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In questo breve paragrafo verr fornita una minima introduzione riguardo alle equazioni dierenziali alle derivate parziali, concentrandosi sulle notazioni e sulla nomenclatura ad esse relative. Questo permetter di addentrarci al meglio nella comprensione dei metodi numerici utilizzati per la risoluzione di due delle principali equazioni differenziali a derivate parziali (PDE): l'equazione del calore e l'equazione
delle onde. Verranno presentati alcuni metodi numerici per la risoluzione di quest'ultime concentrandosi sull'implementazione in ambiente
Matlab R
Senza essere troppo puntigliosi si pu pensare alle equazioni dierenziali a derivate parziali (PDE), come ad ordinarie equazioni dierenziali (ODE) , con l'eccezione che la funzione interessata non funzione solo di una variabile indipendente, ma di diverse variabili. Per essere pi precisi una PDE in contiene derivate parziali della
x1 , . . . , x n .
Notazione
Introduciamo la seguente notazione ridotta relative alle derivate parziali per brevit di esposizione:
ux =
di derivazione da sinistra a destra:
u x
uxxy =
3u x2 y
Per il contesto in cui lavoreremo, ovvero per poter vedere sviluppi numerici delle equazioni dierenziali, non ci interesser l'ordine in cui sono state eseguite le derivate perziali. L'
ordine
di una PDE il massimo ordine delle derivate che gura tra i ter-
mini dell'equazione.
La forma standard
di una equazione dierenziale alle derivate parziali di secondo ordine in due varibili indipendenti :
u(x, t) la funzione incognita, e F (x, t, u, ux , ut ) una funzione arbitraria x, t ed lineare in u e nelle sue derivate parziali prime.
ellitiche,
quantit
Introduciamo quelle che vengono chiamate le tre equazioni dierenziali fondamentali, per via della loro importanza nello sviluppo storico e dei problemi sici ad esse legate: l'equazione delle onde . Queste equazioni sono rispettivamente di tipo ellitico, parabolico ed iperbolico e vengono associate a diversi problemi sici. l'equazione Laplaciana, l'equazione del calore e
una soluzione particolare di una PDE spesso nascono dal particolare problema sico che si intende risolvere, e si possono distinguere in due tipi: condizioni iniziali e condizioni al contorno. In questo elenco le condizioni
che presentiamo si riferiscono al caso monodimensionale su cui ci concentreremo in seguito. Le prime date fornendo:
u(x, t0 ) = f (x)
2
xI
(1)
oppure
ux (L, t) = 0
t>0
(3)
Pi in generale in letteratura vengono individuati alcuni tipi di notazioni standard per indicare particolari condizioni al contorno del problema:
Dirichlet Sono forniti i valori della funzione
Neumann Sono forniti solo i valori delle derivate normali della funzione su
L'esempio classico da cui partiremo per introdurre l'equazione del calore quello di una sbarra in metallo all'interno della quale si sviluppa un usso di calore. Consideriamo una sbarra di metallo la cui sezione trascurabile rispetto
alla sua lunghezza, pensiamo inoltre questa sbarra posizionata nello spazio in modo che i suoi estremi giacciano entrambi sull'asse di sinistra ha ascissa
x,
dove l'estremo
e quello di destra
L.
u(x, t) =
all'istante
Per cercare di modellizzare questa situazione, si pu considerare la quantit di calore contenuta in un elemento di lunghezza
proporzionale alla sua temperatura e alla sua lunghezza. Allora la velocit con cui il calore entra nell'elemento dato dalla derivata di rispetto al tempo relativa all'elemento di lunghezza
x: (ux) = ut x t
velocit
Un altro modo per calcolare questa velocit considerare la quantit di calore che uisce attraverso i due estremi della porzione di sbarra considerata. Questo possibile assumendo che la sbarra sia isolata per tutta la sua lunghezza fatta eccezione per gli estremi. Risulta quindi che la velocit con cui il calore entra nell'elemento (porzione di sbarra tra
x + x)
q.ta calore entrante dal lato dx + q.ta calore entrante dal lato sx
ux (x + x, t) ux (x, t)
Dall'unione delle due espressioni si ha:
ut x ux (x + x, t) ux (x, t) ut
e portando al limite per
ux (x+x,t)ux (x,t) x
si ottiene:
x 0 ut ut =
uxx
costante
uxx
ut = 2 uxx
dove
(4)
detta
diusivit termica.
posto, ovvero anch esista una unica soluzione e il problema sia stabile , bisogna che sia fornita una condizione iniziale come quella fornita in 1 e due condizioni al contorno riguardo ai due estremi della sbarra, 2 e lema:
Dirichlet viene specicata la temperatura/concentrazione in un estremo:
u(L, t) = uL .
