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Storia del Cristianesimo

Il Cristianesimo latino altomedievale


di G. Tabacco

Cap. 1 Processi di Cristianizzazione Conversioni al monoteismo salvifico Agli inizi del VI secolo, re Clodoveo si converte e con lui l'intero popolo franco. Alla conversione corrisponde il rifiuto del politeismo germanico e la sottomissione dei franchi alla gerarchia ecclesiastica, oltre all'inserimento di rituali come il battesimo. un processo di cristianizzazione lento e imperfetto, che ruota attorno alla denuncia di falsit delle divinit germaniche e supportato dalla violenza dei missionari, volta alla distruzione dei luoghi di culto pagani. Un esempio del cristianesimo prevalente all'epoca arriva da Gregorio di Tours, che dai fedeli pretendeva un'adorazione esteriore della divinit e dei santi, rivolta al loro potere taumaturgico (di qui ne deriva l'adorazione dei sepolcri dei santi). Con l'unione tra aristocrazia franca e germanica assistiamo a una spinta missionaria a oriente del Reno che mira alla conversione di popoli schiettamente germanici. A questa spinta d un notevole contributo la predicazione di alcuni frati giunti dall'Irlanda che promuoveranno la fondazione di centri monastici in Gallia. Con la crisi delle istituzioni tuttavia sono gli stessi missionaria ad avvertire l'esigenza di convertire le aree contadine della Gallia stessa per poter avviare un processo di restaurazione delle strutture ecclesiastiche fatiscenti. Come testimonia il vescovo missionario Bonifacio, i missionari sono persuasi dalla possibilit di instaurare un dialogo con i politeisti al fine di dimostrare la falsit delle religione pagane partendo da ragionamenti, ad esempio, sull'origine del mondo e sulla vittoriosa espansione del Cristianesimo in Europa. La volont riformatrice di Bonifacio gli sopravvisse e trov la sua realizzazione nella ricostruzione imperiale di Carlo Magno. Nel frattempo nel regno Visigoto (con capitale a Toledo, nella penisola iberica) si creano tensioni legate a problemi di disciplina ecclesiastica a causa della nomina dei vescovi da parte dell'aristocrazia problema che si risolve nel 711 con l'invasione musulmana che riduce la presenza cristiana ai pochi Mozarabi (cristiani di lingua araba). Nella penisola italica invece assistiamo all'invasione dei longobardi, gi convertiti a un cristianesimo arianeggiante. L'espansione vichinga sposta l'attenzione dei missionari sull'Europa del nord molti vichinghi si lasciano battezzare anche se continuano ad essere legati alle proprie divinit solo nel X secolo assistiamo alla diffusione del battesimo tra i Norvegesi in Irlanda e i Danesi in Inghilterra tra X e XI secolo, infine, sono i re politicamente unificatori a trovare nel monoteismo un appoggio al loro progetto politico Canuto il Grande, re di Danimarca, conquistata la Norvegia, stringe un accordo con il papa al fine di consolidare la prevalenza cristiana. I tre regni riuniti da Canuto mantennero l'orientamento politico religioso anche in seguito alla morte del sovrano. Il simbolismo liturgico Battesimo: nel passaggio dall'antichit al medioevo assistiamo a una mutazione si comincia a battezzare i bambini viene meno l'idea del battesimo come adesione consapevole a una diversa e nuova concezione religiosa del mondo. Il battesimo diventa puramente rituale nonostante l'istituzione del padrino, responsabile della futura istruzione del battezzato, il rito del battesimo viene vissuto dal battezzato con totale passivit e inconsapevolezza. Come si legge nel concilio ispano-goto di Toledo del 633, il battesimo doveva assicurare la grazia divina e di conseguenza doveva essere rispettato dal battezzato per non bestemmiare il nome di Dio. Ne consegue una minuziosa uniformit rituale vi erano infatti dispute legate a battesimi fatti non in nome di tutta la Trinit divina oppure in cui la formula baptizo te in nomine patris et filii et spiritus sancti veniva recitata erroneamente poich non si conosceva a sufficienza il latino. Nel '812 Carlo Magno convoca i metropoliti per sapere come si svolgeva il rito battesimale nelle loro circoscrizioni.

Importante l'apporto fornito da Rabano Mauro che insiste sull'importanza dell'istituzione del padrino e della madrina, e del segno della croce impresso sulla fronte e nel cuore del battezzato come assicurazione contro il ritorno di Satana. Acqua lustrale: con il passaggio da un cristianesimo legato alle realt cittadine ad uno invece esteso anche al territorio rurale, assistiamo ad un progressivo aumento delle benedizioni con sale ed acqua, come anche attestato l'uso di aspergere i fedeli a messa i fedeli sentono la necessit di comunicare sensibilmente con le forze superiori alla natura per ottenere conforto contro i mali della vita ci crea perplessit e disagio nei prelati pi colti. Eucaristia (intesa come celebrazione eucaristica, la messa): con il passaggio al medioevo si perde l'originario significato comunitario dell'eucaristia a causa del crescente formalismo e di una nuova concezione pi interiore ed individuale della devozione i fedeli sono distanti e passivi innanzitutto a causa del latino, non conosciuto dalle folle il distacco liturgico viene inoltre sottolineato dall'inserimento del recinto che divide la navata dal presbiterio. In questo periodo assistiamo anche al fiorire del fenomeno delle messe private, che si svolgevano in assenza del popolo. Contro tendenza la volont di coordinazione delle celebrazioni eucaristiche secondo la liturgia vigente a Roma. Una svolta in questo senso dovuta all'intesa antilongobarda tra Pipino il Breve e papa Stefano II che comport, oltre a un'unificazione politica, un'unificazione liturgica la liturgia romano-franca diviene cos la base dell'intera liturgia occidentale. Il sacrifico eucaristico La celebrazione eucaristica va intesa come rinnovazione rituale del sacrificio del Cristo si basa sull'insieme di formule e preghiere costituenti il canone della messa. In accordo con il distacco liturgico tra popolo e clero, era uso che il canone fosse recitato a bassa voce. Relativamente alla celebrazione eucaristica fondamentale la disputa riguardante la transustanziazione delle specie eucaristiche: Ambrogio di Milano le specie eucaristiche si trasformano miracolosamente nel corpo di Cristo Radberto Pascasio il corpo eucaristico il corpo storico del Cristo Amalario il corpo eucaristico triforme si identifica simultaneamente col corpo storico del Cristo, con il corpo ecclesiale dei fedeli in vita e, infine, con il corpo ecclesiale dei defunti che attendono la resurrezione finale. La tesi di Amalario verr condannata da un concilio dell'838 per timore che potesse gettare ombre sull'unit divina. Ratramno di Corbie concezione materialistica della trasformazione che avviene sull'altare Giovani Scoto Eriugena l'universo sensibile altro non che un insieme di teofanie anche e soprattutto il sacrificio eucaristico.

Si pone poi il problema della comunione e della sua frequenza la condotta dei fedeli era molto irregolare. Anche in questi casi assistiamo a un grande divario tra clero e fedeli mentre questi ultimi frequentavano la comunione eucaristica solo a grandi eventi, ai sacerdoti era riservato il diritto di somministrare la comunione anche a dalle proprie mani. Oddone sacrifico eucaristico una prova durissima esige preliminarmente l'esame severo di se stessi prefigurazione del giudizio finale ed esige quindi una lunga preparazione penitenziale la comunione deve essere quindi tanto pi rara quanto pi scrupolosa. Berengario di Tours giudica delirante il metabolismo delle specie eucaristiche le specie eucaristiche non mutano ma vi si unisce la presenza spirituale del Cristo (togliendo cos, tuttavia, importanza al clero)

La disputa teologica vedr vittoriosa la tesi di Pascasio.

