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Augusto Polmonari Giuseppina Spellini

I gruppi sociali

Capitolo 1 I GRUPPI NELLA PROSPETTIVA DELLA PSICOLOGIA SOCIALE


Psicologia sociale: si propone di rinvenire nellindividuo le influenze delle sue appartenenze sociali. Tajfel: la psicologia sociale dei gruppi esplora i rapporti tra individuale e sociale senza diventare individualistica. Ricerche negli stabilimenti di Hawthorne (Mayo): la produttivit del gruppo in funzione della soddisfazione lavorativa e della struttura sociale che il gruppo si d in modo informale. Steiner: labbandono dei gruppi da parte della psicologia sociale dovuto alla tendenza a privilegiare un approccio individualistico e un ampio utilizzo di metodi di laboratorio poco consoni allo studio dei gruppi. Sherif: studio dei gruppi attraverso confronto storico e infraculturale misura degli atteggiamenti e comportamento tecniche: interviste scale di atteggiamento tecniche indirette analisi di contenuto metodi sperimentali Psicologia in prospettiva: * individualistica (es. social cognition): processi di gruppo come un insieme di processi interpersonali * collettivistica: comportamento influenzato da processi sociali e rappresentazioni cognitive di gruppo Tajfel: Critica l'idea che uomo singolarmente: razionale in gruppo: prerazionale e primitivo no a modello razionale di uomo e modello istintivo viscerale Moscovici e Doise: uomo-massa Fiske e Taylor: economizzatore di energie cognitive (cognitive miser) Moscovici: rapporto tra individuo e societ conflittuale; la psicologia sociale la scienza del conflitto tra individuo e societ. Studio dei gruppi in psicologia sociale: individuo che si rapporta con i gruppi modo di funzionare del gruppo rapporti tra gruppi

Lewin le decisioni di gruppo possono essere considerate tecniche di mutamento di costrutti consolidati come le abitudini alimentari (sono il risultato di una molteplicit di forze). Analisi dei fattori psicologici e non e il sistema di valori alla base delle decisioni circa i cibi da consumare. la motivazione da sola non basta per cambiare idea, necessario cambiare le norme del gruppo Sherif (campo estivo) scopi sovraordinati possono ridurre il conflitto Murphy maggiori mutamenti sono ottenuti con conferenze cariche di richiami emozionali piuttosto che con discussioni di gruppo. De Grada: piccoli gruppi: componenti si conoscono e si influenzano (es abitanti villaggio) gruppi faccia a faccia: ristretti, membri interagiscono direttamente, riunioni frequenti anche per lunghi periodi (es famiglie, parentele....)

Definizioni di gruppo:
McGrath [1984] vero che ogni gruppo unaggregazione di individui, ma ogni aggregazione di individui non necessariamente un gruppo. Prima di arrivare alla definizione di gruppo, stila questa tipologia di aggregazioni sociali: Aggregazioni artificiali: gruppi statistici o categorie che presentano qualche caratteristica comune, ma che non sono necessariamente implicati in qualche tipo di relazione; Aggregazioni non organizzate: cio gli insiemi di individui che si trovano nello stesso luogo, nello stesso momento, ma che non hanno nessun altro tipo di legame; Unit sociali con modelli di relazione: insiemi di individui che condividono uninsieme di valori, costumi, abitudini, linguaggio comune (culture o subculture; parentele, ecc.); Unit sociali strutturate: in cui diviene pi forte il carattere di interdipendenza e di relazioni strutturate (famiglia, comunit); Unit sociali intenzionalmente progettate: come unorganizzazione o un gruppo di lavoro; Unit sociali meno intenzionalmente progettate: come unassociazione o unorganizzazione di volontariato o un gruppo di amici. Per questo autore i gruppi sono:aggregazioni sociali che implicano reciproca consapevolezza e una potenziale reciproca interazione, e che in base a questa definizione sono relativamente piccoli e relativamente strutturati e organizzati. (=bes su cui si fondano le relazioni + grandezza). Tale definizione ci porta al cuore di uno dei principali problemi concernenti i gruppi, cio la grandezza e linterazione diretta, elementi che distinguono i piccoli gruppi (ristretti) e i grandi gruppi (estesi). Unulteriore distinzione si deve fare tra i gruppi reali e quelli sperimentali come quelli utilizzati dalla ricerca. Le tipologie di gruppi impiegata nella ricerca individuati da McGrath: gruppi naturali (es. una squadra sportiva) gruppi inventati (es. una giuria per un esperimento) quasi-gruppi

Bales [1950] quando si parla di gruppi ci si riferisce a piccoli gruppi ad interazione diretta; infatti per questo autore la caratteristica di base del gruppo costituita dalle relazioni faccia a faccia, mentre la sua ragione dessere il perseguimento di un obiettivo comune. Altra differenziazione: gruppi primari: legati da vincoli affettivi, sentono un forte senso di appartenenza e di lealt nei confronti del gruppo; gruppi secondari: caratterizzati da scopi in comune, ruoli differenziati, relazioni di tipo impersonale (anche se non cos facile la separazione nella realt). Nel quadro delle differenziazioni compare di frequente, e soprattutto nella letteratura sulladolescenza, la distinzione tra gruppi formali: si formano sotto unegida istituzionale che ne detta gli obiettivi specifici; gruppi informali: sono aggregazioni spontanee e sono largamente diffusi. Lewin il gruppo soprattutto una totalit dinamica, le cui propriet strutturali sono diverse dalle propriet strutturali delle parti. Una totalit dinamica caratterizzata dall'interdipendenza delle sue parti. Tale definizione di gruppo va bene sia per i grandi che per i piccoli gruppi. Per quanto riguarda linterdipendenza Lewin distingue: Interdipendenza del destino: un elemento macroscopico di unificazione nel senso che qualunque aggregato casuale di persone pu diventare un gruppo se le condizioni ambientali attivano la sensazione di essere improvvisamente nella stessa barca (ad esempio la Sindrome di Stoccolma). Insiemi casuali di individui possono divenire improvvisamente, sotto la spinta di eventi imprevedibili e stressanti, un gruppo che costituisce un senso del noi, di solidariet, unidea di destino comune. Molto spesso nella storia il solo fatto di appartenere ad un determinato gruppo ha sancito un destino di discriminazione. Interdipendenza del compito: un elemento pi forte del primo e fa si che lo scopo del gruppo determini un legame fra i membri in modo tale che i risultati delle azioni di ciascuno abbiano delle implicazioni sui risultati degli altri. Nel caso in cui il risultato positivo di ognuno implichi il successo del gruppo si ha interdipendenza positiva, quando il risultato positivo di un singolo determina linsuccesso di un altro o di altri si ha interdipendenza negativa. Questi due tipi di interdipendenza causano dinamiche diverse che si riflettono sulla produttivit e sul clima. Sherif concepisce il gruppo come una struttura i cui membri sono legati da rapporti di status e ruoli, in cui si delineano norme e valori comuni. Condizione essenziale per la formazione di un gruppo: linterazione di individui che hanno motivazioni, interessi, valori comuni. La ripetuta interazione non vuol dire che gli individui svolgono le stesse funzioni, anzi nel corso del tempo tali funzioni si differenziano e si specializzano dando luogo alla differenziazione di ruoli, ai quali viene assegnato uno status diverso in virt della diversa efficacia delle iniziative prese. Secondo Sherif liniziativa rappresenta in qualunque organizzazione umana un indice di potere. Quindi le propriet minime ed essenziali del gruppo sono: 1. struttura e organizzazione dei ruoli per funzione e per posizione sociale; 2. una serie di norme e valori che regolano il comportamento. Il gruppo per non una realt chiusa e isolata, ci che avviene nelle relazioni intragruppo non pu essere analizzata indipendentemente dalle relazioni intergruppo.

Inoltre il gruppo una realt longitudinale, nel senso che le relazioni di ruolo e status e le norme si sviluppano nel corso del tempo. Anche la definizione strutturale di Sherif pu adattarsi sia ai piccoli gruppi che alle grandi organizzazioni. Tajfel la concezione di gruppo di questo autore basata sul processo di autocategorizzazione e non su elementi estrinseci. Ci che costituisce il gruppo il fatto che lindividuo si senta parte di esso. Questa definizione include 3 componenti: 1. componente cognitiva: conoscere di appartenere ad un gruppo; in realt sociocognitiva perch oltre al riconoscimento di s stessi come appartenenti al gruppo (aspetto cognitivo) devono riconoscerci come tali anche dall'esterno (aspetto sociale); 2. componente valutativa: lappartenenza valutata pi o meno postivamente; 3. componente emozionale: le due componenti sopra citate sono accompagnate da sentimenti ed emozioni. Questi aspetti dellappartenenza ad un gruppo sono applicabili a piccoli gruppi o a grandi categorie sociali. Egli adotta il paradigma del gruppo minimale e dimostra che sufficiente imporre agli individui una categorizzazione sociale che distingue un in-group da un out-group per condurre a comportamenti discriminatori verso gli out-group. Secondo la scuola di Tajfel la categorizzazione sociale un processo cognitivo che divide il mondo sociale in categorie cui si appartiene o non si appartiene: tale processo accentua le percezioni di somiglianza e differenza intercategoriali, producendo differenziazioni sul piano valutativo e comportamentale. Di conseguenza la categorizzazione sociale ad avere un ruolo cruciale nella definizione di gruppo. Tuttavia a tale criterio soggettivo di appartenenza devono affiancarsi criteri oggettivi utilizzabili da un osservatore esterno (essere riconosciuto come appartenente anche dagli altri = componente sociale). In condizioni naturali tali criteri oggettivi emergono per una serie di contingenze storico sociali che definiscono i criteri di appartenenza. Se questi due tipi di criteri non coincidono, lindividuo sar costretto prima o poi a modificare i propri criteri di categorizzazione. Il consenso a proposito dellappartenenza di gruppo necessario affinch tale appartenenza sia efficace nel determinare le uniformit sociali del comportamento nei confronti degli in o outgroup. Campbell Questo discorso chiama in causa il concetto di entitativit introdotto da Campbell. Influenzato da Lewin (totalit entitativit) ENTATIVITA': grado in cui un aggregato sociale percepito dagli osservatori come avente natura di entit, dotata di unesistenza reale. Il concetto quindi affonda i suoi principi nella Gestalt. Secondo lautore i gruppi sociali variano lungo un continuum di entitativit percepita. Hamilton e Sherman hanno condotto studi sullentitativit alla cui base c il processo di percezione sociale. Secondo gli autori nel processo di percezione dei gruppi intervengono meccanismi in parte simili e in parte diversi da quelli presenti nella percezione di singoli individui. Infatti mentre la nostra percezione degli individui si fonda sullattesa che essi siano unit organizzate, ci si aspetta un minor grado di unit e di coerenza tra i membri di un gruppo di quanto ci si aspetti per una singola persona. Per durante un conflitto intergruppi la percezione dell'outgroup come entit pu aumentare

