

VEL VEL
Continuazione e fine dell' articolo l'ingresso lo ricevè il cardinale in cappa
Velletri. violacea, dandogli a baciare la Croce, e
dopo averlo 3 volte incensato, gli pre-
\jlemenle Vili si portò a Velletri sentò l'aspersorio. Allora i cantori co-
ai 20 febbraio i5g6 accompagnalo da minciarono il Te Dennt , terminato il

3 cardinali, cioè due suoi nipoti e il car- quale dal cardinale ^. Prote-
si disse il

dinal di Serraoneta, e vi giunse a ore ctor Noster etc, e l' orazione Deus o-
22. Fu ricevuto da' priori con nume- mniunifideliimi Pastor etc. La cena lau-
roso seguito di nobili a porta Napolita- tissima ebbe luogo nell'aula magna, il

na, percbè veniva da Cisterna; gli pre- Papa sedendo in mensa separata. Nella
sentarono le chiavi, e complimentaro- seguente mattina al fine della messa, dal-
no a nome di tutta la popolazione, es- l'altare maggiore benedisse popolo; il il

sendosi armata tutta la milizia urbana. quale altare nel dì precedente avea con-
Fu ricevuto quindi e con gran magni- sagrato il cardinal Gesualdo, colle reli-
ficenza alloggiato dal cardinal Gesualdo. quie de' ss. Clemente I, Ponziano e Eleu-
Nel d'i scguente,dopo aver celebrato mes- terio. Narra il can. Rauco. Nel principio
sa nella cattedrale, partì alla volta di Clemente Vili si riunì
del pontificato di
Roma. Il p. Gatlico, De Itineribus Rom. un numero considerevole di banditi e
Pon/., descrive con particolarità la visita di uomini facinorosi, capo de' quali era
di Clemente Vili a Velletri, l'incontro Marco di Sciarra, la masnada compo*
di 2 oc militi veliterni e del cardinal Ge- neudosi di 600più uomini. Uccide-
e
sualdo co' cittadini veliterni 2000 passi vano, saccheggiavano, rubavano e com-
dalla città, il popolo tenendo rami d'o- mettevano ogni sorla di scelleratezze. In-
livo in mano e acclamandolo. Alla porta festavano piucchè mai le proviociedi Ma-
tutta ornata si Irovò il capitolo e il cle- rittima e Campagna, e non era libera
ro, e l'accompagno alla cattedrale. Sul- alcuna terra, onde avcaoo iacusso in lui-
,

*
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li un gran timore. Il Papa mandò contro stendardo cristiano,, ed Orazio Ciiiaco
questa gente suo nipote Gio.
il geneiai capitano contro gli ugonotti di Francia.
Francesco Aldobiandini, il quale volle Fra le persone letterate fiorirono princì-
seco una compagnia della milizia urbana palinenle Curzio Petrucci udilordi Pujta
di Velletri comandala dal capitano Ot- in Firenze, conservatore di Roma e luo-
tavio Catelini. Furono inseguili i ban- gotenente del legato delhi Marca. Do-
ditifin presso il regno di Napoli in un menico Gallinelli primario avvocato in
luogo chiamalo Castro; ove giunti ve- i Roma. Tiburzio Baccari uditore del le-

literni fecero istanza d'avere la vaneuar- gato dell'Umbria e del Patrimonio, e


dia per con)batterli. Si venne all'armi; uditore generale del duca di Parcna e
de' banditi furono uccisi molli, alcuni Piacenza. Filandro Coluzzi professore di
presi e altri dispersi maniera che mai ; in filosofia neir università romana, [)rolo-
più si riunirono. Aggiunge il Borgia che medico di tutto lo stalo ecclesiastico, ed
ottenuta da'veliterni l'antiguardia per autore d' opere dotle. Io devo limitarmi
combattere, visto il luogo ove s'erano a ricordare i velilerni illustri riferiti dal
fortificati i banditi, i velilerni presero Bauco, poiché il registro di tutti può ve-
posto fra gli alberi e sassi, combatterono dersi nell'opere degli arcivescovi Theuli
valorosamente ne uccisero quantità, e
e e Borgia, e nel Ricchi. Morto a'i4 feb-
gli altri si posero in fuga. Questa disfat- braio i6o3 il cardinal Gesualdo, a' 19
ta de' banditi, che infestavano la Cam- gli successe il decano cardinal Tolomeo
pagna di Roma, si vede annoverata fra Galli denominato il cardinal di Como
l'altre imprese del general Aldobrandini sua patria, che nel n)aggio recandosi in
nella memoria postagli dal senato roma- Velletri, tra le altre cose ordinò doversi
no nella chiesa d'Araceli, ivi leggendosi : ad ogni modo ultimare la fabbrica del
Lalrociìiiis paiicas intra dies Lalio loto palazzo pubblico. Nel i6o5 facendosi
depulsis. L'iscrizione posta sull'arco del- diligenza nel piano diFaggiola nel luogo
la s. Francesco Solano, la ri-
cappella di appellato Uolubro, benché 3 miglia lungi
porta Casimiro da R.oma nelle Mc'
il p. da Velletri, per condottare l'acqua viva
morie della chiesa, d' Araceli. Il Borgia in città, Paolo V permise al comune di
loda il Catelini pel suo valore mostrato spendervi qualunque somma, e ne die
in quella fazione, e dice inoltre. Per prov- la soprinlendeuza al cardinal Oltavio
veder poi che nell'avvenire non avessero Bandiui. In detto anno compita buona
più a ingrossarsi fuorusciti e banditi i parte del palazzo, in ottobre vi si leone
nella Campagna di Koma, il cardinal il i,° consiglio. A' 3 febbraio 1607 per
Pietro Aldobrandini soprintendente del- decesso del cardinal Galli, a' io gli fu
lo stato, die la cura di perseguitarli al sostituito il cardinal Domenico Pinelli
colonnello Minio Torni d'Ascoli colla sua decano ; morto il quale a' 9 agosto 1 6 1 i

compagnia oc archibugieri a caval-


di i secondo l'Ughelli agii 1 1, al diredi Bau-
lo, e questi nel 1^98 fermò la sua resi- co a' 16, o ujeglioa'27 come scrive Co-
denza in Velletri, deputando il veliterno leti, citando gli atti concistoriali, dello
Fabrizio Gallinelli a suo alfiere colon- stesso agosto, assunseil governo spiritua-

Delio. Molti altri cittadini velilerni fio- le e temporaledecano cardinal Fran-


il

rirono nel secolo XVI nell'armi e nelle cesco di Gioiosa, e ne prese possesso ai
lettere. Fra' militari che presero stipen- 2 5 pel suo procuratore; poco dopo re-
dio sotto vari principi meritano ricordo candovisi di persona, venne accolto con
Alcide Santirecchia tenente colonnello grandi dimostrazioni d' alTetto e osse-
morto presso Slrigonia, Fulvio ZatFa- quio. Chiamato in Francia da Etnico
raui che peli.°su quelle mura piaulò lo IVj lasciò raccomaudalo il goveiuo di
3

VE L V E L 5
Vellelri al cardinal Scipione Borghese gotenenle, deputò in pro-governatore e
Paolo V. Il celebre archiletlo
ni[)ote di sopì intendente di V^elletri il prelato Luigi
Giovanni Fontana ultimò la condottura suo nipote e poi vescovo d'Ancona, ed
deUacque, con riunire 3 sorgenti d'ac- in vicarioAntonio Panoli arciprete della
<|ua viva da Faggiola, Velrice e Pelro- Ottenne da Paolo V la con-
cattetlrale.
ne; e per erigere le fontane facendo d'uo- ferma delle l'acùltà godute da' predeces-
po dilatare le piazze e allargare le strade, sori sulla giurisdizione temporale. Morto
Paolo V che avea molto a cuore l'ornato a' 3o marzo 1620, a' 6 aprile gli fu so-
e il comodo della città, vi spedì nell'ot- stituito decano cardinal Anton M.'
il

tobre 1612 il cardinal Ottavio Baiulini, Sauli, che pel suo uditore a' io prese
e fu risoluto d'ampliare due piazze, la possesso. Fini i suoi giorni a' 24 agosto
superiore delta del Trivio, e l'inferiore 1623, ed a' 3 ottobre gli successe il de-
I

appellata del Piano. Furono aperte an- cano Francesco M.^ Bourbon del Monte,
cora due strade, quella che porta al pa- prendendo possesso per procuratore. La
lazzo pubblico fu nominala Gioiosa, in città per dimostrare il suo inalterabile
onore del cardinal vescovo governatore, attaccamento alla s. Sede, mentre que-
e quella che dalla via Metabo conduce sta teneva in deposito la Valtellina, of-
alla piazza superiore, dal cognome di frì Urbano Vili i5,ooo scudi e si ob-
a
Paolo V fu detta Borghese. Ingrandite due com-
bligò alle spese degli utensili di
le piazze furono ordinate belle funti di pagnie di corazze. Il Papa ne conservò
travertino, come fu eziandio eseguito nel- grata memoria in tutto il suo lungo poa-
la piazza del Comune. In altre piazze tillcato, in ogni occasione favorendo i

furono costruite altre fontane, per beve- veliterni. In questa spedizione della Val-
ratoi delle bestie, e co'ritorni dell'acque sue guerre era maestro di cam-
tellina e

lavatoi.Tutta la grande opera della con- po il marchese Giuseppe Ginnetti veli-


dottura dell' acque finalmente fu com- temo, e commissario apostolico il fratello
pila e costò 100,000 scudi d'oro alla cav. Giovanni. Morto il cardinal del Mon-
città, onde ne fu posta memoria marmo- te a' 1 7 agosto 1 626,a'7 settembre gli suc-
rea nel palazzo pubblico. In questo tem- cesse il suddetto cardinal Ottavio Ban-
po llorì Ira' veliterni il servo di Dio dini,che elesse a pro governatore il suo
fr.Clemente Calcagni sacerdote cappuc- congiunto prelato Ascanio Malici, o Maf-
cino, e Paolo V fece vescovo di t^ossom- fei come scrive Borgia, e vi continuò fin-
brorie il nobile Lorenzo Laudi canonico ché visse il anno Ur-
cardinale. In detto
della cattedrale. Sempre intento Paolo bano Vili creò cardinale il celebre Mar-
V all'abbellimento della città, nel 161 zio Gineltio GlnntUì {^F'.) vclilerno, cou
ordinò che chiunque volesse fabbricare gran giubilo della patria, che gli donò
in ornamento della medesima, potesse 6000 scudi. liicoooscenti i veliterni a
costringere il vicino a vendergli la pro- Urbano Vili per altri benefizi, gli eres-
pria abitazione, purché non eccedesse il sero nel 1637 nella piazza Maggiore det-
Valore di 5oo scudi, e il compratore pa- ta del Trivio, una statua di brouzo, mo-
gasse io più l'8 per 100, il che tuttora dellala dal celebre cav. Bernino, assiso
è in vigore. Morto in Avignone il Car- in cattedra e vestito in abiti pontificali
dinal Gioiosa a' 23 27 agoslo i6i5,
a' in atto di benedire il popolo, colla spesa
gli successe il decano cardinale Antonio di 12,000 scudi, poiché molto costò il

M.'^ Gallo: a'g settembre fece prendere trasporto. L' iscrizione posta nella base
possesso, non seujbrando vero che dive- dimarmo si legge nel Borgia e nel Banco.
nisse vescovo a' 16, come registrò 1' U- Questa tnaestosa e magnifica opera, nel
gheilì. lu vece di uomioure 11 solito luo- 1 7(j8 fadistrutlu dalla forseoQata rabbia
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repubblicana. Nella citata biografia dei e alle ricreazioni, fu ventura che tosto
cardinal G inetti, erroneamente dissi col scese nella tomba a'i3 luglio i63o di
Renazzi, Notizie de Maggiordomi, p. anni 54- A' 3o subentrò al duplice re-
122, ch'egli avea eretto la statua, e qui gime di Velletri il cardinal Domenico
ne fo emenda. Morto il vescovo di Fos- Ginnasi, già da prelato vice-legato di Ma-
sombrone, Urbano Vili gli surrogò il rittima e Campagna, pel quale prese pos-
fratello Benedetto Laudi pur velilerno, sesso il congiunto Francesco (ninnasi e
il quale nel 1682 rinunziò la sede al ni- restò in Velletri per pro-governatore. Sot-
pote Gio. Battista Landi. Concittadini il- to questo porporato e pel provvido suo
lustri contemporanei furono ilconleGiu- governo furono estinti tutti i debili co-
seppe Bassi autore di scientifiche pro- munali, ed eretto il monte dell'abbon-
duzioni e delia descrizione di Velletrì, danza, onde gli fu decretata un'onorevo-
Lodovico Prosperi poeta, e Gio. Battista le memoria marmorea nel pubblico pa-
Rossi filosofo. JVel libro intitolalo, Del- lazzo. A'i2 marzo 1639 passalo all'altra
le donne illustri italiane dal XIII al vita il cardinal Ginnasi, a' 29 occupò il
XIX secolo, stampato in Roma verso il suo luogo il cardinale Emanuele Pio di
1 855 co' tipi Pallotta, a p. 3 1 6 leggo la Savoia; morendo ili. "luglio 164 il car- «

biografia dell' encomiato veliterno Ba- dinal Pio di Savoia, nello slesso giorno
silio Magni e da lui tratta dalla biblio- come vuole Ughelli o nel decorso del me-
teca Corsinìana di Roma, della suddetta se come scrive Banco, gli successe il car-
Virginia Vezzi natain Velletri nel i6oo, dinal Marcello Lanle, che recatosi nel
la quale esercitando con lode la pittura, maggio del seguente anno in Velletri,
la miniatura e l'intaglio, per la dolcezza lodò il consiglio delle querele solito farsi
dell'indole e la vivacità dell' ingegno, di dal magistrato ogni mese, nel quale a're-
queste doti e di sua bellezza invaghitosi clami de' cittadini amministravasi som-
Simone Vovet valente pittore francese, maria giustizia. Urbano Vili non potè
nel j 626 la sposò in Roma. Nel seguente indurre a far accettare l'arcivescovato di
anno richiamato Vovet in Francia da Cosenza al Girolamo Lanuvi no-
prelato
Luigi XIII col titolo di suo primario pit- decano della segnatura di
bile veliterno,
tore, Virginia co' propri genitori seguì il grazia ecommendatore di s. Spirito. Fra*
consorte, il quale è chiamato il Raffaello contemporanei illustri si legge nell' Al-
della Francia. Dimorò i 1 anni in Fran- bum di Roma, t. 24, p. 5o, l'articolo :

cia stimata da tutti e specialmente dal Marcantonio e Ndzzario Bassi da /^eZ-


re, alla presenza del quale Virginia so- /e^r/. E scritto dal sullodalo veliterno Ba-
leva dipingere. Ella passò di questa vita silio Magni, il quale dà erudita e critica
nel i638 lasciando a consolazione dello contezza di due produzioni de'medesimi,
sposo l'immagine di se in 4 figli, due non mancanti d'ingegno edi dotlrina.Es»
maschi e due femmine. Le sembianze si furono fratelli. Marcantonio compose

della pittrice veliterna l'avea incise a bu- la morale commedia: L'Amor Fido,
linoil rinomato francese Melian, e si ri- Nazzario scrisse la tragedia sagra: I gra-
peterono in una medaglia con quelle del vi tormenti di N. S. Gesù Cristo nella
marito nel rovescio. Le pitture di Vir- sua Passione. Ambedue il d."^ Nazzario
ginia non giunsero a noi, ma quanti scris fece stampare in Velletri nel 1689 da Al-
sero di belle arti italiani e francesi ne fonso dell'Isola, e dedicò al concittadino
fecero onorata menzione. Il i." agosto d."^ Teocrito Micheletli cav. di Cristo, con-
1 629 cessò di vivere il cardinal Bandini, giunto al capitano Giuseppe Micheletli,
ed il cardinal Giovanni Battista Deli che pur veliterno, che neh 643 combatten-
gli successe a'3 settembre, dedito all'ozio do per Urbano Vili contro il duca di Parr
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ma a Ponte Lagoscuro, ebbe gran paile niiis Magnius, da cui discese 11 lodato
nella vittoria.Di questi fratelli Bassi non Giulio Cesare benemerito de' carcerati.
ne parlarono Borgia e Kiccbi; ed ilTheu- Esiste la detta cappella e l'antiche car-
li soltanto fece cenno di JNazzario dotto- ceri, ma colla notabilissima differenza,

re in legge e protonolario apostolico, e che da quell'epoca fino al i832 erano


lo dice poeta di buon talento, ricordan- state più che sufficienti, essendo servite
do memorato suo componimento. Nel-
il ,
soltanto per la città e quale giurisdizìo*
la detta guerra il Papa nel 64^ levò da
, 1 ne privativa del cardinal decano. Ma dac-
Vellelri 4 compagnie, 2 di fanti e 2 di ca- ché Velletri io detto anno divenne capo-
valleria, condotte da Cesare Filippi ca- luogo di legazione, e perciò le carceri do-
pitano di lunga esperienza, e se uè servi vendo servire per tutta la provincia, riu-
per la custodia di Roma ; da dove poi scirono, per naturale conseguenza,angu-
partirono per unirsi all'esercito pontifì- slissimee tristissime per la salute umana.
cio nella provincia del Patrimonio, e die- In sostanza sono i sotterranei del palaz-
dero gran saggio di valor militare, di- 10 comunale, ed alcuno che le vide, le

stinguendosi ancbe Leonardo Coluzzi ca- qualificò tombe de' viventi. Di queste
pitano velilerno. Proseguendo la guerra, prigioni governative, narra il Theuli,
nel 1643 Velletri generosamente offri a che suo tempo esistevano nel mede-
al

Urbano Vili una compagnia dii 00 bra- simo palazzo comunale e sotto la curia
vi cittadini sotto comaudo il di Girola- criminale le prigioni pubbliche e segrete
mo Toruzzi cav. di Malta, supplendo a della città colla ricordata cappella. La
tutte le spese per essa; anche il Banco compassione verso carcerati commosse
i

lodando il capitan Micbeletti che contri- pure il più volte nominato veliterno Ba-
buì all'accennata vittoria col suo valore. silio Magni, discendente di Giulio Ce-

In tutto il corso della guerra circa 1000 sare Magni, che di recente ne fu viva-
veliterni militarono, oltre gli ufficiali e mente compreso, per amore altresì del
fra'quali marchese Giusep-
si distinse il patrio decoro, e siccome giureconsulto
pe Ginnetti sargenle maggiore generale professante la criminale difesa in Roma,
di s. Chiesa. Urbano Vili nel 1629 con- e di lui leggo l'eloquente, erudito e gra-
cesse di potersi celebrare messa nella cap- ve ragionamento letto nella pontificia
pella del ss. Crocefisso eretta dalla pietà accademia Tiberina, indi pubblicato nei
di Giulio Cesare Magno veliterno nelle n. 18 e 19 deli' Imparziale Fiorentino
carceri del palazzo pubblico per comodo del iBoy intitolato: Le Carceri. Dopo
di tutti i prigioni, pagando egli stesso le avere ragionalo dell'utilità pubblica, se
limosine per le messe, onde nella cap- i governanti si valessero sempre della sa-

pella vi fu posta un'iscrizione riferita dal pienza de' dotti, quali debbonsi avere
i

Theuli, e tuttora esistente. Il Ricchi tra in grande onoranza, passa a dichiai'are


un Erasmo Ma-
gl'illustri veliterniriporta con Ulpiano: il carcere è fatto per rite-
gno colonnello valoroso, che descrisse i nere non per punire i rei finche sieno
Viaggi d' Ungheria, na- e le quindici giudicati. Perciò riprova le antiche orri-
vigazioni in varie parli dell' Universo, bili prigioni, e loda quanto nel cristia-

da lui fatti, onde disse di lui: In pace nesimo fu ordinato a loro vantaggio, seb-
togam, in bello arma ferehal. Fino dal bene il carcere per quanto bello e spa-
i4oo un Pompeo Magni figura nel li- zioso sia di sua natura contiene una pena,
bro de'consigli. Questo cognome si scrìs- cioè la privazione della libertà, più pre-
se in latino Magnus eMagnius, ma deve ziosa dell'oro, anzi inestimabile, pel com-
leggersi in italiano Magni, in fatti era plesso eziandio delle conseguenze. Ma
priore del 1." bimestre del i5c)7 Anto- CIÒ eh' è più doloroso, ti il uou di iddo
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trovarsi in tale ioftìlice condizione anche gistrato manifesta al Sovrano Pontefice
degl'innocenti, i quali usciti di prigione la necessità in cui trovasi Velletri dopo-

ricordano per tutta la vita il durato pa- ché divenne capo di provincia, e perciò
timento, per aver perduto il prezioso te- le sue ristrette carceri devono accogliere

soro della salute. Riconosce giustissima tutti i delinquenti della medesima, on-

la punizione de' delitti, ma stima cosa de il provvido pontificio governo in-


conveiiientissima la divisione del carcere .nalzi comodo e proporzionato carcere,
degli accusati e de'convinti, de' giova- ne sarebbe sicuramente esaudito ; bea
netti e degli adulti; ed insieme rileva i conoscendo che al supremo Capo della
disagi derivanti dal vivere unitamente Chiesa, più degli altri principi, è a cuore
condensati, la pestilenza dell'aria, il tor- collatemporale felicità de'sudditi, l'eter-
mento degl'insetti, il danno della sanità, na loro salute. » Per la qual cosa, o pa-
non che funesti
i risultati provenienti dri eletti al veliterno magistrato, se vi
dall'ozio, il quale con Aristotile lo defi- scalda il petto di verace amore dì pa*
nisce: Morte dell'uomo; poiché vivere tria, se vi punge vaghezza di belle im-
è operare. Invece loda il propagalo si- prese, se vi è caro il bene della città,
stema penitenziario, e quello cellulare. provvedete innanzi a tutto agi' infelici
Infiammato d'alletto patrio e deploran- cittadini che colle spose e co' figli pian-
do r infelice condizione delle carceri ve- genti vi richieggono di soccorso. Togliete
lilerne, mentre celebra la sontuosità del da essi lo squallore che li ricopre, il buio
palazzo pubblico, ove si tengono musi- che gli accieca, la fame che li consuma.
cali accademie, s'imbandiscono splen- Basta la vostra voce a levarli d'ogni mi-
didi convili, si accoglie l'estremo della seria ; perocché il Sommo Gerarca traen-
pubblica allegrezza ; vi dimora il magi- do esempio da Innocen;'.o e da Cle- X
strato, abita il cardinal vescovo legalo, mente XI, il i.° de' quali fondò in Uoma
ed alloggia in varie circostanze il Sommo un nuovo carcere alla custodia più si-

Pontefice, e qualunque altro sovrano di cura e mite de' rei, una casa di
l'altro
passaggio per la città. Fero osserva cou correzione in s. Michele, accoglierà be-
pena, per contrapposto di tanta letizia, nignamente vostri voli, e si dorrà di
i

giacete nell'estremo sotterraneo del me- non avere in prima conosciuto il danno
desimo palazzo i caixerati che sospirano afliae di ristorarlo. Così adoperando, voi
e gemono nel dolore. E quel eh' è peg- darete generosa prova di somma bene-
gio, tali prigioni sono quali pateticamen- volenza a tutti quanti i cittadini, e la-
te descrive. Le chiama spaventose, an? scerete a' posteri, che vi benediranno,
gusle, d'aria spiacente, con pareti umi- memoria gratissima, ed io sarò contento
diccie; ed ivi stipati poveri e benestaa< d'aver mosso a commiserazione i cuori
ti, civili e plebei, giovani e attempati, vostri, e levala francamente la voce per
traendo giorni calamitosi, Peggiore è poi la causa dell' umanità ". B.ipiglio il filo

la condizione di quei più miseri giacenti di questi cenni storici. Il vescovo gover-
nelle segrete, dicendolo luogo pestifero, natore cardinal Lanle essendo nonage-
profonda, oscuro, se non che dall' allo nario, vedendo di non poter da se adem-
per un pertugio scende vm languido rag- pire il duplice regime, cou raro esempio
gio di luce, che appena imbianca gli a« rinunziò governo temporale. Innocen-
il

spelli tinti di mortale pallore. A porre zo X a Francesco Castagnacci,


l'allldò
rimedio a siffatta piaga aperta nel seno ma avendo desialo non poche querele
di sua patria, il velilerno Magni, per l'u- nel popolo, gli sostituì Fulvio Petrozzi,
tiliià de'cìlladini e la dignità del comu- Morto il cardinale a'29 aprile 652, gli i

ne, liepe per ferino, che se i'olUmo ma- successe il cardinal Giulio Roma,che ^ve-
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VEL VEL 9
se possesso del vescovato e del governo 60, i5 de' quali doveano formare il con-
u'iu maggio, il quale per la carestia lo* siglio minore semestrale. Innocenzo X[

sto contribuì 10,000 scudi per acquisto nel 1677 fece vescovo di Ferentino Gio.
di grani, ed il pubblico nel suo palazzo Carlo Anlonelli seniore nobile veliteino,
pose memoria di gratitudine. Ma nell'i- arciprete e poi canonico teologale della
slesso anno lo rapi la morte a' 16 set- cattedrale. Pubblicò lodate opere, fra
tembre, Subentiò a' aS il cardinal Carlo le quali: De regimine Ecclesiae Episco-
de Medici. Intanto Alessandro VII di- polis. De tempore legali. De loco lega-
cliiarò arcivescovo di Mira in partibus, li. De /uribus et oneribus clericorum.
suiFraganeo patriarcale e vicai io aposto* Di questo dotto se ne legge l'elogio mar-
lieo di Costantinopoli, fr. Bonaventura moreo nel palazzo pubblico. A' i o dicem-
Theuli oTevoli minore conventuale piis- bre 1679 cessò di vivere il cardinal Bar-
simo e assai versato nelle lettere; ono- berini assai com pianto come giusto e pi'u-
rato anche del pallio partì per la sua re- dente, profuso co' poveri e magnifico
sidenza di Pera, Fra le sue opere ricor- nell'opere, di che è memoria nel detto
derò, oltre il Teatro hisloricq di Felle Irì, palazzo, A' 1 4 gennaio 680 divenne
1 ve-
di cui mi giovai, ['Apparato Minorilico scovo e governatore il cardinal Cesara
della provincia di Roma, Velletri per Facchinetti. Nel seguente anno Innocen-
Callo Bilancìoni 1648. La patria, di cui zo XI rallegrò i veliterni colla promo-
fu benemerito, ne fece scolpire l'elogio zione alla porpora del concittadino car-
in una gran lapide nel palazzo pubblico. dinal Gio. Francesco Ginelti o Ginnet-
Keli7i4ne pubblicò la vita Pietro An- che per debolezza vana chiaman-
ti (^f^^),

tonio Teocrito Borgia. La terribile Pe- dosi romano, indusse diversi scrittori a
flilenza di Roma del 656, da essa e da 1 crederlo tale; ma Bauco pubblicò la fede
Nettuno penetrò in Velletri, e dall' i lu- 1 di nascita e di battesimo ch'ebbe in s.
glio sino a' 3 maggio 1657 vi rapì 2716 Maria in Trivio di Velletri egli da fan- :

vittime. Lieta la città per la sua libera- ciullo fu educato in Roma, ove la sua
zione ne rese grazie a Dio, e con portare famiglia per la lunga dimora fattavi £0
in solenne processione l'immagine del- ascritta alle patrizie. Finì i suoi giorni
l'Immacolata Concezione, con voto di ce- il cardinale Facchinetti a'3o gennaio
lebrarne ogni anno solennemente la fe- i683,ed a'i5 febljiaiogli successe il car-
sta. 11 cardinal de Medici mai si recò n dinal JNicola Ludovisi, che non mancò
Velletri, non di meno è lodato per pia di recarsi spesso in Velletri e di mostrar-
generosità e indefessa vigilanza, anco pei* si zelante del pubblico bene. Morì a'
aver stabilito il pubblico archivio nel pa- agosto 1687, e pochi giorni dopo Inno-
lazzo del comune, dove furono raccolti cenzo XI commise il governo di Velle-

tutti gli atti notarili; morì a'


19 giugno tricon amplissimo breve al decano car«
1666, ed a' 17 settembre gli successe il dinal Alderano Cibo, finché la chiesa non
cardinal Francesco Barberini seniore, ni- fosse stala provvista dèi pastore, e ne fece
pote d' Urbano Vili, die per lo scarso prendere possesso a' 17. Nel concistoro
raccolto de'grani del 167 3 ne fece venire de' 10 novembre egli stesso ne fu preco-
in gran copia da Livorno. Nel 1675 fu nizzalo vescovo, indi morendo a 2. 01, lu-
fatta una nuova riforma sull'eiezione glio 1700. Gli successe 22 dicembre a'
de' magistrati, che per un biennio avve- il cardinal Emanuele Teodoro o Teodo-
nire si ridussero a minor numero, per sio de la Tour di Buglione, Nella guerra
le diminuite famìglie nobili perite nella per la successione di Spagna, Clemente
peste. I
4 priori trimestrali furono ri- XI re<tò neutrale, a ninno de' pretenden-
dotti u 3} ed il consiglio maggiore a soli ti Fdippo V e Carlo ili concedendo l'iU'
IO VEL VEL
vestitura del regno delle due Sicilie.Fra' tre due. Nel seguente anno per la pre-
baroni romnni il duca Caetani seguì il cedente siccità Velletri penuriò d'acqua,
Urìilito di Carlo III, ossia dell'arciduca ed a'i4 gennaio perde il pastore e pre-
d'Austria e poi iuiperalore Carlo VI, e side cardinal Astalli, cui successe a' 3
perciò fu a parie della rivoluzione fatta marzo il cardinal Sebastiano Antonio Ta-
in Napoli a suo favore nel 1702. Allora nara. Ora conviene fare onorevole men-
il Papa spogliò ilCaetani de' suoi stali, zione del nobile veliterno Alessandro Bor-
ed a' 4 giiig<io ordinò che 180 soldati gia di grande erudizione e dottrina, suc-
\eliterni si portassero a presidiare il for- cessivamente prudente e zelante vescovo
te di Sermonela già caduto in suo po- di Nocera, nominato legato apostolico
tere, e che lo ritenessero a disposizione della Cina, e in vece promosso all'arci-

della s. Sede. Nell'islesso 1702 Cleaien- vescovato di Fermo. Scrisse diverse o-


le XI inviò nel Lazio e Campagna Ro- pere. Indulto sopra il precetto d'aste-
mana il mg"^ Falconieri per
couiniissiirio nersi dall'opere servili in alcune feste.
liberarle dagli assassini che le desolava- Omelie e Pastorali. Della cristiana e-
no, e vi riuscì prontamente. Spaventosi ducazione: Del regno di Maria, Vita
terremoti sentironsi nel 170^ in Velie- di s. Geraldo vescovo e protettore di
tri, per consenso di que'che rovinarono Velletri, Vita di Benedetto XIll in la-

e desolarono Norcia e suo contado a' i4 tino. Storia della chiesa e città di Vel'
gennaio, Aquila e sua provincia a' 2 feb tetri, di cui mi sono profittato. Per mor-

Jjraio.Clemente XI nel 1709 dichiarò te del cardinal Tanara, avvenuta a' 5

vescovo d Urbania e Angelo in Vado, s. miggio 1724, subentrò non nello stesso
Antonio Antonelli canonico penitenziere mese, ma a' 12 giugno, il cardinal Fran-
e decano della cattedrale; altro illustre ve- cesco del Giudice, nel seguente anno ces-
Jiterno contemporaneo fu Giuseppe Pro- sando di vivere a' IO ottobre. In questo,
speri insigne letterato, autore della D/y- secondo Banco, ma veramente pel con-
serlatio liistorica Icgalis de Regimine cistoro de' 19 novembre, succeduto il car-
civitatìs Feliternac: ma il Ranghiasci dinal Fabrizio Paolucci, presto finì di
nella Bibliografia dello Slato pontificio vivere a'12 o 19 (o li come leggo nelle
)a dice stampata in Roma nel 161 5. Le Notizie di Roma) giugno 1726. il i ."
Provincie di Marittima e Campagna nel luglio fu vescovo e preside il cardinal
1
7 1 3 patirono strage nelle
bestie bovine, Francesco Barberini giuniore, nel cui pa-
e bufaline, per male contagioso. Termi- lazzo episcopale pernottò Benedetto XI II

nò i suoi giorni il cardinal di Buglione a' 27 marzo 1727, tornando da Bene-


8*4 marzo 17 i5, ed a' 16 gli successe il vento. Nella mattina seguente ammi-
cardinal Nicola Acciajoli, il quale morì se al bacio del piede i priori della città,
a' 23 febbraio 1719. A' 27 marzo il car- che gli offrirono in dono un bel reli-
dinal Orsini arcivescovo di Benevento e quiario d'argento colle reliquie del ri-
poi Benedetto XI il, scrisse a Clemente cordato s. Gei'aldo ; visitò la cattedrale
XI, che senza esaminare i suoi diritti ai e quindi partì per Roma. Così il Banco.
vescovati e governi annessi d'Ojtia e Vel- Ma la relazione del viaggio inserita nel
lelri, colla dignità di decano, al quale n." i534 del Diario di Roma del 1727
spellavano per anzianità, li conferisse al riferisce le seguenti particolarità. Prove-
cardinal Fulvio Aslalli,e il Papa l'eseguì niente da Cisterna, nella sera di martedì
8*27 aprile. Perla peste di Marsiglia del giunse a Velletri incontrato fuori della
j 720, trovandosi Velletri vicino alla ma- porla dal popolo in gran numero, e rice-
rina, prese precauzioni e fece murare la vuto nella chiesa della Madonna dell'Or-
porla di s. Lucia, qod che guardare l'ul- lo degli agostiniani dal cardinal Barberi-
VEL VEL 11

ni, e da'cai'dinali Aiiuibale Albani e Ler- dalla città il conte di Monlemar genera-
cari, co'quali si recò al duomo, ove l'os- lissimo colla sua divisione, giunse l'ii
sec|iiiò il suniaganeo de Paolis, e il ca- gennaio altro battaglione, e il colonnello
pilolo in cotta e rocchetto, restando a che lo comandava non volle alloggiare
pernottale nell'episcopio, ed il suo se- nelle caserme, e ostinatamente ordinò a'
guito nel palazzo del principe Ginnetti (ti- soldati che si portassero nelle case de'cit-
tolo conferitogli nel precedente anno da tadini. Mancando al magistrato il tempo
Benedetto XIII; ed aggiungo, che errò di provvedere, restarono le porte dell'a-
Novaes nella SLoria di Benedetto XIII, bitazioni aperte (luche durò il passaggio
col dire ch'egli avea pernottalo nel pa- degli spagnuoli, questi esigendo insolen-
lazzo Ginnetti), tutti trattali splendida- temente d'esser serviti e di avere vetto-
mente medesimo cardinal Barberini,
dal vaglie. Le donne furono rispettate, e tran-
Kella seguente mattina il Papa calò ad ne piccoli furti , altro non avvenne. Pe--
ascoltar la messa per tempo, e poi co' rò l'ordine stravagante, che cittadini do- i

cardinali Barberini e Lercari visitò gl'in- vessero essere responsabili delle diserzio-
fermi nell'ospedale de'benfratellijec.Que- ni , cagionò non pochi guai, l'acificali i

sto Papa fece vescovo di Ferentino il ca- belligeranti, 4 reggimenti di cavalleria


nonico della cattedrale Fabrizio Borgia, spagnuola recandosi a Napoli, producase-
nella quale lo consagrò il sullodato fra- lo disastro gravissimo a Vellelri. Narrai
tello Alessandro: di baia Relazione
lui si nel voi. LXV, p. 270, tumulto susci- il

della traslazione del corpo di s. Geral- lato in Roma a'aS marzo 1736 nel bas-
f/o,Velletri I
7 i4'BenedettoXIIl nel 1729 so popolo, massime di Trastevere, pel se-
volle tornare a visitare la sua amata chie- greto e forzoso ingaggio che facevano gli

sa di Benevento, partendo da Ruma a'28 spagnuoli di soldati. Intanto lai. "colonna


marzo. Pernottò a Marino indi la mal- , a'i3 aprile giunse a
di detta cavallerìa
lina de'29 giunse a Vellelri a ore 9, pre- 1
Valmont(jne, donde a'20 si recarono in
se la cioccolata da'benfralelh e partì su- Vellelri due ufiìziali per vedere i semina-
bito per Cisterna, accompagnato dal duca ti d'orzo e di biade, a fine di servirsene di
Caetani. JN'el ritorno, a'a giugno il Papa erba alla purga de'cavalli. Il popolo mon-
lidi la messa nella chiesa di s. Marzio di tò in furia e si sollevò , indi sul far del
Castel Ginnetti. Presso Vellelri fu incou- giorno de' 22 aprile erano in armi circa
trato dal cardinal Lercari segretario di 3ooo cittadini, né riuscì a' priori e pri-
stato, e proseguì con esso solo in carroz- marie persone di pacificarli. I capi insorti
23 il viaggio per Genzano. Tutto leggo occuparono le porte della città, e la ple-
nella relazione pubblicata co'n.i i8i6 e be furibonda di prepotenza da per tutto
1819 del Diario di Roma. Si guerreggia- s impadronì d'anni e di munizioni. A'23

va dalla Spagna contro l'Austria pel re- sparsasi falsa voce che gli spaglinoli avan-
gno delle due Sicilie (f^.), e prevalendo zavano verso Vellelri, subilo suonaionsi
gli spagnuoli l'infante d. Carlo di Borbo- le campane del palazzo pubblico e della
ne conquistò l'isola nel 1784 e se ne co- torre del Trivio, per chiamar all' armi,
ronò re in Palermo, e tale venne acclama- L'armamento fu sollecito e numeroso, on-
to in Napoli. Clemente XII rimase neii- de partire per Valmonlotie contro gli spa-
liale.. perchè gli domandava l'investitura gnuoli, tra' pianti e le strida delle donne
anche Carlo VI imperatore. Contro di trepidanti. Si obbligarono i gentiluomini
questi il re spedì in Lombardia i3,ooo ad armarsi, e si fortificò la città. Il magi-
soldati, pel passaggio de' quali si prepa- strato di tutto fece consapevole il segreta--
larono in Vellelri caserme con paglioni rio di slato e il cardinal Bai berini, e «pie-i

e coperte. Non ostante , appena parlilo sii a'25 porloisi in Vellelri sperando fre»
i-x V EL VEL
l'animo de'tiimultuanti. Pochissimo
rial- letri le milizie papali, con molti birri, e per
ollenne, benché per disarmare il popolo interposizione del vescovo Papa perdo-
il

ailopeiò persino le lagrime, e nel dì se- nò a tutti, solo venendo multato di poco
guente palli per Roma, lasciando la città un ricco facinoroso, i veliterni conoscen-
nel terrore, ed pacifici veliterni che non
i do scampata la loro patria dall' estremo
aveanopreso parte nella sollevazione, fra' eccidio a intercessione della loro celeste
nemici interni ed esterni; poicliè teaievasi Patrona, celebrarono solennissima festa
che gì' insorti finissero col saccheggio, e di ringraziamento. Morto il cardinal Bar-
gli spagnuoii esacerbati con porre la città berini a'27 agosto 738
( {io vado correg-
a ferio e fuoco. Mentre in tal frangente gendo le date del Banco colle Notizie di
reputavasi ventura il salvare la vita e te- Roma AeiìZiì rilevarle, altrimenti conver-
nevasi certa la rovina di Velletri, si ri- rebbe non rado riferire gli anacroni-
di
corse a'3 maggio con fede alla già espo- smi che sono un niente in confronto di
,

sta e prodigiosa immagine della Madon- sue benemerenze), a'2 settembre gli suc-
na delle Grazie nella cattedrale, protet- cesse il cardinal Pietro Ottoboni, il qua-
trice benefica de' veliterni. Vero portentol le a'6 fece prendere possesso, e 1' i i no-
Ad ore 23 i sollevati deposero l'armi, si- vembre eseguì il suo pubblico ingresso.
no allora inesorabili a qualunque esorta- Poco visse, morendo a'28 febbraio 740 1

zione, e poterono cittadini senza oslaco- i in tempo della Sede apostolica vacante,
lo partire dalla città, sapendosi imminen- che terminando a' 17 agosto coll'elezione
te la sua invasione. Il prodigio fu compie* di Benedetto XIV, questi nel concistoro
lo. Gli spagnuoii d'Orbetello e di Napoli de'2q preconizzò vescovo d'Ostia e Vel-
chiamati in aiuto, con promessa di sacco, letri il decano cardinal Tommaso Ptulfo,

sapulo il disarmo, fecero alto a Piperno e il quale fin dal precedente marzo ne avea

retrocessero. Allora il magistrato mandò assunto il governo, al dire di Bauco. De-


due ecclesiastici al generale spagnuolo iu stinò per suo uditore, come raccontai a'
VaUnontone, per informarlo del disarmo suoi luoghi, Gio. Angelo Braschi poi glo-
e invitarlo a venire con sicurezza a Velle- rioso Pio VI. Il cardinale tosto pubblicò
tri, il che eseguì a'6 festa della Madonna un bando contro ogni sorte di delitti, con
delle Grazie. Seguì lo spoglio di 1026 fu- pene proporzionate; e sotto il suo gover-
cili, l'arresto d'alcuni, la multa al comune no s'innalzò la grandiosa fabbrica de'pub-
«18, 000 scudi, un 3." cioè della prelesa, blici granai e dell'oliarla; non che si este-
il saccheggio delle case de creduli princi- se la giurisdizione territoriale della città,
pali rei, e la demolizione di quella d' uno coll'annessione alla mensa vescovile del-
de'primari autori dell'insurrezione, con- l'abbazia di Bartolomeo del Peschio, la
s.

tro i quali fu pubblicata la taglia per a- quale come dissi apparteneva a quella di
verli vivi o morti, oltre la mietitura delle Frascati. Nel 1743 morì io buon odore
biade a'3 giugno. Narrai a suo luogo, che di santità la veliterna e ven.suor Ange-
inoltre gli spagnuoii dierono fuoco al Sa~ la Caterina Borgia monaca di s. Lucìa in

le e Saline (/^.) d'Ostia, e da Palestrina Selci di PiOina, onde si cominciarono i


preselo a foiza 3ooo scudi. Finalmente processi apostolici per la beatificazione.
u'i5 di talmese accomodatele vertenze Ed ecomi a riparlare degl'infausti avve-
fra il Papa e il re, senza che Clemente XII nimenti di Velletri, fra'napolispani e gli
cedesse alle esorbitanti pretensioni del austriaci, che decisero la sorte del regno
cardinal Acquaviva ministro di Spagna delle due Sicilie a favore della dinastia re-
{F-), il generale spagnuolo partì da Vel- gnante, accennati nel voi. LXV, p. 27 j e
letri, con inesprimibile contento de'veli- articoli relativi, in uno all'edizioni dell'e-
Iciui. Subealrarouo alla custodia di Vel' legaulissima descriziuae latina, scritta da
VEL VEL i3
un ufTlziale del i-e Cnrlo, Castruccio Bona- re , e che il suolo facevano rotto e dilìl-

mici, la quale per la i


."
volta recata in ila- coltoso ad esser corso dalla cavalleria, spa-
liane dal (1/Montanari fu pubblicata in ventato dalla diflìcile impresa , avea sti-

Lucca nel 1841 in 2 tomi e col titolo: mato bene di riutanersi , fissando Nemi
Delle cose operate presso didietri nel- per centro del suo esercito; occupando
l'almo 1744^ della guerra Italica ec.La frattanto i monti Artemisio e Spino, 2 mi-
guerra accesa nell' Italia tra la Spagna e glia circa lungi da Velletri e sovrastanti
l'Austria pel possesso del reame delle ilue la città. Perciò il general Gages cono-
Sicilie, pendeva da dubbia fortuna. Do- sciuta la necessità d'impadronirsi di qua'
po varie battaglie, celebre fu quella data monti, gli assalii e prese a' 1 5 giugno, con
presso Camposanto sulle sponde del Pa- tanto successo, che se i na|)olispani aves-
naro; ambo le |)arli si vantarono d'essere sero continuato a combattere avrebbero
rimaste superiori. Rinforzati gli austriaci, riporlatocompiula vittoria,ed invece to-
comiuciaroiioa incalzare vieppiù gli spa- sto perderooo il monte Spino. In Velie-

gnuolìjche ridotti in poco numero si riti- tri nulla mancava ad essi ma penuria- ,

rarono nel regnodi Napoli inseguiti dagli vano d'acqua pegli acquedotti tagliati da-
austriaci comandati dal principe Lobko- gli austriaci, i quali erano alquanto coster-
witz, il quale divisò di rivolgere le sue nati per la cattiva riuscita di loro impre-
marcie verso lloma, muovere a ribellio- sa. Lobkoìvitz volle fue un ultimo ten-
ne la provincia di Campagna, onde più tativo' per risarcire la sua riputazione e
comodamente entrare nel regno. Penetra- aprirsi la strada al regno di Napoli, prò-
tasi dal re Carlo di Borbone questa delibe- fittandodell'errore de'nemici che mal cu-
razione , diresse verso tale parte tulle le stodivano l'ala sinistra; questa stabdi al-
sue forze, per assaltare nemico invece il l'improvviso d'assaltare, e in pari tempo
d' essere assaltalo, secondo consigli del i d'attaccare l'ala destra sino alla sommi-
conte Gages fiammingo, valoroso e peri- tà dell'Ai temisio.Adunque a' io agosto
to nell'arte militare. Pertanto, alzfilo il I
744» che sarà sempre celebre per la me-
campo da s. Germano, piegò alla volta moria d'un'iropresa la più audace e ben
d'Arpino, passò a Veroli, sì attendò in A- pensata, ma male eseguita, all'improvviso
dopo per 4 giorni si trasferì
nagni, e poco gli austriaci in numero di 6,000 coman-

aValmontone. Intanto il generale austria- dati dal conte di Biown, nottetempo con
co della regina M.^ Teresa, figlia ed ere- successo assaltarono l'ala sinistra,e vi peri-

de di Carlo VI, fece allo a Monte Roton- rono i fanti del reggimento irlandese col
do, da dove si recò a Marino. Saputasi dal loro generale Macdonal, dopo valorosa
re la vicinanza del nemico, non pensò più resistenza. Gli austriaci assalitori vitto-
di porre stanza a Frascati, ma ordinò l'oc- riosi, si avventarono contro la porta, l'ab-
cupazione di Velletri, non per stanziarvi, batterono e entrarono in Velletri. 11 re al-
ma solo per fare riposare Lobko- i soldati. l'avviso dell'assalto, balza dal letto, cinge
witz partito da Marino,coprì Nenii eGen- la spada e fugge al forte da lui formalo
zano confinanti col territorio veliterno. In- sull'altura de'vicini cappuccini e munito
di avvicinandosi alla città, il re vedendolo di numerosa artiglieria, ed ove si riuniro-
lontano 4 miglia, formò in Velletri il suo no il duca diModena Francesco II le l'am-
quartiere generale, alloggiando nel palaz- basciatore di Francia. 11 duca di Caslro-
zo Ginnetti, egli presentò battaglia. Lob- pìgnano solo restò in città per comando
liowilz mirando l'esercito napolispano, e del re, onde tentare se a tanto disastro
considerando le dìflicili e spesse valli, se- polevasi porre argine. Il re quindi con
minate di vigne, albereti, siepi e fossi, che forte animo si avanzò all'ala destra , e-
iatermeltevaosi fra il suo e l' esercito del sortò i soldati alla pugna e comandò da
i\ V E L VE L
esperli<isimo capilauo.Cli austriarl ppi 3 zione, inondato di sangue , per la felice
diverse vie tlirainniulosi per Vellelri vi difesa del duca di Caslropignano reslì
cagionai onn lenoi e, confusione, sfraj^e e sgr)mbro da'nemici. Il re ordinò il riposai
incendii intlescrivibili,col ferro e col fuo- de' soldati, che aveano combattuto dal»
co uccidendo quanti incontravano; e a- l'albeggiare (hio all'ora g."", obbligando!
perte le case de'paciflci cittadini, crudel- possidenti veliterni a somministrare cia-
mente le saccheggiarono, ammazzando e scuno un uomo e togliere a loro spese ^

imprigionando quanti spagnuoJi e napo- cadaveri dalle strade; e chiamale altn


letani vi trovarono. I palazzi ove allog- truppe dagli Abruzzi, rese fortissimi tuU
giavano capi dell'armata patirono il più
i ti i punti della città. Ali.°di novembi
lenibile sacco; cioè quello del conte To- Lol)kwovilzalzòil campoesi tolse aliavi
ritzzi albergo del duca di Modena, ed an- sta di Vellelri dirigendosi verso Rom«
che incendiato ,
quello del cav. Gregna ed il re fece marciare 1'
esercito a inse-'
dimora dell'ambasciatore di Francia, e guirlo sotto il comando del duca di Mo<
quello del cav. Dazi abitazione del conte dena e del conte Gages. Il re dopo avei
Gagespiù degli altri spoglialo. Intanlofu visitato Benedetto XI V , tornò a Napoli
assaltato il monte Artemisio, colla disper- Si gli austriaci come i napolispani stima
sione degli spagnnoli. Allora il re, Gages ronsi vincitori in Vellelri, raa de'prit
e gli altri capitani tanto si adoperarono, ne morirono l'joo, ede'secondi 4ooo. la
che radunata la truppa sconvolta eriani- Velletri poi, dopo tanti e sì gravi danni,
mata al combattimento, specialmente dal ammorbata l'aria, scoppiò una specie di
valoroso e intrepido Castropignano,s'iu»- pestilenza; e la popolazione ne restò deci-
pegno in grande zufl'a e con tanta strage mata, avendovi contribuito i patimenti e
che vi perirono alcuni primari ufiiziali, spaventi sofferti, che alterò la complessio-
fraVjuali il prode Francesco de Croy con- ne di tulli, in tutto il 1744 '"'*''' ''0"°' '4'^
te di Ceaufort, che fu poi sepolto con o- cittadini. La città deformata, i campi e le

norevole epitaffio nella chiesa di s. Gio. vigne devastate, tutto presentando rovi-
Battista. Merttre col più accanito furore na; i cadaveri mal seppelliti cagionando
rombattevasi per le piazze e le vie di Vel- infezione, da Roma fu spedito a presie-
lelri ,
quando gli austriaci si credevano dere allo spurgo della città mg." Alessan-
ormai padroni della città, affrontali con dro Clarelli, con 200 uomini e un gran
tanto coraggio furono compresi da tale numero di cairellieri. Quando i veliterni
terrore, che credendosi circondali da'ne- credevano d'esser liberi da tanti disastri,
mici, geliate l'armi si dierono alla fuga, a' 12 novembre videro entrare nelle loro
e perirono dalie balze da cui precipita- mura altre milizie spedite da Napoli pel
vansi. 1 uapolispani uccisero più della 3." campo di Viterbo, e fra malati e conva-
parte de' nemici, e guidali dal Gages ri- lescenti napolispani contavansi 4ooo sol-

conquistarono I' Artemisio e inseguirono dati. Il Dauco corregge diversi abbagli del-
i fiiggenli. Mentre l'infelice Velletri era lo storico Beccalini, fra'quali che gli au-
in preda al furore e al disordine, il duca striaci saccheggiarono il palazzo Ginnet-
diCaslropignano, che il re avea lascialo a ti, residenza del re, mentre il Bonamici

suo presidio, con gran valore dispose le nulla ne scrisse; uè il Novaes poteva dire
sue truppe in 3 colonne per far fronte al che r uilitore Braschi salvò le carie della
nemico, dopo reciproca strage l'arreslò
e cancelleria napoletana, per cui il regliene
in modo che fu compiutamente sbaraglia- restò gratissimo, perchè se vi fossero per-
to da' valloni e fìnunninghi furenti pei" venutigli austriaci, tal preda non sareb-
la morie del capitano loro conte dì Beau- be loro sfuggita, come fece il marchese
fori. Così Ycllelri nella massima desola- Novali nel palazzo Toruzzi, raa che nel-
VEL VEL I ^
rimpndronlrsidellefarle del Juca Ji Mo- duzioni , e con due dotte e vohiminose
dena restò prigioniero. Osserva Banco, scritture si studiò di provare e sostenere
the se gli austriaci non si abbandonava» l'antico privilegio de'veliterni di potersi
ocon avidità al bottino, l'innocente Vel* eleggere i due rettori e il giudice, nella
letri non sarebbe andata esente dall'ulti- morte del cardinal governatore. Eccone
inoesterniinio, ed essi sarebbero stali vin- il che ricavo dal Ranghiasci. Ra-
titolo

citori, perdendo il tenipoa commettere il gionamento fatto da un nobile cittadino


deplorabile spoglio de' pacifìci cittadini. di J^elletri a favore della sua patria in
11 cardinal Ptuifo volendo sempre più ri' occasione della bolla (Ad Populorum)
stringere l'autorità de'magistrati, emanò pubblicata da Benedetto il d^t
.**
XIV 1

una legge che loro vietava la pubblica- aprileij/iS, nella quale si provK'ede al
zione de'bandi concernenti la polizia e il governo delle città e de luoghi dello sta-
regolamento della città; ma conosciuti to pontificio in morte decloro governato-
gli statuti e i privilegi concessi da' Papi, ri. In Velletri pel Sartori, Fu ili." ditta-

si quietò, e i conservatori restarono ne* tore della società Volsca, e nel t. 2 de'sùoi
loro diritti. ristamparono ia
Nel 1 7^2 si Attia p. 265 vi è V Elogio scrittodal cav.
\eì'\U\s,Statuta Cwitatis Felitcrnae.Mo- Cardinali. In esso si tratta delle sue pro-
ri il cardinale a' 16 febbraio 1 ySSoi 754, duzioni, ed ancora i]e\Ragionamento pu!>
di 90 anni non compiti, ed a'9 aprile gli blicato neli 74^, e dell'altra dimostrazio-

successe il cardinal Pietro Luigi Caratla. ne pureanonima pubblicala dopo la prov-


Decesso a' 1 Sdicembre 1 755,a'i2 gennaio visione di Clemente XI li (incoi mi di-
1756 ne occupò il luogo il cardinal Ranie- spiace leggere qualificala la sua pontificia
roDelci. F'ra'veliterni illustri devono en-
si adesione ad essa colle parole: ecclesiasti-
comiare i segueuti, e pel i.°un gran ser- cità bonaria!), de'25 giugno 1759 (cioè
ico di Dio, religioso francescano. Dissi già la bolla Inter multiplices, presso i\ Bull.
più sopra che fu introdotta la causa per Boni, cont.t. 1 ,p. 2o5: Interdiciturelpro-
la beatificazione, ed è a buon termine, hibetiirne in Ecclesiastica Dilione,post
onde sperasi in breve tempo di venerarlo obilutnRomani PontiJicis,extraordina-
sugli altari, del ven. p. Filippi Visi veli- riiMagistratus, ani milituni Dnces eli-
terno, de'minori osservanti di Cori, nato gantur, ncque milites conscribi possint;
da una Banco, alla cui morie Dio operò idque adcivilalem Velitrarum exlendi-
prodigi per esaltare il suo servo, riposan- tur, decedente Cardinali Decano), onde
do il suo corpo nella chiesa di s. Maria provvedere al governo delle città e luo-
d' Araceli di Roma. Ivi fu pubblicata la ghi dello sfato nella vacanza della Sede
sua l ita neh 844- Francesco Filippi sa- apostolica. » Non istetle già muto il no-
cerdote della congregazione della missio- stro comune. Mg." Antonelli ebbe facile

ne di santa vita, la quale scrisse il p. Ve- e piana la via a dimostrare che quella
raci sculopo: la sua famiglia originaria di provvisione non poteva mai applicarsi a
Firenze, si stabilì in Velletri nel 1028 e Velletri, quando in Sede vacante nessu'
fu ascritta fra le nobili. Gìo. Carlo An- na mutazione si faceva presso di noi, do-
tonelli giuniore da uditore della nunzia- ve il cardinal vescovo continuava dal con-
tura di Colonia divenne inlernunzio e clave a disporre quelle cose che al gover-
governatore del principato di Massera- no si appartenevano. Questa era una e-
110 {J-^ ), e anche in Tiliole, Cisterna
poi videnza. Bisogna dunque trovar modo di
e Mortaiifìa nel Piemonte, altri luoghi chiudergli la bocca (cioè a'coui ponenti la
della s. Sede. Da Benedetto XIV fu di- Corte di Roma del qual vocabolo an- ,

chiaratone! I 7S2 vescovo di Diocliaesuf- che nel voi. LXIII, p. i53 ne ragionai).
fiaganeodi VtlIelri.PubblÌLÒ alcune pio» Fecero una giunta alla provvisioue (di Be-
1

i6 VEL V E L
nedoUo XIV), acciò quello che si dispo- colla riunione delle milizie, incaricandj
neva doversi operaie nello stalo alla mor- lutti i governatori a perseguitarli e cai
te dei Papa, avesse a operarsi a Yellelri cerarli, sparando anco control medesimi
olla morie del vescovo. Così tagliavasì il fino ad ucciderli impunemente. Già a'aj
«odo nel quale lo Anlonelli li aveva av- giugno dello slesso 76 1 era morto 1
il cai
volli, e che non potevasi distrigare ". il dinal Delci, ed a'i3 luglio gli era succe^
Pauco parlando della bolla di Clemente duto il cardinal Giuseppe Spinelli, Iraslalo
XI 1, dice clie proibisce alcune costnman-
1 da Porto e s. Ruffioa,e rinunziato 1' ar-
te delle città e de'Iuoghi dello stalo eccle- civescovato di Napoli. Questo cardinale
siastico nellamorte del Papa; proibizione a'2 gennaio 1763 pubblicò alcune rifor-
che si anche alla città di Velletri
eslese me concernenti i tribunali di Velletri. Fu
pel diritto che esercitava, vacando la sua il di lui governo sì nell' aramioistralivo,
sede vescovile, a mezzo del magistrato e come nel giudiziario esattissimo. Era tal-

dei pubblico consiglio,ed anche nella mor- mente rigoroso nella giustizia, che al mag-
ie o partenza del podestà, di eleggere due gior segno tenne a freno i delitti. Lasciò
lettori e un giudice cittadini, che assume- tanto nome e rispello per la sua giusti-
vano il comando e governo assoluto del- zia, che ne' governi posteriori, accaden-
la città, sino all'elezione e al possesso o do qualche misfatto, correva per la boc-
del nuovo cardinal vescovo governatore ca del popolo questa esclamazione: Oh
o del nuovo podestà. Tale elezione ed e- Spinelli! Giunse a segno tale la di lui in-
sercizio di giurisdizione de' rettori e del tegrità, che proibì a'suoi famigliari di an-
giudice cominciò nel i5i 3 e finì neh 755, dare mendicando le mancie \)eì' Velletri
poiché dopo la detta bolla non ebbe più e sua diocesi nel Nàtale e nell'agosto. Mo-
luogo; e siccome veniva considerata da' rì questo celebre porporato a' 2 aprile
veliterni un memorabile avanzo di anti- 1763 con rammarico di tulli
,
buoni i

ca libertà restata al popolo, così Bau- il ciltadmi. A'i6 maggio e traslato da Al-
co riportò l'elenco di que'cittadini chee- bano prese le redini del vescovato e go-
sercilarono carica si onorifica con giuris- verno il cardinal Carlo Alberto Guidobo-
dizione assoluta nel comando, nel detto no Cavalchini decano. Non rallentò egli
spazio di tempo. Fra gli elogi de'più illu- punto il rigore della giustizia esercitata
stri cittadini, si legge scolpito in marmo dal predecessore.Fece eseguire la condan-
quello di Gio. Carlo Anlonelli, nel por- na all'ultimo supplizio data contro alcu-
tico superiore del palazzo pubblico. Nar- ni malfattori, il che servì a frenare mag-
ra Novaes nella Stona dì Clemente
il giormente delitti né minore fu la di
i ,

XIII, che nel 1761 continuando malvi- i luì diligenza e vigilanza nell'amministra-
venti ad infestare molti luoghi dello sta- zione pubblica. Sotto di lui, trovo ne\Bnll.
to ecclesiastico, principalmente le provin- Ron7. coni. t. 3, p. 1 1 5, che Clemente XI 1

cie di Alarittima e Campagna, fino alle emanò breve Sincera Jideifàei apri-
il

vicinanze di Roma, con grande spavento le 1765: Numerus Consiliarioriun civi-

e pericolo di que'popoli, il Papa risoluto tatis Veletri ex sexaginta ad qnadra-


di rendere a questi la quiete coll'estirpa- gìnta reduci tur, nec non tempus exerci-
re quelli onninamente, con un bando del iii Magistraturae de trimestre ad qua-
cardinal Torregiani segretario di slato de* drimestre prorogatur. Insorte contro-
18 agosto, ordinò l'intera osservanza de* versie fra il cardinal decano e la Con-
precedenti bandi e bolle, precipuamen- gregazìone cardinalizia del Buon Gover-
te quella di Sisto V; ed inoltre comandò 720, in materia di giurisdizione sulla comu-
per la totale estirpazione loro, si dasse il nità di Velletri, Clemente XIII per deci-
&cg(io col suono delle campane all' armi, dere la logione delle due parti avea de-
V EL VEL 17
pillalo nnn paiiicolare congregazione «li poraledi Velletri al cardinal decano, Si-
() cardini) coH'ucliloi'c del Papa per se-
li sto V e Clemente XIV, achei due car-
grelario. Questa vertenza finalmente fu dinali che senza di essa subentrarono a
risoluta sotto Clemente XIV a' 22 feb- reggere la chiesa veliterna, e per breve
braio 744^ favore del buongoverno: ma
1 ten)|)0, furono Gio. Antonio e Fabrizio
il Papa in riguardo a'meritì personali del Serbelloni milanesi d'una stessa famiglia.
vecchio cardinal Cavalchini attuale go- Essendo morto il cardinal Fabrizio, a'
vernatore »li Velletri sospese 1' esecuzio- 18 dicembre I 775 divenne vescovo e go-
ne della sentenza finché questi vivesse. vernatoredi Velletri il cardinalGio. Fran-
IVIorlo poco dopo il cardinale a'7 marzo cesco Albani. Il principio del suo gover-
1774, ne il cardinal Gio. Francesco Al- no fu lodevole; ma in seguito fu di tali e
bani vescovo di Porto e s. Ruflina dive- s^i gravi pregiudizi, che ancora può dirsi
lluto decano, né il cardinal Enrico Bene- che cittadini ne risentano danni, come
i i

detto M.' Clemente duca di York vesco- si esprime lo storico veliterno Dauco. Non

vo di Fra'*cati divenuto sotto- decano, vol- ostante lo loda come vescovo, qual per-
lero oliare a'vescovati d'Ostia e Velletri, sonaggio di gran senno, assai pralico de
per cagione della lolla giurisdizione tem- maneggi della corte, e di animo inclinato
porale, onde passò a leggere queste chie- alla clemenza. Il cardinale a' 6 settem-
se a' 18 aprile il cardinal Fabrizio Ser- bre 1777 emanò una giuridica istruzio-
belloni traslalo da Albano, giusto, carita- ne sulla cumulativa, cioè che le cause pu-
tevole e munifico. Ebbe però governo bre- ramente laicali potessero Irallaisi avan-
vissimo, essendo morto a'7 ovvero come ti suo vicario generale re integra, sen-
il

registrano le Notizie di Roma l'S dicem- za che la curia laicale avesse diritto d'im-
bre 1775, (juando però già Pio VI col bre- pedire questa giurisdizione fra 1' una e
ve Lt primuin, de' 18 novembre 1775, r altra curia, si dovesse appellare o a-
Bidl. Roììi. coni. t. 5, p.i 65: Confiriiia- vanli allo stesso cardinale, o al suo udi-
tio omnium, clsingulorumprivilegioruni tore di camera, o al suo uditore gene-
Emincntissimi Episcopi Ostiensis et Fé- rale, per ottenere la circoscrizione de-
lileniensis super privativa ejusjurisdi- gli atti. Pio VI volendo emulare 1' au-
elione indictis CivilatibuSytam in civili- lica magnificenza romana pensò d'apri-
husy criminalibns et oeconomicis, exclit- re nuove strade consolari, per rendere
sive ad quaecuinque trihunalia Urbis, più facile la comunicazione co' regni e

etiant congrega lionis ad considtanda cogli stali limitrofi, e peragevolare mag-


pontijiciae ditionis negocia designatae, giormente il commercio, nel 1779 ordi-
et reintegratio j'urisdictionis privativae nò che si abbandonasse la vecchia strada
prò omnibus oeconomicis communi la tis che da Roma conduceva a Napoli pas-
rdilrarum exclusive ad sac. Congre- sando per Marino, e per la macchia del-
gationeni Boni Reginiinis. In tal modo la Faggiola o Fajola sempre favorevole
il cambiamenlo di governo di Velletri fu asilo de' malviventi, e per Velletri, quin-
di breve durala, per avere Pio VI annul- di si riprendesse il corso della via Appia.
lala l'anteriore sentenza e ristabilita nel Conoscendosi da' veliterni il grave dan-

cardinal decano la giurisdizione privali- no, che da questo cambiamento deriva-


va.L'accademia Velilerna a vea fatto |)lau- va al loro commercio, restando la loro
so all'esaltazione di Pio Giu- VI col libro: patria dislaccala dalla viaconsolare, sup-
bilo della Società letteraria Folsca per plicarono il Papa a non permettere che
l'esaltazione di Pio /^/, Velletri 1775. Velletri avesse questo pregiudizioje qua-
Piaccpie osservare al Dauco, che due Pa- lora loro accordasse la grazia richiesta,
pi convenluali toUcrolagiurisdizioaelem- dall'erarìocomuDale sarebbe fatta la spe-
VCL. xc.
^

L fi /
i8 V E L V E L
sa (.li quel trailo di strada, che la disine- Vellelri nella visita della cattedrali.', do-
cavadairiicceniiata viaAppia sino alla lo- ve veniva ricevuto con profonda vene-
ro cillìi. Il l'apa esaudì i voti de' veliler- razione dal vescovo sulFraganeo, da lut-
nijche erogarono a tal uopo più di5o,ooo to il clero., dalla magistratiu-a e dalla
scudi, e posero marmorea iscrizione sul- nobiltà, e dopo qualche oin di tralleni-
la spianala del ponte Ros«o, in parie poi mento nel palazzo pubblico, prendendo
spezzala da' repubblicani del 1798. Nel un ristoro dal cardinal decano, prose-
pontificato di Cletnente Xlli erasi slabi- guiva il suo viaggio. Altra fermata face-
litodi piantare la selva detta del Comune, va in Albano nell'episcopio, ivi pure vi-

e porla a coltivazione di vigneti collannuo sitando la cattedrale. In sostanza, tranne


canone di paoli 84 il rubbio; in quello di il 1782, vi si recò ogni anno fino e inclu-
Pio VI si elFettuò, e così fu nutnenlata la sive al 1796, onde è agevole leggere i

rendita pubblica eia privata per la quan- particolari de' ricevimenti, brevi tratle-
tità di vino che vi si raccoglie. Avendo nimenti e passaggi per Vellelri, ne' Dia-
l'io VI intrapresala gigantesca disecca- ri diRoma all'indicale epoche. Fioriva
zione e bonificazione delle Paludi Pon- in questo tempo 1' eccellente architetto
tine (/'.), di persona volle recarsi neli 780 veliterno Nicola Giansimoni, di cui [)iìi

a vederne i grandiosi lavori. A' 6 aprile volte dovetti parlare con lode, Nel 1789
si pose in viaggio con pochi di sua corte, Pio VI rallegrò i veliterni per la promo-
giinise in Vellelri tra le somme dimo- zione al cardinalato del celebie concitta-
strazioni di gioia e di venerazione di tut- dino Stefano Borgia (^.), di cui e delle
ta la popolazione. Scese al pubblico pa- sue opere ragionai in tanti articoli, che
lazzo e prese alloggio all' appartauiento pegli argomenti che trattò ne usai van-
superiore del cardinal vescovo governa- taggiosamente; dotto, eruditissimo e ze-

quanto raccontai superiormente,


tore, per lante porporato. I veliterni ringraziaro-
da lui trattato con nobile magnificenza. no il Papa pertanto onore, donarono al

Vi dimorò quasi due giorni, ammise al cardinale 3, 000 scudi e fecero pubbli-
baciodel piede tutto il clero, la magistra- che feste per 3 giorni. Formò 1* animi-
tura e la nobiltà, ed ebl)e in dono dalla razione de' letterati, di cui era il mece-
cillà un (piadro di Giulio Romano rap- nate e l'amico ; e lo celebrai in principio
presentante l'Adorazione de'ss. RelMagi, di quest'articolo. Alcuni sediziosi del bas-
allorché si recò a onorare le camere de' so popolo,profillando della troppa liber-
conservatori. Celebiò la messa nella cat- tà che regnava in Vellelri pel mal go-
tedrale, cioè nell'altare della Madonna verno, vollero tentare una rivolta contro
delle Grazie, e lasciò in dono a quella i priori, il vice-governatore e la nobiltà,
chiesa un ricco calice cuna gran pisside forse coll'inlenzione di rubare e saccheg-
d'eccellente lavoro, auibo d'argento do- giar le case de' possidenti più ricchi. Ne
rato. L'8 partì per Terraciiia (1 .),o\e fucapo Francesco Ferrante,dello il Conte
si trattenne fino a' 20. Pio VI quasi in Spacca; ma con 100 birri venuti dalioma,
lutti gli anni del suo pontificato, cioè in e con arresti si rimediò a tempo, non sen-
quelli notati ne' citati orticoli, portava- za notabile dispendio del comune. Io ora
si verso il fine d'aprilee nel uiese ili mag- non posso tener dietro al can. Rauco nel
gio a Terracina, confine dello stato e fin narrare gli straordinari e deplorabili av-
dove giunge la nuova linea di strada ila venimenti, con minuziosi particolari im-
lui falla; vi si tratteneva a diporto e per portanti alla storia urbana, che comin-
incoraggiare le lavorazioni dell'asciuga- ciarono nell'infausto 1798 anche in Vel-
mento per i5o 20 giorni; quindi sia nel- lelri, i quali egli a ragione dice sem-
l'andare e sìa uel ritorno lralt{incvasi in brano incredibili, e forse ne' futuri seco-
V E L VEL 19
lisaranno piesi per invenzioni, menlre due bandiere tricolori. Allora prezzola-
sono lulte inconlrastubili veiitù acca- li gridarono, finito il dispotismo de' pre-
ilule sotto i suoi ocelli. Di e^si e de' po- potenti, morte a'tiranni, abbasso gli a-
steriori tui limiterò aun fugace cenno, ristocratici. Indi fu saccheggiato l'appar-
grande della storia dello
iJd[)puicliè pel tamento vescovile, e si elessero alcune
sialo papale, di sua Soi'ranilà e di Ro- cariche di polizia per regolare provvi-
ma, in quegli articoli e ne' relativi ne soriamente la città, i capi della guar-
tenni proposito. Abbiamo poi di P. Pel- dia nazionale, ed a tutti fu imposta la

lisseri: Quadro storico degli av^'enìmeii' coccaida tricolore. Si suscitava una con-
li più interessanti accaduti nella città traria fazione, quando comparvero in
di Velie tri, e nelle provincie di Campa- città 5o dragoni francesi col comandan-
gna e Marittima dall' anno 1798 al te di piazza e vari udìziali. A'24 si eles-

1 799, Vellelri 800. Dopoché nel regno


i sero i consoli provvisori, ed i giudici ci-
di Francia[f'.) si suscitò il faiiatisiuo del- vile e criminale. Per false voci di Ro-
la libertà, che .scosse il giogo monarchi- ma a' 26 si commossero i popoli vici-
co, e tentò d'abbattere ani:he l'aliare, si ni e i veliterni contro i france.si, i quali
rienjpì quella già florida regione d'orro- prontamente fuggirono. Armatisi gì' in-
re, di disordine, d'ogni scelleratezza. Non sorti, in numero d' 870 intrepidi mar-
si ristette il fanatico pregiudizio del libe- ciarono contro i francesi di Roma, ma
ralismo entro i confini della Francia, n)a tosto si sciolsero per via. I francesi inte-
qual torrente impetuoso ,sorraontate l'Al- sa l'insurrezione, in numero di 2600 e
pi, inondò quasi tutta l'Italia, portando condotti dal general iVIurat si diressero
in trionfo il libertinaggio e l'irieligione, a Castel Gandolfo, adronlati da' riuni-
insegnando la ribt^llionc a' legittimi so- ti veliterni ; i quali conosciuta la supe-
vraui. Invaso lo stato pontifìcio da' re- riorità del necnico, dopo combattimento
pubblicani francesi, ad onta del fatale si dierono alla fuga, inutihnente volen-
tiattato di Tolentino (^.), Roma 1'
i i dola impedire i marinesi loro antagoni-
febbraio 1798 fu occupata dal general sti. Pochi incauti rifugiatisi nel palazzo
Berthier, a' i5 venne promulgata la re- apostolico. Murai fece aprire il portone
pubblica Romana o Tiberina, innalzato col cannone, e dopo vigorosa difesa furo-
l'albero della libertà in Campidoglio, ed no tutti tagliati a pezzi. La desolazione
a' 20 il detronizzato Pio f J {V.) fu tosto si sparse in Vellelri dal suono del-
strappato dal Vaticano, e deportato in le campane della cattedrale, della torre
Francia gloriosamente morì in Valenza di Maria del Trivio e del palazzo pub-
s.

{V.). Saputisi da'velilerni i primi lagri- blico, che chiamarono all'armi; lutti fra*
me voli casi di Ruma e del Papa, ne re- pianti e lamenti non pensando che a met-
i

starono costernali ed estremamente com- tere in salvo la vita e le sostanze nelle vi-
mossi di spavento, prevedendo i gravi gne, ne'boschi e ne' paesi convicini,i quali
disastri che loro sovrastavano. Anche in furono larghi d'ospitalità per più giorni,
Vellelri non mancarono democratici, ma specialmente Cori. Murai sceso in Alba-
pochi, fra' quali un cattivo ecclesiastico no, lo saccheggiarono soldati; e giunto in i

romano ivi domiciliato, che aderente al- Velletri ilr.° marzo la trovò vuota d'abi-
la setta ebbe ordine dal general Rerthier tanti, tranne pochi animosi restati a cu-
di democratizzar la città; il che con altri stodire le case. Preso alloggio nella casa
20 eseguì 8 febbraio piantando avan-
a' 1 Borgia, fu scongiuralo a ritirare l'ordine
ti al palazzo pubblico l'albero sedicente del saccheggio di 6 ore e di atterrare la
della libertà, col solito berrettone rosso, parte inferiore della città, da'cav. Gio.
die dicevano berretta di Urulo, e con Paolo Borgia e Paolo Toiuzzi, che ria-
ao VEL V E L
scìi 0110 a plncai lo. Pei ò volle In multa <li mnzioni del popolosi atterrarono gli al-

4ooo scodi, e che in leiniine ili 12 ore beri della libertà, e il tluca ripristinò
tulli i cittadini tornassero alle loro case l'antico magistrato; ma sì bella armatii
sotto pena della confisca de' beni. Parti- poco ordinala e composta di 52, 000 sol-
to Murai nel dì seguente, i velilernico- dati, fu sbaragliala a Civita Castellana
ininciarcnoa ripalriure, esi contjbbe die da francesi e polacchi; ed il re Ferdinan-
87 erano stati uccisi e 5o feriti; mentre do IV fuggente da Uoma traversò Velle-
i francesi ebbero 664 morti sul campo, tii a' 12 dicembre. Laonde a' 17 ilicem-

182 feriti e 4o cavalli uccisi. Passali 4 bre cotivenne fare rial/are gli alberi del-
giorni venne una guarnigione di 5oo fran- la libertà, e nel dì seguente cominciò il

cesi, ed i patriotti ripiantarono gli alberi passaggio de' francesi per la conquista
della libertà nelle piazze del Comune, del di Napoli, e come gli aliti gravoso per
Piano e del Trivio. Si abolirono lulli i ti- gli alloggi e le forzose contribuzioni. Nel
toli d'onore, tulli dovendo chiamarsi cit- piecedeiite luglio, naira l'aiinalista cav.
tadini ; si distrussero gli stemmi gentilizi Coppi, la maggior parte delle provincie
e l'iscrizioni lapidarie, e atleirala la cele- di Alarittima e Campagna, allora for-
bre statua d'Urbano Vili, Ira'viluperii manti il dipartimento del Circeo, si sol-
della rabbia repubblicana, non polen- levarono, e corsero all'armi; furono tru-
dosi spezzare venne fusa col fuoco e ven- cidali o arrestali quanti francesi e patriot-
duto il metallo a prezzo vilissimo. Ope- li si poterono raggiungere. Ne furono
ralo il disarmamento, si fucilarono 4 cause immediate la soppressione di mol-
coujplici della rivoluzione. Disciolto il li luoghi timore della militare
pii e il

consolato provvisorio, si (ormò la muni- coscrizione. Prima però che que'sollevati


cipalità di 7 edili compreso il presiden- potessero unirsi e ordinarsi, accorsero da
te, del prefetto consolare, del fpieslore, Koma forti distaccamenti di francesi e di
del segretario e dei conunissariu di [>uli- polacchi, e sul fine dello stesso mese di
zia. Inoltre eranvi un pretore con 4 as- luglio Ferentino fu preso e saccheggia-
sessori, uno scriba ; un presidente e un to; lo slesso accadde sul principio d'ago-
prefello consolare e uno scriba di censu- sto a Frosinone ed a Terracina, non o-
ra. A'26 giugno fu brucialo il libro dello slante la ben ordinala e validissima di-

d'oro, che conteneva l'elenco di tulle le fesa degli abitanti. Con questi esempi di
famiglie nobili; e l'S luglio s'obbligaro- terrore la maggior parie degli altri luo-
no gli ecclesiastici a vestir da secolari, e ghi si sottomise senza combattere. Colle
montar la guardia. Si soppressero con- i commissioni militari furono quindi con-
venti degli agostiniani e conventuali, il dannali a morte diversi de' principali sol-
monastero de' basiliani, il collegio de' so- levati che caddero in potere de' vincito-
U)aschi e tutte le confralernile. Toltele ri. Furono questi sconvolgimenti dello
chiese furono spogliale de' vasi sagri d'ar- stalo romano che misero in grande agi-
gento ed oro, e di altre suppellellili pre- tazione la corte di Napoli. Quindi per
ziose, ìnclusivamenle alle corone d' oro provvedere a' propri interessi e non la-
nel 1682 imposte dal capitolo Valicano sciar penetrare nelle sue provincie i ri-
alia Aladonna delle Grazie e al divin Fi- voltosi, occupò principati di Beneven-
i

glio, ed alla petliera di pietre preziose. to e d« Ponte Corvo fin dall'aprile, e più
Avanzandosi l'armata napoletana per oc- tardi intraprese la suddetta invasione del
cupare lo sialo della repubblica, condot- resto dello stalo, con infelice esilo per al-
ta dal duca di Sassonia, a' 25 novembre lora. Ne' primi del 1799 fu ordinalo in
entrò in Velletri, essendone parlili i fran- Yellelii l'abbassamento delle campane
cesi co' giacobini, per cui fra le accla- delle chiese soppresse, ma poi al ripristi-
a

V E L V EL 21
naiiienlo del governo papale si resliUil- rinfozar 1' ala del principe di Rocca l\o-
lono; segni orribile carestia, ed i facol- niiina, e finalmente a' 3o giunse la lieta

tosi verniero gravali di l'orli contribuzio- novella che l'armata napoletana era en-
ni. Nel maggio ri[)a$saroiio i francesi re- trata inR.oma contemporaneamente a-
tliici dal regno ili Napoli, dopo averlo conseguenza della con-
gli austriaci, in

bc'iiespoglialo,quindi cominciarono a ve- venzione col general Garnier di dover


nne nelle provincie di Rlariltima e Cam- sgombrare francesi dallo stato romano,
i

pagna gl'insorgenti napoletani, e ne'pri- imbarcandosi a Civitavecchia co' patriot-

inì di luglio pure in Vellelri perseguitan- li. La truppa


massa comandala da di

do giacobini; però a' io luglio tornaro-


i l'ezza fu congedata a piccoli corpi, che
no i francesi e ne uscirono a'3 i , restando disturbarono e danneggiarono Velletri,
tlisciulta la municipalità e abolito l' op- Cori assai di più, e così altri limitrofi
pressivo governo democratico. Il i. d'n- luoghi. Queste truppe d'insorgenti napo-
gosto un uilìzìale napoletano con uà letani in massa arrolate dal cardinal Fa-
corpo d'msorgcnli e con una truppa di brizio Riilfo si appellarono della Santa

cnlnbresi monturati, entrò in Velletri e Fede e Sanfedisti. Se avessero accoppia-


vi atterrò gli alberi della libertà; a' 4 vi to la moderazione, l'onestà e l'ordine, e
giimse il general fVodio, tutti in nome di cosi dicasi degl' insorgenti veliterni, sa-
Ferdinando IV re delle due Sicilie. Sa- rebbero slati riguardiiti cornei più be-
putoci che dalla parte di Marino, uniti nemeriti e illustri difensori della sovra-
a'marinesi e a'palriolti, i francesi si diri- nità; ma gli eccessi commessi da molti di
gevano perla via diFaggiola alla volta di loro oscurarono la gloria della beli' im-
Vellelri per sorprenderla; i veliterni suo- presa. Per cui \ì vocabolo Sanfedista
nata campana airarmi,in un baleno riu-
la venne odio ad ogni classe di persone;
in

nirono un corpo di circa 4ooo, compresi talmente che nel dialetto napoletano /^/r
gl'insorgenti ei Calabi esi, con diversi pezzi Santa Fede, il men tristo che valga è ru-
d'artiglieria recandosi in alcune posizioni bare e rapinare. A frenare i delitti degl'in-

viuitaggiose. Informali di ciò i francesi, sorgenti, fu obbligala la pubblica auto-


non si avanzarono. ]Ma a'2 1 agosto grave rità di servirsi del rigore e de' castighi.
fu il timore de'veliterni in sentire Rodio Adunatosi il conclave in Venezia per da-
disfatto a Frascati, colla perdila di mol- re il successore a Pio VI.il cardinal Al-
la artiglieria e del bagaglio, preveden- bani pronunziò il Discorso tenuto nel-
dosi iu)mìuenle una scorreria francese, la cappella del conclave il d'i primo di-
onde ognuno peusò a porsi in salvo co- cemhre 7 99 «/ Sagro Collegio de' Car-
1

gli eifelli preziosi, restando spopolata la dinali congregato per l'elezione del fu-
città. Difutti da Rocca di Papa
i francesi turo Sommo Pontefice, \{.oma 1800. A'
marciavano per Faggiola per discendere (4 marzo di cpiesto fu eletto Pio VII,
a Velletri, se a' 29 non entrava in Vel- cui il re Ferdinando IV restituì lo stato,
lelri il general Micbele Pezza detto fra e il Papa nominò legati a latere a' 32 o
Diavolo con 2600 uomini di truppa in a'2 3 maggio cardinali Albani, Roverella
i

massa e 4 pezzi di caimone, con gran con- e Della Somaglia, per riceverne la conse-
Unto del popolo ritornato. Il Pezza pre- gna in Ron)a, il che segui a' 23 giugno,
se provvide misure per la difesa, e passò ed a' 3 luglio Pio Vii vi fece il suo ingres-
a dare il guasto a Marino, dov' eransi so. vSubilo fu riattivato l'antico governo
annidati i patriotli fuggiaschi, essendo il in Vellelri, e ne riprese le redini il car-
|)op()l() allora del partito repubblicano, dinal Albani co(ne governatore, venendo
secondo Hauco. A' i5 settembre Pezza gli alfari pubblici regolati da'priori e dal
parti da Vellelri alla volta d'Albano per consiglio de' 40. Sebbene Pio VII catu-
23 VEL VEL
biò il sistema goveroalivo ili tulio lo sta- rnbbio; propoi'zionatamente le veflova-
lo, la sola Vellelii eccellilo dalla legge glie, onde obbligati i cittadini a nudrirsì
generale. Con suo molo-proprio il Papa di pessimi cibi ne risentirono i tristi ef-

fissò in 75 articoli il sistema daziale, che ((;lli nel i8o3, in cui si manifestò nella
portò seco l'intavolamenlo de' beni co- città un morbo putrido così pestilenzia-
rnunitalivi ; provvedimento
onde prese il le, che in pochi mesi rapì 87G indivi-
iV incamerare beni di tulle le comunità
i dui. Il cardinal Albani passò all'altra
dello stalo. Per l'annullamento della mo- vita a'i5 seltembie i8o3, a cui successe
neta plateale, delle cedole e degli asse- a' 26 il vescovo Tusculano cardinal duca

gnali sotto l'estinta repubblica, anche in di York, che nel dì seguente ne prese pos-
Velletri restarono moltissime famiglie sesso per procuratore, portandosi poi in
miserabili e comunemente tutte indebo- V^elletri nel novembre, dove fu ricevuto
lite negl'interessi. Col detto regolamen- colla massima allegrezza, cordiali accia-
to restò pure la comune di Velletri spo- niazioni e pubbliche feste, poiché i citta-
gliata di tutti i suoi beni, che furono le ditii da pili di 17 anni erano restali privi
grandi tenute di Lariano, di Faggiola e della presenza del loro vescovo e gover-
del Comune, che vennero dal-
in seguilo natore. Narra il Pistoiesi, f'ita di Pio
la camera apostolica alienali, avendo ri- T^If, t. 1, p. 243. « Due simultanei edit-
servato però a favore de' veliterni tutti ti del cardinal Consalvi segretario di sta-
que' diritti civili che prima godevano. lo, ebbero luogo a' 23 settembre i8o5.
Questo nuovo sistema non fu d' alcun Essi per intempestivo rigore servirono
danno a Velletri, poiché, per la pessima come di fomite al nascente brigantaggio,
Amministrazione de' beni e delle rendi- che insensibilmente ingigantiva ed infe-
te comunali, il debito assorbiva di gran stava le male augurate Provincie di Ma-
lunga la sua possidenza. Restarono abo- rittima e Campagna, e che produsse di-
lite, come già deplorai, tutte le corpora- poi, come vedremo, l'infelicità di tante
zioni dell'università artistiche, che in famiglie, e per la proclamata amnistia il

questa erano numerose. Alla serie


città iliscredito della corte di Roma. Il i, "editto
dell'accennate afflizioni e guai, suben- raggiravasi sulla fabbricazione, ritenzio-
trarono a flagellare veliterni il terre- i ne e delazione dell'armi; ed il 2.° sulla ret-
moto, la fame e una terribile epidemia. ta, spedita ed esemplare punizione de'de-
A' 29 dicembre 800 in Velletri fu gior-
1 lilti, fino alla pena capitale da subirsi nel
no di spavento ed orrore per la veemen- luogo dell'aggressione iis locix ubi : m
te scossa della terra, che poco mancò a crassati sunl".¥vailiain\o Napoleone I
restare la città tutta fra le rovine sepol- imperatore de' francesi avendo dichiara»»
ta : giammai i veliterni ne aveano pro- lo re di Napoli il fratello Giuseppe Bona'^
vata altra simile, e non vi fu fabbrica parie, ordinò la conquista del regno; quin-
che non restasse lesa, per cui rinnovatesi di lo stato pontifìcio fu inondato di trup
«lire 3 sensibili scosse, i cittadini fuggi- pe francesi, venendo olibligalo il gover
rono alla campagna. Questo flagello non no a somministrare a' soldati transitan
terminò che a' 5 dicembre del seguente ti viveri e alloggi. A' 20 gennaio 1806
anno, nel quale si udirono 16 scosse. Nel- stanziarono per 2 giorni in Velletri t 1,000
la notte de' 3i dello slesso mese, susci- annali, compresa la cavalleria, oltre l'ar-
lossi in aria una tempesta cosi spaveii- tiglieria e bagaglie. Non può immaginar
che incusse non minor timore e
losa,
pericolo del terremoto. Nel 1 802 poi la
si

do
la confusione,
delle famiglie per l'insolenze
il disturbo e l'incorno
commes-
I
carestia comune a lutto lo stato fu ù se da'militari. Occuparono per alloggiare
grande, che il grano costava 4^ scudi il tulli i conventi e molte chiese; incomoda
V E L V E L 23
che non
in Vellelri cessò (Ino alla restau- cese, che tolse al cardinale ogni potere e
razione Ferdinando V col nome diFer-
(li I lo esiliò da Roma, passando egli a Spo-
dinando I. A'26 agosto 806 poco mancò 1 leto, e ove
poi in sua patria Sinigaglia,
che tutta la città non fosse eguagliata al morìa' 2 3 gennaio 1811, e fu lodalo con
suolo e i cittadini sepolti fra le sue rovine elegio funebre da mg."^ Teloni poi vesco-
pel lejribiIelerrefnoto,unode'più spaven- vo di Macerala. Per la sua età decrepi-
tosi per la durata di 28 minuti secondi. ta, ebbe la patria per grazia in rilega-

Caddero alcune fidjbriche, fra le quali le zione. Per la sua dottrina e sommi meri-
chiese degli Angeli e di s. Maria in Via ti poteva dirsi anche ili.°del sagro col-
Latade'basiliani: le abitazioni sconquas- legio. Napoleone I dopo aver occupato
sate di mano in mano rovinando, fu d'uo- il regno di Napoli, s'impadronì dello sta-

po deniolirle e rifabbricarle, e nella mag- to papale e di Roma, fece arrestare e de-


gior partesi doverono restaurare. Resta- portare in estero paese i cardinali, i pre-
li cittadini salvi, tranne de' feriti, per
i lati e altri 6 luglio
ecclesiastici, ed a'
aver invocato il soccorso della Madonna 1809 anche Pio VII. Avendo cambiato
delle Grazie, a questa resero solenni rin- il governo e diviso tutto lo stato in vari
graziamenti, con voto perpetuodi festeg- dipaifimenli, Vellelri fu dichiarata sot-
giare l'anni vei sario del singolare prodigio lo-prefellura e capoluogo della provincia
e di osservare il digiuno nel i.° sabato di di Marittima, con residenza del sotto-pre-
maggio vigilia di sua festa; ed inoltre fu fetto francese colla sua corte. Vi erano i

dichiarata protettrice della città, e col- tribunali di pace, e il collegiale di i." i-

locata memoria marmorea nella catte- stanza, l'ufìlzio di polizia. La magistra-


drale. Morto in Frascati (nel voi. Xll, tura era composta del maire e di due ag-
p. 325, di ciò parlando prima della pa- giunti, con consiglio di 4o cittadini. Vi
rola Frascati, perommissione tipografie» esisteva numerosa truppa di fanteria e
mancano le parole Ostia e Felle tri in,: cavalleria, essendovi il quartier generale
allritnenti sembra che morisse vescovo di Marittima con un generale di divisione
di Frascati, peroni qui vi supplisco), suo e suo stato maggiore, oltre il forte quar-
prediletto soggiorno, \\ cardinale York tiere. La sotto prefettura di Veiletri di-

1807, dopo giusto e glorioso


a'i 3 luglio visa in i3 governi abbracciò tra città e
governo,benemeritoco'poveri,e co'semi- castella i seguenti /\5 comuni, ed i capo
naristi pel locale formato per passarvi i governo distinguerò in corsivo. P^el-
ili

mesi estivi. A' 3 agosto da Porlo e s. Ruf- capoluogo e capo di governo. Ser-
litri
fina vi fu traslato il cardinal Leonardo moneta con Cisterna e Norma. Sezze con
Antonelli, il quale sebbene non avesse il Dassiano. Terracina con Soun'mo e s. Fe-
suo vice-govei nalore e il suo uditore per lice.Pipcrno con Maeuza, Rocca Gorga,
Veìletri, per tutti gli alfari d'amministra- Pisterzo e Acqua Puzza. Segni con Gavi-
zione comunale, e le cause specialmen- gnano. Gorga e Carpineto. f^alinontone
te criminali, prima che si decidessero, do- con Monte Fortino e Lugnauo. Paliano
veano essere da lui rivedute e esaminale. con Piglio, Serrone e Sgurgola. Gema-
I ministri che lo servivano erano esattis- nn con Nemi, Civita Lavinia, Ardea, Net-
simi, e il governo di lui fu ordinato e giu- tuno e Porto d'Anzio. Albano con Castel
sto. Come il cardinal Borgia, avea an- Gandolfo e Ariccia. Marino con Rocca
ch' egli accompagnato a Parigi Pio VII Priora, Rocca di Papa e Grotta Ferrata.
nel 1804 per la coronazione dell'impe- Frascati con Monte Compalri , Monte
ratore Napoleone I. Veiletri poteva re- Porzio e La Colonna. Cori con Giuliano
putarsi felice, se non fosse stato inter- e Rocca Massima. Dal nuovo governo
rotto il suo regime dall'occupazione fran- imperiale francese furono aboliti i luo-
24 V E L VEl.
glii d'asilo ài Cniica e Campo Morto. Non (poiché è Cauco che narra dì sua patria)
Irovantlo perciò iinalfuttoii dove rifugiar- «lavasi da lutti in gran tiujore: aveasidd-
si per noi) cadere nelle mani della giusti- ficollà d'allontanarsi dalle porte della cit-
zia, riuniiousi in diverse torme, che au- tà: nelle vigne e ne' campi non eravi si-

mentate da numero considerabile di essi, curezza; eniuno ardiva di abitare ne'casi-


infestarono l'intere popolazioni, impedi- ni di campagna". Dacché fu stabilito il go-
rono il viaggiare, lesero diflicile il com- verno francese, come in lutto lo stato, e-
mercio, comechè da tutti temuti. L'infa- ziandioinVelletri furono soppressi e chiu-
me arte usata da questi assassini, era d'ar- si lutti conventi^
i monasteri e lutte le i

restare i ricchi viandanti, e di sorprende- altre corporazioni religiose, le rendile de'


re padroni ne'loro poderi, e quindi tas-
i quali furono demaniale. Lo stesso accad-
sarli d'una somma considerabile di più de a'beni del vescovato, del capitolo e de'
centinaia e anche migliaia di scudi , da beneficiati. IMolti fondi di questi luoghi
farsi ricapitare sui monti o nelle foreste, pii furono venduti. Olire il vescovo, alcu-
dove strascinavano quegl' infelici ; colla ni canonici ecurali che ricusarono di pre-
condizione, che se nello spazio di tante slare il giuramento proibito dal Papa e
ore non fosse stalo loro rimesso il dena- l'ululo do'fiancesi, furono esiliali; onde la
ro, gli avrebbero uccisi. Altri di nottetem- popolazione per mancanza del pastore o
po, con ingaruio penetravano nelle case dì tanti sagri ministri , molto sollrì nel-
de'possidenli, le svaligiavano de'denari e l'assistenza spirituale, come altróve, ben-
de'piìj preziosi oggetti che potevano rin- ché non risparmia ronsi sacerdoti rima- i

\enire, e per somma grazia loro lasciava- sti e non chiamali al giuramento nel col-

no la vita. Molti uomini e anche donne tivar la vigna del Signore. Il Dauco nel
furono le villiuiedi questi mostri crudeli, rilevare quanto fosse abborrilo il gover»
che a sangue fi eddo uccidevano con tor- no francese per le sue vessazioni, coscri-
Dtcnli inauditi chi loro capitava in mano, zione, dazi straordinari, conliruie e for-
e spesso lo stesso inforliuiio colpiva quel- zose contribuzioni, incomodi d'alloggi mi-
liche presentavano la tassata rapina. Per litari e pe'danni che cagionava alla Ghie- >

quanta industria adoperasse il governo sa; nondimeno loda buoni i stabilimenti


francese, mai gli riuscì d'estirparli. » Po- di polizia, l'esattezza e rigore della giu-
leva al certo la potenza francese togliere stizia co'delinquenli, per cui in Yelletri
questi mostri dal mondo; ma siccome fu sullo tal governo non accadde alcun orni-
da esso governo imposta una tassa binie- cidiOj e fu rara la delazione d'armi. Nel
sommi-
strale della del brigantaggio, che declinar deirini[)ero di Napoleone I, egli

nistrava non piccola somma al pubblico fu abbandonato dal cognato Murai re di

tesoro, non veniva presa alcuna forte de- Napoli, alleandosi coll'Austria e facendo
liberazione per ottenere il fine, acciò fos- tregua cogl' inglesi nel gennaio i8i4-
ie questa contribuzione permanente. Ri- Quindi si n)osse dal suo regno, ed occu-
j)ristino.>si il governo pontificio, e questi pò Roma e gran parie dello stalo papale,
ussassini seguitavano ad infestare special- fissandovi il governo provvisorio napole-
mente le due Provincie di Marittima e tano; il perchè in Yelletri al sotto-prefet-
Campagna, doveeransi annidali. Questo to francese successe il napoletano, e cos'i

governo fu più energico del francese con avvenne de'giudici, della polizia e della
vari stratagemmi e con rigorose ordina- guarnigione.
zioni ; finalmente sotto il pontificalo di Restituiti ì suoi dominii a Pio VII,
Leone Xll videsi del tutto estirpala que- rientrò in Roma trionfalmente a' 24
sta genia. In Velletri accadde qualche tra- n)aggioi8i4- Già in Yelletri a' 10 apri-
gico caio di questi funesti assassiui : qui le soleiutità di Pasqua erasi cautato ti Te

1
VEL VEL 35
Di uni per la libernrione della prigio- lo «lesso efTelto sej^uir ne dovesse (|iiel

iiia il(.'l l'upu; tua tlupu per un foi-Uiilo proporzìuiialo sistema, atto ad evitine
avvciiinieiilo insorse grave tumulto del (|tialuii(|ue collisione di politiche e mili-
p(jpulo contro In gtictinigiune, senza rile- tari operazioni. L'editto ricliintnò in vi*

\iinti conseguenze. Tale disastro si rio- gore quelle disposizioni altre v(jhe e ne»
novo a'26 maggio per l'indisciplinatezza gli altri tempi emanate, e specialmente

di 4<JOO soldati napoletani che ritorna- iolto il pontdìcato di Sisto V. In esso


vano nel regno; anche questo Iranjbusto niiin luogo vedevasi eccettualo, ma si e-
III. n chlie deplorabile risidlato, partendo stendevano le pontificie determinazioni

l'insolente troppa nel dì seguente. A' a6 anche a'Iiiughi baronali, avvegnaché esi-
Sellembre di detto anno fu preconizzalo gesserò questi una speciale menzione,
vescovo d'Oslia e Vellctri il decanocardi- L'impresa che credevasi della piìi facile

Hill Alessandro iMaltei, dopo treanni e più esecuzione riuscì sotto tutti gli aspetti la

d'8 mesi di sede vaciinle, che tosto prese più malagevole. Non bastando i primi
possesso del vescovato e «lei governo, ri- provvedimenti si venne a'secondi, indi a
ccvuto da'veliterni con indicibile giubilo degli ulteriori e si aumentarono le furze:

u venerazione,! quali da quasi 5 anni e- si spesero somme enoriru; a%coltaronsi i

rano restati privi del pastore preside. Al- progetti di molti, ma niuno de' tentativi
l'annoi 8 4'! 1
i^islolesi, / ila di Pio VII^ riuscì a svellere la pianta venefica, che
I. 4> P-
2*2) riporta. " ÌNè a rpiesto solo si spargeva i mortiferi influssi su quella pur
limitarono le core ili l'io VII. Egli vide, troppo male augurata provincia ". Seb-
che per una di quelle tante infauste con- bene una nuova |)outil!cia costituzione
seguenze della cessala invasione, diverse soppiesse le baronie e le particolari giu-
conventicole di malviventi andavano per- risdizioni, e pose tutti i popoli dello sla-
torbando gravemente alcune provincia lo pontilicio sotto le leggi generali (tran-
delio slato pontificio a segno, che n'era ne e in parte i pochi feudi che cessarono
lesala pubblica non meno che la priva- nell'odierno pontificato), pureVelletri ri-

la tranquillità. Que' provvedimenti, che mase sottoposto al governo del cardinal


l'umana prudenza e la saggia politica vescovo, non ostante alcune rimostranze
suggeiir possono sull'oggetto iujportanle fitte da'citladinì al Papa per esser colli-
di ottenere la estirpazione deli'mfeslanti presi nella nuova riforma; laonde si prò*
conventicole de'uialvi venti, furono poste seguì T antico costume dell' elezione de'
inopera coll'editlo pubblicato il giorno 3 priori e degli altri pubblici uffiziali col
dicembre. La provincia di Maiitlioia e consigliode'4o nobili. Intanto l'erarioco-
Campagna soggetta alla delegazione di inunale pagava il vice-govei nalore, i cau-
Frosinone offriva uno spettacolo di orro- cellieri e la forza, mantenendo i carcera-
re all'umanità, ed un motivo a'timori di ti j meiilre la popolazione era obbligala
chiunque fosse coslretto di transitarvi, a soddisfare al pagamento di lutti i dazi
Vivevano i crassatori in quelle macchie generali dello stato. In tal modo Velie-
fra le gole de'monti, e ogni giorno vede- Iri per mantenere la giurisdizione deca-
vasi contrassegnalo da un nuovo delitto, naie, era gravala di doppie imposte so-
.SilFatle circostanze non isfuggirono alla pia ogni altra popolazione dello stato. Il
considerazione del Papa, il (|uale ordinò, Villctti nella Pratica della Curia Ro-
i.he agli esecutori della giustizia, che già manaedc' tribunali di Roma e dello sta-
aveano con buon successu eseguila la cai- to, Roma 18 i 5, nel t. 2, p. 8 1, tratta: Z>e/
tura di molli individui di quell' infame Trihnnaldel Cardinal Decano.» ì\car-
conventicola, si aggiungesse (|ualche di- dinal decano del sagro collegio è vescovo,
iUccaroeulo di cavalleria, che u^cudo j)er ed iusieme governatore perpetuo d'Ostia
0.6 V E L V E L
e Vfclletri, con alili luontii della diocesi. cui si die alla coltura delle scien7e in mo-
Alza perciò Iribuiiale tanto in Vellelri, do, che [)resso i letterali fu in molta sti-

(juaiUo in IloMia, per giudicare con giù- ma. Fu segretario della società Yolsca, e
lisdizione privativa, ad esclusione delle per un triennio dittatore. Pubblicò varie
s, congregazioiii della Consulla e del sue produzioni, virtuosamente esercitò di-
Jìuon gDverno, e di qualsivoglia Tribu- versi incarichi, nel 1798 salvò la patria dal
nale eli Homo, le cause lolle civili e cri- già narrato estremo pericolo. Fu corte-
minali delia sua diocesi, sieno quelle tra se e probo, e si rese amabile e desiderato
laici, oppure Ira ecclesiastici; su di clic, da tutti. Si legge il suo Elogio negli yJtli
per quel di più che si potrebbe dire , ci della società f'olsca, t. 1, p.iq 5. Il ci-
liporliatno al breve stampalo del souìrno tato Pistoiesi al già liarrato aggiunge
Furilelìce Pio VI de'i8 novembre i'/'j5. nell'anno 8 9 a p. 2 11.» Non senza pro-
1 1

ìli Vellelri giudicano con giurisdizione fondo dolore vedea Pio VII aumentarsi
cumulativa il vice-governatore ed il vica- il numero de'malvivenli, che infestavano
rio, e da' giudicali dell' uno si ricorre a- la provincia di Marittima e Campagna.
«anli dell'altro. In Roma tiene un udi- Ninna impressione prodotta avea sull'a-
tore genei ale prelato, e questi giudica iu nimo di que'malfaltori , o il rigore che
figura di Segnatura, e di giudice ordina- spiegava giustizia, o la dolcezza delle pa-
rio, in rappresentanza del i.° carattere terne persuasive per richiamare quegl'i-
aauuetle o iiegii i ricorsi da'giudicali de' niqui sul retto sentiero. Gli omicidii , le
giudici di Vellelri, ed auclie da' propri, Grassazioni, i ricatti aumentati, si aumen-
qualora avrà giudicalo come giudice or- tarono pure le sollecitudini sovrane per
dinario. In figura poi di giudice ordina- dis()erdere quest' orda d' iniqui che tur-
rio, giudica le cause tanto in grado di ap- bavano quasi im[)ui)emenle la sociale
pellazione da'decreti de' giudici di Velle- Pure inutili riuscirono lepre-
tranquillila.
lri, quanto anche in I, 'istanza nelle cause, mure del sovrano, poiché a misura che
ove si traila d'obbligo camerale, oppuie aumenta vasi il rigore, si accresceva il nu-
quando il reo convenuto, benché sia di mero di quegl'infami, esi commettevano
Vellelri, dimora in Roma. Da'decreti di continue atrocità e misfatti su quella pro-
questo uditole generale si |)uò ricorrere vincia. IN'è la presente soltanto, ma vana

all'uditore di camera del cardinal deca- pure era stata la misura che venne in ,

no, e poi Uditore del Papa. iVotaro


all' conseguenza del concordato fra la corte
di <|ueslo tribunale è quello, che s'incon- tli Roma e quella di Napoli de' 19 luglio
tra a servire il cardinal decano ^;ro tem- 18 r8, diretta ad estirpare quest'orda di
pore , e perciò è mulabde insieme colla ladroni, che infestavano la provincia. Ma
persona del cardinal decano". 11 cardi- parveche disponesse Iddio, che do- inutili

iialMallei nel 1817 fiece una nuova ri- vessero rendersi lesollecitudini palernedel
forma sopra tribunali di Vellelri. Nel
i Ponlefice per riserbarne la gloria a Leo-
i8i5 la fame afflisse veliterui, in uno i ne Xn , sotto il cui glorioso pontificato
a buona patte dello stato pontifìcio; gran- (juelle terre e quelle selve più non vide-
de fu dunque la carestia e durò quasi uh ro le orrende catastrofi a cui le assog-
intero anno, ed il comune colle sue be- gettavano gli scellerati co'Ioro frequenti
nefiche provvidenze salvò molli indivi- misfatti. Non é pero a negarsi, che tutto
dui dal perir d'inedia. In detto anno pas- dal suo cauto operò Pio VII a beneficio
sò tra' più il velilerno conte Paolo M.' de'propri sudditi, e alla tranquillità del-
Toruzzi, meritevole di sommi elogi. E- la regione infesta la". A '20 aprile I 820 mo-
gli fu tra' pochi che conobbe nella sola r'i il cardinal .Matlei, ed a'29 niaggio fu
virtù consistere la vera JVubiUà{f'''.), per preconizzalo il cardinal Giulio M." della
V E L V E L ?.7

Somnglia, già vescovo Ruf- di Porfo e s. l'i, e lo confiilò ail alcuni suoi faniigli.i-
fìna, che fin tla'28 tlel pieceilente avea ri. Questi in suo nome imposero nuove e
Assunto il governo. Il Marocco riporta una gravosegabelle,8enza intelligenza «lei ma-
iscrizione che trovò dipinta nell'episcopio gislrato e del consiglio. Ardirono d'ahro-
appartamento del palazzo Vecchio, che gare il privilegio del mercato franco con-
dice avvenuto il suo ingresso a Velletii cesso da Gi-egorio XIII in tutti i sabati
a' 11 ottobre. Subito egli abbraciiò al- dell'anno, e in ciò anco di derogare agli
cune disposizioni del codice generale del- statuti municipali. L'erario comtmale non
lo stato ritenendo peto 1' antica forma
,
veniva con f|uesti nuovi dazi aiuuentato,
della giudicatura. Abolì il magistrato an- perchè il denaro colava in altre (nani. In

lieo de'/'/7on {/^.), e gli sostituì quello del tali critiche circostanze i veliterui rinuo-

Go tifa lo niere 8 anziani, com-


[T'.) cogli varono con maggior ardore a Leone XII
ponendo il consiglio misto d'una metà di i reclami per essere liberati dalla giurisdi-
nobili e l'altra di civili cittadini. Il gonfa- zione decanale, e compresi sotto la legge
loniere si scelse Ira' nobili, e gli anziani si generale dello stato, pe'maggiovi dispen-
nresero metà da' nobili e l'altra dal celo dii cui soggiacevano. Il Papa conosciuti
di cittadini civili. Tolse la squadra de' gì' inconvenienti di questa [)rivaliva giu-
birri col bargello malveduli;e presidiò la risdizione,si risolse restringerne il potere,
città colla guardia de'carabinieri detta di mala morteglielo impedì. Il cav. Ar-
polizia, come in lutti i luoghi dello sta- laud nella Storia di Leone XH^ t. i,cap.
lo, colcommissario tli polizia. Prese lo- 8, racconta. »> Parecchi briganti , sparsi
devoli provvedimenti sugli interessi co- nella Campagna di Roma, inquietavano
nuinitativi, onde l'azienda comunale in ilgoverno con una sfrontatezza inaudita,
pochi anni esiinsei debiti, ed alla sua mor- Mal puniti sotto il passalo regiuie ora ,

le fiu'iino trovali nell'erario del comune arrestati e incarcerati, o deportali in a!-


1 7,000 scudi. Era allenissimo di far gra- tre provincie, ora prosontuosi di un per-
zia a'delinquenti condannali, avendo per dono che sembrava forzato, volevano es-
massima: giustizia vìoderataj grazia a ser considerali come una potenza che ,

nessuno. Questo inflessibile principio ten- potesse trattare colie altre. S[)eclivano le
ne a freno non poco la popolazione dal loro cenciose deputazioni ad imporreleg-
comrnellere debiti. Stabilì una congre- gi persino alle città, e volevano ostaggi,
gazionedi persone scelte e inlelligenti per Un certo spirito pubblico, malamente di-
gli ornali e le fabbriche della città. Da retto da calcoli meschini, concedeva una
questo stabilimento cominciò Velletri ad protezione condizionale a que'ribaldi per-
essere abbellita maggiormente nella co- turbatori, il cui numero ogni giorno in-
struzione dell' abitazioni , nella rinnova- grossava. La paura, vile consigliera, raf-
zionedelleslrnde,ein tutlociòcheconcer- freddava le buone intenzioni de'gover-
ne l'interno ornamento della medesima, natori e de'loro luogotenenti. Per mala
E si die principio da lui alla fabbrica del sorle quel cotale straniero malcontento,
nuovo pubblico palaz70,ora dello delega- che tanlo si lagnava del governo, altra
tizio. Fortunata poteva reputarsi Velie- società non avea, se non quella ilegli al-
tri, se il cardinal Della Somaglia non fos- tri foraslieri,che, giungemlo a Roma per

se stato distratto ilall'incarico tìlUdatogh, diverse strade, narravano pericoli ne' i

nel finir del seltenibreiBxS, di segreta- quali erano incorsi nel loro viaggio. A.
da Leone XII. Egli fra laute
tio di stalo f{uesli dolorosi disordini bisognava ap-
incumbenzedel governo generale non pò- prestare un rimedio pronto ed
attivo: Leo-
leva pili di proposito attendere a »piello ne XII era diciòpieuamente persuaso me-
parlicolare di Vclletii, con 80 auui d' e- glie che ogni altra persona de'suoi sluli.
i8 V E L V E L
M tlisse clie il corilinal Severoli lo consì- cesi, Segni, Sene e Pi perno (quest'ulti me
- gliò d'incaricare duna missione pacifica due liunitt^alla diocesi di Tei niciua). («li

e insieme militare il cardinal Paliotln, co- nLilimli di queste montagne sono labo-
me risoluto, coraggioso e naluralnienle ru>si, industriosi, e non teoiono né il fVed-
piìi disposto a comandare determinario- do, né il caldo. E cosa coaiune per essi il

tii di rigore , condui re da


che a lasciarsi p»'rcorrere a piedi 3o ed eziandio 4o le-

Cdlcoli d'una ragionala clemenza. Leone glie in 9.4 ore. Le generazioni crescono
XII proponevasi tli temperare lo zelo del robuste e belle: vi s'iiicuntrano molle di
capo d'una diflìcile intrapresa, la qua-
s'i quelle corporature maschie e vigorose.cbe
le, perchè ben riuscisse, dovea essere de- Guercino ha dipinto su'suoi (pta-
Sjiessoil

licatamenle condotta. Si ottenne qualche di Ledunne,ed anche le ragazzette, ban-


i.

Juion esito, tuttavia senza un cocnpiuto no Un fare franco e determinato, e piene


trionfo,qitanlunquesiansiali'uopoiinpie- di animo e di brio attendono per Io più
gali sulle prime ulliciali sperimentati : la alle faccende domestiche, l loro costumi
somma è , ilie almeno si posero le basi sono esemplarissimi: qualunque minima
d'un futuro stabile ordinamento, che for- colpa verrebbe punita col più solenne di-
inerìiun duicvole soggetto di gloria nel sprezzo. I paesetti sono mal fabbricati, e
bel mezzo del pontificato di Leone Xll". si può dir quasi che non vi si conoscono
INel seguente rap. () soggiunge l'Artaud. sliade. Si viaggia per quelle montagne
« Nessuno lagnriassi di trovare in qiie- cos'i alla ventura, come faiebbesi ne'de-
8l'opera alcune partirolarizzate notizie serti. Un
grande albero, una rovina sono
Sidl'originc e sui carattere di que'malvi- isegnali più ordinari, che tracciano la via
venti, (he allora appellavansi briganti^ per recarsi da un paese all'altro. La ter-
però che io credo che sin qui non sianse- ra, abbastanza fertile, produce frumento,
ne pubblicatedi abbastanza esatte. Il pae- grano turco (zen mayz di Linneo, che
.se degli antichi volsci forma una catenadi l'Alberti chiama anco melicone.)^ legumi,
iiu)ntagne, che occupa un'estensione geo- frutta, vino, ulive e tabacco: vi si tentò
grafica di 3o leghe di lunghezza per 5 di pure la coltivazione del cotone, tua il di-
larghezza. Queste montagne erano il ni- fettodi manufattare per lavorarlo ha fat-
do di briganti: è diflìcile il trovare una lo abbandonare questa sorte di coltura
situazione, la quale contener possa mag- assai costosa.La legna non ha alcun va-
gior quantità di gente al coperto delle ri- loie: non bisogna far altro che tagliarla
cerche dcH'autorilà. Sono desse fortifica- e trasportarla a casa. Non vi hanno abi-
le dalla niitura; poste tra il mezzodì e il fazioni isolate: tutti sono raccolti ne' vii-

levante di I\oma, cominciano alla distan- b'^ggi, i quali sono popolati da 5oo sino a
7a d'8 miglia da (piesta città e vanno a 5ooo anime. Questa popolazione è divi-
finire nel regno di Napoli, ne'dintorni di sa in due classi, ciascuna delle quali veste
Alpino, patria di Cicerone: confinanti a diversamente. Quelli che compongono la
levante cogli Apennini, a mezzodì colle Aorg/iesM sono vestiti alla francese, come
Paludi Poiiiine, a ponente col monte Al- gli abitanti delle nostre piccole città; il

I)ano e Tii«coIo, inumo a settentrione le popolo ha una loviua particolare, e por-


pianuiedella provincia di Campagna, so- ta un cappellaccio largo e basso, con la

la parte accessibile, ma pericolosa, per- faida rialzata a destra ed a sinistra; il pae-


cliè presenta una gola avente una sola sano non [)orta cravatta; la camicia è sem-
Le u)onlagne, di
liscila. cui qui parila- pre aperta al petto. Il resto del vestire
mo, che sono gli antichi 0}oiiti Lepini, toiisisle in un giubbetto di tela bianca,
olirono una popolazione di 3o a 4o,ooo che discende sino alle anche, in brache
anime. CoDiprendonoaScomunieS dio- curie, generalmente d'una stoila di lana
-

V EL V L L 29
roma tendente al colore di cannella, die delta senza colleia. A questa domand.i
ait'iviino appena al gìnocciiiu il quale , potranno rispondere le st^guenti conside-
rimane sempre nudo. Non usa culzjue, se razioni. I paesi di cui io piulo, hanno ap-
si eccettua un pezzo di cuoio ili bufalo, partenuto sino alla (ine del i 8 6 alla fa-
1

che per mezzo di curdiceiieè unito in for- miglia Colonna, famiglia ben nota nella
ma di coturno ad un [teezo di tela che storia del secolo XII. Quesia, nata nel se-
cuopre le gambe. Questo è il vestire gior- no ile'disordini delle guerre civili, spesso
naliero. Quando i paesani vanno alla in guerra co'Pontellci, Cdgli Orsini e con
chiesa, od in città, tutto il loro vestiario non
altre possenti famiglie, «laluralmente
di ccremonia consiste inuna giacchetta pensò ad non a formare de'sol-
altro, se
simile allo spencer degl'inglesi, di panno dati. In que'feudi chi non avesse saputo
l'osso come quello delle brache: la por- maneggiare un'arma, sarebbe stalo chia-
tano essi sulla spalla e sul braccio sini- malo indegno d' essere un suddito Co-
stro, di maniera che \eggenduii un pu'da loimese ed in certe occorrenze non a-
^

lontano si prendono come vestiti di bian- vrebbe trovala grazia appo il suo signo-
co dal lato destro e di rosso dal sinistro re. Questa famiglia, quantunque soven-
(bisogna tener presente l'epoca in cui te domata da'Ponlefici, non si era mai
scrivea l'auloie, cioè i punlirìcati di Pio riconciliala con essi: aveva sempre con-
VII e Leone Xll,de'quaii e di Fio Vili servato uno spirito d'opposizione a' Fa-
scrisse e pubblicò le applaudite storie da pi, ed a malgrado delle loro minacce, ha

cristiano sincero. JNe' pontificati de' ilue sempre munite le sue fortezze di soldati
prin)i fu r.° segietario dell'ambasciata di portanti la nappa verde. In questa con-
Francia, perciò storico contemporaneo diziose di cose , i governatori Colonnesi
che fu (eslimonio di quanto narra, e di ben poco si affannavano della moralità
tutto pienamente istruito.Sui nostri costu- degli abitanti de'paesi soggetti alla loro
mi fecestudi accurati,couie lo dimostrano giurisdizione. Bastava ad essi aver uo-
le lodate sue opere). Questi meschini ve- mini atti al servizio uiiiitare. I Colonna
getano nella più crassa ignoranza. Hanno volevano esercitare assoluta ed esclusiva
poche scuole, pochissimi maestri, aluie- giurisdizione nelle loro provincie. L'au-
uo così era non ha mollo tempo. A mal- torità del Pontefice limitavasi a trasmet-
grado tuttavìa di questa profonda igno- tere bievetli di chierico (noterò, che ciò
ranza ,
pare che la natura abbia voluto è male espresso; l'Artaud intese allude-
in qualche modo compensare que'popo- re a quelli che prendevano la prima ton-
li.Sono essi dotati di una somma sagaci- sura pel (ine di togliersi dalla giurisdizio-
tà, ed hanno famigliari motti assai spiri- ne de'tribunali laicali e godere qualche
tosi. Nel loro dialetto usano di parecchie privilegio clericale) a tulli gli uomini o-
espressioni latine : dan-e come i latini, nesti che li chiedevano. Muniti di que-
uo essi del tu a tulli. Se incontrano un sti brevetti, erano esenti dalla giurisdi-
prelato lo salutano con queste parole
, : zione territoriale. Ma questo non era un
2^ua Eccellenza. Basta loro la conversa- passo all'incivilimenlo di qua' paesi : ri-
rione di IO nùnut'i per giudicare assai mediavasi ad un disordine con un disor-
prossiuìamenle del nterito morale della dine. Sopravvennero francesi nel 1809,
i i

persona colla quale hanno parlato. Al- Roma che


quali slabilironsi nella città di
cuni domandano perchè questi popoli so- avevano chiesto di attraversare solamen-
no I iinasti in tale specie di abbrutimento, te. Essi rovesciarono ben tosto la giuris-

che in molli di essi ha generato le più dizione de' Colonna, ed in seguilo dipoi
orribili passioni, il ladroneccio, i ferimen- tandosi meglio, pel bene del paese, di
ti e la ffiotle nelle Itti, e p«isino la vea- quello che avessero couiincìalO) vi ordi-
3o V E L V E L
narono con mollo vigore e buon esilo del- Je grandi vie. A poco a poco l'ordine si

le iiuturilù muuicipaii e de'tribunnli. In è lislabilito: ma quel mesliei'o era sem-


i;iò l'opinione secondava rammiiiistrazio- brato una buona cosa ad alcuni sUanie-
iie; e puossi dire, die io spirito pubblico, ri. Molli faci noiosi del paese^ litigi' ìi,ma.
senza il soccorso deirarnti, distrusse qua- neggiatori di coltello, abbandonavano es-
si interamente il brigandaggio. Neil' an- .si pure la loro famiglia per unirsi a que-
noiSi i e neli8i2 i briganti erano in sì gli stranieri ,
quando la forza pubblica
piccolo numero ridotti cbe se ne conta- mallevasi in cerca de'dislufbatoi-i dell'oi--
vano 7 od 8 comandati da certi fratelli ca- dine. V'ebbero persino degli sposi pio-
labreìii. Ma neli8i3 la medesima animi- messi , unirono alle bande de' la-
cbe si

iiisliazione francese distrusse quel jio'di dri, dilferendo le nozze al giorno in cui
Jjenecbe avea fallo negli anni auteceden- avessero ottenuto un* amnistia. Sventa-
li. S'imposero, come altrove, agli anticbi rate donzelle dicevano con dolore e qual-
leudi de'Coloima gravi requisizioni in uo- cbe volto con orgoglio: - Il mio promes-
mini, in cavalli, in denaro. Si consumalo- so è alla montagna 1 - Tal era la situazio-
no, prima eziandio cbe fossero scadute, le ne del paese che volevasi pacificare. In-
Jisle della coscrizione: si vollero persino tanto alcuni membri delle municipalità
tutti i cavalli, senza eccezione alcuna: si locali non facevano il loro dovere una :

pretese ordinare guardie d'onore... Na- commiserazione inescusabile confondeva


poleone dunque non avea cognizione al- il loro spirilo. Bisognava dunque soste-
cuna dello stato di questi paesi? Quegli nere energicamente l'autorità fedeli al
ubitanti irritati, tornarono a'Ioro primi- loro dovere, istruire le deboli delle loro
livi costumi. Si formarono bande di fa- obbligazioni, punire con fermezza i mal-
ziosi così detti yjo//Y/ci, die commetteva- cbe potevansi arrestare, e usar de-
vagi,
lio ogni maniera di eccessi sulle pubbli- menza insieme con certi caratteri irrilabi-
che strade sotto pretesto di molestare le li, aumentare il nu-
capaci di portarsi ad
inilizie di Gioacchino Murat. Alcuni co- mero Leone XII, determinato
de'ribelli.
mandanti romani, troppo deboli, dopo la d'annientare questo sedimento infetto di
partenza del governatore francese,annun- brigandaggio, chiamò a se gli uomini pro-
trarono, che tutti quelli che prendessero bi e religiosi, che avevano dell'autorità,
Je anni, e contribuissero a stabilire la si- del potere in que'paesi, per concertarsi a
curezza delle strade, otterrebbero un per- tale bisogno: fece distribuire ricompense
dono generale per tulli delitti anlerior- i a'piU zelanti promotori del buon ordine;
mente commessi. Mezzi imprudenti e fu- trasporlo in altre provincia quegli abitali-
iiesti! perocché alla iin fine bisogna poi ti di Sonni no, che davano tristi esempli; e
passare alla punizione de'delitti, sei col- intanto metteva sotto la più severa vigi-
pevoli che hanno goduto un'amnistia ne lanza tutta quella città, che i briganti a-
comnietlono ancora. Tuttavia quella pub- vevano avuto l'audacia di chiedere al me-
Micazione determinò una quantità di bri- desimo titolo ch'era posseduta dalla fa-
ganli a diventare gli ausiliari dell'auto- miglia Colonna. Tuttavia non si ollene-
lità. La provincia di Campagna venne vano ancora tutti (jue'buoni risultanìeii-
coperta duoiiiini armati, e non erano al ti, che potevansi aspettare da tanti sagri-

certo uomini che volessero poi costante- lizi, da tante sollecitudini dirette ad as-

uienle vivere soggetti alle leggi nuove per sicurare il ritorno della quiete iu quelle
essi. Così crearunsi parecchi corpi di ve- fatali contrade". Se il riferito dall'Artaud
ri definitivi briganti, i quali non usciva- non è in alcune cose del lutto esatto, dal
no giammai da' nascondigli delle loro da me esposto nel principio e nel decor-
monlaguc, che per andare a rubare sul- so di quesl'ailicolu si puòricavai'Depluu-
\' E L V E L 3i

«iliile i«;lli(lcnzi(3Me ìi se l'illustre fitiiice- l'aggressioni commesse a danno di Inlti i

se Arlatid fu persuaso, che niuiio si la- viaggiatori stranieri, che venivano spo«
mentasse, se nella storia d'un Papa da- glialijgeltatiprima brutalmenlecollayrtfC'
vo particolareggiate notizie sui malvi- eia a terra. Qui l'Artaud spiega tale inu-
venti che infestarono le nobilissime pro- mazione de'briganti, e descrive come pra-
vincia di Marittima e Campagna; con più ticavano il depredamento crudele di quan-
di ragione io mi dehho ciò attendere pel to i viaggiatori possedevano. Ad onta che
propostomi superiormente, e perchè que- l'inipresa fosse didlcile assai, continuando
st'articolo riguaidii, ècomune, si compe- il Papa ad insistere sulla dimissione del

nelra e rannoda colle vicende e fasti del- cardinalPalloltajl quale tentava sulle pri-

le medesime provincia come ripetuta- ,


me di rifititarla, gl'invio i cardinali Pacca
mente dichiarai. IN'ello slesso 1. cap. 8, 1
, 1 e De Gregorio per piegarlo; la dolcezza
l'Aiinud deplora all' anno 1824, perchè e fermezza de' quali ottennero la dimis-
il cardinal Pallolta ne'primi giorni della sione. Si presero nel medesimo tempo
sua missione di legato n laleie di t\Ia- prudenziali precauzioni, perchè gli attac-
rittima e Campagna, incaricato d'impie- chi comandati dal famoso
de' briganti
gare i mezzi più rigorosi e più acconci Massarone(oGasparone) venissero respinti
per distruggere i ricellacoli de' briganti, con intelligenza e buon accordo tra l'au-
fd assiemare le grandi strade ch'essi con- torità, non solo nelle grandi strade, ma
tinuavano ad infestare, avea pubblicato dovunque il IMassaroiie spedisse il più in-
un proclama da Ferentino sua residenza, fimo de'suoi luogotenenti. L'Artaud al-

che fu disapprovalo in Roma, per essersi l'annoi 824, '• 2,cap. I, narra l'ostinazio-
abbandonato ad atti così singolari che ne di Massarone nelle sue perfìdie, e che
dispiacquero al l'apa; laonde si riconobbe tristi invidiosi di sua fatale rinomanza,
che il cardinale non riuscirebbe coinpiu- da tulle parti comparivano, o per me-
laniente nella sua impresa. Allora fu, che gliodirenonaveano mai cessato d'inquie-
d'ordine pontificio, tulle ro{)erazioni del tare il paese. Mg.' Gio. Antonio Benve-
cardinale vernicio sottomesse all'esame nuti segretario del buon governo, prela-
della segreteria di stato, acciò le ulteriori to commendabilissimo pei* perspicacia
disposizioni fossero più saggie ed ellicaci. d'ingegno e splendore di virtù, colia ri-
Le notizie intanto della montagna, ove i tenzione di sua carica, fu mandato dele-
briganti sì erano ritirati, diventando sem- gato straordinario a Frusinone, invece del
pre [)iìi cattive, Leone Xll giudicò con- cardinal Pallotta, ma con minori poteri;
veniente di richiamare a Roma il cardi- egli si associò, in qualità di comaiidanle
nal Paliotta, invitandolo a doniandare la militare, Ru vinelli colonnello de'carabi-
8ua dimissione dalla legazione. Il cardi- nieri, uomo esso pure di buon ingegno e
nale si occupava priiicipalmenlea mante- risoluto, attissimo ad imprese che doman-
nere sicure da'biiganti le strade, che or- davano vigore e celerità. P^inaluiente nel
dinariamente venivano frequentate ma , cap. 22 l'Artaud racconta, che pubblica-
non portava o non poteva estendere le tasi la celebrazione dell'anno santo, il go-
medesime premure alla vigilanza sulle al- verno pourdlcio colle ulteriori sue ener-
tre parti di sua giurisdizione. Forse non giche disposizioni, rese più certa e asso-
avea suiliciente mano d'armati a sua di- lutamente infallibile la distruzione de'
sposizione; o forse bisognava cominciare, onde assicurale pellegrini sul-
briganti, i

com'egli procurava di fare, dal soffocare la sicurezza delle strade da' malfattori.
le (pici eie del cor|)o diplomatico, che as- Mg.' Benvenuti risiedendo nella provin-
saliva il cardinal JDella Somaglia segrela- Marittima e Campagna, ordinò pri-
cia di
lio Ui sialo colle sue note a proposilu del- tuaiueule, che le persone poste sotto la
32 V E L V E L
vigilanza <lella polizia , o die potessero «a perversa inclinazione, o die per com-
e'<serlo in seguilo,eil i parenti (le'hrigìinli messi (Idilli tlivenivano fuggiaschi. Si re-
I iconosciuli per tali, dovessero riliraisi sero [-.or Iroppocelohri nelle provincia ro-
iie'loro (lomicilii prima
tramonlo del tlel mane De Cesaris e ()asp!)rone,enelle na-
sole, sollo pene severissime. Cliionqne si pulelane Furia ed i Vaiidardli. Le mou-
abbaltesse ne'briganli, dovea darne avvi- lagne nella slale,ledei>erlecanjpagne ma-
so all'aulorità più vicine. Glie le pei so- riltin)e nell'inverno, ed i vasti bosclii soni-

ne sospelle non polessero uscire dal loro minislravanoa loro molli rifugi, ne'qoali
comune, se non munite di loglio di via. polevanofacilinenledeUidere la vigilanza
1 pastori, i propi ielari di bestiame, si sol- e la forza de'governi. Uniti in bande co-
toposero a rigorose discipline. IS'èsi om- stringevano i conladini ed i pastori asom-
ndsero |necauzioni sui cacciatori , sulle ministrar loro il villo. Violavano le l'eni-

immnnilà locali e personali sospese. Glie mine che potevano raggiimgere. Assalla-
i debili riferibili al brigandaggio si giù- vano doviziosi, e non conlenli
i di rapir
dicassero somniariamenle dal Iribnnale lorocpianloporlavanOjliconducevanosul-
piesieduto dallo slesso delegalo. E Leo- le montagne e gl'imponevauo enormi ta-
ne Xll volle esaminar le determinazio- glie pel riscatto. Se non ricevevano il chic-
ni per distruggere gli avanzi del brig'in- sto denaro li trucidavano fra'più orribili
daggio, onde allontanare ogni scandalo tormenti. Piesero fra gli altri nel i 82 e i

nel prossimo giubileo, e cosi felicemente taglieggiarono i camaldolesi dell' eremo


si pervenne al tanto sospiralo scopo; e le ch'è presso il Tuscolo, ed un collegio di
Provincie di Marittima e Gampagnariac- fanciulli esistenti alle porle di Terracina.
quistarono la loro piena tranquillità e si* Rovinarono molte famiglie e recarono
curezza, pel fermo operare di mg/ Ben- danni gravissicni all'inlerno commercio,
Tenuti, poi elevalo alla porpora. Il cardi- all' agricoltura e soprallullo alla pasto-
naie Della Soinaglia come segretario ili rizia. I governi adoprarono mezzi slraor-
slalo anch' egli contribuì al feru)o inlen- dinari per di'Slruggere tanli ribaldi. Tal-
dimento di Leone Xll, in liberare le prO' volta proposero premi a chiunque li uc-
\incie di Marittima e Can)pagna dagli as- cidesse. Altre volle disperando di rag-
.sassini che l'infestavano, e ciò del lutto si giungerli colla forza li richiamarono al-
ultenne felicemente nel 1825. Ecco come la società col conceder loro perdono e peii-

in tale anno il contemporaneo cav. Cop- sioni. Nella romana di Gampa-


provincia
pi lo ilescrive nel n.°i2 de'suoi Annali gna rimase celebre una strepitosa legazio-
d'Jlalia.» Le provincieprossime a Roma ne eseguita nel 1824^3' cardinal Pallot-
iuronopermollianni tormentate daglias- ta, il quale arbitrariamente sconvolse o-
sassini o briganti, male comune colie vi- gni cosa senza rimediare alcun male. Fi-
cine napoletane degli Abruzzi, della Ter- naluienle dopo esserne slati uccisi o giu-
ra di Lavoio e della Puglia. Nelle solle- sli/iali molle centinaia in quest' anno ,

vazioui di multe popolazioni contro fran- i «82 5 si ridussero ad una banda di 20 in-
cesi, allorquando essi occupavano queste dividiti. Questi nel mese di settembre Irò-
regioni, non pochi erano corsi alle armi vandosi pressoSonnino nella provincia di
più per amore della rapina che della pa- Gampagna, furono circondali dalle forze
Iria. Alcuni si assuefecero in lai guisa al pontilicie e napoletane. D'altronde era-
ladroneccio e vi persistettero anche dopo no ormai ristucchi di vivere più ad uso
terminati i popolari tumulti. Formali co- di fiere che di uomini, lutali angustie
M diversi nocchi di ladri, die scorrevano invocarono la mediazione di alcuni ec-
armali per le campagne, recavansi ad u- clesiaslici, e coll'opera loro ^ si arresero 1

uirvisi molti di coloi oche avevano la sles- a disciezioue Uvl governo pontifìcio, e iu*
V E L V EL 33
rono mnntlati a tertninnre i loro giorni zo de'suoi commissari, prolestaTa innan-
nella foltezza di Civitavecclìia (occupala zi a Dio , di volere un governo fondato

nel 1849 tia'fra noesi, i supersiili ftirono sulla giustizia, alla quale sarebbero sem-
trasportali in quella di Civita Castellana). pre dirette le sue cure. Perciò essersi cir-
Cirniiiesi resero alle forze napoletane". Il condato di persone note per la loro pro-
cardinal Della Somaglia passò airallra vi- bità, e di aver nominalo uditor generale
ta a'6 aprile i83o, eilal vescovato di Por- mg.' Bofondi uditoredi Rota (ora cardinal
to e s. lluflìna vi ili traslato a'29 iiiaggio presidente del censo), il quale colla pie-
il decano cardinal Bartolomeo l'acca, ciie na approvazione del Papa avrebbe eser-
preso possesso a' 5 loglio, sotto il nuovo citalo le funzioni governative nella parte
governo Vellcfri riebbe la sua trantpiil- politica ed economica, e nelle cose con-
lilà. Debbo notare, cbe Pio Vili a'9.4 a- cernenti l'amministrazione delle due cit-

prilei83o fece scrivere al cardinal l'ac- tà d'Ostia e Velletri; e che sarebbe l'orga-
ca^ dal cardinal Albani segretario di sta- no immediato de'suoi ordini, presso i vi-

lo, cbe acciò non rimanessero più a lun- ce governatori e presso il magistrato e
go ritardati alle popolazioni d'Ostia eVel- consiglio municipale. Che non potendo
lelri benefizi, cbe loro preparava la pa-
i poi l'uditor generale prestarsi all'eserci-
terna animinislrazione ch'era per intro- zio della podestà giudiziaria, questa a-
durvi, ed i quali sarebbero loro ancora verla delegata interamente all'avv, Giu-
per qualche tempo did'erili se si dovesse seppe Luigi Barloli suo uditore particola-
attendere, secondo il prescritto da Cle- re (poi avv, concistoriale e avv. geueraltì
mente XIII, che avesse preso possesso del fìsco); il quale col titolo d'assessuie ci-
della sede vescovile al cardinale riserva- vile avrebbe conosciuto e giudicato tul-
ta, l'autorizzavaad assumere immedia- le le cause, liti e controversie, che in pas-
tamente il governo temporale con tutta sato si giudicavano dal prelato uditore
quella parte di potere temporale che il generale, ed inoltre sarebbe egli l'organo
breve di Pio VI avea confermato a fa- immediato de'suoi ordini in tutlociòche
vore de' cardinali decani e vescovi della riguarda la giustizia civile. Aver pure no-
slessa diocesi. Di pili avvertì il cardinale, minalo uditore di can)era pe' ricorsi in
d' avere altrettanto comunicato a rag/ via di segnatura l'avv. Angelo Giansanti
Uafll uditore generale del defunto cardi- (al presente avv. concistoriale e avv. ge-
nal Della Somaglia, il quale prelato nel- nerale del fisco); e finalmente nomitrafo
l'attuale vacanza della sede Ostiense e Ve- uditore criminale l'avv. Demetrio Silva-
lilerna presiedeva interinalmente al go- ni Loreni, al quale apparterrebbe la cor-
werno d'ambedue le popolazioni. Pertan- rispondenza in ciò che concerne la giusti-

to ì! cardinal Pacca con notificazione, in zia punitiva. Volendo poi profittare de'
decano del sagro collegio e
cui s'intitolò lumi de' suoi rappresenlanli e conoscere
governatore perpetuo d'Ostia e Velletri, le loro operazioni, dichiarò il cardinale,
del i.^maggiOjdichiarò alle medesime po- che almeno una volta la settimana si sa-
polazioni la pontificia abilitazione per as- rebbero riuniti in congresso avanti di lui.
sumere governo temporale, benché la
il Per la formalità del possesso avere depu-
sede a lui riservata rimaneva ancor va- tato due primi nominati per commissa-
i

cante. In conseguenza avere assunto il ti- ri, coU'assistenzu degli altri due; e doven-

tolo e la podestà di governatore perpetuo dosi in tale circostanza radunare il consi-


sino da'27 aprile, ordinando che tulli gli glio municipale^ aver formala la nota di
atti amministrativi e giudiziari si faces- 48 consiglieri, metà nobili e l'altra citta-
sero in suo nome. Indi disse, che nel pren- dini, espressi nella notificazione, a tenore
dere allora il formale possesso per mez- del prescrilloda Leone XI pe'capoluoghi
l

VOI. xc.
34 VCL V EL
di legazione: confei mando il gonfaloniere però non potè penetrare nelle due fede-
e gli anziani. Invilo gli abitanti d' Ostia lissime di Marittima e Campagna. Velie-
e S'elicili di dirigersi a Ini con fiducia, prò- tri, ch'è la città più considerabile di esse,
ntetlendo migliorar la lorosorte, e toglie- sebbene da'liberali fosse stata segretamen-
re gli {djusi ove fossero , riducendo tulio te incitala aliasommossa, pure memore
d'equità, e mino-
alle vie di giustizia e del fedele attaccamento sempre dimostra-
rando i pesi per quanlolo permetteran- to alla s. Sede, non ascollò pravi consi- i

no le circostanze. Disse per ultimo la : gli de' faziosi. Quantunque in questo scon-
quiete e l'unione de'ciltadini, la privata volgimento la città fosse restala priva dì
sicurezza ,
1' esecuzione imparziale delle milizia , richiamala tutta iu Roma per
leggi costituire la pubblica felicità, la qua- opporsi alla scorreria che meditavano i

le era ili.° voto del suo cuore. Tanto ri- rivoluzionari, ed a'tentativi di quelli che
cavai dal biglielto e dalla notificazione, pretendevano destarvi scompiglio e rivo-
staoìpali in Roma, e credei opportuno di luzione; nondimeno si mantenne in pie-

darne cognizione, per spiegare come tal- nissimo ordine e tranquillità. À spese del
volta i cardinali decani assunsero il go- comune furono monturati e mantenuti 6o
verno temporale innanzi d' essere preco- uomini d'arme, che sotto comando d'uu il

nizzati vescovi in concistoro; ed ancora capitano dovessero guardare la città, e


per dare notizia di quanto praticavasi in conservarvi il buon ordine e la polizia.
tale circostanza, e come si costituiva il go- Marciando 6ooo ribelli alla volta di Ro-
verno dccanale prima che Velletri dive- ma il governo prese energiche misure,
,

nisse legazione. Il cardinal Pacca imme- presidiò CivitaCaslellana, coWocò un cor-


diatamente abolì dazi straordinari im- i po di truppe al Passo di Corese, di che
posti in nome del defunto predecessore, feci parola anche nel voi. LX, p. 67, on-

e qualche altro, che la libertà del popo- de impedire ad essi d'inoltrarsi , e Rieti
lo favoriva, specialmente nello spacciodel gli chiuse lepoi te e li disperse. Finalmen-
vino, 1.° ramo di commercio della città; te per l'intervento degli austriaci, e le o-
indi fece il suo ingresso in Velletri nel set- perazioni delle Milizie pontifìcie, i ribelli

tembre, tra la pubblica esultanza. Un ar- furono vìnti, e ripristinata la pubblica si-

co trionfale, bellissime luminarie, fuochi curezza. Gregorio XVI amando paterna-


artificiali, dimostrarono la gratitudine e mente i suoi sudditi e desiderando ren-
l'ossequio filiale de'velilerni. Di piìi essi derli felici , incolpato delle lagnanze d«
coniarono una medaglia analoga alla cir- popoli, nelle sue pubblicazioni cort beni
costanza inargento e bronzo, che sarà un gni sentimenti gli esortò a tornare alla dil
roonuuiento perenne di tanto vescovo go- vozione e a mantenersi fedeli alla Sovrc

vernatore. Da una parte è la svia ellìgie Ulta della Sede (V-)j invitandoli a ri
s.

Goll'iscrizione : B. C. Pacca S. C. Deca' correre a lui pe'propri bisogni, promet-


nus. Nel rovescio si legge l'epigrafe: Jd- tendo esaudirli in tutto quanto potesse. Itt
seriori Felicilatis Publicae S. P. Q. V . conseguenza di tali amorevoli inviti, i ve-
MDCCCXXX. Mentre i nemici dell'altare e literni si proposero di far conoscere al Pa-
del trono tramavano lo scoppio di ter- pa il desiderio d'essere rimossi dalla pri-
ribile rivoluzione, a' 2 febbraio i83i fu vativa giurisdizione del cardinal decano,
sublimato alla cattedra di s. Pietro Gre- e di venire soggettali alle leggi generali e
gorio XVI, l'insurrezione cominciando comuni dello stato, come aveano domali^
in Bologna a'4, credendo lul(o-
i ribelli dato a'suoi predecessori, anco per esser*
ra vacare la Sede apostolica. Questa de- sgravali da'doppi dazi pel mantenimento
plorabile rivolta si estese in quasi tutte del governo privativo; del resto essendo
le Provincie dello stalo pontificio, ma ben conienti del savio governo del cardi*

\
VEL VEL 35
nnl l'nccn. Le loro isfnnie ernno diretle scfi, di cui era diltatore."Ma il benefìzio

fl nieveniie In litmovazione tli nnteiiori pili grande, e che forma epoca ne' fasti
vessnzioni, inipeiocchè i cardinali giunti della patria, si è quello appunto di aver

al ilecaiifito , liiiiienclo in loro luminose protetto ed avvaloralo il volo unanime


cai'iciie, (loventloacciiilii-e a gravissimi af- della città a fine di ottenere dal Santo Pa-
fari e risiedere in Roma, impossd)ilitati a dre il moto-proprio del 832. I. "febbraio!

reggere in persona il governo d' Ostia e Imperocché quantunque l'antico gover-


Velleli i, confidandolo ad altri, questi tal- no decanale sia stato per lo passato buo-
volta non furono opportuni o ne abusa- no e proficuo a questa popolazione; pu-
rono, trattando velilerni non quali sud- i re pel cambiamento notabile delle circo-
diti dtl l'apa,n>adel cardinale decano. A- stanze, essendosi cambialosostanzialraen-
<lniique la città deputò Cesare Ulisse del te l'andamento generale delle cose,in og-
ceto nobile e Giuseppe Latini Macioti
,
gi ritorcevasi a pregiudizio quello slesso,
del ceto civile, per ottenere da Gregorio che prima era stalo a noi dato per pri-
XVI l'esaudimentodella sua ardente bra- vilegio; ond'è che la giurisdizione priva-
ma; ed al foglio d'autorizzazione de'aSki- tiva non era più combinabile col sistema

glioi83i,si sottoscrissero 272 cittadini collegalo ed uniforme delle leggi attua-


ecclesiastici, consiglieri, nobili, possidenti, li. Quindi a giusta ragione si può da noi

negozianti. Vernilo ciò a cognizione del concludere, che l' Em.^ V. come nel ri-
cardinal Facca,ordinò al gonfaloniere,che pristinare l'accademia Volsca le ha dato
trattandosi d'un affare di sommo rilievo, una nuova vita; cosi nel fare che Velletri
non era conveniente che si maneggiasse sia sede di legazione e capo della provin-
dal popolo; ma
che tosto convocasse il cia di Marittima le ha dato una nuova
consiglio, il quale se avesse approvato la esistenza. Ed oh felice la nostra città, se
richiesta del popolo, eleggesse 6 depotati conoscendo essa la propria sorte saprà ,

autorizzandoli di portare al trono sovra- profittare d'un tanto beneficio". Mentre


no i desideiii de'velilerni. Il consiglio se- pendeva la risoluzione della domanda,
guì il voto popolare, e scelse a tiepulali Gregorio XVI proclivead accordarla, tro-
mg/ Geraldo Macioti vescovo d'Eleusi e vandosi nella villeggiatura di Castel Gau-
sulfraganeo di Velletri il conte Stefano , dolfo, lunedì io ottobre i83i si recò ad
Coluzzi, il cav. Pietro Paolo Salimei , il onorare di sua presenza Velletri. Fu quin-
maggiore Clemente Borgia il capitano , di scrillo da Velletri e pubblicato nel n."
Giovanni Graziosi, e Clemente Cardina- 4 1 delle Notizie del giorno del 1 83 A i .

li. Gregorio XVI li accolse benignamen- ore 16 giunse in Velletri il Sommo Pon-
te, ed ascollata la causa, per cui Velletri tefìce,incontralo dal gonfaloniere cogli an-
gli avea inviata questa legazione, fece co- ziani fuòri di porta R.oinana,dal quale gli
noscere di non essere alieno dal decreta- furono presentatele chiavi della città. La
re quanto richiedevasi; però essendo la frequenza del popolo, gli applausi, le vive
domanda rilevante, meritava ponderata acclamazioni e l'allegrezza del medesimo
discussione. La grazia che domaiìdarono fecero ben conoscere la venerazione e la
i veliterni si compendia in queste pai'ole. fedeltà verso il sovrano. Il Papa per la
Di erigere una nuova provincia appella- via corriera si condusse alla cattedrale,
la di Marittima, della quale Velletri fos- dove fu ricevuto dal cardinal Pacca, da
se capoluogo, e il cardinal decano suo
il lutto il clero secolare e regolare, e da tut-
vescovo la regolasse col titolo di leeato a- ta la nobiltà. Dopo avere oralo innanzi
poslolico perpetuo. Disse po' mg.' Macio- il ss. Sagramento decorosamente esposto,
ti snirrnganeo , nella dedica al cardinal e ricevuto la sua benedizione, e pregato
Pacca del 1. 1 degli Atti ddlaSocittà Voi- nel santuario della U. Vergine delle Gra-
36 V E L V r:L
zie, posso nella sagrestia gronde. Ivi nssi- e fnvore intorno all'erezione della nuo-
«0 nel Irono preparato ammise al bacio va provincia e legazione. Date pure ^pe-
•lei piede i prelati, il capilolo, tulli gli al- ranzedi ritornare a Velleiri, noreI4pa>
tri ecclesiastici e gli alunni del seminario. lì accompagnalo dal cardinal Pacca lino

Da della basilica si trasferì nel palazzo a due miglia dalla città, tra l' incessnnli
vecchio destinatogli per abitazione, rice- acclamazioni e felici angurii del popolo,
vuto ivi pure dal cardinale, da'magislia- sventolando al ponte Rosso le bandiere
li, dal consiglio, dalla nobiltà e dagl'im- col pontilicio stemma. Iscrizioni tempo-
piegati pubblici, tulli schierali nell'atrio ranee erano stale collocate a porta Ro-
e per le scale. Preso alcun riposo nell'ap- mana, alla cattedrale, nel santuario del-
parlamento vescovile disposto a sua di- la Madonna e poi scolpita in marmo, al
mora, a preghiera del cardinale scese al- palazzo pubblico. Bande musicali da fia-
l'appartamentodel magistrato, e dalla sa- to e a corda della città l'avevano ralle-

la delle lapidi uscito sulla grandiosa loggia grata, il cardinale trattò splendidamen-
espressamente fabbricata, dopo le solile te il Papa e la sua corte. Altri particola-
precijGregorioXVIaflelluosamen te com- ri sui festeggiamenti e sinceio entusiasmo
partì l'apostolica benedizione all'immen- tie'velilerni, si ponno leggere nelle citale
so popolo, che ansiosamente dalla piazza Notizie; né mancarono poetiche compo-
la domandava. Tornato nel suo apparla- sizioni celebranti l'avvenimento, come di
tnento ricevè al bacio del piede il magi- Felice Valentini accademico volsco.
strato e il dame,
consiglio, la no])iltà e le Gregorio XVI col moto-proprio Ln-
le deputazioni di Sezze e di Sermoneta. minose prove di feritila inconcussa alla
Nell'ore pomeridiane, accompagnato dal s. Sede, del i ."febbraio 832 , Bull. Iloni.
1

cardinale, volle vedere la città a piedi, e coni, t.iq, p. 85, riportalo anche dal can.
ihilare i monasteri delle teresiane e del- Banco, pienan>ente appagò fervidi voti i

le Clarisse. Indi accettò le due mule del de' velilerni, con inesprimibile giubilo di
cardinale, col quale a spalla pertossi o essi. Con tale memorabile atto il Papa,

trottare fuori della porta Napoletana. Ivi encomiata la fedeltà de' velilerni, ricorda-
fu ad ossequiare il Papa ilcardinal Weld, le l'amplissime lodi e privilegi meritatisi
e ad un'ora di notte s'incendiò alla pre- da'suoi predecessori, inclusivaraente alla
senza sovrana un bellissimo fuoco artifi- prerogativa concessa al loro cardinal ve-
ciale sulla sottoposta piazza, e si elevò un scovo, per lo più decano del sagro colle-
globo areostalico. Tutta la città fu illu- gio, prima di prolezione della città co
minata, il palazzo pubblico a cera, come giurisdizione, poi di governatore perpetu
altri della nobiltà, e nella via corriera e della medesima, e cosi goderono lung
in(|aclla del comune ardevano su pali co- mente d'un reggimento dolce e tutto p
perti di verzura più di eoo fiaccole: l'al-
i terno; rammentate le riforme inlrodot
ta torre del Trivio era parimenti da fiac- in tutto lo stato , necessarie alla pubblici
cole illuminala sino alla sommità della amministrazione, rilevòcheil nuovoordi-
croce. Nella seguente mattina Gregorio ne di cose portando collisione colla pri-
XVI, dopo aver celebrato la messa, si de- vativa giurisdizione del cardinal decano,
gnò ricevere altre deputazioni de'luoghi e privando del godimento de'benefizi fat-

circostanti: mg.' Grati amministratore a- ti allo stato col nuovo sistema i veliler-
postolico di Terracina, Sezze ePiperno; ni, questi supplicarono Pio VII e Leone

e particolarmente la deputazione della XII a loro parteciparglielij quali Papi i

assiemò graziosamente, non me-


città, cui benché inclinassero a contentarli, ne fu
no del suo sovrano gradimento alle fatte rono impediti dalla morte. Divenuto egl' I
diaiosliazìoni, che della sua propensione Papa, quanto più insigni furono le rifor-
V E L VE L 37
me e i miglioranietili da lui decretati al stri fratelli cardinali dell'ordine de'vesco-
bene de'suclilili, tanto più fervorose si rei- vi, non che ad alcuni degli altri ordini,
leruroiiu le suppliche ile' velileriii a par» domandando loro , se fosse opportuno
leciparne, ed insieme a erigere la provin- l'istituii e la nuova legazione, e come si

cia ili IVIarilliina (che si t'ormò pure con potesse conciliare, che nella qualità di le-
alcune comuni tolte dalla Coiiutrca di gato fossero al cardinal decano attribui-
Roma), e allidnrne il governo al cardinal te quelle prerogative, che distinguendolo
vescovo con titolo di legalo apostolico, ed dagli altri legali, venissero ad equipai'are
erigendo in capoluogo la città di Vellelri. l'onoi'evole concessione con la quale nella
Di più i velilerni avergli rassegnalo un qualità di governatore perpetuo di Vel-
alto di adesione alle loro suppliche de' letri i nostri gloriosi pi-edecessori aveano
pubblici rappresentanti di vari luoghi e condecoi'alo nella di lui persona lutto il

città della Marittima, perchè fossero di- sagro collegio. A queste domande aven-
staccati dalla provmcia di Campagna o do essi corrisposto, prevalendoci noi de'
Frosinone ('.), ad essi di troppo incomo- loro lumi e del loio consiglio , abbiamo
do accesso, e riuniti alla nuova legazione risoluto a vantaggio della oosti'a dilettis-
di Velletri. Sembrando a lui piene d" e- sima città di Velletri, non che dell' altre
qiiità le cose esposte, oltre la considera- città, luoghi e terre che verranno qui ap«
zione del gran beiiefizio che ne derivava presso designate, di creare i:ina nuova le-

alle popolazioni situate nella costa di gazione, ed a vieppiù crescei-e il lustro e


monte che guardano il mare, e come so- la dignità del sagro collegio de'cai'dinali
no quasi separale dalla natura d'interes- di s. Chiesa romana nella pei'sona del lo-
si e di comunione dalle popolazioni della ro decano vescovo di Velletri, allìdarue
Ca(npiigiia , cosi ancora fossero divise ad essoil governo con titolo, diritti e pre-

d'amministrazione; e si formasse un ca- minenze di legalo, e con facoltà partico-


poluogo, nel quale avrebbero vicini e pron- lari non comuni agli altri cardinali legali
ti, e tulli applicati al proprio vantaggio E perchè questa deter-
delle Provincie.
ed al sollievo de' propri bisogni i magi- minazione dell'animo nostro sia iuessaad
stralied ministri del governo. Penetralo
i edetto senza ulterioi'e rilardo, di nostro
da questi riflessi, continua a dire il Papa, molo-proprio, retta scienza e deliberala
averli comunicati colla sua voce a' depu- volontà, colla pienezza dell'autorità apo-
tali di Frosinone, i quali ne' seutimenli stolicaordiniamo e comandiamo quanto
di moderazione, di giustizia e di disinte- segue. § I. La Legazione (f.) di Velle-
resse onde sono animati, sentendone tut- tri comprende la provincia di Marillima

ta l'importanza, e con piena soddist'azio- formata da'governi e paesi nella tabella


uedel suo animo, si limitarono ad itnplo* annessa alla presente cedola di molo-
rare, che nella erezione della nuova pro- proprio (che riportai di sopra descriven-
vincia fosse loro recalo minor danno.
il done tulli i luoghi). La città di Vellelri
w In tale stalo di cose rivolgemmo o^ni è il capoluogo. §governo della prò*
II. Il

nostra cura a conciliare gl'uiteressi delle viucia è allidato ora e in perpetuo al cai'-
supplicanti popolazioni colla dignità e il dinal vescovo d' Ostia e di Velletri, per
decoro del sagro collegio, del quale nou lo più Decano (P'.) del Sagro Collegio
è ultimo ornamento il governo e la giu- ( P'.). Egli prende il titolo, e gode lutti gli
risdizione esercitata dal cardinal decano onori, preminenze, prerogative,atU'ibu-
sopra le popolazioni di Oslia e Velletri. A zioni e privilegi della s. Sede. § 111. Il car-
questo fine credemmo conveniente di co- dinal vescovo Legato (/^.) dovendo per
uuinicare quanto concerneva quesl(j ne- ragione della sua dignità avere la resi-
gozio imporldult: a tulli i veuerubili uo- deazct ia Curia, viene ritppreseotalo uel
38 VE L V EL
capoluogo della provincia e legazione da da pubblicarsi sonoo saranno riservale o
ut» FiceLegnto. § IV. E adclello al cai"- concedute alla congregazione del buon
dinaie vescovo legalo un assessore spe- governo, debbano esercitarsi dal cardi-
ciale per gli affari della legazione. Que- nal vescovo legato di Vellelri nella sua
sto assessore risiede in Roma. E nomina- provincia o legazione. § VILE attrdjui-
to da noi sulla proposizione del cardinal ta inoltre persingolar privilegio allostes-
legato, e riceve uno stipendio fisso dal no- so cardinale legato la facoltà di presen-
stro erario. § V. Appartiene al cardinal tare le terne per quelle nomine degli nf-
legato: i.° Approvare qualunque aliena- fiziali e impiegati nella provincia, che di-
zione de' beni comunitativi, e qualun- pendono dalla nostra assoluta volontà a
que debito che le comunità della provin- nelle quali non ha luogo l'in tervento di;'
cia volessero contrarre. 2.° Il decidere sui consigli comunali, distrettuali o provin-
ricorsi che si promuovessero contro le ri- ciali. § Vili. Il vice-legato ha la sua re-

soluzioni del vice-legato e della congrega- sidenza in Vellelri capoluogo della pro-
zione governativa relativamente ad inte- vincia o legazione; amministra la pro-
lessi dellecomunità della provincia. Tutti vincia stessa o legazione in nomee vece
i ricorsi hanno sempre l'efFetlo puramen- del cardinal vescovo legato, e vi fu ese-
te devolutivo, dove la risoluzione contro guire gli ordini de'supremì dicasteri. § IX,
cui si reclama sìa d'altronde ritrattabile. Kisiede egualmente in Vellelri presso il

3.° L' approvare ogni imposizione non vice-legato un assessore legale. Vi risie-

considerata nell'art. 24, tit. 2." dell'edit- dono pine la congregazione governativa,
to de'5 luglio 83 1 in supplemento a'bi-
1
, il consiglio provinciale e la commissione
sogni delle tabelle cooiunilalive. 4'° L'e- amministrativa provinciale a forma del
saminare le proposizioni e domande de' disposto nell'art. 8, lit. 1.°, e negli art. i

consìgli comunitativi intorno alla rias- (• i4,tit.i 3.° dell'editto de'5 luglio 83 1 f,

sunzione degli § X. La giustizia civile e criminale si ain


-
statuti, ed il farne ragio-
nalo e dettagliato rapporto per ottenere ministra in Vellelri snella provincia co-
le nostre deliberazioni. 5.° L'esercitare me negli altri luoghi e provincie delio
personalmente la presidenza del consiglio stato. Risiede in Vellelri a quest'elfello,
provinciale, o di proporre a noi la nomi- oltre l'assessore legale, un tribunale ci-
na d'un presidente. 6.° 11 diritto di no- vile e criminale, che viene ordinalo, e
minare i membri de' consigli comunali dovrà procederecolle norme stabilite da-
neli." impianto, e di approvare le nomi- regolamenti de'
gli editti, notificazioni e

ne successive a forma dell'art. 4) ''t. 2.° 5 e 21 ottobre, 5 e i5 novembre i83i,


dell'editto de'5 luglioi83r; di ricevere e 5 gennaio corrente anno (argomento di
dalla congregazione governa ti va, e rimet- cui parlai a Tribunali di Roma). § XI.
tere a noi le terne di nomina de'deputa- Sono e saranno sempre ed in ogni futuro
ti a' consigli provinciali ; di partecipare tempo osservate ed eseguile in Vellelri e
a'consigli stessi il nostro ordine per l'a- nella provincia o legazione tutte le leggi,

dunanze straordinarie,ov vero per lo scio- editti, regolamenti o disposizioni emana-


glimento ne'casi preveduti dall'editto de' te da emanarsi intorno a qualunque
5 luglio i83i ; e dì rimettere in segre- ramo di pubblica amministrazione, co-
terìa di stalo le deliberazioni della con- me nel ri nianen te dello stalo. § XII. Com-
gregazione governativa intorno agli alti mettiamo specialmente al cardinale no-
de'consigli provinciali. § VI. Tutte l'at- stro segretario di stato la liquidazione e
Iribuzioui che nell'editto de' 5 luglio comuni fra*
divisione degl'interessi finora
1 83 I , e negli altri editti, regolamenti, or- paesi cheformano la nuova provincia, oÌ
dini e disposizioni generali pubblicate que che rimangono sottoposti alla delei
V EL V E L 39
.'
I
garione di Fiosiiione. Egli (ledile iri'e- rata 1 legazione dello slato pontificio, ed
: tiatlnMI nienti; t; s<'n7.a reclamo liille le a capo di tutte venne scritta ne'pubblici
ciiiitioversie, che pdlraniio iiisoigere per atti)". Appena pubblicalo in Velletri il

l'esecn^ioiie ilelleco*eoitliimte ed espres- moto proprio, l'esultanza fu generale, e


se nella presente cedola di molo-proprio. poi mostrò la sua gratitudine con pub-
§ XIII. La cillà d'Oslia esito tenilorio bliche luininarie e feste, con entusiasti-
è riunita alla Corna rea di Roma \)ei' es- che acclamazioni, e co'suddescritli mar-
sere governata come gli altri paesi della morei monumenti. A' 12 febbraio i832
«tessa Comarca a forma delle leggi gene si convocò un consiglio straordinario al-

ruli (nel voi. L,p. 5 1, di ciò parlando per la presenza di mg.' Macioli sutfraganeo

mancanza di due non, pare clie Grego- dichiarato vice-legato provvisorio. I con-
rio XVI
confermasse OstianeWa giurisdi- siglieri furono 32. Il prelato parlò del-
zione governativa del cardinal vescovo, l'esito felice sulla richiesta fatta da Vel-
onde qui deve però qui
lo rettifico. Si letri al Papa, colla istituzione d'un'altra
rauimentare. Nel successivo Riparto ter- legazione nello stato; fece conoscere quan-
ritoriale a lutto ili 833 e pubblicato nel to avea operato la deputazione, ed esor-
i836 si dice: Ostia già antica e illustre tò tulli a decretare un pubblico monu-
città, vescovato suburbano, giurisdizio- mento a perpetuare la memoria d'un fa-
ne del cardinal decano. Anche tale asser- vore e d'una grazia sì straordinaria. In
zione indusse all'emendata proposizione. nome del cardinal Pacca dichiarò, che
Di poi nella Raccolta delle leggi, Ostia esso avea assunto il titolo, le prerogati-
fu registrata nel Distretto di Roma: a- ve, il potere e l'attribuzioni di Legato
nime 5o, accrescendosi nell'inverno di perpetuo della s. Sede in f^elletri e sua
qualche centi naio di contadini. Nella Sta- provincia di Marittima, a forata del mo-
853 o Riparto modifica-
tistica a tutto I to-propriodi Gregorio XVI ; e che la città
to secondo cambiamenti a cui andò sog-
i di Velletri era slata prescelta in capoluo-
getto dopo i833, pubblicato nel 1857
il go.Quindifu letto il moto-proprio e le no-
dal ministero del commercio, Ostia è no- tificazioni analoghe del cardinal Bernelll
minata con Fiumicino e l'Isola Farnese, segretario di stalo, de' 4 e 6 febbraio, il

l'antica A'c;"o, dopo le parrocchie di Ro- quale non pocoadoperossi a fivore di Vel-
ma. Si dice Ostia contenere 20 case, 37 I letri. Fu decretalo, fino alta nomina de'
famiglie, 206 abitanti. Finalmente nel- nuovi consiglieri e della nuova magistra-
la successiva Statistica reltificata e pub- tura, a norma dell'editto de'5 luglio 83 1, 1

blicata dal ministero dell'interno a' i4 esercitasse provvisoriamente le funzioni


iiovembie dello stesso 1857, si avverte, di gonfaloniere il conte Stefano Coluzzi.
che essendosi cofuprese le frazioni nel- Al vice-legato provvisorio subentrò l'ef-
la popolazione de'comuni oappodiatidi fetti vo Francesco de Medici de'prin-
rog."^
cui fanno parte, così Ostia, Fiumicino e ci pi d'Ottaiano napoletano (nominato da

r isola Farnese non furono nominali. Gregorio XVI, e non da Pio Vili come
Quanto a Porto, egualmente non fu no- dissi nel voI.XLI V,p. 89).Così a' 12 feb-
minato, comecliè qualificato nel Riparlo braio i832 cessò la prerogativa, il tito-
del I 833
Già antica e illustre cillà, ve-
: lo e la giurisdizione di governatore per-
scovato suburbano, distretto e Comarca petuo di Velletri, dal 1 548 esercitati da'
di Roma, anime 2 5. Non nominandosi cardinali decani vescovi veliterni.La cit-
nella Statistica del
1 853, pare duncjue, tà andò crescendo di comodi e di orna-
che Porlo egualmente si consideri fra- menti, e ciascun gonfaloniere pensò a la-
zione di Roma. Noterò inoltre, che nel sciare di se memoria, con rordinaie pub-
i832 la legazione di Vtllelri fu dicbia- blici lavori a decoro della patria. Né man-
4o VEL V E L
parono succeisivameiitc altri illusili ve- Luigi Angeloni con elegante discorso.
lìlenii a iìoriie, ilc'quali giù feci onore- Trovo nel n.° 76 del Diario di Roma del
vole licoi do. Cleineule Cardinali dipoi tu i83G, che nel settembre il cardinal Pac-
compianto iti morie da'suoi cittadini per ca invitò i veliterni a preghiere e alla
l'onore e vantaggio che recava a Velie- triplice visita della Madonna dcdic Gra-
tri,daini tanto cimata. Contribuì al ri- zie, per lucrare l'indulgenza plenaria con-
sarcimento della società Volsca, ne com- cessa da Gregorio XVI, e per la preser-
pilò gli ^tU in 3 volumi; più volte ne fu vazione dal minacciante cholera, e vi si
segretario epoi dittatore. La pubblica bi- recò piu-e il cardinale. Come per la pro-
blioteca da lui promossa, l'ordinò e au- lezione della B. Vergine nel seguente an-
mentò, per cui venne dichiaralo biblio- no restò illesa Vellelri dalla pestilenza,
tecario. Celebre letterato, profondo ar- l'accennai più sopra. Mg.' Medici fu De
cheologo, illustratore de'monuruenti pa- pronjosso a uditore del camerlengato, in-
trii, l'elenco di sue pregiate opere riferi- di a maestro di camera, poi a maggior-
sce Banco, in uno alle patrie benemeren- domo, e mori cardinale nel jSJy. Nel
ze, anche per l'erezione della nuova pro- maggio i838 fu destinato a presiedere
vincia di Marittima, di cui fu scelto uno questa legazione qual vice-legato mg.'
de'4 consiglieri governativi, e col suo ta- lioberto Lolli di Ferentino ch'era ponen-
lento e cognizioni giovò al buon regola- Nel iSSg Gregorio XVI
te di consulla.
piento e interessi della medesima. L'a vv. nuovainenle onorò Vellelri di sua pre-
Giuseppe Pietromarchi nobile veliterno senza, lunedi 22 aprile. Narrano il prin-
fu di lustro alla patria, per la soda dot- cipe Massimo, colla Fii'lazionc del viag-
trina in giurisprudenza e teologia, e mi- gio Gregorio Xl' I da Roma a v. Fc'
d'i

rabile erudizione, colla quale die alla lu- lice, Banco, e n. 32 e 34 del Diaria
il i

ce in Vellelri varie dissertazioni. E senza di Roma. Da Albano fino a Velletii il re


tornare suH'aigomento, i meriti del cav. di Portogallo d. Michele accompagnò a
Luigi Cardinali, pel quale il Bauco scris- cavallo la pontificia carrozza. Sui confi-
se )a biografia, non si ponuo esprimere ni del territorio veliterno fu incontra-
in brevi parole. Mirabile e raro fu il suo to e complimentalo da'magislrali vestiti
ingegno, col quale adunò un' erudita e in robboue e col treno di 3 carrozze con
scelta libreria, e potè pubblicare diverse livree di gala, scortati dalla cavallerìa de'
dotte ed erudite produzioni scientifiche] bersaglieri; e a due miglia fuori della por-
perciò fu caro al cardinal Borgia e ad al- ta Romana, il Papa vedendosi venir in-
tri dottissimi ; assai slimato da'cardinali controil cardinal Pacca vescovo e legalo,

vescovi veliterni.Mg.' Bèrnetti invialo da unitamente a mg.' Lolli vice-legalo,asce-


Leone Xll in ambasceria all'imperatore se nella di lui carrozza per fare l'ingresso
di Russia Nicolò I, 1' ebbe a segretario nella città insieme, alla di cui nominata
della medesima per pontificia disposizio- porta sopra due torri recentemente co-
ne. Sposò la marchesa M.' Anna MuliFa- struite sventolavano due bandiere cogli
pazzurri rotnana,che colle sue viriti for- stemmi poiitilicii, e yi si leggevano due
mò la di lui felicità. Più volte fu segre- iscrizioni, le quali colle altre che in parte
tario della società Volsca, e poi dittato- nominerò si leggono nella Relazione, e
re. Incomparabile fu il suo amor patrio, tulle SI dispensarono nel ritorno coli' o-J||
ed anch' egli contribuì presso Gregorio puscolo:Z^e Gregorio O. i)I. //irli X FI P.
X\i per l'innalzamento di essa a capo seripliones temporariae felilernac Cle-
della provincia di Marittima ; perciò fu mentis Cardinali, Velitrisi839. Giunto
aggregato alla sua nobiltà. Fu egregia- il Papa a ore 23, in mezzo a fragorosi
lucule Igdalp nei fuqerultì dui eh. can. lieti i(ppl£((4ki di folto popolo, ueliu piai
VEL VEL 4i

del Coniuiie, siiioiilò alla chiesa parroc- lo e della cillà, oltre il gonfdoniere con-
cliiiWe di s. Michele Arcangelo, dove già te EUure Borgia; «:ome volle praticare ne'

essondo esposlu il ss. ^agraiiieiitu fu cuti seguenti giorni in altri luoghi. Alle orei 3
esso data la benedi/.i«jiie ila ti»g/ Fraiici e mezza della mattina appresso Gregorio
sulIViigaiieudi Velletii, a>sisleiuiovi il ca- XV l,dopoa»erammessoal bacio del pie-

pilulo col seiniiiariu. Inciiiiiirìiiuitosi poi de il magistrato ed esternato per lutto il

a piedi al vicino palazzo niiniicipale, il Pa- suogradiu)0'ito,parlìda Velletri,in mez-


pa trovò schierati nell'atrio e per le scale zo alla moltitudine che airelluosamenle
la congregazione governativa, la ajagi- gli augurava buon viaggio. Nel riturno poi

stralnra comunale, il corpo giudiziario, a'29 aprile il Papa partito da Terracina,


l'atUorilà militari, il corpo del consiglio, ed incontrato dal cardinal Pacca fuori di
la iiobillà e gì' impiegali pubblici. Indi Vellelii, unitamente a mg.'^ LoUi che a-
Giegorio XVI comparti dalla gran log- vea avuto 1' onore d'accotnpagnare Sua
gia, espressamente costrutta nel .°appar« i Santità a s. Felice, scese dalla propria car-

lauieuk), l'apostolica benedizione all'im- rozza per salire quella del cardinale, e coti
menso popolo radunato nella sottostante esso per porta Napoletana entrò nella cit-
piazza allegro e acclamante. Sopra la por- tà a ore 16, venendo complimentata dal
la del [)alazzo leggevansi óne iscrizioni, cardinal Falzacappa vescovo d'Albano. Al-
altra e prolissa era sulla porla della gran l'atrio della basilica catledrale, Gregorio
sala senatoria, celebrante l'istituzione del- XYI fu ricevuto dal clero e dalla n)agi-
la legazione. Asceso il Papa al superiore stralura , e dopo avere oralo e ricevuto
a[)partan)ento del cardinale, viammise al la benedizione col Venerabile, si recò be-
bacio del piede nella stanza del trono il nignamente a visitare lo stabilimento de'

clero, la magislralura e 1' autorità civili fratelli delle scuole cristiane. Smontato
e militari, le quali poi, mentre il Papa si indi nel pubblico palazzo, dalla loggia be-
era ritirato nelle camere destinategli, fu- nedì l'affollato e Iripudiante popolo, e am-
rono fatte servire di lauto rinfresco dal mise al bacio del piede l'autorità eccle-
cardinale, che simdmente trattò con sin- Dopo un trat-
siastiche e civili della città.
goiar magnificenza, tanto nell' alloggio, tenimento di 3 ore e più nelle quali il ,

quanto nella nobdtà della mensa, il Papa Papa col suo seguito fu trattato a splen-
con tutta la sua corte. Nella raedesinta dido pranzo dal cardinale, riparl'ida Vel-
sera, fu incendialo un fuoco d'artifizio letri a ore 19 tra incessanti acclamazioni.
sotto al palazzo, a vedere il quale, oltre Clemente Lucchiotfrì un sonetto stampa-
il Papa, era concorso innunierabile po- to in Vellelri; ed ivi pure impressi furo-
polo, non ostanlela pioggia, che neppu- no l'augurio e l'invito, ciascuno compo-
re impedì l'illuminazione generale della sto in 6 sestine dal dottore Luigi Leo-
città, e l'innalzanìcnto d'un globo arco* nardi, medico dell'Ariccia, limitrofa di Ca-
statico. 1 due palazzi comunali Furono il- stel Gandolfo, in nome di quel clero e po-
luutinali a cera, la torre del Trivio, e i polo per immensi benefizi gralissimi,neU
due prospetti delle chiese che guardano l'augurare (elice viaggio e nell'invilarea
la piazza del Comune aveano speciali lu- consolarli di sua sperimentata benefica
minari^: tulle le vie per dove passò il Pa- presenza. L'anno 1842 fu uno de'più fu-
pa erano ornale di festoni, e rischiarale per Vellelri, poiché per lo
nesti e infelici
da centinaia di faci. Dipoi tra' suoni di innanzi giammai vi si sperimentò il fla-
banda, si vide imbandita una latita meu- gello della grandine così frequente e tan-
sa, alla qualePapa, seduto in posto più
il to terribile. Diverse contrade di vigneti,
elevalo e distinto, si degnò ammettere le e molli seminali di grano odi biade resta-
pefsuue più ragyuEjiduvuli del suo segui- rouo duliulli. Ma il più grava e tmaie-
4i VEL VEL
iiìorabìle infortunio e clisastro che piom* erario la classe indigente, erasi degnato
bò sopra V'ellelri e il suo territorio, fu il ordinare che dalla tesoreria fossero posti
26 of^oslo, che sarà tanto più ricordevo- n sua disposizione scudi 6000; avendo
ìli per quanto fu luttuoso e dannevole, a sotnma eguale accordata alla città di Bo-
motivo (Iella grafuhne sterminatrice mai logna, abbenchè colpita da infortunii di
Così crudele dopo quella de' 10 agosto gran huìga maggiori. Pertanto il cardi-
j63i preceduta da trenjendo turbine
,
nale fece versare tale somma nel sagro
che fece crollare anche l'abitazioni e da monte di pietà di Velletri, lo fece riapri-

pioggia dirottissima non mai veduta la re colla facoltà d'estendere le sovvenzio-


siinile. La spaventevole grandine diuò cir- ni a titolo d' imprestito fino a scudi tre,
ca 20 ujinuti, e la comune eguagliava la e ordinò la restituzione gratuita di lutti
grossezza delle noci, e mischiata con va- ipegni per la somma non magi;iore d'u-
li pezzi di ghiaccio di varie forme e pe- no scudo. Nel 1843 Gregorio XVI pei*
santi da 6 a q oncie. in pochi momenti dimostrare il suoailetlou'fedelissimi sud-

questa massa di proietti stritolò tutti i diti di Marittima e Campagna, volle vi-
cristalli delle finestre dell'abitazioni vol- sitarne le Provincie con decoroso seguito,
te a oriente, spezzò ne' letti canali e te- nel modo in buona parte descritto nel
gole, e fece alti i gravi danni. Non può ri- [)rincipio di quesl' articolo, co' Diari di
spavento e il timore di tutti, an-
dirsi lo Roma e colla Relazione del viaggio fallo
che per l'incessante scroscio de'guizzanti da Gregorio Xf^I alle provincie. di Ma-
fulmini; (juindi generali gridi, pianti e la- rittima e Campania, del principe Mas-
rneiili. La successiva pioggia a torrenti simo. Ora quanto a Velletri, con essi e
inondò le case e le strade. In pochi mi- col Dauco riferirò la 3.' visita fattale da
nuli quasi tutto il territorio fu devastato, Gregorio XVI. Lunedì 8 maggio Grego-
disperse e atterrate le uve, e gran parte rio XVI proveniente da Terracina, giun-

dell'olive e altri frutti; le vigne furono ri* to al confine del territorio di Velletri, fu
dotte come nell' inverno. L'inondazione incontrato dalla magistratura, la quale
tie'fossi eguagliò al suolo vigne, canneti e per mezzo del conte Ettore Borgia gli pre-
«eminati di gi-ano turco; rese impraticabili sentò le chiavi della città, e più avanti
Je strade rurali, strascinò ima capanna e da mg."^ Lolli vice-legato e da mg."^ Pac-
vi restò annegato un giovanetto. Il dan- ca nipote del cardinale, venuti a osse-
no in città fu calcolato a circa 4ooo scu- quiarlo per parte del cardinal Pacca, trat-
di,equellodella campagna 100,000 dop-
a tenuto in Velletri da leggera infermità. Il

pie. Da 14,000 botti di vino eccellente che Papa avendo la carrozza piena d'un'in-
si raccoglievano, in quest'anno appena se finità di memoriali ricevuti in tutta la
ne ricavarono i5oo e cattivo, oltre la ces- strada da'contadiui e abitanti del territo-
sazione delle corrispondenti opere ma- rio veliterno, ridotti alla miseria dalla de-
nuali e de' trasporti. Ne furono conse- plorata grandine devastatrice di loro so-
guenza angustie e nnserie, ma nel seguen- stanze, versole ore 20 giunse alla porta

te anno vi furono meno risse e delitti per Napoletana, sulla quale erano stati inal-
l'acetosità del vino. Leggo nella notifica- berati in cima alle sue due antiche torri
zione del cardinal l'acca, de' 28 novem- due stendardi pontificii, con iscrizionece-
bre 1S42, intitolandosi per la misericor- lebrante il Papa, Provinciae Marittimae
dia di Dio vescovo d' Ostia e Felltlri, che InstanratoriBenignissimo Vclilras ter-
penetralo Gregorio XVI dall' iofortunio liuni Ingredienti. Fevmaioi'ì il Papa pres-

a cui fu soggetto il territorio veliterno, e so delta porta avanti la cattedrale, fu ri-

bramoso nel paterno suo cuore di soccor- cevuto dal suiFraganeo mg."^ Franci, dal

rere nell'alluali ristreltezze del pubblico capitolo, dal clero e dalla magistratura.
V E L V E L 4:1