Diamo ora una breve nomenclatura per le condizioni al contorno del prob-
omogenea se:
u(0, t) = 0,
o
t t0 t t0 t t0 t t0
u(L, t) = 0,
non omogenea:
u(0, t) = g1 (t),
o
u(L, t) = g2 (t),
Neumann usso specicato a un estremo:
omogenea se:
ux (0, t) = 0,
o
t > t0 t > t0
ux (L, t) = 0,
non omogenea:
t > t0 t > t0
1 Per dare un'idea non rigorosa di stabilit si pu pensare che risulta stabile se qualora
vengano cambiate le condizioni iniziali o al contorno di poco, allora anche la soluzione cambia, ma solo di poco, dove possibile quanticare quello che intendiamo con un poco.
costante:
omogenea se:
t > t0 t > t0
t > t0 t > t0
chiamato
un esempio specico di un processo di diusione, infatti il calore si dionde attraverso la sbarra, proprio come una goccia di inchiostro si dionde in un bicchiere d'acqua. In generale diondendo. Nel caso pi generale l'equazione 4 assume la forma: per unit di volume), nel punto
ut = kuxx
dove
chiamato
coeciente di diusione.
rappresentano la corrente e il voltaggio in un lungo cavo
Se
i(x, t)
E(x, t)
che
L, C , R
siano nulli
che
devono soddisfare:
uxx = RCut
6
Nello studio del prezzo delle opzioni un modello molto importante e relativamente nuovo (1973) va sotto il nome di equazione di Black-Scholes
2 s2 Vss + rsVs rV + Vt = 0 2
Dove, volatilit del bene e
V = V (s, t), t il tempo, s il valore del bene opzionato, r la costante tasso di interesse.
la costante di
L'equazione risulta separabile ed possibile attraverso un cambio di variabile ritornare all'equazione del calore
u =
2 uxx 2
Per risolvere
esplicitamente l'equazione del calore possibile ricorre alla tecnica di separazione delle variabili che permette di dare una soluzione a una PDE lineare ed omogenea,trasformandola in un certo numero di ODE, corrispondenti al numero di variabili indipendenti. Consideriamo il problema:
XT = 2 T X
T 2 T
X X
con
T + 2 T = 0,
X + X = 0
T (t) 0
identicamente
nulla, altrimenti:
X(0) = X() = 0
7
X + X = 0 X(0) = X() = 0
Risolvendo il problema degli autovalori e delle autofunzioni, si ha che per
>0
si ha invece:
n = n2
Xn (x) = sin(nx) n = 1, 2, . . .
per
autovalori e autofunzioni del problema, questi sono gli unici valori di cui il problema riguardante la variabile
sostituendo i valori
T + 2 n T = 0
Ottenendo come soluzione
Tn (t) = e(n) t ,
n = 1, 2, . . . n
la soluzione prodotto data
dal problema iniziale, sottoposto solo alla condizione al contorno risulti: 2 un (x, t) = e(n) t sin(nx). Per il principio di sovrapposizione, visto che la PDE e che le condizioni al contorno sono omogenee, ogni qualsiasi combinazione lineare di queste funzioni soluzione del problema soggetto solo alle condizioni al contorno, questa detta soluzione generale.
u(x, t) =
n=1
cn e(n) t sin(nx)
2
Ricordando che sotto opportune ipotesi di continuit ogni funzione, f (x) esprimibile come serie di fourier f (x) = cn sin(nx). Si possono cos n=1
2 Anch
sia il limite di una serie di fourier deve ammettere derivata prima continua
a tratti, ovvero deve essere liscia a tratti.f (x) con seguenti propriet valgono sia per
a x b
si dice
liscia a tratti
se le
che per
ha un numero nito di discontinutit in ogni punto di discontinuit il limite sinistro e destro esistono e sono niti il limite destro di
e quello sinistro di
che da
Matlab R
di problemi simili.
Una semplice situazione che si intende modellizzare facendo riferimento all'equazione delle onde quella data da un lo vibrante di sezione trascurabile rispetto alla lunghezza. Consideriamo infatti un lo, perfettamente essibile, di lunghezza estremi sono ssati sull'asse
e i cui
nell'origine e in
(L, 0),
u(x, t) =
all'istante
Con questa modellizzazione assumiamo implicitamente che ogni punto del lo si pu muovere solo lungo la direzione
xu.