(questo in contraddizione con quanto sostenuto nella teoria dellidentit sociale SIT di Tajfel secondo la quale il gruppo si presenta come pi entitativo, meno differenziato rispetto ai singoli individui). Quindi ritengono che in generale la percezione dell'entativit individui/gruppi cambia lungo un continuum (una o l'altra pi elevata in base alla situazione) Gaertner e Schopler sostengono che il concetto di entitativit giochi un ruolo fondamentale nel fenomeno di bias intergruppi: in quanto pu essere concettualizzata come una percezione di interconnessione tra i membri. Lo vedono quindi come fenomeno pi dinamico. In questottica il favoritismo in-group potrebbe essere interpretabile nella teoria dellequilibrio cognitivo di Heider per cui si favoriscono gli altri nella misura in cui essi sono interconnessi al s. A differenza della teoria di Tajfel e di Turner gli autori affermano che la formazione psicologica di un gruppo e quindi anche il bias intergruppi - pu avvenire in assenza di processi di confronto sociale con altri gruppi (quindi in assenza di conflitto intergruppo) e venire invece generata da interdipendenza positiva intragruppo, che crea un senso di legame e di interconnessione (cio dalle relazioni intragruppi).

Capitolo 2 ENTRARE E USCIRE DAI GRUPPI: PROCESSI D'INIZIAZIONE E DI SOCIALIZZAZIONE


RITI Riti di passaggio: meccanismi cerimoniali. Funzione: guida, controllo, regolamentazione dei cambiamenti degli individui all'interno dei gruppi Van Gennep Riti preliminari = di separazione (allontanamento dall'ambiente precedente) Riti liminari = di margine (verso la nuova appartenenza) Riti postliminari = di aggregazione (entrata nel nuovo ambiente) Lewin locomozione sociale = passaggio a un nuovo gruppo Transizioni sociali: Molti rituali definiscono o riaffermano delle relazioni sociali. Rituali e cerimonie: radicare lindividuo nel suo ambiente fisico e sociale convogliano un senso di identit sia nellindividuo in quanto singolo e unico sia nellindividuo in quanto membro di una famiglia, di un gruppo e di una cultura. Le transizioni sono di frequente periodi di sconvolgimento nella definizione di s, nelle relazioni interpersonali, che potenzialmente hanno ripercussioni a lungo termine sulla salute mentale e sul funzionamento sociale degli individui. Brown Funzioni dei rituali di inserimento: funzione simbolica per il gruppo e per lindividuo in termini di identit: lindividuo subisce un cambiamento nella propria identit sociale, il gruppo rafforza i suoi confini attraverso laccettazione da parte del nuovo membro dei segni distintivi del gruppo. suscitano fedelt e lealt del nuovo membro e attivano processi di identificazione con il gruppo possono servire da fasi di apprendistato per lindividuo

Riti di iniziazione: immettono il neofita in una nuova situazione. Simbologia morte/rinascita. Tre tipi: riti puberali (integrazione sociale), obbligatori, avvengono in un determinato momento della vita (passaggio infanzia-pubert) = rituale life-crisis riti d'ingresso in societ segrete, non obbligatori, aperti in tutte le et riti per chiamata mistica (sciamano e medicine man) Nel rito collettivo viene simbolicamente agito il costo dellentrata nei gruppi: costo per lindividuo e costo per il gruppo che chiede garanzia sulla lealt del nuovo membro. Nei riti di iniziazione descritti dagli etnologi sono presenti prove di resistenza a dolore fisico, paura, fatica, ecc. INIZIAZIONI NEGATIVE Le iniziazioni che prevedono esperienze negative per il neofita non sono appannaggio solo di societ pi lontane; si ritrovano anche nella nostra societ i segni di tali iniziazioni (nelle descrizioni di alcuni processi di socializzazione al lavoro, di arruolamento nellesercito, di

entrata alluniversit; anche la difficolt a entrare in un gruppo manifestata attraverso scherzi, battute pesanti ecc) Aronson e Mills gli individui che vengono sottoposti a uniniziazione severa sviluppano una preferenza per quel gruppo maggiore di quelli che non hanno avuto uniniziazione severa. Questo perch, rifacendosi alla teoria della dissonanza cognitiva di Festinger, le persone che vengono sottoposte ad una iniziazione negativa hanno due possibilit per ridurre la dissonanza: 1) si auto convincono che liniziazione non stata cos spiacevole, oppure 2) tendono ad esagerare gli aspetti positivi di quel gruppo e minimizzare i negativi. In base a tale ipotesi gli autori condussero lesperimento [arruolamento di una ragazza in un gruppo di discussione sui temi della sessualit, con livello di iniziazione: dover parlare di temi esplicitamente sessuali vs normale colloquio]. Le iniziazioni severe hanno diverse funzioni psicologiche. 1) Suscitare nel nuovo membro un impegno maggiore; 2) Scoraggiare gli aspiranti poco motivati; 3) Indebolire e confondere, rendere il nuovo arrivato dipendente dai membri del gruppo. I gruppi che esigono un certo livello di segretezza hanno anche bisogno di assicurarsi della fedelt del neofita alla causa.

CONTESTI SCOLASTICI Non tutte le entrate in un nuovo gruppo sono contrassegnate un cerimoniale, anche se comportano sempre degli apprendimenti di natura sociale. Zazzo ricerche sul passaggio e sui vari ordini di scolarit. Ciascun ordine di scuola prevede una serie di norme e ordinamenti strutturali, di attese che mettono a dura prova la capacit di adattarsi. Quindi i passaggi di scolarit sono transizioni sociali. Sono rischiose perch costituiscono una rottura nella natura e nello schema delle relazioni sia con i pari che con gli adulti. Inoltre prima si fra i pi grandi e poi si fra i pi piccoli. Rutter: [ricerche sugli esiti della scolarizzazione]. Conclude che la stabilit nel tempo del gruppo dei pari pu essere considerata un fattore protettivo nei confronti di comportamenti devianti. Infatti il cambiamento del gruppo di compagni comporta costi per ladattamento. Molinari fa notare per che tale cambiamento pu introdurre elementi di novit e di incremento delle risorse individuali ( ad esempio utile nel caso di amicizie troppo strette nella scuola materna). Inoltre vi una riorganizzazione delle relazioni tra pari per cui un bambino che svolgeva un ruolo di leader si accorge che non pu pi rivestire cos semplicemente lo stesso ruolo nel nuovo gruppo, ma deve mettere a punto nuove strategie. Questo vale anche per il gregario. Anche lingresso nella scuola materna unesperienza che comporta costi per ladattamento. PERIODO DI OSSERVAZIONE A DISTANZA (comportamento attendista) Zazzo osserva lesistenza di un periodo di gioco parallelo che precede il gioco interattivo autentico. E' come se i bambini osservassero e studiassero a distanza i comportamenti degli altri bambini