Entrò nella cliiosu lulla parata eilluini- lalacorte, egregiamente lo composee de-
ntila con ningiiiliceiiza , al ili cui altare dico al Pap'i, cli'era slato amico e assai

maggiore, ilo v'era esposta rinimagine di slimato dal cardinale, il pronipote del nie-
Maria Vergine delle Grazie, furono caii- desiniomg/ Costantino Borgia nobile ve-
late in musica le litanie e dati la bene- lilerno, allora accademico ecclesiastico,
dizione col ss. Sagramento. Risalito il Pa- poi da Gregorio XVI dichiarato siioca-
pa in carrozza, col suo segnilo percorse ineriere segreto partecipante indi con- ,

quasi l'inlera città, le cui vie erano col» fermalo dal regnante successore, che pro-
ine di esultante popolo e le finestre ad- muovendolo a prelato ponente di consub
dobbatedi ricchi drafipi, per giungere al la^ n'è divenuto decano e vice-presiden-

palazzomiiiiìcipide, in cui il cardinal Pac le del 2.° turno. Fra'rnolti sonetti che in
ca, sebbene adranto dall'età e dali'inrer- sì lieta circostanza pubblicali furono pa-
mità, non polendo reggere ali'etnozione rimenli oll'erlì al Papa, nella Relazione
the provava nel sentire l'arrivo di Sua si leggono (|uelli di Giuseppe Minni, due
Santità, volle calare lino a piedi della sca- di Clemente Lucclii, altro del marescial-
la per riceverlo, ma la risab in portau- lo Fiorentini comandante i bersaglieri di
lina per amorevole ingiunzione del Pa- Velletri, e in nooje di tale compagnia al-
pa. Entrato poi il Papa nella vasta sala tro. Due iscrizioni si leggevano nel mo-
comunale, si recò a compartire la soleu- naslero di s. Chiara, ed al collegio de'fra-
ne benedizione all'ailoUalo popolo tripu- lelli delle scuole cristiane. Lascia fu fé-
dianlej dalla gran loggia appositamente steggiala con generale illuminazione, mas-
costruita e l'iccamenle addobbata, sui ili simene'principaliedifizi,e ne'palazzi |)ub-
cui lati leggevansi due iscrizioni, riporta- blici e Ginnetti; e con un bellissimo fuoco
te coH'allre nella Relazione e nel librel- d'artificio incendialo incontro al palazzo
lodislribuitodalla magislraturacollacol- comunale, accompagnalo dall' innalza-
lezioue stampala nelle medesime e inti- mento di vari palloni, e dicerie lucidis-
lolata al Papa. Nella scala del palazzo era sime stelle artificiali, di cui colori for- i

oltra lunga iscrizione, di gratitudine pel alavano un effetto sorprendente in mez-


soccorso elargito per la grandine deva- zo alla densissima nebbia che empiva
statrice. Indi il Papa passalo nel suo ap- l'atmosfera. Nel seguente giorno Grego-
parlamento, si fermò nella sala del Irono rio XVI partì dopo le ore i3 da V^elle-
per la cereraonia del bacio del piede, do- tri, prima consolando con un teneio ab-
polaquale ritiratosi nelle succamere voi braccio il cardinal Pacca, e ricambiando-
le avere seco a pranzo il cardinal Pacca, lo con espressioni cooìmoventi, senza vo-
inentre a tutta la sua corte veniva per lergli permettere d'accompagnarlo per le

cura del venerando porporato imbandi- scale, e lasciando vari contrassegni di sua
ta una lauta tavola, in cui sedevano 5o beneficenza, fra'quali scudi 5oo da di-
convitali , hi una lunga galleria benissi- stribuirsi a'|)0veri, e scodi i 5o per dotare
iTjo dipinta e decorala. Nelle ore pomeri- 6 povere zitelle, oltre l'aver conferito la

diane,non permettendo l'intemperie del decora/.ione di commendatore di s. Gre-


tempod'uscire, il Papaammiseairodieu- gorio Magno al gonfaloniere conte lìor-
za varie deputazioni e magistrali. In ta- già. Uscì dalla barriera di porta Pioma-
le occasione gli furono presentati vari uà, sulla quale sventolavano due bandie'
componimenti in versi ein prosa, fra'qua- re pontifìcie, con due epigrafi a'Iali, lun-
li il gonfaloniere gli umiliò del suo zio le go la strada ricevendo altro grandissimo
Notizie hiograficìie del cardinale Stefa- numero di memoriali, che dierono gli a-

no Borgia, Roma 843. Questo inteves-


1 bitanti del territorio veliterno, sempre a
sante libro, che fu pure dislribuilo a lui- da lutti acclamalo e beuedcllo. Il cardi-
44 VEL V EL
nal Piicca fu quale tentai descriverlo nel- Ne prese possesso a' 1 1 per procvira di-
la biogralìa, ed ivi ancora gli resi un tri- retta a mg.' Gesualdo Vitali canonico e
IjuIo eli gratitudine, perchè nella sua sin- vicario capitolare, che in questa circo-
gol.ne heuignità verso di me, come de- stair/a coid'ermò nella carica di vicario
cano elei sagro collegio e prefetto della s. generale dal medesimo esercitata sotto il

congregazione cerenìoniale,graziosainen- cardinal Pacca. Essendo vescovo di Vel- il

te accettò la dedica dell'edizione a parte letri legato apostolico nato della provin-
della n)ia opera storico-liturgica: Le Cap- cia di Marittima, intervennero a quest'at-
pelle Pontificie, Cardinalizie e Prelati' to non solamente gli ecclesiastici, ma an-
zie ; che nel i84i con questi stessi tipi cora il vice-legato con tulle l' autorità
pubblicai in numero di mille e cento e- governalive, tribunale, magistratura e
seniplari, tosto interamente esauriti. In- impiegati, indi agli 8 ottobre si recò in
di conque'soavi modi a lui famigliari, di- Velletri il cardinal Micara, ricevuto fuo-
chiarò il suo gradimento a voce, in iscrit- ri della barriera dalla magistratura e da*
to , e con dono onorevole di bellissima consiglieri. Vestitosi degli abiti pontifi-
scrivania d'argento, in cui primeggia la cali nella chiesa di s. Gio. Battista, di là

figura del cane con una penna in bocca; processionahnente accomprignato d al ca-
degiiando"si rilevare nel gentile biglietto pitolo e da tutto il clero si recò nella ba-
nccompagnatorio: » Avere scelto per suo dove furono fatte le con-
silica cattedrale,

ricordo la scrivania, come scrittore, ed il suete ceremunie. Indi a' 5 aprile i84'>
cane simbolo della fedeltà , caratteristica domenica delle Palme aprì la sagra vi-
che così bene si addice a Lei". Fra le pro- sita. Nella sera vi fu illuminazione per
letlorie ch'ebbe, vi fu quella del romano tutta la città, ripetuta nella seguente col-
almo Capranica (F.), detto già
collegio l'incendio di fuoco artificiale, con gran-
(Iella Sapienza Fert/iana, peichè fonda- de concorso di popolo e acclamazioni.
lo dal cardinal Domenico Capranica : ne Dopo che gli austriaci nel «744 taglia-
riparlai ne'vol. LXX, p. 227, LXXXI V, rono condotti che conducono 1' acqua
i

p.3 7. Questa protetloria l'esercitò pure


1 potabile in città, quest'elemento ormai
l'immediato suo successore, ed ora l'eser- mancava, insudicienti essendo riuscite le
cita il cardinal Altieri. A'19 aprile i844 riparazioni, ed i posteriori tentativi sem-
passò a miglior vita rotlimocurdinal Pac- brarono inutili per riaverla, a fronte del-
ca. Dispiacque generalmente la sua pei -^ le successi ve vistose spese. Nel 1842 l'in-
dita a' veliternij per essergli mancato il gegnere Girolamo Romani velilerno co-
benefattore e il padre. INou sarà per pe- minciò le operazioni che descrivee loda
rire giammai in Velletri la memoria del- il Bauco, per le quali nel i845 Velletri

l'illustre e dotto porporato, che tanto fa- vide sgorgare dalle sue fonti abbondan-
ticò, tanto patì, e tanto si adoperò pel be- tiacque, che mai più mancarono, prova
ne della Chiesa cattolica e pe' vantaggi evidente della regolarità dell'operazione.
dello slato pontificio. Oltre i consueti suf- Eglisi applicò ad altri miglioramenti, ma

fragi , dipoi in Velletri la sera dell' 8 siccome volevasi distruggere tutte le vec-
maggio 1845 la società letteraria Vol- chie condutture di piombo, il Romani
sca.con apposita solenne accademia, re- rinunziò all'incarico. Olirei delti lavori
te un tributo di riconoscenza al suo pro- idraulici, Velletri ha di lui la parte pò-
iettore. Viene descritta nel n.° ^o del sleiiore del palazzo Alfonsi, e il palazzet-
Diario di Roma del i845. A' 17 giu- lo Corsetti sulla via corriera. Pe' lavori
gno 844 *^^^ vescovato di sua patria Fra-
1 successivi si dovette seguire il disegno di
(jcati/u trasfei ito in (juesto il decano car- Romani, ina costarono molto. A' 28 no-
dinal fr. Lodovico Micaru cappucciuu. vembre 1 845 «)§.' Lolli fu proujosso a
V EL V E L 45
volante di sognaliiif», e nel dì «e£»n»»nte e denigrare co' loro esecral)lli scritti la

Iti vice-legalo n)g.' Slefnno de' maicliesì memoria di sì illustre e glorioso Ponte-
Entli jìonenle di consulla, «l)bievialore fice: conte se il suo governo fosse stalo
del parco inaqgioie e scguMario della anarchia completa (si ponno vedere gli

congrega7Ìone cardinalizia tieputala per articoli Roma, Storia, Tesoriere, Tri-


le verleuze de' pascoli di Ncpi. Con for- bunali DI Roma ec. ec). INè dee arrecare
se unico esempio, il municipio a dimo- ciò meraviglia; perchè avendo egli per-
strale il gradÌDienlo del nnovo vice-lega- seguitalo colla massima giustizia setta- i

lo, r 8 febbraio 1846 gli die una gran ri liberali, erasi tiralo addosso l'ira e l'o-

serata di musica nel palazzo del comu- dio di tutti i loro seguaci; i quali accadu-
ne, con invito di tulle le magistrature ta la morte di Gregorio XVI, liberati

della provinciale di personaggi anche ro- dalle prigioni, dalla galera e dall'esilio,
mani, (ra'quali il principe e la principessa sfogarono la loro bile colle più perfide
Lancellotli Ginnetti. A'iS maggio 1846 calunnie contro un Pontefice degno d'o-
sulla cillà e in parte del territorio vigna- gni rispetto e venerazione. Sentì Velelri
lo cadde una grandine sterminatrice più con sommo rammarico la pei dita del suo
grossa del 1842, ma meno estesa, né ac- sovrano benefattore, manterrà e- di cui

compagnata da tanta copia d'acqua, du- terna memoria;enon mancò iidì 5 sullra-
rando IO minuti. Gravi furono danni. i frare quella grande anima con solenni fu-
» Lunedi i." giugno passò agli eterni ri- nerali celebrali nella cattedrale coli' in-
posi il Sommo Pontefice Gregorio XVf, tervento di tutto il clero, del vice-legato,
presso che d'improvviso cedendo al peso dell'autorità governative, magistratura
tl'aiini 80, mesi 8, giorni i4(«ieaveadi e milizia con islraordinaria frequenza di
più; ma quanto facilmente po-
di ciò e di popolo". Il Diario di Roma del 1 846 col
trei aggiungere di quello che semplice- Snppiemenlo al n. 52 descrive tali fune-
mente vado a riportare col Banco, mi ri- rali, il dolore profondo e l'eterna rico-
metto air ampiamente riferito in tanti noscenza di Velleli i. E il precedente Sup-
luoghi). Conlava egli di pontificato i5 plemento al n. 49 riferisce le solenni ese-
anni, 1 mesi, g giorni (anco questo com- quie celebrate dalla confraternita degli
puto è erralo, essendo mesi 4 "^eno un i Amanti di Gesìi e Maria, e il sommo do-
giorno). Visse in diflìcilissimi tempi. Co- lore piovalo dal sodalizio per sì amara
minciò il suo pontificato colla ribellione perdita. A' 16 giugno fu eletto Sommo
di quasi tutto lo slato suscitata da' rifor- Ponteiìce regnante P/o IX[f'.). Il can.
il

matori liberali. Ciò nonostante adoperò Banco dopo aver narrato feslcggiarnen- i

tutti i mezzi possibili per restituire la li fatti in Velletri perla pronta cessazio-
tranquillità presso i suoi popoli. Si servì ne della sede vacante ed esaltazione del
d'una rigorosa giustizia per reprimere il comune padre e sovrano, dice. » Solle-
vizio, e per far fronte a' segnaci dei libe- vato sulla cattedra di Pietro Pio IX, in-
ralismo. Fu tulio zelante nel suo unicio cominciai otio non poche riforme nello
di Vicario di Cristo, the in varie parti stato, efìello dello svisceralo amore del
del mondo nuovo 3c) vescova-
istituì di Pontefice verso i suoi sudditi, che pen-
ti (se si vuole comprendervi vicariali i sava al modo di renderli felici. Le feste,
apostolici, il numero è maggiore); e nel- gli contemporaneamente comin-
viva, che
la Gran Bretagna formò 4 nuovi vica- ciarono in Pioma e in tutte le città dello
riati apostolici.Testimonianza infalli- stalo, sul principio furono una spontanea
hilc che la religione di Cristo non crol- dimostrazionede'popoli; ma ilcontiiuiar-
la. Non mancarono contullociò uomini le piìi del dovere, contro la volontà dello
malevoli, che hun tentalo di calunniare slesso Principe, il vcodetle iulemperan-
46 V E L V E L
ti, fu opera della farione, ohe vedeva nel- gli ohMigata pel riallacci.imento dell'ac-
le iniziale riforme il me/zo di pervenire qiie, e per la nuova condoltura delle rue-
allamela de' suoi desideiii. Vociferavasi desime.
per Roma, che il Papa avrebbe accorda- Nel concistoro dell' i i giugno fu tra-
ta l'tìinnistia a' rei politici. Qiie>ta voce, slato da' vescovati di Porto, s. Rullina e
che prima era un tlcsiderio, lÌMÌf|unsi per Civitavecchia a questo d' Ostia e Velie-
divenire certezza. In questo teu)po si era tri 1' odierno decano del sagro collegio
sparso per Roma l'anagramma seguente, cardinal Vincenzo Macchi, e per conse-
A Giovanni I\larin Dlastai Ferretti, h.- guenza divenne legalo apostolico della
nn^ViWnma, Grati nomi, amnistia eferra- provincia di Marittima, con gran con-
ta via. Pio IX avea incontralo in mezzo tento de' buoni veliterni, sperando mol-
ai suo stesso consiglio una forte opposi- ti vantaggi dalla sua somma prudenza,
zinne per questo perdono. Gii si mette- e singoiar perizia negli affari governati-
va in vista il Magico fine di Luigi XVI re vi. A.' i 3 giugno prese possesso per pro-
<!i Plancia. Ma egli fu salilo nella sua vo- cura fatta a mg.' Franci sulfraganeo, col-
lonlii. Cosicché il d'i i6 luglio soltoscris- ì'intervento del capitolo e tulio il clero,
se il ilccreto d' amnistia, e 8 fu prò-
il 1 del vice-legato, dell'autorità governative,
clamato. Il .*^allto Padre amava troppo consiglieri, giudici, della milìzia, di lutti
i suoi sudditi, voleva la loro felicità. Ma gl'impiegati e di molto popolo. A'5 lu-
gli amnistiati posti in libertà, tolti dalle glio fu pubblicalo l'ordine pontificio dei-
carceri, dalla galera e dall'esilio, a fronte l'armamento della guardia civica, e si
d'una grazia tanto singolare, dopo tante formò un battaglione di g3o uomini di-
loro tlitnoslrazioni di gratitudine, e do- viso in 6 compagnie, con tenente colon-
po solenni promesse di fedeltà costante nello nella persona del conte Ettore Bor-
e di filiale venerazione alla s. Sede e al già, e altri udiziali. Il cardinal Macchi ve-
sovrano Pontefice, conie han corrisposto? scovo e legato fece il solenne ingresso in
colla più nera mgratitudine, collo sper- Velletri a' 29 settembre. Ira l'acclama-
giuro e colla ribellione eccitata in tutto zioni deiraffollalo popolo, e con dimo-
lo slato pontificio. In Veletri non vi fu strazioni d'alfetto d'ogni celo di persone,
alcuno, che godesse dell'amnistia. Prova Si fecero pubbliche feste, generali lumi-
certa tlella fedeltà de' suoi cittadini alla narie, ordinata e risplendente essendo
Sede L'8 gennaio 1847 mg. Bruti,
"^

s. ". quelladellatorredel Trivio, ed i prospet-


dopo aver disimpegnato la carica di vi- ti de' due palazzi del comune e della vi-
ce-legato col'a massima esattezza e retta ce-legazione a cera, ed incendio di gran-
giustizia, il Papa lo nominò proconimis- dioso fuocoartificiale, oltre l'innalzarnen-
sario apostolico della s. Casa e città di lo di globi areostatìci ed il canto eoa
Loreto. Agli II fu dichiarato vice-lega- suoni dell'inno di Pio IX. A' 1 o ottobre
lo di Velletri mg."^ Antonio Pellegiini di la magistratura, per onorare il suo car-
Sonnino, di poi votante di segnatura e dinal vescovo e legalo, die solenne acca-
ora chierico di camera. A' 24 maggio demia di musica con rinfresco: la sala fi-

mori il cardinale Micara vescovo e lega- larmonica riboccò di spettatori. Avendo


lo di Velletri, Il governo. di lui sarebbe il gonfaloniere nobile Virginio Macioli
stato di non pochi vantaggi per Velletri fatto un indirizzo al cardinale, questi ri-

e sua provincia. Avea buone intenzioni, spose con tale franchezza e persuasione,
e l'avi ebbe eseguite se non fosse stato che destò l'ammirazione di lutti, ed ia
quasi di continuo travagliato da maiat- ispecie inculcò la pace che regnasse ne-
lle, e non fosse così presto sceso nel se- gli animi de' veliterni. Il n. 4o delle No-
polcro. Velletri in ogni modo dev'esser- tizie del giorno di Roma del i847 ^'s*
VE L VEL 47
scrive i parlicolari ilall'tccpnnnfo solen- tela delleamministrazionide' luoghi pii.

ne ingresso del cardinal Macelli in Vel- Desideroso del bene s[)irituale dell'ani-

presenlnzione delle chiavi della


jetri, la me, visitò in tutte ledoMieniche gli oralo-

città fatta alla barriera di porla Roma- rii in cui s'ammaestrano le giovinette ne*
na dal gonfaloniere, mentre era salutato rudimenti di nostra s. Religione; ed inter-
da loi colpi di morlari. Che disceso dal- rogandole su alcune parti della dolliina
ia carrozza avanti la chiesa di s. Marti- cristiana, premiò le più valenti. Pontifi-
no, ivi assunse gli abili pontificali, e po- cò nella cattedrale nella festa d'Ognissan-
stosi sotto il baldacchino sostenuto da 8 ti, pronunciando dopo l'Evangelo dotta
distinti soggetti, preceduto dal clero se- paterna omelia. Amatore dell'istruzione
cola ree regolare, e seguito dal vice lega- pubblica, volleassisterea'sag^i calle ptd)-
lo, da'consiglieri governativi, dalle au- bliche conclusioni tenute da' seminari-
torità municipali, giudiziarie e militari, sti, nelle scuole comunali, e piesso i mi-
dalia nobiltà, dall'intero corpo de'consi- nori osservanti, conferendo di pro[)ria

glieri comunali, dagl'impiegati pubblici, mano premi i ed esortando i giovani allo


dalla banda musicale, dalla truppa civi- studio. Fondò una scuola notturno pres-
ca e bersagliera, fra il suono delle cam- soi pp. dottrinari, e su tale esempio il mu-
pane, sparo de' mortari, e r.tcclama-
lo nicipio istituì altre scuole serali e l'aflidò
tioni eevviva dell'immenso popolo, essen- a'fratelli delle scuole cristiane; quindi sì

do tulle le finestre ornate »li parali, araz- r una e sì l'altre furono inaugurate dal
zi e bandiere, processionalmente si tra» cardinale con acconci discorsi, commos-
sferì alla basilica cattedrale. Ivi pervenu- so dal vedere 3oo giovani volonterosi di
to, tra il Canio M\' Ecce Sacerdo.f 3Ia- prò fi l la rne.Si occupò ancora d'utili prov-
gnus, ascese al trono, ed ammise capi- il vedimenti per migliorare il patrimonio
tolo e il clero al solito bacio. Terminato municipale, la servitù de' pascoli, il ma-
il canto, il cardinale recitò dentro il pre- teriale delle carceri, la pubblica istruzio-
sbiterio una dotta e tdlelluosa omelia, ne, gravame di qualche dazio comu-
il

che commosse e riempì tutti d'ammira- nale, e il compimento dell'incominciato

zione. Terminata la sagra funzione, de- edifìcio del teatro, a tutto nominando np-
posti gli abili pontificali, risali in carroz- posite commissioni. Sotto la sua presidou-
za, e si condusse al suo appartamento nel za apertosi il consiglio provinciale, fu an-
palazzo pubblico, residenza de' vescovi e che deliberalo d'impiantare in Velletri
legali. Indi da una finestra compartì so- capoluogo uno stabilimento agrarif) per
pra di tutti l'apostolica benedizione, fra l'educazione de' giovani poveri eabbiui-
un grido fesloso e imanimedi /-'Vi'rt Pio donali, e d'offrire al governo 2000 scudi
IX! Viva l'Ein" Macchi i'cscovo e lega- per r armamento della guardia civica.
to! Dipoi il n.
97 del Diario eli Roma del Allietò di sua animatrice presenza l'aula
1847 narrò.Cheil cardinal Macchi, emi- municipale nell'adunanza de'26 ottobre:
nente per ogni virtù e giusto apprezza- parlò da vescovo e da legato, ramineu-
tore delle utili riforme proclamate dalla lando i morali e civili doveri che incom-
sapienza di Pio IX, mentre dimorò inVel- bono a un corpo rappresentante l'infera
leiri 5o giorni, si die a lutl'uomo a con- città. Inoltre il cardinale die contiiuii e
solidare un uugliore e felice avvenire a* splendidi trattamenti, fece giornalmen-
veliterni che ama con alletto paterno. Le te dispensare copiose limosine a' poveri,
prime sue sollecitudini aveile rivolte al dispose In restituzione di lutti i pegni di
suo pastorale ministero, aprendo di per- 5 paoli, fatti nel s. monte da' 3 giugno 1

sona la sagra visita a'3 ollobre, ed ema- sino allora. Tanti olili provvedimenti e
liaudo vari decreti e oidinamenli a tu- beneficenze eccitarono ne' velitcrui una
48 VEL VE L
pubblica dimostrazione nella sera de' i4 ì suoi ministri, i pacifici sudditi, avendo-
novenilnc precedente alla sua partenza, ne tiat tato iimumerabili scrittori; ma sol-
la quale seguì previa altra della guardia tanto registrare le cose che hanno relazio-
civica, che agli encomi del cardinale cor- ne con Velletri, ed io in breve ripeterò.
rispose con claoiorosi evviva e con innal- Riempita Roma di f;icinórosi rifuggiti da
r.ire sulle
baionette de' fucili loro cap- i ogni parte dell'Europa per iscampare l'ul-
pelli,partendo benedetto da tutti, quale timo supplizio; ivi chiamati da'capi della
amatissimo padre e pastore. Il can. Bauco fazione liberale, i quali aveano stabilito di
scrivendo accuratamente anche la storia dar da essa principio alla vasta rivoluzio-
contemporanea (che io scrissi nel citato ne. Questi settari segnarono ogni loro
orticolo e con [>\ii diffusione ne' relativi, traccia d'orribili delitti, facendo palese al
ondecjui mi limiterò ad appena accennar- mondo a qual segno possa giungere l'in-

Ja, per quanto riguarda Velletri e sua pro- gratitudine. Essi insultarono la pazienza
vincia), passa a narrare la creazione della di quel Sovrano Pontefice, che avea po-
consulla di slato fatta dal Papa, e nomi- co prima loro donato il perdono, la patria,
nando per la provincia di Velletri 1' avv. la libertà, lecariche, gli onori. Il dì i 5 no-
Luigi Santucci patrizio velilerno a con- vembre 1848 ucciso il suo i.° ministro
sultore tli stato. La promulgazione dello conte Pellegrino Rossi nel momento che
statuto fondamentale del governo tem- andava a rappresentarlo nelle camere, si

porale negli stati della Chiesa de'r4 niar- giunse nel dì seguente obbrobriosamente
zo 1848, eie corrispondenti festive dimo- ad assalire ilPapa a mano armata nel pro-
strazioni, onde in Velletri si tennero i prio palazzo sulQuirinale col cannone, col-
comizi per l'elezione del deputato al col- l'incendio, col l'uccisione del prelato Se
legio elettorale de' 4 governi di Velletri, gretarìo delle. Lettere latine, e col disar-
iJegnijCori (al cui paragrafo parlai dell'in- mo degli Si'izzeri guardia pontificia. Gii
tera annessione del suo governo a questa fu imposto di notte di formare un ministe-
legazione), e Valmontone,i maggiori vo- ro a volontà del sedicente popolo, e di no-
li essendosi riuniti a favore dall'avv. Fe- minarvi taluno ancora di coloro ch'erano
derico Galeotti, e del cav. Luigi Cardina- a capo della più vergognosa rivoluzione. A.
li, prevalse il partito del i.°non senza pa- vista di tali esecrabili attentali intimori-
lese intrigo e così restò eletto. » Si disse li i cardinali, e per consiglio del Papa,
allora per la città. Scelta opportuna: poi- cercarono di porsi in salvo con uscir da
ché questi non sono tempi di Cardmaii, Roma, ed il cardinal Macchi giim<e in
ma di Galeotti ". Dopo qualche mese il Velletri a' 20 novembre e partì il 28 per
Galeotti rinunziando, la maggioranza e- Gaeta, Il Papa non poco costernalo pe*
lesse in deputato il conte Ettore Borgia. tragici attentati avvenuti sotto i suoi oc-
Decretatosi dal Papa l'arrolamentod'un chi, maggiormente fu compreso di spa-
esercito di volontari per la difesa dello sta- vento allorché fu accertalo, che a'26 del-
lo, per guardare i confini del Bolognese e lo slesso infausto novembre i rivoluziona-
Ferrarese, Velletri presentò 60 giovani co' ri aveano determinalo di consumare un
lorouniziali,a'quali furono dati scudi6oo assassinio esecrabile ecompleto nella stes-
per oblazioni contribuite dal cardinale sa sua santissima persona. Appena sep-
e dal clero secolare, inclusivamente alle pe r iniquo divisa mento, si raccomandò
monache. Protesta Bauco, non intende- a Dio, e si rimise allo zelo de' ministri
re descrivere tutte le scene luttuose e i delle potenze estere, e fece risoluzione di
terrìbili disastri, che piombarono sopra partire e fuggir da Roma, benché guar-
Roma (F.) e sopra lo stato contro la So- dato a vista e perciò con giave rischio.

vranità della s. Sede (/-'.), la Religione, Nella sera de' 24 novembre colle vesti iH

1
V E L VEL 94
semplice prete uscì di Roma, passando cessivamenle fece la repubblica, Io de-
perVelIelri alle ore 5 italiane, dovecam- plorai ne' ricordati articoli e altrove. » Il

Lio i cavalli nella posta, e nel dì seguen- popolo che riconosceva e invocava
poi,
te felicemente giunse a Mola di Gaeta. Ivi l'assemblea, non era il popolo dello sla-
nominò una commissione governativa to ron)ano, il quale, pacifico per natura,
per Roma, che non fu riconosciuta; e i imporre un gio-
fu intimorito, e lasciossi
deputati nominarono in vece una giunta go che abborriva sotto la democratica ti-
provvisoria, ìndi i rivoluzionari resi più rannia, li popolo invocato dall' assem"
audaci pubblicarono in Roma la costi- blea era una fazione di uomini facinoro-
tuente. Avendo la giunta stabiliti presidi si, irrequieti, per la maggior parte spianta-

pel governo delle Provincie, per Velletri ti, di una plebaglia corrotta: era un bran-

nominò il conte EttoreBorgia ai gennaio co d' avventurieri audaci, senza onore,


del memorabile 1849, il quale prese pos- senza religione. Il vero popolo è un ceto
sesso a' 5, e poscia si nominarono nuovi
1 della moltitudine razionale stretto dal-
consiglieri governativi. Il Papa Pio /A' le- l'unione concorde, e dal consentimento
vò intanloalto la sua voceapostolica, pro- della giustizia e dell' utilità. Questo po-
testando avanti a Dio e in faccia a tutto polo al non poteva creare la repub-
certo
il mondo contro tanti gravi e sacrileghi blica romana, la quale era immorale, ir-
attentali, come prima di partir da Roma religiosa e violalrice degli altrui diritti ".
avea fatto co' rappresentanti delle corti A' 12 febbraio cacciati a forza i carme-
d'Europa e di altre nazioni, e fulminò la litani dal convento, in questo si formò
Scomunica maggiore contro coloro che l'ospedale militare. Anche in Velletri u-
aveano dato opera a' falli diretti a dan- sci la legge della demaniazione de'beni ec-
no della pontìHcia sovranità, e special- clesiastici, e fu nominata la relativa depu-
mente contro la costiluente.ln Velletri la tazione, che senza scrupolo accettò l'in-

mattina degli 8 gennaio trovossi alla por- carico, non potuto effettuare per la bre-
ta della cattedrale adissa copia di tale ve vita della repubblica; alla quale pre-
scomunica, pose in bisbiglio la città, e starono intanto a' 4 marzo giuramento
nella notte fu strappata. D'ordine della di fedeltà le truppe, e in seguito tutti
giunta convocata in Velletri l'assemblea gl'impiegati furono obbligati all'adesio-
nazionale per l'elezione del deputato del- ne. L'ii di detto mese nell'assemblea
la provincia di Marittima per la costi- comunale si formò il nuovo municipio;

tuente, restò eletto Luigi Novelli veliter- il presidente, anziani, segretario, tutti ac-
no a' 22, In questo giunsero da Roma in cettarono: ed in casa Borgia si aprì il cir-
Velletri 25o soldati finanzieri indiscipli- colo democratico VolscOy con presiden-
nati, che assaltalo il convento de'minori te e segretario; democratica ri unione che
conventuali, vi entrarono di forza e de- poco durò, per le scissure insorte tra' re-
rubarono, con indicibile spavento de're- pubblicani. A' 1 3, dopo il solenne pranzo
Finalmente l' assemblea costi-
ligiosi. democratico delle truppe, fu innalzato
tuente in Roma avendo decretata la de- l'albero della libertà innanzi al quartiere
tronizzazione del Papa, e la Repubbli- della piazza del Trivio, fra le grida e il

ca Romana, questa fu proclamata in suono bande, oltre molti discorsi


delle
Campidoglio a' 9 febbraio; e nello stes- democratici. Nel dì seguente e con dispia-
so giorno si recò a fare altrettanto in cere de'buoni fu posto un gran berretto
Velletri il tenente colonnello Bartolo- repubblicano sulla Croce del campanile
meo Galletti con 800 soldati della le- di s. Maria del Trivio. A' 2 r formatosi
gione romana, di che nella sera fecero il consiglio municipale, indi a' 24 elesse
gran festa repubblicani. Quaulo suc- anziani, e fece slam-
i
il goufaloniere e 4
Ot. xc.
4
5o VE L V E L
jiare pe' soli velilerni 2000 scudi di car- laloa 5niiglia Itmgì dalia citlà da due de-
ta moneta. Si feceio piil)l)liclie pregliie- putazioni del clero e del comune. Intanto
le pel felice successo deiraimi repubhli- filili i preparativi per ricevere l'esercito,
cane; menlre nelle feste e ne' canti not- allerrato l'albero della hberlà, levato il

turni, era grido ordinario: morte n pre- berrettone repubblicano dilla Croce del
li. In Velletri ninno del clero si mostrò cauqianile del Trivio, furono innalzale
repubblicano, tranne 3 non velilerni. Per l'anni pontificie sidla porta Napoletana,
brcTilà tralascio altre notizie mbanp, nel palazzo della legiizione e nella caserma
propiiedella luttuosa circostanza. Dimo- de' Ciirabinieri, i (piali ripresero la coc-
rando il Papa in Gaeta nell'ospitìilissinio carda papale. Alle ore 18 giunse in Vel-
regno di JNapoli, circondalo dall'iunoro- letri la vanguardia, ed alle ig cominciò

see riverenti cure del religiosissimo Fer- l'entrala deli'e^ereilo. II re marciava nel
dmando II re delle due Sicilie, invocò da mezzo delle schiere accompagnalo dal
vari sovrani la loro difesa de'domiuii del- fratello d.Francesco di Paola conte di
la s. Sede, e aiuto per liberarci fedeli suoi Trapani, dal cognato d. Sebastiano in-
sudditi dall'anarcliia.E siccome l'Ausilia, fante di Spagna, dallo stato maggiore e
la Francia, la Spagna e il regnodelle due dal commissario apostolico mg.' Dome-
Sicilie si trovavano per la loro posizione nico Giraud, suonando a fesla tutte le

geografica in situazione di poter solleci- campane della città. L'esercito contava


tamente accorrere colle loro armi a ri- circa 8000 uomini, numerosa cavalleria,
s. Sede l'ordine
stabilire negli stati della 2000 pel treno, 3 batterie di cannoni di
sconvolto da una fazione di settari, il San- varie misure, moltissime casse di mu-
toPadre domandò loro l'intervento ar- nizioni, carri, bagagli e tulli altri attrez«
mato e prontamente l'ottenne. L'arma- zi di guerra. All'ore 2 r il re scese di ca-

ta della repubblica fiancese proveniente vallo avanti l'atrio della cattedrale, rice*
da Tolone a' a') aprile 1849 imbarcò a Ci- vuto dal capitolo in abito colla Croce co-
vitavecchia, e a'3o trovossi sotto Uouia ; rale. Entralo in chiesa orò innanzi il ss*
perchè la nazione francese volle I' onore Sagramenlo esposto nell'altare maggiore^
d' operar sola contro i repubblicani che e ricevuta la benedizione si diresse a vi4
difendevano Roma, onde far cessare la lo- sitare l' immagine miracolosa di Mariag
ro oppressione,e dopo vari comballimen- ss. delle Grazie, e volle che si recitassero
li l'esercito francese vi entrò a'3 luglio. le litanie. In questa occasione si ammiri
A'29 aprile l'esercito napoletano capila- anche da' velilerni la particolare divo-
natodallo stesso reFerdinando 11 penetrò zione e spirilo di religione di Ferdinanda
nello stato papale, e si fermò in Terraci- 11. Accompagnato dal capitolo sino alla
na. III. "maggio il preside e il comandan- fine dell'atrio riraonlò a cavallo, e allora
tedella piazza di Velletri l'abbandonaro- r esercito seguitò la marcia. Le finestre
no; si ritirò la magistratura repubblica- delle case erano parate, e il popolo eoa
na, e vi fu soslituila una rappresentan- contiuueacclamazioni ripetè: VìvailRe^
za di cittadini, per ovviare qualunque di- VWa Pio JX. Appena giunte le prime
sordine nella città, speciahnenic pel pas- file sulla piazza del Trivio s' impossessa-
saggio dell' esercito regio, alla lesta della rono del quartiere civico, disarmarono^
quale fu postoli cav. Giovanni Giaziosi la guardia e gli ulficiali, commciando a

con molti altri onesti e buoni cittadini. Si maltrattare lutti coloro che coltivava-
elessero 3 deputali a provvederle veltova- no la barba (segno stabilito dalla setta,
gliee lecaserme,oltre quello [tergliallog- dice liauco): in un momento tutte le bar-
gi eallriuniziali.A'2 maggio avviciniMiilo- be furono rase; egli uomini apparvero
siresercilonapoletaDO,ilrefucompliiueu- allora uomini, non mostri e orsi (sic). Il
VEL VEL 5i
re fu alloggiato nell* nppaiiamenlo del Nel dì seguente il distaccamento dopo a-
cardinale, e tiitli gli iil{Ì7.iali ebbero al- Val-
scoltata la messa, partì alla volta di
loggi convenienli al loto grado. Le trup- montone, ed a'g s'imbattè colla divisio-
pe occupa loiio le caserme, tutti conven- i ne repubblicana, e seguì tra loro una
ti, il seminario: la maggior parte dimo- scaramuccia presso Palcstrinn, con po-
rava sulle piazze, fuori della barriera e chissima perdila tra le parti. A' io tor-
della porta Napoletana. A'3 maggio giun- nò da Galestrina in Velletri l'armata na-
se in Velleiri un re con un
fratello del poletana,che seguitò la marcia perla Ric-
corpo di circa 3ooo uomini. La guardia cia. L' I i giunse d'Albano in Velletri una
civica fu sciolta d'ordine del Papa, edi- colonna regia di 2000 uomini con caval-
sarniE^ta. Il re ricevè il capitolo, benefi- leria e 4 pezzi di cannone, e tosto forti-
ciati, curati e seminario; e si portò sul- ficò vari punti della città, con ripari al-
l'altura de' cappuccini, per considerare le fosse che la circondano, demolendosi
quella meravigliosa posizione. Mg.'^ Gi- il ponte che conduceva mole di Gin- alle
raud per comando sovrano destinò pro- netti Lancellolli 16 arrivò altra ; ed a'

legato della provincia di Maritticna l'avv. truppa regia da Valmontone con 20 ar-
Raimondo Alfonsi. Nella sera fu illimii- restati e 3 carri di fucili presi nella pro-
nata tutta la città, e i due palazzi del co- vincia di Campagna. Nella mattina de*
mune e della legazione a cera. A' 4 mag- 17 i soldati dopo la niessfi partirono per
gio parli lutto l'esercito alla volta di Castel Gandolfo; ma nel dì seguente si

Genzano, ed il re volle prima ascoltare vociferò con certezza che Garibaldi colle
messa nel santuario della Madonna del- truppe repubblicane erasi presentato a
ie Grazie, coli' assistenza del capitolo, e Palestriua, a Zagarolo e Valmontone,
fece larghe limosine. Alle ore 20 giunse onde subito ne fu avvisato il re. Peronel-
in Velletri da Valmonlone un distacca- la sera cessolo Velletri la costernazione
mento di 4000 uomini, compresa la ca- all'ari ivo di buona parte dell'esercito con
"valleria,con numerosa artiglieria e baga- molta arliglieria,reduce d'Albano e dalla
glie. In questo giorno fu ripristinata l'an- Piiccia, e nel dì seguente giunse anche il
tica magislralura, i consultori, i tribuna- re co'suoi fratelli e il commissario aposto-

li. Il re avea formato una colonna mobi- lico. Questo movimento retrogrado che
le di truppa in massa composta di citta- destò meraviglia ne' veliterni e luoghi
clini per guardare il territorio veliterno, convicini, derivò come notai altrove da
con suo soldo e coccarda, nominando per questo. Che mentre in Roma eransi co-
capi Giuseppe Caprara eMarco Scipioni. minciate le trattative coU'inviato straor-
La truppa venuta da Valmontone partì dinario di Francia, Ferdinando di Les-
b'5 maggio per Genzano, e nel dì seguen- seps, ora preoccupato nel grandioso ta-
te fece altrettanto un treno di carri di glio dell' Istmo di Suez, il triumvirato
munizioni provenienti da Terracina. Nel- repubblicano vide il partito che poteva
la mattina de' 7 corse voce che in Val- ricavare da questa nuova posizione, che
montone era apparsa la divisione repub- lasciavagli tempo a respirare per par-
blicana del general Garibaldi, e che vo- te degli attacchi de' francesi, e senza ri-
levasi piegare su Velletri. Ciò udito i cit- tardo audacemente decise -una spedizio-
laduii sprovvisti di difesa pensarono di ne contro l'esercito napoletano ;
giacché
salvarsi, e la città restò spopolata. All'i- pendenti le negoziazionicoU'inviato fran-
stante fu spedita una staffetta •- * " coo cese, con iscaltrezza tirate in lungo, po-
al re perchè soccorresse Velletri, e sen- teva disporre di gran parte delle truppe
za indtigio il re mandò una colonna di che slavano inoperose in città, in numero
4000 tra fanti e cavalli cou artiglieria. di 1 5,000 COQ 1 2 pezzi d'artiglieria diri-
52 VEL VEL
geodosi alla volta di Velletii. 11 re Fer- guente entrò in Velletri ferito. Questa
dinando U.conosciuto che l'esercilo fran- zullà accadde nella contrada Colonnella
cese cnoiandato dal general Oudinot vo- circa due miglia dalla città. La cavalle-
leva solo la gloria dell'espugnazione e li- ria napoletana stretta sulla strada senza
beiazione di Roma, se i trattati non si potersi stendere impedita dalle folte siepi
accordavano, o per altri motivi, ordinò delle vigne, bersagliata dalla fanteria re
il ritiro del suo esercito nel regno. Dava pubblicana impostata dentro il vignelo,ri
egli riposo alla sua truppa in Velletri sa- costretta a retrocedere,dopoaver perdute
ltato 19 maggio, quando l'esercito repub- 26 soldati con un tenente ; non minori
blicano uscito da Roma
16 e 17 sotto a' fu il numero de'repubblicani periti. Cìv-
il comando del generale in capo Rosel- ca le ore i/^h\ fragore della moscbetle
li, de' generali Masi, Galletti avvocato, ria dell'accennato attacco, si die movi,
Garibaldi eBartolucci generale di caval- mento a tutto il regio esercito. Uscì fuo'
leria, e de' colonnelli Manara, Bartolo- ri della città un battaglione di fanteria

meo Galletti e Marchetti, si diresse sotto quasi mezzo miglio, il quale evitando li

Tivoli, equindi 8 a Zagarolo e Mon-


a' 1 pubblica via,si sparse nelle sovrastanti vi
te Fortino, mosse la mattina di detto 19 gne,dove trovò imboscate e insidie per o-

per Velletri. Circa le ore 1 italiane si 1 giii parte; si difendeva, ma eragli diilici«

vociferava per Velletri che Garibaldi col- le offendere i repubblicani impostati


la sua divisione era giunto a Lariano, sen- nascosti a guisa della caccia de' daini. Gli
za che i condottieri napoletani avessero convenne ritirarsi. 1 morti superarono il

poste sentinelle avanzate verso quella centinaio, molti furono i feriti e 3o i pri^"

parte; onde avvisatone il re, che riposa- gionieri. Mentre ciò avveniva al di fuori/
va nel palazzo municipale, ordinò che considerando il re chel'assalto da tentarsi
tutto l'esercito si ponesse sull'armi, ed e- da' repubblicani sarebbe stato di conse'
gli stesso comandò la truppa, ch'era ac- guenza, perciò ordinò che d'ogni parte si

campata nella vasta piazza del Trivio, e munisse la città. Qtiindi verso l'ore 16 fu-
la fecesituare nel palazzo Ginnetti Lao- rono trasportati e impostati 5 cannoni
cellotti con duepezzi d'artiglieria impo- sull'altura de'cappuccini con 2000 fucili!
stati nei cortile, onde i soldati occuparo- ri; e 2 cannoni furono collocati nella saliti

no que' grandiosi loggiati che a levante che batlevanola strada in Via Lata. NelU
scoprono la campagna. Fu spedita una sottoposta vigna Fortuna il casino si guar
numerosa compagnia di cacciatori a ca- ni di 200 soldati. Sul rauraglione dellj
vallo verso Lariano per fare delle scoper- barriera si posero 6 pezzi d'artiglieria, (

te. Questa s'imbattè colla divisione Gari- guardavano losbocco del ponteeil vigne
baldi, che senz'ordine del general Rosel- to sottoposto, con numerosa fanteria. Ut
li mosse da Monte Fortino per Velletri, cannone era sul cancello di ferro degli or
per cui si trovò solo in quest'attacco. Si ti Ginnetti Lanceliotti. Una linea di nuJ
venne all'armi, e nel primo scontro Ga- merosi soldati cominciando dal mura
ribaldi cadde dal cavallo feritogli e fu in della città prossimo al lavatoio di Meta<
grave pericolo; poiché il maggior Colon- bo, stende vasi lungo gli orli sino al sudi
na napoletano era per farlo prigioniere, detto palazzo. La porta Napoletana f«

se un suo lanciere non l'avesse salvato ben munita d'artiglieria e soldatesca. La


dandogli il proprio cavallo, e il suo dilet- parte di ponente e nel convento di s. Fran-
toMoro non l'avesse coadiuvato ucciden- cesco, e nell'alture della Coroncina, de'
do con colpo di pistola un tenente napo- pubblici granai e del convento del Car«
letano che avea investito di fianco il me- mineeraguardatae difesa da più di 2oo<
desimo Garibaldi ; ed il Moro nel dì se- soldati. Siccome la cavallerìa di cin
VEL VEL 53
3ooo uomini restava inoperosa, impedi- giunse a penetrare sino alta via suddet-
ta da' continuali vigneti circondali da ta circa un miglio e mezzo da porta Na-
Tolte siepi, fu disposta in modo che dal- poletana. Ivi trovaronsi 4 uiule cariche
la porta Napoletana progredisse divisa di biscotto guardate da pochi soldati che
io vari corpi fino al ponte dell'Incudini, dieronsì alla fuga, lasciando le bestie e

4 miglia lungi dalla ciltà. In alcuni col- il Poco dopo repubblicani veden-
carico. i

li di quella campagna erano im-


stati dosi circondati da un corpo di circa 5oo
postati diversi cannoni, e guardati da uomini,allora ilMarchetti,che inutilmen-
multi picchetti di cavalleria. Seguiti gli te avea aspellato il rinfoi-zo promessogli
accennati attacchi, si unì alla divisione da Garibaldi, ordinò la ritirala. Presela
Garibaldi la legione romana comandata sua truppa una vantaggiosa posizione,
dal colonnello Bartolomeo Galletti. Si a- né ricevè molestia alcuua da'napolelani,
vaiizaroiio queste truppe a tiro di rao- e circa la mezzanotte tornò nel quartie-
sclietto a zufTa sparpagliata. Sperimenta- re generale di Garibaldi posto nella vi-
vanogravi danni non solo dalla raoschet- gna di Francesco Mauimucari. Già il re
feria nnpoletaiia, ma più dalle mitraglie Ferdinando 11 co'suoi fratelli, lasciali gli
e granate dell'arliglierie, che fulminava- ordini opportuni, era partilo da Vellelri
iiu dall'altura de' cappuccini, dal palaz- circa le ore 1 8. Si pose egli alla testa della
zo Ginnetti e dal cancello di ferro degli cavalleria impostata ne'culli dell'accenna-
orti omonimi. Appena i repubblicani sì ta contrada dell'Incudini. Nella notte del
scoprivano dalla verzura delle vigne, da' 1 9 al 20 l'esercito napoletano abbandonò
ripari degli alberi, delle siepi, de' poggi, la città e rientrò nel regno. Il generalis-
delle case rurali e delle grotte, le quali simo repubblicano Roselli, cogli altri ge-
cose tutte servivano loro di barricate, nerali Masi.avv. Galletti, Barlolucci e il
non si salvavano. Essi aveano impostalo colonnello Mauara colle loro numerose
due pezzi d'artiglieria sidla strada pro- divisioni si tennero mollo lontani dal luo-
vinciale innanzi al cancello della vigna go del combattimento, né vi presero par«
del cav. Cardinali circa un buon miglio te alcuna. Pensa Dauco, che se fra que-
distante dalla città. All'ore 21 venne a' sti generali non vi fosse slata scissura, se

repubblicani un rinforzo di due batta- fossero stali esperti e coraggiosi, con for-
glioni della linea, per cui falli più ani- ze così imponenti e con in:provvisa sor-
mosi, senza comando si dierouo a rotta presa tutti uniti col general Garibaldi,
per quelle spaziose vigne, e rannodatisi avrebbero potuto impadronirsi di Velie-
in quadriglie, gruppi e drappelli, avvici- tri, e recare gravissimi danni all' eserci-

nandosi alcuni fino alle fosse della ciltà, to napoletano. IVIa disunite le forze, i re-
restavano sagrificati senza speranza d'al- pubblicani riportarono vergogna e som-
cuna conquista. Laonde dall'ore 2 sino i alo pregiudizio : tornarono a Roma colle
alle i^e mezza il fuoco dell'artiglierie mosche in mano, dopo avere ricevuta una
napoletane, e quello della moschetteria buona lezione. Veramente non vi furono
d'au)l>o le parti fu raddoppiato e spaven- battaglie propriamente, ma piuttosto si
toso. Una parie del i.° battaglione della pouno dire scaramuccie, attacchi e com-
linea sotto il comando del colonnello battimenti particolari alla spicciolata. La
Marchetti fu inviala sulla via postale per perdita de'napoIetani,da diesi ritirarono
tagliare la ritirala alle truppe regie, eoo il) città, non oltrepassò fra morti e feriti
promessa di Garibaldi che avrebbe spe- il numero di 20. Quella poi de' repubbli-
dito altra fanteria e uno squadrone di ca- canijde'soli feriti superò il mezzo migliaio,

valleria. Questa truppa partendo dalla de'quali ne morì una metà; a proporzione
Colouuella per vie segrete non ballule, furono gli uccisi, di cui aou si potè co-
U

54 V E L VE L
uoscere il uiirneio pieciso. Si è costan- vincie meridionali dello sialo pontifici
Che inteso l'arrivo dell'inviato fiances
tetuente dello in Velletri, clie
|)erarouo
della legione
il tuigliaio.

lomana
Basti il

coiidolla dal colon-


i morii su-
dire, che inRoma, stava tranquillamente in Ve
letri, in attenzione di vederne lo sciogli-
i
nello Gulletti e composla d'8oo uomini, mento. Che qualunque ne fosse l'evenla
ne restarono 200 soli, per cui il colon- riteneva per cosa certissima, che frani i

nello tornalo in Roma fu dal Iriumvira- cesi non avrebbero permesso, che pen-.
ralo promosso a generale. Nell'avvicinar- denti le trattative il governo dominante
si l'esercito repubblicano, i veliterni con- in Pioma potesse mandare contro di lui
cepirono gravi timori pel disastro ch'era le sue truppe, ed avrebbero ii» ogni ca-

per sovrastare alla patria, e cercarono il so impedito la spedizione. Che vedendo-


modo di salvarsi, quelli specialmente che ci invece iuaspettalamenle assalilo dal
uveano mostralo attaccamento al Papa migliore e più forte nerbodi forze repub»
o ch'eransi compromessi accettando o blicane,supponesse seguito un improvvi-
riassumendo le magistrature. 1 preli e so accordo a suo danno, e che perciò sde-
religiosi già minacciali di morie da' re- gnatosi rilirasse,e poi ne movesse querelo
pubblicani, eccello pochi nascostisi in a'francesi per non essersi opposti allaspc'
città, tutti fuggirono insieme co' secola- dizione contro di lui. 11 general Uose Ili
ri nel regno di iNapoli, o ne' paesi cir- saputo che l'esercito napoletano avea ab
convicini, ne' boschi e nelle vigne lonta- bandonato Velletri, nella mattina de'ac
ne. Le Clarisse furono costrette abban- vi entrò con tutto l'esercito repubblicai

donare il loro monastero, situato sulla no verso le ore io. Si disse, ch'era sta
piazza della Carriera, e ritirarsi in quel- promesso a' soldati il totale saccheggit
lo delle teresiane, che rimane nell'inter- della città, ma che a questa risoluzione
no della città. Lo strepito incessante del- si opponessero il general Galletti e il co-
l'artiglierie e della ruoschelteria per io nondimeno soldati J
lonnello Galletti; i

ore continue, produsse indicibile spa- Garibaldi derubarono e saccheggiarono


•venlo. Le chiese restarono chiuse per il collegio de'dottrinari.i conventi de'cap
diversi giorni, cessò il suono delle cam- puccini e de' minori osservanti, il semi'
pane, né trova vasi chi amministrasse isa- nario e il monastero di s. Chiara, da do
gramenli : fuggirono persino gli operai ve trasportarono tutti i letti nell'ospedali
delle vigne. iNon pochi soldati repubbli- militare pe' feriti, oltre il saccheggio d
cani atterrate le porte delle cantine, del- diverse case de'particolari. Presero qaai"
le grotte e de' casini, li saccheggiarono, tiere ne' detti conventi e in quello de
portarono via e consumarono considera- conventuali, nel seminario e nelle caser
bile quantità del «niglior vino. L'autore d
uie, e convertirono in istalle le chiese
del Soininario storico degli avveiiiiiitn- s.Maria del Trivio e di s. Lucia. Poser<
ti che occorsero negli Siati della s. Se- numerosa guarnigione nella barriera
de da' i4 novembre 1848 all'ingresso a porla Napoletana. E siccome tutta 1

de' francesi in Roma, ivi pubblicalo nel truppa era alfamata, gravissimi dan
i85o, giustificando la leale e religiosa recarono a' fornari e venditori di co
condotta diFerdinando li, uellj'intervenlo mesiibili. Il consiglio e la jnagistratur
per difesa del Papa, quanto alla sua riti- della repubblica ripresero il governo dei

rata colle truppe dal territorio romano, la città. Fu rialzato l' albero della liba
dice l'opinione piìi comune si fu. Che il re là, e si posero bandiere repubblicane n
in conseguenza di diplomatiche intelli- due palazzi del comune e della legazi
genze era persuaso di non incontrare la ne, e nel quartiere, dopo spezzate l'ari

uiiuiaia resisleuza uell'occupaie le prò- ponlìOcie. Si fecero luminarie, t: a ceti


V E L V £ L S5
ne' detti due palazzi à' 3 i i sulcliiti se- riuusaiido di anelare nelle caserme pre*
guiluruiio iiiipuneiuenle a sacclieg;^iai'e paiate, si sparsero perla città, e all'iui*

ie case de' papalini, e quella de' fratelli piuvviso uccuparonu l'ubìtazioni de'cil-
delle scuole cristiane; non mancarono ladini, die produsse confusione e nial-
il

curcerazioiii, ed in Giuliano imprigiona- contento, (incile dopo la mezzanotte il


runo l'arciprele Santurri clie fucilarono generale ad istanza della cuagistratura
iiiAnagni barbaraniente.La truppa par- ordinò die si ritirassero. A' c) partirono
ti, seco conducendosi una carrozza del per Genzano aSoo soldati, i ({uali furo-
carduial Macchi, e lasciando in Vellelri uo ricltiamati l'i ( dal general Cordova,
una guarnigione. A' 2/4. da Roma l'u spe- perchè Garibaldi co' suoi masnadieri si

dito nuovo preside Alfredo Cardinali,


il aggirava ne'contorni della provincia, e li

Mentre a' 3 luglio francesi erano en- i fece marciare coU'artiglieria a Valinon-
tiali in Roma, in Velletri giuuNe l'avvi- Ione. Il ritiro degli spagnuoli da Genza-
60 d'alleslireGooo razioni e 1000 forag- no avvenne ancora, perchè francesi ol« i

gi per l'esercito spaguuolojdie sino duH'B tre Roma doveano occupare la sua Co-
giugno era in Tenacina. Nel'dì seguen- marca. A*i4 venne da Valmontone par-
ie il preside repubblicano obbandunù la te di detto esercito culi' artiglieria, ed a'

cillà, col comandante di piazza. Uscito da ij fìnaUuente con editto si ripristinò il

Pionja Garibaldi, culla sua masnada, di- governo pontificio, e gli antichi iuipie-
ligendosi verso Tivoli, si proponeva fa- gali a'ioro uliizi. A'22 onorevolmente si

le una scorreria a Velletri per porvi con- scoprirono nel palazzo legatizio l'armi
tnbuzioni, perciò inviando esploratori, dei Papa e del cardinal Macchi, e nella
che fuggirono sentendo giunta la van- cattedrale si cantò solenne Te Dcuiit.
guardia spagnuola in quel punto, cioè a con luminarie nella sera e concerto delle
ore 1
7, provenienle da iiezze, la quale bande spagnuole. A'28 parti la cavalleria
«ubilo abbattè l'albero della libertà. L'è- e 2compagnie di fanteria perPaleslrina ;
Selcilo entrò a ore 20 composto di dodo ed in Velletri gli spagnuoli si fortificarono
combattenti con 8 pezzi d'ai tiglieria, con sull' altura de' cappuccini con 8 pezzi di
curi di munizioni e bagaglie. Eruvi al cannone, e vi formarono il quartiere gè-
c<niiando dell'esercito il general Fernan- nciale: poi giunsero 6 pezzi da montagna,
do Fcniaiidez de Cordova^ e con esso A' 3i fu sciolta la truppa in massa for-
ing. Giuseppe Berardi di Ceccano in qua- mata da Ferdinaudo 11. A' 3 agosto la
lilù di commissario straordinario punti- città diresse una deputazione a Gaeta per
flcio delle Provincie di Marittima e Cani- ossequiare il Papa, esternargli i sensi di
paglia, già vice-presidente del tribunale fedele sudditanza, e congratularsi pel ri-

civile di Roma, con istruzioni d'estende- cuperatodominiotemporaleAgli 8 si for-


re la sua giurisdizione in tutti i luoghi mò la commissione comunale provvisoria
che sarebbero occupali dagli spagnuoli. composta d'8 membri col prc'sidente cav.
L',*:sercitò fu collocato nelle caserme, ne* Giovanni Graziosi. Indi fu istituito il con-
coi) venti e nel seminario; i generali nel- sigilo di censura per la provincia, onde
l'appartamento del cardinale. A'5 tornò conoscere le magistrature e impiegali de-
ad occupare la carica di prò legato l'avv. guidipunizioue.ll{.°seltembrecessòd'es-
Aliuiisi; furono ripristinali i magistrati ser pro-legato l'avv. Alfonsi, ed il suo uf-
del governo papale, e cogli onori milita- flcio compenelrò nel commissario mg.'
si

ri fu innalzata la bandiera puntilicia nel Berardi. A' i4 novembre dopo l'esilio di


palazzo legatizio. A' 7 le Clarisse torna- quasi 1 mesi tornò da Gaeta in Vellelri il
i

runo ai loro monastero. Nel di seguente cardinal Macchi vescovo e legato. Fu per
gnuisero 3Goo soldati spagnuoli, 1 quali lui uu li iuufo,ricevuloiu forma pubblica,
56 VE L VE L
con salve d' artiglieria, suono di tutte le medesima
delle chiavi, sventolando sulla
cunipatie e serale illuminazione. Le trup- due grandi stendardi pontifìcii. Questa
pe spagnuole sparse nella provincia di parte della città non ha propriamente
Sabina e Rieti a poco a poco si riconcen- porta, ma ne teneva luogo un sontuoso
trarono in Vellelri, da dovea'aS comin* arco (che dice il Bailuzzì doversi conver-
ciarono in separati corpi a partire per ioi- tire stabile presso a poco dello stesso di*
liarcarsiinTerracina : gli ultimi due bat- segno e forma, qual monumento storico;
taglioni «paguuoli di Spoleto arrivarono mu finora non ebbe effetto), facendo cor-
in Velletri a' 20 dicembre. Nel gennaio po colla barriera e sotto il (|uale propria-
i85o per gratitudine ed a maggior de- mente segiù l'omaggio delle chiavi. Era
coro della furono aggi^egati alla no-
ciltà costruito di legname e tela, nel colore pe-
biltà velilerna cardinali Macchi, Anto-
i rò e nel disegno avea 1' aspetto d'un an-
nelli e Eufondi, prelati de Medici e 6e-
i tico arco trionfale. Nell'alto spiccava la'
rardi, il conte Baldassare Negronì e il statua esprimente il Pontefice in atto di
cav. Luigi Cardinali. A' 4 febbraio giun- 1
benedire, e altre due genuflesse rappre-
se inVelletri una compagnia di linea pon- sentavano la Fedeltà eia Sudditanza alla
tidcia perserviredi guarnigione, dopo la s. Sede. Quattro altre statue, due verso
partenza del residuo dell'esercito spa- settentrione figuravano la Pace e la .Spe*

gnuolo, la quale seguì a'28, lasciando di raoza,e due a mezzogiorno verso la città

se onorata nieuìoria per mirabile e rigo- simboleggiavano la Giustizia e la Fortez-


roso ordine, e siccome osservante la più za: con emblemi negl' intercolunnìi e in
esatta disciplina. La città in segno di sod- suir attico, e al solito con iscrizioni nelle
disfazione e di gratitudine ascrisse alla due faccie. Queste e le altre iscrizioni
sua nobiltà il general Cordova, con un fatte in questa lieta circostanza, le ripor-
presente. Abbiamo di Francesco Gigliuc- tano Bauco e Barluzzi. Ivi trova vasi uà
ci, Memorie della rù'oluzionc romana, signore inglese in assisa di arciere scoz-
Roma 1 853. Fatti atroci dello spirita zese ; era il figlio del celebre amuìiraglio
demagogico negli Stati ropiani^RaccoH' Cochrane. Mostrando di riverire da vi-
ti, Ora colla Relazione del
Firenze 1 853. cino il Papa, questi lo fece appressare, gli

viaggio del Papa Pio IX da Portici aRo- die graziosamente a baciar la mano, e
tna, del commend.Barluzzi, col can. Bau- volle pure baciare il piede. Egli fece tosto
co e col Giornale di Roma (che a p. 33o stampare in Londra dal Times la rela-
riporta il programma della commissione zione dell' arrivo di Papa Pio IX in Vel-
municipale delle pubbliche dimostrazioni letri, e la l'ipetè il Galignaais Messen*

che si propose celebrare per 1' avvenlu- ger. Dall' arco trionfale passò il. Santo

l'osu avvenimento), narrerò l'onore com- Padre col suo corteggio in tnezzoalla città'
partilo dal Pontefice alla città nel recar- per la via corriera. Vedovasi ornata la

visi di persona. Dissi già a suo luogo che strada dalla barriera sino alla porta Na-
nll'EpilalIìu, confine del regno di Napo- poletana, e quella delComune da più cen-
li, si presentarono a fargli omaggio mg/ tinaia di pali vestili di verzura uniti da
Berardi commissario pontificio,colIa de- beili festoni di mirto e fiori, e tulle le fi-

putazione dei consiglieri provinciali della nestre dell' abitazioni ornate di ricchi
legazione di Vellelri; ed inLai'iano il car- drappi di damaschi a vari colori. Intanto
dinal Macchi, che poi fece salire nella suonavano a festa tutte le campane e le
sua carrozza, colla deputazione del capi- bande musicali, frauìmiste al rimbombo
tolo eclerovelilerno. Alla barriera fu ri- di loi colpi de'morlari, ed a'plausi in-
cevuto dalla suddetta commissione mu- cessanti de' veli terni. Smontò il Papa neU
uicipale, che fece la consueta esibizione r alt io della calledralc« ricevuto dal ca^
VEL VEL 57
pìtoln, tutto la croce del quale incedeva- di Velletri, che gli presentò in dono il pa-
DO i capitoli delle due cullegiatedi Cori, norama della città miniato in argento,

il clero della città, quello regolare, le au- ed un disegno esprimente il trionfo della
torità governative e giudiziarie, tutti gli Religione, pur miniato d'argento e di fi-
impiegali e le commissioni, con mg/ Be- nissimo lavoro; il consiglio provinciale
t'ardi. Fu condotto sotto il baldacchino della legazione condotto da w^/ Berar-
portalo da 8 canonici sino alla porta della di, che olhì l' iconografia del bassorilie-
maggiore era esposto il
cliiesa. Nell'altare vo da collocarsi a spese della provincia
Venerabile, Papa inginocchiandosi sul
li nella facciata del palazzo legatizio, che
faldistorio, erangli vicini cardinali Mac- ì descrissi parlando di esso; e la congrega-
chi, Asquini,Ou Ponte Antonellì, che lo zione governativa. Accolse poi le deputa-
acconipugnavano nel viaggio; e mg/ zioni delle Provincie di Campagna e della
Franci suliragaueo comparti la benedi- Comarca d" Roma; le deputazioni delle
zione. Quindi passò il Papa alla cuppel» commissioni municipali di Sezze, Cori,
Ih della Madonna delle Grazie, e dopo Worma,Sermoneta, Porto d'Anzio; quelle
avervi orato, si recò in sagrestia e am- del clero secolare e regolare veliterno, ed
mise id bacio del piede i canonici, e lut- altre, non che parecchi litolati e distinti

to il clero secolare e regolare. Recatosi il individui della provincia e della capitale,


Papa nel palazzo pubblico, destinato per oltre la sorella del generalBaraguay d'Hil-
sua residenza, entrò nella sala delle la- liers. l''inita l'udienza il Papa pertossi col
pidi, e seduto in trono ascoltò il compii- cardinal Macchia visitarci monasteri del-
mento di felicitazione del general in ca- le Clarisse e delle carmelitane; quindi al
po della spedizione militare francese del palazzo Ginnetti Lancellotli, atteso osse-
Mediterraneo Baraguay d'Hilliers. Uscì quiosamente dal principe e principessa
sulla loggia ap[iositamente costrutta, e Lancellotli, ove in trono ammise alctuie
comparti 1' apostolica benedizione ad un dame cospicue romane, venute ivi per
immenso popolo, venuto da' paesi limi- aver quesl' onore. E poscia dalla loggia
troll eacclamaiite.Salito il Papa nell'ap- che guarda la piazza del Trivio comparti
piirtamento superiore del cardinal Mac- di nuovo la ponlidcia benedizione al nu-
chi, a tale elTelto addobbato splendida- meroso popolo esultante. Tornato alla
mente, si ritirò per poco tempo, indi pas- sua residenza, dopo il desinare passò il
sò a mensa, e fra'personaggi che vi am- resto del giorno in udienze accordate a
mise vi fu il general francese. Quella del- persone ragguardevoli. Venne in Vel-
la tavola di stato era ali. "piano, in uno letri anche il cardinale Patrizi vescovo
agli alloggi del seguito. Dopo il pranzo, d' Albano, per invitare il Papa a tratte-
dalle finestre godè dello spettacolo d'al- nersi in tal città alcun poco nel passar-
cuni fuochi a luce di Bengala incendiati vi. Nella sera il Papa discese col cardi-
sulla piazza, mentre i due palazzi del co- nal Macchi nell'appartamento della ma<
mune e della legazione erano illuminati gistratura per godere sulla loggia l'in-
a cera, come altri della nobiltà veliter- cendio d'un fuoco artificiale, sopra gran-
n<i,e brillanti luminarie rischiaravano la diosa macchina situata in contro al pa-
città, massime la gran torre del Trivio lazzo, essendosi rinnovata 1' illuminazio-
ed i prospelli delle due chiese sulla piazza ne per la città come nella sera precedente.
delComune.Ammise poi all'udienza qual- Le iscrizioni che acconcie a q<iesta cir-
che deputazione e altri illustri soggetti, costanza si videro per Velletri, olire quel-
ilcomamlanleeilcapitano delle
fra' quali Irtdell'arco, furono quelle delle due porle
guardie nobili. Nella seguente mattina il ilei palazzo comunale, per le sue scale, e
Papa ricevè la cuuimissioue municipale nella sala delle lapidi; nella porla della
59 V E L VEL
cailedrnle, nella facciata tletla chiesa di Icgitlo. Ma è un Hiilo, die dopo lale di-
k. iSiiuliiio 8, in quella della chiesa di s. sposizioiit; piincijìalmeiile il [xelato dele-
Augelo 2, in qnella della cliiesa delle gaio funge il yovernaiuento, ed il cardi-
ijliuiniale, nella porla del nionaistet'o di naie non nella alcuna parte; laonde cessò
fc. Chiara. iVelia nialtina de' 12 aprile l'autoiità civile e non leslòche il nome
<:iica le ore i3 il Papa parù per Ilonia dì legalodi più vasta provincia, cioè delle
fra gli evviva del nunierosopopolo, dopo tre nominale. Quindi cessò l' uUlzio di
ji ver concesso la croce dell'ordine l'iano al commissario pontificio di Maritlinia e
j)re»idenledellacommissionemunicipale, Cam|)agna di mg."^ Derardi, e della vice-
e medaglie agli altri memhri della me- legazione di Velletri, e venne promosso
tlesima; lasciando al cai dinal Macchi scu- a sostituto di segreteria di stalo e se-
di 5oo [)e' poveri, i quali vennero pure gretario delia Dauco loda 1' il-
cifra. Il

feovvenuti dal municipio. J cardinali A- lustre prelato per prudenza, moderala


squini, Du
Poni e Antonelli seguirono il giustizia, qual buono e giudizioso gover-
Papa. La commissione comunale e prò- nanle, ed veliterni gli conserveranno
i

viiiciale non lasciò quindi di recarsi in sempre gratitudine. Dichiarata la provia-


Koma, per rinnovare al Santo Padre le eia di Marittima delegazione apostolica e
proteste di fedele sudditanza e di filiale facente parie di delta legazione, il Papa
ultaccamento dell'intera città e provin- scelsea delegato il sullodato mg.'^ Bruti
eia, e di gratitudine pelcompartiloonore già vice-legato. Egli commissario aposto-
dei benigno soggiorno. Di poi nella sala lieo della s. Casa e città di Loreto, ne'
delle lapidi fu posta una marmorea iscri- tempi i più tristi tenne regolare e senza
z.ione, che ricorda la venula e dimoradi detrimento la vasta amministrazione di
Pio IX in Velletri. Nel di seguente anche quel sautuiuio, e così la lanciò ne'noti e-
il caiduial Macchi tornò in Roma, dopo venti. Fu ramingo come gli altri fedeli
aver dimoiato in Velletri quasi 5 mesi, ministri della s.Sede.E pai tito per l'orien-
Per ordine del l*apa il cardinal Antonelli tee visitati i santi luoghi di Palestina; fìni-
kcgretario di stato a'22 noveudire i85o te le vicende, tornalo infloma, fu nomina-
}'ubblicò la legge sul governo delle prò- lo protonotario apostolico partecipante e
vincieesuH'amminislrazione provinciale, specialmente deputato per gli atti della
Con essa lo stato pontificio fu diviso iu congregazione de' ss. Riti. Il 1,° maggio
4 leij;azioni, oltre il circondario della ca- i85i prese [)ossesso della nuova carica di
La legazione di Marittima e Cam-
j»ilale. delegato.Giàa'24 marzo per nomina so-
])agna si formò delle pio vincie e delega- vrana era stalo elelto il nuovo consiglio,
zioni apostoliche di Velletri o Marittima, il quale si riunì a'3o per formare le ter-

di Frosinoneo Campagna, e di Beneveu- ne della nomina del gonfaloniere e di 6


to, come La legazione di Ma-
già notai. aiiziiiiii,a termini dell'editto 24"<jvembre
rittiina e Campagna si conferisce seni- i85o; e nello stesso giorno cessò la com-
pre decano del sagro collegio,
al cardinal missione comunale provvisoria. Ne'primi
che la ritiene durante la sua vita. Per del 18 T2 mg.' Bruti fu promosso a/Jt'jg^ge/i-
questa legazione provvedimenti di alla
i te della caiici'llcria apostolica, e gii sue-
jiolizia, ed il movimento delle truppe di- cesse nella delegazione mg.'^AntouioBaiu-
jiendonoda' ministri competenti, il de- bozzi. Come Velletri celebrò la promul-
legato esercita nella sua provincia 1' au- gazione della definizione del dogma del-
torilà governativa ed amministrativa, di- 1'Immaiulata Concezione, seguita so-
peiulentemente dal cardinal legalo. Il de- lennissimamente nel tempio Paticano
legalo per gli affari della sua delegazione (''^•), lo narrai nel voi. LXXIH, p, yo,
conispoude ordinariumeute cui cardiual nel raccouture quuulo [)recedellc, uc-
'

V E L V E L 59
compagno U niemornlVile awe-
e seguì «. Pietro, da s, Paolo^ il quale nel re-
iiimetitu. Nell'anno i855 caduto in Ilo- carsi a Ruma nell'anno 6 idi nostra era e
ma in penosa e grave infcnnitìi il car> il I <j.° del ponlilicalo di s. l^ietru, secon-
diluii Macchi, siccome amultssimo ve» do i calcoli del medesi'.no Bauco, fu in-
scovo e legato, veliterni non cessarono
i contrato da una squadra di cristiani alle
di rivolgere fervidi voli a Dio perla pron- Tre Taberne, 3o miglia circa lontano da
ta gnarigione. Questa ollenula, si ralle- Roma, luogo che crede restasse poco di-
grarono e ne reitero pubbliche e solenni stante da Cisterna, che rimane 8 miglia
azioni di grazie all'Altissimo e alla Ma- lungi da Vellelri ; nia con buone ragioni
donna delle Grazie; ed il Papa si recò esclude che avesse potuto deviare dalla via
a vi>itarlo e confortarlo a' i5 nìarzo. Appia lungi 4 ojiglia dalia città, per dif-

Tutto riferiscono n. 6i e 62 del Gior-i fondere in questa la fede, essendo in istalo


nale di Roma. Dipoi il Supplemento del di prigioniere, e Luca non avrebbe om-
s.

n. I i3 riporta il program tua del gonfa- messo di riferirlo. S. Pietro spesso da

loniere conte Baldassiire Negroni, pe'fe- Roma usciva per annunziare le verità e-
gleggiamenli co' quali sarebbe celebralo vangeiiche ad altri popoli, come asseri-
il ritorno del cardinale in Veìletria'ia scono gravissimi scrittori, fra' (piali l'U-
maggio. Si descrive quindi l'incontro e ghelli, il Lucenti, l'Olloino, E ftcile a-
r ingresso triont'ule nella città, e come il dunque il credere, ches. Pietro abbia vo-
cardinale pose al colmo la generale esul- luto estendere le sue predicazioni sino a
tanza, con mostrare benigno gradimento Vellelri, distante da Roma 20 miglia. Po-
di tante lispellose e allettuose dimostra- teva ancora averlo fallo per ujczzo di s.

zioni. Registrai nel voi. LXXX, p. 166, Ch'Io da lui stabilito suo vescovo coa-
cheil Papa dichiarò n)g/ Bambozai nel diutore per annunziar la lede ne'sobbor-
marzo 856 direttore generale delle car-
1 ghi di Roma, come vuole Ciacconio, e poi
ceri, case dì condanna e luoghi di pena ; 3." sommo Pontefice ; e poteva anche a-
in pari tempo nominò delegiito a[>osto- verlo fatto per mezzo di s, EfialVodito,
lico di V ellelrì l'odierno mg,' Luigi Gior- ch'era uno de'ya discepoli di Gesù Cri-
dani, Riferisce il G ior nate di Roma dal- sto, al quale commise s. i^etro la cura

V 1 I settembre iSSy come Yellelri ce- di promulgar il Vangelo in tutta la pro-

lebrò il ritorno in Roma del Papa, dal vincia di Campagna, e il fece vescovo di
viaggio fatto ne' suoi stati, a Modena e Te/VtìffZ/jrt.Che questo santo vescovo an-
nella Toscana; e memore senipredel be- nunziasse la fede cri^lialia ìu Vellelri è
nefizio accorda loie nella ferro via, a ver de- opinione di Ughelli, di Lucenti, di Gon-
un monumento a perpetuare il
cretato zaies e di altri scrittori. Se vuoisi soste-
nome del munifico Gerarca, inviando nere, che s. Paolo predicasse la fede iu
inoltre il magistrato a rassegnare a'suoi questa crede Banco che però noa
cillà,
piedi le più sentile grazie. Fra le pubbli- dev'essere sUito il primo, perchè già era-
che dimostrazioni vi fu un bel fuoco ar- no scorsi I
7 anni del ponlilicalo di s, Pie-
tificiale incendialo sul colle di s. Lucia, tro non polendosi supporre che il suo
;

ove fu aperta testé una nuova passeggia- zelo, o quello di s, Cleto o di s, Epafro-
la, nomata Pia, dilo si restasse da non giungere sino a
L'origine della chiesa vescovile di Velie- Vellelri, luogo si vicino a lloma,a far co-
tri è involta fra le tenebre dell'antichità, noscere la dottrina di Gesù Cristo. Quan-
presto pelò entrò in Vellelri il salutifero do s. l^uolo fu da'crisliani incontralo al
lume della religione cristiana, llcau.baxi- Foro Appio e alle Tre Tubeine,foise non
co congettura che i prinji fondamenti cri- furono tulli ruinuni, e può credersi che
kliaui ia Velletii biuuo &lull gellali u dei fiu di esài ve ne lusserò puiede'uucsi cir-
6o VEL VE L
conviclni e anche velilerni. Forse allor- stiana penetrasse in Velletri al tempo
ché s. Fnolo «lìcliinrato in Roma inno- della primitiva Chiesa. Entrato il cristia-

cfnleeiasciiitoin libertà, parlendone per nesimo in questa città, devesi credere che
diverse regioni a recarvi la luce ilei Van- i Pupi ne decorassero la chiesa colla cat-
gelo, ovvero nel suo ritorno in Roma, tedra vescovile, sia per la frequenza del
potrà essersi recalo anche in Vellelri. In- suo popolo e sia per la vicinanza a Ro-
oltre in Velletri è tradizione, che ancora ma. Se mancano memorie per provare
s. Clemente /, poi 4-° Papa, istruisse il l'antichità del suo vescovato, per la po-
popolo veliterno, anzi si vuole che reg- anda-
ca accuratezza e infelicità de'secoli
gesse la chiesa di Velletri, e che seguisse ti, nondimeno questo vescovato fu sem-

s. Paolo nelle sue apostoliche fatiche. pre considerato come uno de' primi e
Rauco qualifica tale tradizione priva di principali. Ne'primi secoli vescovi che i

prove e senza fondaniento. Certo è che ressero questa cattedra furono veliterni,
s. Clemente I pure fu vescovo coadiuto- poiché ordìnavasi da'sagri canoni, che i

re di s. Pietro ne'sobborghidi Roma. Che vescovi si scegliessero tra'cittadinì, e vie-


se in Velletri è dedicata la basilica cat- tavano innalzare alla dignità vescovile
ledrale,con)e tullelechiese, a Dio,in ono- persone straniere; non mancano però
re di s. Clemente !; e sei velilerni ab ini- molti esempi contrari. La chiesa di Vel-
meinorahili lo scelsero per i ."loro protet- letri é stata sempre annoverata tra le cat-

tore, avranno forse ciò (atto per qualche tedre più antiche e primarie di s. Chie-
nitro impellente motivo. Dice il Piazza, sa, come tra le Siihurbicarie. Allorché
che i velilerni dedicarono a s. Clemente ebbero principio Cardinali {^P',), ed an-
i

1 la cattedrale, come a loro concittadino che prima che questa sede fòsse unita a
discendente dalla famiglia Ottavia, nou quella d' Ostia {f^-), fu sempre cardina-
meno die i ."apostolo della città, e secon- lizia sempre ambedue furono soggette
:

«lo alcuni anche i.°vescovo di essa, e suo immediatamente alla s. Sede, ed il suo
patrono. Si può vedere il Theuli lib. 2, vescovo il i.°fra'6 suburbicari. Le Ozioni
e. 2 :Ingresso della Fede in Felletri. (/''.) de* Vescovati Suburbicari, de' Ti-
E il Rorgia, lib. 2, secolo 1.°: Dal Nasci- toli e delle Z^mro«ie cardinalizie princi-
mento di Cristo Signor Nostro. Però il piarono neli4o9 e nel i4io. L'unione
veliterno Dauco, contro gli scrittori con- delle cattedre vescovili d'Ostia e Velle-
cittadini Theuli e Roigia, dichiara false tri l'operò Eugenio III nel i i49 stabil-
."
le opinioni, che s. Clemente I fosse il 1 mente, poiché prima lo erano stale a be-
vescovo di Velletri, e discendesse dalla neplacito de* suoi predecessori. Ciò av-
famiglia Ottavia e perciò veliterno. Es- venne perché Ostia, antica città fabbri-
sendo stata l'ancora l'istrumento del suo cata da Anco Marzio re di Roma, alla fo-
martirio, riferisce il Dorgia.dipoi per sua ce del Tevere perché vi si fermassero i
memoria fu tolta per impresa della chie- viaggiatori e le merci provenienti dal ma-
sa cattedrale di Velletri, che ne'tempi di re, e servisse d'ostacolo a' nemici di na-
Costantino 1 Magno fu a luidedicata. An- vigare su tal Hunìe, restò distrutta per
che il cardinal liorgia disse s. Clemente I le guerre civili di Roma e pel nocumen-
discendente dalla famigliaOttavia. IIRau- to dell'aria, onde priva d'abitanti lasciò
co seguì il sentimento del cav. Luigi Car- d'essere città. Ne riparlai a Tevere come
dinali Osservazioni di un antico sigil'
: parte di sua foce, ed ancor più a Porto,
lo Capitolare, presso il t. 2, p. 29^ de- detto anche Porto d'Ostia, rimpetto ad
gli y^tti dell'accademia romana di Ar- essa situato, e perché in principio fu un
clicologia. Dal sin qui narrato si ptiò con emporiodipendeute da Ostia, a spese del-
quasi certezza osserire, che la fede cri- la quale si accrebbe. Del Sale e Saline
VEL VEL 61
d'Oblia in quell'articolo ne ragionai, e<* perchè da lui si consagrava e ordinava
sendo divise dallo stagno d'Ostia che oli* il rumano Pontefice, e perciò coll'insegna
benda di pesce. Erano di Feio (T.) e del pallio orna il suo slenima gentilizio,
Anco Marzio l'ampliò e migliorò, indi e tuttora il vescovo d' Ostia e Yelletri
continuarono ad esercitarsi fino al 1798 l'eseguisce assistito da due altri cni<lina-

e furono riattivate nel 1826. A Tabacco, li vescovi suburbìcarì più anziani, in uno
trattando della Regia ponliflcia de' suli Intronizzazione e collocamento sul
all'

e tabacchi, dissi alcun'' altre parole del Trono (f^.), e Papa s. talentino (F.)
sale e delle saline d'Ostia. Di queste e del nell'827 fii prima introni/zato e poi cou-
Porlo Ostiense ossia Romano dovrò ra- sagrato. Gli ultimi tre esempi li dierono
gionarne in (Ine. Dopo l'unione d Ostia Clemente XI Y, Pio VI e Gregorio XVI.
a Yelletri, lutti i privilegi e le preroga- A cagione dell'avanzala età del cardinale
tive, i che appartenevano ai i. "ve-
diritti Cavalchini vescovo d* Ostia e Velletri e
scovato suburbicario d' Ostia, e rimar- decano del sagro collegio, consagrò «'19
cati in queir articolo, sì consolidarono, ntaggioi 769 Clemente XIV, il cardinal
compenetrarono e si resero comuni a que- Laute sotto-decano del medesinio e ve-
sto di Yelletri, essendo divenuta una sola scovo di Porto e s. Ruirina, coll'assislen-
cattedra ; inclusivaniente al diritto che za de' cardinali Albani vescovo di Sabi-
avea l'arciprete d'Ostia d'inlervenirealla na, e York vescovo cM Frascati, come car-
consagrazione e ordinazione del nuovo dinali vescovi suburbicari pìLi anziani, e
Papa, nel caso che il vescovo non vi si lo ricavo dalle notizie di Roma dì quel-
trovasse presente, che perciò passò nel- l'anno. PioVI fu consograto a' 11 feb-
l'arciprete della cattedrale velitertia nel- braio 775dal cardinal Albani (senza no-
1

l'assenza del vescovo d'Ostia eVelIetri, minarlo dice la Relazione di tutte le ce-

come ancora nel caso che il vescovo stesso remonie fatte per la consa graziane in
fosse esaltato al soglio poiitincio. Ma es- \>esco\'0 di Papa Pio FI, Roma ijj^,

sendo egli vescovo, s'intenderà forse d'in- dal decano) vescovo dì Porto e s. Rubi-
tervenire alla sua Benedizione. iNon per na e decano del sagro collegio, ch'ebbe
altro motivo dunque, rileva Banco, Be- ad assistenti cardinali Yoik vescovo di
i

nedetto XIII sommamente pratico delle Frascati e il cardinal Rezzonico vescovo


cose ecclesiastiche, nel suo breve col qua- di Sabina. Osserverò che il cardinal Al-
le decorò i canonici della cattedrale ve- bani in conclave fece quanto spetta al de-
literna dì cappa magna, appellò questa cano e pel ."rese l'adorazione d* Ubbi-
I

chiesa la prima tra le sei suburbicarìe, diènza; e leggo nelle Notizie di Roma
che sogliono reggere i cardinali più an- del 1775 nella nota de'cardinali secondo
ziani dell' ordine de'/'^eicoi-/, Prior E- l'ordine d'anzianità : i

d cardinal Alba-
piscoporuin. Papa s. Leone 11 nel 682 ni decano, 2.° il cardinal York sotto-de-
fu consacralo da'vescovi d'Ostia, di Par- cano, 3.° il cardinal Serbelloni vescovo
luogo di quello d'y^Ma-
to, e di V^elletri in d'Ostia e Yelletri pel narralo di sopra,
Ajo cui apparteneva, perchè allora quella 4.° il cardinal Rezzonico. Di conseguen-
chiesa si trovava priva del suo vescovo. za al cardinal Serbelloni per anzianità in-
Narrai a' suoi luoghi, che fino da' primi combeva per lo meno d'assistere al con»a-
secoli della Chiesa
Consagraziontt o
la grante ; sarà slato indisposto, ovvero non
ordinazione del Papa (^.)si eseguiva credette prestarsi come vescovo d'Ostia e
da 3 vescovi, ili.°de'quali era l'Ostiense, Velletri, a cui spetta consagrare il nuovo
per cui Papa s. Marco conferì al vescovo Papa se non è insignito del grado vesco-
d'Ostia l'insigne ornamento del Pallio, vile. Qualora non fosse Suddiacono, Dia-
di cui riparlai nel voi. LXXXI, p. 38, cono e Sacerdote, io questi articoli dissi

I
-

62 VE L VEL
come procede l'ordinazione dell'eletto decano riceve e poi rende, in quell'artico-
Papa, per mano del carilinal decano o del lo ne discono. Per assenza e impotenza
cardinal soUo-decano. Gregorio XVI n'6 del Decano (V.) in tutto supplisce nella
febbraio 1 83 i fu consagralo dal cardinal suprema dignità decanale il sotto-decano
Pacca decano del sagro collegio e vesco- del sagro collegio, d' ordinario vescovo
vo d'Ostia e Velletri, in unione al cardi di Porto (V.) e ss. Raffina e Seconda,
rnleGalleni solto-decano del medesimo già detto di Selva Candida, ed in Roma
e vescovo di Porto, s. Ruflìna e Civita- avea residenza Tevere (f.^
nell'isola del
vecchia, e al cardinal Arezzo vescovo di esercitandovi giurisdizione. Questo vesco-
Sabina, come più anziani. Dice il Banco, vo per lo più era Bibliotecario della s.
altro speciale privilegio decano del
del Sede ( K.^jCapo degli Scriniari (F.) ossia
Sagro Collegio (la segreteria e compu- Proloseriniario(F.). \iìo\\ve il Dauco re-
tisteria del quale ora trovasi collocata de- gistra il privilegio già particolare de' ve-
corosamente nel palazzo della Cancelle- scovi Ostiensi e Veliterni, nel giudicare
ria, come notai nel voi. LXXXII.p. 25o), privativamente sopra la cognizione delle
Sacri Senatns Principcm, è quello di causede'danni dati soprai beni del la men-
presiedere allo Scrutinio che neìConcla- sa vescovile; concessione ch'era stata fatta
ve si fa per 1' /^lezione del Papa, e la nel i635 da Urbano Vili al cardinal
Coronazione dell' Imperatore. Ne' due Ginnasi, ed è scolpita fuori della catte-
primi de'ricordati articoli riportai tutte drale. Sui privilegi e prerogative del car-
quante le prerogative del cardinal deca- dinal vescovo d' Ostia e Velletri, si può
no del senato apostolico, oltre quelle che vedere il Piazza. Le chiese d'Ostia e Vel-
esercita in Sede Vacante {V.)-, e dell'a- letri fiu'ono nobilitate da i i cardinali
pertura della Porla Santa di s. Paolo, eletti Papi nìentre le governavano: dì
(V.), se non è arciprete d'altre patriarca- Ostia, e come dissi nel suo articolo, fu-
li; e ne' due penultimi dichiarai la parte rono Urbano Onorio II, ed anche di
II e
ch'egli avea nella consagrazione degl'im- Velletri secondo Dauco; gli altri rife- li

peratori, la quale si fìiceva dal Papa, rirò nella serie de' vescovi d'Ostia e Vel-
bensì e col pallio in mancanza di questo, letri, tenendo presenti 1' Ughelli, Italia
cioè per sua assenza da Uoma o impo- sacra, t. i, p. 42 Episcopi Oslienses et
:

tenza, apparteneva al vescovo d' Ostia e Feliternenses. Piazza, La Gerarchia


Velletri, come eseguì il cardinal Pietro Cardinalizia: Di Ostia e Fellelri, Ripe-
Bertrand che coronò l'imperatore Carlo terò l'avvertenza, che non mi diffonderò
iV, insieme coli' imperatrice Anna sua nelle notizie de'cardinali vescovi, sebbene
moglie. Soltanto Clemente V per la co- divenuti Papi, perchè ne scrissi le biogra-
ronazione di Enrico VII deputò il cardi- fie; molto meno dopoché ebbero la giu-
nal vescovo di Sabina, benché tra'3 car- risdizione teniporale,avendone trattato di
dinali assistenti vi fosse quello d'Ostia e sopra in uno alle precise date dell'elezio-
Velletri. Facendo la coronazione il Papa, ne e del possesso, dopoché fu loro conces-
allora il cardinal decano vescovo d'Ostia laonde da quel-
sa In giurisdizione civile;
e Velletri, ornato del pallio, ungeva col- l'epoca in poi soltanto accennerò l'anno
l'olio esorcizzato l'imperatore. iNelle sa- iu cuidivennero vescovi. Egualmentedi
gre funzioni delle Cappelle pontifìcie, se- molto del loro operato già ne discorsi, e
deva sopra i Re, come nel ponlilìcale ce- sarebbe ripetizione il ridirlo. In Velletri

lebralo in s. Pietro nel 149^' perla festa fu stampato neli684: Facultales et pri-
de'ss. Fabiano e Sebastiano, iu cui il car- vilegia Emi, Cardinalis Decani in Epi-
dinalDella Rovere sedè sopra Carlo Vili scopatii Ostiensi, et Feliternensi in spi-
re di Francia. Quali Fisite il cardinal ritualibiis, et temporalibiis. il cardinal
V EL V E L (')3

Della Somaglia fece stampare in Pioma: quello d'Oslia sottoscritto per ordine
Giiirisdizinnc pri^'atù'ndt'ÌC Pjn,''vRe\\° aif.ibetico Betlalnr Otlicnsix. Tlienli e
Cardinal vescoK'odi Ostia e di Fcìlelri, Piazza confusero Bonifacio e Celio Boni-
decano del sagro collegio, slahiliin da ficio, e senza distinzione ne fecero un
Coslilnzioni apostoliche, riconosciuta <? solo vescovo. In seguito resse la cattedrn
dichiarata da decisioni del tribunale di Velleiri Silvano, che intervenne a'si-
della s. Rota, e da cosa giudicata. Que- nodi romani «li Papas. Simmaco del ^o r,

sta illustre e nobilissima chiesa vescovile, de'6 novembie jo?., nel ToS e in altro
è riguardala la J.* in dignil;», non sola- di dello anno del !.° ottobre, nel quale,

mente fra le chiese siibuil)icarie, ma do- come neh. "e 3.°de'non)inali trovasi s(tt-
po la Romana la r.' fra le chiese del cri- toscrillo Sylvnnus l'elilernns, e senza
slianesimo ; il cui cardinal pastore dal- dubbio è quello stesso del 2.° in cui è no-
rUghelli è dello Primus omnium epì- minalo Syvano e sottoscritto Sylviniis
scoporum. Egli, come gli altri cardinali Velilermts. Siccome nel Martirologio ro-
Vescovi Suhnrbicari ,ev» Ebdomadario mano a' o febbraiosi legge: la Campa-
I

(T •) nella proto-basilica Laleranense, ce- nia s. Sylviani episcopi et confessoi-is,

lebrando in ogni setlimana sull'altare pa- è controversia se sia il nostro SHvano o


pale pel Sommo Pontefice. III. "vescovo Siiviano vescovo di Terraciua. Il diligen-
(li Velleiri di cui siasi trovata memoria te can. Banco anche in questo riporta !e
è Deodalo, il rpiale intervenne al conci- discrepanti opinioni, senza però pronun-
lio di Roma convocalo da Papa s. Ilaro a* ziarsi. Dopo la morte di Silvano, per lo
ly novembre 465, nominandoci fra've- 90 anni non apparisce me-
spazio di quasi
scovi die v'intervennero Deodilo Feli- moria alcuna di vescovi velilorni.Nel 5q2
terno. Anche il Lucenti, segnilo dal Co- reggeva questa cattedra Giovanni I, a cui
leti, commentatori dell'Ughelli, con esso Papa s. Gregorio nel gennaio diresse
I

comincia la serie de'vescovi veliterni, che una lettera, ordinandogli che [)er evitare
r Ughelli avea principiala col 3.° Celio il furore de' longobardi trasferisse la sua
lìonifacio del 499Slin)a lìauco, che non sede in luogo più sicuro di sua diocesi
è però da dubitarsi, che molli vescovi pre- appellalo Arenata presso la chiesa di s.

cedes>ero Deodalo nella cattedra di que- Andrea apostolo. Allo slesso vescovo nel-
sta chiesa ; ma per i remoti tempi e suc- l'agosto il Papa inviò altra lettera, in cui
cessive infelici vicende politiche, accadde gli commise la cura e il governo della

a Velleiri come a molle altre insiiini cil- chiesa di TreTaberne, come dissi nel pa-
là vescovili d'esser priva di memoria de' ragrafo Cisterna, assoggettandola e u-
suoi primi pastori. Gli successe Bonifa- nendola alla chiesa di Velleiri, con pie-
cio, il quale si trova registrato tra'vesco- na podestà di disporre del suo clero e pa-
vi presenti al concilio celebialo in Roma trimonio. Ciò avvenne, perchè quella cit-
da Papa s. Felice Ili a'i3 marzo 4^ 7. lo- tà quasi distrutta da'lougobardi, e man-
di Celio Bonifacio trovasi nel concilio ro- cante del proprio vescovo, non restasse
mano di Papa s. Simmaco, del I. "marzo priva del [lastore. il nome
di Giovanni [

499, Episcopus FcUternns. E da rimar- trovasi registrato in uu privilegio con-


carsi la preminenza ch'egli vi ebbe, poi- cesso nel 5c)3 da detto l'apa all' abbate
ché la sua sottoscrizione segue immedia- di s. Medardodi Soissous, ed intervenne
tamente lu poiilifjcia. Il Laurenli o[)ina, al sinodo romano coiivocalo dnllo stesso
che due vescovi di Minlurno e di Vel-
i s. Gregorio I a'5 luglio 593. Sul mento-
leiri fos';ero in questo sinodo colhiterali valo luogo Arenala, vari sono i sentimen-
del Pjpa, essendo stali ambedue prefe- ti degli scrittori che ne fecero indagini,
rili fra il uumcio U' 82 vescovi, anche a ed è lucerlo il sito suo, come io è quello
64 VEL VEL
dove sorgeva Tre Taberne. Questa ci Uà re per immediato successore di Giovanni
si vuole die fosse nella via Ap|)in lungi 1 Umile nel 601, che
(levesi riconoscere
circa 4 da Cisterna, viciiioal lìu-
"liglifi a' 5 aprile di tale anno intervenne al si-
me A stura, in un luogo che ancora oggi nodo romano adunato da s. Gregorio I,
chiamasi Tre Taverne, ove si vedono le nel quale a favore de'monaci promulgò
vestigia d'antiche rovine. E comune opi- il celebre privilegio cliiamatoCr;//.9//7«^o,
nione, che questa città fosse dove ora esi- ed in questo pel 2. "vescovo si sotto.scrisse
ste Cisterna, che in lingua latina ne por- Hiunilis episcopus Delitrenxis. Il p. Lab-
ta il nome; sentimento opposto all'Iti- bé volle correggere tale sottoscrizione in
nerario d'Antonino che la fissa 4 miglia questa forma: Joannes hitmilis episcopus
lontano da detta terra. Piutloslo dovrà ì' tliternensis ; volendo con ciò infende-

dirsi, pensa Banco, che l'opinione derivò re, che il vocabolo Umile [F.) non sia
perchè Cisterna dalle rovine di Tre Ta- nome proprio, ma piuttosto un aggettivo,
verne acquistò maggior territorio e più ma senza alcuna prova. E sebbene diversi
numero d'abitanti, e ne asounse perciò il vescovi, anche veliterni, usarono l'epiteto
di lei nome in Ialino. Dal49q in cui De- humilis nelle loro sottoscrizioni, non può
cio era vescovo dell' antichissima chiesa però asserirsi che sia slato usato da Gio-
di Tre Taverne, sino al 592, epoca in cui vanni I. Comunque sia, eziandio il Rauco
accadde l'unione alla chiesa di Velleiri, pose nel catalogo de' vescovi veliterni li-
non trovatisi altri suoi vescovi. Dopo un mile dopoGiovanni Nel concilio di [Io-
I.

secolo e mezzo, per industria e cura de* nia del 649 di s. Martino 1 Papa, v'in-
vescovi veliterni, la chiesa desolata di Tre tervenne Potentino Belliternensi epìsco-
Taverne risorta al primo splendore si po, Neil' altro sinodo romano celebrato
sciolse la soggezione alla chiesa di Velie- sotto Papa s. Agatone nel 680, vi fu Pia-
tri, e fu ripristinata la sua sede vescovile. centino vescovo veliterno, che si sotto-
Kel 761 aveail proprio vescovo, così nel- scrisse Plncentinus episcopus provinciae
rSGp, dopo ilqual anno non trovasi me- Campaniae. Questi fu chiamato ancora
moria d'altri,ondevuoleLucentichesul fi- Placizio, poiché in altro sinodo tenuto in
ne del secolo XI la sua cattedra fosse nuo- Roma nello stesso anno, o nel precedente,
vatnenle sottoposta per seoipre alla veli- sopra gli affari della chiesa d'Inghilterra,
terna, nella cui diocesi è compreso anche si legge registrato Placitio Feliternensi.
oggi il luogo di Tie Taverne. Avverte L'Ughelli lo chiama Poteniius sive Pia-
i.
lìaoco nella "edizione del 1841 e nella centius, senza riportare Potentino (il che
2.° del 1 85 1 , che oltre l'Ughelli e il Piaz- darebbe a sospettare che vescovi del i

za che lochiauia s. Geraldo Moroneo (for- 680 e 681 fossero uno slesso personag-
se dal credersi discendente de' Merovei gio, il cui nome colle prime iniziali e fi-
re de franchi, popoli gei mani che conqui- nali si scrisse in diverso modo), e il Cole-
starono la Calila, e forse per questo al- ti, vel Placilius. La provincia de' volsci
cuni dicono francese e altri germano di
lo si chiamava Campania, ed ecco perchè
Batisbona), vi sono alcuni quali nel SgG, i s. Silvano e Piacentino si sottoscrissero
con anticipazione di secoli, erroneamente vescovi di essa, ma
debbonsi riconoscere
danno per successore a Giovanni I vesco- di Velleiri. Nel 683 a'i5 agosto divenu-
vo velilerno, s. (^eraido monaco e perciò to Papa s. Leone II, nella sua ordinazio-
fiorilo sotto s. Gregorio I, che da suo mo- ne si legge in Anastasio Bibliotecario:
naco l'elevòa questa cattedra: sono tante Qui suprascriplus sanclissimus t'ir or'
e solide le ragioni che
adduce,onde reputo dinatus est a tribits episcopis, idest An-
inutile il riferirle, essendolo stato nel se- drea Ilosticnsi, Joaniit Porluensi, et
colo XI, come dirò alla sua epoca. Inve- Piacentino ìelilernensi^ aggiungendo il
2

VEL VEL Gj
Novnes, in luogo del vescovo tV All)nno; cario, una veste r/e .W/i^r^c/, vocabolo che
ed inoltre dice che I* elezione dt;! l*apa il Magri spiega, drappo con croci in mez-
seguì a'i6 agosto 58'?.. A'7.3 luglio G85 zo, ed il Zaccaria, tcxtilc crucibns refcr-
eletto Papa Giovanni V, ancli'cgli fu con- lnni acrnx patens. Gregorio Episcopo
sagrato dal vescovo Andrea, assistilo da f ellitris si legge notato nel concilio Va-
qtie' di l'orto e Velleiri, cioè Giovanni e ticano d' Eugenio Papa dell' 826. Il ve-
Piacentino, onde si aigomenta dal No- scovo Giovanni III intervenne al sino-
vaes,che fosse ancora vacante la chiesa do romano dell'S dicembre 853 di Papa
dì Albano. Giovanni II fu al concilio di s. Leone IV, sottoscrivendosi /'yn'.9roy>«.y

Roma adunato da Papa s. Gregorio II Belliterncnsis; e fu pure all'altro di Ro-


a*5 aprile 72 i , e si sottoscrisse: Joanncs ma 8 novembre 862 adunato da Pa-
de' 1

hiimUis episcopus s. Ecclesine Vcliler- pa s. I contro l'arcivescovo di Ra-


Nicolò
nensìs hiiic constilulo a nobìs promul- venna. Fra tutti vescovi nominati nin-
i

gtito subscrip. Mei sinodo di Lalerano ce- no salì alla fama di Gauderico, che suc-
lebrato nel 743 da Papa s. Zaccaria, in- cesse a Giovanni III neir865,e fu detto
tervenne Grazioso vescovo veliterno, de- anche Gaudenzio, come lo chiamai col
nominato dall' Ughelli anche Grosso. In Cardella nella biografia, ove lo celebrai

altro concilio Lateranense, dallo slessoPa- cardinale amante delle lettere ede'lelte-
pa convocato nel ']^5, è registrato Gra- rati, singolare nello studio della storia ec-
(ioso f^ellilrias, e si sottoscrisse: Grado- clesiastica, e celebre per gravissime pon-
xns episcopus s. Kcclcsiae. Vellilernen- tificie legazioni. Anche Rauco lo ricono-

sis his gcslis atque sentenliae a ìiohìs sce per cardinale e nativo di Velletri.
proniitlgatae siibscripsìt. Nel 761 a' Non si trovò alla consagrazione di Pa-
f>iugno s. Paolo I celebrò il concilio ro- pa Adriano II, che seguì a' 4 dicembre i

mano, in cui fu fatto un costituto a fa- 867, perchè a motivo di false accuse da'
vore del monastero de' ss. Stefano e Sil- ministri di Lodovico 11 imperatore era
vestro OS. Silvestro in Capile, da lui fon- stato esiliato col vescovo di Nepi. Però Jj

dato nella sua casa paterna, e tra'vesco- il Papa tosto con molte e caldissime let-

viche v'intervennero in 3. "luogo si sotto- tere a Lodovico II ne ottenne la hbera-


scrisse: G ralianus hwnìlis episcopus A e- zione, e così Gauderico fu restituito alla
///re«.y/.«^(Cc/e5/<7e.Theuli e Piazza diGra- sua patria e sede, la quale ricuperò il suo
xioso e Graziano fecero un vescovo solo, concittadino e pastore. Nel concilio ro-
ma Lucenti distinse l'uno dall'altro. Pel- mano dell' 879 di Papa Giovanni Vili
lai. "volta Bauco introdusse nella serie figurò Gaudenzio il 1° de' cardinali ve-
de' vescovi veliterni Cidonato, omniesso scovi, e fupure nel novembre a quello
dagli altri palrii storici e dall' Ughelli, per- di Ravenna, e inoltri celebrati da detto
chè di lui non si ebbe notizia prima del Papa. Per sua cura fu scritta la vita di s.
73 I Cidonato intervenne nel 769 al si-
: Clemente I Papa e martire da Giovanni
nodo di Laterano tenuto da Stefano III Diacono, che non avendola coojpita, la
detto IV, trovandosi ivi scritto Cidonato terminò lo stesso Gauderico e dedicò a
Episcopo P illitriae. Nel pontificato d'A- Giovanni Vili. Nell'SgG il vescovo Gio-
driano I del 772 rUghelli riporta il ve- vanni IV intervenne al conciliabolo adu-
scovo Teodoro, raa di lui e d' altri ve- nato in Roma neir897 da Papa Stefano
scovi nel rimanente del secolo non si tro- VI detto VII, nel quale tolta a'vescovi la
va roen)oria. In quest'epoca Papa s. Leo- libertà de'loro pareri, volle che approvas-
ne 111 nel princìpio del secolo IX donò sero e confermassero quanto con inaudita
alla chiesa di s. Clemente (piae ponitur crudeltà avea egli operato contro il cada-
in f'eliiris, secoutlo Aiiablasio LiLliole- vere disumato del Pupa Formoso, già ve-
VOL. xc. 5
6G V E L VEL
.'
scovo cardinale ili l'orlo, percliè pei i Osila, rarcidiacono e gli altri cardinali.
<lal «escosato era salilo al papato, secon- Intervenne Teobaldo I al concìlio convo-
ilo Panviiiio <la lui chiamata usiirpario- calo in Roma da detto Papa nel 99G o
ne. Ma PapaGiovanni IX nel sinodo ro- 998, al quale si sottoscrisse Eplscopnx
mano dell' 898, o del ()o4 secondo Biiu- /^ e / lit(rnpnsìs,\ud\ i vescovi diPalestrina
co, revocò e abrogrò il fallo da Stefano e di Ostia. Lucenti lo chiama Cardinrilis,
VII contro Formoso. Negli atti di esso si wa non avendolo riportato Cardella, al-
legge : InterrogatnsJoonnesBellitrmius meno con tal nome, non ne feci biogra-
si intervenisset UH synodo, re spondili fìa. Gli scrittori delle serie de'vescovi ve-
interfuicoactuset iin'itas. Giovanni IV literni,dice Dauco, riferiscono che vacasse
non fu conosciuto dall'Ughelli e suoi con- questa sede sul fine del secolo X, notan-
tinuatori. Nella i.'melà del 946 trovasi do nel 1000 per successore a Teobaldo I,
inennuria del vescovo Leone I. Esiste di Giovanni che appellarono lV,il quale nel-
lui neir archivio di Velletri l'istroniento la sua pietà temendo l'irruzioni de'predo

d'un contratto enfiteulico, ch'egli fece ni saraceni, nascose le sagre suppellettili


in late anno con Demetrio figlio di Me- e le ss. Relìquie : danno per suc-
a questo
losio console, ed èia più antica scrittura cessoreOttone o Odone nel 002, e pon- 1

che in esso si conservi. Dice il Nibby che gono un altro, al quale fanno reggere il
s'intitolava eminentissimo console e duca, vescovato sino al ro46- Questo catalogo il
ed enumera i fondi ricevuti in enfiteusi Bauco lo giudica apparire apocrifo, come
posti Ira Velletri e le Castella, col l'obbli- mancante di prove. Dappoiché Teobaldo
go però un castello e di
di fabbricarvi I viveva ancora nel 101 5, essendosi sot-
stabilirvi una popolazione che coltivasse toscrìtto nel sinodo romano di Papa Be-
le terre. Di più Leone I intervenne al nedetto Vili, Tkeohaldus s. Felilerneti-
conciliabolo adunalo in Roma a' 6 no- sii Ecclesiae episropnsj e nt\ privilegio
vembre 963 dall' imperatore Ottone I dato da Papa Giovanni XIX dello XX
contro PapaGiovanni XII,chefuscismati- a' 17 dicembre 1026 in favore dellachie-

camentedeposto e in sua vece intruso l'an- sa di Selva Candida, trovasi soltoscrìllo


tipapa Leone Vili laico. Ma caccialo da' Theohaldus Belli Iren epi se. Negli atti
roDiuni e ristabilito Giovanni XII, que- d'un concìlioconvocaloin Roma da detto
sti nel concilio Valicano de'26 febbraio Papa, per conservar le ragioni della chie-
964 condannò l'imperatore e l'antipapa, sa di Selva Candida, si legge: No s vero
scomunicò e degradò i cardinali vescovi resideiìtes in Ecclesia s. Sylvestri, (pine
Porlo e d' Albano che 1' a-
d' Ostia, di est infra pnlatìnm Lateranense, una
veano consagralo; non che privati della cimi Theohaldo Bellilernensi, Petra
dignità cardinalizia e sospesi da* vescova- Praenestino, Benediclo Portnensi, Theo-
ti^ sebbene poi in tutto pare che fossero baldo Albanensi,Pelro Ostiensi, Domi-
reintegrati, tranne il vescovo d'Ostia co- nico Lavican eie. Questa precedenza del
me consagrante. Non si conoscono suc- i vescovo veliterno fa conoscere la dì lui

cessori diLeone I, sino a Teobaldo I, il avanzata età, onde può alfermarecon


quale a'27 maggio 997 sottoscrisse il di- ragione, che questi fosse lo stesso Teo-
ploma di Papa Gregorio V a favore de' baldo 1, di cui lai.* memoria trovasi nel
monaci di Monte Amiato, contro Esnal- 996. Lui morto, gli successe Leone 11^
do vescovo di Chiusi. L'ordine delle sot- apparisce da un contralto di donazione
toscrizioni riporta peri.°il vescovo d'Al- de' 2 I gennaio 1082, esistente nell'ar-
bano bibliotecario di s. Chiesa, per 2.° chivio della cattedrale, falla nelle mani
Teobaldu.s episcopus s, BellitìcìisisEc- di Leone II ad utilità dell'esistente par-
clesiat, (juindi i vescovi di Paleslrina, di rocchiale chiesa di s. Lucia, che dal me<
V EL VEL 67
tle^icoo ern stata consijgrata. Eyli iiiler- città, come già aveano fatto altri de* suoi
vt'ime :)l sinodo roinaiio di l'apii Heiiti- antenati. Posto ciò, può congeltiu'arsi che
«lelto IX del loSy o io38,in cui è sot- Giovanni o nascesse in Velletri o uè fosse o-
io!tcritlo LeoEf)ìscoj)us Belletrc/isis.Vtì riundo;non può poi,sostieneBauco,asserir-
tieilo ni'cliivio esiste un istroraeiito d'en* si che la nobilissitna famìglia Conti discen-

fileiisi lutto dei questo vescovo coi consen- da dalla famiglia Ottavia velilerna, poiché
so della congre-'iizione de' suoi preti, a' la famiglia degli Ottaviisi estinse in Ol-

i6 febbraio loSp. Il Cordella nelle 3Ic- laviano Augusto imperatore da un lato,


iniìrie slorirhc de' cardinali, non sola- e tlall'altro in Marco Ottavio, come più
aiente lo dice fregiato di talediguit-'i, ma sopra col medesimo dissi, Giovanni V a
credersi essere stalocilladiiio di Velletri; 3o marzo io58 per auiHizione, profittan-
atlrt-tlauto dissi nella biugrafia. Indi sem- do delle discordie de' romani, nel d» se-
bra successore imiuediato Teobiddo II guente alla morte di Papa Stefano X, di
o sia Teofilatto diverso dal precedente: notte e a oiauo armata s' intruse nella
io nella biografìa come cardinale lo cliia* cattedra pontificia, fiancheggiato dallo zio
mai Tcohaldo e che morì nel 1046. Ma Gregorio conte Lateranense e Tuscula-
dalle notizie riferite col Cardella, osser- no, da Gerardo conte di Galeria e da al-
vo che alcune si conipenetrano con Teo- tri potenti romani. Usurpato con violen-

baldo I. Caucu altro non sa diTeubaldo za il pontificato, assunse il nome di Be-


II, che fu antecessore di Giovanni Min- nedetto Ay/^y, econ tale è nel novero de-
cio, il quale fu creato in luogo di Teo- gli Antipapi. Dopo 9 mesi e 18 giorni fa

baldo cardinale vescovo di Velletri, la deposto e degradato dal vescovato e dal


qiial chiesa era allora fra le cardinalizie saceidozio nel concilio di Satri (^.), i
annoverata, come si ha dalCiacionio.Gio quali ultimi gradi poco dopo gli furono
vanni V Dlinclo de'Conti Tuscidani, già restituiti, secondo alcuni. Visse abbietto

monaco beneilettino di s. Anastasio di in Roma presso la basilica Liberiana , e


Roma, nel io5o fu promosso da Papa in essa fu sepolto; sebbene il Palazzi, po-
s. Leone IX alla dignità di vescovo car- co crìtico scrittore, il Piazza e altri, pre-
tlinale di Velletri. Intorno ad esso nasce tendano che passasse il rimanente de'suoi
(pialchecontroversia; imperocché Theuli giorni in Velletri e ivi fosse seppellito. Il

e Borgia lo dicono figlio diGuido de'Coii • Rauco registra altrove la sua morte al
li di Tusculi», nato da Alberico III e di- loSg. Il p." Zaccaria nella sua Lettera'
scendenlu dalla famiglia Ottavia di Vel- tura straniera storica, inserì una disser-
letri ; dr.''lo crede oriundo di Velletri e tazione del cardinal Stefano Borgia inti-
il 2.° ivi nato, ed il simile riferisce il Car- tolata Apologia del pontificalo di Be-
:

della, con l'Ialina e Ciacconio, e cardina- nedetto X. L'amor patrio l'indusse a vo-
le. Il Volalerrano lo dice velilern-j. A- ler dimostrare legitlitno Benedetto X,
scanio Landi nel Compendio delle, cofe come il poeta Gugliehno Burlo nella Cro-

di Velletri niss., io ritiene figlio di Gui- nologia de' Papi per tale lo contò, nella
done della nobile ftuniglia de'Guidoni di Brevis notilia Romanoruni Pontijìcwn.
Velletri. Sansovino lo 11 dice da Velie- Ma in vero , e lo confessa anche il can.
tri il:Panvìnio come il Ciacconio l'af- Rauco, a sentimento comune di tutti i
fermano oriundo da Velletri, ma nato in critici, Benedetto X deve reputarsi anti-
Roma. Tuttociò può esser vero, se si ri- papa. Il Novaes sebbene pretnise alla
fletta che a Guido padre di Giovanni nella Storia de' Sommi Pontefici la cronologia
divisione fatta col fratello toccarono beni i del Borio, dice che non avrebbe di/Bcollà
che Conti Tusculani possedevano
i in Vel- di arrendersi alla forza delle ragioni del-
lelrij per cui veune a blabìlirsi in questa l'iliustre e dotto Borgia, se noto gli.fosse
68 V r; L V EL
con quale autoiilà poteva Nicolò II de- ancora la cattedra di Vellelri. Pare che
pone un IcgiHiiuo Papa, o come prima non possa di ciò dubitarsi , anche se si
della degradazione e deposizione di De- riflella,che nella serie de' vescovi veliterni
X, non dovesse chiamarsi anti-
tiedcilo non si trova descritto altro vescovo se non
papa Nicolò 11, eletto, comesi suppone, dopo la morte del santo. E comune o-

in tempo d'un legilliino Poiilefìce. Non piiiione in Velletri, che il Damiani dopo
deve meravigliare se poi Benedetto XI il Mincio abbia avuto ancora questa se-»

prese questo nome, quasi riconoscendo de; ed altri credono che almeno lo fos-
quello di Benedetto X (pianto al nume- se quale amministratore apostolico del-
ro, invece di dirsi egli Benedetto X, poi- la n)edesiuia. E forse perciò, ed a richie-
ché già s. Leone IX erasi cosi intitolato, sta del cardinal Tanara vescovo ostiense e
ad onta che Leone Vili era stalo un an- veli terno, la chiesa di Velletri fu privile-
tipapa. Perciò sono in errore quelli che giata sul principio del secolo XV III, a
da tali due esempi, credono Leo- legittimi celebrar la festa di s. Pier Damiani con
ne Vili e Benedetto X. Lodovico Agnel- rilo doppio. Però il p. Maroni nel 1766
lo Anastasio nella Storia degli Antipapi, pubblicandoli Coniinenlarius de Eccle-
nel 1. 1, p. 200 e seg., riferisce quella di siis et Episcopis Ostiensibiis et Feliter-
EcnedeltoX. Narra la sua elezione tumul- nis,in quo Ughelliana series emendatur,
tuaria per aver corrotto molli, ed essere continuatnr et illustra tur j si oppose agli
senza spirito e senza merito. Che fu co- scrittori veliterni e al Caetani, dicendo do-
ronalo a' 5 aprile domenica di Passione versi considerare Damiani come visitato-
da Gregorio cardinal arciprete, e poi die re apostolico, e che chiamando egli ca- i

il pallio a Sligant arcivescovo di Cantor- nonici veliterni, canonicis nostris, s' in-
hery. In tempo di questo scisma era car- tenda de'canonici regolari ossiano mona-
dinal vescovo d' Ostia s. Pier Damiani ci, del quale istituto era anche il Damia-

dottore di quale fu acerrimo


s. Chiesa, il ni, cioè monaco dell'Avellana. Questa o-
difensore del legittimo Papa Nicolò II, pinione del Maroni è seguila dal veliter-
contro il Mincio, avendo scritto di lui con no cav. Cardinali, nelle ricordate Osser-
dispregio qua! ignorante. Il Theuli eidue vazioni di un antico sigillo capitolare.
Uorgia vogliono che o nella deposizione II BaUco quindi intorno a questa contro-

e rilegazione di Mincio, o dopo la di lui versia fece alcune osservazioni. Dice a-


morie, fosse da Nicolò II sostituito io suo vere il p. INIaroni preso foi-se un abba-
luogo nel vescovato di Velletri. Eglino per glio, non facendo alcuna distinzione fra
prova adducono un diploma d'Alessandro r istituto di canonico regolare e di mo-
li delio65, con cui concesse un privile- naco, per cui egli ne dichiarò la diversi-

gio al clero di Vellelri a istanza del san- tà; e che il Pennoni x\e.\\' Istoria tripar-
to, dal quale sembra eh' egli reggesse la tita, aCFermò che la chiesa di Vellelri fos-
chiesa velilerna. Producono pure una let- se fin da'suoi principii ufllziala da'cano-

tera di s. Pier Damiani , ad Annone ar- nici regolari. Da lultociò potersi conclu-
civescovo di Colonia , nella quale parla dere, che i canonici di cui fa menzione il
de'canonìci velilerni ridotti da lui a vita Damiani, siano canonici regolari e non
esemplare e penitente, ossia i canonici monaci; e che realmente questi canonici
della cattedrale; sentimento seguito da appartenessero alla cattedrale. Tanto piìi
Costantino Coetani che raccolse le opere quest'asserzione cresce di prova perchè
del santo dottore, per cui lo pone fra've- presso la cattedrale velilerna esisteva una
scovi veliterni. Perciò gli scrittori palrii antichissima fabbrica appellata canoni-
sostengono, ch'egli olire il vescovato di ca, della cpjale tuttora se ne mirano gli^

Ostia, in questa circostanza abbia retto avanzi nel resto del chiosUo. È comun«
V E L V E L Gi>

spntimenf<) degli scrittori eccle<iiaslici, die Ostia e Velletri, deve congeltùrarsi, che
i preti luldetti al servij^io della cattedrale fossero esse governale dallo stesso Da-
ne'priiui secoli della Chiesa doveano vive- miani. CoM il Banco. Leggo in Rinaldi
re in coiminioiie, a seconda delle prescri- all'annoi 06 1, n° 28, che s. Pier Damia-
zioni de'sagri canoni. Vivente il santo Ni- ni recatosi da Alessandro II, si studiò di
colò Il (e non Urbano II) nel ioTiq con- poter rinunziare il vescovato d'Ostia e la
vocò nn ooncilio in Amalfi, altri dicono cura della chiesa di Gubbio ingiuntagli
Mellì , nel quale ordinò la riforma de' da Nicolò II. Si contrastòsu queste cose
cliierifi a norma de' sagri canoni; ed A- molto e lungamente, trattando Damiani
lessandro II, che gli successe, in (|uello di la sua causa , ed Alessandro II resisten-

Roma del i o63 a persuasione dello stes- dogli come impugnandolo il gran car-
,

so s. Pier Dacniani rinnovò il decreto del dinale Ildebrando arcidiacono e poi glo-
predecessore, con obbligare i chierici al- rioso s. Gregorio VII. Inclinava il Papa
la Vita comune nel vitto e nell'abitazio- ad esaudirlo, ma Ildebrando era costan-
ne, tolta loro ogni particolare proprietà. te nelsuo contrario parere; onde il Da-
Dopo tali concilii, s. Pier Damiani si po- miani emessa la sua rinunzia tornò alla
se con proposito a riformare il clero di solitudine dell'Avellana, lasciando molto
Velletri, che per la vita canonica, a cui mesto Alessandro II. Di che per zelo, mol-
i preti veliterni furono obbligali, chiama- losdegno ne prese Ildebrando , il quale
vansi canonici, ma regolari, e se ne ha te- avrebbe voluto che fosse stato tenuto e-
stimonianze dalla sua lettera. Poste tut- ziandio contro voglia, e coslretto non o-
te queste premesse, arguisce il Dauco, che qualunque sua ripugnanza, e lega-
stante
il santo parlò de'canonici regolari addet- sapendo egli
lo co'ceppi dell'id^bidieuza,
ti al servigio della cattedrale, e non mai molto bene quanto giovamento recalo
de' canonici monaci. Senza decidere la avrebbe in que' calamitosi tempi alla
controversia soggiunge: sapersi di certo, chiesa romana Damiani il Pa-
l'assistere
che Damiani in quella convulsione di co- pa. Pervenuto l'uomo di Dio al suo ere-
se nella chiesa veliterna cagionate dallo mo, ad A-
scrisse un'epistola apologetica
scisma del suo vescovo Giovanni V, re- lessandro II con
e alcardinal Ildebrando,
golò gli affari ecclesiastici di Velletri. Se questo titolo: Dilectissimis Apostolicae
poi la sua presidenza sìa stata o come visi- Sedis elccto, et virga Assur H'ddehran-
tatore apostolico, o come vescovo, for- do. Siccome Ildebrando era violento ini-
merà sempre una questione. Sia comun- pugnatore del suo proponimetito,per l'im-
que, egli seguitò l'ordine cronologico de' mensa stima che ne faceva, Damiani gra-
vescovi veliterni coH'annoverarvi ancora ziosamente e scherzando lo chiama nel-
ilDamiani, registrandolo nel catalogo, s. r epistola Satana Santo, Satana perchè
Pietro Damiani nel io58. A ciò anco-
I era in ciò suo avversario, Santo perchè
ra si determinò, dappoiché avendo il san- egli il tutto faceva non con animo nemi-
to rinunziato al vescovato e cardinalato, co (come alcuno pretese), ma a buona in-
e ritornato all' Avellana ne baciò le mu- tenzione; essendo Ira loro una santa ini-
ro, Alessandro 11 ch'era slato consagralo micizia , mentre Ildebrando voleva rite-
da lui, per riverenza di uomo sì grande nerlo che non andasse alla solitudine e ,

non vi volle sostituire alcun altro esso vi- Damiani ricusava il'essere in modo alcu-
vente, benché ritirato nella solitudine A.- no impedito. Però non ostante il suo ri-
vellanense; ond'éche passarono degli an- tiro, il Papa finché visse non volle sosti-
ni senza residenza di vescovo alcuno. E tuire alcun altro nel suo vescovato ,
per
siccome questa vacanza succedeva nel riverenza alla sua dottrina e virlìi, e con-
tempo stesso ad ambedue le cattedre di liuuò a servirsene nelle legazioni aposlo-
70 V EL VE L
liche, alle qiifili egli sempre pronlaroenle uia e di Milano {ed allre)con sommi van-
ubbidì. Inoltre Hi sua niiunzia al carcli- taggi della s. Sede: visse santamente e pas-
Dolntoe al vescovato ne feci cenno nella sò alia patria de'beati a'6 dicendjrei 077
sua biografìa enei voi. LIV, p. 146, di- (o 1078. Di sua cappella nella cattedra-
cendo the ciò fece con Nicolò II e A lessan- le, come del recente qu.idro che lo rap-
ilro II. Tentai ora di poter stabilir 1' <'po- presenta intercedere da fJio la salvezza
ca della 2/ sua rinunzia, ma non mi riu- di Velletri dall' assedio de' saraceni, ne
scì. Certo è, che restò tuttavia vesscovo di parlai di sopia nel descriverla). Uiferi-
Ostia, che i mentovati due Papi vollero .sce Cardella, che al dire ilei continualo-
che proseguisse a governare, anzi conti- re d'Ermanno Contratto, crealo s. Geral-
nuarono a impiegarlo in servigio della s. do vescovo d'Ostia e Velletri, non hi nien-
Sede e con molteplici legazioni; e tuttociò te inferiore al s. Pier Da-
suo antecessore
conferma la probabilità che continuasse miani ; così da Co<lan-
scrisse Bertolilo
pure il govj'rno e la cura «Iella chiesa di za altro gravissimo scrittore di quel tem-
Velletri. Siponno consultare il citalo fi- po. Osserva Rauco che a priuja vista ,

lippino Rinaldi negli Annali Ecclesìa- sembra foise contraddizione che fosse
.^//Viy il suo confratello p. Giacomo Lader- crealo vescovo d'Ostia e poi di Velletri.
ibi the scrisse e pubblicò la Vita s. Pe- Egli rauimenta che le due chiese dopo
,

/ri Damiani S. R. E. Cardinalis Epìsco- Jo scisma di Giovanni Y Mincio furono


pi Oslicnsis et Veliternen-iis , Romae sem|)ie rette da un solo vescovo, anche
I 7<»2. La critica che ne fece l'autore del li- innanzi all'unione d'Eugenio III, a bene-
bro intitolato: Sejani etRuffìni, Dialo- placito de'Papi. Quindi non dover mera-
giisefe Ladercìiiana hi storia s. PeJriDa- vigliai e se
o s. Geraldo da Alessandro li fu
////rtn/, Parisiisiy25. E il dotto can. faen- esallato alla sede Ostiense e iinmediata-
tino d. Andrea Strocchi, Compendio del- menle dalsuccessores. GregorioVII pro-
la vita di s. Pier Damiani protettore di mosso alla Veliterna, la quale egualmen-
Eaenza,Wì\Si^^. In lai città moiìs. Pier le rimaneva ancora vacante per la mor-
)3amiani 3*22 febbraio 1072 di 66 anni te di s. Pier Damiani. Dopo quella di s.

ei4 di cardinalato, come riferisce il Car- Geraldo, fu da Gregorio VII crealo ve-
s.

della e citando i Bollandisti; onde pare scovo cardinale d'Ostia e Velletri Ollo-
ch'egli non consideri le fatte rinunzie del ne 1 o Odone da Chaiillon francese, di
cardinalato propriamente accettale, e di scacciatone priroaGiovamri scismatico,già
conseguenza altrettanto dovrà credersi intruso nella sede d' Ostia contro s. Ge-
della sua dignità vescovile con giurisdi- raldo, dall'antipapa Clemente III e dallo
zione. Sembra ciò confermarsi dall'appa- scismatico Enrico IV. Scomunicato que-
rire soltanto nel 1072 nella serie de' ve- sto persecutore della Chiesa da s. Greg<»-
scovi veliterni il cardinal s. Gherardo o nemico lìnal-
rio Vii, e di lui acerrimo ,

Geraldo, come chiamai nella biogra-


lo mente riuscì ad Enrico IV d'espugnare
fìa col Cardella. S. Geraldo di Ralisbo- Roma a'2 marzo 084, e nel giorno se-
I 1

na e monaco di Cluny, divenuto priore e guente fece collocare nella sedia di s. Pie-
cresciuto nella pietà, prudenza e dottrina, tro l'antipapa Guiberto col nome di Cle-

fu scelto da Alessandro li negli ultimi mente Ili. Questi nel 1087 intruse nella
mesi di sua vita a vescovo cardinale d'O- cattedra d' Ostia e Velletri il psetido ve-
stia, indi dal successore s. Gregorio VII scovo Giovanni. Di tale illegiUiino pa-
fatto vescovo di Velletri, e impiegato nel- store esiste nell'archivio capitolare un
le legazioni di Francia , ove celebrò un islromento stipulalo nell'anno VII del-
concilio a Poiliers a' i5 gennaio 10740 l'anlipoiitilìcatodi Clenìenle Ili, coopta-
I075(auche altri), di Spagna, di Oerma- le Amalo prete, col consenso di Giovan-
VEL VEL 71
ni vescovo, rinunciò e ceilè la chiesa de' giurisdizione , che in esso si leggono. Il

ss. Filippo e Giacomo, di's. Pratoie, e di Papa Pasquale 11 es^seudo con violenza
s. Aittoiiiiio a Serbato atciprete e altri stalo costretto da Enrico V, persecutore
preti di s. Clemente, a'cpiali la delta chie» come il padre Enrico IV dellii s. Sede,
sa apparteneva. Si crede, che questa chie- a concedergli il tanto contrastato privile-
sa rimanesse nella piazza , che tuttora gio dell' [iivcstiture ecclesiastiche (f^-)t
conserva il nome di s. Giacomo, la qua- questa concessione dispiacque a'cardinali
le è adiacente al chiostro dell'antica ca- zelanti della libertà ecclesiastica, tra'qua-

nonica. Del legittimo vescovo Ottone ( li furono Giovanni vescovo Tusoulano e


esiste memoria in un'antica iscrizione di Leone III vescovo di Velletri, i quali a-
tnnrmo nella chiesa di s. Silvestro di Vel* pertamente reclamarono contro tal fatto
letri, da lui dedicata nel io85 a' 20 lu- riprovato da'suoi predecessori e da più
glio. Questo vescovo, morto Papa Vitto- concilii. Il Papa due ve-diresse a questi
re 111, che avea consagrato coU'assisten- scovi da Terracina, dove dimorava, una
za de' vescovi di Porto e d' Albano, nel lettera che principia: Paschalis Episco-
marzo 088 1 in Terraciua fu eletto Papa e pus Servus servorwn Dei vencrabilibus
|Mese il nome d'Urbano Ily il quale so- fratribusJoanniTuscidanofitLeoniVel-
stituì iti suo luogo nella cattedra d'Ostia letrensis Episcopis el Cardinalibus in
e Velletri Ottone li da Chnlilloii figlio unum congregatis consortium, etpaceni
di Guidone suo fratello. Nel 1098 esi- iuDornino. In essa ilPapa rese loro ragio-
stendo ancora lo scisma di Clemente MI, ne di quanto avea fatto in grazia d'Enrico
nell'assenza da Uoma di Urbano II, dagli V, durante la sua prigionia, e nello stessa
scismatici fu adunato in quella città un tempo gli avvisa palernatnente a non i-
conciliabolojin cui fra'pseudo-vescovi car- sparlare contro di lui. Nasce controversia
dinali è nominato iu 2.''luogo/or//i«e,9 e- fra gli scrittori ecclesiastici intorno al ve-
fjiscopus Ostiensis, ch'è l' intruso Gio- scovo Leone III nominato in questa lette-
vanni già mentovato, né di esso trovasi ra.Baronio negli ^«^a/i dice esser stato
altra memoria. Eletto Papa Pasquale II, vescovo di Vercelli e non di Velletri, ed è
il cardinale Ottone II a'i4 agosto 1099 seguito dal Bìnio, De Conciliis; ma nel-
lo coiisagrò vescovo. Nel idi passò al* 1 la serie de* vescovi di Vercelli del can,
l'altra vita il cardinal vescovo Ottone II. Bima non lo trovo registrato in tale epo-
A questo successe nell'anno stesso Leone ca. Oppongonsi però gli scrittori ricor-
HI de'conti di Marsi della Campania, ed dati da Banco , ed il toro sentimento è
è quel vescovo nominato più sopra nel confermato da un codice Vaticano delle
paragrafo del castello di s. Giuliano, nar- Vite de' Pontefici, leggendosi in quella di
rando la traslazione del corpo di s. Mar- Pasquale II. Litera, quarti misit Domi-
co Papa nella sua chiesa di s. Vito , la nus Papa Tusculan. et Vclletren. Epi-
quale perciò da lui fu dichiarata la i." scopis j e così fu decisa la controversia,
dopo la cattedrale. L'Ughelli riporta la dice il Cardetla. Non mancano altri scrit-
lettera di Pasquale lì, El prava corrige- tori, i Leone III fosse
quali opinano che
re, de'6 aprile 1 1 02, diretta: Feletranae solamente vescovo di Velletri e non di O-
Urbis Ch'ibus, Aposlolicac Sedis fidcli- slia insieme; supponendo che prima del-
bus, Salute/n tt apostolicam benediclio- l'unione fatta da Eugenio III, la chiesa di
nem. Essendo nell'ottobre deli 100 mor- Velletri avesse sempre il vescovo distìnto
to l'antipapa. Pasquale II volendo accor- da quello d'Ostia. Ma ciò non è sempre ac-
rere a' bisogni della chiesa veliternii e caduto, poiché il Cardella nelle Memorie
frenarne gli abusi , a istanza della città storiche dc'Cardinaliy nella biografia del
col suo diploma stabili i coullui di sua cardinal Ugo, e il Novaes uella Storia de'
7» V EL VEL
Pontefici, in quella d'Eugenio IH, rifoii- co dice del prossimo Lamberto. Leone
scono che questo Papa nel i 5o creò car- i 111 inoltre era intervenuto al concilio di

dinale vescovo d'Oslia e Vellelii il bea- Guastalla; e trovasi sottoscritto ad un pri-


lo U^o, chiese che indi in poi restaro- vilegio concesso alla chiesa di Marsida Pa-
no costaiileinenle unite per decreto del- squale II,ad una concessione fatta tla
e
lo slesso Eugenio ili , sebbene prima lo tal Papa d'alcune terre all'abbate di Su-
fossero slate all'arbitrio de'predecessori, biaco neh 109, segnandosi Leo FclliCri'
precariamente e dissolvibili. Da queste nus. Sommamentelodato come zelante
autorevolissime testimonianze si scorge, della libertà ecclesiastica e come celebre
che anco prima d'Eugenio III reggeva le cronista, morì a'22 marzo 11 16. Sicco-
cattedre d'Ostia e Velletri un solo vesco- me il Bauco l'encomia per cronista, dirò
\o. Kifletle Bauco
, che dalla morte di io per esser quel Leone Ostiense o Leo-
Giovanni V
accaduta nel loSg sino al- ne tli Marsi celebre storiografo che in ,

l'unione decretata neh i49(circa),vi sono questogià ricordato articolo, oltre d'alcu-
go anni di divario, ed in questo spazio di ni sermoni e vite di santi, lo dissi autore
tempo gli scrittori della serie de' vescovi delia Cronaca (l'i MonlcCassino, nel qua-
veliterni registrano soltanto Odone e il le articolo ne riparlai. 11 Cardella dopo la

detto Leone; e che ciò supposto dovreb- biogialia di Leone de'conti di Marsi ve-
be dirsi, o che ciascuno di essi vivesse nel scovo d' Ostia e Velletri , riporta quella
vescovato mezzo secolo, o che la
(|uasi d'un Leone vescovo di Velletri,che si trovò
chiesa veliterna per alcun tempo fosse re- uelhi basilica Vaticana, quando Pasqua-
stata vedova; il che non si prova. Stringe il le Il fu imprigionato dall'empio Enri-

suo dire con dichiarare, potersi franca- co V, dulie cui mani gli riuscì fortunata-
mente asserire, che il Leone di cui si par- mente di soltrarsi sotto le vesti di villano,

la, altri non è che Leone de'conti di Mar- insieme col cardinal Giovanni de'contidi
si o Marsicano vescovo cardinal d' Ostia, Marsi vescovo Tusculano. Ma siccome le

e successore di Odone o Ottone 11 nel go- notizie di questi si compenetrano col car-
verno dell'una e l'altra chiesa suburbica- dinal Leone de'conti di Marsi , e dicendo
ria; il che provasi col fatto. Pasquale li lo, stesso Cardella che poco fondamento
scritta l'accennata lettera, nell' anno se- deve farsi del cardinalato di Leone, co-
guente adunò in Roma (nel 1 2) un con- i i me negato dal Borgia, il quale vi ricono-
cilio per annullare quanto forzatamente sce la confusione fatta con il vero Leone
avea fatto a favore d'Enrico V in pregiu- di Marsi, non credei farne biografìa e solo
dizio della Chiesa. Negli atti del concilio mi proposi qui darne un cenno ad evitare
trovasi L, Ostiensis, cioè Leone vescovo equivoci. Neh 17 subentrò a Leone Ili
1

d'Oslia, senza nominarsi di Velletri, di nella cattedra d'Ostia e Velletri il cardi-


cui ancora era vescovo. Essendovi inter- nale Lamheilodi Faijnano bolognese de*
venuti tutti gli altri vescovi cardinali sub Scaniiahccciii , del quale scrisse il con-
urbicari, essendo Leone col vescovo Tu- temporaneo Pandolto Pisano, ossia il car-
sculanu primi a riprendere il Papa,
stati i dinal Masca, narrando la sua assunzione
non poteva mancarvi. Né dovere ostare il al ponlifìcaloa'a r dicembre i 124*^"! "O-
vedere la lettera di Pasquale 11 diretta al me d'O/iOìio II, alla quale Irovossi pre-
vescovo (li Velletiie non d'Ostia insieme, sente. Liiinl>erlaii Oslic/isis episcopns ile

poi» Ile governandole andiedue, poteva or mediocre p/cLc coniitatns Bononìensi.s


di una e or dell'altra intitolarsi. E seb- gcniliis, bene lainen literatux^ a Domi-
bene in que'tempi vescovi veliteriii s'in-
i no Papa Pascìinli II recepUis est, ci in
titoliivnno solo d'Ostia, pure alle volte sì episcopiini JJelitrcnsem proniotus. Reti-
chiauiavano solo di Ycllclri, come il Uau >
yiosae aiUem niemoriae Calisto // Pa-
VEL VEL 73
pacJffitnctn^omncx patrcs (le c'irinCar- dine di s. nencdetlo nel ducalo di Wur •

flìnnh-s ttXc. Il Lnceiiti con altri scrittori, tenib('rg,ripoita6'f//VA<.y^^'>/jV*/tsrv('^/.sro-

parlniulo di Lamberto fi'a'vescovi d'Oblia pii.s; net seguente anno il Papa lo nomi-

e Velletri primn tleli'iinione d'EMysiiio nò legato rt /(^z/cvr in Lombaidia e morì


HI, sup[)one vizioso il testo di l'andulfo, nel I I 5o. Il Banco dichiara fin qui giun-
e \iiolei:lie in lufigo di lìclitrciiscin def- gere la serie de' vescovi velìterni [)rima
ilasi leggere Osliciiscm; mentre veramen- del decreto d'unione de' vescovati d'Ostia
te nel testo trovasi l'uno e l'altro, e così e Velletri, sebbene per l'innanzi cpiesla
lo trascrissero il Baronio, l'Oldoino e Por- unione era ad arbitrio de'Papi, il che ac-
rerio. Mentie eia vescovo d'Ostia e Vel- cadde per poco meno d' un secolo cioè ,

letri avea ordiniito prete e consagralo ve- da Giovanni V deposto nel io5c) sino al
scovo a' IO marzo Ii i8 Papa Gelasio II, I 1 5o; ma io temo dlie forse la sua inter-
ed a'c) febbraio i i i Q consagralo Papa Ca- pretazione sia alquanto lata, per tutti i

listo li già come


arcivescovo di Vienna, vescovi d'Ostia da lui riportati eziandio
atlernia Lodovico Agnello Anastasio. O- di Velletri, cioè per quelli che non lo pro-
norio II nella 2." promozione cardinali- vò, soltanto continuando la serie. E" ve-
zia latta nel dicembre 126, creò cardi- 1 ro però che pel deterioramento di Ostia,
nale vescovo d' Ostia e Velletri Giovali' sembra che Papi tralasciassero di prov-
i

ni VI da Dcdogna pi iore generale de'ca- vederla di vescovo sin da Pasquale II, e


«laidolesi, celebre [>er santa vita: il Cor- col solo titolo d' Ostia davano la cura
della lo dice soltanto vescovo d'Ostia. Mo- delle chiese d'Ostia e Velletri, senza no-
rì pieno di meriti neh i33. Il Banco gli minare Velletri espressamente; laonde in
«là per successore il cardinal Pietro II certo modo già ne formava una sola, fin-
benedettino neh 1 3o, il che f"i anacroni- ché Eugenio III le unì canonicamente per
smo colia precedente data, dal Ciacconio sempre.
detto vescovo d' Ostia , ciò che negano Dell'unione de'due vescovati cardina-
J'Ughelli e il p. Maroni; indi registra nel lizi suburbicari d' Ostia e Velletri fatta
I I 34 il cardinal Dragone o Drogonc. be- da Eugenio III neh ì /^q, non trovasi di-
nedettino francese vescovo d'Ostia e Vel- ploma, bolla o altro documento,che com-
letri, ma il Cardella dice solamente d'O- provi questo memorabile fatto così in-
stia; nel I I 35 il cardinal yflherico france- teressante alla dignità e preminenza del
se, ed egualmente il Cardella lo riconosce sagro collegio, per cui s' ignora in qual
per solo vescovo d'Ostia, sebbene Ban-
il modo fosse decretata. Non mancano pe-
co riporti le testimonianze di Panvinioe rò scrittori ecclesiastici in gran numero,
Ciacconio, nominandolo tra gli elettori di che questa unione riportano, fra' quali
Celestino 1 1 e Lucio 11, cardi iialis Oslicii- Bobeito abbate del monle s. Michele nel
xis ci f^elitcrnus, ceìebve pev legazioni in snpplimento che fece alla Cronaca di Si-
Europa e in Asia, ove celebrò i conciiii geberlo monaco Genblacense nel 181. 1

d'Antiochia e Gerusalemme. Lo stesso Trovasi ancora di Eugenio III notato in


llaucogli dà per successore nell' anno un antico codice de'romani Pontefici nel-
Ii47 Guido, non conosciuto con questo la biblioteca Vaticana, riferito da Baro-

nome dal Cardella, che anzi crede che nio Ilio univ'ii Episcnpalnin Velilcr-
:

Alberico ancora vivesse neh 1


4^J e tlice nuìii cuììi Ostiensi. Ma senza cercare al-
che ne parla 1' Ughelli ma cpiesti pure , tre prove, la continuata osservanza di
dicendolo fatto vescovo d'Ostia nel 48, i i questa unione ci là conoscere, che i titoli
nella sottoscrizione della bolla d'Eugenio d'ambedue le chiese uniti furono in una

HI, colla (piale neh i\<) ap|ìrovò la fon- slessa persona con perfetta eguaglianza,
dazione del monastero Arcuusuno dell'or- per cui i vescovi vtjliterui dopo questa u-
74 V EL V E L
iiìone si li'ovanu sempre intitolati e sot- pel ninneroso capitolo de'canonici e be-
tosci'itli : Episrojjus Osticiisis el J eli- neficiali nella catlediale, e pel numero
leriius. Ma pure l'eguaglianza del lilolo de' sagri miitislri che sotto l'altre 5 par-
non porla egiiagliniiza ili giurisdizione, rocchie assistono al cullo divino, e pe*
» he per es>eie Ostia desolata e allatto vuo- conventi di religiosi e pe' monasteri di
ta dì abitanti e mancante d' abitazioni, monache, e per la frequenza del popolo
pas>ò tolta nella chiesa di Yellelri, ed il e per l'estesa sua diocesi. Al contrario la
tallo lo dimostra. La chiesa velilerna e- chiesa d Ostia, e nella città e nella dio-
hcrcita piena giurisdizione sulle reliquie cesi eia distrutta. Iti non rimase uè ca*
delia chiesa osliense, come si vede nella pitolo di canonici, né clero, essendo re-
celebrazione de' sinodi in Yellelri. Sono stali i sagri templi sepolti nelle rovine.
stali in quest'occas'rone inlimali que' del La cura dell'anime si esercita in Ostia,
clero d'Ostia, e consideiali come gli al- in Castel Romano, in Decimo, iu Porci-
ti i della diocesi di Yellelri, dandosi al gliano, de'q'ialt luoghi tratta il Piazza, ed
parroco «l'Ostia, che si appella arciprete, il Ndjby ììkW Analisi de dintorni di Ro'
il luogo fra gli altri pairochi della dio- ///r^,edaiicliepiU'licolarnienled Ostia nel
cesi velilerna. Il titolo che si dà ne'sino- suo r'i/tgi^io antiquario ad Ostia colla
di a quest'arciprete, altro non è che di Carta itineraria da Roma ad Ostia, e
cappellano curato della cattedrale di s. quella delle J'^estigia d' Ostia antica, a-
Aurea Ostiense. Il luogo assegnalo al me- veiido pure ragionato della moderna,
desimo si scoige dopo tolti que' del clero presso gli Atti dell' Accademia Roma-
SI della città, come della diocesi, e come na d' archeologia, t. 3, p. 267. Castel
apparisce da'sinodi deli 678 e del 1698. Romano, 2 miglia lungi da Roma a si-
1

Nell'ultimo tenuto nel 18 17, fra gli uili. niella della via Laurentina, ha un paiaz»
ziali del medesimo non si trova nomina- zoinì[)onente fabbricato nel 73 dal car-
1 1

lo alFalto l'arciprete oatcìm parroco d'O- dinal Alberoni. Accanto ha un lungo fab-
stia. Così dopo la morte del cardinal ve- bricalo di case a guisa di borgat'i. La chie-
scova d'Ostia e Yellelri, il vicario capi- sa è dedicala a s. Michele. Così Nibby. A
tolare di Yellelri esercita la giurisdizio- tempo del Piazza, che lo dice io miglia
ne ordinaria in Ostia e nei suo distretto, distante ila Roma, era del marchese Sac-
couje in ogni altro luogo della diocesi ve- chetti, che vi avea fabbricato la chiesa e
lilerna. Questo diritto che già da molti se- vi manteneva il cappellano come suo pa-
coli era m vigorefaconferutatoperdecre- dronato. Declino, Castrum Pons Deci-
to della s. congregazione del concilio a' 3 mus, è IO miglia fuori la porta Ostien-
luglio1723. Fmalmente l'arciprete della se o s. Paolo, come il precedente, il cui
caltedrole velilerna ha acquistalo il dirit- potile é al X miglio dell'antica via Lau-
to d'intervenire alla consagrazione del lenlina, il quale serve a passare il rivo o-
Sommo Pontefice in caso che il vescovo monimo il più grande dell'Agro romano.
d'Ostia e Yellelri non vi si trovasse pre- Di presente proprietà de'Torregiani, do»
sente. Dal fin qui detto col can. Dauco, pò esserlo slato di Crescenzio, che lo do-
con lui dico ancora, sembra che piutto- nò nel secolo Kl al monastero di s. Paolo
sto possa supporsi, che la chiesa d'Ostia fuori le miu'a di Roma, dal (piale pas^ò
sia stala unita a questa di Yellelri, di t< quello di s. Alessio, poi a' Frangi pani e
quello che la chiesa di Yellelri a quella a'baroni del Nero. Yi è una specie di pa-
d'Ostia. Imperocché ad altri si tmisce chi lazzo del proprietario, la chiesa puri oc-
non può che non
reggersi per se slesso, il chiale di Antonio abbate, e altri fabbri-
s.

poteva dirsi della chiesa velilerna,la qua- cali rurdi, opere in gran parte edificale
le sempre é stala iu grande splendore e dal cardinale Torregiaiii circa il j 760.
V i: L VEL yfl

Nil)I>y ripoiia gli iivanzi tì'alcune lapilli re al cardinal vescovo in qiial paese so-
tiDiìilie e rilliislia. Il Piazza, ilnpo aver no per fissare la dimora per ogni buon
detto clic giace sopra erto monticello po- fine. Dal che è nato, che vescovi hanno
i

co salubre, riporta l' opinione che «juivi sempre consideratola chiesa velilerna per
pati il luarlirio s. IMartìna nobile roma- la loro principale sede, e qtiivi e non in
na, e da'cristianì fu edificala a suo ono- Ostia bau fatto e funno le maggiori fun-
re una chiesa, di cui appena si vedono le zioni del loro uflìzio. Io Velletri tennero
rovine; e pare che il corpo della santa ivi i sinodi, ivi sono gli olii santi, ivi leniro-
fosse deposto, con quelli de' ss. Epifanio no la cattedra e i tribunali. Allorciiè fu
e Concordie niortiri.Nel territorio si vuole dato al cardinal decano un vescovo suf-
che seguisse il mai tirio di s. Prisca vergine fraganeo che sup|)lisse in sua vece alle
roDtana, ove da'cristiani le fu eretta una funzioni annesse all'online vescovile, non
chiesa, e poi trasferito il suo corpo nella è stata a questo prelato assegnata la re-
Chiesa di s. Prisca di lioma. Quanto al sidenza e l'obbligo di adempiere queste
corpo di S.Martina lo stesso Piazza ueW E- funzioni che solamente nella cattedra di
mtrologio di Roma lo dice deposto an- VelletrijConsiderandosi quella d'Ostia co-
che nel ciniiterio di s. Calisto: ora si ve* nte distrutta. Poiché sebbene esiste «na-
nera in Ruma nella sua chiesa, che de* lerialmente in Ostia la chiesa tiedicata a
scrissi nel voi. LXIII , p. 5i, dell' acca- s.Aurea, non però vi esiste la chiesa for-
demia di s. Luca, e dove dissi che fu tro- mate, la quale non consiste negli edifìzi,
vato co'corpi de'ss. Epifanio e Concorclio, ma nel capitolo de* canonici , nel clero e
che ivi pure si venerano. Di PorcigliaiiQ nel popolo. La rendita della mensa ve-
ragionai nel voi. XXX VII, p. ciig, e si scovile di Velletri era assai tenue, che al
vuole che occupi il silo dell'antico Lau- più poteva ascendere ad annui scudi
reiilo già metropoli dell'antico Lazio, ora i5oo. Seguita l'unione della chiesa Ve-
denominandosi Castel Porziano. Il IMìiz- lilerna coirOstiense, siccome questo ve-
Casale Sacchetli pta-
za parla inoltre dì scovato si trovò largamente provvisto per
so Ostia, pei" cui in quell'articolo ne feci l'aggiunta delle copiose rendite della men-
parola. Questi luoghi propriamente con sa vescovile d'Ostia nella somma di scu-
siderali casali di lenimenti, non sono per- di 6000, fu smembrata da questo vesco*
ciò registrati nel riparto territoriale del- vaio la tenuta del Peschio delta di s. Dar-
lo stato pontificio. Essi sono inoltre gli a- tolomeo, che fu aggiunta alla mensa ve-
•vanzi dell'antica e illustre diocesi O- d' scovile di Frascati. Questa badia ficeva
stia. La cura dell'anime, in poco nume- anticamente parte del territorio veliler-
ro, si esercita da' parrochi amovibili sti- no, come rilevasi da documenti certi. Nel
pendiati da'signori de' luoghi per como- pontificato di Nicolò II, Gregorio conso-

do degli abitanti, i quali sono piuttosto le de' romani donò molle chiese e mona-
gente collettizia e mercenaria , che indi- steri al monastero di Monte Cassino, e fra
vidui originari e permanenti abitatori. gli altri vi fu il monastero di s. Angelo

Che sia cos\, viene provato da quanto leg- del Peschio nel territorio di Velletri. Ce-
gesi nel calendario de'preli della diocesi duta questa tenuta al vescovo di Frasca-
d'Ostia e Velletri. Nell'ullioio di aiusno ti, restòdislaccala dal territorio velileino,
vi esiste un avviso diretto a' parrochi e per cui egli vi esercitava piena giurisdizio-
cappellani d' Ostia, i quali nel tempo c- ne. Intanto non mancarono frequenti con-
slivo a cagione dell'aria malsana, soglio- travvenzioni, e gravi disturbi tra'cilladi-
no ritirarsi dalle proprie parrocchie e ni veliterni e il vescovo di Frascati. On-
chiese, restando que'Iuoghi affatto vuoti de per togliere afi'atlo ogni conlrover>ia
d'abitaoli; che però devono iar conosce- e lite fra il vescovo di Frusculi e il cumu-
76 VEL VEL
ne di Vellehi, Benedello XIV nel 1740 tri, decretando che per la validità de'te-

tolse al vescovo di Frascati, e diede al ve- stamenti a favore della Chiesa non si ri-

scovo d'Ostia e Vellelri, ch'era allora il chiedessero 705 testimoni secondo le ,

cardinal RulFo, la piena giurisdizione e il leggi civili, ma solamente 2 o 3 giusta ,

possesso di della tenuta, col peso di pa- la disposizione de'sagri canoni; e l'origi-
gare in perpetuo scudi 600 annui alla nale di (piesla lettera è nell'arcliivio del-
mensa vescovile di Frascati, il che tutto- la cattedrale. Alessandro III d<inò al det-
ra si osserva. Dopo la delta unione, ih." to vescovo una terra nel lerritorio veli-
vescovo cardinale registralo vescovo d'O- lerno. Nel vescovato del cardinal Allu-
slia è il b. £/go o Ugone francese, disce- cingoli, il popolo ostiense promise l'an-
polo di Bernardo dottore di s. Chiesa,
s. nuo tributo al Papa di due barconi di le-

e abbate delle Tre fontane, da Eugenio gna, quando dimorasse in Roma. Passa-
]|l neh i5o dichiarato cardinale e vesco- to all'altra vita Alessandro III, come già
vo d'Ostia e Vellelri. Donò Ugo a' suoi narrai, gli successe ih.° settembre i i8i
tuonaci cistcrciensi il monastero del (non* il cardinale Allucingoli col nome di A^h-
le di s. Maria diMarmosole diocesi di cio III in Vellelri, ed ivi fu coronato a'

Vellelri, il cui documento è nell' archi- 6. Siccome avea stabilito la sua sede e la

vio della cattedrale. Visse nell'esercizio curia coorte romana in questa città, vol-
delle virtù cristiane così santamente, che le seguitare a reggere ancora la cattedra
il Cireyo lo ascrisse tra'beati dell'ordine di Ostia e Vellelri. Avea però sostituito
di Cistello, essendo morto il 1
.° dicembre alla cura di quesla chiesa, col titolo di f^ì-

I I 58. Non voglio tacere, che il Piazza ad oe Domino [f^.), Ruggiero primicerio del-
onta di sua vasta erudizione e che fece la la cattedrale, ed applicò ad utilità della
8. visita della diocesi d'Ostia e Vellelri, medesima chiesa le rendite che al vesco-
comincia la serie de' vescovi dopo l'unio- vato appartenevano; di che esiste docu-
ne,seguendo il Ciaccouioeil Mancinel- mento autentico nell'archivio capitolare
con Alberico francese che dissi morto
li, In Vellelri Lucio ili esercitò le più graf
neh i48, mentre egli scrive nel i i5o, e esagre funzioni annesse al ponti llcato, co
indi glidà per successore Ugo cnrissicno me si ha da molli diplomi, bolle e bre*
n Bernardo, come lo era slato il car-
s. spedili colla data di Vellelri; come pun
dinal Alberico. Nel 58 Adriano IV pro- i 1 quella dell'erezione dell'arcivescovato d
mosse al vescovato d'Ostia e Vellelri il Monreale. Quando Lucio^III nel 118J
cardinal Ubaldo ^//»cmi,'o//diLucca,che parli da Vellelri , diede a questa chiesi
Novaes chiama decano del sagro collegio, per vescovo il cardinal Tcohaldo IL
in tempo del quale dimorando L^apa A- francese, già abbate di Cluny, anzi lo eri
lessandro 111 in Benevento diresse al ve- a' 17 giugno come rilevasi da un diplo<
scovo Ubaldo, all'aiciprete e canonici ve- ma prodotto da Ughelli nel t. i, p. 332,
iìterni una lettera riguardante le dispo- e sottoscritto pel 2.° dopo il vescovo di

sizioni lestamentarie, che si facevano a- Porlo, indi morto a'i4 novembre 1 188
vanli il proprio parroco, ordinando che Non riporto il luogo della morte e sepol
non si usassero le solennità prescritte dal tura de' vescovi, perchè colle loro notizii
diritto civile pel Testamento (f^-), che ri- lo descrissi nelle loro biografie. Neh i8c
chiede presenza di 5 o 7 testimoni, ma
la gli successe il cardinal Ottaviano Conti ro«"*
che fossero suOicienli :ì o 3 questa let- : mano, già elevato alla dignità cardinali-
tera si riporta net lib. 3 delle decretali di zia da Lucio III nella promozione da lui
Gregorio IX, con erudito commento del fatta in Vellelri, poi anche
Ro- vicario di
Gonzalez. Altra lettera sopra i testamenti ma e morto nel 206. In questo lnnocenÌ|
f

scrìsse Alessandro HI a'giudici di Vellu- IO III coufeilil vescovato al nipote Ugo?'"


V EL VEL 77
1 o Ugolino Co/i//tl'Anagni de'Conli tli Se- due iati della Croce, fililo incidere dallo
dili , ni'ciprete Vaticano. Al>bì<iino dal slesso dotto prelato illustratore. Il car-
ilaitghiasci, Dlandala FcUlrcnsibus^Co- dinal Borgia dimostrò col suo pregievo-
ranis ctSarminilanis (seu Sci inonetanis) lissimo Cowwr«/rtr/»5,cheLipsio,Gretse-
data anno 1207 circa ah HugoUno epi- ro, Fivizzani,Rocca, tutti scrittori della
scopo Ostiensiprò conservanda pace cani Croce del Signore, raccolti dal Cori nel-
Nyniphaenis et Silinis, Exst. inSlepha- le sue Simhole letterarie fiorentine, non

ni Bululio, AlisceL, Lucae edil.1761, l. avevano del tutto esaurito quest'insigne


3, p. 92. Questo vescovo tolse Ostiada argomento; e già nel precedente anno a-
alcuni invasori, e la foitilìcò con loiri e vea illustrato la Croce Vaticana donala
mura. Il cardinal Conti d'83 anni fu e- dall'imperatore Giustino li. All'illustra-

lelto Papa19 marzo 1227, prese il no-


a' zione della Croce Veliterna fu d'eccita-
raedi Gregorio JXe mori dicirca 98 an- mento al Borgia la gita fatta nello slesso

ni. Questo Papa ritenne il governo vesco- annoi 780 da Pio VI a VelleUi nel por-
vile di sua chiesa, e soltanto neli23 no- t tarsi a Terracina per visitare la memora-
minò vescovo d'Ostia e Velletii il nipote bile impresa del bonificamento delle Pa-
cardinal Rainaldo o Orlando Conti d'\-
I ludi Pontine. Consapevole l'erudito au-
nngni de'Conti di Segni, il quale ottenne tore dell' antico costume di riceversi i

dallo zio per Velletri grazie e favori, go- grandi principi nelle città coli' incontro
vernò la sua chiesa con fama di singoiar delle Croci, egli si avvisò di rimettere ia
probità di vita e umiltà di cuore per 32 uso per qualche parte l'antica costuman-
anni sino alla sua morte; dappoiché ele- za ,
proponendosi di presentare al Papu
vato alla cattedra apostolica a' 12 diceai- un' immagine incisa in rame di questa
brei 254 col nome d'Alessandro IF, ri- preziosa Croce, ed un conveniente com-
tenne il vescovato, e mori a' 25 maggio mentario che rilluslrasse. In mezzo al ge-
1261. Tolomeo da Lucca nel Iodarlo,nar- neroso rifiuto che Pio VI fece di tutti i
ra che or predicava, or ascoltava la pre- plausi e di tutti gli onori che gli si prepa-
dica tanto in Ostia, popolata allora me- ravano per la fausta circostanza restò ,

diocremenle,quanto inVelletrijonde sem- solamente al prelato la gloria di potere


bra che Ostia allora o fosse risorta al- eseguire susseguentemente questo suo di-
quanto, o non fosse ne'.lo stato in cui si visamento, con elegante lettera dedicato-
ridusse. Essendo Papa, e volendo lascia- ria a Pio VI, celebrando così il suo pon-
re un monumento sagro all' amata sua tificio passaggio per la sua patria; e tes-
donò una Croce d'o-
chiesa velilerna, le sendo come un diario del suo accesso al-
ro del peso d' i i oncie, ornala di perle o- le Paludi Pontine, venne insieme a fare

entro la
rientali e di varie pietre preziose, un'accurata storia de'Iavori per l'avanli
quale conservasi partedcl legno dellaCro- eseguili d'intorno alle medesime, nella
ce vera del Redentore. Egli la consagrò, qunl storia vede primeggiare il canale
si

e concesse molte indulgenze a chi la ve- ossia la linea Pia, idea concepita felice-
nerasse. Questa Croce conservasi nel re- mente dalla mente e dal genio di Pio VI,
liquiario della cattedrale; si espone e mo- come unica atta a produrre il grande ef-
strasi al popolo nelle duesolennìtà dell'A- fetto che si desiderava da tanto tempo;
scensione e di Clemente i protettore
s. oltre il rammentare la nuova via che
della città. Si ha dellamedesima l'eru- d'ordine suo andava costruendosi , per
ditissimo, Comincntarius de Critcc ì^e- rendere più comodo e breve il corso del-
lilerna , auctore Slephano Borgia sac. la posta; non meno i benefizi preparali
congreg. de Propag. Fide a secrclìs^ Ro- a'terracinesi per l'idea nudrìta da Pio VI
luaeiySo. lu e:i$o fi vede il disegno de' di g uidai e enti o il loro aulico porlo uu al-
4

78 V E L V E L
tro cannle d'iicqne Ponline, che fìicilitdn- vare i cloni the ficcvanotillf; chiese dì liO"|
«lo il loro ingresso in mare, producesse il ma. Questa Ciroce dallo chiesa di Vrile'
disterranienlo del porlo niedesiuio, e di tii pas>ò a quella d'Anagni e poi ritornò'
portare inoltre ac(|ùa piùsainbre e legge- nella vcliterna. Continuando la descri-
ra in Terracina da' vicini monti Lepiui} zione della Croce, dice che sulla parte,
di lutto facendo al Papa i più vivi rin- [)rincipale e nel centro è l'iininagine del,
graziaoìenli, in nome di Velletri antica Crocefisso, n)a senza //7o/o, del quale as-
capitale de'VoIsci e indi ascritta alla tri- sai ragiona, cotne d' ogni parte; lateral»
I)ù Pontina, e delle provincie di iMaritli- mente sono le immagini della B. Vergi*
ma Campagna. Dopo la dedicatoria co-
e ne e di s. 'Giovanni apostolo , rimarcau-
niincia commenlaiio con una prolusio-
il dole espresse senza duolo benché assisles-
re indirizzata al capitolo e canonici veli- sero alla Crocefìssione; cerca perchè sul;

terni,in cui si accenna l'antiche costumati- pallio che co[)re capo della ss. Vergina
il

ze, cioè la riforma ila loro esattamente e- vi è una crocetta o stella, e chiama scon-i
seguita, di s. Pier Damiani, e la vita co- cezza l'avere espresso vecchio ramata
mune parimenti da loro osservala; parlò discepolo, adducendo molli esempi di si-
di altre glorie e prerogative del medesi- mili monumenti. Passa a descrivere la fin
mo, come d'aver luogo il loro arciprete, gora posta nella [)arte superiore dell'aula
in mancanza di quello d'Ostia, nella con- perpendicolare, in allo di benedire colla
sagrazioue del Papa, quando non vi fos- mano nuda, che s'è proprio de' vescovi &
se presente il vescovo delle chiese d' O- altribuito anco a' laici ed agli Angeli, e

stia e Velletri; e di aver pure la nomina, forse esprimere un alto salutatorio : dal-
cioè il vescovo, canonici e capitolo veli- la chierica che si scorge , desume altro
terni, di 2 giovani velilerni da mandarsi argomento d' ecclesiasticità nella perso-i
al collegio di Perugia istituito dal cardi- na, e forse un Santo vescovo e meglio un
ìialCapocci (di che tratta ancora il suo Apostolo, anzi s. Pietro. Discende poi alla
zio arcivescovo Borgia, Sloria di P^clle- descrizione dell'allra figura in fondo al-
///, p. 3 I 3, rilevando che doveano essere l'asta, riconoscendovi s. Elena. Pa>su al.
chierici di Velletri sua diocesi, non prov- 1'
altra facciata della Croce, e descrive
^'isti di benefizio ecclesiastico sopra il va- 1' Agnello eh' è nel mezzo della medesi-
lore di 9.5 fiorini d'oro, onde apprender- ma, ed i4 fnislici animali simboli degli
vi per 6 anni la ragione canonica). Indi Evangelisti, che si vedono espressi ne'
loro ricorda la dignità di primicero e di lati; pe'cpiali riporta un emonio di eru-
preposto eh' essi aveano nel loro ceto, e dizioni e del loro cullo presso i copti. Da
lo nuove giurisdizioni e onori conseguiti ciò prende aigomenlo d'illustrare un'an*
tiel decorso del secolo. Perchè poi non tica Croce di bronzo esistente nella chie-
s'iuvaniscano delle nuove decorazioni co- sa abbaziale della ss. Trinità di Velletri,
rali, presenta loro 1'
umiltà della Croce padronato di sua fimiglia Borgia; ed in>
d'aversi sempre avanti gli oc( hi. Quindi oltre ad illustrare un antico greco en--
passa alla descrizione della Croce della colpio del uìonastero de' ss. Bonifacio ed
forma e grandezza della figura da lui Alessio di Roma, riproducendone la figu»
falla incidere; enumera le perle e le pie- ra incisa. Restandogli il rilevare la reli»
Ire preziose colorate e gli smeraldi che quia del s. Legno della Croce del Reden-
l'ornano, le figure che sulle due parti si loie, che in questo bel monumento è rac-i
trovano espresse in ismalto, e reputa il chiusa, nota il costume di collocar nelle
lavoro deirVlII secolo o del IX. Forse Croci diverse sagre Reliquie, ed insieme'
già esisteva da molti .'inni nel vestiario illustra una tavoletta della chiesa di sj
deTapi, dal (piale si solevano da essi ca- Maria in Campilelli di Kotua. Desci'ivj
o

VE L VE L 79
posci.1 il cnlfo che si presla in Vpllehì a 1 o.fio', cren cardinale e vescovo d'Ostia e
<|(iesto sagro monnmenlo, e eli sua espo- Velletri Enrico I Bartolomei o Romani
sizione nelle suddette feste , e nella feria detto Ostiense ài Susa, anche per essere
VI deH.i settimana santa, ne'qunli riti la autore della Somma Ostiense, movlo nel
cntledrale velilerna si conforma in parte ì'y.'jf. Nel dicembre (nelle tempora di
alla basilica Lateranense e in parte olla Pentecoste, dice il gesuita p. Bonucci, F-

Vaticana, commendando la pietà de' ve- storia del b. Gregorio X, p. 90) layS
literni verso Croce e Passione del Si-
la Gregorio X
promosse al cardinalato e al-
gnore, ed il religiosocostume di munire la chiesa d'Ostia e Velletri, non chea pe-
nella vigilia dell'Ascensione con Croci di nitenziere maggiore, fr. Pietro IH di Ta-
cera benedette le 4 porte della città e le rantnsia donienioano di Savoia e arcive-
principali contrade. Termina il commen- scovo di Lione, il quale nel concilio ge-

tario con eccitare il clero veliterno al oid- nerale di Lione II prese posto fra que'
io della Croce, che comprende la corame- che sederono alla destra del Papa, al qua-
morazione della l'assione dell'Uomo Dio; le successe a'2 i gennaio 1*276 col nome

e delle prerogative del capitolo e della d' funocenzo V, Poco visse e cosi i suoi
chiesa di Velletri, neiri»p[)en(lice pubbli- tre successori, onde restata vacante que-
ca 1 5 autentici documenti, ne'quali si par- sta sede vescovile, a'22 marzo 1278 Ni-
la dell'antiche monete che aveano corso colò III la conferì colla dignità cardinali-
in Velletri e specialmente tìe'proi-isìui zia al nipote fr. Latino Frangipane ro-
pecunia Scnntus, e de* rolomngcns! pe- mano e domenicano, poi vicario di Roma
cunia poco cognita, olire altre cose di pa- nello spirituale e nel temporale , morto
tria erudÌ7Ìone. Gli altri 3 documenti, a' IO agosto 1292 in buon odore di san-

qno riguarda la vita comune adottata nel tità, per cui dagli domenicani è
scrittori

I02O da' canonici di s. Egidio di Cepra- contato fra' beati dell'ordine. Il Banco
no, il che mostra l'antichità di questa e- tanto nel Compendio della storia Fé li-
semplnr comunanza nella provincia di terna, quanto nella Storia della città di
Campagna e Miirittima; ragiona d'altre feletri, troppo assolutamente asserisce,
cose, come della formola, Regnante Do- che gli si dà la gloria d'esser l'autore del-
mino Nostro Papn,ede\ gitu'amenlo.Pfr la Dies irae, dies illa (^.), sequenza,
salntem Domini Nostri Papac. Gli altri ritmo o Prosa [T''.) i\\ cui con certezza
due documenti illustrati uno è del sud- , si contrasta l'autore. E vero che io ne*

detto antico greco encolpio, coll'immagi- due articoli lo noverai fra quelli che se
ne del Crocelisso confitto con 4 chiodi, ne credono autori (fra'quali fr. Tomma-
avente a' due lati la Madonna e s. Gio- so da Celano, che nel f
." articolo per fal-
vanni; essendovi ncll' altra [)arte la C lo tipografico è detto Colano), anzi che la
Vergine cogli Evangelisti privi di simbo- comune opinione è pel cardinal Frangi-
h, de'(|ualì riparla, insieme al calicee pis- pani; ma lessi poi nel can. Giandomeni-
side donati da Pio VI alla cattedrale. L'al- co Giulio, Fersione poetica di tutti gl'in-
tro docuujenlo è il già discorso breve Ro- ni della Chiesa secondo il Breviario Ro-
tnanus Pontìfcx col quale Benedetto , mano, di alcune antifone della ss. Ver-

XIII liei 1724, concesse a' canonici ve- gine, delle quattro Sequenze della Mes-
literni, invece dell' almuzia che usava- sa, dell'inno Gloria in excelsis Deo, To-
no, la cappa paonazza con fodere di pel- rinoi8i6, che nella sequenza in discor-
li d' armellini nell' inverno, e nell' altre so non dice chi ne fosse l'autore realmen-
stagioni di Seta riiìieo orniesi/io. Ritor- te, probabilmente avendo trovato incer-
nando alla serie de'vescovi, morto Ales- to il poterlo asserire. Lessi ancora nel
sandro IV, il successore Urbano IV uel Manuale de fra ti Minori disposto dalp.
8o VEL VEL
Fliìtninin da LaU-ra,^oi\ìa 776, essere 1
suo nipote cardinal Bertrando I de Po-
lu stqtienzii composta ila fr. Tommaso tla yel o Poggcilo francese. Il lìauco non fa
Celano, benché altri rallribuìscano all'al- menzione d' mi vescovo intruso che ap^
tro uiinoi ila Matteo d'Acquasparla poi
fr. prendo anche tlal Lucenti. iNel 37.8 re- 1

cardinale. Forse questi la compose e l'al- catosi in Pioma lo scismatico Loilovico V


tro la pose in canto fermo? Conviene pru- pretendenle all' impero, ivi fece elc^ger(
denlemente concludere essere tuttora , l'antipapa Nicolò V, il quale fra gli au'
positivamente incerto il vero autore. Al ticardinali pure creò Giovanni de' conti
cardinal Frangipani nel1294succes.se il Alberti o Martini a' 17 maggio, dichia-
cardinal fr. Ugone o Ugo 111 Dilloinoo randolo insieme vescovo d' Ostia e Vef
Ayscellin francese doraeuicano ed arcive- letri. Per quanto dissi nel voi. LXXVI

scovo di Lione, morto con fama di santi- p. 172, sembra che tali false dignità U
tà neli297.DonifacioVlll nel 1299 com- ricevesse in Tivoli, ed ivi più- narrai clu
mendò questo vescovato a Leonardo Pa- l'antipapa co' suoi anlicardinali fuj^gi t

trasso d'Alalri suo zio, che a 11 marzo Todi, donde si ritirarono a Pi<:a a'3 gcii'
i3oo creò cardinale. In dello mc'^e lo naioi329. Ma Nicolò V abbandonato d(
stesso Papa fece vescovo il cardinal fr. Lodovico V, si sottomise al Papa nel 33o 1

INicolò l Bo< casini da Treviso do(neni- che l'avea scomunicato co'suoi seguaci, 1

cano, il quale meritò di succedergli nel fu condotto in A vignom; mentre Giovali


pontificalo col nome di Dcncdctto XI a ni cogli altri falsi cirdiuali, fuggendo al

22 ottobre i3o3j e quindi dalla Chiesa trove, terminarono di godere l'apparente


fu po>lo nel catalogo de' beati a' 7 lu- loro dignità. Si può vedere Lodovico A-
glio. In Velleiri e diocesi se ne celebia o- gnello Anastasio, Sloria degli Aiiti/ìapi
gni anno la memoria coH'uIìlcio e messa t. 2, p. t i5e seg. Meglio dell' intruso ve
di rito doppio minore. Poco dopo la sua scovo Alberti parlerò col Coinei', IVolizii

esaltiizione a' B dicembre creò cardinale


i delle chiese di f'cnezia, p. 1 1 . Giaconu
e vescovo d'Ostia e Velleiri fr. Nicolò 11 Albertini di Prato in Toscana, vescovi
Alberti o Albertini di P/-«fo domenicano, di Castello ossia di Venezia, per essers
che fatalmente conliibuì ali'eie/.ione di dichiaialo fautore di Lodovico V, n«
Clemente V, il qualecollo stabilire la pon- 327 fu cacciato dalla sede da Giovami
I

tifìcia residenza in Francia e in Avigno- XXII. Portatosi in Roma unse col sagri
ne, fu cagione d' immensi e lagrimevoli crisma il suo Lodovico, coronato impe
danni, e la chiesa d'Ostia e Velleiri ri- ratore da' deputali del popolo romano
mase senza la vicinanza del pastore, e for- ad istanza del quale fu dichiaralo dal
se o probabilmente ne avrà provalo le l'antipapa cardinale e vescovo Ostiense
conseguenze. Il cardinale neh 3 12 si re- false dignità che poco godette, poiché r<

cò in Roma per assistere alla coronazio- stiluito alla propria sede il legillinio pa
ne dell' imperatore Enrico VII, pel già store, l'usurpatore Giacomo fu deposto

notato, che segui a'29 giugno, onde con- espulso,morendo miseramente inGerens
getturo che avrà visitata la sua chiesa. nia ov' erasi ritiralo. Quanto al cardinal
Mortoli cardinale in Avignone nel i32 1, Poggetli da Giovanni XXII fu indi spedi-
ivi ebbe il vescovato il cardinal Piinaldo to legato in Italia con amplissime facoltà,
Il o Pieginaldo della 7W/^ francese, che e per 16 anni governò lo slato pontificio
assente dalla residenza mori in Avignone e Bologna, donde per insurrezione foggi
sul fine del 1327 e non nel i325 come neh 334 in Avignone, ove moi'i neh 35 1.
vuole Ughelli, e neppure nel i324 come Non si ha memoria, se nel suo soggiorno
corregge Coleti. A'27 dicembre di detto nello stato papale si recasse a Velleiri, ma 1

unno Gìovatml XXll nominò vescovo il falla il Piazza con dire che risiedendo ii
V r: L V EL 8i
\ \ ignone fu assente. Nel suo vescovato, in cui conclave, come osserva Cecconi, StO'
Osiia ancora era vi una considerabile po- ria di Palesi rina, p. a83, era decano del
polazione; ed il capitolo della cattedrale sagro collegio il cardinal Giovanni Cross
avea la dignità dell'aroiprele eio canoni- o Gross penitenziere maggiore e vescovo
ci. In suo luogo passò al vescovato nel di Palestrina. Perl'elezioned'Urbano VI
1352 il cardinale Stefano Albert fran- fece un nobile elogio a suo onore e poi gli
cese e insieme fatto penitenziere mag- si Urbano VI nominò vesco-
ribellò. Indi
giore, che anno a'i8 dicem-
nell' islesso vo d'Ostia e Velletri il cardinal Bertran-
bre divenne Papa Innocenzo l'I. Que- do II Lrt/g^r francese, ma ingratamente
sti nel i353 elesse vescovo il cardinal l'abbandonò per eleggere l'antipapa Cle-
Pietro IV Bertrand francese de' signori mente VII, eseguito questi in Avignone
di Colombier, che inviò neh 355 in Ro- vi terminò la vita nello scisma neli3Q3,

ma a coronare 1' imperatore Carlo IV, senza aver mai visitalo la sua sede, come
la f|ual funzione si fece a' 5 aprile festa nota il Piazza. Urbano VI per provvede-
di Pasqua. In questa occasione egli si re alla chiesa d'Ostia e Velletri nel tem-
Irasfeili in Velletri persoli i giorni agli i i po che il suo vescovo infelicemenlesegui-
api ile per consolare ilsuo greggecoHasua va il grande scisma d'occidente, vi man-
presenza. Tornalo in Avignone vi mori dò Giovanni Paolino canonico Vatica-
ili peste neli36t. In questo gli successe no, come vicario apostolico, e di lui esi-
Aiiloino o Andoino Albert francese, ni- ò.' una senteuz;i
ste nell'archivio capitolare
pote d'Innocenzo VI, e dopo aver cousa- de'i6 febbraio! 383. morto Bertran- Ma
grato Urbano V morì nel i363 in Avi- do II, l'antipapa Clemente V^ll audace-
gnone, senza mai aver veduto la sua chie- mente promosse l'anlicardinale fi'. Gio-
sa e le sue pecorelle, alle di lui cure com- vanni di Neocastro o Novacastro dome-
messe. Gli successe anno il
nell' islesso nicano francese, già maestro del s. palaz-
cardinal Elia di s. Eredio o Yrieixo Y- zo, suo cugino e parente, di cui parlai an-
rier francese, benedettino o come altri che nel voi. Ili, p. 2r4. Morto 1' antipa-
pretendono poi minorità, e finì di vivere pa, a' 28 settembre 3g4 gli successe il
i

inAvignone nel i 36y, egualmente sempre pseudo Pontefice Benedetto XIII, il qua-
assente dal suo vescovato. In questo di- le a'3 ottobre fu ordinato sacerdote dal-
ventò vescovo il cardinal Fr. Guglielmo I l' anlicardinale Guido falso vescovo di
Sondre francese domenicano, morto in Frascati (come vuole Novaes,*ma non re-
Avignone nel i373,e al dire del Piazza, gistrandolo rUghelli, sarà forse il da lui

avendo anch' egli lasciato in mano de' riferito Ira'vescovi Prenestini Guido Ma-
mercenari la sua gregge e senza averla lesec o Malosicco nipote di Gregorio XI
neppur veduta. Nello stesso anno Gregorio e da lui creato cardinale nel i375, indi
XI confeiì la chiesa d'Ostia e Velletri al seguendoli parlilo dell'antipapa Clemen-
cardinal Pietro V di Stagno o d'Estain, te neliSyS fatto vescovo di Palestrina,
il quale già legalo d'Italia, seguì il Papa secondo Cecconi e Pelrini. Questi aggiun-
nel ristabilire in Roma la residenza ponti- gono, che trovandosi nel sinodo di Pisa
ficia nel gennaio iSyy (essendo appro- del 1409 decano del sagro collegio de'
dato ad Ostia il Papa colla curia e cor- parliti diGregorio XII e antipapa Bene-
te ), quell'anno ivi terminò
e in suoi i detto XIII, si affaticò per la cessazione
giorni, colla gloria d'aver contribuito an- dello scisma; onde deposti ambedue no- i

ch' egli a tale riprislìnamento, e princi- minati, dichiaratasi sede vacante, restò e-
palmente s. Caterina da Siena, come la letto Alessandro V, il quale per togliere
celebro nell'articolo Ve5aissiso. Nel SyS i la mostruosità di trovarsi provviste le

successe nel pontificalo Libano VI , nel chiese di due prelati, a tenore dello sta-
VOL. \c. 6
«2 V E L V E L
luilo iielln sessi.oue xxi o xxii, nel cou- creare cardinale nel 1378,6 non 1373
cìsloro (Iti'aG giugno o più laidi, lrasf(?iì iiienda di stampa ; ma disgnslalosi deila
il cardinal Gactaiii tlalla sccIlmIì Palesili- ju'rtinacia di Denedetto XIII l'abbando-

no, (li cni era l<'giriimo pasloie, a quella nò e inon in Avignone neli4o'). Inoltre
ili l'orlo; acciò Guido leslassc canonica- l'antipapa nel 14^7 pretese ci e<ue vesco-
lnenlealla l'ieiieslioa, e fregialo allora le- vo d'Ostia e Velletri l'anlicaiilmale Gio-
gillittiatneiile di lai chiesa, inlervenne al- vanni VII Ai'fnct o Brognicr ii,i\\o'i:\v(\o,

l'elezione diGiovanni XXI II, morendo nel il quale abbandonalo lo scisma, nel 1409
i4i I. A Uri in lale elezione dicono deca- fu riconosciuto per cardinale vescovo nel
no del sagro collegio il cardinal Arn»el o Sinodo {f' .) di Pisa e da Alessandro V,
Ijiognier, peiciiè abbandonalo lo scisma, e non airalto prima, ed alliua fu pure le-
erngli successo nel decanato degli antìcai- gittimalo nel vescovato. Alessandro V era
clinali Guido), e l'i i consagralo vescovo stalo eletto in detto sinodo nel 1409, con-
dal Neocastro, il quale mori nello scisma tro Gregorio XII legittimo Papa e conilo
in Avignone a'4 ollobrei SgH. Già il Pa- il falso Bcnedello XII I, da'loro cardinali
pa Bonifacio IX udila la u)orte diBei Iran- e anlicardinali, i quali ultimi essendo dal
do 11, nello slesso i 3g2 promosse a que- sinodo riconosciuti per veri, nederivòche
sto vescovato il cardinal Fdippo iV Alea- òwt medesimi avevano uno slesso A e,yro-
con della regia stirpe de Valois, arcipre- vaio suhiirhicario, o un medesimo Titolo
te Valicano: era slato vescovo di Sabina, o Diaconia j laonde per togliere tale mo-
dalla quale chiesa l'avea deposto Urbano struosità permise Alessandro V le Ozio-
VII, sia per sospetti per la parenlela che ni y ossia il passaggio da un vescovato al-
avea col redi Francia seguace e fautore l'altro, o da un titolo o diaconia all' altra
dello scisma, e sia per la sua oondoUa te- in que'che aveano altro cardinale co' me»
luila iu Udine (^/.^ quando ebbe in com- desimi vescovati , titoli e diaconie. Vera-
menda il palriarcalo d' Aquileia : morì mente tutti i detti cardinali erano scomu-
in Romacon fama di santità e miracoli nicati da Gregorio XII e deposti , cioè i

nel 3q7. In questo gli successe il cardinal


1 suoi cardinali come ribelli, quelli dell'an-
Augeìo Acciiij'oli fiorentino, arciprete Va- tipapa come scismatici. Egli è per questo
licano e vice-cancelliere, merlo in Pisa nel che alcuno chiamò Conciliaholo il famo-
1 407. Continuando lo scisma sostenuto da so sinodo di Pisa (T^.). Osserva il citalo
])enedelloXlll,osòdopo la morte di Neo- Cecconi vescovo di Monlalto nella Storia
caslrodi conferire nel i4oo il vescovato di Palcstrina, ap. 287 e 292. Che fra le
d' Ostia e Velletri all' anticardinale Gio- pessime conseguenze del lungo scisma, una
vanni Repucavardi o Rupecaurda france- era quella che due cardinali avessero un
se, morto circa il i4o2, come dissi par- medesimo vescovalo,litoloo diaconia. I*er
lando di lui nel voi. ili. p. -ìaojquindi gli rimuovere tal disordine, nella sessione xx
sustilui l'anticardinale Pietro Corsini Cio- sì determinò di formare de'due collegi
renlino, già cardinale d'Urbano V, che cardinalizi uno solo, mediante T ozione
inoi\ in Avignone a' 16 agosto i4o5. O- d' uno de' due cardinali di dette catego-
slinalo l'antipapa nelle sue pretensioni, gli rie, contro la consuetudine coslanleinen-
die a successore l'anlicardinale fr. Leonar- le ritenuta nella Chiesa romana (tranne
do de Rossi dello Gidbne salernitano mi- poche eccezioni), per cui tulli zelavano in
norila e generale del suo ordine, morto vantaggiare le loro chiese, essendo a vita.
nel 407. Quanto a questa data conviene
1 Perciò col Panviniode|)lora le conseguen-
leggere la biografia che ricavai dal Ciac- ze [uegiudizievoli dell'ozioni, perle quali
conio e riportai nel voi. Ili, p. 212 , ove le chiese con nocevoli discapili di frequen-
io dissi dotto, che Uibaoc Vi lo voleva te hanno un altro cardinale, che appena
VE L VEL 8i
islallalo nella sua chiesa, mentre comin- il cardinal Brognier, in questa chiesa si e-
ciava ad adezionarvisi e conoscerne i bi- stinse Io scisma degl'intrusi nominalmen-
deve abbandonarla.
sogni, per le ozioni te. Morto il cardinal Corraro, il Coscia
Coirintrodursi consuetudine d'oliare
la geltalosi a'piedi di Martino V nel(4i9j
da una chiesa suburbicaria all' altra, ne fu da lui dichiaralo cardinal vescovo di
derivò, che morendo il decano tutti car- i Frascati e decano del sagro collegio, ma
dinali oliavano da un vescovato all' altro; visse 6 mesi. II cardinal Giovanni VII Ar-
e le Promozioni (P'.) solile a farsi ne'gior- met o Brognier morì in Avignone (ove
ni destinali alle Onh nazioni [F.), e spe- avea fondalo il collegio de'Savoiardi, co-
cialmenle nelle Quattro Tempora [f'.), me pia- dirò a Veìvaissino) a'i6 febbraio
nelle quali mercoledì o venerdì erano
il I 4^6. Secondo il Cecconi, Storia di Pa-
i Cardinali (F.) creal'ìy il sabato si pub- lestri/ia, p. 292, divenne decano del sa-
l)licavano ed ordinavano negli ordini mag- gro collegio il cardinal Angelo di Anna
t;iorì, domenica si consagravano ve-
e la Sommaiiva camaldolese, vescovo di Pa-
scovi, vennero poi a celebrarsi in qualun- lestrina, notando che in quel tempo non
que tempo. Nolo ancora il Ceccoui , che era stata fissala nella chiesa Ostiense si-
quindi il cardinal Ugone di Lusignano ve- mile preminenza, e morì nel 14^8 o
scovo di l'alestrina , pel t.° oliò ad una nel 1429 e decano del sagro collegio,
chiesa senza bisogno, cioè alla Tusculana. secondo Cardelh. Intanto lo scisma non
Delle ozioni ne riparlai ne' voi. LX,p.
98, 1 fu del tutto estinto, poiché morendo
LXXV, p. 224. Neh 4 IO permorted'A- il Benedetto XIII, fece giurare a*
falso
lessandro VelettoGiovanni XXIIF, ilcar- suoi anticardinali Bonafede, e Giulia-
dinal Armet l'ordinò sacerdote e consagrò no de Lobo o Dobla o Lobera spagnuo-
vescovo. Indi nel concilio di Costanza da 10,che da chierico di camera avea fatto
lui presieduto, poco mancò che il cardi- nel 1409 o t4'24 ^''*"^'""'^'"^'6 ^ poi ve-
nale non fosse eletto Papa nel 1
417; Mar- scovo d'Ostia e Vellelri, di dargli un suc-
tino V che lo fu, venne da lui ordinato giugno 1420 elessero
cessore. Essi a' IO
suddiacono, diacono j sacerdote e consa- l'antipapa Clemente Vili, consagralo da
grato vescovo, figurando qual decano del Giuliano. Fmalmenle, a'26 luglio 14^9
sagro collegio de'cardinali presenti al con- l'antipapa rinunziò la pseudo dignità, e
cilio delle3 Ubbidienze di Gregorio XII così fecero i suoi anlicardinali, e Giulia-
Corraro eroicamente rinunziante a mez- no a' 6 agosto nel palazzo del maestro dì
1

zo del procuratore, di Giovanni XXIII Montesa presso Paniscola. Di lui tratta


Coscia deposto, di Benedetto XlIIòe Lu- Ciacconio, Vìlae Pontificuni et Cardina-
na scomunicalo benché in premio della
; Unni, t. 2, p. 744- '0 oe parlai ne' voi.
virtù di Corraro, fra le distinzioni accor- 11, p. 211, III, p. 23o, 237, 238 e al-
dategli fu dichiaralo cardinal vescovo di trove. Per la detta morte del cardinal
Porto e decano del sagro collegio. Rac- Armet o Brognier rimase lungo tempo
conta Banco, che lo scisma dalla 1.' sede vacante la cattedra Ostiense e Veliterna
passò nelle sedi inferiori; ma però questa sino al i43i. In questo Eugenio IV le
chiesa d'Ostia e Vellelri non risenlìi al- die per pastore il cugino Antonio I Cor-

cun incomodo, perchè gli anlicardinali raro veneziano, nipote di Gregorio XII,
ssismalici che in Francia si arrogavano il trasferendolo dal vescovato di Porto e s.

