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I PRIMI PASSI DELLA LETTERATURA VOLGARE

Primi secoli del Medioevo_ CULTURA ECCLESISTICA in lingua latina domina in Europa. I chierici, tuttavia, costituiscono una ristretta elte al di sotto dei quali vi un mondo popolare in continua evoluzione non conosce n il latino classico, n il latino usato nelle corti e dagli uomini di chiesa, ma si esprime solo nel latino parlato. Cultura ufficiale della chiesa I padri della chiesa danno il via alla letteratura mediolatina. VS cultura orale popolare cultura in lingua romanza (V-X sec) non ha prodotto autonomamente testi scritti.

seconda met XI sec_ In Francia si sviluppano le LINGUE ROMANZE doltralpe: 1. lingua doil; 2. lingua doc. In Italia, la produzione italiana si limita ad alcuni documenti non letterari (=sotterranea vitalit del volgare) + testi letterari di San Francesco dAssisi. XII-XIII sec._ matura un uso del volgare con una finalit letteraria ben precisa. ITALIA CENTRALE: attiva nellelaborazione dei testi in volgare nelle abbazie benedettine. Queste ultime hanno il duplice merito di aver conservato la cultura latina e di essersi avvicinate alla realt popolare. XII sec._i chierici, per diffondere la morale cristiana, fornivano componimenti letterari destinati alla recitazione ad attori e giullari. Erano testi di contenuto religioso adatti ad essere compresi da un pubblico non colto. RITMI: successione di versi senza una schema metrico fisso e raggruppate in lasse di diversa lunghezza, ciascuna caratterizzata dal prevalere di una sola rima o assonanza.

Carattere religioso

descrivono le nuove realt comunali

testimoniano linfluenza della poesia provenzale sul volgare italiano

AUTORI-TESTI

Testo scoperto nel 1924 da Luigi Schiapparelli in un codice delle biblioteca capitolare di Verona contenente testi liturgici, ed databile tra la fine dellVIII secolo e linizio del IX. Dallanalisi linguistica emerso che il breve scritto fu redatto in uno scriptorium veronese da un copista o da un chierico. La matrice dellindovinello, pertanto, appare colta, come dimostra la consapevole adozione in genere risalente alla tradizione latina altomedievale, quello degli aenigmata (=enigmi), del quale si riprende lo schema metrico: una coppia di esametri ritmici caudati. Rappresenta la pi antica testimonianza scritta in volgare italiano che viene utilizzato in contrapposizione al latino.

1. Indovinello veronese

Il breve indovinello ritrae, dietro le immagini proprie dellenigma, lattivit faticosa del copista, che nellatto della scrittura viene paragonato a un contadino. Vi una netta distinzione:

primi due versi: scritti in volgare; ultimo rigo: scritto in latino.

Testimonia una fase di transizione dal latino al volgare vero e proprio.

E fra i primi esempi della poesia in volgare in ambito religioso. 1804-1100 si trova in uno degli affreschi della cappella sotterranea della basilica di San Clemente a Roma. Tono popolaresco e le immagini raccontano un miracolo del santo: Sisinnio, un ricco pagano, ha mandato i suoi servi, a catturare e ad uccidere San Clemente, convinto che il santo gli abbia sottratto la moglie convertitasi al cristianesimo. Miracolosamente, al posto del corpo, essi si trovarono a trasportare una pesante colonna, mentre il santo, ormai libero, li ammonisce. Accanto ai vari personaggi vi sono le iscrizioni che riportano le loro battuta: quelle di Sisinnio e dei servi in volgare romanesco e quelle del santo in latino tratte da un testo agiografico anteriore al VI secolo. Venne definita il primo fumetto della storia della cultura grafica occidentale e usa il volgare in funzione artistica, per creare un effetto di contrasto fra il realismo comico delle battute dei personaggi pagani e la solennit della frase latina del santo. SCENA DI VITA QUOTIDIANA: un padrone si rivolge ai propri servi con durezza. Il volgare, in un ambiente dove ormai si usava il latino, doveva creare un effetto comico, cos come accade per il dialetto.

2. Iscrizione di San Clemente

ritorno alla povert evangelica, assunta come regola di vita. Francesco e Domenico di Guzman, tra altri, scelgono di vivere poveri tra i poveri, e la presenza efficace dei loro ordini di mendicanti nelle nuove societ europee provocher anche una diffusa reazione politica contro le ingiustizie sociali, contro lusura e gli effetti egativi delleconomia e contro il rapporto padroneschiavo del feudalesimo. La Regola di San Francesco fu bullata da papa Onorio III nel 1223 e in tal modo resa stabile e sottratta dal pericolo dinterpretazioni variabili e incontrollate. I francescani conobbero cos un grande successo e si diedero unorganizzazione precisa e robusta. Essi abitavano nei grandi conventi delle citt europee predicando e insegnando. Dopo il 1226 (anno in cui mor San Francesco) si rese pi evidente la frattura fra due ali dellordine che proponevano interpretazioni contrapposte: per alcuni (gli spirituali) la povert doveva essere assoluta, per altri (i conventuali) doveva essere pi limitata.

3. SAN FRANCESCO: Tra l XI e il XII secolo, si svilupparono vari movimenti spirituali di

Cantico di Frate Sole


Non il primo scritto in volgare italiano con finalit letterarie, ma il primo di maggior rilievo storico ed artistico primo testo poetico della letteratura italiana. La stesura del canto viene collocata nel 1224, ma i vv. 23-26 e 27-33 sono collocati in anni diversi.

Non vi uno schema metrico preciso, ma si tratta piuttosto di una prosa ritmica composta da gruppi di versi, da due e cinque ciascuno. RAPPORTO POSITIVO CON IL MONDO: Dio rappresenta per luomo un mistero, per tanto egli non degno di nominarlo.; pu solo lodare il suo creato sia per la sua intrinseca bellezza, sia perch porta significatione dellartefice. Luomo deve dimostrarsi meritevole di appartenere allarmonia delluniverso, di conformarsi alla legge di Dio, accettando la sofferenza e la morte come realt proprie del mondo improntato dalla volont divina. HUMILTATE: lumilt per San Francesco un principio di base per la sua Regola, cio della spiritualit dei francescani. E un concetto con cui si riconosce limmensit del creato, lodando Dio per le sue creature ed adeguandosi alle circostanze della vita che possono essere negative o positive, ma in entrambi i casi fanno sempre parte della volont divina. IL SIGNIFICATO_ La preposizione PER di Laudato si pu essere interpretato in diversi modi:

a causa di_ valore casuale, Francesco ringrazia Dio come artefice del mondo; da tutte le tue creature_ complemento dagente; attraverso_ si sottolinea il rapporto di mediazione tra uomo e Dio svolto dallUniverso.

MODELLI: Francesco si ispira soprattutto alla tradizione dei Salmi, che facevano parte del patrimonio culturale sia del popolo, sia delle classi pi colte. La struttura sintattica appare dunque lineare con rarissime inversioni.

(1248-1309) entra gi adulta nel terzo rodine francescano, quello dei laici di ambo i sessi. E una scrittrice mistica italiana, fa parte di quella schiera di donne semianalfabete o istruite di cui si tramanda che godettero dellunione con Dio: unesperienza ineffabile e spesso in odore di eresia, in quanto non mediata dalla Sacre Scritture e, indipendente dalla mediazione ecclesiastica.

4. ANGELA DA FOLIGNO:

Memoriale di Frate Arnaldo, cap. VII

Angela detta la propria autobiografia in volgare a frate Arnaldo, suo direttore spirituale che stende il memoriale in latino. Nel passo il contatto con Cristo descritto in termini concreti e sensuali di un rapporto amoroso, ma per Angela lassimilazione dellesperienza mistica allimpeto sessuale non ha niente di scandaloso, poich amore sinonimo di conoscenza. Nel testo emerge lincapacit di esprimere a parole lesperienza mistica. La visione con gli occhi dellanima la visione intellettuale e intuitiva della divinit e permette di vedere pi chiaramente di quanto si pu vedere con gli occhi del corpo.

IACOPONE DA TODI

Nato tra il 1230 e il 1236, e secondo la tradizione la morte drammatica della moglie lo induce ad entrare nellordine francescano, dove si schiera con le correnti pi rigorose degli spirituali. Dopo la rinuncia di papa Celestino V fiero oppositore di Bonifacio VIII nel 1298 imprigionato e costretto nel carcere allisolamento.

1306 muore. Scrisse 90 componimenti informa di ballata in forma di ballata sacra e lauda, destinati originariamente ad essere cantati allinterno dei conventi francescani.