prima di sperimentare costi/benefici di un'interazione diretta (gioco parallelo = gioco fianco afianco, ma non vera e propria interazione). Il primo periodo di osservazione a distanza pu avere una durata variabile da bambino a bambino. Il periodo di attesa dei nuovi arrivati parallelo a quello del gruppo che pure richiede unimmissione cauta del nuovo arrivato. Corsaro le origini delle resistenze del gruppo vanno ricercate nella consapevolezza della precariet dellandamento ludico, dovuta a 2 fattori: 1. adulti che impongono di smettere 2. bambini che interrompono per inserirsi nel gioco, non conoscendo le regole Accedere a giochi gi cominciati costituisce di per se unabilit sociale, uno dei numerosi apprendimenti che permettono di far parte della cultura dei coetanei: insieme stabile di abilit, routine, prodotti, valori, interessi e obiettivi comuni che i bambini producono e condividono durante linterazione con i coetanei, che svolge un ruolo fondamentale per la socializzazione di bambini e adolescenti. Brown Il periodo probatorio che presenta comportamenti di attesa e di osservazione, da una parte consente allindividuo alcuni elementari apprendimenti sociali (regole, gerarchie ecc), dallaltro costituisce una tattica di immissione nel gruppo che si mostrer pi accettabile e disponibile. Infatti i bambini popolari sono quelli che sanno adeguarsi al gruppo/gioco esistente prima di cercare di introdurre cambiamenti. Merei conferma quanto sopra con una ricerca sperimentale sulla scuola materna: i bambini che diventano leader nel nuovo gruppo sono attendisti. Ziller e Behringer ricerca sulla scuola elementare su processo di assimilazione di nuovi venuti. Venivano inseriti nuovi membri in un gruppo gi costituito e si chiede a tutti di esprimere 5 preferenze (test sociometrico). Allinizio la popolarit dei neofiti molto elevata, ma declina bruscamente per risollevarsi solo dopo molo tempo (anziani trend opposto). I gruppi sono meglio disposti verso le femmine e i pi giovani perch visti come meno minacciosi rispetto alla gerarchia esistente. ENTRATA NEI GRUPPI E STRATEGIE DEL NUOVO ARRIVATO Modello della socializzazione di Moreland e Levine: spiega i cambiamenti di natura affettiva, cognitiva e comportamentale che i gruppi e gli individui producono luno sullaltro dal costituirsi al dissolversi del gruppo. Esso valido per i piccoli gruppi autonomi, volontari, interdipendenti i cui membri interagiscono regolarmente. Nel loro modello mostrano i processi di socializzazione all'interno di un gruppo, partendo da momento dell'ingresso di un aspirante nuovo membro, che vuole entrare. La prima fase riguarda appunto l'entrata in un gruppo: fase di esplorazione. In questa fase l'individuo un aspirante membro. il gruppo cerca delle persone adatte ad offrire contributi significativi (reclutamento di gruppo), - lindividuo cerca gruppi adatti a soddisfare i suoi bisogni (ricognizione individuale). Se i livelli di impegno di entrambi si incontrano avviene la transizione di ruolo e quindi lentrata. Su tale fase esistono pochi studi per ragioni metodologiche e teoriche.

Per ci che riguarda la ricognizione individuale sono necessari tre presupposti: 1) la persona deve identificare i gruppi potenzialmente desiderabili per s, decidere e accertarsi della loro disponibilit nellambiente 2) deve valutare il grado in cui lappartenenza al un gruppo potr soddisfare i bisogni (informazione sulle ricompense). 3) in caso di valutazione positiva deve prendere provvedimenti per entrare. Le precedenti esperienze in altri gruppi giocano un ruolo importante perch influiscono sulla capacit di identificare rapidamente i gruppi desiderabili e su una valutazione equilibrata dei costi/benefici connessi con lappartenenza al gruppo [ricerca sulle matricole]. Tale capacit di valutazione anticipata gioca un ruolo importante poich leccesso di ottimismo ha conseguenze negative per i neofiti e produce risentimento e rabbia quando ci si accorge che in realt ci sono pi costi che benefici. Gli autori evidenziano 3 fonti di ottimismo rispetto alle future appartenenze ai gruppi: 1) pu essere una conseguenza degli sforzi di reclutamento del gruppo; 2) pu riflettere gli sforzi degli aspiranti di fronteggiare la dissonanza rispetto al gruppo; 3) pu nascere da un bisogno di sottolineare gli aspetti positivi di s, di presentarsi in una luce positiva (self serving bias: le persone credono di avere pi probabilit degli altri di sperimentare eventi positivi e meno probabilit di sperimentare eventi negativi. Per ci che riguarda il reclutamento del gruppo importante lo staffing level: differenza che c tra il numero effettivo di membri e quello necessario per una prestazione ottimale. In base a ci esistono gruppi sottodimensionati ( i cui membri lavorano di pi, hanno molti compiti e si sentono pi responsabili della prestazione del gruppo) e gruppi sovradimensionati. Questi due tipi di gruppo presentano per i loro leader problemi diversi cui vengono prospettate soluzioni diverse. Problemi pi comuni: - gruppi sottodimensionati: prestazioni carenti, burnout, fatica e mancanza di risorse ( apertura a nuovi membri) - gruppi sovradimensionati: apatia, noia, disorganizzazione, indebolimento di abilit, creazione di combriccole ( chiusura rispetto ai nuovi possibili membri). Da ci emerge che la rigidit e la permeabilit dei gruppi ai nuovi ingressi quindi anche legata a problemi strutturali quali lo staffing level. Zander nel processo di entrata importante anche lo status sociale esterno del newcomer. Nei suoi esperimenti ha evidenziato questo aspetto: manipolando la status dei soggetti inseriti nei piccoli gruppi di discussione si faceva credere ai gruppi che i due nuovi arrivi avessero status diversi, uno alto e uno no. Lattribuzione di status permette al nuovo arrivato di entrare con una reputazione, quindi avvantaggiato (gruppo pi tollerante ed accettante). Moreland e Levine individuano 4 processi che consentono ai newcomers di entrare pi facilmente in un gruppo. 1) efficace processo di ricognizione ( proprio il gruppo che fa per me?); 2) giocare il ruolo di nuovo membro (cauto, attendista, conformista rispetto alle norme del gruppo, dipendente dagli old timers); 3) cercare referenti di fiducia (i tutor possono essere di vario tipo: gli old-timers non coinvolti ufficialmente nella socializzazione dei nuovi possono avere il ruolo di modelli; la funzione di patronato pu essere svolta anche inconsapevolmente; i trainers che hanno dal gruppo il mandato di occuparsi dei nuovi; gli sponsor,reclutatori o amici del

nuovo; i mentori che fanno il possibile per rendere pi facile linserimento e che stringono relazioni con il newcomer); 4) collaborare con gli altri newcomers Gli aspiranti membri possono anche produrre innovazioni prima di entrare nel gruppo, anche in modo non intenzionale (es. fanno domande che stimolano riflessioni), oppure intenzionalmente (chiedere incentivi per appartenenza = accomodamento anticipatorio), cosa che pu irritare gli oldtimers. Inoltre le opinioni nuove possono essere fonte di cambiamento e innovazione sociale. Riassumendo i comportamenti dell'aspirante/neofita: osservazione a distanza conformismo alle norme comportamento prudenziale innovazione e cambiamento RIMANERE NEL GRUPPO: PROCESSI DI SOCIALIZZAZIONE. Una volta entrati nel gruppo bisogna riuscire anche a rimanerci. La socializzazione non un semplice apprendimento sociale, ma un processo attraverso il quale gli individui acquisiscono le conoscenze, le abilit e le disposizione che li rendono in grado di partecipare come membri pi o meno effettivi dei gruppi e delle societ. Si tratta per di un processo interattivo e non lineare, in quanto lindividuo da socializzare un soggetto attivo che pu a sua volta influenzare lambiente e il gruppo. Depolo la socializzazione un processo di negoziazione, e consiste di meccanismi formali e informali. Il pi significativo meccanismo quello dell'ingresso nel lavoro.

PROCESSI DI SOCIALIZZAZIONE DI GRUPPO Moreland e Levine hanno sviluppato una teoria che considera sia lindividuo che il gruppo come soggetti attivi di influenza reciproca e che presuppone che la loro relazione cambi in modo sistematico nel corso del tempo. La teoria si basa su 3 processi psicologici che possono essere considerati sia nella teoria dellindividuo che in quella del gruppo: 1. valutazione 2. impegno 3. transizione di ruolo. Valutazione: implica gli sforzi compiuti dal gruppo e dallindividuo per stimare e massimizzare la reciproca remunerativit Impegno: deriva dalla valutazione; aumenta in proporzione della percezione di remunerativit delle reciproche passate, presenti e future relazioni; produce in entrambi laccettazione dei reciproci scopi, bisogni e valori; attiva sentimenti positivi, stimola a lavorare intensamente per soddisfare le aspettative. I livelli di impegno cambiano nel tempo e con essi cambia anche la natura delle relazioni. Con i cambiamenti dei livelli di impegno lindividuo affronta una transizione di ruolo e le sue relazioni con il gruppo cambiano come pure le reciproche aspettative. Dopo ogni transizione continua la valutazione che produce cambiamenti nei livelli di impegno e ancora una nuova transizione.

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In questo modo lindividuo e il gruppo passano attraverso le 5 fasi di socializzazione riportate in tabella.
Prima fase: ESPLORAZIONE Neofita: ricognizione individuale Gruppo: reclutamento di gruppo Assimilazione: l'individuo Neofita: assimilazione cerca di produrre cambiamenti nel gruppo per Gruppo: accomodamento suoi bisogni; Accomodamento: il gruppo cerca di cambiare individuo perch contribuisca di pi agli scopi Negoziazione di ruoli: Neofita: valuta se ruolo - individuo cerca per s soddisfacente per s ruolo adatto a suoi bisogni Gruppo: valuta se ruolo massimizza contributo - gruppo cerca ruolo specializzato x individuo x raggiungimento scopi Tentativo di ripristino ruoli sia neofita che gruppo Se riesce, nuova assimilazione e nuovo accomodamento se non riesce Quinta fase: RICORDO Individuo: ricorda la sua appartenenza ripensando al gruppo che non ha apprezzato suo lavoro Gruppo: le memorie diventano tradizione del gruppo Transizione di ruolo: ENTRATA

Seconda fase: SOCIALIZZAZIONE

Transizione di ruolo: ACCETTAZIONE

Terza fase: MANTENIMENTO

Transizione di ruolo: se negoziazione ha successo IMPEGNO RECIPROCO se non ha successo DIVERGENZA, il membro diventa marginale Transizione di ruolo: CONVERGENZA (rara) USCITA

Quarta fase: RISOCIALIZZAZIONE

Sebbene il modello sembri suggerire un andamento graduale del processo di socializzazione, gli autori sottolineano che nella realt possono anche esserci bruschi e repentini cambiamenti tanto nei livelli di impegno reciproco quanto nei criteri decisionali del gruppo e dellindividuo. Ci pu quindi essere ordine e numero diverso di fasi e transizioni.