Le pratiche penitenziali Momento peculiare della presenza dei singoli nella comunit cristiana , come abbiamo visto, la celebrazione eucaristica momento critico invece quello della violazione, del peccato. Ai teologi si pone per il problema della reintegrazione del peccatore all'interno della comunit cristiana nel mondo monastico si compilano classifiche dei vizi capitali, assegnando ad ogni colpa un differente metodo di espiazione. Tuttavia al di fuori delle realt monastiche esisteva un unico metodo di espiazione: al principio della Quaresima l'imposizione delle mani da parte del vescovo e la consegna del cilicio al penitente successivamente l'effettuazione della penitenza in forme pubbliche di umiliazione solo alla fine l'assoluzione. Tale penitenza, come il battesimo, era considerata non reiterabile. Tuttavia cominciano ad emergere tendenze opposte c' chi comincia a proporre un tipo di penitenza reiterabile e in forma privata tendenza contrastata dalle gerarchie ecclesiastiche. Tuttavia tali tendenze trovano sbocco nell'Europa insulare dove hanno modo di svilupparsi per poi diffondersi nel resto del continente dalla tradizione monastica irlandese che, appunto, derivano i sopra citati elenchi di peccati capitali manuali contenenti elenchi di peccati con penitenze corrispondenti alla loro gravit. Il criterio generale su cui si basa la compilazione di questi manuali ha origine nella tradizione della medicina greca i medici greci prescrivevano cure e stili di vita opposti ai mali che si volevano curare principio dei contrari. Nel celebre penitenziale di Colombano si fa esplicito riferimento al parallelismo tra medicina del corpo e medicina dello spirito. Elemento di variet poi il fenomeno delle commutazioni fenomeno per cui lunghe pene potevano essere accorciate ma conseguentemente intensificate o determinate pene potevano essere sostituite da opere buone o donazioni. Tale e tanto particolarismo era in netto contrasto con le tensioni unificatrici dell'impero carolingio si vuole ristabilire l'ordine dei penitenti si apre una disputa teologica che sfocia nel principio per cui a colpe private corrispondono pene private mentre a colpe pubbliche corrispondono pene pubbliche nasce quindi l'esigenza di compilare nuovi penitenziali diversi da quelli precedenti tuttavia i nuovi penitenziali non cancellano definitivamente i vecchi Burcardo di Worms scriver il Decreto in cui unir i penitenziali precarolingi e carolingi dal Decreto deriveranno i penitenziali dell'XI secolo. Nel frattempo la pratica della penitenza pubblica continua a diminuire. Nel XII secolo infine compaiono le somme dei confessori ovvero dei rigidi penitenziari tariffari caratterizzati da una pi ampia e particolarizzata casistica nello stesso secolo la teologia elaborava la dottrina dei sette sacramenti, tra i quali compariva anche la penitenza. Cap. 2 Sviluppi del culto e delle credenze Angeli, demni e pratiche magiche Il monoteismo e la centralit del Cristo nel culto sono sempre stati complicati da una serie di credenze in ulteriori forze e persone soprannaturali fondamentale la presunta divisione tra entit buone ed entit maligne nei rispettivi regni come ci testimonia Gregorio di Tours nella sua Storia dei Franchi, si diceva che l'arcangelo Michele accolse l'anima di una giovinetta defunta e la innalz nei cieli nel medioevo abbiamo svariati tentativi di rappresentazione del regno celeste spesso si fa riferimento, in svariati manoscritti, a combattimenti aerei tra angeli e demoni che si contendono le anime dei defunti ma il ruolo delle anime angeliche non limitato all'ascesa delle anime dei defunti al regno dei cieli. Durante il medioevo si sviluppa una serie di culti legati all'adorazione degli angeli e ai luoghi in cui si credeva risiedessero tali anime beate in parallelo cresce il timore, da parte delle gerarchie ecclesiastiche, che tali culti possano adombrare il principale culto del Cristo. Un esempio ci fornito dalla fioritura di luoghi di culto legati all'arcangelo Michele, inizialmente apparso sul Gargano, il cui culto si un in seguito con le tradizioni germaniche, diffondendosi in tutta Europa nella Francia settentrionale sorge un monastero dedicato all'arcangelo su un monte che verr nominato Mont-Saint-Michel tuttavia il Gargano, per la prossimit con la sede papale, rimane il maggior centro di culto dell'arcangelo. Nel frattempo il fenomeno del culto degli arcangeli si moltiplica, e con esso il numero di arcangeli nominalmente venerati nel 745, un concilio romano afferma la veracit solo di tre arcangeli:

Michele, Gabriele e Raffaele nel frattempo l'arcangelo Michele diviene patrono dell'impero carolingio. In corrispondenza al culto degli angeli si diffonde l'opera di Dionigi Areopagita intitolata Gerarchia Celeste ne deriva l'ordinamento degli angeli secondo triadi ascendenti in base al grado di unione con Dio. In corrispondenza con il culto degli angeli si diffondono anche svariate credenze su figure demoniache e di angeli caduti i teologi tentano di unificare il demoniaco in una visione uniforme di potenze degradate da una ribellione originaria all'unico Dio, per evitare eventuali sbocchi politeistici si diffonde la pratica degli esorcismi l'esorcista deve innanzitutto assistere il battezzando nella sua rinuncia a Satana l'uomo teatro del perenne scontro tra angeli e demoni ma ci sono luoghi in cui le presenze demoniache si fanno pi palesi le zone desertiche dove gli asceti si rifugiano per fuggire dalle occulte insidie della vita normale nei deserti il diabolico si fa palese Satana cerca di contrastare la fuga degli asceti dal mondo e la loro volont di raggiungere una pi eroica santit in alcuni testi vengono riportati episodi in cui gli spiriti maligni intervengono fisicamente e con violenza contro monaci e asceti. Non mancano riflessioni relative alla compresenza dell'onnipotenza di Dio e della manifesta potenza di Satana i teologi cercano di ricondurre tutto a un piano divino volto a punire gli ingiusti e a provare la fede dei giusti Gotescalco giunge ad attribuire la responsabilit morale ella dannazione eterna allo stuolo stesso dei dannati, mentre Giovanni Scoto Eriugena sostiene che il peccato procede dal libero arbitrio di chi lo commette e che la punizione si risolve essenzialmente nella consapevolezza della propria azione. Tuttavia non si riuscir ad eliminare quella tendenza alla dualit tra bene e male l'Onnipotenza divina un concetto troppo lontano per il popolo dei fedeli che ha invece bisogno di diverse entit in grado di contrastare i pi disparati mali da qui deriva l'atteggiamento reverenziale nei confronti di luoghi ed elementi i fedeli accettano le formule proposte dal clero con lo stesso animo con cui ricorrono ai riti magici la distinzione tra preghiera e formula magica, infatti, non risulta chiara ai fedeli che fanno uso di entrambe indistintamente, a dimostrazione della necessit di una mediazione tra Onnipotente e societ cristiana. Il miracolo, il racconto agiografico, le reliquie Per i fedeli il miracolo non solo testimonianza della santit, bens ci che fonda la santit stessa il santo tale in virt del miracolo Gregorio di Tours scrive spesso dei compendi della vita del Cristo e dei martiri improntando il racconto sui prodigi, volendo renderli pi attuali nella coscienza cristiana concezione del santo come taumaturgo serve al popolo per vivere sensibilmente la fede ma anche al prelato per ottenere l'attenzione dei fedeli l'agiografia si arricchisce cos di racconti frutto dell'immaginazione degli ecclesiastici, raccogliendo sempre pi materiale attorno alle sante personalit pi in vista l'esempio di Martino, prodigioso taumaturgo e vescovo di Tours diventa addirittura patrono di tutta la Gallia l'origine del culto di Martino da trovarsi negli onori resi da Clodoveo a Tours in occasione delle celebrazioni per le sue vittorie i discendenti mantennero poi la tradizione che sopravviver anche sotto i merovingi e i carolingi. Nel frattempo fa concorrenza il culto di San Dionigi Dionigi l'Areopagita, presunto discepolo di San Paolo, verr col tempo unito alla figura del protovescovo di Parigi. Il popolo spagnolo invece si orienta verso il patronato del martire Vincenzo, deceduto in Spagna agli inizi del IV secolo tuttavia dal IX secolo si moltiplicano i pellegrinaggi in Spagna al presunto sepolcro dell'apostolo e martire Giacomo, scoperta a Compostela Giacomo diventa cos patrono della nuova Spagna cristiana. Singolare il caso del patronato degli anglosassoni alla venerazione di Agostino, primo vescovo di Canterbury, si associ la venerazione per gli apostoli Pietro e Paolo. Il culto dei martiri viene integrato con il culto dei vescovi santi, anch'essi celebrati per i loro miracoli e legati alle citt in cui avevano operato nasce quindi il patronato cittadino Paolino di Nola enuncia addirittura il principio secondo cui la potenza divina distribuirebbe i santi tra le citt pi notevoli. In origine non vi era neppure una disciplina formale per la canonizzazione dei santi patroni inizialmente bastava che un vescovo accettasse la spontanea devozione dei cittadini verso una particolare figura devozione che spesso nasceva da racconti popolari di natura agiografica con il fenomeno della nomina dei vescovi da parte dell'aristocrazia locale, cominci

a diffondersi anche la pratica della designazione dei santi patroni cittadini da parte della stessa aristocrazia. Se non era stato difficile mettere degli argini al crescente culto degli angeli, la faccenda si faceva molto pi complessa con il culto dei santi e la sacralit connessa a tombe e reliquie in epoca medievale assistiamo addirittura a veri e propri commerci di reliquie. La legislazione carolingia prescrive di conseguenza che non siano venerati falsi nomi di martiri n quelli di santi di incerta memoria. Nel frattempo, in seguito alla sconfitta degli iconoclasti in Oriente ed Occidente, si diffondeva il culto delle immagini, soprattutto sculture sacre, con forme di devozione spesso prossime al culto delle reliquie e alla credenza nelle loro virt taumaturgiche. Il culto dei morti e la morte cristiana Mentre il culto dei santi consisteva nella richiesta di intercessione del santo presso la divinit nelle difficolt della vita, il culto dei morti, al contrario, non una richiesta di aiuto dal defunto ma per il defunto. Ma era lecito pregare cristianamente per i morti senza tenere conto di come essi avevano vissuto papa Gregorio III afferma che sono esclusi dalle preghiere sia coloro che non seguirono la retta fede sia coloro che, formalmente cristiani, condussero una vita pessima, macchiandosi di crimini e scelleratezza il popolo temeva non fosse lecito far celebrare messe in suffragio di qualsiasi defunto ne consegue una gerarchia di condizioni in cui i defunti venivano collocati. In et carolingia anche i teologi erano in disaccordo sul destino dei morti Gotescalco sosteneva la predestinazione divina, mentre a lui si opponeva Rabano Mauro, che accusava Gotescalco di confondere prescienza divina e predestinazione abbiamo poi Giovanni Scoto Eriugena che, come abbiamo gi visto, tende a sottolineare l'importanza del libero arbitrio. A queste dispute si aggiungevano le teorizzazioni relative alla possibilit di una vita ultraterrena intermedia tra la dannazione e la beatificazione un momento di espiazione dei peccati terreni attraverso il fuoco purgatorio. Giuliano di Toledo ci sono due aree sotterranee, una per i giusti e una per gli ingiusti, puniti pi o meno gravemente in base alle colpe commesse monaco Beda il fuoco purgatorio pu durare anche fino al giorno del giudizio ma pu essere ridotto dai suffragi dei vivi Alcuino riconduce il fuoco purgatorio al giorno del giudizio gli empi ne saranno arsi, i giusti passeranno senza danno, i colpevoli di peccati minori ne saranno purificati