Ora procediamo in modo analogo a come si fatto per l'equazione del calore, consideriamo un tratto del lo di lunghezza legge di Newton
Figure 2: Filo su cui agisce la tensione T agli estremi forza che agisce su un elemento la tensione, che per l'ipotesi di perfetta essibilit rimane costante su tutto il lo. nell'estremo di sinistra e la pendenza del lo, si Indicando con destra.
la tensione si
si indica la forza,
la massa e
10
Per ottenere una relazione lineare, assumendo che approssimare servendosi di Taylor
ux
T sin 1 T ux (x, t)
risulta:
T sin 2 T ux (x + x, t)
La somma dei contributi verticali della forza agenti su un elemento del lo
(6)
x,
dove
utt
xutt x +
x ,t 2
(7)
Applicando ora la seconda legge di Newton all'elemento del lo, unendo quindi le equazioni 6 e 7 si ha:
xutt x +
e dividendo per
x 0,
utt = c2 uxx
dove
(8)
c=
T detto
velocit d'onda.
Osserviamo che in questa modellizzazione non si tenuto conto della forza di gravit.
abbia soluzione, sono necessarie due condizioni iniziali e due condizioni al contorno, le condizioni iniziali sono della forma:
0xL 0xL
Risulta che le condizioni al contorno del tipo Dirichlet, Neumann e Robin sono applicabili all'equazione delle onde. Le pi comuni condizioni utilizzate per il problema del lo vibrante sono:
tan = 3 3 + 3 + . . . e sin = 3 + . . . avendo quindi, a meno di un errore dell'ordine di O(3 ), sin tan . Questo metodo di approssimazione viene spesso indicato in letteratura
come metodo delle piccole oscillazioni
11
u(0, t) = 0 ux (0, t) = 0
o o
Il signicato sico della prima si pu facilmente immaginare considerando i capi del lo bloccati, mentre della seconda da intendersi come se negli estremi non c' nessuna forza che fa variare la pendenza del lo.
viene utilizzata per modellizzare anche altre situazioni oltre a quella di un lo vibrante.
Consideriamo una sbarra simile a quella utilizzata nella derivazione dell'equazione del calore e pensiamo di ssarne un estremo a una parete e di prenderla a martellate dall'altro. Attraverso ogni sezione verticale ci sar una vibrazione orizzontale, indicando con
u(x, t) =
utt = kuxx
dove la costante
modulo di Young.
Si prenda una sbarra come nel caso precedente e si consideri che le sezioni verticali siano circolari, e invece di colpirla con un martello, la si attorcigli e poi si rilasci. Considerando:
(x, t) =
x,
all'istante
Si ottiene cos :
tt = c2 uxx
dove
c2 =
G ,
i e il voltaggio
12
Se
sono uguali a zero, che risulta quando si lavora con alte frequenze,
allora sia
che
devono soddisfare:
uxx = LCutt
Risoluzione attraverso la separazione delle variabili
Adottiamo lo
stesso metodo utilizzato nella sezione precedente per risolvere ora l'equazione delle onde. Consideriamo il problema:
allora si ha:
XT = c2 X T
T c2 T
X X
= T + c2 T = 0
X + X = 0,
dizioni al contorno per la
Ragionando come nel caso dell'equazione del calore ottengo le seguenti con-
X: X(0) = X(1) = 0
Risolviamo il problema degli autovalori rispetto alla X ed otteniamo: autovalori autofunzioni Ora risolviamo l'equazione in
n = n2 2 Xn = sin(nx) n = 1, 2, . . . T
per
= n
n:
u(x, t) =
n=1
(9)
ut :
ut (x, t) =
n=1
sin(nx)[cncn sin(cnt) + cndn cos(cnt)] f (x) e g(x) espresse come serie dn ed ottenere cos la soluzione.
di fourier per cal-
cn
Portiamo ora un altro esempio notevole, che permette di descrivere un'altra situazione sica, quella di un lo che non vibra, ma continua a muoversi verticalmente ad una certa velocit iniziale senza cambiare forma, mostriamo brevemente che anche in questo caso si possono far valere le considerazioni del caso precedente.
