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L'EPICA

L'EPICA MEDIEVALE La nozione di poesia epica presente sin dalla filosofia greca al pensiero contemporaneo, ma varia il suo significato. Questo e da attribuirsi al suo rapporto con la realt rappresentata, il contesto culturale e letterario. Si pu comunque, tramite criteri di disposizione creativa, raggruppare un certo numero di elementi componenziali come manifestazione di poesia epica, pur appartenenti ad epoche differenti. La triade dei generi basilari composta da Lirica, Dramma ed Epica. I tratti componenziali dell'epica sono la storicit, in primis, vera o simulata, del tema, anche se sia smarrita ogni consapevolezza circa gli eventi e i personaggi in azione; il disporsi di un complesso di azioni intorno a uno scontro fra parti contrapposte, rappresentato come decisivo per un'intera comunit e i suoi ideali con un forte senso di destino collettivo; la presenza di un eroe in cui quella comunit si riconosce, che per essa si batte e pu morire e che nell'azione trova il senso del proprio onore. Da analizzare subito l'anonimato che caratterizza i testi: la voce dell'autore come individuo non compare, il testo destinato ad una dizione pubblica ad opera di un professionista della narrazione (aedo, giullare) che lo memorizza e che effettua la sua performance, con intonazione melodica accompagnandosi con uno strumento musicale. Spesso la narrazione avviene in un luogo di culto o una reggia di corte. La realizzazione del verso presenta un carattere topico e formulare da consentire amplificazioni e varianti. Cos concepita l'Epica appare diffusa in varie culture lontane fra loro. Ogni testo sar dunque da valutare in relazione al contesto culturale che gli proprio. Il Medioevo europeo appare caratterizzato da una varia fioritura di testi eroici e celebrativi. Nella cultura monastica e medievale si erano tramandati i modelli epici latini; e alcune opere mediolatine ad essi ispirate erano nel quadro di cui dobbiamo far conto: la tradizione germanica. Il prodotto pi significativo di quest'epica l'Alexandreis, in esametri dattilici, di Gautier de Chatillon. Fin dagli Annales di Tacito ci attestata un'attivit poetico-celebrativa delle popolazioni germaniche, come rito collettivo di canto, auto-celebrazione nel ricordo delle gesta eroiche proprie e degli avi. Di questa tradizione il poema pi antico il Beowulf, un testo anglosassone dell'inizio dell'VIII secolo, che canta le gesta dell'eroe in combattimenti con una creatura mostruosa e con un drago. Seguono i carmi dell'Edda, di tradizione nordica, che ci provengono da un'area insulare, quella islandese. Lla redazione posteriore alla Chanson de Roland e ad altra epica francese. La forma originaria dell'epica germanica sarebbe stata quella della canzone eroica bifronte, ossia poemi di 200 versi, in parte narrativi e in parte dialogici, caratterizzati dal continuo spostamento dell'angolo di visuale dal narratore all'eroe che parla. Il testo epico germanico pi famoso sicuramente il Nibelungenlied (La rotta dei Nibelunghi); di 39 canti che rappresenta una sintesi di materiali epici di lunga tradizione. Il metro una strofa di quattro versi lunghi rimati aabb. Nelle sue viicende si rintraccia una parabola dello sfacelo del feudalesimo tedesco nei secoli in cui gli imperatori stavano imponendo sempre pi decisamente la loro politica accentratrice. tutt'oggi in corso un intenso dibattito sulle origini del genere dell'epica romanza. Per molto tempo la filologia romanza ha seguito nozioni tipicamente romantiche come quella della popolarit/nazionalit delle nuove culture volgari, della spontaneit e genuinit delle loro manifestazioni poetiche. Pareva che nell'epos si manifestasse appieno la specificit delle nuove nazioni, che in quei testi esse celebrassero i propri ideali e rinsaldassero le proprie tradizioni. Sempre pi Roland e Cid saranno concepiti quali i poemi nazionali dei francesi e degli spagnoli, come il Nibelungenlied lo dei tedeschi. Ma l'intervallo tra fatti cantati e testo costituiva un problema tormentoso, che la penuria dei documenti affidava ad astrazioni teoriche e deduzioni non sempre comprovabili. La che vede nell'epica romanza la continuazione del genere delle popolazioni germaniche stanziatesi in territorio latino ha ancora alcuni sostenitori. Di fatto gli elementi accertati sono scarsi e appartengono all'ordine tematico. L'omogeneit del principio dominante di codificazione formale sembra indicare con chiarezza che quest'area poetica rappresenta l'esito della progressiva diffusione, sia diretta che mediata, di un modello autorevole redatto in quella forma. Gaston Paris, Pio Rajna e Joseph Bedier hanno fatto da pietre miliari nel dibattito sull'origine della chanson de geste. La tesi sostenuta da Gaston Paris vede: le cantilene coeve ai fatti storici