Nel frattempo cominciano a comparire primi tentativi di descrizione e localizzazione del Purgatorio infine, per consolidare la credenza nel fuoco purgatorio e nell'efficacia dei suffragi si distinsero definitivamente le tre aree ultraterrene. La sensibilit per la sorte dei morti sfocia nella designazione, presso l'abbazia di Cluny, di un giorno (il 2 novembre) dedicato alla commemorazione dei defunti, distinto dal giorno di Ognissanti (1 novembre). Alla piet dei morti si unisce la cura per i riti funebri fin dall'antichit era in uso la pratica dell'unzione dei morenti per evitare che il demonio catturasse l'anima del defunto appena spirato. Si diffonde inoltre l'usanza di somministrare l'eucaristia agli infermi (viatico) nel momento in cui sopraggiunge la morte. Rimane in vigore l'uso di seppellire suppellettili assieme al defunto e anche la collocazione delle tombe in zone non isolate per garantirne la protezione fenomeno che comporta la costituzione dei cimiteri, che venivano consacrati per evitare qualsiasi incursione demoniaca. Finch non raggiunsero posizioni eminenti nell'assetto imperiale romano, i vescovi furono seppelliti assieme agli altri fedeli solo in seguito preferirono costruzioni monumentali per distinguersi dal popolo dal IX secolo prevalse la localizzazione della tomba vescovile all'interno della cattedrale per garantirne la protezione da parte della Vergine. Il santuario e il pellegrinaggio Nel IX secolo scompare la distinzione tra necropoli e spazio urbano le reliquie dei santi vengono trasportate nelle citt e con esse i santuari. Le processioni tra diversi santuari all'interno della stessa

citt possono essere considerate come una sorta di riproduzione dei pellegrinaggi le autorit ecclesiastiche impongono ai fedeli di partecipare alle processioni proprio per garantire un flusso costante di partecipanti con lo scopo di galvanizzare i fedeli e di consolidarne la consapevolezza di essere parte di una comunit religiosa. Diversamente dagli altri santuari a Roma si prefer tenere a debita distanza i pellegrini dal sepolcro di Pietro che fu dichiarato inaccessibile dall'imperatore Costantino il Grande e in seguito protetto da recinzioni meta del pellegrinaggio diventa quindi l'intera citt papale. I pellegrini che raggiungevano Roma, non di rado proseguivano poi verso il santuario dell'arcangelo Michele, nel Gargano, dove si venerava l'impronta che l'arcangelo avrebbe lasciato sulla pietra della grotta in una delle sue apparizioni sensibili. Altre mete di pellegrinaggi sono la grotta del Santo Sepolcro in Palestina, la collina del Golgota o del Calvario, la collina di Sion a Gerusalemme e la grotta della nativit a Betlemme in molti casi il pellegrinaggio era vissuto come un ultimo viaggio in vista della morte nel luogo in cui era morto il Cristo. Queste tensioni escatologiche si incontrano, inoltre, con le sollecitazioni papali alla guerra santa contro i musulmani per la liberazione di Gerusalemme si giunge cos alla prima crociata promossa da Urbano II i pellegrini che riuscivano a raggiungere la terra santa si univano alle schiere armate guidate dai baroni venuti da Occidente nel 1099 Gerusalemme viene conquistata la crociata viene vissuta come guerra santa e al contempo come pellegrinaggio armato. Altro celebre pellegrinaggio fu quello diretto al santuario di S. Giacomo di Compostela, anche se in questo caso l'elemento bellico a sfondo nazionale ben distinto da quello devozionale europeo l'aspetto nazionale del culto accrebbe in parallelo con l'inasprirsi del conflitto tra musulmani e cristiani nella penisola iberica, al punto che gli spagnoli fecero di San Giacomo il campione divino dei combattenti e assunsero Santiago! come grido di guerra di tutti gli spagnoli. Cap. 3 Inquadramento culturale e istituzionale Ascesi e spiritualit monastica Ascetismo severo esercizio delle virt si formano comunit di asceti, detti cenobiti si distinguono dagli eremiti che invece vivono soli e isolati. Il cenobitismo si diffonde da oriente a occidente a partire dal V secolo si propone come scuola di ascesi. Il cenobitismo fornisce anche un apporto decisivo nella conservazione della cultura classica. Colombano, monaco irlandese compie il suo apostolato nell'attuale Francia orientale dove fonda diversi monasteri il pi celebre quello di Luxeuil diventa la capitale del monachesimo irlandese Colombano si spinge fin oltre le Alpi ottiene la protezione di Agilulfo, re longobardo, e fonda nella penisola italica, a Bobbio, un monastero dopo la sua morte il monastero abbandoner la regola monastica detta di San Colombano per assumere, invece, quella di San Benedetto la regola benedettina quella dei monaci che convertono gli anglosassoni e che penetrano anche in area germanica. Nella penisola iberica invece vediamo la coesistenza di diverse regole monastiche di origine ispanica. Nel sud della penisola italica invece si diffonde maggiormente la regola cenobitica greca di San Basilio il Grande. In et carolingia il monachesimo esercita grande influenza sulla comunit cristiana i monaci sono annoverati tra i potenti la volont unificatrice di Carlo Magno si manifesta anche qui con l'imposizione trasversale della regola monastica benedettina dopo la morte di Carlo Magno, Ludovico convoca due concili ecclesiastici (guidati da Benedetto di Aniane) che produrranno un regolamento generale da imporre a tutti i monasteri. Primo principio la piena comprensione dei testi sacri mediata da una corretta conoscenza della lingua latina la grammatica la base della formazione monastica e su di essa si innesta poi la lettura dei classici latini e greci e dell'antichit cristiana centro di questo umanesimo monastico l'abbazia benedettina di Fulda, nella Germania conquistata dai Franchi, dove si form Rabano Mauro. Tra i discepoli di Rabano Mauro ricordiamo Valafrido Strabone, che nella sua Visione di Vettino descrive, attraverso la forma del poema latino, i regni dell'oltretomba, e Lupo di Ferrires, distintosi come eccellente filologo e umanista. Ascesi e cultura letteraria sono alla base della rifioritura monastica dei regni postacarolingi

centro organizzativo l'abbazia di Cluny, storicamente indipendente dal potere politico e affidata direttamente all'attenzione della sede apostolica di Roma rapporto privilegiato tra papato e Cluny a Cluny affluiscono beni e ricchezze immuni dalla giurisdizione dei poteri pubblici. Si arriva a considerare l'abate di Cluny come re dei monaci la successione dell'abate cluniacense avveniva per designazione o sotto il controllo dell'abate vivente. Nonostante il predominio dell'abbazia di Cluny, non mancano forme di monachesimo concorrenti con quella cluniacense il caso dell'eremita Romualdo che sperimenta diverse concezioni di cenobitismo per sua iniziativa sorgono eremi o piccoli cenobi retti da un austero eremita piuttosto che da un cenobita la tendenza prevalente in queste realt monastiche fu l'aspirazione ad una perfezione eroica. Altro caso di pretesa indipendenza dall'abbazia di Cluny quello dell'abbazia di S. Michele della Chiusa, nel nord della penisola italica, in val di Susa l'abbazia era posta sotto la protezione celeste dell'arcangelo Michele e sotto la protezione terrena del papato questa abbazia si ispira a un complesso connubio tra struttura cenobitica e severit eremitica e fra liturgia e impegno di studio, diventando una delle pi importanti scuole di grammatica. Per quanto riguarda il monachesimo germanico, l'influenza cluniacense fu attenuata dalla presenza di un altro importante centro monastico, l'abbazia benedettina di Gorze in Lorena. Cultura teologica e dissensi ereticali La ricerca teologica medievale si sviluppa soprattutto nella forma dell'ermeneutica, dell'esegesi del testo biblico. Isidoro di Siviglia si impegn in discorsi teologici commentando passi della Sacra Scrittura e della patristica componendo una sorta di enciclopedia del sapere. Tra VII e VIII secolo i monaci irlandesi compilarono una serie di florilegi esegetici. Uno dei pi noti commentatori dei libri della Bibbia fu Beda il Venerabile, che oper seguendo i quattro filoni interpretativi dei testi sacri: storico, morale, allegorico e mistico. In epoca medievale assistiamo a diverse dispute teologiche: Polemica sull'adozionismo dottrina che attribuiva al solo Verbo divino il carattere di Figlio del Padre, distinguendolo dal Cristo in cui il Figlio si era solo incarnato, per una sorta di adozione da parte del Padre la tesi fu aspramente criticata in ambito carolingio dal diacono Alcuino (che scrisse anche un trattato sulla Trinit). Questione delle immagini sacre l'imperatore Leone III emana i primi decreti contro la degenerazione superstiziosa del culto delle immagini il suo successore, Costantino V, condanna ogni forma di iconodulia (venerazione delle immagini) dando inizio a una sistematica iconoclastia sar l'imperatrice Irene (vedova di Leone IV) a convocare il concilio ecumenico del 787 a Nicea, dove si restaur la tradizione. Peculiare la posizione dell'impero carolingio sul culto delle immagini le immagini non devono essere distrutte ma ad esse non deve essere affiancato alcun tipo di culto. Questione relativa al rapporto tra le tre figure trinitarie nella tradizione greca era in uso una formula secondo cui lo Spirito Santo procede eternamente dal Padre attraverso il Figlio, mentre in occidente prevalse la formula che voleva la processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio (dove per processione si intende una derivazione che non ha implicazioni temporali n di priorit in quanto lo Spirito Santo non pu essere teologicamente inteso a posteriori rispetto alle altre due persone della Trinit). Questione del sacrificio eucaristico scontro tra il radicale realismo di Radberto Pascasio, il simbolismo immaginoso di Amalario e lo spiritualismo estremo di Giovanni Scoto Eriugena (v. capitolo 1, parte 2) Dibattito sulla predestinazione Gotescalco attribuisce la salvezza e la dannazione dell'anima all'onnipotente volont divina vi si oppone l'abate di Fulda, Rabano Mauro Gotescalco viene accusato di ignorare la distinzione tra prescienza divina (che permette a Dio di conoscere ogni possibile sviluppo conseguente dal libero arbitrio) e predestinazione Gotescalco risponde sostenendo che distinguere prescienza da predestinazione equivale a interporre un intervallo di tempo tra la prescienza e il giudizio, che risulta assurdo in quanto

