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Condottieri di ventura

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0476 ASCANIO COLONNA Duca di Tagliacozzo,conte di Albe, marchese di Atessa, barone di Carsoli, conte di Manoppello. Signore di Anagni, Rocca di Papa, Paliano, Grottaferrata, Nemi, Marino, Lanuvio, Genzano di Roma, Ceccano, Sonnino, San Lorenzo, Vallecorsa, Pescocostanzo. Figlio di Fabrizio, fratello di Sciarra, cugino di Vespasiano. 1495 - 1557 (aprile) Anno, Stato. Avversario Condotta Area Azioni intraprese ed altri fatti salienti mese Comp. attivit ventura 1512 Giu. Lazio Con Vespasiano e Prospero Colonna, si fa mallevadore della sicurezza di Alfonso d'Este recatosi a Roma per discutere la pace con il papa Giulio II. 1520 Mag. Alla morte del padre, l'imperatore Carlo V gli assegna la carica di gran connestabile del regno di Napoli. 1521 Apr. Impero Francia Gli dato un comando di fanti spagnoli. Mag. Campania
Lug. Campania A fine mese si sposa a Napoli con Giovanna d'Aragona, figlia del conte Ferdinando di castellanza, duca di Montalto, uno dei tanti figli illegittimi del re di Napoli Ferrante d'Aragona. Al passo costretto dal padre Fabrizio che minaccia di diseredarlo in caso di disubbidienza.

Ago. Sett. Dic. 1522 Feb. Ago. 1523 .............. Dic. 1524 Gen. Feb. Mar. .............. 1525 Feb. Ago. Nov. 1526 Mar. Giu. Lug. Impero Francia 60 lance

Abruzzi Lazio Lazio

Si ammala a Trezzano. A Marino. Alla morte del papa Leone X, entra in Roma con 600 cavalli. Il collegio dei cardinali gli d l'incarico di mantenere l'ordine nella citt affinch i lavori del conclave procedano normalmente. Raccoglie nuove truppe. Accoglie in Roma il papa Adriano VI e gli porta il baldacchino: nell'occasione domanda, invano, al pontefice la grazia per Lelio della Valle imputato di omicidio. Contrasta negli Abruzzi i partigiani dei francesi e toglie a Camillo Pardo Orsini il feudo di Manoppello. A Roma, in San Pietro, per l'incoronazione di Clemente VII. Entra in Napoli con il vicer di Napoli Carlo di Lannoy. Si trova nel pavese. E' inquadrato nella retroguardia dell'esercito imperiale. Infesta il territorio di Guastalla con Vespasiano Colonna. Si porta a Tagliacozzo e, da qui, viene all'Aquila. Ha il compito di respingere l'attacco portato da Giovanni Stuart, duca di Albany, e da Renzo di Ceri al regno di Napoli. Raduna nell'aquilano 3000 fanti; invade lo stato della Chiesa ed insegue le milizie degli Orsini in fuga.