come la base di una poetica ininterrotta che attraverso l'operato dei rapsodi (cantori professionisti) approda per gradi alla forma della canzone di gesta, cos come quella elaborata da Pio Rajna che vedeva nei nostri poemi l'ultimo prodotto di una tradizione gi formata in epoca merovingia e strettamente allacciata a remote tradizione germaniche. I due condividono la concezione romantica della creazione spontanea e popolare di una ispirazione suscitata dall'impatto degli eventi storici sulla memoria collettiva. Joseph Bedier, spiega l'origine delle canzoni di gesta come il frutto della collaborazione di monaci e giullari maturato a partire dall'XI secolo sui rami tracciati dalle vie dei pellegrinaggi e delle fiere, spezzava la presunta tradizione ininterrotta di cantilene e poemi con cui si giustificava la presenza nei testi dei personaggi di epoche cos lontane: gli elementi delle chanson de geste riportabili alla storia carolingia andavano collegati a leggende fiorite attorno alla fondazione dei monasteri e divulgate dai pellegrinaggi. M.Mila y Fontanals il primo a dare indicazioni per una lettura storico-sociologica dei testi medievali a proposito del carattere aristocratico dell'epica e del suo declassamento successivo. La fortuna della teoria bdieriana che respinge la tesi romantica di una ispirazione spontanea e popolare favoriva le ricerche sulle qualit artistiche e letterarie dei poeti, sulle loro individuali capacit inventive: contro questa visione individualista, come scrive Roncaglia, non tard la reazione del tradizionalismo, ravvivato da puntuali ricerche: la gravit storica degli eventi e quindi la loro intrinseca forza di choc psicologico sulla memoria collettiva, la precedenza dei dati leggendari sulle localizzazioni monastiche, la continuit d'una tradizione popolare parallela a quella colta e in concorrenza polemica con essa. Un nodo intrica la discussione: quello della natura della composizione epica medievale e della sua tradizione: poesia nata allo scrittoio o tradizione orale fondata su schemi compositivi e artifici mnemonici. Alcuni contributi documentati sono a favore della prima teoria. Un secolo e mezzo di filologia romanza ha chiarito che le letterature non sorgono in antitesi a quella latina dei monaci e del clero, ma ad integrarne alcune funzioni, a corroborarne la capacit di raggiungere un pubblico incolto coinvolgendolo nelle manifestazioni del rito. In tutte le aree dell'Occidente romanzo si lasciavano spazi bianchi nei codici latini, e in seguito venivano utilizzati per l'inserimento di glosse ovvero documenti di ordine giuridico, che per opportunit specifiche inglobavano formule di giuramento o testimonianze in volgare. Interi testi volgari pi antichi provengono da codici latini d'estrazione monastica. La maggior parte di testi contenenti canzoni di gesta del XIII secolo, sono spesso di committenti laici, nessun manoscritto pu ricondursi a uno di quei centri sulle vie dei santuari che, secondo Bedier, sarebbero stati i luoghi della collaborazione tra monaci e giullari e della genesi delle canzoni. Vige per una larga omogeneit fra la figura del santo e quella dell'eroe, ossia tra agiografia e canzoni di gesta. Ci dura finch la piramide gerarchica della struttura feudale rimane salda e la canzone pu concepirsi come indottrinante messaggio d'esortazione alla crociata (prima et feudale). A una prima grave crisi che si rivela nelle canzoni dei vassalli ribelli, in corrispondenza della seconda et feudale, segue una vera e propria frattura nei romanzi di argomento classico: i quali non si rivolgono alla comunit indifferenziata per rappresentare gli esiti tragici della crisi fra monarchia e feudalit. Effettuano un taglio e una scelta d'ordine culturale, privilegiando i settori pi raffinati di un mondo ormai complesso. Da questo momento sar concorrenza tra canzone e romanzo; la prima opporr lunga resistenza, ma dovr piegarsi a compromessi e inglobare tratti caratterizzanti il genere rivale. L'EPICA NELL'AREA OITANICA: LE CHANSON E GESTE La produzione epica in lingua d'oil conta, su un arco temporale che va dall'XI al XIV secolo, una novantina di canzoni di gesta, nella maggior parte anonime; questo numero va sensibilmente aumentato se si tiene conto di tutte le varianti delle diverse redazioni, pi i testi perduti di cui per abbiamo testimonianze certe. La longevit della canzone di gesta permette di rilevare gli influssi, i prestiti, gli scambi, le interferenze, gli adattamenti che investono e di verificano nel genere epico. La molteplicit di forme, temi ed esiti pone il problema della classificazione delle chanson de geste. Jean Bodel (XII secolo) dichiara: non ci sono che tre materie: di Francia, di Bretagna e di Roma la grande. I racconti di Bretagna sono vani e divertenti, quelli di Roma saggi e istruttivi,