Il titolo allude allebbrezza che lunione mistica con Dio procura, quella che per Angela era Gioia suprema indicibile. La ripetizione del termine iubelo/iubel denuncia le difficolt di rendere verbalmente questesperienza esorbitate rispetto alle normali facolt umane; ma, nonostante la difficolt di esprimerla in parole, la dolcezza dellesperienza mistica non pu rimanere nellinteriorit, perci il grido rimane lunico modo per esprimere questo sentimento smisurato senza vergogna. TEMA DELLA DERISIONE: emerge nella terza strofa ed diffuso in letteratura medievale. Qui la derisione altrui, deriva dal discorso, enfatico e privo di ritegno, intorno allamore di cui il soggetto sente il calore. METAFORA amore-fuoco. Atteggiamento razionale nascondere il proprio stato; VS Esaltazione mistica induce al grido. TEMA DELLA SANTA FOLLIA= accomuna chi vive lesperienza mistica, il mondo esterno invece reputa folle chi preso dallardore per lamore divino.

5. O Iubelo del core

6. Donna del Paradiso

Livello metrico: Lauda drammatica, strutturata secondo le forme della ballata sacra, composta da quartine di versi settenari rimati.

SCELTE LINGUISTICHE: La lauda presenta lalternanza di due fondamentali registri linguistici. 1. sermo cotidianus: caratterizza lumanit di Maria e di Cristo (si pensi a forme verbali come stuta, v. 86, o lagni, v. 92). Significativi, in particolare, i sostantivi che connotano il rapporto madre-figlio: oltre alla disperata ripetizione del vocativo figlio da parte di Maria, spicca il mamma con cui ripetutamente Cristo si rivolge alla Madonna (vv. 84, 92, 104), variante intima e affettuosa del pi solenne mate (presente a v. 108, quando Cristo detta a Giovanni una sorta di testamento spirituale), ma soprattutto parola etimologicamente connessa con larea semantica dellallattamento, e quindi con la fisicit del rapporto madre-figlio; quella stessa fisicit cui si riferisce anche Maria quando, rivolta al figlio, si definisce per sineddoche come il petto o si lattato (v. 47). 2. evidenti richiami evangelici: il lessico con cui si esprime il Popolo chiamato in causa da Pilato. Va per notato che, nei versi recitati dal Popolo e dal Nunzio, abbondantemente presente anche il lessico realistico di impronta popolare. 3. echi provenzali: riscontrabili nel linguaggio di Maria (si pensi al sostantivo deporto del v. 77 o allaggettivo vermiglio del v. 116), il cui sentimento di amore materno si esprime del resto in forme umanissime, che sconfinano lessicalmente nellarea dellamor profano.

Livello tematico:

La dimensione teatrale del testo e la Passione della Vergine: La lauda racconta gli ultimi, drammatici momenti della vita di Cristo e si caratterizza per il fatto che lattenzione, anzich sulla sofferenza di Ges, focalizzata su quella della Madonna. Attingendo ai Vangeli, ad alcuni testi latini che avevano gi messo in primo piano la sofferenza della Vergine, a rappresentazioni sacre diffuse nel XII secolo in Italia settentrionale e centrale, Jacopone mette in scena una sorta di Passione della Vergine. Limpostazione teatrale di questo testo con tutta evidenza differente da quelli fin qui antologizzati si inserisce nella tradizione della lauda perugina, che si orientava, piuttosto che verso lascetismo o il misticismo, nella direzione di una divulgazione del Vangelo e di una umanizzazione dei temi religiosi. La lauda perugina era affidata alla recitazione di alcuni solisti e di un coro, e costituisce un passo importante verso quello spettacolo che nel Quattrocento avrebbe preso il nome di sacra rappresentazione. Le caratteristiche tematiche della lauda perugina contribuiscono a spiegare uno dei dati pi significativi di questa lauda: il fatto cio che la passione della Vergine risulti, in gran parte, una passione profondamente umana; che Maria appaia, pi che come donna de Paradiso, anzitutto come una madre disperata; che si mostri spesso ignara delle implicazioni teologiche della sofferenza del figlio.

Lincomunicabilit tra Maria ed i vari interlocutori: Le prime venti strofe che seguono alla ripresa (e cio i vv. 4-83) hanno funzione prettamente diegetica. La narrazione affidata in gran parte al Nunzio, che esorta Maria a correre ai piedi della croce e interviene successivamente (vv. 64-75) a descrivere i particolari della crocifissione in maniera fortemente realistica. A fronte di questo racconto stanno le invocazioni della Madonna, che inutilmente cerca di chiamare in causa vari interlocutori. Dapprima viene invocato laiuto della Maddalena (vv. 16-19), che per tace; allinvocazione rivolta a Pilato (vv. 24-27) risponde implicitamente, in modo ostile, la folla, il cui Crucifige sancisce la scelta in favore di Barabba. Nessun effetto ottiene neanche linvocazione al Popolo (vv. 32-35). Allora Maria invoca ripetutamente il figlio, con significativi riferimenti alla fisicit del legame (v. 47, vv. 60-63). Infine, in mancanza di una risposta, Maria chiama come sua interlocutrice la croce, ribadendo la propria umanissima ma inascoltata protesta sullinnocenza di Ges (v. 55). Si detto prima che la Passione di Cristo diviene qui Passione della Vergine; ma si potrebbe osservare che, prima ancora che alla Passione, il personaggio di Maria rimanda al dogma della Incarnazione: la Madonna madre e in nome di questo legame invoca su di s tutte le sofferenze del figlio.

Il dialogo tra la Madre ed il Figlio: A tale dialogo sono dedicate sette strofe. Si tratta, anche stavolta, di un dialogo segnato da una forte incomunicabilit. La voce di Cristo che scende dallalto della croce appartiene a una dimensione soprannaturale, molto diversa da quella di Maria. Dapprima egli rimprovera affettuosamente la madre per essersi recata in quel luogo; poi le ricorda il suo dovere di rimanere a fianco degli apostoli; infine, di fronte al disperato voglio teco morire del v. 97, la affida allapostolo Giovanni. Non certo casuale che Cristo pronunci esattamente tre battute, come non era casuale il fatto che il racconto della crocifissione fosse anchesso contenuto in tre strofe (vv. 64-75): si tratta di riferimenti impliciti alla Trinit e quindi alla natura divina di Ges. Maria invece rimane umanissima perfino quando chiama in causa il mistero della Trinit: la triplice invocazione del v. 89 (figlio, pate mmarito), trasferisce infatti lo Spirito Santo in una dimensione quotidiana e familiare (tanto che il verso pu tranquillamente interpretarsi come laffermazione che, per una madre, il proprio figlio tutto). Il piano soprannaturale su cui si muove Cristo e quello umano di Maria si intersecano tuttavia nelluso di una parola, il vocativo mamma, ripetuto per tre volte da Cristo.

Il corruptus: Il lamento funebre, interrotto al v. 83, ricomincia nellultima parte della lauda e si protrae fino alla fine. La scena drammatica cede il posto allelegia, con un crescendo patetico affidato in gran parte alliterazione del vocativo figlio. Abbiamo gi detto che la Passione rappresentata nella lauda, pi ancora che quella di Cristo, sembra essere quella della Vergine. vero che in questi ultimi versi la figura di Maria attinge a momenti di parziale consapevolezza delle implicazioni teologiche del destino del Figlio (vv. 130-131, ma lo stesso era gi accaduto al v. 19); pi significativa ci sembra per linvocazione dei versi che chiudono la lauda (vv. 132-135): Maria infatti torna a invocare la propria morte insieme a quella di Cristo, rifacendosi al tema gi svolto ai vv. 100-104. Il parallelismo tra le due quartine tuttaltro che casuale, ed confermato da precisi richiami di ordine formale (si pensi al ritorno dellinfinito con funzione esclamativa trovarse, vv. 102 e 134; o alluso di participi o aggettivi con forte connotazione espressionistica, come affocato di v. 103, abraccecate e impiccato dei vv. 134-135). In sostanza Maria non esce dalla propria dimensione semplicemente umana; e il lamento con cui si chiude la lauda costituisce una conferma della sostanziale incomunicabilit tra il piano umano e il piano divino.

LA POESIA TROBADORICA
Inizi XII secolo sorge nella Francia meridionale (Civilt Occitanica = Provenza, e Aquitania) il movimento trabadorico in lingua doc. TROVATORI (< trobar = comporre in musica): sono i primi ad avere una coscienza di s come letterati. Figura della DONNA: nei confronti di essa il poeta si pone in totale sottomissione. Trasposizione sul piano sentimentale dellatto di vassallaggio che lega il feudatario al suo padrone. Il fascino e il prestigio della donna ispirano un ideale di vita che si esprime in un luogo chiuso ed esclusivo opposto al mondo popolare: la corte feudale con donne colte e raffinate, cavalieri e intellettuali.