Assimilazione e accomodamento
Assimilazione di nuovi membri dipende da: - lapertura e la chiusura del gruppo: un gruppo aperto, caratterizzato cos da una relativa instabilit di appartenenza, assimila pi facilmente newcomers rispetto ad un gruppo chiuso (che ha maggiore stabilit di appartenenza). - quantit di neofiti inseriti (pochi alla volta) - esperienza di gruppi simili che essi hanno. In questo caso possono avere una maggiore accettazione delle regole - buon reclutamento di nuovi membri - loro somiglianza ai membri esistenti - impegno dei nuovi membri nei confronti del gruppo: superiore a quanto il gruppo si senta impegnato con loro.

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Accomodamento (da parte dei nuovi membri), fattori opposti a quelli per assimilazione: la chiusura del gruppo lintroduzione di un numero consistente di newcomers piuttosto diversi da quelli esistenti livello di impegno nei confronti del gruppo: minore di quello che il gruppo ha nei loro confronti

Questi fattori facilitano laccomodamento anche senza che i newcomers facciano niente (basta la loro presenza) Lassimilazione e laccomodamento dipendono anche dalla tipologia dei neofiti: membri istituenti = coloro che arrivano insieme per costituire un gruppo; membri visitatori = entrano per breve tempo e non partecipano in modo totale alle attivit; membri trasferiti = che vengono da un gruppo simile; membri sostituti = che prendono il posto di membri precedenti; membri neofiti veri e propri. Novara e Sarchielli si sono occupati della socializzazione lavorativa; danno molta importanza alla dotazione di partenza dellindividuo. Se questa non si trova in forte discordanza con lambiente lavorativo, tutto OK. Quando c un forte grado di discordanza il processo di socializzazione diventa pi complesso e difficoltoso sia per lindividuo che per lorganizzazione. In questo caso si prevede una fase destrutturante in cui il neofita prende atto della resistenza del gruppo e della necessit di ridefinire se stesso e il proprio modo di operare per giungere ad una accettazione. molto frequente che il socializzando cerchi e trovi nellorganizzazione gruppi di socializzazione alternativa, in cui sono messi in discussione in modo formale (sindacato) o in modo informale i criteri normativi dellistituzione. Anche nei piccoli gruppi possibile rinvenire nuclei di sottoculture (vita sotterranea), che si sostanziano in legami interpersonali pi forti o in livelli di accordo maggiore. Questo perch i membri di un gruppo non sono allo stesso livello: vi sono membri marginali che possono vivere situazioni di isolamento o scarsa accettazione; la loro relazione con i neofiti pu rendere pi facile o pi difficile la socializzazione, a seconda di ci che i membri marginali vogliono. Se vogliono riguadagnare la loro credibilit nel gruppo, facilitano la socializzazione, in caso contrario indeboliscono il livello di impegno del newcomer. Anche gli ex membri possono funzionare allo stesso modo. Questi processi di socializzazione alternativa possono portare innovazione ma anche conflitti, espulsioni o distruzione del gruppo: dipende dal tipo di gruppo e dal tipo di socializzazione alternativa disponibile.

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LO SVILUPPO DEL GRUPPO (da distinguere dal concetto di socializzazione). Studi in questo senso partono dagli anni 50 ad opera di Bales e Bion e si incentrano in prevalenza su piccoli gruppi particolari = gruppi terapeutici. Sono gruppi formati da individui intelligenti, fortemente motivati a lavorare insieme con lo scopo di capire meglio se stessi, sotto la guida di un conduttore. Presenti nel paragrafo ci sono 3 modelli. Primo modello: Mc Murrain e Gazda. A partire dallanalisi di materiale registrato di incontri di un gruppo di 8 psichiatri (incontratisi per due semestri), sono state individuate quattro fasi di sviluppo:

Tabella 2: modello di Mc Murrain e Gazda 1) Stadio esplorativo Necessit di conoscersi meglio tra loro: comportamento esitante 2) Stadio di transizione I membri giungono ad un accordo su come comportarsi tra di loro 3) Stadio di azione I membri sono centrati sulleffettivo lavoro da svolgere 4) Stadio di conclusione I partecipanti tentano di fronteggiare i sentimenti conflittuali di gioia per avere avuto un gruppo gratificante e di stizza per doverlo lasciare. Secondo modello: teoria di Tuckman (una delle pi famose). Lautore evidenzia delle tendenze di sviluppo sia negli scambi socio-emozionali (dipendenza; conflitto; coesione) sia nelle attivit dirette al compito (orientamento; stadio emozionale; scambio; problem solving). Propone cos la sua teoria in 4 stadi [anche se in seguito ne aggiunse un atro] che, secondo lautore applicabile a qualsiasi tipo di piccolo gruppo. Tabella 3: modello di Tuckman 1. stadio di forming (di formazione) I membri sono ansiosi e incerti rispetto alla loro appartenenza al gruppo 2. stadio di storming (di conflitto) Implica conflitti e aspetti emozionali; diventano pi assertivi e cercano di modificare il gruppo 3. stadio di norming (normativo) Comporta coesione e scambio, si cercano di risolvere i conflitti precedenti nella negoziazione di nuove regole 4. stadio di performing (di prestazione) Implica il role-taking e il problem solving. Si lavora per raggiungere gli scopi comuni 5. stadio di adjourning (di sospensione) Ciascuno comincia gradatamente a ritirarsi. Disimpegno collettivo: ciascuno comincia gradatamente a fronteggiare lapprossimarsi della fine Moreland e Levine distinguono poi tra adjourning ottimistico e pessimistico. Sebbene la socializzazione e lo sviluppo del gruppo siano due aspetti diversi inevitabilmente si influenzano luno con laltro. In effetti alcuni tipi di attivit socializzanti non avvengono in certi stadi del gruppo (per esempio nello stadio di storming probabile avere delle attivit di socializzazione, ma nello stadio del norming no). Secondo Moreland e Levine probabile che nello stadio di forming, storming e adjourning tutti i membri siano nella stessa fase di

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socializzazione, mentre assai meno probabile che ci avvenga nello stadio di norming e performing. Infatti nello stadio di norming siamo di fronte agli esiti dei conflitti dello stadio precedente che hanno prodotto una maggioranza, i cui membri sono percepiti come membri effettivi e si trovano quindi nella fase di mantenimento; e una minoranza i cui membri sono percepiti come membri marginali e sono nella fase di risocializzazione. Nella fase di performing possibile che entrino nuovi membri ed inizia la loro socializzazione. La variazione delle fasi di socializzazione ha conseguenze per lo sviluppo del gruppo. Questo elemento di discussione soprattutto perch gli studi sullo sviluppo hanno riguardato soprattutto gruppi di terapia, formazione e auto-aiuto, gruppi in cui si prevede e si raccomanda una stabilit. Alcuni studiosi [Suravay, Goodman e Yalom] sono contrari allimmissione di nuovi membri perch comportano una regressione del gruppo e un dispendio di energie che vengono sottratte al compito. Altri [Bernstein e Gruner] hanno constatato che in questi gruppi limmissione o luscita di membri non provoca arresti. In realt limpatto dei cambiamenti dipende da come sono condotte le attivit di assimilazione e accomodamento. Per esempio lassimilazione richiede tempo, denaro, fronteggiamento dei possibili conflitti. Se tali risorse non sono disponibili, lo sviluppo del gruppo ne risente. Terzo modello: teoria di Worchel = studia ampi movimenti sociali, partiti politici, piccoli gruppi sociali e religiosi. Lo scopo quello di studiare levoluzione di gruppi reali che nascono per il distacco provocato da scismi da gruppi precedenti. Individua 6 fasi: Tabella 4: modello di Worchel Prima fase: periodo di malcontento Accade spesso nei gruppi che hanno raggiunto gli obiettivi e in cui i membri non vedono prospettive future. Seconda fase: evento precipitante Chiaro e identificabile per cui gli individui che formeranno il nuovo gruppo si trovano su un terreno di incontro, si riconoscono e si differenziano dagli altri. Terza fase: identificazione di gruppo Il nuovo gruppo si identifica, si differenzia dagli altri, crea una struttura interna con una leadership , ruoli differenziati, norme, ecc. si enfatizzano le somiglianze nellin group e le differenze con lout group, si lavora. Il gruppo in questa fase chiuso perch deve definirsi. Quarta fase: produttivit di gruppo Il gruppo ha la sua identit, valuta i membri in base alle loro competenze; esame pi realistico delle risorse del gruppo. Si accettano neofiti r il focus sugli obiettivi. Quinta fase: individuazione Linteresse si sposta sugli individui e su quanto il gruppo sia per loro soddisfacente e quanto potrebbero esserlo gli altri gruppi. Si accettano neofiti. I membri si percepiscono come pi eterogenei tra loro. Sesta fase: declino finita. Il valore del gruppo messo in discussione, si sottolineano fallimenti, si cercano capri espiatori, si accendono competizioni. Si creano le condizioni per la fase del malcontento. Uscire dai gruppi. Per quanto riguarda la posizione dellindividuo che esce dal gruppo, ci sono notevoli differenze fra chi esce per decisione autonoma e chi viene allontanato o estromesso da gruppo stesso, fra chi esce insieme a tutti li alti membri perch il compito di gruppo esaurito e chi