Dio immutabile nella sua eternit interviene Giovanni Scoto Eriugena che sottolinea, nell'eresia di Gotescalco, la supposta necessit tra onnipotenza divina e azione umana, rivendicando al contrario la libert dell'uomo come condizione imprescindibile per la validit di ogni giudizio pronunciato su di lui. Sull'onnipotenza di Dio si esprime anche Pier Damiani che ne sostiene l'assoluta illimitatezza non solo sul nostro presente ma anche sul nostro passato. Sacralit regia e carisma aristocratico L'autorit imperiale appariva avvolta da una sacralit che la immetteva direttamente nella sfera religiosa. I re germanici che succeduti all'impero in Occidente mantengono questa sacralit di derivazione romana nella penisola iberica, dopo che il regno visigoto divenne cattolico nel 589, esso fu governato da un corpo politico di carattere aristocratico che coincideva con il concilio ecclesiastico e che era presieduto dal re, la cui sacralit era solennizzata dalla pratica dell'unzione religiosa cattolica. Gi i merovingi, pur senza l'unzione, avevano ereditato la tradizione sacrale propria dei sovrani delle stirpi germaniche altro elemento testimoniante la sacralit attribuita alla dinastia merovingi la frequente beatificazione di esponenti di questa casata. Ma il fenomen o pi clebre quello dell'incoronazione di Carlo Magno a imperatore romano da parte del papa nella notte di natale dell'800 entra in uso la consacrazione dei re da parte del papato. E nell'XI secolo si diffonde inoltre la credenza nel miracolo regio della guarigione dalle scrofole (lesioni cutanee prodotte dall'adenite tubercolare) mediante il tocco per mano guarigione prodotta dal tocco del re in quanto re, in virt non della sua santit morale ma della sacralit regia. L'aura di sacralit tendeva inoltre ad allargarsi ai discendenti consanguinei, in armonia con gli sviluppi dinastici. Inoltre ogni corte regia era sacra in quanto la sacralit regia si diffondeva all'ambiente che lo circondava, riproponendo quindi quella concezione gi sacrale dell'onnipotenza di Dio, contornato dalle sue schiere di angeli e arcangeli. Il carisma dei potenti risultava dall'unione tra nobilt di tradizione romana e nobilt di tradizione germanica, da cui derivarono gli ottimati del regno visigoto e del regno franco, con le loro inclinazioni all'ereditariet del sangue la nobilt dei potenti appariva dunque come un fatto non determinabile in virt di un semplice atto giuridico bens constatabile come appartenenza a una famiglia potente. La potenza ecclesiastica L'alto clero fu sempre annoverato fra i potenti fin dal regno italico di Teodorico il Grande l'episcopato cattolico conserv i privilegi di cui godeva sotto l'impero e fu rispettato dal re nelle elezioni ecclesiastiche dei suoi membri, mantenendo liberi rapporti con il papato romano. Con l'invasione longobarda del 568-569 le chiese cattoliche che entrano a far parte del regno longobardo subiscono una forte crisi dell'ordinamento ecclesiastico tuttavia questa crisi viene superata nel corso del VII secolo con la conversione dei longobardi dall'arianesimo al cattolicesimo, fino al raggiungimento dell'integrazione del mondo longobardo nella cristianit occidentale re Liutprando e i suoi successori, quand'anche si trovarono in conflitto con il papato, tuttavia non mutarono il loro atteggiamento di protezione verso le chiese del regno. Nei regni dei Visigoti e dei Franchi, invece assistiamo al diretto insediamento dei vescovi nella sfera politica celebre l'esempio del concilio ecclesiastico di Toledo, vero e proprio organo politico-amministrativo che cess di esistere solo con l'invasione musulmana. Nel corso del VII secolo in Gallia assistiamo alla fusione tra le aristocrazie di origine germanica e gallo-romana dall'aristocrazia franca che ne deriv furono reclutati i vescovi con Pipino il Breve verr poi attuata un graduale riordinamento dell'alto clero mediante un sistema di subordinazione dei vescovi ai metropoliti e dei metropoliti al pontefice. Ordinamento pubblico e ordinamento ecclesiastico in ogni caso non si fondono totalmente in un'unica gerarchia di poteri, bens si mantengono autonomi e liberi di intervenire l'uno sull'altro mediante schemi prefissati imposti dall'ordine regio ma elaborati secondo l'indubbia influenza del papato vi quindi una preordinata commistione di poteri un esempio quello della cappella regia in cui il clero di corte si organizza estendendo i suoi compiti oltre il ruolo liturgico, toccando

quello cancelleresco e diplomatico. Picchi estremi dell'influenza del papato sul potere regio li possiamo ritrovare ad esempio nella sottomissione del successore di Carlo Magno, Ludovico il Pio, a una penitenza ecclesiastica pubblica per negligenze e colpe personali, nell'833. In seguito alla scomparsa di Ludovico il Pio, l'episcopato oper in ognuno dei regni in cui era diviso l'impero carolingio col fine di contrapporre una capillare presenza dell'ordinamento ecclesiastico al diffuso disordine dell'assetto secolare. I rapporti tra papato e impero carolingio perdurano sin da Carlo Magno, mediante la protezione che l'impero garantiva alla sede apostolica tale unione si intensifica con l'aumentare della minaccia dei Saraceni il papato indotto ad accettare la stretta unione della dignit papale con il regno italico. Ma con la fine dell'impero nel pi grave disordine politico anche il papato risulta indebolito e alla merc dell'aristocrazia della citt di Roma. Solo con l'allargamento della dinastia sassone dei re di Germania alla penisola italica, il papato torner ad essere coinvolto nella direzione politica dell'occidente, e ci con un conseguente allargamento dei poteri secolari dei vescovi, col benestare degli imperatori tedeschi. La riforma dell'XI secolo L'unione tra papato e impero tedesco si manifesta gi nel X secolo quando Ottone III, subito dopo la sua ascesa al trono, riesce a far nominare papa suo cugino Brunone, col nome di Gregorio V. A sua volta Brunone conferisce a Ottone la corona imperiale. Dopo la morte di Gregorio V, Ottone designa come suo successore Gerberto di Aurillac, col nome di Silvestro II il nuovo papa d inizio a un processo riformatore volto a porre fine alle deviazioni morali del clero tuttavia nel 1002 muore Ottone e l'anno successivo anche Silvestro II il movimento riformatore perde cos la possibilit di trovarsi al vertice della gerarchia ecclesiastica. Nel frattempo si moltiplicano le pratiche simoniache favorite dalla rozza applicazione del concetto di propriet alle chiese protette il protettore proprietario vendeva le chiese pi redditizie altri esempi di simonia riguardavano la compravendita di cariche ecclesiastiche e di assoluzioni. Altra pratica molto diffusa quella detta nicolaismo avversione al celibato da parte del clero. Nel 1039, con l'ascesa al trono tedesco di Enrico III, assistiamo a una svolta fondamentale per il movimento riformatore siamo infatti in periodo di totale anarchia nel papato ci sono ben tre pretendenti che dichiarano di essere stati eletti papi legittimamente Enrico III li fa deporre tutti grazie a diverse sinodi e fa eleggere papa un monaco tedesco col nome di Clemente II dopo la morte di Clemente II, Enrico III fa eleggere prima il vescovo di Bressanone col nome di Damaso II e infine il vescovo di Toul, col nome di Leone IX. Sotto Leone IX assistiamo alla costituzione del collegio cardinalizio come organo centrale di collaborazione nel governo ecclesiastico Leone IX scelse i componenti di questo collegio tra le schiere del movimento riformatore. Con la morte di Leone IX, Enrico III fa eleggere un altro vescovo tedesco col nome di Vittore II a lui tocca assistere alla morte dell'imperatore nel 1056, rimpiazzato da Enrico IV, di appena sette anni. L'anno successivo muore anche Vittore II e la vacanza papale si apre durante la minorit del re. Nel 1057 viene eletto papa Stefano IX, che godeva di legami con le famiglie principesche dell'impero e che quindi non necessitava dell'appoggio della corte tedesca l'anno successivo Stefano IX muore e viene designato papa Niccol II, per volere del chierico e ambasciatore Ildebrando di Saona tuttavia comincia a farsi impellente il bisogno di una disciplina rigorosa delle successioni papali nel 1059 una sinodo conferisce ai cardinali vescovi un posto preminente nella designazione di ogni futuro papa. Alla morte di Niccol II succede Alessandro II, il cui papato si svolge sotto l'influenza di Ildebrando e Pier Damiani nel frattempo viene dichiarato maggiorenne il quindicenne Enrico IV le pratiche simoniache, in contrasto con la politica di Enrico III, si moltiplicano in questa situazione muore Alessandro II e Ildebrando viene indicato come nuovo papa, col nome di Gregorio VII Gregorio VII si oppone fermamente alle pratiche simoniache, alla corruzione del clero e alla nomina dei vescovi da parte dei laici Gregorio VII formula il dettato del papa che dichiarava esplicitamente l'illimitata supremazia del papato su tutte le istituzioni Enrico IV fa deporre Gregorio VII da alcune sinodi ma il papa reagisce scomunicandolo e sciogliendo i suoi sudditi dal giuramento di fedelt Enrico IV si vedr