quelli di Francia sono veri come appare ogni giorno. Nello stesso periodo Bertran de Bar-sur-Aube dchiara: Non ci sono che tre gesta in Francia, la pi nobile quella del re di Francia l'altra quella di Doon dalla bianca barba e la terza fu di Garin di Monglane il fiero. Vengono dunque proposte due distinzioni basate essenzialmente sui contenuti. La canzone di gesta, cio la matere de France, si differenzia dalle altre narrazioni in versi, il romanzo arturiano e quello di materia antica, per il suo contenuto veridico. Allo stesso tempo i diversi poemi possono essere concepiti ordinatamente in tre costellazioni concepite sul principio del lignaggio. Importantissimo sul dibattito delle origini il volume di Jean Rychner sull'arte epica dei giullari pubblicato nel 1955: seppur rivolto a dimostrare le origini orali dell'epica francese, esso stato il primo studio centrato unicamente sull'analisi delle strutture formali della chanson de geste, ovvero sul verso, la lassa, le formule, i motivi e il loro impiego funzionale. L'analisi minuziosa del testo ha condotto a una sorta di compromesso: origine scritta di un genere diffuso oralmente e quindi concepito secondo moduli che ne facilitino la recitazione. Jean Frappier si concentrato sul rapporto fra storia e letteratura nella chanson de geste: il dato storico riferito all'et carolingia frutto della trasfigurazione poetica della situazione attuale; l'attualit storica che l'autore proietta sul fondo di un leggendario passato. Si puntato anche sull'aspetto sociologico, che vede nell'epica francese il luogo di elaborazione letteraria di molti e complessi problemi della societ feudale: il conflitto di interessi fra grande aristocrazia e i funzionari legati alla corona, il rapporto fra clan e lignaggio, il contrasto fra aristocrazia e monarchia nel momento in cui quest'ultima si rafforza proteggendo la nascente borghesia (canzoni dei vassalli ribelli). La chanson de geste stata analizzata anche in rapporto con altre forme narrative. Gli studiosi hanno cercato di evidenziare un sistema semantico del genere sul quale meglio risaltino mutamenti e innovazioni. Gli studi di Alfred Adler ssono tesi ad illustrare come in essa sia rappresentato non un evento quanto piuttosto la situazione che determina una condizione storica. Due sono le componenti fondamentali: la fede cristiana e soprattutto l'ideologia dell'ordine gerarchico-feudale della societ. La chanson de geste presenta ed integra nel suo svolgimento abbondanti materiali di provenienza eterogenea: in particolare, la sempre maggiore influenza del romanzo la spinge ad accogliere elementi favolistici e folklorici e temi avventurosi e sentimentali, assorbiti assai bene nel suo specifico formale. Chanson de Roland Primo monumento epico romanzo, databile intorno al 1070, la Chanson de Roland, la sua pi antica versione quella anglonormanna e conta circa quattromila decasillabi disposti in lasse assonanzate di proporzioni contenute e calibratissima struttura. Rappresenta il modello per eccellenza del genere epico pur costituendo tuttavia una eccezione nel quadro delle chanson de geste, un modello che neanche i pi antichi poemi riescono ad eguagliare. Il dato storico da cui prende spunto, un imboscata tessa dai baschi fra le gole pirenaiche alla retroguardia dell'esercito di re Carlo al termine di una breve spedizione in Spagna nel 778 in cui cadde viene completamente trasfigurato nel poema. Il tema dominante la sanguinosa lotta tra cristiani e pagani giustificata sul piano estetico e morale dal principio i pagani hanno torto e i cristiani ragione, la figura ieratica del preveggente Carlomagno: sono elementi che concorrono a fare della Chanson de Roland la perfetta espressione della concezione del mondo della collettivit cristiana impregnata di sentimento nazionale. Carlo, re dal potere indiscusso, unisce alla funzione regale quella paterna. La frequente commozione e l'accorato planctus su Rolando, dotano l'imperatore di una trepida umanit. I sogni premonitori e le richieste divine accordate alzano Carlo su tutti i personaggi conferendogli un'aura sacrale. Carlo l'intermediario fra cielo e terra, il re sacerdote la cui missione la milizia senza sosta contro i nemici della fede: fede e Francia s'identificano. Nella fabula e intreccio, sacrificio cristiano e conseguente sconfitta dei pagani si svolgono come in un rito circolare. Con formule topiche l'autore detta i tempi della narrazione. In sei giorni si consuma il tradimento, la morte dei paladini, la vendetta, la punizione del traditore; tuttavia, inserendo una fitta e variata serie di anticipazioni e presagi, l'autore esclude ogni suspanse dall'incalzante susseguirsi degli avvenimenti. L'intera vicenda viene posta sotto il segno di una fatale provvidenza ineluttabile; le anticipazioni del narratore trasformano la narrazione in una sorta di rituale codificato, rendendone partecipi i