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deve uscire da solo perch si esaurita la condizione che lo rendeva membro di quel gruppo. Da certi gruppi difficile uscire. Luscita implica per chi ne ha fatto parte una forte ristrutturazione dei suoi quadri di riferimento. Secondo Berger e Luckmann il prototipo di ristrutturazione la conversione religiosa in cui il passaggio da un insieme di credenze a un altro deve essere sostenuto da strutture di plausibilit alternative, offerte da una nuova comunit o gruppo religioso cui lindividuo si affilia. Esistono appartenenze di gruppo molto salienti e poco salienti per lindividuo. Possiamo affermare con Moscovici e Doise che le appartenenze salienti si distinguono per il livello di partecipazione attiva dei propri membri, ai quali sia garantita la libert dia azione e di parola, di libero scambio con altri membri. Un altro elemento che rende saliente unappartenenza di gruppo il riconoscimento di valori condivisi, come avviene per i gruppi politici, religiosi, e in gruppi che si riconoscono in un ideale comune. Un ulteriore elemento di salienza il perseguimento di un obiettivo comune, che stato indicato da numerosi autori come la ragion dessere per la formazione di un gruppo. Un altro elemento la tonalit affettiva del gruppo. Per quanto riguarda il movimento di uscita dai gruppi Tajfel fornisce una spiegazione nel quadro concettuale della teoria dellidentit sociale e delle relazioni intergruppi. Lidentit sociale concepita come un meccanismo causale che interviene in situazioni di cambiamento oggettivo: lidentit sociale deriva dallinsieme delle appartenenze di un individuo ad un gruppo ed per sua natura comparativa e relazionale, nel senso che essa si costruisce in un contesto sociale in cui sono presenti vari gruppi cui lindividuo non appartiene, ma rispetto ai quali egli svolge confronti e valutazioni. Lautore distingue tra identit sociali sicure, cio immutabili, e identit sociali insicure, cio non immutabili. Unidentit sociale sicura per un gruppo inferiore significherebbe la completa oggettivazione del suo stato di inferiorit, senza nessuna alternativa cognitiva di modificare lo stato delle cose. Unidentit sicura per un gruppo superiore praticamente impossibile a livello empirico, poich ogni superiorit va non solo conquistata ma anche preservata con cura. Il passaggio da un gruppo allaltro , quindi, un evento che pu realizzarsi abbastanza comunemente, poich assai probabile che le identit sociali degli individui siano insicure. Esiste una differenza tra teoria del cambiamento sociale e della mobilit poich la prima interessa i comportamenti intergruppi e la seconda i comportamenti individuali. Capitolo 3 Fenomeni dinamici del gruppo. Fenomeni strutturali = costituiscono limpalcatura che consente al gruppo di funzionare. Il sistema di status = i membri di un gruppo non sono tutti uguali e da alcune ricerche osservative si visto che possibile capire il posto che uno occupa sia dal comportamento verbale che non verbale. Il concetto di status = esprime la posizione che un individuo occupa nel gruppo e la valutazione di tale punizione in una scala di prestigio. Esiste dunque in ogni gruppo una gerarchia [Sherif]. Indicatori di stato = sono almeno 2 1. tendenza a promuovere le iniziative. Chi ha uno status elevato ha maggiore potere di iniziativa

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(esempio della banda dei Nortons di Whyte) 2. valutazione consensuale del prestigio connesso ad un certo status. In genere nel gruppo c maggiore con sensualit per quanto riguarda le posizioni estreme. Nel lavoro di Whyte sulla banda dei nortons evidente che il prestigio connesso allo status consensuale senza bisogno di sociodrammi. I cambiamenti di status non sono repentini o spettacolari, ma seguono una logica posizionale. Anche nei gruppi spontanei sono evidenti differenziazioni di status sebbene gli adolescenti direttamente interrogati lo neghino, forse per un bisogno di affermare unomogeneit o coesione che sentono minacciate. La formazione di un sistema di status si produce nel tempo secondo alcuni autori, attraverso comportamenti quali aiutare il gruppo a perseguire i propri obiettivi, conformandosi alle regole interne, sacrificarsi in favore del gruppo [Weisfeld]. Tuttavia lesperienza dimostra che i sistema di status si sviluppa rapidamente anche nelle prime fasi di formazione del gruppo. A questo proposito esistono due differenti correnti di pensiero:

La corrente etologica. Essa sostiene che fin dalle prime interazioni i membri del gruppo si misurano a partire da dati percettivi come lapparenza e il contegno ( espressioni facciali, muscolatura, statura, capacit di fissare lo sguardo). La prima gerarchia di status cos formata per suscettibile di essere confermata o modificata sulla base di nuove informazioni.

La corrente degli stati di aspettativa. Sostengono che i membri di un gruppo formano fin dai primi incontri un insieme di aspettative relative ai contributi che ciascuno pu offrire per il raggiungimento degli scopi del gruppo. Le persone che possiedono tratti pi congruenti con gli scopi del gruppo suscitano maggiori aspettative e vengono assegnate e posizioni pi elevate. Anche in questo caso le assegnazioni di status sono provvisorie. Tuttavia non tutti i gruppi al lavoro sono in grado di modificare rapidamente l sistema di assegnazione di status con conseguenze negative sul raggiungimento degli obiettivi. Per esempi una persona cui stato assegnato uno status basso (in base al sistema di aspettative) rischia di no essere ascoltata, anche quando possiede la soluzione. Le due correnti di pensiero sovra esposte non sono per incompatibili: possibile che i primi indicatori presi in considerazione siano di carattere percettivo; come pure naturale che quando esiste uno scopo questo struttura le aspettative nei confronti di quanto i singoli membri possono fare per raggiungerlo. Inoltre i due canali di informazione (percettivo e basato su aspettative) possono talora sovrapporsi come per esempi in una gara di tipo sportivo motorio. Nei gruppi che hanno una lunga storia il sistema di status si sviluppa e si modifica alla prova dei fatti e nellimpatto con eventi che richiedono lutilizzo di risorse diverse di volta in volta. Funzione dello status = esso crea ordine e prevedibilit allinterno del gruppo; coordinale forze per il raggiungimento degli obiettivi, ma soprattutto funzionale allautovalutazione. banale osservare che chi ha uno status elevato ha pi autostima di chi ha uno status basso e che a parit di prestazione chi ha uno status alto viene giudicato pi positivamente e quindi aumenta la fiducia in se stesso. stato osservato a questo proposito il fenomeno delladeguamento dei propri comportamenti alle attese del gruppo. Il bisogno di migliorare lautostima pu spingere uno a darsi da fare per migliorare lo status o addirittura uscire dal gruppo. I ruoli nel gruppo. Ruolo = insieme di aspettative condivise circa il modo di comportarsi di una persona che occupa una certa posizione nel gruppo. Il ruolo quindi definisce i comportamenti esibiti

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e attesi. Il concetto di ruolo per implica anche aspettative su come gli altri devono agire nei confronti della persona che ricopre il ruolo. Quindi la definizione completa : insieme di attivit e relazioni che ci si aspetta da parte di una persona che occupa una particolare posizione allinterno della societ e da parte di altri nei confronti della persona in questione. Il ruolo ha una caratterizzazione locale, culturale, data dai valori, ideologie e rappresentazioni condivise di una determinata societ. (vedi esperimento Stanford Prison). Ma vi sono anche elementi personali gli stessi ruoli non sono ricoperti da tutti con le stesse modalit. Vi sono vari stili di ruolo: lo stile rientra negli aspetti soggettivi di interpretazione che ha a che fare con le caratteristiche, i valori, i modelli dellattore (Newcomb parla di condotta di ruolo come linterpretazione dei singoli del ruolo sociale che invece ha carattere astratto e prescrittivo). Anche nei gruppi informali emergono ruoli diversi. Secondo Levine e Moreland in quasi tutti i gruppi emergono alcuni ruoli fra cui i pi comuni sono: il leader, il nuovo arrivato, il capro espiatorio. Questultimo ha unimportante funzione protettiva nei confronti del gruppo perch consente agli altri membri di risolvere i propri conflitti interiori riguardo lintegrazione delle parti negative dellimmagine del s proiettandoli nel capro espiatorio. Una differenziazione di ruoli pu essere condotta sullasse strumentale/espressivo. Bales sostiene che le attivit orientate al compito possono produrre finzioni e malumori e quindi importante che qualcuno allenti la tensione con battute scherzose, affabilit ecc. Fra i ruoli informali importante quello del clown che mitiga le tensioni pur avanzando con lo strumento dellironia critiche e commenti. Nelleconomia di un gruppo di lunga durata probabile che ciascun membro si trovi una nicchia ecologica costituita da un ruolo che tende a stabilizzarsi e che pu anche essere molto diverso da quello agito in altri gruppi anche contemporaneamente. Ci sono anche membri meno definiti e definibili in termini di ruolo consensualmente definiti e che quindi tendono a passare inosservati ma possono essere cooptati per questo o per quel sottogruppo. Un ruolo importante quello del leader dopposizione che si oppone senza avere la capacit di essere propositivo; non ha un vero e proprio esito, ma il gruppo non riesce ad espellerlo o esentarlo. Questa figura disturba il gruppo; pu anche essere utilizzato per rompere o sfaldare la maggioranza, ma solitamente non conserva i ruolo nella nuova configurazione del gruppo. I ruoli possono creare conflitti nei gruppi, ma anche a livello individuale quando una persona comincia a svolgere ma perde motivazioni o abilit in itinere. Nei gruppi di lavoro i conflitti di ruolo producono tensione e decremento della produttivit. Le funzioni dei ruoli sono:

Facilitare i raggiungimento degli scopi attraverso la divisione del lavoro; Portare ordine e prevedibilit perch si basano su aspettative condivise;

Contribuire allautodefinizione di ciascuno e quindi del gruppo. Le norme del gruppo. Sherif una norma definisce la gamma delle differenze individuali che i membri del gruppo ritengono accettabili, nonch il limite al di l del quale un certo comportamento pu essere biasimato. Sono quindi scale di valori. Possono anche essere definiti come aspettative condivise circa il modo di comportarsi dei membri di un gruppo (mentre il ruolo si definisce come le aspettative condivise circa il modo in cui una specifica persona del gruppo deve comportarsi).