_tema sentimentale;

SCELTE TEMATICHE

_tema politico; _tema morale. _ trobar clus = elaborato ed ermetico. _trobar leu = aperto e lineare.

SCELTE DI STILE

TEMA CENTRALE: esperienza amorosa adulterina e non corrisposta. I poeti provenzali impronteranno tutta la produzione poetica successiva nei vari paesi europei e contribuiranno a creare limmaginario del romanzo cortese cavalleresco. CARATTERISTICHE GENERALI Nasce una cultura mondana fondata su: o Le virt laiche = la magnanimit e la generosit dei signori;

o Lamore passione che si sottrae ai dettami della chiesa.

ANTICLERICALE

Infatti la Chiesa appariva come incapace di rispondere sul piano culturale a una visione laica e liebra dei sentimenti e delle relazioni sociali. Sorgeranno nuovi movimenti religiosi (valdese e cataro) che la Chiesa metter al bando con laccusa di eresia, fino a indire la crociata albigese. LE RIME: poesia accompagnata da strumenti musicali come larpa e la viella. Sistema delle rime vario:

Coblas unissonans: tutti le strofe usano lo stesso schema rimico; Coblas doblas: insieme di rime comune a due strofe consecutive; Coblas capfinidas: stessa parola allinizio e alla fine della strofa.

FINAMOR: concetto attorno al quale si muove limmaginario poetico medievale. Lamante che si muove al di fuori dei confini coniugali ha un proprio codice di comportamento che si fonda sul culto di:

Virt: valor; Onore: pretz; Fervore: jovenz.


Amore; TEMI dei TROVATORI Cruda realt circostante.

FORMA E STILE: 1. trobar leu: poesia facile e chiara; 2. trobar ric: poesia ricca di parole rare, ricercate con largo impiego dellallitterazione; 3. trobar clus: poesia ricercata fino a diventare oscura e comprensibile solo a pochi.

TROVATORI TROVIERI Durante i secoli XII e XIII, a seguito della crociata contro gli albigesi, molti escono dai confini della Provenza per essere accolti nelle corti europee (Francia del nord, Germania, Italia settentrionale, Inghilterra). Nascer quindi una nuova scuola di trovieri che scriveranno alla maniera dei trovatori, solo in altre lingue e aggiungendo, a seconda delle tradizioni locali, altre tematiche o nuove varianti. Il pi famoso troviere in Italia Sordello da Goito.

LA SCUOLA SICILIANA
XIII secolo_ molti fuggono in Italia a seguito della crociata contro gli albigesi indetta da Innocenzo III nel 1209. La Sicilia di Federico II di Svevia ha un importante ruolo di promozione della cultura. Federico II: si interessa allo studio delle discipline scientifiche e filosofiche, ereditate dalla cultura araba; promuove il latino e lars dictandi (la retorica, larte del comporre);

scrive un trattato sulla caccia col falcone; d impulso alla scuola di retorica di Capua e a quella medica di Salerno; fonda luniversit di Napoli.

Scuola siciliana: si pu parlare di scuola in quanto si riscontra una comunanza di temi e di stili, riconducibile alla presenza del caposcuola Iacopo da Lentini. Legami indubbi; Lirica provenzale Distanze: _non vi sono poeti di professione, ma dilettanti che ritengono la poesia unattivit svincolata dal ruolo pubblico e professionale; _ il genere si distacca dalla musica: natura pi letteraria, testi di lettura.

TEMI: 1) Abbandono del tema politico, di cronaca o dellesperienza personale; 2) FINAMOR: amor fino (=perfetto), e la sua fenomenologia attingendo dal repertorio cortese; 3) Mondo della natura: per esaltare, tramite similitudini, lo splendore dellamata. 4) DONNA = DOMINA: associazione donna-signore e amante-vassallo, per esaltare il senso di devozione e inferiorit delluomo verso la sua donna. 5) Maggiore attenzione allinteriorit e allanalisi delle conseguenze della vicenda amorosa nellindividuo. STRUTTURE METRICHE: 1) CANZONE; 2) CANZONETTA; 3) SONETTO. LINGUA: livello alto, curata sotto il profilo lessicale e ricca di artifici retorici. Alla base vi il volgare siciliano, fortemente influenzato dal periodare latino.

AUTORI TESTI JACOPO DA LENTINI


(1210-1260) Funzionario imperiale della corte di Federico II di Svevia, viene riconosciuto come caposcuola della lirica siciliana. Il canzoniere di Jacopo da Lentini risulta oggi composto da trentotto liriche, fra le quali si trovano realizzate tutte le possibilit stilistiche espresse dalla scuola siciliana: La canzone di argomento sublime; La canzonetta con temi narrativi e spesso dialogati; Il sonetto (da lui inventato) dedicato a disquisizioni teoriche, morali e filosofiche.

Canzonetta con stanze I-II capfinidas, e lultima strofa ha la funzione di congedo. TEMA DEL FENHEDOR: innamorato timido e incapace di confessare allamata i propri sentimenti, che tuttavia si rivela allesterno attraverso una sintomatologia ben precisa (sospiri, sguardi, pianti).

7. Meravigliosamente

I motivi provenzali non vengono ripresi meccanicamente, ma vengono rielaborati attraverso una chiave di lettura pi interiorizzata e collegata allesperienza psicologica e sentimentale del poeta-amante. Desiderio di contemplare la donna amata; VS Vergogna di rilevare tale passione.

AMORE VS VERGOGNA

Interiorizzazione del sentimento Metafore del fuoco ritratto amata dipinto nel cuore dellinnamorato

Canzonetta tono colloquiale, meno sostenuto, sintassi lineare, stile medio inserire nella lirica un breve sviluppo narrativo. La DONNA assume caratteri quasi ultraterreni, salvifici Stilnovo.

8. Io mag[g]io posto in core a Dio servire


Armonica chiarezza sintattica e metrica: le due terzine e le due quartine si concludono infatti con un punto, creando un preciso parallelo tra la partizione strofica e le pause sintattiche. PARADISO

OGGETTI DEL DESIDERIO

DONNA L a pia intenzione paradisiaca si contamina di una sfumatura irriverente, poich il poeta dice che non esiste la gioia di Dio senza lamata. Nelle due terzine pare comunque voler rimediare allazzardo: specifica che il suo intento non voler commettere un peccato con la donna, ma solo di continuare a contemplarla. TOPOS capelli biondi e espressione lieta della donna.

RINALDO DAQUINO
Poche notizie pervenuteci su di lui: forse appartiene alla stessa famiglia del filosofo San Tommaso DAquino, ma la sua identificazione col Reginaldus, fratello del filosofo e figura di grande rilievo alla corte di Federico II appare incerta.

9. Gi mai non mi conforto


SOFFERENZA della giovane donna: tema centrale della canzonetta. Il lamento espresso sotto forma di monologo, animato da una spontaneit e semplicit di sentimenti che ben si adattano al tono popolareggiante della canzonetta. Mutazioni psicologiche della protagonista: 1. momenti di intenso scoraggiamento; 2. invocazioni accorate a Dio e allimperatore affinch proteggano lamato in guerra.

Cronologicamente collocabile tra il 1227 e il 1228, al tempo della sesta crociata, ma ci non molto accettabile in quanto il tema su cui si basa il componimento un topos tradizionale della letteratura di carattere popolareggiante. Piacque per: Sincerit; Immediatezza; Legame con la situazione storica; Intesa come la crociata contro la dimensione filosofica e astratta di tanti testi siciliani..

BONAGGIUNTA ORBICCIANI
(Lucca 1220 circa - 1290 circa) fu un poeta appartenente alla scuola toscana. Bonagiunta Orbicciani,chiamato anche Urbicciani o Bonaggiunta degli Orbicciani, esercit forse la professione di notaio. Fu un poeta italiano, attivo nella seconda met del XIII secolo, si ispir pi direttamente ai modi della poesia "siciliana", mediando la sua influenza nell'ambiente toscano. Fu tra coloro che pi efficacemente importarono in Toscana le forme poetiche provenzaleggianti della scuola siciliana e soprattutto quella di Jacopo da Lentini.