titolo di vescovi d'Ostia e Vellelri rilene- PiulTìna, inconseguenza dell'inlrodotleo-


vano il solo nome, egiammai giunsero ad zioni da Alessandro V: fu camerlengo di
occupare la cattedra e ad amministrar- s. Chiesa, arciprete Valicano, ammini-
la. Nondimeno nel 1409, e non nel 1407 stratore del vescovato di Cervia dal r43>
com'egli dice, riconoscendo Alessandro V al 1
44®, e morì decano del s. collegio a' r
9
,

84 VEL V E L
j-etinaio 1 44 ^- ^^' ' 7 "'«oo'^ S'' successe il mo. Ne restaurò la cillà, che trovò da
corcìiiial Giovanni VJII Ccn'anlfs s[m- mollo tempo abbattuta; fi'ce farcii dise-
gnuolo, che cessò ili vivere a' 25 marzo gno della cattedrale di s. Aurea, e forse
1453 : iliiiioraiulo nella Spagna, qua! ve- die principio alla costiiizionc della torre
scovotliSiviglia,quancloNicoiò V nel i4 )2 attuale, la quale fu innalzala e forlifJca-
coronò iuiperalore Federico lll,qiiesli in la dal successore. Fu il i .° vescovo ch'eb-
\er,e fu unto coll'olioesorcizzalotlal cardi- be dalla s. Sede anche l'aulorilà tempora-
nal Concltilmero vescovo di Porlo e s. Pmf- le sui diocesani, la (piale in principio non
fìna. Noterò, che insorto l'antipapa Felice importava propritn» etile che prolezione
y di Savoia {^'), rinunziando poi l'un- e conservazione de' privilegi. Come ri-

liponlificalouel i449) Nicolò Vl'avea di- cevè in Ostia Pio II, lo narrai nel voi. LtV,
chiarato decano del sagio collegio e ve- p. 2 1 3e 2 1 4) e meglio verso il fine di que-

ficovo di Sabina, morendo nel i45>< In- st'articolo riprodurrò. 11 quale Papa ne'
di a'28 aprile 1453 occu[)ò la sede d'O- suoi Co/?/wic/jf^2ridescrisseO stia quale era
stia e Velletri il cardinal Giorgio Fic- a'suoi tempi. Le rovine che ora occupa-
schì genovese, morto l'i i ottobre i 46'- no mollo spazio indicano che Ostia fu un
Avverte il Borgia a p. Sj i òtW'Isloria dì tempo grande e magnifica. Aff'ezionalis-
] ellelri, ch'egli non fu decano del sagro simo alla sua chiesa, donò alla cattedra-
collegio, come prelesero alcuni scrittori, le molte preziose suppelletlili, e neh 475
i)oa essendo ancora a quel leD)po annes- concesse a'canonici lacappellania di s. Ge-
sa stabilmente tal dignità alla chiesa di raldo, come
ha da' suoi diplomi dati
si

Ostia e Velletri, ma bensì al più anzia- dal palazzo di s. Apollinare di Pioma ove
no de'vescovi cardinali, né il tempo di sua abitava, onde in Velletri esiste perpetua
|)romozione gli concedeva tale prerogati- meuìoria di lui. Consagrò nel i47' ve-
va, come osserva il Lucenti, il quale ec- scovo Sisto IV, sebbene ancora non di-
co quanto scrive ncW Italia sacra, l. i venuto decano del sagro collegio bensì ,

^.•jd.TìiCiacconiiun opere scribiliir obiis- morì a'22 febbtaio


fiegiatodi tale dignità
se (il Fieschi) Decanum Sacri Colle.gii. 1 483, colla fama d' essere stato uno de*
Secl si gradus liic desurnatur ex prae- principali restauratori delle lettere e del-
mineiilia Ostiensi sedis noiiduin liac le scienze. In detto anno Sisto IV vi tra-

splendehatpraerogativaj siex persona, sferì da Frascati il nipote celebratissimo


(juae prìor devenisse t ad Purpuram in- cardinal Giuliano della Rovere d' Albizo-
ter Episcopos liic sane erat Isidorus la,che nel 1481 avea consagralo vesco-
Thessalonicensis Sahincnsiian Episco- vo di Sabina, penitenziere maggiore. In
pus.Per ca etiam tempora Martinns Ostia fece fabbricare l'odierna cattedra-
Crumeriis, Latinum cardinalem IJrsi- le, sul modello di Piiitelli fallo fare dal
nian, Ostiensem, prò Sabinensenì,vitio- predecessore, la torre o rocca odierna fa-
se nominai. Nel detto i46i occupò la mosa, e le fortificazioni che coronano O-
cattedra della chiesa d'Ostia e Velletri il stia, coll'opera del celebre Satigallo , che
celebre e benemerito cardinale Gugliel- perciò dimorò due anni in Ostia, insieme
mo à' Estouteville francese cluniaceuse, alla torre di Dovacciano di difesa sul Teve-
del quale già nel paragrafo Cori narrai re. Nel voi. LIV, p. 2 i4, 'ipsula' come
le munificenze, ove stabilì nel conven- ricevè in Ostia lo zio Sisto IV. Si recò
to da lui liibbricato un' abitazione per più volte a visitare Velletri e il suo greg-
suo uso e de'vescovi successori, e poscia ge, vi ricevè con benemerenze de'cittaili-
lo dissi edificatore a sue spese del palaz- ni, come descrissi, Carlo Vili re diFrau-
zo vescovile di Velletri. In Ostia pure fe- cia nel palazzo vescovile, e fece allrellan-
ce sperìtueiilare la sua grandezza d'aui- to iu Ostia, in Velletri a sue spese ftibbri*

1
V EL V E L 85
co la sni^reslin della cattedrale, che ar- leslo cardiiuìlalo, e con snli 5 mesi di go-
rictlii di (Ioni e di sogli [>aran)enti, Iti" verno vescovile, a' 7 maggio 52/4. deca- t 1

collizzò i canonici a testare, ed ili." no- no del sagro collegio. A' 18 oiaggio ne
ven>l)rei5o3 tlivenne il gran Giulio 11. occnpò la cattedra lasciando qnella di ,

Questi dal vescovato snbuibicario di Sa- l'orlo, il cardinal Nicolò 111 Fieschi ge-
i^ma tosto vi trnslatò il celebre cardinal novese, per un sol mese, poiché mori de-
Oliviero Cnraffii napoletano, morto de- cano del sagro collegio a' 4. giugno. Nel 1

canodelsagrocollegioa'aogennaioi 5i i. dì seguentegli successe il celeberrimocar-


Giiilio II dalla sede di Porlo e s. Uulllna dinalAlessandro I Farnese *X\ famiglia
nell(j slesso anno vi trasferì il cngino cele- romana o nato a Canino, già con raro e
bie cardinal Rartìiele lìiario di Savona, e«empio vescovo suburbicario di Frasca-
tiopo essere stalo vescovo di Sabina, vi- ti, Sabina, Falestrìna e l'orto (non d'Al-

re-cancelliere e camerlengo (per le pri- bano , come pare quasi che si dica nel
marie caiiclie che vado accennando, per voi. XII, p. 34)- Nel tempo del suo ve-
l't-poche e loro dinata ponno vedersi gli scovalo frecpienleruenle portavasi in Vel-
ari icoli delle medesime). Secondo il Car- lei ri, non tralasciando cosa alcuna sì nel-
dcila e il NovaeSjda'fondamenti rifabbricò lo spirituale che nel temporale, che gio-
l-.i cattedrale di Porlo, equeìla di Velleiri, var potesse al suo gregge , colla vigilan-
l'anlica essendo in deplorabile slato. Do- za, colla sua protezione e con larghe be-
po varia forluna, morì a' G luglio iSar neficenze , fino a visitar gì' infermi che
ilecano del sagro collegio d'anni 6 e 44
i soccorreva colle sue mani, e aiibellì l'a-
di cardinalato (nel voi. IX, p. 292 e 298, pi-^copio e la calledrale. Passati piìi di io
lormai due elenchi, de'cartlinali eletti in anni dacché era vescovo d'0->lia e Vel-
giovanile età, e de'cardinali che goderò- lelri e decano del sagro collegio, a'i 3 ot-
no meno di 3 mesi la sublime dignilàje tobre i534 fu sublimato al liiregno col
nel voi. XV, p. 2qi , ftci un elenco de' nome di Paolo III. Per qualche tecupo
cardinali che vissero assai e intervennero volle ritenere 1' amministrazione dell.i

a multi conclavi). Nel medesimo anno chiesa d'Ostia e Velletri, (incile a'26 feb-
Leone X did vescovato di Sabina pron)os- braioi535 vi trasferì da Porlo il carili-
se a (ptesto , pure di Pale-
e lo era stato nai Girolamo Piccoloinini sanese, afhne
sirina, il cai dinal Bernardino Car^'aj'al di Pio II e nipote di Pio III morto in ,

spagnnolo. Sotto di lui eletto nel 322 A-


1 patria e decano del sagro collegio a' 2 i
driano Vlmentreera nella Spagna{P\), novembre loSy d'anni 62.
portandosi in Rouia approdò in Ostia ri- A'28 dicembre,o novembre come scri-
cevuto magnificamente dal cardinale. Do- ve l'Ughelli, del medesimo iSSy, da Por-
po inquieto cardinalato, morì decano del lo fu traslato in (piesta sede il cardinal
sagro collegio a'i6 dicembre i523; lui- Giovanni IX Domenico de Cnpis romei-
Livia nel dì seguente disse di lui Clemen- no, arciprete Laleranense e decano del
teV II in concistoro, essersi spento un gran sagro collegio: questi fuili.°de' vescovi
lume ilei sagro collegio, ed essere manca- ch'ebbe il titolo e l'ampia autorità di go-
to wn uomo per dottrina e sperienza de- vernalore perpetuo di Velletri , Ostia e
t;li aUari veramente insigne. Nello slesso diocesi, colla giurisdizionedel merce mi-
loncisloro il Papa die per pastore a que- sto impero, per bolla del i '748 di Paolo
^la chiesa il cardinal Francesco I óWen- IH. Il Piazza dice che accrebbe alla cat-
/// fiorentino, trasferendolo da quella di ledrale l'organo, la donò di molli para-
j'orlo, e siccome l'Ughelli dice a' 14 di- menti e v'istituì il sodalizio del ss. Sa-
Kinbre, converrebbe abbreviar la vita gramenlo. A' 10 dicembre i553 passalo
ùi 3 giorni al precedente. Morì dopo mo* agli elerni riposi il cardinale, Giulio HI
86 V E L VE L
nel dì seguente vi tiaslalbda Porto il \'n'- pte assente da questa sua sede, chiamalo
luoso cardinal Giovanni Pietro Ca- X in Francia per combattere la nascente e-

ra/pi napoletano, il quale confondatore rcsia, di cui fu anitnoso impugnatore ; il

Oc Teatini (/^.)i con non comune esein- perchè raccomandò la cura di (|uesla chie-
j)ioavea governato anclieì vescovati sub- s,i alcardinalGio. A ntonioiSe/'ieZ/o«t mi-

iirbicari di Albano, Sabina e Frascati, de- lanese, nipote del regnante Pio IV, poi
cano del sagro collegio (cioè, come avver- »uccessivau)ente vescovo di Sabina, Pale-
te Piazza, il piti anziano de'cardinali pre- strina, Frascati, Porlo e di questa sede,'
senti in Roma),di cui era particolare orna- come poi dirò. Cessalo di vivere in Fran-
mento, per l'integrità e santità della vita, cia il cardinal Tournon i 562,
a' 1 1 aprile
per la religione e la dottrina esen» piare. a' 18 maggio gli decano del sa-
successe il

Trovandosi in età di 79 anni restò elet- grocollegio cardinal Ridolfo Pio de'prin-
toPapa a'aS maggio 555 col nome di 1 cipi di Carpi vescovo di Porto, che pro-

Paolo Jr\ e poi morì d' anni 83 e giorni teggendo il frate conventuale Peretti, pie-
5o dopo glorioso e travaglioso ponliQ-
, parò la sua futura grandezza nel diveni-
calo. Paolo IV a'ag maggio i555 pose re Sisto V indi morì nel i564. 1» que-
,•

in suo luogo in questa cattedra il cardi- sto e dallo stesso Portovi fu traslato il de-
nal Giovanni XI de Btllay francese, già cano cardinal Fraucesco Pisani vene- 111

di Porto e prima di Frascati, che bene- ziano, che da 1.° diacono avea coronato
dì il detto Papa, e non cousagrò come Marcello 11 e Paolo IV. Pel i." ottenne
scrive Piazza, essendo già vescovo con- da s. Pio V la facoltà di tenere in Velie-
«agralo fin dal setteuìbre i5o6, e Pao- tri un vescovo in partibus per suffraga-
lo 111 nel 153^ gli avea imposto il pallio neo, che supplisse per la continua asse»-
quale arcivescovo come m' i-
di Chieti, zade'propri vescovi alle funzioni de'pon-
fctruisce la Storia di Paolo IT\ di Carlo onde neh 568 peli.° vescovo suf-
tificali,

Bromato da Erano, cioè p. d. Bartolo- il fraganeo fu uomiuato fr, Lorenzo Ber-


meo Carrara teatino bergamasco, che sot- nardini di Lucca domenicano vescovo di
to il detto nome anagrammatico, che io Corone, e non Cotrone come vuole il
jjreco significa: un cibo tolto da una inen- Piazza. Osserva questi ch'egli tardi per-
aa imbandita a spese di molti (cb'è qua n •
venne al decanato e dopo altri meno an-
lodireunacompiIazione,coscienziosa però ziani di lui, per l'assenza da Roma qual
per averne, come si dovrebbe, giustissima- vescovo di Padova. Dirò io: a molti de-
mente e con diligenza citalo le derivazio- cani agevolano questa dignità que' car-
ni), nascose modeslameule il proprio. Il diuali preti che non amano d' essere ve-
cardinal Bellay,minislrodelredi Francia scovi subui bicari, benché residenti in Ro-
in Pvoma, e non mai ambasciatore come ma. 11 cardinale Pisani dopo essere inter-
lo qualìfica Piazza, non potendo esserlo
il venuto a 8 Conclavi, morì d'afflizione
nemmeno d* Ubbidienza {T\) presso la Se- per la morte del nipote cardinal Luigi,
de apostolica, morì in seguito a' 16 feb- d' anni 76 e 53 di glorioso cardinalato
braio 56o. Dal vescovato di Sabina a'
I nel iSyo. lo questo a'4 luglio da Porto
19 marzo preconizzato da Pio iV passò vi fu trasferito il decano celebre cardinal

in questo ilcaidiualFrancescoll di Tour- Giovanni XII Moroni milanese, il qua-


non de'conti di Piossiglione e afline del re le con assai raro eseaqjio era stalo ve-
di Francia, decanodel sagro collegio. Non scovo anche delle altre 4 s«^di suburbica-

lo fu di Porlo come avverte il Lucenti, cor- rie di Frascati, Palcslrina, Sabina e Al-
reggendo rUgbellijil (juale fuseguilodal- bano, e così lo fu di tutte. Fu tanta la
lo Sperandio nella Sabina sagraj e per- vigilanza pastorale e l'impegno governa-
ciò non lo registrai a Porto. Egli fu seuj- tivo di quest'amplissimo porporato, che
V E L V E L 87
spessissimo portavasi in Vellelri per prov- dio della teologia e delle sagre lettere, isti-

vedere collii sua pieseiiza all'avauzainen- lla fia'caiionici velilerni la prebenda teo-
bene spirituale e
lo della relit;ioiie, e al logale, a norma de'decreti ilei concilio di
leinpoiale del popolo a lui commesso. Trento, ed alla cattedrale donò molti pa-
Fra' decreti del coucilio di Trento vi ramenttsagri.lXel [)recedenteanno diven-
fu quello che obbligava i vescovi a cele- ne sulfraganeo fr. Agostino Buzi minore
brare il Sinodo diocesano. Conoscendo osservante vescovodi Smirne. Il cardina«

ben egli la negligenza de' suoi antecesso- le mancato a'vi vi neh 589, fu sepolto nel-
ri, che da piìi secoli l'uso di radunare il la magnifica Chiesa del Gesìi (r.)t\\ llo-
sinodo aveano tralasciato, ne celebiò due ina, da lui colla contigua casa professa
nella cattedrale veliteriia. Il i." nel giu- fabbricata a' Gesuiti. Gli successe il de-
giioiSyS, presieduto per lui dal suosof- cano cardinal GiovanniXllI AnlonioiVcr-
fraganeo mg/ Uernardini; il 2." nell'otto- helloni milanese summentovato, già ve-
bre iSyq, presieduto dal cardinale stesso. scovo di Porto. Da questa chiesa pure per
1 mss, originali d' audjedue sono nell'ar- sua mcrte, nel i
59 1 fu promosso a vesco-
chivio capitolare: nell'ultiuio in 3 pagi- vo d'Ostia e Vellelri il decano cardinal
ne mirasi la sottoscrizione e il sigillo del Alfonso Gesf/rt/c/o napoletano. iN'eli5q2
cardinale. Se ne trova memoria nelle co- a' 2 febbraio consagrò vescovo Clemente
sliluzioni sinodali del vescovo cardinal Vili, e nel mese di luglio celebrò il sino-
Bourbon del iMonle del 1624. Secondo il do diocesano io Vellelri, e ristabilì il se-
Jacobilli, scrittore della vita del cardinal niiiiario diocesano,che per mancanza di
Rloroni, si crede con fondamento, ch'e- rendite non più esisteva. Si vede il suo ri-
gli inerendoall'osservanza de'decreti Ti i- trailo dipinto al naturale nella tribuna
dentini, dasse principio al seminario dio- della cattedrale, dalui fatta nobilmente

cesano veliterno, aj)[)ena venne al gover- decorare con pitture. Nel i5g7 fu fallo
no di questa chiesa. Do()0 la morte del sulfraganeo mg."^ V^iiicenzo Quadrimani
sulfragaiieo mg/ liernardini, gli successe vescovodi Nicea. Morto nel i6o3 il car-
fr. Eugenio fisavini ago>tii)iano vescovo dinale, dalla chiesa di Porlo a questa per-
titolare di Smirne. Il Cauco nel catalo- venne il decano cardinal Tolomeo Galli
go de'vescovi suifraganei lo registra nel di Como, già segretario di stato di Grego-
1572, inavvedutamente, perchè nel iSyS rio XIII. Pel suo decesso nel 1607 pari-
dice che il |)redecessore presiedè il sino- menti da Porto vi fu Iraslatoildecanocar-
do di quell'anno. Il cardinal Moroni do- diiial Domenico I Pmc//i genovese, arci-
po l'intervento a 5 conclavi e 35 anni di prete Liberiano, che fini di vivere nel
cardinalato, di 72 d'età morì nel i58o as- 161 1. In questo dal vescovato di Sabina
sai lodalo e pianto. Tosto gli successe i! ce- fu Iraslatoil decano cardinalFrancescoIV
lebre cardinal Alessandro 11 Farnese ro- di Giojosa francese, morto di 53 anni e
Diano, nipote di Paolo III, e già vescovodi 32 di glorioso cardinalato, nel palazzo a-
Porlo, arciprete Liberiano (e non Lalera- postolico d' A vignone nel 1 61 5. La sua as-
Dense, come dissi nel voi. XII, p. 324), e senza, per dimorare ili Francia dopo il ri-
poi Vaticano, decano del sagro collegio. chiamo del re, uou tolse a questa chiesa
Disse dilui l' imperatore Carlo V: Col- gli aiuti spirituali pel governo del suo
leginm Cardino Unni si ex talibus viris gregge, mentre volle che si celebrasse iu
co.istaf, profc.cto Senalns siaiilis nics- Vellelri il sinodo diocesano, dando perciò
guani genliuni reperietur. Ed il sagro le facoltà di presiedervi a mg."^ A.ntonioSe-
collegio ne vanta un numero iunumera- neca vescovo d' Anagni, e fu tenuto nel
bile, con tanto splendore e gloria. Nel 58 5 1 161 3. Peto al dire di Piazza, la sua as-
de>ideroso che fiorisse nel suo clero loslu- senza gl'impcdi ù'ellettuare il suo propo-
,SU VE L V E L
una villa neilaFag-
iiìiiiento di fabbricare anni 7 con penlìmenlo dello zio, onde e
1

giola, per lencleie nnieno a diporlo de' per la sua ignoranza non senza grandi dif-
vescovi quel luogo che fu altre volte l'og- ficoltà e opposizioni, non che ripugnan-
f>etto delie guerre e dissensioni sauguìno- za d'Urbano Vili) nel luglio i()3o. Nel-
ke nella Campagna. Nel suo vescovato av- lo stesso e al solito da Porto fu promos-
venne il definitivo deterioramento d'O- so a (|uesta chiesa il benefico decano car-
stia, pel narraloanchenel vol.Ll Vjp.2 i5. dinal Domenico li Ginnasij pio e libe-
IVel 1616 trasferito da Porto, subentrò il rale co"* poveri, nella cattedrale eresse la
decano cardinal Antonio 11 M." Gallo o- cappella de'ss. Protettori. Colla sua vir-

simauo, vigilantissimo pastore, che tenne tuosa parsimonia fondò in Roma il nio-
il sinodo diocesano in Yellelri a' io gen- uaslero delle Carmelilane Teresiane , e
naio 1618. Decesso nel 1 620, gli successe dispose che ne fosse sempre protettore il

il decano cardinal Antonio Ili M.' Sauli cardinal decano yoro tempore. In Ostia
genovese, già di Porlo: riguardalo l'ora- eresse un ospedale pe' poveri infermi e
colo del senato apostolico, fu a 8 conclavi pellegrini, e la chiesa di s. Sebastiano. Il

L" terminò i suoi giorni nel iGaS. In que- Piazza enumera le sue beneficenze colla
sto vi passò da Porlo decano cardinal
il caltifdrale di Vellelri, e rileva che nella
Francesco V M." Bourbon del Mantelle stampa per
città v'introdusse l'arte della
inarchesi di quel feudo della Maica e na- pubblico comodo. A suo tempo e nel i63i
to in Venezia , prefello della segnatura diventò sulFiaganeo tng.' Giuliano Vi-
ili grazia. Pio e caritatevole co'poveri, ce viaui vescovo di Solona, e poi nel i63g
kbrò in Vellelri il sinodo diocesano a'ag dell'/<o/ain Calabria Ulteriore. Termi-
f)prilei624. Wella cattedrale fece esegui- nò (li vivere il cardinale nel i63c) d'8(j
re a sue spese organo sontuoso, la cui
ini anni e 35 da Porlo qui-
di cardinalato, e
Ciissa pel disegno e duratura (sic) merita venne il benefico decano cardinal Car-
vi

e.-sere mollo slimala, ed esiste in buono lo I Ematiuele Pio di Savoia ferrarese,


stalo. Nella cattedrale d' Ostia eresse e beiieinerito porporato, anche per aver in
dotò la cappella di s. Monica , ove per gran parie animato il p. ab. L'gìwlli (V.)
molli anni era siala la santa sepolta, pri- a intraprendere la laboriosa e celebre o-
ma cliefosse trasferito il corpo nella Chie- y>e\iìi\e\V Italia sacra. iN'eli64ofu fatto
sa dì Jgosdno a JxOfì)a. Urbano VII!
s. suo suffraganeo mg."^ Camillo Andiiani
nel 1625 decretò, che vescovo d'Ostia il vescovo d'Almira. Nel seguente anno il
e Vellelri non potesse stare senza un ve- cardinale cessò di vivere, e gli fu surro-
scovo Sii/Jraganeo [F.),c\n assegnò scudi galo decano cardinal Marcello Lanle
il

5oo dalla mensa vescovile. Il Novaes ri- romano, già vescovo di Porto, aleni tem-
porta tale decreto all'agosto 1 628. Morto po e nel 1642 divenne suUVaganeo mg.
il cardinal del Monte nel 1626, in que- Alessandro Sperelli d'Asisi vescovo di
sto da Porlo vi passò il decano cardinal Tortosa, traslato poscia a Gubbio: in suo
Ottavio Bandini fiorentino, che favorì luogo nel 1643 fu surrogalo fr. Paolo Cie-
lo studio delle belle lellere e in Velle- ra veneziano agostiniano, vescovo di Vie»
lri protesse l'accademia de'SoIlevali, che sii nel regno di Napoli. 11 cardinale spleU"
ji'suoi giorni si aprì nel convento de'mi- didamente limosiniero, ne avranno sen-
iiori conventuali, morendo nel 1629. Nel za ilubbio sperimentalo i generosi elFelti
settembre gli successe il decano cardinal i bisognosi veliterni; rifabbricò 1' episco-
Giovanni XIV De// fiorentino, nipote di pio, e con raro esempio non permise che
Clemente Vili, morto dopo pochi mesi vi si ponesse lapide o stemma morì nel :

di 48 anni ([)eichè era arrivato al deca- i652 d' anni 91 e 46 di porpora, sen-
nato per essere sialo crealo cardinale di z'aver mai sufi'et'lo in sua vita alcuu ini
VE L V EL 89
comodo di $alule. Da Poi lo gli successe coll'assistenza del peritissimo, dotto e pro-

il ileciiiio canliiiai Giulio I Roma unla- fondo erudito Cai lo Bartolomeo Piazza,
iieM' a' IO maggio, niii a' i6 selteuilue e da Porto qui passò il deca-
ligiialiiiente

(li (")8 anni scese uella locuba, nell'anni- no cardinal Albergati Liidovisi bologne-
versario dello slesso giorno e ora in cui se, [lenitenziere maggiore, zelante pasto-
iiac(|Me. Egli era stato benefico vescovo di re e profuso co' poveri. Non vi fu eserci-

llccanali e Loreto, e munificenlissimo di zio di magnificenza, di generosa pietà e di

Tivoli, e cautissinio nel parlare con don- zelo episcopale che non praticasse. Risto-

ne. Ad una che l'importunava di trattare rò in Ostia il palazzo vescovile e la roc-

un negozio grave, niodest ìuìente rispose: ca; il qual palazzo per suo diporto avea
»» Se questo all'are s()elta alla vostra co- iiiagniflcamenie edificalo il genio d'Ales-
scienza, venga il confessore; sed'altra ma- sandro VI. Colla sua morte, avvenuta nel
teria, mandate il marito". Indi liasferilo 1687, '' vescovo di Porto cardinal Alde-
da Porlo, fu vescovo il decano cardinal rano Cibo de'principi di Massa e Carra-
Callo de Medici de'graiiduchi di To-
11 ra diventò decano e vescovo d' O^tia e

scana, che inai si portò al vescovato. Tut- Velletri, essendo segretario di stalo d'Iu-
lavolia, compiangendo Vellelri attacca- nocenzo XI. Sostenne con savia accortez-
ta da lieta peste, mandò larghi soccorsi za e gelosia le ragioni, le prerogative e il

a'poveii in lutto il tempo del malore. I(U« decoro del sagro collegio, da cui fu con pa-
piegò la somma che dissi per rifabbrica- ri corrispondenza ecoll'onore dovuto a si

re la cattedrale in parte rovinata, e il cain- supremo grado, slimato e riverito. Ripa-


pande. Fece togliere le colonne di mar- rò con gravi sfiese in Ostia il mal'influs-
mo che sostenevano la nave di mezzo, li- so di (|ueir aria infelice per cagione del-
Icnute insunicieuli a sostener il peso del l' acque palutlose e stagnanti; diseccan-
su(litto,e vi fece innalzare gli attuali gran do per quanto fu possibile le paludi più
pd.islri di pietra e mattoni. Mori di yo vicine all'abitazioni. Fece copiose limo-
aitili e 5o di cardinalato nel1666, e gli sine a cpie' contadini, destinati ne' tempi
.successe il decano cardinal Francesco VI p.ù pericolosi dell'anno alla coltura del-
Jùirhcrini il giuniore fiorentino, nipote le spaziose campagne ed a fabbricare il

l'Libano Vili, arciprete Lateranense e sale; altrettaiito sollecito di provveder lo-

poi Vaticano, bibliotecario e vice-cancel- ro ili aiuti spirituali. R.estaurò il palazzo


liere di s. Chiesa, prefetto di segnatura. vescovile d'Ostia, abbellì la cattedrale di
IN'ella sua magnificenza ornò la cattedra- s. Aurea e la donò di copiose suppellet-

U. della bellissima tribuna ricca di mar- tili, onde vi fu posta una lapide, clie rife-
mi , e donò alla sagrestia gran copia di risce l'encoiuiato Piazza suo vicario e vi-
sagri parumenti. L' i 1 giugno 1673 ce- sitatore , rinnovando con pitture e fini
lebrò in V'elletri il sinodo diocesano e fu marmi la cap[)elia di s. Monaca. 11 corpo
stampalo:Synodus l'elilrcnsis a Card. della santa ivi riposò dal SGa al i4^o,
Barberini anno 1678, liomae. Già nel nel quale Malfeo Vegio ,
|)io letterato e
1668 era divenuto sulfiaganeo fr. Anto- datario di Martino V, lo fece trasporta-
nio Molinari carmelitano vescovo di Te- re con soleiiiiissima pompa in Roma nel-
gaste. Con 5Q anni di cardinalato e 82 la chiesa del figlio, ove a sue spese eres-
d'dlà, nel 1679 morì il cardinale, e uel se una icca cappella. lu tale traslazione,
I

"^C8o da Porto fu traslato il decano car- Martino V recitò un'elegante orazione in


dinal Cesare Faccliintlli bolognese, pro- lode della s. Matrona, e col racconto d'al-
ni()ote d'Innocenzo IX, pro-vice-cancel- cuni miracoli seguiti nella medesima oc-
licre di s. Chiesa, morto nel i683. Con c.iiioiie. l'iistoròpure la calledrale di Vel-
àollcciUidme pusluiale visitò la diocesi, lelri uobilLuenle,efu beueflcculissiiuoco'
^o V E L V E L
vtlileiiii,.'il modo iiaiiatoJul Piazza. EI)' '719 '^ Pì'P'i f;li «liù a stiffraganeo w.i^.'

Jjc a sultragaiic'o nel iGc)4 '"S"' ^'^'''O INicolò Torzugo vescovo di .Saiiiaiia. Mm-
Murzi tibuitino vescovo tl'Elio(>oli. Voi- lo il cardinale a'23 febbraio ti 8q anni cir-

le che iicliGqS si celebrasse d sinodo dio- ca e 49 di cardinalato, il cardinal Orsi-


cesnno in VcUelri, dove non potendo in- ni poi lìenedelto Xlll, residendo nel suo
tervenire per l'avanzata età, vi fece pre- arcivescovato di Denevento, conte sotto-
siedere il fratello Odoaido Cibo palriar- decano e vescovo di l'orlo poteva oliare
ca di Costanlinopoli, ed as'^istere oltre il al decanato e vescovalo d' Ostia e Velle-
delto sidlVaganeo, mg/ Douìenico Erco- tri, ina con lettera de'27 marzo pregòC le-

le (Monaniii vescovo di Terracina , mg. mente XI, che senza esaminare suoi di- i

Gnzzoni vescovo di Sora, e mg.' Pietro rilli luUoconferisse al canlinal Aslalligià


Paolo Gerardi vescovo d' A nagni, lutti in- nel 1714 consagrato da dello Pa[)a in ve-
vitali per la solenne traslazione delle sa- scovo di Sabina. Il Papa lodala tal mo-

gre reliquie di s. Geraldo vescovo e pa- derazione, dichiarò che intanto niun pre-
Irono della cillìi, celebrata nell'occasione giudizio dovesse provenire al più anziano
del sinodo, il quale fu compilo a'24 e 25 cardinale nella vacanza del Dtcano del
novembre. 11 Banco di questo santo par- Sagro Collegio, essendo fuori della curia
laancora di sua nazione e patria, come li- rou)ana nella sua cattedrale; ma e come
belò la città da'nemici e da morbo con- dissi in quegli articoli, fatta esaminare la
lagioso, e del riconoscimento delle sagre cosa, decretò poi a'7 marzo 172 i che il

sue ossa, descrivendo la pompa di della decanaio in vigoie della Paola


bolla di
solenne traslazione. Il cardinal Cibo a'22 IV dovesse S[)etlare al cardinale più an-
luglio I700 passò all'altro mondo d'anni lieo presente in Uoma alla vacanza, esclu-
88 e 56 di cardinalato. Siccome Inno- si i più antichi che allora trovansi fuori di
cenzo XII era infermo non potè tenere Roma, se e qualora non lo sono per co-
concistoro per trasferirvi da Porto a que- mando del Papa; decreto poi confermalo
sta chiesail cardinal decano Emanuele da Clemente XII (abrogando quello fat-

Teodosio de la Tour di Buglione fiaiice- loda Benedetto Xlll). Quindi non in f'or-

he,consanguineodel re di Francia, nipote za di lai decreto , come dice Bauco ,


per-
tlel celcbi e maresciallo Tureniia, il quale clic posteriore, ma in conseguenza della
per impotenza dello stesso Innocenzo XII lettera del cardinal Orsini, Clemente XI
in detto annoavea aperto la porta santa nel concistoro de'27 aprile 1719 preco-
ilella basilica Vaticana. Morto il Papa a' nizzò decano e vescovo d'Oslia e Velletr

27 sellembre, fu eletto a'23 novembre il cardinal Fulvio Aslalli, nato nel sul
Clemente Xì e fu consamaloa'So dal car- feudo di Sainbuci diocesi di Tivoli; inJ
dinaie, funzione che non erasi veduta da a' i S maggio festa dell'Ascensione, il Pa
Clemente Vili Relazione
in poi. Si ha la pa gli conferì il pallio nella basilica Late
delle cereinonie falle nella basilica di ruiense, dopo avervi celebralo la messa
{.Pietro nel giorno 3o di noK'ernbrei'joi, come leggo nelle Notizie di Roma e n<
nel quale fu consagralo Clemente Xt. />/d/7odelCeccoui. Dopo la funzione, Cl«
Questo Papa a'2 1 dicembre promulgò il mente XI die la solila solenne benedizi(
cardinal Buglione in vescovo d'Ostia e ne. Terminòdi vivere a'i4gemiaioi72

Vellelri, che poi visitò nell'ultima sua d'anni 66, ed allora Clemente XI dichi
grave infermità, e per esempio fece-
tale lù decano il cardinal Sebastiano Antonii
ro il simile i cardinali, mentre finì di vi- Tt/ziar^j bolognese nato in Piouia, nel cot

vere di 72 anni neli7i5. In questo pas- cistoro de' 3 marzo trasferendolo a quel
ò da Porlo a questa chiesa il decano car- sta dalla chiesa di Frascati. Noterò, cIm

Uitial Nicolò V Acciajoli lioreuliuo, e nel le Notizie di Roma del 1 72 i , pubblicai*


V E L V E L 91
iprìmadi tnlcoiicisloio, riferiscono la luor- di altra chiesa, finché in concistoro non
le ilei cardinal Astrili, e fVa'cardinali vi- è preconizzato vescovo d' Ostia e Velie-
:\enli peli." lipoiiano qual AO/Zo-r/ectìf/iO tri e decano del sagro collegio, come leg-
liei sagro collegio \\ cardinal Orsini, bea- go negli antichi Diari di Ro/na : ora le
elle asciente e vescovo di Porlo, diuioran- proposizioni concistoriali dicono. SS, Do-
le nell'arcivescovalo di Benevcnlo, etl il niinusNostcr in proxiino consis torio prò-
;cardinal Tanara pel •2." qual vescovo di ponet Ecclesias Ostieri, et P'elilernen. iti-
Frascati (per oliare al qual vescovato fi- vicein perpetuo canonice uiiitas vacati,
rasi portalo a Roma da Urbino sua lega- per obituiìi ci. me. N. dain vivere S. R.
zione, e poi eravi ritornalo), e la diocesi E. Cardinalis N. ultimi illaruiii Episco-
d'Ostia e V'elletn è notata vacante. Dice pi dcfancli; quas Ecclesias optare inten-
il Novaes che alcaidinalc fu contrastalo (Ut Eiiius. et Rrnus. D. N. cjusdem S. R.
fortemente il decanaio col vescovato d O- E. Cardinalis N. S. Collegii Deca/ins,
klia e Velletri da' cardinali Orsini e Del hacteniis Episcopus Ecclesia rum vel Ec'
Giudice vescovo di Paleslrina, ilqualeot- clesias N.)cAVi\n\?i\¥iihv\z\oPaolucciÌov-
tenne il vescovato di Frascati già del Ta- livese, vicario di Roma, penitenziere mag-
nara, nel concistoro de'5 ntarzo 1721. giore, segretario del s. Olììzio, segretario
Morto Innocenzo XI 11, il cardinal Tana- di stato diClemenle XI ediBenedeltoXllI
la entrò in conclave, ma per toalaIJia do- stesso, il quale nel medesinjo anno gli die
vette uscirne, morendo a'5 maggio 1724 per suIFraganeo fr. Gioacchino M.' Oidi
d'anni 'j5; laonde a' 29 maggio elettosi carmelitano vescovo di Gas tona. Nel 1726
Papa il sotto-decano cardinal Orsini, il per morte del cardinale, toccava il vesco-
cardinal Del Giudice, come più anziano, vato d'Ostia e Velletri al cardinal Fran-
gli fece la solita interpellazioue se accet- cesco Pignaltelii teatino napoletano, che
tava il sommo pontificalo, e tutte le al- a'17 novembrei 725 da vescovo di Fra-
tre successive funzioni proprie del cardi- scati lo era divenuto di Porto e s. Rulli-

nal decano. Benedetto XI li nel i.° con- na; ma siccome dal 1708 trovavasi arci-
cistoro che tenne dopo la sua esaltazione vescovo di Napoli, non volle otta re al ve-
a' 12 giugno a.' fesla di l'entecosle, come scovato in discorso, ma bensì comesotlo-
appreiidoilidcotilemporaneodiarislaCec ilecano del sagro collegio divenne suo de-
coni e dal Novaes, dopo avere ringrazialo cano, e per tale io trovo nelle Notizie di
il sagro collegio per averlo innalzalo al A'owrt. Laonde da Palestrìna vi fu Irasla-
trono papale, con allocuzione riprodotta to il sotto-decano cardinal Francesco V 1 1 f

dal Cecconi, e dopo aver a[)erto la bocca Barberini il giuniore romano, pronipote
al cardinal Alberoni, propose le chiese d'Urbano Vili. Morto in Napoli a'5 di-
vescovili d'Ostia e Velletri (sic) unite pel cembre 1734 il decano cardinal Pignal-
cardinal Francesco VII del Giudice de- telii, divenne decano il cardinal Barberi-
cano del sagro collegio, originario geno- j.i. Eblie a suliraganeo mg."^ Gaetano de
vese nato iu Napoli, t: non conte dice il Paolis nobile veliterno e arciprete della
Dauco fallo vescovo nel maggio. Moti se- cattedrale, già da Benedetto Xlll preco-
gretario del s. Oflizio a' IO ottobre i 720, nizzalo vescovo di Caradra a'3 dicembre
ripelutamenle visitalo da Benedetto Xlll 1726. Nel 1788 per motte del porpora-
iiell'infiirmilà; il cui Funerale [F.)i'aaii' to, glisuccesse il decano cardinal Pietro
cooipagnato dalla Cavalcata (^.), pro- V 0//o/;o«« veneziano, pronipote d'Ales-
pria pure de'cardinali decani, come il ta- sandra Vili ,
già vescovo di Porto e s.

lamo funebre. Gli successe il sottodeca- Rullina, arciprete Liberiano e poi Lale-
no e vescovo di Porto (titolo diesi por- lanense, vice-cancelliere di s. Chiesa. De-
la dui cardiuulc cui s^>cUa il d<;cauc(lu^ o funto ueli74<^> pure da Porlo quivi pas-
i)i V E L V E L
su il (lecTno cardinal Tommaso fif^^na* r7Ìandio decanato. Di conseguenza a
ni

|ifilelano, vite-cniicellieie di s, Cliiesa e se- un tratto a' 16 maggio diventò vescovo


jjinlario del *. Llìlzio. lìenedelto XIV nel d'Ostia e Velletrre decano del sagro col-
745 yli die a siidrai^aneomg/Gio. Car-
I legio il cardinal Carlo 111 Alberto Gui-
lo Bandi vescovo di Bostra, il quale es- dobono CV/i'(7/r/j//?/"<li Tortona, a cui Cle-
sendo iidilore del earilinale, ollenne tale mente XIII neli76B die per sulfragaiieo
ullizio pel nipote Bra>>clii , che divenuto mg,' Antonio Vigliaroli vescovo d'Orlo-
Pio \'I lo creò cardinale: perciò nel 1775 sia. Quanto al cardinal Paolucci Merlini
il magistrato veliterno in onore del car- terminò ili vivere nello stesso 1763 l'i t

dinale e del Papa, nell' atda municipale giugno, cioè pochi giorni dopo. Narrai di
collocarono due lapidi riprodotte da Ma- s<i|)ra, che morto nel 774 i il cardinal Ca-
rocco, 3I011UIÌÌC11IÌ dello stato pnnlifirio, \alchini, di c)0 anni e 4o di caidinalalo,

1.6, p. I
74 e 1 75. Siccome Benedetto XIV spet l'indo la sede e il decanato al cardi-
nel 752 promosse d Bandi al vescovato
I nal Albani vescovo di Porlo, non volle
d'Imola, in tale anno dichiarò suliragnneo ottarvi,ma fu riconosciulodecano, e nep-
e vescovo di Dioclia il suliodalo veliterno pure il cardinal Yoik vescovo di l'^rascati,

eciinonico della catledrale mg/ Gio. Car- per aver Clemente XIV data la giurisdi-
lo Antonelli. JNel detto anno fu pubblica- zione temporale di Velletri alla Canore-
la i'opei-ii del gesuita p, Andreucci, De giizionc cardinalizia d(d buon governo,
Itpisco/)is Coi dinali.'i Subiirbicariis, in oiule passò a (piesta chiesa da quella d'Al-
cui si sosteneva poter essi ne'Iorp palazzi bano il cardinal Fabrizio Serbelloid nù-
in Roma conferire olire lai." Tonsura i lanese, morto
dicembrei 775.GIÌ suc-l'B

j.rimi Ordini (/'.) minori a'Ioro diocesa- cesse il dotto cardinal Giovanni
Fran- XV
ni; ina Beuc'iletto XIV dichiaròivi non j)o- cesco Alì>ani romano, pronipole di Cle-
ler conlijrir lai.' tonsura. IMorlo d'anni nienteXl,arciprete Liberiano, perchè Pio
<)0 il carilinalRullò nel 1753 (vei amen- VI avea ristabilito nel decano vescovo di
te le Notizie di lioiita del 1754 lo regi- Ostia e Velletri la giurisdizione goverrJI
sti ano ripetutamente vi»ente; in quelle ti va. Quel Papa nel i
779 gli die a sulh-JU
poi dell 755 lo leggo inortoa'22 febbraio ganeo ir. Filippo Bulla torinese de'mino-
1 7'53, ed a'c) aprile i 753 traslatoda Por- ri conventuali e vescovo di Zenopoli: nel
to il successore), ne occupò la sede il de- 1. 1
, p. I 85 degli Alù della Società lette'
cano cardinal Pietro Luigi Caraffa na- raria T olsca [''eli terna, vi è {'Elogio di
poletano, morto a'i5 dicembre 1755. Nel mg." Filippo Buffa dittatore della me-
j 706 fu vescovo d'Ostia e Velletri il de- desima. Per sua morte, che il Banco di-
cano cardinal Raniero Delci fiorentino, ce nel 1794 e I' autore dell' Elogio nel
the continuò n ritenere in commenda il 1796, Pio VI gli sostituì (dirò io colle'
suo antico titolo presbiterale di s. Sabi- Notizie di Roma
giugno i7o5) Ir. il i.°

na, e indi rifabbricò a sue spese la chiesa MicheleArgelali bologuesede'servidiMa-


di Maria del Trivio; morto di c)'* anni
s. ria vescovo d'I ppa. E siccomePio VII l'i i

nel 1761. In questo gli successe il decano agosto 1800 lo trasferì alle chiese di Ter-
lardinalGiuseppeiy/;///^/// napoletano già racina, Sezze e Piperno, a'22 ottobre fe-
ili l'orto;ed al (|uide per esser morto di 70 ce sulfraganeo, e non nel 1801 come re-
anni a' 12 aprile I 763 spettava succedere gistra Banco, tng.' Silvestro Scarani no-
il cardinal Camillo l*aolucciMerlini sotto- liile veliterno, ch'esercitava il vicarialodi
decano del sagro collegio e vescovo di Por- Ostia e non ancora sacerdote , col titolo
Iole
to e s. Runìua; ma per le sue abituali in- vescovile di Dulma. Il cardinal Albani n(
disposizioni, non soianienle ricusò di pas- 802 ricevè in 0>ti.i Pio VII, che
sare al vescovato d'Ostia e Vellelri, ma
I

co a vedere i luigliuramenli
vi si

latti alla fu I
V E L V E L c)3

[ma, egli scavi lionticliìlìi die facevo in- porlos<i all'improvviso in Vellelri per ri-

ilraprendere. KehboS con 84 anni d'eUi parare r oltraggio fallo a Dio per l' em-
,e 5G eli porpora , il cardinal Albani ler- pio furto sacrilego della pisside rubata

liiinù la sua caiiiera mollale, e gli suc- dal ciborio della eatlcili ale, venendo spar-
cesse il cardinal Enrico li Denedello M.* Per me-
se sull'altaie le s.igre paiiicole.
Clemente duca di Yoik, secondogenilo di moria , donò una grossa pisside
egli le

Giacomo 111 re d'Inghillena, nato in Ho- d'argento, coli' iscrir.ioue Jd repnran- :

ina, giù vescovo di Frascati, vice-cancel- dom furio sublalavi anno 807. JNlemo- 1

ilicre di s. Chiesa e arciprete Vaticano, jabile è la sua visita pastorale fatta in tal
.merlo d' 83 anni e Go di splendido car- anno, di cui riparlai nel paragrafo Co-
;tlinalalo nel 1807. Ebbe a sull'i aganeo, e r/. 11 disastro del suo patrio esilio impedì
Jo fupure de'successorisino al iSSy.mg.' diesi celebrasse il sinodo diocesano, per
Geraldo ]Macioli nobile veliterno e arci- cui teneva già pronto tulio il materiale; e
prete della cattedrale, da Pio VII a* 23 di più avrebbe eseguila l'erezione della
ì; marzo 807 I fatto vescovo d'Eleusi,secon- chiesa e casa parrocchiale di Lariano per
jdo le Notizie di lionui, dal can. I5<nifo en- provvedere al bene spirituale di tanti cit-
'coniiato per molta erudizione, bentmeri- tadini veliterni che ivi dimorano, al qua-
]to dell'incremento e del monlenimenlo le fine lasciò I 000 scudi. La sua carità era
idei pubblico bene patrio, [)eculiani:ente sì grande, che appena gli fu aflidala que-
[adoperandosi con Gregorio XVl per la sta chiesa, raddoppiò i sulìingi airaiiima
icreazione della nuova provincia e lega- del virtuoso prelato Saverio Antonelli ve-
zione di Marittima. Da l'orto passò a que- literno, ucciso in l'ioma a' i 2 luglio 1 768
sta chiesa decano cardinal Leonardo/^/i-
il e sepollocon iscrizione nella 2." cappella
toncllitW Sinigiiglia, pcnilenyiere maggio- a conili Evaiìgelii t]e\\a chiesa di s. Nico-
ire, arciprete Laleianense, prefetto di Se- la in Arcione (della quale parbii nel voi.
gnatura, segretario «lei s. Ollizio, pro-se- XVI, p. i3i); a cui fin d'allora a vea fat-
,gretariode'bievi, eccellente pastore, iiior- to applicare una messa quotidiana, per es-
.10 d'82 anni in rilegazione a'aS gennaio seie rimasto liafitlo a tradimento per i-

181 I. Per le raccontale miserabili vicen- sbaglio invece sua , mentre era assessore
de politiche deH'mvasione fiancese, que- del s. Oflizio e in odio dell'uflizio. Né mi-
sta chiesarimase priva per notabile lem- nore fu la carità e largizioni praticate da
.posulicpiesl'ottimo pastore, come di suc- lui co'Iuoghi pii (de'4 oralorii notturni
cessore vescovo. Olirei già racconlati e- da lui eretti in Pioma riparlai nel voi.
.
logi, il Dauco altri ne rende giustamente LXXXIV, p.i68),e verso i poveri, e per
j
al gran cardinale Antonelli, che io in tan- que'di Vellelri ne fu elemosiniere il can.
i
li luoghi celebrai. Lo dice di singolar Banco, alla cui cattedrale lasciò molti ric-
talento , di molla erudizione e dolio in chi arredi sagri e tutta la credenza d'ar-
. ispecie nelle materie teologiche ed eccle- genti di sua cappella, erigendo nella me-
siastiche : fu vescovo secondo il modello desima il beneficio residenziale denomi-
. di s. Paolo. Visitò spesso la diocesi, e cou nato Maria ss. delle Grazie, poi unito nel-
. zelo e indefessa fatica cercava rendere il la massa comune de'beneficiati. Se il can.
: clero esemplare e santo , acciò pur .santo Bauco per l'intimità goduta e per ammi-
. fosseanche il popolo. La sua apostolica razione ne fece lanli elogi, anche per la
voce spesso udivasi dal pulpito, e annun- sua il libala vita e profonda prudenza; io e
ziava la parola di Dio con taleetrusinuedi adonta che mi protestai, oltre il detto ile'
spirito e con dottrina
si soda, che persua- cardinali decani come governatori veli-
deva e commoveva. Ciò fece con maggior terni, che alle loro biografie ne tessei col-
ardore allorquando uel dicembre 1807 le principali gesta l'elogio, del cardinale
()4 V i; L VEL
Antonelli per grnlo aiìimo qui ne feci en- grafia col diplomatico, accurato e nobil
cezioiie. Questa ncon(iscei)z.a è perchè storico cav. Artaud, celebrando ancor qui
jtrecipiinmente a Itii dohbinnio un Fran- sii alTetluosamente, di lui esposi diver
resco Cancellieri, il principe defili eriulf- concetti, sulla primaria dignità a cui era
1i nioclorni, e delle cui inesauribili fonti pervenuto il cardinale per anzianità , e
il'eriiclizioni io graiiflenienle ne profittai. sull'eminente carica diplomatica che afl

JMi gode l'animo d'averlo leinlegrafo in cettò a 80 anni, succedendo al celebil


f|nesl' iniperiltire pagine. Intendo ricor- tissimo cardinal Consalvi romano e
dare Iq sua iscrizione sepolcrale che ri- riundo di Toscanella C^-). L'Artaud ifF"

mossa dalla basilica Laleranense, ripro- proposilo delle voci sparse su qualche ma-
dussi nel voi. LXXV, p. 35. Tale lapide le intelligenza quindi insorta tra il caA
jl Cancellieri fece porre sulla sua tomba, dinaie e il Papa, e del probabile suo rqj'
che elesse presso il cenotafio da lui coin- tiro dalla Segreteria di siato, come quel-
])oslo in onore del suo auìalissitno cardi- lo ch'era tanto dottamente istruito delle
nal patrono, ed esistente nella stessa pa- cose nostre, per essere stato tanti annii.
triarcale. La vescovile sede vacante ebbe segretario dell' ambasciata di Francia e
line a'26 setteud)rei8i4 col divenire de- incaricalo d'affari della medesima presso
cano del sagro collegio e vescovo d'Ostia la s. Sede, ecco come si espresse. »>Uii car-
V Vclleiri ilcaidinal Alessandro III lìlat- dinal decano, che sta bene ancora in pie-
tei romano, aiciprete Valicano, segreta- di, che può assistere alle ceremonie e da-
1 io del s. O/llzio e pro datario. Già a suo re udienza, e che desidera rin)aner nella
luogo raccontai che in Lariano pose ad carica che occupa, è un dignitario che dif-
elTelto il religioso desiderio del predeces- ficilmente può dimettere, il Papa ben
si

sore. Celebrò il sinodo diocesano in Vel- lo sapeva: pel solo cardinal decano il Sa-
Jetri ne'giorni 26, 27 28 maggioi 8 7;
e 1 grò Collegio si muove. Egli è quello che
gli atti del quale, come della visita men- scuote tulli que'gravi personaggi , che li

vionata del cardinal Antonelli , furono chiama, che gl'invita essi non si sposta- :

scritti con erudita e aurea latinità dal no mai, che dietro un suo comando". Fi-
virtuoso d. l*aoIo Polidori (l'^.), poi edi- naluiente il cardinale si ritirò dalla cari-

ficante cardinale , che Io assisteva come ca di Segretario distato. Dal 1808 vaca-
suo teologo. Vi si trattò del dogma, del- va quella onorificenlissima di Bililioteca'
Ja morale e della disciplina ecclesiastica. rio di s. Chiesa, e durante tale lacuna i
Si stabilì la norma regolatrice pecapito» cardinali segretari di stalo ne aveano fat-i

li, pe'parrochi, pe'padridi famiglia. Que- lo le veci ;


questa carica Leone XII nel
sto imparo dal eh. ab. Bellomo, Conti- I 826 conferì al cardinale, il quale feceal-
nunzionc. della storia del Cristianesiiiio, la biblioteca que'doni, di cui riparlai nel-
». 2, p. 248. inoltre mie noto che fu stam- la biografìa. Dopo aver esercitato il de-
pato con questo titolo: Synodus Dioece- canato sotto 3 i^api, morì d'86 anni nel

sana Ostiensiset ìSij ab


J'' eliterna an. i83o. Da Porto gli successe il decano
Jùìì. et fì. Card. Alex. Malhaajo f^c- cardinal Bartolomeo Pacea di Beneven-
lilris celehratum Piomae 1818. Morì il
, to, 2ià seqrelario di stato di l-*io Vii ,
<i

cardinal Matlei di 76 anni e 4' <^li poi- con esso sostenne con forte animo durn
pora; e dal vescovato di Porto passò a que- persecuzione e deportazione ; arciprcU-
sto il decano cardinal Giulio il Maria del- Lateranense, camerlengo di s. Chiesa, se

la ó'o?»tì'g//(7 piacentino, vicario di Roma, grelario del s. Offizio, pro-datario, e i.

arcipreleLateranense, segretario del s. Of- legato apostolico di Velletri per disposi^


fjzio, vice cancelliere di s. Chiesa, segre- zione di Gregorio XVI; il quale nel 837" 1

tario di sialo di Leone XII. Nella sua bio- gli die a suHragaoeo il pio, dolio e sag
e

V E L V E L 9^
mg/ Anloiiio {''ranci di Fil.icciniio Co- 63, (Inppniclu'qtieirinsijjiieniTiaineiUo lo
iicaili />V)//J//, vicntio geiieiale in Vel donianila in concistoro da perse il neovc-
riii, col lilolo di vescovo di Canata. Il scovo d' Ostia e Vellelri; mentre a p. 64
«rdinal l'acca q»»al preside di Vellelri, narrai come Gregorio XVI l'i i iuglioini-
anche pastore niuninco e yelanle, di so- pose il pallio al nìedesimo cardinal Mi-
,)ira, nella hiocrafia e alttove aflelttiosa- cara.Qoesli morto a'24 'nnp;gioi847, da
niente celebrai, per dottrina eerudizione, n)g/ Francesco l'enlinicdid cav. Anlo-
:niecenatede'lelterali, amatore intelligen- nio Neri snoi eredi fiduciari, furono n>an-
le di belle aiti, amabile e venerando a dati in legalo alla cattedrale di Velletri,
lutti, benefattore insigne di Velletri e sua una pianeta e la cassa degli argenti di sua
diocesi e provincia, generoso co'poveri e cappella. Il regnante Pio IX nel conci-
;Colla cattedrale, che abbellì e donò di co- sloro dell' giugno 847, assolse dal vin-
1 i i

(spiciii nlcn-iili sagri. Di più ristorò In cai- folo di vescovo di Porlo [T' .)^ s. Rnfjinrt
tedrale d'0.y//«,e ne abbellì l' ej)iscopio e Civila^'crchia [come Io stesso Papa nel
(formandovi il museo Ostiense (oltre rpiel- i854 disgiunse Civitavecchia e 1' uni a
i|lo domestico che indicai nella biografia), Corneto, conferendo la chiesa di Porto e
[e nel i83q vi ricevè Gregorio XVI, il s. Piuflìna al sotto-decano e arci|)rele Va-
Upiale vi si recò per migliorare la navi- ticano cardinal ftlario [vlallei di Pergola,
[{^azione del 7V'«'e/T, e la sorte d'Ostia on- ora pro-dainrio, già vescovo di Fr(i'!cnti

de liberarla dall'acque stagnanti, purgar e prefetto di segnatura, lo notai ne' voi.


l'aria dalle mefìtiche esalazioni, bonifica- LXXII,p. 275, e LXXVllI, p. 28o),rat-
|ie i suoi terreni e ripopolarla. Le vicende tuale decano del sagro collegio cardinal
|de* tempi oou gli permisero d' edelluare Yincenzo Macchi di Capo di Monte dio-
tali beiiefici divisamenli. Il canlinal Pac- cesi di IMoiitc Fiascoiic (nel qual artico-
,ca, infermatosi in Pioma di grave malat- Io narrai le sue benemerenze con quella
]lia,venne due volle alFelluosamenle visi- cattedrale), lo preconiz7.ò vescovo subui-
lato da Gregorio XVI, e poi morì nel ba- bicario d' 0-.tia e Vellt-tri. Già delegalo
tcio del Signore nel i844 d'88 anni me- npostolico di 7''or/oo'rt//o, arcivescovo di
'iK> i4 giorni, assai compianto. Gli sue-
I Nisiììi e nunzio di Si'izzera e di Fran-
,cesse il decano cardinal fr, Lodovico iMi- eia, prefetto della Segnatura di giustizia,
,( ara cappuccino, già vescovo di sua pa- come narrai in tali articoli; ora è segreta-
, fria Frascati, chiesa da lui ritenuta scn- rio del s. OHÌzio , segretario de' brevi e
I
za pregiudizio del sollo-decanalo, quan- perciò gran cancelliere degli ordini eque-
;do a'22 gennaio 1844 si astenne dal pas- siri pontificii, i.° legato apostolico di Ma-
'sare a quella di Porto e s. Ruffina, men- ritlima e Campagna, ossia «li Velletri e
Ire a'17 del successivo giugno pervenne sua provincia, e prefetto della s. Congre-
a questa. Come in tale concistoro, essen- gazionc cardinalizia della ceremoiiialc,
;do il cardinale maialo, il suo procurato- prefettura annessa al decanato, come lo

I
re cardinal Macchi indi lui nome da Gre- è la pioteltoria dell'arciconfialernita di

I
gorio XV I oliò questo vescovato, lo dissi s. Anna (\e Palafrenieri {F.) sino dalla
nel voi. L, p. 82, riportandone la formo- sua fondazione. Di sopra ragionai del suo
\
la , in lino a quella colla quale il cardi- solenne ingresso, delle molteplici e gene-
^
nai Macchi domandò dimettersi dal ve- rose beneficenze verso Vellelri e sua dio-
scovato di Paleslrina per passare al vaca- cesi; quanto sia zelante e provvido pasto-
to di Porto e s. Iluftina. Come nello sles- re, sollecito del decoro della casa di Dio,
so concistoro il cardinal Macchi fece istan- limosinierocogl'indigenti, benemerito del
za al Papa pel cardinal Micara del pallio, pubblico insegnamento civile e morale,
colla furmola, lo riportai nel voi. LI, p. Onde ben a ragione il can. Dauco dice,
.,(> V E L VEL
leputnisi forlunala la cillà e diocesi pov gnnnle Ponlefice Fio IX, olire ì listniivi

e>s<fr f;oveiiialn da un [)aslorecosì mimi- della rocca d'Ostia (destinala pe'condan-


fjco.anioroso, dotto, vii^ilanle e tulio l)un- nati a'Iavoii pidjblici, onde nelle buone
là. Papa gli die nel concisloio de' 27
11 stagioni adoperarli in opere agricole ed
sctlenìlire i852 a sullifiganeo l'odierno altre di pubblica ulilità, conke 1' impie-
mg. Gesualdo Vitali di Rlondolfo dioce- garli negli scavi medesimi, a vanlagj^io
si di Sinigagliii, preconizzandolo vescovo delle antichità e delle arti. Iieslanri ese-
d' Agalopoli. Dice la proposizione conci- guiti sotto la direzione del prof. Federi-
che successivamenle era slato vi-
sloiiale, co Giorgi, col doppio scopo di restituirla
cario generale di Ferrara, Ostia e Velie- alla sua forma e assicurarne la conser-
tri, Palestrina e nuovamenle d' Ostia e vazione, e senza recare nocumento alla
Velletri, come Io è tuttora, prolonolario sua struttura e superstiti oruamenli), si

apostolico, cameriere d'onore pontificio e riaprirono per cura e spese del prelato
arcidiacono di Paleslrina; encomiandolo mg. 'Giuseppe MilesiPironi-Ferrelli mi-
in essa il Papa per prudenza, probità, dot- nistro de'lavori pubblici e belle arti, ob
liìua come (iolìoì e in nlrofjite j'uris, re- cardinale legalo delle R.omagne, onc
riinique. iisii pracslanlia spccimiiia. Ili- rivedessero la luce altri monumenti pr«
ferisce la della ultima proposizione conni- gievoli per l'erudizione e per l'arte ; sol
storiale, ogni nuovocardinal vescovod'O- lo la direzione del eh. commend, Pieli
.stia e \ elletri non essere tassato ne' libri Ercole Visconti co'nmissario dell' anl|
della camera apostolica, né in quelli del chilà,edel cav. Gio Ballista Guidi ispt

sagro collegio. Ascendere le rendile della lore onorario de' medesimi scavi, Piicoi
mensa ad uiìdecini circiicr luìllia sento- dai i nìonumenli scoperti a Ostia, e ci
rum, ma colla perpetua pensione di scu- me il Papa andò tulio a vedere con pi(
di 600 a fijvore della mensa vescovile cere l'i 1 ottobre, ricevuto dal cardin|
Tusculana, ainscjne oueribiis gra\'ati. Macchi. Al cennochediedì, citai i num^
iJioece.ses unìtae salis sunl anijìlae, et ri del Giornale di llonia, che bene ogj
jiliira .sub se conlinent loca,c\\e tutti de- cosa descrissero. S'incominciarono gli sci

scrissi superiormente in questo stesso ar- vi in uno de' sobborghi, a poca dislani
licolo. da Ostia moderna, quasi dirimpello al
11 vescovato del cardinal Macchi forme- suburbana chiesa di s. Sebastiano, elj
là epoca, anche per Ostia. Imperocché, silo superò le concepite speranze; essei
dopo aver parlatoaqueU'ailicolodella fé- dono ubertosa primizia il prezioso sepc
lacità de'suoi scavi, inli apresi prima da creloivi trovato, con vari marmi pregie-
l'ioVl, epoi con piùsuccesso da Pio VII, voli, e iscrizioni delle romane famiglie
già notai nell'articolo Tevere, colla qua- dimorate in Ostia. Il ricordalo numero
le tanto si rannodano le sue notizie, come del G/o/vjfl/e, ecco come descrivel'odier-
iieli855, e nel modo rilisrilo dal n."! 07 na Ostia, quando la visitò Pio 11, rica-
del Giornale di Roma (il quale rileva a- vandolo da'suoi Commentari. »jVeggoii-
Vere il cardinal Macchi corrisposto e da- si diroccali portici, giacenti colonne e

lo a'voleii pontificii pronto adempimen- frammenti di statue, pareli d'un anlicc


lo, ed inoltre: essere benefica e provvida tempio spoglialo del marmo, e una par
intenzione del Papa, che con quanto si te d'un acquedotto. Le anlicheed ampli
estrurrà da' lécondi scavi, intende d'ac- mura della città crollarono, e ridotte ;

crescere gl'insigni musei pontificii di Ro- forma più angusta racchiusero sollanl(
ina ; ed all'evenienza quelli pure di Do- la cattedrale e pochecase; ma anche que
Jogna e di Perugia, dove siano d' ulile sle si dicono disIruUe da Ladislao re il
ogh studiosi delle arti), d'oidiue del re- Sicilia. Le mura souo per la più pari
V EL V EL 97
rotte, la chiesa crollata, reslantlo solo la figura al vero d' una donna velata seini-
parie superiore, ove sorge l'uitare mag- giacente. La statua d'un giovanetto, ve-
giore: tutte le altre case sono in rovina. Il stito colla pretesta e colla bolla penden-
palazzo episcopale fu coperto ed in par- te dal collo. Un busto femminile, che
ie restauralo dal cardinal camerlengo di per la sua bellezza meritò collocarsi nel
Papa Eugenio IV: e nessun altro edilizio museo Vaticano - Chiaramonli, perchè
vi ha da potersi abitare, tranne un'oste- sen)bia rappresentare la famosa Giulia
ria ed un'alta e rotonda torre fatta da figlia d'Augusto. Si apprende dal n. i 2 i

Martino V per custodia del luogo e per del Giornale di Roma, che il Papa Pio
vigilare il contrabbando. Ecco qual è al IX a' 28 maggio i856 si recò ad Ostia
presente Ostia, sì celebre presso gli an- per visitare gli scavi, ricevuto ossecjuio-
tichi. L'abitano pochi pescatori prove- samente dal cardinal Roberti presidente
nienti dalla Dalmazia, ed i custodi della di Roma e Comarcajda mg.' Milesi-Pi-
terra". Noterò che in progresso la Con- roni-Ferretli, dal commend. Visconti e
dizione d'Ostia e di sua cattedrale miglio- dal cav. Guidi. Si cocnpiacque osservare
rò, oltre r erezione della famosa rocca, in ogni loro parte gli oggetti d'antichità
che sono andato rammentando,
di sopra molto importanti ivi scoperti. E dopo
per munificenza de'cardinali vescovi d'O- aveie esternala la sua approvazione, am-
stia eVelletri. Successivamente il Giorna- mise al bacio del piede diverse persone;
le di Roma del 856, con articoli dell'en-
1 e partì per andare a vedere gli afi'reschi
comiato commend. Visconti, il quale fece che si stavano eseguendo nella basili-
conoscere eruditamente progressi vi i la vo- ca di s. Paolo, e restò a desinare nell'a-
ri di scavo per ricerca di antichità, e Tim- diacente monastero cassinese. Delle pa-
portanza del rinvenuto. Laonde col u. 7 l ludi, Iago o stagno Ostiense, ne parlai a
del Giornale si apprendono i risultati di Ostia, ed a Sale e Saline, quelle d'O-
quelli de* Bassi d'Ostia, di Monticelli, di stia producendo ottimo sale e meglio lo

s. Ercolano, di s. Sebastiano. Come per daranno se l'aria, come ora si spera, per-
ogni dove si trovarono nobili avanzi, e mettesse maqs'ior numero di lavoranti.
•i conobbe esservi più siti rimasti intat- Accennai nel voi. LXXXIV, p. 61 (oltre
ti all'anteriori ricerche. Gli oggetti tro- la bonificazione Piana o prosciugamen-
vati ne' vari edifìzi furono 4 grandi mu- to de' terreni vallivi del 1.° circondario
saici figurati, rilevale le composizioni a della provincia di Ferrara, di cui ripar-
nero sul fondo bianco; uno de' quali di larono il Giornale di Roma del 18 58
finissimo disegno con dadi tanto minuti col n. 23, e la Cii'iltà Cattolica nella
che supera l'artifìcio di molti musaici a serie 3.", t.
9, p. 234), '* pontificia conces-
colori. Quasi 100 iscrizioni antiche, inte- sione tendente a prosciugare lo stagno
ressanti anco per la dimostrazione de' d'Ostia, che ha intrapreso una società,
legami di famìglie fra la colonia Ostien- rappresentala dal cav. Felice Bidault, on-
se e Roma; e contenenti pure ricordi de rendere all'agricoltura assai parte di
d'iifTizi pubblici e privati, non che indizi quel territorio, e provvedere alla salu-
de' luoghi di Ostia e suburbani. Otto os- brità de' vicini latifondi, non che a quella
suari di varie forme e ornali, di meravi- stessa di Roma, alla quale riescono pre-
gliosa conservazione e del pììi elegante giudizievoli gli effluvi di quella vasta e
intaglio. Cinque sarcofagi con ben con- abbandonata palude. Riferì poi il n. 228
servati e leggiadri bassorilievi, di prefe- del Giornale di Roma^ che il Papa Pio
renza esprimenti ninfe sopra tritoni e a- IX 1*8 giugno 1857 si recò ad Ostia, ri-
nimali marini, a diporto nel placido ma- cevuto dal cardinal Roberti presidente
re. Diverse altre sculture, fra le quali la di Rooiu e Comarca, e dal sullodalo uig.*^

voi. xc.
7
98 V EL V E L
Milesi-Pironi Fent'lli. Dopo avere ora- se,anche con questo nome si appelli. 11
lo in chies.T,ferniossl anzi lutto ad un mo- medesimo Giornale di lìonia lìaì 1817
numento onorario, ove la società pel tli- produsse del commend. Visconti 1' arli-
seccameiilo per lo stagno Ostiense e per colo: Scavi d'Ostia, hi esso si aggiungono
l'ampliazioneemiglioraaienlotlellesaline oltre erudite nozioni alle riferite, per fui*

avea collocato in suo onore la martnorea conoscere la rara feracità del classico suo-
iscrizione, che il Giornale riporla,e com- lo Ostiense, che (juasi ad ogni poco trat-

posta dal commend. Visconti. Indi si con- to che ne venga rimosso, si hanno mol-
dusse a piedi agli scavi, accompagnalo teplici insigni dimostrazioni del fioren-
dal Visconti e dal cav. Guidi, percorren- tissìmo stalo della romana colonia. Si
do l'antica via Ostiense, la quale essen- parla, oltre de' nobili marmi, de' trova-
do fiancheggiata da' sepolcri ivi scava- li utensili in bronzo, in avorio, in vetro,

lli; lasciati sul luogo persuo volere, il in argilla e stucco. Delle scoperte rovine

Papa si fermò a osservar quelli aventi le ivi fatte di diversi edifizi, non lunge dal-
antiche iscrizioni, che ricordano cospi- la torre Covacciana, d'8 stanze o sale, hi
cui personaggi della colonia romana d'O- una vasta camera, le cui pareti sono anco-i
stia. Giunto alla porta dell'antica città, ra rivestile di avanzi di preziosi marmij
vide al lato di essa la stazione militare, trovossi in perfetta conservazione il pavii
dove in un nascondiglio furono trovate mento di musaico a colori vivissimi e vaj

219 medaglie del triumvirato d'Ottavia- riatijdi smalto e pietre, rappresenlanli (le

no, di Marc'Antonio e di Lepido. Oltre- ri e meandri,e intreccio d'ornati d'elegai


passato quel punto, osservò il Papa la te disegno; opera accurata eseguita ad ini^

grande statua di Cerere, e ammiratane tazionc de' tappeti asiatici degli assir
la bellezza ordinò che fosse collocala nel Questo musaico pare che dovrà decora
museo Vaticano, riempiendo così il vuo- re nel J'adcano il pavimento della sa
to lasciato nella sala rotonda dn quella la che va a dipingersi a fresco, con ra[

trasportata a Parigi (la Cerere Ostiense, presentarvi il promulgato dogma del


restaurata dal valentissimo scultore Pie- r Immacolata Concezione. In un'alti
tro Galli, con illustrazione se ne pubbli- camera un musaico bianco e nero pr(
cò il disegno wf^W Album di Roma, t. 25, senta in un quadro un amorino che ca
n." i4)' Fermò anche la sua attenzio- valca un delfino, spingendolo al cori
ne sopra 6 altre statue, e specialmen- colla frusta. Altrove in un musaico, pi
te sugli avanzi d' un colosso. Proseguen- re a bianco e nero, sono ritratti di na
do per la scoperta via dell* antica cit- turale grandezza 5 atleti, e quello ch'I
tà, giunse ove sì stava scavando la conti- nel mezzo corona se stesso. E
siccome
nuazione del pubblico condotto della co- lega e corrisponde al gran musaico tratt
Ionia Ostiense coll'epigrafe: Colonoruni dalle termeAntonianeed esistente nel int
Coloniae Osticnsis. Esternatasi dal Pa- seo Lateranense, probabilmente in ess
pa r alta sua soddisfazione per lutto- si trasporterà. Fra' moltissimi avanzi (

ciò ch'erasi fìttto dall'ultima sua visita, rari marmi, ancora esistono due colon
passò al palazzo dell'episcopio, dove fer- ne di giallo antico, in parte ancora erel
matosi alquanto, ammise al bacio del te sulle basi, e sembrano appartenenti
piede varie persone, a tutte comparten- un portico; anzi si congettura, con qua
do la sua apostolica benedizione. Rimon- che fondamento, potersi ravvisare ni
tato in carrozza, partì da Ostia, recan- discorso grande edifizio gli avanzi dell
dosi a pranzo nel monastero cassinese terme d'Ostia, edificate con ogni proft
contiguo alla basilica di s. Paolo, che per sione d'ornamenti nel principio dell'ini
giacere maestosamente sulla via Ostìen- pero di Autonino Pio; così quell'august
VEL VEL 99
nel coslrnii'le soddisfece nd una promes- ro miglioramenlì e della bonificazione
»n (li Ti:>iano,e se ne iva la conferma da' dello Stagno Ostiense, per indennizzarlo

holli de' mattoni trovati, spettanti al t." delle spese da farsi. Su di che devesi te-

anno del suo ìm[)ero. Tali teitne sog- nere presente la dichiarazione pubblica-
giacqiieio a incendio e quindi furono re- ta nel susseguente n.° 87 del Giornale.
staurate. Presso lo scavo vicino alla por- Nel n.° 90 si legge: Sua Santità si è be-
ta della città, si trovò un'iscrizione voti- nignamente degnata di porre l* augusta
va per la salute di Cornmodo; raro rno- suo nome nella sottoscrizione della So-

nu(nenlo, sapendosi che venne abolita cietà Pio- Ostiense pel bonificamento del-

ogni memoria di quel degenere figlio di lo Slagno ed il miglioramento


d' Ostia,

Miirco Aurelio per pubblico decreto. Col delle Saline. Giornale di Roma (\e\ìo
11

ritratto ili esso Conimodo si rinvenne an- stesso i858, n.° 97 narra Che il Papa :

cora un bollo in piombo, che ha all'intor- Pio IX, a' 29 aprile si recò ad Ostia, ac-
no r iscrizione della stazione del foro o- compagnato dalla sua nobile Camera
stiense per l'opera o pel materiale di ferro; segreta, ivi ricevuto dal cardinal Rober-
cosa che prima non erasi veduta in simili ti, dal conte Colloredo Walsée ambascia-
bolli, già per se stessi ben rari. Dichiarò tore d' Austria, portatosi a visitare gli

poi il n.° 25 del Giornale di Roma del scavi,da mg.' Alessandro Macioli arci-
i8'j8, avere il Fapa a' 20 gennaio per- vescovo di Colossi e vicario generale del
messo, in conseguenza delle concessioni cardinal Macchi, come vescovo d' Ostia
de' 4 "'"Sd'o i^'^S e 22 gennaio 1837, (secondo la rettificazione inserta a p. 395
approvandone gli statuti, per mezzo del dello stesso Giornale), e dal cav. Luigi
ministero del commercio e lavori pubbli- Tosi sostituto del ministero del commer-
ci, la formazione d'una società anonima cio e lavori pubblici. Dopo avere ascol-
di azioni, per le saline d'Ostia per Scan- tata la messa. Sua Santilà si compiac-
ni, e per 99 il bonificamento dello Sta- que rivedere gli scavi piìi vicini e altre
gno Ostiense. Indi m'istruisce il n°6'j del volte visitali, ed il commend. Visconti le

Giornale de'2 marzo i858, della for-


1 fu guida. Papa osservò il tempora-
Il

mazione della società stessa col titolo di rio ornamento fatto disporre per si fau-
Società Pio-Ostiense per le Saline e sta circostanza; si fermò lungo l'antica
Bonificamento dello Stagno d' Ostia, via a vedere i nuovi avanzi de* monu-
riportandosi in detto numero e nel se- menti sepolcrali scoperti, il nuovo sarco-
guente gli approvati statuti. La società fago in marmo ornato di sculture sulla
ha per iscopo.i. "Le saline d'Ostia, miglio- fronte, rinvenuto nell' ultimo sepolcro
ramenti e prodotti di esse.2.°La fabbrica- sgombrato a sinistra di chi giùnge alla
zione de' prodotti chimici che si ricava- porta liomana dell'antica città. Indi os-
no cMV acri ne nindri3°\\ prosciugamen- servò ancora l'antica stazione militare
to dello stagno d'Ostia e la coltivazione presso la stessa porta, compiacendo?! ri-

di esso.4.''Tntle l'operazioni d'industria, conoscere la disposizione appropriata al-


d'agricoltura e dicommercio che si lega- l'uso, non che le testimonianze della pre-
noa'sopra esposti oggetti della società. Di senza de' militi, che tuttora vi rimango-
questa è ingegnere in capo il cav. Dechar- no. Entrato Papa nella città, trovò nu-
il

me. Il n°'j5 del medesimo Giornale, ri- merosi frammenti marmorei e le statue,
porta l'articolo: Società Pio-Ostiense quali pili e quali meno conservate, ivi di-

per le Saline e Bonificamento dello Sta- sposte, rammentando quanta testimo-


gno di Ostia. In esso si contiene l'accor- nianza si vedesse in tali monumenti del-
datodnl governopontificioal cav.Didault, l' antico splendore dell' Ostiense colonia
concessionario delle Saline d' Ostia e io- e della potenza romana. Fermatosi nella
joo VEL VEL
piazzn che si apre all' ingresso della cit- va un leggiadro musaico, rappresenlnnle
tà, vide la fonte con parte delle decora- un genio che spinge al corso un delfina
zioni, edincnin a destra ; vide il diraninr- stando sopra esso a cavallo, furono a'picdi
si delle vie, la fabbrica presso alia quale del Pontefice i valenti incisori incanmii-i,
fu trovalo l'orologio solare in marmo, Tommaso e Luigi padre e figlio Sauli-
giù per sua nìunifìcenza nel museo Va- ni, e presentarono ridotto a cammeo il

ticano, ed il non lontano luogo dov'è an« grazioso soggetto, ed il Papa si degnò ac-
cora r iscrizione onoraria posta a Caio coglierlo benignamente. Accolse poi la
Grafiio Maturo. Veduto lo sviluppo che deputazione del consiglio amministrativo
i lavori di scavo erano per acquistare su della Scjcielà Pio-Osliense pel bonifica-
questo punlo, gli antichi condoni di piom- mento dello Slagno e miglioramento del-
bo per gran trailo conservali sul luogo, le Saline, a cui dimostrò quanto ha a
non senza dimostrare quanto approvas- cuore il buon esilo dell'impresa. Ammes-
se tulio l'eseguito, il Santo Padre passò si al bacio del piede gli scolari d'archeo-
in carrozza all'altro punto delle lavora- logia deli' università romana (i cui nomi
zioni. Quivi discese nell'inferno delle va- sileggono nel citalo Album di Ronidj
steTern)e Ostiensi, ne ammirò parte a insieme al sonetto da loro umilialo al
parte la disposizione accompagnala sem- Papa, ivi celebrandosi questa pontificia
pre da sontuosi ornamenti. Richiamaro- gita ad Ostia), il commissario dell'anli
no la sua attenzione i rari marmi onde chilà gli presentò una raccolta a stampi
le pareli sono in parie ancora rivestile, dell' antiche iscrizioni Ostiensi, in conti
gli avanzi delle colonne, i pavimenti in n nazione a quella pubblicata ne' passat
musaico, fra'(|uali arrestò la sua speciale anni. Sua Salitila mostrala la sua sovra
attenzione sui distinti pregi di quello na soddisfazione, e dopo essersi paterna
grande a colori imitante il discorso ricco niente trattenuto con villici adulti e fan^
babilonico tappeto, e nuovamente con- cìulli, die generosa elemosina e la sua be
fermò r ordine che venisse trasportalo nedizione, partendo a mezzodì per la pa
ad acrescere lo splendore del Valicano. triarcale basilica di s.Paolo, incontralo da
Passando più oltre, dove l'edificio del cardinali Anlonelli, Bofondi e Teodolfo
bagno è piìi profondo, lesse 1' iscrizione Merlel ( che poi nel declinar di giugno
composta e fattavi collocare dal commis- nominò proiettore di Cori), Nel mona-
sario dell'antichità, esprimente i pensie- stero ammise alla sua mensa tulli sun- i

ri ed che ben si confacevano alla cir-


i voli nominati cardinali, gli ambasciatori di
costanza ed al luogo, la quale venne ri- Austria, di Francia e di Spagna, gli ar-
prodotta dall'^^/i^m di Ronia,l. i5, p. civescovi Macioti e Falcinelli, altri ve-
109. Era quivi ancora la statua mulie- scovi, il general Goyon comandante la
bre ultimamente scoperta, lavoro per divisione francese di Roma, il genera
larilà d' artificio e per bellezza di con- None in essa comandante di piazza, ed al
servazione egualmente commendabile. E tri personaggi. Dopo il pranzo Sua San
a notarsi che si raro lavoro conserva trac- lilà visitata la basilica Ostiense, ritornò
ce della pittura sovrapposta con varie tin- «l Valicano. Tra le narrale ulteriori esca
te alla tunica e almanto, l'uno colorito vazioni, ricorderò il basso rilievo rap-
diporpora e l'altro di tinta cerulea. 11 presentante due de'falli d'Ercole; quan-
Papa ordinò il trasporto della statua, che do solfoca Anteo, e quando uccide Bu-
ha porporzioui oltre al vero, per esser siride.Tale scultura, egregiamente con-
poi collocala ne'ponlificii musei. Veduti servata, fu posta per avventura ad orna-
altri frammenti di scìdtura e passando re la stazione militare vicino alla porta,

oltre nel vasto edifizioj mentre osserva- presso la quale si rinvenne. JNella stazio-
VE L VEL IO!

ne meilcsiin.i si scuopn all' aulico suo merclo e industria, e di colli visitatori.


luoijo una tavola lusoria di marmo ,
Inoltre non si può tralasciare di ripro-
stata tl'uso a' soldati pe' loro giuochi. Il durre il disegno di ricostruzione dell'an-
connnendator Visconti, nel!' accademia tico Porto Ostiense o Romano, e quanto
romana d' aiclielogia, di cui è segretario si propone pel fine di risanare l'Agro Pon-

pei[)elun, pili volte dicliiarò il metoilo tino, col riferito egregiainente dalla Ci-
da lui fililo eseguire negli scavi per la viltà Cattolica, sevìe 3.', t.
9, p. 598, per
ricerca de'montitnenti tornati in luce in la sua grande importanza e per interes-
Ostia, progressivamente clieandavnsi fa- sare non solamente Ostia, ma Velletri
cendo; rilevando mento de^pre- l'accresci slesso e sua provincia,anche come argo-
gi edelleglorie monumentali che ne de- menti di cui tanto parlai in questo e in
rivavano a Roma (nel corrente i858 ne altri articoli, ed i quali hanno piena re-
ragionano n. 20, 3i, 62, 100, 109 e
i lezione con questomedesimo, L'egregio
I2g del Giornale di Roma). Inoltre nel ingegnere Vincenzo Manzini pubblicò nel
pregievolissimo Giornale Arcadico di 1857 inRoma: Del metodo di restituire a
Roma, di cui è direttore lo slésso com- Roma l'antico suo Porto, liberarla dal-
mendatore, si riportano del medesimo, l'inondazioni e da' centri d'infezione del-
e da Ini umiliale al Papa. Nel t. iSg. la sua aria, e delle conseguenti Bonifi-
Le Iscrizioni della Rocca d! Ostia per cazioni, navigazione ed irrigazione ge-
la prima volta riunite e pubblicate nel- nerale degli Agri Romano e Pontino, ri'
la faustissima occasione che il Papa sguardate quali basi di pronta e sicura
Pio IX si reca ad osservarla. Si ag- colonizzazione delle provincieMediter-
giungono alcune singolari iscrizioni rance Pontificie. Progetto dell'ingegne-
cristiane antiche scoperte in Ostia, do- re ec. Questo grandioso ed elaborato di-
ve si trovano infisse nel palazzo vesco- segno, per risolvere l'antico e importan-
vile, ec. Nel t. «42. Antiche Iscrizioni tissimo problema di sanare, rifiorire e
Ostiensi tornate in luce dall' escavazio- colonizzare tutta la Maremma Romana,
ne dell' anno 856, scelte e pubblicate
1 ilregnante Papa ha di nuovo proposto al-
nella faustissima occasione che il Papa l'esame de' dotti. La Civiltà Cattolica^
Pio IX si recò ad osservarle il 28 mag- occupandosi tanto utilmente anche delle
gio dell'anno medesimo ec. Si aggiun- scienze naturali, lasciando a' periti il giu-
gono alarne brevissime annotazioni a dicare della parte tecnica di quest'insigne
talune di esse Nel l. 5 della nuova serie. lavoro, reputò pregio dell'opera il darne
Antiche Iscrizioni Ostiensi, tornate in un breve ragguaglio, facendo insieme
luce dalV escavazioni dell' anno iS56 in plauso al Mair/ini del suo nobile pensie-
1 85 7, scelte dal commend.
e pubblicate ro e de* profondi studi da lui posti a ma-
P. E. f^isconti ec, nella faustissima oc- turarlo. Due sono le parti principali che
casione die il Papa Pio IX si recò ad abbraccia questo disegno, riaprire cioè
osservarle il giorno 8 d' ottobre iSSj. alle foci del fiume Tevere l' antico Porto
Per tutto (juanto i'accenoalo, per tanti Ostiense o Romano e risanare l' Agro
fausti auspicii, si è cominciato in Ostia Pontino; ambedue connesse intimamen-
un lusinghiero avvenire; laonde può ra- te fra loro e necessarie, secondo l'autore,
gionevolmente sperarsi, che Ostia presto a dare una compiota soluzione al quesi-
Gambiera suoi destini, la sua condizio*
i
to proposto. Quanto alla r.*: de' 3 porti
ne; e andrà nel materiale e nel formale a c'o'ebbe in antico Roma imperiale, cioè
riacquistare parte del suo antico splen- quello d'Anzio a levante, quello di Cen-
doree importanza, con miglioramento di tumcellé a ponente, e fra essi due quel di
aria, e perciò aumento d'abitanti, di com- Ostia o Romano in sulle foci del Tevere,
I02 V E L VE L
pare gìustflDiente all'autore che quest'ui- sero (la questo continuare direttamente
limo, come il più opportuno, fosse e an- la via su pei fiume sino a Routn; ed alla
cora sia il più clej^no di fonnare la vera bocca di questo canale trasverso |)iantò
porta ili mare della capitale del oìoiulo .A. robuste porte o chiuse contro gl'iiiterri-
rendei e al PortoOstiense oKomano l'an- menli, alle quali porte è dovuta la con-
tico splendore non altro si richiede, che servazione del porto per oltre a 1 5 seco-
ricostruirlo a un dipresso quale fu sotto li, come dalla loro distruzione deve ripe-
gl'imperatori. Claudio, che lo decretò nel- tersi la perdita del porto e il così rapido
l'anno 48 di nostra era, lo apr'i scavando e seuìpre crescente protendimento della
al lato della bocca foce tiberina un vasto spiaggia di Fiumicino. Il disegno dunque
bacino dentro terra e introducendovi il del jMauzini propone in ."
luogo di sca- 1

mare. Quindi gettò nel mare slesso due vare un bacino da lui chiamato Bacino
grandi aggerì, che ne chiudessero il seno, Pio, al modo stesso che Claudio scavò
e in sulla bocca di (|uesto alFondando la il suo porlo poi riaprire ed espuigare
;

gran nave che avea traspoi tato in Roma il Porto di Claudio e la Darsena Traia-

l'obelisco Vaticano, se ne servì di base na ora Lago di Porlo, sgombrandoli dal


all'isola che fabbricò per antigiiardo del fango e dalle niacerie, e in un lato della
porto,edal mezzo del quale sorgeva il gi- Darsena aprire lo sbocco ad un canale sal-
gantesco faro, imitato da quel di Alessan- so che vada a metter capo nel Tevere de-
dria, i 3oj00o operai occupali a ciò negli vialo a Ironie Galera, ovesaranno le porle
I anni che gli restavano di vita non ba-
I o chiuse Traiane costruite colle pro|)or-
starono a Claudio per veder compiuta zioni d'un grande sostegno moderno. In
l'opera. Questa fu terminata e inaugura- tal guisa il Porto Pio, nome dato dall'au-
ta dal suo immediato successore Nerone, tore al nuovo porto, allunganilo l'anti-
il quale non contento di tanto, volle an- co di quanto s'è inoltrata la spiaggia ver-
che Anzio sua patria costruire un al-
in so maie, si troverà alla testa dell'antico
tro sontuoso porto da lui chiamalo Nero- Porto Romano, di cui laddoppierà la su-
niano, ora detto Porlo d'yJnzio, Dipoi perfìcie, formando così uno de'più grandi
Traiano aggiunse al Porto Ostiense os- porli d'Italia, anzi del Mediterraneo. 11

sia Romano nuove e grandi opere, che nuovo porto occuperebbe una superfìcie
Io recarono al colmo del suo splendore. galleggiabile di metri quadralÌ2,632, 600;
Scavò dentro terra la Darsena Traiana, de'quali 474>3oo presi al mare, 887, 5oq
equivalente per ampiezza ad un 2.° por- pel nuovo Porto Pio, i,o43,85o pel Por-
to, comunicante col i.° per un largo ca- to Claudio, 256,85o perla Darsena Tra-
nale; di fianco al porto condusse la Fos- iana; e potrebbe egli solo ricettare più va-
sa Traiana, ora Canaledi Fiumicino (sul scelli che non tutti insieme i porti italia-
quale luogo frazione di Roma, come Por- ni, eccettuata Venezia. La Fossa Traiana
to e Ostia, non si devono dimenticare le non servirà più di bocca al Tevere, ma
nozioni statistiche recentissime di sopra munita di porte varrà a niellere in comu-
riferite, alle quali aggiungo, che la Sia- nicazione il porto col fiume, e per esso
Ustica del i853 del ministero del com- con Roma, affinchè poi le navi, dopo va-
mercio vi enumera: case loo, famiglie licato il sostegno, trovino fondo sudìcien-
aoo, popolazione Soy. Non ricordando le per continuare il viaggio di Roma, il

Porto, forse l'amalgamò a Fiumicino), e corso presente del Tevere dal sostegno sai
per mezzo d'un canale trasverso messa- rà corretto ed abbrevialo. Inoltre difìaiil
la comunicazione colla sua Darsena,
in co al sostegno si getterà sul nuovo Te vi
congiunse l'acque delTevere a quelle del redi JMaccarese (tenuta dell'Agro Piomaj
porlo interno, di modo che le navi potes- uo, presso io Stagno di Caiupo 5uluio e u
V EL VEL io3
, mare Mediterraneo, sponda destra
sulla doli fuor d'esso mediante nuove inalvea-
della foce minore del Tevere, ina non n zionial mare: le acque paesane trovereb-
contatto con esso, e presso la foce e sul- bero allora facile scolo, e il terreno ver-
la sponda destra dell'Arrone, fiume che rebbe in breve tempo prosciugato (il dot-
ila origine dal lago di Bracciano e si sca- to avv. C. Fea nell'opuscolo, Ristabili-
rica nel mare presso la torre di Maccare- mento'. i^Della città d' Anzio, e suo Por-
se. Questa tenuta è proprietà del princi- lo Neroniano.i. Della città d' Ostiacol-

pe Ros|)igliosi, ubertosissima e destinala l' intero suo Tevere. 3. Modo facile disec-

al pascolo delle vacche edelle bufale,lungi care le Paludi Pontine. In conseguenza


circa i4 miglia da Roma, fuori le porle proposizioni solide per la coltivazione
1
Porlese.s. l\incrazio e Cavalleggieri. Nel delle Campagne Romane j ed estensio-
I 5o8 di Roma fu dedotta la romana colo- ne del commercio direttamente coli' este-
i
nia marittima d'\Fregenae,c\ìe poi decad- ro mediante que' Porli o nuovi Territo-

I
de e maggiormente alla fondazione del riij secondo l'intenzioni di Sisto F", Cle-

Porto Ostiense o Romano) un robusto mente f^III, Innocenzo XII^ Benedetto


ponte, sopra cui passerà la via Porlueu- XIFe Pio VI, e della strada antica da
se, e i cui pilieri o piloni sosterranno le riattivarsi per Anzio, Roma i835. Egli
porle o chiuse destinate a tenere in collo ragiona ancora dell'opere di De Frony,
lencque magre, e a far correre, quandosi Description hydrogr. et histor. des ma-
voglia, l'intero Tevere chiaro nel canale rais Pontinsj e del cav. Fossombroni,
salso e attraverso l'intiero porto : mezzo Saggio sulla bonificazione delle Palu-
potentissimo d'espurgarlo, U Tevere poi, di Pontine). Di queste acque inoltre egli
che libero e diviso in più rami, i quali ne vorrebbe giovarsi per compiere un ca-
scemano l'impeto, minaccia d'impaluda- nale interno di navigazione, che parten-
re e d'interrire sempre più la spiaggia, do da Terracina, pel monte Circeo, per
incatenalo e costretto ad una sola bocca Anzio e pel Porto Romano si stenderebbe
a Maccarese,colmerà quello stagno, e sca- fino a Roma. Ad Anzio si riaprirebbe
ricandosi in mare con tutta la sua piena l'antico Porlo Neroniano, col quale co-
terrà sbarazzata la sua foce, mentre un municherebbe il canale sopraddetto. E
emissario, munito esso pure di sostegno, cosi, prosciugatigli slagni, colmati i bassi
condurrà V acque torbide del Tevere a fondi, governate le acque, tutto quel trat-
colmare l' altro Stagno d* Ostia ; sicché to di maremma che si stende daTerracina
saran lolli di mezzo que' centri d'infezio- ad Ostia e a Roma, cioè una superficie
ne e di sterilità. Tali sono principali lavo-
i di I 3oo miglia quadrale, capace di ben
ri ideati dal commendaloManzini nella i.' 25o,ooo abitanti, verrebbe radicalmen-
parte. Nella 2,' tratta delle terre Pontine te risanalo e restituito con immenso van-
M e del loro totale risanamento, compien- taggio alla colturaeairabitazione.')L'ira-
do l'opera degli anlichi romani, e poi de' presa tuttoché gigantesca e ardua, non
Papi, principalmente di Martino V, Sisto è certamente maggiore delle forze ma-
V e Pio VI, rimasta in gran parte inefil- teriali di cui oggidì può agevolmente di-
cace, o per incuria de'posteri, o per la fal- sporre la meccanica e l'idraulica, soprat-
con cui fu ne'
lacia de'principii idraulici tutto colle macchine a vapore, le quali
Tari tempi condotta", A questo scopo l'au- suppliscono ad un tratto le migliala d'uo-
tore propone come spediente capitale mini e di cavalli ; né delle borse, giacché
quel che già proposero nel 1800 Prony e coll'associaziune de' capitali tutto è pos-
Fossombroni, di escludere cioè dall'Agro sibile. Secondo i calcoli dell'autore la spe-
Pontino corsi d'acque stranieri, che so-
i da lui ideale ascen-
sa totale dell' opere
no la vera cauta delle paludi, couduceu- derebbe a aa, 2 19,500 scudi: ma que-
io4 VEL VEL
sti renderebljeio losto, mercè i leneni (Icmnon, cecryphalox, therisln'on o ihe-
actjuislali e luiglioiali, un prodotto di risCroii, che serviva loro di oriiamenlo,

41,012,600 scudi, cioè poco meno che e con cui esse si velavano e coprivano il

il 200 per 100; e ciò senza calcolare le volto, siaper guarentirsi dall'aria, sia
rendile de' porli di Roma e di Anzio, per nascondere il volto allo sguardo al-
dellit navigazione sul Tevere e «ul cana- trui. SìIIjUo costume è stalo in lutti i

le die da Roma e da Porlo metterebbe tempi osservato dalle donne degli orien»
per Anzio e pel Circeo a Terracina. Quan- tali per non esporsi in pubblico agli occhi

to al tempo, lutto sarebbe compilo in 20 degli uomini, massime in Turchia, Pa-


anni. III." decennio andrebbe ne' lavori, recchie divinità mitologiche vedonsi ne'
cioè4anni per costruire il nuovo l'orto monumenti col capo velato. Saturno lo è

Romano^dirìzzaree incatenare il Tevere, sovente, e siccome è altrimenti chiamalo


ed eseguir l'opere delle Paludi Fontine; e il Tempo, fu così rappresentato come co-
Gallili percolmare lutti gli stagni e co- lui che macchina nella sua lesta astuti
minciar lungo il lido una striscia di colta- progetti, o piuttosto perchè i tempi sono
raa bosco. Il 2." decennio sarebbe impie- oscuri e coperti d'un impenetrabile velo.
gato a coltivare i lerrenigià sani, suddivi- Anticamente col velo si simboleggiava, l'e-
derli, fabbricarvi e popolarli. Degli im- ternità; ed il velo fu anche geroglifico
mensi vantaggi poi, che il compimento di della notte, e del termine della vita urna*
sì grand' opera recherebbe a Roma, allo na, il che fu espresso ne' sepolcri antichi,
statoPoiitificio e all'Italia non accade par- col simulacro della Notte che distende un
sono uianifesti,soprattulto
lare: tanto essi velo per dinotare il fine de' tempi, al mo-
chi miri la nuova importanza che a'nosUi do riferito dall'annalista Rinaldi all'an-
mari promette di dare l'aprimenlo del- no 337, n.19, nel rendere ragione perchè
rislnio di Suez (di cui feci ulteriori pa- Costantino I fu espresso col capo tulio
iole nel voi. LX.XXVlI,p.i88e i92),e velato in una medaglia, (iiunone per pia-
che acquisterebbe senza dub-
la floridezza cere sempre più a Giove, dopo aver esau-
bio il nuovo Porto R.omano, che per ca- rita lotta l'arte degli acconciamenti, si

pacità sarebbe il 1° de' porti Medileria- coprì d'un bel velo bianco; questo attri-
nei, e per postura Iroverebbesi quasi nel buto della dea, secondo alcuni, serve a
centro della nuova e gran via che sta per indicare, che spesso le nuvole oscurano
prendere il commercio marittimo delle l'aria, della quale essa è simbolo. Anli*

nazioni ". camente si velava ancora il capo in se-


\ELO, Fclum, Carbasus. Tela finis- gno di dolore, ed i veli neri, come indizio
sima di seta cruda, stoffa più o meno leg- della morte, lo sono del Lutto (P^-)' In
gera. Velo si dice anche un abbigliameu- Grecia e in Roma velavasi il capo duran-
lo fatto di velo, e talora di tela lina, che te il lutto; ma i greci servi vansi in queste
portavano anticamente in testa le donne, occasioui di panni e di veli di color nero,
il quale non solo ancora usano, come si mentre le donne romane all'incontro im-
dice ne' nostri Dizionari, le monache e piegavano abili e veli di color bianco.
le villanelle, ma le donne in generale, Quello ch'era vi di singolare in questo cor
giacché in molti paesi dell'Europa, sq- stume sì è, che figli accompagnavano i
i

praltutlo in quelli del mezzogiorno, con- funerali de' padri loro colla testa velala,
servasi l'uso di coprirsi col velo. Le don- mentre le figlie seguivano il corteo col
ne greche allorché uscivano di casa ave- capo scoperto. Spiega Plutarco che que-
vano un lungo manto chiamato pcploii, sto si osservava, perchè figli devono ri- i

P un panno di stoffa assai fina e legger^, spettare al pari <ie' numi i padri loro,
chiamato calypliyt, paracalj(-/jlr(i, crc- che l§ figlie li devono piangere e Ume^j
VEL VEL io5
lare solamcnle siccome uomini moi'll. Al- Compai'ÌTano in pubblico col volto sco-

tri opinano, che tale cosluniunza prove- perto, giacché le soie donne maritale e-
niva da questo, che in occasione di [ulto scivano velate. Scrive Rinaldi, le donne

»i osservava nell'althigHamento il contra- spartanelodatissi(ne sopra tulle lealtre,le


rio di quello che solevasi praticare ordi- vergini solevano andare colla faccia sco-
nariiiniente. La stessa diversità dell'abito perta, e le maritate coperta, acciocché le
era osservala in simile circostanza in E- une trovassero marito, e le altre avendo
gilto e nella Grecia. A' parricidi fu decre- imariti non curassero di piacere altrui.
tala la pena di morte col volto coperto Ma soggiunge, che se le vergini spartane
da ini velo nero, dovendo incederealsup- sono riprese perchè portassero le vesti in-
plizioa piedi scalzi e con una lunga cami- sino al ginocchio, così non si devono lo-

cia; come morte esemplare, ad tcrrorcm, dare che s'esponessero colla faccia scoper-
secondo le leggi di molti popoli. Gli an- ta, quasi venali. Che direbbe il Rinaldi

tichi scrittori parlano di veli, che consi- se vedesse l'uso odierno, che le donne cri-

stevano in drappi particolari, sioiiglie- stiane, maritale e zitelle, portano cappel-


donne si ser-
voli a' veli di cui le nostre li, cheoltrelulto il volto lasciano scoper-
vono attualmente. Se le donne dell' anti- to quasi la metà del capo?! E che quasi
chità non trovavano necessario di nascon- quasi, in alcuni luoghi, rare sono (|uelle
dersi il volto loro, lo stesso velo riceveva che usano di appendervi il velo detto vol-
altre forme,edera accomodato diversa- garmente scullino, recandosi in chiesa?!
mente da questo venne che la parola
: Qualche volta ledonne non coprivano che
crcdernnon indica in pari tempo la ben- per metà il loro volto per convenevolez-
da con cui cingevasi ilcapo, e il velo che za. In Calcedonia quando ledonne incon-
' copriva interamente il volto. Questi veli travano un uo(no e principalmente un
erano finissimi e trasparenti, d'una slof- magistrato, non scoprivano che una me-
fii che fijbbricavasi nell'isole di Cos e di tà ilelle loro guance. Presso romani le i

A morgos Taranto e a Siris,


nella Lidia, a donzelle e le doime maritate non osava-
città d'Italia, ed è perciò che venivano no comparire pubblicamente senza esse-
denominati eoa, ainorginae strina. Sì re velate. Caio Sulpicio Gallo ripudiò la
traeano pure da Sidone, ov'erano tinti in moglie, perchè era uscita senzo velo.Que-?
porpora, caujechè presso i greci i veli fos- sto era ordinariamente d'una slolFa tin-
sero per l'ordinario di color bianco. Di- ta in rosso o in porpora, ornato .sovente
oearco descrive in modo singolare l'uso dì di frangie e chiamalo Jlammeum. he ma-
velarsi praticato dalle donne tebane. Es» trone romane avevano un altro modo di
se portavano sulla testa un velo bianco, velarsi, coprendosi la testa e la spalla
che a cagione della sua estrema (ìrìezza si dritta d'un panno chiamato Stola (F.)
accoinoda va al volto come una maschera, in greco e riciniumin latino, la cui mcr
ad eccezione degli occhi che rimanevano là era gettata sulla spalla sinistra. Il co-
sco[)erli col mezzo di due aperture che vi stume purea' celtiberi,
di velarsi giunse
si praticava. Le ateniesi servivansi egual- e le loro donne ornavansi d'un velo che
mente di veli. Euclide di Megara per sot- copriva tutta la persona, ed era fìsso sut
trarsi alla legge che proibiva sotto pena capo in modo affatto particolare. Esse
di morte agli abitanti di quella città di portavano delle collane di ferrocon lacnit
comparire in Atene, si travestì da donna, ne, che s'innalzavano al di sopra del ca-
si coperse il volto con un velo, e con sì po, e eh' erano incurvate assai in agget->
fatto stratagemma entrò la notte in Ate- lo ;
queste lamine servivano a sorregge^
ne, per trovarsi nella società di Socrate, re il velo, che le guarentiva dal sole, e
l'resso gli spaitaoi le giovani fanciulle loro servi va in pari tempo d'ornaoieulo.
io6 V E L V EL
Il costume di velarsi esisteva pure pres- rneum nuptiale, non pei* altro cei'la-
so i greci dell'Asia minore e presso gli al- mente, se non perchè era di color por-
ti i popoli dell'oriente; egli è a (juesli per- pora, per meglio dinotare questa virtù
sino die deve la sua origine tale costo- s'i propria delle persone maritate, di cui
Dtanza. Le donne nella Media non usci- uH'i ne forma il principal ornamento. La
vano che velale, e CI edesi che Medea loro benedizione nuziale seguiva mentre gli

regina ne introducesse l'uso. Il velo era in sposi erano coperti qnesto velo, per
di

uso nella Persia, e le rendite d'un'intera cui dice s. Ambrogio, che il matrimoiiio
provincia erano impiegate pe' veli della sia satiliflcato dal velo e dalla benedizio-
legina. Anzi Escliilo attribuisce assoluta- ne sacerdotale. Dice il Buonarroti nelle
mente l'uso de' veli alle donne persiane. Ossei\'azioni sopra i \'nsi nntichi di l'e-

Nell'Arabia le donne si velano con tanta tro, che il velo usato dalle donne cristia-

ansterità, che esse si coprono l'intero voi- ne nelle nozze, non è così antichissimo
lo ad eccezione d'on occhio. Negli Spo- come vogliono diversi scrittori; e quan-
salizi(V.)^\e%<^o i greci la nuova sposa si do fu introdotto venne colle benedizioni
coiuhiceva coperta d'un velo nuziale nel- ripurgato dalle superstizioni geiUilesche.
la casa del manto; essa non moslravasi E parla del velo portato dalle fanciulle
scoperta che il 3." giorno dopo le nozze, ch'erano per maritarsi. Nelle pompe nu-
ei regali che il marito faceva alla sua don- ziali di monumenti antichi mitologici, di
no, erano allora chiamati optcria e apo- marmo e musaico presso Wuìckelmann,
c.'i/jplcria,da calffìtra nome che indi- si vede sposa col volto coperto da un
la

cava il velo. romani osservavano lostes-


I velo nuziale bianco trasparente. A Spar-
so costume; presso di essi la giovane spo- la la statua di Venere Morfo, che avea
'
saera coperta d'un flaiivnewn implinle, un tempio con tal soprannome, era orna-
per cautelare la sua modestia. Quel velo la d'un velo cnlyptraj la dea era velata,

nuziale era color di fuoco o rosso, aìlnie colle catene a'piedi postegli da Tindaro
d'indicare il pudore ch'essa doveva sem- sia per la fedeltà e subordinazione del-
pre conservale. Nel citato articolo parlai le donne versoi loro mariti, sia per ven-
di dello velo e di quello che si usava in dicarsi di Venere, cui egli imputava l'in-

copiiie gli sposi neir atto degli sponsa- continenza e i disordini delle sue pro-
li; del velo usato dalle spose degli an- prie figlie. La statua di Polissena a Co-
tichi romani e anche cri- di altre nazioni slaiitinopoli avea il volto coperto dal ve-
stiane e co' loro signitìcali. li Chardon, lo crerleinnon, per indicare insieme il'

Storia de' Sacramenti, lib. 3, cap. 3: suo piidoree il dolore da cuiera compre-
Zhdl'antichità d' alcune, ceretnonie del- sa. Andromaca e Medesicaslo, in cattivi-
la celebrazione del Matrimonio, dice là presso i greci, erano rappresentate ve«
che s. Ambrogio parla del velo o pai- late nel celebre quadro a Delfo dipinta
lio, che si stendeva sulla testa di due ma- da Polignoto di Talo. Presso gli orientali,

l'itati cristiani, la qual cereraonia inse- come presso i greci, il velo usavasi anche
gnava loro, che il j)U(lore esser doveva nelle ceiemonie religiose. Enea facendo
la regola di lor condotta (forse da tal rito un sagrifizio aMinerva si copri la testa
ebbe origine quello col quale negli spo- alla foggia de'frigi Aristrando l'iudovi-
.

salizi il sagro ministro, dopo aver be- no, nlfereudo un


Giove esagrifizio a
Dedetti gli anelli nuziali, che in alcuni Minerva, era vestito d'un abito biancc
luoghi la sposa pure dà allo sposo, e e avea la lesta velata. La sacerdotessa dij
scambiali tali anelli dagli sposi, copre Siso[)oli, genio tutelare degli Elleni, noi
colla stola le mani a' medesimi sposi, e ardiva penetrare nel tempio di quella]
quindi li benedice). Egli Io appella /lain- divinità senza un velo bianco che le cO'
VEL 107
priva la teila e il volto. Tultavolla Ma- che esse attaccavano al di sotto del mento
crubìo nel liU i de'iiuui Satttrnalì, dice, con un fermaglio. Varrone dice, che le
che preikO greci Sagrifizi (f^.) si face-
i i donnechesagriflcavano, avevanOjConfor-
vano d'urdinarioa capo scoperto, l'ressu i memente al rito romano, la lesta coper-
romani ìSacerdolit ìeSaccnlolrs.u^r'.), ta d'un velo che chiamavasi vira. Se-
come il nuinine Diale odi Giove, e le /'c- condo Cicerone, nella sua orazione Pro
stali, e queUi che indirizzavano le loro domo, coloro che dedicavano un tem-
preijhiereo facevano sagriflzi agli Dei, por- pio a qualche divinila erano velati nello
tavano un Velo, ma con rpieslu dilierenza stesso modo de' sacrificatori. Insegnano
che coprivano il loro capo o d'un pontio Festo e Tito Livio, che i giovanetti e le
o della Toga, e che il volto d'ordinario fanciulle, che gli antichi popoli d'Italia
rimaneva scoperto. Si credeva, secondo consagravano agli Dei per calmarne lo
l'iularco nelle sue Questioni roriiaiie, che sdegno, erano condotti velali alle fron-
il costume di velarsi nelle ceremonie re- tiere per non più rientrare giammai nel-
ligiose procedesse da Knca. Questo eroe, la patria loro. I greci e romani ne* viag-
i

dopo il suo arrivo in Italia, essendosi oc- gi loro coprivansi la testa col tnanto o
cupato un giorno a fare un sagrilizio, e- colla Ioga, per guarentirsi dall' aria e
rasi velata la lesta vedendo passare Dio- qualche volta per non essere conosciuti.
mede suo nemico, e in tal modo terminò ]filosofi nelle lon» profonde meditazio-

quell'alto di pietà. Altri pretendono tlie ni facevano lo slesso, per non essere di-
l'uso di velarsi durante il sagrifizio os- stratti dagli oggetti da cui erano circon-
servavasì in segno dì rispetto alla divinità dati. Si velava ancora il capo per na-
alla quale si sagrificava, o piulloslo per scondere agli occhi altrui il rossore che
non conoscere o vederci segni di qual- si provava. Finalmente può osservare si

che sinistro presagio, che potevano ma- che all'avvicinamento imnu- di pericolo
nifestarsi durante la preghiera. Castore uente, inopinato, inviluppavasi mento il

lllosofo pitagorico, pretende che siccome coprendosi la lesta, e in quest'attitudine


il buon genio ch'è nascosto nel nostro si as[)ettava il suo destino con rassegna^
interno, prega numi, parimente il vela-
i zione,come,fra'tanli esempi, fecero l^ota-
aie del capo significa, che l'anima è co- peo e Giulio Cesare; e que' valorosi ro-
perta e nascosta dal corpo. Egli non era mani che per la salute della patria, dopo
se non a Saturno e all'Onore (in Roma pronunziata la formola che ripoitai al-
eravi il Tempio dclfOnort e della yir- trove, colla testa coperta di loro Ioga af-
Cu, che descrissi in quell'articolo) che si frontarono la morte gettandosimi- nella
sagrificava colla lesta scoperta: al i.° per- schia cou successo allo scopo. Osserva
chè il culto di quel nume era più antico di Rinaldi, che anco anticamente si velava-
quello che si Enea, o per-
attribuisce ad no gli occhi de'condannali alla decapita-
chè Saturno era annoverato fra le divi- zione o ad altri estremi supplizi; perciò
nità infernali, e che il suo cullo dovea l'apostolo s. Paolo chiese il velo a Plau-
essere distinto da quello delle divinità lilla, per bendarsi, secondo l'uso de'giu-

celesti. Queste diverse opinioni riferisce dei, come dimostra GioselTo, prometten-
Plutarco nelle dette Questioni. Quando dole che glielo avrebbe restituito, sicco-
le Vestali facevano un sagrifixio, esse me fece dopo morto apparendole. Non-
portavano il loro abito ordinario, i loro dimeno fu riposto nel suo sepolcro, e
capelli erano allacciati con una fjttuccia, perciò negato da s. Gregorio 1 a Costan-

lua esse ponevano inoltresulla lesta un ve- tina Augusta quando glielo chiese con
lo bianco, chiamato suffìbuluin, di foroia grandissime istanze. Siccome il velo in
oblunga e quudrala^ricauiatudi |Jorpuru, dello anche Sudario, in qucll' articolo
io8 VEL VEL
ne I ipat'Iai.Eravi nncora un'altra
manie- E oga ha lo d ice Qui subilo m ìlilutn stre-
I i :

ra (li velarsi [iialicata ila' romani, la qua- pita exterritus, in angulunise condidet,
le consisteva nel cociillus, o capperone, ohJccliKjftic. {'di cubicularii quod in in-
die copriva il capo e s'impiegava d'or- troita erat, cuhiculix se (exit. Ancor Ca-
tlinario nelle parlile di piacere, quando ligola atterrito dalle grida sediziose, rife-

non si voleva essere conosciuti. Presso i risce Svetonio, inter praelexta foribus
j umani esisteva un'usanza somiglievole vela se abdidil. Chi giungeva tra la can-
a quella «lar noi praticala a' nostri gior- cellataed il velo aveva ottenuto inlerio-
ni : idlorchè un uomo velalo incontrava rein admissioncrn. Di esso fa menzione il
una persona distinta, un amico o un ma- codice Teodosiano, lib. a. De Senatori-
gislialo, scopriva in segno di rispetto il bus, e Vopisco in Aureliano, cap. i 2. I ve-
con Saluto (f^.). INonio riferisce,
cap<i lari erano ministri ad forrs, c\oè una spe-
«uH'appoggio di Sallustio, che allorquan- cie di guardie d'onore, che custodivano
do passando si trovava sul cammino il il velo, dov'era l'ingresso per l'imperato-
dittatore, scoprivansi il capoe alzavansi le. Questi velari aveano il capoo soprin-
in piedi coloro ch'erano assisi. Il dit- tendente, ed il Grutero, p. 5gg, n.° 7, ri-

tatore Siila usava la slessa attenzione porta l'iscrizione in cui è nominato: Tha'
verso grande Pompeo, quantunque
il liuspraepositus Velariorwn doinus Au-
allora non fosse che un semplice pri- guslae. E sotto il n." 8 quella di L. Fla-
valo. Notò Seneca, che quando s'mcon- i'iussupra Velarios de domo Angus tae.
Irava im console, un pretore, qualche Non pare, come scrisse mg.' Fdippo del-
j)ersona di distinzione, scendevasi da ca- la Torre, De Inscript. M, AquUii che ,

vallo, scoprivasi la testa e lasciavasi lo- questi ministri velari, pula observassc
ro libero il passaggio. Il velo di Coserà vela, canne deduxisse ut palerei aditnv
tanto trasparente, che lasciava vedere il introeuntibus, quod hodie dicitur- alzar
corpo come se fosse nudo; per coi Var- la ideoque appellatosfnisse Ve-
portiera •

rone chiamò gli abili che n'erano forma- larios, Dappoiché troppo minore sarebbe
ti v'dreas togas, toghe di vetro; e Publio statoquest'udìziojenon couTenientea per-
Siro li disse t'^/j<H//z texlilein, [essuto di sone cheavvicinavanola persona del prin-
vento, nehulani lìncam, nebbia di lino. cipe. Tertulliano in Scorpiaco^ chiama
Questo velo, secondo Plinio, era slato in- questi ministri ve\an, potestates j'anitri-
ventato da una donna denominata Pan- ces, paragonandoli a Carila , a Forcuto,
dia. Si faceva il velo di Cos con seta fi- a Limentino, divinità tutelari e custodi
nissima, che si tingeva in Porpora avan- delle porte.Laonde ivi slavano per dife-
ti di tesserla, perchè dopoché il velo era sa enon per alzar la portiera, (piasi guar-
formalo, non avea bastevole sodezza per die del corpo del principe. Seneca li con-
conservare la tintura. In Roma da prin- siderò, De clem,: Ministri aulici et cor'
cipio non eran vi che le cortigiane, le qua- poris custodes non tantum praesìdii ve ,

li osassero di portare tali abiti; ma le al- rum edam ornamenti causa habentur.
tre donne non lardarono ad imitai le, e bell'antica corte v'erano pure gli u(Ii«

rie sussisteva ancora l'uso a' tempi di s. ziali accensi ^f7rtr?V, che secondo Nonio
Girolamo, che riposò nel Signore l'anno e Varrone aveano l'incarico d' eseguire
420. Ne'palazzi degl'imperatori romani, le chiamate, l'ambasciate e i voleri del
dopo aver percorse molte sale di superba principe. Gli antichi anfiteatri erano ri«|
Uìagnifìcenza, si vedeva una cancellata, e parati di tende, vela, che costituivano il

poscia un gran velo che copriva l'ingres- relariuni: ne parlai nel voi. LXXIll,
so, per conciliare venerazione alla mae- 246 e 249. Un velo sospeso come una
§tù del principe. Lampridio nella vita di cortina, sui raonumeotì, indica che l' aj
V E L VE L 109
rione In» luogo iiell'inlerno ileiP otlifizio si de'profumi. E questo velo che si squar-
e iKtii ull'Htia npertii; alcuni veli coìì so- ciò in due parli dall'ulto al biisso nel mo-
spesi lenirono luogo tii Uippezzetia , or- mento della morte di tiesìi Cristo. Que-
noH(losi COSI le volle tlellii slniiza , e fa- sta circostanza fu considerata come assai

cendo loro anche tener luogo di soHìtlo; rimarchevole da'P.idri della Chiesa: Dio,
chiama vansi vela Iriclinaria, I veli che dicono essi, testificava così che il tempio

fabbricansi attualmente in Italia non la di Gerusalemme non era più il santua-

ceilodo ceilaniente in finezza a quelli la- rio in cui soleva per l'inuinizi abitare, e

vorali dagli antichi. Nel voi. LXXXIV che quell'edifizio sarebbe presto distrut-

riparlai, a p. 1 34 della lana, a p. 87 dei i to; che il cullo che vi si celebrava a-


lino, ed a p. i\'è della seta ;
quanto alla vrebbe ceduto il luogo ad un cullo più
lana e al lino, l'ima e raltro impiegali puro e più gradito a'suoi occhi, come tra
nel divin culto del vero Dio sincf nella osservano s. Ciò. Crisostomo e s.
gli altri

legge Mosaico. Leone I. Il velo del leiupio squarcialo per


L'uso d'avere la lesta coperta o sco- la morte del Redenloie fu altresì un an-

perta ne'lempli non fu il medesimo pres- ticipalo preludio dell'enicacia di quella

so i anche fra gli adora-


diversi popoli , morte, per la quale prima inac-
il cielo,

tori del vero Dio. Il costume pei ò più ge- cessibile agli uomini, fu loro aperto; ed
nerale presso gli antichi fu che sagrili- i adempite tulle le figure, manifestati fu-
colori esercitassero le loro funzioni colla rono misteri non prima intesi. Imper-
i

testa coperta da un lembo della loro ve- ciocché dentro quel velo nessuno poteva
ste,perchè cos'i fossero meno dislialti, e entrare giammai, eccello il solo Sommo
perchè non potessero guardare uè a drit Sacerdote, ed egliuna volta sola all'an-
te né a sinistra. Cornelio a Lapide ed
,
no portando il sangue degli animali uc-
allri hanno osservalo che presso gli ebrei cisi nel dì dell'espiazione solenne e gene-
i sacerdoti non pregavano e non sagrifica- rale. Osserva il Rinaldi, colla leslimonian-
vano colla testa scoperta né nel Taber- za de'ss. Padri, che tìue erano i veli del
."
nacolo, né nel Teivpìo [^ .) ma , copri- tempio : quello esterno posto avanti al 1

Vania con una tiara o mitra ch'era un tabernacolo, dov'era il candelliere , la

ornamento. Nel crislianesimo,rifeiisceAs- mensa e il turibolo, e questo si divìse;


semani, il patriarca de' nestoriani nnizia r altro velo copriva l' inlima parie dei
colla testa coperta pure (juello di , così tempio cljiamato Sancta Sanctoruni. Si
Alessandria come anche monaci di s. , i divise dunque il velo ciie separava il po-
Antonio, copti, gli abissini, ed sii i-ma-
ì i polo da' sacerdoti, e perciò esposto alla
roniti , oltre il patriarca de' siri. In occi- vista di tulli. Nelle Chiese cristiane o
dente il sacerdote adempie le funzioni del lempli del vero Dio si fa altresì uso di
suo ministero colla testa scoperta, essen- diversa specie di veli. Chiamasi pure ve-
do proibito anche 1' uso del Berrettino lo panno con cui coprivasi V /altare fiiO'
il

clericale (V.), concedendosi licenza con ri deltempo della celebrazione de'sanli


limitazioni, ed egualmente occorre di- misteri. Onde il Magri nella Notizia de'
spensa per fare uso della Parrucca (/^.). vocaboli ecclesiastici, ó\ce che l elnm è
Eravi nel Tempio di Gerusalemme o un vocabolo die significa anche 7ova-
di Salomone (/'.) un velo di slolla pre- glia (V.) dell'altare. Anastasio Bibliote-
ziosa, appeso a due colonne, che separa- cario riferisce i doni die i Papi facevano
va il Santuario o il Santo de' Santi, in alle basiliche romane in porpore dorate,
cui eravi l'Arca dell'alleanza, dal restan- e in sete ricamale in oro, e intarsiate an-
te del recinto chìaiDalo santo : era cioè ciiedi gemme, in cui vi erano rappresen-
tra l'Arca e l'aliare su cui ardevano i va- tali o i falli dell' anlieo Teslaoiento, o i
no VEL VEL
misteri (Iella nuova alleanza, o nlciini fra le colonne de'teuìpli separavano i due
traiti della storia ecclesiastica, perchè ne sessi e ne impedivano la vista reciproca,

(ossero rivestili i loro principali altari. uomini Diaconi^ i


in ciò vegliando, pegli i

Oritle alcuni da quegli ornamenti ripe- Suddiaconi, ^'\ Ostiari (f^.)j' per le don-
tono l'origine de' Pniiotli, e quindi l'u- ne lePrcshitcresse^ìe Diaconesse,\e Siid-
so degli altari non più vuoti, ma ripie- diacoìiesse e le pie f edove (^J.) ha sepa-
ni, tra il coro e la nave, cioè avanti razione de' due sessi tuttora e in vigore
il Santuario o Sancta Sanctorurn (f^.), in moltissime chiese; in alcune poi di que-
luogo accessibile a'soli ecclesiastici, era- ste, nell'istruzionedella Dottrina crislia'
vi un velo o cortina steso durante VUf- na, il luogo delle donzelle è riparalo da
fìziaiura (.\e\ Scn'izio (livino (F.), chia- tende, avanzo della delta antica discipli-
malo pine Brandcuvi, ed i diaconi l'a- na. Anche anticamente eranvi tende e
privano dopo il Prcfazio , allorché il portiéte alle porle della Sagrestia, del
celebranle incominciava il Canone del- Coro, ed alle Porte di cluesa. Quanto a
la Messa. Conservasi ancora qtiesto ri- quelle del coro, rammentai nel volume
to in alcune chiese, particolarmente in LXXlll, p. 345, che essendo andate in
Francia, tra gli arsiieni e altri orientali, disuso le tende a'cori per impedir la vi-

come ricordai nel voi. LXXII, 2o5,


p. sta degli Stalli, s. Gaetano le prescrisse
riferendo i vocaboli con cui $j chiamava- a'suoi Teatini, e furono imitati da mol-
no i veli o tende co' quali chiudevansi ti cleri ,
principalmente di regolari. Il

gli altari isolati delle chiese, massime fin- Magri chiama Telotliyrttni la Portiera
ché fu in vigore la saggia diseiplìna del- (/.) o cortina, voce greco-latina compo-
r/^rrY7/;o,diversodal tenebroso delle i^ef- sta da P^eluni e dalla parola greca che
te. Il Magri nei vocabolo Altare y chia- significa Porta; onde tutto il vocabolo
ma bellissima la ceremonia antica usata quivale a portiera, e riporta gli esem{

la notte del s. Natale. Si copriva 1' alta- d' Anastasio Bibliotecario. Viene ancl
re con 3 veli; il i
.° era di color nero, che chiamala J/iiphitìiynmi, cioè di due poi
si levava finito ili. "notturno, e dinotava le, perchè la portiera si apriva da due il

il tempo avanti la legge; l'altro velo bian- ti. Di tali cortine ne fanno eziandio ti

co si levava finito il 2." notturno, e signi- sliajonianza versi di s. Paolino ed il


i

ficava il tempo della legge; 1' ultimo di sto d'Evagrio, da'quali se ne rileva il pn
colore rosso si levava finito il 3.° nottur- gio e l'antichità. Dissi nel voi. XII, p.i^'
no, ed era sindjolo della legge di grazia. che l'arcibasilica Lateranense di giorno e
Aggiunge, che l' istcssa ceremonia si fa- di notte era aulicamente sempre aperta,
ceva nel giorno Pasqua dopo ciascuna di soltanto essenilo nelle porte ripari, cor-
lezione, per essere un solo notturno. iNar- line e veli, o portiere, che il citalo Anj
ra inoltre, clie nella Spagna dal i.° gior- stasio chiamò Siparii. Delle ricche e ni
no di quaresima si tira un velo avanti bili portiere, che cardinali preti e diacij
i

l'altare maggiore, mentre ne'giorni feria- ni somministrano a' loro Titoli e Die
li si recitano l'ore canoniche e si canta la co/i/f, per le feste solenni, riparlai nel ve
messa , il quale velo si rilira nel tempo LXXV, p. 242. Alle chiese nell' esposi^
dell'elevazione delle specie sagramentali, zionedel ss. Sagramento in forma di Qua-
quando Vangelo, e finalmente
si canta il rancore {V.), è prescritto di tenere in-
mentre si dice l'ultima orazione sopra il nanzi porte maggiori una cortina. An-i
alle

popolo. Nel giorno poi del mercoledì santo che neirantichilà pendevano nell'interno*
si leva del tutto questo velo, quando nel delle basiliche e altre chiese, e specialmen-!
Passio si cantano le paroleei velimi Tew- te fra le colonne, de'drappi chiamati Pe4
p// imi»;// cs/.Anlicanienlecorline tirate risiroinata e Fcla. Quanto a' veli di raai
VE L V E L III
I gioie anticliità che servivano precisa* Santi, o ti nveano toccati. In più arti-
melile per ailoinare l'ultare, si appieiide coli ragionai de' veli brandei di seta o
da Palladio, che alcune matrone romane, di panno, che per toccare le ss. Reli-
rinunciando al mondo , dierono a que- quie si calavano dalla Fenestrella (^•),
st'oggetto omnia sua siiperhurneralia apertura o foro, detto in latino fene-
legiimenta. Il Buonarroti, Osservazioni strella, foramen, delle Confessioni [f"^.)

sopra ire ([ittici antichi, p. 260, narra delle chiese ,


precipuamente de' Liniina

che cristiani ebbero in costume ne'gior-


i ^postoloruni (/ •), e quindi ne traevano
ni più solenni di adornare le chiese di prodigiosa virtù, e si donavano a'fervo-
Tari arredi, principali de'quali erano al-
i rosi fedeli d' ogni parte del mondo, che
cuni panni preziosi, che chiamavano veli, li ricevevano e veneravano quali sagri te-
e che usavano di mettere pendenti agli sori. Nel voi. XLIII, p.i88, parlai della
archi o architravi delle navate, e special- coltre de'ss. Martiri, che si venera nella
mente ne' 4 lati delle cappelletle o ci- Nota il Magri nel vo-
basilica Vaticana.

bori, sotto (piali stavano gli altari. Tro-


i cabolo Altare, che era segno d' adora-
vo nv\ Se\€{ ano, Mi-riìorie sagre, p. lo^. zione il girare intorno al sagro altare,
Rusticiana nobilissima patrizia romana sotto di cui riposa vano le reliquie de'santi.
nel 601 mandò a s. Gregorio I alcuni E si legge nella vita di s. Fulgenzio: Po?/-
veli o panni preziosi per la con|essioiie di quam sacra Martyrum loca venerahi~
s. Pietro, per ornamento di essa. In mol- liter circuii. Altrove pure menzione si fa

le chiese per le /^e^/c solenni, tra gli ad- di taleceremonia,comenegli altidi s. Ot-
dobbi, si usano anco veli di diversi colo- i tone: Basilicani s. Galli ingressus cuni
ri. Vi furono veli brandei o sudari, che
i orando altana circuiret.E per tale elfet-
operarono prodigi come corpi de'Santi i to erano gli altari staccati dal muro, co-
che aveano toccato e lo prova Rinaldi , me vedono isolati in tutte le chiese au-
si

all'anno 55, n.''i2 e altrove. Che la sles- liche, ecostumano greci, all'altare de* i

sa virtù fu comunicata a' Fiori a altre co- quali però non è lecito alle persone lai-
se che toccavano i corpi de'Santi, lo dissi che di accostarsi. I Crocefissi e le ss. hit-

nel voi. LXXI X, p. 1 7 I ; e cosi la polvere ni agini {f"^.), nuche alcune le sagre statue,
che si formava sui medesimi, come rilevai delle chiese, nella settimana di Passione
nel voi. LXXI,p.
70. \\Brandeuin,o Pai' e nella Settimana santa [f^.) si cuopro-
Unni, o Santuarium, è un nome usato da- no con veli o cortine di seta paonazzi e
gli sciitlori della bassa latinità per signifi- neri. Nel /^Vrterr/) (/'.) sante il Crocefis-
care un lenzuolo di seta odi Imo, nel qua- so della Cappella pontifìcia fin dal pre-

le si avviluppavano i Corpi /le Santi e cedente mattutino ècoperlo di velo nero


le loro Reliquie (/^.), e questo nomeda- di seta; io diverse chiese si usa il paonaz-
vansi a' veli e pannilini co' quali tocca- zo. Però nella precedente mattuia del
vansi le medesime ss. Reliquie. Imperoc- giovedì santo nella cappella pontificia la

ché notai in più luoghi, aver dichiarato Croce dell'altare e il quadro di questo so-
s. Gicgorio del Sgo, che al suo tempo,
I no coperti di veli bianchi nelle chiese la :

e anco 5o anni prima di luì, non si to-


i sola Croce è coperta di velo bianco, a cui
glieva nessima parte dal corpo i\e:^ Mar- si sostituisce il velo paonazzo o nero, do-

tiri o altri Santi; t che quando si voleva po vcsperi e quando il celebrante proce-
i

gratificare qualcuno colle loro reliquie, de allo spoglio dell'altare. Fu lunga e con-
invece di mandare le loro ossa, si spediva trastata controversia fra'rubricisti, prima
in ima im pezzo di questi bran-
scatoletta che il decreto che vado a riportare definis-
dei, lenzuoli o corporali, che aveano ser- se il punto, ponendo fine a' dispareri, se
tilo in avvolgere le reliquie o corpi de* la Croce dell'altare nella mattina del gio-
112 V EL V EL
vedi santo debba essere coperta con ve- rio Fortunato; ed Ennodio vescovo Uza-
lo bianco o paonazzo. Alla s. congrega- lense, la cui fedeltàapprova s. Agostino,
zione de'rili fu falla la domanda: Iiujid' racconta d'un velo coli' immagi-
l'istoria
rìlurnitinferia V inCoenaDomini,diim ne di s. Stefano, che portava in ispalla
soh'ììinìs Miss a cinta tur Criix conperta la croce; il quale velo fu dall'Angelo da-
esse debeat T^claìnento Albo ratio/leso- to a Sennodo suddiacono pure Lzalense,
lemnitatis dici , seii Violaceo propler ed attaccato nella chiesa del Santo pro-
Passionis teiupus? Rispose con decielo tomartire vi concorse molto popolo a ve-
de'20 dicembre 1783. Albi coloris de- derlo e venerarlo. Invece delle pitture
bei esse Velimi Crucis Altaris in quo sulle mura delle chiese, un tempo si pre-
A/issa celehratur: Violacei vero Crucis ferì rappresentare le ss. Immagini su ta-
Processionis^et Allaris Lotionis. Dice il vole, onde nascondersi nelle persecuzio-
Piazza neir£'w?f'ro/og^/o,a'2 5 aprile, par- ni , come accennai nel voi. L XXI II , p,
lando delle Litanie maggiori, die ne'ce- 347: per lo stesso fine probabilmente si

remoniali antichi viene riferito, che per estese l'uso di dipingerle sopra i veli. Dis-
la peste che afflisse Roma sotto l'elagio si di sopra, che col capo scoperto i mini-
11, in esse siusavano Croci nere, ed il stri del culto devono celebrare i santi mi-
popolo vestiva con abili neri, e le Croci steri, tranne molli orientali, i quali credo-
degli altari si coprivano con veli neri in no più rispetto tenere il capo velato; quan-
segno di mestizia e di penitenza pertiin- to al comune de'fedeli, nella Chiesa pri-
la strage di persone. Cosi pure paravau- mitiva s. uomini ne*
Paolo decise che gli
si gli altari tulli di nero per l;i meilesiina sagri templi Preghiera
debbano fare la
cagione, come si ha dal Durando. Le ss. {V.) a capo e viso scoperto, e vuole che
Immagini che sono in grande venerazio- le Donne (V.) convenendo nelle chiese a
ne, sono sempre coperte da veli o drap- orare fossero velale (le donne giudee (
pi di seta, né si scoprono che per bisogni d'altre molte genti, anche avanti la ve
straordinari e nelle solennità, previa l'ac- nula di Cristo, ebbero in costume d'ai
censione di maggior copia di lumi innan- dar velate, e lo prova il Rinaldi all'anm
zi. In alcuni santuari^ come nelle città di 57,0. 84). Il medesimo Apostolo nella sui
Cori e di Velletri (V.), ^\uax^àos,^ scuo- Epist. i,ca\).i I, a'Coriiili, chiama il veh
prono le immagini miracolose, nella i." Polcslas,ytiv segno della soggezione delh
della Madonna del Soccorso, nella 2.' del- donna: Debet niulier potestateui haben
la Madonna delle Grazie, suonano tulle saprà caput propter Àngelos. Per la me
lecanjpane della cillà. Quando ciòsi pra- desima ragione il velo da Tertulliano, Z?(

tica in alile cliiese, solo suonano le pro- corona mi IJt. ,?ii detto: Hunidilatis san
prie campane. Notai ne'vol. XXXlV, p. dna. Lo chiamò pure Jugu/n, ed elegau
9, e LXXV, p. 204, che costumarono i temente , Honorigeram nolani virginl
primitivi cristiani^ alle porte delle chiese tatls. Il Buonarroti neW Osservazioni so
ch'erigevano in onore de' ss. Martiri, di pra i vasi antichi di vetro, tratta dei velj

appendervi alcuni veli, ne'quali era dipin- portato in capo dalle donne secondo 11

ta l'immagine o descritto il nome di quel prescrizioni dell'Apostolo, e dice che prò


Martire al quttle si dedicavano; e che ne' babilmente fosse lo stesso di quello eli

veli altresì si dipingevano le ss. Immagi- gliuomini nel tempo dell'orazioni tene
ni d'appendersi nell'interno delle mede- vano solamente sulle spalle. Si disse Do
sime chiese, onde venerarli. Narra Rinal- inenicale {V.) il velo col quale ledono
di all'anno 3g2, n.° 5&. Dell'uso de'veli si coprivano il capo nel ricevere la sj

ornati di sagre Immagini, chiara teslimo- Eucaristia: altre opinioni ponno vedere
uiauza Qc rendono s. Paolino e Yenau- in lulc articolo, lu Africa, al tempo di Tei'l
-

V E L VE L ii3
tiillinnnje donne andavano alla chiesa ve- vergini. p. Claudio Delle domenicano
Il

late: fu permesso alle zitelle di andiirvi nella sua Storia o Antichità dello stato
senza velo. i\Ja Terlulliano sostenne ch'e- monastico e religioso, Parigi '699, trat-
ra quello un abuso, e scrisse il libro De ta del velo delle Religiose (F.) e ne di-

Fìrgitiibus vclandis. Coloro i quali ne stingue 5 sorti: cioè il velo della Profes-
prendevano la difesa pretendevano che sione religiosa (^ •), il velo di consagra
un tale onore fosse dovuto alla vergiui- tione, il velo di ordinazione, quello di pre-
lìi; che caratterizzava la «aiutila delle ver- latura, e quello di continenza. Un'altra
gini ; che essendo riinarcabìli nel ten>pio opera sullo stesso argomento già era sia-

ilei Signore , invitavano così gli altri a la pubblicala nel 1680 a Lione e intitola-
imitale il loro esempio. Però Tertullia- ta: Del velo delle religiose e dell'uso di

no non accettò si (latte ragioni: dove avvi esso. Lo scopo dell'autore è di dimostra-
gloiìa, dice egli, avvi vanità, interesse, re che il velo delle religiose non dev'es-
debolezza, aiFeltazione ; ora la verginità sere chiaro e trasparente, ma fitto e tale

atTcttata è la sorgente di tutti i delitti. che possa nascondere il viso della perso-
Clemente Alessandrino voleva che le zi- na che lo porta. Il velo di professione è
telle dovessero portare un velo in chiesa quello che si dà alle religiose quando pro-
come le donne maritate, e ciò per non nunziano i loro voti. Il velo di consagra-
iscandalezzare i giusti. In molti paesi le zione è quello cheil vescovo dà alle ver-

litellevanno alla chiesa colla testa coper- ginicon certe ceremonie che non si osser-
ta da un velo bianco e le donne da un ve- vano nella professione ordinaria, e che si
lo nero. In altri usano ridicoli cappelli, i facevano anticamente ne' giorni di Pa-
che deplorai in principio, ed anco senza squa, di Natale, e talvolta nelle feste de-
il velo o portato ad ornatutn. L' abi- gli Apostoli. Si deve notare, che ne' pri-
to antico delle matrone e vedove roma- mitivi tempi della Chiesa di pericolo e di
ne cristiane, era di portare un velo sot- persecuzione, questa consagrazioneanli-
tilissimo rivolto intorno al capo in mo cipavasi nell' età prescritta. Magri poi Il

do di turbante , di che fa testimonianza dice, che secondo Papa la costituzione di


il Piazza nel Cherosilogio, p. 220. Il ve- s. Gelasio 1 e del Sagramentario di s. Gre-

lare le sagre Fergini (F.) si tiene per gorio I, il velo si dava alle vergini consa-
tradizione apostolica, essendo anlichissi* grale a Dio, nella festa dell'Epifania, nel-
IDO rito della Chiesa; la qual ceremonia la feria 2." dopo Pasqua, e nel giorno na-
allude allo spii ituale sposalizio della ver- talizio de' ss. Apostoli; e secondo s. Am-
gine col suo amato sposo Gesù ; ovvero brogio nel giorno della Pasqua di Pvisur-
denota la ritiratezza e verecondia che de- rezione. Questo santo nell'esortazione al-
ve avere la vergine in questo secolo, e la le menzione del rito di loro ve-
vergini fa
gloria e il premio nel futuro. Così il Ma- lazione. Il vescovo dava un anello (in di-
gri. Esso inoltre notifica che le sagre ver- versi luoghi lo si dà tutlora) a quella che
gini in Africa invece di velo portavano contraeva alleanza con Gesù Cristo , ed
alcune mitrelle fatte di lana tinta di por- osservava altre ceremonie,le quali non so-
pora. Oltre detti vocaboli, co* quali fa
i no più in uso che presso le Certosine{P'.),
thiauialo il velo, riferisce quello del Cri- e ne riparlai negli articoli celativi, li ve-
sostorao, Insigne suhiectionisj e quello lo di ordinazione è quello delle Diacones'
di s. Cipriano, il quale chiamò empio e Vedova, le quali,
se (F.), e ne riparlai a
sacrilego il velo col quale si coprivano i dopo una benedizione particolare che lo-
sagrificanli. Il velo è insegna di virgini- ro dava il vescovo, potevano cantare so-
tà, e dice il U inaldi, che le chiese di più lennemente il Vangelo al oiatlutiuo, non
nazioni appresero da' corinti a velare le però Della messa solenne. 11 velo di pre-
vot. xc. „- 8,

ti

ì
fòySemoyib. ¥m.
ii4 VEL VEL
latina o di superiorilà era quello clic (la- ne converti te, che do pò averlo por lato per
vasi i\\Y Àhhcide.sse (/'.) quando si bene- un anno intero non potevano ritorn:ire
dicevano. Sono più di due secoli ihe que- indietro dal santo loro proposito. Vi è
sta ceremonia non sì fa più nella benedi- altres'i il velo di prova ovvero di novizia-
."
zione deli'ahbadesse, cui era unita talvol- to, che si dà alle novizie nel i loro rice-
ta l'ordinazione di diaconessa. 11 velo di vimento, e che d'ordinario è bianco: in-
continenza e di osservanza è quello delle vece quello delle professe è comunemen-
f'^cdove (7^.) , e donne maritate separate te nero, eccettuale alcune religiose spe-
da' loro mariti che facevano profes»sione daliere, le suore converse degli ordini di
religiosa. Sichiamava facilini pvdoris et s. Brunone, di s. Domenico, del Carmine,
honoris. Alcuni hanno creduto ches. Ge- di s. Chiara e d'altre che portano il velo
lasio I Papa del 492 avesse loro proibi- bianco anche dopo la professione, le qua-
to di portare i! velo, perchè leggesi in una li tutte descrissi a'Ioro numerosi articoli,

sua lettera: Fuduas autem velare Poiili- dicendo pure del soggolo usalo da mol-
ficiiin mtilus atlenlct. Ma secondo la glos- tissime monache, che cuopre tutto il col-
sa, Papa proibì solamente a' vescovi di
il lo sino al mento, il velo nero delle reli-
dare velo alle vedove colle medesime ce-
il giose suole chiamarsi di grazia, almeno
remonia con cui egli lo dava idle vergi- di quelle cui fu concesso mentre n'era-
ni nella loro consagrazione. Avverte il ci- no prive. Prendere il velo significa far-
tato Piazza, sull'autorità di Gemma, />e si religiosa. Dicesi velare il con sagrare le

antiqui t. Rilu Missae, lib. i , cap. 2 3, e del vergini e le vedove. Il dare il velo alle re-
Pontificale Romamim, che s' impone il ligiose e ricevere i loro voti, non può far-

velo della professione, tanto aJIe vedove, lo che il vescovo il da lui incaricato. Il

quanto alle vergini, ma con questa diffe- velo non può darlo il sacerdote, nèponno
renza, che alle vergini viene posto in ca- le religiose prenderlo da lui. Altri per pri'

po dal vescovo colle proprie mani, e la vilegio danno il velo e ricevono voli. No i

vedova lo piglia da se medesima dall'al- tai nel voi. LXI, p. io3, che il concilio d

tare, ed essendo presente il sacerdote al- Saragozza proibì dare il velo alle vergin
la professione della vedova, le impone in prin)a dell'età di 4o anni, e coll'autorii
ca{)0 il velo. Anche il Magri parla della zazione del vescovo. Per altro osserverò
diversa specie de' veli per le donne dedi- che fin da'primi secoli della Chiesa, que
cateal divino servizio. lli.°lochiama Ve- sta costumò di ammettere alla professio
Inni professionis, ed è quello che si con- ne di verginità le pie donzelle che senti
cede nella professione religiosa alle vergi- vansi ispirate di consagrare allo sposo oc
ni calle vedove, e per queste colla dilfe- leste con ispecial voto il loro fiore imtot
renza notata dal Piazza. Il 2.°dicesi re- colato. L' età richiesta perciò era, coni
turn consecrationisj e si concede alle sole dimostra l'eruditissimo Tomassino , D
vergini, colle ceremonie e solennità asse- veter. et nov. Eccl. discipl., la slessa eh
gnate dalPo/i///?ca/e_,*questo velo non può secondo le leggi romane bastava a coi
concedersi prima che la vergine sia in età trarre lo Sposalizio, cioè di 12 anni. M
.'
di 26anni;edallora chiamavasi diacones- oltre a questa 1 dedicazione delle verg
sa, perchè poteva leggere il Vangelo al ni, laChiesa riserbava loro in età più na
mattutino. Il 3.° era il Fehmi consecra- tura una "2.' e più solenne consagrazione
iionis, col quale si consagravano le diaco- in cui riceveauo dal vescovo il velo ver
nesse nel 4o.° anno di loro età. Il ^.^ di- ginale. Ne' tempi di persecuzione quest
cesi Feluni prùelatìonis, il quale conce- consagrazione autìcipavasi di più ann
devasi ali'abbadesse. L'ultimo era dello e le caste spose di Cristo fui tifica vansi al

T'dum com'ersionis, che da vasi alle dou- le vicine lolle del martìrio sUingeudo pìi
VEL VEL ii>
fermi a pie dell' altare i celesti loro nodi lora tenuto lutto coperto. Altre seloav-
e ravvalorandoli coli' episcopale bene- volgevano intorno alla faccia , lasciando
dizione. Laonde le vergini cristiane che libero solamente un occhio, per vedere,
già si erano coli." voto sposate in eterno come dice s. Girolamo, aperta facìe^ vix
all'Agnello immacolato, quando le atroci unum oculiini lihcrant ad videndnm ,co'
persecuzioni stavano per prorompere, ar- sturoanza in parte osservata, soggiunge
dentemente bramavano di consumare la Cancellieri, anche a' dì nostri, dalle fan-
loro solcniie oblazione prima di morire, ciulle che andavano in processione vela-

e di maritare alla sperata palma bello e te a prender le Doti (/'.), distribuite da*
fiorito il virginale loro giglio. Le religio* iS'of/rt//z/(de'quaIi riparlai a Università."

se velate e coriste differiscono dalle Con- artistiche) e da altri luoghi pii. Dice an-
verse (T^.J.DeUe velazioni e vestizioni fal- cora , che le donzelle del Piemonte ne*
le da'Papi e da'cardinali, ragionai ne'vol. bassi tempi nell'andar fuori di casa si co-
XLVI, p. 47 e 48,LVn,p.9o,eLXIX, privano la faccia con un velo o altra te-

p. 128, i3o, i34, i35, i4o. Apprendo la, in cui f icevano due buchi , pe* quali
dal Rinaldi all'anno Sy, n.' 89, che il ve- vedevano a guisa di quelle che pongono

lo delle vergini dedicale a Cristo era di sul volto la Maschera (V.)y de'fratelli

né punto trasparente, e so-


tela più fitta, delle Confraternite co\ cappuccio delSac-
levasi benedire dal sacerdote essendo , co (P^-)j' e due altri ne facevano pel na-
biasimali veli radi delle donne. La ce-
i so e per la bocca, come dimostra il V^e-

remonia della velazione facevasi con so- cellio, fratello del celebre Tiziano, nella
lenne rito anche ne' primi secoli della Descrizione degli abiti dell'italiane. Lo
Chiesa, in determinali giorni, e come si slesso dice, che le nobili donzelle di Pari-
suole fare negli sposalizi de' secolari, se- gi non si lasciavano vedere il viso, per-

condo s. Agostino favellando di Deoie- chè lo portavano coperto con un pezzo di


triade nobilissima vergine: f^elationis a- seta o di raso nero; e quando incontra-
pophorcliun gratissiine acccpimusj re- vano qualche parente, si scoprivano per
gali che non si solevano dare se non uè' salutarlo. Confermasi quest'uso dal Bel-
sontuosissimi conviti, e da portarsi a ca- tinelli, Del risorgimento d'Italia, t. 2,

sa. Questa solennità si chiamava nozze, p. 369, ove dice che nel secolo XVII usa-
cioè spirituali con Cristo ; per la
falle vano in Francia di andare in chiesa, a*
qual cosa sono delle da s. Cipriano e da- passeggi e alle visite con raascherelle al
gli altri Padri, adultere di Cristo quelle volto per conservar la pelle delicata, né
che avessero prevaricato. Girolamo E s. scoprivansi se non allorché erano nelle
appellò suocera di Dio la madre d' una camere, e in luoghi difesi dall' aria. Fi-
vergine consagrata a Cristo. Nola Can- no da'primi tempi della Chiesa nelle sa-
cellieri nelMercato, p. iqS, che il con- gre liturgie s'introdusse l'uso de'sagri ve-
tenuto in Toledo nel secolo VII or-
cilio li, e le Oblazioni (/^.) si coprivano cou
dinò che il sagro velo delle vergini fosse un velo, come fanno gli Oblazionari[r,)
di color porporino o nero. Con questo si nella metropolitana di Milano. Chiama-
ricoprivano lutto il volto. Narra s. Am- si velo piccolo o sopracalice quello che
brogio di s. Solere, De horlatione ad copre il Calice (/^.). Dice il Magri qtìe-
virginità lem , lib. 4, p- 33 i, che nella slo velo dinotare l'oscura notte della pas-
peisecuzione di Diocleziano, condotta a- sione del Signore, quando furono istitui-
vanti al giudice, ed essendo costante nel- ti i Di questo velo ragio-
diviui misteri.
la fede, questi ordinò a' ministri che le na il canone apostolico 73. J^as aureunj,
dessero delle guanciate. Ella a tal coman- vel argcnteum, vcl i'eluin saaclificatuui
do scopri inlrepidameule il volto, fiuoal- ncnio ainplius in suiun usum converta t.
ii6 VEL V IL L
Chiama»? Sidnrium (o Sudnriitm) Pe- pistolae, o vicino al corporale ma non ,

plum. Col medesioio velo si copriva la mai sopra. La Palla si ileve porre sul cor-
faccia del sacerdote moribondo e agoiii/,- porale, quando non copre il calice o l'o-
zante; rito praticalo non solo dalla Chiesa stia; alcuni la pongono sul velo ripiega-

Ialina, ma ancora nella greca, come scris- to. E' vietalo d'usare il velo «lei calice, in
se s. Gregorio 1 a s. Cassio vescovo di luogodel pannolino o lavaglielo diesi dà
JNarni, Fpist.
87 in Ei'ang. La chiesa di b1comunicando nel ricevere la comunio-
Lione sebbene lo usa, ha conservalo l'an- ne.Qualche volta ho veduto esposto al-
tico rito di usare due Corporali, uno or- cun reliquiario con insigni reliquie, co-
dinario e l'altro grande col quale copre me della ss. Croce, collocarsi sopra il ve-

Je Oliale [F.) all'oflertorio e all' incen- lo del calice. Il niedesimo ab. Diclich nel-
sazione. Questo velo dev'essere dello sles- l'arlicolo Blessa solenne, esamina se in
so colore e drappo della Pianeta (^ •); questa il velo del calice si debba lasciare
talvolta è d'un drappo più leggero, più sulla credenza. Il suddiacono pollatosi
o meno ornato, ma corrispondente a quel olla credenza e assunto sugli omeri il ve-
paramento. Con esso si copre, olire il ca- lo lungo, si ricerca da' rubricisti , se nel
lice, la Patena, V Ostia e la Palla j si le- prendere il calice per portarlo all'altare,
va all'offertorio, si piega e si colloca pres- debba levare il velo che lo copre, e la-

so la Tabella delle Secrelej indi torna- sciarlo sulla credenza. Il Castaldo e il Ijra-

si a spiegare e si ripone sul calice dopo lion dicono di no. Il Gavanlo poi co' li-

la comunione. 11 eh. ab. Diclich, Dizio- turgisti Baiddry, Bisso, Lohuer e altri di-
nario sacro-liturgieo articolo Patena, , cono di si; prima perchè la rubrica del
dice che il sacerdote per iscoprire il cali- messale non fa alcuna menzione di dettOa
ce, leva il velo con ambo le mani. Il mi- velo piccolo, quantunque faccia j)arte di
nistro poi, se sia chierico vestito di cotta, tulle quelle cose che si debbono portar<

lo piega e non il sacerdote celebrante, co- col calice; e secondariamente perchè il ca-

me vogliono Bauldry, Tornelli, Sarnelli lice senza velo si porta piùspeditamenU


e tanti altri citati dal Merati.Ma il p. Mag- e coprendosi col velo lungo. Il velo lung(
gio nella sua opera eruditissima. De sa- che pone sopra gli omeri dal suddiacc
si

cris Caeremoniis j soslieue il contrario no nelle messe cantale o solenni, e di


dicendo: Cum haec plicatio facile a sa- quelliche compartono la benedizione col
cerdote ipso fieri possit, cimi suis mani- l'Ostensorio e con esso incedono in Pra
bus Velimi aiifert, ministriim hoc one- cessione, ovvero portano colla Pisside i

re liberans, ut celeriiis ampiillas et ipse ss. Viatico, chiamasi Umerale o Onu

ex abaclw sumere, et ad altare dcfer- rate {V.). Neil' Appendice del dotto ri
re queatj quod video ab omnibus obser- cordato Dizionario è il quesito.» l*erchl
vari, nisi aut Sacerdos aliter innuat, si tenga coperta la patena col velo ome
aut veli alicujus ratio idposcere videa- rale dal suddiacono nella messa solenni
tur: nam exceptis aliquibus auctoribus da vivo.^ e ciò non si faccia in quella d

comrnunius, dlii de Velo nihil loculi ju- morto? L'encomiato Diclich per sciogli*
hent, ut tunc a ministro solum ampul- re tale liturgico quesito, per averne poo
lae capiantur. Il qual parere, soggiunge scritto i commentatori de'sagri riti, a dar
il Diclich, secondo il citalo Merali, si de- ne qualche guisa una soluzione all'uo-
in
ve abbracciare nel caso che il ministro po, all'etimologia e origine, credette con-
fosse fanciullo, o incapace a tal funzione; veniente risalirea quella della patena. La
e in tal caso il sacerdote scoperto il cali- riprodurrò senza riferire gli autori che ci-

ce piegherà il velo e poscia lo porrà vi- ta. Comincia eruditamente a dichiarare,


ciuo alia tabella delle segrete i/i conili E- che la voce Patena è presa dall' antica
V E L V E L 117
pnrolii Plnlcna o Pia/ina cio« piccolo , greci usano ancora per patena un gran
piallo atlaltalo a contenere le piccole o- piatto assai profondo. Pertaulo invece di
blazìoiii die sì fanno e che sì distribuisco- trasportar la patena in sagrestìa, ed ivi la-

no. Fu cliiamala anco Palella, Patina sciai la sino al tempo d'usarla, viene cu-
e Patena dal verbo ^7rt/<?o, che sigiiiiìca stodita dal suddiacono, e secondo l'uso di
qiande e aj)erto. Nella chiesa d'Imola è varie altre chiese daun accolito, perchè
una polena d'argento di s. l^ietro Griso- sia pronto a somministrarla quand'oc»
lego, con in mezzo disegnalo un altare corra. Intorno a questo rito l'Amalaria
con Croce, 1' Agnello, e il distico: Quem noia alcune varietà. Nel secolo XII nel
vlehs lune chnra Crucis jamjixit in a- principio della prefazione Sursufn corda,
ra. - Ho stia fit gcntix primi prò labe pa- e dello il principio del canone, ur. accoli-
renti":. Picseiilenienle sono le patene mol- to con fascia al collo portava dalla sagre-
to più pìccole ili 6 secoli prima, luentre stia o dall'armadio la patena, la quale da
sì usavano allora per dintribuir la comu- lui sì custodiva dinanzi al petto, e coper-
nione a'fedelì, ed ora essendo molli i co- ta dalla medesima fascia per esser poi ,

muuìraiidi adoperasi la pisside.' Il diaco- presa alla metà del canone dal suddiaco-
no poi la proenla coli' ostia ,
perchè si no, che scoperta la e insegnava al diacono.
reputa a proposito, che per lo meno nel- In Parigi per tener la patena con più pro-
le messe solenni il sacerdote non offra se prietà, «ili cantore della cattedrale per no-
non ciò che gli conlribuisce popolo dal il me Ohei lo donò un bacino d' argento,
diacono rappresentato. Si leva la patena onde si posasse sino al momento, che per
dall'n ilare dopo l'offertorio, perchè dopo awetlire il populodeirimmirienlecoinii-
loco anni e più fu cretluto più opportu- nioiie,la si dovea mo>)trare ad esso. E nel
no di collocar l'ollerle sopra d'un panno- Micrologo antico <ii Nostra Donna, pure
li no, e perciò ella più «lon serve, che per in Paiigijsi legge questa particolarità, che

frangere sopra l'ostia, e per amministra- ivi si osserva come rito. Un giovane del
re la comunione. Difalti ne' primi secoli coro, cioè, o un chierico in cappa cusia-
della Chiesa si consagrava l'ostia sulla pa- dìsce la patena sopra un bacino finché ,

tena. Sì è poi mutata i' espressione ad , il suddiacono prendendola al princìpio


conficicndtun in ea Corpus Domini N. del Pater noster, la tiene innalzata sino
J. C, diesi usava nel consagrarla, esi po- al Paneni nostrum, per darla al diacono,

se nel Pontificale, confringendum in ea. che la mostra altresì, e al fine del Pater
lu Vienna pure così si osservava, secondo la porge al sacerdote. Giusta il messale di

il messale del iSig; greci però tuttora


i Grenoble involgevasiessa uel velo del ca-
consagrano sulla patena. Il motivo poi per lice, e così involta si lasciava al lato di-
cui non si lascia la patena sotto il corpo- ritto del sacerdote. Si tiene poi così in-
rale, come nelle messe privale, è per ri- nalzata, I
." per esser pronto suddiacono
il

cordare che ne' primi tempi del cristia- a prestarla, 2.° per avvertire fedeli che
i

nesimo poche erano le chiese e numero- s'avvicina il tempo per la comunione. La


se l'adunanze de' fedeli, e perciò copiose ragione mistica per cui il suddiacono so-
le comunioni, e quindi la patena era uti stiene la patena colla destra, sì è per di-
piallo capace di contener quanto era per notare la speranza certa della gloria futu-
consagrare il sacerdote, la quale appunto ra e della vera allegrezza, quando un po'
per la sua grande dimensione veniva ad prima colla siuistra matio trasportato a-
imbarazzar l'aliare. Nelle vite auliche de* veailcalice, simbolo delle passioni di c|ue-
Papi, dello il Pontificale di Daraaso, par- sta vita. Per la medesima ragione adun-
lasi d'un gran numero dì patene d' oro e que sì ommelle nella messa de'defuntì la
d' argento del peso di a5 e 3o libbre. I cereraoaia di sostener la patena, perchè
ii8 VEL VEL
ili questa messa la letìzia si esclude , se- uscire dall'acqua, lo afferma ancora il

condo rAmalatio e il Gemma. Nel voi. Cliardon, Storia de' sagramentl, 1.


1
, lib.