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Sono un prodotto collettivo e non includono solo regole ma anche modalit espressive (linguaggio, abbigliamento ecc.). senza struttura e senza norme non si pu parlare di gruppo. Nei gruppi informali le norme hanno carattere motivazionale ed emotivo. Le norme possono essere: esplicite regolamento scritto, o implicite, no scritte ma di uguale impatto e influenza; centrali nel senso che si riferiscono a questioni che comportano conseguenze per il gruppo, la sua esistenza e funzionamento; o periferiche riguardanti questioni che il gruppo ritiene marginali. Rispetto allassenza delle norme, lampiezza del comportamento del comportamento accettabile varia con il variare dello status dei membri: per esempio per quanto riguarda le norme centrali i leader sono ancora pi obbligati allosservanza (che pure vincola tutti) mentre per le norme periferiche i leader sono pi liberi e possono anche cambiarle, mentre gli altri no. Per ci che riguarda la genesi delle norme ci sono tre orientamenti teorici:

Opp ci sono tre tipi di norme che scaturiscono da tre processi diversi: norme istituzionali: imposte dal leader o esterne; norme volontarie: nascono dalla negoziazione;

norme evolutive: nascono quando i comportamenti in grado di soddisfare un membro vengono appresi anche da altri e si estendono. Feldman i primi pattern di comportamento (imposti dal leader o ispirati dallambiente circostante) si stabilizzano in norme. Bettenhausen e Murnighan sottolineano la matrice cognitiva delle norme: esse nascono dagli script dei membri portano nel gruppo e che vengono attivati ogniqualvolta qualcuno del gruppo categorizza le situazioni nuove come simili ad altre gi incontrate. Ovviamente sono frutto di negoziazione perch no tutti portano nel gruppo gli stessi script. Sherif autore della ricerca pi famosa sulla formazione delle norme e sul loro funzionamento: la ricerca sulleffetto autocinetico. Cartwright e Zander le norme assolvono 4 funzioni:

Avanzamento del gruppo. Riferendosi a Festinger sottolineano come le pressioni verso luniformit e il rigetto della devianza nascono nei gruppi per permettere il raggiungimento degli scopi. Mantenimento del gruppo. Le norme consentono al gruppo di preservare la propria identit. (esempio dei mennoniti) Costruzione della realt sociale. La validit di un opinione nasce dal fatto che nei contatti interpersonali si vede che gli altri la pensano nello stesso modo. La realt una realt sociale, costruita cio attraverso il consenso e mantenuta da pressioni normative alluniformit. Le norme assicurano al gruppo una concezione comune della realt.

Definizione delle relazioni con lambiente sociale. La realt sociale costruita dal gruppo porta a decidere quali gruppi possono essere considerati amici e quali no, con quali avviare il confronto sociale e con quali esiti. Le norme sono specifiche nel gruppo perch da una parte sono costruite e ricostruite socialmente attraverso negoziazioni, dallaltra costituiscono un parametro di riferimento. Il comportamento dellindividuo fortemente condizionato dalle norme del gruppo perch da una parte sono costruite e ricostruite come dimostra lo studio di Coch e French [1948] ( in una fabbrica di pigiami da un reparto stireria viene spostata una stiratrice con alti livelli di produttivit in un reparto in cui i livelli erano pi bassi. capro espiatorio abbassamento della produttivit. Smembrato il gruppo aumento della produttivit. Lewin sostiene che il cambiamento di comportamento governati da norme del gruppo passa

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attraverso tre fasi: disgelamento, locomozione e congelamento e che esso facilitato se passa attraverso una discussione e decisione di gruppo (diventando cos una nuova norma di gruppo) La comunicazione. Secondo Flament possibile studiare tutti i processi di gruppo a partire dalla comunicazione, o comunque in ogni caso tutti i processi non possono venire adeguatamente studiati senza prendere seriamente in considerazione i fenomeni della comunicazione. Moscovici e Doise insistono sul significato della partecipazione sociale come motore di rinnovamento e sul suo strumento fondamentale, la discussione che un vero e proprio rito di comunicazione. La discussione unistituzione che da ad ognuno la possibilit di prendere parte alle vicende del gruppo e su di essa si fonda il consenso. Quando Festinger parla di costruzione della realt sociale allinterno di u gruppo si riferisce alla molteplicit di scambi di idee, opinioni, la cui convergenza porta i membri a condividere una realt comune. Senza comunicazione non esiste il gruppo. La rete di comunicazioni linsieme delle condizioni materiali che rendono possibile il passaggio di informazioni [dalle reti degli a antichi romani alla comunicazione telematica]. Struttura di comunicazione linsieme di comunicazioni che si sono effettivamente scambiate allinterno di un gruppo, la realt delle comunicazioni. Non detto che la presenza di una rete di comunicazione sia sufficiente perch ci sia una struttura di comunicazione. Moscovici e Doise svolgono osservazioni sullinfluenza degli spazi sugli scambi di comunicazioni. In un esperimento cercano di esplorare linfluenza che uno spazio freddo o caldo ha sulla presa di decisione. [tavolo quadrato favorisce gli scambi comunicazionali e disposizione allineata favorisce meno. Stanza calda / anfiteatro]. Oltre allo spazio circostante anche la modalit con cui condotta la discussione ha effetto sui processi decisionali. La discussione pu essere calda, centrata sui contenuti, senza limiti di tempo; oppure centrata sulle procedure e vincolata da limiti precisi di tempo. nel primo caso emergono effetti di polarizzazione, mentre nel secondo pi facile che si arrivi a posizioni di compromesso. Moscovici e Doise distinguono tra partecipazione consensuale in cui tutti i membri possono esprimere le loro posizioni senza preoccupazione di ordine procedurale, partecipazione normalizzata in cui le possibilit di accedere alla discussione sono regolate dalle gerarchie esistenti nel gruppo. La partecipazione consensuale fa disordine ma creativa, quella normalizzata produce reticenze e scarso coinvolgimento, le decisioni sono spesso scontate, determinate dalla leaderschip e avallate dal gruppo. Bales ha studiato le strutture di comunicazione nei piccoli gruppi a discussione libera, mediante IPA ( interaction process analysis) uno strumento di osservazione e analisi dei processi di comunicazione. Esso suddivide linterazione di gruppo in atti microscopici cio in segmenti di comportamento significativi e percepibili da un osservatore esterno. Questi atti vengono codificati in 12 categorie mutualmente esclusive divise in tre grandi aree:

Area socioemozionale positiva: dimostrare solidariet, allentare tensione, mostrarsi daccordo. Area del compito: dare chiedere suggerimenti, opinioni, orientamenti. unarea neutra. Area socioemozionale negativa: disapprovare, esprimere tensione, mostrare antagonismo. Flament osserva che la quantit degli atti emessi e ricevuti corrisponde allordine di status sociometrico. Tuttavia i possono sviluppare strutture comunicative indipendenti da qualsiasi

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fattore sociopsicologici come dimostra Steinzor: in una disposizione a cerchio il numero delle comunicazioni emesso da ciascuno massimo ne confronti di chi gli sta di fronte. Questo perch pi visibile e si possono cogliere espressione di comunicazione non verbale. Leavitt si occupato invece di reti di comunicazione e dei loro effetti sulla prestazione i morale del gruppo. [esperimenti con figure geometriche e comunicazione pag.159) Capitolo 5 Le forze centripete: coesione e conformit La coesione: risultante di quel processo per cui un insieme di individui diventa un gruppo e si mantiene come tale e resiste unito a fasi che possono tendere alla separazione. Hogg individua tre fasi della storia del concetto:

Prima fase la definizione di coesione appare unidirezionale. vista unicamente come attrazione interpersonale fra i membri. I primi a definirla in questi termini sono stati: Schachter, Festinger e Block. La coesione vista come il campo totale dei fattori che agiscono sugli individui per riunire il gruppo. costituita da due elementi: 1) lattrattivit del gruppo in quanto tale; 2) il grado in cui il gruppo assicura il raggiungimento degli scopi individuali non raggiungibili senza il gruppo e linterazione. Nello studio di Festinger la coesione concepita come un fattore di attrazione interpersonale e viene assunta come indicatore di coesione la proporzione tra il numero di scelte amicali in group e il numero totale di decisioni; pi alta questa proporzione pi il gruppo risulta coeso.

Seconda fase a partire dagli anni 60 si critica il riduzionismo unidirezionale e c un declino di interesse per questo tipo di studi. Si critica la concezione basata sullattrazione interpersonale perch una variabile individuale e quindi non pu rendere conto di un fenomeno sociale.