10. Voi, chavete mutata la mainera


Questo sonetto polemizza contro la stile poetico nuovo di Guinizzelli, colpevole di aver abbandonato la tradizione lirica amorosa dei trovatori e dei siciliani, ricorrendo poi a un linguaggio complesso e poco chiaro. Al tono polemico subentra un tono sarcastico, con cui il poeta difende lantica maniera contro le pretese del nuovo gusto. LA POLEMICA: Accusa Guinizzelli (e i suoi seguaci) di voler solo garantirsi fama personale, mentre i poeti siculo-toscani scrivevano per diletto;

Motivo del campanilismo: accusa Guinizzelli di scrivere in maniera oscura e incomprensibile, nonostante provengano dalla tradizione dotta dellUniversit di Bologna; Fa unanalisi psicologica pi approfondita del tema dellamore grazie agli strumenti speculativi della cultura universitaria.

Necessitano quindi un pubblico delte, lettori pi colti, non pi il vasto pubblico borghese della societ comunale.

FEDERICO II IMPERATORE
Federico II Hohenstaufen, o Federico I di Sicilia o di Svevia (Jesi, 26 dicembre 1194 Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), fu re di Sicilia, re di Gerusalemme, imperatore dei Romani, re d'Italia e re di Germania. Popolarmente conosciuto con gli appellativi stupor mundi ("meraviglia del mondo") o puer Apuliae ("fanciullo di Puglia"), fu Sacro Romano Imperatore dal 1220 al 1250. Appartenente alla nobile famiglia

sveva degli Hohenstaufen, fu inoltre re di Germania, re d'Italia, re di Borgogna, re di Gerusalemme e, col nome di Federico I, Re di Sicilia dal 1198 al 1250. Federico II era dotato di una personalit poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attivit legislativa e di innovazione tecnologica e culturale, volte ad unificare le terre ed i popoli, fortemente contrastata dalla Chiesa. Egli stesso apprezzabile letterato, fu convinto protettore di artisti e studiosi.

11.Re Federigo
Canzone similare sia per temi che per impostazione linguistica a quella di Rinaldo DAquino, solo che non si tratta pi di un monologo, bens di un dialogo tra la giovane donna costretta a lasciare lamante e questultimo in partenza per la Toscana. Federico stato uno dei primi ad adottare forme popolari versetto. In questo poema convenzionale la situazione della lirica cavalleresca si trasforma Il poeta non elargisce un umile omaggio su una fredda e severa maestra. La domina parla, prega, e piange, come una vera donna di carne e sangue. Le forme esterne, inoltre, con un metro rapide, un'elegante e semplice struttura rivelano i motivi della poesia popolare nella loro interezza.

ENZO RE
Molto bello e intelligente, fu nominato re di Sardegna dal padre. Il papa Gregorio IX, che aveva la giurisdizione dell'Isola, scomunic per questa nomina Federico II e inizi cos una lunga serie di battaglie che Re Enzo fronteggi da protagonista e per cui venne anch'egli scomunicato. Soprannominato il Falconetto per la grazia e il valore, amava, come il padre, la falconeria, e aveva numerosi interessi culturali. Durante l'ultima battaglia, il 26 maggio 1249 a Fossalta, fu catturato e imprigionato a Bologna nel palazzo oggi in piazza Nettuno. Malgrado fosse costretto alla prigionia, gli fu concessa una vita abbastanza agiata, allietata dalla poesia e dalle dame. Mor nella citt emiliana il 14 marzo 1272.

12.Libro siciliano
Questa strofa appartiene allo zibaldone di Re Enzo, finora rimasto introvabile, che egli chiamava appunto Libro siciliano, nel quale laveva trascritta da un codice andato perduto. Importante questa strofa conservata in siciliano antico, tra i pochi esempi della produzione poetica originale della scuola siciliana. La sicilianit vistosa: si notino le vocali finali u e i al posto delle o ed e toscane, la u al posto della o in inamuranza, le i al posto di e toscana, in posizione tonica. Bench sostanzialmente fedele alloriginale, amo non un tratto siciliano, bens toscano.

PIER DELLE VIGNE

Nasce a Capua, intorno al 1190. Inizi la sua carriera nel 1220 come notaio al servizio dell'imperatore Federico II. Nel 1225 divenne giudice della Magna Curia in qualit del quale gli vennero affidate diverse missioni diplomatiche. Fu arrestato a Cremona nel febbraio del 1249. I motivi dell'arresto non sono mai stati chiariti e misteriosa rimane anche la morte avvenuta a Pisa o a San Miniato dove era detenuto e dove fu accecato per ordine di Federico II che forse sospett un suo tradimento. Pier della Vigna noto soprattutto per essere citato nella Divina Commedia precisamente nel XIII canto dell'Inferno. Dante Alighieri, ponendolo nella selva dei suicidi, lo assolve dall'accusa di aver tradito l'imperatore. Pier della Vigna considerato il massimo esponente della prosa latina medievale; la sua opera pi nota l'Epistolario latino nel quale applica i precetti della retorica delle artes dictandi.

13. Amore in cui disio ed speranza


Esprime il tradizionale servitium feudale alla donna amata, con il tema caratteristico del languore per lamore negato e della speranza per lamore corrisposto.

SCUOLA SICULO-TOSCANA
La cultura poetica siciliana non sopravvive alla fine del dominio svevo nellItalia meridionale in seguito alla battaglia di Benevento (1266). La ricca esperienza poetica si trasferisce al nord, attecchendo soprattutto in Toscana, tanto che ancora oggi la linea poetica definita siculo-toscana. A differenza dei siciliani, per, i poeti di questa scuola non possono essere definiti scuola per la grande diversit che li caratterizza sia sul piano poetico, sia sul piano del linguaggio. TEMI:

Amoroso; Politico; Morale; Cronachistico.

LINGUA: lo stile alto, ma vi la presenza di alcuni dialettalismi Vengono introdotte per la prima volta la canzone di argomento politico e la ballata.

GUITTONE DAREZZO: 1235-90 ca. Personalit di maggior rilievo nelle liriche toscane. Nelle sue Rime si possono distinguere tre filoni: 1) Politico: toni sdegnosi, sarcastici; 2) Amoroso: ispirato alla tradizione provenzale e siciliana; 3) Religioso: ballata e lauda, con cui traduce in una dimensione spirituale i principi etici e e civili di giustizia presenti nelle liriche politiche.

La sua produzione comprende 50 canzoni e 250 sonetti, 50 lettere morali ed edificanti , quasi tutte in prosa e scritte in volgare. Trobar Clus: citazioni bibliche, artifici retorici, poetare denso ed ermetico. Guittone dArezzo era molto vario nelle sue opere, ma anche complesso e irregolare. Ricco di retorica. Per questo Dante lo condanna di essere eccessivo nella retorica, povero di contenuti e poco severo nelle scelte linguistiche. Guittone dArezzo a Bologna: guittone apparteneva ai guelfi, ma a causa di contrasti politici lasci la Toscana e andr a vivere a Bologna, dove ader ai cavalieri di Santa Maria. Questo segn molto la sua vita, infatti lasci moglie e figli per dedicarsi alla sua missione religiosa. I componimenti e lo stile di guittone: rimangono circa 300 componimenti poetici di Guittone che vedono il periodo della conversione e labbandono della lirica damore. Questultima deriva in parte dai Siciliani in parte dai Provenzali, da qui acquisisce la tecnica del trobar clus. Le tematiche variano da situazioni di vita comunale a quelle di vita personale del poeta. La canzone politica e civile: loriginalit di Guittone dArezzo si rivela nella canzone politica e civile. Qui egli utilizza la tradizione provenzale del sirventese (componimenti poetici e musicali) e del planh (composizioni che hanno il tema del lamento per la morte di un personaggio). In queste opere rivela il suo interesse e partecipazione per la lotta politica.