costretto a supplicare il papa per ottenerne l'assoluzione attendendo in ginocchio per tre giorni di essere ricevuto dal papa, ospite della contessa Matilde di Emilia e Toscana presso il castello di Canossa. Alla morte di Gregorio VII seguono papa Vittore III e poi papa Urbano II, che un la prosecuzione delle riforme proposte da Gregorio alla crociata per la liberazione di Gerusalemme sar il successore di Urbano II, Pasquale II, a tentare una riconciliazione con Enrico V (figlio di Enrico IV) mediante la rinuncia all'investitura dei vescovi da parte di quest'ultimo, in parallelo alla rinuncia dei vescovi ai beni e alle giurisdizioni di origine regia il compromesso tuttavia fallisce ci riprova papa Callisto II, sempre con Enrico V, che riconosce al re il diritto di partecipare senza simonia all'elezione dei vescovi e degli abati dei monasteri regi in Germania, con funzione moderatrice in caso di dissenso. Il Cristianesimo latino bassomedievale
di Grado G. Merlo

Cap. 1 Consolidamenti istituzionali e sperimentazioni religiose nella cristianit postgregoriana Secolo XII il papato consolida gli orientamenti in senso monarchico scontrandosi con i detentori del potere politico. Il monachesimo viene affiancato da nuove proposte pi dinamiche gli ambienti laicali sono attratti dalla vita monastica nascono forme di concorrenza che mettono in crisi la distinzione tra genus clericorum e genus laicorum. Dalla Riforma ecclesiastica alla monarchia pontificia Consideriamo l'esperienza eremitica di Romualdo di Ravenna dalla lettura delle Vite dei padri del deserto giunge a una concezione dell'eremitismo come forma di vita riproducente il vero monachesimo e come scelta religiosa eroica opposta a una scelta monastica giudicata priva di slancio messaggio cristiano per anime privilegiate dall'esperienza romualdina derivano comunit e individui variamente impegnati nella riforma istituzionale dell'XI secolo tra gli altri lo stesso Pier Damiani. Dall'eremo individui e comunit espressero la volont di intervenire sulle distorsioni morali e religiose delle istituzioni ecclesiastiche l'intento era di liberare l'organismo ecclesiastico da tutto ci che appariva come interferenza con l'autonomo funzionamento degli enti di chiesa. I movimenti riformatori vengono appoggiati anche dai laici clamoroso l'esempio della pataria a Milano, un movimento di reazione al simonismo e al nicolaismo dietro richiesta dei patarini milanesi vengono mandati, dal monastero di Vallombrosa, alcuni sacerdoti di comprovata ortodossia e santa vita. Tuttavia nell'occidente europeo sono prevalentemente i signori ad apporre supporto laicale al movimento riformatore, spesso per la riforma di collegi canonicali e comunit monastiche. Il movimento riformatore riesce infine a rendersi autonomo dal potere politico e della corte tedesca grazie alla decisione, presa durante la sinodo del 1059, di riservare al solo collegio cardinalizio il compito di designare i papi futuri cos facendo viene a formarsi un gruppo ecclesiastico elitario, quello appunto dei cardinali, destinato ad assumere grande potere e rilievo nel secondo medioevo. Tuttavia tali provvedimenti non impedirono ai conflitti interni di prosperare con la morte di papa Niccol II assistiamo all'elezione di due diversi papi i riformatori eleggono Alessandro II, mentre gli imperiali (ovvero la corte tedesca, la corte romana e l'episcopato lombardo) eleggono Onorio II. Ad Alessandro II segue Gregorio VII, il cui papato caratterizzato dall'aspro scontro con Enrico IV e con l'antipapa Clemente III. Gregorio VII, nel corso del suo papato, emana il Dictatus papae, che riassume efficacemente le competenze riservate alla chiesa romana alla chiesa romana attribuita la superiorit dottrinale e giuridica su tutta la cristianit dalla lotta in difesa della libertas ecclesiae si produce un processo di fagocitazione della societ nella chiesa. Soluzione al conflitto tra papato e potere regio viene trovata con l'accordo di Worms del 1122 tra Enrico V e Callisto II (vedi fine del saggio di Tabacco). La coordinazione papale dell'ordinamento ecclesiastico secolare fu resa possibile dall'organo

collegiale cardinalizio tuttavia anche all'interno di questo si manifestarono contrasti che portarono all'elezione di due differenti papi nel 1130 dopo la morte di Onorio II, i Frangipane eleggono Innocenzo II, e i Pierleoni eleggono Anacleto II. Tralasciando i contrasti tra cardinali vediamo che essi agivano in generale come consiglieri permanenti e agenti del papa sotto la presidenza del papa collaboravano all'attivit giurisdizionale. Man mano che aumentavano i campi in cui agiva il papato, aumentavano di conseguenza anche le diverse istituzioni centrali. Al concilio cardinalizio si affianca per importanza, in questo processo di centralizzazione ecclesiastica e politica del papato, la riformulazione e rivisitazione del diritto canonico in vista della regolazione dei rapporti tra le chiese attivit intensa e raffinata che port al Decreto di Graziano del 1140, il pi celebre dei compendi sistematici e ragionati di canoni si ebbe cos un corpo di leggi ecclesiastiche, un corpus giuridico basato sul volontarismo legiferante del papa. Il nuovo monachesimo XI e XII secolo monachesimo si impone come massima manifestazione di perfezione cristiana si sviluppano centri differenti da Cluny la frammentazione del potere signorile favorisce la formazione di nuove abbazie. Nell'XI abbiamo quindi da una parte l'eremitismo romualdino e camaldolese, e dall'altra il monachesimo cluniacense si sviluppano forme di eremitismo vissuto in forme cenobitiche. Brunone di Colonia ripropone la stra dell'anacoretismo (mediazione tra ascetismo e cenobitismo) come forma di perfetta e massima ascesi il monaco alterna la vita in isolamento con momenti di vita comune. Dall'eremo si passa al cenobio, dal cenobio alle congregazioni. Roberto di Molesme vive l'alterna attrattiva tra eremo e cenobio fonda un monastero a Citeaux, in una zona desertica duro anacoretismo nel secondo decennio del XII secolo si legano a Citeaux quattro nuove fondazioni: La Fert, Pontigny, Morimond e Clairvaux. Stefano Harding elabora una prima charta caritatis rivolta a designare l'iniziale connotazione del monachesimo cistercense il monachesimo cistercense si basa su una conformazione a costellazione fondata sulla parit tra monasteri, l'emanazione di statuti di validit generale e l'assunzione dell'abito bianco (a differenza dell'abito nero cluniacense e benedettino) di Cluny si critica anche la ricchezza, la potenza signorile e l'esuberanza liturgica. Il monachesimo cistercense dimostra una grande capacit espansiva il rigore pauperistico cistercense permette la fondazione di monasteri anche in luoghi disagiati e il volto santo delle prime comunit deve aver favorito l'offerta di terre coltivate direttamente dai monaci cistercensi. Inoltre i cistercensi si dimostrano in grado di tessere legami con piccole e grandi famiglie aristocratiche. Tutto ci avr un'esplosione con la discesa nell'agone politico da parte di Benedetto di Clairvaux ai tempi dello scisma del 1130 il monachesimo, che fuga dal mondo, va alla conquista del mondo per ricordare agli uomini la fallacia dei beni terreni il tutto retto dalla consapevolezza che la chiesa, una, santa e apostolica l'unica in grado di salvare il mondo. I monaci bianchi, ben presto, razionalizzano strutture e produzione agricola diventando una potenza anche secolare riscuotono critiche (Walter Map). Agli inizi del XIII secolo viene abbandonato il tentativo di monasticizzare la societ il mondo non deve diventare un chiostro, il mondo costituisce il chiostro la testimonianza cristiana e la missione evangelizzatrice deve realizzarsi aprendosi al mondo. Tramonto del radicalismo patarinico e formazione delle chiese dualiste e dei gruppi pauperisticoevangelici Ai vertici della chiesa il problema della povert evangelica era percepito come contraddittorio rispetto alla potenza istituzionale della chiesa nel concilio lateranense del 1116 si afferma che la potenza del sacerdozio era segno nel mondo della potenza di Dio e quindi essa era irrinunciabile. Contro questi orientamenti si esprimono alcuni individui etichettati come eretici, come Pietro di Bruis e il monaco Enrico, ritenuto responsabile di un episodio patarinico nella citt di Le Mans. Di poco posteriore la vicenda legata ad Arnaldo da Brescia con Arnaldo ha fine il radicalismo patarinico egli infatti porta al centro della cristianit romana il suo ideale evangelico e collega la