Lazio

Impero

Francia

Abruzzi Lazio Campania Lombardia 60 lance Lombardia ed Emilia Abruzzi

Abruzzi

Piemonte Lombardia E' segnalato a Casalmaggiore; passa alla difesa di Cremona. Lazio Lazio Lazio Si rappacifica con il cardinale Pompeo Colonna. Con Vespasiano Colonna, il duca di Sessa Luigi Fernandez di Cordoba ed il vicer di Sicilia Ugo di Moncada, raccoglie a Marino 800 cavalli e 6000 fanti per attaccare i pontifici. Sposta alcuni grossi pezzi di artiglieria da Rocca di Papa e da Cave per condurle a Marino; da tale localit molesta lo stato della Chiesa. Occupa Anagni; le pressioni del Moncada sul pontefice sono tali che concordata una pace fra le parti. Viene concluso un accordo fra colonnesi e pontifici. Clemente VII congeda le sue soldatesche comandate da Malatesta Baglioni e dal conte di Anguillara Gentile Virginio Orsini. Con Pompeo e Vespasiano Colonna, approfitta della situazione di debolezza del papa ed irrompe in Roma per la porta di San Giovanni: con lui sono anche il Moncada, 400 cavalli leggeri, 600 archibugieri e 2000 picchieri; lo seguono, infine, altri 500 cavalli e circa 4000 contadini armati. Penetra in Trastevere attraverso ponte Sisto con 500 fanti e qualche cavallo e scaccia dal portone di Santo Spirito Stefano Colonna, che vi appostato con 200 fanti. Prende alloggio nel palazzo dei Santi Apostoli e costringe Clemente VII a rifugiarsi in Castel Sant'Angelo; saccheggia i palazzi pontifici, la chiesa di San Pietro e parte del Borgo Leonino, impadronendosi in poche ore di un bottino valutato sui 30000 ducati. Chiede la resa degli avversari e si rifiuta di incontrarsi con i cardinali che lo ricercano. E' conclusa una nuova tregua di quattro mesi con disdetta di due, sempre grazie alla mediazione del Moncada: i colonnesi sono perdonati. Si ritira a Grottaferrata. Continua ad infestare da Grottaferrata l'agro romano fin sulle porte della capitale. E' dichiarato ribelle e viene scomunicato; si unisce con Vespasiano e Pompeo Colonna per fronteggiare i pontifici a Frosinone. E' attaccato da Vitello Vitelli nei suoi possedimenti: in breve gli rimangono nel Lazio solo Rocca di Papa e Paliano. Ricevuti rinforzi dal vicer di Napoli, recupera le sue terre e si dirige verso Tivoli con 2000 fanti e 300 cavalli. Cerca inutilmente di occupare Scarpa (Cineto Romano), piccolo castello dell'abbazia di Farfa; scorre la campagna con Pompeo Colonna: Napoleone Orsini lo fronteggia a Vallebona e lo obbliga a ripiegare. Congiura nuovamente ai danni del papa con il Lannoy, Vespasiano Colonna e Napoleone Orsini al fine di impadronirsi di Vicovaro. Abbandona L'Aquila di fronte all'avanzata di Renzo di Ceri. Viene sconfitto a Terracina dai pontifici.

Impero

Chiesa

Ago. Sett.

Lazio Lazio

Ott.

Lazio

Nov. Dic.

Lazio Lazio

1527 Gen. Feb. Mar.

Lazio Abruzzi Lazio

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Mag. Giu.

Lazio Lazio

Ago. 1528 Gen. Apr.

Lazio

Rientra a Roma con Vespasiano e Pompeo Colonna, in pieno svolgimento del sacco della citt ad opera di lanzichenecchi e di spagnoli. Si allontana da Roma con 8000 fanti; entra in Velletri ed nominato governatore della citt: impone ai cittadini una taglia di 24000 scudi a titolo di risarcimento per i danni arrecati dagli abitanti a Marino l'anno precedente. I velletrani gliene consegnano subito 7000 e, per la somma residua, ipotecano il territorio di Lariano e parte di quello di Fagiole. E' sostituito nel suo incarico di governatore di Velletri da Giambattista Castaldo.

Mag. ago. Ott.

Nov. 1529 Giu. Lug. Ago. 1530 .............. Giu.


1531

Umbria Occupa nei pressi di Orvieto i castelli di Vela e di Castra Castrorum. Lazio e Si trova a Gaeta. Alla morte del congiunto Vespasiano incamera nel Campania proprio patrimonio le terre di Sonnino, San Lorenzo e Vallecorsa spettanti ad Isabella Colonna, moglie di Luigi Rodomonte Gonzaga.. Si trasferisce alla difesa di Napoli, che assediata dal Lautrec, e fa parte del consiglio che deve giudicare di tradimento Fabrizio Maramaldo. Negli stessi giorni rimane ferito alla mano destra ed a un piede nella battaglia navale di capo d'Orso in cui Filippino Doria ed il Barbacieux annientano la flotta imperiale. Nel combattimento muoiono il Moncada e Cesare Fieramosca; egli fatto prigioniero (dopo essersi arreso nelle mani di Niccol Lomellino) con il marchese di Vasto Alfonso d'Avalos, il principe di Salerno Ferrante da San Severino, Giovanni di Santacroce, il Seron, Camillo Colonna e l'ammiraglio Brizio Giustiniani. Pi di 1000 sono i morti fra gli imperiali; 500 fra i francesi. Liguria e Durante la prigionia, con il d'Avalos convince Andrea Doria a Campania defezionare nel campo imperiale. Liberato ad agosto dopo il pagamento di una taglia, ritorna ad Ischia con il marchese di Vasto. Abruzzi e Viene nominato vicer degli Abruzzi: cerca di impadronirsi di Atri, Lazio confiscata ad Andrea Matteo Acquaviva, e di Cellino Attanasio: il suo tentativo frustrato dalla resistenza degli abitanti. Invia 600 cavalli e 600 fanti in soccorso del fratello Sciarra, coinvolto nella ribellione dell'Aquila, ed a fine mese ritorna a Castelgandolfo. Lazio Ripara a Marino per sfuggire alla peste. Umbria Lazio Umbria Toscana Lazio Entra in Cascia. Si trova a Roma. Affianca il principe d'Orange in Umbria. E' segnalato a Spello. All'assedio di Firenze. Coadiuva i pontifici contro Napoleone Orsini ed ottiene Paliano.
Non sopporta l'autoritarismo dei vicer imperiali nel regno di Napoli. Appoggia nella sua fronda il principe di Salerno Ferrante da San Severino.