LXXXIII, p. 102, parlai tie'veli, i quali i,cap. I 1), detto pure conopeo, si frappo-
Ile' pontificali celebrali dal Papa si pon- neva fra il sacerdote e il Fonte batlesi-
gono sugli omeri del Sagrista del Papa nu/le, nel tuffarsi in esso le donzelle che
e de'nobili laici, ih.° nel portare coperti ricevevano il Battesimo,as%\s{\le dalle dia-
i sagri J^asi, i secondi nel portare egual- conesse; e forse da questo ebbe origine che
luente coperti i Tasiòe.\ boccale e baci- alcuni Battisteri o Fonti sagri sono co-
le per la Lavanda delle mani, onde ver- perti dal conopeo, come rilevai anco nel
ttjie l'acqua sulle pontificie mani; non che voi. XLIX, p. 7. 11 p. Lupi, Dissertazio-
del velo Fimpa o Plppa (P\) adopera- ni, t.i, parlando degli antichi battisteri e
lo da'sostenitori àt' Triregni e delle Mi- del battesimo per immersione, ragiona
tre del Papa e quanto a quesl' ultime,
,
de'iuoghi ch'erano ne*s. fonti separati pei*

miche de'cardinali e de' vescovi. 11 Mani- le donne. Dice insegnare l'Ordine roma^
polo (F.) ebbe origine da, quel Sudario no, che prima si battezzavano gli uomi>
o velo o fazzoletto che il celebrante
(/^.), ni, poi le donne. Ed il Casali De velC' ,

uDticamente portava al braccio sinistro ribns sacris Christianoruni rilibns, cap.


jier rasciugarsi le lagrime o il sudore; dal S, crede che il s. fonte quasi in due si di-
sudario usato intorno al collo da' Papi, de- |)artisse per mezzo d'un gran tavolalo, e
rivò il Fanone (V.). 11 Fanone, che usa il a questo forse in più battisteri serviva la
Papa ne'pontificali, dal Cancellieri è chia- colonna nel mezzo del fonte, per sostene-
mato velo di seta sottilissimo, a striscia, re cioè un lai divisorio. Soggiunge il p
vergulo di vari colori. Quando il Papa Lupi , almeno si dovevano tirare delle
iie'pontìfìcali fa al trono la comunione a' cortine, per cui racconta il riferito dall'au

cardinali diaconi ed a' nobili laici , due tore della. vita di s. Ottone apostolo del
}>relati uditori di rota sostengono uu ve- la Pomerania, nel far costruire 3 balli
lo lungo di seta bianca con merletto d'o- steri, uno detto mares pe'fanciullt, gli al

ro, per impedire la caduta per terra d'al- tri per le femmine e pegii uomini. Taf
cuna sagra Particola (o de'fiammenli di ta quoque diligenlia, tanta mnndilia <

eisa), come avvenne ad Alessandro VI e honestate Pater optimus Sacramenti ù

Innocenzo X. Il Grembiale o Gremiale peralionem ficriedocuit, ut nihil indeco


(F.) derivò dall'antico pannolino o ve- rum niìdl pudcndum
, nihil unqitatn ,

lo, che il vescovo solennemente parato e quod alieni gentilium minus piacere poi
cedente in cattedra teneva in seno, per set, ibi ageretur. Namque dolia gran
non macchiare colle mani la pianeta, dia valdae terrae allius immergi prat
forse innanzi l* introduzione de' Guan- cipit , ita ut ora doliorum usque ad gè
ti{F.). Chiamasi Onalmeute velo il co- nus liominisj vel minus de terra promx
nopeo o padiglione del Tabernacolo nerent: quibus aqua impletis,facilis e
{f .) e della Pisside {F.), e serve loro rat in eamdescensus. Cor tinas circa di
come di baldacchino, essendo del colore Uajixis columnellis ffunique includi^ l'iH
conveniente all'ufTizio che si celebra. An- oppandifecitj ut inmodum coronac velo
ticamente uu velo o cortina (come dissi undique cappa cingeretur. Ante sacer-
nel voi. IV, p. 219: che le donne nel dotem vero, et coninnnistros, qui ex una
battesimo fossero spogliate dalle diaco- partes adstanles Sacramenti opus explc-
nesse, od altre pietose donne, in tal gui- re habebant, linteum fune trajeclo pe-
sa però che aveano sempre il corpo co- pendii, qnatcnus verecundiac iindiqui
perto, o dall' acrpiu nel tempo nella fuu- proviswnforet, nequìdinepliae, aut tu,

ziuue, d'alcun drappo ali' cullare ed pikidinis nolarelur in Sacramenlo , h


1

VEL VEL U9
honeslìores personac jiiuloris occasione generalizio di s.Maria sopra Minerva ve-
se a ba/ìtixnto suhlrahcrent. Ciim ergo stì r abito di s. Domenico, e fu dichia-

ad sladiuni catechismi lurbae venirent, rato figlio di quella comunità regolare.


sermone ,
qui talibus compctcret , Epi- Percorse con successo la palestra degli
omnes communitcr alLoquens^
tcopiis eos studi ne' conventi dell' ordine, in Peru-
sexumquc a sexii dextrorsuni et sini- gia,Viterbo e Lucca venendo dichiarato
strorsum statuens, catechizalos ol<:o pe- lettore emaestro io s. teologìa. Per la
runxìt j deinde ad paptisteria digredì sua prudenza e virtù meritò d* essere
tnandat. Igitur ad introitimi cortinae preposto a priore dello stesso convento
venientes singuli tantum cuoi patrinis della Minerva circa il i8o5. Occupata
tuis intrabant , slatinique vestcni, qua Roma e lo stato pontificio dagl'imperiali
fuit amictus zV, qui baptizandus eral, et francesi, e nel 1809 deportato Pio VH,
ccreum, ilio in aquani descendente, pa- nel seguente anno dal governo imperiale
trini suscipiebant , et ante facieni suani sciolti tutti gli ordini religiosi, il p. Giu-
Ulani tenentes, txpectabant donec cani seppe M.* dopo aver salvato molli effetti

redderent de aqua exeunti. Sùcerdos ve- di valore del suo convento e chiesa, per
ro, qui ad cuppani staimi, cuni audissct la benevolenza ch'erasi procacciata, ripa-
potius quam vidisset, quod aliquis esset trio epropriamente in Como dovette eoa
in aqiia,velo paulluluni amoto trina im- , pena deporre l'abito domenicano, in forza
mersione capilis illius niysteriumSacra- delle prescrizioni governative. Era allo-
menti perjieit, unctamque liquore chri- ra vescovo di Como il correglioso e con-
sinatis in vertice, et alba imposita,redu- cittadino mg.' fr. Carlo Rovelli, il quale
ctoque velo, de aquaj'ussit exire baptiza- scorgendo nel p. Giuseppe M." le oppor-
iuni, patrinis vestem, quam tenebant, il- tune qualità pel geloso e importante uf-
luni cooperientibus alque deducentibus... fizio di rettore del seminario diocesano,
Ilienie vero in stubis calefaclis, et in a- ad esso lo destinò. Avendo pienamente
qua calida, eodcni nitore, atque vere- corrisposto alla di lui espettazione, anzi
cundiac ohscrvatione, infossis doliis, et procacciatasi la sua particolare affezione,
cortinis adldiitìs , thure quoque et aliis lo volle compagno del suo viaggio a Pa-
odoriferis speciebus cuncta respergenti- rigi, ove Napoleone 7 giugno 1 8 1
I a' 1

bus, veneranda baptismi confecit Sacra- fece aprire l' assemblea de' vescovi che vi
menta". Si può vedere il Zaccaria, Ono- uvea radunati, sotto il nome di concìlio
sniaticon rituale selectnni, all' articolo nazionale, coU'apparente scopo di prov-
Vela, plura hoc nomea sign iJical.K rito vedere a'mezzi di conferire l' istituzione
antico di coprire con veli preziosi le Cat- canonica a' vescovi da lui designati per
tedre vescovili (^.); cosi le Sedie del le sedi vacanti, ma in sostanza per de-
Papa{F.). primere la s. Sede coli' autorità de'con*
VELZl Giuseppe Maria, Cardinale. ciiii. Fallito questoproponimento, a' io
Da onesta e agiata fdiniglia nacque in Co- luglio l'adunanza fu sciolta, e mg.' Ro-
mo 1*8 marzo lyGyjCdeducatoalla pietà velli poco dopo col p. Giuseppe M.' si re-

e alla buona naorale, fino da'suoi teneri stituì alla sua sede. Nel 1819 morì il
anni palesò inclinazione virtuosa, amore prelato, e siccome gli ordini religiosi era*
alio studio, uou comuni talenti, non che no siali ripristinati da Pio VII, il p. Giu-
indole dolce e gentile. Cliiamato da Dio seppe Maria riassunto nei passaggio per
alia vocazione claustrale, scelse il cospi- Firenze il diletto abito domenicano nak
cuo ordine de* predicatoli, ondo profes- 1 82 I jportossi a Perugia ove fu fatto pro-
sarvi i voti religiosi. Portatosi a tal effet- procuratore generale.IndiritornòaRoma,
to in Uoma verso il 1783, nel convento ov'era pro-vicario generale e procurato-
lao VEL VEL
le generale efFeltivo dell' ordine il p. m. del Piemonte e delle Marche. Intanto ac-
]'ioMaurizio Viviani, la cui 2. 'carica fu cumulandosi in lui per la propensione e
tosto pienamente a lui attribuita, e co stima che ne faceva Leone Xll varie gra-
me tale già lo leggo uelle Notizie di Ro- vi consultorie, nel 1828 rinunziò al vi-

ma del 1822. Trovandosi nel declinar di cariato dell'ordine, per meglio attender-
selleaìbre 1823 in Napoli per recarsi vi. Se il suo bel cuore fu nel 1829 addo-
qnal visitatore nella provincia di Sicilia, lorato per la morte del gran Pontefice,

fu elevato alla cattedra di s. Pietro il in breve si rallegrò per l'elezione di Pio


Papa Leone XI I, il quale per rinunzia Vllljche non solo non fu inferiore al pre-
del p. Viviani lo dichiarò vicario gene- decessore nella estimazione che ne faceva,
rale dell' ordine. Nondimeno a'5 novem- ma I' onorò sempre di particolare amici-
l)ie passò in Palermo e visitò i conventi zia. Rallrislatoassai presto pel decesso del
dell'isola di Sicilia, e nel marzo 1824 Papa, il suo dispiacere venne ben ricom-
fece ritorno a Napoli, indi nel maggio si pensato nel i83i all'assunzione nel so-
ii[)orlò in Roma. Questa visita fu vera- glio pontificio di Gregorio XVI, die riu-
mente trionfale, per 1' universale acco- niva in se le benevole inclinazioni,la stima
glienza ricevuta di venerazione e di ono- e r amicizia de' due antecessori in pecu-
rificenza, non meno da'convenli che dai liar modo verso di lui. Essendoli p. Giù-
luoghi e dall'autorità ove esistono. Nella . seppe M.' benemerito del suo illustre or-
stessa Napoli fu favorito con predilezione dine, consultore del s. ofTizio, dell'indice,

da' ministri Medici e Tommasi, e dal de's. j'ili, della correzione de' libri della
principe e principessa ereditari poi re chiesa orientale, dell' indulgenze e s. re-
Francesco 1 e regina isabella, ed quali i liquie, esaminatore de' vescovi in s. teo-
giovarono a superare tutti gli ostacoli; logia, e convisitatore della s. visita apo-
il resto r operò la sua UD)aua e lodevole stolica, come ricavo dalle Notizie di Ro'
condotta, che provocò goduti festeggia- i ma, Gregorio XVI si determinò a pre-,

menti. Nel selten)bre 1825 rivide la pa- niiarne i meriti ed i servigi prestati alh
tria e i propri fratelli, nell' occasione di 8. Se(\e. Nel concistoro de'2 loglio i833j
visitare i conventi di Bosco, di Torino lo preconizzò vescovo di Monte Fiasco^
e di altri, come di alcuni delle Marche nee Co/vzcio, edopo aver enumeralo neli
nel ritorno a Rou)a. Per le singolari sue la proposizione concistoriale gli uOìzi da
doti,saggezza e maniere conciliative, Leo- lui egregiamente esercitati, gli fece que-,
ne Xll trovò opportuno di destinarlo vi- sto elogio.»» Vir summa doctrina, gravi-
sitatore apostolico de' conventi e case di tate, prudenlia, rerumque omnium eXi
Roma de' rispeltabiti ordini de' carme- perientia singolari praedilus ; dignus
hlani dell' antica osservanza, de'minori proplerea reputalus qui praefali's Lede-
osservanti, de' minori conventuali, dei (Monte Fiascone e Corneto) in Epi-
siis

hurnabili, e de' minori cappuccini, per scopum praeficialur". Inoltre nel mede-
diverse occorrenze; quindi nel 1826 lo simo concistoro avendolo con altri creato
juomosse alla ragguardevole carica di e pubblicato cardinale dell' ordine de'
Maestro del s. Palazzo apostolico (F.J, preti, nell'allocuzione stampata, come la

the funse con pubblica soddisfazione e proposizione, gli rese questi ulteriori en-
j)lauso, avendo a cooperatore il rev." p. comi.» Alter per omnesoQlciorum gradui
Domenico Butlaoni, ch'egli scelse per ad praefeclurara ordinis sui jure optimo
compagno e socio anco a insinuazione del eveclus dignus a Nobis, uti a Decessori-
Papa e poi l'ebbe a degnissimo successo- bns Nostris, habitus est, cujus fldes, pru-
re, ed il quale l'avea accompagnato con dentia, doctrina, zeluscathuiicae ìnlegri-
fcuccesso nella visita di Sicilia, ed io quella talis ad librorum censuram adhibere-

1
VEL V E N lai
Ijir; ad muniìs nimiium eo graviu*, ac Mentre il cnrclinale con paterna solleci-
jaboiiosiis, quo niagis in liac saeculi pia- Indine governava ledue diocesi e veglia-
vitale scriploriini perniciosissimoruiu u- va nH'iiicremenlo del seminario, il n. gS

bique intiiidat colluvies. Quem prople- <St\ Diario di Roma del 1 836 pubblicò
rcii, neiUini ob alia siojul egregie accii- l'infausta notizia,die in Monte Fiascone
rata buie niuneri aduexa motnenli ma- a' aS novembre ad ore «5 era maucato
xiini negotia, de religione ac de re publi- di vita il cardinale (di mal di fegato non

ca oplinie ineritum bonore boc bone- conosciuto), munito di tulli icouforlidi


slanduni censuimus". L' allocuzione si nosira s. religione, in elùdi 70 anni non
Ugge nel n," 57 del Diario di Roma del compili. Oltre altre lodi, ivi si legge: » Lo
ìH3ì,eiìc\Uull. Hom.coiìt.yi. ig.p.i i 3. scio pastorale, 1' illibatezza de' costumi,

ludi il l'iipadopo avergli dato il cappello la giustizia e l'amore verso gl'indigenti,


cardinalizio, gliconferi pel titolola chiesa furono le che rendono
principali virtìi,
di S.M.' sopra Minerva, lu annoverò alle veneranda la memoria del defunto vesca-
congiegazioni del s, olljzio, de' vescovi e vo e porporato. Nella cattedrale gli fu-
regolari, dell'indice, e de.lla disciplina re- rono celebrate solenni esequie, intli il suo
gulare, e Io fece protettore del comune di cadavere, secondo la ilisposizione del tle-

Giotte ili Castro. Tra le dimostrazioni fon lo, fu trasportato nella celebrecbiesa
di pubblica letizia die videro la luce del- di s. Maria della Quercia de'domenicani
le stamce, per celebrare la duplice prò- presso a Viterbo, ed ivi venne sepolto con

mozione, ricorderò quella del rinomato onoriHoa lapide nella cappella del suo pa-
lipogralò Annesio JNobili, il quale con tiiarca s. Domenico. Il Papa ne fu assai
dclcar-
bflla epigrafe glintitolò la f^ila rammaricato, e con lui tutti quelli che
dinal Pietro Lembo, cominentario che lo riverivano egli erano affezionati siii-
esposto in Ialino da mg.' Giovanni del* ceramente. Bello e maestoso nella perso-
la Casa, fece pure vullare in italiano dal na, nel suo volto traspariva il suo nobi-
cb. Giuseppe Ignazio Montanari. ÌN'e'vol. le, franco e gentile animo, per eccellenza
]^IV, p. 6, e XV 1
1, p.i 53, narrai come coilesissimo, cordiale e manieroso nel
Gregorio X\l nel i835 portandosi a tialto. Mi vanto d' averne anch' io spe-
Ci\ìta Vecchia vi si recò ad ossequiarlo limentata la sua benignità, degnandosi
il cardinale, accolto amorevolmente co- riguardarmi con particolare deferenza,
me quello che gli era tanto carissimo, e Terciògodoin rendere qui un pietoso Iri-
lo condusse seco nella gita che per mare buio d' ammirazione alla memoria del-
fece sul battello a vapore il ]\lediteira- l'esimio porporato.
lieo al porto dementino per visitare le \Y.^ i\Y^O ( Feiiafran).C\\.\.Vi con re-
saline di Corneto. Raccontai pure, che «idenza vescovile del regno delle due Si-
tornato il cardinale a Montelìascone, e cilie, nella provincia di Terra di Lavoro,
sentendo che il Papa avrebbe visitata distretlodi Ì-'iedimonte,capo!uogodi cau-
r altra sua sede di Corneto, vi corse a Ione, distante 4^ miglia da Napoli, e i5
tributargli la sua alfeltuosa venerazione, dal mare , sede della regia giustizia. Il

recandosi a incontrarlo circa due miglia Caslellanoladiceposta allefaldedelMon-


lungi dalla città, fallo ascendere da Gre- le Cassino e lungi 1 1 leghe al nord di Ca-

gorio XVI nella propria carrozza. Ac- seria. Trovasi nel sito più mediterraneo
compagno il Papa nella cattedrale e ne* dell'antica Campania, in clima buono e
stabilimenti che onoròdi sua presenza, e placido , alle frontiere del Sannio e del
poi ebbe la consolazione di riceverlo nel Lazio, sul corso della via consolare che
proprio episcopio, facentlolu servire in da Napoli conduce agli Abruzzi. Una val-
un alia iua corte di Dobiii riufreichi. le piaui^alma ael perìmetro di >o e più
,aa VEN VEW
miglio sembra che la coroni per ador- muri e antemurali, riattati nel lyoS, e
narla: nel recinto ile' monti si osservano colle porte al Mercato, Portauova, lifit-
\ari paesi , ì di coi naturali scendono a ta ueliySo, Portelluccio, e F^ortagugliel-
collivarvi le fertili terre. Il lato orientale mo così detta dal giudice di tal nome, e
della vallee placidamente bagnatodalgià corte della bagliva sedente. Coll'aggiunla
rapido Vollurno, che può dirsi il natu- poi del borgo, altro muro colla porta Ro-
rai confine tra la Campania e il Sannio, mana vi fu costruito. La città nel 1437
precisamente dove un magnilìco ponte fu giunse al punto d'essersi posta nello sta-
niodernamenle costrutto. Le falde del to di gagliarda difesa. La bella cattedra-
monte imminente, ch'è suo nord, reg- il le pare innalzata sul materiate rovinato
gono gli edifizi della città, sorti dalle ro- di qualche tempio gentile, forse della dea
vine di varie e[)oclie: ui\ tempo venafra- i Bona. E costruita a 3 navi, con decora-
Ili ahilarono anche il colle. Nel sito più zioni miste d' una architettura di gusto
basso scaturiscono limpidissime acque, gotico, e di riparazioni de'bassi tempi. E-
leggerissime e fresche da vari punti , e «ternamente apparisce un ri n vestimenti
formando il fiumicello detto di s. Barto- di pietre, che senza dubbio altre volte fé*
lomeo, e quindi del Sesto sotto le Penti- cero parte de'roinani monumenti, e nelle
iie, vatuio ad unirsi a quelle del Voltur- tribune si ravvisano avanzi di fregi, capi-
no. Rallegrano anche la vista, e animano telli di bassorilievo e iscrizioni dell'accen-
talune macchine idrauliche. Dal mercato, nala epoca. Venne dedicata a Maria As-
il di cui largo è fatto dal ripiano d'alio sunta in cielo. Questo primario tempio
muro, conte dal punto di vista,
piìi bel soggiacque alle tante rovine della città, e
Bcorgesi la ampia pianura, in
sottostante l'ultima fu pel terremoto e incendio ri-
cui i venafrani prendono la miglior por- cordati del 1349 e i356. Ricostruito, in
zione; ed ivi presentaci a poca distanza seguito si fecero altre rinnovazioni, e l'ul

l'antico anfiteatro, oggi ricetto d'armenti. ti ma per l'incendio avvenuto alla sagi'<

Dall'ospizio poi riguardasi la città a gui- stianéh8o4- Venne di nuovo solenne


sa di spazioso colle rivestito di case, tra mente consageato da mg.' Slabile a' 2.
le quali riluce quella del re. 1 fieri contagi ottobre 764. Spiccano in esso co'marti
1

e gli orribili terremoti del secolo XIV, ro- dell'altare maggiore, preziosi arredi sa
vinarono Veuafro,massiine nel 1 349,colla gri. Fra le varie cappelle sfondate vi

morte di 700 persone. Per coiaio di scia- quella del SuiFragio co' privilegi aanes
gura 8 anni dopo il re Lodovico marito pe'defunti; e quella del ss. Crocefi«o, l

iliGiovanna la fece incendiare alla sua


I cui altare furono aggregati parecchi b<
piesenza. Avutone il dominio Maria du- nefizi semplici di padronato. Vi è pur
chessa di Durazzo, sorella della regina, a- l'altare de'ss. Nicandro, Marciano e Da|
iiimò i superstiti cittadini a rialzare l'a- ria martiri e protettori di Venafro, o pr<fl
bitazioni nella parte attuale, dove meno priamente del ss. Corpo di Cristo, in cui !

il terremoto e l'incendio erauo prevalu- una volta riponevasi la ss. Eucaristia e ,

li: di più fece foggiare il così detto Castel- accosto gli olii santi, eretto dal vescovo
lo, ampliato poi da altri baroni, e Tor- la Mancini eoo benefizio sotto quel titolo.

re a! mercato ,
dove indi si amministrò Il Viatico di là partiva associato dalla
la giustizia. Vicino vi fu eretto il pubbli- confraternita istituitavi dopo il detto teni-i

co sedile, a'nostri giorni convertilo in cor- pò , a causa delle rovine in mezzo allei

po di guardia. Inoltre la duchessa, bene- quali era riaiasto il duomo isolato, che
merita del misero avanzo della gente ve- perciò trovasi distante dall'abitato. Nel
iiafraoa, coli' opera loro fece cingere la I 5o3 a cagione della peste, per l'urgen-
rinata città a guisa della primiera con ze degli spirituali bisogni iu tempo di uol-.
V EN VEN ia3
le, viilesi pericoloso 1* aprirsi una cliiesa ne. Hanno l'insegna slessa, differente nel-

in cainpajiiia ,
per cui coU' oblazioni tle* le fodere delle pelli d'armellino cineri-
fetleli, e coH'opera del vescovo e ilei ca- cio , e della seta di color violaceo. Per
pilolo nel 53 5 vi
I fu aggiunto un cappel- indulto d'Innocenzo XI ponno delegarsi
lone, e permessa la porla al eli fuori col- 8cand)ievolmente nelle parziali incomben-
l'altra al di dentro, per comunicare col ze, l due ultimi assistono nelle solennità
duomo. Di là eslraevasi sagrauienli e sa- I dignitari, ed essi nelle messe cantate lo
gramentali, e i canonici sin d'ullora usa- sono da'canonici soprannumerari, che ap-
rono di celebrarvi le funzioni sagre nel- partengono al 3.° ordine. Questi al nu-
l'inverno. Quindi un venafrano della fa- mero di 12, talvolta di 9, sono eletti tra'

miglia Buve lasciò la sua casa nel centro chierici figli di cittadini, da'prebendati e
dell'abitato da convertirsi in chiesa sotto confermati dal vescovo. Insigniti con al-
il medesimo, ampliata nel i65o e
titolo muzia paonazza fregiala d'armellino, fan-
rinnovata da' fondamenti nel 1790, che no un sol corpo col capitolo, partecipan-
per essere più comoda fu sostituita all'u- do egualmente della massa comune, del-
to indicato, riserbalo però il duiltoalla le distribuzioni quotidiane ed'allri incer-
cattedrale del i." battesimo nel sabbato ti; eccettuati i funerali, dove dividesi il

santo e in quello di Pentecoste. E' dun- provento per graduazione. Non hanno
que chiara la dipendenza di questa chiesa voce né attiva, né passiva, bens'i la sepol-
dalla cattedrale, quantunque non sia u- Compete lo-
tura co'prebendati comune.
nila neir amministrazione. Tre ordini o ro perimmemorabile costume il diritto,
siano 3 diversi celi di canonici trovansi confermato nel i532 da Clemente VII
da tempo immemorabile addetti al duo- con bolla, d'essere assunti allei 4 preben-
mo, e tutti amaionlano a4o. Ili.° è quel- de che vanno a vacare^ detti perciò Espct-
lo de' 18 prebendati, inclusi i 3 dignitari, tanli , perchè expectnnt Praehcmìam.
cioè l'arcidiacono, a cui è addossata la pe- l'riraa per anzianità ascendevano, senz;i
niteiizieria,e i due piimiceri(regolalori del il bisogno di nuova bolla , e il capo del
canto dtl coro) e che presiedono alle 3 capitolo dopo l'esequie d'un defunto pre-
settimane alternative; il canonico teolo- bendato investiva col solenne possesso un
go che siede al suo stallo fisso, e il deca* espeltante e col privilegio d'ozione; ma
110 che tra'canonici siede il i.° dopo le di- siffatta usanza rimase in parteabolita sot-
gnità. Godono l'insegna di seta di color to il cardinal Grimaldi vescovo; e sebbe-
coccineo con cappuccio, pelli d'armellino ne il Tridentino soppresse simiglianti a»
bianche, e cappa magna o breve secondo spettative, pure per decreto della s. con-
i giorni, perconccssione di BenedettoXI V gregazione del concilio fu nel i6()3 di-
nel 1 743, mentre sino a quell'epoca si era chiarato non essere stata abolita quella
tenuta di altra foggia. Quel Papa nel bre- di Venafro che rimase tuttavia fino al
ve fa un bello elogio della chiesa Vena- i8oi, in cui vi fu qualche altra modili-
frana, e la repula degna d'esser posta nel cazione per regio placito. La topografìa
rango delle prime e cospicue del regno. 11 della cattedrale fa sì che l'ore canoniche
a.° ceto è quello de' i o canonici ebdoma- per indulto speciale e antica costumanza
dari, prima c), che alternativamente assi- si soddisfano quotidianamente tutte di

stono erinlonano ne'giorni fe-


all'ullizio, mattino, ad eccezione de'giorni solenni e
riali è domeniche meno solenni, cantano quaresimali. Prima le parrocchie erano
la messa conventuale pe'benefattori, e sie- 13, ora ridotte a 6, ma con doppio tito-
dono negli stalli medesiuìi dopo preben- i lo, per essersi diminuito il numero degli
dati, senza far parte del capìtolo , dove obitanti, prccisanieute per i vari contagi.
liou hauDO uè voce, né &epolturd couiu- Alla cura e direzione dell'auiiAe suou ap-
.7.4 y^^ V E It

jiosilamenle deputali 6 parroclii. E" os- ro in dello anno, e l'Ughelli registra l'in-

se rvabile il leiiipio deirAiiuuiiziata, com- clusu)ue della reliipiia ali 344), uon che
posto d'u>ia gran nave con cupola e cain- la reliquia esistente nel petto della statua

jianile, e coll'organo eli molto pregio. An- d'argento del santo, da d. Antonio s. Bar-
che (luello del ss. Viatico col suocaiupa- bara donata alla città , che vi contribuì
Dile, olire altri. De'distrulli templi, se oe 5oo ducati, mentre egli nel i6g6 ve ne
legge la memoria nella bolla d'Alessan- avea speso 800. Nel 1780 il vescovo Sta-
dro III, di cui alla sua volta parlerò. Il bile dal cranio tolse delle reliquie pel
monastero delle Clarisse, insiemeaila chie- principe di Nicandro e per alcuni cit-
s.

sa hen tenuto, e in cui la religiosa esem- taduti. In tulli tempi si è creduto da'
i

plarità vi fiorisce fu fondato nel i657 , veuitfrani, che dalle ossa de'ss. Protetto-
per opera d'Ippolita Valletta, e da altri ri scorra un sagro liquore , detto man-
pii testatori dotato. Le n)onaclie prendo- na , del quale sonosi sperimentati mira-
no interesse al l'educazione delle ci vili don- bili elFetli. Sino al detto 1808 in Vena-
zelle.Questo monastero è superstite alla fro vi sono stali altri conventi. Quello de'
deplorabile soppressione del 1808 degli coiiveutuali di s. Francesco d'Asisi fonda-
altri istituti religiosi. Nel convento de' to dal medesimo santo: la volta della chie-
cappuccini, introilolti aeìiSZ'j, la città vi sa per l'irregolare costruzione cadde nel
esercita i solili diritti, e vi sono allevali terremoto del i8o5. Vi si venerava la

ultimi religiosi. Il buon locale anticamen- bella statua dell'Itumacolala Concezione


te accoglieva i basiliani, quando già esi- proteltricedella città, trasferita nella con-
steva la basilica, e vi rimasero sino alla tigua chiesetta. Il convento degli agosti-
fine del XV secolo (uflìziando essi la chie- niani eretto prima dov'è l'orto detto s. A-
sa de'ss. IMarliri in Napoli, convertita poi goslino vecchio, e quindi dentrodella cit-

in s. Patrizia, ed ulliciando con rito greco, tà circa il I 5o8. Quello de'caruielitani ac-
in tale idioma ne trasportarono l'ullìzio), costo alla cattedrale, ov'era stata colloca*!
donde derivò la prepositùra di s. Nican- ta nel 1702 la famosa biblioteca dal pri
dro, conferita poscia a'reltori per lo più niicero De Bellis, che non senza dolori
cardinalijCoineMag ilotli, Cantelmi,Bou- venne dissipata. Gli alcantarini france
compagni e altri, insieme alla badia di s. ecani nel 1 758 si stabilirono nella villa de
Croce, in ajipresso aggregate al seminn- De Bellis, da questi destinata a tale usoj
rio. I cappuccini custodiscono la basilica Successivamente per reale munificenza e

de'protelluri i ss. Nicandro , Marciano e colle limosine civiche si formò un ampia


Daria martiri, corpi de'quali si venera- i locale,dove i frali ilimorarono pochi anni
no sotto l'altare maggiore in una gran cas- finché fu convertito in ospizio e spedale
sa di pietra, la cui festa celebrasi a' 17 civile e militare, anche pel ristabilimento
giugno. Da essi furono tolte varie reli- degl'infermi, e sostituito all'altro del bor
quie, die si venerano nella metropolita- go, ch'era stato già rinnovato. Vie il se»

na di Capua, nella chiesa abbaziale di minarlo per l'istituzione de' chierici ;


Monte Vergine, nella cattedrale d' Iser- due pubbliche scuole per ambo sessi i i

nia, anzi la proposizione concistoriale di separati locali. Il primicero De Bellis del


questa ciiiesa dice: Inter quae corpus s. le scuole fu il benefico fondatore nella prò

IVicandri rnarlyrìs ipsius civitatis pa- pria casa. Perchè vengano onestament
troni deceiiter assen>altir. Certo è che collocate in matrimonio le donzelle in
in Venafro dalla cassa fu estratto il cra- digenli e le orfane, non avvi pio luogo eh
nio di s. Nicnudro, che il vescovo de Co- non concorra ad estrarne in sorte auuual
reo nel I 340 fece incastrare in argento mente un dato numero, con contribuire
(cioè Barbalo da Sulmona eseguì il lavo- corrispondenti sussidii> di cui partecipa
,

V E N V E N 1 2 7

noczinmiio le vedove. Il principale bene- li e fortificazioni. Si celebrano il figlio di

lieo slabiiimento è 1' ospizio, e non può Alio, qualecredulo fondatore tiella città.

dirsi nbba'ilnnza quanto debbano n que- Licinio apporiatoie piin»iero «legli olivi

st'asilo deirinforlunio l'umanità e la re- liciniani in Venafio. In Venafro sionoia


ligrone. Vi è il legato utilissimo delle sSk la memoria d'Augusto con essa tanto be-
Missioni per ogni sessennio. Perolièilde' nefico, e di quanti ne seguirono l'esempio,
ro venga esercitato nelle materie die lo come de'Cosmiani, de'l'elici, degli Avio-
riguardano , ogni donìeiiica il canonico ni Giustiniani ealtri. Secoiidoalcuni scrit-

teologo fa la pubblica spiegazione della tori , come del Corsignani nella Bcggia
8. Scrittura; e nel giovedì vi sono l'acca- Blarsìcana, si vuole \enafiano s. Ormi-
deiuie de' casi morali o liturgici , le cui sda Papa del 5i4>e cl^*^ soltanto origina-
questioni sì propongono dal prefetto del- rio o nativo di Fr osinone [F.) fosse il

la congregazione de'preli di s. Angelo Cu- di lui padre Giusto. Papa s. Silveiio del
stode. A tale congregazione spetta il soc- 536 figlio per legittimo matrimonio di*.
correre gl'infermi sacerdoti indigenti, se Ormisda, dicesi di Prosinone o di Atella,
ve ne sono: alla niorte d' un confratello, ovvero di Troia, o fors'anco nato nel rio-

ciascuno celebra una messa per esso. La ne Campo Troiano di Ceccano, perchè e-
confraternita del Purgatorio cura il ben ziandiodi lui sono discrepanti gli storici

luorire degli agonizzanti col n)ezzo di 3 nello stabilirne la patria. 1 venafrani ve-
cappellani. I sodalizi diretti ad unire con nerano per loro concittadino s. Ormisda,
vincolo più stretto di amore e carità i fe- e già le immagini di lui e di s. Silveiio
deli, aiììne di destare l'emulazione nelle si vedevano nell'inlernodella porta gran.

pratiche virtuose e ne'religiosi esercizi, so- de della cattedrale, coperte ilall' organo
no 4: qnello di A. G. P. o de' Vatlenli ivi dal coro trasportato. Di più nel 1730

fondalo nel 385; di s. Nicola di Toienti-


i {innovandosi la porla nuova, vi fu uell'a-
no,e di s. Antonio di Piidova, istituiti nel- pice effigiato s. Ormisda, ed il priinicero
la mela del secolo XV, ed eguali di prece- De Bellis insieme ad un benefizio di suo
denza; di s. Sebastiano, die si |)relende padronato sotto quel titolo, ne introdus-
più antico de' precedenti. Le confrater- se anche la solenne festa a' 6 agosto nel
nite ilei ss. Viatico e del Prosarlo, poi u- propiio altare nella ehiesa di s. Sebastia-
nile alla pubblica beneficenza, pare die no. Un Giovanni da Venafro a'tempi del-
siano cessate; mentre la nuova congrega- l'imperatore Federico 11 fu giustiziere di
zione di s. Spirito ebbe tosto buon ef- Terra di Lavoro. Giacotno Montaquila
fetto. L'indole de'circa 4ooo abitanti è canonico o arcidiacono della patria nel ,

dolcissima, laboriosa eattiva;rivolli prin- 1 4 8 vescovo d'Isernia. Si vuole della fa-


1

cipalmente air agricoltura a cui li trae miglia de'Normandi, al pari di Gugliel-


l'estensione del territorio tutto fruttifero. mo Antonio e Nicolò fiatdli, a cui il re
,

Le e meccaniche vi sono e-
arti liberali Roberto concesse nel 328 la giurisdizio- 1

sercitate. Sitengono 3 fiere triduane ne' ne della bandiera per Venafro, a'casali in
prin>i 3 mesi dell'anno, ed altre duea'24 tempo di fiera. Fu ancora discendente lo-
giugno ed a'29 settembre. All'ammini- ro quel Guglielmo di Rinaldo, al quale
strazione municipale sono riuniti con co- la città di Venafro donò neli335il ba-
mune interesse Cippagna, il villaggio di ronaggio diRoccapipirozzo.il vescovoGia-
con Casamatteoe Noci. In Venalio, an- couio caro a Martino V, consigliere d'Al-
tidiissima e celebre città, sempre fiorirò- fonso V e Ferdinando I, nel terremoto ile'

uo molte nobili famiglie e cittadini illu- 5 dicembre 1456 che fece cadere tutta ì-

stri; per aver in ogni epoca gareggialo sernia, colla morte di quasi 800 persone,
con altre per opulenza, uuiueiosi abitau- dicesi che fu salvalo Ira le rovine io cui
1 26 VE N YEN
miseramente Giovanni de Ami-
Irovossi. iscrizione. Cesare Guglielmo provinciale
cis celebre giureconsulto, cui fu eretta una de'conventuali,come lo furono Giq. Bal-
statua nella patria chiesa de' conventuali lista Giusto, Benedetto Errigo che fece
al suo sepolcro, poi trasferita all'ingres- la chiesa con porzione del patrio conven-
so del convento coli' epila (Fio. Antonio to , Andrea Rocco; e di molto sapere fu
Giordano nato da unsarto» parimenti fd- il p. Ronallo. Tra'cappuccini fiorirono tre
inosogiureconsulto e preside della repub- esemplarissimi venafrani.BiagioMorra ca-
blica di Siena, come confidentissimo del nonico zelantissimo della salute dell'ani-
signore di essa Pandolfo Petrucci. Ad I- me, limosiniero e pieno di virtù. Cosimo
inola trattò la pace col Borgia duca Va- de Utris giureconsulto. Nicola Pilla me-
lentino, fu legato a'Papi Alessandro VI, Venafro ol-
dico, autore di diverse opere.
Leone X e Clemente VII, a Massimilia- tre l'abbondanza di buone acque, possie-
no I imperatore e ad altri principi e di- , de nel territorio quella perniciosa di Tri-
venne conte palatino e senatore del con- verno, l'acque acidule dette comunem«^n-
siglio di Napoli. Amico s. Barbara valoro- te solfuree, delle quali se ne fa uso salo-
so neir armi come lo fu il figlio Lucio.
, bre nell'estate, commendate da Plinio al
Al valore militare accoppiò la forza d'in- pari di quelle d' Ischia, qual medicinale
gegtio nelle lettere l'altro insigne capita- utilissimo pe' calcoli. Difatli furono fre-
no Battista della Valle, che pubblicò il suo quentate, e restano alcuni avanzi de'suoi
trattalo delle fortificazioni, de'fuochi mi- edifizi. Neil' altra sponda del Volturno
litari, del modo d'ordinare in battaglia appariscono altre acque minerali. L'anti-
gli eserciti, e sul duello. Tommaso Roc- co romano acquedotto pel corso di circa
ca famigerato medico, versato nell'ame- i4 miglia conduceva l'acque nella città,
na letteratura. Francesco Andrea Mascio allo 7 palmi e 3 largo; pare che sia stato re-
dottore in teologia e autore d'opere. Ni- staurato d'Augusto, e rimase negletto do-
candroJosso eccellente filosofo e scrittore. po la venula de'longobardi. Accosto agli
Francesco d' Amici giureconsulto. Bene- orti di Venafro sono gli avanzi dell' anti-
detto Bruno dottore di molto nome. O- co e ampio anfiteatro, dove si celebravano
jazio Dattilo arcidiacono e vicario genera- vaii giuochi, spettacoli gladiatorii, com-
le di Gerace. Gio. Domenico Martuccio batticnenli con fiere, e poterono servir lo-

])ubblico lettore. NicandroGarriga predi- ro d'ergastoli le superstiti cellule. Forse fu

catore cappuccino. Francesco Agricoletti costruito a'tempi d' Augusto, e potevano


scrittore. Scipione Coppa canonico e au- allogarvisi piùd'8ooospettatori;ciòche f(j

tore dell' Eco politico. Lodovico Valla calcolale quasi pel doppio la popolazionf
j)rimicero, raccoglitore di notizie patrie e di quel tempo, siccome mostrano del pai
«li monete antiche. Benedetto Monachet- le pubbliche terme. Si vuole che l'anfij
ti primicero benemerito delle patrie me- leali o andasse in disuso a'tempi diCoslaaj
morie. Il primicero De Bellis beneficen- tino I, che proibì gli spettacoli gladialorijj
tissimo co'suoi concittadini. Fu vicario 1 vandali poscia ne rovesciarono l'edifizic

generale dell'abbazia di Volturno,i4nìi- e dd'saraceni nel saccheggio della Camj


glia lungi da Venafro, 18 anni del vesco- pania sembragli derivato il nome di /ori
vo Massa, quindi vicario capitolare. De- lascio. L'anfiteatro rovescialo in tutto
siderò fondare il seminario a sue spese, a in parte, fu dato dal re Roberto al sul
condizione d'apporvi il suo slemma genti- gentiluomo cav. Antonio o Ugone Mari
lizio, il che non gli fu accordato. Mori luccio, quindi Nicandro Martuccio lode
nel 1730 e fu sepolto in cattedrale nel nò alla cappella di s. Giovanni della cat
cappellone del Ciocefisso, ove la sua pia tcdrale,soppressa nel 1700. L'antiche mi
eredità gli eresse uo busto maiiuoieu eoa va lisalgouo ad epoca anteriore alla coi
V E W VEN 117
dizione iTi prefettura di Venafto, e Jagfi canonico teologo della maggior chiesa
avanzi si scorge tli'erano larghe 6 palmi di (/nella città, Napoli 1824. Di questa
e mezzo. Dell'eccellenza dell'olio e degli bellissima, dotta e critica opera, io ne ri-

ulivi venafVani assai ne parlarono gli an- cavo i presenti cenni, e perciò con ammi-
tichi ei moderni scrittori, celebrandosi da razione mi dichiaro gralissiruo al bene-
Platone inlrodultore degli ulivi in Vena- n)erito autore. «Se vive l'illustre venafra-
froit sunnominato Licinio. Vuoisi quindi no, gli auguro prospera sanità; sedefunto,

cheVenafroabbiainlrodoI la la col tura de- gli desidero pace seutpiterna e gloria im-
gli ulivijchene'lempidiTarqiiinio Prisco peritura, inVenafro sono parecchi fram-
non erano ancor conosciuti in Italia, e che menti non senza im-
di antica scultura ,

ella migliorò la formazione degli olii e ne portanza. Non vi è angolo poi della valle,
riportò somma laude. Contribuì alla ce- in cui non si scoprano tuUngiorno sepol-

lebrala particolarità degli ohi venafrani, cri antichi, casse di piombo, di pietra, di

la natura del suolo ghiaioso, e le diver- marmo, ma più di legole grandi alla sem-
ne distinguo-
se sorti dell'ulive, di cui se plice foggia; non che qualche moneta,
no sino nomi, -quanti ne
a iG co'ri>pettivi tasi di lagrime, armi, medaglie. Oltre le
riporta IMacrobio, benché Columella ne terme dell' acque acidule vi è un altro ,

ricordi solilo. Tuttora gli olii venafrani luogo termale, animato dall'acque voi-
conservano l'antica dolcezza; nondime- turnesi, con vestigia delle medesime. La
no senibra doversi accordare la premi- torricella che si presenta a prima vista
nenza a que'di Lucca o di Provenza ; ma i a chi da Napoli qui recasi, pare che ap-
provenzali un tempo, come quelli d'Aix, partenesse alle ricordate antiche mura di
vennero a Venafro a provvedersi di pian- circuito, e servisse a'soldali ili custodia: è
te liciniane, e scrnpolosantenle osservano differente però dall'altra che dicesi tor-
i precelti che ci iiaiino lasciato gli antichi ricella scarrupala. D.i taluni si crede che
romani per ricavar l'olio più squisito.Tut- questa servisse di fumiera per dare avvi-
ta volta l'esperienza ha dimostrato che gii si, in qualche modo a foggia degli odier-
olii venafrani non perdono il grato sapo- ni telegrafi, sebbene gran lunga diver-
di

re sebbene vecchi, e non si alterano se si. Ma che l'antiche Torri servissero per
trasportati. Gran copia di monete negli tale uso, ne ragionai in quell'articoloe al-
scavi si trovarono e trovano sempre, gre- trove, con segnali di convenzione, e a>i-
che e romane d'ogni epoca, il che mo- che col fuoco di notte e col fumo di gior-
stra il frequente commercio della città. Se no. Le dette due torri sono di slrullur.i
ne rinvenne qualcuna col Vtnaf. aven- de'teuipi baronali. Da PiOOia a Venafro
te il gallo nel dritto, e nel rovescio l'im- vi conduceva la via Latina, attraversan-
magine di Pallade o Minerva, ad onta do gli eroici col Lazio, quindi nell'itine-
che Venafro non pretenda vuutare mo- rariod'Antonino si trova Deneventum^
nete urbiche o lubicarie o locali, ossia co- Vennfruni, Theanum Sidicino. Di tale
niate localmente. Negli slessi scavi molle via lastricata esistono alcuni avanzi, e co-
sono le lapidi scritte trovate, e in buon minciò ad andare non curata dalla ca-
uumerosono riportate tra quelle del Mu- duta dell'ini [lero d'occidente. La via di
ratori. 11 nuinero maggiore appartengono Venafro sotto s. Pietro in fine partiva
al leu. pò che V^enafro fu colonia, e sicco- dalla Latina; equantuiupie poi protratta
aie es>a appai lettne alla tribù Teientina, verso Isernia, non fermavasi prima sol-
il Ter. si legge in molle. Una notabile tanto in Venafro, ma nuovamente a quel-
quantità, esistenti in Venafro , sono ri- la che avea corso le gole di Mignano ec,
prodotte nelle Memorie istoriche di Ve- e vi si riuniva, onde pule ben dirsi un
nofio compilale da Gabriele Coiugno piccolo ramo della Laliua. GUuutichi ro-
j 7.8 V E N VE N
mani presso Venafto f;ibbiicaronoi1iver- rlgine orientale ed ebrea, il che attestano
se ville, siccome reputata soggiorno de- i caratteri etruschi scritti all'orientale ;

iizìoso e perciò fieiiueiitata. Il tratto ve- poscia altra colonia la popolò di fenici o
nafrano sloto forse non sarebbe tale, né cananei, da cui discesero que'popoli che
cclL-bratodaglianlicliiautori cotanto sen- presero varie denominazioni, che in prin-
f.a le ville, Ira le quali quelle eli Attilio cipio furono selvaggi e feroci, detti per-
Legolo, elle sospese le faccende del foro, ciò lestrigoni, e poi aurunchi, cioè scesi
ivi recavasi a passarvi giorni sereni e da' monti ad abitar nelle falde, invitati-
tranquilli; e di Cicerone, come riferisce vi dal maggior comodo. Avanti Roma,
il Clavelli neir indice della sua Arpino. divenuta tutta l'Italia elrusca, parlavast
Avanzi delle ville romane si credono di- il linguaggio etrusco con vari dialetti ; e
verse grotte, che saranno stati criltopor- conseoguentemente in Venafro, dove u-
tici, ove scendevasi nell'estate, a scanso sa vasi (piello osco. Le colonie greche lun-
dell'eccessivo caldo; lutto poi annientato go le coste, vi si stabilirono al nascer di
Dell'invasioni de' barbari, distruttori del Roma. Nel fine del 3.° secolo di Roma le

bello e dell' utile. Il territorio di Veua- 12 tavole furono credute scritte in osco,
fro è ferace di frumento , avena , orzo, benché nel Lazio l'antico latino si usasse.
spella,legumi d'ogni genere, canape, li- Però assicura Livio,che fanciulli romani i

no e d'ogni sorta di pomi. Gli olivi che istituì vansi nell'etrusco. Vuoisi che la lin-

tanto bene confanno e 1' ottimo olio


vi gua osca durasse a tutto il V secolo di Ro«
producono, occupano oltre a de'trallinel ma in questa contrada e nel resto d'Italia,
piano, le falde de'monli di Ceppagna si- finché 1 romani vinti i toschi al lago di Va-
iioa l'ozzilli.E vago ammirare fra quelle dimone circa l'anno 47 « > h'a'i fieri patti

nobili piante la grandezza dell' annose gì' imposero quello di ricevere la lingua
querce, pel dello terreno che vi contri- latina, alla quale dopo la rinnovazione
buisce e pel meriggio che le feconda. Il dell'impero d'occidente fu sostituita l'ila-

vino è reputato assai eccellente; disse Ga- liana, avvilita col nome che serba ancora
leno: / inurn venaframun slomacho gra- di t'o/garpjpoiché luogo tempo nella bocca
tum eZ/tn'c. Egli inlese dire di facile dige- del volgo solamente era in uso,qualset
stione, non giù leggiero, poiché anzi è ge- plice interprete de' naturali bisogni. Coi
neroso. Gli orli ben irrigati offrono eccel- rotti i dialetti barbari, le persone coli
leuli erbaggi. La pastorizia trova soste- cominciarono nel secolo XI a modella
gno ueir erbe del campo e in quelle de' re la lingua che parliamo, accostando!
nionli. Vi sono differenti cacciagioni, fol- quanto fu possibile alla latina. Gli oried
la ed estesa selva, con monte e colli va- tali dunque in diverse stagioni popolare
ri : vi si entra pel sontuoso ponte eretto no la regione, ma la densa nube di seco
dalla grandezza di Carlo 111, che vi ac- li remotissimi non può assegnare un pria
quistò le tenute, e si dicono siti reali. Il cipiocertoa Venafro, come ad altre città
busco fu fretpaentato dal figlio Ferdinan- JNclla metà del VI secolo di Roma per
do 1 con piacevole godimento, e spesso non era solo esistente il nome di Venafro
con personaggi principeschi d' Europa, ma erasi la città assai bene avanzata ne
the dividevano con lui il contento e le l'esercizio dell'agricoltura e dell'arti, oi
prede, avendola ridotta a vera caccia re- de fa supporre molti secoli trascorsi dalla
gia. 1 fiumi forniscono varie specie di pe- sua nascita. Catone il vecchio diceva a'

sci in abbondanza e di buon sapore, co- suoi tempi: Chi ama di provvedersi de*
me la qualità delle acque. buoni badili, vada a Venafro; e per ogni
La contrada riconosce per suoi primi sorta di vasi qual altro paese darà i piìi

abìlaturi la colonia iapelica, perciò d'o- acconci e ben falli? Ziri, anfore, tegole!
YEN YEN 129
Da Venafioin prefeieiiza acquistarsi po- gli orientali oda' derivati da loro, con-

tranno. Qual norma coiivieiiti teucre nel viene ripetere le tante istituzioni, di cui
vender l'olive pendenti? Si prenda da trovavasi la città fornita nel V e V l seco-
Yenafro. E per diritto di vaglio pel fior lo di Roma, poiché olire le mura a secco,
di farina? Anche ivi si vegga come si molle monete si rinvennero del dio de'fe-

pratica. Tanto riferisce l'antichissimo nici.La contrada prese il nome di Caiiìpa-


scrittore a Polibio contemporaneo. Nar- n/Vz di lei silo ame-
naturalmente sorlo dal
ra Orazio, che Attilio Regolo recavasi a chiamò contrasto del-
nissimo,cuiPlittio
villeggiare a Yenafro oa Taianlo.Fii egli l'umano piacere, delta perciò dipoi Fe-
fatto prigione da'cartaginesi circa il 49B lice, pe' copiosi prodotti de' suoi uberto-
di lioma, ed è sicuro che in quell'epoca sissimi campi. 1 campani si soggettarono
Venafro era un delizioso soggiorno. La b' romani, quando loro domandarono
sua etimologia si fa derivare da taluni da contro i sanniti amicizia e aiuto, e n' eb-
F cìiafriigum, pe'suoi campi ubertosi; da bero la romana cittadinanza. Se Venafro
Pinete ed Jphros pel sito atto alla ge- divenne prefettura, dev'esser prima sta-
nerazione; dal l'ìiiifcr, perclhè feriice di ta municipio, altrimenti né Attilio R^e^
vino. Altri pretendono ri[)eteie col no- golo, né altri romani sarebbero venuti a
me la fondazione da Q. Fvnafro^ per una diporto nell'ftgro venafrano, se la città

lapide sepolcrale ancora esistente. Milat- non amica; né Silio Ita-


fosse stala loro
le etimologie peiò mal possono conve- lico avrebbe parlalo della gioventù ve-
nire, e rimangono annullale dalla storia nafrana bellicosa chiamata in Arpino,
delle lingue. Il latino antico appena cra- per riunirsi a Varrone nella 2.' guerra
si introdotto, quando Yenafro era quello punica, poco prima del sinistro avveni-
quale si è detto. Pertanto si \uole origi- mento di Canne, qualora a' romani non
nato il suo nome da due voci ebree, don- fosse appartenuta Venafro. Alcuno so-
de nacque l'etrusco o l'osco: Venajer di- spettò, che Venafro limitrofo al Siinnio,
scende da Jen o Ben signifìcanley/^/Zo, ad esso piuttosto che alla Campania fosse
e /tjer ossia O/è/ (veiosimilmente figlio appartenuto; ma sono troppi gli antichi e
di Madian quaitogenito d' Abramo per moderni storici, che costantemente nella
Celura, oppure d'altro ebreo collo stesso Campania conosciuta IrovaronoVenafro.
nome di jfro)Xìa\ figlio di questo Afro, Da quanto asserisce Sigonio della regio-
the ne fu senza forse il fondatore,edal no- ne campana, Venafro (u assunto a mu-
me del padie sno,come pivi celebre, deri- nicipio romano, senza il diritto del suf-
vò quel di fe/7fl/ro. L'ebreo ^en suona lo fragio ne' romani comizi; ebbe dal suo
stesso che Fen^ e ne" mezzi tempi trova- corpo civico il senato composto da' de-
sinominalo Benafruni^Civitas Bcnafra- curioni, che si sceglievano li a le persone
na, Caatruni Bvnafruvì^ come dalle cro- per merito e per fortuna distinte; deci-
nache volturnesi e cassinesi. All'uso del- devano essi pubblici affari col popolo^
i

le rustiche capanne successe quello del- e dal numero loro erano scelti magistra- i

le fabbriche a secco e senza calce. Parec- ti de' duumviri a guisa de' consoli, gli
chie di queste in Venafro mostrano un' edili, i censori quinquennali ec, e molli
a ntichilàsorprendentee mirabile solidità, sono notati nell'iscrizioni venafrane^del
ma non si può assicurare se siano di quel- tempo nuovamentedivenne muni-
in cui
le allora formale. Disse il Clavelli, che cipio, e di quando fu colonia. Nel 542
Giano e Saturno edificarono molle città dopo la 2." guerra punica, Capua, Ye-
e castella, fra le quali immaginò taluno, nafro e altre città ribellatesi a' romani e
che si potesse anno\erare Venafro antica datesi ad Annibtde, per averle occupate
città, non lungi da Castel Salurng. Da- co' cailagiucsi, indi da' romani nuova*
voi. xc.
9
,

,3o YEN YEN


mente prese leslaiuiio cl<'gracì.ilee n<lol- friT le quali Venafro ()ppirIinn,c.oìn]et-
le a piefcllni'e, perciò governate da oja- lo come cinto di muraglie e fortificalo, e
gisliali Sjiediti da Roma e con leggi ivi e così divenne colonia romana. Preva-
filile. A Veiiafro ogni anno luaiulava il lendo Olliiviano e divenuto iuipcratore
prefetto, il pretore iirliano di Eoma, e col nou>e d' Angusto, concesse al teo»-
Sanfeiicela chiamò jìrarfcc tura ccldiris. pio venjifrano della dea Bona, pel man-
Nella guerra sociale Italica e Marsicn, teniuiento de' suoi ministri, le sommila
trovandosi in Venafro due coorti roma- delle montagne. Egli fra le 28 colonie
ne, nel 663 il capilaiiosannila Mario E- falle da lui dedurre, compresa Venafro,
gnazio prese la città a tradimento e le le fiequenlò di persona, e ne promos-
trucidò. Indizio di tale scianuin
O fu lo sino-
1
se l'organizzazione a modo di Roma, ed
fondamento di terieno nel 658, supersti- n Venafro fece molli benefìzi; la via sul
zione narrata come prodigio da Giulio monte, la maiiulenzionedeiracquedollo,
Ossequente; credesi che la voragine si a- I anfiteatro si ripetono da lui, come an-
prisse ov'è la fossa di Jacara. Calmale le cora gli altri pubblici i>lituli, e il colle-
cose, dopo altri militali successi, conven- gio della famiglia pubblica, ad onta de*
ne a*romani premiare una città, la qua- liberti e de' servi propri della colonia.
le non era slata semplice spettatrice del- Forse fece pure costruire restaurale i

l'avvenimento, ma avea opposto una ga- templi di Giove Celeste, di Silvano, di


gliarda resistenza di 3 giorni. Si crede Bona e di Nemesi. In laute guise divenu-
che già fosse stata reintegrata del grado to Augusto benemeiilo di Venafro, nel-
municipale. Come appartenente alla Iri- la sua infermità si fecero Toti per la di

Im Tarentina, con facoltà di sufliagio, è lui salvezza, e si celebrò la guarigione co'


cerio che ne fece uso nel 6(^g nel vota- speltacoligludialorii. Sotto il pacifico suo
re per G. Plancio alinate che ottenne governo, anche Venafro godè calma e
r edilità, dicendo Cicerone fra' mimi- floridezza. Continuando Venafro nello
cipìa celeherrinius Jciiofraiius. Nella slato di colonia romana, dopo la niortc
guena civile Ira Mario e Siila, quest'ul- di Traianon'era Patroniis Sesto Pulfetu
timo pi e valendo, furono rovinale diver- BÌo, e difensore de' suoi diritti in Roma
se città, fra le quali Isernia, e Telesia e circa 1' epoca di Costantino 1 era pio
T'enafro conjimcla,c'\oèTe\eie 7 miglia lettore della medesima L. Gabinio Co
distante enon quella vicina a Beneven- sraiano pontefice; difensore e patroiK
to. Non pare che Venafro soggiacesse al- benemerito lo fu pure Mecio Felice: lui

la proscrizione di Siila, per non aver pre- lo ha dalle lapidi, come di molte altr
si

so parte pe' sanniti e per Mario. Nel yoS cose che vado accennando. Da Costaa
cominciala l'altra guerra civile tra Cesa- lino ad Onorio la regione non fu mo
I

re e Pompeo, il i." fu ad Isernia e il 2.° lestata da' goti, quali già aveanocomii»
i

U' Venafro, il che fece congetturare cia- ciato a tribolar l'impero. Nel 3c)3 di nO'
.scuna de' loro partiti ; ma Isernia forse stia era Teodosio 1 divise l'impero a'

Don erasì potuta rialzare dalla ferocia di suoi figli, assegnando ad Onorio l'occt'

Siila patita ^o anni prima, e i favorì dentale, e ad Arcadio l'orientale. Indi


comparlili poi a Venafro da Ottaviano goti inondarono la contrada, eia Campa
Augusto, nipote e figlio adottivo di Ce- iiia resero infelice colle stragi, fino allt

sare, escludono la probabilità che le due morie d'Alarico, e al matrimonio della


città parteggiassero per que' poleoli e- sorella d'Onorio con Ataulfo, eh' eraglj
o durante il triumvirato di
luuli. Nel 7 I succeduto nel 4 12. Alle desolazioni cagi(
Lepido, M.Antonio e Ottaviano, 18 cit- nated'Alarico, successe l'invasione italici

tà municipali furono date a' veterani degli unni condotti dal feroce Attila,
VEN VEN i3t
qiielln <ìi Genserico re tìe' vanclnli, nel Coma, e non polendo penetrarvi, fu ob-

i^^ì, il cui esercito incendiò e distrusse bligato a batter la via de'marsi e peli-
le città della Campania sino a Noln, por* gni. Il misero avanzo de* goti chiara?»
tantlo schiavi in Africa molti abitanti. nella contrada 75,000 altri barbari tra
Venitfio soggiacque a tale grave infortu- franchi e alemanni, che da per tutto spar-
nio. Il più bello fu tolto via o bruciato ; sero il terrore e la morte, paragonando-
sl'istituti e monunienti distrutti; il fo-
i li la storia alle locuste. I greci nuovi si-

ro colle adiacenze fu demolito insieme gnori del paese imposero lasse gravosis-
alle pubbliche terme e all' anfiteatro, sic- sime, onde gl'italiani per tali e altre op-

come a Capua successe, interessa in pro- pressioni di Karsete, ricorsero all'impe-


posito l'iscrizione posta accanto al porci- ratrice Sofìa moglie di Giustino li per-
le de' cappuccini, in una base di statua chè lo richiamasse a Costantinopoli. Ciò
eretta al benemerito A vionio Giustiniano avvenuto, Narsete irritalo, invitò a ca-

preside della provincia de'sanniti in for- lare in Italia Alboino co* suoi longobar-
za di conclusione civica, poiché egli insie- di, i quali tosto invasero l'Italia nel 56B,
me al decurionato di VenafrOji'vi espresso mentre ancora era desolata per le patite
col vnlcndidissimo ordine sfatiirn j'am fame e peste. In principio ntiovi barba- i

conlnpsurn prò healìludinesaeciili repa- ri mostrarono di voler lutto distrugge-

rrtw'/.Essa chiaramente dimostra la segui- re, ma poi il loro governo fu meglio del

ta ristorazione de'danni sofferti in quella "reco. Aulari re de' longobardi istituì il


circostanza. Vi si óìcePro^'inciae Sainni- ducalo Tìeneventano nel 389 e ne investi
liim, non Sainnii, poiché devastata la Zoloiie, il quale poi lo diviselo tante ga-
Campania in tal modo, e distrutta Capua staldie. Nel ducato cora[irendendosi Ve-
da' fondamenti, mancò il consolare che nafro, fu sottoposta al ga>taldato di Ca-
reggeva la provincia, la quale perciò, come pua enei 594 avea il titolo di contado.
aggiunta, ritnase confusa con qutdla del Convenne abbandonare il codice Teodo-
Sauniosino a'iempi dell'esarca Longino; siano, il piescrilto d'Alarico, e adottare
tanto è vero che in altra lapide anteriore l'usanze longobarde, restando in vigore
alla ricordata del ^60, di Mecio Felice, vi le proprie leggi. Bandite le lettere, l'arti,

si legge Provinciae Samnitiuin acljun- l'agricoltura, lutto conservarono i sagri


ctìve. Ma non sì tosto Venafro respirò chiostri. Animiratori di questi i longo-
colla Campania dalla catastrofe, dopoché bardi si convertirono dall'arianesimo al

ebbe perduto cogli abitanti più belli i caltolicismo, e piamente fondarono con
pregi che l'adornavano, quando insorse ampie [)ossessioui molte case religiose e
a tribolar l* Italia per parecchi anni O- chiese, fra le qualiil celebre monastero

doQcre co* suoi eruli, che fece teruiinare e abbazia di s. Vincenzo u)artire di Vol-
rimperod'occidente,dipoi nel 493 disfat- turno, fondato nel BgS nella diocesi d'I-
to e ucciso da Teodorico re degli ostro- sernia, e ristabilendo il proto-monastero
goti. Malgrado i notati infelici successi, di IMoule Cassino. Per la debolezza de-

iu Venafro non cambia-


erasi totalmente gl'imperatori greci, ilregno longobardo
to il sistema del governo municipale, ed si protrasse fino al 774 circa, in che Car-
avea il suo vescovo. Il dominio qolico fl- lo Mdgno re de'franchi lo conquistò im-
vh nel 554 presso il fiume Saruo colla prigionando re Desiderio. Il ducato di
morte del re Tela, ivi sconfìtto da Nar- Ijenevento però rimase presso Arigiso li,
sete, capitano di Giustiniano I iu)pera- the per dichiararsi indipendente, lo ele-
tore tl'oriente. Quel generale guardava vò a principato; ma 1 3 anni dopo Carlo
il passo d'Jsernia e di Venafro, quando Magno lo guerreggiò e lo assoggettò ad
il re volendo soccurtere il suo tesoro ìu annuo tributo, oltre le spese della spedi-
i32 VEN VEN
zionc. Nel 787 gli successe il figlio Gri- rovinalo tutta la regione di Benevento,
uiuaido 111, il (juale scossa u£;iruli|)erKlen- massime morte del pioprio
Isernia colla
za, seppe resistere a Carlo Magno, bencliè vescovo e di mollo popolo, non che la
in questo s. Leone III riiniovò l'impero stessa badia di Volturno. Di Venafro
<r occidente. Da lui degenerancJo Gii- niente si dice; ma se l'orribile fenomeno
nioaUlo IVjtiuovanienledovelle comprar avea desolato 3o anni prima siHutti pae-
Japace da quell'impeialore. Grimoaldo si, cosa poterono inoltre farvi i saraceni?
JV nell'Big ofiiì al nionaslero Vollur- Le sciagure per j 80 anni sì successero
nese molle terre e monti nella valle De- senza respiro, e le cronache le racconta*
nufrana, e Ira es^i un terreno diiamato nocosì inaudite da sembrare romanzi. Il

Ciccrana. Altrellanloaveano fatto Alaliis gasluidalo di Salerno dopo orribili mi*


figlio d'Arigiso 11, Radoaldo, Paigimper- scliie per opera dellimperatore Lodovico
lo,laiellaudanco. Nel pa^ìsaggio di Carlo Il era divenuto un principato scisso d<i
Magno avendo opposta valida resistenza, quel di Benevento: Siconolfo reggeva il

Tuliverno castello venafrano, allora for- I.", Hadalgiso 11 l'altro. E sebbene essi

te e ben munito, fu totalmente distrut- aveano promesso all'imperatore dipen-


to non senza immensa strage de' suoi. E- denza di sudditi, pine non la seibarono
ra stato sempre un punto di difesa come che presenti le sue forze. Capua egual-
frontiera della Campania in faccia al mente, che da contado dovea mostrarsi
Sannio. Avendo Siccardo principe di Be- dipendente al principato di Salerno, tro-
nevento colle sue immoralità preparato vò nel suo conte Landone lo spirito d'in-
la scissura del principato, ucciso verso dipendenza, onde divenne un 3.° stalo
r 840, sotto il successore Radalgiso I assoluto, restandovi uniti parecchi gastal-
venne diviso in 3 dinastie indipendenti. dati.Tal si mantenne dair85i, sinché
Landolfo gaslaldo di Cnpua se ne fece si- Pandolfo Capodiferro, occupando am-
gnore, nominandola contea Siconolfo, bedue i principati, nel 978 le die anche
fratello di Siccardo, con)baltendo lladal- egual titolo. Adunque al principe di Ca-
giso I. La loro guerra civile durò 12 an- puaapparteneva ilgastaldalodi Venafro,
ni, e si risolse cou invitare i saraceni di quando il venafrano Paldefrito conte pes
Sicilia e di Spagna a venire nel princi- dignità, vi esercitava l'ufBzio di gastaldoJ
pato. Indicibili furono i guasti, le de- ossia d'amministratore temporaneo della
predazioni; dopo aver tolto ogni bene a- giustizia e de' beni riservati del principe^
gli abitanti, li conducevauo schiavi in e la cronaca Volturnese al 954 fa men-
Africa. Tanto patirono Isernia, VenaCro zione d'un placito intorno a' beni addet^
e altre città rovinate dal fiero Sedoan li a due celie nel territorio di Beoafro^
neir88i, o prima di tale anno, poiché Il contado di Venafro colia città abbrac*!
neli'865 circa o neir879 altri pongono clava il distretto de' paesi a lei soggettiJ
la distruzione fatta da Sedoan del mo- ed estendevasi fino a Marsano e lora; edl
nastero di s. Vincenzo di Volturno, la eravi notabile divario tra'conli della ciltàl
cui cronaca la registra nelt'882, come il e quelli del contado. Nel 965 insorse una]
Barouio, colla morte di 5 00 monaci, ol- lite pe'confìni, Ira Aligerno abbate di Mon-
ire 4oo fatti schiavi. L'Ughelli, Italia sa- te Cassino ed i figli del conte Atenolfo,
cra,l. 6,p. 877, insieme al catalogo degli Pandolfo e Landolfo conti di Venafro ri-

abbati di Vincenzo diYolturno,ricava-


s. vestiti della prerogativa di gastaldi. Nel
to dal suo Chronico, riporta V Historia ioi8 quando i normanni occupando il

decollatoruni Nongenlorurn inouaclw- castello di Velicuso tentarono d' edificai'jJ


rum hujus monasterii. Precedentemen- quello d' Acquafondata, e ne furono e-i||
te ueir 847 uu tenibile tcnetuotoavea spulsi dall'abbate cassiuese, che fece da'
V E N VEN i33
lòiKlamenll tlislruggere gì' incomincinti scardo. Nel roG4 pacasi di Paldone con-
eclifìzi, sì \)ì menzione tle' couli ili Vena- te e di sua moj'lie
o che fecero l'olVerta a
fro, senza notarsene nomi. Questi con- i Monte Cassino della 6.^ parte di Venafro
ti, come altrove, erano presidenti delia i e d'altri luoghi. Due anni prima dal suo
città, i governatori esercitando il gover- fratello Pandolfo conte di Venafro era
no civile e giudiziario. In Venafro l'iotro- stata offerta la 4-' parte del castello di
ilns-ie il longobardo Arigiso II, ma senza Sesto, Teano, Carinola, Calvi e Caiazzo;
giurisdizione che aifidò a' gnstaldi. iNella amplissime oblazioni frequenti in quell'e-
regione il vero sistema fendale s'introdus- poca. Dalla cronaca cassinese rilevasi,
se nel io56 sotto Roberto Guiscarilo, pel che Morino conte di Venafro nel loyS
quale i feudi divennero ereditari ne' pri- fu oblatore di talune chiese e terre, cocne
mogeniti. Intrapresero buon numero di de' ss. Nìizario e Celso in Piperozzo, e di
venafrani il pellegrinaggio per MonteGar- s. Bartolomeo in Ravinola, di cui beni i

gnno, adìne di visitar Mi- la basilica di s. si vedono annessi a qiie' della mensa ve-
chele Arcangelo, quando colti per via da scovile, per le successive permute del ca-
ignotoinfortunio, fermaronsi in un bosco stello di Cardilo e di Cerasolo. Nel 1077
della diocesi di Larino. Quivi, per moti- Giovanni conte di Venafro figlio di Lan-
vi che non permettevano ripatriare, vol- dolfo, e Ala contessa figlia dell'anzidello
lero stabilirsi, e in quel dintorno sul de- Paldone offrirono porzione de'beni loro a
clivio d'una montagna edificare un pae- Monte Cassino. Pare che a quest'epoca il
se, che denominarono Venafro, poi cor- con lado di Venafro fosse di venuto indi pen-
rotto in Bonifro o Bonefio. Ignorasi l'e- dente da'principi di Capua, e solo sogget-
poca dell'avvenimento, bensì anteriore al to al^uo conte. Nel 1084 lo stesso conte
io38, in cui Benefro esisteva, come ri- di Venafro Giovanni permutò il feudo di
levasi daldiploma d'oblazione del mona- Cardilo con alcune chiese e terre; queste
stero eprepusitura di S.Eustachio in Fan- poi restituì nel 1 oq6 il figlio Pandolfo.
tasia f.ilta in detto annoMonte Cassino.
a Rodulfo Molise nel i 100 fondò il pae-
Nella bolla d'Innocenzo IV del 1^54 cir- se di tal nome e ne assunse il titolo di
ca chiamasi Venafro, e in alcuni registri conte, lasciato il primiero di Venafro,
Veinfroe Bonéfro. Fu prima castello e al d'Isernia e Boiano. Lo slesso fece il conte
presente terra capoluogo di cantone, con Roberto, che nel 3o donò a Monte Cas-
1 1

bel castello di delizia, chiesa parrocihia- sino il castello della Serra; anno rimar-
le, 4ca$edi soccorso ecirca 4ooo abitan- chevole per la coronazione del re Rug-
ti. L'occasione medesima di venerare la gero I, il quale seguito dal duca Rainul-
celebratissima grotta del Monte s. Ange- fo nel 1 38 assalì
1 Venafro, ch'era città
lo, eccitò quasi ogni anno venafrani a
i forte e ricca, presa ad onta di tenacissim-i
recarvisi.Per le attenzioni falle dal ca- difesa; fiero fu il saccheggio, il bottino
pìtolo ad un canonico venafraiio, due i enorme, e la genie veuafrana fuggì disper-
capitoli stipularono perpetua recìprocau- sa. Conte di Venafro nel ! i34 era Ugo-
wdi fraterni uflizi.Nel io44 solt^> Guai- ne di Molise, nipote di Tancredi celebra-
maro principe di Capua, essendo slata to da Tasso e marito di Clemenza natui-a-
data in enfiteusi la chiesa di s. Benedetto ledi detto re. Tenne il contado sino al re
piccolo a.Maìone, nella pergamena parlasi Gugliemo I, da cui fu privalo per essersi
di desolazione del contado di Venatro per ribellato con altri baroni. Nel i 166 la
cagione de' nobili e altri snui abitanti. contea passò a Riccardo Mandra, con
Contribuì a tali discordie civili |,i ve- quella di Boiano e altre terre, per inve-
nuta de' norn)anni, sotto il ili cui princi- stitura della regina madre di Guglielmo
cipio tulio pareva anarchìa sino a Gui- li; ne fu privato e poi le riebbe. Gh suo-
j 34 VEN V E N
cesse il confa Ruggeio di Molise, nel tem- melio oUgone fratello del contedi Molise
po che Berlnldo capitano dell' impeiulo- era conledi Venafro a di Manfredi tempo
re Enrico VI, co' tedeschi disfece il re naturale di Federico Scomunicato e li.

Tancredi conte di Lecce. Bertoldo prese deposto Manfredi come il padre da' Papi
di forza Venafio e l'abbandonò a tenibi- supreuù signori del regno, Clemente IV
le saccheggio nel giorno di s. Martino del ne die l'inveslilura a Carlo d'Angiò, I

1193. Corrado detto Moscancervello ,


contro il quale insorse Corradino nipote
che r avea assistilo, ottenne il contado di Federico II, il quale a' 1 5 febbraio
di Venofro dall'imperatore; il rpiale per 1268 in Pavia confermò ad Ubertino
sua morte nel 1 197 ne invesl"i il famoso Laudi il dominio di Venafro, d'isernia, di
Ma rcualdo, poscia per le sue scelleratezze Rocca Mandoifì e iL'alcune terre di Mo-
l'spulsodal regno dall'inìpcratriceCostan- lise, perchè si suppone rivestilo di tali di-

za.Questa morta, Marcnaldo vi torno con gnità da IManfredi, cessata colla morte in-
numerose truppe, e passando per Vena- felice di Corradino. Nel 1269 Carlo die I

fro vi fissò la sua residenza. Ne partì per lametà del castello di Molise a Ugone
manomettere vari luoghi, lasciandovi per Erardo, ed a Giovanni Conligio Miran-
conte Diopoldo, che ad onta del giura- da molino d'Isernia, apiartenenli a
col
mento di non molestar la terra di s. Be- Rabone di Molise. Giovanni Fanvilla
nedetto, a tradimento vi fece crudeli se- gran contestabile del regno ebbe nel 3q7 1

vizie. Nel l'io I gli Gual-


fu spedito contro da Carlo II I' investitura di Venafro e
tieri conte di Brienne, da Papa Innocen- d'AlifejgIi successe il figlioGofi'reilojaI cui

zo lllqaal tutore dell'imperatore Federi- tempo e nell' ottobre l347 '"^'^^o il re-
co II, cogli aiuti dell'arcivescovo di Capua gno da Luigi re d'Ungheria per vendi-
I

e deifabbate di Monte Cassino. Marciò care l'uccisione del fratello Andrea, fu


su Venafro, e nella vigilia di s. Gio. Bat- presa Venafioe Teano, e dal figlio delcon-
tista la fece consumare dal fuoco, tranne te fu dato agli ungheri il mercato colla
il castello superiore sostenuto dalie genti rendita. Dopo esser Venafro nel 1
349 sog-
di Diopoldo. Malgrado l'incendio, in bre- giaciuto alla deplorata rovina del terre-
ve V^enafro fu rialzato dalla sua rovina. moto, preceduto da crudele epidemia, ri-
Nella minorità di Federico li, PapaOuo- Lodovico marito di Giovaunq
bellatosi a
lioin già suo maestro, creò i fratellicon- I, il tedesco Corrado Codispillo conlcslf
ti di Sora, di Molise e di Vei»afi o ; ma bile con 800 cavalli e ioq fanti 'ii ricc

avendo seguito le parli d'Oltone IV, ne vrò vicino a questa sventurata città, trj

furono privati da Federico II. 11 conte di vagliando con ruberie i dintorni. Marci
Molise e di Venafro fu Tommaso Savelli, il Lande
re contro di lui colle genti di
In quell'epoca Venafro contrasse lode- e fuggendo que'Iadroni, sfogò la sua ir
vole reciprocanza con Sora, per cui nel nella misera Venafro, faceutloln dislruj
dì della Candelora tanto in Venafio e gerea furiadi fuoco nel giugno 356. Tu 1

quanto in Sora, nella distribuzione delle tavella furono concesse a Maria duchei
candele, prima d' ogni altro ad alta vo- sa di Durazzo nel seguente anno le restau
ce si domanda se vi è presente un sora- razioni in principio riferite col suo domi
no o un venafrano, per dargli lai."" can- nio, che Durazzi conservarono sino al
i

dela. Scambievoli poi sono fra le due cit- 1 4 '


3, quando re Ladislao lo fece pas^aie
tà urbanissimi atti ospitali. Ribellatosi al suo cameriere Giacomo Gargano, a cui
Federico II a Papa Gregorio IX, le mi- successe il figlio Giovanni. Neh 435 per
lizie di questi nel 1229 occuparono Ve- la morte di Giovanna II, il regno fu cou^
nafro, Presenzano, Isernia, Pietra e Vai- trastato con deplorabili guerre da Renji
rano,ncuperali poi dall'imperatorcUn A- to d'Angiò e d'Alfonso V d'Aragona. Se
V EN VEN 1 35
giù il partito tlel i." Francesco Pamlone, fratello Ora7Ìo, e quindimarchese Fi- il

il citi Giacomo Calcloia j^li die nel 1437 lippo Spinola neh 58o, che venite suoi i

\ enafro in ciiitodia, contro del qoale si diritti per 70,000 ducali, morto nel 584- 1

(liri'sse Alfonso V, uccupaiulo Vaiiaiioe 11 suo figlici Ambrogio per poco tempo

i'reseiiziino. Giunto vicino a Vennfio, il possedè V^enafro, poiché la città olleniie


I';>ndone gli ufTi'i la piazza se lo avesse la pretesa prelazione di ricomprarsi nel
f.Élto conte di Venafro; il re accellò la i58G. Ildeiiarosi prese ad imprestilo dal
pioposizione, s* Ì!i)padfon\ della città , e principe dì Sulmona e dal conte di Tri-
pi i nel 1443 gliene concesse l'investitu- vento; gravata perciò di debito enorme,
ra, colle tene materne di Praia e Doia- per l'ioleresse, e travagliala da' commis-
iKi. Gli successe il nipote Scipione, inve- sari, astretta vìdesi a farne rinunzia al
stito nel 14^7 da Alfonso V , e dominò demanio, perchè nuovamente si vendes-
sino al i^fyì integerrimo, hisciando la se. Infaltì lo fu per ducati 86,000 nel
contea al figlio Cario, il cui fratello .Sii* 1606 a d. Michele Perelli nipote di Si-
vi«> fu vescovo d'Aversa. Carlo sposò Ip- sto V, coll'annesso litolodi principe (ma
polita d'Aragona, fu caro a Ferdinando, nel voi. LXVn, p. 109, col Ratti, Z?e//rf
e restò ucciso dal fulmine nell'accampa- finiiglia Sforza , nella quale passò lo slern-
mento contro francesi al Garigliano, Nel
i ma, il cognome, le prerogative, l'eredità
l5o3 ebbe la contea il figlio Eni ito, nel de' Perelli Michele pronipote di
, dissi d.

rpinl anno ti emendo e lungo contagio tol- Sisto V


che sua sorella comprò da'Pic-
;

se a Veniifro 5oo individui, tlie colpì


i colomini duchi d'Amalfi, nel i5gi o me-
pure Carinola e altre città. Allorché Lau- glio nel I 594 a' 5 1 ottobre in Napoli, per
irecli per Francia marciò sul regno, En- gli alti del notaro Vincenzo de Marro, la
rico per le dissolutezze gravalo ili debili, città di Venafro, la baronia di Pescina e
ne seguì le parti; ma disfatti i francesi, la contea di Celano, titoli che tuttora por-
odioso a tulli pe'suoi misfatti, accusalo ta l'odierno duca d. Lorenzo Sforza Ce-
di fellonia, gli furono conficcali i beni, e sai ini, intitolandosi anche principe di Ve-
per singoiar coincidenza venne condan- nafro.Che Filippo III re di Spagna, come •
nalo a morte dall' illustre venafrano An- sovrano delle due Sicilie, nel i6o5 eresse
tonio Giordano, già da lui persegui lato. Venafro in principato e ne dichiarò pria-
Nel 15^8 terminò in lui la linea de'conti cipe d. Michele; ed il Ralli segretario e
Pandoni di Venafio, e ne fu investito nel archivista de'Sforza Cesarini afferma, che
I 53o dall'imperatore Carlo V Filiberto il regio diploma in pergamena si conser-
d'Orange che morì nel seguente anno. A*6 va nell'archivio Sforza-Cesarini. Il Cor-
ottobre! 53 1 il cardinal Pompeo Colon- siguanì già citalo , racconta che il con-
na, come utile padrone di Venafro, firmò temporaneo principe d. Gaetano Sforza-
i capitoli municipali: era viceré tli Napoli Cesarini conferì a d. Sforza suo figlio e
e moli 11*28 giugno 532. Venafro l'ebbe
1 pronipote d' Innocenzo XII! del 1721,
uit d. Filippo, di cui l'egregio can. Colu- iltitolo di principe di Venafro, benché
guo o la slampa tacquero il cognome (ma da altri allora posseduto). Nel i63i gli
da notizie particolari apprendo, che Car- successe il (icilio d. Francesco Perelli ab-
lo V concesse la terra di Venafro a Fran- baie (quindi neli64i cardinale), il quale
cesca di Alonbel principessa di Sulmona, col cardinal Del Monte (e perciò prima
vedova di d. Carlo de la Hoy, ed an- del cardinalato) si recò in Venafro. 11

nesse a quel feudo il titolo di conte, co- principato (alla sua morie, avvenuta nel
me risulta dal diplomadiconcessìone, da- i655) toccò alla di lui sorella d. Maria
to da Pialisbona a' 18 luglio 532); a que- 1 Felice Perelli, marilalu col principe d.
sti successe Del 1 55ó il figlio Carlo, iudi il Bernardino Savelli, la quale diede i capi»
136 V E -\ V E N
tuli imtnicipali, cos'i neh 656 il suo figlio venne il principato a d. Beatrice di Ca "
ti. Giulio Savelli, delti della bogliva ecou pua marchesa di Longiieville e principes-
privilegi. Nel 1647 surseil tlioi-uscilo Pa- sa di Conca, siccome unica superstite del-
poue, che nieiintiilo sacco per ogni do- la famiglia, la quale nel 1744 ^'^6 giu-
ve nella C<iiiipaiiia, giunse a far crescere gno con regio assenso, ed istrumento ro-
la suiimasnada sino ad ottomila. Erran- gato da De Sanctis di Napoli, vendè il

do Papone e inferocendo, tra'-zS dicem- feudo al nipote d. Francesco Caraccio-


breaii." gennaio 1648, accampato nel vi- lo duca di Miranda per 9^,000 duca-
cino bosco delle Pentiine, e ben voluto ti, di cui rimase erede 1* unica figlia d.

da que'paesani, assaltò Venafro; ma per Marianna, morta a'4 gi'^gno 1786. La


la gagliardia de' cittadini, fu costretto a sua unica figlia d. Gaetana succede ne'
ritirarsi con perdila notabile. Ebbe poi feudi materni, e sposò d. Ferdinando Ca-
dalle milizie regie le prime rotte in Tea- racciolo secondogenito de'principi di To-
no, e arrestato in PontecorvOjfinì al mer- rella,che morì a'i6 marzo 1796 senza fi-
cato di Napoli i giorni suoi neli64B. ili- gli. L'anno seguente si rimaritò con d.

mane ancora in bocca del'e venafrane il Onoralo Gaetaui dell'Aquila d'Aragona


nome di Papone con cui sogliono far, secondogenito de'duchi di Laurenzana e
paura a'ianciutli per acchetarli. Costume cacciatore maggiore delle reali riserve di
riprovevole in fallo di educazione,pel ma- Ferdinando I. D. Gaetana passò a mi-
le che cagiona alla tenera fanciullezza. glior vita a'26 febbraioi8i o, compianta
Equi biasimo pure lo spauracchio roma per le sue rare virtù e animo benefico,
no di lìocio e Barbocio, di cui parlai nel che continuò ad esercitare co' venalrani,
voi. IV, p. 281 e altrove. Disastrose fu- non ostante l'abolizione del sistema feu-
rono le (iere tempeste patite da Venafro dale poc'anzi avvenuta. La sua figlia d. Ma-
nel 1643 e nel 1680. L'atroce Pestilenza rianna CaelaniCaracciolo duchessa di Mi-
del 1 656 tolse la vita a a5ooabi lauti, men- randa e contessa di Venafro,nala dad. O-
tre 1000 furono il residuo della cataslro- Dorato, nel 1822 sposò d.Giuseppe de Me-
é fe.Ntrlla capitale ne perironoquallrocento- dici {il cui fratello d. Francesco morì car-
tnila,e in taluni giorni se né coniarono e- dinale nel 1 857:di questa celeberrima pro-J
stinti quindicimila. In Veuafro per la se- sapia trattai nell'articolo Toscana) duca
poltura fu destinato un residuo di crillo- di Miranda e primogenito de'principi dì
portico antico, che dicesi Campo santo e Ottaiano, a di cui vantaggio lo zio cele-

più volte convertito a tale uso. Pel terri- bre cav. Luigi de Medici segretario di stai

bile terremoto de' 5 giugno 1688, ebbe lo del re istituìun opulento maggiorai
origine la domenica
processione della i
."'
SCO da questo matrimonio nacquero
:

di giugno, e suono delle campane nel


il Michele Onorato primogenito, in cui
. dì anniversario, poiché cadde la sola fic- trasfusero titoli di duca di Miranda
i

ciala della chiesa del Carmine. D. Giulio conte di Venafro, ed il cav. d. OnoraH
Savelli nel 1690 vendè Veuafro al (iglio de Medici, ambo viventi. Nel resto Vena^
di sua zia d. Carlotta Savelli, d. Giambat- fro seguì i destini del regno delle due ó'tj

lisla Spinelli Savelli duca di Seminala e cilie (r.).


fratello del principe di Cariati, con regio La fede ci'isliana penetrò in Venafro
assenso. Dagli Spinelli passò il feudo ad. ne'lempi apostolici, secondo l'Ughelli, /J
Giauibottista di Capua duca di Mignaiio, talia sacra j t. 6, p. 079: Vena frani

per ducali 100,000 nel 698 (con islru-


1 piscopi. L'epoca non si può determina:!
menlo de' 7 giugno stipulalo da Riguc- rei bensì la salutare introduzione del Vai
tio di Napoli), e ne prese possesso a' 17 gelo prosperò col sangue de' Martiri
giugiiu. Dui suo ziod. Giulio Cesare per- co'di loro religiosissimi esetupi la coutr^^
VEN VEN 137
da fu f^Ioiiosnmente fecoiiilala e onorata. nia, senza precisarne il sito. Altri dicono
I >s. Ni( andrò e Marciano (/'.) costilui- che Ftdgenzio vescovo d'Atina, consagra-
ri iitlla dignil?! prelettoria, liminziiuido lo da Papa s. Clemente ivi seppelh i I ,

allu iiiotKlatu) milizia, (itercè la divina gra- loro corpi, vicini a quello del suo prede-
eia , ^i asci isserò alla crislinua religione. cessore s. Marco , e che Salomone altro

PtMciò ileiuinziali a Massimo presili^ del- vescovo nel 186 ne compose le gesta, e

ia Can)pania, leniò colle persuasive ,


lu- costruì loro un tempio con aliare. L' U-
singhe e minacce di richiaaiatli all' ido- ghelli ne ragiona 406, Ali- ancora a p.

latria. La moglie di Nicandio, s. Daria, nenses Episcopi. Non mancano quelli che
alla presenza del preside incoraggi il ma- fanno seppellire da' consanguinei vena-
rito a persistere fortemente nella fede di frani il corpo di s. iNicandro,edagli ali-

Cristo. Di ciò sdegnato Massimo, la fece nesi quello di s. Marciano, poi secondo

carcerare; e vedendo che non poteva in- altri trasferiti in s. Sofia di Benevento; cioè

durre i ss. Martiri a rinegare il cristiane- il corpo Marciano dal duca Gisulfo
di s.

simo, egualmente li fere impiigionare, e li, s. Nicandro dal successore


e quello di
dopo 20 giorni per la loro costanza nel principe Arigiso 11, dopoché longobar- i

professarlo, li condannò con Daria a mor- di distrussero Atina. Ma Paolo Regio vuo-

te. Lacerali con unghie di ferro, sospesi le che a' due ss. Martiri fin da' tempi di

in alle travi, forate le membra cogli spie- Costantino I verso il 3i3,i venafrani eri-

di iicuniinali, trascinati su carboni accesi gessero in loroonore una chiesa e lì pren-


e balluti con verghe, si pose acelo e sale dessero a protettori. Finalmente ilBaronio
sulle loro ferite, le quali furono pure stro- gli enuncia nel flJarlirologio decollati ia
picciale cou acuii pezzi di tegole. Poscia Venafro sotto Massimiano, e negli Anna-
con [)ielre fracassate le loro bocche e i li li dice martirizzati a tempo di Costanzo

\olti, per ullin)0 alla iccisione delle lin- Cloro e di Calerlo nel 3o3, Si vuole inol-
gue segugi il mozzamento de'capi, consu- tre, che il avvenuto nel-
loro martirio sia
niaudu così gloriosi eroi il martirio in
i la Mesia inferiore (come dissi probabil-
Venafro. I cristiani seppellirono i loro cor- mente, seguendo il Butler nella loro bio-
pi vicino al luogo del supplizio, dove poi grafia, non senza avvertire che moder- i

fu costruita a loro onore la basilica, nella ni sostengono seguito il martirio in Ve-


quale riposa pure il corpo di s. Daria. nafro), nel paese di Dorostoro o altrove,
Tullociò accadde sotto l'impero di Dio- anzi persino in Egitto, forse ciò derivan-
cleziano e Massimiano y giugno, agli
a' 1 do il luogo Aegypso 100 miglia distante
8 celebrandone la memoria la Chiesa o- da Dorostoro. il can, Colugno, dopo rife-
si apprende il mar-
rientale. Dalle lezioni rite echiarile le discrepanti opinioni, con-
tirioavvenuto in Venafro nel 3o2. Sul clude. >t Ma comunque sia, se nuove ra-
narralo vi sono varie opinioni, come sul gioni non saranno ellicaci per annullare
luugo del martirio, sugli olii del marti- un inveteralo possesso, la nostra condi-
rio e loro festa, riferite e illustrale dal can. zione, per regola del diritto, sarà sempre
Colugno. Pertanto, ss. Martiri venafra* i la migliore, e avremo ragione a ripetere:
ni , sono creduli nobili africani o me-
.si Felice il Venafrauo suolo illustrato da
glio addetti allu legione africana, e dimes- tanti secoli con alti sì gloriosi, e col san-
si propagarono la Cede in A-
dalla milizia gue di eroi sempre meritevoli della na-
tina e in Venafro, perciò martirizzali a stra divozione; tanto più che trovandoci
Paonio, luogo fra le due cillà, circa il 94 possessori delle di loro venerande reliquie,
di nostra era, come se le due città fossero abbiam la fortuna di serbare il pegno il

limitrofe nella disianza di 3o miglia; altri più tenero, che ne guarentisce la di lora
\\ vollero martirizzali uella stessa Caaipa- perenne protezione: egiàsuilcoosli'e mi^r
1

1 38 V EN V EN
ra da Dio desliriMli si veggono custodi co- co a'paesi della Campania cheattraversa-
sì vigilanti, nella giiisa che furon conces- vaV Nel 702 sono conosciute le devasta-
si altra velia alle mura di Geiosolimn". zioni di Gis(dfì) I duca di Benevento nel-
La sede vescovile fu fondata ne'piimi se- la sua terribile irruzione, per cui rrtr/of//.
coli della (.hiesa,sufFraganea delia metro- dem ad nos i.^li FJpi scopi oh /noiiitincntO'
politana di Capua,e lo è tnllora con Isei- rum ìiiopìanì,acfrcqueutes Cimpaniae.
nia. III." vescovo di VenatVo che si cono- calatnilafes peri'encre,quoad loiìgohar-
sca fu Costantino del 49^> <^''<J l'Ughelli di in Italia dominati siint. Nella (ine del
dice intervenuto nel 499 '*' '''"odo roaia- secolo IX deplorano Papi lo stalo me- i

no di s. Simmaco: continuava ad occu- schino della Campania per simile motivo.


par la sede a' tempi di s. Gelasio I Papa Scrisse Giovanni Vili all'impei-atoreCar*
ilei 49^1 '' cui esiste lettera a Ini diretta, lo II il Calvo: e n civi tates, castra et vii-
e inserita da Graziano nelle Decretali. lae desti tu tae hahitatorihtts; et Epìsco-
Uopo di Ini corre lungo intervallo che , pix liac, Ulaqite dispersi sunt. Un altro
fa ignorare i successori. Il che proviene vescovo Coslanlino 1004, si nomina nel
dalle scorrerie, devastazioni e incendi de' destinato a questa cattedra da Giovanni
barbari; perciò Papa s. Gregorio I dovette XVIII dello XIX; non è conosciuto dal-
riunire molte cinese, pei' non poterà cia- l'Ughelli, bensì dal Lucenti e dal can. Co-
scuna inviarvi il pastore. F^li si querelò togno. Nel I QiZ (l'Ughelli dico nel oS^, i

ì\e\\' HoniiL IO, n.° 24) parlando de* ve- ma in vece nel loaiS lo registra, Aeser-
scovi destinali. Aid dclruncatìs ad nos nienie<; seti Isernienses Episcopi) Ghe-
tnanihus redeiiiit, aliì capti, alii i/ite- rardo fu consagralo vescovo d'IserniajBo-
reniplì nuntiantnr,Jam cogor linguam ianoe Venafro, da Aleuolfo arcivescovo
retinere ah expositionc, quìa laedct a- di Capua, Ne fa memoria il capuano can.
niinani meam vitaenieac. Nota pure Lu- Michele Monaco, nel Sanctuarium Ca-
centi la vedovanza della chiesa per la let- punntimje nell'archivio del capitolo d'I-
tera di Gr('gorio
s. scritta ad Antemio ! sernia dicesi conservare un privilegio in
Kuddjiicono. Si ha da altra del 5gi. Epi- proposito, che si legge nell' Ughelli. Pie-
stola hnlìctur 3f, Grcgorii scripta An~ tro da Ravenna monaco cassinese ciica il

their.ìo siibdiacono, qua ei injungit ca- io5g fu consagrato in Acerra, vescovi!


st/galionemOpilionissHhdiaconi, al Cre- di Venafro e d'isernia ; nel 1071 assista
scentii clerici rcnafranae Ecclcsiae, alla consagrazione della chiesa di Monte
qiiod vasa sacra et ministeria Ecclesia^ Cassino, fulta d'Alessandro II, alla cui boU
stìca judaeis vendìderit^ ut ex lil>, i E- la si sottoscrisse: Ego Petr. Venafr. Epi*
pist, Iiìd. IO. La rilegazione di tali chieri- scopns. Leone vescovo di Venafro fu or-
ci fu per espiar loro la colpa d'aver ven- dinato da Urbano II,"enel 1090 interven^
« duli due calici d'argenlo, due corone con ne alla dedicazione della chiesa di s. Mar-
deljjni e di altre corone i gigli (erano vasi tino in Monte Cassino, Mauro fu vescovo
per porvi de'lunii), e sei paliii maggiori, di Venalio e d'isernia nel 1 io5, e lo era]

E' notabile lo stalo in cui allora trova- nel 1 13, Alcuni vogliono che nel i x^'iX
vasi questa chiesa, e l'interesse che il Pa- sotto Lucio 11 si parli di Dario vescovo di!
pa mostrò nel dare congruo assegnamen- Venafro, die l'Ughelli registra tra'vesco-
to agli addetti al di lei servizio. In segui- vi d'Isernia ne'pontificatid'lnnocenzo Ilf
to vuoti i monasteri, derelitte le chiese, si e Onorio HI. Raìnaldo vescovo di Vena-i
sa quanto soffrì Monte Cascino. Nel 663 fro e irisernia, che intervenne nel i 179
quando l'imperatore Costante llcoslretlo al concilio generale di Laterano III di A-j
a toglier 1' assedio da Benevento si volse lessandro III, ed ivi è sottoscritto vesco-
verso Roma, quali imtneusi danai non re- vo di Venafro. Già da tal Papa ne|u 72 j
V 1-: i\ V li N 189
avea ottenuto la bolla Ciim ex ìnjuuclo parla del predecessore, coll'altuide nota
iiuhis, riprodotla dal caii, Colugno, per quello d'Alife, e lo dice tuorlo in Roma
]a chiesa di Venafro , dalla (juale si Ime nel 12 39. Neil 241 tutti i tesori e le cose
quanto allora si possedeva dal vescovo in- di pregio, ch'erano nelle cljiese delle cit-
sieme co' canonici, i (juali a quell'epoca tà di Venafro, isernin, 13<iiano, Guardisi
partecipavano della massa conume. Vi si Alft-ria e Trivento, e in quelle deliri loro
notano 54 chiese poi divenule tanti titoli diocesi, d'ordine di detto imperatore fu-
per le prebende canonicali, parrocchie e rono recale in Boiano, ivi inventariate e
benefizi semplici, e precisamente taluni quindi trasportate presso di lui in s. Ger-
terreni e decime; e di più tutti i paesi che mano; e poiché ne permise con dato prez-
componevano la diocesi, non che la con- zo la ricompra, cos'i ne fu qualche por-
fernia degli antichi privilegi e consuetudi- zione redenta, e il restante venne portato
ni. L'originale di quest'interessante ]ìo\\ì.\ nel monaslero di Grotta Ferrata , dove
è nell'archivio di Monte Cassino. Papa traltenevasi Federico II col suo esercito
Lucio IH da Velletri nel 1 182 indirizzò contro di Roma. Innocenzo IV dal capi-
9I vescovo Pisinaldo, Isernie'nsi Episco- tolo fece eleggere per vescovo e confermò
vo,su\sque successorihus, la bolla di [)ri- nel i25o, M. Rainaldo , cappellano del
vilegi rifleritadairUghelli, sottoscritta A.\\ cardinal Stef mode Normandis titolare di
Papa e da 1 1 cardinali, ed è a favore della s. Maria in Trastevere. Siccome l'Ughclli

chiesa d'Isernia. Nel 1229 per avere Gre- chiama questo vescovo, M. ììaynnldiis
gorio IX scomunicato imperatore Fe- l' ex capellano Stcjjhani tit. s. Man'ae in
derico II, in quelle lagrimevoli turbolen- Translyberim preshyl. card., cos'i il Co-
ze si patirono triste persecuzioni, contro togno equivocò c(m dire lo stesso vesco-
le chiese principalu)enle,coll'esilio di mol- vo cardinale di s. Maria in Trastevere,
li vescovi, che aveano preso parte colle Tulli erriamo; non cesserò mai di quan-
loro città rispettive. Bruciata Som, furo- do in f|uando di ripetei lo, anzi più si stu-
no iu)poste pene pecuniarie a Teano, 1- dia e maggiormente si conosce quanto re-
sernia e Venafio, il di cui vescovo prima sta ad imparare; il che vieppiù conosco
esiliato e poi carcerato , fu fatto ii) fijie ora che Dio mi ha fatto pubblicare questo
Uìoriie, tuttoché altri prelati fossero re- XC.° volume ! Dappoiché l'accuratissimo
stituiti alle loro sedi, ma se n'ignora il no- e dotto Moretti, De basilica .?. lìlariae
me, benché alcuni pretendono clic si chia- Trans Tyherim: Notitia Cardinaliiuii
masse Teodoro, Lo storico caidinal Uo- Tilulariiin?, mentre seppe riunire erudi-
*clli d'Aragona, si meraviglia che Riccar- tamente molteplici notizie sul cardinalSle-
do da s. Germano ne onimptla la morte fano, giammai vescovo di Venafro, non
nella C/2/-o/i/a/,eIodica re>liluitoall;i se- conobl)e ch'era della famiglia trasteveri-
de 229, come vescovi di Tea-
nel luglio I i na de Normandis. Cosi due beneujeriti
no ed'Alife. Quegli veramente si annun- non conobbero bene il pro-
speciali storici
zia trapassato nel 1280. Ma due anni do- prio vescovo e il proprio cardiuaIe,Le mo-
po riferisce Riccardo, che i vescovi di Ca- rali riflessioni all'intelligente lettore, per
serta, Calvi, Carinola, Venafro, Alile e accordare a tutti benigno compatimento.
Nola, chiamali dal giustiziere di Terra ili Nel I 289 era vescovo Giovanni, morto nel
Lavoro in Teano, interpelliili di ninna 1294. Nel seguente Bonifacio Vili gli so-
molestia si querelarono, Potrebbe forse stituì il proprio intimo amico Andrea d'A-
egli essere un altro? Il successore fu dal versa, che cessò di vivere ne! 1299, lli,°
medesimo Federico li esiliato, con que' giugno gli successe Giordano (di Seruio-
diTeano, Carinola e Aquino. Da iliccar- neta) canonico (della collegiata) di s. Ma-
do viene segnato coU'R, ed il Uarouio che liu de Caimiuetu, diuce^i di Terraciua;
i4o VEN VEN
e pure non vide il compimento di lai an- Fiascono di Praia decano di Teano. Nel
no, disceso prima nella toml)a. L'arcipre- 1 4^0 era vescovo Carlo Ancamono, Ira-
te tii de Carmitieta,Docibi-
dellrt chiesa slato a Bitelto nel 1^11. \^ì% dicembre
le di 3oo occupò
Scrmoiieta, nel marzo i 1427 divenne pastore della patria Anto-
questa cattedra e morì nel i3oi. Ommi- nio Mancini di Venafro primicero della
»e il cali. Col ugno l'avvertenza di Cola- caltedrale, che si rese utilissimo alla sua
ti, commenlalore d'Ughelli, die nel 3oo 1 chiesa, di cui ricuperò molti beni e dirit-
fu eletto vescovo di Veiiafro il veliterno ti. Governò 38 anni, e dicesi a lui eretta
Eo(uano monaco di Valloinbrosa, morto la piccola statua sul cjmpanile,delta d'Ao-
non consagiMto. Il Banco nella Storia dì tuono, ora alquanto sfigarata. Nello stes-
fU'letriy per tale lo riconosce, lo dice del- so 465 di suo decesso fu vescovo Gio-
1 ,

la f.iuiiglia Borgia, e che il suo nome si leg- vanni Gatlola di Gaeta, che ottenne da
ge in un'antica lapide posta vicino all'e- Ferdinando I la conferma della decima
piscopio venafrano. Neli3of fr. Pellegri- grande, in favore delle mense vescovile e
no agostiniano preposto di Vene diocesi capitolare, ed altre ancora. Neh 4? ' An-
«li Padova, morto nel 1 3o6.In (|uesto Spa- gelo de Albero spagnuolo; Alessandro VI
rano di s. Severo consigliere di Carlo U, lo dichiarò prò legato diMarittì ma eCatn-
da cui pel suo zelo ottenne un favorevo- pagna. Nel 1 5o4 Hiccomannode Builalini
le rescritto contro i baroni di sua dioce- di Città di Castello, nato in Roma, dolio,
si , che volevano turbarlo nell'esazione pio ed esemplare. Intervenne neli5i2 al
«ielle decime e de' benefizi, e inoltre ne concilio generale di LateranoV, fu zelan-

ottenne conferma dal successore Ro-


la te pastore, visitò il s. Sepolcro in Gerusa-
berto. Viveva neh 324- Gli successe Pie- lemme, e morto in Roma nel 15^8, fu
tro, nel 326 traslato a Nola, secondo U-
1 sepolto in s. Maria Nuova. Dice il Cotu-

glielli e Cotogno; ma Coleti corregge, a'9 gno : neh5o8 aprì la porta santa, come
settembre iSiB. In questo a*i3 di detto apparisce dall'iscrizione nella colonna ac-
mese vi fu traslatu d' Amelia (come no- costo coiranno 1 5o8 e la pavoìtìJnbilaeuv,
l.ii riparlando di tal sede nel voi. LXIX, \J Anno Santo fu celebrato da A lessandro
p. 46) Giovanni de Goreo o Gocco, di VI nel i5oo: le Porte Sanie (/-'.) soni
sopra ricordato. L'Ughelli lo dice morto soltanto nelle 4 principali patriarcali bai
nel 134B. A.'24 8'"o'"^ ^''' l*'fi'''o Bossia* siliche di Roma. Talvolta furono conces
no domenicano , e Cotogno lo dice pre- se per singoiar privilegio ad altre chiese
sente al terremoto de'22 gennaio '349, perciò forse l'avrà conseguito anche Ve
morendo neh 366. Nello slesso da Troia nafro; ma così tardi? Nello slesso 1^28 fcj

(nel qua! artìcolo coli' Ughelli dissi nel dichiarato perpetuo amministratore deM
i385, senza avvedermi fra una siepe di la chiesa venafrana il cardinal Girolamo
numeri romani della rettificazionediCole- Grimaldi [f^.). Confermò, come dissi,)
ti, che giustamente scrisse nel 1 366) a' o 1 canonici l'antico diritto d'eleggere gli
agosto passò a questa sede Guido o Gui- spettanti, riservandone al vescovo la con^
done. Nel 1387 governava la chiesa ve- ferma; ma proibì loro di continuare a coiu
nafrana Nicolò, che quale erede di Nico- ferire le prebende per anzianità agli espel
la (li Praia arcidiacono di Venafro , nel tanti, senz'alila bolla, il che ratificò CU
I 394 ottenne alcuni suoi beni, A suo tem- menteVll.iNeh536 rassegnò questa chie

po l'antipapa Clemente VII v'intruse il sa a fr. Bernardino Soria di Burgosde'ml


ngeudo Carlo. Mori Nicolò nel 396, e to- 1 nori osservanti riformali, già vescovo
sto gli successe fr. Ruggero della Pietra Ravello. Paolo III neh 548 elesse vesce

di Vairano. Cessato di vivere nel 1399, vo Gio. Battista Caracciolo de Pisquitii

nello iitesio occupò la cattedra Andrea napoletano, sagrista di Giulio III, iuort4
VEN VKN i4i
I in Uonia vfli^fì'j. L'Uglielli soltanto lo li entrarono in conclave e nel d'i segnente
I
clis-e: Sacelli apostolici nssistens, che il restò eletto G/rgor/o AV (/".)y ingresso
1
Colugno interpretò per Sngristn. Questi ed elezione cbe il Mascardi anticipa, al 6
èpretètlo della sagrestia ponlincin, e non e 7 dicendo creato il Papa. Non credo che
assistente della cappella. Kella serie de' la morte gli rapisse il papato,coaie preten-

I
óV7gr/i7/, che formai in (jueli'articolo.non de il Ciarliinte. Egli fece formare l'i^salta
vi trovo il Caracciolo. Ministri assistenti platea dove sono descritti beni della chie- i

della cappella pontifìcia sono il Prete, il sa di Veuafro, le prebende e benefìzi; e i

Diacono,, il Suddiocono. Che fòsse stalo l'eccellente quadro dell'Assunta nella cat-
Vescovo assistente al soglio nella cappel- tedrale. A'i3 settembre fu nominalo ve-
la pontifìcia, lo credo più probabile. Nel scovo Ottavio Orsini romano. Sofliì de'
medesimo 557 i gli successe Gio. Antonio disgusti col principe di Venafrod. Miche-
Caral'd napoletano, eletto dal parenteFao- le Perelli, che ottenne di far venire nel-

lo IV, morto in Roma nel 1 558, come la diocesi un vicario apostolico. E come
vuole Ughelli eCotugno. A' 18 luglio ne due alili vescovi tiovaronsi nelle mede-
occupò la cattedra Andrea Matteo Acqua- sime circostanze, cioèque'di Conversano
viva d'Aragona, che nel 57 3 fece costrui-
1 e di Segni; coM Urbano Vili prese l'espe-
re nella cattediale l'organo attuale, ebbe diente di traslalare l'Orsini in Segni nel
il benefìcio di s. iVicandro, padronato del- 1682, quel di Segni a ConveiSiino , e
la città. In tale anno trasferito a Cosenza, quest'ultimo in Vennfio. Egli fu fi". Vin-
nel settembre gli fu suri'ogalo Orazio Ca- cenzo Martinelli di Bari domenicano. Il

racciolo de Fisqiiitiis oapoletano, che a- Coleti, che riporta l'isciizione se|)olcrale,


prì il giubileo nella delta porla, e la chiu- lo dicedi A riccia romano, oriundo di Ba-
se apponendovi il suo stemma colle se- ri, e ne celebrò le doli. A' 26 dicembre

guenti parole. Haec Sancla Porta,quae 1634 convocò il sinodo diocesano, anco-
pr imo claudehatur Ugno, mine vero /nit- ra in osservanza, e lo fece stani pare a Piu-
ro construilur^ et Crucis signo adorna- ma. Moi"ia'2oselteaìbrei635sopra Con-
ttir. Horatiiis Caracciolus D. G. Epi- ca-Casale in tempo di s. visla, e trasferito
scopus Fenafranus eani apernitei clan- il corpo nella cattedrale, il fratello gli e-

sii. A. D. MDCLXXVi sub Greg. Xllf resse un marmoreo avello ove si ascen-
Pont. Così va bene: il Papa avea celebra- deva al coro. Ivi furono sepolti succes- i

to l'anoo santo neh 575. Dnn(pie V'ena- sori, sinché mg."^ Stabile lo tolse, e ne co-
fro è tra le poche chiese che fu decorata struì altro più decente a'gradoni della sa-
della porta santa, poiché anche il Lvicen- .°
grestia. Il 1 ottobre venne eletto Giacin-
li che ciò nnri-a e riferisce l'iscrizione, op* to Cordella di Fermo. Esercitò pure \^
portuoamenle soggiunge. Placulari si- podestà ten)porale,a lui delegata dall'ab-
quideni anno Roinne exacto duin in Or- bate Francesco Peretti principe di Vena-
beni universum Christiamim sacer ejus fro. Ampliò il palazzo vescovile, e fece ri-

thitsaurus sequentì anno diffunderetur^ durre a miglior sialo di coltura gli olive-

Venofri Portae hujus interposita cele- ti della mensa, rinnovandone la ileielilta

brilate excrptus est. Morto Orazio nel piantagione. Allora i beni del vescovato
]58i, nell'ottobre gli successe Ladislao rendevano 3ooo scudi, ad onta del tenue
d'^ywi>io(/^.) napoletano, chiaro per vir- valore de'cereali. Portò da Roma 1 2 sla-
tù e per sangue nunzio apostolico,
, indi luelle di legno colle reliquie de'ss. Mar-
governatore di Perugia, oeli6r6 cardi- tiri, e le collocò in una cappella della ss.

nale, morto nel conclave del 1 62 1 , in cu- Annunziata, tolta nel 1


757 per la restau-
iicitlo praefecti sacrarii apostolici, non razione del tempio. Per la micidiale pe-
però a' 1 a fcbbraio,poichè agli 8 i cai dina- ste deli 656 si rilitòuella badia di s.Via-
i42 VEN VEN
cenzo (li Volturno; f|uii)cli pe'trìsii efFelli sforare cattedrale,facendola nave gran-
la

ilei contagio e per l'clà avanzata, piocu« de e molli slucchi, lasciando in morte al-
lò d'avvicinarsi alla patria, con ottenere tri materiali pel resto. Aggregò molti be-
nel 1666 le chiese di Recanali e Loreto. nefizi alle prebende penitenziale, primi-
Kel 1667 gli successe Sebastiano Leonar- ceriale e teologale. Dopoi '7 anni d'utilis-
di di Sezze, arcidiacono della patria col- simo e benefico governo si riposò nel SÌ*
legiata, lodato pastore, nior"i neliG6q.Gli gnore nel 1733. Solenni funerali gli fu-
fu surrogato nel 1670 Lodovico Ciogni rono celebrali, e in segno di venerazione
nobile romano scenzialo peritissimo, che gli si strapparono gli abiti. L'i maggio 1

da Eorna vi portò le reliquie battezzate fu nominalo Francesco Agnello Frngian»


di s. Daria. Fece costruire nel coro i se- ni di Barletta preposto di Canosa, restau-
dili di legno a bassorilievo , e rifondere rò r episcopio e fu traslato a Calvi nel
più grande la campana Uìnggiore. Sog- I 742. A'24 settembre Giuseppe France-
giacque a vessazioni per sostenere l' im- sco Uossi di Mormanno diocesi di Cassa-
iirunilà ecclesiastica, tutlavolta fu com- no^ peritissimo nel gius civile e canonico,
pianto in morte neliGgo. Nel seguente consagrato da Benedetto XIV. Uiù al se-

Carlo Nicola de IMassa della diocesi di minario i fondi della badia di s. Nican-
Sorrento, consagrato da AlessandroVllI. dio e alcuni benefizi, morendo nel l'j^^.
Fece dulie a nuova forma l'interno
ri fi' 7.0 maggio Francesco Saverio Stabile
della cattedrale, coprendo qualche anti- di Martina diocesi di Taranto, spiegando
chità e cancellando le lettere dell'antiche indicibile pi emura e zelo per tutta la dio-
pietre. Soppresse molte cappelle, rinno- cesi. Fece fiorire il seminario, arricchì la

vò le due navi 3oo duca-


piccole, e lasciò cattedrale di suppellettili sagre e ne pro-
li per(juelladi mezzo, morendo con gene- mosse l'abbellimento. Adornò di marmi
rale dispiacere neh 7 IO. Dopo lunga sede e di balaustra l'altare maggiore e il tro-
vacante, nel 1717 o 17 18 nel 1.° aprile, no, ingrandì il coro e fece il nuovo se-
secondo le Notizie di Roma, Mattia 1 oc- polcro tie' vescovi. Celebrò la nuova sua
eia decano della metropolitana patria di ricordata dedicazione, richiamò l'osser-
Capua, flicendo il solenne ingresso, aven- vanza della disciplina ecclesiastica, de'sa
do già dato bel saggio disc ne'doe qua- gri riti , del canto ecclesiastico e d' ogi
resimali predicali in Venafro, Prima sua istituzione. Nella carestia del 1764 tla pj

cura fu l'istituzione del seminario, sopra die sollevò la popolazione, sempre esser
un fondo propriamente sul mu-
civico e dolode'poveri. Fra le lagrime di tulli m<
ro della A'9 aprilei 720 nel gettar-
città. lì nel i78'8,e nell'esequie fu altamente U
si le fondamenta vi fece cader dato, lasciando e dotazioni pi
g pietre in pii legati

onore della ss. Trinità, della ss. Vergine maritaggi. Vacò la sede fino a'26 mai
Assunta al cielo, e de'ss. Martiri patroni, zo 1792. in cui fu preconizzato I'uIiìdi
contribuendo all'istituto i cittadini d' 0- vescovo Donato «le Liquore canonico de
giii ceto. Nello slesso anno aprì il preca- la patria metropolitana di Napoli, preti
rio seminario in una casa privata di s, calore esimio e di sonora voce, versatissi-
IJarbara, e compita la fabbrica nel 1728 mo nella s. Scrittura e nella teologia. Fu
vi fi-cero solenne passaggio 3o convitlo- esemplarissimo pastore, fece costruire il

ri, celebrandosi festa e accademia lette- molino con due mole, sostenne col capi-
raria. Pelmantenimento, oltre la pensio- tolo la causa delle decime, e dopo l'incea-
ne de' convittori, vi concorsero il capi- dio della sagrestia rifece molti paramei
tolo, gli ebdomadari, i pariochi e tutti i li. A lui si deve i! nuovo cimiterio, la di
luoghi pii, sino alla formazione d'una ratura dell'organo e dell'orchestra. M<
vcudila suflicìente. Si rivolse quindi a ri- lìdiQi anni io Napoli a'27geuuaioi8 il
VEN V E !V 143
e fu sepolto nella congregazione de'Rlan* non che il capitolo e il decurìonato che
chi allu Spirilo Santo, di cui era sialo Inseguirono fino alla casa del sindaco, do-
prefetto, nelle funebri pompe avveoen- \e alloggiò e ricevè gli ossequi del capi-
ilo cose meravigliose. Restala vacante la tolo, del clero secolare e regolare, di tut-

chiesa di Venafio, in conseguenza della te l'aulorilà, rimanendo a fargli compa-


iiiK)va circoscrizione di diocesi, Pio VII gnia ildegnissimo vescovo. Il dì seguen-
la soppresse , dichiarò la cattedrale insi- te, dopo che il nunzio apostolico ebbe ce-
gne collegiata, ed uni la diocesi a quella lebrata la s. messa privatamente, vestito
ò' I.sernia{f\), colla bolla Deiitiliori do- di mozzetla (la mozzetta non è in dii ilio

minìcae, de'28 giugno i b 8, Bull. Roin. 1 propria de' nunzi, da qualche tempo
coni., I. 5, p. 56. L'odierno vescovo fu
I l'hanno adottata alcuni di es«i per mag-
preconizzato da Gregorio XVI neh 887, gior decoro, come quelli di Napoli-, Pa-
ed è nig."^ Gennaro Saladino di Napoli, rigi ec.) e rocchetto, preceduto dalle 4
iodato dal Papa nella proposizione conci- confraternite laicali venafiane, da' cap-
storiale, ora vescovo d'Isernia e Venafro. puccini, dalle Croci de'panochi e arcipre-
Jmperoc'cliè riferisce il n.^aSS'del Gior- ti della diocesi, dalla capitolare co'semi-
nale tli Roma deliiS52. Nel marzo 1849 naristi, da tulli ì canonici, e seguilo dal
una deputazione di notabili venafrani, es- regio giudice, dal sindaco e dall'allre au-
sendosi portala in Gaeta a deporre n'pie- torità, recossi alla nuova cattedrale sot-

di del rea! trono i sensi d' iinìmo divolo to un sontuoso baldacchino sostenuto da
e di fedeltà, implorò la riprislinazionedel 6 decurioni. Quivi 1' arcidiacono gli die
vescovile seggio dalla maestà di Ferdi- a baciare il Crocefisso, gli oderse l'asper-
nando II, il quale permise che a tal uopo sorio e l'incensò, e quindi entrato in chie-
fosse dagli stessi supplicato il Papa Pio IX sa fu cantato con eletta musica VEcce Sa-
die in quella città ritrova vasi. Il vescovo rerdos 3Iagitu<!. Dopo
di che prese pos-

d'Isernia mg.'Saladino,nel febbraio 1 8 j2 sesso nelle solite forme, terminando la


l'innovò personalmente le medesime i- so'enneceremonia col canto del 7(; Detun,
stanze, e a' 1
q giugno il Sommo Pontefi- e colla benedizione del ss. Sagramenlo,
ce fece pagin i voti de'venafrani, ripristi- Non è a dire come la chiesa fosse gremi-
nando eoa sua bolla in cattedrale la chie< ta di gente accorsa da tutta la diocesi, e
sa collegiata di Venafro sotto il titolo di come in tanta frequenza di popolo che
Maria Vergine Assunta in cielo, da rima- ingombrava le vie si mantenesse sempre
nere lai chiesa come concaltedrale con il più perfetto ordine. La gioia religiosa

unione egualmente [irincipate alla chiesa che invadeva tulli gli animi non lascia-
entrambi da uu solo pa>
d'Isernia, rette va luogoad alcun altro pensiero. Nel gior-
store. Munita di sovrano assenso la bol- no appresso rng.*^ nunzio visitò il mona-
la, e incaricato come legato pontiflciodel- stero delle Clarisse, la basilica di padro-
la sua esecuzione mg. "^

Innocenzo Ferrie- nato comunale, ove riposano corpi de' i

li, arcivescovo di Sida e nunzio apostolico ss. Martiri protettori Nicandro, Marcia-

in Napoli, il medesimo si recò in Venafro no e Daria, varie altre chiese e da ultimo


a'aS setleD)brc delio stesso i852 per l'i- fece visita all'ottimo prelato mg.' Sala-
naugurazioue della ripristinata cuDcalte- dino nel palazzo vescovile. Il 27 fece ri-
drale, accompagnato dal suo seguilo, dal torno in Napoli collo stesso accompagna-
sindaco di Venafro e da Tommaso Man- mento che avea avolo al venire, e colle
cini, e ricevuto ai luogo dello Ponte Reale stesse dimostrazioni di rispetlochel'avea-
dal vescovo mg."^ Saladino e da'priueipali no accolto al suo giungere in Venafro.
del clero e del comune. Immensa gente at- Nelloslesso di 27 mg/Saladino prese pos-
tendcvalo iu ^ enafro con rami d' olivo, sesso della novella sua chiesa, secoudu le
• 44 V IL N VEN
r.eiemonie piesciille dal Pontificale ro- altro già domìnio temporale della s. Seile
mano, lecuiiciosi su d'un cavallo bianco (per cui quest'articolo interacnentea quel-
e colle vesli solenni dalla chiesa del Piu'- lo si rannoda e compenetra, laonde è in-
galorio alla concattedtale fra innumere- dispensabile di doversi tenere presente,
vole calca di popolo, preceduto dal clero essendo un compendio storico del Ve-
e dalle confi atei nite, e seguilo dall'auto- naissiuj e ad ambedue è poi stretlainen-
I ila tutte della città, lu tutte le 3serefuT- te collegato (|uello di ToLOSA),e il princi-
vi generale illuminazione per Venafro, in- pato d' Grange {f^.), i cui princi[)i, ra-
cendio di fuochi artificiali, suono di fusli- mo de'duchi Nassau, divennero re de'
di
ve bande musicali. E perchè ogni bella Paesi Bassi {f^.) regnanti. Prima di essi
azione n)erita lode, e fra le più lidie so- il principato d' Grange fu posseduto da'

no da contare precipuamente quelle che conti diChalons,e venne riunito alla Fran-
tornano a lustro e decoro di nostra s. lie- cia col trattato d'Utrecht. Il dipartimen-
ligione, non si deve tralasciar di dire, che to trae il suo nome dalla celebre e deli-
9 delle più notabili famiglie venafrane ziosa fontana di Valchiusa, esistente nel
hanno assicurato con pubblico istronien- villaggio omonimo, e da cui deriva il fiu-
to rogato in Isernia, una rendita sul gran me Sorga, lesa immortale dal soggiorno e
libro d'annui ducati 6go a favore della da'versi del sommo aretino Petrarca, al

mensa di Venafro: essi sono il cav. Fran- pari della Castalia , per 1' accennato nel
cesco Nola giudice del circondario, Bene- voi. LXXV, p. i 33 , in onore del quale e
detto del Prete sindaco, d. Giambattista della famigerata provenzale Laura, da ul-
Melucci primicero , Vincenzo Armieri, timo l'accademia letteraria di Valchiusa
Giam bai tislaLucentoforte, Tommaso Lu- d'Avignone vi eresse neli8og una bella
centofoile, Giovanuangelo del Vecchio, colonna per monumento. Il meraviglio-
can. Achille Mancini, Nunzio Manselli. so fonie e romantica valle della Sorga,
la

Un'epigrafe italiana posta nella casa del immortalati dal Cigno di Valchiusa, so-
comune eterna la memoria di questo fat- no descritti nel I. 6, p. 4' ' àeW Alhiint

to. Per questo novello benefìzio che i ve- di Roma col suo disegno. Sgorga il fonte
nafrani s'ebbero dall'augusto sovrano, il da una grotta, e molti torrenti fragore
sindaco nel precedente giugno erasi recato samcnle vi sì gettano dentro e ne acci-fl
in Gaeta con una commissione a rendere i scono l'acque, in guisa che la Sorga coN
più fervidi ringraziamenti, ed il magna- le quali si forma, può sostenere battelli

nimo Fetdinando II gii accolse colla sua all'uscire medesimo della sua conca, e fa
solitabenigna clemenza. Venafro può an- muovere molte macchine di fabbriche di

darne superba. Le due diocesi d' Isernia carta. Il gran poeta abitò pure sovente
e di Venafro si protendono a più miglia, nel propinquo castello del vescovo di Ca-
e contengono circa 26 luoghi. vaillon, situato sul sovrastante monte, on-
VENAISSIN o VENAISINO o VE- de venne denominato castello del Petrar-
NESINO o VENOSINO CONTADO, ca. Questo dipartimento è limitato da
Comitalus Venayssini^ Fenasstnsi Co- quelli della Dróme, delle Bassi Alpi, del-
mitatus, ed il Morcelli disse qua' di Ve- ie Bocche delRodano e diGard,e da'fiu'
naissiu ed i Venessinesi, P'enusìn. Paese mi Duranza e Rodano, La sua lunghez-
celebre ed ameno di Francia, nella Pro- za è di 26 leghe, la larghezza 5, avendo 1

venza[P\),^\ìi domìnio sovrano della Se- di superficie t83 leghe quadrate, o 194
de apostolica, che ora forma parte del di- secondo il Castellano , ovvero 336, 000
partimento di Valchiusa, Vaiicluse. Es- ettari. Tutto apparteneva questo suolo al-

so al presente contiene, oltre l'antico con- la s. Sede tranne l'antico principato di


,

tado Veuaissiuo, il cunludo d' Avignone, Orangc, la cui superficie ha 5 leghe di


VEN VEN 145

lunghezza, sopra 3 di larghezza, essendo 4 o 5 leghe è inleramenle ciottoloso, ad


slato anch'esso rinchiusone! contado Ve-^ eccezione d'alcuni raonticelli, quali la ru-
naissino; nonché Api di Provenza, di cui pe d'Avignone e quella di Vedenes. la-
poi farò cenno. Nel diparli mento di Val- contransi vasti piani di sabbia dalla par-
cliiusa vi sono delle pianure all'ovest, ma te di Mourmoiron, di Bedoum, e supe-

il paese è coperto di montagne più o me- riormente ad Grange, nelle quali vege*
no alte in tuttala parte del nord-estjdell'est tano alcune piante particolari. Sano è il
e del sudest. Vi si rimarca principalmen- clima e temperato, quantunque lo sbo-
te prolungamento di due rami dell'Al-
il scamento delle montagne abbia rinfresca-
pi, conosciuti sotto nomi di montagnei ta la temperatura. L'atmosfera va sog*

ili Lure e di Leberoo. Fra'corsi d'acqua getta a grandi variazioni; frequenti ven-
che solcano il dipartimento, i più rimar- gono le procelle e talvolta accompagnate
cabili sono il Rodano e Duranza; ih." la da grandine devastatrice. Veggonsi non-
riceve l'Aigues e la Sorga, che s' iiripin- dimeno degli anni senza temporali, ma
giia coirOueze; la 2.% che ad onta di sua allora la siccità è estrema e dura ben 3
estensione non serve che alla discesa de' e 4 mesi. Gran parte delle terre è appe-
legnami per galleggiafnento accoglie il , na capace di coltura. 11 prodotto della rac-
Cavaillon. Contiene questo dipartimento colta de' frumenti non basta al consumo
parecchi canali d'irrigazione che vi sono degli abitanti; ma coltivasi molto la sega-
di grande utilità, l' acque essendovi rare la e l'orzo. Le viti occupano presso ad un

e necessarie, e fertilizzano terreni prima ed boschi


7.° della superfìcie del suolo, i

coperti di sassi e ciottoli, ed i principali un ordinariamente


8.° Si fa copiosa ven*

sono: il canale aperto fra la Daranza ed demmia, ma i vini di questo paese dan-
il MeriudoI, per innadlare il territorio di no alla testa, e fortemente colorati, sono
I Cavaillon e del Cavallo Bianco; quello di generalmente mediocri e poco alti all'e-
Calcedon, vicino al suddetto; la Diwan- sportazione; ve ne sono peraltro che han-
'
za, che percorre il territorio d'Avignone, no maggior forza e delicatezza, come quel-

ed il Crillon che dalla Duranza va al Ro- li di Chàteauneuf, Laner,Sorgues,Gada-


dano. Il suolo del dipartimento di Val- gne ec. Il miele e la cera abbondano , e
'
chiusa, essendo ritaglialo da pianure, raccolgousi circa i5oo quintali di seta al-

colli e montagne, otfre necessariamente l'anno, molte olive, zaffurano, robbia,


nella sua natura grandi varietà; in gene* mandorle, noci buoni frutti. Sommini-
,

rale, le terre sono calcaree e miste più o stra questo dipartimento cortecce aroma-
'
meno coll'argilla e l'arena, il che le rea- tiche e medicinali, quercia verde , legno
'
de ora troppo forti, talvolta anzi assolu* di scotano, seme giallo d' Avignone, ani-
! tamente dure e compatte, ora troppo leg- si, coriandoli ec. Adopraosi a lavorar le
I
gere, e di sovente senza verun nesso. Tut- terre molto gli asini e i muli; vi hanno
tavia in alcuni cantoni trovansì i detti numerosi armenti di bestie lanute, ma di
priocipii ancor modillcati da vene di ges- mediocre razza. Contiene questo diparti-
so, di marna bastarda, di sabbia non an* mento numero assai grande di cave di
cora pelrificala, e nella maggior parte da torba non utilizzate, di carbone di terra,
I una quantità immensa di pietre, ciottoli e qua e colà sparsa miniera di ferro epa-
i
e banchi considerabili di ghiaia. La par- tico, limaccioso, in granelli e io rognoni;
E te vicina al confluente del Rodano e della solfati di ferro, piriti marziali, miniera
< Duranza, vale a dire la quasi totalità del di piombo. Se il paese non è ricco di so-
territorio d' Avignone, presenta un suo- stanze metalliche, almeno abbonda di ter-
'
lo grasso e argilloso; ad una lega di di- re da vasaio, di cave di gesso, di belle ca-
'
slaaza da quella città e per un tratto di ve di pietre da fabbrica e di pietre da cal-
VOL. xc. lo
1

i4G YEN YEN


ce. Inoltte oflfreil dipaiiimeDto parecchie ria e corte romaDa, onde al medesimo e-
sorgenti minerali di differente indole. At- lano rivolti in tale epoca tutti gli occhi
tivissima è la sua industria, e tende so- del cristianesimo, con immensi vantaggi
prattulto verso la preparazione e fabbri- di ricchezze e onori. Indi infelicemente
cazione delle seterie , lu manipolazione deturpato dalla cattedra di pestilente sci-
della robbia, la laminatura del rame e del sma, che lungamente tennero due au-
vi

j)iombo, gì' istrumenti rurali. Vi hanno daci e ostinatissimi antipapi, con funestis-
fàbbriche di minuterie comuni ad Avi- sime conseguenze e danni alla Chiesa e
gnone ed a Carpeutrasso) Mazan è noia a'fedeli da loro ingannati. Il dipartimen-
per le sue lucerne di ferro: vi sono mol- to di V'alchiusa, di cui è capoluogo Avi-
le distillerìe d'acquavite, concie di pelli gnone, n)andavn 3 membri alla camera
e tintorie rinomate. Le tele dipinte sotto de' deputati per rappresentarlo, ed ap-
il nome di tele d'Orange, formano un ra- partenne all'S.^ divisione militare, forma
mo del commercio d'esportazione. L'im- I arcidiocesi d'Avignone, e dipendeva dal-
portazione cotisìste in grani, rame, ferro, la corte regia di Nimes, ed è della circo-
piombo, panni fini, tele, mussoline , ca- scrizione dell'accademia universitaria di
valli, muli, bestie bovine, lavori di mo- detta città. L' arcidiocesi fino al 1801,
da, minuterie e chincaglie. Gli iibitanli, oltre l'arcivescovato d'Avignone, com-
compresi quelli d'Apt, ascendono a circa prendeva altre 3 sedi vescovili, Carpeii'
25o,ooo, e quasi 10,000 de'quali sono trasse, propriamente capitale del conta-
d'Orange, che hanno generalmente ca- i do Venaissino, Cavaillon e T'^aison (^.),
pelli castagni tiranti al nero, la pelle più sufTraganee d' A vignane, la qual città era
bruna che bianca, lo sguardo vivo e pe- poi anche capitale di tutto lo stato. IVel
netrante, la fisionomia spiritosa e pateti- regime de'Papi moltissimi illustri italia-
sempre mezzana, e co-
ca: la taglia quasi ni ne furono vescovi, non che presidi
i

inunementeassai robusta. Sono vivaci, af- temporali. Grange era sufFraganea del
fabili, ingegnosi e disinteressati, li popolo metropolitanod'Arles. Avignone era pur
generalmente senza lettere, riesce facile sede del cardinal legato, poi del prelato
a condursi. vestimento delle donne è
Il vice-legato, indi e soltanto per disposi
snellissimo e sembra che tenga la massi- zione di Clemente XIV del prelato pr
ma relazione con quello dell'etiche gre- sidente, che voleva creare cardinale, e
che.Sono questi sudditi che benigna- i Avignone
la tradizione della /;e;ve;/(2 in 1
mente per circa 6 secoli governarono i come notai ne'vol.XI X,p.2o3,LXXX V I,
Papi, e beneficarono in tanti modi. Inol- p. 76 e altrove, avendolo detto Papa il

tre energicamente li difesero dalla fana- equiparato in certo modo al presidente


tica eresia armata degli Albìgesi e de- d'Urbino. Però Pio VI avendo conferito
gli Ugonotti (f^.)y che insanguinarono pei i.°tale dignità al Dui ini, fallo pre-
la contrada, ponendola a ferro e fuoco, sidente dal predecessore, ristabilì il tito-

sfogandovi le più empie e le più crudeli lo di vice-legato senza la prerogativa del


scelleratezze, cou guerre sterminatrici e cardinalato, e nominò Giacomo Filomari-
desolanti, che manomisero anche sepol- i no (e non Filonjanno, come per fallo ti-
cri, ne bruciarono le ossa e ne sparsero pografico fu impresso nel voi. in,p. 277)
le ceneri al
vento o gettarono ne' fiiuni, napoletano. Nel voi. Ili, a p. 233 riportai
inclusivamenle a quelle de' Santi, oltre la serie de' cardinali legati d'Avignone,
altre indicibili profanazioni. Egli è que- ed a p. 275 quella de' prelati vice-legati,
sto il paese ch'essi signoreggiarono indet- e per ultimo presidenti. La serie de'pi ela-
to periodo di tempo, e 7 de' quali per sua ti rettori del contado Venaissino, residen-
gran ventura vi fecero resideuza, cella cu- ti iu Carpeulrasso, la lìferìrò iu seguito.

I
VEN VEN 147
In q ueslo diparlìuiento vi è una chiesa lo ad acquistare tale carattere, abilea de-
coucistoriale, e gran numero d'ebrei. Es< nominare il Venesino, forse neavreutmo
»o si divide ne'4 ciicoiidari, d\ y4fjl, giù dalle storie alcun lume, poiché nou mol-
«c'de vescovile Provenza buflragaiiea
di ti anni dopo la detta traslazione, passò
d' Aix, di Avignone, di Carpenlrasso, e sotto il dominio de'borgognooi, al quale
di Grange; iu 22 cantoni, ed in i5o co- successe quello degli ostrogoti. Imperoc-
muni. Apt non fece parie del contado ché re Teodorico possedè iu proprie-
il

Venaissino: il suo circondario è diviso in 5 tà laProvenza orientale, e l'occidentale,


cantoni e in 5o comuni, con circa 54iOOO nella quale si comprendeva il Venesino,
abitanti. Riferiscono i geografi che il di- ed in raccomandazione la Linguadoca,
partimento di Valchiusa è patria degli della quale eiano capitali dell'Alta To-
antichi voconci, cavari e nieuciuiì; i due Iosa e della Bassa Montpellier (f^.). Ri-
ultimi de' quali popoli galli resistettero partì lo stato in 4govc>u* generali, da'
ad Annibale quando co' suoi cartaginesi quali dipendevano quelle provincie, co-
passò il Rodano; furono poi soggiogati da' stituendo governatori in JVar^ona, iu
i

romani, e qualche secolo dopo da' popoli Marsiglia^ \ii Arles e ìtx Avignone j^ìc-
•venuti dal Kord. JNell'articolo Avignone che in quel tempo Vindausica rimase sen-
procedei precipuamente col p. Sebastiano za superiorità. In seguito, passalo il do-
Fautoui Caslruccicarmelilano,/s/or. del- minio della Provenza dagli ostrogoti a'

la città iV Jvìgìione t del Contado Ve- franchi, la provincia fu divisa in 4 parti


nesino. Stati della Sede apostolica nel' nel ripartimento fatto fra'due re,Gontra-
la Gtì//i«, Venelia 1678. Anche in que- uo d* Orleans e Borgogna, e Sigeberto I

sto ne proHtterò. Egli pertanto riferisce, d' Austrasia, figli di Clotario 1 re di Sois-
che, al dire d'alcuni, questo contado si sons, e le parli furono : la città di Marsi-
denominò P^enesino dalla caccia, che iu g/i'a (dell'attuale costruzione della nuo-
latino è detta fcnatio, asserendo, che va città e cattedrale feci cenno nel voi.

anticamente, più di oggi, il paese fusse LXXXIV, p. 24: altre parole su Marsiglia
ripieno di selve e di macchie per la cac* dissi ne' voi. LXXIII, p. 82, LXXIX, p*

eia opportune, ovvero dalla caccia che 282), c^e restò indivisa Ira'due fratelli ; il
&i esercitò liberamente in questi Ino- contado d'Avignone, e il coulado d' Aix
ghi a Venalione libera. Altri opina-
: colle loro dipendeuze, i quali paesi furo-
no che il nome lo prese da Venasca^ si- no la porzione di Sigeberto 1; ed il cou--
lo dell' antica città di Findauxica, ne- tado d' Arits colle sue appartenenze, e-
gato però da quelli che osservano es- quivalente a'due d'Avignone e d'Aix,che
»ere a' tempi c'elia repubblica romana toccò a Gontrano. Laonde ancora nou
divisa la provincia iu cavari e vocon- trovasi alcuna preminenza di Vindausi-
ci, popoli de'quali non poteva essere ca- ca, che possa aver denomiuato il Vene-
po Vmdausica. Nel teu)po degli impe- sino, mentre ella era in piedi. Tale città
ratori romani, continuando la divisione fu poi distrutta nel VI secolo dall'armi
del Venesino in cavari e voconci, ne de* longobardi, e allora il suo vescovato
'
furono fatte capitali Avignone e Vaison, fu unito a quello di Carpeutras, dalla
I come adermano Tolomeo, Plinio e Pom- quale nel precedente secolo la sua sede
I ponio Alela. Nella decimazione dell'im- vescovile era slata trasferita in Vindausi-
i
pero romano, si trasferì la sede vescovile ca. Per questa unione, congiuntosi a Cur-
5
di Carpenlras a Vindausica, segno che pentras nome di Vindausica, potreb-
il

fino allora non era stilla Vindausica qna- be che per essere Carpenlras il ca-
dirsi,
'
lifìcala con alcuna prerogativa di prefe- po del Venesino, abbia la stessa città di
renza. £ ìq avesse a quell'epoca cuiuiucia- CarpeuUas con quel 6Uo uome diViuduu-
i48 VEN VEN
sica denominato il paese; ma ciò neppu- taluni credere, che un tempo vi fosse il

re sussiste, perchè non fu distinto questo conte Vendacense di Venasca, e che per-
paese in corpo dal restante della Proven- ciò si chiamasse pure Venesino, da essi
za, mentre sotto gli altri re franchi, e poi detto Venascino; ma cioè un' illazione,
sotto rad' Àries ubbidiva tutta ad un
i come dimostra il Fantoni.Egli inoltre di-
principe; né si conosce, che sotto mede- i ce, altri pretendere,che supposto debba
simi re fosse Carpentras per qualità di il Venesino denominarsi da alcun luo-
governo capitale del moderno Venesino. go, derivi il suo nome A' Avignone, e per
Questo poi passato da' re alla proprietà la conformità de' vocaboli, e per la pre-

de' conti, non fu mai soggetto ad un sol minenza che altre volle ha goduto Avi-
principe, fuorché ne' tempi degli ultimi gnone in tutta la provincia, poi detta Fé*
conti di Tolosa, ed allora Carpentras non ncsina, o nella maggior parte di essa. La
poteva esserne capitale, perchè era citlà conformità de' vocaboli è aperta, dicen-
baronale, come si trae dal diploma del- dosi Avignone in latino, Vrbs y4\>ennica,
l'imperatore Federico H (rammento, et Avennicoruin,anù Vennìcoriini; on-
cìie formatosi il regno d' Arles colla de il paese è detto Avennicinus o Fen-
Provenza nell'Syg, a cui si unì nel gSS niciniis, ed in francese l^enesinus o P'e-
la Borgogna Transiurana e Cisiurana, ìiaissùms. La preminenza d' Avignone
Arles col regno divenne in seguito qua- agevolmente ancora si prova, oltre quan-
si una repubblica sotto il padronato de- to dissi nel suo articolo, ne' tempi de'ro-
gl'imperatori, che l'unirono aW Impero, mani e de* borgognoni. Però, dopo il

e se ne intitolarono e coronarono re. 5o6, seguita la memorata divisione del-


Quindi vi vollero esercitarne 'alta si- l la Provenza, venne suddivisa in Sgover-

gnoria, e Federico li le accordò distin- ni, Teodorico propose a governatori Ge-

ti privilegi. Arles celebre città appartie- mello di Arles, Marado di Marsiglia, e

ne Provenza, ora é nel dipartimento


alla V indilo di Avignone, che perciò fu ca-
delle Bocche del Rodano), col quale egli Provenza. Ne
pitale della 3." parte della

comandò ad alcuni baroni del Venesi- 570 Sigeberlo I re d'Auslrasia, uno de'
no, e tra essi al signore di Carpentras, 4 fìgli del re Clotario I, non soddisfati
di riconoscere in loro basso sovrano Rai- to del regno assegnatogli nel partimea
mondo VII conte di Tolosa, ch'era stato to prima tra loro seguilo, pretese pa»
privalodeldominiodelVenesino nel trat- te dellaProvenza eh' era toccata a Gon
talo di Parigi del 1228. Contro tali pro- trano suo fratello, e l'ottenne. Divisa li

ve, non è da adottarsi la congettura d'al- Provenza in due porzioni, delle quali l'u
cuni, per l'arme de' conti di Tolosa già na ih la città d'Arles colle sue dipenden

possessori del Venesino, la quale è spie- ze, che leslò a Gonlrano; e l'altra pe
gata dalla nobile famiglia Thesan de' si- Sigeberlo si compose delle citlà d'Avi
1

gnori di Venasca; perchè non già in ri- gnoneed'Aix, edellelerre lorodipendeii


guardo del dominio di Venasca, succe- ti, restando |)er entrambi indivisa la cit'

duta alla distrutta Vindausìca, ma per tà di Marsiglia. Ampie dunque doveano


altri suoi meriti le sarà stato comunica- essere le dipendenze d'Avignone, e mollo
to quello slemma de'conti Tolosani, men- esleso il territorio Avennico tullociò si :

tre essi erano feudatari in alcuna parte conferma, perchè il patrizio Mommolo,
di Venasca per sola infeudazione loro fat- che ne'tempi de're franchi della ." stirpe 1 >

tane, come ancora ad altri, dal vescovo Merovingia era governatore d'Avignone,
di Carpentras, il quale sotto la sovrani- e reggeva ancora Vaison, come città di-
tà del Papa, n'era signore diretto per do- pendente dal suo governo; ond'è certo,
nazione del conte di Tulosa. Si danno che gran parie almeno del Venesino era
VEN VEN «49
compresa sollo il governo d'Avignone, vincia. Cos'i dell' antiche; dipendenze di
perciò allora sua capilale.QiiiiidijSebbene f^alenza o Falence, si eresse il contado
il paese che dipendeva solto re dal gover-
i e poi ducato del Valentinese o Valenti-
no d'Avignone, si tlislraesse succeduto il nois, nel Delfinato ('/^.j e ora capoluogo
governo de'conli in varie sii^norie non- ; del dipartimento della Dróme, non di*
dimeno in virtù della goduta preminen- pendente dalla città propriamente, ben-
Ba, potè restare a parte di esso la deno- ché fosse residenza di tali conti, onde al-
minazione di feite.sino e in francese l^e- cuni la dissero capitale del contado Va-
naissin, quasi f'ennicino da Avignone, lentinese. Seppure non piacesse di dire,
città Fenilica o À^'cnnica, perduta la .* i the Raimondo VII spogliato d'ogni al-
lettera A. Non però le manca la sua dif- tro stato, allora a quel paese di cui si e-
lìcollà, mentre il nonìe di Venesino par ra posto in possesso dasse il nome di Ve-
più moderno di quel che comporti la sup- naissino, a Fenatione, che già vi era
posta derivazione, l'oichè tal nome ili libera ab antico^ o libera fu da lui fatta
Venesino non si ha notizia che si trovi per conciliarsi gli animi di que'popoli. Re-
prodotto, se non dopo che dal Papa In- sta a vedere quando avesse principio il

nocenzo III e dal concilio generale di titolo di Contea nella Provenza Fenesi-
Laterano IV si dichiaiò la Chiesa roma- na. I conti di Tolosa assunsero il titolo

na tener le terre di qua dal Rodano, di di conti del ne decorarono


f'^ene.sìno, e i

Raimondo VI conte di Tolosa, fauto- loro primogeniti. Altri però provano, che
re degli eretici, per provvederne il suo i conti di Tolosa non altro titolo assun-
figlio Raimondo VII, quando egli fosse sero, che di marchesi di Provenza, per
pervenuto ad età maggiore, se degno si essere possessori del paese Venesino. Wè
mostrasse dì quella grazia della Chiesa; manca chi asserisce, che Raimondo VII
mentre dal Papa e dal concilio erano sta- trovandosi privo del contado di Tolosa,
te concesse l'altre terre di là da detto dato dalla Chiesa al Monfort, prima che
fiume a Simone di Monfort capitano su- essa consegnasse a lui le terre di qua dal
preoiode'crocesignali.Neli222 divenuto Rodano, ne prese colla forza il possesso
conte di Tolosa Raimondo VII, produsse e insieme assunse il titolo di conte del
il nome d'iFenaissiuo in un contralto che Venesino. In prova di ciò, nell'accennatQ
seguì in tale anno tra lui e i consoli d'A- alto dell 222 traini e i consoli d'Avigno-
vignone; e dopo <|ueslo documento con- ne, nel suo sigillo si legge da una faccia :

linuamente trovasi lo stesso nelle bolle, S. R. C.j cioè Signiun Raymundi Co-
lettere e istromentì de' Papi, non meno fiiitis, e dall'altra Fefiaissini. Ma perchè
in diplomi e carte di principi e di priva- dopo questo inonumenlu in altri legge-
ti. Si vuole giustificare l'asserto,
con sup- si Venesino senza titolo di contea, dà ar-
porre di avere Raimondo VII dato il no- gomento di congetturare che cessasse poi
me di Venaissino al suo paese, relativa- questo come usurpato da Raij
titolo,
mente all'antica estensione d'Avignone, inondo VII, senza legittima autorità del
tuttoché in quel tempo si fosse somma- Papa supiemo signore del Venesino, o
mente accorciata, né più il paese propria- dell'imperatore per l'alia suvrauità che
mente appartenesse ad Avignone, ad ec- vi esercitava, come dipendente dui regno
cezione d'alcune poche terre e castelli del antico d'Arles. Alcuni atferinano, che il

medesimo, che continuavano ad essergli Venesino fosse già contea, quando il re


soggetti. E ben ne avea Raimondo VII di Francia Filippo ili l'^r^/Vo, succedu-
qualche motivo, pe' servigi a lui resi da- to ad Alfonso di Valois conte di Tolosa
gli avigiionesi, perchè col favore di loro suo zio, restitu'i il Venesino al Papa. Al-
forze era rientrato iu possesso delia prò- tri poi sosleugonOj pei mostrare che il
1 5o VEN VEN
Venesino non ebbe sì tosto il titolo di siringe la sua digressione cori dire, che
contea, i." Nell'atto della pace di Pari- il Venesino fu eretto in contado, come
gi del 1228, trattandosi del Venesino è vado a nai rare, soltanto circa 34 «niii
scritto Terrain aiUeni, qua est Imperio
: dopo la restituzione del medesimo alla s,
ultra Rhodanif et omnes jus si quod Scde;ecol pareredi vari scritlori agj»iun-
ipsi Raymundo competiti vel competere gè, che la voce T'enesìnn deve prefeiir-
poteste in eapreeisa et absolufe quittn- si a quella di T^ennscino non mai usata

\'it dìcto Legato nomine dieta Ecclesiae anticamente da'Papi, né dagl'imperato-


in perpetnum. 1.° L'imperatore Federi- ri, né da' conti, i quali tutti per ordi-
co II, persecutore della Cliiesa romana, nario hanno detto Venesino^ Fenayssi'
mal tollerando cbe questa possedesse no o Venaiscina. Anche il Petrarca lo
quel paese, in un diploma che spedì a chiama Fenesino.
favore di Raimondo VII conte di Tolosa liaccontai con diffusione, coll'autorità
nel 12 35, non gli die il nome di eontado «li gravi e veridici storici, negli articoIiTo-
ma di terra Venesina. 3.° Papa Grego- T.osAe AviGNONE,edivi meglio ragionando
rio IX, rispondendo al re s. Luigi IX, [)a- degli eretici Alhigesì, seguiici degli ahbo-
dre di Filippo III, intorno a questa pro- minevoli errori de' i]/i3/«V7ie/ e altri ereti-

vincia, gli scrisse: Lilerasquas prò di- ci,da'quali derivarono allre esecrabili set-

lecto filio nohiliviro Cornile Tolosano te,che col favore delle tante guerre soste-
super Terram quani Romana Ecclesia nute da Raimondo V conte di Tolosa, e
ci tra Rhodanum ad manus suas reti- delle turbolenze insorte al suo tempo,
nuit. E negli slessi termini si spedirono gli albìgesi mollo si estesero ne' suoi sta-
altre lettere. Il suddetto Alfonso di Va- ti, massime in Tolosa, ed in Alby capi-
lois, fratello di s. Luigi IX, conte di Poi- tale dell' Albigese nella Linguadoca su-
tiers e di Tolosaj dopo
morte di R.ai-
la periore, ora capoluogo del dipartimen-
tnondo VII suo suocero, possedendo il to del Taro, dalla quale cititi presero il

Venesino, non se ne qualificò conte, ma nome. Cresciuta sfrontamente la loro 1

chiamò il paese Siniscalcato{àt\ qual vo- resia, fu nel i 176 condannata nel cor
cabolo resi ragione nel voi. LXI I
, p. 90), cilio d'Alby, e nuovamente dal concili]

p mentre chiamò Tolosa Contado. Il Pa- di Laterano III, celebrato da Alessandii


pa Gregorio X scrivendo a Filippo III III neh 179. Raimondo V fece molto p(i

re di Francia, dopo avere quel monar- frenare gli albigesi, senza alcun succed
ca restituito alla s. Sede nel 1272 il Ve- so. Il figlio Raimondo VI a lui succedi
nesino, si espresse con queste parole: De to nel I ig5, già inclinatissimo all'eresi
Terra Venesinn, Romana Ecclesia^ albigese, poi ne fu pertinace fautore. Que
propria libere, dimiltenda. Se
ciijiis est sta eresia come idra miseramente si dj
dunque il Venesino già avea il titolo di stesecon ispaventose proporzioni, mal
contea, doveva il Papa qietterlo nelle let- grado lo zelo per impugnarla de' cisteH
tere patenti, colle quali nel 1272 ne de- ciensi, de' domenicani e d'altri missiona

putò al governo Guglielmo V illareto, e ri; e ad onta eziandio del grande imp^
in vece usò questa forroola : De Terra gno di Papa Innocenzo III, che non

Venayssini^qnae esiejiisdem Ecclesiae lamenle ampliò l' Inquisizione con ist


speciali'!— Ed appresso: Ciiram^ cuslo- tuire il SUOI. "tribunale in Tolosa, ma de-
diam, administrationeni,reginien, etj'n- putò i suoi legali a combatterla e insieme
risdictionem terrae illius Fenayssini^ preservare i cattolici dal suo mortale ve-

qiioad tcmporalia tua sollecitudini us- leno. Raimondo VI avendo fallo truci-

que ad nostrum bcneplacitum praesen- dare il cislerciense s. Pietro di Castel-


iinm tenore cornmittimus. Il p. Fantoni nau, uno de' legali pontificii, il conte f;
YEN VEN i5i
«coraunicato e controlli lui pretllcatn la licamenle un porlosul Mediterraneo. La
sagra guerra della crociata, per impa- giieira di religione fu micidiale e disa-
ci non che contro
lonirsì delle sue terre, strosa, piena di sanguinosi e lagrimevoli
gli ne fu dichiarato generalis-
albigesi; e eccessi, commessi da ambo le parti, i le»
simo Simone conte di Monforf, che fe- gati mostrandosi rigorosi coli' eresia ar-
ce moltissime conquiste, e di diverse ne mata e crudele. Tolosa e tutti i dominii
divenne signore. Citalo il conte Raimon- del conte furono occupali da'crocesigna-
do VI, da Milone legato apostolico nel ti. Nel concilio generale di Laterano IV,
suo tribunale di Valenza,ad ottenere l'as> celebrato nel 12 15 da Innocenzo Ili, nuo-
soluzione de'suoi gravi reati, die per mal- vamente furono scomunicati gli albige-
s. Sede 7 forti castelli, 3 de'
leveria alla si e tutti i loro fautori. Raimondo VI (u
quali erano del Venesino, cioè Opede, dichiarato decaduto dalle sue terre e da
Uaumes e Mornas con legge di caducità, da ogni sovranità, con assegno pel suo
la contea di Melgueil, e parte o metà sostentamento; ed alla contessa sua mo-
delia città d'Aviignone, o meglio tutta in- glie, in grflzia di sue virtù, fu lasciato il

tera se poteva in seguito speftare al con- godimento de'suoi fondi dotali. Al conte
te. Dappoiché tanto i
7 castelli, quanto la di Monfort fu aggiudicata Tolosa e tut-
contea di Melgueil, doveano devolve-si ti gli altri paesi conquistati da' crocia-
re al dominio temporale della s. Sede ti, salvi i diritti della Chiesa e delle per-
ogni volta che il conte luancasse alle pro- sone cattoliche. Il rimanente de' domi-
messe. E siccome per maggior cauzione nii esistenti sul Rodano si concessero al
giurata sull'osservanza delle medesime, figlio Raimondo VII, se li meritasse col-
la fecero i nobili suoi dipendenti,! con- ia sua condotta, e intanto spettassero al-
soli d'Avignone, di Nunes e di s. Egidio la custodia e signoria della Chiesa ro-
o con legge che tutti restassero
Gilles, mana, e ad essa rimanessero in sovranità
sciolti dal giuramento di fedeltà dovuta se il giovane principe se ne fosse mostra-
al conte, nel caso ch'egli non adempisse to indegno nell'età adulta. Ma Raimoa-
le medesime promessejed allora tutti di- i do VI tosto riaccese la guerra contro
ritti di Raimondo VI sopra Avignone si Monfort e i crocesignati, e per l'antica
trasferissero nella Chiesa romana. Il lega- afi'ezione a' conti Tolosani, alle sue in-
to tutto corroborò con autentico atto. In segne si unirono varie Provenza
città di
nume della Chiesa romana, il collegato di e del Venaissino. Però Monfort sconfìsse
essa Tedisio oTeodisio canonico di Geno- i nemici, e compì la conquista delle ter-
va, per ordine di Milone ricevè in conse- re di Raimondo VI. Nondimeno gli an-
gna castelli e li munì. Non ostante, di-
i tichi sudditi si dichiararono pel figlio Rai-
venuto Raimondo VI peggio di prima, fu mondo VII, che ricuperò Tolosa e al cui
scomunicalo nel 12 11 dal concilio d'Ar- assedio vi peri Monfort. Papa Onorio Il(

les, e decaduto da' 7 castelli, dalla par- scomunicò Raimondo VI e Raimonda


te e altri diritti su Avignone, e sopra la Vii, perchè manifestamente proteggeva,
contea di Melgueil ; l'apa Innocenzo III nol'eresiaje minacciò il 2.°di privarlo del-
fece occupare per la s. Sede la contea di la signoria. Anzi scrisse Cohellio nella
Melgueil pe' diritti che avea sulla mede- Noti Lia CardinalaLus : Honor'ms III ...
sin»a. Tale piccolo paese, pare che sia Hoc eliam Pontìjlcem sedente^ lune prù
Melguel Mauguio, 3Ie/gorium, di Lin- niuin Comitatuin f^enaysinuni Romana
guadoca, nel dipartimento delTHerauIt, Sedes ohtìnitit. Morto nel 1222 Raimon-
circondario di Montpellier, da cui è di- do VI allacciato dalla scomunica, il fi-
stante to miglia, capoluogo di cantone, glio Raimondo VII vedendo le sue cose
sullo slagno del suo nome, ove era vi an> ridotte a mal partilo, fìnse d'emendarsi
1 5ci VEN VEN
e poi poco dopo tornò a' suol pravi er- contralte dal defimto Raimondo VI. In
rori laonde Luigi Vili re eli Francia
; conseguenza delle quali, ed in forza del
prese contro di lui la croce, e s'impadro- riconosciuto dal trattato di Parigi, su-
Papa Gregorio IK an-
nì de' suoi stati. bentrò la s. Sede eziandio ne' diritti del
ch'esso scomunicò Raimondo VII e suoi i conte sopra Avignone, al modo già ri-
fautori, eccitando il nuovo re di Francia portato;e ricevette ancora in sovranità le
s. Luigi IX a sterminare la desolatri- contee dal Valentioese e del Diese, ossia
ce eresia armata. Finalmente nel 1228 del Valentinois e di s. Diez, delle quali
nel concilio o assemblea, cominciala a trattai all'articolo Vale\za di Francia,
Bassege, continuata a Meaux e termina^ qual sede de' conti. come Gre-
Ivi dissi,

ta a Parigi, si stabilirono gli articoli di gorio IX 1228 divenuto supremo


nel
pace, per ammettere Raimondo VII alla signore di tali due contee, le accordò in
comunione defedeli, e rientrare in gra- feudo al conte Aimar II con molli pesi,
zia di Gregorio IX e di s. Luigi IX. La fra' quali che le seconde appellazioni
pace e le condizioni si confermarono for- giudiziarie <li dette terre si devolvesse-
malmente a Parigi, a'9 o 1 1 aprile. L'at- ro ai presidi e rettore pontificio del Ve-
to fu concluso e stipulato tra Raimondo naissinOjChe la s.Sede cominciò a gover-
VII, la s. Sede e s. Luigi IX ; ed il conte nare nel 1229 e continuò sino alla rivo-
venne assolto per autorità di Gregorio IX luzione di Francia, che lo tolse con Avi-
dal suo legato cardinal Bonaventura Ro- gnone a Pio VI, nel modo che rifcM-irò.
mano. Giovanna,unìca figlia del confe,fu Quanto alle contee Valentinese e Uiese,
fidanzata e poi sposata da Alfonso conte di poi Alessandro VI le cede a Luigi XII
di Poiliers e fratello del re di Francia, re di Francia, onde costituirle nel duca-
colla condizione, da loro non na-
che se to di Valentinois, per investirsene il di
scessero figli, la contea di Tolosa e la Lin- famoso Cesare Borgia, perciò
lui figlio
guadoca apparterrebbero alla Francia, coniiuiemente appellato il duca Valen-
Decaduto Raimondo VII da' suoi stati, tino. Fiainujndo VII fu versipelle, e piii

anco in conseguenza del disposto dal con- volte venne rimproverato e minacciato
cilio Laterauense fin dal 2 1 5, come per 1 da Gregorio IX e dal re di Francia. Ili
diritto di conquista fatta coli' armi, e perchè si adìdò poi il governo della con-
cessione fatta da Raimondo VI in ter- tea di Tolosa ad Alfonso di Poitiers ge-|
mini amplissimi, in pei petuo fu dato al- nero del conte. Questi non avendo polu-
la s. Sede il Venaissino in piena sovra- tootteneredal Papa l'investitura del Ve-
nità, e ciò per compenso delle gravissime nesino, la domandò e ottenne illegalmen-
spese fatte da lunijo leojpo da' Papi co' te dall'imperatore Federico II; concessio-
legati, co'presidii de' luoghi alla loro cu- ne nulla pel decretato dal concilio Late-
stodia aflldali, e per guerreggiare co* cro- rauense, e per essere Federico II inter-
ciali gli atroci eretici, per la pace e pro- detto dalla s. Sede, qual persecutore di
sperità della contrada, difesa e mante- essa, per cui i rettori pontificii continua-
nimento della pura fede. Il paese Vene- rono a governare il Venesinoper la Chie-

sino fu consegnato alla Sede nel 1229.


s. sa romana, tranne alcune signorie de'ba-
Contribuì alla cessione delle terre Vene- roni partigiani del conte. InlanloRaimon-
sine alla Chiesa romana il re s. Luigi IX, do VII invocandola pontificia misericor-
il quale ebbe la suddetta contea di M.d- dia, ottenne l'assoluzione dalle censure
gueil, sulla quale la s. Sede avea ragio- da Gregorio IX. Recatosi in seguito a
ni sovrane. Al re fu inoltre dato 4 de' 7 Roma per giustificarsi da altre imputazio-
castelli di là dal Rodano, ch'erano pure ni con Papa Innocenzo IV, da lui anche

devoluti alla ». Sede per l' obbligazioni (jltenue,ad istanza di s. Luigi IX, l'asso-
VEN VEN i53
luzionee I<i vitalizia investitura del Ve- mitaronoa contado Venaissino
dire, li

nejiinu iloininiu della s. Sede, e così pei' nel 1274 fu donato e ceduto da Filippo
sua figlia e genero, se non avessero pro- III a' Papi, che lo possederono sino al

le. Moiì piamente Raimondo Vii nei 1790, e veime riunito alla Francia nel
1249* lasciando sua erede universale la I 791. Altrettanto e semplicemente copia-

fj^lia, estinguendosi con lui la discenden* rono italiani e francesi, auciie moderni,
za maschile de' potentissimi conlidi To- non senza altri errori madornali; fra' pri-
losa. Gli sui^cesse il genero Alfonso conte mi eziandio il nostro riputalo Castellano,
di Poiliers, cliemorì nei 1271, e la mo- il quale disse il contado Venosinu acqui-

glie lo seguì nella tomba 4 giorni dopo. stato da Clemente Vi,confuudendo così e
Lo 7,io Fdippo III V Ardilo re di Francia, amalgamando l'acquisto fatto da quel Pa-
raccolse tutta la loro eredità, riunendo pa della città d'Avignone. Anzi mi piace
alla Francia la contea di Tolosa e la Lin- di qui ricordare, ciie la slessa Provenza^
guaduca. ignorando il re i diritti della s. come dichiarai in tale articolo, il i.°suo
Sede sul Venesino, se n'impossessò in uno conte ereditario Bertrando nel i 08 1 l'of-

alla metà della città d'Avignone. Cono- frì interamente a s. i'ieiro, facendola tri-

sciuto perù rerrore,ad istanza diPapaGre- i)utaria della s. Sede, il p. Fantoni ripor-
gorio X, nel injZ restituì prontamente ta i diplomi imperiali e di altri sovrani,
alla romana la provincia Venais-
Chiesa che confermarono alla Chiesa romana ii
&iua, senza che il Papa si curasse di ripete- pieno dominiodel Venesino. Ecco come
tela melàd'Avig(ione,che Ali(:)nsodi l^oi- egli descrive il contado. Conteneva 3 cit-
tiers avea ridotto alla sua ubi)idieuza. II tà vescovili, Carpentras sua particolare
p. Bonucci, ntW Istoria del Gregorio b. capitale, Cavailion e Vaison.e 69 tra ter-
Xy riferisce, che il Papa da Lione scrisse a re, castelli e villaggi. Anticamente veni-
Filippo ili, rallegrandosi con lui, per aver \a ripartito in 3 giudicatore, di Carpen-
benignamente accettato l'avviso da Gu- tras, di Lilla e di Vaireas. Lilla avea cir-
glielmo da IVIatiscone cappellano ponliQ- ca 6000 abitanti, opulente pel commer-
ciò, e uditore generale della camera e dei ciò, e resa da' Papi contro gli ugonotti
palazzo apostolico, coi volere liberamen- inaccessibile alle loro furiose armi: il fiu-
te restituire alla Chiesa romana la terra me Sorga in più rami vi scorre, e venne
Venesina, stala dallo ziodi lui Alfonso con- pur chiamato Macao e Macliavilla. Vai-
te di Tolosa e di Poitiers usurpata, e
do- reas si dtstinguea per 16 luoghi su cui e-
po lasua morte pervenuta nelle di lui ma- >itendeva la sua giurisdizione, in Carpen-
ni. Per cui il Papa lo pregò d' inviare i tras dimorava ii giudice dell'appellazio-
suoi ministri per consegnarne alla roma- ni, a cui si devolvevano l'appellazioni da'
na Chiesa il possesso, indirizzandoli alia giudici di Lilla e di Vaireas era tempo- :

curia romana, aillnchè procuratori di i raneo e costituito dai vice-legato. Vi ri-


essa conferendo co'niinistri regi, insieme sieileva ancora ii rettore del conlado,con
si recassero ad edetluai la. Il re a persua- proprio luogotenente. Egli non solo giu-
sione del l\Tpa, mentre questi ancora di- dicava immedialamenle nel dipartimento
morava in Lione, restituì alla Chiesa ro- dellii giudicatura diCarpentras, ma ezian-
mana la terra del Venaissino; e Gregorio dio era giudice supremo della provincia
X ne rese le grazie al re. Parecchi scrit- tutta del Venesino, cou giurisdizione che
tori, malmenando e sfigurando la storia, disponeva anche della vita delle persone:
o non istruiti o per malignità, tacendo af- questo magistrato equivaleva a un presi-
fatto tullu il qui in brevi cenni riferito, de di provincia, e veniva nominato eoa
senza narrare alcuno de' molteplici pre- Ineve did sovrano I^ontefjce. ii contado
ccdeuli iulli; cuti franco lucuuisiuu iii li- Yenesinu riceveva la direzione del gover-
1

l'-.i VEN
no politico ed economico claira«emblea le romana e governatore della contea Ve*
degli stali del paese, compostagli Bordini: naisina il conte di Noailles, Il marescial-
ecclesiastici, nobili feu(latarì,e delle corau- lo della curia romana esercitava in Avi •

nilà. Gli elettio rappresentanti degli ec- gnone la giurisdizione come si


criminale,
clesiastici erano vescovi di Carpentras-
i trae da una bolla di Clemente V. i334
«o, di Cnvaillon e di Vaison. L'ordine Pietro Guglielmo, vescovo d' Grange, di
ile' nobili feudatari non avea che un elet- Benedetto XII. 134^ Giovanni, vescovo
to, scelto ogni 3 anni dal ceto. Gli eletti di Frejus, di Clemente VI. iZ^^Giovan-
<leir ordine ilelle comunità erano il i.° e ni signore della Rupe o della Rocca, di
il 2.°console di Carpentrasso, ili." conso- Clemente VI. Egli forse fu parente del
le di Lilla, ili." contìole di Vaireas, il t.° Maresciallo Ugo de Ruppe, anche Mae-
console di Pernes, il i," console di Cavail» stro del sagro Ospizio. i356 Giovanni
lon, e il i.° console di Bolena. Tra gli al- ICrnandez de Heredia, cavnWeve geroso-
tri alTari che tratta vaiisi nell'assemblee, limitano, d'Innocenzo VI poi divenne :

vi si determinava in particolare la quan- gran maestro del suo ordine, e regolò la


tità delle collette da imporsi per le spese nave che condusse Gregorio XI a Come-
pubbliclie, e lesue determinazioni si mu* to, nel restituire la pontificia residenza a
liivanocoll'appiovazione del prelato vice- Roma, i3ji8 Guglielmo de Rko/ilac,
legato d'Avignone. La serie de' seguenti d'Iimocenzo VI. 1 365 Filippo diCabas'
rettori delcontado Venesino, da' primi sole, oriundo Avignone e nato in Ca-
d'
tempi die la s. Se^\e vi esercitò il sovrano vaillon, patriarca di (ierusalemme e poi
dominio, giunge fino al 1672, perchè il cardinale, d'Urbano V. i366 Gaiveli-
p. Fnntoni, da cui la ricavo, 6 anni dopo no, vescovo di Mag«»alona, d' Urbano". V.
pubblicò la sua storia. i235 Giovanni 1376 Giovanni di B ransaco o Brognier,
Bauciano, arcivescovo d'Arles, quando poi anticardiiiale dell'antipapa Clemente
il Venesino già evasi devoluto alla s. Sede VII, e riconosciuto indi per cardinal ve-
pel trattato di Favigi nel 1228, fatto da scovo di Sabina, di Gregorio XI. iBBg
Gregorio I X. 1 240 Guglielmo dt Bario- Arrigo de Severy, fatto dall'antipapa
lis, vescovo di Carpentras, nominato da C\&min\.QW\\.Gioviinnid' Alserino,'^vO'
Gregorio IX. 117 3 Gasalie Imo di Villa' tonolario apostolico e uditore di rota, no-
reto, gran priore di s. Gitles de'cavalieri minatodairantip;ipaGlemeote VII. 1404
gerosolimitani, dopo che la s. Sede ave- y/«to«/or/eZ^fmrzspagnuolo,elettodalsuo
wa ricuperato il possesso del Venesino, e- consanguineo antipapa Benedetto XIII^
letto da Gregorio X, 127.5 Raimondo di i4io Giovanni di Poiùers, vescovo di
Grnxsaco, commendatore d'Orange d«* Valenza e conte del Valentinese, eletto
cavalieri gerosoli mi tani,dichiaratodaGre* daGiovanni XXlll. \ ^7.!i.GiaconioCani-
gorio X. 1277 Filippo di Bernisson, de- plon, vescovo di Carpentras, di Martino
putato da Micolò IH. 1291 Giovanni di V. 1429 Pietro Cotini,veicovodi Castro,
Grillac, fatto da Nicolò IV. 1291 R'tg' i432 Onofrio diFrancesco,
diiVIartino V.
gero de Spinis fiorentino, nominato da da s.Severino.diEugeniolV.Forse è Ono-
lionifacio Vili, 3oo Giovanni Artemi-
i frio Francesco Smeducci vescovo di Melfi

*//o, elello da Bonifacio Vili. i3o2 Gui- e vicario di R.oma.1457 Ruggero, di Ga-
do di Monlalcina, dichiarato da Bonif-i- stel!»uono,di Calisto III. 1458 AngcloGe
ciò Vili. 3o9 Raimondo Guglielmo di
I raldini,(.\' \me\\a e vescovo di Sessa,diPi(*
Jludos, scello da Clemente V. 1 3 16 Ar- II. 1464 Costantino Eruli, di IVarni, ve-
tialdo de Trojan, iW Giovanni XXII. Il scovo di Todi.di Ti voli e poi diSpoleto, di'

Novaes dice che alla morte di tale Papa, Paolo II, 1 485 Ridolfo Bonifacj,à'\\u\o-
uel 1 334 era Maresciallo (P^.) della coi- cenzo V 1 1 490 Gta, AudreaGrinialdi,
. 1

I
VEX VEN i5j;

rpscovodiGrasse.d'InnocenzoVIIT. i5o3 di Gregorio XV. 1627 Antonio Bru-


Galeotto (fella Roverr, vescovo di Savo- uacci, vescovodi Conversano, d'Urbano
na, d'Alessandro VI. Questi è Galeotto Vili, 1628 Francesco SHarez,p\'e\>o^\o
Fianciolti della Rovere, che lo zio Giulio d'Avignone sua patria, di Urbano VUIt
11 creò cardinale. i5o5 Francesco di 1629 Persio Caraccio, poi vescovo di
Slagno, vescovo di Rode/., di Giulio II, Larino, d'Urbano Vili. i63o Giovanni
I 5 IO Angelo Leonini, arcivescovo di Sasr Battista Bonghi, d'Urbano Vili. 1637
sari.diGiidioI 1. 5 3 Pietro flcf'aletariì,
1 i
Cosmo Keeremans, preposto d'Orange
vescovo di Caipentras, di Leone X.i5r4 e uditore del cardinal Bigbi, d' Urbano
Francesco di f'illanova, di Leone X. Vili. nuo^o Keeremans, per di-
1644 '"

i538 Gerardo di Co /vie/////77io, abbate sposizione d'Innocenzo X, i652 Mario


di s. Tiberio in Linguadocn, di Paolo III. Bufi, d'Innocenzo X. i656 Cesare Sal-
I 546 Paolo Sadoleto, eletto di Carpen- vano, d'Alessandro VII. i663 France-
Iras, di Paolo III. i573 Andrea Recu- sco de' Conti di Montemarte e di Tili-
perati, di Giidio III. 554 Antonio fac-
1 gnano, cavaliere di Malta, d'Alessandro
eti, d'x Giulio III. i555 Lorenzo Tara- VII. 1672 N. Vihod, torinese, di Cle-
sconi, prolonotario apostolico di Paolo mente X. Nelle Notizie di Roma, che ivi
JV. i565 Pietro Sahbatier, ài Pio IV. si cominciarono a pubblicare nel 1716
I 56G Francesco di Castellana, di s. Pio si riporta la serie de' Ministri della s.

V: Lodovico Bianco Rocca Martina; <]'\ Sede apostolica nello Stato d'Avigno-
Cesare Brancacci, abbate di s. Andrea, ne e Contado Venaisino, cioè per Avi-
il quale venuto dall' ebraismo al cristia- gnone; il vice-legato, l'uditore generale,
itòsinto, lasciata l'abbadia e trasteritosi a il datario, il fiscale e procuratore genera-
Venezia, miseramente tornò a giudaiz- le, il tesoriere della camera apostolica a
zare; fu precettore diGenebrardo. 1577 depositario generale, 1'
aichivista e se-
Domenico Grimaldi, vescovo di Cavail- gretario di stato. Pel contado Veiiesino ;

lon, di Gregorio XIII. i584 Francesca il rettore di Carpentras, il tesoriere del-


Angoli, di Gregorio XIM. 588 Giaco- i la camera apostolica nel contado Venai-
mo Sagrati, vescovodi Carpentras, di Si- sino, l'avvocato generale, il tesoriere del-
sto V.i5q3 Giigliemo CheisomiyVeacofO la provincia. L'ultimo rettore di Car[)en-
di Vaison, di Clemente Vili. iSgS A- trasso fu l'ab. Cristoforo Pieracchi, giure-
chille Ginnasio, di Clemente VUl. i594 consulto, da Pio /^/dichiarato conte pa-
PierGirolamoLeopardi,}^vepoii\o Re- di latino,quando l'inviò in Francia per
canali, di Clemente VMI. i5q8 Orazio suo ministro plenipotenziario a Parigi,
Capponi, vescovo di Carpentras, di Cle- in conseguenza dell'armistizio imposto
mente Vili, 1600 Pompeo fiocchi, ve- da Napoleone Bonaparte generalissimo
scovo di Cavaillon, di Clemente Vili, de' repubblicani francesi a' 23 giugno
1600 N. Tuschani, di Clemente Vili. 1
795 al Papa
Bologna, da loro di pre-
in
602 Giovanni de 'fidlia, vescovo d'O-
I potenza occupata, onde negoziare una
range, di Clemente Vili. iGq5 Giaco- pace definitiva; ma il Pieracchi ricusò di
mo Rocamatoriy abbate di s. Maria di sottoscrivere la convenzione, per un ar-
Canne in Italia, di Clemente Vili. 1607 ticolo inconciliabile colle massitne della
Ottavio Mancini, vescovodi Cavaillon, Tutto può vedersi nel
religione cattolica.
di Paolo \ Baldassare Gaddi, fioren-
: contemporaneo Baldassai sincero stori- i

tino, di Paolo V. i&i ^Cosino de Bar' co, nellaRelazione dell^ avversità e pa-
di, vescovo di Carpentras, di Paolo V. timenti del glorioso Papa Pio FI, e in
162 I Cesare Racagna, poi vescovo di breve ne' miei due articoli indicali e ne-
cillà di Castello e governatore di Homa, gli altri rejatiJi, Pel fatale trattato delta-
,

i56 VEN VEN


lo Napoleone Conaparle a Tolentino,
ila privilegiata da Carlo II conte di Proven-
ili cui dovrò riparlare, de' 19 febbraio za e re di Sicilia. Per l'Epifania del iBog
I
797, da quell'anno non più nelle Notì- Clemente V si recò in Avignone, con
zie di Roma si leggono ministri della s. i tutta la Corte e Curia Romana (de'quali
Sede d'Avignone e del contado Venaisi- vocaboli riparlai nel voi. LXIII,p. i53),
fio, siccome ceduti per forza alla Fran- dando principio per essa e pel Venaissino
cia. Ora conviene retrocedere, e accenna- a una brillante e lunga epoca di clamorosi
re la stravagante e deplorabile traslazio- avvenimenti, di splendore e d'opulenza.
ne della papale residenza da Roma in A- Nel i3io visitò la provincia del Vene-
vignone, dalle celeberrime rive del Z'cve- sino, la quale nobilitò col titolo di con-
rt a cpjelle del Rodano, con funestissime tea, sebbene non manchino sostenitori

conseguenze per l'Italia e per la Chiesa che già lo godesse. Certo è che fece bat-
universale, argomento svolto in tanti ar- tere il GìuWo Moneta pontifìcia d'ar^ea-
ticoli, cui aggiungeiò in questo altre no- to, in cui s'intitolò: Comites Fenasini^
zioni ; oltre di dovere quindi anche nar- (critto nel giro interno, e in quello di

rate quanto mi resta a dire. fuori: Agim. tibi Gra .0 ninipotens Dcu<!
Nel memorabile Conclave di Perti- e nel mezzo una Croce, come leggo nello
g/<^, per gì' intrighi del famoso e scaltro Scilla, afferma il Suarez, e rilevai nell'in-

cardinale di Prato (f.), ligio all'inde- dicalo articolo. Di più usò quel Sigillo
gno, violento e prepotente Filippo IV il (F.) pontifìcio di piombo, avente intor-
/Jello re di Francia, a' 5 giugno i3o5 no r epìgrafe Jn Comilatu Fcnalssini.
:

\\\ eletto Papa l'assente Bertrando di Gol Clemente V ripelnlanaente fece lungo
arcivescovo di Bordeaux, senza essere in- soggiorno nel contado Venaissino, fra'

signito della dignità cardinalizia; che <juali in Monteos o Monteux nella dio-

preso il nome di Clemente P\ in conse- cesi di Vaison, presso la riva sinistra del-

guenza delle deplorabili assunte obbliga- l'Auzonj per sollevarsi dullecure del pon-
zioni, chiamò in Francia cardinali, si i tificalo, massime nella stagione estiva,
fece coronare a Lione, e dichiarò di resta- ove presso la nobile fontana di Grazello,
re in Francia, per compiacerne il re che e nel priorato omonimo dis. Maria, fab-
avea contribuito alla sua esaltazione, e bricò per sua abitazione un magnifico pa-
troppo pauroso delle turbolenze d'Italia lazzo, avendo acquistato la terra il suo
agitata dalle f.izioni ù& Guelfi e Ghibelli- nipote Bertrando. Frequentò pure per vil-

ni {r.),Bianc/ii e IVeri(F.),\ quali ultimi leggiatura Malaucene nella detta diocesi,


nomi furono riprodotti da alcuna delle altre volte abitala da molli giudei, cia-
moderne Sette {f^^.). Passato in Poitiers scuno de'quali per la scuola pagava al
(/'.), stabilì di fissare il suo soggiorno ad vescovo una libbra di pepe, una di gin-
Avignone (F-), preferendolo ad una Ilo- genio (sic) e due di cera ogni anno. In que-
ina (^.)) anco perchè in Provenza e vi- sti due luoghi, presso Cai peolras, il Papa

cino e contiguo a tal città la s. Sede pos- rese la maggior parte de'suoi oracoli, fu
sedeva in sovraiìità il V^enaissino, il che consultato da tutte le parli d' Europa,
rilevai ancora nel voi. LXXVII, p. 4S> emanò molti diplomi e compose le costi-

notando i luoghi percorsi dal Papa. Pre- tuzioni per lui dette Clementine. Essen-
feiì .Avignone per non essere soggetta al do malconcio nella sanità, dopo il mag-
re di Francia, ma a' conti di Provenza, gio del I 3 I 3 colla corte e curia si portò
onde liberarsi dall' importune esigenze a Carpentras capitale del Vencsino, sti-
di Filippo IV prosontuosamente incon- mando fosse più conveniente al pontifi-

tentabile, ove Bonifacio Vili avea fon- cio decoro, con dimorine in una città di

dalo r Lnivcrsitàd'Jvi^none(r.), indi cui era sovraua la s. Sede, e vi reato fi-


VE 11 YEN i57
no al princìpio d' aprile i3i4i secondo talvolta dimorò ntlla vicina lerra del Pon-
il p. Fantoni. Ivi lasciò la corte e partì te di Soiga, il cui fiume bagna Avigno-
per Villandraud, presso Bordeaux, onde ne, luogo del Venesino. Morto nel i34'2
ristorarsi colf aria niitiva, ma f^iutito a Benedello XII in Avignone, ivi gli suc-
BocheDiaure, dijjartimenlodell'Ardeclie cesse Clemente FIiì»Io in Bozier, il quale
nella Linguadoca, presso la destra spon- a'
g giugno 348 per 80,000 fiorini d'o-
1

da del Bedano, ivi mori a' 20 di (Iclto ro coD>prò la città d' Avignone, da Gio-
mese. Il corpo tu portato a Carpenlras vanna regina di Sicilia e contessa di Pro-
1

ov' erano cardinali. Dopo lunga sede


i venza. Imparo dal Garampi, Saggi dì
vacante, in Lione nel i3i6 gli successe osservazioni delle antiche monete pon-
Giovanni AA/ydi Carliors, vescovo d'A- tificie, che Clemente VI il i.° novembre

vignone, ove si porlo per aver dichiarato 1348 deputò in suo vicario o vighiero
che ivi dovea risiedere il Papa. A quelli temporale di Avignone, Ficarii Civita'
che gli proponevano di prendere il seggio tis A
vinionen. ^Gunanóo Amici; ed ag-
vescovile di Cahors, rispose che sareb- giunge che nel i35i esercitava quest'uf-
be rimasto semplice vescovo di Calior>; fìzio, con giurisdizione nella città, Ram-

mentre assumendo il vescovato di Kouia baldo de Podio. Parla pure del vicario
sarebbe stato il vt-ro Papa. Nondimeno del successore Berengario Raimondi. Il
e benché avea promesso di recarsi a Do- p. Fantoni tratta del tribunale di sua
logna, non redettuò ne|)pure dopo l'in- gìurisdisione civile e criminale, da cui di-
trusione in Roma dell'eHìmero antipapa pendevano due giudici. Egli era vicario
^'icolò V. Pubblicò la bollaZ>«/» a nohis, delPapa come signore temporale della
dell." gennaio I 324» •^"^^' ^on;. 1.3, par. cillà, caricach'ebbe origine da'governa-
2,p. igo :Juiisdiclionis pars qiiacdanì, tori che vi deputavano conti di Proven- i

nonnidlique reddiiiis , spcclantts ad za e di Tolosa; e riporta una serie di vi-


Ecclesia ni Avenioncn. in Caslris Fon- ghieri dal i547al 1672. .Aumentò Cle-
tis SorgiaCj de Interaquis ab ea sepa-
et mente VI il palazzo apostolico, e servi
rati BomanaeEcclcsiae, ti Comilalid poi di residenza a' pontificii vice-legali
f^enaisini uniiintur. Per sua morte nel d'Avignone e del Venesino, finché vi do-
i334 si tenne ili. "conclave in Avignone, minarono Papi. Nel i352 in Avignone
i

in cui r eroico cardinalRaimondi deCom- ov' eramorto Clemente VI, gli fu sur-
minges fece la Rinunzia del ponlificalo rogalo Innocenzo /^7diMalmonte,come
^^.^, offertogli coir indegna condizione il predecessore della diocesi di Limoges.
di non restituire a Roma la residenza Egli pure terminò i suoi giorni in Avi-
Mostrò di volerlo fare l'eletto
pontificia. gnone, nel 1 362, e fu sepolto in Villanova
BenedettoXII ù\ Saverdun, ma cardi- i presso Aviguone, ove talvolta fece sog-
nali ormai quasi lutti francesi, preferen- giorno, come r antecessore. Nel conclave
do al bene della Chiesa il soggiorno lo- restò eletto Urbano /^di Grissac,o limo-
rograditodi Provenza, e privali vantag- i sino come vogliono altri, benché non fos-
gi grandi che ne derivavano a'connazio- se cardinale.Riguardando la dignità ponti-
oali,per meglio stabilire la residenza d'A- ficia come esiliata al di là de'monti, men-
vignone, lo mossero a fabbricare il Pa- tre era in Avignone, ricusò dopo la coro-
lazzo apostolico d' Avignone (V.). Cle- nazione di comparire io cavalcala per la
mente V avea abitato dai domenicani (co- città. Superale poi tulle le difficoltà, partì
me può Giovanni Mahvel,
vedersi in dalla Provenza, ed entrò in a' 16 Roma
Hislona convcntus Avenionensis ottobre 367, e v'introdusse la celebra-
i
§ ,

Praedicatorum, Avenione 678), e Gio- 1 zione delle Cappelle pontificie (F.) nel
vaoDi XXII uell'episcopio. Benedello XII palazzo apostolico, e secondo il costume
j j8 yen YEN
d'Avignone alla Cappa (f^^.) fu aggiunto spìrito di Dio, si pose all'ardua opera di
il cappuccio con foL\eve di pelli. Ma ili poi liberare Papato da quella che gì' ita-
il

jjer esliiiguere le guerre, ad istanza dei liani chiamarono la cattività babilonese.


taidiiiali vagheggiatori della diletta Pro- L' indole dolce e irresoluta di Gregorio
venza, tornò in Avignone a* 24 settem- XI, le lagrime de'conuazionali spaventati
bre 1 370, e poco dopo mori come avea- di perdere gì' immensi vantaggi goduti,
gli predetto s. Brigida di Svezia nell'op- le lagrime de' parenti che l'assediavano
|)orsi a tale risoluzione, Fer sua villeg- e del vecchio genitore Guglielmo fratello
giatura avea edificalo un palazzo al Pon- di Clemente VI (ancor vivente nou solo
te di Sorga, ove villeggiò pure il suc- avea veduto cardinali e poi Papi il fra-
cessore. Questi fu Gregorio XI Mai-
di tello e il figlio, ma uu altro fratello, 2
inont. Dichiarata la basilica Lateranense nipoti e 5 cugini cardinali), il quale giun-
sede principale del Sommo Pontefice e se fino a gettarsi boccone sulle soglie del
la I /nella dignità fra tutte le chiese, con- palazzo papale, per attraversare il passo
cepì il glorioso proponimento di por fine ol Pontefice già mosso per uscirne; la

ad una vedovanza
specie di veigognosa renitenza della maggior parte de' cardi-
in cui languiva la Chiesa romana, pel nali, poiché il Sagro Collegio {f^.)poie-
trasferì mento del suo capo fuori del suo vasi dire tutto francese precipuamente
(
luogo proprio e naturale; il che aveano composto di guasconi ), e de' cortigiani,
ancora deplorato due più grandi uo-
i per essere agli uni e agli altri troppo ca-
luitii di quel secolo, Dante (di cui è bel- re le delizie aviguonesi, e troppo prepon-
lo ricordare que' divini versi, riportati derante l'interesse e la vanità nazionale;
iieir articolo Vaticano, ossia uel volume le caldissime pratiche d' Enrico li re di
LXXXVllI, 218) e Petrarca, dicen-
p. Casliglia e di Leon, perchè la vicinanza
*lo esilio la dimora de' Papi in Avigno- del Papa l' incoraggiava a combattere i

ne, come quelli che ben conobbero il saraceni; quelle maggiori di Carlo V re
liturno del Papato in Pioma essere ne- di Francia, a cui troppo era a cuore e
cessario a restaurarne l'antica maestà e importava di ritenere in Avignone il Pa-
1' indipendenza, non meno che al bene pa, per proseguire a influenzarlo e per
d'Italia, e colla potenza della loro pa- tutto quanto ne derivava d'onori, di po-
iola vi si adoperarono, benché indarno. tenza e di ricchezze a'francesi ; le condi-
A questo pure erausi adoperati parecchi zioni turbolentissime d' Italia, tutta la-

uouiinì santi, oltre s. Brigida, fra' quali cera da sanguinose fazioni e da ostinate]
specialmente il reale minorità Pietrod'A- guerre; i mali utnori di R^oma, ove peri
ragona, salito in tal grido di santità, ch'e- la titubanza di Gregorio XI a portarvisij
la universalmente chiamato l'uomo delle dopo avere i romani a lui, come pratica-
rivelazioni e de' miracoli, e fu lui che rono inutilmente co'predecessori,inviatoi
animò Urbano V a tornare ia Roma. un' ambasceria con invitarlo di far rilor-i
L' effettuazione del grande atto, in buo- no all'antica sede, seriamente si pensava
na parte si deve all' eloquenza, santità e ad eleggere Papa patrizio concittadi- il

impareggiabile zelo ed ardore di s, Ca- no Pietro Tartari (r.) abbate di Mon-


terina da Siena òt\ 3." ordine di s. Do- te Cassino; le agitazioni dello stato pon-
menico, la cui preziosa salma ora Roma tificio, di cui molte città erano io aperta

venera con più decoro, che celebrai nel ribellione, e da per tutto dominando ij

\ol. LXXV, p. 2 16. JVon è facile il dire vicari feudatari -e altri ambiziosi signo-|
quante e quanto gravi si attraversassero rotti, con discapito della sovranità pon-j
a quell' inqiresa le ditlicoltà, quando s. lificia. Oltre a lultociò 1' esempio di f\
Cutoriaa recatasi iaAviguoue,mosi>a dallo Papi uuicaiuaile e di prefereuza frauce-l
,

VEW YEN I ^9
si, e la prescrizione di 70 aoni dell' as- Xn, die i fiorentini malconlcnli de'smi-
senza da Roma della papale residenza siirati arbitrii de'legati di Gregorio XI
le incertezze dell' esilo, per la reiulegra* in Italia, che turbarono l'antica armonia
zione, i linaori per l'avvenire, e mille al- e forzarono a resistenza il comunedi Fi-
tri impedimenti che veri o immaginari renze più guelfo di lutti, e perciò di parie
sempre si frappoogonu all'uomo in sulle papalcjprofiltarono del malcontento del-
mosse di qualche grande impresa, erano lo stalo pontificio, per eccitarlo a libertà,
tutti gravi ostacoli più che bastevoli a onde tosto in tutte le cillà scoppiarono
»gomentarequalunque gran cuore in ac> sollevazioni. Gregorio XI ìrrilato,scomii-
cìngersi all'elTeltuazione della risoluzione, nicò i fiorentini nel 1376, cacciandoli
giusta, e insieme ardila e clamorosa. Ma d'Avignone e da tutti isuoi dominii, con
non se ne sgomentò s. Caterina. Colla grave danno de' loro commerci. Gli fu-
sovrumana potenza della sua facondia e rono spedili da Firenze oratori Donato
della sua santità, ella mirabilmente com* Baibadori e Domenico Salvestri. Ei^si e-
battè e vinse lutti gli ostacoli umani; e sposero che fiorentini dimostri^ronsi
ì

per opera principalmente di lei, cedendo sempre, nella prospera che nell'avversa
s'i

in fine a' voti del cristianesimo. Papa fori una, figli devoli della Chiesa, e che di
Gregorio XI a' io settembre 1376 con tull.o il male era solo cagione il violento
] 3 cardinali, lasciato Avignone e la Fran- procedere de'vicari papali. Ma Gregorio
cia, fece il suo Ingresso solenne in /fo- XI non volle udire difese, e in pieno con-
ma (f ), capitale e metropoli del cristia- ciiloro, alla presenza degli ambasciatori,
nesimo, colla corte e curia romana a'i 7 pronunciò l'anatema sui fiorentini nella
gennaio iS^y, dopo che Papi eransi i J'oima più rigorosa, mettendo al bando
Iraltcnuti in Avignone 7 anni, 7 mesi e 1 ì loro beni, libertà e vita. Allora Donato,
I giorni, fermandosi ad abitare n<;l fa'
I ordito e focoso, gittossi ginocchioni a ca-
t ica no (
P' po scoperto dinanzi a un Crocefisso che
.). Gioì 2)ii) Vasai in quei mira- i

bile affresco dello sala regia di tal palazzo, trovavasi nella sala, e audacemente scia-
ove dipinse il trionfale ingresso di Grego- mò: w A te, Signore GesùCristo,appello
rio XI in Roma Ira'plausiele feste del po- io dall' ingiusto giudizio del tuo Vicario
polo e del clero, e il suo nome in vi scrisse in quel terribile giorno, nel quale, venen-
greco sulla Tevere personificalo,
testa del do tu a giudicare, non varrà appresso te
diede con savissimo accorgimento d'arte eccezione delle persone." Quindi i fioren-
alla sua connazionale egian vergine sa- tini inviarono in Avignone per loro am-
neseilpostomeritalo,rilraendoIa inmez- basciatrice s. Csilerina da Siena, la quale
to al campo in atto di precedere e gui- non solo riuscì alquanto a placare Gre-
dare ispirata passi del Pontefice. Ria il
i gorio XI, ma ne profittò per esortarlo a
vero siè, che l'umilissima santa, ottenuto restituire a Roma la residenza papale, «
ch'ebbe il grande inlento, dikguò dalla
si così evitare un' imminente scisma, lodi
scena ; e parlila d' Avignone Jo stesso dì in Sarzana si venne ad un accordo, spe-
che il Papa, ma per altra via, a, entre que- cialmente per l'interposizione della san-
sti riceveva in Italia e in Roo la gli osse- ta. Di più osserva l'encomiato alemanno
qui e i plausi universali, ella già si era ri- scrittore, che dal i3o5 al 1377 da Cle-
tirala a Siena ntll' umile
sua dimora; mente V a Gregorio XI, Papi vissero i

donde nonne uscì,senon qua ndo Grego- nella Ficiicia meridionale, tranne la bre-
rio X 1 la mandò a Firenze so a ambascia- ve visita d' Urbano Y in Italia, onde la
trice per ridurre all'ubbidieiu a fiorenti- i loro immediata influenza nelle cose ila-
ni.11 eh. barone Reunionl oss erva, Della liane andò scemando, quantunque e per
diplomaiia italiana dal sk oloXHIal aulica tradizione, e per lo slato che li
i6o VEPf V EN
riconosceva sovrani, e per la naturale in- tidcato cominciò a consolidarsi al cessa-

clinazione dello spirito guelfo, in ogni re del medesimo. Notai in più luoghi,
tempo conservassero autoritù grande, che restituita la residenza pontifìcia a
mentre la vita politica delle molte repub- Roma, quivi s' introdussero diverse co-
bliche e de' principali di mano in mano stumanze avignonesi, venesine e francesi,
anda va cambiando spirilo e forma. A nclie come la forma del carattere nelle bolle

il bar. Reumont dice, che il periodo del modo accennato nel voi.
pontifìcie, al
soggiornode'Hapi in Avignone suol chia- LXVI, gS, e qualche variazione nella
p.
marsi l'esilio babilonico della Chiesa; im- Musica Sagra (f''^.). Morì Gregorio XI
perocché 7 Papi che ve lo fecero era-
i S aprile iSyS ca-
nel Vaticano, e ivi V
no francesi, siccome la maggior parte de' nonicamente e con piena concordia re-
cardinali (avendo nell'articolo Avigno- stò eletto il napoletano Urbano I^I(y.),
ne riportato promozioni de' cardinali,
le di rigide virtù. Disgustati tosto i cardi-
ivi si potrà vedere quali furono france- i nali di sue aspre riprensioni, sempre a-
si, ha'cpiali molli parenti o concittadini gognando il ritorno in Provenza, a lui si

de' Papi; gli altri essendo un inglese, 6 ribellarono e scismalicamente pretesero I


spagnuoli, I 3 ilaliani e tra essi 6 roma- deporloeleggendo a'20 settembre inFoQ-
ni); lra'<|uali pochi furono gl'italiani le- di il cardinal Roberto de'conti di Gine-
gati d'Italia. Uno di essi fu il cardinale vra (per cui ne riparlai nel voi. LXXII,
Annibaldo Gaetani da Ceccano, che dice p. 63). Egli prese il nome di Clemente
derelitto e disperalo, perchè in Roma de- VII, e portatosi in Avignone vi stabili
serta batteva le mani esclamando: Me- una cattedra di pestilenza, nella quale
glio sarebbe che io fossi in Avignone pic- succedendogli netl' antipapato Benedetto
colo pievano, che in Roma grande pre- XIII nel 1394, ambedue furono ricono-
lato. Sentenza che spiega perchè tanto in- sciuti e ubbiditi da più sovrani e prò-
dugiasse la corte papale a tornare sulle vincie, inclusivamenle al Venesino calla'
rive del Tevere. Ricorda il Reumont, co- Francia, perciò formandosi due Ubhi
me i Papi ne'precedenti secoli XII e XII ( dienze ( f''^.),i\\ Roma e di Avignone,la pri-
diuioravano spesso lungi dalle tombe de- ma co' suoi legittimi Papi e cardinali, la
gli Apostoli, per l'intricate vicende di 2/ co'suoi antipapi e anticardinali. Cosi
Roma e la continua opposizione degli a- i cardinali elettori del falso Clemente
bitanti. «E un fallo però, confermalo da VII dierono principio al gvaade Scisma
antica esperienza, che i romani, malgra- (V.) d'occidente, il più lungo e il più
do le loro velleità antipapali, non pote- pernicioso di tutti, poiché lacerò l'unità
rono mai vivere lungamente senza Pa- i della Chiesa per ben 4o anni, anzi le sue
pi. E veramente l'assenza de' medesimi funeste reliquie si prolungarono per cir
fu loro sempre dannosa ; come dimostra ca altri 1 1 anni. Urbano VI chiamò in
la storia nelle contese cogl* imperatori Roma s. Caterina da Siena, per valerse
svevi, nel tempo dell'esilio d'Avignone, ne di consiglio e dì aiuto nella terribile
nell'epoca del grande scisma, e nel regno lotta eh* ebbe a sostenere nella defezione
d Eugenio IV; per non parlare degli av- de' cardinali francesi e per l'insorto anti-
venimenti moderni e di tre Papi che papa Clemente VII, da lui deposti e sco
portarono il nome di Pio ". Crede il muoìcati. Ma la santa, chiamando demo
Reumont, che la venerazione al pontifica- nii incarnati i cardinali ch'aveano abban-
lo scemò durante il soggiorno in Fran- donato Urbsmo VI, sebbene ne' 16 mesi
cia e più al tempo del grande scisma,che da lei sopravvissuti in Roma, riconciliali
sono per ripiangere; sebbene non disco- colla s. Sede fiorentini, si ailoprasse con*
i

nosca che la potenza temporale del pou- Irò il turbolento scisma con tanto zelo.
1

VEN VEN 161


che a deve in parie 1' essersi l'Ila-
lei si in dianeulicanzaqueldivinoinviolabiledi-

)ia mantenuta nelT ubbidienza romana; ritto: saecularia saecularibus,cl regala-


non ebbe tuttavia la bramata consola- ria regularihus Iribuenda. E siccome la
zione di vedere spento lo scisma stesso, e risoluta volontà di Gregorio XI ricon-
Iddio la sottrasse al desolante spettacolo dusse all' antico suo posto la residenza
de' tanti mali e delle stragi che quello apostolica ; ammollita già in Avignone
dovea fare alla Chiesa. Matura pel cielo, la disciplina, e disgustati i voluttuosi (sic)

morì Rrima a' 29 aprile i38o, aven-


in cardinali francesi delle ferme risoluzioni
do in soli 33 anni di vita consumato im- d'Urbano VI, che voleva eflicace riforma;
prese meravigliose, empito il mondo col- si die luogo al grande scisma occidentale,
la fama della sua santità e de' suoi pio- di cui più terribile non ha sofferto la Chie-
digi, e reso all'Italia, al Pontiilcato e alla sa, né per la sua durazione, uè per le sue
Chiesa tali servigi, riconducendo il i*a- conseguenze, che seco trasse. Eletti con-
palo dall'esilio avignonese nella sua sede temporaneamente due ed anche tre Papi,
di Roma, e restituendo in tal guisa al non entrati al certo tutti nell'ovile per la
Vicario di Cristo la pienezza' della sua porta, e solleciti spesso delle cose loro più
maestà e autonomia. Da ultimo ne cele- che di quelle di Cristo; scandalezzarono
brò le benemerenze la Storia di s. Ca- gravemente popoli, edavvilirono agli oc-
i

terina da Siena e del Papato del suo chi loro l'aulica maestà della Sede Jpo-
tempo, per Alfonso Capecelatro prete stolica {y.). La moltitudine npn era in
dell'oratorio di Napoli, ivi 1 856. Opera grado di distinguere il legittimo succes-
lodata dalla CiwVtó Cattolica, 'sev. 3.",t. 8, sore di s. Pietro dall' illegittimo, né di
p. 58q. Nel Supplemento al Giornale serbare la riverenza sempre dovuta al
ecclesiastico di Roma, del 1792, a p. 3 ministero augusto nello stesso difettar
si legge Discorso delle prospere e del-
il del ministro. Le differenti azioni di tutti
l' avverse vicende della Chiesa, tratto i contendenti al Pontificato facevano un
dall'opera del p. d. Martino Cerberi ab- insieme agli occhi del popolo, e ricade-
bate del monastero di s. Biagio dì Selva vano a scapito della dignità della s. Sede;
Nera, ivistampata nel 1789 e intitola- benché per divina mirabilissima assisten-
ta : Ecclesia militans Regmini Cliristi za si vegga in tutti legittimi Papi del i

in terris in suisfalis repraesentala. Al lungo scisma e in tanta perturbazione


mio scopo giova riportare (|uanto lo ri- delle cose, serbato così piuo l' insegna-
guarda. La lunga stazione della residenza mento e il deposito della fede, che sul-
papale presso gli stati del re di Francia, le decisioni di questi Papi trovano a ri-

inceppò l'esercizio della divina auloiilà dire meno che in tutte le altre nemici i

del Y icario di Cesù Cristo, e circondò i della cattedra deli.°Apostolo. I novatori