realizzabilit di tale ideale a forze politiche e sociali si abbandona quindi l'attacco diretto ai vertici ecclesiastici. Compare in occidente una concezione cristiana di tipo dualistico un dualismo dai forti accenti pauperistici ed evangelici che offre risposte al problema del male. I buoni cristiani dualisti sono individuabili dove si rileva un legame mitico che rimanda alle origini del cristianesimo, ponendosi quindi parallelamente e senza unioni con la storia della chiesa romana si collegano ai tempi dei martiri e al perdurare in Grecia di un'autentica tradizione apostolica. Nel 1184, papa Lucio III emana la decretale Ad abolendam con cui scomunica tutti gli esponenti delle sette ereticali denominati catari, patarini, umiliati, poveri di Lione, passagini, giosefini e arnaldisti ad essi si uniscono tutti coloro che senza autorizzazione della sede apostolica si fossero dedicati alla predicazione pubblica o privata. Valdo nella seconda met del XII secolo si converte alla povert evangelica e dalle condizioni di povero del Cristo trae le ragioni che legittimano la sua attivit di predicatore un suo allievo, Durando d'Osca, vedr in lui l'illetterato nuovo apostolo scelto dal Cristo stesso per rinnovare l'annuncio evangelico il valdismo si muove quindi da una piattaforma completamente ortodossa. I valdesi, o poveri di Lione, pur essendosi recati al terzo concilio lateranense non ottengono l'autorizzazione a predicare da parte di papa Alessandro III. A differenza dei poveri di Lione, gli umiliati si attiveranno per ottenere il riconoscimento del papato, il che avverr nel 1201 per proposta di Innocenzo III Innocenzo III diede una svolta clamorosa al rapporto tra vertici ecclesiastici e movimenti religiosi, ponendo questi ultimi di fronte a una duplice scelta: ricomporre le fratture con la chiesa romana assumendo un volto istituzionale oppure collocarsi definitivamente nell'area dell'eterodossia. Se gli umiliati entrano in massa nella comunione romana, diversi pezzi dei valdesi non seguono le orme di Durando d'Osca dando forma a a gruppi clandestini di poveri del Cristo. L'espansione della cattolicit: Reconquista e crociate L'esercizio della violenza, nell'XI secolo, si indirizza a favore della chiesa romana i patarini combattono contro il clero concubinario e simoniaco sotto la protezione del vexillum Petri, concesso dal papato la chiesa consapevole della necessit di rapporti con i poteri politici e militari per condurre a termine la riforma ecclesiastica. 1095 Urbano II proclama la prima crociata per liberare il Santo Sepolcro dal dominio islamico il combattente viene assimilato al pauper Christi il viaggio a Gerusalemme diventa pellegrinaggio, viaggio di purificazione e occasione di martirio. Altro esempio quello del pellegrinaggio armato, detto Reconquista, a Santiago di Compostela la penisola iberica, nell'XI secolo, risulta essere area di sperimentazione delle possibilit e delle modalit di espansione della cattolicit. In terra santa evolvette in senso militare anche il monachesimo, tradizionalmente estraneo ad ogni forma di violenza il monaco si fa miles Christi Bernardo di Clairvaux teorizza la legittimit della metamorfosi dell'uomo di pace in uomo di guerra i monaci-cavalieri ebbero notevolissima diffusione ovunque ci fosse da combattere contro i nemici del Cristo. Sul finire del XIII secolo assistiamo addirittura alla dominazione realizzata dall'ordine dei cavalieri teutonici sulle popolazioni dei territori sud-orientali del Baltico i monaci-cavalieri dell'ordine teutonico derivavano per lo pi dall'aristocrazia tedesca, e ne erano la casta dirigente, superiore ai membri sacerdoti e ai monaci sergenti. Per diverse ragioni l'occidente non riusci a consolidare il suo dominio nei territori orientali. La crociata conserv il suo carattere di elemento strutturale della cattolicit d'occidente contro i nemici della chiesa romana Innocenzo III, nel 1208, proclama la crociata contro i buoni cristiani dualisti, detti albigesi nel Due-Trecento i papi minacciarono di scatenare crociate non solo contro gli infedeli ma anche contro avversari politici della sede pontificia, considerati al pari degli eretici si abbandona quindi il desiderio di martirio e il mito del pellegrinaggio per lasciare spazio alla sola violenza restauratrice. Un esempio di tentativo di espansione della cattolicit al di fuori dell'esperienza della crociata

rappresentato dall'impresa fallimentare di Francesco d'Assisi che sul finire del Duecento si rec totalmente inerme a predicare il vangelo ai musulmani. Cap. 2 La potenza sacerdotale e i suoi limiti Le ambiguit della ierocrazia Il cristianesimo latino dell'alto medioevo un cristianesimo politico la svolta in questa direzione viene data soprattutto con il papato di Gregorio VII due sono le spinte di fondo: la sacralizzazione della realt in quanto garante della libertas ecclesiae e l'esaltazione della potenza sacerdotale come unica garante di una complessiva capacit soteriologica. Graziano, nel suo Decreto, elabora una teoria dicotomica tale che reges praesunt in causis saeculi, ita sacerdotes in causis Dei divisione tra societ ecclesiastica e societ civile. Tuttavia rimangono persone convinte che il papa sia il vero imperatore, facendo quindi coincidere ecclesia e res publica la potenza sacrale del sacerdotium pretendeva di estendersi su tutta la cristianit sul piano religioso e secolare per fare ci necessitava di chi possedeva la forza armata. La pretesa supremazia giuridico-politica del potere sacerdotale si sovrapponeva al potere secolare (posto a un livello inferiore) ma la potenza sacerdotale aveva bisogno di un ordinamento pubblico consolidato e pacificato. Se da una parte la ierocrazia si nutre del confronto-scontro politico con il potere regio, d'altro canto il potere regio tende a conservare un carattere soprannaturale che ne giustifica l'intervento sulla chiesa. XIII secolo Federico II, elevato all'impero per volont del papato, fa della Sicilia il centro forte ed evidente della presenza imperiale nella penisola italiana la chiesa si sente accerchiata e cerca di separare il regno di Sicilia dall'impero Innocenzo IV convoca un concilio ecumenico nel 1245 col quale fa dichiarare Federico II decaduto. A partire da Innocenzo III la ierocrazia esalta la potenza del sacerdotium e ne denuncia i limiti la cattolicit romana si fa sempre pi politica Bernardo di Clairvaux denuncia il pericolo che il papa diventi successore dell'imperatore Costantino piuttosto che dell'apostolo Pietro Bernardo pi propenso a interpretare la plenitudo potestatis del papa in chiave di servizio pi che di potere. Le gerarchie ecclesiastiche potevano servirsi delle scomuniche ogni qual volta che ritenevano minacciata la libertas ecclesiae la stessa accusa di eresia conosce un'applicazione assai estesa in quanto l'eresia veniva fatta coincidere con la disobbedienza di qualsiasi natura nei confronti dei vertici eclesiastici la chiesa di Roma, in quanto potere di ambizioni universali, fa leva sulla sacralit della potenza sacerdotale e sulla creazione di uno spazio politico-territoriale a garanzia della libert del suo monarca. Bonifacio VIII nel conflitto tra Filippo IV il Bello, a cavallo tra Duecento e Trecento, elabora un organico sistema teocratico si ribadisce come il papa sia fonte di ogni dominazione, giurisdizione, legislazione. Un ventennio dopo, nel 1324, Ludovico il Bavaro risponde alla scomunica di Giovanni XXII appellandosi a un concilio generale e a sua volta accusando il papa di eresia nel 1328 Ludovico il Bavaro cerca di staccare il papato dall'impero facendosi incoronare imperatore a Roma da un laico (Sciarra Colonna) ed eleggendo un antipapa ma la sua azione rimane isolata. Col Trecento assistiamo alla dissoluzione dell'utopia universalistica imperiale e papale tuttavia il cristianesimo continua ad essere molto politico. La nascita degli ordini mendicanti e la sconfitta degli eretici Dalla necessit di una pi intensa iniziativa antiereticale, nascono i delegati pontifici destinati alla repressione degli eretici gli inquisitori. Col papato di Innocenzo III la dialettica tra movimenti religiosi e chiesa romana si risolve in innovative sintesi parti del movimento valdese diventano ordini religiosi (poveri cattolici e poveri riconciliati) e inoltre vengono riconosciute dalla sede apostolica due diverse esperienze di cristianit gli ordini fatti risalire a Francesco d'Assisi e Domenico di Caleruega. Francesco d'Assisi laico che si converte alla vita religiosa attraverso un esperimento di tipo penitenziale dopo che attorno a lui si sono raccolti alcuni fratres scopre il modello del vivere