14. Ahi lasso, or stagion de doler tanto


LA STORIA: Nella canzone Ahi lasso, or stagion de doler tanto Guittone testimonia la sua passione politica per aver assistito a Montaperti, il 4 settembre 1260, alla sconfitta dei Fiorentini guelfi da parte dei ghibellini di Firenze, alleatosi con quelli di Siena e di altre citt ghibelline della Toscana, sotto la guida di Farinata degli Uberti e con laiuto delle truppe di re Manfredi, figlio Federico II. Il fatto dest molta emozione poich, sul momento, sembr che ci avesse definitivamente rialzato le sorti del partito imperiale e prostrato la potenza del libero Comune fiorentino, ormai in mano dei Senesi e dei Tedeschi alleati. SCHEMA METRICO: Questa canzone composta di sei strofe e un congedo in endecasillabi e settenari: ogni stanza costituita da una fronte che ha due piedi simmetrici (ABBA, CDDC) e da una sirma. TEMATICHE:

La prima stanza, percorsa dalla disperata esclamazione Ahi lasso (v.1), esprime lo sconforto per la sconfitta di Firenze, che Guittone immagina condiviso da chiunque ama Ragione (v.2); Nella fronte dominano i temi del dolore (primo piede: doler v.1) e della rovina (secondo piede: mortocorrotto e pianto v.4). Lo spunto per le metonimie del fiore (Fior v.5) e del leone vengono a Guittone dallo stemma fiorentino in cui compare un leone reggente uno scudo ornato del giglio; La sirma riprende il tema della rovina menzionando le qualit perdute (grandezza v.9, pregio v.10, valor e poder v.11) e prosegue con due interrogative retoriche: la prima introdotta da

Oh lasso, che riprende il primo verso, marcando maggiormente il tema della decadenza di Firenze; la seconda unapostrofe a Dio, il quale ha tollerato la sconfitta della giustizia e il trionfo del torto. Nella stanza vengono utilizzati pi volte i termini perire (vv.7,10,15) e crudele (vv.7,13) per ribadire lo stato di sofferenza e di angoscia. LO STILE: Il linguaggio utilizzato il toscano letterario, caratterizzato da latinismi (dia v.12), francesismi (cha certo v.7, e l pregio v.10) e gallicismi. Questa poesia, espressione di un genere alto, ripreso da altri autori della letteratura italiana (canzone politica ) particolare sia per la metrica che per il livello elevato dello stile che per la presenza di figure retoriche. Bisogna notare innanzitutto a livello metrico alcuni dati che ne testimoniano la perizia retorica: - tutte le stanze sono collegate dalla ripresa, realizzando perfettamente la tecnica delle coblas capfinidas: altezza/Altezza, vv.15,16; - la tecnica della rima presenta una notevole variet: rime ricche nelle quali si ha unidentit di suono ma diverso significato (Ragione/guerigione, vv.2,3); rime univoche, con cui si ripete la stessa parola; rime equivoche con la ripetizione di una parola uguale per forma ma con significato diverso; rime siciliane. Tutte queste tecniche hanno una grande rilevanza dal momento che contribuiscono a collegare tra loro sia le strofe che le argomentazioni e a dare maggiore risalto, grazie ad alcune parole-chiave, alla poesia stessa. RAGIONE = usato nel significato di intelletto, giustizia serve a mettere in forte risalto latteggiamento di giustizia dei guelfi rispetto ai ghibellini. PAROLE CHIAVE VALORE = assume il significato di vigore, virt, prestigio e serve a rafforzare il concetto sia dellalto prestigio di cui godeva Firenze finch i suoi cittadini furono leali fra loro, sia la forza e la virt che ora gli stata strappata a causa della morte dei suoi abitanti pi nobili, uccisi con dolore o crudelmente imprigionati. FIGURE RETORICHE: ricorso a tecniche della tradizione retorica, che la cultura medievale aveva preso da quella classica. Vi troviamo, infatti, luso della enumerazione tramite il polisindeto, come linterrogazione Oh lasso, or quale dia/fu mai tanto crudel dannaggio audito?/Deo, com hailo sofrito,/deretto pra e torto entri n altezza? (vv.12-15); la figura etimologica, che consiste nella ripetizione della stessa radice in parole diverse (sfiorata/Fiore v.16); liperbato, che consiste nellinvertire lordine normale della frase contribuendo ad uno stile elevato (Altezza tanta ella sfiorata Fiore/fo, mentre ver se stessa era leale, vv.16-17; lantifrasi, che un artificio retorico tendente a rovesciare la situazione attuale, presentando come positivi tutti gli aspetti che sono invece negativi. Questultima figura retorica si riscontra nella poesia politica in genere. PASSIONE MORALE + PASSIONE POLITICA: la sua passione politica che diviene tuttuno con la sua passione morale, esprimendo mirabilmente lo stile, la lingua, la metrica ed il contesto storico, culturale e politico del periodo.

15. Con pi mallungo, pi m prossimana

LO STILNOVO
Il dolce stil novo si sviluppa nella fertile crocevia che nel 200 lega le citt di Bologna e Firenze.

BOLOGNA: importante ruolo intellettuale per la presenza delluniversit e letterario per la fioritura del genere lirico. Legata alla presenza di poeti locali in lingua d oc e della tradizione siciliana; FIRENZE: sede della classe borghese attiva e intraprendente, ricca, evoluta, colta. Afferma una nuova idea di nobilt, non pi legata al rango sociale, ma basata sulle qualit morali e intellettuali dellindividuo. SCUOLA: condivide un linguaggio lirico nuovo per forma e temi. Vi poi unintima trama di rapporti personali fra i poeti, fondata su affinit ideologiche, apertura a influssi reciproci, senza per rinunciare alla propria originalit Non comunque una traumatica rottura con il passato. NON SCUOLA: oggi lo Stilnovo non considerato una scuola poich si pone laccento sulla radicale diversit fra le poetiche riunite sotto questa definizione, in particolare tra dante e Cavalcanti.

STILNOVO

TEMI RIPRESI DALLA TRADIZIONE: o Gabbo: burla ai danni del poeta innamorato; o Devozione delluomo allamata; o Sguardo tramite della passione. TEMI o o o o SCOMPARSI: Immagini bestiari; Mondo marinaresco; I malparlieri; La ricompensa damore.

LA GENTILEZZA: Con Gentilezza si intende la nobilt danimo. Appare unita al tema dellamore, poich solo luomo dotato di un cor gentile pu provare il sentimento dellamore: la nobilt non pi dunque legata alla stirpe, ma alle qualit umane. Con lo stilnovo ci troviamo in un ambito sociale cittadino, dove si fronteggiano forze sociali differenti, e la poesia si rivolge ad un pubblico diverso da quello cortese: i destinatari appartengono ad un pubblico elitario. Lamore diviene oggetto di unacuta indagine di tipo filosofico e scientifico e i poeti si soffermano ad analizzare la fenomenologia del sentimento sulla base della propria esperienza autobiografica e della sua dimensione di principio assoluto cui il poeta tende a elevarsi spiritualmente. LA DONNA:

la figura femminile ha la funzione di fare da tramite tra luomo e la sfera divina. In questo modo la donna non assume pi la valenza di una lode della bellezza femminile, ma diviene uno strumento vero e proprio di rinnovamento morale e spirituale per lamante. Donna = intelligenze angeliche. Essa facendosi intermediaria tra luomo e Dio, avvia questultimo sulla strada della perfezione spirituale grazie alla sublimazione del sentimento amoroso. La donna si muove sulla scena come una visione estatica, rivolge il suo saluto e lo sguardo, ma non colloquia pi con lamante ed lodata non pi per le sue virt estetiche e mondane, ma per

quelle spirituali: ella appare cos smaterializzata, priva di quegli attributi fisici presenti nei componimenti della scuola siciliana. AMORE E RELIGIONE: questantinomia aveva sdegnato la tradizione lirica precedente. Il sentimento amoroso appare invece ora come via privilegiata per lelevazione spirituale. FORMA: o Sintassi piana e lineare; o Scelta di una lingua cittadina come il fiorentino, ma colta e raffinata; o Rinuncia a forma plebee; o Limitato uso di artifici retorici; o Privilegiare canzone e sonetto e a praticare la ballata.

Richiedono un pubblico dal livello culturale elevato e, quindi, trasformano questa produzione in una letteratura delite.

GUIDO GUINIZZELLI
Guido Guinizzelli, il padre degli stilnovisti Figura misteriosa: di Guido Guinizzelli non si conosce ne la data di nascita ne di morte con certezza, tuttavia egli occupa un posto importante nella lirica damore. La novit stilista di guinizzelli fu seguita sia dai guittoniani che dagli scrittori fiorentini che ne fecero il padre dello Stil novo. Canzoniere di venti testi e pubblico ristretto: il canzoniere di Guinizzelli composto da venti testi. Il nuovo stile deve essere avvenuto intorno agli ultimi anni di vita. Questa poetica abbandona la retorica per aspirare ad un linguaggio dolce e leggiadro. Ma alla limpidezza occorre un maggiore impegno strutturale e dottrinario, per questo egli viene accusato di intellettualismo poich i lettori dovevano essere di cultura universitaria. La sua poesia non si rivolge pi al pubblico borghese dei comuni, bens ad una cerchia ristretta di aristocrazia intellettuale. I temi: o Lidentit di amore e di cuore nobile; o La figura della donna angelo; o Le lodi dellamata. Tuttavia guinizzelli non viene inserito nella cerchia degli stilnovisti per alcune ragioni. Innanzitutto egli non partecipava allambiente culturale, era estraneo agli avanguardisti toscani e la sua concezione damore era pi aperta e disponibile a sviluppi profani.