lettori/ascoltatori. Il sacrificio di Rolando, l'ultimo a morire nell'imboscata di Roncivalle, segna il punto di maggior tensione emotiva del testo. Il guanto destro che il paladino morente tende in alto a Dio e che dalla sua mano l'arcangelo Gabriele raccoglie, lega con il preciso gesto dell'omaggio vassallatico l'ordine feudale a quello celeste. La Chanson de Roland trova perfetto compimento a livello stilistico e formale oltre che contenutistico. La lassa la struttura portante. Ordinamento paratattico del testo in unit autonome, ognuna col valore di scena. Le lasse sono disposte sulla base di un disegno organico dal ritmo serrato. Con anticipazioni e richiami di tipo formulare che creano cos le lasse similari, caratterizzate appunto dalla comunanza del riutilizzo degli stessi materiali verbali. Alla linea orizzontale del racconto si incrocia quella verticale dell'amplificazione lirica e patetica. L'espressione formulare, sintassi, ritmo si combinano nella Chanson de Roland in modo da ottenere la massima semantizzazione del testo. La rappresentazione degli scontri armati si racchiudono entro una visione densa di significati morali e simbolici: il combattimento di alcuni paladini si trasforma in azione provvidenziale di portata collettiva. Oltre alla rappresentazione con spirito guerriero-missionario, troviamo l'urgenza di temi ideologico-feudali. La lotta contro i pagani non rimuove il vero cardine su cui nasce l'azione: il tradimento di Gano nei confronti di Rolando. Il Tradimento punito pubblicamente da Carlomagno in quanto lui il garante di uno sstato danneggiato gravemente dall'azione di Gano. L'opposizione tra Gano e Rolando, nasconde il contrasto fra due diversi gruppi sociali. Gano l'esponente della grande aristocrazia e potente feudatario, Rolando l'esponente del gruppo di fedeli funzionari-guerrieri del re, che sperano di ottenere tramite il rafforzamento del potere monarchico feudi e ricchezze. Nella Chanson de Geste di toccano dunque temi di carattere politico, religioso, giuridico, di natura morale, esistenziale e psicologica; il tutto entro una cornice poeticamente e stilisticamente perfetta. Nel corso della vicenda si vede intrecciarsi un problema morale ed esistenziale con quello politico: la predilezione di Carlo per il nipote Rolando, che fa affiorare il sospetto circa la paternit di Rolando, il quale sarebbe il frutto di un amore incestuoso tra Carlo e la sorella. La Chanson de Guillaume, ritrovata all'inizio del nostro secolo e ritenuta nella sua prima parte (verso 1980) di poco posteriore alla Chanson de Roland, presenta una struttura simile ma non minor pregio stilistico. Composta di 3553 versi il lasse assonanzate, narra l'eroica opposizione di Guillaume d'Orange e del nipote Vivien all'invasione saracena. Il rapporto tra i due richiama quello fra Carlo e Rolando. Vivien, come Rolando, un eroe prode ma non saggio che si promette di non indietreggiare mai di fronte al pagano. Il paesaggio, pi ancora che nella Chanson de Roland, desolato, ampia e sconsolante arena dove si svolge il cruento combattimento fra cristiani e pagani. pi aperta al reale rispetto alla precedente e fa risaltare la presenza dei temi feudali. L'attacco pagano fa da catalizzatore delle tensioni interne alla nobilt feudale. La seconda parte, qualitativamente nettamente inferiore, databile intorno alla met del XII secolo e rimaneggiamento di una perduta Chanson de Rainouart, testimonia la tendenza all'organizzazione ciclica delle gesta di Guillaume d'Orange e del suo lingaggio, presentandone concentrati i temi peculiari: il difficile ma leale rapporto con la corona di Francia, la strenua lotta sia di difesa che di conquista contro i saraceni e l'apertura a soluzioni economiche. Nel Couronnement de Louis, databile attorno al 1130, il tema centrale quello del rapporto fra monarchia e nobilt feudale. Il contrastato passaggio della corona da Carlo al debole e vile Louis allude al problema politico circa l'elettivit o l'ereditariet del trono di Francia: elettiva dopo il progressivo indebolimento della dinastia carolingia, la successione al trono torna ereditaria dopo l'affermazione dei Capetingi, ma non senza crisi e difficolt. Lo scopo del racconto quello di esaltare il garante del potere regale di Guillaume d'Orange, cio un membro della nobilt feudale. Vi una chiara valenza politica: con la fedelt dei nobili vassalli che la monarchia pu prosperare e sono loro a proteggerla dalle mire di usurpatori e ribelli legati a sovrani stranieri. Guillame seda sia invasioni che rivolte interne, eroe rude e leale dai modi maneschi, devoto servitore del re ma desideroso di ottenere un feudo il pi lontano possibile dalla corte. La violenta scena iniziale del Charroi de Nimes con il re impossibilitato a dare un feudo al fedele Guillaume, si appiana con un paradosso: Guillaume ottiene da Louis il permesso di tenere per s terre per ora in mano ai pagani.