Impero

Firenze

Chiesa

Orsini

1532 Gen. Lug. .............. 1533 Gen. Impero Impero Ottomano

Marche

Ungheria

Raggiunge Loreto con un nutrito seguito e vi si incontra con Guidobaldo della Rovere. Passa di seguito a Pesaro e vi ospitato da Francesco Maria della Rovere. Alla morte del cardinale Pompeo Colonna, diviene l'elemento di spicco della sua casata. Combatte i turchi del sultano Solimano.

Emilia

Mag. 1534 Nov. 1536 Apr.


1537

Lazio

E' a Bologna con Carlo V. Due lanzichenecchi ubriachi tentano di penetrare nella stalla del palazzo in cui alloggiato: i famigli del Colonna si oppongono loro; nasce una rissa in cui i primi trovano soccorso in altri 12 fanti tedeschi. La contesa si allarga e termina con l'uccisione di 10 lanzichenecchi e di molti servitori del Colonna. Il capitano della guardia imperiale decide allora di saccheggiare i suoi alloggiamenti, dai quali il Colonna riesce a salvarsi gettandosi da una finestra. Si rompe una gamba nella fuga e ripara in una casa vicina. Clemente VII, con un breve, gli intima di restituire le terre da lui occupate agli eredi di Vespasiano Colonna: raduna truppe per resistere ai pontifici.

Campania Riceve l'imperatore a Napoli. Lazio


Lazio

E' a Roma sempre al fianco di Carlo V; in una cerimonia visto portare il globo.
In contrasto con il papa Paolo III, di casa Farnese. Si rifiuta di imporre nelle sue terre un'imposta voluta dal pontefice per fronteggiare il pericolo ottomano; impedisce, inoltre, ai suoi vassalli di partecipare ai lavori di fortificazione di Roma.

1538 Lug.
1539

Lazio
Lazio

A Roma; accoglie il papa reduce dall'incontro di Nizza con il re di Francia. In ogni caso i dissapori con Paolo III raggiungono un tale livello che si parla di una sua prossima scomunica.
Allorch Livia Colonna, una nipote sotto la sua tutela, viene rapita dall'odiato Marzio Colonna con la complicit di Pier Luigi Farnese, sospetta la connivenza del pontefice nella vicenda ed accusa pubblicamente quest'ultimo di intromettersi nelle questioni riguardanti la propria famiglia. Nello stesso anno Paolo III estende la tassa sul sale anche alle terre che ne sono esenti per antichi privilegi, come ad esempio quelle soggette ai Colonna grazie ad un privilegio, del secolo precedente, concesso da Martino V (di casa Colonna) alla sua famiglia. Il Colonna si rifiuta di sottostare al relativo pagamento.