Papi di tante e tali tentazioni, che non degli ultimi passati secoli aveauo aperta
sempre ebbero il coraggio di rigettare. Le la breccia, muovendo eretiche controver-
corti e le loro vedute politiche invadeva- sie contro l'autorità del capo della Re-
no l'elezione de'Pontefici Avignonesi,
ne ligione, e assalendo così la Chiesa nel
assediavano la condotta, turbavano sem- centro. 1 popoli dopo 1000 e più anni
pre più lo stato ecclesiastico con il civi- di fede, sentirono disputare di ciò che
le: e la religione cristiana non è affare non era stato mai controverso; ed il gran-
che comporti questo genere di mescolan- de scisma tentò anche quelli che non so-
ze. Disse Genebrardo, in Chroii. lib. 4) no popolo: si sentì tutta 1' impres>ioue
Ilacc Sedis Apostolicae translatio, vai- de' mali, che all' unica Chiesa di Gesù
de foedavit antiquani Ecclcsiae facieni. Cristo portava la molteplicità de' capi,
Poiché oltre lauti aliti ualij andò quasi che si uslioavauo a uud ceder poalo : si

VOI. xc. 1
i()-2 V E N VEN
studiò a Irovare un rimedio, le idee par- mcnicità del Pisano; anzi s. Antonino lo
tirono quasi Datuiainieute dall'antico chiama conciliabolo, e secondo lui Ales-.
rifugio de'Fadii, ia sede Apostolica, che Sandro V non fu legittimo. Dopo l'ele-

allora quasi non si poteva discernere, e si zione di questi, Benedetto XIII si ritirò

rivolsero al concilio della Chiesa che po- a Pcrpignaìio (^'.). Convocalo da Gio-
teva adunarsi. Ad Urbano VI in Roma vanni XXIII il concilio di Costanza, nel
legittimamente si successero, Bonifacio i4i4 cominciarono le sessioni, ed ivi

IX, Innocenzo VII, Gregorio XII. L'an- Dio finalmente ascoltò i gemiti di sua
tipapa Benedetto XIII continuando a ri- Chiesa afflitta dal diuturno sci$ma,e vi po-
siedere io Avignone, il quale nel i3g7 se termine. Gregorio XII virtuosamente
per la peste si trasferì nel palazzo del rinunziò, Giovanni XXIII venne deposto
Ponte di Sorga, facendovi altre promo- e Benedetto XIII scomunicalo e abban-
zioni d' anticardinali, per alimentare lo donato da tutti. Allora seguì l'i novem- i

scisma di sostenitori e fortificare il pseu- bre r elezione di Martino V. L'ostinalo


do suo partito. Restituitosi in Avignone Benedetto XIII nel i4i5> dopo la depo-
nel iSgS, Carlo VI re di Francia, sot- sizione passò nel forte inespugnabile di
trattosi dalla sua ubbidienza, gli fece in- Paniscola(V.) in Aragona, morendo nel-
timare di rinunziare il preteso papato, lo scisma versoli 1424= gli successe l'an-
invitando i suoi antìcardinali ad abban- tipapa Clemente Vili, indi obbligalo a
donarlo. Questi con molti prelati si ritira- rinunziare nel 14^9- ^'^ negli ultimi
rono a Villanova,ed il re spedì il mare- mesi del 14^9 avea Alessandro V spedi-
sciallo Bussicardo ad occupare il Vene- to per legalo e vicario generale della s.

sino, e quindi Avignone, ed obbligò poi Sede in Avignone e nel contado Venais-
l'antipapa nel i4oi a paitired'Aviguo- sino il cardinal Tureyo, dando così prin-
ne, passando successivamente a dimora- cipio a tale pontifìcia legazione, conser-
re nel Castel Renard, al Ponte di Sorga, vando il rettore temporale pel contado
a Carpentras, a Salona, a Marsiglia, a Venesino; quindi meglio ia sistemò il sue
Genova, a Savona, a Monaco, a Nizza e Giovanni XXIII, e poi confermi
cessore
nuovamente a Marsiglia. Frattanto men- Martino V riconosciuto da tutta la cri
tre si cercavano modi di por fine allo
i stianità per Pontefice. Il palazzo aposta
scisma, cardinali di Gregorio XII egli
i lieo d' Avignone fu assegnato per resi

anticardinali di Benedetto XIII convoca- denza de' legati, e poi lo divenne de'vi
rono il Sinodo (y.) di Pisa nel 1 409 ; ma ce-legali. Lodovico Agnello Anastasio
questo accrebbe piuttosto le cagioni del ntW Istoria degli Antipapi, riferisce li

nialecoU'elezione d'un 3.° Papa Alessan- fuga di Giovanni XXIII nella Svizzera
dro V. Tale concilio, l'autore sullodnto lo protetto da Federico duca d' Austria
chiama rtfT/ò/o,perchè né Gregorio XII, per non volere rinunziare il ponlifical(
né Benedetto XI li vi si accordarono mai, ad onta del solenne giuramento fatto; 1

e nel posteriore concilio di Costanza, di che egli vedendosi stretto a una dillniti
cui tornai a ragionare a Svizzera, ove va risoluzione, olTrì al concilio di Costa»
fuggì e fu imprigionato Giovanni XXIII, za nuovamente la sua cessione libera con
non si volle mai dichiarare, né ricono- diverse condizioni. i.°Che l'imperatori
scere come ecumenico, per quanto solle- Sigismondo gli dasse un salvacondolto(
citasse tale dichiarnzioneGiovanuiXXIU, buona for(nn, e come e ne' termini eh
che nel i4 IO era succeduto ad Alessandro designò.2.°Che si risolvesse nel conciiit
V. Sembra dunque troppo poco fondala eh' egli godrebbe d' un' intera libertà
la sentenza di que' poclii che con Nulale sicurtà. 3." Clie si cessasse dalle ostilità
Alessaudio pretendono sosteuere 1' ecu- guerra intrapresa contro il duca d' Aul
V EN YEN iG3
sfrin die l'avea nintafo nella rngn.4.''Clie no, che prestassero il dovuto omaggid
<lopn la sua riniinzìn sarebite cardinal che ricusavano di fare al cardinal Pietro

legalo perpetuo d' Italia, e che durante di Foix legato per estinguere gli avanzi
la sua vita fosise signore del Bolognese dello scisma in Avignone e nel Venesi-
e del coiilado d'Avignone, olire una pen- no. Indi nel i43i2 con bolla de' 27 lu-
sione annua di 3o,ooo fiorini d'oro, d'as* decretò che
glio, baroni della contea i

segnarsi sopra le città di Firenze, di Ve- Venesina dovessero prestare giuramenlo


nezia e di Genova. Ma il sinodo e l'im- e oujaggio al solo Romano Pontefice e
peratore, considerando tali proposizioni alla Sede;
s. e con altra de'7 agosto im-
nnioamente fatte per guadagnare tempo, pose la pena scomunica a quelli che
di

sipresero provvedimenti più forti e con- molestassero avignonesi con ingiurie


gli

venienti a finirla: fu pertanto arrestato e e darmi. Avendo Papi con bolle proi-
i

serrato nel castello di Friburgo, tolto l'a- bito r alienazione d'Avignone e del Ve-
nello piscatorio, sospeso e con sentenza nesino, a queste appellarono gli abitanti,
deposto; sentenza cli'egli accettò e rati- quando si trattava la permuta di questi
ficò,permettendochesi togliesse dalie sue dominii col contado dell'Aquila, per cui
stanze Croce pontificia. Martino V svel-
la Paolo II con sua bolla gli esaudì, con-
se r ultimo residuo dello scisma d' Avi- fermando quelle de' predecessori Grego-
gnone e del Venesino, con costringere rio XI, Nicolò V e Calisto III, da'quali
alla rinunzia il sudtietlo antipapa teatra- gli avignonesi e i venesini, dopo avere ri-

le Clemente Vili, non cheisuoi anticar- pelutauiente giurato fedeltà alla s. Sede,
dinali. Tuttavolta Martino V dovendo aveano implorato e ottenuto di non es-
far celebrare un concilio, in continuazio- ser mai sottratti dall' ubbidienza edall.i
ne di quello di Costanza, fu adunalo in so"2'ezione
DO della medesima. Gli eretici
Jìnsilea nella Svizzera (F.), le cui tu- Calvìiiìsli Ugonotti desolando nel se-
multuose sessioni de'curinlistì e univer- guente secolo co'loro errori armata ma-
sitari, con opposizioni all'autorità papale no la Francia, penetrarono pure in Avi-
e opinioni radicali, dalle pubbliche uni- gnone e nel Venesino; onde Pio IV pose
versilà incitali divenute potentissime e in buone difese questi dominii pontificii,
dove più dove meno da'governi,
favorite massime Avignone, e fece punire gli ese-
non sempre senza secondi fini, per lo spi- crabili eccessi da loro commessi. Si deve
rito di nazionalità sorto nelle chiese so- a quel Papa 1' istituzione del tribunale
prattuttodi Francia e dì Germania, fini- della Rota A' Avignone per la città e con-
rono con divenire conciliabolo, ribelle a tado Venesino. Anche ntniierosi eretici
Eugenio IV, rendendo il suo pontificato l'aldcsi infestarono questi territorii. Mol-
agilalissimo,ed eleggendo in antipapa Fe- le cure impiegò quindi s. Pio V per fre-
lice V di Sai'oia (f^.), il quale di poi ri- nar l'impelo e le crudeltà di tanti empi
nunziò l'antiponlificato, e riconobbe per eretici, non meno a tutela d' Avignone,
sommo Pontefice Nicolò V. Questo Papa che nel Venesino; ed emanò la celebre
dichiarò veri cardinali i pseudo da lui bolla Adnioaet nosj de'29 maggio 1567,
creali, e con bolla de' i o settembre 1
449 Bull. Rota. t. 4i pa*'- 2^ p. 364-' Prohi-
rivocò e dichiarò nulle tulle le couces- bilio alienandi, etinfeudandi Civitates^
sioni ed alienazioni fatte ne' precedenti et Loca S. R. •£"., ìtZ de eoriini aliena-
disastrosi tempi-, de* castelli e terre del lionihus, et infeudationihus tractandiy
conladu Venaissiuo, senza il consenso del- qiiovis praetextiij etiani evidentis utili-
ia s. Sede. Quindi con lettera de'3 ago- r las. Tulio ciò nou potè impedire che nel-
sto 14^0, Nicolò V ordinò a'conti e no- la contrada gli eretici vi commettessero
bili feudatari d' Avignoue e del Veoesi- ogni alrocilà edesolazione.Gregorio XIV
5

iG4 VEN VEN


col breve Citni sìcut, degli 8 sellernhre PapaUrbano Vili col bveveAllas, de'24
i5qi, Bull. t. 5, par. i, p. 3oi Non-
: febbraio 1624, Bull.X. 5, par. 5, pi 93.
nulla slaluanlur prò eleclis- nohilibus, Nel 16G2 avendo un corpo della Milizia
et popiilarìbns cotnponcntihus terliuin insultato l' ambasciatore di
jìonlificia
slatuni homimim Comitatits Venaissini, Francia prepotente Crecqiii, l'orgoglioso
ti hnronihtix, elfeiulatariìs e/formati- re Luigi XIV s'impadronì d'Avignone
tì'bussecundiun statum dicli Comilatus e del contado Venesino, e dipoi a'26 lu-
super soliitione preliorum capitalium, glio i663 fece dicbiarare dal parlamento
et aliovum oneruin. Clemente Vili col di Provenza, che ambo questi dominii
breve Cwn 28 febbraio 592,
soepe,<\e 1 erano della signoria de' conti di Proven-
366; Confirmatio et inno-
£iill. cit. p. za e siccome 1' ultimo di essi l'avea ce-
;

S'alio Uterarum Pii V et conslitutionis duta alla corona di Francia, a questa


Punii IF, cantra Hehraeos cìvitatis A- spettare e non alla s. Sede. Questo ar-
venionen.^et Comitatus Fenayssiniedi- bitrario procedere terminò colla pace de*
tarimi, praesertini ne res novas pendant. 12 marzo 1664, per cui Avignone e il
Col breve£'AvjWHZ»m///,de'3oaprilei592, Venesino fiM'ono restituiti come suoi alla
loc. cil. p. 35 1 : Declarat civitateni A- Chiesa romana, e ad Alessandro VII che
venionen., et Comitaluni Venayssinum gli avea reclamati. Ma dopo pochi anni,

comprehendi Constilutione, Pii PP. V perle vertenze del le Franchigie, non che
de Bonis Bomanae Ecclesiae nonalie- per le censure d' Innocenzo XI contro
naiidis. Col breve Officìi nostri, de' 1 l'ambasciatore di Francia Lavardino, il
maggio, loc. cit. p. Fice-Legalns
3^7 : dispotico Luigi XIV li fece colla slessa
Ai'i'nionen., Rector Comitatus Venays- violenza nuovamente occupare nel 1688,
sini, caeterique ofJìciales,sindacatuico- e soltanto li restituì nel 1690 ad Ales-
rain Archiepiscopo Avenionen., aids- sandro Vili in seguito di accordi. Sicco-
(jue Episcopis suhjiciuntur. Inoltre Cle- me la legazione d'Avignone e del Vene-
mente Vili col breve Reginiini iiniver' sino soleva concedersi da' Papi a' propri
salis Ecclesiae, de'24 luglio iSgS, loc. nipoti, abolito da Innocenzo XII il nepo-
cit. p.458 Confirmatio concordiae ini'
: tismo nel 1692, soppresse pure il cardina
tae inler Alexandrum cardinaleni Far- legato d'Avignone, ed in sua vece istituì
nesium, et ecclesiasticos Avenionenses, la Congregazione Cardinalizia d' Avi
et Comitatus Venayssini super exeni- gnone(F.),de[la pure di Carpeotras.AlU
plione cleri a lege Spolioruni, et ratifi- congregazione attribuì l'autorità del cai
ca tio Uterarum JuliilII, et Pii V. Nel dinal legato e le adidò il governo dell'ini
1606 Paolo Vcol breve, Expositum no- tera provincia, iodr l'unì alla Congregò
bif, del I. "aprile, Bull. Rem. t. 5, par. 3, zione Cardinalizia Lauretana (F.),ùeì
p. 196: Legato AK'enionen.fCJusque Vi- le quali fu sempre prefetto il cardinali
ce-Legato conceditur facnltas con/ir- Segretario di sialo [F.), e segretario il

mandi transactioneni super bullo regio prelato sottodatario, la cui serie riportai
in pannis serìcis, qui in civitati Ai'enio- nel voi. XXXIX, p. 249 (e la compire
jiensi conficiuntur, et per Galliae re- coir odierno rog."^ Francesco Vici fatt«

gnum transuehuntur, apponendo.Di più nel 856); perciò r archivio della coni
1

col breve, P"estrasingularis,òe'3 apri- gregazione d' Avignone, allorché cessi


le, loc. cit: A\'enionensibus reslituitur nell'ultima occupazione della città e del
facultas locandi piscationem influtnine Veiiesino,riinase presso quello della Lai
Bhodano ad omid onere immunis. Con- retana. Clemente XI col breve Alias ei
fermò tale disposizione prò Universila- vianavit, de'5 maggio» 7 12, Bull. Rovìi
te,et hominibus Comitatus /enayssini, t. 10, p. 290: Confirmatur decretuiH
VEN V E N i^
Coìigregalìonìs ÀK'enìonen. de non ser- pliceamministratore e non signore del
s'anda Conslitntione Aegidiana sole- principato temporale e de'diritti della s.
mniiatcs in contractibus minorum prò Sede, anche pe' giuramenti fatti, non po-
Slatu Ji'enion., et Comilntu Fenaisino. teva né alienare, uè cedere gli stati d'Avi-

Nel pontificato di Clemente XIII diver- gnone e del Venesino, come né Beneven-
se corti per maneggi segreti o [)ubblici to e uè Pontécorvo, poiché quanto avreb-
tie' novatori, volendo distruggere l'al- be egli fatto, sarebbe poi rivocato da'Pa-
tare e il trono, procurarono la soppres- pi successori,onde non poteva cedere che
sione Ae Gesuìli [f^ .), siccome forte osta- opporvene altra. Ciò non
alla forza, senza

colo alle loro prave mire, replica tamente pertanto, Avignone e il Venesino,non che
insisterono col Papa per 1' estinzione di Benevento e Pontécorvo, non si restituiro-
M benemerito istituto. A loro esempio, e no a Clemente XI V che nel 1774» <^'o^ ^o*
fors'anco istigato, il duca di Parma (f^.), pò aver egli a' 2 i luglio del precedente

nel gennaio 1768 ordinò a' virtuosi re- anno soppresso la veneranda compagnia
ligiosi di partire da'suoi slati, con deter- di Gesù con ripugnanza dell'angustiato

uiinazioni eziandio lesive immunità


all' suo aniino,col breve Dominus ac. Redern-
e disciplina ecclesiastica. Clemente XIII p/or,pressoil BHll.Roni.conC.,[../\.,p.6ojf
dichiaiò incorsi nelle censure gli autori mentre a p.620 si legge il breve G/vM'/.y-
di tali innovazioni, per cui il duca ricor- simis, de' i 3 agosto, per la deputata con-
se alle corti Borboniche. Luigi XV re di gregazione all'esecuzione del da lui decre-
Francia inviò in Avignone e nel conta- tato.Tuttavia per tratto singolare della
do Venesino un corpo di truppe, con un divina provvidenza col beneplacito del-
ministro del parlamento di Provenza, e lo stesso Clemente XIV i gesuiti sempre
improvvisamente se n'impossessarono;al- sussisterono, pel dichiarato altresì nel
Irettanlo fece Ferdinando IV re delle due voi. LXXXII, p. 273. Nel ricordato
Sicilie, con Benevento e Ponìecorvo (f'^.)t Bull, a p. 65 vi è l'allocuzione Cam ex
altri dominii della s. Sede, situati dentro maximis, pronunziata dal Papa nel con-
e nel confine del suo regno, sebbene que- cistoro de' 17 gennaio 1774» P^'' '^ se-
sto fosse della medesima Chiesa romana. guita restituzione e ricupera d'Avignone
Fu allora pubblicato: Recherches hislo- e contado Venaissino, di Benevento ePou-
rif/ues concernentx Ics droits du Pape te Corvo. Indi con breve de'22 dello stes-

sur la V état d' Avignon, 1 768.


ville, et so gennaio, dichiarò che il prelato vice-
Si replicò colla Reponse aiix Recher-
: legato e vicario della città d' Avignone
clies historiques concernents les droits e contado P^enaìsino, d' allora in poi
du Pape sur la ville, et l'élat d' Avi- avesse il titolo di presidente della città
gnon, 1768. Queste e altre violenze non d'Avignone e contado yenaisino,ev\gen'
superarono la mirabile costanza di Cle- do io perpetuo \a presidenza d'Avigno-
mente XIII, s\ nel sostenere i diritti del- ne e del contado f^enaisino. Poscia con
la Chiesa, e si per giustizia nel difende- breve de' 2 maggio 1774 dichiarò pre-
re gl'ingiustamenle perseguitati innocen- sidente mg/ Angelo M." Burini (oude
ti gesuiti ; ed afililto dall' insistenze di va corretta la biografia, ove lo dissi fatto
divei'si sovrani, cessò di vivere a' 3 feb- da Pio VI, bensì cardinale, e ciò per l'e-
braio 1769. Il successore Clemente XIV quivoco asserto di Novaes e delle Noti-
trovando che Ferdinando IV proseguiva ziedi Roma). Ma Pio /'/('/^.J,creato car-
neir occupazione di Benevento e Ponte- dinale il Burini a' 20 maggio 1776,00!
corvo; e Francia di forza riteneva A-
la breve Alias félicis, de' 3 del successivo
vignone e il Venesino, e minacciava cose agosto, fi»//. Roni. cont. t.6,p.2 73: Revo-
maggiori, scrisse a Luigi XV, che se:a- catio uslriusque brevii Clenientis Xtf^,
^

i66 VE N VE N
ntioad Praesidenliam civltatìs Ave- gì XVI la cura d' indennizzare per tali
nioììensis et Cornitalu Venayssino. Co- dominii lu corte romana. L'assemblea
sì i'iìttabìri la vice-legazione ed il vice-le- non osò apertamente di privare s. Se- l<i

gato. Indi Pio VI colla bolla Jd uni- de di SI antica e legittima proprietà, sen-
versi dominici, de'aollobreiyyB, Bidl. za ordinare contemporaneamente the le
\.(ì, p-3g: Concessiofacultaluììi ordina- si dasse un proporzionalo com|)cnso, ed

riis in ditionihus yévenionensiyCl


Comi- ebbe perciò la cura di fire inserire nel
talliFcuaysìno existentibus prò aug- suo decreto le seguenti parole : // pote-
rncnto congruae, et slipendii parodio- re esecutivo sarà pregato di fare aprire
rum, et vicarióriini usane ad certam de' negoziati con la corte diRoma per le
summam cum nonnullis ordinalionilms, indennità e compensi che potranno es-
ì

eie. Rivoluzionata la Francia, comunicò serle dovuti. sovrani d'Europa ii'<jiiali


I

il suo spirito pernicioso ad Avignone e in tale occasione Pio VI avanzò suoi i

al contado Venesino nel 1789. In quegli reclami, non lasciarono di uianìfestrargti


articoli narrai, come i sedotti e i cattivi sul proposito loro sentimenti. L'impe-
i

sudditi pontifìcii di questo stato si ribel- ratrice di Russia Caterina II dichiarò


larono alla Sovranità de' Romani Ponte- espressamente: D' esser disposta a con-
fici e della s. Sede (V.), che per circa 6 tribuire tosto che fosse possibile alla re-
secoli gli aveano beneficati in tanti modi; un po-
stituzione de'possedimenti , di cui
ciòavvennenell'aprileiyqo con orribili ec- avea spogliata la Corte
tere illegittimo
cessi. Ilgovernofu tragicamentecambiato di Roma. L' imperatore Leopoldo II, fa-
in mezzo a' massacri, che dalla torre di cendo conoscere a Pio VI le slesse dispo-
Glacière ebbe funesta intitolazione. Nello sizioni, si espresse: Che egli lo faceva per-
1790 si pubblicò Diritti della s.
stesso : chi nulla eravi di piìt giusto sulla terra,
Sede sopra ^l'/g^/iO/ze.Riuscirono inutili e perche era interesse di tutti i sovrani,
i provvidenze per calmare
tentativi e le che un simile attentato non ricevesse al-
l'insurrezione, e le proteste fatte in Avi- cuna prescrizione. Luigi XVI stesso no-
gnone ed in Carpenlras dal vice-legato tificò al Papa: Che gli avrebbe restituita
mg/ Filippo Casoni di Sai'zana (che fu Avignone e il Contado /"enesino appt
l'ultimo vice-legato, indi nunzio, cardi- na lo potesse. Per silFatta strana e pri
nale e segretario di stato); inutili le pro- potente usurpazione,senzaelFello fece P|j

teste e quanto fece in Carpentras il ret- VI le accennate e altre diverse rimostrai


tore ab.Pieracchi egli altri ministri ponti- ze, dopo aver anch'egli inutilmente lei

fìcii; inutili le dichiarazioni e proleste de' tato di richiamare all'ubbidienza gl'ii

buoni e fedeli cittadini, sottoscritte da sorti, i quali ben presto doverono de[)I(
più di 10,000, attestando e reclamando rare la cambiata condizione. Indarno
il felice e pacifico governo papale goduto l'ab. Gio. Sifredo Maury di Fauzeos
per tanti secoli, ricusandosi d'unirsi alla Vaireas e perciò venesino (creato poi cai
Francia. I ribelli inviaronodeputati aPa- dinaie a' 18 giugno 1792), difese avanl
rigi all'assemblea nazionale, la quale seb- r assemblea con nobile e rubusta eie
bene due volte avea decretato l'inani mis- quenza, dimostrando anche colla stori
sibilitù di queste provincia alla Francia, le ragioni sovranee ìncontrovei libili del
tosto le rapì alla s. Sede. Imperocché i la s. Sede, e si legge nell'opuscolo Starr
sediziosi deputati ottennero subito a' i4 pato: Sovranità del Papa sulle città d'
settembre il decreto col quale lo stato vignane e contado Venessino, tanto i\
d' Avignone e il Venesino furono dichia- linea di titolo, che per ragione di posse,
rali parti integranti del dominio france- so, risultante da un discorso pronuncia
se, lasciando al vitluosoeiufeUcereLui- to nell'assemblea nazionale dal sig. al
V EN YEN 167
bnlc Maury deputalo della proi'incia Fragrimmensisagrifizi imposti ni Papa»
di Picnrdùi, 1791. Pio VI colla bolla questi dovette cedere alla repubblica fran"
Adeo nota, fìii iZ aprile 1791, Bull. cese i dominii temporali di Provenza,
Ixoni.con^t. q,p. if), (lirella nll'arcive- oltre le legazioni di Bologna, Ferrara e
scovo d' A virinone, eil a' vescovi di Car- Uomagna, e ciò coH'art. 6. « Il Papa ri-

peiilias, di Cavuillon e di Valsoli, noi» che nunzia puramente e semplicemente a lut-


a' capitoli, clero e Avignone
popolo d' ti diritti, die potrebbe pretendere so-
i

e del contado Reprohalur


Venaissino : pra le città e territorii d'Aviguone,conta-
defectio populorum Avcnionis, et Comi- do Venaisino e sue dipendenze, e trasfe-
tntiis Fenaisini a dilione ecclesiastica, risce, cede e abbandona diritti suddetti
i

et opporlunae etniiliinlur protestaliones. alla repubblica francese ".Ad onta dì tan-


Altlxamo ancora il Chirografo della San- to spoglio, di tante dure condizioni, noa
tità di iV. S. Papa Pio FI che ammette mancarono pretesti al direttorio di Pa-
fd approva la protesta del Commissario rigi, d'occupare ne* primi del seguente
della Camera contro t usurpazione della unno interamente lo stato pontificio e Ro-
città d' Avignone e contado T'ettesino, ma; e proclamando la repubblica, a' 20
dichiarando nullo e cassando il decreto febbraio 1798 detronizzalo Pio VI, lo
de \\ setlcndtre 1790 emanato dall' as- fece condurre prigioniero in Valenza
senihlea nazionale sidl' incorporazione (^.), ove gloriosamente mori con ma-
di detti stati al regno di Francia, Ro- gnanima longanimità a'29 agosto 1799-
ma 69 niella stamperìa canierale.Pio VI
1 Esìstevano in Avignone due collegi pon-
indirizzò questo cliirografo de' 5 novem- tificii, uno cbiamalo di s. Nicola o de'

bre 1791, Ancorché antichissimo, al car- Savoiardi, detto comunemente il gran-


dinal Rezzonico camerlengo, e si riporta de, l'altro della Rovere. Fondatore del
nelcit. Bull, a p. 87. Gaetano Tannisi, primo fu il cardinal Brognier d' Annecy
Allegazione islorico -critico diplomatico- nel 142.4 o nel 1426 in cui morì in A-
legale di risposta all' autore delle Ricer- vignone decano del sagro collegio e ve-
che, concernente i diritti incontrastabili scovo d' Ostia e Felletrì (F.). Ordinò
del Papa sidla città e stato d' Avigno- egli nel suo codicillo, che co' suoi beni
ne, munita delle opportune giustificazio- si mantenessero 24 alunni per lo studio
ni, ec. Roma I 792. Memorie sulla rivo- dell'una e l'altra legge, raccolti nella casa
luzione d'Avignone e del contado Venei- che avea in Avignone. Olio di essi dovea-
sino con traduzione francese, 1793. So- no prendersi dalla diocesi di Ginevra, 8
no dell'ai). Luigi Giorgi, con a fronte la da Arles e Vienna del Delfinato (stale
versione francese e figure. Frattanto se- sue sedi vescovili), e 8 dalla Savoia in cui
guitando la Francia a cader vittima del- era nato. Gli esecutori testamentari nel
l'irreligione e delle più inaudite barbarie, mettere in opera la fondazione prescritta
decapitati gli sventurati Luigi XVI, la nel codicillo, trovarono le rendite d'una
regina M.' Antonietta d' Austria ed E- entità minore al bisogno per mantenere
lisabeltadi Francia, proclamata la repub- 24 alunni. Ricorsero perciò alla munifi-
blica, democratizzati ancora Avignone e cenza di Martino V, il quale incorporò
il Venesino; quindi armale francesi in- al collegio la signoria e il priorato di s.

vasero l'Italia e Io stalo pontificio, onde Maria di Bolena nel contado Venesino
Pio vi fi costretto, per conservare una con tutte le sue entrale e pertinenze,rab-
parte de'suoi stati, di convenire al disa- bazia dell'isola Barba dell'ordine di s. Be-
stroso trattato di Tolentino (F.)ìì' i
9 feb- nedetto, ed il monastero di Furnis in A-
braio «797, riferito in francese e in ita- vigiione per abitazione de' collegiali. Ca-
liauo dal Bull. Roni. cont t. 10, p. 65. listo HI confermò le disposiziofii di Mar-
! 68 V E N VE N
tino V, e per slflìiUe donazioni il collegio I
744 pidiblicò la Dacrizìone de Rioni
Llivcnneponlìncio. L'altro collegio della di /ionia, in quello di Trevi e nella par-
Rovere sotto il titolo di s. Pietro in Vin- rocchia de' ss. Vincenzo e Anastasio a
coli, ebbe origine nel 1476 dal cardinal Trevi, registrò l'esistente vicolo degli A-
Giuliano della Rovere, perchè lo zio Si- vignonesi presso piazza Barberini. 11 cav.
sto IV r.nvea creato cardinale col titolo Rufini nel recente Dizionario delle stra-
di s. Pietro in Vincoli, e fatto i." arcive- de e vicoli di Horna, dice all'articolo ^vi-
scovo d'Avignone e legalo, e poscia di- gnonesi.» La chiesa spettante alla nazio-
venne Giulio 11, In esso si doveano edu- ne avignonese, quivi a' tempi andati esi-
care 3o alunni. Eie vaio al pontifica lo con- stendo die il nome alla via suddetta. Niu-
fermò la sua foodazione.e la dotò con alcu- na traccia però in essa strada scorgesi del-
ni priorati e col dominio temporale di Re- la sullodala chiesa, a meno che non si vo-
chcrenclie ferra feudale del Venesino.Di- lesse supporla situata nel locale contrad-
sciplina, amministrazione, pietà non pro- distinto col n. 5, ove vedesi un piccolo ed
gredirono in questi collegi, comedoveano. antico veslibulu di edificio ". Osservo,
Anzi ^'introdossero abusi e disordini, de' che almeno a tempo del Bernardini non
quali mg/ Fede ri co Sforza vice-legato in- vi esisteva veruna chiesa. Forse, com'al-

formò Urbano Vili, il quale per apporvi tre vie che presero il nomedall'abitarvi
un rimedio colla bolla Injiincli nobis, de' de' forestieri, così potrà congetturarsi
29 maggio 1639, Bull. Pont, de Prop. che gli avignonesi costumassero dimora-
fide, t.i,p. 96, li sottomise alla s.congre- re nella via in discorso, ovvero vi aves-
gazione di Propaganda fide. Dipòi Cle- sero un ospizio. Con questo non inten-
mente X! colla bolla Coelestis Palriyfa- do alfa Ito escludere l'esistenza pure d'un
miiias, de'i3 luglio '709, Bull, cil., p. loro oratorio o piccola chiesa ; ma ripelo
i5'j,un\ i due collegi, l'allidò alla dire- l'asserto nel voi. LXXXIV,
237, che p.
zione de' signori della missione, confer- la derivazione del nome probabilmente

mandoli nella soggezione di Propagan- provenga dal quartiere di soldati avi-


da fede. Ma questa per quanto se ne oc- gnonesi ch'era nella via medesima.
cupasse per dargli le regole, e coll'invi- Napoleone Bonaparte a' 26 dicembre
gilarvi per mezzo del legato d'Avignone, 1
799 divenuto ."console della repubbli-
i

pure poco vi fiori l'ordine e la pietà. A' ca francese, ed eletto Pio t^II (/^.) nel
suscitati mali che afflissero la Francia nel marzo 1800, pel ristabilimento della re-
dello fine del secolo passato, fecero eco i ligione cattolica in Francia e per una nuo-
narrati disordini d'Avignone colla rivo- va circoscrizione di diocesi,fu tra loro con-
luzione. Fuggiti gli alunni, il rettore e cluso a' 13 luglio I Boi il Concordatofra
l'economo, questo collegio, dopo una vita PioVJIc la repubblicafrancese {V\ In
di 4 secoli, restò fra le rovine degli altri conseguenza di tale accordo furono sop-
pii stabilimenti ecclesiastici di Francia presse ancora le sedi vescovili di Carpen-
del lullo estinto. In Roma gli avignone- tras, Cavaillon e Vaison, e la sede arci-
si ebbero chiesa e confraternita. La 1
."
da vescovile d'Avignone che n'era la metro-
s.Pio V incorporata nel palazzodella con- politana divenne semplicemente vesco-
gregazione della s. Iniquisizione, il soda- vile, e sulFraganea dell'arcivescovo d'Aix,
lizio fu trasferito altrove, come dissi nel in uno alle sedi di Oigne, Nizza e Ajaccio.
voi. LUI, 83, ma non mi fu dato tro-
p. Ne'cilati ai'ticoli e oilri relativi dissi ove
varne il sito, ad onta di non poche ricer- se ne pubblicarono documenti, corneai

che; laonde mi sarà lecito supporre che LEGATo,parlandodelcardinalCaprara de-


si unisse ad alcuno de' diversi sodalizi putalo all'esecuzione del convenuto. Sicj
ftaHcesidi Rotaia. |1 peiuardiui che nel qome sulle^nlo nel 1846 fu pubblicalo
VEN VEN 169
t. ri del BuUarii Romani Contìnuatìo, venzione ed esecuzione delle cose eccle-
così qui indicliei'ò meglio le pogine in cui siastiche di Francia. Divenuto Napoleo-
totio riportati tutti i successivi nlli. A p. ne I imperatore de'francesi, l)ramò d'es-
175 è il testo del Concordalo, Conven- ser coronalo da Pio VII, il quale per con-
lio. A p.i87 il breve pontifìcio Tninmul' tentarlo si recò a Parigi nel declinar del
(a, de'i5 agosto! 80 1, diretto agii arci ve- 1 804. Durante il suo soggiorno, fra le vo-
scovi e vescovi di Friuicìo, sulla rassegna ciferazioni causali o sparse ad arie, fuvvi
de'Ioro vescovati ;ed a p. 190 la lettera quella che disse proposto a] Papa di sta-

!i' o>edesimi, La
Chiesa di Gesìi Cristo, bilirsi in Avignone, per l'aspiro che avea
di dello giorno, esortatoria ad uniformar- l'imperatore d'impadronirsi della super-
ti bene della pace alla nuova circoscri-
pel slite parte dello stalo pontifìcio. Certo è,
zione di diocesi, A p. 200 e ao4 la depu- che questo presto l'efFeltuò, in seguito del-

tazione del cardinal Caprara di legato a le vicende narrate in tanti articoli; onde
latcre in Francia al i
,° console, colle op- invasa Roma dagl'iuiperiali francesi, indi
porlunefacollà, oltre la lettera credenzia- a'6 iugIioi8o9deposeroPioVII dal prin-
le al niedesitiio Napoleone Bonaparle. A cipato temporale, e lo condussero prigione
p. 208 la bolla Erciesia Chris ti, de' 18 iuFrancia.DaGre/JoZ'/e fu condotto a )^rt-

seltetiìbre 1801, di conferma del concor- lenza nelfìnedi luglio, e tosto in Avigno-
dalo e del plenipotenziario cardinale de- ne, 11 cav. Artaud, illustre storico france-
stinato per l'alluazione, A p. ^^5 la bol- se, racconta nella Storia di Pio FII.»^
la Qui Domini i'ices in terra ge-
Christi impossibile di concepire come il colonnel-
rere, de' 29 novembre 1801, sulla sop- lo Boisard abbia avuto l'idea di far entra-
pressione ili tulle le chiese arcivescovili e re Papa in questa città, ed in pieno gior-
il

vescovili di Francia, e 1' erezione di 10 no. Avignone aveva appartenuto alla s.


chiese metropolitane con5o sedi vesco- Sede; tulli sanno per quali circostanze
vili 249 e 25i il
per sulFraganee, A p, essa sia slata riunita alla Francia al prin-
breve Quoniani, de'29 novembre 1801, cipio della rivoluzione, e nuiladimeno per
per abilitare il cardinal legato ad insti- tutto il contado Venesino era vivo tutto-
luire i nuovi arcivescovi e vescovi; e la con- ra un sentimento di all'ezione al Pontefice,
ferma del decretato, insieme all' elenco Si credette allora che Boisard tuttocib
pubblicato dal cardinale , delle nuove ignorasse: ma mi è ciò dillìcile persino ad
cliiese arcivescovili e vescovili, col titolo immaginare;ecome mai nessun prefetto,
delle calledrali e i limili delle diocesi, i nessuna autorità, nessun abitante di que*
quali per Avignone sono designali: /^w«/* paesi non l'aveano prevenuto? Puossi di-
Gardij Fontis Valichisij cioè si formò re che tutta intera la città, senza distinzio-
la vasta diocesi co'diparlimenti di Gard ne d'età e di sesso, s'affollasse intornoalla
di Linguadoca e di Valchiusa di Proven- carrozza delPontefice fermatasi sopra una
za, e perciò comprese l'antiche diocesi nel piazza. Questa moltitudine salutava il
° Nimes, Alais, Uzesj nel 2." di Avi-
I di Pontefice con gridi di gioia: alcuni signo»-
gnone,Carpenlras, Cavaillon,Vaison,Apt ri e personaggi della più distinta coudi^-
e Grange (di tutte le quali poi, tranne zione comperarono a prezzo d'oro la fa^
Avignone eNimes, rispettivamente rista- colla d'avvicinarsi alle portiere, Boisard
bilile in arcivescovato e vescovato, le al- ordinò d' allontanare tulli quesl' impor-»
tre chiese restarono soppresse). A p, 32 i tuni; ma i soldati, in numero troppo pic-
è il decreto d'alcune traslazioni dì vesco- colo, non potevano far uso delle loro aiv
vati, ed a p. 335 l'allocuzione Qiiam lii' mi. Il comandante avendo sapulo che la
ctaosani, de'24 maggio 1802, colla qua- popolazione de'dintorni accorreva per la
le Pio VU dcuuQciò u'cardiuali la cuu- strada di CarpenUas, e che da tutte le vi-
jyo VEN VEN
\e del Rodano Linguadoca villaggi tli i Napoleone I nel 1812 fallo condurre Pio
precipilavnnsia torrenli verso Avignone, VII da Savona a Tontainebleau, perai)-
come se si recassero ad una crociala, co- hoccarsi con lui; nulla oUenendo , nel
itiandò clie si chiudessero le porle della 18 4 ordinò che si riporlasse a Rotaa. A.*
1

cillà....llcolonnelloBoisard ottenne final- ^3 gennaio parli il l'apa , passando il


inenle di rompere quella calca di genie: llodano sul ponte di barche per andare
egli teneva in mano due pistole cariche, da Beaucaire a Tarascona, facendo a ga-
ma certamente si sarebbe ben guardato ra le due città per olfrirgli maggiori at- i

dal farne uso. Comandò a' postiglioni di testali della più tenera divozionejindi re-
parlire, e il Papa usci dalla cillà tran- c.indosi ad Aix, Nizza ec. Tali erano le

quillamente. In Aix avvennero simiglian- disposizioni de' popoli del mezzodì della
ti scene: e tutta (pianta la Provenza die- Francia. Difalti il cardinal Pacca, che nel-
dei medesimi argomenti di pietà. Il Papa la 2.' deportazione fu rilegalo ad Usezo
avvicinavasi a Nizza, e si vociferava che Uzes, ivi e nel viaggio per la Linguado-
doveva esser condotto a Savona". Il Pi- ca ricevette molti e segnalali alleslati di
slole-si nella Fila dì Pio F H, dice che il ossequio. Egli racconta che tulli suoi , i

Papa neh ."agoslo fucondoltoper la stra- colleglli deportali in Linguadoca e in Pro-


da di Valenza e non potè che per mez-
,
venza (il cardinal Malici ebbe Alais per
z'ora fermarsi in Avignone, arrivando ad rilegazione.e il cardinal Lilla Nimes, ec),

Aix a' 4 agosto : i conduttori avendogli ebbero nel loro passaggio lo slesso rispet*

per 3 voltedomandato se voleva soggior- toso e affettuoso accoglimento. Soggiun-


iiarvi, sempre rispose-C'owjes/i^'orrà.-Da gè quindi, appena l'ii aprile Napoleone
Isizza passò a Savona (//'.), luogo di sua 1 fu costretto abdicare l'impero, e venne

rilegazione; essendosi notato r«nUisiasmo proclamato il re Luigi XVlll,già conte


de' popoli francesi al pontifìcio passaggio, di Provenza, si risvegliarono subilo negli

il governo si pose in apprensione, e per animi degli avignonesi e de' venesini la


non crearsi inciampi, spiccò l'ordine di memoria e l'amore del reggimento papa-
licondurlo \n Italia. Anche il cardinal le, che per più secoli avea reso il loro
]^acca nelle Memorie storiche, l. 3, rife- paese vero oggetto d'invidia alle circoo-
risce. Ne'primi d'agosto 1809 passando vicine provincie. Si lusingarono, che co*

Pio VII per Avignone, ricevè tante e si me nel resto della Francia gitlato tu-

clamorose dimostrazioni d'onore, d'atfel- multuariamente a terra il governo ira-


to e di divozione da tutta la popolazione, periale, senz* altro annunzio o atto era

che ne sbigottirono te stesse guardie, che rientralo negli antichi dirilti il principe
lo scortavano. » Benché fosse in figura di della famiglia di Borbone , cui apparte-

prigioniero, fu sino fuori le porte accora- neva la successione al trono, cosi per pa-
pagnato da gran folla con acclamazioni, rità di ragione, cessando il potere usurpa-
con ballimenli di mano e colle ripetute lo, dovesse restituirsi la cillà d'Avignone
" Dimo- contado Venaissino Sede. Laon-
grilla Fiva il nostro Sovrano!
;
e il alla s.

rando Pio VII in Savona, Napoleone I de vari avignonesi e venesini si porlaro-


gli fece offrire se gli piaceva stabilirsi in no dal cardinale in Usez, distante poche
Avignone, per ivi amministrare la Chiesa leghe d' Avignone, e tenendo per fermo
universale, sollo la condizione di promel- che si sarebbe reso quest'alto di giustizia

tere e giurare di nulla rimuovere contro al Papa Pio VII , successore de'Ioro an-

i 4 1682, ch'e-
articoli dell'assemblea del tichi sovrani , si raccomandarono a lui

gliavea dichiarati legge di stalo, cioè le per le cariche e gl'impieghi, che si sareb-
Proposizioni Gallicane (nel qual artico- beroivi conferiti. Il cardinale, ignorando

lo il n." -YA'^/inaDca d'un I), Avendo allora quali potessero essere l'iuleuzioui
VLN V E i\ 17'

ed i progetti delle poleuzc ulìcale, e ine- le avenno protestalo lo slesso Pio VI, «
more il'uii delloclie avea sentilo più voi- replicalamenle l'io Vll,au7.i avuilo an-
tedalla bocca degli emigiali francesi, che, nuilalo il medesimo governo francese con
Ceqni Còt inalpris,cstbii'ii^ar(lé:i\ctìU- solenne decreto, per polerNÌ iojpadronire
tenne nelle risposte in termini generali, e di lutti gli siali della s. Sede, come fece,

depose il pensiero di passare in A vignone oltre la detronizzazione e prigionia del Pa-


per nkolivi prudenziali , sebbene tanto pa. Perciò reclamare le 3 legazioni di lìo-

i'avea bramato per linteresse cbe desta- logna, Ferrara e Ravenna; non clie Avi-
110 le sue memorie e la storia de' Papi, gnone e il contado Venesino, usurpato al»
e neppure potè visitare Valenza a vene- las. òede da un alto rivoluzionario; uien-

rare il luogo ov' era spirato il gran Pio Ire con sorpresa e profonda afllizione il

VI. Lo trattenne da tale ambila soddi- Papa avea sapulo, come coli* ari. 3 del
stazione il riflesso, che vedendo Aviguo- trattato di Parigi de'3o maggioiS i4, le
ne un cardinale ch'era slato l'ultimo prò- potenze alleale ne aveanu assicurato il
segretario di stalo del Papa in Itoma e , possesso alla Francia , a ciò indolle da
che credevasi dover occupare la slessa molivi di convenienze e d' una più co-
carica, potevano gli abitanti, trasportati moda disposizione di terreno, chealmena
(la soverchio zelo, venire a determinazio- almeno dovrebbe far supporre qualche
ne subitanea ,ed a fatti che mettessero compensol Lo slesso Uatlalo di Parigi a-
jn qualche cimento presso gli alleali e il vere riconosciuto la nullità t distruzio-
nuovo re di Francia, esso stesso, Ini e la ne del preleso di Tolentino, non allallo
s. Sede. Avendo IN'apoleone 1 scello a sua allegandolo nel conservare e nell' assicu-

dimora l'isola dell'Elba, di che riparlai rare alla Francia i possedinjenti d' Avi-
nel voi. LXXVIII, p. 3i, nel descriver- gnone e del Venesino, Sua Santità esser
la, vi approdò a'3 maggio, mentre a' 24 per questo sommamente affilila nel ve-
]-*io VII neutro trionfalmente in Iloma. dere che in questo modo si disponga d'u*
Giù avea indirizzato al re le suecongra- no de'suoi più antichi dominii, senza nep-
tulazioni , inviando a Parigi per nunzio pure una sola riserva a suo favore; onde
straordinario mg.' Della Genga, poi Leo- il carilinale in suo nome fece all'alte po-
ne Xll , e reclamando quanto era sialo lenze alleate le sue proteslee i piùforma-
tolto alias. Sede sotto il predecessore, ob- il reclami contro il suddetto art. 3 del
bligalo a consentire al trattato di Toien- trattato di Parigi. Essere il Papa stretta-
tino, che lo spogliò della sua sovranità e mente obbligalo da'doveri come ammi-
inceppò la libertà della s. vSede medesima, nislraloredel Patrimonio di s,Pielro,eda'
Inoltre Pio VII spedi al re il celebre cai- prestali giiiramenli solenni di conservar-
dinal Consalvi per ambasciatore, per re- lo, di difenderlo e di ricuperarlo; iusiem«
clamare contro lale malaugurato tratta- allaMarca d'Ancona, a Uenevenlo e Pon-
to. Il cardinale essendosi recalo in Lon- tecorvo, non meno a'diritli su Parma e
tira, a'23 gingno da quella città indiriz- Piacenza. Frattanto celebrandosi il coo-

tò a' ministri delle principali potenze di gresso di Vienna, pel compiinenlo del
Europa la nota riferita dall' Arlaud, nel trattato di Parigi , sulla sistemazione e
t. 2 , cap. 6y che compiutamente
, spie- riordinamento politico d'Europa, nel
gava i reclami della s. Sede, principal- x8 5 furono reslituitecoo solenne decre-
i

inenle contro il trallatodiTulenlino, qua- lo alla s. Sede le legazioni di Dologua,


lilìcato frutto della più iniqua aggressio- Ferrara e Ravenna, le Marche, Beneven-
ne , ed estorlo e imposto da un nemico lo e Pontecorvo, Ma riconoscendo il cou-

polenlissimo al principe più debole, ({ua- gresso Avignone e il contado Venesino


si alle porle di sua capitalei coulioil qua-t far purle iuleyrale del reguo di Fraagia,
17^ VEN VEN
il cardinnl Consalvi a'i4o'"o"*^ in Vien- diu-re alcun elTelto. Pio VII appen» elet-
na nel palazzo della minzlatuia emise to subilo reclamò
provincie tolte col
le

formali proleste , anche per aldi tiirilli trattato di Tolentino, e protestò più li-
(come de! leiiitoiio separato dalla lega- beramente di quello che avea potuto fare
zione di Ferrara, con cpie'paesi che enu- il predecessore; proteste che non cessò di
merai nel voi. LIX, p. 206), ratifìcale rinnovare molte volte. Per tali modi , i

solennemente da Pio Vii in Roma, alme- diritti della Sede su questa provincia
s.

no per un equivalente compenso, come eziamlio rimasero sempre intatti e pre-


narrai nel voi, XXIX, p. 208 e altrove. servati, e né la Francia né altri poter pre-
Lo prolesta per Avignone e pel Venesino valersi d'un titolo nullo per se slesso, e
si può leggere nel Pistoiesi, Fita di Pio assolutamente distrutto, il trattalo di Pa-
Ffl,t.^,[). i34-L'ailocuzione colle pro- rigi, fatto senza intervento della s. Sede,
teste corrispondenti, pronunziata da Pio non Ila potuto pregiudicare a'suoi dirit-
\ li nel concistoro de'4 setlem bre 1 8 1 5, ti. La Francia non potere ritenere due i

in uno accennala ed a tutte le oltre


all' paesi a danno dei loro sovrano legittimo,
pr(jteste fatte dal cardinal Consalvi al almeno senza un indennizzo con com-
congresso di Vienna, si riportano dal n." penso territoriale proporzionato al valo-
72 del Diario di Roma del 1 8 1 5. In so- re delie Provincie lolle; compenso decre-
stanza si protestò non potersi dal Papa talo da quella medesima assemblea che ,

aderire a (|ualunfj(ie diminuzione de'do- ne spogliò la Chiesa romana. Quindi il


minii e de' diritti imprescrittibili della s. Papa si dedicò a riordinare gli affari del-
Svx\e, e dovere garantirli con tali atti for- la Chiesa di Francia. Nel t.i^ od Bull.

mali. Avignone essere stalo comprato a Rom. coni, sono seguenti atti. A p. 822
i

ilenaro contante, il Venesino essere stato l'enciclica F incanì, de' 12 giugno 1817,
acquistato a titolo oneroso. La convenzio- duella agli arci vescovi, a'vescovi, a'capi-

ne di Tolentino , in seguilo d'un'aggres- toli e canonici delle chiese vacanti di


sione gratuita, non poter somministra- Francia. A 363
Concordalo tra Pio
p. il

re alla Francia titolo a ritenere le dette FU e Luigi XFIII re di Francia ( F.),


Provincie in pregiudizio della Chiesa ro- degli II giugno 18 17. A p. SGg la Ijolla

n)ana. Essere doloroso, che la sola s. Se- Conimissa divinitus, de*27 luglio 1817,
de doveva osservare un trattalo forzalo, per la nuova circoscrizione delle diocesi
mentre gli altri sovrani non valutarono di Francia. Ripristinò la chiesa d'Avi-
punto simili preponderanti convenzioni. gnone nel grado di metropolitana, oltre
Il governo repubblicano fu aggressore e quella di Cambray; dicliiarò l'arcidioce-
violatore delle proprie slipolazioni, per- si d' Avignone formarsi dell' antica sua
ciò essenzialmente nullo il Iratlalo di To- diocesi e di quella di Apt; assegnandole
lentino. Si addussero con Grozio e Wat- per sulh'aganeo il vescovato ristabilito
lel i principii del diritto delle geuli : d'Orange, formato colla sua antica dio-
Quando il trattalo di pace ^ violalo da cesi e con quella di Carpentras. Di piìi

lino de contraenti, l'altro e in facoltà di fece quella protesta sui diritti sovrani del-
dichiarare il trattalo risoluto , nullo e la s. S(n\e sul ducato d^ Avignone e sul

invalido. Quando uno stato è distrutto contado Fenesino, che riprodussi nel voi.
o sogi^iogato da un conquistatore, tutti i llljp. 274. Nel t.i5delj5«//. Ronì. cont,,
suoi trattati periscono con la potenza a p. 328 r allocuzione di Pio VII de' 23
pubblica che gli avea contratti. W trat- agosto 18 19, Compertuin satis, sulla so-
tato di Tolentino restò abolito per fallo spensione del concordalo del 181 7. A p.
dello slesso governo francese, continuò a 260 il breve In supremo, de' 1 5 dicem-
limauerc tstiulo, e perciò uou potere pro- bre 18 19, dì proioga alla giurisdizione
V EN VEN 173
I
de'vesnovi relalivaraenfe n iletfa conven- diocesi di Bellny, Iraslalo da Troyes. Ri-
zione. A p.45i il Ijieve Novain de Gal- ferisce il Giornale di /ìo///rt del 1
8^9 a p-
liartini dioecesìlms ^ de' 24 selleM>l)re 556.»» Il nostro arcivescovo e metropoli-
, 1821, col quale Pio VII dichiarò suIlVa- tano mg."^ Debelay ha, nel giorno sagro a
ganee della luelropoiitana d'Avignone le Maria ss. deir8 dicembre, aperto il con-
:
chiese vescovili di / ii'iers, Valenza, Ni- cilio provinciale intimato (in dal 3 delpre-
mes e Montpellier, e lo sono tultoia. A celiente novembre. Il desiderio di adem-
p. 455 il breve JYo'ttris sub plumlio, di pire agli ordinamenti del s. concilio di

dello giorno: Unio dislrictain Auraja- Trento, d'imitar gli altri illustri prelati
censis ci Carpentoracleiisis dioecesi A- anche della sua nazione, nella celebra-
,
venpniensi in regno Galliaruin. Aggiun- zione Ùg Sinodi (^.), di conservare in-
se dunque all'arcidiocesi d'Avignone, le tatto il deposito della fede, e di [)romuo-
diocesi d'Orange e di Carpenlras, e così vere l'osservanza de'sagri canoni; il biso-
reslò nuovamente soppresso il vescovato gno di consolidare 1'
ordine sociale scos*
d'Orange. Co'seguenti brevi, Noslris a- so dalle fondamenta, e di restituire a've-
postolicis, ed Etsi per nostras; emanati scovi, che ne* passati secoli ebbero tanta
nello stesso giorno, furono le dette ciiiese parte nell'incivilimeulo de'popoli, la li-

, tolte dal jiis de'loro anteriori n)etropoli- bertà di richiamarli a que'sani priucipii
I
tani, e soggettate a quello d' Avignone. che han salvato il mondo dalla barbarie;
'
Finalmente a p. Syy è la bolla Patemne lu necessità finalmente di dare a quella
C/iaritatissollicitudOyiie'G oUohieiS'22: provincia ecclesiastica le costituzioni di cìjì

Executio literariim apostolicanun a- era priva , attesa la novella circoscrizio-


lias latarwn super circuniscriplìone ne fittane già da Pio Vii di sa. me., so-
dioecesium in regno Galliarunt. Ter- no, come leggiamo nella pastorale di con-
minai la serie degli arcivescovi d' Avi- vocazione, i principali motivi che spinse-
gnone,\n quell'articolo, con mg.'^Du Pont, ro quel zelante prelato alla riunione del
il quale preconizzato da Gregorio XVI sinodo ". L'8 dicembre festa dell'linina-
(a questo Papa la congregazione istitui- colala Concezione éa^W avignonesi era ri-
ta in Avignone del Rosario vivente, che guardate con particolare venerazione, per
descrissi in quell' articolo, donò la ma- propugnare il dogma fino dal concilio del
gnifìca e ricca stola papale cogli stemmi i4T'7, onde celebrai in quell'articolo e
li

della città, di cui parlai nel voi. LXX, p. ne' miei Cenni storici sulla definizione
83; la quale stola usata nìoltissime volte dogmatica pronudgala nel Vaticano i^P'.)
nelle solennità, dallo slesso Gregorio XVI da Pio IX nel 18Ò4, nel voi. LXXIll p. ,

fu lasciata al palazzo apostolico per uso 42, notando che v'intervenne fng."^ Debe-
de'successori, siccome memorabile monu- lay, ed a p. 37 I, che prese parte alla coii-
mento), dal medesimo a'aj geimaio 1 842 sagiazione fatta dal medesimo Papa del-
fu trasferito all'arcivescovato di Dourgcs, la basilica di s. Paolo, poi celebrandone
che saggiamente governa, e il Papa Pio il festeggiamento in Avignone. Dello sta-
IX Io creò cardinale del titolo di s. Ma- to presente della città, ne darò un ulte-
ria delPopolo a' 12 giugno 1847. Lo stes- riore cenno con l'ultima proposizione con-
so Gregorio XVI a'22 luglio 1842 trasla- cistoriale, colla descrizione e disegno che
tò da Nevers a questo arcivescovato mg."^ \>nh[ì\\coV Album diRonin nell. 8, p. 189,
Paulo Naudo d'iVngles diocesi di Perpi- e con alcuni geografi. La ridente positu-
guano. Il Papa regnante nel concistoro ra d'Avignone, l'amenità del paese che
di Gaeta dell'i 1 dicembre 1848 gli die la circonda adorno di praterie, di orli, di
in successore l'aftuale arcivescovo mg."^ piantagioni di gelso, la bellezza delle don-
Giuseppe M.' Mattia Debelay, di Viviat ile e la vivacità degli abituuli rendono
174 V E iV VEN
rincsla cillà (1es;nis';ima deirntfpnzinnedi gusto gotico: molli altri edifìzi meritano
chi [)iencle a viaggiale per la Frniiciame- d' essere ricordati , del pari alle belle e
lidioiiale. Ella j^iace a circa 4oo miglia numerose sue chiese. Altre volle il fra-

dislnnle da Parigi, verso sud-sud-est, ed stuono delle campane d' Avignone era
ha i caralleri d'una città setni-ilaliaiia. tanto, che Rabelais ebbe a chiamarla la
Sul fianco occidentale scorre il Rodano yHU; sonante. Vi fu un tempo che con-
fuori dell'antiche sue mura; un braccio teneva 20 conventi e monasteri di uomi-
della Sorga l'attraversa quasi per mezzo, ni e id di donne, olire le collegiate nel :

ed un passeggio, piantato d'olmi, circon- l'jCìi gli ecclesiastici erano 900. La cat-
da il riuìauente della città. Tali mura so» tedrale d' Avignone, sotto l'invocazione
no un monumento curioso dell'architet- della B. Vergine, la cui struttura parte-
tura militare del metlio evo. Il Rodano cipa del medio evo, benché manchi d'u-
ad Avignone è largo, profonilo e rapido. niformità, era altre volte magnifica. Cre-
Lunghissimo è il ponte in legno che lo desi che la sua porta facesse parte d* un
attraversa. Nel secolo XII 1' edificazione aulico tempio d'Ercole, Ivi sono lom^
le

d' un ponte in pietra fu cominciata da be de' Papi Giovanni XXII e Beuedello


san Benezeto (assai ne parla il p. Fanlo- XII. E' ampia e decente. Aniniarum cU'
ni, e lo dice deputato da Dio alla fàbbri- ram minime exercetnr in memorata me-
ca del ponte, prodigiosamente gettando- tropolilaua qnae proinde baptismali
,

ci la T." non che del suo cullo),


pietra ; fonte est clestituta. Il capitolo si compo-
garzone pastore dii8 anni, ma egli mo- ne di I 3 canonici, senza dignità e preben-
ri prima che fosse recato a termine. Es- de; di diversi canonici onorari, di sacer-
so avea 19 archi, ed era considerato come doti, e i\e pueri de clioro, quibus inter~
una meraviglia; ma nel 1699 la violenza dnni adsùpulanlar magni seminurii a~
del fiume ne portò via la maggior parte, lumnipro divino servilio. Il palazzo ar-
lasciandone in piedi 4 archi soltanto. Al- civescovile è conveniente e grande, non
ia sua storica fama contribuì più di lutto molto distante dalla cattedrale. Qiiatnor
la lunga residenza de' l^ipi, per avere il recensenlur paroeda baptismali fonte
re Filippo 1 V indotto Clemente Va tra- preditae, sine alla Ecclesia Collegiata^
sportarvi il suo soggiorno, e vi restò poi ani virorum coenohio , existunl vero do-
quello de'successori in una quasi cattività, mns Socielalis Jesii ,
plura muliernni
perchè soggetti alle voglie deVe francesi, monasteria cthospilalia, confraternita'
con provenirneinflniti disordini e mali al- tes, nec non dno seminarla mons aiitem :

l'Italia, e per le funestissime conseguenze pietatis desidcratur. Nella cattedrale e


anco alla Chiesa infausto periodo che
: ter- nell'altre chiese vi sono i sepolcri di mol-
minò Gregorio XI. I cittadini, benché sud- ti cardinali, anticardinali, prelati e altri
diti pontilicii, ritenevano alcuni loro di- personaggi. Nella chiesa de' francescani
ritti, come nativi francesi, ad essere eletti stava la tomba di Laura di Sades, cele-
alle cariche civili ed ecclesiastiche del re- bre donna cantata dal Petrarca e onora-
gno, soggiacendo però a'tribunnli locali, ta d'un epitaflìo da Francesco I. In quel-
finché Avignone venne fatta capitale del la de'celeslini vi sono o vi erano i sepolcri
dipartimento francese di Valchiusa, Fon- di s. Benezeto,rarchiletto del vecchio pon-
lis Fallis Clusae. Ila un tribunale dii." te sul Rodano; e dell'antipapa Clemente
istanza, altro di commercio, la direzione VII. L'antipapa Nicolò V fu deposto nel-
delle contribuzioni e de' demani, la con- la chiesa de' minori. Un Crocefisso d'a-
servazione dell'ipoteche. E ben fabbrica- vorio, scolpito con sommo amore nel se-
ta, ma distribuita male, per alcune vie colo XVI, riguardato come una delle me-
troppo àlieUe. Il palazzo di Crìllou è di raviglie della cillà, è uella chiesa della Mi-

I
VEN V EN 17-
sericoidia. » L' aulico pnlnzzo de' Papi, IrafTico abbraccia pure i pingui prodoli*
granile edifizio gotico, ereUo sulla rocca territoriali di grani, legumi, vino, seta,
di Dons è ora convellilo in una caser-
,
lana, frutta, zafferano e olio, edi lali pro-

ma {!). Di esso così scrive il Giierin.


- La dotti fa un gran commercio; dappoiché
grandezza di questo gotico edifizio, la sua questa cillà è il deposito pel basso Del-
altezza, le sue torri, la grossezza delle sue finato, la Provenza e tutta la Lingnado-
iniua, i suoi merli, gli archi diagonali ca. Quattro fiere Iriduane vi si tengono
delle sue volle , le fei itole ,
quell' archi- nel volgere delle stagioni, nelle quali ha
lettura non unifornie, senza simmetria, luogo molta esportazione di bestiame. Ad
senza regolarità , destano stupore in chi ogni arcivescovo, i frutti della mensa so-

lo rimira. Nel maestoso suo recinto, sot- no tassati in fiori«ii'55o ne' libri della ca-

to volte debolmente illuminale, ove tanti mera apostolica e del sagro collegio. L'ar-
principi inchinarono il loro scettro dinan- cidiocesisi estende a circa 20 leghe in Inu-
zi al triregno; dove una potenza superio- ghezza, e a o in larghezza, e contiene [)iìi
i

re piegava la volontà de'sovrani; dove i luoghi. Si ha dal n.^i^i del Giornale di


negozi dell'Europa erano solennemente Roma dell 853, che gli operai occiiijati
discussi; ove si vedevano, non guari, sale nella demolizione delle case acquistate

piene di stellimi, pitture falle nel rina- dalla cillà d' Avignone per slargare la

scimento delle arti , iscrizioni che susci- strada Geline, e per la costruzione del pa-
tavano mille memorie,ora non visi trova- lazzo pubblico, scoprirono rovine di edi-
no che muraglie mezze diroccale, passag- fizi romani assai ben conservale. Vi si ve-
gi oscuri, spaziosi recinti e vasti alloggia- dono carri tirali da due cavalli, cimieri,
menti militari". E' pure da vetlersi in A- trofei d'armi scolpili in massi di pie'ra
vignone la casa degl' invalidi , formata digran dimensione; e si doveano intra-
dall'unione del già monastero de'celesti- prendere notàbili scavi. Avignone ebbe la
ni edel già noviziato de'gesuiti; essa è una zecca pontifìcia : ne riparlai negli arlicnli
succursale della gran casa degl'invalidi di Denari Monete. Nolo il Borgia nelle I\Te-
e
Parigi, e fu deslinata a ricoverare i solda- morie, che la moneta delle provi ncie del
ti, le cui ferite abbisognano d'un'aria più Patrimonio e del Venesino, fu delta Pa-
temperata della parigina, ottima essendo par ina quasi Papalina, ó'wevsa però nel-
quella d'Avignone. Il teatro è uno de'più la valuta dalla provisìna o romana. Lo
regno. Inoltre Avignone possie-
belli del Scilla, Breve notizia delle monete pon,'
de una copiosa biblioteca, collezione di tijìcie antiche e moderne, a p. i 5 descri-
pitture, il giardino botanico, il museo di ve quelle de'Papi Avignonesi, e coli' epi-
storia naturale, d'antichità, quello delle grafi: Comes J'enasini, di Clemente V,
medaglie, vari istituti scienlifici, ed all'u- Giovanni XXII, Clemente VI, ec. Anche
niversità successe l'ateneo o collegio. A- d'Urbano V; e degli an-
della sede vacante
vignone conta presentemente circa32,ooo tipapi avignonesi Clemente VII e Bene-
abitanti, e ne annoverò sino a 100,000 detto XIII. A p. 876 descrive le mone-
quando era residenza de'Papi: Io splen- te ballate pure in Avignone, da'cardinali
doie della corte d' Avignone è celebrato legali d'Avignone e del Venesino, cioè de*
neilcstorie.L'indu>itria serica grandemen- cardinali d'Amboise, Farnese, Borbone, ,

te vi fiorisce, e le sue (àbbriche di stolfe Armngnac, Acquaviva, Borghese, Ludo-


mpidamente prosperano.Allre fab-
di seta visi, Barberini, Pamphilj, Chigi, Otlobo-
briche Sono quelle d'acquaforte, di lami- ni, benché dimoranti in Roma. Descrive
ne di rame e di latta. Ha concie, tintorie, quelle fatte coniare da'vicelegati, cardinal
fdatoi , uuiiini e importanti fundcrie di Conti e cardinal Filonardi , e da' prelati
cannoni t: di carallcri da slantpa. Il suo Silvio Sa velli, Cosiuu de Bardi vescovo di
176 VEN VEN
Carpenlrns, e Nicolò Conli. Scrissero di l' histoirc tant sacrée qiie prophanc de la
Avignone e del contado Venaissiiio: Sle- nume ville. K Avignon chez JosephSinion
fauo DaUizio, Vitae. Paparum A^'cnio- Tournei 'j65a\ec(ig.MarqnisaldePro-
1

«r^.m/ojjParisiisiGgS. Principia al i 3o5 vence el des Comlals Fenaissin el d'Avi-


e termina ali 894; ma fu posto nell'indi- gnon. Nella Géntalogiehist.,Vax\<i\'j'Hj,
ce de' libri proibiti. Bullariuin civilatis t. 4- kn\on\o^ìd'ie\\'\,Leltera al cardi uni
y4i'eiiionensis,sn>e Bidlar'uun
Pontificum Francesco Barberini scritta da Parigi
et Diplomata Regiiin continens liberta- sopra l'interruzione della storia del p.
tes, immiinilates, privilegia, ctjnra ch'i' Policarpo de la Rivière certosino del- ,

tatisetcivium Avenionensium, LugduQi l'antichità della chiesa e città d'Avigno-


1657. BuUarium privilegiorum Comi' ne^ e diluito il contado Fenesino e pro-
iatusf^enaisini,Carpen[ovacùa[>udC\aa- vincìe c/rc07iw'cme, 1639. Giovanni Mo-
dium Touzeli 703. Descriptio Avcnionis nard de Vautres, Oralioncs tres de in-
et Comitatus f^enaisini, Lugduni i658. clita civitate Avenionensi, \ven\one, l*iot

Histoirc dc.sSouverainsPoiitifes, qui oiit 1 656. Esprit Sabatier, Le Caducéefran-


siégé dans Avigiion,k.\\^no\\ 754- Let' i cois sur la ville d' Avignon, Conile Fc-
tres ìdstoriques sur le Comtat ì cnais- naisin et Principauté d' 0/'tì(/.»ge, A v ignoti
sin, et sur la Seìgneurìed' Avignau, Am- 1662. Pellegrino Maseri, De Avenionis,
sterdam 1769. Orazio Malici, Relazione ac Aemiliae moribus et Icgihus legali- ,

dello stato d' Avignone e della contea que de latere authoritate,i-'apiae i6gS.
Penaisina. F'rancesco Noviger, Histoirc I3oaienico Decolonia, Storia letteraria
chronologique de l'Eglise, Evesques et d'Avignone. ]VIartinengo,/ytorirt di PrO'
A rchevesques d'Avignon,ìio A\\giìon de venza descritta da Antonio Lupis,\jtV'
l'inipriinériedeG.Bratuerau i66o.iVrtr- gamo 1 768. André, Histoirc politìque de
ratio Plochotrophioruni in Avenionensi la Monarchie PonlificaL ou la Papau-
iJrbe, lotoqueVenascino Conùtalu ab. té à Avignon,
Paris i845.
Niccolini Avenionensis pro-legali cura et o VENASQUE o VIN-
VENASCA
labore institutoruni auctore P. L. D. C. DAUSICA. F. Carpentrassob Venaissiit.
iS". /.jAvenioneapud Laurenliiim Lemolt VENCEoVENZA, Fenda, Fincium,
1684. Historia chronologica rccloruni Fintia, Fenliae, Fincensium C/riv. Cit-
collegiis. 3Jarliali Avenionensis, 1688. Francia, nella Provenza,
tà vescovile di
E' in favore de'cluniacensi nella questio- dipartimento del Varo, capoluogodi can-
ne tra gli abbati e il vice-legato sull'e- tone del circondario di Grasse, da cui è
lezione del rettore. DionisioSanmarta- distante 3 leghe circa e altrettante da An-
ni,Provincia ecclesiastica Avenionensis libo e dal mare, e 220 da Parigi. L'an-
continens dioeceses Avenionenseni, Car- tica cattedrale è sotto l'invocazione della
penloractensem, Vasionensein et Cabel- ìi. Vergine, e de'ss. Ferano e Lamberto
licensem. Extal in Gallia Christiana, t. (^.) vescovi e patroni della medesima, ed
1. Giuseppe M/ Suarez, Descriptinncu- ivi si venerano i loro corpi. Il capitolo si

la Avenionensis, et Comitatus f^enasci- componeva di 4 dignità, cioè il preposto,


ìli, Lugdunì 658.
1 Belleville, Deseription l'arcidiacono, il precentore, il sagrista; di

historique du Conile Venaissìn. Ex tal 5 altri canonici , e di 8 beneficiati , due


Rlém. di Trevoiix, art. 34 i in set< 1 7 1 2. de'quali erano curati. Nella diocesi presi
Calendrier et No lice de la ville d'Avi- so Cagna e il fiume Lupo, vi è in graf
gnon, 76 i.EusebioDidier,Prtrtcgy/V(7He
1 venerazione ed è celebre la Madonnl
€le s. Agricol ciloyen, cvéque, et patron detta Dorata: la chiesa eretta da Carl<
de la ville d' Avignon. Avec des notes sur Magno, desolata poi da'saraceni, verso
les acles el le culle de ce Saint} et sur 1007 il vescovo Durante , e poleuli ak i
VEN VEN 177
gnorl Raiinbaldo con Lamberto, aiutaro- \enne al 4' concilio d'Arie^. Riposò nel
uo Ponzio monaco di s. Eusebio d'Api Signore verso la metà del V secolo, cele

a fabbricarvi una casa religiosa, ii mo- bre per miracoli, e la- sua festa si celebra
naco ristorò gli oratorii ivi trovati di s. a'c) settembre secondo il Buller, o a' o al 1

Pietro, di s. Gio. Battista edi.s. Varano; dire (Iella G allìachri.' liana, i.^,p.i ì/\'i:

ed il nobile monastero da Ini edificato, in ì'encienses Episcopij e de' Monumenta


processo di tempo fu sottoposto a quello historiae Patriae, l. 4, nel quale si rife-

di Lerins, avendo preso il nome di s. Ve- riscono molte notizie del vescovato e ile'

rano , ricco di possessioni nella diocesi e vescovi di Fenza, come io esji sono chia-
altrove. Il dominio temporale di quest'an- mali, per contenere anche la Storia del-
tica e piccola città dell'Alpi Marittime, da l'Alpi Marittime di Pietro Giolfredo. Il
alcuni chiamata Fenza, era diviso fra il suo corpo fu sepolto nella cattedrale in
vescovo e il barone dell'antica casa di Vil- marmoreo sarcofago, ed il capo fu rac-
le JNeuve, in italiano Villanova, luogo vi- chiuso in una teca o busto d'argento. Nou
cino a Vence, che possedeva la sua por- si deve confondere con s. Vera no di Lio-

sione cui titolo di marchesato! La dioce- ne , né con s. Verano di Chalons o me^


siavea 20 parrocchie; e negli ultimi lem- glio Cavailion. 11 vescovo Eucherio in-
pi senza alcuna abbazia, o altra casa re- tervenne nel 024 3' ^-° concilio d'Arles.
ligiosa ed era sulFraganea del metropo-
, I furono vescovi Pasquale,Firraino del
lidi

litano d'Embrun. Clemente Vili volle u- 527, Deuterio, che intervenne a'concilii
nirc il suo vescovato a Grasse, il re Eu- d'Orleans del 54 1 e del 54g; nel sinodo
rico IV vi acconsentì, ma gli abitanti e- d'Arles del 554 mandò Ciminiano, ed a
nergicamente si opposero; altreltanloav- quello di Macon del 585 inviò un altro
venne a tempo d'Innocenzo X. Attestano deputato , e morì verso il 590. Gli fu
la sua antichità gli scavi fatti, da'quali si surrogato in morte Fronimio di Bour-
trovarono antichilà romane e dell' iscri- ges, già vescovo d'Agde, perseguitato dii

rioni. tengono 4 fiere l'anno ed è


Vi si , Lewieldo re ariano, ma accarezzato dal
popolosa, contundo quasi 4ooo abitanti. re Childeberto 11. Aureliano fu al conci-
Del resto è poco considerabile. Bensì gode lio di Cavailion o meglio di Chalons del
f<;rtile territorio,! cui principali prodotti 65o. Non si conoscono altri sino a Liu-
sono vino, frutti, olio, ec. La sede vesco- tadó dell'835. Neil' 877 il clero e il po-
vile fu istituita nel IV seoolo,edil i.°vesco- polo elessero Valdeno diacono, ricusan-
voche si conoscaè s. Eusebio del 374.Ne dosi il metropolitano d'ordinarlo; di che
furono successori, s. Ivino Giovinio del si lagnò Papa Giovanni Vili con Ariber-
410 circa, che sostenne diversi incomo- lo arcivescovo d'Embrun, e per avere
di per gli ariani; Arcadio del 43o, enei ordinalo un altro contro il prescritto de'
439 intervenne al concilio di Riez. Poco s. canoni ; per cui gli comandò con questo
dopo gli successe s. J 'erano di senatoria e con Valdeno di recarsi a Roma. Vifre-
stirpe e figlio di s. Eucherio arcivescovo dodeir87g fu scomunicalo da dello Pa-
di Lione, virtuoso edotto, strenuo difen- pa e privalo di celebrare la messa, per
sore de'dirilti della Chiesa edivolissimo aver comunicalo cogl'interdelti: forse fu
della s. Sede. Da Papa s. Ilaro fu adope- l'ordinato da Ariberto. S'ignorano gli al-
rato ili diversi aflari, fra'quali di recarsi tri sino ad Arnolfo, ed a Durando o Du-
da s. Mamerfo di Vienna per interdirgli rante abbate di s. Eusebio d'Api eletto
le ordinazioni; poiché contro le ragioni Delioo5. Cede il suo jus sulla chiesa di
della chiesa d'Arles, avea ordinato il ve- s. Maria Dorata al suddetto monastero

scovo di s. Diez , e perciò si contentasse di s. Verano di Cagna nella diocesi , ii

di rivocare l'operalo. S. Verauo iuler- quale dal muuaslero di Lerins soUralto,


voi, xc. 12
178 YEN VEN
fu unito ni cnpìlolo nei i2uo. Diiianle la giurisdizione di Corsegolis col barone
inlei'veniie allo coiisaginzìuiie dell'abba- di Ville Neuve. Guglielmo Ili di Si»te-
zia ili &. Villore di IVlaisiglia, ed al con- ron nel 1270 ricevè eguale conferma da
cilio nazionale d'Avignone, e perciò an- Carlo I d'Angiò nel 1270, accrebbe l'en-
cora viveva nel 060. Nel I 1094 Pietro l trale di sua mensa, e rinunziò la sede nel
jnonaco di Lerins, de'conti d'Antibo, con- I 281 per ritirarsi in s. Vittore di Marsi-
ierujo a Leiins il monastero di s. Vera- glia a menar vita religiosa. Nel 1290 fr.
110. iS'el I I i4 s. Lamberto, de' conti Pe- Pietro IV domenicano. Folco deli3oB I

loguinijla cui nascita in Leaudun coslòlu acquistò niolti beni per la sua chiesa. Pie-
vita a sua madre, poiché fu estratto dal tro V , cede nel
eletto nel 3 5 a'
1 3 2
1 1 1

suo ventre appena morta, non polendo- canonici e capitolo suo dominio e giu- il

lo partorire. Governò con somma pru- risdizione su Vence e suo territorio, e so-
denza e santità, morendo a* 26 maggio pra i castelli diTurrelo, Malvani e Ba-
I i54,e fu sepolto nella cattedrale in a- stida, colla condizione di non alienarti: il
\ello di marmo con cenotado in lettere che però poi fece neh 572 il vescovo Lo-
gotiche riferito da'Sanmartani. Però la dovico Grimaldi de Boleo in grazia di
sua festa si celebra a' 26 giugno; chiaro Claudio di Ville Neuve consignore di Ven-
per miracoli in vita e dopo il suo decesso, ce; ma reclamando gli abitanti di Ven-
perciò in gran venerazione ne'popoli con- ce, i loro successori sciolsero il contral-
vicini, che l'invocano ne'bisogni. La sola to, e la mensa vescovile l'icuperò la si-

sua umiltà era sufllciente per distinguer- gnoria. Raimondomorì nel 1319. Pie-
I

lo daquelli che componevano il suo cle- tro VI Malirali, di santa vita, fondò la
ro. La magrezza del di lui bel volto an- cappella di s. Croce nel territorio di No-
Dunziava i continui suoi digiuni. Il suo a- vi, interveime al concilio d'Avignone, e fu

more all'orazione fu sì grande, che recitò consigliere del conte di Provenza R.oher»
ciascun giorno in piedi, negli iiltioii 3o to. Morto nel 326, 1 in questo gli succes-
annidi sua vita, tutl'interu il salterio, in- se Fulcone o Folco II religioso domeni-
nanzi di pi ender cibo. Degnamente gli suc- cano, intervenne al concilio d'Avignone,
cesse nel I 1 55 Rinaldo o meglio Piaimou- e Dell'esser traslato alla sede di Tolone,
doornalodigran santità. GuglieluioI Gì- prima donò al capitolo la sua mitra pre-
rnldi intervenne al concilio diLaterano Ili ziosa.Neh 320 vi fu trasferito da Venti-
neh lyg. Pietro II nel 1 198 approvò il miglia fr. Raimondo 11 de'minori, peni-
lestameuto di Romeo di Ville IN'euve ba- leuziere apostolico, caro aGiovanniXXI I,
rone di Vence e contestabile della pro- poi vescovo di Nizza. Neh 335 fr. Arnal-
vincia; ed essendo stalo da'religiosi ab- dode AnlisicooBarcillon spagnuolo,del-
bandonato il monastero di s. Verano, unì l'ordine de'minori e penitenziere ponti-
l'entrale al capitolo. Guglielmo 11 Ribot- fìcio, intervenne al concilio d'Avignone
ti, a cui Raimondo Berengario IV conte j)eh337, e fece lodevoli statuti. Neh 347
e marchese di Provenza nel 1229 donò i Guglielmo IV Digna, peri 200 fiorinid'o-
suoi diritti sul castello di Geaudun, a con- ro acquistò la giurisdizione de' conti di
dizione cheogni vescovo e sacerdote che si Provenza su Vence; benché il siniscalco
I ecassero al sinodo di Vence, dovessero di Provenza fece poi eguale vendita per
celebrare l'ultima messa per la remissio- 2000 fiorini d'oro ad Arnaldo de Vdle
ne de'di lui peccati e di quelli de'suoi pa- Neuve. Gli successe il fratello Stefano, che
renti. Pietro III nel 1232 ne ricevette la neh 365 intervenne al concilio provincia
conferma da Carlo I d' Angiò conte di led'Apt. Nel r388 fr. Giovanni Abra I

Provenza, di cui era consigliere e limosi- bardi domenicano, perciò dello il vesce
uierc; fece udì 263 uuu Iruu^uziotie sul- vo Bianco, propugnatole delle lagioiii
VEN VEN 179
sua chiesa, intervenne airadiinanza degli sa, pure la cosa restò imperfetta, sussisten •
stati di Provenza, e fece doni ai capito* do separati ambedue i vescovati. A (|ue-

lo: dal comune di IN'izza ricuperò caslel sto di Vence lo slessoPapa elesse Anto-
Galherio oGallieres, Nel iSgG Bonifa- nio Sai vani , canonico di Vence e priore
ciode Puleo o del Pozzo nizzardo , in- diLerinSjCoU'annuenza dell'abbate di tal
truso dall'antipapa Benedetto XIII, indi monastero; e pel bisogno del capitolo e del
riconosciuto dopo 3 anni dal Papa Boni- vescovo ,
questi nel i4^7 ottennero dal
facio IX, fu poi scomunicato da Gregorio cardinal Gelivo legalo in Francia la sop-
XI i con)e scismatico. I suoi concittadini pressione dell'arcidiaconato, e l' incorpo-
si ripresero il detto castello ,
per averlo razione alle loro mense di sue rendite.
loro impegnalo. Baduele I vivea nel i4o4' Nel 1 463 fr. Raffaele II Monso di Barcel-

Paolo de Cario o Caire nel 4 5 ottenne 1 1 lona agostiniano, confessore di Renaio di


da Lodovico 11 d'Angiò conte di Proven- Angiò conte di Provenza: beneficò la sua
za, la conferma della giurisdizione acqui- chiesa con ornamenti e coli' organo, e il

stata su Vence da Gnglielmo.lV,ed ebbe capitolo coll'ampliare uno clericato,e con


varie controversie col dinasta di Ville unirgli il priorato de'ss. Pietro e Giovan-
Keuve: fu traslalo a Glandeve nel 14*20. ni de Gandà e de Pugetono, onde per gra-

Da tal sede passò in questa Lodovico di titudine gli celebrò poi un anniversario di
Glandeve de'signori di Faucon, e fondò in suliragio. Nel 1 468 fece aprire la tomba
Vence nel 1428 l'arcidiaconato. Per le di Lamberto, ed estrattone il capo lo
s. ,

tenui rendite della mensa, ottenne a' 16 fece includere in una teca d'argento. A
luglio 1432 da Eugenio IV la bolla d'u- mezzo d'un delegato nel 1487 intervenne
iiione a queilo vescovato, di quello di Se- ai comizi d'Aix. Neli49« era vescovoGio-

nez (nel quale articolo, volendo ciò indi- vanni li de Vesc, a cui successe nei i497
care a tempo del vescovo Giovanni di
, il fratello Aimaro. Morto nel i5o7, Giu-

Scilbons o meglio Scillons, dopo la paro- lio Il nominò vescovo amministratore o

la indi, mancando quelle: dovea la sede commendatario di Vence il cardinal A-


unirsi al, sembra ch'egli fosse poi vescovo lessandro Farnese diacono di s. Eustachio,
di Venza o Vence, che non esiste. Im-
il il quale recatosi a prenderne possesso iu
perocché si legge nella Gallia Christia- Vence, a' 1 2 settembre 1 5o8 fece adunare
na : Scdit circa i43o, eodeni Praeside il capitolo pel governo del suo vescovato,
obtenta est bulla unionis sub Eugenio a motivo della propria assenza, per dove-
IV 1432 Episccpatuuvi Senecensis et re tornare inRoma. Ne fu benemerito,per-
Venciensis; quae tavien unìo nunquani chè dipoi al capitolo inviò ss. Reliquie,
hahuil e/fccluni. Non debbo però tacere, tratte dalle principali basiliche di Roma,
che siccome per l'unione a vea supplicato a'10 maggio 1509. Neli5i rassegnò la i

il Papa anco Giovanni, fu decretato che sua chiesa,e dipoi divenne Papa PaoloIII
fosse vescovo di tali chiese chi di loro fos- celebralissimo. La rassegna fu a favore di
se sopravvissuto),atlesa anche la vicinan- Gio. Battista I Buongiovanni romano, il

za delle due diocesi, ma non ebbe effet- quale nel i5i3 intervenne al concilio di

to. Lodovico nel 1434 fu traslalo a Mar- Laterano V; indi ebbe lite col capitolo,
siglia, e recatosi al concilio di Basilea, di- terminata nel ì5i'j con transazione: in
venuto questo conciliabolo, fu uno degli questa fu dichiarato, spettare al vescovo
elettori dell'antipapa Felice V di Savoia. la collazione di tutti i benefizi della dioce-
Sebbene per detto trasferimento la sede si; al capitolo appartenere l'elezione, no-
di Vence restò vacanle, ed il rapitolo no- mina e presentazione delle dignità cano-
minò Giovanni Scillons vescovo di Scnez nicali, delle prebende, de'beneficialiedel
a prendere il goveruu auche di loto chie- vicario. Mori nel 1 523 e fu sepolto in Ca-
i8o VEN VEN
gna. Gli successe RoberloCenaliso Cenale calcolare Riformò le costituzioni
velie.

teologo di Parigi, ciie celebrò nel 1 5^7 il sinodali nel i6o3. Pieno di meriti morì
capitologenerale nella cattedi'ale,ti'aslato nel 638 e fu sepolto nella cattedrale. An-
1

a Rieti nel 53o. Nel seguente Baldassare


1 tonio Godeau, già vescovo di Grasse, gli
Jarenle Jarento de' baroni di Montclar, successe, celebrò il sinodo e lo pubblicò
che fece transazione col barone di Vence colle sue opere; lodato pastoreottenne ,

sulla giurisdizione, poi vescovodis. Flour da Innucenzo X


nel i644 l'unione del
e arcivescovo d'Embrun. Neli54i rasse- vescovato di Grasse a questo di Vence,
gnò Vence al fratello Nicola, suo coadiu- per la scarsezza della mensa, vicinanza
tore e vicario generale, acerrimo difenso- delle due città e angustia delle diocesi,
re delle ragioni di sua chiesa, per cui con- però con ripugnanza degli ecclesiastici e
eliise accordo col barone Antonio di Vd- Siccome T unione de*
secolari di Vence.
leNeuve e gli uomini della città.Neli 555 due vescovati era slata fatta sull'asserzio-
Gio. Battista de Sitniaue de'signori di
11 ne, che quella di Clemente Vili fosse per-

Gordes, indi trasferito ad Api. Lodovico pelua^ e ciò non itussistendo , dovette la-
Grimaldi de'baroni de Bueil oBoleoo Do- sciare Grasse^ di nuovo separata da Ven-
glio, grande elemosiniere del duca di Sa- ce, e tenne soltanto questa, nella quale mo-
voia e suo oratore ad Enrico 111 , inter- rì neli653. I successori sono riportati
venne al colJoc|uio di Poissy nel 1 56 1, ed dalla nuova edizione della Gallict chri-
al concilio di Trento: per vecchiezza si di- sti.ina. Le Notizie di Roma registrano i

mise dal vescovato. Per sua rassegna nel seguenti. 755 Giacomo de Grasse della
I

1576 Andino Garidelti canonico della diocesi di Beauvais. 1


75g Gabriele Fran-
cattedrale e vicario generale , morto nel cesco Moreau di Parigi. 1764 Michele
1 588. Guglielmo IV le Blanc d'Alby,poe- Francesco Corel du Vivier de Lorry di
ta esimio, a cui favore a' 1 2 febbraio i Scfi Metz. 1770 Giovanni de Cairoli della dio-
da Clemente Vili furono uniti vescovati i cesi di Narbona,già vescovo di Sarepta

di Vence e di Grasse (f-), consagrato inpartibiis.\ 'j'j'ì Antonio B.enato de Bar-


ili Nizza a' 3 maggio da quel vescovo
I donanche della diocesi di Grenoble. A*i5
Lodovico Pallavicino, dal cessionario ve- dicembrei783 Carlo Francesco de Piza-
scovo Boglio e da Luca Fieschi vescovo ny dela Gaude, dell'arcidiocesi d'Aix. Di
d'Albenga; ma tali sedi vescovili furono lui abbiamo: Istruzione morale e pole-

indi separate nuovamente nel 1601, anno mica sul giuramento de'cittadiiii, Roma
di sua morte, avvenuta a'ig novembre in I
794. Pel concordalo tra Pio Vile la re-

AiXjOve fu sepolto nella metropolitana. Pei" pubblica francese, nel 1801 soppresso il

la sua morte duntpie segui la disgiunzio- vescovato di Vence, il dello vescovo si d|


ne delle due diocesi di Grasse e Vence, per mise e perciò fu l'ultimo.
sentenza del parlamento d'Aix. Succe- VENDA o VENDEN o WENDEr
dendo perciò nella sede di Grasse Stefa- Vinden. Città vescovile di Russia in Ei
no II , e in quella di Vence Pietro VII ropa, governo di Livonia, capoluogo
de Vair parigino, benefico pastore. Pie- distretto, presso la sponda sinistra dell'Ai
staurò r episcopio rovinato dalle guerre, a 27 leghe da Biga. E' stata edificala n(
ricuperò le alienale giurisdizioni di Vea- i2o5, ed era una volta luogo consideri
za, di Broco e di Beaudun, dagli anteces- bile e residenza dell' ol"dine de' cavalieri
sori alienate, vii tuosamente ricusando il Porta Spade (^•); nia dopo 1' ìncendi(
vescovato di Marsiglia e altre cattedre più che consumolla interamente nel 1 748 n(
pingui, con dire: Sibi siifficere primain è più che un piccolo sito assai insignii
iixoreiii quains'is panperem nec ad se- caule di circa 1000 abitanti. Il redi Pc
citndas miptias (juocunique praclcxtu luuia Sigismondo li Augu^to^ le coufe
VEN YEN 181

niò i ilirllli di cillà neli.'JGi; privilegio re l'antico suo titolo di cillà imperiale; il

che le fu assicuralo nel i 58a dal re Ste- che le fu concesso nel 760. Questa città i

fano Datori, e nel i6iG «lai re Sigismou- pare lo stesso che Portov, di cui parlano
do III. Il vescovo ili Livonia e l'arcive- antiche cronache, e che fu assediala ina-
scovo ili R'gn ( /^.) essendosi falli proie- ili mente nel 1219 da que'di Novgorod.
ttanti, pe' cattolici di Livonia il dello re Quanto al vescovato istituito pe'cattolici
Stefano ottenne da Papa Giegorio XIII, di Livonia, avendo perduto la residenza,
e subilo relfelluò Sisto V, che in Venda il v(;scovo s'intitolò con tal nome, ed in
vi erigesseun ve.ocovato e fu esaudito , quell'articolo riportai quando si formò il
colla bolla Equiim clrationi congruiini vescovato, e la serie de'vescovi di Livonia
repulanins , del i.° maggio i585, Bull. del secolo passato, finché la Russia net
Roin. t. 27= Erectio Eccle-
4i pa«'' 4> P- ' 1793 pel 2.° spartiraento della Polonia
siae Calhedralis Vitulcnsis in Livonia, acfpiistòpure il vescovato di Livonia. Fi-
cioè la chiesa di s. Gìo. Battista. Com- nalmente nel 1
798 coH'islituzione dell'ar-
pose il capitolo dellat.' diguilù del pre- civescovato di Mohilow [f^.) , anche il

posto, delle dignità del decano, dell'arci- vescovato di Livonia fu compreso nella
diacono, del cantore , dello scolastico , e sua giurisdizione, e così restò estinto. Di
del custode dignità inferiore, oltre 6 ca- Mohilow riparlai negli articoli relativi,
nonici. Stabili le mense del vescovo e del ed ora n'è arcivescovo mg/ Wenceslao
capitolo, con corri<ipundenti dotazioni; Zylinski di Merecz diocesi di Wilna, tra-
provvide al modo di nominare i benefizi slato nel concistoro de' 18 settembre 856 1

ecclesi •»tici, e dichiarò il vescovato pa- dal vescovato di Wilna. Ha 3 sulìraga-


dronato ilei re di Polonia. Il p. Mirco di- nei, che al presente vacano, cioè di Mo-
ce che il vescovo avea luogo nelle diete hilow, di Polok e di Livonia.
di Polonia, fra'senatori del regno, e che VENDRAMINI Fraxcesco, Cardi-
erasudraganeodel metropolitano di Gne- nale. Patrizio veneto, che dopo a vere so-
sna; altreltanto alfernia io Sladel , Geo- stenute gloriosamente splendide amba-
graphiae ecclesiaslicae universalis. Ma scerie per sua repubblica nella cor-
la

la serie de' vescovi ces»ò col 2.° a motivo te del duca di Savoia, e in quelle di Fran-
delle guerre; gli svedesi essendosi impa- cia, Spagna, Vienna e R.oma, chiamato
droniti della Livonia neii6iy,cessò il ve- quasi prodigiosamente dal Signore alla
scovato di Venda o Venden, ed il re Gu- vita ecclesiastica, venne assunto da Paolo
stavo II Adolfo ne fece un presente al V neIi6o5 al patriarcato di Venezia sua
cancelliere Oxenstiern proleslante^in uno patria, di cui però attese le gravissime
alla città e al castello di Venden. Pietro controversie insorte tra quel Papa e il se-
I imperatore ò\Russia{f'.) conquistò sui nato veneto, non ne ottenne il possesso che
svedesi la Livonia, il cui possesso gli fu sul principio del 16 19, come rileva Qiiiri-
confermato nel 172 .Quindi l'imperatri- i ni nella Porpora e Tiara f^cneta,p. 407.
ce Elisabetta nel dono al gran
1744 fece Intanto Paolo V a* 2 dicembre 16 15 lo
cancelliere conte di Besluger-Rumìn del creò cardinale pretedi s. Gio. a Porta La-
castello e della città di Venden, con pa- tina. La sua religione verso Dio, la divo-
recchie dipendenze nelle vicinanze; in se- zione alla B. Vergine, la liberalità co'po-
guitoli detto conte vendette la città e il ca- veri, la sua modestia, benignità, e il di-
stello al barone di Volf. Nel 1758 essen- spregio del fasto mondano, meritavano
dosi la città rivolta al senato dirigente di a questo cardinale pel bene della Chiesa
Pietroburgo, domandò che i beni di cam- più lunga vita, che gli fu tolta in età an-
pagna che n'erano stati alienali le fossero cor vigorosa da importuna morte in Ve-
restituiti, e le si permettesse di riprende- uciia nel 161 9, poco dopo il suoingrw-
- 1

i82 YEN V E N
so nella palrlarcale, ove trovò perpetuo Beali, de' Servi di Dio [G.) d' ambo ì
riposo. Siha da Giampaolo Savi, ['Ora- sessi, ed eziandio delle loro Reliquie [G.).

infunerc Francisci Cardinalis Fen-


ti'o Dice il Vettori, Fiorino d'oro illustralo:
drainini, Veneliis i6ig. La Chiesa cattolica costuma dare il tito-
VENECOMPONENSIS ECCLESIA. lo di venerabile a' defunti, allorché esa-
Chiesa d'Armenia, con vescovo suffraga minata la loro vita, giudica que'tali non
crede la medesima
lieo di Sergiopoli. Si iiidigere suffragiis. Finché non è in-
tlje Fcncoporiensis o Fenelopolilana. trodotta la causa della Beatificazione e
Con diversi titoli si conoscono seguenti i Canonizzazione {G.) in faccia alla Chie-
vescovi. Artico Bandachìnu domenicano, sa, rappresentala dalla santa Sede, d' uà
vescovo venetopolilano, morto nel 1 326. qualche Servo di Dio[F.), morto in buon
Bonifazio cara)eIitano, vescovo venecom- odore di santità, non è lecito di dargli il
poueose, morto nel 1374. Corrado d'Arn- titolo di Generabile , cioè pel riferito e
hherg, del medesitno ordine, vescovo nel indicato in tale aiticulo, ossia dopo che
1 397 e morto nel 1 433. Giovanni Slelher la s. Sede ha riconosciuto l'eccellenti vir-
francescano, vescovo neh 434- Eurico di tù esercitate da'servi e dalle serve di Dio,
Hubenach domenicano, coadiutore di Ro- ed il Papa ha accordato la detta intro-
berto di Baviera arcivescovo di Colonia, iluzione di loro causa. Quindi provatoli
col titolo di vescovo venecompoiieiise nel loro esercizio delle virtù in grado eroico,
1458: avendo Roberto rinunziato, Enri- ed i i1i//«c"o/t operati per virtù divina, il
co feceil simile del suo vescovato, e in- Papa decreta ad essi il pubblico Culto ec-
seguo poi teologia a Colonia morendo , clesiastico,e loro attribuisce il noma di Bea^
neh 464- Orìens chr. l. 3, p. ig5. i ti;quando egli poi trova meritare l'au-
VENERABILE, Fenerabilis, Augii- mento di venerazione e culto più solen-
slus, Venerandus. Da esser venerato, de- ne, li dichiara kfort^i colla Canonizzazio-
gno di venerazione. Venerato venera- ,
ne. Oltre i ricordati articoli, si ponno ve-
tus, adoraiusyda \enevave,colendus, ho- dere; Carlo Felice deMalta, De Cano-
noraridus, recolendusy fare onore, rive- nizalione Sanctoruni, Pv.omaei678. Ar-
rire,onorare con riverente osservanza. Ve- turo Dumonslier, Sacrimi Cynecaenm
uerazione, veneratìo,cultus, hoiior, veli- seuMarlvrologium ar/iplissimuni SS. ac
gio, il venerare. Si dice Generabile, per BB. mulierum eie, Parisiis i656. Gio.
antonomasia ed eccellenza il Santissimo Battista Segni, De Rcliqaiiset veneratio-
{P'.) Sagranienlo [V.) dell' Altare, cioè ne Sanctoruni, Bononiae 1610. Andrea
il Corpo di Gesìi Cristo (/^.), ossia V Eu- Spagna,Oc'il//>tì;cH//V,Romaei779. Non
caristia [V.). Il p. Menochio Sluore, , pochi servi e serve di Dio restano col ti-

cent, g, cap. 72 ragionando de' l^ìLoli


,
tolo di venerabile, per non essersi prose-

d' onore {^.) dati ad alcune dignità ec- guile le loro cause per qualche difetto di

clesiastiche, avverte con Guido Fanciro- prove, e di quanto rigorosamente occor


li, Thcsaurivariarwn lectionuin,\\h. i, re; come a cagione d'onore rammenterà
che tanto è dire Santo oSantissinio,([Ui\Q- il gesuita cardinal Bellarmino, ed il frau'

lo Generabile e Generabilissimo. Che il cescano cardinal Ximenes, che alla san


titolo di venerabile si die a' Sacerdoti vi- tità della vita aggiunsero lo splendore d
venti, lo riferisce il can. Nardi, De'Par- meraviglioso ingegno, profonda dottrini
roclii. Sì die pure ne' bassi tempi a' mo- e altre vaste cognizioni. Nel dar loro Be-
naci che si rendevano illustri per la loro nedetto XIV il titolo di venerabile , Di
pietà e dottrina, come rilevasi da tanti Canonizatione Sanclorum, I. 3, e. 33,
monumeuti e dalla storia. Inoltre il tito- 9, dichiarò: In quorum causis adliuc re
lo di venerabile è proprio dc'Sanli, de' solutuin non est dubiunt de virlutibiii
V E N V E N i83

f
Fra le serve di Dio resiò col lilqlo ili ve- rato Ira'sanli, nondimeno viene chiama-
'
nci-abile una suor Orsola Beniucasu fon- to il f^cnerabile. 11 vescovo Sarnelli, Let-
'
daU'ice tieile monache Teatine deUit ss. tere ecclesiastiche y l. i, leti, i : Perche,

;
Iminacoldla Concezione ( f X S. Beda santo Beila abbia il titolo di Fenerabi'
\
{P.), benché venerato per santo, è sopra»- le. Prendendo ad esame il perchè s. Ce-
uomiuato il f^cnerabile. 11 Magri, Noti- da, dottore di cui si hanno tante opere, e

zia de\'ocal>oli ecclesiastici, ilice iu quel- di cui si legge nel Martirologio romano
lo di f^enerabilis. Xilolo dato comune- a'27 maggio : Eodein die depositio P'e-
mente dalla Chiesa al santo dottore Ce- nerabilis Bedae Presbyteriy sancii tate et
da (Beda o Bedas significa uomo che pre- ernditione celeberrimi, non abbia l'attri-
ga, ed è nome che deriva dalla parola buto di Santo ma di Venerabile; quan-
bedan, pregare. Il veoerabile non si deve do degli altri antichi dottorisi dice: Ho-
confondere col Ceda più antico, monaco mi Ha S. Gregorii I Papae. Sermo s. Au-
di Lindisfarue) per due ragioni. La i
.^ per- gus tini Episcopi. S. Hieronymi presbi-
chè invecchiatosi e di venuto, cieco , era teri. E de'più moderni dottori si legge:

condotto per le città e castelli a predicar Sermo s. Bernardin ahbatis. S. Thomac


la parola di Dio, ed avvenne un giorno yjquinatis. Ma di Ceda seni pre trovasi:
che passando per una valle piena di sassi, [lomilia Venerabilis Bedae presbiteri.
gli fu detto per burla da chi lo guidava, Laonde ad alcuni poco avveduti sembrò
che ivi una grandissiuta moltitudine di ch'egli non fosse per santo ricevuto dalla
popolo in silenzio aspettava la sua pre- Chiesa, dalla quale non avea che il tito-
dica. 11 buon servo di Dio ragionò con lo di Fenerabile, coniesi avverte nelle no-
molto fervore, terminando il suo discor- te del Martirologio romano, dal cardi-
so colle parole; Per omnia saecula sae- nal Caronio. Da esse e dal riferito ne'suot
ciilorumj a cui risposero le slesse pietre: Annali ecclesiastici, ao. 7 3 r , u.° i/\., ap-
Amen f^enerabilis Pater. Altri vogliono parisce chiaramente esser favoloso quello
che rispondessero gli angeli: Bene dixi- che si narra nella vita di s. Ceda, descrit-
sti Fenerabilis Pater. La 2.' ragione si ta daPietroGalesini noi Catalogo de' San-
è, che dopo la morte del santo, volendo ti, cioè di quanto ho riportato col Magri.
un chierico suo discepolo comporgli l'e- Aggiunge, che questo racconto sia una
pitaflio con un sol verso, lo cominciò con fola, lo dimostrò Tritemio, Devir. illust.

queste parole: //tzc siint infossa, per ter- ord. s. Benedicti, lib. 2, cap. 21, ripor-
minarlo Bedae Sancti ossa ([l
coll'altre, tando le testimonianze del veroepitalHo
Sarnelli meglio dice: Bedae Sancii, ov- nel lib. 3, cap. 1 55, che riproduce senza
vero Presbiteri ossa) , per fare il verso il titolo di Fenerabilis. A Pietro ancora
leonino molto stimato in que' secoli. Ma si attribuisce il racconto della predicazio>
perchè il verso esametro riusciva falso e ne alle pietre. Delle quali cose nulla di-
Don poteva slare, dopo aver mollo specu- cendo il suo discepolo Cudberto o Anto-
lato per trovare altro vocabolo, infastidi- nio, che scrisse la sua vita o relazione del-
lo, pensoso e mesto si addormentò. Levan- la morte, si può credere che fossero inveii •
dosi poi la mattina ritrovò sopra la sepol- tate dopo di lui, al dire del Caronio. Noa
tura del santo il verso da lui tanto me- furono ricevute dal Triteaiio, perchè (vk
ditato, scolpito per opera d'angeliche raa- •ù^\>e\\i\\.o Santo da IlduinoeMarianoSco-

nijcolla seguente variante,cioè il verso per- lo. Albioio Fiacco inglese, Amatario e U-
fezionato: flac sunt infossaBcdacT^ene- suardo scrittori ad essi contemporanei, ci-

rabilis ossa. Conclùde il Mag«i col Du- tando spesso Ceda, non gli dierono mai il

rando: I*er le riferite ragioni, ancorché titolo di P^enerabile. Però, se si riconosce


sia dalla Chiesa questo scrittore auuovc- vana la cagione del Soprannome di /^e-
i84 VEPf VEN
tìftahile, non Io è in effetto, poicliè negli cuiideni Bedani non iuta, sedalio titillo

uflìzi ecclesiastici col solo titolo di Fciie- ìioniinariint. Dunque non fu dato in vi-

labile Beda viene denominalo, il p. Ric- ta, né potuto darsi a Beda il titolo di Ve-
cardi domenicano nell'aureo libro, se fos- Iterabile, perchè ignoto a' maggiori. Ed
secompito, sopra le Litanie, al versetto in quanto aliai.'' difficoltà, dice Sarnellì,
Virgo veneranda, i\\i\naia. A Beda suc- ella si scioglie facilmente riflettendo che

cesse quanto si dice di s. Efrem siro, nel l'opere di Ceda non si leggevano a tempo
Jibro degli scrittori ecclesiastici di s. Giro- di Radulfo nella Chiesa romana; non già

lamo, cioèch'egii fu di tanta autorità nel- nell'altre chiese, precisamente dell'lnghil-


la Chiesa alla propria epoca, die le sue o- terra, dove sì usavano i propri lezionari,
rneliee tratlati, esso vivente, si leggevano come si raccoglie da Giovanni Diacono
ne'diviiii uilizi. Non suole la Chiesa leg- nella vita di s. Gregorio I. Sicché dall'es-
gere niente senza titolo, se non per parti- sersi lette dalla Chiesa l'opere di Beda, si

colare mistero ne'giorni della Passione. deve intendere ciò che di s. Efrein scris-
Voleva adunque la ragione, che qualche ses. Girolamo. Circa alla difficoltà che .

titolo gli si non dargli


desse; e però per pare nascere dalle parole del cardinal Ba-
quello di Santo m vita, e non lasciarlo ronio, opina Sarnellì, non doversi inten-

«enza elogio, fu convenevolissimo tempe- dere che a'maggior fosse ignoto i il titolo di

lamento chiamarlo il Generabile. Passa- venerabile spellante a'Preti; ma rispet-

to il gran dottore in cielo a ricevere il pre- to a Beda, la ragione che fosse ignoto si
mio di sue virtù, il precedente costume è, ch'essi nominarono Beda non con que-

di chiamarlo /^f«er«i/7e prevalse negli sto titolo, ma COI) altro. Che sia così, e-

uomini e nello stile dì s. Chiesa. Questo ti- gli slesso dice, essere per altro il titolo di

tolo, sebbene inferiore a quello di santo, venerabile comune a tulli i preti. Dice
tuttavìa guadagnato in vita e nelle lezioni ancora il Sarnellì, che il titolo venerabile
pubbliche di s. Chiesa, devesi stimare as- nacque col nome di prete; poiché se Pre-
sai più dell'altro, per circostanze di tanto shytcr vuol dire Senior, di ciò é scritto
rilievo. Fio qui il p.lliccardi, che fu mae- nel libro delia Sapienza , cap. 4) "• 8 :
stro del s. Palazzo, consultore de's. Riti, e Sencctus venerahilis est. E gli stessi gen-

uno di que'che sotto Urbano Vili inter- tili il medesimo titolo dierono alla vec-

vennero alla ricognizione del Breviario chiezza, comeha in Epislolis da Pli-


si

Bomano. Seiì\hib al Sarnellì che tale opi- nio il giovane: Vir gravis, et ipsa sene-
nione fosse giudiziosa, lodevole e non da cinte venerabilis. Che poi gli scrittori

altri manifestala; sebbene contenere difli- nominarono Beda non col titolo di vene-
coltà, che procurò La i.' sì
di sciogliere. rabile, ma con altro, non se ne deduce
raccoglie dal Gavanlone'commentari sul- prova sufficiente; la adunque Chiesa non
le Rubriche dal Breviario romano, in cui lo chiamava col titolo di venera bile,perchè
dice : De Bedae operibus nondum lege- altro è ricevere il titolo dalla Chiesa, al-

batur tempore Radulphi, utipse scribit. tro dagli scrittori. Conclude Sarnelli, fin-

Fiorì Radulfo circa il i4oo; come dunque ché non s'insegni erudizione migliore, es-
si leggevano vivente Beda, che visse nel- sere persuaso di quella del dotto p. Ric-
l'VIlI secolo? La 2.' difficoltà si ricava cardi. Il Piazza ììtW Emerologio di Ro-
dalle stesse parole del Baronio , riferile ma a'27 maggio inferendo alcune notìzie
Del citato anno.Porro ista quidevi vel del venerabile Beda monaco prete ingle-
excosallemerrorisredarguuntur,quod se, e ripetendo quanto riportai di lui col

ejusmodi titulus Venerabilis, conwiu- Magri, egli però avvisa che il Baronio la
nis alioqui Presbyteris omnibus, incO' slimò narrativa apocrifa. Indi fa la di-
gnitus niajoribuf ,fuitte videatur ,
qui gressioue: Per qual cagione Beda essen*
VEN VEN i85
do stalo monaco
chiami comunemen- si ri importanti. Voleva rinunziare la di-

te prete il f' enerabile. La risolve con gnità abbaziale a Lucio 11 , ma il Papa


iiai rare, che ne'primi secoli della Chiesa non volle. Tornalo a Cluni, combattè gli

stimando ss. Fndii non potere senza gra-


i errori di Pietro di Druys caj)osetta degli
ve colpa il irionaco ambire gli ordini sa- eretici Petro-Brussiani (già scomunicati

gri, essendo incompatibile allo stato sa- nel concilio di Tolosa), con s. Bernardo.
cerdotale r umile monastico che profes- Quantunque amico di questo s. Dottore
sava; tuttavolta si cominciò nel (ine del della Chiesa, ebbe con lui una contesa, per
secolo IV a oidinare alcuni monaci insi- uncluuiacense eletto vescovo di Laiigres.
p,ni per santità e dottrina , i rjuali a di- Fu altresì obbligato ad assumere la dife-

stinzione degli altri non erano chiamali sa del proprio ordine, contro il santo me-
sacerdoti, ma presbiteri o preti; ed a tem- desimo. Morì a'24 dicembiei 1 56, e quan-
po di s. Agostino ogni monastero avea tunque non sia stat(jcanonizzato nelle for-
l'abbate presbitero, e in diversi luoghi me prescritte da' Papi, non si fece didl-

amministravano sagrarnenti. LaondeDe- i collà a mettere la sua festa a' 25 dello


da alla condizione di Monaco uni la di- stesso mese nel martirologio de'benedel-
gnità di Prete. Il dotto e celebre agiogra* lini e iu quello di Francia. Comunemen-
foe suo connazionale Albano Butler, con- te però fu denominato il Venerabile, per
viene che il titolo di l'enerabile non gli la santità di sua vita, la quale fu scritta
fu dato mentre vivea , come immfiginò da Uidolfo suo discepolo e pubblicata dal
Tiiteniio, ma nel secolo IX; ed il 2.° con- Marlene nella Collect, Abbiamodi lui 6
cilio d'Aquisgrana, tenuto nell'SSG, no- libri di lettere, di sermoni, di inni, e di-

mina Beda il P enerabile, Vammirabile versi trattali di pietà. Scrisse pure con-
dottore degli ultimi tempi. Pochi aiuii tro gli ebrei e contro i saraceni, e com-
prima della beala morte di s. Beda, nac- pilò gli statuti di Cluni. Le sue opere so-
que s. Paolino (/^.) di Premariaco o me- no lodate per la purezza e purità dello
glio Cividale,nel 776 divenuto patriarca stile, e per la solidità de'ragionamenli. li

d' Aquileia, per cui ne riparlai nel voi. l^arisi, Istruzioni per la segreteria, l. 3,
LXXXll, p. 1 18, che per la sua dottri- p. 63, ragiona del titolo di Fenerabile.
na e santità meritò da Carlo Magno d'es- Lo dice proprio de' Papi e de' Vescovij
ser chiamalo 1 Generabilissimo, l'orlò il ed a' principi lo die Ennodio. S. Girola-
soprannome anche il cele-
di P'cnerabile mo chiamò Paola {V.) vedova Ve-
s. :

bre Pietro de'conti Maurizio o Monlbois- nerabilein Domiuam. E s. l^ier Damia-


serd'Auvergne, fìglio della ven. Rains;ar- no chiamò 7 cardinali Vescovi subur-
i

da (/^.), monaco e poi abbate di Cluni bicari, ebdomari della basilica Lalera-
(f.), nel quale famoso monastero fece ri- nense: Vencrabdibus in Christo sanclis
vivere la disciplina monastica , estrema- Episcopis Lateranensis Ecclesiae Car-
mente rilasciala per la cattiva condotta dinalibus. In molli antichi documenti,
dell'abbate cardinal Ponzio Margoliesi quasi sino alla metà del secolo XV, ap-
{V.)- Egli ricevette io Cluni Papa Inno- parisce essersi dato il titolo di venerabi-
cenzo 11 neli i3o, e poscia il famigerato le da'privati anche a' monaci, e general-
Pietro Abelardo, di cui riparlai ne' voi. mente non meno alle persone, che alle
LXXIV, p, 53, LXXXllI, p. 296 e 299, cose dedicate a Dio. Dura ancora 1' uso
ed altrove. Pietro persuase Abelardo a ri- di dire venerabili, non tanto le chiese e
trattare i suoi errori, a far penitenza nel- i santuari, quanloi Monasteri, i Com>en-
la sua vecchiaia, e ad abbracciare l'isti- ti, gli Ospedali^ i Seminari, \ Collegi, i

lulo cluniacense. Per la sua virtù e dot- Sodalizi e altri pii Ordini re-
luoghi, gli

triaa fu iiupie^alu da'Papi iu molli alia- noiosi, 11 Geruioliniilano [V.'j è deno-


i86 VEN VEN
minato Venerando e Sagro: il suo gran di Apostoli, di Marùri, di Confessori, iW
iiiaeslco, il suo luogoleiieiile, i suoi bali, Vergini, iV Anacoreti, di Monaci, ihSitn-
60U0 cliiamali venerandi. I fratelli delle ti e Servi di Dio d'ogni genere, che fe-

Scuole Crisliane danno il litolodi vene cero stupire il mondo col prodigio delle
rabilissinio fratello al loro superiore ge- loro virtù eroiche e molteplici, registra-
nerale. Il citalo Vettori riporta esempi del te ne'iiisti ecclesiastici, da'quali si ammi-
«ecolo XV e successivi del titolo di vene- ra che tutta la loro vita fu un continuo
rabili òi\{o in Firenze a'collegi nelle scrìt* eroismo, non meno dall'agiografia slori-
ture pubbliche, perchè sempre si raduna- ca di loro gloriose gesta, nobilissimo ra-
vano colla signoria, magistrato di priore mo della cristiana letteratura.
I pagani
delle arti, ed in cui risiedeva il potere su- classici ebbero biografie d'uomini illustri,
pretno deliberativo, legislativo ed esecu- ma non mai agiografia,perchè manca vn la
tivo. Osserva Io slesso Vettori, che però cosa slessa che ne forma il tema. E bea
presso gli antichi il titolo di venerabile vero che l'agiografìa non è altro che hi
riguardava il costume piuttosto die altro. biografia di santi; ma appunto perchè de*
Ed in un' iscrizione antica presso Paavi- santi, ella costituisce tutto da se un gene-
nio, Civitas Romana, si vede che il sena- re tanto infinitamente doveroso e supe-
to loda: Egregiani suncdnioniani et ve- riore che non può accomunarsi con nes-
ne rabi lem nioriim disciplinani, di Flavia sun altro. Chiamasi comunemente Vite
Manilia vergine Vestale, a cui fratelli i de'SanU (V.).
e nipoti posero quella memoria. Il ricor- VEiNEKANDO (s.), vescovo di Alver-
dato l'arisi aggiunge, » Ora non è a noi gna. Sì colloca la sua nascita circa la me-
lecito di ossequiare col titolo di Venera- tà del IV secolo. Era del numero de' se-
bile alcuna persona vivente, essendo ri- natori di Alvergna, e dopo la morte del
servato al solo Romano Pontefice, vene- santo vescovo Artemio, egli fu elevalo a
rabile sopra di ogni altro, il dire Venera- quella sede, che poscia si trasferì nella cit-
biles Fralres nelle lettere a'vescovi, ar- tà di Clermont. Occupò un posto rag-
civescovi e patriarchi, ancorché sieno ia- guartlevole nella Chiesa di Francia, e fu
«igniti della porpora, o elettori del s. Ro- paragonato ai più illustri vescovi del suo
mano Impero (collegio non più esistente, tempo. Mori a''24 diceujbre del 432. Le
come l'impero sciolto nel 8o6)".Nel Con- 1 sue reliquie furono collocate nel i3ii
cistoro il Papa pronunzia le allocuzioni nella chiesa di sani' illidio, presso Cler-
aXSagro Collegio, cominciandole col sa- mont, edificata sulla sua tomba. Molli
luto Venerabiles Fratres, parole che ri- uìiracoli furono ottenuli per la di lui in-

pete nel corpo e progresso dell'allocuzio- tercessione. A Clermont si celebra la sua


ne. Gli eroi del Cristianesimo sono i ve- festa il i8 gennaio.
nerabili Servi di Dio, i Beau, i Santi. VENERANDO (s.), martire. V. Mas-

La Santità, il più sublime titolo di glo- SIMO eVenerando (ss.), martiri.


riache abbia il genere umano, è un ge- VEìiEKDì' oVE^\R.Dl,Venerisdics.
nere d'eroismo sovraumano, alfatto sco- Nome del sesto Giorno (^.) della Setti-
nosciuto al mondo gentilesco, perchè fra' mana {V.), o sesta Feria (Z-^.) della me-
gentili ne mancò l'eseuìpio, l'aspirazione, desima in termine ecclesiastico, di solen-
il concello. Usuo modello ci fu recato dal ne e pia rimembranza per tulli i fedeli.

cìelo,rappresentato dalSanto de'Santi Ge- La Chiesa co'crisliani sino da'primi tem-


sù Cristo durante il corso della sua vita pi consagrarono particolarmente questo
mortale, in lui sì specchiarono e da lui giorno alla penitenza e alla preghiera in
presero le mosse, la forza e il divino en- memoria della Passione, lìlorie e Se-
luiiasmo ia schiera venerabile e gloriosa poltura (/'.) di Gesìi Cristo, benché di
V EN YEN 187
esse ncU'ufTizio del venertri non ne fac- raceni , idolatri anteriori alla nascita di

cia ricordanza, come rilevai nel voi. LX, Maometto, di cui parla Seldeno, De Diii
p. 5. Nonclioieno dichiara il Baillet, Fe- Syris. Altri però danno tutl'allra origi-
ste lìlobili, p. 1 8 e I 9 : sebbene la Chiesa ne, perchè Maometto stabilì il venerdì,
romana non abbia gìaminai avuto inten- per essere con maggior solennità desti-
zione di erigere in festa il giorno di ve- nalo al culto pubblico verso Dio. L' at-
nerdì o altro delta settimana, tranne la tribuiscono alla battaglia guadagnata in
domenica, eranvi in passato pochi vener- venerdì da Giosuè. Alcuni scrittori mus-
dì nel corso dell'anno, i quali non avesse- sulmani chiamaronoil venerdì il principe
ro il loro ullizio, od alme-
la messa cioè, de'giorni, e il giorno più eccellente in cui
no il prima che
loro Vangelo; vale a dire, nasca il in quel dì venne com-
sole, poiché
la Chiesa assegnasse la Conimeniorazio- piuta da Dio grande opera della crea-
la

ne e l' Uffizio a'tanti Santi suoi, che suc- zione. Malgrado questo,i mussuhnani non
cessivamente fiorirono nel cristianesimo. sono obbligati di osservare il giorno del-
Gli altri principali giorni da'cristiani ve- la loro pubblica congregazione con quel-
nerati con maggiore divozione sono il Sa- lostesso rigore come fanno i giudei e i cri-
bato [f\) e precipuamente la Domenica stiani, riguardo al sabato e alla dome-
(A .). I primitivi cristiani facevano una sta- nica. Il Corano permette loro di lavo-
zione, digiunavano e radunavansi a pre- rare, dopo aver soddisfutoa'religiosi do-
gare il mercoledì. In (pieslo giorno diver- veri. Nondimeno le persone agiate, ed an-

si ordini religiosi d'ambo i sessi tuttora di- che talora gli operai e cittadini abban- i

giunano, osi astengono dal cibarsi di car- donano loro lavori per essere spettatori
i

ni.Sino dal tempo degli Apostoli sembra della magnifica ceremonia che celebrano
che il venerdì fosse riguardato come un nella Moschea [F.). Maometto che van-
giorno santo, e si ricava da Godofredo, ta vasi aver ricevuto per bocca di Dio nel-
in.Cod. Theodos. t.r, p. i38; dall'Asse- la famosa notte in cui fece il suo celeste
mani, Bill, Orienl., 1. 1, p. 2 7 e 287; e 1
viaggio, il comando di pregare il Creato-
dal Marlene, Thesaur. Jnecd., t. 5, p. 5 re dell'universo pe'bisognidell'uonìo.stu-
e 66. Osservano il Cancellieri nelle Cam- bilì un giorno della settimana per essere

pane e Orologi, p. 48, e l'annotatore del- 1


con maggiore solennità destinato al pub-
leFeste IfJobili, digiuni e altre annuali blico culto, e distinto fra gli altri giorni
osservanze della Chiesa^ del Duller, che con preci più lunghe e solenni. Egli stet-
i gentili de'contorni di Ormus e di Goa te lungo tempo in forse prima di deter-

festeggiano il giorno della Luna lune- minarsi alla scelta di questo giorno; ma
dì; nella Guinea sì solennizza quello di finalmente in segno d'omaggio e di rico-
Marte martedì ; quello di Mercurio noscenza verso Dio per aver creato l'uo-
mercoledì dagli abitanti del Giappone, mo in venerdì ,
prescelse e stabilì questo
quando cade nel giorno 1 5 o 28 del «ne- giorno, chiamato Amba nel senso civile,
se, che solo presso di loro è festivo, secon- ejaAvni al diurna nel senso religioso, che
do Cancellieri, ovvero al dire dell'an- significa il giorno della congregazione.
notatore nel Giappone non vi sono altri Siffatta istituzione era d'altronde confor-
giorni santi che il iS." e il 20.° di ciascun me al sistema generale del sedicente pro-
mese; quel di Giove o giovedì da'popoii feta , il quale non volle mai ammettere
del Mogol; quello di Venere o venerdì da' nel cullo dovuto a Dio alcima cosa chea-
maomettani, in memoria del loro falso vesse relazione col cristianesimo o col giu-
profeta Maometto, profugo in quel gior- daismo. L'olandese Colier trovandosi nel
no dalla INIecca e giunto salvo a Medina, principio del secolo XVI II residente pres-
pei' imitazioae d'un aatico rito de' sa- so la Sublime Porta, vide nella pianura
i88 VEN VEN
(l'Adrianopoli l'eseicilo turco composto della sellimana, non alla domenica die
di i5o.ooo nomini, e quasi nltieltiinte precede, ma alla susseguente, dotlamen»
persone venute dalle vicine cillà e prò- le esponendo l'apostolica e successiva os-
•vincie per assistere alla publicn pi egliie- «ervonza de'crisliani pel giorno di dome-
rà in nn venerdì, dopo la quale doveon- nica. I notai dividevano i Mesiìu 3 parti.
si eseguiregrandi evoluzioni militari. INar- Segnavano la .'coW'intrnnte oingredien-
ì

ra che quella sterminata moltitudine nel te mense; la 2." stante o medio mense, o
mezzo di vasta pianura colle teste coper- in altra simil forma ; la 3.' exiente o e-
te da'tui banti, tullicon profondo rispet- xeunte mense, ad imitazione de' greci, i

lo immobili ascoltavano la preghiera de- (|uali dividono i loro mesi io 3 decadi, e


gl'imani collocali alla lesta d'ogni reggi- come appunto si sogliono servire i latini
mento; e la varietà dell'ormi e delle ve- delle none^ degl'/^/ e delle calendc. Ri-
sii produceva un bellissimo e imponente ferisce Tei udito annotatore delBuller,che
spellacnlo. Tulli interamente silenziosi i più celebri teologi protestanti inseguano,
cogli occhi (Issi verso l'iman, quand'egli d'accordoco'oaltolici,cheper leggedi na-
pronunziava il nome di Maoniello , in- tura tulli gli uomini sono obbligati di
chinavano la testa fino alla metà della vi- consagrare al sen'izio divino un giorno
ta, e quantlo pronunciava quello di Dio fia'y o all'incirca. Sono a vedersi , Giu-
si prostravano fino a terra. Ogni volta poi nio, Praelect. in (je«^5'. y Curcelleo, /^cr-

eile pe'movimenti deV/Avi/Ziv l'iman cscla- 3i,§ i4;'l


lig. Clirist. instit., lib. 7, e.

niava le [iaio\e j^ llah al yJkhar, veniva- vescovo Babington, Sul quarto coman-
no ripetute da un copioso numero di diimenloj lloohev, Ercles.polit., lib. 5,
muezzim sparsi tra la folla sino a gran- p.69. Essi convengono pure, la delernii-
de distanza ; e a tale grido vedevansi in nazione di tal giorno in particolare esser
un punto prostrare innanzi alla Divinità legge puramentecereraoniale. Alcuni an-
ciica 3oo,ooo persone, aventi alla loro darono tanto innanzi, sinoa lasciare a eia-
testa il sultano e per tempio l'intera na- sciuia chiesa, ed anco a ciascuna persona
tura.Speltacolo indescrivibile e veramen- pai licolare, l'arbitrio di determinare tal-
te augusto, che non si può vedere senza giorno. Tindal allargò questa libertà fino
esserne profondamente commosso. Il ve- a pretendere, nella sua risposta a Tom-
nerdì è pure riguardato come santo da' niaso Rloio, che noi siamo padroni del
czaremisi , nazione idolatra sotto il do- subato, e che possiamo cambiarlo col lu-
minio della Russia, sulle spiagge del Voi- nedì, o con qualunque altro giorno, sta-
ga e verso le frontiere della Siberia. Il bilirloogniio giorni, oa 2 giorni per set-

sabato è sagro agli ebrei. Il Valesioal pas- liaiana.Burcloy dicediCalvino.cheinono-


so óeW Orazione in lode di Costantino I, re dell'Ascensione di Nostro Signore, egli
ove Eusebio chiama la Domenica diem, formòli disegno di metterlo al giovedì, vo-
qui revera primus, et Caput celeroritm, lemlo con ciò dare un esempio della libertà
nota il costume degli antichi Padri, di cristiana. Leggo nelle /.yWf/s. crz//o//W/e,
chiamare il giorno di Domenica come , di mg."^ Bronzuoli, nell'avvertenze gene-
già notai in tale articolo, il quale presso i rali sopra il Digiuno f^V, sez, jS: Del-
greci era dello dies Solis , ora primo e V astinenza dalle carni nel venerdì e
ora ottavo, quasi Compimento de'passa- sabato. INel venerdì e sabato di tulio
ti giorni. Che nella primitiva Chiesa si l'anno, salvi i privilegi particolari o con»
soleimizzava il giovedì come ladomeni- suetudini legittimamente approvate di
nica, lo dissi nel voi. XX, p. 5i. Avvcr- alcuni paesi o comunità, e ad eccezione
le inoltre corrispondere questo metodo solamente che in delti giorni cada la so-

airusode'greci, i quali riferivano i giorni lennità del Natale (/^.) di Gesù Cristo,
VEN VEN 189
per la clicliiaiazione ivi riportata d'Ono- venercp.ma il sabato ancora consuma-
rio 111 del 1216 (in conseguenza del li- vano nella tristezza e nel luilo. Si puòleg-
fento nel voi. LX, p. 4), *• è obbligo di gere il veo. Bellarmino, Controversie :

astenersi dalie carni, obbligo che incumiu> Velie buone opere in particolare, bb. 2,

eia all'età d'un suilìcienle uso di rngio> cap. 17 e 18. Per la dispensa dall'asti-
ne, in forza del precetto ordinato dal 3. nenza delle carni nel venerdì e sabato,
Comandamenlo della Cliicsa. Quanto militano le regole e avvertenze generali
alla sua origine può vedersi il voi. LX, sul digiuno. Questo nel venerdì lo pre-

p. 5. La Chiesa per tradizione apostoli- scrisse Urbano II nel concilio di Roma


ca ha riguardati certi giorni della setti- del 1099, a tutti i fedeli pe' loro peccali.
mana, come coirsagrati specialmente alla Dimorando in Francia Beiiedello XII, in-
memoria de' principali misteri della Re* vitalo nel i34o dal rea recarsi in Pari'
denzione, e perciò nel mercoledì, vener- gi, fu destinalo un giovedì per farvi il

dì e sabato di ciascuna settimana usava solenne ingresso, preparandosi un magni-


l'astinenza dalle carni e il digiuno: pare fico banchetto. Ma il Papa non potendo
con questa differenza, die l'astinenza fos- trovarsi in quella metropoli che nel se-
se precettiva,spontaneo il digiuno. Notai guente venerdì, il popolo per cagione di
nel voi. XXIII, p. 3o6, all'eriDare Tertul- sua presenza e permesso interpretativo
liano, morto verso il 245, nel lib. del Di- del Pontefice, che forse l'avrà concesso,
giuno, c\\e\ cristiani latini solevano nel profittò di tulle le carni ch'ei'ansi [)re-
mercoledì e venerdì digiunare sino al- parale pel dì precedente, donde derivò il

l'ora di nona (su di che si tenga presen- proverbio: La settimana didueGiovedì.


le l'avvertito nel voi. XX, p. Sa), come Tanto riporta ilBurio, Eom. Pont, brevis
poi fecero gli orientali; nel mercoledì per- Bened. XII, p. 23
nolitia, in vita Cele- 1 .

chè in tal giorno il Salvatore (u vendu- brando nel vol.LXXIlI, p.42 (oltreil ri-
to e tradito da Giuda, nel venerdì in nte- ferito nel voi. LXXXVlll,p.233, 234),la
moria di sua Passione e morte. Ivi notai definizione dogmatica sopra l'Immacola-
qual significalo Clemente Alessandrino to Concepimento di Maria, promulgala
die digiuno del mercoledì e venerdì;
al dal regnante Pio IX nel venerdì 8 dicem-
come pure rilevai, monaci greci digiu-
i bre 1854, fesla della medesima, raccon-
nare anche nel lunedì, in meruoria del- tai che il Papa in tal giorno e per quel

l'aver Cristo in quel giorno cominciato solo anno, in Roma permise che si man-
il suo digiuno. Alcuni pretendono che il giasse la carne e qualunque altro cibo, di-
digiuno del venerdì fosse anticamente di spensando eziandio il digiuno che dovea
precetto in tutto l'oriente, tranne la chie- osservarsi, come venerdì del s. Avvenl-o.
sa di Costantinopoli, ed in una parte del- JVe' primi secoli della Chiesa il venerdì fu
l'occidente. Fino da' tempi di Papa s. In- tenuto in tanta venerazione, che l'impe-
nocenzo 1 del ^01, la Chiesa latina si è ratore Costantino 1 il Grande, ordinò a
limitata all'astinenza dalle carni, e di que- tulli che fosse giorno di vacanza per tul-
sta ne ha fattouna legge nel venerdì in me- le le corti di giustizia, in onore della mor-
moria della Passione, morte e sepoltiua te del Redentore, ed osservalo come la
di Gesù Cristo, e nel sabato per a llonla- domenica ;
perciò si cessava da ogni ne-
narsi sempre più dal costume degli ebrei, gozio in lutti i venerdì. Tullociò liferi-
che in questo giorno celebrano festa, per sconoEusebiOjDe vita Conslantini,\\b. 4,
ricordare le umiliazioni di Gesù Cristo, e. 8 ; Sozomeno, p. 4 2; Tillemonl, Sto-
1 1

che giaceva morto in tal giorno e chiuso ria degl'imperatori, l. 4>.p. SgS. Voglio-
nel sepolcro, e per imitare gli Apostoli e no alcuni, che dipoi soltanto in molle
la Vergine Madre di Dio, che non solo il Provincie dell' impeto d' oriente non si
190 VEN VEN
tratlnrono cause, finché in seguilo cessò Divozione tanto pia e conveniente in un
la pia osservanza. Nello stalo ponlificio, giorno ed in un' ora che ci ricorda (pie!
e in alcuni altri stati e luoghi, per rispet* che patì per noi Gesù Cristo (già in aldi
to al venerdì non hanno luogo e sono luoghi introdotta), volle Benedetto XIV
vietatigli Spcttacoliy ìTealri, \e3Ia.sclic- che in tutto il mondo cattolico si pra-
re.(y.). Papi antichi ne' venerd^i delle
I ticasse in perpetuo ed uniformemenle.
Quattro Tempora [P\) solevano fare le Quindi col breve /4d Passionis, de' 2 3
loro Ordinazioìii e Promozioni cardi' dicembre 1740, comandò io virtù di s.
nalizie (^^.); costume rinnovato da Si- ubbidienza a'superiori e parrochi di cia-
sto V, che prescrisse doversi eseguire le scuna chiesa, che in tutti giorni di ve- i

creazioni de' Cardinoli (^.) nel dicem- nerdì alle ore 2 1 italiane, io cui spirò sul-
bre e ne* giorni di digiuno. Nel venerdì la Croce sul monte Calvario il divino
hanno luogo diverse pie pratiche, tutte Riparatore del genere uojano (ossia 3 ore
in oiemoria della Passione e morte del prima dell'Ave Maria), facessero suona-
Salvatore. Primamente dirò del suono re la campana, concedendo 100 giortii
delle Campane aò ove 1 1, che ricorda l'o- d'indulgenza a tutti i fedeli che allora ge-
ra di Nona (r.),de\\'U/Jizio divino f'/^J, nuflessi reciteranno 5 Pater noster ed
nella quale spirò la divina anima in Cro- Ave Maria in memoria della Passione
ce per redimere genere umano. Nel
il ed agonia di N. S. Gesù Cristo, intenden-
•voi. IV, p. i6g, riportando le notizie di do anche di pregare secondo l'intenzione
Bartolomeo Vitelleschi nel 1 438 vescovo del Sommo Pontefice, e per la conversio-
di Monte Fiascone e Corncto, narrai col ne de' peccatori. Di tale indulgenza alla
Ciacconio, Fitae Pont, et Cardinalium, detta ora, lo stesso Benedetto XIV fece
t. 2,p. 946,6 qui meglio riferirò col testo. pubblicare una speciale notificazione,
Statuii, ut singidisferiis sextis,hora no- confermata di nuovo dalla s. congrega-
na major campana in Dominicae Pas- zione dell' indulgenze nel pontificato di
sionis menioriam pulsaretur,et fune cle- GregorioXVl, con decreto Urbis et Or-
rici, ac docti q uocunq uè etiam opere de- bis de' 24 settembre i838. Si trovò da
tenti, Chrislus fcictus est prò nobis obe- qualcuno singolare, che il suono della
diens, usque ad morlem, n>ortem autem can)pana ne' venerdì alla detta ora, con-
Crucis Kyrie etc, Pater noster, Ave
: sista prima in 3 tocchi, poi in 4, '"di 5, fi-

Maria etc. Respice quaesumus, Domi- nalmente in uno. Così il quotidiano tripli-
ne, super hanc familìam tuam etc. Lai' ce suono per la recita della Salutazio'
ci vero indocti. Pater et Ave, benefi- ne Angelica C^.), o Angelus Domini o
cium Redemplionis recolentes pronuu' Ave Maria C^.), all'aurora, al mezzodì
ciarent. Trovo nella Raccolta di ora- e alle ore 24; ovvero dell' antifona Re-
zioni e pie opere per le quali sono state gina Coeli laetare, alleluja (f^.), che si
concedute da' Sommi Pontefici le s. In- recita nel tempo pasquale dal sabato san-
dulgenze, che nel 1.° concilio provincia- to sino al vespero del sabato precedente
le tenuto dal cardinal s. Carlo Borromeo la domenica della ss. Trinità. Ed ancora
arcivescovo di Milano si comanda col de- pel suono della campana ad un'ora di not-
creto io: Che in tutte le chiese dell'arci- te, per la recita del salmo De profundis

vescovato ne' giorni di venerdì circa l'o- (V.). Eruditamente e dottamente di tutti
ra di nona si dasse il segno colla campa- questi suoni, e delie pie pratiche che si

na, acciò i fedeli in quell'ora rammentas- eseguiscono in tutto l'anno,come de' lo-
sero la Passione di Gesù Cristo, ed a que' ro misteri, tratta mg.' Rocca, Opera o-
che avessero recitato 3 Pater ed Jve mnia, l.i,^g: De Campanis Conimenla-
fosse conceduta l'iudulgenza di 40 gioiui. rìus ad s. Ecclesiam Catholicam. Tra'i
V E !V VEN i()i

suoi copifoli >i ponno vedere. Cnp. 17: talur, Irihiis tamen prae^'ììs Anliplioni';,
De campana in l espcro, vel in Scro, in quartini prima praenunciatam ab Ange-
Mane, et in Meridie piilsari consueta. lo Christi Domini Conceptioneni in ute-
Cap. 18: De caitsìs pulsandi cnmpanam ro B. Maria e semper Virginis facien'
in l^espcre, in Mane, et in Meridie, de- dam complectilur. Altera vero e/usdent
(jiie hujusce ritns instilnlorihns. Cap. 20: f^irginis assensuniDeo commi ssum. Ter-
De iisii pulsandi cainpanas prò de- tia denique FUium Dei in ejusdeni lir-
functis. Nel voi. VII, p. 109 tlissi de' di- ginis utero de Spiritu Sanclo conceptuni,
versi suoni pe* defuiili, secondo il sesso incarna tum et natum. Sed post quamli-
e la condizione. Fa riflelteie Cancellieri: bet Antiphonam Angelica Salutatio re-

Siccome questo triplice suono quolidia- citatur... Nella suddetta Raccolta delle s.

no si fa a tocchi ed a riprese, quasi co- Indulgenze, ^e'ì venerdì vi sono lesegueu-


me nel giorno della Commemorazione ti. i.° Pel pio esercizio in memoria del-
de* morti, e in occasione di qualche fu- l'agonia del Redentore, di 3oo giorni o-
nerale; così ad alcuni è piaciuto ricono- gni volta, e applicabile ancora all'anime
scervi un quotidiano avviso dei nostro del purgatorio, cioè delle 7 parole dette
fine. Poiché invitandoci in queste 3 di- da Gesù dalla Croce. 2.° Esercizi di pie-
verse ore, alla colazione, al pranzo e alla tà ne'7 venerdì di quaresima, e negli al-

cena con cui si caiMca, per dir così, la corda tri fra l'anno, ne'quali specialmente si fa
della macchina del nostro corpo a guisa di memoria della Passione e morte del Sal-
quella degli orologi, viene a ricordarci, vatore. 3.°Per la recita de'sette salmi pe-
che sempre più consumandosene, di gior- Orazione al Sangue prezio-
nitenziali. 4-°
no in giorno le ruote e le fibre , ci an-
, so di Gesù Cristo, edivole aspirazioni.
diamo insensibilmente approssimando al- 5° Olferta del medesioìo. 6.° Preghiere
la morie, ultima linea di tutte le cose u- alle 5 piaghe di Gesù. 7.° Orazione, Deus
mane, frali e caduche. Mg/
Rocca nel ri- qui prò redemptione mundi. 8." Orazio-
cordalo cap. 17, dichiarò. Per triaigitur ne, Eccomi o mio amato buon Gesti. 9."
illa tempora , in versiculo psalnii coni- Orazione alla lì. Vergine pel venerdì, to.'*

prehensa, mysteria Passionis et tnortis, Idem per l'anime del pmgatorio. Abbia-
quam Christus Dominus prò nobis per- mo di Simone Bagnati, // venerdì san-
pessus est; ejusdeni mysteria Resurre- tificato, cioè la ss. Passione di Gesù, Cri-
clionis et Ascensionis in Coeliini nobis sto divisa in tutti i venerdì dell'anno, Na-
insinuantur, sicut s. pater Anguslinus et poli 1 85 1. Il vescovo Sarnelli, Lettere ec-
s. Hieronymiis in ipso psalnii versiculo clesiastiche, t. 9, lelt. 53,0.'' 8,dice che la

explicando scriptum reliquerunt. Nam risposta data dal Mayoo a chi domanda:
s. pater A ugustinus post multas meditatio' Perchè non è notato qual sia il giorno
nes et considerationes, in illis tribus tem- nel quale l'autore «Iella vita fatto Uomo
poribus explicandis praestitas, ita in- {f^.) morì , è questa. Non si è registralo
quit: Vespere Dominus in Crvice, Mane tal giorno, perchè sapessimo che questo
in llesurrectione. Meridie in Ascensione. sagramenlo non si deve celebrare per al-
Ets. Hieronynnis:\t%\ie\t,CK\m Passio- 'cun giorno certo del mese in guisa del-
nem suscepit; Mane, cuin resurrexi»; Me- l'altre fesle;ma si deve rappresentare e mi-
ridie , Gum omni claritale virtutis suae
, sticamente celebrare dopo il plenilimio
adimpleta, Coelos ascendit, et sedei ad ed equinozio di primavera, io cui si ac-
dexteram Tatris. Ter itaque ad triuni cresce la luce del giorno sopra le tenebre
campanae sonituni in tribus illis tempo- della notte; acciocché il ci isliauo colla lu-
ribus enarratis Angelica Salutatio ad ce dell'opere buone superi le tenebre de*
irla haec mysteria repraesentanda veci- peccali e rilìorisca nella sanlìlà della vita
192 V E N VEN
qual allra primavera. Ci è solo manife- quintadecima e plenilunio; percliè con-
sto, che il giorno della ss. Passione ac- lòriue alla piìr probabile opinione con-
caddeiu P eneriiì,e\a Ristirrezioiienì Do- stando una lunazionedì giorni 29, ore 2, 1

vienica, senza l'espressione dei certo gior- minuti 44 s secondi 3 circa, la metà di
no del mese, acciocché non in una sola essa lunazione è il giorno i4> compioto
\oIla dell'anno ci ricordassimo di sì divi- con altre ore 18, minuti 22 e secondi 2
ni misteri; ma in ogni settimana, in ogni di tempo eguale, e perciò la lunazione
giorno, ogni momento, restando perciò media, ora si dice decimaquarla, perchè
iie'iioslri sensi una continua memoria di é compilo affatto il i4-''giorno, ora 1
5.*

tanti benefizi; e quindi è che si celebra- perchè tocca l'ora 18 del giorno decimo-
no con molta divozione tutti venerdì i quinto, e plenilunio perchè allora si tro-
dei mese di marzo in memoria della sa- va la luna in perfetta opposizione del so-
gralissima Passione di Nostro Signore, il le. Or cadendo questo plenilunio dopo la

medesimo Sarnelli, t. 3, p. 96, leti. 38: mezzanotte che precede la domenica, ov-
Se sia incerto il preciso giorno ed il me- vero nello stesso giorno della domenica,
se j nel quale V autore della vita morì. allorasi deve trasferire la Pasqua nella do-
Dopo aver notato che si conosce il gior- menica prossima seguente; ma se occorre
no e il mese dell'Incarnazione dell'eterno avanti la mezzanotte, ciie precede la do-
Verbo, solo dalla sua Vergine Madre co- menica, io stesso giornp di domenica è il

nosciuto, e la notte del s. JN'alale a pochi vero giorno quale non può
di Pasqua; la
rivelata, ripete che non si conosce il gior- venire più bassa de'22 di marzo, né più
no e il mese della ss. Passione del Salva- alta de'25 aprile. In questo giorno cade,
tore, operala nella frequentatissima e no- quando essendo domenica ildìt8 aprile,
bilissima città di Gerusalemme, in presen- e cadendo in essa il plenilunio , si tra-
ta d'ebrei, greci e ialini, al cui fine in det- sporta all'altra domenica prossima se-
ti tre idiomi fu scritto il ss. Titolo delta guente. Sicché celebrandosi la memoria
Croce (A^.) , con segui per UiUo il mon- della Passione del Salvatore il venerdì a-
do fino a'nostri à\ memorabili, dati dal vanti la Pasqua, bisognava clie fosse mo-
cielo con insoliti eclissi, in terra con n- bile tanlo l'uno, quanto l'altra; onde non
prirsi in diversi luoglii i monti, e con i- fu mestieri registrare della Passione diCri-
squarciarsi Pelo {F.) del tempio. La
il sto il giorno proprio; registrò nondimeno
Chiesa non ha legislralo nei suo martiro- a' 25 di marzo la commemorazione dei
logio romano ne il mese, né il giorno, la s. Ladrone, il quale morì lo stesso gior-
quanto al mese tulli i ss. Padri tennero no , che Cristo Signor ^'ostro , dopo a-
pel marzo, e che il giorno fu di venerdì, vergli detto: Hodie mecuni eris in Para-
ma non é notato in qual giorno di mar- diso (si ha dell'eruditissimo vicentino d.

zo quel venerdì cadesse; onde sogliono i Giovanni Marangoni, L'ammirabile con-


divoli fedeli con ispeciali atti di pietà ce- versione di s. Disma detto volgarmente
lebrare tutti i venerdì di marzo in me- il Buon Ladrone, che fu crocefisso con
moria della ss. Passione del Signore. Che N. S, Gesù Cristo , spiegataco senlimenù
la Chiesa non abbia registrato nel suo de" ss. Padri e dottori della C/iie5^,Roma
martirologio questo giorno, crede Sa rnel- ì'j^i). Se poi non è registrato nel mar-
liessereavvenuto, perchè essa sempre in- tirologio romano il giorno preciso della
tese a (iir celebrare la Pasqua[V.) di do- Passione del Redentore, non è però che_
menica; onde bisogna che questa fosse fe- non sia in altri martirologi registrato, ce
sta mobile, regolandosi col plenilunio del- me osserva il Magri, verbo Parascev(^
ia luna di marzo. Chiamasi plendunio dove cc'ì dice : Ireneo nel lib. 5 provi
nel computo ecclesiastico, quarladetimu, che il nostro 1

padre Adamo morisse
V E N V E N 19Ì
a5 marzo , nel qual giorno si tiene co- qniario co* versi che riporta. Que'ohe da'
niunemeute, che accadesse la iiiurte di sagri riti mistici sensi raccolgono, dicono,

Cristu, come viene notalo in un antico non essersi registralo tal giorno, purché
niarliroiogio rnss., conservato nella Ijì- sapessimo che questo sagramento non si

blioleca della regina di Svezia, colle se- devecelebrare per alcun giorno certo del
guenti parole Hìtrosolymut Dominus
: mese a guisa dell'altre feste, ma si deve
Crucifixiis est. Nel medesimo giorno si rappresentare e misticamente celebrare
fa anche menzione del sagriflzio (risac- circa al plenilunio ed equinozio di prima-
co, espressa figura della morte di Cristo j vera. Ne' venerdì di quaresima e di mar-
Jmmolalio Isaac patriarcìiae. Il detto zo vi è la predica nel palazzo pontificio,
martirologio, secondo il sentimento del pronunziata dal cappuccino Predicatore
dottissimo Oistenio, era scritto 800 anni apostolico {f .). In tale articolo, in cui pel
prima di lui. Della stessa Crocefissione I ."formai l'elenco de'predicatori apostoli-
fanno menzione in questo giorno mar- i ci, come pel 1 .°ne raccolsi tutte le relative

litologi mss. Antuerpiense e Corbejense. notizie (altrettanto posso dire d'innume-


Fin qui il Magri. Il Miijolo vescovo di l'abili articoli), notai i casi in cui tali predi-

Volturare ne'suoi Giorni canicolari, co\' che si trasferiscono in altri giorni. Dopo Iji

loquio 2, citando s. Agostino nel lib. del- predica de' venerdì di marzo, il Papa e i

r83 questioni, alla 55.' computando i


^ cardinali portano a visitare la basilica

mesi, che Cristo fu nell'utero virginale di Vaticana, poiché in tult'i venerdì di mar-
Maria, dice cosi: Novem nienses et sex zo vi è la Stazione {^^.), oltre l'esservi
dies, qui in Conceplione D. N. Jesu Clirì- pure iu altre chiese di Roma. Sebbene
siiconiputanlur ah celavo kalenclas a- alcun venerdì marzo cada dopo Pasqua,
di

pri listano die concepUis credilur, quia ha luogo la detta predica, e la medesima
eadein die passus est, usque ad oclavuni visita della stazione in s. Pietro del J^apa
kalendas januarias, quo die nalus est. ede'cardinali; però i cardinali come tem-
Nella vita di s. Maria Maddalena de Paz- po pasquale vestono di rosso, benché as-
zi si legge: A' ?.5 di marzo, giorno di ve- sumìno alla predica le cappe paonazze^
nerd\ santo, caduto in quell'anno nel gior- Riparlando di queste prediche e di que-
no della ss. Annunziata, stavasene s. Ma- ste visite nel voi. Vili, p. 278 e 274 (ri-

ria Maddalena de' Pazzi contemplando levando eziandio come Clemente XI vi-
profondamente Cristo dentro del seno sitò la stazione nel i
." venerdì di marzo^
della sua Madre, e Cristo in croce. Atto- ancorché non fosse quaresima), riportai
Itila la santa nella contemplazione d'am- alcuni esempi delle prediche e della visi-
bedue questi misteri, rapita in esta'si dis- ta della stazione avvenute dopo Pasqua.
se al DiviiiVerbo: Die mihi, o J'erbum, Qui aggiungo l'ultimo col n.^y I del Gior-
lihenitus ne in Crucc,anin f irgiueonia- nale di Roma del 1 856, in cui si dice che
iiebas utero? Rispose Cristo:
In Crucct in a'28 marzo dopo la predica detta nel pa-
Cruce. Nella cattedrale d'Andria nel te- lazzo Valicano dall'attuale predicatore a-
soro delle reliquiedella cappella di s. Ric- postolico p. Luigi da Trento, il Papa e i

cardo, si venera unaSpina [T\) con


ss. cardinali discesero nella basilica di s. Pie-
alcune macchie di sangue, che venendo tro per la stazione dell'ulti (no venerdì di
il venerdì santo a' 25 di marzo, tutte si marzo. La Pasqua erasi celebrata a'28
diifondono per la medesima , come av- dello stesso mese. La predica si ascolta
venne nel 1701, a tempo di Sarnelli, e se dal Papa, da'cardinali, da'vescovi, dalla
ne fece alto pubblico. Miracolo, egli dice, prelatura e da tutti quelli che hanno luo-
che attesta esser questo il giorno della ss. go in cappella pontificia. Nell'istituzione
PusMoiie di Cristo, com'è scritto nel reli- di tali prediche, slaLilila da Paolo IV^
VOI. xc. i3
ic)4 V E i\ V E N
l'accesso era pubblico. Però si legge nel- r Ubbidienza al Papa), ragionai in que-
la prefazione delle Prediche delle nel pa- st'ultimo articolo, perchè dicesi in Para-
lazzo npostolì'io, deilicatead Alessandro sceve, riepilogando e in [)iule illustrando
VII, dal p. Oliva gesuita, diventilo pre- le auliche e le odierne sagre finizioni che
dicatore apostolico nel 1
644> percbè da s. sicelel)rano nel venercFi santo dalla Chie-
l'io V l'ullizio fu conferito a' gesuiti, ma sa, ne'cui relativi articoli indicali in corsi-
dipoi non esercitato da loro costantemen- vo si può conoscere altre nozioni, e il lut-

te.» La predica pontifìcia per molli e mol- to d'accordo coli' articolo Cappelle pojf-

li anni essere slata cosa pubblica nel sa- TiFiciE, cioè de'paragrafi: Matlutlno(f^.)
gro palazzo, come oggi sono pubbliche le delle Tenebre{f^ .)i\e\ giovedì sauto; cap-
comuni nelle basiliche di Roma. Avvi- pella papale del venerdì santo, messa de'
stisi poi i Sommi Pontefici, the dalla ma- Presnnlificali ( F ,), sermone d'un minore
lignità della corte si convertiva l'antido- conventuale intorno alla Passione e mor-
to della correzione evangelica in veleno te dell'Uomo Dio, adorazione della Cro-

di salire temerarie, applicandosi dal li vore ce vera (V.), col canto del Trisagio (f^.),

degli sfaccendati a diversi ministri incolpa- processione del s. Sepolcro {V. ; di quel-
bilied a molti presidenti immacolati, ciò lo rinnovalo nella cappella Paolina, cioè
che il zelo de'sagri oratori detestava ge- del labernacoloourna colla macchina re-
neralmente e proponeva assai più per op- staurala delBernino, riparlai nel volume
porsi a'delitli, adinchè non entrassero fra LXXXVIll, p. 240), canto del vespero,
i primati del cristianesimo,che per abbat- tavola de' cardinali (sospesa da Gregorio
terli introdotti o per opprimerli regnanti, XVI nel i83i, in un a quella del pre-
serrarono le porle Valicane, né altri vol- cedente giovedì santo ), matlutino delle
lero per uditori de'precetli ecclesiastici e tenebre , e adorazione delle ss. Ptcliquie
della perfezione sacerdotale, fuori di que- maggiori della ss. C/ore,del VoUo San lo,
gli stessi,a'cjuali s'indirizzano i documenti della s. Lancia (7-'^.) nella basilica Vatica-
di tanta virtù da chi ragiona". 11 volga- na, ov'è la Stazione [oìlvechè nella chie-
re ditlerio: Ne di T^cnere e ne di Marie, sa di s. Croce in Gerusalemme), coir inj
non sposa ne si parie j ci fa conoscere,
si lervento del Papa ede'cardinali. La ca|
che anticamente per l'esatta osservanza pella papale nel palazzo apostolico per
del comandamento della Chiesa ne'lem- funzioni del venerdì santo, fu detta latini
pi vietali, e negli altri o per divozione o mente dall'aureo Morcelli: In Sacr.Doi
per superstizione, non si celebrava Io Spo- Poni. Convenlus Palrr.Cardd. adMj
salizio (Z'^.), ne s'intraprendevano Viag- i steria adslanle Poni. Max. Nella stes^
Settimana Santa, con altre erudizionij
Del / enercPiSanlo ogran T'enerdì, uv\o spiegazioni mistiche e liturgiche, resi te

e il 2.", o secondo alcuni l'ultimo, del Tri- gione di altre orazioni, ceremonie comi
duo (/^.) della Sellimana .5'<7«tó (sembra moveiitissinie e cose riguardanti pure il
meglio ritenere com porsi il triduo de'3 ul- venerdì santo; come la sospensione del
timi giorni delia medesima. giovedijvener- suono delle campane e de' campanelli,
dì e sabato santo: se poi voglia intendersi il e la sostituzione delle tavolozze o cro-
triduo dell'ufllzio delle tenebre, allora è talo di legno (usalo da'primi cristiani in
giusto il dire che si compone del merco- tempo delle persecuzioni , e lo ricordai
ledì ,
giovedì e venerdì santo , e questo pure nel voi. LXXXIl, p. 289; ma la ci-

giorno può qualificarsi 1'


ultimo di tale tazione del luogo ove ne riparlai di tale
triduo, ed in cui ne'matlulini delle tene- stroniento, nel dello voi. a p. 2»)o, 0011
bre e nella messa óe Pre.ianlijtcali del è il voi. LI V, p. 3 12, ma il voi. LXIV),
venerdì santo , i cardinali nou readono per Ghìamare il popolo alla chiesa nelle
VEN VEN .9>
ore della celebrazione dL''J'ivini nfTitl, e tifìcato dì Leone X. Vengono poi quelli
per I.T salutazione angelica e ad un'ora di che scrissero in tutto o in parte, quali a
notte pel De profundis. Tornai a parla- 4, quali a 5 o piti voci, Luigi Dentice,

re del celeberrimo, armonioso e commo- Francesco Guerra, Pier Luigi Palestrina,


vente canto del salmo Miscrere mei Deus Teofilo Gargano di Gallese, Giovanni
(F.), che meravigliosamente si canta nel- Aneiio, Sante Naidini e altri. Essi furo-
la pontificia cappella Sistina, nel triduo no tutti eseguiti nella cappella Sistina; ma
dell' Uffìzio della Settimana santa nel vennero più o meno dimenticati, non o-
mercoledì, giovedì e venerdì santo, dopo stanle pregi di che ridondano, come o-
i

l'iiflizio delle tenebre, sul quale il eh. can. pera musicale: e 3 soltanto hanno avuto
Zanelli a p. del Giornale di Roma
343 la gloria d' essere ogni anno eseguiti,
del 1 854 un erudito articolo, di cui
ci die quindi di trionfare sopra gli altri per l'ef-

mi piace riferire un estratto. II canto del fetto meraviglioso che ottengono, e sono
salmo Misere.re in nessun luogo e in nes- quelli scritti da Gregorio Allegri roma-
sun tempo riempie l'anima del credente no, da Tommaso Bai di Crevalcore nel
di una religiosa tristezza e compimzione, da Giuseppe Cai-
territorio bolognese, e
come in Roma nella cappella Sistina (so- niromano. L'Allegri nel 1629 da Ur-
no da celebrarsi ancora quelli che ma- bano Vili fu aggregalo nella cappella
gnificamente si cantano dagli esimi! can- pontificia, di cui poi divenne direttore e
tori della rinomata cappella Giulia della morì nel 1 652 colla ben meritala ripu-
basilica Vaticana, nel coro di questa in tazione di srrande maestro. La sua sinso-
detto triduo, e composti da diversi mae- lare celebrità è fondata specialmente std
stri de'ffinli eccellenti che vanta la mede- Miserere da lui composto per la cappella
sima). Questa inspirata preghiera posta in pontifìcia. Esso è a due cori, unodi 4 vo-
musica da'piìi grandi maestri, allorquan- ci e l'altro di 5, che cantali alternativa-
do avviene di udirla cantare nel merco- nieiile si riuniscono io un solo nell'ulti-
ledì, giovedì e venerth santo Aa Cantori mo versetto. La [.''volta che venne ese-
della cappella pontifìcia (^.), profonda- guito da'cantori della cappella produsse
mente commove e strappa il pianto. Nel- lìn cflelto che mai il più grande, e fece di-
l'archivio della medesima cappella esisto- menticare i precedenti. Fu creduto vinto
no due volumi pieni della musica
grossi lostessoPalestrina, un degno discepolodel
«lei Miserere che nella cappella Sistina
, quale era stato maestro all'Allegri. Que-
furono cantati da tempi assai remoti fino sto però nell'esecuzione ripetuta della
a'dì nostri, i compositori de'quali coll'ar- sua bell'opera, vide i difetti che vi regna-
te musicale ebbero la potenza d'ottene- vano e lutti li corresse. In questa com-
re l'accennatogrande effetto colle pateti- posizione traspare tutta la scuola del som-
che loro armonie. (L'attuale vescovo di mo Paleslrina; e in fatto come ne'canli
Perpìgnano mg."^ Olimpio Filippo Ger- di questo maestro vi sono impiegate le
bel di Poligny , il filosofo più religioso modulazioni, il giro delle frasi, l'impiego
della Francia, definìla mùsica: una tra- delle dissonanze, le formole finali e il dia-
sformazione gloriosa della parola; sia che logo delle voci : vi si trova la stessa dol-
tu la senti sotto la forma del canto uma- cezza e la stessa armonia. Non si può chia-
no, sia che essa rimanga nello stato di mare l'opera dell'Allegri una servile imi-
musica strumentale, come notai nel voi. tazione : le rassomiglianze in qualche mo-
LXXlll, 23i, riparlando della musi-
p. do materiali delle disposizioni vocali so-
ca, e per quella dell' Z7^z/o <^A'//2o, ulte- no portale dallo stile che deve regnare
riormente in tale articolo). Il i." si è quel- in questo genere di musica nel Misere-
:

lodi Coslaozo Festa, scrino sotto il poa- rc dell'Allegri vi ha sempre uioltodi nuo-
196 VEN VE N
vo, vi ha iinn specie di espressione più re dal Fortini, ma nell' anno seguente si

fortemente accentala, ha certa aspira-vi fece ritorno a quello di Bai. JNel i 77G si

zione all' adetto, che non Cu lo scopo del volle eseguire un lìIiscreretW Fas(|uule l'i-

Palestrina. Nel sainno dell'Allegri regna sari ; ma ebbe la sorte medesima di quello
una grande abilità nella disposizione de' ilei Fortini. D'allora in poi venne sem-
due cori: 1' essere uno a 4 ^^'ci e l'altro pre eseguito il Misererà di liai, unita-
a 5 rompe la monotonia, che risulta dal niente a quello dell'Allegri, cantandosi
bilanciarsi uniforme di due forze eguali ; alternativamente un versetto dell'uno e
\\ regna altresì una specie di artificio di dell'altro. Tra'tanli e valenti maestri che
luce, laonde direbbesi che l'orecchio ve- furono preposti a* cantori della cappella
de, e che scorge le sensazioni dell'ombre pontificia, ebbe la gloria di succedere
e de'chiari. La riunione de'duecori nel- 3.° all'Allegri e al Bai, nello scrivere uu
r ultimo versetto, come produce il
dissi, nuovo Misercrc (:he fosse ogni anno ese-
più sorprendente effetto. Questo saUiio guito alla Sistina, Giuseppe Baini
nig."^

dell' Allegri con sì soavi note


rivestito nato in Roma nel 1776) discepolo del
musicali, poscia e anche in alcune cose proprio zio valente compositore, e del Ja-
abbellito da' cantorie compositori della iiacconi suo atnico. Perito nel contrappun-
cappella, i quali vi aggiunsero lutlociò to, divenuto cantore della cappella pon-
che giudicarono conveniente a renderne tificia si distinse per la sua bella voce di
più mirabile l'esecuzione; cpiesto salmo basso e per la sua profonda cognizione
dico, fu trovato di tale merito, che giu- nel canto piano e nella Musica sagra
dicossi bene eseguirlo ogni anno ne'gior- (nel quale articolo tornai a celebrarlo :

Ili triduani e maggiori della settimana egli fu uno de' 3 idonei e dotti revisori
santa, consagrati a rinnovare la lugubre benigni del mio vasto e grave articolo
commemorazione della Passione e della Cappelle Pontificii!,Cardinalizie e Pre-
morte del Redentore di lutti. Ma questo latizie, e lo dichiarai nella prefazione
vanto di poi si divise col jMiserere del dell'edizione a parte, tosto esaurita, che
Bai. Tale insigne maestro, cantore della con questi tipi pubblicai nel i84isenel
cappella papale, di essa divenne maestro voi. LXIV, p. 307). Divenuto direttore
nel 1713 per anzianità e virtù, ma do- dei collegio de' cantori pontificii, salì ìa
po un anno passò agli eterni riposi. Fi- molta rinomanza perle varie opere pub-
no a luì da I 3 Misereve erano stati scrit- blicate, ed anch'egli come l'Allegri, spe-
ti per essere cantati nel detto triduo del- cialmente pel suo Miserere composto
l'uffizio delle tenebre, ma il solo d'Alle- d'ordine di Pio VII. Esso è a io vociJ
gri avea riunito tult'i suff'ragi d'un secolo. e fatto sulle tracce di quello degli altril
Il Bai a eccitamento e preghiera del col- due, che hanno la gloria d'essere canta-
legio de'pontificii cantori fece il nuovo, ti ogni anno. Fu eseguito lai. 'volta nelJ
i cui versetti sono scritti alternativamen- 182 t, e anche di presente si eseguisce, el
te a 4 'oci ed a 5, eccettuato 1' ultimo sempre produce un mirabile effetto, spe-
eh' è di 8. Egli seguì presso a poco il cialmente ne' versetti i.°e 7.° I Misere'
piano dell'Allegri, introducendovi qual- re de' maestri Allegri, Bai e Baini hau-j
che ben conosciuta modificazione; e l'o- no acquistato giustamente una celebritàJ
pera per la sua semplicità congiunta ad in tutto il mondo, perchè ogni straiiieroj

uno side elevalo e sublitne fu trovata sì che gli ha uditi alla cappella Sistina, n'èj
bella, che venne stabilito fosse ogni anno rimasto rapito; eppure essi sono semplicll
eseguito alla cappella Sistina col Miscrere e ili facile composizione (s' intende senza]
dell'Allegri. Ciò si continuò fino al 1768, accompagno di strumenti vietati nella
epoca iu cui i'u teulalo uu uuuvo lUisere- cappella papale, come ripelulauieate uv-
VEN VEN 197
vcrlii a* suoi luoghi). Il njira!)ile efTelto » Quantunque pubblicali, e quindi spar-
<lje [)io(lucono si deve alla maestria dei si dapperlullo Misercre dell' Allegri e
i

canloi ideila cappella pontificia, i quali del Bai, per essere conamossi, rapiti a'soa-
sia per tiii artifizio tradizionale, siaper al- vi sentimenti della tristezza cristiana, bi-
tro ilsanno eseguire in modoche ogni voi- sogna ascoltarli alla cappella Sistina; qui
ta che avviene di udirli I' anima è rapita soltanto producono il loro meraviglioso
in un'estasi religiosa, e tale che ninno può elFetto ; e sebbene ripetuti ogni anno col

bene esprimere. Sebbene Mistrere tratti i cantarsi alternalivamente un versettodel-


dìiir archivio romano, furono contali al- l'Allegri e un altro del Dai, sono sempre

Iroveda valentissimi cantori nelle cappel- nuovi, sempre ammirabili, sempresubli-


le imperiali e reali, non produssero egua- mi. E il Baini ha potuto col ma Mise r ere,
le elFetto; mancarono di quel prestigio, cb'èstato 1' ultimo scritto per la cappella
che hanno gli uditi in Roma nella Sisti' pontificia, dividere la gloria con questi
iia.onde si crederono falsati. In vece, ser- due grandi maestri, e col suo ^fiscrerc
vi a confermare il divieto di eslrarre destare que' religiosi sentimenti e quella
musica dal prezioso archivio della cap- commozione che valgono a desiare quel-

pella pontificia. Tuttavia ciò non valse li il G/or-


dell'Allegri e del Bai". Riferisce
ad impedire che iWsererc dell' Allegri
i naie di RoinaóeìiS55, che nel mercole-
e del Bai fossero pubblicali colle stampe, dì santo nella cappella Sistina si cantò il
Felice de Paìi di Terlizzi, poi vescovo Mistrere di Baini , e nel giovedì santo
(li Tropea dal 1731 al 1783 inclusive, quello di Allegri e Bai a due cori. Nel ve-
desiderando di aver questa musica del- nerdì santo si cantò il Miserere, non più
l'Allegri, in tempo de' 3 mattutini della sulle note del Baini e dell'Allegri, ma su
settiuuina santa porlossialla cappella Si- quelle del giovane maestro ab. Domeni-
slina, e al solo udirne il Miserere potè co Muslafà cantore della cappella ponti-
Irascri vello. Ma al suo divulgare accorse fìcia, che seppe mostrare la sua valentia

anche il grande maestro Mozart, che ap- in quel genere di musica, che rende in
pena compili tre lustri, neh 77 udita la I.' I tutto mondo rinomata la papale cap-
il

volla la musica dell' Allegri nel giovedì pella;ed è una sua bella gloria il poter
saiito,di subito corse a casa per racconian- arricchirne l'archivio di sue composizio-
dare allo scritto quanto avea ritenuto a ni. Il medesimo G/or«^/e del 856 regi- 1

rncmoria. Il venerdì santo colle note cui a- strò, che nel mercoledi e giovedì santo fu
\ea scritto ascose entro il cappello ritornò cantato il /I//*erere de'Iodati maestri, co-
ad udire il salmo, e rettificò gli errori com- me nel 855. Nel 1 venerdì santo poi fu can-
inessi, aggiungendo quanto gli era sfug- tato (|uello a 5 voci concertato, pregevo-
gito, e correggendo le prove fatte di sua le lavoro dell'ab. Mustafà.chefelicemen-
inemoria. All'indomani egli eseguì in un te camminandosulle tracce del grande
concerto quantoavea ingegnosamenle ru- Palestrina,sempre più accresce vanto al
l)alo,eUouia perdonò al genio del giova- tanto rinomato collegio de' cantori della
ne alemanno quel rubauiento Clecnente : cappella pontificia, a cui egli appartiene.
XIV volle vedere Mozart, e di buona vo- Notò tale Miserere eseguilo
inoltre, che
glia r assolse dal fatto in Vaticano. Da lui." volta nel 855, e quantunque aves-
1

cjuel momento il Miserere di Mozart di- se incontrata la comune approvazione,


venne di pubblica ragione, stampandosi 1' autore giudicò farvi delle variazioni
nell'islesso anno dal d/ Burnay a Lon- col mettere a dolce e grave concerto al-
di a, e poi a Parigi nel 1810 da Chorou cuui versetti, ch^erano a pieno coro, ed
nella sua raccolta di musica sagra. Iixpie- in falli l'elFetto fu migliore. 11 Giornale
sia fu pubblicato auche il Misererò di Bai. di Houia del 8 57 auuuuciò, che 1 il lìJisc-
igS VEN VEN
/Tre fu cantalo nella cappella Sistina, nel stessi acattolici nell'animo ne ricevono ta-
mercoledì santodi Baini,nel giovetri san- le un'impressione, la quale non così pre-
to di Allegri e Baini, e nel venerdì san- sto si cancella. Le sublimi e commoventi
to a 5 voci dell'ab. Mustafà. Altrettanto ceremonie religiose dellaseltimanii santo,
pubblicò nel i858. Il Miserert cantato cominciale cogli llosanna, proseguile co*
uella cappella Sistina in mezzo a un pro- treni e Lamentazioni (\\ Geremia, si com-
fondo silenzio, e udito col più grande rac- piono coW/illeluja. Nel venerdì santo gli
coglimento, sempre desta quelle inespri- antichi cristiani, in venerazione di esso,
mibili e soavi sensazioni proprie dell'ope- si astenevano non solo dalla carne, ma pu-
1 e dettate dal genio e dalia fede. Gli stra- re da'pesci e da ogni altro cibo n ni ma lo,
nieri cbe vi accorrono da varie parti di mangiando solauìente cose secche; come
Europa e anclie d' America, raccolti in i greci e altri cristiani d'oriente, molli de'
maestosa cappella e nel-
folla nella detta quali non gustano verun cibo sino al sa-
lapropinqua e ampia sala regia, pel loro bato sera, ed altri mangiano poco pane
numero ambedue riescono anguste e le con sale, assenzio e cose simili. 1 greci ed
fanno desiderare più vaste. Le sublimi e i Ialini in molle provincie si astenevano
iniponenti ceremonie, e i n)esti riti della dal lavoro, benché non fosse ciò di obbli-
Chiesa, accompagnati dalle melodie de' go, ma per semplice divozione. Era pe-
flebilìcanti,esprìmenti il doloredellaChie- rò giorno di precetto in Inghilterra nel
ka,si riferiscono a'più grandi misteri di no- XIll secolo; fu soltanto verso la metà del
stra s. Keligìone e rammentano la Passio- secolo XVI ridotto a mezza fesla, termi-
ne dolorosa dì Cristo, perciò non sono nando a mezzodì, dopo il servizio divi-
mai abbastanza celebrate, precipuamen- no. Fu l'imperatore I, che per
Costantino
te quelle tenere e lugubri del venerdì san- la gran venerazione de'fedeli verso il ve-
to. Queste ricordano ad ogni credente il nerdì santo, ordinò se ne celebrasse la
memorabile giorno anniversario, or sono festa, e negli altri la suddetta cessazio-
XlXsecoli, nel quale sul Calvario moren- ne da ogni aifare. In questo giorno e ne-
do il Salvatore per amore dell'utnanità, gli altri della settimana santa, il popolo
compì il più umiliante, il più grande e il romano ne' primi secoli si esercitava in
più sublime sagriflzio ; e gli uomini vi molti atti di fervorosa pietà, visitando a
consumarono il più orrendo Deicidio, il piedi scalzi i cimiteri de'martiri e gli al -

più grande delitto,crocefiggendo il Figlio tri luoghi santi di Roma, che pie pratiche
di Dio.Ma la Croce da segno d'ignominia duravano nel pontificato dì Pasquale II,
divenne ed è presso tutti credenti sim- i e lo riferiscono Baronio all'annoi 5 (se- i 1

bolo glorioso di nostra avventurosa re- condo il narralo dal medesimo all'anno
denzione. In questo giorno ciascun cre- io56, da'romili e monaci di s. Pier Da-
dente si deve sentire trasportato a profon- miani si cominciò" a osservare la prati-
damente meditare il commoventissimo ca, accettata poi dalla Chiesa universale,
avvenìmenlo,e deve esser compreso di re- di celebrare nel venerdì la memoria del-
ligiosa e salutare tristezza; imperocché la la Passione del Signore col Sagrifizio, an-
morie del Redentore dell'anime nostre, che col digiuno, cui fu aggiunta la disci-
per annullar la pena dell'umane iniqui- plinnj avvertendo però eh' è antichissi-
tà attrae in questo tanto memorabile mo il rito di non offrirsi il sagri Ozio nel
giorno tutta l'attenzione de'fedeli e rav- venerdì santo, poiché nel concilio di To«
viva tutta la loro pietà. Tultociò princi- ledo del 69 3 se ne ha la conferma), Do*
palmente avviene in Roma capitale dei sio e Severano. 11 Garampi nelle Memo-
mondo cattolico nella sterminata molti- rie ecclesiastiche riporta varie tcslimo^
tudiae di gente ilaliaaa e slraaieia; e gli tiianze del culto cui quale iu modo spu<
1

V EN VEW ,99
ciale il vencrcVi santo era veneralo, sia parlai nel voi. LXI V,p. 3 ig, dicendo pu-
C(tii |)iocessioiii, sia con lappreseiilazioiii re di quella di s. Giuseppe. Avverte, che
espriiiieiiti l'iicerbissiuia l'assione di Cri- la congregazione de' vescovi a' 22 inai'zo
sto, sia tli penitenze, sia ili discipline e 1596 tolse r abuso di portare il ss. Sa-
lliiv^eli.izumi, le rpiali convertile poi in a- graniento in processione nel venerdì san-
biisi, la Chiesa dovette vietare. Di tolto to. Appresso Tertulliano, Parasceve al-

in molti luoghi ne ragionai, e Iniìgo sa- cune volte signiiìca il sabato per essere ,

rebbe il ricordarli. I Papi in osse(piio di presso i cristiani lai giorno la prepara-


questo giorno alle comuni là de' luoghi zione della domenica, mentre noi lo to-

dillo sialo poiitilìcio.a'soilalizi e altri luo- gliemmo dagli ebrei che nel venerdì pre-
ghi pii, concessero nuilli privilegi, come paravano le vivande pel seguente sabato.
la liberazione de' condaimali all'eslre- Tale nome fu imposto a s. Venera o Ve-
o>o supplizio o al carcere ; ma l'abuso neranda verginee martire perchè nac- ,

che in seguilo se ne fece ,


mosse l*io IV que nel giorno di
Parasceve o venerdì
ad emanare la bolla Ddiii ad solttanì,LÌt:' sanlo, la cui festa celebrasi da'latini a'i4
I 4 dicen>I)re 56^^, Bull, lìoni. t. 4, p*»'- novembre, e da'greci a'26 luglio, per cui
2, p. 209: lievocatio ctijiLscumque. privi- erroneamente dal volgo fu confusa e cre-
Ics'i, CotìiinunUntibn< , Confrnitrnitad- duta la stessa che s. Anna, di cui celebria-
bus ci (ìliif qiiibufìcuniqite, cliain locispus mo la festa in tal giorno, mentre di s. Ve-
concrxiì, hoinicidmn in die f^encris San nera il Magri lesse le proprie lezioni in un
cofani idio tempore e carceribns liberati- antico breviario. Nell'Ordine romano si
di, ri reservalio cjmtmodi graliae con- fa menzione d'una misteriosissima cere-
sulto Ponti (ice ab ejus offìciaLbus de ce- luonia , che si faceva nel venerdì sanlo
irro concedendne. Anche altri sovrani mentre si pronunziavano le parole del
in cpieslo sanlo gi<irno liberavano dalla Passio: Parlili sunt veslimenla niea, con
pena capitale i condannali ad essa. Si allusione alla Tonaca o Tanica (^'!)del
legge ne' giornali di Madrid dell' aprile Signore. Due diaconi strappavano la To'
i853, che la regina di Spagna Isabella vaglia [r.) dell'altare, lasciandolo ignu-
il, seguendo il pio cosluuie de' suoi pre- do, sopra del quale poi si consumava la
decessori, durante 1' atto solenne dell a- ss. Eucaristia portala dal sepolcro. Quan-
dorazi(jne della Croce, liberò dalla pena to a'rili deW Uffizio Ambrosiano [P^.) pel
ili nmde alcuni individui, ch'erano stali venerdì sanlo, che si osservano di presen-
condannali per omicidio. Di alcuni riti te nella chiesa di Milano nel venerdì san-
antichi ilei venerdì santo fa ricordo il Zac- to,ecco quanto descri ve il Fumagalli, Ah-
caria, Storia letteraria d'Italia, t. 3, p. tichilà longobardiche milanesi , dissert.
161, fra'cpiali nella Chiesa romana la co- 23. E prescritto di cantarsi due lezioni
munione del popolo; il (piale rito in mol- d'Isaia, dopo l'ora di terza, co' versetti,
te chiese lungamente durò, ma presso la responsorii eorazione.Dopolelezioni,can-
Chiesa romana era già in disuso alcun tem- ta il diacono la 2.^ parte della Passionese-
po innanzi 1' Amalario. Questo cardinale condo s. Malleo, cominciando dalle paro-
si crede morto nell'846. il Magri nella le: Manefaclo. .-Vllorchè arriva egli a quel -

Notizia de\'Ocaboli ecclesiastici, in quel- le : Eritisil spiritimi , tosto si estinguono


lo di Parascae, oss'\iì venerdì sanlo, det- tulli i lumi della chiesa e due suddiaco-
to anche Ante Sabbatuin e Coena pura, ni ne spogliano
gli altari, uè più si suo-
riporta diversi antichi riti usali in que- nano campirne sino al seguente giorno,
le
sto sagralissimo giorno; notando la Ira- adoperandosi il crotalo di legno, come ri-
blazione della festa della ss. Annunziata, levai nel voi. LXIV, p. 319. Qui pure
se cade nel uicdcsiuio gioruo, di che ri- cessa il Domitms vobiscuin, u il Deus in
200 VEN VE N
(UÌjutorhim nell'ore canoniche, soslilnen- segue. Cioè un lettore canta una lezione
dosi in ambedue i casi il '^. Bcncdictus di Daniele, il quale lettore essendo arri-
Deits,guii'ivket regnai in saecula sae- valo alle parole Ambutabant in medio
:

culoruni. IJ». Amen. Rccitnnsi nel coro le ilamniae landnnles Denm,et benedicen-
Die dì sesta e nona; quindi sì passa in sa» tt.s Domino, tosto il maestro delle scuole

gieslìa, ove sopra un cuscìnosta prepara- sull'ambone canta solo ili." versetto del
ta una Crocejed essendosi sulla medesima cantico: Tiinc hi tres , ripigliandone in-
pronunziale alcune orazioni , viene presa sieme con altri chierici gli allrì versetti,»

nella stessa posizione da due diaconi, qua- i cui si risponde Anìen. Riassume poi il

li s'incamminano poi verso la chiesa per suddetto maestro da solo l'ultimo verset-
l'adorazione. Si eseguisce questa a un di to: Quoniam eripuil noi, al quale rispon-
presso come si usa secondo il rito roma- de il coro: Confiteniìni Domino quo-
no, se non che invece de' cos\ detti Ini- niam bonus quoniam ,
in saeculum mi-
properii (^f^.)^ si canta il salmo: Beati ini- sericordia e/'us. Altra lezione dì Daniele,
maculali, inserendovisi ad ogni versetto dopo la quale altro lettore canta due ver-
V i\tìÌ\ioi\n: /4 cloranms Cnicem Inani. Ora setti del salmo 128. Uu diacono poi in

dopo r orazione due suddiaconi ripongo- dahnalica di colore rosso canta in basso
no la Croce coricata sulla mensa dell'al- tuono un'altra piccola porzione della Pas-
iare, chiudendo la funzione con un'orar sione secondo S.Matteo: Cani se rofactum
zione recitata dal sacerdote; ma secondo esset. Seguono i vesperi come si hanno nel
l'antico rito ambrosiano i suddiaconi la breviario, terminati i quali, Beroldo i so-

dovcano riportare in sagrestia, cantandoi- lenni accenna: Arcliipresbyier dicit so-


si ranlifona: Laudarnus te Chrisle, e re- lemnes .super aiìiboncni a parte dcxtra
citandosi in seguitoalcune orazioni. Aven- chori. Presbiteri vero vicissim dicunt 0-
do ivi l'arcivescovo con lutto il clero rin- ralionem archiepiscopo sempsr Jacenle
novata l'adorazione della Croce, soggiun- ante aliare. Qvteslì solenni non altro era-
ge Beroldo espositore de' riti del secolo no che quelle orazioni che nella slessa gior-
XI ! •.Archiepiscopus comniiinical se in se- nata di Parasceve si recitano secondo il
crelario anni omnihiis praeshyleris et dia- ritoromano con quelle sole circostanze di
conis et .iubdiaconis. Questa comunione più dallo slesso scrittore indicate. Osser-
fuori del sagrifizio nella sagrestia si sarà va il Magri. Nella chiesa Ambrosiana si

falla col pane e vino consagrati nel gior- spogliano gli altari pure nel venerdì san-
1)0 antecedente. Non avendo Beroldo in-r to, nel qual giorno tulli gli apparali so-
dicalo che vi si accostassero i laiqi e chie- no dì color sanguigno ; subilo dunque
rici minori, con vien dire che ne fosse par- letta morte del Salvatore nel Pas-
la

tecipe il solo clero maggiore. Per dar co- sio si spogliano gli altari, il che cagicd
niotlo popolo di adorar la Cro-
anche al na grandissima compunzione nel popcl
ce, i doveano portare a tal ef-
custodi la lo. Parlando della Tovaglia e della sua

fetto nel mezzo della chiesa, cantando nel- remozione dall' altare, cogli ornamenti
la suocennata maniera il medesimo salmo del medesimo, dissi altre erudizioni sul-
colla medesima antifona. Poi doveano es- la Lavanda dell'Altare {F'.), anche col

si lavare con gran riverenza il coro della Magri, il quale dice eseguirsi in alcu-
chiesa jemale; per cui l' arcivescovo ap- ne chiese il giovedì santo, in altre nel
prestava loro un onoi ifico pranzo. L'espo- venerdì santo, con vino e acqua in me-
sizione della Croce al popolo si eseguisce moria del sangue e acqua usciti dal sa-i

pnclie oggidì, ma senza veruna ceremo- grosanto costalo del Salvatore; e perciò
nia. Uilorna di nuovo d'accordo il mo- slimare Roberto migliore il rito di <|uelle!

derno coU'unlipo rito uell'uffiziaUua che chitise nelle qui^li si fa tale lavauda uaj
VE N YEN 201
gramenlo non suoni catnpanello al
vrneriri santo. Delle tavolozze o crotalo si il

di legno che si usa per chiamare col suo Snnrtits, uè all'elevazione cleirOsliaecIel

suono o strepito lugubre il popolo olla Calice; poiché iuloperandosi questo suono
chiesa, per la salutazione angelica, e per per richiamare ralteiizionetle't'edeli, una
lu recita del De profundis ad un' ora di tal causa cessa dinante l'esposizione, giac-

iiotte, dopo il mesto silenzio delle Cam- che si suppone che tulli stianolo conleuT

pane, e la sospensione del suono del Cam- plazione del Sagiainento dell' aliare. Or
panello {f), scrisse anche l' al). Diclich questa ragione nulla conclude pel caso
nel Dizionario sagro-lilurgico, che non nostro, poiché nonvi èil Siigraineutoe-
8Ì deve poi usare né al Sanctus, ne al- sposto mentre dicesi il Sanctus, si fa 1* e-

l' elevazione del ss. iiagrainento, e nem- levazione e la processione; né tampoco ciò
si verifica nel venerdì santo. Poiché l'
/-
M»eiio a'I'odierna e seguente processione.