16. Io voglio del ver la mia donna laudare


Lincontro con la donna e il suo saluto sono loccasione per poter lodare lamata. Stilnovistica il collegamento tra le lodi fisiche e quelle spirituali. Qui si evidenziano le caratteristiche dello stil novo: la tradizione della lirica damore cortese e siciliana e la componente scritturale. STRUTTURA LINEARE: semplicit festosa del motivo elogiativo struttura compostiva assai lineare.

Sintassi paratattica. Soggetto della lode Io iniziale: introduce la figura del poeta come soggetto esecutore della lode. Oggetto della lode la donna, introdotta anchessa subito.

METAFORE

Rosa-giglio donna

Stella che splende e pare donna MOTIVO STILNOVISTA: la bellezza soprannaturale della donna.
TEMA DELLA NATURA: alle sfumature delicate della prima quartina (la rosa e il giglio, la tenue luce della stella del mattino) scendono nella seconda quartina colori pi sgargianti esplodere dellemozione: sono i colori della natura intera (acqua, cielo, fiori, pietre preziose). LINCEDERE E IL SALUTO: la seconda parte della poesia abbandona i paragoni naturali per descrivere gli effetti benefici dellincedere e del saluto della donna, che sostituisce qui, come soggetto, il poeta. Il motivo del potere taumaturgico del saluto tipicamente stilnovista. La virt salutifera della donna da intendersi in senso spirituale: la forza della conversione religiosa, operata nei confronti del generico Om ( = uomo).

17. Al cor gentil rempaira sempre amore


Si pu considerare il manifesto del Dolce stil novo. METRICA: Questa canzone formata da sei stanze senza commiato, di dieci versi ciascuna secondo lo schema: ABAB (fronte) cDcEdE (sirma) La fronte composta di due piedi eguali e presenta tutti endecasillabi; la sirma alterna endecasillabi e settenari. Le strofe sono legate lun l altra, tranne l ultima, con l artificio provenzale delle coblas capfinidas, consistente nell iniziare la strofe con la parola o la radice della parola ricorrente come l ultima o una delle ultime della stanza precedente. Da rilevare inoltre la frequenza di rime che si ripetono in stanze successive, di rime identiche e la presenza della rima tipicamente siciliana natura-nnamora (vv 18-20). I TOPOI: 1) La nobilt va intesa in senso morale, cio come virt danimo, e quindi individuale, e non in senso di prerogativa di nascita e cio sociale, secondo la concezione aristocratica e feudale della nobilt ; 2) L imprescindibile condizione per lesistenza dellamore la nobilt spirituale (teoria della gentilezza ); 3) Lamore consiste nellesplicazione delle nostre inclinazioni o disposizioni virtuose, cio elevazione e sviluppo spirituale e soltanto luomo che naturalmente predisposto al bene pu assumere in s lamore (dottrina damore ) ; 4) La donna un essere angelico, mezzo di elevazione morale delluomo. ESPOSIZIONE DEI CONCETTI: Si noti che in questa canzone lesposizione non ha un procedimento ragionativo, ma un calore ed un convincimento che quasi si trasforma in ardore di sentimento. Infatti in ogni stanza il pensiero del poeta si pu considerare come un centro luminoso in cui ferve il suo spirito, facendo s che si passi dalluna allaltra non per virt dialettica e speculativa ma per improvvisi flash intuitivi. I concetti sono espressi come verit evidenti e perci non sono dimostrati ma solo paragonati ad alte verit dellordine fisico e scientifico, anchesse evidenti ma difficilmente dimostrabili. E questo calore che d alla poesia, il cui valore sarebbe altrimenti unicamente storico e culturale, carattere e pregio poetico.

STILE E RETORICA: merita particolare attenzione luso ripetuto e costante della tecnica dellanalogia. Ogni affermazione che riguarda il cor gentil accompagnata da un paragone con fatti e elementi del mondo naturale, quali la vertute della pietra preziosao addirittura a riferimenti a nozioni della scienza naturale contemporanea, come ladamas. In questo modo concetti astratti, tipo la gentilezza e lamore, sono verificati sul piano filosofico e resi pi vivaci su quello stilistico dal ricorso a paragoni naturali. Addirittura, con la quinta stanza, si passa a fare dei riferimenti, non pi terreni, ma relativi al sovrannaturale, tirando in ballo Dio, gli angeli ed i cieli e qui cambia anche la tecnica, che diventa pi articolata e complessa dal punto di vista concettuale. Nella sesta, poi, si passa ad una tecnica narrativodrammatica. Luso di queste particolari forme retoriche, come la similitudine, la continua ripetizione di parole, quali amor, cor gentile eccetera, il chiasmo dei vv 3-4, il ricorso alle coblas capfinidas, rendono questa canzone completamente nuova, molto diversa dalla tradizione precedente.

18. Omo ch saggio non corre leggero


E la risposta al sonetto Voi, chavete mutata la maniera di Bonagiunta. I due sonetti rappresentano un esempio di tenzone ( < tenso, dal provenzale), cio di dibattito fra poeti su questioni di carattere amoroso, morale o stilistico, in cui la risposta avviene spesso con lo stesso schema me trico e le stesse rime della proposta. Questa tenzone dimostra come le nuove rime siano state immediatamente colte nel loro carattere fortemente innovativo allinterno del panorama poetico tradizionale. Il sonetto di Guinizzelli pare piuttosto esclusivo e svincolato dalla querelle poetica suscitata da Bonagiunta. Nella prima quartina vi lesortazione al saggio (cio il poeta) di non procedere nel giudizio con leggerezza, ma di usare misura frecciata contro lavversario, ritenuto incauto e superficiale. Nella seconda quartina Guinizzelli taccia di follia colui che crede di possedere la verit, dimentico della virt della misura e dellumilt intellettuale. Alla fine il poeta suggella il sonetto con un verso che contiene unallusione a quella che crede sia lessenza della poesia vera: questa deve nascere da un severo controllo stilistico-espressivo, alieno alla spontaneit e allimmediatezza.

GUIDO CAVALCANTI
Vita: la nascita di Guido Cavalcanti situata intorno al 1259 ma senza nessuna certezza. La casata dei Cavalcanti era tra le pi potenti e nobili di Firenze. Guido si interess molto alla vita politica fiorentina, ma la inimicizia con la famiglia dei Donati, in particolare con Corso Donati provoc numerosi disordini e i capi delle due fazioni, tra cui anche Guido, furono esiliati. Egli fin a Sarzana dove si ammal probabilmente di malaria che fu la causa della sua morte. Un tema unico: lamore. Lunico tema nelle poesie di Cavalcanti lamore. Egli riconosce nellanima sensitiva la specificit dellindividuo. Lamore lesperienza pi complessa dellanima e pertanto lunica in grado di esaltare

lidentit individuale. E rappresentato come una minaccia per la vita dellindividuo, il saluto non pi visto come una salvezza, ma come apportatore di distruzione. Il canzoniere cavalncatiano: il canzoniere di Cavalcante formato da circa 50 componimenti . Le forme prevalenti sono il sonetto, la ballata e successivamente la canzone. Vi tuttavia contraddizione tra forma e contenuto, infatti il poeta dichiara di essere costretto ad amare la passione che lo uccide.

Nellopera sono descritti gli effetti dellamore della donna sul poeta. Lamore passa dagli occhi fino al cuore dove vi incompatibilit tra amore e anima. La struttura del sonetto accentua leffetto di inesorabilit e latmosfera cupa e drammatica. CIRCOLARITA DEL TESTO: i due versi conclusivi corrispondono simmetricamente a quelli iniziali. Entrambe le parti sono dedicate alla descrizione degli effetti devastanti dellamore. POTENZA DELLO SGUARDO della donna + immagine AMORE ARCIERE INFALLIBILE chiusura lirica, ricollegandosi ai versi iniziali. PERSONIFICAZIONE DI AMORE: questi imperversa con la sua forza distruttrice nellanimo del poeta, annullandone le facolt vitali ad eccezione della parola. TEMA DELLA SUPERIORITA E DELLA FORZA DIVINA DELLAMORE: la donna, con la sua potenza creativa e distruttiva, la manifestazione della mente divina della natura datrice di vita e di morte, gioia e sofferenza allo stesso tempo. Di fronte a ci luomo rimane attonito. ANNIENTAMENTO DEL POETA NELLAMORE: luomo vive unesperienza di totale annichilimento e la forza dellintelletto a nulla serve, i cui strumenti di difesa (il giudizio della ragione, la capacit di discernere il bene dal male, lautocontrollo), appaiono impegnati in una lotta impari rispetto alla violenza della passione. RAPPRESENTAZIONE DRAMMATICA DELLAMORE

19. Voi che per li occhi mi passaste l core Guido Cavalcanti

Lessico militaresco: traduce nella scrittura poetica, la visione pessimistica che cavalcanti ha dellamore e i suoi effetti sulluomo.