secondo la forma del santo vangelo separazione dal mondo senza uscire dalla societ rovesciamento dei valori del secolo. Domenico di Caleruega chierico che cerca una via di perfezione cristiana dopo il concilio lateranense del 1215 (in cui si decide che ogni diocesi doveva fornirsi di un gruppo di specialisti nella santa predicazione) Domenico e i suoi fratres si dedicano alla predicazione compiendo una scelta di vita pauperistica. Se da un lato Francesco accoglie talune ispirazioni della tradizione monastica, dall'altro, assieme ai suoi fratres, rappresenta il superamento del monachesimo stesso in quanto abbandona il progetto monacale di trasformare il mondo in un chiostro col francescanesimo il chiostro costituito dal mondo. Per quanto riguarda la conformazione del gruppo dei frati seguaci di Domenico, essa si connette a una tradizione canonicale. L'affermazione dei due ordini comporta la messa in crisi del monachesimo di linea benedettina e ispirato alla Regola agostiniana gli enti mendicanti non si sostengono pi su basi fondiarie o su proventi di diritti signorili i mendicanti vivono di offerte in denaro. Il papato romano avvia processi di omologazione tra i due ordini, piegandoli alle sue esigenze entrambi gli ordini sono guidati da un ministro e riuniscono periodicamente i rappresentanti di tutti i conventi in questo modo il papato pu rapportarsi con organismi religiosi non troppo condizionati dalle realt locali. I discepoli di Francesco dovranno affrontare, inoltre, dei dissidi interni relativi al problema della povert e dell'impegno pastorale si oppongono due gruppi distinti: uno rappresentato dai frati della comunit, l'altro dagli zelatori della Regola. Nell'Italia centro-settentrionale , con l'Alleluia, si pongono le basi per la definitiva sconfitta degli eretici. In altre parti d'Europa, nel frattempo, Gregorio IX impiega l'ordine dei Predicatori e parte dei Minori nella lotta agli eretici. L'introduzione dell'inquisizione giunge quando ormai il destino degli eretici in europa segnato. Cultura elitaria, organizzazione degli studi superiori e nuova presenza pastorale Agli inizi del Duecento il mondo degli studi superiori in via di crescita il papato capisce l'importanza degli studi superiori e l'importanza della cultura elitaria al fine di riaffermare la propria egemonia religiosa. Nel 1229 Gregorio IX sollecita la fondazione dell'Universit di Tolosa, un decennio prima Onorio III aveva rivolto un appello a studenti e professori dell'Universit di Parigi affinch si spostassero nel Mezzogiorni di Francia per portare il loro contributo alla predicazione. Dai primi decenni del XIII secolo assistiamo a una vera e propria politica universitaria del papato inoltre alle autorit di chiesa era concessa la licentia ubique docendi potevano insegnare ovunque senza sostenere esami locali. In questo clima si pone un problema per i frati Minori l'ordine francescano non prevedeva studi biblici e teologici tuttavia quando ancora Francesco era in vita l'ordine minoritario comincia ad essere oggetto di riflessione teologica dalla povert vissuta alla povert pensata. Inizialmente la questione della povert scopia in relazione al mondo universitario i secolari accusano i minoritari di concorrenza sleale perch questi ultimi impartiscono lezioni gratuitamente i mendicanti rischiano di essere soppressi col provvedimento del 1274, il Religionum diversitatem nimiam, Predicatori e Minori vedono riconosciuto il loro ruolo nella gerarchia ecclesiastica. L'inserimento dei francescani nella societ comporta non pochi problemi e scontri con il clero il dinamismo dei francescani rompe i quadri di base della gerarchia ecclesiastica, sottraendo fondi agli enti religiosi pi antichi. In sintesi, gli ordini mendicanti rappresentano la pi grande innovazione nel XIII secolo a causa del loro distanziarsi dalle economie, della loro volont di dedicarsi all'attivit intellettuale e della loro volont di trasformare la riflessione teologica in materiale di predicazione. Inquadramento ecclesiastico e conformismo religioso La cristianit occidentale appare orientata al conformismo religioso le gerarchie di chiesa non cercano un'adesione convinta impongono obblighi religiosi il cui rispetto sia controllabile dal

clero parrocchiale e dall'apparato ecclesiastico il non rispetto di quegli obblighi viene facilmente indicata come eresia. Schema troppo elementare perch possa funzionare i frati degli ordini mendicanti cercano linguaggi e forme comunicative che tenendo conto delle peculiarit sociali facciano da collante ideologico-religioso tra ceti, gruppi, individui. I mendicanti inoltre perseguono l'obiettivo di riunire i laici in confraternite o di sottoporre al proprio controllo gli spontanei raggruppamenti fraternali. Una grossa corrente quella dei penitenti corrente composita che in gran parte confluise nei cosiddetti terzi ordini, collegati alle famiglie mendicanti altri conservano una propria autonomia ma nella dipendenza dal controllo episcopale. Dalla fine del Duecento si mettono in atto processi in grado di dare un'efficienza amministrativa agli organismi diocesani maggiore che in passato ci va in parte di pari passo con un pi alto controllo del clero secolare ci sono documenti che ci testimoniano ad esempio una certa frequenza delle riunioni sinodali e delle visite pastorali nelle prime si pronunciavano arbitrati e sentenze, si stabilivano atti amministrativi e sentenze attraverso le sinodi il clero diocesano veniva a contatto col proprio vescovo e da lui riceveva orientamenti pastorali, sacramentali, cultuali, morali e giuridici questi ultimi aspetti diventano poi preminenti con la formazione del funzionariato vescovile che riduce notevolmente i compiti giudiziari e amministrativi delle riunioni sinodali. Durante le visite pastorali, invece, il vescovo si recava nelle varie zone della circoscrizione diocesana per indagare sulla situazione e sul comportamento del clero in coerenza con la tendenza alla burocratizzazione, tali inchieste vengono svolte sulla base di appositi questionari, che lasciano trasparire un'intenzionalit giuridico-formale, ovvero una volont di razionalizzazione uniformatrice. Cap. 3 Tra universalismo e nazionalit Il papato nella chiesa di Francia Ubi papa, ibi Roma (dove per Roma si intenda la chiesa romana) la chiesa romana assorbita del tutto nella persona del papa sar quindi facile spiegare il fatto che il papa si allontani dalla penisola italica nel periodo avignonese. Nella quiete della citt francese il papato trov il modo di sviluppare il proprio carattere di monarchia pontificia. Da Clemente V a Gregorio XI (1305 1378) tutti i papi derivano dal Mezzogiorno francese area un tempo a forte densit ereticale ma sottoposta a un'efficace ricattolicizzazione. Anche la nomina dei cardinali vede prevalere il clero francese col mutamento della composizione curiale cambia anche la mentalit dei vertici ecclesiastici i prelati non danno vita a raggruppamenti familiari e, liberi dalle influenze delle famiglie romane, provvedono al buon funzionamento dell'organismo ecclesiastico. Nel settantennio avignonese si consolida il cristianesimo monarchico e ierocratico. Il concistoro (assemblea dei cardinali con il papa) mantenne la competenza nelle cause maggiori e nelle controversie riguardanti le nomine vescovili sorsero invece altri organismi che si occupavano, tra l'altro, di mancanze disciplinari e censure. I prelati avignonesi furono, insomma, ottimi amministratori, con notevole attenzione per il bello e il prezioso delle creazioni artistiche i cardinali modellano la propria residenza sull'esempio della curia romana, uomini di cultura e artisti sono accolti ad Avignone si manifestano nuove sperimentazioni pittoriche. Tuttavia allo stile composto ed equilibrato non mancava una forte rigidit ideologico-disciplinare e un'altrettanto aspra intolleranza nei confronti di ogni forma di disobbedienza. Una delle arme pi usate contro i nemici della chiesa ancora una volta l'accusa d'eresia l'inquisizione agisce frequentemente e con violenza nelle aree prossime alla sede papale non c' da stupirsi a pensare che il papato avignonese si inaugura con la persecuzione dell'ordine dei templari nel 1312 una sinodo ecumenica attribuisce all'ordine dei templari pratiche di apostasia, idolatria, sacrilegio e sodomia. Stesso metodo repressivo viene riservato ai dissidenti francescani gli spirituali vengono privati della protezione signorile di cui godevano nel Mezzogiorno d'Italia per essere affidati alle cure degli inquisitori. Pietro di Giovanni Olivi, spirituale molto influente, viene preso di mira in vita e in morte per screditarlo completamente e impedirne eventuali influenze la sua