1541 Feb.

Colonna

Chiesa

Lazio

I gabellieri arrestano alcuni suoi seguaci colpevoli di non aver pagato la tassa sul sale in obbedienza alla volont del loro signore. Il Colonna aumenta le azioni offensive ai danni della Santa Sede; si mette a scorrere nell'agro romano attaccando i viaggiatori diretti a Roma e razzia il bestiame di Giacomo Lambenari, appaltatore delle saline di Ostia. Paolo III emana un breve nei suoi confronti e gli intima di presentarsi davanti a lui, a Roma, entro il termine di tre

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giorni, pena la confisca dei beni. Il Colonna chiede soccorsi al duca di Firenze ed al vicer di napoli; la moglie Giovanna d'Aragona, che vive separata da lui da tre anni, impegna i propri gioielli per reclutare truppe a suo favore.
Mar. Lazio L'ambasciatore imperiale a Roma, il marchese d'Aguilar, tenta di rabbonire il papa ventilando la possibilit che il Colonna consegni Rocca di Papa al figlio del pontefice Pier Luigi Farnese in cambio della fortezza di Nepi e di quella di Castro; si tenta pure di combinare un matrimonio tra Vittoria Farnese, figlia di Pier Luigi, e Fabrizio Colonna primogenito di Ascanio. Il Colonna si oppone; rafforza le difese di Rocca di Papa e ripara a Genazzano con 2000 fanti.

Apr. mag.

Lazio Campania ed Abruzzi

E' attaccato dai pontifici comandati da Pier Luigi Farnese. Rocca di Papa bombardata e distrutta; Ascanio, che alla guardia di Genazzano, manda il fratello Sciarra a soccorrere la localit con 700 fanti. L'impresa non ha successo; nel proseguio del tempo i pontifici investono Paliano. Ne esce Fabio Colonna con 1500 fanti; costui assale le milizie ecclesiastiche e per poco non riesce ad inchiodare le artiglierie nemiche. Il Farnese, alla fine, ha il sopravvento e negli ultimi giorni di maggio capitola anche Paliano. Ascanio Colonna costretto da Alessandro Vitelli a rifugiarsi a Roccaguglielma e nei propri feudi abruzzesi di Albe e di Tagliacozzo. Invano Carlo V fa pressioni sul pontefice affinch i suoi possedimenti nello stato della Chiesa vengano restituiti ai figli Fabrizio e Marcantonio.
Negli anni che trascorre negli Abruzzi intacca progressivamente il patrimonio famigliare cedendo con patto di retrovendita larga parte delle sue propriet. La sorella Vittoria lo soccorre donandogli le terre di Pescocostanzo: neanche ci pone freno alla dispersione delle sue sostanze causata non solo dal bisogno di fronteggiare i creditori, ma soprattutto dalla sua prodigalit.

..............