Terza fase (ancora in corso) ci si occupa in termini multidimensionale dei processi unitari

di gruppo (conformit, etnocentrismo, condotte normative, percezioni sterotipiche, identit di gruppo ecc.; esse implicano come fenomeno sottostante la coesione). Moscovici pur non parlando esplicitamente di coesione propone il concetto di rappresentazione come modi di conoscenza, sistemi di idee costruiti e condivisi dai membri di un gruppo che consento di semplificare la complessit dei ruoli, di trasformare il non familiare in familiare e di affrontare eventi secondo parametri definiti socialmente. Anche la teoria dellidentit di Tajfel e di categorizzazione del s. Le teorie dellidentit sociale e della categorizzazione del s consentono di distinguere due tipi di attrazione: lattrazione personale che si situa verso il polo interpersonale e lattrazione sociale che si situa verso il polo intergruppi. Lattrazione sociale un legame basato sullattrazione tra individui in quanto appartenenti ad un gruppo sociale saliente ed per sua natura un legame depersonalizzato e i suoi bersagli sono intercambiabili. Lattrazione sociale un fenomeno di gruppo e la sua ampiezza legata ad una variet di fattori quali: le relazioni intergruppo, la percezione di prototipicit dei vari membri, le relazioni interguppi. Questo modello della coesione basato sulla teoria del identit sociale e della categorizzazione del s definito da Hogg self categorization model of group cohesiveness. Il modello applicabile a molti gruppi indipendentemente dalla loro grandezza e parte dal presupposto che i fenomeni di gruppo siano qualcosa di concettualmente diverso da quelli di natura interpersonale. Inoltre il modello consente di affrontare molti argomenti che riguardano la conformit del gruppo.

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In questa direzione molti studi sperimentali sono stati condotti su squadre sportive (gruppi caratterizzati da interazioni costanti e prolungate, interdipendenti per quanto riguarda lo svolgimento del compito e per i quali esistono criteri oggettivi di valutazione delle prestazioni. Inoltre vi una struttura di ruoli e posizioni di leadership riconosciute consensualmente e unidentit di gruppo che si caratterizza fortemente sia internamente che esternamente). Si studiato soprattutto la ricaduta della coesione sulla prestazione. Taylor nella squadra osservata rimasero inalterate la coesione e lo spirito di squadra nonostante linsuccesso, perch lattribuzione dellinsuccesso veniva incentrata sul gruppo. Williams Hacker direzione causale: dal successo alla coesione; l squadre vincenti sono pi coese. Ruder e Gill esiste un effetto immediato della vittoria sulla percezione della coesione che aumenta nelle squadre che hanno vinto e diminuisce in quelle che hanno perso, anche se i punteggi relativi dellamicizia non subiscono fluttuazioni. Carron (group environment qestionnaire) parte dallassunto che la coesione un fenomeno multidimensionale, in essa sono presenti due principali categorie: 1) integrazione del gruppo, cio percezione del gruppo come totalit; 2) attrazione individuale verso il gruppo. Queste due categorie sono ulteriormente divise in orientamento al compito e orientamento sociale. Si hanno cos 4 dimensioni collegate tra loro:

integrazione di gruppo orientata al compito = quanto il gruppo si sente orientato verso lobiettivo; integrazione al gruppo orientate al sociale = quanto il gruppo si sente integrato socialmente; attrazione individuale orientata al compito = sentimenti dei singoli sul proprio coinvolgimento nel compito; attrazione individuale orientata al sociale = sentimenti dei singoli sul proprio coinvolgimento nel sociale. Queste quattro dimensioni agiscono congiuntamente e il loro totale rappresenta la coesione, anche se i contributi relativi ad ogni dimensione possono variare nel tempo per molti fattori. Per esempio Migliari in una ricerca su 4 squadre femminili di pallavolo ha visto che le squadre vincenti hanno un punteggio totale di coesione superiore a quello delle squadre perdenti, ma questo risultato dipende dallalto punteggio ottenuto nelle dimensioni orientate al compito mentre per le altre due dimensioni no ci sono differenze, quindi i gruppi vincenti sono coesi soprattutto sullo svolgimento del compito. In altre ricerche la coesione stata messa in relazione allo stile di leadership e alla prestazione. Anche qui si visto che non vi differenza tra vincenti e perdenti per quanto riguarda la coesione sociale, mentre vi una grande differenza per quanto riguarda lattrazione verso il gruppo e non tanta per quanto riguarda lintegrazione. Mentre si visto che nelle squadre vincenti esiste correlazione tra coesione sociale e stile di leadership. Nessuno sa dire, per, se il successo deriva dalla coesione o viceversa. La conformit: movimento di una o pi persone discrepanti verso le posizioni normative del gruppo come funzione di una pressione implicita o esplicita da parte di membri del gruppo. Janis groupthink nel contesto di prese di decisioni cruciali in politica e nelle grandi organizzazioni, il vincolo di coesione tra i membri del gruppo porta ad evitare discussioni. Il bisogno i conservare luniformit del gruppo pu condurre ad autocensure individuali. In questi casi le

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risorse cognitive del gruppo vengono catalizzate nellelaborare razionalizzazioni a sostegno della posizione maggioritaria sostenuta dal leader. Si tratta di una sindrome che ha pi probabilit di manifestarsi in gruppi coesi, guidati dal un leader influente, isolati da fonti alternative di informazioni e sottoposti a stress di dover prendere decisioni importanti in tempi brevi. Lautore menziona una serie di vincoli affiliativi che portano a regole decisionali che da una parte salvaguardano il rapporto con il piccolo gruppo primario (staff dirigenziale), dallaltra servono a fare i conti con il grande gruppo secondario. Queste regole sono:

coprirsi le spalle = garantirsi di non essere incolpati se finisce male, tipico dei dirigenti intermedi; scelta della posizione pi forte tra le altre possibili; voler vincere ad ogni costo = emerge nei contesti intergruppi che possono essere interni o esterni allorganizzazione; riunioni manovrate = manipolare il consenso per giungere ad una decisione gi presa in pectore. Varie strategie: informazioni depurate, riunioni quando non ci possono essere gli oppositori. Esperimento di Asch sullinfluenza maggioritaria. (compito di discernimento tra tre rette da confrontare con una data e numero di risposte corrette in una situazione sperimentale in cui in un gruppo di 7/9 persone uno solo era alloscuro dellesperimento e quasi tutti davano risposte sbagliate). Mucchi Faina hanno condotto le ricerche successive e hanno dimostrato la validit dei risultati di Asch. Hanno inoltre cercato di mettere in rilievo i motivi principali per cui le persone si conformavano allinfluenza della maggioranza e pi precisamente: la compiacenza: risposte pubbliche conformi alla maggioranza per non apparire diversi o subire ritorsioni, non essere giudicati male; laccettazione: soprattutto quando il compito ambiguo o poco chiaro e la fonte di influenza viene considerata pi esperta. Ci si adegua per timore di sbagliare; convergenza: motivazione di tipo affettivo in quanto opporsi ad una maggioranza concorde unesperienza sgradevole e stressante. Festinger le pressioni del gruppo verso la conformit hanno due funzioni principali: 1. preservare la realt sociale costruita e condivisa dai membri come punto di riferimento per stabilire la validit soggettiva delle credenze individuali e mezzo per identificarsi con il gruppo; 2. facilitare la locomozione del gruppo vero altri obiettivi. Secondo Festinger infatti le pressioni alla conformit si intensificano quando cresce la discrepanza o la devianza allinterno del gruppo e in modo particolare quando la discrepanza rilevante ai fini del funzionamento del gruppo stesso. Anche la ricerca di Deconchy nei gruppi ortodossi conferma questa posizione. Le forze centrifughe: conflitto, devianza, scisma Devianza e minoranza. Devianza qualcuno che nel gruppo avanza posizioni diverse da quelle della maggioranza e quindi pu essere percepito come elemento di disturbo della coesione e minaccia alluniformit. Secondo Schachter per ricondurre il deviante alla normalit il gruppo pu aumentare gli atti comunicativi e

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persuasivi; se fallisce il gruppo emargina ed espelle. Questa ipotesi stata verificata dallautore in un classico esperimento in cui in gruppi di 5/7 elementi che dovevano discutere di un caso di delinquenza minorile, venivano inseriti tre complici dello sperimentatore che avevano ruoli ben specifici: deviante: doveva scegliere una posizione molto diversa di quella emergente nel gruppo e la doveva mantenere fino in fondo. slider: (colui che scivola) doveva presentare una posizione deviante rispetto al gruppo, ma alla fine doveva farsi convincere. mode: doveva scegliere e mantenere una posizione modale dellopinione del gruppo, cio non doveva discostarsi dalle posizioni del gruppo. I risultati di questo esperimento hanno messo in evidenza: 1. che il deviante il membro pi sociometricamente pi rifiutato; tanto pi alta la coesione del gruppo, tanto pi alto il rifiuto. Quindi lavversione del deviante funzione del tipo di gruppo; 2. il deviante il destinatario del maggior numero di comunicazioni che tendono a convertirlo. Assume quindi una visibilit allinterno del gruppo. Per lo slider il procedimento analogo fino a che on si converte. Inoltre nei gruppi pi compatti vi sono membri non rifiutanti che continuano per tutta la durata della discussione a rivolgersi al deviante, mentre i membri altamente rifiutanti aumentano la comunicazione fino a un picco oltre il quale la quantit di comunicazione crolla nettamente; i membri moderatamente rifiutanti hanno lo stesso tipo di comportamenti ma raggiungono il picco pi tardi. Il deviante quindi un membro poco amato ma con cui si comunica molto, tuttavia viene abbandonato ad un certo punto della discussione. La coesione interna un elemento che predispone al rigetto del deviante. Moscovici e Zaleska esistono due volti della coesione: uno che vieta i dissensi e uno che li permette e favorisce. Quindi la coesione pu funzionare sia come invito al conformismo, sia come un legame di fiducia; un credito che il gruppo concede lasciando agire i membri in libert, ma contando sulla loro lealt. Un altro fattore di gruppo che incide sulla tolleranza della devianza la fase di sviluppo in cui il gruppo si trova in un determinato momento. Nelle prime fasi vi una certa resistenza perch il gruppo deve trovare una propria identit. Nella fase produttiva la devianza pu essere in qualche modo tollerata se riguarda il compito (nuove procedure), nella fase di individuazione le posizioni di minoranza possono assumere una forza di impatto e vengono valorizzate. Secondo Mucchi Faina le minoranze tardive hanno maggior influenza di quelle precoci. Daltra parte in uno stato avanzato di discussione, allapprossimarsi della fase in cui bisogna prendere una decisione, i gruppi diventano molto intolleranti. Un altro elemento che incide lessere da parte del gruppo aperto (basato sullattrazione reciproca degli individui) o chiuso (rinchiuso su se stesso in difesa della propria identit). I gruppi aperti identit offensiva = forza di innovazione; i gruppi chiudi identit difensiva. Sostegno sociale: la presenza di un alleato riduce da un lato i livelli personali di ansia dovuta allo stress del dissenziente solitario, dallaltra induce il resto del gruppo ad atteggiamenti svalutativi nei confronti della devianza, che se portata avanti da pi persone non viene attribuita a patologie personali, ma a fattori situazionali. La funzione principale del sostegno sociale spezzare il consenso maggioritario. La minoranza una possibile espressione del dissenso. Moscovici il potere di persuasione e di conversione delle minoranze attive che si caratterizzano per: consistenza: coerenza sincronica (di tutti i membri) e diacronica (per tutto il tempo);