Processo di personificazione di entit astratte come Amore, cuore, anima che permette di trasformare una vicenda psicologica, privata in azione scenica di grande drammaticit.

Il poeta pu cos oggettivare il suo mondo sentimentale e raccontare lesperienza come del tutto svincolata da una dimensione autobiografica, fuori da ogni spazio e tempo: esse deve assumere un carattere universale ed assoluto, fissato da codici e convenzioni (concezione didascalica medievale).

POESIA COMICO-REALISTA
Questa corrente poetica si sviluppa in Toscana a partire dalla fine del 1200 contemporaneamente al Dolce Stil Novo. La caratteristica principale quella di avere lintento preciso di opporsi alla poesia aristocratica, prendendo come bersaglio principale il Dolce Stil Novo, in particolare lamor cortese. La poesia comico realistica una poesia colta e chi la scrive fa parte dello stesso ambiente sociale a cui appartengono anche i dolcestilnovisti. A differenza del Dolce Stil Novo il linguaggio utilizzato pi semplice e facile da comprendere. COMICO poesia scritta in stile comico, come veniva allora chiamato lo stile umile in opposizione a quello elevato o tragico, alto e pi nobile. REALISTA aderente a quella che deve essere la vera realt o quella che sembra la vera realt della vita borghese, infatti, all'idealismo cortese degli stilnovisti questa poesia contrappone una rappresentazione pi concreta della vita quotidiana. La donna e l'amore sono presentati nell'aspetto sensuale: all'esaltazione della nobilt d'animo si contrappone la ricchezza, il vino, la buona tavola, la vita gaudente e spensierata. la poesia che descrive la vita quotidiana della borghesia che ama le donne, il vino, i dadi, le taverne. una poesia scherzosa, a volte anche aspra, con spesso caricaturale. La rappresentazione dell'ambiente grossolano nel quale si svolge la vita quotidiana nel Comune. Non mancano gli insulti contro le donne vecchie e brutte, gli attacchi contro i nemici, e reciproci scambi di insulti tra letterati. Gli autori, tuttavia, non sono persone rozze o incolte e neppure cos immediati e schietti come vogliono apparire ma seguono anche in questo caso le norme di un genere codificato che risale alla poesia goliardica medievale. Lo dimostra il fatto che in questo tipo di poesia si cimenteranno anche poeti stilnovisti come Guinizzelli, Cavalcanti e Dante. Il cosiddetto realismo degli scrittori significa quindi che prevale in loro, e in queste poesie, un gusto giocoso, della caricatura, della parodia, che riporta a una rappresentazione della realt e dei rapporti umani povera da un punto di vista morale ma pi reale. per importante la loro produzione dal punto di vista storico e culturale perch riflette gli aspetti del costume della vita del comune. Quando questi poeti inoltre si descrivono come squallidi scialacquatori, dissipatori, persone moralmente e socialmente disadattate, se da un lato lo fanno per rispettare le regole tradizionali di questo genere poetico, dall'altro vogliono indicare forse una sorta di insofferenza nei confronti dell'alta cultura ufficiale che si sviluppa in questo periodo. Tra i principali autori di questa poesia, oltre alla produzione minore dei gi citati stilnovisti, ci sono sicuramente figure come il fiorentino Rustico Filippi e il senese Cecco Angiolieri. C una visione edonista del mondo. EDONE: piacere fisico. I contro- valori di questi poeti sono:

Donna: strumento di piacere sessuale. Nei poeti scatta la satira nei confronti delle vecchie e
delle brutte, le quali vengono descritte come vogliose ma che nessun uomo vuole soddisfare.

Taverna e dado: sono i simboli del gioco dazzardo. Per giocare, per, bisognava avere molti
soldi. Ha questo si lega il tema del lamento della povert in quanto i poeti si lamentavano di non avere soldi a sufficienza; di questo incolpavano il proprio padre o entrambi i genitori definendoli avari

Antispirituale: c una forte opposizione nei confronti del tema della donna angelo. Il rapporto
di coppia, per questi poeti, non legato al mondo della fede.

Il primo esperimento per dimostrare che questi poeti erano colti stato fatto dai Poeti Goliardi, i quali erano studenti dellUniversit di Bologna. Si divertivano a scrivere poesie oscene in latino per poi farle circolare allinterno dellUniversit stessa.

Temi affrontati: _ Amore sensuale e carnale, che affronta la donna in maniera opposta allo Stilnovismo, prendendo come oggetto del proprio poetare la popolana, rozza e apprezzata per la propria corporeit; _ Amore contro natura, cio quello omosessuale; _ Deprecazione della sfortuna e della povert; _ Celebrazione del denaro come unico strumento di acquisizione dei piaceri della vita; _ Rappresentazione di scene della vita quotidiana; _ Celebrazione dei piaceri materiali come il mangiare e il bere; _ Maledizioni scagliate contro nemici privati o donne vecchie e non attraenti. A questi contenuti bassi si abbina uno stile basso, da un lessico corposo (cio che fa riferimento a oggetti materiali) mescolato a termini aulici, una sintassi semplice ed elementare, talvolta volutamente disarticolata, similitudini e metafore volgari, gusto per l'iperbole (esagerazione), gusto per le affermazioni impossibili (Adunaton o Adynaton).

Cecco Angiolieri
Abbiamo scarse notizie sulla vita di Cecco Angiolieri. Nato a Siena poco dopo il 1260 e morto tra il 1311 e il 1313. Sappiamo che fu persona rissosa, che dissip tutto il patrimonio paterno e che mor nei debiti. L'immagine che emerge dalle notizie che sono giunte fino a noi quella di un uomo insofferente e indisciplinato, irrequieto dedito a una vita dissipata. I temi della sua poesia sono lo specchio di questa sua vita. Esalta: o La donna; o La taverna; o Il gioco d'azzardo; o Il dado; o La ricchezza come unica fonte di felicit. Odia: o o

L'avversa fortuna che lo vuole sempre in bolletta; I genitori, in particolar modo nei confronti del padre ricco e avaro che non si decide mai a morire e lo tiene sempre senza un soldo.

Descrive poi un amore nei confronti di una donna, Becchina, figlia di un lavoratore di cuoio, da lui descritta come avida di denaro e facile di costumi. Se si seguisse pedissequamente la descrizione che fa di se stesso, sicuramente avremo la figura di un uomo cinico e cupo. In realt la sua costruzione prevalentemente di carattere letterario; Cecco Angiolieri uno spirito bizzarro e vivace che fa delle sue passioni il pretesto di giochi poetici.

Anche nei sonetti, che sembrano riflettere i momenti reali della sua vita, si avverte un'esagerazione compiaciuta, il gusto della caricatura, il gusto di stupire e sbalordire con una comicit cruda e tagliente. un letterato colto che sa dosare i suoi effetti e si riallaccia a una tradizione giocosa e burlesca viva in tutto il medioevo. C' una scelta di rifiutare le idealit cortesi. una polemica letteraria incapace di suggerire nuovi ideali ma che indica una crisi di valori e un'insofferenza nei confronti della cultura esistente e denuncia l'esigenza di una cultura pi vicina alla vera realt. Cecco Angiolieri si abbandona a una visione del mondo lontana da riflessioni di carattere morale e religiosa. Appartiene a quella schiera di poeti che trasformano in gioco il vivere terreno. Riflette un lato dello spirito umano scanzonato, disinteressato e allegro. Sa comporre giocando sulle antitesi, sui contrasti; ne nasce quindi un'intelligenza umoristica che il poeta sa abilmente racchiudere nel sonetto.

21. Si fossi foco


Un insieme di contrasti per colpire l'uditorio, che esprimono il tentativo di smontare tutti i temi centrali e tutti i valori propri della sua epoca. Vorrebbe essere: 1) fuoco per bruciare il mondo; 2) vento, per riempirlo di tempeste; 3) acqua, per annegarlo; 4) Dio per sprofondarlo; Supreme autorit 5) Papa, per vivere allegramente; dellepoca 6) Imperatore per tagliar la testa tutti; 7) Morte per andare dal padre dalla madre; 8) Vita, fuggirebbe da sua madre e da suo padre. Sono una serie di immagini apocalittiche, con cui evidenzia una forte vena demolitrice e distruttrice che si accanisce contro tutto e tutti. Poi conclude, per stemperare i toni, con una battuta comica a effetto: il tutto si stempera nel semplice desiderio di tener per s le donne giovani e belle e di lasciar le vecchie e laide agli altri. Acqua fuoco vento Dio Papa imperatore = serie di tre elementi in ordine di importanza.