(10)
X + X = 0, T + T = 0 X (0) = X () = 0
Risolvendo il problema degli autovalori di X: autovalori: autofunzioni:
0 = 0: n = n2 :
Xn (x)Tn (t)
u(x, t) = c0 + d0 t +
n=1
cn
dn
u(x, t) = t
Ho cos trovato che il lo non vibra, ma al contrario mantiene la sua forma iniziale che si muove lungo il lo a velocit costante pari a uno.
15
In questa sezione ci focalizzeremo sui metodi numerici per risolvere l'equazione del calore e quella delle onde, concentrandoci su pochi metodi che sono preferibili per stabilit e convergenza.
4.1
ut = k 2 uxx
Per farlo iniziamo utilizzando l'approssimazione di mare
ut
considerata secondo un
u calcolata nei due nodi xi , tj ; Ti,j 2 invece l'errore locale di troncatura O[t+(x) ] (l'errore che viene commesso al passo i, j ).
Dove indica la funzione Lo schema risulta consistente ntanto che:
ui,j = u(xi , tj )
x0,t0
lim
Ti,j (x, t) = 0
Questo metodo risulta esplicito rispetto al tempo poich la derivata seconda calcolata per valori essere riscritta come:
tj
ui,j+1 =
ovvero esprimendo dente (tj ).
(12)
passo lungo la direzione temporale, sapendo i valori di partenza di Si dice che le quantit schema appena esposto. In pratica dobbiamo scegliere valori per valori per
t0 .
ui1,j
16
k2 t ed intuitivo com(x)2
Ricor-
(x)2
molto pi piccolo di
t,
t < 2 min
m
dove
Red,m |d,m |2 Ad
ottenuta attraverso
d,m
il metodo delle delle dierenze nite considerando lo spazio funzionale di approssimazione di dimensione Nel nostro caso la matrice
d. Ad
, dove a e b (x)2 sono gli estremi dell'intervallo su cui si vuole calcolare l'equazione, e che d,m sibile riscrivere la formula esplicita di massimo si ha per
d,m =
2 cos(mx/(ba))
m = d.
Si noti che questa scelta garantisce che i valori dei coecienti siano non neg1 ativi e che il fattore non dipenda dalle unit o dalla scala utilizzata. 2 La restrizione cos trovata risulta per particolarmente severa. Infatti t a causa della limitazione deve essere preso piccolo, costringendo cos il metodo a numerose valutazioni lungo la direzione di t, quindi per quanto detto prima ad aumentare la complessit computazionale e a sommare numerosi errori di
17
arrotondamento locali. Tutto questo rende il metodo abbastanza impraticabile. Questo metodo risulta per di semplice implementazione, una volta scelto adeguatamente il rapporto 13, la condizione iniziale:
u(x, 0) = f (x)
ci da come informazione
i = 0, 1, 2, . . . , n
u(0, t) = u(a, t) = 0
danno le seguenti equazioni:
j = 0, 1, . . .
Se invece si hanno condizioni al contorno di tipo Neumann o Robin, si procede utilizzando la dierenza in avanti, centrata o all'indietro per approssimare la derivata nella condizione al contorno. Fintanto che l'errore locale di tronca2 mento dell'ordine di O[t + (x) ] prassi scegliere l'approssimazione al bordo in modo che sia consistente con quest'errore. Cos scegliamo di utilizzare la dierenza centrata per avere un errore di troncatura dell'ordine di O[(x)2 ]Questo naturalmente comporta l'introduzione di punti fantasma :
u(x, tj ) = u1,j
permettendoci cos di scrivere:
u(L + x, tj ) = un+1,j
un+1,j un1,j ux (L, tj ) 2x Questa condizione insieme alla PDE calcolata per x1 o xn+1 da luogo sistema con n + 1 equazioni per ogni istante temporale tj . u1,j u1,j ux (0, tj ) 2x
o sistema di
a un
(n 1)m
equazioni:
i = 1, . . . , n 1 j = 0, . . . , m 1
mente, visto che possibile marciare lungo la variabile temporale, utilizzando i risultati della jesima riga per calcolare quelli della (j + 1)esima. Scegliendo = 1 , si ottiene lo schema esplicito di Bender-Schmidt: 2
(14)
Naturalmente esistono molti altri schemi espliciti per la risoluzione dell'equazione del calore, ma tutti quanti presentano forti limitazioni dovuti al rapporto 13.