Affrontando con Guillaume nello spazio di un ventennio il problema del rapporto tra monarchia e nobilt la chanson de geste sottrae l'eroe allo spazio circolare della rappresentazione-celebrazione epica per tracciarne invece l'intera ed esemplare biografia. Infine il capitolo conclusivo Moniage Guillaume: la perdita della moglie convince l'anziano eroe a ritirarsi a vita di convento; si tratta di una satira antimonacale con inclinazione giocosa. L'eroe muore in odore di santit indicando la vita eremitica la scelta pi idonea alla salvezza eterna del cavaliere. Guillaume segna una svolta del genere epico in Francia, ormai influenzato dal modello romanzesco; si presentano temi e motivi nuovi: l'astuzia, il vagheggiamento amoroso, la comparsa di altre classi sociali oltre quella nobiliare, il meraviglioso... In Guillaume si rintracciano i tratti dell'eroe civilizzatore, perennemente impegnato nel (ri)stabilimento dell'ordine civile e sociali, aprendo cos il ciclo a sviluppi eroicomici. Rinnegati e Ribelli Oltre alle canzoni di guerre contro i pagani si conoscono alcune canzoni che narrano le crisi fra monarchia e vassalli, note come canzoni dei vassalli ribelli. Gormont et Isembart Uno dei testi epici romanzi pi antichi. Isembart si ribella al re Louis e passa al servizio del re saraceno Gormont, rinnegando la fede cristiana. Louis uccide Gormont; abbandonato dai suoi gravemente ferito, Isembart invoca in punto di morte Maria confidando nella misericordia di Dio. Un mese pi tardi anche Louis muore in seguito a gravi ferite. I motivi della ribellione di Isembart non sono noti, il finale prosegue secondo un'articolazione narrativa tipica delle canzoni dei vassalli ribelli, dal tono sostenuto e dagli sbocchi tragici. L'aristocrazia feudale s'interroga nei suoi diritti nei confronti del potere monarchico. Riflesso diretto dell'accrescimento del potere monarchico, le canzoni dei vassalli ribelli oppongono al vassallo, leale servitore, un sovrano ingiusto e sleale. Il punto di vista dell'autore unilaterale: con il vassallo e contro il re. Raoul de Cambrai Il mancato riconoscimento di un feudo innesca una serie di conflitti violentissimi, di una durezza e crudelt senza pari nella chanson de geste. Mentre Guillaume riesce a trovare una soluzione tra fedelt e indipendenza al potere monarchico, Raoul abbandonandosi al risentimento e vedendo nel feudo il solo mezzo per acquisire l'immediata indipendenza dal re finisce soffocato nella ristrettezza dello spazio vitale. Doveri feudali e affetti familiari vengono messi alla prova fino alla loro esasperazione e rottura. un vero inferno feudale e l'unica soluzione la morte nella speranza della misericordia divina oppure la fuga dal mondo, come far Guerr il Rosso, zio di Raoul. Chevalerie Ogier Unica eccezione nel quadro pessimistico delle canzoni dei vassalli ribelli, scritta verso l'inizio del XIII secolo da Raimbert de Paris. Un'infrazione al diritto feudale commessa da Carlomagno che non concede a Ogier la giusta vendetta per l'assassinio del figlio perpetrato dal figlio di Carlo; l'allontanamento dell'eroe e il suo soggiorno presso un re straniero, la lunga serie dei conflitti, intervento del ribelle contro i pagani, la rinuncia alla legittima vendetta sul figlio di Carlo e la finale riconciliazione, la quale coincide con la piena reintegrazione nel sistema feudale. Le gesta di Guillaume Con le richieste del pubblico, gli autori creano per gli eroi pi famosi e le loro famiglie una complessa genealogia poetica e leggendaria. Rolando viene riproposto al pubblico in una serie di avventure precedenti la rotta di Roncisvalle. una vera e propria ciclizzazione biografica, la pi complessa quella su Guillaume; che dalla carriera di Guillaume nascono altre 21 canzoni che stendono la gesta da Garin de Monglane, trisavolo di Guillaume, fino alla morte in odore di santit di quest'ultimo. I legami di parentela finiscono per impregnare tutto il mondo dell'epica francese, secondo un ordine cronologico rovesciato. Le canzoni pi antiche si trovano nel ciclo in posizione avanzata o finale creando un vistoso mutamento di contenuti e tono nonostante lo sforzo di armonizzare dei copisti. I personaggi rimangono spesso li stessi, ci che muta la natura delle loro gesta che si fa sempre pi avventurosa. La forma moniage (la via del monaco) si dimostra di grande utilit per chiudere il racconto delle imprese di eroi imbattibili le cui caratteristiche tipologiche non ne permettevano la morte in battaglia. Il finale nella forma moniage recupera la