(È notissimo, che nel giovedì santo, detto slruzioneClementina non parla della mes-
il Gloria in exccLsis Deo, il suonano le sa solenne, com'è la messa prò Pace che

campane, come si suonano gli Organi Ci- .si canta in Roma nel 2.° giorno delle Q«a-
no al termine di detto inno, e poi non più ranlore[V.), in altro altare; e mollo me-
lino al sabato santo, nel quale all'inluo- no parla della messa solenne che si cantas-
narsi dello stesso Gloria in excelsis Deo, se nello slesso altare dell'Esposizione, co-

subito si suonano le can)pane, campa- i me succede nella messa di Kiposizioue

nclli e gli organi. Però nel giovedì san- prescritta dalla stessa /.s//Hs/ofie C/ewie/t-

lo il l'epa dopo avere portalo proces- lina. Al contrario in questo triduo della
sionalnienlee riposto nel sepolcro il ss.Sa- settimana santa,cessato il suono delle cam-
gramenlo nella ponlilicia cappella Pao- pane e de' campanelli, invece dell' une e
lina, passa nella contigua gran loggia degli altri si adopera V islrumenlo di le-

Vaticana a compartire la solenne bene- gno del lo crotalo. Quindi se al Sanctus td


dizione, per la quale soltanto, prima e all' elevazione ilei Sagramento la rubrica

dopo suonano a festa tutte le campane generale del messale prescrive che si suoni
della basilica di s. Pietro). Ma il can. Fer- il campanello, pulsai campanulata, ra-
Supplimento al Dizio-
rigni Pisone nel gionevolmente si conclude che tanto al
nario medesimo, nell' articolo Giovedì Sanctus della messa de! giovedì santo,
santo, esaminando la proposizione e gli (luanto all'elevazione del Sasramenlo nel

autori sui quali è appoggiata, riferisce giovedì e venerdì santo debba suonarsi il
quella del iMerali, il quale aderendo al si< crotalo (altrettanto si pr.'itica nelle chie-
lenzio del crotalo al Sanctus e all' eleva- se di Roma; non però nella capfiella pon->
zione della messa, pur tuttavolta espone liflcia , ove non si il campa-
usa suonare
la controversia esistente fra'rubricisti su nello). Il memoriale Rituuni stampalo
questo punto, citando diversi autori. Pve- d'ordine di Benedelto XIII per le chiese
cu altresì la ragione che adducono gli scrit- minori , fra le cose che prescrive doversi
tori della sentenza alfermaliva, cioè che lo preparare nel giovedì santo vicino alla

strepito del crotalo serve a richiamare a' credenza, nomina il Crotaluin prò signo,
divini misteri l'attenzione de'fedeli,i quali Salulationis Angelicae,e non trovando-,
facilmente possono esser disvagali e però siche ne proibisca espiessauienleil suona
hanno bisogno di lai richiamo L'unica ra- al iS««c/«5, all'elevazione eil alla proces-»

gione dalla quale il Merati é indolloa se- sione, Se il crotalo non dovesse suonarsi
guire il sentimento contrario, si è che la in tali azioni, inutilmente il Me ma riale Ri*
pontitìcia Istruzione Clementina col§ 10 tuuni avrebbe fatto preparare presso la,
lo

stabilisce , che celebrandosi le messe nel credenza, dovendo piuttosto pel solo ca^a
tempo e dur^ule resposizione del ^s< Sa- dt:IU Sukiluzioae angelica prepararsi i''^
aoa V E N V E N
sagiesliaoallrove. Qiiiiuliilcan. Ferrigni la leiuluiio lodevole, l'oioliè è cosn con-
Pisone nomina gli autori die sostengo- veniente che cessino i iV/7^'/v2»i6'/a/rt/t (^.)
no doversi suonare il crotalo al Sanctus, nel tritino della settimana santa, in cui
oli' eleva/ione e alla processione, e quelli cessa ramminislrazione di tutti Sa- i

che r hanno impugnato. Anzi il JVlerati è''Viw2e«f/, purché non lo esiga una. qual-
niedesiniopnilandodel venerdì santo.ap. che necessità, e»>>endo senza rpiesta ra-
prova clie in (piesto giorno all'elevazione gione proibito d'amnii nislrare il Balle-
si suoni il crotalo, ed attesta che si fa ex si/no, la Cresima e V Eucaristìa (agl'in-
comnmiii praxi BasiUcarum Urbi'fj e\e leruii in pericolo di morte si porta il s.

ragioni che ne «là e surriferite, convengo- /'//^/c'o nelle solite forme, vestito il sacer-
iio pure pel Stinclus del giovedì sauto, ed dote con stola e umerale bianco, del qual
all'elevazione sì del giovedì che del vener- colore è il baldacchino. Soltanto invece
dì santo. Tutlavolta crede il can. Ferri- del campanello si usa il crotalo, le preci
gni l'isone, «loversi estendere il suono ilei c'iconsicon voce bassa, e si tralascia ilcan-
crolalo tanto nella processione dei giovedì to ilei Te Deitin), ed essendo vietato di
santo, quanto in (|uella del venerdì santo celebrare gli tV/;o.J////z/ (riconosce il ve-
fra r una e l'altra delle strofe dell'inno scovo Uroiizuoli neW Istituzioni Cattoli-
che vi sì canta, per le ragioni che ripor- che, il divieto d'astenersi dal celebrare la
In , che in simili processioni col Sagra- solennità delle nozze, dalla i
,^ tiomenica
iisenlo debbono suonar lecampane. Con- dell'Avvento fino all'Epifania, e dal gior-
cludc, che nel triilno della settimana san- no delle Ceneri fino air8.' di Pasqua io-
ta il crotalo adoperandosi invece del suo- elusive; ma supposto ragionevoli motivi,
no delle campane e de' campanelli, con non vi è divieto in alcun giorno dell'an-
ogni ragione si deve praticare lo strepito no. Ed io conosco un caso di matrimonio
del crotalo di legno sì nella processione celebrato nel venerdì santo in Pioma, a
del giovedì santo e sì in quella del vener- mio lempo);giacchè sagramenti della Pe-i

dì santo, e giustamente l'approva il Te- nitcnzne i\A\' Estreina Z7«ZiO/je suppon-

iamo ,
per eccitare il popolo ad luclu>n gono una spirituale necessità cui si debba
tiìitiliatiiqiie devolam. Passa il can. Fer- prestare soccorso. Fra le rag onide'rubri-
lii^ni Pisiine a ragionare, sull'uso ripro- cisti sostenitori del non doversi togliere
vato dall'ab. Diclich,che vi è nelle chiese dallechiese l'acqua benedetta nel giovedì
di levar V Acqua santa da' Pili (F.) del- e venerdì sauto dalle chiese, adducono la
le medesime, come anche dalle sagrestie, disposizione di Papa s. Alessandro I: A-
nel giovedì santo, messo che si è il Sagra- qua liencdicta, sale admixta, perpetuo in
mento nel monumento detto sepolcro, e Ecclesia a ssen>etur. Tale ragione la qua-
così farli star vuoti eziandio nel venerdì lifica debole, giacché un triduo che si ri-

santo sino alla mattina del seguente sa- duce a un giorno e mezzo, non interrom-
baio. Pertanto presa ad esaminare Topi- pe la morale perpetuità. Altra ragione è
ninne contraria alla universale consue- quella; Che le rubriche del Rituale roma-
Indine massime in Italia, di togliere cioè no prescrivono l'aspersione di detta acqua
l'acqua santa da'pili delle chiese, la chia- benedetta agl'iofermij a' quali si nmmi-
ITia lodevole e legittima, confutando le nistra la ss. sagramento
Eucaristia, o il

ragioni per cui alcuni rubricisti, segui- dell'Estrema Unzione, nonché sopra lea-
li dall' ab..Diclich, cercarono di appog- da^eri de'defunli; e non fanno alcuna ec-
giare la conservazione dell' ac(jua san- cezione di questi gioì ni. A questa ragio-
ta ne'medesimi pili. Sostiene che non ne risponde il can. Ferrigni Pisone, che
tnancano ragioni mistiche e simboliche si può conservar l'acqua santa in un va-

che convalidano silFalla consuetudine, e so proprio e decente in sagrestia per lut-


V EW V 1: N 2o3
lociò die può occorrere. Alla 3." ragione che il color del velo che copre la Ciocu
die arreca l'ab. Diclicli: Che le i ubi ìclie nel venerdì santo deve esser violaceo os«

del messale rotiinnonel sabato santo sup- sia paonazzo, e quesl' ultima opinione e
pongono che vi sia rucc]ua benedetta, in la pili comunemente ricevuta. Noudiuie-
quel giorno e perciò r»e' due precedenti, nocoiiviene.cheilsenlimeutodel Gavan-
e non si dice che se ne fàccia la benedi- to può adottarsi, dove tale sia la consue-
zione.Risponde il can. Ferrigni Risone, tudine, come si usa anche nella Cappel-
con quanto disse sulla 2.^ obbiezione; seb- la pontifìcia Ciiì dal 2.° mattutino dulie
bene in multe chiese costuma che nel-
ài tenebre, che si dice nel giovedì santo al
la mattina del sabato santo prima della giorno, ed aneli' io ciò descrissi in queU
benedizione del fuoco , si fa in sagrestia l'articolo, notaiulo che al quadro dell'al-

la nuova acqua benedetta, perchè il Ui- tare tolto il velo bianco si rimette il pao-
luale romano dice potersi fare sempre nazzo. (Nel voi. XXXIX, p. 76, dissi al-

che si vuole; specialmente nellechiese non (|uanle parole sull' opera e sul supple-
parrocchiali , dove non è necessario che mento de'dolli liturgici Diclich e Ferri-
si conservi l'acqua benedetta pegl'infermi gni, e de'sarcasmi di questo contro l'ope-
e pe' cadaveri, sarà bene che sj faccia la ra dell'allro, nel rilerire le sue principali
Lcnedizionedella nuova acqua nel sabato lagnanze sulle diverse edizioni fatte fuori
santo mattina. Stringe il suo dire dichia- di Venezia del Dizionario liturgico. Pe-
rando, che le ragioni dell'ab. Diclich e di rò ad onore ti' ambedue debbo qui di-
alcuni altri rubricisti, non valgono a/l im- chiarare, anche per prolesta, che le rife-

pugnare un'antica, estesa, autentica e lo- rite opinioni del eh. Ferrigni non inten-
devole consuetudine, qual è quella uni- do servino di censura contro il eh. Di-

versalmente ricevuta, cioè che si levi l'ac- clich, che sebbene defunto tanto venero
qua benedetta da'pili della chiesa e della in uno alla sua preziosa opera, di cui
sagrestia durante il giovedì e venerdì san- grandemente mi giovai, con imperitu-
ie, osservata dalla Chiesjn'òmana e per- ra riconoscenza. Dappoiché, due anni
ciò uso autorizzato dal Papa slesso e da' dopo la piibbhcazione di detto voluuie

cardinali. In questi ultimi sensi ne tenni mio, r encomiato Diclich non solo mi
]>reveproposito,dichiarando motivi del- i scrisse parole lusinghiere sul mio artico-
laremozione nel voi. LXI V, p. 3 6 e 3 7. 1 i lo Liturgia, ma di gradimento pe'qui ri-

Finalmente, avendo l'ab. Diclich dichia- coniati rilievi, contenuti nel iuede>imo;
rato nell'articolo VenercCi santo, la Cro- di più comunicandomi la generosa e edi-
ce dover esser coperta con f''elo nero, ci- Hcaule lettera a lui indirizzata dal Fer-
tando il Gavanto (dopo avere detto nel- rigni , colle più onorevoli dichiarazioni:
l'articolo Gio^'edì sanlo,c\\Q la Croce del- Di non aver egli avuto intenzione fugli
l'attaredovendo nella mattina esser coper- onta col Supplemento, impresso unica-
ta di f l'Io bianco, e nella cappella ponti- mente per impedire, secondo le leggi del
fìcia con sin)ile velo bianco è pure coper- regno di Napoli, che altri editori riprodu-
to quadro d'arazzo, pel decreto de's. Ri-
il cessero il Dizionario liturgico. Protestò
ti che io riprodussi in tale articolo, coni- pure il Ferrigni, d'esser pronto dare al
pili i vesperi e procedendo il celebrante Diclich qualunque pubblica riparazione,
allo spoglio del medesimo si copre eoa , su qualche espressione forte o energica
aitilo velo di color paonazzo , e si torna da lui detta , a sostenimento di sue opi-
con simile velo a coprire l'arazzo). Osser- nioni in alcuni punti). Ad eccitare i fedeli
va il can. Ferrigni Pisene, che impugna- cristiani ad una grata corrispondenza ver-
no l'opinione del Guvarito,il Bauldry, il so di Gesù, che per la nostra redeuziouo
Turriuo e il Melali , quali sustetigono i patì ftiUlu (iroce tre ore di dolorosissima a-
5.o4
genia, ed a rinnovarne
VE N
la memoria in quél gine Addolorata, con
V E N
3 /fi la recita dì
I
giorno»; in quell'ore medesime, nelle qua- Alarla, alcuni versetti e responsorii, 1'
li la softiì per nostro amore; il servo di remits: Deus, qui ad hainani generis. \

Dio p. Alfonso Messia gesuita, che morì termina colla recita delle 3 giaculatori
a'4 gennaio 1732 nella Lima nel
città di Gesù, Giuseppe e Maria vi dono col mi
l'erìi, ivi inoUi anni pi ima ideò e prati- cuor l'anima mia - assistetemi nell' ult

cò la divozione delle tre ore d'agonia di ma agonia - spiri in pace con voi l'aniiii

Gesù nel venerdì santo, incominciandola mia. Nel voi. LXIV,p. 3 18, ricordai l'ii

tlojio il mezzodì, ecoiitinuantiola per tre dulgenze couce-ise da BenedetloX I VeP


ore seguite fino al momento, in cui si fa VII in tutti i giorni del triduo ,
gioved
]
'annua menioria della morte del divin venerdì e sabato santo: quelle di Pio V
lledcnloie.per meditare leselte parole da per chi nel venerdì santo pralicherà p<
lui pronunziate sulla Croce, mediante al- tre ore continue la divozione dell'agcjn
trettanti coiTiiiiovenli discorsi; 'ot mysle- di Gesù, in pubblico o in privato med ,

ria, qtiol verha, d'una delle quali disse s. taiitlo quanto egli patì in quelle tre ore, e
Jicoim !, St'rin.\vi,DePass.: vox istn do- le 7 parole che proferì sulla Croce, e con
ilrinn est, non querela. In Roma fino dal quali altre preci si può supplire, il Can-
1 788 s'introdusse A tenera divozione, che cellieri nella Descrizione della Settimana,
in moltissime chiese si pratica(a tempo del santa, Appendice, cap. 5, riporta un cfl
Cancellieri e nel 1 8 8 da parecchi anni
i si talogo degli scrittori sulle sette ultime
celebrava la divotissima istituzione nelle parole del Redentore, per uso de'sagri o-
chiese del Gesù, di s. Andrea della Valle, ratori nelle tre ore dell'Adonia. Io mi de
di s. Maria in Aquiro, dell'arciconfraler- bo contentare solo di ricordare. S. Don
iiila del Suffragio, nell'oratorio del p. Ca- venliu'a, Tractalus de FHvcrbis Doni]
ra vita, eiu altre ancora), ed ormai è este- ni, Autuerpiae (61 5. Veii. Roberto D
sa in tutto il mondo cattolico. Il di voto lanttino, De f^II verbis a Christo in Ci

esercizio in memoria dell'agonia di Gesù ce prolatis , Coloniae Agrippinae 161


(^1 isto, se si fu privatamente è come se- 26 34- Valentino Enrico Wolglerio, Pi
gue. '^.Dens in acìjulorinni nietim ititeli- siologìa Paisionis Ctirisll,ubi de tristiti

ile. l^. Domine ad acljii^'ciiiduni me fesli- sudore, Spinca corona, Myrrhino vini

Ita.Gloria Patri et Filio etc. Segue la Solis obscuratione. Siti Christo, Aceto et

meditazione delle parole di Gesù dalla Hyssopo, Clamore, Morte, Terraentolu,


Croce, i,'' parola: Padre, perdonate loro, Sanguine et Aqua, Conditura Corporis,
perchè non sanno ciò che fauno. '^. Ada- Hehnsladii 1670-73. Agostino Lampu-
ramits le, Christe, et hcnediciinus libi. ^1». ^nnm. Sette strali d' amorevibrati da Gè-
Quia per sanctam Cnicenilunin redenti- sii Crifito in Croce all'anima fedele spie'
tn mundiun. Segue una preghiera, indi 3 gali, Dologiia i64o. Divozione delle tre
Gloria Patri etc. Miserere nostri, Domi- ore d'agonia di Gcsìi Cristo S. N. coni'
Zie, Mio Dio credo in Voi,
nu'serere nostri. posta in Lima del Perii, in lingua spa-
spero iit Voi, amo Voi, e mi pento d'aver- gnuola,dalp. Alfonso Messia della com-
aì oH'eso co' miei peccali. Tutto prima e pagnia di Gesìi e maniera usata dallo
,

dopo ogni parola si ripete. 2." parola: Og- slesso autore, Roma 1 789. A lira traduzio-
gi sarai meco in Paradiso. 3." Eccola tua ne ili italiano del cav. Giangiacoiuo della
iiiadiej ecco il tuo figlio. 4-' Dio mio, Dio Pegna fu pubblicata in Roma nel lygS
inio, perchè mi avete abbandonato? 5.' dal Pulgoiii. Questi uell'istessoaunostam-
JJo sete. 6.* Tutto è terminato. 7.' Pa- pò il Di volo esercizio da principiarsi n
dre, nelle vostre mani raccomando lo spi- venerdì santo dalle ore 1 8 alle 2 1 ,
/'« m<
rilo mio, Segue una preghiera alla Ver- viaria delle tre ored' agonia di Gesit Ci
YEN VEN 2o5
\sto. Ciò. rìaltista Domeuichi, Strino ni so- in Gerusalemme con sommo splendore,
pra ti' parole che disse Gesìi Cristo sulla alla presenza di moltissimi pellegrini nel

•Croce, Ferrara 1392. Frjincesco Piiiiigii- i856, dal patriarca latino mg." Valerga,
iiola, Discorsi soprale Fllparoleda Cri- seconilo il rito comune, né hanno altra

,sto dette in Croce, I\Jilaiio 60 Triorio 1 1 . particolarità fuorché luoghi in cui avven-
i

ìdill'ogonia di GesìiCristo, l'esaro 1 834- nero quasi tutti gli augustissimi misteri
^'e'vellel'll'l patticularmeiile sì pratica la che la Chiesa commenìora in que'gìorni
jpia visita della Fia Crucis [P^ .), la qua- di pianto e ili speranza. La funzione ilei

le con più solennità si fa nei veneiJ'i san* venerdì santo si fa sopra il Calvario. Inde-
to. La tenera divozione di teneccoinpa- scrivibile è la comuìozionede'credenti al-

ìgnia con nn'ora e mezza d'uiazipne ne've- le parole della Passione, et inclinato ca-
luerdì , e più specialmente con soiennilà pite hic tradidil spirituni,c\ìe si cantano
nel venerdì santo, col nome di Desolata, proprio nel luogo della morte del Reden-
alla B. V'ergine per la morte del sno di- tore. Lo scoprimento e l'adorazione ilei-

I via figlio Gesù, e in quelle ore per lei di la Croce fatte quivi stesso riescono pure
tanto lutto, tristezza e dolore, ebbe prin- dì soavissima tenerezza. A sera succede \i
cipio dalle religiose del motiasteru della ss. processione del Crocefisso. La veneranda
Concezione e di s. Benedetto nella terra di efUgie è portata da un sacerdote cui ten-
I Palma in Sicilia, celebre per la gran ser- gono dietro le schiere ilei clero secolare e
•va di Dio ven. suor Maria Crocelìssa, so- regolare in cotta econ candela accesa alla
Giuseppe M." cardinal Toin-
rella del b. mano. Il patriarca vestito degli abili pon-
t
masi. Quindi dilatatasi in altre provincie tificali co'suoi assistenti e tutti i pellegrini
ecittà,fu introdotta inRoma e fin ilali 81 5 col popolo di volo. A quando a quando il

sì pratica pubblicamente in più chiese, sagro corteggio si arresta e fa una sta7Ìo-


con minore o maggior solennità ,
preci- ne, dui ante la quale uno de'sagri ministri
puamente da'religiosiiS'eri'/V/i/U<ir/rt! (^.) interlienei divoli con un'allocuzione ia
• nella chiesa di s. Marcello. Si pratica an- lingue dillerenti. Il i.° discorso è fatto in
Cora privatamente da moltissime pieper- italiano nella cappella della Madonnadel-
, sone. Acciò poi i fedeli cristiani siano sein- l'A jiparizione, dove in un altare si con-
. pre più impegnati a dar conforto a .Maria serva la Colonna (?) della flagellazione.
I ss.Desolata, nel 181 5 Pio VII concesse Il 2.°in inglese nella cappella della Divi-
j
indulgenze, indi ampliate nel modo rife- sione de' vestimenti. Il 3.° in greco, e in
rito nel citalo volume. Altri divoti eserci- detto anno fu in turco, nella cappella del-
zi si fanno nel venerd"i santo in memoria la Colonna ossia del cippo sopra cui assiso
de' Selle dolori di Maria Fergìne (F.), il divin Redentore fu coronato di spine. Il

: col canto dell' inno Slabal AJater (F.J, 4.° in tede>co sul Calvario nel luogo me
• ed anche colla pia pratica della Fia Ma- Gesù Cristo fu Crocefisso. Il 5." in fran-
, tris(f .)j religiose opere che si fanno an- cese ove spirò Redentore del inondo:
il

che in altri venerdì dell'anno. Ed abbia- durante il sermone la Croce della (>roc*'s-
. mo di G. F. Marinoni, I Feuerdì inono- sione piantasi nella buca medesima incu't

t
re de' sette dolori di Maria rergine, Ro- venne rizzata la vera Croce col suo peso
: ma 1 809. Vi è ()ure la Dii'ozione de' XIII divino. Finita la predica si canta in turi-

I Fenerdi istituita das. Francesco diPao- no di Vangelo, Post haec auteiii roi^avit
\
/rf,iVapoli 1848. E quella della buona mor- Pilaluni Joseph poi si fa la deposizione
,

If, che si fa in Roma nella Chiesa dei Gè- della Croce. Dal Calvario si scende all;i

m (F.) ue' venerdì. La Civiltà Cattoli- Pietra dell'Unzione, e quivi s» deposita


ca, serie 3.", t. 2, p. 38o, descrisse le ce- t'tlligie della morta Salma, e il p^itriarca
leujouie della settimana santa celebrate la iuunge e incensa, iulautu che ha lua-
9.o6 V E N VEN
f;o il <;ermone in ainbo, e in arnlio pari- ponlificafo sostenne altre nunziature e
ujenli si canta la slioFa del P'exitla : O coprì pressoché tutti gl'impieghi più ono-
Criix, ave spes unica etc. Finalmenle ila* romana. Sisto IV lo prò*
revoli della curia
sacerdoti piedicnloti sì porla In moria mosse non alla chiesa di Como,come seri
Salma nel sepolcro e se ne chiude la por- se Jacopo da Volterra nel Diario Roni,
ta, terminandosi con un sermone in lin- no,ma a quella di Cuenca, indi a'y maggio
gua spaglinola, e col canto Christus fa- 1473 lo creò cardinale prete de' ss. Vito
clits est eie, cui tiene dietro 1' orazione, e Modesto, che poco dopo caml)iò o
Respice cjiiavsumns Domine., recitata dal titolo di s. Clemente. Il suo carattere ii

potriaica. Vegliavano al buon ordine di trepido e forte,francoe libero nel proferir


tutte le sagre funzioni i turchi! Siamil la sua opinione, dove si scorgeva l'iiiK
pascià, che rappresentava governo ol- il resse della s. Sede, lo rese disaggradevo!
too)ano, volle intervenire alla ceremonia a molti. Fece oblazione alla B. Vergiu
vespertina del venerdì santo e a quella di di Loreto di preziose e sagre vesti, in cil

Pasqua con portamento grave e religioso. il lavoro superava il valore della maU
La pietà e lo zelo del console francese de ria. Fabbricò nobile e sontuoso palazz
Barrere cooperarono grandemente a ren- in patria, dove compì la carriera de'su<
der più venerande le ricordanze che in giorni nel 1479, di ^7 3""'» ^ •«"«sferil

detti santi giorni vennero celebrate. Si a [toma fu deposto nella chiesa del su
notò fra le cose memorabili, che Urbano titolo in un magnifico sepolcro di mai
TI (f\) fu eletto Papa in un venerdì, e mo, fregialo d'onorevole elogio. Il licoi

morì poi in altro venerdì; e che il divino dato Jacopo da Volterra scrive che la sua
ingegno di Raffaello da Urbino (P'.) nac- eredità fra denari e robe ascesea 20,00
que nel venerdì santo e in questo poscia scudi ; al contrario Ciacconio regist
morì. Terminarono di vivere in sì vene- 120,000 scudi,ma pare che debba p
rando giorno del venerdì santo il b. Gioac- ferirsi la sentenza del i.° siccome co
chino Piccolomini de'servi di Muria, ed temporaneo.
il Papa Nicolò IV. Nel giorno di vener- VENEUR (le) Gìowiim,Cardina,
dì morirono i Papi Alessandro VI, Giu- De'baroni di normanno di n
Tilliers,
lio Ili, Paolo IV e Sisto V. Finalmenle zione, fu nominaloda Giulio II nel i5
fu notato sempre gioino fausto il vener- alla chiesa di Lisienx calla celebre ahi
ili pel celebre imperatore Carlo V, ed io zia di Bec, e stabilito col titolo di luog(
ragionando òeW Epocìie (f^.), rilevai che tenente generale al governo della N
lo fu per esso ancora il ^4 febbraio: co- mandia. Francesco I, che stimava l'ecce
me per Leone X lo fu l'i i marzo, e per lenii qualità e viitù di questo vescovo, lo
Sisto V il mercoledì. dichiarò suo grand' elemosiniere, e colle
VENEIUO o VENIERO Jacopo An- premurose sue istanze indusse Clemen-
tonio, Cardinale. Da Recanati, celebre te VII in Marsiglia a' 7 novembre i533
pe' suoi rari talenti, per erudizione e dot- di crearlo cardinale prete di s. Bartolo-
trina, essendo scrittore delle lettere apo- meoaU'lsola. Ridussea miglior ordine gli

stoliche o chierico di camera, fu promos- statuti della chiesa di Parigi, e intrapre-


so da Pio li al vescovato di Siracusa, in- se la riforma del collegio Mignoneo. Di-
di suo collettore apostolico e nunzio in fese con ottimo successo e con invincibi-
Ispagna, ove si acquistò talmente la gra- le fermezza la causa di Francesco Picart
zia del reEiuico IVjche non solamente dottore celeberrimo, esiliato a Reims per
lo nomuiò al vescovato di Leon, ma lo calunnie inventate contro di lui dagli e-
destinò dopo la morte di Pio 11 suo am- letici, ed ottenne che ritornasse glorioso
basciatore in Roma a Paolo II, nel cui a Parigi, dove il pubblico rimase di sua

4
V E N V E N 9.07

i innoconra inlìinaniente persuaso. Nel ve- tratto di circa 20 leghe. In questo colf)
,
scovato si mostrò acerrimo e iiii[)lacaljile la costa vi è semicircolare, né la profon-
nemico degli erelici, e amoroso padre dità eccede le 5 leghe. La Livenza, la

de'poveri governò il suo giegge con pa-


: Piave, il Brenta, il IJacchiglione, l'Adi-
ri vigilanza e zelo, e cogli esempi cl'nna ge, il Podi Levante, il Podi Maistra, so-
vita innocente e incontaminata, la chiu- no i principali corsi d'acqua, che vengo-
se con santa morte in IMarle nella Pi- no in essa accolli. Dice il Castellano, nel
cardia nel 1 543, dopo essere intervenu- suo Specchio i^eogrnfìco-storico-polilico
to all'elezione di l^aolo 111. Ebbe sepol- di little le nazioni: Nell'estrcmilà nord-
tura nella chiesa parrocchiale di s. An- ovest del golfo Adriatico si dilata il fa-
drea d'Appevilla, qiiantiin(|ue siavi chi moso Estuario (che il veneto Bazzarini
meno probahihnente scrisse essere mor- definisco, hracciodi mare, laguna, stagno,
to in Roma e deposto nella chiesa della luogo pieno d'acqua marina raccoltavisi
ss. Trinità ni INlonle Pincio. ne' tempi d'alte maree ed ivi rimasta),
VENEZIA (Tenelianim). Città con che lidi padovani, trevigiani e friul mi
i

residenzii patriarcale e primaziale, cele- cingono dal terrestre lato, mentre «lai
lierrima, magnifica, nobilissima d'Italia, marittimo la natura aiutata dall'arte ha
Ira le cui nìetropoli lia rango distinto, stabilito un argine, che a foggia d'arco
detta per antonomasia unica del mon- si estende per 2 leghe, ove franta la pos-
do, città «Ielle meraviglie. Già ducale e sa dell'onde non giunge ad arrecar dan-
e capitale della sapientissima e polente no all' infeino. Il mare Adriatico è piìi
repubblica di Venezia, regina A-
dell' salso dell'Oceano, ed il suo flusso e riflus-

driatico, fu duminnlrice de' mari. Ora è so è poco sensibile. Durante l'estafe, la


una delle due capitali del regno Loìiìhar- navigazione è facile in questo golfo, per-
do Veneto C^.),
fatto parte dell'infpero chè favorevole molto è il vento dooiinan-
ili /4n<;trìa (/^.), di cui è nielropoli ficn- le per sortire, ma nell'inverno i venti del
nn {V.y, ed è cnpoluogo del governo ve- sud-est cagionano molti pericoli. Ve- E
neto, non che della provincia e del di- 56
nezia distante 2 leghe dal continente,
stretto del suo nome, residenza alterna- all'est da Milano, qo leghe al nord da
tiva con J///(^7no (r'.), prima d'un viceiè, Roma, f)8 leghe all' ovest-sud ovest da
ed al presente del governatore generale Vienna, e 245 leghe al sud-est da l*ari-
del medesimo regno. E' posta in mezzo gi.Latitudine nord 1^5° 2*5' 53'; longitu-
olle lagune, vasta estensione d'acqua e [)a- dine est 10° 44 3o". La difììcoltà di na-
)udi alla parte orientale di dello reame, vigare le acque chela circondano, quan-
intorno alla nord -ovest del mare
costa do tolti siano i segnali che tracciano i ca-
Adriatico, parte del Mediterraneo, che nali da opere di fòrlilìcazioue
seguirsi, le
prende il suo nome dalla piccola città lY A- che custodiscono gl'ingressi delle lagune,
dria (di cui meglio parlai oRovigo), situa- tanto dalla parte di terra couie da cpjella
ta nel Veneto sul canal l'ianco, altre vol- del mare, la rendono fortissima, senza es-
te ricca e possente, già sulla sponda dello sere chiusa. Dissero alcuni, dopo il gran
mare, da cui l'allontanarono gli ar-
stesso ponte gettato sulle lagune perla Strada
renamcnti successivi del l'o e dell'Adige. ferrata, la vetusta sposa dell'Adriatico
in mezzo a (piati sorge, spogliaiidola del mollo ha perduto in fortezza col riunirsi
suo carattere e de'suoi eiemenli di pro- al continente, e ripeterono la sentenza di
sperità; in fondo al golfo Adriatieo o di Tacito DJaior e longinqtio reverentia.
:

Venezia, piccola parie di Ini mare, e Conservatasi questa grande città per
si cslenile dalla foce del Taglia mento quallordici secoli la più stupenda del-
fino al della del Po, il che (oru)a uà l' isole, un ponte (che poteva ben esser
2o8 VEN V EN
condotto per la Giuclecca senza viola- gregazione centrale dei deputati, dell.i

re il (iiegiu piitiiario dìessa) la congiun- Direzione generale degli arthivii, del-


se alla Teriareriua, e la cambiò in pe- la Delegazione provinciale, della Con-
nisola. Questo ponte muove dalla sac- gregazione provinciale, del Commissa-
ca di s. Lucia verso ponente presso Mar- riato distrettuale, della Congregazione
gliera e giunge a Mestre. E' opera di siile municipale. —
L' Organizzazione giu-
romano, consistente in una serie di ar- diziaria ha un Tribunale d' appello e
chi 222, aventi ognuno metri io di cor- superiore Giudìzio criminale, una Pro-
da, i8o di freccia, messi fra due testale, cura superiore di Stato, un Giudizio su-
da 4 piazze
ripartiti in sei stadi, distinti periore di finanza, un Tribunale pro-
minori, ed una maggiore nel mezzo, con una Procura di Stato, un Tri-
vinciale,
apprestamenti ad uso di mina per tutta bunale di coinmercio e marittimo, un»
la iongliezza del ponte, die fa parie del- Pretura urbana, sezione civile, una Pre-
la strada ferrata. Se ne pose la i. 'pietra tura urbana, sezione penale, la Conser-
il 25 aprile i84i ; al io maggio venne vazione delle ipoteche, l' Archivio no-
° palo
fìtto il I ; al 2 1 giugno 84^ l'ope- i tarile, la Giudicatura provinciale delle
ra giunsealla metà, al 23setlembrei 845 finanze, Avvocali e Notai. L' Orgai—
è slato 75,000 pali che
fitto l'ultimo dei nizzazionc camerale componesi della
ne sono le fondamenta ; è composto da Pref'etlura di finanza, della Procura di
migliaia i5o,ooo di pietra istriana e da finanza, del Giudizio superiore di finaui
milioni 23 di mattoni colti trivigiani. za, della Direzione del censo, della Dii
Al 27 ottobre i845 ebbe compimento ; rezione delle posle, della Direzione del
all'i 1 gennaio 1846 fu inauguralo; tre la zecca, della Direzione del lotto, del-
giorni dopo ebbero principio le corse. Fu la Cassa principale, della Intendenza di
demolito la prima volta all'ore 5 e mezzo finanza, della Cassa provinciale di Ci

del27 maggio 1849 pei tristi casi del nanza, dell' Ufficio dicommisurazioni
1848; indi ristabilito egregiamente non dell'imposte e di esazione, della Fabbri
appena nel 24 agosto 849 la città si 1 ca dei tabacchi, dell' Agenzia de' sali.

ricompose ai vantaggi della cpiiete e del- Avvi inoltre la Direzione delle pubblichi
l'ordine. La prima spesa fu di lire austr. costruzioni, l'Uflicio centrale di Porto ^

5,600,000. Imprenditore sì delle prime sanità marittima. — L' Organizzazio


che delle seconde opere l'egregio Antonio ne della Istruzione puhllica è compc
Busetto Petich, che n'andò fregiato del- sta dell' Istituto di scienze, lettere e<

la gran medaglia d'oro del merito. Ria di arti, dell' Accademia di belle arti, de
questo meraviglioso ponte e della strada Ginnasio liceale, del Ginnasio di sai

ferrata, ragiono nel § XVII, n." 4> — ProcoiOj del Ginnasio patriarcale, deli
Venezia è sede del patriarca primate del- la Scuola reale superiore principale e
laDalmazia, gran dignitario e cappellano nautica, delle Scuole elementari, delll
della corona del regno Lond)ardo-Ve- Biblioteca dis. Marco. L' Organizza^ —
neto, e vi lisiedono pure un arcivescovo zione militare ha un Governatore, ul
armeno un vescovo greco. Quanto al-
e Commissario di guerra, una Cassa
l' attuale suaforma di governo (anno guerra, un Comando di città e fortei
i858), vi risiede parte in Milano e par- za, l'Ammiragliato del porto, l'Arsenal
te in Venezia un governatore generale, marittiino, la Direzione del Genio.
ch'è S. A. 1. l'arciduca Ferdinando Mas- U Organizzazionedi Polizia ha una Di
sin)iliano Giuseppe. — h' Organizzazio- rezione di Polizia, una Commissione pej
ne politila si compone della Luogote- l'esame della stampa, sei Commissariai
nenza delle Provincie venete, della Cou- distjliere. — Avvi laConlabilità centrai
VE xN VEN ao9
la Commissione j^enentle di beneficenza, Azio Sincero Sannazaro, nato nel i458
vari ed altri iiilìci dipenden-
isliliiti pìi, in ^'apoli,a comporre il piìi famoso e for-
ti da'sopra enumerati. Finalmente Vene- tunato de' suoi epigrammi, nel quale al-

zia è residenza di consoli generali, consoli tamente encomiando e celebrando la sin-


e vice-consoli degli stali esteri, compre- golare Venezia, e Roma (/',) a Venezia
so il console pontificio, l'attuale essendo ii paragonando, quella ad opera attribuì
commend. Andrea Baltaggia veneto col degli uomini, questa degli Dei ; enfatica-
grado di maggiore onorario della mari- mente riputando(|uasi a virlìidivina, l'es-

na pontificia, del quale nti piace far di- ser uscita essa dal seno dell'acque, e così
sliiilamenzioueperrantica stima ed affet- anteponendola a Roma. Eccone versi. i

tuosa amicizia elicgli professo; meritando Fiderai Aclriacis Fenelam D/eplunut


encomi anche il suo cancelliere G. Battista in undis - Stare Urbeni, et tolo pottt-
Pelosio, altro egregio veneziano. In tem- re jura viari: - Hinc (altre versioni
po della repubblica veneziana, (]uivi ri- riportano Nane) niihi Tarptjas qnatn-
siedeva il corpo diplon)atìco, ed il prelato lumvis Jiipiter, Arces - Ohjice, et il-

Nunzio apostolico, che abitava nel paiaz- la ntihi moenia 3Iartis, ait Si Pela- : -

70 Gritti, maestoso edifizio donato ad hoc go Tyherini (altre versioni dicono: Si


dalla repubblica, di che parlerò nel § X, terrani Pelago) praefcrs, Urbem adtpi-
n." 27 degli ordini religiosi fondati in ce utraniqiie. - Ulani Iionunes, dices,
Venezia. Il prelato nunzio era insignito liane posuisse Deus. Questo epigramma
della dignità arcivescovile, e da questa lo leggo anche neirUghelli,/;a//a sacra,
nunziatura veniva promosso a quelle di t.5,p. 1 57: Patriarchatus Feneliartini,
1

Vienna, Parigi, ec, od in Roma a carica Dalinaliae Prinias. Or la repubblica di


cardinalizia. Perciò de' nunzi di Venezia Venezia avrebbe onorato il Sannazaro,
elevati a tale dignità si ponno vedere le quando venne in questa città col suo prin-
notizie nelle loro biografie. Gli ultimi cipe d. Federico d'Aragona (secondoge-
nunzi di Venezia furono Giuseppe Fir- nito di Ferdinando 1 re di Napoli, e poi
rao napoletano, arcivescovo di Petra, e anch' egli re col nome di Federico I),

Gio. Filippo Scolli Gallerati milanese, rimunerandolo pel riferito epigramma,


arcivescovo di Sida, poi ambedue cardi- col premio di 600 ducati per verso (stan-
nali. L'arcliiviodella nunziatura rìmasein do a quello che attesta il Crispo sulla
Venezia fino al i835,nel quale anno il Pa* fede fattagliene verbalmente dal suo a-
pa Gregorio XVI incaricò mg.'^Piantondi mico Aldo Manuzio^; ma cpiesto è argo-
ritirarlo e spedirlo a B.oma,ciò che l'illu- mento dispiitabile, e non documentato
stre prelato eseguì con ogni diligenza nel- finora.» Infatti, oltreché il Sannazaro
27 casse, ed il com-
l'ottobre coll'iiivio di in altri luoghi Ae,\V Elegie e degli Epi-
pimento nel gennaio ^^1. >oige, é be-
1 — grammi a\G\ a ben piìx degnamente esal-
ne ripeterlu,questa città in mezzu alle ac- talo i veneti, il pensiero stesso dell' e-
que,(love, vinta la natura dall'arte, invece pigramina è del tutto falso, perchè la
delle palustri canne e di poche umili abi- maggior gloria de' veneti sta nell'aver-
tazioni di pescatori, che un di ne in- la fondata in mezzo all' onde, essi, e non
gond)ravano il sito, veggousi torreggiare altrimenti gli Dei, come giustamente no-
magnifiche chiese, palazzi supeibi,cupo- tò r Azevedo nel suo poema Veiietae :

le ecceUe, altissime torri, archi, culonne Urbis descriplio. E poi certo, che d'un
e d'ogni maniera copiose produzioni mi- fatto di tal momento negli alti della re-
rabili dell'arti sorelle. Tanta meraviglio- pubblica non si è potuto mai trovar
sa elevazione di Venezia mosseli grande memoria, o cenno in chicchessìa degli
e rinomato scrittore uapulelano Giacomo sturici contemporanei. S' aggiunga, che
VOL. xc. «4
aio VEN VEN
altri, e più nobili versi, lodano il Leone nella Corte di giustizia di i." istanza, in
Veiielo neìì' Elegie e negli Epigrammi Venezia stessa, quando il cav. Scolari
del Sannazaro, e ch'egli, forse ancora avea 18 anni compili e trova vasi allo
in vita, n'era più nobilmente assai ricoin« studio di Padova. Il d.' Giacomo lasciò
pensato da' patrizi veneti, quando o per- mss. in due volumi 1' opera, Jiislitulio-
misero o comandarono, che il ritratto niiin Uliri IT cn.ni accessione Juris Ve-
di lui fosse dal gran Tiziano collocalo in neti et Jeronensis, Veronae 1781. E
un cjuadro nel palazzo ducale, fra quelli inedila, ma finita e |)reziosa. Soddisfat-
che decoravano la sala del maggior consi- to ad un bisogno del cuore, verso uu
glio prima dell'incendio
57 7". Tanto di- 1 illustre veneziano, torno all'argomen-
mostra e sostiene il mioamicocav. Filippo to. 11 valente Francesco ZanoUo, nella

d/ Scolari, nella sua traduzione in versi Pinacoteca f'eneta, nel rammentare la


italiani delle Opere Ialine di Sannaza- trasformazione di molte paludi e uniiii
ro, col testoa Jronte e d'illustriizioni far- isoletle in floride abitazioni, che in età
Jiile, Venezia 844 tipoi^rafia airAiicora.
i migliore, unite assieme, doveano forma-
Con questo libro il cav. Scolari (come ri- re la magnifica e sorprendente Viuegia,
cordai nel voi, XLVll,p. lyS, sulla tom- prima celebrata dal Sannazaro come ope-
ba del Sannazaro e nella chiesa da lui e- ra de'Numi, coli' epigramma che ripro-

letta in Napoli al Parto della Vergine, duce, poi dall'astigiano Alfieri con più
al cui onore scrisse il poema contenuto robusto carme esaltata sopra la culla
nel libro in discorso), a rendere imperi- Grecia (A.), ne ripoita seguenti versi:i

turo mio paterno dolore pel defunto


il Del senno lunan la più longeva figlia -
diletto Gregoiio,primo de' 3 figli che il E/l'è pur qnesta, e Grecia vt si adatti
Signore mi die e si riprese, per affetto - Che sol se stessa, e nuli' altra so/n^
verso di me, a lui ed alla sua onorala me- glia. Un incisione espiimeiile la vedu
moria si compiacque intitolarlo, per cos'i della Piazzetta dis. Marco, con nel ma

entrambi noi in esso vivere con peren- Venezia personificata tirata da cavailff I
ne ricordanza inseparabilmente congiun- marini, ha questi versi Qtieslaè d'ogni
:

ti. Or bene, se il dolcissimo e rispetta- allo Leu nido fecondo - Finetia e tal
bile amico, nel suo libro volle far vivere che chi lei i'cde stima - / eder raccolto
inseparabili uu padre e un figlio a uu in Lieve spatio il mondo. Venezia, —
umico, io in ricaatbio doveroso in que- che sul mar s' erge, e fu del mar liei^
sto articolo consagrato alla sua patria na, fondata sopra 120 isoletle, tlisgiu
di ono-
nascita, farò altrettanto cpn lui te da infiniti canali e insieme unite p
ratamente rammentandone il genitore, mezzo di 4t>8 ponti, fra grandi e pi

e COSI ambedue congiungendoli al mio coli, quasi tulli di pietra, forma una
povero nome per seu)pre; ed insieme ser- gura irregolare, come di circolo scei
virà d'emenda altrove in cui dissi vicen- dal lato di nord-ovest, con varie appe
tino il cav. Scolari. Egli è veronese d'o- dici Uìuiori al nord ed all'ovest, ed u
rigine e di educazione avuta da' soma- estesissima all'est, misurando circa 3 I

sebi in s. Zeno in Monte, e dal gran pa- glie di circonferenza, 11,717 piedi di lu

dre che fu d. Alessandro Valinelti di ve- ghezza ed 8,3gi di larghezza massiin


nerala memoria, e di Venezia per nascita, colla superfìcie di quasi una lega quadra
dove il carissimo genitore suo, e grande la. lu due grandi gruppi divide quell'i-
giureconsulto, Giacomo d.' Scolari, si sole il cos'i detto Canal grande, che in-
trasportò per esercitarvi l'avvocatura, sinuandosi fra esse alla punta della do-
ed ivi mancatogli a' 4 febbraio 181 i in gana, procede per un tratto verso l'ovest
elù d'anni 5i, meuUe sedeva giudice nord-ovest; volgesi quindi al uurd sino al

I
V E N V EN ari
'
pnìm.to Foscari, eli là piei^a pressoché t!i- Pacqua e<l a mezzogiorno di dello Canale
reUamente all'est pel hallo cUe cone si- altrei?. parrocchie, cioè: r.s. Cassiano,
'
no al ponte di Rialto, che Io attraversa 2.Maria del Uosario delta pures. Do-
s.

nella direzione quasi precisa d'ostro a Ira- menico delle Zattere, 3. ss. Gervasio e
njotitaiia, e |)assato sotto esso ponte, gira Protasio,4. s. Giacomodall'Orio, 5. s. Ma-
Ter«^o nord-nord-ovest sino all'incontro ria del Carmine, 6. s. Maria Gloriosa

col Cannaregio o Cannarcg'


ginn rivo di de'Frari, 7. s. Nicola da Tolentino, 8. s.
gio detto delle canne on-
(clic vnolsi cosi Pantaleone, 9. s. RafTaele Arcangelo, 10.
de eia anticamente ingombralo, ma me- s.Eufemia alla Giudecca,i i. s. Sdveslro,
glio Ciuial regio, come scrisse il citalo p. 12. s. Simeone Profeta, dello grande^
'
Azevedo nel ricordato Poenia: fenetae per distinguerlo dall'altro s. Simeone
! Vrhh descrìptio), seguendo snile ultime Apostolo, detto piccolo, una volta par-
'
una curva, nella (piale continuando, vie- rocchia ; e queste parrocchie compon-
ne diretto all' ovest-sud-ovest, a toccare gono gli altri 3 sestieri di s. Paolo e
Li punta del Corpus Domini, dove rapi- volgarmente.?. Po/o, di.?. Croce e di Dor-
i damente volge al nord per sboccare nel- so Duro,a\ (piale ultimo appartiene pure
la laguna superiore, nella sacca di s. Chia- laGiudecca, che quasi continuata dall'iso-

,
ra. In questo tortuoso giro, che viene ad la di S.Giorgio, fronteggia inarco i lembi
^ avere in certa guisa torma d'un S ro- la sud e sud-ovest della ci ttà,da essa disgiun-

vescio, colla base a mezzodì e la cima a ta mediante il canale chiamato appunto
''

settentrione e del quale non sì può as-


, della Giudecca,largo,per una media prò*
segnare né destra né sinistra però che ,
porzionale, circa 25o passa.Aggiungerò
l'acque, seguendo il flusso e riflusso del qualche schiarimento colle Notizie stori-
mare dal (piale procedono, corrono in ore che delle chiese e monasteri di Fenezia,
diverse in alFallo opposta direzione. Il Ca- tratte dal Corner, che presentano l'une
nal grande misura una lungliez/i di 2600 e gli altri per sestieri. Devesi ili." luogo
. passa veneziane circa, colla larghezza me- al Sestiero di Castello, per essere ivi la

,
dia di 4o passa. De' due gruppi, quello cattedrale (cioè quando furono pubbli-
sul quale sta la piazza di s. Marco, ^un- cale, ora essendo s. Marco) dedicata a s.

to di ritrovo universale, e che volgar- Pietro, madre dell' altre chiese. Segue
'
mente chiamasi di qua dcAl' acqua, il Sestiero di s. Marco, per la duca-
è molto maggiore dell'altro di là del- le (ora metropolitana) basilica, che n' è
l' .icqiia. — Divisa Venezia civilmen- il capo. Viene in 3.° luogo il Sestiero di
te in 6 parti o rioni regioni, dette Se- Canal regio, il quale co'primi due forma
stieri, sono di qua dell' acqua e dalla e compie quella parte di Veuezia eh' è ,

\
parie a settentrione del Canal grande di qua del Canal grande, ed ha per chie-
quelli di s. Marco, di Castello e di sa principale la parrocchiale di s. Gere-

Cannaregio o Canal regio, formali da mia (ora lo è quella de'ss. Apostoli, 4-''de-
18 contrade o parrocchie, cioè: i. ss. A- caiiia). De'3 sestieri, che formano l'altra

postoli, 2. s. Canziano, 3. ss. Erraagora e parte della città di là del Canal grande,
Fortunato, 4- 5. s. fVancesco
*• Felice , viene il i .° quel di s. Paolo, così detto da
della Vigna, 6. Geremia, y. ss. Gio. e
s. una chiesa parrocchiale dedicata all'Apo-
Paolo, 8. S.Giovanni in ljragora,g. s. Lu- stolo delle Genti (ora succursale di s. Ma-
ca, io. s. Marco, I. s. Maria Formosa. 12.
I ria Gloriosa de'Frari), ed il 4-^iieirunioiie
s. Maria del Giglio ^'ulgo Zobenigo, i3. cogli altri. denominato di s. Cro-
Il 5." è

s. Marziale, 1 4- $• Martino, i5. s. Pietro ce da una chiesa di monache, ed insieme


di Castello, 16. s. Salvatore, 17.S. Stefa- parrocchia (non piìi esistenti e neppure
no, 1 8. s. Zaccaria; e rimangono di là del- la ctùeia), già ullì^iata da'mouaci clunia-
2\a VE N V EN
censi. Il 6." e nlliino sì cliìama di DorsO' lo riguarda quella di Venezia (non avendo
(furo dalla qualità del terreno,chevisi li'O- il piacere di conoscere la sua Storia della

vò nel fondare delle fabbi iche, ed in esso Chiesa di Venezia, eh' è in corso di slaui-
la parrocchia ptincipale è la chiesa di s, pa nella tipografia de'pp. INIechitaristi) ;
Nicolò (prescnleineiile succursale di s. ilche mi torna indispensabile eziandio
Ra(raele).L'Ughelli latinamente questi se- dopo il riferito a Udine, per andare in ar«
stieri h chiama regioni, Olivolensis seti monia colla ivi riportata serie de'patriar-
Caslelluvì, Divi Marci, Canaregiuni, chi d' Aquileia e con quanto ridissi de'pa-
Paulina, s. Crucis, Duriim Dorsiim tri- triarchi di Grado, e delle loro varie sedi
reniis formani pene exprimens, nipote residenziali, per essere succeduti a'pat riar-
iilrinque extremis frontibiis quasi in chi Gradesi (|ue'diVenezia. Mi gioverò del
ptippim et proram extenuata. pari dell'Ughelli,/to//Visrtc;v/,edel Cor-
Ma prima di progredire, mi è neces- ner, i\'o//s/V 5/or/r//e, avvertendo che pel
sario aifatto premettere alcune dichia- novero delle chiese parrocchiali, de'con-
razioni, aHìnchè si conosca eoa»' io pos- venti e monasteri esistenti o soppressi,
sa sperare che i seguenti miei cenni pos- lo seguirò infrecciando a Ile storie del Cor-

sibìlmenle riescano a dar una chiara noa ner altre notizie ed alcune erudizipni,
disacconcia idea, s^ del materiale che sempre tenendo presente il suddetto
del formale della cillà. A tal uopo, me- Stato personale del clero. Quanto poi
no alcune eccezioni, tenuto mi sono, al- alla posizione topografica degli edifij
la lodevole descrizione che ne dà l'utilis- piglielo a guida diverse tra l'opere pii
simo, Nuovo Dizionario geografico uni- accreditate del giorno, né lascierò cur^
versale, statistico, storico, commercia' per far brevemente vedere questa cittì

le ec, Venezia 1826-34, tipografia An- mirabile anche sotto l'aspetto topograf
tonelli. Ne amplierò le descrizioni arti-' co. Circa alle citale Notizie storielle, e^
stiche e le notizie seguendo altri diversi se, com' è noto, sono il prezioso coir
autori, principalmente veneti Fa- ; il cav. pendio e la traduzione italiana della claJ
bio Mulinelli, Annali Urbani di Vene- sicaopera del celeberrimo veneto sena
zia, e Del costume veneziano j e la NtiO' tore^Flaminio Corner, intitolata: EA
va Guida per Venezia con XLV oggetti di clesiae f enctae antiquis monumentit
arti incisi, e un compendio della Storia nane eliani prirnuni edilis; illustrate
veneziana di Giannanlonio Moschini, ac in decades distributae, Venetiis yq^ 1

Venezia dalla tipografia Alvisopoli 8a8, 1 Opera magistrale in 18 voi., cou)pr«


Per lo stalo presente poi della diocesi u- sa la storia della chiesa di Torcello,
seiò dell'Alroanacco ecclesiastico del cor- supplemento e la grande tavola, Neil
rente anno intitolato; Stato personale Ntiova raccolta cV opuscoli scientifici
del clero della città e diocesi di Fenezia filologici, pubblicata in Venezia in cor

per l' anno i85B, Venezia per Antonio liuuazìoue dell'altra Raccolta, òd\ ben(
Cordella tipografo patriarcale. Questo li- merito Angelo Calogierà abbate ca
d.
bretlo. ch'è già di pratica per ogni dio- maldolese,vi è la Miscellanea, seu Sui

cesi, n>i daià, benché lontano, il più cer- plemcnta ad Ecclesia s Veneta? et Tor-
to fondamenlo a non ei rare in proposi- cellanas, le quali fornianoy voltimi, che
to. L'avrò pine nella grand' opera del- l'autore lasciava alla biblioteca de'cauial-
l'instancabile e tiolto sacerdote venezia- dolesidi iMurano.L'opera ilei Corner ine-
no Giuseppe Cappelletti, Le Chiese
d. rilòdal gì au Benedetto XI V lo splendidis-
d'Italia, da Worigine sino a' nostri gior- simo breve apostolico Acccptissininin,i\%
ni, Venezia nel premialoslabilitnento di 2(lice»nbiei 7 52, in cui con Uiaguifìchestì
GinseppeAnloHellii844eseg.,perquan' lentii lodi e graluIazioni,ancocoaie(5i^cTi^
VEN VEN ai 3

iorercclesiasttco(f\)r,nfro{f^.)i\\Mgva zie, a glorioso per[)eliio inontimenlo del


I

erudizione fornilo (come i iporliii Liconi- Corner, conie a benefaltoie, i ilelli pre-
cameiile nel2.°di laliailicoli),^i feccHCOM- sidenti fecero iiuprimeie in di lui edì-

;
forlailoacollivaresìconnnenilevolistiidi, gie col suo nome in giro ; e nel rovo-
.
epeichèallri persi giusti encomi eco! suo scio veline rappresent.ito il Panlheoii
esem[)io si accingerselo ad iinitiirlo; aven- [Ti-inpio a tutto il inondo meraviglioso,
do pure il Papa nominato con elogi alcuni il t|uale tla'l'alsi numi cui era dedicalo, tu

. di qne'celebiatissimi secolari che a silfal- consagrato all'onore de'santi, volendo al-


ti stuili eccellentemente si deilicaronojgiu. ludere a que' tanti nell'opera illustrati),
.
dicando il medesimo l'apa, con evidenti coll'epigrafe intorno: Oh Ecclesias Inlu'
ragioni, non essere sconveniente ad un stratas Ordo /4ntistitiini f^enc'lorum,\i\'
laico, fornilo d'ingegno, d'erudizione e di dicando colla parola Antisliltini tutti i

, dottrina, per promuovere i vantaggi del- pievani di Venezia, a'quali, come a' capi
. laChie«a e la gloria di Dio, trattare ma- delle loro chiese, può competere giusta-
,
tene eccle>iastiche, massime <ied' Erudì- niente un tal titolo. Io dunque assai prò»

Storia [t^.), le quali molti di
zioiie e di filterò delle Notizie storiche delle chie-

, essiegregiamente illustrarono. lutale se e niona^eri di f^e.neziae di Torcello^


;
novero nominò con onore molti cospicui tratte dalle chiese yeneT/iane eTorcella-

j
veneti e le loro opere, abbondando gli e- ne illustrate da Flaminio Corner sena-
\ sempi edilicanli, di cose ecclesiastiche da tore veneziano, Padova 1758. Che se
i
uomini non ecclesiastici maneggiate per- non contengono i documenti tutti ripor«
feltanjente; e rigettando colla Glossa l'in- tati dalla voluminosa opera originale, e
lerpretazione del c;iiione del caput Qid' neppure le critiche discussioni de'punli
cnmqnc de hnercticis-, Sexloj poiché in controversi, hanno però il vantaggio d'u-
alcuiii facendo di esso fondamento, pre- na distribuzione di chiese e di una dispo-
tendono malamente, ciò spettare a' soli sizionedi cose meglio regolata, per quaii*
chierici e monaci (diversi di questi opi- to nella prefazione si dimostra ; oltre le
nando che l'immenso campo dell' eru- nozioni derivate da'ilocumenti posterior»
dizione si ubbia a tenere dagli uomini di mente scoperti. Non posso [)eiò gio-
chiesa perchè altrimenti essi vedono il
,
vanni d'una delle opere del Varrone
pericolo. che l'empietà lo guasti adonta e vivente delle venete cose, come lo ha
strazio della religione). Dichiarò inoltre il intitolato il tnio dotto amico cav. Scolari
inagiiniiimoedotloPonterice,riputare uti' in una lettera a me diretta a'2 novembre
lissime, pregevolissime e preziose le me- 1
857, ed è quella che ha per titolo Sag- :

morie d'antichità pubblicate dal Corner, gio di Bibliografìa storica veneziana


eziandio pel grande e vario uso che si co- del cav, Eimnanuele Antoido Cicogna^
nobbefattodagli studiosi d'ogni erudizio- Venezia dalla tipografia di Gio. batti-
ne; aggiungendo,che singolare fu sempre sta Merlo 1847-1848. Di essa ne die'
e come proprio ornamento della gloriosa erudito e bellissimo ragguaglio il veneto
diluipatriaVeneziajlosludiodellacristia- Gio. Battista ilultìni, a p. 78 didla Gaz-
na pietà e religione, come con meraviglia zetta di Roma del i84q, dove non la-
ampiamente rilevasi dall'opera sullo- sciò di rendere all'infaticabile illustrato-
data. Si consolò finalmente col Corner, re delle cose venete, ed all'estese sue co-
per avere i presidenti del collegio delle gnizioni bibliografiche, quelle grazie che
IX congregazioni, come
procuratoli di ogni veneziano, amante delle cose prege-
lutto il clero di Venezia, già decretato e voli di sua patria, deve tributare a chi
fatto eseguire in onor suo una meda- cousuma un'intera vita di studio a porle
glia. In questa, riportala dalle Noti' in luce, del pari che a que' generosi che
ni VEN VEN
sì fecero incontro a non lieve di «pendio, altra. 4- Fatti storici particolarmente de-
acciò il lavoro per difeltodi pidìblicazione scritti. 5. Governo e osservazioni sopra
iu)n fosse rimasto quasi adatto ìnfi ultiio- di esso. 6. Diplomazia, y. Leggi e scrii-
>ìo. Questi furono i benefìci coniugi, cojite tori intorno ad esse. 8. Milizia. 9. Com-
I5enedelto Valmarana, die fu, largo mece- mercio. I o. Feste sagre e profine, i i Usi .

iiatede'cnllori «le'buoni sludi, e la virtuo- e costumi. 12. l*rose sopra Venezia, i 3.


sa conlessa Lucrezia Mangi Ili (già per le Poesie so[)ra Venezia in generale. 4- Poe- 1

Inscrizioni veneziane, il cav. Cicogna a- siesopra Venezia in particolare. 1 5. Dram-


veva avuto, com' ha, aiuti, onori e con- mi sopra fatti veneti. 6. Roinanzi. 7, Va- 1 i

forti, anche dalla munificenza imperiale rietà storiche. La sessione 3." contiene la
e di altri sovrani, giusti promotori del- storia genealogica e biografica, ed è divisa
le scienze e dell'arti, e di chi le colti- in IO parti: i. Famiglie nobili. 2. Famiglie
va,non che d'altri generosi personaggi). cittadinesche. 3. Blasone. 4- Temi, proto-
Ninno meglio del cav. Cicogna poteva giornali, libri d'oro. 5. Serie de'dogi in
esser convinto della necessità di racco- generale. 6. Serie de'dogi in particolare.
gliere in ordmato complesso le indica- 7. Serie de'cancellieri grandi. 8. Serie de'
zioni delle più interessanti opere riguar- procuratori di s. Marco, g. Vite ed elogi
(Ialiti Venezia. Itidefessaroenle occupato iu generale. IO. Vite ed elogi in partico-
nel rischiarare la patria storia, non si li- lare. La 4-"ti"alla della storia letteraria,
mitò a lamentare il difetto di tale lavo- ed bay parti: [.Letteratura in generale. ajM
ro, ma vi pose mano e ne od'rì i materiali Istruzione pubblica. 3. Accademie e isti^
al momento che si apprestava la Guida tuti letterari e scientifici. 4- Archivi pub-
pegli scenziati raccoltisi in Venezia nel blici e privali. 5. Oi igine della stampa. 6,

1 847? coll'inlendimento filosofico di for- Biblioteche pubbliche e private. 7. Gioì'


nire nozioni sui stragrandi materiali esi- naiì e miscellanee letterarie. Nella 5
stenti a poter comporre una storia univer- comprende la storia di belle arti e aol
sale di Venezia, per guida e giovamen- chità in I i parti: i. Descrizione e Guid
to degli ammiratori di essa. Divise quin- generali della città ed isole. 2. Piante
di l'opera in 6 principali sezioni, lai." vedute della città e isole. 3. Descrizion
delle quali è dedicata alla storia eccle- e (iuide particolari di alcuni luoghi.
siastica e comprende io classi, cioè: i. Belle arti in generale. 5. Pittura e pittn
Chiese venete e torcellane in generale. re. 6. Scultura e sculture. 7. Architelluj
2. Chiese venete e torcellane in partico- ra e architetture. 8. Vite ed elo2;i dia
lare. 3. Sinodi della chiesa veneta e tor- listi in generale. 9. Vite ed elogi di arti
cellana. 4- Discipline generali intorno al sii in particolare, i o. Antichità sagree prò
clero secolaree regolare.5. Discipline par- fané, i 1. Musei e gallerie pubbliche e pri
ticolari speì tanti al clero secolaie e regola- vate. La sezione 6.'^ finalmente si riferi

re. 6. Liturgia in generaleein particolare. scealla storia scientifica. Delie sei par
rj. Isli'ulidi pubblica beneficenza,confia- che la compongono, la i
." riguarda la geo-?

lerniledi divozione ec. 8. Vite e memorie grafia in generale , la "ì.^ la geografia ia


di santijbealie venerabili veneziani.c). San- particolare, la 3." la medicina in genera-
tuari. IO. Sante reliquie. Segue la sezione le, la 4-' la medicina in particolare, la 5."
2." della storia politica e civile. Sw par- i prodotti naturali, e la 6.' abbraccia fi-

li;!. Storici chesciissero perdeci'elo pub- sica, chimica, astronomia e meteorologia.


blico. 2. Storici che scrissero dal princi- SilFdtte divisioni e suddivisioni , logica-
pio della repubblica fino ad una certa e- mente dedotte dall'indole delle materie,
poca, e taluni fino al termine della re- mentre conducevano l'autore a raggiun-
pubblica. 3. Sloiici da un'epoca ad un' gere lo scopo filosofico propostosi, quello
VE Pr VEN 2i5
.
cioè iVi porre innanzi a^li stuiìiosi ma- i «correre per brevi istanti la colossale coni-

teiiali della storia veneta universale, gli pilazione del cav.Cigognn, ne restai tanto
davano agio altresì di attuare l'eccellen- spaventato, da tosto chindcie il volumi-
letra'nielodi bibliografici, cli'èa direl'as- noso libro, rimanendo mollo dubbioso
sociazione dcUordine alfabetico olla di- sull'uso che avrei fatto della n»ia povera
sposizione ragionala de' libri. Il solo in* collezione. Nondimeno, vincendo tale ri-

dice copiosissiuiooccupa 5 pagine e con- I I pugnanza,per più riflessi e precipuamente


tiene i'indicarioni delle nialerie, de'nomi per supplire alla mia brevità, procurerò
e cognomi degli autori. Quesl' immensa itmestarne le nozioni all'opportunità,
raccolta presenta 594^ produzioni rifa- benché in confronto il mio sia adatto na
rentisi al territorio e città di Venezia, al- nulla rispetto all'emporio contenuto nel-
le sue isole e lagime, non che al suo onti- l'opera del laboriosissimo cavaliere, che
co dominio di terra e di u)are, (piasi tutte io non dubito chiamare per le cose vene-
dall'autore vedute ed esaminale! Mentre te faro di luce. D'altronde se io avessi
il celebre Coleti nel suo catalogodellesto- voluto profittarne, col tentare almeno di
rie particolari, civili ed ecclesiàstiche d'I- farne Una scella, avrei certaujente dupli-
j
talia impresso nel 779, registrò per Ve-
I cato quest'articolo che sarebbe riuscitodel
! nezia soli 363 articoli, il cav. Cicogna ne tutto incompatibile colle proporzioni del
[
riporta 1
6g4, coaipresi i modeini lavori resto. Riferirò dunque alla sua volta un
storici. iVon ujeno preziose sono le anno- numerodiscrittorìdellecose ede'fasti ve-
lazioni critiche e filosofiche che correda» neti, civili ed ecclesiastici. Però di nuovo
00 i titoli d'ogni libro. Egli così sve- dichiaro, che quanto dirò io tengo per
lo le glorie, la potenza, la cultura che fé- una goccia d'acqua in confronto al mare
cero splendida Venezia durante la sua m^g^/H/w dell'opera del cav. Cigogna. Or
indipendenza, lo puie per questuarli- io non pretendo né oso neppure in com-
colo hofuimato una raccolta dinoti- pendiodaresinoa'nostri giorni un saggio
zie bibliogiafiche (come amatore di qiie- della storia veneta, cioè della celeberrima
ito prezioso ramo della filologia, anco repubblica e della città, tanto nelle cose
per rispetto al principe degl' italiani fi- urbane che nell' ecclesiastiche, e n>olto
lologi della sua epoca, il gran Cancel- meno descrivere le splendide ricchezze
beri, il quale ne' miei verdi anni amo- artistiche della città che fu già magi-
revolmente sempre uì' insinuava di col- stralraente descritta ed illustrala con in*
tivarlo, quasi presago del bisogno che numerabili opere classiche, in che riten-
ne avrei avuto; non [irevedendo perai- go poche città e nazioni possano starle
tro r angustia de' limili che ora m' iui- del pari. Soltanto m'ingegnerò tracciarne
pediscono liberamente giovarmene, co- il più importante, con indispensabile,
ine rimarcai nel voi. LXXXIl, p. 297), complicata e laboriosa fusione e intessi-
ollre r opere che posseggo. Ma allor- turadi tuttoil più rilevanlealmeno.Tre-
quando il dotto domenicano p. m. Al- pidante quindi per la vastità e molteplice
berlo Guglielmotti, autore d' opere pre- varietà della materia, abbagliato dal-
gialissime, si volle servire di me pel ri- l' incantesimo del suo imponente com-
capìlo dell' encomiata opera del cav. Ci- plesso, prolesto che non è possibile alla
cogua, per uso della rinomala e cospi- mia pochezza raccoglierlo e rannicchiar-
cua biblioteca Casaoatense di Roma, lo in un articolo di Z^/z/'o/jrtr/'o. Coslretlo
della quale è degnissimo bibliotecario, per altro a q^ueslo dal mio dovere, ge-
sebbene allora non rammentassi affai- nialmente, col maggior impegno e con
to la riprodotta in parte analisi del Uuf- predilezione io m'industrierò di servire
fiui, coufesso iugeuuaiueale, che al solo all'arduo e scabroso carico; ma cou tulio
'j.
1 6 V E N YEN
il caiiiloie che
iliciiìnro curi <Jis[)iacere colla facondia della proverbiale grazia
in sostanza, tiaiiiie alcuni argomenti di de' veneziani. Stringo adunque il mio
eccezione, appena dovrò limitaiiui ad dire COMI : se alla franca ed alacre vo*
una rapida inonugrana di lutto quanto Ionia, ed al divolo alTetlo e ammira-
l'ioiponente complesso accennalo in tui- zione che nutro per Venezia e pe'veneli
iiialuia. Perciò
sono dolentissimo di non tutti ; e se all' ampiezza del gigantesco
potere usare che in palle, e neppure di soggetto corrispondesse la capacità mia
tulle le opere riguardanti Venezia da e lo spazio dell'articolo, nutrirei dolce lu-
me possedute. Che
833, per mu- se nel 1 singa di poter entrare ancor io nel novero
nificenza del gioì ioso e venerando Som- de'suoi secondari ma afiettuosi illustra-
mo Pontefice Gregorio XVI, Fui ben fé- tori. JNon potendomi poiditfondere in tut-
licee veramente mi deliziai, nel breve sog- lo,avverto che presso gli scrittori che au.
giorno che feci in cpjesta metropoli, nel- dio ricordando, stanno le prove critiche
l'antniirare il ridente zailìro delle sue delle mie asserzioni. Senza più, se gen- i

acque, il limpido azzurro dello sua mari- tili veneziani mi accorderanno benigne
tia, il seducente e sorprendente cumu- ed indulgente compatimento, in con-
lo di sue bellezze di natura e arte, seb- tinuazione graziosa dell'elargitomi ne
bene rumano abituato al grande ed al lungo svolgere di questa mia opera, il cu
meraviglioso; pure per la potenza dell'im- termine è già prossimo col divino bene'
pressioni allora ricevute nell'animo, que- placito, esultante innalzerò un cantico fé
ste stesse ora mi accrescono il grave li- stivo, fervido e riconoscente di lode, d
mole da cui sono compreso nell'accinger- giubilo e di gloria al loro celeste protei'
mi a laconicamente enumerarle. mede- I loie s. Marco.
simi e molli miei rapporti e relazioni, pas-
sate e presenti, di osservanza, di riveren- § I, Lagune di Venezia, Murazzi, isa
te amoree di sincera inlima amicizia, con Ielle. Strade, Canali, Barche. Jf»
ragguardevoli e rispe'ttabiii veneziani, di prodo alla Piazzella di s. Marco
cui dovrò dire all'occasione alcunché per il Leone alato, .simbolo di s. Man

ummiiazione ed ailetto, aumentano il Evangeiisla e slenvna della repubbli


mio imbarazzo e le mìe giuste apprensio- ca veneziana.
ni, pel contrasto che provo d'osseqino e
di simpatia verso di essi, vagheggiando Le lagune di Venezia, un tempo pa
I .

l'idea di non dispiacer loro, nel provar- ludi Adriane o Atriane, sulle quali abbi»
mi a su[)erare gì' insormontabili osta- ino del co. Silvestri, Jstorica e geogra
coli con ogni sforzo di mia insudicienza. fica descrizione dell' antiche Paludi ^
Se poi ad onta dell' ingenuamente pro- driane, colle notizie delle città antich
testato, alcuno troveià il mio articolo al- d' ^édr io e Gai'tlla, \eaez\alySS, se
quanto prolisso con superficiale confi onto condo Strabone e Vilruvio, erano antica
di altri, non calcolandoli complesso gran- mente molto più estese, giungendo sii
dioso d'un subbictto ridotto in minime verso Padova ed oggi occupano, neU
;

proporzioni; io prego ogni discreto let- Provincie di Venezia e d'Udine, e in pi(


tore a voler riflettere eziandio a'delicati e cola porzione del regno d' llliria, unt^_
doverosi riguardi, che io doveva usare lunghezza di 35 leghe, colla larghezza'*
verso un' illustre metropoli dove si stam- media di 3 leghe. Lunga serie d'isole,
pa sin dal 1840 questa voluminosa mia chiamate Litorale, e generalmente sab-
opera. Questi riguardi e sentimenti do- bionive, domina quasi da per lutto tra
minando il mio grato animo, io vorrei le lagune e il mare, lasciando 5 aperlU'i

esprimerli cou ell'usiuue) cou diguità, e re, difese dull'arliglieria de'forli, 2 detil
,

V EN YEN 217
quali sono praticabili dalle navi grosse ; dolo ancora oscuro oell' antica storia ili
cliiamansi il porto de' Tre Porti, il porto questo stesso bacino e dell'isolelte ond'è
di s. Erasmo, il porto di s. Nicolò, ac- seminato, ovvero perchè aggiungon(i
cessibili alle barche grosse; il porto di maggiori e più chiare notizie intorno
Malaraocco ed il porto di Chìoggia, pe' alle cause ed all' origine delle vicende
quali ponno entrare le grosse; navi, per idrauliche cui anticamente soggiacque ed
quello di Malainocco priucipalmente ancora a' nostri giorni soggiace. Questa
migliore di tutti, da ultimo grandemen> laguna medesima, che in se racchiùde
le migliorato in servigio del commer- e dà stanza singolare ad una città per
cio e della marineria regia. Tutte que- sito unica, la quale non si può dire se sia
ste bocche sono difese da forti castelli più ad ammirarsi nell'eccelse e stupende
e da batterie a fior d' acqua, come lo opere dell'ingegno, o non piuttosto nelle
sono pure gli altri accessi alla laguna pagine della sua storia, nel profondo sa-
dalla partedi terra, a Brondolo ed a Mal- pere e nel consìglio di coloro che l'han-
gliera. Torri di sicurezza nel i.° quarto no creata e scelta a proprio asilo, e che
del corrente secolo furono costruite sul per lunga serie d'età vi tener dominio:
litorale, cosicché e per la sua posizione e questa laguna occupò sempre i riflessi

per queste varie opere di difesa, Vene- del veneziano governo, che dedicò ogni
zia che un tempo stava sicura nella sua cura alla sua conservazione, esssendone
laguna, prima della sua congiunzione prove le seguenti opere. Discorsi di Cri-
al continente mediante la ferrovia, pote- stoforo Sabbadino sopra la Laguna di
va dirsi, e, benché meno, si può dir an- Vcnetia niss. i552. Risposta del Sab-
mon-
cora una delle più forti piazze del badino a tre Scritture separate del ma-
do. Abbiamo, Osservazioni sopra l'al- gnifico fli. Alvise Cor naro che trattano
zamento del /lusso marittimo nelle la- molle cose in questa materia della Zrt-
gune veneziane del conte Giacomo Fi- guna mss. Cinesi' o^era fu slimala de-
liasì, in Treviso dalla tipografìa An- gna di tanto pregio, e di sì manifesta u-
dreola 1826. Il cav. Mulinelli negli An- lilità e importanza, che ricopiata con
nali Urbani di T^enezia^ rende ragione ogni nitidezza, fu collocata nell'archivio
donde provengano l'inondazioni di Ve- segreto della repubblica e le fu postai»
nezia, e ricorda del medesimo Pillasi : fronte un' iscrizione nel iG33. Della La-
Memorie delle procelle che annualmen- guna di Venezia, Trattato di Bernardo
te sogliono regnare nelle maremme ve- Trevisan P. V., Venezia 1760, 1718.
neziane. Si può vedere la Memoria so- Filiasi, Riflessioni sopra la corrente Li-
pra una contro-corrente marina lungo torale del Mediterraneo e dell' Adria-
una parte de' lidi veneti, dell' ingegne- tico. Il mare Adriatico e sua corrente
re Giovanni Casoni, Venezia co'tipi di esaminata, Pensieri deldJ Geminiano
Giuseppe Antonelli i843. Chiama la Montanari, esposti in due lettere al car-
laguna di Venezia bacino estesissimo che dinal Basadonna,i j68. Emilio Campi-
perseveranza degli uomini, op-
l'arte e la lanzi. Memorie sullo stato attuale del-
ponendosi alle tendenze della natura, la Laguna di Fenezia, ivi i838, Vin-
prodigiosamente serbarono; indagata a cenzo di Lucio, Trattato delle correnti
parte a parte nelle varie sue sezioni e in ridotto a chiare e semplici notizie ap-
ogni sito particolare dell'Estuario, pre- plicate alle osservazioni molto utili per
senta ovunque argomento all'ingegnere saper trovare in ogni tempo ed in ogni
ed al filologo di serie osservazioni e di qualunque giorno dell'anno le digeren-
studio,egualmente interessanti, o per- ti direzioni delle correnti per tutta l'in-

chè servono ad illu&Uare qualche aaed- tiera estensione del Golfo Adriatico,
VOL, xc. i5
2i8 VEN VEN
Venezia l 'jqS.r'cnczì'ae le sue Lfjgnnc, ma costanza ella seppe eseguire. Ven-
opera piibblicnta per cura del munici- ne poi negli ultimi tempi il ghiribizzo a
pio, in occasione delia riunione degli taluno di mettere in contingenza i fitti,

scenziali ilaliuui in Venezia l'anno 1847, che diedero occasione alla citala sapiente
co' tipi di Giuseppe Anlonelli. Spar- — determinazione; e vi sarebbe non poco a
se sono le higtnje d' isole, che in segui- dire, chi volesse riportare le molle pia-
to descriverò nel § XV III, come pu- cevolezze che furono gravemente s[)ac-
re di dorsi, di barene, di bassi fondi, di ciate in quelT incontro. Pare nondime-
fondi paludosi, di canali, di fossi; per cui no, che non polendosi negar fede all'espe-,
cull'acque basse diventa diflìcile navigar- rienza de' secoli ed alla quotidiana elo-
le. Sono quindi segnati i canali che alla quenza del fallo, la questione nienteme-
navigazione più servono, col mezzo di no si riducesse che a questo puro que-
pali situati di distanza in distanza. L' e- sito di politica Ha, o non ha da sussiste-
:

sperienza fece conoscere sino da tempi re Venezia? Finalmente la sa[)ienza reg-


remoli agli amministratori della venezia- gilrice decise che ([uesla regina dell' A^
na repubblica, che 1' acque dolci de' fio dria slesse, né 1' avesse a disertai e un^
mi, quali avevano foce nelle lagune re-
i malintesa economia nelle spese che a
cavano due danni quello di portare a-
: tener dalle sue lagune lontani i fiu

rena e limo, per cui quotidianamente si resero necessarie. Che anzi altra gra
slringevasi il lor bacifio considerato giu- diosa opera impresero ed eseguirono-l
stamente in quel tempo la principale for- veneziani a preservazione di queste lor

tezza della città; e quello di corrompere, lagune: dico i famosi Murazzi, di cuj

meschiandosi coll'acque marine, o alme- feci parola ne' voi. XIII, p. loi, XLI
no di menomare le virtìi di queste e la p. 4^9 e dovrò riparlare verso il fìued
bontà dell'aria, facendo luogo alla pro- § XVIII, n, 29, dicendo dell'isola di 1*^
duzione di giunchi e di canne palustri, lestrina, pel mantenimento de' quali
onde poi stagnando 1' acque senza molo lido di Malamocco e di Feicstiina i

e senza vita, colle loro esalazioni a- verno austriaco impiegò |)iù di due mil
vrebbero generato malattie. Di fatto ,
ni di lire. Quella lingua di terra che il ni
molti e molti luoghi abitali, che sorge- re dalle lagune divide, in quel trailo ci
vano sid lembo delle lagune e cbe qui daMalamocco s'inoltra fino verso aCliio,
sarebbe lungo e vano 1' enumerare, ce- già, era talmente indebolita e strema
nobi di frali e di monache, villaggi ed per lo continuo tempestar de' marosi,
anche città, quali Caorle, Aitino, Aqui- far temere che una volta o l'altra sovei
leia, Torcello, ec. scomparvero del tul- chiata e rotta quella barriera, avrebbe
io, più per questo maligno influsso, che mosso contro la città sommergendola_
per etfelto del tempo edace. An)mae- traendola all' ultima rovina. Per ev
slrala perciò da' fatti la repubblica, col lare lanlo danno, la cinsero i veneziail
consiglio de' migliori matematici e me- con muro solidissimo, d'enormi macigo
dici d'Jlalia e fuori, alcuni de' quali e de' tratti dalle montagne dell'Istria, forin
più valenti senqjre teneva a' suoi slipen- lo e munito di scarpe, conlroscai[)e,spr<
dii, come si rileva dalle ricordate ope- ni e coutraiforli della stessa snldissim
re e da altre che poi rammenterò, de- materia, polente sì da sfidare la furibuu
terminava di esiliale dalle lagune i fìu- da ira de' flutti e reggere al dente rodi
tìu tulli, e distornarli con opere idrau- lore del tempo. Scrissero i veneziani si

liihe di mollo ingegno e d' immensa quelle pietre per mano di Nalal dalle Lai
spesa, conducenduli a metter foce in Mia- s\e: Aiisu Uoiiiano, Aere retitelo. Disi»
re; disegno di gran pondo the con soin- ce tale modestia, che i' animo grande h
,

VEN VEN aiy


da essere giusto estiiualur dì se slesso, e notai, parlerò in seguito, ben meritando-
leggereblìesi più voleulieriArdir l tue- : lo per ogni riguardo, non meno per nobil-
ziiino,f eneziaiio Ptcìdio. Se purnou si tà di eddìzi, massime sagri, che per flori-
fosse dovuto dire Peculio Europeo, stan- dezza di commercio, e per indole spiritosa
te die da tulle parli d' Europa, tuttora e vivace d'iudustri abitanti, il Castellanti
barbara e cieca, e dulie più lontane re- crede che 1' isoielle sulle quali è fondala
gioni la probità veneziana aveva trat- la bellissima città,sieDo nate o dal ritirar-
to coir illuminato trallico i denari, ed sidelle marine onde, o dall'insensìbiledi-
erano svegliati ingegni gli antichi ve- vallamentode'monli, emergendo appena
ueziani, veri cattolici sin dall'origine, dal livello delle lagune. JNla per consoli-
e continuatori e legittimi eredi della ro- dare que'dorsi e per ingraudirii,a seconda
tuana, anzi dell'italiana grandezza e ma- del crescer della popolazione e dell'opu-
gnilicenza. Si hanno le ÌÌJemorie i/itor' lenza, fu certo usata un'arte meraviglio-
no Dighe marmoree o AluraZ'
alle sa, d' onde derivò un fondo (|uasi tulio
zi alla Laguna di f'cnezin ed al- , arlilìciale, formato in gran parte di pa-
ia istituzione del Porto-franco^ di De- lizzate robustissime e costosissime, sulle
fendente Sacchi e Giuseppe Sacchi quali sursero poi i più subliud edilizi. \
Milano i38o. Il —
fondo delle lagu- meglio dislinguere le discorse isoielle,
ne varia: breccioso fangoso, urgillo-
, da (juelle che coronano Venezia, priuta
•o. Abbondante è la pesca che vi si fa, di descrivere (|uesle nel § XVlll, riferi-
di pesci squisiti, d'ostriche e d'altri cro- rò altre notizie sull'isolette su cui è fon-
stacei.Vi sono tempi ne' quali scarse es- data, anche per unilà e analogia d'argo-
sendo maree nell'Adriatico, molli
le alle mento.
punii delle lagune rimangono o in lutto '2. in una città come questa, nella quale
od in parte scoperti, lasciando qua e colà fu nece>silà edilìcando, seguire l'irregola-
vedere rialti di verzura da più specie di rità del suolo che olii iva la natura, oche
piante marine coperti. Allora ntollo gas si riusciva a conquistare sopra di essa, nou
carbonico si svolge, e torna pregiudice- poteva conseguirsi un certo ordinamento,
volissiuio alla salute degli abitanti meu né quelle vie diritte e spaziose che s'in-
giovati dalle brezze marine, il suolo ori- contrano in molte città della terrafer-
ginario poi, sul quale Venezia è fonda- ma, e servono di guida nella descrizione
ta, consiste in que'dorsi che lasciarono di esse. Ciò tanto più che da tutte parli
scoperti l'acque e dipendenti dall' allu- accorreva la gente ad angustiarne gli
vioni de' flumi, che nelle lagune, come spazi. A Venezia quindi le strade veie so-
dissi, mettevanu foce e attraversavano no gli stessi canali, colle loro tortuosità,
la città stessa, d' onde le curve del suo al qual proposito narra il Cancellieri,
Canal grande. Il gruppo deli'i>oIette dis- nelle sue Campane, p. c)4> ^^^^ nella i.'
giunte per breve tratto fra loro, e poi riu- mela del secolo XVI Huri il vicentino
iute con ponti e distribuite in varie bor- Gio. Giorgio Capobianco, meraviglioso
gate delle conlrade, col corredo di nobili meccanico,il quale per aver fatto una sin-
e vaghi edifìzi, vennero a poco a poco golare navicella d' argento, che il doge
formando la meravigliosa città. Se nou donò a Solimano li, e per aver insegna-
che oltre a tati isulette, ve ne hanno lo l'arte di lipurgare i canali di Vene-
uiolle seminate con bel disordine in vari zia dall'immondizie,mediante una gratta
punti delle circostanti lagune a far, ana- di ferro, fu liberalo dal bando di morte
li dii'ole ancelle, corteggio alla Signora per aver ucciso un suo nemico in Rialto,
del Mare, come scrisse il fu conte Die- e benelìcato con annua provvisione. L'al-
do memuria. Di esse, come già
d'illustre tre vie esseudo anch'esse tortuosissimi:
220 YEN YEN
per la maggior parte e anguste, non gio- rari a succedere per il grande concorso
vano allo scopo di descrivere la città di persone e di cavalli, in tanta strettezza
ordinalanieiile. Sarà dunque d'uopo, per di canimino, che tulli quelli che si fos-
darne un'idea, balzare da un luogo al* sero avviati per la Merceria, dovessero
l'altro dove ne cliiameranuo gli oggelti lasciate i cavalli ad una ficaia che stava
più ragguardevoli ed importanti. Delle nel campo di s. Salvatore. Giungevano
strade dovrò riparlare nel § XIV. De'ca- eziandio a Venezia lutti i forestieri co'lo-
iiali anche nel progresso dell' articolo, ro cavalli, accolti nelle stalle, di cui non
qui però è da notarsi, che per maggiore mancavano inai gli alberghi. Tale poi era
Mcurezza, ue'tempi in cui la potenza ve- la vaghezza de' veneziani per l'equitazio-
neziana incominciava a palesarsi, ma non ne, the oltre gli splendidi lorneamcnliche
era ancora abbastanza assodata per far- si davano spesso, al modo che dirò nel§
si rispettare, neper avere a sprezzo e re- XVI, n. 5, non
campo, non v'era
v'era
spingere degli attacchi nemici, chiude- piazza ove all'improvviso non si giostras-
vansi con catene i canali. Così ciiiuso e- se, il che pure riferirò in tale § ; onde es-

ra maggior canale da s. Gregorio a s.


il sendo questo arnieggiamentu sorgente di
IMaria Zobenigo, ove terminava un mu- sconci, fu ordinalo che senza il permesso
ragiione, che avea incominciamento ad del maggior consiglio non si potesse ba-
Olivolo, nel declinar del IX secolo co- gordare di sua testa in nessuna parte della
strutto dal doge Pietro Tribuno; e in città. 1:^ per tacere della stalla de'cavalli di]
questo medesimo luogo venne adottalo Michele Steno, doge del 4oo, 1 la più ma-
lo slesso mezzodì riparo anche allora che gnifica e la più bella che allor si fosse ir

i genovesi guerreggiarono sino a Chiog- llalia,edique'6 cavalli d alto pregio, che]


i;ìa, tanto minacciandola repubblica, che manteneva sempre la repubblica per far-
per alcuni giorni il solo possedimento di li montare da chi voleva onorare e di-|
lei si restrinse ad un arido banco di sab- slitiguere, il cav. Mulinelli racconta, che]
bia, come narra il cav. Fabio Mutinel- il lusso de' veneziani pe'cavalli giungeva!
li, Del costume Veneziano. Non sono a sino a vuler dare ad essi ciò che naturai
Venezia cavalli, né vetture, ma bar- aveva lor negalo, tingendoli cioè di uiij

che; che SODO qui il più proprio veicolo bel colore d'arancio mediante una pian-
degli uomini e delle cose. Però quanto a* ta, che si ritraeva da Cipro, ove in co-
cavallì,è intrinseco che io avverta col me- pia germoglia, avente le foglie simili al
desimo Mulinelli, che prima si usavano. (|uelle delia mortella. Me minori erano]
Imperocché, rimasti per buona pezza i le sollecitudini per la loro conservazio-
ponti piani di legno, e le strade, i campi ne. Allora era fre(|ueole,pe'grandi fatliJ
e la piazza senza selcialo, come dirò nel di guerra, il trasporlo de'cavalli oltre-

§ citato,, n. I, si usava a Venezia come mare. S' immaginò di caricarli sulle na-
in qualunque altra città de'cavalli. 1 ma- vi, senza aver uopo degli argani e dellejj

gislrati rccavansi a' loro ullìci a cavallo carrucole per sollevarli, e poscia per il

al tocco della campana chiamata Trot- boccaporto precipitarli nella stiva; ma-
terà, perchè sollecitandoli appunto col novra che non si eifeltua mai senza grave
suonare, li Taceva andare di trotto; e sic- pericolo di percussione in qualche mem-
come ciòavveniva in un'ora, nella quale bro dell' animale, già inquieto e più in-

le strade, in particolare la Merceria, una domilo per trovarsi sospeso e in posizio-


delle principali, come rileverò alla sua ne lauto inusitata. Si servivano adunque !

volta, ridondavano di gente, che incede- di certi navigli piani e larghi delti uscie'
va per le sue l^ccende, così fu stabilito a ri, ippago^ìù, ì'pp agi, cioè porla cavalli,!
risparmio di pericolosi avveuiuieuli,uou du' greci. Avendo questi uu uscio a (ìor
VE N YEN a2r
d'ac<|ua,(lotide venne il nome i\'uscicri, si doie, delle peole e di altre barche in se-
facevano entrar per quello coll'aiulod'nn guito tornerò a tenerne proposito, come
ponte i cavalli, e (joanilo v'erano tutti, descrivendo la famosa Regata, il magni-
con accuratezza caiaf.itnvano l'uscio, che tìcentissimo Bucintoro, e la benedizione
s'imnierneva ilei tulio allorché la nave e sposalizio del mare, nel § X, n. 8, e nel

era piena aaenle carica. In cpiesto modo i


§ XVI, Del resto fondata
n. 3 e n. 5.

veneziani con tutta facilità imbarcarono Venezia in mezzo ad un grande spec-


per Costantinopoli la niunerosa cavalle- chio d'acque marine, ne uscì cillà da uo-
ria de'crociali francesi, i tpiali non aven- mini e non da bestie [cuni civitas no-
do giammai veduto il mare, stupefatti stra sit civitas ho/niuuin et non he-
e numerosi invocavano Dio e i Santi, ver- stìamen, vadat pars ut salicetur j così
sando lagrime nel giorno della partenza, nella parte presa pel generale .selciato),

comesi ha daMichaud, Storia delle Cro- le cui strade furono selciate la prima
riate. Selciate poi alcune strade di maci- volta nel 1252, cominciando dalla Piaz-
gni spianali, e fabbricati i poati di pietra za di s. Marco dove si fece il primo pa-

e con gradini, fu necessità l'abbandona- vimento ex coctis lateribus, che fu poi


re le cavalcature, appigliandosi le perso- messo a (piadri nel i382, e nel 1722
ne di condizione per schivare il fango di di selci. Piimasero bensì anche caval-

<juelle strade non lastricate (come proce- cature, massime di asinelli e muletti
devano le donne, lo dico nel§ XVI, n. 'i), (sulle quali primi padri andavano a
i

alle gondole, delle quali 3 niodeiii olfre consiglio lasciandole intanto al ponte
illodato scrittore, parlandone erudita- dove arrivava la paglia ed il fieno pe-
mente in uno al vocabolo. Ora tra le bar- gli animali, perciò detto della Paglia). In
che alcune servono al movimento per i seguito per altro furono confinate agli
canali e per le lagune; altre per la na- spazi non selciati, ed agli orti litorali e

vigazione anche fuori del porto ma , vigne, finehè furono del tutto tolti, come
presso al lido. Tra le prime si distinguo- dissi; e quindi ciò premesso, siccome
no le gondole^ le peate, \ burchi, i hat- in questa città aperta si può approdare
telli grossi e minuti ; le barchette da fre- in qualunque punto più aggrada, comin-
sco v: da regata; i sandali, gli schifi ec. cierò le mie indicazioni dalla così detta
Tra seconde le peole, bragozzi,
le i i Piazzetta di s. Marco.
burchi arborati, che servono anche al- 3. Pigliando le dimensioni dall'angolo
la navigazione fluviale, rimarchi, i i delle Procuratie nuove, punto in cui la

toppi e barche grosse da pesca. La


le Piazzetta si unisce colla piazza maggio-
più gentde ed allettevole barca da ga- re di s. Marco, di cui forma un brac-
lante e signorile trasporto è la gondola, cio, essa è lunga 96.901 metri, colla lar*
sempre addobbata a nero, ma coperta o ghezza di 4' in 48 metri circa ne' di-
scoperta secondo la stagione. Non è di versi punti. Sorge su d' essa, alla de-
questo luogo parlar della forma di ognu- stra di chi approda, magnifico il palaz-
na di queste barche, ciò che d' altronde zo ducale ; alla sinistra la zecca e l'antica

mi porterebbe fuor di cammino. Dirò so- biblioteca, e pare che ne aprano T in-
lo che naviganti veneziani, sien bar-
i gresso due superbe e monumentali colon-
caiuoli da tragitto o di casada, sieno ne colossali di granito orientale, quivi in-
da burchio o chiozzolti, sono la più spi- nalzate tra il I 72-76, ed altri vuole nel
I

ritosa ed animosa gente che siavi. Che I188 per opera di Nicolò Barattieri di
il canto della Gcrusaleninte liberala un Lombardia, il quale, ingegnosissimo es-
tempo divenne comune a' gondolieri, lo sendo, riuscì neir operazione ch'era ben
riièriiico nel § XVI, n. 3. Ma delle gon- ardua, e pel proiuei so premio qualunque
252 V E N VE N
n chi fos<!C riuscito a compierla, tliman- simbolo del Leone alato, che in una zam-
rlò e volle, per l'amore ohe portava ai pa tiene la spada, nell'altra un libro a-
giunchi di rischio, che fosse dichiarato perto colla epigrafe : Pax libi Marce
(ranco per tuUi i giuochi vietati lo spazio Ei'angelista nicn<!. Da quel tnomeolo i

risultitlo fra le due colonne. Ren sapeva veneziani compiacquero chiamarsi {x-
si

il governo che tali giuochi erano scuoia gli di s. Marco, e la repubblica loro
di bricconeria, e perciò severamente proi- intilolaroiio per antonomasia Repubbli-
biti ; ma per la libertà concessa nel do- ca di s. Marco. Circa la delta epigrafe,
mandare il premio, fu allora accordato, leggo nel Piazza, Emerologio di lloma^
finché SI nocevole uso venne levato da An- al 2 j aprile, giorno di sua lesta (nel qual
drea Grilli doge nel 1023 col sagace espe- giorno la Chiesa celebra lai." Processio-

rendere quel silo infame facen-


«liente di ne delle fjlanie minori delle Rotazioni,
dovi impiccare condannali alla morte,
i come dissi in que' due articoli), che a
indecoroso costume che ce«sò nell'epoca s. Marco, mentre egli celebrava i divini
della t .'dominazione austriaca. IVon devo misteri nella solennità di Pasqua in A-
lacere, che allo stesso doge Grilli, per o- lessandria, i pagani gitlarono una fune
pera del Sansovino, si deve la remozione ni collo, e lo strascinarono con gran vili-

delle botteghe o piuttosto capannucce pendio e loroiento in prigione. Quivi vi-

di legno, collocate intorno alle due gran- sitato da Gesù Cristo, fu salutato colU

di colonne; e cos'i apparve quasi per in- divine parole : Pax libi 3Iarce, E\>niige-
cantesimo, sgombro quel nobile sito, bel- lista mensj da cui si rimase assai conso-
la e decorosa la prospettiva delia Piazzet- lato. Quanto poi l'Angelo gli disse, quasil
ta. Dall'isole dell'Arcipelago furono qui consimili parole, lo riferirò parlando de*
liasfciite le suddette colonne (una ter- gli ordini religiosi introdotti in Venezia,
za peri mare) verso il i 125, a me-
nel nel§X, n. 27. Del Leone come SiniboU

rito del doge Domenico Michieli, quan- (\e\\' Evangelista s.IiIarco,s,vt parlai ne'r<
do nel suo glorioso ritorno da Terra San - lalivi articoli del mio Dizionario. Queste
ta costrinse l'imperatore d'oriente a quadrupede per la sua (orza e maestà fu
rispettar la veneziana bandiera. Su quel- detto il re degli animali, ed il suo simii'f

la verso la zecca, di granito rossiccio, fu lacro marmoieo lo si poneva nel medi«


nell'anno 1829 collocala la statua in evo alle porte de' sagri Templi (P.).
marmo di s. Teodoro d Eraclea (T.) Leone alato di s. Marco fu ornalo anch^
gran martire e comproleltore della cit- col Nimbo intorno alla testa, e narra i|

tà, anzi il suo più antico patrono; ma Cancellieri nel Mercato, che un amJ
secondo il contemporaneo cronacisla Pie- basciafore veneto, interrogato dall' ini^
tro Guilonzaido, rappresenta s. Giorgio. peri a le, ove nascevano leoni di questi
Sull'altra bigia, venne ripristinato nel specie, rispose : nel luogo stesso in cui
1816, l'antico Leone alato, in bronzo stavano l'aquile da due teste! Di que4
L^ yidrio Leon dominntor del mare. sfe ragionai nel voi. XXXIV, p. ir;
Nel 1797 era slato trasportalo a Parigi, LXI I, p. r 20 ed altrove. Il dotto carnai
e collocato in mezzo alla piazza deli'//o'- doleseCostadonijChe fu bibliotecario di si

lel dcs lm>alidcs. Appena i veneziani ac- MichelediMuiano,neirOvve/H'^/3JO'zf .^0>j

quistarono il tesoro del venerando corpo pra nn anlica tavola green, {\\ tal monaj
dell'Evangelisla s. Marco, penetrati di re- stero, presso il p. Calogierà, nella Rac-
ligioso entusiasmo lo acclamarono per colta d'Opuscoli, nel cap. 9: De^
\i'!\\.\i\

niotelloie principale della repubblica; sinibolicJ animali, che rappresentano


indi sopra le monete ed i vessilli quale lo- quattro ss. E^aiìgelitti. Discorrendo df

ro Slemma ed Insegna improntarono il 4 dillerenti animali ornati sul dorso dab


V E N V E N ii3
le nli, e del nimbo intorno al capo, dice: gni a colori, le quali conservano le pri-

n Dee considerarsi come eOelto di so- «ne memorie di quelle fabbriche antiche,
lenne ignoranza quella falsa diceria del e ilello stato della piazza a quel tem-
Tolgo straniero, che scliernisce noi vene- po. Il palazzo divenne successivamente
ziani,perchè formiamo solto la specie di magnifico. Soggiacque a varie vicende
nn leone alato ed ornato col nimbo, il sim- ed incendii, ultimo de'quali fu quello del
bolo ili s. IMarco, ch'è nostro principale 1^77; cui fece mirabile riparo l'architet-

proiettore, giacché per ritoanlichissimo lOj Antonio Da Ponte. Nella ricostru-


della Chiesa veilesida per tutto quel s. E- zione dell' odierno, dice il Cicognara,
vangelista in cotal guisa rappresentato". non rimase d'appartenente all'antichis-
Si potino vedeie, Doering, De alatis simo, se non l'area con molli fonda»
inin<finibit^ npiid veleres, Gothae tyST. menti e con alcuni muri maestri dalla
Jiincker, Disserlnlions sur les dmnitds parte del com detto Rivo di Palazzo in-
ollécs, traci par Jansen. contro alle prigioni. L' attuate palazzo
poi è opera dell' architetto Pietro l!a-

§ II. Palazzo Ducale, Prigioni delle de seggio, aiutato poi da Filippo Calenda-
Piombi e dei Pozzi. Ponte de' Sospiri. rio, opera eseguita nel lato del Molo e
Biblioteca Marciana e Museo. in parte sulla Piazzetta nella prima me-
tà del secolo XIV, e compiuta qua-
I. Il Palazzo ducale, gi'i sede angusta si solto il dogado di Marino Falier, di
de' dogi e della signoria, guarda con un cui il Calendario partecipò alla congiu-
lato sulla Piazzetta, coli' altro sul Molo, ra, e n'ebbe comune l' ultima tragica
col terzo std rivo o canale di Canonica, sorte. Il medesimo Calendario è riputato
col quarto s'appoggia alla Basilica. Po- anche lo scultore di quegli storiati capi-
sto tra levante e ponente, desta soipre- telli, condotti con certa pratica di leggero
sa e meraviglia ail un tempo coli' impo- tocco, mirabili per l'epoca in cui furono
nente sua mole, colla singolarità, ardi- fatti, ma più mirabili per quello che rap-
mento e magnificenza della struttura presentano. N'è specialmente bizzarro il

i ed architettura di stile impropriamen- capitello XI li (cominciando a enume-


j
le appellato gotico (del quale riparlai rarli dalla parte della chiesa), poiché ne-
'
nel volume LXXI, p. i33, LXXIII, p. gli8 suoi comparti olFre altrettante epo-
334), sebbene in gran parte non sia che della vita dell'uomo. E pur degno
né gotica, né romana. Tutte le crona- di sommo studio quello sull'angolo pres-

I
che venete sono d'accordo nel riferire, so la Porla della Carta, scolpito però da
I
che il doge Angelo o Agnello Partecipa- uno della famiglia Bono, dopo il 1426,
I
zio, che regnò dalI'Sio all'S^j, abban- il quale ai padri della patria, che entra-

I
donalo l' antico palazzo tribunizio pres- vano, ricordava la giustizia nel giudizio
i so la chiesa de' ss. Apostoli, uno piìi va- di clemenza in Traia-
Sidoiijone, e la
sto e ornato n'eresse presso la chiesa di s. no che soccorre la vedova, essere fon-
i
Teodoro, nel silo in cui oggi trovasi la dauienti del buon governo. Questo son-
;
chiesa di s. Marco e il palazzo ducale. tuoso eililicio fu coutiimato sullo sles-
t
Vi eresse una cappella ducale con suo so disegno nell'ultimo citato anno, sot-
primicerio e clero, quali poi furono tra-
i to doge Francesco Foscari. Tanto il
il

sferiti ncllallasilica propinqua dopo la sua lato verso il IMolo, di 71 metri e mezzo,

edificazione, cometlirò nel 5 VI, parlan- quanto l' altro sulla Piazzetta di 71 me-
do del suo primicerio e cleio ducale di tri, posano sopra una serie d'arcate, quel-

Marco, nella cui sngi estia v'hanno ar-


ti. lo ili 17 e questo di 16, sostenute da
madi e portelle di noce intarsiate di le- njarmoree robuste colonne, con capitelli
,

224 VEN VEN


d'ornamenti che fissano un'e-
riccliissimi torilievo esprimente il doge Foscari, tanto
poca essenziale per la sloiia delle arti. So- benemerito, che vedevasi sulla stupenda
pra questo I ."corre un 2.° ordine d'ar- poita della Carla. Per essa, sotto am-
chi, che colla loro connessione ed intrec- pio atrio, entrasi in magnifico cortile,
cio formano un fregio traforato e leg- in mezzo al quale farmo bella otoslra
giadro, che circonda tutto l'edificio, so- le sponde magnifiche di due pozzi, fuse
stenuto nell'angolo tra il Molo e la Piaz- in bronzo, e di raro lavoro. Una è del-
zetta da un' unica colonna di meravi- l'Alberghelli, l'altra di Nicolò di Marco
glioso ardire ed effetto in punto di sta- di Comi, il primo de' quali molto bene vi

tica. L'alto muro marmoreo, che al 1° rappresentò de'falli della s. Scriltuia al-
ordine sovrasta è interrotto da ampi fi- lusivi all'acqua. Di opere e prospetti di
neslroni, tra 'quali è da distinguere quel- vario stile è fornito il perimetro di que^

lo maggiore sul Molo, adorno di figure sto cortile, con bassirilievi e statue, per t^

e bassirilievi, e l'altro pur maggiore verso massima parte uscite di mano d'artisti di
]a Piazzetta, egualmente ornalo da mani gran nome. I portici intorno al cortile
maesIre.Non meno di questo, meraviglio- stessofurono aperti in tempi più vicini!
so è il prospetto del Palazzo, che guarda da Antonio di Pietro di Ciltadella, coii|
sul rivOjlutlodi pietra vi va, egregiamente dotto da Alessandro Monopola. Nelli
immaginato ed ornato dagli architetti e facciata dell' orologio vi sono 6 statua
scultori Antonio Riccioed Antonio Scar- antiche. Alla sinistra è dì gran meri]
pagnino, lungo 344 piedi veneti. Ar- to l' inferiore che si pensa rappresenl
duo travaglio sarebbe l'enumerare con tare Marc' Aurelio ; quella che le sol
minuti particolari le parti interne di vrasta sembra esprimere Cicerone. Li
questo mirabile edificio, con inenarra- 3 ali' altra parte sono divinità pagai
bile profusione colmato di nobilissimi ne, di greco lavoro, e lai.* è sopra luti
ornamenti d' ogni natura, dove 1' arti, te bellissima. La statua del duca d' Uri
dall' opulenza chiamate a gareggiare bino Francesco M.* I dalla Rovere è
fecero mostra di tutta loro possanza. pera del Bandini. Delle 2 statue, d'anlicJ
1 piti sublimi ingegni quivi fecero lo- lavoro, che le sono a'iati, quella di donni
ro prove, si che lo spettatore intelli- rappresentaMarciana sorella dell'imperi
gente, sbalordito da tanta copia di mira- tore Traiano. La facciata innanzi la grai
coli dell'arte, rimane compreso da stu- descala è singolare lavoro del XV secoU
pore, né sa credere a'propri occhi. Al pa- Le statue di Adamo
ed Eva, d'Anioni*
lazzo dà adito la maestosa porla princi- Rizzo, non ponno lodarsi, che per 1' eli
pale della della Carta (per le suppliche cui furono scolpite. La magnifica facciati
e memoriali con cui si entrava, o che della scala fu condotta da Antonio Rie]
entrando per quella si facevano scrive- ciò, ducando Agostino Barbarigo. Mal
re da chi solto portici del Cortile te-
i gnifica è la scala de'(iiganti,che mette
neva banchetto per servizio dei ricorren- I. "piano del palazzo; formala di marir
ti, o meglio da'bandi e dalle carte pub- con finissimo lavoro, cui mirabili groli

bliche che su vi si affiggeva), di gusto teschi furono intagliati da Domenico


pur gotico, di forma piramidale, ricchis- Bernardino da Mantova e da altri insigf
sima d' arabeschi, con allegoriche figu- scultori ; ha in cima le statue giganteschi
re, e di buone statue, opera di Mastro da cui prese il nome, esprimenti Marte
Bartolomeo Bono, eseguita nel 1439, ed Nettuno, opere di Jacopo Sausovino.Alla
assai lodata dal cav. Cicognara. Noterò, sommità di questa rinomata scala face^
che nel § XVIlI,n. 7, deploro con Mu- vasi in tempo della repubblica la solenni
stoxidi, la barbara demolizione dell' al- ceremonia dell'iocoi'ouazioae de 'dogi. —ij'
VEN VEN 22?
E<sa melle nel corridore ornato del gra- Paolo Veronese, quadro ritornato da Pa-
xiosis<*imo lavoro del Vittoria, che ricorda ri:^i,è opera che brilla di tutto il genio del

In venula aVeneziad'EnricolM rediFran- suo autore e che sembra non temere se-
ciii. Il corridore poi gira intorno a'due Iati verità di esami. Le Divinità a fi esco sono
interni del cortile; mette ai locali del i.° del Montemezzano: le sculture del gran
piano, ed è ornato ai presenteda una serie cammino a padiglione sono dell'Aspetti:
(li busti ed iscrizioni in marmo degli uo* le figure allegoriche sopra la porta, del Vit-
mini più celebri di Venezia, che daran- toria. Nel solHlto è di Paolo la Venezia in

no un giorno al palazzo l' idea di Vene- trono: le 4 Virtù, mi chiaroscuri azzurri,

to Piuitheon. Per poi procedere al 2.° pia- sono di Sebastiano Rizzi. — La bella e ma-
no è da salire la Scala d'oro, giustamen- gnifica sala del Collegio^ fu così appella-
te coM intitolata per la magnificenza di ta dai supremo magistrato di tal nome
sue decorazioni dirette dal Sansovino ed che ivi sedeva, il quale componeasi del
eseguite da'piìi chiari artisti di rpiel tem- doge, de' savi grandi, de' savi di terra-
po. Nell'ingresso di questa .nobile sca- ferma e degli ordini, e dei tre capi della
la, le statue d' Atlante e di Ercole sono quarantia criminale. In essa sala si ac-
dell' Aspetti. I delicati e ben comparti- coglievano gli ambasciatori, e da di qua
li stucchi sono del Vittoria, ed i piccoli passavano al senato le cose di più rilie-
dipioti simbolici condotti dal Franco, vo. Quivi J. Tintorelto dipinse il qua-
lro|)poabbisognarono del ristoro del No- dro colle Sponsalizie di s. Caterina, va-
delli. Nel pianerottolo della 2/ branca di rii Santi e il doge Donalo; l'altro quadro

questa scala il Segala fece le statue del- con Maria Vergine, parecchi Santi e il
l'Abbondanza e della Carità. Asceso «pje- doge da Ponte ; chiaroscuri intorno l'o-
i

sto 2." ramo, si entra nelle magnifiche rologio, e il quadro col Redentore ado-
stanze, nelle quali già sedeva il gabinet- rato dal doge Mocenigo e vari Santi. Nel
to della repubblica. Ora tutto questo quadro sopra il trono Paolo Verone-
compartimento è addetto all'i, r. Istituto se rappresentò da suo pari il Salvatore,
di scienze, lettere ed arti, tranne alcune Venezia, Fede, ed Angeli che recano
la

stanze che S. A. 1. R. l' Arciduca gover- palme a Sebastiano Venier, vincitore al-
natore generale ha riservato a suo uso e le Curzolari nel giorno di s. Giustina,
specialmente per le pubbliche utlienze. come anco le sue figure laterali ed i

11 primo quindi che s'incontra è un salot- chiaroscuri intorno il meraviglioso cam-


to, il cui soUìttodipinseJacopoTinloretlo. mino. Carlelto, figlio di Paolo, vi di-
Nel mezzo vi è la Giustizia personificata, pinse Venezia scellrata, ed il vicino chia-
che dà al doge Friuli spada e bilancia. Ne' roscuro. Il quadro, sopra la porta, col
4 comparti, a fìnto bronzo dorato, egli doge Gritti innanzi a Maria Vergiiie tra
rappresentò fatti storici, e negli angoli le parecchi Santi, e le due ligure laterali so-
Stagioni sotto le immagini di ptiitini. no' del Tintoretto. Il grandioso e nobile
\J A ali- Collegio fu tutto cos'i ridotto dal- sofTilto, concepito da Antonio da Ponte,
l' architetto Vincenzo Scamozzi. I
4 qua- è tutto, col suo fregio, dipinto da Paolo,
dri laterali alle porte si dipinsero da J. 1 3 maggiori comparti olirono Venezia
Tintoretto, il quale vi rappresentò la fu- potente in mare ed in terra; Venezia che
cina di Vulcano; Arianna coronata da onora la Religione cattolica ; Venezia
Veneredi stelle, e Dacco; Pallade.che cac- che amica della Pace, non teme la Guer-
ciaMarte fra la letizia della Pace e del- ra. — La Sala della del Pregarli era così
l'Abbondanza, e Mercurio con le Grazie. chiamata perchè senatori venivano pre-i

Il ritorno di Giacobbe a Canaara è lodato gati ad intervenirvi, equi il senato racco-


lavoro di Jacopo Cassano: 1' Europa^ di glievasi, e si trattava della pace e della

2^G VEN VE N
guerra. Dessa pure va ricca di buoni di- delSansovino sull'altare disegnalo dallo
i)iiiti.lli.''<]Ui»(Iro alla (li'stra,con s. Loren- Scamozzi. —
Di qui si passa ad una scalet-
zo Giustiniani, è vij^oroso lavoro di Mar- ta. tiovesi ammira, stupenda per carattere
fo Vecellio, com'è credulo coninnemente. ed espressione, la figura di S.Cristoforo;
La vicina lìgnra di Tolomeo bellissima, forse l'unico dipinto a fresco che resti in-
è dipinta da Jacopo Palma, Il quadro col tatto diTiziano a Venezia. — La Sala del-
morto Salvatore, vari Santi , e i dogi le quattro porle fu ridotta d'Andrea Pal-
I^ando e Trevisano, non die ledue mi- ladio, come si vede. Il quadro della Fede
rabili ligure laterali h chiaioscuro, sono con s. Marco che la guarda, e doge Gri- il

di Tinlorelto. I due sottoposti cliiaro- mani, è opera celebralissima di Tiziano,


scuri con Cicerone che disputa, e Demo- la quale fu riportata di Francia. M. Ve-
stene die riceve la corona, sono prestanlis- cellio vi fece ledue figure laterali d'un
Rimo lavoro di G. Domenico Tiepolo. Al- profeta e d' un
Le 3 statue sopra
alfiere.

l'altra parte, Palma il giovine fece la fi- la porta sono del Castelli. Il quadro ap-

gura a chiaroscuro ed seguenti quadri, i presso colla battaglia, per cui Verona fu
III. "col doge Veniei-, davanti Venezia re- da'veneli liberata contro il general Pic-
j^ina; il 3." col dogo Cicogna, che salvò cinino, è spiritoso elizianesco lavoro del
Candia da'turchi, davanti il Redentore; cav. Contarini. Il (|uadro che gli è di fac-
-il3." col doge l^oredan, che ruppe la le- cia, col doge Marino Gricnani, che riceve
ga diCanibray. Ilqnndro collo stesso do- 4 andjascialori di Persia, fu dipinto da
ge Loredan, davanti all-i Verginee a'San- Gabriele Caliari. Le 3 statue allegori-
li, è di J.Tintoretlo, autore eziandio delia che sopra la porta, sono del Campagna.
vicina figura a chiaroscuro, esprimente Fra le due porte è opera diligente di An-
In Pace. Il Palma giovmedue fi- fece le drea Vicentino il quadro con Enrico III
gure laterali alla porta, e il quadro so- redi Francia, incontrato al Lillo dal do-
vrapposto co'due dogi Priuli, che vi ado- ge Mocenigo, d d patriarca Trevisan e
rano il Salvatore, Nel solFitlo M. Ve- da' magistrati. L' arco lo disegnò An-
cellio fece l'ovato presso la pbrta colla drea Palladio. Le 3 statue sulla porta so-
Zecca operosa, e le due figure simboli- no del Vittoria. quadro col doge, cheIl

che negli angoli : J. Tuitoretlo fece Ve- accoglie ambasciatori di Norimberga è


nezia nel mezzo presentata da varie dei- di Carlo e di Gabriele Caliari. 11 quadro

tà.Andrea Vicentino flipinse Ciclopi i che gli è dirimpeltocol pio doge Marino
osservali da Venere all'incudine, eque' Grimani innanzi a Maria Vergine e San-
soldati negli angoli: Antonio Vassillacchi ti, lo dipinse il cav. Contarini, e meritò
di Milo dello l'Aliense, il Doge fra'consi- che i francesi lo recassero a Parigi. Le 3
glieri, e le due figure degli angoli: Do- statue sulla vicina porta, sono di Giulio
lobella, la Eucaristia, lavoro pregevole: D d Moro. Nel sollitto, compartito pur
J. Tintorello le due figure agli angoli, questo ila Palladio , ornato di stucchi

cioè la Viriti e la Verità. Il fregio è del- del Bombarda e di altri scultori, con in-

l'Aliense. NeW Àntìchiesettawì 3 com- venzioni di Francesco Sausovino, figlio

parti si vede il modello che die' il llizzi di Jacopo,vi hanno opere di J. Tintoret-

per un njnsaico della facciata di s. Mar- to, masi tormentate da ristauri,che mette]
co; poi due quadri con 4 Santi, di J. Tin- pietà guardarle,al diredel Moschini,di cui
torello; ed i profiinatori cacciati dal Tem- sono i giudizi che vado riferendo. Lai —
pio, di bonificio, (juadro ciie solo hasle- Stanza del Consiglio de' D^eci, così nomi-
rebbe all'immorlalilà del dipintore, per nala dal consiglio de' io membri, che venii
la composizione, lo spirito, il lalore e la vano eletti ogni anno dal Maggior Consi»
prospettiva. —
LaChiesctla ha uu gruppo glio, i quali uniti al dc^e ed a'6 consiglieri
VEN VEN i-y.'j

pnnivnnn 1 (IdiUi (li sinto, e vigllnvnnn 1.1 fori (Vegga*! il Pa/dzzn Durale illu-

coiulolla (le'patiizi, li:t 3(]nnilii. L' Ado- s/rnfo da F. Zanotlo, opcia i\n^<\ i^inn-

ra/.ionede'iMagi.èbeiroperndeir.Mieiise; la al suo leiniine, co' ti[)i dcirAntonel-


ilclogt'Zinni.vincilnrtnliFeil«MÌr<>n]nrl)a- li). — Di qoi si passa alla Slmiza dc-
ro«sa iiii[ieraloie,incoii(ra»(Mlal'iipaAles- gì' Inquisitori fìi stnln^ i quali si oc-
saiitlro Ili, è hell'opeia di Leari<lio Das- ciipavano di tnUo e di tulli in relazione

sano, che vi lasciò. c«>me soleva di freqtieii- n cose di sialo. E di qua appunto, per
le, il proprio i ili atto neila (Iguia vestila a una scaletta ristretta e oscura si ascende-
bianco con l'ombrello: Papa Clemente va ai Inog^ii chiamali i P/r)«?A/ dalla co-

\ll e Carlo V imperatore, (piali ferma- i perla c.steiiore del letto. Poco lunga so-
no in r»ologna la pace d'Italia, è opera no le i9<7/(', che si dicevano dell' Jrmi
ili IMarco Veceliio. Nel sollillo, ricchissi.- del consiglio dei Dieci. Di queste stan-
ino inven/ione del patriarca d'Aqnileia za una fu carcere, come si ricava da due
Diinieienarl)aro,loZeIolli dipinge verso le iscrizioni, d'un Luchino dì Cremona nel
iiiiesire l'ovato conGianoeCiiu.none, ed il 1/17^) ^ *'"" Cristofoio Frangipane nel
quadnl«ingoconVene'/ia,cheosserva[\Jar- 1028. Finalmente airivajidoal salotto
le e NelliuK," Ponchino dello il Uasaico
: d'ingresso,si vede il busto dei doge Ve-

coloriil Nettnnoliraloda cavalli,el\leicu- nier, scultura del Vittoria. Ttilte le testé


fio parlanteallai^aceiPaololece il Vecchio ilescritle stanze e sale appartengono co-
seduto presso di bella donna, e fors'anche me ho dello all'lstiluto, ed a S. A. I. K.
Venere, che con ritorte e rotte calcne in 2. Da questa parie poi discendevasi una
mano guarda al cielo. Inoli re loZcIoUi e- volta alle fumose carceri che /'o:-z"si dice-
segu'i l'ullimo ovatocon Venezia sceltrata vano, angusti luoghi e senza luce;i(]uali
sopra Leone,opera che alcuni attribuirò-
il ora non si possono visitare che prendendo
DO allo slesso Paolo: chiaroscuri sono i una diversa strada o direzione. Di queste
dei niedesioji pittori; il fregiodeiputliniè famose prigioni criminali sì disse e stani-
clelZeloUi. — Il vicino luogo. detto la />«v- pò tanto, eh' è indispensabile far sosta
.yo/rt per una bussola ivi esistente, ha di fac- per darne un'idea col eh. cav. Mulinelli,
un quadro di Al. Veceliio,
eia alle (inerire Annali Urbani dì f''enezi<7 .yi. 0.^1 e seg.
con Maria Veigine e s. Marco che assiste e 4c)2. —
Le prigioni in Venezia, d'odiosa
ni doge Donalo: gli ailri tlue quadri colle rinomanza, allora dette prigioni forti ed
riedizioni dì Urescia e Bergamo sono del- orbe, e ne'iempi a noi piti vicini, Piombi
l'Aliense. Nel sodino i chiaroscuri e Irion- e Porz?. cominciando dalle forti e da*
fi, e so[)ra il focolare le due Faine, sono /-'/ow/;/, stando esse nella sotnniilà dell'e-
(h Manca il pezzo centrale, che
Paolo. dilìciodel paliiZ7.oducale,'ii potevano
cnu-
esprimeva s. Marco in gloria, rimasto in siderarecome una vedetta, cioè il più alto
Francia, dopo le depredazioni accadute luogo d'una rocca fabbricala sopra d'un
nell'anno 1797. La Stanza sttprc- — colle. Furono nominate P/c>'»/>/ per essere
via de Capì del consiglio de' Dieci, i sollo il letto del palazzo, il quale essen-
qtialì proponevano gli argomenti che si ilo coperto prima di rame, lo fu poi nel
aveaiio a trattare in senato, ha tutto pao- i6o5 di lamine di piondjo. lùano celle
jesco il soihtto. Il maestro slesso Ca- costruite di doppii tavoloni. Quattro sole
liari vi dipinse un Angelo che caccia al- segrete slavano in esse, bastantemente
coni vizi turpissimi. Zelotti fece il coni- spaziose ed alta, e di panconi di larice in-
parto simbolico verso la porla : Paolo, e tavolale, di cui ora pot^hissime tracce ri-
non Bassano come dicono alcuni, ese-
il mangono. Dìì un elevato .ihbaino situato
gni quello che corrisponde diagonalmen- nel corridoio, penetrava nella i
.'^
a spiz-
le. De' restanti dipinti sono ignoti ijli au- zico la luce per una ferrata, di cui ogiui-
27.8 YEN YEN
Ili! aiicliiva munita; al contrario nellese- le a vicenda lì confinassero, senza che
tonde, tiovaiidosi ogni ferrala di ri ni pet- altri potesse conoscere le loro delibera-
to od una finestra del corridoio che ver- zioni, né chi vi stasse rinchiuso. Queste
so ìi mare guardava, il prigioniero, oltre ultime prigioni, o Pozzi, erano situate a
di godere, il lieneficio dell'aria e d'uno livello del prossimo canale, e della con-
splendore abbondante, poteva scorgere tigua corte del palazzo. Tali erano, e non
lungo tratto delia città, e nella canicola quanto la menzogna e la calunnia spacciò,
respirare il fresco venticello, che periodi- giungendo a dire che Poz;zi erano buche i

rainenle dalla marina sul nìe^iggio sno- pioCoiidissime sotto un canale scavate.E'
Je temperare le molestie del caldo. Per- soltanto popolare tradizione che la prigio-
ciò l'inglese Howard nella sua rinoma- ne de'Pozzr, oltre conosciuti due piani,
i

ta opera sidle P/vg/o/j/, dichiara falsa la ne avesse un 3." inferiore, il quale se si


comune credenza, che per essere le cel- ammette, avrebbe corrisposto circa al li<
le sotto il tetto coperto di piombo, i vello della sotto-confessione di s. Marco,
prigionieri solFrissero nell'estate un cai* e perciò non mai sarebbe stalo sotto ac-
doeccessivo; loche attestaronoposcia co- qua, poiché quella si ulliziòsino al i6o4,
loro che vi finono ritentili, e per la pura e trapelatavi l'acqua, pel progressivo in-
verità. Usava il prigioniere vesti e utensili nalzamento del mare, venne abbando-
propri, tranne i taglienli ; si cibava a pia- nata, come alla sua volta dirò nel § V,
cere, e in diliitiodi possibilità, il gover- insieme alla sua rimozione. Certo è che
no con assegnamento somministrava il visitando i Pozzi l'umanità s'inorridi-
bisognevole. Poteva leggere, non iscri- sce e conturba, come provai anch' io nel
vere, non tener lume acceso. In std fu* visitarli, pensando alla misera sorte di chi
dell'alba, il carceriere nettava le segre- vi gemè prigioniero. In uno stretto cor-
te, aprendole colle chiavi, che riceveva ridoio a 3 svòlte, fortificato di marmo
dagl' inquisilori di stato, cui subito ri- per rendere inutile ogni tentativo di fuga,
consegnava. Può dirsi che l'esagerato ar- vedonsi le porte di g segrete, con piccolo
cano facesse spaventose quelle carceri, spiracolo ciascuna nel muro, e talmente
dove la pena maggiore erano la solitudi- basse,che per entrarvi fa d'uopo andar car-
ne e l'incertezza della durata e dell'esito. pone. Fra queste segrete una sola ha nella
E qui lo storico ricorda il rarissimo li- f.iccia,che all'andito risponde, una ferra-
Ino Histoire de. tua fuile dcs prisons
: ta, e vuoisi che da quella il carnefice at-
de la répnhlique de f^enise, quon ap- tortigliasse al collo del paziente la fatale
pelle leu Ploinbs, écrile a Dax en Bo' matassa, che dovea privarlodivita.e per-
liénic l' année 1787. Leipzig, 1788. ciò considerata stanza destinala al tor-
Scese poi due brevi scale, si trovavano mento, indi per una scala di 6 gl'adi, 1

le stanze de' Capi de' Dieci, e quelle de- ancora scendendo, altre q segrete si tro-
gl' inquisitori, nel cui andito principia- vano in un corridoio simile al f.°; ma
va altra iiiteina angustissima scala, quasi colà più fittesi fauno le tenebre, più gra-
])ui;i, che direttanienie metteva alle pri- ve I' aria, più spaventoso il silenzio. Così
gioni, o carnei otti detti orbi o Pozzi, re- il prigioniero slava nel centro della mai
candosi alle quali gl'incolpati erano com- guilicenza d' un signorile palazzo e nel
presi da terrore. Veniva dunque da ciò cuore d'una città popolosa,che godeva ni
che i Dieci e gl'Inquisitori quasi nel cen- [)iacerie nell'opulenza (come inallri lu(
tro delle carceri stesse con aspetto seve- ghi, e tuttora in Fellelri, e lo deplorai il

rissimo sedessero, e che per quelle scale queir articolo). Un raggio solo di luce
segretissime venissero innanzi a loro i un povero solilo d' aere puro e leggero
detenuti; e nelle forti e nell'orbe segre- uou calava mai U ravvivarlo, e iu quc
YEN YEN 22<)

silenzio inviolato l'unico suono rlie gli sotto il lago. Era essa di fatto ben lon-

giungesse, ed a stento, all' oieccliio, era tana dall' orridezza u uu carcere , che
quello della voga del gondoliere, che n Messina, fior di città, usavasi ancora
tragittava per il vicino canale, e il fre» nel 12.° anno del corrente secolo , che
mito de'niarosi quaudu nella furia tlella tulio all'intorno circondato essendo dal-
bufera irati cozzavano venti. Passa* i le acque, e da suolo aspro di sassi, era
vano intanto giorni. passavano gli anni.
i poi cos'i basso e sii etto, che i piigiouieri
Ignari del destino di lui, gli orfanelli H- né slare in piedi, uè giacere alla distesa
gliuolini colla vedova madre piangevanlo potevano. Dicasi pertanto che in fama di
come estinto, e pace gli pregavano; ma crudeltà ed orrore le veneziane prigioni
egli , die a colmo della sciagura avea de' Piombi e deTo:z/ salirono per opera
pur sempre innanzi agli occhi la cara solo di quegli uomini, quali da più an-
i

ioimagine della donna e de figli , traeva ni co'paliboli, colle mannaie e colla mor-
ancora una vita ben più di morte peg- te addimesticatisi, nel 1 797 s'insignoriro-
giore, e incanutiva nella miseria. \ e- no dell' inerme e già tradita Venezia, e
donsi di panconi grossi di larice intavola* un vessillo bellaido piantandovi di sedi-
te quelle segrete (sussistono ancora due cente libertà e d' uguaglianza, osarono,
pezzi di marmo a uso di letto col tavo- dimentichi dell' uccisioni loro di Versa-
lato), alle, lunghe e larghe quanto il bi- glia, de'Carmelilani, dell'Abbadia e degli
sogno, e lòrse più., e sulle pareti scorgon- annegamenti di INantes, e ciechi tanto
si non poche iscrizioni (cui riporta lo sles- da non veder se stessi che tutti andava-
so accurato cav. Mutinelii), parte falle no sanguinosi, e di scelleratissime ope-
colla matita, o col carbone, parte incìse re contaminali, osarono rinfacciare alla
con qualche ferro. La più antica data è vecchia repubblica, la quale già più non
del 1576, la meno del lygS. Consisto- era, crimini esecrandi, e senza sceve-
no in nomi e cognomi, e patria, de'delin* rar tempi da tempi, di tirannide e di
quenti; talune con sentenze in versi di gra- barbarie accagionarla. Alcuni veneziani,
vi avvertimenti pel vivere. Uno scrisse, o perchè parteggiassero co'nuovi venuti,
starvi a tutto torlo; altro postovi ingiu- o perchè da loro le molte e grandi cose
stissimamente. Tali iscrizioni non escludo- sperassero, eco facevano all'ingiuste ac-
no l'idea, che al prigioniero si concedesse cusazioni, ed a'P/owiii ed a'Pozzi accor-
talvolta il suffragio d'una lampada. Pur rendo, ne atterravano gli usci, le segre-
quella carcere, la più rigorosa fra tulle, te niancmeltevanOj ogni canto più re-
era certamente milissima in ragiont: de condilo ne guastavano,ed abbenchè vitti-
tempi, e in coiifionto di quelle degli altri me, carcami e tormenti non vi trovasse-
stali italiani. Certo più nule, e ben diver- ro, pure per estremo di rabbia vi afKg-
sa dalla Torre degli Anziani di Pisa, da gevano, odiafiìggervi intendevano, que-
quella di Baradello, e da quante altre sto soprascritlo; =z= Prigioni della bar-
sotterranee segrete aveanvì allora entro barie aristocratica triumvùale demolite
le n)uia scellerate de' castelli di coloio dalla Municipalità provvisoria di Vene-
che da tiranni straziavano l' Italia. Più zia, l'anno 1." della libertà italiana. ::=::;

mite del carcere di Bunivardo situato Anche nel celebre racconto storico scritto
sotto r acque del Lemano, che più spa- dall'aurea penna del p. A. Bresciani, C-
ventoso del vero nella sua Prigione di haldo ed Irene, vi è un paragrafo inti-
Chillon descrisse Dyron; mentre tale pri- tolato: / Pozzi del Palazzo Ducale, e
gione di Chillon sopraslava alle onde, poiché riguarda più propriamente la ca-
che Simond nel suo Viaggio in S\>izze- duta della repubblica, più avanti ne fa-
ra, avea amalo che piuttosto stala fosse lò parola, cioè nel ilue del § XIX. —
23o V E i\ VEiV
Tuiiiniido ndesso ul nostro proposito, le greci, latini, italiani ed orientali; di che le
piil>l>lii'lie piìgìoni stavano sotto il pa- si reseio benemeriti , oltre i fondi tlello
l;èZ7(> (lucilie, iuli' anj^olo verso il ponte stato pe'moderni accpusli d'incremento,
tleila Paglia, ma dopo 1' incendio avve- il celebre cardinal liessarione, e i patrizi
iiulo nel palazzo neli577, ^*'C"<Jt) il go- Farsetti, Giustiniani, Ilecanati , Zulian
verno slivbililo di trasferirle di là dal nvo iSani, IMolin, ed eziandio il suo illustri
che scorre lungo esso [ìalazzo, nel iSHg bibliotecario Jacopo Morelli prete ven(
coaiiuciò a fabbricarle dove tuttora so- lo, denominato \\ principe de biblioteca
no e descrissi nel § XII, n. i, congiun- ricome eccellente bibliografo, e di cui at
ijendole al palazzo col Ponte dt Sospi- biamo Della pubblica Libreria di
:

ri, |)onle coperto che accavalca il rivo, Marco in Venezia, dissertazione stori
mirabile per la sua ardila, soliilissiaia ca, Venezia lyyS, presso Antonio Zalti
e ornala marmorea costruzione ali' ele- Egli parla della biblioteca primaria di V<
vala altezza dell'ultimo piano delle pri- nezia detta di s. Marco e perciò Marcili
gioni medesime. Internamente è diviso na, quando stava nell'edifìzio suo che diri

tla due corridoi con separati ingressi. Es- poi, e da dove nel i 8 (2 fu trasferita nel
so fu sempre nominalo, d'allora io poi, il le stanze ducali, di cui vado discorrendo
Ponte (le So''plri, perchè griucol[)ati ed La dissertazione, piena di bella erudizi^
i erano per tal ponte condotti sospi-
rei ne, fa mostra della molta diligenza usut
lamio od a cosliluirsi o ad udire la io- dall'autore nello svolgerne accuralamei
io seuleoza. Quivi cpiell' alto e strano te l'origine ed i progressi ; rimarcand(
ingegno del IJyron una parte de'
scrisse che per la rarità ile'codici suoi, è una tra le
suoi versi co' quali compose il 4-° Can- celeberrime d'Europa, il grande aretino
io del suo Pdle.grinn^gio. Mentre poi Petrarca, ristoratore delle belle lettere la-
delle prigioni venete dovrò parlar nuo- tine e italiane, come del buon gusto (ih
vamente ne' luoghi citati, a difesa del loijico, l'incominciò neh 36o colla dona
saggio governo della nobilissima repub- zione da lui fatta alla re[)ubblica vent
l)lica ; noterò col Corner, che aventlo nel la di tutti ì suoi preziosi libri, sebbei^
secolo Xlll il doge Pietro Ziani eretto tale generosa disposizione per van igne
nel palazzo ducale la cappella di s. iNi- li accidenti non ebbe luogo che in una m|
«:olò, fu in seguito ilecorata di spiritua- nima parte. Laonde al dottissimo grec
]i indulgenze da Urbano V, a favore cardinal Bessarione (che in tanti luoghT'
«Ji chi vigilandola avesse souiuiinislralu celebrai), si deve propriamente la lode
limosine in soccorso de carcerati custo- d esserne stalo il fondatore; mentre altri
diti nel inedesiuio palazzo ducale. Ma ne limitano la gloria ad averla notabil-
basti di queste tetre memorie, e tornia- mente aumentata nel i46o, ed altri sog-
mo a ricreare lo spirilo con quelle del- giungono che nel i46B le donò pure <)oo
l'arti belle e delle scienze. codici greci in nome di Giovanni Paleo-
3. La Sala del maggior Consiglio, logo. Allerma il Morelli, che il cardinale
lira Biblioteca Marciana tanlo rinomala le donò I' ampia escelliasima raccolta di
(lunga piedi veneti 54 e larga ^4? "^"^
i libri e di ms>. hommamenle loriche posse-
conc(jrreva chiunque aveva veste palri- deva, per essere la portentosa arte della
7Ìa, e ove si eleggevano i magistrati, e si stampa da poco tempo inventala. A dispor-
thspensavano gli ullizi), è d'una ricchezza li in buon ordine fu invitato nel seguente
ihe sorprende insino dal [)rimo ingresso. .secolo dal senato il Sansovino, ed egli die'

Divenne biblioteca e museo nei len)|)odel il celebre edilizio che la custo-


disc'iino del
D
legno d'ilalia. E ricca tli oltre loo,000 di sino agli accennali primi anni del secolo
volumi, e di 5oou e più codici e mss. corrente, per servire di pubblica bibiiolc-

I
YEN YEN 23 1

ca. Mollo fti aniccliila in seguilo di codi- cuiò la conservazione e l'aumento della
ci aulicamente apparleneiili alla bibliote- biblioteca, anche colle numerose colle-

ca d'Aquiieia, e ili altri pezzi mollo rari, zioni dell'encomiato Morelli, oltie da i

raccolti e procurali ila varie parli. Dell'an- lui donali, della Zeniana della Dome- ,

tichissiiuo codice ilei Vangelo di s. Mar- nicana, di quella squisita diGirolaiuoCou-


co , spetlaule olla delta chiesa Aipiile- tarini, cav. del Toson d'oro, e di piti al-

tre, inclusi vamente alle collezioni di u)e-


iese, poi riposto in questa biblioteca, dis-
si alcune parole nel voi. LXXXII, p. 106, daglie. Basti il dire, che all'epoca del tra-
descrivendo Teso- sporlo nel 1812 si compo-
biblioteca
e ne dovrò ri|)nrlaie il la

io di s. Marco ove trovasi. A motivo della neva di {)oco piìx di 42,000 voluuìi.ed
topografica posizionedella vecchia biblio- alla sua morteascese alla suddetta ciira, la

teca, deve compiangere colla rovina di


si quale si è ora acci esciula di oltre 20,000
delloEvangelariojla grave perdila di mol- volumi. Al Belilosi deve nel 1821 che il

tis5Ìn)i codici, guasti o corrotti [)er l'umi- provvido governo allontanasse dal palazzo
dità derivante dalle lagone. Per ultimo ducale gli ufllzi giudiziari e amministrati-

il Morelli riferisce la serie de'bdjlioiecari per preservare questo meraviglioso


vi, sia

e de'custodi della biblioteca di s. Marco, monunienloileirartedal troppo freipien-


poiché egli allora u' era custode, spet- te pericolo degl'incendi ; sia perchè fosse

tando per le leggi repubblicane 1' ullirio tutto consagralo alle scienze, alle lettere,
di bibliotecarioad un patrizio veneto. alle arti belle. Perciò per lui si destinaro-
Imparo ilalcav.E. A. Cicogna: Cenni bio' no varie stanze al museo archeologico del-
grafici intorno mg." can. Pietro Dctlio hi- la Marciana. Gli successe meritamente il

blìolccarìo della Marciana ce., Venezia eh. vice-bibliotecario ab. Giuseppe D.

1846 disila tipografia di Giuseppe Moli- Valenlinelli , che alla colHwa nelle belle

nari ; che morto il chiarissimo ab. Mo' lettere e all'esercizio di piìi lingue, unisce
relli nel 18 19, colla fama d'aver pochis- somma erudizione, e non minore la cor-
simi pari in Europa nella profonda eru- tesia. Mi pregio professargli osservanza, e
dizione, il veneto Belilo da vice-bibliole- d'aver fallo menzione onorevole d'alcune
cariofuad essosostituilo. IN'e celebra [)rin- sue letterarie produzioni, all'occasione. Il
cipalmenle il talento, la cortesia verso i cav. Cicogna riporta 1' elenco dell' ope-
dotti, l'assiduità, lo zelo, e l'amore [)er la re pubblicate dal Betlio, con sue dedi-
pubblica birreria; ed essendo stalo sino dal catorie, o prefazioni od annotazioni. Mi
1794 assistente del Morelb.con lui soifrì piace faie ricoido d' alcune che hanno
iiuuienso cordoglio allorquando nel 1 797 più rapporto a quest'articolo. Orazione
dovette consegnare a'commissari francesi 7iell'esc(juie dell' ab. Giacomo 3Jorclli
i codici e l'edizioni più rare della Marcia- bibliotecario della Marciana, Venezia
ua, quindi col medesimo divise la gioia, al- tipografia Alviso|)oli iSìq. Epigra fc la-
5 per niuuificeuza dell'im-
lorcliè nel 181 tinafunebre al Morelli^ "^ 9' l'il^orno a' ' '

peratore Francesco I, le furono restitui- Diarii Veneti scritti da Marino Sanato


ti; e quando per superiore ordinamento il giovane. Documenti, Venezia pel Pi-

si airicclù la biblioteca collo spoglio delle cotti 1827. Memorie storico civili sopra
hbrerie spellanti alle so|)presse corpora- le successive forme del governo de' l't-
ziuui ecclesiastiche. Già sotto il governo neziani , opera postuma di Sebastiano
Italico egli erasi reso benemerito nel le- Crolla Venezia tipografia Alvisopoli
,

>are la biblioteca dall'antico sito, e tra- 1818. Commentarii della guerra di Fer-
sportarla in questo, oltre il catalogo esat- rara tra li Veneziani ed il duca Ercole
tissimo di tulli i libi i a Seconda dcli'or- I d'Este nel 482 di Maria Sanato, Ve-
1

duie divciso iu cui furouu dispusli. Pro- ueziu pel PicoUii 829. Del Palazzo Da-
232 VEN VEN
cale di Venezia, lettera Jixrorxii'a, Ve- mandano a Federico I. Sopra la finesfn

nezia tipografia Alvisopoli iSSy. Lettera il Papa, che dà il corno o berretto duca]
di Francesco Sansovino intorno al Pa' le al doge, è di L. Bassano. Il quadro e*
lazzo Ducale, ripubblicata con illustra' gli ambasciatori che si presentano a FeJ
zioni,Venezia 1829. Tra le cose lros[)or- derico I in Pavia, è di J. Tintorello. L'alj
tale nelmaggio i8ii in questa biblio- tro col Papa che dà il bastone al doge
teca tla quella camaldolese di s. Mi- quando s'imbarca per comandare la flot|

chele dì Murano, di cui farò parola nel la, è di Francesco Bassano. Sopra la portai

§ XVIII, n. 18, con analoghe nozioni, ilDoge che parte benedetto dal Papa, è di
devo fare ricordo del famoso Mappa- Paolo Fiammingo. Ottone figlio di Fedej
mondo disegnato verso la mela del XV rico I, fatto prigione da'veueli, è di Do-j
secolo dal veneto Mauro camaldolese
fr. menico Robusti come il padre cognomi-
di s. Michele di Murano e cosmografo in- nato Tintorelto. Sopra la porla Oltoii<
comparabile, di cui si ha: fi Mappamon- presentato al Papa dal doge, è d'Andrea
do di Fra Mauro cauialdolcse descritto Vicentino. Ottone rimandatoalpadreac-ì
ed illustrato da d. Placido Zurla dello ciocché ne tratti la pace, èdel Palma gio-
'

stess' ordine, Yenezìa 1806, colla meda- vine. Federico I che si presenta al Papa,
glia in di lui onore coniata e l'abbozzo del opera copiosa e bella di Zuccaro. Sopri
Mappamondo. —
Questa insigne biblio- la porta l'arrivo del Papa, dell' Impera-
teca contiene ancora un museo con parec- tore e del Doge ad Ancona, è del Gain^
chi preziosi oggetti d'arte e d'antiquaria. baratto. Il Papa che fa doni al doge in sJ

Se ne resero benemeriti due Grimani, uno Pietro di Roma , è di Giulio dal MoroJ
cardinale e l'altro patriarca d'Àquileia, il Tra le due finestre, che hanno al di soi

procuratore Conlarini e il ricordato Zu- pra figure allegoriche di Marco Vecellio^


lian.Le cose più pregevoli sono: i.°due bas- il ritorno del doge Conlarini , vincitori
n)armopario con 4 putliniclie
sorilievi di de' genovesi, è opera che Paolo condussi
tengono lo scettro di Giove e la spada di negli ultimi suoi anni, ma con calore
Marte; lavoro SI antico e stupendojche ven- sapore di colorito. Baldovino I coronate
ne attribuito a Fidia od a Prasnitele: 2." la imperatore dal doge Dandolo a Costanlij
Leda ingannata da Giove sotto il sembian- nopoli, è dell'Alieuse. Baldovino I elelK
te di Cigno: 3." l'Apollo citaredo: /^° la imperatore in s. Soda, è di Andrea Vi-j
Cleopatra, statua conservatissima di greco cenlino. Sopra la finestra le due figuj
lavoro: 5.° la statua di Castore: 6." il grup- re simboliche, di Marco Vecellio ; doj
po di Fauno e Bacco : 7.° la Venere Or- pò la finestra, Costantinopoli presa U
tense: 8.° il Gladiatore inoiiboudo: 9.° il 1* volta da'veneli, è di Andrea Vicenti-
Ganimede pendente in aria dagli artigli no. Costantinopoli presa lai.* volta da'v«
dell' Aquila. Vi sono altre cose d'inllnilo Deli, del Palma giovine. Dopo le figuri

pregio, medaglie , cammei ec: l' insigne allegoriche dell'Aliense sopra le finestre
cammeo del Giove Egioco fu trasportato è del ricordato Vicentino, Alessio che iuj
a Parigi, e poi restituito alla biblioteca. I voca la protezione de' veneti a favore
quadri storici che adornano la sala del mu- suo padre Isacco imperatore greco. Hrej
seo della Marciana, esprimono le seguen- sa di Zara di D. Tintorelto. Assalto dell^
licose. Offre il i.° Alessandro III ricono- slessa di A. Vicentino. Dopo le altre figu-

sciuto dal doge Ziafii e dalla Signoria nel re allegoriche dell'Aliense sopra la fine-
convento della Carità opera degli eredi : stra. Lega del doge Dandolo con i cro-
di Paolo quali condussero eziandio il
, i cesignati,del Le Clerc. Nella parete so-
vicino quadro collo slesso Papa e il Do- pra il Irono il Paradiso ; opera senil

ge, che cuDgedauo gli atubascialort , cui le di J. Tiulorello, uè mostra il geui^


VEN VEN a33
fecondo e gt-ande , ad onta de' i imafchi Scrutinio, dove il senato eleggeva ad al-

di confusione e di troppa sìiumelria. Il fre- cuni uffìzi, sala aggiunta anni addietro
gio all'in torno ha r il l'atti di dogi di J. Tin- alla biblioteca. Alla destra il Vicenti-
toretto. Ed era grande Iezione,che ove do- no dipinse, si Venezia stretta d' asse-

veasi li ovaie il riltaltu del doge Falier, si dio da Pipino re dltalia, s"i questo scon-
leggesse invece: Locus Marini Falelhri fìtto nel Canale Orfano: Peranda , il ca-

decapitali prò criìninibus. Il magnìfico liffo d'Egitto fugato; l'Aliense, Tiro supe-
sùilìlto è tesoro di dipinti, in 3 comparti rata; Marco Vecellio, il re di Sicilia Rug-
di quadri. due ottagoni, vicini alle por-
I gero vinto da'veneziani. Nel prospetto, il
te, colla presa di Smirne e di Scutaii, so- Palma giovine offerse il Giudizio finale,
no opere stupende di Paolo, che mostrò opera lodata pel disegno e forza e modo
soprattutto il grande ingegno, unito a pa- di colorire^ forse un po'lroppo affastella-

ri spirilo.nell'ovaledi mezzo con Venezia la. Le superiori figul'e de'Profeti sono del
fra le nubi in lutto lo aspetto di sua digni- Vicentino. Alla parte sinistra Tinlorello
tà. I due seguenti co'veneti vincitori sì del rappresentò la presa di Zara, con sì ric-

duca di Ferrara, al quale bruciano alcune ca fantasia che qui lo diresti l'Ariosto del-
torri, s\ del duca Filippo M." Visconti, già la pittura ; dopo la finestra è la vittoria

valicato il Fo, sono di F. Bassano. J. Tin- alle Curzolari^ opera dì grande effetto. Il

luretlo ivi dipinse Vittorio Soranzu che Bellotto, la demolizione di Margarìtiiio;e


vince il principe d'Esle, e Stefano Con- il Liberi, la vittoria a'Dardauelli. La fac-
larini vincitore sul lago di Garda. In- ciata della porta è un monumenlo al do-
oltre Tintoretto dipinse nel mezzo il (|ua- ge Morosini il Peloponnesiaco. I dipinti
dro quadrilungo con Venezia fra deità, e allegoricisono della miglior maniera del
il doge Da Ponte con senatori, il quale ri- Lazzarini. Nel fregio viene continuata la
ceve vassallaggio dalle città. Neil' uttinio serie de'dogi con ritratti di vari pennelli.

ovato ilPalma giovine rappresentò Ve- 11 soffitto, nel comparto di mezzo, inco-
nezia tra le Virtù: bell'opera che mo- minciando dalla porta, offre i pisani rotti
stra il grande studio che il pittore ha fat- da'veneli a Rodi, opera del Vicentino: se-
to del vero. Tacendo de'chiaroscuri con guono i genovesi vinti ad Acri, del Mon-
fatti illustri di veneti, che 1' osservare è temezzano; la vittoria del Gradenigo e del
fatica, si alzi 1' occhio a 6 quadri a' lati Dandolo a Trapani, del Ballini; Gaffa con-

del grande ottagono. Ne'due primi Tin- quistala dal Soranzo, di Giulio dal Moro;
torello rappresentò gli aragonesi viuti da Padova presa di notte, di F. Bassano. Le
Jacopo Marcello, e Brescia difesa dnFran- Virtù ed i fregi sono di buoni pennellij ma
cesco Barbaro: ne'due seguenti F. Bas- l'occhio si stancherebbe volendoli osser-
sano espresse la rotta che il Cornaro e vare parlitamente. — Nella Stanza del
Bartolomeo d' Àlviano diedero agli ale- bibliotecario della Marciana il moder-
manni, e quella che il Barbaro ed il Car- no soffitto è condotto con ogni splendo-
magnola diedero al Visconti: due estre- i re di ricchezza, e vi si collocò una de-
mi sono del Palma giovine; l'uno con Pa- gna opera di Paolo con V Adorazione
dova accortamente acquistata dal Grilli de' Magi. — La Sala dello Scudo è
e dal Diedo: l'altro colla presa di Cremo- così della poiché in nobile scudo avea-
na, fatta dal Bembo; pittura ripiena di vi lo stemma del doge che viveva. E
genio e magistero. — Per un andito, coperta di grandi carte geografiche, le

decorato dal busto dell'imperatore Fran- quali rammentano i paesi che i teneli o
cesco I, e dalle slampe colle battaglie scopersero o visitarono lontanissimi. Que-
di LeBrun, il cui soflitlo in 3 compar- ste carte furono lavorale nel passato sé'
ii è del Ballini, si passa alla Sala liello culo dall' ab. Griseliui, il quale vi leu-
)6
n( i

•234 V E IV VEN
ne dielro all' antiche logore dal tempo. L'opera dunque nobilissima che può sop*
Vi ebbe chi ne fece censura, ina l' illu- perire a'iontani per gustare tanti emìneii
stre cardinal Zurla ne pigliò giusta dife- ti Le fabhi iclii
pregi artislici è intitolata :

sa nell'opera òe Vinggialori veneziani. e monumenti cospicui di Venezia, il


i

— La stanza che dava una volta ingresso lustratida Leopoldo Cico^nara,daA


alla sala che dicesi àiì Danchelli,i\ccon\e Ionio Dicdo e da Giannantonio Selva
luogo ove i dogi davano banchetto in de* Seconda edizione connotahìU aggiunte
terminati giorni solenni,ha una bell'opera «o/e(del eh. dotto ed eruditissimo Fran
di J. Tintoretto nel ritrailo d'Enrico 111 Cesco Zanollo, scrittore savio e religioi
re di Francia; ed altra buon'opera di Bo- so), Venezia co'lipi di Giuseppe Autonel
nifazio, nell'Adorazione de'Magi. La sa- li editore premiato della medaglia d'on
la però de'Danchetti fa parte oggi del pa- i838. Adesso, dallo slesso Autonelli,si
lazzo patriarcale, hhh'ìamo^ Notizie s lo- compiuta la terza edizione, con nuove la
riche dellafabbrica del Palazzo Duca- vole e nuove amplissiuje aggiuule del ri
le e de' suoi archilelti, raccolte e pub- cordalo Zanollo. Cos'i senza potersi bear
blicate dal Giuseppe Cadorin.
eh. ab. aVenezia cogli originali, può ognuno co
E qui fo avvertenza a que' pochi che l'i- pensarsi, istruirsi e deliziarsi, con goder
gnorassero, che la celebre r. accademia ledolte descrizioni, e ammirarne i precisi
delle belle arti di Venezia, nel 1818 pub- prospetti, gli spaccati, le piante, gli ornati
blicò una collezione delle più applaudite lutti, espressi con eleganti incisioni da va-
fabbriche della cittìi,misurate, illustrate e lenti artisti, di cui abbonda Venezia. Ma
intagliate,equal monumento specioso del- possedere l'opera classica e non poterse-
le domestiche glorie ne trascelse il più bel ne che per poco giovare, tranne per la

fiore. Era ben giusto che queste bellezze basilica di s. Marco ,


principali chiese e
nell'angustie ristrette de'patrii recinti,ea' altri edilizi, è per me un' angustia, uo
voti sottraile dell'erudita impazienza, non violenza inesprimibile: tale è la mia coi
dovessero più a lungo restare ignote al lon- dizione, per mancanza di spazio, dovent
tano, ed essere soltanto il premio di pere- limitarmi a sfuggevoli cenni. Qoesl'opei
grinazioni assai lunghe, sempre impossi- insigne qualifica il palazzo ducale, unod
bili non ha il bene della più lauta for-
a chi più gran monumenti architettonici del s
tuna, tal volta pur impossibili a coloro stes- colo XIV, riccliissimo per la sua mole
si che abbondano della maggior agiatez- pe'suoi ornamenti, cospicuo pel luogo
za. Venuti meno gli esemplari della splen- cui fu edificato grandiosamente, il piùb

dida collezione, surse ben presto viva la lo della città. Ivi torreggia sembrando 1

brama che si ripoducesse con novelle e gncreggiare la laguna e la città stessa,

più ragguardevoli giunte onde renderla impone a tal segno perla dignilàdellasua
più ricca e più utile della i.', e altresì più mole, che quantunque ricche sieno e ma-
secondo la mente degli artisti e studiosi, gnifiche le fabbriche che lo circondano,
tanto col corredo di nuove tavole, quanto mantienesovr'esse una specie di dominio,
con più ampiee chiare illustrazioni. Que- e pare proleggerle alla propria ombra.
sto merito è dovuto al genio operoso, al Questo vasto edilizio coll'alterna varietà
caldo amore alle buone arti e alla terra di colore nelle pietre da cui è incrostato,
natale, un tempo celebratissima sede del produce gralissimo effetto, togliendo tut-
suo principato, del cav. Giuseppe Anlo- to il pesante e il monotono d'una massa
nelli; il quale si accinse all'impresa per tanto elevata ed estesa. Famosissimo per
dare altresì un altro saggio della patria avervi accolta la veneta signoria durante
grandezza, poiché per essa intraprese pure il famigerato e brillante periodo di tanti

altre ttiagnifiche e preziose pubblicazioni. secoli, mutalo destino, accoglie pur oggi-

I
YEN VEN 235
iVì che di più qualificato e preiifiso ap
ciò zio contiene. Lai.'o vestibolo fu ordinata
nnrtiene a Venezia. Oltre nlT essere tle- dallo Scamozzi per collocarvi il museo
stitialo a conserverò nonsolanieiile i mo di statue attinente alla biblioteca, ed ha
TiiiiDeuli (Iella scultiirii e della pittura ve- nel sofìitto, fra pregevoli prospettive de'
neziana nelle pareti e nelle vòlte, racco- fialplli Rosa, la Sapienza, lavoro senile
glie sotto suo tetto preziosi inu^ei d'an-
il di Tiziano. Da essa, per una porta ornala
ticliitù, e la insigne biblioteca Marciana, di due colonne ioniche di verde anti-
per le quali cose è stabilmente provvisto co, si passa nella sala maggiore, dove cu-
nlla sua conservazione , rimossa ogni te- stodi vasi la biblioteca, il cui sofìitto a
ma di ullerior guasto o deperimento^ botte pi'esenta un vero capolavoro. La
sua forma concava è divisa in 7 or-
§in. Edìfizio della Biblioteca vecchia, dini, ognuno suddiviso in tre ovali, per-

ora unito al Palazzo Regio. Zecca e ciò con 2 i comparti di pitture sceltissi-
monete venete. me, legate da varie e gentili bizzarrie
di Gio. Ballista Franco (chiamato pure

I . Di fronte al pul)bIico palazzo, vi è l*e- Semolei o Sehnosci o Sermolei come ri-


difìzio della vecchia biblioteca Marciana, cavo da Stefano Ticozzi, Dizionario de-
fabbrica nobilissima e opera degli archi- gli architetti, scultori, pittori, intaglia'
tetliSanso^ino eSramo7ZÌ,da quel ."inco- i tori, coniatori, nuisaici.iti, niellatori, in'

minciata neh 536 e destinata per collo- tarsiatoci ec.,M\\ano i83o). Tale fu il

carvi la biblioteca di s. Marco, che come prezioso risultato della gara di 9 tra' più
dissi vi rimase custodita fino al suo traslo- celebri pittori del XVI secolo. Ne' 3 [)ri-
camento in palazzo ducale nel 1812. L'e- nii comparli, incominciando dalla porta,
difizio innalzasi sulla Piazzetta, dirimpet- Giulio Licinio romano dipinse la Natu-
to al tiello palazzo ducale, con una fron- ra dinanzi a Giove, che gli chiede virtù
te che tiene sottoposto un |)orticodi 2 i ar- di riprodiu' sulla terra gli esseri da esso
chi, sì interni, sì esterni, con isculluredel- Giove creali ; la Teologia dinanzi agli
l'Amanatijdel Cattaneo, di Pietro da Sa- Dei mostrando in alto ciò che ella ope-
,

lò e di altri artefici; avendo di 3 archi i ra col mezzo della Fede e delle altre vir*
lati che guardano cam-
alla Piazzetta e al tu pensier questo veramente strano; la
:

panile l'uno, e l'altro alMolo e alle la- Filosofia naturale seduta su! mondo. Nel
cune, formanti due fronti. La facciata è 2.° ordine Giuseppe del Salviati rappre-
adorna dì due ordini dorico e ionico, l'uno sentò la Virtù che non cura della For-
all'altro sovrapposto, porta sulla balau- tuna l'Arte con Mercurio e Plutone;
;

strata che r incorona, sopra piedistalli, la Guerra, bel nudo, con altre figure.
alcune statue di buon lavoro de' ricor- Nel 3.° ordine Ballista Franco dipinse
dali allievi del Sansovino. Superiore al- l'Agricoltura, la Caccia e la Fatica co'
l' chiamollo Pietro Aretino, e
invidia suoi premi. Nel 4-° ordine Giovanni de
Palladio disse essere questo il più ricco Mio espresse la Vigilia e la Pazienza, la
ed ornato edifizio che forse sia stato eretto Gloria e la Bernardo Strozzi
Felicità, e
dagli antichi finoa'suoi tempi. Due Caria- detto il Prete Genovese la Scultura. Nel
tidi gigantesche, scolpite eccellenleiDfinle 5." ordine Zelotti figurò 1'
Amore delle
dal Vittoria, formano gli stipiti della scienze non separato dal piacere dell'Ar-
porla di mezzo che dà ingresso nlla scala ti, e Alessandro Varottari detto il Pado-
regia em3gnifica,ornala di stucchi delVil- vanino l'Astrologia. Nel 6.° ordine Paolo
loria slesso, e di pregiale pitture nel vólto Veronese rappresentò la Musica, la Geo-
del Franco e di Battista del Moro; per la metria, con l'Aritmetica e l'Onore di-
quale si asceude alle due sale che l'edifì- vinizzato ; opere pi:£n}iale a preferenza
236 V EN V E N
dell' altre. Neil' ultimo oicline Andrea tura del Cattaneo 1'
Apollo sopra il poz-
Schiavone colori la Dignità del Sacerdo* zo. La facciala di questo luogo verso \\

zio, la Maestà del Principato e la For- canale è nobilissima.


za dell'armi. I due quadri a' lati della 2. Celebre e antica è rofìicina moneta-
porta SODO di Jacopo Tintoretto. Il s. ria de' veneziani stabilita in questo sito ver-
Marco che un saraceno dal nau-
salva so l'anno 938, perla fabbricazione di mo-
fragio, è immaginoso, non senza stra- nete d'oro, d'argento, di rame, e di me-
vaganze: l'altro col Furto del corpo di daglie di finissimo intaglio. Oltre quan-
s.Marco, fu troppo tormentato dal tem< to vado a dire, delle monete veneziane
pò e dagli uomini. Le due Virtù so- riparlerò nel decorso del § XIX dell'indi-
pra la porla sono due chiaroscuri leg- cazioni storiche sul la li epubblica e ci Uà di
giadrissimi dì Paolo. Tra le finestre so* Venezia, e sui Dogi della medesima. De'
no dello stesso Tintoretto le figure di Fi- rinomati zecchini d'oro veneti, chiamati
losofi, tranne la 2.' e la 3.^, le quali sono un tempo ducati, e principiati a battere
dello Schiavone. Di faccia alla porta so- inVeuezia nel 1283 o nel 1284 onel 1280;
no di Paolo due Filosofi, laterali al gran
i e che si denominarono ducali pel nome
quadro del Moliuari, con David che dan- e la figura del Doge (nel quale artico-
za intorno l'Arca, ricco componimento di- lo dissi delle medaglie de' dogi chiama-
gnitoso e di bei colorito. Fmalmente so- te Oselle, e dell' Illustrazione del conte
no del Franco due Filosofi laterali al-
i Manin) impressa monete, e (piando
nelle
l'altro gran quadro del medesinio Mo- si menzione nel
tralasciò di batterli; ne feci
liuari, con Saulle che celebra un sa- voi. XIX, p. 2296230, ragionando de*
grificio. I detti quadri delle pareti di Z^e/irt!/*/ antichi. Mentre dicendo delle Mc'i
questa magnifica sala, stupendi dipin- doglie, in questo artìcolo registrai l'ope-
ti della veneta scuola, furonvi recati re di Erizzo, e quelle intitolale La scien-
da chiese e confraternite della città ora za e Istituzioni fVignanìanlì le medesime^
soppresse. L'edifìzio della vecchia librerìa Come nel principato d'Antonio Griinan^
al presente è unito al palazzo regio, for- si chiamò Osella la moneta d'argento do^
mato dalle Procuratie nuove. — Se vero nata da quel doge,lo rilevo nel § XVI,u.3Ì
è, come ognuno confessa essere verissimo, La più antica medaglia conservata di quel
che ogni edilizio ha da mostrare nell'ester- sta zecca porta la data del 363. 1 II De Ma-j
no aspetto l'oggetto cui è destinato, meglio gistris. Della zecca pontifìcia, tra le piìi

non poteva il Sansovino soddisfare a sif- antiche zecche d'Italia registra quella di
fatta coudizione costruendo quello robu- Venezia, poiché trovansì monete coniaU
sto per la regia Zecca, che trovasi sul Mo- nella città finodall'Vill secolo. Il Vellorij
lo contigua all'antica Biblioteca, uno degli Il fiorino d'oro illustrato, riferisce che
archi ricordati della quale corrisponde al veneziani presero a battere i ducati d'oro"
suo bell'atrio, lodata opera dello Scauioz- nel 1282, cioè 3o anni dopo fiorentini, i

zi. Edifìzio magnifico della maggior so- correggendo il Budello, De I\Ionetis,c\\6


lidità e d'ottimo gusto, è nella facciala pretese asserire nel g 5 printo auruin et
1

disposto in 3 ordini , rustico, dorico e argentum signare coepisse^eanìq ne potè •


ionico. Tiene l'ingresso lateralmente per slatcni illorurn duci Vrso Ilquipatriar-
detto atrio, che apresi nella Piazzetta cha vocitatus est, dedisse impera torem
sotto menzionate arcate, per una por-
le Conraduni I; perchè tale augusto, se-
ta ornata di due Giganti; statue scolpile condo Filippo da Bergamo solamente , ;

una del Canipagna, e l'altra da Tiziano concesse privi legiuiii signandi pecuuiasJU
Aspelli col nome degli artefici; migliore Allri però contendono, che l'olleiìesseio^fl

es&eudo la i," r\el mezzo dei cortile è»cul« i veueziuui da Rodulfu re d' Italia nel
VEN V E iX 237
qn^', ma il Snnsovìiio nella Descrizione piae soliitm tenens, invnunitales Vene-
di /'enezin, riportando le parole del re- torwn in regno Italico ab anliquis Ini-
gio privilegio, fa anzi vedere, che fu con- peratoribus et Regibus concessasi per pri-
ferma, non concessione, benché neppure vi legiunt renovavit. Et in eodeni decla-
ivi si distingua la qualità de'metalli. Pe- ravit , Duceni Fenetiarnni potestaleni
rò nel lib. che Pietro Parte-
i3 si legge, hnberefabricandi nionetam, quia eicon-
cipazio ottenne questa grazia da Beren- stitit , anliquos Duces hoc continuatis

gario II, concedendo fra molti privilegi temporibus perfecisse. Ma Marino Sa-
monefani ciidcre. Ed allora per avven- nuto seniore, il Sansovino e altri han pre-
tura fu, continua il Vettori, che la mo' teso, che a Pietro Candiano III doge circa
lieta della candida lega, cioè d' argento, il 900 fosse conceduta la facoltà di bat-
coniarono veneziani, come osserva nel-
i tere moneta da Berengario II re d' Ita-
la Storia veneta il Vianoli, circa il tem- lia. Il Muratori crede non poter sussiste-

po d'Orso II. Imperocché veneziani non i re tale opinione, e doversi dire che Be-
prima del doge Giovanni Dandolo pote- rengario Il solamente confermò quel di-
rono usare monete co' segni propri. Il ritto; poiché rileva dalle vite uass. de'do-
Vianoli attribuisce a Pietro figlio d'Or- gi veneti esistenti nella biblioteca Eslea-
so II le prime monete d'oro coniate da' Gradenigo deliSSg, che anco
se, sino al
veneziani per privilegio di Derengario II. prima sotto greci imperatori ebbero i
i

Ma se in quel lem|)o furono coniate mo- dogi di Venezia il gius della zecca. Scri-
nete d'oro, convien dire, che o ben pre- ve il citato Dandolo all'anno io3t, di
sto cessarono d'esser battute, o furono as- Otto Orseolo patriarca : Hic monetarii
sai diverse dallo zecchino u ducato ; bensì parvam sub ejus nomine ^ ut vidimusy
nel I 282 si Venezia per la pri-
ha che in excndi fecit. E all'anno i 194 del doge
ma ducato d' oro a
volta fu coniato il , Enrico Dandolo: Hic argentearn mone-
tempo del Sansovino denominato Ce- tant,vulgariter dictam Grossi Veneziani,
chino, invece di zecchino, usando veneti i vel Matapani, cwn iniagine Jesu Christi
pronunciare il e come lo z, nel qual ca- in throno ah uno latere^et ab aliocum
so il Vettori prende abbaglio, aiferoian- figura s. Marci tt Ducis, valori viginti
òo il contrario. Il quale Vettori ripor- sex parvuloruni , primo fieri decrevii.
ta altre notizie sulle monete venete, e Che la moneta veneziana nel secolo X[
descrive il dùcalo d' oro antico coli' im- fosse in corso per l'Italia, lo prova uno
magine del Salvatore e intorno il verso strumento del io54 esistente nell'archivio
\eot\\na: Sitlibi Xte. dalus qiieni la tìcgis de'canonici di Modena, dov'è fatta men-
iste Dticattts. Nel rovescio il nome del do- zione Denarioruni f^eneticorum. Mag-
ge,cheinabitoducalericeveingìnocchioni giormente accredita la moneta venezia-
il vessillo di s. Marco, colla parola .v. Mar- na un passo di Raterio vescovo di Ve-
rits.W Muratori, nella Dissert.i'j.' Della rona, che fiorì ne' tempi di Berengario
Zecca e del diritto o privilegio di battere II, il quale nell'opuscolo. Quali tatis con-
moneta, dice che non lascia d'essere an- j'ectura, nomina sex Libras Denarioruni
tichissima la zecca tleil' inclita città di f^eneticorwn. Dal che si può inferire, che

Venezia, ad onta che non se ne sappia be- non aspettassero i dogi veneti le grazie di
ne l'origine. Andrea Dandolo, il più dot- tal re per battere denari, cioè per eserci-
to e antico degli storici veneti, scrisse che tare una prerogativa, di cui godevano^o-
tal diritto era stato conceduto a Venezia Inaiente in que'tempi (oltre il Papa) du-i

(in da'pivi antichi tempi, poiché parlan- chi di Benevento e Napoli. Non pare a
do di Rodolfo re d'Italia circa il gs 1 di- Muratori che i veneti a'tempi de'goti u-
ce: tfic Rodidfus regni sui anno l/\ Pa- sasseto batter moneta di basso metallo.
238 VEN VEN
spiegondoìl riferito ila Cassiodoro, per lo- versi riferire il descritto denaro, nel qua-
de delle saline nell'isole venete, dicendole le non comparendo nome d'alcun impe-
pe'veiieziani es>iei' una zecca, col ricavato ratore greco o latino indizio può essere ,

del sale provvedendosi il vitto. De' De- fin d' allora della sovranità dell' insigne
nari y endici spesi nel memorato secolo repubblica. Il Muratori inoltre raccolse le

X, il Pasqualigo ne trovò 3 e gì' illustrò notizie di aS monete venete. Una dei d«)ge
con erudita disseriazione. Quello cono- Dandolo del i ' 92, che pel 1
."
pose il suo
sciuto da Muratori , ha la Croce e nel nome ne' denari. Nel diritto com[)arisce
contorno Christux Impera t : \\ rovescio l'immagine di Cristo con lettere greche:
rappresenta un Tempio colie lettere P'e- IC.XC, cioè Jesus Chrislns. Nel rovescio
ned, e un yl più basso. Non dubita che s. Marco consegna al doge la bandiera col-

abbia appartenuto alla nobilissima città le lettere //. Dz-z/zr/o/a^j- e S. 31. Veneti.,
di Venezia gronde ornamento <1' Italia,
,
vale a dire Sanctus Marcus, f enetia o
enon già alla piccola di Francia. Egli in- renetiarutn o Venetlcoruin. Tali denari
tende parlare di Fannes, come vado a furono appellati Grossi o Matapani. Al-
dire, nel quale articolo nairaichei vene- tra riguarda Pietro Ziani doge ileli2o5,
li erano popoli delle Gallie, de'quali vuoi- nella quale si vede Cristo sedente col Van-
si stata capitale Vaimes, Civitas Vene- gelo e le lettere IC. XC. Il rovescio è
:

tcnsis. Plinio e Strabene dissero che da simile alla precedente, fuorché uell' iscri-
Vannes derivò T-enczia. Ma l'origine del zione, cioè P. Ziani, t S. M. Veneti. Di-
vocabolo di Veneti e di quello di Vene- ce ignorare, sesia di quelle monete o me-
zia sembra più di greca derivazione, che daglie iu Venezia chiamate oselle , una
provenuto da'galli celtici. Dissi pure, che colle parole And. Vendramin Dux, e le
«lell'origine de'due vocaboli a quest'arti- lettere M. P. Nel rovescio l'immagine del
colo né terrei proposilo, e poi l'eseguirò. Salvatore,e ye^HsC/i/vVm* Glo-
le lettere
Negli Annali d'Ila Ha all'anno 855 il Mu- ria libi soli. In altra moneta
si mira l'ef-

ralori riferisce che il Blanc, Des 3Ionno- figie che tiene in mano la bandiera colle

yes des /fo/V, pubblicò una sua moneta, lettereF.F. e ne! cmXorno Joa/ies 31 areni'
nel cui diritto sta Lholhariits Iinp. Av,,e go. Nel rovescio è il Leone veneto alale

nel rovescio Venecia, Pensò 1' Ecardo, col libro de' Vangeli, insegna della repub-
T\er. Frane. ^ bastante questa moneta a blica veneta. Inallre monete il Leone tie-

farci conoscere, che la cillà di Venezia ne la bandiera, colle lettere , «SI 3Iarctu
fosse in que' tempi sottoposta al dominio Veneti. Senza diredi altre, finirò con uq
fScre franchi. Ma ciò è lontano tlal vero, medaglione battuto per onore tiel Doge, la
giustamente dichiara Muratori. E sog- cui elligie è col berrretlo ducale colle let-

giunge: Dagli stessi diplomi degl'impera- tele: Cristoforus 3Iaurns Dux. Nel ro-
tori francesi, citati dal Dandolo , chiara- vescio è una corona , che contiene 1' i«

mente si ricava, che l'inclita città era e- scrizione: Religioiiis et Jnsticiae Cultor,
sclusa dal regno d' Italia. La Fcnecia di Scrisse (Girolamo Francesco Zanetti ve-
quella moneta, altro non è che la città di neto Ragionamento dell'origine e del-
:

Cannes in Francia , appellala da' latini l'antichità dellamoneta veneziana, ai.