Lo schema implicito di Crank-Nicolson
Cerchiamo ora uno schema che risulti stabile per ogni scelta di scegliamo cos il seguente schema implicito:
k2 t , (x)2
ui,j+1 ui,j t
2u
+u
Dove
approssimazioni di
0 < a < 1 e il membro di destra altro non che una media pesata delle uxx (xi , tj ) e uxx (xi , tj+1 ). 1 Risulta inoltre che scegliendo 0 < a lo schema risulta stabile, senza nes2 suna limitazione sui passi t e x. Lo stencil pu essere visto nella gura 4.
Per diversi motivi, la forma pi utilizzata dello schema Crank-Nicolson
a=
1 : 2
(15)
k2 t (x)2
19
4.2
utt = c2 uxx
Sembra ragionevole approssimare le due derivate seconde con la dierenza centrata in modo da rendere lo schema:
ui,j+1 2ui,j + ui,j1 ui+1,j 2ui,j + ui1,j = c2 + Tij (x, t) (t)2 (x)2
esprimendo
(16)
ui,j+1
ct 2 . Si pu suppore che anch il metodo risulti stabile sia x necessario che 1 0, ed eettivamente cos. Questa condizione meglio
Friedrichs
non risulta essere cos severa come quella del caso esplicito dell'equazione del
t
nanzi tutto se
x c 1.
(18) In-
=1
allora
ct = x
(xi , tj+1 )
Se invece dominio
(xi1 , tj )
(xi+1 , tj ).
analitico di dipendenza un sottinsieme del numerico di dipendenza. Questo ci dice che le perturbazioni devono
20
<1
Figure 6: In nero si possono vedere le linee caratteristiche per tratteggiato invece le linee caratteristiche per analitico di dipendenza e in nero quello numerico
c=1,
in rosso
< 1.
In rosso il dominio
propagarsi attraverso lo schema numerico a una velocit schema stabile. Le condizioni iniziali:
u(x, 0) = f (x)
ci danno, come nel caso dell'equazione del calore,
ui,0 = f (xi )
i = 0, 1, . . . , n
ut (x, 0) = g(x)
Fintanto che lo schema esplicito
O[(t)2 + (x)2 ], scegliamo ancora la dierenza centrata per approssimare ut . Introduciamo cos i punti fantasma: u(xi , t) = ui,1 i = 0, 1, . . . , n
Ci sono naturalmente anche schemi impliciti per l'equazione delle onde. Visto e considerato che la condizione di stabilit per lo schema esplicito non particolarmente forte e ci permette di essere essibili nella nostra scelta della griglia, non fondamentale trovare alternative allo schema.
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In questa ultima sezione presentiamo alcune implementazioni su per la risoluzione dell'equazione del calore e delle onde.
Presentiamo un possibile le .m per risolvere l'equazione del calore con il metodo esplicito. Come gi discusso in precedenza si nota che il metodo sottoposto alla condizione 13 anch risulti stabile, se tale condizione viene violata, il programma si limita a segnalarlo. Le condizioni utilizzate dal codice sono di Dirichlet, per utilizzare altri tipi di condizioni al contorno necessario utilizzare una approssimazione calcolata per mezzo di una dierenza centrata. %Metodo esplicito equazione del calore: d=input('inserire coeciente diusivit: '); n=100; %passi direzione x punti in cui si valuta u nt=400;%passi direzione t L=4; %lunghezza barra x=linspace(0, L,n); dx=L/n; dt=20; k=d*dt/(dx)^2; %controllo convergenza if(k>0.5) fprintf('Attenzione metodo instabile'); end A=sparse(diag((1-2*k)*ones(n,1))+diag(k*ones(n-1,1),1)+diag(k*ones(n-1,1),-1)); t=0; U=condinz(x); % condizioni iniziali i=1; plot(x,U); hold on while t<(nt*dt) f0=latosx(t); % condizione sul bordo sx fL=latodx(t); % condizione sul bordo dx u=A*(U(i,:))`+k*[f0; zeros(n-2,1); fL]; U=[U;u`]; i=i+1; t=t+dt; if(mod(i,4)==1)
22
Per quel che riguarda il metodo implicito di Crank-Nicolson riportiamo un le .m che permette di vedere l'implementazione utilizzata, il vantaggio di questo metodo rispetto al precedente consiste, come gi considerato in precedenza, nel non avere condizioni sul passo
t. a
del