tomba viene fatta distruggere e le sue ossa disperse, mentre alcune sue opere vengono condannate come eterodosse. Tuttavia questi fenomeni non fanno che radicalizzare la frattura tra spirituali e chiesa romana cresce il culto degli scritti di Pietro di Giovanni Olivi e l'attesa escatologica. La situazione precipita quando il capitolo generale dei Minori, riunitosi a Perugia nel 1322, rende ufficiali alcune teorie sull'assoluta povert individuale e comune del Cristo e degli apostoli Giovanni XXII dichiara queste tesi eretiche, deponendo il ministro generale dei Minori. I dissidenti minoritici si uniscono si intrecciano con le mire politiche di Ludovico il Bavaro assistiamo ad azioni in aperto contrasto con le ambizioni ierocratiche del papato i minoritici si uniscono al fronte imperiale collaborando con alcuni maestri parigini, tra i quali Marsilio da Padova, che sostiene che il papa, in quanto vicario del Cristo in terra, non pu esercitare alcun potere temporale. Nel 1328 Ludovico il Bavaro pronuncia a Roma la sentenza di deposizione di Giovanni XXII. Pluralit di papi e ripensamenti ecclesiologici Il papato avignonese vive nel mito dell'imminente ritorno a Roma dopo settant'anni, con Gregorio XI, il papa rientra aRoma e subito si ripropongono le difficolt di esistenza della curia nel 1378, con la morte del papa, il concilio cardinalizio sperimenta il differente clima politico l'elezione del papa si svolge sotto continue minacce e pressioni dall'esterno. Le divisioni all'interno del collegio portano all'elezione di due diversi papi: Urbano VI e Clemente VII (che torna ad Avignone) la cosa particolare che sono gli stesis cardinali a pochi mesi di distanza a nominare il secondo papa. Si creano cos due curie e due collegi cardinalizi (il secondo creato ex novo da Urbano VI) le corti europee colgono l'occasione per trarre beneficio dalla situazione di crisi non aderendo mai all'una o all'altra chiesa. Dopo trent'anni si intravede la fine della crisi nel 1409 a Pisa si riunisce un'assemblea voluta da cardinali, prelati e principi dei due schieramenti viene eletto Alessandro V. a questo punto ci sono tre papi tuttavia la via conciliare sembra la pi idonea per ovviare alla crisi nel 1413 viene convocato un concilio a Costanza, dal nuovo papa pisano si svolgono rilevanti dibattiti ecclesiologici emergono prese di posizione molto forti il concilio cardinalizio rappresenta la chiesa cattolica militante e dal Cristo ha il potere immediate tutti devono obbedire al concilio con il decreto Frequens si stabilisce che i concili ecumenici devono riunirsi periodicamente con frequenza non superiore ai dieci anni periodicit non prolungabile dal papa. Tuttavia l'universalismo cattolico non riusc a rinunciare al suo tradizionale riferimento il papa rimane vertice indiscusso della monarchia cristiana. Agli sviluppi giuridicopolitici della chiesa romana si oppone il teologo Giovanni Hus, condannato al rogo nel 1415 dal concilio di Basilea in seguito a questo avvenimento scoppi la rivolta nelle terre di Boemia che port alla redazione dei quattro articoli di Praga: denuncia ed eliminazione dei peccati pubblici contro la legge divina a partire dai detentori del potere; comunione eucaristica sotto le due specie (utraquismo); espropriazione dei beni ecclesiastici e abolizione del potere secolare del clero. L'hussitismo si ispira alle idee di John Wyclif, che critica la ierocrazia papale e rivaluta l'intervento del potere laico nelle cose di chiesa per difendere la legge evangelica posizioni analoghe erano state assunte da Federico II e Ludovico il Bavaro. Nel 1437 Carlo VII convoca il clero francese e ispirandosi ad alcuni principi prodotti dal concilio di Basilea afferma la superiorit del concilio ecumenico condannando ogni intervento del papa nell'assegnazione dei benefici, mentre viene riaffermata l'autonomia dei capitoli cattedrali nelle elezioni dei vescovi tali posizioni furono prese dal re che rivendicava il dovere e diritto di proteggere la chiesa gallicana come dottrina ufficiale del corpo ecclesiastico di Francia il regno, insomma, non rinuncia a intervenire nella vita della chiesa. L'europa degli stati e delle nazioni nasce quindi anche dall'esaurirsi dell'universalismo pontificio e imperiale tuttavia viene lasciata autonomia al potere papale che viene per visto solamente come uno dei poteri. Attese escatologiche e interiorizzazioni spirituali di fronte alla carnalit della chiesa gerarchica Tra Due e Trecento l'evangelismo pauperistico si evolve in senso spirituale ed escatologico l'attesa di un'et nuova si traduce in critica alla chiesa storica identificata con la ecclesia carnalis, diversa e contrapposta dalla ecclesia spiritualis che molti attendevano.

Gioacchino da Fiore la realt deve essere letta per ritrovarvi i segni annuncianti l'eta dello Spirito. Tra i frati degli ordini mendicanti nascono interpretazioni ardite sul loro ruolo finale nella storia anche tra i dissidenti francescani si verifica un inasprimento della critica alle gerarchie ecclesiastiche in una prospettiva escatologica. Tensioni e attese escatologiche tendono a rinforzarsi nel Tre e Quattrocento in rapporto alla cattivit avignonese tuttavia non sempre ci si traduce in critica talvota il pensiero escatologico si fa sogno Cola di Rienzo, in contatto con gli austeri eremiti della Maiella e con le idee sull'et nuova, finisce per credersi un inviato da Dio e un profeta. E i profeti, in questo periodo, cominciano a proliferare. L'escatologismo dei predicatori si trasforma in rigido e durissimo richiamo a rispettare l'ordine religioso e civile nel presente il caso di quei predicatori che rientrano nel movimento mendicante dell'Osservanza (frati Minori) vigoroso impegno di rinnovamento delle istituzioni e della vita religiosa, morale e sociale restaurazione ma in un'orizzonte di disciplinamento delle popolazione e cristallizzazione della societ in sostanza, restaurazione che si trasforma di nuovo in conformismo. Per sfuggirne rimane solo il rapporto verticale col divino, ricercato personalmente o all'interno di piccoli gruppi. Margherita Porete la liberazione dell'anima si ottiene attraverso sette gradi di ascesi, al termine dei quali si raggiunge la perfezione assoluta, la reintegrazione nell'essere-Dio proposta per poche anime d'eccezione. Mentre il papa irrigidisce le repressioni, la crociata si fa cammino spirituale interiore Gerusalemme dentro di noi il Cristo nell'eucaristia, nell festa del Corpus Domini, nella devozione del Sacro Cuore e delle Cinque Piaghe. Margherita di Cortona nell'abbandonarsi al Dio fattosi uomo Margherita, ricevuto il dono delle cinque piaghe, trova la strada di una missione interiore attraverso la preghiera compresa la liberazione della Terrasanta, il desiderio di pace universale, il pentimento dei peccatori, la conversione di eretici e infedeli in Margherita il suo agiografo vede la nuova Maddalena, una donna che nello spazio angusto della reclusione vive l'espansione della sequela Christi fino all'esperienza mistica della crocifissione, che avviene mentaliter nuova concezione della spiritualit che si fa quasi colloquio solitario con Cristo. La religiosit viene interiorizzata ma con la mediazione dei padri spirituali e col sussidio di una precettistica minuta si apre cos la grade stagione della letteratura religiosa in volgare. Chiusure restauratrici, ideali umanistici e tensioni riformatrici 1484 Innocenzo VIII emana il Summis desiderantes affectibus con cui sancisce la posizione della chiesa nei confronti della stregoneria. Dalla cultura chiericale lo stereotipo della strega viene elaborato lentamente fino a trovare compimento nello stereotipo del sabba. L'immagine del sabba raccoglie in s molti degli argomenti polemistici della lotta antiereticale si pensi che gi nel XII secolo Alano di Lilla faceva risalire il termine catari da cattus, perch in quella setta si adorava il Demonio sotto forma di gatto. Il piano dell'immaginifico minaccioso si trasforma pian piano nella realt fattuale. In questo modo il cristianesimo si costruisce un nuovo universo antagonistico da affiancare a quello musulmano ed ebraico. 1486 Malleus maleficarum manuale a uso degli inquisitori che rende organica la frammentaria produzione inquisitoriale a riguardo. L'anno successivo Innocenzo VIII proclama la crociata contro i poveri di Lione non a caso ai tempi i valdesi furono equiparati a streghe stregoni. La distanza tra valdesi e chiesa romana consisteva nell'interpretazione del concetto di ortodossia per i cattolici romani l'ortodossia era adesione e comunione con la chiesa di Roma, mentre per i valdesi ortodossia era fedelt a Dio secondo l'autentica tradizione apostolica. La caccia alle streghe non fenomeno esclusivamente chiericale per imporre una rigida disciplina al copro dei fedeli occorre proporre la minacciosa esistenza di sette ereticali e stregonesche connotate da trasgressioni licenziose, orgiastiche e demoniache ne deriva un'azione

pastorale che fa leva sulla paura dell'aldil e sul miracoloso la contemplazione dell'ostia acqusita poteri taumaturgici e apotropaici. La caccia alle streghe va quindi ricondotta all'interno di un processo di stabilizzazione del potere ecclesiastico e dell'ordine civile. La necessit di equilibri politici generali e locali che si impone verso la met del Quattrocento porta con s l'urgenza di una riforma ecclesiastica e religiosa esigenza riformatrice che si fa mito. Sul finire del medioevo la debolezza del cristianesimo latino sta soprattutto nella richiesta al clero e ai fedeli di un cristianesimo conformistico, canonistico e pauroso-miracolosistico.

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