Venecia. E tornando alla Disserl. di Mu- giuntavi una Dissertazione De Nuin~ :

ratori, osserva che i suddetti denari si do- ìnis regnai 3Iysiae seu Rasciae ad ir-
\evano battere in Venezia ne' vecchi seco- nctos typos percussis, Venezia 1730,
li, sì per averli trovati in uso nel X, e si Dissertazione d'una moneta antichissi
pel confermalo dal p. de Rubeis, pel da ma e ora per la prima volta pubbli-
lui letto in uno strumento del Friuli del cata dal doge dì F'enezia Pietro Pof
972. Aqne'tempi ritiene Muratori do- Luii^Venezia 1769. Fra le opere pub*
VEN VEN 289
blicale nell' odierno secolo in argoinen- queste opere pubblicossi in Venezia due
to, I Delle monete de
icorderò queste : volte le Biografie de' Dogi di Fenezia,
f'eneziani dal prìnei/)io al fine della colla serie delle piìi pregie^'oli meda'
loro repubblica Venezia 1818. Cenni y glie e monete. Nella Cronaca suddetta di
moneta veneziana
storici intorno alla Milano del 1857, a p. 24' àe\ Bolletti-
di Jngelo Zon, Venezia 1847. Leggo no Bibliografico, è ricordato finalmente
nella Gazzetta di Roma del 1848 a l'opuscolo: Atto di vendita fatto da Or-

p. 1 5 1 , riprodotlo il pubblicalo da quella delafo Falier doge di Venezia dell'e-


privilegiata di Venezia^ cbe nell'adu- dificio ad uso di Zecca, sito a s. Bar-
nanza ordinaria dell' Aleneo veneto de' tolomeo l'anno 1 12, Venezia 1857 ti-
1

ly febbraio il sullodalo conte Leonar- pografia del Commercio.


do Manin, presidente del medesimo, les-
se una Dissertazione sulle antichità del- § IV. Piazza maggiore di s. Marco.
le monete veneziane, confutando ciò che Campanile e Loggietta. Procuratie
ne fu scritto dal conte Corderò di s, Quin- nuove ora Palazzo regio. Procuratie
tinu.e nuovamente dal nobile Angelo Zon. vecchie.Torre dell' Orologio. Pili di
Mcstra il Manin cbe denari coli' ini- , i bronzo pe' stendardi. Chiesa demolita
lungine d'un Carolingio dall'una parte, e di s. Geminiano, e soppressa di s.
Pc/jer/b.v dall'altra, appartengonoa Van- Basso, della quale sussiste ad altri
nes, non a Venezia; cbe la ragione e i fatti usi la fabbrica.
comprovano Venezia aver battuta mo-
neta sua, prima ancora de'Carolingi, nel- I. La Piazza maggiore di s.Marco,
l'età longobarda; che la più antica con- di cui dissi essere la Piazzetta un brac-
temporanea a' re longobardi è quella in cio, è cinta adorna d'altri magnifi-
e
cui leggesi Kndnus Imper. dall'un lato, ci ediflzi, la rendono imponente e
che
e V^enecia in un tempietto dall' altro. A. incantevole, tale cbe forse non ha pari
queste opinioni il socio corrispondente per tutto il mondo, come scrisse il Petrar-
Vincenzo Lazzari oppose alcuni dubbi, ca nella lettera a Pier Bolognese quando
cui il conte Manin eruditamente sciolse. ancora non riuniva tutti gli ornamenti
Finì ,
producendo una piccola moneta per cui maestosamente risplende; certa-
scodellata, d'argento, cb' egli crede del mente è una delle piìi belle e sorprendenti
doge Domenico Selvo, e ne pregò d'esa- dell'orbe.Vi primeggia l'imperiale regia
me Angelo Zon. Appresi poi dalla Cro- s. Marco. La piazza
basilica patriarcale di
naca di Milano del i856 a p, 149, es- lunga 175,70 metri, e larga all' un capo
sersi pubblicato dalla tipografìa Castion 82, metri, e 56 e mezzo all'altro, non eb-
di Porlogruaro, un libro che dell'impor- be sempre le medesime dimensioni ; che
tanza della zecca veneta dà im dotto do- un tempo limitavala verso 1' arco XVI
cumento: // Catalogo ragionato di una delle Procuratie nuove, contando dal-
serie di 665 monete de' Dogi veneti. Si l'angolo della Piazzetta, un canale sulla
aggiunge, che il ." doge sotto cui furono 1 cuispond'T, e situala alla metà della piaz-
battute monete fu Sebastiano Ziani del za attuale, iimalzavasi la prima chiesa di
I 77; il ." pezzo ivi coniato fu il ducato
1 I s. Geminiano , che dicesi fatta erigere
nel 1 284, che nel secolo XVI cominciò a da Narsete nel VI secolo ossia nel 552.
chiamarsi zecchino; i migliori incisori di Nel secolo XII per ampliare la piazza, fu
quella zecca essere stati Alessandro Leo- chiuso il canale, e distrutta la chiesa,
pardi, ViltorGambelo e Andrea Spinelli. poi riedificata neli5o5 dall' architetto
La !
,'
osella o medaglia, la fece coniare il Cristoforodel Legname, nel punto più in-
doge Antonio Grimani dell 52 (.Oltre a feriore^ ed indi coutinuata ed abbellita di
24o VEN YEN
niaiiuoreo prospello, collegalo con quel- della fabbrica e de'restauri, e ciò che dal-
lo delle Procuratie vecchie, per opera di le lapidi si puòdesumere ad illustrazione

Jacopo Sansovino, nello slesso secoloX VI delle medesime chiese, e di quello sia a'
t' compito nel seguente, cioè nel silo dove diritti, a'privilegi, agli oggetti d'arte on-
ora è l'atrio della scala maggiore del re- de sono o furono fornite, delle opere che
gio palazzo. Per dar luogo al quale fu la l'illustrarono e ne descrissero la storia,
chiesa atterrata nel 1 809, econ essa l'adia- con quella de'contigui chiostri, e persino
cente cappella, in cui riposavano le ceneri ragiona de'loro contorni. Ecco un'altra o-

del Sansovino (e quelle del figlio Fran- pera che ammiro, ne conosco l'immensa
cesco, i. "illustratore di Venezia), trasferi- utilità, e nondimeno debbo languire per

te prima a s. Maurizio e poi nel semi- non poterne usare, ad eccezione di alcuna
nario patriarcale, dove tuttora conser- spigolatura e con$uliazione,e ciò pure per
Tansi. Della chiesa di s. Geminiano l'en- essersi fin qui pubblicata l'illustrazione
comiata opera, Le Fabbriche di Feiie- di circa 54 (chiese in 28 fascicoli. Casti il

zin,l. I, p. gS, pubblicò 4 tavole illustra- dire, che la sola chiesa in discorso di s.

le per la loro importanza, disapprovan- Geminiano, ad onta dell'indicate sue vi-


dosi il suo atterramento e la sostituzione cende, e che non più esiste, comprende
dell'odierno edilìzio, producendo l'altro (olire le giunte e correzioni) iiS pagine
migliore effetto alla piazza di s. Marco. in 4-" a flue colonne, di carattere qua-
Welle Notizie del Corner si dice fabbri- si Spero che ciò riesca
simile a questo!
cata nel 554, insieme a quella di s. Teo- di mia giustificazione, se con animo ri-
doro, e col doppio titolo di s. Geminiano pugnante debbo sagrificare all'ara della
vescovo e di s. Menna martire; e dopo necessità tanto tesoro, senza poterne in-
che fu demolilq col beneplacito pontitl- gemmare queste mie pagine. Servano
ciojla nuova ad onta del sito angusto riur queste poche parole almeno per isfogo al

scj la più ben ideata e nobii chiesa del- dispiacere da cui sono vivamente pene-
la città. I dogi erano tenuti a visitarla trato, e insieme scusato della preterizio-
ogni anno nell' ottava di Pasqua. Qui ne che mi costa molta pena. Eppure que-
comincierebbe ad aprirmisi vastissimo si'opera la possego per nobile dono de
can)po per arricchire le mie brevi no- r illustre autore, e perchè io ne profit
zioni sulle principali chiese di Venezia, tassi. A lui sono inoltre legato con indi
se mi fosse lecito {adoperare la tanto e menlicabile gratitudine per 7 lettere ai
da meritamente celebrata volumi-
tutti lografe, di cui mi onorò, tulle piene deli
nosa op^ra che ha per titolo Delle In-
, : veneziana squisita gentilezza, tutte inca
scrizioni veneziane, raQcolte ed illustra- raggianti questo mio Dizionario. Per u
te da Emmanuele Antonie Cicogna cit- teriore lustro di Venezia, pergiovament
tadino veneto, Venezia 1 824i presso Giu- e utile de'cultori de'bunni sludi, per 34

seppe Orlandelli editore, Picolli stampa- crescimento di gloria all'illustre cavalieri

tore,poi editore lo slesso autore e Andreo- innalzo voli alfettuosi a Dio acciò gli fai

la tipografo, col voi. VI in corso di stam- eia compiere la pubblicazione dì opei:


pa. Di questa classica opera ne diro al- cosi preziosa e colossale, e insieme lo eoa
cune altre parole d'ossequio alla sua vol- servi per darci altri argomenti di vene
ta, come in fine del n. 8 del § XVI. Qui razione. — Cingono la meravigliosa Piai
solo accennerò, che essa non si ristringe za di s. Marco, colla sontuosa Marcian
a illustrare le veneziane inscrizioni, ma basilica, il Campanile isolato di s. Mai^
eziandio ogni tempio esistente o distrutto co (nel quale articolo celebrandolo, li

oconverlitoad altri usi, con premettervi dissi uno de' più alti d' Italia dopo U
breve, eruditq e prilicei $lQvia ; I' epocq Toj've. campauari^ di Cveinqua ) cp,ll|
VEN VEN 24r
loggia che gli sia n piedi, le Prociiralie Candia; e Venere nell'altro a sinistra, al

nuove, la nuova Fabbrica die le con- regno di Cipro, entrambi allora possedu-
liiin.'i, le Fiociirnlie vecchie, In Torre ti dalla repuhblica. La loggia fu eretta
dell' Orologio ; edilìzi che mostrano in a fine di fare un luogo ove ilovessero ri-
com|)endio la storia delle belle arti dal dursi i nobili per intrattenersi in virtuo-

secolo X fino al presente, e ne segnano si ragionamenti. Il rigorista Milizia de-


il ri>iorgin»ento, il progresso, l'apice e la scrive e loda questa loggia, che dove» cir-
decadenza. Quanto alle Hrocnratie fu- condare tutti e 4 l'ili del campanile; il
i

rono chiamate da' procuratori di s.


così quale lo dice alto 33o piedi e solo lode-
Alni co, che le abitavano. Il campanile vole per la sua solidità, ben fondato e
della basilica di Marco è alto circa palificato, onde da tanti secoli non mosse
s.
99
metri, con i3 metri circa di base, attor* mai un pelo. Al tempo stesso della re-

mala da botteghe la sua estrema pira- : pubblica e fino dal 1569, era quesla log-
mide è sovrastata da un Angelo. Fu ope- gia nd uso de' procuratori di s. Marco,
ra di molli architetti. Comincialo nel- che durante le sessioni del maggior con-
l't)88 o meglio nel 902, già nel' 1 4^ era 1 siglio a vicenda comandavano la guar-

giunto alla cella delle campane. Nel i 1 80 dia del palazzo. Ora serve all'estrazione
vi tliede mano Nicolò Barattieri, e un del Lotto (nel quale articolo dissi che
Montagnana l'anno 1309. Di poi nel da Francia in Italia fu introdotto prima-
]5io il bergamasco Mastro Bartolomeo mente a Genova e Venezia), agl'incan-
l'uono sculture e architetto, riedificò la ti per vendite alla subasta, ec. Notifica

cella, ornandola di colonne di bellissimo la Cronaca di Milano del 1857, a p.


verde antico con profusione d'altri mar- 126 del i.° semestre, in data di Vene-
mi greci e orientali. Dalla sommità di zia, intendere il municipio a decoro del-
(jiiesto gigantesco, solido e grave campa- la piazza di s. Marco ed a profitto del
nile, magica e bellissima vista si gode, comune, di atterrare le botteghe che cir-
dominandosi la città, che apparisce riu- condano la gran torre, e di sostituirvi
nita, le lagune, colli Euganei e Berici,
i un grande caffè. Osserva il Corner, che
le Alpi e buon tratto del mare Adriatico. a Dio fu gradila quest'opera dimostran-
Leggiadra e ricca è la loggietta, adorna dolo un fatto prodigioso. Imperocché
di 8 colonne d'ordine composto e di ba- uno degli artefici, che lavorava nella
laustri, addossata alla base del campanile sommità dell'edificio, cadde improvvi-
dal lato di levante, rimpetto alla porta del samente, ed invocalo nell'aria il pro-
palazzo Ducale, degno parto nel i54o tettore Marco, potè attaccarsi caden-
s.

del fecondissimo ingegno di Sansovino; do ad un legno, onde poi con 1' aiuto di
di cui pure sono opera Ie4*ta''>e di bron- una fune si pose in salvo. Dice ancora
zo figuranti Pallade, Apollo, Mercurio e che agevolò l'impresa di questa fabbrica
l.i Pace, poste entro altrettante nicchie, il Barattieri, dopo aver innalzato le due
che spiccano in mezzo a' marmi , alle colonne nella Piazzetta di s. Marco, il

sculture, agli altri bronzi ond' è copiosa- quale per rendere facile il trasporlo d*''

mente ornalo questo non compito e per- materiali^ ciò ottenne col far salire e di-
ciò piccolo edilìzio. Nel, bassorilievo di scendere certe ceste, che prima di lui noti

mezzo all' attico sta scolpita Venere, fi- erano usate. La cella , l'attico e la pirami-
gurata per la Giustizia colle bilancie e de si attribuiscono a Mastro Buono. Nof^
la spada in mano, e due iìumi allato ; pochi furono danni che risentì que^
i

, denotava 1' equità della repubblica nel sia sacra torre campanaria- Poiché i\\
governare. Giove scolpito nel bassori- gravemente pregiudicata nell'anno i4qq
, LlevQ a destra, eiq allusivo al regno di da MD incendio, causato 4u' fitocUi U^
,

?.42 V i^ N VE N
gioia per l'elezione del doge Michele Ste- terminato tempo, o ben' anco sino alla
iiu; ed appena restaurala, fu poi colpi- loio morte. Veniva loro dato, mediante

ta da un fulmine nel i4'7» P^''


cui si una funicella, soltanto pane ed acqua.
consumò tutla la souiuìità fino al luogo Lodevolmente questo inumano supplizio
delle campane. Perchè però fosse difesa fu abolito nel i')i8. Simile crtidele e
da simili pericoli, fu rifabbricala di mar- bizzarra pena, in que* tempi era inQitta
mala cima,ecoperla di raraedoralo.Non da vari dominatori d' Italia, che nomina
baslò però lai precauzione per preservarla. lo scrittore a difesa de' veneziani. Ab-
Dappoiché nel 1490 scoppialo un orrendo biamo la Narrazioìie storica del cam-
fulmine ne fu precipilala, ma poi reslilui- panile di s. fllarco nella quale si
,

|a in nobilissima forma, ad ornamenloe contiene il tempo della sua fondazio-


difesa fu sovrapposto un Angelo di legno ne, il suo innalzamento, la qualità e
coperto di rame doralo, in allo di benedi- bellezza di essa mole, le sue rovine, e
re, il quale mirabilmente si muove agi "im- finalmente Vaso pratico delle campane^
pulsi d'ogni venlo che lo diriga. Esso fu lutto tratto da gravi autori, antichi co-
rinnovato nel 1822 dal professore, che dici, e da' pubblici decreti dell' Ecc.mo
fu, LuigiZandomeueghi, ed ora (i 858) Senato, Venezia 1737.
di nuovo si pose ad oro. Pali poscia al- 1. Procuratie nuove dicesi quel rag-

tri danni, benché non gravi, per altri ful- guardevole fabbricato che dall'antica Bi-
mini negli anni i547, i5G5, 1657, e blioteca partendo, tiene tutto il lato me-
I745,a'23 aprile, nel qual giorno caden- ridionale della piazza di Marco. San-
s.

do un fulmine, radendo ne distrusse qua- «ovino che ne fu l'architetto nel i536,


si un intero angolo, al cui risarciaieiito avea dato all'edifizio due soli ordini, per-
furono usate le slesse ceste salienti e di- chè fossero pari in altezza alle Procura-
scendenti, che si adoperarono nella pri- tie vecchie; co' di lui disegni vi fu ag-

mitiva erezione. In questo campanile so- giunto il 3.° ordine nel i584 dallo Sca-
no 5 lecanipane: la maggiore pesa libbre mozzi, e condotto poi a compi menlo nel
7600 grosse venete.che equivalgono a cir- i63i da Baldassare Longhena. Osser-
ca libbre 10,700 romane. Sul campanile vato quasi totalmente il disegno della Bi-
sta sempre un pompieretli guardia sco- : blioteca vecchia ne' due primi ordini, in-

prendo un incendio in alcun punto della vece del grandioso fregio, si sovrappo-
citUi ne dà avviso oa voce o colla trom- se il 3.° ordine corintio, il quale se gio-
ba al quartiere de'civici pompieri stan- vò al ra-iE'niior comodo dell' abitazioni
ziato nel palazzo Ducale. Indi vengonodi- non riuscì soddisfacente agli intelligenti;

ramali gli ordini opporluni,secondo il bi- del buon gusto. Nel regno Italico , cioè
sogno, a'di versi quartieri della citlà. Pri- nel principio del presente secolo, le Pro-
ma si dava il segno d'allarme con 3 colpi curatie nuove si vollero ridurre a palazzo
di cannone,quando il pompiere di guar- regio per la residenza sovrana, colla nuo-
dia metteva fuori del campanile una ban- va fabbrica eretta dov' era la rammen-
diera se di giorno e un fanale .se di not- tata chiesa di s. Geniiniano, che occupa
te. Questo costume fu tralasciato da pa- il lato a ponente della gran piazza, alter'

recchi anni. Dice il Mulinelli, Del costu- randosi pure gli antichi granai della re-

me veneziano, che alla metà del cam- pubblica ed altri luoghi, unendovi ancora
panile soventi volte venne appiccala ad l'edifizio della vecchia Biblioteca. L'Anto«
un palo una gabbia di legno munita di lini die'il disegno della nuova opera, cani<
ferro, nella quale si chiudevano famige- biato poi del lutto dall' architetto Giù-"
rati malfattori. Ivi restavano esposti rai- seppe Soli modenese, dopo il quale si ope-

serabiltnente all' intemperie per un de- rarono opportune rifórme. Vantasi però

i
V E N V E ìN 243
il suo atrio e la niagnilìca scala, e la sem Imchi. Di G. Bellino, JMiiria Veigiue col
plice cifgaolissiiDa facciala die lieiie tli Bambino in campo aperto e paesagi;to,va-

tlielro verso s. Moisè. Tutto il palazzo co- ghissimo dipinto. Del Zuccaielli, parecchi
sì composto delle nientovate 3 parti, cor- quadri, tra' quali vantaggiano il Rallo
re sopra 78 archi, sulla piazza di s. Mar- d'Europa, laDanza dellelìaccanli intorno
Questa rcg-
co, sulla l^atzetta e sul iMoIo. Sileno, le Cacce del cervo e del toro. Alli-
gia è messa a grande eleganza, ed ha guo vi è un araenissimo e delizioso giar-

stanze dipinte a fresco da' pittori Giani, dino, formato neli8o8,a mezzodì bagna*
Berlolini,; Santi, JNloro, Borsaio, Hayez, lo dalCanal grande, proprio nel suo prin-
Denìin ed altri. Inoltre nelle sue pareti cipio,dove la natura e l'arti olirono una
sono sparsi celebri dipinti di mani mae- prospettiva quanto svariala e bella, ab
stre, molli derivali da chiese e monasteri Irellanto singolarissima e forse unica. La
fatalissimamente soppressi sotto mede- il Gazzetta di Venezia ùt'i^as^o's,\o iBSy
&ìmo regime Italico. Il Cristo morto è ili riferisce, che il maggior viale di questo

CarleltoCaliari, forse tropposoaveoienle giardino, in continuazione del Mulo, fu


Iratlalo ntl suo soggetto; il Cristo mo- per sovrana munificenza concesso ad uso
strato al popolo è del Durerò; il Cri- pubblico; e così l'elegante fabbricato ad
sto morto con due Angeli piangenli, uso di callelteria, che sorge a capo dello
è di Faris Bordone ; Maria Vergine col slesso viale. —
Le Procuratie vecchie, co-
Bauibino, delia scuola lombarda. l\ell.i sì denominate perchè servivano anch'es-
sagrestia è del Cima il quadretto con se d'abitazione a'procuralori di s. Marco,
Maria Vergine Bambino, Nelle stan-
e il prima che fossero erette le Procur.itie

ze v'erano, e in partesi trovano, anche i nuove,sorgonosul laloseltentrionaledel-


seguenti quadri, quali talvolta vengono
i la piazza di s. Marco, e per la leggerez-

irasporlati altrove. Del Bonifacio, la Mol- za del disegno, fanno graziosissiuio ve-
liplicazione de'pani e pesci, con figure di dere. Questa fabbrica condotta fino al se-
belle attitudini e ben ornate; la l'iog- condo ordine da Pietro Lombartlo, fu poi
già de'colornici e della manna;*. IMarco compiuta da Guglielmo Bergamasco,
che dà lo stendardo a Venezia; il Giù- colla soprainteodenza di Mastro Buono
dizio di Salomone;Redentore seden- il (cioè Bartolomeo da Bergamo, che, come
te; Maria Vergine e 3 Santi, opere del l'altro Buono del secolo XII, oper«> nel
Bonifazio. Cristo all'Orlo, degna opera campanile devono confondere per
: non si

di Paolo ; Adamo ed Eva penitenti ; Ve- la comunanza del nome e la Biografia :

nezia circondata da Ercole, Cerere e Gè- degli artisti^ d' atnbedue ne riporta le
nii, soflìlto pur dello slesso Paulo. Di distinte biografie), lunga metri i52,o6
Jacopo Bassano, l'Angelo che annuii- ed alta 1 8, ripartila in 3 ordini, de'quuli
zia a' pastori il nato Gesù; Maria Ver- il i.°è un portico di 5o archi sorretti da

gine, e s. Girolamo nel deserto; l'ingres- pilastri, troppo leggeri ed eleganti rispet-
so delle bestie nell'arca , soggetto con- lo della grandiosa massa delle trabea-
venienlemente trattato, e con forza e sa- zioni. due altri ordini d ar-
Sostiene i

pore di Di F. Bassano, figlio del


colorilo. chi in doppio numero, con colonne sca-
precedenle, s. Giovanni che scrive l'A pò- nalate e capitelli corintii. Le Procuralie
calisse, e Cristo incontralo dalle pie don- vecchie sono ora di privala ragione, e
ne. Di Tiziano, d Faraone sommerso, la- servono ad uso di particolari. Con- —
vorogiovanile, che dicesl fatto in gara con tigna ad esse e formante nobile segui-
qnello ch'è qui di Giorgione, colla discesa lo, elevasi la Torre dell'Orologio, elegan-
diGesìi al Limbo.Dell'Aiiense, la s. Giusti- te per la forma, e ricca di marmi greci e
na, che prega a favore de'veueli contro t di dorature, opera magoifìca. L'udorua-
244 VE N VEN
no 4oi''''"' corinlii.efu costruita nell'an- che non si sa cosa vi facciano, e perciò tT

no 49^ con molla grandiosità «li disegno


1
trovalo un cartello con questi versi. Sio[
dall' architello Pietro Lombardo, come re Co lo line rem feo qua? Non lo sappia
della scuola lombarda sono ancora le ag- ino in i'crità. Fin qui il Cancellieri chcuJ
giunlevìale nel principio del XVI secolo. cita il libro*. Forestiero illitminalo intorU
.Sul mezzo della torre sta un quadran- no le cose pitirare di Fenezia^Wx 788. 1

te magnidco, che colla sfera segna l'ore Ma ad evitare ripetizioni, ne ho rettifi-

del giorno, le posizioni dello zodiaco, le cala I' esposizione. Dovendosi nel secolo
fasi lunari, molo del sole, ed è mosso
il passato ricostruire il meccanismo mira-

tla meccanismo in"e£;noso costruito nel bile dell'orologio e di tutte le figure, cornai

1
490 da Clio. Paolo e (iio, Carlo Raineri presi i Mori, l'eseguì il celebre ingegnerai
(e non Rinaldi, rdeva Tiraboschi) da Bartolomeo T'erracina diSol;»gna, terri-

Reggio di IModeiia, padre e figlio, li Can- torio di Cassano, che nel 1707 eresse il||
cellieri, Delle campane e degli orologi, nuovo orologio. Andrea Camerata arch^
dice che la torre è alla piedi 82 e larga letto restaurò la fabbrica nell' anno mt
18 per ogni facciala, posta in quadro, desimo, e vi aggiunse le censurale coloni
soolenuta da un grand'arco, che rassem- ne. Le suindicate due ale laterali che ser-
bra un portone servendo d'ingresso dalla vono di abitazioni, con sottoposto mae-
Merceria alla piazza, e sopra di esso vi stoso portico, si eseguirono dopo il 5oo 1

è II detta mostra. Su questa siede in una dallo stesso Pietro Lombardo. Ora si
nicchia la B. Vergine col Cambino di attende ad una generale riforma e pei fé-
tutto rilievo in rame dorato, di forme zionamento di questa macchina, sì che
colossali, posta fra due porlicelle, A pie di moslri le ore anche in tempo di notte, e
lei un mezzo cerchio su
sira d' intorno dia la meridiana esattissimn.
cui posano 4 statue, cioè un Angelo in 3. Nella stessa piazza di s. Marco, in !nea-

nlto di suonar la tromba e 3 re Magi i zo e rimpetto airoinonima basilica, sof


grandi quasi al naturale; i quali per la gono 3 meravigliosi e solidi piedistalli
festa dell'Ascensione e peri5 giorni (pri- bronzo che sostengono altreltani
pili di

ma in certe altre feste solenni eziandio) antenne, sulle quali sventolavano ri i

.'il battere delle ore, e m' incontrai ad pubbliconi ed ora gl'imperiali stendali
ammirarlo, col girarsi dello stesso cer- Elegantissima n'è la composizione, e pod
chio, escono fuori da una delle porticel- no gareggiare con quanto di più beli
le, e dopo essersi inchinali innanzi alla produssero la scultura e f ornato. Un
Madonna rientrano per l'altra, e poi si grande e ricca potenza marittima dov<
serrano ambedue da loro stesse. Tutto spiegare con pompa le sue bandiere n«
quesl' artificio è fallo con varie ruote. la piazza principale, in faccia al tempio'
Al di sopra in campo azzurro stellalo, ftlia reggia enei luogo delle principali ra-
ma del tulio rinnovalo, sta scolpito di lui- dunanze. Opina il Sansovino, che questi
tnrilievoun LeonealalocolVangelo. Sul- volessero dire : Franchigia e libertà di-
la sommità della torre sono due statue gi- pendente da Dio solo, e non da principe
gantesche di bronzo, delle volgarmente i olctino. Altri disse rappresentarsi ne'me-

Mori, nel cui mezzo è sostenuta una cam- desimi i tre regni di Venezia, di Cipro, di

pana grossa colla croce sopra un palo di Caudia, noto essendo ad ognuno comean-
ìiirro, sulla quale le due statue con gran che due ultimi fossero regni, ed ampia
i

inaitelli a vicenda battono le ore. Tutta mente dimostrandosi dagli scrittori del
|:i torre poggiasopra pilastri di marmo,ed le cose venete cornea Venezia pure cor

t* ricca di dorature adesso rinnovale. Vi fu* denominazione. Altri fina)


pete>>se tale

|uno poi aggiunte le sottoposte colonno, mente, accordandosi megliq alla po[

1
YEN V E N 245
lare opinione, vollero rafTigurali i re* litari ed in fine ricordando opportuna-
;

gni di Cipro, Càndia e Morea. Ala il mente che il delfino, per la vita salvala
cav. Cicoj^nara è d'avviso, che i 3 ma- ad Alcione, fu sempre l'emblema del be-
gnifici pili dì bronzo per sostenere gli neficio ; al naviglio dell'Abbondanza ac-
tleudiirdi della repubblica, furono posti a coppiollo, come a quella che apporta al-
solo ornamento della piazza di s. I\iarco, le popolazioni ricchezza e conforto, sal-
per simboleggiare la potenza e la grandez* vandole dal pili grande de' flagelli, l'i-
za della medesima. Pel i.°fu innalzato nel nopia. Nell'ultimo pose il Dio del ma-
i5oi quello di mezzo, e gli altri due nel re, cui un Saliretlo presenta i frulli della

i5o5, secondo ilSansoviuo: l'iscrizioni poi vile, assiso sul dorso d'una Baccante ma-
chiariscono come furono ordinati e posti rittima ; volendo così dimostrare che seb-
sotto gli auspicii del dogcLeonardo Lore- bene Venezia signoreggia le sponde del-
danoi ."rappresentante la veneta signoria l' Adriatico, sono però a lei tributali i

neli5o5,leggendosi ne'3 collarini, olire il doni di Bacco dal pendio de'pampiniferi


nome de'procuratori di s. Marco, Barbo, colli del Veronese, del Vicentino e del

Morosini e Trevisano, quello del doge e Friuli. Bellissimi sono i fogliami e gli or-
la data del suo dogado e dell'epoca, col nati di cui vanno ricchi questi mirabili
Domedetl'artista: nelpilodi mezzo vedesi pili, e sopratlutlo i 3 leoni alali, che po-
pure il doge suddetto. Li mo»
ritratto del sli a guisa di grifi ad un tripode apollì-
dello e fuse Alessandro Leopardo, archi- neo, esprimono 1' emblema caralterisli-
tetto e scultore insigne. Senza varietà nelle co della repubblica. La mole d'ognuno
masse principali,sonolra loro diversi de- i ascende all' altezza di 8 piedi. — Fi-
licalissinii bassirilievi che ricingono pili i nalmente in uu angolo della Piazza di
nel corpo del basamento^ tutti d' ottimo s. Marco fa ancora di se bella mostra la

gusto e singoiar nitidezza. L'uno di questi superstite facciata della soppressa e seco-
raflìgura le frutta della terra, portate nel larizzala chiesa già parrocchiale di .y.j^^.?-

mare da Kereidi e Tritoni, giacché col .vo, vescovo di Nizza e martire, ed è non
mezzo della navigazione libera e indipen- ispregevole accessorio della piazza medesi-
dente i beni e l'abbondanza si diifondono ma. Non era questa la facciata della chie-
o si ritraggono dal di là de* mari, acco- sa,ma uno de'lati, quindi delle sue por-
munandole fra tutti i popoli della ter- te una introduceva alla sagrestia, 1' al-
ra. Un altro bassorilievo mostra sopra tra ad un atrio pel quale si saliva al tet-
3 navi collocate la Giustizia, Pallade e to. La fabbrica pare eretta sui disegni
l'Abbondanza, fiancheggiate da elefanti, dell'architetto Giuseppe Benoni, dopo es-
delfìni e cavalli marini. In ciò 1' artista sersi incendiata neliGyo l'antica. Alle pro-
pose sononio accorgimento, poiché associò porzioni generali dell'ordine, può vedersi
alia Giustizia l'elefante, emblema della un seguace di Palladio ; ma dalle singole
forza, della prudenza, della temperan- parti sembra riconoscersi un imitatore
za, e di tante altre virtù che dagli egi- del Longhena, e forse il Benoni ne fu
zi in poi egli fu sempre destinalo a sim- scolare. £' ornata d'un ordine corìntio
boleggiare, massimamente nell'epoca in- con attico sopra la trabeazione; maestosa
dicata, in cui gii emblemi, le allegorie e e bella n' è la massa ; non tali si ponno
l'imprese erano mollo in uso, ed in esse dir le parli ad essa frapposte. Segna essa
profondamente esercìlavansi i letterali e il corso delle belle arti, le quali, al tem-
gli artisti. Aggiunse il cavallo marino a po che fu costruita, già inclinavano a
Minerva, assisa sopra d'una corazza, che, quella goffaggine e a quel tritume, onde
lenendo l'ulivo e la palma, simboleggia- si compiacquero la fine del secolo XV H
va uuu laulo gli aludi, quanto le arti mi- ed il piiucìpio del XYIU. Ricavo dai
246 YEN YEN
Corner, clie la chiesa di s. Basso cbl)e viglia a vederle. Cos'i la moltitudine chj
origine nel 1076 ilalia famiglia Elia, iji seuq)re frequenta questo punto, per di|
«bbruciù insieme con altre 22 nel fune' così, centrale della città, nel quale si faiijj

stissimo incendio deli io5; e riimovata no per l'ordinario le principali pubbliche


poscia, soggiacfiiie ad eguale disgrazia mostre ed ogni altro spettacolo, ha di che
nel 1661, venendo in seguito ristaura- deliziarsi, contemplando, oltre il vario

la in più ornata forma. E siccome il aspetto de' concorrenti, il moto, la vi.


Corner colle notizie delle chiese riporta ta, lo sceneggiale universale, eziandio
nncoia quelle de'rispetli vi superiori delle questi alberghi dell'industre aHìnalo ge-
medesime che si distinsero; così narra nio nazionale e straniero, se pur meglio
che il pievano Gallare, eletto vescovo non ami di sedersi in crocchio nei caffè, '

nel 1 347 di Eraclea o Città Nova, nel- a piacevole e lieto conversare, più lieto
le Lagune, ottenne da Urbano V, nel- e più piacevole fatto dal concorso del bel
l'anno I 365, all'insaputa de'parrocchia- sesso, usanza che tuttora si conserva ia ,

ni, che la chiesa di s. Basso fosse unita questa città che mantiene l'antica disiitaJ
perpetuamente con titolo di commenda voltura. — Ricavo dal cav. Mutinelli citéfl
ulla sua mensa vescovile ; soggezione da lo, che ne' primi tempi la descritta piazza
cui la liberò Martino V nel i4iB ad istan- era nuda landa on)breggiata da pochi al-
za del doge e senato veneto, ridonando la beri ed appellavasi Brolio e Morso, e vi
chiesa di s. Basso alla sua primiera liber- passava per mezzo un canale detto Ba-
tà. Si veneravano in essa, nel suo nobile iano, sulle di cui sponde la religione
altare, una divota immagine del Croce- del capitano greco Narsete innalzò 1 due
fisso, formata in legno, ed un pezzo di summentovali templi, mediante le spot
cranio tlel santo titolare, ambedue su- glie tolte agli ostrogoti da esso vinti cob
perstiti dall'ultimo incendio. Accenna per r aiuto del na villo de' veneziani. Eretl
ultimo il Corner, che fatto pievano di s. poi la basilica di s. Marco, più tardi Si
Basso Giorgio Baseggio nel 1628, due bnstiano Ziani doge del 1172, concepì
anni dopo venne trasferito al pievanato lodevole pensiero di elevare il Brolio t

di Maria Formosa, e fu l'ultimo de'pie-


s. queir umile selvatichezza a più nobi
vani.clie passassero da chiesa a chiesa, se- condizione. Interrò quindi il canale Bi

condo il frecpienle uso di ozione de'tem- tarlo, e demolendo I' antico tempio
pi anteriori. La piazza di s. Marco è dun- s. Gominiano, lo riedificò più oltre. Pi
que da 3 lati cinta da una serie continua scia lutto intorno a quel tratto segn
di magnifici archi, i quali cominciando to in lunghezza dalla basilica Marciana
dalla torre dell' Orologio, proseguendo e dalla chiesa di s. Geminiano innalzò
per le Procuratie vecchie, girando lun- un porticale con merlature , vedendosi
go l'atrio del Palazzo reale dov'era s. Gi- nella prodotta pianta di Venezia, che
miniano, e continuando per le Procura- ci diede lo stesso scrittore, delincala ap-
tic nuove sino alla regia Zecca, e poi punto alla metà del secolo Xll circa,

•voltando verso il Molo, ascendono al cinta r area della piazza a foggia di ca-
numero di 128, e formano una super- stello da muraglia merlata. Adunque
ba galleria coperto, lunga ben 446 fue- r idea prima di questa grandiosa piazza
tri ;
graditissimo passeggio in tutti i teuì- devesi unicamente al Iraricco doge Zia-
pi e in tutte le stagioni. Adornano que- ni. Lungo sarebbe il ricordare gli spetta-i

sta galleria quasi tante botteghe quanti coli e le feste celebrate in questa piazza,
sono gli archi,in gran parte ad uso di caffè, descritti dalla eh. Giustina Renier Mi,--
e molle d'oggetti di lusso, forni te con tanta chiel. Origine delle Feste i'e/iezì'anU
dovìzia e eoa sì bel garbo ch'è una mera- Anch' io di molli ne farò ricoido io prò'-

jTMk
V E iV V E N 2^7
gresso (lell'arlicolo, tle* tornei poilaiido- zo. Interno: Cupole, IS'avJ, Presbilc-
iie nel § XVI, n. 5. Nelle grandi inon- rio. Crociera. Identità del corpo di
i
dazioni !>i vide la tnedesìma piazza alla- s. Marco e sue invenzioni. Pala d'o-
gala, popolala di gondole, odViie l' n- ro. Sotto- Confessione. Sagrestia e
$peltu d' uno *pellacolo singolare. Co- sue porte di bronzo, biliari. Sinai-
me in altre chiede, e lo descrissi in «li- lacci. Batlisterio. Tesoro di s. Mar-
versi luoghi, si soleva lanciare a volo tlal co. Santuario delle ss. Reliquie. Se-
.
pronao della basilica di s. Marco molle dia marmorea, già supposta cattedra
'
colombe nella giuliva domenica delle dis. Marco. Prerogative della basili-
'
Palme, ed anche in altre chiese di Ve- ca. Procuratori di s. Marco.

' iiezia. Alcune di esse sullraendosi dalla


'
caccia che ne faceva il popolo, cerca va- Se fra le meraviglie non solo d'Italia,
'

no rifugio nel tello della basilica o sol- ma d'Europa e del mondo cristiano me-
'
lo piombi del propinquo palazzo <lu-
i ritamenle ha grido e pren)inenza la ciuà
'
cale, ed ivi si propagarono. Peralinien- di Venezia; vanto primario de'venezi;i ni
< tarsi discendendo nella piazza tra il pò- è l'augusto e veneranilo tempio, già le-
' polo, rispettandone questo l' ìnnuccnle gia basilica priiniceriale e cappella «luca-
' fichinza, se ne compiacque, e lo slesso go- le, ed ora i. V. basilica di s. Marco Evan-
verno volle contribuire al nutrimenfo gelista, fregiala del primario grado eccle-
'
loro, con ordinare ad un ministro de'vi- siastico di patriarcale e metropolitana
cini pubblici granai (nell'area occupata piimaziale, comunemente cognominata
I
nel principio di questo secolo da'giardi- il /rtrcm/i<2. Questo sontuoso edifizio, cat-
'
ni reali), oltre il far costruire alcune e- tedrale,ead un tempo i.'decania urbana e
'
sistenli cellette pe' loro nidi, di far get- parrocchia, nel sestiere di s. Marco, è uno
tare ogni mattina all'ora di 3." una quau- de'più meravigliosi monumenti dell'an-
lilà di grano per la piazza e per la piaz- tica giandez7a e dello splendore «Ielle re-

zetta. Tal^ costume cessò colla ie()ub- pubbliche; italiane, che sorsero nell'epoca
blica, laonde la razza delle colombe si in cui, diradandosi le tenebre, a poco a po-
disperse per la città e pe' suoi campi o co tornò a dilfondersi la luce dell'arti per
piazze in cerca di cibo. Nondimeno un tutta Europa. 11 cav. Cicognura, nome
numero ne restarono nella piazza, e nel celebre, all'erma non potersi stabilire
i833 vidi amorevolmente
quelli che con istorica precisione l'anno della pri-
gettavano loro il For-
nutrimento. — ma fondazione, e neppure quello della
mando il principale prospetto della me- consagrazione del tempio, la «juale tulla-
ravigliosa piazza di s. Marco e chiuden- volta egli crede seguila appena ne fu
done i' orientale lato il sublime capola- chiuso il recinto. Il doge Selvo nell'an-
voro della basìlica Marciana di questa no 1071 la ridusse allo stalo presente,
passo a parlare. incrostandola di marmi orientali e di
musaici ammirabili, facendo venire di«
§ V. Basilica patriarcale tìi s, lìJarco versi architetti all'oggetto. Polè la chiesa
Evangelista, originata dalla reposi- fìnalmente consagrarsi nel io85,con)e di-
zione del suo sagro Corpo. Suoi rari, ce i! Zanetti, o nel logj come piace al
copiosissimi e f'plendidi ornamenti di Calli, o nel 1 i i i come scrive l'Anoni-
marmi, di pitture, di musaici, di scul- n)o. Però lo Slato personale del Clero
ture in marmo e in bronzo. Sue par- dichiara che fu consagrata 1'
8 ottobre
ti. Esterno : Fronte principale deco- io85, e COSI il Corner. Il degno anno-
rata da* ^famosi cavalli di bronzo. latoredifFtisodel Cicognara,il eh. Zanot*
Ali io e sue cupotelle. Forte dì bron- lo, lenifica il di lui asserto suU' origine
248 VEN ,,,^ V EN
tlell'anlica cliiesella di 8. Teodoro (prima- stato di finissimo marmo ; e divenne l.i

rio proiettore della chiesa di Veiiezia,pii- cappella del doge, quando il fratello e
iiindie (osse arricchita del prezioso corpo successore Giovanni Partecipaziocondus-ii
di s. Marco), la quale poi, secondo alcu- se a termine il grandioso edilizio. Incen-
ni, fu incorporata alla basilica Marciana; diatasi poi la chiesa col palazzo adiacenw
tua il eh. ab.Cappelletli seguendo l'opinio- tè nel 976, si pensò a rifabbricarla ; sj

ne d'altri più ragionevoli scrittori, ritiene Pietro Orseolo doge nell' anno stesso la'
che la chiesa di s. Teodoro fu demolita e rialzò da'fondamenti a sue spese, ePielru
nel suo luogo fu piantato il tempio inti- Orseolo11, Domenico Conlarìni, e finul-

tolato a Marco. Galliccioli opina, che


s. mente Domenico Selvo, dogi zelantissi-
precisamente ne occupi l'area la cappella mi, accelerarono il proseguimento del-
di s. Isidoro, esistente nella basilica ; al- la riedificazione, che può dirsi durasse
tri volendo essere surta ove poi fu il luo- fino al 1071, in cui quest' ultimo co-
go del s. Oflìzio, ed al presente stanze minciò a farla incrostare di marmi e
addette alla sagrestìa. Il Zanolto pertan- musaici. Anzi prima di Selvo la chiesa
to, seguendo il dottissimo e diligente cav. era costrutta in legno. Sembra che prin-
Cicogna, nella sua celebrata opera : Le cipalmente anche al doge s. l'ietro Orseo-
Inscrizioni veneziane, narra comeNarse- lo debbasi pure il concepito pensiero di
te, qui disceso nel 552, e soccorso da've- erigere questo tempio maestoso; e che
neziani contro Totila re de'gotì, grato al- neir ornarlo ed impreziosirlo ì succes-
l'opera loro, volle fabbricare nell' isole sori ebbero nientemeno in mira di eclis-
Reaitine due chiese, una sagra a s. Teo- sar lo splendore dell'insigne basilica di
doro d'Eraclea di Ponto, e l'allra a' ss. s. Soda di Costantinopoli. Lo Stalo per*,
Menna e Geminiano (il cav. Fabio Mu- sonale del Clero,co\ quale riportai la dai

linelliadduce ragioni per provare, non ta del suo rialzamento, dice compito l'è
esser probabile, od almeno assai diib* difìzio nel 1071 nella magnitica formi
bio, che Narsele abbia frillo erigere le che attualmente si vede.E quetst'opinion
due chiese a Uiallo a s. Teodoro, ed a' viene confermata dalle seguenti paro!
ss.Geminiano e Menna). L'erezione della che altra volta leggevansi nell'atrio, rift

basilicaMarciana seguì per opera del doge rite dagli scriltori: Anno milleno Iranst
Giustiniano Partecipazio,dopo il traspor- do bisque trigena ( 07 ) desuper itnd»
1 i

to del corpo di s. Marco Evangelista (P'.) cimo fiiit facla primo, verso che il ca'
neir828 da Alessandria à' Egitto {f^-), E. A. Cicogna legge meglio: Facla fu
ivimandato da s. Pietro, da cui è chia- primo desuper undecimo, per ragione
inato nella sua i." Epistola, cap. 5, v. i 3, della rima nel mezzo, e per la misura del
figlio, e per comune opinione discepolo e verso. Laonde la basilica non deve in
interprete, qual i ."vescovo d'Alessandria, parte alcuna il suo splendore integra-
città la più celebre del mondo dopo Ro- le e primitivo alla presa di Costanti-
ma, e chiesa che divenne la i.' delle 4 nopoli, seguita tanti anni dopo, ma tut-
patriarcali d'Oriente. Dovendone ripetu- to lo ripeledalla pietà e dalla forza d'una
tamente riparlare, qui mi conlenterò so- nazione industriosa, commerciante e po-
lo di aggiungere, che Giustiniano Parte- tente, che non la cedeva, anzi sorpassa-
cipaziu, all'area della chiesa di Teodo-
s. va in magnificenza tutti gli altri popo-
ro aggiunse il tempio in onore di s. Mar- li circonvicini. Divenuto il sagro luogo
co, vi depose lesagre spoglie, segretamen- l'oggetto delle pubbliche cure, durante
te chiuse in una forte arca di bronzo, e col- il editlcazione,fu provvedu-
tempo di sua
la sola cognizionedel pi imicerio le collocò to con ogni diligenza a ciò che non tor-
io uuo degl'iulei lori pilastri tutto iucio- uub^icro uavigli dal Levaule se nou ca
ts
V EN VE If 249
richi di maniìi e di pietre delle per or- luoghi ov' erano immediale le relazioni

nalo della fabbrica la quale a tiiniio a


, de' veneziani, attestano come col com-
mano divenne noi) solo inonumeiilo sie- mercio e cambio d'ogni altra ricche/.-
col

rico pe' progressi delle belle sili, tua roo- za succedesse anche un mescuglio ed una
uuraetilo ancora più solido per la gloria specie di comunanza nel gusto dell'arti.
nazionale, e per l'amore de'popoli; men- Quindi ninna meraviglia se coloro ch'era-
Ire le spoglie destinale ad arricchirlo no di continuo in Alessandria, al Cairo, a
erano bene spesso il fruito delle villo- Bagdad, tornavano alla patria carichi di
rie riportale da' veneziani sui loro ne- ricchezze orientali e saracene, e di monu-
mici. Cinquecento colonne tra grandi menti che tanto rassomigliano alle gran-
e piccole, interne ed esterne, di marmi, dezze allora ditfuse dagli arabi in tutta la

per la preziosità più che per la mole in- Spagna.C\\\ conosce l'antichità di Cordo-
signi, arricchirono l'edifizio, e venne da va,di Granata, e gli edi tìzi saraceni^rimusli
ogni parte aperto l'adito a' valenti artisti '\nSicilia;c\\\ è in grado di separare ciò clic

in iscullura ed in musaico a .compiervi di greco o di romano fu impiegalo nelle

ogni più squisito ornamento. Né furono fabbriche bizantine di Costantinopoli^ da


soltanto chiamati greci artefici, ma visi ciò che vi si andò mantenendo d'origina-

impiegarono anche veneziani, come i rio, troveràfacilmenle la ragione de'modi


provai! cav. Cicognara nella Storia del- con cui è costrutta questa stupenda basi-
la Scultura; mentre è ben da credere lica di s. Marco. Non trattasi qui di deca-

che gì' italiani debbano esser volentieri denza nell'arti, o di corruzione nel gusto,
accorsi a lavorare in Venezia, eglino che ma vuoisi qui riconoscere uno stile a par-
non ricusavano seppellirsi fra le cime de- te, determinato ed unico in tutta l'Italia,

gli Àpenuini per occuparsi ne' lavori ili che non ha origine da alcun'altra causa e ;

Subiaco e di Monte Cassino (T''.). Quale quantunque possa dal conteCicognara es-
poi sia stalo rarchìtetlo che innalzò tan- ser opinato che lo stile, volgarmente chia-
ta naole è tuttora ignoto, come pure se mato gotico, sia derivato esso pure dal-
fosse greco o italiano. La bellezza e l'u- l'araba architettura, giova in tal caso fa-
nità di pensiero nella ben distribuita re la seguente distinzione. Questo stile

pianta del tempio, attestano il valore di che dalle Spagne si diffuse sotto i nor-
lui. Giudicherebbest , a primo vederne manni e i bretoni, passando attraverso la

il disegno, che l'inventore fosse slato e- Francia e Fiandre sino in Inghilterra,


le

ducatoalle più severe dottrine della so- e architettando quelle famose abbazie e
lidità e del buon gusto; ed ove si ponga cattedrali, di cui la prelesa riforma ci la-

mente alla regolarità, alle giuste propor- sciò appena pochi ruderi, abbastanza per
zioni, all'utile impiego dello spazio, ere* altroinsigni per caratterizzarlo; quello sti-
derebbesi il sontuoso edifizio opera di le diramatosi per tutto il nord, discese di
miglior secolo, e d'ingegno non ottene- nuovo per la Germania verso il mezzo-
brato dalla nebbia che intorno al mille giorno, particolarmente in Italia, come
latte avvolgeva l'arti italiane. Opportu- può vedersene T andamento e le tracce
namente il dottissimo Cicognara fu le se- nella cattedrale di Strasburgo , e nelle
guenti importanti osservazioni, intorno metropolitane di s. Stefano di P^icnna e
dominante in questo portentoso
allo stile di yi///rt/20, modificandosi e scostandosi, a
Siccome oggetto d'ogni pubblica
edifizio. seconda d'una serie di combinazioni, dal-
cura, questo tempio andava ricevendo ab- la sua prima originaria araba derivazio-
bellimenti da tutte le sorgenti di prospe- ne. Ma qualora i veneziani si determina-
rità nnziunale,e i marmi che dall'Oriente rono a seguire uno stile d'imitazione nel
venivano trasporluti, ed iu ispecie da' I ."ricco e souluosQ edifizio,che da essi ve-
VOL. XG. '7
25o YEN YEN
riva eretto, questo siile liustì più imme- anche artefici greci, pel continuoconlaU^
diatamente soniiglianle oll'aiabe produ- de' veneziani con Costantinopoli. Dall'epfl
zioni. La varielfi nel gusto dell'aicliiletlu- ca ilei doge Selvo sino a'noslri giorni, noi
la prò veiuie pure dall'aver i veneziani interrotta serie di artefici dispose su (|uel
tratti dall'Oriente preziosi materiali du- rimn)erisa superficie la parlante storil
rissimi già lavorali: quindi non poteva- dell'arti, ed i cartoni, tla cui vennero tra)
no quelli in altro più strano modo ridur- ti i musaici, furono disegnali in ogni lem)
re , e volendoli elevare grandiosamente pò da' primi maestri, e può riconoscersi,
erano coslretli alla sovrapposizione degli anche dallo stile di ciascuna composizio-
ordini, non potendo allungar le colonne. ne, la bella e varia maniera de'pritui pit-
Con ciò siche se nella propor-
spiega , tori veneziani. I pavimenti furono esegui-
zione delle colonne impiegale nella basi- ti nel modo grecanico, dello tassellalo o
lica, e singolarmente nella facciata , ap- vermiculato, valeadire una speciedimull
parisce un resto di buona simmetria più saico non tanto prezioso per l'esallezsal
antica e appartenente agli aurei tempi, de'fìnìssimi compartimenti, quanto per la
questo nasce perchè i fusti avevano al- squisitezza della materia. L'opere di seni- !

tra volta probabilmente servito a mol- tura non cedono il campo a quanto di più

ti greci edifizi, che demolili si assogget- insigne vantano le più celebri caltedrali
tarono al nuovo genere, colla sola varia- per marmi e per bronzi, cominciando dal
zione delle basi e de' capitelli, restando- primo risorgere dell'arte fino all' aureo
ne però intatti alcuni de'primilivi di bel- secolo, in cui singolarmente il Sansovino,
lissimo siile. Siccome le alterazioni di il Leopardi, Desiderio da Firenze e mol-
lutti questi stili bizzarri ricever doveva- vennero a gara per lasciai vi in-
li altri

no particolarmente il loro caratteristico signiopere loro. Meli' interna parie del


dall' indole varia delle nazioni presso le tempio, fra la preziosa rarità de'marra
quali venivano traltali,non risulta punto ve n'hanno di cave orientali assai pen
strano che dalle Spagne passando inFran- grine, e alcuni che ponno dirsi anelli i

eia, e di là girando pel resto d'Europa, il lermedi e sconosciuti fra le specie che si

nuovo modo di architettare abbia preso nosi finora classificale. Fa meraviglia,


un carattere più snello, più capriccioso e saminando la parte esterna, trovarvi i

singolare di quello che noi prese ne'paesi crostata una quantità di singolarissiui
d'Italia , in cui vi si portò direttamente, opere in mezzo rilievo, sagre e protàn
ed in ispecie presso i veneziani, i quali appartenenti a diverse eia e nazioni. C
sui resti della romana grand<izza e mae- sera la sorpresa nel riflettere, che quesl
stà avevano gillato le prime basi del lo- fabbrica nazionale surse arricchita d'
ro nuovo splendore per la caduta d' A- gni pubblico e privato tributo, e diven-
quileia, d' Aitino e d' Opilergio, dando ne come il deposito d'ogni monumento
molti saggi di gusto e d'ingegno quando, pregiato e la conservatrice della nativa
prima della basilica di Marco, aveva- s. grandezza. Ne'primi tempi la chiesa di s.

no edificale le non povere e non disador- Marco era tulio, e il privato non abitava
ne fabbriche di Grado e di Torcello, i cui che una modesta capanna inte.ssuta di
reil'ì in quelle lagune comprovano la ve- legni e coperta di canne. In chiesa si

tustà dell' indigena loro perizia nell' ar- atlorava la Divinità, si trattavano gli af-

chilellura. Nel tempo della riedificazione fari del comune, si deliberava la pace e
de) tempio moltissimi italiani, periti in o- la guerra, si ricevevano gli ambascia-
gni arte e singolarmente in quella del mu- tori : la ciiiesa era la scuola, il museo,
saico, vi fecero le più insigni prove d'in- la galleria nazionale. La basilica Marcia-
gegno. E probabile che vi avessero parte na è io totale cosi eniiaenlemenle vene-
VEN VEN a5i
ranila, che non è possibile entrarvi senza e girano per lutto il contorno esteriore
rimaner compresi di profonda riverenza della chiesa. In fondo alla loggia e corri-

e sentirsi quel brivido che non ispirano spondenti alle 5 porte della facciata, esse-
jDolli altri lecnpli; effelto rarissimo da re 5 altri archi sostenuti da molte colon-

ottenersi dall' estetica negli edilizi so- ne di porfido. Questi archi congiunti con
praccaricati di tanti ornamenti ricchis- vari fiegi lavorati a festoni e fogliami di

simi, e che potrebbe forse anche attri- marmo con diverse figure,avere fra gl'in-
buirsi a quella palina generale che il tem- tervalli nicchie informa ili campanilelti,
po ha disteso sull'immeiisa varietà degli essendogli archi tutti tondi. 11 Cicognara
oggetti e de' marmi, temperandone il non si propose di porgere nella sullodata
sommo splendore, e mettendovi (piel- opera : Le. Fabbriche e i Monumenti co-
l'accordo, (jucll'armonia, quel misterio- spicui di ^e/zfz/a, accurati dettagli della
so, che non riesce all'arte di poter quasi basilica di s. Marco, ma solo di alcune
mai dare all'opere, quantunque vi cou« delle principali parti. Vi supplì mae-
corra col lusso di tanti altri mezzi- Lasciò strevolmente r encomiato Zanotto, eoo
scritto il Temariza, nella sua operetta sul- quanto vado a compendiare, non senza
l'antica Pia/ila di renezia.» La cappella utdizzare di altri benemeriti scrittori.

ducale di Marco, magnifico tempio, nel-


s. Sembra che l'architetto, inventore della

la più parte composto co'preziosi marmi pianta, sia affatto diverso da quello che
spoglio d'altri templi dell'Oriente, fu ope- la facciataprincipale dispose, il quale
ra di tre o quattro secoli, che furono quel- aveva assunto l'incanco di erigerla ta-
h della decadenza; e ciasciiu secolo coll'en- le da vincere in magnificenza tutte le
lusiasmo della moda, figlia il più delle vol- altre esistenti, in premio di che vana-
ta deirigiioranza, vi lasciò l'impronta del mente domandò al veneto senato l'onore
suo genio. Quindi la cappella ducale è della statua onoraria inmarmo.Ma com-
una greca in Italia, che adottando le va- pito il lavoro, incautamente espresse a-
rie mode di lei si è sfigurata con pregiudi- \ersi frapposto alcuni ostacoli che impe-
zio della sua bellezza natia, l^a facciata dirono potesse condurlo con maggior no-
di fronte è per così dire un grottesco ma- biltà di quello eh' egli volgea nella men-
gnifico: c'è di tutto ; c'entra il gotico an- te; per cui la repubblica gli negò il si-

cora". Il severo Milizia, dichiara la chiesa mulacro, e invece volle che nell' ango-
di s. Marco stimata più per la ricchezza lo destro del maggior arco sopra la por-
della materia e per la delicatezza del la ve- ta principale fosse scolp to in bassori-
ro, che per la sua grandezza; essendo tutta lie*'o nell'atto di morders un dito, come
di niarcno-, ricca di scelte pietre al di den- ad esprimere al riguardante il di lui pen-
tro, e messa ad oro al di fuori, onde fu det- timento per la pronunziava parola. Ivi
ta la Chiesa clorata; e da tutte le parti si vede a doppie stampelle, perchè si ag-

straccaricata di sculture. La pianta essere giunge che fosse male aitante della per-
a croce latina a 5 navate, cioè comprese le sona. Questa tradizione per altro non è
duedellacrociera.Avere5cupole in croce, autenticata dalla storia.
emisferiche e con pennacchi, come la cu- 1. La fronte principale del sagro edifi-
pola di s. Sofia di Costantinopoli. Fra zio, in due ordini, per la ric-
composta
dentro e fuori contarsi più di 5oo colon- chezza e sontuosità de'marmi, delle scul-
ne di marmo. 11 solo portico esteriore, lure e de' musaici , pe' trafori, gli or-
eh' è a 5 archi, avere due ordini di co- namenti e le statue che coronano i 5 pi-
lonne le une sull'altre, ascendenti a 291. nacoli, ne' quali è divisa, e le tante pre-
Sul portico la loggia scoperta circon* ziosità ivi raccolte, lo rendono uno de'
data di balaustri, eoa 364 cuiounctle, più cospicui mouumculi non solo di Ve-
252 VEN VEN
nezia, ma ili lulla l'Italia. Chi poi si Jras- dere V estro del pittore vedutista, ce

pollasse col pensiero al secolo del suo in- me lo accese a' celebrati Canaletti,
naizatnenlo e si figurasse lutli (|ue'aiolti Guardi, a'Borsato, da produr poi quel
intagli, que' labernacoii e quelle guglie letavole rinomatissime che si acquiste
messe adoro cotne allora vedevansi, ol- no a peso di mollo oro da'forastieri (a
tre che farsi un'idea alquanto più splen- treltanlo può dirsi degli altri principi

dida della basilica Marciana, avrebbe li edifizi di Venezia sagri o civili, e di


con che argomentare sulla ricchezza de' isole, come de'tantisuoi punti di vista ve-
veneziani in quel secolo, qual fosse la ramenle pittoreschi. Innumerevoli poi
loro pietà, e quanta la loro niagnificen- sono vedute eleganti ed egregiamen-
le

za. L' ordine superiore porta ne' 5 com- te disegnate ed incise). Le molle e ric-

parli musaici, e quellodinjezzoèaper-


4 che colonne di porfido, di verde an-
loda un'immensa finestra che spande il tico, di cipollino, di pario, sovrapposi^!
lume principale entro il tempio. Que- r une all' altre, e di cui si adorna qud||
•^li musaici furono lavorali sui cartoni di st' ordine, reggono 5 archivolti, ognu-
Malfeo Verona imitatore spiritoso del,
no de'quali porta un musaico. Il i.° ali»

gran Ptiolo, morto ne! i6i 2. Figurano la mostra


sinistra dell' osservatore il pro-
deposizione dalla Croce, la Discesa del spetto di questo medesimo tempio, ed è
lledentore al liuìbo, hi sua Risurrezione, il solo esterno d'antico lavoro; il 2.° of-

e l'Ascensione di lui al cielo. Se ne vuole fre l'arrivo del corpo di s. Marco, a cui
autore un maestro Gaetano, che vi lasciò s'inchinano i veneti magistrati, lavoro in-
il nome e l'annoi6i 7, e gli costarono al- signe del tedesco Leopoldo del Pozzo, con-
meno 6 anni di lavoro. Sotto all' ultimo dotto sui cartoni di Sebastiano Rizzi bel-
musaico, e precisamente dove negli altri lunese, compositore giudizioso e felice,

archi apre una finestra, vedesi la fi-


si morto nel i 784; il 3." presenta il supremo
gura del vescovo s. Nicolò, musaico di di delle sentenze , opera di Pietro Spa-
Ettore Localelli. 1 6 campanili, che di- gna, sul cartone d'Antonio Zanchi d'E-
vidono gli da 4 co-
archi, sono sorretti ste, morto nel 1722, pittore naturalista
lonne ed entro a questi s'ergon le
isolale, che in alcune opere riuscì morbido, fa

statue degli Evangelisti, della Vergine, e le e di gran macchia. Questo musaico e!

dell'Angelo che l'annunzia Madre di Dio. be molte volte restauro, indi anni addii
L'arco u)assinio sopra la finestra porta tro venne tutto rifatto sul diseguo di La!
in mezzo a campo azzurro seutinato di tanzio Qiierena, da Liborio Salandri.
stelle, Leone alato col Vangelo, di
il sprimono gli altri due Buono e Rustì
bronzo, neh. "quarto del secolo nostro la- che trasportano furtivamente la sagra si
vorato dallo sculloie Gnetano Ferrari. ma dell'Evangelista dalla chiesa di Ales-
Sporge dal descritto l'ordine sottoposto, sandria alla propria nave, e la festiva ac-

e regge un terrazzo atto ad accogliere nu- coglienza falla da' veneziani a quelle ve-
meroso popolo all'occasione di qualche neratissime reliquie. Non si finirebbe sì

feslq solennizzala nella gran piazza, che tosto volendo descrivere le copiose scultu-
meravigliosamente si stende dinanzi qua- re di cui si adorna questo imponente pro-
le l'accennai. E bello e sorprendente in spetto, ben.s"i servirebbe a provare quan-
vedere appunto in siffatte festività, que- to nel medesimo secolo fiorissero la scul-
sta mole maestosa dar luogo al fior de' tura in Venezia. E vero,che alcune venne
cittadini, e il «ivo degli atti , e lo splen- ro recate da lidi lontani, e qua poste qua!
dore delle tinte de' panni, far contrasto monumenti di vittoria ; ma la maggioi
colle sculle immagini e co'musaici splen- parte souo contemporanee alla progressi
didissimi ; scena magica alla ad ucceu- va costruzione del tempio. Quindi si vedo
VE rr V E IV 2^)3

no gli eroi del cristianesimo e quelli ilei mare con medaglie di Nerone dove
«lue
gentilesimo niisli in islrana comunanza, sono espressi, ed anche per essere fu
end' è che taluno con ingegnoso ragio- si in Pioma tanto imperfeltamente che

nanjento li stimò allegorie; come 1* im- convenne all'artefice restaurarli con nu-
prese del favoloso figlio d' Alcmena che merosi tasselli ed ove Nerone avea chia-
;

fjui si vedono, da altri fiu'ono credule em- mato famoso Zenodoro a fondere la sua
il

blemi allusivi alla forza erculea della re- statua colossale, appimto per riuscire
pubblica; ed altre sculture, con altre al- imperfetti gli altri getti che si operavano
'
Jegorie. Quest'opere furono unicamen- a Roma in quel tempo. L'essere poi ca- i

te qui collocate per interrompere il nu- valli di lutto rame e coperti d'oro, sem-

do muro della facciata, acciocché splen- bra certamente più proprio di (|uell'età
desse l'arie dovunque e la magnificenza. e di quel fasto, che non di qualunque
Era comune e lodevole costume in quel- altro tempo. Ma il conte Cicognara però
l'età, raccogliereogni cosa per lavoro pre- crede che tale opinione possa essere in-
'

ziosa,<i disporla alHnchè non perisse, ove valsa per tradizione o per congettura. I
'

il decoro de' nuovi mouiimeitti poteva cavalli si trovarono uell' Ippodromo di

guarentirne la conservazione; e così ve- Costantinopoli, posti colà probabilmente


«lesi operalo sulla i.* porta, entrando a fin dal tempo che venne trasferita in O-
sinistra nel tempio, ove alcune sculture riente da Roma la sede imperiale, e que-
sono distribuite sull' architrave, le quali sti medesimi poi, sempre frutto della
'

oveano apparleiuUo ad altri edifizi ;e ri- furono mossi più d'una volta per
vittoria,
'
cordano lo siile delle 4 colonne del pre- l'ingrandimento delle nazioni. Cosi ven-
'

sbiterio, il che non iscorgesi sull'ingresso nero portali a Venezia allorché fu fon-
alla destra decoralo in diversa maniera. dato l' impero Ialino in Costantinopoli,
Anche rintenio in più luoghi presta ar- di cui il Zeno era podestà. Nel 1797 poi
gomento alla uiedesuua osservazione. Si al cader della gloriosa repubblica vene-
può tener presente quanto coll'erudilissi- ta. Napoleone volle imbrigliarli facen-

nio vicentino Marangoni in tanti luoghi doli trasportare a Parigi ; ma seguendo


ragionai, sulle cose gentilesche e profane essi sempre il carro della vittoria, avreb-
trasportate ad uso ed ornauìento de'sagri bero nella caduta di lui dovuto posare il


Templi. Ma tra gliurnamenti più pre- piedft suirislro, se la magnanima equità
iziosi, e nel niedesimo tempo più storici, di Francesco I non li restituiva a Venezia
iche offre questo pi incipale prospetto si no- nel I 8 5. Conservano
I essi ancora le trac-
tano i 4 famosi cavalli di bronzo esistenti ce dell'antica doratura, e ciascuno pesa
Isul pronao, e bellissimi per la loro vivace I 700 libbre grosse venete : dal loro piede
I
mossa e sveltezza di fornie,spediti alla pa- sono alti veneti piedi 4 concie 7. Di questi
tria neli2o6,da Marino Zeno, e già sal- cavalli parlili in più luoghi; ricorderò solo
'
Tati dal grand'EiiricoDdiidulo nella presa quelli in cui li dissi Scultura di Lisìppo,

Idi Costantinopoli. Molli chiari intelletti si secondo alcuni; e lavoro egregio di arti-
'applicarono ad illustrarli, ma rimango- sti di Scio, da dove li trasportò a Costan-

I
no ancora assai dubbiezze intorno al tem- tinopoli l'imperatore Teodosio !, come
po in cui veimero fusi. Taluni opinano vuole il Corner, il cav. Muxtoxidi e altri,
'siano dessi un volo del popolo roinano in l'erciò di lavoro greco, opinione de' più,
'occasione della vittoria riportala da Cor- come rileva il Moschini. Crede il cav. Muli-
bulone sui Parti, sotto Tiinpero di Ne- nelli, negli Annali Urbani di Venezia,
rone, e vogliono che fossero aggiogati ol- essere indubitabile che i famosi cavalli di
la quadriga del So\e collocata sopra un assai prezioso metallo e di molto antico e
'arco tiionlale. Ciò sì vorrebbe coull-r- pregiato lavoro, già appartenuti ad una
2^4 V EN V EN
(pindriga, fossero donati aNerone da Ti- riceve da questo lato ornamento da 60
lidale re di Armenia, ed a Reina passas- piti colonne di fini marmi, ed è lulta i

sero; da dove portati a Costantinopoli, a crostata verde antico, di africano,


di
Venezia si condussero per ordine d'Enri- parlo, avendovi persino il diaspro
co Dandolo; finché tolti (laTiancesi li tras- parte superiore è in tutto simile alfa
poi tarono a Parigi ad abbellimento del- tro desci itlo fianco, ma la .sottoposta
l'arco del Carosello. Restituiti a Venezia, per la vicina Tesoro di
fidjbrica del
solennemente l'imperatore Francesco l li Marco, e per la riforma a cui soggiac-
fece ricollocare all'antico loro sito sul det- que allorquando si costruì la cap[)el-
to pronao, alla sua presenza a' 3 dicem- i la Zeno, presenta un misto di stili e di

breiSi 5. Il cav. Mutinelli ne riparla con lavori fra loro «liscoidi. L'immagine del
documenti negli Annali delle Provin- Sudario, quella della B. Vergine, e de*
cie venete. Finalmente intorno a que- ss, Cristoforo, Marco, Vito, e d' un afll
sti cavalli, cui non manca che il soHlo di tro vescovo sono i soli musaici che (|uì pl
\\\a, molle uscirono allora le prose e le vedono. Il s. Cristoforo venne lavoralo
poesie ; ma vincitore del tempo rimarrà co' cartoni di Pietro Vecchia, morto sul

sempre l'epigramma seguente del cav. Ci- finir del secolo XVII, e sotto s. Marco
cogna. Jam sads haec totani moninienta anticamente leggevtisiil noraed'unPietro
everta per orheni- Viclere hostill diruta e l'anno 14^2, come sotto s, Vito quello
regna manu. -Sistant: et reliquos hic du- d* nn Antonio. Si vedono scolpili fradue
ratura per annos, - Aeternwn videant puttiiii di marmo sotto il sedile, presso
Caesfiris iinperium. —
La fci celata della la porla del palazzo ducale, quesli versi'
parte laterale verso s. Basso è comparlila obesi credonodel XII secolo: L'O/npo
egualmente in archivolti, ed ornala da far e die in pensar - Elega quello che
124 colonne di marmi orientali, e pic- li pò inchontrar. Più verso detto p|| il

coli musaici, esprimenti le figure de' ss. lazzo sorge la fabbrica del Tesoro, la dU
Pietro, Marco e Agostino. Ben più del- esterna muraglia è pure incrostata di'-
l'altre è ricca di vecchie sculture, no- marmi pregiati, e nel cui angolo sporge
tandosi quelle sulla porta colla Nascita te, si vede un gru()po di 4 figure in por

del Salvatore, e le altre sparse fra gl'in- do che si abbracciano insieme (il cav.
terstizi degli archi, figuranti li 4 Evange- tinelli dice che in Acri, ove lo lolseri
listi, s. Cristoforo e il Nazareno, oltre tanti veneziani, da tempo immemorabile li

altri puramente ornamentali, e che cer- grida si pubblicavano; e che fu posto a

to appartennero a più antichi edifizi. Ma vicino angolo della basilica per servili
la scultura che perla sua singolarità me- all'oggetto medesimo), e sul quale mol
rita maggiore attenzione è il bassorilie- lo favoleggiarono gli scrittori ; ma coni
vo di Cerere co' pini accesi fra le mani, sembra più verosimile venne qui portili

montala sur un carro tirato da draghi o da Acri nel XIII secolo. Nana il M(
ippogrifi volanti, in atto di cercare per schini Uscendo per la porla del Ballisti
:

ogni angolo della terra la propria figlia rio, si vede incastrato nel muro il grupp

Proserpina rapila da Plutone, secondo di porfido con 4 figure. Vi ebbechi scris'

la mitologia. L'originalità di questo mo- una Memoria per provare ivi lappresei
numento sta ne'moili con cui venne scol- tati Armodio e Arislogitone uccisori d'Ij

pito, poiché lacomposizione è schiacciata parco tiranno d' Alene, due volle ivi

con tal siutmetria da rendere più un'idea spressi. Ma poiché il vestito e il hivoi

delle produzioni degli antichi [)opoli ita- rammcntiino piuttosto i bassi tempi,
lianijO più veramanle delle pei siane scul- poiché la loro attitudine é di congiura
ture. — La facciata verso la Piazzetta più volentieri si crederebbero i
4 frale
VEN VEN 255
Anenimin, quali tramarono insilile ad
i stamento qui figurate, si ha argomento
AlessioComnenoimperatore greco,secon- validissimo di combatter 1' opinione del
clo l'opinione del cav. Mnxtoxidi. Forse i Lanzi, il quale asserisce che questi lavori
due versi ivi posti di saggio ricordo, sem- seguendo 1' arte ridotta a meccanismo,
brano favorirla. Il De Sleimbiicliel però di ninn passo la facessero progredire, e

argomenta die rappresentino Costanzo rappresentassero sempre le medesime


Cloro e Galerio Massimino; Massimino storie della Religione ; ma ciò non sussi-

e Severo ; ed aliri, dopo di Ini, opinaro- ste, se diligentemente se ne faccia l'e-


no rappresentare quattro Cesari seduti same. In questo atrio si allaccia alla vista
contemporaneamente nel secolo XI sul nella i.'cupoletta la Creazione dell'uni-
irono orientale, cioè Romano IV (Dio- verso e dell'uomo. Adamo che dà il nome
gene), Michele Ducas, ed i costui fratel- agli animali, la sua caduta e il castigo che
li Andronico e Costantino, che ressero ne riceve; sopra la porta detta di s. Cle-
l'impero greco unitamente dal 1608 mente gli olocausti d'Abele e dell'iniipio
al 1070. I due propinqui pilastri con fratello Caino, il delitto di questi, e
monogrammi mossero Gio. David We- la maledizione di Dio che lo fece va-
ber a pubblicare erudita e ingegnosa Let- gante sulla terra. Nella cupoletta che
tera al cav. Cicogna, e da questi inse- segue, la 2.' età del mondo, cioè il co-
rita nel t. I dell' Inscrizioni veneziane. mando di Dio a Noè di fabbricar 1' ar-
La niagnifica facciala, sopra solide fonda- ca, la entrala in essa, il diluvio e l'altre
menta eretta, ha secondo 1' antico costu- parti di questa storia luttuosa. Indi nella
me, o meglio a tenore del prescritto dal- 3.'continuano falli del patriarca mede-
i

le Coslititzioni apostoliche, lib. 2, cap. simo, la di lui ubbrìachezza e la maledi-

57, il capo della sua croce rivolto all'o- zione che scaglia al figlio Chaam, e la sua
l'ienle, il piede aH'occidentCjil braccio de- morte. Poi la torre di Babilonia, la storia

stro a settentrione, e il sinistro a mezzo- d'Abramo, quelle di Giuseppe e di Mosè,


dì; e sollevasi dall'imo al sommo, senza le quali ultime occupano le rimanenti

contar ornamenti, piedi veneti 65, o


gli cupoletle.A dire alcunché intorno a que'
metri 22,58, ed ha in larghezza piedi ve- musaici lavorati sui cartoni de'più chia-
neti i65, o metri 57.3 i. —
Enlrandonel* ri maestri della scuola veneziana, ne cade
l'atrio della basilica, che anticamente la prima per ordine a nominare la mezza
cingeva anche dalla parte sinistra, come figura di s. Clemente I sulla porta late-
dalla destra, cioè prima della costruzione rale a sinistra, condotta da Valerio Zuc-
della cappella del Battisterio e di quella calo nel 1 532, e poi quelle d'Isaia e delta
dello Zeno, vedesi questo coperto da mu- Vergine entro la nicchia di fronte, com-
saici, la maggior parte lavoro del secolo pite da Domenico Santi nel i 566. Quindi
XI. Lunga riescirebbe cjui la descrizione rimmaginesovrappostadeIRedenlorefia
di questi lavori, e basterà solo indicare i dueAicangeli, lavoro quasi perduto di P.
più celebrati, i quali portano il nome di Spagna; tacendoalcune altre di minor con-
chi li condusse. Però è a notarsi, che nel- quantunque falle dal celebre Zuccato,
to,

le 6 cupoletle e in molta parte dell'atrio, mi limiterò a indicare seguenti musaici i

qn<;gli antichi artefici lasciarono prove rifiutati i migliori che vanti questo tem-
non dubbie del loro avanzamento nel- pio. Pel i,° viene il s. Marco, con vesti
l'arte. Poiché si scorge un continuo pro- pontificali in gloria, sulla poi ta prìncipu-
gredimento neirottìmo, appunto in quel le, che sul cartone di Tiziano condusse-
secolo in cui per tutta Italia stendevasi de- ro i Francesco e Valerio Zuccato
fratelli
plorabile notte sull'arti belle. Dalle mol- nel 154.5, opera diligente che sembran-
le e varie storie dell'antico e nuovo Te- do dipinto meritò perenni lodi. De'me-
2% VEN VEN
desimi sono ì grandiosi musaici che or* anche dalia navata maggiore dell.i cliie-
nano il recinto, che comprende le porte sa, perchè sovrapposti al ballatoio che la

maggiori. Quindi su quella della mezza- circuisce. Alcuni musaici nell'atrio stes-
luna che mette nella piazza vedesi il mo- so sono quasi perduti, opere di G. de
numento o sepolcro del Salvatore, e più Mio ed altri. Ma inoltrandosi alla sini-

in otto la Crocefìssione condotta dai sud- stra, attira lo sguardo dell'attonito spet-
detti Francesco e Valerio Zuccato nel- tatore, confuso in tante storie e figu-
1'anno i549 co' cartoni del Pordeno- re, musaico rappresentante il giudi-
il

ne e con quelli di Francesco Salviati zio di Salomone, che sta sopra il mo-
morto nel i563; poi alla destra di det- numento del doge Bartolomeo Gradeni-
ta mezzaluna, entrando, la Risurrezio- go. Venne questo compilo da Vincenzo
ne di Lazzaro, e a sinistra la Sepoltura Bianchini nell' anno i 538, lodalissimo
della Vergine, anibeilue opere tenute fra per lavoro e disegno. Si crede condotto
le classiche di que' valorosi. Indi tengono coi cartoni di Giuseppe Salviati, o me-
dietro in merito, i 4 Evangelisti dispo- glio di Jacopo Sansovino cui la repub-
sti negli angoli di sotto, e in fpie'sovrnp- blica commetteva parecchi disegni. Va-
posti gli 8 Profeti; e gli Angeli e i Dot- sari scrive che questa opera è tanto bel-
tori della Chiesa sparsi nel fregio ornato la, che co' colori non si potrebbe fare
con ogni miiniera di foglie e frutta cosi altrimenti. Seguendo il giro dell'atrio,
nattuali che invitano la mano a spiccar- riscontransi altri musaici di moderno la-

le. Nell'altissimo vólto appare il Figliuo- voro condotti sui cartoni di l^ietro Vec-
lo di Dio fra le nubi colla Madre Ver- chia. Tali sono que' che figurano Giu-
gine, il Battista, due Cherubini e due An- seppe che spiega i sogni a Faraone; Fa-
gelicon giglio in ajaiio,adoraiiti la Croce raone sommerso; la Colonna di fuoco;
cinta da vari simboli della Passione, ed i e Mosè che rende grazie al Signore per
Prolo-parenti nostri al piede di quella, il averlo liberato col suo popolo dalla schia-
Zanetti, Notizie de iiiiis aie i^\n tine della vitù dell'Egitto. IMa fra le molte imma
sua opera della PiUtira veneziana, opina gini di Santi e Profeti che trovansi ne
essere questi gli ultimi lavori del già vec- le vòlte e nelle pareti di questo brace
chio Bai lolomeo Bozza, eseguili co'carlo- dell'atrio, le due migliori sono il s. Crist^
ni di Tintorelto. Invenzioni di questo, e foro e la s, Caterina, quella condotta
parte dell'Aliense morto nel 162C), esegui- Francesco Zuccato, questa dal di lui frjj

le inmusaico dallo stessoBozza, sono gli A- fello Valerio, ambo sui cartoni del gra
postoliegli Angeli co'gigli inmanod'ain- Tiziano. Oltre la copia e la preziosità dj
bo le parli della Croce. E Giannantonio musaici descritti che abbelliscono gli

Marini, discepolo del Bozza, co'cartoni decorano questi di altre prezii


trii, si

diMaffeo Verona lavorò,al sinistro lato di sita non meno cospicue. Sono esse
chi entra, sotto l'indicate ligure, la Con- molte colonne di marmi orientali li
danna dell'estremo giorno, e più in un an- piegale a sostenere le vòlte e le pc
golo presso la finestra, Giuda sospeso al le, ovvero semplicemente addossate
ramo fiuieslo; e nel!' altro il ricco Epu- le muraglie quasi a pompa di lusso, e
lotte; come eseguì pure all'opposta par- come avvertissero il visitatore fin dai
te, ma co' disegni di D. Tintorelto, gli suo giunger nel tempio, che nella co-
Eletti invitali da Cristo, epiù sotto, pres- struzione di esso la munificente repub-
so la finestra, buon Ladrone i;olla cro-
il blica profuse a larga mano i marmi e le
ce, la Vergine Madre col Bambino in col- sculture, per adempiere pienamente a
lo, ed uu'ullraimmaginedi lei fra due An- quanto nel decreto di fabbrica era or-
geli. Tutti i descritti nuuaici si vedono dinato. Poi alquanti monumenti d' esi-

A
V E i\ V E rf 1^7
mio lavoro, secondo il secolo che ven- f'x vcnctii^nie fecit. Dalla medesima si
nero scolpiti, creiliad onorar la vir- può dedurre, clie anco le altre 4 esterne
ili ed il valore di uomini chiarissimi, sieuo opere lavorale in Venezia. Ma quel-
compiono la decorazione. Il primo di le di maggior conto, e su cui alcuni rima-
ipiesli monumenti si erige alla memo- sero indecisi se sieuo opera greca, ovvero
ri. i <lel doge Vitale Fallerò morlo nel suH'imilazionede'greci lavorate in Vene-
I o()6, con lunga e onorifica iscrizione : il zia, sono ledue interne dell* atrio, cioè
lavoro è rozzo, ma di qualche pregio, a- quella di mezzo e 1' altra a destra del ri-
villo riguardo al tempo in cui fu esegui- guardante. Il Cicognara crede a ragione,
to. Il 5.° chiude le ceneri della dogares- che r ultima, lutla di bronzo e intarsia-
sa Felice Michel, [tassala a vita migliore ta con diversi metalli con figure e Santi

nel I I I 1 : l'elogio che si legge, in versi e- greci, con iscrizioni pur greche, sia lavo-
legiaci, la celebra come amante di Dio e ro non dubbio di Costautino[)oli vuol :

del povero, onesta e graziosa, abborrilri- quella di mezzo opera veneta condotta
ce del lusso e delle pompe, pietosa, e infi- ad imitazione dell'altra. Nell'antiche me-
ne ubbidiente a' divini voleri. Sebbene morie è riferito, che dallo spoglio della
somigli questo lavoro all' altro indi- ciltà di Coslanlinopoli, nel principio del
calo, pure fu scolpito da perita mano. secolo XI li, furono qui recate le porle di
II doge Gradenigo, morto nel i343, ri- quella metropolitana di può cre-
s. Sofia; e
posa nel 3." sarcofago, opera non ispre- dersi che la minore appunto potesse esser-
gevole. Sono scolpile sul dinanzi dell'ur- ne una di quelle, adattata alla basilica
na 5 figurine rappresentanti la D. Ver- Marciana. Se si osserva poi la porla di
gine sedente in trono, e da'lali i ss. Marco mezzo, si vede in essa un lavoro d' imi-
e Bartolomeo, e 1' Annunziata. I versi tazione dell'altra, tanto nell'intarsiature
esametri formano 1' epitaffio tiel doge. iX argento delle teste, cioè, e delle mani
Mario Morosini, altro doge, decesso il d'ogni figura,come del brouzo;ese si esa-
I
.° gennaio 1 253, dorme nella 4-' urna, minano l'iscrizioni latine, al nome di chi la
nel cui prospetto e in doppio comparto, fece eseguire, così scritto: Leo de Mo-
in piccole ma tozze figure, sono scolpile lino hoc opus ftcri j'ussitySÌ avrà di che
l'immagini di Gesù Cristo fra gli Apo- giudicarla opera veneziana ; e tanto più
stoli, e di Maria fra 12 Angeli con tu- che appunto questo Leone Molino era
l'iboli in mano. L'iscrizione ricorda solo procuratore di s. Marco nel i 12. In o- i

il nome el* anno del mortale passaggio giiuna di queste porte poi sono elligiati
aireternilàdi quest'illustre. L'ultimo ar- moltissimi santi dell'antica e della nuo-
co chiude le ceneri sì di Bartolomeo 11 va legge. Il descritto atrio o vestibolo, in
de' Ricovrati, eletto primicerio nell'anno lunghezza, dali'un capo sino alla cappel-
i4o7,come quelle degli altri sacerdoti di la Zeno dove finisce, si estende pietli ve-
questo tempio. pavimento degli atrii
Il neti 186, o metri 64,61 ; ed è largo pie-
è a vari comparti, conlesto a minute pie- di i8, o metri 6,25. Ed eccoci giunti
Ire orientali di vario colore. Adornano all'interno del tempio, il cui aspetto pro-
gli atrii e insieme l'interno della basi- duce quel singolare effetto religioso che
lica, l'imposte delle 5 porte di bronzo, le già rilevai, ed un santo non descrivibile
quali come nota il Cicognara nella Sloria timore della Divinila; non disgiunto da
della iS'i7//<»/'rt,dimostranoanlichissimo quel sentimento derivato dalla forza del
l'esercizio in Venezia dell' arte fusoria e sublime, il quale tutta occupando all'iai-
dell'orafo. Reca la porta esterna, alla de- provviso la mente la solleva sopra la sfera
stra presso dellii maggiore, questa iscri- de' comuni concetti, e tosto conosce aver
zione : Mccc, Ma^hltr Bcilucius auri- (£ui l'arte raggiunto il suo nobile fine.
2hS V e n V EN
3.L'inlenio mirabile (Iella celebeniraa ingresso, alla qualesi ascende pei* 7gra-

e veneritnda basilica di s. Marco nella for- dmi, è collocato uno de'più antichi mu-
ma è disposto a croce greca. Sei pilaslro- saici di (juest.i chiesa. Figura Cristo a-
iii e altreltanle maschie colonne, ornale di vente a' lati la Vergine e s. Marco. Voi
capitelli messi aoro,dividonola navemag- nell'arco massimo sulla delta porta, in 5
giore dalle due laterali; e per tutto intor- comparli sono espresse alquante visioni
no il tempio gira un aml)idacro che ac- dell' Apocalisse, lavorate nel 1570 da
coglie, nelle solenni funzioni, molto po- Francesco Zuccato, ed altre figurediSan-
polo. Cinque grandi cupole s' innalza- ti condotte dal nipote Armonio. Contro

no maestosamente sopra una cornice di l'accuse degli emuli, furono magistral-


marmo, e sono pur esse disposte a croce. mente lodati. Non è ben certo chi som*
Per la profusa copia delle preziose cose ministrò i cartoni per s"ì grandiose ope-
d'arteche si presentano all'occhio atloni- re, ma sembra che Tiziano ne ficesse
to,a superare la diUicoIlk dell'esame onde gli sbozzi, e per la sua vecchia età li com-
gn>tarle, proceilerò con ordine comin- pisse il figlio Orazio. iVon parlando delle
ciandodalla nave centrale |)iìj grande. La singole figure de'Santi che ornano i pic-
lunghezza del tempio, dalla porta mag- coli vólti di questa nave, nella 1. ^cupola

giore al di fuori sino all'antico altare del sivedono rappresentale, tra le 16 finestre
6s. Sagramenlo, è di piedi veneti 220, 32 figure esprimenti le 16 nazioni
di es*a,

o metri 76,42 ; la larghezza della crocie- chiamate alla salutare luce del Vangelo
ra di mezzo è di piedi 180, o metri da'XII Apostoli, i quali sono elfigiati sulle
62,53; e la circonferenza di tulio il corpo finestre medesime, in atto di ricevere il

di piedi 950,0 metri 33o,02. Le colon- dono delle lingue dalloSpirito Santo, che
ne sono alte piedi veneti 56 e 58, o me- vedesi sulla sommità della cupola. — Sot-
tri 19,45, e 20,1 4 dalla cima al pavi- to r ultimo arco, alla sinistra di chi mi-
mento. Su d'esse camminano i5 vól- ra, verso il centro del tempio, sorge un
toni maggiori, de' quali 7 attraversano altarino coli' immagine del Crocefissoj
Ja nave di mezzo, e gli altri, girando la- dipinta sulla tavola e coperta di cristal-
teralmente a'muri, compongono il cielo lo. Ricorda la tradizione, che, essendoi
delle navi minori in lutto quello spazio appesa in un capitello della piazza, quii
che non è occupalo dalle cupolelte. Fra venne posta nel 1295, poiché, ferita dal!
l'uno e l'altro di questi vòltoni, che nel pugnale d' un empio, dalla lesione pro-
braccio sinistro e nel capo si uniscono digiosamente spicciò vivo sangue. Ne av-
con altri archi maggiori, elevansi nella valorala credenza il luogo ov'è posto l'al-

nave maggiore e nelle braccia formanti tare, fuori al tulio di simmetria dal re-

la croce, le dette 5 grandiose cupole, le sto del tempio, e l'essere ornato di mar-
quali erigendosi maestosamente sopra mi preziosi, cioè di nero orientale, di a-

una cornice di marmo, haimoiG finestre fricano, di verde antico, di granito, di|
ciascuna. L'altezza dal pavimento alla ci- penlelico, e persino la palla che «'«Jggej

ma è nelle pritne di mezzo piedi veneti la Croce del cupolino è d' agata cornio-?
86, o metri 29,87, e nell'altre 3, una in lata d'oriente, che pel suo diametro dti

capo e due nelle braccia, è piedi 80, o circa un piede si tiene in gran pregio.
metri 27,79. ^'^"^ sommità di ciascuna E" opinione del cav. E. A. Cicogna chei
s' alza un fanale, sostenuto da colonne questa edicola del Crocefisso detta da'!
coperte di piombo: ergendosi nella ci- veneziani el capitelo sia stata dapprin-j
ma una Croce di rame, intorno alla qua- cipio dedicata alla santissima Annuuzia-
le una banderuola gira secondo il sof- la , ciò potendosi giustamente arguire
iio de" venti. Sulla porta del principale dalle immagini dell'Angelo e della Ma-^
VE N VE N 2T9
donna scolpile in marmo, di liitlo fon- pra i fori Gesù Cristo in Irono fra 4 Ce-
do, appoggiale su due mensole al di fuo- lesti si mostra alla Vergine e a' Xll A-

ri della slessa edicola; e che posteriormen- posloli.Ne'peducci poi gli Evangelisti e i

te siasi sull'altarino collocato i I Crocefisso 4 fiumi dell'Eden mostrano che la leg-

di cui si ragiona. iNè la coughietlura, dice ge di Cristo per opera degli Apostoli si

egli, è priva di appoggio anche perchè è diifiise per tutta la terra. Questa maggior
notorio esser pia tradizione, che nel gior- cu[)ola minacciando rovina n tempo del
no 7.5 marzo consagralo all' Aninmzia- Sansovino, fu da lui con nuova inven-

zione i veneziani abbiano fondalo la [)ri- zione salvala, come testifica il figlio Fran-
ina chiesa in Rialto, cioè s. Jacopo, e da cesco nella Venezia lìescrìlLa. Divide il

quel punto siansi messi sotto gli auspicii presbiterio e il coro dal corpo principa-
della Vergine Annunziata, e quindi al le del letnpio, un parapetto di marmo
primo di quel mese abbiano cominciato ornato d'8 colonne, sulla cornice del qua-
a contare l'anno veneto. INIa Francesco le posano 4 statue ecceUeiili e pregiatis-
I

Zanotto, che illustrò con tulto lo studio sime, cioè la Vergine, s. Marco e XII i

questo tempio, pruova essere questa edi- Apostoli. Sono queste lavoiodi Jacobello
cola eretta appositamente per venerare e Pietro Paolo tigli d'Antonio delle Ma-
l'immagine prodigiosa del Crocefisso, segue veneziani. iNon è vero che appar-
mentre li due simulacri dell' Angelo e tenessero al monumento di Teodorico ia
della Vergine, chequi si veggono, erano Ravenna e che prò venga no da quella città.
una volta sull' aliar maggiore, sagro al- La seguente epigrafe scolpila sull'archi-
l' Annunziazione. — Tornando a' mu- trave reca nomi «legli scultori e 1' anno
i

saici vedonsi tosto (pielli che decora- in cui si compì l'opera. Mcccxciui. Hoc

no il gran %óllo che segue la prima cu- opus erecliini fuit tempore exct-lsi do-
pola. Ivi sono enigiale alcune azioni del- niini Aiitonii tenerlo Dei ^ratia Du~
la vita del Salvatore. Quindi, incomin- cls fenetiariim, ac iiobiLiuin vir. domili.
ciando a destra, appare il tradimento Petri Coriierio et Michaelis Steno ho-
di Giuda ; Cristo condannato a morte; la norahilium Procura tarimi praefrtctae
sua Crocefissione ; V Angelo che ne an- Ecciesiae benedictae Beatissimi Mar-
nunzia il risorgimento ; la discesa al ci Evangelislae, Jacobcllus et Petrus
Liudw; l'apparizione del Redentore al- PaulusJ'ratres de Fenetiis feccrunt hoc
la Maddalena, e il suo mostrarsi nel Ce- opus, JNel mezzo a queste statue s'in-
nacolo a togliere 1' incredulità di Tom- nalza una giau Croce d'argento coll'im-
maso. A'iali esterni di questo medesimo magine del Crocefisso, quella di s. Marco,
vòltone, il Bozza co' cartoni del Salviati e negli angoli i
4 Evangelisti e i massimi
lavorò le due grandiose figure di David Dottori della Chiesa Ialina. L'artista che
e di Zaccaria ; e sotto allo stesso vólto condussea termine tale lavoro,lasi:iòque-
Alvise Gaetano, co' disegni di D. Tinlo- Facta fuit
sl'altra iscrizione. wcccxc////.
rello, nel iSgo compì i ss. Castorio, jNi- ah nobilibus Procuraloribus Petra Cor'
coslralo e Suiforiano. Dall'altra parte nario et Micliaelis Steno, Jacohns ma-
dell'arco. Giobbe e Geremia furono con- gistri Marci Benato de fenetiis fecit.
dotti da G. A. Marini; ed opera di Lo- Nell'angolo a sinistra, sullo il gran vói.

renzo Ccccato sono l'altre figure di fron- lo che gira suH'indicalo parapetto, vi è
te alle prime descrille, esprimenti ss. i s. Pietro, eseguito da Arnnnio Zuccaie;
Cosma e Damiano, Lecumone ed Ermo- e- all'opposta parte vedesi s. Paole, lavo-
lao. La cupola massima si veste d' anti- ro deirarlefice greco Grisogouo. Nel gi-
chi lavori. Tra ciascuna delle i6 fine- ro del vólloneG. A. Marini, co'disegni di
stre sono figurale allrettunle Virtù, e so- D. Tiolorelto, incomiuciando a sinistra,
iGo YEN V EPf
t'segin l'Acloray.ionecle'Magi; l'Annunzia- spiega il dipinto. Il magnifico altare mag-
la; la Tiasfigiiiazione; la Piesenlazione giore v'innalza solto una tribuna di ver-
:il leinpio, e il nattesimo di Gesù disio : de antico, sostenuta da 4 colonne prezio-
.volto l'allio ^òltOjche vien dappiesso, sta se, intagliale d'infiniti falli della s. Scrit-
il Salvalore fra due Angeli, e molli fre- tura con minutissimo travaglio, che
gi di squisito lavoro. Le parli laterali sembra greco del secolo XI, secondo il

del coro sono ornale di .seddi ; opere di- Moscliini. Cicognara mette iti
In falli il

Jigeulissime in tarsia, su cui sono edìgiati dubbio il giudizio dato da Girolamo Za-
i ss. IMarco e Teodoro, e le Virtù teolo- netti, Delia origine d'alcune orli pres-
gali e cardinali, di Sebastiano Schiavo- so i veneziani, cioè essere le colonne
ne converso del monastero di s. Elena, lavorate in Venezia, ed esclude persino
condotte a termine nell' anno i536, se- r idea che fossero prima in Grado o a
condo afferma il Sansovino. Sopra le tar- Torcello, rilenendo probabile sieno sta-
sie descritte risaltano due podii o pal- te oidinale a Coslanlinopoli da'venezia-
clietli un per lato, il parapetto de' qua- ni in uno alla Pala d'Oro, ovvero da co-
li è ricco per bassirilievi in bronzo, la- là recate con altri mollissiini materia-
veri lodatissirni di Sansovino. Esprimo- li. Agijiunge, che quand' anco si voles-
no sei filiti della vita di s. Marco. Ope- se provare che fra' veneti allor si tro-
re dello stesso sono |)ure le figiuine de' vasse chi fosse allo a scolpir meglio, che
4 Evangelisti posano
in bronzo, che non sieno i bassirilievi delle colonne io
massima,
sul balaustro laterale dell' ara discorso , avrebbe egli men ripugnanza
mentre le figurine de* 4 Dottori che j)iegarsi a siffatta opinione, piuttosto di
fan seguilo vennero modellale da Gi- credere veneziani capaci ad assumere
i

rolamo Caliari nell'anno i6i4j secon- una tanta operazione, per l'erudite ra-
do nota lo Stringa. Non parlando de- gioni che riporta. Le sculluredellecolon-
gli organi, clie fiancheggiano l' altare, ne presentano figure d'altorilievo quasi
né delle portelle di essi, dipinte due con aiìfilio slaccate, essendo separale le sto-
figure di Siinli da Gentile Bellini, e rie che rappresentano le une dall'altre
due con falli della vita di Gesù Cristo pere) zone orizzontali, alle circa 2 oncie,
da Francesco Tacconi nel i490> ricor- intorno alle quali con bellissimi caratte-
derò di volo, coprirsi le rimanenti pa- ri latini sono sculle le descrizioni de'sin>j
reli del presbiterio di parecchi musaici, goli fatti. Sopra la tribuna trovansi col-
sì nntichi e sì del buon secolo. Quindi si locale 6 piccole figure di marmo sedute,
vedono che susseguono le
nelle nicchie e'ipriu)enli i 4 Evangelisti, il Redentore
tarsie, due Angeli, lavorali l'uno da in trono col libro in mano, e Gesù Cri-
Marco Luciano Puzzo, l'altro da Vincen- sto nell'azione medesima che fu da Pilato
zo AntonioBianchini,condotti nel i5i 7,a mostrato mensa di que-
al popolo. La
saggio del loro valore. Poi quinci e quin- st'altare fu nuovamente ordinala nel lu-
<li si scorgono Santi e Profeti, ed azioni glio 1834 per decreto del munifico im-
gloriose dell'Evangelista titolare tiella peratore Francesco \, e venne costrutta
chiesa. La cupola è ornata coll'iinniagi- con quella magnificen7a propria di tan-
ni de'XI! Profeti maggiori che circon- to luogo. Quindi il porfido, il verde an-
dano la Vergine, e più in allo il Salva- tico, il pano vi furono impiegali, oltre
tole col voluine in mano e in atto di i lavori in bronzo, fusi con ogni studio
benedire i fedeli. 1 peducci accolgono gli «liill'esiu)io Bartolomeo Ferrari.
scultore
enilJcmi de'4 Evangelisti, ed ogni storia Tali sono capitelli che sormontano le
i

e figura porla, come in tutto il tecnpio, colonne di marmo greco, le medaglie e


un' iscrizione cavata dal sagro testo, che gli allri ornamenti, che il gusto palesano
VEN VEN 261
clfirniireo cinquecento. Entro a quesfa vanni e Luca di Venezia. Rappresenta
mensa fu riposto a' 26 agosto i835 il l'immagine di Cristo morto, e con diver-
veneiamio corpo di s. Marco, scoperto se stoi le di s. Marco. Questa tavola net-
a'6 maggio 8 1 sotto la medesima men-
1 I la parte postica ne ricopre un' altra di

sa, e che riferiva ìnìoiedialamente alla lamina d' oro e d'argento, greco lavoro
sotto confessione, di cui parlerò in appres- del secolo XI, si preziosa, che dillìcilnien-
so, ed a suo luogo dell' invenzione e col- te se ne può additare un' altra che la

locaiueulo di tanto sagro tesoro. Cosi pareggi, come la qualifica il Moschini ;

restòsmentito l'animoso parlare del Til- e solo ne'giorni solenni resta esposta so-
lemont, ii quale apertamente avea pre- pra l'altare. Questo è il gran quadro d'o-
teso impugnare la traslazione del corpo ro ricinto di argento doralo, dipinto io
di s. IVJaico d'Alessandria a Venezia, ismallo e gioiellalo, che trovasi ^ul mag-
tacciandone la storia qual solenne impo- gior altare della basilica Marciana, det-
stura, nelle Meni, per sers'irealla sloria to la Pala d' Oro, tanto famosa. Molti
Ecc/.,ì. 3, p. 98. Se d solo Anonimo edito illustrarono questo raro e ricchissimo
dall'Euschenio, negli ^cta Sanctoriim, monumento cospicuo della magnificenza
t. 3 api'., ne avesse fatta menzione, forse de'veneziaiii. Ricorderò soltanto la cele-

il giudizio troppo severodelTillemont sa- brila atlistico-leltei aria del conte Cico-
rebbe in qualche u^odo scusabile; ma non gnara, quale nel 1820 pubblicò in Ve-
il

abbiamo forse la testimonianza di Ber- nezia co'tipi d'Alvisopoli: Descrizione


nardo monaco francese, vissuto nel IX di tre Tavole rappresentanti la Pala
secolo, presso IMabillon, j4cta ss. Ord. d'Oro della Regia basilica dì s. Alar-
Bened. saec. Ili, p. 2; quella di Severo co. Se ne rende erudita e intelligente
vescovo d'AscIumia nel secolo X, presso ragione dal dotto architello N. D' A puz-
ii Renaudot, Vit. Patriarch. Alexau' zo nelle Effemeridi letterarie di Ro-
drin.j di s. Pier Damiano nel secolo XI ,
ma del 1822, t. 6, p. 365. La disserta-
0/7. t. 2, n. 16; e per tacer d'altri quel- zione del conte Cicognara, con tavole, e
le della Cronaca del Dandolo, iib. 8, e. ulteriori illustrazioni dell'eruditissimo
2, § 6, nel t. 12, Rerum Ilalìcanitn Zanotto, si ammira ancora e meglio nel-
Scriplores di Muratori ; del Biondo, la magnifica opera che mi è guida a que-
Italia ìlluslr. Reg. 8, p. 37 ; del Sa bel-
i ste mie indicazioni. Nondimeno per bre-
lico. Dee. I, Iib. 2, p. 47» oltre i tanti Tità, preferisco giovarmi, in dare un cen-
e tanti altri documenti raccolti con mi- no della Pala d' Oro, delle posteriori
rabile diligenza dal Cornaro, Ecel. Ve- Notizie sulla Sotto- Confessione^ antico
net.Anliq. Mommi. Illnstr.Dec. i 3 ? Per Sotterraneo, e sulla Pala d" Oro della
ultimo abbiamo le pregevolissime, Me- chiesa di s. Marco in Venezia, del sa-
morie storico-critiche intorno la Vita, cerdote d. Valentino Giacchetti sagrista
Traslazion e e Invenzione di s. 31 arco dell'Imperiale Regia Basilica suddettay
Evangelista principal protettore di Ve- Venezia dalla tipografia di Pietro Cor-
nezia, di Leonardo conte Manin, edi- della 1 838, con tavole. La Pala d'Oro fu
zione 2." con Appendice, documenti e giudicala dal Cicognara, gran maestro
discorso letto il dì6 settembre i835 nell'arti belle: « il più cospicuo avanzo
da S. JE. Jacopo Monica Cardinale e che attesta visibilmente a quantosalirono
Patriarca, Venezia dalla tipografia di l'arli bizantine nel X e XI secolo, e a qual
G. B. Merlo 835. 1 — La tavola nel lato segno giungesse lo splendore de'venezia-
dietro all' altare maggiore, in i4 com- ni, mentre l'Italia può dirsi, che vegetas-
parti, è secco dipinto, eseguilo nel i344 se,quasi non conscia delle passate sue glo-
da maestro Paolo e da' suoi figli Gio* rie". Tulli i crouisli concordi riferiscono,
ofn V E N VEN
che il lavoro eli questa Pala rl'Oro perla persuade quindi della maggior loro vetu-
i^liiesa Marco, fu ordinalo a Costan-
tli s. stà, e appartenenza alla i." costruzione del
tinopoli dal doge s. Pietro Orseolo nel monumento. Qualunque peso si attribui-

576; però il lavoro fu compito soltanlo sca tuttavia n simili induzioni, è di fatto,
nel io5 nel dogado di Faliero, secondo
I comesi le"f'e nell'iscrizione medesima del
tutti gli storici. In vece il Cicognara, su Dandolo,cheil doge OrdelalTo Fallerò nel
questo insigne capolavoro dell'arti, os- I io5 cominciò ad abbellir questa Pala e
serva die nell'iscrizione posta in versi dal adornarla di gemme.
Triplice ne viene
celebre doge Andrea Dandolo nel 345', i quindi conseguenza ad appoggio delle
la

divisa in 2 riquadri nel mezzo dell'ultimo riferite induzioni, che ben prima deli io5
ordine de'compartimentidella Pala, può fosse giunto da Costantinopoli il lavoro;
leggersi l'intera storia di questo antichis- che quell'antica non fosse allora preziosa,
simo nionumeu lo, a malgrado la man- al grado iu cui lo divenne poi ; e che un

canza di lucede'tempi precorsi. Sull'ap- qualche uso per l' avanti si avesse fatto
j>oggio di tale iscrizione, egli nega che della Pala, non essendo probabile che il
dal C)y6 al 1 1 o5 abbia durato il lavoro; Faliero si occupasse a rinnovarla appena
ed al conlrarioèd'avviso che il lavoro sia veduta,ch'è quanto dire appena creata, li)
stato eseguito in 5 06 anni di lempo,eler- quella circostanza si aggiunsero molti
ininato nel dogado del successore dell'Or- quadretti a ingrandimento della Pala, e
seolo. Primieramente egli crede che as- n'è argomento evidentissimo l'eflìgie dello
sai meno ampia dell'esislenl e fosse costrui- stesso Faliero, nell'ordine pili basso, alla
ta la Pala, e anzi portatile, com' erano a destra della Vergine , dietro la serie di
quell'epoca gli antichi Tritlici\ pev fa- quelle de' Profeti ,
quand'anche non si
cilitarne il trasporto, e la collocazione considerasse la serie appunto de' Profeti
ne' vari tempi e modi, secondo le diverse stessi, e gli ulteriori soggetti simili per lo
solennità, o le costumanze o i bisogni, stile a que' quadrelli e all'altro alla sini.

quand'anco si voglia formata con qualche stia appartenenti alla 2." epoca, e ordina^
maggior numero di comparlìmenti, per- li forse a Costantinopoli, o eseguiti d'aiv
chè l'antiche tavole o iconi solevansi del telici bizantini venuti apposilameuteaVej
4 o i" 5 comparti. In se-
pari ripiegare in iiezia, spiegati in Ialine iscrizioni con veri
condo luogo egli ammette la 1. 'opera di singolarissimi. Alla qual serie di lavori
materia puramente metallica, con lavoro a credersi spettar tulli i pìccoli quadrelt
di smaltì, e riflette non esser probabile del contorno della Pala, e forse gli Evar
che si tenesse a giacere quella Pala, senza gclisti medesimi situati nel centro. Uiit|
cullo, reduce appena dall'oriente, cal- nuova ristorazione della Pala devesiain^
colata l'impazienza de' veneti di posse- mettere eseguila sotto il dogado diPielr<
derla, fatta coni' era col peculio del pub- Ziani nel 209; il quale ristauro forse eW
i

blico erario, e se ne alFreltasse il colloca- be luogo nelle parli del centro, e probai
mento ancorché si lavorasse per la prin- bilmenle negli Apostoli e Santi del 4-° ot
cipale ricostruzione del tempio. Con oc- dine, benché pel loro carattere nobile, pel
chio artistico inoltre il Cicognara osser- gusto delle pieghe e per una certa eie*
,

vando i 6 quadri, nella parte superiore ganza nel disegno, inclini il Cicognara a<
della l^ala con greche iscrizioni, li rico- attribuirne la rinnovazione neHultiinà <

nosce alle tracce della composizione e del poca, e perchè giuslamenle riflette, avei:
diseguo, d'uno stile coi rispondente all'o- si allora posto mano agli abbellimenti 1

pere de'bassi tempi, specialmente bizan- all'incremenlo del ricco lavoro, e perch
tine; li trova di più in confronto agli al- a quel tempo era già seguita la conqui
tri quadri, ruollissimo danneggiali, e si sUdiCoslaulinopcli, e facevausi auche iij
V EN VE N a63
Venezia opere in ogni mnniera eccellenti. musnico con superficie più tersa del cri-
Rimosiia poi ogni diibbiezza,appniisce vi- stallo senza segno di cemento. In questo _

sibilmente dal caialteie degli ornamenti immenso lavoro la meccanica è portala


e dalla distribuzione, che ili345fu l'ul- a n'estremo grado di diligenza. L'anzidette
tima epoca del lavoro più degli altri d'en- lamine erano prima chiuse da ornamenti
tità e d' importanza nel monumento in in ismallo, quali quasi tulli si perdero-
i

discorso; e perciò giudica il Cicognara, no ne'vari rislauri,e speciahnente quan-


esservi quel misto d'arcbelli e sesti acu- do si die nuov'ordine alla Pala, e ne re-
tissimi in cima airedicole,dovc sono gli A- stò qualche tenue porzione soltanto in
postoli, e trova la ragione delle gugliette pochissimi quadri, eccettuato il rotondo
e del genere d'arabeschi, che da'pnesi ger- nel centro, che conserva le tracce del la-
manici andavasi dìllondendo alloia per voro in alcune parti della sedia dove Cri-
rilalia,sotto il nome di gotica architettu- sto sta assiso, e in alcune parli di lettere
ra. Sentenzia pertanto, che il doge Dando- non coperte dal rimanente de' lavori io
lo avesse fatta ricomporre la Pala d'Oro rilievo, che legano le pietre, e quelle let-
per intero, e anzi ricostruirla servendosi tere furono anzi lette dal eh. E. A. Ci-
di tutte quelle parti diverse, colle quali cogna, delle patrie cose e dello siile lapi-

era stala per l'addielro rafiìgurata, e più dario antico giudice peritissimo, nel se-
\olte ricomposta; che vi abbia aggiunto guente senso Jiacc ... majfstas haec est
:

ìiuove e moltissime di quelle gemme, di ea siimwa polestas, qua daliir orline bo-
cui a dovizia erasi arricchito il Tesoro di niini piclads ... pctc clonuin. La nuova ri-

s. Marco, e che avesse anco levali e sosti- composizione delia Pala fu lulta ricinta
tuiti alcuni de'quadrelli, per introdurvi e inquadi'nla in compartimenti e corni-
possibilmente una qualche regolarità. Di ci d'argento dorato e unifo»"u)i; lavoro vi-

quesl' ultimo fallo è prova evidente l' i- sibilmente appartenente all'ultima metà
scrizione slessa del Dandolo, occupante il del secolo XVI, e presumesi opera di
luogo di due quadri, che prima al certo mano d'artefici veneziani. Nel luogo di
non saranno stali vacui. La Pala d'Oro tulli i compartimenti della larghezza di
è lunga piedi veneti q: i i e alta 6:- E circa mezz'oncia, vedesi percorrere un in-

tutta coperta di Santi lavorali in ismallo, tarsiamento di lapislazzuli, quasi mean-


sopra 7 tavole in argento doralo , e 76 dri finissimi, intagliati su laminette me-
d'oro, senza conlare quelle d'oro e d'ar- talliche, niellali in bruno, ricoperti d'uno
gento dorato sparse pel quadro e per le smalto trasparente turchino. La cornice
cornici, ele Une Iantine argentee con ca- d'argento dorato è tutta eseguila a cesel-
formano appunto la me-
ratteri gotici, che lo , con infinito gusto e diligenza , come
morata iscrizione.Singolareèil lavoro de- lo sono i piccoli busti riportati su quel
gli smalli, perchè col cesello solevansi di- fondo punteggialo e granilo, non d'altro
segnare sopra le lamine le figure, alcune rilegno assicurali che da certi chiodetti,
capsule composte di finissime lamine d'o- i quali visibili anche nel «lisegno vanno
ro, nel fondo cesellato , componevano le alternati in più luoghi con medaglioni di
parti più minute della faccia e quanto oc- smalti , consimili a quelli che trovansi
correva d'ornamentale, comprese le pie- d'intorno al grande Arcangelo neh." or-
ghe della figura; riempite poscia colle va- dine. I 6 soggetti del I." comparliuienlo
rie polveri degli smalti le capsule slesse, della Pala rappresentano: i. la festa del-
luellevansi al riverbero del fuoco, che u- le Palme o sia l'ingresso del Salvatore in
nendo le materie, già ripulite e levigate, Gerusalemme. 2. La Risurrezione sua o
davano il risultato di quelle figure, che a meglio la discesa al Limbo, 1' uscita de*
prima giunta si direbbero dipinte, anzi primi padri; vedousì le porle infrante e
?.C4 V E N V E IV 'W/m
cadiife, cliiavislelliecliiotlispnrsisitl fon- genti dal fondo. IV." I tjuaUro Vangeli,
do, e il morte colia Croce
liioiifalor della sii stanno in altrettanti medai^lioni , di
che fa sorgere Adamo
Limbo, e ve- dal slribuiti intorno a (jiieslo soggetto prin.
desi Eva nella figura di dietio. Le due fi- cipale, e tulli i 4 indicati lavori hanni
gore reali dall'altra parte sembrano Da- l'iscrizioni latine portanti i rispettivi no
vid e Salomone, ma in onta all'anacroni- mi. Al di sopra, in 5 irregolari compaia
smo del pittore, opina il Cicognara, cite li, stanno due Arcangeli e due Cbe
altri
debbano essere invece Costantino I es. E- rubini, e nel centro un Trono, cbe noi
Iena, gi(iccliè(|uesl'im pera Irice Ila cospar- può per altro spiegarsi, cbe per quello de
so il manto n guisa d'armellini, con tante Vangelo, colla coloonba, la quale arresti
croci, cerlamente allusive al ritrovajneu- l'ali suH'Evaugelario, e su cui vedesi so
lo ad essa dovuto del s. Legno. 3. La Cro- speso un globo colla Croce. Questo grup
cefjssioiie. Segue un pezzo di più ricca e- pò di vari comparlimenli forma un qua-
secuzione, e più ornato di smalti prezio- drato perfettissimo, il quale occupa coi

si e di gemme, colle mani e poizioni delle uno de'suoi lati l'altezza del 3.° e del /[.

braccia d'oro, sporgenti dal fondo in rilie- ordine della tavola. Dodici figure gran
vo. Eil quadro di s. Michele, intorno a diosee beo disegnale d'alcuni Apostolici
cui, distribuiti in varie dimensioni, stan- allriSantistannodistribuitenel4-°ordin<
11016 piccoli medaglioni di Dottori della 6perpartedelquadratodimezzo.V.''L'u|
Chiesa, ed altri Santi eseguiti in epoche timo ordine che posa sulla base retro a
distinte in israaltoed ivi raccolti. 4, 5,6. rallare,comprende 12 Profeti con iscrizi
Succedono l'Ascensione, la Pentecoste, e ni in parie greche, in parie latine, e coli
la Sepoltura della Vergine. 11.° La a."' li- sentenze relati ve alle loro profezie,in tant
nea di quadri, in numero di 27, che ri- che tengono in mano. I 5 coni
cartelli
cinge la Pala anche sui lati, coinincian- parlimenli, riuniti nel mezzo, sui qua
do dal (.".abbasso alla sinistra di chi guar- posa il gran quadrato in centro della Pi
da facendo lutto il giro sino all' ultimo la,sono consagrati, uno all' effigie dell
cbe trovasi all' opposto lato, comprende iVladonna, la quale a'Iali tiene queste ps
la storia di s. Marco, e molti falli sulla role in caratteri greci : Maler Dcij du
vita della Vergine e del Salvatore, oltre all'iscrizioni del doge Dandolo, e negli a
l'immagini d'altri Santi, come rilevasi tri due stanno il doge Faliero.co
effigiali

dall'iscrizioni Ialine, 111.° Gli Arcangeli la latina iscrizione: 0/•Jpi^/e/^us Di' Gn


formano il 3.° della gran tavola in nume- Venecie Ditx, e Irene Con)uena, mogi
IO di 12, sei per ogni parte, colle iscrizio- dell'imperatore Alessio IComnenodiC<
Ili in greco, scritte per la più parte con slantinopoli,conlemporaneaalloslessoF|
molli errori come fu da qualche intelli-
, liero e segnala con questi caratteri greu
gente osservalo. Nel mezzo incontrasi iu\ Irene P'enerahilissiinu Augusta; òoax^
grande riqùadroseparatodalreslanledel- perla sua sanlilà celeberrima. Congettura
la Pala, che forma come il corpo centra- giuslamenleiIch.Zanotto,chelafiguradul
le della medesima, le cui parli, e per le Fallerò, la quale su questa pala vedesi co-
variedimensioni, eperla molteplicità de- perla colle vesti imperiali di Costantino-
gli oggetti , non corrispondono ad alcu* immagine di
poli, sia stala sostituita all'
no degli altri quadretti de'5 ordini prin- Comneno, sovrappostavi sulla fi-
Alessio
cipali: gemme, che
questo è più ricco di gura antica una nuova testa, come pa-
tullo il Sopra maestoso trono
restante. tenlemente appare; e che la iscrizione la-

siede nel maggior disco il Salvatore, che lina recante il suo nome sia slata surro-
siiiiilmenle al grande Arcangelo Miche- gala alla greca del Comneno, essendosi
le, ha le uiani d'alto rilievo iu oro, spor- ballula lu lamina d'oio. E ciò vieu diiu
V EN V EN 2G5
strato dalle altre greche iscrizioni porla- trio amore. Altra descrizione della PaU
ledalledue tavolette seguenti, le r|iiuli col' d'Oro, può leggersi negli Annali Urba-
la prima forinavaDO un trittico. A diile- ni del cav. Mulinelli.
renza degli antichi trittici, che si chiude- 4- Dietro all'ara massima descrilla,<!olto
\ano verticalmente, questa Pala memo- una tribuna,la quale più di 20 anni addie-
randa, flnoa'nostri giorni, chiudevasi in- tro fu ridotta nella sommità a miglior sti-
vece orizzontalmente, col piegarsi cioè la le, sta che servì fino aliS ro
l'antico altare
parte superiore, alta un 3.°, aggiranlesi a custodia del Sagramento. E' sostenu-
ss.

'sopra cardini di ferro e piegandosi d'aU ta questa tribuna da 4 preziose colonne


'tra parte con una tavola, che univasi al- d'alabastro orientale, lavorate a spira, al-
la superiore, e nascondeva l' interno la- le quasi piedi 8 e oncia 4, due delle qua-
voro, il quale reslava scoperto suH'ulla- li candidissime e trasparenti, e forse u-
re nelle priniarie solennità. Nel centro deU niche di così lata dimensione (forse non
la tavola superiore dov'era infissa la Fa- potrà reggere tale proposizione, dopo
la si scopersero alcune parole »critte ad la riattivata cava dell' i^/'/fo, del qua-
'inchiostro, riferibili all'epoca dell'ultima le alabastro nel Tempio della basilica O-
'l'innovazione, cioè: 1342 Joa: Bapl. Bo- sliense, ma impellicciate, ve ne sono del-
rile segna me ficit orai jJ me. Inorila alle le giganlesclic: si ponno vedere que'due
'mille aifrontate vicende, nel corso di tan- articoli). Altre duecolonue sono di ver-
ti ancora in questa Pa-
secoli, sussìstono de antico, e tutto il resto è pure di scel-
la molte gemme, molte perle, molti cam- ti marmi e pregiatissimi, notandosi il pa-
mei, e nell' ultimo ristauro, eseguito dal- rapetto della mensa di diaspro orientale.
la perìzia degli orefici veneziani padre e E' pure di fino marmo il tabernacolo,
figlio Dal Fabro detti Buri , con ingente il quale «iceve splendido ornamento da
'
spesa e fatica, si riempirono lutti vacui, i due colonnette di rosso antico e da alcu-
e si ripalò a parecchie ingiurie del tempo, ne sculture in marmo, come da una por-
essendo così bene pi ocedulo il lavoro che bronzo doratOjOpere tutte del San-
Iella di

ebbe compimento stupendo) e sebbene le sovino. Gli antichi musaici nell'alto rap-
pietre preziose non sìeno più le mirabili presentano 4 Santi, e nel catino sovrap-
del secolo Sii e XIII, pur sono ancóra posto appare la grandiosa figura del Sal-
I 339,come nota mg/ Eellomo. L'ingran- vatore lavorala neli5o6 da un
in trono,
dÌQieulo e il lustro della Pala fu progressi- maestro Pietro. Qui converrebbe parlare
vo, iu proporzione alla ricchezza de'lem- della magnìfica porla conducente alla Sa-
pi, alla magnificenza de'dogi,alle giurie e grestia; ma lo farò ragionando di essa. Nel-
a'fasli veneti. Per la conservazione del più lo spazio corrispondente alla maggior cap-
splendido fra' sagri monumenti di Vene- pella, ed alle due laterali, che più innan-
ria, nell'ultimo recente restauro già i pre- zi descriverò, è posta secondo l'antico co-

stantissimi fabbriteri della basìlica mg.' stume della Chiesa la Sotto-Confessione.


G. A. JMoschini , conte Leonardo Ma- Nel tempo delle persecuzioni contro t cri-
nin e conte Marco Corniani degli Alga- stiani, questi si ritiravano nelle Catacom-
rotti, ricorsi a molte fra le agiate e pie da- be per celebrarvi i divini misteri e la sa-
me veneziane, ne riportarono ricchi pre- gra Sinassi, e dove quasi tesoro prezio-
senti di gioieedi perle, le quali in aggiun- so riponevano i corpi e le osm de' marti-
ta ad altre acquistatesi, s'impiegarono bel- ri.Ridonata da Costantino! In paceall.t
la mente nell'ammirando lavoro, nel re- Chiesa, ed accordato a'fedeli il libero e-
stituire la Pala d'Oro una 4-' o 5." vol- sercizio del cullo, sopra qiie'luoghi me-
ta alla sua originaria integrità] monu- desimi usarono i cristiani frequentemen-
Uieiilo altresì d'arte, dì leiìgione e di ^a- te innalzar gli altari ed erigervi le cht«-
vui. xc. ì8
2G6 YEN VEN
se. Oiiltitli come i iiiailiricol loro sangue gli anni. Apprendo dal Cicognnra, che la
avfaiio confessato la feile, così i templi e parola Mascoli, ad altro non può allude-
meglio gli altari posti sopra i loro sepol- re che a Maschi, sia che l'istituzione com-
cri appelluroiisi Martirio cla'greci,e Con- prendesse n)aschi semplicemente, sia aM|
i

fessione da'iatini. Però greci usarono di i co,comeda taluno ragionevolmente si ciw


questo nome alquanto diversamente da' de, che venisse la Vergine qui invocaluda
latini, I primi così nominarono ancora la chi specialmente era braojoso di prole ma-
chiesa sotterranea, mentre i secondi chia- schile; il qual desiderio da varie e molle
marono confessione solamente la parte circostanze di guerre, di peste e di altri bi-

corrispondente a! maggior altare. E sic- sogni dello stato e delle fimiglie può es-

come luogo era sotterraneo, volgarmen-


il sersi allora sentilo con maggior ansietà di

te fu detto Sotto Confessione, e con que- quello che a'dì nostri. La posizione della
sto nome appunto chiamossi ancora la città soggetta airacque,congiurò poi m^
chiesa sotterranea di Marco, come av- s. grado gli sforzi di chi sosteneva auloi'evd§|
verte il Zaootto. Avendone appositamen- mente la scuola, al successivo suo prospe-i
te scritto, come di sopra ho riferito, mg.' rare; poiché fabbricata la basilica in uno*
Giacchetti, di preferenza in questo pu- de'punli più bassi di Venezia, vi comincia-
re lo seguo. Sotto-Confessione, o anche rono a penetrar l'acque marine e piova-
Discesa, secondo greci nominavansi i
i , ne. Nel i563 colla cassa di della scuola
luoghi sotterranei ei;istenti in quasi tutte occorse non lieve spesa per rifare tutto il

l'antiche basiliche, perchè ivi i primi fe- suolo guastalo, e riparare ad altri danni
deli di nascosto seppellivano le spoglie de' dell* acque, onde abilitare i confiatelli a
confessori della fede. In quella specie di proseguirvi l'ufTiziatura. Verso il 1 58o
catacombe, quando cessarono le persecu- tornarono l'acque a ingombrare questo
zioni, si eressero altari, ne'quali si custo- luogo, per cui confratelli inlerameii
i

divano le sante ossa de'Tutelario Titola- l'abbandonarono nel 1600, e si raccol^


ri à'o^rn basilica, e intervenivano i fede- ro ad orare nella superiore basilica alll
li a salmeggiare concordi gli Uffìzi divi- taredella Madonna de'Mascoli, nome 1

ni. Correndo l'anno 829 il doge Giusti- i confratelli dierouo a quell'altare, giài
niano Parteciparlo , che faceva edificare retto fino dal i43o, come alla sua vij

la basilica di s. Marco, volle quindi imi- la dirò. Indi ottennero dal doge Mari
tare il costume de'tempi primitivi, e or- Grimani, di scendere nel sotterraneo el
dinò l'erezione di grandioso sotterraneo, varvi l'antico bassorilievo ad uso di ta-
collo scopo, raggiunto da Giovanni suo vola o pala d* altare (i veneziani e altri

fratello e successore nel ducato, di collo- col vocabolo pala chiamano le sculture e
care nell'altare il corpo del s. Evangeli- i dipinti che formano quadri degli alta-
i

sta,poco prima trasportato d'Alessandria ri) che ora vedesi collocata nell' atric
,

per mezzo di Buono da Malamocco e di conducente al Tesoro, rappi esentante If


Rustico da Torcello. E in perfetta ana- Vergine col Figlio, i ss. Pietro Apostoli
logia alla prisca costumanza si ricorda e Marco Evangelista, e le ss. Caterina (

che fiorì in questa sotto-confessione la Orsola vergini e martiri; lavoro lutto d


rinomata confraternita o scuola, come al- marmo costalo al sodalizio SyS lire e lÉ

lora chiamavasì,di s. Maria, la quale per soldi. Il trasporto del bassorilievo sega
uno forse, per lutti insieme i molivi neli6o3 il giorno di s. Tommaso, dop(j

congetturati dall'ab. Tuderini nelle sue il quale si otturarono le porle, e si chiù


Memorie intorno V antichissinia scuo- se ogni foro che dava adito alla luce ne
la delta Madonna de' Mascoli, con que- sotterraneo. Però non si trascurò mai d
sto vocabolo uomiuossi coli' andar de- pensare al modo di ripristinare sì iute
YEN VEN 2G7
lessante Sontiiario, né si «iisperò di rag- delle Fàlìhrìche venete, è fatta a guisa di
giiiiiijpr lo scopo. Lo visilò il celebre do- croce; occupa quindi lo spazio del sovrap-
ge e lelleralo Marco Foscarini, «juanclo posto presbiterio, e delle due cappelle di
lil silo dopo 2 secoli cirii» ern di venuto s. Clemente e di s, Pietro. Nella sua mag-
uno stagno cooipiflo <!' acque ali' altez- gior lunghezza ha metri 2 1,70 circa, e
ta allora d'un piede; e visitandolo pure nella masmior sua lalitudiue metri circa
nel secolo stesse) in tempo di sictilà il ce- 26, e centimetri 58 sotto il comune del-
Jebre Corner illustratore delle chiese di l'acqua del vicino canale. La costruzione,
Veneziano trovò tutto ingombro di mel- solida e massiccia, è del tutto semplice.
ma. Se nel I 763 morte non rapiva il lo- L'architetlura è greco-romana. Si divide
dalo doge , avrebbe egli forse mandato in 3 cappelle, la maggiore delle quali sta

iid elFelto il concepito pensiero di resli- nel mezzo, e due a'Iati in altrettante nic-

'tuire il sotterraneo «Ila primitiva inte- ciiie.Le pareti sono pure da vuote nicchie
grila. Si chiusero quindi e rimasero oscu- circondate,e una banchina di marmo cir-

iri questi recinti fino oh 808; ma in quel- cuisce tulio il sotterraneo, eh' è forma-
li' anno, il bisogno di dar nuovo ordine lo a piccoli volti, sostenuti da 52 colon-
ni presbiterio, mediante il disfacimento ne senza basi, di marmo pario, alta eia*
il'.! litico f>llaie, die motivo a chi reggeva scuna circa due metri, con capitelli an-
allora la diocesi d' indagare in qual si- tichi di varie forme, che ne sostengono

Uo giacesse il corpo di s. Marco di cui , i le volte. L'altare di mezzo è perpendico-


isecoli e le vicende aveano fatto smarrire larmente sotto il maggiore della basilica.
la traccia; e si calcolò quindi esistere nel Vedonsi ancora in piedi, la colonna qua-
isniferranco, aprendosi una porla mura- drata di sostegno alla pietra, in cui cele-
la a pie tiella scala, riferibile agli appar- bravansi i divini misteri, nella cui som-
'tamenli del doge, che per essa scendeva mità sta il nicchio, dove custodivansi le
iad orare in que' veneranili silenzii. Va- reli(piie de'ss. Martiri; e due piccoli marie-
•rie volte fu comincialo e intermesso il la- ciuoli laterali. Alla partedi dietro, sopra 4
Koro, per insorti accidenti, ma finahnen- corte e grosse colonne, è collocato un cas-
«e nel 1S25, a merito della zelaiile fab- sone marmoreo.di forma quadrilatera che
ihriceiia della basilica, si entrò nel sotter- tocca il vòlto. Dieci colonnette di marmo
raneo, si tentò e si ottenne, mercè amo- pario, 4 fil 6 divise egualmen-
di dietro, e
Ivibili chiuse in legno, la rimozione <lel- te per ciascuno de'Iati, sostengono un can-
ti'ac(pia,rhe vi si alzava ad oncie i4 ve- cello di marmo , forato con maestria e
jiiele comune, e nd oncie 21 nelle
sotto buon gusto, che giunge al detto cassone.
igrandi maree; si mondò il selciato dal Stanno a' 4 l'^'i altrettante colonne con
tdcnso e allo limo che lo copriva; si stu- ricchi capitelli bizantini, che pure confi-
jdiò di repriuiere possibilmente qne'ri- nano col vólto. In poca distanza e per-
Igaguoli, che derivavano dalle pioggie; e pendicolari alle 4 colonneistoriatea'fian-
Inel 1 83o si
diede libero corso all'aria col- chi del maggior altare della basilica su-
Ila riapertura n'Iati delle finestre, dappri- periore sorgono 4 grandi colonne con ca-
liTia serrate , e col chiudersi l'imposta a pitelli (due de' quali si cambiarono) for-
jinezzo d' un cancello di ferro corrispon- mate a guisa di foglia d'olivo, che addi-
Mente a' fori laterali gradinata che
alla tano l'epoca della decadenza dell'arti nel-
3conduce al presbiterio. La Sotto -^Coiifes- l'impero romano a' tempi di Costantino
•sione della basilica di s. Marco, come ve- I, le quali si credono ivi collocate poste-

•«lesi dallo spaccalo diligentemente inta- riormente, perchè fossero di sostegno al-
igliato e annesso alle lodale Memorie At\ le 4 colonne istoriate anzidette. Dietro
coute iMunìn, e Delia lueuzìonala opera i' aliare vi è una gradiaata rolouda di
2G8 VEN V EN
Diarmo, conducente a un foro quailralo dula e accesso, mi fecero allontanare dal
del grande cassone, eli' è tulio annerito, la mia penosa concisione , servendoui

forsecome viene da taluno inferito, pe' dell'opera d'un illustre recente scrillori
lumi che in copia si saranno accesi na- e fregiato allora dell' iiflìzio di sagrisi!^
turalmente da' fedeli in venerazione a s. perciò idoneo e inlelligenle conoscilo^
Marco, il cui corpo stava riposto entro d'ambedue.
il cassone medesimo. I capitelli delle 5. Ora salendo di nuovo &1 superiofrij
colonne che sostengono i volli, sono qua- fabbricato, giova col benemerito Z'inottl
si lutti bizantini e appartenenti ad e- parlar prima della magnifica sagrestit
poche diverse. Le due cappelle inferiori, e atizitullo col eh, Diedo. Nulla di pi(
a destra e a sinistra, aveano due altari, sontuoso e piìi finamente ricercato,
non più esistenti, e a questi dirimpetto nulla di meglio a un tempo inteso, deli
stavano le porte colle gradinate, che oiet- la porta di bronzo fusa dal Saiisovit
tevano in comunicazione colla chiesa , per la sagrestia di s. Marco. Cominciai

presso le altre due gradinate, che al pre- do dall'architettura. Gli ornamenti vi <n
sente conducono alla cappella di s. Cle- no profusi, e nondimeno sono sì bene di-
mente I e alla sagrestia della basilica. Il stribuiti, e con sì avveduta leggerezza di
lello era dipinto a fresco, e se ne scorge rilievo condotti, che non vi producono la

tuttora qualche sebben languida traccia. menoma confusione , né fanno apparire


Il pavimento, come la maggior parte del- il più piccolo ingombro. Vago è il rabe-
le pareli, è tutto coperto di maimo greg- sco del fregio, e se può sembrare un po'
gio. Presso l'angolo conducente alla cap- capriccioso l'innesto de' volatili ne'ravvol-
pella, a mau destra eravi un pozzo, che gimenti de'meandri è ben com[)ensa ,

fu da ultimo soppresso.Un sotterraneo co- dalla venustà della composizione.Le mei


s'i magnifico, che conta ormai io secoli solesi piegano dolcemente, e con nuo'

d'esistenza, e fin da' primordii si de- esempio sono coperte da doppio strato
stinò a custodire preziosamente le os- foglie; singolare e bella è 1' applicazioi
sa del s. Protettore di Venezia, destar del soflìUo dorico al gocciolatoio. La 1

deve colia riverenza d'ogni veneto, che ce e il vano della porta è largo la me
lo conosca, l'onesto desiderio insieme di sua altezza; le modanature sono b<

di vederlo totalmente ridonalo al pri- lissime, il lussureggiante festone è d'ui


mitivo lustro e decoro. Fu voto fervido morbidezza che incanta, come sono ma
del Toderini, che l'idea religiosa e ma- se con somma grazia le due figure d
gnifica del doge Foscarini, si vedesse con Angelini, dietro alle cui spalle si per(
tutta l'arte e l'ingegno eseguila; il che è tale gruppo di foglie e di frutta. Per
da sperarsi con fondamento, per b de- valva di bronzo, chiudente la porta, non
cretata dotazione alla basilica dalla mu> vi è lavoro di scultura che abbia mag»»
nificenzadel regnante Francesco Giusep- giormente occupato l'esimio artefice; 41
pe, e dalle non mai interrotte premure opera di 3o anni, quanto a fatlura, e df
della zelantissima fabbriceria; ecosìèdol- valore infinito, quanto al prezzo e de- ,

ce la lusinga, non esser lontano il ritro- gnissimo di lode quanto a scultura. Que-
vamento dello spedienle radicale e sicu- sto giudizio è di Francesco Sansovino, fi-
ro, onde impedire del lutto in questo sa- glio di Jacopo, nella Fenezia dcscrilln.
gro sotterraneo le ulteriori alluvioni , e Dice il Cicognara, non ostante che Jacosj
con eliminarne 1' umidità, rimuoverne a pò Sansovino avesse viste e studiate fo
un tempo l'insalubrità. La Pala d'Oro e s'anche le Porte di Chiesa^ che dal Gli
la Solto-Confèssione di questo tempio, co- berti furono modellate un secolo e m«
uieché inouuuicali di uoo coiuuDe ve* zo pt'iiua di queste, uou giuuse puulo
VEN VEN 2(39

«miil.Trne l'elegnii te semplicità. Questo la- nrti patrie, anzi forse primìzia del risor-

toro però ha un merito d'esecuzione di- gimento di esse iu Italia. La sagrestia è


•liuto, e può ritenersi per uno de'bronzi ricchissima di preziosi musaici ristorati

più cospicui di Venezia, dopo quelli che nel 1


727 per volere del senato. iM. L. Riz-
venneio fusi nel secolo precedente. Il com- zo lavorò la vòlta , ed ebbe a compagni
parto è seuiplice e grandioso: ad imita- il prete Alberto Zio, e forse, come sospet-
ziuue delle fiorentine, introdusse nel giro ta il Moschini, Pietro Alberti e France-
esterno in altrettante nicchie alcune sto- sco Zuccato. L' opera è bella sì nella fi-
lue che legano la composizione co'risalti nezza del lavorio, come nell'invenzione e
d'alcuni busti ne'cjuali eflìgiò sé stesso, Ti- nella grazia de' fregi e proprietà delle
ziano, l'Aretino, e forse alcun altro ami- figure, quali vengono reputale della scuo-
eoo allievo e collaboratore, che l'aiutò la di Tiziano o di lui stesso. In tutti que-
in penoso e lunghissimo lavo-
questo sti musaici vi è assai da lodare, e tanto da
ro. Gli Evangelisti furono rallìgurati in meritare ognuno apposita illustrazione.
queste statue co' loro attributi,, e riempì Sono principali le figure dell'Eterno Pa-
i vani con alcuni putti graziosamente dre circondato dagli Angeli sulla porta,
scherzanti fra vari festoni, e diversi libri quella della Vergine, de' ss. Giorgio e
in modo assai pieno di gentilezza e di gu- Teodoro nelle lunette sulla porta stes-
sto. I due principali soijgetti ne'compar- sa le due immagini di s. Girolamo, ad
;

liuicnti n)aggiori sono la ilisurrezione e essa porta laterali, lavorate per con-
la Sepoltura del Redentore, ne'quali po- corso da Domenico e da Gianiiantonio
se ogni studio, riuscendo parlicolarmen- Bianchini zio e nipote; lei 4 figure degli
lea far isfuggire sul piano le parli lonta- Apostoli e de' ss. Marco e Paolo, che or-
ne con bello artifìcio, e componendo con nano l'altre lunette, e finalmente l'altret-
nobili ed espressivi atteggiamenti il sog- tante figure de'Profell nella vòlta, quali
getto della Sepoltura. Ma in tutto il lavo- circondano la Croce presa in mezzo da'4
ro si scorge qualche alFeltazione, qualche Vangelisti. Bellissime sono le tarsie sugli
nxìssa studiala, e soprattutto alcune ca- armadi e sulle spalliere, che cingono la
ricature nelle leste, nelle barbe, nell' e- parte destinata a custodire gli arredi sa>
«tremitù, che aimunciano 1' allontana- gri; lavori d'Antonio e Paolo fratelli man-
mento dall'aurea antica semplicità. Pre- tovani, de'frati V incenzo da Verona e Se-
so pelò il» totale il lavoro può dirsi ab- bastiano Schiavone, e di Bernardino Fe-
bastanza insigne, doversi tenere in altis- rando. Queste tarsie presentano in tanti
simo pregio, e non essere espulso dal luo- comparti la fabbrica della chiesa di s.
go sagro, come lo fu per pochi anni, mu- Marco, l'apparizione del Santo, la tra-
randosi laporta. Ciò dicendo il Cicogna- slazione del sagro suo corpo; un prigio-
r.i, nella Sloria della Scultura , aììiise niere tratto da una nave, ed uu misero
cuu r ultime parole alla strana idea nar- che a lui si raccomandano; poi l'Evan-
rata dal Diedo, per la quale si coprì que- gelista, a cui stanno davanti in ginocchio
sto gioiello d'arte con goife spalliere di un uomo con fucile e un guerriero ar-
noce, che contornavano lutto il coro. Sif- mato; poi molti fabbricati e prospettive,
lilla bruttura venne ben presto eruen- e finalmente s. Marco in atto di battez-
(i.itii colla restituzione fedele di quanto zare e di rendere la salute a 8. Aniano,
eia prima. Salutare lezione di astenersi che immediato successore nella se-
fu a lui
per sempre da qualun(|ue riforma di que- de Alessandrina. —
La cappella di s. Pie-
sto singolare edifizio. Il retto senso deve tro principe degli Apostoli, a destra della
presiedere alla gelosa conservazione di sì maggiore, avea il suo altare fino al tem-
l'iigguardcvole monunienlo dell'auliche po del patriarca Gambooi^ e per di lui
270 VEN VEN
ordine fu levalo onde dare più libero in- neliSao da Camillo Alberti. A dare un|
gresso alla sagresliii. La cappella di Papa rapida occhiata a'musaicibellissiiiii/juini
s. Cleiiieiite J, a sinistra della principale, tulli lavorati nel miglior secolo, s'olFrou^j
ba un altare di fino marnio ornato di due tosto allo .sguardo quelli schierali di sopri
bassorilievi,
il lAle'quali rappresenta ss. i r aliare della Vergine, e disposti in d(|
Jacopo, Andrea e Kicolò, innanzi a cui ordini. Nell'inferiore mirasi Cristo iucoi
vedesi prostralo doge Andrea Grilli; e
il traloda'due Discepoli sulla strada d'Kir
l'altro figura la Vergine che tiene il Fi- maus, uno de'quali si chiamava Cleofa e
glio in braccio, ed ss. Marco e Bernar-
i Emuiaus, secondo s. Ambrogio;
l'altro lij

di no, bassorilievo con quest'iscrizione:/>«- sua Cena in quel luogo con essi, il suo ri
Cf.Serenissimo D.D. Cristoforo Mauro conoscimeuto, e la partenza de'medesiir
tfCccCLxy. Sorgono in faccia all'indicate Discepoli. Questi lavori vennero eseguii
due cappelle , due parapetti di marmo, sui cartoni di L.Bassano morto nel Ha! i

che seguono l'ordine di quello grandioso Nel 8uperiore,sui cartoni dell'Aliente, d<
chiudente la principale. Sopra ciascuno cesso nel 1629, si eseguì la Comunione dt
posano 5 marmoree figure, lavoro di Ja- gli Apostoli sotto ambo le specie sagra
cobello, e Pietro Paolo da Venezia, ope- mentali. La vòlta dell'altare die' soggelt
re eseguile nel iSgy. Anche le pareli di a Pietro Vecchia di espi imere l'Adulte
queste cappelle si adornano di antichi accusala da'farisei, iio Lebbrosi guari
musaici. In quello di s. Pietro vedonsi e- dal Salvatore, la preghiera del Cenluri
spressi i fatti di sua vita, come nell'altra ne e quella della Cananea. Poi qua e
di s. Clemente I sono figurale le di lui per le pareti e pegli archi sonovi figo
azioni, ed il trasporlo della salma dell'E- di Santi e Profeti, parie d'aulico e par
vangelista a Venezia. A pie delle figure di più recente lavoro, e sotto 1' immag
d'Abele e Caino, sulla poi la che mette ne di David é il nome di Pietro Luun
nel cortile di palazzo , leggesi il nome e l'annoiGi 2. Siccome l'altare delia \et
d'un Pietro e l'annoi iSg, da cui si ar- gine,poslo di fronte alla cupola di quest
guisce che fosse V artista lavoratore de* braccio, era dedicalo a s. Giovanni Evan
musaici nell'ultima descritta cappella. — gelisla, così essa è tutta ornata in anlic
Passando al braccio destro del tempio, musaico con azioni della di lui vita. N(
parlerò prima de'niusaicie degli altri og- vòllone fra la nave maggiore e il presbi
getti che vi s'inconlrano, per poi discor- terio, incominciando da quest'ultima pai
rere d'ogni singolo suo altare. Primiera- te, si osservano le nozze di Cana Galiled
mente s' incontrano al di fuori del pre- opera di B, Bozza, sul cartone di D. Tia
sbiterio due pulpiti un sopra l'altro, ric- torello; segue il Lebbroso risanato; Cri
chi per colonne e altri marmi orientali sto che ascende in cielo; il risorto figli

pregiatissimi, e l'ultimo coronalo d' una della vedova di Nainì e ,


la Cananea ri

cupolettadi metallo messo a oro. Poi ver- donala a salute, lavori lutti di D. Bian
so l'altare della Vergine, al destro lato chini condotti sui disegni di G. Salviati
dell'osservatore, s'afiaccia un antico bas- e finalmente la Cena del Signore, del
sorilievo con Maria seduta, e dall'oppo- lo slesso Bianchini , eseguila sul cario
sta parte s'inconlrano le figure intere di di D. Tinlorello. Sotto a questo vòlton
altri due Santi e sopra altri 3 busti , il dalla parte del pulpito, l'Angelo che ri
tulio di bassorilievo d'antico lavoro, co- Uìelle il ferro in guaina è di G. A. Ma
me quello d'altro Sauto nella parete
lo è rini. In quello di contro, cioè nel vòlt
a destra di questo allaie. Innanzi ad esso ne sulla cappella di s. Isidoro, vi sono i

«ono collocali due grandi candelabri di antico musaico, Cristo che si sveglia nel
bronzo per intagli oruatisiimi , eseguili la barchetta; il Paralitico calato ueila Vi
VEN VEN 371
ballca piscina; Gesù die sana l'iclropìco; eseguiti nel 1 ,^90 da L. Ceccalo. — Dal-
e la Fe>cagi(-iie tlegli Apo>toli consigliati ia crociera del braccio destro, passando
dal Redonttìie. Negli angoli vedono i »i alla nave pur destra, una pie- le fa lesta

, s<. Pigasioed Exnudiiios,esegnili neliSSy cola cupola che mag-


guarda la cappella
1 claG. A. Diaiichini.Sottoa qiieslo vùitoue, giore. Ne'pennacchi di essa vi sono in an-
e nella grande niuraglia sovrapposta alla tico lavoro gli Evangelisti e in cima Ge-
della cappella di s. Isidoro , con magi- sù Cristo, e di solto alla medesima nel-
«liale perizia, e l'opera di io anni, Vin- l'arco di fronte al maggior altare, si vedo-
cenzo BiancliinijSiii cartoni del Sai viali, no i ss. Processo e Marliniano, condotti
vi condusse neh 5^2 l'albero genealogi- da Domenico Bianchini Rossetto. A' lati
co di Alai ia, la quale appare in cima ai del vólto superiore alla destra di chi guar-
niedesinto col divin Figlio fra le brac- da, o a meglio dire alla sinistra del gran
, eia, nel mentre giace disteso a' piedi del muro principale, esternamente vi sona
) li'onco il capostipite Jesse, e su pe'rami da una parie le Vergini prudenti, e dal-
< seduti si mostrano i re David, Salomo- l'altra il Salvatore, nella cui base è l'an-
ne, Roboamo, Abia, Aza, cogli allri re- no 1601. Sono pensieri dell'Aliense ese-

I
gistrati da s. Matteo Evangelista. Nel pie- da Scipione Gaetano. Ogni vólto mi-
guiti

I
colo arco esteriore alla cappella de' Ma- nore porla l'immagine di due Santi, al-
I
scoli, di cui in appresso, si vedono l'ini- cune d'antico e altre di più recente lavo-
. niagini d'alcuni Santi, e nel vóltone vi- ro, e opere vecchie sono pure le 5 figu-
; cino verso la nave minore, appare s. Giu- re nell'inferior parte collocate della pa-
. seppe a cui fiorisce la verga; la Visila- rete principale, esprimenti i profeti Gioe-
I
ziune a s. Elisabetta; s. Zaccaria che ve- le,Osea, Michea e Geremia, con Gesti
',

de l'Angelo tempio e l'aliare; lo


fra il Cristo nel mezzo. Sopra a queste s'esten-
i
Sposalizio di Maria, e nel mezzo una Cro- de lato musaico e bellissimo, emulo del-
ce fra 4 Pi'ofeli. Poi l'Angelo che appar- la pittura, in cui è colorita la patria bea-
I re alla Vergine intesa ad allinger acqua ta del Paradiso, e un numero grande si

• per imbianchir de'lini, e s. Giuseppe av- vede d'Angeli, di Profeti e di Santi, e ia

I
Tettilo dall' Angelo della persecuzione cima la Triade indivisa. Questa grande
! che Erode andava a fulminar sugl'infan- opera fu tratta da un dipinto di Giro-
li. La parete nella quale è collocata la lamo Pilotto, ed è incerto se il Gaeta-
. porla ,
delta di s. Giovanni ,
perchè di no qui ponesse suo ingegno. Bensì lo po-

^
fronte all'altare già sagro a questo Apo- se nella crocefissione di s. Pietro , nella
stolo, è ornata culla vecchia figura del decapitazione di s. Paolo, e nella cadu-
medesimo, e con 5 falli dell'isloria della ta di Simon mago alla presenza di que*
[ludica Susanna, opere fra le più belle di due Apostoli, opere tulle e tre colloca-
Lorenzo Ceccato, sui cartoni di J. Palma te sopra il Paradiso descritto, e per le

, e di D. Tinlorelto. In altro coraparli- quali ne formò i disegni J. Palma ju-


;
mento, sull'invenzione dell'ullimo, G. A. iiiore, n»eiio però per la figura del Ma-
. Marini eseguì con somma perizia senio- i go, disegnata dal Padovanino, morto nel
:
ri che accusarono Susanna , lapidali dal i65o. Nel vòlto il Gaetano, intorno al
^
popolo. Sotto le finestre poi, in antico mu- 1602, espresse la predicazione e la mor-
;
saicOjè figurato s. Giuseppe invitato dal- te di s. Jacopo; s. Tommaso alla presen-
l'Angelo a fuggir dalla persecuzione d'E- za di Gundoforo re degl'indi, e la di lui

rode, e la disputa di Ge>ù nel tempio, e passione; storia per la quale fece i cartoni
i
Sdpra a <|neslo sono conteste l'inimagini Tizianello figlio di Marco, vivente anco-
. de' ss. Giuliano ed Ermagora, Negli aii- ra nel 1648. Poi sui disegni del Padova-
1 geli vi sono i profeli Osea e Mosè, lavoii nino, lo slesso Gaetduo coadussti s. Gio-
272 VEN YEN
vanni in allo di celebrare, e la di lui im- stia fu portata la ss. Immagine, divulgl
enei sione entro la caldaia d'ulio bollente; co'lipi veneti:Trattato dell' Imniagiie
e finalmente co'disegni dell'Aliense colo- della gloriosa Vergine dipinta da s. Lu-
rì s. Andrea che dispula col proconsole ca, conservata già molti secoli nella du-
Egea, ed il medesimo crocefisso; lavoro cale chiesa di s. Marco della città di
quest'ultimo, di cui il Ridolfi limpiove- l'e/iezia. Non
piacque questa sentenza
lò il Gaetano pei' avere mal eseguito il all'ab. Carlo Quirini, più versato negi
disegno delTAIiense. La mezzaluna sopra sierici greci e più esperto nella critica
l'ambulacro porta l'immagini de' ss. A- onde conobbe non poter essere l'OrZcga
gricola e Vitale, e la cupoletla che segue Iria credula dipinta da s. Luca, e colle
presso la porta d'ingresso, reca ne' pen- cala in Costantinopoli nella chiesa del cai
nacchi gli Evangelisti e nella cima la Di- lebre monastero degli Odegi, da cui pn
vina Sapienza. Prima di portarsi in al- se nome; il perchè in Venezia neh 644
il

tra parte del tempio, devesi ricordare es- pubblicò una dissertazione con questo ti|

ser le pareti tutte vestite di pregiatissimi tolo: Relatione delV hnniagine Nicopeaì

marmi, quali il verde antico, il diaspro o- che si venera in ì^enetia nella Ducal
l'ientale, ilgreco ec, e nell'ultima parete di s. Marco. Di questo venerando simi
presso la porta vedesi un' aulica imma- lacro si traila ancora nelle Notizie sto

gine di Maria delle Grazie , celebre ap- riche delfapparizioid e dell' iniinagir,
punto per le grazie che a'di lei di voti com- pili celebri di Maria Vergine ss. nellì
parle. — L'ambulacro che corre dinanzi città e dominio di Venezia. Ivi nel 76( 1

l'aliare della Madonna, un tempo di s. furono stampale in latino dal Remondi^


Giovanni Evangelista, più volte nomina- ni, e nel 1761 in italiano dal Zatla. Mi

to, è sorretto da due grandi e belle co- in esse si confusero una coU'altra le dui
lonne di marmo greco, che sembrano di imujagini Odegetria e Nicopea. luoltrJ
agaia , le quali fan 1' ufficio di dividere, abbiamo la dotta e critica Dissertazioni
mediante un parapetto d' agata sardoni- dell'antica Immagine dì Maria ss. ci
ca e di verde antico, e due cancelli dì siconserva nella basìlica di s. Marco iJi
bronzo, l'altare medesimo dal resto del Venezia, dì mg.'^ /agostino Molin cane
tempio. Le 4 colonne che sostengono la nico teologo della patriarcale e lettor
tribuna, sotto a cui l'ara s'innalza, sono di s. Scrittura nel seminario della stes
d'afiicano, e il parapetto della mensa è sa città, Venezia tipografia Zerlettìedi]
formalo da una bellissima lastra di dia- trice 1821. Per la sua importanza e ce
spro occidentale. Un tabernacolo di fino piosa erudizione amerei darne un fugac
marmo, con colonnette e rin^essi di bian- cenno, ma sono impedito dall'abbondar
co e nero, munito di due portelle di bron- za stragrande della materia necessaria 1

zo, su cui sono rappresentati ss. Luca e i formare (|uesl'arlicoIo. A quanto già
Giovanni evangelisti, conserva la greca dello, mi limiterò semplicemente di ag
insigne immagine di Maria ss. delta Ni- giungere. sapiente scrittore riporta gì
Il

copeja , acquistata a Costantinopoli dal autori che hanno scritto di questa ss. lui-
doge Enrico Dandolo, e pervenuta qui magine, ben parlarne al:
e le dilìicolla di
neh 2o4o poco dopo, o nel 1206. La ss. lesa la mancanza documenti!
d' antichi
Immagine fu presa in della ciltà nell'au- Narra in qual maniera essa venne in po-j
tunno del i2o3, nella rotta data ad Ales- tere de'Ialini, e come tolta a'greci fu daJ
sio Duca o Murzuflo. Mg."^ Giovanni Tie- ta a'veneziani, rilevando l'abbaglio degli
polo primicerio di s. Marco, in occasio- stessi veneti scrittori nel raccontare il IJil

ne che nel 1617,6 non nel 6 8, si eresse 1 1 to. Indi dimostra che la tolta a Marzufl^
questo mugnilìco altare, ove dalla sagre* è questa che liì conserva e venera in
VEN VEN 173
Mnrco. Rispomle od alcune difficollà, che pere clelSansovino, come nlcuni pretesero,
sj polrebbeio oppone aH'uutoritàilel Ila- — La cappella tli «.Isidoro inaiiiie è collo-
nitisio. Cerca (piai sia siala I*laimagine cala nella parte deslra dell'altare descrit*
lolla da' latini a Marzuflo , e prova non to e sotto il gr;tnde albero genealogico
essere siala quella che si cbiaojava di s. di Maria, chiusa da una porta in bronzo.
Luca, ossia 1' Odcgctrìa. Dimostra non Verso il 35o la fece costruire doge An-
1 il

esser certo che l'Immagine che qui si con» drea Dandolo, e 5 anni dopo fu compita,
serva si chiamasse anlioaiuente iV/co^t'/Zj' L' aliare conserva il corpo di s. Isidoro
tuttavia non ntancare motivi di sospettar- martire recato in Venezia da Scio nel la^ t

lo. Llagiona della chiesa di s. Maria del per cura del doge Domenico Micliiel. Co-
Faro di Coslantino[)oli dove si conserva- minciando a direilegli antichi musaici qui
va, la quale dal Gregora è chiamala iVii- esistenti, al di sopia della portasi vede un
fpjìcn; e si conferma eh' è la medesima doppio ordine di rozzi lavori eseguili nel
di (piesta basilica, l'assa quindi a cerca- XIV secolo. INell' interiore si rappresenta
re quando cominciò ad esser venerata in s. Isidoroarrestatoinnanzi al padre; chili-
Costantinopoli; e indi descrive le guerre so in ardente fornace; trascinato a coda
nelle quali i greci la condussero al cani- di cavallo e decapitalo. Nel superiore si

pò; e per ultimo degli onori ad essa tribù- vede il santo medesimo che [)arle d'A-
lali prima a Coslanlinopoli ,
poi a Vene- lessandria; che arriva a Scio; che scaccia
zia, e le grazie concesse a'ricorrenti vene- i demonii; che converte Valeria e altre
2Ìani ne' gravi bisogni della città e della donne, e che battezza le nazioni conver-
repubblica. Sembra che nel 1672 abbia a- lite. Osservalo il vólto, ornalissimo di fi-e-

voto un ristauro la magnifica e ricca cor- gi, scorgesi all'altra parte il doge Michiel

niceche serra la prodigiosa ln)magine, da in atto di comandare a Cerbano di rin- ,

Pielro Bortololli orefice. Difalti si osser- venire corpo che avea nascosto ili (pie-
il

vano intorno al quadro 16 immaginelte sto u)arlire, e poi si vede il trasporto di


di Santi condotte in oro e in isuìalto, con esso a Venezia. iNelIa mezzaluna in fac-
quell'artifizio medesimo con cui sono la- eia all'altare vi sono l'immagini di Gesù,
vorale le pitture dell'aurea Pala nell'ai- del Battista e d'un Santo vescovo, e so-
lar maggiore; le quali argomenta il can. pra l'altare quelle del Salvatore e ile' ss.

Molin appartenessero all'antica cornice ; Marco e Isidoro. Una cassa di marmo, lo-
anzi la recente, crede egli, lavorata a si- cala sull'ara, racchiude i resti mortali del
nìiglianza di quella venula qui da Coslan- Santo, e sopra giace la statua supina del
linopoli. Questa cornice è ricca per niol- medesimo, dietro la quale è ini Angelo
to oro ed argento,, e per gioie preziose, con profumiere nella destra. A'Iati del-
1617 |)er cura del procuratore di s.
IVel l'urna sta espresso il mistero dell'Annun-i
Marco Giovanni Cornaro, si tolse la ss. ziazione, e nel prospello della medesima
Immagine Nicopeja dalla sagrestia, ove urna visono 3 figurine che rappresenta-
prima custodivasi, e adornata di nuovo no s. Gio. Battista, ed ss. Marco e Isi, i

l'ara dell'aliare ch'era dedicato a s. Gio- doro, Ira le quali, in doppio bassorilievo,
vanni Evangelista, ivi fu riposta, onde il si vede quesl' ultimo santo trascinato a
popolo avesse piùogioadonorarla.A'Iali coda di cavallo e decapitalo. Al fianco di
dell' altare sono bellissimi getti in bronzo chi guarda, è confitta nel muro un'antica
i i\\i6 Angeli, forse lavoro dello stesso ar- uina con 3 dittici, da cui appare che fos^
lefice che fuse gli altri bronzi cheivi si ve- se rinchiusa la salma d'un bambifjo, (or-,
dono , il quale sì nell' uno e sì nell' ullro se figlio di qualche doge. Le pareti sonq
portello, come a piedi d'un Angelo , la- incrostate di marmo greco, di porfido, di
S1.1Ò le sigle B.B.F. Consono duii(|u<»o- verde aulico, e tullq inloruugira un sedila
.

274 V E N V EN
pur Ji tnni mo. — Segue la cappella del- glio d alcun altro maestro, se egli era an-
la Madonna tle'Mascoli, costi uila tiel i 43o che pittore, né avea d'uopo d'allra mano
sotto il principato del doge Francesco Fo- che gli colorisse i cartoni.
sca li, e meritò liilustrazionedel Cicogna- (ì. Passando al bracciosinistro della cro-
i«. Neil' iiltare vi crede impiegati mar- i ciera per osservare la parte opposta del
mi d'altro più antico, e the forse alla me- discendendo dal già descritto al-
t('n)[)io,

tà del secolo XIV appartengano le gu» tare di s. Clemente I, dopo il parapetto


glielle, le colonne spirali e i fogliami lut- di marmo che segue l'ordine della cap-
ti che r adornano, con simmetria elegan- pella maggiore, iucoulra>i una cupola. Nel
te, come i profili e modanature di tutta mezzo di (|uesta è (Iguralo il segno di no-
la tr/ibeazione. Ignoto è lo scultore delle stra salute cinto darfiggi,e ne'vólli che la

3 bellissime statue che vedonsi sull'alta- sorreggono sono espressi gli Arcangeli Mi-
re. Esse, e singolai mente cjuella della Ma- chele e Gabriele, condotti, quello nel 1 658
donna col Bambino die sta in mezzo, par- da Giambattista Palliati, equesto da Pie-
tono da uno stile conforme n quello della tro Scutarini nel 1646: (juindi il s. Anto-

«cuoia di Pisa. Altra mano scolpì i due nio di Padova, e Bernardino da Sie-
il s.

Angeletti coli' incensiere , della più gra- na, la turali, ili." neh 566 da Agostino da
ziosa forma e venustà, che stanno in mez- Ponte, ed il 2." da Leonardo Cigola, am-
zo lilievo sul sottoposto dossale. Descri bo sui cartoni di P. Vecchia. Discenden-
vendo la Sotto-Confessione, parlai del so- do poi per questa parte nel braccio sini-
dalìzio de' Mascoli , trasferito in questa stro, e precisamente per l'arco alla manca
cappella, la cui immagine ne prese il no- del riguardante, s'incontraun bassorilie-
me, e «ebbene lo conservi pure l'altra mi- vo antichissimo coir immagine di Maria,
roc(jlosa in bassorilievo a cui da remoti e nella desira vi è dipinta nel muro una
secoli i divoli prestavano culto nel sotter- grande figura di s. Michele, opera delle
ra neo , dal ipiide fu trasferita nell'atrio più auliche. Qui appunto vuoisi che il

d-'l Tesoro, etl apparteneva come sua ti- C(irp<»del s. Evangelista Patrono apparisse
tolare alla pia unione in questa cappella a '2 5 giugno iog4)Sol'o laduoeadi Vitale
traslocala, avendo dovuto abbandona- Faliero,e che mentre, perduta ogni trac-
re la Sollo-Coufessione. musaici mera- I cia del luogo ov'era stato segretamente
vigliosi che decorano la cappella della Ma- riposto, s'invocava l'aiuto divino, si mo-
donna de'Mascoli, sono di tanta bellezza, strasse con n\\ braccio fuori del pilone
da vincere al confronto quasi lutti gli al- reggente questa parte della basilica. Co-
tri del tempio; tanta arie e diligenza vi sì infatti riferisce ilDandolom67iro«.pres-
pose il loro autore Michele Giambono in- so Muratori, /?er«m Ital. Script., t.
7;
torno al 1460-1490 pel dichiarato dal eh. così risulta dall'uffizio proprio che si re-
Zanotlo,il quale nella sua PinncottcaF^e' cita ih detto giorno; e così pur narra, sul-
Itela ne pubblicò le notizie. Alla sinistra r appoggio d' una cronaca sìncrona anti-
del vólto vi sono la Nascita di Maria , e cliì>sitna dell* ab. Zenone dì s. Nicolò di
la Presentazione al tempio; a' lati della Lido, il celebre Bernardo Giustiniano da
finestra l'Annunziazioue; nel mezzo del s. Mo'i^è, De origine urbis Veneliarum,
vòlto David e Isaia, la Veigine col Bam- Meglio è vedere l'encomiate Memorie.'sto-
bino; e all'altra parte la Visitazione, e il rico criticherei conte Manin, cap. 3: Del-
suo Transito. Il Giambono fu il i.° a se- l' invenzione del Corpo di s. Marco sotto
guire modi de'più abili pittori del teni-
i ildoge Fallerò, e sua nuova deposizione.
posuo, abbandonando l'auliche maniere. Altri però posero in dubbio il fatto com'è
11 diseguo piega molto al fare del Vivari- riferito dal cronista Dandolo, non il pro-

ni; e cerio dovea eseguire il musaico me- digio^ e dicono consister esso ucli' ispira-
V EN V E iV -ij-j

zione del rintracciare quelle sagre reli- riceve ornamento da molte antiche figu-
qtiie, ilupu le poliliclic viceii«le seguite, e re di Santi, e da s, Tecla, quest'ultima
iiellci cuilaiizu coliu quale s'insiitletle, cuii lavorata da V. Bianchini. JNell'arco ver-
virtuusu zelo, a cerc.ule, uiiili^rado i fi- so nave maggiore del tempio vi sono
la

sici uslucolt , e lu siiian itiiento degl'in* i David, Salomone, Mosè e Zac-


profeti
liizii può vedere il Cai li, Dis-
poailivi. Si caria, il quale ultimo reca il nome del-
sertazione sopra il corpo di s. Mar' l'artefice Pietro. Cristo eh' entra in Gè-
co, p. 69. —
Proseguendo il canuniiio, rus<ilemnte; la di lui Tentazione nel de-
(rova<ti l'aliare di s. Leonardo, ora del ss. serto; l'ultima Cena, e la Lavanda de'pie-
6agraiiienlu, di cui iti seguito, e nella di sono che decorano la vòlta,
le storie

parie sopra il medesimo, sono disposti nel cui pinacolo si mostra l'Eterno Pa-
ili doppio ordine 6 fatti deli.'k vita di que- dre con gloria d' Angeli. Di fianco al —
sto santo, eseguiti sui cartoni di F. Vec- maggior altare sorge un altro pulpito di
cliia. lo essi si vede s. Leonardo, tenuto forma otlagoiia sostenuto da g colon-
,

al s. fonte dal re Clodoveo; ,che fa pre- ne di marmo orientale, e sopra questo


ghiere per una regina ; che disti ibuisce sulla parete, spicca la statua della Ver-
denari a' poveri che prega Dio e libera
; gine, eguale in tutto all'altra collocata sul
il popolo dalla sete; che toglie didla car- già descritto aliare de'Mascoli. Seguen-
cere prigioni; e iinaimente che appa-
i do l'esame di questo braccio, conviene
re ad un condannato, a cui dona la li- po-
recarsi sotto l'arco ilell'interculunnio
bertà. P. V^ecchia die' pure cartoni i sto inmezzo, di fronte all'altare del Sa-
per le storie del Paralitico risanalo nel- gramento. Sì (juesto che il superiore por-
la Prubalica piscina, e pel s. Pietro che tano l'iminagìni di vari Sanlì; e sopra
cammina sull'acque, quella coIor>ita fia l'ambulacro, da un lato si vede il proleta

le finestre, questa epressa superiormen- Geremia, eseguito neh 634, e dall' ailru
te alle medesiuie; e Lorenzo Cecca to ,
Gioele. Giannantoiiio Fumiani, morto
ueir angolo manco, lavorò la figura ilei nel1710, fornì cartoni per le 4 storie co-
i

profeta Osea. Wella \ólta che copre l'al- loritenel vólto. Ivi sono espressi ss. i

iare, in antico musaico, sono condotte Gioacchino e Anna, mesti per l' infecoii-
le !>torie della Samaritana alla cisterna; dità e consolati dall'Angelo ; il pai lar lo-
della Moltiplicazione de'pani e de'pesci ;
ro col profeta Issacar; la gioia di ritrova-
del Cieco nato, e di Zaccheo chiamato re le predizioni dell'Angelo fra'vaticinii
dal Signore. La mezzaluna e l'arco che d'Isaia; e finalmente la loro allegrezza
la copre, come pure gli altri archetti, so- per la nascita della Vergine. Quest'ulti-
no cuperti colle storie di Abramo, e con mo comparto porla le sigle D. C, F,,
molle liguredi Santi e Profeti, tutti di più probabilmente Domenico Cigola, mu-
recente lavoro ; tranne le iuKuagini e- i665,
saicisla salariato della basilica nel
spresse nel vólto aderente ai gran liiieslro- o fuis'anco Domenico Caenazzo maestro
De: (piindi in quelle de'ss. Antonio abba- del i652, ma allora era assai vecchio.
te e Vincenzo Ferreri riscontrasi il no- Uno ile'musaici più antichi, e per avven-
me d'un Sdvestro e l'epoca 5^S, e nel- 1 tura più alla veneta storia vantaggioso,
l'altre de ss, Bernarilino e Paolo vedesi perchè sparge lume sui coslumi di (|uel-
per autore un Antonio. Dopo(|uesl'ulti- l'elà, è quello che scorgesi nella pareteli»
me immagini, nell'arco dappressoevvi la (uccia all'altare del Sagramenlo. Ivi sta
JMolliplìcazione de'pani e de'pesci ; i de- espresso doge Ordelafo Fallerò, sacer-
il i

nionii entrati ne'corpi de'porci;la suocera doti ed il popolo assitenti al sagrifizìo, che
di.s. Pietro, eia curva donna, ambe risa- oH'ie al Signore il vescovo Enrico Cou-
liate. La gran cupola di questo braccio tariui per olleuere lu scoprì mento del
276 V E N V E i\

venerando corpo tli s. Marco, ti! cui erasi e Lodovico XII re di Francia. L' aU —
percldla la iiieiiiorìa : quindi vederi ap- tare della Croce, ora del Sagramento,
ss.

parir fuori del pilastro la cassa, custode eradunque deilicalo a s. Leonardo. Se


di s'j sanie reliquie. Sopra questo lavoro non che nel 1618 fu eretto di nuovo, e
e fra le finestre è la Presentazione della per un'insigne reliquia della ss. Croce,
Vergine al tetupio, eseguita da D, Cigo- che ivi allora si chiuse, venne appellato
la nel 169 I ; e sotto il ^ólto già descrit- appunto aliare della Croce. In seguito
to, vi è a sinistra la porta die «nette nel trasportalo in e^so, per maggior comodo
Tesoro, dei quale parlerò più innanzi. de'lcdeli, il ciborio o tabernacolo per la

Sulla medesiuici sta 1' iuuiiagiue del R.e- custodia della ss. Eucaristia, si chiamò
dentore, antica scultura in marmo greco, del Sagramento. L'antico marmo colla
recata qui tla Gerusalemme, come cor- figura del primo lilolare s. Leonardo,
re fama, e dentro l'arco a sesto acuto, ora incastralo nel muro esteriore del
in musaico, vi sono due Angeli che so- tempio dal che guarda la chiesa di
lato
stengono il segno di nostra Redenzione. s, Bas^o, vuole il Moschini che servisse
JMollo si scrisse e parlossi sulle due figu- in antico a tavola di quest'altare, ed il

re de'ss. Domenico e Francesco d'Asisi, Meschinello, seguito dal Piazza, afferma


espresse sotto l'arco che cinge la porla che la pala di esso santo era falla a mu-
indicata. Vorrebbero aiciuiij con po- saico. Ma il critico ed eruditisimo Za-
ca critica, che ne avesse dati disegni, i nollo, posto mente che il Sansovino, il

con ispirilo profetico, il fainoso abbate quale sciiveva mentre precisamente e-


Gioacchino, dicendo che vetmero con- rigevaii di nuovo l'altare, non fa parola
dotte quell'immagini prima che i due di tale n)Usaico, rigetta giustamente l'o-
santi nascessero. Ma è provalo che tulli pinione del Meschinello; laonde sem-
e 3 erano conlempoianei. Qual creduto bra che il dotto e diligente Moschini
/'/o/ètó,in quell'articolo riparlai del dot- abbia piìx del Meschinello cólto nel ve-
to e b.Gioacchino, non meno delle prole- ro. Simile quest'altare all'altro descrit-
vie che a lui si attribuiscono, e delle dette to della Madonna Nicopeja ha sul di-
tìue figure; anzi feci ancora parola del- nanzi due colonne che sostengono il su-
i'euiblemaliclie figure d'animali in mu- periore ambulacro, le quali prendono
saico del pavimento di questa basilica, in mezzo il parapetto di agata sardo-
eseguite secondo le sue predizioni, allu- nica con basamento e ciitiasa di verde
iiive alle rivoluzioni e guerre civili che antico, che separa l'aliare dal tempio.
successero dopo di lui ; e (pieslo lo ripor- Sotto una tribuna sorretta da 4 colon-
tai col Cancellieri, che nelle Disserlazio' ne, due di porfitlo e due di ahicano, s'in-
Ili epistolari hiblio^rafiche, non poco nalza sull'ara il tabernacolo di marmo
erndilamente parlò dell'abbate Gioacchi- orientale, concolonnetteei imessi di varie
no a p. 80, 8i e 378. Di ciò ragionando macchie, chiuso da due valve di bronzo,
unche il Corner, riporta la tradizione su cui sono rappresentati i ss. Leonardo e
ili'lle pavimento d'ordi-
figure poste nel Antonio abbate, lavoro non già del Sari-
ye dell'abbate Gioacchino, cioè due Leo- sovino,come dice il Meschinello, ma for-
pi, l'uno puigue nell'acqua, l'altro di- se dello slesso artefice i:he fuse quelle del-
magrato in terra, significanti i diversi l'altare della Vergine come dissi, e che
«lati (.Iella repubblica; e due Galli che qui pure avrà lasciato suo noine..\ cagio-
portano una Volpe legala al palo, con ne però d'una custodia di marmo, posta
the si crede significato Lodovico Sforza da non molti anni, e ohe cela in parte le
a!>tutis$inio duca di Milano, cacciato dal ricordale valve, non »i ponno esaminare
>uu dominio dagli eseicili di Carlo Vili con ddigenza onde scuoprirue per av-
V CN V EN 277
ventura le sigle. Innanzi l'aliare del is. Kiiltimo die in quel tempo di poco avca
Sagijjmeulo si ainmirauo due grandi passato il 6,° lustro; né è da farsi me-
candelabri di bronzo, ricchi e abl)eHili raviglia che il più diflìcile meccanisnio
da oinaiuenli, opere del bresciano Maf- dello scarpello fosse così avanzato, poi-
feo Olivieri fiorito nel XVI secolo. I due ché la storia dell'arti con troppa eviden-
nltari o nltarhii simili, posti nella cro- za ha dimostrato quasi sempre, ohe l'in-
ciera del tempio da questo lato, ed e- signi opere di scultura precedono l'insi-
retti a' ss. Jacopo e Paolo apostoli dal gni pitture. Il Cicognara giudica gli or-
doge Cristoforo Moro, fra gli anni 14G2 namenti de'due altai-ini un po' tro|)po
e i47') tempo della di lui diicea, so- minuti, e l'occhio vi bramerebbe più ri-
no due pregevolissinti monumenti di poso e intervalli; alcune modanalurenon
scultura attribuiti dal Cicognara a Pie- sono di bella forma, e rimangono ottusi
tro Lombardo, accompagnando così nel- i profdi pel basamento, ma le proporzioni
la l' ornamento del
crociera magnifico generali sono svelte, eleganti, e vi si ve-
tempio. Il medesimo Cicognara per va- de chiaramente il miglior gusto delle ar-
rie considerazioni, e non essendo gli or- ti rinascenti. — Passando alla navata sini-

namenti e le statuette di questi altarini stra e pro[)inqna,come in quella di contro,


opere giovanili, ma di sperimentato ar- così in questa vi è una cupoleltadi frf>n-
tefice e diligent'^ssimo, congettura che le al maggior altare, nella cui cima è fi-
possano essere state eseguite nel miglior guralo il Salvatore con sotto la Vergine,
periododella vita dell'archilettoe sculto- vari Angeli, e una Matrona coronata col
re, che appartener sembra alla i.'metà molto : Regina tenendo fra le
Siiitris,
del XV secolo, perciò al doge non dover- roani la leggenda Coelo venient. Gii
: E
sene che il compimento. Dal quale riflesso archetti, che reggono I' accennata cupo-
deriva conseguenza, che l'arti in Vene-
la lelta, portano ognuno due Santi, e sotto
zia aveano già mosso verso la perfezione il vòlto co'carloni di P. Vecchia, vi èia
e il bello siile prima d' altrove, siccome collocazione sotto l'altare maggiore del
da altre produzioni di sommo merito gli Corpo di s. Marco, e l'imperatore Co-
fu «Iato dimostrare. Non polendo stabi ii- stantino!, e s. Elena colla Croce. Neh."

re il nouìe dell'artefice, ma per essere gli musaico è segnato l'anno 1648. lavori I

altarini d'uno stile pienamente conforme de'due archi che seguono, si eseguirono
e quello della chiesa della Madonna de' co'cartoni del dello Vecchia. Neil' uno
Miracoli, capo d'opera di Pietro Lombar- stanno l'immagini de'ss.BasilioeLiberale;
do, fondatore della buona scuola de'gen- nell'altro si vede superiormente la Strage
tiliornamenti ed eleganti architetture di degl'Innocenti, Rachele che piange i figli,

Venezia, benché intraprendesse l'erezio- e due Angeli che ne accolgono 1' anime,
ne di tal chiesa nel 1 480, cioè di oltre 20 divise dal mistico Agnello. Notasi nel pi-
anni più tardi da quella degli altarini de' lone, che regge questa navata, un'imma-
ss. Jacopo e Paolo, cosi a quel sommo ar- gine antichissima diMaria scolpita in mar-
chitetto e scultore gli attribuì. Se vuoisi mo, e che la tradizione ricorda qui re-
cercare alcuna rassomiglianza tra queste cata da Costantinopoli. Nella gran fac-
e le produzioni dell'altre arti in quel se- cia della muraglia principale vi sono,
colo,sarà facile il riconoscere nelle due sta- nella parte 5 comparti, al-
inferiore in
luelaterali postea questi altarini, oltre le tretlante figure, esprinienti la Vergine
grandi de'due ss. Apostoli collocate sugli nel mezzo, e ne'lati i profeti David, S.t-
altarini metlesimi, la maniera die usava- lomone, Isaia ed Ezechiele; esopia a que-
no i Jacopo padre, ed figli Gen-
fiellini, i ste Gesù orante nell'Orto e gli addormei»-
tile e Giovuuoi, ed ia ispccie qiella del- tali Discepoli. Poi di fli^nco alle finestre,
5 e

9.78 V li N V EN
s' incontrano le passioni de* ss. Simone e monto pinfano ad uso sagro e divolo ne'
Giuiln apostoli, poiché rovinar fecero i si- templi cristiani: lo ricordai più sopra,
mulacri, l'uno del Sole, l'allro della Luna. ne ragionai in molti articoli. Quindi un'
Il f;ran volto è occupato dalle storie de* ara antica di greco lavoro fu trovata per
ss. Apostoli Filippo, Jacopo, Bartolomeo ogni motivo adattata a sorreggere il va-
e Matteo. Si vede il i.° (jiiando fa cadere so dell'acqua santa nell'interno di questa
il simulacro di INIarte, e ailorcliè muore basilica ; come nella cattediale di 7br-
confessando Gesù a Jerapoli. Il 2." ap- cello a simile uso fu impiegata altra an-
par dall'allod'nna torre precipitato; per- tica ara gentilesca, scolpita di strane e
cosso a morte da'farisei, e finalmente proffine figure, a guisa di larve o ma-
sepolto in Gerusalemme. Predica il 3." schere da scena, come in quell'ailicolo
nell'Indie, e viene da rpie' popoli scorti- riportai col Costadoni. Dice il Cicognara:
cato. Da ultimo s. Matteo battezza il re Il linguaggio mitologico il più delle vol-
di Egitto colla famiglia, e sagrificando te non esprime che la pura allegoria e il

all'altare soffre il martirio. Sotto a que- sinsbolo della cosa ; ed in fatti ludla av-
sto vòlto lorre""iano due fiiiure una al- vi di veramente profano nei bassorilievo
1' altra di fionte, esprimenti, quella a che vedesi scolpito nell' ara della Mar-
sinistra dello spettatore, la Chiesa, e ciana, che sembra essere stata consagra-
quella a destra, la Sinagoga. La j." ven- ta a Netlnno. Le otide scorrono al piede
ne eseguita con disegno di D. Tintoret- della medesima, e con bella ordinanza
to, l'altra co'cartoni dell'Aliense, da L. vi scherzano delfini framezzati da pic-
i

Ceccato. Nell'arco inferiore che viene ap- coli tridenti e da elegantissime conchi-
presso, vi sono i ss. Ilario e Paolo ere- glie. Ciò veramente non dimostra presso
miti, e nel superiore si vede Dio in tro- qualsivoglia nazione che l'acqua od il

no, coll'Agnello a'piedi, circondato da 4 mare più propriamente, e non potevasi


Aniosali co'Vccchioni e il Libro mistico perfortuita combinazione presentare mo-
co* sigilli notato nell'Apocalisse. Jacopo numento questo più acconcio per so-
di
Pasterini, ch'esegui questo bel musaico, stenere una vasca d'acqua in paese marit-
merita onorata menzione fra'pritni mae- timo. Fu aggiunlo poi l'altro bassorilie-
stri del tempo in cui fiorì e fu il 161 vo de'putti, che sembra appartenere alla
circa. La cupoletta seguente mostra Cri- fine del XV secolo; lavoro non isprege-
sto fra due Cherubini, e ne' pennacchi vole, sel)bene non offra tutta l'attica ve-
gli Evangelisti. Sotto la medesima, in nustà. — La vicina cappella delBaltisterio
una mezzaluna de! muro principale sono anticamente chiamavasi de'Futti, secon-
effigiali 7 Angeli con trombe, ed uno do il Sansovino. Nel mezzo s'innalza mia
con inceiisieie in mano, e significano i ca- gran pila di pietra valassa, ornata di co-
stighi preveduti e registrali da s. Gio- perchio (li bronzo, ove si veggono scolpili
vanni al cap. 8." dell'Apocalisse. Di sot- gli Evangelisti e alcuni falli della vita del
to poi, nella parete medesima, evvi un Precursore Battista, e di questo santo in
liassoriiievo in marmo colle figure di Ge- cima torreggia la statua di bronzo. Per
sù Cristo, di Maria e del Ballista, o- le ragioni che adduce l'avveduto Zanot-
pera de'rozzi secoli, e qui tiasporlata da to, l'opera non è del Sansovino, sibbene
Aquileia, secondo la tradizione. La pila di Francesco Segala. L'aliare è sagro al
dell'acqua benedetta, che sorge poco ap- Precursore, che vedesi edìgiato in ampio
presso, per la sua bellezza e singolarità, bassorilievo d'antico lavoro, affisso nella
meritò parole di lode da Cicognara e di parete, e serviente di tavola allo stesso
essere incisa. Non è questo ili. "e solo e- altare. E il Santo in allodi battezzareGe>
sempio per cui siasi adattato un monu- su Cristo, e jjli sta sopra l'Arcangelo Ga-
V E N V EN 279
lirifle nnnunziaiile la Vergine, diviso <ìa I)o, ed i Giovanni e An-
maiiiiii de' ss.

iinAngelo, ed a' piedi s. Marco nhilo. «Irea. Fra la porla, che ojcUh nella vi-

Vi sono neirestremilìi, negli angoli su- cma cappella dello Zeno, e 1' altra die
periori i profeti Daniele e Zaccaria, ne' introduce nel tempio, sorge l' tn-na del
due inferiori ss. Marco e Nicolò, e fra
i doge Giovanni Soranzo morto neh 828,
le une e l'altre figure, ss. Pietro e Pao- i e (joi riposto senza alcuna iscrizione. \
lo. A'Iati del quadro stanno due Angeli, toccar de' musaici che ornano questa
e per fianco all'altare due hassorilievi co' cappella del Hatlislerio, furono lavorali
ss. Teodoro e Giorgio. Narra il Dandolo, dall'XI al XIV secolo. In quello della
che la pietra di granito orientale, che mezzaluna sull'altare, è figuralo Gesù
serve di mensa al descritto altare, sia Crocefisso colla Vergine e s. Marco alla
quella medesima sulla quale Gesù pre- destra, e i ss. Gioviinui Ev;iugclista e
dicava alle turbe fuori di Tiro, equi Ballista alla sinistra. Innanzi allaCroce è
poscia recala nel 1 26 dal doge Michiel.
i genuflesso il doge, e poco appresso il gran
Forse questa pia credenza è- da porsi in cancelliere. A destra dell'aliare sono
duhhio, cosi quella della pietra macchia* espressi i falli del Battista, cioè quando
la in rosso, infissa nella parete deslra_,se- vien derollalo nel carcere; quando è re-
condola quale si crede quella stessa su cui cala la di lui lesta adErodiade; e quando
nellapngionecadesseilsngrocnpodelB.it- riceve sepoltura la benedetta sua salma,
d'Erede Antipa, e
lisla reciso d' oj'dine Nel musaico di fronte al descritto, si no-
qui pure recata dal doge anzidetto (una la l'Angeloche appare a S.Zaccaria; que-
licenza : forse quelle pietre poste dipoi sto privato della favella nel Tempio, e
per memoria ne'due luoghi, furono ere- lo slesso colla santa sua sposa. La cupo-
dule con ampliazione di tradizione come la s'adorna del Salvatore in gloria, ed i

Sopra a quest'ultima ,
servite n tali usi). peducci portano l'unmagini de*4 Dottori
«•nlro un calino, vi è scoljiita in marmo della Chiesa latina. Nell'arco che segue vi

la lesta doge e patrio storico


del santo. Il sono i ss. Pietro Orseolo, Antonio da Bre-
Andrea Dandolo, morto nel 1 354, liposa scia, Isidoro e Teodoro; e l'allia cupola
in una cassa di marmo infissa nella pa- oppresso figura nella cima il Redentore
rete presso la finestra. Fu l'ullimo doge che manda gli Apostoli alle nazioni, e ne'
che venne sepolto in questa basilica; nella pennacchi i
4 Dottori della Chiesa greca.
quale,decrelòil senolo,non potervi niuno Nella parete al lato della Piazzetta, ve-
aver tomba. Per sua cura questa cappella desila nascila di s. Gio. Battista, e s. Zac-
venoe ornata tutta di musaici , secondo caria, di lui padre, che ne scrive il nouie.
il Sansovino.Ma osserva giudiziosamente Questo lavoro, sul disegno di Girolamo
il p. Paolo Maria Paciaudi, De cullii s. Pdotlo, venne condotto da Francesco
Joaiinii BrrplÌMlae, Romaei755, che il Turresio nel 1628. Sta sulla porla, che
Dandolo avrà SMmpiegata a beneficio di mette nel tempio, Erodiade colla testa
essa cappella una gran somma di dena- del Ballista sul disco. 1 4 Evangelisti or-
io, ma non ogni musaico sarà stalo la- nano l'arco dopo lai.'cupoletta, e il gran
volalo sotto il suo goveino, giacché ^ólto che segue ha nella cima il Salva-
molli contano un'ila più antica. Il Pe- loie cinto da vari Profeti, e quindi E-
lrarca,amico di Dandolo, consigliò l'iscri- rode che domanda a'Magi del nato Ge-
zicne che vedesi sotto la lombn di lui. Il su ;
questi ultimi alla stalla di Beltlem-
simulacio del doge è supuio sul sarcofa- me; la fuga in Egitto; e in fine la stra-
go, e d'intorno in bassorilievo si vedo- gè degl'Innocenti, Nel musaico sopra la
no l'immagini di s. Leonardo, dell' An- porla, che mette alla vicina cappella
juuiuiala, e poi divenuta Madre del Vei'- Zeuo , è un Angelo che presenta la ve-

28o V E N VEN
ste al Daltista ; e tla'Iali della porta me- intorno alla cassa che oc contiene le ce-
desiata, il l'iecmsore guidato da un An- neri , stanno 6 grandi figure ptue di
gelo nel deserto, e la di lui predicazio- bronzo, espi'imenti le virtù che in lui ri-

ne alle tuibe. Ma il più antico musaico fulsero, cioè: la Fede, laSperanza, la Ca-
qui esistente, quello che più degli altri rità, la Prudenza, la Pietà e la Munifi-
merita l'attenzione, illustrato anclie dal cenza. Dieci anni durò il lavoro per le
ricordato p. Paciaudi,èil Battesimo del discordie insorte fra Antonio Lombardo
Salvatore. Si vede in esso Gesù Cristo e Alessandro Leopardo, cui furono sosti-
immerso nel fiume Giordano, colla testa tuitiZuanne d'Alberghetlo e PierZuanne
al petto inchinata, e lutto intento a com- delle Campane; ma lenlamenle procedeu-
piere quel sagramento che dovea da lui do anch' essi, Pietro Lombardo padre di
ricevere santificazione, ed essere la base Antonio ne prese la direzione e l'obbli go
saldissinia della divina sua legge. Sta il d'eseguir le figure, e il Delle Campane ne
Battista in riva al celebre fiume, squal- assunse il getto: pare che vi abbia lavoi alo
lido e n)agro, colla chioma scapigliata, pu re l'intagliatore PaoloSa vi. Queslobron-
ispido il mento per barba incolta e lun- zo è assai considerato e mirabile pel gusto
ghissitua, emalcoperto d'un velo, sopra degli ornati, la ricchezza e proprietà della
ilquale s'aggira povero manto, e qual composizione, la delicatezza, precisione,
conveniva a lui che il mondo teneva a e nettezza de'gelli.Anche Tallare situalo
\ile. Mette la destra mano sul capo del di fi'onte al monumento, è quasi tutto
Signore, e appresso gli sta un arboscello di bronzo, oltre marmi, ed è intitolato
i

e una doppia scure per alludere all' e- la Madonna della Scarpa. 11 Cicognara,
vangelico motto di s. Matteo: Dicebat che l'illustrò, ragiona pure del magnifi-
eis ( judaeis) jam
eniin ad mdicern ar- co sarcofago quale uno de' monumenti
boruni seciiri posila est. Dall' altra par- di scultura veneziana più distinti, ezian-
te del fiume sono alcuni Angeli disposti dio in genere d'architettura e d'ornalo;
in lungo ordine, ed in atto umile e di- e si meraviglia come riuscisse tutto ma-
messo. .Vola per l'alto la mistica Coloui- gnifico ed elegantissimo,ad outadei con-
ba, e una radiante stella dilibnde suo flitto de' contrari pareli accennalo. La
lume a rallegrare la terra. Sopra mo- il maggior parte dell'altare è opera di fu-
numento notato del Soranzo, eh' è al sione, e isoli piedistalli delle colonne e
basso del descritto musaico, sono figu- l'architrave sono di marmo. Le propor-
rati i Profeti Giona e Michea, e in al- zioni dell'insieme sono elegantissiuie, ed
to alla finestra David e S.domoue. -
in ispecie tutti i profili ilelle cornici sono
Nella pro|»inqua cappella Zeno, la re' di belle e gentili forme; ma non può fa-
pubblica di Venezia, sempre splendida cilmente superarsi quella specie d'avver-
e volonterosa nel dimostrare a'propri sione the cagiona la molta larghezza
figli il di lei grato aniuìo pe' servigi da dell'intercolunnio, e la limghezza dell'ar-
essi resi alla patria, volle sagra alla me- chitrave.Era però quasi impossibile vin-
moria del cardinal Gio. Ballista Zeno cere quest'ostacolo, tenendo la mensa
questa cappella. Avendo il cardinale di- dell'aitare di quella lata proporzione
sposto ricco legato alla repubblica, que- voluta dagli augusti esercizi del sagro
sta nel i5i 5 qui gli eresse un monumen- culto, a meno che non si fossero erette
to cospicuo in bronzo, ad attestare a' colonne laterali d'un diametro esorbi-
posteri la propria riconoscenza. 11 mo- tante, onde collocarsi in un interco-
numento con onorifica iscrizione, sul lunnio di giusta nusura la mensa. Laon-
quale giace distesa là statua del porpo- de può dirsi che questo soggetto archi-
rato, s' erge iu mezzo alla cappella^ e Icllonìco ha per se slesso alcune pio-
VEN VEN a8i
porzioni ili conveuzione. Ciò avvei'lilo, a dissetare il suo popolo; per cui alcu-
noi) dispiacerà l'eleganza di questo al- ni cronisti male interpretando l'iscrizio-

iare d'ordine composilo liccbiisiiiiuu, ove ne, aHerroarono goffamente essere sca-
la profusione degl' intagli e degli ornati turito da questo masso l'acqua colla qua-
Qon nuoce in modo alcuno all' eiFetto le Mosè dissetò nel deserto gì' israeliti.