Come nel caso precedente stata implementata per un problema con condizioni al contorno del tipo Dirichlet e considerando come costante 1 metodo , si veda l'equazione 15. 2 %Metodo implicito (Crank-Nicolson) equazione del calore: d=input('inserire coeciente diusivit: '); n=100; %passi direzione x punti in cui si valuta u nt=400;%passi direzione t L=4; %lunghezza barra x=linspace(0, L,n); dx=L/n; dt=20; k=d*dt/(dx)^2; Ap=sparse(diag((1+k)*ones(n,1))-diag((k/2)*ones(n-1,1),1)... -diag((k/2)*ones(n-1,1),-1)); Am=sparse(diag((1-k)*ones(n,1))+diag((k/2)*ones(n-1,1),1)... +diag((k/2)*ones(n-1,1),-1)); t=0; U=condinz(x); i=1; plot(x,U); hold on while t<(nt*dt) f0=latosx(t); fL=latodx(t); u=Ap\(Am*U(i,:)'+k*[f0; zeros(n-2,1); fL]); U=[U;u']; i=i+1; t=t+dt; if(mod(i,4)==1) plot(x,u,'r');pause(.2)
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condinz che contiene le condizioni iniziali su u, e le funzioni latosx e latodx, contenenti le funzioni che danno
I due le richiamano entrambi la funzione le condizioni al contorno di tipo Dirichlet del problema. Di seguito riportiamo la soluzione graca calcolata per i seguenti problemi del calore:
ut = 3uxx u(x, 0) = x( x) u(0, t) = u(, t) = 0 ut = 117 106 uxx u(x, 0) = 0 0 < x < 4 u(0, t) = 100; u(4, t) = 0
(19)
(20)
24
Figure 7: I graci in 2D rappresentano la soluzione rispetto al piano xz, dove in blu indicata la condizione iniziale e in rosso la soluzione a intervalli di tempo successivi. Il graco in 3D rappresenta la soluzione rispetto mettendo sul piano sull'asse z i valori di u.
25
Dalle considerazioni precedenti si pu ci concentriamo sul metodo esplicito di risoluzione dell'equazione delle onde, visto che le condizione per la sua stabilit non risultano particolarmente restrittive, infatti il metodo sottoposto solo alla condizione 18. Attraverso
Matlab R
%risoluzione equazione onde metodo esplicito d=input('inserire velocita donda: '); n=100; %passi direzione x punti in cui si valuta u nt=3000;%passi direzione t L=1; %lunghezza del lo x=linspace(0, L,n); dx=L/n; dt=0.001; k=d*dt^2/(dx)^2; %controllo convergenza if(k>=1) fprintf('Attenzione metodo instabile'); end A=sparse(diag((2-2*k)*ones(n,1))+diag(k*ones(n-1,1),1)+diag(k*ones(n-1,1),-1)); t=0; U=condiniz1(x); u=U+dt*condiniz2(x); U=[U;u]; i=1; plot(x,U); hold on for i=1:nt f0=latosx_onde(t); fL=latodx_onde(t); U(i+2,:)=(A*(U(i+1,:))'-U(i,:)'+k*[f0; zeros(n-2,1); fL])'; t=t+dt; if(mod(i,4)==1) plot(x,U(i+2,:),'r');pause(.2) end end gure(2); mesh(x,linspace(0,(nt+2)*dt,nt+2),U);
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latodx_onde
condizioni al contorno di tipo Dirichlet. Si deciso di studiare il problema di una corda vibrante con gli estremi ssati:
(21)
Un altro esempio quello che modellizza una corda che senza sformarsi si sposta a una velocit iniziale, questa situazione modellizzabile attraverso il seguente problema:
(22)
Per la risoluzione di questo problema abbiamo utilizzato un altro le .m che crea inizialmente la perturbazione della corda a forma di parabola e la derivata prima uguale alla perturbazione iniziale della corda. Il le genera il movimento della corda, riproducendo una sorta di lmato.
References
[MCP] Matthew P. Coleman, AN INTRODUCTION TO PARTIAL DIFFERENTIAL EQUATION WITH MATLAB, Chapman & Hall-CRC Applied mathematics and nonlinear science series 2005
27
Figure 8: I graci in 2D rappresentano la soluzione rispetto al piano xz, dove in blu indicata la condizione iniziale e in rosso la soluzione a intervalli di tempo successivi.
28
Figure 9: Si pu vedere ad istanti successivi la stringa che si muove, nella prima immagine in alto a sinistra la situazione iniziale, da una immagine all'altra si pu vedere come l'errore locale di arrotondamento si accumula.
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