componente provvidenziale e missionaria della primissima epica, presentando il premio divino alla missione, esaltando la cristianit. Un'altra forma legata allo sviluppo ciclico quella delle enfances, una sorta di sottogenere dell'epica per omogeneit di struttura. Le enfaces narrano le prima avventure di grandi eroi come Guillaume e Rolando, il quale costretto a vivere lontano dalla propria famiglia e in una condizione non cavalleresca, dimostra la sua reale natura aristocratica compiendo valorose imprese d'arme. La condizione dell'esilio (tipico della cultura popolare) riafferma l'ideologia per la quale la nobilt non alienabile e permette agli autori di narrare tutta una serie di separazioni e ritrovamenti che allargano e variano i temi epici cononici portando in scena il mondo borghese e dando spazio alle vicende sentimentali. Le canzoni della crociata Uno dei temi cardini della chanson de geste, quello militare missionario della crociata al sostegno della fede cristiana. Per la prima volta gli autori dei poemi epici evitano di trasportare problemi e situazioni del loro tempo in epoca carolingia: la prima crociata ha fornito l'occasione per dissolvere la simbiosi che per tradizione esisteva nell'epopea del francese antico, fra la storia del passato e quella del presente. Chanson de Antioche Primo poema di questa quarta geste dell'epica francese, scritta a ridosso della prima crociata, pervenuta solo nel rimaneggiamento di Graindor de Douai (fine XII secolo). Si affacciano gli schemi dell'agiografia e si rimarca il carattere missionario e spirituale della crociata, emerge anche il carattere storiografico: nessuna canzone di gesta presenta il grado di storicit della Chanson de Antioche. Le canzoni successive legate alla storia di Goffredo di Buglione (protagonista) presentano un carattere meno storiografico, indugiando sul meraviglioso e l'avventura. Le canzoni tardive e i nuovi tipi eroici Sono riscritture o creazioni originali situabili fra la fine del XII e il XIII secolo. La caratteristica principale consiste nell'utilizzo del fantastico e del meraviglioso, nella concessione di spazio a elementi e motivi di provenienza folklorica e inoltre alla marcata influenza del romanzo cortese per quanto riguarda l'estendersi di situazioni amorose: al tema militare della guerra contro i pagani si intreccia quello sentimentale dell'amore nato fra il cavaliere e la principessa saracena. Ulteriore evoluzione il contenuto didattico del testo. Si inseriscono sentenze e proverbi, che nella cultura medievale sono valutati come auctoritates. Roman d'Alexandre A differenza degli altri romanzi d'argomento classico, formalmente una canzone di gesta, ricca d'episodi guerreschi narrati con il tipo stile formulare. Come in altre chansons il sovrano trover fedelt solo tra i suoi nobili vassalli e non nei funzionari di basso e oscuro lignaggio. Il personaggio ha in se quei caratteri di fortitudo e sapientia che li consentono di destreggiarsi tra il bel parlare e la spada. Aspetto importante l'introduzione dell'elemento della conversione del protagonista a seguito dell'incontro/scontro con un famoso cavaliere della tradizione. Aspetto significativo inoltre l'evoluzione del genere epico dal punto di vista dei contenuti caratterizzato sempre pi dalla presenza di elementi folklorici. Gi nella Chanson de Roland, Marc Bloch, suggerisce l'analisi dell'odio del figliastro e del patrigno, invidia, tradimento, come temi derivanti pi dal folklore che dalla storia. La tradizione letteraria del romanzo e la tradizione folklorica si incrociano nella produzione epica della fine del XII secolo e del XIII secolo, esempio calzante la canzone Huon de Bordeaux. Il comico e la parodia L'epica romanza amalgama ai temi feudali e guerreschi dal tono eroico e patetico qualche spunto quotidiano di livello comico. Commistione originaria che nell'evoluzione storica e letteraria del genere conosce dosaggi assai diversi, conducendo in alcuni casi la chanson de geste verso esiti apertamente farseschi e parodici. L'aperta parodia del genere epico rappresentata dal Pelerinage de Charlemagne, poema composto di 870 dodecasillabi in lasse assonanzate e databile alla met del XII secolo. I numerosi elementi della tradizione folklorica riconosciuti nel Pelerinage strutturano sul modello fiabesco una narrazione che rivela tutta la sua verve parodica nei confronti della chanson de geste a cominciare dalla Chanson de Roland.