Acqua- fuoco- vento- morte: gi presenti nel Cantico di Frate Sole di San Francesco. GENITORI condannati come: Abitanti del mondo; Cristiani; Sudditi dellimperatore. CHIAVE DI LETTURA: chiusura furbesca del sonetto i toni violenti dei primi versi coinvolgono psicologicamente i lettori in un clima esasperato, tragico, per fare poi meglio esplodere la battuta finale, sulla base del deciso contrasto di comicit. SFOGO, di un uomo stizzito contro s e contro gli uomini tutti, che esagera per gioco il suo odio e furore tema antico, comune e sempre vivo, del sogno e della fantasia , dei se e dei vorrei. Visto

un tempo come lo sfogo di un poeta maledetto, oggi lo si valuta come lespressione artistica di un momento di malumore.

22. Becchina, amor vuole il falso tradito


Un dialogo vivacissimo e serrato tra il poeta e la donna amata.

CECCO lamante che chiede perdono di un suo errore in tono quasi cortese.

BECCHINA feroce e implacabile, che si prende gioco di lui.

PARODIA: Questa una chiara parodia dei temi della poesia cortese, dell'amore umile e vassallatico dell'uomo nei confronti della donna. TEMA DEL CONTRASTO: Esaspera all'interno del sonetto il anch'esso tipico della poesia del tempo. Usa tutti i canoni della poesia provenzale nelle sue frasi a cui fa rispondere con risposte sferzanti e dure a lei. Lui dichiara amore e lei cerca semplicemente soldi.

23. Tre cose solamente menno in grado


In questo sonetto esprime quelli che sono i suoi ideali di vita: 1) Donne; 2) Taverna; 3) Gioco. Questa per lui sarebbe la vera felicit ma sono cose che costano soldi e si lamenta di non poterseli procurare quando vorrebbe, a causa di un padre avaro. Per questo sogna che qualcuno dia un colpo di lancia al padre in modo da ucciderlo perch il padre lo mantiene cos magro. E talmente magro che anche un lungo viaggio non potrebbe farlo dimagrire di pi. Il padre cos avaro che togliergli un soldo sarebbe pi difficile anche la mattina di Pasqua quando tutti usano dare mance e fare carit. Sarebbe pi facile fare catturare una gru ad una poiana [Una poiana un animale capace di catturare piccole prede non certo un uccello grande come una gru]. in un certo senso uno sfogo con comica esagerazione, per rendere allegra la risata che raccoglie alla fine. E anche nello stesso tempo l'enunciazione della sua poetica.

RUSTICO FILIPPI
Rustico Filippi (noto anche come Rustico di Filippo; Firenze, fra il 1230 e il 1240 Firenze, fra il 1291 e il 1300) stato un poeta italiano. Le note biografiche su di lui sono assai scarse. Di origini ghibelline, nato probabilmente da una famiglia di commercianti, appartenne al popolo di Santa Maria Novella e raggiunse una notevole fama tra i suoi contemporanei come dimostrano gli attestati di stima prodotti da Brunetto Latini (che gli dedic il Favolello). Ebbe anche la nomea di misogino "Rusticus barbutus". Il poeta noto come iniziatore della poesia comico burlesca che avr largo sviluppo nel XIV Secolo:ha lasciato ventinove sonetti aulici, di argomento amoroso, secondo la tradizione della scuola siciliana ed altrettanti comico-realistici, scritti in linguaggio con forte connotazione dialettale e gusto caricaturale, contro personaggi reali od immaginari.

Della sua produzione, perfettamente "bipartita", sono di maggiore interesse e importanza i sonetti comico-realistici. Spesso di difficilissima interpretazione, a causa di un lessico inventivo e ricco di allusioni oscene o criptiche.

24. Quando Dio messer Messerino fece


Grottesca e violenta caricatura del contemporaneo Albizzo de Caponsacchi, detto dominus Messerinus. Esso viene rappresentato con una mescolanza di tratti umani e animali. ROVESCIAMENTO dei tratti curiali del ritratto cortese, o meglio, del tema della creazione della madonna. Si individuano corrispondenze lessicali precise che rendono conto del supposto doppio senso delle immagini messer Messerin: messere per antonomasia. Suffisso ino: per marcare la specializzazione sodomitica. METAFORE:

Gozzo scroto, ma non in senso erotico; Cera vermiglia descrizione parte dal basso per culminare con la cera; Vestimento penetrare; Doti vocali del corvo uccello che non sa cantare; Diritta bestia nel savere senno del membro virile (cio senza cervello);

RICHIAMO AL MITO: richiama a unambientazione in contesto burlesco al mito di Zeusi, diffuso e variamente rivisitato nel Medioevo latino e romanzo. Il pittore Zeusi, per dipingere a Crotone, nel tempio di Giunone, la figura di Elena, si ispira alle pi belle fanciulle della citt, scegliendo di ognuna il dettaglio fisico che la fa eccellere sulle altre. In questo sonetto, il Creatore invece, non avendo pi molto da fare (massima irriverenza), assembla un po a m di puzzle bizzarro elementi del mondo animale per creare Messer Messerino. Il sonetto inizia in tono alto, con riferimento al tema cortese della potenza di Dio manifestata nelle sue opere, ma gi potenzialmente minato e contraddetto allinterno dallantroponimo messer Messerino (soggetto poesia) e prosegue in tono basso, descrivendo le deformit del protagonista. Si chiude con la ripresa iniziale dellalternanza di affermazioni alte e basse.

PROSA DEL 200


Il duecento caratterizzato da cronache in latino, basate sullo schema della storiografia medievale. Anche la storiografia toscana e fiorentina quasi tutta in volgare, poich qui la borghesia era ad uno stadio avanzato di sviluppo e la lingua conosce una maturit. XII-XIII secolo_ la produzione narrativa dellOccidente presenta stretti legami con quella orientale, grazie allattivit culturale di Federico II di Svevia in Sicilia e Alfonso X il Saggio in Spagna, che fecero giungere in Occidente storie della narrativa orientale. Il Milione di Marco Polo: Il Milione di Marco Polo venne probabilmente redatto in francese da Rustichello da Pisa, che era uno scrittore di avventure. forse egli che diede lalone avventuroso al libro. Il Milione viene considerato lunico romanzo epico. Nel libro Marco Polo racconta del suo viaggio in oriente durato 24 anni con suo

zio e suo padre. Qui racconta dettagliatamente tutto ci che vede, in maniera oggettiva, ed questa la novit. [vedi allegato TRAMA]. Il Libro dei sette savi: Raccolta anonima di 14 racconti esemplari (exempla), formatosi probabilmente in India e tradotta poi in persiano, arabo, greco ed ebraico. Arriva in Europa ai tempi delle crociate e fu tradotta intorno al 1180 in latino da Giovanni di Altaselva, che la intitol Dolopathos. TRAMA: contiene la vicenda di un giovane principe, ingiustamente accusato dalla sua matrigna.

CORNICE: giustifica e tiene insieme le altre narrazioni. Ad essa affidata la funzione didattica e morale della raccolta. NOVELLE: dotate di autonomia narrativa. Modo di organizzare il racconto tipicamente orientale.

Il Novellino: Il Libro di novelle et di bel parlar gientile, sembra essere il suo titolo originale e solo nel 1500 stato chiamato Il Novellino da Giovanni della Casa (autore del galateo). Rappresenta il risultato della narrazione dilettevole. Lopera composta da 123 novelle e venne scritto intorno alla fine del duecento. Non si sa se sia stato un unico autore a scriverlo, ma il gusto non era quello di un giullare. Le novellette sono caratterizzate dalla brevitas, e il tema di solito burlesco e grossolano. Il linguaggio semplice ed efficace poich ha il fine di essere letto da un pubblico vasto. Contiene: E dunque un insieme ibrido di testi che rispecchia la variet di forme narrative che sono alla base del racconto occidentale.

Fabliaux; Racconti esemplari di origine orientale; Biografie antiche; Vidas.

STRUTTURA DEL TESTO: Non presenta una cornice, ma un Prologo in cui sono presentate le finalit del narrare lautore anonimo dichiara di raccontare novelle per offrire utili consigli a ben operare e per dilettare (Boccaccia trarr spunto). FEDERICO II: E il protagonista di diversi racconti, in cui si rappresenta una corte palermitana ispirata allo sfarzo orientale, ma si narra dellindipendenza dellimperatore rispetto al potere papale e della sua amicizia col sultano dEgitto. Egli descritto come un sultano magnanimo, circondato da una corte ricca e magica.

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