Abruzzi

1549 Nov. Dic. 1550 Feb.

Veneto e Lazio Lazio

Alla morte del pontefice, parte da Venezia; vari sono i tentativi dell'imperatore di conciliare le due parti. E' a Marino e gli regalato un cavallo dal vicer di Napoli Pietro di Toledo. L'avvento al soglio pontificio di Giulio III, permette a Camillo Colonna di recuperare con le armi le terre confiscate da Paolo III ad Ascani e di restituirle al congiunto. Una bolla papale lo riammette al legittimo possesso dei feudi laziali. Rientra in possesso di Paliano e di altre terre: nell'occasione dona al pontefice una tazza di porfido, che sar messa pi tardi nel giardino del Belvedere da Clemente XI. Vende Nemi a Giuliano Cesarini per 4000 scudi.
La morte del figlio Fabrizio all'assedio di Parma contro i francesi costringe Carlo V a riprendere i rapporti con il Colonna. Viene cos riconosciuto come il principale alleato degli imperiali all'interno di Roma. Per mettergli un freno, tuttavia, si tenta di ricongiungerlo con la moglie e di affiancargli il figlio adolescente Marcantonio destinato a succedergli alla testa del casato. Su sollecitazione di Ignazio di Loyola si riconcilia con la moglie che rientra a Roma al suo fianco. la concordia fra i due coniugi dura poche settimane: presto Giovanna d'Aragona abbandona nuovamente Ascanio per rifugiarsi a Napoli; lo accusa di sperperare il proprio patrimonio e di vivere in modo dissoluto. Molti fra i Colonna vedono nel dissidio coniugale l'opportunit per denunciare all'imperatore l'incapacit di Ascanio di amministrare i propri beni e la sua scarsa affidabilit politica. Molti sono gli appelli a Carlo V del cardinale Pacheco, nuovo vicer di Napoli, affinch Giovanna d'Aragona ritorni a Roma e prenda il controllo della casata. La moglie torna assieme con il figlio Marcantonio nel palazzo romano dei Santissimi Apostoli dove li attende il Colonna. Ne esce dopo meno di un giorno attaccando il marito per il comportamento violento tenuto nei confronti suoi e del figlio. La donna riceve il sostegno di quanti conoscono il collerico Ascanio. La versione di Giovanna d'Aragona viene smentita sia dal marito, che dal gesuita Pedro de Ribadeneyra che, nella sua biografia di Ignazio di Loyola, accuser alcuni cardinali ed altri dignitari della corte pontificia di avre distrutto l'opera di riconciliazione tessuta dal dondatore della Compagnia di Ges. Veemente la denuncia del Colonna all'imperatore nei riguardi della moglie e del figlio; tuttavia essa non trova ascolto a corte. Non risponde all'appello imperiale che gli ordina di prendere le armi contro i francesi nella guerra di Siena. Si rinchiude in uno dei suoi castelli abruzzesi; proibisce pure al figlio Marcantonio di prendere parte al conflitto. Il figlio decide al contrario di disubbidire ai suoi ordini e si dirige nel senese alla testa di un contingente di 300 cavalli. Il Colonna viene denunciato di tradimento per un suo presunto avvicinamento al partito francese. Giovanna d'Aragona lo dipinge come pazzo, puttaniere, assassino: fra le accuse quella di aver fatto radere al suolo e di avere dato alle fiamme un casale di Giuliano Cesarini e di avere fatto abortire con la sua collera la nuora Felice Orsini. Per vendicarsi Ascanio, a sua volta, rivela un presunto incesto fra la moglie ed il figlio. marcantonio, infine, viene escluso dalla successione ed diseredato.

Lazio

Mag.
1551

Lazio
Lazio

1552 ..............

Lazio

Dic.

Lazio

1553
Gen. Abruzzi

.............. ..............

Lazio Lazio

Alla morte di Lucrezia della Rovere, occupa con la forza il palazzo gi appartenuto al figlio Marcantonio in piazza Santi Apostoli. Viene citato a Roma da alcuni suoi creditori, Cola e Luca Evangelista. Il Colonna maltratta il messo che gli vuole notificare la denuncia e fa spianare alcune case che gli Evangelista possiedono a Nettuno; invia anche suoi sicari a Roma per uccidere costoro. Giulio III lo condanna e gli confisca i beni.

1554

Sett.

Campania Il figlio Marcantonio rientra dal senese; occupa Marino con l'aiuto degli abitanti e si impossessa dopo tre giorni di assedio del castello di Paliano. Il Colonna chiede, invano, al papa ed a Carlo V di intervenire a suo favore; rafforza le difese di Carsoli, Tagliacozzo e di altre localit. Alla fine si rifugia a Trasacco. Il cardinale Pacheco procede ad arrestarlo con il pretesto di impedire che il regno di Napoli divenga il campo di battaglia di un conflitto famigliare.Una

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volta condotto a Napoli, accusato di alto tradimento e di collaborazione con i nemici francesi: i suoi beni nel regno sono posti sotto sequestro della corona. In modo analogo si comporta il papa Giulio III che decide di favorire il figlio. Il Colonna rinchiuso in Castelnuovo; Marcantonio, viceversa, riconosciuto dal pontefice legittimo erede delle propriet colonnesi nello stato della Chiesa; anche Carlo V assicura il figlio di Ascanio sul suo futuro quale capo del casato. Campania Muore per malattia nelle segrete di Castel dell'Uovo. E' sepolto a Paliano. CINQUE CITAZIONI Valoroso capitano. Illustre nelle armi. Di gran consiglio. Nelle pagine che verranno dedicate a Giovanna d'Aragona da Filonico Alicarnasseo, il napoletano Costantino Castriota, ...egli verr ritratto come assassino, eretico e sodomita, sempre disponibile a umiliare una moglie di cui risaltano, in contrario le innegabili ed evidenti virt. 1557 Apr.

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27/01/2012

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