L'EPICA IN PROVENZA Tre testi emergono nella tradizione delle creazioni epiche provenzali (lingua d'oc) giunte sino a noi secondo lo studioso Paul Meyer: la canzone di Girart de Roussillon e la Canzone della crociata contro gli albigesi e il frammento del Boecis, il testo che pi di tutti amalgama l'esperienza stilistica dell'agiografia con quella della canzone di gesta. Possiamo distribuire in quattro gruppi i testi e i frammenti superstiti: 1) il Boecis, 2) canzoni di gesta di tema vario, 3) testi sulla leggenda rolandiana, 4) canzoni su temi di storia contemporanea. 1) L'area meridionale partecipa con la canzone di S.Fede di Agen e con questo testo di cui restano i primi 257 versi. Il Boecis scritto in decasillabi raccolti in lasse assonanzate, ossia nel metro del Roland. Il racconto, dopo un esordio di solenne moralismo, muove dalla descrizione di un Boezio in auge e prosegue con la falsa accusa di Teodorico, ha per fonti il De consolatione philosophiae. Il troncone si arresta nel corso della descrizione della Filosofia che visita Boezio in carcere. 2) Girart de Roussillon insieme al Raoul de Cambrai una delle opere pi rappresentative del medioevo feudale, per la sua scabra rudezza nella rappresentazione di passioni immani dalle tragiche conseguenze, di orgoglio e umiliazione, e insieme di sentimenti d'amore e fedelt coniugali. La canzone di Girart una chanson de geste che comincia come un romanzo e termina come una vita di santo (Hackett) 3) Spiccano il Ronsasvals e Rolant a Saragossa; importano meno per il livello letterario, modesto, che per la loro testimonianza di alcuni aspetti della leggenda rolandiana, dei quali si discute la maggiore o minore arcaicit, anche in rapporto ad elementi documentati nella tradizione italiana. Nel Ronsasvals notevole l'attribuzione a Carlomagno della confessione dell'incesto da cui nato Rolando, dunque non nipote ma figlio: tratto noto da altri testi e forse censurato nella Chanson oxoniense (di Oxford). Rolant a Saragossa il racconto di un exploit amoroso di Rolando con una regina pagana, nell'unica citt ancora non conquistata da Carlo. 4) La storicit degli eventi uno dei tratti distintivi dell'epica, ma questi testi sono caratterizzati da un rapporto molto pi stretto con avvenimenti di poco anteriori o contemporanei, quasi si apparentano con le cronache piuttosto che con la celebrazione poetica. Fra questi, sia d'oil che d'oc, un posto di spicco assume la Canzone della crociata contro gli albigesi. Per il pi antico esemplare il frammento di una canzone concernente la I crociata: la Canso d'Antiocha. L'EPICA NELLA PENISOLA IBERICA A sud dei Pirenei, l dove non vigeva la dominazione araba, una fioritura di poesia in volgare si manifestava tra i testi latini, anche sollecitata dall'espansione delle due culture di Francia. In Catalogna, dove la lingua romanza di cultura fu a lungo il provenzale, tracce di composizioni epiche perdute, su temi di storia contemporanea, sono state rilevate nelle opere di quei cronisti che sono la prima gloria della prosa catalana; il fenomeno della prosificazione dei cantari epici. soprattutto in Castiglia che ebbe luogo una vera e propria affermazione dell'epica. Se ci si attiene a quei testi che presentino tematicamente e formalmente tratti epici, tutto il tesoro dell'epopea castigliana si riduce a due testi: il Cantar de mio Cid e le Mocedades de Rodrigo. Si pu aggiungere inoltre il poema di Fernian Gonzalez. Il Cantar de mio Cid Un solo codice ci ha tramandato il testo di questo cantare alla cui illustrazione Menendez Pidal ha dato contributi straordinari, sia con l'edizione del testo che con lo studio storico dell'epoca in cui Rodrigo Diaz, il Cid, visse. Le tre parti di cui esso si compone si individuano entro il testo, ininterrotto nel manoscritto, da indicazioni dell'autore. Il codice, trecentesco, si rivela in alcuni versi aggiunti dal copista come trascritto da una copia preparata nel 1207. Secondo recenti studi, la data