generale. Quella specie di piedistalli di Dall'opposta parte adorna il muro uà


Diarmo che a guisa di piccole are sor- bassorilievo pur greco, rappresentante
reggono le colonne di bronzo, fu adottata un Angelo, e sopra la finestra, antica-
nel suo secolo con fino accorginienlo e mente 5.' porta del principale prospetto
ctlirao successo in altri luoghi di Vene- del tempio, si vede altro bassorilievo d'e-

zia, esingolarmente nella cappella Cor» tà remuta, esprimente la nascita di Ge>


naro a'ss. Apostoli, ove si ravvisano pu- sii, e la di lui fuga in Egitto. Le pareti

re sotto le colonne, piedistalli di simil tutte e le vòlte sono coperte, come il resto
gusto rotondi, ornali e scolpiti per ag- del tempio, di musaici, parte antichi e
giungere leggiadria ed eleganza all' in- parte recenti. Gli antichi vestono l'am-
terno edifìcio. I fogliami che con vago pio vólto, che copre la cappellate in
intrecciovaimo a rivestire le colonne, doppio ordine sono figi\rate le principa-
sono sì bene distribuiti che non inter- li azioni dell'Evangelista s. Marco,esulla
rompono punto la continuazione delle porta, guidante all'atrio, appare la Ver-
linee, uè occultano alcuna parie dell'e- gine e Gesù circondato da' profeti Mi-
dificio. Gli arabeschi, i fre-'i e i meandri chea, Isaia, Geremia e Osea, ognuno di-
30U0 cosi delicati e gentili che danno il viso da 4 Santi, antichi lavori in marmo
migliore risalto agli oggetti principali; e greco, forse qui recali da Costantinopoli.
le statue sono di bella e graziosa propor- Dell'ultima età sono soltanto i musaici
zione in dolcissimo atleggiauienlo, e non coll'armi gentilizie dello Zeno per fìancu
meno del restante dell' opera onorano all'altare. Due Leoni di marmo rosso
gli artisti di quell'età. Fu interamente veronese sorgono dal pavimento uno per
compita tutta opera, compreso il mo-
I' parte dell'altare medesimo, i quali erano
numento, 5i5, e chi volesse indaga-
neli in aulico collocati dinanzi alla porta mag-
re I molivi pe'quali la Madonna, che sie- giore del tempio.
de nel mezzo dell'altare col Bambino iu 7. Descritta la chiesa, passeremo a par-
seno, avente a' lati s. Pietro e s. Gio. lar del Tesoro di s. Marco, pel quale, come
Scarpa, e non fos-
Battista, dicesi della abbiamo veduto, si entra per la porta in
sepago di dedurli dal vedersi quest'im- testa al braccio sinistro della crociera. Esso
magine non co' sandali antichi e propri ha alla destra la sua sala, ed a sinistra il

dell'età in cui visse la Madre di Dio, ma Santuario dalleReliquie. Rileva il Moschi-


realmente colle scarpe, potrà ripescarli ni che il Tesoro, altra volta ricco di gem-
in quella specie di tradizioni straniere me ed ori, era divenuto soltanto custodia
alle arti. Subentra l'accurato Zanotto a di preziose Reliquie, alcuna delle quali
descrivere gli altri oggetti preziosi e mu- apprezzabile eziandio per lavoro di ar-
saici di cui questa cappella ancora si a- te. Ma il posteriore Giacchetti m'istrui-
dorna. L'ellìgie in marmo di Maria col sce, che il cardinal Monico, tenero del
divinFiglio,cullocata nella parete a destra decoro dell' insigne basilica, vivamente
dell'altare, fu qui recata da Costantino- supplicò l'imperatore Francesco I, per-
poli, e la greca iscrizione tradotta nella chè ad essa fossero restituiti i superstiti
lingua del Lazio, palesa come l'impera- effetti preziosi già appartenenti al Teso-
lore Michele, marito d'Irene, fece da tal ro della medesima, e allora custoditi nel-
pietra scorrere in Coslauliuopuii l'acqua l'edifizio della Zecca, ov'erauo stati tra-
voi, xc. '9
282 VEN VEN
sportati. Fu esaudito pienamente, e pel va finestra che corrisponde alla cappella
riordinamento del Tesoro molle furono delBattisterio, si ponno vedere le molte
le cure del benemerito mg/ can. cav. preziosità disposte bellamente in un gran-
Moschini, onde ricomparve alla pubbli- de aruìadio collocato di fronte alla me-
ca vista, Zanolto pieno d* indignazio-
il desima. Vedonsi pure due iscrizioni che
ne patria con gravi parole deplora le pe- rammentano lecure prese in diversi tem-
ripezie e le rapine a cui soggiacque il Te- pi da' procuratori di s. Marco per questo

soro, allorcbè si spense quella repubbli- Tesoro. Nel luogo a sinistra dell' atrio è
ca, cbegenerosaniente raunienlavae ge- disposta una piccola elegante cappella^ e-
losamente lo custodiva. Con ragione cbia- retta neli53o, nel cui altare e ne'nicchi

nia luttuosa storia quella che narra i aperti nelle pareti si custodiscono molte
repubblicani francesi sacrilegamente de- preziose Reliquie. Sull'alture vi sono due
predarlo in uno a' templi tutti. Non- antichissimi bassorilievi, uno colla mis-

dimeno sleso un denso velo sul lagri- sione degli Apostoli, e 1' altro colia Ver-
inevole passato, si consola, che con prov- gine fra due Angeli ei 4 fìuu)i dell'Eden.

vida mano si posero in luce e si deterse- Detto dell'edificio, per mezzo del Zanni-
ro (poi eziandio per l'assidua cura del- lo in breve enumererò prima gli oggetti
attuale sBgri^ta primario don Antonio d'arte e poi le ss. Reliquie, onde dare una
l'

l'asini) i resti di sì ricca e veneranda rac- semplice idea del Tesoro di s. Marco. —
colta, lasciata per lunga età giacere ino- Oggetti custoditi nel Tesoro. — Quadro
norata e solitaria. A parlare intanto del in musaico esprimente s. Girolamo, di
luogo, ove conservasi, comincia dal di- G. A. Bianchini, da Ini eseguilo in com-
re, che nel i53o, come si ha dall' iscri- petenza di F. Zucca lo, B. Bozza e D.
'zione di fronte alla porta d'ingresso, fu Bianchini. Il i.° premio 1' ottenne Zuc-
con ogni cura 1' ediflzio del Tesoro re- cato,il 2." G. A. Bianchini, il 3." Bozza,

staurato e nella forma attuale ridotto, 1 ultimo D. Bianchini. L'opera del .° fu


'
i

per opera de' procuratori di s. Marco e donala dalla repubblica al duca di Savoia,
del doge Andrea Grilli. Entrati per l'in- quella del 2." è la presente, e quelle degli
dicata porla, giungesi a un vestibolo che ultimi due furono collocate nella sagre-
alla destra mette nella stanza ove sono stia. Due candelabri d' argento doralo,
dispostele preziosità d'arte, come i vasi, preziosi per lavoro d'intaglio, a nicchie,a
le croci, i candelabri, gli smalti, la rosa guglie, a statuette, a trafori, del peso di
d'oro, il pastoraleec.,ed alla sinistra con- y2o oncie,dono del doge CrisloforoMoro.
duce nel Sacrario, in cui sono riposte le Croce d'argento dorato, con parte centra-
ss. Reliquie. Nel vestibolo, oltre la notata le di cristallo di monte, e due Crocefissi

iscrizione, vedesi superiormente alla me- uno per parte, ornala di pietre preziose;
desima un bassorilievo in 3 pezzi di mar- opera del 483 di Jacopo
1
di Filippo. Due
mo esprimente la Vergine col divin Fi- candelabri di cristallo di rocca di 9 pezzi

glio, eil a'Iatii ss. Pietro, !\larco, Caterina ciascuno, la\orali agoccia,con base trian-
ed Oisula con epigrafe che ricorda l' an- golare d'argento niellatoesmallalo. Due
no i494' F** 1"' trasferito dalla Sotto- candelabri formati da due gran pezzi di

Confessione, ed è precisamente la sudde- cristallo di rocca per ciascuno, con ornali


scritta scultura che ornava 1' altare del- d'argento cesellato. Tavoletta o quadro
la confraternita de* Mascoli. Il luogo a ornamenti ne
d' argento cesellalo a vari I

destra, d' umido e oscuro ch'era, veune contorno, con un bassorilievo nel mezzo,
per cura della benemerita fabbriceria e che figura il Padre Eterno, e negli angoli

delia coaimissìone artistica,illuminato i simboli degli Evangelisti. Altra tavo-


luedìaule un'apertura dairuUo,e per uuo- lelta coperta d'argento dorato, cou so*
VEN VEN 283
rnpposle lamine d'oro smaltato, ove nel pra in figurine d'oro l'Orazione di Cri-
ii)ez?.o è s. iMicliele : ha il capo soroionla- sto all'orto e al di sopra 1' Eterno Pa-
lo il' un'agata, le vesti d' oro smaltato, dre, contornato di pietre preziose: dono
le braccia e le gambe d'argento dorato. di Gio. Grìmani patriarca d' Aqtiileia.
Nel contorno sono io compartimenti Piede d'argento, sostenente un corno di
smaltati di bel lavoro. I 4 maggiori ovali rinoceronte , in forma di candelabro :

rappresentano 8 Santi guerrieri armati, pesa 264 oncie, ed è cesellato e ornata


di sudato lavoro. Tutto il fondo e gli altri di cavalli marini e
rilievi, con aquila bi-

compartimenti sono d'oro smallato, con cipite allasommità. Due paliotti d' ar-
massima finezza e eleganza,con pietre pre- gento dorato con medaglioni d'oro la-
ziose. Sembra un avanzo della Pala d'o- vorati in ismallo, uno de' quali proviene
ro. Altra tavoletta foderala da ambe le dalla chiesa patriarcale di s. Pietro di Ca-
parli d' argento cesellato, colle figure stello. Pastorale d'argento lavorato in ce-
di Cristo, della Vergine, di s. Giovan- sello, già d'uso del primicerio di s. Marco.
ni e di due Angeli, uno de* quali dipin- Calice e patena dargenlo con riporti d'o-
to, e due teste a guisa di medaglie spor- ro, lavorato a cesello e con intaglio di gu-
genti di lamina d'oro: opera di meri- glielte, figurine, ec. Rosa d'oro benedet-
to singolare. Altra tavoletta quasi tutta ta ( in tale articolo parlai delle 7 rose-
dipinta nel fondo, con contorno d'argen- d' oro donate da' Papi a' dogi e alla re-
to dorato, con lavori di filigrane e pic- pubblica di Venezia ) donata alla basili-
coli musaici, smalti e pietrine. iNel cen- ca da Gregorio XVI, più ricca delle 4
tro di lapislazzuli è un Cristo in croce, che prima del pianto spoglio esìstevano,
la Vergine, e s. Giovanni in lamina d'o- e date da Sisto IV, Alessandro VI, Gre-
ro cesellato. Altra tavoletta d'egregio la- gorio XIII e Clemente Vili ; cioè di que-

voro, coperta d'argento cesellalo a com- ste ultime la 1


.'^
al doge Nicolò Marcel-
passi eleganti di filigrane, interrotti da lo, la 2.^ aldoge Agostino Barbarigo, la
i6 medaglioni in musaico, e !>midti che 3.' al doge Sebastiano Venier, la 4-^ i^lla
rappresentano busti di vari Santi. E or- dogaressa Morosina Morosini. Vaso di
nata di pietre preziose. Rappresenta nel nicolo orientale a 8 faccie, con coperchio
centro s. Michele d'oro cesellato con simile, sostenuto da 4 zampe: il fon-
filigrane d'oro finissimo, smalti, per- do è in cristallo di rocca. Ampolla ii
le e gemme : lavoro fra' più ricchi e- cui corpo è formato da un nicolo orien-
seguiti in Costantinopoli. Essa pure è tale di prima bellezza, coi piede torni-
dell'epoca dell'aurea Pala. Squadro- lo nello stesso pezzo, legato io argen-
ne donato dal veneto Pontefice Alessan- to dorato, con filigrane d'oro e di pie-
dro Vili (cioè lo Stocco che col Ber- tre preziose. Piccolo calice o bicchiere,
rettone benedetto donò al doge France- coll'orlo e il piede d' argento dorato, con
sco Morosini, come narrai in tale artico- pietre preziose, singolare essendo quella
lo), lavoro del 1689 ornatissimo e inte- di verde mischio opaco che ne sormonta il

ressante per la storia. E' unita la cintura corpo. Scodella elegante di serpentino,
in velluto ricamato in oro. In molti luo- con orlo e piede d'argento doralo. Vaso
ghi fra gli ornali è ripetuto lo stemma d' agata-sardonica bellissima, col piede
gentilizio delPapa, e nella Iantina sta tornito nel vaso medesìaio. Gran tazza
inciso e dorato da una parte il nome del di sardonica riccamente montata in ar-
donatore, e dall' altra 1' anno i.^del suo gento doralo con israalti, perle e pietre.
pontificato. Pace d' oro gioiellata, dipin- Vaso d' agata-sardonica bellissima con
tovi il Salvatore crocefisso, di smalto. Al- singolari accidenti nel centro delle mac-
tra Pace falla di radice dì perla^ con so- chie, guarnito nell'orlo e nel piede di pie-
,

284 VEW VEN


tre preziose, con 6 iscrizioni greclie in sardonica, di figura conica, con iscri-

smalto turchino. Tazza d' orgenlo di zioni in ismalto, e guernizioni di perle e


buon lavoro, guarnita di pietre e filigra- rubini. Tazza o bicchiere di bellissima
ne. Tazza di grosso nicolo orientale calcedonia montata in argento dorato,
con piede d' argento contornato di pie- con iscrizione nell'orlo. Frammenti d'uà
tre preziose; nel fondo è l'immagine del gran vaso di sardonica, ch'era tirato sot-
Redentore in ismallo, e nel piede iscrizio- tde quanto un vetro, con manichi simili
ne greca. Tazza d'agata-sardonica palli- di gran lavoro intagliati nella pietra me-
da, guarnita con isutalli e pietre. Tazza desima, ornato di molle gemme e smal-
d'alabastro orientale con due strie bion- ti figurati. Vaso di pietra grigia, nnra-
de orizzontali, legala in argento dorato bilissimo per l'arte, cui manichi ele- i

con gemme. Vaso d' alabastro o pietra gantissimi sono formati da due specie
salina orientale, con filigrane e pietruz- di chimere di singoiar forma nella pe-
ze. Piccolo calice di basalto verde, sin- riferia dell'orlo. Sono scolpite in giro
golare per natura della sua tinta, mon-
la molte figurine di Santi alla maniera gre-
tato in argento dorato. Tazzetta di aga- ca, e con greche iscrizioni e mollo gusto
ta, con piccola conchiglia aderente che le d' arte pel tempo in cui fu fallo. Il piede
serve di manico. Tazza d' alabastro o- è d' argento dorato con ismalli niellati

rientale, contornata di pietre e paste. Taz- e con bassirilievi a cesello radìguranti di-
za a navicella di plasma smeraldina, le- verse specie di volatili ben disegnati, ed
gala in argento a filigrane, con perle al eseguiti forse nella miglior elàbisantiua.
piede. Vaso di granitello di bianco e nero Anfora scavata un pezzo di nicolo di
in
singolarissimo, di rara qualità e bella for- bellissimi colori col manico scolpito in fi-
ma. Navicella da incenso di plasma sme- gura d' animale. Opera non solo insigne
ialdina,con figura nel fondo e piccole figu- pel lavoro penoso, ma sorprendente per
re nel coperchio, legata in argento dorato. la bellezza e la mole della pielra. Anfora
Wavicella di marmo brettonico, con pie- simile alla precedente con manico pari-
trine e ornati. Piatto d' agata bianca, mente nello slesso pezzo,figurato; scavala
guernito di perle e pietre preziose. Piat- in un'agata mista di mille curiosi accidenti
tello d' agata fiorila bellissimo. Ampolla di cristallizzazioni. Vaso o boccale d'ala-

d'agala-sardonica. Vasodi sardonica bel- bastro orientale, con manico e fornimen-


lissima inlatto, con orlo d'oro gioiellato. ti di argento dorato. Piatto d'alabastro
Gran calice o vaso di sardonica riccamen- con ismalto nel mezzo, guernito di pietre

te montato, con guernizioni di perle e ed orlo d'argento doralo egemmalo. Ca«


di pietre preziose. Gran calice o vaso di tinodi pielra turchese ornalodi rilievi nel
sardonica bellissima conservatissimo, con rovescio, rappresentanti 5 lepri e uno
ismalli, perle e iscrizioni greche. Gran scritto nel mezzo; l'orlo d'oro è guarnito
calice o vaso di sardonica gemminaria, di pietre e filigrane pur d'oro. Fu donato
con figme in ismalto, e forni-
iscrizioni e olla repubblica nel secolo XV da Ussun-
to di perle. Stupendo vasodi nicolo-sar- Cassan re di Persia. Desiò le meraviglie
donico, bellissimo per la mole e la qua- nel p.Montfaucon nel Diario Italico.
pietra, con manico e piede di
lità della La mole di questa pietra smisurata, se si
Argento doralo. Tazza di sardonica bel- riguarda la sua preziosità, è superiore a
lissima, ricoperta di grosse filigrane d' o- quanto si possa mai vedere, come scrive]
ro e pietre preziose. Gran vaso di sar- Cicognara. Si vuole piuttosto un comp<
donica, con contorno smaltalo. Vasello sto di vetro murino, e della pasta medea
d'alabastro orientale, coli' orlo d'argen- ma del sagro calino di Genova, credui
to smaltato, con iscrizioni. Tazzetta di da altri di smeraldo ; su di che vegga
VEN VEN 285
l'opera intitolata : // Catino dì smeral' grappolo d'uva con foglie smaltate, pam-
(lo orientale ec. consen'ato in Genova^ pini e foglie d'oro. Gran vaso di cristal-
clesci'itlo da fi'u Gaetano di santa Teresa, lo di rocca. Tazza grande di cristal-

Genova 1727 ; e l'altra opera : Obscr- lo con iscrizione. Gran vaso di vetro
vations sur le vase que l'on conservali con lavori di filigrane e pielruzze. Due
à Génes sous le noni de sacro Catino piatti di cristallo color d' agaia chiara.

etc.,par m.' le chei>. Bossi, TtmaiSo'j. Anfora di cristallo di rocca bellissima,


Ampolla di cristallo lavorala in bassori- con manico ornalo e figuralo, ricoper-
lievo rappresenlanle due arieti e vari ta nel corpo di bassirilievi con iscrizio-

arabeschi con n»olli ornamenti e figu- ne cufica, lavoro singolarmente elegante


rine, esprimenti mostri, caccie ec, ope- e rarissimo, con isquisiti ornati in oro.
ra insigne d' orificeria mirabilmente Piattino di cristallo ornato di meandri.
cesellata nell' epoca migliore de' bassi Gran secchio di cristallo di singolai'e tt

tempi. Tazza di cri>tallo verde bellis- immenso lavoro, esternameute ricoperto


simo scolpita in bassirilievi, che hanno che non
di rilievi quasi isolali dal fondo,

tulio l'aspetto di lavoro cufico, col pie- rimangono aderenti al vaso se non in
de ornalo di pietre diverse e smalli, pochissimi punti. Vi sono rappresentate
con iscrizione in lingua greca. Grande caccie, cavalli e fiere, e ciò nella parte
tazza o vasca di cristallo di rocca, con or- superiore; nell'inferiore si slacca dal fondo
lo e piede d' argento dorato. Calice di una rete d'ornati d'iucomprensibile lavo*
CI istallo di rocca rimesso a facce, in gi- ro,poichè atlaccataanch'essa in pochissimi
ro esagono, con piede simile guernilo di punti, e quindi supera in bellezza ogni o-
pietre preziose. Vaso di cristallo con pie- pera conosciuta in tal materia presso gli

tre. Altro simile con filigrane. Piatto di antichi. Il manico è di metallo; lavoro di
grosso cristallo di monte con ornamenti fusione e di ruota, avente il carattere di
esterni in rilievo. Grotta d'un solo pez- greco o aulico italiano di genere etrusco.
zo di cristallo di rocca, con entro la sta- Altro secchio meraviglioso di grosso cri-

tuetta della Vergine alla greca d'argento, stallo mancante del fondo : il corpo è tut-
e nelbasamento smalti figurati,coutoruali to intorno intagliato di figure ed è forse la
di perle. Catino di cristallo con orlo e più bella antichità figurata del tesoro. Un
piede fornito di gemme. Catino con orlo, baccanale sta inciso nel giro con pochi
manico e piede d'argento dorato, fornito tratti di ruota. Elegantissimo vaso di cri-
di perle. Vaso di cristallo di rocca lavora- stallo violaceo cupo tutto dipinto a oro
to a costole entro e fuori, legato in ar- e colori, con medaglie figurate e piccole
gento dorato, con perle e gemme. Vasetto testine. Lo stile è piutt(>slo bello, ed il

di cristallo di rocca d'un sol pezzo lavora- modo è singolare, perchè la pittura è sen-
lo, guernilo di perle e pietre. Coperchio z'alcuna vetrificazione, mantenendosi co-
d'antico vasodi cristallocon rilievidi pesci me se fosse dipioto ad olio. iNell'orlo e nel
e conchiglie, e fornito di pietre.Secchiello fondo sono caratteri cufici. F\'animento
di cristallocon 3 ligure di leoni o pardi. di testa di putto in agata. Busto di Giove
Gran vaso di cristallo di rocca con coper- Serapide in alabastro. Vaso d'alabastro
chio, ornato di filigrane e ingemmato,con servilo probabilmente di misura. Urna di
iscrizioni. Grandissimo piallo di cristallo granito d' elegante forma, con iscrizione
con lavori di rilievo, fornito di pietre, con in caratteri cuneiformi, leste illustrala,
orlo e piede d'argento. Scodella piana di che dice Artaserse re grande. E' la-
cristallo con rilievi. Calino di cristallocon voro persiano proveniente dal tesoro
iscrizione greca. Tazzetta frammentata. di Costantinopoli. Due piccole vaschet-
Vasello di cristallo rappreseutaule uà te di madreperla. Vasetto di porcella-
-

a86 VEN VEiy


na antica bianca. Corno ili lioncorno Se in questi tempi nella primitiva Chiesa
lavorato con anelli aventi iscrizioni in povera e perseguitala sedessero gli Apo«
giro di caratteri greci e cufici, con cate- stoli in maestose sedi ne lascio agli eru-

nella e medaglia ove sta espresso s. Mar- diti critici il giudizio; tanto piìi che iu
co, e una leggenda in caratteri roma- essa Cattedra veggonsi scolpiti 4 anima*
i

ni. Dono di Domenico Giorgio nel i4y8 li geroglifici degli Evangelisti uno de* ,

al doge Agostino Barbarigo. Frammenti quali, cioè s.Giovanni, scrisse i! suo Evan-
d' una Croce di cristallo di monte. Fram- gelio dopo il martirio del nostro evan-
mento d' ampolla di cristallo, con pietre gelista s. M u'co ". Pochi anni dopo que-
e filigrane. Questi sono tutti gli oggetti sta cattedra di marmo fu rimossa dilla
appartenenti all'antico Tesoro dis. Mar- suo
basilica, e trasportata nell'adiacente
co, che poterono salvar dallo spoglio
si Tesoro Mirco. Trovo nel Giornale
di s.

fallo nel 797. 1



In apposita nicchia posa di Roma de' 5 dicembre 855 a p. i43 1 1

sur uno zoccolo la cattedra di marmo,cui annunciato quanto segue. » Benché rara
i cronisti veneti, fra'quali il Dandolo i/i fra noi, non è tuttavia ignorala l'insigne
Chronicon, dicono donata al patriarca di opera del r. p. Giampietro Secchi delU
Grado dall'imperatore Eraclio, siccome Compagnia di Gesù, La Cittedra Alfs-
quella ovesedeltes. Marco inAlessandria. sandrina di s. Marco E^'angelista cori'
11Zanolto nella Storia della pittura scn-ata in Venezia, entro il Tesoro

veneziana, dimostrò del lutto assurdo Marciano delle Reliquie, riconosciuta


questo fatto, mentre non poteva servire e dimostrata per la scoperta in essa di
questa sedia a s. Marco, se in essa vedonsi un epigrafe aramaica, e pesuoi ornati
scolpiti gli animali dati per simbolo agli storici e simbolici. Venezia tipografia
Evangelisti in età più tarda, ese lo sliledi Naralovich i853. L'importanza gravis-
essa manifesta palesemente piìi lardi seco- sima di quel monumento a noi pervenu-
li. Qui occorre breve digressione. Leggo nel to dal primo secolo del cristianesmo con
Morosi ni, Historia di f'enetia, p. 21. unico avanzo di scrittura e lingua si-

Primigenio patriarca di Grado (cioè d'A- ro-caldaica degli ebrei cristiani di A.

quileia residente in Grado, fiorito nel lessandria, che lo determina, e che rac-,
63o), contro lo scomunicato e intruso comanda come regola principalissiui a
Fortunato, ricorse all' imperatore Era- diMarco Evangelista la perpetua uni-
clio per aiuto, dal quale » ottenne alcuni formila colla Chiesa P».omana, ebbe nel
Ta<>i d'oro e d'argento, che insieme con celebre letterato uu interprete degno di

la Cattedra tenuta da s. Marco in Ales- se, che la illustrò pienamente in 5 se-

sandria gli mandò da Costantinopoli in zioni : islorica, filologica, archeologica,

dono ". Leggo nel Corner, Notizie delle ermeneutica e dogmatica. Le molle con-
Chiese di J enezia : Chiesa ducale di s. troversie, che dalle più semplici della sto-

Marco, p. 191.» Nella prossima cappel- ria, alle pili diflicili della teologia incon-

la del Battisterio, ewi sull'altare un'an- tra ad ogni passo, o che provoca egli

tica Cattedra di marmo, la quale, pri- stesso nella paleografia e filologia della

ma che nella chiesa si disponesse l'altare lingue semitiche e della lingua egiziana,
del ss. Sagramento, era situala dietro al- sono da lui sciolte con somma profondità
l' altare sotto la tribuna della cappella di dottrina. Aggiungono pregio al libro

maggiore. Questa asserisce il Dandolo vari documenti inediti latini e greci, e


esser la Sede del beatissimo Maico E- tra gli altri un lungo frammento di stori-

vangelista, che Eraclio imperatore tolta co "reco d' Egitto nella fondazione della
avea d'Alessandria, e mandala poscia in Chiesa Alessandrina, e due lettere: una
doQO tt Primigenio patriarca di Grado. di Cristoforo vescovo di Corone, nunzio
V E i\ V E i\ 287
della 8. Selle in Costiinlioopolì presso all'opera: LaCattedrn Alessandrina di
l'itupeialore Giovanni Vili Paleologn: s.Marco del p. Giambattista Secchi ec.
un'altra greca diMetrofine II coslantino- Articolo critico di G. L Ascoli ec, Mi-
polifano patriarca, alte'itanti ambedue la lano presso lo stabilimento Volpato 855. 1

promnigazione del concilio Fiorentino in La cattedra vescovile che è nella stanza

Grecia, incognite sinora agli scrittori di del Tesoro della basilica di s. Marco, si

storia ecclesiijstic.t. Servono le ultime n dice che fu donata nel secolo VII dall'im-
dimostrazione ed apologia trionfale de* peratore Eraclio al patriarca di Grado,
dogmi cattolici contro Antimo, ultimo e che su di essa sedette s. Marco,quantuu-

patriarca, ora deposto, di Costantinopoli qne a molti sembra essere una rozza fat-
(parlai di Ini nel vol.LXXXI.p. ^i!),^ì6, tura del secolo XI. E' nolo che il gesuita
4^3 e 427), visibilmente smentito anche p. Secchi, venuto appositamente da R.o-
dal monumento. E fu savio consiglio il ma per esaminare alcune parole incise ia
collegare con una tale scoperta una tale questa sedia, con un ricco apparato di
apologia, perchè durerà così quanto la scienza le tradusse per Cathedra Marci
marmorea cattedra diMarco Evangelista. haec: norma Marcia Deo mea est sem-
Non è quindi meraviglia se questa opera per ad instar Romae , e ne conchiuse
singolarissima per novità di trattazione, che questa leggenda basta a fiaccare gli
sia '«tata celebrala ne'gioniali di Venezia, eretici che negano fede all' autenticità

di IMiiano edi Vienna; e cbeS. M. I. R. A. slorica di questo monumento. Di tutt'al-


1' im[)eratore d' Austria Francesco Giu- Iro parere è G. I. Ascoli, secondo
il sig,'^

seppel, promotore munificentissimo ilegli il quale il p. Secchi non avrebbe intesa


ottimi studi, onorala l'abbia del pretnio sillaba di silTatta scrittura non essere :

dflla medaglia d'oro di i."classe,accompa' arauiaica, come il dotto'gesuila avea as-


gnata con lettera del ft-ldmaresciallo con- serito, ma essere ebraico-assiriaca, e non
te riadet7ky. governatore generale del re- voler dir altro se non Evangelista in
gno Lombardo Veneto, piena d'amore e Alessandria. E' una discrepanza molto
divozione alla Chiesa cattolica. Quasi ap- ordinaria negli interpreti degli antichi
pendice di qutl lavoro è il ragionamento monumenti ". Dopo la pubblicazione
teiHito dall'autore giovedì 22 del cessato del ricordato orientalista, seppi che altro
noveuibie alla pontilìcia accadetnia ro- profondo orientalista, il dotto d, Miche-
mana d'Aicheologia. Aveva egli provalo langelo Lanci di Fano, già professore del-
nell'opera maggiore, che l'iscrizione e- l' università romana nella lingua ara-
Marco era un'e-
braica della cattedia di s. bica, ei'a d'opinione che l'encomiato
pigramma composto di due tetrametri p. Secchi male lesse e spiegò l'iscrizio-
ebraici frequentissimi nella Bibbia origi- ne. Essere questa un' iscrizione che ri-

nale. E siccome molli ne ha pure la poe- guarda quell'ebreo che pose gli accenti
sia de'fenici, da lui scoperta nelle iscrizio- sulla Bibbia ; onile la sedia ov'é scolpit.1
ni de' loro monumenti ,
per non uscire la compendiata isciizioiie, fu tolta dalla
allora dal seminato, promise che quanto sinagoga o scuola degli ebrei di Venezia,
prima l'avrebbe dimostrata egualissima e trasferita nella metropolitana. In se-
nel ritmo e ne' versi alla poesia bìblica de- guito pubblicò il seguente documento la
Attenne egli dun(|ue la sua pro-
gli ebrei. Gazzetta uffìziale di Venezia de'7 apri-
messa ec." Ma tosto trovai nella Croiui- le i858a p. 3o3. » La Cattedra di s.
ca di Milano de' 5 gennaio 856, p. o.
1 1 i Marco, Dedicato questo giornale, qua!
>jLa CaltcdraALessaiidrina di s. lìlarcoj è, alle notizie delle cose venete, non du-
del p. Giambattista Secchi della Com- bito punto sia per tornar assai graia a'Iet-
pagnia di Gesù., Venezia i854. Intorno tori di esso la partecipazione, che toro sia
a88 YEN YEN
fiìUix, (Iella seguente conispondenz!! da dovrebbe per grammatica avere. Ciò
Roma, per la quale intorno alla catledr i, mostra la poca perizia in chi vergava la
che si vede nella basilica nostra (e ^ià il- scritta. Poi è da sapere che, in molte si-

lustrata con ogni sforzo di eriidizioiiedal nagoghe, le pergamene loro non avendo
fti eh. p. Giampietro Secchi della C. di G. segnatogli accenti od apici, chestabilisco»
per applicarla al s.Evangelista Marco) so- no la qualità del suono per voci di canto,
no messe a campo opinioni ed interpre- altresì le posate per la fermezza de'sen-
tazioni tanto diverse da quelle del p. timenli, i valenti rabbini ve
li fecero ag-

Secchi, che importa assolutamente cono- giungere gran tempo appresso, hi prova
scerle, e tanto meglio,che nulla tolgono al di ciò è da ricordare che il rabbino Beei*
merito grandissimo del p. Secchi in lut- Sciabbattal, di Pesaro, amico del Lanci,
to ciò che tiene alla parte filologica del- fu quegli che intorno a 4" anni fa intro-
l'operasua, e segnatamente intorno alla dusse questi slessi accenti nella sinagoga

poesia,a'ritmi ed alla musica degli ebrei. anconitana, che sino a' suoi giorni non
Ecco adunque il brano di lettera 2 3 di- gli ebbe Non è dunque meravi-
usati.
cembre a. p. che mi vennetlaUotiia indet- glia, che il Mose da Recoaro operasse
to proposito. —
Nella mia breve dimora il medesimo a tempo suo. Queste brevi
costì parlammodella cattedra marmorea, noteilLanci lecomunicava poco dopo che
che conservasi nella basilica di Marco,
s. ilp. Secchi aveva dato alla luce il suo
la cui iscrizione pubblicava il defunto p. voluminoso Commentario al marchese ,

Secchi con affatto singolari dottrine. Le Miniscalclii di V^erona, il quale promise


diceva io allora che l'orientalista Michel- di farne subbielto di apposito suo scrit-

angeloLanci l'avea spiegala nel veracesuo to; ma non ne vide mai cenno per
se
senso;e mi piace di dargliene ora la precisa islampa. —
Però la prego di voler par-
contezza. Dicole «dunque che l'orientale tecipare quanto sopra ai lettori del bea
scrittura, che trovasi scolpita sul dosso riputato suo giornale, che certo l'avran-
della cattedra conservata in s. .Marco, fu no a grado. E. T. P. A. " La Cronaca
lavorodi mano trascuratissima, e di per- di Milano, del eh, cav. Ignazio Cantò,
sona nullamente calligrafa,e poco esperta an. 1 V, Sem. i.°a p. 446,q"asi tal quale
del linguaggio che v'uitagliava. Le forme riprodusse il riferito. Può vedersi anche
delle lettere sono sì male disegnate, e più iln. ì^deìCrepuscolo del 858,Adunque 1

male sculle, che senza una larga peri- della fin qui creduta cattedra dis. Marco,

zia di consimili scritture o non si legge illustrala dal p. Giampietro Secchi, non
affatto, o si abbatte ad inevitabili mende. è da far più parola, se non come semplice
L'esperto orientalista non tarda a cono- oggetto d'archeologia, dopo quanto fu
scere que'caratteri per ebraici comunali, scritto in opposizione a quel fiore d'in-
ma di pessima forma, e de' bassi tempi gegno e di vasta dottrina, infaticabile
noslri,e raddrizzate le torte lineette, e se- che nato in
scrittore e virtuoso religioso,
parate le voci con seimo non ha fatica di Sabbione di Reggio morì esemplarmente
leggervi sopra (segue il testo ebraico): che, in lloma a' ro maggio i856. Il p. Giam-
interpretate parola a parola, dicono in pietro Secchi fu quale un forbito scrit-
nostra favella: Mosee da Recoaro solcar tore ne pubblicò, col ritratto, i Cenni
fece gli accenti a questa generazione, biografi neW Album di Roma, aS, p.
ci, l.

ciò che alla maniera italiana direbbe: 94- Fra l'altre cose rilevò: Che l'illustre
Mosc da Recoaro segnar fece gli ac- gesuita, benché provocato, mai entrò in
centi alla generazione in che viveva. lizza letteraria, preponendo al vuoto ru-
E" da notare, che il vocabolo Mosee, cioè mor del trionfo l'umiltà e la verecondia
dire Mose, porla seco una voqechQ uoa del silenzio. E che talvolta soleva ripe-

I
-

V E N VEN 489
lere piacevolmente , cori lieta e »ci'ena delle ss. Reliquie nella chiesa di s. Marco,
l'accia, il noto motto del greco tragico: oltre le meutorie religiose che esigono la

Leva il capo più maschia più subii'


e più profonda venerazione, sono pure in-
me - La virtìi se si calca e si deprime. signi per r arte le loro custodie o reli-
— Prima di rifisrire le insigni reliquie quiarii, pel lavoro e la materia di cui si

the sono nel Santuario, per lo più lega- compongono. Nel luogo pertanto già ac-

le in custodie d' oro e d' argento d' esi- cennato, alla sinistra di chi entra nel Te-
mio lavoro, ricorderò il Trattato del' soro, sono disposte parte sull' aliare che
le ss. Reliquie ultimamente ritrovate giace di fronte, e parte in alcune nicchie
nel Santuario della Chiesa di s. Alar- aperte nelle pareti, le molte ss. Reliquie
co, di mg.' Illm.° e /?ei'.° Gio. Tie po- che vado a notare. Due iscrizioni si presen-
lo primicerio della medesima chiesa, tano toslo scolpite ne'due lati dell'altare.
di nuovo stampato ed in questa 2." im- Dicela I. 'che a'i 7 aprile 1617 Giovan-
pressione accresciuto di molte cose e di ni Cornaro custode delle ss. Reliquie ri-

pilifigure adornato, con Ucentia de' su- trovò quelle del ss. Sangue, della vera
periori, et privilegio, in Venetia 1616 Croce, del Latte della B. Vergine, e di
oppresso Antonio Pinelli. Questo trattalo altri Santi. Palesa la 2.* che per memo-
è preceduto da tm ragionamento della ria posero (pieste lapidi a'20 setleujbre,
somma importanza delle ss. Reliquie, e dogando Giovanni Beu)bo, procmalori i

con r autorità de' Papi intende provare di s. Marco Barbone Morosino, Giovan-

trovarsi del prezioso i5'<7/;gMe( A'.), di Ge- ni Cornalo e Antonio Laudo. Già il ine-

sù Cristo in terra, notando luoglii più i morabite avvenimento era stato celebra-
famosi ove si venera, come in Marsiglia to a' 28 maggio, mese seguente all' av-
per quanto dissi nel citato articolo ),
venturosa invenzione, con solenne pro-
(
Mantova (ne riparlai nel voi. LXIX, p. cessione in Venezia. Prima d'ogni altra

12 3), Venezia nella chiesa di s. Marco reliquia, è da annoverarsi la celebrata


per molto tempo restalo occulto. Narra del Sangue prezioso del Reilentore, usci-
come dalla l). Vergine fu raccolto col- to dal di luiCoslatoe raccullo appiè della

r acqua del ss. Costato, e come di Ge- Croce. E riposto entro un' ampolla di
rusalemme da Elena portato in un
s. figura rotonda, lunga un pollice, legata

vasello a Costantinopoli, e da questa a in un vasello d'oro, con analoga iscrizione


"Venezia dal doge Enrico Dandolo, con greca. Il coperchio dell'ampolla è d'oro,
oltre ss. Reliquie, delle quali tornai a fregiato di ricco smallo, nella cui parte e-
parlare in tale articolo, dicendo della slerna, con molto artiOcio di greca indu-
divisione fatta di esse da' conquistatori stria in un grosso e prezioso diaspro, vi è
di detta metropoli, e tolte dalla chiesa e scolpito un Crocefisso di bassorilievo, e
palazzo imperiale nel 1202 (0 meglio nel ne' 4 af'goli in caratteri greci si legge:
i2o4)- Come restasse prodigiosamente Jesu Chrìstus rexghriae. Co'medesimi
preservalo nel 1280 per l'incendio del e d' intorno al cerchio del coperchio si

Tesoro di questa chiesa, che ridusse in vedono le seguenti parole incavate nel-
cenere molle altre Reliquie preziose, me- r oro e riempile di smalto: Habes me
talli, gioie e sculture, restandone illesa Christuni geslans Sanguinem carnis
I' ampolla. Cd oltre la descrizione delle meae. Questa sagra reliquia è colloca-
ss. Reliquie di questo Santuario, riferi ta nel tabernacolo sopra l'altare. Al-
.sce quanto Bernardo del ss. Co-
scrisse s. quanti pezzi di terra inzuppati del ss.

slato, e r udizio che si celebra in Manto- Sangue del Salvatore medesimo sono cu-
va per la festa del l'invenzione del prezio- stoditi entro un reliquiario rotondo, la-
sissimo Sangue. Nel Santuario dunque voro costantinopolitano. Uu'anipoUa del
1

ago V EN V E i\

Sangue miracoloso posto un re1iqiii.i-


in Croce chesi adora il venerdì santo, par-
rio d'oro, è conservata entro una custo- te della Colonna della flìgellazione
,

dia grande (V argento dorato, die rap- il Dito e il Libro degli Evangeli di s.
presenta-il raodeilo della chiesa di s. So- Marco, e molte altre reliquie. Più , di
fìa di Costantinopoli, lavoro ivi eseguilo, quando in quando se ne scoprirono di
ed è opera di cesello. Questo Sangue uscì occultale, come il ss. Chiodo della Cro-
dal celebre Crocefisso (F.)iì\ Berito, nel ceflssione, e la Croce di Costantino Pa-
765 dissi secondo il riferito dal vescovo trizio tetrarca nel 1468. Nel 1617 tutte
Sarnelli, Lettere eccl.l. 7, \ell.i^3, Delle quelle registrate da mg.' Tiepolo. Con-
Immagini del ss. Crocefisso. Però il clude il Zanolto, restare corroborato,
Zanolto crede avvenuto il portento nel nel t23o essersi incenerita qualunque co-
320. Discrepanza d'epoche forse deri- sa si trovava nel vecchio Tesoro, fuor-
vata, per avere riferito l'accaduto non ché per prodigio le 3 riferite reliquie
6. vescovo d' Alessandria nel
Atanasio insigni. L' immagine del ss. Crocefisso
326, tua altro Atanasio, come avverte da cui scaturì in Berito il miracoloso
il Sarnelli, citando il Durando, lib. i,c. Sangue, che qui si conserva, venne re-
6, n. 2. Il Zanotto dice soltanto, che s. cata verso il XII secolo nella cattedrale
Atanasio scrisse in» seruìone sopra que- Umaiin fP\),ove tuttora è in grandis-
<ì'

sto Sangue, che venne anco letto nel sima venerazione, detto impropriam en-
782 (meglio 787) nella 2." sessione del te di Sirolo, dal vicino paes'e omonimo e
concilio di Nicea II, e servi di validissima pel riferito in quell' articolo. Abbiamo
prova contro ^V Iconoclasti. Avverte poi, nel Martirologio romano a'g novembre:
che lo Stringa confuse questo Sangue Berili in Siriacommemoratio Imaginis
miracoloso, col vero preservalo dal fuo- Salvatori'!, quae a. Judaeis crucifixci
co quando arse il Tesoro, e che fu una taui copiosuni emisit Saiigmnem ut ,

delle insigni reliquie trovate nell'inven- orientales, et occidentales Ecclesiae ex


zione del 1617. Inoltre nota, che resta- eo uhcrtim ncceperint. Reliquia della ss.
rono illese le reliquie della vera Croce, Croce, chiusa entro teca d' oro con piede
e porzione del teschio di s, Gio. Battista, simile, lavoro bisatitino, con 4 iscrizioni
ed anche con molte delle prezio-
altre, greche (come tutte l'altre che ricorderò,
sità esistenti. Anzi rileva, che non tut- sono riportale dal eh. Ztnotto e colle
te le ss. Reliquie del Tesoro si acquista- versioni Ialine), dalle quali si ricava, co-
roro nel 1202, «na in vari de'successivi me l'imperatrice Irene, vedova d'Alessio
tempi e da vari luoghi, non ostante che I Go.mneno, ritiratasi entro un monaste-
fossero già appartenute alla chiesa di s. ro perchè maltrattata dal suo fìj;lio Gio-
Sofìa di Costantinopoli; sia nelle diver- vanni, venuta a morte donò la relicjuia
se conquiste, come di Candia, sia pel re- alla chiesa di Costantinopoli, di essa re-
ligioso zelo de' veneti che le procurarono, galala altre volte di pu'eccliie preziosità.
ìsia per dono di Papi e imperatori, donde Altra reliquia dellaCroce chiusa entro un
nacque il copiosissimo cumulo del nuo- quadro d'argento dorato, con sopra un
vo Tesoro; ed anticamente non tutte le piccolo vasello d'oro portante l'ira magi -
ss.Reliquie si custodivano nel brucialo ne del Salvatore, e le greche parole Jesu
e nell'odierno Tesoro, onde così altre si Cristus. Da'Iati vi sono due Angeli pari-
saranno preservate da quell'infortunio. mente d'oro, unode'quali coll'epigrafe :

J due ripostigli due orga-


collocati sotto i Ilio est Cruor Cliristi, L'iscrizione greca
ni servivano a tale effetto. Al tempo del- posta davanti, denota l'adornamento che
loSlringa e molto dopoancora, nella sa- l'imperatrice M.' Armeniaca, moglie del-
grestia supcriore aravi una ss. Spina e la l'unperatore Andronico I, ordinò venisse^
VEN YEN 191
eseguito a maggior decoro Jl lanlo augn- Io 'donò al nipote Polidoro vescovo di
$lissimo resto del s.Legno. Si legge poiilie- Bergamo, uno degli eredi del quale lo

Irò la medesima altra iscrizione lalina,che consegnò a' pp. cappjiccini per collocarsi
manifesta esser questa relicjuia rimasta in custodia nel ducal Santuario. Trovo
miracoiosnmente illesa dal narralo incen- nel Corner, meglio incisi del libro del
dio del laSo.Altra reliquia della veraCro- Tifpolo, i disegni della custodia dell'atn-
ce entro un quadro d'argento dorato le- polla e del suo coperchio, che contiene
gato in oro con perle, e a' 4 angoli altret- alcune poche goccie del ss. Sangue, co-
tante figiu'ed'orOjche rappresentano,nel- me leggo nel Corner; quello del reli-
le due di sopra, li due Arcangeli Miche- quiario della ss. Cioce, già dell'impera-
le e Gabriele, e le altre di sotto Costan- trice Maria, con avvertenza del medesi-
tino 1 e s. Elena. Sulla reliquia fatta a mo sulle diverse opinioni di chi Iòsse

modo Croce è formato un Crocefisso


di moglie ; e quello del reliquiario della ss.

d'oro. Dietro al quadro è scolpila la gre- Croce, già di Costantino Patrizio prefetto
ca iscrizione, da cui si conosce, che per delle galere imperiali, dal Zannilo deno-
comando dì Costantino Patrizio telrar- minato tetrarca, secondo dice l'inscrizio-
ca, fratello di Wiceforo Foca imperatore ne. Quanto al coltello o spada con cui s.

del 963, venne questa reliquia cos'i le- Pietro ferì o tagliò l'orecchia a Malco, ia
gata. Restata occulta gran tempo, fu ri- difesa del di vinMaestro.couNovaes e Can-
trovata nel 1468 unitamente a molte cellieri dissi essere diviso o contrastarsene
allre. Reliquia della ss. Croce legata ia il possesso da Bainherga [/^.),e.u\\a basili-

una teca quadrata d'argento, con a' 4 fru- ca Maiciiina, e da'gieci ; e il simile dclltt

goli le reliquiedelCalvariOjdel s. Sepolcro, Spada di s. Paolo (parole tralasciale dal


di quello della B. Vergine, ed altre reli- tipografo nell'articolo che vado a ricor-
quie. Uu Chiodo della crocefissionedi Cri- dare), dagli spagnoli e da'veronesi. Colle
sto, entro quadro d'argento dorato. An- stesse Memorie delle teste de' ss. Pietro
che questa fu rinvenuta nel 1468. Cas- e Paolo di Cancellieri qui aggiungo,
setta d'oro con croce e contorno di pie- parlarne pure il p. Papebrochio presso
tre preziose, nella quale sono parte del- Bollando in t. 5 junii p. 461 : De Già-
le fdscie che involsero il bambino Ge- diis y^postoloriimjed il Chronicon d'Al-
sù. Il coltelloche servi nell'ultima Cena, berto abbate Stadiense,/ier. German. t.
legalo sopra un piede d'argento, con let- l,p. 248, riferisce. Anno Domini \g^ 1

tere orientali logore tiel manico. Fra le Alartuviciis Archiep. Bremensisde ler-
opinioni intorno a questo coltello, il con- ra Proinissionis Venelias navigans in
teVincenzo Bianchi protonotario pub- Brentani perrexit,deferens ibi reliquias
blicò in Venezia nel 1620: Parere in- s. Annae, et Gladium s. Petri, quo
torno alti caratteri che sono sopra il IMalcho auriculam amputavi f. Ciò ripor-
manico del coltello di s. Pietro posto taanche il Corner, De Basilica Ducali
ultimamente nella chiesa ducale di s. s.Marci, in par. 1 , Decad. 1 3, p. 1 6 Il 1 .

Marco in T'enczia. Nelle Notizie stori- Montfaucon, Diario //<7/., p. 53, descri-
che delle Chiese di P^enezia del Corner, vendo il Tesoro di s. Marco, credette che
a p. iSg, riferisce l'indulgenze concesse fosse il coltello, quo iisus Christus fuit
da' Papi alla basilica di Marco, enume-
s. in postrema Coena. Ma il medesimo
ra le ss. Reliquie del Tesoro con illustra- Corner attesta, che l'antica tradizione
zioni, e quanto al coltello di s. Pietro, vuole, che sia il coltello o la spada, con
dice che con esso tagliò l'orecchio a Mal- cuis. Pietro tagliò l'orecchia a Malco. Di
co: acquistato in Costantinopoli nel i447 fatti, in una lettera del nunzio di Vene-
da Paolo Foscari vescovo di Patrasso, tia de'6 diceoabreiSoS, si sci-ive: Che si
29'2 V E N VEN
pensava cla'veneziani ili mandarla io do- tarla «eco in guerra contro i nemici. Il

lio al l'apa Paolo V. Riferisce il p. Me- Tiepolo opina che fosse appartenuta a
iiocliio, vSV«orc, cenlnr. 5.",ca|). 9^; Del- Costantino I, seguendo il cronista Dan-
le Chiavi e Sfjada di s. Pietro, La spa- dolo, contraddetto dal Meschinello, pe-
da di s. Pietro significa la podestà di ca- rò con ragioni provocanti dispute; poiché
stigare di questo principe degli Apostoli se toccò a' veneziani nella divisione che
e de'Papi suoi successori, la quale si sfo- fecero, era impossibile che Enrico II la
dera nell'occasioni particolarmente delle facesseadornare e seco la recasse. Ma di
Pene e Censure ecch-sia lidie. S. Gio. quale Enrico 11 s'intende parlare? se del
Crisostomo nell'omelia sulle catene di s. Santo imperatore, questo mori nel 1024;
Pietro, riprodotta da Metafraste al i." se dell'imperatore latino dal 1206 al
agosto, fa inenziotie della spada materia- 1216 , denominato Enrico l né
egli è ,

le di s. Pietro stesso, dicendo che dovea ebbe successori di tal nome. Altra Croce
esser venerala, poiché per mezzo di essa serrata in forma di libro d'argento e gio-
il Redentore opera va miracoli. Aimoino, iellala. Due ss. Spine della corona del
Jlistoria, lib. 5,cap. 89, dice della spada Salvatore, in reliquiario d'argenlo. Allre
di s. Pietro portala a Lodovico II redi line ss. Spine, dentro reliquiario d'oro ia
Francia figlio di Carlo il Cah'O. AUu- foi'ma d'ostensorio. Allre piccole ss. Spine,
lic ei praecepluni per qiiod pater 3uus entro reliquiario d'argento doralo (qui io
illi regnnni ante niortenis.uani tradide- debbo notare, che la moltitudine di esse
rat, el Spatham, qiiae vocatnr s. Petri, appartenute alla ss. Corona di Spine
per quani eiint de regno investiretj sed (/'^.), santificate da Gesù Cristo, a cui fu

el regiuni vestinientiini, et coronani, et posta in capo nella sua dolorosa Passio-


fiistenì^ex auro et geinmis. Soggiunge il ne, che possiedono olire questo tesoro le
p. Menochio suole il Papa mandare a'
: chiese del clero seccia re e del clero regola -
principi lo Stocco e il Berrettone bene- re di Venezia, come riferirò nel descriver-
delti j e forse tale era la spada di s. Pietro, le massime ne'§§ Vili e X, probabilmen-
della quale parla l'Aimoino. Ma ioche in te derivano da quanto narrai ne'due ri-
quell'artìcolo ritmii tutte le relative eru- cordali articoli, cioè dall'impreslito fallo
dizìoni, potei dichiarare, che lai, "traccia da' mercatanti veneziani all' imperatore
di questa consuetudine sembra trovarsi Ialino d' oriente Baldovino II ,
per la
nel 177, quando Alessandro 111 in Ve-
I nuova guerra crociala del 1237, colla cau-
nezia donò al doge Ziaui la spada con zione e pegno della ss. Corona di Spine,
fodero d'oro per portarla avanti a se nuda di circa 200,000 franchi; la quale o altra
ne' di solenni. Tornando alle altre sagre somma pagò poi s. Luigi IX re di Francia,
Reliquie, si venerano. Colonna di argen- al quale cede l'imperatore Corona, la ss.

to dorata, che custodisce un pezzo della con altre preziose reliquie, onde in Pari-
Colonna dove con Flagellazione fu per- gi fece fabbricare la celebre Santa Cap-
cossoGesù Cristo: vi sono scolpiti due pella per collocarvele. E siccome Nicolò
manigoldi, che lo tengono in mezzo, e Quirini mercante veneziano, era suben-
in alto la figura del Crocefisso. Lavoro tralo nelle ragioni de' prestatori, al mo-
del 1875. Pezzo di legno della ss.Cro- mento della scadenza del prestilo , non
ce, alto un palmo e largo due terzi, le- potendo l'imperatore soddisfarlo, volle
galo in oro con lavori e figure. Un tem- che quel sagro pegno fosse trasportato a
po si conservava nel suddescritto altare Venezia; quindi sembra indubitato , che
della ss. Croce, ora del ss. Sagramento. prima di consegnare la ss. Corona a s. Lui-
Dall'iscrizione si trae che la fece così le- gi IX, e fors'anche per convenzione, si stac-
gare l'imperatore Euiico II, e soleva poi- carono quelle ss. Spiae colle quali furono
VEN V E N agS
! impreziosileplù chiese di Venezìa.Le qua- lo e de' Capelli della Beala Vergine;
li unite alle altre pervenute a Venezia ila di s. Cristoforo ; de' ss. Filippo e Gia-
diverse parli, ponilo spiegare tanto nn- como Apostoli ; di s. Marco ; di s. Bar-
imero riunito iu questa cittìi). Linteo con tolomeo di s. Tito vescovo di Candia ;
;

cui il Signore nell' ultima cena, dopo la di S.Saba; di s. Pantaleone; di s. Ma-


lavanda de' piedi agli Apostoli glieli n- gno; delle ss. Marta e Maria Rladdaleua
sciugò, con iscrizione greca. Della Porpo- sorelle; de'ss. Pietro e Paolo principi de-
ra e della Sindone del Signore, in re-
ss, gli Apostoli; di s. Stefano; de'ss. Giovan-
liquiari! d'argento con iscrizioni greclie. ni, Filippo, Matteo, Simeone e Giuda A-
Cassetta dorata con figure di rilievo con- posloli; di s.Lucia; di s. Daniele; di s.
tenente molle reliquie e ceneri de' ss. Lazzaro; di s. Anno; di s. Atanasio; di s.

Martiri gloria di Trtbisonda fra' quali ,


Antonio abbate; di s. Agnese; di s. Basi-
de'ss. Eugenio, Achilleo, Valeriano e Ca- lio il Grande; delle ss. Severiana e Brigi-

loidio, come si ha da'versi greci incisi sul- da; de'ss. Biagio, Girolamo, Policarpo, I-
la medesima. Due reliquie di s. Gioigio giiazio, Dionisio e Cleto. L'Evangelo di s.

martire, cioè un osso del braccio rinchiu- Marco scritto in latino, legato entro cu-
so in braccio d'argento gioiellalo, e colla stodia d'argento, per mollo tempo tenu-
figura del Santo in allo d'uccidere il dra- to per l'originale, errore tolto dall'eru-
go, con iscrizione greca, scolpita pure nel- dite indagini praticale dal Moulfaucoo:
l'altro reliquiario quadralo con catenel- di sopra ho accennato ove ne parlai; e qui
la, esprimenti il contenuto. Porzione del pure dirò, ch'egli ad istanza de'fedeli di
teschio di s. Gio. Battista , entio calice Roma ivi lo scrisse, raccogliendovi tulio

d'agata legato in oro, con gemme e l'ef- quello che avea udito dalla bocca di s.

figie del Santo , con iscrizione greca ce- Pietro, che 1' approvò perchè fosse letto

lebrante la sua virtù. Rammento essere nelle sagre Sinossi (F.)j laonde i romani
una delle 3 restate incolumi nell'incen- sempre conservarono al s. Evangelista
dio. Reliquia di s. Isidoro , in magnifico gran divozione, come lo dimostra l'anti-
reliquiario d'argento di gotico lavoro, e ca e venerabile Chiesa di Roma di s»
leimmagini scolpite di Gesù Cristo, di s. Marco, collegiata , titolo cardinalizio e
Lodovico vescovo, di Maria, de' ss. Ber- parrocchia, di cui ragionai in più luoghi,
nardo e Girolamo, e di una delle 3 Marie. e del corpo che in essa si venera di Pa-
Un putto d'argento tiene in mano la leg- pa s. Marco anche , nel voi. LXXXIX,
genda: S. Isidorii M. ex insula Scìofur- p. i58. L'Evangelo di s. Marco, scritto
tini a Pantalone Resi'car io 162^ Olive
. colle allratti ve d'elegante semplicità, con-
alle riferite preziose reliquie, altre se ne cisa e gradevole, da alcuni si attribuì al-
conservano in reliquiari! d'argento e ta- lo slesso s. Pietro, per averlo colla sua au-
luno d'oro, come del s. Legno della Cro- torità confermato, per lo zelo che mo-
ce; della Cintura del Salvatore; della Can- stravano i primi cristiani per Ja parola
£"-
na clie sostenne la Sponga; della Cintura della verità. Si disse compendio dell'

di Maria; della Palma verginale; de'ss. vangelo dis. Matteo, per riferirvi le stes-

Innocenti; tre sassi co'quali fu lapidato il se cose e sovente colle medesime espres-
protomartiie s. Stefano e una sua costa; sioni; ma veramente contiene delle par-
un nnello della catena di s. Gio. Battista; ticolarità che non Irovnnsi in quello di s.

e l'insigne reliquia del doge s. Pietro Or- Matteo; anzi cambia l'ordine delia nar-
seolo, donata da Luigi XV re di Fran- razione de'fatti, iu che si accorda meglio
cia à'monaci Michaeli Ciixani Del-
s. con s. Luca e con s. Giovanni. Ma tut-
l' anno 1732. Di più ivi si venerano le lavolta mirabile è la concordia e la cou-
reliquie di s. Luca Evangelista ; del Ve- souanza de'4 ìì. Evangelisti {F .),'\ìx\ui-
294
lo. Finalniienle
VEN
per munificenza dell' im- li da consegnarsi
VEN
al doge, e 5 libbre d'o<
1
I
peraloi e Ferdinando 1, si conserva in que- lio alla sua cappella, Umago ad una cer<
sto Tesoro, lo scettro e il globo a lui ser- la quantità di denaro, ed Emonia o Citta'
vili inMilano a'6 settembre i838, nella nova a 40 libbre d'olio per le lampone d
Coronazione di Re (V.) del regno Lom- s.Marco. Qualche variante sui delti tri
bardo-Veneto alla quale intervenne il
, bull la riferirò nella biografia del doge
cardinal Monico patriarca di Venezia, e col suo compilatore. Inoltre si ha eguul
fece nella solenne funzione quanto ripor- mente da pubblici documenti , aver n«
tai nel citato articolo, non meno al suc- I 17 Ponzio conte di Tripoli d'Asia do
I

cessivo splendido Convito (V.). Tali re- naia una casa posta in Tripoli presso i
gie insegne sono d' oro e ornale con mare, acciò procuratori di s. Marco a oc
i

licca copia di gemme. Narra il Corner, me della loro chiesa perpetuamente II

che Slamati di Candia, entrato colla fii- possedessero. Così pure la comunità d
niiglia d'un principe a vedere il Tesoro Fano, avendo nelii4i giurata fedeltà
di s. Marco, notò accuralamenle la lo- s. Marco, e al doge IMelro Polani,pra

calità per aver concepito l'empio disegno mise di contribuire per l'jlluminazic
di predarlo. Dipoi smossi marmi e tra- i ne della chiesa del beatissimo Marco E
forale le pareti vi entrò furtivamente, e vangelista mille libbre d'olio ogni anno
per 5 continue notti lavorando, ne rubò Altrettanto leggo nell'Amiani, Mcinorii
le gemme ed più preziosi ornamenti, e
i istoriche di Fano, t. i, p. \^o, con l'ag
lutto nascose in sua casa. Indi scoperlo- giunta dì mille alla camera ducale e su(
fei per divin volere il furto e il reo, fu palazzo, se con pronto soccorso l'avesse i
ricuperato il mal tolto e il miserabi- doge liberata dalla guerra mossale dall
le pagò colla vita sul patibolo il te- città collegate di Pesaro, Fossombrone
merario delitto. Riporta il Corner pu- Sinigaglia, aiutate da Ravenna. Il doge

re i tesori d'indulgenze co'quali i Sommi preso lo stendardo della repubblica dal»


Pontefici accrebbero il decoro di questa le mani del patriarca, approdò al porte
basilica, come
S.Leone IX, .4,lessandro
di di Fano con molte navi armate, onde
)li e altri. —
A'temporali vantaggi del- nemici abbandonarono l'impresa. Allora
la basilica ancora contribuirono l^api, i Fano confermò il tributo olFerto , si di
assegnandole Sisto IV quanto dirò nel § chiaro in perpetuo collegata della repub-
Vi, ed il successore limocenzo Vili nel blica, a condizione di non far guerra al-

1487 il priorato benedettino di s. Gia- l'Impero, cui allora era Fano soggetta,
como di Ponlida, diocesi di Bergau>o la , l'ulto di confederazione tra Fano e Vene
cui unione confermò Clemente VII. Alla zia lo riporta lo slesso Amiaui, colle scaui
basilica nel iSig Leone X um il mona- bievoli concessioni e reciprocanza di com-
stero di Valle nella diocesi d'Arbe; e nel mercio e d'aiuti; e infatti nel 1 43 fanesi i i

1 Sa I alcune chiese della diocesi d'Adria, somministrarono a' veneti una galera ar-
ilcbeconfermò Papa Adriano Vi. E Giu- mata contro gli anconitani- Ma narra lo

lio 111 neli55i dichiarò unita alla basi- stessoAmiani, che Fano neh 198 ritornò
lica la chiesa parrocchiale di s. Maria di all'ubbidienza della s. Sede, giurando fe-
Kanlo diocesi di Vicenza, il doge Dome- deltà ad Innocenzo Ili coll'annuo tribu-
nico Morosini nel ricupero dell'Istria rese to di 5oo scudi d'argento. Racconta pure
per patto le città tributarie alla chiesa e il Corner, che Baldovino i re di Gerusa-
alla fabbrica di s. Marco. Fola fu obbliga- lemnie, pe'validi soccorsi ricevuti da* ve-
ta all'annua offerta di 2000 libbre d' 0- neziani, per gratitudine concesse loro di-
lio, R.ovignoalla contribuzione d'una sta- verse prerogalive,ed unì alla basilica Mar-
bilita somma di soldo, Parenzo a 20 arie- ciana le due chiese dedicale a s.Mai'co,una
1

VEN VE N 295
in Tiro, e I* Giovanni d' Acri ;
altra in s. Tane nel Tesoro, oltre le summentovaie
donali vo confermato da Alessandro III, «s. Reliquie nel 2.° disastro; eneli4>9
con diploma diretto a Leonardo Fradello e 1429, che arsero nelle soditte, onde si

procuratore di s. Marco. Insorte poi que- doverono rinnovare i musaici e le cu-


stioni contro i veneti, per le pretese tlel- pole. Quanto all'erezione della basili-
J'arcivescovo e canonici di Tiro, Clemen- ca in metropolitana e suo attuale ca-
te III, Celestino III e Innocenzo III con* pitolo ; di quello anteriore e suo pri-
fermarono con bolle il possesso delle due micerio ; del seminario ducale; e del-
chiese alla basilica di s. Marco. Anzi per- l' ufljziatura denominata Patriarchino^

chè la veneta giurisdizione sulledue chie- vado a ragionarne nel seguente § VI.
anche più feroìa e cautelala, In-
se fosse Per lutto quanto che riguarda la cele-
nocenzo IV nel 1247 le soggettò imme- berrima basilica di s. Marco, oltre già ce- i

diatamente alla s. Sede, col censo di due lebrali dotti che l'illustrarono, nelral-
bisanti o monete d'oro dà pagarsi alla ca- larono fia glialtri i seguenti. Il preteGio-
mera apostolica nella solennità d' Ognis- vanni Meschinello, Zrt Chiesa Ducale di
santi. Il medesimo Innocenzo IV nel 1 25 s. Marco colle notizie del suo innalza-

dichiarò esente la basilica di s. Marco, il mento, spiegazione delli musaici e delle


suo primicerio ed il clero dal paliiarca di appartiene al'
iscrizioni, e di tuttocio che
Grado e dal vescovo di Castello; e imme- la storia ed arti, in Venezia presso Bar-
diatamente soggetti alla santa Sede li tolomeo Baronchelli 753, lom. 1 3. Fran-
cotifermarono altri Piipi. Perciò 1^a basi- ces, De Kcclesiis Calliedralis f^enetiis^
licaMarciana divenne JVullius Diofcesis. ibidem 6gS.Sanso\'ìno,f'enezia descrit-
1

— Già lìnodair829,afìlnchè la fabbrica e ta. Doglioni, Cose notabili che sono in


ornamento della basilica Marciana proce- Venezia, ivi iSSy. Martinelli, Coseno-
un
desse con diligenza, era stato destinato labili di f^enezia, ovvero sua descrizìo-
idoneo cittadino a invigilarla col titolo di «e, Venezia 1 7o6.Stringa,/'7/a<^i 5. Mar-
proctiratoreo curatore della fabbrica del co Evangelista con la descrizione della
tempio, donde ebbe origine l'onoralissi- Chiesa, Venezia 1680. Anonimo, L'au-
ino magistrato della repubblica de'P/o- gusta Ducale basilica di s. Marco, Ve-
cnrntori di s. Marco, preposto ancora nezia 1761. Corner, Ecclesiae Venclae
all' amministrazione de' beni della me- anticpiis monumenlis illustratae, 1. 10,
desima, come si ha dal Tentori, Sag- Decad. 1 3. Chiese principali d' Euro-
gio sulla storia civile, politica, tede- pa, Milano 1824: Dcòcrizione dell' Im-
siastica degli stati della repubblica di periale Regia basilica di s. Marco cou

/-^f/jr'z.'rt. Stabiliti nel 144^ procurato- • tavole. Sulla testimonianza di tale opera
ri di s. Marco in numero di nove, tre per ne riportai le misure.
procuralia, sì assegnò loro per abitazio-
ne le case per loro dette Procuratie, sul- § VI. Traslazione della cattedrale me-
la piazza di s. Marco, edilìzi descritti tropolitana e del capitolo patriarcale
nel § IV, n. 2. Tre però di essi, fino a di s. Pietro di Castello, alla basilica
che 6Ì fabbricarono le Procuratie nuove, primicrriale di s. Marco , e del pa-
percipivano 70 ducati all' anno per in- triarcliio nel contiguo palazzo appo-
dennità d' alloggio. I procuratori di s. sitamente eretto a destra della della
Maico vestivano l'abito senatorio. Do- basilica, unitovi parie del palazzo du-
po il 1074 soggiacque questa basilica a cale. Delgià capitolo di S.Pietro, edel-
disastrosi incendii, cioè nel i 106 e nel l'odierno di s. Marco, loro insegne co-
i23o, che incenerirono tutti i diplomi rali, e presente slato del 2.° Pruna
ducali e altri documenti^ che ^i cu^lodi- decanta e parrocchia. Seminario pa-
296 YEN V E l\

Inarcale. Antico capitolo citila cap- in sostituzione a quella, ne dichiarò con


pella ducale di s. Marco : serie de' autorità apostolica legittimo e canonico
dignitari Primiceri^ loro prerogative il trasferimento della cattedra , del pa-
vescovili e giurisdizione. Esenzione triarca e del capitolo; quindi con tutta
della basilica, del Primicerio e del suo precisione e chiarezza ne determinò il per-
clero,ed insegne corali di aueslo. Se- sonale, la dotazione, l'attribuzioni, le giu-

minario ducale. Della chiesa de' ss. Fi- risdizioni, i privilegi, confermando i già
lippo e Giacomo e annesso Primice- concessi anche da lui; e stabilendo nuo-
riato. Antica ufjìzialura della basili- ve particolari discipline pel clero inferio-
ca Marciana delta rito Palriarchino. re, sussidiario all'ufliziature, amovibile e

dipendente dal corpo canonicale. Dichia-


i.La basìIicadis.Mai'codivenoe catte- rò patriarchio, o abitazione del patriarca,
drale, patriarcale e iHetiopolitaua ne'pri- e luogo della curia patriarcale, parte del
ini anni deirodierrio secolo. Mentre Ve- contiguo palazzo già ducale, per benigna
nezia formava parie del nuovo regno d'I- e perpetua cessione e donazione dell'im-
talia, il cui re era JNapoleone I imperato- peratore Francesco I. Formò il nuovo
re de'francesi, ed iu suo nome veniva go- capitolo di due dignità, lai.* l'arcidiaco-
vernatodal viceré suo figlioadottivo, prin- no, la 2.* l'arciprete curato, e di 11 cano-
cipe Eugenio Beauharuai$,que$ti con de- nici, comprese le prebende teologale e pe-
creto de' 19 otlobrei8o7 dichiarò catte- nitenziale. Volle però chequeste due pre-
drale la chiesa di s. Marco. Il patriarca bende, e la dignità dell'arciprete curato
Ganiboni, ligio a siffatta incompetente au- si conferissero per concorso; a quest' ul-
toiilà laicale,arbitrariamente
7 giorni do- timo spettando la cura dell'anime della
po trasferì la cattedra patriarcale dalla parrocchia della stessa basilica di s. Mar-
basilica di s. Pietro di Castello, di cui più co, ninnila del suddescritto battisterio.
innanzi ragionerò nel § Vili, n.° , alla 1 Pel decente servizio divino di questa pa-
basilica ducale dis. Marco, ove sino al triarcale, stabilì 5 cappellani o beneficia-
1 797 era stata, come già dissi, la cappel- li , delti anche sotto-canonici o mansio-
la del doge, e tuttora avea un capitolo di nari, 2 maestri di ceremonie, 2 diaconi e
canonici presieduti da un primicerio : 2 suddiaconi titolari, 2 sagristi, 2 diretto-
framuììschiò tali canonici con quelli di s. ri del coro, 1 2 preti juvenes chori nuncu-
Pietro e ne formò un solo capitolo. A cor- patos , e 2 cooperatori a memorato pa-
reggere tutto lo sconcio dell'arbitraria Iriarcha institui mandamus. Di più Pio
traslazione, fatta dal patriarca Ganiboni, "VII colla stessa bolla, dopo aver sop[)res-
della sede e del capitolo patriarcale dalla so il titolo e dignità patriarcale della chie-
chiesa di s. Pietro di Castello alla basili- sa di s. Pietro di Castello, l'elevò al titolo

ca regia ducale di s. Marco, il Papa Pio decoroso di concattedrale e basilica mi-


VII d'accordo coll'imperalore Francesco nore ad instar basilicaruni minoruni al-
1 e col patriarca Fyrker, emanò la cele- mae Urbis. La cura dell'anime di sua par-
bre bolla Ecclesias , de' 24 settembre rocchia, quale succursale, l'aflulòal capi-
iS-2 1, Bull. Rom. coni., t. i5, p. /i52 : tolo patriarcale, esercitandola per un ar-
2ransiaiio sedis palriarchalìs P'eìietia- ciprete ed un idonea vicario curato, coa-
rum ab Ecclesia s. Petri de Castello imn- diuvati da 6 altri preti cooperatori, oltre
cupa ti, ad Basilicam s. Marci. Con essa 1 3 preti j'uuenibus chori nuncupatis, a*
ilPapa, prima soppresse ed estinse il cor- quali ingiunse il servizio corale pc'divini
po canonicale ducale esistente in questa; uffizi, e per l'adempimento de'pii legali;
e poscia erettala al grado e dignità di chie- sebbene quelli che polevausi adempire da'
sa cattedrale patriarcale e tuetrapulitaua canonici della patriarcale, iu questa li Ira-
YEN YEN 297
,
sferì , unentìoli al capitolo. Slabin la cio- Praeler Palriarchalem Iriglnla eadem in

)
ttizione dell'arciprete, oltre l'abitazione, civitateparoclìialesecclesiae adoumeran-
^
e degli altri ecclesiastici nominati , non \uv baptismali fonte munitae, octo viro-
! chela dote pel tuantenimeuto della fab- rum et quinquemulierum monasteria,a-
f brica e per l'esercizio del divin cidto. liquot religiosorum piae domus, duplex
. Finalmente Pio VII decretò a favore del- prò utroque sexu orphanotrophium, plu-
I
la basilica di s. Pietro. » Ut insuper prae- ra laicorum sodalitia aliaque loca pia ,

fala basilica s. Petri de Castello perpetuis quaedam hospilalia, mons pielatis, ac se-
futuris temporibus suum quoad fieri pò- minarium cuoi alumnis". Di tutto suc-
test in bisce rerum novis circumstanliis cessivamente a parte a parte farò cenno,
decus, ac splendorem conservet praecipi- ne'iispetlivi§§. Si traedalCorner, sui ca-
n)us, et mandamiis, nt in diebiis (estis s. nonici della cattedrale di s. Pietro di Ca-
Petri principi» Apostolorum ac s. Lau- , stello, cbe uno di essi eletto ne! 1
829 per
rentii Justiniani Veneti Prolo-Palriar- vescovo, cioè Angelo Delfino, ricordevo-
chae, nec non in die lertia luensisnovem- le delle ristrettezze loro , tosto non solo
bris prò anniversariis exequiis umnintu ottenne da Giovanni XXII che da 22 fos-

defunctorum Palriarcbarum Venelia- sero ridotti a 12, comprese le 3 dignità


rurn, pariterque in vesperis doniinicae d'arcidiacono, d'arciprete e di primicerio,
infra octava solemnitatis ss. Corporis ma loro assegnò altresì alcune eventuali
Clirisli prò synodali ss. jLucarisliae sa- rendite appartenenti al vescovato. Dice
cramenti peragenda processione novum rUghelli, che poscia Eugenio IV conces-
capiluluu) patriarcbales. Marci servitium se al capitolo di eleggere la 1/ dignità
eh ori, et sacras funcliones in eadem s. Pe- dell'arcidiacono. Il patriarca Dona o Do-
tri de Castello basilica quotannis explere nalo del 1492» procurò ed ottenne nel
teneatur, atqne idcirco ipsum patriar- i5o2 da Alessandro Vi che s'istituissero
cbale capituliim, et clerunk similibus <Iie- decoro di sua cattedrale altri a cano-- 1

bus ab explendis in dieta ecclesia s.Marci nicati d'onore, i quali si dovessero pren-
divinisonìciisexìmimus ac dispensa mus". dere da' pievani delle chiese collegiate
L'ultima e recente proposizione concisto- della città, ed eleggersi in perpetuo dal-
riale de' 5 marzo 1 858, perla preconiz-
1 l'arcidiacono e dal capitolo. In quell'epo-
zazione dell'attuale rispettabile nig."^ pa- ca il capitolo di s. Pietro si componeva
triarca , conferma di coniporsi tuttora il delle 3 nominate dignità,
9 canonici, dì
reverendissioio capìtolo, quale lo descris- di 6 sotto-canonici, Sithcanonici, e d' mi
si (non però dichiarando, cbe la prebenda collegio dì 12 chierici poveri. Eletto nel
penitenziale non essendo mai stata fon- 1619 il patriarca Tiepolo, istituì il ca-
data, si funge dall' arciprete, come poi nonico teologo, così formandosi -il capì-
diiò), così la cura d'anime, e così V j4e- tolo di IO canonici oltre le 3 dignità. Lo
des pntriarchales ei'dcni hccles'uie ad- nominò egli stesso trasmettendo l'ele-
,

liaerentes.S'i dice della chiesa; « Patriar- zione de'successori al capìtolo, il q^Oale e-


chalisEcclesìae Basilicae titulo merito ho- leggeva gli altii 9. La precedente contro-
Destata sub invocatione s. Alarci Evange- versia sìpuò vedere nell'ab. Cappelletti,
quas corpus maxima venera-
listae, Inter che rettificòil Corner e l'Orsonì pel rife-

lione reconditum, pervetusli ac pulcher- rito nella Serie de'patriarchi di Grado.


rimi est aedificii, lalique magnificentia Il celebre INicob Coletì, sacerdote vene-
condecoralur , ut ad ejus ornalum vel to dì s. Moisè, nel pubblicare in Venezia
cunservandum vel reflciendum fabricae nel I il detto t. 5 i\it\\ Ughellì(i' .), coti
720
census sit constitulus , alque eidem no- preziose aggiunte e note, della 2." edizio-
vciu ad praeseos Episcopi sullraganlur. ne dell' Italia sacra , riferisce comporli
vot. xc. 20
2«j8 VE N VEN
allora il capitolo di s. Pietro, di i 3 cano- so moli ro concesse col hveveSinrera JìiJc
nici, <le' quali 3 clignilari, rarcidiacono, de'2 2 agosto i8oo,^»//. Eom.conl.XA i\

l'arciprete colla cura d'anime, a cui il p. 35Indulluin ntendi rocchetto pn


:

Tiepolo annesse l'ufllcio di penitenziere, inoderno abbate inonaslcrii Foiigadi


un canonico esercitando {|uello di teolo- tiae yenetìartun, ci successoribus albe
go, 3/ dignità essendo il primicerio. Es- tibus in pcrpeltium. Avea pure spedito
servi inoltre 6 sotto canonici, 3 sagristi, breve Sincera (idei ac pine de' 5 seti ,

4 accoliti, ed altri chierici; gli alunni a- tembre i8oo, Bull, cit., p. 38; Confii
di 4o. « Eligil Capitulum
scendere a più viatio indulti ntendi birctlino et rocchei
ex numero Subcanonicoruin Canonicos to cani manicisy et conccssio iisiis preti-
omnes praeter prìmam digiiilalem,cuiiis nae prò moderno abbate , ejusqiie sue
electio spectat ad Summum Pontificem, cessoribus monasterii s, Michaelis d
et Canooicum Theologum ,
quem eligit ritirano congrega tionis camaldulensii
D. Patriarcha: Praelerea Subdiaconos Nello stesso mese a' 12 settembre, Pio VI
omnes, Sacristas, qui etiam curati dicun- volle altresì decorare i parrochi deliaci!
tur, et semel a Capilulo electi anni siu- tà, mediante il breve Qiieni sibilionorem
gulis confjrtuantur, alque etiam Acoly- presso il Bull, cit., p. 3g: Iiidultuni per
tlios; hos tamen cumulative cuoi antì- peluuni gerendi roccheltuni et mozzai
quiore ex Canonicis residentibus, necnoa tam nigri coloris^in choro, in processit
et seniore defauiilia Contarena ex insli- nibus, et in oninibu<! publicis ccclesiasti
tutione Antonii Contareni Patriarchae cis fitnctionibus, prò civilatis f^enetia
fundalorishujusmodi Acolytljornin. Eli- rum riebanis. Così Pio VII onorò il cU
git quoque aliosia Canonicos de ninnerò ro secolare e regolare di Venezia, anzi a
Plebanorum Ecclesiarum Colli^giatarum le monache di s. Croce del 3.° ordine di

insignium liuius civilalis ex privilegio A- s. Chiara col breve Vesler exiguus nu-
lexandri VI, qui festis solemnioribusin- tnerus, de*2i novembrei 800, Bnll.cìì.,
servìuntpraesenlia suaornalusEcclesiae, p. 80: Facultas monialibus monnslcrii
gaudentque specialibus praerogativis". s. Crucis Fenetiarwn recitandl malnti-

Marra l'ab. Cappelletti, che Pio VII elet- nuin et laudes post solis occasum dici
to in Venezia, giunto in Roma, volle at- antecedentis non jcjunandi quotidie
,

testare la sua riconoscenza al clero vene- tempore ach'entus, dormiendiqne in cel-


Io, concedendo col breve Adccleras lati' lis seorsim. Di altre ditnostrazioni del
dcs, de'6 setlendjiei8oo,che riporta, al paterno amore di Fio VII per Venezia, a
capitolo de'canonici della basilica metro- suo luogo ne parlerò. Ora mi occorre tor-

politana^ che sino allora non avevano al- nare al capitolo di s. Pietro. Piacconta
tro distintivo corale se non la sola almu- Pah. Cappelletti , che il patriarca Gam-
zia ossia zanfarda, 1' uso del rocchetto e boni, nella suddetta traslazione di quella
della iBozzetta paonazza, e d' una croce cattedra nella basilica Marciana, con fu-
pettorale coH'eUlgie de'ss, Pietro e Paolo sione de'due capitoli, invece di far sanzio-
Apostoli, una per parte, appesa ad un nare dalla s. Sede l'innovazione essenzia-
cordone di seta nera; a'mansionari poi, o le del decreto vicereale, si die' piuttosto
sotto-canonici, accordò 1'
uso dell' almu- premura di favorire il nuovo corpo cano-
zia foderata di pelli. Le quali insegne, tul- nicale, mentre quello di s. Pietro non a-
li potessero usare in coro, in capitolo, nel- vea potuto indossare giammai l' inse-
le processioni e altre ecclesiastiche fun- gne accordate da Pio VII, per negarne
zioni, sì nella cattedrale e sì per tutta la sempre il permesso la civile podestà, mas-
]iatriarcale diocesi diVenezia. Inoltrefarò sime l'uso della croce pettorale. Laonde
qui menzione, che Pio VI I già e per io sles- avendo egli supplicalo Pio VII per le se-
V EN VE N ?.()9

guentìj ol tenne il breve lìnmnnonim Pon- canonici, che sono cappellani corali, por-
(iftcHW, degli 8 marzo So8, Bull. I lìoni. tano sulla colta la raozzetta dì seta ne-
coiit.y f. i3, p. CiSH: Cniicessio ìiovoritni ra. I 6 prebendati, 3 diaconi e 3 suddia-
inxigniiini ve^lìum prò vnnnnicìs et man- coni, che servono alle sagre uffizialuie,
sionarii seti sìihcanonici Ecclesiae Pa- e gli altri sacerdoti addetti a queste, go-
trìarihctlis Vendi a ni ni. I^erlnnlo con dono A maggior chia-
l'uso dell'almuzia.
esso Papa accordò a' canonici l'uso dei-
il rezza, con Io Stalo personale del Cle-
la cappa magna i'iolaceam hyemolileni' ro, ripeterò quello presente del Rm.° Ca-
fiore Clini pellihiis armelUnis alì>is sii- pitolo della chiesa Cattedrale di s. Mar-
jìra rocchelfum aestivo vero tempore ,
co Evangelista. Duedignilà capitolari col
cottani snpra ipsuni rocche tinnì j ed a' tìtolo di monsignore: canonici arcidia-i

mansionari o soUo-caiionici, ro<r/ief/»H£ cono e arciprete. Dodici canonici col ti-


pariter in hyeme, et cappani magnani tolo di monsignore, de'quali ili." è deca-
siniilem ciini pellibits arniellinis cinera- no, e fra di essi vi sono il prefetto del co-
cci (amen coloris, nestaie- vero cotlani ro, il penitenziere e sindaco capitolare, il

ditmtaxat sìne cappa hiijusnwdi et roc- commissario patriarcale per la sor.veglian-

chetto, la semplice colla. Finalmente Gre za degli studi, il prefetto della sagrestia,
gorio XVI, alTellnosissimo per Venezia il teologo, l'appuntatore. Dieci canonici
e pe'veneziani, per quanto dovrò in p'ìi onorari, compresi il cancelliere capito-
luoghi raccontare, col breve apostolico lare e il nunzio capitolare. Venti cap-
jE"-/ hoc in more positum , de' 7 luglio pellani corali con residenza: i primi 6 so-
i832, presso l'ab. Cappellelli, onoiò le no presbiteri, co'gradi di i .° e 2.° decano,
due dignità dell'uso delie vesti (\\ prela- i." e 2." anziano, i.° e 2." juniore: indi 3
ti duuieslici del Papa, in tulle l'ecclesia- diaconi, ili." colla qualifica di anziano :

stiche funzioni , e dell' istrouiento della 3 suddiaconi, ili-" colla qualifica di an-
1 U'j^ia o pnlniatoria, nella celebrazione ziano: 4 accoli'i per ordine numerico: il
de'solenni riti, lauto nella chiesa luetro- ceremoniere patriarcale, il ceremoniere
polilana, quanto nell'altre della patriar- capitolare, il i.° capo del coro, il 2.° capo
cale di()ce>i; ed agli altri canonici, l'uso del coro, ambedue membri dell'i, r. cap-
della niozzella di seta paonazza sopra la j)ella musicale. Vi sono inoltre 3 alunni.
cotta e il rocchetto. M'istruisce il lodato Quattro cappellani corali di titolo pre-
patrio scrittore ecclesiastico': che gli odier- sbiterale e onorari,uno de' quali è sagri-
nicanonicidel privilegio della cappa ma- sta primario. La parrocchia è nel sestie-
glia ignari, cou)inciarono ad usarla nel re medesimo di s. Marco, con 4377 ani-
1848 (for.''e il conobbero dopo la pub- me. E prin?a decania e decanato patriar-
blicazione del citato 1. 1 3 del Bull. Rom. cale di padronato regio; ed il capitolo ne
coni., che fu nel 1847), e quindi implo- ha la parrocchialità abituale. Il canoni-
rarono e ottennero la sanatoria dal re- co arciprete n'è il decano. Vi sono due
gnante Papa Pio IX nel i85o; e che l'ar- cooperatori pel circondario di s. Giulia-
ciprete smo dal 1620 è anche il peniten- no e due per quello di s. Moisè: il sagri-
ziere, noti essendo ancora stata canoni- sta primario e il secondo sagrista, il con-
camente creila tale speciale prebenda. fessore e il predicatore ed il chierico.
;

Quando le due dignità non indossano la Compongono la cappella musicale un


cappa magna cioè secondo le stagioni,
, maestro primario, due organisti, 23 can-
as>uuionu l'abito prelatizio paonazzo, e tori e 27 suonatori. La chiesa di s. Moisè
siccome allora gli altri cnnonicì sul roc- è succursale, di cui nel § Vili, n.i5, col
chello e la cotta adoperano la mozzel- vicario: quelle di s. Giuliano edis. Gallo
ta pauuuzza, cosi i uiuosiuuaii o sollo- sono oralorii sagraoieuiali, co' loro retl«-
3oo V E N V E N
ri, parlo della i." nel § VIH, n. 9.0, ilclla gelisla. dal doge Giustiniano Partecipa-
2.'iiel§X,n. 5. Lecl)ie.sepnrioccl»iali sog- zio, il quale come a cappella del doge e al
gette alia clecaiiìa sono s. Luca Evange- palazzo ducale contigua, vi stabilì dc'sa-

lista, s. Stefano proloniarlire, ss. Salva- gri ministri e de'cantori per lodarvi il Si-
tore, s. Maria del Giglio detta Zobenigo, gnore; e questa fu la primitiva origine
descritte nell'anzidetto § Vili, a' n. 24» dell'uniziatura ecclesiastica della Marcia-
28, i6; quanto a s. Stefano però nel § na basilica. Nel seguente 829 divenuto
X, n. 7.5. Il seminario patriarcale princi- doge Giov;)nni Partecipazio l'ratello del
piato presso s. Gereniia, indi irasfeiilo a precedente ne condusse a termine il
,

s. Cipriano di Minano, poi nel priorato grandioso edifizio, ove istituì il primice-
de'Tentonici, ove fu eretta la chiesa di s. rio, ed i cappellani per la celebrazionede-
Maria della Salute, nel sestiere di Dorso- gli nflizi divini diurni e nntlnrni. Avver-
duro, trasferito di nuovo nell'isola di Mu- te l'ab. Cappelletti, che i ministri e canto-
rano nel monastero di s. Cipriano, di cui ri istituiti dal tioge Giustiniano, propria-
il patriarca è abbalecommendatario per- mente non lo erano per la chiesii di s.
petuo; per nuovamente ripristi-
itlliino, Marco, ma per la cappella ducale, ch'era
nalo nel 18 18 ove si trova presso s. Maria allora in palazzo, la quale già esisteva nel-
della Salute, fiorisce abbellito per cura del 18 9, come si ha da un diploma di tale
I

henemeriloedotlocan.GiannanlonioMo- anno di Angelo e Giustiniano Partecipa-


sellini, con istudio filosofico e teologico, e zio dogi, di donazione all'abbate di s. Ser-
liiblioteca. Dell'istituzione e sue vicende, volo dell'isola del monaslerodi s,llari(),ri-

dell'edifizioclie occup3,e della detta cliie- |)ortato sacra a p. 190; ed in


ì\e\\' Italia i

sa, a' loro luoghi ne ragionerò, princi- cui si Qnemprn'ilcgii tcxtuin .scrihe-
dice:
palmente nel § X, n. 28 e 65 degli ordi- repraeciin/ntis Dimilrìnm Tribunuin no-
ni religiosi, perchè l'oratorio de'Tentoni- tarìuni no.^trae CapcUae Priiniceriuin,
ci della ss. Trinità serve al seminario di ubi et inaiiìhiis nostri.'! subscriptu.'! con-
oratorio, e la chiesa già de'Sontaschi di s. fi rinavinius. in quell'anno non essendo
Maria della Salute è dal medesimo uIFi- stala cominciata la fabbrica della basili-
ziata. Ivi pure dirò del suo stato pre- ca, e non pervenuto ancora il corpo del
sente. s, E vangelista, il primicerio DemetrioTri-

2. Detto dell'antico capitolo di s.l'ielro buno o Tron, apparteneva alla cappella


e dell'odierno di s. Marco, e delle insegne ducale esistente in palazzo donde poi fu ;

loro accordate, conviene dare un cenno trasferito col suo clero nella nuova ba-
ulteriore dell'antico della cappella duca- silica, ed ebbe in seguito suoi successori. i

le di s. Marco, ossia della basìlica |)riina Sino al i25o, questo primicerio non era
che divenisse cattedrale, e del suo digni- che il primario cappellano del doge, ca-
tario il primicerio, la serie de'qiiali trovo po degli altri che ivi uHìziavano ma in :

lieU'Ughelli a p. 1 829 del citalo l. 5: Pri- detto anno essendo stalo preso Alberico

micerii .y. Marcì, cominciata, auenenlata fratello del famoso Ezzelino da Romano,
e continuata sino 17 18 dal Coleti; itel
al per allegrezza di questa vittoria il doge
Corner a p. 198 e seg., sino a della epo- iMorosini interessò cardinali, venuti al-
i

ca; e nell'ab. Cappelletti, con l'aggiunta lora a Venezia per domandar aiuto alla
degli ultimi due e perciò sino ali 8 io, e repubblica ad ottenere dal Papa Inno-
,

maggiori notizie. Neir828 recato in Ve- cenzo IV il privilegio, che la basilica e il


nezia il corpo di s. Marco, nel luogo do- clero ducale fossero immuni dalla giuris-
ve Narsete avea edificato la chiesa di s. dizione del patriarca di Grado e del ve-
Teodoro, fu costruita la chiesa a onore scovo di Castello; e detto Papa vi accon-
di Dio e sollo l'iuvucazioue del s. Evau- sentì ucl I 2 5 1 colla bolla Consueti t,}^vQiiO
V E ^ V E N 3o i

rUL;lie!li, p. I 33o,concedeiu1o inoltre al clesiaslici per le medesime, in qnibus uii-

liniDtcerio pei" privilegio l'uso tiella ini- clio sacra adhibenda non sit, di conferi-

lia,(iell'aiielloe delbacoio pastorale. Nel re lai.^ tonsura clericale; e vi aggiunse i

ijoql^apa Alessantiro V, benché elelto privilegi, di conferire anche i 4oi'dini mi-


contro il veneto Gregorio XlI.colleS bol- nori a chierici di sua chiesa, non che di

le Exponit, Iiijunclum, Inter sìn{;itlas, conceder loro le lettere dimissorie per la


loco citalo, p.i 33i,vi aggiunse iprivilegi promozione agli ordini maggiori, e di ap-
<!' usare il roccbetto nella sua chiesa e provare i confessori per le chiese sogget-
Inori , di concedere l' indulgenza di 4^ te alia sua giuristlizione. L' elezione del

"ioiiii a'fedeli d'ambo i sessi nelle feste primicerio della chiesa e cappella duca-
D
solenni, e di conferire la i.' tonsura, se le di s. Marco apparteneva a' cappella-
ornati della tlignilà sacerdotale. Il suc- ni; il doge la confermava e ne dava l'in-

cessore Giovanni XXI II, parimenti elet- vestitura, col solito anello , con formola
to contro Gregorio XII, nel i4i < colla in cui si chiamava: IVos patroniis et fe-

bollii Ditni darà, egualmente presso l'U- rus gubernator Ecclesiae et Capellae
ghelli,p. 1 332, ad istanza del doge con- ìiostrae s. Marci investimus vos de Fri-
cesse al primicerio, di compartire la so- miceriatu etc. Il celebre e dotto veneto
lenne benedizione etiant fine pontificali- Apostolo Zeno, in unione del prete Giara-
super popnhitn, duniniodo in benedi'
l>ns- battista Leonarduzzi, raccolse e ordinò la

ctìonis hujiismodi datione aliquis legn- serie e successione, non solo de' vescovi e
tus s. Sedis, seu Episcopo-:^ vel Snpcrior patriarchi veneti, ma ancora de' primi-
praesensnonexisfaf.Mavùao V nel 1 427 ceri di s. Marco, ed anche de'pievani d'o-
colla bolla In cnùnenùs. loco citato p. ,
gni parrocchia di Venezia. Aveva il pri-

i333 a petizione del doge accordò a'


,
micerio. la sua cancelleria, il suo vicario
cappellani tli s. Marco l'uso dell'almuzia e quant'allro può avere ogni prelato di
canonicale di pelle. Clemente Vili nel giurisdizione Nullius dioecesisj e l'eser-
I596 col breve Decet Roinanutn Ponti- citava su alcune chiese in Venezia, le qua-
fictni, de'7 novendjre, Bull. Ro/n. t. 5, li dipendevano da lui. Nella basilica di s.

psM", 2 , p. i36: Primicerio ColU'giatae Marco avea il pri(nicerio soggetto tutto


Ecclesiae s. tifarci Eenetiarum, ah Or- il clero che 1' uUìziava , il quale si com-
diiiarii j'nrisdicliotie exetnpta, Sedis A- poneva di 2 cappellani ducali, che a po-
1

postolicae immediate suhjecta ; conce' co a poco presero il titolo di canonici, 6


dilur fncultas titendi Mytra et Bacillo, sotto-canonici, 4^ sacerdoti destinati a di-
priniam Tonsurani eideni Ecclesiae in- XVII,
versi uffizi,e vari chierici. Nel secolo
scrvìentibiis coiiferre potes, henedicendi a tempo deirUghelIi, canonici erano 24i i

pnramenta et ornamenta ecclesiastica^ molti i mansionari, oltre i chierici del se-


prò listi prae.dictacEcclesiac,et aliis Ec- minario Gregoriano, il quale allora con-
clesiis illis suhjectisj necnon Benedictio- teneva 24 Il fapa Sisto IV, ad
alunni.
ncni supra poptdum impendcndiy quan- istanza del doge Trou, con diploma de-
do aliquis S. H. E. Cardinalis legatus, gli 8 ottobre 1^7^, unì alla basilica du-

\'el JVuncius, aut alius Praclatns supe- cale le rendite del monastero de'ss. Fe-
lior ibi praesens non sit. Il veneto Ales- lice e Fortunato dell'isola d'Ammiaaa,

sandro Vili nel 1689 col breve Ad Apo- insieme alla giurisdizione della chiesa e
stolicae, riportato dal Coleti a p. i333 contiguo monastero de'ss. Filippo e Gia-

dell' Italia sacra, confermò al prelato como di Venezia; e quest' ultimo mona-
primicerio l'uso dell' insegne pontificali, stero con pubblico decreto fu assegnato
di dare la benedizione nelle sue chiese, per abitazione al primicerio di s. Marco,
di benedire i paramenti e oruamenli ec- come narra il Curuer; muuasleroechie-
3o2 VEN YEN
sa che tlescii vero verso il fine di questo §. zione della basilica Marciana, qual capo
Avendo poi piociualoii della chiesa di
i de'cappellani che uthziavano nel |)alazzo
s.Marco delein)irialo d' istituire un col- la cappella ducale. Egli perciò non fu il

legio per educazione de'chieiici dedicali 1.° primicerio della basilica non ancora
al servizio della ducale basilica, persua- edificata, e forse viveva quanilo se ne
sero il senato d'impetrare dal Papa Gre- piantarono le fondamenta. Il 2.° fu Stau'
gorio XIII in aiuto d'un'opera tanto lo- razio, monaco e custode della chiesa di
devole, alcuni henefizii ecclesiastici, che Alessandria. laiperocchè approdati in tal
fossero per vacare nel dou)inio Veneto. città Kustico di Torcello e buono di Ma-
Gregorio XI II accogliendo le premure del lamocco tribuni colle loro mercanzie,
,

senato, con indulto apostolico de'aS apri- trovarono greci Staurazio monaco e
i

le iSyq concesse che la chiesa de' ss. Fi- Teodoro prete custodi di quelli chiesa
,

lip[)0 e Giacomo fosse separata perpe- dis. Marco e delle reliquie ili lui assai ,

tuamente dalla basilica di s. Marco, ad dolenti perchè il soldano de' saraceni di


CiFetto che nel contiguo monastero fosse Egitto voleva atterrarne la chiesa ,e al-
fondalo un seminario, il cui principio e trove portarne i marmi preziosi, onde con
col suo nome di Gregoriano lo ripeteva essi e con quelli dell' altre chiese de'cri-
dal 1577, a cui assegnò in tanti btnefizii stiani fabbricarsi un palazzo presso di Da-
semplici 1000 ducati d'oro di rendita, bilonia. I tribuni, avuta di loro pietà, per-
Quivi dunque furono introdotti i chieri- suaselo i custodi a salvarsi nell'isole ve-
ci neli5iSi. Ma conosciutasi dal senato neziane ,
portando con essi le sagre spo-
essere cosa irregolare, che il primicerio, glie, e a questo oggetto offrirono loro i

dignità ragguardevole e primaria nella navigli, promettendo onori e generose ri-


cappella ducale, avesse perciò perduta la compense. Inorridirono due custodi a i

sua abitazione, e andasse vagando in ca- tali proposizioni, anche per timore d'es-

se lonlane e incomode , senza ferma re- ser uccisi du'crisliani. Nondimeno per le

sidenza, ordinò con decreto de' 12 luglio persuadenti ragioni de'lribuni, l'olferta fu

109 I, che per comodo del seminario du- accettalo, deludendo la vigilanza de' cri-
cale fosse assegnata la casa contigua al- stiani,cou sostituirvi il corpo di s.Claudiij
l'ospedale di Gesù Cristo a Castello, e la quindi collocato il s. Corpo dell'Evange-
casa de' ss. Filippo e Giacomo fosse re- lista inuna cesta coperta d'erba e di car-
stituita per abitazione de'primiceri. Nel- ne porcina, abbominata da'sarnceni, que-
lo stessoSpi fu adidata la dilezione del
1 sti non si curarono di conoscerne il con-

seminario a'chierici regolari somaschi, in tenuto. E fatta vela, dopo fiera burra-
uno alla custodia e ufiìzialura della chie- sca, entiarouo i vascelli nel porto d'Oli-
sa dell' ospedale, colla condizione di do- volo neirSaSj e le preziose reliquie, fra
ver somministrare i sagramenliiigl'uder- il comune e religioso entusiasmo de' ve-
mi dello stesso spedale. I somaschi eser- neziani, depositarono nella cappella du-
citarono con lode la direzione del semi* cale eretta a lato del nuovo palazzo , e
Dario ducale, e con ispiriluale e tempo- quindi per decorosamente custodirle e
rale vantaggio de' chierici , egualmente venerarle, si gettarono le foiulamenta
ben istruiti e nelle scienze e nella pietà. dello stupendo e meraviglioso tempio. I

E siccome parlerò di loro nel § X, n. 65, i\ue sacerdoti furono indi premiati con
degli ordini religiosi, ivi dirò pure del lo- ricchi doni, e Staurazio nello stesso aiuK
cale del seminario. Ili.° primicerio che fu nominato fra i primi ministri dell?
«i conosca è il sunnominato Denteino chiesa ducale, al dire del conte Manin,
Tribuno o Troll dell'S 9, anzi pare il i ° 1
primicerio, come quello che in Alessan-iJ
ad esservi stalo stabilito, prima dell'ere- dria era stalo il custotle del s. Corpo, ejj
VEN VEN 3o3
Bvea Bcconsenlilo pel suo trasporto a Ve- primicerio nel 1287, stabiPi le regole per
nezia. Il Corner Io chinina i." custode ile' celebrare i divini ullìzi nella basilica; nel
uutiis(ri della cappella ducale. 3. Gio- 1 2c)o con Bernardo vescovo di Padova e

vanni f, prete nel 982 sottoscrisse la car- l'abbate di Pomposa pronunziò sentenza
ta di donazione a'benedetlini dell'isola e in favore diFilippo vescovo diTrento con-
chiesa di s. G ioryio, del tribuno Memmo, tro il conte del Tirolo, e nelisgi diven-
nella qiiaie si cpialificò: Piirniceriiiseccle- ne vescovo di Castello. 16. Bartolomeo I
B. alarci Evangelistae. 4. Nel i o38
sìtte Quirini ,
gli successe prima nel primice-
Capuano, ^ve\e i primicerio, qual notaio riato e poi nel vescovato, i 7. Marco Pa-
compì una carta di commutazione tra radisi, eletto nel 1293. 18. Matteo P^e-
Giovanni Marzano pievano di s. Moisè,e 1298 per delegazione di
nier veneto, nel
Maria vedova di Giovanni Monetario. 5. Bonifacio Vili destinò a diversi mona- ,

Giovanni II, diacono e primicerio, sotto- steri gli espulsi frati col loro priore del
scrisse nel 107 al documento di dona-
I monastero delle Vergini, nel 3o sciolse i 1

zione della chiesa di s. Archidano di Co- le monache di s. Lorenzo dalla scomuni-


stantinopoli, fatta dal doge Falier a Gio- ca del vescovo di Castello, e fece ordina-
vanni Gradeuìgo patriarca Grado. 6. di re il ceremoniale per la chiesa di s. Marco.
lìonoaldo, neh \5i sottoscrisse una sen- 19. Costantino Loredan, nel i 328 enello
tenza a favore del pievano di s. Maria di stesso tempo canonico di Castello e pieva-
Murano diocesi di Torcello, ed interven- no della chiesa parrocchiale di s. Leone,in-
ne al concilio provinciale convocato dal di nel 3 3 si compose col pievano e col
I 1

patriarca di Grado Dandolo, y. Benc- capitolo di s Geminiano circa la divisione


tk'lto Falier veneto, nel 1 i8o eletto pri- delle decime,colla mediazione del vescovo
micerio , diventò patriarca gradese nel di Castello Angelo Dolfin fitto vescovo :

1 20 1 . 8. Siniione I Andrado, di cui tro- di Città Nova, nel 343, non potè aver la i

vasi memoria nel i2o5 nel catalogo de' pontifìcia conferma. 20. Giovanni If^
benefattori del monastero de'benedetlini Boniolo o Bagnolo dottore in legge, è me*
di l'adoIiroueoPolirone nel Mantovano. inoralo in una lettera ducale del 347 '"^* 1

9. Lorenzo y/e/^o/o, è ricordato in un do- lati va all'udìziatura della basilica di s.

cumento dell' archivio di s. Salvatore di Marco mantenimento del suo clero.


e al
Venezia del 1207.10. Andrea Canal ve- 2 i. Giovanni F Loredan veneto, non es-
neto, eletto nel 120H. i i. Giovanni III sendo ancor prete fu eletto primicerio da'
Andrado^AA 20Q. i.LeonardoQuirini 1 i canonici di s. Marco
nel i354, a'quali se-
veneto, del 1 229 e patriarca di Grado nel condo la consuetudine ne spettava l'elezio-
1238. i3. Jacopo Bellt'ngo veneto, cap- ne, e confermalo dal doge Andrea Dando-
pellano o canonico di s. Marco, indi pie- lo; fu ad un tempo slesso canonico di Ca-

vano di s. Dartolocneo, e primicerio nel stel lo,al cui vescovato promosso nel 390, 1

I25i ,anno in cui pel ° ottenne le men- 1 pochi giorni dopo passò all' altro di Ca-
zionate insegne vescovili e I' uso de'pon- podistri.i. 22. Francesco I Bembo, ca-

tificali. Correr nobile vene-


14. Pietro 1 nonico di Modone e delia basilica ducale,
to, primicerio neli274> si trovò presen- fu eletto du'cauonici primicerio a'a i giù-
te nel 1281 all'alio del vescovo di Ca- gno 1390, sotto il cui governo fu ridot-
stello Bartolomeo Qtiirini col quale sta- , to il numero de' cappellani ducali o ca-
bilì priore dell'ospedale di s. Lazzaro il nonici, a 26; e nel 40 divenne vesco- 1 i

prete Antonio. 1 5. Simone II Moro, dopo vo di Castello. 23. Giovanni FI Lore-


aver governato successivamente le chiese dan veneto, gli successe per elezione de'
parrocchali de'ss. Gervasio e Protasio, di canonici, ed era canonico di Castello. De-
s. Barnaba e di s. Pautaleone , fu crealo sideroso di salvar la vita ad uà reo di
7 ^

3o4 V E N VEiX
iiioiie, essendo anche nolaro, stipulò con dire di Novaes nel 1477, ne! preci'denle
mal regolala iiiiseiicordia, nel 1407, una essendo divenuto arcivescovo di Spala-
carta di giuramento falso; onde per sen- tro; fu poi abbate di Lena e vescovo di
tenza del consiglio de' dieci, quale sper- Padova. 29. Nicolo li Fendramiii ve-
giuro, fu spogliato dal doge Steno delia neto, nipote del doge Andrea, eletto nel
dignità piiiuiceriale, e condannato a' «477 e morto dopo un anno. 3o. Pietro
settembre a perpetuo esilio. 24. Barto- HI Dandolo veneto, dottissimo, proto-
lomeo II de Ricoi'rati veneto, pievano notarlo apostolico ed abbate del mona-
de'ss. Simone e Giuda, priore dell'ospe- stero di Uosazzo nel Friuli: accettò il pri-
dale di s. Marco e canonico della basi- neh 5oi pas-
niicerialoducale nel 1478, e
lica Marciana, a* 10 ili detto aiese da'ca- sò a vescovo di Vicenza. 3i. Girolamo
unnici fu eletto primicerio: a lui e succes- I Barbarigo veneto, canonico di Padova
sori Alessandro V e Giovanni XXIII e protonotario apostolico, gli successe nel
concessero i riferiti privilegi. Fu egli che detto i5oi, poscia Paolo III l'annoverò
neir atrio della basilica di s. Marco, ver- tra'suoi camerieri. Sotto governo il di lui

so r attuai porta che mette all' altare avendo Vergine concesso ahiuante
la B.
della Madonna, costrusse per sé e per grazie miracolose a mezzo d'una sua ss.
i suoi successori il sepolcro, che tutta- Immagine, ch'era nel portico o atrio del-
via esiste. 2 5. Nicolo I dal Corso, già la chie*a ducale, tale simulacro fu d'or-
successivamente pievano di s. Eufemia dine pubblico trasportato nell'antica cap-
e di s. Barnaba, notaio e cancelliere du- pelia di s. Teodoro, ove poi si radunò

cale, fu eletto primicerio nel i4t7,e in- l'onì'zio della s. Inquisizione. Morto nel
di ottenne nel i^'ì.Z dal doge Foscari i54t>, nello stesso gli fu sostituito il se-

qualche aumento in sussìdio alle scarse guente. 32. Francesco II Qtiirini vene-
rendile di sua dignità. Morì neli446-2^' to, e terminò di vivere nel 1 563. 33. Alvi-'

Polidoro Foscari, eletto nel 1 425», sotto se Io Lodovico Diedo veneto, eletto iu ta-

di lui Martino V decorò i 26 capellaid le anno; fini sua vita nel 6o3, e fu sepol-
1

capellaes, 71ia/c/ dell'almuzie zanfar- to nella chiesa del monastero di s. Ma-


de^coroe i chiamano le pelli di
veneziani ria delle Grazie dell' isola omonima. A
vai. Indi nel 1437 fu promosso al vescova- lui ed ai suoi successori, il Pontefice Cle-
to di Bergamo. 27. iJi/c/iet'e Marioni pro- tnente Vili, confermò, con bolla de' 7
babilmente gli successe, essendo nomina- novembre 1596, lutti i privilegi concessi

to Ti I settembre 14^2 da un islromen- dai precedenti Pontefici a'di lui antecesso-


to dell'archivio del clero delle 9 congre- ri. 34. Gioì' tt/^/zi f'II Tiepolo veneto, gli

gazioni di Venezia. iS. Pietro II Foscari successe a'27 dicembre, nel giorno stesso
veneto, già abbate de'ss.Cosma e Damia- di sua morie, al cui tempo si scuopri-
no della diocesi di Zara, e visitatore apo- rotio le ss. Pieliquie, di cui e del Trat-
stolico della stessa chiesa col vescovo di tato che pubblicò parlai più sopra. Nel
Traù JacopoTurlono, era primicerio do- 16 9 fu elevalo al patrio patriarcato. 35.
1

po il settembre 1452. A suo tempo e nel Marc' Antonio Corner veneto, in dello
1 47 pfei' decreto del maggior consiglio fu
• anno gli fu surrogato, indi neh 632 ve-
stabilito che i primiceri della basilica du- scovo di Padova, in luogo del cardinal
cale dovessero sempre esser nobili. Notai Federico,suo fratello,eIetlo patriarca. 36.
nella sua biografìa, che il concittadino Benedetto Erizzo veneto, nipote del do-
Paolo 11 l'avea crealo cardinale, riser- ge Francesco, e abbate di s. Crisogono àm
vandoloin petto,iudi pubblicato con nuo- Zara, neh 633 divenne primicerio, mo|
va creazione dal successore Sisto IV nel rendo a'i5 novembre i655. 37. Girai
147^» come. vuole Cardella, meglio al latiio II Doljin, nel detto giorno otleui
VE N YEN 3o5
ne il priiriicerialo, a cui poi rinunziò a' .vr^ri veneto, giìi canonico di Padova, gli

23 agostoi663. Ritiralosi a Padova, nel successe in dello anno e prese possesso


1691 ebbe toini>a nella chiesa di s. Mi- della prelatuia a'21 aprile del seguenle,
elicle suo padronato, con iscrizione rife- efu l'nllinio primicerio. Uarjpoichènon ne
lita dall'ab. Cappel!elli.38. Danieli'. Gin- furono eletti altri quando morì a' 1 8 gen-
.v/////V/«/ veneto due giorni dopo la ri-
,
naioiS io, tumulalo nella louvba genlili-

nuiizia del predecessore ne occupò la di- zia di s. Sitìieone apostolo, a motivo della
gnità, che lasciò nel seguenle 1664 pel surriferita traslazione dalla cattedrale di
vescovato di Bergamo. 3q. Giamballista s. Pietro alla basilica di s. .Marco della se-
4SV?//f(r/o veneto, gli successe tosto ma con de patriarcale, e del capitolo franimi*
dispensa, non e^scndo pervenuloall'elà di schialo con quello de'cappellani o cano-
25 anni voluta ne' primiceri dal decre- nici ducali; quando cioè lutto opeiò ar-

to delmaggior consiglio ile* 2 maggio 1 bitrariamente il patiiarca Gamboni, nel


1478. Indi promosso a vescovo di Tre- cambiare la condizione di Niillius dioe-
viso neh 684- ^o. Giovanni Ba- FUI cesis alla basilicaMarciana, e se 1' ap-
f/oc/- Z?<7f/H<7r/o veneto, ne fu successo- proprio a basilica patriarcale. La (|ua-
re; nel i688occu[)ò santamente la sede le irregolarità sanò più tardi Pio VII,
jialriarcale, e poi meritò il cardinalato come tlissi più sopra. — Avendo piìi

colla chiesa di Crescia. 4i' ^'<^'/''o/^'^i^"<^- volte nominalo e detto alcune parolo
g/<Y/o veneto, b'glio del procuratore Gio- della chiesa de' ss. Filippo e Giacomo,
vaimi, fu assunto al primiceriato r I I a- denominata pure s. Apollonia, e del
gesto i68q, a cui ed a' successori Ales- contiguo monastero residenza de' pri-
suudio Vili ampliò le narrate prerogati- miceri di s. Marco e del .seminario Gre-
ve. Morì nel 1696. 42. ^A'/.^e //o AoJo- goriiuio, è indispensabile riferiine ini

t'/<o/\(<s-///t dogeCar-
veneto, fratello del cenno col Corner. La chiesa non esisteva
lo, eletto nel 1696, due anni dopo fu de- nel io5, poiché non se ne fa menzione
i

stillato vescovo di Bergamo, che governò dal Dandolo, narrandoli vastissimo in-
santamente, illustre per virtù e miracoli ceiidio che divampò gran parte di Ve-
co' quali Dio fece splenderne la memo- nezia, e le propinque chiese nel sestiere
ria. 43. Gianfranccsco Barbarigo ve- di Castello, Tuttavolta vuole Martinelli
neto, ni[)Ote del b. Gregorio cardinale, che fosse eretta nel qoo; ed il Corner con-
da and)rtsciatorea Luigi XlV redi Fran- gellurò che fosse edificata poco dopo il

eia, fu eletto primicerio nel 1698, e nello disastro o da* monaci del monastero de*
stesso passò a vescovo di Verona, poi di »s. Felice e Fortunato dell' isola d' Am-

lìrescia e cardinale. 44- PidfO f^ Bar- miana, o da pie persone che poi ad essi
harigo veneto, a' 20 novembre dello la donarono.Lsisteva certamente nel 1191)
stesso anno gli successe, e nel I 706 diven- giacché è nominala da Innocenzolll nel
tò patriarca di Venezia. ^^.PincenzoMi- diploma con cui prese sotto la protezione
chicli veneto, a' 23 dicembre dell' anno di s. Pietro il dello monastero co' beni
medesimo gli fu sostituito, e dopo 7 an- dal uìedesìmo [)osseduti,fra'(p.iali ledile^
ni rinunziò la dignità, ritirandosi a vi- se ile'ss. Filippo e Giacomo, edi s. Sco»
la quieta. 46. Giovanni IX Corner ve- laslica nella diocesi di Castello. La chie-
iieto, eletto nel 17 3 governò con pietà la
1 sa dis. Scolastica era stala consumala dal
chiesa ducale, e morì nel 17 18. 47- Pi<i- memorato incendio, e, rifabbricala, si era
Ira IF Dicclo veneto, in lale anno conse- data a'monaci. Intanto progredendo neU
giù il primiceriato; morendo nell'agosto la rovina l'isola d'Ammiana e per l' in-
1787 fu sepolto nella suddella chiesa
, tem[)erie dell'aria, ivi nel 1273 i monaci
dis. Maria delle Grafie. 48. Paolo Fó- eruusi ridotti a 4 olire l'abbate, laonde cii»
3o6 V E .X V EN
ca il fine del secolo XI V o nel principio radunava in alcune stanze del primice-
dcl XV si trasferirono nel monastero dei riato la veneta accademia lelleraiia, iUi-
ss. Filippo e Giacomo, ove peròneii4i9 luila neliSoa dal d/ Giovanni Rossi in
vivea il solo abbate, percliè alcuni uio- unione d'altri letterati, e proseguì fino
iiiici erano restali nell'ijiola, ed ivi stettero all'apertura dell'Ateneo, di cui nel § Vili,
finché divenne vuota d'abilanli. Essendo u. 23, al qiifde verme incorporala. L'uf-
"

]e due chiese uìale udiziate, ad istanza fizio del Uegislro lasciò vacui questi luo-

del doge Tron, Sisto IV nel 1472 "n\ L ghi nel 1826, poiché pel decreto 23 mar-
due monasteri, colle chiese e rendite, alla zo 1 828 dovendosi sgombrare dagli ullizi
ducale basilica di s. Marco, assegnando- pubblici il palazzo ducale, per lasciarlo
i\ questo di Venezia per abitazione al solo ad onore delTarti e delle lettere, fu
primicerio di s. Marco. Dipoi nello sles- assegnato all' i. r. tribunale criminale il

so monastero de'ss. Filippo e Giacomo primiceriato, e varie case annesse acqui-


ne! i^yc) vi fu stabilito il seminario Gre- stateda privati. R.idotto pertanto il luogo
goriano per l'educazione de'chierici ad- ad uso di udizi, con molto decoro, e fat-
detti al servigio della basilica Marciana, to un nuovo ponte colle vicine prigioni
dalla quale GregorioXlll separò la chic- (che potrebbe .chiamarsi il vero ponte de
sa de'ss. Filippo e Giacomo. I chierici vi so.<fpiri), il detto tribunale vi si traspor-

entrarono nel 1 58 1, e solo l'abitarono si- lo nel novembre e dicembre 1828. Nel-
no al 1 59 I, in cui per restituirsi l'abita- l'ingresso alla chiesa di s. Maria del-
zione a' primiceri, d seminario fu trasla- la Salute sono 3 statue esprimenti la lì.

lo a s. Nicolò di Castello. La chiesa era Vergine col divin Figlio, adorato da un


anxninistrata da un rettore nominato dal re e da un paslore,.già esistenti sulla fron-
doge, e le serviva per oratorio e sagre- le della chiesa de'ss. Filippo e Giacomo,
stia quella di s. Scolastica, la quale erale Circa alla chiesetta di s. Scolastica , che
stata incorporata prima del 1268. Si ve- sorgeva poco distante dietro le prigioni.
Iterava in ss. Filippo e Giacomo il ca- prima che il primiceriato f()sse assegnato
pò di s. Giacomo Minore apostolo, secon- al tribunale criminale, ma chiusa, fu poi
do la tradizione, e alcune reliquie di s. demolita e vi si fcn-marono alcune stan-
Filippo apostolo , altro suo litolare; co- ze terrene pel detto tribunale sul cortile
ine pure un dente di s. Apollonia vergi- che guarda le prigioni,
ne e martire, la quale vi avea partico- 3. L'anteriore udìziatura della ba-
iare altare e cullo dal sodalizio omoni- silica di s. Marco, delta rito Palriarchi-
mo, onde la chiesa si denominava cumu- no, dice il Corner, da alcuni falsamen-
Jalivamente anche s. Apollonia. Ebbe di- levenne qualificata essere Alessandrina,
\ersi ristauri e abbellimenti, e mirabile mentre non era che il semplice rito Cre-
erà il chiostro. M' istruisce il cav. Cico- goriano Romano, alla di cui sostanza
glia neirilhislrazionedeir//j.yc/-iz/of2/ del- niente ostavano alcune particolari cere-
la medesima, che pel decreto de' 18 giù- monie ed usi, che nella medesima si
gno 1807 cessò d'essere uffiziata , indi osservavano o per privilegio, o per an-
chiusa e nella I.* quarta parte del nostro lica consuetudine.il dottissimo, bene-
secolo in parte fu ridotta a olTicina di merito e profondo liturgico d. Giovanni
lavoratori di lino. Quanto al monasle- Diclich sacerdote veneto, autore di tutte
ro, ossia al primiceriato, dopo aver ces- quell' opere che si leggono nella sua Ri-
salo d'appartenere ai primiceri per mor- Lliografla Lilurgica sacra, fino dagli
te dell'ulliino, fu assegnato ali ullìzio del inizi di questa mia operami onorò con più
Kegistro e Tasse. Prima però che fosse amorevoli lettere, autorevolmente confor-
del Registro, cioè nel 1809 e seguenti, si laudomi cou benigne parole d' incorag-

I
V E?f V EN 307
gìuineiilo, precipiuiinenle nell;t parie li- la quale, derivala dall' Aquileiese, prò»
turgica tanto a (Il [ila e ìinpurtaiile, e ilo-, venne l'odierna di Venezia; perciò av-
iiuuiloini il Decrttorum s. Riluitin Cori- vertenza intrinseca è quella di doversi
grci^alionix Hierolcxicoii, ilei celebre ve- tener presenti gli articoli Aquileia eGnA'
neto il. Spiridioiie Talli, dolio e virtuoso DO, ma principalmenle Udine. In que-
filippino, da Ini continuato e aumentato, .«lo pertanto dissi, che Agostino vescovo
disposto per ordine alfabetico e arricchi- d'Aquileia del ^O'j, poco dopo fu il i.° a
to di noie, colla vila dello slesso Talìi. cercare un sicuro asilo nell'isola di Gra-
Ma l'ab. Diclich nel i 85o chiuse gli oc- do, da tempo antico quasi sobborgo e por-
chi alla terra per aprirli al cielo, con gra- to marittimo d'Aquileia, presso le lagu-
%'e tlanno dflla scienza liturgica; perdila ne di Marano già sede vescovile, neW A*
che piansi co'cultori della medesima. Fra quae Gradatae, e fu tenuto il i ." fonda-
leopere che trovo registrate nella sua Bi- tore della cillà di Grado. Bensì dipoi il

bliografìa vi sono t|uesle tre. Rito f^e- vescovo Marcelliano stabib la residenza
lido antico, dello Patriarchina, illustra- patriarcale d'Aquileia in Grado, che in
to, Venezia 823, 1 co'lipi di Vincenzo Riz- seguito divenne altra cattedra patriarca-
zi. Indizione esaurita , e se ne dovca fare le distaccala da quella d'Afpiileia. Di più
una con Aggiurde e annotazioni, i\e[-
2.' in Udixe parlai del rito Palriarcìiìno
lo stesso scrittore. Guida sacra, che in- particolare d'Aquileia per le sagre uHl-
dica l'indulgenze parziali e plenarie ziature, dalla quale passò anche a Grado;
perpetue, delle (juali sono arricchì le le e che in conseguenza del decretato da s.
chiese di s, Pietro apostolo^ dis. Fran^ Pio V il quale ordinò a tutte le chiese
,

Cesco da Paola, e di s. Giuseppe di Ca- l'osservanza del solo rito romano, tranne
stello, con apposito trattato intorno alle, quelle che da 200 anni altro ne osserva-
dette indulgenze, e con annotazioni edo- vano, e perciò uno de'superslili fu il Pa-
cunienti, Venezia 1822. Indulgenze ple- iriarchino , allora osservato dalle chiesa
nariee parziali perpetue, delle quali so- dì Aqiiileia, risiedendo il patriarca in U-
no doviziosamente fornite le Cinese del- dine,edi Venezia ;lutlavolla nella 1/ nel
la città e diocesi di T^enezia, con tratta^ 1 596 fu abbandonato, e adottato il rito e

to intorno ad esse indulgenze e con an- , ufiiziatura romana, di che riparlai nel voi.

notazioni e docutnenti, Venezia 1827. In- LXXXII, p. 291 e 292. E siccome l'in-

oltre il eh. ab. Diclich, nel prezioso e da trodolto rito roaiaiio nella chiesa d'A-
tulli acclamalo Dizionario sacro litur^ quileia , in luogo dell'antichissimo Pa-
gico, di cui liberamente in moltissimi ar- triarchino, fu decretato osservarsi di pre-
ticoli grandemente e utilmente mi gio- ferenza nel sinodo provinciale d'Udine di
vai, nel t. 4? ilella 3. edizione, Venezia detto ani-.o, rilevai le limostranze con-
l836, lipogralìa G. D. Dragolin,a p.i4^ trarie che in esso vi f«ce il suit'raganeo
traila del liilo Veneto antico. iNe darò vescovo di Como, con asserire in tutte la
un eslrallo. Prima però debbo fare al- chiese della sua citta e diocesi da antico
cune avvertenze. Siccome Udine fu l'ul- tempo seguirsi il rito Patriarchina , ri-

timo luogo residenziale de' patriarchi formalo nel i585 dal predecessore eoa
ce Àquilcia, di tutto quanto riguarda autorità pontifìcia, e perciò derivarne al-
l'illustre chiesa e patriarcato Aquileiese, le sue chiese il massimo pregiudizio nel-
invecedi quest'ultimo, meglio e dettaglia- l'abolirsi. Ma soltanto un anno gli fu con-
tamente nel I ."de'ricordati articoli ho pre- cesso per eliminarlo dalla sua diocesi, a
ferito ragionarne di proposito, e nuova- quindi per l' uniformità della provincia
menle con qiianlo di pììi im[)ortante ri- ecclesiastica dovere introdurvi il romano,
guarda lu sede patriarcale di Grado, dal- DusiinuiUe ueU'iìrlicoio Uoiise, che del
3o8 V K N VE N
rito Patrìarchìiio esistono preziosi codici fermo; 3." nel seppellire un defunto seco-
mss. ucgli archivi de' vari luoghi, in cui lare, sccutidum ìisìiih Patriarchnlus Vi-
fecero dimora i pastori aquileiesi, parti- »e</rtrri//?. Quanto al nome di rito si leg-

cola» niente nel doviziosissimo di Civida- gè: Eacleni ^'oce ad notare non pracle-
it', ricco di molli Leggendari, Passionari ì'icro tippellatniìiyidc.sl Patrìarchhium^
e altri libri Liturgici, considerevole por- i'elusltii/iRitiini illiint,qiéoGradcnsisPa'
zionede'tesori dei patriarcato d'Aqiiileia; IriarchrdisEcclcsia, pnslnindnni Venc-
possedendoiie una parte anche Udine. la,oUiii nle.balur, ^\i\ \\ iinu\;\\rtfin\.o [>\\x

l'iiprendo il Diclich. Prima dichiara, col solido è il breve apostolico di Calisto III

De Rubcis, che gran parie dell'ecclesia- Ex ingenti, de' 12 dicembre \^'y^, col
slica disciplina formarono sempre i sa- quale soppresse questo rito nella catle-
gri riti; e siccome fu cura de' Padri della drale <li Venezia, ad istanza del patriar-
(.hicsa il custodire inconlandiiali i dogmi ca e de' canonici, non ostante la consue»
tli nostra ss. Pi.eligione, cosi non lo fu me- Indine derivala dalla chiesa Gradense. E'
DO lo &\ii\ì\\\m castissimos rifos, quibus ignoto quando s'nitrodusse in Venezia, e
Diuin inspiritn et veritale colatnus. E lijrse ciò avvenne allorché dopo essere
&oggiunge col cardinal Bona, a misura stata questa chiesa suliraganea d' Aqui-
cUe si mutarono costumi, fu d'uopo al- i leia, lo fu del patriarcato di Grado (ma
tresì variare la sagra liturgia. Altri riti l'ab. Cappelletti riferisce, che la fondazio-
duntpje vi furono in altri tempi, che u- nedel vescovato d'Oli volo, poi di Castello

savansi nella celebrazione de'diviui mi- e indi di V^enezia, fu decretala nel sinodo
bleri. Il rito che si osservava un lecnpo in provinciale col patriarca di Grado; se

Venezia, si appella Paln'arcliiao , come pure non intende il DicIich d'alludere


trovasi qualificato, honoris graiia, de- alla primitiva giurisdizione della Chiesa
nominalo dall'Ughelli trattando nell'//a- Aquileiese stdl'isole delle laguiie,e(l in fai-

Ha sacra, l. 5, p. 2 55, della chiesa di Co- ti dice che ad Aqui leia andò soggetta Vene-
nio, nella quale sino al 1 5c)8 proprio ca' zia, ossiano i luoghi che poi la formarono,
nendi, celcbrandi nenipe divinata LiLur- sin dal 4 1 9). Sembra potersi stabilire, che
filini et sacra pcrsolvendi officia , lìilii questo rito è d'istituzione Aquileiese, ben-
ut vocant honoris grada Palriarchino, che si chiatni Gradense. Infatti il iMera-
fjncìnposlea Clan. FIlIsustiditRonia- ti chiamala messa Patriarchina, //?(?.?.?«

//o m^Ht7o eie. Questo rito per la sua -^y«/7f/V?.yej-ed ilLeCnm, invila gl'italia-
anlichità venerando, si rende perciò de- ni eruditi a rinvenire il messale Patriar-
gno d'essere con onore ricordato. Molti chino, denominato: Ordo Missarwn fu-
conobbero
eruditi lo e conoscono, nondi- xla rilnuni Jquilejensis Ecclesiae, ed a
meno noti poterono njai nulla di solido spedirloa Parigi, onde, tradotto in italia-

fclabilire, per la lontananza de'tempi, che no, non ^i perdesse la memoria di que'di-

nascoseo léce perire tulli que'documenti, vini ullìzi che s. Paolino e altri santi ve-

kui quali si avrebbe potuto appoggiare la scovi A(|uileiesi d'una più remota età, e
aerili». L' origine di tal rito, stabilisce il specialmente s, Valeriano e s. Cromazio
dotto De Piubeis, Devctiislis Rilibus Fo- celebrarono. Che vi fosse poi in Grado
lojnl. Provinciae che si deve ipetere , 1 questo rito meilesinto, è facile il dedurlo,
dalla diocesi di Grado, e ne reca perdo- poiché il clero di questa iliocesi in origine

ctunenlo il Sacerdotale, libro formalo era Acpiileiese. Marcelliano vescovo di A-


da fr. Alberto Castellano domenicano, e quileia fu il i.° che trasportò la sua sede in
stampato in Venezia i\iA\5Z'j, dove Irò- Grado verso il
489 e col suo clero, laonde
lasi il rito da osservarsi: i.° nel ballez- con l'osservanza del rito ancora. E benché
Sia» e un fanciullo; 1," Dell'ungere uo in- la sede pauiarcale ritornò poi inAquileia e
,

YEN YEN 309


in nidi loOj^hi, donde ne derivarono due chiesa un Graduale col canto Gregoria-
diocesi paliiarcali, per rimunervi in da- no (oltre ad alcuni altri libri liturgici dal
do altra sede, è vei'0si(nile che i pielali tempo distrutti, de'quali fa menzione it
graclensi non facessero alcuna mutazione Gallicciolli), in cui nella messa di s. Maria
dei l'ilo. Nondimeno il De Unbeis in ciò r inno Angelico vi si leggeva eguale al-
si mostra provando che un
ilidjbioso; e l'aquileiese. Equi l'ab. Diclich comincia
tal lilo era Gregoriano ossia Gelasiano, a riportare i due testi aquileiese e vene-
corrello da Papas. GiegorioI uaìS.igra- to, principiando collo stesso inno. Olire
menttirio (f^.), dice che lo scisma insorto di si l)a l'Estrema imzione, la quale
che
acai^ionede'T're Capitoli [f'.), separògli sebbene si ù\ca,seciindum iisuni Patriar-
aqnilciesi da'Papi, ossia che la loro Chie- chalwi f'eneliarum, tuttavia nella forma
sa si divise in due capi , uno scismatico è aquileiese, come può vedersi ne'due le-
cioè d'A(|uiIeia, e l'altro ortodosso nell'i- sti riprodotti. Null.i intende dire del Dal-
sola di Grailo, e che accettalo avranno tesinio, poiché non è di rito veneto , né
forse i cattolici il rito Gregoriano, e nel a(|uileiese, ma romano antico, essendo
Gelasiano di Papa s. Gelasio I persistilo nel summentovato Sacerdotale così de-
gli scismatici. Ciò non pertanto ritiene scritto: Or do de Cathecumenunifucieii'
l'ab. Diclich per certo, che un solo rito dum,et haptizaudum pueritm maseulnm,
abbia sempre dominato in ambo le dio- ani in l'ibris s. Ronianae Ecclesiae legi-
cesi aqiiileiese e gradese. ìMa siccoiDe ciò tur, et quo titiintur Sunimi Ponti/ices,el
non si poteva meglio altrimenti dimo- in Ecelesii.s Fenetianim observaliir.Se-
strare, si propose istituire un confronto, guonoidue testi aquileiesee veneto.Seb-
per quanto si può, tra' due riti, onde ve- bene pertanto altro non ci lasciò l'anlichi-
dere se eravi tra essi qualche analogia. tà di cerio intorno a colai rito, seni brn
Conserva vasi nella chiesa di s. Cassiano questo solo suflicienle per stabilire esser
sino al i8?.o, un Evangelario del secolo di fitto aquileiese quello di Grado, e
XI, simile in tutto ali'Aqiiileiese (cioè a quindi quello di Venezia; e non un rito
quello dato in luce in Modena dal p. Zac- particolare per questa città, come male
caria, come vedesi nella sua Bihliotlieca pensano alcuni, ma solo in quelle muta-
RiUialìs, A quale dopo aver indicato in zioni coll'andar degli anni avvenute, poi-
questo Evangelario gli evangeli di tulio ché cominciò desso a cambiar sino dal
l'anno, cosi soggiunge: Tuin scqunntur. i i25o, quando cioè il vescovo tli Castello
In Exallatioiie s. Crucis. 7.. Cantra Jti- V\no,de consensu omnium Plebanoriun,
dires male agent('.i.3, Conlra Episcopos et Consilio Oanoniconim suae Ecclesiae
male agenles. 4. Pro Eleeniosfiia. S.Pro Castella naefeci tOrdinarium, qnoadOf-
Poenitente), in cui descritti trovavansi gli ficium Divinurn, et a Caeremonias to-
evangeli che si leggevano nelle messe fra tius anni, quo nunc Ecclesia Castellana
r anno, tra le quali eravi (piesto da os- utilur. III videtur in principio. E l'erudi-
servarsi. I. Conlra Episcopìis male a- loGalhcciolli pure è di opinione, che siate-

gftitcm. 2. Pro Elenwsinariis. 3. Pro E- si intiotlotliiii questo rito de'giecismi, ol-


leemoftynnntihus. 4. Et adSanclinionia- tre a gli usi particolari delle chiese venete.
les benedice ndas. Vi si leggeva ancora Osserva l'ab. Diclich, che non era un gre-
r evangelo tlella messa in Pascha An- cismo la sepoltura d' un secolare, cotne
notino, ossia nell'anniversario del Bat- pretendono alcuni, ma un rito particola-
tesimo, ciò che prova che in Venezia re di Venezia, giacché nulla si h ova, eoo
tisavasi il Catecumenato (che vi fosse, cm confrontarlo, e nel citato Sacerdola-
l'altesla il dolio Gallicciolli nelle sue Me- le si ó\ce,secundiim iisum Patria rchatus
mo lic venete). Esisteva tuoi Ire in detta Veiieliarum. Piipoita «quindi il Rilus se-
3to VEiN YEN
pelicmìi (Tffnnctum saeciilnrcvi srnin- , che ad onore di Maria canfavani?! 11 sai

diim iisitrn Patriai chatns Fenctiarian. to in detta basilica, riportando i due ri

La chiesa ove si conservava qtiesto rito ti, e non passarono ancora 7 lustri (forse

Patn'archìiio, era (|iiella di s. Marco; iti dall'epoca della i." edizione del suo />/-

essa si el)be cura di conservare un rito zìonririo, che pubblicò nel iS'xS), dacché
tanto antico , e non era Co>lanlinopoIi- si sospesero per sempre. Ciò prova diui-
tano, come opina il Sansovino nella le- que, essere d' origine aquilese non solo il

nezia ilhiitraifT, il quale dice: cìic l'or- rito veneto , ma quello eziandio che si

dine d' ufficiare questo Sacrario ì' se- teneva come proprio di s. Marco; il che
condo V uso della Chiesa Costantiiw- dimostra non esservi stato a Venezia che
polilaiia, ma non pero tuolto differente un rito soltanto. Importando il sapersi itr
dalla Romana j o[ì\nìi e Alessandrino, co- secondo luogo, cosa poi fosse di fallo, sai
me altri dicono, i quali riti nessuno igno- stiene sin dalle prime esser egli Gre
ra essere greci. E
il Cor- di falli, osserva riauo, poiché tra loro questi due riti no
naro [EcclesiacT^enetae anliquis monU' dilferiscoud. E il cardinal Bona dice, che
mentis, decade 1 3, par. r, p. 210), come tutti i riti partono dal Gregoriano, e al-
n;ai poteva essere Costnnlinopolitano ,
tro non eccettua che quello dell' f7//7cm-
quando in Costantinopoli si leggevano, tura ambrosiana (f^.)j istituito per la
secondo il Marlene, le Profezie, l'Epi- chiesa diMilano da s. And)rogio. Per
stole e i Vangeli negli idiomi greco e la- provare tal verità, si confrontino pure il
ti no, e ciò per due ragioni: i ."perchè v'in- MessaleAcpiileiese coLSagramenlariuGre-
tervenivano greci e latini; 2." per indicar goriano, e si vedrà: i." Che 3 sono l'ora-
l'unanimità di questi due popoli (in più zioni per ogni messa in ambi assegnate
articoli ragionai che ne'solenni pontifìcali 2." Che 9 sono le Prefazioni in essi sta^
celebrati dal Papa, a denotare l'unione bilite. 3." Che in tutti e due vi sono Le
della Chiesa latina e della greca si cauta zioni, Epistole ed Evangeli. 4-" Fina
l'Epistola e due idiomi);
il Vangelo ne' niente che l' Introito, il Graduale e l'Oi
cose che al lito nostro non convengono fertorio sono in essi quasi uniformi. CI
certamente ? Aqniieiese dunque, o Pa- ciò sia di fatto l'accerta il visitatore ap<

triarcliino era quel rito, che tanti ma- stolico Bonomo vescovo di Vercelli ,

lamente interpretarono. Lungo per un quale nella sua visita fatta in Aquile
articolo sembrò all'ab. Diclich l'islitui- nel 1579 d'ordine di Gregorio XIII, ca
re un conlronto generale tra' due riti, dice: Missalia Ritti Patriarchino ...
e bastare cotifrontarli in alcuni punti sol- Missali Romano nnlla ferme alia redìj
tanto, onde provare la verità del suo as- fcrnnff lìisi dierum aliquor Dominici
serto. Avendo esaminato il De Rubeis, in rum ordine, et ss. Trinit.itis festi diet\
ciò che riguarda il rito antico d'Aquileia, qui in aliad tempus translatus est. Non
trovò esservi un'analogia quasi perfetta dissimile pur anco dal Gregoriano é I' al
con quello di s. Marco 1." Nel venerdì
: quileiese in ciò che riguarda V Uffizio D™
sauto, eli riporta ambedue, a riserva del- vino, poiché il Salterio nelle Ferie e le

la processione che si faceva nella sera, o Ore è distiibuito Romano more. L'A
dopo il vespero di detto giorno, la qua- tifone, i Responsorii e i Versetti si trov
lebenché fosse di rito romano antico, che no Responsale Romano e nell'Anli-
nel
pure produce, tutlavolta in alcune cose fonario di s. Gregorio, che divulgarono
era proprio dì Venezia soltanto, e non iMaurini nel l. 3 dell' opere di quel
aquileiese ,
giacché in Aquileia si faceva Papa. Che la chiesa, in cui vedevasi pi
altrimenti , e tosto ch'erasi compita la ma de'suoi cambiamenti (che un tal ri
messa de'Piesanliflcali. 2.° Nelle Litanie sia andato soggetto ad iunovaziooi oco|
YEN VEN 3.1
nizioiii , Io prova l'esibito decreto del Ve- tutti ì riti che non vantavano Tanti lii-

iiier Marco, con cui nel


primicerio di s. là di 200 anni, come notai. Insensibil-
i3o8 commise a Donadeo pievano di s. mente poi si uniformò il cleio alla sua
Luca di richiamare alla sua purilù il ri- cattedrale inmodo, che d'uu tal rito in
Io in discorso) più espresso il rito Gre- oggi altro non si scorge che un qualche
goriano, era quella di 8. Marco, percliè vestigio (come s;u*ebbe il R;. Redemptnr,
più d'ogni allra consertò l'aqtiileiese, co- riportato «ITab. Diclich alla nota f3,che
me si Gregoriano
è detto. Anzi esser vero si suole cantare in alctuie chiese di Ve-
lo prova il citato Cornaro. Alcuno forse nezia dopo la messa solenne de Requiem,
dirà, però non sembrare tutto Gregoria- e che alcuni pievani vogliono a torlo so-
no, giacché l'ulFizio della settimana san- stenere; poiché cessato nella maggior par-
ta stampato per la Marciana nel 5c)6 por- 1 te il rito Patrinrchino, deve cessare an-
ta il titolo: Secuiiduin con.siu'tndincins. che nella minore, e già ogni anno proi-
Marci Veneliarumj titolo che si conser- bisce loro 1* Orduiario di dipartirsi «lai
vò sempre, come può vedersi nell'ultima Rituale romano volendo cos'i altrognre
,

edizione del 17.55, cosi intitolato: Ojjl- inlerau)ente tal consuetiuline); anzi ag-
cium Hehdoniadae Sanctne, secnndiim giunge, che sino dali4>B si era ben in-
consuelndinemDucalisEccle^iaex.Mar- trodotto a Venezia il rilo romano , co-
ci Veiietiarum ... ad antiquiim lìitiim et me dice il odrendo per pro-
Gallicciolli,

iiilegrilalem restilutuvi. Risponde a tale va una costituzione del vescovo Laudo,


obbiezione,col meilesimo Cornaro, che ciò la quale conianda di sostenere il rito Pa-

intendersi àt\equoad Caerenioinas .non triarchino nella celebrazione dell'unizia-


autem qiioad subslantiam , perchè acque tura divina. Costituzione riprodotta dal-
ipsa (si panca tatnen excipias) depre- l'ai). Diclich, che il detto vescovo non a-
Jiendi'miis in Anl!phonarit<;et Re^ponxa- vrebbe emanato, se il rito proprio non
liba.'} s. Grcgorìi, i quali stampati si tro- fosse andato in decadenza, e introdottosi
vano appresso Maurini e nel-
i ricordali lui nuovo, cioè il romano. Da ciò dun-

l'opere del b. cardinal Tom masi, non che que chiaro apparisce, che questo rito ces-
in alcuni vecchi libri romani. Da tutto- sò per sempre, né si può più richiamare,
ciò, crede l'ab. Diclich, si può conclude- come vorrebbono alcuni, giacché il clero
re, che il rito di Venezia, che il rito di s. veneto volontariamenle cedette al suo
Marco, che il rito aquileiese o Patriar- privilegio, e vi concorse iu ciò il tacito
chino insomma, non dilFeiiscono dal Gre- consenso dell'Ordinario, ch'é quanto ri-

goriano essenzialmente; ed ancorché va- cerca s. Pio V nella sua bolla, onde po-
riassero nelle ceremonie, nella sostanza ter rinunziare al proprio rito, che vanti
però sarebbero sempre Gregoriani , né però r antichità di 200 anni , e abbrac-
questa diversità cosliluirebbe un rito ciare il rito romano. Che ciò sia vero, si

particolare, a! dire del dottissimo litur- può facilmente provarlo, poiché nessuno
gico cardinal l'ona. Si soppresse poi que- de'patriarchi successori delContarini mai
sto rilo primieran)ente in Veneziii nel non si oppose: anzi vedendoli {)alriarca
1456, come g ;i dissi, quando il patriar- Priidi, che a'snoi tempi, cioè nel iGg-ì,
ca Contarini ottenne l'indulto da Calisto perfettamente si osservava in Venezia il

111 di poter celebrare nella stia cattedra- rilo romano , decretò nel sinodo che i

le di Castello secondo romano, il rito sacerdoti forastieri non potessero celebra-


mediante il diploma che riferisce, benché re in pubblico la messa, se [)rima non
secondo li gradense celebrasse un teujpo venissero esaminati intorno alle egemo-
gli utlìzi divini; e ciò un secolo e più pri- nie prescritte dal messale pure rom»no.
ma the s. Pio V sopprimesse nel 1 568 iN'ella basilica però di s. Marco si couser-
^
3j2 VEN VEN
vò, sincliè a' 19 ottobre 1807 divenne cai- i83i, ecco quanto dice del rito Palriar-,
tediale, il lilo Palriarchino
né il di lei , citino. Dipendendo dal patriarca di (ira-
clero volle rinunziare a questo suo privi- do il vescovo di!VIalan)occo(e poi di Clii<Jg-:
legio,se non quando dovettecederea tut- già, dove fu trasferita la sede nel i 1 10),
ti gli altri suoi privilegi. In Aqiiileia poi, nella cui diocesi erano comprese 1' isole
allese le «nutazioni di sede, al dire di Le di RiaIlo,diOlivolo,di Spinalonga,di Dor-
Ijrun,ed i rapporti de'suoi patriarchi con soduro, di Lupao, e le Gemini, ed ele'lo
Koma, sì era insensibilmente introdotto alla fine dell' Vili secolo Obelalto Ma-
il romano, e ciò attesta il sinodo
rito rino figlio d' Eneogiro tribuno di Mala»
d'Udine o aquileiese tenuto nel iSgG, mocco a patriarca di Grado, il quale po-
come pur notai, 1' ab. Diolicli riprodu- scia con pontificia approvazione verme
cendone il decreto, insieuie all' altro del risiedere come vescovo in Olivolo, accat!
sinodo veneto ed a quello del patriarca
, de naturalmente che il rito delle chiese
d'Aqiiileia Barbaro, col quale lo soppres- di Venezia fosse 1' aquileiese, detto Pi
se generalmente. L'ab. Cappelletti par- triarchino ,
perchè proprio tanto del pa
landò del rito Palriarchino, ancb'egii di- tiiarcatodi Grado, quantodell'altro d'A
chiara , che la chiesa di Venezia usava quileia. Tale si mantenne sino alla metà]
nelle sagre ufllzialure i riti slessi delle del secolo XV, in cui la cattedrale e lut
chiese patriarcali d'Aqiiileia e di Grado; le r altre chiese, toltane la basilica di s,

riti de' quali ora non si conserva più ve- Marco, adottarono il romano. Il rito Pa
i-una men)oria, tranne che sui Sacerdo- triarchino non dilleriva punto dal Grego
tale e su altri libri, che trattano di sif- riano, coir aggiunta però di molti greci
fatte materie, dicendo inoltre di averne stni anticamente introdottivi, oltre cert
svilupi)ato l'argomento nel e. 8 della sua altre costumanze tutte proprie della chic
Storia della Chiesa di Fenezia. Aggi u n • sa di Venezia. Cagione d uiolte di queste i

gè, che primo ad introdurvi uovilà e al- fu certamente la ducale dignità onde a ,

terazioni fu nel i.° decennio del secolo modo d'esempio nominavasi il doge al,
XIV il vescovo di Castello l^olo, il quale l'alto di benedire il cereo pasquale ,
prei
imitarono a poco a poco altri vescovi e gavasi per esso nella messa, gli si porgevi
patriarchi, sino al i58i, in cui gli apo- incenso quando interveniva alla celebrai
ne fecero sparii'e inlera-
stolici visitatori zione degli uffizi divini , si permettevi
inenle ogni avanzo. Gli antichi riti per- eh' egli stesso desse al popolo la benedi
ciò non erano rimasti che nella sola biisi- zione (trovo che questa davasi dal dog(
lica ducale di s. Marco, la quale essendo nel palazzo ducale, nella pubblica sagra
indipendente alfatto dalla giurisdizione funzione della processione delle Mai ie, di
ordinaria del vescovo o del patriarca di quando il doge Da
cui nel § Vili, n. 7; e
Venezia, e soggetta soltanto ed esclusi- ronle nel i583 visitò le monache ago*
vacnente al doge, non li mulo mai, quan- stiuiane grigie di s. Andrea de Zirada
to alla sostanza,benché c]iianto ad alcu- compartì ad esse la benedizione. Si pu
ne secondarie ceremonie vi abbia am- vedere il 7 enet. A. D
Cornaro, Eccl.
messo de'cambiameiiti. E così continuò, Duci Benediclione deliir prò dignitai
finche nel i
807 il patriarca Gamboni tra- Palaiaj ed § XIX, n. 3, ove parlo dell
il

sfeii in essa,7 giorni dopo il decreto vi- prerogative esercitale da'dogi, inclusiva
cereale, la sua cattedrale residenza, al mente all'inveslilure ecclesiastiche), e
modo narrato superiormente. Ilei», cav. due cori si canta va 110 nel giorno delle priii
FahioMutinelli veneto, DelCosluine ve- cipali feste le lodi di lui. Perciò uw cor
neziano sino al secolo IT, Sag^io,\(?.- XF cantava: Exaudi Christe, Exandi Chri
uezia dalla lipogralìa del Coujmercio sU',ChrÌ6tus regnai, Cltrisius vicil,Chi
VEN VEN 3i3
stns imperat. L' altro pure cantanilo v\- to P/ot'a«/, ossiano Parrochi, delti an-
i

spoodeyaiSertnissimoetexccllenUssimo che Piei'aniy da Pieve sinonimo di Par-


domino nostro graliosissinio
vrincì'pi, et rocchia. Come in tali ultimi articoli , io

Dtigratia inclyto Duci Fenetiarumsa- continuerò a chiamarli col pi ù comune no-


liiSy honor, vitae, ac perpetua Victoria. me di P/evrt«/. A questi per accrescimento
Eia un inno per la con!<ervazìoDe del del divin culto, e per aiuto nella coltura
principe.Col medesimo Mutinelli, eia ci- dell'anime, furono in molte chiese ag-
tata opera nel § XVI, n. 2, 3 e 4» '"'i" giunti allri sacerdoti, onde formaronsi le
giono de' costumi de' veneziani civili e collegiale, e gli aggiunti cooperatori fu-
ed eziandio delle ceremonie u-
leligìosì, rono detti Titolali per distinguerli dagli
sate nelle loro nascile, tnutrimouii,esti e- alili, che iniziati solamente a servir la

ina unzione e iiiorli. chiesa, aspettano d' essere al loro tempo


ammessi nel collegio capitolare; fors'an-

§ VII. Delle nove Congregazioni del che pel riferito a Titoli. Il senato con de-
Clero. creto de'7 marzo 1496 stabilì, che piìi

non dovesse a' pievani eletti vescovi darsi


Decoroso ornamento della s.Chiesa Ve- il possesso temporale di loro chiese, se
neziana sono le venerande IVove Congre- prima non si fossero spootaueamenle di-

gazioni del clero , antiche ed esistenti, messi dall'amministrazione e titolo di


composte di sacerdoti veneti, che sebbe- pievani, per togliere il pernicioso abuso,
ne non sono, né rappresentano il corpo allora in corso, per cui i pievani destina-
del veneto clero , come dice il Corner, li a'vescovati ritenevano in commenda le

formano però una società ed unione, in parrocchie e ne godevano le rendile. Ma


cui vi sono persone per dottrina e per pie- ora conviene parlare delle IX congrega-
tà le più distinte del clero. Il clero vene- zioni, e- poscia dirò dell'auliche e dell'o-
to ue'sinodi diocesani formasi da' pieva- dierne parrocchie nel § seguente, divise
ni e da'preti titolati, per modo che gli ar- in V
decauie. Il fine di queste congre-
cipreti stessi, che sono rettori o presiden- gazioni è principalmente il sulhagare i
ti e capi delle congregazioni, non vengo- defunti, e coir esempio loro eccitare il

no ammessi nel sinodo, se non siano o pie- popolo a SI importante opera di miseri-
vani o almeno titolati d'alcuna parroc- cordia; e in fatti l'esempio di sì saggi e
chia. Ciò non ostante le congreguzioni, o piì ecclesiastici, eccitò le persone laiche
presa ciascuna da se, o molto più unite ad imitarle con alcun somigliante isti-
insieme, fanno un corpo tanto rispettabi- tuto, mediante la fondazione di pii <5'o-
le, in quanto che vi si vedono farne parte dalizi o Compagnie o Scuole, col qual
i soggetti migliori del clero. Sino da'pri- vocabolo in Venezia si appellano le Con-
fuordii della nascente città, fu la cu- fraternite. Prese ognuna delle IX con-
ra dell'anime amministrata da'soli preti gregazioni il nome di quella chiesa, in cui
secolari, il i.'^de'quali chiamato Felice ri- fu istituita; e fu lai.' di tulle la congre-
siedette in s. Giacomo di Rialto, unica gazione di s. Angelo , eretta nella par-
parrocchia de'primitivi abitanti, a'quali rocchiale dedicata all' Arcangelo s. Mi-
dispensava i sagramenti. Al crescere che chele. Molli de' veneti storici trattarono
fece ben presto il numero de'cittadini, si del ragguardevole corpo delle nove con-
aumentò pure il numero delle parroc- gregazioni del clero. Distintamente e con
chie, nelle quali s'istituirono nuovi pa- assai di erudizione se ne occupò ia ap-
stori chiamali ne' tempi più rimoti cui posita operetta 1^ encomialo Flaminio
non)e di Plcan\ e poscia dalla plebe Io- Cornei : De Cleri et Collegii noveni Con-
io commessa Plebani e in diakllu veue- gregalionuni Fcneliavuni documenta et
VOL. xc. 21
3i4 VEN VEN
pr ii'ilegìn, \enelns ij^^. Il sacerdofe le di 8, Maria Mater Domini, di s. Ma-
Giuseppe Cadorìn pubblicò la disserta- ria Formosa, e de'ss. Ermagora e For-
zione Cenni storici delle nove Congre-
: tunato, le quali si vogliono erette tutte in
gazioni del Clero veneto, Venezia i843. un medesimo giorno, in conseguenza del
Il Le Chiese d' Ita-
eh. ab. Cappelletli, legato lasciato al clero da Antonia Mas-
Chiesa patriarcale di Venezia, a p.
lia: ser. Quanto alla 5." è dubbio se sia slata
422 ne trnlta, ed io lo sen;tiirò. Dice a- quella di s. Luca o di s. Silvestro, le qua-

vello fallo ancora e più dill'usa mente de' li certamente esistevano neh 192, e que-
nominati, nel l. 3, cap. 6, della Storia st'ultima probabilmente preesistente al-
della Chiesa di Venezia j e queste slesse l'altra, poiché è ricordata in qualche docu-
notizie l'accolse pure in particolare li- mento del
70, unitauìente all'altre 4 e
I 1

brello, stampato a Venezia nel i853, e chiamate Congregazioni di Rialto. Dopo


da lui offerto al medesimo venerando col- le nominate 6 congregazioni, segue quella
legio delle IX congregazioni. La loro o- di s.Paolo apostolo, già esistente nel i 228.
l'iginerimonta al 977, e se ne reputa pri- L'8.^ congregazione è quella de'ss. Can-
missimo istitutore il doge s. Pietro Or- ziano,Canzioe Canzianilla martiri, di cui

seolo. Miglior forma cominciò a pigliare trovasi la memoria nel i253. Ultima,
1.3

questa congregazione di chierici verso il per assomigliare il numero complessivo


Il 17, quando per le largizioni pie di delle congregazioni a'g cori dell'angeliche
benefattori fu divisa in più diramazioni, gerarchie, fu quella del ss. Salvatore,
sempre però tra loro congiunte nell' u- 1291 dal vescovo di Castel-
istituita uel

nità d'un sol corpo. Nella loro origine fu- lo Moro, e in un documento del i3o5

rono istituite principalmeute per dedi- trovasi nominata coll'ailre 8. Ciascuna


carsi al decoro e magnificenza del divin congregazione ha la propria nialrico
culto, e per suffragare colle preghiere e la o codice di leggi, che ne regola l'in»

cu'santi rili i defunti; perciò sempre in- terna disciplina e l'economia ; tutte poi
tervennero nelle pubbliche e più cospi- complessivamente hanno un solo codic
cue solennità; onde furono e sono invi- generale di costituzioni che le dirig ,

tale a'funerali più sontuosi e magnifici ; nelle loro parlicoiarilà , in tullociò eh


perciò a poco a poco divennero ricche di non soffre varietà, e nel loro generale ii

molli possedimenti, loro lasciati dulia re- tulli que'rapporti, che ponno aver le un<
ligiosa beneficenza di diversi testatori, che colle altre. I sacerdoti d'ogni congregazio
or complessivamente e in comune, or di- no erano divisi in 3 ordini, che denonii
stintamente e in particolare, ne accrebbe- navansì parte intera, mezza parte, et
ro la dote con largizioni e legati. Ogni con- orazione: al presente non esistono che
gregazione è sotto l'invocazione e gli au- due primi a cagione della scarsezza del
,

spicii di particolar tilohue; variano poi gli numero degl'individui chele compongo
scrittori nel riferirne 1' online cronologi- no. A chiunque vi entra, purché non si
co sull'epoche della fondazione, perchè favorito da parlicolari privilegi, era asSi

essendosi incendiati documenti, fu ca-


i guato l'infimo ordine,cioè l'orazione, ù
gione della varietà di opinioni. Però da cui dopo 6 anni di servitù alla inez
un documento deh i23 di Pietro Enzio, parlesì passava aWa parte intera. Og^u
che lasciò ad esse 5o libbre di denari, oltre l'infimo è la mezza parte, dal quale si

a molli altri legati a chiese e monasteri milmeute dopo 6 anni si passa alla/;<7r'
di Venezia e delle lagune, si trae l'esi- te intera. A seconda dell' ordine, a cui
stenza di cinque congregazioni, 4 delle appartiene, riceve ciascuno la porzione
quali senza dubbio erano quelle di s. Mi- degli emolumenti che gli spellano. JVou
chele Arcangelo istituì ta uel 1 1
1
7, e quei- vi SODO ammesi che i soli preti di Ve-
3 .

V E N VEN 3i^
nezia; i pievani sono o!jl)lignli ad «iscri- per non aversi a radunare ad ogni lieve
veisi all'una o aH'allia: i pievani del- occorrenza l'intero corpo imperante, fu
le chiese appartenenti alla già diocesi stabilita per dirigere gl'interni affari or-
di Torcello vi erano pure aggregali per dinari, limitandone de'soli straordinari
grazia: i canonici ponno entrarvi, ed e più gravi la discussione e il giudizio al
hanno posto dopo i pievani. Tiittociò pieno collegio. E' formala tale presiden-
in vigore di particolari decreti. Ognuna za da 3 arcipreti, ognuno de' quali vi

delle I X congregazioni è presieduta da un dura 3 anni, per guisa che ogni anno ne
arciprete,ei.\ ha inoltre un massaro, due abbia ad uscire imo ed entrare un altro,
sindaci, un notare ed un nunzio. L* ar- sicché ciascuno de' g arcipreti sottentri
ciprete dura a vita: viene eletto dal ca- alla sua volta a sostener l'incarico; questi

pitolo de'confiatelli di parte intera, i si (iìcotìo arcipreti presidì,ed ancosopra-


quali hanno soltanto voce attiva e pas- massari.Sono associati ad essi col titolo

siva; l'elezione dev'essere poi confermata di si/idaci maggiori, 3 de' sindaci mino-
da due terzi de' voti degli arcipreti e de' ri di alli'e congregazioni che non sieno
massari e siedaci coniponenti il pieno col- quelle de' 3 arcipreti presidi; ciascuno
legio: ha il titolo d'arciprete, eil è riputa- di questi vi dura egualmente 3 anni, fla
to nell'ordine delle dignità ecclesiatiche. il collegio di queste congregazioni il po-
Subito dopo l'arciprele segue il massaro, tere diformar leggi disciplinari ed eco-
detto in veneziano nia;>s('r, a cui è alìida- nomiche, di mutarne all'uopo l'antiche,
to l'uffizio d'esigere e amministrare le d'abolirle o d'amplificarle: potere, ch'e-
rendite della propria congregazione ; du- sercitò incontrastabilmente per tanti seco-

ra un anno, ed è scelto tra'confralelli di li, quanti ne conta dalla sua sussistenza. In


parte intera; è soggetto a particolari at- fatti pel corso di essi e fra la serie di lauti

tribuzioni e discipline, a tenore della avvenimenti politici ed ecclesiastici, le con-


matricola della propria congregazione; gregazioni sempre si conservarono nel pri-

a lui tocca altresì sostenere del suo alcu- mitivo loro spirito, protette nell'esercizio
ne spese annuali, specialmente per la so- de'Ioro diritti, favorite da' Papi con lu-
letmità del titolare della rispettiva con- minose prerogative, e onorate di parti-
gregazione. Dopo questa carica, che nel- colare predilezione dalle primarie ma-
l'onore e nel potere è sempre dopo l'ar- gistrature della repubblica veneziana. El-
ciprete, seguono le altre mentovate, cui leno difatti non conoscevano sopra di lo-
spetta relativamente l'attendere all'eco- ro veruna podestà secolare, tranne quel-
nomia, alla partizione delle rendile, all'è- la del maggior consiglio e del senato; fin-

secuziooe delie leggi ed agli annunzi o ché poi con legge de'28 settembre 1468,
invili da farsi a'confialelli. Ogni congre- furonoanidate,qual corpo ragguardevole
gazione era composta di 36 confratelli, e nobilissimo, alla tutela esclusivamente
poi fu limitata a aS.ed ora è ristretta a2 i del consiglio de'Dieci, del quale perciò si

La suprema reggenza dell'intero corpo trovano grande numero


in decreti per i

delle IX congregazioni, è costituita nel- esse emanati. E quanto all' ecclesìa«lica


l'unione (li quell'ecclesiastica magistra- loro autorità, formano esse un corpo di-
tura che si compo-
dice Collegio. Esso è stinto affatto dal clero sinodale diocesa-
sto «le'g arcipreti, de'9 massari, de' no, e nell'esercizio delle loro incombenze
smdaci maggiori e altri 6 sindaci mino- e de'Ioro diritti non sono punto soggette
ri. A questi nel 1637 furono aggiunti alia podestà ordinaria del patriarca. La
anche 3 cassieri delle congregiizioni de-
i presidenza del collegio era ed è il tribu-
gli arcipreti, che formano la temporaria nale ecclesiaslicodi prima istanza, dinan-
presidenza del clero. La quale presidenza zi a cui vengono trattali gli affari e sea-
3i6 VEN VEN
lt>n7Ìate le liti appaitcnenli all'aramini- zione venne pure dichiarata nel 1 594 dal
struzione ed a'diritli delle congregazioni nunzio di Clemente Vili, e dal patriarca
nipdcsijne. Negli affari più rilevanti , e in ogni tempo, come nel sinodo del 5()5 1

ne'gravatni contro le sentenze della pre- dal patriarca Friuli; nltrimenli nella sop-
sidenza, è Irilìunale trap[>ellazione il pie- pressione de'titoli e de' capitoli sarebbe-
no collegio; sopra cni nel caso di dispa- ro state compi'ese anche le congregazio-
I ila di giudizio, spelta al collegio medesi- ni. Dimostrazione onorevole della slima,
mo lo stabilire, come tribunale inappel- in cui erano tentile leg congregaziotii e il

labile, un giudice arbitro e arbitralo- loro collegio, fu la deliberazione delsena-


re, il quale, in vigore dell'aulorità con- to, il quale nel 1 434 comandò, che ciascu-
feritagli da esso collegio, prontinzi le sue na di esse destinasse un deputato da man-
sentenze. Il clero delle IX congregazioni dat'si al concilio di Basilea, mentre era
è un corpo distinto affitto dal clero uni- ancor legittimo; acciocché questo cor-
versale della diocesi di Venezia, iniperoc- po ragguardevole vi avesse anch' egli t

diè sebbene sia composto d'individui, suoi rappresentanti, scegliendovi ciascu-


che appartengono al clero universale e na un soggetto di dottrina, di pietà e di
che isolatamente e individualn)ente di- senno distinto. Laonde fu scello un pie-
pendono dalla giurisdizione ordinaria del vano per ciascuna, e fu stabilita loro una
supreitio pastore della diocesi; pure uni- somma per le spese del viaggio e per un
Io ne* suoi comizi e nell'esercizio delle congrtio sostentamento durante la loro

sue incombenze e de'suoi diritti, è fregia- dimora in quella città, e lo stipendio al-

lo di tali e tante prerogative, concessegli tresì per un servo di ciascuno. L'assegno


e dalla consuetudine de'secoliedalle pon- per ogni pievano fu di 100 ducati d'oro
tifìcie immedia-
deliberazioni, che riesce per 3 mesi dal giorno della partenza da
lamenle soggetto alla sola immediata po- Venezia, ed in seguito un ducato al gior-
destà della s. Sede; come appunto vari no finché vi si fossero trattenuti; eie du-
capitoli di canonici, e anticamente e al cali mensili pel servo. All'autorità supre-
dì d' oggi, sono od erano esenti dall'or- ma del collegio apparteneva il difende-
dinaria giurisdizione del vescovo diocesa- re e sostenere i diritti del clero univer-
no, per pontificie concessioni. Per cui non sale della città negli alfiUM di gran rilie-
è a meravigliate, che anco in Veneziail vo; al quale uffizio, come suo procura-
clero delleIX congregazioni goda tale tore, Io elesse il clero cTiedesitno raduna-
prerogativa. Che il clerodellelXcongre- to sinodalmente nella chiesa di s. ìMoisè

gazioni non è il medesimo corpo del cle- s't.'j novembre 5 9, d'ordine del vesco-
i
1

ro universale diocesano, osserva il sum- vo di Fola Altobellu nunziodi Leone X,


menlovato ab. Cadorin, si dimostra dalle e coli' assenso del patriarca Contarini.
differenze ne' pareri insorte nelle stesse Componevasi quel consesso di i55 sa-

congregazioni. Le congregazioni di s. cerdoti tra pievani e titolati , i quali for-


Canziauoe di s. Luca estesero a'pievaoi malmente elessero e deputarono, con-
di Torcello alcuni privilegi che aveano sultores et defensore.i siios, ac etiani in
concesso a'pievani di Venezia, mentre la quantum expediat syndicos Hev, Pa-
congregazione di s. Silvestro non volle tres doni, omnes \'e.neranduni Collegium

concedei li né agli uni e nè'agli altri. Dal omnium venerahilium Congregationnm


che evidentemente si arguisce la distin- f^enetiarum totius cleri praefati. . . . qui
zione fra clero e clero, mentre nelle con- nuncsuntetpro tempore erunt,ac illius

gregazioni s'introducono e si escludono praesidentes venerandos.DeWa quale au-


sacerdoti che tulli lianno diritto di suf- torità conferitagli in perpetuo, si valse il

fragio nel sinodo veneto. Questa dislin- pieno collegio per difendere i diritti e
VEN VEN 3.7
privilegi del clero nellafumosa lite, che stìnta affatto dall' ordinaria sua dioce-
nel i649-5o,solto il paliiarca Morosini sana, come si apprende dall'encomiato
ebbe n sostenere il clero medesimo con- scrittore che la riporta. Da essa apparisce,
tro la curia patriarcale. E' inoltre parti- avere il prelato ricevuto dalle congrega-
colare incombenza del pieno collegio il zioni un'autorità, che non gli apparte-
vegliare sull'esalla osservanza delle leg- neva come ordinario diocesano; e la stes-
gi, massime sull'elezione delle dignità di sa sua adesione nell' accettarla attesta
ciascuna congregazione, ogni volta che chiaramente ch'egli prima non l'avea.
ne succede la vacanza. Ha perciò il po- Quest'autorità amplissima e di supremo
tere, se mai ne fosse protratta l'elezione grado, siccome a lui delegala non poten-
oltre il tempo fissato, di procedervi da do esser trasfusa in altro suddelegato,
perse; di punire i trasgressori confratelli si fa palese dalla deliberazione presa nel
in ogni altra violazione delle leggi, e di i465 dal collegio, in occasione che il

privarli, a proporzione delle mancanze, vicario generale del patriarca Bondime-


o in tutto o in parte, e sì perpetuamen- rio voleva ingerirsi diordmaria autori-
te che a tempo determinato, delle ren- tà in materie appartenenti alle
congrega-
dile rispettive, e persino di cacciarli dal- zioni, stimando di potervi aver duilto,
lacongregazione. Tale fu sempre la slima come in qualunque altro argomento re-
goduta da questo corpo, che nel 58 fu- 1 i lativo all'amministrazione della diocesi.
rono aggregati alla più antica dellecon- Quello stesso collegio del clero, il quale
gregazioni nunzio Lorenzo Campeggi,
il avea dato al patriarca l'autorità d'agire
ed Agostino Valerio o Valier vescovo come arbitro e arbitratore, dichiarò la
di Verona e poi cardinale, allora visitato- sua volontà di non volerne conoscere
ri apostolici di Gregorio Xlll in Venezia, investito che il solo patriarca e non ,

anche delle medesime congregazioni. Le già il suo vicario, con alto riferito dal
decisioni del collegio furono per più se- medesimo ab. Cappelletti. Del resto, s.

coli l'estremo definitivo giudizio, tanto Lorenzo investito dell'autorità dì arbi-


negli affari che appartenevano o all'in- tro e arbitratore pronunziò il suo giudi-
terna amministrazione delle congrega- zio e stabilì sapientissime leggi regolatri-
7Ìoni, od buon online e alla disciplina
al ci del buon ordine e del prosperamento
di queste, quanto alle materie ecclesiasti- di questo illustre corpo, pubblicandole
che d;d clero diocesano portate al suo nel i44^» ^^ "'^" giunsero sino a noi.
tribunale. Non sempre però confratelli i Ad nuove discipline aggiunse il pa-
esse
delle varie congrega/ioni si adattavano triarca Bondimerio nel 1460; edallret-
religiosamente alle sentenze sui casi parti- tanto fece in vigore della medesima au-
colari od anche agli ordini geiierali,che dal torità, \\ patriarca Gerardi nel 1470.
collegio medesimo derivavano. La qual A oche delle costituzioni di questi due pre-
cosa produceva non lievi disturbi talvol- lati se ne deplora la perdila. Censì esi-
ta, anzi anche scandali. Perciò il colle- ste presso il medesimo autore, la bolla di
gio supplicò il vescovo poi patriarca s. Paolo IV Ex solita , dell'i i settembre
Lorenzo Giustiniani nell' anno i443,ad I 558, colla quale approvò tutte le deli-
assumere egli stesso l'incarico d' arbi- berazioni de' medesimi patriarchi, pro-
tro e arbilra/ore, per esaminare e deci- nunziate nella qualità d'arbitri e arbi-
dere qualunque causa e per qualunque tratori delle IK congregazioni; e con
motivo insorta tra le dette congrega- quest'approvazione, il Papa implicita-
zioni, e che il giudizio suo avesse ad es- mente approvò il diritto dell'indipenden-
sere inappellabile. La scrittura, che gli ra del pieno collegio dall'autorità ordi-
conferì quest'autorità delegala, è di- naria de'palriarchi, e riconobbe in essi
,

3.8 YEN VEN


«lelegala l'auloiilà, che talvolta esercita- bilrie arbìlratori,e della ponllficia ap.
no sulle congi'egazioni, quando ne siano provazione, e della consuetudine e pre-
chiamati da esse a sostenerne l'uffizio. Pei" scrizione di tanti secoli; tuiiavia non
Tauloritìi de'decieli e delle sentenze pro- mancarono occasioni , nelle quali i pa-
nunziate ne'vari tempi da' Ssunuueiito- triarchi cercarono di spogliamelo, per
vati patriarchi, le congregazioni del cle- esercitar essi d'ordinaria e assoluta auto-
ro furono regolate in bell'ordine per rità, ciò che i loro predecessori aveano
lungo volger d'anni; sicché non insorse- esercitato per semplice e mera delegazio-
ro più controversie sino a'ieoipi del pa- ne del collegio medesimo. Di qua deri-
triarca Trevisan. Perciò, rirmovatesi varono maggiori vantaggi alle congrega-
quelle, anche il collegio rinnovò 1' uso zioni, perchè portatone alla s. Sede il
del suo diritto «li eleggerea suo arbitro gravame, non solamente ne riuscirono
e nrbilralorc per s()[)priinerle, tale pa- vincitrici, ma loro diritti vennero con
i

triarca. Ei^li diuique, valentlosi dell'au- maggior chiarezza e solidità manifestati.


torità conferitagli, compose il codice di Infatti, quando il patriarca l*riuli, nel si-

leggi,nominalo come (piello de'preileces- nodo diocesano del novembre i5q4. eb-
sori, Sentenza Àrliilraria, e la promul- be a decretare alcune discipline, che of-
gò a' 8 noveujbi» 558, poi stampala
1 1 fendevano diritti delle congregazioni e
i

nel i58i,allrf 4 edizioni rinnovandosi si opponevano alle leggi stabilite per


es-
successi vamenle,irordine della presiden- se dalle sentenze arbitrarie de' patriar-
za delli'congiegnzioni. Awcnnetalvolla, chi antecessori; espressamente trattando,
che dali'udizio ti' arbitro e arbilralorc cioè nel cap. XIII, De Novem Congrega-
il pieno collegio escludesse dalla sua scel- tionibus sacerdoluni et clcricoruni hujns
ta il patriarca, e ad altra persona si diri- XI V, De Collegio Novcin
cii'italisj nel e.

gesse; il che vieppiù dimostra la sua as- Congrcgalionum; e nel XV, De niunere
«ulula esenzione dall'ordinaria giurìsdi* et auctoritatc procnralonini r. Cleri gè-

ziot)e di e^so. Dappoiché, come pure os- neralis et Cotlegii Noi'e.m Congregatio-
servo il Corner, sebbene il collegio delle nnni: argomento,chea lui,dice l'ab. Cap-
congregazioni avesse deliberato di eleg- pelletti, come ordinario diocesano, noa
gerlo senipre e in ogni sua occorrenza, apparteneva per nulla; le congregazio-
questa sua deliberazione tuttavia non lo ni,rappresentate dal loro pieno collegio,
privava del suo naturale diritto di con- sene appellarono al giudizio della s. con-
cedere l'arbitraria autorità sopra di se a gregazione del concilio, ed ottennero a'
chi meglio gli l'osse piaciuto, ogni volta 3o aprile 1096 il rinomato decreto che
che il bisogno e le circostanze l'avessero riporta. Questo decreto, che pone in pie-
suggerito. E di questo suo diritto usò e- na luce tutti diritti, che al patriarca e
i

gli appunto nel i647> al'o'chè per certo allecongregazioni rispettivamente cora-
litigio Ira le congregazioni di s. Luca e petono,e che nel confermare le discipline,
s.Silvestroessendo stata rifiutata dal pie- determinava con incontrastabile precisio-
no collegio a' 2 aprile la scelta deWarbi- ne quelle di tutti tempi avvenire, chiu-
i

tro e arbilratore nella persona del pa- se r adito per 23o anni e più a qualun-
triarca Morosini, ne fu invece eletto a' 3 que nuova giurisdizionale intrapresade'
del seguente luglio Giovanni Quirini ar» patriarchi contro questo corpo ragguar-
civescovodi Candia. Benché i diritti del devole del clero veneto; ed avrebbelo
clero delle IX congregazioni, per tutto il chiuso anco più oltre, se uno spirito, non
narrato, fossero cosi solidamente assicu- saprebbesi dire, se di novità o di che al-
rati per atti solenni e del clero stesso, e tro, come si esprime l'ab. Cappelletti,
de'pati'iarvhi nella qualità accetta tad'^r- non avesse istigalo il benetuerilo d'ai-
VEN VEN 3.9
tronde e amatissimo patriarca Pyiker n pi da per Intta l'ilalia, anclic ne^li alPi-

stabilire, non già colf auloritù tV arhi- ri meramente civili. Ma nel dello 1 53 r il

tio e arbitratole ^ die non eragli stala maggior consiglio, dopo ripetute proibi-
conferita dal coliegiu delle congregazio- zioni ponlificie flgli ecclesiastici di funge-
ni, niacoll'ordìtiariti sua autorità patriar> re l'incarico notarile, decretò esclusi i\a.

cale, un Piano costituzionale, che mu- quest'uflizio, sì nel palazzo ducale come
tava essenzialmente il sistema, aboliva in qualunque altra magislralnra, gli ec-
tutte le costituzioni , toglieva i privilegi clesiastici : perciò anche il collegio delle
conceduti da tanti secoli alle IX congre- IX congregazioni fu costretto a valersi
gazioni, approvati e confermati da piti in queste incombenze del ministero d'uà
Papi, da vescovi e patriarchi di Venezia. secolare. La qual cosa durò sino al 1699.
Le quali cose, poiché non procedevano D'allora in poi, per decreto del pieno col-
da un potere legittimo, furono ripu- legio, vi soltentiò un confratello sacerdo-
tate nulle dalia più sana parte del cor- te appartenente ad una delle congregazio-
po delle congregazioni: taluna di esse ni, a sosleiifre di biennio in biennio l'in-

neppure registrò queiratlo,acciocchè non carico a tenore delle costituzioni rt/i/7rcz-


avesse mai da essere, non che adottalo, rie summentovale, e si continua tutto-
neppure conosciuto; e lale altra di esse ra. Dal 1433 al i553, non avea il col-
continuò ad operaie nelle sue delibera- legio un luogo determinato e stabile, in
zioni sulle norme delle sentenze arbitra- cui radunarsi; ma ponendo mente agli
rie legittimamente emanate da'patriarchi inconvenienti che ne seguivano, fu co-
Giustiniani, Bundimerio, Gerardi, Tre- mandato f\i\\V Arbitrarie di fissarne uno,
visau eCornaro; e lutle nell'osservanza in vista particolaimente della debita cu-
delie più essenziali loro discipline si at- stodia dell'archi vio,il quale trasferito qua
tennero alle leggi, che non potevano e e là andava soggetto a pericoli e a dan-
non potranno essere abolite o cambiate ni. N' ebbe perciò uno per circa 3o an-
da qualsiasi altra podestà, fuorché da ni a s. Vitale; poi nel i584 lo trasferì a
una pari a quella che le emanò. Né di s. Paterniano, della cui chiesa ragiono
ciò si può fare alcun rimprovero all' ot- nel n. 22 del § Vili, ove continua ad a-
timo patriarca Pyrker, il quale stranie- \erlo, e sulla porta è scolpita l'iscrizione:
ro, e non informato delle particolari di- Deo Opt^ Max. -lì. Cleri Congrega-
scipline della s. Chiesa Veneziana, pre- tio - Nitm Collegiinn - Anno Domini
stòcredenza troppo facile a chi l'avvicina- MDLXXXiiii. documenti suoi
iNegli alti e

va, siccome in altri argomenti, co^i an- il pieno collegio e la presidenza fanno
che In questo , ad operare mutazioni e fede pubblica al pari di qualunque altra
novità inopportune. Hanno le congrega- ecclesiastica magistratura. Sino al 1687
zioni uu computista o ragioniere, il qua- erano essi autenticati dal seguo del label-
le oe regola e ne rivede conti per l'e- i lionato notarile del proprio cancelliere;
conomica amministrazione ed un nota- ; ma nell'indicato anno fu deliberalo di
ru o cancelliere, al quale é adidato l'in- stabilirne un che ebbe edet-
apposito, il

carico di registrare e autenticare gli atti lo nel 1 748, scegliendosi l'emblema iu


delie radunanze, delle deliberazioni, de- vigore : signuni Crucis aequilatere bi-
gli ordini del collegio e della piesidenza. partituni et noi'eni Cherubini circurn-
Quest' ullizio di cancelliere incominciò ornatuin. Nello Stato personale del
soltantodopo la formazione del collegio, Clero, ecco come e con qual ordine si
cioè dopo il 1423. Sino al i53i ne so- riportano le IX congregazioni. S. PaO'
stenne l'incarico sempre un prete e per lo Apostolo, eretta neh 228, nominan-
lo più pievano, secondo l'uso di que'letu- doai l'aiciprele e l'auziano attuali, e cosi
320 YEN .YEN
quelli delle altre. S. Maria Formosa, gora e Fortunato, eretta nel
1 145. Pre-

eretta del i ì/\5. S. Luca Evangelista, sidenza generale economica del vene-
eretta nel i 192. S. Michele Arcangelo, rando Clero delle IX Congregazioni.
erettane) i1 17 nella parruccliiale omo- Tre presidenti, 3 sindaci maggiori, can-
nima, la quale soppressa nel 1810 fu celliere, ragioniere, nunzio. Si avverte
truslata la congregazione , insieme alla che a' 2 I marzo termina il Irennio del
purrocchialitu, nella chiesa di s. Stefano. presidente e del i.° sindaco, altri suben-
S. Maria Mater Domini , eletta nel trando per ultimi, co' passaggi de'prece-
ii3o. SS. Salvatore, eieUa nel 1291. denti.
S. Silvestro, eretta nel 192. S. Cancia-
1 (Continua 1' articolo nel volume se-
no martire, eietla nel 1 253, SS. Erma- guente).

FINE DEL VOLUME NOVANTESIMO.

VB
BX 841 .n67 1840
sncR
fioroni Gaetano,
.

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecc ìesiastica
AFK-9455 (awsk)

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