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autonomia: agire secondo principi, indipendenza da legami esterni; investimento: dare prova di coinvolgimento, essere in grado di sacrificarsi materialmente e personalmente per sostenere le proprie posizioni; flessibilit: stile di negoziazione flessibile mantenendo coerenza; equit: capacit di guardare a posizioni anche diverse dalle proprie con imparzialit. Secondo lautore linfluenza minoritaria di natura diversa da quella maggioritaria. Essa produce conversione. Nemeth il dissenso minoritario promuove un pensiero divergente, creativo, che stimola individui e gruppi a considerare il problema posto da diversi e multipli punti di vista. Nel pensiero convergente prioritario condividere la norma condivisa. La minoranza non solo in termini numerici, ma va considerata anche e soprattutto in termini di mancanza di potere, marginalit di status allinterno del gruppo. Risposte negative del gruppo al fenomeno della minoranza: rifiuto esplicito e totale: attribuzione di caratteristiche negative al deviante, cui si accompagna talvolta la distorsione dei fatti. Consegue lespulsione materiale o simbolica; rifiuto parziale: anche se quello che dice vero meglio non parlarne per la credibilit del gruppo. Lo si pu tenere nel gruppo ma non farlo parlare (forse dopo un po se ne va); disconferma: silenzio, indifferenza, con cui viene accolta la posizione minoritaria. Si nega la presenza del deviante, lo si ignora. Con questa strategia non c bisogno di espellere il deviante perch se ne va da solo; ridicolizzazione: si spiega da s; naturalizzazione: si rovina la credibilit del deviante attribuendo lorigine del suo comportamento e opinioni a caratteristiche personali naturali ( scemo, psicotico..) ha forme diverse: biologizzazione (causa sesso, razza handicap) psicologizzazione ( un paranoico) sociologizzazione (viene da quel gruppo l). Laccettazione della dissidenza pu avvenire in vari modi, stimolando la creativit del gruppo e mettendo in atto processi di conversione che possono realizzarsi anche in tempi ritardati o privatamente o in modo trasposto (investire cio argomenti collegati a quanto espresso dalla minoranza). Quindi la minoranza pu avere un effetto pervasivo sul comportamento detto effetto modellante come nel caso del femminismo (???????). In conclusione la distanza tra il rifiuto e laccettazione della dissidenza pu essere molto sottile e dipende dal tipo di gruppo e dalla sua fase evolutiva, nonch da tipo di dissidenza. Il conflitto. Costituisce una realt sempre possibile nei gruppi perch possibile che le opinioni dei membri siano diverse o che le risorse scarseggino. Il conflitto pu avere conseguenze negative (disintegrazione del gruppo) ma anche molto positive (incremento della creativit nella soluzione dei problemi, soluzioni unificanti per interessi competitivi con buona soddisfazione di tutti). Un conflitto intragruppo pu nascere per: accesso a risorse limitate; distribuzione ineguale delle opportunit e qualit tra i membri; concezioni divergenti su questioni importanti; possibilit che circostanze intervenienti sconvolgano le graduatorie di status. La caratteristica fondamentale del gruppo rispetto ad un aggregato sociale , per alcuni autori, linterdipendenza tra i membri. Il gruppo interdipendente riguardo alle informazioni e riguardo ai risultati. Entrambe queste forme di interdipendenza possono produrre conflitti. I conflitti relativi allinterdipendenza delle informazioni si attirano con la comparsa di opinioni divergenti su questioni rilevanti e si esprimono con accese discussioni e possono sottendere motivazioni competitive (conquista di status) sia cooperative (apportare un miglioramento al benessere del gruppo). I

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conflitti relativi allinterdipendenza dei risultati si attivano quando si produce unincompatibilit tra gli interessi e gli scopi dei vari membri. (interdipendenza negativa). Nella vita reale, queste due origini di conflitto sono estremamente congiunte tanto che solitamente difficile far risalire il conflitto alluna o allaltra causa. Il conflitto visto in genere come una minaccia al raggiungimento degli obiettivi e alla coesione del gruppo, per comporta anche perdite motivazionali ecc. Cos si tende ad evitarlo anche se questo evitamento non sempre positivo per il gruppo perch pu produrre un collasso del gruppo stesso, i membri si ritirano simbolicamente, ma anche fisicamente (esempio defezione dei ragazzi di 15/16 anni dai gruppi religiosi o sportivi). Inoltre levitamento del conflitto talvolta pu portare a finte unanimit e a scelte disastrose. (groupthink). I meccanismi usati per evitare il conflitto sono tre: 1. evitamento del conflitto; 2. riduzione del conflitto; 3. creazione del conflitto. Questi tre meccanismi possono essere usati in momenti diversi della vita di un gruppo anche se alcuni gruppi si specializzano nelluso delluno o dellaltro. I conflitti che si basano sulla divergenza di opinioni possono essere evitati con modalit di controllo del pensiero proprio (non esprimere le opinioni divergenti, oppure riformattare i propri pensieri in modo che si avvicinino il pi possibile a quelli degli altri ) o altrui (manipolare il pensiero degli altri attraverso il controllo del comportamento verbale, introdurre regole decisionali esplicite o implicite, interpretare in modo falsato il disaccordo minimizzandolo ecc.). Secondo Moscovici la normalizzazione (vale a dire quel processo di influenza reciproca per raggiungere una ragionevole posizione media accettabile per tutti) avviene quando la posta in gioco non saliente per i partecipanti i quali sono cos motivati allevitamento. Tuttavia per questo autore, la propensione al compromesso non sempre funzionale a decisioni di qualit e a traguardi innovativi. Il raggiungimento di un autentico consenso, al contrario, richiede il confronto acceso anche attraverso il conflitto. Anche Johnson e Johnson sottolineano il valore della controversia come situazione di apprendimento. Doise mette in luce la potenzialit del conflitto sociocognitivo: cio quelle situazioni in cui gli attori hanno prospettive divergenti riguardo allo stesso problema. Il conflitto sociocognitivo, infatti produce scambi intellettuali che comportano profonde ristrutturazioni nel modo di affrontare un problema: la soluzione cos nasce come risultato della costruzione di nuove conoscenze derivanti dallinterazione sociale. La capacit di tenere conto della prospettiva cognitiva dellaltro e di riflettere sui problemi in modo nuovo appare una conquista, un apprendimento stabile nello sviluppo cognitivo. Levitamento del conflitto non dunque molto produttivo. La riduzione del conflitto si attiva invece quando la situazione gi conflittuale e il gruppo deve fronteggiarla per raggiungere i suoi obiettivi. Una forma di evitamento del conflitto pu essere la votazione che per non una vera operazione di riduzione, meglio i processi di negoziazione in cui i partecipanti si impegnano attivamente nel raggiungimento di un accordo. La creazione del conflitto invece pu avere una grande efficacia in quanto, secondo Nemeth e Owens, il dissenso minoritario pu rendere pi efficace il lavoro di gruppo, evitando lomologazione e promuovendo forme di pensiero divergente,

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infatti gli effetti dellesposizione alla fonte minoritaria non dipendono dalla correttezza della sua posizione, ma dal fatto che essa la mantenga e stimoli la riflessione introducendo dubbi. I processi scismatici: esempio della scissine del PC in PDS e PRC. Sani mette in luce alcune condizioni necessarie perch avvenga lo scisma: la percezione di una minaccia dellidentit di gruppo che avviene quando un sottogruppo percepisce che le idee sostenute dallaltro sottogruppo mettono in crisi la vera identit del gruppo; la percezione di una mancanza di entitativit del gruppo cio la mancanza di compattezza e coerenza interna; quando avvengono le due precedenti condizioni si acuiscono sia le differenze tra i due sottogruppi che le uguaglianze allinterno di ciascun sottogruppo; quando un sottogruppo percepisce la posizione di un altro sottogruppo come contrastante con lidentit profonda del gruppo i membri di al sottogruppo diventano impermeabili allinfluenza sociale dellaltro sottogruppo; perch avvenga lo scisma indispensabile che le percezioni dei due sottogruppi siano simmetriche; il modo in cui avviene uno scisma dipende probabilmente anche dalle relazioni di status fra le fazioni.

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