di composizione dovrebbe essere molto anteriore a quel 1207. il codice ha delle mutilazioni non gravi tranne quella del primo foglio. Il cantare primo un cantare che rappresenta la peculiarit etnico-culturale della Spagna di allora, quella coesistenza di culture diverse sulla quale, con al Reconquista, andava ad abbattersi l'intolleranza cristiana di cui il poema stesso portavoce. Gli altri due cantari, delle nozze e dell'offesa, bench contengano ancora episodi d'arme, vertono su episodi della vita famigliare. Le ultime parti vertono su episodi di vita famigliare. Non c' dubbio che quest'eroe, padre di famiglia, pi circondato di sole femmine, un caso a s. Il Cid nella sua ascesa sociale fuori dai confini, pu ricordare, ben pi che Rolando, con cui non ha in fondo nulla in comune, l'eroe francese della lealt feudale, Guillaume d'Orange. Il mondo rappresentato cos diverso da staccare nettamente il Cid dalla gesta francese: il Cid ha un indiscutibile fascino di contenuto. Sul piano formale, almeno stando alle copie a noi pervenute, il poeta assai ssciatto, sia perch l'architettura in tre cantari ineguale sia perch al dettato difetta un'autentica tensione. Cantari su temi diversi Il soggetto il soggetto che dispone di maggior fascino quello dei Siete infantes de Salas, un fascino che si fonda sulla rappresentazione di grandi crudelt, sull'orrore del sangue, e che apparenta questo cantare perduto da un lato al Nibelungelied dall'altro a Raoul de Cambrai e Girart Roussillon. Altro soggetto importante quello di Bernardo del Carpio, eroe dell'orgoglio castigliano, sia che esso originariamente si battesse a fianco di Carlomagno contro i musulmani, sia invece che, come nelle redazioni pi tarde e meglio note, si opponesse all'invasione francese, determinando con suo valore la rotta di Roncisvalle. L'EPICA NELLA PADANIA E NELL'ITALIA PENINSULARE Il termine cantare circola anche in Toscana e altrove, riferito dapprima a testi di vario ordine e forma, poi addetto ad indicare in ispecie i poemetti cittadino-popolari in ottava rima, che, a partire dagli anno Quaranta del Trecento, si vengono a moltiplicare. Solo nel corso del Quattrocento questi testi ritrovano la materia carolingia, prima essi svolgono piuttosto temi o cortesi o arturiani e solo in qualche caso propongono un incontro con episodi di storia recente. Nel Quattrocento il tono sar meno eroico che narrativo o d'intrattenimento, con tendenza all'abbassamento comico e a una presa di distanza dalla materia. Maggior centro di produzione Ferrara: si tratta per di opere composte in francese. Con Petrarca e la soluzione umanistica dell'Africa (Sant'Agostino), l'epica italiana inizia ad appartenere al settore culto. La fortuna dell'epica in Italia va inquadrata in un fenomeno pi vasto, che tocca tutto il quadro dei generi letterari e include la circolazione della lirica trobadorica. La fase di massima fortuna di questa connessa con la diaspora seguita alla crociata antialbigese e con la vita delle corti padane nella prima met del Duecento. Un vivace focolaio Genova: decorazioni plastiche e pittoriche non che musive delle cattedrali attestano la circolazione del leggendario carolingio e arturiano gi nel XII e forse anche XI secolo. Per l'Italia viaggia una considerevole parte della tradizione manoscritta delle canzoni di gesta. G. Paris divideva i testi francoveneti in 3 gruppi: 1) copie d'originali francesi, con infiltrazioni di elementi dialettali, 2) rimaneggiamenti anche liberi, con elementi d'invenzione originale, 3) nuove creazioni. Oltre al francese e al nord-italiano, bisogna tener conto della componente latina, meno classicista che ecclesiastica. Oltre alla Padania, la geografia della cultura francesizzante d'Italia ha i suoi centri in Pisa e, pi tardi, in Firenze. L'epica trecentesca in langue de France Il poema che emerge fra tutti l'Entre d'Esspagne, opera che si pu collocare all'incirca nel decennio 1330-40. Rimasta incompiuta, ci giunge in un solo codice, mutilo di una vasta sezione, eppure consistente di 16000 versi, si tratta della preistoria della Chanson de Roland, a partire dalla decisione di Carlo e dei baroni francesi di liberare la Via Jacobitana e coronare Rolando della corona di Spagna.

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